assai eee he SE Sess ri Mini ste css ss srnatst Sister - a RES pee sian LOO halt Ly MER it Gi UE MITAVIRI IVA vg SÈ 74 Mg DO, | | | ells ANY, ì ISO ay uv N} NV’ Hugely OS SIS \ o \ Age A AW oy SMI LÌ SI, CZ wage wv |, ia tw uly wee? AZZ AE b Wu MINNITI SESE > GIGI, sì NIE SISI Z | 9 | \ MAMI Mann Sa wai = | i |. IRA vee” sie UY VIEN | 4 IIIVICI NA, USO Î\ n yee AAA] | SA AA ANA ARAZQAARRA RRARARRAZAAAA IARAAAAAA AAR lam A AAA gg eT ce | ee) AA ail AAA AI aN os VN AAA AAA A A = ARA Al fa ARA Na AA Aalhale I IN\AIAY gal AVA Y YI IN A TN ARR a Br! _ |} | ATAIZIA A NAAAAAT Gy fa | VANS AANA A À _ ‘a 2 WA a) | \ | = A \ Ar | MARRA A AAA AAA AAA A A AAA AA AAA MYA AA E a intesi stitti TOT CTC we « Cr COC « ce OT EE Ca quae CT Ca (CT «I Ce AAA AAA IAN], AA AS AAAAAA AIAAAAA A (N\iaNenl PN ANNA AA AA AA AA Ali A AA A POS | | ial | | ) ZI Ay \ ANAA AA Vaia 2 A N AAA AAAAAAAA AA ARA AARON NAARAAAANAA AA AASRARE lal ATTO Ca ICT: ACT CTC GX CCC Fara ia CCC KCC CC CCE CG | NAAR An AAA ane Seals A AA A RA AAAARRRRARAN ala AAARARARIAAN. a a ARAAATI/A | A NARA AAA A AA An \l W/V (AI | IMITA i | | \ q il "4 i} d { \ VATZAYIOA 3 Il = AIA if A \ | A DI INTONA AAA dA N A ANAASA ol, ARAN A ARA ARAAR A ARARA AAAAAAAAAAARAA an YAAAAAARA RARA SARI di. AT x he a = DI vi GES STRO . Spedizione fa e. s. Blattidae . . zione id. c 8. te Helmide Africain nouveau il Duea tex Bicone arene DI «a A x : PI NATURALE GIACOMO DORIA “voy DI ORIA NATURAL GIACOMO DORIA PUBBLICATI PER CURA DI R. GESTRO GENOVA | STABILIMENTO TIPO-LITOGRAFICO' PIETRO PELLAS FU L. / Largo Via Roma, Piazza S. Marta, N. 39 1930-31 EY eA PR A SULL’ABRODIAETA MODESTA Bruyn. v. W. | (Orth. Blattidae) La recente richiesta da parte di A. G. Rehn, dell’ Accademia di Scienze Naturali di Filadelfia, di alcune informazioni intorno | all’Abrodiaeta modesta Brunn. v. W. onde poter stabilire il | valore e la posizione sistematica del genere Adrodiaeta, mi ha indotto ad un esame particolareggiato del tipo. Il genere e la | specie vennero fondati da Brunner (*) su un unico esemplare raccolto da L. Fea in Birmania; la succinta descrizione originale di è ormai insufficiente per permetterne una esatta conoscenza e la figura, per quanto dia un'idea dell'insieme, è molto inesatta nei dettagli. Credo perciò opportuno dare una nuova descrizione , dell’ esemplare tipico, sullo schema di quelle dei moderni autori, «lasciando ad A. G. Rehn il compito di fissare la posizione del genere Abrodiaeta nel sistema. | Tipo: 1 g, Monti Carin: Carin Ghecù; 1300-1400 m. II-III 1888; L. Fea. i Capo grande non sporgente dal margine anteriore del pro- noto; occhi ampiamente separati, l'intervallo interoculare è largo come l'intervallo tra le fovee antennali; lati della faccia un po’ | convergenti in avanti; macchie ocellari indistinte, è abbastanza | evidente, a ciascun lato e prossima al lato mediale delle fovee antennali, una piccola area subcircolare con superficie leggermente | convessa; area tra gli occhi pianeggiante; area tra le antenne . notevolmente convessa, subtettiforme. (4 Brunner vy. W. — Révision du Système des Orthoptères et description des | espèces rapportees par M. Leonardo Fea de Birmanie. — Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova, XXXIII (4893) p. 20, 21, Tav. I, fig. 5. . dilatato all’apice, 5.° un po’ più breve dal 4.° allungato, o mente troncato. i Abrodiaeta modesta Brunner v. W., g: I. Elitra sinistra. — 2. Porzione apicale anteriore dell’elitra destra. — 3. Ala sinistra. — 4. Campo anteriore dell’ala destra (non sono disegnate le venule trasversali). — 5. Tergite basale dell’ addome. — — 6. Capo. — 7. Palpo mascellare destro. — 8. Lamina sottogenitale (visione ventrale). — 9. Lamina sottogenitale (visione posteriore). — 10. Parte distale della stessa e asta chitinosa (visione laterale destra, maggior. ingr.). — Il. Gerco sinistro (visione dorsale). 1 : Antenna sinistra (la destra è mancante) col 3.° articolo i lungo due volte il 2.°, e di poco più breve del 1.° ABRODIAETA MODESTA _ Pronoto trapezoidale, pianeggiante sul disco; marcatamente declive ai lati; margini anteriore e posteriore diritti, lati a visione dorsale subrettilinei, a visione laterale leggermente con- vessi; angoli anteriori più largamente arrotondati che i posteriori. Il 1° tergite addominale presenta un rilievo mediano ba- sale trasverso a —~ ; gli altri tergiti non offrono particolari | strutture (i tergiti addominali, per una iniziale permanenza in alcool, sono però un po’ raggrinzati). Lamina sopraanale . molto trànsversa, subtriangolare ad apice arrotondato e col mar- | gine distale declive (forse perchè contratto dall’alcool). Lamina _sottogenitale subtriangolare asimmetrica, convessa, a parte distale compressa, provvista di lunghi peli eretti ai lati della parte basale e di peli più brevi e subdepressi nella zona mediana com- pressa della parte distale. La parte distale è incisa all’ apice, presenta i margini laterali spianati e gradatamente riflessi for- manti distalmente un dente acuto bruno per lato diretto in basso ed um piccolo lobo ispessito ed a faccia inferiore denticolata bruna; stili brevissimi, larghi a cuscinetto, bruni, armati di piccoli denti. «Camera anale con un ammasso membranoso nella parte prossi- male, prolungato posteriormente e ventralmente in un pezzo ad estremità distale armata di minute denticolazioni e di spine abba- stanza lunghe, l’apice di questo processo giunge all’incisione api- cale della lamina sottogenitale; superiormente ed un po’ a sini- stra sporge un’asta chitinosa gracile, acuminata, leggermente sinuosa rispetto al piano sagittale, inferiormente armata di una spina diretta obliquamente all’indietro. Cerci testacei, moderata- mente lunghi, di 11 articoli ben distinti e di 2 o 3 basali fusi, depressi nella faccia dorsale, convessi nella ventrale a margini laminari. Elitre allungate, un po’ più di due volte e mezzo più lun- ghe che larghe, a campo anteriore molto largo, nella metà distale distintamente più largo del campo posteriore, giallo-ferruginee e, nell’elitra destra, colla parte posteriore ricoperta dalla sinistra, subialina; vene poco rilevate, venule trasversali rudimentali ed indistinte; vena radiale (Brunner, Shelford = discoidal v. di Hebard) un po’ sinuosa, 10 vene costali delle quali alcune sono diversamente biforcate nelle due elitre (nella sinistra: 1.8 -4.8 ‘semplici, 5.* biforcata ad un quarto dall'origine, 6.* biforcata a _/; dall’origine, 7.8 biforcata ad !/, col ramo distale a sua volta F. CAPRA biforcato, 1’ 8.8 emette distalmente 3 rami, 9.8 e 10.8 semplici È, nell’elitra destra: 1.*-4.* semplici, 5.*, 6.*, 7.* semplicemente. biforcate, 8.* biforeata un po’ prima del primo quarto col ramo | distale a sua volta biforcato circa a metà della sua lunghezza, 9.* e 10.* semplicemente biforcate). La vena media emette po- steriormente 6 rami obliqui, oltre alla vena ulnare. Campo anale — allungato a 5 vene ascellari poco marcate, specialmente le due posteriori, i; Ali subialine a campo anteriore un po’ oscurato, con margine costale ed apicale subialini, vene infoscate, specialmente oscure sono la vena radiale e le costali (però tutte coll’estremità distale chiara); campo anteriore grande, di poco più piccolo del poste- riore; vena mediastina con un ramo anteriore molto obliquo poco | marcato; la vena radiale emette 6-7 vene costali attenuate distal- mente e diversamente biforcate nelle due ali (ala sinistra: 1.8 semplice, 2.* biforcata un po’ prima della sua meta, 3.* bifor- cata circa ad !/, e col ramo distale a sua volta biforcato, 4.* biforcata prima di !/, e coi due rami a loro volta biforcati, 5.4 — biforcata alla metà, 6.* e 7.8 semplici; ala destra: 1.8 e 9.* sem- plici, 3.7, 4.8, 5.* biforcate semplicemente un po’ prima della metà, 6.* biforcata al quarto distale); la vena media (spuria di Brunner) nell’ala sinistra è biforcata un po’ distalmente alla metà dell’ ala, col ramo anteriore biforcato all’ apice, nell’ala destra si divide in quattro rami dei quali il prossimale si origina circa ad un quarto dall’apice dell’ala (1); la vena ulnare è un po’ sinuosa, nell’ala sinistra è biforcata nel quarto distale, nell’ ala destra è triramosa, il ramo prossimale si origina poco oltre la meta del- Vala; triangolo apicale piccolissimo; la 1.* vena ascellare emette posteriormente 5 rami (nell’ala sinistra il 5.° ramo è biforcato all'apice, nella destra sono tutti semplici, però vi è un’ anomala disposizione tra il distacco del 4.° e 5.° ramo); seguono ancora 5 (o 6?) vene ascellari; venule trasversali del campo anteriore abbastanza marcate nella parte prossimale, poco evidenti nella parte distale, nel campo posteriore le venule trasversali sono scarse e poco distinte. Zampe giallo-ferruginee, piuttosto robuste a spine lunghe e mediocremente forti. Femori anteriori a margine infero-anteriore (!) Nella diagnosi originale Brunner scrisse vena spuria nulla, ma nella fig. 5. della Tay. I, disegnata da Redtenbacher, essa è ben evidente. xs a serie fitta di circa 20 spinule subegaali e da un gruppo di 5 (4 nel femore sinistro, 5 nel destro) spine piu lunghe pros- mali (Tipo B); margine infero-posteriore a 3 (o 4?) spine nel ‘zo apicale. Femori medii e posteriori con una lunga spina È geniculare | e 6-7 spine a ciascun margine inferiore, le due distali piu grandi. Tibie anteriori con 4 spine apicali, 3 spine superiori (lato estensorio) e 2 inferiori (lato flessorio); tibie medie con 5 spine ‘apicali, 8 superiori, 4 inferiori; tibie posteriori con 5 | spine apicali, 13 superiori e 10 inferiori. Tarsi abbastanza robusti, | compressi, tarsi posteriori col metatarso più lungo che gli altri | articoli riuniti; il 4.° articolo solamente provvisto di un pulvillo | occupante tutto il lato inferiore; yuewicels forti, uguali, semplici; arolii mediocremente grandi. - Long. corp. 11 mm., long. pronot. 3,5 mm., lat. pron. 5 mm., ine elyt. 10,8 mm., lat. elytr. 4,1-4,2 mm., long. tib. post. 2 mm. . Colore giallo-furrugineo, capo con una fascia bruna tra gli occhi, che lascia però Tot del colore fondamentale, ed una ‘ fascia bruna più stretta, non ben delimitata, fra le antenne; pro- noto col disco bruno-ferrugineo, con marmoreggiatura più scura mal definita, giallo subtrasparente ai lati. F. B. BOSELLI STUDI SSUCLET PSI Vale : DESCRIZIONE DI UNA NUOVA SPECIE DI “ DIAPHORINA, DEL SENEGAL Dalla cortesia del Prof. R. Gestro, Direttore del Museo Civico — di Storia Naturale di Genova, ricevetti qualche tempo fa, una collezione di Psyllidi, fra i quali sono stati trovati due esemplari di Mitrapsylla albolineata Crawf. ed una nuova specie di Diaphorina. Mitrapsylla albolineata Crawf. 1914. Questa specie è facilmente riconoscibile per le striscie bianche sul vertice, pronoto e prescudo e scudo del mesonoto, nonchè per le lunghe antenne anellate di bruno. Crawford originariamente descrisse la specie su esemplari provenienti dal Nicaragua, Sal- vador, e Messico. Gli esemplari del Museo Civico di Genova provengono da Villa de Cura, Venezuela. Coll. Cambi 1898, (due 9 9). Diaphorina dakariensis n. sp. Capo giallo chiaro, con coni genali dello stesso colore, salvo una macchia nerastra laterale esterna in corrispondenza dei toruli antennali. (Fig. 1, 2). Antenne (Fig. 3) lunghe quanto la massima i. del capo inclusi gli occhi, gione nere e di colore uniforme dalla base all’apice. La lunghezza degli articoli, a cominciare dalla base è proporzionale ai seguenti numeri: 10:10:16: 12:10:10:10: STUDI SUGLI PSYLLIDI — 11 6:4 fi con derma zigrinato poco incavato al margine po- eriore, peloso con setole bianche con fovee molto pronunciate. cchi neri e ocelli rossi. Pronoto giallo chiaro come il vertice, ‘in corrispondenza dell’ occhio. Diaphorina dakariensis, 1. capo visto’ dall’ alto — 2. capo visto dal lato ventrale con fronte e clipeo — 3. antenna — 4. ala anteriore — 5. ala posteriore — 6.jzampa | posteriore — 7. apparecchio genitale maschile — 8. apice della valva genitale supe- riore della femmina — 9. apice della valva genitale inferiore della femmina — 10. secondo articolo del tarso della Zampa posteriore. Mesonots o con scudo con 4 bande quasi nere, scutello nero, metanoto bruno. Tutto il noto porta corte setole bianche. Ali anteriori (Fig. 4) lunghe circa due volte la larghezza, con membrana uniformemente punteggiata, bianco lattea. Nerva- ture perfettamente nere ad eccezione della C-Sc e della parte apicale di A2. Tutte le nervature ad eccezione delle due ora 12 F. B. BOSELLI nominate, di R-M-Cu e M-Cu nella sua parte anteriore, sono accompagnate nel loro percorso da ambedue i lati da una pig- mentazione bruno-ferruginea, d’intensità appena inferiore a quella nera della venatura stessa. Nella regione del clavo A1 presenta questa pigmentazione solo anteriormente. La nervatura marginale si presenta macchiata parimente nei punti d’incontro di Rs, M1-2, M3-4, Cul. Il punto d’incontro con Cu2 è invece chiaro perchè in questo punto la pigmentazione abbandona la nervatura e si estende un poco all’interno dell’areola postica. La nervatura. dell'ala anteriore è quella tipica del genere Diaphorina, il Rs è parallelo a M-Cu, M, M1-2. L’ala posteriore (Fig. 5) è lunga con margine anteriore dritto, perfettamente jalina, salvo una leggera sfumatura bruna, sul margine anteriore dopo il frenulo e una un poco più amps nella regione anale. ; Le zampe anteriori (Fig. 6) e medie sono totalmente nere, comprese la coxa. Quelle posteriori presentano il trocantere ed il femore neri e la tibia (ad eccezione della base) insieme al primo articolo del tarso giallo-chiaro, il secondo articolo tarsale è com- pletamente nero. (Fig. 10). Le tibie posteriori portano all’apice una corona di nove spine nere grossette e il primo articolo dei tarsi posteriori porta pure due spine nere unguiformi. L’ addome ed il segmento genitale sia della femmina che del maschio appaiono giallo-chiari. La valva genitale (Fig. 8) supe- riore della femmina supera alquanto l’inferiore che si presenta appuntita e rigonfia in basso come a foggia di barchetta (Fig. 9). ° Nel maschio i parameri sono di forma allungata e stretta e più brevi della valva anale. Questa specie si differenzia facilmente dalle altre specie di Diaphorina fino ad oggi conosciute per il vivace contrasto dei colori: il nero delle antenne, delle zampe anteriori e medie e sopratutto le nervature nere e listate di bruno spiccanti sulla mem- brana bianco lattea dell’ala anteriore, non solo caratterizzano eccel- lentemente questa specie, ma la rendono assai bella ed elegante. Dimensioni: (esemplari a secco). Lunghezza del corpo, escluse le ali, maschio: mm. 2,23. Lunghezza dell’ala anteriore mm. 2,13. Larghezza della mede- sima mm. 0,96. Lunghezza dell’ala posteriore mm. 1,78. Lar- + LL nne mm. 0,66. Lunghezza del corpo della femmina mm. 2.13. | La specie è stata descritta su tre esemplari (due femmine e un maschio). Tipi nella collezione del Museo Civico di Genova. Località tipica: Dakar, Senegal (Coll. Spegazzini, Giugno 1913). BIBLIOGRAFIA CrawrorD Be ee Monograph of the Jumping Plant-Lice or | Psyllidae of the New World. - U. S. Nat. Museum Bull. 85, p. 1-186, 1914. oa Kuwayama S. — Die Psylliden Japans. - Trans. Sapporo Journ. Nat. Hist. II, 1908. i Perey F. W. — New South African Psyllids. - S. A. Journ. | Nat Hist. Vol. V. pp. 125-142, 1925. DESCRIPTION D'UNE NOUVELLE ESPECE DE ELAPHINIS PAR A. BOURGOIN Elaphinis Patrizii n. sp. — Supra opaca, cervina, nigro-varie- gata, albo-punctata; subtus nigra, nitida; clypeo attenuato, exciso, angulis anticis reflexis; pronoto antice tuberculato, lateribus po- stice fortiter rotundatis; processu mesosternali rubro, acuto, inter coxas non angustato. i Long. 9 mm.; lat. 5,5 mm. Somalia italiana, Jack Sciumo (Giuba). Patrizii (1923). Type: Mus. Civ. di Stor. Nat. Genova. Téte jaune rougeàtre, 4 pubescence flave, grossement ponctuée, surtout sur le front; clypéus réguliérement mais modérément atténué vers l’avant, assez profondément échancré, ses angles anterieurs relevés, émoussés. Pronotum brun verdàtre, irréguliè- rement mélangé de fauve, parsemé, sans ordre, de points blan- chatres et portant une tubérosité allongée, lisse, au milieu de son bord antérieur; sa plus grande largeur a sa base qui est trés largement arrondie, presque rectiligne devant |’ écusson; angles postérieurs trés obtus, trés arrondis, 4 peine indiqués ; de là, rétréci en avant en ligne incurvée, sans angle latéral; pu- bescence flave en avant et sur les còtés. Epiméres portant un point blanc au milieu de leur bord postérieur. Ecusson fauve, 4 sommet arrondi, ayant une ligne brunàtre en son milieu. Elytres convexes, peu atténués en arriére, fauves 4 macules noires irré- guliéres, plus nombreuses et plus grandes vers la suture; quel- ques unes sur les bords; dix stries ou lignes de points un peu sinueuses sur chaque élytre, rapprochées par deux entre des cdtes peu élevées; les internes nettement striolaires, les latérales formées de points séparés; suture caréniforme et terminée en pointe très courte à son sommet. Pygidium brillant, a pube- scence et macules blanchàtres, noir ou varié de rougeatre, con- vexe, ayant une fossette ronde, non squamulée, de chaque còté Mn rp NOUVELLE ESPECE DE ELAPHINIS e sa base; sa surface irréguliérement et finement vermiculée, plus densément à son sommet. | Dessous noir, brillant, pubescent, lisse en son milieu, gravé latéralement de signes arqués; saillie mésosternale nullement resserrée entre les hanches, conique, 4 sommet rouge, un peu . défiéchi; ventre (97) faiblement arqué; pattes brun rouge, trés | pubescentes; tibias antérieurs échancrés en arc entre la dent laterale et la terminale qui sont trés aigués; les médians et les | postérieurs portant un cran dentiforme vers leur tiers apical | externe; tarses graciles, plus longs que les tibias correspondants, leur premier article épineux. Par sa forme générale et sa coloration, cette espéce ressem- ble a E. simillima Ancey, mais elle est plus petite, son clypéus, au lieu d’étre carré et rectiligne en avant comme celui de sémél- lima, est atténué et échancré; son pronotum est plus arrondi et rectiligne devant |’ écusson; elle se rapproche en cela, de méme que par la forme de son clypéus de E. irrorata Fabr.; mais elle sen distingue par |’ écusson qui n’a pas les còtés incurvés et le | sommetaigu comme celui de irrorata; sa saillie sternale conique est bien plus courte que celle des Dolichostethus, genre dans . lequel elle pourrait rentrer. SPEDIZIONE DI S. A. R. IL Duca DEGLI ABRUZZI ALLE SORGENTI DELL’UEBI SCEBELI - RISULTATI ZOOLOGICI MANTODEA, ACRIDIODEA ET PHASGONURODEA par YNGVE SJOSTEDT, Stockholm La Direction du Musée Civique d’Histoire Naturelle de Génes m’a envoyé en communication quelques Orthoptéres provenant de la Somalie Italienne et recueillis pendant l’Expédition de S. A. R. le Duc des Abruzzi aux sources et au cours supérieur de |’ Quebi Scebeli. Il s’agit d’une petite série mais qui a son intérét par la présence d'une nouvelle espéce de Mantides, dont je donne ici la description. . MANTODEA EREMEAPHILIDAE Galepsus modestior Schulth. Rechb. Un exemplaire de Malca-Dubbà (région Imi) Janvier 1 920. Oxyothespis mammillata Sjòst. n. sp. Un male de Sauenà, Haut plateau Abyssinien, 21 Décembre 1928. ACRIDIODEA ACRIDIDAE ae ‘ag Schistocerca gregaria Forsk. Un exemplaire de Scek-Hussen, Haut plateau Abyssinien, Décembre 1928. Ne His ORTHOPTERES DE SOMALIE OEDIPODIDAE Gastrimargus africanus Sauss. Un exemplaire recueilli sur le Mont Galamo, versant occidental de la Chaine du Cilalo, a plus de 2500 m. s. m., 5 Décembre 1928. Sphingonotus azurescens Ramb. Un male de la région des Aulihan, haut Ouebi Scebeli, 24 Janvier 1929. PYRGOMORPHIDAE Tapesia erisea, forma intermedia S)ést. . Un mile de Scek-Hussen, Haut plateau Abyssinien, à droite de l'Quebi Scebeli, 4 800 m. s, m. Décembre 1928. Phymateus pulcherrimus Bol. Un male. Méme localité du précédent. PHASGONURODEA CONOCEPHAL'IDAE Xiphidion meruense Sjost. Une femelle de Hako sur les flanes du Mt. Lagio, a 3000 m. s. m. 21 Novembre 1928. Gen. Oxyothespis Sauss. E. Giglio-Tos, Tierreich, Orthoptera Mantidae p. 284 (1927). ad 1 |, Oxyothespis mammillata n. sp, Vertex ab antico visus curvus, oculi rotundati apice ut grano | parvo cylindrico apice rotundato instructi, mammillati; prozona pronoti apice excepto sulcata carina mediana gracillima antice et postice extincta; metazona tota distincte carinata, carina utrinque Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LV (14 Ottobre 1930). 2 Y. SJOSTEDT granulis in linea positis nigris; margo pronoti denticulis nullis, granis sparsis nigris parvulis instructus; antennae longitudine fere elytrorum, graciles, extrorsum sensim leviter attenuatae, valde albo-hirsutae; clypeus angustus supra curvus utrinque levi- ter incurvus, infra incurvus. Oxyothespis mammillata, Sjòst. n. sp. CG. Pallide testacea partim nigro - punctata; antennae flavidae; femora intermedia et postica annulis duobus latis fuscis, tibia apice fusco; coxae anticae immaculatae costis punctis singulis nigris; trochanter subimmaculatus; femora antica medio macula fusca sat distincta, carina mediana superior punctis sparsis nigris; femora intermedia et postica quadricarinata, illa apice extus spina elongata gracili instructa; elytra hyalina extus margine antico lineis elongatis brevibus nigris; magis dimidio apicali elytrorum leviter infuscata, nervulis transversis et lineis elongatis parvulis nigris; alae hyalinae nervis costalibus nigris, apice leviter infuscato. Long. ? (defect.), pron. 8,6; elytr. 21; lat. cap. 3,7; fem. ant. 6; fem. interm. 5 mm. Localité: Sauenà, Haut plateau Abyssinien, 21 Décembre 1928. Type au Musée Civique de Génes. Cette espèce est très-alliée avec i granulata a (Giglio-Tos., loc. cit., p. 285) du Sénégal et du Sahara algérien et son pronotum est granulé sur les bords de la caréne et un peu aussi sur la caréne méme. Mais la dent des yeux est d’une autre forme (+), les bords du pronotum ne sont pas denticulés et la caréne ne parait pas presque crénelée à cause des granules mais seulement munie de petits. granules indistincts. Les cuisses intermédiaires et postérieures ne sont pas triangulaires mais munies de quatre carénes. (1) Voir: Giglio- Tos., loc. cit., sous Werner, in Zool. Jahrb., Syst. V. 27, S. 94, Taf. 6, Fig. 11 b. SPEDIZIONE DI S. A. R. IL Duca DEGLI ABRUZZI ALLE SORGENTI DELL UEBI SCEBELI - RISULTATI ZOOLOGICI IRA Tor Dake a by Dr. R. HANITSCH (Oxford) > The Blattidae collected during the last expedition of H. R. H. Duke of Abruzzi to the source of Webi Shebeli, and kindly sub- | mitted to me for examination, belong to three species; one cosmo- politan, another already known, but insufficiently described, and a third new to science. i Lu; Subfam. Pseudomopinae Supella supellectilium Serville 1 g'. Upper Webi Shebeli: Malca-Dubba (Region Imi) January 1929. Cosmopolitan. Subfam. Epilamprinae Calolampra pardalina Walker Epilampra pardalina Wl]k. Cat. Blatt. Brit. Mus. p. 68 (1868). 1 g' Akek (Reg. Imi) 14 January 1929. ‘I have to thank Dr. Uvarov for kindly having compared this single specimen, dg’, wath the type, also g', in the British Mu- seum. He writes: « The cockroach is very similar to the type of E. pardalina Wik. [from Lake N° Gami, Central Africa] as regards size and Tegmina much exceeding the apex of 20 R. HANITSCH markings on the face and pronotum. Spots on the elytra in the type are paler, somewhat larger and partly placed between the veins, not on them only, as it is in the specimen submitted. I do not venture to express an opinion on the subject ». As the differences are so slight, I will consider my identifi- cation as correct. However, it may be useful to amp Wal- | ker’s description from the present specimen. o'. Head freely exposed, creamy testaceous; vertex with 5 longitudinal broad pale brown bands; a large sub-quadrate shining black macula on the forehead; eyes apart by more than "Ie the width of the head; antennae Areas Pronotum steel titel anterior border straight, posterior border strongly pro- duced; not punctured; posteriorly with a few faint transverse corrugations; | testaceous, finely dotted with black, disk with a black lyriform design. È Calolampra pardalina, Wik the abdomen, pale testaceous, semi- Pronotum (enlarged). hyaline, with a black humeral stripe and scattered dark brown maculae, the pigment lying chiefly on, or within the veins. Wings with the anterior half faintly fulvous, posterior half fuscous; mediastinal vein reaching nearly to the apex; radial vein terminally 4- ramose; median vein simple; ulnar vein with 7 comb-like branches. Abdomen above light brown, infuscated; supra-genital lamina very narrow; cerci testaceous, lighter above. Abdomen below pale reddish testaceous, posterior border of sternites with a few indistinct brownish maculae; sub- genital lamina comparatively large, elliptical; styles minute, placed close together at the apex of the lamina. Legs pale reddish testa- ceous; posterior femora sparsely armed, viz. right femur with 3, left femur with 4 spines on the lower border, in either case with a genicular spine in addition. Metatarsi very long and slender, spined along their whole length; arolia present. oO. Total length 19 mm.; body 13.5 mm.; pro 4.5 X 5,2 mm.; tegmina 14.5 mm. ila in Annals of the Transvaal Museum, Vol. IX, p. 35 (1922) records this species from two localities in the Transvaal, and as he considers Calolampra aptera Schulth., from the So-. BLATTIDAE: FROM SOMALIA i 21 “taliland and Kilimanjaro, as synonymous with it, the species . having been described from 9 9 and immature gg, we get a | very wide distribution for C. pardalina. The Oxford Museum contains a series of A go and 7 29 of C. aptera, determined _ by Shelford, from N. E. Rhodesia, Chinsali District, 4000’ (S. A. Neave, April to September 1908). Both sexes of the series are apterous, but the © co are small and somehow offer a very unfinished appearance. | C. pardalina shows remarkable resemblance to species of Calolampra from other parts of the world. C. irrorata Fabr., from Australia, has very similar markings, but is darker in colour and slightly larger. C. aliena Rehn and Hebard, from Haiti, the only West Indian representative of the genus, is also somewhat larger (total length about 27 mm.), but shows very similar markings on pronotum and tegmina (Bull., Amer. Mus. Nat. Piste Vo LIV sp.) 238; pl XVI, fies: 5, 7,8, 9 (1927). | Subfam. Panchlorinae Gyna cyclops * n. sp. 1 3. On the Dare, a tributary of Webi Shebeli, 1928. S. Head exposed, testaceous; occiput with remnants of 4 irre- gular black stripes; vertex fulvo-testaceous; a large pentagonal black macula on the frons between the ocelli, shading above into bright castaneous; lower part of face with 2 indistinct transverse brownish’ bands; vertex and frons not striate; eyes on the vertex 6.4 mm. apart; antennae (mutilated) brownish. Pronotum para- bolic in front, strongly produced behind, Gyna cyclops, n. sp. faintly striate in its posterior third, Pronotum (enlarged). È i he with traces of striae elsewhere; anterior margin with scattered setae; creamy fulvous, middle of anterior border and the whole of the posterior third infuscated; disk with a simple lyriform design. Tegmina (mutilated) much exceeding the apex of the abdomen, testaceous, mediastinal and costal border * From the black macula in the centre of the forehead. ~ 99° 4 es HANITSCHL oF bo: Cerci gaia Sub - donde lamina uu oval. po not served. Legs dull orange, spines brownish. fe È ST. Total ee (estimated) 17 mm.; body 11 mm.; ; prono- a tum 5 X 6 mm.; tegmina (estimated) 19 mm. Nearest to i peringueyi Shelford (T. E. S., 1909, oo) 318) from Benguella, Portuguese W. Africa, the type of which sat is in the Cape Town Museum. This genus is only sparsely repre- sented in East Africa, the other species described from there being G. maculipennis Schaum (= G. vetula Brunner), G kazungulana Gig.-Tos, G. lurida Saussure, G. incommoda Shelford, and possibly G. caffrorum Stal. From S. Africa only | two species are known, but 18 from W. Africa. (See n d loc. cit. p. 310). Ù . SPEDIZIONE DI S. A. R. IL Duca DEGLI ABRUZZI ALLE SORGENTI DELL'UEBI SCEBELI - RISULTATI ZOOLOGICI UN HELMIDE AFRICAIN NOUVEAU | | par M. PIC L’insecte dont je donne ci-dessous la description m’a été envoyè en communication par la Direction du Musée Civique d’Hi- _stoire Naturelle de Génes. Il a été decouvert par S. A. R. le Duc des Abruzzi pendant son expédition a la recherche des sources de l’Ouebi Scebeli. Je le nomme en son honneur. Stenelmis Aloysii-Sabaudiae n. sp. . Elongatus, pro majore parte dense griseo pubescens, elytris fere glabris, niger, membris testaceis, femoribus infra obscuris ; thorace parum elongato, lateraliter sinuato, -angulis anticis validis et prominulis, in disco medio sulcato et bicarinato; elytris thorace latioribus, lineato-punctatis, punctis postice obliteratis, apice rufo marginatis, carina humerali parum elevata. Allongé revétu, sur l’avant-corps et en dessous, d’une pube- scence grise fine et dense, avec les élytres presque glabres, noir, devant du prothorax marginé de roux ainsi que le sommet des élytres, membres testacés avec les cuisses obscures en dessous. Téte assez grosse; antennes assez courtes, à 5 derniers articles ' un peu épaissis; prothorax nettement plus long que large, sinué sur les cotés, subarqué vers le milieu, courtement rétréci a la base, avec les angles antérieurs grands et saillants en dehors, orné d’un sillon médian raccourci flanqué, de chaque cété, d’ une earéne émoussée, les carénes oblitérées a leurs extrémités, plus longuement en avant; cette partie du corps présente de petites subdéprimés au milieu, assez no atténués à l’ extrémité, brillants ; presque glabres, d’ un noir un peu bronzé avec l’estrémité bordée de roux, ornés de rangées de points qui s’oblitérent postérieu- — rement avec les eee en partie faiblement ridés et une fine caréne humeérale distincte sans étre élevée; dessous du corps densément pubescent; pattes assez longues. Long. 3 mill. environ. Somalie Italienne, cours supérieur de l’Quebi Scebeli, à Malca- | si 3 Dubba, Janvier 1929; dans l’eau, sous les cailloux. ae Type au Musée Civique d’Histoire Naturelle de Génes. Hspéce remarquable, distincte entre toutes et caracterisée, à première vue par la structure de son prothorax, et notamment par ses angles trés grands et saillants en dehors. \ ery SPEDIZIONE DI S. A. R. IL Duca PEGLI ABRUZZI ALLE SORGENTI DELL’ Urst SCEBELI - RISULTATI ZOOLOGICI -FORMICIDAE (HYMENOPTERA) per CARLO MENOZZI Ringrazio la Direzione del Museo Civico di Storia Naturale di Genova d’avermi affidato lo studio del materiale mirmecologico riportato dalla Spedizione di S. A. R. il Duca degli Abruzzi alle sorgenti dell’Uebi Scebeli. Esso è modesto e la scarsità degli esemplari aumenta la difficoltà della determinazione; tuttavia sono riuscito a riconoscervi le seguenti specie: Paltothyreus tarsatus, var. striatidens Sants. Un’ operaia di Sceck-Ussen, riva destra dell’ Uebi Scebeli, sulle falde orientali dell’altipiano abissino, a 800 m. s. m., di- cembre 1928. Leptogenys (s. str.) sp. Due maschi di Akek, affluente di destra dell’ Uebi Scebeli (regione Imi), gennaio 1929. Non è possibile determinare con certezza i due maschi senza le rispettive operaie. Kuponera (Trachymesopus) Darwini, var. africana For. Una femmina dealata di Akek, gennaio 1929. Bothroponera sp. Due maschi di Malca-Dubbà (regione Imi), gennaio 1929, sono molto caratteristici e ne dò perciò una sommaria descrizione; C. MENOZZI essi devono con tatta probabilità essere riferiti a quale delle. da ‘specie di questo genere del gruppo pumicosa. Hanno il pedicolo, il torace ed il capo rosso testacei; il gastro è bruno, le antenne e le zampe giallastre. Tutto il corpo è irto di lunghi peli biancastri. Il capo è liscio e lucido, il pronoto è sparsamente punteggiato, mentre l’epinoto ed il pedicolo hanno numerose rughe, che si intrecciano, formando un regolare reticolo a maglie larghe col fondo liscio; il gastro ha la metà anteriore del tergite basale con grosse rughe longitudinali, mentre |’ altra metà ed i tergiti susseguenti sono provvisti di punti a raspa, da cui sorgono i peli. Le mandibole sono bidentate. Lo scapo delle antenne è tre volte più lungo che largo; il primo articolo del funicolo è molto breve, trasversale, il secondo è un poco più corto del terzo, questo ed i susseguenti articoli sono ciascuno di lunghezza uguale circa a quella dello scapo. Torace tanto largo quanto il capo. Pedicolo piriforme. Pigidio terminato con due lunghe spine. Penultimo sternite senza alcuna smarginatura al margine anteriore. Ali giallastre, con una caratteristica macchia bruna all’apice. Lunghezza mm. 10,6-12. Camponotus (Tanaemyrmex) maculatus var. liocnemis Sants. Un’operaia minore ue Malca-Dubbà (regione Imi), gennaio 1929, che riferisco con qualche dubbio a questa forma. Camponotus (Myrmisolepis) Braunsi subsp. erythromelas Em. Numerose operaie dello stesso luogo del precedente. SPEDIZIONE DI S. A. R. IL Duca DEGLI ABRUZZI ALLE SORGENTI DELL’ UrBi SCEBELI - RISULTATI ZOOLOGICI DESCRIZIONE DI UNA NUOVA MANTISPILLA per il R. P. LONGINOS NAVAS, S. J. Mantispilla Basilei sp. nov. Caput flavum, macula inter et ante antennas, alia grandi in medio labri, stria media in epicranio et alia longitudinali prope oculos, maculis anterioribus, fusco rubris (fig. a), labro antice rotundato; oculis grandibus, fuscis; palpis flavis, apice ultra medium ex 4 articulis fuscis, mox 4 Havis, denique 6 fuscis, ultimo acuto. Thorax flavus. Prono- respersum, in medio ante- riore ad latera obscurius; prozona brevi, margine ante- riore rotundato, flavo; me- Mantispilla Basilei, Nav. tazona saltem triplo lon- i a dell’ ala posteriore. SING: n medio È ester os leviter dilatata; pilis flavis, antrorsum directis (fig. a). Meso- et metathorax inferne fusco maculati, superne fascia longitudinali lata fusca ad latera. Abdomen flavum, inferne lineis transversis fuscis, superne macula grandi fusca ad pleraque segmenta. . Pedes flavi, flavo pilosi; femoribus anterioribus dilatatis, ex- terne atomis striolisve fuscis, interne citra medium macula fusca, fuscis; antennis flavis, tractu tum totum punctis fuscis ultra medium testaceo-ferrugineis, spinis marginalibus flavis; f ribus posterioribus atomis fuscis respersis. RR Alae hyalinae, immaculatae; stigmate triangulari elongato, fusco, interne longiter, externe breviter flavo; reticulatione fusca: — ramis flexuosis 1, 2, 1 (fig. 2); venis costalibus fere 7 in ala anteriore, 5 in posteriore. TATA Long. corp. Q 7,9 mm. è iv Pala, ant GONO o pala post. 8/2 | Nr: Tipo nel Museo Civico di Storia Naturale di Genova. i ae Questa nuova specie rappresentata da un esemplare 1 in cattive condizioni di conservazione, fa parte del materiale riportato dalla’ Spedizione di S. A. R. il Duca degli Abruzzi alla ricerca delle sorgenti dell’Uebi Scebeli e fu raccolta nella regione degli | Aulihan nel gennaio del 1929. Mi compiaccio dedicarla al Tenente Colonnello della R. Marina, Dott. Cosimo Basile, cui si devono le raccolte zoologiche di questo viaggio. RISULTATI ZOOLOGICI DELLA Missione INVIATA DALLA R. Società GEOGRAFICA ITALIANA PER L'ESPLORAZIONE DELL'OASI DI GIARABUB (1926 - 1927) LISTE DES HEMIPTERES par ERNEST DE BERGEVIN Les Hémipteres qui font l’objet de ce mémoire m’ont été confiés pour la determination par la Direction du Musée Civique d’ Histoire Naturelle de Génes. Ils ont été recueillis par M. Ch. Confalonieri, membre de la Mission chargé des recherches d’hi- stoire naturelle. D’aprés les espéces qui m’ont été adressées, il y a lieu de constater que la faune hémipterologique de Cyrénaique ne diffère pas sensiblement de la faune littorale Eeypto-Méditerrancenne, non plus que des faunes tunisienne et algérienne. Quelques espéces sont à tendance méridionale, c’ est à dire descendant au dessous du 35 ©*° degré paralléle, parmi ces espéces, je citerai: La superbe Codophila maculicollis Dall., Cercinthus Leh- mani Kolti, Blissus hirtulus Burm. que l’on retrouve dans le Sud Tunisien, Cymophyes ochroleuca Fieb., Henestaris curtu- lus Horv. d’Égypte, Lethaeus Lethierryi Put., Ploiaria gras- sator Put., Vachiria Natolica St. | L’examen de cet envoi m’a en outre, révélé deux espéces nouvelles décrites et figurées au cours de cette note. (’) Dans l’enumération qui va suivre j'ai adopté l’ordre du cata- logue du regretté Oshanin (1912). (1) Les espéces que je n’ai pu déterminer avec certitude sont suivies d’ un point d’interrogation. E. DE BERGEVIN I. Famille des CYDNIDAE 1. Geotomus spec. ? prope pyg@mezeus Dall. Giarabub, Porto Bardia (3 exempl.). Nota. G. pygmaeus Dall. est une espéce ubiquiste que l’on rencontre depuis la Chine jusqu’aux régions Australes. 2 Brachypelta aterrima Forst. Deux exemplaires de Porto Bardia. 7 Espéce commune partout dans les terrains meubles: Sud Eu- rope, Nord Afrique, Asie Mineure, Caucase, Turkestan, régions Ethiopienne et Australe. 3. Sehirus dubius Scop. var. melanopterus H. S. Un exemplaire. Porto Bardia. Cette variété est surtout Méditerranéenne et s’étend jusqu’a la Perse, la Chine et la Russie occidentale. II. Famille des PENTATOMIDAE 4. Kurygaster Hottentota F. v. Maroccanus F. Cyréne, 1 exemplaire. Espéce des régions Méditerranéennes et de la Russie méri- dionale. 5. Sciocoris conspureatus Klug. ‘De Giarabub 4 Porto Bardia, 1 exemplaire. S’éetend de l’Egypte a l’Espagne en passant par l’ouest Aleé- rien et le Maroc. 6. Carpocoris purpureipennis de G. Cyréne, 1 exemplaire Répandu dans toute la région paléarctique. ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB .7. Codophila varia F. 7 XG Cyréne, 1 exemplaire. _____Espéce Mediterranéenne, s'étendant au Caucase, à la Turquie, au Turkestan. 8. Codophila maculicollis Dall. Gorabub: SOX: Superbe espéce du Nord Africain, de l'Arabie et de la région _ Ethiopienne. Fort rare. 9. Croantha ornatula H. S. Giarabub, 2 ex., région Méditerranéenne et les peuplements de Salsolacées du Sud Algérien et Tunisien. 10. Holeogzaster fibulata Germ. var. exilis Horv. Cyrene, 1 ex. Indiquée seulement de Tunisie, Algérie et Gréce. È III. Famille des COREIDAE ll. Haploprocta sulcicornis F. Porto Bardia, Giarabub, 3 ex. Espèce subméditerranéenne. 12. Cercinthus Lehmanii Klti Porto Bardia, 2 ex. Se rencontre dans le Sud Tunisien, en _ Egypte, en Syrie, Turquie et Turkestan. 