Reviewer:
ciechielefante
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October 19, 2008
Subject:
Nuovi dialoghi e personaggi nella vita del regno
Con i DIALOGHI di Re Emoacre si passa agli episodi della vita di corte che si susseguono dopo “Il caso Gualdrappe”. In realtà sono dialoghi che si avvicendano prima e dopo la succitata serie, anche se tra i nuovi i PRE si mostrano in minor misura dei dialoghi POST.
La novità in questa serie sono la rivelazione di nuovi personaggi, il cane Foffo o l’inventore Frollo, ma anche il Calamaro Gigante e i Re Magi, per non parlare dell’alleato di Re Emoacre Calumet II che viene fatto vittima di un attacco a sorpresa attraverso un “clik”. Ma tra i personaggi spicca la Vedetta che avrebbe dovuto chiamarsi Emoacre anche egli, ma che poi è stato chiamato Vedetta per un bisogno creativo dei genitori popolani colti da un riguardo particolare alla loro modestia, presa come unico valore aggiunto alla propria condizione di sudditanza perenne nel regno. La Vedetta è una sorta di testimone stanco che induce al sospetto di essere, non si sa quanto inconsapevolmente,colui che scorge una specie di causa ad un innominabile deperimento morale nei progressi dell’umana intelligenza. Un personaggio comune le cui vicende non sono mai straordinarie e incredibili, egli infatti scruta nel buio e segue catastrofi senza nulla poter fare. E proprio per l’impossibilità d’agire, la Vedetta rimanda con delicatezza e senza mai essere invadente, a piccole tracce di ragionamento “fantasioso” (fantasioso nel senso che va oltre le possibili fantasie dettate dal Regno). Queste tracce poi si rilevano preziose e seducenti anche al Re che finirà per confessare la propria stima verso l’estrema rassegnazione di questo personaggio. Un personaggio che in assenza di un padre degno del suo ruolo, ne accetta uno che ha potere e pazzia giusta da poter, in mancanza di meglio, sostituire lo spazio di un amore filiale. Un personaggio quindi che non vuole, che non spera, che non teme e che di conseguenza nulla non può, ma ancora non lo sa. E non lo sa perché teme di non sperare, teme di non volere teme di non temere. Adorabile incarnazione di un mito contemporaneo.