.. ...' 1 ,; I ,\ r I - I ) ø- '-/ l :'\:' , I f. ; ANN ALl D' IT ALIA DAL PRINCIPIO DELL' RA VOLGARE SIN 0 A L L:I ANN 0 175 0 . , >tilt '" A .a .. " ) , ANN ALl D' IT ALIA DAL PRINCIPIO DEL.L ERA VOLGAP E SIN 0 ALL' ANN 0 1750. e 0 1\1 P I L A T I DA LODOVICO ANTO:NIO MURATORI ./ COLLE. PREFAZIONI CRITICHE II Dr GIUSEPPE C.l\.T'ALANI Pret deft' O?"atorÙJ di S. Girolamo del/a" Carità, E COL PROSEGUIMENTO Of OETT[ ANNALI FIN 0 A G L I ^ N N 1. PRE S E N T 1._ Dalt.- Anno Per V I NeE N Z 0 G I U 11< ..; I N I. CON LIe E N Z.A D E' SUP E RIO R r. A fpefe di G I 0 v A N 'IJ J R Ice 0 1\1 I I . . .. . . , ALL' ILL USTRISS. SIC. MARCHESE >> VITTORIO G H I L I N I, MARCHESE DI MARANZANA, SEZZE, GAMALERO, E eONTE DI RIVALTA, PAT'RIZIO ALESSANDRINO. , s. L. B. : fj Anti fono, Illuftrifs. Sig. h MARCHESE, i m.otivi, che L poffono altrll1 rendere defiderofo di onorare la degnifIì- ma Per[o11a V oftra, c11e io fono per- perfllafo nillno clover T effere al Mondo, clle 110n applmi .1' arlii- re, COIl Cl:[i tl1i to lec to di dedi- carri 11110 dë' V Q l1I11i (legli An11a- Ii (t'It lia del í:11110fo..MuRATORI. In1- percioccl1è Íe fi vuole 011fi(iera- re la Nobiltà (leI 'T oftro CaL'1to , egli è l1aftevoll11ente 110tO e11ere ql1efto lIIlO de' pill a11tÌchi, e de' più ragg,uarllevoli Ltella Città d' A- leffa11dria: Se gli o110rÌ, cl1e. 11011 venllero Inai l11ellO ai V oftri Illu- ftri AfcendentÌ,. chi 110n [1 ql1ali Îll1pOI"tallti Cariclle e Secolari, eLl Ecclefìaftiche Eglil10 .foftcll11er(), e tra ql1efti nOl1 è di fCOfl.iarfi Ull !1.arcI1e.[e T O!\1 lASO (fu voitro al110- re\T.ole Geílitore) c.h.c il lUlninofo il11piego (ìi pril110 Gelltilll011TO del- la G1111cr<1. Llel glor. rcgll ulte Mo- nar- narca CARLO EMANUELE co- prì con fplendiLiezza e decoro:- E fe V Qi n1edefi111o voglial11o riguar- dare, chi 11011 vede il ll1ftro cIlia.... rif1ìn10 di lllille rare doti, ed ec- celfe virtù ,cl1e vi rendOJ10 11110 {i.e' più cQrnpiti Cavalie.ri (lellà no.. i1:ra ltalia Due (Ii qllcfte doti cer tal11el1te"CQllle all'uomo nobile ap- parrellel1ti, io lIon poffo pa{['1re . [otto filel1zio, e f0110 la liberali- tà, e la pietà, clle nOl1 rnai ftaJ1- chc di produrre be11etÌci effetti in prò della Patria, vi 1Ianllo di qt1e- Ita pi 4 0cacciato l' alTIOre e la fti- IDa per modo, clle vi l1a voillto all110verare fra qlle' POClli diftinti Soggetti; a i quali fllole Ella COll1- metter la Cllra delle cofe flIe. Fe- licil1ìn1a, cl1e PlIÒ gloriarfi di ef- fere {ere il llido d'llna virtllOL'1 Falni- gIla, la quale 11011 folo ill Alef- fan(lria f pal1tie la fua lllce, 1113- l1ella Corte R0111ana eziålldio, e l1egli altri Stati tiel lloftro illvit- to Sovral10, per l11ezzo "di dlle voftri Frarelli, ornal11el1to l'.lIno della facra Prelatllra, Ollor l' altro liella Real Milizia, e alnbidue afcritti al 110biliililllO Ordine Ge- , rofolil11irano. A quefte egregie V oftrc qualità fi aggilIl1ge quafi per colnlo lIlla 111dicibile 'corte- fÌa, colla qllale nOlI PlIÒ a 11lel10 clli 11a -I' 0110re di accoftarvifi di reftare di voi alnnlirato, e di par- till1e col Cllore ripiell0 di Ul1 ri- vere11tc affetto; e qucfta, fialni perllleffo di dire effere !tata qllel- la , cI1e 111i 11a ora dato a11i1110 a fu- a fuperare Og11i rigllardo, ed a recarlnivi Îl111a11zi col dOl10, clle io vi faccio del prefentc V Olll- Ole. 10 fon certo che l' offerta non vi L'1rà difaggradevole, percioc- chè fa qllale ftinla V oi avete feln- pre aVllto de' bU011i Libri, de' qlla- Ii fate continllamel1te lodevole acqllifto; 011de nOl1 effendo ne- ceflàrie Ie pregl1iere, percl1è vi deg11ate accettarla, altro più non mi refta da fare, c11e fl1pplicarvi di vol r grazioL1mente. accordare anche a Ine qllella proteziol1e, {otto di cui. fi pregiallo tant' al- tri di vivere, e dicl1iararmi col più difti11tO oífe(lllio fenlpre prol1- to a V oftri ftimatilIill1i cOln ndi. Tom. V. 11 PRE- . XJ " " . ......., PREFAZIONE DI GIUSEPPE CA T ALANI At V. Tomo dell EdiziollC Romtlntl. Q uantunque tutto ciò, che -Dccorre in <}uefio Quin.. to Volume degli Annali d' ltalia del .Alttratori., fcritto con qua1che pregiudicata opinione, tìa Ha- to già non folamente notato, ma confutato anco- ra ditlufamente dal di1igente.. ed accurato Gior- natHl:a Romano, in due luoghi del Giornale de'Letterati per r anno MDCCXLVI. flampato in Roma appreßo Ii fratelli T a- gtiarÙti nel medeiìmo anno, dirò pur io qualche cora, do- po aver riferito, fecondo 10 m)e già tin'Qra tenuto, il difcor- fo del fuddetto Scrittore. Ecco com' egli favella nel mefe di Maggio Anicolo X V " Queílo V. volume, 'che comprende 160. anni daIr " 84I. al mille., cioè la maggior pane del Secolo Nono, e " tuno imero il Decìmo (ripieno non folo di tenebre a{[ai " più del precedenre, ma oltre a ciò, di flravaganze sì nel " civile, che neW Ecclefiafiico; ) benchè fia di minor mole " degli altri 1'omi, è nondimeno sì abboodante di opinio- " ni, e d" argomenri., co' quali foítiene il Signor Murlltori ." il foo fifiema già tiffato di fopra; che ci obbliga ad utar " e maggior diligenza., e a riferirlo piÙ diilintarnente, e con ." maggior chiareLza, .di quel che abbiarn faHo finora Tali " opìnionì e argomemi s' aggirano intornoa due çapi prin.. " dpali, co quali jì sforza d' abbatter l' antico diretto domi- " nio del Romano PotltetÌce negli fiati della Chiefa ; e fono: " I. La fovranità afI()!ura da lui pretefa prima ne' Greci, e " pofcia negli Augulti Latini: II. II fuppoHo I.npcrial dirit- " to nel confermar l' elezione de'Romani Pomefici. l\-1a pri- b 2. " ma .. XIJ " ma di porre con tutta lincerirà fotto degli occhj aItrui 1a " mente dell' crl1dito AnnaliHa, è ncceifario di dare una bre- " vc general lloti1h\ di tutto it Volume: poichè per venire " a'due prcdcni capi, bifognerà che ci facci.lmo alquamo " indiett"o, c richiamhmo alcune di Guelle cafe, che nel ri- " fcrire il QU;lrto Tomo Himammo bene di tralafciare: per- " che:, a confel1Úe il vcm, non- 3\'rCmmo mai fuppoilo d'in- " conrrare nel Quinto coCa, che ci a\'et1c a t:lr pcntire, " d' eHere Hati troppo rigl1ardatÌ verfo uno d ' primi Leue- " rati della nofira Itatia. " In qucilo Tomo non hanno 111ogo i Longob rdi, Ii " rcndc bensì tacitamenre r;lgione, perchl: ü n' è parlato " con rama lodt. nc'due prccedcmi" Pcrciocchè il Signor " /lltt1'ato,.i manifdla 0111' an. 94'. di et1er nato Lombardo, " e al 97 L attdb, che i Principi di SIlJt'rllo, di Beflt'vel/to, " di CIlPtta, di Spo/eti c. cr;mo di aLion LombardJ; c in- " titohlV;mfi Lfl1lgovðrdo1"ttm gt/ltis prÙlcipu: che tali anche , furono i due '\1.lrchcíì Ohcrti progenitori dcIb cafa d'E- " fit., e che i fucceHori di qucHi /i g/oritlvallo ái effa Nil- " zio/le, c finalmcnte che Rli ,\ntenati della cetebre Con- " [ctlå /lJ.ltiidt furono anch' efIì Lombardi" Y' hanno ben- ,., ì luogo gti Uq;heri, c i Sarac ni: ma pcrch qucUe due " N.n.ÎoDi infcfbron l' halia colIe fcorreric, fenza .mnidar- " \'iti; poco imereffomo alcune noti7.ie, che tì aggiungono. " all,t Storia lluafì compira, che ne reffe il eridco del C.ud. " BIlI"o"i,. \lrro genere J' an'cnimcl'lti inquictò l' halia, [pe- " ci.llmente nd Sccolo Dedmo. E it Signor ltlurator; i " occ;1fìone di mcmm'aTe- il trJ[(ato di AffOlle V clcovo dl " \'crcclli (an. 9,8.) 'De pre..!ìiris Ecc/efi4. p;lrla d lla " pctlìma CoHirutione de' 1onatlerj non cominciati a rilor- " gcrc fino alia v nura di S. 1\bjolo \bate di Clugnì a Pa- " \'i.l I' an. 9 8. e fpeciatmeme de' V cfcOVJdi, de' q uali le- ,. pidat11cnte dice: Ji 'l,.ede7.Nl1lo fil1lzi,,1/i atzati 41 //efto'l,'I1- " do, (' .Ii obb/iJa.:n il pop% n dar feþimonial/ze favore- " 'voli II fjul'ßi sh,Jrbaft JJi, cb 1l ()pe1ia aV 7-"JfIO i1Jlp rato a ,). 11Iemo,.", fJlIt7/cbe nrticolo, del/a [ede, per pOlet' riJþo,!de.- " re hellchè tremllndo) n/l e..{tzme, j/ filiate era t"ftavla In. " ufo p;: :ro{lo J't'r fòrlltllitrì che p ,. chi ,'ire Ja ft enza " di ell;, Ed {"(Co 'I'lilt forTe /11 '1T/eftt tt>mfl /0 ftato miftra- u bi/t'--delk Cbieft d'Ita ia. " e1- XltJ " Nella fielIà Sede Apoí1olica. pur troppo vi furon de- " gli fconcerti lagrimevoli, come 10 atteHano tutti gli anti- " chi Scrinori._ E il Card. Baronio fin dall' anno 876. mentr' " era Pomefice GiovamÛ V Ill. fifsò l' infaullo loro principio: " Ex hoc tempore mille cæptttm efl, ut qtttlm, præter an- " tiq1t.ortttn morem, 11011 Ù fiflerent ita tenaci firmoque ani- " m.o S/lcce.f1òres (execptis iis, fjt/IE JþeEfant ad fidem) Prtf!- " deceJ{orum vefligiis, imlumera ex his parta ./int mala. " (num. 17'.) lndi con Ctncerità, e libertà grande manifefta " Ie ,-iolenze, gli fcifmi, e i difonori della S. Seck per tut- " to i1 Secolo Decimo, ringraziando fempre il Capo Ïnvifi- " bile della Chiefa, che la prefervò illefa in tanti, e sì re- " plicati pericoli. II Sig. J.\Ittratori, fenza faperfene il per- " chè, fa l' apologia a queHi Pontefici biafimati dal Card_ " Bar01lÌo, e pare che abbia più fiima di queili,. che non " ebbe di S. Leone 111., e del di 1 ui Antecefior S. .A dria-- ,,110., cui fa, ;:tll'an. 774. aut ore occu1ro.dellarovinadelRe, " Vefìdcrio, e afferifce non farfegti torto," in creder che " adopera11e autorittÌ ß deflrezza in. qlJa11fi. occulti maneg- " gi potè. Legge ne! Poemetto di Frodoardo (che termina " in L 01le VII.) ciò, che non vi feppe vedere il Pagi, " in difefa dello Scifmatico Giova1l1tÌ X. all' an. 914. e vuo- " Ie, che il Barollio lì fìa rroppo fidato della penna fatiri- " ca di LitstpralJdo, uomo fecondo lui (an. - 928.) at/ora. " ragazzf), cbe, crefci uto poi, peJèò. Ie notizie di quefli " tempi ?Ie' libetti i1ffamato j, e romanzi d' attora, a1 qua- " le, come dice aU' anno 932.. ftrvirono Ie pafquinate per " dnJigrar la fa11J(1 de' P api: mentre :tv-ea detro di fopr;1 " (:m. 91 I.) che ncmmeno a que' tempi mancarono Ii belli " il1famatorj, e pafquinare in Rama. " Pe! 1ìmil.mod.o i ende iova,!1zi XI. chiamando fò- "gnz e tmmagmazlonz I fentJmenn del eard. Baronio, " contr del qua!e iì dichiara ion quefio afpro linguaggio: " At trzbtwale det fà,cro A1l1l11lz{ìa nOll conveniva di dichia-" " rar/o P /èttdopontefice, ed Ùltrtljò contra it ftntimento. " ddla Chiefa tl1li'verfàle, e delJa Storia (an. 931.) Fin Gio- " Va1tïlÎ X I 1. gÌO\'anetto. inrrufo, e depoilo finodalm nce " clopo oye anni d'invalione , l-en'patrocinato dal Sig lvltl- " raton; II quale approvalìdo 11 dlrfi dal Barolzio, che p r. " vero e legittimo Pomefice 10 ha riconofciuro 1a Chiefa:J " fog- XJV " foggiunge: N01l flzrehhe flato fè lIon /;en , l'h it dotfiE- " Jimo Porporato 4ve.ffe fatto ufo di 'ltl fta mttjJima per at- " clmo Ilncora ,.de'precedenti (an. 956.) E giunto aU' anno " 963. in cui ifu depdHo, giufiifica r elezione di queUo Scit " matico Giovane.'J arlermando, eßer deíìderabile, che il " Baronio non llVe.Úe pr?ggio allcora che qtle' Peftc'Vi, ftre- " áitato J'illgreJ{o net :Pontificato" fi110 II tener/o per il/e- " giftlmo Iucc-e.Uòr di S. Pietro. Nè folo prende egli Ie di- " tefe de'.Papi Scifmatici, 0 fiano intrufi: ma vuol che fi " credano ooeile Marrone queUe eelebri donne che da tut- " ti gli Scriuori ci vengono addirate per proUitme; folle- " nendo aU' an. 911. che gli Scrittori abbian feguiro alIa eie- " ca il maledico Liutpra 1 Jdo. Che però non ,approva l' aver " eglino ailerito con Liutprando medeiìmo, che .JJarozia " Patrizia Romana ex Papa Sergio JOllnnem, qui poft JoamJis " Ravennatis obitum S. R. E. .-ohtimÚt dignitatem, nefario " ge1lZÚt adu/terio . an1.i prerende .di reHitur l' onore al Duca ." Ada/berto II. fpecialmente contro il Barollio, del quale ;, vuol che fi caffino 111vlte partite inflt}]iflenti (917.) Più " concifa è l' apologia di Berta, madre di Guido Duea di " Tofeana.: poichè dice eh' ella aveva 60. anni, e perciò n non - era ana ad adefcare amanti ( an. '919.) Difende altre- " sì Ermengarda figlia d' Ada/berto II. Duca di Tofeana, " e feeonda moglie del Marehefe d'Ivrea., perehè non gli ." par eredibile, ch'eUa faceßè mereé.1to 7 non folo eo'Prin- " cipi d'ltalia ma eziandio ,con perfone ignobili (92. 5'. ) " IFilla 0 fia Guitla moglie di Berelzgario vien taeciata da "Liurprando, -come adultera; ma il ig.. Jvl'tratori l' attri- " buifce at cOlzfueto te110re detla pe1111a di queHo Ifiorico, " il quale, fecondo lui (an. 946.) l' avrebbe. anehe più in- " giUliua, fe aveife cominuato a fcri,'ere, per eHere fiaro " sì mal ricompenfato del fuo lungo e fedel fervigio in qua- " lirà di Segretario. " Eppure, dopo avere in mille guife fereditato quefio " Amore, che fcriveva la Storia dc' fud tempi, fino a ehia- " marlo d' umor 6ujjò11e (an. 936.) deplora all' anno 948. " la mancanza di quel1a Iiloria, [roneata, die' egJi, nel più " beIlo, menrre era Legato di Ber ellgario a Coilantinopo- " Ii; e aflerma, che Ùz tallto per queßa manca1Jza vÎene " a reflare in ml graIl btljo /a Storia d' ltatia. Ed è .no- tabl- xv ." tabile, che- LiutpralJdo abbia più incontrato co I Sig. J.!,t- " rator; nelra fua legazione al Greco' Imperadnre (an. 968.) " el1èndo aHora Vefcovo di Cremona, che nella fua S[O- " ria: benchè qud1:a foffe da ]ui fcritta moho' di propolì- " to, e quella per render ridicola.la Corte Greoa,. e per " additarne la palpabile ignoranza. Nondimeno, indi ricava " (an. 95'2..) it diritto, pretefo' dai Re di Germania flpra " i'lta/ja; motuando, che Ottone nella Dieta d' AuguHa " s'accordò con, Berengario, e col di luÏ figlio, lafciando " ad effi il Regno con patto, che 10. ricl)nofceffero in feu- " do. Bere11garius, Adelbertus, così Liutprando, fit; " mitites effeéli regnllm Ifatic1tm fte/tro aureo e,'I( ejus " mallU fÙfteperullt. Vi ricava inoltre all' anno 968. feb- " bene con. inrerpetrazione alquanro forzata, la fpecie viva " nella mente del Greco dclla flvralÛtà flpra di Roma, " e detl' alJtica prctefà af.ttorità nett' eJezion de' nuov;' "Pa.. " pi. Ma df ciò par]eremo a fuo luogo. " DeI rcilo, anche in quell:o TOiTIO ha feguita la trac- " cia del Card. Bar()JJio, e del P agi, i quali gli fommini- " Hrano i fani, e gJi Autori che ne rrattano. II Pagi gli " è più amico, e rare volte 10 abbandona. Ma gIi Annali " del Card. Baronio, ben hè generalmenre gli appreLzi po- " co, in queilo V û]ume par, che da lui 1ì difprc1.zino. " Dice all' anno 901. che l' Eminenrifs. Annali!1:a per eiIèrfi " voluto fconar dal Sig01lÍo, fi trovò confufo, e inciampò' " in molti anacronifm1, e che i di ]ui Anna]i fÌ trovano in " queili rempi confl1{ì e difettolì, non menD per ]a crono-- " logia de' Papi e degl' Imperadori, che per Ii tàtti (an. " 607.) Ql1anto alia cronologia potn:bbe dirlì, che i] Sig. " J111lratori ]' avefIe ri!1:orata anche megJio del Pagi; it: " tami documenri, de' quali arricchifce gli AnnaIi, non fof- " fer qualì tutti bifognoiì di correzione 0 nell' anno, 0 nella " Indizione, 0 in aIcro carattere di. tempi. Egli medelìmo " (anno 910. e 92.2..) lì dichiara di fiupirne: Come dip/omi, " cht hall tutta la ciera d' origÙJali, conte1lgallO .ri [afti " sbaglj, non Ji fà così f acitw e1lfe Í1ttendere. . . - come ci " poffa effere tal divario fra Atti fþediti nello fleffo tempo " datta medefìma Cal1cc//erza, chi meJ fa dire.? Di iÌmil " natura incontrandone fovente nell'ltalia Sacra dell'Vghel- " Jj, non potè conteneriì dal difapprovarne la riIlampa r atta :II In . XVJ " in Vepezia dal Colt i; memre vorreb e,. che (anno 9 0 7.) " foffe mterame1lte rifatta da capo a pred.', come Ùl Fralt- " cia ß fa del/a Gal/ia Sal:ra de' Saml;tartalli. 1\'1.1 in 01'- " dine ai fani fi trova bene fpelTo all' ofcuro egli medeíì- " IDO, onde ricorre aile con e[ture,_ Ie quali ognun sà, " quanto fieno debole appogglO per fofienere i fatri: con- " tuttociò ei liberameme aflerrna (I' anno 989.) che quando " manca ta chiara /rICe della verit à , fi deúúollo t1mmetftre, " come buona moneta, Ie C01Jgettttre jòndate flpra il veri- " jimile. II Canone in m.Heria IHorica non può ammetterÎ1; " ed alcuno 10 pailerà fode per buono, circa ]0 fcopri- " memo delle l\1arche di Tedaldo A volo deUa ContefTa lrfa- " tilde, e di Adalúet'to, e Oberto, progenitori della cafa " d' Efle, perchè queHe cofe non imereHàno genera]mente? " ma non gli fi accorderà cerra mente da veruno in fatti- " d' univerfal premura. Tanto ci fern bra che pofla baHare " per aver l' idea, al eno l?perficiale, 9i q e1to Volume. " Paffiarno ora al prImo de due propofh capl, cioè al pre- , tefo fovrano dominio deg1' Imperadori negli Hari di Santa " ehiefa. " 11 Primo argomento non faputo veder daI BaroltÍo, " ]0 fomminiHra il Pagi al Sig. Nflratori; ed è il conro- " Jato all' ufo de' Greci, colla buona forte d'incontrarlo in " Carlo JI./ag'/o medefimo, il quale, nella giuma da lui faHa " aUe ]eggi Longobardi he il primo anno de! fuo Imperio, " chiaramenEe 10 efpreHe = Am/o ab ],lcllrnattflne 'D. N. J., , C. 801. bId. IX. anno vero regn-i 1I0Jlri Ùl Francia 33.. " Ì11ItaJia 28. COltjiúatus autem 1toJlri primo. Quindi am- " be4ue argomen,ta o, c,he Ca. rlo }"1 $'1q, e i fuoi fucccef- " fon prefero aU ufo de GrecI Auguih II Coniolaro perpe- , tuo: perciò incontrando ralvolta patriciattJs tjlU, con ;J franchezza correggono poft Confìtlatum ejus. Se non che " di tami documenri, che l' uno, e l' altro portano, appena " fette, 0 otto Diplomi Pomificj fi trm'ano con tal nota di " tempo, fenza comprenderli fe CO!'Ì usò la Curi3 di Ro- :u ma per rivcrenza, 0 per adulazione: poichè, r unico ri- " ferÏtQ efemp;o di Carlo /Ylagl1o non ebbe imitnione. Em " Diplomi fi veggono agli anni 81 7. 81 9. 875. 877. 89(. 897. " e 1pecialmcnre 917. il quale è molto notabi]e, sì perchè " il Sig. lvlttratori emenda il Patricìatus 1I111JO fec/end,) in " loft XVIJ " pO(! Con.r;Jlatum, con foggiugnere: Ecco /0 fide oj{ervato " allche fòtto gli a'1tichi Imperadori So'vr.uÛ di Roma: e " sì ancora perchè I'lmr>cradorc Bel'ellgario nominato neI " Diploma, lungi dal prov....re 1.\ prete1a 1ovranità, chi.1ra- " mente dimoilra, che la O;gnÜà Imperiale fu i1ìi(uita da " S. Leone Ill. in ().:cidcnre, maIHenuta dai di lui fuc- " ceíTori, affinchè ii, Vicario di CriHo, e la ChieÙ Ro- " mana avcHèro pro(czione, e difd'a. Percioc hè Gio'vall1Ji " X. viHa ahbandonata la Chida e I'Irali:{ da Lodo,:ico " l' 0,./;0, creò Imperador Berellgal'io, bcnchè ql1cgli ancor " viveflè. E dopo ]a monc di qucHo nuovo AuguHo, e[- " fendo vacaW ],Imperio 38. anni, cioè dal 92+, al 962.. " Gio'Vam/Ì X II. invirò Ottolle Re di Germania, ac<.:ioc- " chè venií1è a liberar dalla Timnnide r Iralia, e la Chicfa, " ad efempio di Carlo Alagl/o, e gli otierie in pretllio b " Corona. Onde è ycro ciò, che dice il Sig. Alzzrt!tori " l' an. 993. che 1tÏtl1l Re Tedefto portò titolo d'lmpera- " dore, ft 110// dopo ejfere flato corol/ato dt/l fòmrno 'Poftte- " fiee, contro l' opinione di chi vuol cominuata la Scrie " degl'lmpcn dori ne'Re di Germania in (-}ue' 38. anni: ma " è altresì vero, che non era coronato dal fommo Ponte- " rice, fe non promettcva con giurall1emo di ditendere, e " proteggcre il fommo Pomehce, e gli {tati della. Chie[a " Romana, conh)rme è manifelto dal giuramento sì antico, " che più moderno (Bar. cg Pag. 960. 11. 5'. lv/abiII. Afllj: " 1tt/l. tom. 2. p. 398.) " In ordine a el1à coronazione ci dà una notil.ia il " Sig. Alto'atori, che ci fembra all:1i panicolare. \' u\JI egli " (parlando d' un Concilio falto in Ravtnna da Giova1l1ti " lX. coll'intervenro di La1Jlberto 1mpert/dore) interpe- " trarci a [uo gutto, che cora folIe que! 'Patto del Canone " 6. e del 7. Chiamavaufi -ratto, egli dke. h Sigt/(Jria " di Roma, de/I' E/arcato, e del/a Pentapoli, che chÙm- " que dejiderclva d' {[e,.e 1 mperadore, cOllfn"ma'va per patto " a Romani "Pontefici con nttO'VO 'Diploma (anno 89 8 .) Che " prima di elfcr corona(o Imp.:-radore, akun facel1è {ìmil " Diploma, è allai difficile a provar1ì. Più malagevol è an- " cora il pcrfuadere, che q uel P atf 0 de'due Canoni voglia " dir Signoria di Roma c. Le parole del Canone S H:.o " fono: 'Ut pal!tlm, quod a bOll. memo 'l)eflro GuÛt ore 'Do- Tom. 1/'. c " mz- .' xviij n mino If/id011e, & a vohis piilJimis Imperatoribus JllXtll " prrecedel/tem confùetttdinem fafiflY/J eft, n't11c reintt--g1'ettlr., " Ùl'violatftffl. fi rvet1/r. E il Scuimo vuol, che fì an- " nulJino aleuni Diplomi emanati in pregiudiLio di quel " Patto: 7->e /I}cis, atqr/e rebus, qr/æ Ì11 eodem Pllélo con- " rÙlellfUr, præcepta 110nnrtlla illicita ê!Jc. Ora la voce 'Pa- " firlm in que' fecoli barbari non altro lìgnifica che .Placi- " to, Coflitllzione, Legge, 0 Auo P,/btico. QucHo fi vcde " chiaro nella confcrma de1\e donaztoni faua da Ottolle. " Per hoc pafiltm cOI firmatio'zis Ilo.flræ.... per hoc 110- " J1ræ delegatio l lis paffum . . . . ftctwdl/1JJ fjtJod in paBo, " cOI/jliff/tìoIJe, ac prom {!ÌtJnh jirmitate Ellf!.e1Úi POllti- n jicis . . . hoc paOllm cOl1jinnatioflÎs 110ßræ roboravimlls. " Sc poi tutti gl'lmperadori faceflèro tal confcrma, come " indi'Ca il Canone riferito, lafceremo che altri 10 ccrchìno; " batbtndocì tolD di avvertire, che effendo così, la CoUi- " tui,tOne celtbre comunemcnte rigetrata da' Franzefi Ego " Lf/doviolS Imp. Aug. ßatl/o, cOl1cedo per hoc pafiltm " COl1fi,'mationis 1toflræ C!)c. (Baron. 8 [7. 11. x.) farà inter- " pohta, ma non faHa: e che it non nominarlì da DttoNe 2' AI. alrre dona1.Ìoni che quelle dt Pippino, e Carlo M. " che fono Ie fonJamentali dello Hato Eccle1ìaHico, non " efclude la con[uetudme nominata nel rifcrito Canone. " In queH:.o fuo Patto confermato per pafto riguarda " il noflro Amore quc' patti fegrcti, che immaginò tra S. 2' Leone Ill. e Carto }"1. figurandoli l'anno 800, che -Papa " Leolle J1tlbit tre tale- accordo con Carlo AI. prima di efòt- " tar/o tanto, e gttadag11a.{fe and;' er;/i dal callto fito, e de' " fi/oi fÙcceffori. \I1a rali pard fegl ett a noi femhra, che " JÏano 1ìmili all' accordo coli' uti poffidetis, che tuppone {e- " guito in 5a1z r anno 803. fra Carlo Jvlagno, c gli Amba- " fciarori di Niceforo: in guifa che rimanellero a Niceforo " la Sicilia, Ie Giuà rima1te neni\. Calabria, e i diritti fo- " pra Napoli, Gaeta e Amaqi: e a Carlo Alagno Rom.a " col 'lJ,lcato Romano fØc. benchè confdIì, chc gli Scriuori " non ne parlino. Conturtocià fi fcuopre indi h mente " dell' Amore impegnatifI1mo a foflenere, anchc in queHi " Armali volgari, ciò, che nella Pinta Efþo(ìzi011e c. e :u. A:ltiquit. Med. Æ'vi d f[. 2. 3. avanzò in pregiudizio , dell' antico fupremo dominio dc' Romani Pontefici. Più " alIa.. . XJX " aHa fcoperta fi dichiara l' anno 8 If, argomentando dalle " parole d' Eginardo, chc annovera tra Ie conquiHe di Carlo " M.lgno Ita/iam tota1JJ, q1tæ ab Ál1gllfla Prtt'tnria ufque " Ù, Calabriam illferiorem, in qua Græcorttm, W Bene- " ventalJOrttm C01Jftat e.tre confÙÚa, decies c eltt 11m , eo äflJ- " plitlS paffitum millibtts /l)ltgittJdÙte porrigitl'r; in quc1ta " maniera --: Parole chiare di l)ùell' accreditaro Storieo, C " Utli7.iale deHa Corte di elIo Carlo l\1agno, che lÌ oppon- " gono a chi voleHe efc1udere dal fuo fovrano Dominio Ro- n ma col fuo Ducato, c: l' Etarcaro di Ravenna, 1a Pema- " polt, il Ducato di Spoleti, 0 ahra comrada d' Italia -- . " Tal fuo argomemo 10 rinforza l' anno fegueme con una " congettura, per abbatcre trafverfalmeme un forrifiimo in- " dizio di fovranirà Pontificia nell' eferci7.io del jus gladii --: " Giunrone, dic' egli, l' avvifo all' Imperadore. Ie I' ebbe , forte a male, parendogli troppo rigorofamcnte gaHigari i " rei da un Papa primo Vefcovo deHa CriHianità _ Può ezian- " dio conghierruradi, ch' egli temdl"è per queHo fano delle " rivoluzioni, onde veniílè a perdere non meno egli, che " iI Papa, il dominio di Roma_ " Ivi non lì nega già il dominio a' Pontefici; ma {j ac- " corda ]oro un dominio fubordinato al fovrano Imperiale, " e di più con celli:> loro da gl' Imperadori, attaccandofì a " una leuera lufinghiera (Ep. 8,.) di Gio'vannt VIII. a " Berengario, in cui 10 prega a procurargli fcampo dalla. " tirannia di Lamberto Duc3 di Spolero, con efprimere: " Vrbis Romæ potejlatem a piis Imperatoriblis B. Petro, " ejtt(cJ1te Vicariis traditam. Onde il ignor MlJratori con- " chiude --: Pëlrolc, chc ci fanno inrendere it fìHema di " Roma in <}ueiti tempi, cioè, che i Pomefki fìgnorcggia- " vano in Roma, ma con potefià )ora concedura da gl' Im- n peradori, 878 --. Nel che íÌ diparre da gli cruditi fran- " celÌ , e fegue i1 Go/dallo, chc vien chi.lmato dal .Pagi " (an. 962. It. 2.) vir Romaltæ Eccte.fiæ parum æq1l11S. E " perchè queH:.o è un punta di fOlTIlna. imponanza, Himia- " mo noltro dovere di quì riferire la fenrenla del m de- " limo -Pagi, adoprato dal Signor Aftlratori non fempre " fedelmenre per foilenere Ie fuc opinioni _ Ecco Ie di Jui " parole nd luogo citato: Sicut poft renovatiol1em Imperii " "Pontificis ROTlJal1Ì ft premum domÙtÙtm 'Vrbis, '1J"catllS C 1. " R 0- xx " Romani, f...;J aliar:tm ditiolu.m Ecclefiaflìcarum Í/J ImiJ .. " ratl)re II tran(ìrtlertt1tt, rejèrvato .fibi domj,tÏo lltiJi: ita " eg ]oa1l11es XI I. Imperifl1n Rom.'l1Jum Ùeru>11 rel/OVaIIS, " eodnlt fe m()do r.[!it. St/premllm ltaq1le t/rbis, f!j ditlO- " 1l1/?n a PipÙlo,' Carolo /1-1. Eccle/ìæ Rom. concel{at.um , dominium (1elles 'Pollt fices I,/it: d01lec a Proceribus Ro- " mallis ÙJd/ ne hobiti, quieti, f.9 tra1JquiJlitati tam fÌJIt', " qllam Ecc/{'fiæ cOllfitlere voJeutes, eo rum temeritatem " fræ1to a/iqtlo coerco'e, fiipt'eml/7n C'ùrbis, ÐltCatllS Ro- " ma 1 lÌ, êE Exarcattts RaVe1l11el1!ìs dominÏtI1JJ itl Imperatores , tra' /}lIlen'J/t, falva, quam jihi RomallÍ promifèrallt, fide, " ali fqlte quihttJdam juribtts jìbi re.fèrvatis. Tale è icmpre " illcl1limcntn del 'PaC!,i. Che però incontrarofi all' anno 832,. , (n. I ) nel\c p,1role'- del C()minl1 (Ore di Paolo Diacono: " .p afcbalis 1110Ql111 ApofloliC11S poteflatcm, quam prifci Im- " peratores habuere, ei /ÙfJer POpltltall Romaf/ttm cOllceJlit: " co ì' argomenta: fi2.Jare Imperatores Fral1cici prltter de- n fe1 /ì01lem, prote{/io1Jem Eccle/iæ fitpremo domÌ1lÌo ii, " lIrbe potiti fim! ex cfJnce.//iolle POllt ficum Romallor/lm, " ad quod qflO1"umdam RomaTtOrtl11J Ì1lftlnltia eos adegit. " E algué1nto fotto (1I11m. 3.) clopo aver dferito, come S. " Pafquale ' cbbe a l!ifendere da un grave_ calunnia: f0-la- ,., re 1JOII mtrum, protegue,.Ii fumml 1. ontifices ad jìmiles ,., infòklltias reprimendas, fùpremum CVrbis domÙÛltm, fàl- " va, quam R011Jani jì6i prfJmijèra1lt, fide, ;'llmperatorer. " tra 1 tßu/e1"Í/tt. " Noi non imendiamo qtiì di giufiificare affatto l' opi- " ni n: del p H:.g , bifognofa. anch' Ha di cenfura :. pofcia- " che 1 Ponrelici non rrasfenrono Jl fupremo dommlO ne- " gli AuguHi: ma 101'0 il comunicarollo, per aver hraccio " fane, oltre alIa legiuima fovrana autorirà: in guifa, che " fe nOI1 vi fot1e bifognato il terrore deìle armi, niun in- " terclle vi on- " refice. Ma it Sig. l'rlt,rtltori dice che -- da queUe or- , dinazioni rifulra Ja Jìgnoria de i Pari in Roma, e net luo " Ducato, ma inlìeme la fuperiore de gH Augulli --. E vol- " garizzando it quano Cap:wIo a1 foliLO poco fcdelmenre, " tace i MiniHri da depur,1rfi dal Pontefice, e tuno attri- " buifcc a quelli dell' Imperadore --. \ uo1e, che tiano de- " purati de i 1VldJì daW Imperadore, che ogni anno infor.. " mino cllò Augufio, come Ii portino i Giudici ne11' ammi- " niilrazion della giuHizia, e corne tìa otJer\'2ta l' Imperial ,., Collituzione --. Can queii' ane g1i riuJCirà a maraviglia " di far credere al volgo ciò, che temò di perfuadere a i >> Lettera1Ï (de Ântiqu. Med. Æ'7Ji V fT. 2.. pag. 6,.) colla " con- .. . XXt1J " conclu(ione: certl) 'J011 eo filpremo jtlre,. qttod 111lf/C Apo- "floliea S des exerut, éØ ÙI perpet1lum exereeat optalJ- " dl1111 eft: e che non feppe far credere a i Giudici di1ap- " paffionati nella Piena Ej}ofìziol1e ete. " A queHa lorlevole armonia fì riferifcono e Ie parole " del giuramento d' Onöne l\1agno: Et ÏlI Romana 'Vrbe " tltdltlm placitum, allt ordi1tationem far:iam de omnibus, " quæ ad te,. Oltt Ild Romllnos pertÌ1t ë, /ìJJe tuo C01Jfilio: " E queUe dell' AnnaliHa Sal1one, che parta di Ott61Je Ill. " l-J."lbito eum Rcmalzis Placito, 'l1temdam Crefeentittm, " qttia priorem -Papam (jo. XV.) injuriis fæpe taurave- " rat, exitio ßt1fuit depol1tari, ftd Ild preces ttovi .Apoflo- " liei omJJÎa illi rem fit. E pure il Signor Aflu'atori (all. " 961.. e 996.) ne feppe cavar nl10vi argomenti di Sovra- " nità af10luta ne gli AuguHi contro il Baronio,. e it di lui " Critico, che non ve la riconobber tale. Non già che il " Togi non otIerva(le nella vita di S. Adalberto: NO'llllS- " bnperator dat jttrll populis, dat jtlra nOV1lS Papa ma " faldo nella fua opinione di Sovranirà delegata,. e infìeme " ammirando, che fino a quei tempi aveßào continuato gli " AuguHi in rale efercizio, dice (ann. 996. n. 7. ): !?<.Jlte " rnatÚfefle oflend1t1Jt, Ottoltem Ill. .fie"t; decelrores,. }u- " premum dominÌ1lm in 'Vrbe exere11 tre, q1lod tt(qtle ad no- >>flra tempora obfcttrttm ["it. Ma prima di p:-\nire dalla " Coilìruzione di Lotta,'io,. vorremmo,. che fi avvertillero " due ingegnofe aIrer;1zioni, che Ie fon date dal no11ro .An- " nal fìa. Ciò che dichiara iI primo onore nella fovranirà de i " Pontetic ,. e il fecondo in quclla de g1i Augufii, cioè che " tuno diiponga,. ordini, e decida il Ponterice, e fe gli " mancano Ie fone per farlo, invochi I' ajuto dell' lmpcra- " dore: dal Signor .Þluratori vien chiamato prima ifla 1 1za " nelle querde,. cioè non 1upremo dirino. E in fecondo " luogo i Duchi n,)minari nella Coll:tuzione Ii chiama Go- " vernator; della Città: venendo in tal modo a foUenere, " che Ie Provincic' delle donazioni fìano infufIiHenri. La " medefìma donrina rip,'re an' annn 91 . fpiegando i Con- " foli, e Duchi, che s' incomrano ndle c.\rre vecchie -- " Probabilmenre Conloli, cgli dice,. perchè mem:,ra del Se- " naW Romano, il quat tunavia dura va; e Duchi, perchè ", Governaton di qualchè Ciuà --. Lottario per altro dopo " a\'er XXJV " aver provveduto nel Capiwlo 6. delta fua CoUituzione " aHo Stato EcclefÌaLlico, provvede nel fenimo al fuo Re- " gno d'1talia contìnanrc; -])eprædationes in confÙ1io 1lOjlro " nOlI fant. E qucHi confini, benchè al Signor .lIlttraror; " pajano troppo vani, n01 tenghiamo per termo, che iÌano " gli Heí1ìtlìmi regnati nella dona1.ione di OttoilC Alagllo, " confermatoria delle piÜ amiche. (Bar. 962.. n. IV. 'Pa- " girts bid.) Cum iltfit/a, C()r/ìca. 'D.eÙ,de ÙI SltrÙmo, de- " iltde 111 .II/onte Bard01lls, demde In Berceto, exÙJde in " Parma, deinde ÙI Rbe,- io, exÙlde Ì11 .Alalltlta, atque Ùz. " lvlo/lte Jiticis, atque Provim:ia Vcnetiarum, J jlria. " Se in queilo gran nano di paefì non v' cran Ducati, e ." "'archeïati, farà vera, che i Duchi eran Governatori di " Cinà, come ipft dixit. " Ma giacchè abbiam nominata la Corfica, la quate il " Signor lvlttratori, coflreno a11' ann. 807. da lenera di Leo- ." ne III. contdla., che dove va eifcr comprefa neHe oona1.io- " nj, ma pretcnde che non ave11C cHetto ; iarà bene di fom- " minii1rargli documemo cerro., con cui provando1ì I'idemi- ,., tà di qudla parte di donazionc co.:;ì remota, 1ì venga a ." conofcerc, che quallìvoglia cora, che s'incomri in carte, " 0 precctti, 0 Piaciti ripugname aIle donazioni, non indi- " ca t rlli(à delle medetìrnc, ma ufurpazione aJrrui. O,fervò " egli eruditamente all' an. 828. che--tÌn fotto Carlo Alag'to " per magg ior fìcureZl.a delle Provincie fit uatc a i contini, " furono iHituiti Uffil.iaJi, che ne avcHero cura, chiamati " perciò \1archenfi, 0 Marchetì, che è qu"nro dire cuHo- " oi de i confini--. Or di lue1li Marcheh fin l' anno 846. " ultimo dj Sergio 11. n' era uno in t;ortica, cioè il Come n Adalberto dipendeme dalla Chid'! Romana, come fì ha " dal celebre Cod ice Farneliano, non viilo dal Signor /'.fu- n rotori, nella vita di qucHo Pomefice. IftJjllS præfati POI1- " tificis tempore" qtUtm ijla fè ita agl'r.el/ttlr" Adel-verttlS " Comes vir jlre1J1lus. Hic qttttm e..Uet 1vlarCe1lji.r, é!J ttdor " Cor(ìCtllte blfule, coguita necejJitate reiptlbtice, mi/ìt è/JÌ- "jlotam Rome C01JtÌ11entem. tod mrtltifttdo <..f.el1tis Stlrace- n01'ftm ad XI. millia propertlntes ve1lirellt Cltm 11avib1ls :: LXXI I I. ubi Ì1/e.tfent equi V. quod fè dicere11t Rome ,., properare. Et adcertare11t liberare beat; 'P.etl'i _(1Þoflo!i, " C:1 Patllj theflzllros Eccle(iarllm. Et Jì fien potr/ rret. lp- " forum xxv " forum APOfto/0721m corpora intro illfen'ent Roma, nl' de " faJIta fa/ute lJoflra gelts l1efandij]ìma pag.2-nOrflm eX1dtare " pottt rrct. f}(]ltP miila eft x. die Afotjìs Aug. Ind. IX. Que- " ito e fìmili documemi da prefeririì fenz;\ dubbio a tame " carte di l\lonaHerj, e da mandarlì almeno del pari con tami " Placiti, de i quali è ripieno quello Volume, fi oppongoilo " alla opinion del Goldaflo, abbracciata dal Signor Mura- " tori a difpeno del Pagi (961.. n. 4.) per tacciar di falfità " 1.1 donazione di Ottolle, come 10 avea fano già nella Pie- " 'ita Efþojiziol1e c. a11a quaie quì 1ì rimette. " 1\1a tornando aIla grande armoni \ del Sacerdozio, " e dell' Imperio; i1 Sig. .Alura/ori, che 10dò tanto nel1ìne " deU' anno 430. tom. 3. unJ legge di VaÜlttiniano (/. 68. " t. II. tit. 30. Cod. Tbeod.) a "Pe/ere Proconfole d' Affri- " ca, in cui Ii dichiara, che falva la rÌ\'erenza dovuta alIa " fua l\lae1là, non ifdegna di litigar co' privati nel medeiì- " mo foro, e d' eHer giudicato colle fieife leggi; fa poi Ie " maraviglie, che il Vicario di Critlo in íUJ propria relì- " denza adduca Ie fue ragioni per mezzo .:it:! luo Avvoca- " t.o, e fema queUe deIla pane avverfa in pendenza Ecc1e- " h. 1tica, conformc aile leggi civili e cano;liche, e iì Iafcia " utcir dalla penna quetla invettiva: -- fe dal vedere, che i " Miniilri lmperiali alzano Tribunale in Roma, e nello Hef- n 10 Palazzo Lateranenfe, e ad iHanza di chi (ì pretende " gravato, chiamano al loro giudizio il Pontefice per beni " temporali, e proferifcono fcntenza, non rifulti chiara men- :IJ te il dominio fovrano, tuttavia confer\'ato in Roma da gli " .L uguHi, io ne rimeno la deciiione a chiunque tà protei:" " hone d' amare la verità in RomJ Hcíla, con credenza, che " ognuno ivi l' ami, e non l' abhorifca --. Non s'inganna il " big. lrl1lratori nella fua credenza, che in Roma s' ami la " verirà, perciò Himiamo bene difcoprire la tal1ìÜ di queHo " pcriodo, affinchè chi legge non reHi ingannaro. lll'la(:i- " to da lui quì riferito, fu pubblicato dal 1Ilabitlone (A,l- " 1Ia/. Be/led. tom. 1.. Appel/d. n. p..) e appartienc all' an- " no 82. . terzo di Papa Gregorio IV. eHendo Imperadori " LO O'VI O Pio, e Lottario lu fig}iuolo, il (luale cinque " anm pnma avea fatta b Coihtuztonc fopra riferita, nel " qu rto Cap. ddh1 lluah avea Habilito, come ycJcmmo, fit " .Alij]i c01 /ritualtttlr a '])om110 Apoflotico, a nobis, per Tom. V. d " la XXVJ " 13. buona amminifiraz.ione del governo ne gli Stari Ponti. " ficj. Ora l' Abate di Farra fi pretendeva gravato da'San- " li Pontefici Adriallo I. e Leone III. quafì che gli aveHero " contro ragione Occup,He a1cune potfcfIìoni, e diceva di " averne fempre reclamato fotto Stefa110 IV. S. Pafqu.a/e " I. cd Ettgel1Ío II. fl1cceHori di S. Leone Ill. ma non etTer- " gli nata fárta giuHizia. Era dungue necefTarÏr) femir le par- " ti per venire in cognizione del vero: nè s' afpettava ciò " ad alrri, che a' linifiri Imperiali, sì perchè aveano 1<1 cu- " mulativa nel governo per conceffion de' Pomefici; e sì " perchè il Pontefice era una delle parti. Onde Al Ui I1Jl- " peria/es, che erano un Vefcovo ed un Conte, intimaro " l' Abate di Farfa nel Sacro Palazzo ApoH:olico, ivi alIa " prefenza del Sommo Pontefice Gregorio IV. a fìmiglianza " delle Congregazioni moderne cora;n SalJflijjìmo, fenriro- " no Ie ragioni de' Monaci, e quelle della S. Sede prodùt- " re da un A vvocato di quei, che oggi fi chiamano eonci- " O:oriali, il quale chiamavafi anch' efTo Gregorio: Refìdentiblls " 1Jobis, parole chiarií1ìme del Placito, ibidem ill jtldicio Ùl " Ptl/atio Latera1len(i ill præjèlltia VOln11i Grel,orii Papæ, " una þmu/ nobiftttm aderant Leo EpifèoþllS, Bib/io- " thecarÍ1u S. R. E. TheodorllS Epiftoþus, SirimlS Primice- " rius, Theophi/aflus NomÌ1zculator, Gregorius fi'Jius ./!.[ert14- " rii, PetrilS 'Du."( de Ravenna c. Fu il primo l' Abate a di- " chiarar Ie fue pretenfioni : e aHara i J\1iniHri con fomma ri- " verenza fentiron le ragioni di S. Chiefa d.ll di lei A vvo- " cato: Ta/ia audientes præjènte Vomno Apoßotico, Ì1/ter- " rogavimtlS Advocattatt ipþus Vom,lÌ Apoflo/ici S. R. E. " IJomine Gregorium, quid exÙzde dicere ':Joluiffet. QueUi " tacciò ài falto Ie pretenfioni; onde ]' Abate produffe fcrit- " ture e atteíl:ati, che mofTero altercazione tra l' A vvocato " e l' Abate, e fu diflèrita la eongregazione ad altro giorno. " Radunata err:1 di nuovo nelle medefìme forme, tur- " ti quei che difendevano la parte dell' Abate, prefero il " giuramento, 0 vero 0 falfo, fu'S3cri Evangdj, e allora " finalmente giudicarono i MiniHri, che l' A vvocato Ponti- " ficio cedei1e al paHèffo di ciò, che pretendcva l' Abate. " !\1a la Sovranità pretefa queHa volta ebbe poca fort una : per- " chè r Avvocato facere no/rÚt e ii Pontefìce fprezzò il " loro giudi1.io, con dire, che r avrebbero difcorfa coJr Iro- " pcr.t- XXViJ " peradore. Ipfe Ðommts Apoflolicus di:lI:;t, 110flro jlJdido " Je mÍ1Ûme credere, tlfqttcdttm Í1j prteJe11tia VormÛ lm- " pel'atoris nObiftum (Ì11l1tt vel1Ìret: il che però non feguì " mai, e l' Abate refiò fcontento. Laonde i MiniHri Impe- " riali 5' ebbero a contentar d' una protefia ftipulata e fo- " fcritta da loro ficíIì, e da tutti quei del partito di Far- " fa, affinchè quefio Giudicato illuforio non pregiudicaffe " allc preten1ìoni de'Monaci in avvenire. Si legga, e fi ri- " legga it Placito, non fi troverà nè alzato Tribunale, nè " chiamato in giudizio il Pontefice nè proferira fentenza " detinitiva. " Della fiefIa natura è l' altro Placito, tenuto nel Pa- n lazzo Vaticano l'anno 855. contro GraZia110 SuperiHa, " calunniato come reo di lefa maeHà preíTo Lodovico II. Nè " 1ì ricava da eiIò la Sovranità de gl'Imperadori di qlui " tempi Í11 Roma fle.ffa, e tIel fÙo 'lJttcato, come pretende " il Signor Alllratori, iilruito dall' Eccardo e dal Pagi, il " quale per altro dice folamente domÙtÍo tlrhis, non nel " Ducato Romano. Perciocchè Anoflafio, che 10 riferifcc, " non 10 rapprefenra per un giudizio di ovrano, ma per " un confeHü, 0 A1femblea, in cui fedeva inlìeme coIl' Im- " peradore it S. Pontefice Leo11e IV. co' fuoi Palatini e altri " nobili Romani, e Franzelì: Ipft ImperatoI' Cllm SalJllif- " þmo LeOlte Pont fice omlÚhlu Romaltis Procerihlu pari- " fer, cø opfimis Francis ;'1 domo, quam hOlt. memo Leo " III. Papa jllxta EccleJiam beati Petri Apofloti fecerat " ftde1ttibtts Placit1lm habuit c. Nè altrimenti poteva fe- " guire: mentre benchè Lottario ancor viveHè, non avendo " terminata la fua incoUamiflìma vita, fe non a' 28. di Set- " tembre di quell' anno; I' Imperador, che tennc i1 PIa- " cito nella caufa di Graziano, era Lodovico II. rifpettofo " a' Pontefi i, e alIa Chiefa, fino ad eílerl\ umiliato a1 me- " delimo Pa1atino Grazia1JO uperi1la, per [alvaI' la vita al " Cahmniarore. Imþerator a Gratia/II) mrtlta, bllmi/i " fieppticatione petivit, come aneth A,ta/ìll(io, il quaJe toIo " ci fomminiflra queHa notÏ2.ia. Ed è notabiIe, che il Signor " Afurat{Jri così lemo a creder Ie difoneíU. del Sec010 De- n cimo, quando alcun altro Scrittore non s' unifce con Liut- " prarldo, come aB'anno 938. e che fuppone AIJafla(ìo male " informa[o de' fatti, come vedemmo; preHi poi ad amen- d 1. " due XXVllJ " due quem Scrirtori turta la fede, qUlnJo g1i Cembra, chc " fofiengano la fua opinione contro la Sovranità de'Romë\ni " Ponterici: rnentre la vuol patJata da gli Auguíli Greci ne' " Latini. Noi però, che amiamo la vcrità in R0ml; e per- " ciò negammo a li eru ir! Fraa.z:lÌ, e i fpccie ?l Pagi, " let pretefa traslazlOne dl SovranHa ne gh Auguíh Caroti- " ni, fatta da gli item Pont fici, e dimoitrammo, aver e 8-+. conobbe e confefsò, che Adriano vi efer- " citav.a giurisdizione remporaie, convimo all' an. 875'. da " lenera di Ciovam1Í ViII. all' Impecadrice Aligilberga: " AdlmrJ1le, dic' egli, i l .JÌ1liflrj delta S. Sede comandava- " no ill Rave1J1la; giacchè prej{o dl foro flavano Ie Chiavi " di qtlelta CitttÌ. Nit:me di più s' afpeni il !ettore in van- " taagio della S. Sede. e poi brama faper la condotta dd " n lro AnualiHa in turto il Secolo Decimo; è neceiIàrio, " ch' ei fi rammemi di ciò, che fcriHe alrrove in tal parti- " colare, poichè non fa quì altro, che volgarizzarlo e dige- " rirlo fecondo l' ordine de' tempi: Art fÙbfèqt/.1itís tempo- " ribtlS e./Je perrexerit ExarchlltllS Raí./e1J1Jtf Ì1II'Iel/a ditio- " 'Ie' Romanorll1n POlltifictlm; all POtitlS cum lratico Regno " deinde (()IUttnE!tJS filerit, qtlod-ve .illS Ù, eam regiollem exer- " Clle1,int o/im Imperatores, ac Ita/It!' Reges, hæc ;mn ex- " pUldi in plntiori expofitiolle j1/rÙlm Cæfål'eort/m ac Efle,l- " fium XXX] " /Ùtm in Comaclum. Et pr terqtlam qltod multa flint, ql/ " perfuadeant, exeid {fe per pttlra ftcltla Roma1Jam Eee/e- "Jiam e poj[ejJione ac domÌ11atione ExarchattlS, ne Jàti.r " quidem comperttlm hahemtls, qttibus oJim pallis, con- " ventiol1ÌbtlS Pipi1ttlS Carotru ./Ilagntls ipfitm Exarcha- " tum Roma,Ús Pontijicihtts concefferillt: eerte non eo fu- " premo jure c. (Ve A'lt . A/ed. Ævi, diff. '2.. pag. 6,.) " Co:nincia dall' an. 9'2. I. in tempo del Vecchio lmpe- " rador BerelJgario, appoggiandofi a un Placito tenuto in " Ravenna daU' Arcivefcovo, e da Olderico \' a ft1 11 0 e l\1dfo " deli' Imperadore: e dice, che tal Placito -- può far cono- " fcere, che in queHi tempi in Ravenl1a e neI fuo Efar- " caw enD Augußo efercÜava giurisdizione, e Signoria; nè " apparifce, che ivi i Romani Pontefici riteneHero il tem- " poral dominio --. rI Pagi fempre feguiro dal Sig. Mura- " tori, fuorchè quando favorifce la S. ede, faviamente di- " moilra, fenza lafciaríÌ [viar da congetture fallaci in genere " di fani: Reges ItaJiæ 1l1t/ttl1n jtlS l1eqtle ilz Vrbem, 11(- " que in Vueatum Roma1/t1m, Ileque Ùl Exarchafum Ra- " Vell1lelz.fem habu {fe: ideofl'Je qllæ ip/i 1IfurpaVera11t, Ec- " defiæ R. reflitlJta, dOllati011u a PiPÙ10 Carolo lv/a- " gltO faé!as ab Ottrmt! cO/ /Ìrmatas fu {fe (967. nu. I.) Ma t. iI Sig. Muratori dopo .l\.erci, in conferma della fenten- " za del Pagi, additati i Re d' Italia invafori, cioè 'Vgo, " Lottario, c Berr?JJ(!,orio, agggiugne in quanro aU' Efarca- " to, che to fleffo Ottol1e lie avea ritenuto allch' egti jÙI qtti " (9 6 '2..) ottre at SOVralIO, t'1ltile domÌ1tio. Onde parreb- " b , che voleíre anch' egli panirli, come il Pagi, dali' opi- n lrJn del Goldaßo. ;\h dopo Coli anni otto un Placito 10 " rt.mette ful fuo mal cominciato fenriero. Legge nel Pla- " cno, aver OUOlle fabbricaro in Rl1venna un Palazzo: on- " de nc arguifce, ch' egli aveíre non fòto it diretto e Sr- " vrOl10 dominio, ma anche t' utile di Ravel/1/a, e del fl. 0 " Efarcato, (an. 970.) D.l queHo, e altri indizj ( i domi- " nio, dice aver più volte dubitato, fe (u1fitla la donazio- " ne d' O.ttone, in ordine all' Efarcato; ma, foggiugne, non " h3 a..{faz tlant per pOfer beft decidere qlle.flo ptl1Jto. De' bar- " luml però ne va trovando qualcuno. Gli Ani logori d' un " Concilio di Rave1l1Ja gti confervano it V ('fcovo di Parma " con pretenfìoni fopra alcuni beni nel Bologlteft ex i IVe- " flitll- . . XXXI] "flituris Jvla, 11i Ottonis. On de fubito aftèrma: II cbe fa " mteTldere it domznio d' Ott01le nett' E(àrcato. Imbroaliàn- " dofì poi con altro documento , dice ùna propofìzionc non " da Hlorico: Può effere, che foffe Ì11 difþrtta fa Sig1zaria " di Ravenna fra it Romano P01ltejice, e J'Imperadore " (an. 978.) ,., Contuttociò, quafi ch avefTe avuto Iume bJflante n per decidere, e Ie fue dubbiezze foHero argomenti certi, ." tratti da incontraHabili verità, anche guì, co'ne ave\"a faHo " nella Piena Efþoßzione c. recit" dal fuo Diploma di " convenzionc tra Otto11e I I. e lvlemmo Doge di Venezia ".queil:e parole. Hi fUllt ex 110flro jèiticet jflre, Papien- ." fès, Medio/alzenfts, Cremonenfrs, Ferrariellfès, Raven- " 1lates, COmacle1lfès, A1'immenfes, Pifàure1lfès, CeftlJa- " tenfts, Fa1Ie11fts, Se1zogattie1lfès, Allcollenfts, Httmatzell- "fts, Firmel1fts, fS PÙmenfès, VcrOltellfès, Gaveltenfès, ." ViCe1ltÏ1lellfes, 1I101tte{itice!tfès, Padftaflel1fes. Terv /ia- ." nellfès, Cellete1Jfès" For .iutienfès, If/riel/{es, CUllél; Í1t " 110flro lta/ico Regno. Quindi ne trae tal confeguenza n (an. 983.) -- Perciocchè egIi non diHingue pumo dal " reil:o delle Città del Regno Ravenna, Ferrara, Comac- " chio &c. Segna \; ch' erano in queHi tempi incorporate , neI Regno d'italia., l1è fu1Iìflere, che Ott01le 1. Auguil:o , avei1è reflituito r Efarcato a' }>'lpi, ed aver cgli perciò fãb- " bricato il palazzo &c. -- Quì anche 110i congeuuriamo, " che il Lenore richiame1'à ciò, che dilIè it Sig. }'lr;ratori " all' <11100 806. CO:1t1'o un fuo chi.nif1ìmo Emulo: -- Che " a' tempi di C/emmte VII. Papa ci fol1èro perfone, che fì " figuralfcro comprefe nell' Efarcato di Ravenna, donato al- " la S. Sedc, Ie Città di Modena, Reggio, P.lrma, e Pi:1- " cenza, IÌ può pcrdonare alia fcarra erudizione d' allora . " la è bene una vergogna, che nc'rcmpi nothi, tempi di " tanta Iuce per I' erudizione, pcrfona abbia orato di voler u fo1lenere queHa prCtcnlÌone, con impugnar la verità co- " nofciuta --. Indi rammenteraHì a\'crc il Sig. i\1'traiori ", accordato a'Ronnni Pomefici all' an. 808. l' utile fìgnoril " dominio dell' Efarcato, da cui due anni prima s' era con- " tenlato di levarne il folo Ducato di Spoleli. e di rc- " firingerne alquanto i confini: rammentcraHì aItre ì, che " l' avcr Carlo Alagl10 riconofciute nel fno reilamento tra , " ie .. XXXIIj n Ie 2 I. l\1ctropo1i del fuo Regno, Ie cinque fole, che al- " lara erano in halia, cioè Roma, Ravenna, Milano, Ci- " vidal del Friuli, c Grado, gli fervì d' argomcnto per fo- " llener r alto Dominio Imperiale, non già per incorporarle " nel Regno d.' Icalia. Onde non potrà non ammirare, come " dopo la dichiar.1l.ione di non aver lumi batb [i per de- n ciderne, e dopo ellcrfi appoggiaw a dc:bolillime congct- " (ure; full'iibbile fond.l.ment.) d' un Diploma, che dichiam " i confini a' \' eneziani, itabilifca 10 fmembramcmo dall' E.- " farcaw da gli Had ddla Chicfa. " Moira più ammirerà l' uhil11a pruova, da lui addot- " ta, come evidente, civè un Placito tenUlO in Ravenna " I' an. 990. ;llJjÙme V01nl1e TbeopbalJc 111'lpertltricis, con " farvi fopra queHa poco plaullbile ritleHìone --. Un tale " a([o finir e di chiarire, che r ß1arcaw di Ravenna, non " fa fe per qua1che accordo kguiw co i Romani Ponte- , fici, 0 per aItre ragioni, era divcnmo pane del Regno " d' halia, e che da gran tempo nOI1 n' crano più in poncHo " i Romani Pomdici --. Eppure dopa eHerfi valueo d' ar- " g-omenti tanto facili a rigettarfi; come fe avelfe vinta la " caufa, fino infulta b S. ede : mentre, all' an. 998. aven- " do raceomara come Ot/one 111. con ruo Diploma dato " in Ravenna, confermò a' Canonici di Ferrara i þrivilegj, " con imporn: a' trasgr llori cento libbre da pagartì medie- " tate1n Cameræ 1zoJlræ, medietatem prædlllis Ca110nÎ- " cis; eosì chiude il periodo: e 1/011 già aJla Camera POll- " tifÙ:ia. Intercalare uiaw anchc ail' an. 821. per foHener, " ehc SpoleÜ apparteneva al Regno d'ltalia, contro l' auto- " rità delle lertere d' AdriallO a Carlo lrfagl10, ehe feeero " dire al Pa<.f!,i (an. 774. nUITI. I.), che Carlo donati011l a " .PipÏ110 patre faHæ fuperaddidit 'Dtlcattt1lz dumtaxat Spo- " Ie/ a1l1an . " Jnoltre congctturiamo, che iI lettore fad ifianza al " Sig. lrJuratori, afunchè diehiari per qual titolo preferifce " qualche fuo bel Placito, foggetto a mille circottanze di " perfone, e di tempi, alia donazione ehiariffima, e cenif- " lima di Ottol1e lrfagno, eonfervata originale in Canel S. " Allgelo, della qualc ton due feddiHìme eopic nella Biblio- " tee a V aticana, viile e confiderate cial Card. BarollÏo, il " quale con piena approvazione del Pag; la inferì negli Tom. v. e " An- " - XXXJV u Annalì (9 6 1.a n. 3.); e ílimiamo, che it mede{ìmo lettor " i!l t.1I1to, a quaJlìfia delle di lui congetrure, aHinchè non " it prend.mo per hl/ona moneta, opjJord (]udie poche pa- " role: 011JllÎa fitperÍtu 1fon-JÌlJtlttf it.æ ad 'Veßl"am pal'tem " .per h:JC 110flræ eo,/.{irm(ltiol1i pall :ml robo11amlfs, tit in , .vcßro pi'rmdKeont jt rc, pri11l'ipat , atrf1/e dit ione, W I1C- " que a 1/.06i.r, 1Jeqlle a flleee1!òrihllS !/OJ! is per ql/()dJibet " arglJ1'JJeTltflm, _five mathÙlationem, In lJ"aeUI1(f1le parte 7:e- n flra patellas immi1 1!/ltffr, alJt a vobis- ;'Ide a!iq1Úd J1Jb- " trahatflr,. de /Ùþl'aferiptÙ 71idcliref provÙtciis,. t rbibllJ", " civitatibu.r, oppidis, caflris, viet/lis, Ìi fitli.r, terriloriis, " '!tljlle patrimolliis, f,eO/Oft W pe1 /ioftibr.s, etqfle eCllphlS; " Ita tit tiN/tie 110S ea .fatluri ßmu.r,. IJeqtle quibllslibet ea " f.lcere VO/eflfil;,tS eOllJèTltiamtu . . . . . . . . 110S itl qllal/tllm " polfìemus, defe/J,f1res ef{e te/lam lr: ad hoc tit ea ÙA i//Íiu " ditiol1e ad ttUlidgm, & fn( lJdu.m, atqltf: diJþo1/t>11dflm þr- " miter' vat.?a-;lt o tÌ11eri. Leo <.}t1ali poche parole., a bcn " contìderarJe, di{lruggono turto il gran n-,tvclg1io ddla. mètà " del Quarto Volume, e di ruuo iJ Quinto di quefti An- ,., nali. Perciò il Sig. 11/lIratori abhandonando Ja iua fida " [corrao, cioè A,JtOIÚO -Pagi, s' è attaccato aU' AtHor delle " CoHituLioni fmperiali, che h:l racci.1ta di f:\l:irà Ia dona- " zione; fenza remere,. che a1cuno g i adatti que! medetì- ." miHil110 Elogio, che- f.1 it -p arz.i a1 Golda!lo. da Jui fegui:" " to: Vir Romanæ EecJe(iæ par1lm æqul$S Imperium Ro- " manum, quate a PONt /icibt/S RlJwallÚ rcuovatum male "pajJim de{ìglUlvit (all. 962.. 11. 2.) " Forie ancora, fenza ch' egli imira/fe così appaffiona- " tamente il GO/d{IßO,. da raluno ' 1t1chc de' più periri nell' an- " rica difciplìna, [3rebbe creciuto vi,.. paru11t te'llt//S R. E. " quando parla del Sacro Collegio de' Cardinali: E in [ani, " che i Tiroli 0 Chiefe Tirolari di Roma [o{Jer chiamare " indiili-nramenrc P3rrocchíe, e Dioceiì, 10 infegna Allafla- " {ìo BihliotcCllrio,. e íì ricava daHc lc(tcre de gJi amichi " Ponrefici: 1iccome ancora da' Concil}, e d.1 gli antichi do- ". cumcnri s' apprelHfe, che anche Ie Catredrali ebbero i mc- ,,- de{ìmi due nomi. 1\1a che i Preti, e Diaconi Cardinali, , che componevano il elero Romano, tenmo in ranta Hi- " ma da' Papt ne'primi fec:>1i, e he clopo mohiplicato il b Clero,. chiamaronLi il Corpo dclla Chicfa H...omana, del " qua- . xxxv ." qualc r010 doveafi eleggere il Pontc6e , abbiano avuro I1"11Ì " preHò. gli anti hi, e modern 5aì[[.ori.. il nome di ar o- " ehi; nlUno mal 10 ha dctro. Eppure 11 Slg. lrluratorz ehla- " rna a]f'an. 483. S. Felice Ill. 'Parroeo del Titolo di Fa- " .(cioJa: e all' an. 868. dice, che Alrìa'lo 1/. avea rimelfo " -in grazia dell.t S. Sede 1/!ell' Anaflalio Parrnco, 0 (ia " Cardi1Jllte di S. AlnuJlo, falfamc:nte da. lui erecluto in " quello luogo il Bibliotecario, e rettamente Himato di\"'er- " fo d,.l Bil."liotecario all'an. 85'3., e chc fu depotlo da S. " LeOJle IV., per efIere Hato lungi dalla fua Chif'fa cinque " anni, AIl-o fi\?1To an. g 5 J. ripete c.iò, chc già icriife ( A1ltiq. ,,It&/. din: 61.), che 1 in ROlm. che in Ra\'cnna, i\1iI.a- " no, [';apoIi, eJ ahre CHtà chÏitm.1\anfÌ nel Nono Secolo ." Cardinali qllei ehe "'an veri e proprj Parrochi di q1lal- " (he ChÙ/il P arrochÙlle, e 'DÙleollÍ, cioè veri, e propr) ." Retfol'i ;; tf1taJche Ðiacrmia, 0 fla Spedllte. Dice poi, ." che ('I an lcnuti in gr-an rcpuI.1zi,.one que' P-IJrrochi e. Ð'ia- " co,,; 'di Rütna. Ii. ritleucndo, cl1e derto AllajaJio Eu in- . " vitato al Conc.ilio di. tre \' efcovi dcpurati, così eo-nchiu- " de it ebe f vedere, in ehe pr gio fòj[e -Ill/ora la di- , %,ltità de' Parrochi di Roma, che mldò fèmpre più ere- " fU-Itdl) .!il10 at/o fpÜlu!ore, in clli ()gg; ji mira l' ()rdÙt , C.l'rdil'aJizio. "Che nel titol rio, e 211clle vefii ì Preti, e Diaconì ,' Cardinali harTO andari fempre più crefcendo clapo il No- " no Secolo, è veriHimo. l\1a che non debbano a verun pat.. , to paragonarfi co' Parrocbi di RaVeN1Jll We., 10 dimo1tra 1 itetJa loro iHi:tuzÏ()ne futa ,èa S. Cleto nel principio deUa n Chiefa d'ordine di S. 'PÙtro medctimo: mcntre i '2.,. Pre- " ti; ché" poco dopo ebbero da S. EV8rißo altrettami Ti- " LOli, 0 hano Diocefi, 0 Parrocchie íìorirono più -di due , ecoli, prima che s'iiHtuiller Parroechie; ed ejfendo neUe " fudclette Citl la fola Canedralc y - era in Roma que110 no- ,.,' bile ColIegio, il quale un Secolo imero prima, che fia " conofduto dal big. j\lnrator'Ì a,ncor nafc me., era ambito " da gli itdlì \'efcovi. Onde bifognò proibir 10ro neI Con- " cíFo di Stefa/to 111. tal prefunzione: ji qtlÍs ex Ep'fto- " pis, vel Presbyteris, vet AJ01tachu, aut ex Laicis COlt- " tra C1l1JOlmm, Sal/floruln Patrltm flatHta prort/lnpens, n Ùl srlldztm mnjorum S. R. E., jdefl Presbyteror1aTJ Car- e 1.. " dÙta- xxxvj " dÙlatÙun, 7JiacOl101'flm ire pr filmp'(èrjt c. (Poll. " Rom. pag. 2.63.) Ma rornando al punto principale, da cui " lìamo alquantb dilungari; dal palazzo f.1bbricato fuor di " Ravcnna per foggiorno de gIi Angu1li, c dagli altri due, " (? tre debolilJìmi indizj di luppoHa giurisdizione, a noi " fembra, che Ie opinioni, e Ie congcrrure del Sig. lvlu- J, 1'ntol"j, in ordine e all' alto dominio, e all' mile degli Au " guih nell' Efarcato, vcn ;1I1o anzi delufe, che ajutate, e " co ì crediamo, che debba parere a chiunque ama la ve- " rità. Sofpendiamo I' altro capo, cioè il pretcfo diritto Im- " perialc nel confcrmar I' elezione dt.' Romani Pontetici , ad " alrro mete: giacchè ci tîamo necel1àriamenrc troppo diHcJì " iut primo. Non f1nifce quì il Cenfore di quefio Tomo V. Egli an- cora neI Mefe di Luglio profegue a confutare, quanto ha cïedmo fcriuo in elIo Torno incon{ìderatamcl1tc dallrlllra- tJrl, e cmì dice all' Artic. XXI. pag. 209. " II mê'todo da noi neceLlariamcnre [cnuto neI riferire " il primo de'due capi, intorno a' qual: dicemmo, che fi " aggirav.mo gJi argomcnti, e Ie opinioni del noHro erl1di- " tiJlìmo '\nnaliHa, contro illegiuimo So\'rano dominio de' " Romani Pomefici, ci obbligò a foverchia lunghczza. E " oltre a ciò fermarici a conlidcrar Ie due principali igno- " rie, cioè il Oucato Romano con la Heíla Rom.1, non. com- " prefa neUe anriche Donazioní del Rc Pippino, c di Cårla " 1\ttagno, perchè foggetta per altro titolo at Pontefice; e " l' Efàrca[() di Ravcnna prima e maHim 1 porl.ionc di efIè " dona1.ioni; del1 altre Signorie minori, che Ij comengono " nelle medt"lìme, ne parEtlnmo appenJ di P<1{lo, e tCnza " molro impegno; tanta imprdTìone ci fece. il nuovo fìile- " ma del Sig. lIlteratori, al qualc dovemmo opporre que! , de' FranzeLi, e tra ('ili qucllo del Critico Pagi, come più ,,[(ll1er.lbile del num.o. Un folo argomento ci TincH.tee " d' a\'ere omeHo, cioè qucl10 d'inferir dalIe chiavi della " Confeffione di S. Pietro, elìbizionc di dominio: IÌccome " una fola delle Signorie minori ci duole di aver tralafcia- " fa, cio quel1a del Regno oggi di Napoli, e allora d iHin- " to in più Prindpati, de' quali molri ne furon donati da " Üuone Magno al Romano Pontdlce. Che però prima di 2J venire all' altro capo, cioè al pretefo Imperial diriuo neI " con.. XXXVI J " confermar l' elel,lone de' Pontefici, è necei1àrio di breve- " mente efporre e la fallìtà. di enü argomento, e ciò, che " fente il Sig. MlIrt1t01'i contro la manifeHa femenl,a del " Diploma di Ouone, ln cui iì confermano Ie antiche, e fi " regiHrano Ie nuO\'e Signorie co'loro giuili tiroli, 0 d' an- " rico pol1d1o, 0 d' antka Donazione, 0 ancora di più mo- " derna. " Quanto aU' argomento, con cui pretend il Sig. .Jltt- " ratori di foHenere it Dominio fuprcmo di Carlo Magno " in Roma contro il Pa i (all. 789. e 796. ), 10 prende " eg1i clalla lettera di S. Gregorio III. a Carlo Martello Mag- " giordomo di Franci:ct. Ciavn CcnfeJJio11is B. Petri, quas " vobis A'D REG1VV.JJ dirl'ximus (Bar. 7+0. 1JU. 20. "Cod. Car. I. Conc. Lab. tom. VI. pag. 1172.) Se cglifa- " cdIe Ia forza ne])e fole chiavi, gli avrebhe già pienamcu- " te rifpoHo 11 Card. Baronio (796. 11. 16.) : Hic tu rideas " fJptlS efl, Leélor, 1to'uatortim detzria,. dum quamlibet oc- " ca/loTlem captIlT/tes, þer claves ex /e'{tlm pt'æftripto t1'O- " dUllt Caroium ill po./{eJlì01lem Ùmniffilm Ror;z. Eccleßæ. " Ma -dichiarandolì a lettere majufcole) qual è fecondo lui " la vinù delle chiavi della confeffione, 0 fcpo1cro di S. Pie- " (1"0; nOl non Haremo a mofirare co1\' autorilà di S. Grego- " rio .1agno (lib. 2.. Ep. 47. Jib. 7. Ep. 34. ê...J 12.7.); ch " qut-lle chiavi erano Ull<1 fanta Re1iquia, Ja quale coiluma- " \'ano i Pontefici di mand<1re a' Re, e Signori grandi, e- " anche a' Vefcovi molto remoti. Accenneremo bensl coI " Conrinuatore di Fredeg<1rio, che Ie chiavi m ndare a " Carlo hnello erano dAla ile:la narura: Eo tenlpOt"e bis " aRoma B. Paþa Gregoritu, ctaves 've-Jteraf/di /èpttlcri , cum 'vinculis B. > ti- "gavlt ad mllrtyrillm, hoc vefirum ab omnibus peccatis " fòlvat (CO/ICII. Lab. flbi fup.) )) Cer- XX:XVJlJ " Certa cofa è, che fe il. Sig. Aft/rator; 3\ effe con " fuIrato il Sig. GCJ/litott;, chc in altre occalÌoni 10 ha fa- " vorÎto (Script. Rer. Ita/.); non avrcbhe fauo inveHire " il 1aggiordolno di Francia deJla Signoria di Roma can " una Reliquia. Poichè anebbe fapmo, che nel COLtÎce Ca- " rolino Origìnale non Ii legge ad Reg ltlm, ma ben ì ad " Rogltm, cbe in quei tempi barbari valcva, quamo pr J " cn, 0 deprtcatjo, come øHet\Ta il Ducange nel Glof- " farin, apportando efempj di Giovanni Diacono nella " Cronic.a dei V el ovi Napolctani di \'arie carte preJ10 " l' Ughelli, del Cattulario Cahmrienfe, e delle Formu " Ie precariart,m. E, Bello tlcHo Cod ice Carolino Ep. " LXXXVIII. tì trova repl1catA qucHa frafe; mcntre S. Adria- " 110 fcrÎve al Re Clirio: }JJf#per f!) per Attonem Ðiaco- " 1Ittm, ipJò 1/ohis polticf!1tte, ,'ogum t1mi/inJlu, tit p ffittU " t't/m d1lcrm cO'lftquI?11te1" jÙjciptremlls. E' il vero., che " nell' cdizione del Grettero Ji lcgge rogam, il the feee " credere aJ Du-Cange ('11trtE que1te due vòci indiHert"nrt. " RO(Tam in ambedue i luoghi del eodiee letle anch i1 " Lambecio, perchè non ravvisò, che IV: il Codice era {b'4 " to correuo, come ravvitollù il Sig. Gelltilotti. NC'lÎ f,t- " remmo un tOHO grandiHimo agli Erudiri, e mane herem.. " mo nlla dOyutá gratitodine verlo I' Emin. Sig. Card. P.d:' " fionei, la cui mncê pollial11o dar conto rninmiHimo Ji " dcuo Codrcc, fe non nc c:pi!ogat1ìmo qUi la {loria a be. " tlefizio comune, giac(;h il ig. ]'Jurator; colle tue M.1" " jt1fcu)e fuor di tempo 7 e fuol" di ragione, ce ne dà molt.. " vo; il che no'n a\'eV'à fatro ('01 dii:1ribuire a [1:10 ta1emo Ie " kncrc del Codicc in <]úeHo ù in qudl' anon, libertà prda " anehe da altri, c che prenllcraflì in a\'venire, Ie non Ie " Ii opporrà un arginé di reua, e chi.\ra Cronologi.t: poj-.. " che: oJtre J\]Ja incHcibi] trafcur ggioe del CoTlctrore di efie, " \i è una cùnfulitbil teforo, cio':: quant0 tucceffiva- ". mente op.erarono i tre chiariHimi Bibliorecarj Cefarei, " tuno potftede, e conferva nena fu,t invidiabile vaflilfi m,\ " Bibliorcca r Emin. Sig.. C.,rdin', PaL1ìonei," i1 quale, con. " quel- . XL " quclla lingobr benc6cenza. con cui fomminifira t chi un- " que può e fa valerfene, i fanti puri c fìnceri delle ma- "rcrie gravi, e uuli, fpecialmente alIaS.Sede, Tl ruttoha " contidato in notlra m.\no. Di queHa celebre Biblioteca, " d l Si.g., Cardinale C(:)O. tiniilìm diJce.mi n o ncllo fpa- " ZIO dl iopra 40. anm formata 111 vane CHta d' Europa, " non può fenza 3mmirazione parlartenc. Tanta e sì Hra- " ordinaria copia di Libri otteri1ce agli occhj di turri la no- " biltà, e grandezza dell' animo di . E. M.l gli uomini di " rara ':--etteratura nella. moltil?hcità di tanti libri, che più " non II trovano J conotcono Ii tommo, e non mai imcr- " rotto iludio, c dLigenza in cercargli ; gli amatori de gli " Hudj profondi nel gnm numero di qudli, che rfatrano di " materie tìngolari, pcllegrine, e noviHimc, r a vvirano b de- " Iicatezza del guilo; nell' univcr1ale icelrezza di tutti, of- " iervano I'imclligenza ddl' illulÌ1 e Raccoglitore di ì prc- " zio1'o teforo; c tinalmente qudli, che 10no pranici in ma- " reria di 1ibri, ne! CompleHo di tanti pregj di queHa ra- " riflima Biblioreca, vedono l' impùHibilità di formarne pre- " fememcme una tìmile. Fino da 38. anni indietro, quan- " do non era a que} grado di pertc'l.ione, al qU'Jle è fb1:'a " dopo condona, ne parlò in l)ut'lli termini I'inligne Be- " nedettino D. Bernardo di Monttaucon ("PaÜ'ogr. Gr. lib. " 4. cap. 15.): .Prima T abu/a JþecimÌ1la fèptem e:lr:hlbet e.'\: " Bibliotheca lit. 1lobifque amlcij]ìmi viri .Dominici Pallio- " 1lei: qui a1t110S vigmtiqttatuor vi x emenftts, incredibiJi " fttlget rerum, dijciplÙla1'11mqt.te notitia, gl.æcis, tat mi.f- " que /iteris atprime ertJdÍf1Js, Bib/iotheeamque 1tllmeroJam. " ,\JSJ'., editormfJqtle exemp/arillm eomparavit, ilbro1'tt111 " de/e[ltl e:tm tatietS m.meral1dam. Literatorum eommodis " fie ad-vigilans, ttt qtue 'vet penes fe habet, 'vel amieortlm " ope 1t411cìfti potefl, qlJÌbt f;)Ú Jiterariæ rei opcram dal1ti- " blt.r Ilee r()gaft!S oJ/erat. Del reno tuno ciò che riguarda " il Codice Carolina con altri prezioliflìmi Docl1n mi, me- " dita S. E. di darlo in Juce per cornun dilinganno in V;1n- " taggio della S. Sede col titolo: Codex dOltatlo1/1l1n _ S. R. " E. notis Chroll%gicis, l/ f!ol.icis il/t flratlls. E fe Ie " occupazioni continue del \tinhterio, che il Sig. Cardinale " foHiene, non gli permcttcranno di efeguire sì nobi1 dif - " gno, ti è dichiarato di voler confidare alIa noLlra debo- " lczza XL] " lezza anche quefb infigne, e per tutti i capi utili11ima " Raccolta, a benetÌzio del pubblico. Pa11iamo ora aHa Si- " gnoria del Regno di Napoli. " Si dichiarò il Sig. JI./reratori, fin da1l' anno 800. in " cui annodò il Greco Imperio coI Latino, che gli Augu1ti " Greci -- in Iralia non fecero più gran figul"a, c foJamente " andarono ritenendo it dominio in N.IPoli, ed in akune " Ciuà dc\la Calabria --. AHicurò tal dominio tre anni dopa " col fuppollo accordo (ra Carlo Jl.Jagllo, e gli Ambafcia- " tori di Nicejòro coll' ltti pojJìdetis, di cui parlammo neI " mefe di l\bggio: e tale vuol che tialÌ mantenuto nel Se- " colo D cimo. Atlerma aU' an. 94-4. -- che durava in Na- " poli tl fovranità de i Greci AuguHi, ed eHerc Hato a))ara " Principe, e- Duca di qucIla illuitre Ciuà GiovtlmÚ col fi- " gliuolo .AJarÙlo creato anch' ello Duca. -- Ad\)pra in prova " di ciò l' autorità delia Cronicil di S. VÙICellZ0 di V oltur- " no; e perciò non cred iamo, c he rino a detto tempo vorrà " alcuno contra1htrc ai Greci il lungo pollCflo di quel Du.. " cato. Crcdiamo bensì, che niuno vorrà accordare at Si.. " gnor Muratori la prctefa conrinu,lLioõ1e di poifeifo, dopo " che Ottone 1 ftlg/10, debellati i Greci, nc fcce la dona- " zionc a S. Pietro, e a Gio'vamJi X I I. di lui SucceHore; " dichi,\rando ciò, ch' er,l d' anrico do,ninio, e ciò che con- " cede di nuovo: Item Ì11 Partib,u Campa/Ûte Joram, Ar- " I as, AqtlÙmm, ArpinzJm, TheanHm, Cap1lam, 11eCnOfJ " patrimollia ad potejlatem ditionem veflram pertin n- " tia, fic/lti eft pfltrimonittm Beneventa 1 11t"'l, é.:5 patrimo- " 1tÌltm Neapotita1l1tm, fØ patrimol1Ì1tm Calabriæ fuperioris " & Ì11feriorÚ. 'De Civitate autem NeafJolrtana Cllm Ca- ".fielto èØ Territoriis ê!J jÙnbu.r é!) infltlu fuÚ /ìbi perli- " lIe1ttibus, ftCtlt ad cafdem refpiure videlltur, lteC (Di- n ploma Henrici I. rec1e legit nec1Jon) patrimolliu'7Z Sicilite " fi'Vells 110flris ii/Hd tradjd rit mallibtlS. Simiti modo C,- " vitatem CtzJetam, & FIUldllr1J Cltm om,zibus eartt'll perti- " 1lelJtiis. La qual Donazione vien confermata da S. Errico " }' anno 1014. quali colle Heile parole. " Crediamo inoltre, che niuno accetterà Ie difficoltà " (altrove Ie chiama falûtà col GoidaHo) ch' ei J richia:nando " la f ua P j lt4 E /po.fizioll {!)c., \"a ricercando nel diploma " di Ottone anno 962.. -- Fra l' altrc cofe, egli dice, Ii veg- T(Jm. V. f" gono xLij " gono ivi confcrmate a S. Pietro Ie Provincie deUa Ve- " nC1.;a, e dell'Ithia, e turto il Ducato Spoletano, e Be- " nevcnrano, e la Cirtà di Napoli, per tacere d' a1rri paelì, " che per r addictro non mai [urono dipcndcnti nel tempo- " rnaL.ionc " Carolma,ognuno avràpiù fede al Pagi (tl11.787.1J. 7.ê:Jftq.); " vcdendonc la conferma nel Diploma di Ottolle, chc aile " OppofiLioni dell' Aurar delle CoHituzioni Imperiali, c del " Signor bil ratori t non foilenute, che dalla loro opinio- u ne. Jl fimdc accaderà della eini di Napoli, e dcJ patri- " monio di Sicilia: fpecialmente in vedendo con quanta lin- " cerit l fi dichiara l' Imperadore, allorchè ingrandifc e del " proprio 10 ÍÌato Pomificio: OfJèrimlu. . . . de proprio 110- " flro regno civitates oppida cum pi{èa'riis jùis, idefl Rea- " tem, Altiter'lf lfl, FtJrcont'1n, Nttr.(ìam,.Balvam &; 1I1ar- " Jim. E forfe farà tal uno a fomigliantc opinione quella corra ,. rifpoHa del medefìmo Pagi (alt. 962.. 111 m. 2..): ValliE " l 'eJlt 01JJ1lC S rat iunctt!æ a Gotdaflo in mt'dit/m add, tl te, " nec amptiori conftltati01Jt' Ì1ldigent. Ma veniarno al pre- n rcfo diritto Imperiale di confermar l' Elezione del Ponte.. " fice. " Si vede effo da prima chiamato con giullo titolo pre- " tClIßonc InperÙ1.1e: IDa poi dopo, tohane una fola, ocea- ,,_Clone jtLiij " fione (alt. 88,.), in cui appel1afi qtta/i 11ft diritto di So- n 'vra 1 Útà, {ì trov" fempre col nome allòluto di diritto Im- " periale: e quel ch' è più notabile, fi vuol cominciaro coil' " Imperio m defjmo. Che però alle parole dell' AUronomo t, nella \Tira di Lodo'vico Pio: præmi(it tamen legatio1lem, h quæ fltper or.4inatio11c eJ.llS lmp'era!ori fàtÚfacere,t, rife- " rice dal Pagl In altro fenlo, dà Ii SIgnor .L11úraton <.JueHa " inrerprcrazione all' anno 16. -- Pal ole, che indicano già " nata in Lodovico Augußo la prerenhone, che non s' avelle " a confacrare il Papa Eletto tenza il confemimenro fuo --. " Onde vienc a f.u nafcere infiernc coll'lmperio (al preten- " tione. Pcrciocchè l' Altronomo parIa di Stefauo IV. im- " mediato Succetlor di S. Le01Je, rinnovatore dell' Imperio " di Occidenre. Nè è già que1ta una noHra conge(tura. Egli l' medeÜmo ci fcopre il fuo animo a11' anno feguenre difcor- " rendola su gli Annali Laurefamentj, quando parlano della " Qran renitenza di S. Paf'qllate nell' accettare il Ponrifica- , ('0. Ecco Ie paroie degli Annàli: Cui (Sreph. I V.) P a- ,-, Jcbalis jllcce.f[or eJetlu.s, 1 0 ft completam foJe1l1JÏter ordi- ,., flatiol1em fÌiam, m lJf1 era , {!) exclljatoriatJJ Imperia/em ,t mi/Ít Epiflolam, Ùt qua ßbi ItOn jòJlI1fJ lto/enti, fed etiadl J1 '/1/rimll1n re1ÚUllti 'Pontijicatus h0110rem veittti impaél!/m " ttfJcverat. Le quali additandoci, chc il Pomet1ce non " fcritIc, fe non dopo la can1 \cralÍone, chiarameme efclu- ,-; dono ogni confen{o, e dimo1irano, che la let tera era offi- ,,. clofa, e corrifpondenre alia grandilIìma armonia, che pi1f- " faya allara [ra il Sacerdo1.Îo, e l' Imp rio. Or fentiamo il J) Signor Jt.lllratori. -- Queita lenera di fcuf;l d' eHere {lato " confacraco Papa "Pa!qllale conrro fua voglia, fa abbaitanza " imendere, che ne i pani della ignorï(\ dl Roma, confe- " rira da Carlo Imperadore, e da Lodovico fuo figliuolo a " Leone I'll. e a StefailO IV. Sommi Ponref1ci, vi dovea ef- , fere, che per conlacrare il nuovo Papa Eleuo, {Ì dov He " afperrare l' appro\'azione, e il conlenfo dell'lmperadore " pro tempore --. " Congerrura per verità, che ha ben del panicoJare, " e che obbliga, chi fì chiamò mal foddisfauo del 'Fagi, " perchè fenza artendere la Jiberrà della contacr.nione re- " Hiruira da CoßalltÍ11o PðgOlJato a Belledetto I I. l' anno 68-f.- ,,. ne Habib ïEpoca in Gregorio 111.1'anno 731. a prenderlo f 2. " per XLJV " pcr \ vvocato anche in queí1:o capo, come 10 fu nel pri- " 1110, conrro Ie opinioni del Signor Alt,rntori. E a dir " vera, egli che fomminilhò al noHro Annalifb Ie riferite " mcmorie de1l' Ailronomo, e d' Eginardo, non Ie inrerpe- " trò già in qu; tlo fenfo: anzi cominual1do if fuo periodo " ddla libcrtÙ di conlacrare il fommo Ponrefice, 10 con- " duce fino all' anno 825. in cui crede, che di conlcnfo " di Eugnzio II. foOe riprefa l' antica confuetudine nata, " com' c noro, da ufurpazione, e foHcnura contro ogni di- " fpo/Ìzione dei Cano!1i, roIJerando i Pontefid per bene " ddla Chiefa: Ecco la di lui opinione (alln. 82.5. 1111m. " 3 0 .): 'Vfru Ìfaque {l .71/jJiniol1o AlIgt,jJo, poflquam Ita- " liam Imperio Orielltali adjecit iF/dufhts, qrÚ d (ierat ÙI "Gregorio jJapa Ill. Iiti 1111110 Î3I. l/um. 20. Ì11dJcavimru, ,. præjnlti a111/O ÍiJ Ï1Jfe(!,rt/1JJ n>[litunu, 11011 exiJlimante Ett- " gCllÌo II. id Lotbarï'o Imperatori dellq.alJdmn el1e (Jh fa- " fli01les, Cliel1telas eOt'tl1n, {f1tÌ, q1túd R01lJÆ potentiores " ej{ent, potiores q1/oque ft e.{[e debere Í11 e/efliol/e POl/ti- " ßClt17'J RomallOrrtm nrhitrahalltur. ConfeHà però d' appog- " giarlì ad una Cofiitmjone racima dal Cardinal Barollio, " da Le CoÙlfe, da Natale Ale.{[andro, da Papchrochio, e ge- " neralmcnre dagJi Scrittori CarroJici. pcrchè eí1i forfàl1 fit- " Jþicarelltur, it/lid fiJ!.melltttm effe Schifinaticorum, Ja (juale " dobbiamo al folo Conrinuarore di Paoli) Diacono, che " fenLa forfe l' avrà Imp"Hara da alcune eoHiruzioni pote- " llcriori, commerrendola infiemC', e ornandola con parole " fue proprie. Del che vi fi fcoprono grand'indlzj, e fpe- " cialmenre, che il Ponrefice dcbba confacrarlÌ in præ 1"1- " ria fi/ifj'ì Vomini Imþeratoris, in vece di Al /lorl/m, co- " me hanno tutti gIi aJrri documenti; e che I' Elena, pri- " ma d' cHer coni3craro, debba fare Sacramel1tttm cum ju- " "amento, qual V(JmÌ1llts El/ enirlS Papa, /polIte pro C01J- " ftrvatiol1e 01nl1Ì1/m fac11lm bahet p"r ftripttlm: c]aufula, " che da fc medcfìma lì diHrugge, preOo chi ha qualche " [entore dci documenti di quci fecoli, ripieni di vera, e " non di af1ettala b.lrharie. " Chc veramenre Eugenio II. facetTe quaJche Decreto, " in cui \"enitlC obbligato il Clero, e Popolo, a giurare di " non f.1f elezione, fe non canonica, e giuHa; è ugual- " mente chiaro da'Diplomi d'Ottone Magno, c di S. Er- ,. nco, " XLV " rico, come 10 è, che S. Leone IV. confacrato fenza pJr- " teciparne l' elezione all' Imperadore, fecondo l' accordo tra " SergIo II. e Lottario, fece fpomaneamcnre una promelIJ , " b quale poi fu pretefo, che faceiI'cro i Pometlci prima " della confacrazione. Ed ecca Ie parole HelIè del Diplo- " ma di Oltone, ricopiate 5'1.. anni dopo da S. Errico: Se- " cUl/dfim quod in paBo, COl1flitutiont, ac promiJlí'o1:i.s " jirrmtate E IIgellii P011tijicis jucce../Tortlmqtte iI/irIS cont 1- " netur, t omflis Cierus, univerfa pop,"i Romani 1/0- " biltras propter diverfàs 11ueJlitates, :Poltt ficllm irratio- " tJabites n-ga pOpti/llm fibi fllbjeé!lIm a.fperitates retrmden- " das, Sacramento ft ob/ C!,el1t, qtUlte1J1tS futura Pontijictt1n " e/u7io (qtt l1ltrml tmittfi;tyufque intel/eEltts fùerÚ) Cal/O- " 1lÍce., e!) .iI/fie jiat. Et ut ilte, qlti ad hoc jìl1Jéfum cg " Apofl o /irtl1lJ regimeJt e/iC!,itllr., nemzne confè11tie1tte c01lfe- " erattlS fiat 'Polttifex., prit rqullm ta/em itl præftntia }'1 f- " fortinJ 1l0flrorttm., vel fi'tii noflrì, .fèu 1l1Ji'vel..ræ gel/era/i- " tatis faciat prom {lì01JCm "'0 Om1tÙ,m .fatisfaüiolle., atque ,. iutura conftrvatione, qua/em VomItus., VellcrlllldrlS " jpiritalis pater 1/oflt!r Leo., fþonte fec rre digllOfcitur. " \rIa che a tempo d' Eugenio nienre penL.1l1e Lonario " a voJer confermare )' Elezione, apparifce cIa quella di \' a- " I n[ino Succdfor d' Eugenio., per cui confeHa il Sig. flftt- "ratori all'anno 82.7. -- non apparire, ef1èrfi auefa appro- " vazione Imperiale - . E m/)lto più apparifce dalla di lui " CoH:imz.ione Imperiale., fana in Roma di confenfo del " Pom.eficc I' anno 82.4. nel cui Capirolo [erzo., così fi de- " term lOa : In eleBi011e alttem Roma"Ú 'Po1Jti(ìcÚ 1l1Jlb:s fi-ve " liber fì:ve ftrvtls prtt'.!ttmat aJiqtJod imped/1J1enf1l1n facère . " Sed IU, /òltlmmodo R01na1tÌ, qttihtts alltiqIJitr/S c01Jce./fttm " (fl cOl1{llt1ttion SS. Patrttm., fib; e/i allt POIJtijicem. " f;(1fod Ii qtÛs contra baJlC 120flram Confl;tutiollem facere " prlf'.{ìtmp(èrif., exilio tradat1lr. Accadde ere anni dopo " que!la Co!li[uzione, che il Clero, e Popolo avendo eletto, " ('d .mtromzzaw per forza Gregorio IV. iI qual non vole- " va 10 como a1cuno accettare il Pontificato., ehbero a {pe- " dire .in. guentc Domcnica confacrato Stefano V. " come IÌ ha da Guglielmo Bibliotec,uio, il quale diLe an- " cora, che trovavafi allora in Roma il Vefcovo di Pa\'ia " Giovanni, a cui benchè !\1iniilro Imperiale, Adriano par- " ten\.lo, avea raccomandato il governo della Citrà. Queili " però non ebbe parte a1cuna nel grandc afbrc, come 10 " attefla il rnedefimo _Guglielmo; nè \'e ]a dovcva avere, g 2 " co- LlJ " come fi ricaya dalla dop;ILmza di Carlo Crafio, perchè i ,> Romani avcfIero crcato if Papa fenza putcciparglicnc nien- " te, la qU:lle fu quietata con moUrare foJamcme l' univer- " tale confenfo de gli elettori, fcnz" ombra di fcufa, per " non averc av\'ifàta l'dezione, 0 ricercato il confenfo lm- " periale; indiLj ccrtiílimi, che e l' Imperadore, e i Ro- " mani fapevano, non clfervi tal obbligo. Tal doglianza lm- " periale l' abbiamo prdTo l' Annaliila Lambeci.\r1o inlìeme " coil' e/ìto, che ebbc. Imperato1' i1'atllS, qllod co incon- "f itJto ft/lllm ordÙtare præfitmpftrrt1lt, mijit Litltvvar- " dum, t:) quofdam ROfIJa1ue Sedis Epifcopos., qui elm'l de- " pOllere1/t, quod pe1'ßce1'e 11111JÍ'ITie pott/erlmt. Nam prtfdi- " fillS "P011tifex lmperatfJ1'i per Legatos fitos pJrtfrJl/am tri- " gÏ1lta Epifcoporum 1lomitla, o1tJ11Ïtnn Presbyterorllm,- " "Diacollo1't/ J IJ Cardi'llalÙ.l1n, atqlle Ìllfèrioris grndus per- " fòllarum, nee nOlI cø Laico1"1J1ll PrÙtcipltm region is firi- " pta deflÙJa'vit, qui om/les tmal1Ímitc1' cum elege1'lt1Jt, " ejllS ordÚJatio1Ú fÌlbfi:1'ipfè1'lmt. Da quefle due uJrime pa- " role, cioè d' avere tutti concordementc fottofcriuo all' 01'- " dÙJaziolle, Ii comprende in che fell{o adopri r AnnaliHa " la parola Ordinare; che vale a dire cre.ue Pontcfìce, 0 " conferire il Pontificaw: perciocchè niuna difciplina c'in- n fcgna, che fia Hato mai fofcfII (0 alia confacraLionc dc' " Pontetici. Ol1de la vera e pura fpiegazione di yueHe pa- " role è tale: -- Adiratofì l' Imperadore, perchè fenza iua " faputa ofarono di creare a1cuno Sommo Pontefice &c. --. " II Signor A!ltratori aU'incontro vuol, che guella parola , ordmare fi debba prendere per co! fècrare; e per dar pdo " alia 1entenza, mura la parol a gc.'neri-:a ,"Ilim in ilt1l11J, che , vienc a individuJre Stefano \'. Ecco Ie di lui parole con " fomrna ft:de. -- Notano gli Annali del Lambecio, che " giunto I' avvifo all'lmperadore Carlo il GroHo, della con- " Clcral.bne di enü P Jpa Stefano \'. andò forte in coJIera, " perchè i ROll1.lni eo ÙIC011{ÙJtO ilJitrlJ ordÍ1lar f1'æfÙmpfe- " ru"tt. " Con talc imrnaginaLione, quaíì aveífe egli mcgUo in- " tefa la fenrenza del\' :\nnaIiHa, e meglio ravvifata la di- " fciplina di queHi tempi, che oon- [ecero gli alrri, e [pe- " cialrnenre il 'P.11,gj, (alt. 885. 11.3.) ne tira quei a c,onf - u guenLJ. -- Dl qUi terto appanfcc, che earlo Ii GrofIo " non Ll1J " non volle eWere da meno de gli altri Augufii fuoi Prede- " celIì:>ri, pretendemi, qU1ÍÌ un dirirro delta loro [ovranità, " it confenfo aHa creazione fuddetta --. eon cui vlcne ad " afficurare un efercizio di tal dirirto per 10 fpazio d' 8,. " anni in tutti gl'Impcradori d' Occideme, ch' erano ileHi " finora, cioè in Carlo Magno, in Lodovico Pio, in Lot- " tado, in Lodovico 11. in Carlo Calvo (che fu in tempo " di GIovanni VIII. e non ebbe occalÌone d' cfcrcirare il " pretcfo diritto), ed in Carlo Crano; perchè Lodovico " Balho, antecelfore di Carlo, dice all' an. 879. -- che fu Re " di Francia, e non già Imperadore de' Romani, come im- " maginarono il SigOTzio, e il Card. B/lr01ÛO --. Noi all'in- n contro abbiamo per certo, che chiunque ama la verilà, " e non l' abborrifce, conofcerà, che queHo pretdo dirirro " non fl1 altro, che una conceffione 0 Privilegio Pomificiù, " accordato da Sergio II. a Lottario, per opra di Lodovlco " di lui figlio, e che non fu cfercitato da altri, che da que1ii " due Imperadori, per 10 fpazio .di foli 30. anni, nel con- " fermar l' c1ezione di cinque foli Pontefici, a compren- " dervi anche S. Leone IV. la cui precipitofa confacrazione " nacquc dal til1101"e de' Saraceni, dopa la concefIione del " PriviIegio. Tolrine quem cinquc Pontefici, che fmoHo " ciTo S. Leone IV. Benedetto ILL San Niccolò 1\1agno., n Adri,mo II. e Giovanni VIII. non fi troverà in tuno ii Sc- " cola Nono altro Pontefice, do po la cui elezione foilè a{- " tdo I' allenfo Imperiale, perchè tale am 'nfo non era, e non " pore\-a eHere dirirro dell' Imperadore; ma 0 ufurpazione, " CO!TI el:a Hato ne' Goti, e ne gl'lmperadori d' Oïiente, 0 " Pnvl1 glO, come 10 fu ne'due fuddcni Augutli earolini. " E. che 1Ìa vera, in quei 18. anoi in circa, i quali paf- " faronlho. Annaliita di prenderfela all'anno 883. col eardmal Baro1lJo, per avere ful dubbio condannato il Papa, di cui iÎ parIa, ove riferifce l' operata da lui contro Formofo Vefcovo di Porto: C01lfeffa, dic'e- gli, it Porpora.to Án1latifla di lIon fàpere i m.oti'l!i, p r cu Papa GioVan11Z cOlzda1J1za..lf Formofo, cbe Ct vlen d,allz, dalla Storia Eccleßaßjc ra'pp :eft;ltato come Perfonagg.! di merito iifli1zto. Ma s egll CIO Igll0raVa, non do'vea gltl si francamente tacciar. d' ÚJ iuflizi4 J: atto di eJ(o Papa. Gio'vanni. 1"1a Papa GlOvaADl \ 111. ha mcontrata In alcum luoo-hi poca fortuna prefio il Aftlrlltori, che anehe aU' anno 817 parlando dell' aIlocuLÎonc fana da lui intorno all' Jm- pc- LXY peradore, vi ritrova tma fParata ái lJdi; la quale efpreffio- De porea, e dovea dfere più mifurata. lmpegnato fempre più il lIfuratori nella fua opinione, cioè che ancora nel Nono Secolo, e nel Decimo i Papi fi- gnorcggiavano in Roma con poreHà loro conceduta dagl' Im- peradori, fi va attaccando a varj luoghi, e monumcnti, ailai volte non troppo bene efaminati, come è tra gl' altri qnello di una lettera di Giovanni IX. fcritta l' anno 878. all' Arci- vefcovo di Ravenna, e a Berengario, ove dice elfer venuto Lamberto aRoma, aver prefo una porta, ed occupata in tal maniera la Cinà, tit 1Johis aptld Beatum Petl'um conßße1J- tihtts ( erafi ririrato il Papa nella Ciuà Leonina) nul/am Vrbis Romæ poteflatem, a piis Imperatorihtts Beato Pe- tro, ejurqtl Vicario traditam haberemus. Quafi che la pa- rola poteflas fignifichi foltanto una facoltà dipendeme, e non più toHo un atfoluto dominio, confermato a' Papi con varj Diplomi, de' quali abbiamo già fatta menzione nella Pre fa- zione al Tomo precedenre di quem Annali. Non so come all' anno 855". del prefente Torno non fi fia tirata qualche confeguenz.l, come a1tra volta ei fece, dall' Epitafio poUo al fepolcro di Lottario Imperadore, di cui è fcrirto, ffðÛ Fral1cis, Italis, ROfJla11Ís præfiÛt ipßs, cioè, che Lottario fia fiato padrone di Roma per Ie p.uole , Roma1tÍs præfuit ipjis. Ma quefi:a confeguenza, ficcome Ie altre, cavate in pregiudizio dell' aho fupremo dominio della Sede Apo1l:01ica su de' fuoi Stati, farebbe nara atEli debole . Imperciocchè quelle parole altro non fignificano, fenonchè il fupremo officio della Prefertura, 0 fot1è Avvocaria della Sede ApofioIica, ch' ebbe Lortario, come Imperadore, fic- come ditfufamenre da'Scriuori Ponrificj 1Ì è dimofhato in altre occafioni. Vengo ora all' anno 967. dove narrata la morte di 13. Romani, che aveano malrrarrato Papa Giovanni XIII. fatti appiccare da Ottone Imperadore, foggiugne il noilro Anna- Uila: Pruo'vc, dice il P. Pagi, det fitIJ jùpremo dominio in Rom.l. 10 non trovo legitrima una tal confegucnza, per- chè già s. è dirnoHrato abbaHanza dal celebre l\lonfig. Fon- tmlÌ1lÌ, nella difefa 1.. di Cornacchio . C\'II. che gli Ani c:ferci[ati fopra Ie Signorie della Santa Sede, non hanno mai Tom. V. i efclu- . LXVJ efclufa la Sovranità Pontificia; imperocchè non fi eferctta- va no fimili atti fenza il confenfo de' Papi. Che poi prima di Giovanni XIII. i Papi efercitaffero giudicarura in caufa cri- minale, come da' fupremi Signori, e non altrimenre, ce 10 attefia l' Anonimo Anronomo preffo iJ VtlcheflJio 'romo 2. pag. 1.96. ove fcrive, che Lodovico Pio fu avvifato, q1wd RomanfJrttm aliqtei potelltes COl1tra Leonem Apoflotic11m pra- vas ini rjnt cOltjurationes ; e che il Papa, avendoli trovati rei, gli avea condannati alIa mane: quos detra[/os, atque conviélos idem Apoflolicus fuppticio addixerit capitali, Le- g Romattorum Í11 id confpirante. Quanrunque foggiunga l' Aflronomo, che ciò difpiacque a Lodovico Pio, queHo non fu, perchè Leone íì foffe ufurpata l' autorità, che non gli competea, ma perchè il rurnore, fparfo da i ncmici del Papa, gli avca rapprefenrato il fatto diverfamente da quello che era. All' anno 91.1. riferito un Pl.1cito tenuto 1'otto I'lmperio di Berengario, afIerifce, chep11ò far cOlloftere, cbe Í11 Ravcn- na, e nel filo Efàrcato effo AIIg11flo efèrcitava gÍ1lrifdiziolle, e (igl1oria; nè apparifte, che ivi i Romani Pontefici ritel1ef- pro it temporale domÏ1JÍo. Quì veramente fi conofce fempre più, quanto mai pofià. la forza della opinione prcgiudicata, an- che negli Uomini grandi, tra quali fenza dubbio dee annoverarfi il Muratori. Quefio Placito, per confefiione del meddìmo AnnaliHa, ha Ie note alterate, e guafle; e pure, perchè fer- ve a1 fuo fìHema, paffa per buono fenza veruna eccezione. Laddove trovandofene innumerabili, ove Ii tratta di firu- mend, e diplomi, che combattono colI' idea, ch' egli vU'Jl darci del temporale dominio dc' Pontefici: rileva ogni pitt minuto mancamento, che in em apparifca. Più forprendeme Tiefce an cora , che effo faccia tama for La fu i diplomi, ed altre fimili carre, non oUante l' autorità di altri legittimi do- cumenti, 0 I1lorici, ed anche diplomatici, che abbiamo in contrario; quando egli fiefiD ci ha infegnato a dubitarne . Olrre il lamento fa[[o da lui, cioè che tratro traUo lì fcuo- prono fa1fi, e fpur] molti monumenti, che hanno tutta l' ap- parenza di 1egi[[imi; e dice chiaramente all' anno 983. che abbol1davnno in quei tempi i falfarj, che imhrog/Ùmo anche o gidì it criterio degli Eruditi con certe carte, e diplomi, (be reflan negli Archi'vj. Or fe a tutto queHo aggiungere- roo, e Ie prctenfioni, che potevano avere i Principi fu quel- 10, .. LX \T1 J 10, che non era proprio, e l' ad.ulazione de' Feudatarj, che volendo fare ordinaria mente di1 piccoli Tiranni, fi dichiara- ,-ano fudditi di chi'loro pareva pill utile;' e 10 nile delle eurie, che 0 per feguitare l' antico co flume ,opel' dilarare ]a giurifdizione del proprio Sovrano, gli attribuiva il do- minio di ciò, che non era più fno (del che non ffiancano anche in tempi affai vicini efempj) vedremo poi, che non deve farh de' Placiti , diplomi, dona1..ioni , e fimili, quel gran- de, e ficuro capitale, che ne fa tal volta il noUro, per al tro dottiffimo,. Annalifia, a fronte prìncipalmente di altri fo.. lenni documenti, che non folo hanno turta I' apparenza, ma fono in effetto leginimi, e finceri. 10 poi non fo capire il f1fiema di certi Amori, i quali, ove fi tratti di documenti, che fanno per la- loro opinione, aggiufiano non folo Ie note guafie, ma anchc i groHì errori, che nei medefimi occor- rono; e per 10 contrario, quando favorifcono ]a pute con- traria, Ii rigettano in vedenri un piccolo sbaglio. ehe fi- nalmente Ravenna ed il fuo Efarcato apparteneffe fovrana- mente a i R0mani Pomefici, e da i medeíìmi foile fovra- namente fignoreggiata, di lunga mano l' ban dimofirato con incontrafiabili autorità, e fatti cbiari, diverft Scrittori, c he non fa d' uopo quì traferivere. Finalmente a dimo1trare fempre più I' autorità dei Pa- pi, anche nelle cofe temp0ra1i, e quanto ancora, a cagion di queUe fieno obbligati ai medefimi e i Re, e gl'Impera- dori, ho fiimaro quì rapporrare ciò, che fcrifTe all' anno 87 I. 1'Imperador d' Occideme, Lodovico II. a BafiIio Ma- c done Imperador d' Oriente, il quaJe querelandofi, che que- fu fi ufuq atre it nome di Augullo, cd intimandog\i , che fe ne afiene{Je, Lodovico neJla rifpofia Apologetica tra ]e altre cofe gli dice, d' effere egli Imperadore, perchè 10 ha farro, e confacrato it Sommo Pontefice. Che fe non fi chiama Imperador Fra11cor1tm, ma ROmaJ10rUm, di che maravig1ia- vaíì il Greco, ciò avviene perchè, come it medefimo Lo- dovico attena: Niji RomanOrtlm lmperator eJ{emtlS, utiqlJe flec Frat/corum; a Romallis enim boc nomen, diglÚtatem aff14mpfimllS, apud qllos profeélo primo tal1tæ crt/men fitbli- mitatis, fE appellationis effi/ fit, quortlmqlle Ge1Jtem, f.Ø Vrbem diviltitus gltb;:rnandtlm, frfatrem omllÙtm EccJe- Jiartl-m Vei defenâelldam, tftqlle fublimat;'dam filftepimllS ; ex LXVIl J ex 'Ilia REG1VANV/ prittS, êØ poflMOdtmJ /MPERAN- VI alléloritatem pt'ofapiæ 110flræ jèmÍ1larÙlm Jitmpfit. Nam Fra11 0r.um Pr. 1tcipes primo Reges, .deÙlde vero Imperato- res dIa, funt II VVMT AXAT, qtll a ROMANO PON- T/FICE AV HOC Oleo Jantlo pert/ttEli fUllt. It, qua .-' tiam CaroltlS Mag1lt1S AbavHs 1I0fler unaiotle dllJrnodi per Summtlm P()11t ficem delibtlttlS, prImus ex getlte noflra, pie- tate in o IlbUl1da11t , /mperator difltlS, Chriflus Vo- mÍ1lus falltu eß cøc. Leggefi quefia Lettera fcritta da Lo- , dovico n. prefTo il Baroni9 all' anno 871. e parte della me- cleíìma preiIo ancora il noilro AnnaliHa lvfllratori all'i'1leíIo anno . Ora in eHa Lettera ben fi conofce il faggio, che dà Lodovico n. Augufio delta fua gratirudine verfo la Santa Se- de A pofiolica, protefiando, che ]a fua Cafa avea ricevuto datla medefima, primo la dignhà Reale, e poi l' Imperiale, cioè quelta dal Ponretì.ce Zaccaria, in perfona di Pippino.! e queHa da Leone 111. in perfolla di C.lrIO Magno; che per quella feconda era neceffario riconofcerla dal Sommo Ro- mano Pontefice, ifiitutore di efTa.; e che portava feco il de- bito di governtlre appumo colla Prefettara dell' Avvocaria Ie temporali Signorie della Santa Sede Apofiolica, e di pro- teggere la medefima. Se il celebre ./Il1tratori fin da piÙ tem- po non fi fonè impcgnaw a foilenere Ie altrui mal fondate pretenfioni con varj fcrirci, dati ancora alia ]uce, confutati gii\ da doni Scrinori., certamente non avrebbe in queílÏ An- n<\li proferite tante fue congetture, pregiudiziali aIr antico alto atfoluto dominio de' Papi fu de'loro Stati; avrebbe più toilo e dalla fuddetta Let{cra, e da altri monumenti, rap- portati in queHi Annali, cavaw molri e chiari :trgomcnti, a favore dei fuddctto amico alro alfoluto dominio temporale de' Pap:; ed avrebbe aItresì fa[[o conofcere, quanto i Prin- cipi fecolari fieno ohbligati aHa Santa Sede :\poilolica, per G1Jello :tncora riguarda il loro temporale Dominio. Sarà pe- rò, ciò non oUante, fempre it cclenre Ludo'vico .Antonio }'luratori degno di fcufa, ed anchc lcde, non fo10 per Ie tame cofe rcrine a favore dcll Chiefa Romana, e de' Papi, ma ncora per cflerfi proteflato con una fua Lettera, tcrirr:a. al Summo Pomefice BENEDETTO XIV. che avrebbe cor- retto prontamente tuHo ciò, che ne' [uoi Scritti difpiaccva alIa Sede Apoilolica. GLI I G L I ANNALI Dal Ð' IT ALIA . .. prll1ClplO lÌno all' Anno dell' Era Vol gare I 7 S o. ANN 0 D 1 C R 1ST 0 DCCCXLI. IN D I Z ION E IV. DI GREGORIO IV. PAPA IJ. D 1 LOT TAR 10 IMP ERA DO R E 22. 19. e 2. ntre i due Fratelli Lodovico e Carlo rrartarono e conchiufero una Lega fra loro contra di Lonario: dopo di che Lodovico fi moífe con qua'1ro sforzo gli fu perme/To, e riufcirogli di dare una rotta ad .dd,Û- herto, creato Duca d' Aufirafia da Lorrario, e da lui lafciato alia gUolrdia del Reno, felicemente valicò que! Real Fiume, tt:ndendo ad unir Ie fue forze con queUe di Carlo, ficcome in fatti avvenne. And,unno innanzi e indierro varie ambaCciate, varj progerri, per veder rure di concordar gli animi feol.a fpargimenro di fangue; ma muna condizione piaceva a Lonario, perchè inranto afpetr:tva, che feco fi vr:nitrc: a congiugnerc: Pippino fiJO Nipnte, prctendente alia Corona. d' ,\quitania, che conduceva un buon rinfoT7.o di truppe Venuto Pip- pino, fempre più fi vide allonranar 1a fperanza dell' accordo, e però amendue Ie parti 6 accinfero alIa battaglia. 11 fito, dove fi az'Zuffuo- no nel dì 2.f. di Giugno Ie due Armate nemiche, fu Fonranero, 0 (a) Agnt/l. fia Fomenay nel Comado di Auxerre . Agncllo, (a) Scrittore Iralia Yit_ Epifu- no di quefti tempi, afferm::l, che I' efercìto di Lorrario era compofto ,or. B.a;t . d'ir.numerabil gente, e però di lunga Olano fuperiore a queUe.> de'due /\aiic: Frarelli avverf.'1rj, Ciò non oíl:ante con tal rabbia e vigore combartè l' Armata d'effi due Fratelli, che ne refiò in fin:: Cconnrta quella di Lottario, il qualc: per alrro fece maraviglie di valore nel combarri- b).A I mento. Ma quefio Memorabil farro d'armi fu la rovina della Francia, ra"'o;.na pef arrefiaro de gli Annali di Mct_z (b), perchè vi pelÌ la gente pill .Meu>>Jts. brava di tutra la Francia, COSt che da lì inna:lzi comincio ad andare in dt'clinazione que! Regno, ridono all'impotenza di dil-èndere fe ttetro, non che di conqui nare I' altrui. Scritrero aIeuni, cne cerno mIla per- rone rimafero ellime CuI campo. Sì gran rnacello non fi dec: molto fa- cilmenre credere. Agnello arrefia, che daUa pane di Lorrario e di Pippino vi rerirono quaranta mila perfone: lågrifizio ben grandc alIa. marta ambizione Ci ha poi quefio medefi roo A urore confervata una parrico1arità, che vien taciuta da gli Annalif1i Framer. e Tedefchi d' aHara. Cioè che Gregorio Papa, a{fai prevedendo, dove avcva a terminare I' abomine- vol dilTenfinne de i rre Re FrateUi, mo{fo da zelo ed am ore parerno, de- terminò d' inviare in Francia tre Le ati, affinchè s' incerponetrero p<."r la concordia e pace. Saputo ciò da GiDrgio Arcivefcavo di Ravenna fcrilTe ' a1l' J mperador Lortario, pregandolo d' impetrare dal Papa, che anch'e- gli in compagnia de" Legati potelTe inrraprendere que! viaggio. 1..' ot- tcnne,. ma andò colla maledizionc A poflolica, pc:rchè ben cono[ceva il Pon-- ANN ALl D" I TAL 1 A. 3 if Pontcfice, che va no e torbido cervello fofre un tat Prdato. Andò, ER A VaJg. ddTt, con trecento cavalli" Ceco ponando gran copia d' oro c d' argen- ANNQ 84 1 . to, con aver faccheggiato il reUo del tetoro della Cua Chief.'1, ed a- fport:lte Corone, Caltci, e Patene d' oro, e vafi d' argento e d'oro, e wlte le gcmme dalle Croci: tutto per far de i regah. N è Agnello di/Ttmula, che Ie mire di que{lo i\rcivefcovo erano di fovvertire a torza di donatlvi Lottario AuguUo, per Cottrarfi dall' ubbidienza e podd1:à del Papa, come avea farto qualche Cuo Predecdrore Scismatico: al qual fine feco POrtò i Privilegj conceduti da alcuni empj Imperadori Greci alia Cua Chie('l. Giunto Giorgio all' Armata di Lottarto, fic- come abbiamo da gli Annali di San Bertino to), fu ritenuto da dro ( ).A I' Augucto, feoza permertergli di trartare ' acc?rdo co'.cuoi FratelJi. AI- :ranc::' 4 e. trett.anto po/Ttam credere, che fuccedene I _Legatl del Papa, per- lJertinia1Ji. chè Lottario non Capeva intendere configh dl pace, lufingJnJ )fi di maggior vantaggio per la via .dell'armi. Ora Iddio permtlè, che do po ]a rotta dell' elercito Lpttanano, I' ambJZiolo ..\rcivefcovo Giorgio f()lfe prefo da i vinci tori foldati, fpogltato del Piviale di cui era ve- Hito, e can grande fir pazzo condotto alla prefenz.a del Re Carlo, it quale per tre giorni il tece !tare [otto buona guardia, come prigione. I Legati Apoftolici ebbcro la fort una di potcrfi ralvar colla fuga ad Auxerre. I Preti e Cherici, che accompagnavano I' ArciveCcovo tùd- detto, chi quà, chi là. Tutto il Cuo teforo rctiò in preda a i fol- dJti. I [uoi Privilegj gittari nel fango, calp.:thti, e lacerari {j per- derono; ed egli {lena fu III pericolo d: elfel" cacciar in efilio da Carlo, e da Lodovico, dappOlchè turono mtormau dclla dl hli malignità j ma I'lmperildrice Giuditta mo(fane a compailìone, gl'impetrò J.1 hbertà. Scl tèce venire d.1vanti il Re Carlo, e dopo averlo rabbu/fato ben bene, e fattogli prd1:ar giuramento, II laCclò andare Con ordine, che g1i fotre reH:ituito tuttO quamo fi potea trovare [pettante a lui. Si trovò ben poco. Tutti i li.1oi Preu, iè vollero tornare in ltalia, fu- rono coí1:retti a venirCene a piedi e in farfi:tto, e chiedendo la limo- fina. Promife Giorgio di compenfar loro i danni, giunro che fotre a Ravcnna j ma i fatti non corriiþo[cro poi aIle parole. SI ritiro 10 Ccon- 6([0 Latt.1rio ad Aquisgrana, per atrendtl"e a far genre di nuovo da poter foll:encre la guerra, e lah.:io/Tt ranto trasportare dal ruo mal ta- lemo, che pel" aver Coccorfo da i Satroni Stdlingi, permife loro di ritornare a gli antichi rid Pagani, con grave fcandalo dd Crií1:iane- hrno. Ad Erioldo ancora Re di Danimarca, A poltata d.111a Religion Cri fl:iana, e perfecuror de' Crilhani, concedette da godere aJcune Terre ne' Cuoi confini. Intamo il Re Lodovico, parte col terrore, parte col rnaneggio rratre ne! Cuo panito mold de' S.1troni j in oltre tutti i Po- p( li. deli' L-\u{lrafia, TUling a, ed Alan::.1gna, ridutre [Otto il Cu_o do- ( ) Mona- mm,lo. Nello tldTo tempo 1 orman 1 (b) profittando della difcordia ch. FoJl'lte- de I Re Fratelli, sbarcarono 111 Francia, prefero la Città di Ro:mo, 7lell. aplltl e do po il fa.:co Ja diedero aile fiamme, con refiar derolati d;ï!la lor D'4 CI twe crudcltà alcuni Mona{lerj, e un buon tratro di pacCe. RintOl z..to al- Tom. Il. 11. B.er. FI':mc. .a. 1. q uall- (J) Erchtm- 'trtus Htft. 'ilp. IS. 4 ANN A LID' I TAL I A. qt1,\IltO di gente 1'1 mperador Lonario paÎsò il Reno, quaG che vo- Idfe impedire i progrdJi di Lodm'ico fuo Frarello, ma poi Îenza far alrro, fe ne t0rnò a V ormazia Pafso poi nel :\ hine, commctrendo daperr mo Ie fue truppe immenfi dilordini e (1.ccheggi, ed obbligando coll:l tona que' Popnli a giurargli fedelrà. Non era men della Fun- cia Îconvolc(\ io quelli rempi il Duca[O dl ß.:nevenro per la guerra infona fea SÙoJlo fo domin mte in Salerno (a), e RadelgiJ, Principe Be- nevt"ntano. Siconolfo, ficcome uom bellicola, alUtato anche da Lan- dolfo Conte di Capoa, e d.l' fuoi Figliuoli, fenz.l pcrdere tempo, s'il1ol- trò nella Calabria, e tuna la ridu{fc Îoteo illuo dominio. PreÎe anche buona pane nella Puglia, e rivolroli addofTo all' alrro p.1eÎe di Bene- vento, s'lmpadronì di alcune alrre Città e Terre. Una Donazione, f.uta. da e(fo Siconolfo Principe ad .dione Yefcovo di Salernl) e all,\ fUl Chlclå nel MeÎe d' Agotlo dell' .-\noo prcfente, fi legge nelle mic Antlchl[;Ì I talianc , b). Ea A Vo!g. AN!\O ,p. (b' Ã7Itiqui- t.It. IM/i,. DjTm. 35. png. 77. Anno di C R 1ST 0 DCCCXLI I. Indizione v. di G REG 0 RIO IV. Papa 16. di LOTTARIO Imperadore 23. 20. e 3. D Urando tunavia l:t guerra e Ii fconcerti in Francia tra Lottari() .duguflo, e i due Re Îu:>i FrarcHi, fL'guirono varj movimemi (c) Nithar- daB' un:l e dall' altra parte, minutamcnre defcmri da. Nit.trdo (,,). Fra tillS Rift, I. 3. l' alrre cafe con piacere fi lcgge pretTo di lui h confenn.l della Lcga 1iabilita fra i Îuddetti due Fr:t[elll Lodovico e Carlo in Argentina, 0 vogli.tm dire in Strasburg. L' uno fece II fuo giuramenro In LlI1gu;\ Tedefca, :: I' altro in Lingua Romanza, che era hn d' allora la V 01- gare Franl.cfe, e s' accoila\ a più alLl nollr.. Italiana di que!, che [IC- cia oggidi. Sarebbe da delìdcrare, che foífc rcllaw _un pezzo fimile ddla Lingm noltra Italian.t dl que' tempi, pel' cooofcere ;n che Ilaw c(fa allor.l Ii rrov.t(fc j m1 finora nulla di ciò s' è veduto, perchè tune Ie Scrinure, che reltano, fono di LinSlll L.Hlna, milèh..ltJ. nondi- menu di 1U01Ù Solccifmi e B:ubari(mi. ( feJefchi, e gl' Inglc!ì lunno interi Opufcoli di que'Seeoli nella lor lingua. N uUa ne ha I' Irdlla. Ora io non mi fcrm rò a delèriverc Ie vicende della guerra di Fran- cia, perchè furnno di poco momento. Ballerà qui dire, che incalz:uo ;; ßlts )' /l11pe ador Lot,tario da i Fr te\l,i, Cd), opo av re, poglta,to il P ollazz . rlÏniani. d' AqUlsgrana dl rune Ie cole plU prezlole) Ii rltlro a LIOOC, C qUI\;1 dopo aver fin' ora rifiuraro di dare orecchio a i progeni di pace, final- mente b debolczza delle forze rue il configliò ad aÎcoltarii. SI con- venne frd i tre Fratelli dl fare un abboccamC'Ato prc{fo alla Cirtà di Mafcon in un' Hal.l del FlUme Sana, che JiviJ.:va Jc Ai-mate. Qudlo fcguì verfo la metà di Giugno, e vicendevolmenre tuni c [re dlm.tn- darono pedono del pa{faro, giurarono di contervar tra 10ro UII1 buona pace c fratcllan7.a; c detcrminarono di tenere un Congre1ro nella Ciuà di ANN A L r D' I TAL I A. ; di Metz nel primo dì di Ottobre, p r regolare la divilion della Mo- ERA VoIg: n.1I'chia Franze[e, di cui fi andò poi fcriJmenre trJ.ttando da lr innan- ANNO 84 1 . zi. Ma qudlo Congrdro fi diffaì IÏna a i cinque dl N ovembre, e per varj Impedlmemi 0 pn:tdli trASp()rtJ.to fll al Giugno dell'l\nno tèguenre. Per alrro i due Fratelli Lot/o.vieo e Carlo, d.lppoichè cbbero coftrct[O I' Augutlo Lottario a rÌriruti d;l Aquis rana, colà fi porra- rono effi, e ordmara quivi una raunlnza di molti Ve[covi, fecero loro deciJcre, cht: Lottario per gl'infuln fani al Padre, per h mancanza a i glUramel1n, per 1'lOdebir:l guerr.l f.uta a i Fratelli, avea pravaro il fbgello della vendetta di Dio, cd en decaduto da i Regni di Fran- cia e di Germania, de' quali erano dlvenuri giutli Pl\í1etT'ori i Re Lo- dovico e Carlo. Ciò farro, Ì due Fratellt divifero tra 101"0 i Regni 7 ma per I' accordo, che nell' -\nno fulreguenrc feguì tra effi, e l'lm- peradorc Lorrario, Ii fece una più Ibbil divitione. Terminò i fuo-i giorni nel Gennaio dell' Anno prefenre 'I'eufilo lmperador dc" Greci, con lalèlare [uccdTor nell'lmperio LHÙhele fuo FigllUolo 1\1 età di fdi rre nnni. Una malauia pericoloC,i IÎJpragiunta a quefio novello Augufto dicde occalione a i l\1unaci dl Studio di promuo\'cre la refbruzion delle facre I mm.lgini con prnmcfTa de Ila di lui guarigione. Ri[anato egli in farri, con giubilo de' Carrolici tùrcno rimdre in ufo ne' facri Templi Ie Immagini, (' cacciato via laone falfo Patriarca di Cofl.rntinopoh, in Juogo luo iu deao iU JQdio, uomo di [ama vita, e di fcntimenti or- todofIì. La divifione e gucrra rra i Pnncipi di Ben \'ento [cguitava piìl che mai vigorof.'1, quando i Saracmi Affric:mi, chi.lmui d.l alrri Agareni. 0 pure Mo,.i, padroni della vicilM Sicilia, feppero ben pren. dere pe' capelli ]a buona fortuna, con paí1are forfe prima Ji quell' Anno in Calabria, dm"c a m:111 làhra s'impadronirono di a!cllne Cirrà e Ter- re, e vi fi radicarollo talmente, che l'Iralia tutta n' ebbe a piagnere dipai per lungo tempo" Sotto quell' Anno N Itardo (a), e gli Annal.. (a) Nithar Bcnimani (b) mcttono \' em rata di conora ncl DlIca[O di B.:nevc:nto. ti/ Hlftor. RaJetgijò P1incipc di qudle comrade vcggendo profperar sì tone gli- /b') 3:Ännal; affJrt dell' emulo Siconolfo, da cui or una, or un" a1rra Cirra gìi ve- Francor. Diva O'c:.upJla, fènza trovar maniera d.1 poterc rdìllere, s'ipp'gliò ad Bmilliani. un conhgho dettato dalla dlfperazione; cioè chlamò in anHO IUl> al- qu.mtc bngJte de:' Saraceni pottati nella Calahrla. (c) Ebbe ordine da (c) Erchtm- IUI Pan done Govt:rnarore di ßJri dl dar quartlere a quegl'lufedeit fuori p,rtus t'ft. rldla Cinà d.llla pure del M.lre. Ma I Saraceni, gente la più furb.l Cill. 1 . del Mondo, andarono tanto fpldnoo lc fortllÏcazioni della Città, che trc.v rono modo una no[[e di arrampicadi e di enrrarvi denrro lenza re!Ìtknza J' alcuno. Mitèro a hi Ji fpada una parte del ml(ero inno- ccnre Popolo, I' altra la fecero tchiava, e P.mdone fra gli altri dope> multi [0\ menri fu girrato ed aff')3.tto m-I mare. Con E. chemperto va d' accordo l' .'\nonrmo Salernirano (d) in- (d) ..1111"1- t . It . f. . l I . h R d / ; r; P ' . d ' B mus Salerno 01 no a que I, .au. '- d acc()m eg I, C e a e gzJo nnclpe I c. ene- Paralipom. v: enro con, un. .,\rfi.1ar.a I. venudlle mila penone rra. cavalleria e ranre- cap. 65. lIa fi porto ail aí1edLo dl Salerno ma Sico.nolf() Pnncipe colla gente P. II. T..14 di Sa.. lùr. II.Jlf s ... EIlÞ. V o!g. AN-NO Rp.. (a) J!rbtl,t Bibillthu. Orit"lal. 6 ANN A LID' I TAL I A. di Salerno, Capua, Aggerenza, Conra, & Arnalfi, venne a b:1tta lia, e sbar.lg1iò i Bencventani. Queí1:a probabilmeme è la rona, dí' cui all' :\nl1o 8.p. s' è f.ma menzione. coil' au[Orità di Erehcmperto. Se- guita poi a dire, chc Siconolfo, raunato un buon c:fercito, fi portò anch cgli adJoíro a i B::nevenrani j ma qu.:L1:i ulèiti dalla Cinà sì va- 10roCamcnte gli aíralirono, che Ii mil ro in fUgl. Dopo que(lo i Sa- racem con grandi fone c;:,d.1rono in r:alabria; preCero Taranto con fa- cilità, ed entrati nella Puglia, diedero il facco a qmfi tutte Ie Cinà con uceidcrc Ie ('erfone, che erano crefciute a guilå delle biade. Per andlato poi' di Erchempcrto, Radclgi[o trovandofi impotente a cac- ciar fuori dl ß.lri na, al Meditcrranéo, e alia Spagna. Al Re Lod/}vico toccò la Ba- Viera, pane della Pannonia.,. ]a Saf1:':mia, e tutte Ie Provincie della Germ.ania di là dsl Reno, con qua1che parte ancora di paefe di quà da eOo Reno.. e nOf!1inaramente Magonza;' e quì ebbe principio il Regno- della Germama, appellato anche Francia Orientale. All' I mpe- rador Lot ario rt'Í1:ò tuttO il rratro di paefe fituaro fra il Reno e la Mora andando hno all' Occano.. fa Provenza, ta Savoia, gli Svizzcri , e Gri- gioni, cioè qua{ì tuna I' anrica Borgngna e. I" Al[azia j (*) nee non & QM"ja Regna /tatite cum. ip(a Romana Urbe,. come ha l' Amore de gli. Anna- (*) pa,.;mente' tJnco. tutti i Regni J.'1talia (oll'iJleJ[a' Città åi Roma. " ANN A LID' I TAL I A. E1A Volg. Annali di :Ictz: con che egli venne a perdere tame Provincie, cl1e AHblO 8,43. il Padre gli avea la[ciato in Germania, c: ch' cgli avrebbe powto age- \'olmenre ritenere, fe l'incomemabile Ilia amblzione non I' avdrc con- dcuo a man car di parola, e a far guerra al Rc: Carlo ruo Fratello. E C]uì non la[ciano alcurti Scritton di que' tempi di deplorar quefio trinciamento della dianzi sì valla Monarchia Franzc[e, che unita fa- ceva paura a tutti, divi{a apn il eampo a i Normanni, Saraceni, cd Ungheri d' infierire e prevalere comra de' Crifiiani d' Occidcnte, e d'inferir Iora un' Iliade di mali. E tanto più reLlò dra indebolita, perchè al Re Carlo Cah,.o coceò bensi in qucfia divilione, almen taci- tamcnte anche I' Aquitania; ma in queUe comrade fi feee fone: il [uo N ipote Pippino ll. Figliuolo del Re Pippino 1. rieonofciuto per Re dalla rnaggJOr parte .Ii que' Popo i j e gran f."1ngue e fo\tlche dipoi (('1- fiò ad eOo Re Carlo il levar que! Regno dalle mani del Nipote. Ri- belloßi ancora al medefimo Re Carlo, pcr non dire, che fi Llaccò d.\lla fua allear.za, Nommoio Duca della minor Bretagna, fcguendo l' ufo de i PredeccíTori, che non fapeano fe non colla forz:l induríi a riconofce- re per lora Sovrani i Re di Francia. E in queíl' Anno ancora (a) i Normanni fecera uno sbarco nell' Aqui[ania inferiore, e dicdero il fac- co al paeCe. Sopra turto pref.\ la Ciuà di N antes, vi trucid:uono il V cfcovo Goardø, e molti Cherici e Laici. Però I n libilmcmc fi co- rninciò a provare coHo fmembramemo delh ;'\,1001rchia il pe[o delle milerie, Ipezialmeme nella Francia Occiden[ale, In cui anCl:r.l nell' A- pnle dell' Anno corrente mancò di vita l'lmpct'adrice GittdÜtll, Madre del fudde[[o Re Carlo Calvo. Minori poi nt1n erano gli affanni ncl Ðucato Beneventano per la gucrra, che ofiinuamenre faceano [ra di 101'0 il Principe di Benevento RrJde/gifo, e SiconDlfo Principe di Saler- no. AIrro non s' udiva che raccheggi, e P1Ù de gli aIrri ne làrc.lllo profittare gli afiuti Saraccni, domin.lnti nella Calabria e in ßui, co1 farfi parriglani ora dell' uno, ora ddl' ahro Principe, ed arricchirG colIc fpoglie de gl'infclici Pupoli. Or m::nrre conoro Ii Havano a i f rvigl (b) Erchl17s. di Rðd /gifo (b), Siconolfo non porendo reggere al comrdl:o, aler? 1C.101: ",.'IIS Rift. po non 1epre trovare, che di condurre al foldo fuo moIre bngatc dl cap. 17. que' Suaceni, che lignoreggiavano la Spagna, ed avcano anche occu- pata 1'lIola di Crcta, 0 fia di Candia. Fra qudli Saraceni, e quci dell' Affric3. non pa{fa\,a a1\ora amicizio\, anzi fi riputavano fra lara ne- mici. Con quelto rinforzo venne un giorno Sicor.olfo aIle l11:1ni coil' Armata di Radclgifo ncl Luogo appellato Ie Forche Caudine, celebre anche nella Staria Romana. Riu{ci a Raddgi{o a runa pnm2 di mc[- rere in raeta Ie [chicre ncmichq RU Siconolf3, che (bv.1 ritira[,) in dirparre con uno Ccelto drappello ad oí1èrvar l' efico ddl.t bltU 113, a}" lot"chi: vide i ß,nevenrani sbandati perCcgwrarc i fugiti\'i, 1i f .lbiJò contra dl loro, ne tagliò moIri a pezzi, mob ;llm ne t"".:ce priMioni,' (c I." e coHrinfe il rcHo a menu Ie gambe. Oop.> quella infigne VItTOrl"1 MArfilAnus vennero in CU') po[ere, eccettochè Benevento e Siponto, wne F altr , fr. cajin. Città di Radclgii"o. Abhiamo dol Leone 01ticnfc (c), che Siconolfu '".I.c. S . per (a) .Anmrltl r4ncor. B,rtÏnjanj. ANN A I. I D' I r ^ L I A. ? per pagare i Saraceni SpJgnuoli fono nome di prdl:ito fp()gliò di qua6 I! Il A Vo!g, tUUo I' infign fuo te!aro il Moniilero di Monte Cafìno. Finalmcnte Ata.;o 5-8. fi ponò egLli all' a{fedio della l.I:e{fa Capitale di Benevento. Era già ri- dono a mal termlne I' a{fediata Città non Weno per la mone de i di- fenfori, cbe per Ia mancanza deJle verrov:l.?;lte, qu.mdo Radelgifo Ii avvisò di chiamare in focemfo fuo Guido J)uca di 8oolet;. Corltuno- ehè quell:! fo{fe Parente di Siconolfo, pure non Iafci di accorrere con un copiofo efercito in aimo d' e{fo Radclgilo; ma I'rima di giugnere a Benevento fecc fapere a Siconolfo, ehe il con1ìgtiava di ririrarti dall' a{fedio, e ehe IafèiafT"e fare a lui, perchè fubito che avefT"e potu- to favellar con Rade1gifo, avrcbbe fatta conofcere a} m ddìmo Sico- nolfo la parzlalicà, di cui fi gloriava verfo di lui. Gli fu prclbta fe- de, e Sieonolfo feiolfe I' affedlO. Ma Guido (*) p,.o cupiditatl pecunill- rum, qtÛbus maxime Fmncorum jùbjicÏlur ge.nus (era GUido di nazion Funzele) avendo fmunto da Raddgifo Ia iomma di fenama mila feudi d' oro, nulla :lttenne delle prome{fe fane al fuo Cognato SiconoIfo, e fe nc rornò a Spoleti. Di\'er(amcme vien raccontato quefio fauo dall' Anonimo Saler- nitano (a), it qua Ie tlorì a mio credere cento Anni dol'o Erchemper- (a) .AnD"Y- to. Secondo lui, Siconolfo invitò cd ebbe in fuo aiuto Guido fuo Co- "',141 S4ler- gnaro, qfti illo tempore 7'uJcis pr e,.at. L' U mbna, dove è Spolcti, era ;lta"r l in quc'tempi da i Lcnerati potta nella Provincia della Tofcana j e pe- ca;:di: rò altri ancora chiamarono DuctJ de' '.ToJcalzi, chi comandava a gli Spo- 1'. II. T, 1. JetiOl. Più fono poi foggiugne, che 1 '.ToJcani, gli Spoletinj, e i Sa- Rer. Italic. /ernita1JÍ einfëro d' aßèdlo Benevento, quafi che Guido e\.)manda(fe non {olo al Ducato di Spoleti, ma anche a que! deila T of can a : il che non pare crcdibile. Ora ttando eOi attendau fotto qudla Ciwi, uno de' Sa- IerOltani dimandò a una fentinella Beneventana: che fa jJ 'Voflr, FtlbbrÐ Ferraio? Così di{fe per ifcherno, perchè Radelgi{o in fua giöventù, ben- chè di nobiliffima Cafa, fi dilettava di praticar con gli Ordici, e ne aveva irnparara I' Arre. Allora il Beneventano gli rifpofe: Sta fabbr;- çando ,un paio di forhici per tøfare un Cherico: allud.;ndo a Si 'noifQ, che ne gh 1\nni addietro per forza ulatagli da Sialrdø Principe fuo Fra- re110 a\'ea pre{o il Diaconato. Ora avv nnc, che andando il Conte Guido (così è chiamato dal Salernitano) con un folo ScuJiere alIa ron- da intorno alla Città, fu adocchiato dal Saraceno Apollafar, che ii' im- p g!1ò con Radelgi(;) di menarghelo davami prigione, fe tornava ncl dl feguenre a lafclarfi vedere così foletto girando fuor delle mura. Comparve nel dì feguente Guido, e ApolIatår con un folo Scudiere anda.togli aile rpaile, il colpì si fattameme nel c:tpo, ehe tuHo 10 sba- l rdl. AHora prelè il di lui cavallo per Ie redini, s'inviò vcrto la Cir- ta, fenza ehe Guido fapeíf'e in che Mondo aHora fi fo{fc. Ma il ruo '.Tom. /T. B Scu- C") per la ii1gordir.ia del dmaro, a fji fla flggelliJIima /a "tlziONe a,' Franchi. EllA Vo1g. ANNO 843 ( a) Mabill. Jt;"erllr. 1- tali,. (b) 'Joh."". Di.,onus p, II. T. 1. It,r. ltalif. 10 ANN A LID' I TAL I A. Scudicre veggendo it Padrone in sì mifero flato, colta ]ancia in refh fpronò 11 cavallo, e P;\{Sò d:l p.irte a parte ]0 Scudic:re nemico. C.Ò offc:rvato da Apollafar, colla lanci.t diede a Guido un colpo nel perro con tal fon:!, che gli pafso I' mbergo, e alquamo ancora ferÜo il ro- ve(ciò a terra. Per qudb percufia [Ornata In sè Guido, e f.'llito tul ca\'allo del fuo Scudicre, dapo aver collretto il Saracll10 a tornarfene indictro, s'incamminà vcrfo i tuoi, i quali informati del fucceffo, pre- fern rono I' armi, e diedero un furioJò alJàlta alla Ciuà colla mane di mold llenevemani. Per I' affrol1to ricevuro er.1 fone in collera Gui- do, e però fegret:J.menre fecc proporre a Rade1g.fo un accordo, fe gli dava in mano A pollaf.ar con altri Sar:.1ceni. Fu aCcenélta la pro po- tJLÍone, prefo A pollafar a dormire, e condotto co i piè nudi a Gui- do, il qU.lle non dimenricò èi fa roe vendetta. Seguita poi I' Anonimo a dire, chc i Beneventani promifero danari a GUido, fe induce va Si- conalfo ad una di vi60n del Oucato, e che quell:a in fine 6 fece di confenfo de gli emuli Principi. Ma il raCconro dell' Anonimo ha un po' d' aria di Romanzo, difcorda da Erchcmpeno, Storico dl maggior crediro; c cerro pare comrario aHa verità nel fupporre feguito I' ac- cordo fra que'due Principi poco dopo l' alTedio dl Benevento, renen- do per fermo i\ Pellegrino, che qu::l\a concotdia avveniffe tanto più tardi, cioè nell' Anno 8fo. 0 pure 8p. per opera di Lo.lovieo 11. /m- per:ldore. E però ne creJa i1 Lettor ciò, che vuolc:. Que1la è pOI la prim.1 volta, che pre{fo gli anrichi Scrittori s' incontra Guido Duell tfj Spolel; nell' Anno prcfcnte. VedemiTIo di fopra all' Anno 8q. che M'1urengo, 0 Morclzgo Conte di Brefcia, appcl1\ creato Duca di quella conrr"da fu rapito dalla mone, fenza che appariíca chi gli fllccc:ddIe in quei Oucato j fe non che il Cunte Campelli, Auton: del Secolo proffimo pa{faro, mette per imm!:diato Succc{fore di lui Guido I. 0 61 Guidone, 0 IVidone, di fchiatta Franzefe. 1\1.1 egli a tenrone, e iènza aurorità deB' antica Storia ciò immaginò; nè ful1iL1:e PUntO, che il medelìmo Guido nell' Anno 82.9. faivaffc Roma da i S.lracini. FJcile è troppo quello Storico a fpacciar Ie immaginazioni fue, come cole certe; e tale anche è il dire che nell' Anno 831... etro Guido per la mone di Sicone Principe di Benevento 1H Ie con fa fua Corte pubblzebe dimoflraz.ioni di lutto. Chi ciò ha mai rivelato al Campell.? A me fem- bra tuttavia incerro, fe a Morengo fuccedeffe Guido I. pcrchè d.lll' An- no 82.4. fino all' 84 . in cui cominciamu a fcoprir quelto Guido Duca di Spoleti, pafsò di moho tempo, c in qudli A nm fi potè frapporre qualche alrro Duca, a noi ignoro. Nd Catalogo de i Duchi di Spo- feti, riferito dal P.1dre Mabillone (a) fi vede all' Anno 836. Beren"a- rius Dux. Di queL1:o Berengaria Due trovercmo fatt.\ m::nzionc più (otto aU' Anno 844. Ora per conofccre, che in queO:' Anno. fucce ette .l'affedio ,di Benevento, per intendcre nello Il:effo tempo gh avveOlmenti tlclla Clt- ]à di Napoli, convien quì ricorrere a Giovanni Oiatono, Scmtore di quetli mcdefimi tempi nelle vite de' Vefcovi Napolc:tani (b). ià Cl ANN ALl D' I TAL I A . I I ci fece egli fapcre all' anno 8 9. come Lottario Impet"adore fpedì un Ea A Vol . fuo Barone per nome Contardo per far deÍÌll re i. B neven.[a{li . dal1' op- ANNO 8H- prdlìone de' Napo etani. :1nd ea. helh de f\11!m, 0 .ha eoe.rale, eCon(;)lc e Duea dl Napolt, gmdlco Ipedleme dl h:rmare In r-.;apoh c(fo ContarJo,per tenere in freno colla fua prcfenz.a la p tuhnza de'Napole- rani; e a tal 6ne gli feee fper.if Ie nozz.e di EuprajJiiJ [ua Fighuola, Vedova del Dttca Buono. Ma non fi conc1udcndo mai quefto aecafa- memo, Contardo unito con alcuni nemiei d' e(fo Andrea Confole, l' ammazzò di fua mana nella B.dìlica Battdìmale di San Lorenzo; ap- prdlo íì fece Confole e Duet di Napoli, c prdè per Moglie la fud- deua Figliuola ddl'u\ citò D';Ica. ÑJa il Popolodi po i mal toffcrendo, che coilUl fordtiere "vellt: SI crudelmeme (olto dl vJ[a Il !oro Duca, do- po Ire dì em rarmlO furiofàmente nella Cafa del V cfeovo, dove egli abitav.t, e mifero a 61 di fpada lui, la Moghe Euprafiia, e tuui i fuoi familiari, Dopo di che d' aecordo eleOero per loro J)uca Sergio Figliuo- 10 di Marino e di Euprallìa, infigoe pertonaggio di quella Cictà, co- rne s'ha Jalla Vita di Santo Atanafto (a) Veteovo dl Napoli, e Fi- (a) vitll S. gliuolo d'dTo Sergio, con ifpedir totio corneri a Cuma, dove egli fi .At anafii tro'vava, per f;trgli fapere quefta dczione. Era Sergio nato fpedito if"1' nella mauina netTa di que! dì, in cui fu uccifo Andn:a Duca, per Am. / T. II. bafciatore :l Siconolfo Principe di Salerno, (I) obþdentem tunc BCJ1t".Jen- Rer. Italic. tanos. Enimvero in ipfis diebus diviJNS eft Principatus La1'!.fJbardorum: pa- role, che concordano coU' Anonimo Salernirano, e potrebbono indica- re, che qualche anno prima c!i quel che finora 5' è creduLO, fegui(fe la Divihone del Principato di Benevento, feeondo la Carta rapporrata , da Camillo Pellegrino (b), fe non che fi può pretend ere, voter fola- (b) c,!mili. mente dire qud dh'ifus, che era Seiima, dlvifione, e guerra nel Prin- :::;grl1llll cipato di 13enevento tra Radelgifò e Siconolfo. Per altro eonvien o(fer- P;i:; . vare, eile nel fuddetto Strumento di Divifione è nominato Domnus L4l1gob4 r tÞ. Ludovicus Rex. Non può convenir quefto titolo di Re nell' anno 8p. in cui pretendefì farra quella divifìone, a Lod,vico ll. il quale neU' an- no 8fo. ce?,me, vedrcmo, ed anche prima, fu dichiarato Imperado- rc: dl CIO. rtparl remo all' anno 848. (manto rirornando noi a gli aftan dl N apoh, abblamo da GIOvanni Dlacono, ehe Sergio elerro Du- ca di quella nobit Cinà, volo a prenderne il po(fc(fo. Ed e(fendo (ta- to a lì a oco chia at,o da Dio a miglior vita. Tiberio refcovo di N a- poll do po 51 lunga pngloma, (z.) Sergius Confu/ Apocrifarios laos RfJ- B z. mam (I) ch: llora, all!diava ì Benevent ni. Imperciocchè nf!gli ftejJi giorni di'Vi- ft fu It PrinCIpato de' Longobardi. (z.) Sergio C?,n{ole m.andando a !?oma i [uoi .Apocrifårj, .feee premtlr {e iftan- ze, cbe Glovann! Ele to foJlc meJfo fut Trono. ilIa Donno (zl'egorio Pa- pa Romano tardo a rifpondere tanto che mandata una ambafceria canon;- {ament, fi aificura./ft, che non Þ rapiffi la Sede Pontificale. , 12. ANN A LID' I TAL I A. h A Volg. mam dCflill(JlIS, ølmixius JOhaimem EleElNI'/J inlhrD"izari poflula'Vil. SuI l!."NO 843. Domnus Gregorius Paptl RQmlJirtJs, tamrliu hujujmodi petitionem diflulit, fjuo ndufque mijfa legatione canonice in'Vefligaret, ne Pontificalem [uhripe- ret Seáem. Ma drenJo noi per vcdere accaduta la mone dl Papd. Gre- gorio IV. nel Gennaio dell' anno fulTegucme, vegniamo per con(èguen- te a comprendae, che nd prcfeme anno fi f ce l' atTcdio di Bc:neven- (a .Afte at. to, e Sergio P1f.C!I diedc princ pio alh fU:l Signoria in Napoli. Con- de nova E- ghleuura pOI 11 Padrc A Ilezau Abbate Bencdeuino (a), che Lottari(J i ta LudD- LlllguflD nell' anno prt:[entc dichiara{Te Re d' Iralia il Cuo primogeoito ( vb'" 11. l!1'P. Lodovico: cora anche, di cui ebbe Cofpetto il Padre Pagi (b). N è man- zn)c 'US cano Cane, che [embrano afTìllere a quefta conghieuura. Analtafio ,,d nn l. fieíTo (c), ficcome vedremo, chiamandolo Re prima della Coronazio- Baron. ne Romiina, potrebbc fervirc a dade qualche pefo. Però non è im- (c' i n:J1af. probabilc, che dot!- prefeme anno Lodovico I I. ddre principio a gli an- ' i; ' r- ni dd fuo Regno. Sia a me lecito nondlmeno di mcuere il principio Iii 1/.. dell' Eroca [ua nell' aono fegucnce. Anno di C It 1ST 0 DCCCXLIV. Indizione VI I. di SERGIO II. Papa I. di LOTTARIO ImpcraJore 2f. 22. e f. di L 0 D 0 V I coIl. Re d' Italia 1. ) .Ann./. S Econdo gli Annali Benini:mi (d), Sigeberco (e) Mariano Scoto (n, .I; t i:. i cd altri antichi Storici, diede fine a' fuoi giorni nell' ant!o pre[en- ( ) S;gde . te Gregorio IV. Papa. Ciò avveone, per quanto han creduto il Sigo- , s in ChrD- nio, il P.uwinio, e il Padre Pagi ncl dì 2.f. di Genoaio. AnatlaGo (g), n;lO. , 0 qualunque fia I' Amore della fua Vita, ci dà ragguaglio delle fab- s :;::; bri he d lui fatte,_ e de i copiofi dooativi, ch'e h o,ftèrì ,a pio .in in ChrDn;co. vane Chlefe. Ma e ben da dolerfi, che per 10 plU gh antlctu Scnt- (g) naJlaf. tori delle Vite de' Papi, raccolte da Anaitatio, altro non ci fappiano lhJlDthec., comare, fe non i riCarcimemi 0 regali da lor fd.ui a i facri Tcmpli. In Gr'gorllJ L ,. I h b " 1 . 11 h ' IV. e aZlont oro, c e en plU 0 mentavano, que e erano, c e s avea- . no da tramandare a i pafteri, e che noi ora defideriamo, ma iodarno. Così Ie poche Croniche amiche de'riguardevoli Monifierj d' Italia li riducono ad una gran fila d' acquifii, di Livelli, 0 dl Iiri per beni tem- porali, lafciando quel che più importava, cioè la Vinù e Ie gefia 10- dcvoli de gli Abbati e de' Monaci .1' aHora, fe pur di quefte v' era ab- boooaoza. Nella Cattedra di San Pietro ebbe Gregorio IV. per fuc- ccíTore Sergi, 1/. che fu con[ecrato nel dì 10. di Febbraio. Ma per- chè comro i pani fegui queí1:a confecrazione, cioè feoza l'Imperial beneplacito (al che non fapevaoo accomodadì i Romani), Lonario Auguí1:o ne tece del rif ntimento, ed i vià aRoma il fUG primoge- nito Lodovico cÐll' Armata. Gli Annab BertiniaRi dopo aver narrata 1" elc- ANN A LID' I TAL I A. 13 I'dezione di Papa Sergio, feguitano a dire: (0) !ttfD in SeJe .dpofloli- ca o1'dinato, Lotharius Filitlm jÙum Hltldo'V'Vicum Romam cum Drogone ftlcdiomatricomm Epi(copo dirigit, aéluros, ne deinceps, decedente ApoJloli- co 'luifrluam itlic pr ter fui juffÏtJnem, AI /Jorumque jÙorum pr fe1Ztiam, or- áinetur Antifter. i Romam venientes, honørifice fufeepti funt (I) E' ve- ro, chc: furono onorevolmeme ricevuti; ma Anattalìo (11) vi aggiugne b) 1 na ft.f. altre panicolarità taciure da gli Annalitli. Cioè, che arrivato l'efer- i/; a S,r- cito Imperiale alia prima Ciuà de gli Stati Pomificj, cominciò a far . provare 10 fdegno dell'Imperadore a quegl'innocemi Popoli, con uc- cidere moltiffime perfone, talmente che fpavencata la gentc, chi quà e chi là correva a nafconderfi. Un sÌ betlial tratramemo feguitò per tuno il loro Tiaggio fino .1 Ponte della Capella, duve fauofi un ne- ro temporale vi perirono colti da i fulmini alcuni de' familiari di DrD- gone J7efco'Vo di Metz. N e refiarono bensì auerriti i Franzefi, ma non perciò dcpofero la loro ferocia, e con quel mal animo pervennero nel- Ie "icinanze di Roma. afi nove mlglia fuori delh Cinà Papa Ser- gio mandò incomro tuni i Giudici a Lodovico, il quale veriGmilmen- te era già flaw prima dìchiarato Re d'ltalia da Lortario Auguflo fuo Padre; e quelli colle bandiere e con acclamazioni I' accolfero. El1en- do poi prelTo alla Città quafi un miglio, gli fecero un bell'incomro Ie Scuole della Milizia, camando Ie lodi, e parimeme vennero ad in- comrarlo turte Ie Infegne del Popolo (ficut mos eft Imperatorem aut Regem fufcipere (1.) aHa vifia delle quali fi rallegrò il Re Lodovico. Stava ad alpenarlo il buon Papa nell' a triO della Bafilica Vaticana con tuno if Clero e Popolo Romano,ed arrivato Lodovico, (j abbraeciaro- no, 0) & tenuit idem Ludovicus Rex áexteram IIntediEli PII1tifi&is. Ar- rivarono in qudla maniera aUe Porte della BaGlica, che tune il Pon- tefice avea fano ferrare, cd aHora il Pontefice imerrogò il giovanc Re, s' cgli veni va con mt:oce pu.'a, e con fincera volontà, e per fa- lute del Pubblico, e della Città, e di quella Chiefa: perchè, fe cost era, cOo Papa comandcrebbe, che s' aprìíTero Ie pone: altrimenti non _ afpettalre da Jui ordine alcuno di aprirle. Rifpofe il Re d' elrere venu- to con buona imenzione, e fenza rc:nlìero di alcuna malignità. Aile.. ra fece il Pontefice fpalancar Ie Pone, ed entrarono amendue col Cle- ro, c con tutti i Vekovi, Abbati, Giudici cd al:ri Franzefi venuti eol ER A VoJg. ANNO 844. (a) .AnnÆ/U Fr,ln{{}7'. Blrliniani. (I) II 'luale ;rdinato lIeJla Sede ApoflDlica, LottarifJ Intlnåa II Roma i/ ji_ gHo filo Lodovi&, con Drogone J7e(covo di Metz a proccurare, {he per j' IIv'Venire, mormdo J' Apoflo/ico, niJ!unð i'Vi fill ordinatø P ontefice fenzø ;1 fuo ordine, e /a preftnza de' [uoi lnviati. J fjuat; arrivat; a Rø11l1l fur,no onort'lJolmente rice'Vuti. . (1.) come co.ftumafi rice'tJere l'Imperlld,re, 0 Re. (J) e flrinfe i/ meJefimo Loál'Vico Re /a áeflra Jel fopraJetto P,nttji". I'" ANN ALl D' I TAL I A. E 1L A Volg. col Re; e giunti alla tomba di San Pietro, protlrari vcnerarono il fa. AltNO E44. cro fuo Corpo; e dopo averc il Papa reCH3ta .'Orazione, tutti ulèiri dclla Chicfa, andarono a ripofar ne' Palagi preparJ.CI entro I.. Cmà. R:ellò fuori di Ro a I: elèrClt Fra zc!e, che .nc' giorni apprdro rc- co non pochl danm a I Borghi; e torle perche non era preparato il foraggio, fego tutti i prati c i leminati. Corie poi voce, che voleva- no em rare in Rama, e quivi prendere allogglo, onde il Papa fcce bcn ehiudere e fortificar ie Porte della Città. PolCia nel dì If. di Giu- gno, giorno d. Domenica, raunati nella Bafilica Vatlcana tutti gli A r- clvefcovi, Vefcovi, e Baroni venuti col Re, inlìcme con tuna la N 0- biltà Romana, Papa Sergio colle (ue mani unfe coll' Olio (àoto dro Lodovico Figliuolo dell'lmperador LOHario!. gli mife in capo una preziofiffima Corona, e la Spada Regale al fianco, con proclam.ulo Re de' LongoblJrdi, 0 fia d' Jtalia. Cclcbrata poi Mdra íoknne, tutti ,con gran fdta fe ne tornarono in Roma. -E di qui püffiamo imendcre, che non peranche era imradotto l'ufo della Corona Ferrea, nè la coronazione del Regno d' Italia in Milano, Monza, e P;1via, ficcome giovane provd.i in un' Operetta in- (a) ", d'l. [orno a quello argomento (a). Ebbe princlpio da queilo giorno I' E- .tl; dr: 1. {?oca d 1 Regno d'ltalia d. eíf'o -!--odovico 11.. Re. Seguì pOI ne' giorni :PP 1eguel1u un lungo comraL1:o fra 11 Papa, e 11 Vefcovo di Metz Dra- gone, affi(1:ito., come dice Anailaíìo, da Gregorio (fi dee fcrivere Gior- /,;0) i\rcivelcovo ,di Ravenna, da Angilherto Arcivefcovo di Milano, e da una frotta d' altri Vefcovi, e Conti del Regno d'ltaha, fema chc fe ne dica il fuggeuo. Solamence narra ..\na1talio, che 1:al dibatumen- 10 fu (I) contra hanc uni'iJerfalem, & Caput Ecclefiarum Dei. Ma II Ponte:- bee, uomo prudente e dl pecto, si a propotitó rifpofe, che tutti Ii lafciò confufi . Fece dipol 11bnza ad eßo Papa la ßaronia Franzefe, che tutta la Nabiltå Romana giuraíf'A: Fcdeltà al fuddetto Re Lodo- vieo; ma il faggio Papa non vi confcnu, dibendoG folamcnce promo a ,penncttere, che i Romani prefiaßcro il giuramemo dl fedelrà al /,rallde j'l1per,ldore ].ottario. (1.) 'rune demum in Cad!1'I1 Ecc/ljia fedentes ptJl'iter tam beatiJlìNZus Pomifex, quam magnus Rex, .& 'omIJes At chiepi- Jeøps & EfJlfcopi., .Oantibus re/iquis SacerdotljJUJ, & RONJanorum & Friln- corlim Optimalihus, Fide/it/111m Lfltha,';o .'1--I.gno lmpertJ.1Hi jèmper Augll- þo prom.iftrunt. Ed avea ben raglOne il Papa. Non 'era mai (tata lot- topotta a i Re d' ltalia, nè al Regno Longubilrdtco Roma col (uo Ducato; e non n-eudo LÐdo ico acqUi thuo akun diritto fopra i {o- roam, . (I) tontro iJNeft. fmw,rfale, , Capf) .ellt Chiøft ó' lJd;o. (1.) .AI/Ira fillalmente 1IeJla medefima Chiefa fedendo ptzrimente tanto il bUl- tijjÙ1JO Po; tefice, quant' iI gran Re, e t.tti gli ÁrÛveftovÎ, e f/tfcÐ'L'i, ßandt, ;'1 picds gli allI.i SacCldoti, e gli Ottimati Je' Romani e de' Fume};;, p"iwte.fler() FeJc/lii II L'IÞa,.io wallie J"'ft,., d'TI jet/lpre Âuguflo. ANN ALl 0' I TAL I A. I '; man;, per dTere divenuro Re d'ltalia, indebitamente voleva obbliga- E KA Volg, re i Romani a giurargli Feddtà,. cioè a riconcfcerlo- per loro Sovra- ANNO 844. no. Non ebbero già eOi difficultà di prefiare quel Giuramento'a Lot- lario fuo Padre, perchè dfo era I mperadore de' Rom mi , e la fU:1 So- vranità in Roma non veniva ,:ontrafiata da a1cuno. N è fuOi fie, co- me immaginò il Cardinal Baranio, che in quef1:a occaGone Lodovico II. ricevefTe il titolo e la Corona Imperiale. Quefio punto è già de- cifo fra gli Eruditi; e fe v' ha qualche Diploma ir} contrario, eWo è 0 falfo, 0 [corretto. Seguita poi Ii dire i\nafiafio, che nel tempo fielT'o, che il Re Lodovico fi tr"neone in Rom Sicon8 fo Principe di Bene- 'Vento arrivò anch' egli colà accompagnato da molte fquadTe d' arrnati, e fu ad inchinare it Re, che il ricevette con molto onore, e gli con- ccdette quanta g1i dimandò., Tama fu in tale occafi Ine la folIa de. Fram.efi, Longobardi, e Beneventam, che Roma parea aíTediata da uno fmiCurato efercito, e tutti i feminati and trono a f.1CCO per pafco- 10 dell.1 gran moltirudine de"cavalli e gillmenri. Ddìderava ardente- mente in olrre Slconolfo di veder Papa Sergio,.e di ricevere la fua be. nedlzionc. Fu ammeOo all" udienza, e proflrato in terra gli baciò umil- mente i piedi, e riportatane 1.. benedizione, tmro lieto fe ne ritor- nò a cafa. Altrcnanto fece co' fuoi il Re Lodovico, con final men- te hberare da quel flagello il Popoln Romano, e fi refiiruì alIa fua refidenza in Pa\'ia. Ma perchè Anaí1afio nulla di più ci ha faputo dire intorno a i trattart di Siconulfo col Re Lodovico, convien ora af- coItare l' Annalií1a di San B r[ino (a), ehe cnsì fcrive all' Anno (a) .Annale! pre feme : ('it) SigemÛfus Beneventanorum DHx ad Lotharium cum fiÛs Fra".c r. . " b fi . ,l d " t"." ' II l a. fi r. Bertlmarlt. f)mnl us UI tie ztlonem , aczens, centum mz mm aureorum mu f., a eJe ipfi ObNoxium fecit. þ<'uibus Beneventani, qui- pridem ,Ûias verfi fuerant, 'omp rtis , ad eumdem Sigem/ fum fe ft convertentes, Saracenorum relÙjuias . {UIS finibus '''"pel/ere moliuntur. In vece di Lolttlrio farebhe forfe flato megli fcrivere Lodovico, al 'qUJle già abbiam veduro, che Siconolfo feee fIcorfo, fe non che il Figliuolo Lodovieo nutIa operava, che non folTe norn del Padre. A bbi'lm dunque, che Siconolfo, per al1ìcu- raríi II dommio di Salerno c: ddl' a1rre Ciuà a 1ui fottopotle, riconob-, be per fuo Sovrano il nuovo Re d' halia Lodovico, e ne dovette ri- cevere l'Invcllitura colla promdfa di pagargli cento mili1 Scudi d' oro. Tanta . Comma d' oro non dice Erchempeno (b), Amore in ciò più de- (b) Erche,!,- gno dl fede. Per teftimonianza di lui. Guido Duca. di Spoleti,. gran pertul Rift. mer.catame di bugie, che nondimeno gli frurravano affaiffimo, promife cat. 18. a Siconolfo fuo Cognaro di fargli avere tutto l'inrero Ducato di Be- l1evento, fe sborfava cinquanta mila Scudi d' oro fcnza dire, fe a lui, o pu- (.) Siconolfo. Duca Je' Beneventani II Lottario con tutti Ii [uoi arrendend,- þ; fi obbltgò- a pagargli cento mila {(udi d' oro. LOJ the [aPUI, i Beneven- lani" tin II:.vanti erano alienati, rtvo/geHdofi al medefimo Sitow;ifo tlnta- 11' tit þawQre da'[No; ,onfin; gJi avanz; de'Sßra,eni. I 6 ANN ^ LID' I T ^ L I ^. Ell. A VO\ . 