13. Phyllomorpha algirica Guér. Cyrene, Porto Bardia, 4 ex. S'étend de l’Egypte a I’ Algérie. i 32 E. DE BERGEVIN 14. Pseudophloeus Gestroi (') spec. nov. ARE ~ De couleur testacé clair. Téte chargée de tubercules de méme couleur plus ou moins arrondis. Tubercules antennifères aigus, a Fig. 1. Pseudophloeus Gestroi, sp. n. pointe mousse, non recour- bés. 1.7 article des antennes épais légérement pédon- culé, muni de gros tuber- cules blancs arrondis. ~2.° article égalant la 1/, de la longueur et de l’épaisseur du premier, plus finement tubercule. 3.èrearticle presque lisse, imperceptiblement et obtu- sement scabre, égalant 4 fois la longueur du 2.°"° è, et presque aussi épais que lui; ces trois premiers ar- ticles très pales, le 4.°™° /noir, ovoide avec une base cupuliforme. Yeux et ocelles pales. Pronotum à bords trés légèrement sinués, à an- gles postérieurs. simple- ment arrondis mais non auriculés, munis d’épines ou de tubercules emoussés. Bord infè- rieur légérement convexe. Disque muni d’un sillon median profond surtout au sommet; de part et d’autre de ce sillon et vers la base quatre gros tubercules blancs, isolés, précedés, a partir du sommet, de quelques tubercules de méme couleur plus petits et également isolés et de quatre aiguillons noirs assez forts. Ecusson à caréne longitudinale aplatie, peu saillante, è base profondement évidée, terminé par deux tubercules apicaux, épi- neux sur les còtés antérieurs et sur la saillie de séparation de la (1) Je me fais un plais!r de dédier cette espéce au vénéré professeur Gestro. ESPLORAZIONE DELL OASI DI. GIARABUB © 39 dépression basale. Clavus 4 3 ou 4 rangées de cellules. Hémé- lytres constitués par de larges cellules quadrangulaires. (Fig. 1). Pattes de la couleur fonciére, sauf quelques traits noirs sur les femurs antérieurs; un large trait brun a l’apex des fémurs | postérieurs, qui sont munis de l’épine caractéristique du genre et un petit anneau noir a la base des tibias postérieurs. Connexivum trés-large, noiràtre a l’intersection des articles. Membrane blanche ainsi que les nervures qui sont ornées de quelques traits noirs irreguliérement disposés. Long.: mm. 6 !/,; 1 ex. gd provenant de Giarabub. Type au Musée Civique de Génes. Cette espéce différe de Pseudophloeus Falleni Schill. par son pronotum a bords non auriculés, par ses antennes dont les art. 2, 3 et 4 sont plus épais, par son ornementation tubercu- loide. Dans Ps. Falleni ces tubercules bordant le sillon median du pronotum, forment une agglomération serrée a éléments non sépareés. one Elle différe de Ps. Waltti H. S. par le 3.'"° art. des antennes . beaucoup moins scabre, non renflé en massue et non rembruni à l’extremite. En definitive espéce a caractère franchement desertique. 15. Clio lateralis Germ. var. brevipes H. S$. Cyréne, 1 ex. : 16. Liorhyssus hyalinus F. Girababs 2 ex. 17. igen gods hyalinus F. var. marginatus Jak. Giarabub, 9 aoe 18. Liorhyssus hyalinus F. var. rubricatus Reut. Porto Bardia, 10 ex. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LV (8 Novembre 1930). 3 E. DE BERGEVIN IV. Famille des PYRRHOCORIDAE 19. Seantius aegyptius L. Ì DI Porto Bardia. V. Famille des LYGAEIDAE 20. Spilostethus pandurus Scop. var. militaris F. Forme a membrane blanche. Giarabub, Cyréne, Porto Bardia, nombreux exemplaires. — . 21. Melanocoryphus persimilis Horv. “Cyrene; 1 ex: 22. Blissus hirtulus Burm. Hat el Fredga; Cyrenaique, 4 ex. 23. Cymoph e ochroleuca ‘> Fieb. Cyréne. 24. Henestaris curtulus Horv. Porto Bardia, 1 ex. 25. Geocoris megacephalus Rossi var. villosulus Mont. Giarabub, Tex: 26. Geocoris luridus Fieb. Giarabub, 5 ex. ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB LS 27. Artheneis chlorotica spec. nov Giarabub, 3 ex., 1 g, 2 9. (Fig. 2). | De couleur uniforme testacé blanchàtre, sans aucune pigmen- tation. Téte finement et superficiellement ponctuée. 1." article des antennes petit n’atteignant pas le sommet de la téte. 2.°"° | article filiforme cing fois aussi long que le premier. 3. article deux fois moins long que le deuxième. 4. article de la méme longueur que le 3.°"° étroi- tement fusiforme et légérement rembruni dans sa moitié supé- | rieure. Yeux roussàtres, ocelles pe- tits, rapprochés des yeux. Pronotum densément et fine- ment ponctué, muni, au bord supérieur, d’un anneau bien délimité, ponctué, et d’une bor- dure latérale atteignant le quart inférieur. Disque divisé transversale- ment en deux parties 4 peu pres égales: la supérieure légè- rement convexe, jaunàtre, par- - tagée en deux par un sillon longitudinal trés visible; la partie inférieure un peu plus claire, non sillonnée et finement ponctuée. Scutellum ponctué, à partie supérieure excavée, bordée d’ un calus blanc d’ivoire en forme de U comme dans les 3 espéces déjà connues. Hémelytres très superficiellement ponctués presque lisses, dia- phanes, et se confondant avec la membrane. Connexivum de méme couleur, sans pigmentation plus foncée a l’intersection des segments. Pattes de méme couleur ainsi que le tergum et l’abdomen. Femelle mm. 2 !/,. Male 2 mm. deux 9 et un of de Gia- rabub (Cyrenaique). Musée Civique de Génes. Fig. 2. Artheneis chlorotica sp. n. E. DE BERGEVIN Le genre Artheneis, qui vit sur les Tamarix, comportait Jusqu'à ce jour a ma connaissance 3 espéces seulement: 1.° Artheneis foveolata ui he + ad 2° Artheneis hircanica Kuti. di” 3.° Artheneis alutacea Fieb. di. À propos de cette dernière espéce, je dois dire que le Docteur Foley, de l’institut Pasteur d’Alger, me l'a signalée comme ui haematophage a l’occasion. Il en a été lui méme victime au Hoggar. Cette quatriéme espéce différe, A première vue des 8° autres par les antennes filiformes et la longueur relative du Q ame article; par la couleur uniformément pale de |’ insecte et par la ponctuation beaucoup plus fine que dans les espéces cd pon- i. . ctuation devenant imperceptible sur les hone jusqu’a les rendre translucides. a 3 Espéce a caractére nettement désertique mais qui doit vivre . sur les Tamarix ainsi que ses congénéres. 28. Lethoeus Lethierryi Put. Porto Bardia, 2 ex. 29. Emblethis ciliatus Horv. Porto Bardia, 1 ex. i Ae 30. Emblethis verbasci F. i Porto Bardia, Cyréne, 2 ex. 31. Acompus rufipes WIf. var. nigrescens mihi Cyrene, 1 ex. 32. Stygnocoris rusticus Fall. var. nov. Porto Bardia, 1 ex. ESPLORAZIONE DELL'OASI DI GIARABUB VI. Famille des BERYTIDAE 33. Berytus Miur S. | Porto Bardia, 1 ex. su +s VIE. Famille des ARADIDAE _ 34. Aradus subgenus ee spec. ? ? Cyréne, 1 ex. VIII. Famille des TINGITIDAE 35. Monanthia rina Put. Porto Bardia, DD IX. Famille des CIMICIDAE 36. Ginck ich Aria L. ‘Giarabub, 1. ex. es Famille dbs REDUVIIDAE 37. Ploiaria grassator Put. fi Gaarabub, dex. Espèce désertique. 38. Oncocephalus Putoni Reut. Porto Bardia, 1 ex. 39. Vachiria Natolica Stàl Giarabub, ‘3 ex. E. DE BERGEVIN © 40. Aspilaspis viridis Brullé Giarabub, 16 ex. XI. Famille des CAPSIDAE 41. Lygus apicalis Fieb. I DI Giarabub, 1 ne : i 42, Calocoris instabilis Fieb. Porto Bardia, 2 ex. : 43. Auchenocrepis alboscutellata Put. Giarabub, 2 ex. 44. Tuponia pallida Reut. Giarabub, 4 ex. 45. Tuponia concinna Reut. Giarabub, 7 ex. # XII. Famille des ANTHOCORIDAE 46. Brachysteles parvicornis Costa forme brachyptère (Br. dubius Reut.) Giarabub 2 ex. 47. Triphleps laevigata ‘ Fieb. an prope. Giarabub, 2 ex. | ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB XIII. Famille des NOTONECTIDAE 48. Anisops vitraea ‘“? © Sign. } Giarabub, 1 ex. | XIV. Famille des CORIXIDAE 49. Arcetocorixa hieroglyphica i Giarabub, nombreux ex. a | S.-ordre HOMOPTERES XV. Famille fle CICADIDAE 50. Tettigia Geriazi Guér. Gyrene. dex. 6". n Famille des JASSIDAE dl. Athysanus "uni Leth. Giarabub, 1 ex. O N da SPEDIZIONE DI S. A. R. IL Duca DEGLI ABRUZZI ALLE SORGENTI DELL’ UEBI SCEBELI - RISULTATI ZOOLOGICI Rd Pi eee SIC per D. VINCIGUERRA S. A. R. Luigi di Savoia, Duca degli Abruzzi, che con intel- ligenza e tenacia prosegue nell’opera di valorizzazione della nostra. colonia Somala, organizzò sullo scorcio dell’anno 1928, una spedi- zione in Abissinia, all'intento di riconoscere la zona sorgentifera dell’ Uebi Scebeli. L’ Augusto Principe non volle che durante questo viaggio in regione sinora sconosciuta fossero trascurate le raccolte. zoologiche, affidandone l'esecuzione ad uno dei membri della Spedizione, il tenente colonnello medico della R. Marina Cosimo Basile. Il viaggio si compiè in senso discendente dall’ Abissinia a Mogadiscio assai rapidamente, poichè durò 100 giorni (28 ottobre 1928-4 febbraio 1929) 67 dei quali di marcia, durante i quali furono percorsi 1400 chilometri. Non furono quindi possibili fer- mate che consentissero di raccogliere animali in certa quantità e le raccolte fatte furono necessariamente scarse, ma a malgrado di ciò non sono prive di interesse poichè aumentano le nostre cognizioni sulla fauna di quella regione. I Rettili non sono rappresentati che da due specie e i Pesci da tre. | RETTILI Mabuia megalura?. Peters, Mon. Berl. Acad. 1878, p. 204,. tav. II, fig. 4 a-c. — Boulenger, Cat. Liz. Br. Mus. III, p. 195. — Tornier, Deutsch. Ost.-Afr. Rept. p. 43. Un individuo, senza coda, raccolto 1’11 novembre 1998, sulla sponda sinistra dell’Uebi Scebeli, presso le sorgenti. RETTILI E PESCI SOMALI © n 41 Questo esemplare non è riferibile che al gruppo di Mabuia caratterizzato dall’avere il disco della palpebra inferiore più o meno trasparente e indiviso, un solo suboculare simile agli altri labiali, i frontoparietali, i parietali e l’interparietale distinti, le squame liscie e l’apertura uditiva poco appariscente, al quale è ascritta, secondo il Catalogo di Boulenger, la sola Mabuia me- galura. Questo individuo però differisce in varii particolari dallo esemplare tipico e principalmente per il maggior numero di squame che circondano il corpo che sono 28 e non 24, come in quello. e per la lunghezza notevolmente minore degli arti. Ma il Parker, erpetologo del Museo Britannico, che ha esaminato questo individuo e lo ha riferito, per quanto dubbiosamente a questa specie, mi informa che in una serie di individui provenienti dall’ Uganda e dal Kenia, che furono determinati da Boulenger, la lunghezza delle estremità si mostra estremamente variabile. Anche il colorito del corpo è un po’ diverso da quello della descrizione: il dorso è castagno chiaro con una. doppia linea dorsale più oscura, accompagnata esternamente da una sottilis- sima striscia egualmente oscura: i fianchi sono intensamente bruni, superiormente marginati di bianco e inferiormente limitati da una marcatissima striscia bianca che va dal muso, sotto l’occhio e l'articolazione degli arti all’estremità. Le parti inferiori sono bianchiccie con striscie cenerine longitudinali. La specie, a giudicare anche dagli esemplari elencati dal Tornier, sembra essere piuttosto frequente nell’ Africa orientale inglese ed ex-tedesca. i A questa specie è riferito dubbiosamente da Boulenger I’ Eu- meces massaianus di Fischer (Jahrb. Hamb. Wiss. Anst. I, 1884, p. 18, tav. II, fig. 5) che ha 26 serie di squame intorno al corpo, la coda assai più corta della M. megalura e un colo- rito alquanto diverso. Psammophis biseriatus, Peters, Sitzber. Ges. Naturforsch. Fr. 1881, p. 83. — Bouleng. Cat. Snak. Br. Mus. III, p. 168. Un individuo, in pessime condizioni, raccolto nel gennaio 1929 nella zona di Imi. È specie molto diffusa nell’ Africa orientale e centrale, che fu raccolta anche dall’ing. Bricchetti Robecchi e dal cap. Bottego. 49 D. VINCIGUERRA PESCI Alestes affinis, Gthr. — Bouleng. Cat. Freshwat. Fish. Afr. ING p 208; fe 0150: Un giovane individuo lungo 45 mm. del fiume Uebi Scebeli, raccolto a Imi presso una rapida a Malca-Dubba il 12 gennaio 1929. È questa la specie che nei fiumi dell’ Africa orientale centrale rappresenta l'A. imberi Ptrs., largamente diffuso dal Congo al Limpopo. Engraulicypris Bottegi (Vincigr.). — Neobola Bottegi, Vincigr. — Ann. Mus. Civ. Genova XXXV, p. 57, tav. V, fig. 1. — © Bouleng. Cat. Freshwat. Fish. Afr. II, p. 213, fig. 187. Parecchi esemplari raccolti a Imi, alcuni dei quali nei pressi di una cascata a Malca-Dubbà, alla- confluenza dell’ Uebi Scebeli col suo affluente Darrò, il 9 gennaio 1929. Il maggiore di questi individui misura 47 mm. senza la pinna codale. Il numero dei raggi molli della pinna anale è in alcuni superiore a quello da me indicato nella descrizione originale e da Boulenger, perchè se ne contano sino a 20, ma un esame accu- rato mi ha mostrato che tale numero si riscontra anche in alcuni degli individui tipici; però non essendovi altra differenza non mi pare poter dar loro importanza specifica. È specie comune nel Ganana, nell’ Uebi Scebeli, nell’Omo e nel lago Rodolfo. Clarotes laticeps (Rupp.). — Bouleng. Cat. Freshwat. Fish. Aff II, p. 342, fig. 267. Due esemplari, il maggiore dei quali lungo mm. 265, raccolti a Imi sull’Uebi Scebeli. Questa specie si distingue bene da tutti gli altri siluridi per la presenza nella pinna adiposa dell’adulto, di una spina e di parecchi altri raggi molli: articolati. E largamente diffusa in Africa dall’alto Nilo sino al Niger ed ai fiumi dell’ Africa orientale. LE NASSARIIDAE DEL MAR ROSSO E DEL GOLFO DI ADEN i Dott. J. BISACCHI Nella presente monografia ho studiato gli esemplari della famiglia delle Nassariidae del Mar Rosso e del golfo di Aden che fanno parte della ricca collezione malacologica del Museo Civico di Storia Naturale di Genova. Essi sono stati raccolti in massima parte dal Prof. A. Issel e dal Dott. O. Beccari durante il viaggio intrapreso nel mare eritreo nell’anno 1870. A questi ho pure aggiunto alcuni Nassarius raccolti dal Prof. L. Sanzo durante la Crociera idrografica compiuta nel 1923-1924 con la R. N. « Ammiraglio Magnaghi », compresi in una colle- zione di conchiglie regalata al nostro Museo; parecchi esemplari donati dai Comandanti Cassanello, Marcacci, dal Cap. Sapelli, dal Dott. Varriale, dal Sig. A. Pogliani e da alcuni altri; ed in- fine le specie che gentilmente ho avuto in comunicazione dai Musei di Firenze e di Torino, dal Dott. R. Del Prete e dall’Ing. G. Coen. Tutto questo materiale, che è interessantissimo per la ricchezza delle specie riunitevi, ha portato un valido contributo alla cono- scenza della fauna malacologica del Mar Rosso coll’annoveramento di diversi Nassarius non ancora citati per questo mare e coll’ag- giunta di due nuove specie: Nassarius (Zeuxis) Isseli, Nas- sarius (Hima) Beccarii e di una nuova varietà del N. fenestratus Marrat (var. Gestroî). o Il numero delle specie da me elencate ammonta a 27 riunite in 9 sottogeneri. | Dal lato faunistico viene comprovata per tale famiglia 1’ affinità tra la fauna del Mar Rosso e quella dell’ Oceano Indiano e la netta separazione tra la fauna eritrea e la mediterranea. Ringrazio con animo grato il Prof. R. Gestro, Direttore del . Museo Civico di Storia Naturale di Genova, per avere affidato a AGRO LI coniate hh J. BISACCHI me tale studio, e rivolgo i sentimenti di profonda riconoscenza al Dott. L. Germain di Parigi per il valido aiuto portatomi nell’iden- tificazione dei due nuovi Nassarius e al Dr. J. R. le B. Tomlin di Londra tanto per la determinazione di alcune specie, quanto per il gentile invio di materiale di confronto. Famiglia NASSARIIDAE. Genere NASSARIUS Dumeril 1806 (1). (NASSA Lamarck 1799). Sottogenere NASSARIUS Duméril sensu stricto (1806). Nassarius (sensu stricto) arcularius (Linneo). Buccinum arcularia Linneo, Syst. nat. 1767, tom. I, parte VI, pag. 3480. Buccinum arcularia Kiener, Icon. coq. viv. gen. Buccinum, 1834-1856, vol. X, pag. 94, tav. 28, fig. 115. Buccinum arcularia Lamarck, Anim. sans vert., 1844, ed. IL, vol. X, pag. 178. Mar Rosso senza indicazione precisa di località (quattro esemplari, Museo di Torino). Questi Nassarius, per confronti fatti, sono identici agli esemplari raccolti da-O. Beccari nelle isole Giava e Aru. La loro colorazione è completamente bianca con macchie brune negli spazii intercostali. Distribuzione geografica: oceano Indiano, Durban, Natal, Mozambico, is. Giava, Molucche, Filippine, is. Papuane, oc. Pacifico, Nuova Caledonia. Nassarius (sensu stricto) Bronni (Philippi). Buccinum Bronni Philippi, Abbildungen Beschreib. Conchyl., 85.10, pag. 49s tae le tie 72 (1) Tomlin J. R. le B. Report on the marine mollusca in the collections of the South African Museum. Annals of the South African Museum 1928, Vol. XXV, pag. 313. NASSARIIDAE i 45 ~ Nassa Bronni Reeve, Conch. icon. monogr. Nassa, 1841-1878, volvo tav. (22; fie. 140. _Mar Rosso senza località precisata (due esemplari, Museo di Torino). Distribuzione geografica : Africa meridionale, is. di Giava. Nassarius (sensu stricto) coronatus (Bruguière). deo i Li Encycl. meth. Vers, 1889, pag. 277. Buccinum coronatum Lamarck, Anim. sans vert., 1844, vol. X, i pas.) 180. | Buccinum coronatum Kiener, Icon. coq. viv. gen. Buccinum, 1834-1856, vol. X, pag. 97, tav. 28, fig. 112. Baia di Assab (un esemplare, Issel e Beccari, 1870). Massaua (un giovane esemplare, Antinori). Aden (tre esemplari del Museo di Torino e tre della collezione Del Prete). Questi Nassarius presentano un vasto grado di polimorfismo. Variano nelle dimensioni, da mm. 30 di lunghezza per 18 di larghezza a mm. 23 X 13, negli anfratti che sono più o meno slanciati e danno quindi alla conchiglia un aspetto più o meno | tozzo, nel colore e nell’evidenza più o meno spiccata delle costole che in alcuni esemplari si prolungano debolmente lungo tutto l’ultimo giro. Distribuzione geografica : Africa orientale, Madagascar, oc. Indiano, Natal, Durban, golfo di Oman, is. Andaman, Giava, Filippine e Nuova Guinea. Nassarius (sensu stricto) delicatus (A. Adams). Nassa delicata A. Adams, Proceed. zool. soc. Lond., 1851, pag. 99. Nassa delicata Reeve, Conch. icon. monogr. Nassa, 1841- 1878, vol. VII, tav. XXVII, fig. 180. HG: J. BISACCHI Massaua (sei esemplari presi a 10-20 m. di profondita, Issel e Beccari, 1370). Distribuzione geografica: Sorsogon, Albay, Luzon, (Filippine). _ Nassarius (sensu stricto) fissilabris (A. Adams). Nassa fissilabris A. Adams, Proceed. zool. soc. Lond., 1851, pag. 99. Nassa fissilabris Reeve, Conch. icon. monogr. Di 1841- 1878, vol. ML tav VE, ie 20: Massaua (cinque esemplari, Issel e Beccari, 1870). Is. Dahalac (un esemplare raccolto lungo la spiaggia a 6-7 m. di | profondità, L. Sanzo, 23-II-1924). Is. di Sarato nell'arcipelago di Dahalac (nove esemplari, Issel, 1870). Is. Howakil (un esemplare, L. Sanzo, 11-X-1923). Assab (due esemplari, Issel e Beccari, 1870). Anche in questa specie vi sono esemplari di mm. 15 X 9 t/, ai quali si contrappongono esemplari di mm. 11 X 7, con spirale più o meno slanciata che fa assumere alla conchiglia un aspetto più o meno tozzo. Distribuzione geografica : Mindanao (Filippine). Nassarius (sensu stricto) lentiginosus (A. Adams). Nassa lentiginosa A. Adams, Proc. zool. soc. Lond., 1851, pag. 105. Nassa lentiginosa Reeve, Conch. icon. monogr. Nassa, 1841-1878, voli VII tav. IIL, fis, 15. Aden (un solo esemplare donato da Tomlin al Dott. Del Prete che gentilmente me lo ha inviato in comunicazione). Questa specie è già indicata per il golfo di Aden nell’elenco di Shopland. Distribuzione geografica : Is. Masbate (Filippine). NASSARIIDAE eye Nassarius (sensu stricto) pullus (Linneo). Nassa pullus Linneo, Syst. nat. ed. XII, pag. 1201. i Nassa pulla Reeve, Conch. icon. monogr. Nassa, 1841-1878, NOV. tava IV fie, 29: i Buccinum pullus Lamarck, Anim. sans vert., 1844, ed II, tav. X,- pag. 182. Nassa sulcifera A. Ad. Proceed. zool, soc. Lond., 1851, pag. 98. Akaba (un giovane esemplare). Massaua (ottanta esemplari pescati nei suoi iodio Issel e Beccari, 1870; quattro esemplari presi vicino alla banchina del porto a 9 m. di profondità, L. Sanzo, 21-IV-1924). Is. Dahalac (nove esemplari, L. Sanzo, 23-11-1924). Is. di Sarato (sei esemplari, Issel e Beccari, 1870). Assab (diciannove esemplari raccolti da Issel e Beccari 1870, quattro dal Com. Sapelli, uno dal Capitano medico R. Varriale e uno proveniente dalla collezione Coen). Aden (tre esemplari della collezione Del Prete). Zeila nell'isola di Saldadin (tre esemplari pescati nel 1879 dal comandante dal R. Avviso «Rapido »). Dal ricco materiale che ho avuto a mia disposizione ho potuto constatare un grande polimorfismo negli individui di questa specie. Fig. 1. Fig. 2. Nassarius pullus (Linn.). Da esemplari che misurano mm. 15 X 10 si arriva per gradi ad esemplari di mm. 34 X 15; ad esemplari slanciati si contrap- pongono individui del tutto tozzi. La scultura della conchiglia AS J. BISACCHI può essere più o meno accentuata, le costole longitudinali e le | striature trasversali possono essere talvolta fitte, tal’ altra piu allontanate tra loro e così i tubercoli columellari in alcuni indi- vidui sono più robusti che in altri. Una variabilità maggiormente spiccata si riscontra nell'apertura boccale, questa è circondata da un forte callo columellare bianco che in alcuni casi può arrivare alla metà dell'ultimo anfratto (fig. 1), in altri ricoprirlo comple- tamente (fig. 3). Esso porta un dente palatale ben marcato e tre o cinque piccoli denti posti lungo la columella. La fauce quasi sempre bruna è attraversata da-una o due fascie bianche. Distribuzione geografica: oc. Indiano, Filippine. Nassarius (sensu stricto) Rumphii (Deshayes). Arcularia major Rumphius, Amboinsche Rariteitkamer, 1741, tav. XXVII, fig. M. | Buccinum forma Q, Gualtieri, Index testarum, 1742, tav. 44, fig. Q. Buccinum arcularia var. 6 Lamarck, Anim. sans vert., 1844, ed. If, vol. X, pag. 179. Nassa areularia Reeve, Conch. icon. monogr. Nassa, 1841- 1878, vol. VIII, tav. IV, fig. 25 a. Massaua (due esemplari avuti in comunicazione dall’ Ing. Coen). Intorno al Nassarius Rumphii la bibliografia è poco chiara perchè i primi autori confusero questa specie talora con il Nassarius arcularius L. tal’ altra con il Nassarius pullus Lk. Rumphius (1741) la descrive col nome di arcularia major, Gualtieri (1742) a tav. 44 della sua opera riporta quattro figure N, 0, Q, R che descrive come un’ unica specie in poche e succinte parole. Lamarck è il primo a mettere un po’ di ordine in questa intricata questione. Egli separa dall’ arcularia O,R e dalla pullus N, la forma Q di Gualtieri, proponendo di chiamarla col nome del suo primo descrittore Buccinum Rumphii e met- tendo bene in evidenza i caratteri che la distinguono dall’arcularia. «On voit» egli dice « que dans la variété la callosité est toujours beaucoup moins étendue et moins épaisse, elle ne couvre pas tout le ventre du dernier tour ; la spire est plus NASSARIIDAE 49 élancée, plus scalaroide, le sommet des tours étant toujours aplati; sur ces premiers tours, les plis longitudinaux sont beaucoup plus nombreux, et une strie profonde détache à leur sommet une rangée de petits tubercules qui deviennent subitement plus gros sur le dernier tour, sans cependant prendre la grosseur et la disposition de ceux de Varcularia». Più tardi Reeve erroneamente rifonde insieme l’arcularius con il Rumphii e riporta a tav. IV, fig. 25 a, un vero e proprio Rumphius al quale dà il nome di Nassarius arcularius. Nota per il golfo di Akaba e di Aden. Distribuzione geografica : stretto di Jubal. Sottogenere NIOTHA A. Adams (1853). Nassarius (Niotha) fenestratus (Marrat). Nassa fenistrata Marrat, Propos. new forms of genus Nassa, Liverpool, 1877, pag. 10. | Nassa Isabellet Reeve (non D’ Orb.) Conch. icon. monogr. Nassa, 1841-1878, vol. VIII, tav. VII, fig. 47. Mar Rosso (otto esemplari senza località precisata). Massaua (un esemplare pescato a 15-20 m. di profondità da A. Issel, 1870). Akaba (un esemplare, Arconati). . Quest’ ultimo sarebbe l’ esemplare elencato da Issel nella Ma- lacologia del Mar Rosso, 1869, col nome di marginulata Lamk. varietà Gestroi. Massaua (undici esemplari pescati a 15-20 m. di profondità, Issel e Beccari, 1870; un esemplare preso con reti planctoniche a circa 11 m. di profondità, L. Sanzo, 10-1-1924). Archico (ventuno esemplari presi con reti planctoniche di super- ficie, 18-I-1924, L. Sanzo). i Arafali (sette esemplari pescati a 10 m. di profondità dal coman- dante Cassanello, 1892). Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LV (24 Novembre 1930). 4 50 J. BISACCHI Rathmat (un esemplare preso con reti planctoniche di superficie 29-11924, L. Sanzo). Tutti questi esemplari hanno la stessa scultura del N. fene- stratus Marr. ma differiscono per la forma più slanciata e perchè sono di dimensioni più piccole (massima mm. 14 X 8, minima mm. 11 X 6), hanno inoltre il callo columellare più leggero tanto da lasciar trasparire in molti casi la scultura e la colora- zione dell’anfratto sottostante. Il peristoma è acuto e ripiegato, la fauce ben marcata nell'interno da due fascie bruno-rossiccie. Distribuzione geografica: Natal, Mozambico, is. Moreton, Filippine. dl Nassarius (Niotha) gemmulatus (Lamarck). . Buccinum gemmulatum Kiener, Iconogr. coq. viv. gen. Bucci- num, 1834-1856, vol. X, pag. 85, tav. XXII, fig. 84. Nassa gemmulata Reeve, Conch. icon. monogr. Nassa, 1841-1878, vol eval: tav.,.V , ties 20: Buccinum gemmulatum Lamarck, Anim. sans. vert. 1844, ed. II, vol. X, pag. 169. Arcipelago di Dahalac (un esemplare pescato allo stato ancor giovanile, Issel, 1870). Djedda (due esemplari, Museo di Torino). Distribuzione geografica : oc. Indiano, Giappone, Formosa, Filippine, Nuova Guinea, Australia. var. verrucosa A. Adams, Proceed. zool. soc. London, 1851, pag. 97. | Nassa verrucosa Reeve, Conch. icon. monogr. } Nassa, 1841-1878, vol Villy ave MI ie.) 36: Stretto di Perim (un solo esemplare dragato a sud-est dello Stretto, L. Sanzo, 11-XII-1923). Quest'ultimo Nassarius appartiene alla forma che Smith (Proc. zool. soc. Lond, 1891, pag. 408) considera come varietà del gem- rae NASSARIIDAE ues 54 mulatus Lk. Esso difterisce dalla specie per i seguenti caratteri : spirale più slanciata, apertura boccale leggermente più piccola, granulazione della conchiglia più spiccatamente verrucosa. Nota per l'isola di Muscha (Com. G. Caramagna) e per il golfo di Aden. Distribuzione geografica : oc. Indiano, Filippine. Nassarius (Niotha) Kieneri (Desha yes). Nassa Kieneri Deshayes, Conchyl. de |’ ile de la Reunion, 1863, | pag. 129. Nassa marginulata Reeve (non Lamarck, nec Kiener) Conch. icon. monog. Nassa, 1841-1878, vol. VIII, tav. VII, fig. 43 e tav. VIII, fig. 50-51. Massaua e i suoi dintorni (ventitre esemplari pescati a 15-20 m. di profondità A. Issel, 1870; un esemplare preso vicino alla ban- china del porto a 0-12 m. di profondità, L. Sanzo, 20-IV-1924). Fra Massaua ed Archico (otto esemplari, L. Sanzo, 18-11-1924). -Archico (due esemplari presi a 5 m. di fondo, com. Cassanello, 1892). Arafali (sei esemplari pescati nel golfo a 10 m. di profondità, com. Cassanello, 1892). Anche in questa specie variano le dimensioni; da individui di mm. 24 X 44 si passa per gradi ad individui di mm. 14 X 17. Degni di nota sono i Nassarzus di Archico che oltre ad essere più grossi di quelli di Massaua, hanno la conchiglia più robusta. Dagli individui di Massaua ed Archico si staccano completamente i Nassarius di Arafali, che sono più eleganti, più slanciati e di colore spiccatamente grigio. | Nota per il Mar Rosso. Distribuzione geografica : is. della Riunione. Nassarius (Niotha) margaritiferus (Dunker). | Buccinum margaritiferum Dunker, Zeitsch. Malak., 1847, pag. 60. 59 J. BISACCHI Buccinum margaritiferum Philippi, Abbildungen Edili Conchyl., 1851, pag. 47, tav. I, fig. 12. Nassa margaritifera Reeve, id icon. monogr. Nassa, 1841- 1873 vol VILL, tav UX, fie 59: det: Nassa costellifera A. Ad. Proceed. zool. soc. Lond., 1851, p- 113. Jemen (un esemplare adulto pescato lungo la Fener A. Pogliani, 1892). Credo dover riferire questa graziosa conchiglia al Nassarius margaritiferus Dunker, poichè vi corrisponde in tutti i caratteri, morfologici. Differisce soltanto nella colorazione essendo l’esem- plare del Mar Rosso completamente bianco e nelle dimensioni che sono un po’ più piccole (mm. 31 X 11).. Esso fu certa- mente raccolto fluitato e questa è la causa della scomparsa di pigmentazione nella conchiglia. Sebbene sia ancora in buono stato di conservazione, il fatto che non sia finora stato segnalato per © il Mar Rosso mette in dubbio sulla provenienza della specie, che potrebbe essersi trovata casualmente nel mare eritreo trasportata dalla corrente dell'oceano Indiano. Per le sue piccole dimensioni si potrebbe facilmente confondere col Nassarius fasciatus Quoy e Gaimard, specie analoga, dal quale differisce per i seguenti caratteri: granulazione della conchiglia meno spiccata e più fitta - con canale soprasuturale poco profondo, labbro columellare ben distinto e completamente corrugato, labbro destro percorso da lunghi solchi quasi punteggiati. Distribuzione geografica : Durban, Curimas (Africa merid.), Filippine. Sottogenere PHRONTIS A. Adams (1853). Nassarius (Phrontis) Deshayesianus (Issel). Nassa Deshayesiana Issel, Mem. R. Accad. Torino, 1865, ser. II, VOL DOGE a e er fe! | Nassa obockensis Jousseaume, Mem. soc. zool. Franc., 1888, vol. I, pag. 184. ; NASSARIIDAE | Ed : Nassa zailensis Sowerby, Proceed. malac. soc. Lond., 1894, vol. I, Wor pag. 160. e i Nassa persica Martens, Vorderasiatische Conchylien, pag. 94, Do reve VS Hoy. i ed Assab (un esemplare, Issel e Beccari, 1870). aM Jemen (due esemplari raccolti sulla costa, A. Pogliani, 1892). a Confrontati questi tre esemplari col tipo della Deshayesiana proveniente dall’ isola d’Ormus, nel golfo Persico, non ho riscon- trato alcuna differenza diagnostica, eccetto che nelle dimensioni; gli esemplari del Jemen e della baia di Assab sono un po’ più piccoli. o Nassarius (Phrontis) liratus (Marrat). Nassa lirata Marrat, Annals Magaz. nat. hist., 1874, pag. 70. . Propos. new forms of genus Nassa, 1877, pag. 6, tav. 1, fig. 13-19. Massaua (venti esemplari, Issel e Beccari, 1870). Gli esemplari di Massaua sono identici a quelli delle isole Filippine. Distribuzione geografica : Filippine. Nassarius (Phrontis) stolatus (Gmelin). Buccinum stolatum Gmelin, Cat. Wood, pag. 23, fig. 120. Buccinum ornatum Kiener, Icon. coq. viv. gen Buccinum, 1834-1856, vol. X, pag. 80, tav. XXI, fig. 83. Nassa ornata Reeve, Conch. icon. monogr. Nassa, 1841-1878, vol. VIII, tav. V, fig. 33. Buccinum stolatum Lamarck, Anim. sans vert., 1844, ed. II, tav. X, pag. 199. Assab (un esemplare, Sapelli). Distribuzione geografica: oc. Indiano, Ceylon. 54 J. BISACCHI Sottogenere ARCULARIA Linck (1807). (EIONE Risso 1826). Nassarius (Arcularia) gibbosulus (Linneo). Buccinum gibbosulum Linneo, Syst. nat., 1768, ed. XII, pag. 1201, Gmelin, pag. 3481, n. 44. Buccinum gibbosulum Kiener, Iconogr. coq. viv., gen. Buccinum, 1834-1856, vol. X, pag. 102, tav. XXVIII, fig. 116. Buccinum gibbosulum Lamarck, Anim. sans vert., 1844, ed. II, vol. X, pag. 181. Suez (un solo esemplare). Molto incerta fin dai primi malacologi fu l’origine del Nassarius gibbosulus Linneo e varie e discordanti furono le loro opinioni. La poca chiarezza intorno alla sua bibliografia ha finito per creare confusione. Linneo per il primo lo descrive nel 1758 citandolo giustamente del Mediterraneo, Kiener più tardi-ne rifà la descrizione e aggiunge a questa località l’oceano Indiano. Senza alcun dubbio l’autore confonde questa specie esclusivamente mediterranea con altre appartenenti allo stesso gruppo e proprie dell’ oceano Indiano descritte in seguito da altri autori. Tale errore viene evidentemente riscontrato da quanto dice in calce alla pag. 102 della sua Iconographie « Cette coquille varie dans sa forme qui est plus ou moins arrondie, et dans sa coloration qui souvent est uniforme, ainsi qu’ on le remarque sur celles de la Méditerranée, qui sont dun gris cendré; d’ autres fois plus foncées et marquées de taches nombreuses, telles que dans les coquilles rapportées de la mer des Indes», mentre il gibbosulus è pochissimo polimorfo. Lamarck mette in evidenza l’ errore di Kiener riguardo la specie, stessa, ma anch'egli la cita dell’ oceano asiatico. Questa specie è propria del Mediterraneo ed il fatto che essa si trovi vivente soltanto in pochissimi esemplari lungo il canale e nel golfo di Suez, mentre manca in tutto il resto del mar Rosso e dell’ oceano Indiano fa ritenere che essa vi sia stata trasportata, sia per mezzo delle ‘correnti che oscillano tra i due - NASSARIIDAE 55 mari, sia con zavorre di bastimenti o per qualsiasi altra causa accidentale e che vi si sia acclimata trovando le condizioni dell’ ambiente ospitale propizie al proprio mantenimento. Ciò viene confermato dal fatto che non sia mai stata trovata nel mare eritreo in epoche anteriori all’apertura del canale di Suez. Già molto dibattuta da diversi autori quali Issel, Mc. Andrew, Fischer, Appelius, Weinkauff, Jousseaume, Tillier e Bavay fu la questione della relazione tra la fauna mediterranea e quella del mar Rosso. Queste vanno considerate aventi un’origine comune modificata dalla separazione avvenuta tra i due mari nell’ epoca miocenica. L'apertura del canale di Suez forma un nuovo colle- gamento tra i due mari e attraverso a questo si ha il passaggio sia in un senso come nell’altro delle specie che più resistono alle modificazioni ambientali, scambio dovuto appunto ai fattori sopra ricordati e facilitato dal fatto che gli animali viventi lungo le coste africane del Mediterraneo e in quelle della Siria e della Pale- stina, trovano lungo il canale e nel golfo di Suez condizioni biologiche abbastanza favorevoli. Inoltre i molluschi hanno molta facoltà di adattamento dovuta al lento ricambio che permette loro di avvertire molto lentamente le variazioni dell’ambiente in cui vivono. Nassarius (Arcularia) circumcinctus (A. Adams). Nassa circumcincta A. Adams, Proceed. zool. soc. Lond., 1851, pace 102 Nassa circumcincta Reeve, Conch. icon. monogr. Nassa, 1841- 1878, vol. VIII, tav. XI, fig. 71. Suez (un esemplare). Ras-el-Ech nel canale di Suez (un esemplare dragato da 0 a 8 m. di profondità, L. Sanzo, 8-X-1923). | Mar Rosso senza località precisata (cinque esemplari, Museo di Torino). «Questi esemplari sono identici a quelli che si trovano lungo le coste della Siria e presso Ramle in Palestina. L’autore la cita del Mar Rosso, ma anche questa specie è mediterranea e per essa va ripetuto quanto si è detto intorno al Nassarius gibbosulus L. J. BISACCHI. ) i Nassarius (Arcularia) bimaculosus (A. Adams). Nassa bimaculosa A. Adams, Proceed. zool. soc. Lond., Mic. pag. 102. i ; Nassa bimaculosa Reeve, Conch. icon. monogr. Nassa, 1841- 1878, AO vol VI: fan Ox» ooo A vr. minima. Massaua (due esemplari, Issel e Beccari, 1370). L'individuo adulto ha le seguenti dimensioni: lunghezza mm. 9, larghezza mm. 6 1/,. Distribuzione geografica : is. Siquijor (Filippine), N. Guinea. Nassarius (Arcularia) globosus (Quoy et Gaimard). Buccinum globosum Quoy et Gaimard, Voy. de l’Astrolabe, Zool. vol. II, pag. 448, pl. 32, tig. 25-27. dia clathratum Kiener, Icon. coq. viv. gen. Buccinum, 1834-1856, vol. X, pag. 101, tav. XXVII fig. 108. i Nassa globosa Reeve, Conch. icon. monogr. Nassa, 1841-1873, A vol. VII, tav. X, fig. 62. Buccinum globosum Lamarck, Anim. sans vert., ed. II, vol. X, 1344, pag. 195. Massaua (un esemplare, Issel e Beccari, 1870). Ri Per la determinazione di questa specie trovo fedelissime le figure 108 di Kiener, mentre sono del tutto manchevoli le figure 62 a-b di Reeve. Distribuzione dici mare della Cina, Nuova Irlanda, Vanikoro o, is. Rhio presso Giava, is. Aru, ion: NASSARIIDAE SR AT Sottogenere ZEUXIS (A. Adams 1853). Nassarius (Zeuxis) Isseli n. sp. Massaua, ‘re esemplari pescati a 40 m. di fondo, Leg. wi Issel, 1870, Museo Civico di Genova. Testa parva, ovato-conica, laevi, basi sulcata, alba, tribus fasciis transversis luteis cincta; anfractibus plano-converis, apertura ovata; columella arcuata, brevilaminata, superne callositate parva instructa, labro eatus marginato, intus denticulato. i Fig. 4. Visto ventralmente. Fig. 5. Visto dorsalmente. Nassarius (Zeuxis) Isseli n. sp. Conchiglia piccola, ovato conica, liscia, bianca percorsa tras- versalmente da tre striscie di pigmento giallo -pallido appena evidenti, una posta alla base, una a mezzo anfratto e l’altra al di sopra della sutura. Spirale composta di sei giri piano-convessi crescenti in modo regolare e privi di ornamentazioni sculturali, eccetto alla base dell’ultimo anfratto che è percorso da 5-6 solchi trasversali. Apertura della bocca ovale, biancastra con columella arcuata brevemente laminata e munita di un piccolo dente palatale. Labbro destro fornito di una leggera varice nella parte esterna e di cinque piccoli denti nella parte interna. Lunghezza mm. 6 '/,. Larghezza mm. 3 1/,. Apertura boccale mm. 3 X 1. Questa specie si stacca completamente per i caratteri diagno- stici da tutti i Nassarius del mar Rosso e dell’ oceano Indiano. J. BISACCHI | Nassarius (Telasco) thaumasius (Sturany). Nassa thaumasia Sturany, Denkschr. kais. Akadem. Wissensch. Wien, 1904, LXXIV, pag. 222, tav. II, fig. 7 a-b, 8 a-b. Suez (ventitre esemplari conservati in formalina, L. Sanzo, 13-14- fi» X-1993). Is. Nocra nell’ arcipelago di Dahalac (un esemplare pescato col gangano a 50 m. profondita da Cassanello com. uals R. N. « Rapido », 6-IV-1892). ui Sono dolente che |’ indurimento prodotto nei tessuti dell’ ani- male dal liquido conservatore, resistente anche ai comuni mace- ranti, mi abbia impedito assolutamente di fare l'anatomia del- l’animale, permettendomi -soltanto di poter dare il disegno dei denti centrali della radula. OMM on “a vA SR Ca) \DIESI Fig.6. Denti centrali della radula di N. thaumasius Nassarius (Telasco) xestus (Sturany). Nassa xesta Sturany, Denkschr. kais. Akadem. W issensch. Wien, 1904, LXXIV, pag. 223, tav. IL fig. 6 a-b. Mar Rosso senza indicazione precisa di località (un esemplare, Museo di Torino). NASSARIIDAE leer 59 Credo. di dover riferire questo esemplare al Nassarius westus Stur. corrispondendone perfettamente in tutti i caratteri dia- gnostici sebbene non sia in perfetto stato di conservazione. Sottogenere UZITA A. Adams (1853). | Nassarius (Uzita) plicosus (Krauss). Pi plicosum Krauss, Sùdafrik. Mollusk., 1848, pag. 122, tav. VI, fig. 19. Nassa plicosa vr. Marrat, Proposed new forms of genus Nassa, oie tae Tefen A: Mar Rosso senza localita precisata (un esemplare, Museo di Torino). Krauss descrive e figura il Nassarius plicosus su un esem- plare proveniente dal Capo di Buona Speranza. Il Nassarius del Mar Rosso non corrisponde al tipo di Krauss, ma ad una sua varietà proveniente dal Sud Africa, figurata ma non descritta da Marrat. o ovale, conica, lucente, di color carneo-ferrugineo. Anfratti 8 */, leggermente arrotondati, il primo è quasi liscio, i sei susseguenti guarniti di fitte pieghe longitudinali attra- versate da strie che danno alla loro superficie un aspetto quasi reticolare, l’ ultimo giro è percorso da rade costole, robuste e poco rilevate (circa 11). Una fascia di pigmento bruno percorre gli spazii intercostali ne la sutura e va man mano riducendosi negli anfratti superiori, un’altra fascia bruna appena visibile si trova alla metà dell’ultimo giro dove la striatura trasversale è appena evidente e più marcata alla base. Apertura della bocca ovale, columella liscia, arcuata, di color carneo, che si estende in un callo rotondeggiante e piuttosto leggiero che arriva fino quasi alla sutura dell’ ultimo giro. Labbro destro debolmente incrassato con solchi appena visibili, cavità boccale bruno-chiara. Lunghezza mm. 21. Larghezza mm. 10 1/,. Apertura boccale mm. 9 X 5. es LI A a; ny 60 J.. BISACCHI Sottogenere HEBRA A. Adams (1853). Nassarius (Hebra) subspinosus (Lamarck). Buccinum subspinosum Lamarck, Anim. sans. vert., 1844, ed. II, tom. X, pag. 173. Buccinum subspinosum Kiener, Icon. coq. viv. gen. Buccinum, 1834-1856, vol. X, pag. 94, tav. XXVI, fig. 103. Massaua (due esemplari di piccole dimensioni, Issel e Beccari, 1870). Sottogenere HIMA Leach (1847). Nassarius (Hima) aracanensis (Smith). Nassa aracanensis Smith, Ann. Mag. nat. Hist., 1899, serie VII, vol. IV, pag. 243, figurato. in Illustr. zoology « Investi- gator » Calcutta 1901, Mollusca, parte II, pl. XI, fig. 2 a-b. Nassa collaticia Melvill, Proced. zool. soc. Lond., 1901, vol. II, pag. 409, pl. XXIII, fig. 10. Massaua (più di 20 esemplari pescati a 15-30 m. di profondità, Issel e Beccari, 1870). Tra Massaua ed Archico (tre esemplari presi in una pesca plan- ctonica, L. Sanzo, 18-11-1924). Assab (un esemplare ancor giovane preso nella baia). Is. Saldadin nel golfo di Aden (due esemplari raccolti durante la spedizione della R. N. « po » 1878). Reputo che il Nassarius aracanensis Smith sia sinonimo di N. collaticius Melvill, poichè le diagnosi e le figure ripor- tate dai due autori corrispondono perfettamente. Attribuisco a questa specie i Nassarius del mar Rosso e del golfo di Aden. Confrontati questi ultimi con esemplari di collaticius prove- nienti da Kurachi e gentilmente inviatimi da Tomlin, vi si riscon- trano lievissime differenze. Gli individui del mar Rosso sono un po’ più grandi e leggermente più slanciati di quelli di Kurachi. NASSARIIDAE 64 Distribuzione geografica: Kyuk Phyon nell’is. Reef al largo delle coste di Arakan; lat. 25° N. long. 63° E. Nassarius (Hima) Beccarii n. sp. Dilemmi, due esemplari pescati col gangano. Leg. Marcacci Comandante della R. N. « Scilla » 1892, Museo Civico Genova. Testa ovato-conica, alba, tribus fasciitis transversis pallidis luteis cincta, pellucida, longitudinaliter creberrime undato- plicata. striis impressis confertis decussata. Anfractibus con- vexis, granulis moniliformibus ad suturas. Apertura ovata, alba, columella arcuata ; brevilaminata, subrugosa, superne callositate parva instructa ; labro extus crasse varicoso, intus denticulato. x Fig. 7. Visto ventralmente Fig. 8. Visto dorsalmente Nassarius (Hima) Beccarti n. sp. Conchiglia ovato conica, lucida, esile e trasparente, bianca, | percorsa trasversalmente da tre striscie di pigmento giallo pallido appena evidenti, la prima posta alla base dell’ ultimo anfratto, la seconda nella prima metà di questo e la terza lungo la sutura. Anfratti sei, convessi, ben distinti tra loro, percorsi longitudinal- mente da fitte costicine regolari ed eleganti, attraversate da dense striature impresse nell’ultimo anfratto, che vanno indebolendosi fino a scomparire nei susseguenti. I primi due giri sono privi di qual- siasi ornamentazione. Fitti granuli moniliformi in corrispondenza ue BO J. BISACCHI delle costicine longitudinali circondano la sutura. Apertura della bocca irregolarmente ovale, bianca con columella molto arcuata e munita di una breve lamina ornata nella sua parte superiore di un dente al quale fa seguito una corona di piccole rughe, labbro destro espanso, fornito esternamente di una pronunciata varice bianca e internamente di 8-9 piccoli denti Lunghezza mm. 11. Larghezza mm. 6. Apertura boccale mm. 5 X 3. Tale specie è molto prossima al Nassarius concinnus Powis, ma differisce da questo per le minori dimensioni, il N. Beccarti non oltrepassa mm. 11 di lunghezza per 6 di larghezza e conta soltanto 6 anfratti che sono convessi, mentre il N. concinnus . misura mm. 23 X 12 ed ha 10-11 anfratti poco convessi. Inoltre differiscono nella robustezza della conchiglia poichè il Beccarii è esile e quasi trasparente, il concinnus ‘è robusto, con l'apertura boccale proporzionatamente più piccola e più stretta. Nassarius (Hima) pauper (Gould.) Buccinum Savigny, Descript. de l’Egypte 1827, tav. VI, fig. 4. Nassa paupera Gould, Otia conchologica. Descript. shells mol- lusks, 1862, pag. 70. i Nassa dermestina Gould, |. c., pag. 128. Nassa variabilis Phil. var. erythraea Issel, Malacol. mar Rosso, 1869, pag. 126, Ismailia (un esemplare, L. Sanzo, 3-VI-1924). Suez (un esemplare dragato nel canale, L. Sanzo 8-X-1923). Djedda (due esemplari, Issel, 1870). Massaua (un esemplare, Issel, 1870). Mar Rosso senza località precisata (tre esemplari a me inviati in comunicazione dal dott. Del Prete e determinati da Dautzen- berg). Aden (un esemplare). Secondo Tryon (Man. of conch. VI) il Nassarius pauper (Gould) è sinonimo di N. dermestinus (Gould) ed infatti i caratteri che distinguono queste due specie sono insignificanti anche nella NASSARIIDAE ie 63 breve descrizione fatta dall’autore stesso. La fig. 4,-4, riportata nella tavola VI dell’opera di Savigny corrisponde perfettamente a questo Nassarius. A questa specie, anche secondo Tomlin (Trans. zool. soc. Lond. vol. XXII, pag. 293), vanno riferiti gli esemplari trovati da Issel nella rada di Suez e descritti come varietà erythraea della variabilis (Phil). Realmente questi ultimi diffe- riscono per minimi particolari dagli esemplari tipici della Nassa paupera Gould, differenze dovute alle condizioni ambientali in cui furono trovati questi individui che vivevano su secche madre- poriche. Sono più robusti con sculture maggiormente rinforzate ma non perdono affatto i caratteri diagnostici generali. Il Nas- sarius riferito da Issel alla Var. erythraeus dovrebbe essere con- siderato piuttosto una varietà del pauper, specie eritrea, che del variabilis, specie esclusivamente mediterranea, qualora i caratteri che distinguono gli individui di Suez da quelli del Mar Rosso fossero sufficienti per crearne una varietà locale. Al N. pauper (Gould,) va pure riferito il N. unifasciatus vr. che il Com. Caramagna cita di Assab. Distribuzione geografica: oc. Pacifico. iad fn puo "IRWYNPY + yyheqaz "s] ‘Weyeuy ‘nypey ‘si ‘osueg ‘sj ‘uyly ‘efioney ‘suyor yg SI ‘oquwar ‘yylayg essay ‘uessey ‘S| ‘eqiyg essay ‘ ueqqey ‘UEWON ‘S| fUEMPeys ‘S| ‘Uyi8Ug Ways ‘Jijeuag*s] ‘eAlysew-je-dig ‘IQIMEN| + + + + + 7 | + + + + + + "JE! 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(28 Novembre ‘19 epun SUE ; i : > ta ae “yor BuenesseW = — Bpiyuny = || ‘St 7S ,9% 098 ‘UNI6US ways ‘oquap ‘ulyeng : : ee ae = "Wg elesylei — IWW9]I] “sig HJe99og = =~ + "Mod BANSI — IE "pinoy euljsowuep — ueqqey a IL 3 “Mod euujpuoo, — UIPEpjes *s] ‘oojyouy fe i “Wg SISUBUEORIE —_ {9000 | + i *ys6q jUosuepy BWI} & de 3 *y7] esouldsgns eugey == Loss + "¥q esooild — 3 + "AY ByeURIsIsuap e}IZ/ x | A i jJwuey “S| ab : "19 e]jsox — i IGIMEN "19 BUBU “JA delle sey 8190) + aL "19 EISEWNEY} — J10S0jY ‘uewon ‘S| ‘Y31] SE IQIMEN ‘19 1J9UYOEpuja}g 09sE]a 1 + i "IA de “py esonjonj 09se|e] ar “YW [eA — ae *mod Biajipou sixnez 0sso Ieje È yea anlualag | Melog YLITVDOT HIAVA apy | wig |esswng # qessy | uesewey ean ojeres | aejeyeq | Enessey Se eppalq ayo | -ngessey eqeyy | zang SSS n + 5 + È "AY E3E]|9889} — 49040 *ssnop jjoune4 |WEH “S| è ‘19 eJydns i 87 49,96 098 : ia i 19 eoipesods EyeJiejnyo ‘nypey ‘si ‘uempeyg es} ‘ujyeuag *s] | BIOS] le i + |IqIMEN *}g_ vuadisnuls = = + "py ejlauojnd NETTI UI8US esa ‘UeMpeys's] ; : ‘yyleyg Ways ‘Jjeuag *s] | OIPIES Ejjiewsj ‘Ueswij ose] | + SIE + ah. 2|08] + gi + + *pinoo. Jedned | = — = ———__ | —_ : | —_——————————— cale == | Osso” quejeH ; JlgGas Baualag | ELOS | VLIIVDO : wR | med LIA ni qessy | wevewey gig OJEIES | SEjegeg | enessey i eppatd oynog | -nge-sey EQUAY n im oe a Se CT ee x nare SF na = = “A SEI NEON: fi È 1741 1742 J. DISACCHI > BIBLIOGRAFIA Rumemus 0, 1, = Amboinsche Rariteithamer - Amsterdam. Guanmrini N, = Indew Testarum = Florentiao, 1827 Saviany J, ©, = Description de l' Hoyypte, Tomo XXII = Paris. 1834-1856 Kimnnn L. 0, - Spéctes général et iconographie des coquilles CON By) 1844 ‘UVA Dy! 1851 sod } 7 1851 i AU ) 1863 Mi wi 18605 i 1805 vi 1865 i Rio, 1860 ny: he. 1870 A a Hy 1870 BS mal) i 1870 1870 vivantes, Parte XII = Paris, 1841-1878 Rive L, A. 0 G. B. Sownmany - Conchologia iconica or tllu- strations of the shells of molluscous animals = London, LAMAROK = Histoire naturelle des animaun sans vertebres, Wd. II, TONI Xx = Paris, pag. 153. 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Cephalothorax mit 20 Borsten: 4-4, 20, der Vorderrand mit deutlich vorragendem, gezihntem Epistom. Augen sehr klein. Beborstung der Tergite: 4-4-4-4-6-6-6-6. Palpen und Beine etwas verlingert. Palpenhand schmaler als bei ischnocheles. Zihne der Palpenfinger ziemlich dicht stehend. Sonst in den SLITTARE Merkmalen mit ischnocheles ùbereinstimmend. Korper L. g° 2.5 mm.; Palpen: Femur L. 1.0 mm., B. 0.20 mm., Tibia L. 0.44 mm., B. 0.20 mm. fori L. 0.58 mm., B. 0.26 mm., Finger L. 0.96 mm. Typus : 1 S Oberitalien, Grotta Dragonara bei Genua, R. Bar- beri leg. (Typus in Mus. Genua). Paratypen: Weitere Exemplare vom genannten Fundort und aus der Grotta del Monte pee bei Sestri Ponente, R. Barberi leg. Von Chthonius microphthalmus, mit dem sie sicherlich afters verwechselt' wurde, ist die neue Art leicht durch die schmale, fast parallelseitige Palpenhand und die dich teas Bezahnung der Palpenfinger zu unterscheiden. 769) M. BEIER Chthonius (Chthonius) italicus n. sp. Cephalothorax mit 22 Borsten, davon 2 grosse und 4 kleine am Hinterrand. Der Vorderrand in der Mitte leicht eingebuchtet und deutlich gezihnelt. Ein Epistom fehlt. Augenlos. Beborstung der Tergite: 4-4-4-4-6-6-6-6. Cheliceren ohne Spinnhécker, der feste Finger distal mit 2 grossen, proximal mit zahlreichen klei- nen Zahnen, beweglicher distal mit zwei grossen, proximal mit kleinen. Palpenhand schmal, fast parallelseitig. Palpenfinger sehr lang, der feste Finger mit grossen, herzformigen, sehr dicht stehenden Zihnen, die bis zur Basis deutlich sind. Beweglicher Finger ahnlich gezihnt wie der feste. Die Tasthaare est und it stenen nahe beisammen und sind nur durch einen Areolardurch- messer voneinander getrennt; ist ist nach distal gertickt. Coxen HI und III mit zahlreichen langen Coxaldornen. co Genitalfeld mit 9 Randborsten jederseits. Kérper L. g° 2.0 mm, Palpen: Femur L. 0.98 mm, B. 0.14 mm, Tibia L. 0.38 mm, B. 0.17 mm, Hand L. 0.45 mm, B. 0.20 mm, Finger L. 1.04 mm. Typus: 1 o Oberitalien, Alpi marittime, Grotta dl Certosa di Pesio, August 1907, R. Gestro leg. (Typus in Mus. Genua). Die neue Art ist an der schmalen, fast parallelseitigen Pal- penhand, den langen, geraden, innen mit grossen, herzformigen und sehr dicht stehenden Zihnen besetzten Fingern und dem vollstàndigen Mangel von Augen leicht kenntlich. Chthonius (Chthonius) microphthalmus ligusticus n. subsp. Cephalothorax mit 20 Borsten, davon 2 grosse und 2 kleine am Hinterrand, Vorderrand gerade, in der Mitte gezihnelt, ‘ohne Epistom. Augen klein. Beborstung der Tergite: 4-4-4-4-6-6-6-6. Palpen etwas verlàngert. Palpenfinger relativ kurzer und Zahne etwas dichter cali als bei der typischen Form. Korper L. 1.5-1.7 mm, Palpen: Femur L. 0.80 mm, B. 0. na mm, Tibia L. 0.32 mm, B. 0.16 mm, Hand L. 0.45 mm, B. 0.25 mm, Finger L. 0.84 mm. PSEUDOSCORPIONES i 73. | Typus: 1 2, Oberitalien, Ligurien, Grotta di Cassana bei Bor- ghetto di Vara. (Typus in Mus. Genua). o Paratypen: Zahlreiche weitere Exemplare aus Grotten Li guriens. Von der typischen Form Lirica sich ligdisttens: vor’ allem durch relativ kurzere Palpenfinger und etwas dichter ste- hende Zahne derselben. | 3 Chthonius (Chthonius) cephalotes doderoi n. subsp. Cephalothorax mit 20. Borsten, davon 2 grosse und 2 Kleine am Hinterrand. Vorderrand in der Mitte leicht vorgewélbt und gezàhnelt, mit kleinem Epistom. Augenlos oder die vorderen Augen als helle Flecke angedeutet. Die Tasthaare eb und esb einander genahert, hdchstens 2 Areolardurchmesser voneinander entfernt; ist wenigstens doppelt so weit von esb als esb von eb. - Korper L. 1.3-1.4 mm; Palpen: Femur L. 0.90 mm, Tibia _ L. 0.35 mm, Hand L. 0.50 mm, Finger L. 0.90 mm. Typen: A 3, 1 9, Frankreich, Basses Alpes, Gr. de Meailles, 20.2.1903, A. Dodero leg. Von der typischen Form durch die Stellung der Tasthaare verschieden. Wahrend namlich bei doderoî eb und esh hòchstens 2 Areolardurchmesser voneinander entfernt sind und ist wenig- stens doppelt so weit von esb absteht als esh von eb, ist bei der typischen Form eb wenigstens 3 Areolardurchmesser von esb entfernt und ist ist hochstens 1 1/2 mal so weit von esb als esb von eb. Chthonius (Ephippiochthonius) troglophilus n. sp. Cephalothorax nach hinten wenig verengt, mit 18 Borsten: 4-2, 18. Der Vorderrand in der Mitte mit ziemlich langen Zahn- chen besetzt; Epistom fehlt. Augenlos. Beborstung der Tergite : 4-4-4-4-6-6-6-6. Cheliceren mit schwachem Spinnhécker. Palpen lang und schlank. Palpenhand mit deutlicher Depression zwischen den Tasthaaren ib-isb und der Fingerbasis. Zihne der Palpen- finger getrennt stehend; fester Finger mit 15 gegen die Basis allmahlich kleiner werdenden Zihnen, beweglicher Finger mit 8 Pays M. BEIER Zihnen, proximal von diesen mit einfacher, bis zur Basis reichender | Lamelle. Coxen II mit etwa 11, III mit etwa 5 Coxaldornen. ul g' Genitalfeld mit 8 Randborsten jederseits. Rory Korper L. g 1.8 mm; Palpen: Femur L. 0.84 mm, B. 0. TI mm, Pie Tibia L. 0.28 mm, B. 0.14 mm, Hand L. 0.51 mm, B. 0.18 mm, Finger L. 0.71 mm. ghe Typus: 1 g, Oberitalien, Tana dello Bcopete bei Alberto, Lea 28.V.1900, A. Dodero leg. — | IUS i Mit C. gestroi nahe verwandt, von di bo durch bedeuten ol: Fg | geringere Grésse, geringere Anzahl der Fingerzihne und stirkere — a Depression der Palpenhand unterschieden. \ È ) ! RISULTATI ZOOLOGICI DELLA Missione INVIATA DALLA R. Società — GEOGRAFICA ITALIANA PER L'ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB (1926 - 1997). INSECTES DIPTERES par E. SEGUY ‘Assistant au Muséum national d’ Histoire naturelle de Paris LA La collection d’insectes diptères formée par la Mission italienne a l’oasis de Giarabub est composée en grande partie d’espéces hygrophiles que l’on peut observer dans les régions les: plus septentrionales de l'Europe. Cette collection présente deux parti- cularités: 1.° abondance d'insectes domestiques attirés par les groupements humains; 2.° prédominance d’insectes occasionnelle- ment parasites ou producteurs de myiases. Nous nous trouvons ici en face d’une faunule pérenne adaptée a des variations hygromé- triques sensibles, assez voisines de celles que l’on trouve réunies dans toutes les contrées méditerranéennes. L’examen de la liste suivante donnera des renseignements complémentaires sur ce sujet. ; : Cette liste a été établie en suivant autant que possible l’ordre adopté par le prof. M. Bezzi dans son étude sur les Diptères de Cyrénaique rapportés par le Docteur E. Festa (1924). Cette dispo- sition permettra toutes les comparaisons utiles, soit pour inter- caler les espéces non encore signalées en Cyrénaique soit pour | établir l’inventaire total à ce jour. _ On peut dés maintenant noter que plus du tiers des espéces de diptéres rapportées par M. Confalonieri sont nouvelles pour la colonie: celles qui sont déjà signalées sont des formes trés communes partout — ou cosmopolites — qu’il était impossible de ne pas trouver. Ce sont: Tipula oleracea, Therioplectes alexandrinus, Glossista nucleorum, Trypanea stellata, Acan- 76 E. SEGUY thiophilus helianthi, Sphenella marginata, Musca domestica, M. vitripennis, Muscina stabulans, Lynchia maura, Hippo- bosca equina, H. camelina, Calliphora erythrocephala, Comp- somyia albiceps, Lucilia sericata, Sarcophaga haemorrhoi- dalis, Gonia atra, Syrphus corollae, Eristalis tenax. . C'est un excellent résultat. i En résumé 44 espéces non encore signalées dans cette partie | de l’Afrique, comprenant trois espéces nouvelles pour la science, dont un exemplaire mutilé, d’un grand intérét, appartenant 4 un genre nouveau qui présente des affinités avec les formes intermé- diaires entre les Bombyliides et les Empidides. J'ai pu identifier ce débris par l’examen du tégument a |’illuminateur vertical, par la forme de Vaile, et par la comparaison avec d’autres exem- plaires non classés conservés dans la collection du Muséum de Paris. i Cette collection permet. encore d’ ajouter a la liste (!) des diptàres producteurs de myiases les espéces suivantes. Il ne s’agit ici, sauf pour le Wohlfartia trina, que de producteurs de ‘myiases occasionnels: Musca angustifrons, corvina, luci- dula, tempestiva, vitripennis, Compsomyia flaviceps, Wohl- fartia trina, Sarcophaga haemorrhoidalis et S. haematodes. x ui i Fam. BIBIONIDAE I His iena. Los, | Ciréne, 1928 (Bolsi). cm Europe centrale et méridionale. Fam. SCIARIDAE 2. Sciara sp. Giarabub, II-1997 (Confalonieri). Fam. TIPULIDAE 3. Tipula oleracea Linné Ciréne, VIIL-IX (C. Anti). (1) Bezzi, 1924, p. 2 § 4. ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB ' è Fam. STRATIOMYIIDAE 4. Nemotelus pantherinus Linné Giarabub, III-1927 (Confalonieri). Fam. TABANIDAE 5. Atylotus nemoralis Meigen var. On distingue plusieurs variétés méditerranéennes de cette espéce qui semble trés Plastique. L’ individu capturé a Giarabub se rapproche du Tabanus (Atylotus) nemoralis var. ruficornis Surcouf. Il en différe par l’antenne plus mince, presque entiérement noire, le troisiéme article étroitement roux a la base; les palpes plus dilatés, les tergites abdominaux plus largement bordés de roux sur les cotés; par l’aile dont le rameaux R44+5 porte une tigelle récurrente (R,) comme chez les Dasystipia. Quelques spécimens marocains capturés par M. R. Benoist présentent également cette dernière particularité. Les yeux de la variété ruficornis aeescnteat une sailoaite plus clairsemée, d'un vert sombre è trois larges bandes pour- prées foncées, lisérées de doré. 6. Therioplectes alexandrinus Wiedemann Porto Bardia III-1927 (Confalonieri). Algérie, Maroc. — Eu- rope tempérée et meridionale. di Dasystipia (cf. agricola) | 7 ; Trois femelles de ce genre caractéristique, mais en trop mau- vais état pour étre identifiées spécifiquement avec certitude. : Giarabub, 30-XI1926 (Confalonieri). Europe tempéreée. E. SÉGUY Fam. NEMESTRINIDAE 8. Nemestrinus ater Olivier. Porto Bardia, III-1927 (Confalonieri). 9. Nemestrinus nigrovillosus Lichtwardt. | Porto Bardia, III1927. Maroc (F. Le Cert). — Europe méri- dionale. | Fam. BOMBYLIIDAE 10. Argyramoeba fuscipennis Ric. Porto Bardia, IV-1927 (Confalonieri). Maroc: Goundafa (F. Le Cerf). i oi 11. Lomatia lateralis Meigen. — Séguy, 1926: p. 214. Porto Bardia, (Confalonieri). Afrique mineure. (Surcouf). Li 12. Usia pusilla Macquart Porto Bardia, IV-1927 (Confalonieri) Afrique mineure. 13. Glossista nucleorum Becker Porto Bardia, 1927 (Confalonieri). — Egypte. 14. Cyrtosia nitens Loew. Comme le Cyrtosia marginata Perris, d’un noir plus bril- lant. Téte allongée; trompe relativement courte; une tache jaune la base des antennes. Thorax a pilosité microscopique luisante reflets fauves ; calus huméral, partie supérieure du mésopleure la base des ailes et calus postalaire, jaunes. Scutellum d’un go- po po ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 79 brun noir brillant. Pleures noirs, tachés de jaune. Balanciers blanchatres. Ailes irisées, à nervures fines. Tergites abdominaux étroitement bordés de roux. — Long. 2-2,5 mm. Giarabub, III-1927 (Confalonieri). — Sicile (Zeller). Espagne (de la Fuente). La découverte de cette espéce permet de compléter comme il suit le tableau des Cyrtosia méditerranéens. 1-(2). 8-(5). 9-(10). 10:(9). 11-(12). 12-(11). 13-(14). Aile: première cellule anale très étroitement ouverte ou fermée et pédonculée sur la marge. Thorax et abdomen entiérement d'un gris noir. Pattes noires. Long. 2 mm. France méridionale Cyrtosia cinerea (Gobert) Séguy 1926: p. 228. Aile: première cellule anale largement ouverte. . Mésonotum jaune avec une bande médiane longitudinale brune ou rousse. Scutellum et pattes jaunes. Pleures tachés de noir. Tarses noirs à l’extrémité. — Long. 3 mm. Tunisie (A. Weiss) : . Cyrtosia flava Séguy. Mésonotum noir avec une bande marginale jaune ou des taches jaunes latéralement. Fémurs noirs 4 la base, d’un jaune orange sur le tiers apical. Aile: petite nervure transverse écartée du bord de 1’ aile. - Long. 1,8-2 mm. . . Cyrtosia marginata Perris. Petite nervure transverse rapprochée du bord de l’aile. Téte grise, face et péristome blanchatres. Tibias et ba- lanciers jaunatres. Corps d’un gris clair; mésonotum avec deux lignes brunes; tergites abdominaux bordés de jaune. - Long. 3,5 mm. Tunisie (C. Dumont). Cyrtosia albocincta Séguy. Fémurs jaunes ou légérement brunis. Scutellum entiérement noir . Cyrtosia nitens Loew. Scutellum plus ou moins marqué de jaune sur les bords. Abdomen: bandes tergales jaunes très larges. — Long. 2,5 mm. Algérie (Surcouf) . Cyrtosia aglota Séguy. Abdomen: bandes tergales jaunes étroites. Scutellum jaune è tache basale noire réduite ou nulle. oli EB E. SEGUY Aile: fourche de MA, a +» courte. Hanches et pattes jaunes. Mésonotum d’un noir luisant bordé de jaune. — Long. 2,5 mm. Tunisie (C. Dumont). Cyrtosia Dumonti Séguy. 14-(13). Scutellum noir à bordure Jaune étroite. Aile: fourche de MA, a +> longue. .15-(16). Pattes et hanches jaunes; tarses noirs. — Long. 2 mm. Sicile: Syracuse (Zeller) . Cyrtosia opaca Loew. 16-(15). Hanches en grande partie noires; femurs noirs sur les deux tiers basaux; tarses noirsà l’apex. Abdomen noir a bandes tergales apicales jaunes, étroites. — Long. 2 mm. Tunisie: Bou Hedma (C. Dumont). Cyrtosia geniculata Séguy. CYRTISIOPSIS n. g. Antennes réunies à la base, articles HII courts, III quatre fois plus long que le premier, ellipsoide ou fusiforme; style court terminé par une ou deux petites soies apicales, Trompe allongée, épaisse, cylindrique. Occiput gonflé, prolongé en arriére, a la partie inférieure sur le prosternum. Pattes longues, dénudées; deux pelotes. Ailes: cellule di largement ouverte a l’apex. Abdomen court. Genotype: Cyrtisiopsis singularis n. sp. Ce genre s’écarte des autres Cyrtostinae par la présence d'une nervure transverse supplémentaire formant une cellule di- scale sur l’aile; par la téte triangulaire prolongée en arriere, par la trompe robuste et longue. Il est voisin des genres Glabellula, Mythicomyia et Platypygus dont il présente le méme système .de nervation alaire. Le tableau suivant mettra en évidence les caractéres distinctifs des différents genres de Cyrtosiines. TABLEAU DES GENRES DE CYRTOSIINAE 1-(4). Trompe courte. 2-(3). Aile: cellule cubitale fermée a la marge. Glabellula Becker. 3-(2). Cellule cubitale fermée 4 la marge. Platypygus Loew. EE ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB (84 4-(1). Trompe allongée. 5-(6). Aile: nervure R, +, nulle. Empidideicus Becker. 6-(5). Nervure R, + ; bien développée. 7-(8). Pas de cellule discale . i . Cyrtosia Perris. 8-(7). Une cellule discale. 9-(10). Cellule cubitale fermée a la marge. Nervure &,4, courte . . È . Mythicomyia Coq. 10-(9). Cellule cubitale arie a la marge. Nervure R, 4, longue . 1 i : . Cyrtisiopsis Séguy.. Fig. 1. - Cyrtisiopsis singularis Séguy X 12. 15. Cyrtisiopsis singularis n. sp. Comme le Cyrtosia flava. Presque entiérement d’un jaune a orange. Triangle ocellaire ombré de noir ; occiput d’un brun roux ; antennes et trompe noires; péristome d’un jaune pale. Mésonotum jaune avec quatre panes d’un brun noir, les deux médianes prolongées presque sur le pronotum mais largement séparées du scutellum, les deux latérales plus larges, separées des calus huméraux mais prolongées jusqu’au ‘scutellum. Pattes rousses : derniers articles des tarses d’un brun noir. Balanciers pales. Ailes 4 membrane irisée, a nervures brunes, épaisses. Ab- domen: premier tergite visible étroitement blanc a la base, les autres d’un brun roux. — Long. 3 mm. Giarabub (un ex. décapité). Maroc: forét des Zaers: Ain Sferguila, mai 1928 (R. Benoist). — Espagne: Ciudad Real, Malagon (de la Fuente). 5 . Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LV (27 Dicembre 1930). 3 6 82 1 1S ISEGUN 16. Bombylius medius Linné Variété a fourrure sternale brune tranchant sur la pilosité supérieure pale. Ciréne, 1928 (Bolsi). Europe moyenne et méridionale. 17. Acanthogeron perniveus Bezzi Porto Bardia, III-1927 (Confalonieri). Egypte. Fam. SCENOPINIDAE 18. Lepidomphrale nivea Becker Giarabub. Dejà signalé de Tunisie (Becker), rapporté égale- ment de Bou Hedma par M. C. Dumont. Fam. ASILIDAE 19. Holopogon brunnipes Meigen Porto Bardia, III-1927 (Confalonieri). 20. Antiphrisson trifarius Loew Porto Bardia, IV-1927, 2 ex. co’. (Confalonieri). | Fam. DOLICHOPODIDAE 21. Syntormon pallipes Fabricius De Giarabub a Porto Bardia (Confalonieri). | Fam. EMPIDIDAE 22. Drapetis aenescens Wiedemann Giarabub III-1927 (Confalonieri). Espagne (De la Fuente). Tunisie (Dumont). Europe tempérée. ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB MISS Fam. SYRPHIDAE LI 23. Lasiophthicus pyrastri Linné Giarabub, III-1927 (Confalonieri). Tunisie. Maroc. Madére. — Europe. 24. Syrphus corollae Meigen Giarabub (Confalonieri). Tunisie: Bou Hedma (C. Dumont). Maroc. — Europe. Asie septentrionale. 25. Eristalomyia tenax Linné Ciréne (Bolsi). Cosmopolite. 26. Lathyrophthalmus aeneus Scopoli — Giarabub, [11-1927 (Confalonieri). — Toute la région paléarc- tique depuis le Maroc jusqu’a la Chine. 27. Paragus strigatus Meigen Giarabub, III-1927 (Confalonieri). Fam. HIPPOBOSCIDAE 28. Ornitheza metallica Schiner Téte plus large que longue; prolongements antennaires larges ‘et subparalléles ; trois ocelles. Trompe couverte de poils fins, noir- atres. Mésonotum d'un brun foncé, brillant, a reflets métalliques. coupé sur la ligne médiane longitudinale par deux bandes étroites rapprochées, dorées. Calus huméraux clairs. Scutellum noir. Grif- fes tridentées. Ailes: nervure MA, étroitement serrée contre R, +. la costale. Giarabub, 10-III-1927 (Confalonieri). te Re 840 E. SEGUY Hotes: Signalé sur le Garrulus glandarius et sur |’ Ardea cinerea, par Rondani et Massonnat. Semble répandu dans toute la région méditerranéenne, mais toujours rare. Fig. 2. - Ornitheza metallica Schiner X 10. 29. Hippobosca camelina Leach Giarabub, 10-VII-1926 da Giarabub a Porto Bardia, XI-1926. Porto Bardia, III-1927 (Confalonieri). Afrique mineure. Arabie. Asie. Avec l’Hippobosca dromedarina Speiser sur le dromadaire, occasionnellement sur le boeuf et sur le cheval. 30. Hippobosca equina Linné Cirene, VIII-1928 (C. Anti). Cosmopolite. Sur le chien, le cheval et le boeuf. Accidentellement sur le. liévre ou quelques rapaces. Signalé sur le dromadaire en Tunisie. 31. Lynchia maura Bigot Giarabub, 24-III-1927 (Confalonieri). Région méditerrannéenne. Trés abondant en Algérie et en Italie. ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB | 85 Vit exclusivement sur le pigeon, surtout abondant sur les jeunes dont les plumes commencent a pousser. Fam. BORBORIDAE Se fe ee I 32. Limosina pygmaea Meigen Porto Bardia, IV-1927 (Confalonieri). Europe moyenne et septentrionale. Fam. AGROMYZIDAE 33. Desmometopa Iena Zetterstedt. SU 6-III-1927 (Confalonieri). Europe moyenne et sep- tentrionale. 34. Desmometopa niveipennis Strobl Avec le précédent. Europe méridionale. Fam. EPHYDRIDAE 35. Ephygrobia leucostoma Meigen 36. Ephygrobia nitidula Fallén 37. Caenia flavipes Macquart — pi 38. Mosillus albipennis Loew & ‘Ces quatre espéces capturées à Giarabub, en mars, et de Giarabub a Porto Bardia (Confalonieri). Fam. TRYPETIDAE 39. Sphenella marginata Fallén î Porto Bardia (Confalonieri). La larve se développe dans les capitules floraux des Senecio. Egalement signalée sur le Picris Sprengeriana (Efflatoun, 1924). 86 E. SEGUY 40. Trypanea stellata Fuessly _ Giarabub (Confalonieri). Répandu dans toute I’ Furono Afri- que septentrionale. Asie mineure. La larve déforme partiellement les capitules Horaux des Anthemis, Inula, Aster, Artemisia, Hieracium. 41. Acanthiophilus helianthi Rossi Giarabub, (Confalonieri). Très commun partout. Répandu dans toute l’Afrique septentrionale. Iles Canaries. Asie mineure. La larve se développe dans les capitules déformés de plu- sieurs centaurées. M. le prof. Efflatoun (1924, p. 119) Va signalée sur les Centaurea pallescens et aegyptiaca. Fam. ULIDIIDAE 42, Chrysomyza demandata Fabricius Commun partout, souvent sur les appuis des fenétres ou les vitres. Palestine (Apollinaire). Mascate (Maindron). Madagascar (Alluaud). Amerique septentrionale (Aldrich). Larve fimicole. . Fam. ANTHOMYIIDAE 43. Coenosia Confalonierii n. sp. Differe de toutes les espéces du groupe lineatipes - decipiens par les antennes jaunes, non mucronées a l’apex du troisiéme article, par le chéte antennaire noir pratiquement nu, par le tibia antérieur armé sur la face postérieure, 4 la partie moyenne, d’une forte et longue soie, par le cuilleron thoracique étroit, très saillant, par l’abdomen non taché. CS. Bande médiane frontale d’un gris argenté, trois fois plus large que l’orbite a la partie moyenne: l’espace interoculaire sub- ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 87 égal a la largeur de l’ ceil. Joues et péristome d’un gris clair. Antennes et palpes jaunes. Thorax et abdomen uniformément gris. Mesonotum avec la trace de trois bandes brunes, la médiane plus marquée, soies acrosticales piliformes irréguliéres. Pattes jaunes, hanches I de méme couleur; tibias II avec un chéte anté- rieur et un postérieur au méme niveau a la partie moyenne; tibias III une soie antérieure et une externe médiocre; tarses gréles: les derniers articles noi- ratres; griffes et pelotes médiocres. Balanciers jaunes, brunis a la base. Ailes claires: nervures MA, et MA, paralléles a l’apex (*). Cuillerons blancs, le thoracique deux fois plus développé que le cuilleron alaire. Appareil copulateur male du type du Coenosia tigrina, mais peu saillant. Tergite x trés étroit, quadrangulaire ; forceps interne épais, 4 branches légére- Fig. 3. - Coenosia Confalonieri ment renflées à la partie moyenne, "Re fini leur apex armé d’ une série de robustes de l’appareil génital du Coenosia griffes noires ; forceps externes en ha- Lia Recaro di guettes fines, inermes, courbées au fig. 55 et 56: Nova Acta Acad. bout. Pièces accessoires nulles. Pénis o g. Nat. Cr. Vol. XCY aIlongé, renflé au milieu, les paraphallus gréles et plus fortement chitinisés sem- blent Me à la base; praeputium dilaté en bosse de chaque coté avec une saillie A externe, en forme de hache. Q. Comme le male. Plus robuste. Espace interoculaire légè- rement moins large que l’ceil. Antennes brunes ou noires, |’ apex du deuxiéme article parfois jauni. Palpes d’un jaune sale. Pattes avec la méme disposition des soies, tibias II et III a soies beau- coup plus robustes. Hanches I et fémurs gris ; trochanters I, II roux; tibias jaunes; tarses noirs. (1) A Particle Cognosia Navasi Séguy 1929: Memorias de la Soc. ent. de Espaiia, Mem. 3 a, la description de l’aile est faite suivant |’ ancienne nomenclature. C'est MA, et MA, qu'il faut lire au lieu de R,+,;— M 88 E. SEGUY Corps d’un gris noiràtre: bandes brunes du mésonotum plus marquées. Tergites abdominaux parfois étroitement ourlés de brun. Long. 3-3,25 mm. Cirénaique : Giarabub, III-1927 (Confalonieri). Types J 9 au Museo Civico di Genova. 44. Hylemyia Gestroi n. sp. 9. Differe de tous les autres Hylemyia par le cuilleron thora- cique réduit a une laniére étroite, par l’oviscapte très robuste, épais, fortement chitinisé, noiràtre, par le développement en bouclier du sternite prégénital, par ie soles croisées, petites ro-_ bustes etc. i Fig. 4. - Hylemyia Gestrot Séguy. Figure schématique de la femelle X 42. A gauche l’oviscapte plus grossi, figuré après macération de l’ objet dans l’ acide lactique pur. X 25. Espace interoculaire plus large’ que l’oeil, d’un jaune orange au milieu; orbites grises. Antennes brunes: troisiéme article roux dans sa moitié basale. Fulcrum épais, noir‘ étrier mince. Trompe à labelles non dentés mais portant des soies robustes, dressées, un peu courbées au bout. Palpes légérement épaissis a |’ apex, jaunes. Corps d’un gris perle. Mésonotum a bandes nulles ou trois bandes longitudinales d’un brun clair plus visibles suivant la rangée des soies dorsocentrales; soies acrosticales piliformes; 2 + 3 soies dorsocentrales; deux soies sternopleurales (1:1), deux ou trois cils à la place de la sternopleurale inférieure. Ailes vitreuses: ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 89 épine costale forte ; nervure uc fortement e nervures MA, et MA, paralleles a l’apex, MA, c droite. Abdomen formé de quatre segments visibles, 4 soies tergales marginales médiocres; sternite VI épais développé en bouclier, VII circulaire, VII réduit a une lame: cerques courts, placés a la partie supérieure. Long. 3,5-4 mm. Giarabub, III-1927 (Confalonieri). — M. C. Dumont a capturé plusieurs exemplaires de cette espece en Mars et Avril, en Tunisie, à Bou Hedma. Un exemplaire desséché traité convenablement par une solution alcaline permet encore certaines précisions. Mouche ovipare ou ovovivipare donnant un oeuf de grandes dimensions, contenant une larve i rane ustite à gelosion i immé- diate ou trés rapide. Larve primaire a corps bombé, a peau épaisse et transparente; ster- nites abdominaux armés sur le bord antérieur d'une plage épineuse formée par 5-7 rangs de spinules robustes, triangulaires, courbés en arriére et comparables a ceux des larves de Gastérophiles. Tergites nus. Bouche grande, les sillons buccaux bien mar- qués, mandibules petites, crochues, armées de nombreuses petites dents cuticulaires libres; pièce intermédiaire, étroite, allongée ; pièce dorsale en ruban; piéce basale large, en crois- sant. Palpes renflés; antennes plus saillantes en capsule étranglée a la. base. Stigmates postérieurs réduits; chambre feutrée trés longue. — Long 1,25 mm. - Fig. 5. Hylemyia Gestroi Séguy. Armature buccale de la larve au Ces caractéres pica dénoncer premier age, figure exécutée sur une préparation digérée par une un 1 Pp solution de soude caustique a 50 °Jo an imal DI ophile Ol coprophile » reprise par l’acide acétique cristal- a développement accéléré, carnivore. lisable pur. Les caractéres propres 4 l’adulte peuvent se résumer dans le tableau suivant qui permettra de distinguer cette espéce des formes voisines. 90 E. SEGUY TABLEAU DES FEMELLES A. Pattes jaunes en partie (1). 1-(2). Chéte antennaire a cils longs groupes des Hylemyia coarctata-variata. .2-(1). Chéte antennaire nu ou è cils courts. 3-(4). Chéte fr nu ou portant des cils microscopiques. Hylemyia Gestroi Séguy. 4-(3). Chete a cils courts. Soie préalaire nulle ou la soie préa- laire ciliforme. Trois soies sternopleurales ( 1:2) ou deux soies (4:1). 5-(6). Fémurs I roux . : È Hylemyia Gesirdi Séguy. 6-(5). Fémurs I plus ou moins noircis. 7-(8). Fémurs II, III roux . . Hylemyia lavata Boh. 8-(7). Fémurs II, HI noirs . . Hylemyia subcalva Pand. 45. Atherigona calva Meigen Giarabub et de Giarabub a Porto Bardia (Confalonieri). Trés commun dans toute la région méditerranéenne. Iles Canaries. Afrique mineure. Syrie. Egypte. Le larve se développe dans les fruits les plus divers. 46. Lispa pygmaea Fallén Giarabub, III-1927 (Confalonieri). Afrique mineure. ni Ca- naries. Europe. Fam. MUSCIDAE 47. Musca du i Thomson Giarabub, II1-1927. Région CENE septentrionale. Erythrée. Région méditerranéenne. 48. Musea corvina Fabricius Giarabub et de Giarabub a Porto Bardia (Confalonieri). Toute ia région paléarctique. Amérique septentrionale. @) Séguy, 1923: p. 89, § 48: 4. ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB i 91 49. Musea domestica Linné | Cosmopolite. . 50. Musca lucidula Loew. — Bezzi, 1923: p. 108-118. “DI . Giarabub, 12-11-1927 (Confalonieri). Somalie, sur un dro- i madaire (Synamphoneura africana Bezzi). Tunisie: Tozeur (C. Dumont). 51. Musca tempestiva Fallén Avec le Musca domestica L., partout. De Giarabub 4 Porto Bardia, III-1927 (Confalonieri). 52. Musca vitripennis Meigen Giarabub; Porto Bardia (Confalonieri). Egypte. Afrique mineure. Iles Canaries. CR 53. Muscina stabulans Fallén Porto Bardia, III - 1997 (Confalonieri). Tunisie (C. Dumont). Algérie. Maroc. Toute l'Europe. Fam. TACHINIDAE _ Ani 54. Calliphora erythrocephala Meigen Cosmopolite. Larve occasionnellement parasite. 55. Compsomyia albiceps Wied. var. flaviceps Rondani s Porto Bardia, IV-1927 (Confalonieri). Commun et répandu Do dans toute la région méditerranéenne. Larve saprophage. | 99 . E. SEGUY 56. Lucilia sericata Meigen Cosmopolite. Larve occasionnellement parasite. 57. Wohlfartia trina Wiedemann 4 0 Cisterne di Sceheibat, 1-XII-1926; Giarabub, 11-1927 (Confa- a lonieri). Tunisie (C. Dumont). Algérie (P. Lesne). Mauritanie — mi... (Monod). Tombouctou (de Zeltner). Abyssinie (Raffray). Egypte a (Alluaud). 58. Sarcophaga haemorrhoidalis Fallén Giarabub, (Confalonieri). Afrique mineure. Europe. Larve parasite du Pachytylus migratorius. 59. Sarcophaga haematodes Meigen Giarabub, (Confalonieri). Afrique mineure. Toute l'Europe. Asie. Larve saprophage, occasionnellement parasite du Chrysochraon dispar. 60. Sarcophaga Q (cf. frenata Pandellé) Avec les deux précédents. 61. Phrosinella nasuta Meigen Giarabub et Porto Bardia (Confalonieri). Europe tempérée et méridionale. 62. Gonia atra Fabricius Cisterne di Sceheibat, 1-XII-1926 (Confalonieri). 63. Leucostoma aterrimum Villiers Giarabub, II-1927 (Confalonieri). — Europe centrale et méri- dionale. — i . ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB BIRBMIOGRA PIE BECKER (Th.), 1910. — Diptenalocigehe Sammelreise nach Korsika. — D. ent. Zeit., p. 635-665. . Bezzi (M.), 1911. — Miodarii superiori raccolti dal Signor C. W. Howard nell'Africa australe orientale. — Bold. Labor. dt Zool. gen. e agraria Portici, VI, p. 45-104. .