0 pure al Re Lodovico. Ma probabilmente a qudt. ultimo, perchè ANNO 844. låggiugoc: (-) Cujus tunc confilio conJè11tie11s, Romam (dove fi [rovava il Rc nClvdlo) adiit, aureos Irib1lit, [acriZJJJentllm detlit, þujllrnndum ac- c pit. Nihil prlJjiciens, Ùlanis abfCljJit. Come potdfe Siconolfo ammaf- (3.), l.I, fare tant' oro, cel farà intcndere Leone Oibcnie (4), che racconta il 1I()Jlltnfi" fiero falaffo dd. lui daro al Teforo del M"niltero di Monte Ca{ìno, do- M.6 . I. ve egh appotta andò più d' una volta. PortÒ via alia prima vi1ìra in If . J. . tantl calici, patene, corone, croci, ed altri vafi, ci rca cento [rcora Libre d'oro puriffimo, e tuno a titolo di prefilto, con promeffa di rellituire dicci mila Soldi d' oro Siciliani. La {èconda \'olta portÒ via in tanta moneta trecento felTanra cinque Librc d' argento, e qUilteor- dici mila Soldi d' oro. La [erza in tanti vaG cinquecemo Libre d' ar- gento. Tornato colà dlJpo dieci Mefi ruppe gli armadj del Moniite- fO, e ne porrò via il valore dl Q!1attordici mila Soldl Mazati, con obbligo dl rettituire fra quattro Mdì, e non rellituendo di ccJnc varj beni al Monillcro. Sene altri mila Soldi In alrre volte portò via di colà: teforo di Oio, che nulla giovò a lui, nè alia Patria, e fo)o lee- vì a pagar Ie fue fatiche al Diavolo. Egli è dol credere, che ad altre Chicfe e Moni1terj Siconolfo facdfe uno non diverfo t!"anamento. Que- fio hne d' ordinano [occaVa in que' tempi a i doni ddla genre pia fani a i facri Templi. Come forpcttai di fopra, bcn pOtrebbc elTcre, che il Re Lodovico, 0 in <]uef10, 0 nel feguente Anno fi adoperalT'e per quetar la rabbiofa guerra [ra i due Pnncipi Radelgifi, e Siconolfo; e fo{[e anche accettata da Radclgifo la divi{ìon de gli Stati; ma che Si- conolfo la rifiutalTe, perch gli era 11ato promeßa di più, 0 che per altri accidenti quclla non aveffe effetto , di modo che continualTe di- .poi la guerra fra loro. Tenncro in queLl' Anno i tre Fratelli, Lottario lmperadore, Lodovico Rc della Germania, e Carlo Re di Francia, una Dieta 0 fia un Concilio co i V fcovi nella ViJla di Tt:odonc, oggidì (';>) r..Ue Tionvilla (b) , dove oramai P criuafi, che era da ante p :>rre Ja concor- C,ncilior. 'rom. 'I'll. dia ad ogni riguardo, confermarono la pace cd amicizia fra loro. A- (C) VAleftNs driano Vale1io (c) cita uno S.trumem:o prero dal Rcglftro tiel Moni- in P".,-.,. Licro CafaurienÎè:, e dato, come cgli pen{a, in quell' Anno, 0 pur, If Paneg'j- come vo io crcdendo, nel precedente 843. cioè Ânn. Imperii Lothat"i; ,,,. lltrtllZ. XX 11. flu tempÐribus Berengarii Ducis, Anno Ducatus ejus Pl. die Sexta Menfis Septembris, lndiEfi.n, P 11. Slcchè correano già fei Anni, che Rer.mga1'io era, per quanto fi può credere, Duca di Sp:oleti. Ma com(: ciò, 1c abbiam gi.i tronto Guidg Ouca dl quella Heßa contrada? AI- tro Don so io immaginare, fc non che due clTcnøo !tati i Ducati di Spolcti, I' uno proprÏ:1mente -di Spo/eJi e, I' a!rro appellato pofcia di Ca.1P.tr;ntJ, Guido ,\VelTe il governo del pnmo, Betf1"Jgario del fecondo. Anno (.) Del 'luale alltJra ftguendo il (tJnfig/itJ andò II Rom., pagò gli SClidi J' oro, died, i/ ftgret., preft i/ giurammtlJ. Niente projittll-mfo, fi partl (olle ma1li VUDJ . ANN A LID' I TAL I A. 17 Anno di C R 1ST 0 DCCCXLV. Indizione VI I I. di S ERG 10 II. Papa 2. di LOT TAR 10 Imperadore 26. 23. e 6. di L 0 D 0 V I colI. Re d' ltalia 2. S I godè in quell' Anno afTai di quiete in Italia, fe non che potreb- Ell AVO!!. be dubirarfi, che tunavia conrinuallè, 0 pure fi riacct:ndd1è la ANNO 84:. guerra tra Siconolfi) e Radelgilo Principi di Benevento. Cerramcme tcgllirò dfa contra dc' Saraceni. A quett' Anno lafciò ferino t' Allnali- Ib Bcrtiniano (a): Be1Ieventani cum Saracmis, veteri difcordia reu"ude. (3) .Annales fl n e, dentlo diffident. .Forie voH dir q':lello Storico ci , c?e abbiam :: : : i. dl topra intefo da aim ficl1ì fuOl Annah. Per como pm de paefi 01- tramont:1Oi, LfJttarÎo I'1Iperadore, che avea fiabiliro il fuo foggiorno in qudle parri, palsò il verno in Aquisgrana. Un fuo Diploma, dato a dì quindlci di JVbggio (b) Anno Imperii J-Dotharii XXPJ. & in F,"alZ- (b) MaWl. cia Fl. Indiflione Fill. fi vede fcritto in Palatio Rcgið Argentort1to, In An.naJ. . " J I ' C .' fi 1 " A fi BentdiNm (pm rrc'i1JUS In ta !am. JOe 1 trova\'a eg I 10 rgentln:J. con pen lero . di venire in Italia. Ma nè in quefi' Anno, chc fì tàppia, nè finchè ...i(fe egli dipoi, ritornò in Jtalia. Cioè lafciò h cura di queß:o Re- gno al Fig1iuolo Re Lodovico, ed egli a re{è a conler\'ar' e governarc gli Suri a lui toccati in parte nella Francia. Forfe non fi fida\Ta de' tuoi Fratelli. E in gue(t' 1\000 ebbc un parricolar morivo, che il feee ddìllere d:11 Vi.lggio d' It.tlia. S gli ribdlò h Prover.z 1, e fu obbli- gato ad accorrere colà. FIt/rado Conte era amore c fomenrarorc di qucl- la ribellione" Ma coIà giunro colle fue forze I' Augulto Lottario non durò gran f.nica a ricuperar quella Provinei:1, e[)n arrenJerlègli efTo Fulrado ed altri Collevati in queUe puti. N:.' fuJderti Annali leggia- mo: Fulradlts Comes, & ceteri Provinciales a Lotbario deficirt1Zt, ubique PI!eflatem totius Pro':Jinciæ ufurpal1t. Si legge apprctlò: Lotbarius Pro- '1Jinciam ingre.!1l1s brctori (h). Le p,trole fue fon queUe: Ro- (b) Anaflilf. mtlni quoque n,v; e/eélJo11l PonÚficis congaudentes, cæpcrWlt i/erum non me- i vito Leo- .iocritcr contriftari, eo quod jìne lmpeJOtali non audebant aufloritate futu- nil IV. "Mm con{ecrarç PtJntificem, pcriculUtszque Romand!. Urbis rnaxÍ;fJC metu /; nt, tie iterum, I4t ofim, aJiis ab hoHibtls fuiffit objèjfa. Hoc timore & futur, cafle pet-territi, eum fine permij]ü Principis PræJulem conftcravcntnt; Fi- 'em quoque i/li/lS, five HOt1oreitJ poft Deem per omnia & in omnibus (on- ftr'Vantcs. Cioè iì trovarono i Romam in uno non lieve imbroglio in tal congiuntura. Oall' un canto per non tirartì addo/To l'ira del Prin- \ eipe, clOè dell'lmperadorc lor Sovrano, non ofa\'ano fenza la permif- fione od approvazione di jlli di confecrare il Papa eleuo. Dall' altro canto erano fprona[i dalla necdlìrà di veder ful Trono un Papa, che accudi(fe a i bifogni imponanti della Cin:ì coli' autoriti del governo a c:.gione de' Saraceni, che avcano poco dianzi ponara la defolazione ne"contorni di Roma, per paur.l dell' arrivo d' altri fimlli Corfari Af- fricani. Che dunque tècero? Senza afpettare il confento dell' 1 mpera- dore, paßarono alia contecraziÐne del Papa, ma con Colenne protetla faua nel Concilloro, di non aver intenzione J' offendere con ciò I' onore dell' Imperadore, nè di miWcare in guifa alcunJ alia Fedeltà ed ubbi- dienza, che dopo Dio a lui profelTavano. Pare, che quello f.'1ggio ri- piego, preta in tempi sì pericolofi per la Ciuà di Roma, .Ii îcufaífe abbaitanza, e fo(fe prefo in bene da Lottario 1uguflo. Ceno non fi sa, eh' egli ne face(fe rifentimem:o alcuno. C.Ò potio, non è già verifi- mile, che fi differiffe per due Meíi e mezzo Ja conCecrazione di Papa Leone, prima perchè fi fcorgc, che i Romani fi affreuarono a confe- erarlo per l' apprenfione, in cui erano di una nuova invafìon de'S:;ra- eni; e fecondariameme perchè in tanto tempo farebbe venUla I' ap- pr<:>v:lzione del Re L(Jljo'VÏt-o Luogotenente del Padre ne gli afFari d' 1- taha; e quella an cora [e folfe bifognara del medefimo .LQttario Augu- fio.: giac hè non fuffifie, come penfa il Pagi, cbe a cagion delle [cor- rene de 1 Normanni in Francia non fo(fcro ficuri i cammini. Fecero que' Cor- , 2. 2. ANN A LID' I TAL I A. Ell. A Voig. que' C<:>rfari g,ran danno nella reragna .millore neW Anno prefente (a); .A NO 8y. non mlOore A apporrarono all .iqulCama; prefero anche nella giuJ"lsJI- :a:c:,. a tS zi:1ne ell' Imperad'Jr LottJrio Durofiad!o, e u ' J lola dell' Ollanda. Bertini/mi. Tuuo 11 reno del Regno Oltramomano dl Lottano godeva una buoJ1a Ánnales quicte. Però a me par da prefcrire l' afTcrzione di Tolomeo da Luc- F,II,.c. .Mt- ca (b), che do po quindici giorni di Sedia vacante metre l' ordinazion di ttn s. I Papa Leone, Ce pur qudta non feguì anche prima. ...nna tS C . . , S . 1 rr d d . G FUlTlcor. onunuavano Imanto 1 aracem ' aue 10 I aeta, quando fi Fuldtnfts. follevò una 6era burafea in mare, che mife in pericolo tuteo il loro (b) Ptol,- naviglio. (c) Perciò mandarono pregando CeJR";o FigllUolo di Serf.io :::j, t't;. Pit,,, di Napoli, che. vokfT per ettere ,aIle lor navi dl ap rodare al Erel. T. Xl. lrdo, con promeff" dl and.ulcne Via, fublto che fi foffc raßcrenato il RtT. Italic. Cielo. N e fpedì Cefario follecitameme l' a\'vilo al Padre, che gli lug- (c Joh'l1!n. gerì di prender buona prccauzicne contra gl'inganni di qucgl'Intè- DIIICO.. In d I S . Î. . ' I . 1 t ' 1 ' I ' "';t. I!pift. e I. 1 eu:gul I ,traumo, e Vccuro J ercno t V:lto I . C U1 pO s'lm- N,ap,l. barcarono, e fe n andarono, ma non Can Dlo. Per vJagglO furano P. II. T.. 1. farprefi da un' orribil [( mpelh, per cui quella f!otta quah tuna inte- R". 1talIC. ramcnte peri, come attelhno :1I1cora :\natlatio Blbliotecario, c Leone Ottienfe. Idta lieta nuo\':t anrivo a Rom:! in tempo cbe era clc[(o, e l1an peranche ordinato Papa Leone IV. Seguì in Francia, 0 per Ed) .Anna Its dir meglia in Germani:! a Coblentz (d) un abboccamemo fra l' Impe- F,aneor. radore Lottario e Lodo'Vico Re di Germania fuo Fratdlo. Pare, che .J.lttenfes. . -'rr I J d . ' J ' C l C I L . .Annalts non flulclile a _,OllOVICO I flConCI lare can ,7'- 0 " v, ottano Au- :Erancor. gufto, tuttavia tdegnato per l'ingiuria fattagli da Glfdbcrro nd ra- FNJåenflS. pi.mento deUa Figltuo.b. Ma lè Ion veramemc faui in queß:' .'\nno a Marsne prell" a Mallricht alcuni Caritoli di lcga e concordia tra i fuddctti tre Frarelli Løt:ario, Lodo'VÍco, e Carlo che furon\) pubbli- ca.ti dal Padre Sirmccdo, e dal Boiluzio (e): bill)gna credc:re, che G rimcttd1è fra tutti e tre una b.uona armonia. In qucfi' Anno poi fi comincia a trovare in T okana An.lIbertlJ Duca di quclJa conuada. Egli è chiamato negli Annah dl Fulda all' Anno 878. Albertlls B(J1Iifacii (f) Petrus J.ï/iru, e ,dl Pietro Bibliotcc:ario (f) nella Scoria abbrc\liata de' Fran- B;bII01Jm. chi .A,lalbertbus BBnifacii FilIus. E in un Documcnto dell' Anno 884. ':s : D,,- da me prodono nclle . nticl a Ettenfi (g) v,icn dct o 4 e/b ,.tus in [ Ii (g) Jfnt;ehi- nomÍ1" Comes &, Af4nhio" FZ/1I1J bstJte m m r 1t _ Bfmif tJCIl olzm C,m.t's j tÌl EJfti1{i di mal1lera che non fi puo dubltare., eh egh ita 1tato Flghuolo dl Ba- P.I. c. 11.lIiJaziB II. da noi v('duro di lopra..C" (e) Bal"%.. Capitula,.. Tim. . ANN A LID' I TAL I A. 2.3 Dint unA cum Ambrøfio 'VtMerabili Epi(copo i/lius CivitAtis Lllcen{is, & rtfidentibus hie Ci'Vitate Laca, Clirtt diE/a Duca/is &c. In quetli tempi ancora Rade/gifo Princip' di B::nevento (.) traíT"e in aiuto fuo MaíT"ar Duca de'SarAceni con alcune mafnade di quegl' Infeddi. Co-fiui nè pure portaYa rifpetto a gli tteffi R:neventani; diede il guafto, al Mo- Difiero di iant3 Maria in Cinghia; prefe it Catlello di San VitO j for- z.ò alIa refa 1:1 Città di Telefe, e faccheggiò tutti i fuoi comorni. F\I creduto miracolo, ch'egli non molefiaße il Moniftero di Monte Ca- fino, quantlU1que .i arrivaße fino aUe porte. Si fentÌ in olm:: nell' an- no prefeote un fiero tremuoto per tutto il Oucato di Benevento, che quafi tutta diroccò la Città d'lfernia, e fece altri mali. Roma an- ch' eíT"a per attdlato do- Anafiafio (b) provò- una brutta danza in taloc- cafionc. Ell A Volg. ANNO 847. (a) ú. oftlt.fts Ii.. I. r. 2.1. (b) Anallff. ]libliotlm. in Yit. Lta- .is 1 Y. Anno di C R 1ST 0 DCCCXLVI I r. Indizione XI. di LEO N E IV. Papa 2. di LOT TAR 10 Imperadore 29. 16. e 9- di L 0 D 0 V I colI. Re- d' Italia 5 _ B Ollivano forte in quefii tempi fra Rabano Alauro Arci'Vefto'Vo di Ma- gonza, e Gorefcalco l\1onaco, alcllne tamofe controv rfie intoroo alia dlvina Predeftinazion . Era \' nuro in Italia Gotefcalco pieoo di horia, e p r dnvunque paíT"ava, aodava f minsndo Ie opinioni fue. Fer- moffi collui pedTo di Eberílrio OUC:i, 0 fia Mar-chefe del Friuli, II cui nom . e molo fi comincia circa quefii tempi ad udir . Rapporra I'U. ghelh (c) una Letrera fcritta da eíT"o, Rabano a Nøtingo V fcovo, non (c) Ut!,tll. '. 1 d' V b '..1' B Î. . fi M It.l. Sacr gla e 1 [[0 I ona, m d a ,.;nsl I r D lcla, mrorno. a qU (i e. or. 1 1 on co.; T. 3. in É- e. un tra 'pure Icmta a nebn-ardu11I uee"!, CUI po cia ill pnncl- pi ft. Cluftll. plO da II tI{oio folamenre di CtJnte f condo II flto d' allora, rrov:mdofi i D,Il.hi altre volre appellati Marchefi, ed a1tre C,1IIÍ. I n íT".l gli dice d' d1er li tiato nferjto, quemdam [ciõ/um n01flint Goteftha/cum apud 'Vøs manert, qui dogm4tiztl &c. Che quefto Ebtrardo focre veram nr Ducil o .tI1at"chtft del Fr;u/i, ne fa fedc; ^ ndrea Prete nella Crgnich tta pub- blicata dal Menchenio,. e da me (d) rifiampara. Fiori Andrea in que- (d) AntÏ. ed io più di lui \'0 fofpcrtando, ch::: :mche prim4 po{fa dlere fuccedura una sÌ impor- tante avventura. Si Erchemperto, che Leone Ottienrc molta accuril.- tezza non mofhano nel racconto di que! fdt(O, da che mettono la ve- nuta di Lodo.viço II. a Bencvento dopo la mone dell' Imperador Lfltta ,.;0 fuo Padre: il che non può flue, perchè Lottario manco dl vita folJmente nell' al1110 8ff'. Pelò non è maraviglia, fe tu queLl:o fuppo- no ANN A LID' I TAL I A. fio amendue danno il rirolo d'Impfradorl ad efio Lodo'lJico II. la occafione. Ora in quefi' anno Cembra a me più veritimile, che Lodovico II. Re d' Italia invirato e venuto a B nevento coli' eCercito fu", divi- ddTe quel DucatQ. N eUa parte, che refl:a dello Srrumenr,o d' (fa Oi- . vi íione, pubblicata dal fuddetro Pellegrino (a), Radelglfo dice; Et (a) C,!"ð/U. , , L d . R r. . J Perelrllluç ræftntta"ter a.ntequilm Ð()mmlS 11 ogvlcur ex cllm IUO xercltll rxe t ae Hifll1r. ifla terra, do m 'Veflra poteflate Gafla/dðtum fl,Jontetlam &c. In queft an- princt no abbiam veduto, che }' efcrcito d' e(fo Re Lodovico era nd Duca- L41ZZ''Jar to di Benevento, nè ci rcfia memoria, che ne gli anni 8 fO. e 8 p. e- fercito a1cuno Franzefe milira(fc in queUe pani. Adunquc: piuttofio in qud1:o, che in quegli Anni, feguì I' accordo fra i Principi liriganti del Regno di Napoli. Oltre a cìò quì Lødov;cø è appellato folam;:mc Re; notizia, Chð lìccome dim aU" an no 8H. abbafianza indica, non potcrfi qud fatto rift:rire all' anno 8 p. perchè Lodovico farebbe {kto allora appellato Impera/or. Ma que} che più fa animo aHa mia conghicttu- fa, e forre 1:1 rcnde opinione cerra, fi è I' autorità di Giovanni Oia- cono, che horì e fcri(fe ne'medefimi tempi. Oopo aver egli narrato il naufragio della flatu Saracenica, di cui s' è parlato nella ;lnnO addic- tro, feguira a dire (b); Eodem quoque Anno, fuppticat;one h ius Ser!;;;, (b) 'l1ham,: Principltmqtl LlJng()vardo1'1t1J:, direxit Lothar;UI Jmp rator Fi/i:mJ [uum Diac" us Ludog'Vicum, honæ adolefcenti4! ju'Venem, propter catervar Saraceno1"um Chr"nlC. 4 /" fi b R & . fi l 6) . J . P. II. T. 1 lpUII4! U ege commanentu, ommum neI popu anttr . l au'VemenI, fur. ltar: 8te/efli comitatus auxi/io, de i//ir Hifmahelitir triumpba""7t, & fagaciter se. Drdinata di'Vijiona Bene'Ventani & Salern;tani Principtl1J1 7.:ilior re'verfur eft. (I) 0 fia Qunque, che nell' anno rroOimo pa(f..1to "eniffe l' Armara Franzere col Re Lodovico a Benevento, rna vince(fe e trionfa(fe nel prefcnte j 0 pure, che eoáem .Anno voglia fignificare non pcranche fpi- rato un anno do po il naufragio de' Saraceni; abbafianza intendiamo, che in quell' an no il Re Lodo'Vico pofe fine aUe h;.nghe comefe de i Principi Beneventani., e non già nell'anno 81'0. 0 pure 8p. Era in- tanto il Popolo Romano, ma più il buon Papa L oi1et preCo da gra- ve malinconia sì per la frefca ricordanza del låcco dato da i Mori e Saraceni alIa Baiìlica Vaticana, come pel timore d' altri fimili inCulti in avvenire. Mo(fo perciò il magnanirno Pontehce (,) dal comune la- (c) n"j14f. mento, e maggiormente an cora dal fUG zeto, determinò di fabbrica- /bl/ thec. . d IT. B 1': 1 ' 1 B C " II r. ", Vlt. Le,. re Intorno a ell a all Ica e a orgo una uta co e lue mura, por. nis IV. '.[(;m.l'. D te , 2. in quel- ER" VoT!: ANÞ10 E;4 ' (1) Parimente n-e/l' a"no meJejimo per fupplica di queflo Sergio, e de' PreN- cipi Longobard;, Lottario Imperadore mandò it fig/io futJ Lodo7J;co, gio- vine d; bU8na efpettazione, per cagione de/Ie turme de'Saracen; tlimoran- Ii ne/la Puglia jòtto del Re, e [acchlggianti di tutti i confin;. It qUI/Ie IIrri'VtJndo, accompagl1ato da celefte ajuto. tt'ionfò di quegl' I[maeliti, e Jagac,mente ordinat la di'Vifiol1e th' Principi, BCl1-tVeíftaHo, e SalerHila- 110, ritornÌi vittf>>'iop. " 26 ^ N N A LID' J TAL I A. EllA Volg. te, e f mificazioni per ficurezza de1la med,'(ima. Era prima di Iui (b.- AHN 0 84 8 . to Formato que!lo diftgl10 d\ PJpa Leo/Ie Ill. anZI ne aveva egli ancne in moln luo:,;hi pone Ie fondamema; ma li>rprefo dalla morte, non po- tè conrinu.;rnc h hlobrica. Ora Leone IV. comunico h prdå rifolu- 7..lone all'lmpcr.ld'1re, e qud1:i nOIl (òlameme I' approyò e lodò ma tJnro egli, come i Re fuoi Fratdli m lOJarono a Roma una buona ìõm- In" Ji dJo'1ro, pCI' dilr principio al }avoro. !tuod nutu D,j, Francique (I) Frorloar- .f:wnmine R gis, dice Frodoardo- (113), cioè di Louario, fu iotraprelo. dus ,JJ v,tÏs Ofdmò il Papa, cne da [Otte Ie Città del Ducaro Romano" da tuni Pontific. i podui del Pubblico, e da ogni Moni fiero fi mandafTcro fecondo la Rømll3nor. fr '" f. , . II ' E 11 {alia uomlnt attl a Jtlcare In que a op(:razlOne. COSI ne ' annn pre- feme fi cominciò la fabbrica grandiofa di quella nuova Cirrà, e nd- 10 fpazio di quarrro anni fe nc vide il compimcmo. Tanto fi adoperò in quetl'anno Lodo'Vico Re di Baviera, chc ortennc da Lot/ario Augu- (b) EClard. (to a Gift1*erto il perdono pel rapimenro della Figliuola d' efTo Impe- Rer. Frll1J- radore. Tiene I' Eccardo (b), chc da quetto Gifdberto difcenddfe que! Û lI3r. I, 30. Giftlberto Duea di Lorena, chc fu poi celebre nel Sccolo X. Anno } cb n"I Moniítero Cafaurienfe, da me pubblicati (b), da' quali fi riconofcerà, CaJ4ur :"j.. che in diverfi Mefi prima del dì due di Dicembre fi vede comincia- .APlm4ic. ta l' Epoca dell' Imperio di Lodovico II. E qualora fi rifponda, che: .1'. II. T. f. allora i Notai fi fono ferviti dell' Epoca prefa non dalla Coronazione Rt,.. 114 II. Romanå, ma dal precedentc: Anno, in cui Lottario dichìarò Jmpera- dore il Figliuolo, ficcome pretende il Padre Pagi, convien replicare, che di [;&1 dichiaruione: non è fiìtta men1.ione da Scrittore alcuno au- tico. Ha il Padre Pagi dedotta quefia da alcune Carte, Ie cui N ore:: Cronologiche po{fono dfer fallate pe,r colpa de' C pifii;. e quando rut-- finano, indicheranno Colamente fc:gulta I. Coronazlone fuddctt3 prima di quello, che penfa il Padre Pagi.. C?lt e di che: non .fono mancati Eruditi, che a tenore delle 10ro opmlom hanno acconclate Ie Note Cronologichc: di v rj ami chi Documenti. Però tuttav.ia refia d.a c ia- rire la fulIifienza dl qucfte due Epochc, e Ce la prima commcla{fc nell' Anno 849. dopo il dì 19. di Maggio, e prima del dì J. d'Qno- bre; e fe b fcconda veramente aveffe principio nel dì 2.. di Dicem- bre dell' Anno prefcnte. Certamente il cofiume de gl' lOiferadori an- tichi fu di ricevere la Corona in qua1che glOrno di Fefia íolenne. Ma in quell' Anno il dì 2.. di Dicembre accadde in Marredì, nè Fena al- c na vi s' incontrò. Fu in quetl' Anno bensì tenuto un Concilio. (c) &n (t:) Ld/tt COllcilior. TII,". "/1. A ^ LID' I TAL I A. 2.9 in Urhe Regia r'icino, al quale prefedetrero .dngilberto Arciveftovo di Ell A ''':o! . Milano, eodmla1l0, 0 per dir meglio '/'eutim..'l.1'o Patriarca d' Aquileia, A!tINO 85 0 . ( chiamato corrouamcnre dan. U ghe1li HindeJmario, 0 J7ìJdemario) c Giufeppe Pefco'Vo (probabilmenre d' Ivrea) ed ArcicapelJa1lo di tutta fa Chiefa. V' ha dell' errore in queUe ultime parole. DrcelÌ raunato eíro Concilio Ánno i1lctJrna/ionis D,"lÏnic DCCCL. Indiél. X/IT. & Hlo- thari; a/que H/udovicj piijJìmlrum AugufloruJ1I XXX. a/que Primo. Fon- datamente pretende il Padre Pa6i, ehe in vece di Indift. Xl? s' ab- bia quivi a fcrivere IndiEl. XIIi. percbè Lonario Augutlo dopt> il di ultimo di Maggio Contava non più l' Anno XXX. ma bensì il XXXI. del fuo Imperio e Regno d'italia, e per confeguente celebrato que- fio Concilio ne' primi Mefi dell' Anno prefente. L' Anno Primo di Lo- dovico II. Imperadore fecondo lui è prefo dall' Epoca dell' Anno pre- cedente, in cui dal Padre fu dichiarato Augufio. Intorno a que1to ultimo pumo ho io già propofio qualche mio dubbio. Fecero que" Vefcovi alcuni Oecreti aírai lodevoli ed utili per la Difciplina Ecc1e- fiafticaj ed efTendovi intervenuto anche I' Imperador Lodovico, dal canto fuo furono formati cinque Capitoli riguardami il buon govcmo dell' Italia. Non godè molta quiete nè pure 1'1mperador Llt/ario in quell' Anno ne' fuoi Regni Oltramonrani. Nella Provenza i Mori die- dero un gran guallo fino alIa CJttà d' Aries j ma in ritornando al 10- ro paefe, rellarono aneh' eili fieramente fracaßàti da una gagliarda tem- pella di mare, Così nella Frifia ed Ollanda (a), paefi d'dIo Lottano ) .4nntAlt. Augufto, Rorico FrateJlo, 0 pur Nipote d' ErioJdo, eíT'endoú ribellato B;:ti i i. ad eíro ] rnperadore, calò con una Botta di masnadieri N ormanni, e .AmJtAl,J portò la defolazion daperrutro. Non fapendo Lottario, come liberarfi Francør, d ft . " J " I ' d " d I 11 b . I Mete7ffts a co Ul, gm ICO meg 10 I gua agnar a co e uone; e ncevuto 0 .Annal's- in grazia, gli diede Ooreíhdo, ed altri Conradi in Feudo, 0 fia in FrtAncør.' govemo pcrperuo. Da un imponante DocumentÛ", da me rapporrato FlIldenfts., nelle Antichità Italiche (b), ú ricava, che in queft' Anno I' Irnpera- (b) .Ant' I1:- d L d . II r_ M I " . lb l ' I tAt. ItalIC. or 0 !'/J'CD . .pre<<: per ?g Ie Angl erga,. a pure 0 amen e con- DiJlirt. N. traíre gh Sponfah con e(To lei, coß:icuendole an dote due ConI, I' una ,. 117. . pofta n l Cont o di Modena, I' altra in quello di Reggio. Fu data fiue! Diploma 10 MIl1'eng(J Cwtt Regale, III. N(J1I/Zs Oflobris. Anno di C R 1ST 0 DCCCLI. Indizione XIV, di LIONE IV. Papa 5. di LOT TAR 10 Imperadore 31. 19. e 11-. di L 0 DO V I coIl. Imperadore 3. e 1-" T Erminò il corfo di fua vita in queft' Anno 1" Imperadrice E,.mtngar- (c) .An.AI , "till? M?&lie di (Jltario Áuguft(J, cen lafciar dopo di sè (c) tre .FranClr; FJghuoh, cloe Lldl'lmo II. Impc:radare, Úlf.riD, e CllyJØ, ed alcunc .MetenJt " Fi- 30 ANN ^ L t D' I T ^ L I A. P.:'I\ K Vol!!. Figliuolc, delle qUJli una fu Gi{e/ , 0 Gis/8-, ßaddTa nd\' inGgne Mo- .A,, o 8sÌ. ni kr<.> di Sarna Giulia i, Brefcia, com<: rifulta d" i lJocumcnti pub. b),C.ltl d,11 P dre l\hrg:mno (0), rna non colla dovuta attenzionc. Obijt Erme".gardis l!-eg ng Conjux Lo/harii 11Hp r t'ris, dicono focto quell' An- 110 gh Annah dl Metz. Le Jmperadnci fpcffo fi veggono chiamare Reginø. Leggefi anche l' Epitat1io fuo in verfi , compoito da Rabano Mauro, dopo i.1 quale vien confermata la fua mort fotto I' Anno 'prc. fente. .-\ me dlede da penfare una Carta del Momltcro Caf.ìUrienf t che p'bbblicai nell' Appendice alla Cronica di .qud Monificro ("), fcritta nell' Anno VII. delf Imperio di Lod.ovico nd MeCe di GiugIJo, cor. rendo I'lndizione IV. cioè nell' Anno 8f6, dove Liura1"do Diacono"e Contardo Fratello vendono 1ibi Domnæ Hermmgard RegiMe alcune l-or Coni. Se non folre tlata cerra la moTte dell' Jmperadnce Ermengar- da in queft' Anno, {ì farebbe dovuto crederla turravia vi vente nell' [\n- no fuddeuo. 1\1a e chi è qucLla Ermengarda Regina nell' Anno 8f6? Quanto più vi penCo, tanto mena so io trO\'arne como. So, che l' J m. perador Lodovico I I. verameme ebbe una Fjgliuoll di quetto nome, e ne parleremo anche and.U1do innanzi. Ma come dare il titolo di Re- tina ad una Principdlà nubile, qua)e elra era aHora? E poi come m.l.i una Principelra tale faceva ella de gli acquilti? e maffim:lmente fe que- fia folIe ttata Fig)iuo).l dell'lmptratirice .dngiJberga; perchè farebbe Uata di moho teneri1 età. Potrebbe nondimeno effere ftau di ltra Madre. 11 Sigonio, il Cardinal Baronio, il Padre Pagi., anzi la comune de gli Storici, feguitando in quefi' Anno Leone Olbenfe ("), fcrivono, che portatofi 1'lmpet"ad,r Lodovico If. a Benevento, cacciò da quella Cm4\ j Saraceni, pard il Oucato di Benevento fra S;cono/fv e Radelgifi, e ciò fatto, Ce ne tornò a Pavia. l\1a di fopra pare a me d' aver dimo- fhato, che non poffiamo in queß:o luogo fidarci della Cronologia d' effo Ofiienfe, e fembrar più probabile, anzi parer come cerro, che nell' Anno 748. accadelrc un tal fano. Era in queLb tcmpi th,mamente af- (d) Chrllnil.flitta la Francia da i CorCari N ormanni, cioè Settentrionali ( ). Una Fønt4nrll. parte d' effi tomò per la Senna a defolar qu<:' paefi [0 Itopo fii al Re opud DII- Carlo C4kvD, e laCciò daperrutto innumerabili fegni della Jor barbarie. /mnrll Un' altra pane con dugento cinquantadue legni miCe a facco di nuo'Wo R:;" Fr nt. nel .Regno dell' Imperador Lot/ario la Frifia e I' Jl nda. Gmnfcro di- Áuflor M;- poi fino a Gam, he dledero aIle fiamme. Amv:m al famofo Palaz. rAC. s. B/l- zo 1 mperiale di Aquisgrao:t, dopo averlofpogliato, l' incendiarono ::biI7t: anch' elro con tutti.i Mo ifkerj del c<:momo. l reCero Ie nobili, Città Seclll. 11. di TreNeri e Coloma; mlfcro a fit d. fp:tda chi non era fugglto de Brnrditlin. gli abitami; e aJ clre Cinà in fine attaccarono il fuoco. Non fi rac- coma, c l'Impc:rador Lott;ino ufdffe in campo contra di cofioro, e't Erc - nè che feguiffc akuna importante prodezza de' Crittiani. Circa queni c ;.N 9' I . meddimi tempi creèe Camillo Pellegrino, che s' abbia a menere la (f) .A.mny- mone di Sicon/Jlfò Principe di Salerno, narrata da Erchemperro (r), e mNS J,alrrn. dall' '\IMnimo Sal.:'rnitano (f). I)ubito io, .che nd precedeme, e tors' ;: 1 1 !om. anche prima monffc Siconolfo i rerciQcchè it fu. ue[to .\noÐimo .gJi :dil ..&11111 (2) Builor. c4(inrnf. T,m. 1/. (b) chrmic. CAfourirnf. P. II. T. 11. Ber. ItAlic. (c) L,o 0- ftirnftl I. I. CA'. 31. A toT N It L 1 t/ I T It L I A. 31 .Ann; diu; d alcuni ljilefi di Principato, e queí1:i convien dedl1rli dall' ER A V('JI111i. .Anno 8 9. Lalciò egli per SuccdTore Sicon fuo Figliuolo; m.l per ANNO 8s . drer qudti in tcnera età, nc diÒiarò Tmore ed Aio. un cerra Pi tro, che l' avcva tenoro al facro Fonte, con ehgere Ja IUI un forte glUra- memo di fedeltà. al Fibltuo-Io. P0ClJ fiene a tYJanear di vita dopo Si... conolfo anche Radelgift Principe di Benevento, in lu<)go del quale fuecedene Radelgar;o CUD Figltuolo, uomo per Pletà, per Valore, (a) .Antiq:4i- per altre doti alTai grato. al Popolo. N?i troviamo circa qUl",fii (emp ta . .ItalIC. i't\ugufto Lsdovico II. to PavIa, appltcato ad afcoltare I neorh de DiJ] I. 31. Popoli, e a rendere giuftizia a tutti, ciò appar-endo da un Documcnta pal. 95 1 . da me prodono altrove (a). Anno di C R 1ST 0 DCCCLI I. IndizÍone xv.. di LEO N E IV. Papa 6. di LOT T A F.. 10 Itnperädore 33. 3 0 . e 13. di L 0 D 0 V I colI.. Imperadore 4. e 3., T A Ie e tanta fu I" affil1:enza e premura del fommo Ponl jice Leo- ne per la fabbriGa della già iJ a(a ed incominciata Cinà. inrorno :Ilia afilica Vaticana, e i qu fl A ".no e/Ta ,vide f li.c meJ1(e (b) .Anaftaf. omptUta (b). Scdfe eglt II dl 2.8. dl GlUgno, cloe la Vlglha della Bibliothtc. Felb dc' Santi Apolloli Pietro e Paolo per benedirla: il che fu fatto in. vita Ltø- con incrt:dibil lerizia di tuno il Pöpolo Romano, e coll'intervento nlS IV. èi tutti i VeCcovi c Sacerdoti, con una divota Procetlìone d' e/To Papa e Ckro, che a pie' nudi, e colla cenere Cui capo, fecero il giro delle mura, ed implorarono I'aiuro e la prorezione di Oio fopra la nuova Cinà. Ad r:/Ta fu pofio il nome di Città L o"ina; e it Papa in tal occahone fece de i magnifici regali al Clerc, alia Nobiltà Romana, e a varie alrre perrone. N è qui Ii fermò l'infigne vigilanza di quef1:o Pontefice. Andava egli turto dì pc:'nfando, come fi potc/Te rimettere ;n buono fl:ato la difabitata Cinà di Porro, per afficurarh da i tenta- tivi de' Saraceni, che erano ill quelti tempi il terrore del Litorate Me- diterraneo de' Crif1:iani in ltalia, ficcome i Normanni erano per la Francia . VoIle Dio, che circa quefii tempi capita/Tero aRoma, per hic::dere a luifoccorfo, alcune migliaia di Codi fuggiti dal loro paefe per paura de' Cuddetti Mari '. Gji accolCe con amore di Padre il huon Papa, alcoltà con tenerezza tutti i loro afEmni, e ad effi in f1ne efibl il foggiorno nella fuddetta Cinà, e tcrre, e prati, e vigne per Ie loro Famlglie, che erano della Camera Ponrificia, e de i Monafierj, c d" alrre perCone, purchè promenefI"ero d' efI"ere Fedeli a lui, e a i Sue- ceffori Pontefici in avvenire. PromiCe quella genre non folam('nte la dovut:l fedeltà, rna- eziandio di vivere ft:mpre e morire in quel Luo- go j c pero il Pontefice a titolo di limofina in benefizio delle .Aninu degf Im- 32 ANN A LID' I TAL I A. }<: A Volg. lfgJ' /mperadori Lottat'io e Lodo'Vicø, c della Cua propria, am gnò loro Mp;o 85 1 . queUe abitazioni, e ne {pC'dì 1.1 Bolla con dichiararc, che qucl dona durcrebbe, finch'tift Codì folTero tèddi cd ubbidlcnti a i Papi 'e al Popolo Romano. Trovavaofi p rimc;nte diroccate Ie mura e pone d' ürta e d' Ameria, cioè aperto il campo a i ladri ed affdffini di dan- neggiar gli abitawri di queUe Città. Accorfe ai bifògno loro la mu- nificenza dell' ottimo Pontchce; nè pafsò molto, che di nuove mura e porte avendole cinte, Ie afficurò da i pericoli ne'tempi avvenire. {a) ..t,,,,.l,, In queLl' Anno ci ailicurano gli Annali di San Benino (a), che I'Im- "Erlln.c r.. perador Lodo'Vico II. it quale fi truova a in Mamova riel dì J71JI. Kat. ßertlnll"". II A' ' "î. I d r. D " I ( " ) fi ' b (b) ..4nt;qu. J.Y.Lartlas, come rhU ta, a un aUO Ip oma r, " I p T[? c.on u a uona Italic. D;f- Armata nel Ou ato dl Benevento, ed aff'edlo la Cltta dl B:m, tempo f,rt. ::'9. fa occupata, come di Copra dicemmo, e fignoreggi.lta da i Saraceni, jal. 867. da dove poi facevano fpetTe (correrie a dann('ggiare i circonvicini paefi . A vevano già Ie Cue macchine dopo moho tempo e fatiche apena la breccia, ed egii era rifoluro di paff'are aU' affa)to con turta apparenza di potervi entrar colla forza: quando alcuni fuoi poco fø.ggi Con(i glieri il fcccro defillere eol prerel1:o, che moIro teforo era 1ß quella raunato, e [U[[O fi perJerebbe, fe la Città rellava prda per aflàlto, e chc: era meglio guadagnarla per capitolazione. Ma i Mori nella notte feguente feprero cosi ben prot1ttare del tempo loro lafciato, che chiu- fero la breccia con una forte travata, di modo che nel dì feguentc fi rifero dc:lla bravura 0 fia della femplicità de gli a{fedianti. E I' Au- gu(to Lodavico -non volendo m ggiormente confumar la fua Armata intomo a sì forte Città, fe ne tornò con poca gloria in Lombardia. ) Euhe",- Erchemperto (,) anch' egli fa menzione di quefio fano con dire, che "rtMs Rift. j Sar ceni chiama i da lui .Agareni, ed Ifmaeliti da altri, abltanti in "'I. 10. Bari, non cc:ifavano di fare fcorrerie per tutta la Puglia e Calabria, c di mcttere a poco a poco tutto il Ducato di Benevento non men che quello di Salerno ,a -facco. Spronati da tame miCerie ßaJlåcio .db- ;ate di Monte Cafinø") e Jacopo ilbbate di S n V incenzo di V olcurno, andarono a trovare 1'lmpcrador Lodovico J I. ed eccitara in lui la compaffione, il tratrero di nuovo aU'af1edio di Bari. Ma da'Capuani, che doveano concorrere a quell'imprda, egli fi trovò burlato. N iun d' effi vi comparve. Solameme 'v. inviarono .1 10TO VefcovÐ Land,/f, a fargli de' complimenti . Stomacato l' 1m peradore della lor doppit:zza, e veggendo di perdere il tempo intorno a qudla Circi, riconduffe J' e- fercito fuo a caCa, (*) ,onctffi Prinâpatu Sa/en-.ilan, ddelfJario fortiflimo & illtlftri 'Viro, & SicoNolfi Filirme exu/em fuit. Oi ci ò parleremo all' Anno tèguente, in cui probabllmente quello fa[[o accadde. Da .gli Ani del Conciho Romano tenmo n 1l' A.nno fegucnte apparifce, che Papa LeDne s' era fermaco per qualchc giorno in RaveRna inGeme coll'lm- pera- e *) concedutt1 il Principato di SAlerno II. .ddfflla1 ill oomo fortijftmo td il- IIlßre, Jiliat(J iJ fig/zo di SÜoHolf9 . ANN A LID' I TAL I A. 33 p rador Lodo'Vico per trattarc di varj affari. Si puo credere, che ciò Ell A Volg; avveni{fe nel fuo ritorno dall' aiTedio di B.ui. ANNO sn. Anno di C R 1ST 0 DCCCLI I 1. Indizione Ie di LEO E IV. Papa 7. di LOT TAR I 0 Imperadore 34- 3 I. e 14. di L 0 D 0 V Ie 0 II. Imperadore }". e 4. D " gli .Þ\nnali di San Bertino (oS) imr riamo, che in quefii tempi (it) .AmlnIes inforfe non poco di amarczza rra Allcl le Imperador dc' Greci, e Fr.".c r. 0 Lodo'Vico 11. I"'pe,-ador d' Occidente, perchè queUi avea conu"ani gli :ßtrtINIQlfI. Sponlåli con una Figliuola del Greco AU5ufio, e fi andavano diffe- rcndo Ie N ozze. Gt"æci ,ontra Ludov'Vicum fiiium Lotharii Regem cotlci- tantut O propter FilianJ Imper toris Conflanti1J'polittini ab eo de/þonfatam, ,fed ad ejus nuptias mire differentem. Ma a queUo raccomo krubra op- porij una Carra di Lodovlco neHo I mperadore, da me accennata di fnpra all' Anno 8fo. Per attefiato d' eHå in quell' Anno cHo AuguUo pare che prendefiè per Moglie An!,iiberga, che veramcme fu Impera- drice: come dunque nell' Anno prdeme íì lagn:lVano i Grcci, perch' egli non concluèdfe Ie N ozze collil lor PrincipeiTa, con cui già er.l.I1o {cguin gli Sponrali? Alrro non faprei dirc, fe non che nell' Anno 8 roo feguiOcro foJamenre gli Sponfali con Angelberga, e che prima di cf- fenuarne il Matrimonio, venillè in campo II trattato con Ufla Figliuoia del Greco Al1gufio 0 0 pure che tardafiero i Grcci a faperc II I\Ja- trimonio feguito d' ciTo Imperador Lodovico, benchè per via di \' e- t1ezia avel1èro facile il commercio coU' Italia; e chc faputolo in fine, fe ne rifentiiTero verfo quefti medefimi tempi. A bbiamo poi da i fo- pradetri Annali, che i Romani veggendofi malmenati da i I\lori, 0 fia da i Saraceni, e che Lottario .duguflo, dimen;:ico de i doveri di un buon Padrone, niuna cura fi prendeva della lor dif-efa, invi.uono :11 medefimg delle doglianze. Ma Lottario vlVeva anche dimemico di Dio, dato unicarnente alia caccia e a i piaccri. Dopo la mane dell' Impet'adric-e llcrmengatOda fua Moglie avcvol egli prefo al ruo fervigi(} due Contadinelle, Serve 0 fia Schiave fUi:, una aoche ddle <]uali gli parton un Figliuolo appellato Carl m!l1Jno. E imamo i Normanni già avvezzati a tàre ogni aano vifi[:1 alia Francia, anche ne1 prdlme occu- parono e fþogliarooo la Citrà di Names, con uccldere il V dcovo, e mold del Clero e Popolo. Prcfero parimenrc 1" CÏttà di Tours, e la diedero aile f.amme. LafÒo andare il reUn della lor cruJeltà. Tenne in queJl' Anno 10 elanriaimo Papa Leone Ir. in Roma, correndo il Mere dl Dicembre, un Concilio (ø) dl IdTanta tcue V efcovi, in cui furono pubblicati (b) r...,nr quarantadue Canoni fpcttanri :ilia Difciplina Eccleftafiica. In ctJi-) Con- oncII ;il cilio fu depono Anajfaß8 PtOete Cardiiiale del Titolo di San Marcello, om. . diverfo da Anafiaho Bibliotccario, pcrchèpcr cinque anni era flata Ademario. Da Ii pofcia a poco tempo .Pietro, affiflchè Ade- mario re tbffe foto Cui trono, in6nuò all'innoct:'nte Sicone., che era be- ne per lui .. andadi a fermarc per qU11che tempo nella Corte dell' Im- perador Lodoyico II. a moti\'o d'imp:1rar h gemilczza e 1a Polirica in qudla bnona Seuota. Ubbidi il nobil Garzone, e fu con cutta be- nignilà aecolro d... dTo Augufio, nella cui Corte: fi fermò poi per at- ']uolmi anni. Par ben quefio più veri6mile, che il racconto di Erchem- perto, da cui di fopra intendemmo, che LodoJJ.ico I m.peradore conce- deue il Principato di Salerno ad Ademario forte cd illllJlrc perftnaggio, c mtliJdò in cþlio il Figliuolo Ji Sìcont;lfo. Seguita poi a dire 11 fuddc(- to Anonimo, che crefciuto in et-à Sicone, I' Augufio Lodovico il fecc Cavaliere, c con onore il rimandò at fuo Principato di Salerno. Giun- to egJi a Capua, quivi fi fermò, e guadagnoffi I' amore d' ognuno, ma fpezia1mente di Landqn Conte, 0 61 Principe di quel1a Ciuå, c d. Lllndolfø V (fcovo di lui Fratfilllo, pcrchc: era Glovinetto di bello af- petto, d' aha ftatura, e di tal robu{}ezza, che giuava la (arga, 0 úa 10 fcudo (fe pure non è fcorretta qucl1a parola) fin Copra I' Aofitc:a- tro di Capua, ch' era anora in piedi, edificio di mirabil alu:zza e di non ANN A LID' I TAL I A. 3 ) t10n minor bellezza, del quale ne gli Anni addietro eruditamcntc fece R.. A Volg. un Tractato il Canonico Simmaco Mazocchi. Stavano ,"oll' occhio a- ANt;o !!n. peno Pietro, & Ade Ario, oITervando gli nd m_emi del gi,?vane Jor Collega Sicønø, ne pmcenJo Joro tama lua Inmnlcehezza co I Capua- ni, fpt.dirono coJà geme Cpena neJle iniquità, chc fegretamente gli diedero d bere, e il mandarono al Mondo di 1:1. Da un Placito (01) (a) ChrDni,. tcnmo nd territorio di Balva, 0 Valva, it[à al!ora del. Duca o di I n;Zfi. Spoleti, confinanre a Sulrnona, fi rac(j;oglte, che In quc{h tcmpl era Rtr, Italic. Duca di Spolet; Guido, del quale già parlammo all' anno 8H. Per ordi- ne dell'Irnperador Lodovico, e d' eWo Guido, tcnuto fu que! Giudi- zio, e v'interyenne anche Arnolfo VifcOVJJ di Balva-. Anno di C R 1ST 0 DCCCLIV. Indizione I I. di LEONE IV. Papa 8. di LOT TAR I a 1m peradore 3 5. 3 2.. e I 5. di L 0 D 0 V I coIl. Imperadore 6. e 5. C Orrevano già quaram' Anni, c'he la Cinà di Centocelle colle mu- ra per terra, e da gli abitami fuggiti per .tirnore de' Saraceni ab- b,mdonata, era divenura un defeno (b). I fuoi Cittadini a guiCa di fierc (b) Á 1/6(. ahiravano per gli boCchi e monti, e nè pur ivi fi tcneano fÌcuri. Pen- Bibliø'/i,:c, . fava turto dì il vigilantiffimo Papa Leone alIa maniera di (ovvenir alle in Leon. IV. rniferie e al bifogno di qudti fuoi Suddiri. ICpirato da Dio fece cer- care un fito proprio per fnndarvi una nuova Cmà, dove folTe abbon- danza d' aeque e comodo per mulini. Si ritrovò quello dodici miglia lungi dalla uddctta CJttà di Cenrocdlc, c però quivi con tuuo vi- gore fu dato principio alia fabbriea delle mura, delle Porte, Chiefc, e cafe, e eompiuto il lavoro vi fi portò il Papa a vi fitarlo e bene- dido" con .ordinare, che tal Città portalTc da 1ì innanÚ il nome di Leopoli. D elTaoggidì forCe non refia vefiigiQ. E pereiocchè quegli abitami col tempo dovettero tornare alia Cl[tà vecchia di Centocdle, però giulramenre fi pu c l g,hic[[ur re, che, i nome di Centocelle fi mmâÍ1e nel modernQ dl CtvzlJI Yecchul. Refto In quell' Anno alquanto turb:lta la buona armonia fra Lottariø lmper.adt;re, e il Re Lcdovico fuo Fratello Cc). U oa parte del Popolo d' "Aqultania, disgufiata del Re Carlo ( ).if It Calvo, mandò ad efibirfi pronta a .ricevere per luo R.e Lødovico Fi- :ra",::.a s gliuolo d'dfo Lodovicø Re -del/a -Cerm.nia. Non laICiò I ingorda arn- .Btrt;.i4.i. b1Z.ionceadere per terra cotal.offerra. Ando .c:tlò giovane Lodovieo, c: fu acccttato da qudla filÚ"nc. MiCe qudia novità a parriro il cervel- 10 del Re Carlo; e però fi flrinle in Lega parricolarc coll'lmpem- dor Louario, al quale nè pur piacea, che il Fratello Lodovico vo- kITe accreCecre la Cua potenz.a collo fpoglio de gli alrri Fratdli. PaCsò iJ. Re Carlo in Aq\Jitania coIl' c[ercl,o luo, ma non altro feee, chc E z. met- (b) r,btm- pert us Rifl. c.p. 10. 3 6 ANN A LID' I TAL I A. E 1\." Votg. rncuere a Fuoco pane dd pade. EíT"endovi nondimeno ritorn:tto con ANNO 8H. Plù forze (a), C Ccorgendo il giovanc Lodovico, che non mancavano :4:;; 41's !lclì' Aquirania vcirj Popoli c:om arj a i di .I l dltègn , abbandonò quell' Fl4ldenfts. Impref.l, e to\"OoíT"ene a caf:t. F.. [al1[o. plU, perche Plppi o Figlluolo. del già Re P;ppino, [cdpparo dal MOOlltcro, dove flava rinchiuCo, fu ben accolro d,llId nuggh)r part de gli Aqui[ani. Per cagiQne di rali . tu b,,}:nze Ce 5 uI n Il' \nno pretence un :tbboccamemo fra i due Fra- telli Lot/ario I,npcmdore, e Lad()vÙb Re Ji Germanla. Sulle prime paf- f.'1r,'!1o fra 101'0 delle parole calde; ma in fine fì rappezzò 1:1 buona a- miciLla: del ch prde molta gcbfia e Cofreno il & Car/tl CalvQ. In quell' .-\n,lO, Cecondo i .conti di Camillo Pellegrino, rerminò il corio dl tin viu R,u/elgario Principe di Bcneveml>. Ma forCe all' Anno pre- cedente fi dee rifair la fu I mane (b). Ebbe per Succeßore .dJe/chi, o tit Adelgifo CUD Frarello, uomo di cotlumi dolei e manCueti, e sì cortdè, che non v' era perfon.!, che non I' am3.íT"c. Comunociò a ca- gion dc' Saraceni, e d<:IlA divilion del Duc:\[O, ogni dì più andavano peggiorando gli a ff.l ri in quelle comrade. N è Ii dee rralafciare, che in qudli tempi, per quanto eruditameme oíT"ervò il Padre Mabillo- ne (c), fioriva in Roma Gio'Vanni Diacono della (una Chiefa Rom:ma Auror della Vira di San Gregorio Magno, e d' alrrc Opere, delle C1uali fa mcnzione la Storia Letterari<1. fh un Placito, che lì legge nella Crnnica del Monil1ero di V oleuroo Cd), fi raccoglie, che in que- fii tempi era ruuavia Duea di Spoleti Guido, di cui fu f:ma nu:nzio- ne nell' .-\nnn antecedente. In quell' ..\nno noi troviamo Lodovico II. Augulto in BreCcia nel dì 13. dl Giugno, dove con Cuo Diploma con- fermo i bem della Chiefa di Novara a Dodone V efcovo. In eíT"o egli s'inmola h.perad()rl .dugujlo, I Fig/hlolo de'" Ùn'Í/tjijÙno Signor LotJmi.. lmpertldore . ( () .Afa6ill. in .Annal. l!tnediflin. J. H. t.71. (,1) Chronic. Yulturntnf. P. II. T. 1. Ner. Italic. Anno di C R 1ST 0 DCCCLV. Indizione I I I. di BEN E D iT TO Ill. Papa 1. di LODOVICO II. Imperadore 7.6. e I. A Vvenne in qucfi' Anno in Rorna un accidente fafiidiofo, di cui (e) AlIllfJaf. ci ha informati il Colo Anaß:afio Blbhot c3.rio (C'). Daniello Mae- ibli thu. ítro de' Miliri, 0 fia uno de' Generali ddle Milizle, andò a trovare il L,o- J'lmperador L(Jdovico, e gli rivelò., che Graziano Superilla della Citeà . di Roma, creduto da cßo Augufio uomo fedele nel dl lui fcrvigio, nella propria cafa d' eiTo Daniello, avca detto a Iui folo: Che i Frnn- c/J; (0 fia P,'anzefi) niun bcne faceano, niun a;uto davano a/ Popo/. Ro- mano (maltrJttato 0 minacciato tu[[o dì da i SJraceni) che tir1ttofl' colla f()YZCI If} fpogliavano delii' foro flJltmze. Perchè non chiamiamo piut- toJlo i Grcci, trattando con effo foro un accordo di pace, 'Ion ci levialJlo tii lotto ./ Rr. nQ e aI/a Signoria de' Franchi.. e del/a fUtl gente? are non e,dvICðmlls Græcos, cum eis fædllS c PJponentes, & Francorllm R7pn & gen- ANN A LID' I r A L I A. 37 & genlem de noßro Regno & Dominatio;te non expe/li?'l! s? Di plU non ER A Volg. occorlè, perchè l' Augullo LoJovlco a d..ffe neUe tune, c fenza per- ANNO 855. dere tempo s'incarnmmaíTc all.! volta dl Rama cC!n de le foldatefche, come fi può credere, ma fenza far procederc, glUlb II c?_tl me, Ie leuere d' avviCo a1 Papa, e al Senato Rom.lI1o. Conrmt.oclO II bU0l1 Papa Leone IV. il ricevette co i follri onori fopra Ie fcalmate dc:lJa Balìlica di San Pietro; e udite Ie ruc qucrele, cerGò di placarlo coile più dolci parole, che feppe adoperare. In uno dc' giorni apprefT'o 10 fteßo Irnperadore, allifo col Ponrefice e con tuui j Barom Romani e Franzefi, tenne un folenne Giudizio nelJa Sala già fabbncata da Papa Leone III. Q1ivi Daniello pubblicamente diß'e: Ifie Gratianus habuit mecum confilium, hane Romanam. terram de 'Veftra tol/ere POle {late , & Griecis tradere ilJam. AHora. non (òlamenrc Graziano, ma i Nobill Ro- mani tutti, alzatifi in piedi, davanti all' Imperadore gridarono, che cofiui memiva, e non cßere vero in canto alcuno ciò, ch' egli dice- va. Mancavano a Daniello i Tellimonj per provare l' accuCa; e però come calunniarore Cccondo Ie Leggi Romane fu giudicato rep, ed egli fleß'o cODfefsò il f llo; do po di che fu dato in mano a Graziano, ac- ciocchè ne facefT'c quel chc gli parea. Ma avwdolo poi l'lrnper.ldo- re chiefio in grazia, ed effcndofene contemaro Graziano, coflui re- fiò liberato dal pcricolo ddla marte. Se ne tornò a Pavia l'Impera- dore, e tal fine ebhe un sì delicaro affare, dal quale, ficcome avver- tirono il Padre Pagi, e l' Eccardo, chiaramenre Iì deduce la Sovrani- tà de gl'Imperadori di que' tempi in Roma Hdf.'1, e nd Cuo Ducato. Poco (teue dipoi il fommo- Pontefice Leone If? ad effcre chiamato da Dlo al premio delle f.niche da lui fofienme in un sì affannofo Ponti. ticato. Accadde Ii! mone fua nel di 17. di Luglio; ma dura e durerà la memoria dJ que1to Papa, inlìgne rer [antc Opere della fua pia munificenza, defcritte lungamenre da Anall.1.fio, 0 Ga daIl' Amore della fua Vita, ma pit! per la tami[à del vivcr Cuo, per cui meritò d' eßère regifiraro nel catalogo dc:' Santi. A quefio buon Pontdice (più toO:o che a Papa Leone Terzo) credono gli Eruditi, che s' abbiano a ri ferir due fquarci di Letlere, fcriue {ccondo Graziano, (a) a Lottario (a) G,ati. e Lodo'i}ieo lmperadori, nel-primo dc' quail fon Ie feguemi parole: De c.9.Dift. I:: Capitu/is 'Vel Præceptu Imperialzbus 'Veflris 'Veflrorumque Prædecejjòrum ir- U c. 1,.1.1. ,.efragabiiiter cuflodieJJdzs {3 conftr'Vandis, quarJtum 'Va/uimus & 'Va/emus, qu. 7. Chrijlo pY()pitio, & nune {3 in lC'Vum nos eorifèr'Vaturos, modis omnibus profitemur. Et fi jortaJ1e fjuilibet alter 'Vobis dixerit, 'Vel diélurus eft ,ftia. tis, eum pro certo mendacem. Nel fecondo {ì leggono quell' altre: Nos fi ineompettnter aliquid egimuJ-, & fubditis jußæ Legis tramitem non con. fer'Va'Vimus, 'Veflro, ac A1ijjò1 um 'Veflrorum cunfla 'Vol mus emendare ju- tlicio. Inde Magnitudinis 'Veftr.æ mag1lOpere Clementiam imploramus, ut la- les ad hiee, qUÆ diximus, per1.uÚ-enda Mijfos in his partibus di1-igaiis, qui })eum per orJ1llia 1Ïmeant, {3. cunéla (quemadmlldum fi 'Veftra præjèns fui.f fet Imperialis gloria) diligenter e:lÇfjuÍ1ant. Et non tantum hæc Jòla, quit! fuperius diximlls, tjulCrim.us, ul exa.muJ!im exagitent, fed þ-ve minora, ji'Vfl. ctiam 38 ANN A LID' I TAL I A. J!.. A Vol . Itiam m jo"" illis fint, de Nobis ind cllta nego1ÍIJ" i a ortlm cunEfa lctJti- ANNG 8H. mo tertRmcntur EXallJl,1e, qU,jlem s I,J pllflet'um mhzJ fit, fjJlod ex eis in. . difcuj]ùm 'Vet indejinitum rcmaneat. PaíIì t.1li fuvono anch' effi per f"rci fern pre PIÙ intenJcre il fiilema del Govcrno temporale d' aHora in Roma. 'Poco fi tardò dopo Ia mone del fanto Pomefiec Leone a venire all'rlezion del SuceetTore; e qudh fu Benedetto Ill. Cardinale dd Titolo di San Calillo. Non .già la Papdfa Giovanm, come una volta fu credmo, aHÐrchè per I'ignoranza de' Popoh fi poteano fpaccill. reo, ed er.ano buonameme ncevute anehe Ie più fpallare Favole . Tale in fani è ancor qudla, nata Colameme nel Secolo Decimo- terzo, ma oggidì talmeme cOl!futata, e riconoi"ciuta fin da i nemici della Rcligìon Cauolica, chc h ren erebbe ridicolo, chi afiùme{fe di piw (otl:c:nerla, 0 di magglOrmente Jcredltarla ed abbatterla. Ma I' ai:' funzione d' efio Papa Benedetto non pafsò fenza contrafio. Eravi una fazion eontraria di Romani, che fegretameme teueva per Anaßa.fto Prete Cardinak., già ièomunieato, e .dc:potlo nel Concilio Romano, & ado- però quame cabb.\k potè per lunalzarlo in que(la eongiuntura. Rae- coma Anafiatio, che elctto Papa Benedetto: Cicrus & cuné1; Procerf:S Decretum C()mpønentes propriis nJan;bus roboravcrunt, f.J ut Confuetud, Prifl. pofcit, Ùwiflijjimis Lotbariø ac Ludo'!Jico defljnavcrullt .duguflis: ii ehe ci fa fempre PIÙ intcndcre, che era antico J1 CoLlumc:, e tuuavia fi o{fervava di non coniecrare il P p eleuo, iè non dappoichè infor. matone I'lmperadore prdlava.1' afien10 Cuo. L' inearico dl portar que- fio Decreta alia Cone Impe I le u dato a Nicco/ Pcfcow di Anagni, e a A1ercurio Mae tho de' Mllltl, ,cloè Generale dell' Armi, i quali ar- Fivati a Gubbio trovarono _il V ef ovo di quc:lla Cinà .drjen;tJ, che Ii guad gnò in favore del.lo lcomumcato 'Anoltlafio. ,Pervenut! alla Cone .Ji Lodovico Augutlo, to vece dl promuovere gl' mterdIì dl Benedetto Eletto, iì ffudiarono dl guadagn r la prote2lon dl Iui, per mettere dIe Anattafio nella Cattedra dl San Pietro., con rapprefemargli pro. babilmcme., che la f guita .Elczione era !lara 0 Simoniaca 0 Violen- ta, contuctl).chè il vero ,foßc:., che Benedetto avea fana gran ripugnan- za ad .accettare 11 pefo del Ponuficato. Sped. I' ,Imperadore i fuoi MdIì, i quali non sì tott fu on glumi alia <::iuà d" r a, che videm yen!, varj Nobili de' pnmar] dl Kuma, t m famon d Anafiafio; PO(.:11 in vicin:mza di Rom:.!. con lora fi umrano Radoa/do Pefa/'l:tJ dl Porro, .ed Agar,n, Pefto o i Todi: I,manto l' Elc to Papa B e.deHo i \';ò incomro a i Mmllhl Impcnah due Vefcovl, ma que1h contra I m.. tenzione dell' I mperadore .furono ritcnuti -' e confegnati aile guardie. Nel gitJrno feguente andò ordine per pane d'effi Minifiri a tutto il Clero Senato, e Po polo Romano di venir lora incontro fino a Ponte Molle: .per imendere i eomandamenti dell'lmperadore. CCJsi fecrr0 9 fenza f"pere" the .inganno fofT'e prep r to. Con quefio fo nne aeca - p:tgnamemo I' aceecato .dalla, fl!ol amblzlone Anafl:afio enuo nella BJ.ti- tic", V aticdna, porcia. occupo 11 Pala:z.:z.o I atcrallenfe! c fatto f poghu Iknc- ANN A L I I)' I T ^ L I A. 39 Benedetto de gli abiti Pomificali, con ifirapazzi non pochi it fece ri- Ell & "'olg. tener fotto buona guardia, AlJora furono incredih;Ji gli urli e i pianri AtI,,"o .85S'. del Clero e Popolo, il qualc nel giornJ apprdTo fi ríunò nella ChieíiL di Santa Emiliana, dove fi portarono aoche i Miniftri Imperiali con grande alterigia, accornpagnati da una copiofaft-oua d' arrnati, fperan- do pure e proccurando d' indurli ad eleggere il fuddetto rniferabil An - .ftaGo. Ma fi trovò ne' Vefcovi fpczialmente, e poi nel refto del Cle ro e Popolo tal coftanz:l in 'Iud giorno e nel [egueme, gridando tUtti di voler Benedetto, e d' effere pronti più tofto a monre, cbe ad ac- cettare l'indegno perfonaggio loro propofto: che gli U6ziali dell'lm- peradore convennero nellorofenttmento, e (1tto cacciar fuori del Pa- lazzo Anattafio fuddetto, rimifero .in liberrà Benedetto. Dopo tre gior- ni di digiuno fu folennementc confermat-a l' elezion d' efTo Benedetto, ed egli Illl1èguentemcme nel dì 2.4. di Settemhre confecrato, diedc l' affoluzione a chiunque pentito la, dimandò, fuorchè al V cfcovo di Porto. Net quarto dì di Febbraio dell' Anno pre(ente fu celebrate> tl'l Pavia un Concilio (a) tli rno1ti V e(covì, prefidcnti del qU:l1e furonø (a) Lilb/" Ãngilberto Arcivefcovo di Milano, Andrea Patriarca d' /lquileia (quan- Concilior. do non fì ammetra un Andrea ll. fra que' Patriarchi, quefio nome 6, T,m. 1'111., dee credere pofio in vece di leutimaro; 0 pure quel Concilio app3T- tiene ad altro Anno) e Giufèppe Vefcovo d'l \'Tea, Arcicapellano dcJla Corte Cefarea. Truovanfi in dfo rubblicati aICuni bei regolamenti per Ja Difciplina Eccldiilflica. Ed 'altri .in fine fie a-ggiuofe I' Augutl:o Lo-' dovico, fpetrami al buon Governo Civile, da me (b). dati alii luce (b) Rm 1'1I fra Ie Leggi Longobardidie. Trucrvafi dipoi clTo JmperadoJle da Ii ltllIÙ. P. Jl. G quanro giorm in !\.lamova, da che fi I gge un rlF Diploma (,) dato Tom. 1. i quella Citt 171. Jdus Februarii dell' Anno pr frnte. in fa.v re di Ro. ;f.do;.angø- Ylgo J7e{covo dl .Pa ,oYa. Q t'fio poi !u . Anno In C I I:()ttarJo 4 u g u flo (.c) .Antiqu;- fuo P:odr= COrn1l1ClO a fenflr fopra dl se la mana dl Ole, e a Icono- tll . ItlllÙ. {cere,. cne era O)ortale. ALTali'o da una}en malatria, cercò II1darno Diffm. 19. Medici, che fapelTcro I' arte di guarirto, Un tale avvifo fervÌ di fpro- PlIg. H. ne 81 fuddetto Imperador Lodivico per defiderare un abboccamento con Loáovico Re di Germani.. fuo Zio, a fine d'averlo favorevole, ogni qual volta mancf\ffc di vita fuo Padre. Sec()ndo Ie notizie reCate da, Gian,-Gi,orgio .Ec<:ar o ), feguì il loro congrefio in Trento: hi (d) E".rd. tratto dl moltl affan utIli aHa Cri tl:ianità, cd - amendue 6 partlrono dl R.,r. Fra1t- là in buona concordia. Crefcendo intanto ogni di plÙ' l' infÙmltà dell' m/Jr. I. 3 0 . Imperadore Lottario,. ed ac<:ortofi egli di camminare a gran paffi verfo il fepolcro, feriamente pcnsò a prendere congedo dal. Mondo, e in- fie'!1e a profinar di <1ueflo poco tempo' per far peniteJ1za de' molti fuol e,cceffi, c poter comparire in mOTte diverfo da queUo, che era (e).A l ftato to vita ( ). Convocata una Dicta de" fuoi Baroni, divife i Regni Fran':r A Lr fra i tre fuoi Figliuoli legittimi. A l.oáovico II. già dichiarato I mpe- M,tM[e'. radore confermò il dominio dell' lulia. A Lottal"io fuo fecondogenlto E"he - )afciò Ia Francia di rnczzQ, cioè il Regno fituato fra il Reno c la ;'10- !,;:,u 9 iJi... la, "0 ANN A LID' I T ^ L I ^. J!P.A vol8. fa, di cui s"è parlato all' Anno 84 . D l nome di queílo giovane Re ANNO 855' corninciò poi quell' ampio trauo JI pack ad appellarli L tla,'ingia, che noi ora diciamo Lu,'ena, (e non che la moderna Lorena è una pane piccioliflima dell' antica. A Carlo fuo terzogenito lafciò il Regno dcUa Provt:nza. Qudii da Erchemperto vien chlamato Car/eItB. Oopo di l da gran tempo buona armonia e unità di dotuilla fra la fanra Sede Romana, e i Patriarchi d' Oriente, (b) ed allora fpeziJ.lmen- (b) Nicetas le fedeva nella Cattt:dra di Collanrinopoli Ignazio perfonaggÎi.> dl lama iJJ Vlt. s. vim. Perchè qudlo zeJamií1ìmo, Pallore non volle condllccnd re ad /gIl4111. alcune empic dimande ddl' Impcrador Michele, fu depofto; e Fozio, uomo Laico di gran fapere, ma di maggiore amblZione, e ml....bilc imbroglione di quefii tempi, de avea foffiato fegrctamente 111 quel fuoco, fepre eosl bene adoperarfi, che venne ad occupare la Sedla Patriarcale, toha al vero l)afiore. Di quì ebbe principio 10 Scifma dc' Greci, che cefso bene da lì a qualche tempo, ma non ne feccaro- no mai le radlci, Ie quali riforfero poi pill vigorofe che mai ne1 Se- eolo Undeclmo, e durano [Uttavia con lagrimt'vol fcparazione de i Greci dalla Chicfa Romana Madha di wac l' aitre. Non íì può di- re, quame cure coftafTe, quami affanni a i Papi fuífeguenti una tal mu- tazione di cofe nella Real Cinà e Chief a dl Collaminopoh. N e ac- eenneremo qualche altra notlzia andando innanzi, con rifèrbarne i1 di- flelo racconto a chi vorrà confultar fopra cio la Storia Eccleíìa{bca. Nell' anno prefente ancora, fecondo gli Annali dl San Bertino, I' Im- pe1ador Lodo'Vico fcce un abboccamemo con Lodovico Rc de/ia Germ - .ia luo ZIO, e fra di 101'0 fu conchaufo 0 conferm.1to un tratt3.to di Lcga. i\ quell' anno nferifcc 11 Padre Mabillone (c) un avveOlmento ((') l.!ahill. prdo dall' It...lia tàcra deli' UghellJ Cd), cioè la fabbrica del Momllero A ntH:. Be- d! an ß.lrtolomeo di Ferrara, e la prefa e ditlruziol1 dl Com.1cchlo ne.f,fl. ad f [[a, dail' armi dc' Venczlani,. irritati, perchè. ftfari o Co;zte dl qudla 'Jüg ) lt ma ave(fe earccrato Badoano N Ipote dl GZOVIlJJ1U Do. 5 e dl Vene- Ital. :, Icr. zu, n.:U' and are eh' egii faceva aRoma, e daragh ancn' una ferira, !om. .11. per CUI Ii mori. Ma qucl raccomo è fpore.no da non poche f.!Vole j '; F pl. o F z. c l' af- e,'rùnwJ' 4 ANN A LID' I TAL I A. EllA VoIg.e I'affare di Marino Conte, 6ccome vedrcmo, accaddc circa I'anno ANNO 8!7. 8SI. Intanro i Normanni fhgellavano a più non pof1i} la Francia, con aver portara la dd )ldzione fino alia Ue{fa Cinà di Pangi, e a que lie di Tours, Blois, Romo, Beauvais, ed altre. E che pane d' em aoc,)- ra glu1;nel1e per mare a danncggiar l' lcalia, íi raecoglie dall.1 Swria della Traslazione di San Filiberto Abbate, data alia luee da dfo Pa- (a) Ma ill. dre M.lbillone (a? Le Traslazioni appunto de i Carpi dt:' Santi in S;: :'1i;;;. quefii tempi fegU1 OI.v no ad eíT re frequenri i ranc.ïa e in G.erma: Pal't. 1. . ma, cercando tutti dl mecrcre 111 Calvo Ie RehqUie de loro Santi, e dl fourarle alia r:!bbia de' N ormanni, tutti allora genre Pagana, e nemica del nome Crifiiano. Anno di C R 1ST 0 DCCCLVr I I. Indizione VI. di N ICe 0 L Ò Papa I. di L 0 D 0 V I colI. Imperadore ro. 9. 4- G Il1nfe in quefi.' Anno al fine di fua vita il buon Pontefice Bene- detto '/11. e fecundo i conti del Padre Pagi, fuccedette la mone (-b) 1JIJj1af. fua nel dì 8. di Aprile (b). Infigni memorie della fu:! pia munificen- Ib!:oth : za lafciò anch' egli verfo Ie Chiefe di Rom1. Molto non era, che In ,.11. y/- I ' T d d . R I ' if. . CII/lli 1. mpera or Lo ()'/)ICO venuto a oma per non so qua I a an, ne era anche panito. M,\ non così tofio ebbe inref."t la perdita di qucLlo di- gniffimo Papa, ehe freuolofamence fe ne ritornò a Rama per Impedir Ie diíTenGoni e gli (eandali nell' elezione del nuovo Pomdice. Per quan- to (crive Anafialio Bibliot{'cario, reflò di concorde volere del Clero, de' N obili, c del Po polo Romano, cleero Poncefiee Niccolò I. Diaco- no, pcrfonaggio di làngue nobile, e pill nobilt: per gli fuoi VlTtuoíÏ coliumi. [\'1.i nc gli Aonali ßerriniani 6 legge, ch'egli præ{entia ma- gis (lC fa'Vore Ludo'Vici Regis & Proccrum ejt4S, quam Cieri elettione fub- jlituÎluf'. E riulCi lIno de' p,ù riguardevoh P:1pi, che s' abbia avuto la Chic:lå di Dio. La fu:!. Confccrazione fu fJna nella Baíilica Vaticana nel dì- 2.7. di Aprile; dopo di che contiouo alia Lateranen(e, quivi con immen[o giubilo di rurta la Ciuà fu coron:uo. Tre giorni dupo Ja fila Confecrazione pranzarono infieme con Comma carirà il Papa e l>rmperad:1re; e quefii poi fatta p lT[enZl da Roma, andò a fermarli ed atCt:,ndarG colle fue genci ad un Luogo appellato Q!linto. Colà volle portaríi, per f1rgli una viíi[a il nuovo Papa iníiemc . co i Baroni Ro- mani. A rale avvilò )' AUl!ufl:o Lodovico gli venne mcontro, e a pie- ði prefa la briglia del cav llo Pomificio, a guiC, di un valletto adde- firò eíTo Papa, per quanto íi ftende un tiro di (aecta. op.o varj ami- chevoli ragionamenti, e dopo un lauto convito nel padlghone Impe- riale, il Papa magnificameme regalato dall' I mpcradore, rifalito a ca- vallo torno(fene aRoma. Accompognollo per buon tratto di ltrada I'Imperadore anch'dro a cavallo, finchè giunfero in una larga cam- pagna, ANN A LID' I T ^ L I A. 4; pagna, dove eWo Lodovico f montato, di nuo\'o per n1qu.1!lto fp1Zio l' addefirò, e dopo elTcrlì più voltc bacia[i, finalmcnre fi lepararono. Abbiarno poi da gli :\nnali di Fulda (.a), che trovandofi oel Fcbbraio dell' Anno prefenre Lodo'ì,.,'jCO Re di Gel'mania nella Cirrà di Virna, qui- vi [e gli prefenrarono due Arnbafciatori dell' lmpermlor Lodovi:o [uo Nipote, cioè Notil1!!,O /7eflovD di Brercia, cd Eberardo CfJttte, che fi può francamenre credere quel meddìmo, che in queHi tempi t'ra Du- ea, 0 fia Marchcfe del Friuli. Diede-Ioro udienza, e Ii rimandò, fenz:I ehe fi fappiJ. il motivo di tale fpedizione. S' era fin I' Anno precedente ribellata al Re Carlo Calvo non poea parte dc' fuoi Popoli, al vedere, ehe con fapma di lui fi commettevano alTaiilime iniquità, e eh' egli quafi uomo da nulla non fi applicava a reprimere Ie incurlìoni de' N 01'- rnJnni, che mettevano folfopra il ruo Regno. Ricorfero conoro per aiuro a Lodovico Re di Germania, e gli promifero la fignoria d' dro Regno. Olcono, ch't'gli aveffe ribrezzo a prendere I' armi comra del FrateHo: tuttavia col pretefio di iovvenire al b,fogno de' Popoli, ma in fani per appagar la fete della non mai Cazia A mbizione, pafsò con un großìilimo cferciro in Francia, e cominciò qUlvi a f.1.r da Pad rune , con donar Jargarncme Conradi, Monifierj, V 11!e Regie, e poderi a cbiunque abbracciava il fuo parrito: il chc fu cagionc, che il Re Carlo Calvo fi fuggilTe in Br>rgogna. Ma avendo licenziata I' Armata'fllJ., e troppo fidandofi di ehi I' avea Farro colà venire, trovoili al fine bur- lato, e gli convennc nell' Anno feguente tornarfene a cara a!lài mal- contento del colpo fallito. Non pochi Vefcovi tcnnero (lido pc:t Re Carlo, e giunfcro ancne a fcomunicar pubblieamt'nrc effi> Re Lodo- vico. In favor fuo pari mente fi dichiarò Lottario Re del/a Lorena, Fra- tello dell' I mperddor Lodovico, il qualc in qudl' Anno non potendo reggere aIle ifiaozc de'lùoi Baroni, ripigliò bens! in Corte la R gina creotblrga, ma metre a lei Ie guardie,. 110n Ia laCeian parlare, fe noD con chI a lui parea. ERA VoIr:'. .r\N W 8,8. (a) .t'innales Fran(or. Fuldenfes. .Annales Francor. Efrtimlla contenclfero Ie Lc:nere, ch' egli riporrò ad dfo Rc: Lodovico, nol dice Ie! SWTlJ. B:11 lì S], che fi trarrò for- te in queft' Anno d' accf}rdo fra qU::1 Re; ma nu1la fi pote: conchlU- dere, pr-rchè Lodovico pretendeva di follencr nel poffefTo delle Con- tee, e dc' Bl.ni da lui donolti.Je p rfone, che s' erolno dlehiarate in fa- vor fuo nel Regno dl Carlo; ma CarJo non vi volle mai acconfemire. Guanilone ArfÍ'Veft 'V1J dl Sens, che era flato uno de' m,lgglori traditori del Re Carlo in que' torbidi, fu accufato per queflo in un Coneilio; flU quel furbo uomo Ceppe trovar la maniera di riemrare in grazia di lui. Fu di parere l'apirio Maffone, feguitato poi dal Cardinal Baro- nio, ch:: d" qucllo GU4niJo1le i Rornolnzifli Franzefi, e pol cia gl'Ira- Iiani prenddlao il nome dl Gano, chc vien fempre rapprcfc:nrato ne' Rom:mzi per un perfid n , 0 pa un traditore. Cerramente Gano fi nuo- va <.:hiamato anche Gane/one in alcuni Romanzi. Non è dol fprczzare una ul conghlettura, Ie non che Gailo ne i Romanzl vien Catto di fehiatta Afaganze[e, cioè da l\lagonztJ, la qUJI Ciuà kmpre è rapprc- fcntata per tradltrice alia Calå lte:tlc di Francia, ed uomo Sccolare, e non g,à Arclvefcovo, e non gla a'tempi di Carlo Calvo, ma bensì a quei di Carlo !\1:1gno. L' Amore ancora de gli Aonali di San Ber- tino (A) ci ha conlervata la notizia Ccgueme. ClOè, che riuCcì aU' Im- rcradnr Lodovico dl f."lrG cedere con un traHara amlcncvole da Car/ø Re di P,-ovenza lùo Fratello quelb porzion di Statl, ch' egli godeva d, quà dal Montc Jura, e che abbracciava Ie Clttà di Gt"e'VtJ, 0 fta Gencvra, Lofanna, e Seiunø oggidi Sion, Capitolle de' V ;tHeft, co i 101'0 V eCcov Jtl, Conradi, e Moni fterj. Ritennc Carlo in fuo potere CoLlmente 10 Spedale del Monte dl Giuve, e il Contado Pipinccnfe, nome forle corrotto, dl cui non truovo chi ne p:uli. Da gli ficffi Annali abbiamo fo[[o que{ì:' Amio, che Nicolalls Ponti/ex Romanus de Gratia Dti & Libera Arbitrio, de 'Veritate gemi Ite Prædeflinationis, & SanguiniJ Cbt'iJli ut pro credentibus omnibus fUjUS eft, fide/iter &onfirmat, & Catholice decernit. Non ne fa menzi.me tl r.ard.n.ti B..rolllo, non ne apparifce veliigio fra le Lcttere d. elfo Papa. ßollivano allora que- He fpmofe comroverfiC' nella Germoll1la e Francia tra Gotefca/co, Ra- tranno Monaco di Corbeia, Gioval1 i Scotto, !,Jcmaro dowt1ìmo .-\ rei- vdcovo di Rems, ed aIm. E da dole, Ii, che non retbno tali fcriui di que(io douo cd mfigne Pontefice. Intanro piena era dl cala.mità la Francia per Ie inceffanti rapille e rlragi, che VI commettevano I N or- roanni. Nè contc:nti quc'hJ,bJri Corlari dl fe!r provare la lor crude1- tà al l e Città conf1nann al.' Oceano, paffarono .Jnehe di qua ddllo Stn:t- to, e fBlendo su pel Rodano, VI fJccheggiarono vane Clttå, che pun- to non s'afpcttavaoo una s: tàna vilitdj e lenza volerfi riurare doll Me- diterraneo, fvernarono dipoi alia sboccatura dl quel Fiume. POCO. 0 nuUa altendevano aUora l' Impcradore, c i Re deUa fchÏ.1tta FranLclc, ad ANN A L] D' I TAL I A. 47 ad aver forze in Mare; e in Francia e Germania, in vece di darfi vi- F R A VoJg. cendevole aiuto contra di que' cani, ad altro non penfavano, ehe ad ANNO 859. ingrandirfi colle fpogtie de' Fratdli 0 N jp [i. Sarebbc da deliderare, che fo{fe più chiaro il tdl:o di Erchemperto (0) là dove r.:ceoma (:t) Erchem- (fouo il prc(enre Anno, fecondo i conti di C!lmillo Peltegrino, ma pmus Hip. forfe più tardi) che terminata la nnova Città di Capu.!, venne ad af- 'II;. 15. fediarla Guido jam diflus cum uni'Verfis rufcis; e diedele grandi affanni, pt:rchè 11 Popolo non voleva ubbidire, per quanto fembra, a LaHdollt Conte fuo fingolare .Imico, a cagione delle iniquità, che commetteano i due fuoi Fratelli Lando/fo Ve{co'Vo, e Landonolfo. Ma in fine furono cothem a plegare il coUo fotto il giogo. Sora ed altre Terre circon- vicine, tolre a Landono\tò, in vigore de' patti furono confegnate a Gui- do: del cbe Landonolfo concepì ranta afRizione d' animo, che da lì a poco morL Non s'inrende bene, come pa{fa{fe qudto affare. Co- fimo della Rena (.) per Ie fuddettc parole di Erehemperto venne in (b).1J.ma, fofpetto, de GUIdo "in quetli tempi Ouca cli Spoleri, focre ancne Strlh.d . l\1archefe della To(cana. Ma non merita queí1:a propria locuzione, che :ft,/ a' fe ne fdccÌa caCo. SJppiamo, che altri Scriuori ril"utarono il Dueato n . di Spoleti 0 fia i'Umbria, parte della Tofc1tna. Ej è poi chiaro, che Ada/be,.to I. era aHora Duca e Marchefe d' etra Tofcana, trol,"andofi t"gli neUe Carte de gli Anni amecedemi e de' fu!fegucnri in po(fe{fo di quel Governo. V 0 io nondimcno dublrando, che quefio a{fedio di Capua fuccede1Te in uno de gli Anni fucreguenri. Anno di C R 1ST 0 DCCCLX. Indizione v I I I. di N lee 0 L Ò Papa 3. di L 0 DO V Ie 0 II. Imperadore 11.. I I. e 6. D .... un bet Placi{O, ch'io diedi aHa luce (c), trattod.=He m mori (d Rer. del Monifiero Cafauricrofe, vegniamo in conofcenza che I'lmpe- Ulllie. P. 11. rador Lodovico per la Romania (og idl Romagna) era venuto nel f)u- Tom, cato di Spoleri pro juflitiarum commoditate, & malign ru"" aftutio. depri- fag. 9- . menda: al de egli glOrnalmente faccva atrendere i li.toi Minifhi. GlUn- to poi intra fines J-Jæfinos, & CamertlÛos, cioè fra ]e/i e Camerino, quivi orJrnò, che alza/Jero tnhu!1ale Vibodo- Pefcovo di Parml (il qUdIe tropeo tardi vien fuppolto da\.' Ußhclii (d) fucceduto nella Cattedra (d) Ughell. Parmigial a, a Rodoaldo, cioè a chi non fu mai V tfcovo di ParOl:),), Ital, .Jarr. e Ada/be1 to Conteflabi/e, e Pepo/do Conte del Palazzo't ed Eccideo Cop- in 1:p;{'(lpp. pier IH:tggio1e con altri. Venne cltatil aHa lor prefenza liáeberto Conte, P.lrml1lJìb. ad oppreJ/ÙJ1Ies, fjUtlS fleerll!, e11Undandas. A Veva un cerro Ad:ilbel to ce- dll[o all' I mperadore tutti i fuoi beni pani in finibus ltali.e, TufcÙe, Spa/eli, & Ramaniæ; ma con f1cevcrli poi di nuovo da Iw a )ivello, fua vita natural durante. indi gli aVt'3 0 donari 0 conceduti al fud. delta I/debert() Conte, fenz.a pcnui1nan dell' Impcradore; c però fu gin- dica- 48 ANN A LID' I TAL I A. [u Vo g. èicato,. che quei Beni to111alTero in potere e dominio d' dro Augufio. At o 860. Forie tu qUc1to IlJcbcrro Conte di Marfi. Turravia ho io fofpc:nato ahrove, che egli poífa eífere flara Duca di Camerillo, perchè Conti <<:1':1110 fpeífe volte appellati anche i Duchi e MarcheG. Un ruo Placi- (a) .Ántiqui- to, tcnuto in MarG (a) nt:ll' Anno 8 ro. G dice Ccrino .&m:o Comitatus ta . ItalIC. ejus 171 I. E porrebbe eífere, che Conte 0 l)uca ei folfe In c<.)mpagnia Diffirt. 6. dl Guido, da l10i veduro di Copra; perciocchè que! Ducato fokva eflère governato da due Duchi, non sò fe in folido, 0 pure dall' uno di quà dall' .-\pennmo, e dail'altro di là, veggendoG da quì avami due Du- cati dl Spoleti e di Camerjno. Ma non ci fomminifira la Storia ba!lanti lumi pCI' bl:n decidere quc1to puoto. Sorro queû' Anno s' ha d.l gli Annah di S;tn Berrino (b), che I' Imperador Lo"o'Vic /uOrllm [affione i;npctitur, & ip(e (oi/lra eos (lC contra Beneventanos rapi1lis a/que incm- diis defævÙ. Noi relliam qui al buio, percnè di que110 ('ltto niuna fpiegazlOne, :onzi nè pur mcmorie Cl han lafciaro i pochi Scrjnori d' Ira-. 113, dc' qu.dl fì fon fdlvate Ie Storie. ForCe Del Ducato di Spoleri s' era fulcitata qualche ribellione, e a quc!lo fine colà 1ì portò l'Imperado- re Cuddctro. Ma del male tàtto a i ßencventani in queíb tempi, niun" ahra tdtirnonianza ci re1h,-chc quella. Scguita poi a dire il fuddcno Stonco Beniniano, che i Danefi, cioè i N ormanni, cbe avcano paC- f3to il verno alia face del Rodano, alia prima ibgion:: vennero per r Arno a blà, e quclla Cinà con alrre pl-clero, mifero a foiCCO, e deva- 1brono. Se quctto è \'ero, ben poca cura dovcano aUaraaverc gl' Jra- lilni di tcner ben fonificate e guernire di buoae mura ]e 101'0 Cinà: che non volavano già, come gli uccelti, per aria que' Barbari; e Ie mur.! d' una Cltta batbvano, maffimamenre in que' tempi, a fermar }' empito d' ogOl più poderofo efercito. Sappiamo ancora da g]i .'\nnali (c) .Ann,Û61 di Fulda (c), che il verno di quell' Anno fu sì fi.:ro, che fare Jo- F'-jjC ;. llÏ.m glaciali rigore ita conßriélum eß, ut mercatoreJ, qui numJuam antea Fu tnJtl. nifi 'z:efli n6lvlgio, tunc in equis quoque & carpentis mcrcimo.lia [erentes Yenetiam Ji-efjliClitarent. Ql1ì fi parla delta Clttà lralica di Venezia) 1:1. CUI Laguna anche ncl rigorolo verno del 1709. ulmeme agghiaccia- ta G v Ide, ch:: su pel ghlacc'o dalle carrctte e da i cavalli convenne portarvi Ie rnercatanzie, e Ie provvifioni del vi.no. (d) An:u,[u Aggiungono gli Annali di Metz (d), che JI ruddeno I mperador Frllncor. Lodo\-ico in qudl' .'\nno (*) plurima bella ßrenuiJJìme gejJìt adverJus Sclavo- MtttnJts. rum gentcm. E' ben da compiagnere la Storia d' ltaliJ, chc ci lalcia per tanto tempo dig uni de' fat i e avve i cnti d' allora con rename {olo un qualche bar!ume prdlo gh StOrlCI 01tra01onram; fe non che Andrea Prete Italtano e Scrittore di quctlo Secolo nella fu:! Storia ( ) , J. breve (c) attefia anch' C g li dIcre fiata Domni IJludo'iJici I7I1j'cratoris Ânn9 e .r. nar.i11 , I ' I pmb'}tlr. X. }l1iiffiolle O.ffava cloe net Anno prelente, t nra . a ne e caduca clJrOn. T. T. C sì fuor di ml1ura d freddo, che pen gran COrJa dl fcmmato, e h Rtr, Gt'm. icc- N:nchtl1ii . (b) Annßl. Franco'.. Bertini.rni. (-) 1110/fijJime guerre feçe forti.ffimo cont" gli Sc/a".li. ANN A L t D' I TAL J 1\. 49 ((:ccarono Ie viti alIa pianura, e gclò ne-lle botti it vino. Dopo di che E it. ^ VoT . un certo Uberfø, dim(:ntico de'ranti bcnefizj a lui f.uti daB' I rnpera- AI\ o 86 . dor Lúdovico, e d ' giuramenti a lui preftari, unitofi co i B:Jrgogno- ni, fe gli ribellò 0 Spedl Lod,)Vico contra di lui COt1ratfo coUe tue mi- izie, e biiognò venire ad un f1tto d' armi, in cui rdlò ucciio il furl- detto Uberto colla perdita ancora di molri dalla p.nte de11' ImpcH- dore 0 Ci fa poi f.lpe-re la Storia Ecc1efiallica, chc cominciò a bollir forte la controverfia della d(:porizione di S.:mto Ig;1a io Pat I iarc.l di Co- fiaminopoJi, edell' intrufione di Fozio, per cui il vi3ilamilììmo ed imrepido Papa NiccÛò non perdonò a diligcnza, ufizj, preghltTC, c minaccie, a fin di medical' quella piaga. Spedì egli in qu(:li' Anno a Coflantinopoli i fuoi Legati, perchè s'informa!1èro ben di qw:gh af- fari. Fece anch(: ifi:.mza a1\' Imperador ft.lzchele, p rchè rellitluf1è alia Chiefa Ronuna i Patrimo1li di Ca 'abria e Sicilia. Non men dl rumore faceva a110ra la perr cllzjon di Lottario Re di Lorena Contra della Re- o gina '1rotberga tua Mogli(:, che ndl' Anno prefeme fu imp'lt,lta di varj f1nti dehtti; e quanrunque ella fi difendeClè coJ Giudizio dell' Acqua bollcnre, pure qual rea fu cacciata dall'impudico Marit,) in un Mo- ni!lero. Ma clla fe ne fuggì di colà, e fi ridut1e in cafa di Uberto fuo Fratcllo nel Regno di Carlo Calvo. Ora pavenrando Lott.uio, che Carlo non fi moveOè contra di llli, comperò la L(:ga ed affille-nza del Re ddla G(:rmania L d(}'Vico fuo Zio, con cederg!i tuna I' A1tà- zia. In qucfi' Anno ancora (Ie pur fece bene i con[l Camillo Pelle- grino) Erc hem perro racconta (a), che Landonc Conte, 0 fia Principe (a) Ercht", di Capua, colto da una grave paralifia fu confinato in un lerro. &1"- ptrtus Rift. gio Duca di N apoh, ciò intefo, fenza metterfi penfiero delle conven- 'I/t. 2.1. zioni già feguite fra lui e i Capuani, affitliro da un rinfo:-zo datogli da Ademario P,-incipe di Sal(:rno, motre guerra al gi ovane Landone, che - in dif(:tto dd Padre, aveva atrunto il governo. Nè avendo rifpclto al- cuno alia F(:fia di San Michele, celeb rata con folennità da i Capua- ni, anzi da tutti i Longobardi, ncl di 8. di Maggio, ficcome tenuto per Protettore da tuua quella N aziQne; e [enza ricordarfi, che in quello eOò gi.orno, anticalT!e t i, ßeneve ta.ni a.vea o" data una gran J"o[[a a J Napolelam: mando J luO! due FlgllUoh, caoe Gregoriø t,1a(:- fho de'Millti, e Cefario, coU'efacito di N:1poli e di Amdlfi all'af- fedio di Capua. Ma allorchè giun[ero al Ponte di T(:odemondo, II gJOvane-tto Landone co i Capuani, a gui{a di un lione, sì bravamente gh aOàlì, chc sbaragliolli, c fece prigioni ottocento d' elIì co1 fud- detto Ce[ario. YOIll. 17. G Ann() 5'0 ANN A LID' I TAL I A. A ono di C R 1ST 0 DCCCLXI. Indizione IX. di N Ice 0 L Ò Papa 4. di L 0 DO V I coIl. Imperadore 13. 12. e 7. EllA Volg. R E 0 fl' 0 I Ch o f: d " R G ' " . ANNO hÓI. ggeva 10 queU! tempi a Ie a J avenna lovanm Arclvc- fcovo, Ut)mo, in cui non fi sa, fe m:\ggior foOe l' AmbizlOne, o pur l' Interdfe. Portaronfi aRoma varj Clttadíni Ravennati a tiirne doglianza al [ommo Pomefice, e ad implorare rimedío aIle continue, ed intoller.\bili veOàzioni, che da lui ricevevano 0 Anaflafio Blbhate- (a) .A77l1fl,zf. cario (n) ne teOè il catalogo con dire, cl:1e qudlo .'\rcivefcovo fco- in '.Itl Ki- municava la genre a fuo capriccio. Non permeneva a i VefcO\'i della , la, I. fU,l Díocdì, e ad aItri di andare aRoma. Aveva accupato non pochi Beni della ChieCa Roman:! e di varj particobri. Sprezzava i MeHì della Sede Apofl01ica; í1racciava gli Strumenri de gli afhtti 0 livelli della ChiefJ Romana, e gli appropriava a ql1cila di Ravenna. Qle' Preti c Diaconi, che non Colc) in Ravenna, ma in a1tre Clttà dell' Emili.1 crano imm.:diatJmeme fonopofii alia [;mta Sedc, Ii dcponeva të:nza giudlzio Cmonico, e Ii t'\ceva mettere in prigione, 0 in tètemi cr- gaflo}t; fenza Caperfi ben capire, come, fe cornandavano in queUe Città gli tJfiziali del Papa, fi poteOèro dall' .-\rciveCcovo commcttere tame oppreOioni, e tcner birri e pngioni 0 Fu penamo eífo Arcivefcovo più voice mmonito con Lettere e MeOî dal Papa a defiílere da sì fane violenze, e novità; ma egli t1ceva il fordo 0 Citato a compa- nre in Roma al Concilio, fi Vantava di nOn cífer tenmo ad andarvi. In fine fu feomunicato nei Concilio Romano. Ci è tbta conlcrvara parte d' un Concilio tenuto appunro in Rom:! per quet10 aftàrc, 111 un II antlchiffimù Cqdlce della Ca;:tedrale di Modena; c queth fu poi pub- } : co: blic..t.l dal Padrc ßdcchini n lIe Giunte ad Agnello. (b) Diedì quivi p:r: Ra;m. celebraro effi) ConCilio, PontifiCtllNS DDmlli Nicolai fummi PontiJicis, & P. 1. T. II. uiJiver(alir Papæ Anno flIl, Imperii piif1ìmi Allgtlfli Lodovici Anno XI. l\rr. u.llic. die oËl..I'l.,odecitno Menjìs NO'1..'tmbris, Indiélio' e Decima: Note, che non so, Ie fiel1CJ1 cO! reuc, e Ce rigllardino J' Anno prdcntc. J vi l' Epoca dell' Jmperadore è pref.1 d1IIa tùa. Coronaziolle d.\ll' Anno 8fo. Alc01- ti.\mo orJ di nu wo i1 fuddetto Anafiafì,}. Racconta egli, che quell' ArcivcCcovo, udito chc ebbe l' anatema contra dl lui fulminato, corre ad implorar I'a:uro deJl'Imperador Lodovico, e d.l lui ottenne due Legati,. che per Iui pJrlalfcro al Papa. Con queíh fc n'andò egli a Ronu pien d' alteriglJ, perfuadcndofi di fu col loro braccio uemarc il Papa. Ma il P,lpa, perehè affi flira d:lIl,l ragiooe, li trovò più forte d' un,l tone. Con buon garbo il t:mro Padre feee de i rimproveri a i Lcgari, perchè comunicaO'cro can uno fcomunicaro, e da lui altro non pott:lono eOî carpire, Ce non che Giovanni fi prelent:lOè al Con- c;ilio, cbe iì dovca tcnere in Roma ne! primo dì di N ovcmbrc, per dar ANN ALl D' I TAL I A. )'1 dar Ie dovute foddisfazioni de' fuoi eccelu. Senza volern rar aJrro, E A VoT . egli fe ne tornò indietro. Allora i Senatori di Ravenna, ed altra gente ANNO 86:. dell' Emilia, gitt3tiG a' piedi del Pontefice, ]0. fc? gi':lr ron di ,ve- nire in perfona a Ravenna, per dar fcfio a tant! dllordl,m.. V ando e. gli in fani, e reílitllÌ il fuo ad ognuno, e tornoíT'ene dlpo! aRoma. (mamo l' Arcivefcovp ricorfe di bel nuovo a Pavia, p.:r ottenc. re il patrocinio dell' Imperadore. Ma quivi trovò, chc II V cfcovo della Citt:ì Liutaráo, e i Cittadini non volcvano cn01mcrzio con lui, e nè pur 10 efTo A':lgu{ o, che folamen e &li feel' dire, che, dcpofia la fua alterig1.l G umlhaOe al Papa, a CUI gh ficffi I mperadorJ e tuna la Chief a prefiano fOP1mcffione ed ubbidienza; alrrimemi non i'1tende- va di affifiello nè di favorirlo. Tanto nondimeno fi adoperò, chc ot- tenne d' e{fere aecompagnato aRoma da due Ambafciatori dell'lmpe- radore; rna quefii giunti colà s' accorfcro di non aver parole bafievo- Ii a muovere la fermezza dello zeJantiffimo Papa. Pereiò I' .-\rcivefeo- vo G giuò alIa mifcricordia, pramife quanto gli fll prefcritto, e fll af- (oluto. N el dì feguente avendo i Vefcovi fuoi fu/fraganei dato un li- bello contra di lui, tù rifoluto; Ch' egli non potefre Cl)nfCCr3r Vefco- Va alcuno, fe non precedeva I'clezione fntt:me dal Dura, cioè d'\1 Go- vernatore della Città, doll Clero e Popolo. Che non impcdifTe a i Ve- fcovi )' andata aRoma. Che non eGgeíT'e da loro alcuna forta di d ma- ro 0 di doni. Che fi levaíT'c via I"ufo cauivo dell a Tremefima. Q.!Ie- t a probabilmeme crano conretti i Vefcovi di pagarla a gli ..\ rcive- fcovi di Ravenna delle rendite deHe lor Chiefe. Sole va Giovanni ogni due anni far la viGta qe'Vefcovati a ]ui fottopofii, e tanto G ferma- va colla fua Cone addoffo a i Vefcovi, che divorava tuttc Ie lor ren- dire. Gli obbligava ancora (aggravio non praticaro in aleun' altra par- te del Mondo) a contribUlre ogni anno alIa Menfa Archiepifcopale, all' .'\rciprete, all' Arcidiacono, e ad altre Oignit-ì della Chief.1. di Ra- venna, un determinato numero di Cafirati, di Oblate, cioè dell'O- flie, del Vino, de'Polli, edell' Uova. Gli alhinge\'a a dimor:tre or ]' uno ora I' altro in Ravenna, un mde sì, e un mere nò, per fadi fervir da loro. A ruo capriccio ancora toglieva 10ro que' Chcrici, che farebbono fiati più utili aile loro Chiefc. Qleíli ed aIm abufi, ch'io tralafcio, abolì il fdggio P pa; c dal Concilio fuddeuo apparifce, che fu pofto fine alle avanie dl queilo tinnno Arcivefcovo, con cfTere in. terVenutl fenamadue Vefcovi a queI:a facra raunanza. Abbiamo da Er- chempeno (a), che in queft' anno (per quanto crede Camillo Pelle- (a) Erc JCm- gri.po) il vecch,io La.ndonc. Contc di Capua, cedenJo Ila con ratta pa :rt, . ft. rahGa, G sbrJgo da I gual del Mondo prefente. Pna nondlmen'1 dl p,- morire, caldamenre raccomandò il giovinetto fuo Figliuolo Lam/one a Landolfo Fcfco'VO di <}uella Città, e a Panáonc fuoi Fratelh, e Zil del Giovane, fenza prevedere che raccomanda\'a I' agnello a i lupi. Era Landolfo uomo dimentico affano del facro fuo carattere, c tuno daro al1e c'lbale S(:colarefche. Q1and' anche era in vita il fuddeuo L-ando. ne feniore (credefi in que,Uo medeflmo anno) egli fegrctamente ifii- G 2. gò Ell. A Vo1g. ANNO 861. (:I) .AnJn'J- 111111 Saltrn. Part/lipøm. p, 11. T. II. Rtr. 11.11;,. (b) BulJar. cafinenf. Tom. I/. Conflit, 37. V 3 8 . (r) .Ann/dls EranCOT, 6trtinitmi. ;2. ^ N N A LID' I TAL I A_ gò Gu iferjo Fighuolo di Oauferio Balbo a formare una congiura cOlt- tra di Adcmario Principe di Salerno. Poco ben voleva ad eflo Adema- rio il Popolo, per teltimonianza dell' Anonimo S.llernitano (a), a ca- gion dell' avarízia non men [UJ, che di GÚmcltrNda [ua Moglie, Don- na, che ad alrro non aHendcva Ce non ad accumul:u d.tnari. PreJò egli adunquc J; i congiurati, fu cacciato in un.\ leura priglOne, e il lùd- dctto GU3iferio coltimito Principe di Salerno. Era lbro eletto V c:fco- vo d'dr.I Città di S,1lerno Pietro Figliuelo del meddirno Adcmario. Iefii, udlta la rovina del Padre, fe ne fuggì a Sant' Angelo; e If)Qn- taneamentc poi darofi al nuovo Principe, fu condotto a Salerno, nè {i Ca, coCa ne divcnitre. Om Landolfo J7efcovo dj Capua, quamunqtle 2\'dle giurata Copra tune Ie cole più [acre fcddrà a Gu:lifcno, come a Cuo Pnncipe, pure Herre poco ad alienarfi dl lui, e a fargli gucrra. Bal baramenre :mcora cacciò di Capu I LanJulle gli altri [UOI N I pori, c.:he (i míl ro COHO la prorczion di Gu,lifcrio. Dopo Ji che ulÙrpò il dominio di queUa Cina) e vi renò 1'010 Signore, pcrchè [uo Fr:uello PanJone la(ciò Ia VIta 111 un comb,lttimenro contra dc' Salcrrlluni. In queLl' anno ancora da i Diplomi rapporrati dal Margarino (b) l!!Iparia- rno, che Gis/a Flgliuoll dell' fmperador Lodovico era in educazion nel MOI1lUero appell,I[O Nuovo, ed ora di S.lnta Giulia di ßrefcia, e che I' ,-\ugullo Cuo P.ldre, [econdo gli :tbuG di quc'tempi, che tl1ttavia du- rano in qualche pae[c dell.1 Crillianit:ì, Ie conferì quel [acro Luogo da fignoreggiare, ulùfruuare, e governare per tuna la fua vita) lecondo la Regul.1 di San Benedetto. 11 Diploma è daro in BreCcia. Con un :illtro Diploma dato in Marengo, confer01ò effo 1m peradore tutti i Privilcgj e Beni del Moniilero dl San Colombano di Bobbio ad Amal- 'rico rèjcovo di Como, chiamato Ivi .Abbas JIt!{J/'J.Jj!erii Bobíenfis, giac- chè, {Ìccome fll avvcrtiro di Copra, s' era gii introdona la blalimevol ufanza di conferire Ie Eadie a i \' elcovi, e tal volta fino a i Sccola- ri, i qual1 lalCiara una parte delle rcndltc pel m.lgro Collemamento de' Monacl, Ii d,voravano [coza Q1crrerG Ccrupolo il rdlo., Anno di CRISTO DCCCLXII. Indizione x. di N 1 C C 0 L Ò Papa 5. di LODOVICO II. Imperadore 14- 13. e 8. F Ra in qudli tempi tuna. fconvol[a la Francia e la Germania, par- te per Ie interne di[cordie, parte per Ie continue fcorrerie e cru- dcl[à dc:' Normanni. Lodo'Vico Fighuolo del Rc Carlo Ca.'vo 1ì rivoltò COntra del Padre. A hi cuanto teee i:1 Germ.lnia Car/omtJ,nno contra del Re LfJdovico fuo Padre. Nella pOfZ.lone ddla Pannonia luggctta ad e[- [..0 Re Lodovieo, per audhto de gli Annali Beniniani (,), Ii comin- ciò a provar la fierezza di una Nazione dianzi incognita (Ung,-i erano cofioro appellati)" che faccheggiò il pac[c. Di razza Tanarica crano quc- ANN- A LID' I TAL I A . 53 quefi:i Barbari, e pur troppo ne 2\Vremo a favellare andando innanzi, ER A Volg. perchè Ii vedremo portal' Ja defolazione anche nile comrade d' haIi.t. Au:.;ù 861. Ma gli altri Amori p:.ubno moltiíIìmi :\nni dopo di così barbara gen- te, talchè fi può quafi mettere in dubbio l' aOèrzione d' effi Annall. Avvenne ancora, che Baldoino, il quale era, 0 fu dipoi Conte di Fian- drJcor. BertÙÚAni. F Tn q1Jì pf'lca Canità avea goduto Carlo Re della p,.ovenztl, FratelJo ddl'Imperaclor Lodovico; e giacchè non aVe:! Figliuoli, tanto il Re Carlo Calvo tuo Zio, quanto Lottario Re delta Lorena, s" erano preccdentcmente manegglati per [uccedergli, calo .che vcnilTc a 010- rire (a). Arrivò appumo il fine di flu vita nell' Anno prefente. L,- dovico lmperadore, (he tlava con gli occhi aperri, volò in Provenza, e tirò dalla iu.1 multi de' principali del paefe. Ma eccoti fopragiugne- re anche Lottario Re dcl\a LJrena, c<,mune loro Fratello, preten- deme al pari di Lodovlco a quella credHà. Si conchiufe, chc amen- due [e ne torna{fero aile lor care, p r tener pofcia un amichevol Pla- cito, in CUI fi decidc{fe h lor conrrovedìa. E tal rifoluzlOne fu efe- guita. Succedene poi fra loro una concord..1, per cui Ja maggior par- te dclla Provenza tQccò all'lmpcr.IJnr I.OJuVICO. I mpiegò in quefi:' Anno i [uoi paterni ufizj Papa Ni:.o:ò prcfTo del Re Carlo Calvo, _ acciocchè perdona{fe a Baldoino CMle, che gli av.:.1 ra pita la FigllUola Giuditta, ed ottenoe q'untu dcfiderava. GII perdonò il Re e crcdo- no alcuni, che a titolo di dote gli afT..:gnafTc il p.1cfe oggidi appelbto -- FI:mdra; e certamente da qudro B.1ldOIllO dllcdÌ::ro gl1 anrichi rino- mati Comi di quelle comrade. Avvertlto dlpoi efTo Ponrefice (b), co- me in un Conciho tcnuto a Metz nei Regno dell.. Lorena, que' Ve- fcovi vend uti alia Corte, iniquameme crano proceJuri nella caulà dt:lIa Regma 'lêorberga, ed avca o pal1iato .1' iIlcglttimo Ma rimoni? del. R.e Lonario con Gualdrad.l: In un Concilto Romano caiso e nprovo Ii cdebrato a Metz; Icomunico e depo[e i due [uddetti Arcivelcovi di Colonia e di Treveri, che erano ílati [pCdlti doll Concilio e dal Re Lonario con ifperanza di forprendt:re colle lor relazloni il faggio ed (<<) Rt!in.o avveduto Pnntdlce; e comincio a procelTarc I Legati A poUohci Ra- In Chronuo. " - b ' 11 . 11 ' S (d) Án/la/. dotlld, e GioVanni, iu, oman m qu a con.g1 ntura co oro., e v - Francor. gliam credere a Regm.me (ç), ag!1 .-\onall dl Mctz (d)., e all ?nnah: Me!cn/es. ita Sa(Ione (t), che hanno Ie ficHe parole, fi trovava III queth tempi {e1 AnIJ.li- l' Impcrador Lodo'l/ic(J nel Ðucato di Benevento, probabilmemc ito colà j4 SAXO. per ( ) AnAJa[. j/,liolhe,;. j., Vita Ni- cOlai 1. ANN A LID' I TAL I A. ;5' per Ie preghiere de' Popoli, troppo CpeCTo div rati d:1. i masnadi ri 81- E R 1\ Vo1g. raceni. A lui ricor[ero i du depofii e [comunicati Arcive[covi, cio,,: AIm 0 86J. Guntario, e 'lêotgaudo; e gran rumore fecero, perchè venuti a RO l con Caivocondonu di lui, erano ílari sf maltrattati dal Papa, con dl- fonore del Rc Lottario, della Regal Folmiglia, c di altri Merropoii- tani, [enza il con[en[o de' quali non fi dovea procedere a sì fiera len- [t:nza. In Comma fecero quantn fll in loro potere per accendere un fuoco, dl cui vedremo gii effeni nell' Anno [egueme. Ma perchè gli Annali [uddetti han fJ.lIato in quaJche pumo di tale affare, e maflìma- mente net riferire fotto I' Anno 86r. quello, che avvenne nel pre[cn- te: perciò non G può. con tuna certezza aíferire, che in qudli rempi I' Augufio Lodovico dimoraífe nel Ducaco di Benevento. Abbiamo nul\adimcno ne-lie Giunre d.. me pubblicate (a) alla Cronica del Mo- (a). Rmml nifiero Ca[aurienlè uno Strumento d' acquitlo di varj Beni, fatto da allc. J'. II. dTo Augufio nell' Anno rre[enre ne! dì 19. di Oicembre in Villa Ru- em. II. [ana Í1ltus cami/lata, quam jpft Ã/Igzlflus ad Cor/em ;pfJm para'Vcr:Jt. Tal V ilia probabllmcme era in que!le pani. Anno di C R 1ST 0 DCCCLXIV. Indizione- XI r. èi N I C C 0 L Ò Papa 7. di L 0 D 0 V I coIl. Imperadore 16. 15. e' 10. T Amo feppero dire i due [comunicati e depof1:i ArciveCcoví Gun- t(l1"jO e -Teotgaudo aW lmperador Lodovjco, qua!i che il Papa in con- dannarli aveífe tima. una patente inziuria a lui, ed al Re Lo/tario [uo Frarcilo, ch' egh mantò in furore, nè capiva per la rabbia in Ce fief".. [0 (b). Probabilmeme c;)operò a maaaiormente accendere quefio fuo- (b) AnnAl. co anche Giovanni Arcì'i:cfc(,vo di Ra nna, perchè f.1.ppiamo da Ana- Frn ( r. " fi r. ( ) h ,. I " r.. I (j d li t A J]UtllllilnI. allO " c eg I liccome amareggJaco per e co e cue a '1nO Anna/,i 861. [o(Ìcnev:!. qUt'gli ArciveCcovi, e infteme con lora non ce[sò di far Fr.lncor. più paf faiG contra del Papa e dell:], Santa Sede. Non raccoma Ana- .Mttenjes. flaGo co, che ne avvenilfe, ma gli Annali B rtiniani ce ne nan con- (c) 11Iafl [. r I ' C " , i '" . .' l1. ' lb {i IL l In'lfil1\S- lervata .\ m mon.l. IDe lnturuto Auguno çon An"l crga ua iV 0- col.Û I ghc, con qllegli Arcivefcovi, e con d Ile fold:1Cc[che [e ne andò a .. Rorna, per f-ir qui vi caHàre d l Papa Ia profferit;& fentenza; e Ie 1101 f cca,. call' empio pen!iero di fargii mettere Ie mani addoOò. PreCcn- [1[0 queUo [uo mal t.1lento dal Papa, ordinò una Praccffione" e un generale digiuno in Roma, per pregar Dio, che iCpirafTe all' Impe- radore un fana configlio, e la riverenza dovuta a i Mindlri dl Dio, e aHa Sede \ po.llohca. Giunre ill qUt'1 rempo a Rom) l' inviperito Augullo, c: prde :111oggio vicino alLt Ihlìlica di San Pierro. Colà ar- rivo in qad punto 11 Ploceffione del Clero c Popolo Romano, e nel falire, the faceano le Ccalin.ne di San Pietro, eccori Ccagliarfì contra di 101"0 i lold.lti dell' lmperadore) che can da1" 10ro delle ballonare, c con. (a) Elftrop. Llln..obllr- dus "'Imp. l{OIn. ) 6 A 1\ N A L] D' I TAL ] A. I:' \ A Vo g. C,ll1 tì..icaflàr Ie Croci e gli Stcndardi, Ii pofero nmi in fuera. A que- Ar Amore di poco credito, for:è vi\'uto prima del Mille, die louo nome di EII- tropifJ LOIJ!,obardo (a), fu citato e rubblicaro d.l' nem:cl dela ("hIer.! Cattnlic.1. ,Non ':1antcn,go i.o re vera e lcgittim utr? l1cl ch' egli nccont:t dl C}ueLlI, e d ltn fam non fuccedu[J a glomi luoi. Tutta- ,-ia com-ien atcoltarlo, dove dice, che l'lmpcrador Lodovico fhva a San Pietro, il Papa a i Santi .'\ pofioli; e pcrciocchè il Pomefice t"".1- cea f.'I.r Proceffi .oi, e camar Metra contra PrÙzcipes ma/( agentes: i Ba- ro i dell' Impcradore furono a pregarlo di f.J defilter d qudlc pre- .ghlere. Nulla oltennero. Ora aecadde, che tneomriltlfi In una di qne- ile . Proce0Ì0'li, di dcro delle ballonatc a i Romani. (I) {ti fugient J pr ICeer;l11t Cruces & /canas, .quas porta {f,Itt, /ieut mos eft Grlecorum, r .q:Ûbus nOlznullte co;wÛcatæ, mn,IiÛlæ dlrttplte funt. Unde & imperato," gYll- 'viler e/J pn-moltls in iram, & pro qua CtlØ!1I Apoflolicus mitior ejJèélllS eft . Profettus eft denique idem Pontifc ad Sanélum Petrum, roga IS bnpera, torem pro luis taJia patrantiblls; & 'Vix obtinere 'Valuit. Jam it.'tque il1:C1' \ Er"J m- ft familitlre! ffeéli, funt. Erchcmper o (b) anch' egli f.1 ,mcnzlone di ertl.u HI!. qaclla [acnlega vlolcnza, ed artnblJl[ce ad un tal [..uo Jl gafbgo di (lIþ. 37. Dio, che fÌccome vcdremo aU' .-\on,) 87l. pro\1Ò cno lrn r crador Lo- dO\'lco. Scguitano poi a dire gli Ann.lli BatÏnial'li, c;he i Pontcfice, inteCa che ebbe la vío1cnza CuJdetta, e che fi penfava anchc di met- rer Ie mani addofT"o aHa Cacra (ua pcr[ona, dal Palazzo LatcranenCe fi portò in barca alia BaGlica di S. Plcr ro, dove per due giorni e due t:otti Ilene (cnz.a prendC're cibo e be\'anda. 1\h non fi sa intendcrc, come eg1i fi ririra1Te colà, da c'hc: 10 fì:dJo Imp rJdore, per conf,Oîon dd meddi.no Amore, alloggiava al- Ion {ec;es BafiJicélm beati Petri. FraWiOto morì uno dclJa Famiglia d.:ll' Impcr:J.dorc, chc avea [pcZlata la Croce dl Sant' Elcn.\, e 10 fie(Jo i mperadore tiI (orpre!õ daUa febbrc. GluJicol1i quelto un' av\'enimc:nto .ì lui mandato d.l Dio; e però inviò l'lmreradnce al Pap.l, penhè venifT"e a travalll); ed egli fulla di lei pawla \,' andò. L' abboecamtn- to loro hcn toaO rimiCc Ia concordia. II P,lpa fi relbtuì al Palazzo Laterancnle, e I' (mpt nd0re orJino, che i dac Arcl\-e[covi fe ne tor- n \fT"ero in Francia. Ma effi prima dl parrilli, fecero glttarc fopra il Scpolcro di San Pi.ctro n inC lc 1ti m critto contra del l apa. ' Im- veradore anch' ('gh da .11 a pochl gl <)rn.1 Ie ne ando, 011 lalclarc' In Ro- ma un'infaufia memoria delle ucclhom, delle rubenc, e delJe violen- ze . I) I quali fllggtndo gettarono 'Via Ie Croci, e Ie lmagini, che portava1!o, , fecondo l'II(o de' (;reci; delle 'luali u/cune furono calp jltlle, altre glla- j1lete. 0 Ide anco l' Imperadore grave,ncnte adiroffi, e perciò i' Apofio- lieo di'Venne più mtlnfueto. AfJflò finalmente iJ mede../imu Pontefice a S. Pietro, pregando J' lmperaclore per i {llDi, che tali coft face".;a'lo; [to appena fu efaudito. Già adunfjue tr di /010 famiJltJri di'lJC11tl-cro. ANN A L I D I TAL I A: 57 z-e fatte da i [uoi a varie Chiefe, e a molte Donne, :mche confecra- ERA Vo1g. te a Dio. Venuto a Ravenna, quivi celebrò la fam:a Pafqua, che nell' AN:iO 864. ..\nno prefence cad de nel dì 2. d' Aprile. Non mi fermerò io quì a r.tccontare gli altri avvenimcmi de 1 due fudJeni A rcivefcovi, nè un altro affare, che bolliva ne' meddimi tt:mpi di Rotado Vefcovo di Soif- fons, depollo dOl IncmarD Arcivefcovo di Rems. E folamente verro di- ,eodo, che fecondo i fuddeui Annali di San Bertino, i Vefcovi del Regno di Carlo Calvo, contrarj a Rotado, fpedirono i lor Legati colle Lectere Sinodiche al Papa; ma I' J mperador Lodovico non Ii volle lafciar paff."re. AU'incontro il Rc Carlo Calvo impedì a Rota- do il venire aRoma, bench' egli aveße appdlaro alia Sede A pofio- lica; ma qm:fii feppe crov r mùdo di fuggire con ricorrere all' Augu- flo Lodovico, per potere lotto I' ombra fua port'irli aRoma. Aggiun- gono effi Annali, che in qudl' Anno 10 fießò Imperadore, trovandofi aHa caccia, in volendo ferir colla C'1etta un Cervo, fu da eOò grave- mente ferito. E che Ube,Jo Fratello dl"lla Regina 'I'cotberga, Cherico coniugato, e fecondo gli abuli d' allora Abbate di San Martino di Tours, dopa aver occupat:l la Badia di San Maurizio ne'V aile Ii , eJ alcuni Con- radi fperranti all' I mperador Lodovico, Padrone di quegli Srati, fu ammazzato d.t gli uomini d'cßo AuguLlo. La Regina Teotberga 50- rella d'dlo Uben o , C:lccÌln dal Rc Lauario Ii ncoverò n:: g1i Stad del Re Carlo Calvo. 1\ yea la mone rapito a Pietro Doge di Venezia il fuo Figliuolo Gio<;Janni anch' cITo Doge (d). Comra di lui tcITura fu (a) DII1Jdui, in qudl' Anno nnd congiura d:\ nrj N obili, per cui retlò uccifo, In ChrDTI;C. rnemre fi:wa celebrando la Feita di S. Zacheria nella Chiefa del Mo- Tøm. X I I . , d . I I I d o I . fì 1 D 0 fi P " R.er. ItA ,t.'. m(tero 1 que nome. n uogo 1 Ul U e etto '1ge r 0 artlcla- to, chiam:\to da altri P,Jrticipazio. Tanto egli come il Popolo, die- clero il condegno catligo a gli uccirori dell'innocente Doge, con le- varne a\cuni di Viti, e mandar gh altri coIl' elilio in Francia. Qlefio Doge fu poi creato Protofpatario d B.1lilio I mpera:Jore de' Greci, e in ricompenf.'l di tal onore gla mandò in dono dodlci grolTe Campane. Se crediamo al D.mdoIQ, cominciarono folamente aHora i Greci ad urar . eITe Campane. Leone. Allazi.o, omo. dottißimo, anch'egli inregnò, ch UIU volta prdfo 1 GreCl Crdhal1l non (rano eITe :n ufo; e I'in- venzion deìlc medcfime vien comunemente attribuita a i Latini. CoCa rnanifeLla per altro è, ch::: anche ne'Secoli Pagani erano in ufo i Cam- panelli, non giå Ie gro(fe Campane, come oggidì. Anno di C R 1ST 0 DCCCLXV. Indizione XI I I. di NICCOLò Papa 8. di L OD OV I colI. Imperadore 17. 16. e I J. P Robabilmente fuccedette in quefi' Anno ciò che abbiamo da Er- chc:mperto (b), Ie cui parole furono copiate daIl' Aucore:della Cro- l1ica del Monificro di V olturno, c da Leone 011ienfc. 1:ticlpoto Ga.- crom. V. H fial- (b) Erchtm- pertus Hili. 'ap. IS;. ,.8 ANN A LID' I TAL I ^. ER A Volg. naldo, c/Oe Govcrnatore di Telefe, e Guandelperro GaO:a]do di B:1ia.. ANNO b'S. no ne-I Duc:lto di B:-nevento, tali e tante prcghiere adoperarono, che indutfcro Lamherto Duca di Spoleti, c: G"rtlrdo, 0 fia Gerardo Conte di Marfi, a voler call.: 101'0 armi dare addoflc) a i Saraceni. Turti dun- que inGcmc aß.lltarono que" Barb.lri, nt'l mcntre chc d:tl terrirorio di C.lpU.l e di Nilpoli fe ne tornavano a B 'ri, carichi tutti dl bottino. Ma il feroce 101'0 Sultano con tal br.1Vu"a Ii riceverte, che Ii mlfe totlo in ifcompiglio c: in fuga, con re!bre af1åJffiml Cnfilani mofti ful campo, e molt' altri cotldorti via prigioni, a' quali p.mmente fu dipoi crudelmente levata la vita. Pcrirono in quell.! glOrn.ua, valoro- famente combdrrc:ndo, i due Gafi:alJi fuddetri, col Conte Gherardo. Tali parnlc fcmbrJnl) indicare, che a Guido Duca di Spoleti fotfc fuc- ceduro Lamberto. Prefero da Ii innanLÌ i S,u'.lCeni maggior bald.lOz 1 e rabbia, ooJe a man tãlva f,lceano Ccorrcrie per rutto il Oucato dl Be- ncveO[o con dil1:ruggere dovunque giugnevano; e a nlè:rva delle pnn- CiPdli C1trà, luogo appena vi rel1o, che non andatfe a facco. Toccò fpezlalmente qudta disa\'venrura a Telefe, A lIfe , Supino, Boiano, If('rnia, e al Caliello di Venafro, che fur0no inrcritmcncc disf:mi. Ar- rivar'1no Ie loro masnade :lOche al fudd.:tto vlo.tiHero di S.m Vincenzo (a) chronic. dl V olturno C;r), che era de' più ricchi d'ltalia, e tutto 10 fpogliaro- Vu i tu T 1Jtnf. no con ditòrrcrrare ed aCporrare il fuo tefaro. Con venne anche pagu . 1/./ Tj.!' lorn trc mila Scudi d' oro, pcrchè perdonatfero alle f.tbbriche, De vi 1':;: 4 ;.'<. arraccntfero il fuoco. Però .giufio {oCpeno nafc , che Leone Oni n- (b\ LtO 0- fe Cb) fcnza fondamc:nto fcnvc:tfe, dTerc flaw In tal conglumura 10- ftitnfts I. }. cendlato quell'inGgne Moniflero. Noi vedrtmo, chc moho più tardi '''po 35. gli fuccedetre quelta disgrazia. Per altro fappiamo da lui, che quc" Monaci Ii rifllgiarono e f lvarono nel Catlello fabbricato da elIi in vi- cinanza del Monitlero. Era in quefb tempi Abbate di Monte CaGno BprttZrio, llomo Lcrrcraro, che com pofe molti Trawlti e Sermogi, ficcome ancora alcur.i Libri di Gramatica., e MedlclOa, ed atfaiilimi VerG fcrirri all'lmperadrice Angilbcrga, e a gli amici {UOI._ Q!Jefb pen- fando a. i pericoli, in CUI per l' .lddietro s.' era uovato il luo MOl1/lte- fO per caginn de' Sar.lceni, nemici del nome Cnfbano, e troppo ami- ci delle t:)ltanze dt" Crt ftiAOI: avea prima d' ora f.Hto clOgere ài forti ruura e torri que! facro Luogo, ed \11 0 (tre cominciata a ie a.dici del Monte una Cmà, che oggiJi fi appella San Gcrnuno. GJOvo al Mo- nitlero in ral cong'llnrur.l qlle\la fortJfic:l.ZlOnc, ma giovobli anche più il fenno d'dlò .-\bbatCj perchè appena ebbe fencore deU'avvlCinamen- to di que' cru.jj Infl:deli, perv('nuti fino a Tcano, che mandò a trat- tar con 101'0 ài comp06ziof'Je. Trc mila fcudi d' oro pagò anen' egli, e co!oro contenti fe n' andarono. Inr:mto Lando fo J7e(covo e Signore (c' l"rcldm- di. Capua, Cd dopo aver cacciato dalla Città i tuoi N ipoti, Figlmo- firtus Hlft. Ii di Lan:lol1c già Conte, chc fi forrificarono in aJcune Candia, curto fap. p. dì af'JdaVoi ordendo n110Ve cabb,Je, ingannando ora Guaifcrio Pril1cip dl Salerno, a cui Capua avn:bbe dovuro ubbidire, ed ora Ailc/:.ifi PrIncipe di fu:ncvc:nto. Tirø pofcia in Capua i ["ddctti fuo N ipori, affin- ANN A LID' I TAL I A. 5'9 .ffinchè facefT'ero guerra a gli a1rri fuoi N ipati, FiglitD1i di Pandont!. ERA Volg. Seguì final mente pace fra etli Cugini, e tuui entrarono ill Capua. ANf;O 815,. Ma non nuncò all' anuro Prelaw mlt1Ïera di dividerli ed ingJnnãrli, con fofienere a forza di quetle ani Ia fua fignoria :õnche nel tempora- Ie. Imanto fped1 Papa N iccolò in Lorena e Francia Arftnio Fefco".Jø d' Ona fuo Legato, che at1rinfe il Re Lflttario a richiamare c a rice- vere in fua Corte Ia Regina cftutbcrga. A vea anch' clTo Vercovo in- dotta I'impudica Gualdrada a venire in Itdli per preremarfì al rom- roo Pontefice; e Ia medcfima promelTa avea ri ponato da Engeltrod:; Figliuola del Contt! Afat/rido, e Moglie di Bojòne Conte, fcomunicata dal Papa, perchè fuggita d;;.1 M.lriro viveva in un tot; lc liberrinag- gio. Ma dietro alia (!rada fi rrovò da ambedue delulo. GUoildraJa giunta fino a Pavia (a), non palsò olere, richian1.lra dall' adulrcro Re, (a) Fpift che di nuovo cominciò a mahrattJ.re la Regina Teotberg:\. Engel- NicOI,zj 1 5 . truda anch'ella fe ne rirornò a i ruoi Uraviz.i 111 Francia. Non dor- Pap". roivol imamo 1'Imperadrice Engilberga, attendendo ad impetrar con- tinuamente de i doni dall' AugUlto [uo Contorte - D.a un Documenro, ch'io diedi alla luce (b), apparifce, che nell' Anno prerenre, 0 pure (b) .Antiqr,;- nell' ante-cedente, Gualberto Vt!fc'vo di Modena, l\Jdlò dell' Impt:ra- ta . It,llrc. dor Loc\ovico, la mire in pofJelTo del/a COlle di lVt.lrdeflalla, oggldi DlfJtrt.12.. Gua,llal/a Cirtà, che poi pafsò fotto b filnoria del Monilb:ro di San lag. 14 1 . 51fio di Piacenza, fondata e dotato d.tll.l medefima Augulh. Anno di C R 1ST 0 DCCCLXVI. Indizione XIV. di N ICe 0 L Ò Papa 9. di L 0 DO V I coIl. Impcradore 18. 17. e 11. F In dall' Aono 861. aveano i Popoli Pagani della Bulgaria .bbrac- ciato il Crifiianefimo, e al Re loro Bogori b,mezzato, che alli.m- to il nome di lVichtlt!, fedelmente conrervava 1", ricevuta tànta Rdi- gione, Dio dicde forza per fuperare una ttrribll congiura de' fuoi Grandi, che pcmiti d' aVèT abbandonati gl' ldoli, fì rivolt.uono contra di Iui. Ora elTo Re in quell' Anno lomma contõlazione recò alIa fa- era Corte dl Roma per la fpedizione dc'ruoi Arnbafciatori a Papa Niccolò ('"), a fin di ricevere da lUt illruzioni intorno ad aOaillìrni pumi (c) RtfþðnJ. della Rel'gionc e della Difciplina della Chief a . Giunri a Rc>ma ncl Niu/ai Pa- Mefe d' Agollo, con tutto amùre ed onore fmono accolti dal fagglO j"/I a; fon- Pontefic , il quale poco apprdTo inviò in que' PJefi PRoio refco'lJo di II . II g. Pop?lo la, e P,,.mojò refcO'Vo di Pono, acclOcchè fi fiud:a{fero di con- verure l. reUo di que' Popoh, ed ammaelhalTero e crelìmalTero i già COnVertltl. N oto l' Autore de gli Annali di San Bertino Cd) falto (d) .Annal. quell' Anno, che il Re de' Bulgari inviò a San Pietro l' Armi fle{fe, Francor. ch' q li p rtava, allorchè trionfò de' fuoi ribelli colla giunta d' alrri Beniniall;. POChl dom. HilIdov'i)ic s 'l-'t!ro Jta/ lmperato,. hoc audiens, ad Nicolau", H z. PapRm . ERA V ot . AN so 866. (a) D."dul. in ChTO"ico. Tom. X'I. R'T. italIC. (b) Erchtm- "trIllS Rift. cap. 3l. Lto úfl:t7t- Jis!. I. c. ]6. (c) P,rtgl'i- ";UI Hlflor. princip. L4ngobard. P. I. T. II. l/.tr. Italic. 60 ANN A LID' I TAL I A. Papam mifil, juhens, ul arma, & alia, fju.e Rex BlIlgal'Drum Sa;zEl o Pe: Iro mi rat, ei dlrigeret. Dt! quibtls fjuidem Nicolaus Papa per AI / IJillm ei clil/iflC/J/i in parlit tIS Bene'Vt!nfallis IranJmi/it, & d fj/Úbufdam excujà- tionem 1l1'J'ld.-zvi/. Circa qudti medefimi tempi anche nella Moravia fi pi..'1(ò e crebbe h Fede di Crillo, e lì diLltò ql1clla Juce fino nella Rulha; m.. nl>n dovetfcro i Ruffi tenerla 1;1IJa, perchè fill fine del fc- gUl'nte Secolo Ii truova la lor convc:rlione al Cnllianclìmn, con riu- kin: poi ftabi!e no a i gi Jrni nolhi. Andrea D.mdolo (a) do po a\'er mrrau la converhone de' ßulgari pcr opera d. San CÙ"iJ,o <.Ia SaJonichi Apoltolo dc'paeli Sclwi, aneth, ch'dlo Cirillo convertì alla Ft:de Sue/opolo Re deiLt Oaimdzia mcdtterranca, che abbracciava la Croazia, la Ruí1ìa, e 1.1 ßt)ffina. \bbiamo poco fa imefo, ch<: l'lmpt!rador Lo- Jovico Ii trattellC:Vd nell' Anno prefenre ncl Ducato di Benevento. 50- pra dt che è da fapere, che qut:' Popoli ridoui all:t difperazione per gl'immenli con:ioui t"..tccheggt, e per Ie incrcd,bdi crudelta de'Sara- ceni, alno fcampo oon veggendo, (e non nell' aiuto ddl' Impcrador Lodovico, sì dJ Benevenro ("), che da Capoa glt fpeJirono degli A m- ba(ciatori, (conglUrandol) dt accorrere III aimo Ioro. N iuno ne fpedì Guaiferio PrÍ1ICÎpe dt SJIl'rIlo, perchè non era in grazia d'dTo Augn- no, a cagiû!l dclla dc'pofil.io:1t: e prigionia di Ademtlrio Principe da n0i vedLHo di fopra. AU' cfpo(ìzione di tame miferi.: patite d..' Cnlba- ni iì motTe a compaOione I' Augullo Lodovico, e deterrninò di far gue:Ta, ma non fimile a quella de gli Anni pi eced nti, contra di que' cani. A ul fine non so fe nel feguente, 0 pure nel prefente egli pub- blicò qud rigorofo eJitto, che Camillo Pellegrino diedc alia luce (,,). In etTo vien intimata a [Urto il PopC\!o del Regno d' I t.tli 1 la fpedi- zion militarc \'erlò Benevento, correndo l' /ndizionc XP. che de nota l' Anno futTcguente. I/er erit Ho(lnlm (dice ivi I' Jmpcradore) pt!r Ra- 'VeJ1iZaIJZ, & immediate Menft Afar/;; in Pifctlriam, & omlzÎs exel-citus l/a- IjcIIs nob /êum, 'I'ufiani au/em cum Populo. qui de ultra 'Venitmt, per Ro- m m 'Venial)/ ad Pontem ClIrVllfl1, ;nde Ct1pWWZ, & per BenevCf//um de- fit!ndant nobis ob'Viam LucerÙ, F/ll. K1.iend..ls Âj,-ilis. Qtefte ulrime parole kmbrano accordJríi ro.;o colle prtme. 1\la le è V.:TO, che l'lm- pel adore avea dol muo....erlì nd Marzo alla vo:ta di Ravcnna, per an- d re a PcfcJra nel J)ucato Bt:nevenrarlO, comicn fupporre emanato quell' Ed,rt. prima dd Marzo dt quell' Anno, giacchè e fuor di Jub- b 0, che nd G:u no dell' Anno P' etènte egh era glà p rvenmo coil' Arm.Ha a Mome -C lÍìno. E fe f.')tTe coSt in VI:" e di IndzBiont! llin/a Decima ft avrebbe a fcrivere !?<.!,Iatta Decimll. MJ Tltcncndo I' JAdi:uo- ne XY. I'inumazione arparren à all' f\nno fcgu,.nte, e lì dovrà cre- dd'C, che acconoft Lodovico nell' Anno prelentc, che non ball:avano Ie ordinarie rue forze a fchiantare r("glO deli' lmperadore, ma per non tnlrodurrc il cottum.: di dover afpettarc i Mmitln I mperiali all' E!ezione d.:' t>api, ]a qu,tle non ammerreva dilazionc'. 111 fani quell' ob- bilgo non y' era, nè ti trOV.Wd prdticato in addlctro. Erano [cnuti [o lamcnte i Rom.u1Í ad a!perrar l' approvdzlone I mpai.lle dell' Eh:tto: il che a p pumo anehe in q udb occalione G efcLlui. Lodo l' AUJuilo ::> D Lod wico con Cue Lerrerc I' dt"zlon t tra e I' ßletto; e cerr,ficato, che non v' er:l imcrvenuta prom.:ífa akuna di d;maro, diede ben vo- lentieri I' affeuto per la contecrdzione del nuoyo Pontcfice. ConfclTa Guglicmo B,bhotec.lTlo, chc lo1eano fucccdcre de i dJrorJini neUe Se- dl vacanti J' allora, e prcvalendo ]e fazlOni, vemvano cacciati in etÌ- lio nOD pOLhi Eccld llici. Tutti [otto quc1b aruorc:voliffimo Papa 1è 64 ANN A LID' I TAL I A. Ell It. VoYg, (e ne rirorn3rono liberi aRoma. Accadde nulladimeno in qucfia va. ANNO 867. cal a un:1 ,c:tlam tà int"olira. La..mbe /o Piglil!olo 1i Guido, Dllca di Spo- Ülz (COSI e nOfl1Jnaro da dfo Gughemo) rmmmcamenre emrò in Ro- ma, fenza penerruG, qual prerello egli ufaf1e, e come fe aveflè tro- vata quella Città ribelle all' 1m peradore, pen-nife, ch fotre in molri luoghi meCfa a fåcco da i fuoi (gherri. Non perdonò a Ml1ni tlero nè a Chiefa alcun.\; e fenza farne nfenrimenro alcuno lafciö, ehe la' fua Rente rapiITe non poche nobili FanciulJe sì eotro, che fuar; dl Roma. Furono perciò portare all'lmperador Lodovico Ie doglianze de' Ro- mani per tante iniquità, di maniera che tutti i Franzdi Iparbv.1Il0 di Lamberto, bcnchè folTe anch' egli di quella Nazione; e non fint la fac- cend1, ch 1'1 mperadore ga!l:igò que!l:o nemico della fånra Sede con Je\'argJi il Dueato, m:t non r.osì ro!l:o, ficcomc vedremo. A.lIorehè c(fo Blbhorceario fcri\'e, che Lambeno apud Auguftos pjiJ!imos Romil- 1fflrUm fjucrimcniis prd'gr.vatus fuil, alrro non fi può inrc:ndere, fe non che i Romani fecero ricorlÍl a L,dc,vicø [010 Imperador(" in quelli rem- pi, e aH' Augulb Angilberga fu Conforre. Trovavanfi aHara cfiJiati dall'lmperador medefimo Ga,Ûmzio J7ifnte, dell' I mperador Lodovico, íì ricava, che fra I' alrre ammonizioni del buon V cfcavo, che amgreg- giavan n .1 Duc:! fuo Nipote e la Moglic di lui,. quclla v' cnrra\'a di troncar !' amicizia. co i Saraceni, 0 per dir megho una fpezie di lega contratta can Inro, e vergngnofl troppo per un Principe Crj{bano. (b) I'piftola. De' Napo1euni ferive così quell' fmperadnre (b): b r;delibus arma {3 LU V. JI. aJimenta- & c trra (uhfidia trihuentes, pet' totius Imperii 1 01lri /itora eos dtl- : . :a - cunt;. & cum ip(ìs toties heati Petri Apof/%rum Pril1cipis.li es furtim de- nil/ln. c. preedari crmal1ttJr, ita ul faRa vidtatur NrapoJis Panormum vel Africa. 106. !?<.ttumque nof/ri quique SaracmoJ in(èqtlUntur, ip/i, lit pofJìnt evadere, Nea- pnllm fu'!,itmt, Qltibus non ef/ nuef{arium, Panormum repcterc,fèd Neapo- lim fu'(,ientes, ibidem 'iftou{que perviderint Jatitanles, ,,',rfirs improvifò ad txterminia redcunt. (1) Ora. tanto picchiarono. in capo al Duca Sergio l (I) A'll lnfedeli dando arm;, e alimenti, e J!,li altri filjJidj, gli gttidano per- i lidi di t/lltD /' Imperio "of/yO; e C01 tiJi tante vo/te tentano di furtiva- mente predare i conjini del - beatD Piett.o Ptencipe degli Apoflo/i, talch Napoli par divln/lto Palermo, 0 l' Affrica. E tllffi i noflri prefeguitan- do i Saraceni, '1ue,1i per poterla [cllmplZre, lu gOtlo a Napoli, non ej]èn. do 101'0 ' ectJlårio ritornare a Palermo; ma fu giti a Napoli, ;vi nafto- fii tanto che 'l,,'edano iJ bellø, nuovamente all'improvifo ritorn.mo ag/i ßer- mi1lj . ANN A LID' I TAL I A. 7; ]a Moglie, cd altri perverfi Configlieri, che il tratT'cro a mencre in ERA Vo1g. prigione il Vefcovo A tana fio, e gli altri fuoi Zii. Non lÌ può dl1'e, ANNO 87 0 . chc commozione ecciraíTc in tutu la Città quefio b,l,obaro avvemmen- to. Alrro non s' udiva che gemiti, url., e mormoraziani contra del ' iniquo Principe. Però congregaro tutto il Clero sì Greco che LatI- no di quella Ciltà co i I\Ionac.i, lÌ porrò al Palazzo, chiedcndo con grid.. la liberazione dell' amaro 101'0 Prelaw. ^ ndò ndle fune ergi?, prefe tempo a rifpondere, e finalmerlre dopo fene d,? .avet'ldo II1rdo? che i Sacerdoti crano rifoluti di f{"omunic.lrlo, di deb Ltere da i facn Ufizj, e di fpogli:tr gli Altari., rimile in libenà il buon Vefcovo. In- credjbile per quc1to fu it giubilo, e la feila di tuHo il Clero e Popo- 10, in guiÙ che fi pentì il Duca d' averlo lib::rato, e cominciò a te- nergli delle fpie intorno, per fapere, chi andava c vc:mva da lui; e . da Ii innanzi perfeguitò a man falva gli EcclcfìaHici, oppreíTe Ie V e- . a) chromc. d . P . h ' , h 0 1 t . . araC/7J. ove, e I . oven, pere e muno piu v' era, c e m or :1\'ore aprllJc P. 1I. T. II. 1a bocca. In quett' anno fecondo la Cromca Saracenica (a), s' impadro- er. italIC. l1irono i Mori dell' Hola di Malta nel <11 2.0. d' Agolto. Anno di C R 1ST 0 DCCCLXXI. Indizione IV" di A DR I A Noll. Papa 5. di L 0 DO V I colI. Irnperadore 23. 22. e 17. N ON potè più Jungamente refificre all' armi Cril1iane l' aíTediata Cirrà di Bari. Da eOà furono in quefi' Anno nnalmenre fnidati i Saraceni. Lupa Prctofp&ta (b), che fcrive pref.1 quella Cirrà da i Fran- (b) LupuJ chi Amzo 868. IndiElione Prima, tertia die intrantc lvlcnjè Februario, trop- hlofpa;" V po fconciamt'me falla nell' Anno. Ha bensl colpito nel Mefe, percioc- Re:,o aÚc.. chè Andrea Prete (,), Scrittore conremporaneo, nella fu;! breve Cro- (c) .AndrtaJ nica notò, chc dopo Ie fconfine fopn riferirc dc' S.1faccni , Jèquenti Men- Presb'Y ter (e Februario, quinto (.forft' quarto) expleto Anno, quod Bari poJlè.l!àm \ ob- :;o e;;/. fcíTam) habebat Domznlts Imperator, comprehendit SoIdmJUm, & t'elzquos Menchenii. Sarace110s ibi confiflentes interemÏ1 Anno XXI. Indiélione IV. cioè nell' An.. no pretenre. Che qudla Cirrå non fi rendeíTe per capitolazione, ma foOè prefa per forza, fi può raccogliere dalJa fir age aHora [ana de' Sa- raceni. Se la fcappò nett:! il loro Sultano, fu fecondo la tellimonian- za dell' Anonlmo Salernitano (d), perchè cottui ririratofi in una Torre (d) Anon'Y- ben forte, chiamò Adelgijò Principe di Benevcnto, che era intervenuro ,"-us saler- coll'Imperador Lodovico a quell"imprefa, e fi arrendè a lui, falva la vi- mtan: s d . . d . I b " . Para,'pom. ta? con ,Irg.h I. rn rl[ar , ene, pcrche aveva 111 fuo por.er una FI- pag. 108. ghuola d cHo P II1Clpe, gla daragli per ofiaggio, e giurò dl non aver- la [O ata. Da CIÒ ,prefe motivo Adelgifo di domandarlo con due corn.. (e) Cfnj1an- pagm 111 grazl3 all Jrnperadore, che 1e ne comelltò, rna male per lui. times }Jor- Collamino POJnrogenneta (c) parlando dclla prefa fuddctr:1 di B:lfi, t'^'Yr.øg.nn. fcrive, che quelJa Ci1tÌl col filo territario, e co ; prigioni tutti venne in I ''!. v: t t. Baj- K " ... a,en. 2. pote- 7 6 ANN ... LID' I TAL I A. F 1'. A Volg. pot re de'Rtrllltlni..., ci?è de' Greci. Ma fenza fallo s' ingan a __ Non ap.. ANN" 87 r. p.trllct', cbc I Greci avefi'ero parte ntll' acqudto d' elTa C!tca; niun (c: gno d'averla Lodovico ceduta aU'Impcrador ßafilio, fi raccoglie d.!l ra Lenaa che da qUI a poco \'errò alleganJo. ( IC:I che è PIÙ, tJnto Erchempeno (a), qu..mo il lopr,! cit.ao Lupo Pro[Ofpatd, af1ènfcono, chc i Grrci fol.lIneme do po la mone dell'Imperador Lodovico, lic come vedrcmo, cnrrarono in quella Citt:ì.. Dopo qud!a gloriofa' im. prcÜ, agglu l1e il fuJdctto Erchemperro, che l' Augulto Lod,)vICO inviõ la lua ,\rmata all' aflèd/O dl Taranto Clnà tirancggiata anch' cr. (,1 da i S,!racenJ. ...\Il'i\nno prefeme pare che s' abbla a nfenrc col Cardilldl B IrCmio una Lencra icrma ddll'Imperator Lodovlco a ß fi. lio lmperador de' G1"cci, e a noi confervat,\ d.dl' Anonim,) Saier01tano (b). F'\rfe i profperi fuccei1Ì dell' AUßullo Lltlno, nocitlcatl al Greco col. la fpedlzion d, due Amb;lfclacori, motfero ad invidi.l BarJlio, Jl quale perciò fcritTe al mèdefimo Lodovlco un.} Lettera [Una teffuLl d, vane doglianzc. La prima era del fadi Lodovico chiamdre ImperadoJ e, pre- tendendo Baiilio, che quetlo nome, fi.:come ancor quello dl ß4i1eð, fo(ìe rJE'rhato a I loli Imperawri d'Oricnte, con tacciarc di novJ[à l' ufo, che ne face\'a Lodovico, e con dire, ch' egli dovca intitolartì Imperae/or d ' Franchi, e n()J1 già de'Rom:mi. Rlfponde faviamcl1te I' ,-\u gullo Lodovico, che il nome di Bafileo, fignificante Re, ii truova ado peratl) da tucre Ie amiche e moderne N az.ioni; che quello d' Impera.. dore nella Ilia C:.fa nOI1 è nu.>Vo, a \'endolo goduro infino il luo bllãvo 10 Carlo. Riconofce poi, che da i RommlÏ ne' fuoi M;lggiori e in lui ftetfo, era venuto non folarnente l' Imperio, ma ancbe al Regno di Francia, perch' eOi erano flat i unci Re da i Romani Pomefici. Niji, dice egli, Romanorum Imperat9Y effimNS, uti'lue nee Francorum. A Ro- mallir tnim hoc nomen & dignitatem tllJumfimus, apud 'IUDS pyo/taÒ pnmlJ tal1t culmen /ublimitatir & appel/atio m effulji!, 'poYIIII1'jue Gentem & lfroem di'vinitus Gul;ernandtlm, & M'Ifrem omnÏtilJJ Ecd jitJrtlm Dei de- fendenda'7J atque Iz;J./zmandam Iu{cepzmus, ex qua t'e & Regnandi prius, & poflmoe/um lmperandi tluctoritatem proJapiit noftrte jemintlrium fumfit. Si fl:upllèc pm, come B1fiho ahbia (crJt[o, che mentrc 1 juoi Greci tentavano di et"pugn Ir Bari, i Franzefi fe ne Hav.lOo colle mani alia cinrola miranèo I, C nza parger 10m aiuro, e con attcndcr folo a i con- viti. Quando manif.fia coC", era, che i Greci, dopo aver f",uo i buvi con d1T uno 0 due aftllci, s' erano tol1o avviliti, c Cegrctamenre tor. "atÎ a i lor plefi; e inr:1I1to que' Franchi, che Cecondo lui a[[cndeano folam .,te a divermfi, aVean ) daddovero pref:1 la Cmà di Bari. La. memafi poi l'lmperadnr Lodovico, perchè Nlc ta Patrizio, deUinato da BJlìlio alla guardia det Go fo Adriatico colla iua flotta, avea dato il f.'ICCO a moIre Terre delìa Schiav(j1Jia Franzefe, col preteUo, che gli Schiavoni avelTero fpogllaro i Legati Pontificj ne1 ritorno loro da Co. ftaf1tinopoli, benchè condoni fopra Legni dello íl:etra Greco Impera. radore. Ouolfi, dico, gravemente, pCI chè que'Legati fieno HMi sì mala me me provvcduti e guidaci) c nulla finora delle robe loro rclU. tui. (:I) Fr(htm- ptrlllS EJi/i. rap. 38. (b) .Al7on'J- mus Saltr- nitanus Paralipom. fa}. 94. ANN A LID' I TAL I A . 77 [lliro; c: che Niccta abbia data il guafta a varie CafteUa di gi':lr fdi- FilA Vo: , ziane del medcfimo Lodo\'ico, ed in oltrc abbia mcnata via pnglOoc ASl\o bï Î. gran lJl1 mtità JI qUt"gl' in lOcenti Popo1i: iniquità tanto più intollera- bile, (I) lit i rdem Sclavinis nof/ris cum navibus Juis apud Barim in pro- cinElu com1i1lmis utilitatis cOl1/ì/lmtibus, & nihilfibi _d-IJerfi aliunde i17lmÙze -f putiJtJtibus, tam irllpie domùs" flue quæque diriperenlur, fibique c6ntingel'cnt, lJuæ ft prænofcerent, nefjuaqu4m prorJus in:un-erent. Percio qUJlora B:lfÏ- 11" non en,clidl il fatto, (2.) juftæ jè'Vcí-itatis noßræ proxima tdtio procfl/ dubio jub{tquetur. Ci fan conolcere tali nOtlzic, chc nmavia 1'1 thia, e almen qualchc parte delle Cinà maritime della Dalmazi.\ ubbidi\'a- no aU' ] mperador d' Occu3enre . Rltèrilce Giovanni LucIO (a) uno Stru- (:1.) <;Johonn. mento (1t; 0 nella Città di Spalau'o, Regnanle in Italia Loth"1riQ Ft"an- LUrlt1S de forum Rcge per Iddifl. XV. rub die Jr. Non. J\Jartii, cloè "nell' 1\ nno :f:'i.l 837. 0 pure nel\'Sp.. Mi giova ancof di produrre un' Ifcflzione, che tuttavi:l fi lcgge ndla Città di Pola neH' lfiria, ed è tcHimonio del contlnuato û<.mmio delf' I mperador Lodovico in queUe pani. Si mir elTa Copra una Porta laterale del Duoma. AN INC.'\RNT. DNI DCCCLVIT. IND. V. REGE LODO\VICO ] 1P. AVG. IN IrALI\. H."\NDEGIS HVIVS AECCE ELEC. P. EN E CONS. EPS: SED. AN. V. Quel10 V cfcovo non fu cono[ciuto clall' Ughelli nel Torno Quinto ddi' It..lia S,icra. FinalO1ente fcrive nella fua Lettera l' Imperador Lodovico dopo aver parlato dell' iniquo procedt:re de'Napoletani fautori de'Saraceni (3) Noveris, cxercitum noflrum, Bar; triumphis noft,.is fÙbmiffa, Saracenos crarenti p.1,riter & C(" ?riæ nos mirahiliter humi/ialJe, simul & committlÛ(- Ie; ac hos telenter, duce Deo, penitus contriturum, si a mari p,obil,it; fuerint cjwrum admitte,-e copias, vel etiam claJlibus a Pan01"mO vel .Afri- ca [ufcipere multÙudÙles. Perclò prega B!fìlfo di voler JlWlare un com- pett:ntc nUolo dl navi, chc impedifca i trafponi dc'Saracen., CO ag- gm- (I) che gf ifleffi no/lri Schia'Vini colle prop,"ie navi flando preffo Bari a pO{- tata del v..ntaggio CllmUiJe, e Nierlte di a-::<;;e,p credendo {ovraflat-gli d' a1- tronde, con ta.,tn empietit facchey,iate f l{ero tutte Ie di 10"0 cafè, e 10- ro accade1!èro coJe, Ie f(/Ia/i previfte nie11fe affatto [arebbero aCladute. (2.) CCrlamCJlte ne 'l.;errà ji/bito la noJlra giu/la e {evera venéetta. ( ) S,l/piate, che it noflro efercito, joggio,;,ato Bari a' 'lOflri trion(i, e i Sa. racetÚ di no, che fecero perde e in ne la pa1.ienza ad Ad:\gifo loro, Prin- (c) Errb.ttn.. Clpe. (2.) Cæpenmt GallI gravlter Beneventanos per(èquI ac crudt!ïter ",'e- per/us Hifl. xare: fon parole d' Erchemperto (,). t4mque -Bene'Ucntanor bo/iiliter cap. 3+ inft- (I) cert; due Conti tent1rfmo di (ol/evarsi contro I' ImtJemdore. Lo che avm- do fåputo (impcradore Iz perfè. uitò finD a Jl,ltwsia", O'iJi effi non avent/a mdire di fermarsi, ft ne fuggirono a Ber.evento. (2.) Comincit1rono Ii Franzesi a gravemente per(ef,uitare i Benevenfani, ed 6J veffarli con crudel:à. E la fua mog/ie oflilmente infiq'tendo i Bene-- 'Vemal';, e /e di loro donne per OglJÍ modo troppo' di(ollorfmdo, e varia- mente ingiur ..mdo/ï,. dicendo tI'fUOi, che i Bene'Ventani nie lfe fanno difm- derri cogli feudi &c 80 ANN A. LID. I T A. L I A.. E au. V oìg. infeql/ere/1l1' Ilia Conjux, a/que m!Jlicres il/orum omnimodis Izimium fædaret; ANliO 8]1. è3 IpJà Bme-i.:entaIJOi 'l:m-iis i,!jll1 iis affiaret, aJlèrens ad (uos, quia millime jè jâunt commttnire Benevcr:tani clypeis &c. Lo Itdfo viene aflÚilO Jail" (a) .Anon'Y- .-\ nOl1lmo So1lernitano ell), per t.lcer d' :I\tri Autoti. Cedreno (b) Autor mus Salerno Greco fCrI\"e, elfere proceduta (Urta ]a (cena, che io (()11 per I,lceon- l-arAliþom. tare, da i con!ìgh e daile cab bale del 5,,103.no, che condom) prigio- (it l;tn. ne a B ncvcnt() s' er-t intri:1fica o can Adelg_iCo. c collo ItcfTo Impcra: i. nnAJib. dore. E certamente che AdelglCo fi coníìghaOe con cot1lJ1, 10 affer! anehe I' Anonimo Sdlernitano. Nel refio il raeconto di Ccdreno di- feorda dalla verità della Storia, e meritano qui più fcde glt Storici Latini. Ora gli Annali di Metz c'inCegnano avere Adelg {u Pritlcipc di Benevento fraudolememcnte perCuaCo all' I mper:Jdor Lodovico di lalciu torn.l1c aile loro cafe Ie milizie Franzdì, perchè 10 {lar più quivi era dl 101'0 ineomodo e di gran danno a i (uoi CudJiti. Refiò dunque can POChl Lodovico. Ma è maggiormente da prefiar fede ad Andrea Pre- tc (,), Storieo Italiano concemporaneo, che fcrive, avere Addgi(o profiuato del tempo, in cui (I) erant Franci ftparati per Caflella, 'Vtl CivitaJes fidmtes tlb{que ullo Jerrore, credcntes fiiei Bcneventa"orum Pe- ro venUlo i1 bllogno del loro aiuto, fw ono trattenuti da i Beneven- tani in mamera, che niuo d' effi potè accorrerc alla difcCa del proprio Padrone. N d glorno 2f. d' Agofio Indifliðne XI. ({ì dee fcri\'ere !<3ar- Ja) per attdtato dd luddetto Andrea, Icoppiò la congiura de' Bene- vem dÜ. !\tlc:ntre I'Imperadore dopo il mez1.od'Ì ripoCa\'a, uniti andaro. no al Pal.1zzo per Corprenderlo. CorCero all' :rrmi i pochi Franzefi di fua guard.a; e fveghato l' I mreradore da quel rumore, eorfe anch' e- gli alIa dlfela. Aticlgiìo veggendo la re(ì l1:enza, fece metrer il Fuoco aile porte del Palazzo: il c.:hc cofirinCe l' I mperadore a rimarfi colla Moghe Augu1ta, c alquaoti de' fuoi in una Torre forte, dove pcr He di 1i difc1e; 1e pur quella Torre non fu II Palazzo medeíìmo. Ne gli (d) .Annalel A nn_aÜ Bcrtiniani (J) fi le ge:. Ade/gVus c 1lZ afiis BeneventmlÌs adver- Francor. fils zpfum lmplratorem confpzravlt, quomam zdcm fl1Jperat(jr faélllme Uxo- .ertiniani. tis jl/æ ellm in perpetuum exsi/ium diJi;oncbat. Et 'iuum idtm Adelg {us 110- flu fuper ipIum Imptratorem irrl/cre di(pofuif!et, ijdem cum Uxole jua, & cum eis, quos lecum habebat, 'iutlmd'-lm 1'urrim 'Va/de a tam rdiJnitiJlìmam afcendit, & ibi per tres dies cum filis jè dcfendit. Segu t.-t pOl a dire, che inu:rpofto1i il Ve(covo di qud la Cmà, ottenne dl potcr andarlÎ:ne Ca- no e falvo. Ma non COSI prdio egh dovette riceverc la libcrtà, fcri- (e) J!r,hem- vendo Erehemperto (eo) Amore dl que' tempi, che Lodovieo fu pre- l,r'us Hlft. fo c mefio in prigione; e -memre t'r a in quello fiato, consiflmte Augu- eap.34. flo in cuflodiø, Iddio molfc daB' Affrica i Saraceni, e non tarJo quaran- ta {;;iorni a vcndicar l' enonnc 1lrapazzo, faLto al R1aggior Principe del- Ia Cri- (c) .Andreas Presh'Y 1er Hi{lor. Tom. I. Rer. Germanic. .MlDchmii. I: era71D i Fr "zefi diviþ per Caßella, 0 Città, pieni tli fiducia, fenztI a/- cuno fþø'l.Jentl, appliggiati [ulla fede de' ßene'Ve"t ni. ANN A LID' I TAL I A. 8 I Ia Cri nia_nità, ch' e{[o Erchemperto chiama þ1fflijJim//11I 'liinI1H, fålva- E II. A \i ol torm; [ciliat Be;Jc.-.:.ei'lt itOrUlí "ovÎ1Jci . E A drca Prete lafcio fcritto, AI\NO 87 [. chc la di I'li priglOtUa duro nno a I 17. I Settc.mbre. Ora Ie [01- d:m-fcht: fue s' erano intanto amma{]ate, cola che dlcde molta appren- lÌone al Principe Adclgifo, Cc pur ciò è vero, perchè Erchcmpeno divcrfamcme ne parla. GlUnfe anche nuova, che un poderofo elèrci- to di Saraceni era sbarcata verlù S.llerno: licchè fi venne a capitol.r Ia lib nà dd maltrattato Augullo. .Fu con\' nu[O, ch' egli, la Moglic, la Finliuola Ermengarda, e tutti i fuoi, con tùmtlÌmi giuramemi pre- N fopra Ie (acre Reliquie, íì obbligalTero di non f.lre 10 alcun tem- po nè per sè nè per altri vendctu alcuna di quel tàno, nè di emra- re m.1i p'lJ con armi cd arm_au ncl Ducato, dl_ Benevento._ Dopo di che gli tù permclTo d' andarlene ovunque gh placea. ogglUgne Er- chern perro , che Adelg{o (I) bona ejus diripiens, ditatlU cJi: cunflofqut virtu excrcitales expoJis'Vit, & ex b01JÍS eorum onujJatus eJI. Incredlbllc fu 11 rumore (e ben 10 meritava 11 calù) che prr l' !tali.! e fuori dell' Italia Ii fece per qudlo inlulto. D' altro non fÌ parlava, dando alcuni rauione ad Addgilo per cagion delle dtorfioni cd II1fo1enze praucate nella Provincia Bcneventano1 da i Fro1nzefi, e mal1imamt:nte d.lll'lm- peradrice Angiìbcrga; md. i più dctdhndo h fdlonli1 C la fomma 1\1- gratitudine di collul, che pagava di quell., moneta cb con tanti fu. d..)fi, langue, e fpeiè avea !iocr.no 1m e 1 lllJi Popoli d,tl giogo dc' Saraceni. Ho io pubbiicato (...) un Ritmo, aHora compoLto, che pro- ( ) .I 1 - -. b b . d d 1 . T J . . I ..II" IqUI ., ilm, n:e ii an ava cantan 0 per e piazze. a I lono I prIml tre lilt. Italic. pn:tdì verii. (1.) Diffirl. 4 cf . Audite omnes fines terræ horr ïe cum tïiflitia, fi2.!,l,l,'e fce/us fuit faélum Betle'vento Civitas. Lbuduicum c,mprenderunt jànélo pio ..1ttgufto. Corfe veloccmente la nuova di qudlo uagico cafo in Francia e Ger- mania, per atteitato de gh Anna1i di San Bertino (b), e dl Fulda (c), (b) .Annal,1 e colla giunta, che fuol fare alie core ia Fama, clOè con ifpacclare, Francor. chc l'Imperador Lodovico era nato non iùl.tmcme preio, ma anche Bcrtiniani. trucid,1to da i Bcnevl.l1rani. Pcrclò chi de gl' !talialll Ipedl al Re Car. ( F c .Anmlles 1 C I - F . J - 1 ") L d ,""cor. avo 111 ranCla, e ,c 11 l. ,-e 0 OVICO 10 (3crm"nia, H1vitando- Fuldenfts. II a venire a prenderc: 1 eredlta dd creduto morto 101'0 N irote. V cnne Carlo Calvo fino a Bc[anzonc, e di là fpedl cOrrled in 1- crom. J7. L [alia , (I) i di lui heni fiJcchcggiando, Ii a'riechJ: e fpoglið tutti i 'l)affi/ii, e si elll Ùò de'loro heni. (1.) Tutti aj;:oltate con triftezza e orrore, f a me tengo per nt. at tuttavia afcofa l' originc fu3.. E per Ie ragioni, che ho altrove addot- nn. 7mo da Am:1lfi chi",m,)[O Fluro, il pITgò in confidenz<\ dê cap. 110. far fapcre dl parte fUl ad dro Principe, chc fortlf1cafTè Salerno a tutto' potere, p rchè gli fovraltava una gran bunfca. ECegllì l' Amalfitano la commeffione, e GU.1iferio irMmamineme fi diede a menere in buon fefio Ie fonif1cazioni della Cua Città, e vi feee alzar tre foniilime Torri ne' íiti più pericolofi. Una fu fana da i Capuani, allora fudditi fuoi; la Ceconda do! i Tofc:1ni, probabilmente negozlanri in qudla Città; e ql1e1la di m.:zzo la fabbricarono i Salernit:mi fidli. Ricorfe per aiuto ad Atlelgllo Pri'1cipe di Benevento; e quelti appena udì 10 sbarco della Botta Morefca, ehe comparve anch' egli a So!lcrno can quante forze pate:. Tennero queHi due Principi configlio inlìeme, e fu prefJ la ri- i ,luzione di ufcir in campo eont!"3 d' effi, e di azzardare U:la batta- glia. Ma avendo I' a.ceOTto Adel31fo hen conGderata e fcandagliata Is moltJtudine e pnfTanza delle fchlerc nemiche, giudieò megho di riti- radì. fornofT'ene egli a Benevento, e i S:uaceni attendati imorno alia Cit[å. di Salerno cominclarono a Hrignerla con un b n regolato afT'e- dio, che durò moltiíIimj :vtefi anche dell' Anno prefente, e fu foHe- nUto nulladimeno coo imrepidezza da Guaiferio, e dal Cuo Popolo. Per attdlato d 'l1' Anonirno Sdlernitano, da cui ho prefo quefio rac- canto, confermato ancora c1a Erchcmperro, que' Rarbari nel tempo d' eífo affedlo uccilèro innUmerðbJ Ii conradini, e di firufT'ero turti i, con- tomi di Salerno. Venuta poi 1.1 Primavera, mandarono d, fiacCimenti nc'territorj di Napoli, e di Benevento, e di Capua, eht" diedero il f.1CCO dovl1nque arnvarono, e defolarono una gran quamità di Terre. A yea prdo itanza il Re loro Abdi/a nella ChieCa de'Santi Fortunato e Gaio; e quivi fatto porre il '-uo leno fopra I' .'