__‘— 1923. — Les males de Musca albina Wied. et de Musca lucidula ; Loew. — Bull. Soc. royale entom. d' Egypte, 1922, p. 108-118. — 1924. — Missione del Dr. E. Festa in Cirenaica. Ditteri di Cirenaica. i : — Bollet. dei Musei Zool. ed Anat. della R. Università di Torino, Dadi vol. 39, n. s. N 18. EFFLATOUN (H. C.), 1924. — A Monograph of Egyptian Diptera. — Mém. i Soc. Roy. Ent. d’Egypte, vol. II, fasc. 2. SéGuy (E.), 1923. — Diptéres Anthomyides, Faune de France, VI. (P. Le. chevalier). — 1926. — Diptéres Brachycéres: Faune de France, XIII @. Lechevalier). — 1929. — Etude systématique d’une collection de Diptères d’Espagne. ae — Mem. Soc. Ent. de Espaîta. Mem. 3 a. — 1930. — Contribution a l’étude des Diptéres du Maroc. — Mémoires de la Soc. des Sc. nat. du Maroc. N. XXIV. ‘ ei n DA ni ag Fae DI Berg 2 Mr SI aio ee î È ZWEI NEUE TROGLOBIONTE PARABLOTHRUS - ARTEN AUS LIGURIEN | Von MAX BEIER, Wien | In einem mir von Prof. Dr. R. Gestro in freundlicher Weise ibersandten Material von Pseudoscorpionen aus Hohlen Ligu- riens, welches durchwegs als « Obisium (Blothrus) antrorum Sim.» bezeichnet war, fanden sich neben der genannten Art auch zwei neue Formen. Die Art antrorum Sim., die ùbrigens dem Subgenus Parablothrus der Gattung Roncus angehòrt und nicht naher mit den echten Blothrus-Arten verwandt ist, lag mir nur aus der Gr. della Madonna vor und es ist wahr- scheinlich, dass sie in keiner anderen Héhle vorkommt, denn wie alle echten Hohlenformen, sind auch die Pseudoscorpione ausseror- dentlich lokalisiert. Die Zitierung von antrorum Sim. aus ande- ren Hohlen beruht auf Fehlbestimmungen, wie ich dies auf Grund des mir vorliegenden Materiales nachweisen konnte. KRoncus (Parablothrus) ligusticus n. sp. Cephalothorax linger als breit, ohne Augen, am Hinterrand mit 6 Borsten. Epistom spitz, vorragend ziemlich breit dreieckig. Beweglicher Chelicerenfin- ger ohne Spinnhécker. Pal- penfemur an der ganzen Oberflache sehr kraftig granuliert. Tibia glatt, mit ziemlich langem, drehrun- dem Stiel, der jedoch deut- lich kurzer ist als die scharfabgesetzte, langovale Keule. Palpenhand oval, an der Fingerbasis deutlich granuliert. Finger etwa 1 1/, mal so lang als die Hand mit Stiel. Stellung der Tasthaare aus der Figur ersichtlich. Coxen I mit rechtwin- keligem, sehr schmal abgerundetem Inneneck. Beborstung der Fig. 1. Roncus (Parablothrus) ligusticus n. sp., linke Palpe. PSEUDOSCORPIONEN 95 Tergite 6-6-6-8-8-8-10-10.— Kérper L. 3.5 mm; Palpen: Femur po. 1:82 mm. B. 0.29 mm: Tibia L. 1.55 mm. (Keule 0.92 mm.), B. 0.35 mm. Hand L. 1.40 mm. B. 0.60 mm. Finger L. 2.05 mm. Typus: 1 o, Tana dello Scopeto bei Albenga, Ligurien, 15- IV-1897, Solari leg. (Typus in Mus. Genua). Paratypen: 1 Ex., 15-IV-1897, 3 Ex., 28-5-1900, 4 Ex., 1901, Samtlich Tana dello Scopeto, leg. Dodero. Die neue Art steht dem antrorum Sim. sehr nahe, unter- scheidet sich jedoch von ihm deutlich durch schlankere Palpen- tibia, lingere Finger und nur schmal abgerundetes Inneneck der Coxen 1. Roncus (Parablothrus) gestroi n. sp. Cephalothorax langer als breit, augenlos, der Hinterrand mit 6 Borsten. Epistom fehlt, der Vorderrand gerade. Beweglicher Chelicerenfinger mit sehr kleinem, nach vorne gerich- tetem . Spinnhécker. Pal- | penfemur sehr schlank, fast glatt, nur undeutlich punk- ‘ tiert. Tibia lang, mit lan- gem, drehrundem Stiel, welcher so lang ist wie die scharf abgesetzte Keule. Hand schmal-oval, fast glatt. Finger gut 1 !/, mal so lang wie die Hand mit Stiel. Inneneck der Coxen Fig. 2. Roncus (Parablothrus) gestroi n. sp., I in der Anlage rechtwin- rechte Palpe. kelig, abgerundet. Coxen IV sehr schmal, basal schmal dreieckig und spitz. Beborstung der Tergite: 6-6-6-8-8-8-10-10.— Kérper L. 3.5 mm; Palpen: Femur L. 1.82 mm. B. 0.23 mm. Tibia L. 1.78 mm. (Keule 0.90 mm.), B. 0.27 mm. Hand L. 1.20 mm. B. 0.40 mm. Finger L. 1.97 mm. Typen: 3 adult. Ex., Grotta di Cassana bei Borghetto di Vara, Ligurien, 25-6-1905. (Typen in Mus. Genua). Die neue Art stellt, soweit bisher bekannt, die héchstevolu- tierte Héhlenform des Subgenus Parablothrus dar. Sie ist sofort kenntlich an der aussergewòhnlich stark verlingerten Tibia. SPEDIZIONE DEL Barone RAIMONDO FRANCHETTI IN DANCALIA RETTILI BATRACI E PESCI PER D. VINCIGUERRA (Tav. I) Il Barone Raimondo Franchetti, sullo scorcio dell’anno 1928, organizzava, a proprie spese, una spedizione scientifica nella Dancalia etiopica, terra quasi completamente sconosciuta e di difficile accesso, la cui esplorazione aveva già costato la vita al Cap. Giulietti, a Gustavo Bianchi e a quasi tutti i loro valorosi compagni. Della spedizione Franchetti facevano parte dodici italiani, tra cui il March. Saverio Patrizi, che nei suoi precedenti viaggi in Africa aveva già dato luminosa prova della sua abilità di zoologo raccoglitore. La spedizione partiva da Assab il 24 novembre per Beilul donde, dopo pochi giorni di sosta, procedeva per Gaarre, piccola oasi presso il limite del nostro possedimento. Le trattative col Sultano del Biru, soggetto al Governo Etiopico, per ottenere la facoltà di penetrare nel suo territorio durarono lungamente e solo il 3 marzo 1929, rimossi tutti gli ostacoli, la spedizione potè proseguire; nel frattempo però il Marchese Patrizi che non aveva mancato di fare raccolta di animali nei poverissim1 dintorni di Gaarre, richiamato da urgenti motivi di famiglia, aveva fatto ritorno in Italia, affidando l’incarico della parte zoologica al Dott. Moscatelli, medico della spedizione, che ebbe un aiuto abbastanza valido in un indigeno, di nome Bachit Abbé che era stato istruito dal Patrizi stesso. Molte avverse circostanze continuarono ad ostacolare l’ opera del Bar. Franchetti, continuamente alle prese con razziatori, sopportando forti soffe- renze per la sete e la natura delle poche acque incontrate. Fu raggiunto il lago di Afrera, posto a 140 m. sotto il livello del mare, nelle cui acque non vivono pesci, che però si trovano ti i SPEDIZIONE FRANCHETTI 97 nelle pozze e nelle sorgenti vicine, la cui temperatura, secondo il Franchetti sale a circa 60 gradi e sono fortemente salate. A questo lago fu imposto il nome venerato del Cap. Giulietti. Le continue difficoltà incontrate e la malattia che colpi uno dei compagni indusse il Franchetti a tornare ad Assab, inviando | però una parte della spedizione in Abissinia per la via di Macallè con le collezioni radunate, che però per la maggior parte anda- rono disperse durante il viaggio. -I risultati zoologici non furono quindi sua sì potevano aspet- tare se non fosse mancata 1’ opera del Patrizi; essi però non sono privi di importanza, trattandosi di regione quasi completamente sconosciuta. Per l'itinerario seguito dalla spedizione si consulti la confe- renza del Bar. Raimondo . Franchetti pubblicata nel Bollettino della R. Società geografica italiana del febbraio 1930 e I’ opera dello stesso « Nella Dancalia Etiopica » edita dalla Casa A. Mon- dadori di Verona, dei quali lavori è stata adottata la grafia. RETTILI Pristurus flavipunctatus Riipp. Blgr. Cat. Liz. 1. p. 52 Otto esemplari di Beilul, il maggiore dei quali lungo mm. 80, due di Gaarre e due di Afrera. Quasi tutti questi individui hanno una striscia bianchiccia lungo il dorso. i i; Ptyodactylus lobatus Geoff. Blgr. Cat. Liz. I, p. 110. Un esemplare di Gaarre lungo mm. 100, con coda troncata. Forma ben caratterizzata per il grande sviluppo delle lamelle delle dita, tanto anteriori che posteriori. Si trova anche in Algeria, Egitto, Arabia e Siria. Hemidactylus mabouia (Mor.) Bler. Cat. Liz. I, p. 122. Due esemplari di Assab, il maggiore dei quali lungo 110 mm. Questa. specie è notevole per la sua distribuzione geografica Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LV (7 Gennaio 4931). 7 98 | D. VINCIGUERRA dic perchè si trova anche nell’America Meridionale, nelle Antille pas a Madagascar. E però segnalata per la prima volta della parte | settentrionale dell’ Africa orientale, poichè non era stata trovata più a Nord di Zanzibar. Hemid actylus turcicus (L.) Blgr. Cat. Liz. I, p. 126. Un esemplare di Assab, lungo 70 mm. Questa specie, benchè caratteristica della fauna mediterranea, si ritrova anche sulle sponde del Mar Rosso, essendo già stata presa in Assab dal Dott. Ragazzi. Il Dott. Scortecci lo ha riscon- trato tra i Rettili (!) raccolti dal Dott. Magretti presso Massaua, a Keren e a Sabarguma, ma non mi risulta che sinora sia stato preso in Somalia, quantunque la Calabresi lo ricordi di Bacha e di Uegit (?) perchè le dimensioni indicate per questi esemplari fanno supporre che possano essere riferiti al macropholis, il che è probabile sia pure per quelli di Kisimaio elencati da Lénnberg e Anderson (?). Hemidactylus macropholis, Blgr. Blgr. Ann. Mus. Civ. Gen., vol. XXXVII, p. 7. Un esemplare di Gaarre lungo 82 mm. Questo esemplare differisce per la colorazione dagli individui tipici perché è di colorito grigio-chiaro con una serie di macchie nere sul dorso, fiancheggiate da altre più piccole; queste macchie sono alquanto più grandi sulla superficie dorsale della coda. Ha quindi un aspetto simile ai giovani di H. turcicus, del quale, secondo l’ avviso di Parker, potrebbe essere, semplicemente una razza. Ma i tubercoli dorsali sono più grandi, più fitti e più regolarmente disposti in serie che nel furcicus e ciò mi induce a mantenerlo come specie distinta, che rappresenta quello in zona più meridionale, poichè è la forma più comune in Somalia. (1) G. Scortecci, Atti Soc. Ital. Sc. Nat. Milano, LXVII, p. 313. (2) E. Calabresi, ivi LXVI, p. 25. (8) Arkiv f. Zool. Bd. 8, n. 20, p. 1. SPEDIZIONE FRANCHETTI 99 Tarentola annularis (Geoff.) Blgr. Cat. Liz. I, p. 197. ; lie Un esemplare di Gaarre lungo mm. 150. : | Questa specie, ben caratterizzata per l’ assenza dei tubercoli ta dorsali carenati e le denticolazioni del margine anteriore dell’aper- i tura uditiva, si trova in Egitto insieme alla mauritanica (L.) e la sostituisce in Abissinia e regioni limitrofe. Agama spinosa, Gr. Blgr. Cat. Liz. I, p. 355. Be Due esemplari di Gaarre il maggiore dei quali lungo mm. 98 con coda mutilata e l’altro lungo mm. 65. Nell’ individuo giovane la squama occipitale è comparativa» mente assai più grande che in quello di statura maggiore. Questa specie si trova pure in Arabia. co Agama cyanogaster (Riipp.) Blgr. Cat. Liz. I, p. 359. Un esemplare di Egriaribà, 24-IV-1929, lungo mm. 211, nel quale non vi è traccia di colorazione più chiara sulla regione vertebrale. i di; x Anche questa specie è stata trovata in Arabia. fi Eremias guttulata Licht. ee Blgr. Cat. Liz. III, p. 87. Un esemplare di Afrera lungo 47 mm. sino all’ano e 149 con la coda. sa Questo individuo che presenta una striscia bianca sui fianchi | marginata sopra e sotto da un’altra nera ed ha 36 squame intorno al corpo è riferibile alla varietà Martini di Neumann (!). (1) Boulenger Monograph. Lacertid., pt. II. p. 263. aa 100 D. VINCIGUERRA Mabuia brevicollis (Wiegm.) Blgr. Cat. Liz. III, p. 169. Due esemplari di Afrera, il maggiore lungo mm. 272 e l’altro con coda troncata mm. 228. Questi individui corrispondono esattamente alla eni della specie, che pare particolare all’ Abissinia, ma le squame della pianta dei piedi sono più o meno spinose e le lamelle subdigitali carenate; questi caratteri però sono molto variabili perchè, a quanto m’informa il Parker che ha esaminato questi individui, nella collezione del Museo Britannico esistono esemplari simili a questi e che presentano tutti i gradi intermedii. Anche il colorito è alquanto diverso perchè non tutte le, squame sono fornite di linea scura sui lati e i punti bianchi sul dorso si trovano alla distanza di tre a sei squame uno dall’ altro su squame più scure delle altre. La gola non presenta linee scure ma è completamente bianca. Rassomigliano quindi all’ esemplare di Chenafena ricordato da Scortecci (*). Nella stessa località furono raccolti alcuni giovanissimi individui probabilmente riferibili a questa specie. Chalcides ocellatus (Forsk.) Blgr. Cat. Liz. III, p. 400... x Undici esemplari di Assab, il maggiore dei quali lungo mm. 142 e il minore mm. 68, dall’ apice del muso all' ano. Tutti, ad eccezione di uno, questi individui hanno 28 serie di squame attorno al corpo. Questa specie è stata oggetto di accurato esame da parte dei due Boulenger, padre (?) e figlio, (3) i quali vi hanno riconosciuto non meno di otto forme diverse che sarebbero distinte special- mente per il numero delle serie di squame che circondano il tronco ed anche per la diversa colorazione. Tutti gli individui raccolti dal March. Patrizi hanno 28 serie di squame, tranne uno, il più piccolo che ne ha 24. I primi quindi sarebbero riferibili alla forma tipica e l’altro alla var. Ragazzii. Nessuno di essi (1) G. Scortecci, loc. cit. p. 324. (?) G. A. Boulenger, Ann. Mag. Nat. Hist. Serie 6.° vol. 1p p. 444. (5) E. G. Boulenger, Proc. Zool. Soc. London, 1920, p. 77. SPEDIZIONE FRANCHETTI 101 | presenta traccia di striscia dorsale nera: i punti bianchi sono disposti su fascie irregolari obliquamente. trasverse, di colore intensamente più scuro di quello del corpo, disposte alla distanza di 2-5. squame una dall’ altra. Si trovano anche sull’ esemplare riferibile alla var. Ragazzii, mentre mancano in quello tipico. Non si trovano però due individui che siano identici tra loro e quindi non posso che associarmi all’ opinione emessa dallo Scor- | tecci (7) che sia prematuro, almeno per quanto riguarda I’ Eritrea, separare varietà innumerevoli che appaiono evidentemente arti- ficiose. Eryx thebaicus, Reuss. Blgr. Cat. Snak. I, p. 125. Due esemplari di Rorom, IV -29, il maggiore dei quali lungo mm. 400 e l’altro mm. 343. L'individuo più grande ha le macchie del corpo di colore rosso castagno, ben accentuate, mentre in quello più piccolo esse sono assai sbiadite. Zamenis rhodorhachis, Gthr. var. ladacensis, Anders. Blgr. Cat. Snak. I, p. 399. Cinque esemplari di Gaarre, il maggiore dei quali lungo mm. 360. Nessuno di essi presenta la striscia dorsale rossa caratteristica del rhodorhachis tipico, quattro sono di colorito uniforme, grigio-plumbeo, più o meno intenso, mentre uno presenta una serie di fascie trasversali oblique, molto ravvicinate, di colore assai più scuro di quello generale del dorso. Il numero delle squame ventrali varia tra 219 e 225; quelle della coda tra 51 e 127 ma in quello che ne ha meno la coda è evidentemente ‘mutilata. Psammophis punctulatus, D. B. Blgr. Cat. Snak. Ill, p. 159 (Tav. I). Un esemplare di Gaarre, lungo mm. 1440, dei quali 590 per la coda. (1) G. Scortecci, loc. cit., p. 332, tav. VIII. Foret = DE i PS e > cae IRZ0A 102 D. VINCIGUERRA Questo individuo (ed altro della stessa. provenienza ceduto al Museo Britannico) corrisponde esattamente alla descrizione datane da Duméril e Bibron (!) e a quella di Boulenger caratterizzate. dalla presenza di una striscia nera dorsale bifida sul capo e sul collo che si prolunga sino all’ estremità della coda, ‘mentre — parecchi altri esemplari di Somalia presentano la colorazione che ha fatto stabilire a Peters la varietà da lui detta trivirgatus (?), nella quale alla striscia nera mediana che occupa tre squame ed è accompagnata d’ ambo i lati da una gialliccia che ne occupa due, ne tiene dietro un’altra bruna che si stende sopra una squama sola come si vede nella figura data da Boulenger (8) ed è indicato nella sua descrizione. Sono stato lungamente esitante prima di riferire questi esemplari al punctulatus perchè si nota anche una leggiera differenza nel numero delle squame codali che nella forma tipica sono generalmente più di 160 (questo individuo ne ha 169 e quello dato al Museo Britannico 176) mentre nella var. trivirgatus non superano le 156 ed anche quelle ventrali sono in questo in numero alquanto minore che in quello. A quanto mi riferisce il Parker, il Museo Britannico ne possiede uno del Sudan egiziano con 192 ventrali e 178 codali. Anche un esemplare del Museo Civico proveniente da Saati ha 183 ventrali e 163 codali e quello del Museo di Milano di Ghinda, gentilmente avuto in comunicazione, ne ha 162 codali, mentre gli esemplari dell’ Ogaden e di altre località di Somalia hanno queste in numero variabile da 136 a 156. Per l’ esemplare tipo descritto da Duméril e Bibron sono indicate 130 codali, ma secondo quanto mi ha comunicato il Dott. Pellegrin la coda è alquanto mutilata, ma gli scudetti mancanti non potrebbero essere stati più di 10 o 12. In entrambe le forme si notano quindi notevoli oscillazioni e l’ estremo massimo dell’ una corrisponde press’ a poco all’ estremo minimo dell’ altra, talchè anche questo carattere non mi apparisce sufficiente per una distinzione specifica. Anche nella distribuzione geografica. di queste due forme si osserva una differenza, perchè la var. trivirgatus non è stata trovata che nelle regioni più meridionali dell’ Etiopia e i (4) Duméril et Bibron, Hist. nat. Reptiles, Paris 1854 tom. 7, p. 897. (?) Peters Monats. Berl. Ak. 1878. p. 206. (3) Boulenger, Ann. Mus. Civ. Gen. XXXV, p. 14, tav, IV, fig. 1. i : a SPEDIZIONE FRANCHETTI 103 mente in Somalia, mentre la forma tipica sembra caratteristica dell’ Abissinia propriamente detta e della Dancalia, benchè ciò non possa dirsi in modo assoluto perché l’ individuo descritto da Duméril e Bibron proveniva dall’ Arabia (dove non mi consta sia stata ulteriormente trovata) e ad essa debba indubbiamente riferirsi la Dendrophis furcata descritta e figurata da Bianconi (1) di Inhambane nel Mozambico. Questi due fatti portano ad esclu- dere che trattisi di due varietà geografiche. Le due varietà non differiscono nella colorazione che va dal gialliccio al bruno nelle parti superiori e più chiaro nelle inferiori; il colorito scuro della linea dorsale si attenua nella metà poste- riore del corpo. Le squame dei fianchi portano generalmente due punti neri allungati, mentre quelle ventrali e codali hanno puntini neri più o meno grandi. Nell’ individuo di Saati già ricordato tutto il colorito del corpo è assai più scuro che negli altri. Non conosco altra immagine dello Ps. punctulatus, forma tipica, oltre quella data da Bianconi col nome di Dendrophis furcata e quindi ho creduto opportuno darne una figura. BATRACI Rana oxyrhynchus Smith Blgr. Cat. Bat. Sal. p. 51. Parecchi esemplari di Gaarre, il maggiore dei quali lungo 31 mm. e alcuni girini. Questi individui sono più piccoli degli individui di questa specie dell’ Africa occidentale, ma il Parker mi informa che il Museo Britannico ne possiede esemplari del- l’ Etiopia e Somalia, perfettamente adulti, a malgrado della piccola statura, ed altri di grandezza normale. Secondo Parker la R. abyssinica di Peters sarebbe da considerarsi come sinonimo della oxyrhynchus e non della mascareniensis, D. B. Essa è diffusa in tutta |’ Africa orientale. Bufo Dodsoni Blgr. Blgr. Proc. Zool. Soc. 1895, p. 540. Un esemplare di Gaarre, lungo 43 mm. È una specie molto vicina al B. viridis, Laur. dal quale si (1) Bianconi, Spec. Zool. Moss. p. 276, tav. XIII. 104 D. VINCIGUERRA distingue per la maggiore larghezza dello spazio inter pel maggior diametro del timpano e per la minore estensione della membrana che congiunge le dita posteriori. Quanto alla pa distribuzione geografica non è diversa da quella del viridis che, “a quanto riferisce la Sig. Galabrési, fu trovato alle Isole Dahalak e a Gondar (1). i Bufo mauritanicus Schlg. La: Blgr. Cat. Bat. Sal. p. 298. + Un giovane esemplare di Egriaribà lungo 26 mm. Bufo regularis » Reuss SE Blgr. Cat. Bat. Sal. p. 298. ~ È | Due esemplari di Gaarre, uno lungo 51 mm. e l’altro giova- i nissimo. : Specie diffusa in tutta |’ Africa dall’ Egitto al Capo, trovata anche in Palestina e in Arabia. Bufo Blanfordii Blgr. ) Blgr. Cat. Bat. Sal. p. 301, tav. XIX, fi 4. Un giovanissimo esemplare di Gaarre, il maggiore dei quali lungo non più di 18 mm. PESCI Discognathus quadrimaculatus Ripp.? Blgr. Cat. Freshwat. Fish. Africa I, p. 351, fig. 265. Riferisco dubbiosamente a questa specie un piccolo esemplare di Rorom (10-IV=1929) lungo non più di 24 mm. e alcuni altri, il maggiore dei quali non misura più. di 25 mm., senza indica- zione di località ma probabilmente della stessa provenienza. La piccola statura di questi individui non ne permette una determinazione esatta, ma la piccolezza del disco sul labbro infe- riore, la posizione dell’ occhio sulla metà anteriore del capo, la (1) Calabresi, Att. Soc. it. Sc, nat. Milano LXIV, p. 404. macchia nera alla base della coda ed anche il confronto coi miei tipi del Discognathus Chiarinti, riferiti da Boulenger a questa specie, rendono assai probabile che trattisi di quella specie, propria delle acque abissine. Tilapia Franchettii, n. Sp. T. altitudine corporis 2 et “/ in ejus longitudine (absque pinna caudali) longitudine capitis ‘/, in ejus latitudine et 3 in longitudine corporis, rostro tam lato quam longo, diametro oculi 1 et */, in longitudine rostri et 5 in lon- gitudine capitis; dentibus triseriatis, unicuspidatis, 32 ad 40 in serie externa masillae superioris ; 3 seriebus squamarum in genis; appendicibus branchialibus brevibus, 15 super partem horizontalem primi arcus branchialis. Pinna pectorali */, in longitudine capitis, initium pinnae analis non attingenti. Thorace et abdomine squamis instructis. Colore corporis castaneo brunneo, squamis margine clarioribus vitta laterali obscura ab operculo ad basim pinnae caudalis, vitta dorsali superne indistincta, ad latus capitis punctis albidis, margine pinnae dorsalis albo ; parte ejus pinnae radiosa, caudali et anali albo punctatis; caeteris pinnis obscuris. Juvenibus clarioribus, vittis transversis obscuris instructis. è i 9 1 ST adr i 9a Parecchi esemplari del lago Giulietti (Afrera). Dimensioni di alcuni esemplari: Lunghezza del corpo senza la pinna codale mm. 84 55 44 Altezza del corpo. i GIRO 30 24 18 Lunghezza del capo . aE? tb 23024 6 Larghezza del capo . : ton 108 Lunghezza del muso . oa i patria LOS Diametro dell’ occhio . i GAs Ori e Spazio interorbitario . .. ate a CIRO) 106 : D. VINCIGUERRA L’ altezza del corpo è contenuta 2 volte e */, nella lunghezza di esso (senza la pinna codale) e la lunghezza del capo 3 volte; la larghezza di questo è 1/, della sua lunghezza; mandibola infe- riore non sporgente; muso tanto largo quanto lungo, con profilo superiore rettilineo, la sua lunghezza è poco più di 1 volta e !/, il diametro dell’ occhio che è compreso circa 5 volte nella lun- ghezza del capo e da 1 !/, a 1 e !/, nello spazio interorbitario; bocca che non raggiunge la verticale dal margine anteriore del- l'occhio: denti in tre serie, in numero di 32 a 40 nella serie esterna della mascella superiore, unicuspidi, 3 serie di squame sulle gote, la cui parte squamosa è uguale al diametro dell’ occhio; 15 appendici branchiali, molto corte, sulla porzione orizzontale del primo arco branchiale. Pinna dorsale con 14 spine e 11 raggi molli ramificati; l’ ultima spina è la più lunga e corrisponde a circa i ?/, della lunghezza della testa e l’ultimo raggio a poco più della */, di quella. Pinna anale con 3 spine e 9 raggi molli. Pinna pettorale poco più corta dei */, della testa, non raggiunge la verticale dell’ ori- gine dell’anale, cui non giunge neppure la ventrale. Codale troncata. Peduncolo codale alquanto più lungo che alto. Petto e addome squamati. Squame cicloidi. Colore del corpo marrone col margine delle squame più chiaro; generalmente una striscia più oscura sui fianchi dell’ o- percolo alla base della codale e un'altra dorsale meno distinta. Una macchia nera, spesso indistinta al margine superiore dell’ o- percolo; alcuni puntini chiari ai lati della testa. Margine superiore della pinna dorsale spinosa, bianco; con la porzione molle pun- teggiata di bianco, come la codale e |’ anale. Pettorali e ventrali brune. | | Gli individui giovanissimi sono di colorito cinereo chiaro con fascia trasversale oscura. | 1 Questi individui, quantunque in giovane età, non possono essere riferiti ad alcuna delle specie conosciute del genere Télapia. Essi appartengono al gruppo con squame cicloidi, con poche appendici branchiali e pinna codale subtroncata, con petto e addome squamosi e fra le specie che vi appartengono dimostrano la maggiore affinità con la 7. Sparrmani, Smith e la T. Per- civali, Blgr., come risulta dalla classica opera di Boulenger sui pesci d’acqua dolce d’ Africa e come fu constatato dagli ittiologi ul SPEDIZIONE FRANCHETTI 107 del Museo Britannico, Tate Regan e Norman i quali si assunsero cor- tesemente l’incarico di compararli con le collezioni di quell’ Istituto. Si notano però alcune differenze che non permettono di riferirli né all’ uno nè all’altro. La 7. Sparrmani ha un numero inferiore di appendici branchiali e la 7. Percivali ha due sole serie di squame sulle gote, e un numero maggiore di squame, in ispecie sulla serie trasversale. Io debbo confessare che non sono del tutto convinto della validità delle molte specie riferite al genere Tilapia, basate in gran parte su differenze di poca entitàe su individui unici o poco numerosi e non credo improbabile che una revisione di esse, fondata su un numero cospicuo di individui di provenienze diverse, riuscirebbe a diminuirne assai considerevolmente il numero, ma allo stato attuale delle nostre conoscenze, non ho potuto riferire questi individui ad alcuna delle specie note. Ho avuto per cura del March. Patrizi una fotografia di un gruppo di questi pesci, che sono abbondanti nel bacino del lago Giulietti, nella quale è ben visibile un esemplare, purtroppo — andato perduto con molto altro materiale della spedizione, che presenta una evidente gibbosità frontale, come si vede nella ripro- duzione ingrandita di quella fotografia. Parecchie sono le specie di questa famiglia che presentano una sporgenza frontale più o meno sviluppata (Tilapia betsi- leana, Blgr., Pelmatochromis frontosus, Blgr., Cyrtocara Moorti, Blgr.) che Boulenger ritiene propria degli individui adulti di sesso maschile. Uno degli individui di Tilapia Franchetti, quantunque di statura non superiore a 6 centim. presenta già un accenno a quella sporgenza. D. VINCIGUERRA | x Cyprinodon dispar (Ripp.). Blgr. Cat. Freshwat. Fish. Afr. IV, p. 20, fig. 12. di Derrab, presso Gaarre. Questi ultimi furono raccolti dal Dottor Moscatelli 1’ 11-XII1928. Gli individui del lago Giulietti sono assai più piccoli degli altri e specialmente i maschi, che sono lunghi da 18 a 25 mm., mentre quelli di Derrab, raggiungono i 37 mm.i oe 41 le @, non toccando mai le dimensioni massime _ di questa specie che giunge a 80 mm. I maschi sono ben rico. i noscibili per le 2 o 3 fascie semilunari della pinna codale, nei giovani sono anche presenti le fascie trasversali oscure, molto ravvicinate, che sono caratteristiche dei maschi del C. fasciatus . (Val.) che spariscono negli adulti, mentre le femmine conservano le sottili fascie brune. Parecchi esemplari del lago Giulietti e delle pozze dell’ Uadi q ; 4 SPEDIZIONE DEL BARONE Rarmonno FRANCHETTI IN DANCALIA U C.C FE Lak wg per ALESSANDRO GHIGI La collezione ornitologica, oggetto di queste note, é stata raccolta in massima parte dal Marchese Saverio ParRIZI nella la spedizione, come risulta dal volume pubblicato dal Francuerri | () nel febbraio 1929, partendo da Gaarre, così che il materiale proveniente dalle località poste ad occidente di questa, è stato . raccolto dagli altri membri della spedizione. La collezione ha avuto inizio ad Assab e nelle piccole isole della a baia che ne porta il nome, però la spedizione vera e propria ha avuto principio sulla costa, a Beilul, e si è diretta a Gaarre che ne dista circa un centinaio di chilometri: successivamente l’itine- rario, salvo leggeri spostamenti ora verso nord ed ora verso sud, | si è svolto ad occidente fino a raggiungere l’altipiano etiopico. Le fonti principali per lo studio della ornitologia eritrea sono le medesime alle quali é necessario ricorrere per lo studio di tutta l’avifauna etiopica. Innanzi tutto l’opera del Retcuenow (?) sugli uccelli d’Affrica vale ad uno studio fondamentale delle specie, studio che viene utilmente approfondito per la regione circumeritrea coll’ altra 4 opera pure capitale dell’ Harterr (3) sugli uccelli della fauna pale- | artica. Finalmente il recentissimo sistema degli uccelli etiopici, redatto dallo Sciater (4), consente allo studioso di aggiornare la (1) FRANCHETTI R. Nella Dancalia etiopica. Spedizione italiana 1928-1929, Monda- dori, editore. i (2) REICHENOW A. Die Vogel Afrikas. Bd. I-IV, Neumann, Neudamm, 1901-1905. (5) HARTERT E. Die Vogel der palàarktischen Fauna, Bd. I-III, Friedlander, Berlin 1910-1922. (4) SCLATER W. L. Systema avium aethiopicarum, ed. b. Brit. Ornith. Un. Lon- don, Part I pp. 1-304, 1924; Part II pp. 305-922. 1930. Aden e spedizione, organizzata dal Barone Ramonno FraNcuert, attraverso la Dancalia, dal novembre 1928 al maggio 1929. Il Parrizi lasciò — 1407 A. GHIGI sinonimia e di avere sott'occhio lo stato attuale della sistematica e della distribuzione geografica, insieme alle indicazioni bibliogra- fiche necessarie e sufficienti per ricorrere ai lavori speciali. Un primo contributo alla conoscenza della avifauna dancala è stato dato dall’ Antinori colla sua esplorazione del territorio dei Bogos e delle regioni circostanti, fatta durante gli anni 1870 e 1871, assieme ad Opoarpo Beccari e ad Arturo IsseL. Al catalogo degli uccelli (*) fatto in collaborazione col SaLvaporI portò qual- che contributo anche HeugLin, il quale pure aveva esplorato le coste del Mar Rosso. E giusto però riconoscere che salvo qualche cattura fatta ad Assab, si tratta di raccolte compiute nell’Eritrea e specialmente sull’ altipiano, le quali non riguardano la Dan- calia propriamente detta. | Anche il lavoro del Conte ZepLitz (2) che può essere conside- rato come la monografia più moderna ed accurata dell’ avifauna eritrea ed è frutto delle sue esplorazioni attraverso la nostra co- lonia, non tocca la Dancalia. Si deve dunque riconoscere che la collezione PatrIzi- Francnerti è, fino ad oggi, il solo contributo notevole alla conoscenza dell’avifauna della regione compresa tra il Mar Rosso, l’altipiano etiopico ed il Golfo di Gibuti. ARDEIDAE 1. Demigretta schistacea (FHR.). Airone mezzano del Mar Rosso N. 59. o. 9 Gennaio 1929, spiaggia di Assab. Becco giallo; zampe nere alla tibia; tarso—metatarso e dita gialle. Iride gialla; frequente. (nota Patrizi). Abito completamente bianco; piume allungate dell’ occipite assenti; scapolari filamentose non molto sviluppate. Lungh. totale mm. 655; ala 295; becco 100; tarso metatarso 115. : N. 71. g. 17 Gennaio 1929. Isola Om-el-Sciorah nella Baia d’ Assab. Mandibola giallastra; mascella superiore nerastra; zampe nere, piede ed unghie giallo limone; iride giallo chiaro (nota Patrizi). @) ANTINORI O. e SALVADORI T. Viaggio dei signori O. Antinori, O. Beccari ed A. Issel nel Mar Rosso. nel territorio dei Bogos e regioni circostanti durante gli anni 1870 e 1871. Catalogo degli Uccelli: Ann. Mus. Civ. Genova IV 1873, pp. 366-520 T. I-III. () ZEDLITZ O. Meine ornithologische Ausbeute in Nordost. Afrika, Journ. f. Orni- thologie, 58 Jahrg. 1910, 59 Jahrg. 1911. | SPEDIZIONE FRANCHETTI 414 A «Abito nero lavagna degradante in cenerino cupo nelle parti . superiori, nelle penne ornamentali allungate del collo, nelle ali e | specialmente nelle remiganti: gola bianca. Il petto, il collo e le . piccole copritrici delle ali sono nere opache. Piume ornamentali del dorso molto lunghe ed abbondanti, raggiungono quasi l’estre- mità della coda ed hanno punte rossiccie. Le due lunghe penne ornamentali del capo mancano. Lungh. totale mm. 660; ala 300; “a becco 105; tarso 120. N. 72. 2. 17 Gennaio 1929. Isola Om-el-Sciorah nella Baia d’ Assab. Mandibola giallastra, mascella nerastra; zampe nere; piede ed unghie | giallo limone; iride giallo chiaro (nota Patrizi). Abito identico a quello del precedente; le punte rossiccie delle lunghe penne dorsali sono appena accennate. Lungh. totale «mm. 610; ala 275; becco 97; tarso 110. N. 79. &. 24 Gennaio 1929. Assab. Giovane in abito grigio. Esemplare in muta, il quale accanto a penne sfumate di rossiccio e più o meno orlate all’ apice di bianco, appartenenti all’abito di nido, ne porta altre decisamente ed interamente cenerine, le quali provano che, a muta ultimata, questo esemplare sarebbe divenuto totalmente cenerino, almeno nelle parti superiori. La gola è interamente bianca; dello stesso colore sono alcune penne del mazzetto ornamentale del gozzo; il resto delle parti inferiori è mischiato di varie gradazioni di cenerino chiaro fino al biancastro. Nessuna indicazione è data dal Patrizi sul colore del becco e delle zampe, che appaiono simili a quelle degli esemplari precedenti. Lunghezza totale mm. 666; ala 285; becco 95; tarso 110. a Questa forma è stata lungamente confusa con Demigretta gularis (Bosc.), oggi circoscritta alle regioni occidentali del-. l’Affrica dal Senegal al Gabon ed alle isole Fernando Po, Principe ed Annobom. D. gularis è inoltre decisamente più piccola di D. schistacea. La nostra specie, nel Systema Avium aethiopica- rum è circoscritta alle coste del Mar Rosso e del Golfo di Aden, ma il Vaugnan in un suo recentissimo lavoro (The Birds of Zanzibar and Pemba. Ibis, october 1929), sostiene che anche gli esemplari di Zanzibar, Pemba, della costa orientale e forse di ‘ fon n Ai GHIGI spin Aldabra ed Assunzione non possono essere separati da D. schi- stacea. \ E questo un Airone poco dissimile da Egretta garzetta; anzi è difficile distinguere da quest’ultima la forma bianca di D. schistacea; questa ha becco e tarso più o meno gialli, men- tre la prima li ha neri. D. schistacea offre tre aspetti tipici: il nero lavagna, il c&nerino ed il bianco. Noto che dei quattro esemplari raccolti dal Marchese ParRIZI, i due più adulti, neri, delle isole, sono più piccoli dei due giovani continentali di Assab. 2. Butorides striatus brevipes (EHR.) N. 26. 9. 20 Marzo 1929. Afrera. — Lungh. totale mm. 400; ala 175; becco 57; tarso 44. N. 30. 9. 29 Marzo 1929. Afrera. i Lungh. totale mm. 390; ala 170; becco 150; tarso 45. Il N. 26 differisce dal 30 che può essere considerato tipico, perchè le penne del dorso e le scapolari non hanno riflessi verdi, ma sono piuttosto cenerine con rachide più scura e bordo sfumato di rossiccio. Le copritrici grandi e piccole delle ali, le scapolari e le maggiori secondarie hanno un bordo bruno gialliccio ben mar- cato. Nelle parti inferiori il bianco è molto più esteso, special- mente nel gozzo e nel sottocoda ed il grigio bruno è distinta- mente più pallido. Mentre nell’esemplare N. 30, l'apice chiaro — delle remiganti primarie e delle prime secondarie è appena visi- bile e bianchiccio, nell’esemplare 26 è bianco puro, ben distinto, fino a superare nella nona primaria due millimetri di larghezza. Questa forma appartiene alle coste del Mar Rosso e della Somalia, da Porto Sudan a Berbera e lungo le coste dell'Arabia da Aden a Mascate. E molto affine a B. s. atricapillus (Arz.) dell’ Africa tropicale, dalla Senegambia al Sudan Egiziano, al Natal ed alla provincia del Capo. PHOENICOPTERIDAE 3. Phoenicopterus ruber antiquorum (TEM.) N. 57. J. Beilul, spiaggia di Collahassa. Il fenicottero maggiore si stende in tutta I’ Affrica. Località x relativamente prossima alla nostra, nelle quali è stato catturato, SPEDIZIONE FRANCHETTI no Suakim e l'isola di Socotra. Il fenicottero minore (Phoeni- onaias minor (Grorrr.) è stato segnalato, verso Nord, fino allo Scioa. ANATIDAE 4. Spatula clypeata (L.) N. 4. 2. (Soltanto il capo ed il collo). 28 Novembre 1928. Beilul in | acqua salmastra. " Il Mestolone, durante l'inverno, raggiunge la Senegambia e pla Somalia, il protettorato di Aden e la Colonia del Kenia. In È Abissinia sembra stazionario. 5 Anas penelope L. N. 32. Q. Acqua di Seitullè a circa 6 Km. a sud di Gaarre. Becco az- zurro. Iride bruna. Zampe bieu (nota Patrizi). Il Fischione raggiunge, in inverno, il Sudan, l’Abissinia, e. il protettorato di Aden, come pure Madera, le Canarie e le Azzorre. 6. Alopochen aegyptiacus (L.) N. 62 e 63, 2 of. 25 Aprile 1929. Egriaribà. L’oca d'Egitto è propria della valle del Nilo, della Palestina e dell’Affrica a sud del Sahara. Già segnalata della costa Dancala. 9 | AEGYPIIDAE (Vulturidae) 7. Torgos tracheliotus nubicus Smith (Otogyps auricularis DAUD). - _ N 42. Capo e collo senza indicazione di sesso. 22 Dicembre 1928. Gaarre. i Gia segnalato per Suakim e per la costa abissina. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LV (16 Febbraio 4931). 8 ea "4 114 OA CHICN SARA LARA 8. Trigonoceps (Lophogyps Bp.) occipitalis (BuRCH.) N. 41. o’. 22 Dicembre 1928. Gaarre. Iride bruna. Piedi carnicini. Guancie carnicino chiarissimo. Base labbra azzurrognolo. Cera verdastra. Becco arancione rossastro (nota Patrizi). fi; Questo avvoltoio arboreo, caratterizzato dalle brevissime e folte penne bianche ricoprenti tutta la parte superiore del capo, appartenente alla tipica regione etiopica, era già stato sega to del paese dei Bogos dall’AxTINORI. FALCONIDAE 9. Falco tinnunculus carlo (Hart. & NEUM.) N. 70. 7. 3 Maggio 1929. Igri Herrat. N. 74. gd juv. 4 Maggio 1929. Adigrat. Questa sottospecie delle montagne dell’ Affrica dal Nord della Nigeria, dell’Abissinia e della Somalia fino alla regione dei Grandi Laghi è più piccola di Falco è. tinnunculus. La lunghezza del- l'ala nei due esemplari studiati è di mm. 225 in confronto a mm. 240 di maschi finnunculus italiani. Nell’ esemplare 70, adulto, il grigio del capo è più scuro che in téinnunculus. La coda presenta nove strie nere poco distinte sulle timoniere me- diane e sul vessillo esterno delle laterali. Le macchie nere del dorso, delle scapolari e delle ultime secondarie si dilatano, più o meno, a formare striscie trasversali che, su ciascuna penna ed a seconda della sua lunghezza, sono più o meno numerose. Le macchie nere delle parti inferiori sono più estese. L’esemplare 74, giovane, in confronto a tinnunculus è più striato sul dorso, ma la differenza maggiore è nella coda, a fondo bruno rosso, decisamente striata di nero con fascie ancora più marcate che nella femmina Naumanni. 10. Circus macrourus (GMEL.) N. 41. o. 19 Aprile 1929. ? loc. e SI pi sO SPEDIZIONE FRANCHETTI 115 PANDIONIDAE 11. Pandion haliaetus (L.) N. 73. 9. 