\Itare, fòleva sfogar ]a fua libidlOe co He mlfere f.1nciulle Cri Hiane, che i fuoi andav dno ra- pendo. Ordme dovette eífcre di Dio, che un giorno volendo eonui Elr forza ad una, cadde dall' alto della Chiefa una trave, che firitolò r infamc Tiranno, fenza toccar I'innoceme Giovane Cri thana. In fuo luogo elclTero I Saraceni per loro Generale 0 Re, un altro, chiamato Abimelec, uomo arduo e fagnce. In tame angulhe Guã rerio Principe di S Ierno, alrro fcampo non conofcendo, determinò d'irnplorare la miCericordia dt'1l' !mpertl60r Lodo'Vico, e fpedì a lui in prima Pietro Cuo Cögnato, e poCda. Guaima- ria fuo Fig!iuolo. In mal punto v' and-.rono. L' AuguHo Lodovico, che era forte in collera con Gu'uferio, perchè 0 credcva, 0 fapeva eßère il medefilllo nuo eomplicc dell'ignominia a lui inferita in Bc- never.to, non folamcme nllJll foccorfo lara aceordò, ma fcedi anchc arrefiarc, e manJolli in etilio. Crebbe perciò la diCperazione nc' S.l- lernitani, perfcgUltil.tI di fuori da i Barbar:, dcntro dalla fame;. fc non ehc 83 ANN A LID' I T A 14 J A'. ER A Volg, che .'lari;JI) DuCtl di Amain morro a compa1liùne dellJ. lor dis1Vvcn- ANNO 8ìl. tura, e rlflc[[cnJo al pericolo della propria caf:1, fe bruciav.l quell.t del vicino: ddh.tmente ando imroduceodo ve([ovaglia neJl' aCTed lata Cmà, e incoragg ndo que! P\)polo cominuamcme con ifperanzc e buo- nc parole. LaudolJo 17eJco'Vo di Capoa fi m r Jt1è: anch' egli, e dopo tanti mali da Iui tà[[i per atteibto dl Erchempeno, quell:.} :lImen t".:ce di buono in vita fua: Cioè anJò in perfona a Pavia a raceomandJr I'in- fdice Salerno all' Imperador Lodovico. Profir:Ho a' fU0i picJi con t.l.l' cfficacia perorò, mofiundo, in qual pcricolo farebbe la Crifiiani- tà, cadendo Salerno; h glori.l, che ne acquilkrcbbe I'lmpcradorc; Ie calamità non folu Ji Salt:rl1o, ma anch:: dl tutt-<: Ie circonvlcine con- trade; che il CrinianiíJìmo Principe fi dlede per vinto, c dimentica- to pcr aJ)ora ji recemc affronto a lui t"d[to, cOfiundò, eh fi allet1,l1è un' Armata, e fi mendre in viaggio. V oUe il buon I mpcradore in- tervenire anch' egli lla danza. (,mnto che tù a Paten"ra in Campa- nia, dJve rici:vctte, i Legati di vari itt , intcfo, ehe non lungi da Capoa s' era anmdat? un corpo dl dleel mila Sclraceni, fe gli gitto a'piedl Gun/atio Contc {ua Nipote, giovane di quindiei anoi, e tanto feee e d1fre, che imp::rro da lui di poter andJrc ad i\lralirc con parte delle truppe Franzeli Ie nimiche mali1ade. Seco andarono i Capuani, e Sl bravamel1tc menarono tutti Ie mal1i comra di que' Bub.ui, che ne rni[cro a fil di fpada circa nove mila: iè:gnalata vittoria, m.1. ehe cofiò . la vita allo nella Gomario con rommo difpiacere dell' :\uguil:o [uo Zio. Che nel numero de gli elbnti 10 Storieo apritTe di troppo la boc- ca, 10 credo io, c veriiìm,lmcnre 10 crederanno molri alrri. \'Jandò crro Imperadore anehe a Benevento un altro dillaccamemo de' [uoi guer- rieri, che unico co I lkncvcnt.1ni dicdc: addol1o ad un :1ltro quafi ugual corpo JI Saraceni, accampa[Í in un Luog!) chi3mato M.\mma. Anco1" qucUi furono rndlì in rorta, c poco mcn ehe tre mila d'efIì rimafero cfiimi ful campo. .AdclgiJò Prinâpe Ii uovò :1 quelta bdtragli.t, feco aveodo i due L:lm:Jl'tti nfugiatj in Bencvenw, che mirahdmente il fervirono in tale oecalìone. t',rchempeno metre queib virrona de'Be- n::venrani (il che è ben PIÙ probabiJe) prima che l' J mperador giu- gnerre in Campania colle fue Inlhzie; ed "óglllgne, che i Capuani an- che prima aVcano taghato a peZZI mille dl qurgl' lnt".:dch. Sui fine . dell' Anno prdi:me nportarono l' armi Crilbane tutti qudh \"anraggi. (2) chr 7J". E nella Cronica S..racenic.l (a) nel1' Anno prcicntc fi kggc: Perij( 1_ ArA;tIJ;. 1 xercitus j1./osleíJJÍorulIJ in Snl.erl1iab. N e I Docum( mi dol me aggiunu alb. R;r .l/ ljc: Cronica dl Calàuna (b) fi comrncia nell' Anno prdcllte a far cono[cere (b) clrrÐIøic. Supfone 11. Duca dl Spokti. Egli è vcramtluc chlamato in alcune CllfllNr. Cane lolamLnte Conte, It:'Condochc rrarieani/i anchc in TolCan:t, e 10 .1I. r 11. altri padì: pure chlaramell t: in UI1:1 Cart;!, ti.:ritta nell' Anno XXllf. er. 1411C. di LodClvico lmperadore net tiì 17/. di Giugno, flJdizione 17. cioè in qudt' Anno, lì lcgge: CO'l1at, me Suppo Dux, filius quondam i\1.1UritJi &c. E qucf.li d,'ili' AutOle dell I CroOlca ludd<:tta ,-icn chiclm:tto Su/'po Pi- eeni CorMS) qui & Dux inftt ib,/ur, ill bnperat()rjs txercit/I fu/g;dus. G là \ed m- ANN A LID' I TAL I A. 89 vedemmo all' Anno 8u. creatn Duc,} di Spoleti Suppone Ccnte di Bre- Ea A Volg. fcia. EIl::ndo egli morro nell' Anno 82+. fu promotfo A1auringD anch' ANNO 8p. eíT'o Conte di Bretèia. Fondatatnenre ti può credere, che }rIal/rinD e /l1au!ingo 1ieno fiati un perlëmãggio ,rol_o; c: quando ciò 1ia, p r mol verihmile, che Sup pone II. foae FlgllUolo dello He/fo Alaurmgo gla Duca di Spoleri, e che que fio Mauringo avdre per Padre SuppÐne I. Duca. Ancor quì HOppO diede fpaccio aIle fue fanta{ie il CøIHe Carn- pem (a). Si figurò egli., che LfJmberto !J ca di poleri rei: poco te - :) lft ;:' i po perdeíTe que! dOm1l1l0, e {i nmetteOe prelto In graz!a dl Lodovlco Spolui I 17 Imreradore, fenza cbe alcun foíTe futiimito a lui in que) Ducaro. Ma .. è tùor di dubbio, ficcome ho dimoltrato altrove (6), che Llmbcno (b) Ant;1 ui . l1e fu cacciato neli' Anno 871. nè 10 ricuperò mai 10 Vita di quello tat iffi ' !ta!IC. 1m reradore ; e che Suppone 11. fu crelto Duc:1 nello nella Anno 87 I. DI crt. 6, al vedere, che nd Novembre di quell' Anno fi truova ".1ijfus Supponis Comitis nelle contr:idc dell' Abbruzzo moderno. Solamenre dopo la mone di Lodm"ico Augul1o, e nell' Anno 8ï6. a Lamberto riuiCì di riaver qud Ducato. Jando poi fi trana in qudl:i tempi di chi era Duco di Spelet;, convien fempre rifletterc: 7 che due furon.:> i Ducati di Spoleli j I' uno di là daIl' Apennino, i cui Spolcli era capo; e l' al- [[0 dl quà, ch fu poi ch!am.\to di Camerino. Pcrò due folevano ef- fere in un tern po t1:eíTo que' Duchi, fenza corn pariI' chiaro, fc in fo- lido amendue reggeíT'ero que' Ducati, 0 pure fe divifo fra loro tàßè il comando e I' au"ûrità. Pil1aro v il Teforo delh (Üa Caucdrale, fi ritirò nell' hOla. del S;tlva- E p r{co1' t c ncll' Anno 871. t\nde nelle [uric il J)uca Sergio, e mandogli a ;.eaf:. 'T. [. dire, che rinum.iafT'e il V eÎcovaro. e fi faceflè Monaco. N egò di farlo Rer. Italic. Atal1afio, e allora Sergio fpedì molte bllgate dl N poletani e Saraceni per occupar l' I fola, e fn mai prima. un limile 0;: fu veduro. 0) Nam 'Vermes quafi Locußæ, (jllatuar pennis 'Va/allIes, & fix pedes ha- ben- ER A Volg. Ar,;NO "73, (a) c nfltln- ti,JUS Por- Jhy, gtnn. m VII. .1þ- Iii. (c) J,hann. D,aco"us Yit. Epl[e. :Ntapot. P. /I. T. 1. 1/..tr. Jullic. {d) .,Annala Fr.l1Icor. Fu/t!t>; fts . (I) mo!t If/culle 'z:ennerQ dalle parti di Picmza tte'cont,rni di Bre[cia, di- poi di C,emona. indi andat'Dno v rfo L di, Ò a:Jco -'1i/ano. Antfavano alJieme, come ç,J/ottJone di/fe: Le loeutle nem anl10 Re, ma \'anno a rurI11:". GU{iJlarono molti f,rani miÞJtlti di millio, 0 panic,. (z.) Di quelli ,.1 tempo s1 1'an folia di loc. /l inftr(è nellc parti del/a Cam- pania. e principalmeJ1t in quello territlJrio di N po/i, ch non /ù/o Ie bia- de. mil o.11CO /e fogl;e de /i a/beri, dell' erbe pûreanø confi4mat . (3) lmflerocchè i vermi come DJC1t1e, tfi fjuattro penile, e ie; pied; vennero dalt' Orimte, e a '1,Û(a di l1e'I.J coprir01JO tutta lo. (up r{icle d tla terrd, e fut/o ;1 v'r' guaflavano ne' campi, en" prati. E,.a,lo poi di /;occa till"- J[.a. e d' int llin'J /rm o, e d te dtmti aVealJO pilt dllri di un faflò, co' 'jua- Ii pote(1,no a tuna [Dna rlJdere Ie cortecce dcglJ alberi Di eJft Ja lun- ghezza f' f!.rolTezza IFw(i u" po/lice c/i u;; tlOmo. E tant rano Ji nume- 1'0, chr ;'J un' ora (Q/a pr f!ò /a Cit/ di M gonz.il confumarono ce;Jto C,WI- pi di biatle. f5 p:ù nobilitare il fuo Ùvorito Monifiero Cafaurienfe, j i'.:trò da Papa Gio- vanni il f.1Cro Corro di San Clemente I. r"apa e Martire, e feedo traf- porrare colà can grJ'1 foiennita: laonde col tempo cominciò ad eITcre appellato d.. alcuni jl Monifiero di San Clemente. II Cronifia Cafau- rirnfe pretende, che fotto Papa Adriano I I. foffe f.'1tta queLla Trasla- zione. Ma che ciò feguiffe a'tempi di Giovanni V 11 I. 10 pcrfuadono i Documenti fpewlOti ndl'anno prelente a quel Monillero, dove l' 101- rerador Lodovico COffilOcia a f.'1r menzione di quello facro acqui (to. JI) un Privilegio d' effo Auguí1:o (..), dato Ca/mdis Scptembris, IndiElio- m OElava. AEltml O/onna in Curte bnperiali, Anno Imperii Damni Lu- Jovici Srren (limi Imperatoris Ficefimo J'<.!.Ünto, cioè nel preleme Anno, nomina il Tcmpio della fami{Jimd Tn\lltà ill Inlul..., quæ Cajà aurea 'Vocitatur, ubi & .lmi{ictt11l beatiJlìmi Ponti{icis & i\1artyris Clementis Cor- pus venerabiliter recondi fecimus. In un altro Privilegio dato parim me in Corte 010nn.1, de\i1..if)[o l> .\Iagio di Villa non lungi da Pavia, dove moho godl:"va dj far foggiorno queí1:o hnperador , nel dì I r. d' Or- tobre egli conferma al \lonilh:ro fuJderto tutti i beni ad effo &i lui donati five infra R011lanam Urbem, five extra ipfam, feu etiam per totam Pe14tapolim, 'l'u(ciclm, & Spoletinum Ducatum, atque Camerimml Comita- tum, nlcnon etiam Firmanum, AJèolinum, Aprutinum, Pin,linum, feu 'Ie.t- tiJllml territorium. Qu mni.lmo di {bnto il Contado di Camerino dal Du- Mto di Spolet;. Connmociò in un altro Diploma, dato in queí1:' anno 0.:1 di primo di Novembre in Curte ImperÙJ!i Olomza egli tornd a far rnenzione d' effi B!"ni donati tam infra Urbem Romam, quam extra ip(am R011luleam Urbem, per tDttlm (ci/icet Campaniam, & per omnem Romaniam (ogg,dl ROm.lgDa) mCl10n & per ambos Spotetanos Ducatus, fill. per 1'- lam r'uftiam. Se erano due i Ducat! SpolctaOl, adunque d' un 1010 di Spoku fe n' erano gi.1. formati due; e l' un d' eßì fu appellato Marca di Camerino 0 di Fermo. In queLt' ultimo Ooçumento ci fa 10 í1:dro AuguLto fapere di aver olTervato un Luogo atto a gli ufi Monaflici, chiamato Moninello, diftantem ferme duobus millibus ab Urbe l\l,mtuana, e d'aver quivi fondaro e dot.no un Monillerodi \1onaci pro animæ noflr,ere- medio. Due altri Diplorni d'eßi) Auguf10 fcrltti parimeme in Corte Olon- na nell' Ütwbre di qudl' anno fi. leggono nelle Amichità Itahane (b). ( b ' .A . ; N 1 1 " Î. ... - 1 ntlqu.- 0n Vl' Ie eI ere dol meno del1'lmperador IUO Con1orte 'Augu- tat. J:1l/ie, fia Angilberga, c prefe anch' ella circa quefii tempi a fabbricare in Diffirt. 16. Piacenz.\ U,I rJsuardLvol Momficro di facre Vergini rub titulo Dom;- polg,935- nicæ R(jùrreElio"is, & in h011Dre fanEtorum lartyrum Se:JCti, Fabiani &c. (7 fequ. (c) dove pOl p.lrC', cht: fi. tàcelfc Monaca, m.-l. non profelfa E"ne,zgar- (c) Antiqu. da Figliuola d'd1ì Augulli, come colla da l1n donaz:one fatta da elTa /t.t/ú. Dif. nell' anno 89:::>. 11 tempo dt:lla t:lbbrica d' cOo Monin ro 1ì ricava da fert. 7. un Diploma dtl 1uddcttO Imperadore dato in Corte O/çnna nd dl 13. p<1Z. 367- -do 0[- (a) CLrOllic. Cafllu,-ienJ: P. II. T. II. Rer. It ji,. 9 6 A N A LID' I TAL I A. r 1\ A Volg. d' Oewbre dcll':1I1oo prC:'fcnr:e, con cui confcrma Ia donazione de i be- l\NNO 8ï4. ni a qud f.1cro Luogo fana da elTa t\ngilberga. 11 Loc:ni (a) e il Ri- i:. lo .Dc;:= p ltl Scriuori PiJcen ini. prcu:fè.l"O, che la ondazionc del fudd:tr? IYTo- amino n;:tcro, appellato pOI dl San PIerro, e dlvenuto uno de' pm tnllgl1( della Lombardi:t, oggidì po{fedmo da i Monaci Bencdettini, fl'OlliI1t: nell' Anno 8 .2., con error marÜfdb. Prcrde poi Pietro l\laria earn- (b) c . pi (b), che l' Jmperadrice Angilberga ddlè priHcipo a q lt;tb pia im- 1ft. E;c7.P i prefa neB' Anno 8p,. con ri i:I"ire a que l' Anno un Privilcgio dell' Jm- PÚlCtnU perador ruo !\hnto, dove dice, che dIo AU lIflo vuole (I) infra 111tJ- 4lL'An.8S1. ro! Plawztinæ Ur[)is in honore [ané!.æ Re!urreElionÏi ftfonaftcrium Ullum Jà- era rum Puell.irllm conflruerc. J'vla ion chl.lramente gualle Ie note Cro- nologiche di quel Dlplùma, chc pCI' altro è da me credmo Oocu- . . menta lcgittimo. Vegga1ì un ;;Icro Diploma d' eLTa A1I3u!lo, d.1 me (c) .Antlzul- dato alia luce (c), dov fo[[o qudl' Anno fi vede difegnara h fibbrica ;;IUt; :' 1 6, di quel 1011111("1"0. . Dlmoro almeno. per qualche. pane del. rrcfcm pag. 4n. Anno efla Imperadnce Angllbclga III Capoa. DI tal conglllnrura It (d 'Ercht n- prevJ.lfe Lan?(Jlfo Veftovo dl quella Cirrà (d), uomo, chc ordiva ogni ptrtus Hlfl. d I delle r:uo\'e cabbale, per fill" ITIetrer(; in prigionc GlIaiferio P,incip, tllp. 3 6 . di Salerno, cC)nttJt[i)chè poco dianzi qudto V cfcovo gli :\VelTe prefta- [0 giuramenro di !ùggezione e fcdehà per )a Carà di CapUJ, ch't"gli fignorcggiava anchc nel remporale. 1\1a per que/to non gh venne faHo ciò, ch' egli andava m.lcchinando; perciocchè Guaiit:rio aiutJto da gli Amici fu rimelTo in liberra, con dare per fuoi oftaggi i Figliu:>li di Landone, cioè LlIldone, e Landenolfo, Cuoi paremi, i ql!3il Angil- berga tomlndo in Lombardia condulTc feeo, c l..fciolll confil1Jti in Ra- \e) llu[,cus venn:!.. Merre poi Girolamo Rolli te) (feguirato in ciò d.ll Padre Pol- Hiflor. Ra- gi (f)) un Concilio tt'nmo in quell' Anno da Pilpa Gio'Vanni in Ra- 'Vtnn. l. .5. venna, do\'e fu dato fine ad una lite inCona fra Or[o Doge di V cne- e 2 ,,::g ? zi;\. c Pietro Patriarca di Gr.tdo. \;Ja il Roßi, che ha prefo qu tto 4ron.n. f4uo dalla Cronica di Andrea Oandolo, non badò, che qucllo Swrico fa menzione dl quelto Farro dol'o la mone dl Lodovico II. I mpera- dare. Però più rardi s' ha úa allogar quefto Concilio. 11\1' Anno pre- fente bensì appaniene una Lerrera fcritra da P.lpa GIOvanni V I II. r.1l0 fieffo Imper:ldore, e pubblicara dJI ßaluzlo (g). Oovea LodoV1CO aver fana iftanza al Papa, perchè lì relliruiffero alia Chiefa dl Rav nna al- cllni Monilterj da elTa prctefi, e aHora poffedlltl dJl Romano Ponre- lice. Or.\ con queUe parole gli ri(ponde Papa GIOvanni: (%.) iJlona- fle- (g) Balu . Mi{Ctlian. Tom. V. (I) [ottD Ie tnm'a di Piaeenza fabbricare tm ll.f(miJIerfJ di Vergini in ølzort ddla [anta Rifunezione . (:z.) II Mcniftero di S. Maria in ComacehifJ, detto Pompo(1, d it Jloni- ßerø Iii S. Salvatore in /lforzte Feretro, e tm altro 111(J1ijhro detto S. Probo, cd ; contadini 1Ie/ te; ritorio Ferrarejè, e .ddrrcn.fè, e G.Û/icafa, e la FaventiJla, 1JfJn abbi1lmo to/1o aU' .Arcive{covo di Ra'Venna; ma tali Jfonifieri, e lochi abbiamo tenuto rityovandoli pojJeduti da' noflri An/oJ- ceffor;, , fin' ora yiteniamo per noßro diritto. ANN A L I 0' I TAL I A. 97 ßerillm S,mEltt A1at'iæ in Comac/o, quod Pompofia dicÏttlr, & J.-fonafle. ERA Vol . riutll SanEl; Sa/vat oris in A1ante Feretri, alilld'jue Jlo,J<1jleYium, quod vo- ANNO 874. catur Sanfio Probo, atque colonos in territorio Ferr'Jrienfi, & /Jdrimfi, & GalJicata, & Faventillam, Ra'l:enwzti Archiep êcpB non abftu!imus j fld ea J10nafteria f! /oca tlb An.tw:fforibus_ noþ-i:. p (fejjã reperienles o ,- tiimlls, haEle1ll rque Jure noftro retlt/emus. Ðlvcnne c01 tempo uno de pili celcbri Monilterj d'ltalta qucllo deila Pompaf,:;, ma1limamenre dap- poichè Ugo Alilrcheft d' Eße l' arrichì di molti beni. Era in quefii tem- pi Arciveicovo di R3.\'enna Giovanni, quel medctimo, che: fu conden- nato nel Concilio Romano nell' Anno 861. E che turtavia duratTe poco buonJ arm::H1i.l fra lui c Papa Gionnni, fi può r Jccogliere Ja un fram- mento d' altra Lenera fcritta da Cß0 P.1pa all' lmperadrice Angllberga, in CUI Ie dice (a): Ad hoc ufq:le maltlm crevit & ÙJcra.flàtum ejl, ltt fez- (1) :tt.lu;.. Elione Ravennatis Arcbiep {copi J.\1a:17-inus c1lm fuis complicibus, ftÚ excom- ibidem. t1zunicati & alJatbcllzalÌzati a r.obis jam funt, Ravcnnam ingredet'et1lt', & fide/ium no/l,'orum res cum eis funditus raperet & devafla7-et, adeo IJt Cia- -'lm Ci'ilÌtatis Ra':Jennæ a Pe/larario nofl7-o via/enter fubtraheret, & pro Ii- hitu ruo, ntJcimus ClIjlls aufloritate, ipfi Arcbiepifcopo (quod numqllam fa- Bum fuiffè recBJitur) poteflati.ve concederet C*). Adunquc: I MlOdtri dclla fanta Sede com.m hv ano in Rwenna, giacehè pre{fo di loro ftavano Ie Chiavi di quell.! Città. Anno di C R 1ST 0 DCCCLXXV. Indizione VI I I. di G l 0 V ANN I VIII. Papa 4. di CAR L 0 II. In1pcradore I. S Ono feorretti i teO:i di alcuni antichi Annali, 0 pure han fallaro i loro Aurori, allorchè rifenCcono all' .:\noo preced me l.t morte ddl'lmperador Lodo'vieo II. La vaità. è, ch' eg\i finì dl vivere fola- (b) Chr,n;c. mente nel dì I%.. d' Agotto dell' Anno prefenre nel territorio di Bre- Caftltlritnf. fcia, e noo già in Piacenza, nè in Milano, came alcum h.lO credutJ. a ut u- Pero nella Cronica C.l{åurienfc: dUd alia luce claW lJ ghelli (b) fooo io .u';I. fcorrerre ]e n.}te Crooologiche Ji WI Diploma, dato 11/. Idus GElo- Ital. S.cr. hrzs Indiflione Vl1/. Anno Dominic4 Incarnatlonis DCCCLXXP. Si P. 11. T.y. dee fcrivere DCCCLXXiV. perchè I' IndizlOne Ottava ebbe pnncipio Aer. Itllll". 'rom. V. N nd ('''') II male è arrivatø a quejlo ftgno, che per fazione dell' ArciveJcovo avegnano, ftrf:mrlÌlo co' juoi comp/ici, da no; già fcomunicati e anatema- tzzati, è entrato in Ravenna, e de' fedeli noftri /e jòfla1'lze cO'1'IIedefimi affatto ha rapito, e devajlato, ta/cbt ie chiavi del/tl Città di Ravcnna dal n fl.ro ,Vef/..lrario htlJottratte 'lJiol lIte11lente, ed a [140 capriccio, per autlYita dl chI no! (appt:1mo, Ie 'ha dl potenza concedute all'ifle.iJo .Arci- 'lJ JèÐvo; I(J ,h, fi [a "on ejjìr ftguito mai. 9ft ANN A LID' I TAL I A. E.... Vo1g nc) S:tt:embre d:=ll' Ann') precedenre. A n-irea P ete ha1iano nella (ua ANNO RH. Cronlchetta (a) fcnve, che corrend.) I' b,diÛone OU,1ViI, cioè in quell" ) 1 ndrw _ "-nno, per lutto i1 Mefe di Giugno fi vide una Comt'ta calla coda rt"' 'Y ler , I T." h I M r. d . I I . S . bb - Chromc. UI1 a. r... C e ne Cle I ...ug 10 vennero I araccm, c a rUClalonO Tom, I. una Cirrà, ma c n elT.:re cadu[') il nom:: d'df.l dal relto luo. Ha Rtr. Gtrm, credUlO tJ.luf1o, che qui fi ).Lrli di Benevenro; ml cerro in B:nevento Mmchrnll, l1<1n eo r.lrono quegl' Infed.:h, nè quelia Cinà relto conlunra d,lllc ñl'11me. Seguira a dire ell\J \ndrea. (") Sequmti autun ...\1en{e Augu- ßo. lllu.døvicul Impprator dcfunElus efl pridie Jdus Aug/ (li in finibul Bre- [c,a"is. AntoniNI 'Vero B r e(cia1ltlS Epifcopus tulit corpus e,:'us, & poruit eurn ir; (epulcro in Ecclefia SallEltr l\1aritr, flbi CO'"pus Salle?i Filaßr;; requie- flit. Aafpertus l\lediolanenjis ArcbiepifcøptlS maI1da'z:it e1 per drcbidiaco- num (uum, ut reddM corpus i/lud. Ille autem noluit. L'i\rcivdèovo Atl- fpertD la yolle virna, e ii. portò t"gli in pcrlona. a Brelcia can GaribaJ- liB V c:fcovo di B rga.mo, e Benedetto Vef,::ovo di Cremona, e con tut- ti i Preti, e il Cklo d' e{fe Città. E fano cavar di foncrra l' J mpe- rial cada.vc.ro, ed imbaifamatolo, il mifero in una bara, e nel giarno t}uinto da che- era morro) con lunga procefiione, camando i facri I n- Di, 10 conduffero a Milano. ConfdTa II fuddetto. Andrea Prete, e{fcr egli Rato un di coloro, chc portarano per quaJche fpazio di firada il cata1euo. Peritatem in Chriþ, 10fuor, dice egli, ibi fili, &. ptrrtem a/i- 1uam poyta'Vi, & cum portanlihus ambul6.v; a jlumÙle, qui dicitur Oleo uJque ad j/umen Addua. H:.mno conghie[[urato il Menchenio, e I' Ec- cardo, che quefio Andrea Prete po{fa e{fere fiaw il medefimo che ....dn- tlre Agnello ScriuClre delle Vile de gli Arcivefcovi Ravennati. MOl Ie {ccondo. i conti del Padre Bacchini, .-\gndlo neU"anno di Crifio 829. era, in ctà d' anni tn:nt3cin ue, non è giammai verifimile, che nell' an-. no 87f. egli avd1c fpalle attc a porrare quel pefo. Dubiw io PIÙ to- fto, ch' egli fotfe Bergamafco, al vcdere, che dal FlUmt: Oho fino 2H.' Adda, cioè per Ja Dioccfi di Bcrgamo, a Iui roccò I'onore fud- detto; e che poco appreffo,egli parla individualmentedi ciò, chc feccro i Bergamafehi nella di{fenfione fucceduta a cagion dell' J mperio. Se- guita cgli polèia- a. dire, che condono it cadavcro d' e{fo I mperadore a Mil.mo, con grande onore e pianto fu feppellito ne lIa Chiefa dl Santo ^ mbrofio tiie ftptimantr ejus,. cioè nel gio, no ftttimo dapo h lua marre, con avere (pda tre giorni nel viagglO, e non già nell:} /trtimal1a del- la Fefia di Samo Ambrofio del Md di Diccmbre. L' Epi[04fuo luo, che [Urtavia i vi fi legge, qu,1ßtuuque pubblieato da altri, 011 iìa leei- to L' aggiugnerlo q_U1._ D. P. M. (.) nel' ftgumte mere 4"Agofto,poi Loåovico.Jmperadore mor2 ;] tl2 12.. d' .1- gøßø ne' cOtJ/Ìni di Rrifciß. Antonio VefcovlJ Brefciano feee .(epelJire it [uo corpo nella ChieJa di S. A1aria, O'i.:e ,.ipor iJ COt po di S. FtlaflriD. AnI- perto .Arcì'Vefco'l:o di- Jfi/ano per mezzo del fuo Arcidiaco 10 gt; diede IIr" .ine di rejiitilire fjl4el Gorpo. JUa egli nrJII 'Vol,e dar/o. ANN A LID' I TAL I A. 9!J o. P. 11. Eu Vol . AKNO 8H. HIC. CVBAT. ^ETERNI. HJ..VDOVICVS. C!\ES.\R. HONORIS. AEQ\ IPARAT. CVIVS. N\'LL^. THALL\. DECV.," Nl\M. NE. PRIì\L\. DIES. REGNO. SOLlOQVE. V ACARET. HE PERIAE. GENITO. SCEPTRA. RELIQVIT. ^VVS. QVAM. SIC. Pi\CIFlCO. SIC. FORTI. PECTORE. REXIT. \'1'. PVERVM.13REVITAS. VINCERET. ACTA. SENEM. INGENIVM. MIRER. NE. FIDEM. CVLTV5VE. S.\CRORVM. .'\.MBIGO_ VIRTVTIS. AN. PIETATIS. üPVS. HYIC., VBI. FIRMA. VIRVM. MVNDO. PRODVXERAT. AETAS. Iì\tlPERII. NOMEN_ S\'ßDITA. ROMA. DEDIT. ET. S,'\R.'\CENORVM. CREßRAS. PERPfSSA. SECVRES. LIßERE. TR^NQ..VILLAM. VEXIT. V r. ANTE. TOGAM. CAESAR. fRAT .CAELO. POP\"LVS. NON. CAESARE.DIGNVS. 'G'OMPOSVERE. BREVI. STAMINA. FATA. DIES. NVNC. OßlTVM, LVGES. INFELIX. ROrvL'\.. PATRONI. OMNE. SIMUL. LATIVM. GALLIA.. TOTA. DEHINC. PARCll E. NAM. VIVVS. MERVIT. HAEC. PR^El\llA. GAVDET SPIRITVS. .IN. CAELIS. CORPORIS. EXTAT. HONOS. Fu ,Principe buono. Erc"hemperto Monaco (a) tl1tro non feppe (a) Ereh,,,,,;. trovar da riprendere in lui, fe non 10 fCot1certo accaduto in Roma del- pert. Rift. Ie Croci TOne., cbe narramrno a\l' anoo 86-+. il quale fi dee più tono cill. 37. attribuire all'infolenza de' fuoi Cortigiani., che a lui; e i1 non aver fat- [0 levar di vita il Soldano de' Saraceni, allorchè coflui nella prefa di Bari fi arrendè ad Adelgifo Principe di Benevento: il che non è un ddiuo" fe non .ne.lIa mente di c11i tà poco di Teologia., e menD di Po- liticlI. Per altro abbiam I' attc:fhto di Reginone, còe, così parla d' ef- fo Imperadore ( ): Fuit iße Princeps pius & 11Iiftricors, Ju/litite dedi/us, (b) Kelin, jimplicitate pm'us, Eccl /iarúm iefenfor, or,banorum & pupil/oram pater, in Chroni". tleemofynarum Jarf,us /argitor, ftrvorum Dei humilis [ervÍfor, ut juflitia ejus maneret in jæcu/vm J culi, & cornu ejus exaltllretur in g/orza. (:II<) Fra Ie Leggi Longob.\fdiche fi leggono anche Ie fue con varie giun- te da m pubbJicate (c)", ., . . . (c) Iter. N lUna prole mafchlle lafclo dopo dl se l'Imperador Lodovlco. II.die. P.ll. Rdlò di lui una fola Figliuoh, cioè Ermeuga1"da, a lui p.trtorita daH' Iøm. I. Imperadrice Angilbergn, che la Madre avea lafCiata in Carua. E que- fio m:mCar di tu<:ccffori abili all' Imperio commciò a turbar la pace, che per tanti anni s'era goduta in Lomb udia pel bU')11 govcrno di quefio PrinGipe; anzi comincio quda rovina dell' ltalia, che relt:ò priva del So- nano abitante in eßà, e così potente, che tenev 4 in freno 1.1 prepotenza e N L Pam- (4) C(Jdefto Principe fu pi" r mifericoràiofo, àcdito alla Giuflizja, per la Jèmpticità pllr., d , nftr delle Cbie(e, path e iegli orfani, e de' pupi/li., grandij]itnÐ eltm /iniere, fèt'VO umi/e dc'Scrvi d' Udi" atciò /11 fÙa giufli- zia reftaJlè elerna, , ta fua 'U;rtù tJaJt a fu.J1e all. Gloria. 100 ANN ^ L] n' I T ^ L I ^. E \I A. Vol . l'a.mbizi ne de gl'infc=riori; Lton3e la difcordi:1 con altri mllanni prc=fc= da A Nu 815 h 1!ma zl polTdfo di qudto Rc=gno. Duc= erano aHora i concorrc=nti all' I mpt:r!o, e al. Rc=gno 'I alia hccomc= difcendemi da Carlo Molgno, cioè l:(jdo'Vleo R6 I Gc= ma' lIa 111 ta aWai aVanz:Ha, c= provveduto di tre Figliuo- 11, ognu dc= quail mteno dl molee m<1gagne; c= I',dero era Carlfl Calvo Re d,' F,ranc'.a Cuo Fratdlo . Tutti c= due attemamc=nrc vagheggiavano gli St:t- (:1) .Andmu tI d I ah .. Or accaddc=, per tefiimoni.lOza di Andrea Prc=tc= (II), che !,mb"jter. fl l nnc plo I, Sett mbre lì raunò in Pavia la gran Oic=ta de' Princi- mChTDTJ,ICD. p!? Itaha, Cloe de I Duchi, Marcheli, e Conti d'allora., con errà- VI IOtc=rve uta la vedova r mpC'radrice Angilbc=rga. La rifoluzionc= che p.refero, .b'alimat da dfo Andrea Prc=te, tù di offerirc= il Regno a tut- ti c= duc= 1 uddc=ttl Re, Cenza che I' uno fape=ITe= dell' altro: e pero amen- due lì 3ccmfc=ro a calare in I talia can quantc= forze potc=rono frettolo- famenrc= raunarc=. Maggiorc= nondimeno fu la CoIlc=citudinc= di Carlo Cal- vo. Senza afpettare invito alcuno dc= gl' Italiani, appc=na cbbc= egli udi- ta la mone del Nipote Augufio, che fi mife in afTeno per venire a prendere quefia pingue Eredità. Secondo gli AnmIi Bertiniani (b), nel dì primo di Setternbre imprcfc= il viaggio vcrCo I' Italia, e con pafTare pel Moniflero di San Maurizio, cioè pel paelê de' Valle Ii, fe- licemenre arrivato a Pavia, 6 diede a far maneggi per eirer eleno Rc (c) .Antiq..i- d' Italia. Abbiamo un fuo Diploma (c) dato nella itefTa Cinà di 1'.1- ta . ItalIC. via nel dì 2.9. di Setternbre, in cui non efprime I'aono Primo del Re- 't '8: ' gno d' I ralia, ma folamente l' .Anno Primo del/a SueeejJi07Jc di Lodo'Vie'. . Intanto Lodovico Re di Germania fpedl anch' egli alla volta d' lralia Carlo fuo Figliuolo, che gl' Italiani cominciarono a chiamarc Cariello, ed è oggidì più conoCciuto CottO nome di Carl, Craffo, 0 fia Cal iD Ii Groffo. Giunto quefii nel territorio di Mil:100, e inteCo che Carlo Cal- vo tuo Zio era già entrato in Pavia, refiò alTai malcontenro, e fenza fapere, qual partito prendere. Attef1:a Andrea Prete, che con eITo Jui fi unì Berengar;Ð, cioè il Figliuolo di Eberard, già Duca del Friuli, yegnendo noi con ciò in cognizione, ch' eg1i dovea già eOère fucce- duto per la morte di Unroeo fuo Fratdlo nel governo dl qu 1 med.eli- mo Ducato, 0 vogliam dire di quell a Marca. Vennero It: loldatelche di Berengaria nel ßergamaCco, commettendo non pochi ,fordi i d' in- cendj, c d' adulterj, di maniera che molti di que' paefam, 1afclando Ie caCe e Ie tòtlanze alIa difcrezion di ql1ella gente, fe ne fuggirono a (dJ l!piN. 41.. alla Città 0 aile montagne. Ricavafi ancora da una Lett ra ( ) di p - J.hannis pa Gio'Vanní rIll. ch' egli arrivato a Brefcia avea fpogh 1:O II Mom- 1>ap4 Ylll. nero dell.-= Monache di Santa Giulia di tutto l' oro sì d' eOo Cacro Luo- go, che dell'lmpcradrice Angilberga, la quale avea colà rifugiato, come in ben ficuro nlilo il fuo non picciolo Teforo, ammafTato con far tanto gridar la gente. Come veramente pafTaITero in tale occafione gli aftàri, non è facile il dirJo, fiamc)a difcordia de gli Annali di San Bertino compofii da un Franzefe, e de i Fuldenlì fcr!tti da . un _T de- [co 1 cercando I' uno e I' altro di fotlener 1. onore, 0 dl copnre I dlfet- ti della fua N a1.Ïone, con adoperare Qccorrcndo anche Ie bugie: di- fCLlO (b) Annal. Francor. Brrtiniani . ANN A LID' I TAL I A. 101 fetto non già firaniero ne gli Scrittori di Stori . Carlo Calvo, fecon- ERA Volg. do I Cuddetti Annal; Berriniani, uCcito contra d'elfo Carlo Cralfo, il ANWO 815. miCe in fuga, e cotlrinfelo a ritirarli. Anzi Andrea Prete agglUnfè, che Carlo Calvo perre:ât in Bajoariam; ci()è portò Ie fue armi fino in Riviera: il che non faprei facilmente credere io. L' Eccardo pensò, chc queHo folfe uno firatagema di Carlo Calvo, al qmle non riuCcir- fc già di fer fuggire il Nipotc Carlo, ma bensl di farlo retroccdere, per accorrere alia difefa della cara. Ma nè pur fembrerà crcdlbilc-, che C.Lrlo Calvo volelfe pa(fare in Baviera can bCci.1re in ltalia un Prin- cipe TedeCco CUD Nipote, affifiito dal Duca, 0 lia dal l\1.1rcheCe del FIiuli, che avrebbe potuto profÏctare della lont.manza dello Zio. Comunque lia, Lod(Jvico Re di Germania inviò alia volta d.lta- lia Carlomanllo, cioè un altro de'Cuoi Figliuoli, con un'altra Armata. Pcr attcílato de gli .-\nnali di San Bertino, Carlo Calvo con forze maggiori gli andò incomro; e Carlomanno conoCciuto di non pmtere reG /tere allo Zio, trattò con lui di pace, e do po i giuramemi Cegui- ti fra loro, Ce ne tornò in Gel mania. l.aonde Carlo Calvo, sbrigato da qucfii ofiacoli, ebbe l' agio convenevole per paOàre a Roma a ri- cevere la Corona dell'lmperio dalle mani di Papa Giovanni. All'in- contro abbiamo da gli ADnali di Fulda (0), che Carlo Calvo, Tiranno (a) JIlin/des deUa GaUia, balzò in Itali3, ed aggraffò tutti i tefori, che porè ricro- FranCÐr. vare, fpezlalmente deIP Imperador Lodovico I I. An' avviCo, che Car- EMldlnfis. lomanno calava in Italia, fi fortifÏcò aile chiuCe delle montagne; ma Carlomanno molto ben feppe preoccl1pare i firi più difficili. Ora Car- lo Calvo confiderando, che non fi poteva sbrogliare da quefio peri- coloCo irnpegño, Cenza venire ad un fatto d' armi, ficcome uomo. più [imido d' una Ie pre , ricorCe al ripiego di guadagnare con una gran Com- ma d' oro, e con regali d'inumerabili pietre preziofe, r animo di Car- lomanno. E gli venne fauo. Giurò egli di ritirarli toO:o. daW Italia, e di lafciar quefto Regno alia difpolizion di CUD Fratello Lodovico t purchè Carlomanno fe De tornaUe anch' egti in ßaviera. In fatti I'in- camo giovane Carlomanno fe n' andò, ed aHora Carlo Calvo, nulla ba- dand<;, aile promelfe nè a i giuramenti fani, il più prefio che potè t marclò aRoma, dove con donativi corruppe il Senato Romano in gui- fa tale, che in.:!u(fe Papa Giovanni a dargti la Corona dell' Imperio. In queU:o racconto ha verifimilmente avuta qualche parte la Paffione, o la diceria del volga. Per altro AnJrea Prete, Scrittore in ciò più autentico, attdla, cbe fano al Fiume Brema un abboccamento fra Carlo Calvo e Carlomanno, rimaCe fiabilita una tregua fra loro fino al Mere di Maggio: do-po di che Carlomanno fe ne tornò in Baviera, c Carlo Calvo fe n' andò aRoma, dove fani molti doni alla ChieCa di San Pietro, riceveuc il titola e la Corona Imperiale da Papa Giovan- ni. Reginoge fcrive, ch' egli a forza di regali cornperò r Imperio-. Certameme pare, che feguilfe la tregua Cuddetta, ed avelfe da reftar pendente la controverlia: ma Carlo Calvo non lafciò per que fio di fare il négoz.io fuo con burbrc: il treppo fue crcclulo Nipete. In quefi\) men.- 102,. A S N A LID' I TAL t A. II. A Vol . rgemre to fietro Lodovico Re di Germania credendo{j di f.1r de fifiere ANNO 1175. ;il FrateHo daIl' acquiUo dell' Italia, entrò coli' armi in Francia, e dle- de .it guafio ad un gran 'wnw di paefe fen%.1 che pl:r qu::lto voleC- fe Carlo Calvo muoverfi d' halia. Non ft fa bene, fe eßò Re Carlo da fe {te/To atrumeffe, nè quando alfumetre il titolo di Re d' f talia, e l1è pure fe ne feguiße .1a formale elc:z.ionc e .proclamazionc in Pavia. Abbiamo ben certo il tempo della fua Coronaz.ione 1mperiale in Ro- ma. Invitato dal Papa colla fpediz.ione di qumre Vefcovi, arrivò egli cølà nel dì 17. di Dicembre, e .pofcia nd giorno folenne del t nto Natale (a) fu unto e coronato .Imperadore ed Augufio.dal Commo Pon- [dice Giovanni -F /1/. Regmone (b) auetIa, cll' egli fece -de i gran re- gali al Papa e a i Rom1ni. N el giorno fegueorc {tando in San Pic.. tro, efercitò la fua autorità col confermare i Privilegj al Moni nero in- fi 5 ne di Farf.1. 11 fuo Diploma, rifaito nella Cronica Farfenlè (r), è dato J7 /J. XII'/. ]anuarii, Anno XXXPI. Rl'gl1i Domni Car-o/i _in Fran- cia, & in fucctJlione Lothari; Fl. & imperii ejus I. AéfU1Ø in Sal1a Pe- tro, indiélione iX. FecI mem.lonc di Copra di ull'Operetta, attribuita ad Eutropio Longobardo di cui fi fervì il de Marca (d), per prova- re, che Carlo Calvo in tdl congiunrura cedette a i Romani Ponrefici Ia fovranità t )pra Rom . In f.1tti dice col1ui, che venuto dT'oCarlo aRoma renllvi/lvit Paéfum cum Romanis, perdonans i/lis jara Regni, fit confuetudines ill/us &c. Ma 11 Padre Pagi pruova, non fuffitterc -una ta- le al1crzione, avendo continuato gli Auguai il loro dominio in Roma fle{fa. E cerro quell' A more, qualunquc ei {ja, conta nello fietro luo- go .dell' al tre fa vole, clOè che Carlo Calvo donò Ioro anche P atrias Samniæ & Calab1'i fimu/ cum omnihus Civitatibus Bene7)eJlti, e in oltre .d deem-em Regm tOlum Ducatum Spole/;'ll4m 111111 duabus CivÎfatibus c.Tu- fciæ, quod folitl4J ,trat kabere ipJè Dux, ideft AI itium & C/ujium. La Sco- ria, ticcome vedremo, non s' .1ccorda con quello racconto e con al- tre pamcol..rità, .ch' egli foggiugne. Poichè per altro non fon io Iun. gi doll credere, che Papa Giovanni onenef1è aHo... 1100 pochi vantag- ,gi da un Pnncipe, che aveva un conCØl rent8 a1l0 ftetro mercaro. Cer.. ( , pil. 9, [0 fi Ilcava. s' ha. dag1i Annali Berriniani (a), Carlo Cal'Uf)' Tmp{'ra- ERA YoJ . dore foggiornò in Roma. fino al dì- cinque di Gt'nnaio, nd qual ^NNO h76. tempo Pa :p a Gi v.1nn; diede una ß,)1Ia in favore dd Monillero di San (a) .AnnlllIS ( 6), Franctlr; Medardo di Soiff"ons, riferita dàl Padre Mahiltone b)', (" [{'rina "<....l!tlrto B.rtiniani. Nonas Januarii per manum- AiJafTlI/ii Bibliõtbecarii' (anff ' /edis dpo'lo- ,b'- .Mal'll/. /ic , Anno Deo propitio PorJti{iCatus Domni 7oHannis. !?<.uarto, lmperantr .Anul. Bt- n"mno piijJìmo perpet/Jo,dugu(Jo Carulo, a Deo coronato magno lmperatot"e neå. T. 1U-- ./1,JIIlI primo '1-,& poft Con{ulatum ejus.. AntJo Primo. IHdiél/one nana, cioi nd la ftc:tlà guifa che fi, praticò con gli anrichi ,,\ uguni . Partilli JUflqm:. da Ro- m:1 l'lmperadore novello, e venuto a Pavi', colà con\.'ocò la I>lera del Regpo d' It lia, che fi tenne neI M.ere di Fehhraio _ V' imervennero di-- ciono Vefcovi, alla tella de' quali era Anfperto. drcive(covo di Milano, e Befone Fute1l0'di Richilda Imperadrice (poco dianzi d3 Carlo dichiarato Duca_ di Lombardia, con dargli la Corona DUClele), e dieci rond, fra qtldli Suppone, che tutraVla reneva il governo del Oucato. d- Spt)leti,: e Bo- Jerad" Come del, faero Palazzo. Non' do\-ea. prima d' ora e{fere naro eletlo e riconofciwo in Dieta a1cuna per Re d' Ji:a1ia dfo Carlo Cal- vo . Per ficurez.za (ua, ed anche pc>r confà\'are i. fuoi dirirri a i. Prin- cipi dl que(lo Regno,. volle l' AugunQ Carlo.. che ne (egui{fe la fo- lenne funzione. Le parole deB' accettnione fon qUl"fie fecondo I' edi- zion PIÙ copiofa d' eff"g Concilio. (f) Jam quia di'iJ;na' piéttls, Pos; bea- (c) Rerum lonem Apoflolorum Petri & Pauli interventione. per Picarium ipforum, Italic.p. 11. Domnum, videlicet Johannem, (Úmmum Pontificem' & univer{alcm Pa.;. Tøm. 1I. paiN, fpir:Ïtll!emque P'm'cm_ 'I:eftrum. ad profeElum {anEl,e' Dèi - Ecclefiæ,. no!}, orumque omnium i,tvitavit, & ad Imperiale culmen (anEli Spiritus ju- <1Um, ac J)efenJo-- rem omnium noßrum & /talici Regni Regem eligimus &c. C*) Ed ecco come COlUlnCÌaron.) anche i' h\J"'1ari del Reana d' lta1ia ad' eleggere il Re loro:: c-ofa pr,ai"ara femp e (otto i Re Longt)bJrdi.. m'\ per qU<1IltO íernbra dlfmeßà fotto i. prccedenti I mperadori Franzdi. Pa(fato . dipoi J (') Giacchè 1. divina- Pietà-., calf interce(Jiõne' de' 'weti' Apoflo'i Pietro e' Paolo, plr mezzo tiel Vicario.di e{!i ciot DOJ1no Giovanni, fòm11Jo PO'1tefice, e Papa ulliver{ale, e VOflt.o Padre {pifituale; Poi ha chia- mato al profitto del/a S; Chie(å d" lddio, e di noi tutti., e per J'Judi- Zto del/o. Spirito S.nto Pi hå Ùmalzato alia fuprema Podeflà lmpe- ri< con quanti armui egli potè in quell' anguí1:ia adunare j fpcdì aneora Franc. Mt- Legati all' AuguO:o Zio , prcgandolo con tutta umiltà di rieordaríi Itn R ies, 0 d I I d ' 0 . C'.' 1 d o d O l tgmD ,,. e la parente a, e patti, e giuramenn rattl ne 1 \' i ere 1 Regno chrlTlictl. della Lorena. La rifpoUa al1ài gala me fu, che i p:mi erano reguiti col Fratcllo, e non già co i Figliuoli del Fratello. AHora Lodovico, benchè illferiorc di tòrze, ri\'olto il timore in rabbia; animolåml"ntc parsò di quà dal Reno, e tånoíi forte ncl Cailello di AJcmaeo, tornò ad illviare Ambafciatori a Carlo con chiedere pace. Fece vitl:a Culo di volerla, c promife d' inviare a Lodovico i ruoi Melli per trattare di qualche accordo; ma ndh fegu nte noue mife in armi tuÙe Ie iile rehicre per improv\'ifameme áíTalirc il Nipote. Avvifato Lodo- vieo [cgretamcntc di queHo difcgno da GuWberto Fefco'Vo di Colonia, on ordmare, che i fuoi mcue{Tcro le c.1micie ropra il giuppone, co- raggiofamc:nte fi mo{fe contro dclla nemica Armata, chc già era in cram. F. 0 mar- (;It) Fu 10i codeJlo Pt incipe C1 iJli:miffií1lo, nella Fede cattolicD, fufficim- femenle iflnJÍto non jòlamerite l.'elle Jèc(Jlari, ma anco nell' Ealefiafli- che diJèipline. Fel.'Veiftiffimo eJècutore di quanto appartime a Rrligio. ne Pace, c Girtjlizia. ItI [otl!mo g1'ado aftutD d' ÍtJgegno, nd conji- glio fagace; ;rel d.:zre (J tøgtirre Ie pubbliche dignità rego/ato J,lIla di- jèrezione, nc/le battaglie 'l.'ittoriofo j pilt at/mto al preparamento delle .1'111i, che de' conviti j a cui Ie ii1tl...en.fe 1"Íccbezze erano gl'iflrull1enti di guenoa; più amante del Je1TO rigiáo, che dell' 01.0 {ptendente; ap- prejJõ cui llirmo Ùzutile ebbe forza j a di cui occhj molto di mrD di- jþiacljlit I' utile; ÌJrcoT1'1tt1ibile a' l-egali; appreJlò it quafe nirmo per dmaro otlenne dignità Ecclefiaftica 0 .1107Jdantr j ma pilt tofto I' Eccle- fiaftica per i buoni COß1Wti, ed mitZ flmta com:erfazi01le; la HIO;ldana per una dÏ';..'CJta /èp-.:itù, t fedcltà filtcera. 106 ANN A LID' I TAL I A. E.." Volg. marcia, e confidato in Dio, attaccò la zuff.. nel dì 8. di Ottobre. ANNO 8ï 6 . Toccò alia perfidia di Carlo Calvo quello, che fi meritava. Andarono vituperofam nre in rotta Ie genri fue 7 molti furono gli uccifi, mold i pngioni 7 fra' quali un V efcovo, un Abbate, e qu:mro Conti 7 e s' ar- ricchlrono alT'aii1ìmo (uni i vincjrori: tanta fu )a copia del bottino in ero, arg nto, merci, e bagagli . Cr fcevano int:tnto i guai d ll' Ira- Ji:t a eagion dc' S:traeeni, i quali a endo tirato dall' A ffrica in Cala- bria de i gagliardi rinfoni, s' erano talm nte ingrolT'ati, che f.'1ceano (:t) Erchtm- paura a tune Ie Città Crilliane di quel vlcinato. (a) V nne a Taranto pertus tft. un nuovo lor Gen ral , che alT'unCe il titolo di Re, ed ufcito in eam- ,ap. 3 . pagna, died un terribil facco al terrirorio di B nevento, di TeleCe:, e d' Alifl . Volle di nuovo provar la Cua fonuna contra di qu gl' In- fedeli Adelgifo Principe di Benev nro; ma rimallo fconfino, fu obbligato a eomp rarfi un po' di quicr eol rimettere in libcnà il Sultano, già fatto prigione nel riacquif o di ßari _ I due compagni di cotlui An- nofo e Abadelhach, diaRzi fpediti da lui a Taranto per trattare di qualche accordo, r f1:arono colà, nè più feeero ritorno. Ora il Po- polo di ß'1fi, veg endofì in pericolo di cader di nuovo in mano de' (1)) LRpus Mori, (h) chiamarono da Otranto Gregorio G nerale de' Greci, che !,rDti!!'at!' con un buon nerbo di trupp venne a prendere il polT'd1ò di qu lla rn C rDnlCI. Città; ma, f condo la fede Greca, mife to(1o Ie m.mi. addolT'o a que! Governatore ed a i principali Cittadini, e Ii mandò a Coftaminopoli. Andarono pofeia i Greci colla fp dizion di varie lcttere pregando quei di Salc=rno, N apoh, Ga ta, ed ^ malfi di dar loro aiuto contra de' Sarac ni. Ma cantav:mo a i fordi. Qle' Principi c Popoli aveano fatra pace con que' Barbari, anzi unitiú con eßi E:ominciarono colle lor navi ad infefiar la rivicra Romana e iI fuo l)ucato. Pßpa Gio- 'Vanni, Ie cui Lett re fi cominciano a l gger nel S (tembrc di quell:' Anno, etrendo p rite l preeed nti, non av ndo forzc ballanri da op- (c) Eli'. I. porre: a ttuef1:o tor rente , fi diede a tempeltar con lelterc (c) BOIMt j. 'l I. u,. DUC4, hfciato da Carlo Calvo, come Viccrè in Italia, e poi 10 ftclT'o J.J .n1ZÚ I mperadore Carlo, con rappreCentar loro 10 ihto miferablle, in cui Y ILl. pap4. fi rrovava il pa f inrorno a Roma p r I fcorreric de' Saraceni, im- plorando I' aiuto loro. Aerem nte lì lamenta egli ancora de c,nfinibus & vicinis no/Iris, fjuos llIarcbi,ncs Jolito nUnCflptltÏJ, che faecvano anch' ei1ì alia p ggi Contro gli Stati della Chi I;'. V uol egli úgnificare Lam{;erto, c forf Guido luo Frarcllo, Duchi di Spoleti, e fors'anehe (d) Epift. 2.1. Adalherto M.ueheCe e Ouca di To(cana. In Ul1.1 Le[[ ra (d) fcrirra ,jJl;Jem. allo ficlT'o Lambcrto, il prega c!i rim dia..c a i danni, che da i di lui i. 1 omini veni vano fatti a quci di San Pietro, e d. Guido: eol qual no- me s' g1i fignifica il Fra[ Ilo di Lamb rto, fi vi ne a conofccre, ch' egli non avea part in quelle viol nze. Ma Carlo Calvo, nulla cu- rando Ie preghiere del Papa, nè il debito fUQ, altra pr mura non a- v va in quefti tempi, che: di (pogliare, f avdfe potuto, i Nipoti (e) R n. fuoi de'loro Stati: nel ch andarono falliti i fuoi d fìderj e difc=gni. inch: i:D. Intanto quc' Principi divi[ero fra loro I' eredltëÌ paterna (eo). A Carlo- man- ANN A L J D' I T It. L I A 1(!)7 f1J61ftJI toccò la Bavicra, la P annonia, la C:.1rintia, la Schiavf)nia, e la E II. A V olg. Moravia; a LodfYùico la Francia Orientale, Ja Turingi:l, h Sallònia, ANNO 87 6 . 1a Frifia, e una pane del Regno della Lorena; a Carlo iJ GrQ(fò l' Alc- magna cioè la Svevia on a cu c: ittà della orena. ir a quell! tempi la Ruffia, che a nofl_rI glOrm e , cur3. dl P!etro 1 G ande e falita in tan[a po[C'nza e credl[o, abbracc_'o la Rehglone dl C...l1o ( ), (a' CDT/flan. e cominciò ad averc un' Arclvefco\'o 4pedno colà da Santo Ignazif1 Por,hjro-: d " -. ft " I . S " {i d 1 ) 1 ' d b gtnntfa I1J Patriarca I C.o anunopo 1. I. corg p 1 _3 un aClto .1 me pu . Vito Bt!ftlü blica[o l1elle glUnte della Cromca Cataunenle (b), che era Hata -{olto Imþ. _ il governo dl Spoleti a Supponl omc 0 Duca di quel!a ->mr.1da; (b r: ch 7 mc . perciocche n.el pr re te An o fi [ruova u? decr [O fano 10. favore d t J:t;nfï. :I.\10nitlero dl Calauna per }ujJirmem Donmz KarÐ/z Im,lJeratorzs .duguJit, Rer. ltalic. & per ju.ffi,,,em Lambe1"ti & IFidonis CQmitum. Fu Icmto que! docu- memo 1niJo Domni Km oli piiJlìmi JmperatQyis AuguJli, Ann' Imperii ill Dei tJ..()min Primo, ftu & twsp01-ibus l'fTidolljs CtJmitis Almo ComÏ1dtus MS P1"imo }1enje Junio, per lndiélionem lX. Sicche Lambc1",0 per gra- 2.Ïa di Carlo Calvo lmperadore rIcupero il Ducato di Spoleu; e Guido fuo Fratello fu anch' egli fduo Duca, e pare che figuoreggidfTe ne1 Ducaro Spolerino di quà dall' A ppennino, cioè in Camerino c Fermo. Truovafi poi ne gli Anni reguentl memoria di Stlppon, Come nelle Lctrere di Papa Giovanni V II I. (c) dalle quali fi raccoglie, che go- (c) Epil. veroava MILmo, Pavia, e Parma; e però dovrebbc cfTcre lhro Duca 10 C1" 13 0 . o .Mèlrchere di Lombardia, come era dlanz.i Boione, pafTdto al go- Y;I:n; } . verno della Pro\-cnz.a. Anno di C R 1ST 0 DCCCLXXV I I. Indizione x. di G 10 V A N I VIII. Papa 6. di CAR L 0 MAN N 0 Re d' ltalia ,I. F Ecc net meÎe di Marzo di quell' anno ]a vedova Imperadrice An- gilbcrga, tb1ndo in Brefcia nel Monillero di Santa GlUlia, l'ultimo . fuo Tell.tmen[O, pubblicftto ddl Campi (d), in cui larcia al Moniile- } ca;"; ro delle Monache di San Sino, da lei fabbricato in Piacenza, un' im. Pl::; nl.c:";. menr.1 quantltà di Beni, cioè Cafe, Poden, e \Tille, ivi chiama[e Cor- ti, fra Ie -quali fi vede Campo Migliaccio nel ModeneÎe; Cone nuo- \'a, P'gognaga, Felina, Gua[blla, e Luzzara nel Reggiano; Cabroi, e MaÍ1no nel Contado di StazlOna, oggidi Anghiera iul LJgo MoIg- giore; Brunago, e Trecarc nel Contado di Burgaria, ogg,dJ nel di- Itretto di Milano, per tacere d' altri Luoghi. LalCia aIm BeLli pt.r 10 Spedale de gl'lnfermi e Pellegrini, edJt1cato in vlcinanza d'dIò Mo- niltero, tecondo il col1:urne d' allora, pochi efTcndo ila[i i Monifle,j, che non avefTero Spedale pubblico, perchè 0 non fì u[;Avano, 0 rarif- fime erano queUe, che oggldì chiamiamo Onerie. E tuno ciò è do- o z. nato Ell. A Volg. ANSO 871. (a) .AnnIS'. Frlmcor. Berti niani . 108 ANN A LID' I TAL I A: naro (I) pro nmedio & meycede AlJim, ejr rdem c1ementijJimi Imperatoris (Lodovico J J.) Domini & Smi01"ls me;, & mete, Si nferva, finchè Vi- vrà, 11 Parronato, e 11 governo sì del Mooifkro, che dello Spedale, con roggiugnere: (1.) Pofl meum 'Ve1'9 obitum 'J(J/o atqlle dew'no, ut Ii Ey- merJ7,arda tmica mea Fi/ia Religiofa 'Vefle indue,.;t, ipft pro'Vijionem ej1ifdem Loci mea 'Vice fiifcipiat &c. od fi ill ) me de bac 'Vita trafljèrl1Zte, He- ligionis 'Vefle induta non fllerit, 'Volo atque inflituo, tt! de iplo A/oil61flerio IZtque Xenodocbio &c. nul/am deminoratiol1l'm faciat &c. Q1eí1:a fua ul[l- ma \'olontå 1.1 fece el1a c:lOfermarc dol Pilpa Gio'Vanni J7/II. con Bol- la, data Ka/endis Llugtlfli per mantt1/1 Jobmmis EpifcoPI, MJjJi & Apøcri- farii IanBÆ Set/is Apoflolic , /mpera1lte Domno 1I0jl1"0 Carolo, a Deo co- "onato magno impel-gtore, Secundo, & Pofl CtJ1Jfidatum jus Anno Secun- do, lndiaione X. Quanto Ct legge di Ermmgdrda 10 efTo Tcthmenw, ci [.1 vt:dere, ('he non dove\'a el1ere peranehe rcguito eiò, ehe narra- no gli Annali Bcniniani (a) aWanno precedente 876. coo qucí1:e pa- role: (J) Boft, poflquam lmperator ab ltali1l in Frmlciam rediit, Berm- gelr;; E'Verardi filii f flione fï/iam Hlttdo'Vvici Imperatoris Hirmeng rtlam, qrlÆ apud eum 1i1orabatur, iïziquo co/JuJio;,z matrimonium fùmfit. Intorno ache è da avvertire, ehe Berengario Duca 0 l\1archc;Ce del Friuli, lic- come dieemmo, s' era nell' anno 87>' umto con Carlomanno contra di Carlo Calvo; ma cfTcndo prevalut.1 in quc' cqrmaí1:i la fortuna di Car- lo con divenire Re d'ltali:1 cd lmperador de' Rom:mi: qud1:o Duca, aceomodandoCt aneh' egli al tempo, cangiò mame1!o, c ihinCe buooa. amieiz.ia con Bø.fone Duca, laCelato da elf" I mperadore al go verno e alia difelå di Lombardia. Era" per avvemura rieoverata nella Cortc d" cffo Bercngario la poco f.1 nominata Ermengarddl, uoica Figlruola del defuntIJ Imperadorc Ludovlco II. name la parentela, che patf.wa fra 10ro. I mperoechè Eberardo Duea, 0 Marehcre del Friuli, Padre di Unroco, e dello tleßò Bcrengarzo aveva avuta per Moghe Gi(ela, 0 Gis- la, Figliuola di Lodovico Pio Augu:lo, e pereio SorcIla dl Cario Calvo Augutto, e Z..\ paterna del fudd::tto Impcrador Lodovico II. Nel Tdta- n1t:l1to d' effo Everardo, che eitai di topra all' anno 867. manifetlamenrc fi Vf- (I) per Iuffragio r falute dell' anima del mede/Ù1JO cle;11entijJitno Imperadore (Lodo\'ICO lJ.) Signore J7ccchio mio, c miø. (1.) Dopo /a mia mortc poi v07,lio e deter111ino, cbe ft Ermengarda tmica mia jiglia 'VeJl ;rà I' abjto Religioft, l'JlÙ in mia 'Vcce prendo la curd del 111tdejì1t1o /IlOgO &c. Che fe quella, io l1u,rendo, 1'lon a7:rà r;;ejiito t' Abito Rr/igiojò, 'z:og/io e o dino, cbe dell' ijiqjò 1Ji'lìflero e SpedtÛe &c. Mlentc dimÙmiJca. &c. (3) Boron/!, dopocbe J'l,npe"(ldv,-e dall' /talia ritornò in Fra,'1cia, per !aziø- ne di ß ïengario jiglio d' Ebrrardo, con arte inirp/a JþOJÒ Ergmmgardtf Figlia di L(;d,,';,;ico lmperadore. ^ N N A LID' I TAL I A. 109 fi vede, che Gi:,la era il nome di CU:1 Moglie. Che poi quefi:a Princ:- ERA Volg. petra avetre per Padre Lodovico Pio Aligullo, e Giuditta Imperadri- ANNO 877. ce, 10 ne g ò bensì Adriano Valefio (a), ma fi racco g lie da Agnello (b), (a) Va/eJìus r in Pr.fjlft. Scrittore conrcmporaneo, il qU.lle nelle Vite de gli Arcivelcovi diad Paneg'J- Ravenn,., dopo aver nominati i Figliuoli d' eOo Augllilo a lui nati dall' ric. Berm- Imperadricc E(mengarda, feguit:1 a dire: (*) ad Carolum 'Vero (cioè al tar;;. Calvo) plus fertHem & opimam largi'Vit partem j & Gijèlam Filiam fUa1Jl (b) .A g 7fil. tradidit lv/at'ito Curado (fi dee i'erivcre Evrardt;) piijJìm!Js homo (pro- ;::: :!:, : babllrnente in vece di piijJìmo homin;). Hunç & heme Juditb Aug!lfla P. 1. T. II. ptJl'turiit. Anehe nello Spiellegio del Padre Dachery (c) fi legge una Rer. Ital;c. Ðonazlon fatta da etra Gisla, 10 cui nomina riverenremcnre Carlo Cat- pag. 18 1 , 'VO Cuû Fratello. Ecco dunque per maggiore chiarezza la [avola onde f;fffe ery rifulta la parentela di Ermengarda con Berengario. Lodovico Pio Impcradorc mOHO neJl' Anno 840. , r-- --------------------------ì I I I I . Carlo Calvo Lodovico Louario Imperadore Gilèla MOßlie di E\"erar o Imperadùre Rc di Ger- morto nell' Anno 8H. Duca del I'riu!Ï morto clr- mania I ca I' Anno 8 6 7. I I I r--I--( I r----1 . Carlom:mno Carlo Lodovico n. Lodovico II. Im- Unr(lco Berengarlo Ðl1- Rc d'Ital:a it Grotlo Re di Ger- perad'Jre morto lJuc:t 0 ca 0 Marcht:[e, Impcrad. mania lIell' Allno 87f. M::.chclè del Friuli, po- I del F riuli fcia Rc d' ltalia I cd lmperadorc. Ermengarda MogHe di Dorone Duca di Lombardia. Ora BoCone confiderando la nobild di E,-mmgardu, Figliuõla di un Imperadore, e PIÙ 1.. pingw: credltà, ch' ella purtava keo, a fine dl ouenerla per moghe, ft'greraOltCìtC ((; l' inreCe con Bl:rcn ario. Bra- mav.. aneor qudti dl mt'unlì bene in grazi;. di Boione, cJOè di chi era Fratello dell'lmperarlriee Riehilda, ed arbllro allula del Regno d' 1- talia. Fecero dunque una furbcria, e collufione imqua, per uarre a fi- ne qudto ntgozlO. Equal ro(Jè, puo rieav.ufi da gli Annali di Fu!- (d) ..I'1Hna[t's da Cd), i quaii all' anno 878. p.tr1ando dl Bofone Conte ( che cosi ancorll Fran cor. ' fi vehgono non rad;: volle aHora appellati i Duchi e Marche1ì) hanno Fr.ti1JEla, 'Fili.m Hlrl- ANNO 871. d(J"J'i",'ici Imperalori de ItaiM per 'Vim r.1pucrat. D.:>vette efrcre il concer- to, che Botoll tJceffe vILl" dl a\'erl. rapita per forza, acciocchè a ße- rengario non vel11Jfc dato qua1che carico prdro 1" VCdOVil lmpemdrice Ang:lbet-ga, "Jtè prdIo i Figliuoli di L,d{;vico I. Re dl Gennania, di avc.::r [cnma mallO a sì fatlo l\11'trinnonio: poichè qu.UltO a Bafone, ne doveva cgli avere un fegreto confe-flfo da Carlo Calvo AuguHo, mel- cè della orella', cioè delta fudclcttQ Imp,-uclrice RichudJ. Coli! poi De avvcOlßè, 10 vcdremo fra poco. N è fì vuol tQccre, che it mcdefì- mo Bofone (Don fe ne fa:il prcrdlo) ave.t ritcnmo nell' an no prece- dente Leo/Ie N IpOte di Pap. Gitl'vanJ1i J/ JJl. e P ielfo, amendue Ve- (3) Epifl.1. fcovi e Legati, fpedlti_ da, eOo _ Pontdicc alla Corte _ dell' I mper:\ or 'joltaTmis Carlo: (a) della quale mg1Una 11 dOlic noo poco con 1Ul effo Pap G!O- .JF VIII. vo\nni. Era intaoto in grandi f.tcccnde qudlo P ra per gli danni, chc tuttaVia recavano í :)J.raceni al Ducato Romano con timore di peggio" Non tãpeva egli digerire, che Sergiø i/. Duca di N J.poli Cri1lianD a- vcffe non fo1amc:nte Jtilblhta pace con quc' nemlci del nome Cri itiano, ma anchc una (peCic di Lega cd umGne con lora. Per difciogliere quc- Ha indc gna alleaI1Z3., ti portò e gh 10 pcr10na a Napoli, yen Ii milmen- te ncl -tJcr.naio di qUt:lt' anno; ti:ce -qu.u1te calde elonazioOl potè a . que! Duca.; e per rLordr. pUi c di gll.td 16narla Cb), 50nfecrò Vefcovo (b)JP j ft.3 8 . dl qudla Cmà Atanafio JunlOre, l' (ilte110 del m(;dchmo Duca; ma non ;;;.;t;;';o- rip(lf[o a l{oma Ie non ÙLlle polrulc, perc-he ;ad <:ire -f){)n tt:nne dK['ro al- 11ItTlTJ. Pap. cun futo . Qldto è Ii naggia, tit:! qUalc parIa Ercncmpeno (c), con ag- lC) F.rchtr:z- gmgnere, c.he Lamberl(J Due'll tli Spoleti, e Gllido lùo .Fratello andc1rono prl-tus Hift. in compagma del eap", 11 qu.uc uSa 11 mcddìmo tludio, per ItlJ.ccar dall' al!. 39. amicizla de' Saracem (Jua jt1-io PnnClpe di Salerno, Pulcarc Duca d' A- mnlfi , e DfJcibile I paro, 0 hndo da varie Leuere del medcfÏm() Papa. FlIron::J in etro Conciiio faui dici.tnovc Canoni; e il Dandolo {crive (b), ch:: 6 dicde fine aHa controvcrfÏl inforta fra Orfo Doge di Venel.Ía, e Pietro P.ltïiarca di Grado, per- chè quefii' ricufava di confecrar V c[covo di Tor.:ello, a rcqllifizion del Doge, Domenico Abbate del Monillero di Altino. Fu detcrmlnato, cite finchè vivetre 11 Patriarca, cgli rettcrebbe privo ddla ccn(ecrazione, ma goderebbe Ie emrate di que1 Ve(cov.\to. Aggiugne quello Stori- co, che l' Armata navale de'Saraceni arrivò fo[[o Grado, e Ie dicde più - , (a) Lllbbø CDncilior. T,m. IX. (b) DanJIII. in Chronic. Tllm. XII. fuT. Itali" (I) No;: leggeft, che i figli de' RDmani jimo Jlati dati pcr ofla!,gi coßì: (jllt;;lto mmo di lodefti, i (Jft.'ll; la Fcdeltà A/ gufla ,onjèrvano coJ CUOIC, C ,011' optra per di,:-'ino aj.tto compiJèono. (z.) é)uando poi col dIvino ajttto la cauJà della Repubblica fa,-à in concordia e fjuiete, e del/a lite i prctefli, che quali tele riplltialHO, ;l;ftrli cont,-, /' .Allgt4fla i.l1aeftà, !ara1Z11o tolli. ri/orlJata d' ðeragll' ANN ALl D' 1 TAL 1 A. I 13 più aft1.1ti, ma indarno, per la valorofa difdå dc' Cittadini. Portae:t fR A Vo1g. qu.:(b nuo":! a Venczia, inviò il Dog.: con uno nU:Jlo di n:.lvi Gio- J\t\:\o h17. vanni fuo Figliuolo al 10ro foccorlò. Non crcdett:?ro bene que' B.lr- bari di aípeuarlo, ed alzate Ie anchore veOl cro alIa Cirrà di Cornacchio, e Ie diedero 11 facco. Fu poco 3}'prelTo dal Popolo di Venezia eletco ÐO':7e e Colle g a del Padre eOò Giovanni. Confdlà il Oandolo, che itl t:I qudli tempi i Mercatanti Veneziani comperJndo d.l i Corfari (0 Sa- raceni 0 chiavoni) i poveri Crit1iani, f.'mi da 101'0 Cchiavi, n facc- \'ano poi traflico, vendendoli anche a gl' [nfedcli. A t:11e iniquità il Doge e Popolo Vencziaoo cerearono il rimedio con pubblicare un ri- gorof!.) dinetn, e intimal' gravi pen.: a chiunque cnnrr.wenifTe. Scgui- tava intallto Sel gio If. Dum, di Napoli a tenere (!retta corrilþonden- 7.:\, e una (pecic di lega co i SarJ.Ccni, nè voleva, per quanta gridafre , P..pa GiO\'.lOni (a), dillorren , ing:.lo'1.tto da i conGgli di Adelgifo Prin- (a H!p ift. 66, cipe di B l1evento, e di Lamberlo Duca di Spoie i, uomo doppin, ed U;an 1; :: 3\'VeZZ? efcJfe ne or?i?o. N on pot do, ne. \'o en.do Papa Gio- pI. VllI, \':\nni loff nre tant.l JOIqulta, 10 fcornuOlco. SergIO Irrltato per que- 110, mofTe guerra a Gu.ÛferiD Prin:ipe di S.llerno, che avea non tòlo rinunzlato all' :re col Papa, quan- do eccoti giugnere avvilo, che CarlDmanno (uo N i pote, cioè il pri- mogeniro di Lod''lJicø I. Re di Germ:mia, con un gro(fo "fercito di Tedefchi calava in halia, non pcr imervenire a queUe fdic, rna per fare una vifita dirgufiofa aU' Augufio fUll Zio. Le parole de gli Annali (b) .A.JUII. Fulden(j fon qud1:e (b): lJd "flU"' Can/us comperiffit, illicø juxta con- ra IJ nc t . fuetudinem 'ita", fugaRI iniit. Omnibus uÛm diebur 'Vit ft ublcum1141 .ell In;d. J. _I l . , . IICce.flè erlU adverfariis r'(ift81'e, aut pw-/lm terga 'Vertere, aut c am ,/1.1 l- liblls lu;s effugere fdebR./. Confdfa anche I' ..\mor Franz.efe de gli Ao- nali di San Bertino (c), che Carlo Cllvo shigottito per queUa ouo- va, nuova cerro non falfa, fe nc fcappò col Papa a ToTtona, dove l'Imperadrice Richilda appena ebbe ricevura la confecrazlOne Impe- riale d3.lIe mani di e(fo Pontefice, che prefe 1a fuga col reforo verfo la Morienna. Scene alquanro in e0:1 Ciuà di Tonona Carlo Augu- ito col Papa, afpettando, che veniffero a trovarlo i Prim:ui del luo Reg'1o, cioe;; Ut,ll Abbate, Bøfo/lie, ed ahri, (:ome era il concerto j C faputo, che noo vCllivano, fubltO tbe ime[e l' avvicinamento di Car- lcman- (c) .Ann.lu ',aruø,.. :lmWA"; . ^ N !C ^ LID' I TAL I A. II; Jomanno, frettolofameme s' incamminò egii verCo Ia Savoia. A nc he il I! 1\ A V olg. Papa non pClrJè tempo a ritornartè:ne a Rom1, mol un Crocefi(T'o d' oro di gran pe- tò, e tempellato di gemme prez,ofe p::r La B.l!ilicel di SJn Pietro, che Carlo Calvo gli avea don.no. Fu pretò pcr iltrada l'lmperadore dalla fcbbre, e ponato di là dal :\1ome Ceni(jo a un Luogo appella- to Brios, coIà fece venir dalla i\Iorienna l' Imperadrice, e pofcia fini di vivere ncl dì I . d' Ottobre. Atteltano tutti gli Annalifti, effere tlata aHora voce comune, ch' egli monlfe di veleno a lui dato 0 man- data da Sedecia Medico Ebrt:l,), fuo folvorita, in una medicina per li- benrIo dalla febbre. II liberò quetla da tutti i mali. Apeno il Cuo cad a \'ero, e lev.lte Ie interiora, come fi potè il meglio, bagnato con vino, e tþartò d' aromi, fu pollo m una bara per portarlo a tèppellirc a Parigi nel Monillero di San Dionitìo, in dè:cuzione de g\i ordini da lui lafciati prima di morire. Ma non potendo reggerc i portatori all' eccetIivo fcrore, mlCero Guel corpo in una botte ben' impegolata di denuo e di fuori, e copena di cuoio. N è pur quetto ripiego ba- ftò a levaI' 10 t1raordinario puzzo j però aUorchè furono giunti ad una Chiefetta di Monaci nella Dlocefi di Lione, quivi (eppellirono fot- terra la botte col corpo t1e(fo. Sic tranjit g/IJria ,-'fundi. Per ordine poi di Lodo'Vico Balbo filO Figliuolo e Succet10re nel Regno portate l' oßà tùe a Parigi, quivi ebbero più degnel fcpoltura. Andrea Pre- te (4) nella Cronichctta più volte citata fcrive, che Carlo CaI- (a) .AnåreA' vo creato Imperadorc fe ne [Ornò a Pavia nel Gennaio }11diflione pm"-yter. Nona, cioè nell' Anno 8ï6. umfjue idem Kayo/us IHlperator de Roma Chronic_ re'Vcrfus ;n Papia fedel"ct, alldivit, qUl1d Karlomannus H/udo'Vici jiJius con- R Tom . I G ' - - fl d / 1 & 1. I tr. trm. tr<<. eum 'Vc11lret; quumque .exerutum uum II unìlre 'lJe let, cum eo "e - Mtnchln;;. Itm' gerert, quid/Jm de juis, in quorum fidelitìlte maximc confide bat, a{, eo ticfeEli, cum Kal/oman1fD fe c njJmgcbant. farJla, e quivi at- te[e a me[[erfi in po(fdfo dclla Coron.! d' }[,tli.!, e a f.ufi deggerc, o riconoCcere Re dJ. i lhroru del Regno, che d poco a poco 11\h- rono a [o[tom::cre:rú a lui. Ho io puhblic;1tQ (a) un fuo Dlplom', da- to in favan: dc' Monaci di SJn Colombano di Bobbin (Monil1:elO at- lara goJuw in Be:ndlzio d" non so qu II perlona potcnre) X]Jl. KII- /tmdas Novembris, .Anno Chriflo p,-opitio I. Regni Domni Kar/omanni Se- renijJimi Regis in lta/ia, IndiEliofle X t. .Aflum in Cm-te Nova Villa Re- (b ibidem gia - Un altro pure (b), can cui dona ulla Chld:'l al Mom(tero dell.: Dilferl.64' Monache di San S.fio di Placenza, fondaro dJ Angilberga AugufJlI , chiam3ta da lui noflra Sorei/a, cioè fpimuale, è dato XIV. Kalen"as. Nov:Jmb,.is Anno Ghrifto propitio I. Regl1i. Aélum in Curte Sanfli /1m- br()jii, rp.:e 'i:ocitatur CaJlì.:mumjuxta Ál/uamjJlivium, Indiflione XI. Un (c) ibidem altro :mcora in favor (c) delle Mllnachc dclla Potl rla di Pavia fu daw Diffin. 7 0 . XII. Kalmdas D:cembris .dm o Chrifto propitio /. Rel/JÍ. AElum Civita- te reron.1-, lndiflione XI. Sc in tali Documemi l' l1 diz.jone comincia in Setrembre, come io credo, effi apparrcngono all' Anno prefeme. Anche nella Cronlca Cafaurienfe (d) 1i legge un Cuo Diploma daw in PavÏJ Xrll. Calen- das Novembris Anno jectmdo Regni (cioè di B Ivicra) IndiflÙme Deciwa: il che dà indizio, ch' egli non avelf peranche aí1lH1to il ti[Olo di Rc d' halia nel dì 16. d' Ouobr::. .l\.1a in vece d. Indiélione Decim,J do- vr.:bbc leggedi ivi Undecima, che così hanno gll alrri [w>i Dlploml, poco f.l accennati. Tr.1lafcio alrri Diplomi di c(fo Rc, da me pub- blicati nelle Amichità Italiche (e), cd aluo\'e. 1\1" non pertamo nOI\ voglio lalCiar di av venire, che uno Srrumemo originak, da me ve- duto in Lucca, pOfra quc:1tc N orc: Res'Jal/le DlUllino noftro K'lriomolll- no piiJlirllO Rese Ai110 Resni ejus, po 1'1 !(l.ïn Deo píopitio i I It.1/i.Ul Ì1 - grej}ds efl, Primo, pridie MIlS Novembris, I,Ûléliol1c D'lodecima., cio nell' Anno 878. nd dl 12.. di Novembre. Adunqm: nello ltelfa dl n I1' -\"no precedenrc egII n0n era p r Inche Re. Un alrro è icnno: A,mo /I. Kar/om.:mni pridie N01I..LS Decembris IndiEliMe XIII. cioè neU' Anno 87Y. [e l'lndizionc ha a\'U[o principio nd Se[[ mbre. Adun- que nè pur nel d. 4. di Dicembre de1l' .-\nno 877. egli fJrebb flaro H.e d' halJa, Conturtocio aíf.'ll fonJllncoto c' è, per mettere in dub- bio, che GuiomlOI1') sbigot[1to fe nc tornaífe inJicrro per la via, per cui era venuto. E non tardo egli. udita ch' ebbe la mor.rc di Carlo Cah'o Auguf1o, a ragguagliarn:: con iùc Lerrere Papa Giovan- ni, con aggiuglU'r d' ciferc -lLHO bcn accolto in halia, e che dopo una [corra, che gli conr niva di fare in Ge:rmania, per parl..rc co' fuoi Fratelil, inrcnzione [ua era di vcl1lre a Rom:1 per nc.:vere la Corona . deìl' I mpc:rio, prome;rendo dl d.!lt"rc più di tutti i fuol Ameccífori (- h? is63. la Chidå Ro ..n.l. II, PaP.3 I?lt, I i("ponde: (f)., che a fu.o t mp'o) c oè III. P4/" , dopo i1 fuo ntOl"nO gl mVlcra 1 fUOl Legm &um pagllJa caplJuJan.rer &on- \:1) ..Anti'!u. Jt.tlic. Dlf- ferl. 73. (d) Chronic. C.f4urienf. p, 11. T. 11. R,r. ItiAl;c. ( ) .Anti'l' II.' Dißfr- tiAt. 17. ANN A L II n' I T ^ L I ^ . 117 continellte ea, 'IUd! 'Vos J,fatri veßr.e R(Jmañ Ecclefid!, vcflrofjue proteElot'; veMo Petro A!o}olo perpetl4aliter debetis co.zccdere. II prega di non am- I1'Ierrere nè di alcoltJrc infidclcs 11 ftros, iJ(}ßræ'fUß 'Vitæ infidilZ/ltes. La fa.! Lcttcra è data nd Novcmbre dell' Anno prcfeme. In un' alrra (a), a L1mberto Gloriofo Conle [&ritla, gii f.\ Ùpcr.: d' ava inrdo, ch' etTiJ L.\mberw medi a di v;:nire a Rom1, per dar favore a i ncmici cd in- f.:Jdi del meddìmo P()mefiçe, e che (:II:) coso rebus & beneficiis contra nJ(lram etiam 'Volu;ltatedl ;lIcoln:enienter reJlitúere debeat '$. V uol dire di Fórmo/ò f/eJèo'Vo di Pow , cd' altri hmili, ch' egli .. ",-ca fcomunici!ti. Però dice, che nol riccverà, fe vimc: per qucHo. Con altr,} Lcne- ra (b) anCora gli notifica la rifoluz.ione fu.l di pafr.u per mare in Fran- cÌà, per iter marinum, mofirando di andar colà per trattare col Re CarJomanno intol no alIa diftÚ della Terra di San Pietro, e di tu[[a Ja Criibanit;l j ma non fe gli f.uà tono a credere, ch' egli avelIe dell' altre fegrete mire, perchè I' and:lr per mare non era 11 viaggio pro- prio per trovar Carlomanno. Pcr quell:o ordina a Lamberro di non moleltare gli, Stati dell.\ Chicfa, altrimtlui gl' imimJ. la (comunica. lmamo pr.ima chc termin.l(fc: )' ...'\nno (c),. il Re CarJomanno 1è: ne tornò in. Gcrmania, rna {eeD r rtando una pericolola rnolhnj.., che quafi per un an:-lO il tenne: l.mgueme L Cacciol1ì allche 1.1 petie nel1' Armata fua, per cui molti foJamente wlTclldo cade\'ano rnoni. Una Lettera di GlOV.1.nnj Papa, [critta in quell' ...-\nno ((e pur non appar- tiene al prrcedentt:) 3d !ncmaro .d -;i'Vifcov, dl Rerm Cd), per manu..r Ál1/Jßafiii Bib/iothecarii, ci fa conolccre, che fino- a quc1ti tempi vllie ..dwtftåjio Bibliotecario, Scrittorc cekbre della Chic/a Romana, a cui lpez.iaimc:1te film tc:nuti per a.vere r:1ccoIte, e a no.i conferv:ltc Ie Vite de i Papi. Anno di C R 1ST 0 DCCCLXXVI I I. Indizione XI. di G I 0 V ANN I VIII. Papa 7. di CAR L 0 MAN N 0 Re d' Italia 2. N On {j può negare: Papa Giovanni poco genio avea per gli Figliuo- Ii df LOJOVQCD 1. Re di Gc:rm:mia j era c li mno panato dalI' f- flUo vt'rfo 1., Ca(a de i Re delb G:1lIia, 0 tìa de' Franldi. Non po- tè afienerfi il Cardinal BJronio dal difJpprovare 1.1 f.lcilltà, can cui gh corle: a dar la Corona dell' I mpeno a Carlo Cah.:o. Ma chi non f.'l, Gual fcrza aóbiano i regali,_ e m ffimamentc fe grand.? Fors' ancht" non altronde procedt;[[e la perteCUz.lOne da 1m faua a Formojò f/efèovo di Pono, UÐmo 10datlÍlimo de' {uoi tempi, fe non dall' aver10 fcoperto adc:- (-) e cht pretè/ldiafe di rimäterli tit/Ie foßanze e Benefizj anco &ontt..o il 1:Il/!ro <;;o/ere, jèl1za ,oíJ'Venienza 'l,'eruna.. Ell A Volg. ANÞlO 877. (a'\ Epíft. 72.. e}l.fde", , (b) l!pift. 68. ejusdem pap4. (c) .Annal. Francor. Fuldtnfts . a Blr/ln, (d\ Marlof. Hift. RIf- mtn[. lib. 3. elf}. H. I 18 ANN A LID' I TAL I A. F.I\" VolG'. adereme .a i Tedefelli, contrario a i Franzefi. Andava ben cgli bar- ANNO 878. c11cggiando, e coprendo queHi funi gcnj e comragenj; ma j [uti tOIl- na tuo vo1cre lcvAvano 1a mafchcf'a a1 euore. Si venne penanro a teo- priTc, per quanto fi PUg conghic::nuran:? <:jualche imenzione 0 m.meg- gio fuo, per levare al Re CaTlomanno II l egno d'Iulia, () ô\!meno per non volerio Imperadore. N(m porea e(1o Carlomanno accuctire in 'perfona :\ <:juc-fii ffar1, petc-bè fC<:juefiraro d.lla ma1auia in Bw!;:ta; e però diede eommellìonc a Lamberto Duca di SpolC'ti" e ad .d_Jf.Jtb .tfJ Dilea di 1"'oftana di far murare penfiero ad effo Pontefice. Ci-ò che ope- r:1ffero, udi2f11010 da gll Anna1i di Fulda: (8) Ltlntbertus frÌt/fJtIÙ fi'ÌliS, (3 Alh-eTtuS (10 1lcßò è, che A/d.Jhfrlus) BOllijt..cii filiNS, RfJ1Jttf1l1 cum t/Jtl1fU ';::'llida Ùlg,-effi funt, & Job4nne Pontifice, f.b ruf!vJirz ffl ntð, Opti- 11latU Rom,morum fideJiraretJz Karlmanno facrameílto firmare loegl7llnt. (to) Non fi fa IOtendere il pretdlo Ji una tate violenta" {bme il non cf- fere Carlomanno [laro gi mmai J alperador de' Rom:lOi , e il -non c(fC're tenuri i Romani a giuur fedc:l[à al Re d' halja; perehè fcnl.a dubbio Roma col fuo Ðucaro non era comprefa neU'ltalico Regno. Seguira a dir <:juello Stonco, che dappOlchè furono 1.Ifci[i di Roma <:jue'due Prll1ciPI, il Papa fece pOt[are dllla Bafihca dl San Pictro [utte Ie co fc prcziofe aHa La[crancrrfe j vefH di cihcio I' f\ltare di 5':111 Pietro j feee chiudere tutte Ie .pone d' c(fa Chiefa; e a chiun<:jue 'veniva -clane Vane p.\rti della CritlianiÜ per far 'quivi oral.ione., non era permeffo l' emrarvi: rifoluz.ione, che fu riprovata da i buoni Fedeli. Cia f."1tto, faliro in n.lve pel Medi[erraneo pafsò in Francia, e 'Vi 1ft tr:rrrenne quafi þ.,) Fþifl.84' tutro <:juefi' anno. Abbiarno varie Lerrere (b) fcÚtte da lui a Gio'Vanlli (!I' 8S. 'ø- ArcÎ'Vefto'Vo di Ra\'enna, if qual pare che in qud1:i tempi fo(fe: molto halm. Ylll. in grJ.zia di qudl:o Pomdiee j a B!!rmg:zrio COil!':, cioè al Duca,.o fia '111 11 . al Marchefc del 'Friuli, en' egli chlam4 Ilalo da Regal proJzpia, perchè F,gliuo1o di -Gisla, F1gliuo1a di Lodovico Pio AugU{tb, come fu det- to di f pra; d .Jngilberga Augu Ita j a Lodo'l.-lco Balbo, Figliuolo di Carlo Calvo, e Re di Francia; a Lodo.vico II. Re tii Germania; e fi- nalmeme aHo Llc:(1ò Re Cllrloma1Jno, con ra.ppretemar loro i gravifIìmi infulti f.,uti da Lamberto & Lldalberto aHa fua perfona. Fra l'altre co- fe dice all' ArcivetCovo di Ravenna,.e a ßcreng.rrio, eifcre venuto Lam- berto aRoma, avu prefo una porta, ed øccupau in tal manic!'"" la Cinà, ut nobis aplld ,/;eatu11l Petrllm cotljißentibltS (er,di ritltdto il Papa nell.! Cina Leonina) lltdlam U1bis Romæ potefiate.m a piis lmpcratQ1ibus bearo Pet1 0, uhne f/ieariis traditam, habt,-emus: parole, che ci fan no intendere il tiUcma di Roma in <:judh tempi, .cioc che i PomcfÏci fi- gnoreggiavano in Roma, ma con .poddU ll)ro concl:dut.\ da gl'lmpe- radori. Aggiu5ne, .aver dfo L mber[o a fOlza di ballonatc difiurba- ta fa) .A nm.I1J ranfDr. luldrnflS. (4) Ltr,mberto figJio di Guido, e AlbertI (Adalbcrro) figlio di Ronifll>ti. t1 ati [0,., i,) R()ma COíl mana forte, ed imprigionato Papa GiO"Jal1l1i, 101 zalo bait 10 t'; Ottim"ui de'Romani II giurilre fedcltà a C.n lonmnne. ^ N N A L) D' I TAL 1 A. II ta una Proc('ßionc: fatta da i Vercovi e dal Clero a San Pietro; ncgato E u. Yo!!. a i Vefcovi) S3cerdoti e familiari del Papa I' andarlo a trovare;. intro- ANNO 878. d..>tri 10 Roroa fenza. lieenza fua i nemiei ed infcddi fuoi già [cornu- nicati; d'no 11 faeeo a molÜ luoghi del tcrrirorio di San Pietro: per Ie quali miquità ha fulrnina:to c()ntr di lu,i, e di AdeJbðrto Marchefc c nuea di Tcfc:m3, la (comuoi a. Scrivendo poi a Lodovico BfJJba. Re di Francia, adopera colori e titoli non cerro. convenienti alla gravirà:. c manfueruJine Pontifi.cia contra del Ouca Lamberro,. &; aggmgne, cO"cdi egli portaro a R:Jf11a con Roti1& fua SoreHa, da lui carie3tl con uno indeçente nome, CtlTll 11t chtl Sorore RDtilde, C14mqll.e cDmplice ffl.,O ÙifiJa .ddel.btrto IvliJrchionc, im",o patri pr done, per fiufi I rnpera- don!, come eorreíJ, la voce: voce nonduneno frncmita da i filUi. Si korge roi da un"a-ltra Lenera d' efTo P-apa (a), che Adelberto iUa.rche- (a) 1! ;n,l. jé avc:a p<=r l\'loglie RDti/de, r qucß:a fi vien ad imendere, chc era So-- 16 4. IJIIS.. rella di Lamberta. Ouca di Spoleti, onorat3 con qud bel titolo da P - P.p . pa Giovmni. Prega Bcrengar;() di f.)r f-apcre tali ecceffi al Re Carlo- ID.al;\no,. percbè Lamberto (4) ejtJS Ie volHJftate jafl t talia age,.,. Serivc poi una pa.rticol.1ri.tà rilevante ad dfo C r1omanno, cioè eh'egli. era ttat0 n.ecdIita.to prima delle [udJette '\liolenze f ttegli da' Cril1iani ad accordarlì co i Saraceni, con p-agar loro annual mente una penfione di 'il 1JtkiltqU8 tllila i\1tZncu,f, 0 Geno Alancoß, ill argmt(), moneta di q eß:i. tempi,. trovando.1.ì Jl.ltj.lfcrifi;'1 ()10 e IQ1Jco.ft i,1 IIrgentD. Quefie tribolazioni ed an ufiie, accompagn.ue ancora di1 minac- cie d.' we violenze, kcero riColvere Papa G.iovanni a pafTate in Fran- cia, giaccbè nudriva anche prima quefta vo lia per implorare l'-aiuto del Re Lodovieo Balbo. J\odò per mare fino. ad Aries, conducendo [eeo prigiooe Formofo. Ye(cqvo di PorrO', gï.i d.\ lui feomunic3to,- non fiJ.mdoh. di. lafclarlo in Roma. Bafone Dltca', (b) ehe comandava Ie Fe- (b) .Av".I._ fie in Provenza, gli feee tune Ie maggiori f1nezze, e l' accompagnò Fra cllr. . per ru{ a. b Fr,lO.cia, ficeome uomo di mire aldßime fuggerite a lui &rtllll.1I1. d ll' amhi onc nOr) men fu'1, ch,= della Moglie Ermengarda Figliuola dl Lodovlco I r. Auguß:o. Perehè Lodovieo BJlbo era infcrmo gli con-- venne d' an bre a rrovarlo a Troia Cirri della Sciarnpa'jna,- dove ten- n nel f\,1ele d' !\gofto un gr.m Coneilio, e feee confèrmar la fcomu- mea. COD .ra de 1 Duchi, eioè di Larnberto ed Adalberto, e contra di F.or o!o V e(eovo, e di Gregorio Nomenc1arore. Coronò Re di Fran- Ia 11 ludden dovico, ma non gioì fua Moglie per varj riguJ.rdi. V eggendo po 11 poco eapitale, che pmea farû del medellmo Rc Il caglon dcl\a IU;t poca fanità, e del cauivo flato, in cui fi trovava al- }"r que! Regno per Ie prepotenze e divifioni de' B.uoni, e per Ie fcor- rene de' No.rmanni :. fi atraccò. il Papa al fuddeto Bofof)e Duca di Pro- Tenza'" che In compagnia della Moglie Ermengarda per la Morienna e pc:l Monte: Cinifio il condulfe fano e Calvo a Torino, e di là Pa- via. (tI') fi 'Vllnta di JI r ali (ift per ordiNi fu.o. ERA Vola. ANNO 87 ' (a) .AndRies Ff'.l1" or. Fuiden{ts. (b) Fpilfola II 9. Joha,,- ".s f llI. paP4. (c'Bpip.9 1 . ejusd. Pap. (d) Epiflola 126.(7' 117. ejufd. 120 ANN ^ LID' I TAL I A. "j], COra nunipobf1èro inlieme dTo P"p3 Gi,>vanni c B )rOne, íì r:1C- coglie da gJi Annali di Fulda, dove fon qucltc pawle; (n) Po-.tiJex, all it mto Bofone Comite, c:Jm magnß ambitÙJ1le I,J itll/iam ,.edït, & em'll co macbint',-i fluduit , quomodo Regi1um ita/icum de poteJlate Cal1om,mni 'm- ferre, & ei tuendNrJI committere potuiflet. (I) E che tale t()(fe if dl(e'7no di Papa Giovanni, e c!1' egh penlàt1e a t:trlo R... d' haJia, ed :lnche Im- -peradore, non lèrvlrà po-co a farcclo crcd re una Ll'[[era da lui {erit- [:1 a] Re Cm'fo, cioè a Carlo il GrotTo, in cui gli tà (. pere, de per contigtio ed efnnaziol1c del Rc Lodovico B.11bo (b) Bo,fjmem glorio/um Principem per ad()ptioms gratiam Filiam meum l'ffeci, UI We in mllndanis diJèllrþbus, nos libe; e in bÙ, fjH.F ad De/Ofl per'imnt, 'Z)ae.1re valeamlls. /apropter contenti t('rminD ReglÛ 'vel"-i; pscem & quietem habere flt(de- r-e: quia modo & deincep.r exc()mmunicam!ls om,les, qui contm prædlflum Fi/illm noflmm infurgere tmta'Verint. (2.) Un ano di quetia fJtta, e pa- role tali dicono molto. P .uimenre allorchè egli arrivò ad Aries, avea fcritto (c) alia V edovaf mperadl ice ÃlIgillmg<< d' a\'er quivi rrova- [0 0) BoJonem P,-illcipMt Gmert-Im 'iJeßrum, & Pili l-m D()flJnam l/er- mengat-dam, qUfls permiflu Dei ad majores excelþctefllue gmdlls Alodis 0- l1JiTibus, /ilfvo nojho bomre promo'Ver nibilo1tJÏn'iS dejidCt-altJus. Giun- to ch-: (u Pap.! Giovanni in Pavia, difegno dl qUI vi raunare oel Dicembre un Concilio col pretd1:o di tranar de gli affari delle Chic- fe, IDa fecondo (J.:tfC Ie apparenze, per far broglto c proccurar b depo-fizione del Rc CtlrlOma1JlJO, e nello Lletro lempo IYafiunzion di Bofòne al Regno d' J [aha. f\ quelto fine fcritr<: più Lercere (il) ad Álifpe,-to Ál'ci<;)efc .-.:o di MIlano," chiam:mdolo avia cO'luoi Sulfra- ganei; 10 nello tece _a Bercng'lrlo Dltca del Fnull) a If'íbodo f.TejwlJo di P.irma, Paolo V clcovo dl Placcnz,1, P,IOJo \' efcovo di Reggio, e Leodoino Vetcvvo di Modena ,.e ad altri V cfcovi e Con i. La dirgra- ZI3 volle, che nlUno v' andò , perchè niuno íì aucnro di companre ad un Concillo t.lle fenza Jic.:nLa del Re Carlom.mno, nel cui Re- gno fi vol.:a far qudla facra adunanz;1 j e forte çontra di lui. Nè pure (I) II Paptl, prefo i/ Conte Bofòn , COn gran gloria ritornò ;n ItaNa, e con tifo fi fludiò di n1achjnal e, cOt/ie a..:effi potuto togliere dal/e mani di Cadomanno it Rt!:.lJo lta/ico, e 1"acccmandarl0 Ill/a <1 po I que a Sl n- o,.. guard{.vol 11:)1.1, d l che gr.m doglia provarono i Criíhani non men ácll' Occidemc, che den' Oriente. Anno di C R 1ST 0 DCCCLXXIX. Indizione XI I. di G 10 V ANN I VIII. Papa 8. dì CAR L 0 it G R 0 S soRe d' Italia I. S Eauir:iva intanro Carlomanno Re di Baviera e d..ltalia a combat- (f) .Annal. r re con gl'incomoJ, dclla fua [anirà en. Sopragiumagli una a- Flil11'or. ralifia J per cui perdè qlufi ..ff.ltto I' ulo della parola,. andava p gglO- FuiJenjÚ. rando it [uo nata. Però i due Re fuoi Fratelli Lodovico'} e Carlo Cmlfo, o fia i/ Gro.flò, cominciJrono a fargli i conti fuJla vita. Lodovico col preteno di una vifita porratofi in Baviera, di mano in mano, che com- parivano aHa fua ud;enza i 1agnati di que,l Regno, fi .facea da Ioro promet[ere di non prendere per )oro Principe fe non ]m, qualora oc- corrdle la morte del Fratello. Carlo il Groífo aU'incoDtro vagheggia.. va ANN A LID' I TAL I A. 12.3 va I' I talia, e fi preparava per calare dal fuo Regno d' Alemagna a pro- E.. A V o1 . cacciadì queita Corona. T neva anche filo dl rrarrati con Papa Gio- ANNO 879. vanni, e il Pap:!. gli dava buone parole, anzi implora\'a il fuo alUto concra de' Saraceni, fenza latCiar nello íl:dru tempo di riconofccre per Re I'inf.:rmo Carlom_mno. Anz.1 impariamo da una Lenera renttd da Papa GIOvanni (a) ad ...1ntMio F"eflovo di Brefcla, e a Bereizgario Conte, (a) Epifloll. () 1ìa Duca del Friuli, che Carlom..lnnù avea dichiararo dIo Pilpa fuo )31" CY r55. P,caI-io nel govc:rno del, egno d' It_al a. Era imanto dallo Ildl? P pa V l:'IJ; PI.. 11ato intimato un ConclllO da t nerti 111 Roma con chlam-trVI Ipezl ll- mel te i M_tropolit:t11i di Mildno e R,:wenna co i loro Suffraganci. Ma cccotl iniorgcre una gara fra il Papa, ed ./hfpertø ArÛ'Veflo'Vo di 1\11- lano, che ando a finire in una rottura. CIO che:: prclenddlc Jl Ponte- fice GIOvanni, lì raccoghe da um Lettera fàma a quell' Arcivdcovo. Erano Ie mire tile di raUiur que' V etcovl, per difporre cnll" alrenlo Inro della Corona del Regno d' Italia (:II<) Et qUia, lcrive egli, Carv/oman- ntiS corporis, }icu! auai.vimus, Ï1lcommoditate gra.vatus, Regnum retllJere jam nequit, tit de lJ(j'Vi Regis e!e.éllor1e OllJlJCS P,ÃI iffr conjìde,-emus, 'Vos pr - diEt, ad'.Ùè tempoÎ e 'Va/dc op" tel. Et ideo nu.tum ab/que noflro cOtJJe, /ù Regem debctis redpere. Nam ip(e, fjdl a ,JovÎi ejl ordJFlandus m MJreri ,n, a nobis pI im//m a/que potiJIimum debet effi 'Vocatus & eLeEllS 11 che:: era dire in buon lin6uagglO, che I' Arclvdcovo e gh altri Prelati dovea- no incervèmre a quel Concl1lO, per nce::vere 11llperadore e Re d'Ira- Iia chlUnque avdh: voluro.ll Papa. Ma Ansp"no, ohre al poter ef- fergh flaw vietato dal Re Carlomanno d' and1.re aRoma, ventimil (;oti! è, chc prete::ndeHc .pettance a sè & a i VelcovJ del Regno d'Ira- lia l' eggere 11 10ro Re, lenza dipendere dal Romano Pomefice: giac- chè per tanti anni (otto i Re Longobal dl 11 Regno d' halia era 1tato indipendeme d4 clu era Impc:rador de' Romani; e circa venllf::tte Anni l' avea lenUto Carlo Magno, feoza dIere lmpcradore. Anzi 10 fielTo Carlnmanno Re aHora d' ltaha non Ii sa che d'pendelTe- pumo dall'de- zione del PJpa per acquiÜar quetl:a Corona. Aggiuogaiì, che i Prin- cipi S colari d' .ltalia, cìoè i Duchi, l\1archeli, e:: Conti, doveano anch' eíli pretcnJere almeno al pari de' V cicovi, all' ele::zione del Re; ed all'mcontro parea, che il Papa Ii volefre eiclufi da quello diriuo. Può anche d,ulÌ, c:he per quanto era avvenuto in PavJa, gJà fi fofpettalTe, o Ii lapeilc rivoho l' animo di Papa Giovanni in fa\"or di Botone Du- ca, già da 1m adottato per Figliualo, e chc perciò Alpeno, e gli altri fcdeli alla Cafa Reale tli FrancJa dominante in Germani", Ii Ct:- Cl ne ('II') E percbè Car/ manno aggra'Vato da incomodi del corpo, come udito ab- biat,Jo, glà non può tenere II Reg.'Zo, è mo/to neceJlàt io, cbe 'Voi '1;1 tro- 'Vla,e prejènti "e/ tempo Pledetto, dlcciò tutti aJlieme conJùlti.:Ùno Ùltorno al/' eieziOtle de/ n'lo'Vo Re. E perciø non do'Vete aceettare Re alcuno fin- za i/ n(Jflro conjcnJo. Imperocchè chi da no; dee confect:t!.rfi In lmpcrado- re, da 110i debbe e.ffire primamelfte e fþ cia/menle ,biamat' cd cle/to. 124 ANN A LID' I TAL I A. EI!. A Volg. nelT<:ro lungi dan' andare ad un congrelTo, dove correa no pericoIo di ANNO 879. <:lTere afhcHi a far Ie voglie del P.tpa. Abbiamo una Lencra da eOo (a Fpifl,la om mo, l o tefi.ce f ri a (a) verfo l A prilc di quell' .Anno Bofo i g/o- 16-1-. ejuuJ. nolo PnnCIPI, da CUI ntulra, che gh andava procacclando de gh ade- Pa/ . renri e f,uwri 10 I ralia; ed anche per qì.lefb mira clovette egli rimet- (ere in fua buona grazla Adalbetl0 Duca e Marchefe di Tolcana con Ro/i/da fUJ Mnglie già abominati da lui nell' Anno precedente. (I) De parte quoque, dice egli, .Adell;e,-Ii gtoriofi J\ft1.rcbionis, feu Roti/d C omitiJJ.e Conjugis ejlls, cognoftat Nobilirm veflm, qUIJd vobis in omnibus Fideks & devotos Amicos eas cffi c gnoJcjmus. ideo rogamus, ut eorum Co- nlÍtata. in Pro-vincia pofita, ficut jam tempot-e tango tetluetïJ/Jt, ita deinceps pro noftro amore ftcurtter habeant. cih Conradi poth In PTOvenza Ii dovcc1no avere a\'uri Adelberto e fua Mogiie dalla br:neficenza di Lo- dovieo II. Imperadorc, cominciandofi con ciò a vcderc, ehe tali go- verni prendevano a poco a poco la forma dc' Fcudi de'Secoli fulfe- gucmi. L' alToluzion<: dalle cenfure data ad elTo Adelbel t.J Ii vede fo- (b) Epijføla lamenrc nell' Epi Itola fcrina dal fuddcno Papa (b) nel N ovembre dell" 25 8 . ejufd. Indizione XiV dell' Anno fegucnre. Al mc:deGmo Bofone ancora è più ehc probabile, chc folTe indirtzzata un'altra Ll ttera dal mcdefimo Pome- (c) Epiflola fiee (t-), mancante dd Titolo, in cui fono Ie fegucmi parole. (2.) I O. tjusd. SeCt-etum, 'Juod Deo auxiliante, vobifcum 'rre6Ís exfiftentes babuimus, im- mutita/um ac fixum noftro Apoftolico peflore, qllafi quemdam tJHfa14rum re- [onditum pracul dubio retinemus; & totis, 'j)ita, comite, liifibus i/lud, quan- tum in nobis cft, alacritcr optamus pcrficere. ß<.!.lapropter fi Exce/lenti 'fJe- ftr.e libet, jam hoc ip(u'llZ ad effetlut'lz debetis pet-duere. Dà il molo di Ecce/lenztl in aItre Lettere ad clTo Bofone. Che fcgreto poi e concorto fo!1i: que no , che fi doveva prefio efeguire, cioè fe riguardi il Regno d'ltalia, 0 pur l'occupazione del Regno dclla 13orgogna, ehe feguì in qud1:o medefimo Anno, noi nol fappiamo. Più nondimeno proba- bile è il fecondo. Comunque fia, Anfperto Arcivefcovo di Milano non volle imer- venire .11 Conellio tcnuto in Roma nct M<:fe di Maggio: perlochè fu fcomunicato da Papa Giovanni. Poco dJppoi nondimeno elTo Po me- lice (I) Da parte p.ldmente d' Adelberto glorio{o /lfzrchcjè, e Ro/ilda Conteffa flU1- mog ie, fappia la Nobiltà voftra, che noi Ii vediamo a Poi in tulttl fcddi e devo!i amici. Perciò preghiamo, cbe i di 10rB Contadi fituati ÍlI Provenza, ficcome già da tungo tempo 'Ve Ii amzo avuti, cos1 per I' a'1J- 'Velllre per J' amor noftro v Ii abbiana jicurRmente . (2.) II concerto, che cot divino aþí/o facemmo e/iftendo can vIJi in Troyes fin- zo! dubbîo 10 conftr'iJiama intalto e fiJlo ne/ noftro petto Apoftolica, come fuafi tef()ro nafcqflo; e vivendo defideriamo prontamente di eftguirlo COli tutti Ii sfurzi, per quanto dipmde d" noj. Laonde, ft piace ß roftr" Ecce/lenza, già /0 do'Vete effettuare. ANN ^ LID' I T ^ L I ^. 12.; fiee (a) gli feriITe, con ordinargli di venire all' nitro Coneilio, chc s' avea da cckbrare [ul píineipio d' Otrobre, dieendo fra I' altre cofe: ('II') Hoc etiam tibi, tuifque Suffrtlganeis omnibus adm,n#ione noflra tlcmm- cia1'lhlS .sullie pr.ecipimus, ut cum eo, qui de Regihus FralJCOrUm, Dca fel- vC1lte, ItalÙlm fuerit ingrejfus, nul/um abfque confmfu, & ui1mÛmitllte pla- citUiN fam-e præfumatis, Apoflolorum Canone Capitu/i XXXV. ita ju.bente atque dice"t, &e. Strana eolà è if veder quì Citato uno de' prerdì c.t- nani de gli A pofioli. Ii. da eiò fempre più fi feorge, che nafceva la difcardia fra il Pomefice e l' Arcivefeovo dalle divcrfe prccenfioni 10- ro intorno al dirino di eleggere il Re d' Iralia. Non ceffava intanto Papa Giovanni dl replic:u Ie i{l.tnze (b) al Re Ctlrlomam,o, perehè ae- (b) Eþift. correlTe in aiuto deIJa Chielà, afRicr:1 da i Saraceni, maltrartara anche 186. 197: da i _ canivi Crdliani. Altrettanro fcriveva a Lodò<1Jico ll. Rc di Ger- n? Ai4u.S.- mama, e a Carl9 CrajJo Re d' Alemagna loro Fratdlo, faeendo ora all' uno, ora all' altro fperare I' Imperio. Non maneavano intanto altie gravißìme faccende allo Uellò Papa, riguardami la Chldà dl Oio. Era, come dicemmo, il depofio Fozi() rifaliro ful trono Parriarcale di Co- fiaminopoli. t\rrivarono aRoma i Legati di Bafi/io bnperadore, e d'cffo Fozio, ptr indurre il Papa ad ammenerlo aHa iùa eomunione: e ven- ne lor f.'1[[0. II Cardinal Baronio (,,) beoehè adduea delIe ragioni per (c) Bar. in ifcufare in ciò la troppa facilità di Papa Giovanni, pure non può aile- .Annal. Eiit nedi d31 parlare con amarezza di lui, fino a figurarfi, che la f.\Vola de.b Papeffa Giovaona prtndeffe origine da queíla fUJ eforbitance con- difcendenza in favor<: d' un perfonaggio sì fcrediraro: immaginazione, che nè pure ha ombra di verifimighanza alcuna. Ma non maneano al- tri Scnuori, c e biafimando la rigidezza di que' fommi Pomdiei, i quali n<: gli affari fcabrofi niun temperamemo vogliono ammeUere, credono faggiamenre concorfo queílo Papa ad apprO\'ar I' elezione di Fazio, maffimamente avendolo egli fatto con varie condizioni e ri- guardi, d<:' quali parla 10 Sroria Ecclefiafiica . Venne a mofte in quell' Anno Lal1dolfo Vefco'Vo e Conte di Capoa (d), con lafeiar do po di sè (d) Er.cbt.11t una trll,ta memoria per Ie fue_ cab bale J pc la f a cfirema ambi ion<:, ;u o ift. c per 1 odlo, che porrava a I Monacl. Era foItro a dire: Ogm 'Volta ,be mi ji pre{enta da'Vanti a gli occbi un lønaco, m' aJpettQ in que! dl fualck e _grail dijgrúzia. Nel Principaro di Capoa gli iùccedcttc Pan- (e) chrønic. Jonolftliuo Nlpote (c). Lalzdolfo juniore figliuolo di Landone, {uo Ni- Com it. CII- pore, fu deno Vefeovo d. quel1a Città. Ma Pandonolfo, chiamato puan. ,aplld da altri Pandenolfo, da lì a poco facta prender la faera Tonfura a êrt)T n. L(mdenolfø (f), luo Fratello ammogItato, proccuro, che aoch' egli fof- ofticnfil fe lib. I. e. .... . E t\ A Volg. ANNO f.79. (a) Efflo! I 17". I I.U' 19 6 . ( ) f5ra burl.ttl òa Pandonolfo il Principe dl Benevenro, e il Generale de' Grcci, e peri:> fe ne tornarono m.ll foddi fatti aile lor calc. Scgu\.", tò per un pczzo Guaiferio a tenere afrediata quclla Cmà, da dove ufd tuna la N obilta, e molti del Popolo; ma vent:ndo il verno fenza ch' e- gli avefTe potutO dar la lezlone, chc \olea a Pandonolfo, dopo aver defolato il paefe, Ie ne tornò a Salerno. V cggonfi ancora Lettere di Pa- ('II<) Imp,yocchè, (jJ ando f Yemo arriva/Í, pcr I' amor 'Uo{/yO ordincremo por i/ Popø/, di Capo", un Peji;o.vo Jecondo il voßro 'Uo/ere, accið reßi ;/Ie{o i/ 'Voßro Prillcipefco onøt-e. ANN A LID' I TAL I A. 12.7 P:lpa Giovanni (a) a Pulcari Duca d' Amalfi. S'era quefii impegnaro di rompere i patti fiabiliri co i Saraceni, e dr difenderc Ie Terre della Chief l\1ancoíì d' argenro. Perchc: non ave\'a a[ter la promelTa, II Pa- pa fece ill.1nza per riavere il (uo danaro, e fopra ciò fcri(fe ancora GU:l ferio Principe di Sal::rno, con ifcomunicar dipoi Pietro Vefcovø dl quella Ci[[à, e Pulcari, e il Papolo tu[[O, finchè rinunzialTero all' - miclzia de gl' Infcdcli. Un' eguale fcomunica minaceiò ad Atanafia II giovane, V c::fcovo d. Napoli, fe non fi ritirava dall' alleanza comraua co i fudJerri Saraceni. i\rrivò al fine dc' [uoi giorni neI dì I I. di Aprile dell' Anno pre: feme non !Cnza fofpeno dl vele5'lo Lodovico Balbo, Re folameme dl Francia, c non già I mpcrador de' Romani, come immaginarono il S - gonio, e il Cardmal B:lronio. Prcfero quella Corona i due fuoi _FI- gliuoli Lodovico, e Car/omanno, a lui nari da Ansgarde Fanciulla nobile, che fi crede da lui prela per Moglie in fua gioventù, ma poi ripu- dia[a per ordine del Padre. Lodovico II. Re di Germania mo(fc lor b &uerra (h) ') e_ per l!n conve z:one aequi fiò una parte della L?rena. L ::al" F mono qudb rorbldl, ehe dll'dcro il eomodo a Bo{one- Duea dl Pro- Fuldmfts. venza d. ben pefcarc in quefb congiuõ1mra, e di ef-= uire un difegno fuo') non g,à na[,) allora. La Moglit' Ermengarda I' andava incirando con dire, (c) che una pari fua, Figliuola d.uo Imperador d"Occidel1[e, e già t pof.tta ad un I mpcrador d' Orieme, non po[ea vivere, fe- non vedt:a fe flel1a Regina, e il Mariro Re. Forfe non aveva egli bifogno di SI fani fprol1l. Perranro pane con promd1"e di Abbazie, di Bcnc- 6zj cdelìaltici, e di V .lle, pane colle minaecie indulTe i Vefcovi e Pnm,l[l della Provenza, e di una pane del Regno della B.)rgogna, a accenarlo e ricono!àrlo per Re. Probabilmente non gli fu di pic- Clolo alUra Roflagno .drÛ':.:efcovo d' ,1\ rles, ehe- il Papa e('n lpevole, per GlI.1Oto fi J:Uò cnnghienurare,. di quefia rifaluzi0ne, avea- decararo eol tirolo d. luo Ficario per la Gallia. Cn Mal1te prATo a Vienna in una Die[a di \'efcovi fu l'gli eleno e C0ron-:to Re, con piamare in quetla maniera un nnovo Regno, appellaro Arelatenft, 0 pure di Borgogna. Abbracc:.iva queUo la Provenza. il Delhna[o la Savoia, Linne co1 fuo [errirono, cd alcuni Conradi della Borgogna. Pretende l' E ear- do Cd), che la Cinà d' ArIes riconofcd1"e a110ra per fuoi Re LotlovicfJ' rd) EUllrd. If. Re di GermaniH, e Carlo il Gr !Jò Re d' Alemagna. Ma f.'icil- frr. Fr;t c . mcme fi ruò provar.::, ch'elfa appanC'neva a i Re dell un'altra Lc:ttcra, a UI fcr!tta u ne I ovem n::, I Icorge cuere gla 131.3oh4". feguico conceno, che il Papa doye(fe portarfi a Pavia, allOlchè Carlo vi "is YIlI. folIè giunto per trattar qui\'i di cole utili alla tlabi!ità del Regno j ed F"p . clfendo venuta nuova, che effo Re Cdlo era pen'enuro a Pavia, fenzl ch.: egli ne avelfe dato avvifo aRoma, nè inviari colà i fuoi Legati: di ciò il Papa molto fi maraviglia. V uole perciò, ch' egli fpedifca i fuoi Ambafclatori a Roma con Leuere onorevoli per la faota Sedc: dopo di che e{fo Papa fi mettera in viaggio per andare a tro\larlo, e a digerir con lui ciò, che rigllardava I' elàltazione dclJa Sede A poilo- lica, e I' onore nun meno del Pomefice, che del Re. Era fone i" eolkra Papa Giovanni contra di Anfpet"to .drci'Uefcovo di Milano, per- chè qudli tèguitato da gli altri VeICovi e Principi del Regno Lon- gobardico, non avea voluto accordarfi con lui imorno aU' elezione del Re d' h,1Iia. Siccome em non c:mravano a fdr I" Imperadore de'Ro- mani, appanenendo ciò al Papa, e al Senato Romano: così pretende- vano, ehe nè pure il Papa emnfTe cgli a fare il Re d' Icalia, credendo lor proprio quefio diriuo. Arrivò tam' oIere quefia gara e disunione, che per non avere Anfperto fateo cafo dclla fcomunica Pomificia, Papa Giovanni il dichiaro decaduto dd V efcov3ro, e ne fcrißè al Re Car- lo (b), ed anche al Clero di Milano. perchè palfalfe aU' elezione d' un (b) E,iflolA alrro. Non mancò il Re Carlo di fcriverc in favorc d' Anspel"to j ma 2.11. 2.12.. il Papa fe ne fcusò, volendo, che quefio Prelato andafTe prima a Ro- 1.56.U- 2.60. ma a dar Ie dovllte foddisfazioni. Vedeíì nondJmeno ceOato dipoi qur:- ejusdem fio turbine. 1\1a per CODto dell' elczione di Cado il Gr f!o in Re d'I- PilPI.. talia, non eßèndoci veLligio, che v'imervenilTe nè in perfuna nè per mezzO di a1cun Legato il Papa: fembra a(fai crcdibile j chc quefta fi r:feguifTe da i V efcovi, e Primati dd Regno tènza volere dipendenza da Illi. A nzi appumo, perchè Ansperto A rcivefcovo yolle indipenden- tcmente da] Papa fielfo procedere all' elezione di Carl,) fuddeuo, pof- iÏam conghieuurarc, che nafcc:lfe I'ira d' cfTo Papa Giovanni contra d. lui, fino a fccmunicarlo, e a cerear di deporJo fotto altri preteí1:i; il che non ebbe dfetto, veggcndofi da Jì a 110n molto rimdTa la con- cordia fra loro . Anno di C R 1ST 0 DCCCLXXX. Indizione XI I 1. di G 10 V ANN I VIII. Papa 9. di C A 'k L 0 il G R 0 S soRe d' Italia 2.. (c) Annales R Efiò final mente vinto dalle gravi fur: infermità Car!omanno Re Fral'lcor. di Bavicra e d'lralia. Secondo gli Annali di Fulda (,), fegui hldenft . 1:1 lua mane nel d. 2.Z.. di Marz.o. Legg.:fi apprdfo Regil10ne (d) ( d) Ch Regl 11.' cr T, R. In rOnl". m. Y. un .. 130 ANN A LID' I TAL I A. ERA Vo1g. un dogio, che eel rapprefenu dotato di moIre in{j ni qua1ità e virrù. ANNO 880. N lUna prole legittim,l hJciò egli dopo di sè. V I retlò un folo li'i- gliuolo giovane di belliOìmo afp:tto, a ]ui p,m-.:>riro d.l Luds If)Ja eUol concuhm.l, appellato Arno fo. di cui aVrcmo a p.lrJ.tr più d' un poco. All' aV\'ifo dclla mone del Frarello non fn pigrù Lodov;co 11. Re di Germ.lOia a correre in Baviera, dove raunati turd i Baruni di qucl Regllo, fenza difficultà tutti a lui fi (ottomilèro. ContentoOi egli, chc il balhrdo Arnolfo ritenefT"e la Carintla, giacchè gliel' aVca con- ced\lr.t il Padre. Truovafi il Re Car/u Craffo in Pavia nel Mefc d' A- pnle del prefente Anno, e non già del {u!Teguenre, corne pensò il Pu- ricelli (a), ciò coftando da due {uoi DipioIDI in favore dd MOOitlero ."mbroft,lOo, dati .Anno Regni in Italia Primo. Nel Mere di Giugno i Figliuoli del Re Lodovico ßalbo, cioè Lodo'vi(o e Car/om,mno, i quali divilèro in queW Anno iJ Regno deJla Francia, 0 lia ddla GaUia, fr.. loro, camminarono ben d' accordo, e tennero un congrdfo nella V ill.. di Gundo]fo, a cui inter\'cnne iJ Re Carlo j] GrofT"o , colà porratoti daW halia. Non vi potè e!Tere il Reo Lodovico ruo Fratcllo, perchè jmpedito da malattia. Q!livi fpezialrnente fi tr;;ttò delle maniere di abbattere Bofolle ufurpatore della Borgognol e Provenza. U nitamenre poi nel Mefe di LugJio mofT"ero l' arml comra di lui j gli [Qlfero la Città. di Marcon, e paOàti fotto Vienna del Delfil1.1to VI ml{ero r al1i:dio. Demro v'era con un buon prdìdio Ermengarda, Moglie del Re Bdo- ne, che fcce una gagliarda dift-fa per gral diHìmo tempo.. Ma il Re Carl, Cra.flô fi fermò poco a quell'imprela .,chiamaro da'luoi aft:lri in Ira- lia.Ch'egli fofT"e in Piaccnza nel dì 2. . d'Aprilc dell' Anno pn:fentc,ap- pari[ce da un {uo Oiploma,da me data alia Juce (h),ma fcnM aver'aHora avveniro, che ivi il Sigillo é di C r/o ImperadtJre, il ch non pl1Ò {tare, perchè t:gli era foJameme Re, e contava l' Ann' 1. dd Regno d' Ila/ia. In cOo Diploma conferma i Beni all.. V c:dova lmpcradricc Ange/berga. Abbiamo una LCHera da Papa Gio\'anni a lui fcritca (t), in UI g'i ri- corda d' averlo chiamato in Itaha per I' utilità ed efaltazione della fan- ta Sede Apofiolica, (1) ad culmen lmperjj, DeD prDpilio, 'Vo/entes '!)os per- ti/lure. Aggiugne, che pel grande amore, che gli ponava, (2.) ad'Vos Rn'Venna'f!l pe,.'Venimus: coÎa. non mai praticata da' fuoi AntecefT"ori, per itperaoza di domar col ruo bra.ccio i. nemici della Chiefa. (3) Sed quia lie his omnibus nihil apud magllÍfuáinem veßr"m, Ul vo/ebamus, pcregimlts: ,.e'l:erlenles prioribus pejøra ,-epe,-imlls. Perciò il prega di fpcdlre a l{oma i fuoi Ambafciatori, per concertar con efli i patti C privilegi rldJa Chic- (a) PNr;(tl- ills .Mo- nllm. BaJii. fimbro/Ìim. ,.,z. u.8. (b) Antiqui- 'at. 1ral;c. Diffirt. I I. l a l- 559- (c) EfiPo;a 216. 'Johan- n;s 1'1lp rIll. (1) coif animo di porlar'Vi all' altezztr. deU' Impf!7"io, "d di'Vino fa'l:ore. (2.) a voi vennemo in Ra'l:enna. (3) Ala perchè tli tlllte fjtleJle c {e, the .t)ole'V4mo, niente fu('mo prelfo la G,.antlezza 'Vo}",: rÌllirnati IIbbiamo ritro'/) to /e (ujè pcggiori di prima. ANN A LID' I TAL I A. 13 I Chiefa Roman3, prima ch'egli colà fi porti in perCona. Quefia Let- ERA. Vo1g. tera nel Regiltro vien riferiu Cotto il preccdeme Anno 879. PlUttofio ANNO 880. nel prereme credo io feguiw fra lora un tale dbboccamento. Anche il Dandolo (a) fcrive d'eOo Re Carlo; (I) Hie Primo 4nno Regnifui Ra- '!)enn.e exifleHs, Fædus inter rene/os & juJ.ja1os fUDS l/QÜci Reg Ii per quÙz- quennium reno<;Javit. N cl Luglio poi dl qudl' anllo un' altra Lettcra fi 1egge tcriua daJ meddimo Papa ad eíT'o Re Culn, dove il loda per Ie fUe buone imenzloni di accorrere in alUw della Chiera Romana, afflit- ta aUora più che mai da i Saraceni, e da varj cattivi Cnfiiani. Il pre- ga di non preilar orecchio a i ncmici dello iteíT'o Papa con aggiugne- re, ch' egli s' era pondtO ad una cerra Corte, così e(()rtato da Fibodo J7eftovo dl Parma, per parldre can Guido Conte Figliuolo di Lamberto; mi' che quc1li r a\'ea burlato col non venire. E pcrchè il Re Carlo temeva, che il P.lpa fegUltaOè a proteggerc Bofme ne gli Stati ufur- pati, Papa Giovanni prote{la di averlo abbandon:lto, do po la tirannia praticata contra la Catà Reale di Fnmcia., e di voler tenere fòlamentc il Re Carlo in luogo di Figlio. CosÌ quefio politico Pilpa and.1va na- vigando tècol1do i vemi, e mutando giri & idee. Dice in fine. (2.) Pro jußitiis autem ftlcimdis fanffæ Romanæ Ecclefiæ, ut idrmcos & jideles 'Vi. ros e lalere veflro nobis de præJenti dj;-iga/is, obnixe depofcimus, qui nobis jari/er cum IIJifjis tJOflris p,ofieifcen/ilus, de omnibus jttflitiam plenijJimam facÙmt, t.5 cveflta Regali allffori/a/e male age/J/u ( rrigant & emel1dent: clOè, come io credo, ne' confini de i Ducau di Spoleti e di T otCana. (1:J) Ptr gri. La menzione poi fana quì di Guido Conte, 0 fia Duca di Spoleti., ci mus HI/for. fa fuflicicnrememe con1.Prender.e, che 0 jn quelto, 0 nel precedenteP,inrip. an no tofTe già mancato di vita Lamberto, "eduto da. noi in addletro Du. t4nlob rå. t:a di quella contra a., e _ fcomunic to al Papa. Camjl o Pellegrino (b) t ;I;:C '!ft credcue queHo GUido FlgllUolo dl GUido femore, pan mente Duca di c. 58. (;1'79. Spokti. In fani Sl da Erchemperto (c), che Jall'L-\nommo Saìernita- (d) non'J- no (d) viene l10minata ( ) Guido Filim Guidoni! fmi"ris. .-\luove 10 fief- milS S4ler- fo Elchemperto fcrivc:: (4) Defunélo au/em Lamberf(J Filio GtÛdonis fl. ;:: ;. R z. tlio- Cilp. IJr. (a) Dand"l. in Chronic. TIm, X/l. Rer. 1t 41it. (1) 'efli i/ primD anno dd fuo Ri no ejfendo in Ravenna, ,.ino'i':ò per at 1- tÛ cÙltjue fa Jega frà i J7eneziani, ed i fUlli þidditi deU'ltalico RegnD. (2.) Per far poi Ie Giuj/jzie del/a S. R. Chiefa al maggior fegno 'fI'i pre- gbiamo, che ora dal vojJro flaileO ci maniiate uomini capaci e fedelz, i quali, noi pure (0' i'l1cjJi noftri partendo, di tlmi faeciano giuflizia pie- niJJìma, e coJ/a 1,;oftra Regale a:Jtol ità caßigbino ed emendino i cattivi. (3) Guido fig/io di Guido il 'Vecchio. (4) ,-Horto poi Lamberto Jiglio di Guido ftniore, al1lio figlio laJciò Spole- ti. II quale an((J m01-mdo, GuidQ juniore pnmdendo Spoleti, e Camer;'lo, aaampato in SepÍflo feee pace co' Sara,cni) dilti gli oflaggi. Eu V (llg. ANNO iho. (a) Cllmptl- Ii Iftor. di Spoltti l. 18. > Epßola 293" Joh'UI- nis V III. PAp.. (() l!piJlolil 2 5 . IJII{t:l. Ap.. (d) l!piflol. 245. Johan- nis Y III. Pllp.. I 3 2. ANN A LID' I TAL I A. niorÌJ, FiNo fuo (fenza d'lrgli il nome) Spolelum reliquit. !GilD tliam de- (edente Guido junior, Spole/um, & CamerÌ1Jum fufcipiens, CIl JI Sar.-Jcmis in &pinø caflrametalus pamn feât, obfidi!ms datis. DaIle qu li puok in- tendiam\.), che mJno Lambert;), un fuo F'gtiuoto gti lucccdette nel governo di Spoleti.' E queLlo parim.:me manCJto di via, Guido, che dianzi era Duc di Camcrino, ottenne anche it Ducato di Spoleti, e fignoreggiò in amendue que' Ducari. Ma nun fi può fall.1re, creQcn- do, chc Lamberto laCcia{fe un Figliuolo appeli.uo Guido, da che Copra ciò chiara è la teftimonianza dell' Epiftola di Papa Giovanni. Tre Guidi Ouchi di Spoleti riconofce il Come Carnpellt (.), di- vcrfamcnre da quel che fece Camillo Pellegrino. E non fCt1za fonJa- mcmo. In una fua Lcuera dell' anno 882.. (b) Papa Giovanni fcnve a Carlo il Gro{fo Imperadore. (I) De omnibus immobilibus rebus territori; SanéU Petri, qtlaS nobis Ravennlt cOllfiflentibus, in pr .efenlia Set"enilatis 'Veftræ U1ERJ?

. chlamato ivi 881. fecondo l' Era Crittiana, u1ina allora da molti, che pnncipiava I' Anno nuovo al Natale, e debbono fuffi1tere, perchè altro timile Oocumemo ho io rapportato nella Di{fcrtazione Otta\'a delle A ntichità I ta iche, nûi abbiam quafi decifa que1ta con- troverfia. AggtUngo a\'cr 10 dato tuori un alrro fimile Diploma nella DilTcnazione Quaramelima prama, da me veduto Originate nell'infi.- gne Monifiero delle facre VerglOi- di Santa Giulia di B.refcia, dJto Jr. Kalenåas Januarii, litdi8. X Jr. .Anno 'l.,'e,'o Regni Caroli R gis in F,.anâ f'. in Ila/ia 11. .Allum in PJa(tn1Ìa, cloè nel di 2.9, dl Di- Cßl. 134 ANN A LID' I TAL I ^. EllA Volg. cèmbre di quell' Anno, anch'dfo comprovante, che nel dì di Natale ANNO 8o. d' elf.> Anno Carlo Cralfo non fu in Roma, nè ricevt'ue la Corona Imp.eri,lle. Adunquc avendo nOI fufficiemi pruove per credere dub- biofa od erronea I' alferzion de gli Annali Beniniam, rdb dJ vedere, (3' Iluard. fe fia vcrifimi\e l'.oJ'inio? den' Eccardo .(13), 11 qual [e.nne cdebrdta la Rer. ,r.n- Coronazione Impenale dl Carlo Cralfo In Roma ncl lacro giorßO deU' ,jc.r. I. 3 1 . Epifania nell' Anno fegueme 8th. In un Dl:crc[(. dl C.It/o/do g,à ylo- naco d' Augia, e poi Vefcovo di Novara, pubbiic.l[Q dal Padre Ma- (b) Møbjll. bill one (b) viene ordinato a j Monaci del i\1oOlllero J' Augia di fare {ntcd,t.. ogni Anno con celebrilzione di l\lclfe c: recirJmemo di almi l' An- ,.4 17 . edit. niverfdflO dclla conlècrazione di Cado (ermiJlimo 7'.erzo /mpðtadure Au- .. /,1. guflo, aHora viveme. Et hæc commemota/io fiat in die Co.1jÚratÙmis [uæ, ideft EpiphalJiarum die. Aggiugne d1"o Eccardo un Diploma del mcdc- fimo Auguno, daw neH' Anno S8r. in cui oIQina anch' egla, che fi facciano Orazioni in antlua/i Confterationis [Ute die, boe eft, Epiphania Domini. II Cuddeuo Cadoldo, non conoCciuro dall' Ughel1i nell' ltalaa facra, an"a per Fra[ello Liutuardo Yefco'lJo di Vercdll, e Arclcanccl- liere d' elfo I mperadore Carlo, che era I' arbitro di tuna la Cone. Comuuociò il Padre Affarofi (c) ciu UI1:l pergamena tèritta in Reg- (,c). .AD: .ft gio, Rfgnante .Domno KaroJo Re hie;n Ita/iQ 11. die IY. lvlenfis LUarlii t; i,fe:' Ji Indiélione XIY. cioè nell' Anno teguente. Adunque nel di 4. di Marzo l(en;' P. I. .del ventura Anno non peranche fi Üpeva in Reggio la Coronazlone Romaoa Imperialt: di quetio Principe. Tralafcio come [correno uno Strumemo Pifano dell' Anno 883. in cui nel dì 1+ di Maggio .corre- va l'lndizione Prima, e I' Anno fteondo de//'imperio, di quetto Augu- fio. Inunto Cembra doverfi credere, che: la ConlccrazlOnc: del dl Qell' Epifania riguardi quella del Regno d.' halia, c: non già il prif1cipio dell' Epoca dell'lmperio. E fe Carlo II GrofI() fi trovava in Plolcenza nel dl 2..9. di Dicembre deU' Anno prefeme: come po[è egJi mai colla fua Cone elfeTe in Roma nel dì 6. di Gennaio del feguente Anno? Ma quelli imbrogli dl Cranologia procedono da Documenti f()lþeui. o pur diCauentamente copiati; e pero non fi sa dove fermare il plede. Tunavia Ce non è cerro il d" pare almen cerro I' Anno., in cui feguì la cOI"onazione Romana di quenu PrincIpe.; e pel'ò comincerò io a (d) rfhet1J- comar I' Ann.o p imø el fuo Imperio. nell' t\ no fegueme:. Guaiferiø fla- ,ert. c. 48. to hnora PnnClpe dl Salerno (d), 10 quell Anno pa la fua difperata An01.'Y- falucc: de[erminò di farfi Monaco 10 Mome Caíino. Nd portarfi co- m,us saler- la, mOT! per ilhdda., e fu feppcllito in TÙno. GURimari, fuo !<'i g liuo- J:lltanus 1 I . r. d 1 P . Paral;ponø. 0 g 1 lucce eue ne nnClpato. cap. .]0. _ _ ;f!. - - \.. - - f; . Anno ANN A LID' I TAL I A. I); Anno di C R 1ST 0 DCCCLXXXI. Indizione XIV. di GIOVANNI \'111. Papa 10. di CAR L 0 il G R 0 S S 0 1m per adore I". P ER Ie ragioni di fopra addotte tengo io- per fermo, che Car[tJ if Eu. YoJ8. Gro./lò confr-guifTe non già nell' Anno addietro, ma hensì nel pre- ANNO 8ð ._ fente da Papa Giovanni- la dignità e titolo d'lmperador de' Rom=-ni. N e113 Cronica Farfenfe. (a) da me pubblicata fi legge un Diploma di (a) Chronic. ctTo Carlo Cra(fo, confuto da qudio Storico can Carlo Magno, data Farftnfe IP". l!alendas 1a,.ti!, . Anno, C/!riflo pro iti', Impet'ii D0114ni Karo i pr.e- :'I. ;; I :: pote.ntls AlIguJh unElI-oNls [uæ Primo, lnd,élione Xi? ARum AqUIS Pa- pag. 3 80 . latio. Se, come diffi ivi in una Annorazione, col nome dj Aquis s' in- [endelfe Aquisgrana, non potrebbe f1:are, chc aHora quefio Augutlo Ii uova(fe in quel Luogo. E che nè pure qui\'i (j parli della Cinà d' Ai- fJliÌ nel Mo ferrato" 10 de9 co io d:1 un, b.clli!1ìmo Placito, chc Origi- nale fi conicrva nell ArchlvlO de' Canomcl d'i\rezzo, e fu d'1 me pub- iic ro (b) altrove. 0.1 t:(fo appari ce, che Cm.//} i , c.rofJo (j tr vava (b) -I"tiqui- Iß SIena affil!ente al medelim:) PlaCito, A,mo imperII Idem Domm Ka- tat. Italic. "61i. Primo, HCiZfe A1artiD'., Indiaione f<.,-!ar/adecima, cioè- nel Marzo Dlfert. 3(. dell' Anno. prdème, nel tornare ch' egll faceva d llla Coronazione Ro- mana. Adunque non potè egli Cu}- fine di Febbraio trovarG nel Mon- ferrata, come pretefe a queft' Anno I' Eccardo (c). Non fi accorda (c) EeearJ. quefto Documenro col Plfano riferito di fopra; e qu.mdo quef1:o fuffi- R r.Germ"- lla, parrebbt: che nel. Fl-bbraÏo, 0 nel principio di l\larzo IlccadeíT'e mcar. 1.3 1 . la Coronaziooe Romana di Carlo il GroíT'o. Veggafi ancora un a1rro Diploma aU'1\nno 896. qu}- (otto, dove s' inconrra, un Aquis, ch era forfe una Corte poth nd Conudo di Verona. Intanto I' L-\UgUtlO Car- lo in vece di procedere coIl' armi _ [ue, Gccome' il Papa de(jdaava e fperava, alIa difetà del Ducaro Romano, rroppo mal,menato da.i S - raceni, noi il miriam ri[ornata in Lombardia a prenderfi il frcfco.. Da . un fu Oiploma (d) .p.re(fo il Campi f orge, ' egli era ritor ato t:rC"p7 sa- P.tvla P. JdIlS Aprzlls Anno InCgrnatlOnis. Domznlc.e l\fCCCLXXXI 'J t.T'< L Jr.dWione XIP". .-1nno Impe,-ii primtJ. Un'altro da me daro alla luce (t) ;:;.. 4 : . cd a edere P. Kalendas Haii Ann,.!nff!rnationis D rn.jn cæ DCCC LJÇJÇXI. (e l .An ij. I'l'Jd,f!ItJ.1U X IV. Anno vero lmpem eplS II: (Cara iCfltto nell' Ollgmale Ita I. DIJ/er- à f11f() I ) In em dlc' egli, Berengarium Duct", (del Friuli), & affi;' tat. 5. "itdte mJbis conjrmElu1JI (perchè Figliuolo di Gis/a fu,) Zia paterna) no-- firam deprecaffi clementiam, quatenus fuiJe-m Capel/Qno (uo, Petrum '110- mine, concøderemus fju4jdam res ",aflåricias &c._ Non fi sa, che quello AuguUo arrendeíT'c nell' Anno prefcnre- ad impreCa alcuna. Abbiamo' bensì una Lettcra a lui fc r itt3 nel dì 2.9. di Marzo (f), nella prefente (f) EpiRol" l"dizione XIV. da Papa Gio'llantJi,. in cui g1i rapprefenra i gra\'iOimi 1(9, "n- guai, patiti aHora da i Romani per, cagion. de i S.uaceni, gu:tl che :p... . anda- I 36 ANN A LID' I TAL I A. Ell... Vo1g. andava:1o ogni dì p;ù crefc ndo j c pcrò 10 rcongiura di fpedire, fe- A.NNO 881. condochè avea promefTo, in loro aiu(O un forre cfercito, alia cui te- lla fia U!1 Generale mmdato dalla Carte fua: regno che 11 Pap.! non fi fidava de i Duchi di Spoleti c Tofcana. Ma non apparifce, che Carlo il Großo fe ne prendelTe gran penfiero, nè che inviaOè gente a foccorrerc l' afAitta Roma. Due Oiplomi d' eITo AuguLlo nel dì 4- (a) Ántiqll. di Dicembre in Milano, G kg ono nelle mie Amichità Italic he (a) . lurli,. Pi[- Si raccog\ie da un' a\lra Lettera (1)), che m nda dfo Pontefice all' I m- fert. 3 u pcradore Pelrum, i".lignem P./atii ntJ{/ri /upt'Y i{la (Ii d..-e fcrivere Su- }:: of. peri flam ) De/ici fùm Con!î/iarium Hoflrum, communemque Fidele , con Za- (b) Epifløla cheria fc(J'Vo, affinchè dro .-\ugulto fpedilca 1 luoi Melfi pro ruipicndis de 2-77. "han- I/mnibus, qUL haélenus perperam oBit fu rtmt, juJlitiis, & emend.7.tiombus, _IS V III. . , cbe nelle Cart Ravennati fi fono fcopcni alcuni Areivefco\'i, ntm noti a1 Rolli. Un d' elli pro- babtlmente t Hà il fuccdTor di Romano. . Ora èal\a LeneTa poco fa accennata, fcritta al mcdeGrno R,- 1IIano, noi IInrariamo, che PapA Giovanni's'era portato a Napoli. II mouvo di quett:o viaggio ri(ulta da varie a\tre fUe l..ettere ddl' Anno pr("lente (n. Atana o J /. Ft'jêtJ'i.. I ' inGeme e Duca di Napoli, pcr am- blzione, per iutereLfe, per cabbale uomo tutto mondano, 11 c':>rnpia- ce- (n 1!,ifl. 11.6. 1.41. CY 1.66. J-. hllnn. rIll. Pap.. ANN A LID' I TAL I A: J 3 7 ceva forte dell' amicizia de' Saraceni, perchè enrrava a parte de i 10- EIU. Vc1t ro bottini, cio&: de gli alTalIìnj, che coloro andavano commeuendo A"tio 881. ne gli Stati ella Ch.iefa RO ,l!la, di Capoa, edell' .altre .comrade Criltiane" Pm preghll:re ed Ilbmze avea fano Papa Gwvanm; moho danaro avea sborfato j andò anche PIÙ d' una volra a N apoh, e do- vette andarvi anchc neU' :\nno prefenre appofta., p r tentare in per- fona di romperc quella indegna Lega. Nulla poi fruttando tanti par- fi, finalmente profferì comra di lui la CcomwlIca" Ma qudto Velco- \'0, finita una tela di frodi, oe cominciava toHo un' :òl[ra. Chia.llò egli dall.l Sicilia (.) Sicaimo Re 0 fia Generale de' ')ar,lceni., e it (a) Frclm C. ponò aile. radlci del Monte. Vefllvio. Pe glUt_to .giud,zio I io fu ;u 9 1 . eaii il pnmo a fame la pemtcnza, perche commclarono que C:1I1I a dl- v rare Cpieta[ameme i contorni dl Napoli, e per forza prendeano Ie f.'1!1ciulle, i cavalli, e I' armi di quegh iibltanti. Accaddc neI G nnaio dell' :\:1110 prerente, come s' ha da un.! Cronichetta da me .data alia Jucc tb), che Gald.:rifo Principe di Benevento fu p."erO e pofto in pri- (b) .Amiqu: gione da' lùoi par(" ti,' e In luog? lù? u faHo rincipe Rtule/chi, 0 1tal;ç, Di[- 11a Rade/gift J/. FIglmolo del gla Prmclpe Ade1gICo. Senza Caperfene 1 m . s. iJ perchè, fu il d po!lo GaiJerilo mdfo in mano de' Franzefi, cio&: probabilmeme del Duca dl Spoleti j ma ebhe la fortuna di lcappar dal1e carceri, e di ritùgiadi in Bari, Cmà allera fotfopofia a i Greci, i qua]i onorevolmeme il mandarono 3 Coltaminopoli. B.filio Imperado- re olue all" averlo benignamente 3ccol[O e rcgalato, il nmandò in I [a- lia con dargli 11 governo della Città d' Ori3.. Giunfe in que(t' Anno ::al fine di fua vita 0"[0 Doge di Venezia, Principe lodatiOimo (c) per c) Dan ul. la Sapienza, PietöÌ., cd anlor ddla pace. Sotto di lui s'ingrandì la In chrømÇ(I. Città di Venezia con e(fcrlì tàbhric.1ta qllella pane aHora Ifoh, che i: ' :' fi," fi chi: preicl1tc clio .-\ugu!lo, ed arrivato che fu a MJntova, Giovanni Doge Ji Venezia per mez.zo de' fuoi A mba- fciatori impetrò da lui la rin')vazion dc' Privilcgj, cùmc eoit.! doll Do- a\ D4J'Z 1I1. cum...nto, rapportë1ro dal Dandolo nella fua Cronic.! (4). Co,lcc::dc an- In ('hrO>J"ð. 1 P . d . G d . - V - CI ' r M . 1 . T. XII. cora a J.tfJarca I ra 0 e a tUtti I elcovl, llelC, e l umt crJ ::;.. IJ lit. della fua \1etropoli (I) jufiitiam requirendam de ßÛs rebus in tllmos /e- galrs, fmmdum quod Ravelmas habel Ecc/e(ia. Fu daw qud Diploma 1'1. Idus 111a;; Anno Ii'lcarnalionis Dominic/t DCCCLXXXIII. lmiiéiio- nt I. dnno vero Imperii Dømni Ctlro/i ù} Italia 'l'et"tio, in Francia Se- tundo. Aélum Mantua. Fu dcterminato per luogo del eongrdlò col Papa l'infigoe Monií1:ero di Nonantola, poí1:o nd Contado di i\lode- b .Anna' a, cinqu miglia lu gi dalla Città. QÜvi per 3ucllaro de l' Anna- :ancðr. '. híla Freenano (b), 1 Impc-rador Carlo accoHc con rurro ooore 11 fommo Fu/den(" Pomcfice ,\larino, e concorfero colà varj V1agn;lri, per ottener 1a con- Freh,ri. ferma de'lor Privilegj. Leggcfi un fuo Dlphma conceduto al Moni- ) ;, . ficro di Cafauria (c) XII. Kalendas 1u!ii AnTJo IT.CamationisJ)"mÌ1JÌc/t aßI4;' :ï: DCCCLXXXIlI. Indiélione Prima, .dUIlO vero piij]imi Imperator:s Ca- 1'. II. T. II. ro,'; CJ'ertio. Aélum ad L\fona(!erium, qllod nuncup ltur NU:IQlltu/a. L'11 al- R,r. It4lic. rro dato nel medefimo giorno e Luogo per la Picve di Varfio ful Pia- de' centino, fi rruova prdTo il C:impi (d). Un a1rro dato 1'11/. Kalcndas j1 r. .;f - Julii in favore del Monifl:ero di Farfa ncllo Ih:Oo Luogo, vlene ac- e'ltl. Tøm_l. cennaro dal Padre Mabillone (t'). E due altri in fine da me pubblica- (cI M4bi/l. ti (f), I' uno dato IX. Ka'mdas _7un;;, c I" .lltro J/. Kalendas Juli;. A- .Á n;/" 11,- élum Jl.lona(le,-io Nonantular. E qUi non vo'lafciar di dlrC:, aVt:rc II fuJ- (c/ :;iq". detto Campi .d.ar alia luc un alr.ra D'.pl.o .1 . d' efTo Augulla in fa- 114/ie. Dif- \"ore de" Nobill dl Cafa Rlzz-')la Placentlnl, Icrltto Xlf. K:J./rmd.u 1\1.:I.r- fin. 34. (J tii Annoab lncarnatione Dominica Dømini nof/riJe(u Chrifti DCCCLXXX1/l. 41. ]ndiélÙme I. Ann9 vero Domni Caroli Ref,ni Y. Imperii autem 11/. A- élul1I Papi.l. Aitronde fi conofce la f. H1t:t di que! Om:umento, ma pill chi,\ramente fi raccoglie dal1a Data, certo cfTcndo, che nel Feb- hraio di quell' Anno Carlo CratTo era in Germania, e non gia in Pavia. Quello che rifulratTe dal CongretTo tenuto in N onantola dal Pa. ra e dall' Impt'radore, I'abhlamf) da gli ,\nnali, che COSI ne parlano (g): (g' .Ann4l,1 lbi j"ter ,,1;(1, lYit& Comes 'rufcianoru11l reus .\1 ;e/Jatis accu[atur: '111ðd ill, ra /d nc . pr fugus eV1!it. (2.) D"v a dire Comes Spoletil1orum, ovvc::ro Spoletano- e' "',tS . h 1 - h . I ' U d II T Fr,hm. rum, Ie non c e a rri antic I tennero inbna per partc e a 0" fcana . (I) J.1, giufli'ZÏ!I dtl. r;cerc ,.(i intorn, alle rue &Oft denlro gli anni legal; all' zljö della Cbie[a Ravegnana. (1) Ivi tra I altre cofe GuidÐ C,nte de' 'l'o(cani (Spoletinj,) '/)iene atcuþJto reo di lela maeßà: t wla fuga ft lit J,berò. ANN A L] D' I TAL 1 A. 147 fcana. Tante dovettero elTcrc Ie prernure ed i(lanze di Papa M.trino, ERA Volg. uniforme in ciò alle m:tOime delluo PredecelTore, che I' .-\ugullo Car- AKNO 8 3o 10 mife al banda deU'Imperio il fuddetto Guid, Duell di Spoleti. Ve. fO, 0 falfo che foffc, noi.tåpp amo d.a Er hemper[O (a) ch' gli fu (:a) Er,h"". accularo d' avere fpcduo I fuol Me/Ii all Imperador de Grecl, con pertus l1:ft. trattaro di ribellarG all' I mpcrador d' Oecideme, eave.' prcfo danan '4}. 79. per etf,nuare quetlo penfiero. Aggiugne effo Storieo, che Guido fu prefo da CArlo Ilf. Augufto, _ e 1e 0 no g_li riufciva di cappare, vi an. dava il fuo capo. ScgUlta pOI a dire II luddetto Annala!ta. (I) Sed tll- men i//II, rug" tetllm ita/ic,"" terram timore rOfJcuJ!it: qui" flatim man. (11m 'Z,;a/ida Genti/ium de gente 11,fauritllnorum fædera firmiter pepigit. Se Guido ncorte a i MOl i, 0 fia a i Saraceni, legno è, ch' egh niuna aIkanza avea dlanzi ima\iolato co i Grcci. Trovavafi in quelli tempi alla Cone dell' A ugutto Carlo BtTe1'igm io Duca del Friuh, appellaro da eOi AonaIi ConJanguineus Imperatons per Ie rilgioni addoue di fopra all' AnRO 877. .-\ qUdto Principe fu data I" incumbcnza di toglierc: il Ducato dl Sp\.)leti a Guido, in cui favore dovea quel Popo10 aver prefe I' armi. lUittitur ad exfpo/iandum Regnu1II JYit,nis. N e prefe egli una parte. A vrebbe fatto 10 1tdlo dei rdto, te non folfe emrata nd fuo elcrcito la Pelte: malore, che fi dllatò per I' Italia tutta, e giun- fe fino alla Corre del medefimo Imperadorc. Per queHa cagione fu obbligato Berengario 3 tornarlène indietro. !\la qudta .condanna cd c:1ècuzionc comra di Guido, per auettato de gli i\nn:ili Lambeciani (b), (b) A,m.lt, ft tiro dle(ro delle carrive confeguenz!:. (2.) Imper.tor fcnve quel10 Fl4lde"Iel Storieo) omite tempus .ejlivJim manjìt;n ftll/i", ammfìJfJue OptJmatum re- Lllmbu;; giOl1Ìs ii/ius eotJtra Je concita'Vit. Fra quelti probabllmt:nte fu Ada/bert' P. II. T' l l. D I\,1 h r d . '{ ' r h '. C d ' n G O d ) Jl.T Il.er. II. ,ç. uca e IVlarc eae I Oacana, perc e ognaro euo UI o. ( Ham IFitonem, aJioflJue nonnu/ios eXAuélora'Vit i & Bel1ejicia, qUiZ i//i & parres & avi & atavi ii/orum tenuerAnt (11 ehe fa vcd re, che I Ducatl, Mar- chefati, e Comltdti avcano già cominci.lto a prendere Ja forma de' Feu- di, e a palfiir ne' Figliuoh c N ipoti) mu/tø viJioribus dedit tt1jimis . !'ccrlo. L' Ec- u 7f fì S Hlft. d ' 1 ' II ' . - 1 N d b - ,. Ecc T. Xl. car a I tlc-ne a Incontro per una m(:r.l Impo/Lura. e II J[n rorte Rer: It,,lic. anch' io. L' Elezianc del Romano Ponrcfice s' era per tanti Secoli ad- (c:.> Plat;'!a dietro laCciata fempre in llbenà del Clero e Popola Rom.lOa. GI' 101- Ylt. PDnlif. peradori Occidemali coil' efcmpia dc' preceJenri Greci Augul1i lola- ) :gius mente prerefero e fiabilirono, che fi doveOè comunicar loro 1" EleÛo- Crit. .An- 1Ie fana, e prima che da'Melli Imperiali t:JOn fü(fe porrara:a Roma 18"l. Ar n. l' arrrovazion de)}' Eleno, era vict:;to II confecrarlo. Però it Sigonio Sg) Slgonlus ben informato di qudl' utI) (g) nè apparendo, chc fi faXe alter.lta la :l:. tf : s. libcnà dell' Elezione, cambiò i termmi del pretc(a Dc-cre[o, in vcce di Eleggere Ccrivenda, Confeerar . VI Pontif,x defigiutllS Conftcrari fine præfintia Regis, aut Lel,atorum eju! pof/ì/. Mal tino Polacco, il pnmo a p.ubrne, ha folamente: Hie cOizflituit ut lmperator nM intI omit/eret ft de Elcffione. Q11 fi parla in generale dell' ekzil>O d' ogni V elcovo, e non de l' Elczione dc'lõli Papl. Q,alche teno nondnneno, creduto dal Panvinio, ma fenza fond,Imemo, di Guglielmo Blblio[ccarin, ha de Elcélione DfJmini Pap . Quando anche Adriano II J. avdfe formato un tal Decreto, bene :ólvrebbe finto, nè làrebbe relluo glUlto titolo :lll'Imperadorc di dolerfene, fiame la lihcrr:i delle Eleziøni finquì la- fciat;t al Clerc e Popolo. N è quello toghcva a gh Au;,ulb l altro loro dn-itto (io non cerco, (e I,'gittimo 0 i:legi r [101.I) dl voler lafpcCa Ia ConfèC1'azio/Je, finchè vcnißè illoro conlè:ntimenro. !\.1a Imanto man- ,. c:mdo' a noi PIÙ anriche cd aurcntiche prunvt: d' eff'o Dec, eto, più (11) Id.lblll. ficuro è iI flifpendcrnc la crcdcnz.l. t\g.,iußl1e il Slgoniu (h) un o\ltro hun, Dt:cn:to cii queHo meddimo Pomdic.:)o r.U[O ad lUanL.\ dl.:' PJ"1IKlpi Imum. (1' ltol- ANN ALl D' I TAL 1 A. 149 d'Tra1ia: (t) Ut 1/Jorimte Rege Cnlfo fine FiJjjs, Regntlm Ita lids PrÙJ- EllA Vo1g. cipibus una cum lilul" Imperii traderetur. ),1.1 quello Decreto, gi.tcchè AHNO 884. niun de gli antlchi Scriuori ne ha parlato, fì può francamenre tentre per una mera imruaginaz:on Ji qualche Scrittore de gli ultimi Secoli, vt:dmo dal Sigonio: qUlOmnqu.,: ft:t vcrilimile, che i Principi haliani all' ofTervar privo di Flgliuoli l' Il11perador Carlo il Grolfo, feriamente penfafTero a i l.}ro v 1ntaggi. Iman[o eOo Augullo fe ne tlava in Ger- mania, occupato dal medltar 1e maniere di reprimere i N ormanni, che or quå or l3. porravana la ttrage e la defolaÛone, Ccnu però abban- donar la cura de1l' halia, dove deftinò Ie milizie B:w Heft per andar contro al ribello GuitJo Duca di Spoleti. (2.) Ediéfum e/l (fcrive 1'.-\ n- nabila Frceriano (a)) B.JjrrdJarios ad Italiam contra rVitonem be//igera manu prDfici(c;. Furollo in PIÙ luoghi fconfi[d dalle truppc CriHiane i Normanni; e Carlo Augullo, dopo aver daIo [eilo a i luoi aff"ri in Gcrmania, e Cpezialmcnte quctate Ie rurbu\em.e mo{fe da Z'Uenteboldo Re 0 fia Duca della Mor;tvia, v r[o i1 fine dell' Anno fe ne tornò in halia, e proCperamentc ceh:brÒ il Canto giorno del Natale in Pavia. Non fì 51, che i\ bandito e fu-!giw Ouca di Spoleri Guido veramen- It: tì valdle de1l' armi de' Saraceni, e men di quelle de' <}rcci, per dan- neggiar Ie Terre de' Criiliani. Arrefe egli PIÙ wilo a placar J'animo dell' I mpendore Carlo con farg1i rapprefenrar Ie Cue ragioni e giuili- ficazioni. Tanto in fåtti fi man<=g iò, he fu rimeffi") in fua r.lZia. Cosi parlano di Carlo ,-\ugullo gli Annali del Lamhecio (b): Inde in Italiam profcéfus, cum IFitone & cæteris, 'luo1-um animas tmno prÙire of- fendtrat, paci(icatur. 0) Su1 principia di Oicembre (c) trovandofi Carloma1ino Re di Francia, 0 fia dclla Gal1ia, a caccia, da un cinghiale, o pure da una Jdle Cue Guardie, che l' aiurava ad uccidere quella fie- ra, mvolonrariameme feriro, mileramente ce[sò di vivere, con lafciar dopo di sè un Fig1iuolo folo di cd di qll3rtro anni, appellaro d:i gli Sroflci Carlo it SeflJplice, 11 cui Jegirrim1 origine è mdf..'1 in dub- blo. Fu gr3n dlbauimento fra i Baroni del Regno intorno a11' accet- (are e dlchiarar Re qucfio Fanciullo, inca pace aHora di cflmar.do, e pure di ddre il Regno tll' r mperador Carlo it Groifo: giacchc: in que- Hi due s' era ridotta la [chiatta m Ifchile di Culo Magno. Solaml:nre nell' Anno venturo fi venne a1la riiüluzion di queilo dubbio (d). Ma (d) lI.heliru non sì tollo pervenne a i N ormanni la nueva de 1l.1 mone d i qud Re, i>> ChmJu. che (a) .Am..l.. Fulde,,[u Freh,TI . (b) Ann/tI,s FuldenJu Lambeeii. tc) Chro"j,. de Geflis :Norm.n". (I) Che mðrendo ;1 Re Cra/To (cnza figli, il Regno palfaffi a' Principi d' [talia afficme col titolo dell' imperio. (1.) Fu ;ntim.Jlo, che i Bavarefi can m no armata andalftro in Itd!ia CDn- Iro Guido. 0) Indi andato in Italia fa pace con Guido ed lt,.;, de' quali fJ':Je'Va of- Ie; (J gli tmimi tseU' a,mQ antecedeNte. 15"0 ANN A LID' I TAL I A. E II. A "'t>! . che fenza badare a i giuramenti fd[ti, ruppe-ro la pac , e cornincia- ANNO 884. rono ad inl1erir come prim I contra de' Popoli della Galli.1. ( ) R ^ veva accennato Cofimo Jella Rena (d) uno Srrumento fcrino rie e;, Regnrmte Domno n Jlro Carolo, divina faveJlte clrmentia Imperato/ e .dUJ!,M- Duchi del- flo .dIfIJO Imperii eJus fuarto, Sexto Ca/endas ]luJii, 1ndiElJOne fecJnda. A- 14 TD/cllnll Bum Luce; cioè nei dì 1..7. di Maggio dell' .\nno preleme. Imero io fbi .All ?oh o. 1. ho dipoi pubblicato (b). Comiene dTa Carra UI1:l don1Zione f<1fta da III E;: j, 1 .Adaiberto Alarchefe e Duca di Tc:>f ana ad una C ielã d:t Iui tondata P. i. c. 11. rrefTo al FlUme Magra nella LUOIglana [ono 11 Callello dell' -\ulla: Carra moho irnport3nre, pen-he: CI dà a cOl1ofcere chiarameDre i Ge- nirori e i Figliuoli di qlldlo Principe. Eg1i è chiam.lro Adalbertus in Dei nomine Comes & /YJarchio, filius bO'h memoriæ Bonifacii Comitis, che noi trovammo all' anno 8z. . ed 828. Come dl Lucca, e M,lrchcle pro- babi1mente, 0 fia Duca della Tofcana. Fa l\dillherro quell-a donazio- ne per l' anima fua, e di BOlJÌfazio (uo Padre, & etiam pro fa/ute bone ",emoriæ Bertæ Ge1Jitricis meæ, jive pro fa/ute animæ Rotjldis dileElæ Con. jug is mee, che di í<)pra abbiam vcduro SorcHa dl Guido Duca di Spo- lerí; feu & pro anima AnolJfua!æ O/itIJ_ Conjugis tnte, Ilut pro fa/ute anj. mabus Fitiorum meolum. Duc lono i íU0i Figliuoli, che f,)[tofcrivono la Don:1ZIone con qudle parole: Signo manus dtialberti Comitis, filio fu- praftripti .ddalberIÌ Comitis & ,\1archionis. Signo manus Bonifacii ipjius /ii ddtllberti. E (i noti, che g à 11 giovane .ddalberto s' imitolava Con- -Ie: regno, ch' cgli godcva i1 governo di qualche Ciuà. V dremo an- dando Innanzi i forti rnorivi di credere difcendeme da qudli J\dal- berri Duchi e Marchdi di Torcana Ia nobiliffima Cafa d' Elte. Dopa il Principar{) di tre anOi fu nei prefente Anao Rdlde/chi 11. 0 fia RIl- delgifo Principe di Benevemo cacciaro dal trono, e (ullituiro in luo luo- go Aiolfe ruo FrateJlo, correooo il mele: d' O((ohre (c). Circa quel1i tempi trovandofi l' Armata de' Greel in Calabria all' alTedio di ama Severina, per foeeorrere quei Cafiello, accorfero a f()lla di! Agropoli e dal Garigliano i Saraceni; ma i Greci valorofameme affrentatifi con coltoro, h mifero tutti a fil di rpada. Dopo di che s'impadronirono di Sanra Seve-rina, e di Am,1nrea, nidi in :lddietro de i Mori. Fanno mcnzione di qudta vittoria Co/tamino Porfirogenito (d), e Cedreno (t), con dire, che GcnerJJe de' Greci fu a <]udl' Imprcfa Nice/oro Foctl Pa- trizio, Avolo di Nicefor(j Fuca, che fll poi Imperadore d' Oriente. In oltre aggiugne efTo Coll:lI tino, ch .p.reíê:ro la Cl(d.Ji Tropea, e for- zarono i Mori a concenerh nella Slclha. Fu ancora m qudb, ficeome ne' prccedenti tempi, che dtal1a/i ll J7efcovo e Duca di N poh (per- fonaggio indegno del nome dJ Cnlbano, non che 1.11 V dcovo, per- chè più che mai collegata co i Saraceni nemici del nome Crith4no, e fecondo di trodi e d' inganni) recò immenfi danni alIa Cirrà. di C.&- poa e al ii.1O terrHorio. Moriva egli di vog1ia di fo[(ome((er a1 fuo dominio quella Cit(à, e [C tè). pi volte di I nprende.rla. Ma non g}i venne fano. Inranto manco dl VIta Lam{one II vecchio, Conte, 0 ha Principe di queUa Ciuà, e gli fucccdetre La1Jde/lo/fo tuo Fratdlo. Lco- IIC (c) l.UpUI PrDtDfplltll in C},rDniCD. 1f.rch_m_ l"tMI Hip. '.4 8 . C1r S I. Cd) C.ftlln- ,inMI P,,_ th'Yrog.nn. fn Vit. ..ft- 'ü. (e) Cu/,.",. in .Ann.Li . .d Nit.,,,. ,I"c. ANN ^ L I 0' I T ^ 'L I A. J;I ne Oíl:ienfe (a), feguitaro in ciò dal Cardinal B.1ronio (b). m t[e fot- E I\. A Volg. ro quelt'anno la defolaz.ion Jd1'i'1figlu : 1'1oniftero di Monte Cafino, pre- ANNO SS8--\-- - . S - d - ' I G ' I ' d IT' 11 ' AI d' (a' Leo 0- 10 da 1 araCènt lfiNrmtl a iflg 'ao'l. dve prCllo:l - r,m:. I - an flnr.fis C"r. f\ l.1rrino trucidarono Bertari{} '\ bb 1tt" di que! farro Lu:-!gn: Przdl( No. l. I. 'If . 4-4. ilOlS Septembris .dtmo Inca;.tJationis Dominicte DCCCLXXXIf7. Indiélione b) Barr/n. Swmda. Anche il tello di Erchcmperto (c) ha l' ann, 884. Comur- qnal. LOciò temo 10 fane, che n n, in quell' anno. ma n lJ' :ln o 8.8 . toc- ( )[ ;chem- ca!re la fuddetra gran calamna a Monte: C.dìno. Perche 1 !nd,Z,O-1fe St- pertus Rift. coïJda. {econdo l' ufo più comune d" allora commC1ava ne\ St'nembre c.p. 61. dell' anno precedente. Oltre di che per auefiato di Angelo della No- ce (d), fi Uuovaoo Documenti d' .Angelario .Abbate, SuccelTor di Ber- tario, tèritti nel Maggio di quefi'anno, corrente I'j"diz;one Seconda. f'malmeme nclla Cronlca dell' Anonimo Salernirano (e). da me data al- Ia luce, lì Icgge difirurro qud Monifiero ndl'anno 883. e non già nel fulTegueme. Quello Amore copiò Erchcmperto, e di mol to pre- cedettc Leone Madìcano. Anno di C R 1ST 0 DCCCLXXXV. Indizione di S T F FAN 0 V. Papa I. ð.i CAR L 0 il G R 0 S sol m peradore 5. (d) DI .. ,,;n Nût;s ad Ch"ni- C01J Leon. ûft;en{. \e .AnDn'J- mil! :)al,r- nllanus ParalipDm. '.f. 1 i 6 . I II. R Ef1:ò dt'cifa in quefi' anno la controver6 inforta fra i Primati del- la GallIa, a chi doveflè conf gnadì il governo di qu,:,lIa Monar- chia. (f) A i più atrennari il meglìo parve di off rirlo all'lmpfyador (f) Rht ;n' Carlo, ficcome qudh, cne P er la fua età, e P er la potenza fi,a {i ere- In Chr.n 'o. d . 1 ' fi r d " d " Chronic'. l eVa I pill a pf(\PO Ho rer fo(1:cner quef1: pelo, e atto pJl A og ) n! FDnlan'U. a rr a nnmzzare I' orgoglio dc' fempre piu nnci i Normanm. u! ubbldlva turUa la Germania, chiamata aHora FrancÍ1 01 ienule.. a 1m )' halla, a 1m buona parte della Lorena; e congiunrc can quefie for- ze queJJe deJia Gallia, chiamata Francia Occidentale. fi poreva fperar vlttorla dl chiunque avetre vo1uro turbare que' Regni. .Ma, quel10 I mperadore, che veniva ad ul1ir in sè turta la Monarchla dl Carlo Magno, era ben Inntano dan'imitare qut"1 gran Monarea, pcrchè non ne aVea già eredirato nè la mente nè il alore. A ndò egli daIl' I.ralia a pr nderne il potreiro in quc>fi' anno. Ma prima di porrarfi co- h, llando In Iralia, per :tttef1:ato df' g1i Annali di Fu1d,1 <:,s;), t nne (g) .A"".l,r una gran Dle::a (probabilmt:nte in Pavia) nel giorno dell' Ep,fama; e Fuult I" I . G . J D d ' S I . L fi ' . Enb.r, . E:? a comparve U/aO uca I po etl. C!1e prote 0 en" gluramcnto dl non aver mai mdnCato alia fede1rà da lui dnvuta ad dlo Augullo, e gli fu er duto. Cnsì riemrò egli in grnin dell' (mperadore, e nd pof- feira de 1 Ducati di poleti e di Camr-rino. A veva elTo Augullo de- t r.mUJ..t" una gran J)1f'ra da [("nerfi in V ormacia, e volendo trovar- VIii anchc Papt' Adriano 111. 11 mIle in vi.lg io a udla volta; .ma la morte gh tloncò i IJaßi dopo una breve mal...ttia. Da una Bolla dl que- 110 152 A !II N A LID' I TAL I A. 11.... Volg. no Papa, puhh1icara dal Camri (0), in cui cnr1fcrm,t cd arcreíce j Pri- ANNO 885. ,'ilegj ad .Ållgi/berg'J Imperadrice ...\ugufh, VeJ')\'a di Lodo'Vico II pel ft) ca; pI Momfiero delle iYJonache di San SlftO dl Piaccm,1, noi in endiamo, u:;: T.' ch' egll tcnne un Cflncilio, non avvcrriro dd alrri, neB' A prilc del pre- .A,,';1I1. feme anoo. Probabilmenre fu c;ò in Roma, dove vedrcmo, ch' egli lalèiò il Vefcovo di Pa\,ia. DIce t-i-a I' niftero ! ì:\Ionamola, 7ii VllI. :t\'endo acquitlato con poca fattca Ia CanoOlzzazlOne dall tgnoranza de' (C) P gjus Secoli ba! bari . 44 AnNal. A veva qudlo Pontefice nel parrirfi da Roma, per attefiaro del lJarøn. fuddetto Gugìielmo Bibliotecario, la[ciaro al governo e alla ditì:[a di Cjuella Cirrà Gio'Vmni Vefco'Co di eavi:l, e Melfo dell'Imperador Car- 10, in tempi veramenre difafirofi, perchè il [Crritorio Romano era po- co dianzi Ilaro devalla[O dalle Locufie e dallc pioggie, e vi regna\'a la carcllia. Pervenut:1 dunque aRoma la nuova della di lui mane, raunarifi i Ve[covi, il Clero, e h N obiltà di Cjuell' inc1Üa Città, con- cordemente c:ldfero Pomefice Stefano v. Prere Cardinale de' Santi quattro Coronati, pertonaggio di rare Vinù, e della prima N obiltà di Roma. Po[cia col fuddctto Giovanni Legato Imperiale furono a prendere quefio nuovo Elenu, che nella feguenre Domenica fu con- fecraro. 1\1a egli tro\"ò dipoi fpogliata di tutti i [uoi te[ori ed arredi h guardaroba del facro Palazzo Lateranen[e, e delle ßafiliclu: Roma- ne, e voti i granai e Ie camine: con che gli maocò la maniera di fare il donati\.o praticato da gli altri Papi al Clero ,. e alle Scuole di Ro- ma, e di foccorrere al Popolo, mitèramenrc allora afflino dalla f.1me. Crede il Cardinal Barvnio (d), che quefio faccheggio proveniffe daW (d) Ear. in iniquo cofiume già introdotto in Roma, che mono il Papa, la fua Annal. E", Famigli.l dava il [acco al Pal.\zzo P.ltrJ:1rcale del Laterano. Supph il buon Ponrdice co i [uoi beni póltrimoniali al bllogno del Popolo. .A pplicoiTt anche aHa dilhuz.ion delle Locufie, con dare cinque 0 fei dcnari a chiunque porrava uno fi...io delle medeGme uccifc. Ma ciò non batlando, coli' acqua da lui benederra fece [pruzzar Ie campagne, e ce[sò affatto Cjuel flagella. Normo gli i\nn:J1i del LambeclO (t'), (e' .Annales che giumo l'avvilo all' Imperador Carlo it Grof/ò del1a conl lfaLione di Fr7;C/J . cffo Papa Stefano V. ando tòne in collcra, perchè i Romani (*) eø i:m ' : cbm. r. V i"co,,- P. ll. T. 11. . Rt'r. 114/"'. (.) finzlJ fua jåptlta pretefero Ji c(mft,,'nrlo . 15' .... A. N N A LID' I TAL I....A. Ell. A Vo1g. ;'ICOl1[U/IO mum Ordin,1re p1" [umpftrtml. Pcrò (I) 11Iifil Liulwartlu11I, & ANNo,) 88). quofdam Rom'lnæ Scdis EpifcøpOJ (che probabllmf''1[c avean:1 accompa- gl1aro Papa AdriaNo /11 a N omntola) tll eum dcponerenl: 'II/od per{i". ,.e mÏt1Ïme potllcrunt. Nam prædiélllJ Pont fex imperatori per Le[,lItDJ Jùos p/lI;Quam 11"iginta Epi[coporum nomina & omnium P,eJbytel"orum & Dia. conorum r:ardirlalium, atqlle inferioris graduJ per(onarum, neenon & Lai- corum pril1cipulJI {cripta defJintevit, ql/Ï omneJ 141.la1Jimiter eum elegerunt, & tjUJ o,-dinntioni fub(cripferunt. Di quà deduce il Padre Pagi, che fia vero il Decreto, che dicemmo fano da Papa Adriano Ill. Illtorno alIa liberrà di confccrare il nuovo Romano Pontcfice, {"enza alpeuare 11 conlèntimento dall' Imperadore. Giovan-Giorgio Ecc.u-do (a) dl quà all'incontro deduce, che que! Decreto, non mentoYato da alcuno de' più ami chi Storici, fia fattura de'Secoli pofleriori. Ma di cio &' è detto abbafianza al precedente Anno. Non bilogna confondere l' Ele. zione colla Confecrazione. DI quì ceno arparifce, che Carlo il Gro{T'o non volle effere da menD de gli altri AuguUi tuoi predeceffori, pre. tendemi quafi un diriuo della lor Sovranità il confenfo alla Confecra- zione fuddcrta; e ch' egli fdegoaro fa figurò di pater deporrc quefio Papa novello, perchè gli dovette efferc: fuppofio, che y' era fiato del contraflo, e del dubbio neW Elt-zione di lui. Ma cenificato poi, chc quefia era fiata Canonica, ed avendo a mio credere fano i Romani valere I' aver effi operato tuno anche col confenfo e coil' at1iltenza di Gio'l)ann; Vefco'l)o di Pavia, Miniltro dell' I mperadore ltc/To: gli COR- venne ddi[tere, perchè chi era Canonicamente dctto e contecraro non porca ceffar d" effere Vefcovo 0 Papa, fe non per delitti Cano. nici . Perchè in quefi" Anno Godifredo Duca de' Normanni, a cui era Hat;i data d:t Carlo Augufio in governo la FriGa, facta delle novità, e d IYa evidenti fegni di ribdlione, fu ingannevolmente tiraco ad un abboccamemo da Arrigo Conte, uno de'principali Minifiri deWlmpe. radorl', e tagli3to a ptzzi. Con Gmile inganno fu preCo cd accecato Ugo Fi liuolo bafiardo dd fu Lottario Re della Lorena, e Cognato dl eOò Gnd,fr do, Principe, che ne gli anni addietro avea con varia fortuna inquictato non poco quel Reg:1O, perchè pretelo da iui. N è tt>) F.r.ehem- pur ceffa\ a In qu.c 1 li t mpi Ata1Ja.!io if. Vefco'VI di Napoli (b) di va. l111IMS- HIJ1. lerli ora de' Saraceni, ora de' Grcci, rcr danneggiare non mcno i Sa- '''po 57. lernitani, chc i Capoani. Era Cuo nimico, chiunque non fi lottumet. teva aHa fua immentå amblzlone. N clla fkOà Settimana faota di Qua. rcGrna" crcJendo dl poter forprendere Capoa 1 m ntre il Popolo era alle fa) EccarJ. Re,'. H'"ne. lib. 31. (I) mandò Liu'vardo d a/ami Vefëo'Vi del/a S!de Romana p(r deporlo: 10 che non poterono fare. lmperocchè it predetto Pontefice inviò all' fmpera. dore per i fuoi Legat; (critti i lIomi di più (he Irenla Vefcovi, e di tutti i Preti e Diaconi Cardinali, e Ji PerJòne inferior;, e parimente Ji Lai. ci principi, i quali tutti conøordemenle I, a'{Jean, ,Ielt', I lI/1a [ua {,n.. [Úrazi,nc fi erano jottDftrilli. ANN A LID' I TAL I A " I r r al1e divozloni, [pedl colà un c[erciro di Greci, Mori, e Napoletani, Eu. Volg. che diedero la fcalarrati, che fu [peuatore di tuna la Tragedia. Era dife[a la Cirtà da Cht[nt Odone Conte d' c(fa, e da Roberto [uo FrateIlo, amendue F gliu01i va- Rtr. Frant. loroh di Robcrto il Fone, dall' ultimo de' quali difcende la Real Ca- TIm. II. fa oggidì felicememe rcgname in Francia. Venmo a Merz l'Impera. dore Carlo, colà arrivò il fuJdcuo Odone Conte, per Implorare [oc- cor[o aHa Città affediata da molti Mefi. Fu [pedito UR potente efer- cito, raccolto dalla Germ:mia e dalla Lorena, comandato da Arrig, Conte e Marchefe, General d' armi il più accreditato di quefii tempi; ma quefii nello fpiare il campo de' Barbari, non badando alJe foße copene, difpofie da coloro Ii1torno a gli alloggiamemi, e cadmo in una d' elT"e, rdtò quivi infehcememe ucci[o iul fine di Agotl:o. Si moffe io fine I' lmperadore ficffo alla volta di Parigi con un' alrra più podero[a Armara; e IDentre ciafcuno fi íl:ava afpeuando qua1che graft f,l.[[o d' armi colla [confitta dc' Normanni, eccoti giugnere con un gran rmforzo di gente in aiuto de gli affedianti Sigefred, Duca di quella N a- zione. Qudto fece andar ritenmo l' Auguflo Carlo daU' azzardar tuUo in una battaglia campale, e fu creduto meglio di trattar d' accordo. Erano anche fianchi i Normanni pel lungo ed infruttuo[o alT'edio. Fu c.onvenmo col gro(fo di que' Barbari, che fi ritiralT"ero a Sens per quar- [tcre del verno, e che sborfate loro fettecento libre d' argento a1 Mere di l\:1arzo, fe ne ufciff'ero del Regno per tornar[ene aIle loro cafe. Non glorIa, ma vergogna non poca univer[almente riportò anchc da quefta V lor im- . 1;6 ANN A LID' I TAL I A. F,R A. V(\1g. imprefa I' -\uguflo Culo (a), rerchè oltre al non avere operato' cora A. ( O:>oIf) ?86. aJcuna degna dell' Imperial maefl:à, lafciò in preda a que' crudeli [>,,_ ,\ Rcðm,. d . r. c' fi d D . I ;11 Ch' n;co. g''lnl U!1 gran tr,\[to I paelc. ,-,Ige re 0 uca, non c0mprela nel a derr,l con\'enzione} anch' cgli colle fue masnade infieri contu di Sail Mcdard." Jilhulfc varj P.dazzi, e condulTc in i/cniavirll a(f.1I11ìmi Cri- ftiani. Ririratofi can gran frena I' fmpcradore in AlIàzia, qu G che avdfe alh coda i nemici, tù alTalito da una malattia, per CUI quaG fi (b) EAr. in dubitò della fua vita. Re inone [eguit,lto doll Cardinal Baronio (b), .Annal. E,cc. e dJI Padre M.lbillone (c), me[[( I' a!Ièdio di Parigi all' Anno fegu::n- c, }!III;Il. te; ma è [.'111.1[0 il [uo teLto, ,'\bbi:tmo da gli .-'\.nnali pubblicali daJ ';eneli;l . Freero (d), e dal Lambecio (e), che inforfe in quell' Anno una grave (d' .Annlfe vero, regno ben tårebbe, che a Liutvardo non manca\-ano .I\mici per tutta la Monarchia de' Fr.m- chi. Comunque Ga, verro la mctà dl Novembre fi tenne la Dicta Cud- dcua; tutti i Baroni, e umi infino i rrincipali Cortigiani, abbando- natQ il miCero Jmpcradore, riconobbero per Re il gio\'ane Arns/fo, cre- duro da eOi il pìù abile al governo fra que' pochi, che relbvano del- la difcendenza maCchile di Carlo Magno. In c05ì abietto nato rim.tllo quefto Auguílo, dianzi padrone di quafi tuUo l' Occiden.te, ed allo- ra vivo fpt:ttacolo della caducità delle coCe terrene, che aItro ripiego non feppe prendere, fe non quello d' ínviar molti regali at Nipote Ar- nolfo, e di pregarlo, che almeno gli concedeíT'e alquanri Luoghi in Alemagna per toilemamcmo Cuo, finchè Dio illa{ciaOè in vita; e gli ottennc:, ma per poco tempo ne potè godere I' u{o. l\1andò and1c il Fighuolo Bernardo d eOo Arnolfo, che gli aOègnò varj beni pcr ruo re[;Jggio. J Principi e Popoli del1a Galha, tuttochè teguitaOero ad eßcre ilageHati da i Normanni, pure noo concorfero pumo nell' ele- zione d' Arnolfo, e prerero, ficcome dirò, altre ri{oluzioni. Per 10 cCJmrario i Popoli della Francia Orientale, delh Saf1ònia, Turingia, e Bavic:ra, e d. una pane della Schia\.'onia, accenarono per Ioro Si- gnore -\rnolfo. Per como dell' Iralia, finchè vifTe il depofio Carlo il GrotTo, niuna murazion vi fi fece, e foJ:lmc:n[c fi tennero configli, e fi formarono leg he per quello, chc gi:1 fi prevedeva vicino. Cadde In- fermo in quell' anno Giovanni Doge di Venezia, per auef!ato ,dd Dan- ) d 1 dolo (c), e non potendo accudire al governo, qU:lI1tunquc già fofre ita- i' g;; f: to dichiarato fuo CoHega nd Ducato OrJo {uo Fratelio, tuttlICo. ({"condo gh Annah pubblIcatJ d31 Freero (b), I quah agglUngono. (I) (b) .Annal,s Ctelum ap rttl'" multis c rnmtibus vifum fl, ut aperte 11Ionflrar tur, qui 1I1 h dt1Jftl [pretlls t rrmte dignitatis ab hominibtlS eXllÏtllr, D o dignus cteleflis Pa- rr, tTl. . 1 fi J . . h b . t: b 1 r trJ vcrnula mer r tur e rClter a err: quau c. e eg I Ipontaneamenre per fervlre a Dio <{velTe daro un calcio aIle umane grandezze. A veano fpaccio fimili irnmaginazioni in queUi Secoli d' ignoranza _ Pill faggia- mente parlò di Iui, con ifperar' anche I' crerna fua falurc Reginone con dire: (2.) Fuit hic Chri{lianijJìmus Princeps, D um Ilmens, {1 man- data eius ex toto corde cuflorliens, EccleJia{licis (anffionibus de';,,'otijJìm pa- rens, in Ûermo{ynis largus, orationi {1 P{al,nor;t:lI mCiodiis ;nt/eßnenter de- t/itus, laudibus Dei infaticabilit r intent us, om;lem [PMI {1 confiliut1l iliUI1I dj'Vin di/penJationi cvmmittens: und {1 ei omnia fÚici JucceJfu conr:urre- bant in bonum, ita ut omnia Regna Frtmcorum, fju prtedeceffires Jui non fin Janguinis effufione cum magno lahore aC9uijierant, ipjè perfaâÜ in brevi temporum [patio, fine conf/iElu, nullo contradicent , pOJjìdmda perceperat. od at/tem Ûrca .fin m vitte digllitatibus nudatus, bomftJu omnibus [po- liatus (I) Si opr1 il Cielo 'V duto da molti, acciò fi dimoflraffi, ch chi fprezza la lerrena dignità, e -z:i rinunÛa, m rila felicemcnte d' effere preffi Di' fervo degno dei/a Patria (elefle. (.!.) Fu 'fuefli Criflianiffimo Principe, pif!lIo Ji timore d' Iddio, con tutto il cuore oJ1ervante de' fuoi comandamenti, colla maggior di'Vozi011 abbe- tlient aile Leggi Ecc1tfiafliche, grande elem finiere, ftmpre intento all' ar.zi ne, al canto d ' Salmi, e aile cli"Jine lodi, ogni Jua /þeranza e tlYëgllo raccomandando ai/a di'V;'14 Provvidenza: onrle tutto gli Ii ri- vo/gea in bene, talchè di tutti i Regni de' Franchi d,J'Juoj Predec Jlòri 11011 [una [payt)mento di langue con gran fatica aC'lu /at;, et)i molt' filcilme,zte, in bre.ve (pazio di tempo, Jenz3 battagli , _(tnza contrajl" ne tvlJea avuto il po!/ !Jo. Ch po; at fine della 'l.,'ita [poglialo fu delle Jignità di tutti i ben;, fu un:J. tel11aÛone, come cred,amu, n,n [0- lamente a purificarlo, ma, quel ch è più, a prfJ Jarlo. Imperocchè fjue/ia, come dicono, tolerò CfJn flmma pazienza, gr1lÛe rentle ulo nell, a..:verfità, come nelle pro/fe, ità, perCÎò 0 già ric 'V'Ve, 0 fen.-a dub- hio ricc-verà la corona del/a vita, da Diu prume.ffå a'filOi amanti. ANN A LID' I TAL 1 A. 163 liaJus eft, tentatio fuit, ut eredimus, non filuTII ad pltrgationem, fed, quod E R.A V ('1 . ml1juJ eft, ad pI ibaliol1em.. Siquidem hane, ut fcntnt, patÜ:nttjJillle toleta- ANNO b88. 'Vir, in ad7,..'erjis, /ieut ;11 projperis gYafÌarum VOla pel joh:ens; & ideo (ð- rOlJam v;tæ, quam ,.epromifit Deus diligentibuJ fe, au jam aeeepit, aut Ilb)jue dUùio lleceptUYIlS eft. _ Erm nno Comr:mo (n) _ Icrive el1è:re { 3 3 (3) Htrmnrf. credenza d' alcuni, ch' egh mOlï{fe Hrangol.uo da J propl J domdbel. nus c.(ltJlra-. , . ' t ' . 1 1 -. 1 - . h . 1 t " (j fi tlus 'If Chr. Non c' e cola plU aCI e 111 (lm'513n[\ cah, c C 1 0 pc[(are c pac- ciar violema la mone d' un Principe, qualìchè Arnolto fi voldTe a[. ficurare, ch' egli mai non pordTe nlorgerc a comraltargli il Regno. Venne poi ronato al Moniltero d' .-\Ugl.l, e quivi fcppdliro il Curro fuo. Ma II hne di qudlo Jmpcl;>Jore fu i1 principio d'innumn..blli mati rn r Occidcme Cnliiano, che {ì fcatcnarono nella Gcrmania, nella Gi&liJa, e ncll'IrJlia, e talmcnre vi rreft:1O Fiede, che da Ii in- nanzi reI' gran tempo m:ì.l1ìmóunente 1'1 taha andò di m;,le in peggio. l\Jcrcè del buon gO\lerno de g1'Imperadori Carolin! avea ]a Lombar- dia coIl' alrre vicJ\1e Provinclc gcdura per più di cento mmi un'invi- di, bil p.1ce; ma cecoti entJar'lIl eiia 1a dakordia e 1.1 gucrra; CIC- ièere dol II mnaozi l'ig!)oranza e ]a barbaric; e quel che è pfggio, intradudì ne' P-Opoli, ed 3nchc nc gli EccJefiatiiCl una sfrenara cor- ruzi0n dl COfiUi111, In guilå che trO\"en-mo andando innanzi un Secolo di ferro, c dlvelìUt! qucHi racfi un' cmpoflo dl ca!amità e di vizj. Ora ecco come la vaU", ;V0l1arChl3 d\::' Franchi dopa 1.1 mone di Cano il Grofro venne a dl\'Jdertì 111 riù pelzi. .drnolfo, lìccome dicemmo (b), (b) .Annifl,1 s'imr:tdronJ dl rutta la Germ,mia, e di páne dell' antic:t Lorena, e He Fuldrn{ts fu prodamato Re. Lod"vic() Figliuolo di Bolene, bcn affitbro da i Frehal. fuO! P,-)poii, e ddla Rcgllla Ermcngarda {ùa Madre, tenne f:llJo il Re- gno Arehtenle, clOe L Provenza, e 1a B'Jrgogna infcriorc. Inlellè Wt Re nuovo, cioè Rodolfo, FlgllUolo di Con-ad->, e Niporc di un alt'ro Corrado, chc era tbto Frarello dell' /mperad-iee Giuditta, Duca della B.)rgogna, e I\hmo d' Adelaide Figliuo!a dl Lodovico Pio Augu- 110" Occupò quefh la Borgogna (ùperiore, che abbracciava gli SVIZ- zeri, i Gnloni, i Vallclì, Genevra, e la S.1\"oia, e fi ffee coronare Re da' que' V ctèovi. Nella Francia OcciJcntale, voglio dir nella Gal- li.a, dO\iette effere un ]ungo dlbartimento çi cùnfigli per eleggere un nuovo Re, name }' effere \'IVO Carlo i/ Semplice, Figliuolo non 10 fc le- gittimo 0 illeg1nimo del Re Lodovieo B,lIbo, ma in crà non ancor ana al governo, ed altri pretcndenu per qUJlche awnenza dl fangue alIa Real Cali! di Cado l\hgno. Ma 10 finl: Odo/ie, chiamato Eltdes nelld n)olknla Lingu,\ Fl"anzefe, Come di Parigi, Figiluolo dl Robcl'to 1/ lò,te, Conte d' A.ngiò, c Frat, Jlo_ dJ, Rebe/to J /. lOè d l prop.lgarore dclla regnanre oggldt Real Ca'.Q, 1 l'ranela., pcrlonagglO dl gr:m nome pel luo va- lore, e plT la dlf,la dlanz.1 faua di P .lfigi, crcpuro 3nche dol alcuni S tittori .Figl! olp 111 econde n zzc ddìà_FuJd t[a L de_l ide. Fig1i'1111a d,t Lod_oVlC 10; db, ICO, ÍJecome pm utllt: a I bllogl1l eel Re- g: o, Ip rto .11 p;1.!IH , e fU, coronaro I l' dl Francia. L' Auror de gli ^p.nab F reenam tcl1ßC, ch egh ufurpo }.a Galha fino a] Fiumt: Loi- )( re, 16 4 ANN A LID' I TAL I A. ERA Vo1g. re, e I' Aquirania, parlando in queLla maniera a tenore delle preten- At,NO S3 8. fioni di .drn()/fo Re di Germania, il quale come difeendente mafchio de i Re Carolini credcva di dover fuccederc anche nelh Galli,! ad e- fclufione de'difcendenti per via folo di Dnnne. Anzi venuta la State etTo Re Arnolfo IÏ mile in procinro di mUOVCrc l' armi cOlaro Ja Fran- cia. A qucflo fine venne a V ormacia, dove tenne una gr.lO Dicta; ma (econdo i (opra allegati A nnaJi, Odone, (I) filttbri Ntens cOltþlio, conteflans Je malic Juum Re,fr,1Jum gratia cum Regis P,1clfice !Jabere, quam tilla jaélaiztia contra eius fidelitatem Juperbire: venienJque humiliter ad Re- gem, gratanter ibi recipitllr. Rebus ab ut,aque parte, prout placuit, pro- (a) nht ino [pere diJpofitis, unusqui{que ,"everJùs eft in fila. E Regmone (aJ, Serit- ,n Chr!nic. tor di qudli tempi, dice che i Franzcfi Cfl'arono Odone Rc cum con- ft ru Arnulfi: dalle quali cofe deducon'o I Tl"dclchi, chc inunto fi contenta(fe Arnolfo dl qudla c1czione, in quanta Odone gli dnvctte giur:1f fcdcltà ed omaggw. Non era per paf1arla C('SI hene Rodo/fD, che ficeome dicemmo, s' era (uto Re della Borgogna Trans-Jurana, perchè Arnùlfo pieno di mal talento contra di lui venuto in ^lfàzia inviò un' Armata per foggiogarlo. Scrive Reginone) che crcbbe la collera d' Arnolfo contra dl Rodolfo, perchè qucHi avca m:ind3te Let- tere per tuna la Lorena, che s'era ii.Htopof!:a ad t\molfo, per C'cci- tar que' Popoli a prendC're lui per Re. Ma Rodolfo fi i::!vo per Ie afpre montagne del fuo dominio; cd Arnolfo dJpoi, e 7.venttbolJo fuo Figliuolo il perfeguitarono, finchè cbbero vit.!. II che non fi ae- corda co i fuddeui Annali anrichil1imi del Freero. Secondo )a rcla- :t'.ione d' d1i, (1.) Rlldo!fus, inito confi/io cum Pr:mo,-ibus A/ammznorum, [ponte fua ad Regem ( Al11olfum) Urbem Rada(ponam ufrJue per'Venit, mul- taque inter iJlos cQnvenienter ad:mata, ipft a Rege cllm pact! permiffus, ji- tuti 'Venit, ad Jua ,'emeavit. Potrebbe e(1ère, che an<. h' egh, dopo a\'c e rieonoCciuto il iua Regno da Arnolfo, onene(fe pace da lui; ma che dipoi inforgdfero fra loro morivi di di(cordia, i quali nfJn cdT.trono più, finehè vi(fe Arnolfo, pieno di mal talento contra di queft:o Re nell' Anno 894. Mi è con\'enmo di condurre il Lcnore a conofeere 10 (m m- bramcnto della Monarchia de' Franchi oltramonti, perehè quegh af- fari, (I) 1JJando di un Jalutevole conjiglio, proteflanáo di vol ere piM loflo paciji- camenle avere i/ {uo Regno colla grazia del Re, che con a/cuna jat. tanza inJuperbire contra /a di lui fedeltà: e 'lJenendo con umiltà pi Re, ivi è ricevuto, cor/ejemente. Le coft dal/' una e I' a/tra parte, comt piacque, felicemente aggiuflate, ciafcheduno rilornoffine a'JuDi. (1.) Rudolfo, tenuto conjiglio co' Principali degli .Alamanni, fpDnlaneamentt 'Venne al Re (A rnoHo) fino aI/a Città di Ratisbona, e molte coft tns /oro con.-.;enientemelJte 4Jêflate, egli pacificamente licenziato dQI Re, çwze era venut(), ritornð ii' [uoi . ANN A LID' I TAT. 1 A. 16; fari, per quanto vedremo, hanno gran conneffione con quei della mc- ERA Vot!!:. deGma Italia. Vegniamo ora a noi, cioè all' Iralia llclTa. Due cr:t!10 ANNO 8811:. i concorrenri a queHo Regno, cioè Berengario Duca del Friuli, e Gui- do Duca di Spoleci. B{'r ngaTlo, ficcoll1t: 3bhram già dimollraro, avca aVUW per Padre Eberardo nch' clTo Duca del Friuli, Principe di gran valore e piercÌ; e per Madre Gisla FigllUola di Lodo\.ico Pio. Qle11:a parentela collangue Reale di Fraociil porgeva a lui qmlche rirolo per prerendere la Corona del Regno d' Iralia. Non [on io peranchc aOài per{ua[o, che Berengario foOe di Nazione Salica, 0 Ga Franzefe, pcr- chè quamunque fuo Padre aveflè gran coria di beni in Fiandra, pure ne pofredeva anche in Lamagna, e in halia, come apparifce dal {uo Teflamento (a), dove dona la liberrà a tuui i fuoi fervl . D; l P,tne- (a) Aputl gin 11:.\ di Berengario (b), Guido Duca di Spoleri vien chiamaro Galli- MirllU1l'J ctlS Heros; e BerengarifJ It.Ûiws Pt-inceps, con aggiugnere, che Dio a Cod. Do- B " 11111. ,. IS'. erengano (bJ PII1ItK'Y- _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Latium conce.lJit a'iJilum. rÚ. ._Beren- gar" P. I. Quanto ad dro Guido, f:1.fpiam di ceno, eh' egli era Franzcfc ò' ori- 'm. 11. r glñe; e che fi1frC anehe Parente de i Re della lchiana dl Carlo Ma- (:;. ..: : . gno, fe 11' ha balle\'ol indizio; ma fenza faredì la preci{a catena di Fuldenfel . tal parentela. Gli Annali del Freero ('), e di Reginone (d), il chia- Freher;. . n: no Figl uol? ill, Lamberto, anch' efru .,?uca di S.rol ri. Ma fèmhra } )C::O;::o' plU degno 111 CIO dl credenza, ficcomc gla accennal all l\ nno 880. Er- (e' Erchem chern perro (t") Storico Italiano e cooremporant:'o, che: eel rappre[enra perlul Rift. Figliuolo dl Guido Jeniore-, Duca parimeme di Spoleri. Secondo queHo "Ip. 58. A'Jtore, e(fo Guido, avU[o che ebbe [emore, qualmenre Carlo it Grofro era vicino a gii ultimi refpiri, (I) cupiditate ,-egl1andi deviflus, Jeccptu(que a contribulibus fitis, relinquens Beneventanam Provinciam fib; [ubaEfam, & Spolitenfium Ducawm, abi:t Gal/iam regnaturus. Come Guido avefle ridorro Benevento (otto il fuo dominio, nell' Anno amccedente Ii è veduro coli' :lutorità di Erchemperro. Ma certamenre Aiooze era tomato in pofrefro di qud Principato. Se fi può prcUar fede a Liut- prando da Pavia (f), Storico del Secolo fufleguenre, pa{fava fra qudli (f) LiNt-_ due poten_ti. rillcipi Italia".i, cioè fra, enr.> Guido, e Berengario, una r : : Hretta amlCIZla, ed era fegUlta convenzton fra low, che qualora Carlo P il Grofro I mperadore terminafre i fuoi dì, Guido fi procaccerebbe il Regno della FranciQ Romana, cioè della Gallia, cosi appellara a dif- fe:renza della Germania, chiamata Francia Tedefca ed Orientale; e re- fierebbe a Berengario il Regno d' halia. Scri\'c in oltre c{fo Liut- prando, chc Guido, appena udlta la morte dell' Augufto CarIo (2) Ro- (I) vi"to dalla cupidigia tfi regnare, ed ingannato da'Juoi, lafciando la Provincia di Bene".;ento II Jë foggiogata, e '1 Ducato di Spolet;, andð ;11 Francia per regnare. (2) fi POf-tò aRoma, e ftnza il configlio de' Franchi preJe la Corona del/' Imperio di tutta la Francia. 166 ANN A LID' I TAt. r A. EllA Vel!!. Romam proFcflus eft, & abíque FL1tJ:orUlJJ cOnJilio lotius FralJci unai,- ANNO 888. nem ju.fèepit Imp rii. 01 qU"lb COlonazione Roman.! di Guido niun aluo Storico hJ faud m::nzlOne, e Dio fà fe IlUI1 lie. Turravia uO:} è invcrifimilc, perchè Gudo era HmO dl Papa S/ fai1o 1/. e íìceom: è detto dl tl)pra, fu dJ lui adon.no per 1:\;IíUlJlo. COlla fponda dunque del Romano 'pontcfi<:,c, e trarto d_.Il1e f pcranze, c1 e gl1 porgeva Folco Arcivifco'iJo dl Rems iuo Parenrc, 11 Duca Gwdo II; ne andò 111 Fran- cia colla bocca aper a,_ c ('d(nJo prepar:H.o per lui 0 f.1ellc: dol aequi- flare quel Regno. Forte In que! capo, p/!:'n,) [t'mprc: d'ambizioíì di- fc:gni, y' era en rolto quello dl_ COl q ;lL:r pr!m.l I.. F ancia, per poter poi con qudlt: forze af1che d_IlpolJdTar chi 1J 5 1lureggiava in Iralia, ed unir facílmente in qu f a mal1lcr I due Rcgm. Int.II1[o BerCllgario Dum del Friuli, uovandl:h lenza glgltar.do alc n ) comrt'tltore, fu paclfica- mente eletto Re d ltalt3. da molt! Pflnelpl del Regno. La Città di IJildova ha per buona fort una a noi e,mlervato iI 1 ancgirico di quefio Principe cornpotto da tin conu.mporaneo Poeta A non 11110 , dd[U alla )uce da Ad/iano Valdio, e da me nltampato nella mia Raccoha R - rum lta/icarum. Un bu n _ f nale per qUdti. tempi è quell' Operetta, bt:ncnè kura In alquantl ht,. Ora da <:Ira Imp.Jllamo, che Berenga- rio prcgato da i Baroni del Regno hall co , fi portò. a aviJ, c qUivi prete Ja Co .ona del Regn,o ccrcameme per Ie mam dl AlIftlmo Ar- civefcoyo dl Milano _; e CI e pcrmc:fTo dl credere, che aHora fi Co- mmciafTe ad u[ar la Corona Ferren" co fèrYata tuttavia neUa ßafi\ica oi San Giovanni B.\titta dl_ Monu, chc dive ne poi celebre ne'tempi (a) .Antell,t. fuilègut:nti, ficeome ho dlmoíhato 111 una mla Ða[crtazione (4). Così LAtin. 7:. 1. parla. quell' Anonimo Panegmfb: C4i') His molus greJ!um preciims cOnlmdit ad Urbem llYiguam, cu'þm Ttcini abeuntibus tmdis. SuJiu1it Ime poflquam R g,Ûe inJìgne Coronam &c. Da varj Oiplomi, cbe reUano del mc:ddimo Re Berengario, akuni d.;' qu.tli ho anch'lo dati alia luce nc:lle mic Antiehl[a hali.me, nOI fiam condoni a credere, -che nel Genn.lio, 0 FebbralO del pre- fcme Anno 888. Bereng.lf1o [othfTe ful Tr no, e comincl.Iilè a nume- (b' .Ant;qu. rar gli Anni del l{cgl1o d' Italla. Da un luo Dlplam.1 C") conclduro ItalIC. Dlf- ad AI/g.lberg Imperadrice V cdova íì raecoglle, che nd dl 8. dl M.,g- Itrl.73. glu de.i' i\nno prclcme, egli dlO1Uravd in P"lVia, corrcndo )' Ann() I. Jel (uo R:?gllo. .\]a non tutti ' Principi Popoli del)' Italia oncorrc- ro -1I.::Ii' t:1CZlOnc JI Berengarlo, e nommaraOientc ton_ 10 dl, parae, che i OUl.atl mligm di Seo1eti e Camermo lo[pcnd il;;ro il 101'0 .1[- fcn(o (4) CO!Ì relato a:h Città Þ por./4. Cui Ó:l. f1 na de Ticl/I 'Vdo,e r ondel, b . E qUI'l;Ï la l(cgat Corona cmft. ANN A LID' I TAL I A. 167 (CrI(o, nè voldTero riconofcere lui per Re, fi nchè non apparitre, fe E. A Votg. la Fortuna fi dlchiarava in favore d:l Duca Guido, che era patrato in ANNO 888. Francia. Gli :\nnali del Frecro (a) dicono, ch'cg/i Ga/!jam Bel:,icam (cioè il Re no della Lorena) prout Rex habere propofuerat. II Padre Daniello (b) pn:[cnde, chc Folco _-\rcivefcovo di R.erns, ià ,da no! veduto ParclJte d' etro Guid,), avetre guadagnato a fa\'ore dl UI alcu 1 Vefcovi c Signori de i Rcami IJeUa Borgogna c Lorena; che perclO il medefimo Guido giul1to a L.mgres fi fece quivi coronare da Geilone f7eJco'Vo dl quella Cirri, e ch' egli condutre fceo un' A rmilta da.Il' Ira- lia. Onde abbia prefo H,li norizie qudlo Scrinorc, nol so immagina- re. Gh Amori da lui citati non nc: parlano i c per attclhto di Fro- doardo (c), Folco proteftava di non aver promotro gli affari di Gui- (c) FrodoAr- do. Molto meno fi sa, perchè ctro Padre D.mic lo trancamcme atre- dus Hifior. riße, che il Duca Guido era Figliuolo di una Figlillola di P}ppino Re' l. 4. c. 5. d' italia, Figliuolo di Carlo Magno. N è fuffifie a mio credere il dirfi da Lilltprando (d), che avendo Guido mandato innanz.i -alla Cirrà dl (d) Liut- Metz un fuo Scaleo,- per preparargli la tappa more Regio, qud Ve- prand. Rift. fcovo fece una gran provvifione di cibi; ma imcndendo, che 10 Scal- l/Þ, I. f.6. co d' ordine di Guido volea pochiffima provianda, una tale fpitorce- lia gli fece mutar penficro di favorir Guido, [a'mente chc fi dichia- rò in favore d' Odone Come, che poi fll elerro Re. La Città di Metz riconofccva allera per fuo Sígnore .Arno/fo Re di Germania, fe è ve- ra, che fotre qui,'i tenmo un Concilio (e) Almo ab Incllrnatione Do- (e) L"hh, mini noflri JeJu Chrifli Dr;CC LXXX? J II. Regni Dom,Ji .Arnul{i glørio- Concil,or. fijJimi Regis Primo, die Kalendarttm l11ajamm, 0 l11artiarum. E però T071l. Jx, nè a Guido nè ad Odonc potè etrere favorevole Roberto Vefcovo di GuclJa Città. Quel che ë fuor di dubbio, il Dum Guido chiarito fra poco del- le v,me {peranze, che l'aveano condotto in Lorena, (=Ii') in'ViJus & inauditus da i Cuoi Franzdì, com(" Ccrive Erchemperto, fe ne rornò mal comento in halia. E gi.lcchè non gli era riuCcito di afferrar parte alcuna dclla Monarchia oltramonranl de' Franchi, comi'1ciå a ri,'olg('- re tutti i fuoi penfi ri alia conquifla dd Regno d' Itaìia, e ad abbat- tere i l già divcnuto Re Berengat'io. leni intanto il meglio che po- teva fi andava atrnJmdo nd nuovo (uo Regno; ma rora mmacciaro da ArnD/fo Re di Germani:!, che già amm mniro un potrenre cferci[o fi ddpol1cva a calare in Italia. BI'Tengario pt'r attefiaro de gli .\nnali'dr} Freero (fJ, hee præca'Vcns, ne Italicum Regntlm cum tam 'Valid/(, manu ingrelfuro perperam pate,-etur, mif/ìs ante (e Principibus ruis, ipft 'Vero in oppido f areíJtino t ba d:t dire Trid nrino) Regi ft præftntavit. Ob id er- go & a Rege eft cLementer fiifceptus, nihilque ei ante 'jilæfiti Regni a/;- ftrll- (=Ii') odiato, t mn afeoltato. (a) .If nnal,s Fuldenjes Freheri. (h) Daniel. Hifloire de France Tom. II. (f) .A1JlJid. FNtdenfes /ir,h'rI , I6 ANN A LID' I TAL I A. EllA Volg. ftrahitllY. Excipiuntllr Cur/ s Na'l.:ium, & S..lgtml. (j) Si può credere, ANNO 88 . che anchc B<:rengario ricol1o[cetlc d.lt Re Arnolfo, come d.. (uo So- (.1) Eccartl. vrano,_ il Regno d' I talia: y uole I' Eccardo (a), che. Jl!a':)ium fi _ nifichl Rtr. Gtrmll- una V Ilia fituata Copra dl frento, ed appell.lt.l oggldl la N.1ve, e può n1C4T. I. 3[. ltare. Ma non già, che Sagrtm diventafIe poi Cinå, ora pcrduta, da cui [fafIe il fuo nome Sagis picciolo Porto di Comlcchlo aile rive dell' Adriatico, appellato oggidì Porlo di Hagnav(l;Cß. Non può tl:a- re, chc Arnolfo (ì facetTe ced<:re que! firo., troppo lont.mo da' confini dc' [uoi Stati. Amolfo [e ne tornò indittro pel Friuli nelJa Canmia, dove celebrò il Canto Natale, ma con una terribil perditi. di cavalli, perchè cntrara fra et1i un' epidcmi.\ ne feee un afpro m.\cello. 10 so, che in que!to medelimo Anno gli Annali (udd';ll1 del Freero e Regi- none (copiaro poi d:1 altri (ulfeguenri Srorici) mctrono 1.1 gucrra fuc- ceduta fr J. e(fo Berengario Re, c: Guidtl Duca di Spoleti, cbc a(funli: anch' egli oil titolo di Rc; c: Ie due [angumofc banaglie, colle qU:1li qud1:i due Emuli fi dl[putarono la Caron.. del Regno d' I raliJ, pri.-na ancora che [cgUllfc I' abboccamemo fuddctro fr,. il Re Arnolfo e Be- rengario. E che qucfii Aurori Tcåe[ebi non pol1:'1no aver tàlI.1to in- torno .1 tali fani, p.lTe che non fc -ne abbi.l a dublt<\re, da che anchc (b) Erchtm- Erch.e pert? (b) Sr?rico Italiano, il q ale in qu lti tempi appunto pert. Hiftor. termmo la ill.l Storu, dopo avere [euno, che 1 Armata navale de' c. 81. u81.. Grcci Ji::dc una ron.! a quella dc'Saraceni viein.> allo Swaro di Sici- lia nel lefe di Ottobre dell' Anno 888. aggiugne to{to: (2.) Hoc tiam Anno r verJus eft GuÙlo ad Iialiam, 'lULU'>> principare cupit, fed obJinere nequit. 111 It:Ûiam juxta Civi/atem BreJciantJm CU;,1 Berengario & ipfø Duce conjlifius, i" quo nimirutll conjll[lu .ttriufque p. rtis acÙs crmlelzter cæj:.1 ft. Spoli,1 autem cæ/òrum n Berengario recollefl.J (unt. Pafii funt tantum ad invicem ufqlle in Epipb:mia, quæ celcbralllr FIll. ldus 'Janu.I- rü, !?Guum autcm uterqu fe ju,!xc, i:Jt at! p.1flúllJ., el_ ad bellandum, (J1 od deinceps egeyunt, pr.ejentl Opujculo 1,l.Jeram. QUI fiOl!ce b Storia dl Er- chern- (I) di qu fl 0 cautclandoþ a tempo, per non JoffrÙ' ma! da chi era per e:z- trale net R gno /ta/icø CM sì forte armat.J, mandali avanti di ft i jitoi P, incipi, eglt poi si pre!mtò at Re Ilet C Jflello IF) ta/lta firages ex utraque. parte i71 ChriiniotJ. poflmodum Jaffa eft, tantu(que hlli1lanus (anguis effuflls, ut juxta DOIlÛni- ,am .vocrm, Regnum in jè iplum divifum, defolationis 11tiJ ria1Jf p fie incur- rent._ A.d po/b-emum lf7jdo vif!or e:xißens, Bereny,arium regllo expufJt. Ma I1l;n luL1tlh', ch<: nufciITe a Guido dl cacciar Berengana fuori del Re- gno. QI.:lti tLOne fempre faido il Ducato del Friuli, e fcce [u] refi- dcn1.a. ill Verona. Soggiornava egii in quefh medefima Cit à ncl d, 10. dl Sl:nembre del pre/cnte anno, come colla dl un [u') Diploma, , . ch'jo ho rubbiicato (d), Ie cui Note [ono: Dat4 IP. Idus Septembris (d)Al1tl:f04I- ./1nno lncarnatio,Ús Dommi DCCC LXXX? Ill. L'11mo 'Vero Regni Dom,JÍ Be- I D " ñ: ltallC. . .; n; , IJJert. 17. rm arll gIOYloÞ.lJll1J1 Regis II. Indiffionc Fill. Affum Per011 II trovo io ancht: 10 Crem l >l1a, e padr0ne tutt'wia di Brefcia nel dì 18. d' A- golto, ciò "pparendo da un fllo OiplomJ pubhlicato dal Marg:mno e . dato XV. Kalcndas Septemb 'is Anno Incarnationis DQmini DCCCLXXXIX. c) L d mt H -;n. rran. I)". .Æmð vet-o Regni Domni ßermgatii /1. Indiilio/Je P 11. Lmprando (e) I. I. oa!.6. aUt- E1\ A Vo!g. AP<:NO 8';;? (:I) .Antiq Û- tat. llal". Differt. H. (.) tanta flrage da/J' una e daU' a/tra parte dipoi ftgul e tanto umano fan- gue Þ. fþ,jrje, che, ftcondo la voce d' Iddio, it Regno cont,-o ft ßeJ10 di- -vijò. nc rft 9. aji .' calamità, delía dofo/a::íone. Alla fin, Guido reflan- do 'j,'znCltore jcamò Bcrcngat-io dat Regno. (a) pagius "d .Lf nnJll. .B Il rDn. 174 ANN A LID' I TAL T A. u Vol . attdia, che nella feconda batdtglia, (I) 'I.' urn maxima ftragts fltrt', lu- ANNO 1) 8 9. a ft fe Berengarius /ibera1.:it. Ragtoncvolm!:nte dU:1Yuc tì può crede- re, che dopa rirnalto in qudb c.1mpal giorn:i.ta dtpt'dfo Baengario, vC011Te in mana di Guido Pavia, c Milano con altn: Cmà dclla Lorn- b.trdia . Non 110 io f.'1puto intendere, pcrchè il Padre Pagi (a) parli del- le d e fuddcrre battaglie folan-.ente all' Anno 891.. Scnza qU.llche fdt. to d' arme non lårebbe entrato Guido in pof1è{fo di Pavia e della Lorn- bardia. Ora noi abbiamo, che Hando dIà Guido nella Città di Pa- via, avendo fatta raunare in quella Città una gran Dicta di VeCcovi delle Città a lui fuggettc, lì fcce folenncmente eleggere Re d' Ita- lia. L' A [[0 di quelta clezione íi nuova dato alia luce ndla mia Rac. (b) Rtr. colta Rerum ltaiicarum (b), e di nuo1"O neUe mie Anrichirà Italic he Itlll;c. P. I. (c). Ricordano que' Vefcovi in dlo Decrcto (2.) be/Jß honibili", cla- 'IDm. ll defque nefandijJimas, fino aHora fuccedute, e tanti mali, che lårebbe I..Lf':; .ó _ impo bl1e il contadi, 0 fcrivcrli. ggiungono, a er eglino onfen- ,.,. 3. rito d. acce[[are per Re Berengarlo ([enza nondh'neno nomlnarlo ) ( ) llJolenles fJo/enlefque minis di'Verfis & fuafiÐnibus inretiti furti'l:e ac þ-au- duimler. Dicono dt più, che i nemici, (4) fupcrveNie11te perfpicuo Prill- &ipe IFìdone bis jam fuga /apji, ul fumus, e'llanuerunt: il che è da te- mere, che fo{fe dettato dall' adulazione. Pertanto di comun parere dcggono (f) p" fatum magnanimum Prinfipem IITjdonem ad p10tegendum & Regaliter gllbernandum liDS ill Regem & Seniorem &c. giacchè egli fi è obbligato di amare e di eCalcarc la fanta Chief a Romana, e di con- fervare i diritti dell' altre Chtefe, e Ie Leggi de' Popoli, e di non permettere Ie rapine, e di voler la pace. Non fi sa, che il Rc Gui- do faceße alrra imprefa in quefi' Anno, avendo egli probabilmente at- tefo ad afficurarfi de i voti favorcvoli de j fuddetti V dèovi, e a ri. durre in fuo potcre quelle Città dclla Lombardia, che tardavano ad umiliarfi alla forza e fort una ddle armi di lui. All'incontro Bereng.'J. riD è da credere, che {i npplicaff"e tutto'a fortificarfi in Verona, e a cercar foccorfi dalla Germania, ficcome in f.uti vedremo all' Anno fuOè- (1) ftguendo una lit-age grandiiJima) Bereng61r;o fi Iraffi fuor colla fuga. (2.) gue,'re DYribili, e nefandiffime flragi. (J) quaji per forza, Pll- Mie mina"e) I ,ønfig/; a'V'Viluppali furti'llìlWlen- Ie e (In frode . (4) fopr.'llentl1d(J il chiaro Principe Gztido) ga due 'llo/Ie fuggiti, c,me [u- 1l10, ji dileguari7J'. . ' (f) i/ prefalo magnanimo P,.incipe Guido /I Jifellder&i e Reza/menlt gO'ller- narÛ, in Re I SiZ7Jore 'c. . ANN A LID' I TAL I A. 175' fulT'cguente. Nel prcfente la Vedova Imperadrice ./l.ngelberga prefcn- EllA VoJg, tendo 0 remendo, che Arnolfo Re di Germania. mcdlraffe d'imp3dro- ANNO 889. nidi del Regno J' Italia, ricorfe a lui , affinchè Ie confermaffe i Beni da lei goduti in e(fo Regno; e a tal fine fpedì in Germania E,-men- garda fm Figiiuol.t, Regina di Provenza, Vedova del Re Bofone. . Vien r.apponato dal Campi (a) que 1 Diploma, dato I/. /dus 'Junii W c p Anno Dominicæ Incarnationis DCCCLXXXIX. IndiElÙme PI/. ..1n;10 Se- c; ; 'i/ {undo piiJ1imi Regis Arml!ft. AElum Forachen. 1\1a Ermengarda per ai- .Append. tri più imponami affari s' era pOft2ta in Germania, 6ccome vedremo. Abbiamo accennato di fopra, che circa quefti tempi fi cominciarono a conofcerc in Gcrmania e in Italia gli Ungri, 0 vogliam dire gli Un- gheri. Ora fi vuol aggiugnere la rerribil defcrizione di quefta fiera Na- zione, che poi divenne il flagello dell'ltalia a noi lafciata defcrina da Reginone (b) [otto quell' Anno. fA ftrociJ1ima gentc, dice egli, de gli b) hcgin. Ungheri, pilt crt/del d' og"i fie,-a, non mai udita nè nominata in Occidente Ilf ChrønlCf. ne'Seeoli addietro, ufcì de i Regni del/a Scitia, âot de/la rartaria, e dalle palud; del Fiume 'Íanai. CoftDrD non coltivanfJ ft nOli di ,.ado la terra, nOl1 hanno caJå 0 tetto, ;Ion Juogo flabile, ma (a guifa de gli Arabi) co ilo- ro armelJti, e colle loro greggie vanno quà e là vagando, conducendo ftc" le Mogli e i Figliuoli [oprtl Ie carrette cope,-te Iii cuoio, delle quali hI tem- po di pioggia e di verno fi Je,-von, ill 'Vece di caft. Gran delitto è prejJò di Ioro il furto. Non appetifcon, I' orD e I' arge1lto, come fan gli allt'i uomini. 11 lorD piacn-e è nella caccia e nella pefca. Si cihano di latle e miele. Nfm ufano veßi di lana, .fupplendo al bif6!no COil pili di fiere prr gU(lrdarfi da i jrtidi, contimÛ ntl!e lorD CDntrade. Spinti cof/lro fu,ri tiel prop,-ïo pae- ,fe da altt-i rartari chiamìlti Pezinanti, perchè non baj1ava aI/a c,-efciuta Jor popol(J;r.ione fjuel/a Terra, vennero nella Pannonia; t fcauiati 0 [otto- meJli g/i Unni, appe/lati ar/che Avari (benchè Tanari anch' eßì di na- zione) s'impadronirono dì fuel R no; Di /à comÏtlciarono a far delle feor- rerie ,dla Bulgaria, Nclla Jl-1Dravia, e nelltt. Cwintia, uccideTldo pochi colle fpfide, m.ø. molte migliaia di pet/one colle (aette, fcagliate da /0'"0 con tal mat'þ-ia, che dif/ici!mente (t ne polfìllo fehivare i colpi. NQI'J (anno com- batttre d;J. '.:ici;10 'J'I form'! di bauQglia. Comb.,ttono a tut!. cõ,/a co i ca- valli, ji>>ge1:do di quando in quando di fHggit-e, e heNtJ14fò 'fuando tatun ji ertde d' 4J'lJerli vinti, fi truo'Va più chemaiinpericolod.effirevinto.Ne gli LTeri moderni, di!Ccndenti da c{ft, dura anche oggidi pane di quefh 101"0 coflumi. Scguira a dire: Fivono a guifa di fiel"e, e non d' u()- mini; e fama è, che mal1gino carne crt/da, e bevano (angue. Inumani al maggio,- ftgno, in qut" cuori 11011 entrlt comp/1.flio;ze (J m /èrico,-dia a/cu;JtJ. Si rae/ono .il crine fino 4/1(1 cute. Con grail cura in(egnano It i lorD Fi!{liuoli e Set-VI J' arte del cavùlcare e .fßettare. GelJte /ùperba , fedizioþ, fraudo- lenta; e truo"Jafi la medeftma ferocia mile femmi1øe, che TJe' "lIlfchi; gm!e ái poche parole, ma di molti fatti. Tali eraoo gli Ungri, da' quali prefe la Pannonia il nuovo nome d' Ungheria, Popolo nefando, la cui cru- delrã in brev-e fi vedrà veniT a defol"re il meglia delt'infclice Italia. ( Cedrcno (c) dol a qudla barbaric:l Nazione anc.he il Dome di rurcbi, i ) A e: :Z: nome 1:-6 ANN A LID' I TAL I A. ERA Volg. nome che ú fiendc\'a a non poche popolazioni della T .\rtaria, e ú è J\t>NO 90. udito già PIÙ volte m:' Sccoli antccedemi. Anno di C R 1ST 0 DCCCXC. Indizionc v I I I, di S T F FAN 0 V. Papa 6. di BE R EN GAR loRe d'ltalia 3. di G U I D 0 Re d' Italia 2, (II.) Htrmlln- A Bbiamo da Ermanno Contrarro (a), che in quefi' Anno A,.,10?ffJ IIUI ontra- Re di Germania (I) ex 'r:et-bis Apoflo/ici obnixc rogatllr, I!t Ron'am il s In C/;r. velliens, ltaliamque rub littione jùa retinens, (I tamis eam eYl1ti1 'IyrallniJ. Era Stefano v. Pomcfice di rara vmù, e non i improbabi!e, che i malanni di Roma per cagion de' Saraceni, e ql1ci dc-Il' Jralia per la gucrra de i due Re, il move{fero a proccurat- la velUlla di A rnolfo . Tuttavia fapeodo noj, quanta parzialirà cgli nudrilTe per Guido Rc d' ltalia, con apparcnza ancora, che co i fuoi buoni ufizj I' avdfe .egli aiutato a mOt1[are ful trono: non pare sì f.1cilmeme da credere I" in- vito, che qui fi fuppone da Iui fluo ad Arnolfo di calare in I ralia, e di leva."Ja di manu de i due n mjej Regnanti. Anzl fon io d' avvi- fu, chc in qucllo raccot1[o v' abbia dell' errore, c{fendo ben \.cra la chiamara, ma qucl1a fana (Jcll' Anno fufTegueme, 0 pure nell' 89J. ficcome vcdrcmo, e non gii nel pre(corc; e da Tormofò Papa, e non già da Stefllllo, [lmavia vivenre in quefi' Anno. Jl Continuarore de gli (b) .A,maltl AlJl1ali di Fulda (b), pubblicari dal Frccro, molro più :lntlco di Er- Fuldmfu manno Comratto, fcrive fotto qucH:' Anno, ma fUQr di 6[0, in patlan- Frthm. do del Re Arnolfo: (2.) A Fermofo .dpoßolicø mixe logatm ÙltetpelJ,zbat (fcri\'o interpel/abatur) Ilt Urbe Rot/ta ( ú fcri\'a et'bcm Rcm-z111) tlo- mum Sanai Pett'i 'l.'ijitat"et, & /tal:cunI Regnum a maliJ Chrijiianis, & ;1Itminet.tiÍlus Paganis ereptum ad jùum øpus n!jìringelldo dignarcI14T tem,"e. Sed Rex multimodis cauflìs, & in IUD Regnø excrejèui/ihus præfeditus, 1uam'l.';s IJon libens, POflttlllt.1 der;ega<;Jit. Copiò Ermanno Co:nratto que- He parolt:, cd a:1ch' egh inrc[c dl norninar Formofò col nome di A po- fioljco, e non già di parlare di Pap'" Stefano. Ora cenD è, chc For- 1110fò (I) a no",e dell' Apoflo!Ù"O è Jolto pregato, che 'VeIJendo a Rom!1, e ,'ile- nendo folIO il fi'o dOfllÙ,Îo /talia, 1(1 libet-i dtl sì gran ti; !Inn; . (2.) Da F01"íiJo[ø Apoflol;co con fot'li Juppliche e,"a chiamato a 'l:ifitar,. ill Roma S. Pietro, col degnarji di tenet-e l'italico Reglzo toito a' cattivi Crilìiani, ed a' Pagc'lni, che gli fò<;Jr:Jf!ü<;Jal1', all' uopo fto ritirtwdolo . AI iI Re impcdito da I1Ioite e 'l.'üt-ie cagiofJi inforte nel (uo Re:nfJ, 111an- t,liJque C01l110 fUIJ 'Vollia, nøn ?il feee niente. ANN A LID' I T ^ L I ^. Iï7 111.[0 folameme fu c1etto Romano Ponte6ce nell' Anno fegueme, e pt'r I!R A Yol , conlèou.:ntc a quell' Anno ú d:: rifcrir l' invi:o f.ltto ai Rc t\rnn!to; ANf':O 890. fe pu non voleffimo immaginare, che Formofo Vefcovo in quc!ì:i tc:rn- pi di Porto, e non peranchc Papa aveßè chiamato in Italia il Re .\r- n01fo, col quale egJi mantencva buona corrifpondenza, cd era Ieg,ltO , fi ccome vcdrfmo, con parziale ..IFetto. Ma, ficcome dil1i, più tolio nell' Anno 89 . fi adoperò Papa Formofo, per tirare JO Italia il H.e Amolfo, e quivi perciò ne riparleremo. Auellano gli Aonali (uddetti, che trovando1ì dlo Re Arnolfo in Forcheim dopo Pafqua nel Mcfe di Mag io, (I) ibi ad cum Filia lIIudo'/:vÙi Italici Regis, ':Jidua BO{01JÍS r.H-mmi, 1ísagnis Cltm mllnfribus '/:Cf:iem honorifice j".tfc''Pta, ac ad p;-opria t-e- miffa eft. l\1a ni pur qudto tàtto è r.'ppùn.ato a1 fuo luogo. Da un DIploma d'dIò Arnolfo, cbe ho accennato di fùpra, abbim;o giå :ap- preio, che la Vedova lmpt:radricc En7Jt:itg..l1tla G rrovò nell' Anno pre- cedente aHa Cone del Re Arnolfo in Forchcirn. 11 motivo del tuo viaggio, e de i [ontuofi regali porrati al Re Arnolto, fu il dc{ìderio, he LQdo'VÙo Fig1iuolo fuo e di ßolone, giå pcrvcr.uto ad età com'c- nevole per governar Pop01i, afTumefi'c II titulo di Rr.: de! Regno A- relatenle, 0 fia di Provenza, ch' ella finquì avea gO\ ernato, come Tu- trice a nome del Figliuolo. Non \'ole,,:! ella far l.}udlo pëïtTO fenza li- ceou del Re AmoHo, Principe rotemit1ìmo, che numenc\"a preten- JÌoni fopra tlltta la Monarchia dc' .Franchi. Ii. lìccomc Odonc in Fran- Cia, 0 úa nella Gallia, e Berengario in lta1ia, non 1ì crederono lìcuri del po(.fdIò de i loro Regni, fe pnma non Ii furono accordati con dfo Amolfo; così Ermengarda ricorle a IUJ, per avere il con{cntimen- tü fuo in favore del F'gJiuolo, can riconolcere anch' eIla ìl Regno lùddetto dipendente dalla SovranÜà dd Re della Germani.}. Però tor- nata, ch' ella fu in Provenza, raunati i V t:fcovi e Baroni del Re- gno, fece folennememc riconofcere per Re, e coronar Lod(,'Vt,"o iuo Figliuolo . I.: Ano di queCla dezione e coronazione ti legge fiampato net Corpo de' COl1cilj (0), e ú dice f.ltta quclla raun:mza c funzione An- 1I Incarnationis Dominice DCCCXC. IndiElione 171 J. c\Oè 0 nd fine del precedente, 0 nd pnnclpio del corrente Anno. SI vede, chc iJ buon Papa Stefano con fue Lettere aveva e[ortato tutti i V fICovi dl que! Regno a colliLUire Re Lodo'Vico, Nipote per via della Madrt: dl Lodo- 'Vic, II. Imperadore, a1 quale, comt: protellano que' PreJati e Baroni, (2.) pr;reflantijJìmus CiJrO/US (il Gro{[o) lmperator jam Regiam cOi1ceflèrat Tim. 17. Z Di- (J) ivi preJlò di lui /a Figlia di Ludo'Vico Re d' Ita/ia, 'Vedo<;;a del Ti- ranno Bo(one, con gran regali '!Jenendo orrevo/mente fu acco/ta, e rimanda- fa II cala fua. (2.) i' eccellentlJlinJD C rlo /mperadore già avea conceduta /a Regale Dizni- tà; e ArnolfQ, che fu fuo SucceJlóre, per fua Scrittura, e per i fuoi JagacijJìmi Legati, Reocllifo (0 r eodolfo) cioè, J7eflo'/:o, e Berta/do Ctmle, fautore del Rigno ed aut()re in tutt ejjère fi pt' 'Va. (a) L.H, Concilior. 'Iem. IX. 178 ANN A LID' J TAL I A. Fu. Yo!g. Dignitat m (nell' Anno 887.) & Arnulfus, qui SucceJ!or ejus exflitit, A !ol(\ 89 0 . p r (UtlJ11 fcriptum, per'llJe juos jagacif!ìmos Legatos, Reflculjum (0 pure creoa'ulpbum) videlicet Efifcopum, & Berta/dum ComiterJl, fa:Jtor Reg'JÍ, a'l{for'llle in omnihus effi comprobalur. Degne 1('0 di anliorazÎonc (wre quelte notizie, per inrenJcre, come i Re della Gt-rmania acquilbflè- fa, c ma'.Hcnd1èro òipoi 1.1 101'0 flJpcriorirà nel Regno .-\Ict..dcnle, e pcr conolcerc queí10 Lodovico Re p.:r tempo, di cui la Srotia d' ha- ji.. avrà da parlare non poco, andando inn:mzi. CoLI operalfero in queit' .\nno in !talia i due emuli Re Berengario e Guido, difficdmen- te fi può ricavar dalJa Swria al1ài digiuna in quelli tempi delle cafe nofire, e fpezialrnente dift'uof... per la Cronnlogia. ^bblamo prefIò l' Ughelli (a) un Dlpluma del Re Guido, d"to Ffl. Ka/cndas JU11Ìi, Anno Domil1Îc blcarnationis DCCGX.C. Il1diEliofie rlll. .Anno Ð01lil1Þ ,,)ïdol1e Rege in Italia Re,{wmte Primo. Aêllm iN raw illcnji Comitatu . Colìma dell.. Rena (b) Icrive, che nell' Originlile dl qudlo Docu- memo dol ]ui vedmo fi lcggc /11IiiEliolle F II. e (. he cio non ol ante toma clfo nell' Anno 890. cof.'1 ch'lo non so intcnJcr . Quando \Ie rarneme appanenga all' Anno fh:fIo 890. fi vcde, <-he GuiJo me[[ \'a il principia del lua Regno nell' Anno 889. e non g,à nell' 888. come pare, che rifulti da un aItro, da me citato di lopra. Ora in qucflo Diptom.\ dice il Re Guido: f<3ia ./fclal/Jt1tus dileélus Nepos hoJle,' & ft1..lrcbius, deprec.1tNs eft celfitud:nem noflr1m, tIt Ztt1ovio [anEltl Eccleþ F [u/an Epifèopo &c. Cerro e, che qui Ii parla dl Adù/bclÞ) II. I\hr- chele e Ouca della Tofcana. Noi già vedemmo fuo Padre Ad(41berto I. Iv1ariro dl Roti/de, Sorella di Lamberto Duca dl Spoleti in un Do- cumemo dell' Anno R84. COIwicn cr dere, che quando fu data it Oi- plom.l fudJetto dal Re Guido, fo{fc già mal1cato di vita e{fo .Ada/- ber/o I. can lùccedergli ne1lJ Marca e nel J)ucato dell.. Tofcana Adol- ber/o 11. dl cui parla qui il Re GuiJo. E con ciò {ì confell11., chc: 10 t1dfo Re Guido fu Fr.uello di LombertD, c dl Rotifda, e F,gllUo- 10 d' Ull altro Guido. Trovo io il Rc Berengario in Vero l 1a nel dl 20. d'O[cobre dell' Anno prefeme, ciò apprendo da un fuo Diploma Or;- ginalc da me veduro neW Archivio dd Cdpirolo dc' Canonici >" pal. 12.2.. (d) Luplls Pr%ffal" ;n Chronic. pud P,rel' · ' W . - . . / .. Anno ANN A L J D' I TAt. J It" I7Y Anno .di C R 1ST 0 DCCCXC I. Indizione I x" di FOR M 0 S 0 Papa I. di G U I DO Imperadore I. di BE R E N GAR loRe d'ltalia 4- Q Uale flretta corrirpondenza paßaíT'e fra Papa Stefano, e Guido Re ÄR ol ; d' Iralia, l' abbiam già veduro di fopra. Seppe ben profi[[ar Gui- NNO 9 1 . do di queLto favorevol vento; e però nulìa pavenrando dalla par- te di Berengdrio, fcemaro rroppo di forze, s' inviò aRoma, e da e(fo IJ apa impl.uò d'drere creato e inCClronato Imperador de'Romani ne1l' Anno prefcnte, e non già nel fegueme, come immaginò il Cardinal B ,rOOil) (a) con altri. II precifo giorno della fua Coronazione, già (a) Bar. in dorramenrc avvertito dal Sigonio (b), fu il dì 11. di Febbraio, ciò A" "...L. E". COlt4nJ? da un fuo Diploma, da lui veduto, e poi pu.bblic ro d ll' å! Ann. Ugheth (c), e da un altro da me (d) dato ana luce, In CUI GUido (6) 'Sigoniul confcrma ad A;;eltruda I mperadrice fua Moglie, Sorell del fuddetto de Regno Aion I!rmclpc di Benevento, e per confeguemc Fig)iuo)a del fu pa- llal. lIb. 5. rimt:fìtc Prmcipe Adelgifo_, tutti i ßeni a lei appartenenti 0 per ere- (c) I Ug,hell. dità 0 per donazione iua. Fu dato queO:o Diploma II. Kalcndas Jlfar- :;,. s::. r. Iii, I,Jdiai,ne rIll/. Anno Incarnationis Domini DCCCXCI. RegnRnte in Epi;cot. DOlJlIW tridone in Ita/i. Anno R gni ejuI ll/. Imperii illiur die Prima. P rmenf: .défum Roma. Abbllmo anche pubblicata dal Campi (e) una Bolla del ( d' l ,.A1iIlfJ.u. d - P S .f: . C C . B J T/".f; d ' lta It. I)if- me chmú apa t jano, con CUI 10no conlermatl a erna1aO y co'Vo I fert. 3. t:J' PÙcenu tutti i tuoi prtvilegj e diritti. Fu elfa rerina pirm, nflm L'fnaftafii 30. Reg,Ü,narii & Scri,zi.zrii [anff4 Roman Ecclejie in ftfenJe Fe/;ru>l1 ii, Indi. (e) CamRi Etione N,m.z. Data 1 Y. Calmdar IIf_ rtiar p" manlillZ Zacbllri Primicerii If/or. d'i' - jånflæ Sedis Apoßolicæ, imperant Domno piijjÙ1JO ll1gllßo lf7ido a Deo ctJ. ; n ;pe J.. ronAto, magno, pacifico Imperatore Anno Primo, & Poß Crmfutatum qus .An>>o Primo, Indiffiollc Non . Cioè neW Anno prefeme, e nel dì 2.6. di Fc:bbraio. l\ltre pruov.c ci fono., che in qudl" Anno e Mere- ci fan conofcere índubirata la Co onazlOn J mpcriale di Guido. Veg- gaG ancora uno Strumento Pilãno, da me nferiro a1trove (f). Ndla (t-) .Anliqui- Bolla di piombo pendt'nte da i fuot Di.ploml, dol m VCdur.l, fi mira 1M. Itaj". , nell' una parte il fuo buO:o, col capo coronato e can 10 ((:udo, e all' :om. I :9 inrorno 'VIDa IMPERATOR AUG. E neli'a)tra RENOVi\TIO ago . ij.EGNI FRANC dal chc era ben 10nr3no qucLto IRlperadore, nò pur ::ìignore dt t.uttt\ l' Itd.lid.. Se gli andavano hene' gli affan, fors' egli a-VCG la mira dl f.ar delle conquitte anche in Frdncla, {iecome appa-' l'iÚ:e'dalie Letwre dl Folco. Arci'V fco'Vo di Rems (g). E correa voce (0-) F,'od,Ar. ip Francia, chic qudlo l?rdaro, benche íì mothalle tutCo- f:\Vorc\'olc: !us Hi;t,r. a Carlo Ii Slmplice, pure tcneífc: fegret-a corrifpondenza con dlo Guido I. 4. c. S. Impcr...Jorc per taraJ:lo in Francia. Ma do po qudla tùnzione pochi Z 2. Mef1 (3) LiuI- pr.md. HiJ1. I. I. C4p. 9. 180 ANN ALl D' I TAL I A. E ItA Vol . MeG fopravilTe il buon Papa St fa"o P. certo dTendo ch' egli paCsè .'\ NO 891. neW Anno prefente ad una vita migliore. Era in queH:i tempi fcon- certata di molto la buonn armonia del Clero e POf':)lo Romano per Ie due potenti fazioRi che vi prcd'.>minavana comlnClate negli anni ctll- dietro. Abbiamo da Liurprando (a) che fegui non lieve fClsma nel!' cleggc:re il novello Papa, ConcorCe I' una pane del Clero e Popolo nella perfona di &rgio Diacono della Chief a Romana; ma allorchè egli faliva all' Altare per effere conCecrato la contraria p.ute prevalendo, violentemenre 10 fcacciò, e fece eonfecr.u FormtJ(o P {co'Vo dl Porro, da loro detro e tbmno alTai pro 'lJN"a RÛigion , i.Jj'lJi"ãrumqu Scriptu. rarum & Joflrinaru", jcimtia. Ma s'inganna Liurprando. Q JeH:.. de- zione, e caduta di Sergio accadde folamenre nell' i\ nno 898. hecome vedremo. Liurprando prende non pochi altri abbagli ne gli avveni- menri di quefii tempi, perchè non fucceduri a i fuoi giorni. Ora noi Ç,) B.m,. troviam qui divifi i giudizj de i pofteri . 11 Cardinal Baronio (b) è tuno In t nnal . per Formo(o, efalrando le fue moire virrù, e credendolo iodc;bltamente ( 't.bill. già fcomunlcato e depofio da Papa GÙ,'Vanni FIll. (I Padre Mclbillo- secul. Y. ne (c), ed altri, nol fanno credere efeme da col pa, percl1è adducono ,",d;Et. i motivi di quella Scomunica, che non erano noti a I tempi del Car- dinal Baronio. Cerramenre pare, che non mclncafTe I' Ambizlðne di guanar in Formoto gli ornamenri dell;! Religione e della lacra Let- teratura, commc:ndata in lui da Liutprando e da altri. N è lafciò il partiro comrario di fugli guerra, finch'egli vilfe, e peggio dopo la fua mone, lìccome vedremo. II Cuo avverlårio Sergio, non crcdendolì ficuro in Roma, fi rifugiò in T of can a fotto I' all di Lid,IJb rto lI. DlIm e Marchefe di quella Provincia. In quefi' Anno, fe vogliamo flare all" opinion del Sigonio, dell" Eccardo e d' altri, venne in lralia Z'lJmt ba/dD, fpediro con un elerciro dal Re .Arnolfø fuo Padre in aiuto del Re B rcng.:lrio, che fi rrovava a mal partito; e fu afTediara da effi, ma indarno, P.vi:t. Secondo me ap- partiene un tal farro all' Anno 89J. dove ne par!eremo. Pretende I' Ec- cardo, che il fuddetto ZvenrebaJdo abbandonafTe I' afTc:dio di qudla Città nd Mefe di Marzo del corrente Anno, perchè il Panegirilla di Cd) .A1I,,.,- Berengario (d) fcrive, che qudlo giovane Principe, chiamato da lui ",NS P.n". Sj"ibaldo alia maniera de gl" lraliam, B'''1Ig. P. 1. T. 11. . R . . . . b 7 'd d ",r. 11.1;,. It monztu egIs patrtas SIlII afl us a ørlls: Yerti. 'lJix Lu,, ft çornua Juee replerant. Non apparteng(\no a quell' Anno que' veriÌ, ficcome dirò più abbalTo j e poteva accorgerfene ]0 fielTo Eccardo al confiderare, ehe Guido fu coronato Imperadore in Roma nel dì 11. di Febbraio del pretente An- no, e trovandofi colà, non poreva efTere in Pavia, che fu alTediata di Febbraio; e noi fappiamo da Liutpr.mdo e dal Panegirilh fuddetto, che Guido in pertona fofienne quell' af1edio, e però non può eßere fucceduto neU' Acno prcfentc. Riportò bensì in quell" ^nno il Re Ar- ANN A L I Ffj' I TAL I A. 1'81 Arnotfo un'infigne yittoria contra de' Normanni. Reginone fcriv , ... Volg. che ( I ) ex innumerabi/i multitudine vix refidllllJ fuit, qui ad c/a./fim aiver- AKNO f9 I . fum nUHcium repoyttlrel. Non c' è obbliga:z.ione di credergli tuUO que 110 gran flagello. Per la mQne di Aione Principe di Benevento en? quel Principato in una fomma dcbokz.za, con nm.ner nelle mam dl Orfi fuo Flgliuolo, inetto al go\'erno, perchè Fanciullo di t?li fett.e. Anni. Oi qudta fvantaggiofa fitua ion de' Benevemani ben conlapevoh I Gre- ci, non ifietrero colle mani alia cinrola, bramofi ancora di far ven- derra dell.1 guerra lor tana dal defumo Aione (4). ^ veva poco dianzi (a) .An,n,- LeonI il Saf.giQ ImperadQ,. d' Oriente tpcdito per Generale denc fue Ar- m.,n S.I,r- mi in It ha Simbatici , appella[O_ da Leon Ofiienfe ( ) lmperialis Pro- :;r:;us,m_ lof1iitarlus, & Straflgo ðfQcedonz", 7'hra" , Cepba/onz , atque Lanr. o - trin. P. I. bardie. Oavano i Greci il nome di L,mbardill a quel tratto di paek, TIm. II. , ch' effi poíTedc:vano in Calabria e nella Puglia, e in al[ri fiti del Re- fb)'. L Ital". 8no ora di Napoli. Ora ,co ui mife I'alledio nel di 1 J. di Lugli? dell' ofli,nfls Anno prcfeme alla Clua dl Benevento, ben conofcendo, che I InJpe- Chroni"o rador Gltid" [roppo impcgnaro nella Lombardia rnaggie>re per la guerra lib. I. '.49. tuuavia durame contra di Bcreng.trio, non avrebbe molro un diro per diliurbar quc:lI'lmprefa. Fecero una lungJ e vigorofa refiflcnza i Be- nevenrani ma in fine, perchè non aveano forze da poter fare 510g- giare i Grecl, nè altronde fperavano aimo, lufingati aocora dalle pro- rneíTe d' un roave trattamemo, chc Simbaticio :mdava loro con fegrete ambafciate facendo pcnetrare; capitolarono la refa della Ciuà, dove pacificamcme entrarono i Greci nel dì 18. d' Ottobre, divenendo pa- droni di tu[[e Ie dlpendenze di quel Principato. In queLl" Anno an,.. cora per a[[efiato del Oandolo (c) Pietro Doge di Venezia avendo fpe- (e) g:nJ . dito a Pavia i fuui Ambafclaruri a Guido Augutlo, (2.) ab eo obtinuit øm. 7.c. Przvilegium in ea forma, fJI/.a PrædeceJlòres {UI Imper.toYls Ducibus Fe- R,r. II.li,. tf tiarum retTouéJis temporÜus CONceJ!è,-mJJ. Fu rarronato dal Cardinal Barol1Jo, e dal Padre Mabillone un Diploma di Guido Augutlo, claro in queft' Anno nel di primo, 0 nel dì 1 J. di Novembre in. Balva Città aHora del Duca[o di Spolcti, dove era egli capi[ato, e Benevento r,deuntes noftra cum Conjuge, la quale gli. panorì Lambert, fuo Fighuolo, <:he vedremo Imper<\dore nell' Anno fcguc:ntc: per la. qual grazia a 1m conct:dma da Dio, egli dooa al Monifiero V oltur- I1cnfe una Chitl , e tan[O oro, quanto pefa il Real Fanciullo. (d) Ho (d Chrønit. io prodo[[o aJcune difficultà. iñtorno a quefio Documemo il quale, YulIurntnJ. quando mai fi (uprondre nato LamberlO in quetl' Anno, ien ccrra- R P . lIo I T' , .l. d d - fì ' 'r. t. It. mentc a me ere utO apocn 0, perche molto prima. er& ,'cnuto alla pal. .no. luce ( I) IIi "'n" moltitudint innU1I1trahile appma vi rejflJ, chi portaffe alP ar-- 11Iala J'infaufta nDvcJJa. ( .2.) áa eJ!o ottenne il Pri'Vi/egio, tal ij:4(Ûe i Predece.lJòr; Juo; Imp,raåDri ne'lernp; alldati .veano çmcedutQ ß'Dugi di f/meÚa. 182. ANN A L J D' I TAL I A. ERA Vol:. luce quefio Principe; oltre di che non p.otè Guido tornare ANNQ i9Z.. tali d... Benevento, ch' era ill mano dc' Greci . in teMpi Anno di C R 1ST 0 DCCCXCI I. Indizione di FOR M 0 S 0 Papa 2. di G U I D 0 Jrnperadore 2. di LAM ß E R T 0 1m peradore I. di B ERE N GAR loRe d' Italia 5. I x. I N On fembra già che Fornuft Papa foWe moho portato in favore 1 di GJiido lmperadore, 307.1 fe dobbi..m credere al Cominu3ror de [;;::;,: tJ gli Annali di Fulda (4)., pubbJic ti dal .Ï<"rcero, Ie ui _ pa-role ho ci.- Fl",h,r;. taro all' Anno 890. egh non fu 51 tono Papa, de mVl[o il Re ^r nolfo a calare call' Arrni in Italia per liberarJa da j cartivi Crij1Ùmi, (b'H,rman- 0 fia da i criranni, come tcrive Elmanno Contralto (b), cioè da Gui IIU' Contr4- d d B - I ' . . d ' li fi - d " R ' ch 0, e a erengano, a nernJCJz,a e guerra .e qua 1 tlra\'a Ictro us In r. I r ,. 11 d I I . a dtlolazlon dl buona parte de e COmrJ.JaMjlJe- '41. 8. 11:0 eon quel Documt:o[o, fi rruova qua1che diflìculrà. V cgga, chi (h) .Anti1. ui - vuole, la fuddcrt.J m,a Di{fcr:[azi.Ont. (g) nelIc i\michi[à Iuhanc. Ag- t D A ir.ltlill', g iun g o, vcdcríi un Diplom Ch) di Guido Augu.lbo fuoG Pildrt', d"to IJJlrt. 19. , In ANN A LID' I TAL I A. J 8 3 in Ro{felle di To[ca.na nel dì I r. di Scuembre dell' Anno prefenre, ER A Volg. fenza che vi fi lc-ggl l' Anno. d.;ll' !mp ri" Ùl Lambert?, il che non 111'11'10 9!.. ben s" aceorda col fuddeuo fuppofto. All'incomro ho 10 prodouo un aIm'> Diploma (a) dell' .o\rchivio del Monií1:ero di Santo Ambroíio di (a) Ibidem l\lll no, fcriuo K41endis l 1aii.. IndiEtiom X. AmJ' Domini DCCGXGll. Diffirt. 6. Jmp1J1ltll1te Domno If7idolle ImpCY,'fOY , RIgni ejlts III. Ilnperii it/ius If. Anno Lantb yti Impera/oris I. de1u.,] Ravenna: dove prohabilmeme tor- n!indo da Roma.. ti rrovarono queH:i due Augufii. Finalmente aecen- netG all' Anno 89f. un Privilegio d' e{fo Lamberro, per cui appari- fce, che nel Febbraio di queft' Anno egli coman l' Ann. Prime dd fuo Impeno. Dlffi già che Odone Conte di Parigi era ß:aro deW) ed accettato da i Popoli d })a Gallia, 0 tìa della Franci.a Oecidemalt, per loro Re, a fÌlt=t\.'a dell' ^'luitania, che gli fu comraria. Era tgli imenro a ndur colt-a foru aoehe gli Aquirani àlla fl1a ubbidienza, quando nel dì 2.8. di GennJÏo di quell' Anno Folco Arcive(covo di Rems, avendo com- motra a _ ribellione oon poca p:lrre de i BJroni Franzeíi, dichiarò e co- ronò Re di gad Regno ClJrlo it Semplicc, Figlith)lo del Re LodovicD Balbo. Si cominciò perranto non me no in qud paefe, che íi face{fc in ltal 4, a. gUërrc:ggia,' fra i due pretenJemi, e nell' uno e f1eU' alrro Re- gtlO à venftcarf.t / dètto del Salvarore, the Regmml in fe divi{um de- · fi!Jabitttu.. In una. tlel,h:: fue Lenere, .citat da r.odoard.) (b), fcri,ve i :s F';$Ø;;: tuddeno Fo1co ArClvtfcovo-.. av re / fuol nem/ci fparf:1 roce, ch egh R-e.,,,m,r a\'dfe intavolata qudla nbeBione.. e aJzaro al Trono il giovaneno Car- l. 4. ,. S. 10, per poi imwdurre con tal prereß:o in quel Regno Guido Imp ra- dote, con cui vera mente era Folco anim e c.)rpo.. e thettamenre unito di parentela. 1\1a egli prorell-a, ch que!l:a è un'indeg01. calunnia, nc: e(fere an pRr fuo, ficcome uamo d' onore, e nobilmente naro, capa- ce di una cabbala sì farta. Furo'lo poi c.lgione Ie funefie dißenfioni di Guido, <:: Berengarió in 1t1li:1, che i P'lpoli Italiani cominciaronö circa i tempi pre[enri a fortificar I loro Clttà e Cafle1la.. poichè per b pace si lungamente confervata in quefle comrade (otto gl' Jmpe- radori Carolini, i più viveano alia Soarrana. Ciò tì raccoglie daWe- feropio di Modena, ndla qu:!le Leodoino ITe/covD feee fu varie for- tifiCdzioni aile Pone, e nuovi baß:ioni, hen provveduri d' armi, non già contra i Padroni, cioè contra di Guido e di Lambeno Augulli, qui a1l0r. íi. noreggi"tl"lt;.. m 1 pf:r dife[a de' proptj Citradini.. tome cofia dall'Itèrizione da me riferita alrrove (c), dove fon quefli verfi:_ (c) Antiqui-. tat. Italic. HIS TU\1ULUi\1 PORTIS ET ERFCTIS AGGERE VALLIS, DiJ{trt. I. FIRMAVIT, I'05IT}<) CIRCUM L'\TITANTIBU"i ARMI'), NO''[ CONTR-\ O')\lT1\l8;;; ER CrU5 CORD \. SEREN.JS, SED CIVES PROPRIOS CUPIENS DEFEND ERE TECTOS._ (d) Chr,ni,. Leggefi nella Cronica del Moni fi ro di V olrurno (d) un Privi- YulturntnJ. legio conccduto a J.Uaione Abb(1tC di quel [acro Luogo da GiÐrgio Pro- . U. / T. I _I. Ii Air. fa II. to pa- 184- ANN A LID' [ TAL I A. ERA Volg. torpatario Imperiale e Stratigo (cioè General èell' ^rmi) delta Cefa- AtoINQ i9 ' Ionia c Lombardia, a t ome de I SCfcml1ìmi 1 rnpl:rildori, ClOt: di Leune cd Alej{andro Imperadori d' Oriente. In line; 11 Icorge, cn.: ;mch' egII, come era in u(o di varj P:-incipi d' allora, dice di él\'er bollato qud Decreto con B'll/a di piombo, MenJe AUgltjìi, Decima Indiélione. Di quefto Giorgio P"tnzio, che fucccdeue a Swtbaticio conqui Itatore nd precede me Anno di Benevento, fa mcnzione oHre all' Anonimo Salcr- nitano, una Cronichetu (a), data a:l.1 luce da Camillo Pellegrmo, con aggiugnere, eh' cgli 0 nel prefeme 0 nel {u{fcguentc Anno andò a mettere I' a(fedio a Caroa; ma quclb fi dovette bravameme difen- derc, nè Ii sa, ch'egli rc ne impoOi:lfaOi:. Rifcrifce il Padre Pagi ( ) a queft' Anno Ie due tånguinofe ba.ttaglie rueccdute fra i Re Berenga,-io, e: Guido, di fopra da noi vedute all' Anno 8S8. cd 889. Non lì puo mal credere, che Guido, da noi veduto ne gJi Anni adJietro Lignoreg- giante in Pavia, e nella maggior parte della Lombardia, Ie ne fol1è impadronito fenza colpo di fpada, e che Ii foOe dilferito fino a que- iti di il provar Ie loro furze in qualche eampale giornata. Oltre di che Erchempertl'l cd altri Srorici fi truovano contrarj ad una talc: opi- (c' 'Fr,d .r- nione. \' ero è, aver Papa Formofo, per relazione di Frodoardo (c), , Hìftor. {ignificato a Folco Arcivefcovo di Rems, ehe era per tenere un Con- ll.enJl7If. J. 4. cilio Generale in Roma, die Kalendarum Martiarum Indiflillnis De&im , up. 1.. cioè neW Anno prefente, fe pure non fu nel Iè=guente, perehè fi legge (a) Jlibl;,- Indiflionis. Undec m nel tello pub lieato nella Biblioteca de' P.l ri Cd), tb"" Pdr. (.) In qUlbus LzteTls !atetur, Ita/sam tunc femt' & feCUlldli hornda tella 'I,m. ZYll. perptifam, & p n' CDII[umtam: Ie quali parole cita il Padre: Pagi 10 confermazione della tùa credenz . Ma da quefte nulla fi può conl:hiu- dere; perchè ne' correnti tempi ancora continuo più che mai un' ar- rabbi ta guerra fra qud1:i due Competitori. E noi vedremo aU' Anno feguemc ridotto a sì mal tcrmine Berengario, che fu coftretto a cer- car foccorfo da Amolfo Re di Germama. Fra Ie Leggi Longobardi- (e) 1{,,.. che (t') fe ne lcggono alcum: di Guide Imperadore. Probabilmcme bidic.P.11. furono faue e pubblicate in queft' Anno nella Dicta Generalc: de gli s"". 1. Stati . (a) R,rum Italic. P. I. Tom. II. p. 1.79. U" 2.9 1 . (b \ Pill;ul "d nnAl. ..,.,7f. ..'s nno (.) Nella 'l'lar letttra confelfa, (he l' Italia aI/ora una e due 'lJolte QV&i4 fofferfo orribili glterre, e che qllaji era rifinitA. ANN A LID' I TAL I A.. 18)' Anno di C R 1ST 0 DCCCXCI I I. Indizione XI. di FOR M 0 S 0 Papa 3. di G U 1 D 0 Imperadore 3. di LAM B E R T 0 Irnperadore 1" di BE R E N GAR 10 R,e d' Italia. 6. U Omo inquieto e maligno era in qucfii tempi Zvmfeba1do Dum II. A VoIg. della Moravia, chiarnato anche Re da talun de gh ?toIlCI. Vi NNO 89J. più bcnehzj I' a vea colma[o Arnolfo Re della Gt:rmania, mJ.ilimamen. te can dargli in feudo la ßoemla. Scopri cofim neh' Anno prefcnte il fua mal [alento cantra dello 1te(fo luo benef"r-rore, laonde fu ob. bli 5 3to Arnolfo ad impugnar la fpada per menere in do\'cre l' ingra[o. Ma non parendo a 1m d' aver forze luffiClcnti pcr tale ìcabrola 1m. prera, chiamò in rinforzo fuo i nuovi ablCatori della Pannonia, clOè gli Ungheri, iniqmllima e crudelaffima gente, co' quali abbafso Zven- tebaldo, che fu col!rctto a renJcrli tJibU[dfiO di Amolfo, e a dargli per ollaggio un fuo Flgliuolo; come s' ha da Reginone (0). DI quetta (a) R.hegiN' rifoluzione riportò egli gran blclfÌrnu fra I Cnlbanl, pcr<:.he qudla bclr- in Chron;co. bara Ichiatta irnparò jc vIe dl nuocere aUc circom 1 lnc comr;idc, ma fpezialmcme porto dipoi la deloluione alla rniic:ra ltalJa. Prorompe 'luì in una dcandeleeou Liurprando Storico (ú) contra dl Amolfa (b) 1.illl- con dire fra I' aItre cofe: (*) Hungalorum gemem cupidam, Rud:lcem, prand. Rift. ,mnipotentis Dei igNaram, ftelerum omnium nlJll IF'JC1l1ill, c,-edÙ tj Of1lntUIII I. I. cap. 5- r(/pin( rum ft,ummoli(J "vidam in attxiÚum "",vo,-at: Þ tamen auxilmm ici pflteJl, quod paulio poft, eo mOYIenle, tum gel'lti jt4æ, tum cæte,-is in ft.leri- die Occafufjue degentibus Natiombus grave pel "utum, il1lmo eXC/alUm fuit _ ß<.uid ig'fur? Z7J.ientel1aldus '1:incitur, fubjugalur, fit Iril1utanus: Jed Do. mino ftlus. 0 cl!ecam Arnulfi RegIs regr.tmai cupitJitatem! 0 IIIfelicem, a- marlimfjue diem! U nius h(Jmúltcioms de.Jetllo fit totllU Europæ contritJo. id crom. P. A a mulJe. (.) chiama in IIjuto 1a genie degli Ul1gheri a'lJilra, ardita, igntJrante d'Id. ijo onllipotentc, maljziÐjiffima, ftltanto aVlda dl Jirage, e ai tillte Ie rapine: ft pure ajuto può dirfi, qudlo che poco dop" ejJiJ morto, ji4 di grave pericoiÐ, anzi di rDVIna Ii aI/a jua geflte, sì aile a/tre N aÚ(m; "Vi'1:enli al mezzo giorno, ed Ouidente. Che adrmque? Z'Venreboldo è 'Vin- 10, jÌJggiogato, fi fa fribr4tario: ma jòlo at SIgnore. 0 c;eca det Re ÁY1101j' IIvidità di regnarl! 0 infelice ed amar, giorno! Di un jo/ ømiccÙzttolfi la caJuN I <ifo per quella via in Germania, e fpedì il Figliuolo _ Zventebaldo a i d.l!1ni di Rodolfo Rc, che lafciando dc\'afiare il pae- fe piano, ii ricoverò:J come diffi, ne' fiti foni delle montagne. Strana cofa. '9 0 ANN A LID' I TAL I A. EltA Volg. cora è, che t1nto il Pocta Pancgirifta (a) di Bercng:trio, bcnehè Au- ANNO 894. tore si- riguardcvole, qU.lOtO Liutprando Seritrore del fegucnte 8eeolo, (3.) 4 no :)'- mofirino d' aver eredutn, ehe in qué{l' anno ArnfJlfo patrafTe anehe a ",us I" rlC- Î. . d I ' I d G " d h ' f: t nt!. Bert"g. Ro l.1, perleg lItan. 0 roper:t o I 0,. e e sera ,alvato i.n quel e lib. 3. p rtl. Ma fi {ono mgann1u qlle{tJ Sennorl, e probabllmente 11 primo indutre in errore il fe ondo. Siccome \1edremo, più tardi fueecdett:e (b).A - quell' altro viaggio d' !t.rnolfo. L' t\noòimo 8alcrnitano (b) t:tribllifce mussa?eOr n ;;;_ il ri(orno d' Amalfo in Germania :dl malattie del fuo efereito. Sed tanus /,,,Il id m fame & int mperit aeris (ompulþ 1 ,.t'TJtrfus eft ad p,'opri.1. Che poi Peregrln. Arnolfo facdTe nel prefente anno Ie conquifte fudJet:te per sè, e non gi.ì per BCTlogario, e che giug!)efTe a fárú eleggere Re d' Italia fll (c' Ewml. avveniro dJll' EcearJo (c), metc di Un (uo Diploma riferiro dall'U- R.er.l1,rma- ghelli ne' Vefcovi di Chiu6, e datö in ROn1a II'. Ka!end.1S Ala,.tii die, Mar. l.3 1 . AmI" Incarntlti "is D"mini DCCCXCYI. /ndiEliolle XlI'. Anno Regni Ay.. nl fi. Regis in F,.amia Non" iN ltalia Y'enið _ Un alm Diploma dl lut (d) S.tXiUl (il ehe tu par;mcnre otrl:rvato dal Signor S'1f1ì (Ii)) pre(fo i1 Puricel- in Nøl. Ril 1i (e) fu daro r. Jduum /o,!",.tii die, AJlnð Domini DCCCXC II'. Indi- Sigon. de a;one X J1. Alina 1711. Regl1Í D,mni A,.lIll/fi fermijJìmj Regis in Francia, Regn. 1lal. & . . 1 l . P ' A ft P ' . (C) Puricel- . In MIa nmo..n IJm 'ticentlte . liu, Monu- Vedemmo anche dl Copra, che i Marche6 di To(cana e d' alrre minI. Eccl. parti veonero a trovar-e ArnolJa, per riconorcere da lui i 101"0 Gover. AmbrøþA/f. ni e Feudi, (' ehe:t lui, e non a Bereng'u'io, giurarono fedtltà. Ma non 1afcia d'dfere ilrano, il "'ederc chiamaw in (rali:t Amolfo da Bel'engario in aiuto fuo, e Berengario al pari dl Guido Augufio depreOì.) da que- no Re. Potrebbdi quÌ fofpettare, che non fo{fe una t7ana diceria, quan- (f) D h RnJul. to latèiò ferino il Dandolo (f),. eon dirt': ( ) Arnulfus ;nt,.avit lta- In C ronl" I . B . R 'A /; Ii r: . . (j - [t .r. l ' & r.m. Xli. lam, rengllrlUm egem cePIt, .am ro tUm A'J11Jt m III ft,.ca tJjpem it, Rer. llali,. Italia fe fibi fubdidit, & per ,Monlftm ]ovis in Gal/ictm ,'Miit. Non pare improbabile, che qucLto amblzio'o e ft:rðce Principe, allor- che .ide Ia Fortuna sì favorevolc all' armi fue in Itati:}, fi bdfa/Te del Re Berengario, e gh mcnelfe anchc Ie m'lOi aJdotr.J per af1ieu- rarlène: il che Farro forzatre i Principi in Pavia a confenrir nella fua elezlont' in Re d' Iralia. Tmtavia a me non fi puo perfuadere queflo tltolo di Re d' Iralia, atrunto da Arnolfo, da che, per qU.1Oro abbiam vc:duro di fÎ.Jpra, nd Diploma data in 1 \7 rea XV. Kalendas l faii dell' Anno prefente, egli non nomina gJi ^ nni del Regno d' I tall a . N è (II';) 1'11:.. The- pur nc fa mW2.ionc in un' alrro rifcrito dal Padre Pe:-z (g), e dato J f. Jallr. .4.ne,- JdMS Mt4ii AJI1IO Domini DCCCXCV. IndiEliont! XUl. Ånno veto I'll. ;, 07:i.l. (0 pUle rill.) Regni Ar1W!fi piiffimi Regis. Aéìllm Dripura. Sim l- ag. H. meme un' ,1ltro da IDI: prodo[{o altrove tb) ha quetle N 0[,:: Delt Ra- th) .A 71liq... lendarum Dlcmtbrium die, Anno InCßrnatiowis Domini DCCC XCI': lndi- IIIdl'. D,[- {lifJn( XIll. Anno R gl1i ArllOlft .Regis 1711/. AðuI/I Papìæ. Refia pt"r- flrl. 3+ . CIÒ ( ) Arnolf(J 111trð m lt lia, p tft il Rf. B ,.eng.r o" Jmpic_c i' r;ollt Al!l- bl {igi" t ft gli Jigg tt(J l'llalzlJ, e pc,. Ii 1tIfl1'IIç II, G/O'õ/e Tlforl1(f 111 I f4;I(I(I. ANN A LID' [ T ^ L I A . 19 t ciò d:t cercarc; perchè in que' Diplomi, e non in ueO:i, 6 v gg:lI1o ERA VoJ . annoverati gli Anni del Regno 13' I ralia. E tanto piu rarrà diflicile a ANNO 894. crederfi qudlQ fann d' Arno\fo, rerc.h troviam Berengario, che nd Dicembre dc\lo fieno prefenre Anno è Padrone di Milano, e quivi clèrcita l' autO! ità Rcgale, ficçome cofia da un Privilc:gio ruo pd Moniflcro .\mhrDlimo, rif.:riw dal Puricelli can quef1e Note: D.JtiJ IF'. Nfmas DeCf'1l1byJJ 4nno In&arnationis Domini DCCGXCIJ7. AmlQ 'Clero Rcgni DonMi Berengarii glo1'Íofiffimi Regis Septimu, lndiaione XUI. Aélum j fediQI(JNi. P.I\"t'va non men di que{to pumo di Storia imbro. gli.l.to l' alrrø. e in tempore Formo/us Papll rrligirifiJlìnllu a RD- I!"antl. Rift. manis 'lJehementer affliEl"' nt'tr. Suppone egli ciò f:1tto? dappoichè, fie- ,, . I. c.8. come vedremo, il Re Arnolfo fu aRoma) cola chlamato dal P"'pa j ma non è inverifimile, che quefia pc:rfecuzion cominciafre molto pri- ma. Se un Diploma di Arnolfo, da me: accennato all' Anno preceden- te, è Jeginimo, e niuna fcarrezione y' ha, qudto Principe nel dj pri- mo di Dicrmbre era in Pavia. Ma quì è da a[colt re Errnanno Con- (c) 1I",n4n- tratto (c), che così fcrive d' Arnolfo .11" Anno pretente: (z.) Per Epi- 11111 'ntrll- ftolas a Formofo Papa rogatus, Jla/iam peliil; B 1"81JglJriu1tJ'lue perttrr;- :/n c;r tum, aM deditionøm 'Vtnienlem Regnumque peY"VaJlm: Itllfj reddtnttm, fu- flifi;:m. A fiepit; & il'Rltfredo, Ma,f!.i"freJoque ComilióNs Italiam cis Pildum diftri- huit; & omnia 'Vafta1ldo, di'ViJifrJue ad jitpfYU1n & inførllm Marø copi;s, tt-au - (I) IIffermando J' /I'Ve" COli eJfo sJ grande u,,;øl1e Ji pa,ø t Jileziolll, chI già non poteano Jifunirfi [rs J01'O per qualu1Ifjue per'lJerfità.. (z.) PrrgatD per JetteYl J{j Paptl Formofo Ii portò ill lta/ia; ed accolft Be- ,.ellgm-io (pllvcntato che fi arrmde'lJa, e rcfiitui'lJa l"invajò Rt'y,nfJ d' I- tn/ia; ed a Gualfredo, e ftlaginfredo Conli diJlribul J' lJalia IIi '1uà da/ Pè; ø de'Vafla1Jdo il tutto, , øli'Vift Ie milizi, pre(lò il 1t1cz,.ø Adriatic, I crirreIW) egli palfam/D a'Wnti ce/e;t-ò i/ S:l.n/iJ .Natale in Luua. ANN A LID' I TAL I A. 19, tr.nfiem ipfe Nata/em Dom ni Luc celebra'iJit: .Adunque .-\rno)f folen- nizzò il lanto N aule nOI1 In Luna, ma bensl In Lucca, dove 11 f\Jar- chclè: Adalbcno I I. dovcrre accoglierlo. E di quì chiarJmenre appa- rifce che Berenuario fu abbartuto da Amolfo, 11 quale atfJtto 10 Ipo- gliò'di 8tatÌ, pc chè tlied , il Ducato, del Fnuli ,a GlIaifredo, e ,qudl di Milano a M"lginfredo. F malmenre da avvcrtlrc, che nel dJ 4. dl MaggIO l' Imperador Lambeno Ii truova In poHì:/To dJ Pavia, ciò ap- parendo di un fuo I?ip)oma, indubita o, da c ivi dato alla lu'ce (.), In cui fd una Donazlonc all Imperadrue Angeltrloda Cua Madre: Ano b.ilbnre a far conofcere fugget[O a molti dubbJ il Diploma fuddcno fpename al prImo dl di Dlcembrc dell' ^nno precedence, dove .-\r- oolfo companfce Padron di Pavia. E 11 & Volg. ANNO f:9S. (a) .Antiqui- tat. ludic. iJJert, 41. pag. 739. Anno di CRISTO DCCCXCVI. Indizione XIV. di BON I F A Z 10 VI. Papa I. di S T E FAN 0 VI. Papa I. di LAMBERTO Irnperadore r. c 3" di A R N 0 L F 0 Imperadore I. di B ERE N GAR loRe d' Italia 9" M Entre iJ Re .drnolfo col fuo c:Cercito fvernava in Tofcana, abbia- mo da g li Annali di Fulda prc/To il Frct:ro ( ), che Ii f p arCe (b) .Ann.l" , Fuldmlel voce, ßerengarium NCþotem ejus (cioè B-:n:ngario pm toao Zio che Frtheri. N ipote fuo) a fide/ttate It", d feciJlè, & in ltaJiam jam per hoc rever- fum cffi. Ada/pertum ",'jdeJicet M rchjonem luftilC mutllis e"tlJtptiis Be- ,.engarii, ne IlJÙJuo modfl ad Regis Fide,itatem Ï1tfetu/-:ret. Maoca quì qual- che parola: [Un.1Vla Ú comprendc, avere Arnulfo avl1to [emoTe, che .Adalberto If. Duca c March..:Ce di Tofcana, e aI, Re Berengario ma- ncggia/Tero {otc' acqua una ribc:llione contra di lui: il che conturhò non poco I' efcrcito lùo, e lui. N è er.\ (<:nz.1 fondamenrü tal t:1ma. Jl vcdcre, che Amolfo due vohe era calilto in h.tlia, non per aiuta- re, come fi crcdev , alcuni de' I:'riocipi in efT" domlOami, ma per fog- giogarli tutti, non petea piaccrc nè pure a i PrlOci pi comcndemi rra 101'0. Oalle parole ant:ora (uJdcuc, potrt:bbe nafcer dubblO, che I' am- biz.io(o c barbaro .-\rnolfo {otto qualchc pretelto avclTe conhllato 111 Germ mia il Re B<.:rengario; e ch' cgli, come Ie la vld.: bella, fc nc tornò in Italia, con JuG poi a Llngnere legA col Duca dl Tofcana, mal fo ldisf...tto anch' <:fro del procedcre d' A rnolfo. Ma nd Bullario CalÌnenfe v' ha un Cuo Diploma, dato 17. Nonas l lartii, .Anno Doni- nù In(arnationis DCCC.xCPl. Domni 'Un'o Berengarii RegIS IX. Aélum Yenmæ. ello ci fa vcdere, 0 ch' egii non era partlto da V crona, o v' era ritornato, c:d dcrciu.va l' autornà Regale. 10 queib ambigui- ß b 2. tà di EllA VO\g. As NO 896. (a) L;ul- 1 r1f1rd . /;/ífl. t 1. cap. 8. (b) RIJ'gin, in ChronICO . (c) Camp; ]ft,r. pia- e"". T. I. App,nd. 19 6 ANN A LID' I TAL 1 A tà d pen6eri prefe rnolfo,la rifoluzion d} pafrare a Roma, per pre"- derv! la C ron:l dell.'ml?erlo, f1gUlandoh, hc farto qudto paffo, gli farebbe pm age vole II dlffipar chmnquc fi lcopritJe contrario a' fuoi voleri. Per ittrade catrive, e con gr.1n perdita dl cavalli arrivò cnlà. Ma in Roma ancora tro\'Ò qllello, che non fi afpettava. AgeltruJa Ve- dOV3 del dcfunto lmperddor Guido, Donna di vinl coraggio, per to- ilencre i dirirti dell' >\ugutto LamberlO (uo Figliuolo, avea prcvenuro l' arrivo d'dTo Amolfo, e con buon ncrbo di genre entrara in Roma, s' era accinta alla difc:fa non men di quella gran Città, che della Città Leonina. Parve irrifoluro Arnolfo alia vifta di qucfio in.\fpett:1to otb.- colo; ma veggendo irritate Ie lue fquadre da qualche \'illania lor dcua da i Romani, che guardwano Ie mura, e tutte avide di cornbanimen- to, dlede l' ordine per un generale alTalto. Liutprando narr;! un avvc- nimento (a), che ha tuna la ciera d' una favola. Cioè, che fcappan- do una Ie pre verfo la Cmà, accompagnara dalle gnda granJi dell' efer- cito d' Arnolfo, cadde il cuore per terra a i difenCori di Roma: del che accortifi i foldari di Arnolfo, diedero I' aíTairo alia Cinà Leonina, c la prefero. Per queílo' aocbe i Rom1.l1i cap,[ohrot1:J la refa di Ro- rna. Certo è, che Roma venne PCI' for1.a aUe m.mi d' Arnolfo, e che Papa Formoft, perÎegui[ato, e forfe imprigionato d.t1la fazione di Ser- gio, unita coli' Augutla L\gel[ruJa, fu rimdTo in libenà. Conccrrata dipoi la Coronuione Imperiale, muo il Senaw Romano colla Scuola de' Greci, e colle bandiere e Croci andò a ricevere Arnolfo a Ponte Molle, e fra gl'Inni e Canrici facri il conduße alia B.1filica V Luicana, nelle cui fcalina[e fi trovò Papa Formofo, che con amore paterno I' ac- colfe, cd introdottolo nel facro TemplO, quivi if creo ed unfe Impe- radore A.u ullo, con porgli in capo }' Imperial Corona. 001 I} a po- chi dì Arnolfo, dopo RVer dati molti ordlOi pel governo della Ctttà, e per la ficurezza del ')mefice, fece raUn:lre in S..n Paolo il Popolo Romano 1 e da effi ricevene il giUl amemo di fedeltà fecondo il rito antico. Tale fu quel giuramemo: ]uro per hLC OmllÙJ Dei my{leria, ftlod la/vo hon,re & lege mea, .'qtle fide/itate Domni For11l0fi Papæ, Fi- lie/is Jum & ero omnibus diebus vitL meL Arnolfo Imperatori, & num- tjtlam me ad iIlius in..fidelitatem cum a/if-uo hominc fòciabo. Et Lampert' filiQ Agildrudæ (adunque era mancato di vita Guilo Augufio fuo Pa- dre, nè 6 trovò in q'.Jefio fconvolgimento di cofe, come vUGIIle il Pa- negirifia Berengario e Liutprando) (9' ipji iWatri JUL ad Sæcu/arem hono- rem num1uam adjulDrium pr.ebebD. Et hane Civilalem Romar.. ipfi Lam- herlo & l'.JtJlri ejus Agi/drud , & eorum hominibus per a/iquod ingeniuf1l, aul ilrgume;ztum lion Iradsm. S' era AgeltruJa, per attettato tii Regi- none lb), fegretamente ririrata da Ruma, a\lorchè furono per entrar- vi Ie mlliLie d' Arnolfo. Preffo il Campi (,) fi veggono due Dlplomi conceduti dal novella I mpendore Amolfo in favor dc:l Monifiero deUe Monachc di San Siao di Piacenza. E' dato il primo J711. Kalend.s }.!aii, AmIo }ncart1ationis Domj1Jj DCCCXCJ7/. india. XlV .Anno Imperii ejus Primo. Aélilm R01lJL. L' altro til ditto a richictla di Papa For- ^ N N ALl D' I TAL 1 A. '97 Formofo Kalendis Maii colle fieffe Note. Anche I' Ughelli (a) rap- EII.A Vol . porta un' ahro Diploma d' A rnol fa , can cui conferma i Cuoi dirirrÎ al J\NNO 896. MOnlllero di San Salvatore di Moore Amiatc. Ivi Con quefie Note: a) I U g ;,Il. Signum Domn; 1rnu/ph; in-viéliJlìmi Imperatoris AUf,lIfti. Data II'. Ka- ';ollm'. 17r. Jendas Martii die, Anno Incarnatio1lis Do,nini DCCCXCJ'I. InJié!ion ill EÞif' Þ. XIV. dnno RegNi Arnulphi Regis in Francia Nono, in Ifa/ia 7"ert.o. Cluji1J. .Aélum R(Jmæ. Lafcerò io confiderarc a i Letrori, perchè queflo Di- ploma fia dato da Arnolfo, già dichiarato I mperadore, ferna poi far menzione in e(fo den' Amlo Primo dell' Imperio; e fe fia da credere 7 ch' egli fo(fe dichiararo ImjJerador de'Romani prima del dì 1.7. di Feb- braio di queU' Anno, che fu BiOèfiile. Noi abbiamo apprefo da i fuddetti due ficuri documeori del Moniflero Piacenrino, che Arnolfo en in Roma nc::l dì primo di Maggio; e gli Annali Freeriani (b) ci Çb) I.h'lillo fan fapere, che (I) ipfe XV. tandem Jie, poß'luam 'Venerat, ab Urbe I1JCI",IIU'. digrellús eft. Adunque non potè il Diploma Amiatino effere dato nel Fcbbraio. ForCe in vcce di Martii fi a rà da leggcre frf ii. 11 Padre Papebrochio e il Padre Pagi, chc fond.uono rù qucfto Documenro al- clIni 101'0 raziocinj, cenamentc non fofarono il piè ficuro. Dopo Ie funzioni fuddene Arnolfo fece prendere Cofiantino e Stefano, due de' principali Baroni di Roma, come rei di lefa maefià, per avere in- trodotta in Roma l'lmperadrice Agc::1nuda, e legati feco Ii conduíre in Ba\'iera. (1.) Urbem 'Verø ad [uas manlls cuflodiendllm Faro/do cuidam Va./fallo con,eJlìt. Erafi ririrata 1'1 mperadrice Vedova Ageltrutfa nella Cirrà di Spo- l ri. Mo(fe a quella volta Amolfo con penGero di coglierla 0 di fcac- clula di là. Ma fopravenm3uli una grave infermità di capo (Regino- ne Ie dà il nome di Paraljfi,l ') in vece di accudire a quefia imprefa, ebbe da penfare a fcappar d' Itaiia, dove non fi fidava più di fermarfi per gli rami nemici, ch' egli :weva, 0 fi era Farro colle fue crudc::ltà, ceo' Cuoi ambiziofi difegni. Però con isforzate rnarcie il pib tofto che .potè prima del fine di Maggio, fi ritirò per la via di Trento iR' avlera, feco conducendo la pericolofa malattia, oode era fiaro a{fa- , lito. Secondochè lafciò fcritto Limprand& (c), fu attribuito queUo (c) "t- fuo "!alore alla fagacid della furldetta Augufia Ageltruda, aíTediata 1 ". 9. da cOo Arnolfo nd Cafiello di Fermo, perchè Ie riufd di guadagnar coil' oro un dometlico del medctimo Arnolfo, e di fargli dare un fon- nifero, che gli fconcerrò la tefta, e la fanit à in mani"ra, che non fi iebbe mai più. Ma qud1:a è vcritìmilmente una dicena, divulgata fra 11 Po polo , che troppo inclina a credere fopranmturali, 0 effetti dell' umana malizia, alcuni mali, maßimamemc dc' gran Signori. Altre coCe Cog- (I) egli jinalmenle it decimotjuint, giorno da cbe era 'Venuto, fi pan} di Roml/.. (1.) Roma poi con,effi all'immediata tll/lodia Ji un art, Va./fallo Farold(J. 198 ANN A LID' I TAL I A. Ell." Vol . foggmgne dipoi Liurprando, cioè che Guidø Re (quefii era rmpera- ANNO 96. dore t: mono molto prlm.1) prde ad mh:gUlre il qualì fugirivo :\ mol- fa. ,E ch' cOo Amolto, glUnto che fu a Mome ß,udone (ul Parmi- giano, dcrermino di cav.u gli occhi a B.:rengario, per tenere: più fi- (;uramente del 11 mnanzi l' Itaha. l\1a avvertÏtone Berengario del un' Amico tuo Corriglano, fe ne fcappo frcttololàmeme a Verona: dopo dl che tutti gl' ltaliani commciarono a [prczzare Amalfo. Parimeme l'acconra Liurprando, che giunro cOo Arnolfo a Pavia, e ti.'egliarafa una Ië:dlzione del Popolo, iu farta tanra Ii rage della di lui genre, c..he n' crano plene Ie cloache tmte di quella Ciua. E perciocchè Arnolfo non potea p ßàr per Verona, marcio pel PlemrJme ad I vr("a, Ciuà governJ.ta da An(chario il,1archeft, uomo rimidißimo, che s' cu dianz, nbdlaro. Giuro aHora Arnolfo di non parudi prima di 10[[0 a quclla Città, [e non avcva nelle mani An[cario. Ma i Clttadmi, f.uto u(cir dl Cmà Anfcario, per poter veridicameme giurare, ch' egli era fug- giro, ottenncro da Arnolfo di refiarc in pace. Finalmenre dice Liur- prelndo, che Amolfo pel Mongivì, e per la Savoia pafsò a i proprj padì. Tuue immaginazioni e tradi7.Ìoni fdlfe, perchè il Conrinuatore de gli Annali di Fulda, Amore conremporaneo, e pero PIÙ degno dl kde attetta, ficcomt: abbiam vc:duto, che Amolfo da Spolcti a di- rittura venne a Tremo, cd ufd d' ltalia, prima che forre fpiraro it Mete di Maggio. In fomma la Sroria di quefii tempi fa truova arrai malrrattara da i più anrichi Scrirtori. Fall" dl molro anche la Cronic.. a) Reli , di Reginone (.r), che [orro quefi' Anno ci vuol far credere accadura ",Ch"m". la monc di Lamberto Imperadore, c l'enrrata in Iralla di Ltldl)'Oico Fi- gliuqlo di Btlftne Re di Provenza. Chiaramcnrc vcdremo la fa1tìrà di tali raccomi nè è da credere, che vengano da RcganonG. Le \limo io glUote, JICurÙln:ltolmcnre f.ute alia J. lui Cronica, quanrunque it (b) Mabill. P;iürc Mabillone (b) cd a1tri, Ie prenddft:ro per bU'lOa moncta. La- .Anna . .Be. fclO Amolfo, pnma d'abbandonare 1'ltalia Ct), Rata/do fuo Figliuolo '''t' m. ballardo al governo di Milano, credendo in ral guila di tenere in ub- nn::c. blJlenza il Popolo d' Irel\ia. Mol gl' ltaliani alzarono il CdpO, e Raroldo (c) Annal,s fu cothcrro a torn,1I fcnc pel Lago di Como in Gcrmania. Lamberto Fulden[es lmperadore, per quanto fi può iCorgcre, non fu pigro ad accorrerc in ."dml. qut:1te pam, e a nplgliare II po(feßo di MII.100 e dt Pavia col rima- neore ddla Lomb.lrdia. i\laginfredo, 0 fia i\lagnifrcdfl, Conte di Mila- no, ed ancht: Marcht:Cc deUa M.1rca di Milano, come fi può dedurre (d) Hermim- da Ermannno Contratto (d) dall" :\nno 89f. perchè avea (enuto forte s c n t t,ra- P el P umo dd Re Arnoltà , eb -= d' ordlOe dl Lamberto ra g liara la nUS tal løn. , d . canif. telb; e ad un Cuo Figliuoh, t:' ad un Cuo Genero (acco la pena 1 perdere gli occhl. V 0 io credendo, che In quetla occafione patirre dc' grand, atf.mni la Cinà di Milano, pcrchè a' tempi d. Landolfo Senio- re, Stonco di Milano (e) del Secolo Undc:cimo, durava la tradizlo- (e) Lan;/ul- oe, cbe un Lamberto Re d' lraiJa avea farro un' afpro tratramenro ..I:a ph,!s S,nior Cinà di Milano con averl" aßcdiara, e prcfa con inganno, dove pOI Jiijl. TO/V. tècc un' orrida Lir gc de' Ciuadim, dlLlru/fc i P",lagl, Ie Torri, c I' al- lter. It a ". trt: ANN A L J D' I TAL J A. 199 Ire belle fabbl'iche, e fortificazioni di quelh nobil Città. Pil:no di Eu VoJg. f.\Vole e d' anacl'onifmi è quell:o racconto di Landolfo, copiaro poi da AIiNO 89 6 . Gllvano FIJ.mml (a) perchè fuppone vlvuro qud1:o Re Lam}erto circa () Fl _ I' ,o\nno f7o. e prima che i Longobardi calalfero in haha: SbJglio ,:" M:::i- inefcufabi\e, e teL1:imonio della fomma ignoranza di que' Secoli, pl:r- pul. Flor. chè [ol.tmente circa cento oUanta anni dappoi fiorì qud1:o Landolfo. Tom. x . Dice egli ancora, che Ilduino era allora Duca di Milano, e che Lam- ". ItalIc. bl:rto fu puì ucci(o all... caccia in un bofco con una Spina da Azzo Figliuolo di qudlo Ilduino. Tuttavia chiara cofa è, ch' egli intende di parlare dell' I mperador Lamberto, ficcome apparirà dalla maniera della fua mane. E però dalle fue popolari fole abb3Uanza traluce, (:h'dro Lamberto dovette maltratrare non poco la Città di Milano a cagion di fu.\ ribellione. Ordinari3mente non fon fenza qualche fon- daml:mo fimili tradizioni de' Popoli. Anche il Re Bertngario dal canto fuo (giacchè venne in qud1:i tempi a mancar di vita Gualfred, DUCIe e Marchc:fe del Friuli che ribdlarofi a lui s' era duo ad A 1'Oolfo) ri- tornò in po(JHro di Veron3 e del Ducaro dd Friuli, con ifil:ndere II fuo dominio fino all' Adda: con che fi può credere, che Brefcia ancora e Bergamo venilfero aUa di lui ubbidienza. Ho io pubblica.- , . to (b) un fuo Diploma dato p,.idie Kalmdas Decembris, Allno IilcaTna- (b) .Alft'{"'- tionis D011lÏ1,i noflr; 'Jeßt Chri(/i DCCCXCVI. Regn; 'Vero Do",n; Be- fffi::.A i. nngari; SereniJlimi Regis f/ III. per lndiflionem XV Allum Corte Aquis. V t"demmo di fopra all' ,.\ nno 881. un Di ploma di Carlo il GrofT'o, fcrino Aquis Paltltio. Non so fc: abbia che fare con queíb C,rte A- 'luis, la qual feQza fJllo non può dTere Aiqui Cirrà del Monferraro, perchè fin là non fi fiendeva la giurisdizione di Berengario. I difgufii dari d.t i Romani a Papa FormoJò, prim.t che giugndTe a Rom. Arnolfo, ed accrcfciuti a difmtfura, dappoichè egli fe ne fu partito, il fecero finalmcme foccombere al pefo de gli aff:mni, fe pu- l o e non iotervennero mczzi anche più viotemi per rroncare il corfo di {U:1 vira, perch'l:gli I:ra incnrfo naIl' odio non folament della maggior parte!:h qud Popolo, ma anche di Lamberto lmperadvre, contra del quale aVeV;f efro Ponretice alzato al trono I rMperiale il Germanico Re- Arnolfo. II Cardinal Baronio (c) dopo Onofrio Panvmio, ddfcrì la (c) -.""". marte di queflo Papa fino al Decembre dell' anno preteme, fondaro nr. }- full' åfrerzione di Adamo Bremenfl: che fcrivea circa I' anoo 1080. la Eccl'J. . fua Sroria. Ma il P.ldre Pagi (d) con addurre due Bolle di Papa Ste- Çd) P $'US fano J7 I. fuo fucccßore, date nell' Agoflo e Seuembre di qudl:' an'1O, c:.; l. ha moftrata l' infnffiUenza di tale opinione. Quel che è più il Comi- BAron. nuatore dl: gli Annali di Fu!da (e) pubblic3rj d.11 Freao, Amore, per lC] .Ann"lu quanto pare, conremporaneo, fcrive maocato di viu qudlo PO>1refice u.lt'''!1S die S nElæ Pafchæ. EJ Ermanna Contratlo (f) anch'rgh fcrivc, chc [fr ;;:;;'a... Fqrm,fus Pap..l di.e Pafthæ obiit. M.l nè pur qlletto íì puo credere, quJ.- "':$ ContrA- lora fuffiLtano i due Dlplomi, dari dJ. Arnolt() ImperaJJrc in Roma ful El'ls ; fine d' .-\ pril<.", e nel dì primo di bg io pel Monil1ero di S.m SinO, c;r/IlUC o . che fi lùno aCCel\llati dL fopra. Nfl JI -f.. di Aprile caJde 101 Palqua fit CìllfI- nell' 2.00 ANN A LID' I TAL I A. I!. tI. A Voig. nell' anno prcfente. CcmfcfT"ando il meddìmo Annalilla Fn:eriano, che ANNO 89(). Arnolfo non íì fcrmò in Roma più di quindici dì, ed cf1èndo cgli na- to fenz1 dubbio coron:lto Impe,radore da Papa Formofo, per neceffità non dovette accader la fua rnoc[c nel di di Pafqu.t. Lo Storico fud- detro Freeriano ne fa mcnzione folamente, dappoichè Arnolfo fu ritor- nato in Garnania. Può e{fere, che un dì iì icuopra qualche Oocu- ml:!1to, onde vcng afT"ai lume per decidere quefio pumo. Intanto è cato, che a Papa Formofo dopa ere giorni di Scde vacante, fucce. dette BonifaÚ. PI. Pontdice dì mero, perchè non PIÙ che quindici giorni durò il fuo Pontificato. La podagra qudh tit, chI: il POrtò all" aluo Mondo, fecøndo gli Ann li Freeri.mi fuddc:ui; nè fu già caccia- to dalla fedia, comc pretende Ii Cardmal Barol1lu, tuttachè Vl:ral!:1en- te Giovanni J X. Papa nel Concilio Romano deIl' anno 898. riprovai:' fe la di lui dezione. Si veRne perramo ad elc:ggere un nuovo Papa, c qudli fu Steþmo PI. di fazionl: comraria al dàunto Papa F ormo{o . Sulle prime mofirò egli di approvare I' operato da lui ndla perfona d'Arnolfo, con riconl)(èere anch'egli per Imperadore, come coilada una fua Bolla citata dOll Padrl: Pagi, e data nd dl z. . d' ARoito dell' anno prefente, imperllnte Domno pJiJlìmo Augufto AnnÛfo, a Deo corona- tÐ J\lagno Imperatore, Anno Primo. NJa da 1i a poco, 0 pl:rchè follè cacciato dl Roma il Mimltro latciatovi d Amolfo, 0 per gli potenti mancggi di Lambcrro l\ugul1o, e per l'mc1mazione dello itc:f1ò Papa, riconobbe I:gli Lambnto per legimmo J rnperadore. Un' altra fua B I- ]a rapportata dal Padre Dachery (a), fi vl:de fcrina fono l'lndiziøne XP. commciata nel Settembrl: di <}uelt'anno, imperanle Domrw 1I0)ro Ltln&berto piiffimo .Auguflo, a Deo coroniJto J.\lag1Jo lmperatore. Otto melÌ poi dopo l' aHul1zionc fua ani\"o '1uctto Pomc.:fìce ad un I:ccelfo, che rendera iì:mpre dttefiablle la memoria IÌJa nella Chidà di Oio; per- ch' egli fa([o djß()[[crrare il cad.lVero di Papa F.()rm,fi, e con una rid i- cola funzlone degr4Jarolo -in un Concillo n n allillito dallo Spirito Santo, ]0 fecI: gittar nel Teverc, e dichiarò nlJlie lucte Ie rue ordi- na1.Ìom, e in pnmQ luogo quella dello tie/to FOIlTIO(O. Imomo a ciò è da vedere la Staria Ecclefialbca, c la difelå di Formolo ne gh Opu- fcoli di AUlìlio, il quak ci ha conlÚvaca unOl notizia fra l'altre; clOè, chc 111 un Concilio tcnuto in Ravenn.t, dovl: intervennero quali tutti i Vefcovi d' Italia, I:ra !tata riconolèiura legiuima ed approvata 1'1)r- dinazione di Formoio, ancorchè '-gli dOli Vefcovaro di Porto foa-l: p:lf- fato alia Cattcdr.1 di Soln Piecro. t\ epanienl: a quell' anno la murazio- ne kgui:a ael Principato di Benevento, raccomau dall' Anonirnt) Sa- (b) .A"ø7J'j- Il:rnitano (b), da Leone Ollienfc (c), e da alrre Cronlchcne prl:lfo Ca- mus S4l,r- rnillo Pelkgrino. Non pOleVan!) riù tòfferire i ßc:ncventani I' orgoglili- 71;""8' fo govcrno de' Greci, dominami nella loro Ciuà. Comunicaron0 d1ì r ' l : i lor dcfiderj a Guaim"u io 1. Prll1CI pe di Salerno; e quelli a Guido DM- (c) L ca e Marchde di Sro1eti. Pollso all' afT"edio di d1à Ciuà \0 ilcfT"o Gui- oJ1ienfÌl do con un copiofo I:fcrcito, I: per moho tempo la it rin(e. V I:ggenJofi L,6.1. '.49. a mal paltito Gzor:io Palrh;o quivi Goverl1atore per L une J npe , (lfr d( , Grc- (a) D4ch,r'j s,;,;l'g. 'I,m. Ill. ^ N N ALl >>' I TAL 1 A. 201 de' Grcci, incitò i Cittadin. alla difefa. Altro Don cercavano effi; e pl:rò prefe I' armi tanto i Greci, che i Bl:nevcmani, uCcirono di Cil- tà, per dare addoffo a i nemici; ma fecondo il concerto fatto quei di Benevento fi diedero alla fuga, ritornando oelIa Citt:.ì., e feco tralfero nella mifchia Ie genti di Spokti. Giorgio Pauizio, fe volle falvar la vita, pagò cinque mila foldi d' oro, e fu lalèiato and are . Refiò in po- rae di Guido Duca quella Cieri col fuo Principato. Ma chi è quetto Guido? Lo fiello Anonimo Salernitano il credctte qud medehmo Gui- do, che abbiam vduto Re d'iulia ed Imperadore, con ifcri\'cre, ch" I:gli tcnne pl:r "" m1nD I: lefi nove qud Principato, c che portato{i in occafion delIa morte di Carlo il Groffo Augullo, (*) adeptllS rft Xc- ga/em dignítatem. Be e'VeNtüm nam(jlle ImperatlÙ R.acheÙt':Ida 1iomi-Jt (A- gelrruda vuol dire) '"tgendum fuftepit, & pr no l ) . neg. Bm"r. Lamberto AUgNflo, e Berengario Re in un Cf'ngrcuo tenuto to , aVla P. I. T. 11. neU' Anno precedente. Aggiugne egli appre/To, che Lambeno plU vol- Rer. It.lic. te andò cercando preteí1:i per rompcre quelh pace: il che probJ.bll- mente avvenne nell' Anno corrente. Ecco Ie fue parole: (c) "';qll. Italic_ Dif (erl. 19- taK. 97. o Juvenile "UUS, fi mens non læva fu f!èl! S.epe datas 'Vo/uit pads ,.efcindere dejlras Fraudihus im:entis. Sed eHi", ,.4tione /ågaci Deprehendis Pater alme (Berengario) dolos, ac mUf'mura temnis. ('he c{fo Bercngario fi rrovaO"e in Ceneda neU' Anno pr fente, I' abbiamo da un fuo Diploma riferiro neile mie }\nticblta Irahane (c). Fcce in quell' Anno Stefano Pl. Papa un fine, indegno del facrofo1n- to ANN ^ LID' I T ^ L I A. 2.01' to ruo grado, ma frurto. den.' iniquità da Iui prati ata contra la me- E IlA Vol , moria di Papa Formofo In dlfonore della fama Chlefa Romana. Tal- ANNO S391. mente refiarono fiomacati i Rom.mi del facrilego firapazzo da Iui f.'\t- to del cadavcro di quel Pomcnce, il cui Elogio fi può leggere nell" Operetta aI' Aufilio, e prdTo altri Scrirtori, che [ana f a. 101'0 c n: giura, gli mifero Ie mani addotfo, e cacciatolo in una pnglone, qUi VI da lì a poco 10 il:rangolarono. Frodoardo così ne fcrive: Captus & ip/è, ftcraqtle abieElus ab áe, tenebris Carceris injièitur, 'Vinclifque inneélitur tris, Et fuffocatum crudo premit lI/riO /eto. E neW Epitaffio fJrtogli dipoi da Papa Sergi 111. e rap porta to dal Cardinal Baronio fi Iegge 10 fidTo. CUMQUE PATER I\1UL TUM CERTARET DOGMA TE SANCTO, CAPTUS, ET A SEDE PUL')US AD II\L\ FUll'. CARCERIS INTERL\ VINCLIS CONI)TRICl'US, ET IMO Sl'RANGULAl'US NERßO, EXUlT Er HOMINEM. Pretende il Padre Pagi, che a queftn Pontcfice s' abhia d1 rifë- . rire un O..creto, a noi è0r.ft"rvarn da Graziano (a), e dal Cudinal g lI Baronin rapportato aU" Anno 8 [6. e non già ad uno de gli Amecef- I. a: .3 . fori S(efani, cioè che fi nmene{fe in ui"u it dÎ\'Îeto di non confccrare il nuovo. Papa detto fcnza la licenza & approvazion dell' I m-peradore regnante. II Decreto è quefto: ß ebbe la form- na di falvarfi colla fuga. Nc.n così avvcnne al Ouca della ToCcana. Culto in una greppia, dove s' era appianato, c condorro alia prefen- z.a di Lamberto,. che gli diede folenncmente la berta, fu condorro prigione can altri a. Pavia. Gli Aurori più antichi ci defcrivono I' lm- perador Lamberto come giovane di non moho cuore, e di minore fpe- rienza. nell' Armi, e quì Liutprando eel fa conofct:rc un Marre. Con- tuttociò fi può ben credere, che Liurprando nella follanza del farto non fi fia ingannaro. Era in Pavi dfo Lamberto nel dì '1.7. di Lu- glio di quefi' Anno, ficcome co(ta da un PriviIegio da lui conceduto, . a i Canonici di Parma, e da me data alia lucl: con queft:e N orc (II): Sa) 1 "t'J'!' Fl. Kalen'as Áugufli Anno Incarnatiol1is Domini DCCCXCFIlll. (Carà /::,:'34. if- l' Anno Pilàno, cioc: fecondo I' Era \.olgare Anno 898.) Ð()mni quofjue Lamberti pii{fìmi Imperatoris PI; InJiélione I. AtlunI Papi.e Urbe' ':rid- nenfi. Dopa foli quarrro Mefi di Pontificato, per qu..nto fi crede, ) o .r- Papa Romano pafsò a miglior vira. In luogofuo fu elerro crcodoro II. ::no:. 0- . Ponrcfice, che non lenne I.. Sedia di San PIetro PIÙ di venti giorni, l'ontifiâb. IDa che meritava per Ie f..lC Virtù di tcnerla.lunghiiIìmo tempo. Di P.ll. T.I I. lui così fcrive Frodoardo (b): lI..,r. ll/d,,- Di.;. (II:) Imperocch .Ada/hert, era tanto potente,_ che Ir tutti Ji Prencipi tI' /__ I"lia, eg/i fòlo erll' cognominat() i/ Ri,,,. Ell. A Vol . AMMO 898. (a.) I.dh, c""iliDr. T,m. IX. 1.08 ANN A LID' I TAL I A.. DileElus CÜro 7'heodorus, pads amicus, Ris fenos (denos) Romana dies, qui ju,".l gub rna"s, Sobrit4S & caftus, patria bonitate refertlils, Yixil paMplribus diffufus amator & altor. Hi, Populum docuit (()lweflere 'Vincula pads i Atque Sacerdules concordi ubi junxil honore, Dum propriis revocal disjeélos fedib:u, ipft Cømplacilus rapitur, decreta fide locandus. (-) Si venne ad un' altra eleziOE e. Eldre una pane del Popolo Ser- t.io Prete, il qu",le, fe' vOß\iam credere a Limprando, era anche iì:a- to (iccome già dicemmo, eleno nell' anno 891. in concorrenz.a di Pap Formofo, e poi rifugiaw in Tofcana fotto la protczionc dl .ddalber- I() 11. Ouca. Ma più potTanza I:bbe jl partito eontrario, da cui fu non iòlamcnte eletto., 0:'\ eonfeerato .GÙ}va111Ji lX. E qud1i pOi cae- ciò in e(ilio tanto II fuddetto Sergio, quamo<41tri Romani di lui fautori : Pellitltr t/eEfus patr;a quo Se'l.ius U,.be, R01'llulid/I/IJrl'le greg/II/Z fjuidßm tradUIJlur ah(JEti. Così fel ive Frodoardo. E però fi comprende, ehe non gii nell' an no 891. feguì l' elezione e la decadcl1za di Sergio, ma bensi nell' occafion di quefia Sl:dc V,\came. Nell' Epitaffi') del fuddcrro Sergio, che arri\'ò finalmeme anch' egli ad dfcre Papa, (i Jegge, che qucfio Giovanni IX. Papa fu un ufurpatore dd Pontificato, Romuleofque g' eges diJlìpat lfe lupus. Comunque fia, toceò a Strgi, il di fotto in quefia oecaGonc , e Ie poche memoric, che retlo\no di Giovanni IX. cd daM" a eono- fcere per uomo molw faggio e pio. Siccornc I:gh er:1 ddl fazione di Papa Formofo., .cosi ebbe princip",lmente a euore di nlàrcire il di lui onore. A tal fine poco do po la confecr.1ztonc fua raunò un Concilio in Roma, dove furono fiabiIiti alcuni Capitoli, d2' quaii (i ricava non po luce, per conofcere i1 fillema di quefii tempi (a). Prima d' ogni altra (.) Diletto al Clero, edel/o pMe tr.'1'IWJte Per giomi venti gaver1fò la ChjejÏJ, E {cbrio, e (afto, e con patertJø amore, Dei poveri III ftmpre un gran foftegnø . AI Popolo inftgnò ftrigner la PaCti E i StUef'doti unì con pari ,nore j Mentre gli efuli in'C)it aile lor Sedi, Egl; è I ltø e ;,,"alzato a Sede eternll. ANN ALl D' I TAL I A. 1. 0 9 :aItra cora fu annullato il Concilio tenuto da Papa Stefano V I. contra Eft A Volg. del detunto Papa Formofo, e condennati aUe tÎ.tmme i fiJr la rnor- te dt' Padre, che il f.lvore di Lambeno, e la memoria dc' bendizj ri- cevutl, e del giuramenro prdlaw: con un batlone gli ruppe il coHo, D d z. facen- 2. 12. ANN A LID' I TAL I A . F. A VO' , f cendo p.oi correre voce, ch la caduta da cavallo gli avelTe ahbre. AP;NO E9 8 . v,aEa la J(:1. tette n:tfcf)(.\ per aicuni anni i I fano, m;\ prefeo[offi oc- caf!ol1C', In CUI 10 tleffo U( o 10 rivelÒ al Re Berengario. Anche I' Au. tore della CrnnÏca della NovaJef.'1 (e) ]afclò íèritto, che per mana del FiF'liul)lo dell' uccifo MJ..infrc-do Come tolra fu lot vita a Lamberro, m :Hn: er,tOo alia cacti a Spina Lamberti era chiamata una vnlra fa TerfJ, ch:: oggid, ha il nome di Spi1.1mberro vicina al Panaro e a S,lO Celåno, e net di (treno di :\ 1odena. Di tòpr.1 vedemmo all' an no 8 r. che l' amico :\llonaco Nnnantolal1o, da cui abbiamo ìa \'ita dl Adria- no I. Papol, pretefe così nomin Ita que! Luogo a caJIl L.H.mberti, con aver' anchc creduto alni Scrirrori, che Lamberto folTe ttata con Una Spina - tolto di vita da U go. Ma queUe fon favole, [roppo leggiermen- te nate, e che non merirano d'dTt're confùra[e. Altro non ci volev"" che qUt'Ho impenfàto accidente per far ri- forgf're Ia fort una dt'l R, B renfario. Str.1 1 10 ben può lèmbrare uno Suumcnto ci' acquifio fat(o d.l Er,m-ardo J7e(co'Vo di Piacenza df'lla me- tà dc::l1J Rocca di Bardi, [nitro CI>), B'1renfario Rege, Ilnno Regni ejus in Italia Decimo, A1enft Aug1lfle, bldiEli01lt Prima. .'\11. AgoHo dc-lI'an- no prefenre apparriene qudla Illdlzinne; e rerò pO!fLbbc dedudì di qu,ì, che foffe: prima mancato di vita I' r mperadnto fi obbligaIT'e di non m:1i pÎll tornare in Italia, per qualunque chiamara 0 iílanza, che gli fu{fe Cltt.! dd i ncmici d' e{fo Berengario, gli pcrmife d. rornarfène in- dietro fano e [alvo. Fu 111 queílacongiunrura ben' affilliro il Re Be- rengario da Adalúerto II. potenrißimo Marchele di Tofcana, dianzi gu.ICiagoaco con molti regali. Si auribuì al gagtiardo (occorfo Cuo la tàeilnà, con cui Berengario fi sbrigò da qudlo pericolofo impaccio. Ma ,ficcome vedremo, non fi può ammettere in qudl' anno la prima vcnma del Re Lodovico in Italia; e per Ie ragioni, che fi addurran- no, fi dee e{fa ritèrire all' anno fu(fcguenre. Un' altro avvenimenro di maggiore importanza pare, che s' Ú,bia da riti:rire all' anno prefeme, cjoè il primo ingreIT'o, 0 fia la prim,\ fcorreria in Italia dclla crudcl.f- fima N azione de gli Ungberi, chiam.ni anche Unni, c: Cf'uubi, da alcu- ni antichl Serittori, e nJminatam nte d.tllùJdctto Liurprando. Se non falla r Autore della Crooica di Nonamob, i cui frammcntl furano pubblicati dall' Ughelli (c), ann, DCCCXCIX. 'l:n' re UNgar; itJ lta- /iflllt de ft1enjè Augufli. IndiffiolJe I J I. Otla'Vo Kalendas Oélobris þOJX - ru,zl fe Cbrij1iani cum tis in bello ad fluvlum Brent"'/1, ubi multa mil/ia Chriflianorum interftEla funt ab tis, & alios fo,-a1g. che, úccome abbiam detro, accadJt: n.:l p..jnci pin d.:ll' alm corrente. ANNO 9 00 . Qlivi 'ono menzionati Progt!nÏlores ferMi/fi'lÌ Se.Jio,is (ora dici-1m Si- gnort!) no/It i, LIl.lovici videlIcet /mr1( !OI is. l ..ch.' u:dl:u:ore de gli antic hi telli in vecc dl Re. iJ ,\Vr-t quivi pl llo 1.lJfe1"atoris; non elfen- do pTohahile, che t.ll titolo (i de!1j: d qud Rc tanclullo, pnchè da i foli Romani P(,ntdici qudlo Ii conferi '. a, nè lì sa, cot' alcullo in quc- Hi tempi l' ufurpafìè ir. prcgiuJizio dt! bpI. In f.mi di lotto è men- [OV3to jltvencuJus Rex nofler. Pletendono que' V lfcovi atT<1rto c.llunnio- fa la \'oce Ipalla, ch'clìì avc{fcro tatt:! pace con gli Ungheri, (I) aI- -que, Itt in italiam trailþrent, pecu;1Ïam dctlilfi. Snggiungono appre{fo. (2) Q.,u:mdo '/,'ero fhmgm'os Italiar'1I iJJf'-afJè. comperimus, paciji,'are Cfm" eiJdtm SclaÚs, tcfle Deo, 1I1ultum Jeþdtra'l.l1T11us, qUt1tenus tamJiu [pa- tium darent, quamdiu Langoh"}1 dlam nobis ÙJtrart! & res Sanfli Petri de- jC1,dere, Populu111que Chrijiianum divJno adjutori() redimere /iw'et. Et nee ipfum ab eis obtÌ1zere potuim.1iS. In tine l:On un polcmro aggiugne 'l"tot- maro .Arci'Vefcovo juvavenfe, 0 fia di Sahsburgo: (3) Sed fjui. Dei gra- fia liberata efl /t,lIia, (jlialldo dtius pDuro, pecunÙmz 'l:otis transmittam. EfT'cndo m.U1cato di vita Papa Giovanni IX. a cui lì dice fcritta quc- tla Leuera, avant! il Settembre dell' Anno prcfenrc: conlt-guentemel1- te prima di quel tempo erano per la prima "olta venuu a devattar 1" Italia i fiai!lìml Unghcri. Laonde 0 nei!' anno prefeme 0 nel prece- dente s' ha da metterc il principlo di quella ornbtl ttmpdla, che per [anti anni dlpoi flagdlò e dcvafiò la mllera ltalia. 11 Conunuatore de (a) .A.".l. gli Annali pubblicati. dal Frecro (a) fotto qu.di' an_no, d quale cgli :Euldm{,s depote la penn.1, fCllve che mcntre 1 Bavareh Unit! co I BOt:mi dava- :Er,htr;. no il gualio alIa t\.lor.via, (4) A'/,'ari qui dicllntuT Ungari, tota dtvafla- tt.l I/alia (manel qllJlchc parola) ita ut occißs EpiJ'opis quamp/urimis, italici comra eus dl'pdlçre molientt!s, in uno præ/io UIZO die &ecideritJt 'Vi- ginti (I) e Ji averg/i dato denaro, I/.cciò paJ!affiro in Ita/ia. (.:.) !Z.uando poi fèpp m..().' &ht!. gli Ungh. "i er "o ent ati in /ta/ia .vemJ1to un gran dejiderlO, n e tejhmone ldalo, dl Im-g/r far pace co medejìm; Scltl'l.Ì, pu,--âJè ci deJIè,-o lait O di tempo, cbe noi poteJ!Úzo elltrare in LOlzgobardia, e difmde1e Ie foflanu dz S. Pietro, e liberare if Popolo C1ifliano coif ajulo Divino. -(3) Ala perch ptr di'Viíto favorc r ltalia è libcrata, quanto pilt prt!ßtJ po- trò, v; manderò il dWaI 0 . (4) Gli Avari detli Ulzghtri, dt!vaflata tuUa r Jt.zJia, t{j.lcbè, uccifi mol- tig; mi Vefco"J;, gl' Italiani air incontro machÍ1zando di [cacciar ï "i" ul1a foi. baltagliil, in un [oj gio1-no ne perirono 'Vcmimila. lmpproccM gl' 1- j/t!Jli ritorJïat"on() in V 11gheria pt!y la med fima vIa) pn cui crðno 'l)t!- uuti . ANN A LID' I T ^ L I A. 1. I 7 l.inti millia (numero for e troppo ingrandiw): 'pli na11t1t>i de' Langoba,.di, çolfe flragi, tncendj e rapme C1-ude/mente guafta tI tlttfO. Del/II qua!e af/a 'VJ(umza, e befliale furore forzalldoþ di refißert! glt abitatori dd pllejë ßretti in U,JO [quadrone, una m /titudine i1znJJmer.Jbile peri per cotpi dd:e faette; 11Joltiffimi 17efio'Vi e CMti Jòno trucidati. (z.) Ti-a pocN Imni poi, nÙm, ad Oriente, ed Au/l;' '.cþßendo agli Un- gberi (i1llpe1.occh a'VeailO fafta tnbutat'-ia J.'l gMte tic' Bulgari, e de' (;le i) racçolto un ejêrcito immenft fd innumerabile a.fìàliji;ono la mijera ftalza. (J) che ora con nome più dt!gno ji appeUa P apia . 2. 18 ANN A LID' I TAL I A. EJ\A Volg. parfa di qud1:e non mai più vedute genti Clraniere il Re Berengaria, AN)jO 9 00 . fpedì toO:o pre(famiffimi ordini per tuna la Lomb.udia, Tofcana, Ca- merino, e Spolc:ti, e radunò un cfercito tre volte pl copiofo di quello de gli Ungheri. Con quetle forze andò contra de' Barb.ui, i quali ac- coruli dello ivantaggio, rincularono fino all' Adda, e p.1{faronlo a nuoto colla morte di molti. I nlèguiti tëmpre ddl' cfercito Critliano, giun- fero al Fiumc Breora, dove abbi:tmo anche veduto, che I' Anonimo Nonantolano mette la battaglia funetta al Popolo Italiano. Quivi tro- vandufi aIle flrette, mandarono al Re Berengario tùpplicandolo di vo- lcrli lalciar andare in pace, con elibirli di rdhtuire tutti i prigioni, e tuna la preda, c di obbligarli di non ritornare mai PIÙ in ltalia: al qual fine gli darebbono in ofiaggio i loro Figliuoli. Non dovca fapl.fe Berengario il proverbio: .d nemico che fugge, fagli i ponti d' oro. S' oHinò egl1 in non volere dar loro quartiere, figuraudofdi tutti già fcannJ.ti, 0 prefi. Porrata queila inumana rifpoLla a gli Ungheri, Ii tra{fe aHa dlfpernione, ingredieme efficace per accrefcere il coraggio nelle zutfe. Paò rifolmi di venderc bC'n caro 1a vita loro, improvv i- famente vennero ad a(falire i Crifiiani, che dokememe attendevano a. bere e mangiare, fenza afpettadi una ule improvvifjta. Non tll quel- 10 un farto d' armi; fu un mace1l0 di chiunque non ebbe buone g.lrn- be; e a niuno li perdonò: tanto erano invipcriti que' cani. Dol 11 10- nanzi niuno de gl' Italiani ebbe più cuore di far fronte a colloro, che vittorioli fcorl(;ro dipoi per la Lomb.udid, e ful finir dell' anno íi ri- ducevano in Ungheria, per tornar pofcia nell"anno appreíla in Italia. Non potè di meno, che per qudla imprudenza, e p.er si lagrimevol perdita fatta 0 nel preCeme anno 0 nel precedc:me, non relblTe fCl'e- ditato ed avvilito il Re Berengario; e poffiolm conghietturare, chc anche da quefio finifiro di lui fuccclTo prendelTe ammo Lodovico R tli Provenza, per condurre, come io credo, la prima. volta l' "r,rm lue (a) L;ut- in I [alia. Limprando (a) fcrive, che nata qualche dl{fapore tra Bc- J.rllndus rengario, & Adalb rto 1/. A1archeft di Tofcana, quelti ad illigazlonc jij,. 1. e. 10. fpezialmente di Berta fua Moglie, donna al maggJOr fc:gno amblZlo- fil, mo(fe gli alai Principi d'lt.llia ad invirarc il íuddetto Re Lodo- vico alIa conquilta di qudto Regno. E' anche dJ credere, che n,el trattato ave(fero mano i Romani, giacchè íi oCli:r\'a, che Bt:rcngaflo non potè ottener la Corona I mpenale, e que1b poi fu si tàcilmente concedma al fuddetto Lodovico. Anchc il Panegirilta di Bere_ngarJ,o ( b ',I attefia (b), che il promorore di quelta venuta dd Re Lodovlco tu 'I .nn,n'J- r. d . T . ..1' mus Pantg. Adalberto Marchcle I olcana, con lilre: Ilertngarii lib. 4. !?2..U'lrta ;g;tur Latio vixdum tleferbuit ttflas, l1ac ratione itcrum fòlito Jublata 'I.:entmo Bd/lIa, cryrrhC1e;s fundens fera jibi/,I ab oris, Sul/iÚt./,t Rh(Jdani gentem: cui moribus auRar TetJmendus Ludovicus erat, .led flirpe le, e I.. LIS , ß1-ei/gario gencji conjUflé/UI quippe fuperba. Come A N-->-N ALl D' I TAL I A . 2. 19 Come poi qucfio Poeta parli qui di un AIJno !!(jJ"lrtfJ, ðopo ver E RA Vol . detto, che neW Anno 'lêrzo Lamberto Ausullo tcrmll10 fuJ. vita, non AN!O;O 9 0 0. fi S L b.:n com2renjc:re. Dall' anno 896. in cui fiabihrono pace inlìe- me Lambefcù e B.=rengario, fi può intenJ.:re, che cot-fao tre ann!, ncl terzo de' qu.\li) cioè nell' anno 89X. Lambcrto dicJe fine 3' fu.)i giorni. Pel quarto, in cui Lf)dovico Re dl Provenza calò in hali", p. re, ch'cgli incenda l'anno 899- e che non abbia conofciuto, 0 ab- bia confulò Ie due diverfe venute di qu fio Re m.=ntovate da Liut- prando, con dime una fola. Comunque lia, in quclt' anno è Cerra Ia dJlèdå J' et1ò Lod(wico in ltalia; e quclb h crt'do io la prima fuJ. venura. Accenna il Sigonio due Diplomi (a), dati Jal Re Ben:r.g, cunélij'que item majoâs infer-ilJ:--i(q:ie perjònd! Ordmibus laflo &c. N è perdè egli tempo p::r anJJ.rc: aRoma, dove gli doved g/.à effere nard promcHå la Coron.! e il tito10 d' Jmr r.!do- re. In un ahro fue Diploma, parirnente da me tJubblicaro (d), egli (d) lb. DiJ- comparilcc in O/o1ma pretTo a Pdvia nel dì 14. dl Ouobre JeWanno Jert. 18" prc1eme, e conta .. Anno Primo del Rxgno d' I talia . pnl' S 2.. Aveva int..imo 1:1 mone rapico ii bl10n Papa Giovalmi IX. e in luogo tÜÇ) era tl:ato tûllituico J.>apa Bel:tdello IV. Pnm.1 del dì 3 I. d' A- golto convien credere, che fegUlße l'dczione e contècrazionc dì que- 1to Por:ttdicc., da che abbiamo una fua ßolLi fp(>dita pel Ve[covð di Linne Ânl,rino, e data (e) II Kllcndas Septem!Jris An."Io Domni Bene- (e) Lab", JiEli Pelpd! Primo, Anno 11. po(l obitum LalJdeberti lmperatoris Lluò.tlßi, Co1;czlior. IndiEliMe Ill. cioè neW;\ol1o pretence. E in quetl' .\nno mcddimo Tom. IX. credette íl Padre Pagi (f), e credeva anch'io UO'1 volta, che Lodo- (n Pagiul vico avelJè conlc6uiro /11 Romel. la Corona e il Tndo Impendle; ma ad .Annal. per Ie raglOni, che addurrò, ciò aV\'t.nne fol.amente nell' Anno ap- Baron. pretTo. Reginone (g), 0 fecondo me, chi fece fenz' ordme di Crono- ( ) Rh . I - ' II ' II S . d . R r - II ' 8 g egm, ogla de e gruore a a cona I egmone, Icnve a Anno 97. a\ - Ì1tChr,mcø> vemmenu, .;be dcbbono apparrencre alP .-\l1no prdcnre. Cwc:, che inler Ludovicwn & Berengarium i1: 1tulia plurimd! co>>grejJio us Jiunt; 1lJlilta certami,zuìJz difcrimina .fibi fÑ:cedIPlf. NoviJ!Ùm Ltdovicus ßercl1g'lrid-1n In- gaf.., RfJmarn Ùlgreditur, ubi a fUI/"JrJZÐ POIJtifice CorOìllltUJ, lmpera/úr ap- petJatur. Alere m.:morie non CI rctbno per chiarire, fe VCIJrnentc in qudt' Anno fuccedeiTero tali combauimcnti fra LodO\'ico e Bcren a- rio. E quì fi ofiërvi, chc il buon Liurprando non tà mel1zionc alcuna .E c della 1. 0 ANN It. LID' I T It. L I It.. E I\. A ,"olg. rlella promozion rli Lodovic, 3l1a Oignità Imperiale, ed afTai moftrn ANNO 9 0Q . di non averne aVuta contezza: .1 che ci dee renrlere c3uti a credere totto quanto fu fcritto d3 lui de'tempi alquanto lontani lIan" età fua. l\ccadde udl' Anno pre[ente tnutazion di dominio nel Principato di (a) .An,n,- Benevento. (a) Radelchi, 0 fia Radelgifo II. PrÏ1lcil'e di quella Con- mus BtTII- trada, aff.1Í faeca eonoleere la fua femplieità e debolezza con la[ciarfi tn:;"p I govern re alIa cieca da un cerro Virialdo, uomo di mla Gemma foffe fiata pref per Moglie in quefi' Anno dal Figliuolo d.i A tenolfo, (par!:n o verifimile, che fuo Padre Atanafio fotre allt)ra VIVO) ccnverr bbe dlf- ferir la morte di quefio Vefcovo almcn fino all' Anno preknte. I. lllogo di lui certo è, che Grtgorio (Nipote [uo, [e n()n elr o ) fu ereato fb' CAT1Jþ; Duca di Napoli. Oa uno Ilrumento riferito dal Campi (-) {j \'eJe lfior.d. "'01- che in quel!:' !\nno nel dì 2.3. di Settembre per lndifljone !:2...lftzrta Do- "I/I.. .AiP' mIla Llgeltruda o/im fmperatrix Augufta fa un eamblO con !l1ai()ne Ab. bf/.te di San Vincenzo del V oItm no, acquifi:mdo una Curte e Ch'er pnlla nel Piaeentino, e ch'dfa continuav;\ ad ablt re nel Ðucato dl Spoleti . .:\ono A If If A LID' I r ALl .&. _ 1'2.1 Anno di C R 1ST 0 DCCCCI. Indizione IV. di BEN [ D E T T 0 IV. Papa 1. di L 0 D 0 V I collI. Imperadore I. di BE R EN G A I. loRe d 7 ltalia 14. N Oi diam principio al Secolo Decimo dell' Era Crifiiana, Sec?lo I Y I ' , di fe ro, pieno d" iniquità i halia per .Ia fmoder t cor zl.on A::. 9 : de coftuml non meno ne' Seeol:m, che ne gh Ecclefiaibcl: motlVI a Doi di ringraziar Dio, perchè ci abbia riferbati a i tempi prefenti, non già efenri da i vizj ed abufi; ma tt'mpi aurei in paragone di quelli. Non come preteferu il Cardinal Baronio, iI Padre Pagi, I' Eccardo, ed a1rri, fu conferita a LodO".Jicø Re di Provenza e d' J [alia la Corona Imperiale in Roma dal Ponrehl:e Btnede(to I V. nell' Anno 900. ma bensì nel Febbraio dell' Anno prefente, come avvcnì il Sigonio (..), ( ) . , e fu confermato dal Signor Saffi (b) Biblio[ecario deil' A brofian . tl R::::'IH Rapporra I' Ughelli (c), e più correttamente II Padre Tam un 01- II:d. lib. 6. rloma di queUo Principe, dato in fJvore ddla Chietå di Como a Liu- Ç!>> Sax;us tuardo ef ovo di quel1a Ci(t:Ì, e fu.o. ArcicancelJiere? !Cr. Kalmdas ::m : ad Febru{lYJI die? .anllo ,lncornatioms Do.1ltml I?CCC 1., IndlEl!one I . l111no Sig,m;unI. utem Ludovrci /argijJimi (forre g/orzofijJiml) RegIs In Ita/rll Primo. A. (C) ughcll. flum Ba/oni . Si dee fcrivcre Boloni . Un alrro ne ho io ProJottl) (d) 11..1. Saír. dclla Donazione della Cone di Guafialla fima da dfo Re al Moni- TO";; . fiero di San Sifto di PI:ICCOZd, dato Xlr. Ka'endas fèbruarH L!n:zu In- Qm: ;.o'. carnùtionis Dominic DCCCC. (quando non fi adoperi l' Anno FlOren- (d) .&nl;qu,. tino c Venezi.lno., cora che a me par difficile, fi dee fcrivere DCCCC1.) 11../;,. Dif- Indiélione Ir. anno Primo rc"nante Illud,vico gloriofiJlimo Rege in Ita/ia. 1 m . ),1. .rHlum Bolonia Civitatc. Ad nque nd di 14. di Gt:nnaio del prefente Anno era [Ut[avia LodO\'ieo in Bologna, ed ufava il folo tito\o di Re. Patsò diroi a Rom-\., dove nel Mefe di Febbraio niuna difficuhà tfovÒ ad effere innalzato al Trono J mperiale, e coronato da Papa B::NeJett. JV. Mi fì renJe verifimile, che i voti del Pontcfice e del S nato Ro- m,u?o concorreffero vo\entieri in quefio Principe, perchè Berengario per ]0 icacco ma[(o a lui dato da gli Ungheri ave:a perduto il en-dno; e Lodovico all' inconrro per I' unione del Regno di Provenza con qudlo d' I [alia veniva creduro più pofft'nte e più a[[o dell' altro a fattener queUo governo , e a difendcre gl' Italiani da gli Unghcri e da i Sara- (;cni. lJappoichè Lodovico ebbe confegui(a \' Jmperiàl Dignità, tofto fie efercitò I' aurorirà in Roma fid1å, con alzar ivi Tribunale, e de- ci cre Ie caufe di chiunque a lui ricorreva per onenere gil1ílizia. Cos} ut.wano di fare anchc gìi dJrri rreceJenti novtlli I mperadori. E' ce- ( ). F;ørrn- 1cbre in qudlo plOrofiro un Giud;caro, (he già il Fiorenrini (e) diede " II Munol'. 11 I i -. T. .. D ' L J .. P . ',1' ,{;. r b I ,MallltÍl.. a a uce, efIno ..anno .l.mperll omm UuOVICI rlmo, J.r.l.tnje .l.e . Ull- APlenJ. rll , '1.2'- ANN A I. I D' [ TAL I A. Eu. Vol!. rii, Jndiélitme f2.!,MYla, cioè neW Anno prefcnre. 11 fuo Principio è ANNO 9 01 . qudto: Dum J)om IUS L,4-!(JVÍlUS S{fre ,:Jiill H 1,'I'Jer.1tol" A l'SUfI.1S (J Re- gale dignitate Romam ad Jummilm Imperia/is mlm:riÏS apiccm per (.mfll!Jimi ìlC ler be 1tiJJìmi fum i Pontijicis & lmivcrFtlis P 'P DVMrli J1:'t1ed fli dex- leram adVelJijfrl; alque c/ m eo,/em Rfverei1t !Ji II? Patre CiJm fu1JEtjJimis Rcmanis _{eu ItJlicis Epifcopis, atque Re!:Ji /ìÚ D,lCibüs & Co niti/Jus, C - le1iStl'le PrincipibuL&L. ;'1 Palacio, quod.ej1 fU,1d.Jt'lm jU.\'lfl B /iJica bea- tiJlimi Petri Pri,1CÍpis Apo.ßollJrum, in L.llJbia m rgiore ipjÏus Palaci; pa- riter cum eodem (ummo Pontifice ÙI judiào 1 fèlÍijjet. &c. SJcchc raglOn vuole, che fi ì1tcrifca aì f\.,bbrilio dl quell' .\nno la Coron.zi.)nc Ro- mUla di quc:lto l'rmclpe In I,onu, dove era e li tutravia ncl dì 2.. dl I\hrzo, CGme rifult:! da un fuo Diploma (a), da me pubblicato, dovefi legge l'anno I. dä'Impcrio. Ch'cgll pot tî ntlovatfe JI1 Pa- via ful fine deli' Anno, apparifce cia un alrr.) luo PliVllcgio, in c:Ji concede alIa Chief.! di Como la Badia dclla Cnronat.t, .poth vicina al Fiume AdJa, quella HeIT.!, che fu Þ)nJara d1 CUOIber[(1 Re de Lon- gobardi. Ii Diploma (6) è daro 1/1/. /d,u Ð,cem!Jris ant/o ",c.,rn.11io- nis Domini DCCCCI. lndifl.one IV. IInno QUtcï/Z Regni Lud!J'Vici Screnif- Jim; 1mperatoris in It.Ûi.' Primo. Non può lulIìltere un /Jlplorr.J, che vicne acc nnato d:lIl' Ughcllt (c) come duo da ß.:rcng:Jrio Pilpi Allno DCCCCI. Sexto Idus Julii, Indiélio,le JV. 3nno e}ufdtm Regis Xlli. 1 n quell' Anno Bermgar;o non tù padronc: di [>avi,1. L' Anno XJIl. del fuo Regno corrcva nell' Anno precedenre, c a quello G dovrà rifc- rire il Diploma con COI reggere del pari I' Indizlone, fe pur non ti tratra di un Documemo apocrifo. Se la gUl:rra conrmualfe, 0 fe qu.d- che b.l.naglia fi dellè fra qucllo nuovo Jmperadore, e j] Re ß r('n- gario nell' Ann prcl nte, n<.>n fi puo ra.cc?gbere ?:.\lIe ropp (Carle memorie di que tempI. Sapplamo, ch nulCi al pnmo dl cacc-rar r al- tro fuori d' 1 ta]ia; a.a in qual' Anno precilo quelto avvemtlè., non ci è perrndro di accerrarlo. II Cardinal Baronio ti trovò alia detènzion di qudli tempi sì confu[o, che difavveduram-.:n[c inciampò in non po- chi .-\nacronilmi per volerfi fcotlare dJI Sigonlo, che qui più accu- ratameme pore:' fuo fito e difbnfc gli aV\'el1lmc:nti. AncOlchè, lìc- come abbiam deao di fopra all' Ann..> 896. :I Guc';,11t11io 1. Principe di Salerno foí1Ï= 1tata data un.! buona lezione, che dovea umiliarlo, allorchè gli furono ca vati gli occhi: pure ntornato alLt fua rdìd('nza, non ce[sò mai d'dfere fupcrbo e crudele. Tante ne fcce, che per- òuta la pazienza, il Popolo fi mife a tluzzicare GuaÌl1l1rio I l. luo Fi- gliuolo, gii Jichi.lfaro ndl" anno 893. Collega n '1 Pnncipuo d,d Pa- dre, acciocchè: egh folo a(fumelre Ii governo. Non caddt:l"o in terra qu< t1:e clortaziom . Fu prefo con buona m,micra II cieco e vnchio <-,u.ìimario, e confinato nella Chiefa di San hlljmo, focd"ta da lui fte(fo: con che il Figliuolo dol !ì innanzl fignorcggiò I )lo, e con [od- ed) Cbroni- disfc\zione del Po palo tuno. Però da i Salc:rnit.ml il primo \'ien chia- , n. .Ard. m.lto Guaimarius malll memorj , e il fecondo bM m(!morie. AbbiJ.mo . 1. 1 0. l I , . dalla Cromca Arabica Camabrigcnlc (Ii) chc .-\bul-abbolS Gcncrale dc" Voer. .a,. S ara- (1) .Antiqui- I,H. IttlIJC. DiJftrl. 19. tilt. 49. (b) Ughell. 7-om. v. ill Epifcop. Cilmt.f. (c) Id. l . in pjfco. Yerulllnf. ANN ALl D t I TAL 1 A. '2. 2. 3 S.uaceni in SiciliaC-) cæpit P(llJormum, & cædes magn,! {ujt die oEla'Uo I\A Vo, . Afen!ìs Septembris. Ma lalCia di dir quetto Amore, 1c Palermo foff"e ANNO 9 01 . aHora in manu di quakhe ribello del Re Mora 0 pur de' Cn(bani Gre- ci, i qu.lh ntJt1Jlm no non ci retia v.:iligio, che ricuperafTero qucl1a Città, da che fu per la prima volta loro tolta da i Saraceni. r n qudl' Anno ancora Atenolfo Principe di Benevento, e Signore di Capoa, prere per fuo Colkga nel Princ.ipd.[o (..) Lando fo fuo Figliuo1o. Era (a) cbr,,,i- in quefii tempi Come del Palazzo, e Conte di Milano Sigefredo, {jc CO":r. VHltNr- come appanfce da un fuo Placito (b) lenuto in Milano nella Cone ';;,e i"R: I . del Duca. Secondochè ho io dimofirato. alrrove (c), nella Corte de i Itld; .. r. Re Longobardi la principal Dignità dopo la Regale veniva confide- (b' .AlItifl.Hi- rata qudla del Come del Palazzo, appdlato anche facro Palazzo, per- i/'.tlC. chè a lui in ultiI?a in nz Ii ri c ivano' tune Ie a fe del Regno, ';/ ;/J.. ftendendofi perclo l:a dl Jm auttmta anche nella Cma delle M,,uche (c) Ibidem del Friuli, dclla Tofcana,e di Spolcti, ma non già a1 Ðucato di Be- Diffirt. 1. ncvemo. Anno di C R 1ST 0 DCCCC I I. Indizione v. di BENEDETTO IV. Papa 3. di L 0 DO V I collI. Imperadore 2. di B E R F N GAR loRe d' !tali;} I 5. D A un Diploma (å} eGnente ndl' Archivio dc' Canonici di Reg. gio abblamo, chc nel dl 12.. dl Febbraio. di quell' anno Lodovi- co lmperadore f()g. iorn,wa in Pavia. Le note fan quelte:' D/lt. 11. Idus Februarii ílnnis Domini DCCCC If IndiElione V Anno. Primo 1m. perante DomflO J-liudo'Uico in It llia. AElum Papiæ. Di qui ancora ap- parilce, che 1a Coronazi,)ße Rom:ma di que!to I mper?dore davetre fuccedere dopa il dl 12.. di Febhf.<Ïo dell' anno precedenre. :\ nche il Sigonio (e) ne cita un' al[ro d' elTo Lodm'ico data' 11'. /dus 1.Ua;;, Anno Regni fui ill !ta.!i1, Secundo, Chrifli DCCCC II. ma fcnza far men- zione dell' an no dell' Imperio. E nell' Archivio Archiepilcopale dl Luc- ca v' ha unu Srrumento femro IP. Kalendas Junii, A;mo II. Imperii Ludovici, fndiElione P. Non fi può giugnere a conofcere, in qu:\le de gli anni, dappmchè LoJovlco Re di Provenza s' impadr0nì del Regno d' Italia, riufcl{fe a lui di cacciar Berengario fuori non folo di Vera. na, rol anche di [Una I' IraJia. Crt:de il Slgonio, che ciò 3v\.'enlfTe ncl precedenre a:1no. Comunque fia, pare indubit3ra COf.1, che Beren- garia ne fu cacciaro;. eà egli ritirarofi in Baviera preOò il giovane Lodo'UicQ Re di Germania, !lene quivi ad afpettar qaalche fa orevol vlcen- (d) IIJi.,m Diffin. J. I . (e) Sigo"i"s de Rtgnø It.d. Lib. 6. (.) preft Palermo, e grand, ftrage ftguì fll.li otto del mere dj Stttembtt. 2.2.4 ANN A LID' I TAL I A. J!J\" Volg. v.icel da del M n?o, per ri cqu fiare il perduto_ Regno. Se .vogliam ^NNO 9 0 %.. npotare full'opmlOne del 51 6 01110, [egUlr,ltd e hanch::ggiata dal Padre: Pagi, dal Leibruzio, d3Il' Eccardo, e da aim, in qUt110 mc:defimo anna Berengario la ricupe=ro, c ftguì la Tragedia di Lodovico III. (a) .AnDlfY- Imperadore luJdetto, dcfcritt.1 d.11 Poeta Panegirilla di BereoO'arto (a) InUI in Pa- J.l Liutprando (b), Reginone (c) ed alrri antichi Storid. L{accont ,:: Y: .B b. LIl [pràndo, c c .dopo vere LodaYi.co conq .lIl ara }' Iralia, e vifit3re 4. g vane fue ProvlOcl , gh ,venne v03lta dl veder. :mche lø Tofcana. A lb) Liut- qudlo fi.)c da Pavia pafso a Lucca, dove con Imp.treggiabil magnifi- pr 7Jdul. ccnza fu accolto da Ada/berlo Il. Duca e Marchde dl quella Provin- Hiflor. L,b. cia. Rel1:ò ammir:1to cOo Imperadore :.1 tIov.lr quivi rante rru pp e 11. ,.,. I I. b . . d . II C d ' O . Ad lb ' -' (c) Rh'ginD tuue , en 10 or lO,e, e ne. a orte c o. a erto u.na 91 gran tun- ;1JCJlrlni". tuofita e propncta, e Ie Immcnfe fpeCe faue ti.l quel rlcchlffimo Prin- cipe per onorarlo. Gli fcappo penamo deno in confidenza a i fuoi domellici: f5<.!fe..flo Ada/berlo s' avrebke da cbia1Jlare più loflo Re, ,hi Ma,.chcft; perchè in nfll/i/, è da mellO dl me, fuorchè nel nome. Rappor- tato quetto motto al Duca AdJlbt:rto, e a Berltl fu.l. MogJie, Donna acconil1ìma, trOl'arono eill fotto quelle parole naCcoio il [aria dell' in- vidia j e pcrò Berm &1 It innanzi altcnò da Lodovico J' animo del Ma- riro e de gli alrri Principi d' Italia. Pal ò dalla Toleana a V crona I' Im- p rador Lodovico, e qUlvi fi mife a _dlmorar con tuna pace, avendo probabilmente lic nzi ta parte e' fU 1 toldau, mellil a quartiere per la campagna. Scnve: II Pancgmlla dl Berengarlo, OIVC.r dfo Lodovica fouomefTil Verona colle Cinà circonvJclOe, perchè Berengario mal- concio per una moldta quanana non pOle farglt rcfificnza. E che an- dJto Lodovico a quella Cinà ricomr ns_ò i tuai fold.ltÏ can donar loro gran quantità di poderi, togliendoli torte a i Ci[[adim . SenZ:1 timore dipoi qui\'i te nc fiava, (>erch' e .a venuta nuova, forfe appoth fatta diíferninare dallo tletfo Bercngarro, che l' cmulo Berengaria era Slog- giato dal Mondo: Nil 'Veritus: metueild.l nimis quia fùßu!it iplum Fllm Bercllgm-ium /clbi diflrl;nina pajfum. Ma non era Orto, nè dormi\'a Berengario. Ben' informaro eg1i dello fiato delle cofe da que' Cirradini, che tenevano pcr lui, e fpc- 7.iaim nte da Adclard(J Vefcovo dclla Città, che I' efortò a venire per tettimollianza dl Rt'ginone: pnma brn concerraro l' afl-àre, una nOlle giumo con groífa bngata d' armari aile mura Ji ".eron?, vi tù intro- dolto, e lul far del glomo dicde all' armi. LoJovlco te ne fuggl in Ulla Chiefa. Scoperto e prefo fu prclt-nt:lto a Berengario, che forte il rimproverò per la mancata fcde, e per aver rouo II giuramemo dí non ritornare in Irahaj e ciò non oUante dopo avergli fmo cavlr gli occhi, pc:rdonò la yita allo fpcrgiuro avY r a io, bfciollo .anchc ri- tomar Jiberamçnte m ProvenZl. Nd Pancgmco dl Bercngano prob:l- bilmeme l' adulazionc fccc dire a que1 Pacta, che contra Ja voJonrà di ANN A LID' I TAL I A: '2.25 ði Bc.-rengario i fuoi panigiani rol[ero la villa a Lodovico. Giovanni R A VoIg. B:aeaeurta, che forfc avea per tradimemo ceduta Verona a Lodovi- A :.o 9 0 2.. co, coho in una Torre, retiò ragliato a pezzi. I Soldari Provwzali aU' avvifo di quel1:a disavvenrura tutti fe n' andarano chI quà chi là dilperli; e Adalbcrto Marchc[c:: d'lvrea Genera di Berengario dlede lora addoflo nd voler paßàr I' Alpi . Dopo queUo forrun:lto colpo non fu difficile al Re Bcrengaria di ricuperare II Regno d' Italia, al quale íì PUQ ben lènza fatica _cre- dere, che l'orbo Lodo\'ico Impel"l1dore fll obbligato di rinunziare, fc volle la libertå di ritomalfene ohra mOl1ti. Che poi neW Anno pre- fente avveniífe colla cadura del nemieo Principe Il rilorgimemo del Rc Berengaria, lèmbra, ehe non s' abbi:l a Jubitarne. Nell' Archivio del Clpltolo de' Canomci di Moden.l, tutçavia ti conlerva un Diploma origJOilk d'dTo Berengaria, già ruhblieato d.11 Sillil1galdi, c poi daU' D ghclli (a), d,lto inte,.'Ventu HegiilJ..ji EpiJcopi a Gotifrcdu Vefcovo di (a) Ugbtl- i'vlodena, P 1I. JduJ .Au{,u/li /ltmo l11c.u-,fati8i';s Domini noß; i JcJ Ù lius If.Jl. Chr /l; DCCCCII. .AIInO 'VeiO Regni D01ì1iÛ Bcrengarii l,tlJlioþßìmi Regis I ' C - C rDllIC Zionc, Jccome Icemmo, IcgUlra In aVla ann'J 9 X:). ,ontU[[0CIÒ Lib 1 c' 44 . inlorgono tali dlfncuità; non già intorno alia Jcprellì.,n dl Lodovico , .... ma SJ bene il1tonw a1J' accieeam{:nro tÌlrJ, che fccondo me convien cre- dere moho più tardi oolzato atfano d.ll Trono J' !tali.!, c: inlìcm fra- vato de gli occhi dfo Lodovu:o. QUdte Ie h" iù gla elpOltc aluove (d), (d) A1"t;- c Ie addurrò anche nd progrelTo dl qUdti racconti. A.tro, pa quan[o q'Ùllf. It.- r b . i: lie, D'JJ rr. a me ne Jem ra, non accadde J11 qu.:l ' annú, fè non che prev,ilk la 14. forruna di ßc:rcng:uio, aiurcl[o da Ada/ber-to Duca di ro(cana: I,wnde (e) PrDrD- I' Áuguþo Lodovico fu obbli 5 aro a ritirarli 111 PruvenZl con glUramt"n-o f ilfa !n di PIÙ non torn \re in ltaha. Abbiamo pOI da Lupo Pro[nfpJra (e), i'Jr nI che nell'anno prc[..:n[e Ibraim Re de'Saraceni Affncani venne a <. 0- ltø li;. I Y. fcnza nella C..hbria, c vi morì colpito da un fuimine. Altra Cronõca (f) ChrDni- Arabica (f) metre la Cua morre per dilèmena ntll' anno prefente 0 pur 'on Á abic. nel Cegueme, e 1a dice Cucceduta in Sicilia. b:t: à. rom. P. Ff Anno 2.'2.6 ANN A LID' I TAL I A. Anno di C R 1ST 0 ÐCCCCI I I. Indizioni VI. di L F 0 N E V. Papa I. cJi C R 1ST 0 FOR 0 Papa I. di L 0 D 0 V I collI. Imperadore 3. di BE R E N GAR loRe d' Italia 16. ERA Volg. S E uì nell' :lnno prefeme la fondazione del Moniftero di S. Savino, ANNO 9 0 3. fata in Piacenza da EVer'Jráo J7e(covo di qu Jla Cicrà. Dice que- a ;}rcd;' _ ft,n e(cov ?ello Srrumento (a) chc la C.hief i quel o Santn era Y:TJ To 1. dlanZI fu,-m dl Placenza, e ch' egl1 penfava dl qUI\. I folbbncare un :\110- J'lpptluJ.' niO:ero di B('nedirrini: C-) Hæc ita que vota dum fff'l-'e:lti amore (upere- mus exp/ere (heu proh d%r!) [upervenit m fera h01"rida r flle gens infe/icium P af,tfnOrtl1Jt, qui ho Ifi!i gl1dio corp,rtl IrucidanteJ, igi1eqne furoris Eccle- jias Dei crem':lIZtes, COtlcrUlJ1Ver:mt p riter pr fat..lm beati SavÏïIi Ecc/e- fi m. AggilJ ne, che p r timore, che i PJg.mi fuJJeni, cioè gli Un- gh ri, n:'ln tornat1èro un' alrra volra ad inncrire contra di que! flcro Lung.'), avea f..bbricara cntro la Città la Chielã e il Maniftero di San S Ivinn: Mtizie turre, che ci fan cnnnfcere fcguira Ia prima funeltif- fima irruzione de gli Ungheri in lralia nell' anno 899. 