17 Gennaio 1929. Isola Om-el-Sciorah. OTIDIDAE 12. Neotis heuglini (HARTL.) N. 45. Q. 26 Dicembre 1928. Airori. Unica vista nella località. Questa grande Otarda, facilmente individuabile per le grandi macchie a ferro di lancia sul dorso e sulle scapolari e per la | striscia rosso ruggine, inferiormente orlata di nero, che separa decisamente il bianco di tutto il resto del ventre dal grigio ondu- lato della regione del gozzo e del collo, è nota soltanto per la Somalia settentrionale e più precisamente per la regione com- presa tra Zeila ed Harrar. Questa cattura estende più a nord la distribuzione. geografica della specie. | Con ogni probabilità l’indicazione del sesso è errata; i carat- dell’esemplare sono infatti maschili. La faccia e la gola sono nere, mentre nella 9 sono bianche. Lunghezza totale 780; ala mm. 500; becco mm. 70; tarso 130. Le misure della lunghezza totale e di quella dell'ala sono decisamente maschili; quelle del becco e del tarso femminili. Il colore del becco non coincide colla de- scrizione che ne dà il Reicuenow; « Schnabel griinlich schwarz, an der Spitze blasser »; nell’esemplare che ho sott'occhio, la mascella superiore è scura con una stria trasversale gialliccia a poco più di un terzo dall’estremità: quella inferiore è tutta chiara salvo l'estremità scura. In conclusione il becco è chiaro salvo l'estremità che è più scura. CHARADRIIDAE " 13. Charadrius hiaticula hiaticula (L.) N. 75. 0°. 25 Gennaio 1929. Assab. Zampe rosso arancio. N. 74. 9. 25 Gennaio 1929. Assab. A. GHIGI 14. Charadrius dubius curonicus (GMEL.) | N. 1. Q. 27 Febbraio 1929. Gaarre. N. 1 bis Q. 27 Febbraio 1929. Gaarre. Citato della colonia del Kenia, del iioclgnalo di Aden ¢ e du Socotra. 15. Squatarola squatarola (L.) di N. 63. 9 Gennaio 1929. Spiaggia di Assab. | ie 16. Afribyx senegallus senegallus (L.) N. 68. Q. 30 Aprile 1929. Gala 2 ae N. 69. 3. 30 Aprile 1929. Gala ? ere i Il Vaneilo armato del Senegal è distribuito ad est fino al a Sudan Egiziano, all’ Abissinia ed all’ Uganda. Questa é forse laa 1 cattura più neo ao 17. Arenaria interpres interpres (L.) ‘ Nee, N. 60. 7°. 9 Gennaio 1929. Assab. SCOLOPACIDAE — | 18. Erolia alpina (L.) N. 61. 2. 9 Gennaio 1929. Assab. «Giunge al Sud lungo le coste del Mar Rosso fino ad Aden ed oltre Zanzibar. 19. Erolia testacea (PALLAS) N. 6] bis 9. 9 Gennaio 1929. Assab. 20. Tringa totanus totanus (L,) N. 62. 2. 9 Gennaio 1929. Assab. 21. Numenius arquata lineatus (Cuv.) N. 58. Q. 9 Gennaio 1929. Assab spiaggia. Hr SPEDIZIONE FRANCHETTI 117 , GLAREOLIDAE 22. Cursorius cursor cursor (LATH.) N. 82. o&. 26 Gennaio 1929. Assab. N. 83. Q. 29 Gennaio 1929. Assab. La bella tavola a colori che il Conte ZepLitz ha dato in Journ. fur Ornithol. 58 Jahrg. (1910) ed i cenni comparativi sulle varie forme di Cursorius gallicus da lui offerti a pag. 310 dello stesso volume, permettono di stabilire questa determinazione con certezza assoluta per l'esemplare N. 83 e quasi assoluta per il Nes84t Le dimensioni dei due esemplari escludono da sole che possa trattarsi di C. c. somalensis SueL. della Somalia o di C. c. li- toralis ru. della Somalia italiana e della Colonia del Kenia; queste due forme infatti sono di mole inferiore (lungh. totale 190 mm.; ala 127-133 mm.), mentre il nostro esemplare 82 misura rispettivamente mm. 260 e 158 e l'esemplare 83 mm. 248 e 154, dimensioni proprie di C. c. cursor (Latu.) e C. c. dahla- kensis ZepL. Per quanto riguarda i colori, la tavola del Conte ZepLITZ prova che la forma delle isole Dahlak è di tono più caldo nelle parti superiori, mentre quelle inferiori, compresa la gola, sono di un deciso colore isabella, mentre in C. c. cursor sono biancastre, con gola quasi completamente bianca. L’esemplare 83 non differisce, ripeto, dai tipici cursor, mentre il N. 82, di mole maggiore, può considerarsi intermedio per le tinte fra cursor e dahlakensis, con maggiore somiglianza al primo. La fronte e le parti superiori sono di tono isabella più carico, mentre le parti inferiori sono alquanto più calde soltanto nel gozzo e nel petto; nella figura dello ZepLIitz la gola ed il petto sono di colore isabella uniformemente carico mentre nel nostro esemplare la gola è addirittura biancastra ed il petto è isabella pallido. Trattandosi di una specie parzialmente migrante, considerata la vicinanza delle isole Dahlak colla costa dancàla e le differenze osservate nei due esemplari di Assab, sorge naturalmente il dubbio sulla validità di C. c. dahlakensis come razza locale e si affaccia invece l’ipotesi che le differenze di colore non siano che fluttuazioni coromorfiche. ; ) Ì Nea WAS A. GHIGI BURHINIDAE (Oedicnemidae) 23. Burhinus senegalensis (SWAINS.) N. 43. 15 Aprile 1929. Cohul. Questa specie, caratteristica per la mancanza di strie sulle timoniere mediane e per la macchiatura delle parti superiori costituita da strie triangolari mediane, lungo la rachide delle penne era gia nota per l’Eritrea. Alla Dancalia propriamente detta appartengono il Burhinus capensis dodsoni (Grant) del- l’ Arabia sud occidentale e dell’ opposta spiaggia dancala ed il B. c. ehrenbergi (ZepL.) noto soltanto per la località ove fu rinvenuto dal Zepurrz il tipo, |’ Arcipelago Dahlac. Sulla validità sistematica di quest’ultima forma, esprimo dubbi analoghi a quelli che ho espresso per Cursorius cursor dahlakensis Zevu. LARIDAE 24 Larus fuscus affinis (REINE.) N. 76. J. 24 Gennaio 1929. Assab. 25. Larus hemprichii (BRUCH.) N. 64. g°. | Gennaio 1929. Assab, abbondantissimo. Questo gabbiano, prevalentemente australe, è distribuito sulle coste orientali dell’Affrica da Suakim a Dar es Salaam; sulle coste dell’ Arabia e verso oriente fino al Sind. Il collare bianco dietro la nuca è poco distinto in questo esemplare. | PTEROCLIDIDAE 26. Eremialector lichtensteini hyperythrus (ER1.) N. 3. 92. 28 Novembre 1928. Beilul, zona costiera. N....0. 30 Novembre 1928. Beilul. Debbo questa determinazione alla cortesia degli Ornitologi del British Museum. Con essa l’area di distribuzione della forma cio: art ARTE ANIME SPEDIZIONE FRANCHETTI edd 8 ‘somala di Pterocle del Lichtenstein è molto modificata, giacchè gli esemplari di ErLanGER furono catturati lungo il fiume Daua nella Somalia meridionale e lo ScLarer, nel Systema avium aethiopicarum, ammette, pur dubitativamente, questa forma per il Kenia settentrionale. In questo Pterocle le macchie apicali delle copritrici delle ali sono di un giallo rossiccio intenso nel of e, nella 9, le scapolari hanno le macchie subapicali quasi nere con strie trasversali più chiare poco distinte, mentre le forme affini hanno strie nere e bruno rosse nettamente alternate. COLUMBIDAE 27. Vinago waalia (MEYER) N. 15. co. 12 Marzo 1929. Derrab. Questa specie è distribuita dalla Senegambia attraverso la Nigeria del Nord fino al Sudan, all’ Abissinia, alla Somalia, a Socotra, al protettorato di Aden ed al Yemen. Questa è una delle catture più orientali, verso il Mar Rosso, di questa specie che vive di frutta, specialmente di fichi selvatici. La sua. presenza è, di per sé, indizio di zona non desertica. MUSOPHAGIDAE 28. Corythaixoides leucogaster (RiirP.) N. 46. &. 17 Aprile 1929. Cohul. N. 47. Q. 17 Aprile 1989. Cohul. Questa bella specie di Turaco provvisto di abbondante ciuffo, a lunga coda, grigio e col petto e ventre bianchi era noto fino ad ora dei territori compresi tra |’ Abissinia meridionale, la So- malia ed il lago Tanganica. L’Antivor: l’ha ripetutamente cattu- rato nello Scioa. Il reperto del Marchese PargIZI estende ancora a nord est | l’area di distribuzione di questo uccello che frequenta i boschi di -acacie e di mimose. da A. GHIGI CORACIIDAE 29. Coracias garrulus (L.) N. 36. Q. 12 Aprile 1929. Rorom. ani: 30. Coracias naevius naevius (DAUD,) N. 19. 9. 17 Aprile 1929. Cohul. N. 48. J°. 17 Aprile 1929. Cohul. Già trovata in Eritrea. MEROPIDAE 31. Merops albicollis major (PARROT) N. ... &. 19 Aprile 1929. Amullefaghe. N. 52. 2. 19 Aprile 1929. Amullefaghe. Questa forma abita l’Affrica orientale dal Sudan egiziano e dall’ Abissinia fino alla Colonia del Kenia e Dar es Salaam; si trova pure in Somalia e nell’Arabia sud-orientale. 32. Melittophagus lafresnayei lafresnayei (Gufr.) N. 71. gd. 3 Maggio 1929. Igri Herrat. N. 71. bis g°. 3 Maggio 1929: Igri Herrat. Già noto dell’ Abissinia, dell’Eritrea, dello Scioa e del paese dei Galla. BUCEROTIDAE 33. Lophoceros flavirostris flavirostris (Ripp.) N. 12. J. 2 Marzo 1929. Derrab. N. 13. QO. 2. Marzo 1929. Derrab. La forma tipica di L. favirostris non può essere confusa con L. f. somaliensis del Giuba, perchè questo è più piccolo ed ha sE SPEDIZIONE FRANCHETTI rent od on su Car la mascella inferiore interamente rossa. La coppia raccolta dal ; cd. Marchese Patrizi ha il becco giallo, salvo il margine interno delle vi — mascelle che è color corno, leggermente sfumato in rosso nel | . _. terzo apicale e specialmente sulla punta. ci Il Rercnenow dice che le parti nude della gola sono rosse, | più scure nella femmina; le etichette del ParrIzi non danno ~ (aa alcana indicazione in proposito. Noto peraltro che il maschio è più piccolo della femmina e che sul culmine del becco si nota una intaccatura che può essere considerata come un rudimento Bd quel processo laminare che, in altre specie del genere, è chia- ramente sviluppato ed in altri generi della famiglia raggiunge a dimensioni cospicue e forme strane. 4 Misure del ©: lunghezza totale mm. 465, ala 185, coda 200, a becco 80, sua maggiore altezza 33. Misure della Q: lunghezza : 4 totale mm. 520, ala 210, coda 235, becco 88, sua maggiore 5 altezza 35. Altezza della mascella superiore del g’, corrisponden- ‘temente al processo laminare mm. 16, della 9 mm. 16. ie 5 n UPUPIDAE 34. Upupa epops epops (L.) . Do: : N. 33. &. 19 Dicembre 1928, Gaarre. pe ; ; r. o fu : hi: Hi ; MICROPODIDAE i i 5 35. Miecropus affinis abessynicus (STREUBEL) 4 N. 31. ? sesso, frequente anche ad Aità, pareti rocciose (nota Patrizi). Questo piccolo Rondone è distribuito in buona parte della ne regione etiopica: dalla Gambia e dalla Nigeria settentrionale fino all’ Angola, incluse le isole S. Thomè e Principe. Ad Oriente in Abissinia, in Somalia e nel protettorato di Aden. Al Capo è raro. La forma tipica è dell’India; una terza forma, M. a. koenigi è della Tunisia, del Marocco e del Sahara sud-orientale. A. GHIGI CAPITONIDAE 36. Trachyphonus margaritatus margaritatus (CRETZSCH.) N. 16. g°. 12 Marzo 1929. Derrab. N. 30. 2. 30 Novembre 1928. Beilul, zona a palme. Questa forma è assegnata al Sudan ui da Suakim a Cartum e più a sud attraverso l’Abissinia; ad occidente si stende fino al Lago Ciad, alla Nigeria settentrionale e ad Asben nel Sahara meridionale. La cattura di Beilul, sulla riva dancala del Mar Rosso, è dunque notevole. ALAUDIDAE 37. Alaemon alaudipes desertorum (STANL.) N. 32. &%. 8 Aprile 1929. Afrera. dì) 33. Q. 7 Aprile 1929. Afrera. N. 69. J. 16 Gennaio 1929. Isola Fatmah, baia di ee Iride brung. zampe brunastre, frequente nelle isole, meno sul litorale (nota Patrizi). Questa forma che differisce dalla tipica per avere le copritrici della coda grigie e non bianche, é diffusa in tutte le coste ed isole del Mar Rosso, a nord fino al deserto che sta fra Suez ed il Cairo; a sud fino ad Aden ed alla Somalia, nelle pianure marit- time. Gli Alaemon sono grossi uccelli, della mole di un tordo; col becco piuttosto fine, slanciato e leggermente arcuato. Eremopteryx nigriceps melanauchen (CAB.) N. 81. 28 Gennaio 1929. Assab. Abbondante sulle coste. Questi uccelli, per il loro becco conico e corto e per la loro macchiatura hanno grande somiglianza colle specie più grosse ‘ della sotto famiglia Spermestinae. | °0’SPEDIZIONE FRANCHETTI là MOTACILLIDAE 39. Motacilla alba alba (L.) N. 14. 6 Dicembre 1928. Gaarre. 40. Budytes flavus feldeggi (MIcHAH.) N. 7. &. 8 Marzo 1929. Afammò. N. 28. d°. 24 Marzo 1929. Afrera. 41. Anthus campestris campestris L.. N. 66. Q. Aprile 1929. Egriariba. 42. Anthus cervinus (PALL.) N. 65. 0’. 28 Aprile 1929. Egriariba. TIMALIIDAE 43. Turdoides leucopygia leucopygia (Riipe.) | N. 67. 9. 24 Aprile 1929. Egriariba. AD : La forma tipica di questa specie abita la costa abissina del _ Mar Rosso ed è facilmente riconoscibile per il capo interamente . bianco latteo. PYCNONOTIDAE i 44, Pycnonotus barbatus schoanus (NEUM.) N. 7. o&. 30 Dicembre 1928. Gaarre. N. ... 30 Novembre 1928. Beilul. N. 9. &. 8 Marzo 1929. Afammo. N. 6. 2. 30 Novembre 1928. N. 29. Q. 29 Marzo 1929. Afrera. Questa forma è distribuita sull’altipiano abissino dall’ Eritrea A. GHIGI ) i 45. Geokichla litsipsirupa simensis (Riipp.) SR N. 43. d. 4 Maggio 1929. Adigrat. 5a N. 72. 9. 4 Maggio 1929. Adigrat. Questa forma è diffusa nell’altipiano abissino dal Tigre allo Scioa e nel paese dei Kullo sul medio Omo. Si trova pure nei be» ‘ monti dell’Harrar, al sud della valle del Hawash. 46. Oenanthe oenanthe oenanthe (L.) (ARI N. 42, Q. 15 Aprile 1929. Cohul. 47. Oenanthe deserti atrogularis (BLYTH,) N. 8. 9. 30 Novembre 1928. Gaarre. N. 53. J. 4 Gennaio 1929. Gaarre. N. 55. of’. 5 Gennaio 1929. Gaarre. Forma invernale dall’Arabia alla Somalia, all’Eritrea, al Sudan Britannico, fino al lago Ciad. Nidifica nel Turchestan russo e regioni limitrofe. ’ ® £ 48, Oenanthe leucomela leucomela (PALL.) (Saxicola pleschanka LEPECH) N. 38. 0. 27 Febbraio 1929. Gaarre. N. 17. &. 8 Dicembre 1928. Gaarre. D. 22. &' 17 Marzo 1929. Aura. 49. Oenanthe leucopyga leucopyga (BREHM.) N. 18. d°. 13 Marzo 1929. Derrab. N. 26. 9. Dicembre 1928 E. di Gaarre. N. 56. 9. Amba Jacomudi, Gaarre. Tutti questi esemplari sono neri lucidi colla callotta cefalica, oltre al sopracoda e sottocoda, bianca. Delle timoniere sono nere le mediane, salvo una piccola porzione basale, ed una macchia più o meno estesa sul vessillo esterno delle laterali. L'estensione di tali macchie varia da individuo ad individuo; in uno di essi, | TURDIDAE | oe SPEDIZIONE FRANCHETTI 195 se si eccettua il secondo paio e l’estremo, le altre timoniere RIE { 5 hanno appena una sfumatura nera. Nella femmina invece il ves- | sillo esterno delle timoniere estreme è nero quasi fino alla base e le macchie delle altre formano una stria subapicale nera, inter- rotta soltanto da brevi spazi bianchi intorno alle rachidi. Nella femmina la callotta cefalica è meno estesa e non così candida come nei maschi. Questa ‘bella e caratteristica . specie è stanziale in Egitto, © Palestina e nei paesi del Mar Rosso. 50. Oenanthe isabellina (TEMM.) N. 84. co”. 29 Gennaio 1929. Assab. N. 17. 0°. 12 Marzo 1929. Derrab. N. 34. g. 10 Aprile 1929. Rorom. Cercomela melanura lypura (Hempr. & EHR.) N. 14. d. 12 Marzo 1929. Derrab. — — 12 Dicembre 1928. Gaarre (dall’alcool). Attribuisco a questa forma i due esemplari della collezione Parrizi, con qualche incertezza, perchè non perfettamente simili; d’altronde uno di essi è stato conservato in alcool e ciò ha pro- dotto certamente qualche cambiamento di colore. Nel « Systema avium aethiopicarum », sono registrate quattro forme di Cer- comela melanura, tutte ben localizzate. Una ‘di esse, C. m. airensis (Hartert), è del Sudan francese ed è più pallida; C. m. melanura (Trmm.) è di Palestina e del Nord Arabia; C. m. erlan- geri (Neum. & Zept.) è dell’ Arabia sud occidentale, mentre C. m. lypura è delle coste affricane del Mar Rosso e della Somalia Britannica. Gli esemplari dancali misurano rispettivamente mm. | 148 e 139 di lunghezza: il Retcuenow assegna a questa forma mm. 140-145, ma fissa la lunghezza di C. m. melanura in 150-160 mm. 52. Pentholaea melaena (RipP.) N. 77. 3. 6 Maggio 1929. Gabbireo Uebai. N. 76. Y. 6 Maggio 1929. Gabbireo Uebai. Questa specie appartiene all’ Abissinia; è già stata trovata a . Senaféè, al Lago Tsana e fino allo Scioa. Si tratta di un uccello mole mezzana, relativamente al gruppo dei «tordi, con coda molto 126 A. GHIGI O fe. singolare che ricorda il merlo, ma ha coda brevissima ed il ves- sillo interno delle remiganti primarie, nella porzione nascosta, candido. 53. Thamnolaea cinnamomeiventris alboscapulata (Ripp.) N. 57. 7°. 24 Aprile 1929. Egriaribà. “4 N. 59. Q. 24 Aprile 1929. Egriaribà. Iride rossa. La forma è nota per l’Abissinia dal territorio dei Bogos fino all’Harrar ed al Sudan. Uccello della mole del merlo col ventre ed il sopracoda rosso ruggine, mentre il resto del corpo è nero lucente. Il maschio ha le scapolari bianche. | 54. Saxicola (Pratincola) torquata maura (PALL.) N. 20. oh’. 16 Marzo 1929. Aura. ei 55. Cercotrichas podobe podobe (MilLLER) J. 13 Febbraio 1929. Gaarre. Questa forma che ha il vessillo interno delle primarie rosso è distribuita dal Senegal al Mar Rosso. 56. Cercotrichas podobe melanoptera (HemPr. & FAR.) N. 6 gd. 30 Novembre 1928. Beilul. Determinazione sicura perchè il vessillo interno delle prima- rie è interamente nero, mentre nella forma tipica C. p. podobe è rosso marrone. Tale forma è attribuita nel Syst. avium aethio- pic. esclusivamente all’ Arabia occidentale e sud occidentale, in- cluso il Yemen ed il protettorato di Aden. Il ReicueNow però la cita del Dongola e di altre località africane. Il rinvenimento del | Marchese Patrizi a Beilul prova che questa forma si trova real- mente anche in Africa. Cercotrichas podobe è un uccello di lunga e fortemente graduata; è tutto nero, salvo le estremità delle timoniere laterali e delle più lunghe penne del sottocoda, che sono bianche. SPEDIZIONE FRANCHETTI SYLVIIDAE © 57. Agrobates galactotes galactotes (TEMW). N. 35. o&. 19 Dicembre 1928. Gaarre. Pp: _N. 43. o%. 24 Dicembre 1928. Gaarre. | N. 13. S. 13 Febbraio 1929. Gaarre. } ; “i 58. io aaa Sd collybita collybita (VIEIL.) AA (rufus Auct.) N. 27. 28 Marzo 1929. Afrera. | »»».’59 Sylvietta brachyura hilgerti (ZEDL.) Dicembre 1928. Gaarre (alcool). Determinazione incerta perchè l'esemplare è mutilato di parte del becco ed alterato dalla conservazione in liquido. Questo genere per la distribuzione dei colori e la coda cortissima, ricorda in miniatura il genere Sztta. 1 3 60. Prinia somalica somalica (ELLIOT) Dicembre 1928. Gaarre (conserv. in alcool). . L’esemplare è completamente spiumato nel dorso e nel sopra- coda, tuttavia per l’assenza di rosso ruggine sui vessilli esterni delle primarie e di giallo ruggine al ventre e sul femore, credo di potere attribuire quest’ unico esemplare alla forma somatica somalica ELLior che secondo il Syst. avium aethiopic. sarebbe limitata alla Somalia, settentrionale e specialmente al territorio di Berbera. DICRURIDAE 61. Dicrurus assimilis divaricatus (LICHT,) N. 10. &. 10 Marzo 1929. Derrab. N. 11. 9. 10 Marzo 1929. Derrab. 128 | A. GHIGI ie NE ; iii LANIIDAE 62. Lanius excubitor elegans (Swalns.) N. 54. 5. Gennaio 1929. Gaarre. 63. Lanius excubitor pallidirostris (Cass.) N. 21. & juv. 10 Marzo 1929. Aura. N. 35. do’. 10 Aprile 1929. Rorom. PRE x Questi due esemplari sono completamente in abito giovanile. Il grigio delle parti superiori è fortemente sfumato di bruno ros- siccio, specialmente sul capo e sul sopracoda. Ondulazioni sono evidentissime sul capo e sul dorso dell’ esemplare di Rorom. La determinazione è sicura in confronto a quella della forma seguente perchè le copritrici inferiori delle primarie sono grigie e formano una macchia distinta scura sul fondo bianco della parte ventrale dell’ ala. Questa è percorsa superiormente da due strie bruno sabbia, formate dagli apici delle piccole e grandi copritrici delle ali che hanno tal colore. Anche le remiganti sono orlate all’apice di bruno sabbia, colore più esteso a mano a mano che dalle penne esterne si procede verso l’interno. Lo specchio alla base delle remiganti è perfettamente bianco ed ha una estensione di circa mm. 20. Le parti inferiori sono sfumate di isabella. Le sole setole frontali sono nere. Le timoniere estreme dell’esemplare di Rorom hanno pochissimo nero oltre alla rachide, mentre nel- l'esemplare di Aura circa due terzi del vessillo interno sono neri: le timoniere del secondo paio hanno bianca la punta ‘ed il vessillo esterno. Questa forma nidificante nelle steppe della Transcaspia è di comparsa invernale nella ‘regione eritrea; il Conte Zepurrz l’ha avuta dall’Asmara. È notevole che l’esemplare catturato a Rorom il 10 Aprile 1929 non abbia ancora iniziato la muta, mentre’ LI | questa è cominciata nell’ esemplare catturato il 10 Marzo. Il primo è dunque più giovane; considerando la stagione e l’età vien fatto di pensare che si tratti di uccelli nati non lontano dal luogo di cattura o almeno in regioni molto più meridionali di quelle indicate dagli autori come luogo di nidificazione. r SPEDIZIONE FRANCHETTI 129 64. Lanius excubitor aucheri (BP.) N. 23. Q. 18 Marzo 1929. Aura. Determinazione fondata sul colore grigio chiaro roseo delle parti inferiori in esemplare il cui abito è di adulto; sulle copri- trici inferiori delle ali interamente bianche; sullo specchio alare di quasi 30 millimetri. Già noto delle isole Dahlac, dove nidifica. 65. Lanius nubicus LICHT. N. 2. d. 27 Febbraio 1929. Gaarre. 66. Lanius eristatus isabellinus (HEMPR. & EHR.) N. 24. JD. 20 Marzo 1929. Ad Ela. N. 25. Q. 25 Marzo 1929. Afrera. N. 31. g. 6 Aprile 1929. Afrera. 67. Rhodophoneus cruentus cruentus (HEMPR. & EHR.) N. 15. o&. 8 Dicembre 1923. Gaarre. Stomaco pieno di cavallette. Fi- schia fortemente. Iride bruno paonazzo. Raro nella zona (nota Patrizi). N. 19. 9. 15 Marzo 1929. Aura. N. 16. 9. 8 Dicembre 1928. Gaarre. L’esemplare 19 è una femmina giovane. Essa è priva di rosso all'addome, che appare nell’abito definitivo. Manca pure del col- lare nero, che è peraltro delineato per il fatto che le penne cor- rispondenti sono grigiastre alla base e consentono di delineare tutta la zona che diventa nera nella © adulta. Questa forma è già nota per la Dancalia ed ha formato oggetto di particolare studio da parte del SALVADORI. Confrontando gli esemplari di questa raccolta con quelli del Museo di Torino studiati dal SaLvapori, e con altri due del Museo di Tring, nonchè con sei esemplari di A. cruentus hilgerti Neum. di quest’ultimo Museo, favoritimi dal Dott. Harrerr, trovo che alle differenze tra le due forme locali, segnalate dal Neu- MANN, ne va aggiunta un’altra. Il rosso sanguigno delle parti inferiori è esteso nella forma somala fino alla mascella, mentre nella forma eritreo-dancala la gola è in tutto, o in massima parte, bianca. Inoltre il rosso è più vivace nella prima. Non osservo Ann, del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LV. (23 Febbraio 4931). 9 dn GE ee Earn = oe ae ae E ne 130 A. GHIGI differenze nelle dimensioni. Queste valgono a separare nettamente pi; le 9Q di R. cruentus hilgerti da quelle di R. cathemagme- nus, che Neumann dice di non saper distinguere. MUSCICAPIDAE 68. Parisoma leucomelaena blanfordi (SEEB.) È N. 34. Q. 18 Dicembre 1928. Gaarre. do CORVIDAE 69. Corvus albus (MIiLL.) N. 13. Q. 6 Dicembre 1928. Gaarre. È questo il C. scapulatus Auct. Si tratta di un giovane esemplare in cui le penne del collo e del dorso sono bianche solamente nella porzione basale, non visibile quando le penne sono regolarmente sovrapposte. Le penne del petto sono egual- mente bianche nella porzione basale nascosta ed orlate di bruno fino verso l’inserzione delle coscie. STURNIDAE 70. Cinnyricinelus leucogaster leucogaster (GMEL.) ° 5 N. 4. &. 16 Aprile 1929. Cohul. È N. 45. d°. 16 Aprile 1929. Cohul. Questo bellissimo storno che par tessuto di raso viola scuro col ventre bianco, è segnalato per l’Abissinia ed anche per l’Ara- bia sud-occidentale, oltre che per altre parti dell’ Africa tropicale fino alla Senegambia. ee ee eer +e Ss Pre COSTE Fori Sr 71. Lampreocolius chalybaeus chalybaeus (Hempr. & Eur.) rc OT ge N. 54. J. 23 Aprile 1992. Dandera. N. 55. 7°. 23 Aprile 1929. Danderà. SPEDIZIONE FRANCHETTI 131 72. Onychognathus blythi (HARTL.) N. 6. J. 5 Marzo 1929. Sidohà Ela. N. 6 bis O, 5 Marzo 1929. Sidohà Ela. 73. Buphagus erythrorhynchus erythrorhynchus (STANLEY) N. 61. 0°. 25 Aprile 1929. Egriaribà. NECTARINIIDAE 74. Neetarinia tacazze (STANLEY) oO. 6. Maggio 1929. Gabbireo Uebai. Nota delle montagne dell’ Abissinia e dell’ Eritrea da Keren fino a Gofa ed Harrar. Anche nei monti del Kenia, Elgon, Man, Kuria, Kilimangiaro. Sono citate dell’Abissinia anche N. famosa subfamosaSatvan., N. famosa cupreonitens SueLrey e N. erythro- ceria erlangeri Reicun. della regione del Giuba e N. pulchella lucidipectus HARTERT. 75. Cinnyris habessinicus habessinicus (HEMPR. & EHR.) N. 9. gd. 30 Novembre 1928. Gaarre. Frequente ma non abbondante nei palmeti (nota Patrizi) N. 18. 0°. 9 Dicembre 1928. © D. 19. g' juv 9 Dicembre 1928. Gaarre. N. 21. gd. 9 Dicembre 1928. Gaarre. Ucciso e preparato dal Dr. Moscatelli. N. 22. Q. Dicembre 1928. Gaarre. i N. 27 bis g. Primi di Dicembre 1928. Il o giovane è in abito completamente grigio, salvo l’intera piastra verde metallica nella gola e nel gozzo, sotto alla quale s'inizia la comparsa delle penne rosse. Il Neumany, fino dal 1904, ha separato col nome di C. habessinicus hellmayri Neum. la forma che vive nell’ Arabia sud-occidentale, nel Yemen e nel distretto di Amiri. Altre specie della regione eritrea sono: Cinny- ris mariquensis osiris (FinscH) e Cinnyris venustus fazoglensis (Heveu.); della regione somala Cinnyris bifasciatus chalcomelas (Reicaw.), Cinnyris albiventris (Strick). i 132 A. GHIGI 76. FLedydipna metallica (LICcHT.) N. 23. gd juv. Dicembre 1928. Gaarre. N. 44. Q. 24 Dicembre 1928. Gaarre. . O juv. Dicembre 1928. Gaarre. N. 51. 7°. 19 Aprile 1929. Amullefaghe. Questa specie è nota della valle del Nilo a nord fino alla prima cateratta, a sud fino a Kawa, a 150 miglia da Kartum, ad ovest fino al Darfur. È citata pure dell’Eritrea, dell’Abissinia, e della Somalia a non grande altitudine, come pure di Aden. Le catture a Gaarre, in Dancalia, sone alato che questa specie frequenta la pianura. PLOCEIDAE ; 77. Dinemellia dinemelli dinemelli (RiPP.) N. 50. 0’. 17 Aprile 1929. Cohul. Distribuita a nord, secondo il Syst.-Avium aethiopic. fino allo Scioa ed alla Somalia. Questa cattura estende adunque note- volmente l’ area di Usi Ioan di quesa specie verso il setten- trione. 78. Ploceus cucullatus habissinicus (GMEL.) N. 56. do’. 27 Aprile 1929. Egriaribà. N. 58. d°. 24 Aprile 1929. Egriaribà. N. 58. bis g. 27 Aprile 1929. Egriaribà. N. 60. 9. 27 Aprile 1929. Egriaribà. Forma propria dell’Abissinia e della valle del Nilo Azzurro. 79. Ploceus galbula (RipP.) N. 30. 9. 15 Dicembre 1928. Acque di Adaitù. 80. Uraeginthus bengalus schoanus (NEUM.) N. 64. Oo. 28 Aprile 1929. Egriaribà. SPEDIZIONE FRANCHETTI 133 81. Auripasser luteus (LICHT.) N. 27. 0°. 10 Aprile 1929. Rorom. N. 38. d°. 10 Aprile 1929. Rorom. N. 39. Q. 10 Aprile 1929. Rorom. N. 40. 9. 10 Aprile 1929. Rorom. La presenza di questa specie in Dancalia è forse il reperto più notevole della Spedizione Francnerti. Fino ad ora infatti essa era nota della Valle del Nilo da Dongola a Kawa e Sennar, ma non dell’Abissinia; ad occidente attraverso il Cordofan, il Darfur e la Nigeria settentrionale raggiunge il Sahara francese. Si tratta evi- dentemente di una specie che non sale sui monti; la sua distri- buzione geografica raggiunge la Dancalia girando a nord l’altipiano etiopico. Il colore dei due maschi è alquanto diverso. Il N. 27 ha il capo ed il groppone di un bel giallo canarino, mentre il dorso è bruno rosso; il N. 38, erroneamente indicato sull’etichetta come ©, ha il capo giallo sfumato di grigio ed il groppone grigio bruno. Le parti inferiori sono di un giallo meno acuto. Probabil- mente si tratta di un giovane. Le due femmine (N. 39 e 40) sono quasi uniformemente isabelline. EMBERIZIDAE 82. Fringillaria striolata saturatior (SHARPE) N. 8. 8 Marzo 1929. Afammò. N. 50. 3. 31 Dicembre 1928. Airori, Tra le forme suindicate, quelle il cui ritrovamento in Dancalia modifica più o meno notevolmente le nostre conoscenze sulla rispettiva distribuzione geografica, sono le seguenti: Neotis heuglini (Hartt) nota fino ad ora del territorio somalo tra Zeila ed Harrar. Afribyx senegallus senegallus (Liy.) la cui distribuzione verso oriente era limitata al Sudan egiziano, all’Abissinia ed all’Uganda. LR AA Pa SZ I RI i La ri ae eo SV 134 ASNGHIGI Eremialeclor lichtensteini hyperythrus (ErL.) noto della Somalia meridionale e supposto esistente nella colonia del Kenia. Corylhaixoides leucogaster (Rùpp.) il cui limite di distri- buzione viene spostato più a nord-est. Cercotrichas podobe melanoptera (HempR. E Eur.) nota fino ad ora soltanto dell’Arabia occidentale e sud occidentale, incluso il Yemen ed il protettorato di Aden. Prinia somalica somalica (ELLior) della Somalia settentrio- nale e specialmente della piana di Berbera. Dinemellia dinemelli dinemelli (Rupp.) accertata in Somalia, Scioa ed intorno al Nilo Bianco superiore. Auripasser luteus (Licut.) nota della valle del Nilo da Don- gola e Sennar ma non dell’Abissinia; ad occidente: del Kordofan, Darfur e Nigeria settentrionale fino al Sahara francese. A seconda della loro distribuzione geografica le specie elen- cate possono essere distribuite nei seguenti gruppi: I. - Specie e forme normalmente paleartiche ed europee. 1. Phoenicopterus ruber antiquorum (L.) 2. Spatula clypeata (L.) 3. Anas penelope (L.) 4. Circus macrourus (GML.) 3. Pandion haliaetus (L.) 6. Charadrius hiaticula hialicula (L.) 7. Charadrius dubius curonicus (GMt.) 8. Squatarola squatarola squatarola (L.) 9. Arenaria interpres interpres (L.) 10. Erolia alpina alpina (L.) 11. Erolia testacea (PALtt.) 12. Tringa totanus totanus (L) 13. Numenius arquata lineatus (Cuv.) 14, Larus fuscus affinis (REINH.) 15. Coracias garrulus (L.) 16. dr. 18. 19; 20. 21. 22. 23. Mls Oc & Co N > Lo > oo A WS > eM ATTY aCe RPO TNA CRAIG EE I Vw ae IRE) RIE RANA TL RELAY let EEE mop OT VIS RENALI er Mey ty see dae 4 A 1 $ Peery Pi Ne EL: } uy 1% DA È pay SPEDIZIONE FRANCHETTI 135 Upupa epops epops (L.) Motacilla alba alba (L.) Budytes flavus feldeggi (Micuau.) Anthus campestris campestris (L.) Anthus cervinus (PALL.) Oenanthe oenanthe oenanthe (L.) Oenanthe leucomela leucomela (PA.t.) Phylloscopus collybita collybita (VieiLt.) - Specie e forme paleartiche, viventi nell’ Asia occidentale e centrale che, migrando verso sud-ovest giungono d’ inverno nell'Africa nord-orientale. . Oenanthe deserti atrogularis (BLvTH.) . Oenanthe isabellina (CrETZScHM.) . Saxicola torquata maura (PALL.) . Lanius excubitor pallidirostris (Cass.) . Lanius cristatus isabellinus (Hempr. & Enrens.) JIDE - Specie e forme accidentalmente paleartiche, circumeritree, sahariane, frequenti anche nell’Asia occidentale e nell’ Africa settentrionale. . Alopochen aegyptiacus (L.) . Cursorius cursor cursor (LATH.) Burhinus senegalensis (Swains.) Alaemon alaudipes desertorum (STANL.) . Oenanthe leucopyga leucopyga (Breun.) . Agrobates galactotes galactotes (TEm.) Lanius excubitor elegans (Swalys.) . Lanius excubitor aucheri (BP.) . Lanius nubicus (Licut.) IV. - Specie e forme etiopiche; alcune di esse soltanto circum- eritre, ma fino. ad ora non trovate nella regione paleartica. . Demigretta schistacea (Enr.) . Butorides striatus brevipes (Enr.) . Torgos tracheliotus nubicus (Smitu.) . Trigonoceps occtpitalis (Burcu.) . Falco tinnunculus carlo (Hart. & Neum.) . Neotis heuglini (HartL.) 136 A. GHIGI . Larus hemprichii (Brucu.) . Afribyx senegallus senegallus (L.) . Eremialector lichtensteini hyperythrus (ERt.) . Vinago waalia (Meyer) . Corythaixoides leucogaster (RùpP.) . Coracias naevius naevius (Daup.) . Merops albicollis major (Parrot.) - . Melittophagus lafresnayei lafresnayei (GuéR.) . Lophoceros flavirostris flavirostris (Rùpp.) . Micropus affinis abessynicus (STREUBEL.) 17. . Eremopterix nigriceps melanauchen (CAB.) . Pycnonotus barbatus schoanus (Neum.) . Parisoma leucomelaena blanfordi (Srss.) . Turdoides leucopygia leucopygia (Rupp.) 22° . Cercomela melanura lypura (Hempr. & Eur.) . Pentholaea melaena (Rupp.) . Thamnolaea cinnamomeiventris albiscapulata (Rùrp.) 26. . Cercotrichas podobe melanoptera (Hempr. & Enr.) . Sylvietta brachyura hilgerti (ZepL.) . Prinia somalica somalica (ELLior.) . Dicrurus adsimitis divaricatus (Licat.) . Rhodophoneus cruentus cruentus (Hempr. & Eur.) . Corvus albus (MUuLL.) . Cinnyricinclus leucogaster leucogaster (GMEL.) . Lamprocolius chalybaeus chalybaeus (Hempr. & Ear.) . Onycognathus blythi (HartL.) . Buphagus erythrorhynchus erythrorhynchus (STANLEY) 37. . Cinnyris habessinicus habessinicus (Hempr. & Eur.) . Hedydipna metallica (Licut.) . Dinemellia dinemelli dinemelli (Rupp.) . Ploceus cucullatus habissinicus (GwmEL.) . Ploceus galbula (Rupp.) . Uraeginthus bengalus schoanus (Neum.) . Auripasser luteus (LicHT.) . Fringillaria striolata saturatior (SuARpE.) Trachyphonus margarilatus margaritatus (CRETZSCH.) Geokichla litsipsirupa simensis (Rùpp.) Cercotrichas podohe podobe (Mutt.) Nectarinia tacazze (STANLEY.) # |. SPEDIZIONE FRANCHETTI | 137 Riassumendo, le forme decisamente paleartiche ed europee sono 23; quelle che vengono al Mar Rosso dall’Asia centrale ed occidentale sono 5; le circumeritree, accidentalmente paleartiche 9 e quelle decisamente etiopiche 45. Poichè i due ultimi gruppi formano assieme 54 specie contro alle 23 paleartiche, risulta che Vaspetto generale dell’avifauna dancala è decisamente etiopico. L’oasi di Gaarre colla regione circostante può essere conside- rata la località più favorevole alla vita degli uccelli; il Marchese Parrizi vi ha trovato la maggioranza delle specie etiopiche più caratteristiche. Solo alcune, come Corythaixoides leucogaster Rupp., Coracias naevius naevius (Daup.), Cinnyricinchlus leu- cogaster l. (GueL.), Dinemellia d. dinemelli (Rùpp.) di Cohul, località situata sugli ultimi contrafforti nord-orientali dell’ alti- piano etiopico, potrebbero essere considerate come forme abissine e non dancale, tanto più che la loro mancanza a Gaarre, dove la spedizione FrANcHETTI si è trattenuta per qualche mese, potrebbe essere indizio di assenza reale delle specie suddette da quella zona. EIN NEUER HIRSCHKAFER (CoLeopr. LUCANIDAE) von P. NAGEL, Hannover Cyclommatus Gestroi nov. spec. - ST. Obscuro-castaneus, opacus, aeneo tinctus, Cycl. imperatori Boil. et eximéo Moll. similis. Caput transversum granulosum, fronte perpendiculariter declinata, perpaulo excavata, carina distincta nec elevata superne instructa, angulis anticis truncatis, cantho oculos 1/; dividente, genis profluentibus et valde rugosis (plus quam in Cycl. imperatori); clypeo triangulari porrecto, antice aureo-piloso et lateribus fastigatis; mandibulis curvatis et valde declinatis, apicibus furcatis et inter dentes furcae sinistra 5, dextera 4-denticulatis, prope furcam dente magno intus arma- tis, subtus carinatis et ad basim in hane carinam dente magno et dente parvo, perpaulo divergentibus armatis. Prothorax gra- nulosus capite angustior, angulis productis rotundatis, lateribus bisinuatis et valde incavatis, retrorsum confluentibus, margine an- tico canaliculato et in medio producto, margine postico bisinuato. Scutellum cordiforme punctatum. Elytra in humeros rotundata prothorace perpaulo latiora minusve granulosa, parte suturali splendida et minutissime punctata. | Subtus opacus, processu prosterni punctato, aureo-piloso et paulo producto, meso- et: metasternum in medio splendidum et sparsim punctatum, segmenta abdominalia subsplendentia. Femora superne ochracea, tibiae sine dentibus, tarsi aureo-pilosi. Long. corp. 45 mm. (mand. incl.), mandib. 15 mm.; latit. max. capitis 15 mm. : Hab. ad flumen Fly Novae Guineae; leg. L. M. d’ Albertis 1876-77. Typus in Museo urbis Genuae; in honore professoris R. Gestro nominatus. = a EIN NEUER HIRSCHKAFER 139 Herr Professor Gestro hatte die Freundlichkeit, mir auf meine Bitte um Uberlassung seines Cycl. margaritae zum Studium ein dem typischen Stuck vollig gleichendes Mannchen zu ùbersenden und ihm, noch einige andere ebenfalls von d’ Albertis erbeutete Stucke beizufugen mit der Bitte, sie zu prufen. Ich méchte nicht verfehlen, Herrn Prof. Dr. Gestro auch an dieser Stelle fiir sein Entgegenkommen meinen verbindlichsten Dank auszusprechen. In der kleinen Sendung war noch ein zweiter etwas kleinerer mar- garitae enthalten, bei dem der mittlere Mandibelzahn nicht lap- penformig war, ferner ein ‘Cyclommatus spineus Didier (Etu- des Lucan. 6, p. 137), der irrtumlich mit Kaupiî Deyr. bezeich- net war, sowie eine Reihe von 5 Stucken vom gròssten bis kleinsten Mannchen einer neuen Art, sowie eine Reihe Weibchen; Ich erlaube mir, die neue Art nach dem Senior der Europai- schen Entomologen zu benennen. Sie dhnelt in Farbe und Gestalt dem eximius Moll. und dem imperator Boil., aber es fehlt dieser Art der grosse Mittelzahn, den die gennanten Arten mit Kawpii gemein haben. Die Farbung ist ein tiefdunk- les Braun mit erzfarbigem Schimmer. Der vorn sehr breite, oberseits grob granulierte Kopf hat keine senkrecht abfallende & Stirn, deren Oberrand kantig und leicht einwirts gebogen ist, aber keinen aufgewélbten Kamm C Hone wie Kaupii hat. Vorderecken abgeschragt, eine leichte Kante verlauft bis etwas unterhalb des Auges, die Mitte ist flach, die Ì 5,5 )) [ay Cyclommatus Gestroi n. Sp. a. Linke Mandibel von Unten. von der Seite, c.- €. Mandibeln von mittelgrossen Exem- plaren. db. » » Wangen stark vorquellend und sehr kraftig gerunzelt, aber ohne die drei Langsrunzeln von impe- rator. Das dreieckige Epistom springt vor, ist am Vorderrand mit kurzen goldigen Haaren gesaumt, die Seitenecken sind zu je einer deutlichen Spitze vor- gezogen; die Mandibeln sind one Berùcksichtigung ihrer starken Abwarts und Einwartskrimmung von halber Kérperlinge (15 mm.), i 140 P. NAGEL an der Spitze gegabelt, zwischen den Gabelzihnen links mit 5, rechts mit 4 Zihnchen wechselnder Grosse bewehrt; unmittelbar vor der Gabel steht noch ein horizontal nach innen gerichteter starker Zahn, der beim Betrachten von der Seite her nicht zu sehen ist (was in der Figur 6 sichtbar wird, ist der untere Ga- belzahn); auf der Unterseite tragt die Mandibel von der Spitze bis zur Basis eine deutliche Mittelkante, auf der an der Basis 2 etwas divergierende Zihne verschiedener Grosse stehen, die von ober nicht sichtbar sind. Man findet diese Zihne wieder in der margaritae Gruppe, nur sind sie dort kleiner und haben noch héufig kleinste Zwischenzihnchen. Die Vorderbrust ist schmaler als der Kopf, ebenfalls grob granuliert, mit gerundeten stark vorgezogenen Vorderecken, stark eingeschnirten zweimal ge- schwungenen Seiten und zweimal geschwungenen Hinterrand; am Vorderrand entlang verliuft eine Randmulde. Schildchen gross und herzférmig, stark und dicht punktiert. Fligeldecken viel feiner granuliert als Kopf und Vorderbrust, an den gerundeten Schulterecken etwas breiter als der Vorderbrust - Hinterrand; Naht- streifen stark glinzend, fein gestreift punktiert, die feine zer- streute Punktierung dehnt sich auch noch auf den Vorderrandteil inmitten der Granulierung aus. Die Unterseite weist keine hervorstechenden Merkmale auf; der Prosternalkiel ist wenig hervortretend, stark punktiert und die Punkte goldig behaart, Meso- und Metasternum glanzend und zerstreut punktiert, Abdominal segmente matt, an den Hin- terrindern etwas glinzender und hier mit wenigen sehr feinen Punkten besetzt; Schenkel oberseits gelb gefleckt, Schienen dor- nenlos, Tarsen goldig behaart. Die Mandibelformen der kleineren Stiicke sind aus den Figu- ren c, d und e zu ersehen. Besonders gefreut habe ich mich uber das kleinste Stiick das véllig meine Ansicht uber Mollen- kamp’s Cycl. trifurcatus und mysticus bestàtigte: auch dieses kleinste Stick ist sehr schlank gebaut. Die mitgesandten Weibchen sind kaum zu unterscheiden; sie sind schlanker als pulchellus - Weibchen, mit Ausnalime eines Stiickes sehr kraftig punktiert; ich spreche dieses bedeutend feiner punktierte Weib als das von margaritae an. Die andern zerfallen in 2 Gruppen; bei der ersten ist der Stirnfort-atz- Clypeus halb- kreisformig mit breiter Basis, bei der anderen halboval mit schma- | EIN NEUER HIRSCHKAFER Basis und schwach zweispitzig am Vorderrande. Sonst mmen sie in allen Teilen véllig ùberein. Da Didier bei Be- sc reibung seines spineus - Weibchens nichts von einem zwei- | ise È pitzigen Cha sagt, so rechne ich diese Stucke zu Gestroi, | ie andern zu spineus; sicheres kann man dariber nur sazen, wenn man bestimmt weiss, dass ein Parchen in Copula erbeutet worden ist, wie ich es von einem Paar Kurylrachelus arfa- _ Rianus Moll. sagen kann, das ich von Neu Guinea erhielt. Nachschrift : Didier bestatigt mir untenn 24-1-31 die Richtigkeit | dieser Unterscheidung. Dott. GIORGIO COEN % —_— ALCUNE FORME ANORMALI | DELLA APORRHAIS PES PELECANI Luxseo (Tav. II-III) ee È noto il polimorfismo della specie; essa offre una serie y numerosissima di anomalie, quale forse difficilmente si riscontra altrove, senza contare le varieta riconosciute: il Philippi ne avrebbe (') stabilito sei: io stesso ne descrissi una, veneziana, var. vinitineta, in un mio vecchio lavoro (7) dove è anche figu- rata taluna delle forme qui sotto analizzate. Il tipo è quello descritto e figurato da B., D., D. nell’ eccel- lente opera citata (I), volume I, pag. 219, tav. XXIV, figg. 1, 2. Descrivo qui parecchie forme, aberranti dal tipo, alcune net- tamente mostruose, che sono andato raccogliendo, e mi sembrano meritare una menzione particolare nella serie infinita delle. variazioni. Riferendomi al tipo, chiamerò 1.