0 nel 900. Lo Sirumr->mo è (crino Rrg:zante Dom'1o Berengat-io l!.ratia Dei Re e Annø R'({,l1i ein in Dei nomÙJe Sextodecimo, III. .Kcllmd,u Aprilis, Indif/ioile PI. 1élum P/:zce;sti. . Per confr:guenre vcgnii\mn ad intc:nJcre, chc il Re Bcrengario neJ fine di Marzo dell' anno preíèare úgnMe.sgi.lV 1 in , . Piacenza, ed era già fbro da lui abb lf[lItó, e cacciato funr J' h.\lia ) Flmnt - Lodnvico lIT. Imperadore. Anche il Fiorenrini (b) c Cofima ddla ", M,morr, R ( IT" II - r . l' S Ji MAtild, ena c), O'lcrvarnno, ch= l1e 'anno 9') J. e 9::1+, 10no Il goa[( g I tru- LIb. 3. mcnti di Lucca col1'anno XI/I. e XI/fl. del Re ßerenprio; e però (c). Rm,'" veggi:lmo confcrmara la medrÍÌma vcrirà, Ab!)lamo in o1tre due: Pri- sm:/Je d , vilegj conceduri d.lllo Cf:elfo Re Berenglrio aU' infigne Moniltero di ok8. Gno af quale Eccl,f. Rd egh differif e I'ingre(fo del meddimo Sergio ncl Papaw, con dargli .An". 9Oi. i titoli di C.) Nefandus, quem audifli in Formo(um Papam ita Jævif/è Potens ifle armis 111archionis r..tfciæ ./1dalberti, homo 'Vltiorum omnium fer- 'Vus, facinorofiflimus ,mnium, quæ iiitentata rellqllit? Invafit iße Sedem Chri- flopho,-;. .db ømnibiJs non fegitimur Ponti/ex, fed conclamatlU' invaJor. Se il Porporato Annali í1:a ave(fe potmo vedere a' fuoi dì ciò, che di Ser- gio fcrive Frodoardo, oltre ad altre mcmorie venute dopo di lui alIa luce, avrehbe infegnato alia fua penna m3ggior moderazione contra di qud1:o Pontefice. Ceno non fu egli cfentc da' vizj, ma non giunfe mai a gli eccef1i, che quì gli vengono :mribUiti. Fidotli quì troppo il C3rålsale di 'gebê'rto, come anche prima avea Farro il Platina. Ma Sigebeno forte s'ingannò con addoffare a Sergio l'iniquiffimo proce- dere di Papa Sltfano V I. contra del cada\"ero e delle orJinazioni di Papa rDrmofo. N è fuffi í1:e, che Sergio colla potenza dell' al mi di Adal- beno Duca dl To!cana u(urpafT'e la Scdia POI1t1ncia. Fu cgli richia- mato aRoma precibus Populi Romllni, I: a nn di depon'e CrifJoforo, cloè un ingiu o occupatore del Pontificato. Cerro è nnalmcnte, che Sergio fu nguard.ito da tuna Ia Chte("l di DiD come vl:ra e legiuimo Pontence, e non già come ufurparorc ddla Scdia di S.m Pierro. Ve- dremo a ruo luogo I' Epitaffio dl quet1:o Papa, che va d' accordo coli' afTcr- e'') Nef:zndo, cui udi/le .'Ver tanto incrudelito contro Fo,mD(i Papt;z. Co- tiejJo potente per i' armi di Ada/bel-to MarcheJe di 'I'ofc'lna, Uom Jch;a- 'VD di tutti i vizj, tii tutti it più facinoro{o, ,be non tentò d, [cre? Code/l ';nva{e fa Sede di Crifløføro. Da tutti ì ,onclamato 11',.) legi- timD Pontejice, mø. ill'vaJore. ANN A LID' I TAL I A. 2JI arrerzione di FrodoarJo. Per tet1imonianza dell' Ofiienfe (a) i1 dcpo!1:o Crif1oforo fÌ fece Monaco, ed ebbc tempo d.l fin penitenZ1. de i fai Ii dd la fUd :ambizi me. Secondo i conti di Camillo Pellegrmo, e del Padre M \biBone (b), il n'Joiliffin1o Monitteto di Monte Cafino, circa ventidue anni prim,\ linanrell.uo da i Saraceni, in quell' Anno per cura di Leone .4bbate fi clJminciò a rifabricare, afl1nchè vi törna{fero ad a- birare i ML'n,lci, i ')uali dopo la rovina di quel (acrö Luogo aveano detto il loro làggiorno in Teano. PotrebbrfÌ Cl"eJ re, che (ul fine di '{ueft' Anno ritorna{fe in Iralia con grandi forze I'lmperador Lodovico III. quando foffe ftaw efanamente copi.lto dal Campi il Oecreto dell' dezione di Guido Pefcovo di Piaccnz.l (c), f.1tta dopo la morte di Bu- rardo, con qu"fte N ore: An" ab lncarnatione Domini noflri Jer" Chrifli ncccc/v bldié1ione Pill. impera1fte Domn, Hlud,vico ftreniffimo I1tH- pfJratore ANno into. Ml di ciò p:uleremo all' .'\nno fegut"nte, ficco. m. anC,Jra di Guido parlcrà la Sroria andando innanzi. B:1fti per orA olfcrvare, ch elf.:nJo q<1ì nomin:tto Lodo'victJ Augu'lfJ, fi cornprende, ch' egli , e nfJn già il Rc ßereg'u'io, lignareggitt' Anno poi crehbe h fm felicità, m1 che andò a terminare in una gr.\V miferia, con etfcre avvenuto HHto gud, che abbiam n.urato dl [.')pra all' i\nno 9JL. Era dan.. fu'c .Adalbe,-to rr. Duca di To- fcan.\ avea q'J:ltt rratto n 1 iu} p trtito varj altri Principi d' [calia; in guifa che eí1endo venuro Lojovico con ranji forze, e mnryario, e la fua fazione ad cntrarc furtlvamcote di notte In V erOl1d, d..we caito 10 fconfigliato Lodnvico, gli [tce dipoi buon merc.ltn con f.)Jamentc privar\o d\': gli occhi. Che in quell> Anno, e non gi nell' .-\11110 90Z.. accaddTe la di Iui ven.uta e rovina, eeco Ie ragio;ll, c he ce 10 han d.l perfuadc:re, d.l me dcdotte prima d' OLl odic _\ IHlch:[a Icaliche (..). Siecome poco fa vvertl1, abbiamo prdTo il Campi la c..na deU' ele- zlon di GlCido V dcovo di P/acc:nZ;\, f,Hta da CJud Cia,) e Po polo , e fcritta (b) d,mo ab /ncatï1ùtiOl1c DomÙ1i nollri Jer CbriJli DCCCC/fll. Indiflione Oélava, impera1'lte DvffltlO H!ud(Jvico jereniJJìmo Imperatore AmI' /7. Probabilmc:me il Campi non ha con al1.u attcllzionc copiata gadia Carta, e in vece .dell' .\nno prefCnce DCCCCr. ha ktto ncccc/p. dTendo ccrto"ch l'Antto in o dl LoJov/Co Augu1ìo apF:trtiene a qod\' Anno. f ors ,lI.coe ha tr.1lcur;\to 11 Mefe, che non h fUl')l om- rnenere, e che avrebbe dato a nOI maggi,'r 'ume reI' conofcere O1e- glio il tempo di quc:tla dezione. Ma n.: ..bbiJm UO[O, che non fi può f.lllarc in rifcrendola.11 fine dell' Anno precedence, in cui correv.1 l' bzdiÛone Ot/ova, a pure aI" Anno prcJt:mc. Cominciamo dunque a conot"cere, che in Pia..:cnz.a v' era ricOIlo(CIUtD per P.1dronc non già Berengario, come vcdemmo all' .\uno 9:> . n1.\ b':IISI Lodov;CI Ill. 101- pcradorc. Ho iopoiprodotto (c) due Amdi....Jldrea \rcivdcovo di Mi- lano. L' uno ìnformc, e fenza. forto[crJ7.lOni, fatto Allno Incarn'ltiol1is Domi>>i NOllgentefimo iVollagef.mo SeAto, Pontificiltus vero fuprataxati Do- mni Andre AYLbiepÏjcr.pi Sex/o, lvlen/è Julio, Jndiflione OEfa'l:lJ. M;\ fenza f.1110 fi dc(: fcrivne NOllgentefi111o 2J/co. (C Flr.mma ;, MiI,up-_I. Flor. [, Xl. Ber. /taÜ.. (d Anony. mtiS in P /l- mgyrlCø B, rmgar. I. 4. tzÎl poncilS etiam Ctwtum- FemCJrale Jol1l/.iueS, Ait.l /em,IS 1tlH.j, Þ Jone 1ejtlfllcd 'lJlt!mz Sis potÙ; hinc tr,lIJCrH Ißi/tell ad difènmin.1. mortis, Et uiftr il'l Pa/ria fllt,IuJ trIJrh-,ll ÍJ '/},,:,'la. .- Sicchè oramai tocchiam can mana in "i3orc delle addotre pruo (e) .A1i'7ali e, chc nppa: tlcnc al prdt:;)te :tun.:> 1a tcconda comp.IIÚ iu 1talia d' cd:' fla S1XO {ó LodoVICO , C 1.1 ft:lic,tà dt:ile lue .-\1 mi , la q UJII.: P al 311110 a ter ap'Jd Eaar- Jum T I. mmare in una lonola dilav\lel1tur \, pLr CUI gh l.:onVenne tornar tènza Rrr. Italic. occhi in Provcnza. Anche I' AnnalIHa SallolJc Ce), Manino Scuw (n (f) Manan. d Ot _ rone F!-IIÎngenle (g) rifclÌlcol1o ail'anno 9'Jf. 1a 1(.cna luddcn,,: Scottus in f - ehron/co. e pelO non 1 Jee qudb rimuo\.ele dJil' anno prdemc. La (;ronolo- (g) Otto gia di S' cbe [o è, afEltto dltettoCl in queih terr. pi, maffimamemc per !rißliJcnfis 11: cofe d It:.Jha. GlUgne (h) egh a ddt...nr la dllg:-,'ZIJ luJderca di La- In chmlico. dovico tino alt' anno 91 f. E' ibco dl p.tn:re 11 t".tJ;c Bc:rn.trdo I\laria (h) ,Sigtlur- d R b . C ) I G . I ' J r G " ld [\1 I . - 1US 111 eh,.o e 1 CJS I , C e rzma uo, a II:!. ru/toa 0 r' "I"Cl1.:iC, nominata In >>IC(1. al ulH l?'plonu dl Bereng,lTIo do' me dàtl alIa lucc, govcrnane in que- (il De Ru- III .tcmp la A1aHa del Friuli, appel1ata anche PerOllCIIJe, perchè Ikren- eis Mmu- gano pnma d' elTere Re, nella nobil Cltt di V CWOd avea fi{Jàra la ment. .EccJ. lua refidenza. -rom Y. G .1 .Aqu.ltjØ1if. . . g nnno fll!. p. EI\A VO]tt. P l!ò effere, che in quefi'allno fi goddfe dopo tanti aff.mni di conte- ANWO Q06_ II: e guerre una buon:! p.Ke c: quiete in I ralia, fe non che Andrea (a) Dandul. D-lOdolo tèrh'e (a), ehe in qucll:i tempI la erudelií1ìma e PJgana Na- in Chronico zion de' gli Ungberi leorl<- furiolarncme I' halia, IOcendiando i Luo- Tom. XII., ghi, t 19h.mdo a pezzi, e ml'nando in Jlehiavitù Ie perrone. Che il Re Rer. italIC.. Beren5drlf) mandò contra d' et1ì v( nti mila armatì, pochi de' qUö1h tor- narono indierro, Si Ude la rdhbid. di coUoro a Trlvigi, Padova, e 8re- [ei,., con giu3ncre fino a MIlano e PaVIa, e paffare all'dlremità del Pitm.,mtc. Agg;ugnc, ehe quetli ßarb.ui venuti in bare he ne' contor- ni dl Venezia vi abbruciarono Crttà Nuova, e Equilo, Fine, Chiog- gia, Capod.lrzcre, e dledcro il 'àeeo a tuna que! Liuorale. T ellta- rono ancne nel dì 2.8. di GlUgno di afflvar fino a Malamocco, e a Rlaho, cioè alIa fldf.. Cina di V cnez.ia. Ma Pietro Doge faeendofi loro ineomro colI' Armara navaJe Ii mIle; in fuga. Durò UlM tal perfe- CIJzione tuno quefi' aono. II Re Berengaria altra manier a non avendo p r isbrigarfi åa quelti eani, a forza di regali gl'indulle a tornarfene alle lor tenc. Così il Dandolo, ma fenza poter io aeeertare, s' egli erratTe con rifcrire a quell' anno I'lrruzion f.1[ta in ([alia nell' anno 899. o pure nel 9:)0. di cui s' è parlatO di fopra. Abbi.1mo parimente dal frammenro della Vita di San Gemmiano V cfeovo di L'vloden:l, da me pubblieata (b), e fcrina da un Amore non folo viveme in qudlo Se- enlo, ma vicino a quclli tcmpi, chI: que la inumana genre ex horrrnd, Scytharum generc originem ducens, cioè venut.1 dalla Tartaria, arrivò an- che a Modena, da dove era fuggito il V cleovo con Wtto il Popolo. Emrarono nell' ..bbandonara Cmà, fi portarono ;11 Duomo, lènza pe- rò toecare il SepoJcro ,j' efTo S,il1tO, nè infcnrono d.u1I10 alcuno alIa Clnà: il che fu attribu'[O ali' mrncelIione del .t1cdelìrno S:1I1to Pro[(;[- t"rc, Se quello avvemffe nella fuJdctta prima ennata de gli Unghcri in 1 r alia, a tUle neh' al1110 pre[cnte, onn Ij può deeidl:re. Sol.!mu1[e f.tppiJITIO per rd,iZionc di LlUtprando Cc), ehe Jopo a\'ere il Re Bc- re'1g.nio ri,\Cquilbto iì R,'gllo d' It4lia ndi'anno precedenr , e rima ,- daro l' Impcrador Lodo\'lco 111 Provt'117.\ con una tal memOria, chc plU non gli venne voglia di [Ornare in hall a : (I) lIun!.RrorrulZ interea ra- bies, . ) Rml,. ItaLic. P. II. rom. II. (C) LiNt- }ra1Id. Hift; lib. J.. c._ 11. ANN ALl D' I TAL I A. 2.34. Anno rinforzi da\ia parte del Mt'direrranl"o: al che egli non avea riparo; ne potea far c3pirale de gli alUti de' N apoletani, I quali n3vig.\Vano con più b.ndier , e molto men dc' Gaetani, che d:1Vano braccio a quella c3nagha: (j avvisG di ricorrere a LeoNe it Saf,gio Imperadore d' Oriente, per imph>rare foccorfo d,i -lui. A tal fin.: IOtorno a quel1i tempi fpedl a Cottannnopoli (d) il fu') Prim,)genito e Co:Iega nel Prin- cipato Landlì/fo, con rappretènrargh tutti I m_tlanOl foífertJ da' Criítia- ni 10 t:tnn anni addierro per cagif'n dc' Saraceni, e coo lupplicar10 d in- viare una porenre Arm ta per elboguere una volta qudlo incf'f1ante incendio. Ebbe piacere il Greco Augulto di sì fana nchiet1a, c: pili di chi la portò; perchè. tì luúngò, che foffe venuto il bu,)n vento di . rimet- Cd) LtO Oft;mfts chronic. Lib. 1. c. 51. C*) La Città di Reggio fit prefle dal jiglio del Re' Afar. La Città craor- mi;1a flt pref" d Saraceni. II Re pOI .dfrices riJedelzda flpra Coftn.za, Jj notte mori per giudizio d'lddio. 2.- O A N ^ LID' I T ^ L I A. r. R A Vul,!. rim ttere in vigore I' amlc Sovr.mità degI' J mp radori GI'cci nel Prin- /\"'''0 9 0 9. cipato di Jknevcl1to, che fotro gl' I mperadori Carolini avea fano n,iU- fr..glo. Promlfe tutt:t.l'affi{lenz:1 a L:mdolfo, e ordinò, che fi aile- {bile un' Arnura navalc per quella fpedizlOne. Nell' anno prt:lème per (a) Conti- arrefiaro de gli Anoaii{li Tc:defchi (a), g]i Ungheri sfogarono h lor n'Wør Rht- crudeltà contra ddl' A!emagna, () fia della Suevia. Puo et1ère, che il t::;:; ""s Re Berengario adoperando il buon fegrero de i regali, teneífe quefta Conraéfus mala genrc lungi d.lU' Italia. Tuttavia, Ie non ci vennero, era conri- i" Chronico. nun il timnre, che ci venil1èro. Riccardo Clw1iacenfe nella fua Cro- .Ãn..al.fta "ica (6) aflèrilcc (q'Janro a me io credo fenza fondamento) che colloro ( S b a:J.o,; 1 _ .fere fjuot:l1lnis, quafì ogni an no "eni\'ano a vifitar l' Itali:l per udcre "Ie ar 1.' 1 . - d . C J J C/unid- qutlio, che era rehato Imauo n g I anm prec enu. omunque fi;], w:þ's i,1 i P, 'poli dell:! Lombardia cominciarono da lì 1I1nanzi a fortlhcar Ie 101'0 ChrJnico. Crnà e Calh:I1a, gÜcchè per :mellaro di Liurprando (c), omnia Ilun- (c) ,ut- ga, i Reg/IÌ ( /Ia/ici) loca Jæ'Z,'imdo ptf'CU1TU:ZI. Ne'líle e,.at, ljui e01'um præ- Pj; ;or s Lil,. (enliam, niJi nzulZitiflimis forte pr /1oJarelur lods. (*) r\ lrrove (d) ho io JI. cap,.6. provato, ch ver!., quelti tempi appunro 11 Re Berengario cOllccdette (d). .Ant'ï. licenza a Rifinda RadejJà dclh Poflerla in Pavia di fabb,icar ddle Ca- b;ffirt 2. : nella nelle tenme del luo oni{le o, tell Pagm'orum dtprimendas in(i- di.'ls, e infieme pro pC7jecutlOnt & II1curjiom: Pt1 4-1(}rum. .-\nche Ada/- be1 tl ITefcovo di lkrgamo ottenne dal medt'fim., Rc Ji porer fornhcare qudla CHra, che era minacciata nlt-1,xi:n.: Sue,v(JrU1ïl UtlgtZnrlii't1 inc:lYjio- ne. E fono 10 f1:dTo Re i Canol1lC1 dl Veron 1 cancederono I:t f.lco(tà di far delle fortlhcazioni al CJ.ttdlo di CercrJ pro perftclifiMe Ungru 0- rum. Altri fimdi d mi,h ci vcngono {ommll1ittr.ai d.dle mcmone ri- matte ne gli An;hlvj. Anno di C R 1ST 0 DCCCCX. Indizionc XI I l. di S ERG 10 Ill. Papa 7. di L 0 D 0 V J collI. lmperadorc 10. di B ERE N GAR loRe d' ltaliä 13. (c:) C/,yoni- F RA Ie giunte da m.e f;ltte alb Cronica C f;luricnfe ( ) abbiamo eon c-f-u- un Placito tenuro to[(O queLl' aono nel Mete dl N ov(;rnbre in un mnji P. II. Lungo appellato Cameto Ja \'.lldcperro., chl3maço FictcOili S AJbtrici "10"" 11' 1 l /;trchionis. Per quanto fi puo Icorgere, qucllo Luogo era hru.l(o nel hr. Ita 1&. 1 d " C ' . , d . P I ' d ' II 11 dll re[to I IVlla I mna, c Ie nc tcmpl a ora app:utcncVil a 3. !\-1.lrca di Camenno, p::rchè v' 1I1tcrvcnganû Scal;ini de PÙme. Vegnia- mo perclò a cornprendcre, chi fo(fe allora Marchete dell,\ M.m;:! di . (;a- (*) "Ii Unghcr; coli' incrude/ire (corrono per 11I11i i lrioghi del Regl!D (lftzlico) . ./.Yè 'Vi era, chi afþeuajje Ja di lorD p" (ctlZa, je non ft per a'UvcntU1a in luoghi forl {jimj . ANN ALl D' I TAL 1 A. 2.+1 Camerino, cioè un' J"J/berico. E da tal noti7.ia prendono lume i vc:rfi EllA Volg. del Poeta PanegiriLta di Berengario (4), il quale fra gli altr i , che con A!oINct 910. duffero foldate1che in rinforzo di Gllido aHara Re d' Italia contra del (a) 'IDTi'j- - II ' 0 88 II ' 88 ' mUl HI Pa- Re Berengano n_e anno.:) . 0 pure no 9. annovera ancora un mKy'ie. Bt- Alberico, con dire: mJ . Lib. l. Pariterqut coborr Camt,.i1z fuperbit ftlunere "ato,.um, fubigitque in bel/a Iodates Mtlle. Sua 'Virtute, maf.is fed proLe Jupin-If (Poft 11tQNflrata fides) centeno mi/ite letus Paupe,' adhuc .dlbricur auit, jam jamque n:Jtlitat Spe Camtri1Jt1. Utinam dives fine morte jodalis. Son certarnente aírai fcure queQ(: parole. Potrcbbe talun cre- dere, che quell' Alberico Conte, il quale nell' anno 776. intervennc alia Dieta di Pavia, per eleggere 0 confermare Carlo Calvo Re d'l- [alia, fùffe il meddìrno, che vien qui mentovato dal Poeta. Cio non- dimt:no è pumo affai dubbiofo per la troppa diHanza dell' ctà j ma par bene, che non reLli dubbio, che l' ..1lbericQ nominato qui dal Poeta fuddcun, divenilTe poi Marchefe di Camerino. Mi\itava cg\i neU' an- no 888. 0 pure 889. in favore di GuiJo contra Ji BcrcngariQ, e già fperava il governo di quell. MJrca: Jam jamque ,.cJu/tat Spe Cameri1,a. PoCcia dovette egli abbracciare il partito di Berengario: Poft monftrata ftJ,s. E in ricompenfa fu fatto MarcheCe di Camerino. Prima era po- vero Signore: P.uper aJhuc .dlb,.iclls abir . Divenne pofcia ricco, col1' avere uccifo il fuo Compagno, cioè probabilmenre chi era Duca di Spoleti, cd aver' egli OCCUPdtO anche qucl pae{e. Non ci dà la Storia luce alcuna, per potere dlh:ifrar que- fii ofcuri fani. Più feuro ancora è il lenfo di queUe: parole: SII& 'Vi,-tute, magis fed prole fupinus. v 0 io credendo, che Supi1øus fia adoperato per fignificare un' ar- rog:Õ1ite ed altiero. _ Seneca usò In quefio fenll} il vo\:abolo SUpiHUS. E quando ciò fia, vedrcmo ;I {tio tempo, che un' Alberico Marcncte da M.rozia ebbe un Figlmolo appellato anch' e{fo AiberÜo, il quale di- crom. I. H h vcn- 1.p... A N !f A L J D' I TAL I A. E. A Volg. venne poi Principe, 0 \'ogliam dire Tiranno di Roma. Potrebbe ef- A NO 9 JO . fere, chc il primo di <}uefii Alberighi f(líTe il medefimo Alberico Mar- chefe di Camerino, da noi veduto nel Placito fuddetto. Concorre a farcelo fofpena.rc il N orne e la Dignità ancora. N e gli Stati della Chiefa Romana noi non Üppiamo, che a1cuno de' Govern.ltori ponaíTe il titolo di Marcheft. Era <}uefio folamente in ufo ne i Regni d'Ira- lia, GermJ.nia, e Francia. Però non mancherebbe probabilità a chi voleíTe cred re, che Alberico Marche::fe di Camerino folfe Marito di Marozia. E <}ualora il PdnegiriHa di Bcrengario aveíTe fcritto <}uel fUr) Poemetto dopo la morte di lui (del che ragionevolmeme dubito in, e prima di me dubitò il Padre Pagi) potrebbe parere, che [oíTe chiamato da lui Alberico prole fupinus, cioè fuperbo per aver pro- creato Alberico Principe di Roma,. e Gio'Vanni XI. Ponte6ce Romano. Da un Diploma da me dato alla luce apparifce, che nel dì 2.7. di (a) .Anli'l.ui- Luglio (a) il Re Berengario fi rrovava in Pavia, e che tuttavia era ffi IlidlC. viveme la Regina Bt'rtila fua Moglie, poichè ad illanz.a fua egli donò 1;I.tr: S l. una. Corte ad Anfelm, gloriofo Conte di Verona fu.o Compadre e. Con- figltere. Fu dato.1 Diploma PI. Kalendas AUgl4flz, .Ann' Domimc In- carnationis DCCCCX. Domni 'Vero Berellgarii [eJ'eniJIimi Regis XX/JI. . Indiélione XIII. Anum in Curle Rodingo. Due: Placlt! parimente da me (b 7JIIltm rubblicati ( ) cel fanno vedere nd Mefe di Novembre in Cremona. Diffi D t 19. II principio d' uno è quefio: Dum in Dei nomine Ci'Vitate Cremona, I4bi (?' 'JJtrz.4. D B . l ';n; R & F fi . 1 0 omnus e r clIgarzus l. orzo}i.i/lmuI ex pr erat c. u cntto que 0- cumemo Anno Regni D,mni Berengarii Regis Dco propiti(J Pigejimo 'rer- lio, ftlenjè No'Vembri, Indiélione artadecim$, cominciata nel Settem- bre. In quefi' Anno .Aten,1fo Principe di Benevento e di Capo:'!, co- nofcendo per qualche incomodo di fua falute, che fi avvicinava il tempo di pagare il tributo della natura, cd avendo inviato il maggiore de' fuoi Figliuoli, cioè Lalldo1fo, alia Corte: Imperiale di Grecia, affinchè fe veniva la morte, altri non s'imrudc:íTe nel Principato, dichiarò fuo Collega coll' aíTenfo del Popolo il minore de' fuoi Figliuoli, cioè Ale- no1fo II. Ciò fi ricava da i Diplomi di quefii due: FfdtelJi, molri dc" quali fi veggono dati alla luce. Secondo i conti di Camillo Pellegri- no, terrninò in f.mi Atm,1fo I. la fiu carriera nel Mere d" Aprile di quefi' Anno, ed ebbe per SucceíTori nel Principato i fuddetri fuoi due Figliu()li, Princi pi di gran giudizio, perchè attefero per lora conto a ( ) r fmentire il proverbio del rara eft con'ðrdia fratrum. Diedero in quell' flr." ":o.'- Armn (c) gli Unghcri una gran rotta all' Armata di Lodo'Vico Re di Rtrmll1J1J'u. Gcrrnania; e cosi la lor fierezza e Fortuna fi facea largo dapertuno. r;:lJnr,rail.1I SegUlt:1.va il Re Berengario a tencrfcli amici, e can ciò difcncieva 111 C r. m", l' I calia. f:!1' _,II. Anno ANN A LID' I TAL I A. 243 Anno di C R 1ST 0 DCCCCXI. Indizione XIV. di A N A S T A S I 0 III. Papa I. di L 0 D 0 V I collI. Imreradore I I. iIi BE R E N GAR loRe d) Italia 24. M Ancò di ,,'ita in quell' Anno ncl Mefe di Maggio Le,,,, il Sag- 1I.A Volg. gio lmp radore de' Grcci (a), e gli fucced':lOno nell' JmptrJo (a N /1_1. Alejfa"ldro fuù Fratcllo, e Coftantino Porfirogenito fuo Figliuolo di età ,,';s; e:e puerile. Glrobmo RoHì (6) cita uno Stromento 1crino in Ravenna Gral1;m.tt;- Anno Ofla'z:o Ser!.ii PontificÙ, Inditlione 6)um tadeci1'lla. Perciò il Padre cus. C1' alii. Polgi (c) fondatamente rei iflè, che Sergi IJ/. Para condulre fua vita ifto utJe;s_ fino a qualche Mele dell' Anno prefcnre. FroJoardo anch' egli, fieeo- flfn1J. L;b. . me è d.:t,o di f<1pla, anetia (d), che qudl') Pùntefice tenne la Sedia (c) Pagius di San Pierro Annis Sfptem amp/ius. FJlulmente il Lambecio (e) pub- III .Annal. blieò un' c1hrJ Bolb dd medetìmo Papa fcrina in Kale:ldis Junii, Ann' ( r;::' dMr_ Pont ficatuI Domn; Sergii fummi Pontificis & ulJÌ'l:l!rjå/is Papæ Pill. 1n- dus de Rom. diélion/! XIP. Perciò relta afT.'li aecertato iI t.:mpo di (ua mane. Era Pør7li[. in si nMI concerto qudlo P..pa prdlo il Cardinal ßaronio, che rità- P. II. T.!Il. d 1ì P (f) _ 1 d 1 - E - ffi f - - d ' Rer. ItalIC rl"n 0 e( 0 orporato J I UI pIta 0, con er\'ato a nOI a PIC- (c:) Lam/;'- (ro Malllo, (g) non vi leppe trovare, bc:nehè Scriu:ore di tanto difcer- âus Rlr. e mmenro, fe non SergiD 1. Papa mono neU' Anno 701. Ma indubitara H,!m/;urg. cor'!. è, che efTo apparticne a quefio Pomefice, sì per Ie notizie, che L/". I. conrienc, corne ancora, perchè unitorme a quanro fcrilre di lui Fro- ils =r:;n_ doardo, ÍÌceomc: abbiam veduto d. lopra. L' Epitaß10 è qUdlo, che rial. Ecclef. a' tempi di Pietro M"Uio, cioe: nel St:colo Duodecimo turtavia fi con- (g) p'etrNs fervava nella Bafilica Vaticana. }.!a l us de BafilIC. Va- tic_ in Allis Sanflørum TIm. Yll. LIMIN;\ QUISQUIS ADIS PETRI METUENDA BEATI, CERNE 1-'11 St.l{GU EXCUBL'\SQUE l-'ETRI. CULMEN APO.\)TOLlCAE EDIS 1S JUKE PATERNO EL CTU"> TENU} r, UT THEODORUS OB,T. PELLITUR URBE PATER, PERVADIT S:\CRA JOHANNES, ROì\lULEOSQUE GREGES DI5SIP-,\T ISTE LUPUS. EX.sUL ERAT PATRIA SEP rEM VOLVENTIBU,,> ANNIS posr MULTIS P01-'ULI URBE RI:.VIT PRECIBUS. SUSCIPITUR l-'APA. S:\CRi\TA SEDE RECl:.PTA GAUDET. AMAr PASTOR AGMINA CUNCTA SII\lUL. HIC INV ASORES :\NC fORUM FALCE SUBEGIT ROMANAE ECCLESL'\E JUDICIiSQUE PAl'RUM. Net primo penrametro in veee di Excubias s'ha da leggc:re EXU- VI AS. Nel fecondo ft accenna 'FeQJot'o II. Papa 1110rto nell' Anno N98. NcI terzo efam\:tro I' Amore dell' Epuaffio parla di Giovanni IX. Papa. M.l ciò, che rc:ndè sì c:foto Sergio II I. al piifiimo Cardinal ß"roOICl, H h z. fu 24-4- ^ N N ^ LID' I TAL I A. ERA Volg, fu l'eITcre nato, ch'egli fu fcomunicato dl1 Pom-dice Gio,,,,,,ni Pill. ' ' /''?I:(e m:t . fu po.i an h.e aITol.uto da i Papi. Suc eITori. igeberto (a) cd alt i t 11 in Chro- ruO! C0platorl II tacClano, rerche Innen contra II cld;lvero e Ie ordl- ni.o. n.lzioni di Papa Formofo. A bbiam derto, ciò efT'ere flHìffirno. N è t'ntrò egti come L:drn, ma come P.1flore a rl.:ggere la greggia di Crifio. Q.ld folo, che può giufi:1.mente far li diferedito, fi è, ehe Jtlm'ia fopr:mominam Jlaroz,;a oobiliffima Palrizia Romana, ma anche Donn:"!, di vita. di,fonefia in quefii tem' i, fe vogtiam prefiar fede aHa (b) T iNt- mala lingua dl LlUtprando (b), ex Papa Sergi, Johanne1n, qui pofl Jo- I,,,ndus vannis Ravennatis obitum [tm!fæ RO"l.in Eçclejiæ obtin'Ût Dignitatl1/1, Hiftor. Lib. n farilJ v.enuit adu/terio. COSI lafciò ferino quello Storico, mot foJo ga- l!. 'Il!. 13. rante di ql1efia indignità, copiato poi alIa cieca da i fu(Jì:gm:nti Scrit- tori. Può efT'ere, ch'egl1 dica ìl vel',), ContUttociò fi potrebbe di- mandare, fe s' abbiana :1 rrendere come verirà eontanti tune ie lai- dezze e m'1 1 dicenze, dellc quali è sì vago nelb fua Storia Liutprando. Prcfiava t'gli fede a tUtte Ie P dfqui!l:lte, e a tutti i libelli inf-tmatorj di quI.:' tempi, che nè pure allora mancavano. Durava in Roma una fa jone contraria a P:ipa Sergio II I. e fi può lecitarneme fofpenare, ehe qu (b frargdTe delle velenofe diec- rie in aggrJ.vio della di lui perfona e [Ima. Son ben' io perfuafo, che Marozia defTe non poche oc:afioni di fcandalo aRoma, e ne vedre- mo a fuo tempo Ie pruove, ma a pater' aITerire con franch zza, eh' dfa da S rgio procreaITe Giovanni, che poi tenne la Cattedra di San Pie- tro, di gran pruove ci \'ogliono. A buon conro di qucllo GiøvamÛ X I. Papa, eosì ferive Leone Madìc:mo, 0 fia I' OfiÏc'nfe, Storico del In Seco!o luITt'guente (c): D funflo Agapit() Pap:1. Secundo, ]ohantzes Un- decimllS natione Romanus, Alb,rici Romanorum Confulis filius, i//i in Pon- t ficatttm Iucudit. Falla l' Ofiienfe in dire, che Giavanoi XI. fuece- ddTe ad Agapi[o, ficcome anche poco t\ccuraramente icrifTe LiutPI an- do, che Giovanni XI. fuccedcue a Giovanni X. Ma In fine Leone 0- fiienfe può a noi lervire di tefiimonio, cITere fiata la tradizione in Roma, ehe Giovanni XI. folTe ngliuolo di Alberico Confole dc'Ro- m:mi e t>.Iarchcfe, e non già di Sergio II I. Papa. E Marozia è da credere, (he folTe Moglie del mede(jmo Marehcfe Albcrico. \' eggafi (d) .An,øny- anche l' Anr,nimo Salernitano Cd), Scrittnre di queflo medrfimo Se- InUS sa,e:- cola, il qua]e notò, che Papa Giovlmni Xl. fu Figliuolo cuju[dam Al- ,,,tanus rll- I. ., P ,.. E ( r n t . 1 P ,1 P' II ' A ralifom. venCl atrl(Zl. e rolle certo, come vuo e I aure agl a nno 1>. II. To. II. 908. (he nella Vira di Santo UdÛríco refcovo di Augufia in vece di J{Ir.lIalic. lUllri60 (j avc(Je da leggere Scr,t,io Papa, avr bbc dTo Sergio a\'uto il _ _ dona della Profcz;a. Ora a Sergio Ill. fi.lccedette nel Pomincato Ana- (e) .Ar.tlqul- flafio Ill. Fece in quefi' Anno (l') Anfèlmus t,ratia Dei Comes C,mitatu '; Itall . rèrølZC?zft, &.filius !J9næ memori If/aldDrien/Îr Franco1um gmere, nel fuo I Irl. _1. ultimo Tdlamenro una don:nione di va'j be-ni l1!onaþerio Sanfli Silve- fit i jito in Con:;tatu ,\.fotinen/e, ubi vocabu!um eft NtJnantulas. La Carra è (crina Regnante Domno nofiro Berengario Rege hie in ltalitl, .Anno Pi- eejimQ arto fuh die de J....lenft Septntlbri.r, lndiffione Xf/. Ebbero poco dap- (':") Le, ünilnfi. chronie. Lib. I. 1.61. ANN A LID' I TAL I A. 2.45 dappoi cura i Monaci di far confermar queO:a fua di(po{izionc dallo ER A VoIg. fit/To Re B..:rengario, chc ci fcuopre, dùv'egli allor:1 dimoraffe. Fu ANNO 9 11 . dara il DIploma P. KalmdtlJ Novembris, Anno Dominicæ Incarnationis DCCCCXI. Domn; ':Jero BeJ"engarii SeJ"eniJIimi Regis XXIV. Indiélione intadecima. Ac1um P"piæ. Tornò probabilmemc di quetl' Anno in haJia Landolfo Principe di Benevemo e di Capoa, e fi diede col mi- nor Fratello, cioè con Atenolfo 11. a governar faggiamcme i fuoi Po- poli. Portò feco da Cottaminopoli l'illufire titulo di Patrizio: del che (ì vedc ch' egli fi gloriava ne' fuoi Diplomi. Qudlo nondimeno dà abbaUanza a conofcere, aver egli fuggeuati gli Sra[Í fuoi aHa So- vranità de pI' Imperadori Greci, i quali con companire 10 fieffo onore e titolo a Gregorio Duca di Napoli, e a Giovanni Duca di Gaeta, an- darono slargando Ja 101'0 autorirà e dominio in quelle pard d' halia. L' ult :mo anno fu qud1:o della vita di Lodovico Re di Germ:mia. (a) (a) M.ria". Man in età giovaniie, fcnz'1 aver prefa moglie, fcnza lafciar Figliuo- s .tus; He- Ii, Concorrev,1I1o i voti d:::' Baroni ill Ot/one Dl4ca di SalTcnia, che fu pldllnnus; A I d . 0 I ð { 1. 1 , II - - d II h - - " ,R,rmannUI \'0,0 I ttone . BUgl1 10: m.l eg I co e \cule e a vecc lala DCUSO Contraffu, qucLl:o pefo, e configliò di appoggiarlo a Com"ado a fi.l Corrado Duca Ø' Alii. ' della Francia Orientale, che in fard fu eletto Re. Che que1b nu- dritTe delle preten{ioni fopra I' Julia, fi può dedurre da quanto la(ciò ferino Eccneardo con dire: (b) Hattonem Jlogll1Jtinum (Archieplfco- (b) 1!echtar- pu m) in ita/iam, jus RegÌllm xaélurum, tenientem Conftantiam deveniffi, JUI dt caf. & redifft divÌllm ab Ita/ia ditiJIimum. (*) Veri(ìmilmenre 11 Re Beren- MOI1Aft. S. g rio tm rzò can de i regali fani a qucLl:o Arcivefcovo un principio Gill/i. c. I. dl nuovo JI1cendio. E dipoi Corrado ebbe da penfare alla ca(a propria per cagion de gli Ungheri, che di tanto intanto portavano Ie O:ragi e i accheggi ora ad una Provincia ed ora a un' altra del Regno Ger- IDJnlCO. Anno di C'R 1ST 0 DCCCCXI I. Indizione xv. di A N A S T A S 10 III. Papa 2.. di L 0 DO V I collI. Imperadore 12. di B ERE N GAR loRe d' I talia 1 5. Æ Ercè del (aggio g vern_o ?el Re !3erenga.rio continuò la quiete e 1 V..! pace nel cuor ddl Italla m quelb tempI, perch' egli fapeva ren- erfi b,enc\Toli gJi a110ra formidabili Ungheri, tratrenendoli dal tornare 111 .ltaha. Duravano folamc:nte gli affanni nella Campania per Je [cor- rene de i S raceni abltanti pretTo al Fiume Garìgliano, ene' confiní del . ('II<) che Attone MogrJntino (Arcive(cO\yo) 'lJtntnJ9 in ltalia per la e(tJ- zione del gius Regia, arrivò a Coßanza, e ne ritomò 1-icCD, delii' Ì1a- Jia rÙchijJima . 2.4 6 ANN A I. I D' I TAL I ^. J!.. A Volg. dd Piemontc: e delle circonvicine pard a cagion de gli a1tri Saraceni ANNO 9 n . Spagnuoli, che dimora\'..no in Fraffi'le[o. TOJ"l11rono In quell'anno gli U ngheri a dcvaftu 101 Saffonia e TUi i'1gia. M,l /JellJ. Gallia, dove per tami anni adJicrf, in cui gli fu muta- to il proprio nome in quello dl Roberto, conduffe anche il Popolo ruo a rinunziare a gl' Idoli, e diede pnncipia aå un'mfigne Ducato in quelle pani. N oi vedremo nel Secolo fu(feguente )a lor N 3l.ione in un grand' auge anche in Italia. Mllncò dl vira ncl prefente anno ROtÍ(JIfD t. Re (b) Hm1lall- di Bargogna (i,), e in luogo di lui affunfe il govcrnt' di qucl Regno IIUI Cunm,- RodolJo 11. fuo Figliuolo. Quello PrinCIpe ancora {i lafcerà veJere in #lNS in Chr. Iraha d:t quì a pochl anni, e farà p..rJar di sè Iteffo. Poffedeva il ce- lebre MOl1ltlero dl Nonamola, fecondo I' ufo di qudl:i tempi, rra gli altri MOAiflerj da sè dipendcnu, uno d' effi fi[UJto nel difirerto di Tri- vigi, e fondato da Gherardo eMIt più di cemo anni prima (c). N eU" irruzione de gli U ngheri rdlo affatto difirutto quel làcro Luogo, e feppdlito nelle rovine il /èpolcro de'Santi Marriri Senefio e Tcopom- po, i Corpi de' quali ivi npofavano. Ebbe premura Pietro Abbate N 0- namolano, che quefii facri pcgni foffero trafportati a Nonanrola; c una tal Trasla-zione fu ran a ndl' anno prefenre, come ha il Sigonio (d), e il Caralogo de gli Abbari Nonantolani d.l me dato alia lucc: (eo). Leggdi pre(fo I' U ghclli defcri[[a ell; Traslazione da un antico Scrit- tore. Fu quefio )' ul[imo anno della vita di Pietrø TribuNo Doge di Veoezia. II Dandolo (f) npruova r avere alcuni fcrino, ch' cgli fu Principe iniquo, e pelJimo, e che per g1i fuoi demeriri fu uccifo dal Popolo, fapendofi da autentiche Scrmure, aver f.ma lega in Jui la benignità colla faviezza, e ch' egli dopo aver paci6camcnre governa- to il Po polo per ventiuè anni e vemirrè giorni, era di murre natu- rale mancaro. Per clczione del Po polo fu luflirui[o in luo luogo Or[o Particiacø, 0 fia PartiâpazJo I I. fopranominaro Paurct3. Inviò quetli da it a poco alla Cone dl COltaminopoh Piet10 fu:> Figliuolo a figni- ficare al Greco Augutlo la promozlone lua. Prohabilmc;nrc era a\1ora Imperadore CoflantÙJo Porfiro,l.cnilo f.lOciullo, perchè in quell' anno morì Aleifand,-ø fuo ZIO. Molte finezze, mnlri regali ricevette il Veneto Giovane; e orna[o ancora del tl[olo di Pl'otOfp(Jt J'Ù} fe nt: tornava tuno contento a cala, quando fu i Confini ddla CroJzia fraudolentemenr fi trovò prefo da Jflchele Duca di Schiwonia, fpogliaro di. qU-U1ro avea, e confegn.lto a Simeofle Re de i Bulg3ri. 5e vO,\le Orlo. Doge riavere il Figliuolo, fu necclIit3lo a fpedl e .in B lgar DO ent D Ar- cidiacono cJi I\1alamocco, che can grandilllml cloo! II Tltca [Q, e In be: nemerito fu dipoi creato Vefcovo della fua Chida. Abblamo da gh 5[0 4 (I) GI11,ell- tiunf. Hift. I. I. f. 11. (c) Ughel- lius 114l. jlfr. T. V. ill E,if.øp. T.r'1,lIftn. (d) Sig,nius il, Reg>>' Italic. (e) .An . Ital. Ji,)ißer- tilt. 67. (f) DllndMl. in Chrtlnl" TIm. XII. Rer. JM i,. ANN A LID' I TAL I A. 2.-4-7 Storid Greci (4), cbe il fuddeun Re de' Bulgari in quefto medefimo Eu Vo} . Inno con un copiøfo c:ferciro p..rsò ad aírediar Cofiaminopoli j ma co- ANNO 9 11 . . 1 , rr d ' d h - h ' , (a) Curo}a- nO(clUlo, che trûppo duro era que 1 Ono, Ie e orecc 10 aCt traHO lata di paCe; laonde carico d' oro c: d' altri regali fe ne tornò aile f ue con- Simt n Lo- trade. Trovandofi il Re Berengario in Pavia, diede facolrà, ficcome zo tla, C!J' accennai di fopra, a Rift1lda BadeJfa del Monifiero della Poí1:erla, di 01111. poter fabbricare Caí1:elli, cioè Fonezzc nelle ViIle c: tenut del fuo Moniitero, (I>) cum BertiJcis, Merulorum propugnacu/is, Aggerzbus, atque (b) Antiqui- Fo./fatis, omnique aJf,umento, ad Paganorum depri11lmdas i'?/idias. V uol tll ' Italic. dire per difendedì dalla peffima generazion de gli Ungheri Pagani. iff6" 16. Ancbe neU' anno precedenre avea Berengario accord.ua una fi ile fa- 4 6 ;. 7. a' coltà a Pietro Vefcovo di Reggio, come coß:a da altro fuo DIploma. Di quà poi venne, ch: fpezialmente per la Lombardìa più di prima fi cominciarono a fabbricar Fnnezze, Rocche, Torri, c: Caß:ella ben munite in tal copia, che nel fecolo fuffeguentc 6 mirava in queftc contrade, per così dire, una fdva di quefti Luoghi forti j ed ogni Si- gnorono, non che i Mareheú, Conti, ed altri Signori potenti, n' era provveduto . Anno di C R 1 S T 0 DCCCCXI I 1. Indizione I. di LAN DON E Papa I. di L 000 V I collI. Irnperadore 13. di B R E N GAR loRe d' Italia 1,6. C Irea queß:i tempi fuccederono delle rivoJuzioni in Sicilia. Q!1ivi . fignoreggiavano da gran tempo i Mori, 0 vogliam dire i Sarace- m !\ffricani. Erafi non picciola pane d"eßi ribdlata al Re dell' Affri- ca loro Signore, e nell' annn 989. per qIHnto 6 raccoglie da una Cro- ,_. n ' c ^ b - ( ) ' d . tr . . 1 G (c) C"r'lfll. . I" a ra Ica c, caCClarono, e man arono In t\ In-Ica I overn:ltore .Arlfbi,"", 1\'1 me1fo dal Re. In qudl' anno fecero loro Amira 0 fia Gcnerale P. 11. T. 1. Korhab:. laoode per dam Ire coí1:aro fu fpedita nell' anno feguemc: R'r. I!"li . dall' Affnca un' Armata navale j mt il Figliuolo di Korhab urClto all' Cd) SllOnlIH i .contro, ,d' e'!"a coIl' armat;J,. de' Siciliani" pofe h nemica in rotta, e :1I1 1.6. 1 mcendlo. 1 anto fon brevI queUe memorie, che folc1mente a temo- (e) PlfgiUl e ,può dar conto di qUf"glt affi.ri. Crede il Sigonio (d), feguirato lid .AnIl41. In CIO dal Padre Pagi (eì, che in qucft'anno circa 1.1 metà di Otto- Baroll"d brc: A,!aJlafio. III. l apa terminaíT'e i fiF)i giorni. Fr/)d:)3rdo (f) Scrit- s F;: - tore _dl que_ß:1 tcmpl, dopo aver narrata la mone di Papa Sergio II I. man. Pønti- fegu1ta a duc: fici . - - - f) 2.4 3 ^ N N A LID' I TAL I A. ERA Volg. ANNCI 913. - - - - - - lfo rebus ndtmt" Humanis, iH Anafhz(zum faera concinit Rul". 'IcYtius hoc PYlful renitet qui nomine Rom , Sedis Apoflolic bft,wlo moderal1line rcé1or, Sential t4t Chriflum 'Veni fibi munere Ma1fJum. 'n luogo fuo fu ektto Papa Landone a noi folamemc noto pel nome, fenza faperfi alcu03 at.ionc di 1m, Feee in quefli tempi Clr- r,1do Re di Gel mania non fenza ingratitudine guerra ad Arrigo Dlle. di SaíTonia, ehe fu Padre di Ottone AU.Z"Jl it Grande; ma nulla vi guadagnò. Ebbe maggior fortuna nd R e no della Lorena, di cui (a) Chronic. s' era impadronito G.'Irlo il Semplice Re d, Francia (.), e ne íbccò al- ; i SlInfll meno l' lIàzi . Ne.lla Cro iche[( Amalfirana (b) , d=\ me d?ta ana (b) .A tiq"i- luce-, nOi. rovla_m 10 quefb t mpl Duc? d' A malfi Man/one, II quale tat. Italic, do po fedici ann! dl governo dlede l' addlo al SecoIo, e fi feee Mo- T. I. p. 2..10. r:laeo. Nel dì 10. d' Agofio dell'anno prefenre era in Pavia il Re Be- ( C) I _.A"tl'l_ if '" rengario, dove: donò al l\1onil1ero delle Monachc della Pof1:erla (,) una Itll /C. DI - d 1 d . 11 C - , fert, II. pclrte e muro I que a Ina. lat. 5 8 7. Anno di CRT S T 0 DCCCCXIV. Indizione I I. Ji G I 0 V A NIX. Papa I. di L 0 DO V Ie 0 III. Imperadore I . di BERENGARIO Re d'Italia 2.7. C 1 af1ìcura Girolamo Ro!Iì di aver veduto uno Strumento fcritto l "e; _ in Ravenna. ' ten pi di apa Lalldøne (J Nlmi Februuii ll1Jiflio: 'IIexn. 1. 5. - ne Secunda. Perclo egl! era VIVO ncl Fehbr.lIo dell anno prefentc. DI (e) FrQdollr- lui COS! fcrive Frodoardo (t') : hs dl R/I- ""111. P!nt. La11'" dân (ummam Peu'i tenet O1.dinl Seåem. }.fcnfibus blJnc coluit fix, ut deniffue Jiebus, Emeritus Pat,'um /èquitur quoque lata prionlm. Venne eg1i p rciò a mone in quef1:' anno cd ebbc. per Succcf- fore Gi6'V.nni X. Papa, dianzi .\rcivefco\'o Ji Rav('nna, II quale, fic- come apparirà da una fila B,')l1a, ehe accennerò all' anno 917. prima , del dì 19. di MaggiÐ dell' anno prefentc fu detto e con(ecrQto. Papa, (f) ll r. ,,, e 110n già ne1\' anno 912. come fu d' avvifo il Cardinal Baromo (f). Ãr.nll', Ii". f: ,. d . L - ' ) r. r. d . 1 .d .An>>. La penna atlnca 1 lutpran\.lo (g h3 IOmmamente Icre Itata a rn - 912.. mona ancora di quef1:o Giov:mni Romoino Pomehcc, Racconr.. egh, (g) Li.t- _ ehe creodor", [cortum imp'idens, Madre dì ,\;fm'ozia fopra mt'ntovar , (.d ,rand Hift J d . A' b h . - S ' T' n' . Avo a matcrna I.fl., en{o, c e vean:mo a lùo t.:mpo Ignore 0 I- I . 1.. e. I]. rann!) ANN A LID' I TAL I A . 49 ranno di Rama, era la Padrona a{foluta di Rom:1, ROJJ1ail Civitatis ERA Vo: . "un invÎ,-iliter numarcbiam oltin bat. Se è vera qU,lOro con r.lli parol!: ANNO 9 1 4. vuol dire LlUrprando, un gr..n proce{fo è quello contra dclla N obil- tà e del Popolo di ROffia, che lanta po{f.lIlZa IJfciava ad un'impuJi- ca femmm:l. C1piro a Rama Gi",Jam1Î, fpedirovi da Pietro ArcivetCo- vo di Ravenna. Se ne invaglu Teúdora. Venne: in que! rempo a mer- te it \' elcøvo di Bologn.\, e Giovanni fu cll:rto per Succe{fore in qud- h Ch,clà. Ma patÙ po/l ante b/4us diem confecratio,zis venne: a mone il fudd\.tto Arci\'etco\o dl Ra\'cnna, e l' amblziolo Giovanni per dor- razione e mezzo di T codora, Jat'ciara aod..re 1a Chiefa dl Bologna, locum ejUI CO/ltra StmélOl um Pat1"Um Ïtlj1it/lta ji/Ji IlfuJ p:lvil. Aggiugne: LlUlPr.tndo, che modica tempo1 iJ Ìi1ttrC,1pedÚe, Deo VOC;l1lte, qui eum in- jufte ordin'J'Z.'erat P pa, defunél.1S eft. 'I,jeodo1' /dem GIJcerii mem per- 'lJe1þ" 1Ze amafti ducenrol'um mili l-ium imerc,ìpctlillc, quibus Ra'Z:enna feque- Jit-BÎU1" aRoma, rartflimo concubilu potit"etur, RaVei1it1tis hunc Scdem Ar- dJlepijèDpatllJ lOq)t tÙj(n1"e, R011lallumrue lPïIJh lle/as) fummum Po"t fi- clltm uJu1pare. Chc GlOvanm pl r gli forri mar.eg5i di qudta fèmmir>a fane ualpouato lul Trona di S,lJ) Plt:tro, non ho dlf11culr:ì a creder- 10. Ch!: folTe anche univerfdlmente biaúmato quelto IÌlo p,:ífJggio 6ÜI- la CI1Idå di Ra\'enna a quelh di RClR:!a, ne r'n più che pe:lllUI(>. Era comro la drlc'plina EccldìaUica de' v cchi tempi. I Canoni, cd .mche: l' ultimo Cancillo Romano de:W anno 89 . riprov,wano rali traslazlani, ptr flenare: 10 ral guifa 101 cupidirà ed amb.zionc- de' Ve:fcovi. M.t non fi può g,à (enz.l nbrnz/J alcolrare il C.udinal Baranio, a!lorche chia- ma Giovanni X. Pfeud(jpapam, nefarium iJ1va[o,e11t, meretrids 'VÎribJlf RU1'JJte pollentem. Non c gla fimile l' cnu:uc in una Chitta per via del- la Sml0l1la, e 11 farvi paO:\gglo da un' dltra Chid;l. Ram:. aveva aHo- ra blfogno di un P'lpa di groin lenl10 e C'oraggio. Talc fu creduto r A rcivdèovó di Ravenna, e in c.1li di blfogno ce:donr) Ie kggi della Difciplina Eccle[ìalbca. Ed elTendo n,HO Giovanni elerro fc:nza fcif. rod, e nconof.:iuw dotHa Chicfa univerlàle: pe:r h:girrimo e vero Papa: il nu:ttere oggidi in duhbio il fuo Ponrlficaro, non dOl'rebbe e:ITe:re permeíT.), lìccomc pumo, che porrebbe riraríi dletro deUe brutte con- feguenze. Poiche quanto al dirlì d.! Liurprando, che per mori vo d'im- pudlcizia Giovanni tù d Ra\'cnna condotlo allol Gutedra di S. Plcno, fo che chi è: aVVtZzo a credere più [OLto il male che il bene, anzi rruo. Va age:l'olmcnte aoche neUe azioni più brnne Jl m tie, imm'.ntencnte 10 crederà. Ma non cos;, chi fa a quanre diccrie del vo1J7o è forrn[1O- na la vita de:' Grandi. Arretlol 10 ílello Ljurprando, dl vcr rrca iira que:lla nOllzia dalla Vita della ludJelta Tcüdora, Itt teliatllr eju5 Pïia. Buon teHo fìcurdmeote per Ilpacciar fomighami migu,t:i I.:nu PCII(O- 10 d' mgannarG. Dol que:lla V ita 0 fia da gue!I'intàmc Romanzo, avrà anch:= impararo Liurprando, che poco dopo eHere HdW prom(.tTo GIO- vanni all' Arcivd'covato di Ravnma, r:tfso al fommo Pontll1c"ro. LUO- dica tetJtporis intercapedille, dice egb. Ora fappia il Lctwre: avc:rci da- (a) "14l-tI4S to Girol.lmo Ro(fi (4), de gl'lOdubHali nlcomri, chc tin dell' Anno lll/lør./,,- 'I,m. Y. 1 i 1)Of. 'fImn..-. 2.;0 ANN A LID' I TAL I A. Ell A Vo1g, 9:)f. Giovanni cominciò a overnar la Chief a di Ravenna, It!, ferivc A"NO 9 1 4. li, monumenta Urfiani 'I'abu/arii complurtJ lellantllr. Vennt: cgli al Romano Pontificato ndl"anno prelènre 914-. E pure l' Autor di quel- la (.niriea Vita, ovvcro Limprando, ci dIce, che non p()tcndo loffc- rire I'impudie:\ Teodora Ja troppa lontananza del Drudû, modiea tem- poris inleru'pedi;le il fe:ce palTare al foglio Ponrificio. Come: prellar fe- _ de ad Amori sì mal inforrnati, e sì inclinari alia m.\ldicenza? Uno . Srrumento, e Ul'\ Diploma abbiamo nella Cronica dd Monilte:ro dc:l (a) ChrDniC. V ohumo (4), fpett:lIlti a L:mdolfo ed Atenolfo Prineipi di Be:nevento V"lt' n nf.1 e di Capoa. II primo fu fcrino 1171"0 Imperii Damni IIoftri ConjJ.:Jntini / jtl Úc. . Septimo, & þ<'IÛnlo anno Patriciatus Domni nopr; Landulji, nee Ion & ui"to anno Dom"i noRri 1thenu?fi Principis, 11,Ien[e N(J'I.:embri, 'I'ertia IndiFliðne. AElum Capue. Se I' Ind:zione comincia, come io credo, nel Settembre, (ono f pettanti all' anno prefenre, e ci conducono a cono- fcere:, che Ltz,ndolfo era (lato creato Patrizio dal Gre:co I mperadore prima de1ta metà di N ovembre dell' anno 911. e lìmilmentc Ateno/f' fuo Fratello crC'8to Collega nel Principato. Veggendo noj parimenre rnentovati gli anni di CoRantino VIII. Imperadore d' Oriente m C8poa, vi ne a confermarlì 1& Sovr:mità rimelTa in Benevento e Capoa dall' Augufio Greco. Si fcorge ancora, che dal1'anno 911. e non già dal ,912.. C0me volle: il Padre Pagi, fi cominciarono a contare gli anni del di lui Imperio. Anno di C R 1ST 0 DCCCCXV. Indizione I I I. di G 10 V ANN I X. Papa 2. di L 0 DO V I collI. Itnperadore 15. di BE R EN GAR I 0 Ilnpcradore I. fb) D4nå141. ;n Chrønic. Tom. All. RIT. 114/". L Afciò fcritto il Oando1o (b), ehe !tllarlð Conradi (Re: di Germ1- nia) Ânno Saraceni ltaliam graviter premunt. L' an nO quano d' e:lTo Corrado correva net prefe:nte; e però ci lì porge: fondamento dl cre- dere:, ehe in quefi' anno i Sia- !.;2. ANN A LID' I TAL I A. ERA Volg. Placiro per la norizia, ch' eOo ci porge, come Rada/do illujlre Conle I ANNO SIrs. Jh;'cbeJe(non so di qual I\1arca)gnJt'va in benefizio una pane: de i I-kni del .\1"01 Itero di San Colomb:mo dl Bobbio, per conccllìone de i Re, i qUdli P Igavano e rieompeniJ".lno allora can ifcandalo i fervigi de i loro UfiLilli colla roba delle Chiefe: ii che {ì pratic.lva in molri pae{ì Crifii.lOi. Non Contemo di ciò aveva anÒe occarara una Cone 2P- pellau B.ubadd, benehè fpr:-ttante alla pane riferb.na a\l' Abbate e a i 1\1onaei per lorn fofh,mamento, N e feee qu rda 'I:eodel.4jJio Abbale, c: fu tènrenziato che: gli folTe relliruira h tiu Cone. Leggc{ì ml'dcfi- mamente prcfTo il Campi (a) un Diploma dJro dal Re B.:rengario in queUo í1:e/To anno, V II. Kalenias dugu/Ii _ Allum in Simltl. Che Luo- go fia qu!'f1 n , nol so. Un altro aneora vien rapport'Uo dJI1' Ughclli Cb), daro Kalendis Seplembris del mcde{ìmo Anno. Atlum Curle Curcian9. N è pur quefb so io dir dove fqfTe. Seguita pOI a dIre il Pancgiri- fia, che Berengario, inrcfa eh' ebbe I' amhafci.ua e: volonrà del P,lpa {ì diede a raunar I' Armata, pe:r porrar{ì a prendere l'Imperial Coro- lla, cd impiegarfi in fervigio di lui: (3' Carn,; ljlor.,11 pill- cellz..a T. I. j.p;tntlie. (b) u{IJlll, lla/. SIZer. TDm. IV. in Fpi,eDp. Btr- IDmmf. (c) ..tnt;qll;- tat,I'IlÜear. DiJèrt. 10. (;}) ChrDn;- CM .If rllb;- c14m l'llrt. 1/, TDm_ I. Rer. Iialic. CJ'a/ihus eviE1us precihus, jur,et llgmina Regni, ueis cum be/la fillit, queis cUlll/acrti mIPJer. pads, Affore, 'fUtE lanti grefflan eomilenlur hOflOris. Dirpofie: Ie core, Berengario fi mire in viaggio alia volta di Ro- ma. Un rozzo Placir() già aecennaro d.ll Fiorcnwl!, e da m poi da- to aHa luce (c), ci tà vedere, fin dove egh fone giunro nei dl 10. di Novcmhre, cioè fuori di Lucca. Fu rcrina qu.-Il.1 Carra originale da me a\'Uta fotto gli ocelli .Anno Regni Domni Bermgarii _Regis DeD pro- pilio f7ige/imo OElavo, Decimo die /l.fcnfis Novemhris, };ldlc1:olZe $!.ú1 la: cioè nell' anno prelème, etTend0 cominci,lt1 nel S :w"mbl e I' l'Jdl;:'lði1 !!(Jurta. Le prime rarole del PIacit0 fon qucfie: CO'lcc:pme COil Ilhie del 5ec010 d' oro del1a Larinit<Ì. D,lan Dom /liS BermgarÙs S refJi/Jim IS Rex p10 timore Dei & llatu'n om'lÏumque (a'J:7arum Dci Ecclejì.l u /e- Elon/m Populo hie /ta/icis ahita'Jtibus, alJi,n-e'pe /iI.t' mercedem J /I'llam adi,nple1l'!a.m partibus R011Zam irc/, C1m1lJi e per.vcniffil i (ra . 1I:[ro., ma mchc all" altrc ddJa Cit- t:ì, e come fi può credere, anche: al Papa, al Clero, al St:nato, e a i Mditi di Roma. In tale occafione ancora gr.m coria di moneta . . fi giua\1a al Popolo, ficcome ho io dimotharo altrove (4). E qui (a) Ánwful- I " .0\ - P . 1 P .. d - u . .. t t It lic. onOOlmo octa [ermma I ancglflco I .....crengano., con mVltare .irert:t. 3. i giovani Poeti a camare il rello delle nioni dJ queUo nuovo 1m- ,.g. 108. peradorc : Et poft Imperii diadema 1'efumitt laudes. Adriano ValeGo, che fu il primo a trar dal1e tenebre '1ud1:o Poema ltlorico, prcziofo frammemo per la Storia dcllo fcuro Secolo prcreme, fu di parere, che il Poeta foffe comemporaneo di Bercn- gario. Ma aU' offervare, ch' egli ha pre[o qualche abbaglio in punri importami di Storia, de' quah dovrebbe effere flaro meglio informato, chi rappre[cma fè ftdT'o Poeta vecchio fill fine: non so io farmi a cre- dere, ch' egli vivente Bc&.cngario compondfe que1 Poema. Parrà m- tanto inverifimile, che dopa la morte di Berengaria alcuno 3vdfe in- traprer.1 quefla futica. Pure non è ruori de: i limiti del poOiblle, che Berengano fuo Nipote, divenuto poi Re d' halia, fì prendeffe la cura di far teffere Ie lodi dell' Avolo Augullo. Ha già provato il P.tdre Pagi con fode ragioni, non fuOifterc l' epinione di chi rifed al Settembre dell' anno prece:deme la Corona- zione Rornana di Berengario. Altre pruove ne ho addotto anch'io di (b) .4ntiqui- 'f pr , ficcomc p,ure nelle Antichi.:à ltah.lne C ). Ch poi tèguiffe nel tat. ItalÜ. dl dl Pafqua dell anno prefcme quella maell:ola funzlOne, dovrcbbe a Diffirt. 56. noi baft-arc la chiara aí1erzlone åella Cronica Cafaurienfc Cc), e del ( ) ch . Pan giri Ua fuddetto, che: così ne fcrive Cd). c r()nl- 1()19 Cllfau- rimft P. II. MD.Y ,,.,,eis 11ilmdum lampas Phæbea quadrigis T(). p. g,er. Luce, Deus 'iu jaéfus homo procl1Jìt ab an/r' Italre. crumbal; flrfliZt. - - - (d) .In()ny- , "'"$ in , a- nenric() IlI- ' t1J lar;, . Tuttavia fon'io perfuaío, che non nella PaCqua dell" ant1u prefen- te, rna nel N arale dell' a.no prccedl:nte, Berengano fotJ Innalzato al Trona Imperiale. Ne addurro Ie p'uovc aWanno 92.I. e 92.4. Iman- to dopo aver noi veduto, ch' {'g1i era in Tofcana nel dl Ie. di N 0- vembre, incamminato alia volta di Roma, non pare ch= dovdfe tar- dar tanto ad arrivani, e che più [OUo nei Natale cgli aveí1e cOlllè- guito il Diadema Imperiale. N è già dice il Fioremini, ch' cgli_ fe- gUl- ANN A LID' I TAL J A" 2.5'; guitafTe fino al !\1arzo dell'anno 916. ad eOere chiamato Re, ma fo- EllA VoJ8. lameme dice, che nel Marzo fi comincia a trovar memoria dell'lm- ANNO 9 16 . perio fuo ndle Carte di Lucca. Abbiaæ dcuo drere (lato uno e i motivi, per gli quali fu promoiTo Berengario aHa Corona. Imperiale il bifogno del Cuo ajmo per ifterminarc i Saraceni dal Garighano: Leo- ne O!tienfe (0) f('cc credere al Sigonio, al Baronio, e ;\d aIm, che. (:1). Lt, quefia gloriofa imprefa feguiiTe neU' anno 91 r. cOireodo il Mefe d' A- g ;:1f:. gollo. Ma 0 egli fallò, 0 è fcorretto il fuo tdlo. Per confeffione fua Lib. I. r.p.. il principale influ!fo, per dillruggere qud nido di aiTaffini, venne da Papa Giovanni X. qui ex Epifcop!Jtu R<<'Vtl1nate Triennio ante Romttnam Sedem in'l.Jaflrat. Sohm.:nre in quell' ann.o eb!Je rrincipio il Ttrr.o al'- 110 dd Pontlficato d' eOo Papa Giovanni j e però in quefio dee drcre fucceduto I' efierminio di quegl' lofedeli. Lupo Protofpata (b) I' :me- (b) Pr tI- fiò aoch' egli, Ccrivendo: 4.1no DCCCCXPJ. exierunr-.Agareni de Gari- kZ ta n /ian,. Ora abbiamo da Liutprando (c), e dal fuddetto Ollienfe, che o.r J tr. Giovanni Papa, premendogli fone di fnidare dal Garigliano i Saracc- Italir. oi, fir.quì creduti invincibili, fped! alIa Cone (mperiale di Cofianti- (c) Lillt- no pol; per ouenere un' A rmar2- navale, la qual chiudciTc la via del ma- ';; tlus L' re a quella canaglia, e impedliTt' i foccGrfi, che poteano fperare dall' 1../,;;: I:. . Affrica. TraiTe in lega Landolfa Principe di Benevento e di Capoa, Gregorio DuctJ di Napoli, e GiO'Vanni Duca di Gaeta, a' quali due ul- timi N iccolò Patrizio, fopranominaro Picingli, Generale de' Greci, porrò I' onore del P;}triziaro. Che anche 1'1 mperador Berengario con- tri buiiTe non poche forze per quell' imprefa, fi può lecltameme con- ghletturare, e maßìmamenre fcrivendo I' OllienCe, che Papa Giovan- ni ut/a cum Alberico i ltlrchiol1e, cum 'Valida pugnatorum manu, volle in perfona imerveoirvi, per mauuiormenre animare il Popolo Cri iano. Già dicemmo, che Alherico Marchefe di Camerino, e fecondo Ie apparenze r.nche Duca di Spoleti, e però VaífaUo di B.:rengario. Par credibilc, ch' egli guida(f'e I.: tTupr e date daU' Imperadore; e da Liut- prando filppiamo, che Ie genri di Camerino e di Spoleti non m 1I1caro- no a quella gloriofa fpedizione. Divifo quc(lo 6orito efercito, da due ban de 1hinfe i Saraceni, tcnend'1 forte I' aiTcdio 0 blocco per tre mefi: tempo che b.tilò ad affilmar que" \1ori, i quali non potendo più reg- gere, a[[ölccaro il Fuoco a turte Ie lor cafe ed arnefÏ, sbucarono im- peruofamenre fuori de i loro rccinti, e fcaP?:lroQo chi qui chi Ii per Ie mOntagne, e (elve vicine. Y1a gl'infcguirono con tal diligenza ed ofiinazione i Criftiani, che tii colore niun vi rimafe, che non fo!fe 0 ucclfo.o prefo vivo, 0 farto fchiavo. Per quclla gloriofa imprefa in- credlbrJe fu il gaudio de i Fedeli di Crifio in Roma, e ne gli altri circomicini padì, e lode ne riportò Papa Giovanni, tuttochè non a turti pare!fc proprio, che un Vicario di Cri!to pacIfico fi portaiTe in perfona ad aßìtlt'rc a queJla fanguinoCa danza, e dciTc egli il primo (d) Margtl- un' efcmpio di prarÎcar 10 lle(ro ad alrri. Imamo l'Imperador Beren- rini'41 BI4I- gano venne d:1 Roma verfo 1'1 Lom ardia. Un ruo Diploma prelfo iJ lar..Cafi- 1.&rgarino (d) fu dato ViII. Ka/endaJ Juni; (lnno Don;ini DCCCCXP1. ;:"1: ll. D9- Ell A VO . ANNQ 916. (a) AJlt;- 'Iuit. -Ctalie. Dlffirt. q. (b1 Chronl- con .Arab. P. 1I. To. I. R,r. ltlil. ) 7iørtnt;- ", Mrmor. di Matild, Lib. 3. (d) .AnlÏ'Iui- tà Efltnfi 'ar. 1. c. 1.2.. (e) Liut- prandllS Rlflor. Lib. I.. c./. 13. 1. 56 ANN A r I D' I TAL I A. DØ111tJÎ Vtl'O Berengt7rii fèreniflimi Regis XXIX. ImpcI ii autem I"i Primo, },zdiflione Jr. Aflltm CUllc Siua: Luogo a me Ignnro. I n clIo COnce- de a Berta dileniffim,l Figliu}h IÙ.l, e B.lddf.l ddl' JI1ligne l\lonillero di S.mta Glulia di Brc:rci" l..l tàcoltà di fdhhricare un Caftello rulla riva del Ticinl), Clün Bertiftis, Spi'::;atis, rMrri us., & Jf'rulCJrufn pro- pugnaclIlis, Follàtis, atque Ag!p-ihus, omui!m.hlJe argummtis eidem Cafld- 10 necelfariis. 11 ri more de gll lJ ngh('"n, lìccome d.tlì, tJcca pI cndere queUe:: precauz:oni So gl'lt.lltani. Un' alrro lun Diploma In t".1vnre di Pietr6 Vefcovo d' A rez'l.o, e della lua Chie(l, d.l me pubblicato (a), fi vede claro X. Klllcndas JUNii coli' ,,\cre fòpra ntè..rite Not(., in fine A- flum in CivÙatt Ravenna. N ell.t Crun:ca A I àbicJ' Gmfabrigenlè (b) è notato (ouo qudl' anno, che i Sicl\i ni dcpolero ßcnkorhab , e il m.mdarono in Atfj ica, dove egli e il Fighuolo morilOno. Pare che coilui fi foire follevato in SicIiia contra del Re de' Mori, e che pre- fo ed inviato in A fFrica pagafTe colla td1:a la pena della Iùa ribelhol1e. Spedì il Re Atfricano ncl /lefe d' Agnfto del1' anno prdente una po- rtnte Armllta navale in Sicilia per cfbnguere qull foco, il quale ve- rifimilmeme fu (agione, de in quel i tempi Ja J\aZlon Saracenica da. quelle pani non Illti.:lbfIè I' halia. Anno di C 1ST 0 DCCCCXVI I. Indizione v. di G I 0 V ANN I X. Papa 4. di BE R EN GAR I 0 Imperadorc 3. G Iacchè nõn h può raper l' an no prccifo della morte di Adalbert, II, Due.! e Marchdc di Torcan.l, II Sigonio, il Conte\on, cd aitn, per cotU:rtura I' hanno aire:;nata all' anno pretente. Però in que- ilo ne fo menzione :lOch' io. Mancò di vita qUeilo rinomatiffimo Prin- cipe, come s' ha dal tuo Epitaffio, [uttavia c:llt1enre in Lucca, e ral'. pOI t;.[O dal Fiol enrini (c). IN SEXTO DECIMa SEPTEMBRE NOT ANTE CALENDAS (1) Secondo Ie conicTture da me addotte nelle Anrichità Elt:nfi (4')', da lui dllcelc la nobailffima Cara d' Efle. Un pafTo rCDI reno di Llut- prando è fbto caglone, che di qud1:o ncchtl1ìm() e glorioro Pnnclpe abbJ..no parl.lto con dJlcrcdito molti moderni Scrittori, e princiral- mente il Cardinal Baronio. FavdlanJo cfTo Storico dl Marozia nobi- hffima Romana, ch' egli ci vuol far credere Donna pro(btuta, fcrive (e), ch'cira (z.) ex .dlhtrto lWøeychi,nt Albericum (gmuit) qui noftTo poft tem- (I) A i diaffiltt dell' Agofto J\1tft. (z.) da. Albcrt, J.11archeft tbbe AiberÙo. il fjliUÛt dipoi ujlirpò it Principa!8 Ji Rlmo. ANN A LID' I TAL I ^. '1.57 It1npore Rom n UTbiJ Principatum u[urp:Jvit" M.I :'\d.11be to dimorame Ell A Volg. in Tofcana, nu1ia ebbe chc: far con Marozl,l ahn.mre In Roma. I n NNO 917. vece di Alherto Liutprando fcrilTe ex dlberico .1t.lrchione; c 10 può fcor- gere il Lenore fl:cOo in ol1èrvar quell:' alrrc parole del medcfÌmo f\U- (Ore, dove dice (a): H'lbf,erat JJaro:.ia (ilium tlomina Ll/beriolm, quem (a) ldtm ex .Alberico A13rchione iplA genuerat. (I) E I' amico Scnnore della Cro- Lib.]. c,11.: nica dl Fartà (f), chc ebb;; da"ami a gli occhi queila di Lmrprando, (b) Ch ' anch' egli fcrive, chc (2.) AfarctiLi ex .Alberico fÅrchione habuit .A/beri- cøn F :ít = Cllm, qui poft ejufdem Urbis accepit Princip:J-ttlm. .\ltrc pllW\ e dJ qudta It Part. II. verità io' tralalcio; nltnngenJomi a dire, che s'hanno da ca:Tart: alcu. Tom.ll._ ne partite non fu!littemi dcll.! penna del Cardinal ßaronio, e d' alrri, R . IralIC, C(1Otra la m moria del Duca Adalb no II. no vcnfic.HlJolÎ nè pure silJt: '!a":.u, ch' egli avd1"e mano nell' elezionc: de' Papi, come pentã il Card.nal::: nVI P.mlli- fuddl:tro, il qua-It: dlfa\'vedurameme an cora ci rapprefenro Alberico PrJ!)' po'>>. P. 1/. cipe di Roml, nata da efT,> Ada/bertll If. e d.. creod(Jra Sorella dl 1J.- O/l" Rer. rozia, qu,mdo è fuor di dubbio, che il giovane Alberico fu ngliu:Jlo ta IC. di AJ,'-erico Marchc[c, e di JfarDzia Patrizla Romana. Ebbe qu.:llo Uu- ca Adalbeno II. per Moglie Berta, Figliuola di Lot/ario Re dell.. Lot- raringia, 0 tìa dell' antic:! Lorena, che Ii proereo tre FlgJiuoh cioè Guido, Lamberto, cd Ermc,'1garda. Effendo mancara dl viu Gisla, Fi- gliuola dell'lmpera.ior ß.:n:ngario, Moglie di Adalberto Jfa,'chejë d'l- -z:rea, fu elTa Erruen,gardJ prcfa per Moglie da cifo l\hrchde d' 1 vrea. Dopo la mone del Duca Adalbaro nel Dueato detla To(canl, per at- tc:11ato di LIU[pr.mdo (c) Fili:tS ejus Wido a Berengaria Rez.e 1Warchio (c' LiNt- patris loco conjiituitur. S!cchè Guido, fè in qUdt- anno mùn luo Padre, prandul commciò a governare il Oncatl) della Tofcana. Hiftor. Lib. Second0chè riferifce il Browcro (d), tù in quefii tempi fpedita (d) c:Þ. IS dt Papa GW'VaJwi X. una Bolla aJ Aicone Libhate dl Fuld.\ In Germa- rUl .:: t nia. Effa è data X, Ill. Kalendas JltiÛi, Ælt1o, Deo propitio, Po'Ztifica- q.4ir Ful- tllS Domn; Joh:mnis ftmmi Pont ficij & univerjålis Dwml Papæ in fa- dmf. pag. cratiiJima Sedc beat; Petri .Apojioli Þ<3arto, imperante Domno pllj]imo Au- 28 4. gujio, a lJeo coro;Jat" magno Impemtore, Á1Jt1O S cllnJo, & P tilriciattlS (Ie pur non ha d<1 dire, come 10 credo, Pojl Con/u/atum) Anno Secltnrlo /ndiéiioiJe inta. Ecco 10 tlile o(fervato anchc louo gll anrIchi lmpera- den SOVlal1l dl Roma. Dalla Crol1lca Caf..nuienfe (e) Impariamo, che ( ) C ' . II ' 1 - I ' A it ß - d - e IJron,- ne anno pre enr.e '!gu 0 crengano ( ve[Le ponarh a Camenno, c()n Cafu- da 90VC a.lldo pOI a VIÍHare l'mfigne 1\lomll:cro dl San Clemt:1\te dl rimft P. Il. Catauna tondato da LodO\'ico II. I mperadorc. QUlvi confermò i Pri- To. U. Rer. vikgj a que! lacro Luogo. II Diploma è dJto XlI. Kalendas Novem- IrallC. liTis, Anno Dominicæ Incat"nationis Nongentejìmo Septim9decimo, Domm 'z:e- 'Iom. 17. K. k to, (1) lHm-ozia a'i;eva a'Vllto an fig1io per nome Jfiberico, da_ Alberico , far,heft. (2.) IIftu'oz;a da Alberico AfarclJejè ebbc .Alberico, cbe dipoi prejè il Prin- tipato della metiejìma Città. 1. 5'8- ANN A L] D' I TAL I A. FRA Volg. rfJ Btren/!,arii piif/Ùni Regis Fice/i17lo {Jélavo, fmptrii a 'Item flii Secundo, 111- ANNO 9 I 7-.diflione fiurava; c D14- Diffm. 5. bi, perchè Governatori di qu..lchc Citta. RiutCì m ql1ctl'anno, 0 p. 161. .,. K k z. pure j"1'" E1\ A V oYg. AN/>!O 919. (a Cl1rDl'Ji . .A r .1<)/ ru-n P. 11, r. 1. Rer. lulli,. ft>' Liut- pra, d: Rift. L. 7,.Cllp. 15. 260 ANN A LID' I TAL I A. pure nel fegucntc, a i Siciliani e Mori ribelli (a) di cofl:rignere a1ta rclå nd di r 2.. di Marzo la Circà di Palermo dopn fci Mcfi d' alTc- dio, con laJc1are la libcnà a) prefidio Affricano. S tlcm fu credto A- mira, 0 fia Governaror Gencra.le della Sicilia. E lul fine de'll' an no \'enne fauo a i Mori di occupar anche b Cinà di Reggio in Ca- labl ia. Anno di C R 1ST 0 DCCCCXIX. Indizionc VI I. di G 10 V ANN 1 X. Papa 6. di B ERE l' GAR 101m peradore 5. E ' Involta in un gran buio per queOi tempi Ia Sroria d'ltalia,non rdbndo nè Storie nè Arti, per gli quali Ii vcnga in cogni1.io- ne d. que!, (he ppcrarono i Pap., I' (mpl'radore, e gli altri Prin- cipl d' I rd:ia. C. h,J nlJllaJrmeno confervara Lrmprando (b) Uil1 noti- 1.la, che mi lia. leclto dt rifcrirc all'anno prdt-nre. Cioè chc nacque- ro di(1enhoni fra I' ImperadQr B ,.mgtl.rio, e Guido Duca dt 10[cana; che qudb mfiemc colla Duchl:lTa Be1"la fua Madre fu Frcla e melTo in pngionc JI1 M:u}[ova. Ma che nnn parendo Berengario cavar ddlle mani dc' Governatori f d<:li ad elT.! Berta Ie Cirt;. e Calkella della [ud- dcrta Tofcana, rimife in libcrrà Guido c la l'vhdrc. Berlha au/ m (fo- no Ie rue parole) Adalb 1"ti uxor cum IVidone Filio poft m.lriti obitum, minOl'is non {a[J{l eft, quam 'Vir fuus, potmti.e. !0!æ tum cal/iditate & '1IurC1 ibus, 111m h)menæi txerÚtio du!Ús, nønnullos ßbi fideles effecerat. Ma fe Liutprando vUr)1 lune Ie PrincipeiTe d' allara Ddnne prulbtute, fcn- 7. che i i\1ariti fe ne altcraßèro pumo, ci ë ben pcr:nclTo di ri petc- re, ch' egli era una mala lingua, nè mt:rira fede la Satira fu:!. In etl almeno dl fdf.mta anm h rrov.wa Berra in <1ueHi tempi; e qudlo Au- tore è dlCHO a faret vedere, ch' elld adefcalTe A manu e fcdeli colle rue dllTolurc1.ze. Seguita pOt a din:. (I) UJ/de contigit, It! dum paulopoft a Be,.engr1,.;o (imul cum Filio capel'etur, (3 lUr11'1tuæ Îi1 cu/lodia te,leretur, fu'U Ci'Vitoltes & CajltlJa omni:l Bercngario mi1'limc 7ed,t; e,.it, ftd fi'mit r te- r.uerit, ealllque pofllll()dum de cußodia ft7mÛ cum Filio Iibela'VÏI. Null' al- Uo lappl4mo, che quelto poco dl qudl' avvcnimclllO, con ignorarne i morivi e la maniera, con cui la Duchdlà ß: red l' GUIdo fuo l.gliuo- 10 relhrono prefi ddU' t\ugUlio Bert:ng:1rio. C.rca Gudli mcdefiml tem- P') LalldblJu cd Alenolfo (I. Pnncipi di Benevento e di Capoa, ebbe- ro guerra co i Saraceni, e J' ebbao ancor.! co i Greci, padroni d,i Ba- n c (l) Onde a:cadde, che mcntr poco dopo áa Berengario a.lJietm Cli figlio [11 pre!a e fenula prigionien in l\f..mt()va non rcftitul a Bereng<11'io Ie jue Città e Caflella lime, m.:J, Ie tenne forti, e pø. djJìeme col figlio da eift rÙupcrò la libertiJ. ANN A LID' I TAL I A. 26 I ri e: d' a1tre Città. L' autore della Crollica di V olmrno (a) cel f.1 Cape- re con qu-fie parole: (t.<) His tcmpo1"ibus fupradiEli Pri;lcipes mJllta cum Saracen;s & Græcis art(;JliÏn' habucYlmt; Sed Dei mi(èricordia 'i.J1ElOI iam Ilccepe,-uJlt. In Sicilil, per attdhto dc:lIa CTonica Arablca (I)) ful fi 1e di quell' anno, 0 pllr nel fegucnre: fi fece: uegua rfa S.11cm Go\'ern.l- tor MOTO, C II Popolo dl Taormina: cial che fcorgiamo, che dura va- no Ie: turbolenze in qucll' lCola, e vedremo, che per molro tempo an- cora tennero in ef<. rClzio Ie: forze: dd Sultano de i Mori, il qu,dt: in- tauro r.1Unò un po(f nte e:Cercito per mare e per terra, tènZt che fi conoCca, fe: per -iCpedlrio in Sicilia, 0 pur vcrfo altra pane. Sono quell' anno [clive FlOdC1;udo: (c) fIungari Ita'ia.m, pa1"temque Franciæ, Regllum ftiluet Lotbm-ii, deprædantur. 1),) alcuna altra Ston.\ non abbiamo no- tI'Lla di quclla im_urGone de gb Unghen in Italia. PUle fi può cre- dere. S avano i Popoli del\a Lomhardi_ circa qud1i tempi in conti- nua apprenfione della venUta dl quelli cani. Ho io renduta pubblica la Pn:ghiera (d), che aHora quel di Mode:na fJceva a San Genllntano [uo Protcttore, acciocchè egli imcrceddTe da. Dio:t Vt boc flagel/ur1l, (I'm) meremur mift1"Ì. Cæ/orum Regis evadamlls gratia-. Nam doélus ems .dttil.e temparibus. POt't&J pandet/do liber!l1c (ubditos. l\'UiIC te rog6lmus, liCIt fir':.!i p lJimi, .db Unge1.orum nos dcfendas jaculis. LeggonG ancora altri verÍ1 per incitare il Popolo a far buona guardia in que' calamitolÏ tempi. Anno di C R 1ST 0 DCCCCXX. Indizione VI I I. di G I 0 V A 1" NIX. Papa 7. di ß ERE N GAR I 0 Imperadore 6. ERA \'olv. l\NNQ 919. (3) chro'!/c. f"ll,un.tnf. P. Il. ï. 1. Rer. Itli}". lb I Chroliic. .Arablcum P. ll. T. 1. Rer. ItaJlc. (c) Frodoar. in Chr. LIl. Rer. Frllllc. Du-Chejne . (d) .Amiqui- 1M. Italic. Dlfierl. I. R Tcavafida.un Dirlon a, da.me dat? aU:\ l ce: (c), che 'Imper dcr ( ) lb. DiJ- Berengano, Hando m Pavl.\ ncl dl 26. dl Settembre d. quell an- jerl. 63. n_o, confer mo tutti i Privilegl alia Chie1a dl Parma, e ad Aicdrda Ve- Jco'Vo dl quclla Cmà, chi::.mJto Hercardo dall' U ghelli, inter'veniente o- de/rico gJorioþj]ìmo Afarchione nOflHJ, Non fo 10 Llire, fe Ode/rico, il qua- le tollcn<:va ancora 11 grado di Conre del facrl) PJLnzo, focre !\1u- chefe del Friuh, 0 pure di 1\ 1 ilano . Fu dato q'1 '1 Oiploma J/ I. Ie",. lend as Oélob,-is, anno Dominic.e lnca1"nationis DCCCCXX. Domni '1:ero Bcren- ('It) in quelli tempi ; tletti P, Ï1rcipi ebbero mo'tc hattð!glie co' Sdracmi e cO: Grcci; ma per divina ntiftrj,;(Jrdia 11" uftir,no vitt01";Ojì. 262. ANN A LID' I TAL I A. EJ\. A Volg_ B rengarii Sercn lJimi Regis XXXI/I. Imperii autem fu; r. Indié!ione ANNO 9 W . F i 11. (commciata nd Scnembre) Áflu1lI PapÙe. Un altro fuo Privi- a) it!. Dlf- leglO, d.no meddìmameme in Pavia ncl di 6. di Set(embre (a), ho ;:;: 3' io wlto aile renebn:. A 9 ue1to med fimo a no d >vrebbe app...anenere tbl C4mpi un Documcmo dello 1tdlo Berengano (b), tn CUI dona alla Chlefa di Jftor. il, pi4- Samo Amonino di PiaCC02.a una plcciola B.ldia di Sama Crifltna po- fl7JU /. I. ita in Pavia, 3d Inrerceffione di Grimaido gloriofo Conte, e p.:r gli me- i/m . riti di Guido Fejêovj d'dTa Ciuà di Piaccnza. Dicdì daro qud Di- ploma X I fl. Kalendas Januarii , Anno Dominic.e /ncarnaJiolÛs DCCCCXX I. Domn; vero Berengarii pnj]ìm' Rei,is XXX1Y. imperii a:mm fui !?<3into., lndifll,ne Nona. AU m J/eroP'læ. .\1a nd dl 20. di Dlcembre dell' an- no 91.1. COlrt:va l'anno PI. e non già il.Q.. - to, per le ragioni addor- re all'anno 916. Perclò 0 quì vicne aduper.no l'anno Piidno, antici- pame l'anno noitro V olgare,o pure ivi s'ha da fcrivere anno DCCCCXX. nel CUI Ðlcembre correva l'lndizi, e lX. c potea forle correre l' ail- no XXXiF. del Regno. Truov.aIÌ panmeme nella Cronica Farfeníè una confermazione dl tU[ti I Pnvllegj conceduri aW inGgne 1\lonific- ro .di Farfa, tima dal medeGmo Impcradore. II Diploma porta que- (c) chronic. lie Note: (c) Datum li. kalendas Juli;, AnNo D01"'Jinictr lnlìJt"nationis FArfc,,}e DCCCCXX. Dfimni '/.:ero Berengarii XX? lJl. (fi dec fcnvere XXXllf.) P. 11. T.- Jl. R - f -- /7 A tl ' c t 0 ' F I ' 1 1 - I . .{<. J r eg,nz, ,nperu autun r. .E.l lün In ur e .0IJna. ra a tre Co e eg I er. til IC. coull rm. a qud ,Monillero quidquid A/!Jerims J.Hr.rchio; J idcm Jo,Jona- flerium alifnti,u. ZIl, C dl OdtiYlco inciito iYlarcheft. Il Diploma, da me publicaw (d), Italic. Dlf- hot queUe J..'\,I ote: Dt1ta. j/ I. ldus Septemb. is allno Dðmj,Û: InCdl11Jtltionis fert. 1.0. DCL'CCXX. DomlJÏ Ve1"O Berengarii Sete,lijJimi Regis XXXiii. /r!lperij .uum fUi Fl. indit11vne rJll1. .dflum Papi.e. M,t qUi d.:e clfere Icor- rcuo l' anno rl. de;l' Imperio, e tn fuo luogo s' ha da fCflvere mno r. (c) lb. Dif- Ho 10 altrove (r) CI[.ltO uno Suum<:[)to autentlco, da me vt:duto in [trI. 66. Reggio COR qUdte ote: Berenga1"i,us gr"cia Dei b lpe1"at r. Augufus, .d ,,,ø imj erii tjus S<.!fl to, DeClmo Ralend.H Duembns lndlElJone Nun.." cioè neli' anno prt:h:me., Come pOI Ulplùm , .che han tl lt 1.1 ci:era di Onoin li, cor,t.:ngano 51 farn sbagh, non 11 ta COSI facllmcme ."ren- (f) .AnollY- dc:r;. Moglie dell' .-\ ugutlo Berengario era ne gli anni addletro Berti/'1. ",us in PIl- N oi qui 01 a trovlarr.o Á1f,!'1., a C.UI nondlm n() n'Jn d.HI) il titt:1o di 1Ie tyr "o I Be- .....ugulla. Scrivc 11 P.megm1la d. Btrcngano U!1a nIcvame pamcüla- ym!oJr. . I. 88 if) P rlt;À. circa 1. an no 9. . - - /J- ANN ^ LID' I T ^ L I ^. 2. 6 3 P ariter tria fu/mina helli Supponidte cðeuNt: Regis (òClabat amico, IØS tlmc jids (atis Conjux: peritura venenis, Sed poßquam haußura eft inimica JJortaminG Circes. Era congiunta in primo matrimonio col Re Berengario Bertila probabilmenre Fighuola di Suppone, veduto da noi Duca di S poled nell' anno 872. Ch' eila foíTc viVtntc anchc nell' an no 910. s' è oflèr- va to di füpra. Oi qui impariamo, ch' eíTa fu ltvata d,ll Mondo col vc- lena, c parc chc pee la lua infedcltà tanto male Ie avveniíTf'. Dnvct- te Bcrengario pallare aIle Ccconde N ozze con prendere quella J1nntJ. Sc in oltrc le deíTe il tit?lo di Augulla, nol C prei dire. Ell A Voli:- ANNO IP.C. Anno di C R 1ST 0 DCCCCXX I. Indizione 1 X. di G I 0 V ANN I X. Papa 8. di B E E N GAR I 0 Irnperadore 7. di ROD 0 L FoRe d' Italia 1. R Apporra I'VghelIi (a) it tefiamenro di Nottrio, 0 fia N tcktrio t : :: VeCcovo di V crona, fano, Impernnte Domno no(lro Bere'1gario 1171- Tom. V. . per at are , Anno Sexto, fub die Decimo de ^1enfe Ftbruarii, _ I,!di- ;n Fpi!cop. fllOne IX. Se quefto Atto è autcnrico, e fe accuratamente tralcnrw Vørollenf. d_all' U ghclli, no) vcgniamo a cono[ccrc, che Berengario non dovcrtc flCcvere la Corona e il titola Imperiale nella PaCqua delI' Anno 916. ma bensì prima del dì 10. di Febbraio d' cíTo Anno; e can in(orgere un f,?fpcno,. che ciò (eguiíTe nel Natale dell' Anno 915'. cd aver fal- la o II Panegirifia dl Berengario, fulla cui relazione fondati akuni hanna aflegnata la di lui Coronazione alla Pafqua fuddetta dell' A'nno 916. Ma pcrch I' Ughelli troppe voIte porta fcorretti i Documcnti nella fu _ I,talla facra, non pl)flìam qai ripofar Cull a fob. fua fede. Se un d ulclra alia luce qualche Diploma 0 St! umento, Ccrino nc'Mt:fi dl GcnnaiO' e FebhralO dell' ;\nno 916. e dc i luffeguemi, finchè viíTe Berengano, allora Ii potrà meglio acccrtare quell" partita. 11 Sigo- nlo ( IIttellò di averne veduto uno Jaw. _ Re;},n; fa; 'Trigeji o, primo r (b) S;gon;Ns ImpeYlI 'l:ero uat.to, VII. Kalmdas 1am,a1"w, IfJdlft. 1711. C1< e nc\ d)' de .Regno 2.6. di Dicc;mbre de:ll' .-\nno 918. II P:,dre P!gi (c) vuole, chc s'ab. Ital. ad bla ec >ndo i IÙoi conti a leggcr ivi Imper.Ù 'Vero terti . Ma fe il SI- 1c)11pai ; gomo Icppe ben Icggere, c Ie autentlco era qu.l DIPloma, vcgmamo Cr;t,a1.An_ In caglllzione, che appunro nel dì di Natale dell' Anno 915'. accadde nal. BllrDn. 1a oronazione Rom.1I1a di Bcrenßario. Veggali un altro f)lJcumento qUI f'?tto all' Anno ,2.+ AggiungafJ ancora, che nell'lndice delle Cane dell'm(ìgne Archivlo dell' Arcivefcovato di Lucca è notaro U'1 Livel- lo:t dato da Pietro V dcovo adl' Anno II. di Berengario A/lgußo nel dl 1+ di 2,1+ ANN ^ I I O' I TAL I A. 1+, di ,}!?,rz(J IndiÚone 17. cicè nc:ll' Anno 917. Adunqu{" prima della Pa/qua dell' i\nno preccdc:nre Berengario do\'ea 3\'ere rice-vuta la Co- rona dell'lmperio. i\bbramo poi dal Dandolo (II), che circa quefti ttmri g;i Unghai ufclti dcll.i Pannonia empier..no dl delalazione la I\101 ana e la doemia, con uccidne ancora il Duca di quell.. eomra- d:1. Vennt'rn poi nel13 Crania, e palTato il Candlo dl Leopoli, tro- v,lI'ono Go/if,cdo & Ardo Duchi in/ieme col Patriarca d' AC]Ul1cia (fe- condo i conti ddï Ughdli donebbc .dTere 0'10) che aUaccarono bat- taglia con loro; ma sfonunatameme, perche quei due Duchi \Ii la- fClarono la vita, t: il Patriarca mcrcè di un buon cavallo e de gli Ipe- rani fi ridu/Ic in lalvo. DIC:'dero i E.\! bari vinci[ori un Cacco univer- Calc alla Croazia c Stiria; fe oe rornarono picni di bottino nella Pan- oonia) e di Iii r.líLrono a far I.. fieOà danza nella Bulgheria. Seguì p.l.I imente nell' :\pnle di qu-:f1' ..-\nno un f;tno d' armi preOo la Città dl Alcoh fla Lando/fo I'lIncipe di Benevcnro e di Caroa, ed Urfilco, o fl., Otjèolo, Gl'ner.lle de'Greci, che vi renò morto. Ne fa mt'o- (b) l.upus Zlont' Lup,) PlorofpJld (b) Cf)n qtldle rarole-: (I) Al1nO 92.1. in/crii/ !,rot rþalll_ l..kji/eo Sha/igo in prædo de A{culo menfe 4p,'ibs, & apprehendit Pan- In Chr'nIc. d 'F L1' ..: d I . n' . C II [ > II ' . fi d I 'I V u /ltm .dpUJeD - JC':OIl oC 1C Cllervo oml 0 C cgrlOo, qUi 1 ec eg- R:;:' u:tlic. gae Lamlulfus Apuliam. E che quetto Principe ritoglieOe a i Greci (el Liut- _ 1-1 Puglia, It I icava Ja Limpr.lI1(i. (c), chc fcnv.: (2.) P,-incipem Lan- pralld 41 _ b in dulphum ftple;l1'Jiopotefla/Ï'1:e.drubunjibi[tebjugaJjc.BLllChèl'lmperador Legatl,m. B - 1 J n' ( > ' I I . . I u ,;/JT10 p aCI dmcnte gov.:rnam: II ....egno d ta la, pure I ma I u- n,on, che in quc'lcmpl guallavano uorpo di leggicri 13 pubblica quiete ed armonia, non g:1 pcrn.i!èro di godcr PIÙ lung.lmcnre della race. J n qu..:Il' .-\nno appumo lÌ1cccdcne a mio credere ciò, che vien narralO da LlUtprando (d). \ enuto a mone Ga,'ib(rto Arâ'z,:efco'i:o di l'vJilano, te volie Ltlml'er/o deno luo fuccelTore entrar III pof1dlú di Gu.:lla Chlefa, gli C0n\'enne tCcondo i rdTimi abu/ì d' all,.ra compe- rare il C(.nlenfo dell' Impcradore co buona (omma di danaro, :.\Cn- done cgli clana tam a , quantft fe ne laic a dare a i CJmt:ritri, a i 1'or- tieri, ed a i Cuil:odl de' pavoni, e de gli alrri uccell..nJl Jella Corte. Se l' ebbe forte a male il novello t\rcivelco\'O, c comll1ciò r(,llo :1 medltarne la vendetta. Accaddc, che .ddÛberfu Alarche{e d' Ivrea, ben- chè Genero dello lklTo Berengario, Ode/rico ì\larchdc e Come del faero Palazzo, benchè [amo bcnefic:uo da dlò Imperadore, e Gi/b rto porente e "alorolo Come, legrt:t"mtllte tr_amarono una rihdl onc con- tra del medelïmQ Augufto Rerenguio. InlolpettHolene t'gh tece me[- tere Ie mani addoOo ad OJdrico, e il diede in guard,.! all' Arcl\'efcovo Lamberto, per prcndere poi quelle nfoluzioßJ, ehe foOèro crc:du[c plU E 1\ A Yolg. A/l:NO Sill. (a) DandNI. ill Chronic. Tom. Xll. R.r. ludic. (d) L;ut- pranrN1 HI/lor. lib. 2.. cap. 15. . (I) L' Anno 92.1. moYÌ Orfeolo Gen(ra/e nelllS hattaglia di Afcoli e Ltzn- ðolfo DCCUPØ la Puglia. (2.) avere it PriNcipe Landolfo tmuto [DIIIJ il fuo potcre l Puglia per all"; felJe . ANN A LID' I TAL I A. 1.6, più convenienti alia giu{tizia. I?J. Ii_ a gua.lche, giorno ma dò Beren: ER A Vo\ . gario de i Melli con ordme all .-\rclvetcovo dl rarncuere In mano dl l\NNO 9 U , Jui il pri !oniere:._La.rifpo(b, ch'l'gla_dlcde, fu, che fe un , par fu confegn.\tle alia GluibzlJ. alcuno, a CUI fi dovc11e levar_ la "I[a, ('gh opererebbe Contro i Canoni, e mcrltet"tbb di per ere .11 efcovar . Dt pt non QccorCe all' I mperador Berengano per Ilcoprare 11 mal am. mo dl L.lmbeno; e Unto più iì a!1icuro dell... di lui imelligenza e Jega.:;o i nhdli perch' egh knza hcenZol alClllJiI ò'tolle. Ikl\;uõ'u iu ri- mllè in 1ibenà ÒdelrI:..:u. A Bora fu, che il MarcheCe Adalberro, etTo Odelrieo, e Gilber- to Come detcrminarono di chlamarc in Italia un alero Principe per auerrJ.r Berenaaflo (a), e rivollCro gli occhi a Rodvifo 11. 0 11:1 Ri- (a) It!. if,. dolfo, Re dell.! Borgogna appdla[J. Tr.lI1fiurana, che cornanJ.wa alia CIl!. 16. Sayoia, a gh SVlzzeri, c ad alri i circoO\'iclI1i p _ V ol..rono lul Bre- îciano per Yle fconofciure, ed anlvarono inafpeu.ui allut\go dl quclla combriccola, UcciCero e prelero molti tli coloro. Ode:ricD Come del P..Jazzo brJvamenre d.fendendofi laCÓò ivi 1:1 "ita. Adalbcrto Marche- fe, e Gilbert:; GJßre furono dd numero de' prig:onicri, II primo, uo- roo non hellicolo, ma fornito di una mlrabll iagacirà ed altuzia, ye- d,-:,ndo, che non y' era maniera dl Ic.lpPJ.re, glftarc Via l' Jrml e [Utti gh ornJmentl preziofi, e ve1hrdfi d., femphcc ioldarclh, fi lalèiò pren- dere da gli Unghen. Imen-ogata chi toile; Tllpole J' el1èrc un t"n- taccino d' un uomo d' al ml, f. JI pregò di farlo mcn",'e ad un CaiL 110 appellaro Calcinaia, dove rene".. j iu,)! ParelltJ, che II ritcatluc:bbono. ConJotro colà, e non cono[ciuw, fu a vliitlim,) prtZLl) c,')/nperata la di IUl libertà d.1 Leone, uno de {UOI lold .ti. GilbertD ncondtCiuLO per quc:l che era, ben baHonato, e mt:zzo nudo, fu prdemato all' Au- gutlo ßerc'ngario. Se gli giuò egli rollo a' pied! per implorar la lùa IlliCericordii\; ma trovando1ì (enza br, che, e mollrando qudle paTti, che la ver.:condia infegnò iI nafcoodere, comlllotTe al rita tutu gh a- ibiOtI. Era Berengario PrIncipe fommdmeme p0rtalO aila Clcmenza, e quella volta ancora oe volle JatciarL un Il:ultre eCeropia con rerdo- nare a cofhJi. Dopo averlo ratto vdtlre d' abili convenevoli al CLIO er011l. 17. L 1 gra- E"A Volg. ANNCI 9u. (a) Antiqu. Ifillic. Dlf- ferr. 3 I. jag. 969. (b) Frod,ar- .Ius in chro- nic. To. II. Rer. Fran- eic. Du- Chefne. '1.66 ANN ^ LID' I TAL I ^. grado, it lafciò andare con dirgH di non volere da lui giuramento al- cun n ; m:1 chc 5' egli lornatrc a rit'olmrli contra del [uo 5ovrano, fe ne at"peruOe pure it gafiigo da Dio. Di qucíla lu"! foverchia indut- gcnz..\ ebbe ben tof1:r) ,I p.:mirÍ1 Berengario; perciocchè I' ingrato GII- berto appena fu rItornato ad r vrC3, che illigaro da gli ahri ribdh fc: n' andò in B()r ()gna a fpron:>re il Re Rodolfo, affinchè colle Cue for- ze ca!1fT"c in Iralia. N è plfT:1rono trenta giorni, che Rodolfo avcndo motr... I' 411t1i fu.; .. quefl:: volta {i diedc Q detronizz.u Rp..","S'" 10 . Le feene di queni ribelli Ie credo ill fUl.\-CÙULt: neH' i1.nno corrente. Ed appunro ncl Serrembre od Orrobn: dl quc1to medefimo anno fon io d' avvil ', chc efT"o Rodolfo venuto in Iralia, e impofT"cfT"atofi di Pavia, quivi fofT"e eleno Re d \ i Principi fuoi parziali. Le ragioni fi vedr: H 1l1o andando innanz.i. Un Placito tenuro in Ravenna da On(ßo A,-ci.::efcovo di ctra Cirrà, e da Odelric0 Va(E..Uo c: Mttro dell'Impc- udore Berengario, da me dato aUa Iuce (a), non so io dire, fe ap- riutenga all' an no- pr fcntc, perchè Ie Note Crcnologiche fi fcuopro- no guaf1:e. Ben so, che ruò eOò far conoCcere, che: in quefii tempi in Ra'i,,'enn.i e: ncl fuo Efarcaro ctro Augutlo f'ferciraya giurisdizione c fignoria, nè appariCce, cbe ivi i Romani Ponte6ci ritenctrero il tem- poral dominio. Anno di C R 1ST 0 DCCCCXXI1. Indizione x. di G 10 V ANN I X. Papa 9. di BE R E 1, GAR T 0 Imperadore 8. di ROD 0 L FoRe d' ltalia 2. S E crediarnn a Frodnardo (b), Cotamel1[c in quell' anno davette com- parile in Tralia cCllI' eferciro fDn RoJolfo Rc di B 'rgngn,i, fcri"cn- do egli: C-) Beren'(,tlrio LonJ',obard01'1t11J C dovea dire Ron'moru It) !/"Jpcr( to- re Regno ab Optilllatihus (tlÏs deturbattJ, Rodulfus Cifa/pin.e Ga/lÙe Rex ab il'jis Ï1J Regnum a-lmittitllr. Mol 10 tengn, ch ia calara in halla di Rojolfo, c I' clez.ione fua in Rc d'lt"lia fucced trL nc: gti u1rimi Mdi (c) .Dand/4- dell' anno precedente. II D:lOG()lo fcritrc: (c): Rodulfus Regmlrlz Italit!: lu,1 In Chro- ohtinllit Anno Domini DCCCCXX I. qui invitatus ab It ,lids in Lonvar- nICo T. XII.. . & B . R b Il d -. & ji R b . Rer. Italic. dltlIJJ 'l.'elllt, erengartum\.q;cm e an 0 'Vwt,., tC Ignum tJ- nui!. 50 non dTerc queflo AurOle di tale armch1ta, dJ. potcr declde- re tat contronrfia; ma a buon contn ho io pubblicat o (d) un O;plo- ma di R0oo1fo, chc ci afficura, ch'egii ncl dl 4. dl Febbraio dell'an- no prc- (d) .Anti- '1,lir. Italic. Diffin. 73. (tt) Berettj,ario I Jlperado rt de'L()íl7,obardi C Romani) sbalzato dal Regno tla' (uo; Ottimati, RodolJo Rc d(lla Gallia Gljúlpina tla cjJi viene ammrJfo nd Reg1Jl.J . ANN A LID' I TAL I A. 1ó7 no prefente era già dichiarato Re d' Italia, e pacificamente foggior- E B. A Vol-. naVa in Pavia, dove eonft"rmò ad .Aicardo VifcO'i.;o di Parma la ß.1dia ANNO 9:t . di Berceto. Fu d.uo que! Diploma I/. /I/Jrus Feonnli- g\ieri del ite Rodolfo in Pavia. II Campi (b) nOlO, che nell' .lnpo 91.2.. uno Strumenro fu ferino in qlJella Cirrà di Piacenza, correndo i\ ".Iefe di Mt{gio, e 1.1. DecimJ 1l1dizione, con gli anni dl Rodolfo RI d' ltalia: il che fa conorc re, che PiacenL3 allora uhbldiva a \ui. Ma In altre due Carre, fcrine nello JlelJo dn>>o, e [otto \a fleifa lndiziø- 'lie, e amendue in prefelna di Guido re(covo, {j f.t mf'n'l.IOIlC di B;:-rcn- gario Il11perddore, correnJo l' An/IO Settimo del tùo Imperio: fegno, chc i\ Vet(;o\'o Guido, e Piacenza erano tomar; all' ubbìdit'nu di lui. Anzi da quelli Atti G PIJÒ rìc.\\'ar prwwa, che i due Dlplomi da me acc nr.,lti , come fptditi nd pfecf'dem anno in Pavia, rorfano app.ir- tenere (almeno I' uno d' effi) rill ront> all' ann,) 9'.1. c(}m ìo lofr ct - ta\'a. Perciocchè come potè tùl fine ddt' ann0 92.2.. dTáe Guido in Pa- via ConGgltcre del Re Rodolfo, quando noi già il u-oviamo paffato ncl p.lrtito di Bcrenglrio, corrcndn I' lndizione Deci11H, cioè proba- bilmenre prima del Serrembre d' elTo annn 92.2.? E fc così folfe, il principio dd Regno di Rodolfo in Italil fad (lata nel line dell' anno 9 1. come io già conictrurai, e non già nell' anno fu(fegueme. Ag- giugne i\ C:!mpi, che f()[to il dì 18. di !\ larigio deli' 3nno prcfcme 92.3. fi vede alrro Strumemo ferino con g1i anni di Rodo fo in Pia- cenza. Sicchè dovca gi1 Rodolfo avere ricuperata qucUa Cmà. In- tanto 1'1 mperador Berengario, adunatc qU.lnre forze potè, volle ten- tar la fort una di una barraglia, che troppo fvan[aggi ('l In line r:l1fci per lui. La rapporro io all' anno prefenre lùlh te(bmonianza Ji Frodoar- (c) "Joar- do, che ne fcrive così: (c) Rodulphus Cifàlpin Galli" Rex, fJ!l m /ta- J,!s lnT;chr;; lici, abjeélo Rege fuo Bet"eng;rrio, in Regnum receperant, cum ipfo ßet"e,s- '::;. J1 nc.. gario conflixit, eumque de'l:iât, ubi 11,i/le quÏ1zgenti vir; cecidzffi dicuntu,. . Du-Che/n,. ('II<) E' narr:lto quello fatro d' armi da Liutpr.lI1do colle fcgu:.-nti cir- coflanl.e. S'incomrarono Ie due Armatc ncmlche a Fiorenzuola era Pia- ('''') Rod:Jlf(J R dell.'I Galli,., Gifalpin , cui gl' [taIÙl1ti, rigetttf,tfJ;1 /01'0 Re. ßef'e1ig' I;o, aVt'ano accettato nÛ Rt'gno, venlle a/Ie "J,/'1I1 coli, fteffi Be- rmgar;o, e /0 vÏiife, o'Vt diceft, {he m'riJ/êt"o uomini 1 roo. ,- ANN A LIDs I r A L I A. 2. 6 9 Piacenza e Bargo S. Donnino nel dl ZoO. di Luglio , e qui\"i ven- Ea A Tolg. nero aile mani con un conflitto tanto PIÙ dcrelLlblle, perchè per la ANNO 92.]" dlvcrficà delle flzloni fi videro imbrandire 11 feno i Padn contra de" F'gJIuoli, i FIghuoli coner.\ de' Padli, i ir.uelli l' un contra dell' alero . (*) Ac(r Avus lethtlm parat ecce Nepoti Sterntmdus per eum. Sembrano quefie parole .indic:1r ßtfmgario (mperadore, che do- vette in qJcll.l giofOata 'aver per avvt:rlåno il ruo Iteffo N Ipote ße- reng,lrio Figlmolo di Gis/a Figliuola fua , e di Ada/berto Marche- Ie d'lvrea. DI grand, prodezze vi fece I' Augufio Berengario, non minori II Re Rodolfo. Ma 6n...lmenre fi Jichiaro la "moria in favo- rc del primo, e al1dò rotto tl1t[O il campo del Re Borgognone. Avea quetto Rc maricata can BI);:ifazio Conte pNcnril1imo, che dlvenne poi M.lrch_lè dl Spolcti e dJ Camerino, Glla/drada IUd SorclIa, Ðcnna per beltà e per f.vit'zza i\1ulire, che era anche vivenrc, allorchè Liut- prando Icrivea Ie fue Storie. Companre qudlo Bonifazio inueme can Gariardo Come, rnen:mdo fcco un buon corpo d' armati, in foccorfo del Re fuo Cognato ed Jvrebbe dcfideraro d' cotrar' anch' egli nel pri- mo fuoco di qut:lla butaglia. Ma fìccome perfonaggio di rara altu- 2.ia, giudicò mcólio di rencrfi in aguato,. afpettando l' efito del com- bawmemo, per dare addolTo a quei di Berengano, cafo che vincdTe- ro, e fi s banda(f(;ro, cioè per far quello, che tante volte è avvenuto in fimili cali 0 per la poca accortezza de' Genc:rali, 0 per la disubbi- dienza de'Soldati [l"OppO anlÌofi del bottino. E così appunto aV\'enne, talchè i Berengariani Ji vincitori divennero vinti. Jam Rodulphi, dicG Liutprando, ptl!1Je omncs milites fugerant) & Bermgarii dato 'Viélori.e fi- gllO colligere fpo/,a fatagebant: quum Bonifacius a/que Gariardus jubito øx inJidiÙ properantes, hos tanto It:vills quanto ;nopinatius fauciabtJilt. G:uiar- do accett;.1va chiunque fe gli rendeva prigiflnc . Bonifazio a niuno da- va quartlere. Murata percio la faccia della fortuna, e tornati alle ban. dière I foldati fugitivi dl RoJolfa, f.'1cilmenre fconfißero I' .-\rmata di Berengaria, con nota f!rage nondimeno dell' una edell' altra parte, de, fe vogliamo prellar fede a Liucprando, a'lùoi dì pochi uomini d' armc rcfiavano in Italia. Fuggi(fc:ne l'lmperddor Baengalio a Ve- rona. RoJolfi) allora, nulla temendo pJÙ dell' abb.lttuto avverf:u'io, do- po qud1:a victoria dlcde una fcorlà in Borgogna, colà richiamato da varj fuoi premurofi affari. Anno (*) Etc. I' Avo !þirtato e troppo firte A/ Nipote pr(para un' empia morte. ":1" "-7 0 ANN A LIDs I TAL I A. Anno di C R 1ST 0 DCCCCXXIV. Indizione XI I. di G I 0 V N NIX. Papa I I. di ROD 0 L FoRe d' ltalia 4. E II. A VoJg. A Ltra via non feppe trovare l' Imperador Berengario prr foltenerfi ANNO 914. in capo la crolla:lte fua Corona, che I' indcgno ripiega di chia- mare .in ;taha la fpier ata N azion de g i U ngheri, co' quali a\'e:;t tr.tt- tc::nuta finquì a forzJ di regah una buona amicizia. C lari co!lo;o pel Febbraio di quefi'anno, It fpinfe gli alia volta di P.lVia. Ma ad al- cuni de' fuoi rncdefimi V cronefi ftati in addie-tro sì Fedeli ::d attaccati a lui, davette dilplacer non poco <}uel1:a rifolazionc barb.lrica, prevc- dendo ognuno, qU:lIUO fangue e danno cag:onerebbt: a g!i amici tlcíTi h venma di qucJla gente, nerníca del nome Crifti;]no, -e rrappo av- vezza aUe crudeltà. E per quel10 motivo, a pure per altri a noi igno- ri, comiilciarono alqun:ti dl que' Ciuadini 3d ordire un:; congiur.. con- (a) Liut- tra dl Berengario (a). N' ebbe femore l'infdice Principe, c:: låpmo, ';;7/dus L '6 che un certo Flambelto '-uo Compare, peràè gli avea tenmo un Fi- 1. j ,;;: IS.. gliuolo al facro Fonte, nè era capo, fattofdo vellir ddVanti, gli ri- .17 {t'lu, cordò i be::nefizj a lui comp.niti, r.e promlfe dc' magg'on, purch' egli foLTe collante nelia fedeltà verfo del fuo Sovrano. E donataglj una tazza d' oro, lafciollo anJare in pace. Altro non fece nella r:atre fc- gue::nte, dopo eílè::rli vedmo fcaperta, 10 fconofcente ?ï'lrmherto, che illigare i fuoi. congiurati a fare .1 colpo divifato contra l vita dell" Au- gulto Berengano. Che la :n,l\Jzia e l' accortczza non ::vdTcro gran luo- go in cuore di qudto PrincIpe, li puo flcono(ccre dall' aver' l"gli pre- to il ripofo in quella none, non già nel Palazzo, che fi potea difen- dr.re, ma in un pict;icla gabi etto, COI1t1guo ad um Chidã, per po- tel" cLTcre pretia, Iccondo il luo coltume, a lcvarf1 di mezza none::, cd 2ffificTC a i divini ufizj. Pcrchè nulla faCpcttava di male, nè pure fi prccauzionò coUe:: gu.ard,c. 1\ J o!1ì al houo ddh Campana èd Matu- tino noaurno, e ando alIa Chlda. M.l VI companr. da II a poco an- chc Flambcrto con una mano di s6hcrri, c \'cnUi:a3Ii incontro 31"'I"(:n- gario per intend.:re il lor vokn::, tlalìtto da varj colpi delle 101"0 fp::tde, cadde mor o a i lor piedi. E qudlo mifc:rabil finc ebhc l'lm- pr:rador Berengano, Pdncipe, a cui ncl valore pochi ::.ndarono inn an- zi niuno nella Pietà, nella Clemenza, t: nell' amore della Giullizia . . . V :0 credendo, che nel Mere Ji Mcirzo del pretence aono egla fofTe (b) .A1IIIq l '- toho dal Mondo, perchè ho avuro totto gli occhi, e poi Itampato (b) tat. Ita j- - 1 C ll 1 ' h - - d II ' A . car. Diffin. uno Strumento ongana e., ell clnc ne I ...hc (VIO e rClv ICOV,.lt.o 19. di Lucca, con quetle Note: Re;r,r._'l.lte Domno r.oßro Berengano gratia Dei /mperato1'e Augu(lo, Å,zno imperil ejuJ Nono, Duodecimo l!alenda Ápri/is, IndjfliQne Duodecima. Conriene una permuta fattd dl alcunI Bem ANN A LID' I TAL I A. 271 B ni WI Flaiberto S:::avinl), e Pietro P'e(cooClo di Lucca, con avere EllA Volg. Guido Duca inviilti i fuoi M.:l1ì per cono(cere, ehe non feguitTe lc- ANNO 92.4. fione della Chiefa in quel Contratto. Ora di qUi apparifce, che nel di 1.1 di Marzo non era pcr anche giul\ta a Lucca la nuova della molte dell' Au uíll) ßerengario. Qud che è p:ù, un tal Docum l1tc maggiormeme ei a(ftcUl"a, che: ncl dì :'4. di Marzo, 0 a ,n Ua Paf- qua dell' AIî o 9I . nere g4llo non. fu p ornotfv ,alla Dlþ"nltcl Impe- riale, ma pnma dl qud glomo: altmnenn nel dl 2. I. dl Iv1arzo del preCeme anllo larebbe corfo \' anno 011a'V(, e non già il ,lV-or.o del fuo Imperio. Ma fe è così, vegniamo ad intendere, che la di lui C ro- nazione Romana fi ha da riferire al Camo Natale dell'anno 9Ir. e che il Panegiritta di Berengario fi dec differcntemente fpiegare, fe è poC.. fibile; e Ce non fi può, conviLn confdfare, ch' cgli anche in qudlo fallò, nè ci è permeffo di crederlo Autore contcmporaneo di Beren- gario fidJo. Fu compi:mta da i più la mon:e di così buon Principe; c (e fi \'uol preHar Cede a Liurpranclo (a) reHava turt:lvia a' tempi fuoi (a) Liut- in \' eron d.1vanri 2.1 una Chiéfa una pietra intloil; d l fd gue 'cO-o 1:: 11 ;- /,'#.- BI.oH'l g.mo, che per quamo fofTe Javata con \'af) llquOTl, mal non '.. 1C'., pcrdè quel colore. A veva alJcnto Berengario in fua Corre un nobile e \'alorofo Giov:mc, appellaro Jl.liIo11e, a'cui configli fe fi folfe egli att('flute, non -gli farcbbc avvcnura quella fciagura. La none fidfd., th' cgli TC1tÒ trucidato, aveJ voluto Jl.lilone mettergli Ie guardie; ma a par[O ,,\cuno 1/01 p rmi(e Berengario. Ora quefto genero(ò Gio\-a- ne, giacchè non potè difr-ndere if fuo Sovrano vivenre, non lakiò al- mcno dl pronramenrc vendicarlo morto. Prefe egli l' iniquo FJamberro con tutti i fuoi compliei, e nel terzo giOlno dopo I' uccifion dl Be- n:ngal io tuui II fecc impiccar per la gola. Quefto Milone fu dipoi ( fors' anche era al\ora) Conte, cioè Governator di Verona, e pc:r(ò- nagglo <11 rare c: perferre ViniJ. o Doveano prima i qudla Tragedia avere avuro ordine g1i Un- ghcn da Bl rengano dl pafhre a11' afTedio di Pavia perchè fe gli riu- tciva di ncuperar quelJa Ciuà, GlpO del Regno,' il Re Rodolfo veri. fimilmente plì: non rivedcva I' Itali;} 0 AndarorlO que' Barba1Ï fotto il com:mdo di Sdlardo lor Generale, commcnendo pel viaggio tUUe Ie inu :mltà_ lara conluere" e ltrinfero coil' a(fedio fa Regal Cinà. Volle ]a d,fgr.L2Ja, che non feprero que' Ciltadini difendere coraggiofamente quella fOl re Piazza, tIt: f:lggiamem:e renderla a patti di buona guerra. V' entrarono pef forzJ gli Ungh('ri, fecero man bafTa fopra [u([o il Popolo, cd attJccaro i I fuoco a Chiefe, PaJagi, e Cafe, ridu(fero in un monte di plctre qu.:J]a c!ianzi sì felice e ricca Ciuà, avendo coo- perato un vento gagliardo a dilatar quell' incendio. In quc])a rovina perì pel fumo e per Ie fiamme anche Giovanni onimo Vefcovo d' e(fa; e trovandofi can lui il Vereovo di Vercc])i, anch' egli miferameme vi lafciò la vita. In fomma d.l gran tempo in quà non s' era udita una sì fpavcmofa calamità in Cinà. Crifiiane. Nè ualaf..:iar fi dc:e f' orrida de. . '2. 72- ANN A LID' I TAL I A. EllA VoIg. dcrcrizion , cn ne feee Frodoardo (a), Scrittorc aHara viveot : (I) ANNO 92.4. HUHgari dué1u Regis Bereng rii, quem L'I11J.obardi pepuler:Jnt, It.:zli'.lm tle- e.) Fr.dodr- . 1 ) U h 1 .r. iJ1i / ;/]; . d . ch poplI/antur. aplam fjl/Oque ,- em pOpll oJ Imam atque opulentl1/lmam, 'gilt liS In ro- þ d b "" '/ E / 1'I;c. To, 11. 14ccen lint, U I opt'S perzere innumeraúlles; cClefiæ quadragÏ11ta Ires {UC- tl'. FrAnc. cet/fie; Urbis ipjius EpiJèopus cum Ep (c8pO l'ercelle11/i, qui JèCllm erat, DN-Chtjne. igne fumofjue necatNr. A/que ex illa pæne i1tnllmerabili multitudine dllcenti tß1'JtUI1I fÙperfu flè mpm01"anfflr. j ,Jt reli'lll;;!. UrhiÏ i1'lcenf , fju u inter cÌ1tereI le,gel'ant, argeHÛ modiDs oé1ø dederunt flut/gar'is, Ûtam, tilUtoJque Civitatis 'l.! Cllæ redimcntes &c. Interea .BeYel1g7rtU - Itll/iæ Rex a [uiI ilf- terimitur. Anene Liurprando non fi I'aWl dl d.:plorar lJ. It5rimevol ro- vina di quella bclla Ciuà (h), cod affegna 11 tempo precuo delld me- defima con dire: (2.) Ufla eft Ì1Jfetix o/im formo[a Papia Anno Dominic Incarnationis DCCCCXXIJ7. Þ<.!farto Mus iHartii, lrJdicliOtic X 1/. Fet irJ 17/. bora 11/. Aggiugne apprdfo, ehe Pavia ddltutta, a d.ft Tenza d-i Aqui\eia, nforfe, e da It a non mo\ti anni tornò ad effere bC'n tàb- brieata, popolata, c ricca, come prima, di modo chC" (dice cglJ) (3) nOli [olum viânas [cd & lot1g pofita.r pr cellÍl opibus Ci'tJitales, ipfa in- fignis, (;1 loto Orbe notiJlìma Roma, hac inferior ejJet, fi ptetior" bea if jimorum Apoflolo,-uíl/ Corpora nOli h beret. PL r attdtato del luddetlo Fro- do..rdo gh .ungheri pleni di bownl', in veec dl torn,ufene pel Fnuli aUe lor c (e, come prctenJe LiutpranJo, p.dT.'1rono per l' Alpi in Fran- cia. RodoJfo Re di ß.)rgogna c d' 1t,11ia fi trovava aHora dl là da'mon- [i, ed UlHto con Ugo Conte di Vienna [crrò quelb m.tlandnOi ad al- cuni paffi ihetti Ma cbbero ]a m.lOlera d'l1lclrne per dove m"n fi credeva, e fi fpinlero verlò la Linguadoca. Quami nc potè coghcre Rodolfo, tutti gli fece mettere a 61 di frada. " . (b) Liut- prAndul Hiflor. Lib. 3. CliP. I. C Jtqu. Rena- (.I) Gli Ul1gheli [otto la cOlzdotta del Re Berengari. fttlcâato da Longo- bm-di, jàccheggiano /' Ifaâa. Abbrt/gianD anco Pavia Cit1à popo/atif- fima, dove pe irono irJnu,lJcrabili ricchezze; fm 0110 in:endlate Cbiefe .quarantatrr; de. I' i(leila Città it J7eji-o'1:o col f7eJ'ovo di J7erceJIi, ,he tta [ceo, ì aMmazzato daL fuoco e da/ furoo. E di quel/a fua/i in- numeraVi/e mo/tltudine Ii racconta, che dugento jölammte jòpravÌ'1.:ejJè- -rø. el, cbe dagli tl'Vanzi deli'inLl'ndiata Città racco/ti t,-a I, ce- neri dierono agLi Ungheri moggi IIttO d" argmto, ncompra"dll /a vita e Ie mura deLla Ciuà 'VuOla cc. InulJto Berengat'it; Re d'lftiJia è uccift da'fuc;j . -(z.) Brugiatll {u l' infe1ic già hella Pavia l' 41nno dell'lnlarnaÛone del Signore 92.+ ;/ dì I2.. di i\larzo, lndizione I%.. Feria 6. Ira . (J) fuptra in r;cch z-;:,e non fllamente Ie 'Vicine, ma anco Ie 10lltane Ciftå. RCJ11Ja Jlejfa ilzjigíl e in tutto it lv/(J1tdo IlotifJima [arebbe mferior6 a fueß(/" fè non ilVellè i COt pi prezioji deg/i J.fpøj/øli heílllffimi . ANN A LID' I TAL T A. :!. 7, Reftata libera la Lombardia da que!1:o flagdlo, c tolto ..ii mezzo E:R A VoTg. il compctitor Berengario, lè ne tornò heto in lta1ia il Re Rodolfo, ANNO o:q.. e fenza comrafio ebbc qUlli tuUO il Regno a fu dífpolÎzione. R!- cor e tofio a lui Giovanni J7efco'l-'o di Cremona, già Cmcdliere dell' L-\ IJ- gufio Berengaria, per raecomandargli la Cua Chicfa, (*) a Paganif, cioè da gli U(:)gheri, & fjltfJd magis ell dO/t'nd.ml, a pejJimis Cbrißianh deft/atam. Gli confcrmò Rodolfo tutti i fuoi beni e Privilcgj, ad ilhn- za di Beato J7efcovo di Tonona cd Arcieancclliere, non eonofcimo dall' U ghelli, e di Aict.trdo J7efcovo di P,umJ, fuo Aurictll.:Jrio, cioè Configliere. Ha que fie Notc il Diploma: (0) Data 17. Ca/enJtlS OElu- hris, Anno Domi-lic Incarnationis DCCCCXA Ir. Dcmni vero Rod,, (i SerenijJimi Regis in Bm-gundia X17. ÌiJ Italfa 117. bldiélione XliI. ./laW?1 in P,'atis de G,'allne. Conccdeue (:'gli meora cen un' Itro DlrlomJ a Guidtl J7efcovo di Piacenza (b) un lito delle mura della Cirr,ì dl Pavia, per potcr\'i fabbrieaïc la caf.'l de' V cÎcovi di Piacenza, pcrciocchè fo- lev.mo tutti i Vefcovi del Regno aver quivi, úecome aluo\'e aceen- nai, caf<1 plopria per abitarvi 10 oecafion delle Dicre, e d' altre nc- ceOit:! da 1Ïcorrerc al Re. E quivi truovafi appunto anch nominata CafiJ fan8æ Lunmfis Ecclcjì : Il Diplom.1 è manC:inte del Luogo, e giorno, e mere. Ð,eeú dato in qudl' Anno Rodil /i Rqþ in /ta/itl 1ertio, Indiffiol1e Dllodecim.'Z. Prob.abllmemc prima Ò SettLmbrc. l<.Ier- citò in olm: que1to Re 1.1 lua munlÍlcenz.1 vcrlò il fuddcno .dicardo rtfco'Vo di Parma, con donargh la Corte dl Sabioneta, oggidì riguar- de vol Terra. E' d,lto quel Diploma (c) P 111. /dus Offob1is /1.mo Do- (c) Ughell. minicæ IncarnafÌÐnis DCCCCXXlr. Domni vero Rodtt/fi piijJimj Regis ill Ifni. SOC . Burgundia XIJ7. hie in /talia If/. /lffu,n Papiæ. Un' alrro ancora fu Tom. II. m dato Ja 1m an f7erOntl (d) Prid;e Mus No-;;embris Inr/iEliolle X 11. Anno /!',;/ J. Regis itl Italia 1/1. e un' altro parìm.:nrc dato nc\ld (tetf4 Cinà e g:oruo {d).A,:lIqui- coll'ludizione XI 11 I. Ma dec eílère X /1/. V' ha della dl1è:ordlol fra lat. Ilallc. quefii Dlplomi imorno a gli Anni del Regno d' lraiia. Se poi luíTì- Dijftrf. 19. ftdre, che nell' Ottobre e Novembr.: di que1 ' Anno corrdTe il di \ui &cr ' 3 Anno !2!larto, fi verrcbbe ad imenderc, che nell' Anno 92.2.. non cbbe Jag. 55. prineiplO 11 luo dominio in Italia, ma bcnsi eirca l' Ottobre del 92.1. N è fi dee ornrncttere, che il Privikgio dato al Vefcovn di Parma, fu coneeduro per interceíTìonc di Ermen< arda Ù,clita Contejjà, c di Bo- nifa:::'10 ".;aIOí o{rjJì11J.O iHarcbefe, ch.: Rodo1tò chi.una lIoßrte 1<.egiæ poteßatis Conjiliarios. Era ErTIJengarda Moglie di Ad,Ûberto i\1a1'cbeje d'ivrea di cui ragioneremo fra poco, bJlland:J per ora di ollè:rnre i1 grado dì Comma confid.nza, ch' effa occupava nella Corre: del Re Rodolfo. Bo- nifazio qui mcO(ovaro, porrebbe tllun conicuurc1re, che [')11;': qucllo l1efTo, pcr Ja cui 7.ccorrCZ?a e bravura abbiam veduto di fopra, che Rodolfo riponò la vitcoria di Fioreoz.uola, e che in ricompenfa l' a- crOllJ. r. 1\1 m veßè (a' Arti- q'llt. I ,dic. Dln,rf. I I. (h) CoImp. Jílor.., P:n- an::;." T. I, ApperJ. (*') devaßat., da' Pag:lIÛ (Ungheri) e queI/o che è pill da c()1nlÎagner/i, da'pe.flìmi Cii{lial1i. 1.7-4- ANN ^ I I D' I T ^ L I ^. ERA Volg. velTe firro Marchefe. Ma non è già certo, che ivi fi parli di Gud ANNO 914. mrd.:!ìmo BOOIfazi.,; e qU:l.nd' anchc fe nco parlafTe, rella In dubbio di (a) L - t- GII.!I M IrCI egli fafre invc:bro. Si Imo .10ìcurari a Llurprando (a), p"m.J.'u Hft _ che a'tempi 1:.lOi t'gli fll ,1f.lr,"b fè di Camrrmo e di SpoÜti; ma n,Jt1 lib.!.. c. lb. f.lppi l'l1n ,à, (c confegllltTc in qudli rem -,i qudl'in(ìgne Governo. Alberico i'vlarcbeft d.l noi vedurn Ji fopra era nllora G{lvernator di Gudla c.'IH:ad,l. Cerw che a Quel1n Bonitàzio il Re Rodolf,) dlede per Mo- JI(' Gualdrada fu 1 S(lrdla. Oi ciò rornerà occafian di parlare più a h ,IT() aV -\ono 9+6. a1 qml -\nno folamcnte iI credo io pervenuto al rnl1èfro c gÖl.'crn.J di Spoleri e di Camerino. Sorro Gueii' Anno poi t : ;; narra Lur o Prot. fpara (b) Ie disgrazie della Citrà d' Oria nella Ca- Tom. V. bhria CO!1 dire: (1) Cllpta e(/ Oria a Sa,.acenis Menfi Julii, & inter- Rrr. /talic. fecl'runt cunEf,'lS mu/ieres; reliqllos 'Vero deduxerUilt ill Africam, CUl1ElOS 'Ve- (c hro',IC. l'iumtlaIJtes. Abbl3mn 'puimenre da l la Cronica Arabica d. Sicilia (ç), :,r / /. rhe venuto in GU W Anl10 daW Affrica un nnovo Generale de' Mori, R'r. IlI11;c. prefe nella Calabna la Rocca di Santagata. Anno di C R 1ST 0 DCCCCXXV. Indizione XI I 1. di G I 0 V ANN I X. Papa I 2.. di ROD 0 L FoRe d' Italia 5. O Ne gli u1timi Mdi dëll' Anno pr cedenre, 0 ne gli ottO primi del prefenre, ne' Guali correva I' Anno þ)Utl,.to di Rodo fo Re d' 1- (alia, Orfø Paniciaco a fia Panicipazio, D'Oge di Veon..l, per at- (d) Dand'41. tefiato del Oandolo (d), fpedid per fl10i Ambafciarori ad dfo Re Do- in chromc. mmÙ;o J7efc8,;)D di Malamocco, e 8tefll110 Calopnno, ortenne da 1m la Tom. X/ l . contèl m:1Zione di tune Ie efenziani e libertà, concedure al Popolo di R,r. Ita IC V - d I . . h . R d I d . 0 ' d ' IT' . enezla a g 1 antiC 1 e e mpera on. .:gno e ollCrVal.lOnC, che Rodolfo in quel Diploma (2.) declaravit, Ducem Yenetiar< della Suevia, avea cornmdfe varie iniquità. (I) & in It.- liam ingre(jus, dum totam fiM terr.m /ubjicere, & multos deciperl c'f!,itat, ipft do/ fitatl i/lius gentis præventus, dum fludet evadere, Jubito lap(u ;n- frælzis equi in foveam, veluti ca(u; iIlius præparatam, cecidit, hocque infpe- rata øbitu miftrabilitet' 'Vitam ftni'Vit. Migliore forfe del Suocero non era il Genero fUt) Rodolfo. Così ne fcrive Frodoardo all' anno 92.6. (c) Hugo filius Bertæ ReJt Romtt fipeY ItalÙJm conftituilur, expulfo Ro- (c) Fro4ollr- dulfo GiJalpin,e Galliæ Rege, qui Regllum illud per'Vaftrat, & alteri Fe- clus i1J Chr. mintt, 'Vivente U xore fua, Ie copulavlYat, occi(o quoque a Filiis Berttt Bur- chardo A/amllnnorulJJ Principe, ipfiuJ Rodulfi Socero, qui Alpes cum ipft tranfmearat, Italici Regni g,-atia recuperandi Genero. (2.) Frodoardo in un fiaw racconta turti quefii t;mi [ouo l' anno 92.6. Dell' efaltazione del Re Ugo, fuccedura cerrameme nel fegueme anno, fotto il medefimo mi nlèrho io di parlare. Intamo è da offervare, che Burcardo fu uc. cifo a fi/iis Bert . Cioè d1 Guido Duc-a di Tofcan.t, e da Lamberto fuo Frarello call' aiuro di Ermengarda ftlarchefana J' lvYM, loro Sore: lla, perchè rmti afpiravano a meuere ful capo di U go Duca di Proven- za, lor Frarello merino, I.. Carom del Regno d' Iralia, ma per lara galtigo, ficcorne vedremo andando innailzi. Non fi dee ora tacere un'imponanrc p.1fticolarirà dc:l fudJetto Guido Duca di Tofclnol. Da che per la mone dell' I mperador Berengario Roma reltò fenza I mpe- s-adørc, cioè fenz.a quel freno, in cui h tenevan:) gli Augufii Sovra- ni, governara folo dol Papa Giovanni, ma in tempi, che non fi avea quell' ubbidienza e rifpeno dal Sen;no c: Popolo Romano, che fi coo- veni"a a i Pomdici, i quai pure erano veri e leginimi Padroni di (ju:: lIa Città, del fuo Ducato, e d' a1tri paefi: it1aria, lopranominata l\1aYlzia, che feconda Limpr,mJo coll'impudicizia fua avea già for- mato (a) Hermnn- nus C,ntra- flws in chr. edition. Cn1Jifii. (b) Hnrt-: mannus In VIta S. wi- /',raJI. . (I) ed entrato in Italia, 1í1mtre penfa di Joggettar/i tutta la terra. I d'in- gannarne molti, egli {leffo prc'Ve11uto dall:i furberia di 'fuel/a gente, men- Ire s'ingi'gna di fcamparla, per improvifa Clzduta d' U1tO sfrenato c val- /0 precipitò in una foffa, come p,'epa,rata alia di lui caduta, e per que- fta mCJ1 te inafpettata finl mi[eramente la vita. : 2.) Lgo f.g!i di Berta Re di Roma fopr.l J' /talia 'l.'iene coffitl/ito, [cac- clato kodolfo Rt del/'/. Gallza Cifålpina, il quale avell invafo que' Re- g 10, e vi'l.!ente {U]o e la Corona di Re. II 8i- _ gonio fu d' opini me (a) che e: 1i giugl1eíT"e a Pifa npI Luglio di (2) S;gon;uo quefi' anno c polcia In M j1 nn foOè innalzaro al trono. II Signor Saf- de Regn" fi (") Blbliorecuio den' 'tmbrofiana, inclinò a crederlo creato Re fra : )l.s x il Maggio e I'l\goílo deWar-lOo precedeme .92.f. e ne adduíT"e alcu!1e in Not. ,,; ragioni. Ho io all'incomro o{fnvato de i combattimenri fra gli fieffi Si:onium. DiploC1 di <}uefio Principe 0 per co]pa de' Copifii, 0 perchè alcuni d' effi e!Jfienrl ne gli Archivj paiono bene a prima vifia originali ma tali non fODO in fatti, ed alcun d' effi è anche fattura di falfarj. ag- . glu- (I) Fu il Re Ugo on "!tnO ÓðttO, (he atlll ce', no meno forte., che allut.. .d40rtJ/ rl nco Idd o, ed an/ante dec!.þ amantl la fan/a Rel '!.iollt; ne/le NeCtJlìta de. PQverz curlO[o; 'Ver(o Ie Ch,e(e [oUeâto. religiø(o. Ed j Filo- fòfi UOm,1111 tJ1fJ.l'Va t.On fo.l,,"!'cn!e, ",a anco fortemmte gli onor(l'Va. It Iju"le ft.,bene per tame 'Virtu rifþlmde'Va, pllr /e imbratta'Va collI d01l-. tJeji;he lujinghe. (2.) çapo del/a YôfcaniJ Pro'Vincia. 2.80 ANN A LIt>' I TAL t A. }o:1\ A VOl!!;. giugne l'imbroglio ;litre volte aecennata di tre diverfe Ere dan'Tn- ANNO 9 16 . carnazione, cioè dell' anno V olgare prefo Jal dì 2f. di Dieembre, 0 dal primo di Gennaio, edell' an no Pi(1no, e del Florentino; oltre a quello delle Indizioni ora murate nel Sc(t('mbre, ed ora ful principio dell'anno no(lro. In que(la controverfìa ecco ciò, eh'io fono andato -oßèrvando . Due Diplomi Originali, da me veduti in Verona, già f'no a1la lure (0). L' uno h,l qncne Note: Data .AnIJD DominiCL Incamati.nis DCCCCXXFlll. Pridie /JIIS Febrtlarii, ]ndiffio;,e Prima, Regni 'Vi.,., Domni HlIgot1Ïs g/ot'iojiJlìmi Regis Secundo. dElllm Perona. L' 3ltro ha Ie , In('ddìme Note, 3 rilerva ddl' drere flata data XfTllI. Kalmdas ;\'latJii, e in qudl:o tuttavia fi conferva il SigillQ di cera col1' effigie d'dro Ugo cor011ato e barbaro, e colle lenere intorno HUGO GRA D-[ REX. Que! XfT 1I I. Kalendas Jfartii ha >i Regm tjus in Italia Ì1lJO, .\Icnjè AfaÜ, Ind,ffio-I( .lr- (a'.Antiq'4i- tat. Ittelie. Diffirt. 70. (e) TtettÏ, An'/teli Sa- ri Jj Co",,, T"m. II. ANN A LID' I TAL I A. 1.81 !?<. tf;t(J, cioè ndl'ånno 93 : fa onoCccre, che nel rv aggio del 926. I!u VoJ . euli non era pcranche Rc. Slcche dopo tanto Icand. Truo\'ali poi dro Ugo (a) in Pet'ona XII. ldus Áugufli dell' anno prdènre, come (a) .Antiqu. cofia da un alrro- luo Diploma, in CUi è eipedro l' Anno Primo del lua Italic. Dif- Regno. Chi avenJo [otto gli occhi Ie Carre di qualchc amico e do- fert. 5. VIZlofo Archivio, l efamin rà con pazienz:1, potrà PIÙ ficuramcme pal. 51. àecidere quefio pumo di comroverfia. Intanto non è irnprobabile, che accaddTc ne' prìrni l\lefi dell' an- no prefente l' uhiml Venutd, in Itatia dd Re I{odoitò, e I" mone di Bur..:ardo Duca di Suey ia, narnlta lotto quell' anno da Ermanno Con- tt rzione. I mperocchè di crrto f.lppia- rnn, cht" !i"PI) Giovanni X, fu t"1t"tto e cnnfecruo P,!pa Leone r I. nel l\tLI ' di GllIgn'"l fecoodo j conri del P1dre Pagi. E dopo L(rme venne Pa"a Stefmo VII. e di poi Giovanni FigIiuolo dj '\I1arozia. Ora vatti a fi bre di Liutpran io. FrCldo:lrdo diffi'rifce la m'1rte di P:1pa Gio- vanni X fi'lo all' \011<1 fC'gue'nt . '\bbiam veduto, che efro Pap! fu ( ) Fr dOllr- Patricia dcceptus iniqu:l. cioè da Marozia; m 1 nell:! Stori,l Frodoar- tl Hn Ø Chro _ (h ItdTo (a) a/Terifce, che Guido Duca di T()fcana FratdIo del Re nÙ. 10. II. Ugo, ehbe mmo in qllella cmpierà. Una Gura e!il1enre ndl' Archi- J{lr. Fr lite. vin .-\ rchiepifcorale di Lucca. e dl me veciuta, port:\ Ie feguenti DI4-Chljne. Note Crnnn}r.[!iche: flu'l.O gratia Dci Re1t Anno R(gni eius Deo propi lio Secundo, ip(.J die K i1en4. TIn-tarii Indié!ione Prim I, C10 ncl ,It pri mo d, Genl1.\io dd nrefcnre "nno, c,,"E'rm.lI1dofi, chc U, o non con- feguì il Rcgr10 nell' nl1o 92.('. CnlHiene qud doc-urn 'nto unJ per- mut'! di heni fltt! d.l Pietro f-Te(CO'z:o di LUCC.l, & lfT;'/o Dux dilexit Jt.ftfToS fllos, pèr chiarm., che non imr-rvemV.l J.lIln.) 0 frode 10 qucl G'nrr:ttrn: dal che int ndiamo, ch' egli ('!!gi()n1.1v.l allora in L cc:1. Circa il Mefe di S\:ttemhre clovette il Reo Lgo fdrc un:t fcorla a i fuoi St I[j di Provcnu. Abbi.lmt) q1Jelh p:1l!ic!.)hrità a noi conl"crv.ua dal fopradetto Fr')dl)lrd,. }/ rihl'yttts Comes, dice (" Ii, eum Rodu{(. (Re di Fr.mcia) proficifcittlY in BUI. rmdi 'm obviam Ht4gon; /trlliæ Rrgi. Aggiugne anc.....r.1, cht> flfl 8 Rrx hahms coflo'juium Cll1ll Rodll{(', a'u/it He,-ij(rto Comiti Pyovinciam rimnen m vice filii fui Odonis. Pero 11 Re U o, \'cdcndo di non pnrcr rcnerë quegli Stat J, dOVtuc: faroe un fa- crifizio alia potenza di Eriherto Contc di V crmandois, arbltro allora del Regno d. Frmcia. R:1PP0Tfa 11 Padre DJchery (;.) un Diplnma d'c-Oo Re Ugo d1to Pridie Mus NO'/..'f'm'ris Anno Dominic hzcarna. tionis DCCCèXXYlIl. R( ni 'l)ero Domni Ht4g"1ÍS piiflimi Regis 'Iertio J- 111- (b) Vllcher} Splâl i. 10m. ifl. poftrlln. ,dmon. ANN ^ LID' I T ^ L I A. 28 5 I"diflione Prima, Da qud1:o ricaviamo j) tempo, in cui egJi era in Jl A VoYg. V icnna, e che 0 non avea ceduro peranche quegli Stati, 0 pure gli ANNO 9 1 9. avea eeduti con ritenerfi la Sovranità. Nella Cronica d' Amalfi (a), cor.-endo qudli tempi. noi troviamo Duca di quella Cinà, ed Impe- rial Patrizio, l fafl(lr() Figlio del già Duca fl,,!anfone. II tito1o di Pa- trizio fa inrcndere, che ql1.cIla Città continuava a riconofcere la fo- vranità dc' Greci J mpt:radori . Anno di C R I T 0 DCCCCXXIX. Indizione I I. di S T F FAN 0 VII. Papa I. di U GoRe d'ltalia 4. N On piìl di [ette M efi (' cinque iorni, ðurò Leone PI. Pa pa, attd1:andolo Frod ardn (b) con po aVer parlato dclla mone di Papa Giovanni X. (a) ..f"riq. Ital, D;/T,r- tat. 5. la . 'Uo. it Pontificato di quefii vcrfi, do- (b)' rotlC11lr. tie R m an. Plntijir. Pr. ,/1/0 celfa Petri Sextus Leo reC!,minA fùmens, ft-fenjiblls hæc /eptem (er'Vat. 'luin (que diebu!, PrlfdectjJòrflmque petit co"fortia vatum. Però i) Padre Pagi, che i1 fa creato Papa circa i1 fine di Giu- gno dell' Anno precedcntC'. il c de per confeguf'nte mrJrto imorno l dì J. di Fcbbraio dell' -\nno prefenre. Ma il (i,ddetto Frodoardo col riferire fotto quetl' :\nno 1a mnTte di Papa GiDva;mi X. earcC'rarn, può fdr dubitare di ql1elli conti, non dTenJo' probahtlc, che i Ro- mani ekggdJèro un Ponte-flee novello, [e prima non furono accC'rt:ui, chc coIl' effere mancato di vita GilJvanni, f:ra vacante Ja Sedia di San PlctrO. 'Johannes Papa (dice egli (,)) '1Ult1" a ,/ullda1ll potent; femilltl &ognfJmiHe J'y/.:røcia. Principafu pri'/.:atus fub cuRodi" detinerftur, ut qui- dam, 'Vi, UI P ures aßruunt. aélLls .ngore defuny,itur. Che anche Leone Fl. fo(fe imp;j iorJJto, c moritfe in carcere, l'ha bensì ferino il Car- dinal Baronlo (d), ma fenza addurne Amore, 0 prunva alcllna, To- lomeo da L lcca (e) rrennto ar.ni prima del Baronin fcrilTe: (I) De hoc 71ulLe Hlf(Jri ("'it/ua geßa tradunt, quia modicum feiit, fed quod ;n pace quievit, I/ul/am tamen fyrannidf'f1t exercuit. Or.l è fu(,\r d; dubbio, chc a Leone F 1. nd RomUlo POnIlf]CdtO tuecedctte Stefano f/II. Ie cui a- zwnl rcHann rutt,wia feppellire neI bUio di q\lci\' ignorante Seco1n. Abbiamo pOi dJl fuddt:tCo Frodoardo, che in queLb tempi (z) vi AI- pium (I) Di quefto nimte dicono Ie StorÙ, hreve effindo ßato if {PO Pontip'(J- to, ft non ft aver egli ,-ipojàto in pace, e nimte avere ejèrcztato di tirannia. (z.) Ie vie delle Alpi af!edi.te furo1to da' Saraceni, da' qUllli ajJàliti molti ,he voJevan, andare a Rima,. rÌl,rlltZlli indÌllr(}. (c) Id,tJI i,. ChronÚ,. (d' Baron. in .An,lalib. Fe, iif. (e) ptolo- ml:ur Lu- tllIþs Hij1. Eerl,r. 1'0. XI, Rer. ltalie. 2.36 ANN A LID' I TAL I A. E II. A Yolg. plum a Saracmis obftiJlt, a 'luiblls multi Romam pndicifci 'l.-'olmttS, im/e- ANNO 9 1 y. liti rc'verlulJtllr. V ffniVanO qu 'IÌI mai.iOOI cd im!'cdimenti da i Sarace- ni, ChL s' erano ben fomficati nel Luogo di Frallìneto a i confini dell' Italia e Francia, JJ d-:>ve infdb.v.uu tune Ie clrcoovicine Provmcie. N on Ii 53 b=ne l' Anno precilo, JI1 cui Guido Duca dl Tofc na pafsò (a' Li"tpr. da qu:fia all' altra \'ira. Tuuavia giacchc .LlUtpr,mdo (.) dnpo aver Rift, Lib. 3. narr.na i.l mone di Giovanni X. Papa fcrive: C>A:) /Vido 'Vero nOli multo flip. 11. poft moritu,., fralertfue cjus Lam erlUs ipft Yi:arius ordinatur: Ii puo ton- datamrnte conicuurare, che m quclt' Anno IUl.:ce:detlc il fine de' fuoi gil1fni. In lu050 d'dfo fu creato Duc", di Tofcana Lal1lberto fuo Fra- tcllo. Noi troviamo in Pavi'l il Re Ugo nel Mde dl Maggio, CIÒ npparendo dOl un luo DiplOln\ (10) IpeJno in filvore di Sigcfrcdo Vc- kovo dl Parma e defla fU,l Chicla, II"'. Jdus AJajj, Anno Dominice l c.J,.ntllionis DCCCCXXIX. Re!;IJÌ 'Vera Ð(Jmn; llugon:s piijJìmi Regis llIl. e I IÙ plObabilmclltc 1/1. ) }nJjtliom 11. _-filum Papie. LalldDifD Prin- cipe dl Bc:nt:vc:nto e di Capoa, tuttot:hè cream Patrizio da gl' I mpe- raJori Grcci, ebbc di quando in quando delle liti con el1ì, e fece lor guerra. )n qudt' Anno ...nClJra per atteflaw di Lupo Prowfpat& ("), unirofi egl1 con Gu:JÌm:z,.io I J. Pnnclf'e di S..krno, guerregg.ò con- fro i GrC:CI, CIÒ apparendo d.111e parole dl quello Scriuore: .Ann' 929. ]ndiélÌtme lJ. Palldulpbus (vuol dire: Landuitbus) & Guaimarius Prin- ciptS La.ngobartlorum mtr4verU141 .Apulit'm, do\'c i G reci erano tþezial- (d chrollj,. m.:me p"droni di ß.lri. Abbumo 10 oltre dalia CrOOica Arabica (d), .Ar.b1c_ P. che Sadablo Generale de'Su.lcem in Sicilia, il quale nel precedemc II. TD"', I. Anno avea prefa 'l.mnm3, in quelto excuyjio1J( m fecit ufque ad d/anca- 6.1T. It.II,. berda,,, (fi crt-de, chc voglia dire La;1gobal'dl m, clOè 11 Ducato Be- ncvl.llraoo) & mu/tos capti'Vos cepit, nuL a,/J la lien Ci'Vllatem expugnavit. INduÛas tamdem unius anni fecIt cum Ca!aurenjibus. (b) Ugh,ll. IrllL 5",r. '1om. 11. In Eþ,!up, Pllrmtnf. (c) L lip liS Prørojp:ltll Ch,onlC. To V. R,r. Itillic. Anno di C R I-S T 0 DCCCCXXX. IndiÛone I I I. di S T I F A 1'ò 0 VII. Papa 2. di U GoRe d) ltalia 5. N 011 na la Sroria d' Italia, fe nOI1 Liurprando, che abbia con qual- .:h clteolÏonc parl.no de i fani d' Ugo Re d' ltalia. Ma nc parla egli tt:oz.t af1t:gnarne: I tempi, anzi t..lora (:ontondcndo I' ordine dt: i t!:m- pi _ S,., à pr:rC'lo lccito a me di rapponar fo[[o II prefenrc anno la con- Riura f.Hta in Pavia contra dd Rc: Ugo da GU.tlbcrro, e da Eyerardo (e Lj /p", tnpranommato Geznne te). Erano dli due Giudici di quell... ClUà, rna Rift. LIb. i. pre potenti oer la loro noblltà, ricche:z.ze, adcrenzc. Il primo il vca '.p. 10.' avu- e'') Guido poi Hc,n tIIo/ID dopo 1fI1iOr" e jJ di /ui IratellD LamhtrlD entrll Neile j-"', 'fiecÎ" ANN A LID' I TAL I A. 2. 8 7 avuto un Figliuolo appellato Pi tr(J r íèovo di Como, e Un1 Figliuola E II. A Volg. per nome RJza maritata in Gilberta Conte del facro Palazzo. Gezone ANNO 93 0 . era una feorina di vizj. La caglOn non G fa: un dl fecero cnftoro adu- nanza di g'"me cnn penficro dl andare addoífo al Re, che vivea fenza folpetto alcuno. Tanto tardJrono, (he Ugo fu avvcrtito delta lor me- na, e d:l lIomo fcahro m.\ndò a dir loro Ie più belle parole del :\100- do, dìbtndnfi pronto a corr'ggere, fe 'V' era cofa, che lor difpi:1cer- fe. Con cio reftò quetata la ...ga de i due congiurati, ma non cefsò l' animo loro perverfo di macchlfJo\r contro la vita dd Re, fe Fure I' a- fluw Ugo non fintè qud ' ultima partita per liberar/i da chi avea ou- drno fcntlmt"mi SI perniciofi contra la dl lui Corona e \"ita. F"ccndo cgli vilia dl non curar qudb f11ovimenti, ufcì un glOm!) dl Pana, e andaro in alae CJttà, ft"ce venire a sè varie brigate de'luoi fold,Hi, e fpezialmente SJntone uomo di gran poter.u, e nemico dichiarato di G( zont". Vgo fu confìghato da lui di tornarfene in Pavia; e Plrcioc- chè collumav:mo i Nobill Pavefi, allorchè il Re ritornava, di ufcir- gli incontro fuori della Cirrà, gh dlHe, dfere necdT.'1rio d. ordinare Jcgretamcnre a Leone rl'flOVO dJ Pavia, n('mico aoch'dfo di Gczone, di ferrare, u(cita chc fo{1e la N ob,lrà, Ie Porte d' eifa Cmà, e di ben t:uttodlre Ie chiavi, accio.:chè niuno poteffe Tlcnrrarvi. Cosi fu farto. E GUJlbt:rto e Gezone rdlarono caiti m qudta m lOiera e i loro fe- guaci. 11 primo pagò colla tetla I tuoi debit I ; a, Gezl1ne furf'on ca- vatl gli occhi, e tagliat:1 la lingua, perchè avea (parlato de! Re; il Fltl;o !tete l'unghle a tuni i loro tcfori; e a i complici di co nOrD toe- cò una dilguHnf1 prigionia. Q1dlo colpo ièrvi old accrefcere la ripu- tazion del Re Ugo, c: a farlo temere e rifpt:ttarc non tì.)!o in P;>via_, rna per tutto il Regno: " che nnn avca farmo rue in addictro i) buon' ImperJdor Berengario. Un Dlploml dd Lte Ugo dato in Pavia nel St'ttembre dl qudl' anno in [\vore di Sig fredo l/efclJ'l;o di Poirma. fu da me d.un alia luce eM). Secondo 1.1 Cromca AI;õblca di S.ciiia (b), (a' Jlnti. SaclablC' Ger.erale de S"rareni in qudl' anno excurjione in Calaurialll fa- quit. ltallt. El j, cepit arcem, cui nCimen 'lérmulc.h, & abduxit captivorut1S duodecim DI(ftrt. )l. mil.ia. I nral.tJ convlcn conft:íf;ir(:, che In qudti [( mpl, ancorchè I' 1- P .;, 935. , taha godt le comunemCUfe la p.\ce, pure a ai ddorme era il fuo vol- II :ob : to, pClche Ie bell' ..\rfl, Ie SClenzc, la puhz'a d,\ gran tempo 8C era- P. 1/, T. I. no bandltt', e una foroma ignoranza regqav", dart nut to , non fnhmen- Rtr. Italic. tt: fra I Lalcl, che per 10 P'ù non poIJè:Jt:vano L.ori, {roppo cari al- lora, perchè m"nofcntti, IDa anche fra gh tit ffi Ecclefiallici, e fino tra 1 !\Junan, the purt' in moll! luoghl manrenevan(, I' uta di tralcri- vere dli Llbri. Per c.,giun dl qUtlt.\ ignornnz 1, e per g\i efempli de' vizidi, lht: nano crduuti a d.lmlllJT:l, fi aUmtlHÒ di m0!ro la cnrru. 7.lOn dc"loUuml, e nc pat! Id Rrhgiooe Udfa, èlvtruta pu ('OSI dir rnatcnaJe e InZJ frmto. Non già che nafcdfero Erdìe, p('rcl1è il Popolo e i P"llon ddla Chicfa tenevano C.ldo que\ che a\'eano .1ppre- fo della Fedc CrilbanJ;. ma perchè poc'hi )ct!gcvano, pochi fpirgava- no Ie divine Scritture; e 11 non udire inculcata nelle Prediche la pa- rola. 288 ANN A L J D' I TAL I A. EJl A Vo1g. rola di Dio, ,e J,c rue gran verità, taCciava libero it campo a i VIZj, e A.-NO 9p. aile fupertbzlOlU: che tall erano II duello, e varie altre pruovc appd- -late GJUdlzj di Diu cd in'lcntatc, per ircopnre, come Icioccamente fi credeva, la verità delle cofe, e l' innocenza, 0 reità delle perrone, per tacer' altre cofe. Allora ancora pits che mai fi fpacciarono Muacoli falfi; fi formarono vane Lcggende di Santi, che oggidì fi frorgono favolote; e pero andò III decadcnza anche la ditcip:ma !\1onatbca nel- la m.lggior palte de' Moniltclj, maffimameme perchè quc'facri Luo- ghi vtnj'lano divorati da i Pnncipi, e d,lti in Commend a ad A bbati 30chc Secol'lri, e rcandalofi j e i Vefcovi, e fin gll ndIì Romani Pon- td1Ci più a dlilruggcrl", che ad ed.ficare erano rivolt , tlante la yoga, -in cui cOß1mclò aQ dft:re la Slm('Inia, j' incominenza, il dover' andare a1\a guerra, per nulla dire di t.lO(J altri d:tordini di quefh Secoh b r- bancl, non taciuri dal Cardinal Baronio. Anno di C R 1ST 0 DCCCCXXXI. Indizione IV. di G 10 V ANN I XI. Papa I. di U GoRe d' Italia 6. di LOT TAR loRe d' Italia I. P Er maggiormcme 3f1icurarfi la Corona {tIt capo, e confc'rvare nee tuoi dllcendenn il R.:gno d' Italia, il Re Ugo dichiarò in qudl' a_noo Collega e Re Lottario tllO Figliuolo, natogli da Aida {ua 1\,10- gile dt:fullt;& i e concorft:ro co i lor 'loti in queHa clezlOue tutti i Prin- (.) S;ll1nills clpi e Baroni nella Dicta del Regno. Cr dette il S'gonio C.), cbe CIÒ ., Rtglltl tcguiíIc nell' .moo 932.. aW incomro Girolamo RoOi (b) alTerì, che que- ( l. \6. no Princip fu plOmo{fo alia Dlgnità Regale: neU' anno prccedente 93 0 . 1'Ij(fD '; - pef' aver ov(úu[o neW Archivio dl RJvenna Srrumenti {crini, dice cgli, "'enn. l. s. In quell" anno cnl Regno di (}go e Lo:tAri,. Prefe il Padre Pagi (c) can (c) PilE/US ambe Ie m,mi una tale allerzlUne, c la U..bll1 per cora indubltata. 1\1a ..-1 .Ann.l. s' (gli 3vdfc fatta meme a tanti altri Documemi, che reUano di U go ..r,n. e L"uari.o, fi farebbe anch'cgl1 trovato confuro, come fon in, in ac- CLrtare II prinCipio dd Regno di Lonario. Vera è, che dal Signor (d) Sax;øs S"llï (d) Blbhotccano deW A rnbrofiana {ono allegare viltrie memorie, ' NtI,/d indlcanu Lontcriw il molo Rega1e a Louario n W anno 930. Ma egli !;:: :,.1. tteOo ne accenna dell' altre, che cominciano il Regno di lui ndl' an- no pre/cnte, con aver nchc: irnm1glllara. una lode vol maniera di fcio- gliere qut:lto gl uppo, tupponendo due pochc: dlver{e ?I _LouarIc., I,a prima ddl" elt_zlonc., e la lecon a ddld Cor nazlO.nc:. E ,mgegno,to 11 (fO\':!to; ma Ie ci er.tno Poroh, che non f1conolce'lano II Rc d Ita- ha, Ie non dappoichè t'gli cra coronaW j e tè ]a Coronazione fu di ta- lc ImportdnZJ, che reC,i\'a it compimcmo zll' etfc:nza de i Re in que' tempI: non fi fapr 51 facllmcnLe IOtcndcrc) come dopo l' c1ezinne fi diffc- ANN A LID' I TAL J A. 2.89 differi(f'e cotanto il prcndcre la Corona. 10 per me confetfo d' aver F II A Vol,. qualche diffidenz3 de i Documemi, che mettono il cominciamemo del l\I\NO 9 H . Regno di Lonario nell' an no .9Jo. I Diplomi Ccritti con lenere d' oro non fono in molto crt'dlto preno di me non m:l\1cano Cane faltè: ne gli Archivj; e Ie legittime per colpa 0 de' fècondi N orai, 0 dc' C"- pdlt, 0 de gli Stampatori non di rado fon giume a noi con delle slo- g:nure. Ora ancorchè n' abbia anch'io vcduto di queUe, dalle quali !ì può arguire innalzato al Trono regale Lottario neW IInno .930. ed al- cuna per avventura Ce ne It:gga nellc mic Anrichltà I taliche: pure co- sì abbondante è il numero dl queUe, che mcrtono il principio del Cuo Regno ndl' anno prelente 93 I. che p:ù ficuro tengo il fcrmarmi in que- fia opinione. Ho io pubbhcato un bel Placito (..1), cioè uno de' più (a) .Antiqu. cerri monumenti dell' t\ntichità, tenuto in Pavia HetTa, ÁII1fO Rell1i It.ll(. Di[- Domni Hugoni & Lothari; filio ej:ls gratia Dei Rtg,l's, De() propiciQ, Do- 1m. 3 1 . cr mni Hugøni Deâm" Lotharii 'lJero Ituillt" XII'. Kalendas Oflubris, /n- 10. dif/ione NIlIa, cioè ndl'anno 93f. Un :lltro Placiw fi vede [enuto in Lucca, .Anno Domni Ugolli fLu;ntodtâmo, Domn; Lotharii 'Vet"O Decimo, hoé1avo Kalendtlf Aprilis, /ndiëtione artaáecim., cioe: nell' anno 941. II primo ci fa conofcere Lotrario nel Se([cmbre dell' anno 9 I. Re, e ;1 fecondo cd moCha non peranchc Re nel Marzo dell" (telTo anno . N ell' . rchlvio d ' Canonici di Mod\:na uno Strumemo fu fèritto, Do- mnUS Hugo, & Løthario fili, ejus gratia Dei R gis hiç Í1 /ta/ia, Domno Hugo Anno Oltavødeâmo, & Domno LotlJ.lrio ..1l1no 'Ierciodeâmo, F. Ka. /elltias J.nuarius ptr lndiélione Secunda, cioè nell' anno 94 . Adunque nè pure nd dl 1.8. di Dicembre dell' anno 930. Lon:u;o era fàlira CuI Trono. E che nè pure nd dì 4. di Marzo del 931. egli godelTe del tiralo R(:gale, fi raccoglie da una Carta fcrirra in Lucca anntJ XIX. RegH; L,th.,-;i Regis, II'. N01las 1 lart;i, /ndiEtigne rill. cioè ndl'an- no 9fo. Vegganli a\tri Documenti ch1 me rapportati ntIle Anrichità , Iraliane (/1), che nè pur nell' Aprile ddl'anno 931. a\'eva a\'uto prin- }.b) 1;. Dif- cipio il Reg.,no d Lottario. Da q n notizie non difcord.mo Ie pub- ; 6t 2,. : bhcate dal Campi (c), daU"Ughdh (a), (: d l Marganno (r), benchc \CJ C.w..i non fempre eCarramente copl:lri fieno J IC'ro Documenti, dlmodochè Iftor. di I'Ù,- dee pater più ficuro il fifTare nell'anno prdcnre il prmcipio dell' Epoca t;t t il I. del Regno dJ Louario Figliuolo del Rc U go. E. tanto píù ciò fi [ro- in 11ft. a.c. v rà cerra, quanto più fi nflctterà ad uno Sri umenro dara ana luce (c:) M.1rZllr. d;tl Padre Taui (f), dove (on qudlt: Note Cron.:>logiche. Ugo g,'a/i. BliU. c.-zfì Dei Rex amfÌ R gni ,jus in Ita/ia <'>uint" _\fen[e !lliÛi, lnd,ffwne Gluir.- 11 ' t f ll ) 1' 1 'F. .II. ' 11 " r d - 1\ "'<.:;. ' d -".: . all' la, cJOe ne anno prelente I 1agglO. a unqu;: non era peranctH: In Ann.l. Sit. ufo Epoca a1cuna di Louano prima del corrente Maggio. Che poi tr. di Cøm, \Tcrfo il fine del Maggio flelTo egli (àlilT al Trnno, PUQ ricavar(i da TIm. u. una Carra pecora ddl' Al'chivio del Mondlero Milanefe di Sanro Am- I brof1o, fcrttta Hugo {5 LothtJriø filius ejus divina o,.dinanle plor;identi. Regis, an1lo Reglti pr "iFfo H14g0il; into, Lotharii P,imo, 11fe 1jè .IIla- io, Indiflione uat-rtL Cre::ldi, che in qucfl' ;\nno mancalTc di VlrJ L'1m btrto Arci'Vefcovo di Milano. Qucl Clero e Popolo fi figurava di poree 'I m. Y. 0 0 deg- 2.90 ^ N N A LID' I TAL I A. EllA VOJg. e1eggere [econdo l'inveteraro coftume d.ll grembo de" fuoi Parrochi 0 ANNO 93 1 . Canonici N azi'>nali il Sueedfore; ma i m:meggi, e Ia porenu del Re Ugo s'imerpofero, e furono obbligari ad eleggere per quella Carre- dra uno {haniere. Quefii fu llduin. Franzefe, parente del medeGmo Re, che eletto già Vefcovo di Tongres ill coneorrenza di un alrro, l.iut- faccambendo nella contefa, era ne gli anni addierro venuro a cerear ; nd. Rifl. migliore fortuna in Italia (a). Elfendo venuto menD nell' anno 92.8. ib. 3. . II. Noterio, 0 fia Notuherio, Vefeovo di Verona, tamo fi adoperò 11 Re Ugo, ehe inß:allò in quella Sedia Ilduino, 0 pure gJiene feee falamen- te grJdere Ie em rare . Ma non terminò I' ambizione di quello Prelato, nè la palitica del Re UgQ, a cui premeva di avere un Areivefcovo di Milano turto fuo: febben pare, che Raterio, di cui parleremo, met- ra in dubbio la voIonrà del Re UelTo in quefto aff.ue. Cerro è, che Ilduino pafsò dalla Chida di Verona alia più infignt" e più piogue A m- brofiana: iacchè più non fa badava a i Canoni, che vietavano Ie rraf- lazioni de' Vefcovi. A veva egli, allarchè venne in I talia, condotta fe- co Rllterio Monaco di Liegi, llomo celebre in queíli tempi øb Religio- nem, feptemque .Ârtium liberalium peritill1Jl, come dice Liutprando, di cui avremo occafion di parlare andando innanzi. Fu fpediro 10 1telTo (b) Rath,- Raterio a Roma (b), per ortcnere dal Sommo l)ontef]ce l' approva- rius ion Ep - zione dell' Arcivefcovato d' Ilduino, e il Pdllio. Riufcl felicememe in f1. . ' ?'- ql1eílo negoziato il valente Monaco, e non dimemieò i fuoi proprj h: i;. /I affari, perehè per confdIione fua in6eme col Palliø e colle Bolle Pon- tificie in favore di Ilduino allatL fUn! '& liter.e Ð1J11In; Pap4 tunc tem- poris Johannis glori rL indo/is, quibus continlbantur ejufdem precIs, totiufilue Roman.e Ecclefi.e, uti ego Ferønenjibus darer EpiJèopus. Perciò 0 neWan- no prefente, 0 nel fulTeguente, davette Raterio entrare in poßelTo del- la Chiefa di Verona. Ma avendo noi udit8, che queílo Monaco portò Lettere di Giovanni Papa, convien ora r.lccontare, che in quel1' anno cefsò di ( ) J vivcre Stcftmo r II. Papa, di cui FroJoardo ferive cosi: (,,) c Fre,.ellr- Jus tlr Re- ",.". POllt;- þÛb. Septimus hin( Stephanus binos prLfu/get ;n 411110S, .ÂMflo menfe fuper, biffino a( Sole jugalo. Gli fl1ccedett(! GioVAnni Xl. Figl;uolo di M.lfozia. Hl quefto Papa anch' egli la disgrazia d' e(Tere appdlato P.feudopoHtifex d"l Car- (d) B.r. ;11 dinal Baronio (d), che unicamente, come fecera tam' altri, fi appog- .Anllillo Po". giò fulle maldlcenze di Liurprando Storico. Troppo Ilomaco tece al ze1anre Porporato l" aver qudli detto, ch'dfo GiQvanni era n,.ato da M.uozia, e da Sergio III. Papa. Ma 6ccome abbiam detto di fopra all' an no 910. ragionevoimemc 6 po(Tono quefie credere calunniofe voci, fparfe da' nemici contro la fama, e memoria di Sergio. Jl.lar,- ziti cra Moglie, fccondo tutte Ie apparenze, di dlherico lvlarcheft; e di e(To "Iberico vien chiamaro da altri Scrinori Figliuolo e(To Gio- 'I.l41Sni XI. creato Papa in queß:' anno. Che fe il Baronio fcrive dTerc cgli A N HAt. I D' I TAL I A. %. 9 I egli nato panato al Pontificato dallot preporcnza di Guido ALircbeft di E Jl A Vo!g. Tofcana, Mari[O po{t!:riore di Marozla, non s' abbla a tnalè, {e gh ANNO 9Jl. rifpondiamo, {fere q,uel1:i fogni, fuoi e immaginazioni, n fofienute daiIa td1:imomanza dl alcun anuco Scrntore. E tanto plU, pcrchè, ftccomc abbiam detto, pare, che il fudderro Guido Duca e Marchcfe g,à fo{fe mancat di ':1[a n ll' anno 92.9. Per altro fi può cr dere, che Marozia non lafclaU" In 07.10 1.1 fu.! pofIanza per far caderc III capo al Fiuliuolo la tiara Ponufic13, e feguitar eUa a comaodar Ie Fette in Ro- m:, come avea fa[[o in addlctro. Ma di queíto {ì ha da domandlr con- to a i Romani d' allora, che avviliu 0 eftèminatÏ fa la[clavano COSI ag- girar da una Donna. Per alrro non fapcndofi fucceduta aIlol a violen- za alcuna, ragion vuole, che leglttima foíT"e I'dczion di Giovan1li XI. ed egli in faw fu riconofciuto ptr vero Papa dol [U[ta la Chief a , e chiamaro dal viveme aHora Raterio Pontiftx glori(Jf indølis; laonde al tribunale del facro ^nnali{b non convemva III dlchiararlo Pftudopon- ttfice, cd intrufò contra il fcntimento dclla ChÜ:lå univerfale edellit' Storia . Abbiamo da Frodaardo (a), che in qudP Anno Grtrci Saracenos ?r mare inftquentts .ufque ai .Fraxenedl!'" J4ltum, ubi .erat "efl/gium ipfò- S2'[;d "Unt, & undt egredutfter IttJll(JtfI. fèdults prtedaloa"tI.r mCllrfibus, .AlpibuI etia", occupatis, celeri Deo propitio interneciolle proteru"t, fjuietal1l redden- tes .A/pibl/s Ita/iam (*'). DI qudto f.uto glonolo aU' arml Grechc, ed 1ittile: all' ltaha, non reíla vettJgio in aleun' altra lttoria. N è fi creda già il Lenore, che veni re fatto a Greci di. íChi.\ tar _quella mala razza da Fraffineto. SegUltarono quc m.llandruu ad abwtr IV1, C ad in- feftar come prima I'Itallet, e la Provenza, e tornerà in breve occafion di parlarne. Oltre a quell' anno non fi puo diff nre una ttrepirofa ini- quirà del Re U go (b). Reggeva la Tolcana allora Lamberl9 Data, (b) Liut- uomo bellicofa, e capace di gran fani. 11 crcdlto di qudto Principe, pruJus _ fuo Fratc:llo uterino, era una fpina fu gli occhi al Ite Ugo, per ri- HzflDr. lIb. more che i Principi d' lralia ribellandoti portaíT"cro alia Corona eero 3. ,.p. 13. Lamberto. A veva in oltre U go un Frucilo dal laro del Padre, ap- pella.to ß()fone, che ardcntemenre vagheggiava il Ducaro delJa Toka- na. Chc: dunque fece queila volpe Regale? Sparfc voce, che Berta ÐucheíT"a di Tofcana fua Madre, non av a parro! ita alcun Figliuolo a1 Duca Ada/bert. ruo Marito; ma che prelï de i F1gliuoli nau da al- tre Donne, cioè Guido, Lamb"to, ed Ermengarda, avea 6n[O d'averli cíT"a partonti, per poter COI1t1nuare Ja iua autarÜå dopo la mone del Mariro. Bifognò ben fuppore: Hranameme fcmplice e fcimunilO ..\dal- herto Ouca, che non s' avvide dl quefia invenz.ione. CIÒ tàno iJ Re o 0 2 V go ('It) i Greâ perftguitando i Saraceni per mare fino a Fraflinelo, Dve er, i/ I"" rifugio, e d' onde uJcendD con a(Corte Jclirrer ie Jepreda'VtJ1ío " I.ùlia, ,ccupate (lnco Ie A/pi, gli disfanno con prontll ftrage col fav(;re divino, quieta renáendo aile Alpi f It.lia . 192. ANN A LID' I TAL I A. F.u Votg. Ugo fiette pOCO ad intimare at Duca Lamberro, che non ardiCfe di ANNO 93 1 . appellJrfi più fuo Fratello. Non lèppe Lamberra digerir queita ca- lunniofa voce, e fece fapere al Re d' e(fcre pronto a proyare 10 dudlo, he tanto egli, come dTo Ugo, erano venuti alla luee per la mede- lima Madre. AHora il Re ddtinò un ceno giovane appel1:.uo Tedui- no per fuo Campione, a fin di dccidere coil' armi a nome fuo quefla controverfia. Seguì il combanimento, in cui retl:ò vincirare Lamber- [0; e CIÒ in que' tempi, nc' qu.\li il Duello per paz.z:.& opinione de' Popa. Ii veniva credura un manifdlo GiudlZIO di Ðlointorno alla veritào falfì- t.ì ddlc accuf.:, fervÌ a comprovare l' innocenza del vincitore Lamberro. Liutpr.l.Odo crede inventata queíl:a calunnia dal Rc Vgo, perch' egli era già in trauara dl accafarti con Marozia, e cercav,a di levar di meZzo I' impedimento della parentela, elTendo dla nata Moglie di Gui- do Harcheft dl Tofcan.l fuo Fratello. Rettò confuro it Re Ugo, ma non lafciò per quetl:o di conunuar la perfeeuzione comro il Fratello Lamberta; e tanto feppe fare, che I' anrapolò, cd avurolo ndle ma- ni, gJi fece cavar gli ucchi, e toltogli il OUC&to deIJa Tofcana, 10 conk, ì a Bojøne fuo Fratdlo. Per attetl:ato del Fioremini (II) quetlo Bofc.)ne fi u uova neWanno feguenre M.nchdi: della Tofcana, Liut- pr.utdo fcrive (b) che a' fuoi tempi vivea tuttavia I' infelice Lambc:r- to, (fie) qui nunc u[que lumine privatuf fupereft. Così in alrre m:mi paf- sò 11 Oucara della Tolcan:l, tolro can si enorme fuperchieria aHa fch,at- ta de i Bontfazj & Adalberri, glorioG e.potenti Duchi dl qudla Pro- vincia. Ma non perciò credo io, che fini{fe Ja lor profaria, con ave- re adJofto conghicr[Ure forriffime ed a[[c a perlùadere, ch.: (c) d.t al. cuno di que' due Principi, cioè 0 da Guido 0 da Lamberto Marcheíì di Tofcana, e Figliuoli di .Ada/beft. fl. iJ Ricco, 0 pure d,\ BonifaÛo FrJtello d' e{fo ,t\dalberro II. íìa difcefa la nobiliffima Ibrpc de i i}!ar- chefi ä Eft(, che poi nel Secolo Undccimo dirJmJt:.&, fionfce tuttdvia ndla Real Cafa dl Brunsvic, regnanrc in Inghilterr:.&, e Gamania, e nella Cafa de i Duchi di Modena. Siccome ho io provato con ficu- ri Oocumemi, cominciano in quetl:i tempi a trovarfi gli Amenati dclla gloriofa prof."lpia, che poi fu appdlata de' M.Jychefi d' Efte. Si truovano effi ornati del tirolo di lar,hefi; e quanrunque in non abbia poturo fcoprir finora Documemo alcuno, chiaramenre camprovame la lor conn ffione co i fuddcui amichl Marcheíì di Tofcana, pure tali conghietture cuncorrano, che dlfficilmenre fi potrà fall re in tC'nendo (d) Liul-. i Principi Ellenfi per difcendenri da effi. Lo Ih:{fo Llutprando (II), ntl: c {'. pare che i d.lchi, avere il Du.ca Guido avuto de i Figliuoli d.. MIJ- 3 roÛa P.JtYlWI R,mana, perche detellando Ie nozze del l e l?go colla mcdefìrna, fcrive, ch' e{fa non potca valerfi della Legge Ebutca, coo- cedente all' un Fratdlo di fufcitare il feme dell' altro Fratdlo de fun- to fcnza FIghuoli, e perciò dice: (a) Fit/ren- ,ips; M,mor. å, MaÚlJ, lib. 3, (3j L;ut- prllTJd. I. 1. ,,,,. 15. (c) .Antichi- IÀ F.j1enft P. I. c. 11. fp' J;'lu. 111l11le. (-') peT anc(J tit". ANN A L J D' [ TAL J A " 1lllm 11Iør afpiCtris pr Ctpti ,"ea Johanllis, f)ui Fratr; 'V tuit Fratris 'V;Dlar maritam. &c tibi J oyftos non pr flant tarm;"a Vatis, Þ: f'oteflative ea non valcHat ah eis aufen'c. Metuebat enim eos, lie fi aliquid contra eorum voluntatem a'!, "et, Reg"i damnum incurreret: quill fcimlls etiam contra eum (tepius rebellaffi. Di quì ancora fi conotèe, come fo{fero corroni gli animi e i collumi de' Principi sì SecoIa- ri, come Ecc1e6afiici d' aHora. Adunque I' accoho Re gli died'e per prere di condurre a Pavia il Carro di S:.&n Colombano, perchè a qudla vifl:a fi commoverebbono gli ufurpatori, Così tù f..uta, forfe circa l' anno 2.9, 0 9p. e quel C1Crc depofito fu cfpofio nella Chiefa di San Michele. Allora (2.) Lotharius bonte indolis plier, filius pr"diéli Regis. quem Aida Rcy,ina (ua y,enuit, mag,!is fehriblls urebatur. Û ju- hente patre ad [upradiftam Ecc/efiam in u!nis adduilus eft. Per imercef- fiane del Santo riac'1uifiò egli la fi\ni[à, Ricuperarono i Monaci an- cora alcuni de i lor B -nj, ma non già gli occup.tti daB'indurato Ve- fcovo di Piacenza. Doil che fi può intendere, che i1 Re LOHario era tlmavia di [enera ed circa qllefii tempi. ^bbiamo dal fopra allegato Frod0ardo fótto il prefente anno, che i Saraceni abirami in Fral1Ìne[o ( ) me.1tus .Alpium occupant, atque vicina qu-rque depræda1i/ur. Fece p.t- rimeme flne a1 corfo di fua vita in quefi.' anno Guaim.lrioJ II. Principe (3) RomuAI- di Salerno (a), con lafciar Cuo Succe{fore Gifolfo fuo Fig1iuolo in età '-NS Sal r7Ii..- di foli quattro anni, a cui fu dato per tutore Prifco. lanus chro). ni,. T. V II. x". Iud;,. Anno (r) lHIl il Re colla fua podeflà n,n potn''II cav4Yflel;. nalle man;. Impe- rocchè avea timor di coloro, che Je qualcor g operaft c(lntyo il volere di ejJì, non aveffi da foffrirne danno nel Regflo: percb fappia1'll0, cbe fpeJ!II fi fono ribellati anco tontro di llti. (l) Lotta,.io y,iovanetto tli lJUona indole, figlio del preaettD Re, cui partori .Aida rua Regina, era trAvagliato da febrj gra;,di. ./1 quale per comtin- tlo del Plldre, fu condotto in braccio Aila Cbiefa {opradetta. (;) Dçcupano Ie aperture delle Alpi, e dcpredano tullo ;/ 'f.Jitinall. A If )t A LID' I TAL I A. 2.99 AnnQ di C R 1ST 0 DCCCCXXXIV. Indizione VI I. di G 10V A NN I XI. Papa 4. di U GoRe d' Italia 9. di LOT TAR loRe d' ltalia 4. S Igeberto (a) all' Anno 9Jz'. e l' .'\nnalilla S.la-one (6) a1l" Anno 9B. Eu Vol.. uccootalìO un f.1no, \:he forfe è da rift:rtre all' Anno prdente. ANNO 93:. Da che i Pnnclpi d' hdlia non poterono OIuo\'cre COllll a dd Re Ugo (a) ,Sigeber- RodtJifo /I. Re di Borgoglz:l, nè c' era [perar-z.a di parer tir:trc in hdlla I S In Chro- Arrigo gioriJ1ò Re dl n una EHanl. buona Arm.1ta, era dl faciie conquina per l'a\'vatÌone conccputa da molti comra del Re Ugo. (!) L'lI[prando narra qudto avvenlrnemo, (c) Lilltpr. m.1 (enza atTegnarne il tempo fecondo JI luo cottume. Calò Arno;do I,.. ]. c. 14- per la Valle dl Tremo, che era da quella parte la prima Marca dell' Jralia, e venne a Verona, Ie cui porre gh furono f;ctlion del lilO Þ DaO:her'Y./ø- P d - Jlem. 'ull. p Z. 0 10 300 A N )( A LID' I TAL 1 A; ES.A Vo1g. odio. (I) Cepit me, dicc Raterio, ,.etrufit in cuflodillm;1I fuatla", P.- .ANNO 934 pile tun!cula i H,n d,CO fine mea cu/pa, ftd citra legem ita hlec tgit, & fine l1udltntia. Dieat htic quifque quod 'V /et i temerariis tnim juJlciis jU:tltJ AUl.uflinu1JZ plena funt omnia. Diede in qudl' Anno il Re Ugo un Dt- plum'1 in confermazione dc i beni pofleJuti da i Canonrci di Mode- _n.!. (.II) Le Nnrc fon queUe: D tum XII. Kalendas OE/obris Anno DfJ- mbzic Incarllati,nis DCCCCXXXIF. Re!.lIi autem DOl1M; Hugonis in'll;- E/i/lÙ;.; Regis OE/avo, & ÐOflln; Lotharii item R'gis >,(,fI T. 1. ]al'Juarii, anno Dominic InmrnationiI DCCCCXXXP l. DJm>>o11/.11I au- tem piiJlimorum Regum, HugoniI videlicet X. ,Lotharii '".)ero P. lndltlione Oé1ava. AEtum Papiæ. Era in ufo prdfo dl mold il dar princlplo all' ann0 nuovo nd Natale dtl Signore; pero qudlo anno 9 6.' kcondo noi fu il 9H. M..l non fo già intendcre, come ivi lìa I' ImliÚone Oua- va, che dovc:a camminarc tinn al fine dell'anno, qu.mdo s'c nd pre- cedente documento veduro, che in PaVIJ. tl.=f1... I' ]ndiz;ofle l'lona aveva aVuto princlpio nel Settembre. _ B_dogl1crcbbe in tall occalÏol1l aVfT fot- to gli occhi Ie Carre .pecore ong nall, per po.terle egho e aminare. Trov3ndofi poi n::l fuddctto Placito, tenmo In PavIa, prefeme An- fcharius !l1archio quondam Ada/ er/i, idcmque MatchioniI FiNo, 6 può (c) l.iut- crcdcrc'chc il Rc: Ugo, come (crl\'e LIU[pr.mdo (t), quia vanni ,Mo aco (c), Difce- m'l. Y. polo dl c{fo Santo Odone llella dl ' UI V Ita COSI fCrlve: Sub Idem tem- :M,neJifl. pllS ltaJiam 'lIiJli fumus " Le-one fummo Pont fice, lit paeis legatione fun- iIJ v!t. . 0- eremur inter Hrlgollem L'n oba1"lJ01-um Reg,m, & Alb ricum Rom"n V,.- nll 1.. I.. bis Prinâpem. PIÙ lono aggiugnc: Dum Romuleam Urbem ob inimici- liam A/berici jam fati Principis prædiélus Hugo R x obþdertl, eæpit il/e ( Odo ) intra extrague 4ifcrl1:rere & pacis concordíæfue manila illter IIt1'O[- que C..) Ugo Rt J'11.li. eJ!èndofi sforzat' Ji p"endtr Rom", t,r11ltnlatl i/ fùo fercil,o dal/a fa1i1 , t mor.t de' cavalli, / tta finalm.ente / face &9n AlberICo, dam/ogþ per ",ogile una (ua Flg/IUO/., /aftl" fillt.' J a.f {edio . ANN A LID' I T ^ L I A.. 30, flue dif!èminare, qUAtil,IiS POffet furermJ pr diéli Regis (edare, & p'-ædi- ERA vorg. flam Urbem lueri a tanta ob(idione. M:l forCe non è eerto, che in que'i' ANNO !;3 6 . Anno Sant' Odone folre chiamato da Papa Leone. Li1uprando (,), che (1) Liut- non parla, fe non d'un alreJio di Roma, Farro circa quefL tempi d;\l pran.1. 1.4. Re Ugo, fcrive: che fpcrando egli di far cadere nella rete co';c fu cap. I. furberie .\lberico, gli rropofe di dlrgli in Moglie .AlMa {!la Fióliuo- la., e: di tencrlo da Ii inoanzi in lllogo di Figho. Ma Alberico, che fapeva anch' egli il fatto fue, aeconfentì aile N ozze, e prdc Aldol per Mo lie, 11'\a non lafciò mai metterc piede in Roma ad effo Rc: Ugo, t1è mai fi fidò, finchè viíre, di lui. Turravia (aggiugne LimpralJdo) farcbbe riufeito al Re Ugo di far cadere nella tagliuola il Genero, ìC non fo(1"cro fiati rami N obili e t"oldati, ehe per p:mra del Rc U JO fcappavano a Roma, cd ivi ben accolti ed onolati dJ Alberico, ii re- nevano faldo in non volere nc: eonfidenza nè pace con lui . Un' altm più fonora ne feee in quell' .\nno il Re Ugo. Ve- d mmo COfiltUlfo Ouca di Tofcana per via d' una iniquit.t BoJò"e, Fra- tello del mcdelìmo Re. A Yeva egli per Moglie 1f/ilJa, Donna nobile .). Cred fi, che in quell' anno ad l/duino Arcîvefcovo di Milano d funro fuccedel1è /frJerieQ, Ca- (c) Jf,.mlif. nanico Mllanefe. Amalfo Storieo racconta (,.), che defiderando il Re Rift. Au- Ugo di mettere in quella Sedia un fuo Figliuolo (creduta da me qud J.ølAIf,n[. Tøobaldo, di cui fa menzione Liutprando) nè potendo per h di lui po- : . ;l;&. ca ctà onener l' intcmo, fece elegger(' t\rcivefcovo 9ucU.o \rde ico, uomo vecchio, per ifperanza, che tardaITe poco ad ufnre dl VlCa. Scar- gcndo poi, ch' egli non avca gran frena d'imprendere que! viaggio, fece in una Dieta di Pavia attaccar litc da i fuoi coi Mibnefi, per le- var dal Mondo con quefb fro de I" Arcivcfcovo. M.1 Ardenco ebbe la fortuna di falvarfi. Refiaronvi nondimeno morri navanta nobill Mila nefi; e il Re Ugo dipoi per penitenza diede all" Chiefa d.i 1\lil n,o l B.ldia di Nonantola pofia ful Modcnefe, qUd! propter Non"!..zntll fm.pn; CUrtes fie voeata ptrhibetur. el1:o fi può credere un tcOuto di fole, mifchiato di qua1che verità. Indubita,ta cofa è, che la ricchiffim Ba.- dia di Nonamola fu. formata c magOlficamcl1tc dotata due Seeoh pri- ma di quefio. .þ - . -\ : t .;;. r..J A , í ,.-., 1. ':'^' ' ; Anne ANN AI L I n' I TAL I A. 3 0 9 Anno di C It 1ST 0 DCCCCXXXVII I. Indizione XI. di L E O.N E VII. Papa 3. di U G' 0 Re d' Italia 13. di LOT TAR loRe d' I talia 8.. . D üpo la morte di Rodo/fo II. Re di Bbrgogna, iI Rl Ugo intavo'. E"AVolg lò un- trattato di Nozzc: col Re Cor,.ado di lui SucceOòre, e 10 ANN<'I 93 8 . conchiufe neWanno prefc:nre, fe crcodiamo al Padre Mabillone C..) e al (a) lfbill. Padre Pagi (h). Cioè eOendo egIi Vedovo pcr la morte della Rcogina : : -if _ Aida fu.l Moglie, e riguardato pcr infuffifienre e nullo il fuo Matri- Ifd h n:n. monio con Marozia Patrizia Romana ,- egli prcfe per Moglie Bt ttl CI") .An nN ",.. V edova del fuddetto Re Rodolfo. StabiH ancora il MatrimonIo del ( PlfZINI Re Lot/ario fúo Figliuolo con Adelaide Figliuola del meddimo Ro- 4r-:"nnlfl. do1fo, Donna, che per Ia fua fantità e per Ie fue avvemure divenne (c) Li /'''. poi cdebratiffima nelle Storie. Di che erà forre- aHora qudta Regal lib. 4. 1". 6. Fanciulla, aHorchè andò a marito, l' abbiamo dalla vita di lei, fcrina da Samo Odilone AI1vllte di Clugnì: Cd) um adhu& effit, dic' egli., (d) V.i/ . ju'VencuJa, & fe>>lumdecimum .etatis fu ageret Annum, Deø d01lante, ade- .AJ1lfhIJIS. pta eft Regale matrimonium, juntla leilictl Regi Lothario, Hugonis iitif- j!u':n nJ- þmi Regis Itali.; Filio. C*) La ragione, pcr cui i fudderri Scrirtori giu. SNri:", ad dicarono apparrenere a qudl' anno il matrimonio di Adelaide, è fon- IIi,m 16.. data fullo Strumento D{o)tale, che runavia fi conferva in Pavia nco]]' Ar- Decembm. chivio e!l' infigne Moni Itero di S. Sal atore, e fu dato al a lace dal (e) MlJrllfr. Marganno (e). Da effo pare,. cbe tanto .1 Re t:T go, quanto 11 Re Lot- in lfNll. Ca- tario fi foffero ponati in Borgogoa per u1timar quelle nozze. Fu fcrit- finenf T.ll. to il Diploma Pridie /dus Decembris .Anno Dominic J"carnationis C,nflli. 49. DCCCr;XXXJ7 Ill. Regni 'Vero Dontni Hugønis XII. Filii ejus Lotharii item Regis r 1/. Indiftione XI: AflurJJ in Curte, fju Columba,-is dicitu1'. Ma queite Note tune indicano l'anno 9J7. effendo cerrillimo, cbe ncl di 12.. di Oicembre d' effo anno correva l'anno Xli. di Ugo, e H f/ II. di Lottario. L' IndiZiøne' XII. dovcv avcr avuto principio ncl Senembre d' elfo anno. Però quì 0 è fallaro l' anno, 0 c:ífo è l' anno piraoo, e qud 9J8: fecondo me Ira da effere il nofiro 9 7. Se poi quelli foffero gli Sponfali folamen[co, 0 pure I' effcttivo Matrimonio., nc parleremo all' anno 9p. Cerro è, che quivi Lottariodona ad Ade-. I.iide cinque Corti, fra Ie quali fon riguardevoli quellå di Jo.farengo, e l' a1tra di Olonna, oitre ancora a tre Badie, fecondo i coO:umi corrot- ti d' aHora. La dote tutta,. a lei CQfiiruita da etro Lottario, arcendc a 4f8o. ('*) Effináo pertl.clle gio'VanettA, ed a'Vendo anni (edici, per don() ce/e(lt ot- ttnne il MatrimÐniD Regale, unita ,i,è al Re LDttllrio FigliD di Ugo ,.ic- IbiJlim, R, II' Italill . (c) NlIa- rill", C 4ft- IItn ft T. 11. CO>>flÚNI. -J8. 310 ANN A L I D f I T ^ L I A" E It A Volg. a 4r80. Manri di terra: do no verJmente da Re, fe non v' entralTero ANNO 93 8 . anche i Beni di Chiefa. Aggiugne Liutprando, che il Re Ugo per- duto dietro alle concubine, non folamente maocò dell' amor marirale verCo la nuova fua moglie Berra, ma in :utre Ie maniere molirò di averla in abbominazione. E cbe nella mandra d'dle fue concubine fu' fpcr.ialmenre difiinta dalla di lui parzialità Bc:zola, di vili/1ima nnione Sueva, che gIi partorì non folameme Bofone, creato VeCcovo di Pia- cenza dopo la mone di Guido neU' anno 940. ma anche Errta marita- ta poi a Romano juniore Imperador Grcco. In oltre -amò fone Roza, Figliuola di quel medefimo Gualberro, a cui egli avea fano ragliare il capo, la quale gli panori una belliíIima Flgliuo)a; e fina)memc: Ste- fania Romana, da cui ebbe un Figliuolo Teobaldo, fano dipoi Arci- diacono ddla Chiefa Milaoefe. Era Ugo si fcreditato preffo d' ognu- no per quetta fua sfrenata patemiffima difone1tà, che il Monaco Au- (I) Chroni- tore della Cronica della N ovalefa (a) laCciò correre una fcandalofa di- ' n NO"IJali- c_eria, che con tuna I'infame vita di queflo Re non dee meritar fede IlInft P. II. IT I " IT ' L - 0 ' I " d h U Tl1m II prello g 1 allennau euon. opo aver eg 1 eno, c e go era uomo R,r:It.lif. di elirema attuzia e malizia, e che teneva fpie per tune Ie Città per indagar chi parlava male di lui: il che tal timorc: f parfe in tutti, (I) ut minime audrrelfl palam /ofJui de (1), fed more [currarum per ealllm,s fof- [os ad iwvicem loquentes, fic in/idias parabantei: feguita poi a dire, che V go ebbc: un FIgliuolo appellato Lottario, al quale, giumo che fu al- Ia convenevole età, dieJe ,\1oglie. (1) Ifle namque obtempera"s monitis Pa- tris, Conju[,em aurpit. Pater 'Vero pøfl dotem Iuccen[us fGee luxuri.e, Nurum 'Vitiat, antequam ad Filii pN''Veniat Ih,Û:lmum. 0 nt/as! 0 libido indo",i- la! _&c. Continuò in qudt' anno la gueJra fra i Siciliani rivoltati, e i (b) C"rølli Saraceni dominanri in quell' Ifola. (b) SulIe prime rdl:arono in un far- nn .ArabIC. to d' armi vinci tori i Siciliaoi, fconfitti poieia in un' altro. Venne daU' P.11. TI1.1. A G 1 d ' M . . f - '-" P I R,r It.,it unca un nuovo enera e e on con un COplO 0 eLCrCItO a a er- . . mo, e cominciò a fmamellar Ie mura e Ie pone di quclla Città; la qual nüvitoi fu cagione, che quci di Gcrgenri fi ribcllarono. Leggdì nel Bollar,io Cafinenfe (t) un Diploma di Ugo e Lotrario, dato in f..- yore del Moniaero d:lle Sante Flora e Lucilia d' Arezzo, Pridie Ka. /endas Junii, AmID DomÙJic.e IIZ,amationÙ DCCCCXXXIX. RegNi D()- mni /I'lgonis A,mo Xll. Fi/ii tjus Lotharii Regis PII. IndiElione XI. Cor- rifponde all' anno prefenre l'Illdizione X/. Per confè'guenre I' anno 9 9, dee dfere fecondo I' Era Pllàna, cioè a dire il noitro 9J8. Ma che nel dì p. di Maggio d' effo anno 9 J8. corrcffe I' anno X II. di Ugo, e il V I I. di Lonario, nol fo credere. Forfe qud Diploma è dell' anno 9J7. Anno . (I) ,hi lion arlli'Vano pubblicamnzte parlltrt di Ilti, ma a gui(a tli huffoni per mezz.o di can1'ie fia'Vatr p.rlando aiJieme, c05ì gli tend vano injidit. (z.) lmptrocchè (odefto ohhtdiente agli aV'i..'ifi iel Padte, preje Afliglit. 1/ Padre poi dopo /a dote, accefo dalla face Jella Luj{Mria, Cðrrompe 1(1 Nuora, primoi che arrivi al ta/ami del Figlio. 0 ji:eJcraggÏJJt! i liøidi- lit sfrmala! &,. ANN A LID' I TAL J A. 311 Anno di C R 1ST 0 DCCCCXXXIX. Indizione XI I" di S T E FAN 0 VIII. Papa I. di U GoRe d'ltalia 14. di LOT TAR loRe d' Italia 9. P Rctende il Padre Mahi110ne (a) cbe rinovand06 di mann D mana EllA VoIS. Ie gare fra il Re Ugo, ed A/ber;,o Prind,e di Roma foffe dl nuovo ANNO 939. chiamato a Roma in queß:' Anno Sant' OJone Abbate di Clu nì, per fa) _ Mabll- aggiuß:ar Ie' differenze fra queß:i due' emuli guerreggianti. N e p rla ::t' t-:' : vera mente la di lui Vita,. e fi vede,. cbe que1 Santo Abbate ando a l; . 44.".]. Pavia; e fu aUoggiato nel Moni nero di San Pietro in Cælo aureo. Ma noo è ben chiaro il tempo de'fuoi v.iaggi aRoma. Fra gli: altri gravilIimi difordini di queß:o infelice Secolo, affai confiderablle fu queUo della non folo fnervara,. ma abbattuta difciplina MonaClica nella maggior parte de' Monillerj d' halia, per colpa fpezialmente de i Re, che 0 vendevano Ie Badie a gli ambiziofi e fimoni3ci Monaci, 0 Ie concedevano in Commenda al1e Regine, a i Vefcovi, ed anchc a i Se- colari in ricompenf.l de i loro fervigj _ Sprzialmente andò. per queß:o. in malora il nobiliffimo Monifiero di Farfa, pono nella Sabina. Gre-- gorio Monaco, Aurore della Cronica Fàrfenf6 (b), atteß:a, che que}'(b) Cr.r,,,;-- Jacm Luogo era falita sì alto tanto nello fpiritl1ale, che nr-I tempo- eo" Fllrf",.. rale, (41<) ut in toto Regno /ta/ico' nOIf Ùweniretur jimile huic MOl1afteriø. { Pllrt. II. niji quod 'Vocat/4r Nonantu/æ, cioè il N on:mrulano pofio nel Contad., di i(: 'I::i.- Modena, che pad anch' effo Ie dis. razie mcde6rne in quefii infdici tempi. Era Abbate di Farfa Ratfredo. Due fcellerati Monad Carn-- pone & Ildebrando col ve1eno fc ne sbri' arono. lldebrando portatofi. a Pavia,"om:nne a fÓrza di an.lro- quella B dia dal Re Ugo per Cam. p'one, il qualc in Tlcompenl.t dlede a godà quanro buone Cèlle, cioè quanTo picciol.i Monitterj dirend mi dal F;lrfenfe, ad I1dehrando. Per un' Anno ß:ettero d' accordo qudli due- f..Ui M0naci; pofcia vennero ane mani fra 101'0. IIdeorando, gl1aJagnati con d:maro gli uomini della i Marca di Camerino, 0 61 di Fermo, s' impon fsò di Farfa. Coimpone con efibir più. damro a que' mr-ddimi, cacC'iò l' altro;. e feo1:.a contar.' aIm: fue iniquità, arreiè a mcttere al Mondo de' Figliuoli e delle Fi- gliuole, che [u. te arriccbì e dnrò co i b '1i' del Moniß:ero. Serva qudlo picclolo t gglo' a j Lettori, per conofcere la corrurela di que' tempi infelici. Ora abbiamo dal (ildJeuo Autore dëlla Cronica' di Far- fa, 0 pur d.l una Rdaz.ione di Ugo Abbate d'effo Moniftero una par-- ticol.lf1tà, che f onorc ad Aiberi,o Pnnclpe aHara di Roma, f.lcen- dolo- ('-) ,be in tutto if Rt'gnø Itali,o' nlJn -.Ii trova'Va un fiinile a' fjueftô ft1oni- ftero, ft non ft 'lucJ/Q ,he fi ,biama di N onanto/a . 3 12, ANN A LID' I T ^ L I A. E.. A Volg. dolo vedere pio Riforma[ore del MonachiCmo d' allora. Erttt au/em, ^NNO 939. dice egli, fun. temporis L1lbet"i&14s Romanortlm Prinaps gloriofHS, fj-"/i , qui\Ti trafitto d", molte I,mcie e dardi lafciò la vi- ta. Portata quefia nuova al Re U go, ne fece gr,tn fella, e in ricom- r enfa del buon fervigio dichiarò Sar/ioHt Marchefc di Spoleti c Ca- me-rino. Di quefio aftarc fi fcuopre mal'informato Gregorio 1\'hmaco (a) ChrDnic. Amore dclla fuddc:tta Cronica di Farfa (a), co ifc ivere, he (1) bel- Farfenft /um mnf!.num commiJ!ùm dl pro contentione }'fJrcl:Jltf! Flrmane Inter L/.!che- pag. "1-75. rium {3 Sa,-i'onem (quaíì che Spoleri e Camerino fu{fero denominolti P.ll. T. Ir Marca di Fermo). In qua prævalens Sarilo inttrftcit Afèheri;tm, & ob- B.lr. It4/C. tilluit ltfarcbiam. Finquì cammina bene, ma non ciò, ch' egli (òggiu- gne con dire. (2.) Contra quem Hu:z.o Rex exarjit mtlf,no furure, PlrJe- quens ilium pro eodem Afcherio germ'mo luo. Et q'lUm effit idem Sarilo in quoi/am reclufÙs <1u{cano Oppidf), 'L'idens fè nullr1 ratio,ie ill.tm effuger, poJfe, no flu indutus lI,foJl1chilem 'L'eftem, é.iP [lIrnmo diluculo, ligato in gut- ture fUlle, ejus (e poteßali tradidit. Pt molus Rex mifericordia [uper eum, perdonavit ei ipfàm cN/pam, ac prepofuil (urn [uper cllnéla lIfonajferia Re- galitl intra fines <1ufèie {3 Fi--manæ . larchitf!. Trovò qucflo Monaco fFa Ie Carte dell'l\rchivio FJrfenfc Sari/one Abbate di quel Mondie- ro, e fel figurò divenmo Monaco. Ma coftui fu Duca e Marchele di Spoleti e Camerino, ed ottenne anche fecondo I'iniquità di que' tempi in governo 0 fia ;11 Commenda la Badia di Farfa. Porrebbe ben co- nie._wrarG, che in progret1ò di tempo Sari lone decadcffe d.1II;l grazia rlel Re Ugo (giacchè ci voleva ben poco) e ch'egli il pcrfeguiuffe c de- (I) una gran guerra fi feee per il contra/lo della ,'farca di Permo tra An{- {ario e SarilDne. Nella quale Sarilone prevalendo ucâft .AnJèario & ebbe la frfarca . (z.) ContrD di mi Ugo Re fi accefe con gran furore, per{eguitandolo ptr if mede.fimo Anfèario (UfJ germaJJo. Ed ejJèndIJ il medejimo Sari/ont rin- {hiufò in tm certo 7'o/èano Ca(lello, vedendo di non po/erlo fuggir, i" maniera aleuna, di nolle ve(lito da llfonaco, e di huon " attÙio, con u/la fune al cDllo ji diede ..1i di lui pltere. Ed il Re HlO//ò a miferi- cordia fopra di quello, gli perdonò l'ifleiJa colpa e 10 mtJlc a [opraiH- tmJert a tutti i 1I1onaflerj Rlg,-li elftro i Confini áelJa J. [.,rca di 7',- /èana e di Ftnno. ANN A LID' I TAL I A. e dcpondrc:; e che quefto Monaco confondeíre pei Ie in raceontare quel fano . Ci reftav da abbarrcre Berengariø Jfarcbeft d'Ivrea Fratelto del fuddetto Anfeario. a) on fi mottrò punto corrucciato co,: lui I: a: (a) Liutpr. fluto Re U go, anZI affcttando gran benevolenza, nel vemre ch el Hift. 111.. . fece alIa Corte I'accolfe con dil1inre carezze. l\1a nel Configlio fe- &.4. afe'f.. greto fu determinato di cavargli b:ubaramenre gli occhi. TrovoCIì prefeme a quefia riColuzione il Re Lot/ario, che viene da Liurpr:mdo appellaro (*) parvuJus, & neceJ!àriarul'M fibi rerum adhuc ignarus pUtI'. E ficcome fanciuUo di buona indole, non reggendogli il euore di vc- der quelIa crudelrà, fegretamenre ne fec avv rrire ß rengario, il quale non perdè tempo a fuggirfene fuor d' Itali.\ con ncoverarG prdfo di ErmaJJno Duca di Suevla. Per alrra {lrada mandò anche verfo Lama- e:na lI'iJ/& fua Moglie, benchè gravida di nove meíÌ e vicina al p:u- o, ehe ebbe tam a forza e coraggio da va\icare a piedi quell' aipre montagne. Ma non potè prevedere il Regal fanciuIJo Louario, c:he col Calvare gli occhi a Berengario, preparava a fe tleíro la perdita del Regno e della vita, ficcome vedremo. Ermanno Ouca di Suevia pre- femò poi Berengario ad QUone Re di Germanía, che l' onorò e re- galò non poco, e rei tenne ben caro nella fua Corre. Giunta queCla nuova al Re Ugo, fpedì Ambafciatori ad O[[one, pregandolo di non arnrnenere Berengario fuo nernico, e di non COIn mini ltrargli aiuto al- cuno, con eGbirgli in ricompenfa una gran Comma d' oro e d' argenro. Ma il Re Ottone, che forCe avea per tempo delle mire Copra I' Jra- lia, gli rifpofe, di non aver bifogno ddle altrui ricchezze, e di non poter negare ricovero e fuOjdio a chi ricorreva alia clemenz,t fUl. N el Bollario Cafi.nefe (b), fi legge u Diploma di Ugo e LOHano, in cu (b) ulla- confermano II Comltato 0 fia Ii Conrado e governo temporale dl rium CaJi- Bobblo a que\ Moniftero, e a' fuoi Abbati, con drer'ivi nominato 7Jmje T. 11. Lilitfreius Comes & Abbtis Bobienjis. Sarebbe da ricercare, fe quelto Cmftlt. !"o. LlUtf:-cdo faCIe Monaco, 0 pure Secolare, che con ritolo di Conte go- verna{fe quella contraàa, e di Ákbate il MoniClcro di San Colomb.mo. Molto più farebbe da efaminare il dirfi ivi, che i Re Longobardi, Rot:ui, Ariberto, e Liutprando, c gl'Imperadori e Re Carolinipræ- lato Cænobi, Comitatttm BobienJèm cum toto fuo h0110re tradidemnt (3 jir- mavera'iJt. E' difficile il credere in tama anrichità Abbati Conti di Ciua. Ecco Ie Note Cronologiche di quel Diploma, che flanno a manello: Dat. 9:'et'tioiecimo Kalmdas Aprilis, .ðnno Dominicæ f1wl'Yna- tÍímÏJ DCCCCXL. Regni noftri Domni HU.f!..o.is pi flìmi Regis X IP. Lo- t!Jarii autcm Filii cjus itcm Regis IX. IndiElione Decim.1,tertid. Allum in pr fato Bobierift Cænobio. Abb:.tmc) d.1 Fr,)J)1rJo (&), che in qudl' Çc) F h rotf',ar. A b . d ' I 1 fi F fi . , d . In C rom co. nno una gran ngata ng e I e rdnze 1, mcammmara per IVO- zione alIa volta di Ronu, fu colb ert.! a toro.tfene addietro, occifis eo- R r 2 rma 3IS azioni e i tempi ERA VoJ,g. ^NNO 9{O, f {*) piccolo e ragazzo peranco ignorante delle coft a ft nece.f!arie. 316 ^ N N A LID' I TAL I A. E 1\. A Vo1g. YUill r.onnul/ir a Saracenir. Nc. potui! A/pes tranjire propter Sarace,'Ior, 9 u ; ANhO 940. P;cum Alonafleri; ßanEli l11tZuritii Ðccupa'Vertl1lt. Se qui è indicc\tQ il Md- naflcrû Agau'len!e di S. :\1aurizlo ne' V allefi, aveano dilararo ben lungi qu('gl'lnfeddi aÍ1.lIliai di firada il loro porerc. RIC1vafi ancora d.1l1a (I) cltron;- Cronic:! .o\rabic:l di Sicilia (a) che porrarofi I' efercjro de' NI,')ri all' af- (011 .Ara i,. fedio di r.a l ara Bellnta, nel Mefe di N ovcmbre, fu me{fo in rotta d.. ;t. ;; t . quei di Gc:rgemi, che vi prefero rune Ie rende de gl' InK-deli. Ag- (b) L"Plls l1Jugnc: Lupo Protofpata (1-), che in quefto meddìmn Anno 940. ;11- !,ro o(par.a troierunt Unf!,ari 'Vt! Unni in Italiam l11mft Aprilis. Et fllélum eft præ- In chron"o. /ium in Afatera a Gt'æcir ,um LongobnrJir cum Strati go Imogalcpto, & ne7, ,,,,'it (pro neca'V;t) eum Pao in mari. Prob,lbilmeme LanrlrJlfo Pt-in- Ûpe d. ß::-ne\'ento e Capua I' a\'ea rorra di nuovo co i Greci; ma que/Ie . trorpo brevi memorie non ci lafciano ben difcernere Ie panicolamà, ( ) P H tr r'- C nè pur la foftanza di que' fani. OlTerva Camillo Pellegrino (&), che 7,IUS IJ.M. fi fi ' A II C . d - I fF. [ ) - . princip. no a quc nno 11 truova ne e arre memona I Almo,; 0 nnclpe LangobllrlJ. anch' e{fo di Benevento e di Capua, e Frarello di Landolfo, e poi non P. I. To.I . più: il che può far conierrurare, cb' egli nell' Anno prelènte detTe fine Rlr. ItalIC. a' fuoi giorni. Anno di C It. 1ST 0 DCCCCXLI. Indizione XIV di STFFANO VIII. Papa 3. di U GoRe d' Italia 16. di LOT T A loRe d' Italia 1 I. (o!) L;utp,.. A Trefia Liurprando Cd), non av('r mai il Re Ug(J difmelTa la voglia, ,;;. s. t.l. nè depofia la fperanza di acquitlare il dominio di Roma, 0 6a il riralo e la Corona d' I mperador de' Romani; e rurrochè aveffe d.1ta in Moglie ad .Alberico Principt di Rama dMa (ua Figliuola, pure non cefsò mai di moleftarlo e di f:trgli guerra. .Q.'fem, dice egli, 'it/otan- nis gra'VÍ1er 'pprimeb.t gladio & igne, que pÐlerat uni'Verfa conþtmenr, Meo ut Civitates, præter Romam, in qua ipft .on(ederat, omlleI aufenet . Sed & ipfàm fine dubio tum depopula1ldo, tum Giver muneribur conum- pmdo c01lquifiviffit, 1I fi occu/ta (3 jufla JujU Dei jê,ltenti3 illi ,rolJibuif fit. Ci fi porge motivo di credere, che il Re Ugo 111 quell'anno In perfona coli' eferciro fuo infe{hlTe il Ðucaro Romano, al. vc:der n fuo Diploma, fpediro nella Campania in favore del J\IoOiftero dt S. tt) Ch,,/l7I;- Vincenzo d('l Volrurno con quefie Note: (e) Data XliI. Kal. Au- on Vultllr- gufli An1'Jo Dominicæ Incarnationir DCGCGXLI, Regni 'Vero DOl1mi I-Iu- ;:% : :: gonir piiflimi RegiJ XY. Lot arii 'Vero X. ndiEli "e X!Y. .Allum iH. Gam- I1A';'. p'lJlia juxtll Oppidum Romamæ. Secondo I mlet conti, nel Luglw del preftnt(' anno avrebbe do\'uro correre I' anno XV I. di Ugo, e I' XI. di Lonarin. Pcrò forfe apparriene e{fo diploma all' anno precedentc, call'Indiz.iÐne Xill. Ne1 Marzo di que11'anno 6 rruovano i due Rc in ANN A LID' I TAL I A. 17 in Lllcca, dtwe donarono a i CanoAici di quella Città due Corti can un Diphma (.t) dato V/l. Kalendas Aþrilis .Anno Dominicæ Incarntl- tÙmis DCCCCXLI. Regni vero Domn; Hugonis Regis Xv. Filii eJus Lo- t!Jarii item Regis X. IndiElione XliI f. AElum Luc . Erano i due Re in quella Ciuà, come fi ncava da un PI"cito da me pubbticaro (b), incamminati alla volta di Roma. E che veramente il Re Ugo in quefi' anno facelTe guerra ad Alberico Principe di Roma, e foOe in que' conrorni, come fi può credere, coil' armi, fi raccoghe da un fuo Diploma ((), in cui dona all'infigne Monifiero di Subiaco, pofio nd (c) lb. Dif. Ducato Romano, la Corte SaJa. Fu eO'o ferino VII. Ka/endas JulU fert. 17. Ânno Døminicd! Incarnationis DCCCCXLI. Regni 'fJero Domni HUX,onjs piiJ!ìmi Regis XV, LlJtharii verO item Regis X. Indiélione XliII. .Aélum juxta Romam in 1I1(ma{lerio SanEfæ J7irginis Aglles. ,,\ ncor qUI occor- rono Ie medefime difficultà, che ho poco h accenna[o inrorno al Di- ploma Vutrurnenfe, m.1 il Oocumento ci ailicura, che Ugo verfo il fine di Giugno era fo[[o Roma. Abbiamo in oltrc un' ilIufhe pruova del di ìui paffaggio per Ptlå in un Placi[ 0, da me pubblica[o, il rui principio è quefto: (d) Dum in Dei nomine Civitate Pi/à ad Curie Do- (d) lb.. in mnorttm Regum, ubi Doml4us Hugo & Lotbarius glorioftJJimis Reg,ibus præ- eaå. DI(fert; eJlènt, [ubtus vites, fjttod ropia (un Pergo!a[o) 'Vocatur, infra eadem Cmle ill judicio refideret Ubertus illufler Marchio & Comes P alacii, fin- gu/oru11l omnium juflitias faciendas ac deliberandas, refede1Jtibus Leo Vul- Ie7 renfis, .Adelbertus Lucmfis (anEfarum Dei Ecclefiarum vmerabilihus Epi- feopis &c. Fu fcrino quel Giudicato Ánllo Rcg'l'lÍ idem Domni Hugon; R!,tintodecimo, Lotharii ve'l'-o Decimo, X/Y. die 1I1mfiI A-Jarc#, Indiflio- ne !5<..uartadecima, cioè nell' anno prefenre. Vien accennato dal Fioren- . tini (e) un al[ro Placito tenmo in quefii medefimi tempi da Uberto ( ) Fllren- __ 1 h fi d . T r . I 11.' " D . D . tm. Mtmo,. J.'\ arc eel oJcana In .ucca con queuo pnnClplo. um In el di MatilJ; nomine in Civitate Luca ad CUI'te Domni Hugonis Regis in ftltwio ipfius lib. ]. Curtis, ubi Domnus Ugo & Lotbarius Filio ejus gloriofiJlimi Regibus pr.e- e1-anf in tapite/a, ubi efllonf,anea fòl rìi, prÐpe Ecclefiam lanéli Benedi- EJj, & pro1e Capella ipfius {olari;, quæ vocatur janfli Stephani, in judi- citl refideret Hrlbertus / 1archio, & Comes Palatii &c. Oal che imen- dlamo, che Uberro, Figliuolo bafiardo del Re Ugo, era allora non folamenre Marche{e della Tofcana, ma eziandio Come dd facro Pa- lazzo. Circa quefti tempi più che mai infÌerivano i Saraceni abltami in Fraffir.cto a i confÌni dell' haJi:t e della Provenza (f). A veano, co- (f) LiNI}". me ho accennato di fopra, occupati nell' Alpi tutti i paili, che gui- lib. 5. t.4. d.mo dalla Francia in H:alia con elTere giunri fino al Monifiero Agau- ncnfe di S. Maurizio, firuato nel paefe oggidì appella[o de' Valleíì , Srudiava il Re Ugo Ie m:miere di fnidoar que' crudi masnadieri, e co- nolèendo di mancargli Ie forze per mare, giacchè in que' tempi gl' Im- peradori e Re d' lrali.1 poco attendevano ad aver Armate na v ali, prefc 1.1 nfoluzione, d'inviare Ambafciatori a Co{lantino e Romano Jrnpera- dori de" Greci per prcgarli di volere a IUI lomminillrare una compe- tente flotta di Ilavi con Fuoco Greco, acciocchè memr' egli per terra andaf- - Eu V oJ . ANNO 941. (a )Ántiqui- tat_ [1.1lir. Diffirt. 61.. (b) Ibit/em DIffer,. 10. 3 1 8 ANN A LID' I TAL I A." Fu Vclg. andaOe: ad alTa!ir que'Barbari ne:'!oro fiti aJpefiri, etTe incendialTero i Le:- At/NO 94 1 . gni de: i Mori, ed ;mpedilTero, che: non venilTe loro foccorfo dJ.lIa (a) chrøn;c. Spagna. ccc:'n o l . ron ca Arabica (.) riuCd fina!ment . a Mori .Arabicum fignorcgglanu In SIClh;\ dl prendere dopo ranto tempo la gla nbel1ara P. II. T. ,I. Citrà dl Ge:rgenri. Allora il Gove:rnator Moro per afficurarfi dc'Si- ",r. ItlfL". ciliani fecc iinanrdlar alTalffime Forrezze di quell' Bola, e mcnò fchia- vi in Affrica moJtiffimi di quegli abitanti. Anno di C R 1ST 0 DCCCCXLI I. Indizione xv" di M A It I Noll. Papa I. di U GoRe d' Italia 17. di LOT TAR loRe d' Italia 12. C He tuttavia ful principio di quell' an no folTero in boUore )e con- rroverfie intorno al dominio di Roma fra il Re Ugo cd AlberÎlo (b) 'Frclolfr- P rizi e Confole de' Romani, fi raccoglic da Frodoardo (b), che la- ius in cllr. felO [entre: quelle paro)e: DomnusOdo Abbas pro pA" agenda inter Hugo- nem Regem Itali , & Albcricum Romanum Patricium, apud eumdem Regem laborabAt. A bbiam gia \"eduro di fopr:i, che S2.nr' Odo1le .Ahbate di Clu- gnì due altre volte era flaw chiamato in Iralia per c:uei1o medefimo affare. Temo io, cbe non più di due volte egli ci venilTe. Mi fi rcnde: probabile, cbe feguilTe pace 0 trcgua fra quelli due competi- _ tori, al \'edere: toroati di queil'anno in Lombardia i due Re 0 fia il (c) _.Antl",u. folo Re: Ugo. V' ha un loro Diplóma (c) con cui ad inrerceffione If.dze. DiJ- d' UberfO inclito Alarchefe e COHte del 1Ioftrø facy, PalAzzo, e di Eli.fta,- JIrt. 7. d, illuflre Conte, confermano i lor bc:ni a i Canonici di Reggio. ElTo fu dato ß<3art(J Mus ]utJÎi Anno Dominicæ IncarnAtionis DCCCCXLII. Regni 'V8to DOMni Hllgonis Regis x;rIl. Loth.,.ii XIlI. IndiEf. XI'. At1um Papi . Con alrro Diploma fU 0no wntèrmari da d1ì Re: per inrcrpofizione di Amb,.ofio F r[{i'''':O di Lodi, & Ade'veytø l'eJco'Vo di Pa- (.1) lb. ?'Jif- dova turri i bcni della fua Chielà. Ivi s' ha queilc Note (d): Datum /,rl. 34. Offa'Vo Kalendas Junii, Anno D,minicæ IncmnMionis DCCCCXLJ1. Re- gni vero Domni Hugon;s XVI. Lotbarii 'Vero XI. AElltm in GArda Opi: do. Pane a me ongina1e quel Diploma. Ora fembrano a me fcorrem gli anni de: i due Re, e: fors' anche manea ivi l' IndiÛøne, la quale non fi Colt:va ommettere:. Scri...e in olrre forro qucilo fießo anno il fuddeuo Frodoardo: Idem 'Vero Rex Hugo SarAccms de Fraxinitlo eorll,n mun;tione diJþerdere conabatur. Penanto dovrcbbc apparrenere a1l' an no (e) L;J/1- rreft:ote ciò, che fcri\'e Liurprando ( ). Cioè che avendo Romano l rand . I. 5. Imperador d' Oriente inviato uno tluolo .Ii navi a requifizion del Re: e. S. ftI' 7. Ugo, quetb Ie: incammino per mare a Fuffineto. 'arrivo ' lT colà, e: il dare alle: fiamme tune Ie bare he: de' Saraceni, che qUivI I trovarono, fu quafi un punto fielTo. Ugo nd meJcÍ1mo rem o arn- vo per ANN A LID TAL I A. 319 vò per terra a Fraffineto colla fua Armata. Pertanto no fi ßdando EllA Volg. j Barbari di qudla lor Fortezza, I' abbandonarono, e tutti fi ndußero ANNO 941.. ful Monte Moro, dove il Re Ii alfediò. Avrebbe potmo prenderli ivi, o trucidarli tutti; ma per un efccrabiJ tiro di politica fe ne aft nne. Tremava egii cli paura, chc Berengario già Marchefe d' I vrc:a fÙggi- to in Germ.J.nia, non fopravenilfe in Italia con qualche amrnaffo di Tedefchi e Franzefi. Però Iicenziata la flotta de' Greci, capitolò can gli affcdiati Saraceni di metterli nelle montagne, che dividono I' Ita- lia dalla Suevia, acciocchè gli fervißèro di antemurale, caro mai che Berengario tentaíT"e di calare con gente armata in I taliòt. Non è a noi facile l'indicare il fito, dove a co fiorD fu affegnata I' abitazione. So- lamente fappiamo, che a rnoltiffirni Cri(hani, i quali ìncautamente da lì innanzi vollero paffar per queUe pani, tolta fu )a vita da que'rna- landrini: j) che accrebbe l' odio e la mormorazione de gl' I taliani con- tra di quefio Re, il qUálc lafciò )a vita a tanti fcellerati, at11nchè poteffe- ro levarla a tanti altri innocenti. Secondo i conti del Padre Pagi (a), (2) '.gius a" quali credo ben fatto I' atteneru, mancò di vita nell'anno prcfcnte a4 Annal. Stefano PIlI. Papa. Ermanoo Contratto (b), :;igcbc:no (c), ed alrri )r n. _ 10 audtano. Oal fo)o Martino Polacco abbitmo Cd), ch'eglifuit mu- nus ;;;, :_ fi/atus a fjailmfdam Romanis: il che ha fatto immaginare a i fuffeguemi flus i Chr. Storici ciò avvenuto per ordine di Alberico Principe di Roma. Ma (c) ,SIgeber- ' M . A d . 1 . h - , d ' h I Î. I I IUS. In Chr.- non e arrmo utore I ta e antic Ita e ere ItO, C e a 10 a paro a nic/J di lui ci abbla da legare il cervello. Se crediarno ad effo Manino, (d) Marlin. queí1:o Papa Stefano fu anche natione Germanus, e pure nd Caralogo Polom s in ben PIÙ antico de' Papi, pollo avanti alla Cronica del V olturno (eo), ch;omco., e dal Dandolo .(f), c: da altri, egli è chiamat Stephilnus 1711. Roma- Ul;";::' ;'. nus. Un avvemmcnto tale nella perfona di un iomrno Ponrefice avreb- P. II. T. 1. be fatto dello tlrepito, e ce ne Luebbe menzione preffo di qualche Ker. Italic. Storico di que' tempi. A Stefano fuccedcne AI/wino I I. Papa di na- f) Da;Id l. R h '"" . d 1 . S . . In Chr/J1l1c. zlOn omano, erroneame.nre c lamaro H.lartmo a a cum cntton an- T.m. XII. tichl, e dallo fteffo ManlOo Polacco. r.he quefii foffe pono nella Ker. italic. Cattcdra Pontlficla prima del dì 4. di Febbr4Îo dell' an no feguente, fi (g) D. c er'1. conofce da una fua Bolla pubbJicata dal Padre Dachery (g), e data. In Sf",'eg. II. Nonas Febr.t-"wii, Anno PO'Jt ficatus Domni noftri lvlarini fummi Pon- tifiâs &c. AnnQ 1. lWenft Februarii, Indiélione I. Anzi era anche in pof- th) Tall; feffo del Ponuficato nel dì 2.1. di Gennaio d'dlò anno 9+3. ciò co- .AnJf li Sa- fiando da altra fu:! Boll.., prodotta dal Padre Tani (h), e data XII. en dl C/Jm. X.a/ ndas Fehruarii, An o. PontifiClltl S ,Domni noflri J'l.1ar;ni rummi Pon- r )ct:;ni'. tifiClS &c. Secun 10. Indlél/one. 11. Cloe nell' anno 9+4. Pero con tutta Ár.bicum. ragione fi può credere innalzaro 111clrino II. in quett' anno a) Romano P. 11, T. ,I. >ontific ro. La mifua Sici_Iia per attetl_:uo della Cron!c Arabica ( ), Rt'D 1 . 111 qudh temp' íì trovava 1\1 gran coniulìone, perche II funo e 1'1\1- n) Chronic; giuttlzla dapcrrutto godeano paffaporro, e i pill potenti opprimevano To",. XlI. j PIÙ dc:bC)h. In VenezIa il Doge Pietro Bildoero, fecondochè dice il K,r. 11.li . D..ndoLo (k), finì di vivere in queíl' anno, e conferita fu ):1 fua di- tl) .Ánl.t.4l. gnit à. Pietro Candian, Ill. Si legge nelle mie Antichità Italianc (I) e::.iI . un Ðl- 32.0 ANN A L I D t I TAL I A. JlA VoIg. un I?iplom di Uf..(J.e Lo tario,. i c i conferman ad Arihaldo Ycfco- ANNO 941.. 'V(J dl Regß.lo tutU I b 1 e prlvlle.g]. della r a Chieía, data ual to Jdus Auguft. Anno DommlCte lcarnatloms DCCLCXLII. Regni 'Vero D,- mn; Hugo,'/'Jis Re is XJ7I. I:oth'lrii XII. lndlétiane XV. At7um Papire. Ma nel dl 12... d Agofio dl quell' Anno correva I' Almo XJ7II. di Ugo (I) r." 0- Re. Leone Oni nfe (a) cita un D.iploma di queß:i Re, che Angelo {;Z." , "r: della Noce a{fenfce. dato I.dus lI--Ja/tJrum. Anno Dominic,c.lncilrnationis S7 DCCCCXLII. Regm Domnz Hugonzs RegIs XJ711. Lotharil XIlI. lndi- thone J. Datum in Pa/atio 'IÎcinenji. Ma ancor quetto è fallato, perchè I'lndizione I. appartiene all' Anno fcgucntc, fe pur non fi ncorre all' Anno Pifano. In una Cronica manurcritra da me veduta del Monifiero di Subiaco, íì legge memoria di un Placito tenuto nel dì 2.7. d' Ago- fio di queit' Anno da Alberico Principe di Roma, in cui fu decifa una lite vertente fra Lume .dbliate di Sublaco, ed alcuni Cittadini di Ti.. voli . Anno di CR 1ST 0 DCCCCXL I I I. Indizione I. di MAR I Noll. Papa 1. di U GoRe d'ltalia 18. di LOT TAR loRe d' Italia I 3. (b) lillt- ".an . l. . up. S. I N quelli tempi maneggiò il ReUgð il matrimonio di Berta fua Fi- gliuola, a lui nata da Bezola fua concubma, e giuvant: di bellezze rare .con Romano Figliuolo di Coft ntino Por.firogenito I mperadore de' Greci. (b) Allorche queflo Impcradore mandò la florta in aiuto del Re Ugo, fece ifianza per avere una delle di Jui Figliuole legirtime. Dlqudle Ugo niuna ne aveva, e pt:rò gli dibi la ballarda 0 fpuriaJ nè la Città di Cotlantinopoli la rifiUto. Ebbe efecuzlone qucfio trat- tato nell' Anno rcguente. Ma imamo in Germania altro c-he 11o,zze an- dava manipolando Rermgario Aiarcheft d' Ivrea comra del medefimo (c) lil. c. S. Re Ugo. (t) Fet:e gh PIÙ tfbnle al Re Qttone per ottenere un corpo di md.zie da condur feco in Italia; IDa lc: fece iodarno, perchè nOI1 manCdVdno imlJcgni e blfogni ad ünone in cafa propna; ed oltre a ciò peroravano in favor d'LJgo i regali, che di tanto in tanto egli ne andava ricevendo. Trovavafi con Berengario un Gentiluomo pe.- no- me Amedco, che Liutprando chlama apprime nobilem, perlonaggio dJ fingolar defiraza ed accortezza ornato. Qudb il configlio di ri- volgt:rt It: fue fperanze a i Princlpi d' Italia, fdpendo., chc tuni el ana malcomenti del Re Vgo, pachè d' ordinario non confel iva Ie cari- chc, J governi e i Vefcovati, fe non a i hgliaoli delle fue concubine, e a i Borgognoni, e continuameme efiliava i N oblli Italiani, e pel fuo afpm govcrno, pt:ggio che i.1 lupo dalle pecore, er,! odialO da i Popoh. 51 e;fibì egli di venir a fcoprire gli animi de' Princi i d' Ita- lia, e 10 futl trardtito .da rcz.zente, col bordone e la t rca fen v nnc 111 ANN A LID' I TAL I A. 52-I in compagnia di que' poveri Pellegrini, che andavano per d:voziùne a Roma , Segretamente s' abboccò con a{faiffimi V efcovi, Conti, c N 0- bili porenti dell' It.llia, e fpiò i lor fC'ntimenri inrorno :d Rc U go, aprendofi ancora con que11i, chc conobb fJllI port;lri ana di lui rovi- na. Ma non porè sì celatameme condurnc l' imrrc1a, che non ne a- ve(T'e fentore il Re U go, ficcomc quegli, chc mameneva fpie daper- turro. Volarono gli ordini di cercarnc como, ma Am deo anJ,lva ml1- tanJo abiri: fi rinfe con pece la bella e lunga ba.rba, che fecondo gli ufÏ d' al10ra anch' egli ponava; facea cambiar colore a i capell.; ora era zorro, ora cieco, ora ailiderato; e in una di q e!l:e figure fi pre- fcnrò anche al Re in cornpagnia de gli altri Poveri, e n' ebbe per ii- mofina una veft<=:. Dappoichè ebbc: terminate Ie fue f.1ccenJe, in tor- maw delle perqui {ìzioni, che d' ordine del Re fi fJceJno alJe Chiule fopra lutti i p.líTèggieri, per ifirade difaftrofe, e fuor di mana, fdice- mente fe ne [Ornò in Germania, dove feee a Berengario il rapporto delle cnmmiffioni C'feguite. Ancorchè Lupo Protofpara riferifca all' Anno 9-4-1.. la mone di Lando/fo I. Principe di Benevento c di Carua, pure Camillo Pellegrini (a), diligenrií1ìmo Scrinor.: delle mcmoric de' Principi Longobardi, o{fervò, trovarfi ancora ne' primi Mefi di quefi' Anno menzlone di Iui oe gli Strnmemi anrichi. Credefi dunqac, ch' egli tcrmil1'l{fc la vita neli' Anno prefente nel di 10. d' Aprile. Avcva cgli dichiarato nell' Anno 94a. fuo Collega nd Principato Lando/fo II. fuo Figiiuolo, il qmle do po la mone del Padre tardò poco a pro- c1amar Principe e CoHega Paldolfo, 0 fia PandDlf, I. fuo Figliuoio, che fll poi fopran0min.1ro Cap' di fert.o. Abbiam nella Storia facra di Piac('nza (b) un Diploma (non so ben dire, fe Documemo Geuro 0 nG) di donazlOne futa in qucft' Anno da Ugo e Lorrario all.! Chief a di S:mto Antonino d' e{fa Cirtà di Pi.1cenza calle f('guenti Note. Data r. /dus A-fartii, dnno Dominicæ lncamationis DCCCCXLI fl. Regni 'Vero DOlNni Hugonis piiJIimi Regis XVII. Lotbarii XIII. 11fdiélione P,'ima. Affum Placentiæ. Ma dee e{fere Lotbar;; XlI. come fi fcorgerà d_l un altro Documenro fpename aHa mcdefima Chiëfa, e dato nel giorno 17/1. /dus M'-rtii del Y4f. Nè è da credere, chc il Re Ugo, come fi lcggc in que!l:o Diploma, de{fe il tirolo J' J mpera.:iore a LlJtfat-io A volo fuo materna., feppellito in e{fa Chiefa di Santo A ntooino con dire: Pro Dei amore & allimæ Avii noflri Lo/harii Imperatoris, Ctljus C01pUS infra Bafilicam SRntfi Ântt,ninj Alartyris hum tum quie(cit. Sa;>eva U go, coe I' A \'010 fuo Lunario era ftaro Colamente Rc deJ\a Lorena, e non mai I mperadore. Vedefi pre{fo il fudàetto Campi Uf'a dona- zione f;,i[ta da BofoHe Vefcovo di Piacenza c Figliuolo baftardo del Re Ugo alia Chlcfa di S. Fiorenza di F'iorenzuolt con quefie No e: Hugo (3 Lothariø Filio ejus, grtJtÙz Del Regp, Anno Re{ni e01"Um, Hu- toni, Deo pr'Jpitiø, SeptimoduÏlno, Lothat"ii <;"e1'0 'Zerciodecimo, 1711. die .i ltnfts funii, IndiEli,m Prima, cioè nell' Anno prcfeme. CJDm. r. s, Anno ERA Volg. 1\.t/!h\ SoH. (a) I'ert!ri- "ius Hiflo r. prineip. Lango'.., .. . (b) Cam,i lflor. di l'i.- (111;;;;. T. I. 3 1 2. ANN A LID' I TAL I A. Anno di C R 1ST 0 DCCCCXLIV. Indizione 1 I. di MAR I Noll. Papa 3. di U GoRe d'Italia 19. di LOTTA RIO Re d'ltalia 14. (a) Liut- ;ranJ. I. 5. cap. 8. Ell A Vclg. N On Jafciavano gli Ungheri il favoriro lor mefiiere d' infefiar col- ANNO 9+1-. l le fcorrerie, faccheggi, e firagi rurri i paefi circonvicini, ora c0mparendo addolTo a i Greci, ora in Germania e Francia, e ralora a....cora in I ralia - Circa qu-efii tempi per tefiimonianz'l di Liurpran- do (4), il Re Ugo per Icvarfi d' addolTo quefio flagello, che fi facea trrppo f pelTo fentire in halia, fiabilì pace con loro, comperandola nondimeno con dieci moggia dj denari, fe pure non è una efagcrazione di quello Sroril:o. Si obbligarono cofioro di ufcir d' halia, e di non ritornarci più con dare ofiaggi della lora promdla. U go con sì belle parole rapprefenrò loro il gran bottino, che farebbono in rfpagna, paefe doviziofo ed intatto, chc: con U!la guida lora data da clTo Re pre.. fero la firada a queJ]a volta. Sperava li'go, che non tornerebbono mai più indicrro; ma cofioro dlèndofi trovati in cammini afpri e fenz' ac- qua, per timore di morire di fete, dopo aver dato delle buone coltel- lat alIa gllida, di nllovo compuvero in Iralia, da dOTe poi palTarono (b) lb. c. 9. in Ungheria (b). Jmanto fi effcttuarono Ie Nozze di Berta FigJiuola del Re U go con Romano Figlillolo dell' I n1perador Greco Coflantino, giovane di quatrordici anl:i. Per attefiato del Continu,ltor di Teofd.- (c) Conti- ne (c) fu fpedno a levarla in Lombardia Pafcalio Protofpatario e Oll- ØUl/t. Theo- ca della Lombardia, cioè de gli St;lti, che i Greci Augufii polTede- t'WJ. n. 46. va no nel Regno oggidì apptllato di Napoli. Sigefredo Pefco'Vo di Parm.\ ': RomAn. fu fcclto dal Re per Condottierc della FigJiuola alIa Cone di Collan- teA;. tinopoli, dove arrivò nel Mefe di Setrcmbre, feco porrando un fuper- bißimo rreno di giocali e reg:th. Secondo il coflume de' Greci fu mll- taro a quefia PrincipelTa il nome di Bella in quello d' EuiøiJia, 0 pu- re d' EudIlCÙI; e fcrivono, chc dopa cinque aoni ella mancò di vira con fama, che il Mariro non l'avelTe mai roccat3. AbbiamlJ nell' lra- lia facra (d) uno Strumemo di dotazione, f.ma da Eudo Pefco'Vo dl Ca. merino della Chiefa di Sama Maria ncl Cafiello di Sanra Sevcrina, che ci dà cognizione di una parrico1:ujrà, non altronJe a noi nota. Fu fcritta quella Cartatllmoab fncarnatione D,mÙ1i no/lri Je{u Chri(h DCCCXXLIP. Regnante Domn(J fit/zone Nonoiecimo anno, & Filio ejus Lothario Ûn- Eloduimo, exceJlentlJlimis Regibus, tempot'i1ms llubet.to Filio ejus inclito ,Har- chioni fltqllf piiJli11lo DHci IInno Secllndo per Indi,=-tione 'I'ertia, Ci'Vitate Ca. merina. Mane:! il Mefe; ma l'lndizione III. indica a1cut1o de gll ul- timi quattro Me/Ï dell' anno prefeme. Forfe in vece dell' anno XJT. di Luttario fad fiara ivi anno u.zrtodecimo. Di quì noi impariamo, che non contento il Re Ugo di aver creato Uberto, fuo Figliuolo bafiar.. do, (d) Ughell. IfAl. SAcr. Tom. J. ill Epifcop. Camer;". ANN A L I D t I TAL I A. 32.3 c10, Conte c1d Sacro Palazzo, e Marchetè c Duca della T ofc:ma, gli contèrì ancora nell' anno precedcntc 9..H. 11 Ducalro di Spoleti, e la Marca dì Camenno, con profufione di grazie Copra la meddima per- fona. Adunque St1r/ioJle 0 Sari/one, che già vedemmo in polfefTo di queUe comrade, dovca efTere 0 morro, 0 incorfo nell1 dllgrazia del Re U go (coCa ben f.lcile lotto un sl foCpt[to{o Regnamc) cd avere pcrduto que' governi. Viene acccnnata folto queft' anno dal Padre M.1- billone (-) una Bolla di Papol Ald,rino I J. confcrmacoria di tutti i pri- vllcgj e beni del cdebr:aißìmo Monj{tero di Monte C:ilfino. Eßà fu [critt.. ÙI Alenft Januario pet. !ndiél;oliull SUIIne/am, Dall/1ì'J XII. k,,/ell- das Fel1ruam, (mllO Dco propitio Po Jtijicatus Dom'Ii lJojJri AllJ1 iïÚ Jimi/Û Pontificis &c. Semndo jn Jdenft Januario, Indiélio 1e 'eclJndtt. Un' altr.. fimit Bolla 10 flvore del MoniLtero di S. V 1I1cenzo del V olturno IÎ kgge nella CronKa d' (;fTo Moni Hero (i>) ÙI lvlmft lIlarli" I"difiiolJC SeClmda, allno POtltijicatus Domni J1..iri11i (umll1i Poritijicis SeCl-illdlJ. N LIla 1td1a Crol1lca abbi:uno 1a confc:rmaÚone de' beni ip(;tt.lI1ti al Monifiero 'ùdd.tto ncl Ducaro di Napoli, fcntra Imperal'JII Domno 1Joßro Conß.ll- lino lV1ag!Jo Impert1tore amlo XXX/7 J. fed & ](0"11110 i.l1lgno !mpert'tore anllo XÀ I J i. die prima 111cIJjis Februm-jj, !,JdiðiOde Secúndti, Neapo.im. Qldlc Note:, JnÛIC4nti pt:r cagion dell' Indll.ione l'anno pn::lerne, non fi accordano con gh 3nm, chc: d II Ou- Cangc (,), e dai P. Pagl (d) fOlio )\ttribultl cl Cofta11lino Porjit (Jgenito, c a "-umano Lac.lpenø. N c cor- rifp 1ndotlo a qu,-Ue d' altri Docu,m:ntJ .:IeUa mt:dchma Cron:ca. 1\1a dl qUi atmcn IIC..Vlamo, che durava In Napoli 1.1 luvralìua t.k' Greci Ausulli; cd ëliere it.no allara PllnClpe, (; VUç'.1 di qUèlia IlluUrc Clt- tå Giovanni coi hol.uolo i.H.!nH', creato ancb' eß() lJuca, lìccome t:'n fede Ie leguc:nu poll ole: JIi'os Johalliles in Dei lIomine eml/leMtjJi ,/Us Lon- Jut & D"X pro 'Vt: flo!h'a, qu;,m c3 pro 'VIC J. 1.lrÙÛ DIJClJ filii miiri, tjtlÏ infra latem ejJe vuJelur. Anno di C R 1ST 0 DCCCCXL v. lndizione I I I. di !vI A R I Noll. Papa 4. di U GoRe d' Italia 2.0. di LOT TAR loRe d' Italia I). Ell. A Volg. ANNO ?4-i. (:I) Mìfhill. Annal. Be- mdJét. l. 4+ . 6}. (b) ChrDnic, Vulturnmf. P. II. T. I. R'r. 11alic. (c) Du-can- ge Fdmil. 13 'J p. nt ill. (Il) hlglUS ad Am'al. 13 ilrD/J. F Ecer.) i due Re, fiando quell' anno in Pavia, donazione di una _ Corte alJa Chiela di Santo Amoomo di Piacl.:nza. lL Ðlplngario Imperadnre fi ved , che un'drdengo VeCcoTo fu Cuo Ar- cicancc1ltere fino all' anno 92.1. Qlando qucHi nun fo(fe flaw VeCcovo di Bre(cia, dovrebbe tenerll per quel medefimo Ardengo Vefcovo di Mndena, di cui fi fa mcnzionc in qucflo Dirlom-t. Lcggefi :1I1cora, (a) .Antiq. un' altro Dip)oma (.) d' effi Re, Ccrino /I1I_ NOI1::lS , brtii, colI' altre 11.11. Di.Dtr. fn,Ut:tte N \'re; come ancora un Placito (;) tcnuto in Reggio Sexto- 8. duimo Kolendas dprilis cone medehme Notc. Abbiamo poi pre(fo l'U- <;';ff: ; e;. ghellt (() una confÚma di beni, farra nella merà di Ago!lo da effi Re (C) UJhtlt. a i Canomci di VercelJi, Idib14s ÂlIgufli anno blcarnationis Dominic ltal. S4Cr.. DCCCr;XLP Regni 'Vero Doml'JÍ H14gonis Xx. Lotbarii 'Vero Xv. flldi. T.om. lV. III thone Ill. Documenti, chC' tutti fcrvono a farci conofcere lc: Epoche di 1c: f ,,[.. quetli Re cominciate ne gli anni 92.6. e 9J I. Fingllì a\'ea tenuto!ål- d" 1:1 Fortuna e )a politica del Re Ugo, ma finalrnente tutto andò in fafcio. Lc iniquità non rnchc da lui comme(fc, il tirannico Cuo go- verno, l'avarjzia, per cui aggrava\'a fone i Popoli, il non fidarfi de gl' Italimi, che il conrracambiavano col non fiJ.ufi pumo di IUI, e il conferirc: i poni a i foli llr,1I1ieri, a' qu.lli :mcht: coo folÒlllà 11 kva- (dl Liutpr. va, fllrono Ie agioni, ch' gli fu roVtFcl:uO dal 1'1:ono. (d q<>n. po. ;Mift. lib. 5- che trnppe calo dalla SUe\.1:1 Berel"gano ftlarch<"ft d fV1eil, II ioCplr_A[o cap. u. da tutti, perchè da tutti creduro, ch' egli Colo porcr.è liberaI' l' Italia dall'\.di.!t,) Re Ugo. Venne dalla parte di Tr nto. Da ftlal1aJlè .dr- ci'vefco'Vo d' Aries, che aveva ingoiato ancora i VeCcovari di Trento, Verona, e l\1'lnto\'a, e governava in olrre la ;\larca di Treoro, en {lato pollo per Caflellano d' una Forrczza chiunara Formig,na un Che- rico fuo fido per nome Adelardo. Con '1uello Chtrico abboccarofi Bcn.ngario, s'impegnò di fare ArciveCcovo di Milano e(fo Mana(fe, qualora egli eOèr voklTe In alUro Cuo, e JI dare ad e(fo .Liddardo il Ve(covaro di Como. Prefe l' eCca l'ingrato ed ambiziofo l\1anal1è, c non fo lamenre ccdt'tte a Bereng;\fio quella F onezZ1, ma commciò an- che a fÒl.r g!andi m lI1eggi per tuna I t,llia in favore di lui. Corle bcn prefio pCI' Ie Città di Lomb:udia la fMTla dell' arrivo di Berengario. Afilone Crmte di Verona, che chiamato alia Corte dal Re U go per Co- fpetti, era fegreramente o(fervato dalle guardie, fingendo dl non av- vcderCene, diede ad e(fe una lama cena; e quando vide ognul1o ben' nbborracciato, ed immerCo nel Conno; can un Colo fcudiere fcappò. G iUl1lo a Verona, fece immanrinenre faperlo a Bereng'lrio, e il rice- Vette in quel1a Città. A Milone tenne die[ro Guido J7efèo'vo dl Mo- d::na, che allenato dalla prome(fa di un huon boccone, com ' dice Liur- prando, Maxima iJ!a .dbbatia Nonanttlïa, 'fu.m & tunc aC'Juijh.it, ani- matus't fi ribeliò, e col fUr) credirn fi tirò dictro una gran folia d'l- rdiani. A queno a\'vito accorfe il Re Ugo C(llI' eCcrcito, e pofe 1 af- fcJiü a Vignola, C"tlcIln d'elfo VeCco 'o, e (mi fia lecito il dido) P,l[ria mi3. Anche ogsi,]ì n:.l qudta Terr , firuata pre(fo il Fiumc Pa- !laro, una f")r[c Rocca con trc :.lIte Torri; e dove. anche aHora eOè- Ie Luogo beD fortific:no,. perchè per quanti sforzi Ugo facdfc, non potè ANN A LID' I TAL I A. 31.) potè efpugnarlo. N d tefio fiampato di Limprando [correttamente fi EllA VoJ . legge. Niveo/.. Ha dol e!ferc Pineola, e così hanno i MSti. ANNO 94-5. Mentre il Re U go attendeva a quetl') affedio, invi tata Beren- gario dall' ArciveCcovo Arderico, Ce n' andò a Milano, dove a gara, ab- bandonato Ugo, concorfero i potemi Italiani, tutti per ifmugnere da 111i ql1alche GO\:erno 0 Pod ere , 0 l\loni nero, 0 Vefcovato. Beren- gario, allora povenffimo, con )ar6a mano a chi promenev:l" a chi di- fpenfava h roha non [ua, fludiandofi di contenrar cI1iunque fi dichia- rava per lui. Quantunque reftaffe in sì gran buraCca affai coHernato I' animo del Re Ugo, pure corfo a Pavia prcfe i) buon partito (a) d'in- (2) !åe", viare il Figliuclo Lotta1';o a Milano, per pregarc non felamenre Be- lib. . I. 13. rengario, ma il Po polo tutta, che fe Joro non piaceva di avere più per Re dfo U go, alrneno per amore di Dio teneffero per Re il fuo giovin':tto Figliuolo, che nulla avea loro f:mo di male, e ch' effi po- trebbono allevare e govermre, come meglio loro piaceffe. Fece tal" irnpreffione e compaffione nella Dicta di Milano la preÎenza cd umil- d di Lonario, prof1:r:.ao davanti aHa Croce, che corfi ad alzarlo il proclamarono di nuovo loro Re e Signore. In qudlo mel\tre non cre- di:ndo{j il Re U o ficuro, ufd di Pavia con tuno il fuo immentò te- foro, e s'inviava verla I' ..\ Ipi per ufcire d' [ralia: qu.lOd' ecco gli giu- gnc avvifo, che erano conrïnri gl' haliani di averlo turtavia per Re. Venne quef1:a inafpettau ri[.)luzione daWaccorro Berengario, come poi 6 feppe, non piacendo a lui, che U go portaffc oltre a'momi tama co pia d' oro e d' argenro, con cui avrebbe pormo tirar'in I talia j Bor- gognoni ed altri Popüli, per riacqui fiar colla forz'l il perJuto Regno.. Era in qucf1:i tempi Vefc'lvo di Brefcla Giuftppe, Prelaw giovane d'c- rà, vecchio dj coílumi. Berengario, che f.ceva 6ià par1ar di sè tuna }' Italia, (avvifandofi ciaf uno (i; mirare in lui un nuovo Oavidde, un nuovo Carlo Magno) cominciò ben teílo a farIa da Tirsnno. Scnzl motivo alcuno, Cenza conr:glio de' V efcovi, toIíe a Gmfeppe quelia Chiefa, e conferiJla ad Antonio, che la rcnne fin I' anno .960. Turro- chè con giuramento avef1è promeffo al Copra mcnrovaro .Adelardo 11 Ve- fcovata di Como, pu,.e per amore dell' :\rcivcfcovo di 1\1ilano 10 con- ferì ad un cerro IVa/done, che per reílimol1lanza di Liurprando fecc un mondo di mali in quella DiocefÏ con íåcchebgi delle camp1gne, con acciecamen i di varie perfone; c ad Ade/ardo diede Ia COldd di Reggio. Fu vicino ancora a cacciar dalle loro Scdie BoJòne Vekovo di Placenza, figliuolo Cpurio del Re U go, Liu fredo Vefcovo di Pa- via; ma guaJJgnaro fegretameme con oro da t:Hi, mollrò di lafciarli rcr amore di Dio in pace.. Quef1:e [uc fregolate proceffure Ie raccon- [a in un fiaro Liutprando; ma io non farei la figurtà, che tutre fue- cedt'fT"ro in queil:i rempi. Anzi quando fuffifl:effe uno Srrumento di .AdÛmd, Vefcovo di Rc-ggio, d1 me pubbIic1to (b), e fCrlno Ann' b) A'nt;f. DOiIw; H:ci,tmi Set"eniffimi Regis XViII!. Lot/:Jnrii'Vf!'"o Filii ejus /imiliter Italic. Di{- Rc..c XIV Ka/endis Januarii, IndiFlione II. (non fo bene, Ie fpettaote flrt. 61.. all'aono .9+ . 0 al.944. perchè v'ha del difetto in q dl:e Note) tra- / b 32.6 ANN ^ LID' I T ^ L I A. Eu Votg. b.tllerebbe I' afier ione di Limprando imorno all:! pcrfona d' dTo Ad - ANNO 946. Iardo, ohre al tàperíi da Donizone C..), che Aietardo fu amicifIìmo di (a) P01Ju:,o Ade/6,ide Moglie del Re Lott.trio, e I' ajutò contra di Bercngario. Scri- iil.\t : ve fotto quelt' ann\) Frodo.udo: C ) Hi41.o Rex ltatie R gno depulfus II (b) FroJear- [tiÏs, & Filius ipfius in Regnum fufaptus eft. (--) Ma che rellalJè tut- J sinChr'- tavta in Italia per qualche tempo con lirolo dt Re dfo Ugo, non fc: ."",. n<:: PUQ dubitare, c 10 .confdI'a dipoi 10 ftdro Frod.udo. (c)Ulm ibiJ. (d) Litltpr. lit. s. C.I-4. Anno di C R 1ST 0 DCCCCXLVI. Indizionc IV. {Ii A {; A PIT 0 II. Papa I. di U GoRe d' Italia 2 I. di LOT TAR loRe d' Italia 16. S Otto iI prefeme anno fcrive Frodoardo CeJ: FIJtgo Re ltali " [uis in Regnum recipiwr: it che ci può fdr credere, chc 1uccedel1è Cui principw di queU' auno parte di quelIo, ch'to ho ucconraro ncl prc- cedeote. AgglUgne poco ddppoi quel10 Stonco: l layirJus Papa dece[- fit, & pax inter Atbeneum Patrjcium & Hugonem 19. e qudli fecondo SlO Pier Daml.mo doveva dI'ere Bonifazio minore. Imanto vëggendo iJ Re Ugo fe ftclTo caduto in rroppo difpre- gio pretI'o gl' ltahani, e fors' anche pavemando p"ggio da ßerengario e da alrri, en' egh ingiuftamcnre aveva aggravari ed offefi, dererrninò ('I) 1..;UtPI'. in fine la fua ririrara fuori d' Italia. (a) Penamo dopo aver iinro di ,, . s. c. 14. far pace con Berengario, per moftrar' ancne una fommcl confidenza con lui, raccomandò :l1la dl Jui fede, e come ad un caro arnico, il Figliuolo Lottario. Andof1ène dipoi in Provenza, feco ponando gl' immenfi fuoi tefori: il cne non s' accorda con quanro s' è derro di Copra, cioè col ripiego prefo da Berengario,., affinehè non paffa(fe tanto oro di Jà da' momi, Ce non che Ugo era plU furbo dcllo lleOo Berengario. Ch' egli non foffc più in Iralia nel dt 19. di Maggiu, Ii può raccogliere da (b) Vgh,z/. una donazione farta dal Re LortariÐ (b) alla Chiefa di Reggio, fcnza Ital. S.cr. far menzione alcuna del Padre. II Diploma fu daro Xl? Kalendas 7u- T,,,,. v. nii Anno Dominicæ IncarnatÙm;s DCCCCXLP1. Anno Domn; LtJtharii ;5 .Apptnd. XVII. per Indiflion. 117. Aftum Pap; . Nulladimeno ho io veduro nella Archlvio l\rcivefcovale di Lucca una Carta pecora fcrina .Ann' XXI. fJugonis, & X17I. Lothari; Regis, erlio Nonas Augufli, Ind;- 8ione 117. cioè nell' Anno prefeme, immaginandomi io, cne alcuni Ce- guiraffero a chiamarlo Re anche dopo la di lui .ririrata daIl' halia. ^nnü di C R 1ST 0 DCCCCXLVIL Indizione v. di A GAP I Toll. Papa 2.. di LOT TAR loRe d' ltalia 17. T Rovandofi in Provenza I' abbartuto Re Ugø, Raimondo Principe d' Aqu.rania, commolfo daJla fama delle al porearc ricchczze, gJi fu alia vita con. dìbir{j dt mettcrc inficme un gro(fo eferciro, baflante -ad atterrar Bef'mgario, e a rimcnere lui lùl Trono. Tame gliene dllfe, che giunfe a cavargli da i coffani, c riù d,l,1 cu<:>rc, una g an fomma di danaro. Si fc:pp 10 Italaa qudla fpar:,ra dl Ratmondo. LlUrprando, chc era allora a' fcrvigj di Berengario, tèrive che fe De fecero Ie ri- (ate, dI'-cndo aOài nora la v à di qudla genre, la quale, in fani nuIJa poi OpC:IÒ in aiuto d'dro Ugo. Aggiugne 10 fteffo Sronco, che Ugo da (.) Uhet.to Marche(e, padre di Ug, A1archeft (di Tofcana) Figlio natu- 'rate del Re Ugo preft in mDg/ie GuiJ/" Fig/ia del maggior B()IIifazi, M.,.,heft . ^ N N A LID' I TAL I A. 31.9 da 1ì a non moho dlede fine a' fuoi giorni, con laCciare il leforo fuo f 1\ A VOYI_ a Blrla fua Nipote, VedovJ. di BoJirM Conte d'Arles, fporata poco ANN.O 947. prima dal medclimo Raimondo, indcgno per la fua fparu[ezza di COS! bclla moglie. Si può credere. fucce uta n que!1:' Anno 1a morte iùa, perchè nelle Cr<:,nichett de I Re d,.. ltaha , _da l.e date alIa luce (.a) (a Lfnt',løt. fi lcgge, ch' egh reg ,ivlt ...1lI.'los XXI. e'!pletos? ::5 JUe fès lX. & dIes Latm. T.ll. 1/1. Computando gll Anm, c.he dop() UI regn,ó L ttano fuo Figliuo- 10 vienc a cadere la mone iua nd dl 2.4. d Apnle deW Anno pre- fe te 947. Scrive Leone (hen(è: ( ), che U&O IaCciato il Regno al (b) Lt FlgliU'1lo, ( [) in Bu"gundl cum O t11 the{auro / o, & univerfts divitiis ofllt!.fu reaiJit, i/;ifJu Itf9J1afteriui1l de propm fumtlbus dZ1 mum conflrums, quod I.b. I. e. 61. fanàus Petrus de .Arle nU G-upatur) In e dml JfJ,I ')Uj eft effeilus.. !\la íi lien per fermo, ,he I 0lhen!e abbla faHato In credere fabbncato dal Re Ugo qucl Monillero, ed oltrc a ci il Padre !\1abillone (,) (c) Na!,j!l. mette in dubbio il di lui Mon;tcato. Nulla dl qu::llo dice LiutpranJo, .A IJ /. Bt d - 1 ,- d 1 - b ' d h U nCflrti:ln. a che meglio feppe e. aZ101\1 I UI; _ ma enSl Ice, c e go tomato .Ann. 945. in Borgo o n3 (focto II q al nome 11 compr.:ndeva allora anche]a Pro- venza) (2.) brevi eft viam univerJe carnis ingreifus. Non è improb.tbile, che veggendo cgli immineme la mort e , veiW[e 1" abito Monafiico: che qudto era ufo d' aHora. Reiht? intamo in I.talia il R Lottari , poco impaccio fi do.vettc prender III gov rn.are I Popoli, _perchè go- vernato da Berengarlo MarcheCe d Ivrea: cJOe agnello cOl')legnato alia uaodia del lup ._ Abbi mo fotto qudt' Anno dal Protolpata (d)) che (d) Ltl us I"t':o e,'unt Ungat"l ' ltaltam) f! ferrc.>:e.runt uflue !/y'druntum: Et P la- protofp tI, t pldl (Generale de Grecl) fidll lit C,vltate GuperjaNz. Et fillt eo .Anno Chrð11i,. "OUtll interitus per olJtn m terram. Anche a1la Lombardia circa qudb To.. v. Rtr. tempi toccò un'indifcreta vifita degh Vngheri, per attetbto di LlUt- l1alu. prando (t'), effen o compareo in quelte comrade ,!a.JIi Re di que' B.1r- (e) Lilltþr. bari con un coplofo eCercl[o. Berengano colla fona non dell' armi, lib. S. &. IS. ma :)ti a\l' uno e all' rlhro. Non {j sa l' anno precifo, in cui Liurrrando cfeguì tal commdlìone; ma fi può conghie[turare nel prefcme, 0 pur ne! feguente. Certo è, eh' egli nel dì l.f. d' Agofio ufcì di Venezia in nave, e nel dì 17. di Serrembre arrivò a Coftantinopoli. Si prefcr.tò all' J mperadore colla (ola Lettera datagli da Berengaria) pien.! aoc'he di buglc; e perciocehè I' avaro Berengario niun regalo gli avea daro da prefcnrare aU'lmperadore, ed egli o(fcrvò, qu .nri ne Italia 19- VI I. (b) Herman- nUl CDntrll- E Rmanno Contratto (b) metre [otto queft' anno h morte del Re Lat- )' : o :;. tariD, e fu io ciò feguiratQ dal Sigonio (c). 1\1.1 indubirata cofa d, R.tgn, I è, ch' egli m,\nco di vita folamcnte nell' anno legucntc. N oi il tro- IIP/j . . viarno tmtavia vivo e regnante ne! dì I I. di Dieembre di quell' An- ( ,lIm't no, in cui fu ferino uno Srrumento, pubblicaLo dal Campi (.) con e z;.. I :" T t .t que- .... 3 32. ANN A L' D' I TAL I A: E R" V otg_ q Jefl:e Note: Lothtlrius gratÌlJ Dti R':J(, Ann' Rfgni ejus, Dea 1'0#- ANNO 949. 110, Nonotlecimo, Xl. die in/rante Dieembr;, Indiélione 08ava, comin- ciara m:l Settembre. Trov('remo anehe de:' fuoi Diplomi nel Ceguenre anno. D\ gran cempo era in controver{ja I' Arcivefeovaro di Rems., combattuco da duro Anragonifti, cioè da Arta!do, cd Ugo, per colpa dc' PrincipJ c Re di quefti tempi, j f]ll1Ii mccrendo la mano nel San- tuario, deponevano i legitrimi Prelari, e ne futlituivano de gli alrri a loro c3pricc i o. Marino Legato dcllJ Cam" Sede, fpediro colà da (II) Frød/Ju- Papa Agapit, (4), in un Concilio tenuto in Engdeim I' an no prece- "UJ HIJ1IJr. dente, avea rimdro in quclla Sedia Artaldo indebirameme dcpolto. }{tmm/.t.4. N I r F d d b ÇIlP. 35. preleme anno per attdlato di ro oar 0 ( ), AgapitNs Papa 8y- b) ldt nudum habuil ISpud Sanflum Petrum, in fjua damnationem Hug/mis Epifca- In chronlto. pi apfltl 11lf.ulenheim .faf!am cønlirmavit; e:J(comnøun;eans etiam Hugonem (Duca di Francia) Pr;ncipem, donee Ludov;eo Re[,i J tjsfaciiJt ('11<). An- che Ia Chiefa Archiepircoplie di Milano era per quclh temp' involt in un p.;r:1ve diCordine. II Puricelli (,), e I Padri Ughelli e P pcbrocbio tengono, che in qu fl:." annO 6niíf'e di vivere Ârdf1'ieo vecchio c\rcive- feovo di quella Ctttà. II Sigonio, I.t cui aífcrzione è fõflenura dal tefio dell'! SCClria di Arnolfo anrico Storieo Milancl (4), rjferiCc Ia- di Iui ml)rte all' anno 947. ed alrri Ia merrono ncl 9+8. Comunque fia, )' ambiziofo Arcivrfcovo d' Aries jl1.maffe, che divorava anche Ie Chiefe- di Tr nto, V rona, e Mantova, affi fl:ito, ccm fi può cred re, 0 tial Re Lottario Îi.lO parenre, 0 più tott(') U,1 Ber ngario Marehefe, feeon- do Ie promdre a lui fane, fu eJirto ArciveCcovo da U'l3 pane dol Clero, e Po polo di Milano. 1a ftecce forte un' alrra non m n vigo- roCa parte in deggere e voI re A rcivefcovo Adflm4nnD Pretl.: Mllane- fe. Nivn d' effi per cagion di qudla difcordia giunfe mai 4 ad dlèrc confecr3to, 0 riconoCeiuro per legirtimo Pafiore UI quell' inhgnc: Chie- fa. Non lafciarono pcr qu tlo i due pertinaei compctirori di mcctere Ie mani Copra Ie rendire dell' A rciveCcovato; anzi "'enn rÐ a quakhe 2ccordo can p3rtirle fra ll)ro: il che produífe un incredibil danno ad dfa Chiefa, pcrchè ora l' uno, ora I' altro andotrono fvaljgiandq il te- fOro della medeGma, che era d ' più riguaràevoli d'lealia, con fcrvir- fcne a Coftener Ie Ioro Rare e preten{joni. Simili Cconceni di quetto mifl"r:lbil Sccdo abbondavano aHora in a\tre Chiefe, e in al1àiOîmi Mo- nifierj d' Tt3Iia. Secondo la Cronica Arabica (t) in qucH.' anno i Sici- liani tramJrono una congiura contra di Ala ano, 0 fia .-\ífano, Signo- re', 0 vogliam dire Gov rn:aore di quell' Hob. Ma [copeno il rr:ma- to, e prr{j i capi delta fazione, pagarono colle lor tefie la pena .Ii quefio mal condotto a !fare. Tmo\'afi 3ucora nella Cronica del V 01- turno (f) un. Atto di Ltllne Abbatt di quel Monifiero,. fctino Ann, Y"ri- (c) }turictf- iul Mqm - menl. B"þl. .Amhrllþlln. (d) .Arnulf. .Mt4;,I"n. Jlift. T. lY. lUr.. It.lic. (e) elm,,;,. ,Ar.bi,um P. II. T. T. J(tr. 11,,1:,. ( f) chm,;t. Fullurnlnf. I'. 11. T. I. R,r. II4'i,. (-) Agaf>ito Papa tmne IIn Concilio pr J1ó S. PietrtJ, in eui eonfey1ltð ItS con.!ruzna tlí U ø re(co'Vo falfa pr J1ò Engllei"" fcomunicantlo an&o Vg. FrinÛpe, finchè ßbbia foddisfatto al Re LuåtJvico. ANN A L I n' I TAL I A" 333 Y'riCtþ",ð St"to ,.tgna"t, DonlnfJ C01lf!antino magnfJ lmptratfJ,.t, (3 Deci,lIo I.. Vo, . Ân1lfJ Principatus Domn; Landul{i 1,lori fi Principis (di Benevento e Ca- AH.HO 95 0 . pua) (J .Anno St /O Prin&ipatus Dlmni Pandulfi filii ejus, Menft Julio, Septimø j"ditli(Jne, cioe: nell' anno prefente. Altri Documenti ahblamo iQ dTa Cronica, dove Cono armoverati gli anni di Co/l.,,/ino Imper(iJ re de' Greci, che vanno coc:renti con quefto. E' da vedere, come il Pa- dre Pagi metta Cotto l' anno pre[cmc J' ÁII1I3 XXXPIJ. e XXXYlll. d' etfo I mperadore. AnnQ di C 1ST 0 DCCCCL. Indizione VII I. di A G A 1'1 Toll. Papa 5. di LOT TAR loRe d'Italia 20. di BE R E N G A It I 0 II. Re d'Italia I., di ADALBERTO Re d'Italia I. .Co ,e C 'r fi prefenta tuttavia vivo e regnaTlte in quefP Anno il Re Lot:..- /ario, ciò apparendo dJ una pergam l1a da me vedura nell' Ar- clllvio infigne dell' Arcivefeovato di Lucca, e fcritta .Anno XIX. Lotharii Regis, arto Nonas M1rtii, l"difljfJne PIlI. Abbiamo pari mente rapportat-o da1\' UgheUi (0), e dal Tatti (b), un Diploma (a) gh"r. d' efT. Lottario, dato Pridit Kalendas Junii, Anno Dominic(/! b,carna- ;'411, /4CT. tionis, DCCGCL. Regni vero Lotharii XX. ARum Pa,iæ l\1a queí1:o ;:"'Ë,;jtð!. infelice Principe, dotato d'otrimi cofiumi-. e degno di vivere e regnar coml7lf. lungamente, fu rapito dalla moTte nel più bel flore dell' Nà- Cua. Leo- (b, Tall; ne Ofiienfe (c) altro non dice, Ce non che (r) in [uhitam phrenefim in- Jf m d 4!. c SIl- - d I . d - l' M F d rd S . d ' 11.' 'rl 10m' Cl ens, It !Imam lem e:'>nta eulminibus. E la l\lon ca Rosvlda (e), Poctd1à di que! (e) Hrøsvi- Secolo, che narra a lungo quella !cella, attdb, cho= .'\dclaide fu an- tb. de geJ. che fpogliata di tune quame Ie iùc gioie, velh, ed altre iùpellet- odd,,,. tili . Secondoche s' ha dal fuddetto Donizone, per molto tempo fiene confinara Adelaide CO:1 una icla damigdla in tòndo di una toere. Ma drcndo riuft.:iro ad un Prete appellate Manino di fare un' apcnura nel muro di quc:lla prigione, 0 pure come alai vogliono, con una cava [atra fotrcna, una norte la cavò fuùri, e dupo aver vc1hr't lei, e la fua damigdla da lIorno, trovò un pelèatore, che in una barchetta Ii E:onduíTc tutti e tre ad una feh'a comigua al Lago di Garda, a cui Odilone dà i1 nome di palude; dove fra quc li alberi, 0 fra queUe canne fi applanarono, ma con pericolo di morir di t"1me, fe un pe- , Tom. V. V v fca- (I) fþcgliò Allelaide preJa in Como .' 2.0. d' Aprile, ed in prig/one coll'ine- dia t'lIfflif/è ill mod, la:rime'Vole. (1..) A10rto LQlta,-io [uo marito, ottmne l' onare dell'ItalicI Regno I/n e rt' uomo per nome Berengario, ehe aveva plr moglJe Guilla. D'l' q;ltlll preJa quell' inlloeente., anguJlÙ.t. con dI'Ve1ji tOl-menti, ft1"appatile i eapelti, I' e- fjufntemente ßrapllzzilta con pllglJÌ e t./ci; a'1.Jendo jolameNt p r e,m/a- J.,na uml ftr'Va, jitzalmente thiujà in tetra can-ere, dipoi per Di-;;ina di- /poftziolfe fu {ub/imata alia Di//Ûtà deW lmperiu. 33 8 ^ N N A LID' I TAL I A. ERA VnIg. carore non aveff'e loro fomminií1:raro del pefce. Fu fpedito il Prete AtI::.Io 9)1. dalla Reginaold .Adelardo- Pefco'l.'o di Reggio, in cui dfa confidava non roco, per oHener fo corfo j e il V cfcovo raccornandò quetlo aftàre ad Altolle (to fielT'o è che dire A%zo) il quale riconokeva in kudo dalla Chiefa di Reggio la Fonezz:\ d, Canon:1. Convien ora foipere, che queHo AzZl, ßisavolo deth rinomata Contdfa l\'1atilda, di cui avre. mo alTai da parlare, era Figliuolo di Sigefrtáo appellato da DonizonG: Princeps p,..edarus Lucenfi de Comitlltu; it quale co' fuoi Figliuoli li prorefia di NaÛfnt Longobarda. Venuro Sigifredo in Lornbardia, crebbe in porenz1 e riccheu.c, ed olrre a due alai Figliuoti, che ftabilirono due doviz.iofe Cafe in earrnJ., ebbe il fuddettiJ Azzo, chiarnato anche nelle vecchie Carte Adalbertus, qu; & Alto, che più de' Fratclli s' ingrandì, e fra gli altri beni acquiltò dal fudJerro Adelardo Vefcovo di Reggio in feudo Canðlfa, dove fab. bricò una indþugnabil Forrezza, E' fituato queUo cC'lebrc Luogo nelle prime montagne del diflrerro di Reggio, verfo il Fiumc Enza. hi s' alza hen'in alto un fa{fo, mno ifolato, la cui fommlrà con bU0ne mura e rorri fonificara, non avea paura nè di a{falti, nè di macchine mili tari; e però, purchè la venovaglia non manca{fe, fi rideva la guar- nigion di Cano{fa anche delle più grandi .L\rmate. Prete Alberto Azzo .. impcgno di focorrcre Ia per(eguitata Regina j e me{fa a cavallo una mana Je'fuoi Arm.1ri, :mdò con effi in perfona a ]cv.\r' Adehide, e con- dulft.Ja a CanolT.'l. Lo atteí1:a ancne il CuJJerro Sant' Odilanc con dire, che ('"') [ltper'Vmit quidam Clerims, qui ;us fuerat capti'l:itatis & Ingøe flcillS, mmtians adeffi exerâtum militum Rr111ltorum qui eam cum gaudio , accipinstes, deduxn unt fecum in quoddam ine." pugnabi/e Caß um.. S<.:ri ve (a) D,m:c.o DOl1izone (a) che ^Iberta Azzo diede avvifo di queLta IUd nloluzlo- lib. I. c. I. ne a Papa Giø'l:anni, i] quale la lodò. A ggiugne, aver elTo Alberto (b) LeI A_zza trattato con Qttone Re di Germania per dug\i in !\1o lie L\dc- Oftienfts laldc j ed e{f<:ndo fegrcrameme y nUta Ottone a Verona, gltela con- chronic. dUITe colà; ed eg]i fpofarala, feca h menò in Gcrmania: il che nan . lë;;, f '1i(le, ficcome ve remo. Segui_ta oi a irc üni ane, che (copeno CO" Novali- I alf.1re da Bcreng:mo, fpedì ]' elerclro aJl affcdlO dl Cano!Ta. E que.. tienfe P. II. fio a{fedio, fe vogtiam credere 21 Leone Oí1:ienfe, durò ht':11 tre an- Tø. .II. Rtr. ni (b). Lo fle{fo fi legge nella Cronica della ovaletd (c). D, quì ( ll;.. poi nan prefo morivo alcuni moderni Scrittori, e fra gli altri il Padre lid ": ;:l. P:,gi (d), di credere a{fediata in qucí1:' ^nno Adcl",ide entro Cano/Ta, }JoJr,n. c di dire, che li fono ingannati j fuddetti Storici, parlanri di U/)' af- fedio (.) flpra'l:el1ne un certo Cherico, cbe era Hato Cðmpagno dell. fua fchia'l)itü e ft. a, ß't"VV' zdo ef{tr pronto un e(e,'cito di (o/dati ar11'ati, i quali Con R//e. rezza prendendtJla, jÚf la ct/lzduffiro in un &erto Caflello ine.fpugnll- bjlt . ANN A LID' I TAL I A. 339 fedio di sì lunga duratn. f\ 1a non hanno avvertito (I' avv<:rtì beosì it F 1\. A Vo; . Sigonio) che l' aífedio di Cano{fa vien raccontolto dol Donizonc come AlolO 951. imrrefa fatra, darpoichè il Rc O([onc ebbe fpo{àta e condoru in Gc:r- mania Aùtlaide. Pero fu così h<:n condona la fugA dì quefia Regina, e il fuo paífaggio Canolfa, chc non nc eb c kmore il Re 8er<:n- g:uio, (è non dolppoichè fu calato in Italia OUone i I Grande. Per atrro Leone Otbenfe c Donizone hanno dis,",vveduramenre confufe Ie circn- lbnzc dell' aff:lre. Viveva aHara Papa Agapito II. c non già Papa Gio- vanni. Le Nozze di AdelaIde furono cekbr.ltc in Pavia, e non già in Per"za. Rosvidôl pill antìca che D.m:zone di un Secolo, nè rur <:Ila raCCl)nta, che .-\Jdllide filffe t) , 34 0 ANN A LID' I TAL I A. Calò_ pOfCi!\ il R<: Onone, fingendo (come vuole Ditmaro (..), e do po IUt l' .'\ bbat<: ursp<:rgenfe (b)) di fare un viag io di divoz.lO- ne ol ROIl11, e all' imrrovviro . incamminò verlo Pavi:;., che gll aprì Ie Pone. Niuna oppo/ìz.ione fu farra dll Rc: Berengario, r rch' e li [olamenre aHefe a falvarlÎ in un ruo fone Caltello. C\1a è ben da m:1- ra\'igliarfi, come COS! accofto Principe, quale era Berengario, fi lafciaífe cogliae sì all'impen[ata, e pare più totlo dol credére, che il Re 0[- (One conducdre feco un gagliardo eferciw, 0 che tenelJe di grandi i n- (dligenz.e in Italia. Arrivar.o egli a P Jvia, ed impadronitofi di qudLt Cinà, fece wUo f.lpere alia Regina Adelaide il fuo delidcrio dl vc- dcrla, inlìnuandole ancora colla giunta di molti regali I'inrenzion tùa di averld per Moglie. Colà pnrroíli Adel,1ide, incontrata fùor dclla Ciuà detl fuddetto Duca di Baviera Arrigo, e poi ncevuta con tuno (c) r,J .ar- on0re dJI Re Ottone. Sì Frodo31'do ( ' ) , come Rosvi:.:la , e g li alrri JIIS in Chr. anrichi St0riograh ci afficurano, cia: Je None d' cffo Re \'cdovo coJl.! giovane vcdova Adelaide, folenn mcl1te li celcbrarono nellJ. tleífa Cittå di Pavia. 11 Padre Pagi Cd), fidatofi dell' ilèrizlonc: ropr:1cit:1ta di Tre- veri, \'uol [oílencr<:, cite {'ir.:a il (vide d' A ollo f(-ßui illoro Matri- monio. Ma egli s' appoggiò ad una m:=mori.l dllbbiora e qu.mdo pur quelL1 conrenga verità, altro non fe :1e può dcJurre, Ie non che Ade- laide cbbe n el dì 2.0. d' .\gofl:o h Fortuna di lãlvadi d.1lla prigione di Gard.ì; e non glà clle in qud Mere ell" arrivalTe al (alamo del Re Octone. Che tutra\'ia nel dl 2.1... di Scticmbrc di qudi' an no Berenga- rio & Ada/baw tignoreggi:tlTcro in Pavia, ne f.1 h:dc un loro Diplo- ma, dol me data 21!.{ luce C!') con quefle Note; Data X. Kalend.1s Oè1obrÙ Aano D/Jminic !t/ctlrnatiflnis DCCCCLI. R g;zi vero Domi,/o- rum Bcre1'lgarii atque .Ad.lIb rti piijjÙl10rum Regum P, imJ, In1ifli8l1e X. (f) ChrD1Ji. Anum P.1fi . COSI nella Cronic,] d..-I V,)lrurnù (f) tì ha un'altro ioro con Yu/tur- Dipln ma dato PI. KalendtJs Oflob,is, A,mo Dominic.e Incarnationis 1/,n/e P. II. ; n; Tom. I, l\.er. DCCCCLI. Rel,ni 'vero Domnorum Bere'1garii "tque ./ldelbel-ti pii 1 J'1110ru11l Iulli,. RegutII P,ÙjJO, Jr/diflione X, At1 Ull in Piche Sanfli Ab1'ini. Che tidle (gl Tatti pocll. dl appreflò ad enrrarc in Pavia il Re O([one, ne abbiamo il i 11 :; rifconuo in un Diploma ({) d' clTo Re, d,lto /71. MitS Of/obris, ÅI/nØ Tom. II. Incarnationis Domini noflt-i Je(u Chrifli NongenteJim? !iLuinquagejimo Pri- (h) Puri"l- mo, /"dié/io:ze DecÍiJttZ, .Anno Re.{ni OtthMir Regis in Francia Decimo- I:US M01lu- je.>:to, in ltalia P, imo .dE/dm Papiæ. Un' al[ro lìmile ne dibi!ce il itn ,. _ Puricelli (h), dJ.w ('lei medelimo giorno. E qui Ii vuol' alTervare, che j, n_n I;;. Ganne comin..ciò ad intiroladi e d' Italia., quaGchè B r ng_an? ,i) .Ann - AdJlbeno follero affJtto d cadu[( d.11 loro dlf1[tD. Celcbro eglJ dlpOI jjfla Suo il làmo N .ltalc in Pavia j ed al\ora fu fecondo l' Annali{h S.1fTone (i), '" 1. Luar- ch' co Ii (:If;) cum fuis fidelibus in /t li. Papiæ N{it:lle Domini a/ebra- .1. b \ . 'Vlt, ERA V o1g. AN 11.0 95 I. ,.t} DUlnd- rlls m Chro- n I.J /,b. L. lb UrJper- ftnfiS In Cluonl,ø. (d) pagius ad .Annal. lJaron. (e) .Antiqu. II./i,. Dif- fert. 70. . ("It) co'fllo; fidi i1: Italia in PtZ'i..'ÍZ cc/ebrò it Natale Jd Signore, e celt- /o,.-;'e COlI Reg t! m.1g'liJiæll-;:'. Ie Noz.;:,e, c cos} difpo/ii gii aiflri fi p.lr- Ie Iii /ì cc. ANN A LID' I TAL I A. 34 1 'Vit, & celebratis juxu 11Ia, n (icmtia11l Regalem Nuptiis, jic1ue di(pojitiJ E u Vo!g. negotiis pro.ficifcitur j1Jde &c. Abbi,lmo dal!a Crolllca Arahica (a), che ANNO Sip. ncl :11 2, di Lu ú lio dell' 31lnO P rereme venne daW Affrica a P..lermo .A a) C b kronre. :> _ . . 11 1. [ ra la4m un nuuvo General d' arml Moro, appellato SacIJblo, forle que 0 Ile - P. II. T. 1. fo, ch era fiata nell' :\nno )0. 0 pure un Cuo Figlio, memndo [eeo Rtr. . II/die. um buona ArmJra dJ. valerfene per terra e per m,ue, ed a :Ü qamelli. Alfano padron dell' Iroll, uniti i Sicili.mi con quel1i AtTncam, pafsò al Caftdla di Riva, che li trovò abbandon:lto da gli abitanti. AOè- diò Geragia, ma c/lendo olTo duro, aeeordò la pace a 'Iud Popolo , con rieevere gli ofiaggi deHa lor fedc; e fece poi 10 11efI'0 con Cjuei di CafI'ana. In quefii tempi per tefiimonianza di Frodoardo (Þ) i S..- (b) Fr,å,Ar- raceni, che già furono cacciati da FraffinetC', tenevano occupati i par- d s in chr,- faggi dell' Alpi, di m:miera c.he chiunque volea venire daaa Francia, "",. o d.l gli Svizzeri e Grigioni in Italia, era conn'uo a pagar loro una fomm:l tarS Ita di dan.U",:}. Aggmgne, ehe' gli Unzheri in qudl' anno, p.l0àndo per I' Italia, arri\'arono ill Aquit1nia, dove per tUrta h State commifero gU:1di rubcrie e amm17.1..1memi di p::rfone; e chc poi ri- paf1:'ndo per }' ltalia Ce ne tormrono alle cafe loro. Non dovea già fuccedcre pJ.IT.'lggio aleuno di quelli masnadieri, che non lafclaí1èro da- percuno fegni della loro a\'iJità e barbaric. Anno di C R 1ST 0 DCCCCLr 1. Indizione x. di A G .t., PIT 0 II. Papa 7. di BERFKGARIO II. Re d'Iralia 3. di A D A L U E R ToRe d' I ralia 3. C I ha confen',t"a i1 lùddetto Frodoardo una parcicolarità de i dife.. gm del Re Ottolle: cioè c!l' egli (*) Legationem pro (ufteptione [u; Rum.lm dÙ'igit. lUl non obtenta, cum U xore ill fua regreditur. ÐéJvene dunque il Re Otwne tenr;- IDa (c) dato Plll. Jdus Februarii, Anno Incarn.:Jtionis DomiNi noRd Je- (c) .A",;,. [II Chri[ti ncccc Lll. IndiEliont Decima, Å;J1IO vtro Domlii Ottollis in lull ie, D'.f- Ita- 1 m . 6S. (*) invia tJ Roma un' Âmba..fct1'ia per /0 [ua 1 icevil1JC1zto. /1 fjllale non ot- tel1Jito, colla mog/it ft ne ,-ÜoY/J(I. 342. ANN A LID' I TAL 1 A. f:u Vo1g. Italia Primo, in Francia XPI. A.1ltm Papi.e. !\la inforCero liti io dr. ANNO 9)1. Clua di P.lVla fra Lodoqi Figltuolo del Rc Ouone, cd Ânigo Duca dl Bavlcra Flatello del mcdchmo Ottone, che mif ro di m.II' umorc 'Iud glo\'ane Principe. S'aggiunle 1ncora, ch'cgli s'ind,fpctcl non po- C.) Ditmll. co per Ie Nozze del Rc O ti>nc ruo Padre (a). E,'a Ottone in età r!ls Chronic. alquamo av.lnzata, nè di mafchi wea 1ë non quc:l Figliuolo, a 111i nato ltb.,1.. dalla Moglie Edit/a prima d' dlè:re Rc. Concepì LoJolfo 0'1 ti mon:, j? =r{;z;o_ e ti ore an he on mal. fo dato, che fe dli rcconj Matrimonio na- .i". fceflcro Fighuoh, quetb gh potelTcro d,fpurarc la lucceffionc al Re- gno, pcrchè nati doll Padre Re. Pcrciò in collera pJ.rtitofi da P .\via prcfe il cJ.mmino verlo Ia S..llonia, dO\'e commciò a m:lcchinar delle novità contra del P.ldre. Icllo ncciJentc feée Jllolvere il Re Ottone a tornarfene in Gcrmania. L.Ùciò in Pavia CorrtJdo Duca di Lorel1a ruo Genera (maritato con Liutgard.J fua Figliuola) con fl1fucienti milizie per guardla di ql1ella Capita1c Contro i tel11ativi di Berengario. E giun- to in S.lfionia, 'Iuivi cclcnrò la {anra Pa{qu.l. M.i Bcr ngario, che la fapeva lunga, non volle già impugnar l' armi contra di un Re di tan- f.a po(f.1nZJ, e a cui mofirava egli molte obli 5 azioni, per Ie finczzc ulàtegli in tempo del luo etilio. :\111i: egli il luo tiudio in guadagnar- fi, come (i puo [ofpcltar , con de i 1cgreti r gali il cuore del Ouca Corr.Jo, Governator di P.1Via. 11 confìglio, ch'dro Corrado gli die- de, fu di giuarli alla mifericordia \Jdaide) placò /0 (de 6 110 ottenu!o if perdono, t ton buo-- n"" p lce tomò a rivedere leI pau'ia . 0) Beretlgtt.'io e A.lttlberto fJ.ui fuoi J7a.!Jãlli nello feettro J' oro dalla ft" m W6 ebbero if RI','!,;lo italhl), e fedeltà fromi{tro giuralzdo. (4) i" tltfto in 'Val/at el. g;o diedefi at dominio Regio) e di n'IO'IJO prefe i/ go- 'I.:eno d' [ta'ia per gmz.;a e dlJllo del Re. Ecc.?ttlata fohmCJJJI /(1 ,,\Jar- sa dj rerOlla e di Aqlli/eia data ad Enrico frate/to del Re. 44 ANN A LID' I TAL I A. E II. A Vo1e. ;n 'V{lJlållitium dedit dominationi, & /tali.un ilerrml cum gratia & don, ANNO 9f t . RegiS accepit regmdtl1ll. A1twca tllntuÑJ YeYONlì1þs (3 Aqui!eieu{is e).-cipitui , quæ IlelHrjcho frat,.j Regis "n,mittitur. Lo íldro viene atTc:rito claW (:1) .Ann.li- .\noa llla Sa(fone la), e da Ol one V cCcovo di Fritìnga (b) nella fua II. ØXII in Cromca. Un gran eapezzðne to quelta maniera fu potto al Rc B ren- Chrllnlcil. gario; 01.1 egh eiò non nílante, di catrivo cl1e era, divcnto peggio- ) ifì Oll re. N oi 11 troviamo IOfieme co} Figliuolo Adelberto nel di 9. l1i ct- rrl mge1f I 's b d II ' {i . P - d ' d - D } ( ) . lib. 6. c. 19. tern rc e an no pre C'nte In aVla, ove It: e un luo ip 001.1 C In (c. .Antlll". tàv()J e dl Rllmbel Û) Abbate d' A lb. Come fe la pa{Edfe Uberto Duca di Illllic. Dif- 1'olc.1n;1, Figliuolo baltardo del già Re U go, da che Berengano 1i fe- ferl..p.pRg. ce Arbmo, c poi anchc divennc Re d' ha}ia, n:una memoria ce 10 9 11 9. addlta. Perchè appunro in qudli tempi non s'incontra il di lui oome nelle Carte dclla Tolcana, può inforgere qualcl1e CoCpetto, che ße- n:ngario l' ave(fe abbauuto come perlona, di cui pOCCl fi avdlè a fi- dare. Ma 0 fia, ch' egli pac,ficamentc cominualTc in <1 uel dominio, 0 de vi folTe rimeITo dopu la ,'cnuta in lta!la del Re Or[One: eeHo è, (d) Ibide'" che s'incomra memona di lui in quell' al1no in uno Su umcnto da me Dlfferl. u.. renduto pubblico (d), e fcritro in Lucca almo ab Incarnationis ejus ]\Ton- gcnteþmo f<:.'linfuage(imo Secundo, ui1Jto Nonas _A.lagji, IndiElione DlCi- ma. Non VI comp.mrcono gli anni del Rc per gl' imbrogli, ch' erano allora in Italia. l11l11Jife(lus }um ego Uberto l farchio, Legelll vivente Sa- /igtJ, b01Jæ memoriæ D 1'Nni Ug(mi R "j. Segno può e(fer quetlo, eh'e- gl1 governafiè &lIora la 1'olC.1I13 ep} tirolo di Marchefe, ma da Ii in- (e) Ibidem nanzi Ce ne perde la mt'ffioria. Ho in pari mente data alla luee (eo) Lna Diffirt. v. donazione fana al Monif.tcro di SubiJCO da Benedetto C01J}òle e DI/c:l, .anno Deo propitio Pontificatus Domnj Agapiti fummi PONtificis & ul1i'Ver- falis jUllioris (cl0è Secondo) P apæ ;'J j(lcratijJìma, Sede B eat; Petri Apo- . jloli Y II. I"diflÚ,1J(! X. A1 e nft i\bdio, tiie XXIV. 0.11 che rilul_ta ,:he Agapico prim.t dd dl 24. dl Maggio nell' anno 94-6. a\ ca conlegUitO il Pomificato Romano. D.l {;jue1io poi, e da aim flmili Documenti dc' Papi d' aHora tèorglamo, che Alberico lakiava a i Romani P >ntcfi- ci l' oaore d'dIerc nommati ne gli Ani puhblici, come tc fot1ero e- glino i Padroni dl Roma, e dd Cuo Ducaro, quando fi fa di cer- to, ch' egli Ja faceva da Principe atfoluto oel temporale di qucgli Stati. Anno di C R 1ST 0 DCCCCL I I I. Indizione x I. di A GAP I ToIL Papa 8. di B E R F r-; GAR I 0 II. Re d' Italia 4. di A D A L B E R ToRe d' ltalia + I N forCe in quelt. an no un' aCpra t' fc:mdaloCa guerra in Germania, per- chè Lodolfo Figl.lIolo del Re OUalte ti ribdlò al Padre, e coUcga- to con CorrllJo Ducil della L01 coa Cuo Cug.110, con alu i Princi r i dc:lla ANN t\ r, I D" I T ^ L I ^. 3-f, delta Germania, prefe l' armi fpezia1meme contra di Arrigo Dllca di ERA Vof . Baviera fuo Zio paterno, ficcome difgufia[Q per più ragioni contra di AÞiNO 953. lui. Fu dunquc neceHìtato il Re Ottone a procedere coil' umi contra del Figliuolo e del Genero. Succederono fanguinofi aíTc:dj't faccheg- gi di CIttà, call' a1tre penfioni di una guerra arrabbiata, che io, co- me avventure fuori d' I talia, lafcerò raccomare ad alrri. Se non falla Frodoardo (a) 't ebbe origine qudlo fuoco daWef1::re naro al Re Ot- (a) "rðd ar. tone da 11.. Regina Adelaide un Figliuolo mafchio, e corfa voce, chc tR chrorJlCl. il Padre avefTe ddlinato quefio fruuo delle Cue feconde nozze alia Cuc- cdìione del Regno, quando eg1i l' aVea già promcn:. a Lodolfo, CGn avergli anche fauo giurar fedeltà da i Baroni. lnw)to i1 Re Beren- gar tornaw in Italia, per quanto fcrivc il Continuator di Regino- (b) C/lnti- De (b), dì tune k rue difavvemure incoJpava (I) Epifcopos, & Comi- nuato ....,. tes, cæte,-ofque /ta!i.t Principes; omn!fque cos odiis & inimiâtiis inftquens, g 'mw Iff inimicijJìmos fihi effeât. Fra quelli, che particobrmente s" erano tirato c rDnI .. addoíTo l' odio di Berengaria, ci fu Alberto Azzo Signore di Cano(fa, dopo efTere venuto eíTo Re in chiaro, aver eg1i ricoverata e nafcofa Adelaide nella fua fone Rocca, onde ebbe principio la deprcffione {ua. Però ne andava Berengario meditando la vendetta; ma il rifpet- [0 del Re Ottone, che aveva afficuraro della fua proteziot'le Azzo, il riteneva. Quand' eccotÏ accenderfì in Germania 1.1 gLJerra fuddena la quale non lafcia\'a luogo ad Ottone di penf.1fe all' Italia. AHora fu che B::rengario fpedì l' efercito luo all' a{fedio di Cano!1à, e non già. allorchè Adelaide s' era colà ricoverata. Trovò qui\'i Azzo ben prov- vedmo di vettovaglia per una lunga difefa. Oonizone (c) ci aL1ìeu- ra, che a1 Re Ottone fu condotta da Azzo la Regina Adelaide: . ( c) D/I"j . in Vito MA- Ihild. lib_ I. 'Ap. I. 1'. V. R.er. Italic. - - - - ß<3 Regi tunc quoque nupfit: Conjuge fu(cepta redit ad pro priam m,do terr/lm, Otto;iÍ fþondens, quo" de ft maxima pl1ftt . PoCcia vien raccontando, che Berengario, il quale finchè Otto- ne non fu arrivato in Verona (0 pit! tol1o in Pavia non conobbe ove fo{fe occultata Adelaide, fieramente adirato contra di Azzo, fi porrò äd a{fediarlo in CanoíT.1. Ora non avendo egli potmo imraprenJere que110 alTedio, dappoichè Ouone era ca1ato in Lombardla, pcrchè al- tro aveva egli da penfare in quel rove[cio di fortuna, retia, che [0- lamente dappoichè egli fu rdtimito net Regno e vide impegnato il - Re Ottone nelIe interne turbolcnze de' fuoi Stati, aHora [caricaíTe la (d) Lupul fua bile contra di Azzo. Ma Canoff'a era inefpugnabi1 Forrczza j altra 'røtDfpAI. via non refiava per impadronirfene, che di foggiogarla colla fame j e i chro"ico. a quefto avea ben provveduto Azzo. Scrive Lupo Protofpata Cd) all' ;om r . I V I . I . a'. C7 X veri uti r .lccomi, qualOl-a fe ne adJu.:ano legittime pruove, con ..1- ]egar memoric amichc, 0 .-\ urnri no") lOlitaI'll d11 SecQlo di cui par- li.tlTIo. A buon conto nulla d, CIO kpp: ,\ D.1oJolo, vecchio Scritror delle cole Venete, nè altri, che h mno Icrir[r) prima del Rolli. Ter- rninò in quell' Anno il corio dl fu, viu dlbcrico Patrizio e p, mcipe, vogliam dIre Tiranno di Roma. NcJ Car logo poHo davanti alia Cro- nica di F di ecrto coIl' automà dell' AnnJlil1a Salfone (t'), e dJ FroJoardo (f>, ehe (d) Do"i:u i" Vlt, M.- thild. I. I. 1./. I. (e) A "".1; fl.. .xo "Ii INpra. (f) Fro4oar- ':IS in ehr. .d ..{"n. 951. ANN A LID' I TAL J A. 3;1 cbe Lodolfo nd corro di qucC1:' anno ;n Italiam ðtl Clmprim "dam Be- J!u VoJg. r'tng/lrii tyran"idem áirigitur, & in hrevi, IXpulfò Berengario, totius /Ia- ANNO 95 6 . Ii poJlèJ1or efficitur. Ermanno Comrauo (a) anch' egh fcrive fono il ( )8 prefenrc anno = LiutfJlfas Dux }talÙml høfJi/iter ;'IV. /ìt, fagatøfjue Beren- n s :!O: :: gari" & fi/i" ejus, Papi", Urhe, Provinâllfjue potitus ej. A rnolfo S[O- fl s i" Chr. rico Milanefe del Secolo fulTegueme (k) non difcorda da ralt Scrirro- (bJ .ArnuIJ. ri con dire, chc Berengario odiato da gl' Italiani principalmenrc rer 7,'1 or . 7'- la crudeltà (ita, e per I' avarizia di Guilla fua Moglie, non fi auenrò tl n: 6. . fi vede menzionato 'Tra(- rfm :n1'. TJlundus Dux, il quale fi può credere lucceduto in qucl J)ucato per la 1'. ll. To_ 11. mone 0 per ltra manClnza di cfrabaldo Duca e Marchdè:: di qudh\ il.rr. Itlll". conrrada. All' anno 981. noi trovererno cr ato Duca e Muchefe di Spolcti e Camerino un Tr<1(mondo fenza paterli churire, fe fieno di- verle perfone, e forre l' un figlio dell' altro, 0 fe pure fuor di fito a- vdTe . il Croni lta F ..rfenfe parlato di un Trafmonclo Uuca verfo qudli tempI. Anno di C R 1ST 0 DCCCCLX. Indizione I I I. di G 10 V A N l' I XII. Papa 5. di BE R E l' GAR I 0 11. Re d'ltalia I I" di A D A L B E R ToRe d'italia I I. N On ha b Sroria d' Italia Amore alcano, da cui fi polfa ricavare, in che confiilelfero gli aggravj fani dal Re Berengario a quafÏ tutti i Principi d' haha, ed in panicolare al Romano PomefÏce. Ch' egli ne facelfe, c molti, ed intollerabili, fì può argúmemare da b - quanto bCciarono fcntro gli amichi Storici, f(a' quali Liurprando, 'n fl L't7 r ó dove racconta (b), che regnalltibui, itnmo f.e"Jientibus in Ita/iam, & ,.' 6: ,. . lit "JerÙH !ate:Im.4r, tJyannidem exercUTtibus Berengario atque .ddelbe,"- to, Giovanni XII. Papa fpcdi per luoi Legati aJ OUone II Grande Re dl Germani" Giovanni Cardinal Diacono, ed A:z.zone Notaio, 0 pure ArchiviLla con prcgarlo, che per amere di Dio e de i S.\Oti Apofto- Ii Pietro e Paolo volefle libcrar lui, e la rama Chiefà Romana dalle griffe di qudb due Re, e rimcttcrla nelld flu primiera libertà. Die- (ro :l i Leg:1ti Ponuficj arrivo in SaíìOl1ld Gualberto Arcivetcovo di Mi- lano, che appena VIVO s. era pOlUto tourarrc a!i.l rabbia dl Berengario & Adalbcno, prorcll.Jndo di oon p,Her pili tåfferire la loro cruddtà, c molto men quell,} di I/?j/la, 0 tìa Gtti/la Mo lie di Bereng.mo, che conrro Ie Leggl Ecclefialbche volea follenere come Arclvcfcovo di MI- lano Manajfè i\rcivelcovo d' Aries, il quale altronde fi fa, che fegui- tava tutta\ï.l ad intirolarfi "\Icivdcovo di 1\111ano. In olrre fopragiun. fe Gliald011e f7ejco'!Jo di Como, e non già di Cuma, come fi penso il Padre Pagi, 1.1memólndofÌ anch' egli di varie opprefTioni a 1m faue d3 i due Re fiJddcttl, e dall.\ Regina \Villa. Aggiugne Liutprando: Ve- ,l1erunt & nont1ulli alterius ordinis ex ltali.. 'Vir;, quos inter /Ilu/lris Jo.1ar- (CI Ctlnll- h 0 b ,/1 ,. N. .. J é/ ;n: 0 h nua/or Rr- C to I ertt4S cum ApÐ)'oltclS cucurrerat untlts, a an z1Jlmo t one tun, linoni in Rege, ut dixi, nunc AugufJo C (åre, c()nji!ium, duxiliumque expetens. Lo chron/co. _ fl::flo abbiamo dal Cominuato: e di Reginone (,), Ie cui parole, rap- fl ed) :,,;-]al,- portate ancora daU' Annalifia Salfone (d), fono Ie ieguend lotto queft' II "XI). anno ANN A LID' I TAL I A. 357 an no : L gati quoque ab Apollo/ica Scde veniunt, Jobannes Diaconus, & 1.1l A V o: . Ãzø Scrinißrius, 'VoCtmtcs Regem ad defe Ide'Zdum Itali rJI, & Rumanam ANNO 9 L . Rempublicam a t)'rannide BerelJg"rii. iValtbe,.tus eti m ArcbiepiJcopus IIfe-- dio/aJ1rnfis, & Wa:do Cuma,ms Epïrcopus, & Opertus ,U.JrdJio, Bermga- ,-ium fugie1ltes, in SaxO!Jict Regem adeunt. Sed & reliqlli ptene omnes l/a- lite Comites & Epijèopi, Literis lum aut Legatis, ut ad _fr ljb r:;lIIdos 'l:e- "iat, expaftunt. Convien quì pOl' mente a quelto Oberto Marchefe, in- ÒUblt3W afcendeme della nobllillima Ca[a d' Elte, che mirercmo an- che dir::omara nella Real Ca[a di Brun[vich domin:uue in Germania, e nella gran Breragna. Noi vedemmo quctlo Principe neB' anno 9fI. caro al Re l3ertngario, e [uo confideme. Ma Berengario, facile a fadì de: i nefJ'ici, era anche più f.icile a perdere gli amici. N nn po- tendo più il l\1archdè reggere all' a[pre ld inglUl1e mamere di lui, ricorfe anch' cgli al Re anone. Stceome fi dim0thcrà, qu=llo Molr- che[e: Oberto non è già 10 nerro, che Uberto Figliuolo baUardo del Re U go, e Marchc[c di Tolcana, del quale Uberro non parlano FIÙ da qui innanzi Ie Carre: antiche dt Lucca. N oi rroveremo il no11ro Obert() forro Orrone il Gr.mde uno dc'prtmi perfonaggi nella fua Corre, e di tuna I' halia; laddoye Uberto Marche[e dt ToLCana fu da dfo Onone cacciato in elilro. Se mi vien chieClo, di qual Marca ave(fe aHara il governo il fud- detro Oberta, non fo rifpondere per mancanza dJ lumi. So bc=nc (e 10 \"cdremo andando innanzi) ch' egli mancaro di vita circa l' Anno 97f. lafciò dopo di sè due Figliuoli, cioè Adalberta, ed Ober- to II. amendue M.trcheG. E quello .Adalberto, 1ìccomc colla d.t uno Srrumen:o Lucchcre, cit3to dal Fiorenrini (a), e da me pOI pubblicaro nelle Anuchità Efienfi (b), vien chum:1to Adalbertus A1archio, Filio bonte memorite Obberti, & Nepus bOJIte memo1-ijf Adalber- Ii, qui fuit þmi/iter Mllrchiu. Sicchè Padre di quetto Oberto, chia- maW Illußrc 1111,rcheft da Liutprando, fu un' alrro iVarcheft Ada/berto; C' però fccondo i miei conu, per k oOèrvaziont già addorre in cllà Opera, concorrono forriílìme conicnure: a farci credere it Padre d' e(fo Oberto dlfcendcnre da uno de í due Ada/berti Duchi e l\-1archelì di Tofcana, 0 per via di Bonifazio Figliuolo di AJalberto I., 0 per qucl- la di Guido 0 di Lamberto Figliuoli di Adalbertll II. Duchi anch' cffi di Tofcana. Sorro i Re Ugo c Lottario fu per[eguirata c deprelia la protåpia d' elli .1dalberri; ma [otto Berengariø, e maggiormeme poi fo[[o OUone il Grande, fi rialzò nella pcrfona del mt:nrovato L\1ar- chetè Obert', c.')o dural' turrßvia .per mifericordia di 010 nellc nobili[- fime due Cafe regnanri, che tdiè ho accennaro. Ora rornando ad Or- tone I. Re di Germania dovette ben parergli faporjro I'invito a lui Farro da tami Principi di acquinare non Colamcnre il Regno d'ltali.\, ma anchc Ja Corona dell' Imperio Romano; e però in. quell' anno egli accudì aIle provvifioni neceflàrie per calare con forza e decoro in Ita- lia nell' anno vegnenre. Truovafi una Donaione hltra d,II Rc Beren- (c) _Anti'!.", gario aHa Regma IFilla. 0 fia Gui/!g fua tvloglic:, (c) imer'iicr.ttl ac pc- /A t tlC. 9 Di[- . I". I . 11110- - (a) Fiorm- tini MemQr. di MAtitde Ii). 4. (b' .Antir/'i- là Eßmft P. 1. c. u. 35 8 Ass A LID' I TAL I ^. Eu \.oYg. Ii ;one Il'ìdonis ,1/41'cbirmis, nojhique dileEli Filii. Fu d'1to qu l Diploma A..Io;o 9 0 :>. Qc1a7:o 'ic ka.'cmi. NO';.:mz!Jris alUO D0111inicæ IncanJ1t;onis DCCCCLX. IdiElione !.?lNlrta, Rel,ni 'l.'!:ro J)Onïl0l"llrJI Bereng'lrii, & ./lJalbcr/i Re- gu,." Decimo'. dn'tm 7:ero P'lpiæ. Sono quello mede/1m.J anno r ccan- (a) Dandu- ta il DanJolf) (II), ch Pietro Candiano IV. Doaedi Venezia, infieme 'u. s in chro- con Buono Pnt,-iarca di Grado, con Pietro J7efc 7J1J di Oil\'ula, 0 fia ",to T. XII. d . V - ft r G . 'r .r; d ' 1 , II \ ' J . Her. flil/ic. I en zla t'ha, con IO'VaNlt CJC07.'O I o e 0, e can g I a [r! V ('CCOVI, Clero e Papolo, nnO\,o rl Ð.:ercto gla farro da QrJo 1. Dù- ge dl non [.11' da Ii innanzi mercaranZIlalz- pæne Comites (3 Epifcopos O/;'Z;iOi habtÛt, (3, ut dwÛt, ab eis hMol ifice 1"a ::o:. fufct- ANN A LID' I r A L I A. 35'9 Anno di COn. 1ST 0 DCCCCLXI. Indizione IV. di G I 0 V A N r;; I XI I. Papa 6. di B I' R E N GAR I 0 II. Re d' Italia 11. di A D A L B E R ToRe d' Italia I I. Eu. Vots- ANNO 961. ta' .Ant;'I";- lat. lIalic. D:jfen. 65. (b) A".jehi..- tà Fftcllfi P. 1. ,. IS. (c) Ughell. 1/01. 5ólcr. Tom_ IV. in E pi fcoÞ. Vtrcellmf. (d) GNieh..- "on Bibl;;J- thee. 5eb"f. Centllr. 1. nll,n. 83. 360 1\ N N A LID' I TAL I A. E p " Vok. !ifceptu_., p'leftali,.e, & a1{'i!J Ill/a 1l'fi(lentia Papin.m intravit. Trovò ANNO 9 G r. quivi diLlrurro da Bcrcngario il Palazzo de i Re., forle per un pazzo . ha!ligo data d.l IUI a i Cirradini, cd ordir:ò, che fi rifacdle. I manto Berengario e '''ilia fu:! Moglie c i lor Figliuoli, ii chiutèro in varie Forrezze, fcol.a otàr di comp:uire coil' armi in campagna per orpodi . i fc;bci progrd1i dd Re Germanico. Si puo rnolto hene accoràar quefla relazione con ciò, ch l' A. (a) .AJlOIf'j- nonimo Salcrnnano (a) lafclò fcrino dicendo, che il Re l\dalherro "',Ill Sal,r- cum ma,gno apparatu, popu!oque nimis va lido Clufas venit, cioè alia Chiufa "'tamu nella V allc del\' Adlge, quatcnus cum Ottine certtfmen iniret. Ferzmtqui P. 1 T. II. I .. fi . ' II ' R .ilJ , fi ;fl" S Be 'Italic p Urtml,,1f exagmta 1111 la rU. 1JatM"Um cum egc .n.uel1JerfO uz.umt. rcne P":: 199.. ivi quLllo eferciro un dì e una noue, (cnza che udilTero avvicinOirli il oemicC' quand' eccoti molri di que' Conti, cioè de' Go\'ernarori delle Cirrà, di(]ero fuor de i denti ad Adalberro, che il prega\'ano di ror. rarli a P;\Vla rer hre intendere al Rc B{"rengario fuo Padre di ccdere d dlo Adclberro il govcrno del Regno, pcrchè loro inrenzione era di noo iibr più (otto il comando di lui. Sc acconfenriva, crano promi a comb.utere con tune Ie lor forze contra chi veniva in I talia per rorgli il Regno; fe nò, Ii fatebbono dati al Re di Germ.mia, ficco- me rifolmi di non più fop port are la crudelrà di Berengario e di fua Moglie. Andò Adalberro; rrovò il P.\dre dirpo(lo alia rinul1zia; ma \Villa fua Madre, femmina delle pervertc e triflc, che fieno mai flare create al Mondo, non fi volle latciar in alcuna m.lniera Imuovere, e dd1:urbò I' affilre. Porrata da Adalberro la rilpoll:1 a i Conti, ciò fervl ad accrefcerc la lor collcra; e pcrò all'ifiante parrendoli da lui colic lor gcnri, [c nc tornarono cadauno aHa fU:1 Ciuà. Di qui è, che fenza contralto a\cuno entrò il Rc OUonc in Italia, c a diriuura paffato a Pavia, vi trovò fp:tlanc3re Ie Pone. Non tardo 1a maggior partc de' Pnncipi, c: delle Ctaà d'Iralia ad eleggere e a riconokere per [uo Signore il Re Ononc nella Dicta tenma 1 quefio fine in Milano. (b) r"ntlul- Laodolfo feniore (b} Sr?rico Milancle de,l Scc?lo fl1 egu,cnre cosi nc fill SenIor [crlve: Otto 6.b omnzbllS I1J Regnum cum tnttí1JfbJS ,Hedlo/am Eleéll!J, jÌl- Rift. Me- blimatus ell. Scguit poi a detèrivere la Coronazionc farra nella Bali- "'ol n. 1.1. lica ;\mbrofiana di Milano, con queUe parole. Iralperto (Arclvct"co- , . . I ::: vo) myfleria di'Vina cc/ebrante, multis Epifcopis, Clrcumflantibus, Rex 0- 11/,JÙJ j(egalta, LanCftlfJl, In q1l1 Clavus Domini babebatur, & Enfèm Re- g"Iem, Bipenllem, ßaltbeum, C/am)'dem Imperialem, om;I /'1ue Regias VI. Jies fllper Altau beati Á>>lbrÐjii depofttit, perficientibllS atq"" ce/tbranti- hus Cieri cis , omni!J/tJfJtU! Ambrojìcmis Ordinibus divinarum ftlemnitatum 111)- ftniis, Walpertu:j magnanimus Arcbícpifcopus, omnihus regalihus i"dHmcI1- liJ cum l1ttwip!llo SubdillCOtli (Ii offervi I' anucl1lu di quettu rato) GOIO". fuperimpoþta ( clOe la Corona del Ferro, in CUI non dovea [apcrc: Lan. dolto, cCJmc f:1nnu oggidl quei di Monza, che v" el a inndb.ro un ChIOdo del SignoH , perchè I' avrebbe derro, come 10 diffe della Lancia) ad. J!antibus beati -}mh,.øfii fuffraganeis univerþs, mllltifque Ducibus atqlJ /'r/arçhi,nibuJ, dUe1JtiJjim & mjrifiçe OUDnem Regem '(JIllluJ{Jtum & per omnia ANN A LID' I TAL I A . 36I omnia cenfn-ma/um, iuduit a/que penucxit. Spedi inranto il Re Ot[one ;I. Roma Ãttonc, 0 a ÂZZfJ Abbate di Fulda, con ordine di preparar gli alloggi, e uuto quanta occorreva per la iua. venuta a RamI!, giacchè era d' accordo can P.pa Giovanni XII. che gli [arebbe con- ferita la Corona Imperiale. Da gran tempo, cioè dall' anno 81. . OCCup3.Vano i Saraceni l' [[ala di Creta, oggidì Candia. V cnne in penGer0 a Rortlo1l10 iuniore 1 mpc- r.ldor de' Greci di riacquiO:arla, c Ipedl a quella impre[a Nice/ero Foca nell' anno prccedeme. Di molte prodczze quivi fece queLto Genera- Ie (0), c fin.1lmeme nel rrelème aono gli rIufci di prendere la Capi- tale, e di ridur rutra l' I10la allJ dlvozlOne del Greco A ugul1o: mo- tivo di fomma conlòlâzione cd allcgrezza 110n lòlo a i Criltiani d' O- riente, ma all' Itaha [Una. Diverra era ben la (òne dell'Ifola dl Si- ciìia in quellì tcmpi. P.er attethto della Cronica Arabrca (b), Aí1àno Signore d'dlà llola, [ceo conduf1è in A ffrica op/ima/es Sicu/arum (cioè p.er quanto vo io conghictturando, i Figliuoh giovane tti de' N oblli Siciliani) & inflituit eos in Religione .Amir AI-,tlumenin, hoc eft lmpe- ,-atoris Fidelzum, feu iHabometanorum, qui res eorum auxit, & bene/ceit cis _ Oovette in quefia maniera la RelIgion Cri(bana rice\'erc un gran crollo in Sicilia 10[[0 il giogo de' Saraceni. Sui fine di Maggio del!' anno prefente tèce parrenza da qudla v ita Land fo 1/. PI Ï11cipe di Bc- nevento e di Capu.\ (f), can fuccedergli Pandolfo fopranomlllato Ca- '(Jdiferro, già dlchiarato fuo Collega nel Principato nell' anno 943. c LandolfD 111. amendue [uoi Figliuoli. Anno di C R 1ST 0 DCCCCLXI I. Indizione v" di G 1 0 V ANN 1 XII. Papa 7. di 0 T TON E I. ImperaJore I. di 0 T TON E II. Re d'ltalia I. C Elebrò il Re Ottol1e Ia fefia del Santo N aC;.1le deIl' ann!) prece- dente in Pavia, e pofcia G accmfe al \,iagglO di Roma. Leggefi prdfo Gr.Jzi:mo (d), nc gli Annali Baroniani (eo), e in alui Libn il GIU- ramcnro tàno da lui in tavore di Papa Giovanlli prima di paiIiirc col.i. Si ,ermittll1te DømÎtJo, dIce egli, RONl im venero., (.JnEla!1l RorJt'Jnlj1/J Ec- &Iefiam, & 'lé ReElorem ipfitlS exa/t,ibo ftcundum poffe meum; & nUl'flquam 'Vitam, /!lut mtmbra, & iplum h01iørem, quem habes, me"" volllnt,lte, aut InlØ conji!io, aut meo conftnfu, ('iut mea exhortaticne perdcs. E.t ;'1 Røma- n<< Urb Hullum P/acitum, MUt ørdinationem facilim de MMibus, 'l"te aJ Te, aut ad R(Jmaltos pe,.t;nmt, fine tt/O cOlfjilio. Et quidquid ifl noflra11l pot flatem de 1erra SanEli Pelri pervenerit, :ribi reddlltll. Et cUÌt;umïue R gnum ltalicum cDmmiJèro, jurat-e faciam ilium, ut adjutor '.llbi.fit ad tief"ldendam 'I6rr m SanélÏ Pthi JÚundum ftUl/Z pojjè. Ha il Padrt: Pa- 'røm. f/. Z z. gi Ea A Vol . ANNO 96t. (a) Leo Di.c- eonas Hill. Ilplld ]Jag. 1. upus Pr.fpllta in Chro"Ùo . (b) l:hroniç. AUÛ,UUI" P. 11. T. 1. Rer. ItaiÚ. (c) Ptregri- "ius Hijtor. Prine;,. LIl1ltobard. P. 1. T. 11. Rer. ItalÚ. (d' Grlltio1f. d.j/. 63- t. 33. (e' Bllro". i1f A "nlli. Ecc. Ell. It. Volg. ANNO Q62.. (a' PlrKius I!-{ Anr..d. BilTon. 362. ANN ^ LID' I T ^ L I ^. gi (4) provato, nOr} elfere flaw Onone il Gro\ndc, divenuto che fu i\ugufio, da menD de' fuoi Predecefr.}ri, C.ln :were acqudh[a 1.1 Sovra- nità di Roma. e lalëi3tone I' utile dominio al Romano Pomcfice. An- che di ciò è una pruo\'a il dirti, chi egli in Roma non terrà .lcul1 Placito e Giudlzio, nè pubblichaà Edino a\cuno intorno a cofe ipet- tami I Papa e al Popolo Rom.lOo, fenza afcoltare il Conlìglio del edchmo .Papa. A compagnato dun que daIl' efercito, e da gran folia dl Y cfco\"t e Barom, precedendolo pcr trc giorR.ltc I' .-\rcivefcovo di (b' liut- MIlano Gualberto. s'inviò alia volta di Roma Octone (b). Giunto Co- ,rllndus là, fn, Ie accJamazioni d'imrnenfo Popolo fu con [mto onore ed a- H.f1or. l. 6. more accolto da Pa p a Giovanni XI I. Ci è flaw conlervato da E p i- cap. . ( I CO"llmutft, da.nno c) i giorno, in cui con incomp1rabil magnificem.a feguì la di tginonis, 1m . Coronazione per mano del Papa, e gli fu conferito il titolo e l'd.u- In Chr '''tI, tomà d' I mperadore A ugufi(). Ip/è, dice cgli, a Papa OttavianI he- , !/ :: n,dicitur in Purìfitatione fantt Aiari , die Domini". Così l' Imperio lJillib. Romano, che era Hato Vacante fin quì dopo la mone di Beren 6 ario .ÂlI.gIIJlO, pafsò ne i Re di Germania, 0 pure, come alcuni vogliono, lornò a i Re Franchi. dT"endochè la Germania tuttavia porra\'a i1 no- me di Francia, e 10 fiefT"o Ottone s'inrÍtolava Re della Francia, cioè dell' Orientale, vencndo la Gallia (otto nome di Francia Occidentale. ]n tal occafione Papa Giovanni, e turto il Popolo Romano, per at- te{lato di Liutprando, giurò (opra il Corpo di S. Pietro di non mai ten re ooerenza alcuna co i depofii Rc Berengario & AdlÛbertø. AU' incontro. per afi"erzione del fuddetto Liurprando, 0 per dir meglio del fuo Cominuatore, Ottone a Papa Giovanni X II. non fò/ttm pripria ,.eflituil, cioè I' occuparogli da i Rt'.' precedemi d" halla, 'Verum elÌa11l ;ngentibus gemma,.um, auYi, {3 argenti rl11meribus iplum honoravit. La Cronic:i Reicherspergenfe, Teodcrico da Niem, it GolJafio, ed al[ri, rapportano alcuni Decreti, che fi dicono fani in tal occafionc,- e di- poi, imorno all' elezione dc' Papi, alle Invdliture de' Vefcovi, e all" reHituzione di beni e dirirti fatta all' Irnperadore. Sono manifellc im- pofiure de' Secoli pofleriori, che non merit.\no d' eífere confurate. Leggeti parimeme prefT"o al Cardinal Baronio, e in altri ,Libn, il i- ploma di Ottone, confermatorio di curti gli Stati e bem dell Ch_lcfa Romana: Documemo nondimeno, che non va cfeme da v.me dlffi- cult , ticcome ho altrove accenna[o (d). Fra I' altre cofe ú veggono ivi confcrmate a S. Pietro Ie Provi"ci, JeiJa Penez;a, e deli' If/ria, e tutto il Ducato Spøletano, e Bemventtzno, e /a Città Ji N ap()/i, per ta- cere d' altri paeti, che per I' addietro non mai furono dlpendenti nd temporale dal Romano Pontefice, ed erana govcrQoltÏ da. Principi, V (faUi de gl' Jrnpcr:ldori d'Occidente, 0 de i Re d'ltaha, 0 pure de gli Augufii Greci, e feguitarono ad elT"er tali. Dopo il foggiorno di pochi dì in Roma, pafT"ati in fefie co1 Ro- mano Pontefice, e in dar bunn fefio a quegli df.1ri, fc ne tornò in- dictro il novello Imperadore O([()ne, cd arrivato a Lucca, quivi con- ccdc:tte ad Ubtrto Pcftov. di Parma i1 Comitato, 0 ba il Governo di quclla (d) 1';,". Æfpøþ,,-i,n. It T la Cø/J- trøv,rjill tli c;ø",.,liøi,. ANN ALl D' I TAL I A. 3 6 3 quclla Cinà (a) con Utl Diploma daro Ill. Idas l\hrrii Almo D(Jmi- niC4 Üc(Zrnafionis DCCCCLXll. Anno ver(J Imperii Domn; ÇJtto,:is Se- reniJlimi Augufli Primo, Indiéliøne r. Aélllín Livi.-e. II nome: di Lh.ia dovrcbbe figoifil7ar FlJrn; ma sì abbondanti di fpropofiti lono 0 pt"r nt'gligmza dell' Ughelli, 0 per c01pa c:!e' CopiHi, 0 per isbagli de gli StampatOi i, i Oocumenri da lui inlêriti nell'Iralia Sacra, chc in ve- ce di Li'!.:Îte credo io Cerino ivi Lf.Jc . Lcggefi in fani nclle mie An- t'c,I1i à Jr li_an (b) un altr0 Oip.lom d' e(fo . A guf1:o, dato in fwore t h ' Ant'']. d CanonlCl dl Lucca ncllo Ildlo glorno, clOe Ill. fdUf lv/trill AnNO l'illi&. Vir- })ominic Incarnationis DCCCCLXII. Amlo venJ Imperii Dum'Ji OttonÙ JUI. 61.. Primo, /ndic1iom1 r. ÁElum LuciE. Pcrò per la Tolcana e per Lucca, e non gid per fa Rom,1gna fe ne rûrnò I' AU,3l1llo ütrone a Pavia, do- ve ce1ebro la falHa Palq1l1-. Ho io rrodotto un alrro fuo Diploma (c) &:;: . 7 1 . in f.wore di Norbe1'lO Abbate di S. Pietro in C /o a 17(:; di Pavia, d.t- to a mio credere in quella Città fT. Idas Aprilis Ann' Dom;nicæ In- &l'lrnatio"is DCCCCLXII. Imperii vero Domn; Impet-at()ris 11ottolJis 11J- gufli piiffimi I. Indiflio1le r. Aé1um . . . . . . ie. Quivi Hando efer- Clto la lù.t liberalità verfo alrre Chiefe del Regno, e verfo i Conti, Mard1efi, ed altri Rarcni, che s' er:mo mol1:r.ui pili fedeli alia {ùa Corona, t'd :ntaccati al fuo fcrvigio. Gli Scriuori 1il:mdi riferifco- no de i gran R,'ni e Scati da lui confcriti a Gu,llbersø ÁYci'Vejco'Vo di 1\1ilano, e alia fua Chief . Si può cenamente credere, che molro più sfaviHaffe la fua gratitudinc verfo chi era tlato il princip31 promotorc de i di lui avanz;imenti in Itatia. Coafegui in tal congiul1tura Litlt- prando, Ie cui Storie ho tame volte allegato, il Vefcovato dl Cremo- na, dopo dTcre flaco varj anni aHa Cone di Onone in Germania, pc:rchè 0 efitiato, 0 p rfeguitato d'1t Re Berenguio. Anche Donizo- . nc (d) arre{ta, che Alberto Az.zo Signore di Cano(f." a cui tdOte ob. (d) v p . nu :.. bligazioni avea la divenuta Imperadrice Adelaide, tu b n rimunerato :;l/j;t: dall' Auguf1:o Ortone. Ecco Ie fue parole: çap. I. T. V. Rer. IuzÛc. ERA Vo' . ANfo:O ) Bar. in Â7tmd. l!". (c) UgS,ell. ItAl. 8M,r. ".rom. IV. ill E.piJcop. Jf filii J: 3 6 -+ ANN ^ LiD' I T ^ L I A. mania ad inviure Ottone alIa conquiíh del Regno d' Italia. Cioè flt egli afTumo all' infigne carica di Conte dcl Jttcro Pala.z.zo, la cui au- (ontà non tolo era emineme nella Corte dell' I mperadore, ma ú itcn- cleva anche per tuno il Regno, eílendo al di lui Tribuna1:: fonopoH:i anche i Conr,i, i Marchdì, c Duchl, cioè i Principi di que' tempi. N e accennero Ie pruovc andando innanzi. Abbiamo poi dal Cominu,ltore di Reginone (a), Ie cui p:lrole paiono copiate dan' Annalifia S.1fTone, che mentre I' Imperador Octa- ne romava da Roma a Pavia, Bereng'zrius in fjuod.m 111onte, qui dtcitur ad Stmélu1JI Leonem, plurimis undique feCU1Jl copiis attraélis, fc 1JIunivit. La Fonezza d. S. Leone era, ed è uru.ua nell' Umbri:l, OUCArO allor:\ di roleti, nel Comado.di Monte Fc:ltro, og i h S. LCIL E però ahri fcnvono, che Berengano fu afTediato in Momefeltro. Et Willa in La- eu AbjtJri, in quadam Infuta , qu, dicitllr ad Sanélum Julium ft incluftt . l\Ja s'mganna qucllo Amore, mettendo I'l(ola di S. Giulio nel V cr- bano, 0 tia nel Lago M,'ggiore. F.ITa è net Lago d' Ona nella Dio- ceu di Novara. Fitii 'V(1-0 ejus Adelbe1-tus (3 Guido, hue illucquc vaga- bantl{1". frel:1to, cioè divorava la ricchiffima Badia dl Nommola, po(ta nel Contado di Modena CO[[O il Re Berengario, ficcome cofia dallc memorie di que! Moniftero, da me pubblicate altrove (a). Do1 Ca) :-fnr;q.. che fu v!:nuto un nuovo Padrane a comand:ue in Iralia, non rraCcurò ItalJC ó Vif. t'gli, fecondo gli abuti d' allora, di ['irfi donare e confermare da efTo { t'li/Dil_ Ia medefima Badii!. Ne ho io pubblic3to il Diploma (b), dat('l a con- firt. n. temrhzione dell'Imperadrice J1delaidc l-fÎt/fJlli [anélæ ll4utinmjs Ecdefte 'Vcr:erabili Epiftopo, diÙfloquc no/lro fideli (3 Archicancetl"Jrio, II. Nonas Oélobris, /l1mø Døminic Jl1cm"nationis DCCCCLXll. b,iiéli01ze VI. ..tfn- no Imperii Sirmiffimi Ottonis Imptrato1-is Primo. Allum Papia Civitate . In el1à Cirri di Pavia celebrò Ouone la retia del Santo Natale; c: (c:.) .Lntichi- per quanro ho io ofTervato :throve (c), abbiamo fondamemo di crcde- r; ;ftmji 6 re, ch'egli facefTe in quell'anno eleggcre Re d'Jralia Otton II. Cuo (<Ù 'B u i: Fig1iuolo, già eletto Re di Germania. Vegganft anCOr:1 nella Storia ,,;, lßorl4 del Monittcro di Pali rone alcuni Documenti Cd), ne' qU1li vanno con- tld 'niJf.t- cordi gli anni dell'Imperio di Ot/one 1. con qu i del Regno di Ot- ro dl ;4ls. 11 - ron. _ppm- time . die. Anno di C R 1ST 0 IDCCCCLX I I I. Indizione v I. di G J 0 V ANN J XII. Papa 8. di 0 T TOt.; E I. Imperadore 2. di 0 T TON E II. Re d'ltalia 2." S Ubiro che la fiagione addolcita 10 permife, e dopo aver fol nniz- zat:\ la C,mta PaCqua in Pllvia, fi porrò I'lmpcY/l.dor OttQllC J. all' af1èdio delh Rocca altißìma di S. Leo nel Monte Fc1rro, dove s' e- ra chiulò Berengario colla M'Jglie, e prob:tbilmente !i trovava bloc- (c:) C.nti- cJro da molro tempo. Non fi potea quell'ineCpugnabil Fortezza pren- "';Iat._r ,Rø- dere Ce non col mezzo di un blocco; (e) e però qUella, fe non pri- gl h no1Jl In , ( 1. - fi f, rr' fi d ' C ron",. ma, cerIo 10 que II tempi u armato allal re[to, can pren ere turu .Annilliji" i paffi, per gli quali fi potefTe anJ:Jre 0 uCcir di qudb Rocca. Spefe $axo in ivi tuna la Stilte Otconc, e n abbiamo :lIlche Ie pruove in varj Di- Chr.nico: plomi, conc duti da lui in GueJ fito. Uno ne ho io d.HO alia luce (I) (f)rAntlq in f.lvorc de' Canonici di Reggio Cerino f/. Ka/ ildflS JrlÍii /J;m !JD- ft:r:'70 1j- mml- \ 366 ^ N N A LID' I TAL I A. E Ill. V olg miiJÍCte lïtcarllationis ÐGCCC1.X Ill. IndiE/io'ze Y I. -1111'10 'l:erð lmrrii Jf.1.- ANNO 63' glli Otbonis ImJXI a/o,'is _111J"tj!i 11. .dclum ;,1 1\1(mtc Frre/r; ad Petr,1'" a) l!id,m Sanéli 1.(o,.;s. Un" altro parimen e n..: ho, data altrovc:: (lI). G Ûdo ':e Lffirt. 4 1 . ftO'l;' dl Modena cd Arclcancdl1erc dell I mptrJdore, nlln dJn1enoco In tal congiumura i prnprj vamaggi, ed impetrò da cOo Augulto, per interpoftzione di Adelaide Imperadlice, tutti i Beni, che in qUJlfì- \iogha maniera erano ftati appanencnti IFidoni fjllolfd'lm JfarcbioHi,[m Conrado, qui (3 Cono dicitur, Filiis Bel cl'g.lrii, /è!1 'f/ïílte ipJj"s Berm- t,,.Ü U ,:oris , eørutnfjue J/.Jtris, tam in ComÌ!atll Jfotincnjè, jffu Bo"o}};c"./è. (b) silli". 1l p ploma ,(b) tuuaVla eft n nte col fÎ.w k&,llo di C('I a neW .\ rdHvlo f4rtlus c.- de CanOnlCI dl Mode nd, fu dJro II. IddS ðeptcmbris coli' altre Note ,.slog. Epi., fuJdctte. Aélum ;n AloM, Peretri ad Petram Sa 1 !éli Leo/fis. :\101to pnm.l pøp. MUII- ancora i Canonici d' Arezl.O riponarono da elfo Au ullo la contèrma ""'Ilil/I dc'lor beni e privilegj cnn un' altro Diploma dJto Y I. ]ius 111ai. A- I:tll. Sarro flum in .11ølllc Feretrano ad Sanélum Lconcm. Rappona il Guichenon Yo'!'. II. ill nclìa Blblioteca SLbutÌana (c) una Donazione Farra da dfo Augul\:o Ep'f"p, Áym,t1Î Comi!i, creJuLO da lui M.lrchdi: dl SUr.1 con qudle N otc: t:}t:; ; ". Data /11. I us AUgdfi.i, Ánnø DOll1ilJ;c . Incall atio is Notlf.cntcßmð Se- Itillie. Dij- x.lzeþmo . 6. .. 6. (lmore aveano raciuto i Jlfc.ttJ e vizj JI eapa Giovanni Xfl. flcorfero a lui, mettendogh in couiiJerazione, che a lui toccava di provvederc al decoro della Chieiå Romana, ofcur...to dalle di(folutezze e da gli fcandali di quefio Giovnne P.q'a, che f nza freno :\lcuno attcndcva a sfogarfi ne gli adulterj, con far dlveOlre un potlribolo i 1 Palazzo Lateranenfe. .\ggiugnevano ;mcora, ch' egli teneva corrifpondenze con Ad.Ûberto Figliuolo di Berengario, bcnchè a lui prima odiato p,cr- chè gli recava iugg zione e (Jmore _il conolccle ,Otto,oe per Pnn !pc d.tbbc:ne e rjgorolo, e al contrario Iperava magglOr Ilbena, f{' nlor. gdTero Bl..rengario & J\èalbtrto. Non i1Jandofi l'lrnperadere O_Hone dl quel1e relazioni, manJò alcuni fuoi confidcnri aRoma, per iapere il nctto di tali accufe. Trovarollo dlì più d\ que!, ehc era {.lato rap- POrtÕ1tO; e [omatl alb Corte ddl' I mpcraJore nulla tacquero dt',d'l?r- dini l he correan') in Roma. AHora l'lmpcradore, ftccome Pnnnpe favl c: ricor.jevole del benffizio ricevllto Ji frcfco, folamente nfpo- fc: (*') Pucr eJl; fú'Cile b,norlJm iltJmUlabilltr eXlmpío 'l);rllí'ltm. Spero, eum C-) E' ra.{azzo; !aâlmf1f1t fi muttrà alf ,Jempio de' bUOH; uomÎt,i Sp - TO, cbe ([.Ii ad 14na ,"eßa Tlprenji,n" ad una Jlberale pe, Ju ftone !'.J.c,l7flell!t uJ,i,.à dü uc' 1/I"J; . ANN A L J D' I TAL I A. 3 6 7 '11m ()hjur!.ation htl1lelJa, [ualion, liberali, [ilcile ft ex if'is fift e;;; r[urrmt E.. A Volg. m lis. Gli fpedi dunque alcuoi de' fuoi, che amorevolmcmc l' ammo- ANNO 963_ nirono, e il prcgarono di rimctrerfi ncl buon cammioo; ed inranto (r) Papi nll'Vel1l con{ceNdit, ac per Erid.' ni a/veu", RaVPnllam uhuc per'Ve- nit. lndeqtle prog1"edicm, M,ntem Ftret1"a1#U11J, quod Oppid m Sa1Jéli Leo- nis difitur, ;N fjuo Bcrcllgarius & If/iI/a ertJt, obfedit. Colà mandò P .Ira Gio\'anni due Cuoi N UIì7.j, eioè Leone, ehe fu poi P .Ipa, e Demetri. nobile Romano, i qudi fana feufa de gli ecccffi da ]ui commd1ì, ne promilero la corrczione. Ma che gJi fofTe vt:nura in fafiidio l'ammo- nizione Imperiale, 10 feee rono conofcere., perchè cominciò ad anac- car lire, quaficbè Onone coil' afredio di Monrefelrro gli vp]dfe occu- pare uno de gli fiati della Chiefa Romana: Al che rifpondcva I'lm- peradore: (2.) OmNtm terram StJnt/i Petr;, qNII! no!lræ potelJati (u!jel1a ,/1, 'þ'Qmifilllus r,dtlere; atque id r,i ell, qUQd ex hflc 1IItl1lÍtions Bere>>ga. '-;U11I cum omni familia pellere nitimur. 1fo ,n;11I paBo ter'ram hanc ei redderl polfu1tlus, ji non prius edm ex 'ViDlcntønlnl11lalJÍbus ereptam pote/lat; 'lWjirle [ubdÙlilts ? Cosi andava prendcndo picde ]' incendio, quand' eccori giugnerc ficuro avviCo aU' I mperad'Jre., che Adalbcrto, invirato da] Papa, era giunta per mare a Civirà Vecchia., e di là era pafTato aRoma, ri- cevuto can grande onorc da efTo Pontence Giovanni. AliMa Ortane s' avvlde, chc era difperaro il nego'l.io; e lafciara parte _ del1e fue genti al bJocco di S. Leo, coJ reftn dell' ,-\rmata s'incamminò alia yolta di Rorna, chiamatovi da i Romani fidE. II Papa al vcdere avvicinarfi quella vifita, c O l1'lparve armaro come un S. Giorgio i ma poi ft:imò rneglio di fuggirCene fuor di Roma infieme con .'-\dalberto. Colà poi entrato l'lmperadore fenza oppofi'l.ione., an'l.Ï con allegrena de'Ro- llJ.tni, cite ufcirono ad inconr-rarJo, fi feee preftar giuramemo da tutti ßli Ordini di non eleggere. nè eonfecnre "ia "Jì innanzi Papa alcuno fenz.a il confenrimento d' efro Augufio e del Re Orrone fuo Figliuolo. Dopo di ehc pGr foddisfare aile prt-ghiere de' Vetco",i e del Popolo, fu raunatg ful priocipio di Novembre un Concilio nella Ba61ica di S. Pietro, dove Ìntervennero molriffimi Vefeovi d' Tralia e di Germa- nia, molti Cardinali., e Unziali della Chiefa. e del Popolo Romano, c furono prodonc le accufc contra di Papa Giovanni XII. Due voltc: fil (I) ill PllvitJ (all s'una lIlJVe, pel Clrfø dtl Rodallo arri'Vð fino 9 Ra.. 'lJtn"tJ. E illdi tirallJo avanti IIlftd;ò 1\101l1e Peretr(), áetto Caflellø di S. Lt01le, ;n elli tro'V vsfi Berengari, Guilla. (I.) Abbiamo prom,/fo ái reflituire '{'Ii terra åi $. Pietro, 41 1U); (lU!,p- la; , perei, ci sforzia11ltl Ji ftauiare da 'Jue/lte Førtezztl Bere".. riø con lutt. k. fQmig/ia. lmplrocchè coml PtJ1fi41t10 rcflituirgli que(la terra, ft prima 1&011 14 ftttotnettiamo al poter ntJ.fIrø liberata ',Ill, mani d,' 'l;ÌI- kill; ? 3 68 ANN A LID' I TAL I A. Eu Vo1 . fu citato il Pap a compJrire e a giuíbficadi. Altra rifrofta non die. A1'\NO 963. de egli, k non che aveva inteCo, come d1ì er.1I10 dietro a fare un' al- tro P Jp:1 j e che quando mai ci() olàfTcro, Ii [comunic:lVa tutti. G iunCe il Concilio a deporre Giovanni, e in fuo l11ogo Cufiituì Leone 1>roto- fcriniat'io, perlonaggio di conofciura probità, Laico nondimeno : il che era comro i Canoni. Può, fe vuok, il Lettore ricorrere al Cardmal B.u-onio, e a Pietro de Marca, che con afTJi ragioni ripruovano \' ope- raro dJ que' Vefcovi, e tengono per un Conciliabolo quell'adunanza, c per illegittimo PJpa Lmle 17/11. che così {j fece egh chiamare. Ma farebb forCe d.t dc{jderate, ,he 10 ltefTo Porporato Annahtb non ue[- fe, peggio ancora che que''V ckovi, Ccreditato l'ingrefTo di Papa Gio- ",;amlÏ Xli. nd Pomificato, fino a tencrlo per illegittimo SuccefTore (a) .rII.. di S. Pietro, con dire (.), ch'egli ufurpò il Pomificato, e che Ahor- .Annal. Ec- ti'Vum iflum tunc parturiit RomÆ tyrannis vi pollens, arnzis omnia mifcms, c;;þa fl . ad omnitJ audens atqui fubvtrtens, ut N,,/lo paffo diccndus tunc fucrit Legi- (;,n;6 S5' tÙnus ;fie Pontifex, in cUþiI tlefljone Lex nulla fit ftffragalura, fed omnia 'Vis & metus imple'Vtrillt f3c. Più [0[[0 ancora vlen chiamato da lui Johannes a.iè1tus Pap.a. Fcrmoffi quaJche tempo dipoi 1'lmperador' Ottone in Roms, e pcr non cfTere d' aggl avio aHa Città, mandò [ottO S. Leo buona p.me delle Cue truppe, alquantc Colamc:nte ritenendone per guardia fua. Cc1ebrò in efTa Cmà il Santo Natale ed ebbe la cooColazion d' inrcndere, che it fone Cafiello di Garda CuI Lago Be- naco, 0 fi:l Ji Garda, era venuto in potere de' Cuoi. N è fi dee tace- rc, che efTo I mpc:radore nell' anno prelènte prima di ponadi coll' e- ferciro aRoma, verCo il fine di :\goilo andò a Capu.1, dove con gran- de onore e m.\gnificenza dovcue ctfere accolto da P.ildolfo Capodifer- ro, chiam:lto p.:Iltdolfo ne' Cuoi Oiplomi, e da L;zndolfo [\ I. Fratelli, PI incipi di quclla Citt,à e di B ;nevento. Sokvano da gran tempo que1li Prmcipi antcporre ii laro foggiorno in Capoa a q'.leilo di Be- nevento: il cht' fu c.lgÎone, che Glp01 fi ando a poco a poco in- grandendo, e Bcnevento venne calanJo. )):11' and.na colà dell' Impe- r-adore ne i\bblamo ie pruo\'e in un IÙll Diploma, c()n cui conferma . al r>.1onillero dl S. Vinccnzo di V olturno tutti i fuoi beni e privlle- (b) 1 Cløro,,;, gj, (10) dato X T. KtJlmdarum Septtm/ø ium A liD Dominicte Incarnationis ;r i. DCCCC LX II I. Imperii vero Do,nn; Ottoms piijJimi Imperatoris 1. (fi :Aer. ludic. dee fcn vere 11) llu/iélione VI. Affum Capita Civitate. Un' alrro mc- defimlmente fi lcgóe ivi daro net medeiìmo giorno e Mc:[e, ma coU' Affli11t Civitate CU11ÛS, forCe Cerino in vece di Capua, fe pure in qudio ftetTo dì Olt8ne [1.}J1 p te giugnc:re a Cum". Talvulta nondlmeno i' A- num s' è veduto diverto dl t;:mpo e di luogo dal Datum. Ricavolfi (c) c ro"ic. daila Cronica Arabic.. (c), che ncl M.:Ce dì Maggio del prefenre an- .Aralmu7Jf no f\<.:med, Fighuolo di AÎ1.mo Signore della SIcilia, r:mnati i Iùoi p, II. To. I. . S - ' 1 -' d " 11 ' IT d d 11 C - , d - T 1 l{er. It.lie. Mori co t ICI laOl, an 0 a, aile 10 e l[ta I aor_m na, e t - menu: la ftrinCe, e bt:r[oIglto che el Dlcembr ia c.o!tn,nle all rcta, toglicndola nOD so dire fe a 1 Grecl, 0 pure a I Slctltam nbclh. Anno ^ N A LID' I TAL I A. 3 6 , Anno di C R 1ST 0 DCCCCLXIV. Indizione VII. di BEN E D E T T 0 V. Papa 1. di 0 T TON E I. hl1peradore 3. di 0 T TON E II. Re d'talia 3. D 1morava tuttavia CuI principio di quefl'anno in Roma I" ImpmJ- E1\A Vo1&. dOl'I Ouone, quando fi fcoprì un.! congiura prcparata contra di ANNO 9 6 4. 1ui. Papa Giovalmi XU. av\'ermo delle poche furze, cht elfo Augu- fio av a ritenuto Ceco in Roma, mandò perrone fo[[o mano, che con grandi promdlè: dl ricompenlè itlrgarono molt;/lìml Romani a pren- dae I' arml contra di lui. Tirò ancorJ. nel luo partito non podll Ca- ítcllani dd Ducato Romano. Già era deninato il dì 3. d. Gcnnaio aHo (cappio EJclla mina. Nc fu avvertito 1'lmpcradore. 0 Cia, come \'uole il Continuator di Rcginone (a), ch' egl1 preoccupatTe l'Jn(ulto (a' CI"ti- de' Romani, 0 come vuole il Continuator dl Lìutprando (b), ch' egli n ,m! Re- s' oppondle cosÌ eoraggiotãmcnte co' pochi fuoi veterani íoldatì al\' em- f )O ; ti_ piw de' oemici,. j quail con carra aveal ? barricato. il Ponte: de} Teve- "uAtlr . re, che ne fu fatta grande {hage; e plU ancora dl mal fueDbe fe- ,utprandt guito, fe non fi fone IIlterpotto l'decto Papd Le,ne V Ill. \ rcqui. lIb. 6. c. II. lizlOnc (ua perdooò cgli a' Romani, reflituì 10ro gli ofiaggi, e racco- mandato alia IQr fede 11 fuo Papa, ufcì di Roma, Fcr VCOIre nelle l\tlarche di Spoleti e di Camcrmo, dove intefe, che fi troVJ\'a il g,à Re Adalberto. Imamo la Rocca di S. Leo ca.pitolo la refa. Bermga- rio, e Ifílla fua i\loglie prefi d' ordine dell'lmp radore, furono 10- Vlatl prigioni a Bamberga in G rmania. Con quelte parole raccoma que! fatto Amolfo Storico i\1iI:m fc (c): Bem'lgariuTJI ip(Ùm, arce'lua- "am t"ovuJla fflunÎf/!rrJ, diuturna '1..'.1l1ans ovfeßionl [ubegit, Filiis circum- 1ua'lue di(perfis, H/jd ne, Adelbeyto, & Conerne. 1111UII vero clIm Filia- us & Co;-Jjuge captum ftcum devexit in Sue'Viam, ubi 11M mufto poft in tfmat"itudi,zc anim.e diem ClilUjit extremum. Maneggla\'afì imamo Pap Gil'/Jann; per tOl narc III cat;', e feppe così ben' adefcare i Romani, che in fani l'imroJu{fero in Cmà. Allora fi trovò 10 gran pericolo il Papa dell'Impcradore, cioè Leone VllI. Tuttavia ebbe la Fortuna di poter' uCcire di Roma, ma tpogllato di tutri i Îuoi mobili & arre- di; e fi ricoverò ncl campo dell' J mperadore 1l:elfo. Su(Tegu ntemente radunato nel dl 2.6. dl F bbraio un Concllio, i cui Ani fi leggooo pre(- (0 11 Cardinal B.lroOlo (d), e nelle Raccolre de' Concilj ( ), tù dichia- raro Leone V II I. occupatûrc illegittimo del Trono Ponrit1zlO, depolli i fuoi Ordinatori, e ndotri per mirericordia al primo lor gradu gli ordinari da quetio falfo Pontet1ce. Per tali novità, e p r gli giura- mt:O[i sì mal' o(Tervari d.ll Popolo Romano, fremeva di collera I' .'\u- gufio Otton , e rnailimameme gli trafitTc il euore l' òtvvi{"o delle ven. 2"'01M. /7. A a a delte (c) ÁrJluJ. [us Hijhr. M,diolAn. YI. IV. Rer} ItAlú. (d) BarJn. in A1J 11/1 Ú{,. Ecrl,fiAßIC. (e) L.bbè COPfciliDr. TIm. lX. EllA Vol . ANNO 96.01-. fit) Chrcmic. Reichtrfptr- :enft . (b) B,lrOll. in .Annal. Eccllþaft. (c) pagius "Ii AnnRlu :i.trQn;; . (d) C01lIi- nualør Rt- !inonis in CIJrQ/Ú((). Jhmalifla $axo apu 1 LUI/raum. 370 ANN A LID' I T ^ L I A. dettc= fatte da Papa Giovanni, con far tagliare la mana ddlra a Giq- 'Va>tni CardintÛ Oiacono; e Ia lingua, due dlta, e il nafo ad Az.zone prrmo J\rchivifta; con far fbgellare Otgerio VeJco'Vo di Spira, e can altri {imlli sfoghi dclla fua collera. C"') Jfultll e.