* la digitazione superiore, 2.2 e 3.* quelle che la seguono lungo il peristoma, 4.* quella basale che si unisce e confonde col canale. I. - Var. venetiana. È la forma comune a Venezia, dove è edule e considerata come ghiottornia sotto il nome vernacolo di « zamarùgola ». Digitazioni larghe, spesse, più brevi che nel tipo; la terza é biloba; tutta la conchiglia è pesante, grosso- lana; la callosità labiale è molto grossa, la quarta digitazione breve, contorta. Fig. 1, grand. nat. Esemplare di Venezia. (!) Bucquoy, Dautzenberg & Dollfus, « Mollusques du Roussillon », Paris, Bail- liéres 1886. (2) Coen: « Contributo allo studio della Malacologia adriatica » in « Bollettino del R. Comitato Talassografico Italiano », memoria XLIV, 1914, pag. 34, tav. III, fig. 14. II. III. MBAR RI nat ee mi it Ry E Nw VFM SOL A I o sp hak a SITO pa TX D'ASTI hi fo ; a th ay Pe kia deli FORME ANORMALI DI APORRHAIS 143 - Var. idealis (= var. digitis longis perfecta Monterosato mss. in coll.). Forma assai rara, della quale figuro l’esemplare monterosatiano, mirabilmente fresco e conservato. Digitazioni lunghissime, esili, acute; la quarta particolarmente estesa, lanceolata, acutissima; callosità labiale bene sviluppata, stac- cata dall’orlo. Nell’insieme, la conchiglia rappresenta, per così dire, la espressione affinata, idealizzata del tipo. L'individuo descritto deve essersi sviluppato in acque tran- quille, senza alcuna perturbazione: questa forma sarebbe forse, in condizioni particolarmente favorevoli, quella tipica della specie. Fig. 2, grand. nat. Esemplare di Napoli (Stazione Zoologica). - Var. crispa. La conchiglia figurata è giovane e non ha raggiunto il completo sviluppo. La prima digitazione è appli- cata lungo la spira: la seconda, piccolissima, ha indizio di una punta secondaria; la terza manca, e al suo posto il peristoma è festonato: la quarta è quasi nulla e si confonde col dorso del canale. La parte dorsale della conchiglia è notevolissima, perché il cordone principale, formante carena sull’ultimo anfratto, di- viene trifido sul dorso dell’apertura; delle tre coste che ne risultano, una corrisponde alla seconda digitazione, l’altra alla terza, mentre l’inferiore segna il posto di una digitazione sopra- numeraria, che si sarebbe forse manifestata nell’ esemplare adulto. A tale proposito non occorre ricordare che i giovani, anche i più sottili, fin dal principio della formazione dell’ ala, mostrano evidenti le digitazioni future, segnate da coste dor- sali e dai corrispondenti solchi labiali; la particolarità descritta é dunque indipendente dalla giovane età dell’esemplare in esame. Il carattere principale della varietà, del resto, consiste nella scultura, dappertutto molto accentuata, che dà alla conchiglia, molto sottile e leggera, un’apparenza increspata, che non mi venne mai fatto di osservare in nessun altro individuo gio- vane od adulto. Fig. 3, 4, grand. nat. Esemplare certamente mediterraneo, ma di località imprecisata. = 144 G. COEN Rs IV. - Var. bifida. L'individuo figurato è adulto, completo, solido, grosso e complesso, sebbene di statura circa metà del normale: la seconda digitazione è bifida, la terza tricuspidata, perchè due punte sopranumerarie sporgono sopra e sotto la principale, do a sua volta bifida all’apice. Fig. 5, grand. nat. Esemplare di Venezia. vie) V. - Var. furcifera. Conchiglia solidissima, pesante, con anfratti. assai convessi, rigonfi: la carena è sviluppatissima: i noduli dei cordoni decorrenti, disposti in serie longitudinali, formano onde. Il carattere più appariscente è dato dalla seconda digi- tazione, enormemente protesa e dilatata, che si biforca larga- | mente all’estremità, dando origine a due digitazioni secondarie complete. — Fig. 6, grand. nat. Esemplare di Palermo. VI. - Var. applicata. In questa forma, del resto rispondente alla venetiana, la prima digitazione è completamente appli- cata alla spira, che risale fino al quart’ ultimo anfratto. Fig. 7, grand. nat. Esemplare di Venezia. VII. - Var. protracta. Conchiglia grandissima, peristoma enor- memente spesso, callosità labiale grossissima, digitazioni se- ‘ conda e terza ipertrofiche. ll carattere particolare consiste nella prima digitazione, applicata lungo tutta la spira, che oltrepassa di molto (sebbene la punta sia rotta) lasciando libero soltanto l’apice. Fig. 8, grand. nat. Esemplare di Venezia. VII. - Var. adunca. Esemplare anche questo molto pesante e spesso; digitazioni assai grosse, brevi, di cui la prima ha la forma particolare ad uncino che la figura mostra meglio di una descrizione. Fig. 9, grand. nat. Esemplare di Venezia. IX. - Var. aculeus. L'individuo figurato ha la terza digitazione spezzata alla base, che ne fa supporre le dimensioni enormi; chiamo la varietà aculeus per la seconda digitazione, lunghis- sima, conica, pungente, a forma di spina, come una delle FORME ANORMALI DI APORRHAIS 145 spine del Bolinus cornutus; è peccato che l’ esemplare sia «incompleto, altrimenti avrebbe certo aspetto ancora più stra- «ordinario. | Fig. 10, grand. nat. Esemplare di Venezia. _X. - Var. bilabiata. Conchiglia straordinariamente grossa e com- plessa, con doppia espansione labiale completa. La prima digi- È " Ri mente, ed appartiene al peristoma che chiamerò « definitivo » ; manca quasi al «falso» peristoma. La seconda e la terza, fogliacee, brevi, acute, sono presenti in ambi i peristomi, che portano inoltre ciascuno una digitazione sopranumeraria a (quinta) sotto la quale si riuniscono per formare insieme l’intaccatura basale. Purtroppo la quarta digitazione manca; il suo moncone la fa suppore però ipertrofica. Fig. 11, grand. nat. Esemplare di Dalmazia. XI. - Var. monstr. scalaris. Individuo adulto, mostruoso, coi giri semisvolti, e spira scalariforme: apertura di forma normale, prima digitazione applicata, seconda molto grossa, spatuliforme; | terza largamente bifida, quarta assente, il canale risultando . retto e libero come in una Rostellaria. Fig. 12, grand. nat. Esemplare di Venezia (1). . XII. - Var. gigantea (= Struthiodomus struthiomorpha Monterosato mss. in coll.). I due esemplari figurati sono in- completi; non si può dire se giovani, data la loro mole, cioè 1 se il loro sviluppo avrebbe continuato fino a raggiungere la , forma normale del peristoma. Ne dubito, perchè la lunghezza della bocca, lungi dall’eguagliare quasi quella della spira, non ne raggiunge nemmeno la metà; la spira è enorme, lunga il doppio di quella degli individui normali, e la cavità ne è anch’essa molto più ampia. _ Il Monterosato, cui avevo offerto uno dei due esemplari, lo aveva chiamato, nella sua raccolta, Struthiodomus struthio- i morpha, come dal cartellino autografo che conservo, e che 3 mi pervenne, dopo la Sua dipartita, insieme alla conchiglia 1 (1) Questo esemplare era stato figurato, colla var. aculeus e la gigantea, nella | Memoria di cui la nota precedente. Gi Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LV (24 Marzo 1931). 10 tazione è applicata alla spira ventralmente anzichè lateral- di per la unten 5. che Gli era parso riscontrare, con una | Struthiolaria ! ea Fig. 13, 14, grand. nat. Esemplari di Venezia. SPIEGAZIONE DELLE FIGURE TAV. IL Fig. 1. - Aporrhais pes pelecani L. var. venetiana gr. nat. Venezia sa a >» 2.- > > >» » war. idealis ‘> >> Napoli is om yt » » » » Var. crispa » » Mediterraneo — SE aio » > var. crispa E, Mediterraneo sa >» DI Do » » var. bifida » » Venezia. ae Di Oho » » » » var. furcifera » » Palermo : eee Te = » >» >» ».var. applicata » >» Venezia TAV. III. i: j ( Seta » 8.- » » >» >» var. protracia » » Venezia | >» 9 - vi >» » var. adunca » > Venezia i » 10. - » » » | » var. aculeus': » | » Nenezia go Soa » » >» >» var. bilabiata » » Dalmazia a » 12. - » » » . » var. scalaris » » Venezia ‘ eae He > » » » var. gigantea » » Venezia » 14, - Dios ope >» >» var. gigantea » » Venezia SPEDIZIONE DEL BARONE RaAimonDo FRANCHETTI IN’ DANCALIA sa È cu ) INSETTI NEUROTTERI ED AFFINI per il R. P. LONGINO NAVAS S. J. - Gli insetti della Dancalia affidati a me per lo studio dal | Prof. Raffaello Gestro, Direttore del Museo Civico di Storia Natu- | rale Giacomo Doria, sono pochi, ma per la maggiore parte molto mo: interessanti, perchè sopra un totale di dieci specie ben cinque sono nuove per la scienza, come si vedrà dalle descrizioni che seguono. Appartengono a tre ordini d’insetti, dapprima riuniti sotto il nome di Neurotteri, ma attualmente ammessi come altrettanti (A ordini autonomi. Sani bi. PARANEUROTTERI Famiglia Libellulidi 1. Orthetrum sabinum Drury. Dancalia : Gaarre, Dicembre 1923; Derrab, 17 Marzo 1929. Questa specie ha un’area di disper- . sione assai grande ‘in Africa e in Asia; ma è to per l’epoca _ e i luoghi della sua cattura. i oe A È q 2. Crocothemis erythraea Brull. Gaarre, Dicembre 1928. è 3. Trithemis arteriosa Burm. Gaarre, Dicembre 1928; Loma ae Dabhé, 1929. ae Det REI 4h. Pantala flavescens F. Gaarre, Di 1928; Afammò, 8. Marzo 1929. Specie quasi cosmopolita; notevole per oe della cattura. _ ra 148 L. NAVAS di NEUROTTERI Famiglia Mirmeleonidi 5. Cueta variegata Klug. Gaarre, Nov.-Dic. 1928; Abulà, Mi Marzo 1929. L’epoca di cattura mi sembra insolita per questi insetti note- volmente estivi. > 6. Nohoveus aequalis spec. nov. (fig. 1). Flavus, fusco varius. Caput epicranio fulvo, stria longitudinali superiore, ad me- dium dilatata, mox constricta, duabus maculis anterioribus, dua- bus punctis posterioribus fuscis; oculis fuscis; palpis flavis, articulo ultimo ba externe /% fusco notato. | ; Thorax (fig. 1) flavo pilosus, inferne abunde fuscus, duabus fasciis longitudinalibus irregula- ribus, superne (fig. 1) tribus fasciis longitudina- libus fuscis. Pronotum transversum, . angulis anticis rotundatis, marginibus lateralibus subpa- rallelis; stria media longitudinali integra, subae- quali, lateralibus pone sulcum leviter flexuosis, ante sulcum puncto ad marginem anteriorem indicatis; stria ad margines laterales pone sulcum. Abdomen flavo-fulvum, flavido pilosum, in- PA ISU a eg OO Se O TI Fig. 4. Nohoveus cequalis Q Nav. Parte an- ferne fuscum, superne tribus fasciis longitudina- pte A eee ae epee teriore. - 2 RIA, libus subaequalibus fuscis, ad segmentorum apicem breviter interruptis; valvis Q nigro setosis; stylis cylin- dricis, brevibus. Pedes flavi, flavo pilosi, fusco sod calcaribus testaceis, sub- rectis, anteriorem apicem primi articuli tarsorum manifeste exce- dentibus, posterioribus vix vel haud attingentibus; apice articulo- rum tarsorum inferne fusco. _ Alae apice, forma, margine externo, area inter ramum ante- riorem cubiti et lineam plicatam posteriorem, interne biareolata, externe uniareolata, subaequalibus; reticulatione plerumque flava, SPEDIZIONE FRANCHETTI - 149 venis ramisque partim fusco striatis; area costali angusta, ve- nulis simplicibus. i Ala anterior fere 6 venulis ae in area apicali; stigmate flavo -fulvo, interne manifeste fuscato; 5 venulis radialibus internis, 8 ramis sectoris radii; area inter ramum anteriorem cubiti et lineam plicatam posteriorem interne semel triareolata; cubito in medio interno et amplius ramisque subtotis fuscis. Ala posterior pallidior; area apicali angusta, venulis gradatis destituta; stigmate flavido, parum sensibili, interne vix sensibi- liter obscurato; 4 venulis radialibus internis; 9 ramis sectoris radii. È Long. corp. Q 26,5 mm. » al. ant. 25,5 » nale posto 2238000 Patria. Dancalia: Gaarre, Dicembre 1928. Tipo nel Museo Civico di Genova. Ho nominato questa specie aequalis per la grande somi- glianza delle due ali, sopra tutto nel campo che sta fra il ramo anteriore del cubito e la linea plicata posteriore; nelle altre | specie questo spazio è più largo e con maggior numero di areole nell’ala anteriore, mentre in questa è quasi eguale. A (fig. 2) leviter transversum, marginibus subparal- | rotundatis; linea tenui longitudinali, puncto ante macula basali media et alia laterali ad medium] 7. d'. Nelees retialis sp. nov. (fig. 2). Caput facie flava, vertice et occipite fuscis, linea transversa flavida in vertice; oculis fuscis; palpis flavis; antennis fulvis, an- guste fusco annulatis, 4,2 mm. longis, clava forti, dilatata. Thorax subtotus fusco-ferrugineus. Pronotum lelis, retrorsum leviter dilatatum, angulis anticis suleum, striola pone sulcum pallidis. Abdomen inferne testaceum, superne fuscum, Fig. 2 in plerisque segmentis, testacea. Pili fulvi. Nelees retialis Nav. : ame ate Pronoto. Pedes flavidi, fusco setosi; tibiis apice et tribus articulis tarsorum sara totis fuscis; calcaribus testa- ceis, leviter arcuatis, anterioribus duos primos tarsorum articulos — excedentibus. 2 va at se N ua Lr DE 150 i NAVAS Alae hyalinae, apice acutae, margine externo levissime sub apicem concavo; stigmate pallido, parum sensibili; reticulatione densa, regulari, subtota fusca, venis fulvo parce striatis. Ala anterior area apicali serie venularum gradatarum bene divisa; 4 venulis radialibus internis; sectore radii 9 ramis; area cubitali interna angusta, externa lata, pluriareolata ; area axillari simplice, sensim angustata. Ala posterior pallidior, striis fulvis longioribus; area apicali angusta, paucis venulis gradatis; una venula radiali interna; sectore radii 9-10 ramis; area cubitali externa subtota triareolata, seu duplici serie “poe gradatarum subtota divisa. Hong.corp:.. 9 mm: a) » » posti LI Do Patria. Dancalia: Gaarre, Dicembre 1928. Tipo nel Museo Civico di Genova. Ho nominato retialis questa nuova specie per l'aspetto reti- colato delle ali, formante una rete densa, uguale, bene visibile. 8. Nocaldria dancalica sp. nov. (fig. 3). ‘ Similis scriptae Nav. Gracilior. Caput fuscum superne, usque ad fasciam transversam ante antennas; reliquo faciei flavo; oculis fuscis; palpis flavidis, maxil- laribus fusco annulatis, labialibus articulo ultimo externe fusco picto. Thorax subtotus fuscus, albido pilosus, superne striis griseis longitudinalibus parum definitis. Pronotum (fig. 3) transversum, margine anteriore medio concavo; striola media tenui et duobus punctis lateralibus et striis ferrugineis; pilis albidis. Abdomen fuscum, griseo breviter pilo- sum, connexivo testaceo ferrugineo. ‘Pedes graciles, albido pilosi, fusco setosi; Fig. 3. Nocatdria dancatica, Nav. femoribus subtotis, tibiis anterioribus medio Pronoto. : SE È = et apice, posterioribus et articulis tarsorum apice fuscis; calcaribus fuscis, brevibus, setiformibus. Alae apice acutae, margine externo sub apicem manifeste concavo, maxime in ala posteriore; reticulatione fulvo-albida, fusco striata; area apicali angusta; membrana hyalina, fortiter iridea. SPEDIZIONE FRANCHETTI RED Ala anterior area apicali una vel altera venula gradata; 7 venulis radialibus internis; sectore radii 6-7 ramis; stigmate | albido, leviter interne subfusco limitato; striis rhegmali et ana- _ stomosis rami obliqui cubiti tenuissimis; aliis venulis, praecipue 3 radialibus et axillis furcularum marginalium angustissime fusco 4 limbatis, alam griseam efficientibus. Ala posterior pallidior, nulla venula limbata; sectore radii | 5-6 ramis;.area cubitali externa serie venularum gradatarum (4-5) i . oe _ interne divisa. ; È Long. corp. 12,4 mm. di ; » al. ant. 16 » a » .»; post. 15,9. >» Patria. Dancalia: Beilul, Novembre 1928. Tipo nel Museo Civico di Genova. i . E molto simile alla N. trrorata Nav.; ma l’ala anteriore è più pallida, di colore più uniformemente cinereo anzichè macchiet- | tata; Vestremita di ambedue le ali più acuta, il margine esterno più sensibilmente concavo. Tutto il corpo è più oscuro; special- mente il pronoto. | Famiglia Crisopidi 9. Chrysopa dancalica sp. nov. Similis Ch. vulgari Schn. Minor obscuriorque. : Caput flavum; facie ante antennas et ad latera clypei san- - guineo maculata; oculis fuscis; palpis flavidis, ultimo articulo | labialium fusco; antennis ala anteriore longioribus, 10 mm. . longis, fuscis, primo articulo flavo, linea externa longitudinali . fusco-rubra, secundo flavo, fusco-rubro annulato, aliquot ex | sequentibus basi flavidis, sensim latius fuscatis. Thorax flavus, superne ad latera fuscescens. Pronotum trans- | versum, marginibus lateralibus rubro-fuscis. Abdomen flavo-viride, flavido pilosum. - .Pedes flavo-virides, pilis concoloribus, tibiis posterioribus linea impressa longitudinali conspicua; unguibus nigris, basi fortiter . dilatatis. 3 Alae angustae, apice acutae; ‘membrana hyalina; reticulatione, can L. NAVAS ANG Du iridea; reticulatione et stigmate elongato flavo-viridibus, pilis ob- scurioribus; venulis gradatis paucis, in series parallelas dispositis. — Ala anterior 4 venulis intermediis, prima (interna) ad ipsum apicem cellulae divisoriae inserta; gradatis */, vel ?/,. Ala posterior 3 venulis intermediis, gradatis ?/,. Long. corp... 7 mm. tica o i ; » » post. 8 » Patria. Dancalia: Gaarre, Dicembre 1928. ‘Tipo nel Museo Civico di Genova. EMBIOTTERI Famiglia Embidi 10. Embia xanthocera sp. nov. (fig. 4). Similis sabulosae Enderl. i: Sarti Caput ferrugineum, ad latera pone oculos dini pilis flavidis longis antrorsum directis; oculis fuscis, ante medium sitis; marginibus lateralibus i Oy pone oculos leviter arcuatis sive iy convexis, retrorsum leviter con- vergentibus; labro testaceo: palpis fuscis; antennis primo articulo a fusco reliquis flavidis, flavido pi- b losis, pilis verticillatis longis (fig. 4, a); primo articulo cylin- ‘ drico, longiore latitudine, secundo leviter transverso, tertio. sesqui- longiore, quarto subelliptico, se- al sensim elongatis et apice leviter dilatatis (13 adsunt; Fig. 4. Embia xanthocera og Nav. i : a. Primi articoli delle antenne. reliqui desunt). b. Cerco sinistro. Prothorax longior latitudine, Sha retrorsum leviter dilatatus, sulco transverso in tertio anteriore sito. Abdomen ferrugineum, segmentis transversis, lobo dextro ter- SPEDIZIONE FRANCHETTI | 153 giti decimi Di externe rotundato, sinistro angusto, triangulari acuto, extrorsum leviter arcuato; cerci sinistri articulo primo © cloneato, apice in lobum cade internum maneulercm dila- Ù tato (fig. 4, 6). _ Pedes mediocres, fusco-ferruginei. | Alae (fig. 4, c) membrana ferrugineo tincta, sub forti lente ferrugineo dense punctata sive arenosa, 9 lineis longitudinalibus © | pallidis, albidis, subcostali et radiali leviter roseis; costali brevi; 4.8 inter radium ejusque sectorem; 5.* inter ramos sectoris; 6.% ante procubitum; 7.* ante cubitum; 8.* et 9.* ante et pone ra-. - mum cubiti; reticulatione tenui, ferruginea, parum visibili; furca rami sectoris radii DI laro Lene suo pedunculo. nr Long. corp. o 7,2 mm. ala o) » » post. 5 » Patria. Dancalia: Gaarre, Dicembre 1928. Tipo nel Museo Civico di Genova. Un esemplare ingommato sopra un cartoncino. f SPEDIZIONE DEL Barone Raimonpo FRANCHETTI IN DANCALIA HYMENOPTERA-FORMICIDAE _ C. MENOZZI di La piccola raccolta di Formiche fatta dalla Spedizione del Barone Franchetti in Dancalia benchè sia costituita da poche forme offre tuttavia qualche interesse. dal lato corologico, poichè documenta la dispersione di alcune di esse che sino ad ora sem- bravano più localizzate. Interessante è la nuova subspecie del Cataglyphis albicans Rog. che sono lieto di dedicare al Barone Franchetti, Capo della suddetta Spedizione; questa formica, colle sue numerose forme, non era ancora nota a sud del 20° parallelo. Ringrazio la Direzione del Museo Civico di Storia Naturale di Genova per avermi affidato lo studio di questo materiale. 1. Dorylus (Typhlopone) fulvus ssp. eur0a Em. — Un maschio di Abulà. 5 aL 2. Dorylus (s. str.) affinis ssp. /owgî For. — Due maschi, l’uno di Colhabilla e l’altro di Abula. 3. Euponera sennaarensis Mayr. — Alcune operaie di Dan- calia senza più precisa località. 4. Monomorium (Parholcomyrmex) destructor var. despecta For. — Una sola operaia di Dancalia. Il tipo di questa formica come è noto è cosmopolita, la varietà succitata è stata raccolta oltrechè in Eritrea anche nel Congo. 5 5. Acantholepis gracilicornis For. — Numerose operaie di Gaarre. Il tipo di questa formica è stato descritto di Aden mentre ‘una subsp. abdominalis For. è conosciuta dell’Abissinia. Gli indi- . vidui della Dancalia sono perfettamente eguali agli esemplari della località tipica. 6. Camponotus (Tanaemyrmex) thraso var. nefasitensis For. | — Parecchie operaie maggiori e minori di Gaarre, Afrera, Derrab e altre con la semplice indicazione Dancalia. 7. Camponotus (Orthonotomyrmex) sericeus F. — Operaie di Afammò e di Beilul. | 8. Cataglyphis bicolor ssp. abyssinica For. — Una operaia di Gaarre. 9. Cataglyphis albicans ssp. Franchettii, n. ssp. Operaia. — Di colore rosso-giallastro come nella ssp. rubra For.; dorso della squama, coscie e gastro nero, salvo in questa ultima parte del corpo la base del primo segmento che è rossa- stra, femori brunicci, antenne, tibie e tarsi ferruginei. Pubescenza biancastra, mediocremente abbondante nel capo, un poco più fitta nel torace, sopratutto ai lati, e nelle coscie del 2.° e 3.° paio di zampe; nelle tibie, nei tarsi e nelle antenne è pure assai rada, più corta e staccata dal tegumento. Pochi peli eretti sul vertice del capo e nel clipeo, pochi altri nella gola e nella faccia ante- riore delle coscie del primo paio di zampe. Capo subopaco, finemente punteggiato, tanto largo davanti come all’indietro, tanto lungo quanto largo e coi lati pressochè dritti. Il torace assai più allungato e gracile che non quello di C. albicans e sue forme. Il prome- sonoto con punteggiatura eguale a quella del capo, i Da l’epinoto invece più distin- tamente punteggiato, con qualche corta stria ed opaco. La squama è molto bassa, obliquamente troncata, con la faccia superiore più lunga della posteriore e formante un angolo nel loro punto d’unione assai aperto ed. arrotondato. G: scopicamente striato per traverso e lucido. — Lunghezza mm. 5,8. Una sola operaia di Dancalia senza più. precisa. località. Questa nuova subspecie di C. albicans Rog. é molto. simil alla ssp. rubra For. e var. agilis Sants., differisce da entrambe per il colore che può dirsi intermedio fra le due forme, per la forma della squama e sopratutto per il torace più allungato. — __ SPEDIZIONE DEL Barone Raimonpo - FRANCHETTI IN DANCALIA DI / IMENOTTERI ACULEATI Dott. D. GUIGLIA Fra le collezioni zoologiche della Spedizione del Barone Fran- | chetti in Dancalia, radunate principalmente per opera del Marchese . Saverio Patrizi e generosamente donate al Museo Civico di . Storia Naturale di Genova, è compresa una serie di Imenotteri . aculeati che la Direzione di questo Istituto ha affidato a me per lo studio. Le specie, delle quali faccio seguire l’enumerazione, | sono poco numerose ma interessanti per la regione da cui pro- vengono e per la presenza di un Rhynchium non ancora co- nosciuto. SPHEGIDAE: Bembex liturata Turner Bembex liturata Turner, Ann. Mag. N. H., XIX, p. 440, JQ, 3 © 1917. — Arnold, Ann. Transv. Museum, Vol. XIII, i mee, Part. IV, ip :970;1929. 4 di Gaarre (Nord di Assab). ._Descritta di Willowmore (Kapland). È; | SCOLA R Scolia (Discolia) infuscata Klug Ds (Discolia) infuscata Saussure & Sichel, Cat. spec. gen. Scolia, 1864, p. 74, n. 50, d 9. 158 D. GUIGLIA er 4 Q di Gaarre. x ae Generalmente citata dell’ ees manthorieneie (N o Abissinia), dell’ Asia occidentale e centrale. Elis (Trielis) aliena Klug © ve Scolia aliena Klug, Symb. physic., Dec. 3, 1832, Insect; T. 27, F. 3 (gd). — E. (Trielis) aliena Saussure & Sichel, Catal. spec. gen. Scolia, 1864, p. 151, n. 158, 7 2. — Elis aliena Gerstaecker, V. d. Decken Reise in Ost- Afrika, Gliederthiere, 1873, p. 334, n. 34, g. — Stadel- | mann, Deutsch Ost-Afrika, IV, Hym., 1898, P- ni 1 o di Gaarre. Citata dell’ Egitto, dell’ Abissinia, dell’Arabia (Dalla Torre), di Mombasa (Decken). Io fra le collezioni del Museo Civico di Storia Naturale di Genova ho potuto osservare alcune femmine dell’Eri- trea ed un maschio di Lugh (Somalia). Elis (Dielis) eriophora Klug E. (Dielis) eriophora Sichel, Gaal spec. gen. Scolia, 1864, p. 297, 7. — Campsomeris thoracica subsp. eriophora Betrem, Treubia, Vol. IX, Suppl., p. 126, (1928). 2 of di Abulà. Specie abbastanza diffusa in quasi tutta l'Africa compresa l’isola di Madagascar. Betrem la nomina specificatamente delle seguenti località: Indie occidentali, Europa meridionale, Asia occidentale | e meridionale, Africa settentrionale ed orientale. PS AMMOCHARIDAE Mygnimia Gestroi Gribodo Hemipepsis Gestroi Gribodo, Ann. Museo Civ. Storia Naturale Genova, Vol. XXI, 1884, p. 311, n. 51, g 9. A os 5 , a Sd di SPEDIZIONE FRANCHETTI 159 TO" di Golhabilla. Ho confrontato questo esemplare con il ipo della collezione Gribodo (proprietà del Museo Civico di Storia Naturale di Genova). Mo Specie descritta dello Scioa, su materiali raccolti dalla spedi- i a zione italiana nell’ Africa equatoriale, comunemente citata del- Africa. orientale (Eritrea, Somalia). Ctenagenia vespiformis Klug — Pompilus vespiformis Klug, Symb. physic. Dec. 4, 1834, Insect.; : T. 38, F.3, (9). — Agenia (Ctenagenia) vespiformis Saussure, Grandidier: Hist. Madagascar, 1892, p. 343 e DI 352, PI; T. 6e 7, F. 16. — Ctenagenia vespiformis ee: Haupt, Monogr. Psammoch. Mittel. Nord und Osteuropas, , 1927p. 129. ; ee 1 Q della Dancalia (senza altra indicazione). Citata dell'Egitto, dello Scioa, del Madagascar e della “Siria. VESPIDAE Eumenes campaniformis var. formosa Saussure on ‘ i Eumenes formosa Saussure, Etud. fam. Vespid., I, 1852, p. 55, n. 39, g. — Humenes campaniformis var. formosus Bequaert, Ann. South Afric. Mus. Vol. XXIII, Part III, | as p. 546 (1926). | 4 9 © (4 di Afammo, 1 di Afrera, 4 di Gaarre). a Saussure descrive questa specie del Congo, Bequaert la cita oe delle seguenti località: Rhodesia meridionale, Orange, Natal. Io i fra le collezioni del Museo Civico di Storia Naturale di Genova ho potuto osservare diversi individui dell’Eritrea ed altri dell’alto Egitto (Aikota, Sogodas, Kor Gergabb), ciò che dimostra. chiara- n 4 mente la diffusione di questa varieta anche nell’ Africa orientale. D. GUIGLIA Eumenes maxillosa var. dimidiatipennis Saussure | Eumenes dimidiatipennis Saussure, Etud. fam. Vespid., Di Eumen., 1852, p. 51, n. 33, 7 9. — Eumenes maxil- losus var. dimidiatipennis Bequaert, Ann. South Afric. Mus. Vol. XXIII, Part III, p. 565 (1926). 8 Q (3 di Afammò, 5 di Gaarre). Citata dell’Algeria meridionale, dell’ Egitto, dell’ i del centro Sahara e di alcune regioni asiatiche (Arabia, Siria, Pale- stina, Persia, Indie occidentali). Odynerus rhynchoides Saussure an sp. aff.? 1 9 di Gaarre. « Odynerus trés voisin du rhynchoides Sauss., un peu plus grossiérement ponctué et un peu différent par la couleur. » (Schulthess in literis). Odynerus (Lionotus) chloroticus Spinola. Odynerus chloroticus Spinola, Ann. Soc. Entom. France, VII, 1838, p. 500, XLV, 9. — 0. (Lionotus) chloroticus Magretti, Ann. Mus. Civ. Storia Naturale Genova, Vol. XXI, 1884, p. 616, n. 154. - 1 © di Rayno Rorom. Specie comunemente citata dell’Egitto. ERhynchium Patrizii n. sp. O — Rhynchio erythrino affine. Ferrugineum, flavo- varium; fere glabrum; clypeo longiore quam latiore, mar- gine apicali recto; thorace crasse et profunde punctato; postscutello postice bilobato, margine crenulato; metanoto lateribus irregulariter denticulatis; tergitibus 2. - 3. flavo — SPEDIZIONE FRANCHETTI 161 maculatis. Alis satis obscure infuscatis, violaceo micantibus, apicem versus subhyalinis. Long. 14-15 mm. o& ignotus. _ Gaarre (Dancalia) XII-1928: Typus in Museo Civico Januensi, 3 Q. Capo con punteggiatura densa, pro- fonda ed uniformemente distribuita. Pube- scenza assai breve e scarsa. Clipeo (Fig. 1) circa */, più lungo che largo, mediocremente convesso nella metà anteriore e debolmente canaliculato nel mezzo della metà posteriore. Margine supe- riore ad angoli arrotondati, margine apicale i _ diritto. Superficie con fossette puntiformi Fig. 1. Rhynchium Patrizti ¥ A n. sp. Clipeo. allungate sulla porzione mediana e tondeg- gianti sulle porzioni laterali. Fronte fra l'inserzione delle antenne fortemente carenata. Torace (') robusto, sensibilmente allungato, con punti densi, grandi e profondi, disposti in maniera che gli intervalli fra i ‘punti stessi formano un reticolo a maglie poligonali. Pronoto (visto di profilo) ad angoli laterali arrotondati. Tegule liscie con pochissimi punti assai fini e minuti sulla porzione basale. Scw- tello leggermente convesso. Postscutello bilobato con margine apicale crenulato. Concavità del metanoto profonda, cosparsa di punti irregolari, poco profondi relativamente a quelli delle altre parti del torace e disposti in modo da dare quasi una leggera appa- renza di striatura obliqua-trasversale. Sulla sua porzione mediana si osservano 3 fine carene longitudinali: una mediana diritta oltre- passa leggermente la metà della superficie stessa, le altre due laterali convergono fin quasi ai tre quarti, quindi leggermente divergono limitando uno spazio elevato privo di punteggiatura. La porzione superiore compresa fra queste due carene mostra una leggera striatura trasversale. Sull’area dorsale e sulla porzione distale dell’area laterale- ventrale il metanoto stesso mostra una punteggiatura simile a quella delle altre parti del torace, sulla porzione prossimale del- (1) Per la nomenclatura delle varie parti ho seguito J. Bequaert (V. Bulletin of the American Museum of Natural History, Vol, XXXIX, 1918-1949, p. 143, fig. 134-135). Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LV (23 Aprile 1931). 41 162 D. GUIGLIA l’area laterale-ventrale le fossette puntiformi si allungano dispo- nendosi in serie longitudinale dando così |’ impressione di una . striatura leggermente obli- qua; in prossimità poi dell’ attacco delle zampe posteriori si osserva invece una vera striatura obliqua- trasversale. Il margine po- steriore (inferior ridge di Bequaert), si presenta irregolarmente dentellato- g b C d spinuloso. Questa dentella- tura non solo varia da Fig. 2. Rhynchium Patrizio n. sp. — a lato individuo ad individuo ma sinistro del margine posteriore (inferior ridge sì mostra pure diversa nej di Bequaert) del metanoto disegnato fino alla Bane APR valvola che protegge l’ articolazione dei muscoli due lati di uno stesso indi- dell'addome, es. I; idem terminato prima viduo (Fig. 9 a, b, C; d). della detta valvola, es. II; c idem. es. III; d idem, visto dal lato destro. Addome con punteg- giatura fina, densa ed uniformemente distribuita, solamente sull’ultimo tergite i punti si presentano più fini e più radi. Gli sterniti mostrano una punteggiatura presso a poco simile a quella dei tergiti. La pubescenza è breve e scarsa. Antenne normali, ferrugineo-chiare con ristrette striscie giallo- aranciate sul margine inferiore di ogni articolo del flagello. Ali giallo-ferrugineo scure, sensibilmente più chiare verso il margine apicale e con riflessi violacei su tutta la superficie. La cellula mediana, lo stigma, il nervo costale e subcostale presen- tano una spiccata tinta giallastra. Nervatura normale. La colorazione è rosso-ferruginea più o meno sensibilmente offuscata e variamente macchiata di giallo. Sono gialle le seguenti . parti: il clipeo, la porzione interantennale, il 2.°, parte del 3.° ‘ tergite e due strette ed irregolari striscie lateralmente ai corri- spondenti sterniti. APIDAE A pis mellifica var. Adansoni Latreille Apis mellifica subsp. unicolor-adansoni Buttel- Reepen, Mitt. Mus. Berlin, Bd. III, (1906), p. 186. — Friese, Bienen a I POR, TRI SLI SPEDIZIONE FRANCHETTI 163 Afrikas, 1909, p. 459. — Apis adansoni Schulthess, Rev. Zool. Bot. Afr., XVII, 2, p. 184, (1929). 2 operaie di Gaarre. Varietà diffusa nell’Africa occidentale, orientale e dele Anthophora albigena Lepeletier Anthophora albigena Lepeletier, Hist. nat. Insect. Hymén., II, 1841, p. 28, n. 3, 9 o&. — Lucas, Explor. sc. Algérie, Aco Wh is4o,-p. AQ ny 5, © ga. II — Ma gretti, Ann. Mus. Civ. Storia Naturale Genova, Vol. XXI, 1884, p. 628, n. 180. 2 ® di Derrab. Specie riscontrata nell’ Europa meridionale, Asia centrale (Dalla Torre), Algeria (Lucas), Sauakim (Magretti). Io fra le col- lezioni del Museo Civico di Storia Naturale di Genova ho potuto osservare una serie di esemplari riferentisi a questa specie, tutti catturati a Lugh (Somalia). Xylocopa aestuans Lin. Xylocopa aestuans Lepeletier, Hist. nat. Insect. Hymén. II, 1841, p. 193, n. 36, gd Q. — Gribodo, Ann. Mus. Civ. Storia Naturale Genova, Vol: XVI, 1881, p. 230 e 231. — Saussure, Grandidier: Hist. Madagascar, XX, 1892, p. 31, n. 1, 9g. — Friese, Bienen Afrikas, 1909, p. 2492, — Friese, Deutsch. Ent. Zeitschr., 1915, Heft III, ened te 2 © di Gaarre, 2 gf (1 di Gaarre, 1 di Beilul). Citata del basso ed alto Egitto, dell’Eritrea, dell’Abissinia, del Madagascar, dell'Asia occidentale e meridionale. Xylocopa violacea Lin. Xylocopa violacea Lepeletier, Hist. nat. Insect. Hymén., II, 1841, p- 183, n. 13 Oo’. — Walker, List of Hymen. in Egypt, 164 D. GUIGLIA 1871. (psd: 999, — Sehnilthesss Bull. Soc. Hist. Nat. de l’Afrique du Nord, Tome XV, Fasc. 6, 1924, P 299. 5 J (4 di Gaarre, 1 di Abul). Specie comune nell’ Europa centrale, meridionale, Africa boreale, Asia centrale. CHRYSIDIDAE Stilbum splendidum Fab. . Chrysis splendida Fabricius, Ent. system. II, 1793, Di 238, n. 1. — Stilbum splendidum Magretti, Ann. Mus. Civ. Storia Naturale Genova, Vol. XXI, 1884, p. 534. — R. du Buysson. Voyage de Ch. Alluaud & R. Jeannel en Afrique orientale, 1914, p. 155. 2 ® di Gaarre. Specie riscontrata in Europa, Africa, Asia, Oceania, Australia. La sua presenza anche in America pare sia accidentale, So forse a qualche importazione. “BREVE NOTA INTORNO ALLA GIBBULA SISMONDAE (Issel per Dott. J. BISACCHI Il Prof. A. Issel nella Malacologia del Mar Rosso, 1869, | pag. 295, tav. II, fig. 13, descrive con la seguente diagnosi la Gibbula Sismondae basandosi su di un unico esemplare da lui stesso raccolto nel 1865 sopra un banco di corallo nella rada di Suez, ricoperto di una patina verdiccia che ne nascondeva la colo- razione e la scultura. « Testa parva, conoidea, imperforata, minute transversim striata, — virescente; apice obtuso; anfractibus 4 1/, lente crescentibus, convexiusculis, sutura impressa separatis; ultimo !/, longitudinis superante, ad basim angulato, infra planiusculo costulis concen- tricis 4 ornato; apertura valde obliqua, subcirculari. — Altit. mill. 4; diam. 4. ». Il sapiente malacologo nel suo secondo viaggio intrapreso nel - 1870 nel Mar Rosso riportò, tra l’altro ricchissimo materiale, complessivamente una sessantina di esemplari di una Gibbula raccolti a Suez, Massaua, Dahalac e Sarato, che egli stesso denominò Sismondae, come si legge nel cartellino scritto di sua propria mano. Di. SSA ipa d =) Seige) 4) Ordinati questi individui in una serie ininterrotta per altezza | crescente della spirale e per relativo restringimento dell’umbhilico, si passa senza il menomo ‘salto dall’ esemplare rappresentato e OI DI LP Ne 166 J. BISACCHI dalla fig. 1 a quello della fig. 3. Confrontando ora |’ esemplare più alto a umbilico più ristretto dell’ampia serie predetta col tipo di Issel, si constata quanto breve sia il passo tra l’uno e l’altro. Dobbiamo quindi considerare come appartenenti alla stessa specie le conchiglie rappresentate dalla fig. 1 e 4. La specie Sismondae è dunque estremamente polimorfa nel senso sopra precisato. Debbo pertanto rilevare che nella descrizione del tipo non è fatta menzione dell’esistenza dell’ umbilico, occultato da uno strato di materia estranea, credo quindi opportuno completarne la diagnosi. Fig. 5. Conchiglia piccola, conica di altezza variabile con apice ottuso. Umbilico piuttosto ampio ma variabile entro limiti assai vasti, in parte ricoperto dalla columella che alla base si ripiega su di esso. Anfratti 5, è primi due lisci, i susseguenti convessi sepa- rati da suture ben distinte e percorsi da cordoni trasver- sali, circa 10 nell’ultimo anfratto, che è carenato alla base, attraversati da linee di accrescimento appena visibili colla lente. Base da convessa a lievemente appiattita, percorsa da 4 o 5 cordoni concentrici finamente striati. Celani dpi iis ni ri i rr ri ri Etica asi ele cda n scure. larmente disposte a raggiera bruno-rossiccie 0 bruno-violaceo Columella semplice arcuata. Apertura boccale obliqua, irregolarmente circolare, con labbro semplice, acuto e leggermente festonato alla base. Opercolo corneo, circolare, concentrico, composto di 7 - 8 vgiri. Altezza da mm. 2 */, a 4. | Larghezza mm. 4. A maggiori schiarimenti aggiungo nell’ambito della prece- dente diagnosi le caratteristiche dell’ esemplare fig. 5 ‘raccolto nell’isola di Dahalac: conchiglia fortemente carenata alla base, umbilico ampio, altezza mm. 2 !