> rimif nc 11<1 Sc:dia Pontificia L one V II I. fece convocare un Concilio, o fia un Conciliabolo, do\.c comparve con gli abiti Pomiflcdli anche il nuovo Papa B nedctto f/. a cui fu chiefio, come avdTe contra it gmramento prima prdlato all' 1 mperadore, olato di emrare nella Cat- tedra di S. Pietro. Conftfsò egli di aver peccato, ed implorò Ia mi- fericordia dell'lmperadore. Ciò fatto, fi fpogliò del Pontificale am- manto, e conlègnò jl fuo Pafior:lle a Leone V II I. che ]0 fece me[- tere in pezzi. Fu a lui permelfo di fiare nell' Ordine de' Diaconi ) IDa coIl' efilio in Germania. Torno a dire, che fono inveOl.ioni dc' Secoli pofieriori alcuni Decrcti, che Ia Cronica Relchcfpergcntè (a), ed altri han rapponati) come emanati da quello Concilio 0 Conci- liabolo, ne' guali fi truovano eCorbitanri con et1ìoni di automà all' 1m- perad')re sì nello fpirituale, che ncl tempor.l1e della Chirf:l Romana. II Cardinal Barnnio (b)) il Padre Pagi (c), cd aItri, han faggi.lmclltc rigettare Gmili impot1ure. Panif1ì dopo la Fefia di S. Pietro da Ro- ma I' I mperad'1r' Ortone per rornarfcne in Lombardia (d); ma vide ncl viaggio af1àliro il fuo eCarciro da un.l terribil pette) la gual fece incrediblle Hrage non men de' Nobili, che de gl' Ignobili. Fra gli altri vi lafciarono la vita AniJ!,o At"CÍ'V fco'VO di Treveri, Ger'Vieo Ab- bate di \Vinzburg, e Gotifrdo Duell di Lorena. AlIa mano dl Dio, sdcgnato per Ie violenze ùCate dn Ottøne in Roma, fu da molti at- tribuito gudto gaf1:igo. Celfata finalrneme la pefie, fi ridulfe I' Au- gufio (4) Co>> moltlJ flrag de' prinâpali Jella Cittß inflll iato. ANN A LID' I TAL I A. 31 1 un:o Ottone in Lombardia; dove pel tempo dell' Al1tunno {j divc=rtì Eu Yol . colla caccia. Il cammino, ch' egh davette tenere nel fu,", rirorno, [u ANNO 964. per l.1 ToÎcana, fbn,tc l' aV,er' egli. [ana Hna DOI1Jzione 5"d un_ l'vloni- ftero in Lucca ncl dl 2.9. dl LUijllO, corne cona da un luo Diploma, da m divolgato (a), .délum Ll cæ 117. K.llmd. AUf.uftj. Rmi"ci in (a) .Antiquo quell' anno ad Adalberto Figliuolo di Bl:rengario dl aver ndle mall! Jtlllic. Di[- Dodonc Cappellano d'dfo t\ugllllo, e dl condurlo prigione in Cor- 1m. 14. fica, ma da lì a non molto il nmifë in Ilbenà. V cnne anchc f"no a Gua/dll, 0 fia Gua/done VefcovlI dl Como di efpugnar I' Uola, Fortez- za fÌtu:lta nel Lago Lario, 0 voglÍJm dire di Como, con irmanreìldr pofcia tutte queUe fortlfìcazioni, ma lenza poter<: rimcttere in grazia dell'lmpcradorc Azzo, che fotto qudla promeffôl gli avc=a cc=duro qud forte Luogo. Viene acccnnaro da Leone 01ticnle (b) Un Diploma (b' L , dell' I mperadore Duone in con[ermaZIOl1(': di turti i Privllegj e beni oþenfts del\' infigne Monillero di Monte Catino; e qucll:o fi vede pubbllCá- hrQmc. to dal Padre a tola (ç) co le. fegu nti Note: Dat i1. /fa/. ,Jl11,.- ) 11 ;ø1; Iii. Anno DOimnl&æ lrJeam,wo11ls lJCCCCLXiV. indléllollC 111. Anno Rift. btal'. impel Ü l Jagni OttonÏI Impcratoris Augufti era tio. Aflttll' in Filla Pa- c.finellf. lerllo, in Comitatu PenlJenJI. Dl qUI IJHendiarno, eh.: Orron:: ne! Feb- braio dell' ôlnno prcfente dimorava tUttaVla nella l\hrca dl Camcrino. E fi noti il titolo di Magno, che non fì [uole ordlllariamcme vedere in alrri Diplomi d' clIò Impcradorc. Come fi ha d.!lIa Storia Vencta del Dandolo (d), in quelt' anno Pietro Candiallo IF. Doge di V tne- (d) DA"tllI- zia [pedl ad elIò .rmptra o.re iovanni Contt!.rmo, e Giovao i Deneo, l s in Chro- o {j.t Dente, fuO! A mbalcl:ltofl, ed ottenne la conferma de' 10liti Pat- mco T. II. . P . . 1 . d 1 C1 1 -. 1 d - V D [ ) l '. h . . Rer. ftal". 11 e nVL egJ e J ero c - opo 0 I (:Oe7.la. ue acltl 0 10 n- fcriro altrove (e), tenUti in qucll' anno da Otberto ,-Utlr.beft e C,nte (e) .Antichi- del [anD Palazzo, Progeoitor dc. Principl Etl:eniì, in PavIa e in Luc- t EJie1lfi ca. Cofmo dalla Rc=na ha incautamente confuCo qucllo Principe con 1'. 1. c. 16. Vberlo Marchele dl TolCana. Vede1ì eCro Oberto ancora chiamata in un di que' Placlti Attbtrtus J!,Jllyebio, & Comes Pal<<.cii; ma cgli nella fo[[ofcrizlone fi chiâm:.t Otbertus. Uberto vemva da Huebel.tus, 0 pure da Humbertus, nome di verlo da Otbertus. Anno di C It 1ST 0 DCCCCLXV. Indizionc VI I I. di G 10 V ANN I XIII. Papa I. di 0 T TON E I. Imperadon: 4. di 0 T TON E II. Re d'ltalia 4. D opo avere I' Auguflo Ottone ce1ebrato in Pavia il Canto Natale dell' an no prc:cedenre, e data buon lèfio a gli affari d' Ir..lia, to- (0 Cønti- flo s' 1I1camminò, per :mcllato del ContinuatoIC di Rcginone (I) alh " wor Re- volta della Gcrmania. Gli vennero aU'incontro a i contini il Re Ot- l "onis. jn & C/'rD1JlH. no aa z. tDnt 371. ANN A LID' I TAL I A. E 1\ A Vo . tone 1/. e Gtl lielmo Arcíveftovo di MJ onza, Cuoi Fi liuo1i. Seeo eon- AM NO 9 6 5. duffe in qucllc rani ]0 sfonunuo Papa BCileJetto JT. e il conlegnò ad Ad lago AráveftovtJ di '\mburgo con ordinc di ben cullodirlo. :\tte- (a' .A m fi.l \d.1mo Bremenfe (4), che ArchiepiflllpllS ilium YtJagllo CHm bonore fït' nJ:.s 6. u(quc ad obitlllfl jus detinuit. E che a' ÎÌ.101 dì (ì diceva, effere flato lIiþr. - quctto P.lpa u.)mo S,1ntO e Let cnto. I it'!r aprld nos in (anE/a con- 'l-'erfatione vivel1S, a'io{que [tmtf6 vÌ1:ere docens, qUUfJJ jam, Røm:mis po- [cetJtibus a Cæ({l1'e reflitui debui(!et apud Hlmmambuyg ill 'Me fjllievir . CIIJNS tyanflltts 1/1. NOt/as Jllli; cOi'/tigi/lè tltfcyjbllllY. ^bbiamo da Oit- (b) DitmllT. maro (b), clle a'tempi di OUoJJe 111. fu riponaro aRoma il Corpo i ChrDnicD d' cOò Papa, i1 qU;t1e aYe:! prederro di dover morire in Amburgo, e lIb. 4. ehc finattantoche non folfera riportate a Roma l' 00:. fue, f.1.rebbe lla- to quel paefe defolato da i circonvicini Pagani, nè vi tì godercbbe mai pace :"'il ehe íi verifieò a purnino. Le parole Copra riferite di Ad.\mo Brcmenfe ci danl'lr) a cono(cere, che prim.t di P.IP'\ Bcnedett(J 17. era m.tncatð di \,ita Leone J7lll. lafciato in Rom.1 qual P.lpa dalI' Jmperadore Ottone. ,\fori c:gli in tàrri in qudl' anno, per artdlato dd Cominuarore di Reginone; e i Romani p...r pdura di difgulbr l' Impel' adore, Cpedironr) in Sllfonia due Am );1fciatorJ, cioc .dzz Protoarchiv I (b, e ,\hrino J7e(covo di Sutri pro injlitfleildo quem vdla ROrtJ.J.no POl1tifjce. In t 1 con iuntura dovettero f,ue itlanza per riaverc il ]eglttim0 Papa, cioc: ]' eíiIiato Beliedetto P. Ed aveano anchc tècon- do il fudJetto Adamo indotto 1'1 mperadore a concedcrlo, m:t nol per. mife l.t morte Cua, accaduta, menrre 5' era dictro a qudto maneggio. Però Ouone, elle Ii avea onorcvolmenre accolri, Ii rifpcch a RomJ, c: con 101'0 accompagnò Oty,erio Pefco'i.Jo di Spira, e Liuzo Pefco'/;o di Cremona. A lrri non è quefto Liuzo, f non Liulpra,lt!f1 Srorico, tante vo]te nominaro di Copra, che divc:nuto VefCO\'o Ji Cremona non ]a. fciava di frequentar ]a Corre di Ottone, {iccome perfon,1ggio di va- glia, e moiro a 1ui caro. I nc}mi in q ldli Secoli b:ub.l\-i It uuova lO mo\to alrcrati nd IIn u Iggio de' Popoh. Conrado diveniva COll0iJ ; A;::;- z.o Ii mutavoi in /flume; Ewico cangiavaG in Enzio; .Adel'7.ide h pro- nl1l1Zla va pa ./Jdela, .dIcÚ, ..14eleittJ, ddtlgida; Cunttolld. Ii conver- (c' .Anti ,,;- tiva in Cu,ziza, e hmdi, ficcome ho io avveniro ltrovc (c). S gui. tat 11 "". ta a dire qudlo Storieo, chc: glllnti aRoma i fudJctti Amb.\fclatori Dlftrt. .p. e p('rr(Jnag i, tunc ab o,nni plebe ROmml(l 10b l1Jl1eS Narl1ie;ljis Ecc!c/Ùe EpifiÐPUS e_igitur, Sediq'le ApoßolictC PonÚfex intbroniwt,lr. L' antico flto na, che .1 CIelO e Popo[o Romano, dappoicllè era mor.ro c feppellito il Papa, imm Inrincnte p.tlf.1v,lI1o ad elc 6 gcre il SucccOore; ma nol confccrav.tno, prim,\ d'averne dato avvifo a gl' Impcradori, 0 a I 10\"0 Mi,1itlri in It.llJa, c ricevut.me il Pbcct. Tropp' dempli ne abblam veduro in addictro. Pcr 10 contr,trlo Ie par01 lopra riferite p:uono inJicare, chc nè pure goJeffero ora i Romani la hbcnà dell' clezione, e ch.: poffa eifer vera b facultà, che alcuni pretendol1o data ad Orronc il Gïande, e a' fuoi Succdlori di eleggere il Papa. Ma non è d1 çn:dere, che Ottone il Grande commctteife queUo ana ti. ran- ANN A LID' I T ^ L I A. 373 rannieo. E noi qu1 imendiamo, perehè non fu íeeondo il cofill e i.m- Eu. Y01!': mcdiatamente eletto il Sueeeírore di Leone VIII. Era tuuaVla VIVO ANI o s<>s. il vero Pap'! Benedetto Y. nè altro Pap1 li poteva 0 doveva clc.ggcrc da' Romani. 1\1orro quello, e tornati con tal nuova aRoma gh A m- balèiarori eo i V cfeovi fuddetti, nan gi1. daB' Imperadore, nè d;o' fU(ii 1\1indtri, maab omni Plebe Rllmana, eioè dal Clero e Popolo, fu detto Papa G:o'V;mni XII I. Nen pafsò pl)i l' anno prcfenre, ehe qudl:o no- vella Pomcfice 0 lia perchè trarraITe eon troppa altura i Baroni Ro- mani; 0- pure perchè non volelTe, che i Rnmani mal :I.vvezzi ne'tempi addletro 11 ulllrpaOèro Ia giurisdizione a Iui fpettante: fi tirò addo o l' odio Ioro, in guilå ehl: un dì prefo dal P1' fettf) di Rom.1 (Ufizlo inlìgne .30' tcmpi de gh antiehi I mpcradori, ehe fi torn:! ad uJire an- eora in que(ti) c da un cerra Roffred" e cacciato di Roma, fu melT'o prigionc in una Fonezza della Campania, 0 pure mand;ò(:} in elilio colà . Non mancarono alh Lombardia in queO:'anno altrc novità. A- da/berlo FJgllllol di Berengario, per mo1ri parzi:ili e cnrrifpandenti che turraVla confcn:ava in Italia, fi Iafciò vrdf're in Lamballtia, e Ct èovette (ulèitar qu.llche ribcllione. Avvifatnne l' Imperadore, fp dì Bun:ardo Duea d' A It. magna con delle foId:ncfche, e con ordine di 3n- dare a troy.!r queO:o pertlll b:1tore del Regno, dovunqu egli [oíre. Queni per tdbmonial1za del ontimlJrnr di Reg;f1ol1c, eum Lango- b.irdis Imperato1 is fidtlibus & AltmtlmJis virum per PaJllm 1'1(lvi æi)it, & illis, ubi eum audieï{mt eJlè pa11ibus, navim 61.pplimit. In vece di qud vifitm pe1' Patlum, che è un errore d{' i Copifl:i, 0 de li Starnp:ltori, I' å_nnalill:a Saflòne (a) ha per Jufum & Pad1t111, ('he è un altro fpro- :a) Ann'Tli. pohro. Si dee lènverejufum per Padum, ;;iù per PiJ. voce nc'barb:I.ri fl :J .saxo_ - . fi d S d I b h "P EUllOlllfl Impcf'atorem aggredlillr, Pol Saxø, nee lamen vifie auf allocutione ip illS parricipat1lr: e:lm dedeco1'e 1-edire pry. 1nifJus, infra .Alpes ultra CurÏcJ/lJ comprebmlitur, & itJ Snxoniam rcmifJus in SeJa'1.'Ù elifl(Jdiæ m.lncÏpatur. M i ancor qU1 un errore cnrl ' nelle co- pie, 0 neUe 1bmDe di tale I ttona, ci ha n..fcaf1 chi folTe quello Guido V dcnvo. Non già fu (' Ii I\fetcn[rs Epi(coO'IS, com h.1 il te 0:0 fuddcuo, perchè allora 0 Ada/berone, 0 pure 'Teoderieo reggeva la Chie- (1 di Mctz j' ma b::nsi lIJUtiile1lftS (voce che prob.tbrlmcnrc abbreviata nell' originale, non fu Olf l-V Àta nè ime[a dal Copi!b, c da lui prdå. per 374 ANN A LID' I TAL J A. .. A. VoJg. per, quella _ di "'!etenjis) EpiJc.opus. l'1utinmþs Epifcopus appunto fi legge ^NNO 9 6 5. nell ,\nnahlta SalTonc. EJ e quel medefimo GuÙ!f1 Pefco,vo di Modena che abbiJm veduco di {opra occup.nore della ricchiffima ß.ldia di N o mntola, ed Arcica.ncelliere _non menD {octo i Rc Bcreng.mo & Adal- beno, che fono II m:Jehmo Orcone Augulto. Non so già io cre- dere, ch' et. li palTallè in Germ.ulIa, come AmbJfciatore di Adalbeno, pcrcbè un uomo si fca tro, e MlOtltro sì eminente dell' I mperadore, non par capace di un {alto Sl farto. Dovette egli più totto tencr qual- che filo dl corriípondcnza con Adalbeno; e ciò {coperto, divenne fofpcno alIa Cone Cefarea. l'vli ti rcnde veriúmile, che eITo fi por- taITe colà per far credcre (non 50 fe con veritå 0 con faHìtà) all'lm- Fcradore, che l'imdligcnza fU:i con Ad.llberto era fiat:! per ifcoprire, chi fofTero i partiglam d' cITo AdJlb rto in ltalia, e chi quc:i che mac- chinavano nbclllOne comra dell' Imperadore. M3 nd cuore di Ottone prcvalfero i folpetti formaci contra di lui, e maffimamcnte perchè forre non lungi dal dlltretto dl Modena 5' era lalc.ato vedere Adalberto, nl- lorchè ti azzuffo poco dianzi con B rcardo Duca di Alemagna. Però gli nego l' udlenza, e dopo averlo llcenziato, il fece poi prendere di quà da Coira neW Alpi, e m.lOdollo pngione non so in quale Fonez- za. Così ce1sò egli d' e1Tere Arcicancelhere. Ma noi il troviamo p'ofcia nd Concilio di Ravcnna dell' anno 967. (a) viv ) e fano: regno, che fè fu pollo in Frigione, feppe anche ufcirne, e dovette fopravivcre fino aU' anno 969. pcrchè JO dfo la Ci[[a di Modena ricevctic un Ve- (covo nuovo, cJOe lldebrando. La carica di dt'Ûcailcelliet"e veddi d.1 quì innanzi eCercitara d.1 Ubet'/o Pefà'l.'o dl P,lrrna. Abbi:tmo da Luro Protofpata fotto quell' anno ( ), che introi-'ât IIhnutl Patricius in Srcilia1'JJ, () illi mortuus eJi. CJOè ml>r} qudto Ge- nerale de' Greci in una 1àngulOoia b"'ttoigua, ch' egli cbbe co i Sarace- ni dominatori delJa :)lciha. Ne f:t m.:nzlone LlUrprando ndla defcri- zjrJße dell:! ru.! l\mbalCl.lt.t (c), dl CUI p.lrkremo PIÙ a bJ{f0, con di- re, che.: S,1racel1i animdti ante t1;,mlÏu1Jl cum ,Ua,lueì, PatricirJ, NÙepholi ( 1 mpc:rajorc de' l7n:cl) Nepote, jUJullt EmJJJ;l11l LOIÍ.JAtii clr. Yirdu- Regis ltali , & .ddeleidis poft lmperat1"Îci; fiiia,m, duxit ttxøum. ntnf.p. 157- (a) Grticht- llf': 11 h./D- t/'te. f;'Uf. Ct/'jtur 11. eR/'. 39. (h) lb. e, 89. Anno di C R 1ST 0 DCCCCLXV I I. Indizionc x. di G I 0 V A N I XIII. Papa 3. di 0 T T 0 E I. Imperadore 6. di 0 T TON E II. Imperadore I. A Ttefe (ùl principio di quell' an no I'lmpe,'adorc Ottone, í1:a.ndo in Roma, a proceiTar que' Romani, chI: avcano SI m,l1tuttato Papa . Giovanni X Ill. II Continu nore di Reginonc (e) "Itro non dice, Ie (e) òn i,.., non che (I) execpto Py feéfo Ut'bis, qui aufugerat, tt'eduÏ1tJ ex majoribus h ïnðnlS Rom'lHis, qui auéfores expulJionis Domni Johan1lis Papæ videb,mtur, fit}: 1/1 rIImD. pmdio interit-e jufJit: pruove, dice il Padre Pagl, del lùu lupremo do- mmio in Roma (I), efercitato alIa guif. de'iuoi Predecdrori, .-\ggiu- f) }1 f,;.11 gne ,il Car inal B..\ronio (g) can itare una, giunt .fatta _ d A :i(t.lio ';. ::' ' . Blbhotecano, che Ottone mando oltrc a \100[1 10 el1110 1 C(mfò/i, (0 Isllr,n, i>> feet: implccare per la gola i Tribuni, c cavar d.11 fcpokro II cadavao .År/." Ecc. di RoffreJo Prt:fctto della Città, che tu fquarc.to in vJrj pc:z.z.i. Quel lid Jbn. Tom. P. B b b ['rt:- 9 Ób . (I) iuettuato il Go'V't'natøre di Roma, ,he se n' era fuggito, lea i11lpie- CJye tredici de' pt'ÙJcipali RtJmani crtRuti ìluttJyi deft' øjilio di D. C;io- vC'nn; Papa. 37 8 E J\ A Volg. Prefet(O, che. cra Cucceduto a Roffredo., pollo nudo Copra un afino ANNO 9 6 7. con un otre In capo, fu igno01inioCamentc menato pt:r la Città., fru- flaw e poi cacciato, in prigione. Noi non Cappiam tuno l' operato da 1U1; pure ne fàpplam t.uuo., che poí1ìam conghicuurare, chc la Giuflizia di lui comparitTe pre{fo di molti Cruddtà. Lo Itc/fo Nice- foro Foea Impcrador dc' Gn:ci rinfacciò a LiUlprando AmbaICiuor (1) L;utpr. d' O,none, neW anno. f gucnt ., che. e{f Ort.one. (a) Ro ano:um a/ios in LegAl/o.. gladl., altls fu{þ ndlo mtcre1ftlt., O&U!IS alIos pn'va'Vll, e:.:Jìllo alios l'elcga- fJit (1). Ma Liurprando riC poCe., che Ottone (z.) infilrgcnlcs conll'a, & Ðomnum Apofiolicum., fjfla/i jurisjuranál 'Violatores facri/egos, Domino- rum fuoru1II Apoflo/icorum lortores., raptores, fècN14dum Dca eta Romano- rum ImpcratoYlml Ju,1ini.1ni., Valet iniMù., 'ihcodoJii, & cætel'orum, c - eidit., }14gulavit., fufrcndit., (3 ex/ilio relega'liit. æ fi nOll facerct, im- pius., inillflus., crude/is., tyrannus /Jèt. Ma Carlo Magno non fece co- (b) Htr",an- sì; ed Ermanno Contratto icrive (b), che Ortone 0) R()mam veniens nllS Contr.- i11:jurias Domini Papte ,f,ravÍfel' in flltilorwus fèeie1'is, partim exJiliis, par- i1l1s in chr. tim p&tibN!iS, 'lJarii(que 'finis & abofflmCltiQ1JÌbus jM.dic 'Uit. Non ha co- noCciuto il Cardinal Baronio, e nè pur alrri., tùorchè il Sigonio, un Concilio di a{f.liffimi VeCcovi lta1iani cd Olrrdmontani., cdebr.Ho rul principio di queft' anno in Rom \ da Papa Giovanni XIII. D' eera ci ha confervata memoria un Diploma di Ouone i1 Grande, con cui vengono confermati tutti i Cuoi beni e priviIcgj all'infigne Monille- ro dl Subiaco. L' ho io pubblicaro (c), e porra quetlc Note: Datil '.tertia /dIlS Janullrias, Anno DomÎ1JÎc.e jnclZrn;úia1Jis DCCCC LXJ7l1. Imperii vera Domni Ottonis pii[Jimi Cæ(åris P. In tiElioNe X. Dice ivi l'lmperadore, che Giorgio dbbalt di Suhiaco vnzit ill [,rel1lium Bafilic;e Beati Petri Apoflolor!lnl Prinâpis, flbi C1 m DDnmo. JOÍJallne X /11. Papa, f anflæ Synodo pro utilitate eju/dem Ecc/ejìæ, & vel1e1'.,bilium Locorum Î11- lereramus., circumfedentibus cum Ravmnate Arcbiepi{cøpo plurimis Epifc(J. (d) D tl 1 pis ex Romano territorio., atque ItalitE., & ultremontano Regno, nCC1l011 in c:r:::,; præftnte Capuano Princip!!, qui & i brcbtlJ Cømerini & Spoletini Du- Tom, X I. catus. Si noti quell' ultima panita, di cui parleremo fra poco. Dd .,r.ltal". Cuddctto Concilio Romano fi ha ancbc da intcncltrc: il Dandolo (d) , allor- ANNALI D' I TAL I A. (c) ..(,,';q. Ifillic. Dif. f,rt. 65. . {I) tI,' Rømani allr; uccift call.. [pada, altl'; feCI impiccar" altr; a",cD, ,Ûlri nc ianá . (z.) (ccondo ì Dtcrøti tlt!;I'Imperatlori RamaNi Giujlinia1fo, Yalenliniana, bodoJio., ed &/tri, ficci(e, flrozzò, impiccò, I baNdi 'luelli., che infort; trona contro ancbe if Domno Jpoflolico, quaji [acriltgi violator; del giu- rammto, de' Signori lara Apoflolici larmentatori, e Yapitori. f J) tJcnel1do a Rania 18 illgiurit del Signore Pa.pa l.ravemlnlt plud negl; .Autor; de/la fctlcraggine-, pm Ie n1J cfiiii , parte co' patiboli, e varie pent ,d infamie. ANN A L r D' I TAL I A. 379 allord1è fcrive, chc Pielro Candiano 1r. Doge di Venezia nell' an no ERA Voig Nono del fuo Ducato, cioè nel prefenre, mandò per fuoi AmbaCcia- ANNO ç(l-:. tori (";iovanni Comareno, e Giovanni Vencrio Diacono J(jhanni Papæ, & Otton; lmperatori, Romæ exiflcntibus in 8}110do ibi con!regata; e che moltrati i Pnvllegj dclla Chiefa di Grado, tù decretaro in eOD Con- cilio, ch' elfa foße Chiefa Patriarcalc e Metropoli di tutra Ja Venezia E 10 fieOo Ünone Ie confermò i fuoi Privilegj con un Diploma a pane. Terminato queUo Concilio I' Imperadore, fecondoch s' ha dal ContinuAtor di Reginone (a) pel Ducato.di Spoleti venne a Raven- (a) . CO'!iln. na, dove celebrò la Pafqua in compagnia del fommo Ponre6ce Gio- Res;møms - XIII .lira . I . d - - S '" S - b . D 0 'lfLJ,ronlCø \'anm .L . .f.ft,lIm 111 oeo, qUI ICltur an".o I!-vero, tI 1 fJ11tIJUS !to . pr eTal X. Ka/mdas l11.Idii IndiElione X. fi Iegge in uno Suumento rapportato dal P.ldre Bacchini (b). Quivi ancora nel Meiè d' Aprile ( ) Bacchi- tcnuto fu un Concilio d'alfaíßìmi Vclcovi, i cui Ani, ficcome ancor If', 1f1. del quelli dd Concìlìo Romano non lòn giunri fino a'dì nollri. Solamenre :t;t/t fi sa, che furono ivi f.uti molti Decreti ad utilitatem fanélæ Ecclejiæ; Án en Z , . e , e il Continuator di Reginone fcrive, che I'lmperadore Apoßolico Jo- hann; Urbem & terram Ravmnalium, a/i(Jq1Je complura, mil/tis retro le1n- porihus RomanÙ Pontificíhus ablata reddidit; eumque indc Romam cum magna lætitia remijit. Cioè Ugo, Lo[tario, e Berengario Re d' halia nulla aveano lafciato godere dell' Elilrcato a i Pari; e 10 tleíf'o Ü[[one nc av a rit nuto anch'egli finquì, oltrc: al fovrano, I'utile dominio. Per quello che dirò all' anno 970. motivo CI reLh di dubitare, che Ravenna foßè rettiruita al Papa. Tuttavia Liutprando (c) nell' an no (c) Liut- feguenre 968. rifpofe al Greco Imperadore, che I' Augutlo Ortone l. !rand: II. þmfforum .ðpoflolorum J7icarÜs poteftatem & honorem rJmrum contradidit. LtgallOIl. Ciò fano I' Imperadorc andò in Totcaoa per atteltato del Con- I tinuator fuddetto. L' AnnaliLla Salfone Cd) aggiugne, ch'egli in par- (d) .Annali- tes Tufè;æ & Lucaniæ fèeeffit, cioè nel Ducaro di Ben v nro. Certo fio1 Saxø. è, ch' egli fu in Tokana nel Mefe di Giugno, ciò apparendo da un Placito tenuto dal Afarcheft Otberto Come del {acro Palazzo, da me dato alia [uce Ce), e renuto Locus Nuncupante pope Monte Fultrario, (e) .Antichi- 9 uod eft infra Comitatu Foloterm(è, ubi D011lnus fllJlto ImperatoI' .dugu- tà Fj/mJi flus preerat. II Documento fu 1critto Anl10 11'Jl r;i Do nil; Hotton; Im- P. 1. .. 16. peratore Allguftus, & item Hotto filirJ ejus t,rati Dei Rex Sexto, XII. die A/enft 1 u1lii, Indiélione Dccima. Se poicia Ot! ol\e pa{fafiè verio Be- nevemo, nol fo dire. Abbiamo bensì un Diploma d' eOò Augut1:o prelfo I' Ughelli (n, chc cel rdpprdcnra nella ttdTa Cinà di BeNevmto nel (f) u" II dì 13. di Febbraio dell' Anno prefenre. e ci dà a conotcere, ch'egli ifal. t:r: nonandò a dirinura da Roma a Ravenna, Eno Privilegio '-U dato in in NcI>P. fa.vore della Chieía di Benevento: ldibus Februarii Anno Dominice In- BI"everJ'. carnationis DGCCCLXFll. imperii vero DomlJi Ot/ortis piijjìm; C-"'faris ToltÞ. YllI. F 1. 1l1dJétio1te X. Aélum in Gh'ÙQ/e BI!NC'z:ent;. Ci conduce poi quetto meddìmo Ano ad imendere, che Pa;uJo/fo Capod ferro, c Lando/fo III. fuo Frdtello glå a,'eano riconolciuto l' alto dormoio Jell'lmpaadOJe fopra i loro Ptincipati dl Benevento e Capoa, e s' erano dichiara[1 fuoi Bbb Vaf- 380 ANN ^ I. I D' I TAL I A. "R A Volg. Vaffalli, ton abbandotlare i Greci, Però NlCeforo FoeQ I mperador Greco hNNO 9 6 7. neli' Anno fegueme ebbe a dire a Liutprando Vefco'IJo di Cremona, e (.t) LiJltpr. Ambafciaror di ttone: (a) P !ncifes autem, Capuanum feilicet &. B - in LegllÚon. n.evenltJ11U11I, finElI nøftrl Imperil ohm ftr'IJos, nunc ,-ebelles, ftr'IJltul1 prz- flinæ (Otto) tradat. Ma P.lndolfo la tèppe farc da buon mercatante, perchë in ricompenfa di quelta fu1. fuggczione avcva oUCllmo d,lll' I mper.1dore di effere creato anche Due"" di Spuleti, e lUnrehefe di C - (b) ptrtgri- merino - Fa di parere Camillo Pellegrino (if), che Pandolfo folamcnrc "ius Hijlor. nell' Anno 969. confeguiffe l:osì buon boccone. Ma ci refiano docu- 1'ri7lci". rnenri ficurì, indicanti, che prima anche dell' Anno prefel\te, egli ar- L,mgob.rJ. nvò a confeguirlo. L' abbìam poco f.1 vedmo ìmervenire al Concìlio Romano nd dì undici di Gennaio del prefeme .:\nno co i titoli di , Duca e MarcheCe. Ohre a ciò neUe giume da me fårre aHa Cronica (c) chro_J.. CaLurienlè (() abbiamo un bel Placito, tcnmo in Piiía i'Vf.lriani, camp{J ;: t'; li. juris prop,"ietatis fanélæ Firmanæ Ecclefiæ, rtjidente PanduIJo Du,e & R r. 'ltlllic. /lfarcbione, e fcrino Almo ab Incnrl1dtione Domini Hoftri Jefu ChriJii DCCCCLXVII. & impersnte Dumno Ot/one ImperiltIJre Auguflo, Anno Imperii ejlls VI. L\1mJe Ftbruario per Indié/ionem X. II nom::: di DuctJ e di ft1archeft rignarda il Ducato di Spo!eli, c Id. .\ tarca di Camerino, I1dla quale era comprefa 1a Citd di Fermo, trovandofi anche la nelh . Marca tal volta appellata Marca di h,-me. Leggeli un altro Placito (d) Chrønif,' nella Cronica del V olrurno Cd), tenuto nell' Anno fegueme in territo- ul; r .n i riD 1I1..1rjcano, chc era aHora pal"te del Ducato di Spoleti, ubi fl'ebat l\. r 'It.ii&: Ðom;uu Pandolfui gloriofus Princeps (di Benevento, 0 pur lolamcme di CarUJ), Dux (di Spoleti) & lIfarchio (di Clmerinr>) fcrirro in Anf10 ab Incarnamm Domini noflri ]efu Chrifli DCCCCLXf7I1I. Anno Imperii ,1-Jag"i Ot/OIÛS AJigufli in Anno Septimo, (3 Otto 1mperntoris Fi- lius infrmut cum co in Anno Primo, & 1 f7. KalendcH Scptembris, It7d;- élione Undecima. Di qui ancora fi fe-orge, che PanJolfo non afpeaò l' Anno 969. per acquillare i governi di Spolcti c dì C.lmerino. Era nato ne' tempi del Re Ugo in po(Jd10 di quctli due St ri Uberto Duca. e l'vlarchete di Tofcana fuo Figlio ballardo. Quando eglt ne deca- dcffe, e fe per cagion del fuo dìlio, 0 pure per la fua mone, non fi fa; e noi troviamo ben'imbrog\iata la Storia de' fuoi ulrimi anni, e i1 (e) .A7Itichi- tempo della mone fua; del che ho io parlato alrrove (t"). Qld che tà Iftenft è ceno Ugo fuo Fig\iuo1o a lui fuccedeue nel Ducato del1a Tolcana ,. 1. ,. 15. (non fo dire in qual' Anno precifo) Dla nnn glà. in que\Io di Spokti, c nè pur del1a Marca di Camerino, qU3munquc co1 tempo egli arri- vaffe a dominar' an cora in qucllc Comrade. Ci vien poi dicendo il Continuatore di Reginone ef), che tanto Papa Giov:mni XIII. quanto 1'1 mperadore, fcri(Jero Lerrere al gionnc Re Otton, 11. iaavirandolo per la Fend. dd f.1ntO Natale aRoma. I mpieg Orrone I l. alcuni Mefi, per me[tcre in buon' ordine gli affari di Germania, al qual fine tenne anche una Dieta dc' Principi in V ormnia. Ed t;ffendoCt finalmentc meffo in viaggio nel Mere di Scucmbrc, accompagnato d., Guglielmo AnÌ'/;'fcovo di Magonza fno Fra- (f) Cø",;- "uatør ,- linølliJ in enrollj" . ANN A LID' I TAL I A. 3S I Fratello, rol nniz ò la fefia di S. Michele in -^ugufia. E qui termina Ell. A Volg. la Cominuazion de: gli Annali di Reginone. Seguita a dire 1'1\nna- ANNO 9 6 7. lith ,SalT one (d), ,ch' elTo Rc:. per la Valle di rento alò in Italia, (.) Anmdi- trovo in Verona 1 Augul10 iu;) Padre, con CUI celehro la Fefid. dell (lll Sax/I OgOl{Janti . Pofcia psfìàndo per Mantova, ed imbarcati fi in Po, giun- apud Eccar- fero a Ravenna, e do po dlerfi fer mati quivi per alquanro tempo, ri- dum. rigliato il viaggio arrivarono a Rtlma XI. Kalcndas Januarii nel dì 21. dl Dicembrq rna dee dire IX. Kalendßs, cioè nel dì 24. incon- trari tre miglia [uor di Roma da i Senatori colle Scuole portanti Ie lor Croci ed Infegne e cantanti Ie lodi dell' Imperadore. Si trovò Papa Giovanni nellc fcalinate di S. Pietro a riceverli. Nel ftgumte gifJY11o, cioè nella Fefia del-fanto Natale, Ottone //. nella Bafihca Vaticana :fu proclamaro Imprradore Augufio, e ricevette dalle mani di Papa Giovanni l'unzione e Corona I mperiale con gran plaufo ed allcgria non m no de i Tedefchi, che de i Romani: Djrma,ro (b) all' jnco - (b) Ditmilr. trn fon'e, che O[[onc fuo Padre non fi trovo aHora 10 Roma. ÆqUl- in ChrDni" 'Z:OCl/S ltJ2peratoris ,junior Otto, quem pepfrit i1Jcl)'fa iUater Adelhaidis, in lib. 1. ]{,ltivitate Dømini Romee fmperator ejfefius eft, Patre jubmte, ac tunc in Camp:mia juxta Capuam commor.Jnte. è íì dee tral.1.iciare, che thnJo nell' Apnle di quell' Anno Ouone il Gr,111de in Ravenna, (c) Nice- (c) C,nti- foro Foea Imperador de' Grcci gli fpcdì de gli Ambafcioltori con di- n at r he- verfi regali, chiedendo pace ed amicizia con lui. Furono a{fai ono- ' C ' 01fIS. In I 1 - ,. J " C Î. Î. I b I L' "Ton",. revo mente acco tl e fllpc- HI, JOfte con 10 e uone paro e; perclle I' J mperadore coVava delle pretenfioni fopra gli Stati, chiamaÜ ora il . Regno di Napoli. Tuttavia rperando egli di far me:glio quello aff.lre con invlare i ruoi AmbatClJtori alIa Corte di CoH-aminopoli, feelfe pcr tale incumbenza Liutprandø Pefc().vo Ji Crernona, a cui non n'an- cava la lingua in bocca . Quelb nell' .-\nno fu{fegueme s'incaminò a quella. volta, porrando fpeZl.llmcntc la commiffion di chiedere per Mo- glie dd Cclareo Figliuolo Ottone 7'eofania Figliuola di Romano iunio- re, già Imperador d' Oriente. Sotto quell' Anno fcrive Luro Proto- fpara: t d ) Defcmdit Otbo ReI( & fer-ex, pater Othonis Regis, qui Ptt.- (d) LHpl4l gna.'fiit tum Bu!cafJimo Saracmot'um Rege, & interfecit eum, & in eo pr _ !,rottp. . / ' - d ' _ 11 - b - M d C ' 11 P II mCRTøIJIf' 10 perterunt qUR rogmta mIla f1mmum. a pretcn c ami 0 e e- . grini, che queHa sì firepitofa vittoria, in rempi tali non conoreiura d.1 verun'altro St<.'rico, fia narrata fuor di fito (ficcome credo io, che nel gran numcro di que'Saraceni ammazzati il Proto(ptta slargalfe e- forbltamememe la bOCCiol) e s'abbia elTa da riferire all' Anno 981. e a'templ di Ouone [I. Augutlo. Appartiene al prefente Anno U'1 Di- p loma (e) di Ottone I. in cui dona molte Corti ad A/edramo, 0 fia (e) Bt7l1lt- .A/eramo Marcbefe, il quale vien creduro, che folTe il primo Marche:fe nu. tD .da s. della Marca del Man/errata. Oa lui polCia difcefe la Famiglia di que' /;: 'O;tl Principi, chc fccero rifonarc il fuo nome non meno in OcciJente, NonfemllD. chc in Oriente. Anno )87.. ANN A LID' I TAL I A. Anno di C R 1ST 0 DCCCCLXVI I I. Indizione XI. di G 10 V ANN I XIII. Papa 4. di 0 T TON E I. Imperadore 7. di 0 T TON E II. Imperadore 2.. !:.. A Vcl . C Irena 1a defcriziooe dell' Ambafciata fatta da Liutprando P't(cO'tl' ANNO ç68. di Cremona a Nice!oro Foca ImperJdor d' Oriente a nome de i (a1 Liulpr. due Qtton I pcradori d' Occlden , (a) cd. è un pezzo tlupendo per ;n Leg4t1,,,. qu.;' Secoh d' Ignoranza, che fa plU che mal conofcere, quamo fo(fc fpiritofo e lepldo l'ingegno di quefio V efcovo. Giunfe egli nel dì 4. di GlUgno del prefeme anno a Cofiaminopoli; fu mal ricevU[o, mal- [[attato in vaTic maniere a quella Corre. S' ebbe a male N iceforo Fe- ca, che O[(one s'imi[ola(fe /mperador de' Rom:mi, perchè fecondo lui dovea chielmadì folameme Re, pretendendo nlcrbato a se folo il titolo d' I mperadore: preteofionc, che faltò fuori anche a'tempi di Lodovico 1/. Imperadore. Andò parimeme in Furia contra di Papa Giovanni, il quale avea fpedito anch' egli de'Legari con Lettere elortatorie p r Ie N ozze propofie con Qt/one /I. chidmato Im;eY( dore. Ma quel, che ' più fcottava il Greco Augufio Niceforo, a noi dipinro (non so fe con tU[ta verità) da Liurprando, come uomo, a cui niun vizio man- cava, l'aver già intefo, che i Principi di Benevento e di Capua, in .ddietro VaíTalli e tributarj de i Greci I mperaJori, fi fo(fero fo!to- rndIì all' I mper.ldor' O[tone; e tanto più perchè era inforta paura, chc O((ooe pote(fe e volel1e anche toglierc a i Greci gli Stati dipen- demi da effi in Puglia e in Calabria. Si vede da quetta Relazione, che Atla,berto e Corrado Fighuoli del già Re ßerengario, erano rj.corfi alIa Cone Gre.:a, e Ie face.lOo credere d' a vere in Calabria 0 in Pu- glta fctte mila corazziai da unire coll' Armata navale, che Niceforo pt:nfava di fpcdire in Italia comro gli sforzi d' O[[one Augulto. Fra Ie mnlte inlolenze, v.lOti, e fpropoli[ate cofe, cbe Niceforo Impera- dore, 0 i luoi Minifiri di(fero a Liutprando, 11 più ridlcolo fu I' elver' cglino prl'telò, ch fe O[((1ne volo-a pure per Moghe del Figliuolo la Regal Princ'pe(fa Greca reolallill, aVt:(fe dol cedae al Greco Au- gun!) l' Ei3rCõtrO di Ravenna, Roma col fuo Ðuca[o, e it reno del pade, cioè Benevento e Capua, 1ìno a i conhni de gli Suti godmi da i G..t:ci It1 Publia ed in Ccl.labria. {) pure, fe cercavcl. folo amici- ia, fW7,a [lanaI' dl p.uclltela, che la[ciaí1è hbera Roma, cioè ch' egli fi Ip,)g1iaCfe dd [jtolo e diritto J mperialc iopl"ol di Roma. Poichè per alt 11\ ImCI1l.ie\'a il Greco Imperadnre dl refilmire a i Pari turto qucl chp Inro n dovu(O, purchè poteCfe ricupcrare la Sovr.1I1ità fopra di HI'" I, t: l' am:ca pre[;:fa amorità ndl'ekzi(\n de'nuovi Papi. In quc- A:u n entre ;wvt:rtito r Impcradore Octone dell'indegno ncevimcnto del ANN A LID' I T ^ I. I A. 383 del fuo Amb3fciatore in Cofiantinopoli, e che Niceforo in Vece di Ea A Vole. pace vokva guerra, e dava ricO-vero ad Ad.dberto e Cor-rado nemici hNNO 9 68 . fllOi, e mctteva in ordlOe una Hotta per inviarla contra di lui in I ta- lia: vedendo{ì invitata al fuo giuoco, tènza perdere tempo, andò a mettere il campo fouo Bari, Ciuà aHora fottopofia a. i Greci. Oi quefio aOèdio fa menzione 10 {tdfo Liutprando, ma con foggiugnere" che allCl fue preghicre Ouom: l' aVea poi levato:. Induperator enim Barium eonfctllderat Otto, Cede þmu/, flammiJrJtle /ibi toea /ubdere tentam, Sed precibuJ remeat RomanaJ 'lJjélof' atl UrbeJ bide meiJ. Si dovea trovar' in affanni LiutprandO at veder cominciata la' guerra, quand egli era tunavia in mana de' Greci, che poteano voler vendicadi full a di Jui perlona. L' Allonimo Salernir.lOo (a) fcrive, che (a) Anonry- OUone Apu/ite fineJ venit, & va/ide eam dimieavit, & r;j';)itatem Barj ",IIS S.ltr- .Iiqlumtu/um obfedit, & quantum valuit tlJldique conflrinxit. Fortè imer- niIIlIJ", prctaßdo il Sigonio (b) alcunc parole di Sigdxno Storico, prere oc- /l.l :.li:: ca{ìone di [crivere, che i Principi di Benevento e Capoa nbel1ati{ì ad (b) Sigllnius Üttone furono in alUto dc' Greci, e cht: dipoi allr.etti dalla forza tor- de Regnø narono aU' ubbidienza den') mpcrador Latino. Ma Liutprando nella. 11a1. . 1. Relazion dclla Cua Arnbalè:iata, e i Placiti di Pandolfo, da me ram- memati all' anno precedente, .fanno abballanza imendere, che cß{_) Pan- dolfo e Landolfo fuo Fratello otrervarono una bunna armonÌ3 coil' Au- gufio Ortone, nè punto a 1m fi ribetlarono in quefii tempi. CoCa opera(fero in congiuntura di tali turbolenz i due Figliuoli del fu Re Berengario, non apparifce. Arnolfo Storieo l'v]ilant'fe del Secolo luf- fegueme raccont:l (ç), cnc Corrado {ì quietò, p rchè GOlifredo creato dipoJ Arci\'eCcovo di Milano nell' anno 97f. 0 pure Üttone J I. J m. peradore gli ,ioveuc accordar qU3lche Stato 0 pen{ìone. Mol Ada/berto non volle m,Ü afcoltare tratrata atcuno d' accordo, e finchè vi(fe fu in armi conUD- gli Ottoni Augufii. De i Figliuoli di Berengario così fcrive il fuddetto A molfo Storico: S?(uorum lVidone interfeElo, Conone paEtiøne quieto, Ade/bertlls c.eterís animoJior diebuJ vitæ omnibtlJ faBus eft in di'l.,"trfa pra{ugm. Cunrra di qucf1i ebbe molta guerra il {udJelto Go- tifredo A rcivefcovo di Milano, ficcome Prelata molta fedele a gl' I m- peradori Ottoni. A ppartiene all' Anno prcfeme,. e non gìà aU' anrecedcnre, come immaginò I' AnnaJifia Salfone, una Letter:), fcritta dol Ott.)ne Primo Augufto a i Baroni di Germania XP. Ka/endas FebrualÎi in Cam MjJja juxta Capuam, e riferira da Witichindo Cd), in cui fa 10ro (.'pere, che afpcttava gli Ambà[eiatori del Greco. )mptradon:, con apparenza, che veniífero a chieder pace. Ma fe ahrameme 3ccadclfe, fperava dl tor 10ro coW:trmi la Puglia e la Calabria. Che fe poi s"accord.l(fuo, e gli concedd1èro la. Moglie richiefia pel Figliuvlo, aHora egii penf:wa d& (c) .Arnulf. Rift. Me- ,/lolan, I. I. c. 8. T. lY. B.er. II ill;,. (d) wili- chindus Jf n,jll1. I. 3. .Annlllift4 Sax,. ERAVOI . -^ ...o Q68. (I Liulpr. liift. lib. 5. II. 5. 7. (b) Leø ol1ienfis C/'rDnic. lib. 1. c. 4. (c) G /lltol. Hiftor. M,.. "after. Cafi- JIm]. P. I. (d) chronic. Vulrununft P. II. 10. 1. Rer. Italic. (-e) p,,.egr;- "ius Hiftor. PrinClþ. Lango/'ard. P. I. To. II. Il,r. Ilalic. (f) Jinllqu. Ilalic. Tø. 1. P R l.1I0. 384. ANN A L J D' I TAL I A. di paO:lr coUe l\filizie fino a FraJliHeto, per isnidar di colà i Saro1cenÎ ragnu(lli. Pare va, ..:he Ie condo la rdazion di Liutprando (11), da noi vcJu a di fl)pra all' :\noo 9-+2.. avelìèro i l\lori ahbandonato que! Gto; ma di qui it fcorgc, che tuttavia ne erano in poífelfo, e che i la- menti de i Popoli cit convicini aveano molro I' animo di Ottnne il Grande a libcrarli da que' malandrini: il che poi non ctèguì per la gucrra iniorta co i Greci, e per altri dillurbi fuoi. 10 fine d' ell".! Let- tera fcrive Otrone: Filius nofJer ill J.Vativitate DomhÛ Coronam a Do- 111110 Apoflolico in Imperii dignitatem fu{cepit: rarole, che compruovano terma qudia Lct na neI Gcnnaio dell' Anno prefeotc. N el dì primo dl Lugho p:mmeme di quell:' Anno dicdc eOò lmperadore in (\Yore del !\Joniltero di Monte CaGno un DiplomJ, accennato da Leone Oltienlè (b), e pubblicato dal P,ldre Gattola (c), con qu.:lle Note: D1ta Jie Ka/endas Julias Anno Dominicæ lncarnationis Nongentefimo Sexage/ìmo &ptimo, iAJpffÜ 'vero DOín;1Ì Ottonis SermiJjìmi Cæfaris Sep:imo, lndiffiuM Xl. Ailum In .Jlonte, ubi Staphulo Regis dicitilr. L' A1ino PlI. di Onone coIl' lnáiÚone XI. cluaramcme indicano l' Anno prcfcf,te 968. e pure ivi fi kgge 967. Altro non ú può pen fare, fe non che 0 il Document.) non úa auremico, e che I' amico CC'pifia sbaglialfe lerivendo Non,; ntefimo Se- xa/,efimo Septimo in vece di diro;: Ottavo, 0 dis.ltrentamcme copialfe il numt:ro Romano DCCCCLXf7//I. ral quale forfe ilava nota to neW 0- nglOale j 0 pure che il C::lncelliere abbia f..lLito nell' .Anno, c fors' an. che ncl nome del LllOgO, il ljuale in un' aìrro Diploma, dato da ífo Au- gulto al MOOlilc:ro di S. Vmcenzo del V oiturno neI dì pr cedeme dl quetlo meddìmo Anno vicn chiamato Stablllum Regis. Le Note di que It' alrro Di p]oma fono; (d) Data prÙlie Kalendas 1uHas, Anno DomÙJÌcæ blcarliationis ÐCCCCLXY/fl. Imperii 'iJero Donmi Ottonis Se- ,-eniJlimi Cæfåris Y II. 'tdi{l/one XI. /lc1'4m in it-!onte, ubi Stabu/o Regis dimur. Vi fimili sbagli comme11Ì odle S:grercrie e Canccllerie d ' Principi, ne abbÜmo l IÙ dl un' cfcropio j ed io tcngo un Breve Ori- ginalc di Si fio I \I. Papa, láino Pontijicatus Ho{lri Anno 'Ûrtiodecimo, die f7Il. Aprilis )WCCCCLXXXX///I. quando ha dd cfTcrc AfCCCC- LXXXllll. Sui fine di quell' Anno [Ornò indictro dAII:! fua amba- fCIJta Liutprando Fefco'l:l) di Cremona, mal foddisfatto de' Greci, e più delloro Imperadore . Venne anche a maTte Landfllfo // I. Principe di Benevento e C'1poa (e). Benchè lalciaOè Flgliul)I , luo F atello Pandolfo Capodiferro occupò tutti gli Stati dianzi da lut poffcduu; con che crebbe dl molro la di lui potenza. In qudli tempi fu creato Duca di Awulfi Maflarl} iuniore, Fratcllo dcl precedcntt: Manari, e tennc qucl g8verno lolamente quanro anni , come fi ricava dalla Cronichctta Amalhlat1.l, da me data alla luce (n. :\ono ANN A LID' I T A I A. 38, Anno di C R 1ST 0 DCCCCLXIX. Indizione XI I. di G I 0 V ANN I XIII. Papa )". di 0 T TON E I. Imperadore 8. di 0 T TON E II. Imperadore 3. S Econdo l'Ann1Iil1:a Sa(fone (a), OUone it Grall1e, dopo aver [olen- E II. A Volg-. nizzara la Fella del f nto N at11e ddl' Anno prt'ccdente nella Pu- ANNO 9 6 9. glia, fermolìì tuttavi.\ in qudl parti, c celebrò la P.t[qua dell' Anno (a) .Alzna!i- prclentt: in Calabria. Sono aftàtto {curi i f.mi d'd1ò Allgufto in qudlc fia Saxo pani, dove egh fi rraneneva, rerchè turtavia durava Ia guerra co I apu; Ecc- Greci, nc vole va egli permerrerc, che i Pr:ncipi di Bene\'emo e di car Itm. CÐpoa, divenuti fUOl Va(faIli, refta{fero efpofti allo sdegno dell' Impe- . radore d' Oriente. Sigt'berto (b) :trrribuifce a queft' Anno una victo- (b) Slge" rt. ria riponara fopra i Greci ,in CalabrÜ da Guntcro, e Sigefredo lJfi- Inchromco. ziali dell' :1ugllfto Üuone. Che virroria fo(fe qllefta, 10 dliò fra poco. Lupo Proto'-p:na (c) alrro non dice [otto quell' -\ !lno, [:: non che in- (c) Lz#pu& troi'1.:it Otho Rtx in Apuliam i\let1ft .AIm Iii; obftdit Civitatmt B.lri inito !rolofptll'! ((m'ltu. A bbiam Vt'dUlO, che CIO fuccedene nell' Anno antecedeme. '; c;ro;:" AgglUgne: Et in alio Ánno intrllvit ii, Cala;'riam l"'fe- /'è OflobriI, & l: lic: Ir. So! obJèuratus ft l'j.lm/ DuembrÙ. PUC', che qud!o accad::(fe nrli' Anno prefeme. In f:1tti abbiamo pre{fo I' Ughelli (d) un fuo Diploma, claro XIV. Ka/endas M.1ii, Anno In;arnationÙ Dominicæ DCCCCLXIX. Anno 'Vero Dømni Orhl1lis, Streniflìmi A'//,uf1i Fi 11. 1ndiflione X 1/. AEfum in Ca"abt in Ïiz Juburllio C<>e g/,rio/ìjJimo Imperatore Auguflo Romanorum, noflro Filio &c. hortatu btNigno ipfius prltfati Domni Ottonis c1ement (jimi Imperatoris Au- l,ufli &c. il'lterveniemibus Pandulfo Beneventanæ & Capuan U,.bium Princip!!, ftu Spoleti & Camtrini Daeatus M41rehione & Duce, fimulque & LanduJfo excel/enlijJimo Pri"cipe fiNo ejus &c. Sicchè feguitava tuna- via Pandolfo a governare anche Spoleri e Camerino. Oi Jui racconta (d) .AnDIJ"j- I. A nonimo Sakrnitano i} fano fegueme Cd). Da che l' I mperadore eb- 11IMS SlIl,rn. be daw il guatlo alh Calabria e al Principato di Salerno, fe ne andò P. 1. T. !1. a l avenna Pandolfo) il pregò di lafciargli un corpo liclle fue [rup- R.er. Itall,. 1 h 1 d d ' G . ] ' la:..199. pe, per potcr tentarc qua c c a tra pro czza contra C fecI, e 0[- tcn- (b) Curøpil- ItCt4. LeD DiaCDn. Cedr.nus. Ztmttras. ANN A L I n' I TAL I A. 3 8 7 tenne. Con quefio, e co'fuoi fi portò fotto la Cirtà di Bovino; ven- EItA Volg. De aile mani co i Greci, ufciti della Città, e Ii [conf.{fe. l\'1a fopra- ANNO 969. giunro un rinfor'l.o ad d1ì Greci, fi attaccò di nuovo la batraglia, e Pandolfo prefo nella mifchia (di ciò fi può dubitare non poco) fu in- viato a CoClantinopoli prigionc. Dopo ciò Eugenio Patrizio Generale de' Greci fpin[e Ie fue armi contra gli fiari di Pandolfo. Prefe A vel- lino, e giunto a Capoa vi mife I' alIèdio con facchcggiar intanto il paefe, e far prigioni quanti gli vennero alle mani. Si prevalfe di tal congiunrura A1drino Du{a di Napoli per da!1ncggiare il più che potè il diíhctto di Capoa. Ma dopo quaranta glomi d' affedio, in cui inu- tilmemc tormentata fu qnella Città dalle macchine di guerra, i Grcci per tir.1ore, che non ropragiugndfe I' Arm:tta Imperiale di Onooe, fe n' andarono con Oio, ritirand06 a Salerno, dove que! Princi pe, cioè GiJolfo, chc fembra collcgato con efli, fece lor godere un delizlOfo tranamcmo. Arrivò in f:mi a Capoa l' efercito dc'Tedefchi e de g1i Spoletini, e trovando sloggiati i ncmici, palsò co i Capuani a vendl- carCt de' Napoletani. Renderono ben loro la pariglra. Rlprekro Avel- lino, e ne fecero un fa!ò, perchë s' era dato a I Greci fponraneamen- t . Ad Eugel1l0 Patrizio Greco, prefo per la fua crudcltà da i fuoi, ed inviato a Cofiantinopoli, era luccedl!to Abdila Patrizio. QleUi con quante forze potè, andö a trovare I' eíèrcito Cdåreo ver[o A tColi . Refiò egli ucci[n, e sbaragliata la fua gente colla mone di mille e cinquecem:o perfone. Arricchirono forte delle fpoglie de'vinti i vin- cirori. Se è vero tuttO quefio racconto, e mal1ìmameme la prigionia. dd Principe Pandolfo, convien credere, ch tali fani accaddfcro qual- ch:= lettimana dopo il di 2.6. di Maggio, in cui abbiam veduto il me- defimo Pandolfo pre[ente al Concillo Romano. Anno di C R 1ST 0 DCCCCLXX. Indizione XI I I. di G 10 V ANN I XlII. Papa 6. di 0 T TON E I. Imperadore 9. di 0 T TON E II. Imperadore 4" C Elebrò DUone il Grande per ttteß:ato dell' Annaliß:a Saff'one (a), (a) .AnnlC';.. il Canto N :stale del1' Anno antecedente in Pavia. Del fUJ loggior- jill Sax. DO in qudb. Città anche nel dì 2.2.. di Gennaio dell' anno pre(eme re- R/,uJ EUlCr- fia tuttavia Ctcura pruova in un luo Diploma (h), dato in favore del t ",...i . . Monifiero Veronele di Santa Maria dell' Organo, XI. Kttlmdas Fe- 'i/t, J: ;:"- br.ar;;., Anno Dominicd/ IllcarnationiJ DCCCCLXPJlII. lmp rji 'Vero D.jfe". 34. Domn; Ott nis Pjll. lndifliøne XUI. Qui I' anno 969. è fecondo I' Era Fioremina e V eneZlana, e viene [econdo noi ad effere l' an no 970. nel cui Gennaio correa tlmavia I' Anno 171/1. del [uo Impeno. 01 là poi palsò a Ravenna, e quivi folennizzò la Pa[qua del Signore. Piaccva CCC2. 000 388 ANN ^ LID' I T ^ L I A. F R A Vo\g. non poco all' Augufio Ouone quella .i\lagnifica Città, e però ql1ivi l\NNO 97 0 . fcce fabbricare un P.llazLO nuovo per ablrazionc fua, fìccomc colta da un Placiro, ch'io ho dato alla luce n.:1Ie A michlta Italiane (A). Co- (a) ló. D JJ. tal notizia fembra indicare , che Oaone g odeífe nOI1 fo). mcnte it di- 3I. retto e lovrano dominio, ma anehe l'utlle dl Ravenna, c del fuo Ef:lr- C,HO. SC non foOè tlaw c0sì, difficilmeme s' imeoderebbe, come cgli fabbricafTc a sè Ile{fo un Palazzo in fllolo alrrui. .0\ bbiamo d,l GIrola- mo Rof1ì (b), che trovandoli in q udl:o meddìmo anno nella Romae:na ,:) 11 tuddt:tto I mperad0re, tcnuto fu in Ferrara un Placito, dove alia prelenza di .ddelberto JTtfco'!JO dl B0logna, di Uberto Fefcovo dl FOIli, di Giovanni Pejëovo d' I mola, c di Leone f7ejiøvø di Ferrara, Pietro Ár- âvejëovo dl Ravenna fecc itbnza dl riaver Conlàndolo, ed altri Deni fpcaanti alia fua Chidã. rldensque Liuzius Epijèopus Crellfonenßs ( così allcora fi chiamava L;utprando aHora Ve1'c,)\'o dl Crcmona) t(J ad COlni- tatum FenarÙn/em nulla omni/lo ex parte pDJ1e fpl'é1are, nulliNs jJtris, nifi R( <;;wJ1atis effi: EccicI N,mtills Otbonis .duguJii proi/ulltiavit, probaÚI- que, ea Ra<;;e;JJ1atis effi Ecc/rþæ. SI Liutpra ida, ch E,cico, chl.1mato E:zeca in alrri O'lcumcnti, crano :\lelli lpt:dlli dall' I mpcr Jdol c üuone per conolcerc e giudicarc imorno a quella dilferCllZJ; e pelò lCorbia- 010 }' "morità Imperiak in queUe conlrade. DJ R:1\'enn:t ponof1ì Jí- poi l' I mperadore Üuone nel Princir:\to di Cap0:Ò, dove dJede un Di- ploma pel noblhOimo MOOltlcro di lonte Calino (c) FlJI. K(zluJd.u Jurli;. .dBum in locum ubi Cel/ice (0 pure Sillia) dicitur, Capu,111o ter- ritorio. Truovaíì poi enD Augullo nel Seuemble fegun}tc, ammini- ft.-antc giulliLia nel Dueato di Spokei. Nclle giunrc da me fme alia Cronica dl Citf.ll!ria Cd), ft puo leggt:re un GIlIJicato del meddimo Augullo, c: di Pandolfi Du,a e MJrchefe di queUe eontr.lde, gi3echè qudlo ð-1unarca non isdc:gn.tva di alulkrc In pcrlona a i PbClli, e de- cidlre Ie liti de' fudJiti col parcre de' i\linitbi. Ivi è feritto, 'ilia/iter j-,J tel yitoy;o .Umjicano in campo CiZ/lÙ i ad ip(mn Civitatem J.".1zr/icawm, dllm ii, Placito rr/iderrt Domnlls Otto lU.:ij/1US lrrlPty,jtur Srre"iJ!ìn,ls .d - [,u(1I.S, f.3 PcmduJfus Dux & . brcbio pro jir.guloruri/ b01ïJÌlium jußitin fitl i facierda &c. Così ulavand allora i :\lonarclu amOlmi de'luol Popoh; e dovunque 1î trovavano, cd :mche in carnpdgn1, alzavano Tnbunale, c fommariamcme alcoltdfe Ie ragiolli delle pani, profferiv..mo la COIl- venevol f nrenza. Fu dIe Placito tellUto ab /nrarna/ione Domini no- firi Jefu Chrifli ÅJJHO DCCCCLXX. Anno Imperii Dotnni lmperatoris Oaonis SereuijJimi .dug"fti lX. & OttIJJÎs filii ;us 11/. l.\lenj'e Septem- bri, I,:diéliOì1e X/Y. cominciata in dIl) Mefe dl Settembrc. Ed è quì conrìJcrJ.bi:e il vedlr.:, chc a qud mcddimo Placito affill:è Ezeca Du- ca, ,Uarchef'e, e Conte del Palaz-::;o. Non ho fapl!to immaginar finora, onJe conui pre:ntJdfc i ritoli di Duca e Marcht fe, perehè ch'aro fi vcde, che allor.l Pandolfi) Capodlkrro era n1ttavia Duca di Spoleti e 1\ Tarchere di Came' in). N è cgh fi fotrolàive, fc non con qudle pa- rok: ngllum mal/us EzeC"1t C&I1ÚtÌJ Pailitii. Pcr me pente, chc ivi lia egli chiolU):1lO CO l in fal1o, p.:r.:hè in un altro fimil Placito, tcnmo ne1 {b) Ru eus IlrJ1or. RA- ve/.II. l. 5. (c) Gattola liift. .Mona- fler. CRþn. (d) chr,n;c. ClIf""rienf. P. II. T. II. .R,.r. ItAli,. ANN A L I 0' I TAL I A. 3 8 9 net medelimo LUlJg!> e Tempo, e pubbllcaro nella Cronica del l\10 nj(lero di V olrurno (a), egll imervicne, ma con el1ere folamenre in- tirolaro EZZec4 Comes PIÛatius, 0 fia Pal:ltij. Convien poi credere, che in qudti rempi comro il coltume OUone .-\ugufio aveffe du!: CrJilti dd facr" Palazzo, eßè:ndo indubltaro, che nella th:ßò rempo era fo- itenura quclla medelÌmJ. ca!"ica da Otberto Marc/Jeft, Progemror de gli Eí1:entì. E cio caila d,1 un fuo Piaciro, renmo in non so qual Luo- go. (b) ivi è ferino: Dum in Dei nomine Locus, fjui dicitur Claffi in ;/1 terra Alberici FiJiø bonæ memoriæ Aigoni, ubi Dúmnus Impemtor præ- era!, rexidijJèt in jud:cio Otbertus Al. rcbio & Comes Pal_tio &c. Fu fc['irro quel GlUdicato, Anno imperii Domni Ottoni NOiJo, Imperii Donni Otto Fi/io ejus Dl!o propicio crertio, /ndiélione R..u/lrtadecimtt, cioe ne 11' anno l re(enre. E notifi, che quivl fi rrovava in pelfòna 10 í1:c:ílo OUone Augulto. S..: non falla I' Anonimo Salcrnirano (,), dO\'fcbbe effere accadu- ro in quell' anno ciò, ch' cgli dopo il rölcconro deil' an no prccedcnre f( f!uita a fcrivere coo dire, che J'lmrcradOie ürwnc con una corio- fa .-\rrr.ara {ì porrò a i danni de' Napoletani rer g.\tbg.uli dclla cru- delrà ul:lra a I Capoani nel rempo del preceJcnce :Jílt:dlO. .-\1101 a fu , che fe gli prefentò davanri Aloara Moglie di Pantjolf, Pri-tcipe di Be- nevenro e di Capoa, infieme con Landolfo Jr. fuo F,gliuoh, gia di- chiararo Collcga nel Prineip;.ro dal PaJre nell' an no 968. e gli racco- mando vivameme il lVlariro, già condotw prigione a Coí1:amIl1Ðpoli. Orrone per cotlrignerc i Greci a lrberarlo, 0 almcn per tàrne \'enJt:r- t3, mcno l' efercito in Puglia, fece dare il f..cco al pacfe, c Ilrinlè colI' affedlO la Città di Bcwino, i cui borghi furono dati in preda aI- le fj,unme. Ma Ie murazioni ft:guite in Coilaminopoli iofluirono a tàr ce{fare la gucrra. Percincchè menrre Pandolfo fi trovava ne' ceppi in q'Jella Cinà, Nice/oro PULa, il quale {ì preparava a magginrmeme ao- gu lli..lrlo, fn uccilo pcr congiur.l de ll' iniqu.l fua Moghe, cd alzaro al Trono Giovanni crzimifce. dti non volendo liri coli' I mpcradore Or- rone, fece reilo mettt:rc: in Jibcrrà Pandolf", cd inviollo in Iralta Cl n precedenre concerto, ehe faceffe de{ìllere dAlle otblità O{ro!:c. Int )f- m.\to dell'arrivo di Pandolfo a Bari, fpedl fubiro I' Imperadore ad .\b- dala Patrizio, acciocchè ferna perdele tempo g\icJ mandalTe: ii chI: fu etèguiro; e tanro (ì adoperò poi Par.dolfo, che Orronc fece fine .tlla gue ra. Quando tù{!ìlla runo quello racconto, d',lvcue prim.! del Sct- tcmbre TJrorn:ir Ilbcro in Iralia c1fo Prmcipe di ß.:ncvcnro e C.lpo,t, siacd-è I' abbiam poco fa vedllto incervenirc a i 1 laciri renuri di que! :\lefe in l\1ar1ì. Venne dipoi l'Imperadole aRoma, e gmvl, per ,.1[- r('{bro dell'L-\nmliHa SafTone, celcbrò la Fc1la del tdnro Natale. l\la io avrel volemicri veduto il giorno prccltÎJ, in cui nC11' anno plt:lcllre da effo Augutlo Orrone tenm,) fu un PLcito III Rilvenna, rarporr"ro dal Padre Mabillone (d), perchè prefcme al m.:d.:limo fi rn.vo Pan- dolfo Principe e J)1arcbefe, per confromare \'a(f,.rzion Jell' Ano!limn S.. lernirano con effo Ðocul11C:l1[o. Ho deLto dl I )pra, che s.uclto J 111 pl..- radore Ell A Y ol . ANNO 9;0. (a) Clminie. Yulturnellj. P. 11. T. I. R,r. IfAli,. (b) Am;,J.i- tÀ Ef/e7lfi ,. 1. e. 16 (c) .Am1l'Y. "IU1 ,!, lern. P. 1. T. 11. Rtr. Itl/lie. 'Af. 3 00 . :d) J.1Ahill. Amud, Bt- IIediélÙ,. Ad .Ann. 971. 390 ANN A LID' I TAL I A. E 11. A Vo1g. radore feee fabbricare un Palazzo in Ravenn:!, e tal notizia vien con- AtUfO ')70. ferll"ata d",,1 medefimo Placito. Eccone Ie p.:role: Dum in Dei nomine Otto, 'ivina providente clemelltia lmperator Augußus refide,'et in Regia Au. h, nOlI ionge a mærJlbtis Ravenn.e Urbis fita, quam ipfe lmperator cltlrif- jim/Is in bonorem /ùi c/arls tedlficiis fundare praectperat jNxttl ri'Vum penes nlU70S ipfi s Ci'l.iitalis decu, re,llem, qui dicitur lvltlro-novo, tunt eo lmpe. rallìre dariffimo sbi plurÍJna fui imperii ørdinante & difþo1tt/1te &c. Que- no toggiOi no dell' L-\Uguno Üttone in Ravenna, il PalaZ2.o ivi fabbri. cato, td altri fegni åt dominio ivi da lui efercitati e continuati da i fuoi Succeírori, iiccome vcdremo, mi han fatto dubirar più volre, fc fuffilla quanto vedemmo di fopra all' anno 967. inrorno alla rellituzio- nc, che fi dice da lui fatta a Papa Giøvanni Xlll. Ji Ravenna e del fuo Efarcato. Ma non ho aírai IUl11i per poter ben decidere qudto pun- . to. N e parlererno andando tnnanzi. Diede nel N ovembre dell' anno 2) r.An q prefenre Papa Giovanni XIII. in livello la Cirri di Paldlrina a Sfe. j::t:'3 fi .' fania chiariJlima Senatrice di ROnla, come colla dallo Srrumento da JIIZ. :'3S. me daro alla luce (a). Anno di C R 1ST 0 DCCCCLXX I. Indizione x IV. di G I 0 V ANN I XIII. Papa 7. di 0 T TON E I. Irnperadore 10. di 0 T TON E 11. lmperadore 5" O cJtont .Augußo il Grande, che liccome dil1i, molro fi dilettava di foggiornare in Ravenna, folennizzò in quella Città, fecondochè (b) JÍ""II!;- at tciia [' AnnaliHa Saifone (b), la Pafqua dell' anno prefeme in compa- ßA S X, 11- gma dell' Irnperadtice .Adelaide, la quale non fi llaecava m i dal fuo t J'E:'";d. fianeo. Era Ita a Roma Santo Udn/rico 17efcovo d' Auguíla (,). N cl Uill/l:;;; . tornare indierro ti portò egli a vifirare in eOa Città amendue quegli ,. 11. Ø'11. Augufii, che con fomma dt\'ozione, e con difimre finezze l' accolfe- W Rllbrus ro. Ed è norabile, (d) che Pietro Arci'l)eftovo di Ravenna in quell' an. jftllr'l "- no circa il Mere ll' Agoilo fpontanearRenre rinunziò la fua Chiefa, ed Inn. . . ebbe per Succ írore 011efto Arciveft"l.,'o. A veva gtà i1\ravolara Pandolf, Principe di Benevento la pace fra I' ."\uguílo Üuone e Giovanni Cfze- mifct Imperador de' Greci. Fra l' altre condizioni di quetl.o aceordo, v' era, che il Greco Auguílo d::írc in l\Ioglie al giovane I mperadore Ottone II. crtofallia, Figlmob di Romtzno iunJiwe, e già J mperador d'O. Tilm , e d. i eofania, 0 Ga crtoftznone AUf.ufta: il che dovettc recar mara- viglia a i Pohuci J' .t\1ora, flame l'dlere Teofania Figlia di chi non era pù I mreradore. Pew Ono?e ^uglll1:o .cuo Pa e fi _ crede, che ti1edt(fC in qudl' anno a Collantlnopoh de gh ArnbJ.lctatort, per pren- {e' Si,D"ius de' e c condurrc in Italia queila PnncipdTa; c fceondo il Sigonio (e), d, l rg , nD fu Ccclto p(;r quefia incumbcnza .Arnolf. 1. crcato an quetl' anno Ar. J.III III . 7. . (;IVC. ANN A LID' I TAL I A. 39 t civeCcovo di Milano. In talc opinione concorfe anche il Padre Pagi (a). EllA Volg. Ma effi incautamcnte confufero I' Ambafceria di Ar."olfo 1/. ArciveJco- t')NO 97 1 . 'Vo, fucceduta a' tempi di Ottone III. con quefii tempi. Non parlano ;r/; : punto di quelta funzione incaricata ad Arnolfo gli antichi Storici. Mi- . . lanefi. Abbiamo all'incol1tro da Ugo Flaviniacenfe (b),. che il corpo (h) ,!".g' di S. P:mtaleone Martire fu portato in Germania daU' Arcivefcovo di Fla'll'''';'- Colonia, cioè da Gerone, obtenttmz dono CoftantinopaUtani Jlnperatoris, :; r. quando pro ejus Fi/ia Ottoni /1. in matrimonio jungenda ,jujfu ejusdem Ot- P"g. r66. tonis ød tumiem bnperat()rem Legalus mijfus eft cum Epifcopis du,bus, Du-- . âbllS, & Comiti" s. Con fe {fa. Ditmaro (c), che non mancarono perfo- c) c 'tiar. ne nella Corte dell' Imperadore, che non folo difapprovarono quefio'" r. .1.. rnaritaggio, forfe per la ragione fuddeua, 0 perchè parea lora, che fiante qucfia Lega ed amiità co i Greci, non farebbe più permeffo ad Ottone di togliere ad effi gli Stati da loro goduti in Puglia e Ca- Jahria, come eHi defideravano. Ma Ottone il Grande, fenza far cafo del lora pare-re, andò innanzi, e volle che fi efeguifTe i1 tranato; per- chè verifimilmente egli penfava di maggiormenre fianchcggiar Ie fue pretenfioni colle raglom di quef1a N uora; e nc vedremo anche gli ef- fetri. Narra fotto quefi' anno il Dandolo (d),. che Pietro CaHdiano Jr. (') DantINl. Doge di Venezia, ritale Patriarca di Grado iuo Figliuolo, l'rfarino ;n ClmnifÐ Yefco'Vo Olivoleo[e, cioè di Venezia, e g1i a\rri V cfcovi, Clera e Po- Tom. Xl:: polo di Venezia, per foddisf.ne all' Imperador di Cofiantinopoli, il qua- R"r. It" It. l pcnfava a ricuperar Gerufalemmc dalle mani de gl' Infedeli, e che avea guerra co i Rul1imi Mofcoviti, a' quali diede in quefi' anno una gran roua, feeero un folenne -decreto,_ che niuno dc' Venezíani ofafTe di portar armi, ferro, legnami ed alrri militari attret:ci a i Saraconi, de' quali potdrero valerfi contra dc' Crif1:iani, foIto pena di cento libre d' oro; e chi non pote{fe pagar con danaro, pagafTe colla tefia: giu- fiiffimo divlcto, confermaro poi da molti fu{feguenti Editti dc' Crifiia- ni, ma mal ol1ervato anche oggidì. Abbiamo daW Annalif1a Sa(fone, che ünone Augufio celebrò il fanto Natale di quefi'anno in Raven- D h na. E dalla Cronica del Monifiero Mofomenfe ( ), che fdalberonl i;1cil ,r, Arci'Vefcovo di Rems, Natali Domini alebrllto in quefi' anno, Legatos T. 11. nnl luos Romam cum Literis dirigit ai Domnum Joha14nms Papam, cognomen- editil1n. Ù A/bam GaliiJUzm, qui a juventutis Juae pril'Jlis /Innis, re'Verentiae compe- Jen/is, & dignitatiJ Angelicae a/behtJt canis. Di cofiume antichil1imo fo-. no i Sopranonu, alcunl dt:' quah pafTarono col tempo anche in Cogno- (n .Antiqo mi; e tale appunto era quel di Gallina hiancil. applicato a Papa Gio- lfldic. Di!- vanni, percbè fin dalla gloventù ebbc il crine bianco. Di quell' ufo fi fi ,rt. 4r. V bo io trattato neUe Antichità Iuliche. (I) 'iN. Anno 392. ANN ^ L I n' I TAL J ^. Anno di C R 1ST 0 DCCCCLXX 11. Indizione xv. di BEN E D E T T 0 VI. Papa I. di 0 T TON E I. Imperadore I I. di 0 T T 0 t\ E 11. Imperacorc 7. I!tl A_ Volg. I N Roma cdebrò OUlne Augufio la PaC qua dell' Anno prcfente, fe- ( ^ ) NN 97 l ' condo l' :mellato dell' Annalilia Sa(fonc (a). Colnna 1-. _ Ja Saxo a- to, per afpett"rvl la Regal Nuora 'lêðfan_, 0 vogl1am dire reofatlia, plltl EWlrd. che glà era pervenura in halia con fuperbo aceompagnamemo, e ma- gl'lifici rego\li da difpenfare aHa Corre Cefarea. Ottone Ie mandò in- Contro Cfe,dericI1 Fejèo'Vo di Merz. Di quefio \1 elcovo parla Sigeber- (b). Siltitrt. [0 (b) Diacono nella lua Vita, allorchè dice: Domlto Prtefu/e Bene'Vcn- ill V:i . Tht,- tum 'Ve1ziente, dum N urui 1mperatoris a Gr cia 'Venienti o/;viam mijfus ejftt J '" I. E- &c. Giunlc aRoma quc:fia Regal Principe(fa, fanciulla di rara avve- ':,;J.. Mt- nen a, c d'mgegno c facondia ben pro\'\.eduta. Nell' Ottava di Pa- fQU,l, cioè ne1 di 1+ di Aprile fegui il folennil1imn Matrimonio fuo con Ot/one J I. A tiJÉ}td1:o r.rridentibus cunélis ltaliæ Germaniæ'lue Prima- tibus, come fcrive Ditmaro, e fi fecera di grandi fel e in così lieta cnngiunrura. Pofcia 1') mperadore col Figliuolo e colla N uora, la- fciando I' I (aha in pace, s'imriò all,i volta della Germania, da cui per Unto temp,) ero1 fiato lontano. N el p.,ffare p r Ravenna, concedette ').A. un Privilegio, chidlogii da 01'1:/10 Alcin.:e.fcøvo in favore del 1\Joniflero Ì aliç.nt;;fí:. di C.lffe (c), c dato d J/o Dominic lncarnationis DCCCCLXXlI. 1m- ferr. 71.. perii ',;e,-ø Damni OtfOtilS ftmper Augufli Xl. alte1ius vero Ottonis Y. In- (d) Chronic. diflione XI/. A[fa Ra'VelJnæ. Manea il giorno e melè 0 per dimc:nri- zomajftr. canza del Canu:lIiere, 0 per inavvenenza del Copiila . l\1a fi vede, ./!:t 'i che e a turrav!J .i o Piip i Gio,;)'lm1 111. c<:>l cU,i conf nfo,_ rr tt"n- htr'Y in spi- doli dl affarc dl Chld-:1, Otrone prOlbdcc: J' ahcn:JZlOn de bem dJ <1 ucl tiltg; _ M'_'l1Ifiero. Tenne effo Papa un Concilio in Roma nell' Anno prelen- : = :;. te:, ciò apparenJa ,da una iua Bolla . ilpport?ta dal .Padre p ch"ry <:.), .d hunc e dara 41rmo Pontificato 17/1. lmpem Dflmm Ottoms Alù}o1J.s Xl. }u- .An1fum. nioriJ ve,-o -17. in .vlenft Apri/i, 1ndit1ione KF. Solamente pochi mc:íi (0 igtb rt. dopo quefio fano fopravJffe qudto digni/ìimo Papa; c la fua mone, t)';./"' Ð. come fi ricava dall' Epitö1ffio luo pretlo il Cardinal Baronio (eo), ac- n /s p:í::-"s cadde ne1 dì 6. di Serrernbre. Ebbe ,rc=rfo il fine dell' Anno per fu.:- it, chrollico. cc(forc nella C:atedra di San Pietro, non già D0I10, come Erm,wl1o (h) Ptolo- Conrrauo, cd altri fcguirati da clTo Cardinal , hJnno icrmo, 01.1 co- m :;/ tU!fi me: c'infegna Sigcberro (f) con 1\1arrinø Polacco (g) Tolomeo da ;c;:[. I. Lucca (h) c.d alrr;, Benedetto Fl., di nazione Romano. Durò la \,3.- (i) Pagilll Canza della Santa Sede circa He meli, come o(fc=rva il Padre P:lgi (i), in \rJ1ic. perchè ccn\'e:nne afpettarc I' a rren fa de gl'J mperadori, d1C erano !_ :: :nA 10ra in Germania. Ho io claw &\lla luce un Pl..lciro, t,"uw nella V :Ja num. Ùl ANN A LID' I TAL I A. 393 ði Gragio da Otberto l\1archeft e Conte del facro Pahzzo, cioè dt uno de' Progemtori della Cafa d' Ene, (R) Anno Impe1'ii Damni Ho'toni Un- tlecimo, Imperii vero Domni Hottoni Filio ejus, Deo prapitio, !j!JÚnto, X II I. Kalendas Septembris, Indiélirme XV. cioè nel dì 2.0. d' .-'\gl'1to dell' Anno pretènte. Da dfo Oocumento rifulta, ch' c{fo Marchefe godeva con molo di Benefizio, fccondo la biafimevol' ufånza di que' tempi, it ce- lebre Moni!lero di S. Colombano di Bobbio, a lui conferito de parte D,mnorum lmperatorllm. Intorno ache è da ofTervare, che circa qucfii medefimi tempi era Abbate di Bobbio Gerberto, di naziol1e Franzefe, famofo perlòn3g- gio _ per la [ua Letteratura, per varie fue avvemure, e per effere in fine, ficcome vedremo, giunro a confeguire il Pomificato Rom no. Si sa da una fua Lt:ucra (b), fcrina verfo I' anno 970. eh' egli fu pro- (b) Ge. rhe,.. motTo a quella ricchIl1ima Badia da Ottone l. Impert dore, e ch' egli ri- tus Epifl. cevette il ballon Pattorale di que! Moniflero da Papa Giovanni XIII. 17. Di grandi vel1àzioni ebbe quivi Gerberro, c tali, che in fine gli con- venne ritirarfi in Germania: il che fu principio della fua fort una , per- chè giunfe ad etTere Maeitro di Letrere di Ol/one III. pofcia I mpe- radore, ed emrò in più valle carriere. Nelle Lettcre, che rdhno di lui, fi Icorge, che abbondavano i fùoi nemici, ma niun velligio c' è, ch' cgli fi IJgni del Marcheft Otberto, tutrochè per ragione di quell' ap- pcllato Bendlzio quelii poffcdeOè una pam: delle rendite del Moni- ftero. Le rue pnncipali querele erano contra di Pietro Ve[cøvo di Pa- via, al quale fcrive (c), come ad un' u{Ù\ patore de i beni 3j1parrcnemi (c) Idem a que! facro Luogo. ^ me non è venuta aile mani altra notizia dell' uI- EPI}_ 5. terior vita del fuddetto Principe, cioe: del March fe Oberro. Ben so, ch' egli nell' an no 97r. non fi contal/a tra i \'i\'i, e ch' egli l fciò dopo di sè aim en due Figliuoli, cioè Adalberto (10 l1:el1o è che Alberti1) ed ObertÐ II. amendue Marchefi. Varic pruovc ne aVC\'a io add otto . . nelle Antichità Etlenfi (d), ma più individualmenre fi raccoglie da uno ( ) :;t,:/'- Strumemo, dìtlenre nell' Archivio Arehiepifcopa'e di PiCa, fommini- I. 'If. ftratomi dal fu chiariilimo Padre .o\bbate Camaldolefe Don Guido Gran- t 2.0. lii, pubblico Lettore in quell' Uni\'erGtà, e da me pubblicaro nelle . Amichità Italiane ( ). !vi .Ada/bertus & Oilertus f!.crmani l larçbioni filii c) /n 'f/.: bon memoriæ Oberti Marchionis & Comitis Pcli.!tÙJ, prendono a livello [::t:'7. 1 varj beni da Alberico Ye[covo di Pi fa , RCf"n"mt, Damno noflro Otto Im- perator Augufio) filiI bo" memoriæ Ottonis Imperator, Allno Imperii ejrls in ftalia Oé1avo, /dus Oélobris . . . . . . cioè nell' anno 9 7f. Da 0- herto I I. Marchefe difcendono i Principi EllenG, ficcome andremo vedendo. Lafciò Ob!Yto f. di grandi S[ati e Beni a i fuoi Figliuoli, fituati fpezialmcnre in varj Conradi della Tcfcana, dove poi fu cele- bre la crena ObelJenga. E più che altrovc la fua potenza e ricchezza fu nella Lunigi1na: tutti inJizj, che 41da!berto Marchefe fuo Padre di- fcenJeva d.' gli Adalbcrti da noi veduti Duchi e 1archcfi pot("ntif1imi . . dell.. Tofcan.l, fecondo Ie foni conÎetture da me recatc neUe fuddcttc ( )A.jt' I- AI1t!chìt (n. Merita ancora d'dlere quì rammcntata la defiruzione : ; e"r Tom. 1'. Ddd cir. .. FR A V0!g. ^,,"'o '172.. (<1) Ant.,J,;- tJ Eflerþ P. 1. c. 16. 3'+ ANN A L J D' I TAL I A. [1\ A Vo'g. circa quefii trmpi f("fuita d i S:uaceni, da tanti anni annidui in Fraf- l\.N!l:O 971.. Go('(o ne' confini de\l' I :al i ;\, che infdlavano tuno il viciilato, e m [- [cvano in comnhll7.i('oc: chiunqu:: olàva di paff.\tC per I' :\Ipi venendo o :mdando in Francia. La gloria di a\'(:rli I hiant:ui di colà è dovuta a Gugfielmo CQlItt di rrovenza, Fratcllo di C()rrai. Re di ß'1rgogna, (:\' odilo che con U:1 forte efercito gli a(fl1i e fcanfit1è (:I), liberando una vol- (., Syr:u In t \ d.l sì gra'l pefo que lie con,t:-ad . Raccoma ancora Lupo Proto(pa- V.ta S. Ma- (b) I f: d ' . d ' C '1- - 1 - d - /1., jolt lIþurl ra . un a tr .ano a mt i: n (lla t, ucc.e uto I qU 1L anno con- l> abillon. fro I Sanccm dt CalahflJ, che per nOI refla IIlvoho 10 molte rt:l1rbre. .Annal. B,- Pur,navit, dice gli, A(l() nliM 7'rasmU1ldi Jlarchijì cum quatno; dccim ( /':i millibtts ,f;aract11orum. Carlus (íì ve Dux) Bucobo/us vocaúatuq & OUo Pr oto ; ;; in /ub/idium , miji/ fix _millia IUDs, icit Aflu r:,jeqltcJIS Agar-enos u/que in Chronico Tarentum. St dee fCr\\'cre AUI, ewe .Azzo, II qU1!e t:bbt. per PÅdl( To. J'. Rtr. qud 'l1"(/Jmondo, che n0i v d rnmo all' mno 9f9. Duca Marchcft.: di Ital". Spoleri: fe pure (il rhe par poco credibile) non parlalTe il fudder- to o\urnrc per 3nticipazione di r,"asmond", che traveremo creata Ouca e Marcbefe di que' paeíì nell' an no 981. fenza apparire, Ie _ quello folTe diverfo d; I1'a1rro. La C1ttà d' .\rn:J.lfi t:bbe ne' H,P1pi cor- c) 1.AII qfl, remi per fuo Duca (c) Sergio I mper:ale Patrtzio, riwlo a lui Lonf.:- 1 ; ;: l: . riro d1. i Gr"ci Augulli: san egli a quella Dibr.i.à con aver fauo le- '..arc la vita a lI!aßari prt:ccdcme Duca. Anno di CoR 1ST 0 DCCCCLXXII I. Indizionl: I. di B F z-; E D E T T 0 VI. Papa 1. di 0 T TON E II. Impcradorc 7. e I. F U quefio I' ultimo an no delb vita del vecchio Quone ImperRdore. TruovavaG egli in Gcrmmia, avea eckbraro it fanro N.lt.ll.: dell' (d) wit;- anno addicrro in Francfort j la P:dquJ dd prefenre in Quinrileburg (d), chill.ius: dove rieevctte Ie Ambafcerie d i B}emi, Greci, B nev(:ntanj, Unghari, D;tmRrus: BlIlgari, DaneG, e Slavi. QlIivi :mcora dimorando con(e J mò i Pnvil gj ..AI naill/A, C . f: d C Z, 1 aHa hl íl i remona con Di r 'l}nm:1 ( ) dato /7. nalenll.1s A p "ilis An- SR"O ; U' ./,;. no DomÏiJÏcæ lncarnatio is DCCCCLXXI/f. IwfiEl/one I. imperii Domn; (e} ..Antiqu. Ottðnis X II. item Ç)ttonis /7I. /18:lm Quintiltburg. La mone di Eti- ltallC. Dlf manllO infigne Duca di SalTonia I' anrilto non poco. Palsò a Merfc- 1 m . 7 J. burg, lJfci:mdo d:tperrutro fegni del\a fua rara Pied. Giunro a IVli- minleve, ql1i\'i forprefo 0 da accidcnre :Jpoplerieo, 0 da altro freHo- Iofo maloTe, dopo avere rier ara I' anima co j fanti S,lcrana nti, la rendè al fuo Cr.:arore ncl dì 7. di '\1aggio. Principe terior de i Bu- b:ui, chc per Ie fu grandi imprefe in guerra, per I' more e propa- g.lzion dclla Reli ione, per 10 zelo della GiuflizÏJ, e per altre lumi- nofe Vlrtll, giuft3mcnr doro Carlo J\bg11O íì acql1iHo il rirdo di Grande. Fu porrJ[o il fuo Carpo alia f poltura in 1\ 1.,ddeburgo. A n- corchè Ol/one I L fuo Figliuolo giå folf corona[o Re di Germania e d' Ita- A N A LID' I TAL I A. 39, ò' Iralia, e [olennememc creato lmperador òe' RÐmani òal tapa: con- EllA YO!". tU[tOCLO i Principi della Germania conft:rm rono di nuovo }' elczione AI>NO 973. funio (n) chiamato Cencio, ficcome aneor.! nella Croniea del V o\turno. Ag- giugne il Cardinal Baroni.? (b), che Bonifazio prima di ilbhandonare Roma, fpogliò del fuo tetoro, e di tutti i facri arredi tt BaGlica Va- ticana, e tuno porrò can feco a Coftanrinnpoli, coronando con quefio gli altri fuoi f.1cril gj , i qud1:? ,fano ahbiarno \1che m"n ;one pre{fo il Dandolo (c). E tall enormlta commerrevano e cC"mmlfcro anche pr!ma, e dipoi i Romani d' allora, ontra de" _ quali fan,bbon ft te piu a propohto Ie dOr!.hanze del Cardinal BlroOlo che contro I Pnn- cipi di que'tempi infehci. Cacciato via I' ufurpatorc, fe rn.diamo a Siaebeno (d), a Mariano Scoto (e) a Mutino Polacco (f), e ad al- (d) S;tez,er. trt Scrittori, fu alzato al Trono Pomificale Dono I I delle cui 37ioni tNt in chr,- nulla ci ha confervato l' anrica Storia, la quale aozi è confufil1ima nell' nir,;. , affegnJrc il tempo e la fucceflione de' Pari d' allora. A bbialTto d11 ) ar,!,lf. fuddetto Oandolo, che in qucft' Anno Ottøne II. Augufio (I) txifle"s c!hr: ic f7erbdæ (oggidì Feria nella Vcftfalia, fe pure non è Ferdff. () fill (f) Mani- Fe.den) Privilegium eoncelJit Audoino Capel/ano & Nuntio Fitalis Gra- ,!NS :oJ' us Jenfis Patriarch",. conjirmaits Gradenjèm Ecclejiam Met,-opolitanam, eXfm. mC ron",. ptiones & immunitateJ & libertates, quas Otto 1. eidem Ecclefiæ eO/Jcef- ferat, per P ivilegium r no_va,!!it, Crede 10 Sn uvio (g), che nell: ,-\nl1o (g) Stru",:" prefente vemffe In hal1a II luddeuo Ottone If. e andaffe fino III Ca- Corp. uijl. ] b " I I' -, I .. . ' d . L 0 11' r. ( h ) ' I Germll". a rta,_c n a eg.uc mtor o a CIO autonra. I ("one lLl nle . I lhl L'D quale (cn ve. (2.) Sequtntl Anno, defunElo pnmo Ottð11C, Otto fecuildl45 o ;enfis /1Nptrator Filius ejus eognommto Ruflls 'Venit Capua"J, & 4biit 'Tarønlum, C:/ mnir . lie i1ðetapor.tum, & de;'Jd Calabriam: unde profpere ad fua rever[u1. Ma llb.:I.. ,. 9. è cerro, che quc:fio Imperadore non fi mo(fe di Germania neB' .L\nno prefeme. p,erch .quivi imp{'gn to p r la gu rr.\ inforta fra lui, cd. . .Arrigo I I. 11 tlflofo, Duca dl Bavlera fuo Cugino (i). II Jequer.ti (I) _Slgeb,r- .Anno dell' ü(l!enfe nsguwda la fucceilÌon de: li Arcivefcovi di Ca- t"!S In Chr,- ' I 1 , - d . fc 1 , A 8 . . fi ""0. pua. ne a rro vuo In lcare, e non nno 9 o. In CUI, lecome ve- dremo, Ot[One II. arrivò hno in CaLbria. Secondo i conti di Ca- millo Pellegrini quì convien rifair una rivoluzione aecafJura nel Prin- . cipato di Sa1erno, e narr3ta d.111' Anonimo Salcrnitano 0), ,,,\ vea Gi- ( k) I .AII n'Jm. fl (c P " d . S I r I 1 . d . 1 Sa ernlt lI. 010 I. nnclpe I a crno non 10 amenre acea to, rna evan 10 c(' - P. J. T. ll. mdto di hel)i e d' alrri benefizj Limiolfo Figliuolo di Jltenolfo II. Prin- fur. Ital". cire di Benevento e luo Cugino. Collui con efecrabii'ingratimdine ful ERA V oJg. ANNO 974. (aj sigtm;us d, Rrgnø It.ll. lib. 7. (b) lJ IIrOll. ;n .Anntd. Ecclrfi.J1. (c) D.lntlu- lu s jn Cltrø- n;to T. X JI. Rer. II.ljt. (2.) Rando in Vtrhcla un Privilegiò iiede a Audoino Cappel/anD e Nunx.iø di Pitale P -ltriarea di Gradø, confer.mando la Chiefa Iii Grado Me- trfípolittma j I' eftnzìolJi, e immunità, e Izbertà, Ie quali OttliHe I. con. (eduto avea alia medcjima Chiefa, per Privilegio Ie rinl'l,'à. "elf An"o ft7.uente, morto Ol/one I. Ot/onl II. Imperadore (uo figli, dell) il Riifo <;;mne a Gapua, e andò a 'I'arento, e I1fetaponto, e pøi. in Cil/a.b,-ia: OT/de fei;cemente ritornato a'fuo;. (1) 39 8 ANN ^ LID' I TAL I It. E:i. A Volg. CuI fine dell' Anno preccècll!t', una none con alTai congiurati fece pri- ANNO 974. g:<'lle rl fuo bel1d {(()r Gila/fa, _t: 1.. PnncipelT'l Gemma di lui 1\10- gl:( con v<\lj lora attlllentt, cd ulurpoffi il Principaw di Salerno. A/a- rino /JULa dl Napoh, iUanfone lJuca dl Amalfj tcneano con e!lò Lan- dolfo. Ne era afAauffimo il Popolo dl S.llcrno, perchè non poco a- mava il fuo Principe Gliolfo. Riulèì in qu -fl' '\nno ad aJcUIll Parenti dd Pnncipe medelìl110 dl mU0vere Ptlltdolfo Principe di Bene\'cnto in aillto di lui, gi"lcchè elTo Pandolfo IlQ:l a\ ea caro, che Landoifo fuo Parente alr.aíTe 1.1 tdb. Ed in fat i porraro!i egli con un pOleme efer- cito I )([o :'alcrno, talmente íhmie quella CiHå, che I' ulurpa(ore co i fuoi fu nece{Jitato a caplwlare. Fu rimdJo in libenà Gifolfo, e ricbbe il dominio [uo. Per ricompenla di 51 .rilcvamc lèrvigio recawgli da Pandolfo, giacchè nfi, che nel pre f{"t1te rcrminaífe i1 c:1rÎo di fua viti (d) Ht'rmalJ-oo AI no/fa AreÏ7.:ejCova di C\ 1 ila.,-n. iJ qlJa Ie ebht' per Succe(ft)re Goti- nld C!onrr4- fredD. u III per atteHato di Arno\fo Stol'ico !\rJ:!aT1efe (n Ni- fer :n t pore del tuddeuo Arno\fo, a tuna prim! fu rigewu n dJI Clem e Po- {fa Sax. polo a perchè non era nè P, ete nè Diacon", m:il (ohmenre Su.Jdi.1- apluJ Ec- cona" Fin11mente fup"rò tutti gli ofi1cali R('f,iæ fidelitati5 gratia per- ([rdum. If. chè 0 er.l (tato promolf() dl O"rone II. -\uguO:o, 0 per inrerpofizione li "Á - di lui fi pbcar()t1o g\i (1ppn{1t')ri Qwlti poi c'->b", gu rr,{, coone di dioIAI'J.l. I. fopra fu accennato, cnn Corr[ldo ed Adalherto Fi Jitlqli del fu Re Be- CliP. 8. rengario, che turtavia Vi\'e1nn e teneann vive Ie lor pretenfi:1ili. Si quietò Corrado per via d' ac("ordn; ma Adalbeno, finchè cblle hato, tume l' armi in m.ano; tutti far!i, come fi può credere. fucccdurÎ in Lombardia. Sattn quell' Anno ancora norò Lupo PrntoÎpHa (g), chI:' ls;nael (farà un C'.pitano dc' S,uaceni) intC1 (rflus 1, & Zacharias ((ad un Gener:i1e dc' Greci) Botrtnfum ({'pit, cinè Ia Cirrà di Bit 0 nto, in cui forfe prim 1 domina va Pandolfo Principe di Benevent(): noti7.ie rroppo fcure, per pater conofcere Ia Stnria di que' pa('fi. F. il Si nni'1 (h) (11) Sigonills pari\'"f1enre nota, chI:' Bc>noni!!nr,.s, ()Yimtibus in Urbe (editioni/J:!S, 'TurrN dt' l Rtg " n/l " J U b " C - r. T M ' I S . . ,1111 . II " 7, p,/vatas &onuerr; ,. e'1.Jetam on,ulf'S en'art eæperul1t . a I . IgontO õtvra CIÒ prelò da qua\d11:' Sroria de gli uhimi tempi, n'ìn pl1'1to vale,'olc ad informarci di quefii tene'hrofi tempi. Che fi poreífe allora d:1r prin- cipin aUe Torri private de' Nohili neUe Città d.ltali:l, "non avrei dif- ficu\rà a crl:'derlo. M 1 tengo ben cetto, che niU'1a peranche dcl!c Città d' Italia avea imroj::>tto I' uÎo de' CO:1!oli colI' amorità e balìa, che trovcremo ne'due Secolì fußczuemi. ANNALI D' , TAL I A. (g.) LUpUi Prolo{plllll in C/'ro"i,.. Anno ] Eu. Vol . ANNO 976. (a) .A",,41i- .fl4 S4XD "pud E""r- 411'" . (b) Dllntllli. ;" ChrDn;'. TDm. XII. 'r. 1141;,. (c) P,t'lIl D"mliln. in Vit4 S"néli RD1I9u4ldi . 4 00 ANN A LID' I TAL I A. Anno di C R 1ST 0 DCCCCLXXVI. Indizione IV" di B '- NED E T T 0 VII. Papa 2. di 0 T TON E II. Imperadore 10. e 4. O AU' Annalifia Saírone C,,) (ouo il prefemc anno abbiamo, che .Ar- rigo II. Duca di Baviera, appcllato da'moderni il RiITofo, fu po- llo, come oggidl dichiamo, 21 bando dell' Imperio, e privato del Du- cato, ed anl.he fcomunicato per Ia (lla ribeltione all' J mperador fuo Cugi!lo. Ritirofii egli in Boemia, mettendoG fotto l' ali di Boleslao 11. Duea di quel pade. Pre(e motivo di quì l' I mperadore Otwne di far guerra alla Boemia, ma con poca Fortuna Ia fece. Sorprdo da' Boemi un corpo di Bavarcfi, ch' erano venuti al (erYigio di Ononc, fu per la maggior pane ragliato a pezzi. A qllefto avYifo [e ne rornò indierro a/lai confu[o I' I mperadore, ma pieno di rabbia e di defiderio di vendicarlcnc. Per teftlmonianza del Dandolo (b), una fiera Trage- dia nccadde in qutWanGo in Venezia. A Veöl Pietro Crmditl"o II'. ,))0- ge di Venezia (otto varj prerelli ripudiata (ua MogIiC!, con obbligar- 1a a farlì Monaca ncl nl.bili/limo Moniftero di S. Zacheria. Q.1indi pafsò ad acca(adì con Gualdtïld& SoreHa di Ugo Duca e Marche(e di To[cana, che glì portò in dote a ITaillirni poderi, Servi, e Serve, ve- rifirnilmenre ver(o i confini del Fcrrare[c. Per dife(a di quefti beni , che erano fuori del dominio Vencto, egli :\(f"ldò molti Soldari (talia- ni: il che accrehbe la [ua b:lldanza in rnaniera, che cominciò a rrat- tar con troppo rigore il Porolo di Venezia, ed anaccar facilmeme brighe co i vicini. Dicono, ch' egli hrrm ienjis Caftelli Popuhtm liebel- la",'it; Op;terginllm. qllofj'4e Caftrum igne eon/umtum devaftat'i jujJìt; 'lon- "ullaque alia fè obJurgal1tiblls aJPera i1Jtutit. Ma finì male I' alterigia filii. V cnuto cgli in odio a [Uuo II Popolo, e form:lta un:! congiura con- tra di lui, quelia (coppiò nell'anno pre[ente. L aíralirono un dì, e perchè non poteano efþugnare il Palazzo, dov' egli ti difenJeva con alquanti [oldati, feguitando 10 fconfigli:uo rarere di Pietro Orftolo, vi attaccarono Ii tùoco. Le fiamme non folarnente ditlrurrero 11 Palazzo, ma anche Ie Chielè di S. Marco, di S. Teodoro, e di Sama Maria Zobenico, e più di rrccento ca( . Pietro Doge nel fug ire fu rrdo, e umtamente con Pietro [uo Figliuolo infame trucidato da i principali ðella Città. Ncl dì 11. di Agono tù e:etto Doge il (uddetto Pietro OrJeølo perlonaggto dt rara pieti, e di coHumi vcramentc Cri fbani , il quale s' applicò [0110 a rifare il Palazzo Ducale, e il Tcmpio di S. Marco" e a governare cùn fìngolar carid e giultizia if Po polo (uo. Da S. Pier Ddmiano C'), che Oarra quelto avvenimento, tali nntizie pre(e 10 Lle(fo Dandolo. Emerita d' e(fere not3W dirli dal meddlmo S. Pier Damiano, che Pierro Or[eolo Dalmatici Regni adeptus eft Pril'1- cipatum, oV\'cro ch' egil Da/1tlatici Dlle ItltS gubemabot ha[;eiuu j il che 1'0- ANN A L I D I TAL I A. 401 potrebbe far credere, che i Veneziani già fotrero in po['dro ddla Dal- E.., Yo!g. mazia. Ma noi vcdremo, che moito più tardi la Dalmuia venne fi,t- ANNa 97 6 . to il dominio de' V cneziani. Il Damiano per amicipazlone parlò cesÌ, perchè a' fuoi giorni la Da\mazia ubbidiva a quell' indira R.epubblica. V cggafi quì fono all" anno 997. All' anno prdenre notò Lupo Prow. [pat a (4), che_ ob(ede.-unt Saraceni GravÌ1zam, fed irr;to conatu;_ c che (a) L f>us Giovanni Zimifce I mperador glorio[o de' Greci diede fine alia fua vim, I!rð!jjFa 4 con fuccedcrgli Bafi.io, e CoJÙ lItino, Figliuoli di Romano juniort già mC rlrJI". J mperadorc: il che viene audlato anche da a-ltri Scrittori delle cafe Greche. N è fi dee rrabCciare, che nell'anno prefcntc fi:abilì pace e lega Sicardo Contr, e [tit[0 il PC'polo della Città di Gjuftii'J()p /i, oggi- dì Capodillria, col fuàd tto Pietro Orftoio appcllato ivi glorioþ.flimm rmeliaYflm D'lx. Lo Stl umento rapponato dal Dando\o ha Ie feguemi Note: ltJlperante Domino noflr Domino Ottone Sere;zifJim(/ 11l1peratol'e Âni10 !tl.1ItO (coli' Epoca incorninciata d po Ja mone del Padle) XlI. Alenfis Oflobris, lndiétione f/. corninciata nel Sew.mbre; e perciò nell'ilnno prcteme, e non già nell' Ann(1 Secondo, come pensò il Dan- dolo, purcbè tùfiìna, ch'tgli folIc creato Doge nel prelè:nte. Di quì poi abblamo, che l'llhia tuttavia riconofceva I' Jrnperador d" Occi. dente per Jùo Sovrano. Anno di C R 1ST 0 DCCCCLXXVI I. Indizione v. di BENEDETTO VII. Papa 3. di OTTONE II. Imperadore II. e 5. C Ominciarono almeno in qucfi'anno, e conrinuarono net feguente, Ie difcordie fra OttOite II. Augu1lo, e Lottario Re di Francia, a cagion del Ducato della Lorena. Non [ono concorJi gJi amichi SIO- rici, cioè Ermanno Contratto, Sigcberro, I' Annallila SallilOe cd al- tri, in afTcgnarc i tempi di queUe rnilitari imprclè. L' Annahíb lud- detm (ø) racconta fono il prefcntc anno, d altri fotto il Iè:guentc (b) .Am",I1;- ciò, ch'io (ono ora per dire. Perchè Lonario avca data la Loren:! >1 fi a " s;xi. - Carl(/ fuo Fratello, e <]uefli s' era collegaw coli' J mperadore, Lotta ::m;; ::: rio in collera POrtÒ I'armi fue in Lorena, e daro il [acco al Palazzo (ardum. di A<]uisgrana, Sedia del Regno, e ad ahri Luoghl, fc; He tornò in dietro. ünone irntato forte da quefie vioknze dd R luo Cognato, per atteflato di Sigt;beno ('), ("') cum ineflimahili exrrcitu profeculuS, (c) Sig,lm- conàiElo die, flilictl Kalendis OéJobris FrancÙJm imrav;t, quam ufilue ad IMS j" <;-hr. om. f/. E e e Ka. 4d.An1f'9 i. I (*) 'Vellendo con tfercito ;neflimabile, al giorno flabilito, cioì if primo d' 01- tobre fntrò in Fra;zci , l.l qutl'e girando fino al primo di DecemÑre, con va,".je flragi Je quci dl Oberto e di AdÛkrtu, chc è 10 fielfo che A/bct.to.. Anno di C R 1ST 0 DCCCCLXXVI I I. Indizione VI. Ji BFNEDETTO VII. Papa 4. di 0 T TON E II. Imperadore 12.. e 6. A Gli Anni preccdcnti e a parre ancora di quefio, app::rtiene un raccomo di Andrea Dandolo {..}. Scri,'c f'gli, che ritale Pa- (a' D..,, ul. triarea dl Grado, Figliuolo dell' uccli<> Doge Pic!,'fI Candial10 1F. per ,ChrJ;; o. conlÎgho d" a1cuni Vencziani (*) Saxoniam ad Impcratorm! properans, de Rr :' 1 4l:.c. flcÛ/ìtme fui genttoyis 'lIme/am expofuit, & remedium Ùllr/oravÎt. !!2..UC1lJ 1m- per.ltlJr de'/;ote jdfciticm fibi condoluit, & eum ficum m.1.fJCre rog1<;;;t. .'\g- glUgne apprefro, lhe anche Gualdrada già Moglie d' el1ò Doge ucci- 10, e Sort'lla di Ugo Duea e Marchere di Totcaf1 , Lege Sa/ica de- [pollfata, pcrchè verirmemc, di(cendente da Pddre é{ Avolo Froinzefi, tece ar.ch'dJa ricurfo con delle buone raccomandazioni aU' I mpcra- dTice Adcl.:Ûde, per inquietare il Doge novello e i Veneziana" Ma Pirtyo 01jcolo Doge dellramente tr:mò can d1à Imp r:ldïice, e p::r via d' unl comroíizione tjlÛctationcm obtinuit fuhJèquenter, per /mperatri- (em appr'Jatam P/,ictnti , DomÙlÎco Caririzano FenetDrum nUl1tio procu- rallte. Abbiamo ddU" Ann"lilta Sa(folic (b), che in quc:1l' Anno Adeihei. (b) .Ann..li- tlis Imperatrix cum FiJi Athelhâtle AbbatilTa in ltalia-n profdla, cft pro- ft.. S..xo .._ pttr quafJam di[c/Jf'dias inter {e & Fi'ium f.:ztl,zs. pero fi può credere, put! Eccard. che in quetti tempi teguilfe J' accordo tùddetto approvato in Pi;1Ct:IlZ'l. ddIla fùJdetta Augu(h. Noi abbiamo d.l Siro Monaco (.), che Ot- (c) S'YTusin tOIlC II. Augufto concepì tanta alttflzi"l1 d' animo contra de 1 b FnHì- Vu. s. /0,111- ma I mperadrice fua Majrc, quafi in rei pub/ict!! dilapidatricem. [.H[;: j./1 aflld . perch'dh1 (pendeva moho in limofine, e in ornare 0 dotar Ie Chi('fc. Mo/blUon. Ma Odilonc Abbatt di Cìll ni (J) nella Vita di quefia Santa Imr tT .1- (d' odi'o in drice tàive, che non F!lanc.lI1do alia Corre, chi h merteva in dilgra- VI/a s. A-' zia del Figliuolo Augu110 (e fra quefie fi può [o[penarc, per q lôl.ntl, de/haidis. dirò ahrove, chc v' entra{fc la Nuora Teofania) elf.. Adelaide n'1-1 in Iralia (ì ritirò, ma bcnsì nel parerno Rt:'gno dc l la Borgogna, ubI a Fratre, [edictt Clmo.nrado (Re di quell! cOhtrada) & nOtJiiitJìm ilfa- Ihilde ejus cUfJjuge, fu ben ricevuta. E perciò trißabatur de a/;fêntia tjus E e e z. Ger- (*) cDt'l"tndo in Saffi1Jia all' Imperadorc, e(þo{e fa '1ucrela intorno a/I' ucci- /iOt,C del jùo gmÍfore, e ne implorò /' ulZtlZda. COtJ cui I' Jmperadol e divo- tame/Jt, accllglimdolo ß cOildoljè, e 10 pre;} a trattmerJi fico. ... EJ. A VO}g. A"lio 91 . (a) P,trus DamIani ;n VitA S. ;R.oRJu",ldj . ,.,) c.nfill. ptrtlr;ni/4s Rift. Prin- lip, Lang.- .rJ P. 1. Tøm. 11. AIr, Ita Ii,. 4 0 4- ANN A L I 0' I TAL I A. Germania; / tabatur in ad-vcntu ;UJ tott:l BU"gul1ditl; r>,fu/tabat LlIgdu- num, quondam Philofophi mater & nutYlx, necntJfJ & Pie,ma nobills [è- des RelÞ. 0" CiÒ infenlee 11 Padre Mab.llone, che s'mgannatTe 1'1\n- naWI" fuddt:[[o sì nel raccontar la venUta in lraÏi.1 di Santa Adelaide, come ancora nell' .-\nno, prercndendo egli, che CIÒ feguitT.; fc}lamenti: neij' Anno 980. in eui S. j1]aiolo Abbate rieoncilio l'i\l1gulb L\1adre col Figlio. l\h avcndo noi qui I' alfc:rzione dcllo Storieo SatTone, e in o\trc quell.! del Oando:o, che dovettc prendere la l10tizia dell' ac- cordo [egulto fra Gualdrada e Pierro Orfeolo Doge, dallo Srrumento fat to in Placenza coll'interpofizlone dell' Impcradrice, abbiamo aHai fond,tmento di credere quell' A ugufla vemna di Gcrmania in lta1ia) da dove poi dovette paf1åre a V ieon:! di Francia. Dal O.mdolo IÜddetto vien fuficgut'lHt:memc ferino, e più diffu- famtme efpono åa S. Pier Oamiaeo (Q), e Ó altri, che hanno [criu& la Vita di S. Pietro Orft()/o, cioè del fopra lodaco Doge, che ;i[ten dendo cgli alle opere di Pit:tà, C;ccomc uomo di fånta vita, ma-co- Ilofàndo d' aver de i ncmici, che macehinavano Contra di lui, c pro. vando anche i rimorG per I' uccifione dd (uo Amecdforc: capirò a Venezia Guarino .Abbate di S. Michele di Cufano in Guafcogn.l, che non difl1cllmeDte pcr[uafe al buon Doge di dar un calcio at Mundo, c: dl abbracciar la Vita Monaflica. In fani nella none del di primo di Sencmbre dell' Anno prefenre Piett-o Orftolo, fenza tàr parola di ciò nè colla Moglie Felicia, nè con Pietro fuo Figliuolo, nè con al- cuno de' fuoi domefiici, ufd fegretamenre di Venezia, accompagnato da Giovanni Gradcnigo, e da Giovanni Morolino fuo Genero, per- fonaggi anch' effi dl rara pietà, e da Romoaldo celebre Monaco di Ra- venna, c poi fanto I flirutore ddl' Ordine Camaldolenfe, e da Marino inligne Anacoreta, s'lOviò in Francia, e qui vi neI Moniflero fuddetto di S. Michele pre[e l' abito Monalbco, e pafsò qUi vi diecinove anni crefcendo di vinù in virrù, di modo che dopo mone, rifplendendo anehe per varj miracoli, fu in qucl Moniítero ed in Vellezi.l onorato qU:ll Santo. .'\ Pietro Orftolo fuccedenc in quefl' Anno nd Duc.uo di Venezia PitaÜ CaHdiano, Frc1tello dell' uccllò Pictro IV. Doge. A queito avvi[o tornò a VenezIa Vitale Pat,.iarctl di Grado luo Nlpotc che dianzi dimorava nel1.1 M.nca di V crona. E percioecbè quefio Prelato avea [ommJmcme fcredjeati i V cneziani preßo 1'lnlper3dore Oltone II. fu f.pediro daUo fl:cßò Cuo Zio Doge in Germania, per ri- meltcrli in grazia: .. che egli feJiccl1lenre e[eguì. Manco di vita nell' Anno prel.cme Gifolfo l. Princi pe di S,lerno (b), e f uccedette a lui in qad Prmcipato Pandolfo, feeondogenito dl Pa;ldolfo Capodiferrø Ptilzcipe di Benevento e Capua, adottato per Figliuolo da eßo GiJolf.o ndl' Anno 974- MJ Pandolto (uo Pddre alTunfe anch' egli il tito)o di Principc dl Sa:crno, e vollc go..ernar quegli Scati infieme col Flg)iuo 10, in gUll:. cht potTedendo i Prmcipari d, Benevento, Capoa, e Sa- lerno, e r!:fgclldo in oltr:: il valio aHora Ducato di Spoleri, c I. MJrea dl Camcrmo, quaG la metii. dell'ltalia llava {otto il dominio fwo, ANN A LID' I l' A L J A. 405' fno, ed eg1i era [enza comparazione il più potente Principe d' lralia. ERA Volg. N è fi dee tralafciare, che tutti que' Principi erano di NtJzio1l LlmgfJ- ANNO 97t),_ barda, e s'intitolavano LangohardfJrum genlis Principes. Tali ancor:l furono i due Alarcbeji Oberti progenitori dell.! C.lfa d' Ene, e i lor Succdfon fi gloriavano d'df.1 Nazione. Tali pari- mente furono gli Anren:1ti della celebre Cont'elfa /t.1.1ti/d.z. Fienva tut- tavia in que(li tempi Ada/berto, 0 1Ì:l .1/1mto Azzo, Conte di Mo- øena e di Reggio, e Bitàvolo della 1ldf;1 Conte{fa. Si truova egli vi- vente anchc nell' Anno 98 I. come fi ha da un tuo Conrratro, rife- rito nel ß-:)llario Cafinenfc (a). Aveva egli duc Figliuo\i, cioè retial- (a ft ) .1I, ilr, átJ, che fu Succeífore ne' fuoi B.;ni e Srati, e Got fredo, che fu V t'- .d l eð;n_ fcovo di Brefcia, vivcnre anche il Padre. Moglie d' effo A/beau .AZ1:.0 ft;l1It. 61. era l/degarJe Domia piiffima, la quale per arrelkato di Donizone (b), l'J.! Dø'Ú , fabbrico il Monifiel'o di S. Gene60 di BretCello, oggidl ridn[to in /id "- Commenda, Foruficò egli maggiormence la Rocca di Canolfa, vi :a . '3: I. fondò ed arricchì la Chief.'l èi Santo Apollonio, in cui fbbilì WI:! ClJllegi'ua di Canonici, mut ta dipoi in un Moni tkro di B,'ncde[[ini, anch' efJo pa(f:uo dipoi in Commcnda. In alcunl Strumenn di 'reda/do Marcbeft Cu') Fighuolo fi (ruoVi\ anche 10 llcfTo Aibeno intuabto }'farcbefe. Leggefi ivi Cc) 'rheudaldus Marchio, Filio quondam 1dclberti. (c) JJte"jj itfmq:Je }\,[archio, qui p,.ofeiJo [14m e:lt Natione mea Lege 'Vivcre Lan;'(J!Jar- n; Iflor. d,! dorum. Ma ci è ignoto, di qual Marca sì l' uno, che I' altro toffLro Mo'!,{Jer. åJ inveftjti. AI prcfente Anno Ermanno Contra[[o (d) Lambcno da :;:o;1 Scafnaburgo (e), ed altri, rapponano la guerra, feguita fra Ot/one 11. (d,.ii,rmten- A ugu 11:0, e L,ttario Re di Francia; ficcome ancora la depreOìane dl nus c. ønrra - .Arrigo ll. DUCd di Baviera. Sono di eífo Ermanno quefie parole: éll s '" chr. T T - D B ' . & l ' D A,n tfi E ;r; TT. . ed'l. Can;f. .nemrlcus U:lt aJoarz , a IUS UX, J ugu}.en IS quoque pl}COpUS .n&In- (el Lam;,r- ricus, rebel/antes 111'lperatori, capti (3 exjiiio mancipati Jimt. Ducatumque Ius Sc/øafnll o BnjoarÙe Otto Dux Sue'Vorum cepit, Era quetto OUone fig1iuolo dl L,- burgenþs ;,. tolJo, da noi già veduro Primogenito di O[[one il Grande Impc:rado- Chronl". re. Confermò l'l\ugullo 0.[(00(: in quetl:' Anno i Bcni e Privilegj della Chiefa di Crc:mona con un Diploma (f) ditto X/V. Ka/mdas ft1a- jas, .Anno Domi1lic lncarnat, DCCCCLXXVIlI. Regni 'Vero Domn; Ot- tor.ÏJ Imptratoris AUf.ufli XPIII. Imperii 'l.:ero Xl. IndiEtione' J711. .Aé1um , Corte, quæ Alteflet dicitur. L' I ndlziona ha da dTere Sefla. Girolamo Rolli (g) [ana I' Anno pre[cnte, come egli crede, fllrporta così imbroglia(e e fl:ure alcune notizie fpettanti a Ravcnnà, che non fe ne può ben comprendL:re il fentò. Cita egli uno Suumcn- to, in cui Uberlo Yefco'VD di f'orlì ed alcut1i Arcipre(i,.. concedono ad Oneflo drÛ'C1efto'VtJ di Raver.na viginti l 1al1entes (c:rano comadini ob- bligati con una fpecie di fervitù al fervigio de'lor Padroni) con tune Ie lor vigne e beni eo ordirlf., (ondiÛQnrque, ut fi pcr Apoflolicos fa-né1øe Roman Eu/,!ite, aut per Oth,nern /mperatorem, media pars de diflriElirme Urbis Ra'C1emztE, & CumitatuJ Decimani, 'lue'VJ1 ipft (Hubc:rtus) cum Lam- brrto Fraire, llonefio (A rchiepifcopo) dedt1"at, fubtraEla fu fet, nec re- ftitNere intra fix. Menfts ipfe, nefjue -Larnbertus poJ!èt, llonrflo fas rJlèt i la- / (f).Anliqui- lilt. llal;c. D;J{trl, 18. (g) , RU;IHS Hlft,r. RII. 'IJ,.n. J. s. "'06 ANN A LID' I TAL I A. Eu Vo!g. A/IlII'lIttS, q1ti ftpr" ftrlp:i fu1lt, bOl]a'1u , tju .d JIubtrumJ & L/lmhtr. ANNO 97 8 . tum ibidem prtinerent, omnia te" re, pol1ÙJereque. I.,) Snumento fu rerino .Anno Pontifieatus DOi1l11i Benedifli jùmmi POtJtiÙis &xto, ficrjUt impe- rante DomltO Ofbon , a D o coronato in Ita/ill Anno X I. die 11. .Henjis ORobris, 1ndiflion fT I. ;n loco, qui dic/tur Gom; rfito, territorio Arími- nenji. Non fi-sa imendcre, come nd dJ 2. dl Ounble dell' .-\nno pre- feme potdTe correre I'Anno Se{to di Benedetto VII. Pana. Altre me- moric abbiamo, che indieano Jui crcaro Papd nell' Ann 97f. e però come mai può convenire: all' Anno pretènre l' Ani'1o 171. del ruo Pon- tificato? _Ne1l' Archlvio del Monific.ro dl Subiaco fÏ legge uno Suu- memo, 1cnrro Anno, Deo propitio, Pontifieütus Domni Ben difli fuml'JlÌ Pomifiei, & univer(al; fT II. P ap IV. lmpera1lte Domno Otto,, a D fJ (oronato paeijims lmperafor Almo XI. 1nditiione 171. Aler.fis A/artii di Sexta, cioè nell' Anno pretclìte. Un aJtlo fu fcrirro Altn' Pontificatus Domni Benedifli fummj Pontific; & 11l11rut fali 1711. Papte in faCYt1.JiffìmIJ Sed hMti Petri 1 I. ImpellJtoris Domni Olton; piiJlim; & p rpetuo Augu- Jlo, a D o eflro1'1t1ti, ./bmo Nr)1;Q, IndifliQi1e IF. i\1enfis Januarii die X. cioe neW Anno 976. Riwrnando ora aile p::-rJle deùo Suumento ac- cennato d:il Rolli, è con{iderabi1e il dirli, che fe dal Papa, 0 dall'lm. peradore foíTe tolta alI' Arcivereovo Oaelio media pars de diJiriEfione Ra'/;ennæ, & Comitatus D cimani (ccduro all' ArciveJèovo Oneflo dal fTe- fcovo Uberlo, e.da Lamberw ruo Frarello) in tal ciollo dTo Arcivefcovo retii padronc de g1i Uomini e Beni fopra Ilotati. Può e{fere, che fo(fc il) dilpm<. la Slgnona dl Ravcnna fra il Romano Pomefice, e I' 1 m- peradore. Ma giacchè abbiam rapport:uo de i Documemi rpen.lnti alla Cronolog'.\ (>ontlnz.:a, non va' fimrb fe07.a avvenire, cbe nell' Archivio poco tå mCI1ZlOnato dc:l rvloOltlero infi. 5 ue di Sublaco lì rruova un'altra Bolla con qudl:e Note: Anno, DeQ propitius Pmtifieatus Do- mn; Benediéli (ummi POJltifiei, & univerjåii Sepr;m; Papæ in facratijjim'l Sede br.ari Per,-j Apo/JQli crertið, 1l'}:Jp rii Domn; Ouonis JI'lgni Imp",'a- tor; ,Æ.,I(J Decimo, J,zdifliofJe fT. ft1enje .,ip,.,lis die XXViii. eioè nell' .Anno 977. Ora da I fuddeui Documcmi rilultJ, cbe Ben d tto fTlI. fu a(fumo al Pomlficaro 0 tùl fine dell' .-\m.o 97+ a lul pnnc ipio dd 97f. AII'incontro in Ravenna fi truova dlo Papa prolT.otJo al Pomi- fif.:cirO un' Anno 0 due prima. II Poldre Don Pier Paolo Gin"nni l\b- bate Benedenino, diligem'llìmo raccoglirore delle memorie antiche di Ravenn:!., ha f('()perro due Strumenti, I' uno fel irro AmJo Pontifi. latus Domni Bt'nediffi Decimo, lm ".1me Ottone in Jtalia AmID XI'. di6 XX IP'. J)ecucbris, 1ndiEliont X. Ra-.:en,ht', che indIca )' Anno 982. re- gf1anre Ottone I I. Augutlo. L' <11: ra fu tcrirto Amzo Pontzfie{ tus Do- JIm; Bellulitli Ofla?o, die XI. dprilis f r Il1difl:onem P Jl J. cwè ndl' Anno 980. da' qu.ili Strumtnti vcggiamo antlcip"ro d' uno 0 di due :1nni il rrinciplO del di lui Pomiflc.lto. Cht" è quì da dire? Alrro 10 non fo immagmar , fe n_on un I ipiego, che io nondlmeno (imo tl fri- m a confdlar p')co verifirr.de. ClOè ehe i RJvegnam confor.ddlero jnúemc j duc Bt:nt'dcnj, doè il Sefio c it Scttimo, con credere, che il pri- ^ N N A LID' I TAL I A. 407 it primo urcito di carcere avdfe conrinuato a federe nel1a Cauedra di E.. A Volg. San Pietro, e che ptrciò attribui!Tero an' uno anche gli Anni dell' al- .hNNo 979. [ro, mentre (uccedettero sì da vicino I' uno all' ahro. Fòrs' anche tali Carre potrebbono far dubitare, che B nedct[o, da noi chiamato Se- fio, non foífe firangolato, ma riforgeífe. Anno di C R 1ST 0 DCCCCLXXIX. Indizione v.. di BE N.E D E T T 0 VII.. Papa 5. di 0 T T 0 N.E II.. Imperadore 13. e 7. P ER attd1:ato del Dandolo (d), Pitale CalláÙm,., creato Doge' di Ça) D h .%IJJul. V " II ' A d d IT' r. I . , 111 C r,mCl eneZla ne nno preee cnte, opo, aye r pallato 10 ameme.un T. XII. R.,r. anno e due Mefi r govemo colla fanita fempre Lmgucnte ed afflHta ItalIC. d varj malori, infcrmoffi gravemente; c pe;ò qu:urro' giomi' prima' d. morirc', fa[[ofi ponare al !vlonifiero di Sant'llario, quivi prefo Jt abico Monaí1:ico, e Farra la profeffione, pafs'ò a miglior vita. Tale era aHara il pio coftume di molti, perfuafi di afficurarfi in tal manic- ra I' cterna loro falme. E refia tuttavia. qualche vdHgio di queí1:' ufo nell' abito Rcligiofo, con cui molti, e non men de' buoni, che de' cat- tivi., fi fanno, portare alia fepoltura, e1 ggt",do aHora a1cuni ciò, chc forle (p.rezzarono e derifero ill lor-:> vita. Fu in luogo di Virale pro- clamato Doge di Venezia '/'ribuno 1\1emmo, perfona a/T."li f\Coltofa, fot- to il quale per pcca fUI cura accaddero varj fcandali e [concerti in qudb nobil Città. Perciocchè nata nemicizj'a fra i. Caloprini e Mo- rolìni, patenti Famiglie di Venezia, i prirni un giorno fpalleggiati dal mcdefimo Doge prefero I' armi contra de gli altri, che ebbero 1a fortuna di falvarfi, fuorchè Dùmenico Morofino, che retlò vinima del furor de' oemici. Io non so, onde abbia trano il Sig!"mio (/0) ciò, (b) Sigøniul eh' egli racconta fotto I' A'100 rrefente. C:oè, che inforfe Ulla gran de R.gno guc:rra in Iralia, q:tippe Ba/Ùius & Conftantin:lS Imperatores turpe rati, Ital. lÎÞ. 7. ft 'Vettre. tal an1lorum Apuliæ, Calabriæque fuiffe pl)ffiflione dcjeélos, Sa- ,"acenis, 'ill'S nuper CretlJ eyegerant (abbiam veduto, che l' I fola di Can- dia fu ritolra a i Saraceni I'anno 9 I. (0[[0 Rom:mo iuniore Impera- dore) mai.na mercede conduélis, /taliaw inva(erunt, & Barrio, ac Mate- ra expugnatis, Apulia primum, deillde, nemine prohibente, Ca/abriatll re- ceperunt. Ma a chi rirollèro i Greci queUe contrade? Se i Sar:oceni emno in loro aiuto, dill:: mani di chi Ie avran ricuperati i Greci? A me non è venuto (otto gli ocehi anti co ScrÎ[[ore alcl1no, che parli di sì farro avveoimenro. E noi vedremo in- breve i Saraceni pott:nti in Calabria. Lura ProtoCpara (oun quefi'aoll') fcrive (c): Oecidit Por- (c) !.MPIIS phyrius. Protofpata Andream Rpi{copum OrieNftm i}!enJè dugu(li. A Itl"a av- I'r to{ÞatA ventura di conlèguenza non doveue egli laperc. E pofeia all' "anno ill chm i,._ 982.. nota, che ia Ciuà di Bari fu confegnara a i Gre('i: come dun-- que fe na lmp:.dronirono in qucCt' anno? Per altro è celto, che po hi anm ....:>8 ANN A LID' I TAL Y A. l!u Vo1g. anni prima aveano i Greei pcrdu[a la Cirtà di Bari, e fceo, come tì 'ANJo:? 9ï9. può credere, la Puglia. Ccdrcno l'anefia (a), favellando di BaGlio (a) <:tå:;:- e Collamino Augulti Grcci. In Italia, dice cgli, quida n 'Vir potens, ::iib:s. n. linUS de iis, qui ß.'it im inco/ebant, nomine fl,le1es, c01Zcitatis Lonrobardis, contra Rom_nos (tal nome am ibuivano a fc ficffi i Greci t movit . !tuumque bnperator adverfus hun. mi{iJ!ct RajiJium Argyrum Sami, & Contolconem Cepba/lcni PræfeRos, iMeles i/lu{iri eos præ/io 'Vicit, multis cæfis, haud paucis captis, reliquis turpi fuga 'Vitam tutatis. E' da fiu- rire, come Luro Protofp;tta nulla pdrti di qucUo f.Hto, qUi\ndo fia vero. Tanto l' Ughclli (b), quanta il Bmdoni (c), rapponano a quell' anno un Privilegio conccdmo a Sig fredo JTefcovo di Parma con queUe Note: Datil Nonis Aprilis, Anno D01J1inicæ lnfarnationis DCCCC LXX IX. 11fdiflione YJI. Anno 1ertii OtbD-11ÌS Regni ng1'lante Sexto. AElMm tite- lemburgi: fcnza pumo badar' eHi, ehe Onone Terzo non era per an- che naco in queLl' nno, e che allora rcgnava Onone Secondo Impe- radore, e non già. fuo Figliuolo, e che l' lndizio,z P Il. non s' ace or- da coll' Annø VI. di Orronc III. Sarà Forie un Diploma vero, ma al- tcraw da i Copitti ignorant!. ,-Usn/ol:e Imperiale Parrizlo ed Amipaw, d A' cioè Proconfole, fi Huova Duca d. Amalfi (d). Qyclti I\cll' anno 98z.. t li'. n .9 : fll dcgradato dJ Oferio ruo Fratello, il quale dopo avcre regnato un' tal. 2.10. anno e no\'e Meiì, maneò di vita, e diede adito al fuddet[o Manfone di ria(fumere il govcrno di Amal,fi. (b) uZhtli. 1/111. 511'1'. Tøm. 11. (c) Borå'II. Tl.tJllur. E"ltJ. P.r- mtlli. Anno di C R 15 T 0 DCCCCLXXX. Indizione VI I I. di BEN E D E T TO V II. Papa 6. di 0 T TON E II. Imperadore 14. e 6. E RA finqnì durata la nemiciz.ia di Ottone I I. I mperadore con Lot- tario Re di Francia a caglOn della Lorena, Provincia aHora d. gran- de ellenfione fra la Germama e la Gallia. In que(l' anno ebbe fine. . Scguì un' abboeeamcnro fra lora, e per aneltat-.> di Ditmaro (e), Lu- {-e) g tmllr. thanuj Rex cllm Fi/io fuil1let, . ?11lmeribus magni{itis ad Ottonem 'lJellit, iä. 3."'nlCØ & jibi fatisf.cie1Js, amicitiam ejus þrmiter 4IcquijitJit. COSI hanno altri ( ) Á1:II 11S Sermon (f). E Sigcbcrro aggiugne (g), che Rex Lotharius LQtharill- Rzltluhll- gia1'll abjurat. Ma il Cominuatore di Frod rdo (h) ÎCflVC, che Ono- .tt s liJa ne Augufio rieonobbe qut! paefe in I<\-udo dal Re di [ì'rancia. Lr;tha- !Uø ". , rius Re F,-ancorum (ontra vQluiJtatcm Pri:Jâptli'J R6gni fui Remfs paci- (g) sj!,h rt. ficatus eft CU11I Othonr lmperato,-e, dedltqui' O,hQni in bCjJeficlum Lotba- ."Chro"IIØ.. rÌ11giiiC' Ducatum: quod 11J{4gis corda prædj{fo,-um PrincipllHJ colttrifla".JÏt. La- o;, C';t' fcerò io dlfpmarc intorno a quetto pumo gli Erudl[l Fral12.eti e Te- "' :; .::å dcf('hi; pnchè quel ContÎnuarore non è di rale antichi[å da porcrli DU-CbtJ'n, ripofar ful (uo deuo. In que1ta maniera avendo l' AuguHo Ortone af. To. II. R,r. ficurata la Guiete delta Germania, rive.lle i fuoi pcnficri all' I [alia. Sra- Fr411t. vagli a i fianchl 1'lmpc:radrice 'reÐþmia fua Moglie, <;he gli andolva m..:t- ANN A LID' I TAL I A. 409 mettendo in capo deìIe pretenfioni Copra gli Stati poíTeduti da i Gred E Jl A V')lg. Augulh in lïalia, per dfer' eUa Figliuola d' un Greco J mperadore : AN :O 9 o. con chc s'invogliò il Madro di tent:l,rnf' 13 conquif1:a. Sf' fi ha da cre- dere ad un Cominuatore ddla Cronica di Frodoardo (.J) preíTo il Du- la) l-lt11J CheCne, fu egli in oltre chi n1ato in halia dal Papa, per pmvvedue Ibidem. a i mali umori, che più che m:1i _ ferpeggiavano in Roma. E':locatus a Papa, ut Ecc/efiæ fUCCtlinret, in Itt"liam, ubi Apuliam & Calabriam Ita- liæ PY'o,;;incias ad .irIS fmperii Gr corum appenJentes, ad Tmper;Utß Ro'PZ /,- num conatus transferre. In quel1' annn per Teflimoni:mza dell' Annalifi:a Sa([onc (b), la fuddett:\ Imperadricc Teof.1nia p.UTnr: a\1' Augullo 1\11 (b) .ÁntJifÍ;- rito un Figliuolo, appellaro Ottone III. che fu poi Re cd I mpera- ft.I Sti>:ð dore. Calo dllnGUe In Iralia O[TOne II. Iml-,eradore neB' Aurunno atu; Ec- dell' anno correnr'e, e giunro a Pavia, quivi fi pacificò colla fao- c"r um. ta Imperadrice Adelaide tùa Madre. Non van d' accordo su qllefto pumo Sant' Odilone Abbate (c) di Clugnì, e Siro Mooaco Abb1tC (c) Od'/ø in d' cOo !\.1onitiero (el) prima di OJilonc. Secf'n;:\o il [uJdet':(\ Odi- Vita S.?nr1. lone, penriro l'Imperadore de i dis uf1:i dati alIa Madre, fpf'dl a Adhelheidi!. C J l> d - B S IIÆ' I d ' M IT: 1 . d ,. (d\ SyrUJ In orrciuo J.\.e I .orgog , a . ll'laJO 0 e I! elll, con preg r I T In- Vita s. }'1 - terporG pcr 1-.1 nnconcJllazlone e di condurre Adelaide a PavIa. \; cn- jøti. nc ella in fam a quella Città, abbncco.ßì col Fil71iu'11o, ed :1mendue non [cnl.a lagrim fi pacificarono. Siro :Ill' incon 'o fcrive, cnc nan att ntanjofi a\cuno dc' buoni Corrrgiani di :1prir bocca in favor J' :\de- hide, [olkcltato S. Maiolo da molti, (j ponò alIa Corte, e CN1 gc- nerofa franchczl.a talmeme ne parlò all' fmperadore, ch' egli fi diede per vimo, e andò a ginarfi a'piedi deila Madre. Nelle linnutal.ioni aIle Leggi Langobardiche (e) ho io fcrinn, che qudh riconciliazione feguì in Verona nt!ll' anno 983. Ma elra è indub!uramente dol riferirli all'anno prefeme. Da Pavia pafsò I' Augufto Ottone a Ravenn1, dove per relal.lOne dell' AnnaliQa Sa(fone celt'brò il famo N arale. Della Cua permanenl.a in quella Città ne 2bbiamo anche la retlimonianz.a in un Diploma (j) da me dato alIa luce, in cui egli confermò a i Canonici (f) An61'1. di Parma (inurventu ac petitione Domjn noflrð! {Hatris Adelaidæ, già Italic. DiJ- riconciliara con lui) tutti i loro Privile q, Y. Ka/endas Januarii, .dnllo fert. dt Dominic incarnationis DCCCCLXXX. Indiêlione Nona , Re"ni vero Do- .') mnj Ottonis XXI!. (dovrebb<: dlère XX.) Imp rii au/em ;us XIII. (dee dfere XII Il. facile errore del Copi f1:a) .1ilum Ravennæ. V unk I il Sigoniò (g), che O[tone appena arrivato in Italia rendTe nel l\lelè ( , . d'_ Agot o una folel nil1ìma ie,ta_ de'. Prir:'cipi Italialli in. o l aglia ul d ) R i:;"uS I->Iacentlno, dove h fece glUfbl.la dl chI aVea mo(fe fedll.lotll In Italta l1alÚ IIb.l. e furono conferiri Feudi a varie perrone, e fra l' alrr a Dmfranco Braccifot-te Piaccntino. Aggiugne, che 'Üdaldo Figlmol."J dl Alberto 1zzo Cù!1te cd ..\ volo della COi1t !!a l'v!atilde fu dichiararo M.ucheCe dl M.1O[()VJ.. 1\1.1 nulla di ciò Cul1ìl e. Nel dì 7. Ouobre era tuna- via dllà da Momi l']mperadore Ottone II. com con U:l Cuo Di- ploma pruova il Padre Mabillone (b). In que' tempi 0011 v' CI'.l Mar- ch..;re dl Mamova. S::nu dubbio Tda/do portò iltitolo di illarchefè, rOfß. V. F f f ma (e) Re,-. ltal. P. II. Tom.. 1. (h) Ma/,ill. .A n"al. Be- n. -lid. Ild .Ann. 98c. .po ANN A LID' I TAL I A. E II. A Volg. rna con refi:are tuttavia ignoto, onde a lui veniíT'e quefi:a denominazio.. AI\NO 9 81 . ne. Ed è una favola quella del Blacciforte. Anno di C R 1ST 0 DCCCCLXXXI. Indizione IX. qi BEN ED E T T 0 VII. Papa 7. di 0 T TON E II. IInpcradore 15. e 9. (a) Rub/us E RA tuttavia in Rav nna r Augufio Ottone II. nc:l dì I r. di Gen- Hijior. Ra- .J naio, cit:lodo il Roffi (a) un fuo Iliploma, dato XYlll. Ka/. Fe- 'lib nn , lib. . hruarii Anno Domjnic Incarnationis DCCCCLXXXI. Indiflione IX. Re- þ2 :a:all- gni !X. -''!Iperii X IP. Ra'!1ennæ. Paf ò dipoi a Roma _p r ttdhto "!Uti ,_ de:1I Ann:thlla Sa{fone, (II) In comr g",a deIif' Augufie, cwe dl J1de/ai- ulrdu1D. de fm. Madre, e di creofania Moglie, e vi fålenizzò la Pafqua . Confe:rmò ::t1l' in{jgne Momftero di Farfa i fuoi Privilegj con un Diploma (c) dato III. Nonas Maii, Anno Dominicæ Incamationfs DCCCCLXXXI. /ndlflione PIlI. (Ccrivi J71Iff,) Imperii autun ejus Xl?' /filum Romæ. Un' al,.ro fuo Diploma in favore del Mo- niflera di Cafauria fu fpediro ,XIJ7. Kalendas Maii nell" an no fud- detto, IndiBione Nona, Regni 'Vero Domni Ottonis Secundi J7icefiTJI(1 , primo, Imperii autem ;us Decimo quarto. Aflum Romæ in Pø/atio juxta Ecclefiam beati Petri Apo(loJi, cioe': fuor di Roma, dove foka- no abirar gl' Imperadori, alJorchè andavano a qudl' Au u/1a Cirtà. 1.0 /1e<nte Fiona na- vale, accor[ero a fof1enere gl' interefli de' Greci, e fors' anche i Jor proprj. A yea l' I mperador Ottone anch' egli un gagliardo efercito de' fuoi SalT om , accre[ciuro da un buon rinforzo di B.\Varefi ed A lcman- ni. In perfona era venuto QUone Duca di Riviera e dl Svevia, Figliuo- Jo del già Litølf() [uo Fratel10, a rnilitar [otto il di lui comando. 01- tre a ciò concOifero aHa di lui Armata i Beneventani, Capuani, Sa- lernitani, ed altri PopoH de\l' Italia. La [ua prima impref.1 fu }' a{fe- dio di Taranto, Ci[tà difc[a e teoma da i Greci, eamque , come dice Ditmaro, 'Viriliter in par'ilo tempore oppugnatam de'Vicil. Pro(eguì il viag- gio in Calabria per azzuffarft co i Mori. A tuna prima Ii rtJÏfe in fuga, ed obbligò R ri[irarfi in una Cinà. UCci[i poi colloro con bella ordmanza in campo, fi anaccò la crudele battaglia. Gran macello fe- eero i CriCb:1ni dl quegl' lnfedeli, sbdragliarono i loro [quadroni, fe- cera fuggire i reflanti M.l mentre i CriLliani sbandari [on dictro a raccogllere Ie [poglie del campo,. eccoti a mio credere comparir di nuovo raccolri e fchierati i Saraceni, che [enzl trovare refitlenza, mi- fero a fil di [pada quanri de' Criltiani venrrero Inro alle mdni,. e reO:a- rono padroni del meddimo campo. Perirono in quell'infelice conflit- to non già il tùddeno Ottone Duca di Alemagna e di Baviera) come vuole il SigoOlo, perch' egli tornò in Gt'rma'lia, e quivi rnancò di vita, nel pretence anno; ma bensì Arrigo f'e[co'Vo d' Augu>- dolfo Principe di Benevento e d, Capua, con AtenolJo. March (e ( forre dl Camermo) ruo Fr.ltello, ed altri Principi. Velèovi) e Conti. Altri ancora rc1hrono priglOni e convenne loro rifcatt;1rfi con gran Comma d' oro. Þ<3orum unus (tÚive EpiJannn) erat VercelleHjìs Epifi"opus, car- cere diu m.Jceratus apud Alexandriam d' Eoitto. Le memorie deJla Chie(.1 . dl VercdlJ prctsò I' Ughelli (a) portan , che circa queLli tempi Pietro. (a) - Ughtll. II. V CICOVO d. quella Chielå andô per f ua divozione a i Luoghi {anti llnl. Saer. d' Orieme e fu prdo e tcoUto gran tem p o in P ri ione. Tornato po- !tlm: ,lV. . V '-J In Elifeo, l Ja a Lrcelh, do po 1a morte fu aggregato al ca[alogo de' Be3ti. Ma VtmU,nj:. S cgh per d'SaV\'elìmra,. Cecondo gli abufi de'Sccoli barbari, folTe ito aHa guerra, e fra i comb:memi avefTe voluto f.\T d 1 prode (il che non ft_ puo ora cilial ire) non [arebbe un tal Santo approvaro daB'! Chie[a dl DIO. Succcdctte quel1:a campale sfoTtunata battaglis, Cccondo Oltma- 1'0 1/1. Jdus ]u/ii, e [enza fallo in queft' anno, come s' ha da i iuddetti SCTluori. JndlTno pretenJe il P. G"mola (b), che LandolfQ Jr._Principe di (b) Glltl,i Benevemo follc tunavia VI\'tlnte nel Novembre dell' an no prefcnte, Hi . Mona- C che pcrciò {j debba trasferire la batraglia Cudde[ta, in cui egli pe- {ttr(. caft- rì, all' anno Ccguente. Dee pat ire qualche difcrro il Diploma da lui ntIJ. adJbt- , 4 r6 ANN A LID' I TAL I A. 1:.11. A Vo1g. addotto , ed dro apparterrà all' aooo precedence, potendofi raccoglierc ANNO 9Rl.. da i Oocllmenti da me Pllbblicati nella Croniea del l'vIoniítcro di (a) chr/lnic. V ohurno (a) , che Landmo/ro fUI) Fratello. do p o il Lu g lio dell' anno Vultflrni :J I ... 1 P refente cominciò a re gg ae i1 Ducaro di R.:nevemo , e che per con- P. 11.... , Rtr. Italic. feguente era mancata di vita Lando/fo 1fT. ScrifTe il Sigonio t h ), ehe (b l Sigonius i Romani e Benevemani tenendo d<\\'anti a gli occhi Ie crudelrà efer- tk tg " citace in Roma da Ottone II. ful principio di quel fdUO d' armi, de- lta I#. . 7. camparono, laicidndo colla lor ritirara efpoUo il ri:1unente dell' efer- cita Ce(,reo a1la disgrazi3, che da It a poco avvcnne; laonde neU' anno feguente Ganne -sfogò la fua coller.t comro di Benevcllto con a{Tediar1o, prenJerlo, diroccarln, e trafportarne il Corpo di S. Barto- lomeo. Ma il Sigon:o troppo incautamenre feguitò gui Gotifredu da Viterbo (r.) parlante della crudeltà di Ouone, della pre/a di Bme- ventO, edell' afportamc:nto del f.1cro Corro fuddetto: che Ion (lute fole mancanti affatto di verirà. Se LtJndo/fo I V. Principe di Bene- vento lafciò la vita in quell a funefia bauaglia: come fi può credere, che i fuoi I' abb:lOdonafTero? Anzi Ouonc conCervò la fua grazia a quelh Città, eomentandoû, ehe A/ollr'" M,drc d' cfTo Landolfi) go- vernafTe da Ii innanzi quel Ducaro uoitamcnte con Landen(J fo aIrro di lei Fig1iuolo, i D'plomi de' qmli cominciaoo a comparir da qui in- nanzi. Ora torn.mdo all'lmperndore Ottone I I. da che egli vide sbara- gliato, e \a maggior parte t1gi iato a pezz.i da i Saraceni I' efercito fuû, Cd) 'Ditm.r. cercÒ fcampo dJILt p rte del mare Cd), e adocchiara una Galea, 0 fia in C/'r. l. 3- grofTa N .lve di Greci, venma a uccogli re i rributi in C.tlabria, fpin- Ie il cavallo neB' aC'lua, e fu da un lolJaro Schiavone, che il rico- nobbe, introdO[[O in efTa. Datofi anche a conofcere fegrctam me at Capir:m ddla N .lve, il l'regò ed orrenne, ch gli lafcialle fpedlre un Me/To all' Imperadrice '['t fanja, perch'ella mlOd::rebbe montagne di danaro c di regali per ri ca[[arlo. Stava e/fa Augulla nella Ciuà di RofTano, Patria di gue! Giovanni Archimandrit-t, che abbiam già \'e- duto divenmo Abbate di Nonantola. E b::=n inf'rmu:! di gue! che avcffe ad operare, allorchè compaf\'e Ia Nave Greca, ft:ce ufcir di RofTano una gran frorra di giumenri tutti carichi di fome, credure pi ne d" Of(} e di regali prcl.il)!ì. In a1cune barchC'tte, dove erano de i bravi foldati vdliti da marinari, -s' accollò alia OJve Greea 'l'eoderic, Ptflo'VO dl Metl., per conchiudcre il negoz.io e il c:lm io. Condouo fulla proda r Augutlo Ouont=., aUorchè !ì trovò allot vifia de'IÜoi, f1Jandoû del fuo ben faper nuotar, friccò un falro, e \.mciolIì in ma- re, e perchè volle ritenc:rlo pc-r b vdte uno dt:' Grcci, û gll:td,'gnò dol. uno de Soldati TedeCchi una fioccata, che il f;:ce cadcre lodi [ro, e mlfe fpavemo a tutti gli alrri, in guifa che I' I mpcradore nliotand.J, e fegllitato da1le barchcue de' (lIoi, arrivò in f3.1vo al lido. Rim11li i ( ) .ArPlu/f. Greci mrri confufi, fe n':mdarono con Dio, aIrro non portando fcco, ltiftor. Mt- che un rimprnvero alia lor bJlordagp'ine. Arnolf.') 'Storieo Milancfe ølan ';f del Secolo fu(fegll nte \'uole, (,) ch i Greci rcíhfTero in altra guílã R.:;" ltaii,. burlati. Cioè mJltrò Ottone di vokr fcco la .'\10gh colk rue: D.t- I11lgcl- (I:) GoJifrt- J,IS Viter- l>it1lJ. in Panth. -.. ANN ALl D' I TAL I A. .P7 migclle, afficurando, che porterebbono un'immenfa fomma d' oro c Ell A Vo:g. d' argento con loro: (*) 'lUmque fore permijJùm, ,?iros adolefcentes mu- AN O 9 5 1.. liebriter fuperindlltos, [ubuH autnll accznB.os. m cro1lJbus ca"tijJìme 'VCrJire manda':JÎt. Ubi 'Ve,'o ingrefJi funt nawm, IlIleo ,rruentcs in hoflcs, e'V'lg,i- natiJ fmlibus, iNdifferentcr fjllofque trucidant. Interim [altu percito profil'ens /I Jl9'Jpcrlitor in pd(/gus, nat{wdo e.-:;ajit ad littlls. liber & læ/us. Undc tel'rc- felEli trallþ'Vel unt hopes dd proprÙ;. L '. Anommo Scrittore delJa Cronica dcIla N o\-aleiå (a), anch' egh pari.! dl queHo fatea con alcun' alrra cir- ' a) cl: - , 11 0 C \ .n/oz/c. colbnza. Giunea pofcia 1 Au u 0 [(onc_ a -aru , per :utdlato di ^' 'fJa[l(/tnft Lt"on.: OI1ic ntè (b), firma'VÍ1 Princip.wmz rebëlæ Pandulfi (Capodifcrro) P. 11. 1'..1. Prin:inis At'oari. , & Fiiio ejus Lmldenulfo: dal ch lí può fcor g ere, Rtr. 11.[/(. L . r l - I I ... d - I " S - Abh ' "(b) Lto 0- CIII tot c nc_onOICIUL> I ora per oJo.vran() " ueg J _ rau., _ ,Iamo III flitn. chr. quelh tempi lJ. fondazlOne del nobile MonJIIC:ro dl S. GIorgIo m.l\.1 lib. 1.. c. 9. Cmà di \'cnezia, d,na alia luce dall' Ug ldh (e). VC:,defi fcri [O quello (e) Ughdl. Snumento Anno ah IneaY11at. RedemptfJHS 1'J!Jfin DCGCCLX.xXll. Im- llal. Sarro per.mtiólf.s D01J/l1Iis Vafilio & COlljlantino F,-atribilf populo ROïncmo (quc:- !om. v. Hi ed alni hmih sbagh fon fre<.:jueml nell' Italia acr;1.) Qui s' ha da tn V nttj, fcriver.:, c('m .riCuita dall Croni.ca del I?an.do1o (d) F tribuJ-, FiNis ( 'r;;; d 1. fuond.lm Romam Imperatorzs magnlS & pacijiczs ImperatorIJus, Anno au- in chronic. tem Irrlpel"ii eorum pon obilum Joh'lnnis Cimifei (lC.ri\,j ZimÙlâ) Unde- Tom. Xl . c:mo au: XX. Decemb,-is, lndiilione XI. RI<;;fI..;/ti. .-\ pr ena ritoJïl:J[o dalla Rtr. It"llc. baua 'l:a d, Calabria lanD e falvo in {Jermania il lupra mentO\'ato Ot- tone Duca di Rlviera, quivi diede fine alla fu.1 vita. 11 Oucato dell' Alemagna, 0 tia della Si.levi:\ toccò a CfJyrado (t'), e que! della B:1- (e) .Annali- vlcra nell' :mno feguenre ad Anigo FJglJuolo dl B-=rLoldo, drendo [ut- a Saxo. tavia in prigione il già depollo An igo, Cugino germ 100 di Ortone JJ. 'Dl, : ;"' Augullo. Mancò d, vita 1!1 quelt' auno Gio'Vanni Duca di N 3poli, pCI' J:pifl. v. quanto s' ha da S. Pier Damiano (f). cap. 13. Anno di C R 1ST 0 DCCCCLXXXI I 1. Indizione XI. di G 10 V ANN I XIV. Pap.l I. di 0 T TON E III. Re di Gamania e d'Italia I. T Enuto fu nell' anno preCente un riguard.:vol Phcito in Roma, da me già daro alia luce (g) .Æzno POiltijicatus Ðwmi BenenlEli jum- (g) .AntiquI- mi POII! fici & unioz:erfalis Papæ VII. Ânllo ViIIl. fioz:e DomlJo ÚIlO1iC tat. lta/l(. rom. 17. G g g 11. 1I1a- D.ffcrt. j. (<<') ed effiJzdo flato pe,"meifo, comatJdò, ehe con ogni may,ior C'II/Ie 'a oz:e- niJ/èyo uomini gi()'Vani vefliti da donna at tii Jòpra, JùtlO {oi alm:lti di pugnaii. Clime plJi elitrati .IìlrfJllv lie/la Na'Ve, jubJto ajj..!ta ,(IO i net,ÚÚ, ;gu mate Ie jpùde tutti ttucidtJno indiffcrmtC1'Mllle. lflt:.n'o COlI r..:dot-e fàlto gettandojÏ J'lmper,;,dore in mate, nuotando at riOZ:Q al J,do lib 1 0, e lielo. Gildi jþ,,'z:entaJi i 1JemÙi pajjàrOIJi .sl J()r(). 418 ANN ALl D' I TAL I A. EII.þ. Vo1g. II. Magn, /"'I'tratore fu C,rollafionis uintotftri",o AnnD, ftd & bUþls ANNO 9 8 ]. Apri!is /\.ím.f:s /;rdif!io Xl. In v c åi ß Imperio e Regno di porrar da Ii innanzi v.:novaglie a Vt:nezia, e a' Vencziani di metrer piede nelle Terrc dell' Imperio, II po polo an- cora di Capod:ugere fi ribellò ad eßì Veneziani, e fi diedc: aII'I mpe- radore, con riconofcere da lui LO!'eo d :\ltri fiti. In oltre il Velco- vo di Bclluno occupò \'arj Beni del V cnero dominio. Allara fu, che crril!lno Do. e fece dirupar Ie cafe di tutri que' Cirrad.ini '. ch.c ran ri- carLI all'Imperadore, e merrere in prigione Ie Mogh e I Flghuoh 10- ro. M.1le e peggio farebbe andata pe; gli Venc2.Íani, fe non fucc - deva colla mane di Ottone un gran cambiamento di cofe. Ma avami di l1arr.!r quella mone, cony iene aCCr'nnare, che eOo Impcradore an- dò Prima a Pavia, dove IX. Kalendas Sepfembrij prope F/uvium CJíd- (t:) chrlnj . num diede un Diploma al Moniítero di Volmrno (c). Di là pafsò ne' YNlturnenf. Principati di Bene\'enro e Capua. L' A more della Cronica di Cafau- P. 1I. ro. l .l. ria fcrive (d), che Anno ab InCar11'ltione Domini DCCCCLXXXIll. 111- J(".. Ita Ir. _1" Xl I) Q S d J . .d r ./". (d) chrønic. alEllon, . qllum. . omnus Ito ecun us "!'perator 111 'P U lar pro!': C4jaurien. Elus, & QUane Fz/IO (uo cortmato (ma non Sl prefin) apud Parzm ( cJOe p, 11, To, /. ßm) Civilatem Wll1J(nt, Johallnes PÙmmfis Epifcopus &c. Ma forfe er. italIC. v' ha dell' rrcrc. Veggafi il Giudicato nelle GlOme alia Cronica fud- detta .Ci [omminiítra ancora la ClOaica del V olturno due alui Di- plomi ANN A LID' I TAL I A. ..p. I ptomi del medeúmo Augulto in favore di quel MoniA:ero, amendue E. A Vo1 . clui 11. Urlarum lVfi'Vembrium Anno Dominice Incarnationis DCCCC- A)jNO 9 8 3. LXXX/II. lrJdiElifme Xl. Re ni 'Vero DomlJi Secundi û:tollis XXP'l. imperii quoque ejlls XP' /. AElum Capue. l\1a forfe qudti fon da rife- Tire all' anno precedente. Ancor qUI abbiamo r anno XX V I. del Re- gno. Ne gli originali talmeme farà flaw fcrirto XXIII. che i Co- pilli 1'abblano, 1i come è facile prefo per XXVI. Veggonfi in dfa Cronica V olturnenfe altri Oip1omi, chc fervono alla correzione di q-uefl:í medt:úmi Documenti. Anzi il Cardinal Baronio (a) rifercndo (a) BAm,. qudlo {te{fo Diploma, legge Anno XXIII. ;n Am,al. Ora turti qu fl:i movimemi Ji Qrcone II. Augufio erano per J!Cllefillft. unire un formidabll' efercito da condurre fpezialmeme contra de'Sa- raceni. Penlàva infino d' andarli a tro\'are in Sicilia. D (ponens (fcrive Arn01fo MilaneCe (1-)) qlloreaJ UnddJ poteftat;.'Ve cum omn; transmeare (b) Arnulf. itûlia, per uni'VClfum Regnum dilotat militandi prtl.'ceptum. Alrrettanto .l.!edloia1l. abbiamo da Leone Olticnfe (c). E 10 Srorico Epidanno (d) aggiugne t . C.9. un3- diceria del . o_lgo, cioè ch' I..'gl.í intcnd v di fare un ponte fullo fJie:j,s ;IJ S [reuo dcJla SIcilia, per pafr3rc In quell I lola, come altrove fece ehron. lib. Daria (vuol d ire erîe) Re di Pedìa per port are la guerra in Gre- 1., c. 9.'. cia. .L\:la venuro cflo }mperad?rc a RO l ,ful p:in irio di Dicembrc, n:::tin qui VI lOferm ro{i (chi 1m mag lOa per affl/zlon d an!mo, e chi per fe- ehr,lIifO. rita mal curata) ditde fine a i (uoi giorni. Abbiamo d1 Ditmaro (t'), (e) Dilmar. ch' egli fentendo avvicinadì il fuo fine, free quattro pani del fuo ;'! ehr,lIi" Teforo j 1a prima per Ie Chic(c; la feconda a i Poveri j 1a tcrza a lIb. 3. }'Iatilda fua S.orella, a dra pijßjma di Quidelinburg, e la quart2 a gli afflltti (um Comg1am . FaElafjue latialiter (cioè in Lingua Latina o Romana) conJejJÙme coram Apoftolico, ceteri{que Coepi{copis atque PreJ- lIj'teris, aueptaque ab cis optata remijJìone, r 11. Idus Decembris ex húç iuee !ubtraftus eft, terrtRtjue commendatus, ubi il1/rfJitus orientalis Parlldifi d(/111US jànElI Petri cUllfl;s patet jidelibus, & imago Dominica hono,-al;ilite,. fOI mata 'Venient:s qSlofque .ßa s henedicit. Leone Ofiieofc aggiugnc, che 11 Corp'" fuo iu leppelllto In laóro porph)'1'etico,. che durava tuttavia a'rempi del Cardinal B:ironio iníìcme coil' immagine del Salvarore- Dell' atrio dell:1 Bafihca Vaticana. leflo SepolclO di porfido fu poi levaro da PöAo1o V. Pontefice a cagion dell a Fabbrica DUO\'a. Così la mone: ful PIÙ el fiore dell' eri tToncò ]a vita e Ie imprefe meditate cla queUo PnncIl?e, che promettcva di uguaghar la glorh del Padre, fe PIÙ lungo fofle Hata jl corfo de'fuoi giorni. L'Autore dclla Vit di Santo Adalberto (fJ gli dà la raccia di m::;!ra ambizione, e di poco fcono. A veva cgli alquanrc fettimane prima inviato in Germania I' uni co fuo FIgliuolo Ott()ne II I. per quivi ricevere la Corona del Regno Germanico. In faui {econdo 1a teltimonianza di Ditrnaro, in. die p"o- xi-ni Natalis Domini ab Job:m Ie A1"chjep (copo Ra'VCimate, & a lrilli- r.iJò l\1l1gUnti1/o, in Regem (on!uyatur Aqllisgrani. E' 110tdbdc, che l' -\ r- Clvefcovo di Rave:1I1,1 facetTe la prima figura in quella l"olenne funzio- (g) .Annili. Ge. La Cronic a cl'IldefcHR dice, Cg) cn' egli per ,mfliMem Jobannis Jiiltlesheim.. Ra- (f) ."it. 11. s. .Adalb,r- t, ,,, .Aélis Sllllélor. II diem 23. .A ,nl. . 47.2. ANN A LID' I TAL I A. l.u. Vm&" Ravennatis Jf.rchiepifcøpi in Jie Nata/is Domini unêfus eft ;n Regcm. Ma ANNO 98], appena tcrmmata la gran fclla, ccoti arrivar la nuova della mane:: dell' Augutl:o fuo Padre, che:: tutte:: Llurbò queUe :dl gre7.zc. Che in quefi' anno ancor giugndfe al fin di fua vita Belledettø ? ll. fommo Pontefice, e gli Cuccedcffl: CiDvanlli Xl? verilimilmente 10 perCua- deran Ie:: ragioni che addurrò all'lnno feguente. Fu dlfcaççiato in quell' anno da i Salernirani lanfo1fe lor Principe con Ciova1mi I. di lui Figliuolo., e in luogo d' cHi fu creato Principe di Salerno Cio- 'Vanni ll. Figliuolo di Lamberto, forte: de::lI. fchiatta de gli antic hi Duchi di Spoleti. Anno di C-R 1ST 0 DCCCCLXXXIV. Indizione XI I" di G 10 V ANN I XIV. Papa 1.. di 0 T TON E III. Rc di Gennania e d'ltalia 1. F u fulfeguita la marte di Qttone II. Imperadore da gravillimi fcon- (a) Ditm.r. certi nell.. Germania (>. in Ãm,al. Reelef. ad .dIm. 984- E!l A Vo1g. AN O 984. (1.) Petrus M,d,;us To!. V 11. Ju- ;; Ácl,Slln- llor. Bol- l.nd, (b\ elmn;r. JPullurnenf. P. 11. To. 1. Rer. Itlll;c. (c) Herman. "US Contra- nus '" Chron;co, Ed;t;o7J. CAl'Jif. ^ N N A J. J' D' I TAL I A. e perClò fall,\ce in aßègnar l' anno precifo del1a fua' ..p.4- anni dappoi, mone . Ma dnrn nove Mdi di Pontificato hnì f,Ja vira Papa Giovanni XlJ7. c daB' Epiraffio, rdpporraro dJI Cardinal Baronio (Ie pure ri- ca\'ato fu dal Marmo e non dol i Manufcriui) G raccoolic, che la fua mane avver.ne nel dì XX. d' AJ,oJl(}. 1\1:1 Ie quc:tlo Epit'1ffi,) era in S. Pietro, chieggo io, pt:rchè nol rapponalTe PII.:rro \lallin (a) il quale unci Secoh prima raccolfe Ie m::morie dt'l\a B,,-Glica V auca la enol conobbe pumo enol rifen? Secondo i conti d' elf!) Baronio' quc!lo Papa Giovanni mod neWanno tu!1i:guemc; leconJo i miei nei prdente. L' Amore dclla Cronica del V ollurno (b), cioè Giovanni Monaco, il quale finrì nel Seco1o fuf1ègueme, fcrive cos: nel Cara- logo potio avanti alia fua Cronica: Jobannes XIJ7. Papienßs Ann os (fcrivi Menfes) IX. iRe in Cafielío SalIm Angeli retrujÏJs, famis em- delitate necatus eft Arlile DCCCCLXXXIJ7. imiJclione Xfl. ErmanoQ Contratto (c) raccoma COSI orrenda imqUlrà dl qudli tcmtli colle lè- guenr. parole: Anno 98f. Romce Jobannes XII/. qui & Petrus Papice prius Ep {copus, (edit menjibus 17111. eumque Bonifacius J7errucii (0 Fer- rucii) filius, p.y-ilIS re/cg(lto Bmedic1o, nz lie ordin ItuS, de Co;zflantinopo/i quo fugerat, 1everfus, comprehendit, & in Cafle/lum StJnfli Angeli relega- tum ftleme, & tit perbibe'lt, venmo enecuit, atque Sedem ;n'Vaþt. Però da quelt' anno non s' avn:bbe da rimuovcre la m.1rte di Giovanni XLV. Glà abbiam vedmo all' an no 97+ che Bonifazjo F1 6 .iuo1 dl Fcrruccio, moitro d' ini<.juirà, dopo an:re a forZl dl iàcrllegj e dl cruJdrà occu- pata la C.Htt:dra dl S. Pietro, colheuo a tùggllicne, ricoveroGì in Cofianrinopoli, feco ponando 11 teroro di S. Plcrro. Appena co!hti ebbc imela la mone di Onone I I. che II teneva 111 brigLla, che cela- t mentc ten v nnc a Rom.1, e colla f.1l.IOQe d.:' iU.)1 p.lrzlah prdò Pa- pa Giovam'li X IF. il fcce PIÙ chc barb.lrd.meme m )rir dl tame 0 di vcleno in CaUdlo Santo Angdo, ed dporre Ii fuo caJavero aHa vi- fia del Popolo, dcploratore d. sì indegno fpcuacolo. Pofcia quelto Tiranno di nuovo fi atlile lil1 Trono eonritlzio. i\la non vi duro, 1<:- condo i Cojici V.ltic.1I11, PIÙ dJ quattro Jlcß, 0 pure dl un" ci, per quanro ha .Ermanno Comrar:;o, c 1a CroOlcJ del V olrurno, co' qu.\li va d'accordo Romoaldo S..lcrnitano. Mi anengo io a qucÜ' u1ul11o, pcrchc vedremo quell' cmpio ufurp.ltore del POimficaw, ruuavia vi- vente nel M.\rzo dell' anno venturo. N db Cronica fuJdeu.l del V 01- tumo fi lcggc: uno Strumcnro di livcìlo cOl1ccduro da Roffrcd(l Abbll- Ie del MùtUltero V olturnenlë ad AUf/lIe, 0 fÏa Á :,zo Conte can quelte Note: .db }Hcart1atioNe DomÏili noflri Jefù Cbrifli flint Arm; DCClA.:- LXXXi!/. 1empori/JlJs Dfl1N,1Ï raHJèmu J li Dux & ,-U.Jubio, & DolL-a- IuS Cjus SWJlZåo, & Dies A1enje Oélober, per lndiéliflile X J I f. A[lum Capuæ: 1 u hen f,\[[o 10 Strumemo in Capua; ma perche ti traUäVà di un Come del Omato polcrino, e di beni po Ita !lei rerritoflo di Penna, cOITlprcío nd medefimo Ducaro, perclò non Ii conrano g!i aoni dl L,mdeti"'fo PrÙ,cipe di Capua, ma bensi quei di 'basinol/do Duc", 01 Spa- ANN ^ LID' I T ^ L I ^. 42. 5' Spoleti e Marchcfe di Camerino, 0 CIa di Fermo. Di quì àunque EllA VoTg: apprendiamo, che nell' anno ante::cedente:: 98 . 0 pure ful fine dell' an- ANNO 9 8 4. no 982.. 1:'ras11l0ndfl fu creaw Duca e:: Marc.hefe da OUone II: Augufto, fenza apparire, che altri do eo la mone dl Pandolfo C podiferro one- neere: que'due Ducati, 0 ba queUe Marchc. Perche non ho [atta menz10ne in addietro di ciò, che fcrive Lupo Protofpata (4), ora quì ta farò. Annfl, fcrive egli DCCCCLXXXll. tradita eft Civitas Barii .;n manus Chlllech)'ri Pa/ridi, '1ui & Delphina, a duopus Fratribus Ser- gio {3 Theoph)'laélo Jrfenjè 'luni; X I. die. Et Ot!J(I Rex obiit Rom.e. lVIa eerendo certo, che la mone:: di Onone I I. accadde nell' anno pre- ceden[e 98 . perciò anche it tempo della rera di ßari a i. reci do- vrebhe appanenere a quell' anno ikeero. A bblamo veduto àl Inpra, che Ottone I l. fu in B:ui ne 11' an no 98 , Se ciò è vero, non può nare it tempo, che qui il Prowfpat;t accenna. Anzi a me pare af1:1i praba- bile, che:: folameme dopo Ia mortt: d' eero I mperadore i Cinadini di Bari {i delfero all' Ufiziale:: de' Grcci, giacchè non aveano più da te- mere di tui. Aggiugne e::ero Storico: ./1n1l0 DCCCCLXXXlll. appre- hendit prædiélus Delphina Patricius Civitatem Afcu/um in .JJen[e Decem- hri. Può e{fere, che yi fia errore nel tempo j ma a buon COnto im- pariamo, che dopo e::ffere mancato di vita üttone II. Augutto, i Gre- ci fiefero l' ali in Puglia, e s'impadronirono fin della Città di Afcoli. (b) tJ h II Pretende I' Ughelli (b), che in quell'anno la Cbiefa di Salerno foere /tAl. :ç: alz3[a da Papa Benedetto VII. a grado Archiepifcopale. Solamente:: T. YlI. ci[a, ma non rapporta la Bolla d'eíTo Papa, come pur'e::ra di dovere: e però non fi può giudicare intorno al tellJpo di [ale erezione. Qud chc è cerra, Amato, viv nte in quefii tempi, fu il primo Arcivelco- vo di quella Città j e Principe ne era aHora Giovanni II. (a) Lupus Prolo{p411l! in Clrro7JicD . Anno di C R I .5 T 0 DCCCCLXXXV. Indizione x I I I. di G I 0 V ANN I XV. Papa I. di 0 T TON E III. Re di Gerrnania e d'ltalia 3. T Enea tutta\'ia nd Meiè di Marzo dell. an no pre{ente il Tir:mno . Amipapa Bonifazio, parricida di due Pomdici, occupara la Sedia dl S. Pietro, del che:: ci alucurano gli Strumemi accennarÌ da Girola- mo Rolli (c)" e. critti .in Rave? a A no Nong nt0mD Of!ogejimo !tuin- to a partu P,rgznlI, 'IU' An7JUS ,þ, Primus ß,mfam Pontijicïs Jr[aximi IndJélione XI/i. Idibus !vIm-tii fcribitur 1\1. non tardò la mone a met ere fine. aHa v [a e:: alle cdleraggini di queUo f,tlfo Papa. Colto da Improvvlfo accldeme pafso a rend ere Conto di sè al Tribuna1e di Dio. ra o11ui talmeme in _ d o al Popolo Romano, che la pleb prefo il dl 1m cadavero 10 firalcmo per 1a firade della Cict;Ì (d), e:: trafirto da mille. colpi di lanci , 10 lafciò inlèpolto ne Campo, dove:: era la ra- tua dl Marco Aureho Imperadore. La matuna feguc:ntc venuti i Che- 'rom. V. H h h . rici , (c) 1{Uf'NS Hiflor. RA- 'lit"". lib. s. (d) Baril', in .Annal .d hunc .Á 7J"um . .p.6 ANN A LID' I TAL J A. J! 1\ A Volg. rici, e tro a!O sì vergognofo fpettacolo, gli diedero la fepolrura. A"'Ne 9i!S. Truovafi quì più dell' ufato imbrogliata, e:: fcura la Cronologia de::' fom- mi PomefÏci. Mariano Seoto, Gotlfrcdo da Viterbo, Martino Po- laccc, l' Auwre della Cronica del V ohurno, ed altri, mettono per fueceífore di B.mif.lzio un Giovamli Romano, chiamato da alcul1l Fi- glillOlo di Roberto, convenendo tutti, ch' egli [edette quattro AJdi nel Pontificato. Quel cne è tirano, a qudlo Figliuol di Roberto f.mno dipoi Cuccedcre Giovanni di mzione Rl'mano, Figliuvlo di Leone Pre- te, nato nei Rione delle Gallinc bianche. Queli' altro Giovanni, in- dubitato Romanu Pomefice, fi truova poi nelle:: memorie di qudH tempi fempre appellato Giovanni X\'. Ma fe il precedette un altro Giovanni Figliuolo di Roberto, come non afTunfe egli il nome di Gio- 'Vanni XV. che olTerviamo nc1 fuo Succefiore? Si avvisò il Padre Pa- pebrochio (.2), d' aver trovato 10 (clOglimento di quetlo gruppo can immaginare, che Giovanni Figliuol di Roberto, foße:: fohmeme EÜtto, e non Confecraro. Ma chi regiítra il nome di lui nd Catalogo de' Romani Ponrefici, nol difiingue da gli alui veri Pomdlci, anzi g1i dà il nome di Giovanni XV. N è Í1 comincia\'ano a comar gli anni del Ponrific:uo, {e non dopo la confecrazione. Perciò alai Amori an- tichi e moderni tralafciano quefio Giovanni figlio di Roberto, e così an cora fece il Cardinal Barenio. Ma folT 0 non [ocre Papa per qUllt- tro IIfeft elTo Giovanni, noi abbiam di certo, che circa quelli tempi, e fecondo mtte Ie veriGmiglianze n4:11' an no prefeme fu eletto e con- fecrato Papa Giovanni appellato XV. Figlil1olo di Leone::, il quale per molri anni dipoi govcrnc, l:t Chiefa di Dio. Veggafi ancora ciò, che:: b.A l'- dirò qui forto all'anno 99J. Secøndo I' Annalifia SalT one ( ), Arr; D J sa: A _ già Duca di Baviera, che nell' anno addietro aveva ufl1rpato il Regno 'lid f.ccard, al picciolo Re Ottone Ill. in quefi'anno divino inflÙJélu ad fi rever- JlIS, & vana. exaltatione .(e dejeBum co".(þzciens, 'Umiente Rege {Üuone) in Frallconevord, illuc ip(e adveniens. ;n con(peélu to/ius Populi, complicCl- tis 1JlIlnibus,1 bumilis h,lbitu & aflu, 'Vera compunélus pænit::ntia, Reg;tr Ie tradidit poteflati. Fu ricevmo con tuno onore, e gli tü rdlitulto il grado di Duca, e per confegueme il Ducato di llaviera. Anzi ve- dr("mo, ch' egli ebbe per giunta col t mpo anche il Ducaro della Ca- rintia, e la Marca di Perona; di modo che:: Ottone Ill. ebhe dJ lì innanzi [fa i fuoi più Fedeli quefio Arrigo, corne- appunto richiedeva la firetta lor parentela. Fl1 anche reH:ituito ad e::1T0 Ononc II I. il Re- gno della Lorena da Lottar;o Re di Francia: con ch di bene in me::- glio andavano profperando i di lui affari. Abbiamo da Lupo Proto- (c) LUr"s- fp:ua (,), che in quefi'anno fu mandato da gl' Imperadori Grecí al !"t h Dfpa a governo della Puglia Roma1lo Patrizio, la cui refidenza poffi3m cre:- mC ro",,,.. d h fi m . B . ere, ceo e In an. _ (:1) l'Ape[,ro- chillf .d C,- IIat. chron. liiflor. Anno ^ N N A LID' I TAL J A. 42.7 Anno di C R 1ST 0 DCCCCLXXXVI. Indizionc XIV. di GIOVANNI XV. Papa 2. di 0 T TON E Ill. Re di Germania e d'ltalia 4. C Ita il Padre Mabi l ne ( ) una. Boll di Papa rtC.1O Lombardia l'.ordine tl.lonafilco, fpe- zi.llmenre per la venuta a Pavia e per gh fantl efempli di Jlrf.úo/, AII- bate di Clugnl. E a al!ora il l\1onachismo in I r ha in fomma depref- fione. Pochl MondlerJ fi contavano, dove fion{fe la regolar dif..:i- ./ plina. Nella magglor parte de'Monaci, marJim1mente fe i lor Mo- naflerj erano. piCClOli, o. fe g.:andi, ri oni in Com_mcnda, compariva una deplorabIle depravazlon dl colluml. Trovav:tnh talvolra de' piiffi- mi A bbati, e de:' religlofiffiøÜ Mùnaci j ma noi poco fappiamo delle loro Virrù, e menD delie opere loro in tèrvigio e prohno fpiriruale de' Popoli. Si vede ber.sì dalle memorie, che reftano, e{fere flaw )' ordinario e comune Hudio de gli Abbatl c Monaci d' allora di ac quiflar [Urto dl de i ouovi fiabJ1i, & anche de gli Stari, cioè delle Caftella e V ilk, che andavano poi a finire nel Sic v's non ""(Jbis di Virgilio. Ingegnavafi an cora cad3.uno de' porenti Monillerj di avere per quanro porea de gli al[ri Monilterj lùbordinati a sè per [Una 1'1- calia; 0 almeo delle CeJ1e, 0 fia de' P{iorati l1elle varie Clttà, 0 ne'lor Conradi, dove poi teneano un Priore, e [al volta alcuni po chi Mona- ci, i quali fe ne llavano in gaudeamus, perchè disobbliga[i dal rigore della Dlfciplina. GIOVO non poco ]a venura del f:into Abb:1te Maiolo, rerciocchè olrre all' aver egh nform no alqlunri vecchl Monillelj, s'invogliuono molti di f.J.bbricarne de I nu()\'i, nee principj de' qUc1h cerro è che fio- flva la l'letà e il bU:Jn elcmplo. Pero mrorno a qudli tempi la fanta (3.) od;I,;1S Imperadrlce Adeltlide, aggmnfe (a) un rigu.ll"devol Monifiero all' ami- vl . ..ddtl- chlllìma Chiela JI S. Sa.vdtore di Pllvitl, non fuffiftendo un'anrichirà III/dls. di lunga mane maggiore, che dol taluno gli viene attnbuita. In Par- ma folic il !\tonlitern di S. Giovanni, in Bre(cello quello di S. Ge- nefio, In ftli/ano .quJlo di S. Cello, in Genov. quello di S. Siro, in FirerJz>w1JDrie Olm ti J'llarchiDnis & Comitis PalatiD" A qual Marca comandavano quefii due Marchefi? L' una delle due vo io conghicnurando; cioè 0 che già foffero il :- [uire delle Marche minori, c che per clempio Modena con a rre _ clr- convicinc,Cinà formaffe una Marca, d:t cui 'I'edaldo prcndcffe 11 [Irolo di l\larch(;l.c j e che 101 LI!nigiana, in cui poffedcano rami Suri i Mag- giori della CJf1. ()' ,Ene, lìccome vdremo, anch' effa dc e il tirolo Marchionale a i due fuddcrri .AdalbertD cd Obe,-to Frarelh. 0 pure che gl' I mperadori conferendo il titolo di N1archcle a i Principi, che poffedeano molti Stati, corne Terre e Callclla, gli efcmaffero. on CIO ANN A IJ I D' I TAL I A. 433 ciò dalta giurifdizione de'March..?h m.1ggiori, c,mcedendo loro I' au- ERA VoJg. torid. l\hrchinn.llc: fopra i medc!Ïmi St'.\t1. Vcggi.\ll1o in quclli tempi ANNO !"ð9' an cora imrodorri i CM!i Rlt1-aÙ, cioè SIgnOri dl qu_dchc Cu{tcllo , e- fenr:ui dal1a giurisJlzione de i Co.Hi d:Jle Cirri. COSt a poco a p,)Co s' andJrono nmci:mdo Ie M"rchc e i Conradi non O1.:no in halia, che in Germania. CQlclli fon punti tcuri, e giacchè ci mal1ca la chi.ua }uce della \'erita, Ii dcbbono ammencrc come buona moneta Ie co- nierrure fond;n fopra il vcriÍÌmJle, Scrive Lu;JO Proro(p.lta eel), forro qudl' Anno, che r/c(cmdit ']Oha11i"CS Patritius (Govern,Hor Greco ddla Pugli:l) qui & ArJJmi"opo/:-ij, & occiéit Leof/em Carm tu'il1, & Nicolaum C,-itis, & Porpbyrium. ProbJbllmc,"}[e de' principalt dl ß.tfl. In qudli tempt n )i lirrovlamo Duca di Spderi e i\tlarchele di C.tmcrino Ugo /l-larcbejè di Tolcana: il chI' è \_kgno dl olJèn'azione. 0.1 a, e renllto In ternuno nprllClenje, .ü.nnQ Hon;erJlc)1mo lia- Rift. .Mm.r- geJìmo !\?OilO, & J.ULnft Julio, per lndicâo Secunda. A qud Gilldizio fltr. Calm. prcledeva GuiiieÙliM Comes Jl í1Ìis Dr-mili Ugoni Dux (3 J1hrcvÍo. Si Þart. 1. farcbbe defiJ<:rala plÜ aucnZlOne In Pier l\l,tria C.smpJ, A U[l>re per :11[ro benemcrito ddle Lt rtne per la fua Srcrla Eccldîaí1ica di Pla- ce::nz.l, allorche prvJuHè un DiplomJ. dl Orrone Ill. (c) con cui crca (c) Cllmpi Aliliti i ßr.lccltorri, Crrradmi dl P,acenz;1, e dà '-oro in Feudo V ico- lftor. Ecc!e- glllHino con vane erenzlOoi. L. O.1ra del PrtvIlcgio è qudla: Da- þafl.;! PI.1- tim' XV. Ca/endas DeccllJbris, AnJlo Incanlatio,iÏs Dot1Jini 989. lndiEl,one (tH. . 1. Prima. Anno '/.'e1;O DormÛ Ol/onis Ill. Impc"ii cjus ßon- tcfici, 0 per altrc ragioni, era dl\'cnuto rane dd R.<'gno d' Iralia, e chc da gl an Itmpo non ne crano più JI1 pof1èHo i Romani Pomefici . Onone 11 [. n0n per .mche avea confegUito la Corona, c ij dlritto de gl' [mpn.1dori; e pure Tcofania fua l\l.tdre L1 da Padrona in Raven- n.1, m.1nd.mdovi i IlIa I Md1ì a tcner pubbiicamcme giutbzia, ienza che ii låppia, chc ne f,lce(fero doglianz,," i PJpi. Ed ora s' Intende , perchè Onone tl Grandc' a\"t fTc quivi f.1bbric.lto di pidnta un Põ11JZZO Regale pt r sè, c per gli luoi SuccelTori. Dobbiamo auchc .11 Padre Mabillone ({.) la memoria di un Diplom.1 d' e1J:1 Imreradrice, dõ1tO in f..voTe del :\lonificro di foarfa, aAinchè gii folfe rdìiruit.. la Cella di S.uHa V Hrorra, poll.t ndLt t\Jarcd di Camaino. Fu ottcnuro qucllo Diploma itJtwi.;entu ]vha;mis Archiepifclipi Ra.-.:enll.:4tis, {3 flllgoilis Prin- cipis, cioè dl L: o, Duca e :\larchcle dl TolÓna e di SPOlcli, che fJeev:} h fua Cone all.. vedo\'.l ImpcraJrke. Le Note di que! Do- cum:.'nto, come coCa r,lfa, merir:J.oo d'dJère qUi ramment.1te. Datum K,ilendis Apn/is, amlO ÐomÙÛcæ Incarn:71io'1is DCCCCXC. Imperii Do- '}I.J. 'íbtopbaml ImperatI :r.is Xf7 111. IndifliollC 1 J 1. R(wenJIa.e. 1: Epo- c't di Tc:otànra non e già prdJ,. come pCliSO il (LJ Jcr_ro. (JJdre l\h- bllløfle daW Juno dcl\.l mone dl Orrone II. (uo Contone, ma ben- si, come av\'enì il dottltlimo Pallre Gorif:cdo Abh.HC' GotwiccnCe, fC' chr.nic. (c) dati' :\nno delle rue Nozze, cioè ddl 9j2. Int.1I110 oíTerviamo, che C;wi.t/;anfe qU fi.l PrJI1cipd1à 11 t;lceva non da IrnpeJaJricc-, ml dJ Imperadorc. To. I. ;;1J. Tornolfcne ('lla in qudì' Jnno in Germ.tn:a per alli l re al Re Otto- 124. ne III. fuo Fi b liuolu nel glwemo de gli Srari. Sc:condochè racconra (d' Rom-JlIl- Roml).lld.) SalcrnÏt:1no (d), J1nl1. DCCCGXC. Stella a parte Septem- tI. s .I/.ml. tril)nis app'?ruit, havens Jþ/cndureï1, qui te"e .lt contra ...\lel idiem, qUll{i ;tRfr. paj[um ullum. Ft poft p IUCOS dies .ï:erum apparuit eadem Stella a pa te JI.JIÙ, Occidentis, (3 fpiei1doy fjUS ad Onmtem ten lebut. Et non pofl multos dlfS !:Út ten'æmblus m'lgnl/s, qui phres evertit domos in Beneve1Ito & Capua, muito{que bomil/es oaidit, (3 in Ci<;;i(lte ,/1, i:lno multas Ecclefias [ubver- IiI. Civitas quoque Frequentus pame media cetidit. CÏ'i:itatem VC1 (J Con- [&nam (b) MAZ,ill. in Ânnal. I3l11fdlffin. "d hun, .An1/um. ANN A LID' I TAL I A. 43; , (ana111 prope medi{em cum Epi(c po Iub'i)ertit, l1UÛtOfqU{1 homines opprt'jJit. ERA Yc-Ig. Ronftm totam cum tjus hominibus jùbmerjìt. (I) \: It:ne anche da Leone AN O 99 0 . 01lienfe (a) n.m ra. (l'ltlta dilãv t:mu d c n giugne c. (7) bl Bene- (a' LtI1 ".Jtnto Piperam deJt":lt, & .fùl'Z,'crtl/ qllllldtcl1JJ '1 un es, In qmbus ccntum Ofli nþ, fJuinquaginta homines mor/ui jùnt. .-\ngelo dallá N ace fu di p.m:re, c.he C.hromr. col nome di PipcrtJ lìa Îòdicaro un Cafiello di queHo nom:: del rer- 116. 2.. c. u. rirorio di Benevc:mo. Credo io più rollo, che Leone lìgnifichi LII'a fiuura di Vipera, che turra\,ia i Bcncvenrani nella Hcír,l loro Ciuà te c(fcro alzar.l fopra qualchc Colonna, 0 Fahbrica alra; furerltil.i,)nc crcdirara da g1i anrichi Long()barJi 0) Simll/:zcrum, quod Fu!l,o Pipe. ra nomina tar , cui Langobardi jlulebant colla (b), ti legge nella Vita di l : ;: S. Bdrbato Vel(;o\'o dl ßer1cvcmo. Pitre, che fino a <.JucL i rempi du- T. VI/I. ;11 ra(fe quell,\ fuperlhziof.1 HaUl.. 0 fígura in clla Cirrà. l\1a :\\'cnd:) noi Epifc,p. veduto al\' anno 66 . che rer opera di qucl fanto Prcbto fu ancrra- Bun-mt. ta, (j può f()lpenare, chc ;llm no il Luogo, do\'e dT.1 fu, rircne(fc quel nomc, e in a1cuni non foff'e ben' eUinra quella riJicol.1 perCu dìo- ne, che dal m:mrenimenro di que! Luogo dipenddfe ]a felicirà e tål- vezza dell a Cirtà, ill queJ!a guira che gli anrichi R(.mani pcnÙr"no dcU. Alrare della Viltoria, i Troiani del P;,ll..dio, i Fiorentini della ftatua di Marte, cd ahri fimili. Anno di C R 1ST 0 DCCCCXC I. Indizione IV. di G I 0 " A I XV. Papa 7. di OTTO E HI. Re di Gernlania e d' I talia 9. A Bbiamo dall' AnnJlifia Sa(fone (c), che Ottone III. call' .'1ugul1a (c) .Annal;- Teotània fu:!. Madre cdcbrò con folennirà ed allegria la lama f/a Saxo. Pafqua in Qtidelingcburg in SaLToliia. Jnrc:rvennero a tal Fdta l\lar- Iii z. chic (I) L' anno 99:>. dalla parte di Settentrione compar'i.Jc una Stell", c, e a'".Je- 'lJa uno jplendfjre, cbe /pande'i:afi contro iI Jlrfe:::' oJ,iorno, qua.fi un p:effo . E dopo pochi giorni di nuo'i.JO nppnr'l.:C la medejìma Stella dalla p rt' d'Occidente, e it fuo fp/endore tende".Jn all' Oriente. E non 'jJlotti giorni dopo ftgul un grnn t,rremoto, i/ quaIl' rO':Jil1ò mo/te cafe in Bene'l.leIlto, t Ca- pua, e occife mo/ti uomi/'li, e nell,; Città di ArimJo diroccò molte Chi,- jè. La Città parimente Frequento ro'Vinò quafi mezz.a. Diroccò poi I" Città di Con{a fuaji mezza col Fefco".Ja/o, ed oppreffi mfllti uomini: Sommerft tulla ROl1Ja cOluO t/omini. . (%.) In Btne'Z,'mto gettò a trrra ripera, e rO'i.Jinø If. 9Oni, ne/le quali moriro1Jo I fO. uomini. (J) Simo/acro, {he chiamafi 'Vo/garmmte ripera, . cui ; L,ngcbardi pie- t.a'Vano -iJ ,0110. III A Volg, ANNO 99[. (:I) Ditmar. in chrO/Jico l!b. 4. (b) arUo in "If.t !! IJ1Ü. .J';I d,tlhu,JIS . (t') D.J n Jz41. In CIJTO .;co T, Xli. 1{er. it.l/lt, 436 ANN A LID' I TAL I A. ehi() rU(cI.Jn01ïlm I/ugo, & Dux Polol1ortlm AfiJcco eum pltJYibus Regni P,-ïrlcipilms, divey{a m!tntm lid ob(efjtÛum Imperaloris (non era per anche Imrcr:! OIe) deftrentes. Ugo j1,farchefe e Duça di Tolc.l1)a con grandi ricclH'zzc e pnicnz 1 accoppi.1\'3 una non minore acconezza, e volen- d.)fi b:n mc:rtcre in graziù di Octone III. e di lua I\JJdre, non [Ornò sì tol1o in halia, mol cominuò a fu 1.1 fua cone a q'Je' Regnanri, finchè gllll1fero a Nimcg.l. i infermatafi I'lmperadnce Teot-:uua, d,l m....rre immatura fu rapita nel dì 16. di Giugno deli' anno prcfen- te. Prdro DÍlO1aro (a) la flu mone è polla (0[[0 II prcced.:nte an- no, ma per errore dc' Copilb l' Anrl.llifLl SatTo!ìc, Erm,mno Contrat- to, Lamberto da Scafnaburgo, che copiwano la Cronica dl Duma- Td, do\'cttero ben \'edne, ehe anch' egh fono il pretcn[e :lI1no notò la mortc della fudden:! Impcradrice. Era lludb Greca Principdlà don- na di fpimi \'irili, di bclla cd oneHa cO\1\"crfàz.ionc, molto camativa verfo de' Poveri e delle Chi( fc; fapeva c:4ttivadì I' aflèno dl chi ella vok \'a, (d infìl me tener bano chi alzava la crtlla; utllil1ìma perclò nd go\-e no dt'" gli S-tati 31 Figliuolo. Un folo dlfetto Vlene in lei ri- provato da S'lI1to OJdone (b), cif\è, che quanrunque ella foOe mile cd ottim1 per gli altri, Soerui tamm (cioè a Sama Addaidc) fuit ex pat.te e011:ra'ïÍa. A.I j'oflremum 'Vera eujfiJi/mlJ Græci (probab,lmenre \'uol' jJUcndere di Gio\'anni ;\rcl\-clco\'o dl Pl3ccnza) (tliorumfjue adultmlium con.filio rruens, mÏ11abatur ei, qu.J{i mcu'JlJ de/ì'!.nando, dieens: Si ii1te[,1"IJm anI/14m jùpe;'vixero, non domin"bitur Adhrlairl:1 Ù, toto l fltndtJ, quod ílOIl po1Jìt circu!i"ldari palma una. 11l;'J femmtialß ii"lcOIljülte pro/alai';J, divina cenlura feClI eflè veracem. Ante quallior bebd01ilr14.lS Græca Imptr.1trix ab hae luee difcBJJit. Augu(la AdlÛhaÙla [uperfles, fe/i'-':'jue remanfit. All' av- viro ddh dcfunta N unra Ja piiOìma I mrcradnce Adelaidt fi porrò dan' hali.1 in Germania per conrolar I' atHl!EO Nipotc OUone 1/1. e per dare aOiHenza alla di lui ct blfognot:t tll[t.\via di configlio nel governo del Regno. E quivi ille eam ,Uatris inpar [emflJ tamdÍlI h,'l- buit, quoad u[que ip(e p,'otervorum eOi'ifì/io jtlvtIJum depra'-..:atus, t1'-;- fiem illa,lJ dlllllfit. Slcchè ella ma\contcnra .Ii retbtul all' hal1a ( non 1() in qual tempo) lafciando il Re Nirorc in bal1a a i tralpoltl della ftu giovc1Ïtò. fi'1I1qui avea rribul10 J.l1e1'Jlmo Doge di V cncz a gover- nato il CUD Porolo fenZ1 operar colC, chc glit:ne guadM na(1ero I' af- fr:lto. (c) Gli (lava non poco a euore, chc ;'viaurizio ruo Figliuolo fuc- ced.:lfc a lui n.:1 govcrnú, e perclò II) fpcdì a COllantinopol1 cen ,fpe- ran.Z.1, che ritonundo cI'oJccoralO da quegli Auguíti di qualche illu- fire D:Vnitå, pll1 f.'1cllm nte ouelrebb.: II ruo intc:nto. l'v1.1 cadde jntall o 1.d.ïto cWo Doge, e fenrendo accof1arfi il Cuo line, Ii tì.'ce porrare al I\Jonifiero di S:rn ZJchcria, c qUI vi prdo l' abiro Monafh- co, dopn fèi giorni rcrminò di vi\'cre. Non gia il di lui FigliuoJo, ma ben!ì Pietro Orfeolo II. fu crearn in fÜo luogo Doge di Venezia. F gli eTa Flgllul)lo di quel Pietro Or/è%, che gla vedemmo Doge, e poi pa([i[O alia vira Monaftica in Francia, dove per Ie fut: Vi nil fi gua- dJgnò il citalo di beato c di Canto Quctli fu Principe di gran fen.. 110, ANN A LID' I T A I. I A. 437 no, e t:tlmente a[tenro a i vantaggi delta fua P.nria, che V cnezia a' ERA VolS;. fuoi dì crcbbe fommamemc di potenza e decoro. r\ II' anl10 precedt:n- 1\N u 99 1 . te 9?::J. ncconta il Si g onio (a) Ie Jï\'C'luzioni f'eguitc in IVlilano fra ' a) {. I ' , . I C " liS on: 1 \ _Igonls Lallr1o fo .Arcive!co'Z,'o e il Purolo di que Ia m3 . Ignor Saul nr - de l{e!.no lc .-'lnne>r:ozioni (b) fu di parere, che dlo Lmdolfo nmílè promníTo It.d, lib: 7. a quell' ArciveCccvaro nell' nr.no 980. come in fani è liorno 'ncl Co- b S.'XIUS Ice En nfe della Srona di. Arnolfo Mlla de (,); e che nel 982. ;io/= ()ta- jucccdeílero quene difTcníìonI, per Ie qualt OUonc I J. I mpcradorc mr.d,m. fccondo lui a{Jcdiò !\11lano ncH'anno 983. 10 non m'arrifchio a pro- (c A"nHIf. pone alcuno di tali fani., perchè circa II tempo l.I Storia ci lafcia .Med/IJJan. ndlc rcncbre; e mi prendo la libertà di narrar quì Ie folle\.az.ioni Cud. R Hlft . T It ' Y. - - t ' h d r: ,r. a,,,. clute can qua1che barlumc dl venhmlg Janza, c e tro\'an .011 nappo giovane il H.e Onone III. e morta la Madr lua, e raOàta in Ger- mania I' Avola fll:!. A> fcorgc II principlo della Lib::rtà e indipendenza, che a poco a poco rpijcoÞ. and.u-ono poi procacciando a fe fieffi i Popoh d' Irdlia con una {lre- Cremonmf. pirola murazion di cofe, di cui :mdrcmo di m:mo in mana ravvif:1I1do (f,) Campi 11 progreffo. Rapporra il Campi (b) un Pi.tciro rcnuto in Cl'L'ittZ/e P1,I- If/or. di PIII- cm/ia ;n fò/ario proprio DOllni ArthiepiJcopi Jané1æ Placentin.e Eccle(iæ, CIn:{.. T. I. dove in judicIo rcfidebat Dumnus Joannes 'Vir 'Venfrabilis Archirpifcopus fa'lffte Place,ltinæ Eccltjiæ, J. /ijfus Donni Ot/onis Regis. D.li N otain fll tcnuo A,mo ab blC.lrn.,tione Domini noft,.; Jefu Cbrifli DCCCCXCI. Decimo!ertio Kalt'l1das Februarii, bJdiffione !f?JJarta. N oi ancor quì tro- vlamo m Ufo l' aurorira Rega e di Ürtone Ill. in !tali 1, m1 non gi:ì notjU ne gli Am pubblicI gli anni del Cuo Regno. .'\bbiamn da Lu- po Protofpata (.), che feti/ btllt.lm Afto Comes mm Saracenis in 7'arm- to, & lbi cecidi: We cum muftis Baretifìbus. In vcce d. AJlø, un'alrro CoJI(;C, e I' Anommo Hal tnle h.mon Otto Comes: ma {j dee fcrivere .d1l0 CQmes. Medeiim.lmcl1Ic in quc{Ì' anno Ug. Capf/o Re di Francia, tÛ bna[o contra dl Arnolfo ./fYCl'Vefco'l..'o d. Rems, II feee dcporre' da i V CICOVI II) un Concilio renmo 111 quella Cl(tà, ma Icnz'i che foffc approvata una ral rifoluzionc dalid lama Sede. In luo luogo fece egli orJ;narc Gerberto, chc nOI già vnkmmo Abbate di Bobbio, in ricom- pc:nla d' el}crc {t ro Maclb 0 dd Re Roberto luo. Figliuolo, e pe,r la {lima delb JI 1m rara Letteutura. V cdremo POI, fin dove arrlvo 1.1 fonuna di queUo perlonaggio. lC) Lupus protoJpatll in chronÙo . Anno ANN A LIP' I TAL I A. 439 Anno di CRISTO DCCCCXCII. Indizione Y. di G I 0 V A N I XV. Papa 8. di 0 T T 0 r\ E III. Re di Gernlania e d' Italia 10. D Ache fu alz1to alia I?ignità Duca_Je_ i.n Y cnezia Pietr, O1'flolo E o voli. /1. ficcome pcrfona t'J1 grande attlvlta e fcnno, fpedl wilo a A_ 99. Cofiantinopoii i funi Legati, cd onenne da gl' I_mperadori Baji io e Colfanti;J() la Bolla d' oro comenenr la conferma dl tutte Ie hberta cod cfenzioni, godute in addictro dal Popolo di Venezia per tutto I' I m- pnio d' Onente. StudlOl1ì ancora di Ilabilir buom amlclzia con tutti j Principi de' Sarace:ìi, a' quali pcr tale effet[to mandò ..\ mbafciatori . Ma particolarmeme ebbe CUTa di far confermare al Re OUone I JI. i \'l'cchi [>oI([i. Si legge nella Cronica del Dandolo (tt) il Diploma di (a) pandu- 1 C {" '-' d d 1 - . & -. n d - lur In chro- tJ onlerma, ("once uta a ef 0 Re mter'Vc;ltu petltlone no .1'-: t- v;eo T. XlI. leflijjìmae Domi1lilC Aviae .Adelheidae Imperat1'icis Au'!,uflae: Il che ta co- Rcr. Italic. nolcere, che: l fanta Jmpcradricc tuttavia dlmorava In Germania nella Corte del Re fuo Nipote. E it Diploma è datI) XlV. Kalendas /1:1- gufli, Amlo Dommicae Incarn.'ltionis DCCCCXC 1/. IndiEliolze J.T. AlldO 'lJerB Domn; Ottollis Ill. Regt,antis No"o .AElum Jlolinhu(m. A (feritCe Lupo Protofpata (b), che in quell:' anno fi provò una [errihil carelLa (h) LUþ:41 per tuna l'ltalia. Non gi.ì. nell' anno 9QI. come Ilimò il Sigonio (c), PTo Dfpat b - Iii dl 1 - d ' d fi ,-. . Al P /IlChrDTlIC . mol er.sl ne ne e pre eme, Ie e ne a I fuOl g1Orl1l ..noara nn- (c) S;go/Úul cipe(f., di Capua, già Moglie di Pandolfo Capodiferro, la qua Ie finquì de Regm col Fi51iuolo LalJdetloifo Cd) virilmeme avea governato qucgli - Stati . 1fal, Jjb. ,. Siccomf' oO"ervò il Cardinal B!Tonio (e), clla avea fatto amma7.7.are (d ß J. L,c;, - N C h I ' I r d - tr 0 ICT/JIS un lua 1. Ipote onte, per paura c 'eg I co IUO cre 1[0 potelle oc- C",o;Úe. cupare il Principato a' fuoi Figliuoli: perlochè So!n Nilo .Abbate Ie pi e- lib. :!..,. 10. diOe, che maneherebbe la Itirpe Cua, 6ecome in tàtti da lì a non e) Baron. rnolto avvcnne. I .Á r Tl1Ml. l,cclc, . Anno di CRISTO DCCCCXCIII. Indizione VI. di G I 0 V ANN I XV. Papa 9. di 0 T TON E Ill. Re di Germania e d' !talia I I. N Ell' Archivio ddl' infigne MoniO:ero di Subiaco fi legge uno Stru- . m nto, ferino AIJl'Jo Deo p1'opitio Pontificatus Domni Joh:mni fum- 1m Po..,t ficis & llnive1'(a/i XV Pap in fac1'atiffima Sedc beati Petri .Apofloli Septimo, lndiélione 17. iHenjis hbrun1'ii die tertia, ciot: nell' an- no prccnkme. Ma quelto Mde non s' accorda con quanto s' è ac- cenn,lto all' anno 98f. ìmorno al tempo dell' eJezionc di qucll:o Para. FJÙ fi confà. un :tltro, Cerino .Anno Pill. Indié1ione f/ J. !ffenjis J!dii die 4f O ANN A LID' I TAL I A. dif éf zva, cloe nell' anno prcfen.tc: A ppena furona parr:ai quattro '..-11 dopn la marte dl A/o.wn Prmclpefr:\ di Capua (0), che in eera Ci[[oÌ di Capm nd dì Z. ). ù' -\ rn1c di que I!:' anno fcoppiò una con- gíura di malvagi contra di LCJ12dfiZOIJO PYi,zcipf (u Figliuolo, per cui cgh reflò miCer.\mUHe pri,'aw di vita prcfìiJ la ChicE, di S. M,\rccl- 10. Era parente Ji LanJcnolh) 'I'rasmoildo Conte Teatino, 0 fi:1 di Chleti, e M.\rchcfe, cioè a mio credere quel m deum,), che di Copra dlccmml') Duca di Spnleti, 0 :tlmeno MarcheCe di Camerino. Si ac- cinfè qudl:i a vendicar 1a mortc dell' ucclfo Principe, {' dopn due Mefi con un competentc efercito, accompagnato da Rinald, & Oderi{io COi1!e di !\1arfì, ponot1ì all' .1lfedio d. C.lf'UJ. Vi Uette (otto quindici dì, ncl qual tempo dlcde il gUlf1:0 al termoriol, cioè gaf1:igò in vece de i rei gl' innoceJ1ti; e fcnza fJr altro (e oe ritornò a cara. Per :1t- tef1:ato ddla Cronica dd V olmrno (b) entrò la pef1:e in Carua Call tal tùri,l, dlC appena rdlò in vita Ja terza parte del Papain. GllItJta intanto h ImO\':1 dell' aUàt1ìnamemo !"uddcr to aHa Corte di Ottone If f. in Germ.mi,t, "eont un ordlOe ad Ugo AJarchfje di Torcana di fame rigorofa vendetta. Adunqut: Ugo, :lmma(fate Ie t:òrze iue, ed nnitele COA quelle di Tra!"mondo, e de i Conti Cuddcui, tor..ò ad aOèdiare riì1 I!:rcttamcnte Capua, tanto c1!e C\bbhgò que' Citt.ldini a d:trgli in Olano i malfattori, cioè gli uccilori del luJdc:tto Landenolfo. (c) Sei d' dfi ne feee impiccar per 1a gob; gli :tltri con ,'arie pent: ricn'et- tero il pagamemo d ' loro misflHi. R.e1l:o Principe di Caru:) Llidoifo Fratdlo ml110re del mddimo L.lr.denoltò. t\t[lC{' circa qll:,fli tempi Pietro Orjfolo II. D e egregio di Ve- nezi:t a nttorare la Clttà di Grado, Ie CUI fäbbriche vcniv3no n'cno per l' anricl1ltà (a). L:J cinfe dl mur.I da I tondamcmi; vi fabb;-ieò il P.1lazzo Dllcalc pdò aHa Torre occidentale; e feee riporre in !"cgrr'ti lunghi [otterra i Corpi de'Santi di ÇJudìa Cattedrale. E pel ciocchè Giovanni refcovo di Bdluno !"eguitava ad oculrar val j beni e àjri ti de' \' cnczjani e non \"oieva arrendcl h nè allc amb:4lciatc nè .aile Lt'[- tere dello ndr" Re Oaone: prOlbì il CavlD Doge ogl i commerzlo del Iuo Pnpole cella Mal ca di Tnvigi. ß.d!:ò quello ripiego per met- terc in dovere i B, Ilundj, i qUdh non potcndo piì:1 rice\'erc (lIe, nè altrt: mercnanzie, dll11"nd.lrolio pace .1 i V t:nczi:1I1i, e l' ouennero, al- lC\rchè il Re Ü[tO!1t. vennc 10 jr;J!Ü. Credeu, che a quel!:' anno ap- pÚttl1 t p. IJ d'l[azionc: del;:l BJ9J.l di Santa 1\]Jria de' ß ' cdcttini fon- pueiml- d.na in FncflZ.e (e) d l .I11f1r: ( nrdla, I I cl '.1mata Filla Domm. ßo ( I ) , ,' t J . lli J racii , l1ui J. uzt Alarcblo , cwe IJI Spoletl. Era {'(fa fiara Mo g he dl " ,a I 7 , . 1\1 d d I ' II {Inn. Uluto Vue:1 e l\1.1rchclt: di 10lcana" cd era a re c VJ\.cnte:1 ora "[ghell. r,1.1rchl:Îc di TolCana UgO. Le Ollchdl,= f Marchdàne per 10 più uh- l,r-I. S.ler. v.mo il fdo nome di Contef/ë. Lo Srrun.cmo fu (critto con qudle (f m'./I : J!. Note: Otho. gratia Dr !rnpmuor Á ufl./ j, li ius Domn; C?t onis, ,An- fi.7.--U . lJe- no Imperii eJus XI. P1ì ie K<4len as JUfl /., /íldlé}lonf _f/l. Ine nell .10- mlit1m ad no prcfente, t"econdoche pt'nso 1 U ghe Ill, e do po dl 1m II Padre M.\- Annum. billone (f). Ma doveafi por mente, chc Üttone 111. non era pcrJnchc 9 8 51. giun- ER A Volg. J\N O 993. (a LCD oflie-,fts Chron. I. 2.. Cap. 10. (h) Chronic. Vult'CYlif1J[. P. 11. T. 1. Rer. italic. (c) Petr!lS D3;r.ian'4s opu,rrul. 57. op. 3. (d) Dandul. in Chro,IÚo 10'1J. XlI. Rcr. lIalir. 4 ANN ALl n' I T ^ L I A. .H t gilfnto ana Corona Imperiale; nè in quell:i Secoli alcun Re TedeCco Eu. Vo} . ponò mai il titolo d' Imperadore, fe non dopo ctTen ftato coronaro AN1:O 9IJ3. dal tommo Pontdlce. Pero quello Smlmtl1to è riù antico, e s' ha da riferire al\' ann\J 978, nel cui Giugno corrc".1 l' Anno Xl. dell'Impe- rio di OUane II. e l'lndizione P1. Abbiamo dl Leone OtlienCe (a) , (a) Leo 0- che i Monaci di Monte Catino làbbric rono varj Monifteri in To{èaoa ftJcr. chI'. ex Hugonis iU",rchionis largitione & cOllccJ!ìOile, fra' qua Ii il fuddetto di lib, :!.. c. n. Santa 1.\1'1I"Ia in Fllenze. Terminò i fuoi giorni in qucit'anno (b) Cor- (b)Herm'ln- rado Re di Borgogna, Fnudlo della piiffima I mperadrice Addaide; ed 7'lt1r C;ol'tra- Lbbe per fu;:ceffore Rodolfo Cuo Figliuolo, apptllato da gh Srorici il (fill In Ch,:. JJappoco. Teone p.rimente in qu_,{li tempi un Pbciro in Verona Ar- edIt. Clmif. ,-igo Duc.J, Padre di fånro Arrigo JmpcraJorc, che govcrnava al\ora non 101am:::nre il Ducaro di Bl\'lera, ma quello ancora della Carin[ia colla l\Jar<:a di Verona. L'l1ghdli (,-) rJpporra i fuoi [!toli fcorret- (c) Ughell. tilmenre, e ti dee legg,er così: Ð.omnus Hem icus Dux Bavariorum., .fêu : . cr. Karentallm/itms, atque iflms iVftlrchlæ Fero'JciJjìum, Fu fentro qut! G'udl- i E iflor. c. t,) 4/liloab l//car1Jlltione DomJ;li noflri Jefu Chri(ii NOlJcgcntefimo Nonagefi- Veronellf. me Tertio . ' , . . de Alcnfè Novemt'ri f,zdiélione Septima. Prettndcva Ocberto (pl [011:0 Othert ) PefCO'I:o di V cron.l, chc gli foílèro ftalÌ ufurp'1li dc' beni a 'f/;e()daIdo o/im J.v!archiolfe') cioè d.tll' Avolo ddla Conteffa Afatilde, che fi vede aHora moho ben vivo, nè so rerchè v' enni quell' (llim, fe pur non dee dirG una delle dis.menz.loni d...Il' lJghelii. Perchè TedJldo Marchefc citato non comparve, fu- decrc[ato Jl pof- [eOò di que' beni al Vefc,wo. Ecco chi cr.. Governatore deUa Marca di Verona in quefti tempi. . Anno di CRISTO DCCCCXCIV. Indizione VII. di G 10 V ANN I XV. Papa 10. di 0 T TON E III. Re di Germania e d) hal. 11. C On gli affari d'ltalia han correlazione quei di Gerberto creato Ar- civdèovo di Rems. PreCe Ia f.1nta Sede la pr'JtezlOlle di' Arno.fo de-polio da quella Sedla Contro Ie Leggi Canoniche, e P;lp:l Gi(,/'Val'Jt1i X V. forpefe da i diVlI11 l1fizj que' V ercovi, che aveano pn,ffema 1(11- tenza contra di lui. Reilano tuttavia Ie invettivc d' cílò Gelberto nen dirò contro la Chidå Romana, ma contro que' p,'p , che in qucll:i ultimi tempi l' aveano cotama fporcata, e sì m.!la'lh:nte govema[a i di Gerberto, dico, il quale dì qui a non molto <:1 coml'''ru à fa,ito ful medeiìmo Trono Ponnfizio. Ugo Cil/eto Rc di F_ ancia fpedl al Papa Ie ragiooi dell' operuo da i V dcovi, e it pf(::70 di voler venll'e in perlona hno a Granoblc, per conofcere mt"glio Oqudla ddferenza. Non lì Cent I voglia il Ponrefice Giovanni" Ji prenJerli [:-Ioto incomo- do, e folameme mar.Jò 10 Francia Leone Abbate del M"nillero dl S. Bonifclzio- per iùo Legato, per cui opera ndl' Anno lèguentc fu in 'rom. P. Kkk qual- """"- 44-1. ^ !If N A L I Ð' I TAL I A. F. A Vol . qU;llch.: m:miC=fa pofio 6i1e a quell'imbroglio. Abbiamo da Luro Pro- ANNO 99+ tolpdt:i (a), e d;1 Roan'MJ.:h S..lernitann (b), che in qu (t' Anno DbftJ/å (t L p s eft J.btera 4 Stlracellis tribfJS tnetZþbus, & ijllarto .(apta ab eis. N c: erano Prlll'J"d..1 II . J ' IT' G - bb r inc/;rvl8irø. a. or" In pol c:nO I rec.., md non e ero rorza per poterla fottenerc (b' R, mIll 1- contra la poR"anza de' Mori. Fino all' Anno prelt:nte fignoreggJò in 4S Saldn. Salemo GiO'llQNI'IÌ /I. appellato di Lamberto. (c) La mone il rap., con re- ' ( ,, ) ch p Tonlco, ilare Prmcipe dl Salt:rno luo ,Flgl1Uolo GJlt1imørio, chlamdto i.l 1tt-ZO, C t,tT,'- :1 - 1 1 d 1 , d :r: .. d 1 r lJlMS H;ftllr. 'er ( .hll'guer 0 a a tn ue J..)flncipi c: 10 tleho nome, che crano prmcip. VIVUtJ ne' [empi aJdietro. Era dfo Giovanni tuuavia vivente neI Gin- J.,allf.obarJ. goo di queil' Anno, .CIÒ apparenJo .h un Diploma dato da lui e dal (d) A. Flt-,li.. Gualmario, che fi legge odic Antiehiti Italiane (d). Truo- Italic. Tl j vafa ancora in quell' Anno Otbert", 0 fia Oberto II. Mar,hd"e, Fi- ftrt. 31. g1IUoio di quell' Oberto I. che noi gii vedemmo Mi1rchefe e Como '.1Z' wH., del facro P.llazzo, e dicemmo ProgeOltore ddla Catà d' E.tlt: 1 il qualc ( . :;t'fthl- tifnc un Placito nella Chid. di Lavagna't e fcmcnzia in favorc dd : J. :J 'IS. 1oniftcro di S. Fruuuofo. (!") L' !\no fu ferino Ån119 Incarnation;1 Domini nofl,-; Je[u Chrifti Nongmtefimo N(}1ugrjiTNø a".tB, X. Kalen- das Flbruarii, JndiéliBnt Septima, cio.: fenza con[;l(' gh Anni dl OUone III. Re. Erano potenti in Tofealla e Ll-lOigialla i Marchdi, appellati dipoi d' Etle, e forfe di qul poffiamo infenre, che il fuJdctto Obert' 11. governaífe in qucfii tempi la Marca di Gtnova. Anno di C R 1ST 0 DCCCCXCV. Indizione VI I I. di G 10 V ANN J XV. Papa I I. di OTTONE III. Re di Germania d' Ital. 1 3" \ F u nel prefenre Anno rul principio di Giugno tenuto p ' ordinc del Papa un Concilio in 1\.1ofo01o, oggldi Moulon vicino alla Mofa, a cui prefedene Leone .Jlbbate Legato Pontifizio, e fu deci[o, che 1.1 depofizione di ArnoJfD Arâvefco'llo di Rems folfe invaJida e nul- Ja, e per confegtJente eontro í Canoni entrato in quella Chiefa Ger- 'ertD- Monaco, ß.ià Abbate di Bobbio. Però fpo{felì"aro di quell'ioft- gne Arc!vefco"a.t Gerberto, e come abbandonato a C!go Cap tD Rc di Fr:mela, fi rltlro alIa Corte del Re OUBne I II. dl CUI avea I onore d' cfTere fiato Mac:firo. 1\1a Arnolfo't che era in prJ iont', finehè viífc _ il Re Ugo, non ne pote: ufcire. Abbiamo da Dirmaro (f), e da Er- lr "- manno Contr tto ( ), h d un Dieta temuR _in M,addc:burgo int r- (g1 fltrman- venne con gh allfl Pnnclpl rrlJ!.o II. I?uea dl B.tVlcra e dl Ca .m- /8US !?ontra- tia e Muchefe di Verona, II qual pofcla portatofi a GandershelID, Nus In chr. do e Gerberga fua Sorella era Badelfa, quivi cadde grave mente infer- mo. Però cruamato a sè il Figliuolo A,.,.igo, che fu pOI J mpcradore c Santo) gli ording di tornarfene iA Ba\'iua ad afficurarfi di quel Du- cato raceomandandogJi di non operar mai contro l.1 fede eLl ubbi- dien:a dovuta al Rc fuo Signore: M:tffilQa da. lui trafcurata ne g1i amu ANN A LID' I TAL I A. 443 anni addietro, del ('he era ben pemito; e pregandolO' di ricördnr fi del EllA Vo!g. I)adre, che più non rivedercbbe: in queftg Mundo. Ag iugoe I' An- ANNO 995. nalifia Sa(fone: (a) Hic puftquam pænitmtia duflu-s Reg'i1:1t1t tefptllt" &' (a) .Armali- Bavvarzçe Ducatu donatus eft, ita in eo p"o componmdtJ pace ultra prio- fl.t SRXD 4- res rues effloruit, ut ab i/Iius terrtle ince/is HenricllS PRCifiCIiS f3 Pater pud &carå. Patri tlppellar.!tur. Dopo la mone del Padre ar giovJnt' Arngo, Ell'lJ- <[;aJ-iorum e/cé/ione & au,,'ilio, bon(1 P atris & Ducatltw, Rege donante, o/;tinuit. Abbiamo poi due rilevami particol:trità fpcttanti a quclt' Anno oe gli Annali d' Ilddeim (b), copiate dipoi daU" Annåli1 a S:rf1òne, cioè, (b .AnlJnlet chc O[tone Il I. mandò per fuoi A mbafciarori a Cofiaminopoli Gio- r ll ,lJes- 'Vtmni Ft:fcovo di Piacenza, Bef'nllardo cfc.ovo di Vir_zbur:;o, per d- elm. dimand re in rv1('ghe d' eOo Re una PmiclpelT:r del langue Impenale de" Grcci. Tornerà il ragionamenro intorno a qudló afFare :mdando innanzi. Q!lell:o Vefcö\1o di Piacenta è qut'! rht:ddìmij' Gio,/:'alJiÛ Ar- chimandrita Calabrefe, di cui abbiam parlito di Copra, e che vedre- mo Amipapa. in breve. II Campi nella Storia EccIefiafiica di Pia- ccnza il nuova in quella Città anche nell' Aprile déll' Anno prefcme. L' ahra partlcoìal ità è, che Legati Apo{lolicçe Sedis cum t/1:at1i'ritÏtatc Ro- manorum ('tque Langobardot'um Regcm RrJ1;JaÝJl i/'Jvitan't. Cel [0 è, che per la lomananza del Re erano mtòni de i rropo mali ùmori in Ita- lia, cioè fe;dizioni di Popoli, e fopratutto da i po[enti venivano ufur- pali gior?aln:eme. i beni e dirÏtti delle Chic e. i\bbiam veduto il Po polo dl MIlano In ro[[a comra del 101'0 Arclvefcovo Landolfo. Ob- blt qto Papa Giovanni XV. a tùggir[ene di Roma per la prepotcl1z:i di Crcfcenzio, e di que! Senato. .ForCe que1li due fani occorfero circa q fti medefimi tempi. E .com_c av fre mano e b.tlìa nel gover'no di Roma il fuddeuo Crefce:nzlO, 11 puo anche intendere da ciò, che i Vefcovi di Fr:1ncia nella Jite già accenoata di An#Qlfo e Gf!1"berto di-. . ce:ano, 0 per dir meglio facea lor dire 10 ftefTo Gerbcrto (c): Regii, (c) B4rllll. ac noftri Lega1Ï Rr-mam profeéli, éil Epiflolas Ponrifici porrexenmt, & .Annal. .cc. ab (0 indigne fiJftepti funt. Sed, ut credimus, quia Crefcentiu nulla mu- Ad / nn. Hufcula ohtu/c1^Unt, per triduum a Pa/atio ftc/uft, nullo r (þonfo acccpto rc- 99 . dieruiJt: quod peccatis nuflris exigmtlhus pru'I;emre, non dubium eft, ut Ro- nJam Ecclejia, qlll! J ater & Capllt Ecc/ejìaÝlAjft eft, per TýralJnid m dc- J,ilitetur. Ecco 10 flaw, in cui Ii trovava' aHara la Sedla A poílolica, cerro per colpa de folJ Romani. Da un DIploma rifcri o daU' Ughclli (d) (d) ugh,ll. fiamo afiìcurati, che il Re Ottlne 1/1. ú trovava in Magonza 111. Itnl. Sacr. ldU! Novembris Ãnno Dominic I'Jcarnationis DCCCCXCY. lndiélione ! m. 1. rUll. (la quale do ca cammJnar .1ino a! fine del!' Ann<;> pn:fcme,. ':er;!e ?I. fecondo II modcrno (hie) Anno Tertii OJ/oms Rcg;;Mt:s XII. l'anmeme la Cronic:!. dd MomllelO del V olturno (e) ci tommilllfha un Plãciro, tenuto ih G.uél1' Anno in Falva nel Ðm:a[o di Spoleti, 0 pure: nella Marc.t di Camerinö. Erano prefiJemi aJ dIò Ana Comes, & Oderi- ßUJ Comes, & He/mepertus Epiftøpus A-fij[us Domni Ugonis Dux & iilar- chio. QueUe poche parole confc:rmano qUJ.nto s' è accennaru di fopra, döè che per qualche accidence non era più Duca di Spoleti e Mar- Kkk z. chefc (e) Chroni,. VuJlurnenf. P. 11. T. I. Rer. Itali,. 444 ANN A L I 0' I TAL 1 A. I: 1\ A Yolg. chcfe di Camerino Trasmondo, da noi veduro negli anni addietro al AI\t\() )96. gl'verno di que' p:lefi; e che a lui era fucce:duto Ugo Duca c M.lr- che[e anche di Tofcana. Anno di C R 1ST 0 DCCCCXCV I. Indizione IX. di G REG 0 RIO V. Papa I. di 0 T TON E Ill. Re 14. Imperadore I. L ' Anno fu quefto, in cui venuta Ja Primavera, 'I/trnali temport , il gio\'ane OUone J II. Re calò in halia, aceomp.lgnato dall a gU1r- (a) ChrønD- dla dl un deco_rotn efercito. Secondo iJ Crnnografo SalTone (a) DonJi- grllfhus Sa- nicam Re(!JrreEliontm Papiæ Regal; more cdebravit. PalTato dipoi a Ra- XO_ p ln A b "Jf. venna, quivi fece una huona palata, c eolã gli giunfc: l' ë\vvllò, che: .HI . LeI m- d - - G . . XV ., I I h ' I r Iii. era mancato I vita lovannz C10e que "pa, el"l lamo A b- (b' .Aimonus b.ne di Fleul Y ./Ibbont (b) ito a Rom:!, turpiJ Itmi cupidum, atfjut in in VIta. S. omnibus filis aélibus venalrm rtpe,-it. Seeo avea 1') mperaJorc condOlto .JfbbonlS. Brunone fuo Parente, in qnalirà di Cappellano, glo\'.me lc::tteraro, m.\ alquanto per la fua ctà focolo, Invoglioíli Ouone dl merterlo ful Trono POIl[dìzio, e i!1tcfofi co i Romani, 10 fpedl a Ronu, acc0mpagnaw da IVilligifo ArCÎ'l:t{co'l:o di Magonza, c dl AdtÛblilào Vefèo'L'o di Utr eh[, dove innalzalo a qudb fublimc Digni à aff'unle il nome di GrtgoYio V. (c) Sigønius II Sigonio (c) fcrive, ehe üuone, ufurpato jtJrc ß,'ummefN SaxQJetn pro- d, i,tgno pinquu11l fuum, XVI. Kalmdas Julii Po"t ficem dtc 'aravit, ac R011WTH Jt li.e I. 7. co,;ftcrandum mijit. Altretlanto ha Girolamo Rolf. (d); cd amendue ri- (d)ß Rub(us fcnfcono all' Anno preced::nte l' efalrazione d' ellò Gregorio; nè m.m- EIJ.or. Ra- 5 ,' h J P B } ' h ' Ü 'limn. 1. 5. ca'1O cntton, c e ere ono crearo apa rLmone, a lorc e [[one ) I J. fu giuOlo aRoma, e: adoperò la fUI aut0rità in tàvore dl lui. (e) Baron. iN M1 tant.) al Sigonio, qUolmo .11 Rol1i, e al CarJltul B lronio (e), mIn- Ãnn.,l. E", C.1rono moiti Iumi, che nlli ora abbi"ffio, e però in m.)lte elrcofi 111Z fi allomana dal vero il loro raeconto. L3. vc:ril fi è, che folamentc nd prefcme Anno venne ÜLtorn: III. in hali_1; ld in elTo mancò di vita Gio.vanni XV, Romano Pome6ce:. Stando il Re Ottone in Ra- venna, raccom:mdò a i Rom uti il ludJeno Brunon , e:d eili concor- dcmeme convennero nell' ekzio!1e di lui, fenza che it Re uurpa!Te: i lora dirini, Prefe il nome di Grego,io F. Non t,ílendo cóh p ranche Impcradore, ma folo Re: d' Itaha, a nuila era tenmo per Jui il Clero e Po polo Romano, e [ol.1mente pOte,lOû imerveOire riguardi di con- venienza, che in f.\tti non mancarono in tal conglUlHura. Come fuc- cedelTe l' affdrc, I' abbi.\nlO da un Amore: cont<:mporanen, cioè dal Monaco AU!ore della Vita dl Santo Ad,Ûberto Velco'Vo dl Piaga prelTo (f) Mdill. il Padrc M.tbillone ef) Re,y altum Otto, Icrive egli, A/pium nivts swd. B,- multo mili't transmram, juxta [>; DappOlchè fu a/Tunro al Ponrificlro Gregorio P. il Re OUone III. in Vila S: íIì d } "1 11 1 d . } ) d . r' - Røm:I1Id, mo e a : avcnna a avo ra 1 ,"om.., ove tu lOlCnnemcmc nccvuro. lib 6 Ho cr.. 4f6 ANN ^ LID' I TAL J A. Fu Voig. 110 io rapporrato un bel Placito, tenuto fuori dclh fteCfa Rom (!al ANN') w 6 . medc fi 1110 Re:: eol\' aí1i (knza di mold V dcovi e Principi con queflc (a) Anrj{hj- otc: ( ) egl1trnú Do:mno HOltOM piif/!ma R.cg .J1nno Reglli pi f(tti ejils IÌI Ejlcnft In Italla ecundo, Pn}'JJo lt1en(e Afad", Indlff.lon Secundú, forap Parta P: I. c. Zoo. SanEli Laurent;;, infra' Palatius Domni noflr;' R-egis. Non ho 8110ra ('1- puto intendere p rchè fi. dlca Å'!1I0 Swmdo del Regno, fc non fup- ponendo, ehe fegU1{fC la tua ElezlOne e Coronazionc in Re d' halia . nell' f\prilc deH'anno precedente. 1\1a fe O:tone cr.\ in ROrl1l, 0 fia fulle porte di Roma nel di primo di Maggio, fi avvalora I' aurorità di "lul'gli Scrittolt, eho il [.1000 giunro colà', prim.l che ßrunone foOc pallo '-ulb Cattedra Pomifizia. Ora in eHo Placito I' Abbate di Santa Fiora d' l\rezzU feee querela comra AdeJ!Jertus' A/archia, & Alb rtús gel11l1mi, Filii quol1dam IIo.lberti, cioè Figliuoli del Mar- ehde Obert" I. C,nte del facro Romano Palazzo, cd Antenati dd- la C fa ' ne, re cagione di alcul1i. eni da l ro o eupati, e n nporto 11 poí1eí1o, falva fjuue/a, eJOe con laiciar V1Ve ad dIi Marchdi Ie loro ragioni nel petitorio. St:mdo in vicinanza di Rom:l il Re Ouone: III. finalmente giunfe ad ottenere 13 Coro- na dell' Imperio. Siccome abbiamo dalla Vita di Sant' Adalberto (b) .A,non'j (b), magno gaudio omnium Imptrator;um attigit apicem. Lætantur cum ;" l ;lb ::i Primo.ribus minares Civitatis, cum affliéla paup,re exfultanl agmina vidua- ;ragrnf. rum, ljuia 11o.vus Imperatar Jat jura Po.pulis, dat jura novus Papa. Qle- (c), l!agjus 1te:, parole, dice il P'Oidre Pagi (c), manifefle o.fiendunt, OUol1em' Ill. fl- Crlm. Bit- cuti, & Dccejforcs, ftpremum DominiMm in Urbe exercIÛjft; fjuad ufque ad ro". noJl;:a tempora, Dbfcun rn fiiit. II giorno, in cui, feeondù gli f\nnali. ð' Ildc:tèim, egli Imperatar & Patricius coronatur, tù qucllo -di Pe:mc- . colle, che in ,quell' anno cadde: ne1 dì I. di 1aggio. Ma per ane- .) D h rrm'!r. nato di Ditmaro (d), e: dell' Annalilla Sa{fone (eo), Rom;zm veniens ill- .n C rOnl" 'r; ,t; D .. XII K l d ] -. . - fi . lib. 1110 Tertii Otta is Imp_eralltis I. l o io p nmente pu bl ca- l'.p,fcop. to ur. Diploma (h), da 1m dato 10 favore dl Odtl,.,eo Vefwl.:a dl Crc- vmne1lf. mona, abfe1Jtu KtJrijJim So.YDrÏJ noJlr Sophid! con qu Ite Note: Da- (h' ,Antiq,!. tum 1"1. Ka/endas 7unii atl1'J9 DominicL Incurnat;ðnis DCCCCXCJ71. In- ;a l lC Í3 Dlj- dtéliont r IJ JJ. 6ln,la vrra 'l'cHii Otlonis Rcgnantis Xll1. Imperii outem trl.. tjus Primo. .ðélúm Romte: il che ci fa conofcere, ch' egli era già Im- petatÌMI: ml di 2.7. di l\laggio. E qui non voglio tac.c:re',che nel (i) Ibitfm; med..tìmo M fe Ardo;nu Conte del Palazzo tenne un Placl[o (,) nel dl- r>iffin.7. {betto di BILfcia, duve l' Avvocato dclla Chicfa dl Crcmona ottennc fcmenz:a t'avorevole contra di Gu lbcrto GiudIce. L' Ano fu fcrino .nno. Intarnatianis Domini tloJffi ]Ifu Cbrifli DCCCC. Nanagifmta Sex- to. , , . ANN A LID' I T A- L I A. 447 ID, Xl. Kaltlld:zs junias, lneliéfi,nt l'tona: il che è da norare, perchè Eu Volg._ fempre 1'1Ù fi cnnterma quanro 10 ho deuo di fopra, cioè, chc qu'lO- AJoiNO P9 6 . tunque Ottone II I. folre detto Re d' Italia, e governaOè queilo Re- gno, pure non erano coma ri in I ralia gli .anni del (uo Regno, per- ch' egli non era per ancl1C coronato c-olla Corona, che chiamiRmCJ Ft'rrc3. A Jr.ra ragitme non fo io adJurne che quefia. Aggiu-ng..fi un' IIltro Diploma d' e/'fo Augufio, daw Plll. K lmdas' 1uniJ ddl' anno prefc 'O[e coW Allum Roml, come fi kgge nel Bl)llario Cafinenfc; di modo che flam cc:ni dd dì della fua Coronazione. Crearo che fu Imperadore Ouone 11 I. cominciò fecondo it ri- to de' fuoi Predecelrori a far gmflizia in Roma j e fra gli alrri fu ci- taro Crc:fcenzio per Ie infolenze uf.'tte a GirJ'vanni XJT. IJapa. l/ahito" dice I' ^ nali!la Salrone ( )! ( m Romanis Placito, qu.etJIdam,Crcfcr-n- (11) ;Iht".- t;U11I, fjUIa przornn P apam m}/iYm [æpe Jacera'Verat, exfilJO flatNJI. drpor. liJla San lat'i; fed ad preces nDvi Apofiolici omnia- iJ/i remiþt.. Di U1 :mcora S'1I1. aþulJ E,,1lf'o tcnde, qual foOè l' amorirà Imperiale di O[rone III. in RaIna. Sbri- dum. garo cia queili affari elro Augufio, fi rrasferì dipoi a Pavia. Ne bo la pruon in un fn<> Diploma (b), confermarprio de' beni e privilegj b) .Anti q ". del Monifiero- deJle Monache di Sanra Maria di Teodara, oggidì de1- 1ta/i,. D1"- la PofiCT1a, daro Kalendis At gufti', an1lo Dominicd! IncRr1zationis 1m. Ii. DCCCCXC/7J. Indit!iotte IX. .nn" Tertii OttonÏJ Regnantis XllJ. Im- perii Primo. Áf1tt'l'll Papite. Benchè niuno de gli anrichi Storid flc- cia menzione't che Octone I I I. fotfe coronato colla Corona del Re- gno d' Jralia: pure fi può ragioncvolmrnre credere, ch' eg1i 0 nd fuo primo arri\'o in Lombardia ndh Primavera di queft' anno, ovvero neW effere tornato co1à dopo 1a Coronazione Romana, ricevelre ancor l'al- tra del Regno Jralico. Bonincontro Morigia da Monza (c), che 60- (c) ðn;1J- riva nel Secolo Dccimoquarto, ficcome otfervai nel mio Trattato de c lJ ru M,- Corona Ferrta (d), fcrive, ch'egli primo ill lvfodoëtia (cioè in Monza) í ,,;:O, poflea in ftfediolano ltlllici Regni Coronam accepit. Anzi, fc a Jui ere- (d) .Anted,t. diarno, Ouone I I J. fu quegli, che cofiirUl la nobil Terra di Manza Latm. T.3.. Caput LONlbarditt & Sedem Regni illius: il che difficilmenre fi può cre- dere, perchè qudl' era una prcrogati\>a di Pavia, e fe fi vuol'. anche di Milano. Sappiamo ben di cerro, de ne'Secoli fulregucmi fu, e tuttavia fi truova cuilodira la Corona del Ferro nella Baíilica di S. Gio- vanni B tifia di Manza, e de quivi talvolta furono coronati i Re d' 1- taha. Sull' .",utllnno fe ne [c>rnò in Gcrmania il novello Augufio, e per quanro ci afficura il Cronograf,) Sa(fone, in Agrippina Colonia ,fU111" mi lmperatwis cendigno honore, celeb1"tlt Ntztall'm diem. Può elfere tno- ivo i rnaravigha il trovare rama diverlità di pareri imomo aU' anno, In CUI UgÐ CapetD Re di Francia, Primo della fua fchiarra, finì di vi- Vcre. L' Annalitla Sa(fone (t) f.'t fucccdura la di lui morre nell' anno (e) .Ann_ 994. Odaranno, ed altri nell' anno 998. Cerro è, che s' ingannano. II lifta 1J1t,. Padre Mabdlone e ìl P:tdre Daniello il crc:dono mancato di vira nem anno prefcnre 996. Ma il Padre Pagi pretende, che ciò accadcfTe nell' anno f gueme 997. Tale fu ancora il fcntimemo di Romo:alrlo Sakr- DltanO . -H,g ANN A LID' I TAL I ^. ru Volg. nitano (.ø). Lafcc:rò io difpurarli di quclto, b,lIhndo ricordare a i Let- ANt\O 99(,. tori, ch' <.gli c.bbt: per SuccdTore Ro erto, Principe per la fua Pictà a Romllal_- e per al[te Virtù lodatiffimo, ma poco da noi conofciuto per ahrc rue t: u ai rm- nioni. AbbiJmo poi una gran folia di Scri[[C'ri, che tengono iltiwi- chrøn;c. ti in quefl' anno da Papa Gregorio V. i [eue Eleuori dcll' Imperio. Tom. Vl . Ma in quefti ulrimi tc:wp' ben vemilat:t una tal qui{li',"c, è oramai Rer. ItalIC. decito, non fuffillere 1'ilbtution d' cOi Ekttori: imorno a che non i- fpenderò io altra par01a. , Prima nondimcoo di abbandonar que{l' anno fi \'uol rammentare uno ftrepitolo f.1tto, che fi thee acc;\duro nel Cont:ìdo di l\1odena, e vien riferi[o dll' anno ,prefemc d.tl Sig.mjo (b), e da altri. Gorofredo da Vit.:r\ilo Cc) circa l' an no 11.90. fu il primo e il folo a fpacciar quc- fto racconto. Tro\'é1ndoG l' Imperadrice i\loglie dl Ottone Ill. (chia- mata iV1aria da alcuni) vicino a 1\1cdena nella Calà del Come, 0 fia Governatore di qudb. Città, chiarn:ìta Amala, perdut,unenre s'inva- Vilghì d'dfo Come, td anche sfacciatamenre gli pa1esò Ie fue fiam- me. Egii Fedele a DIO e al [uo Principe lî mile a fuggire; e perchë l' Imperadrice I' a\'cva ffcrrato pel mantcllo a fine di ritenerlo, glie- 10 lalciò ncHe n13oi. Rivdò II Come alia pr0priJ. M,'glie quanto gli cra accaduto, .ben pre\'edendo la propria rovina. In fatti aceutilto dail' Imperadriee all' Augutlo Con[orte, quaCtchè cgli avdfe data un' aíla1- to alla dl lei onellà, il credulo Ottone gli feee fenz.' altro tagliare il capo. Comp'lrvc: dlpoi l' affiirra Moglie del Come davami all'Impe- radore, e rivehto i1 falto, come era, dimandò giull:izia, con efibidi di rrovar I'innocenzd dd Marito, e ]a calunni3 dell'lmperadrice col G iudlZio, come allora diceano, del Ferro rovenre. Fu ammeCfa alia pruova, e lè.-nzJ danno a1cuno mancgiò quel Ferro, 0 pure p.lílè:ggiò iIIeb fopra i \'omeri infocari: perlocchè I' I mperildrice fu condann3r3 al fuoeo. -1a che quetl:! tia una poroiar novella, bcvutJ. buonamcme da Gowfredo da V itcrbo, abh,tfianza fi comrrende dal vcdcrc, che niuno de' più amiehi Scri[[ori ha blCiJt3 :ncozione di un' avvenrmemo di tanto nlievo, che avn:bbe falto un'incredibil rumore dapertutt o . E oè pure aleun d' effi ferive, che Ouone Ill. giovao di {edlci anni a"elli: per anche prcÙ Moglie; anzi s' è o{fcrvato, ell' egh od prc- cedeore Anno mviò d e \' efcovi a cercarne una in Grecla Agglllll- gafi aver noi trovato all' Anno 98.9. 7"'edaldl, A volo della ConrdTa la- t11da, A1archfft e Conte di l1,Jodena. Scorgcrcmo in oltre vlvenre 10 fie/1o Tedaldo dopo la morte di Ouone Ill. nè è maim probJbiIe, de foOe liaro who a lui il Governo Ji qudia Ciu:ì pcr darlo ad un' altro, Q!lcllòlo, cÌ1e pc>trtbbc a,idurli pcr [onener qui il racc('O[o di GI,tlfndo, conlifie in immagin:u.:, che gli Anriehi palfaOèro louo filenzio Ie nozze e Ja mone di quella I mperadriee, come memoria mfame. Oltre di che Landolfo Stniore, Storieo l\ldandc, nun lon- (ano da i tempi di Ottone II I. 1.1lèiò fcrino Cd), aver cgli fpcdiro a Cofiamtnopoh drlloifø II. .r\rcivefcoyo di M1Jano a Clfcargh una j\ 10- glie, dfjulJfla Crmjugf, f.'I( qua FiliurJl rJla[Cft'tml millime gm:icrat: G (' co- me . (b) S;:"";IIS tie Regno Ital. lIb. 7. (c) GðJlfri- d V;ler- bim[. ;n P4ntheo. (d) Landul- fu S fen/or Hiftnr. Mt- d"' illy,. To, IV. Rer. ItalIC_ ANN A LID' I TAL I A. me io prima d' ora o ervai nella P 'efazio e alla Swria fo. Però ne creda CIO che vuole II fagglO Lenore. 4f d' efro Ländol- Ell" VoJg. ANN 997. Anno di C R 1ST 0 DCCCCXCV I I. I ndizione x. di G REG 0 RIO V. Papa 2.. di 0 T TON E III. Re I). Imperadore 1.. P Areva, che orarnai doveffe il Regno d'Iralia, e Roma più che r altrc Cmà, godcr pace c quitre, da che c' ua un'lrnperador porente, che potea farfi nlpettare cd ubbidire da tutti. 1\1" non fu così. Un mal'uomo, un'uomo acciecato dJll'3mbil.ione, convien dI- re, che foire Cre(cenzi() Conlole di Roma. Quando fi credc"-a G,-ego- rio Y. Papa di porer'dèrcitare qud temporal doruinio in Roma e eel fuo Ðucato, chc aveano goduto [anti fuoi PredecdI'ori, e che gii era flato confermato daIl' Augu1lo Ot/one 111. trovÒ un troppo gaglÏudo oppofitore in eOo Crefc(nzlo. Avvezzo quefti a cam;judarc, lenza far ca{o del gimarnento dl fedcltà prellato al medefimo Para, e al1'I01- peradore, dlmrnricando ancora il perdono de' fuoi fJlli, poco di.u1zi ottenuto 3d imcrcdIìone dello fidlû Pomefice: t:iI1W fccc, chc ub- bligò GregO! io V. a fuggir!ênc di Rom:!, nudus omnium ,en.m, e J. rneltcre in f.Alvo la vita. (a) Ritiroffi cgli a Pavia, dove raunato un (a) .A.,, lts Cohcilio di Vefcovi, fulminò la fcomunic3 contra di Crefcenzio. Ma H.lldt'bt ?ft. queíli [e ne rife, anzi da lì a non moho palsò all'db-emo de gli ec- sa-:O u I · ceffi, quafichè non ci foiTe più nè Dio, nè potenza umana, vaievole a contrafiarc con lui. Cioè capitò in queíli tempi aRoma qud Gill- 4fJann; Calabrele Vefcovo 0 fia Arcivefcovo di Piacenza, di cui s' è parlato più volte ne gli anni addietro, c il quale nella Vita di S. N .10 Egumcno preOo il Cardinal B.ironio porta il nome di Ph.lagathus, già inviato dallo ({eiTo Ottone III a Cofiaminopoli per trauare del ruo mariraggio con una delle Figliuole de' Glt-ci Augufli. \I cnivano con dT'o lui gli l\rrbafciatori fpediti a1l' AuguHo Onone da Bafil;o e Coftantino I mperadori, chc furono con grande onore I ice" uti da Cre- fcenzio. Allora fu, che tanto I' ambizloto Crefcenzio, quamo il \'01- pone Giovanni, tramarono una tela d'infame poJitica, che abbaHanza rifulta dalla Swria di que' tempI. Cioè fi accordarono inficmc, chc il go verno temporale di Roma rdlaße a Crefccnzio, ma lolto Ja pro- tczione, e lotto la fovranità de gl'Imperadori Greci; e GIOvanni fo(fe creato Papa, con contcntarfi del go verno f pirituale della ChH:tà præfatl/s 10hannes ingnú1.a fibi circil iIIos cal/uit fteu- ,.ius IIftutia, qu, RegiJ infantia & Primatu11I Wius permjtt batur inmria_ .Ad hJec deflmElo P /ocmtine Urbis Ep {coprJ, -vir bOli4 it/doli, ei þteligi- tur. Þ<3(} indtctnter ej Elo, preþztus 70hanllrr., 110n fJllfl(Jr fed mercenariuJ.., ''lmtkm 71011 r tndam, fei droaJlandam {JIfapit Ecclejiam. alll 'ilium _ -n/ifj!HJt annos tentret, avaritiæ diabo/ictP itmbri.tus "VtII no, talJtum Ji ex- lalit (uper Ie, ut etiam Romæ ip(am beati Petri ApofloJi Sedem, Anti- 'thrij1i mffllbrum "Vere effeélus, f(}Ymcando polius ,0/lJteret, quam venerando infederet. Ecco >O IncllYMatiams Domhú DCCCCXCf/lJ. Indif/iolJe Xl. An-- 1i0 Regni X/Y. ltnperiJ autc11Ili. S' aumemà mirabllm tc in quell' aono la potcnr.a de' V e ziani d) p rch .ata i( ordia._ opo la mone di Y'urpimirø Re de I Croan Schiavoni, le Cma manUIDC della Dalma- ia mofirarono genio adre di G,oegvr;o Y. Pap-1_ ße(1dofi ritirato a Payia effo Pomef1ce a cagione dello Scifma introdotto nella ChieJa Romaoa,. coli s' era portato ancora Ottone (uo Padre, Marcbefc al- Iora della Marca di Verona; 0 pure vi capitò accompagnando }' .'\u- guíto Ottttm Ill. il quale irrKaro fone CQntro i perturbatori dd fuo Imperio, e della Chiclå Rom na, Cui fine del prcceden1e unno era ca- lato di nuovo in Italia. 11 Cronografo SaíTonc (n ci fa Capere, che (f) Chrønl. 'Venerabil;s Papa Gr tJTitff Papi ob'Viam faBus eft aU' IlDperadote. Adun- gt'tlphu'tl Sa- que Ottone Ill. venne a Payia, e (ìccome poco fa oflèrvammo, qui- :ib"!ï .14m. vi celcbrò Ia fdb del (anto N âtale. Oltre a ciò nel di f. di Gcnnaio (g) PIITlCeli. del prcfente Anno t"gli (ì truova in queUa Cirrà, dove dicde un Dipìo- ./vton".tnent. roa in favore dtl Moniltcro AmblobiU1o; (g) NOi1is ]QlJuarii 4nro Do- B,,"þ b liC:r. L 11 ' . m rOJIan . 1. 1111n1Cte -4-5'2. ANN ALl D' I TAL I A. Jr"A Vol ",inic Incarllat. DCCCC.!(C.'7I/l. Regn; ero Domni 01l0n;s f'ertii XII". ^N O 9y8. (dee dfere XV.) Imperii e;us 11. IndlEl10ne Xl. Aéfu11l Papi . Oi là poi pafsò I'lmperadorc: a Cremona, e quivi nel dì 19. èi Gennaio concedette a i Canonici di Santo Anronino di Piaccnza un Privile- (1' C.:mpi gi" ((I), dato XIV. Ka/endas Fehr14a,.ii AnnD Dom i nic4 lnta,."ationis lftor. di P;.- DCCCCXCVIJl. lnditlione XI. Anno 'Vero Domni Ottonis ertii 1mp'- cent:.. T. 1. ratoris Regn; ejus XV. Imperii I/. Aflum Cremone. Che eßo Augullo nd rnedefirno giorno dimora{fe in Cremona, ne abbiamo un' alna te- (b) . A7tl q", fiimonianza in un Placito da me pubbhcato (b), il cui principio è It4l1c. ViI- tale: Dum in Dei nomine Ci'Vitate Cremona in DomD (cio= nel Palazzo ':;: 7 b3. del V efcovo) .ipfius Ci'Vitatis in Laubia JtrJ jo e Pl!tlS Domus, ubi Do- mn14S Otto g/orlo/iJlimlls Imperator præeffit, In JUdiCII refidebal, per ejuJ- iem Damni Olderici /iantiam (cioè del Vefcovo di Cremona, perchè non fi potea ne'luoghi privati fenza permiffion dd Padrone alzar Tri- bunale di Giufiizia) alto Dux & .\1ilfus Domni ipfills Ollonis Impera- loris (cioè i1 Padre di Gregorio V. Papa) unicuiq14c jufli1ias fa&iendas & deliberandas: rejidentibus cum eo Henricus Dux ( cioè di Bavit:ra, chc fn poi Imperadorc) &c. In e{fo Placito ouenne Odd,.ico Yefto'VtJ di Cremona una favorevol fentenza contra de' Cittadmi dell a meddim Città ufurpatori de' fuoi beni. Oa Crcrnnna fi trasfcrì Onone a Ra- (c) Ibidem venna, e quivi (c) f/. Jdus Ft6ruarii, Indiflione Xl. confermò i Pli- :Diffirl. 61. vilegj a i Canonici di Ferrara, con imporre a i trasgretlòri la pen a di cc:nto Libre, da pag:\rfi medietatem Cameræ noflr , & medietatem pr diélis Canonicis, e oon già aHa Cam::ra Pomifizia. Oovette in tal congiuntura fuccedere ciò, chc narra Andrea Dandolo a quefio me- (d) DAntl'!'. deGmo anno (á). Cioè che foggiornando Onone Ill. in Ravenna, s'm- In chr,mcl1 vogliò di fare una fcaprata a Venc:zia, per vedcre quella maravigliofa .f:l. aIr. Città. Fatta dunque vifia di ritirarfi all' antichil1ìmo Monit1ero dclla I. Pompof.'1, per quivi fare un poco di purga, con foli fei compagni, e Giov.mni Oiacono, fi porcò pofcia colà incognito. Segretamemc avvertito della fua venuta il Doge, la none trattava, e cenava laura. mente con lui, nel giorno poi il lafciava ilndarc a fuo ta1ento vifitan- do Ie Cbiefe e I' ltre cofe rare della Città. Tenne Ouone Auguflo. al Battefimo una Figliuola del Doge;. e foddisfatta la fua curiohtà fc ne ritornò a Ravenna. Finalmente in compagnia di Papa Gregorio V. e con un fioritiffimo efercito d' Italiani e di Tedefchi s'incaa1minò il giovane Imperadore alla volta di Roma ( ). In dfa fi trovarono queO:i due primi luminari della CriClianità rill. Ka/endas i fartii Anno Dominic IneartJationis DCCCCXCVll/. I11dic1iøne Xl. ciò apparendo dol un Diploma d' e{fo Augulto in favorc (0 Chrøni c . ddl'inGgne Moniítero di Farfa contra di Ugo Abbate (j),. ,/141. jibi 1m- 7.rfe ft pn-ia/is Abba1Ï , A10nafterii '1.:idelicel Farfenfis, ah(que noflro affinfu re. P. 1/. TiP- gimen ufurpa-verat iniq141, & ,!14od deterius eft, prelio em"af a RotJIanQ "6.er.ltAlf. POlltifice. II bello è, che Onone III. 10 tolfe ad Ugo Abbate, per darlo poi io Comm:.:nda, 0 fia in Bene/Ïzio ad un Ugo Yejèo'VtJ. Non melt<: però molto a rimettcrc in potreiro del medc:fimo Mnnift-ero il fud- (c) .AnitA- 11ft" Sa:JC' .p.tl F.,,- ,.rtl.m. ANN' A L ] - Ð' I TAL I A. .oJ; J fuddetto Ugo Abbate, i1 qU31e riufd poi uo valenmomo, e faticò non !!u V"Ift: poco in vanraggio del fuo Momnero. Un aluo ruo Diploma (a), dato ANNO 9.)8- in Roma ftdfa V. KaltI'Jd s Martii, legge ne le Anrichlrà .lra_lian.e. li nriïj In clTo fon confcrmari tutti i fuoi bem ad Antonmo V fèO'lJO dl Pdlot.1. firt. 19. Non avea già afpenato I' arrivo di Papa Gregorio,' nè dell' Impera- paf. 9 dore, 1" Amipapa Giov4"nij ma cauramenre travdh[O, dopo aver te- nuta occupata circa dieci Mefi la Sedia di S'_ Pietro, fe .n' era fug- giro. Poco nondimeno g1i valfe in quefio bilogno l' afiuzla fua. Fu fcoperto e prefo da i Romani ftelli., j quali per attefiato di S. Pier Damiano (b), e del CronogTafo SatTone (c), temendo, che l' I mpe- (b) tt '" d . 1 1 fi 'n: d r I . I . 1 1 . . 1 fi DAm,a,,, ra ore I a é1alle an ar lenza pena, g I tag 13rono a mgua e I na 0, Epif/. II. tÚ, 1i cavarono gli occhi, e così ma1concio il conduff"ero neUe carceri di Call.dcum. Roma. Da 1ì a qualche tempo po1l010 a rovef-cio Copra di un afinello (c) ChrlnD- colla coda d' eff"o in mana il guiå"arono per Ie piuze e contrade della fr4ph. 4"Ø. Città, forzandolo a camare' '1'aleo ftlpplicium patitur, qui Roman14m Pa- pam de fUtS Sede. peller' nititllr. Novella ben graziofa, come fe fotre- credlbile, cbe i1 mifero avelse vö lia e forza da cantar quefia Caozone_ E poi s' ha da chiedere a Pier Damiano,. come poterfe coílui cantare,. dopa averci detto, che gli era nata dianzi tagliara la lingua. Per :l1- tro non fi merte in dubbio I' obbrobriofo trarramenro falto a quefio Anripapa j nzi fi S;l, che fu dcccHaro da S. Nils Abbate Greco" ce- lebre di quefti tempi, e foftdatore del Moniftero di GrottafcTr-.na,. abi- tante aBara in un Monifierù preffo di G:teta, la cui Vira fi legge ne- gli ^nnali Ecclefiafiiri del Baronio. Udito ch'''egli ebbe, com .. An- Üpapa Drbatus Dro/is, lingua, & ntlft. in careere", conjeffus eft, per {;ompaffione a quefi-o (uo N :Jziona1e Greco, bcnchè di parria Cala- brde, fi ponò a. Roma. Accoho con fomma divozionc dal Papa c dall'lmperadore, chiele loro in dono l' infelice Giovanni, qui, dice-- Vol e.gli, .trumque 'VefJml1l ek fonte Bapti(matis (uftepit. Veggafi, a qual grado di riputazionc: avelTe ponaro cofiui la fua ipocrifia, da che av a tenuto al (acro Fome due sì eccelfi perfonaggi. AHora I'Imperadorc: colle lagrime a gIi occhi (neqlle mim rtvera tDta res ejus confi/io pet-a- lla eft) gli rifpofe, che gliel concederebbe, purchè eff"o Nilo volctTe f rma!fi .in Rama. a governare il Moni ero di Santo Anafiafio dc' Gre- (:1. SI d,fponeva 11 óuon'. fcrvo di DIO arl ccettar la propofizione j. ftd d14rllt ilJ Papa, non OO!4/entus malis, fjue ad'lJtrfuJ prædiElum Phi/a- - l.athum (così r-gli nomina Giovanni) patraverat, quum ilium adduxijJêt,. f(lcer ota es 'lJe{fes ci di/aniajJêt, per to/am Urbem ci,.C14md14xit &.c. Prc- dlff"e pOI N 110 tanto al P Jpa quanto :Ill' I mperadore I'ira di Dlo, per- c;:hè OIuna mifericordia av ano di cofiui, male corriCpondendo a Dio,. (;oe 101'0 l' avea daro nene mani. Non er:t già fuggito Crelèenzio da Roma, perchè confidaro ne! 2 DftmJlr. creduto al10ra inefpugnabile CaUello di Santo Angelo, quivi fi fc:nò ø i.. o" fuoi p1rtigiani (d). Dopo 1a Domenica in A Ibis h:ce l' I mptradore jJa Saxc Jmpr ndcre l' alfedio di quella Forr:zza COD quante macchine erar:J al- Gla6,,. RÞ- lora m ufo;. e ø41i varj atTalti e iCalate,_ finalmeme riufcì a i fuoi di Julph. I. J. fi ca!. ... upe- .... : -..\ 4;'40 ANN Ai L. I '0' I T- AI L I A. !.u Velg-. fup rar. que la Ro ar. A Çrefcemlio' pl'cfo, a dodici de'ruoi tagliø.. A)lNO 99 B . ta f d orclme de'll Imp adorc 1a tta, e i lor cadaveri aprrdì, a i meru de Caí1:ello /II. Ji.aklfd,rr !'1.:m, f}JI. nJo Crefcentius decoltatus fuf- penfus fUll, come fi ha da un DIploma d cff"o lmperadore, citato dal (" Mahill. P. a bill n (ø). Ma di erfamente . contan quetlo farto gli Storici JlltnAI. be; hah3C\/7 cloe Leone OfiJ1enf " s. Plt r DamIano , ArROlfa C'Lalndolfo 1Iedlt1m. 4,. C'_' S '. M I fi or. . cb . , "Nne .4nn. .x;ßlorc ttDr CI / ane _, con Ilcnvere e, ngannevolmenrc:, c CQt1 prcmefT'aJ e gnmnne/Xo dl avur falva la Vita, & mdulT'c Crcfcenzio. a dare i c.ll lo e sè ft:effu in m no dell" Im ad c,. il qlial ,pofcia con qual- -che pretdtat gli fece taghare Ia tella: 11 c:he- fcrvì ad atterir cbwnquc non fapeva, _aHara ubbidi-rc IIi a-l Papa. nè aU' lmperadote .. Ce&ò di ViVCTC', 0- rÎmUDziò alIa fW1 Chicfa in qucL1;' anno Wo'lJarJ11Í .ArcÙI)ljQ - .,,0 di Ravenna. T,oyava6 !lella Corte dd ' I mperadorc Gederto Mo- naco Francde, da not vcdullo Abbau di Bobbio-, e pofcia Arcive- (rota di. Rem . accnto cia quella Chi fa, Ii auaccò aU' Au ofto Ðuone .Ill. ell CUI era ßato Madtro, e ficcorn'e gran .tàccendict"c fiava attento ad ogni apertura di avanzare la fua fonuna. Ed appun- to egli <>n, qui'4!i farà iblo [enuto ,I fuddt:lto Con.. c;ilio. Ma più probahilc tembra, che quì ti debba intcndcre la Baft- lica famofa .di qudìo ROme, polla in Pavia, ðove ripofa il tàcro Cor- po di Santo ^gcl1ino. Non certo in Roma -' /incbè non apparifca, che ivi fo(fe B.lfilica alcuna così denominata. 'SC'condariamcnrc "on fi ca- pilèe, che ftgn/fichino quelle parole, in. qua 1t1edio/allenl! EpiJcopo,. .dr- (e) pa ill, .tllf, fl(Jmi1lt, PapQtum iJblalum eft. Q!11 deCIde tolto .. P. Pagl (co) in c,w!. con dire, chc l'lInperito Cronografo Farfenfe v' aggiunfe di fuo que- .tl Änn41. fie -puole, & Arllllllfltm Ar,hi if'opum JletÍiol(lnen(mz loCI 10ban1liJ Af'. BMon. hiepjfcopi PJ"cenÛnÎ pofuit. Ma anc_hc nel retl:o d J)a Blbhoteca Etlc:n- ie, ove Jon lc Viu: de gli Arcivc:1covi di Ravc:nna, I'incootrano Jr itdfe A N If ALl. 0' J !' A L I A. 4,,' ftdre parole. E poi- come aCpe-nare aT dì 10. di Seuembre- di qudl' E.I\ Vo1 . IInno c .al Concilio di Pa1v'ia 7 a Icvare il I'apato a Giov:oI.nni Calabre- AoHHO '9 . (c Arcivc:(covo di Piacenu, s"c:gli gi,à 'nel di 2.. di M(lr'lo' ern flate .tepofto e v ill aoeggiato , e forfe non ft conU1 va più erN i vivcmi 5' Giee.. 'clr.è a noi mancano i lurni, .delta Scoria 'Per rifctri3rnf cqueftn punto" amo meglio di tacer.e, 0 pure di (olamente proporre un Iffiio fofpet- 1:11. Cioè., che mor.to in quetl"anno LandolfiJ N, Ardvefcovo di Mila- 'ftO, gli fucceddfe Arno/fo II.:il quale ficcomc -altri Vefco\li voleano allora uCare il titolo dl 8tT'lJUS Sðt"Wrum ÐeÏ', ri(erba[o oggidì al Ro- mano Pomofice, cosl anch' egli alfumelfe il titolo di P4 f)Q Urhis Ale- .Jiollmi, .non .già .per ufurparfi ,il Pbnuñc:&to Romano., ma -per imitaf'e -gli amichi VeCcovi.7 i quali er:lOo al pari del Ponrefice Romano ch unati Papi. Giacchè il cdftum avea. introdotro., che a i foli (uccefTori nella 'Catte.dra di s Pietro fi detfc quefio [itolo, PaJX1 GTegorio fi può immaginare chc ne facdfe dl.1g1ianza, e che neI Concilio di Pa- -via folTe dccreta[o, che Arnolfo deft ftefTe d,d chi3marfi P..pa. San Gre- -goriÐ \' 11'. ,Pontc6ce decrctò diroi, die quefio titolo. fotfe riferbato' a..i Romani Pontefìci. Due Oiplomi da me pubblicati Ça) ci fanno vedere Onone I J L (a) ntiq,. ..Augufto neJ 'terri[orio di .Lucca. II primo è daro X. kalendas Septem- fiat". Dif- i1ris JVJ1tf DOMi"icre IJlcarnRtionis DCCCCXCPIII. llUliflione- PI. (ha erl. S. >dis.. Septembr;r (b) GI d,... . Dom!nic J arHat "is -DCCCCX Ylll. !ndiElione XII. anno Re:- :h':e. :L::i JU v.mm Othonls cre,.ttl X/Y. ImpnzI-- 'lJero /US 1//: Aélum PlllatTo C,,,tNr. I. Papirt. Ma qu.etto è Documcnro difettofo. N el primo d} di Se[tem- C4p. ,87. brc non porè eßère Ottone Augufio nel territorio di Lucca; e in. Pavia. Pc:rciò in vc:ce di Septembris s' ha forfo da leggere Oélol1ris. COs1 in vece dell'anno XlY. del Regno s'h dá ferivere XP. Quivi ilncora G 1cgge eo quod ;nttr'lJentll. ob mnorem &c. fenza dirfi chi inter- .vc:niffi: per impetrar quclla azia. Abbiamo poftia un altro Diploma tiel medcfimo Augufio in &vorc del Monifiero di Robbio (c), do- (c) Bullar. ve è .Aflum Papi anno ab lnfarllatione Domini nojlri Jefu. Chr fii C.jìnmf. DCCCCXCVIIl. lniiéfione XI. (s'hada fcrivere Xll.)annø ImperiiJJl fl: 2.. c;n- Ott,nis 1/1. DtJlum lcalenJis OElibris: il chc ci dà a c-ono(cere, che la Itul. J. (udcie[ta Cofiiruzion genera Ie fu da lui formata c promu1 n in un' Concilio tenuto in dTa Città di Pavia; e non -altTOve. Meri[a ezian- . dio d' etfere qui rammenra[o un Placito (d), [eouto nel dì 16 di S.:[- d), -:fnllif.. tembre dell'anno prefeme, ilnnD GI"egorii fUf!1mi Pontrficis III. & annD ft:r.'f O if- Ottonil lmperatoris Ill. /ndtElione X/I.; Ci'lJitate Cornelienft (cioc: in 1- mola) juxta Monafleri14m Sanfl Mari , quod 'Vocatur ;n Re.gu1a. Ten- lie quefio Placito Domn14s OldericuJ S14bdiaconus & ,Hiffus DfJm>>; 01- onis Imper.Qt ris, & CU11I eo Domnus ErQrdul Comes. I vi fu rimetfo in poífc1fo d' akuni Beni .Gtuati nel tcrritorio di Fac.nza e d' I IDola il Moni- .f 5' 6 ANN A LID' I T K L I A. EtlA Volg. Moniilero di Santa Maria, q!,od 'Vocatur in Pa/ati%, po{[o in Raven.. ANNO 99 8 . na. 'rune mijit Domnus O/deneus Subdiaco1lus & Miffiu Domni Impera- loris m11l pr diElo DomnllS Erardus Comes bandum &c. colla pena di ccnro ßifantÏ d' oro a i trafgreITori da pagarfi medietatem Camere nofir.. (cioè dell' I mperadore) 'C J' alera me[à al Monittero: pruova ancor qudta del Fifco fpetlanre neJle Cinà deU' Efarcato aU' Irnperadore. ) Ci fa poi imendere Lupo Protofpata (a), che in quell:' an no venit røt:;:4 J3u{ttus Caytus ( fiziale di gue ra d ' Sar ceni,> cum prtltdiélo Sm.araJ!.do ;" CÞ;.,JJi". (era quell! un Greco, 0 un Clttadmo dl Ban nbdlo de::' Grccl) Ba- .rum j1,fenft Oélovris, & pr diEllls SmMagdus equcs ;nlravit Barum per 'Vim a Porta O,cidentaJi, & e.xiil ite1'um. 'fune Bu(zJus cog1Jlta trau., diJcejJit. Dovea -coítui aver fatto credere a i Mori di dar lara in mana la Cirrà di Bari, fignoreggiata aHora da i Greci; rna non eífendogli "Venuto farro di fiITare il piede in qudla Cinà, il Capirano de'Mari ternendo di qualchc inganno, {e ne tomò colle pive nel facco. A quelt' (b) ,Antichl- anno, .{iccomc ho neUe Antichi[à Ettenfi (b) fano conofcere, G tru()- $À Eflmþ va nel Broglio di Carrara in Lunigiana Obertø 11. Marcheft; Proge- .P. I. e. IS. nitore de' Priocipi della Cafa d' Elte, che íb.bilifce un aggiulbmemo con GOli/redo J7ejèovo di Luni, rtconofcendo da \ui in Llve\lo quattro Pievi. Egli è ivi chiamaw Otvertus ,lVlarehio Filius quondam item Ot- berli itemque .'v.larchio, qui pyofeifu:r fum ex Natione mell Lege tJi'Vtrl LongobarJoru1N. Gli (ta[i di que1ti Principj erano allora principalmen- te nella Lunigiana e per la Tofcana. Tenuto fu in quell:' anno un'in- figne Placi[o JI1 Roma da,'ami a Papa Gregori. V. è all'Irnperadore (c) MJlbill. üuone II I. (t") anno Pøt1tifiema da Octone III. Augull:o; del che .io bo addorro altre pruove 'l1ella -Picna Elþo{jzione &c. Anno di C It I T 0 DCCCCXCIX. InJizione XI I. di S IL V E 8 T Roll. Papa I. di 0 T TON E Ill. Re 17. Imperadorc 4. V Enoe a morte in qud\' ADno nel dì 12.. di Febbra.io, fecondochè abbiamo d'iJ fuo EpitRffio, Gt gorH f/. P "'pa, fenza che alcuno de: gli dntlchi Storici parli pm precilamcnre dì quefl:o fatto. Egli era Dd più bel fÏore odella Cua gioventù, c probabilmcnte corfe qualche [olpet- ANN A LID' I TAL I A. 4-5'7 fofpetto, che la fa:z.ion di Crefcenzio avdre f.'1puto trovu modo di E II. A V oJg. sbrigarfi dl un Papa, o iat? da dTi, parente den: 1mperadore, ,e tamo AtHW 999. aíIì(hro dalla porenza dr IUl. Leggefi anche ogglJl nella Bafiltca Va- ticana il fuo Epitatfio, rapporraro da Pietro Mallio, dal Ca_rdtnal Ba- ronio, dall' Aringhi, e da altri. Non do\'ea per anchc elIere- abba- í1:anza appagara I' ambizione di Gerberto coll' Arcivcfcovaro di Raven- na, contunochè aHora fo{fe quella Chiefa una delle pill r1guardevoli c ricche della Cri (banirà. Venuta la vacanZ:1 della' fama Sede, s" a- doperò egli per ottenerla colla protezione ed amorità dell' Imperado- re, flato già Difcepolo fuo: fè pure 10 t1etro O[[one I II. quegli non fu, che pa :1\'cre un P(,nrefice b n :dfètto e dipend me da' fuoi cen- ni, il promofTe a qucHJ. eccellà Dignirà. Se fi \'uol rrefiar fede ad un Dip!oma da me ddto alla luce, nel primo dì di Gennaio dell' Anno . prcreme fi trovava eßo Augufio in Verona, (a) dove concedettc a i (:!' ./."tr'I ' Canonici di Parma per interpofizione di Sigefredo refcovo Pa,rmigiano fi::;r 66 . Dif - Curtem de Pa/ation;, 'lUte dicitur Sanfli Smmdi, cum Cafello & F'i//is. Siccomr tãcilmenrc fi ofTerva nelle antiche memorie, bene fpetro (0[[0 nome di Corte era comprefo un tcrritorio, che avea Caficllo e Paro- cbia fua panicolaíe. Il Diploma fu daro Kalendis ]anuarii Anno Do- ,nimcte Itmwnationis DCCCCXCIX. lndiffione XIII. Anno 'lertii Ottonis R(gnantis Xf'Il, {mpcrantis IIII. .L1Elum {/eronte. Ma qudte Note tl:tte con\'tngnno non al prdcme Anno, m:t bl:nsì al fur.cbucmc; e qui fara Hato adornato I' Anno Venero e Fiorentino, che l urava m.' pri- mi Melì dell' Anno I\Jillcfimo dtlla notha f,,:ure. Comunquc íia, era d10 A ugu (10 in R oma, allorc hè accadde la mone dl Gregorio V. 0 pure accorfe cgll frettc10famente coli :J qut'fio dls utloio avvlto. Scrive il Cronc>grafo SalIone (b), che nd dì 7. di Febbraio dl qudl' Anno (b) ChrDnø- diede fine alia fua vir3 /.,1atilda, Flg\luola di Ot/one I. Augutlo, cd gUlp". Saxø egregia Badefsa Quindilmburgenfe, alIa cui fa\'itzza fuptrJOI e al luo ",: ud L,;b- [elso, avca I' AuguHp O([one I II. lafciaro il govcrno del Regno Ger- TllIIIIW. manico. Furono fpeiliu -\mbafci;;tori per portJ.re ,l11'lnrcradore qllcHa jnt una nuo"a i quali Romam per'-.:eniaftes f1.æfatum 1mferatÐrem 1-e- cent; Nepotis fiti Papte Bl UMj';S, qui Rornana LÌi,gt'a G,-eg.1 ius dicebatur, Dbit14 aJmodum mæßum rcperiunt. Era (0 gli èungue tn Roma, p('co do po ]a mOIre del Papa, c qui\-i rarimcnre 11 uuovo ncl dì ï. di Maggio, ciò apparendo da un Iuo Diploma (c) daro alia Chiefa di Vercdli, (c' .Antig. Nonis Ala;;, Anno Dominicæ Inca1'/Jationis DCCCCXCP 1111. IndiEiiùlIe jt.1li,. DI} XII. Anno Tertii Ottollis Regis XV. Imperatoris 111. AElum Romte. E'1 ert . 73. confiderabile in dro Diplom,\ il dirlÎ; DaíJJilS 011JJ'lia prædia Arduini filii Dodonis, quia hofiis publicus adjudicatus EpiJèofiml Pel1-14m rercedm- ftm interfeeit, (3 .nterfeélum ii/wldere non expa,.:it. E' pUi e qudlo Ar- lIoino figliuolo di Dodone, 0 pur dl Oddone, lflel nwdefimo fembra err"tre tlato, che da gui a non 0101[0 vedremo Re d' halia, con eOère cadma la Corona del Regno d' Jralia in un sì crudele ed empio pelfo- nJgglo. Ora i buoni ufizj, 0 pure l'aurontà di Otton-= III. Augufio, furono cagionc, che Ge1 berto, già Arcivctcovo di Rems, pofcia di Ra- 'rom. V. M m m 'l.:rma 4r8 ANN A L J D' I TAL J A. !:It A Voll- 'Venna, giugnef1ë a f.'11ire fulla C:utedra Ponri6zia di RDm. net dì due AtlNQ 999. d' A pri)e, col prcndere il nome di Si/veftro 1/. E' folmofo qucl ver- fo, compoO:o da lui, 0 da altri: Scandit a/J R. Gerbertus ad R. poft Pap. 'Viget R. Egli f'bbe per fuccdfore nella Cattedra Archiepifcopale di Ra- venna Leone AM.1tt Nonantol:mo. Era tuttavia vi vente AJelaiJe, Vedova di at tone il Grande t in- tcnr ,folo . all; limofinc, e ad altre. oper di Pictà, per Ie quali fa mento pOI d drere annoverata fra I Santi. A veva ella, oltre ad altri Moniílerj, fùndato fuor di Pavia I'inligne di S. Salvatore. A) me- ddìmo in qu O:' Anno nel àì 13. di Aprile, trovandofi eIJa infra Ca- jirum, qui dicitur Afierna, ]uåiciaria Alfafienft, cioè in AlIàzia, fece una magnifica donazion di Beni, che fi Jegge nelJo Strumento da me dato alIa )uce (a). S' era la buona Imperadrice ponara in Borgogna per mettere Ja pace fra j fudditi di Rodolfo Il. Re fuo Nipote, e per vifitarque' Luoghi fanti. Infermatafi nnalmente, piena di mcriti, palsò a miglior vita (Þ) nel dì 16. di Dicembre dell' Anno prelème, e ana- rau da Dio con varj miraco1i fu feppellita in Sehs. Noi pùfcia tra- viamo )' Augufio O[[on nel celebre Moni{tero di Subiaco, dove con- cede a Pietro Monaco licenza di fabbricarc una Chic:lå, con un Di- ploma (c) dara Ill.ldul AuguRi Anno Dominic Incarnationis DCCCC- XCPJll/. IndiElione. XII. Anno crertii Oélonis Rrgnantis XPI. lmpehzn- tis II II, AElum Sublaci in flmElo Benediflo. Con alrro (uo Diploma or- dinò dipoi, ch il nobil Monifiero di Farfa non ave(fe in avvcnire a concederfi in Bcnefizio 0 fia in Commenda ad aJcuno. Efro Priyile- gio (d) fu dato Y. Nonas OElobris di quell' Anno, Indiaion XII. AmllJ Regni. XVl. Imp"ii IV. Aélum R{Jmtf. Son degne in quello Diploma Ie feguenri parole: Nos 'luodam die Rom'lm x unt s pril re/lituenda Re- Pllblica, cum i\1Mchiol1e no/lro Ilugone, & concilia Imp rii no//ri cu", ve- Herabili Papa Silve/lra Secund3, & cum aliis noflris Optimaliblis, ibidem .'raflavimul. Quefi' Ugo era il Marchde e Duca di Tofcana, talmence inrrodotto nella Corte di Ouane III. Augullo, che gli ferviva non folamente di ConGgliere, ma in certa maniera anchc da Aio. .'\ bbiamo poi da Leone OLtienfe (I!'), che in quefl' Anno !Ai- do/fo Princip di Capo:!, perchè fcoperto d' aver tenuta mana nell' af- faffinamenro di Landemlfo ruo Fratello, fu cacciJto in efilio daU'lm- peraJore Or[one, e fullituiro in ruo luogo Adctn.3rio nobile Capuano. Oa un Diploma :mcora, rapponato nella Cronica del Monifiero di Santa Sofia (f), G fcorge, che eiTo AuguO:a era in Bmevento P. /dut Novemhris del rrc:fente Anno quivi ben trartato da Pandolfo II. Prin- cipe di quella Ottà . E quando fullìfia queUo Documl:nto, facilmente fi potrà Hrificare, ch" eg1i fi trovalTe prima in quella medeGma Citti PI I. Jdus 1u/ii, n: 1 qual giol no, fcrive RQb"to Abbate Tuizienfe (g) t che Santo Eriberto fu canreCrata Arcivefcavo di Colonia in Bene- 'ZIenlo (a) Antiqu. IlIdic_ Dlf- fin.u. P"l. I7I. (b) oåilo in Vita S. d- tlclh,iåis. (c) .Antiqu. Italir. Di[- f,rl. 67. I (d) ehrø1Jir. Fllrfmft l'. ll. T. 11. R.,r. Itali,. (e) Z" OflienJis ehron. I. 1. '"p_ IS. (f) ughtll. T,m. VIlI. /tal. Sacr. in .APP'1JJ. (g' Rup,rt. Tuiti,nfts ;n vito S. Jleril,rli. ANN A LID' I TAL I A. 4;9 "Deflto, dove tra la Corte deH'Impcr:1dore. Anche Jl Padre ßdlando EItA VcJg. dubitò di quttio gic:>rno. ,Ma Aden:ari_o poco go tle del Cuo Princi- ANNO 999. pato di Capoo; pcroocche fecondo 11 luddeno O!Llen(c patt/opofl, cwè CjlloUUO Mdì d.\ppoi da i Ciuadmi di Capoa fll dilCdcciato, e in 'uClgo fun fu creato Pnncipe Landolfo 117. da Sant' Agara., FigllUolo di Lall- Jolfo III. già PrincIpe di Beneve to. Tomato che fu O[[One III. a Roma, teone un ngutrdevol Placito, rapponaro dal Padre l\hbi1lo- ( ) . ne (a), e ndla Cronica del r-:lon.iliero. dl Fal:tà, (ð , Ánno, DiD pro- nn:J.'ft:!. pilio, Pontifieatus .Doml1Ï nofln _?,t'VeflYl. fumrn,' Pon. ificis f.! u 1 Jiver(a l ÍJ ntti;tfi,l. Seclm.di Papte Primo, & imperII DONlm nofln 'ICr/l' Ottoms, a Deo '0- (b) Chen;c. ,.antlti magni & paeifici 1mptratoris Anno 1111. 1r;diélior.e XI 11. ðlenjè Fllrfenft Dece,';bris die fteunda. l[igavano fra lo o I' Abbat dt Farfa Ugo, e t. l : Gregorio Abbate de' Santi Lofrna c !?amlano, .l\loOlfiero polto J(OlJlóC tfanr 'Iîbe.,-im ill Alica Aurea, a caglOne delta Cdla di Santa Maria in Minione. Davanti a Papa Gregorio P. s. era agitara queLta caufa, & tunc jupradiffus Domnus Grego,-ius Papa prøpter peC1mi.lm, 'lu!lm aaepe- ,.at a Gr gorio Abate, iratus eft contra Hugonem .dbatem, e il forzo a cedere. Dopo la mone di Pap" Gregorio redamò UgÞ Ab/1ate di FJrfa d:1vanti I' Imperadorc in Roma nel, Pala1.z,o I_mperia e.; cd dTendo {t,lto più volte citato l' Abbate Gregorio, e flcutando dr comparire: }' Im- peradnre col configlio de' Giudici diede Jl polídlo dl quella CeUa all' Abbate di Farfd, coo inti mar Iii pcna Ji cento libre d' oro puro a i comravemori, da applicarfi, medietaJe,n CaTlzer 1mp{!ratfJYis, & 111'- Jie/atellZ pl' fato Hontlflerio fanélæ J.1.Jariæ in Ph.zrpba. E ne tu f.mo 10 Strumeno:o Pr cepto Domni bllperaJolÙ, & C01 mju Domni Apoj/ot;- &i, ji'Ve Judieum. CIrca que{h tempi Pietro o.i)eo () ll. Doge dl Ve- nczia, per attdlaro del Dandolo (c), a reqUllJzlonc di BajiJio e Co- c, :1'f.-! 41. fantiilO Impcradori d' Oriente, mandò a Coltanrinopoh GifJ'l.'anni ruo xlt; : Fighuolo, che da loro riceveue molti onori e h nczze. Ed altora fu, It.lic. come fcrive Ccdreno (d), che BaGlio Auguflo PrÙzcipi FelJetiæ nuptu11t (d) edr - trRdidi/ fili.:.m Argyri't Sororem ejus R,ma.u) qui poft ""p'rio potitltS eft, n;? n Hifl. boe 11UJde gelltem jibi devinciens Yenetorum. QueUo Pnncipe di V Cnel.la :Znn:::". altro non fu, che i1 {liddeno Giovanni, il quale per ane [lato del me::- defimo Dandolo fu dal Popolo detto Doge e Collega dd Padre. Riconobbe 10 ftetro Oando\o qudle None celebrate magnificamente in Cofiaminopoli, e chiama qudla Principdfa Maria (AJarta ha un' ahro teíto) N ipote di BaGlio, perchè nata da una {lia SorcHa m.lritat;.i con Argiro. Furono coronati gl1 SpoG con diadema. d. oro, e Giovanni ono- rato col titolo di Patrizio, e reg.llato col Corpo di S.1ma B.u bara, ch' egli portò con feco a Venezia. Scrive {otto quell' Anlio Lupo Pro- (e' Lupul tofpata (..), che defcendiÞ 7'rMhamotru Catapann, 'lftÏ & GregoriUi, & rfIIOJp6t .bJedit Ci1Jj/atem G,a'Vinllm, & eomprehendit 'IheophyhEhm. Da\'ano ì , chrlln/(o. G " ft _ 1 d If I Du. recI In que I tempi 1 110me I Catapa;to al Goveuwcor GenClale ('ange i7J dc_ gli Stau, che poiTedevano in Calabria e in Puglia: nop1e, chc Gu- Not. ad. ghelmo Puglicfe, ed alni ibmarono derivato dalla Greca favella, ma 1(x,iMl. C;-- d Du-Callge en ha crcduto formAto dal Latino CapitanrZls. La qUl- III C:/cjfar. M ft . LIIII1J. m m z. 10- -f.6o ANN A LID' I TAL I A. F. A V()' . fiiane non Co io dire, fe fia peranche pienarnente decifa. Oall' Ughelli (a) ANNO 1000. è rapporrato un Diploma dato alia Chietå åi Como da Ottone III. /.u1:t::: colle feguenti Note: Data VI. Kalendas _,unii, Arm' Dominic lncar- ill EP'!cep. na'ionis 999. Imperii Domni Ottonis XVI. lndiélione Xll. Spropofit:ltC: C mtllf. aff':tHO fon queíle Note, ficcome offervò il Colcti nella nuova edi- ( ' Ch oni zion deB' Ughelli, ed avvertì anche il dJ\i g enn/lìmo Padre GotÏ'1ed, Got1J"lJlCtIlJ' G . r. b ) . 1 1 ffi . 'J' lag. :z.l]. Ahbtlle OtWICenlC ( , I qua e 0 erva qUI ed altrovc molte fimlli 1lonurc de i Documenti rccati da tffo U ghclli . Anno di C R 1ST 0 M. Indizione XI I I. di S T LV F S T Roll. Papa 2. di 0 T TON E III. Rc 18. Imperadore J. (e) .AlltiJ". /tAli,. JJif. firt. ]1. IA:. 9 6 7. E Rano mancare ad OUone II I. f\uf;!ufio Ie tre principali colonne fue. cioè Gre. ol'jo r. P"pa, 1a Cama A vola Adelaide, c la piilJìma e Ca\.ia Zia Alatilda Baddra: però pcr regolar gli aftàri del Regno Germ311ico s'inviò colà nella Pritmvera di quell' anno. Spezialmente era condono in Germ:mia daI pio dcfiderio di vifitarc in Gncsna Ciuà della Polnnia, il facro Corpo di 5.1Oto dd:ûberto Jfe{co'l.lo di Praga, ul- rimamenre marririzzllro p"r Ia Fcdc di Gcsù Crilio da i Prul1ìani, avendo inteCo, che at fuo Sepolcro Ii f.lceano de i frequenti miracoli. Porro/lì colà con fomma divazione, e a piè nudi entrato nella Ciltà, fcce Ie Cue orazioni in qud facro Tempio. Cdcbrò dipoi Ia Palqua in SafT"onia, e di là pafT"ando ad Aqui grana, quivi Colcnnizzò la FeHa delJa Penrecofie. MolTo da una giov:mil curiofirà \'ollc vedere, do\'c tc) Dittur. ripo{a(fe il Corpo di Carlo Magno (c). E fegreramenre faao rompere Chronic. il pavimento, tanto fi cercò Correrra, che fi trovò la C::mera dove I,h. 4. era it dcpofito di qud gloriofo MO:1arca, \a cui defcrizlon' abbiaffio (ð) .AdemA- da varj antichi Storici, ma Cpezialmenre da Ademaro (d) MOO1CO, rus Mona- Scrirrore ..icino a quetti tempi. Non alrro prefc Ottonc, che la Cro- ebus ce d' oro, de gti pendeva dal collo, e parte deHe vefii non purre- f.:hr,nz". fane; e it refio Jafciò, come era. Pcrchè ciò fu creduto comra di- [ciplinam Ecclefiaflictlm, pp.rciò corCe voce, che Carlo Magno era ap- parmo ad Orrone II f. con predirgli, che morrebbe fenza eredi. Le StPrie di quell; tempi fon p;ene di fimiJi vifioni e fogni. A Hmo aHora fi prcftava feJe, e no pochi erane) gt'inventori dl tali novità. Lo fl:effo Ademaro fcrive, de Otto Imperator per fwmium monitus eft, ut levaret Corpus Caroli Magni. Dimorava in Aquisgr:1T1a l' Augull.) O[rone, al10rchè Olderi", 0 fÌ:l Ode/rico Vefco't1o di Cremona, ottenne da lui )a cOf)ferrna di due Con;, con Diploma d.no (L") P". Jdus lv./aii Ãnn() DfJi'i1Ïl1icæ lncarnationis JUille!imo, IndiElione X III. Ãnno 'lêrcii Ot- tonis ReJ;1Zantis XVI. (dee effere YV ll.) Imperii r. (ha da cllere 1 V.) Aéllm ANN A LID' I TAL I A. ....61 .ARum Aquisgrani in Palatirl. Sbriga[o da gli affari delta Gern1.1nia, ERA Vo g. fe ne tomo ünone in Itali ; e fe vog\iam, rcdere. ad un .r uo ipIo- ta N;:Z7 . nu, pubblicato dal Marganno (, ), era eglI to Pavl 1 a n M d d_ln. 6. dl d l S I- CafiMn,'i. g1io del prcfente anno, a'\.endo quivi confermare a onllLcro I . T. fl. Con- 5.l1v:norc rune Ie fuc [cnure cd ctènzioni con Diploma dato J I. No- ftitur. 68. nas Jlllii, .Anno Dominicæ I,zcarnationis M. IndiElione XIII. Amlo crcrtii Ottonis Reun; XVII. Imperii Anno P. AElum in Papienfi Palatio. Da un'altl"o I o Diploma prctfo l'Ughelli (b) abbiamo, ch'egli dimora. (b" Ul..",ll. va in Rorna nella Fefia dell' Ogni(fanti di quell' an no , avendo ivi con- :,;" l 'i ceduto a Leone PeJcovo di V crcelli un Privilegio, Kalendis Novemhris, E,ifcop. .Anno DominicI! Incarnationis A1. IndiElione X JP. Anno crertii Ollonis Re- y,,.,,Il, 1J f. gnantis XY I. Imperii vera P. AElum Romæ in Pa/",tio Monaflerio. E' fcorretta quell' ultima paro\a, e fecondo un' efernp\are del Padre Ma- billone (c) s' ha da lcggerc JUonlis. Finalrneme I'." urore de gli An- (c) MAbili. nali d'lldefeim (d) fcrive, chc imperator Natalem Chri/li Romæ cele- in .Am al. '- . . '7led/c1m. ,ra'Vlt. (d) .AM41es Quefio è qucl poco, che fi sa del1e :1ziClni di Oaone n I. nel Hild,shcim. pre feme anno. PNrt:bbe eff"cre-, ch' egli in qucfio medefimo, come lèrive }' Ofiienfe (e), anda{fe per divozione al Monte G;trSS'i.no, e po- fcia a Benevento; ma eCHO' non tuccedette, come pen ò il Padre Ma- billone, la di lui venuta a Rwenna, nè b fU:l permanenza ncl Mo- niltero di ChOè, dovendofi çjò riferire al1'aono fe, nte. Non so da qmle Documemo 0 Storia fi prcnddTe il Sigonio.(f) la feguentl: no- (f) Sig,nillS ti ia, di cui fi PU? dub rare,. c oè . che P pa Sil'L'e,lJro I I. andò a r- ;A ;g7.' 7- vIew, & Rempublzea11 eJus CIVltutrs multlS falrltarihus legihus 'VznXlt. Aggiugne, che e{fo Poareficc atfediò in queft' anno Cefena. E così fu, fcrivendo San Pier Damiano (g), che Papa Gerhertus juxta CIE(e- (g) etr_Ns P - r. 0 . tI . r. . d " Dam/4m nam ea ra metatus erat, CJ".,que ppl Nm ClrCf/m, u.fi exerertlls ohji lone i7l vit_ s. '11allabat. Per qU.ll morivo s' inál1ce(fe _ tale a{fedio il Pontcfice, non Mau,.i t. 3. apparifce. Fimlmente fcrive il mt:defi mo Sigonio, che i SFaceni con gro(fo efcrciro in quefi' anno f('cero Ul1' irruzione nella Campania, & Capuam ejus Provinci.e caput eeperulZt. :\1a quefio avvC'nimenro qu;l cre- clenza potra rnerirare nol veggo, non ne parlando alcuno de gli anti- chi Storici. Se f0trC riufcito un sì gr,\O colpo a i Mori, troppo fhe- pito avrebbe farro in halia; ed è qUJfi impoffibile, che a\cuno de gli anrichi non ne avetre lafciata memoria. Scorgdi ancora, che il Sigo- nio fi fervi quì di poco buoni Documenti, perchè fcrive, chc Oao- ne III. inrefa quefia disavvcntura del Critlianeíìmo, con rama pre-.. ftezza tornò dalla SafTonia in halia, e che ne1 dì z.r. di Marzo deW anno feguenteI::>O I. arrivò a Ravenna. 1\1.1 noi già :thbiam vl"'duro , ch' egli di buon' ora comparve in lrali1 neWanno prefente. Non al. tro ha Lupo Proro!pata (b) (otto quefi'anno, fe nan che Amlo lUi'lt. (h) LuÞus þmo, Indit1ione X /1 J, captus en S1JHYt1adus (ribello de' Grec i) a 7'raca- !,ro {p4 " moth, (Catapano 0 fia Generãk d'dItGreci) Menfe 'Julii Xl. die. Che mC ,.omCl. fi' egh poi foggiugne: Et obiit Rex O/hø Romæ, quefto è un doppio erro- (e) Leo oftimJis Clmn;f. Ii/'. 1. .,.62. ANN A LID' I TAL I ^. u V0tg. errore, non elT'cndo manca[O di vita Octone III. nc: in qu ft' Inno, At/NQ J oo. nè in Roma. Fu Duca di Amalfi circa quefti tempi Giovßluri Petrella \.4n ligliuolo del ià Manzone Dum (a), e ponò aoeh' egli it titalo di P._ ;." 10: . trizio lmperiale. Che j Grcci in quefti tcmpi avdTero fler:! di molro la lor fignoria nella Puglia, 6 può dedurre da un Diplomd di Gl'øgo- (b) IbiJIm ,.;, (b) Protofpatario e Cnapano d' halia, in cui conferma al Moni- :.f!Irt:,/. nero di Monte Cafino varic tenute poß:e in Ldina, Areoli, Canora, "S. 3 . Minervina, c Trani, Città perciò fottopoftc al dominio Greco. rl--:"'( I _ , . INDI- " I N D DEL TOMO 4 6 ) I c E QUI N T O. ." ti';;'\ '-;- 'i'\ a;\Wí\!)0; \,t)lt ^ A BDrLA Re dc' $aracenr impudico, e facrilego, gafiigato da Dio nello fielTo peccato. 87. ABUSJ. Circa la confermazione dell" elez.ione del R. Ponrefice. Prr:fllz. pag. xlij e fe . Circa il dare i Moni- fierj in Commenda. 40.1'2. II I. 314. ^DALARDO VeCcovo di Verona fco- municato. 1 n. ^DALBER TO Doca -d" Aufiratia. 2.. ÅDALBE R TO I. Duca di Tof n3. 2.2.. 47. 106. Sua prep0tenn in Roma. 117. 118. fix. Torna in gra'l.ia di Papa Giovanni VIII. 12.4- Suoi Ge nitori t MO?;1Î, e F:gli. 1;0. . ADALBER TO II. in' petra un DIploma da G\1;do Re d' ltalia. 17fL Come IccOlto da Arnolfo Re di Germa- I1ia. 189. Sua congil1ra cOntra di lui. 195'. Muove I'armi contra di Lam- berm ^ l1gufio, ed è fano pri i('De. fl.07- Liberato dal Re Berengario. 2 J 2. ^ cui pref}a aiuto contra di Lodo- vieo Re di Pro\'enn. 214. 218. Po- fcia pron,nove la rovma d'effo Lo- dovico 218. 231. M:mca di vita. 25'6. ADALBER TO Figlio di Bereng uio, di- chiarato Re d'Italia col Padre. 334. Si oppone coWarmi alia calara di OUone il Grande in Iratia. 360. Fug- J(e di Spoleti. 197. e [ego Governa Benevento. 201. e Jèg. Sua concordia col Re Berengario. 13. Abita nel Ducaw di Spoleti. 2.20. AICARDoVe[covo di Parma. 261.273. 4'HO E Prißcipe di Benevento. 1)0. Imprig:onato da Guido Dn.ca di p,)- ]c:ti. If? Ricupcra Bari, e fa altre imprefe. 171. E' [contino da i . 2f7. 278. ProclalllJro Principe cJccia da Roma it Re U go. 294. E la [ofiic- ne Contra di loi. 2.96. U [uCI,a turto il dominio di Roma. 303. D:fcnde Roma, e fa pace col Re Ugo,. o4. e Jeg. Rimetre in buon feilQ il Mo- nillero di Fartà. 3l2.. Guerra a lui continuata da c{fo Rc U go . 3 1 7. 3 (9. D I c E Po[cia can lui fa pace. 326. 34 1 . 344. Ce{fa. i vivere. 347. AL.EDRAMO l\larche[e pr;mo del MOB-, terrato. 35'9. 381. ALESSANDRO Imperadore de' Grcci 243. Tempo di rua morte. 24 6 . ALOARA Principe1fa di Capua, Cua mor- tc. 339. AMEDEO farbo Gentiluomo di Beren- gari ar he1i: d'l vrea, fUüi Itrata- genu In tavore di quefio, e contt'O Ugo Re. 320. 32.1. AMALRICO Velcovo di Como ed Ab- bate di Bùbb:o. p. ' AMA TO Arcive[covo primo di Salerno. 41.)". . . AMBROSIO Come di Bergamo. 188, Impiccaw per orJine del Re Arnol- fo. 189. AMBROSIO Vefcovo di Luca. 2.3. i\MBROSIO VcCcovo di L, di. 3 18 . AMEDEO Conte del Palano. 2. 0 4. A nIOLoNE Velco\O di Torino. 1.06. ASASTASIO III. Papa, Cua elezione. 2.44. [ua morte. 2. 7. ASAsT ASIO Prete Cardinale depono. 33. uoi mal1eß i. pel Papato 38. E' lcaCCla[Q 39. E' I1me{fo nel [uo ra- do. 6f. Scomunicato di nuovo.' 61'). ASASTA IO Bibliotlcario, Scriuore ce- lebre, \utore delle V'tedc'Papi. 1I 7. A DRE^ Patr:arca d' Aquilc;a. 2.0. 9. ASDREA Arcivefcovo di M:lano. 231.. ANDREA Duca di Napoli ucciCo. II. ANDREA Storieo non fu Agnello Ra- vcnnarc. 98. 1\1\GELARIO i\bbate di Monte Cafino . Ifr. RitåbblÍca que! Moni{lcro. If t ANGILßERc,A Moglie di Ladovico II. Augullo. 33. 41. Dona di Gua{lalla a It:i tàuo dal Mari[O. f9. 61. Sua a\'ariz.ia. 69. 80, Spl.dita a Carlo Coll- vo, e a Lodovico Rc di Germania. 8+ Odiara da gl'ltahani. 8f. Sua di- mora in Capoa. 9,.. Lerrerc di Papa Giovanni V III. a lei. lIS. e reg. Di- ploma di Carlo il Grolfo in Cuo tà- vorc. 130. Mandata in efilio. 137. Vberata. 139. Fabbrica il MonillerQ di S. Sino in Piaccnz3. 9f. Rel1a Ve- dova. 99. Suo f.,ggiorno in Brefcia. 104. Suo Tdlamemo. 107. Bolla Pomi6z.ia in tàvor d' efià. Ip. 166. 17f. ASGILBER TO \rcivefcO\oO di M:I:l11o. 14. 29. 39. ANSA I N D ANSA Mog1ie di Berengario lmpera- dore. 162. .ANNO, ruo principia diverfo in varj paefi. 141. e feg. ASSCARIO Marchefe di Spolcti e di Camerino. 302. In un tàtto d' armi rella uccilò. 313. efeg. ,^SSELMO Arcivc1-covo di Milano.J41. e jèg. ,^SSELMO Come di Verona. .244. ÅNSPER TO Arc!veCcovo di Milano. 98. IOJ. 1 I I. 120. Sue Hti CULl Papa Giovanni V III. L.!.3. Da cui è lco- municato. 124. e Jeg. 129. 139. V iC:1JC a morte. 141. e Jeg. ASTONINO Velèo\'O di Pi/lo:a. 40. ASTONIO Vdcovo di 13re1èla. 98.1.23. 32f. AI{DENGO Vefcovo di Drefcì:\. 233. 3 2 4. \RDENGO Vefc.ovo di Modella. 323. ^ R DE R I CO iircivc1èovo di Mi:auo. 30 ' Si rivolta contra il Re U 30. 32f. Sua morte. 33 2 . ARDOINO Come dd Pala7.7.o. #6. ARIBALDO Velè:ovo di 1<.eßgio. 3-19. ARNOLI>O Duca dl U.ivicra.. 299. AR SOLFO tiglio di CarlU!1Ullnu Re di f3.WÍela ed ItaI;a. 130. Praclam:uo Re deI-la ûennauia. 160. Fa gucrra a Rodolfo Re di Hwgugna. 16-f. .: gli fottomettc Bcrcng.mo 1<.c d' halta . 167. 1:ìf. Cuijcedc la Proveuza .il k.e La. dov!co. 177. Chlama gli Unghcri ill Germania. dr. ollCCIt:uo da Papa FormoÚ) e da altri a calare in halla. 186. V iene a Bergamo. I bK. Dopo 1a pre1å di quella Ciu:Ì legli rcnJono ltuati tune I' alrre Ciuà dclla Lombard:a. 189. Proclamato Re d' ltaFa. 190. Torna :n ltalÏ.i. .194. E' coronito 101- pel adore . 1y6. wl t:uO lè nc torna iQ . Germania. H)7. e Jeg. 213. Dà fine al lùo vivere. 21f. ARNOLFO L Arcivelèovo ote, poi ri- mel1à in hb rtà. ]f. L'\llcdiata in un" Itola fuggc a Lodovico Auguflo. 89- Pallà a nÚglior viu. 90- ATANASIO iun:ore Velèova di Napoli. 110. Abbatte Sergio Duca fuo Fr;,a- tdIu, e vicn proclamato Duca di Na.- poli. Jl3. SUl alleanu co i Sarace- i. 127. Scomunicato per quello d:rt Pdpa. 136. e féJ. Scaccia i fùddettt ar ceni .1.ff. ue iniquità. ISO. If4-- IS? 161. 171. Suo! 1llOrte. ,HO. An,N-Cu'o P,incip.: di C'tpo . 161. 171. IS;). 'impadron:lèe di Ikne- vent.:>. 22.0. l\lal1da in elìlio P:etro Ve1covo di qudia Cinà. 1.37. Tenta d: lcJCClarc dal Garig.iano i arace- lli. 238. 2]9. Tcrm:u;1 il corfu di fua vita. 142. ATIil>lOLf H. Principe di Bcni'vent() edi Capo:1..l.f2. 24f. 21'0. o7. Tem- po, in c

  • ACE Ve1CG\'O 0' A/li. 238. Azzo ßi avolu dclla Corneffa Matilda, Signor di Canotla., ricovera in quclla Fo te7.1:l la Regina Adelaide, 338. AlIedi:uo dal Re Berengario in qucl- Ia. 34f>. t Jèg. Liberato da Lodolfo Figllo Cli Ortane il lÌrallde. 3fO. e Jeg. AI7.ato al grado di Conte. 3f3. 3f8. e di Marchele. 363. e feg. Fllle dc'lùoi giorni e lÌ.la tiglioJaol3. 40). AZZONE Veièovo di Como. 307. AZZONE V clèovo di Vercelli 3of. e feg. 339. Sua Letteratm.1 e .Pictà. 354. 3H. Nn'n EADIA D INDICE 4 66 B An 1.-\ Fiorentina de' Benedeuini flJndata dalla Contc1fa Willa. 440. B:\LJ>olso Conte di Fiandra. n. f4. BARI Ciuà della Puglia prefa da j Sa- raccni. f. Aflèdiata da Lodovico II. Au utlo. 67. e Jèg. 73. E' cofireua aaa relà. 7;. e [ego BAR 0 !oj I 0 Cardinale difefo. Prefaz. ra . XIII. e Jtg. BASH 10 Macedone crealo Imperador dt:' Greci . 63. 64. Concilio per fua ClJra tenuto. 67. Manda una Fiona in foccmfo di Lodovico Auguflo. 68. 69. Lenera a lui fcr!tta da e{fo Lodovico. 76. Manda foccorli ad A- delgifo Principe di Benevento. 92.. Fa\'orifce Fo'l'o. 121. M nore. 1 n. B:\ss:\clO .L\bbate di Monte Cafino. 10. 24. Va a chiedere aimo da Lo- dovico II. Augnflo. :p. BA TERICO Vef('o\'o è'] \'rea. 3c6. BE!'IõEDETTO III. Papa, fua eleziol1t". 38. Conuafiata da Ana{ìalio Cardi- nale fcomunicato. ivi. E' chiamato a miglior vita. 44. BENEn'ETTQ IV. Papa, fua c1ezione. 219. Dà la Corona dell' Imperio a LodO\'ico Re di Pro\'el17.a e d' Iralia. 221. T crmina i fuoi g;orni. 2.27. EESEDETTO V. Papa, fila ele7.Ìone cd cfilio. 370. Chiamato all' altra vila. 37 2 . BENEDETTO VI. Papa, fila elc7.Ìone . 392. Suo Ulifcrabil fine. 39 6 . BENEDETTO VB. P:lpa, iha elezione.. 398, 406. Sua monc. 422. e [ego BENEDETTO Vefco\'o di Cremona. 9 3 . BESEDETTO Vcfcovo di Tonona. 26 7. BENFVENT ANI una volta adoratori della Vipcra. 43;. BESE\-ENTO, fuo Vefcovo creatoJ Ar- civcfco\'o. 386. BERENGARIO Duca del Friuli. 61. 6;. Favorifce Carlomanno. 100.108. t u Nipote di Lodovico Pio Au u(}o. lob. e JeK' u8. Vicario del Re Car- 10m:mno in Italia. 12 3. T enta dl pren- dcre il Ðucato di Spoleti. I F. Si "endica di Liutuardo Vefcovo dJ V er celli. 1 f6. Placa 11. Angutlo Carlo Crafiò. Ifg. Forlè fu di lèhiatta lta- k.na. 16f. Elmo Re d' Italia. 166. i 1ouopone ad Amalio Re. di Ger- mania. 167. Gli è mofi'a Euerrs da Guido Duca di Spolet!. 10. ßERENGARI0 I. Re d'ltalia, {ita feli- ce battagIi.l contro Guido Duca d! Spoleti. 170. ^Itra battaglia, in cui egli fli [contitto. 173. Ricorre ad Ar- nolfo Re di Germ:mia. 186. 188. Che 10 fpoglia del Regno. 19f. Con giura contro di lui. l'lli. Ricupcca Ia Marca di Verona. 199. Fa p:.ce con Lamberto Imperadore. 204. Dopo Ia morte di e{fo Lamberto nacqullla iI Regno. 212. Gli muO\ e guerra Lo- dovico Re di Provenza. 1.14. E' fcon- fitto da gli Ungheri. 218. Cacciato d'ItaIia dä Lodo"ICO Re di Proven- za ed Augullo. 222. Sorprende effo Lodovico, l' accieca, e ricl1pera il Regno. 221'. 2.32. In' itato da Papa G:ovanni X. alia Corona dell'lmpe- rio. 2;1. Dctèriz'one della fua Co. ronazionc. 2Q. Tcmpo d'effa. 2f4. 2.63. 271. Imprigiona Guido Duca di Tofcana. 2.1)0. Contra di lui ch!ama- to in halia Rodolfo I I. Re di Dor- gogna. 26f. Da lui è fconliuo in \111:1 battaglia. 2()8: P?fcia uccifo in V crOl a da i congmratJ. 27 0 . ßERDICARIO figlio di AdaIbcrto Mar- chcfc d'lvrea, fuo Placito in Mila- no. 2;9. \lccedc al Padre. 27; 3 1 3. Scampalo da!le infidie del Re Ugo, fnggc in Germani3:,. 3_If. Suoi l.n a - neggi contra d' efio Ke. )22. Cab. in ftalÎ:1 con alquante mihzic. 3 2 4. Comincia a tiranneggiare. 32.f' Sua autorità nel g01.crno del. Regno. 3 6. Fauo ^io del R Lott:mo. p8. SU3. 3\'ari'Lia. 329. Spedifce Lmtprando ::itorico per Ambafciatore at Greco ^u uao. 331. Col ,'eleno manda al Mondo di là il Re Lmtlrio. 333. Vicn detto Re d' Iralia '- 334. hnpri- giona Adelaide Regina. 33 6 . e Jèg. All' arrivo m Italia di Ottone il Gran- de fe ne fugge. 340. Supplichcvolc ricorre a lui. 342.. Riacquilia. il Re- gno. 343. Bl:R!:SGAR10 II. Rc a{[edia Canoffa. 4;. Coflretto a ritirarti da Lodolto Figlio di üttone il- Grande. 3;0. Per la morte di lui rÌ1òrge. 3p. Alla \'c- nuta di üuone it (Jrandc tiJggc. 3 60 . i fortifica nella Rocca di :;. Leo- ne. 36+ Quivi i: bloccato da c1fo Otto- I N D Ottone 36f. E' condotto prigione in Gcrmania, dove muorc. 3 6 9. 376. BERENGARIO torfe Duca di Spoleti. 10. 16. BEJI,NARDO Vefcovo di Vim.burgo. REt4; , Madre di Ugo Contc dì Pro- "cnza, e poi Moglie di Adalbcrto II. Duca di Tofc:ll1a. 207. Alienagli animi de gl' Italiani da Lodm ico Hc di Pro\cm.a cd Aubulto. 22+ 2f7. Carcerar:l Pa- pa. 180. Nt)n è am:co di Guido Au- gufto. I h. Pure dà la Corona dell' Imperio a Lamberto di lui Figlio. Ï71;. Chi:ln1.1 in Italia ArnoUà Re di Genmnia, 186. e [ego 194. Ii coro- na Imperadore. 196. E' chiamato da Dio all' a1tra vita. 19? Suo cadave- ro diifottcr!:Jto, e gittato nel'Te\,e- re. 200. 2O, Vefcovo di Luni. 45"6, GJU.CI r,' impadronircC1llo di Bari 106. Lora [Olta' la Sicilia c;ja i Saraceni. 12.1.. ViltoÓ\, riponata COntra di eill , If!. O.:cupano J\ Ðucato di Bene- 'Vemo. 181. Che pofcia loro è w1to. GO. e }t'.<.. Roua loro data da i Sa. raceni. 374. Occupal.1o Bad. 42.5'. . D.I C E .. GREGORIO IV_ Papa manda Le ati di pace in Francia. 2. Fine di Cua vi- ta. u. GREGORIO V. Papa, Cua ekz)'me 444. Fana liberamente da i Romani. 445'. Forzaro a fur, ire di R,)ma. 449. ')ua BJlla dubbioCa. 4fO. E' rimcllò CuI Trono. 45'3. Fine de' [uoi giorni. 45'6. e feK. GREGORIO. Duca di Napoli. 49. Sl1C- cede a Sergio [uo Padre, e termina i [uoi giorni. 7+ 2.I9. 23 8 . 245'. 25'5'. GREGORIO Abbate di S. ofia di Be- nevento. 413. GREGORIO Abbate de' SS.. Coema e Damiano. 45'9- GRIMALDO MarcheCe del FriulÏ. 233. GRI IßALDO Ve[covo di Cività di Pcn- na.9 0 . GUAIFERlCI Principe di Salerno. p.. f8. E' in difgrazia di Lodovico II. Au ufio. 60. Fa cavar Ii occhl ad Ademario. 61. e fe. . Fortifica Sa- 1crno. 8"7. Allèdiato da f Saraceni implora í' aiuw di Lodovico Al1gu- fia. ;v; . E' i:nprigionaw. 96. 110. 113. 126. 134. GUAIMARIO Principe di .salerno. 134. Fa guerra a i Saraccni. 144. Va a Cofiaminopoli. 161. ,i fa Vafiàllo deGrect Augl1m. 183. Cuncorre a cacciar da. Benevento. i Greci. OO. E' acciecato. 203. R;cu[a una fi..;lia fua a Landùlfo Principe di Capoa. 220. E' depono dal Figliu Guaima- rio II. 222. GUAI\lARIO 11._ Principe. di Salerno imprigiolla Guairnario I. [uo Padre. 222.. 237. Fa gl1erra a i Greci. :186. Cejfa di vivere. 29 . GUAlM.'\.RIO III._ Principe di Salerno. 44 2 . GUALBER TO Arcivefcovo di Milano. 346. Vain, Germ31Ù ad implorar foccorfo comra del Re Beren:;ariu. 35"6. Dà h Corona o'ltalia ad Ouo- ne il GranGe. 360.. 362. e fl!g. GUALßEØ-TO Velcovo di Modena. 5'9. GUALFREDO Marche1è del Friuli .172.. 19f. GUALPER TO- Patri rca d' Aquilcia. III. liUANILGSE Arcivefcovo di Sens. 46. Credmo da alcuni il Gano de' Ro- mall'l.i. j'llÌ. GUGLIELMO Veícovo di Torino.2.3f. , fig. Gu- .pI I , .p2- .. G-UGLIEBIO Conte di Provenza. 394. Gl'lDO 1. Duca di Spoleti liber1 ß.:- ncvemo dall' alredio. 9. Prc[o da un Saraceno e liberato. IG. Mediatore fra. Lodovico Re, e Iconolfo Prin- cipe di S,\lcruo. If. f g. 3f. 47. GUJ))o II. Duca di SpoletJ. 106. 110. GUIDO Fìglio dl Lambcno divien Du- ca di Spolcu e di Camcrino. 131. GUIDO Fratcllo di L:unbcrLO, Creato Duca di Spoleli e di CameriDo. 132.. Infdh gli Slati a.ella Chic1å Roma- na. 140. E' mdIo a! bando dell: Im peril). 147. Rlacqllllla la grazla c;J: Carlo Augullo. 14? .lfI. Adouato in F:.,!io da Papa tetano V. OCC1!- .pa C poa e Benevento. 157. \'a in Francia afpirando a quel Regno. 16f. TOTll.lto in Italia alIun:e il [itolo di Re, e mUQ'Ve gue.rr 3,1 J3.e_ Berenga- riù. 10. Sua battagll II1tel.Jce contra di lui. 170. Altta, m cm [COnfilrc l' a... verfario. 173. E' folennemente e1etto Rc d' Italia. li4. Sua Genea- logia. 178. E' coronato I mperadore. 179. Suo Diploma d .b o[o ..18 . Di- fcnde Pavia. 186. hmLce dl vlvere. '9 1 . GUIDO novello Duca e Marchc[e di Spoleti poco da noi cODofÓu[O, li- bera ß nevcnto .dalle maDi de' Greci. .200. (eJ{. 202. e feg. Gvmo Duca di Tolcana. 1.f7. FaUo rrigiane da Bcrengaria AuguUo. 260. ;. if). Pro\1luove la venuta in Italia di U...O Come di Provenza. 27f. j g. Pr nde per Moglie .l'}arozia RIJ!1?a- l1a. 2ï L 2.81. Impnglona Papa Ülo- noni X. 2.83. Sua mor.te. .1.b6. GUIDO Marche[e Figlia del ({e J3ere - gario II. 349. 3f7. 3 6 + 3 66 . UCCI- [0 in un ("ol1t1itto. 373. fcg. GUIDO Ve[covo di Piaa:nza.231. 262_ <58. .1ì3. 297- Gvmo \Îe[co...o di J\1odcl1l fi rivolta COIltia di Ugu Rc d' ItJIÎ:\. 3 2 4. 330. .Arckancelliere dd kc Betel1t\ario. II. 347. E di Onone :1 Grande. 3 6 + J g. Cade in diìgraz:a ,di lui. .373. Gl:ILlßER TO Velcovo dl ColollJa. IOf. GUNT ARlO Arcive[covo di Colon'a. n. E' depullo. H. N 1 D c II H ANDEGIS V.-(covo di Po:.. 77. I I A<:oP1) Abbate di S_ V;nct'm,o del V ohumo ..a ad -implorar aiuto da Lodovico II. AU l-Iao. 32. IGNAZIO Canto Patriarca di COlhmino- poli depollo. 43. 49, R:melfo nc=-lIa fua Cattedr . 63. 6f. 67. Sua marte. 121. ILDt.nRA.SDO Ve[covo di Modena. 374. 43 0 . ILm:,PER'TO C0me, forfe di Matti, fo [e ancora Deca di Camerino. 47. ft:/(. 82. ILDERICO Abbate di Caf.'tI1ria. 35'2. ILDVISO i\rcive[covo di Milano. 290. Palfa an' altra vita. 30S. IMMAG ISI facre, culto d' e(fe r:me(fo da Michele Impendor de' Gteci. f. hlCMARO Arcivc[covo di Rems. 72. hmlzlosl, lor vario ufo. 141. (Pg. IT ALIA Sua rovina. 99. i fuoi Ma- gnati lieleg ono il Re IO . Sua igno- ranza, e di qt1efia Ie petume con[c- guenze. 287. 28'3. ITTONE Abbate di Ca(OLFO Figlio di .Atcnolfo Princi- red! ßcm:veuto e di Capoa. 220. Dic-h:.lrato Collega da! Padre. 223. Che I'iuvia a Collantinopoli. 239. Succede al Padre. 242, 24+ 2f0. 2ff. Sua fdiCe baua"lia co i Greci. 26-1. 2%. 3co. e feg. 307. fine di ("us vit:i. 32 I. LANDOI FO II. Arc:vefcovo di lVlih- no, fcdiz:one del Popolo comra di lui. 437. 44). Sua murre. 4H. L.'\NDOLfO Velcovo di Capoa. ï. 3 2 . 42. Sue in:qlliÙ. -1-7. COIlt;illra con- tro Ademario Principe di Salerno. fl. e Jeg. Signoreggia in Capu3. f L Vilita da lui tåna a Lodovico II. 1\u- gUlto. 61. _ Sue frodi ca ionanl) I' \l- fedio di Capua ;v;. Muüve l'Impe- radore al loccarlo di Salerno. 8 . Indarno tenta di ergere in Arcivefc)- vato 1a [ua Chielà. 94. Sue Cabbale. 96. E morte. Uf. LANDOLFO innimc Vefcovo di Capoa vccchia. 126. Tø11l. V. D I E c 4"73 L '\.SDONE Papa, 1113 elezione. 24 ' LA:-:DO E Come di Capua 7.34, Fab- fjca Carua nuo\'a. 42. Se gli ri dla JI P( polo. 47. Sua grave infermltà. 49, E mone. fl. LA DosE Principe d i Capoa. Ifo. 16r. Lf\NDO:-lE figiio di LanJone Come di Capoa, mette in roua i N apuletani . 49. e.Jfll,. Succede al Pa:Jrl', fl. E' IcaCClalO da Lando!fo fi.\O Zio. 52. LEGGI di OUone II. aggiul1te aile L'Jn- gubardlche. 41&. di lhtone III. Co- U:n12Îone annL\Jlante I' alienazione de' Beni delle Chide. 45"4. LEODOISO Velcovo d Modena. 120. Fon;nca la 1lla Cad. 183. LEO"E IV. Papa, fua elezione. 2.1. Conlt:crazion.: non d:ttèri[a. 22. Fab- br:cd,la ;(tà eou1l\a. 2f. e feg. l\l- tre lue ta'-'lJnct.e. 26. Com pie elfa C:nà Leonina. 31. F ortifica aIm Luo- gh.. Ïli;. Suo G.ncilio. 33. Fabbrica Leopoli. 3f. M_uorc. 37. LEo E V.Papa, lua elezione e depref- Ildnc. 227. e Jèg. LEONE VI.. Papa, Cua elezione. 2S+ 1--'a11;\ a nH61:or vita. 2.8f. L 57. LEOSE Vdcovo di Volte la. 317. LEONE V c!covo di Ferl ara. 3 8. LEO E V dè,}vo di V nce.li. 461. LEO E ^bb.1[e di Mome Ca:inJ. :131. LEO:->E Abbate dl Subi3CO. 304. '120. LEO E Abbate del V olturno. 332. LEO E AlJba[e di S. Bouitàz.o. 4 I. e reg. Ll.oNE Abbate Nonamolano, i\.rcive- fcovo di Rwenna. 458. LEO l' A R D 0 Abbate di N onant la 21.4. LI Gu"" Romanza Franzefe qual folfe un3 volta. 4. LnJT:\RDo Vefcovo di P:w:a. fl. o 0 0 LlU- of' 47f I N D LIUTlFR!:DO Duca di Trento. I . L I UTI F RED 0 VeCcmo di Pavia. 32f. LlUfifREno Abbate dl Bobbio. 31f. LWTPJUDWO Velèovo di Cremona Scr:twre maledico. 192. . Suo rigorofo Editto per Ia. lþedi2.iun m;!itare. 61. Alh:Jia. Capoa, ;v;. Fonda il Mo- nillero di Catàuria. 62.. ROIra a lui dal d.a i :1raceni. 6.t. I! Jèg. Fa giu- It'll.l in R('ma. 6f. ConquiHa nrie Ciuà. 67. E' a lui tQlta ia Lorena. 71. LOJ}OVICO II. Imperadore 1 Cue i:npre- Ie [0[\0 ß'ri, e in Calabria. 73. Co- tlrignc alia retå i Sal.lceni di Bari. 7f. e Je.r:. Sua Lenera aI,' Imperador Batil;o. 76. E' imprig:unatu da Add- i à Prin ipe. di I?encvemo. 79' I! Jl!.fJ: Rm1e(fo 1\1 l:berta. 81. MUUlltero dl Calàuria da iui fondaw. !:>2.. Rellitui- ta a lui parte dell a Loreua. 8f. P('r cui è coronaro in Roma. b6, Manda un' Armata in {ìJccurto dl Salerno. 87. I! Jeg. Gr:m Corte da lui tC1IlU3 in Capoa. 90. Libera Salerno. ;'l.'i e { g. Fa pace con AdclgiÚ> Princi- pe di B.:ne"ento. 91. I! Fg. Suo ab- bocamento con Lodo\'ico Re di Ger- mania, 94. Fine di '-ua vita. 97. Sua Cepol[ura in Milano. 98. LonovJCo Re di Germania. [UR Lega con Carlo Calvo. I.. Jè-g D.ì una roua a Louario Angullo. 2, Con- quilla molte Provinc:e. 3. Stati a lui toccati nella divifion co i Fratelli. 7. Pace confermata fra loro. J 6. 2.2. Occupa gran pae[e a Carlo Calvo fuo hatdlo, 45'. Acquilla I' AII:lZia. 49. Pretende parte dells Lorena. il. La divide con Callo Cal vo. 72 Suo abboccam 1Uo con Lodovico Augu- fin. 94. fine di fua vita. 104. LOI>OVICO II. Figlio cji Ludv:co I. H.e:: di G rmania. 35'. D.ì una rona all' etèrcúo di Carlo Calvo Al1gutto . 106. 1\more gi'i la B.iviera. 122. Ac- qulta parte della Lorena. 127. E poi ]a Bav era, 130. Termuu i luoí gior- m.13 8 . LODOV 1CO Re dì Germania. figlio di Arnolto. 21f. Muore ft:nza prole. 24f. LODOVICO Balbo Re di Francia. 119. Viene a mllrte. 127._ LOD,OVICO' Re:: di Provenza, dopo la morte di I301òne fuu Padre 1 Ii Conen- ta nel Regm . If8. e fe/{. !6]. 50- lennememe e coronato Re. 177. e Jl!g. Venuto in Italia COntra del Re Bcrcn-- INDICE Ðerengario, fcornato fe ne torna in Provenz3. 214. Ca!a di nuovo in 1- talia. 218. e Ie{. E' coronJro Impe- radore in Ro:na. 2].1, Caccia ß I en- gario d' ltalia. 224. Da cui potch è prefo .ed acciecatu. 225'. 232.. 25'0. LOTTARIO Au uf}o fa gnerra a i fuoi Fratelli. I. D:l loro [collfino. 2. Di- vide r;li St.lti can em. 7. Pace con- fermata fra loro. 16. R'cupe-a la Provenza. 17. :12.. Contra dc' Sara- ceni di PuglIa manda I' etèrciLo. 24. Fa pace con Carl.) Calvo. 16. E' infeflato da i N.>rrnanni. 29. 5U3 111- ccmincnza. 33. Sua mortale infer- rnità. 39. Tellamento e mone. 39. e [ego LOTT ARlO Figlio di Lottario Augu- no. 29. e [ego Succede al Padre ne1 Re no èella L'Jrena. 39. Scaccia Theotberga fua MOf\lic. 41' ^;uta Carlo Calvo tùo Zio. 45'. Cede I'AI- fazia a Lodovico Re di German'a. 49. Ripudia la Moglie. n. Pane del- Ja Provenu a lui tocca. 1'4. 1'8. Manda toccorli a Lodovico Augn- Ito tJO Fratello. 65'. Va aRoma. 70. Muore in PtaCellZ3. 70. LOTT ARlO Fi 6 lio di U go Re d'lta- lia, dich:arato Re e Collega del Pa- odre. 288. Tempo di tal dichiaraz:one. 289. uoi Spuntàli can Adelaije fi- glia di Rodolfo II. Re di ßorgngna. 2.9ï. t1 [e,t{. 309. e leg. Salva da un ran pericolù ß.:rengario M.uchele d'lvrea. 315'. Imperra da i Principi Italiani di continuare nel Regno. 324. ç feg. Ma è Re più di nome, che di f'.Ini. 31.6. 329. Col veleuo è levaw rigiollata dal Figl'o. 294- 1 0 3. MARTINO Abbate della Vallgadizza. 35'9. . . ' MASSAR caeo dc' Saracem va tI1 3Juto di Radelgito Principe di Bene\ento. 2.3. MASTARO Duca d' Amalfi. 285'. MASTARO II. Duca di Amalfi. 384. 000 2 ME. 4- 7 6 I N D METODIO c1etto Patriarc1. CPo. r. 1\-IJCIIELE)mpcrador dc' Greci íilc::e:ie a reofilo fiF} Padr . r. Amucggia- to cont.a di Lodonco II. AU ulto. :H. Scaccia S, Igllazio Patriarc;\. 43. E' l1ccifl, 6 . MICHEl E Kc dc' Bulgari abbraccia la Religion Criliia:la. f9. 1\1/CHH E Due-a della Sch:avon:a. 2415. MILANF51, lor [cd:zionc cOI1t,.o di Lan- doJf) Arci\-cCcovo. 4n. 4-+5'. Mu,,,- ') Ilultrattato da Lambcrto Im- peradorc. 19S. Rivolu7.ione in cifo, 437. MJLO'lE Come di Veron:! vcndica la ffi'Jitc di Belcll ario lmperadorc. 2.71. Dà quci1a Gtta ad Arnolfo Duca di Ba\.iera. 299. Si ri\'oJta contro il Re Ugo. 124. f\llslcoNE Duca di Potonia, 428. MONACHIS\IO, fila corruLÏol1c net Se- coto Decima, 311. 4 o. M 0 'a S T E R f dati in Comeuda per aOO- fo. 40. p.. III. MO'IISTERT molti in Italia. 130.431. MONlsnRo di Montc Calìno [\ali- g::J.to da Sic_molfo Pr:ncipe di ')a}er- no. 16, Prc[crvato dalJ' nnRhic dc'Sa- raceni. 20. f8. Finalmcntc facchcg- . giato da em. I f I. )/lo:'l!J'nERo di Ca[auria fondato d1. Lo ovico If. Al1gulto. 62. 82.. 94. e Jeg. MONISTERO di S, Si,10 in Piacenz.a fabbricato da Angilberga Imperadri- ce.9f. JiIo:>ÓlsTERo del Votturno data a fac- co da i SaracenÌ. 14i". MONI5TERO di S. Vincen7.0 del Vol- nUllO d::[ohuo d:!. i Saraceni. f8. Di Momc Cafino ritàbbrieato. 23 I. MO"llc;TERO di S. Savina di Piaccnza. 226. 1\lo-';lcnERo infigne di Farfa come mat condotto nd Seeolo Decimo. 311. N N Ic.HO.RG Foca Impc!_a r d 'Grc- . CI, 38r. e (eg. Vcdo da I con- giurati. 3%. 3 8 9. Nlecolo' J. Papa, fua dczione. 44. Suo Libro dogm tlco pcrdmo. 46. l\hnda Legati Ä Conantinopoli in ta- ot:c di San Igru7.io. 49. Scomuníca ICE Gi.JVanni Arcivc[covo di Ravcnna. p. Aboli[ce Ie mique di lui cOll1ùe- tudini. fl. Su.) 7.elo contra di Lot- tario Rc di Lorcm pel ri;mdio della Moglie. n. Otticnc iJ pcrdono a lial- doino Conte di Fimdra. f4. Pnce- de contro i Ve[c:wi dclinquemi. ff. lnfillti a lui tJ.tti da Lodovico II. Augul}o. i7; e Fe". A Jui fpedifcono 1m' Ambafeeria i ßulgari. f9. E' chia- mat.) a miglior viti. 63. N I LO Santo Abbate, fondatore dell\-Io- niltcro di Grottl tèrrata. 45'3. N O [E:-\OIO Due.! dell.! minor Breta- gna. 8. 18. NOSANTOLA MonÏl1cro infignc del Modcne[c. 146. I \"Ì lèppellito Adria- no lB. Pap1. In. ÐÏltrutto cia gli Ungheri. 21+ 216. Sue ricchene. 3 II. 32i-. NORBERTa Abbatc di S. Pietro in Cæ- 10 aureo di Pavì.l. 363. NORMA I ficcheggi.no c bmci:mo Roano. 3. Poi Names. 8. E Parigi. 17. e PX. [ndi altri Luoghi, 22. 29. Provincie e Cirt:ì d.1 low dc[olate. 30. 33.44. Paffimo nel rvlediterrJneo. 46. Danno il Ücro a PiC!, 48. Lo- ro ilU1m'm:d neJla balf! GermanÏ:i. 138. Poco pro[peramentc tà loro guer- ra 01rlo il Grollo Al1gulto. 143.. e rt' . lHfediano Parigi. J ff. NOTECIIERIO Ve[covo di Vcrona. 263. NOTJSGO Vcfcovo di Bre[cia. 2.3.4). . o O BER TO I Marche[c va in Gcnna- n;a a [ollecitare ÙttOIlC il GrJndc contra del Re ßerengario. 5f6. Fu Progenir }rc dc i MJrchcfi EJlenli. 3n. Creato Cont.c del Sacro Palaz- zo da Ortone il Grandc. 36 . e J g. 3ïo. e (eK. 379. 3 8 9. Suoi ultimi gior 4 ni, e Figtiooli. 39 . OBER TO II. Marchc[e, Prog nitor dc' Prillcipi EHenfi. 393. 43 2 . Suo Plac:to. 442.. 4f 6 . ODELRICO Ve[covo di Cremona. 414. Scdizione del Popolo contra di lui. 438. 44 6 . 45'2. 4 60 . ODFLRICO Marchc[e, Conte del facro Palazzo. 2j"8. 261. 264. t' [ego ODO E ( Eudu) Conte di P1rigi afiëdia- (0 cia i Normanni. Iff. E;' crcata Re di F r3n , I N D di Frmci:l. 16 . Si fottomette ad Ar- nol[o Re di Gcrmania . 164. Suc guer- re. 183. E morte. 213. OnosE Abbate di Clu;j!1Ì. 304. 31 I. SUO! Vi.lg i a Rom:!. 318. OLO:-lNA Villa dclizioC1. de i Re d'I- t lia. 95'. · ONESTO Arcivcfcovo di Ra\'enna. 390. 39 2 . Suo Concilio. 395'. 405. ORGANI. Lara ufo. 93. ORSO Partici'lCO Doge di Venezia. n. Sua lite COil Pietro Patriarca di Gra. do. 96. In. Sm morte. 137. ORSO Particiaco II. Doge di Vcne- 7.Ì:i. 246. Diploma di Rodolfo Re d'ltalia. da lui ottCl1l1to. 2.ï4. Fine del 1Ï.I0 go verno . 296. ORSO Principe di Benevento. 178. Gli fono occupati gli tati da i Greci. 181. OTGERIO Vc[covo di Spira. 370. 372. OTTAVIA O tiglio di Alberico, crelro Principe di Roma. 347. Pofcia Pa- pa. 349. reg. V cdi Giovanni XI/. OTTONt. Duca, Avolo dì OUone il Grànde. 189. Ricufa il Regno della Gcrmania. 245'. OTTON I. il Grande, elctto Re di Germania, 306, Accoglic ß.'rcngario l'vIa che[c d' Ivrea tÎ.lgitivo. :i16. . g. Afp'ra alle none di Adelaide Vedo- \'a di Louaria Re d' Italia. :;39. ':!'im- padronifce di Pavig" e fpotà la fud- detta Regina. 340. Suo ritomo in ermania. 342. Rimeuc Dereng:;rio III p01Tc{fo del Regno d' It:!lia i ;. Infigne fua ,,'ittoria degli U ngheri . 34 8 . ^ Ini ilwiano preghiere iI Papa, ed altri Principi d' lt lia contra de i due Re Bercngario & Adalberto '31'6. C31ato di nuo\'O in It.l1i.l entra in Pa- Vi;l. 349. e [ego E' cor(m to Re in lVlilano. 360. Pofcia Imperadore in Rom.l. 362. Benetico \'cr[o i filOi adercnti. 36 . Prendc l'lfola di S. G1l1lio colla 'Regina Willa. 364. A I:' fcdia Berengariu in S. Leo. ;'l:I Quc- rele a llli port .tc contr.. di Giovanni XI[. P:lpa. 366. II fa deporre. 367- Fa priglone Berengario. 69. Torna in Gcnmnia. 371. Po[cia aRoma. 37 6 . Dove tà troRPo rigorofa giulli- 7.ia. 377. Manda Liurprando per am- ba[cbtore al Greco A,.gufio. 381. e f g. A cui dipoi fa guerra. 383. 384.. ICE 477 Infillto a lui [Juo da i Greci. 38f. De' quali rií'ort vinoria. 3 86 . J i;. Suo Palazzo in Ravenna. 38S. 389. Fa pace co i Greci. 390. Rende l'a- nima al Cuo Creatore. 394. OTTONE II. FigFv di OUane il Grau- de, fua nafcita. 348. Elctro Re di Germania. 35'9. E d' !tali_I. 3 6 5'. 3ïl. Viene a Ra\enna e aRoma. 380. Dove è coromtJ Imperad_;re. 381- Prendc in Moglic Teofania Greca. 390. r K. 392., Succede al Pad:c. 394. /eg. 399. Sue militari impre- [e, 401. Sua dilTenfione colla Ma- dre. 403. Fa pace con Lctt rio Re di Francia. 408. Sue azioni in Ira- lia. 4[1. 41 f. Sconfitto da i Sarace- ni. i'i:;. OTTO:-lE II. Imperadore, caIne libera- to dalle mmi dc' Grcci. 416. Dieta da Iui tenuta in Verona. 418. uo Diploma in fa\'ore del Doge di Ve- Dcz;a. 420. Suoi cattivi di[eiSni contra de' VenezÏani 420. Dà fine a i fuoi giorni. 421. o rTONE II I. Imper:tdore, fila nafcita. 4 0 9. Procl:1mat? Re di Ge.rmani:l. C d' ktlia. f18. Coron:1t'? R III Aqmf. grana. 42 I. Contra dl lu fi follel'a Arrigo già Duca di I?a\'lera. 4 2. Suoi pro[peri filcceffi 111 9_erIn'm a. 4 26 . Anni fuoi non .con atl III I 'ha. 4 2. Suoi Ambafcl1 Qn a! Greco AnguHo. 443. Cala III Itaha: 444- e r g. E' coronato Impera.dvre 111 Ro- ma. 446. Come an or_a Rc ,d: I alia . 447. Racconto ubblOto d.cll Illl:\: el- tà di [ua Mocrhe, chc èlcono tatt morire da lui 44 g . e (el(. Torna in It3lia. 4\0. Va a Venezia. 4)2. De- ponE' Giovanni Calabre[e ufiupator del Pap to. 45'3, Fa morire re.rccl1- zio Confole. 45'4- Sua Co!hruzlonc, che vieta l' alicnazionc de' Beni delle' Chå:fe. iv;. Placito da lui tenuto in Rom:1. 4:5'6. Promuo\'e Ge berto l P pato. 4S'7. (/!g. .S!lO n orno 111 Germani:1. 460. Po[cla III Itaha. 461. OTTONE Gu lielmo, Fip;lio di Adal- berto Re d' !talia, divieIl Duca di Borgogna. 476. OTTÒNF, 1igho di Litolfo, creato Du- ca di Baviera. 40i", 4 1 5'. 4 1 7. OTTONE Conte di Bergamo. 73. PA INDICt! P,ETRO Patriut'a di Grado. 96. He. P,EfRO .l\rcivdcoyo di l.3enevelltu. 188. 2.03. E' elili.1tO. 237. PIE T RO .\rciVClCOVO di Ravenna. 313. 3 8 '3. 39 0 . PIEfJc.O VeC.:-o\'o di Are'l.t 1.2.19. :1.f6. PIETRO VeCCDVO di FoIIÒnlJrOne.1l4. Pn: fRO Velèovo d i Lu;:ca. 270. PIETRO Velè()Vo di Pallia - ;93. Crea- t) Papa. 423. Vie"; Gi IvaimÎ XIV. PlETltó Velcovo di R': l;i,). 22f.2.47. P'!TRO Ve[covo di Salerno. p. 12.7. P,ETRO Ve[covo di Sini.';a lfa. 114. PIETRo Ve[covo di Vercelli ucci[o. 4f7. PIETRO II. Ve[covo di Vercelli. 411'. PIETRO Abbate di Nomnt3!a. 246. P,ETRO .\ bate di I). Pi..:tro in Cælo au eo di P H'is.. 427. PIPPIS) figii'1 di Pi 'pino Re d' Aqui- til.nia. 2. 8. RiJcquilta quel R(.'gno, 17. PO:.IPOSA, Moniltero infigne polfedu- t.) da Giovanni V lIt. Papa. 97. POSTEFICI Romani, toro eleli,me e conlècrazi. me, come rcöolate una volta. 205'. 209. 1.28. PlILCARI Du(a d' Amalfi. 110. Sua Lega co i :>araceni. 12.7. 47 8 p P ,'\CIFICO Arcidiacono dl Veron:l. flu Epitaffio. 2.::>. P AsnoLFO, 0 lia PaldolfJ Capoditèr- ro, Principc di Bene\ ento c dì Ca- po:!. 32.1. A lui Ù glterra Giovatlni X. Papa. 3H. Succedc a Lando\fo I I. Cuo Padre. 31)[. Cre:ttJ DIIC:! di Sgoleti e M.uchc[e di Ca:nerino. 379. 3 >2.. SUi potel}Za. 38f. F.ltto prighn da i Greci. 387- e jt:g. LIberato tdr- n1 in ItlIÍl. 9. 396. PA DOLFO figlio di P.lndolfo Cap()di- ftrro creato Principe di Salerno. 398. 4 0 4. 4 11 . 413. P ASl')0LFO Il. tigHo di Lalld31fo III. Ii h Princip.: di ßellc\'cnto. 413. 4f8. P ASDON'OLFO Coot:: e Marchefè. 2f3. RADEl GARIO I'rincipe di B.:nevcllt-J. 3 t. Cellå di vivcrc. 3 6 , RAnELGI O PlÌndpe di Bencvent'), gU Ha a lui t:.tt.t da '}icono,rf ) PrÌl.I- cipc di Salerno. 4. e f g. Chla:na m aim,) i Sa:a:cni. f, 'ius Armata fconfitta. 8. Allediato in Benevento. 9. Di nuovo prcnde Sal3ccni al Cuo loldo. 2.... Dhili1 il Ducato fra lui, e Siconolf . 2f. Dà fine alia [ua v it.:!. . 31. II P . . d . Be RADELGI<;O ' rll1Clpe I ne\'cllto. 137. Vkn dcpollo. 1)0. Ricupcra B::nevcllto. 202. Poi 10 pcrde. 220. RAnO:\LDO Velèovo di Port '. 3 8 . RA 'InER TO Abbatc d' .-\ IIi. 344, RATERIO Monaco, Ve(covc! .di Ve- r ma. 290. 296. Pallo in pIIolonc dal Rc U tio. 1.99. Re- f N DIe E Rf:GNI. Germ1nico, r di Lorena. 72. IOf. D' ltaiÏ;t: rue viccnde, e dip n- denze. 123. RELIGIOSE Crifliana abbracci,lta dalla Pollnnia, Ruftìa 0 l\.lolcovil. 428. RICCARD'\. Imperadrice, M() lie di Car- lo i1 Grotfi). 138. Giullific:à la fua innncenza, c niu..}r fantJmente. 15'9. RI51NDA BadeiTa ddla Potteda. 240. 247. RORER TO figli0 di Roberta il forte, Progeliit:.re della Real Ca[a di Fran- cia. I H. 163. RODOALDO Vefcovo di Porto. n. S"4. RonoLFO L tìglio. di Currado, pro- c1am:1to Re della Bor o na 1ltperi,)- re. 163. Guerra a lui tàtta da .'\10111- fa Re di Gcrrnania. -16+ 189. e [ego Termina i fud dì. 246. RODOI FO II. Rc dclIa ßJrgngna. 241'5. Im'it:it!) in It:tIÌa contra di Berem;a- rio Im?cradnrc. 26f. E' coronau Re d' ItaliJ. 266. Dà UO:l rotta a B::ren- garin. 26S. e fè . Dopo la cui m 1[- te acquilla run0 il Rcgno.. 273. Se gli ribella Pa il. 27f. .A.bbandona )' Ita!ia. 276. Sua pace con U go Re 297. Fine di lua vita. 307, ROLASDO _\rcive[covo d' Aries, [uo fine infe1ice. 69. ROLl.o:- di Bari. ;v;. ScontJtti da I;;r io Dllca di Napoli, taccheg;;iano la Ba- filica Vaticana. 19. SlIID"l1ertå la lor flott.l. 22. 27. Dillrnggollo h Ciltà. di Lnni. 26. c()nfig nno l' cf.:rciro dc'Beneventani e S,llemÎulli. 42. De- folaziùne da lor data al Ducato B - neventano. f8. Fall pei ione Rol:in- do A. civelcovo d' ArIes. 6"). Loro tnlta !a Citt?! di Bari. ,if. g. A[- fedimo Salerno. 87. Se lle Iltuano, e danno iI facco alia Calabria. 91. IlIfcllJno 1a Pu lia. 102. S'impadro- nilèono dell a Sicilia. 122. Rutta 10- ra dat'l da i Geed. 133. Si fanna tòr- ti al Gari liano. 145". Saccheggiano Montc Cafino. 1 fl. Quei di pagna fi annidano ill Fralfint:tu -235'. Caccia- ti i prirni dal Garigliano per cura di Papa Giuvanni X. 2ff. Prendono Taranto. 2 h. SA '{ACENI di Fraffincto pernic ioÍ1 all' Italia. 9I. 286. 3 16 . 17. 3 18 . 394- SARILONE Conte del P,\la'LZo. 302. Cream MarcheCe di Spokei e di Ca- merino. 314. Fine del 1ù.J govern a t-' odella fùa vita. 323. SCJS IA. de' Gred 1:,ttl) Fozio. 43. n. 121. Ufo If? SCISM.'\. in Rvrna per la ele7.Ìone del Papa, Sergi,), e F urm ,[0. I b. 19+ 1.00. per S.:r ì(), e Giovinni IX.. 20 . SERGIO II. Papa, fuaeleÚnne, 13. Dà la Cùrona del Regno d' (nlia .1 L,)- dovico II. h,;. Soflii::l1e i d:r:tti Jel Populo Romano. 14. Pù{[a a mi;slil1r \'in. 21. SERGIO III. Diacnno della ChieCa fcJc- combe nell'ele1.Ìone dì Papa FOImo- fo. 180, Veramente [accom,lc in qu l- 1a di Gi wanni IX.. 208. Vicn elceto P;lpa. 229. Rilàhbr:ca la Pat,iarcale Lateranenfe. 236. ua morte, e di- fela dd litO nome. 243. SERGIO Duca d' Am:t.1fi. 394. SERGIO Duca di NJpoli._ II. Sconfi3- ge 1a Flott:1 de' Saraceni. 18, Scon- fino da i Capoani. 49. Sua mOrte. 73. SERGIO 11. Duca di Napoli. 74. Im- peii;iona A1<1llalio V lcovo di quella. ,Çittà .... RO I N D Città, e CUD Zi;). 71'. L' a (fedia in un' lLi,la, ed è lcomu..icatJ. 89. 1I0. Sua Lega co i )Jraccni. 1I 3. f\C- Ci:=C3t 1 e depollo viene inv,at,1 a Ro- ma. i'l'; . SIC ONE Prillc:pe di Salerno. 31. Mer- lo in COlt':: di Ludm ico Ii. t\u.;u- fio. 34. Col vdeno è wit,) di \-ita. 31'. P " d . S I fi SleoNoLFo III1Clpe 1, a erno, ua gucl ra contra di Radclgilà Principe di Bencvcnto. 4. e [ego Prende al LUO foldo i Saraceni. 7. Mette ill rutU I' efercit;) nemico. g, Ricorre Fer aju- t.) a Lodovíco II. Re d' 1u:Ïa. If. Sac(hc gia il te1ùro di Monte Cali- no. 16. Didde il Ducat,) con Ra- delrJlo. 24- FlIle dc' {Ì1oi giurni. 30. 51GEFREDO Uuca de'Normanlli. Iff. SIGEFREDO Conte del Palal.7..). 2.2.3. SIGE.FREDO Vetcova dJ ParIna. 2..:>6. 2. 3 7. -In. SIGOLFO \'efcovo di Piacenza. 3'11'. SILVERADO ^bb te di Boobi0. 298. SILVESTII.O II. Papa, fila e1czione 45'''5, AtlediJ Cel nÎ-ta di t'a\.ia. 103. 107. FOt{è Duca di Milano. 121. 5n.FAso V. Papa, 1\1:1 e1c7ionc. In. Amico oi Guido Re d'it.dia. 176. 1: crca Imt>cradon:. 179. Sua m )(- te. 180. STEF ASO V I. Papa fU:l ek1. i nr.t', e bar- b:uic cont,o il cadJvero di Papa For- m.l{ù. 2.00. Suo infelice fine. 204. e reg. TEFANO VII. Pap:l, [U1elclione". 28f. T enn na i Ill..i gi0r111. 2.90. Sn,FANo \-111. 'Papa, lua elczione. 12._ Pllm. dells iut mOlte. 319. 5TH ANO Patriarca di Coltoultiuopoli. I) . ICE STEFANO Vefcovo di Nepi. 64. 67. SU1'EkSTlZIONI . 49. If9. 28 . 292. 4 1 Y. 431'. 44 8 . T T EDAIDO 1\larchefe, AvoJo della Contdlà Mat:Ida. 401'. 409. Hs Ù')Jo di Marchc!c e Conte di Mu- dena. 432. 441. TEO!lALDO M.trch fe di Camerino e di SrJUkti. 300. Sua v'ttoria cOlltr'') i Greci.301. Cetfa di vivere. 02. SUI MoIhlie Nipo[e del Re Ul!;o. 314. TEonALDo I!. Duca e Marchefe di Spoh:ti e di Camerino. 3 2 7. 349.3P. TempI) di [m mOlte. 3)6. TEODELA510 Abbate di Ù,)ob!o. 21'2. TEonER leo V c[COVO di I\lerz. 392.. 4 16 . TI!:ODORO II. Papa, fua elezione e mt)r- [c. 2.00. 207. TEOF ASJA Figiia di Rom1no iuniore Iml'crador de' Greci, chiclta in Mo- glíe per Ortolle 11. l\u3ulto. 381. e [e . A cui è condntta, 390. e feg. Sue' N onc. 392.. Ritorna in I'alia. iv;. e reg. 413. Libera il marin d.ll- Je m:mi de' Grcd. 41t). Acctlne ill aiut,l di Ütnne HI. thl) Figli:). 422. Sua vcnut.l aRoma. 431. E :mt.>ri- tl in It.llia. 433. e Jeg. Sua murtc. 43 6 , d d ' G . r. TEOFILO Impcra ar c recI, IUI murre" f. TEOHERG.'\ Mogiie di LOtt11io Re della Lorena fC:l:.:i3t:1 dal Marit').4]. 47. Fu!;ge ncl Re.!;no di Carlo Cat- vO.49. E' riyudi.tta. 'fl.. e (e(. Poi ri;:>:gli1r3. f9. Fiuircc tÜa \.ila in un MonÍllero. 70. TEoTGAUDO .'\rcivcfcovo di Trevcri. )3, E' depolto. ff. TEUTIMARO Patriar:a d' Aquileja. 29. TEUTO:lE Abbat;: di Fuld!. 45'. TW!':RIO Vc!c,)\'o di Napo1Ì, \i.u mor- re. I I. THOLl di P Jp:\, cd alai, a d.i rilè:r- 'Vad. 4f1' TOR R I. di elfe fabrichc ;n Cit;l d' [ta- lia. 399. TRASMONDO Duca e Marchefe di Spo- lell e C:.mc:rino. 3)6. 39-J. 4 11 . +t e . 1 RASMOM- I Ñ TAAS\iONDO II. Duea di Spoleti.414. e (eg. A lui fuccede Ugo Duca di 101cana. 433, TIlE UOTO terribile in PugHa. 434. TRENTO. (ì.la Corte Ducale. 18. TRIBUNO Mcmmo Doge di Vene:lÌa. 407. 42.0. 41.9. Sua mone. 436. v U Bn TO Figlio di U O Re d' Italia cre:lto Duca di ro(cana. 30f. Fu eziandioComedc! PalaZlo. 17. Pofcia .nche Duca e Marchef:: dl Spolcti e di Carnerino. 322. Le quali Provin- cie fono a lui tolte _ 327. Incerto il tempo di fua mOrte. 344.35'7. 35'9. 3 80 . UBER TO Vefcovo di For!Ì. 3S8. 40f. Ußf:RTO Vefcovo di Parma Conte dl Guella Ciltà. 362. Arcicancelliere di Ouone i1 Grande. 374. 39f. VENERIO Pauiarca di Grado. 20. VENEZIA elCluÎa dal Regno d' halia. 40. V ilìtata da Lodovico II. Augullo . 4J1. Suo alJlico diriuo di barrer Mo- neta. 274. Ditturbi in efIà. 400. -go. VFNEZIAS"I. Loro làvio e giuf10 deere, to di non Dortar tèrro armi ec.. a'Sa- raceni in offefa d.: Clil1iani. 391. V E C;C OVI di Lomhardìa eutrano nel o- verno delle Cinà, e nell' c:1t:7.Ïone del Red' ItalÌa.142. Vefcovi milit,lri.172. UGHELLI lodato, ma...... l38. 263. UGO Marchelè e Duca di Provenza, Fil{lio di ßerta, rimlrit:lta in Adal- beno II. Duca diTolcana. 27+ e reg. Proc1amato Re d'ltalia, ne viene al polfdfo. 278. Quando coronato. 279. Suo abboccam:mo con Papa Ginvan- ni X. 2.81. Manda Ambafciarori a Ccfianrinopoli. 282. Congiura con- tra di lui fcoperla e punira. 287. In- iuJlarneme perfe uita cd abbatte Latn- berto Duca di Tofcana. 2.91. Divien Si nore di Roma ton itþofar Ma rozia. 293. Ma ne è cacciato da i Romani. 294- Indarno alfedia Rotna. 296. Ricupcra Verona. 299. T orna all' alfedio di Roma , e f.1 pice con ^Iberico. 304-. Sua fcandalofa incon- tinenza. 310. :t.cøz v. D I E c .ofgr Dco Re d'It2lia cO\1titma IA g'uerra con- tra di Roma. 316. Snida i Saraceni da Frain-neto. :n8". ftg. Mari-ta Bcr- ta iha Fi&lia can RamaM Fiblio di Coilanrillo Impcrador de' Geeci. 32e. 322. Contra di 111i s' ah.ano Bercnga.- rio Marchefe d' I vre1, e Inolti I-'rm- cipi d' Italia. 32.4. V uol ritiraríì, ed è rirermto: 31f. S\l pace can Al- berico PrincIpe di Roma, e depreffio- ne. 326. SI riducc in Provenza. 32.8. Fine dc' fìlOi giorni. 329. UGO Capeto ptoc!amato Re di Fran- cia. 42S. 438. 441. Tempo di fl1a morte. 447. e {ego UGO Fi"lio di ÙDerto, creato Duca di Tofcana. 35'9. 380. E di Spoleti. 433. Afièdia Capos. 44 0 . 444. 4f8." e jèg. . UGO VefcDvo di Am!>urgo. 434-. UGO Abbate di Farfil. 3 11 .45'3. 4f6, 45'9. I VWODO Vefcovo di ParmI. 47. 7'1.. nö. 131. 139. VITAU Candiano Doge di Venezia 404. Termina il fUD vivere. 407. VHALE II. Patriarca di Grado. 206. VITALE HI. Patriarca di Grado. 391. 4 0 3. e [ g. . USGR} TartaLi s'impadronifcono dell. Pannonia. 1 fS. Lara ori?,ille, e bar- bari cOllumi. 175'. Chi:mmi dal Re Arnoltò in G::nnanÌ1. 181'. Loco bar- taglie co i Bulgari. 2.73. Calano per la Plit 1 v?lta ill hah .21:1-, e Je..t. 216. Contml1ano Ie lcorrene e fac" che gi. 234. 24b. 26f. 267. Prendo'" no e diltrLl. g()nO 'pav;a. 271. e Jeg Devàllan.1 la Pnghaed altripadi. 307- 322.. 3l9. Rotta i.llÌ ne d,ua low da Ouone it Grande. 348. U!IIROCO Duca del F/i;Jli. 61. 65'. Fì- ne dc' fuoi giorui. 100. U SI. I Mündaili, an co i Re, vicini a 1norte vdhvano l' abito Monallico. 3 2 9- U S ERI d:fcendemi daglì Un ri, 0 Un- ghcri, che detrero II nome di U [1- gheti alia Pannonia; loro barbarì co. ftu:m. I ï$'. 'V ALDO:S'E VefcDvo di Como. 32j". 35'7. 371. 7f. \-VILLA Figha di Bo((me Duca o1i To- fcana, MogHe di Berengario II. che p p p poi 81. I N D poi fu Re d' Ita1ia. 301'. 31'1. Sua. pr poten1.a. 31'6. Trauiene it Mariw dal rinun1.Ìar la Corona. 360. Affc- diata nell' I[ola di S, Giulio. 364- Condotta pri ioniera in Germania. _ 30. Si fa Monaca. 376. WILLA Contc{fa Moglie di Uberto Duca di Torcana. 440. _ Wuu.u.o Marchefe d'lftria. 3U. --- I L ICE Z ZACHI!:RIA Ve[covo d' Anagni. f3 ZECCA amichiffima in Vene1.ia. 274. ZVENTEßOLDO liglio di Arnolfo Rc di Germl.l1ia. 164. 180. Spcdito in !talia atledia Pavia. 181'. Torna in Germania. 186. 189. Ucci[o in un fano d'armi. :LIf. FIN E. VJ:;1TA- DETTAGLIO D I L I B R I , E Che in ?naggior nt/mero Ji trOVa110 Ilppreffo Giovanní Riccomini Stampatot'e, e Libbrajo in Lllcca con Ii re/þettivi prt'zzi. Dalnzii ( Stephani ) MiCcellanea novo ordine digeíh, & non p3uds ineditis mo- numemis au8:a, opera Joannis Dominici Mal1li Lucenfis, in folio L:lcæ 1761. apud V incemium Jun"8:inium, Sumptibus Joannis Riccomini. L. detta Opt!ra, he fi comprenderà in Vulum; fJu4ttro in Foglio, fi rclafr;ia per A.lJociaciaÚone . Paoli 20. il Tumo, per /i non Afforiati a P. 21'. Se tie fonø già pRbbitcati Ire Tom;. - Fugliucci ( R. P. F. Aleffio) Catechi[mo, cioè lfiruzione [econdo il Concilio di Trento ai Parrochi &c. nuova Ediz;one a tenore della Cofiiruzione di Cle- mente XIII. in 8\;'. Grande, Lucca 1761. per Vincenzo Giumini a [pe[e di Gio- vanni Riccomini. P. f. Carli Elementi di Morale per ciò, che riguarda \' e[crcizio di elfa per IfiruÛone della Giovemù in u. Lucca 175'7. P. I.-..!.. a Dilfertationes SeleB:æ (Joannis Aberti Eulerii, Pan1í Frilìi, & Laurentii Ber:md) ad Imperialem PetrOf'olitanam Academiam miifæ, cum eleéhicitaus Cauiå quæ- reremr cum Fig. in 8. Lucca 175'7. P. 3. :E pirecti Manuale, & Sememiæ, qui bus accedir Tabula Cebetis Greco-htina in 8. Grande Lucca 175'7. P. 4. - detto in 8. piccolo P. 3. Fontana (P. Giu[eppe Francefco) Sroria deg1i Ordini Monal1ici volumi uo in 4J. Lucca 1737. P. 40. Fritjj (Pauli) Ði{fertationes Phifico-Marhematicæ vo1. 2. in quarto Granje cum Fig. Luca:: 1760. 1761. apud Vmcentium JunB:inium fumptibus Joanms Ric- comini P. 16. - modo di regolare i Fiumi con Tavola Topografica in quarto Lucca 1762. per Vincenzo Giuntini a fpefe di Gio. Riccomini P. 4. Raccolla di Opu[coli Morali, & Afcelici vol. 4. in 12. per il Giuntini a rpere del Riccomini a P. :1.. per TOIno; nt' fOllu pllbb/irati due Tomi, ed il Urzo J in T,rchif1. Goguet Origine delle Leggi, ðelle ^rti, delle Scienze &c. traduzione dal Fran- ceCe vol. 3. in 4. con figure, e Tavola Cronologica a ciaCchedun volume Lucca 1761. per Vincenzo Giuntini a tþere di Gio. RiccomiDi P. 30. Marchetti (France[co) Ritþofia Apologclica al Saggio dell a S.loria del Seco- 10 XVII. Ccritta dal Sig. Gio. Battifia Nelli in 4. Lucca 176:1.. per Vinccllzo Giuntini P. 4. Della impudenza Letteraria Sermone Parenetico contro un libro intitolato Me- mode Anedote Cpettami alia Vita di F. Paolo Sarpi raccolte da FranceLèo Grifelini P. I-..!.. a GiuFani (Carlo) Memorie fopra la Fifica, ed moria naturale di diverfi valenr'uo- mini vol. 4. III 8. con fig. Lucca 17f7. P. loo. - dcuo Tom. 4. feparato P. S. Keilii , Kei!ii (J1cobi M d. Doé!:.) Tentamina Medieo-Phifict. quib\u tccedit Medicina Starica Britannica, EdilÌo prioribus accuratior. rcrumque Indite auéb in 8. roa.. jori cum Fig. Lueæ I7f 6 . P. 4. _ Idem in chana minori P. 3. Linnæi (Caroli) Regnum vegetabile) & fundamenra Batanic;e in 8. cum Fig. Lucæ I7f 8 . P. 3. Dc Mayran D:lfenation filr la Glace, nouvelle Edition avec des Phnehes vol. . in 8. a Lucques 17f7. P. 6. )-ledieina facile, ovvero formulario di medicamenti di agevole preparazione trad. dal Franc. in 8. Lucca I7f8. P. 2.. :a MoniF;1Îa (P. F. Tammafo Vincenzo) o([ernzioni contro i Mlterialil1i in 8. Lueca 1760. per V ineenzo Giuntini 1>.. 4. Memorie per fervlre alIa Cafa di Brandemburgh a tuttO I' anno I if 6 . in 12. Luc-