/,, larghezza mm. 4, colore ocraceo-rosa. Esso è diametralmente opposto nella serie all’ e- semplare di Issel. EE ito I TIPI DI CTENOPLECTRA peL Museo. Civico pi Sroria NATURALE DI GENOVA REVISIONE DELLE DIAGNOSI ORIGINALI Dott. D. GUIGLIA Ho stimato utile di riprendere in esame e ridescrivere nella presente nota tutte le numerose ed importanti specie tipiche del genere Ctenoplectra radunate nelle collezioni del Museo Civico di Storia Naturale di Genova; l'insufficienza e la poca chiarezza delle loro diagnosi originali poteva difatti dar luogo ad interpre- tazioni del tutto errate (!) rendendo in questo modo impossibile un’esatta identificazione delle specie medesime. Ctenoplectra armata Magretti Annali Mus. Civ. Storia Naturale Genova, Serie 2.2, Vol. XV, p. 160, 1895. Lungh. 9 6-7 mm.; o 7-8 mm. Q. Capo nero con diametro trasversale leggermente superante quello longitudinale. La punteggiatura è relativamente grossa e profonda sul vertice, sensibilmente più fina e fitta sul clipeo e fra l'inserzione delle antenne; la pubescenza bianco-argentata si presenta lunga, fitta e longitudinalmente diretta sul clipeo e fra l’inserzione delle antenne, sul vertice sì mostra invece assai più fina e rada. Torace nero, subgloboso con punteggiatura un poco meno (1) Friese in «Die Bienen Afrikas» 1909, p. 185, riunisce in un unico gruppo (gruppo dell’albo-limbata) la Ct. armata e Valbo-limbata, specie tra di loro assai ben distinte; forse l’autore è stato indotto a ciò per il fatto di aver confuso, dal semplice esame della diagnosi, le frangie di peli biancastri che si notano al mar- gine posteriore dei tergiti della Ct. armata con le striscie bianco - avorio proprie invece della chitina che si osservano sullo stesso margine della Ct. aldo -limbata. SUL GENERE CTENOPLECTRA > "469 densa e profonda di quella del capo; sul mesonoto essa è parti- colarmente addensata ai lati, verso il centro va diradandosi in maniera abbastanza sensibile finchè si riduce a nulla presso il margine posteriore del mesonoto stesso. La pubescenza simile a quella del capo è assai fina e rada sul mesonoto, un poco più fitta sullo scutello, il margine poste- riore di questo termina con una frangia semicircolare di peli brevi e fitti. Sull’epinoto la pubescenza è più densa e costituita da due ciuffi di peli divergenti dalla linea mediana. Sulle meta- pleure è pure fitta ed abbondante. L’addome è nero, lucido con punti assai fini, minuti e leg- germente impressi, sopratutto addensati ai lati di ciascun tergite. Sul I-II tergite si osservano delle frangie semicircolari di peli biancastri nettamente interrotte nella zona mediana (specialmente quelle del I e II tergite). Queste stesse frangie si riuniscono e diventano rettilinee sui rimanenti tergiti. | Il margine posteriore del Il-V sternite presenta due serie di setole bruno-scure, lunghe e dense, le quali sensibilmente con- vergono verso la linea mediana. Le antenne sono bruno-scure, sensibilmente infoscate faccia superiore. Le zampe sono nere, ricoperte sulla faccia esterna di abbon- dante pubescenza biancastra mista a peli bruni. Lo sperone è largo alla base quasi come l’apice della tibia. Il metatarso subquadrato è largo come l’apice della tibia. La scopa è bianco- argentata con peli bruni specialmente verso l'apice. Le unghie sono bruno-nere. Le ali ialine con leggeri riflessi madreperlacei hanno stigma ovoidale bruno-nero, le nervature sono pure brune. Le tegule | lucide, brune-scure sono completamente prive di punteggiatura. S. Simile alla femmina. L’addome presenta all’ estremità ventrale una grossa spina troncata all’apice, di costituzione robu- sta e di lunghezza variabile. Il segmento anale di color giallo- testaceo si presenta nettamente troncato all’apice con angoli late- rali arrotondati e con lieve incisura mediana. La sua superficie presenta una punteggiatura grossa, irregolare e una fina pube- . scenza biancastra. Vennero catturati esemplari di ambo i sessi negli Arussi- Galla, Ganale Guddà, Somalia (Spedizione Bottego). cen. I — as ITEM RIE A Big SERIA sn aes o NM SRI e TNT 170 D. GUIGLIA Ctenoplectra nigro-testacea Magretti Annali Mus. Civ. Storia Naturale Genova, Serie 2.3, Vol. XV, p. 162, 1895. Lungh. g° 6 mm.; Q ignota. o. Capo nero, tondeggiante, di larghezza presso a poco eguale a quella del pronoto. La punteggiatura è densa e relativamente grossa sulla fronte, sul clipeo, fra l'inserzione delle antenne va sensibilmente rimpicciolendosi, sul vertice è lievemente più fina e rada. La pubescenza lunga e biancastra è addensata in modo particolare ai lati del clipeo e intorno all’inserzione delle antenne; si nota inoltre una pubescenza breve, fitta ed obliquamente diretta sulla zona retro-oculare. La fronte fra l'inserzione delle antenne è fortemente carenata. Il labbro inferiore grossolanamente ed irregolarmente punteggiato, presenta presso il margine apicale una striscia ampia e ben delimitata di colore giallo-testaceo. Torace nero, subgloboso. La punteggiatura leggermente più grossa di quella del capo, si presenta abbastanza rada al centro del mesonoto, sensibilmente più densa ai lati di questo. Lo scu- tello è densamente e finamente punteggiato e termina al margine posteriore con una frangia semicircolare di peli bianco - grigiastri fitti ed eretti. La pubescenza costituita di peli lunghi e biancastri è addensata particolarmente sulle metapleure e su tutta la super- ficie dell’epinoto. i L'addome è lucido di colore giallo-testaceo, i margini poste- riori di ciascun tergite presentano una tinta più pallida, tendente al verdastro. La punteggiatura sul I e II tergite è quasi nulla, si riduce a pochi e minuti punti irregolarmente sparsi sulla superficie di essi; sui rimanenti tergiti diviene sensibilmente più fitta pur mante- nendosi assai fina. Sul margine posteriore del II tergite si nota una frangia piuttosto rada ed irregolare di peli lunghi e bianca- stri. Procedendo verso gli ultimi tergiti questa frangia diviene sensibilmente più fitta estendendosi su tutta la superficie di essi. Gli sterniti sono simili ai tergiti; sulla loro superficie si osserva una pubescenza fina, lunga, biancastra e regolarmente distribuita. Le antenne sono brune, sensibilmente offuscate sulla faccia superiore. SUL GENERE CTENOPLECTRA © (ATI Le zampe giallo-testacee sono ricoperte da fina e lunga pube- scenza argentata. Le unghie sono robuste e nere. Le ali ialine, con riflessi madreperlacei, hanno stigma e ner- vature giallastre. Le tegule sono ea giallo-brune; assai finamente punteggiate. Venne catturato un solo esemplare ih negli Arussi- Galla, Ganale Guddà, Somalia (Spedizione Bottego). Ctenoplectra albo-limbata Magretti Magretti, Annali Mus. Civ. Storia Naturale Genova, Serie 2.4, Vol. XV, p- 162, 1895. Lungh. g° 5 mm.; Q ignota. g. Capo nero, superante per larghezza il pronoto; il suo diametro trasversale è un poco maggiore del longitudinale. La punteggiatura è grossa, densa, profonda e regolarmente distri- buita. La pubescenza bianco-giallastra è lunga, densa e longitu- dinalmente diretta sul clipeo e fra l’inserzione delle antenne, sulla fronte e sul vertice si presenta. eretta, più breve ed assai più rada. | Torace nero, irregolarmente punteggiato; i punti, più grossi e meno densi di quelli del capo sono addensati specialmente sul pronoto e ai lati del mesonoto; procedendo verso il centro di quest’ultimo la punteggiatura va diradandosi molto sensibilmente e sulla metà posteriore si osserva uno spazio lucido, abbastanza ampio, completamente privo di punteggiatura. Sui contorni laterali e sul margine posteriore del mesonoto stesso si nota inoltre una zona periferica assai densamente e fina- mente punteggiata. Lo scutello presenta una punteggiatura fina e minutissima. La pubescenza è grigiastra, breve e fina, addensata sopratutto lungo i contorni del mesonoto, sul margine posteriore dello scu- tello e sulle metapleure. Al centro del mesonoto si riduce a pochi peli fini ed abbastanza lunghi ripiegati all’indietro. L'addome è lucido, bruno-castagna con delle caratteristiche striscie giallo-avorio al margine posteriore dei tergiti I- V. La punteggiatura è nulla. Ai lati del II tergite, presso il margine posteriore di esso, si osserva una. frangia irregolare ed arcuata di pochi peli bianco- su dii SA bi § c vi Li fi. 172 D. GUIGLIA giallastri; sui rimanenti tergiti queste frangie si riuniscono sulla zona mediana divenendo leggermente più fitte. Gli sterniti sono neri, lucidi con pubescenza quasi nulla. Il segmento anale è bruno-rossiccio, nettamente inciso sulla zona mediana e con margini laterali arrotondati. Le antenne sono ferruginee, leggermente offuscate sulla faccia superiore. Le zampe sono bruno-ferruginee ricoperte da fine pubescenza argenteo -dorata, particolarmente lunga e densa sulle tibie e sui tarsi di tutte le paia di zampe; in modo speciale è abbondante e fitta sulla faccia esterna delle tibie e del metatarso del 3.° paio. Le ali sono ialine con riflessi madreperlacei e con nervature e stigma bruni. Le tegule lucide, ele testacee sono del tutto prive di punteggiatura. si Un solo g' raccolto nella stessa località delle due specie pre- cedenti. Ctenoplectra Antinorii Gribodo Annali Mus. Civ. Storia Naturale Genova, Serie 2.2, Vol. I, p. 284, 1884. Tprungh: (O imme tg imme ©. Capo nero con diametro trasversale maggiore del longi- tudinale e superante complessivamente il pronoto nel senso della larghezza. La punteggiatura è grossa, densa ed uniformemente distribuita. La pubescenza lunga e biancastra è come al solito adden- sata sul clipeo e intorno all’inserzione delle antenne. Sul vertice è più rada, più fina ed eretta. Le mandibole sono nere con macchia rosso-scura verso l'apice e con peli lunghi, bianco-rossa- stri sui margini laterali. Il forace è nero, opaco, subrettangolare, assai densamente e finamente punteggiato; sul mesonoto e sullo scutello si distin- guono chiaramente due diversi tipi di punteggiatura: una fonda- mentale, costituita di punti assai fini, densi e minuti, l’altra secondaria formata invece di punti assai più radi, debolmente. impressi, irregolarmente distribuiti e con diametro maggiore dei (1) Per la descrizione del o di questa specie vedi: Vachal, Bull. Soc. ent. France, 1903, p. 99. SUL GENERE CTENOPLECTRA 173 primi. Sul margine posteriore del mesonoto e sullo scutello que- sta punteggiatura secondaria va leggermente addensandosi. Sul postscutello e sull’epinoto si osservano solamente dei punti densi, abbastanza profondi ed uniformemente distribuiti su tutta la super- ficie. La pubescenza bianco-grigiastra è limitata alle metapleure; sul dorso è quasi nulla. i | L’addome è lucido, bruno con riflessi rossastri specialmente al margine posteriore di ciascun tergite. La punteggiatura è fina e minuta, addensata maggiormente al margine anteriore di ciascun tergite; il margine posteriore è liscio, completamente privo di punteggiatura. Questa poco densa sul I tergite va divenendo sen- sibilmente più fitta procedendo verso gli ultimi segmenti. Sulla parte mediana della metà posteriore del II tergite si nota una zona arcuata, lucida, completamente priva di punti. La pubescenza è giallo- dorata, quasi nulla sul I tergite, sul II e III è adden- sata specialmente ai lati, verso il margine posteriore dei tergiti stessi. Sui rimanenti segmenti essa costituisce delle frangie irrego-- lari di peli piuttosto lunghi e radi sparsi su tutta la superficie. Una maggiore densità di pubescenza si osserva sempre sulle porzioni laterali. Il margine apicale del V tergite presenta una frangia densa, regolare di peli spiccatamente giallo-dorati. Il margine posteriore degli sterniti II- V presenta lateralmente delle serie foltissime di peli giallo-dorati, sensibilmente -convergenti verso il centro, quelle del V sternite si congiungono sulla porzione mediana. Le antenne sono bruno-chiare sulla faccia superiore, sensibil- mente annerite su quella inferiore. Lo scapo e il primo articolo del funicolo sono bruno-neri, finamente e densamente punteggiati, il II articolo è completamente nero, lucido, privo di punti. Le zampe sono nere con peli fini bianco-argentati sulla faccia esterna dei femori e delle tibie del I paio, le tibie del II paio presentano verso l’apice dei peli rosso-dorati misti a quelli argen- tati; i tarsi di tutte le paia di zampe hanno peli lunghi, setolosi di color rosso-dorato. Lo sperone delle tibie posteriori è alla base largo quasi come l’apice della tibia. Il metatarso circa due volte più lungo che largo, alla base uguaglia presso a poco l’apice della tibia, presentando qui la sua maggiore larghezza; verso l’apice va restringendosi sensibilmente e termina con troncatura obliqua. La scopa è rosso-dorata. Le unghie sono bruno-nere. i ja xt 4 : ix i 174 D. GUIGLIA Le ali subialine con leggeri riflessi madreperlacei, hanno stigma e nervature brune. Venne catturata una sola femmina a Let-Marefià nello Scioa. (Spedizione italiana nell'Africa equatoriale). Ctenoplectra cornuta Gribodo Boll. Soc. Ent. Italiana, Vol. XXIII, 1891, p. 102, Q. Lungh. 9 9 mm.; © ignoto. Q. Capo leggermente trasversale con punteggiatura comples- sivamente grossa, profonda e non regolarmente distribuita: essa è difatti assai fina e minuta sulla carena interantennale e imme- diatamente al disopra dell'inserzione delle antenne, grossa ed abbastanza profonda sulla fronte e sul vertice: sul clipeo è leg- germente meno densa e meno regolare che sulle altre parti del capo. La pubescenza è grigiastra, fina, rada ed irregolarmente disposta sul clipeo e fra l’inserzione delle antenne, sul vertice e sulla fronte è più lunga, più scura ed eretta. Le mandibole sono nere e punteggiate sulla metà basale, lucide e di color rosso-bruno sulla metà apicale. Al disotto delle antenne, lateral- mente al clipeo, si notano due robusti tubercoli neri, lucidi e sensibilmente divergenti dalla linea mediana. Il forace è subrettangolare, nero, opaco, con un solco mediano bene evidente, estendentesi su tutta la metà anteriore del meso- noto. Su questo e sullo scutello si distinguono chiaramente due diversi tipi di punteggiatura: una fondamentale costituita di punti densi assai fini e minuti, l’altra secondaria formata di punti più grossi, più radi, più profondi dei primi ed irregolarmente sparsi - su tutta la superficie del mesonoto e dello scutello, quivi questi si presentano un poco più fitti. Il postscutello è convesso, assai finamente e densamente punteggiato; la carena mediana avente origine dallo scutello si presenta’ qui ben distinta e leggermente sporgente dal margine anteriore del postscutello, in modo da formare sullo stesso margine un piccolo tubercolo centrale. L’epi- noto ha punteggiatura densa, costituita da punti assai più forte- mente impressi di quelli del postscutello. Sulla parte mediana verso la metà posteriore dell’epinoto stesso si nota una piccola zona lucida completamente priva di punti. La pubescenza è limi- SUL GENERE CTENOPLECTRA Viva tata all’ sini e si riduce a dei ciuffi di peli radi, fini, bianco | rossastri, divergenti dal solco mediano. L’addome è completamente nero, sublucido, con punti densi, | minutissimi, irregolari e poco profondi, particolarmente addensati lungo il margine anteriore di ciascun tergite, il margine posteriore è lucido, privo di punteggiatura; sul V tergite i punti si esten- dono su tutta la superficie. La pubescenza bruno-rossastra con riflessi dorati è addensata in modo particolare sul V tergite dove forma al margine posteriore una frangia densa e regolare. L’apice è completamente rivestito di pubescenza rosso-dorata. . Gli sferniti sono neri con punteggiatura abbastanza fitta ed irre- golare; il margine posteriore del II-V sternite presenta delle frangie di peli lunghi, nero- grigiastri, sensibilmente convergenti verso la linea mediana. Le antenne sono bruno-nere. Le zampe sono nere con tarsi ferruginei e con pubescenza grigiastra particolarmente abbondante sulle tibie e sui tarsi. Lo sperone del III paio è alla base largo presso a poco come l’apice x della tibia. Il metatarso è subrettangolare, largo alla base come l'apice della tibia e con margine apicale arrotondato. Le unghie “sono nero-brune. Le ali subialine hanno stigma e nervature bruno - nere. Venne catturata una sola femmina a Chan-Joma (Alta _ Birmania). Ctenoplectra Paolii Guiglia Per la descrizione di questa specie di Clenoplectra somala vedi « Annali Mus. Civ. Storia Naturale Genova, Vol. LII, p. 491, A 1928 ». ALCUNI TROCHUS DEL MAR ROSSO per Dott. J. BISACCHI Nella presente nota ho riunito i Trochus pescati nel Mar Rosso in parte dal Prof. Arturo Issel e dal Dott. Odoardo Bec- cari nel 1870, in parte dal Prof. Luigi Sanzo durante la Crociera Idrografica compiuta nel eee 192% con la R. N. « Ammiraglio Magnaghi ». Tra questi annovero una nuova specie, Trochus (Gibbula) Hornungi, che ho il piacere di dedicare al Signor Antoine Hornung di Ginevra, studioso della malacofauna del Mar Rosso. Famiglia TROCHIDAE Genere TRO CHUS (Rondelet 1554) Linneo 1758. Trochus (Cardinalia) virgatus Gmelin (non Menche) in Kiener, Icon. Coq. Viv., 1873, vol. IV-V, pag. 97, tav. 27, fig. 1; tav: 28, le (granulata Chemn.). Mar Rosso (Collezione Coen). T. (Tectus) dentatus Forskal (non Gmel.) in Kiener, L. c., pag. 86, tav. 20. (pyramidalis Lk.; foveolatus Gmel.). Suez (Issel, 1870). Massaua (Issel e Beccari, 1370. Vinciguerra, 1901. Pescata nel porto a 11 m. di profondità, L. Sanzo, 4-XI-19928). Gherar (lungo la costa, Elaine: Com.” della R. N. « Scilla », 2-XII-1895). Is. Sarato (Issel e Beccari, 1870). Questa specie è pescata attivamente perchè riceve applicazioni industriali. TROCHUS DEL MAR ROSSO IT T. (Tectus) noduliferus Lamarck in n. l. c., pag. 87, tav. fie 4 Piccolo Lago Amaro (Issel, 1870. Li Sanzo, 1993). Suez (nel porto in una pesca di fondo con tramaglio a m. 6 L. Sanzo, 28-29-V- 1924), Arc. Farasan (ad ovest, L. Sanzo, 22-1 - 1924). Is. Dahalae (raccolta lungo la spiaggia, L. Sanzo, 23-11-1924). Assab (con reti di fondo a m. 12, L. Sanzo, 20-IV-1924). Is. Perim, a Sud-Est (L. Sanzo, 5 -V-1924). do » Fig. 4. Denti della radula di Trochus noduliferus Lk. Alcuni esemplari di questa specie erano conservati in forma- lina a forte percentuale che aveva indurito i tessuti del mollusco. Posso quindi dare soltanto la figura della radula. (Tectus) mauritianus Gmelin in Kiener, |. c., pag. 91, ee ae ales, A (muricatus Chemn.; crenulatus Lk. (non Brocchi, nec Reeve) ; costifer Jonas). Mar Rosso (Coll. Coen). (Polydonta) maculatus Linneo in Kiener, |. c., pag. 101, faye, 29 wns. 1-1>a. (vernus Gmel.; sanguinolentus Chemn.; Gmelini Jonas; altus Reeve; verrucosus. Gmel.). Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LV (6 Giugno 1931). 12 9 È FRANTOIO aly ee: da SERIUS Po ate a a > CERTI dl eh eg galt e Ma Se or Pl 178. J. BISACCHI Massaua (Issel e Beccari, 1870). | Is. Dahalac (raccolta lungo la spiaggia, L. Sanzo, 23-II- 19%) T. (Infundibulum) erythraeus Brocchi in Kiener, l. c., pag. 111, tav 009) (Kochii Kiener (non Phil.); magus Forskal; fictilis Jonas; cre- briliratus Jonas). Il materiale conservato in formalina mi ha permesso anche per questa specie di osservare soltanto la radula. Fig. 2. Denti della radula di Trochus erythraeus Brocchi. Ismailia (dal mercato locale dragata sul fondo a m. 7, L. Sanzo, 2-VI-1924). Ras-el-Ech (nel canale di Suez, con reti di fondo da 0-8 m., L. Sanzo, 8-X-1923). Piccolo Lago Amaro (L. Sanzo, 1928). Suez (pesca costiera nel porto, a sinistra della zona di passaggio dei piroscafi, L. Sanzo, 28-V-1924; e dragati sul fondo a m. 6, L. Sanzo, 29-V-1924). Suakim (Issel, 1870). Massaua (Issel e Beccari, 1870. Nel porto con reti di fondo a me I, Sanzo 1 221 92/5) | Is. Dahalac (lungo la spiaggia, L. Sanzo, 23-II-1924). Is. Sarato (Issel, 1870). | i Is. Aucan (materiale spiaggiato da 0 a 20 m. di profondità, È L. Sanzo, 23-XI-1923). a TROCHUS DEL MAR ROSSO 179 Is. Adjuz (sulla spiaggia, L. Sanzo, 10-X-1923). Ras Andadd (L. Sanzo, 16-XI-1924). Is. Gebel-Zukur (a sud, L. Sanzo, 6-1-1924). T. (Clanculus) pharaonius Linneo in Kiener, l. c., pag. 165, tav. 56, fig. 1. Suez (in una pesca costiera nel porto, L. Sanzo, 30-V-1924). Massaua (pesca planctonica di fondo vicino alla banchina del porto, 0-9 m. di profondità, L. Sanzo, 19-11-1924). Is. Dahalac (lungo la spiaggia, L. Sanzo, 23-11-1924). Is. Aucan (sulla spiaggia, L. Sanzo, 23-XI-1923). Is. Adjuz (al largo, con sciabica tramaglio, da 0-11 m. di pro- fondità, L. Sanzo, 10-IX-1923). Ras Beilul (sulla spiaggia, L. Sanzo, 1-II-1924). Baia di Assab (Com. Sapelli). Is. Perim, a Sud-Est (con reti planctoniche in serie, da 0 a 300 m., L. Sanzo, 5-V- 1924). Varietà: puniceus Philippi, Zeitschr. Malak., 1846, pag. 100. Mar Rosso (Issel, 1870). _T. (Monodonta) dama Philippi in Kiener, |. c., pag. 360, tav. 111, fis. 2. Suez (Issel, 1870. Nel porto, dragati sul fondo a m. 6, L. Sanzo, 28-V-1924). T. (Monodonta) australis Lamarck in Wiener, |. c., pag. 227, vino 1-2: (melanchlorus Phil.). Massaua (Issel e Beccari, 1870). Ras Beilul (lungo la spiaggia, L. Sanzo, 1-IL-1924). Assab (Issel e Beccari, 1870). Ras Dumeirah (Issel, 1870). T. (Monodonta) canaliferus Lamarck in Kiener, pag. 225, tav. 73, fig. 2-3. Assab (Issel e Beccari, 1870). RE ARE lA AN LT aan Me a ape NI Noli e io dh SPR? RIA) VICARI ee N VR AW og a eile 180 J. BISACCHI T. (Isanda) Hemprichi Issel, Malacologia del Mar Rosso, 1869, pag. 223. — Savigny, Descript. de l’Egypte, Coq. tav. III, fig. 6. Fig. 3. Trochus Hemprichi Issel. T. (Umbonius) lineolatus Lamarck in Kiener, 1. Credo opportuno ridare il di- segno della Hemprichi essendo poco chiara la fig. 6 dell’opera di Savigny. Suez (Issel, 1870). Massaua (Collezione Coen). T. (Ethalia) minolinus Melvill,° Memoirs Proceedings Man- chester Society, 1897, vol. XII, pag. 20, tav. VII, fig. 24. Massaua (a 5 m. di profondità, Issel, 1870). Go. Nola Genere Rotella, pag. 3, tav. 1, fig. 1 a-f. (vestiarius L.). Massaua (Issel, 1870). T. (Gibbula) Hornungi n. sp. Conchiglia piccola, solida, conica, di altezza variabile con apice ottuso. Umbilico largo, profondo, internamente scolpito da fitti solchi longitudinali, attraversati da incisure concentriche. Anfratti 5 */,, convessi, leggermente appianati presso la sutura, privi di qualsiasi scul- Fig. 4. Trochus Hornungi n. sp. tura, fatta eccezione a piccolissime linee di accrescimento appena visibili colla lente. Base convessa, percorsa da striature raggiate che originandosi all’umbilico vanno scomparendo verso la circonferenza della con- | chiglia. Colore bianco con protoconchiglia violacea o rossiccia e un er ti ROCHUS DEL MAR ROSSO 484 alone della stessa tinta che circonda l’umbilico, anfratti percorsi longitudinalmente da irregolari raggi violacci o’ rossicci che nell'ultimo giro arrivano soltanto alla circonferenza della con- chiglia. Columella semplice, obliqua, curva nella sua parte superiore. Apertura boccale irregolarmente romboide con labbro sem- plice acuto. Altezza mm. da 4 a 4 1/,. Diametro mm. da 4 1/, a 5. Is. Sarato (Issel 1870). T. (Forskalia) declivis Forskal in Kiener, |. c., pag. 126, tav. 43, fig. 3. (aegyptiacus Chemn.). Suez (nel porto, dragato sul fondo, L. Sanzo, 29-V-1923). T. (Minolia) nedymus Melvill, Memoirs Manchester Literary Phi- losophical Soc., 1896, vol. XLI, pag. 17, tav. 7, fig. 23. Massaua (e suoi dintorni a 15-30 m. di profondità, Issel e Beccari, 1870). T. (Vanitrochus) holdsworthiana Nevill, Journal Asiatic Soc. Bengal, 1871, pag. 3, tav. 1, fig. 18. (variabilis Adams; Pantanelli Caramagna). Suez (Issel, 1870). T. (Priotrochus) obscurus Wood in Philippi, Abbildungen Be- schreibungen Conchylien, 1847, parte II, pag. 26, tav. IV, fig. 3. Massaua (e suoi dintorni, Issel, 1870). T. (Umbonella) Sismondae Issel in Bisacchi, Annali Museo Civico Storia Naturale, Genova, 1931, Vol. LV, pag. 165, fig. 1-5. Suez (Issel, 1870).. Massaua (Issel e Beccari, 1870). Is. Dahalac (issel e Beccari, 1870). Is. Sarato (Issel e Beccari, 1870). bil ser" 10 Pe ae Piney PE a Nia Si i ahi Chi VO oy i 4 t r 182 i J. BISACCHI T. (Margarita) biangulosus A. Adams, Proceedings Zoologica] | Society London, 1854, pag. 40. Massaua (Issel, 1870). T. (Turcica) stellata A. Adams, Proceedings Zoological Society London, 1863, pag. 508. Suez (Issel, 1870). T. (Euchelus) pullatus Anton in Kiener, 1. c., pag. 407, tay. 190, Rossi Mar Rosso (R. N. « Scilla », Com. Cassanello, 1892). Massaua (Issel e Beccari, 1870). Aden (Issel, 1870). . (Euchelus) denigratus Chemnitz in Kiener, l. c., pag. 293, tav.. 94, fis. 3. (atratus Gmel., canaliculatus Lk.). Mar Rosso (Issel, 1870). Massaua (Issel e Beccari, 1870). (Euchelus) bicinctus Philippi, Zeitschr. Malakozool., 1848, pag. 102. ‘Ismailia (pesca con draga a m. 7 di profondità, L. Sanzo, 2-VI-1924). Suez (nel porto, dragati sul fondo, L. Sanzo, 28-V-1924). Massaua (nel porto pescati con nassa, 0-9 m. di profondità, L. Sanzo, 12-1I1-1924). ~ ays: SPEDIZIONE DEL BARONE RaArmonpo FRANcHETTI IN DANCALIA MAMMIFERI PER OSCAR DE BEAUX © Con annotazioni di viaggio del raccoglitore Marchese Saverio Patrizi Ordine PRIMATES Famiglia Cercopithecidae Papio hamadryas hamadryas L. 1g adultissimo. Gaarre. Dicembre 1928. Pelle e- cranio (C. E. 31311 e 31312). Osservazioni. Ho confrontato il presente esemplare con 2 gd dg ad. dei Bogos. Ne differisce per statura lievemente minore, denti meno grandi, molari con dettagli più semplici. Il rivestimento peloso è un poco più breve che negli esem- plari di confronto. I peli del manto tra le spalle misurano mm. 180 anzichè 200. Il colore concorda cogli esemplari dei Bogos. Il ciuffo della coda è intensamente brizzolato, come in uno dei due co g' pre- detti, mentre è bianco brunastro uniforme nell’altro. Il cranio è leggero e piuttosto piccolo. La scarsa lunghezza è peraltro in parte dovuta ad una lesione patita dall’ esemplare molto tempo avanti la morte, probabilmente per una forte basto- nata o sassata sul mento. I, sin. manca infatti del tutto. I,, ridotto ad un monchero logoro, è schiacciato contro C. I, e I, destri sono ridotti a due piccoli piuoli logori, diretti orizzontal- mente all’infuori. C sin., suddiviso in tre scheggie, aderenti alle pareti dell’ alveolo, ampiamente beante, sporge appena dal mar- gine di questo ed occupa nel contempo il punto più anteriore della mandibola. P, sinistro è suddiviso ‘in 3. scheggie, le due anteriori delle quali provengono dalla radice anteriore spezzata BI = i CR 1 Mii oy 184 0. DE BEAUX del dente. C destro, girato in direzione destrorsa nel proprio asse, é ridotto ad un modesto piuolo bitorzoluto nella faccia anteriore laterale ; pi destro, anch’esso assai ridotto di dimensioni, è orien- tato decisamente all’infuori in avanti. Per lo spostamento in avanti di © sin., i C © di questo lato © hanno perduto ogni contatto tra di loro. Questo fatto ha avuto per conseguenza il mancato avanzamento di tutta la fila dentale superiore di sinistra, cui corrisponde una lieve asimmetria della faccia. Ciò premesso riporto nella tabella seguente le principali misure dei tre crani in esame. Gaarre Bogos Bogos S'ad.31312 dad. 4092 cad. 140 Lunghezza massima mediana . 3 190 196 199 Lunghezza dal margine anteriore del Foramen magnum all’ estremo anteriore del premascellare . tv 137 140 147 Larghezza massima nella regione AREA mastoidea A ; 91 99 96 Larghezza massima sulle i Zigo- matiche . : 114 127 120,5 Larghezza ‘ease sonia sulla sutura col malare È 73 79 84 Lunghezza massima della spar masala ws ges i: È : ; 32 34 36 Altezza Basion - regina : 66 TH} —_ Lunghezza massima totale della man- dibola . : 134 151 154 Altezza della sua bianca orizzontale a livello di M, : > 33 35 34,5 Altezza dal piano-base “Tepes: Da colare della mandibola . } . 48 52 56 Sua larghezza massima sui condili . 92 104 98,5 Lunghezza della fila C-M, sull’alveolo 61 61 66,5 Lunghezza X larghezza massima x M, sulla corona . : PZ IT IZ MSI nici X larghezza massima di M, A240) 13, PES RIB are Lunghezza della fila M,-M, . “ 35,5 37 41,2 Lunghezza X larghezza me di M, sulla corona . ; 12.5%. 107) EX RSM Lunghezza Xlarghezza massima di N, 15. X10] 16 10,3) 18,2 12 SPEDIZIONE FRANCHETTI 185 Annotazione del raccoglitore. « Branchi abbastanza numerosi e di buon numero di capi hanno legata la loro esistenza alle oasi di palme dum, dalle quali traggono il principale nutrimento. Regolarmente tutti i giorni essi abbandonano infatti le ambe rocciose e scendono a saccheg- giare i boschetti, rosicchiando il mallo delle noci e bevendo la « duma ». Ordine CHIROPTERA Famiglia Rhinolophidae Rhinolophus acrotis acrotis Heuglin. 1 of. Assab. Febbraio 1929. Pelle e cranio (27583). Osservazioni. Seguo per questa determinazione l’Andersen (Bibl. 44). Ho confrontato l'esemplare in istudio con 4 altri in alcool, con cranio estratto, di Assab (Pestalozza 1893, determinato dall’ An- dersen), Port Sudan (Nicolosi 1908), Adi Ugri: Seraé (Capomazza 1907), Barentù: Gash-Setit (Lezzi 1908), nonché con 5 Rhinolophus clivosus, Ruppell, in pelle o in alcool, con cranio estratto, di Harrar, Galla, (4 Salimbeni e Felter) e delle Miniere d’oro di Uallega (Gilardi 1907). Osservo che nei 4 acrotis a mancano del tutto. 3 I 5 clivosus danno lo specchietto seguente: Harrar ‘ot Q Q Q Uallega Q TAR ea a pri D iS Set ce 3 La presenza o assenza di P, sembra quindi essere un carat- tere distintivo sufficientemente costante tra acrotis acrotis e clivosus, mentre P, sembra mancare sempre in acrotis, e può essere presente o mancare in clivosus. Le larghezze craniali danno il seguente specchietto: 3 Rh. acrotis acrotis Rh. clivosus ea P. wan on at Hanan? O o) o) noi Larghezza mastoidea . i 2a GS. 9 i e MEO Ma Nha GG, Larghezza della cassa cerebrale . | 8,5! 8,7) 8,7) 8,5] 8,2) 8,5] 8,2) 9 9 Larghezza zigomatica massima ==. |10,2| 11 |11 |11 |10,3|10,9/10,5| — | 10,5 Larghezza sul cingolo dei CO .| 5,8) 6 5,9| 6 5,8| 5,5] 6 5,8] 5,6 186 0. DE BEAUX Alcuni massimi appartengono realmente a clivosus, ma la distinguibilità di clivosus per maggiore larghezza nelle misure craniali, come credeva ‘d’averla constatata l’Andersen (Bibl. 44), non sembra sussistere. Asellia patrizii, nova species. Zona di Gaarre. Dicembre 1928: 1 © in pelle con cranio, Tipo (31313; n. 28 del presente lavoro). 1 in alcool (31314; 29). Sono assunti a Paratipi: 1 37 in alcool di Assab, Ottobre 1906, P. Felter (31315; 24); 1 © in alcool della stessa località, data e collettore (31315; 27). Altri esemplari di Assab: 1 o (25), 1 9 (26). Diagnosi. Simile ad Asellia tridens tridens, Geoffr., ma molto più piccola. Tridente nasale relativamente un poco più grande. Dito terzo della mano relativamente assai più breve. — Misure del Tipo. Avambraccio mm. 40. Lunghezza condilo- craniale 13. Larghezza zigomatica massima 8,3. Lunghezza della mandibola 10,1. Fila dentale mascellare sugli alveoli 5. Osservazioni. Ho confrontato la nuova specie con 6 esem- plari in alcool di Asellia tridens murraiana, Anderson (Bibl. 3; 35) dell’ Arabia (numeri 1-6 del presente lavoro); con 12 Asellia tridens tridens, Geottr. d'Egitto, in alcool (numeri 7-18); con due Asellia tridens.... in pelle e due in alcool della Somalia Italiana (numeri 19-22). Nelle AseZlia arabe ed egiziane (numeri 1-18) bene adulti (eccettuato quindi il ¢ del Yemen n. 6) il metacarpo terzo colla relativa falange prima è di 1 a 3 mm. più lungo dell’avambraccio, Nella Asellia patrizii il metacarpo terzo colla relativa falange prima è invece da 1 a 2 mm. più corto dell’avambraccio. Nelle tabelle seguenti riporto le principali misure somatiche di tutti gli esemplari esaminati. Tage Asellia tridens murraiana Arabia MOKA ADEN JEMEN Cte gS 2g 3-364 Aa Avambraccio È ; : al aye | Syn) oy! 54 Be || SB, Testa + Corpo . : : SAT 57 59 58,5 58 | 48,8 Coda . î È ì d Seabee 26 26 26 26 23,2 Orecchio ; x : 3 Sle dlte) 18 18,2 19 18 17 Tas. II. SPEDIZIONE FRANCHETTI Asellia tridens tridens SAKKARAH EGITTO ASSUAN S7-g 8-3 9-110] O11 - O 12 | 118 -f14- 115 - O 16 | Q17-0 18 187 Egitto KOROSKO 49 |46 |49 | 48,8] 46,5| 46 53 |[515|515|50 |52 | 48 22 |20 |24 |22 |22 | 22 RG ee a Te) C16 J 20 44,5 49 21 glio HO) Be 40,5 45, Avambraccio . | 52,5 50 |50 | 49 Testa + Corpo | 53 52 | 58,5 | 55,5 Hoda os ee! | 20 26 | 25,5 | 22 Orecchio . . | 16 15 |17 | 16 Tas. III. Dolo of 19 Paratipo Avambraccio 46 Testa + Corpo 52 Coda 24 Orecchio 16 Tas. IV. Asellia patrizit Assabcj'24 Paratipo gi Avambraccio 41 41 Testa + Corpo . 44 44 Coda . 18 179 Orecchio . 14 14 15 Asellia tridens italosomalica Somalia Italiana Oddur Q 22 OE Tipo 45,5 46 48 ol 18,5 19 15,5 15,5 Dancalia Gaarre 028 Q 27 Tipo oO 29 40,5 40 39,5 43.5 40 40,5 18 _19 18,5 IR do Alle misure somatiche faccio seguire quelle craniali più usate dai differenti autori, avvertendo di avere prescelto per la misu- razione gli esemplari di una stessa località che presentavano il massimo ed il minimo di lunghezza dell’avambraccio, o soltanto il minimo. “i a “Nes > Watt.) pe ah bi Oe ia è ARTI, SV DA ki (È UE O AL IESE cats. ha eae AEE Bae MAN Seas MIA MINIERE MO IPA SRI ODIARE PIENI NICO SITUA CORDA Naf on PATO RIE) ge og a, MIRI A O SE n PEA LU OM pi Ma Pun FESTE: Phere Ota bs ie SE OEE Ne Tet Uy” ecg QI ITA am GA Ne one wa È 188 6. DE BEAUX Tas. V. Asellia tridens murraiana Arabia MOKA ADEN JEMEN et o 3 od o 6 1) Lunghezza massima assoluta 20,5 21 — —_ 2) Lunghezza condilo-basale 18,3 19 —_ —_ 3) Lunghezza occipito-canina 19,5 20 — = 4) Lunghezza condilo-canina 17 18 — —_ 5) Larghezza zigomatica-massima 11 Te —_ — 6) Larghezza lacrimale 5,9 6 6,1 — 7) Larghezza mastoidea 9 9,6 — = 8) Larghezza della cassa cranica 7,5 8 — _ 9) Larghezza alveolare massima sul mascellare . 8 8,2 8 10) Larghezza sul cingolo di c. 6,2 6,5 6,2 6 11) Mandibola 13,6 14,5 13,6 — 12) Lunghezza alveolare della fila dentale mascellare 7 Tae vi 75 13) Lunghezza della fila dentale man- | \ 7 dibolare Thal 8.4 8 8,7 Tas. VI. Asellia tridens tridens Egitto SARKARAH EGITTO ASSUAN ROROSKO OT =C'9.)) O12: | Gta = ottomts 1) Lunghezza massima assoluta 19,5 | 19,2} 19 19 18,3 | 17,9 2) Lunghezza condilo-basale LAST a ae 16,5| 16 3) Lunghezza occipito-canina . 18,2 |18,4| 18 18 1757 4) Lunghezza condilo-canina 16,2 | 16,2] 16 16 W5si 15% 5) Larghezza zigomatica massima. | 11 11 = 10,7) TOS O88 6) Larghezza lacrimale Deo) 3) 0,0) O 53. a 7) Larghezza mastoidea . RR) 9 repose erent MS 8) Larghezza della cassa cranica .| 8 TS: 28.) ea ae ea 7 F 9) Larghezza alveolare massima sul mascellare . 8 TESA ATE CPS alae iy sls 10) Larghezza sul San di c 6 6 5,8 5,5 | 5;6| 5 11) Mandibola 13,213 408 12,918 12) Lunghezza alveolare Lola fila i dentale mascellare 6,8 | 6,8| 6,8 6,4 |.6;21.6 i 13) Lunghezza della fila dentale man- dibolare Use fae 7,8 VEST Re RERUN, GEM IE LAM E LINO SPEDIZIONE FRANCHETTI |. 189 Tas. VII. Asellia tridens italosomalica Somalia Italiana ice da 1) Lunghezza massima assoluta . 18 IS 17,2 17,1 2) Lunghezza condilo-basale . . 16 16 15,7 15,4 3) Lunghezza occipito-canina . : iz + 16,6 16,3 16,3 4) Lunghezza condilo canina . : 15 15 14,9 14,5 5) Larghezza zigomatica massima . 9,8 10 9,5 9,5 i 6) Larghezza lacrimale . ; ; DI Dio 5,5 5 i 7) Larghezza mastoidea . 2 : — 8 8,2 8,2 iy 8) Larghezza della cassa cranica . 7 Tes Ue Gee 9) Larghezza alveolare massima sul mascellare . : : 3 6,5 6,8 6,8 6,8 10) Larghezza sul cingolo di Cae 2% 52 5,3 5,3 5,2 11) Mandibola . ai 1255 12,3 12 11,5 12) Lunghezza alveolare Gi fila dentale mascellare . . 6 6 6 es) 13) Larghezza della fila dentale man- dibolare . - ; : : 7,2 7,6 7,4 7,5 Tas. VIII. Asellia patrizit Dancalia LOS CAO a 1) Lunghezza massima assoluta . 15,8 | — |15,8|15,4| 152 | — - 2) Lunghezza condilo-basale. . DIRIENA TIZI 14,2) 14,2/14,2) 14 14,5 3) Lunghezza occipito-canina . .| 15 — (15 |148| 146 | — 4) Lunghezza condilo-canina . : TS lass jess 13 132 5) Larghezza zigomatica massima . 8,2 8:20 (85) Bil 8,3 8,4 6) Larghezza lacrimale . i È 4,3 4,8| 4,9) 4,6 4,4 4,5 7) Larghezza mastoidea . 4 i Gell DD TERN AS 7 7,4 8) Larghezza della cassa cranica . 6,2 Oso e100) MIO 6,2 6,2 9) Larghezza alveolare massima sul mascellare . : É 6 5,8| 6 6 5,6 5,8 10) Larghezza sul An di c 3 44 45| 46) 4,5 42 4,6 11) Mandibola . ; 10,2: | 10,2) 10,2) 10,3) 10 10,3 12) Lunghezza alveolare (om fila dentale mascellare . È 5 Dali 5 Da 13) Lunghezza della fila dentale man- dibolare . : ; ; ; G2) 002) TOM 6 6,3 190 O. DE BEAUX Nello specchietto riassuntivo seguente metto a confronto i massimi ed i minimi delle misure più importanti e sicure, otte- nuti per tutte le forme di Asellia finora note. Le misure ripor- tate per l’ Asellia tridens diluta, Andersen, sono quelle del Tipo (Bibl. 2). TAB RIO Asellia — Massimi e minimi A. tr. mur- | A. tr. diluta | A.tr.tridens| A. tr. ttalo-| A. patrizii raiana somalica Awaba Algeria Egitto Somalia Ital. Dancalia Avambraccio 2 " . | 54,2 - 52 52,2 52,5 - 46 46 - 44,5 | 44 - 39,5 4) Lunghezza condilo-canina | 18 - 17 16,6 16,2 - 15,3 | 145 - 14,5 | 13,5 - 13 5) Larghezza zigomatica mas- sima . È . 5 TASSI — 44 - 958" |-40" = 955 8,8 - 8,3 11) Mandibola . 5 È .| 14,5 - 13,6 _ 13,2 - 12 12,5 - 11,5 | 10,3 \- 40 12) Lunghezza alveolare della fila dentale mascellare .| 7,5 - 7 7 6,8- 62] 6 - 6 DoT e) Questo specchio conferma la necessita di distinguere specifi- camente la minutissima Asellia dancala. Ma indica anche chiaramente |’ opportunità di distinguere sottospecificamente la minuta Aselléa della Somalia Italiana, par- ticolarmente in considerazione dei minimi ai quali le sue misure scendono in confronto di esemplari egiziani: Asellia tridens italosomalica, subsp. nova. .Sinonimia. Asellia tridens, Geoffr. De Beaux. Atti Soc. Ital. Scienze Natur. Milano, LXI, 1922, p. 23. — Atti Soc. Lig. Scienze Lettere, Genova, III, 1924, fasc. II, p. 155. Tipo. 1 9 di Oddur, 1929, N. Mosconi Bronzi (0. E. 30942; N.° 22 del presente lavoro). Pelle con cranio. Paratipo. 1 g° di Dolo, 1911, Cap. Citerni, in alcool con cranio estratto (C. E. 12232; 19). \ Altri esemplari. 1 ¢ in alcool (12232; 20), 1 9 in pelle (12232; 21) di Dolo. Diagnosi. Simile alla A. tr. tridens, Geoffr., ma alquanto più piccola. Metacarpo colla prima falange del dito terzo uguale o un poco più breve dell’avambraccio. Misure del tipo. Avambraccio mm. 46. Lunghezza condilo- canina del cranio 14,5. Larghezza zigomatica massima 9,5. Lun- ghezza della mandibola 11,5. Lunghezza della fila dentale mascel- lare sugli alveoli 6. SPEDIZIONE FRANCHETTI 191 Riassumendo : Si conoscono finora le seguenti forme di A sellia: A. tridens murraiana, Anderson. — Sind, Persia, Mesopo- tamia, Arabia. A. tr. tridens, Geoffr. — Egitto, Sudan. A. tr. italosomalica, De Beaux. — Somalia Italiana. A. patrizii, De Beaux. — Dancalia. A. tr. diluta, Andersen. — Sahara Algerino. Vi ha esagerazione di statura ad oriente ed occidente; in Egitto probabile diminuzione di statura da nord verso sud; nella Somalia Italiana forte diminuzione di statura; in Dancalia nani- smo accompagnato da spiccati caratteri morfologici distintivi. Annotazione del raccoglitore. « Questi piccolissimi pipistrelli usci- vano a sera dai macchioni di dum nel greto del Gaarre ed inseguivàno le zanzare così rasente a terra da essere difficile assai vederli e maggior- mente colpirli, e tanto minuti che dovetti sostituire sabbia al piombo per non sciuparli in modo irreparabile ». Famiglia Nycteridae Nycteris thebaica, Geoffroy. 1 g adultissimo. Piana di Rorom, Aprile 1929. R. Franchetti. Pelle e cranio (31316). Denti estremamente logori. Ordine INSECTIVORA Famiglia Erinaceidae Erinaceus aethiopicus, Ehrenberg. Localita non precisata. Pallio spinoso soltanto. (31375). Annotazione. Determinato coll’aiuto di un esemplare dell’Eri- trea, 1894, Dott. Ragazzi (2781), in alcool. Aculei dorsali centrali mm. 21-22. Ordine CARNIVORA Famiglia Canidae Vulpes riippelii somaliae Thomas. 2 929 adulte. Azrori. Gennaio 1929. Pelli e cranii (31317 e 31318; 31319 e 31320). 1 esemplare di sesso indeterminato, stessa località e data. Pelle senza testa nè cranio (31321). IO ERRE eae + ANO PNRA ETRE TRE CATA 192 O. DE BEAUX Osservazioni. La colorazione delle pelli corrisponde bene alla descrizione del Tipo (Bibl. 37), meno che per il colore della zona vertebrale che è ancora più intensamente ocraceo-rossastro che in un esemplare di V. r. réppelti, Cretzschmar di Giarabub (26235), catturato nello stesso mese di Gennaio. Nelle Q 31317 questo colore è intermedio tra « ocraceous tawny» e « tany » (Bibl. 45 Tav. XV), Nell'esemplare 31321 è peraltro più scuro e nerastro, ossia tra « sayal brown» e «snuff brown» (XXIX). Il Thomas aveva già avvertito che la colorazione di queste volpi è molto variabile. Come carattere distintivo buono di fronte alla forma tipica restano peraltro la brevità del pelo ed il tono più decisamente grigio dei lati del dorso. La Vulpes r. somaliae è indubbiamente la piccola volpe della costa somala-dancala a partire almeno da Berbera. È molto desiderabile ottenere degli esemplari dalle vicinanze di Massaua, perchè i due da me attribuiti a questa forma sono troppo imma- turi per permettere un giudizio definitivo (Bibl. 11). Annotazione del raccoglitore. Queste piccole volpi furono catturate nei pressi del « piccolo posto » degli ascari del Commissariato. La specie mancherebbe a Gaarre. Canis (Thos) anthus riparius Hemprich & Ehrenberg. 1 ® ad. Betlul. Novembre 1928. Pelle e cranio (81323 e 31324). 1 g° ad. Gaarre. Dicembre 1928. Pelle e cranio (31325) e 31326). 1 9 ad. come sopra (31327 e 31328). 4 esemplari. Gaarre. Dicembre 1928. Pelli sole (31329 - 31332). 1 ad. juv. Gaarre. Dicembre 1928. Cranio solo (31333). Il rivestimento peloso ‘è di lunghezza e densità abbastanza variabili. In quanto alla colorazione potrei ripetere quanto scrissi per il C. lupaster lupaster di Giarabub (Bibl. 11, p. 43 - 45), colla sola differenza che la superficie anteriore della mano e del piede non è sempre « chiarissima » come nel grosso lupaster, ma varia tra «pinkish buff» ‘e «cinnamon buff» (Bibl. 45, XXIX). A complemento degli studii gia pubblicati sul Canis lupaster SPEDIZIONE FRANCHETTI i 193 lupaster (Bibl. 11, p. 47), C. anthus gallaensis (Bibl. 9, p. 265) e C. mesomelas schmidti (Bibl. 9, p. 261) aggiungo ora le misure craniali del g' ad. 31326 di Gaarre e della 9 ad. 31324 di Beilul. Lunghezza massima À : . mm. 159,5 — 147,2 Lunghezza basale . DECIO MILO Se S38 Larghezza zigomatica . Sh oo Larghezza della cassa cerebrale . » 49,38 — 49 Larghezza sui processi postorbitali. » 40 — 37 Costrizione postorbitale . io 2008 029 Costrizione interorbitale . 3 mer 97 09055 Lunghezza massima dei nasali . » 55 — 51,5 Fila dentale pe i, sugli | alveoli : : » 80,5 — 78,5 Fila dentale sapere C- Met oa Distanza minima tra orbita e hee del mascellare . 3 » 67, — 63 Lunghezza coronale massima ni P, y 47,5 — 16 Larghezza anteriore di P, . 0 8 — 74 Larghezza laterale di M, . SARI eis AD Larghezza massima di M, . AD Lunghezza diM,- . 3 gta MBB EOS Larghezza massima di M, . ARR 7 — 7,2 Canis (Thos) mesomelas schmidti Noack. 1 esemplare. Gaarre. XII 1928. Pelle con denti incisivi, canini e premolari anteriori (31322). Osservazioni. Per la nomenclatura v. Bibl. 9, p. 260-263. Annotazioni del raccoglitore. Il Thos riparius è abbondantissimo in tutta la zona di Beilul visitata. Nella zona di Gaarre è pure assai abbon- dante ovunque. Del Thos mesomelas ho catturato un solo individuo. Il grido di queste due specie differisce notevolmente, consistendo quello del mesomelas in una breve serie di guaiti forti e staccati, quello del riparius in un vero concerto di sottili ed angosciate grida, continue per varii secondi. Ritengo che il notevole numero i sciacalli che prospera in queste regioni trovi il suo sostentamento nei piccoli roditori (Acomys e Pectinator) che vi abbondano. Ann, del Mus, Civ, di St. Nat., Vol. LV (3 Ottobre 1931). 13 Pasa A ta Ri 5] Pi è a Yt ity si uri a Fs $id Be a Jen 194 0. DE BEAUX È Famiglia Mustelidae Mellivora capensis abyssinica Hollister. 1 esemplare di sesso indeterminato. Senza indicazione di loca- lità. Pelle senza cranio (31334). Osservazione. La presente pelle proviene certamente dallo Altipiano. L'attribuzione sottospecifica é confortata dalle buone dimen- sioni e dall’abbondanza di peli neri sulla calotta, per quanto il colore d’insieme del dorso sia piuttosto chiaro. Famiglia Hyaenidae Hyaena hyaena dubia Schinz. 1 esemplare di sesso indeterminato. Beilul. Novembre 1928: Cranio solo (31335). Misure craniali. (Tra parentesi quelle di 1 gf aid C. E. 2939 dell’Asmara). Lunghezza condilo-basale. Larghezza zigomatica Larghezza mastoidea Costrizione postorbitale Costrizione interorbitale Larghezza facciale sul margine alveolare di CC Larghezza facciale sul margine alveolare di P, Distanza dal foro lacrimale alla punta del premascellare Lunghezza della mandibola dal condilo =: Aun Fila dei denti mascellari I- P, Fila dei denti mascellari C- P, Fila dei denti mandibolari C-M, Lunghezza X larghezza alveo- lari massime di P, Larghezza X lunghezza coro- nali massime di P, . 3 mm. 219 (212) 14h > (AGG) Mea (77,5) 39,5 (36) 50 (46) 5h (46,2) 8h (81) 87 (82,5) 165 (159) 112. (104,5) 89 (86,5) 97 (94,5) 33 X 17 (30,6 X 16) 34,5 X 18 (31,2 X 16,5) Esino. | | sN SPEDIZIONE FRANCHETTI 195 : Lunghezza X larghezza alveo- lari massime di P, . on 19 7 10 (85 10) Lunghezza X largliezza coro- nal di P'; ee oie do Rae (hI. 8) Lunghezza Alecolare di O ae LS die) Lunghezza X larghezza alveo- lari massime di M, . e 20 8) Lunghezza -X larghezza coro- nali massime di Mle No OD) SOO GI <0) Osservazioni. La presente attribuzione sottospecifica offre particolari difficoltà. L’orientazione di P, e P,, decisamente mediale in avanti cor- risponde perfettamente alla caratteristica rilevata da Hollister (Bibl. 21, p. 143, tav. 3) per la H. A. bergeri, Matschie e dif ferisce quindi sostanzialmente da quanto l’autore predetto ritiene caratteristico per la H. h. dubia. L’esemplare 2239 dell’ Asmara corrisponde invece perfetta- mente alle caratteristiche dentali della dubia date da Hollister. Premessi questi fatti si potrebbe giungere logicamente alla supposizione che la H. h. bergeri estendesse il suo habitat verso nord lungo la costa somala ed eritrea. Ma lo stesso Hol- lister esamino, per giungere a fissare i caratteri differenziali summentovati dei denti, accanto agli esemplari dell’ Eritrea set- tentrionale e del Nilo Azzurro anche un esemplare di Berbera! Non resta quindi altro che dedurre dalle condizioni mostrate dall’esemplare di Beilul, che il carattere dell’orientazione dei due — premolari intermedii superiori non costituisce un carattere diffe- renziale di costanza assoluta fra le forme dubia e bergeri. Annotazione del raccoglitore. La Jena striata è assai abbondante nei pressi di Beilul. Non ne ottenni peraltro che un solo esemplare con la stricnina, il quale era stato completamente sciupato da un avvoltoio. Ordine RODENTIA Famiglia Sciuridae Xerus rutilus rutilus Cretzschmar. 1.9 adultissima. Gaarre. Novembre 1928. Pelle con cranio (31336). _ oF ET EROS NIE SAE pe Sk Re COELI AARON oy VOTE PSC Na GUBRA CENE REL LO OO I IAC ae ws Aisi | hor? PRS aD PAN ud IN 196 O. DE BEAUX 1 @Q adulta. Bezlul. Novembre 1928. Pelle. con cranio (31337). Osservazioni. La 9 adultissima è impercettibilmente più bruna ossia meno rossa della adulta. Il loro colore corrisponde con precisione al Xerus brachyotus, Hemprich & Ehrenberg (Bibl. 17, tav. IX) e differisce perciò sensibilmente dal Xerus rutilus Cretzschmar (Bibl. 31, tav. XXIV). Il cranio del Tipo è peraltro nella pelle (Bibl. 25, p. 26), onde può trattarsi benissimo di un giovane; la località presunta è Massaua. Alla colorazione giallo - bruna - rossastra del Tipo si avvicina molto l’ esemplare montato, alquanto sbiadito C. E. 2995 di Massaua. i Nella figura dello Xerus Dabagdla di Heuglin (Bibl. 18) vi è evidente esagerazione del rosso nel tronco e del nero nella coda, ammesso anche che si tratti di un giovane. Il confronto dell’ad. 31337 di Beilul coll’adulto 19520 del- l’Gwasso Njiro nell’ Africa Orientale Britannica conferma. le spic- cate differenze che passano tra la forma tipica e la sottospecie rufifrons Dollman, propria anche della Somalia Italiana. Annotazione del raccoglitore. Vidi alcuni Xerus ad Assab e nell’oasi di Beilul. Sono abbastanza frequenti nel palmeto di Gaarre ove rosicchiano . le noci cadute in terra. Famiglia Muridae Rattus norvegicus norvegicus L. 1. op ad., 1 9 ad. Isola Fatmah, Baia di Assab. Gennaio 1929. Pelli con cranii (31338 e 31339). Misure craniali del g e della 9. Lunghezza condilo - basale . 2 mm: 36,2 Larghezza zigomatica . i e Moe A 21 — —-. Costrizione interorbitale . pio OO. eae Lunghezza dei nasali ì 016,7, ER Diastema . 4 » 128 — 10,5 Lunghezza massima della man- © - dtholagie. 2 : ; A De eet _ 9955 SPEDIZIONE FRANCHETTI | 197 . Lunghezza della fila dei molari mascellari : eee TENT, 7 — 6,5 Lunghezza della fila dei molari mandibolari . : io hk — 6,5 Osservazioni. La scarsità e lo stato di conservazione del presente materiale non permettono conclusioni sicure. Mi sembra peraltro certo che il ratto di Fatmah rappresenti un fenomeno . d’immiserimento locale senza rivestire ancora alcuna caratteri- stica propria. Annotazione del raccoglitore. Persuaso di trovare assolutamente mancanti i mammiferi terrestri in quei posti completamente privi d’acqua dolce, restai non poco meravigliato di osservare un tratto di duna letteral- mente ricoperto di minute traccie di topi, e solo pensando alla natura succosa delle foglie di Statice e Suaeda, vegetanti tra ruvide graminacee sulle dune della spiaggia, potei spiegarmene il tenore di vita. Sistemate alcune tagliole alla sera, vi trovai presi alla maltina due Rattus norve- gicus ed un piccolo sorcio che disgraziatamente non potei conservare, ma che mi sembrò un comune Mus musculus. Con queste due specie, sbar- cate evidentemente da qualche barca peschereccia termina l’elenco dei mammiferi terrestri di Fatmah e probabilmente di tutte le altre isole di ‘questa baia. Acomys louisae umbratus Thomas. Gaarre. Dicembre 1928. 1 Cf ad. ad. Pelle con coda e cranio incompleti (31340). 1 9 ad. ad. Pelle e cranio (31341). 1 © juv. ad. Pelle e cranio (31342). 4 pelle piatta senza cranio (31343). 2 cranii ad. ad. senza pelle (31344). Colorazione. Vertice, nuca, dorso grigiastri (circa « hair brown », Bibl. 45. XLVI); groppa dello stesso colore ma slavata di ocraceo. Il grigio è più intenso nei giovani che negli adulti. Lati della testa, del tronco e degli arti bruni giallastri rosati, varia- bili secondo. gli esemplari tra « pinkish cinnamon» (XXIX) e «avellanous » (XL). Vi è passaggio graduale tra i due colori delle parti dorsali. Parti inferiori bianche pure nella testa, bianche crema chia- 198 0. DE BEAUX rissime nel corpo. Linea di demarcazione nettissima tra il colore delle parti laterali e delle inferiori. Colore della mano e del piede variabile negli adulti tra bianco puro e grigio chiarissimo; nel giovane grigio giallastro brizzolato di bianco. Vibrisse in parte chiare ed in parte scure. Misure somatiche della 9 ad. ad. 31341. Testa e corpo mm. 89. Coda 121,5 nell’esemplare in alcool (115 a secco). Vertebre caudali 117. Piede 17. Orecchio 16. Misure craniali dello stesso esemplare. Lunghezza massima mm. 29,5. Lunghezza condilo - incisiva 26. Larghezza zigomatica 14. Larghezza della cassa cranica sulle creste parietali 12,6. Na- sali 11,8. Forami palatini 6,8. Fila dei molari mascellari sugli alveoli 4,2. Osservazioni. La determinazione di questo Acomys ha costi- tuito una seria difficoltà e mi ha obbligato alla revisione biblio- grafica di tutte le forme egiziane, etiopiche e somale -setten- trionali. Come materiale di confronto ho avuto a disposizione : 1 A. loutsae, Thomas (18352) in alcool, Ogaden: Ueb Habir, determinato dal Thomas (Bibl. 34 e 36). 1 A. in pelle (3203) di Assab e 2 A. in alcool (3193) del paese degli Adal. Questi ultimi furono determinati dal Thomas quali dimidiatus, Cretzschmar, come il precedente dell’ Ogaden. lo debbo ritenerli tutti e tre per A. loudsae umbratus Thomas, perchè identici anche per colorazione agli esemplari dancali in istudio. 1 A. cineraceus, Fitzinger (18357) in alcool, della regione dell’Omo, tra i Badditu e Dimé, determinato dal Thomas. 1 A. in pelle (30976) ed 1 in alcool, senza coda, (30976) di Agordat, da me determinati come dimidiatus, rispettivamente hunteri, Winton (Bibl. 12) ma che ora, dopo avere ottenuto copia della ottima descrizione tipica * riconosco ambedue per A. albi- gena Heuglin. 1 A. in pelle del Darfur (19530), determinato dal Thomas come witherbyi. Winton. * Sono per questo in debito di riconoscenza al chiarissimo Dott. R. Mertens del Museo Senckenberg di Francoforte s, M. SPEDIZIONE FRANCHETTI 199 In base a questo scarso materiale ed allo accurato studio della Bibliografia mi sono formato dei concetti semplificatori, che è forse utile enunciare come possibili direttive d’imvestigazione per altri studiosi in questo spinoso argomento. i Ritengo la colorazione: « dorso-groppa grigiastri, parti laterali rossastre-giallastre, parti inferiori biancastre », per la colorazione primitiva nel genere, presumibilmente comune ai giovani di tutte le specie, e ‘che si conserva negli adulti ovunque ragioni ambien- tali non la alterino. i Così penso che nell’Acomys louisae la sottospecie umbratus (Terra typica Monti Golis a sud di Berbera, Bibl. 38) sia la forma primitiva, conservatasi ovunque non ha avuto luogo |’ ambienta- mento alle «zone di suolo rossastre » . Similmente nella specie cahirinus, Desmarest, 1819 (Terra typica la città del Cairo), pressochè totalmente grigia si verifica l'adattamento all’abitato, carattere secondario di fronte alla colo- razione primitiva della sottospecie nilotica nudicus, Heuglin (Bibl. 20 ex 23, Terra typica «Nubia, lungo il Nilo»), di cui A. sabryi, Kershaw (Bibl. 23, Terra typica Heluan, 10 miglia a sud del Cairo) è probabilmente sinonimo. Noto inoltre che zone assai vaste sono coabitate da una specie a coda lunga e da una specie a coda breve. Così troviamo nella zona costiera del Mar Rosso la specie louisae, Thomas a coda lunga e lA. hunteri, Winton (Bibl. 41, Terra typica Suakin) a coda breve. Nella zona costiera del golfo di Aden abbiamo la stessa specie louisae a coda lunga e VA. mullah, Thomas (Bibl. 36, Terra typica Harrar) a coda corta, ed inoltre di colore grigio per am- bientamento alle « pietraie montagnose della Somalia ». Similmente lungo il Nilo riscontriamo la specie cahirinus a coda lunga e l'A. cineraceus Fitzinger (Bibl. 46, Terra typica Doka, Sennar orientale), di cui witherbyi Winton (Bibl. 44, Terra typica El Kowa, a sud di Kharthoum) è molto proba- bilmente sinonimo (Bibl. 1 e 23). Aggiungo infine che, sui precedenti del Thomas (Bibl. 38) e Kershaw (Bibl. 23) il termine dimidiatus, Cretzschmar va riser- vato ai grandi A. arabi, mentre gli A. africani ad essi stretta- mente affini vanno trattati come sottospecie di dimidiatus, alla stessa stregua che Bonhote ha trattato come sottospecie di 7s- Ry ae ene ua A aig LO RA le Tay Wi | Sige oN Ree Spy 200 Ò. DE BEAUX satus Wagner (Bibl. 40, Terra typica Sinai) un A. ad esso affine di Heluan, A. 7. aegyptiacus (Bibl. 7). A. albigena deve quindi chiamarsi A. dimidiatus albigena, Heuglin. Molto incerta permane la situazione dell’A. di Gebel Fazogli nella valle del Nilo Azzurro sul confine abissino. Il carattere del piede sottile lo differenzia certamente dal hunterz, al quale V Allen (Bibl. 1) lo attribui. Con ogni riserva può forse supporsi che vada invece identificato al russatus aegyptiacus Bonhote. Annotazione del raccoglitore. Questi topi spinosi erano molto abbon- danti fra i blocchi in riva al Gaarre e perfino nell’ accampamento dove sostituivano degnamente il nostro topolino domestico. Famiglia Ctenodactylidae Pectinator spekei spekei Blyth. o ad. ad. Assab. Gennaio 1929. Pelle e cranio (27612). ad. Assab. Gennaio 1929. Pelle e cranio (27611). ad. Gaarre. Dicembre 1928. Pelle e cranio (31345). ad. Come sopra (31346). subad. Come sopra. Pelle con cranio incompleto (31347). co juv. Come sopra. Pelle senza cranio (31348). 3 ad. 1 of juv. Come sopra. Cranii senza pelle (31359). Quo L’intonazione generale è identica alla figura del Peters (Bibl. 30). La piccola serie presente dimostra peraltro che vi è una limitata variabilità nel tono più o meno chiaro delle parti inferiori del tronco, nella mano e nel piede. Nel genere Pectinator i molari crescono evidentemente per lungo tempo e raggiungono il massimo di ampiezza della loro superficie triturante quando la corona è quasi completamente logora. Nel of ad. ad. 27612 infatti la lunghezza complessiva della fila dei molari superiori 6 mm. 8,9 e la larghezza massima di M, è di mm. 3. — Nel g 31346 le misure corrispondenti sono 8,3 e 2. — Nella 9 31345 sono 9 e 2. Il o subad. 31347 mostra P, in muta col dente definitivo che sta scalzando quello di latte. SPEDIZIONE FRANCHETTI 904 Annotazioni del raccoglitore. Molto comune. Questo grazioso roditore vive riunito in colonie più o meno numerose fra le petraie basaltiche e predilige sopratutto le numerose tombe dancale e galla disseminate ovun- que. Gli interstizii delle pietre ed il terreno in prossimità sono ricoperti dai caratteristici escrementi, simili per dimensioni, forma e colore a grossi chicchi di biada. Il pettinatore non scava tane ed ha abitudini ' perfetta- mente diurne, per quanto durante le ore di maggior calore ami starsene all'ombra delle pietre. Rimanendo un breve tempo immobili nelle vici- nanze di una colonia, si vedono apparire due, tre e spesso più Pectinator che si fermano immobili in cima ad una pietra, tanto immobili e così bene armonizzanti per colorito al grigiore del paesaggio che, distaccatine gli occhi un momento, si stenta assai a ritrovarli. Non è raro osservarli arrampicati sui rami delle basse acacie, delle cui foglioline si cibano, ed a questo proposito debbo osservare come mai li abbia visti in prossimità di palme dum come asserisce Issel, né credo tale osservazione mi sarebbe sfuggita in un soggiorno tanto lungo in mezzo alle loro colonie. Emettono gridi sommessi che possono udirsi anche quando gli animaletti sono rien- trati nei loro rifugi. Famiglia Leporidae. Lepus habessinicus, Hemprich et Ehrenberg. Annotazioni del raccoglitore. Nella zona di Beilul vidi frequenti traccie di lepri, ma gli animali sono difficilmente visibili. Anche a Gaarre ne osservai varie volte le traccie, ma le abitudini pret- tamente notturne e lo scarso numero di individui indubbiamente esistenti in questa zona non mi hanno permesso di catturarne alcuno. Lepus tigrensis, Blanford. 1 o ad. Adigrat. Maggio 1929. R. Franchetti. Pelle con cranio (31349 e 31350). Misure craniali (Confr. Bibl. 12, p. 221). Lunghezza massima . i 1 i . mm. 89 Lunghezza occipitale-nasale : RASS Lunghezza condilo-nasale . ; i ) SDT) Lunghezza basale . i È . TATO Lunghezza basilare . 5 È LAO ni massima assoluta salle Hale zig0- matiche . : 5 Lilo Larghezza massima sulla dii PT della arcata zigomatica . : : : : es Kit? Nod Wey Ae ai te Se tah a SL RT os) Aa DI BAIA Fa re IENE AN Sk (4 ta : Ne RT RITI LOL Pee an APRICA TI MII e PEA Ad NPA TAI VA PNT ARESE RARI RR ANI He Nera an ont ES Ù% Pot: 902 0. DE BEAUX Larghezza massima sulla radice posteriore della arcata zigomatica . ; : : AIA Distanza minima tra la punta siste della aletta sopraorbitale e la radice posteriore dell’arcata zigomatica . : : : es Costrizione interorbitale anteriore . > oo feo) Costrizione interorbitale posteriore . 3 OT ae Larghezza della cassa cerebrale 2 4 asd Lunghezza massima dei nasali . i . » 36,3 Lunghezza mediana dei nasali . : mba Larghezza minima dei nasali sulla sutura coli l’intermascellare . . LO Seem Larghezza minima assoluta dei ‘all MELO Lunghezza massima della mandibola. È si (Pie Lunghezza massima dei fori palatini. : 0312958 Diastema mascellare . 5 : 3 È Sordi Diastema mandibolare y ) uo Lunghezza alveolare dei molari Lon » in. alveolare dei molari mandibolari . » Ordine HYRACOIDEA Famiglia Procaviidae ‘Procavia habessinica ferruginea, Gray. 1 dg ad. Focada presso Adigrat. Maggio 1929. Pelle e cranio (31355 e 31356). 1 9 subad. Come sopra (31357 e 31358). Ambedue gli esemplari sono di colore molto rosso, particolar- mente sul vertice, groppa, regione genito-anale, avambraccio e mano, parti inferiori. La più rossa dei due è la 9, che raggiunge i toni seguenti: Sul vertice «snuff brown» (Bibl. 45, XXIX) con fine brizzolatura più chiara; attorno all’ano « Mars brown » (XV); sull'avambraccio «russet » (XV); in parecchi punti della gola, petto e ventre «tawny» (XV). Dall’ispezione del cranio il & risulta appartenere alla categoria Veta VIII del Thomas (Bibl. 33) con M, in uso. I PP sono assai ed i MM abbastanza logori; le suture sono, come di regola nel genere Procavia, tuttora aperte. La 9 sta entrando nella categoria VI, avendo M, completa- SPEDIZIONE FRANCHETTI 903 mente a posto ma quasi integro ed M, non ancora completa- mente a livello dell’alveolo. Nella seguente tavola di misurazioni metto a confronto i 2 cranii precedenti con cranii coetanei di Pr. habessinica habessi- nica Hemprich & Ehrenberg e di Pr. scioana, Giglioli. Misure craniali di Procavia eee Sy Ss. S S ai eo LS See a OF | SO a See Seer SE TS sO S S Lunghezza massima . . . .| 96 87,5 85 90 85 ial Lunghezza condilo-basale . . .| — 80 74 81 IT 69 Larghezza postorbitale . . . | 36 | 25 26,5 Parl 26,5 24,5 Larghezza zigomatica. . . . | 54 50 50,5 53 49,5 44 Inughezza mediana dei nasali .| 27 19 17,5 24 21,8 jo Larghezza massima dei nasali . | 235 16 20 18 19 15,8 Mattioli el Bd 74,5 74,5 Ty he 65,5 Lunghezza coronale P-M, . . 40,7 37 37 _ — —_ Lunghezza coronale P-M, . .| 34 3136) 31 Sue yp Sas Bile Osservazioni. L’esame della precedente tavola di misurazione ed il confronto diretto dei cranii stessi non ci dice in sostanza altro che scioana è generalmente assai più grande e che pos- siede particolarmente la facoltà di stendersi in lunghezza. Anche P. h. ferruginea possiede in grado abbastanza alto questa facoltà. | Nessun altro carattere morfologico costante ci aiuta a distin- guere tra di loro i cranii delle tre forme in esame. Occorre perciò rivolgere la nostra attenzione ai caratteri soma- tici esterni. Riguardo alla P. scioana nulla ho da aggiungere o togliere a quanto scrive il Thomas (Bibl. 33, p. 61-62). Riguardo alla P. h. habessinica il materiale. a mia disposi- zione consiste in 9 pelli soltanto, 5 delle quali non portano indi- cazione di località. Tutte hanno il rivestimento peloso ruvido e non particolarmente lungo, come lo descrisse il Thomas (Bibl. 33, p. 65). La macchia dorsale è in tutti poco cospicua e caratteriz- nt (edile è ay LIMI (Nata = Var LS ei se Her da eni VIRA ae STN GR ) a NS CAS 204 O. DE BEAUX zata dall’anello subapicale dei suoi singoli peli variante dal giallino chiaro al giallo rossastro. Le 4 pelli con località precisata provengono dai Bogos (C. E. 446, 450, 452) e dal Setit (510). Nessuna delle peli in esame proviene documentatamente dalla regione « tipica » di Massaua. Ma i due fatti seguenti: 1) che Hollister (Bibl. 22) determina nel 1924 come h. habessinica, Ehrenberg 1 Procavia dell’Asmara, 2) che la piccola Procavia di Alali tra Beilul ed Assab (P. h. minor, Bibl. 33, p. 66), senza dubbio strettissimamente affine alla Procavia dei Bogos, ha anch’essa la macchia dorsale gialla e non nera, mi convincono che Thomas avesse ragione nel non volere tener conto della macchia nera sul dorso dell’esemplare tipico di habessinica Ehrenberg (Bibl. 33, p. 66) e nell'attribuire alla forma habessinica habessinica la distribuzione geografica da Massaua ed i Bogos a nord per l’altopiano fino al livello di Adi- grat a sud (Bibl. 33, p. 65). Le due questioni seguenti sollevate dal Neumann: 1) che la Procavia dell’Abissinia settentrionale sia « spe- cificamente » ‘differente da quella di Massaua e debba chiamarsi ferruginea, Gray, in base al Tipo riportato dal Jesse ed a 4 esemplari di Adigrat riportati dal Blanford (Bibl, 29); 2) che la Procavia del Nilo Azzurro abissino, ritenuta dal Neumann stesso dapprima per habessinica, Ehrenberg, poi per alpina Gray (Bibl. 28) ed infine per una « specie nuova » mene- liki (Bibl. 29), vanno probabilmente risolte in questo senso che le forme di Procavia habessinica abitanti nella zona delle arenarie di Adi- grat e del Nilo Azzurro possono essere in qualche modo distinte dalla forma tipica, abitante i comuni terreni metamorfici eritrei, come effettivamente ben distinta ne è la forma della depressione dancala meridionale. Importante è comunque l'annotazione che il modesto prepa- ratore del Barone Franchetti ha aggiunto sull’ etichetta degli esemplari di Focada: « Marmotto di boschi, Ficcada », perchè certamente non sono «di bosco » le Procavie di Massaua e dei Bogos. Conclusione. L’ Eritrea è abitata da una sola specie di Pro- shoal tp AN ay REN Sein TAM ENO ATI SITI NRE Gh el aa) ins al AI aS My "IRE CM AOL MAR NAD ae vi IV J ‘ il SPEDIZIONE FRANCHETTI 205 cavia: P. habessinica, Ehrenberg. La forma tipica P. h. ha- 4 bessinica è diffusa dalla zona di Massaua e dei Bogos probabil- mente fino al confine meridionale della Colonia. i Nella zona di Beilul e Assab vive la sottospecie ben distinta i P. h. minor, Thomas. | a La Procavia di Adigrat può considerarsi come sottospecie della habessinica: P. h. ferruginea, Gray. Una forma probabilmente assai vicina a quest’ultima è la P. — meneliki, Neumann, del Nilo Azzurro abissino. Procavia habessinica minor, Thomas. 1 o& ad. juv. Gaarre. Gennaio 1929. Pelle e cranio (31351 e 31352). 1 © ad. juv. Come sopra (31333 e 31354). Pelli e cranii corrispondono esattamente ai due « Cotipi » 196-497 e 537-538, conservati in questo Museo. Ambedue i cranii di Gaarre si trovano, come i Cotipi nella fase di sviluppo VI del Thomas (Bibl. 33, p. 53), con M, a margine d’alveolo. Non possono quindi dare alcun nuovo contri- buto alla craniologia della sottospecie. Osservazioni. Noto che tanto nel Cotipo a secco 496 quanto nei 2 esemplari di Gaarre i peli della macchia dorsale sono giallini con apice appena bruno chiaro e non nero, come asserisce il i Thomas nella descrizione-Tipo (Bibl. 33, p. 66). Annotazione del raccoglitore. Scarsissima. Ne riscontrai, dopo due mesi di attenta perlustrazione dei dintorni di Gaarre una minuscola co- lonia all'estremo di una valletta terminante nella immediata vicinanza del nostro campo. Questa piccola colonia vi può probabilmente sussistere in grazia ad uno stillicidio in una grotticella di basalto. a Ordine PERISSODACTYLA Famiglia Equidae È; Equus (Asinus) asinus taeniopus, Heuglin 1 esempi. ucciso Di dagli Aussa. Acquistato ad. Assab. Genn. 1929. Pelle senza testa N nè zoccoli (31360). È Colore generale grigio isabellino, zebratura degli arti distin- tissima, Striscia vertebrale nera dalla criniera nucale all’apice A RT A Bal Wes Sieh rada ages DR. RARE By Ch Si Yo eke cae eee 206 O. DE BEAUX della coda. Distinta traccia bilaterale della croce sulle spalle in corrispondenza della spina scapolare ossea (Bibl. 47). Ordine ARTIODACTYLA Famiglia Suidae Phacochoerus africanus aeliani, Cretzschmar. 1 Q ad. Azrori a circa 15 Km. ad ovest di Gaarre. Dicem- bre 1928. Pelle con cranio (31362 e 31363). 1 gd ad. juv. Come sopra. Pelle walle testa e cranio spezzato (31364 e 31365). Ambedue hanno la criniera nucale-dorsale formata da setole brune chiare nella metà basale e colore isabella nella apicale. I peli somatici sono in tesi generale biancastri. La @ ha M, in uso completo, ma non logoro, M, è logoro e quasi ridotto. SI by Bae PD Tr 1, 2, 3 SONO tutti a posto. Le misure craniali principali della 9 sono: Lunghezza mas- sima mm. 350. Lunghezza basale 278. Larghezza zigomatica 172. Lunghezza del C lungo la curvatura laterale 125. Nel © soltanto la metà anteriore di M, è in funzione, M, è presente e poco logoro, M, è logoro, ma ancora lontano da ri- duzione. P, e P, sono presenti. La lunghezza di C lungo la cur- vatura laterale è di mm. 105 soltanto, ma il suo diametro tra- sverso a livello d’alveolo, ossia 55 mm. dalla punta, è di mm. 20 ed identico a quello del © adultissimo C. E. 311 dei Bogos, che misura mm. 393 di lunghezza craniale massima e mm. 250 di curvatura laterale della zanna. Il Facochero di Airori ha quindi certamente dimensioni per- fettamente normali. x Annotazione del raccoglitore. Estremamente scarso in tutta la zona, assente del tutto a Gaarre. Ne uccidemmo tre, maschio, femmina e giovane, componenti una famiglia ad Airori, nè più ho potuto vederne. Famiglia Bovidae Madoqua saltiana saltiana Blainville. È 1 Gg. ad. juv. Mai Sugala, ad oriente di Macallè. Aprile 1929. Pelle e cranio (31366 e 31367). e SPEDIZIONE FRANCHETTI 207 1 d' ad. Acque Adaîtà, 10 Km. a sud di Gaarre, zona di Dabhò. Dicembre 1928. Pelle e cranio (31368 e 31369). 1 9 ad. Come sopra (31370 e 31371). 1 © ad. juv. juv. Come sopra. Cranio solo (31372). 1 juv. Come sopra. In alcool (31374). Il o e le Q della depressione dancala sono per colorazione identici tra di loro. Il & dell’altipiano è un poco più vivamente colorato di giallo rossastro e corrisponde esattamente alla figura di Sclater & Thomas (Bibl. 32). Lunghezza delle corna del g ad. 31369 mm. 74; loro dia- metro massimo 16,2. Lunghezza basale del cranio del g' ad. juv. 31367 mm. 92; | del o ad. 31369 mm. 90; della 9 ad. 31371 mm. 92. Lunghezza alveolare ele fila dentale sile del g' ad. juv. mm. 36; o ad. 32; 9 ad. 34. La diminuzione di lunghezza della fila dentale col crescere dell’ eta dipende dalla anne dei singoli denti e particolarmente di P, e P,, che hanno profilo tondeggiante e danno alla fila La la sua massima lunghezza quando la corona non è ancora completamente fuoriuscita dall’alveolo. Annotazione del raccoglitore. Non frequente nell’ Oasi di Beilul e presso a Collahassa. Molto localizzata ma in numero ragguardevole a Dabhò. A Gaarre scarsissima. . Gazella isabella isabella Gray. 1g ad. Beilul, Dicembre 1928. Pelle e cranio (31376 e 31377). 1 g'. Come sopra. Frontale con corna (31378). ‘1 o. Come sopra (31379). 1 gd ad. Gaarre, Gennaio 1929. Pelle e cranio (31380 e 1 g' ad. Come sopra. Pelle e frontale con corna (31382 e 1 g° subad. Come sopra. Pelle e cranio (31384 e 31385). I ad. Come sopra. Pelle e corna staccate (31386 e 31387). o ad. Come sopra. Cranio solo (31388). co ad. Come sopra. Corno staccato (31389). Q ad. Come sopra. Pelle e cranio (31390 e 31391). o ek ai Gear arent, eit AO Poh oP SG hay Ae ea ceed RI o ia _poco in avanti. 208 O. DE BEAUX 1 9 ad. Come sopra. Pelle e cranio (31392 e 31393). 1 Q ad. Come sopra. Pelle e pone con corna (31394 e 31395). 1 juv. jav. Come sopra. Pelle e cranio (31396 e 31373). 1 9. Come sopra. Pelle senza testa (31397). 1 9. Come sopra. Pelle con corna (31398 e 31399). 1 Feto in alcool della Q 31392 (27613). Pelli. La bella serie di 10 pelli di adulti e subaldulti di Gaarre e Beilul presenta una notevole uniformità di colorazione. . Il tono brunastro del dorso varia infatti soltanto tra « snuff brown» e « sayal brown » (Bibl. 45, XXIX). ie : Negli individui un poco piu rossastri la striscia costale chiara e la laterale scura sono inoltre meno distinte che in quelli Ene 3 tonazione generale piu bruna e chiara. Il colore rossastro assai vivo della fronte non è sempre in armonia colla colorazione generale del tronco. Individui piuttosto bruni possono avere la fronte assai rossa. Né si conferma che la macchia nera sul naso sia un attributo dei bene adulti, giacchè, come può mancare a questi, può essere già molto accentuata in esemplari appena adulti. La superficie esterna dell’ orecchio, sempre molto grande, è in tutti gli esemplari grigia chiara argentata, appena suffusa di giallino. Le parti inferiori sono sempre candide e nitidamente staccate dalla striscia laterale scura. Il giovanissimo (31396) è decisamente più chiaro e violaceo degli adulti, circa « wood brown » (XL) sul dorso. L’ orecchio è giallino grigiastro, ossia non ancora grigio argentato. Le marche di colore sono tutte meno spiccate che negli adulti, ma la striscia laterale scura è già assai ben distinta e la separazione fra questa e le parti inferiori candide è nitidissima. Anche le corna dei 7 9° mostrano una notevole uniformità. Sono piuttosto compresse, ben arcuate, molto scarsamente lirate, ma tutte colla punta peels repentinamente medialmente ed un Corna. La massima lunghezza retta o altezza è raggiunta dal © 31388, con mm. 213 ed una distanza da punta a punta di mm. 94. I SPEDIZIONE FRANCHETTI i 209 Il divaricamento apicale massimo è raggiunto dal © ad. 31383 con mm. 105 ed una altezza di mm. 196. Tra le 9 9 l’altezza massima è raggiunta dalla ad. 31393 con mm. 137, ma i molari ancora molto freschi del soggetto si- gnificano che questa misura può essere tuttora assai lontana dal massimo consentito alla forma locale. Cranii. La lunghezza massima del cranio di esemplari adulti varia nei gg tra mm. 186 (31381) e mm. 174 (31377). Nella Q 31393 misura mm. 174. La lunghezza basale del cranio è nei oo precitati di mm. 169,5 — 164 e nella Q 158,5. Osservazioni. È certo che la Gazzella littoranea eritrea deve portare il nome di isabella Gray. I due primi adulti noti, che perfettamente corrispondono ‘al « Tipo» giovanile, provenivano dalla valle dell’Amba e da Zula, a nord, rispettivamente a sud di Massaua (Bibl. 6, p. 261). Inoltre, la Gazzella di Assab, Beilul e Gaarre è identica a quella di Massaua, come dimostra il confronto del g ad. mon- tato 1458 e of juv. 1463 di Assal in questo Museo colle figure di corna del Blanford e col & juv. montato 1459 di Moncullo presso Massaua. I due esemplari conosciuti per primi dopo il Typus con in- dicazione esatta di località e cioè la 9 pelle e cranio 69. 10. 24. 2 del Museo Britannico, proveniente dalla valle dell’ Amba e rac- colta dal Blanford, come pure il cranio di g ad. 69.10. 24. 101 di Zula (Bibl. 48, p. 76) acquistano peraltro indubbiamente va- lore « topotipico ». Secondo Sclater e Thomas (Bibl. 32, p. 152) l'habitat della isabella si estende sulla costa del Mar Rosso da Suakin verso sud fino a Massaua ed attraverso l’interno fino ai Bogos, al Barka ed alla regione Taka. In base al nostro materiale possiamo oggi estendere la sua "distribuzione costiera da Suakin fino nella Dancalia meridionale. Il Blaine ha descritto nel 1913 la Gazella littoralis sp. nova (Bibl. 5), che abita «la costa del Mar Rosso da Suakin verso nord e le adiacenti regioni desertiche ». Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LV (12 Ottobre 1931). 14 “Ry ) SR I à; sat. n = Ny SS NL € sn tor da Sa o FUSC. » Berra CR or aera > at sa” atta ta rta Ea MERE I 210 0. DE BEAUX L’ habitat di questa Gazzella è adungue contiguo ma opposto a quello della isabella. La G. littoralis è una forma più piccola della tipica G. dorcas, L. (Bibl, 5). La G. ci. è invece una forma pene piu grande della dorcas. Infatti mentre il solo cranio di dorcas dorcas d ad. a mia disposizione N. 3870 di Genova misura mm. 173 di lunghezza massima e mm. 161 di lunghezza basale, il cranio 31381 di Gaarre ne misura come vedemmo 186, rispettivamente 169,5. E mentre la dorcas dorcas 9 adultissima di Giarabub 26234 misura mm. 165 di lunghezza massima e 150 di lunghezza basale, la 9 ad. 31393 di Gaarre ne misura 173 rispettivamente 153,5. i Sennonché tra il materiale di confronto di questo Museo trovo una gazzella © ad. del Barka, la quale, pur essendo una auten- tica isabella differisce sensibilmente da tutti gli esemplari costieri in istudio per la colorazione e la statura. Essa è infatti più rossa e più grande. Il colore del dorso è all'incirca « Mikado brown » (XXIX). L'altezza retta massima — delle corna è di circa mm. 227. La lunghezza massima del cranio e di mm. 197 e la basale di 181. La chiamo G. isabella beccarii subsp. nova, dal suo raccogli- tore di onorata memoria. Typus 3 ad. Barka. 17 Settembre 1871. Pelle non mon-. tata 4355. Cranio con corna alquanto avariate 17935. Molto probabilmente appartengono a questa sottospecie anche il cranio con corna acquistato dal commercio e proveniente da Dembelas a sud del Barka, N. 73. 8. 29.9 del Museo Britannico (Bibl. 48), come pure la pelle, cranio e corna N. 97.1.5.44 ‘raccolti da V. Brooke e provenienti dall’ Anseba, affluente del Barka. Do le misure del Tipo di G. è. deccarzi, aggiungendovi tra — parentesi quelle del cranio più grande di G. è. isabella di Gaarre © N. 31381. Lunghezza massima del cranio . NM oie te) Lunghezza condilo-basale . i SÙ) Lunghezza basale È wy eer AA), Lunghezza retta ni. i coi ABB OC Lunghezza occipito-premascellare . 3 o O) i RE SPEDIZIONE FRANCHETTI 241 Distanza minima tra l'orbita e la punta del premascellare . 3 ASit (96) Larghezza massima sull’arcata jeune Soa her onoe (LES) Larghezza interorbitale minima . arena Oi 405058) Larghezza massima del palato sul margine alveolare di M, . ion) Larghezza parieto- aiar massima “ale cassa cranica . : » 59 (56) Altezza craniale mediana dalla ‘suina ties basi-sfenoide ed occipitale e la sutura fronto-parietale . i i 5 SR 100952) Lunghezza mediana dei nasali . Tie 50. (45) Larghezza massima sui nasali. : at 21,8 (26) Lunghezza della fila dentale mascellare . » 57,2 (55,5) Il Blaine (Bibl. 5) mette in rilievo i caratteri specifici distin- tivi del cranio tra le « Gazzelle del Mar Rosso» (G. litloralis sp. nova a nord di Suakin e G. 1. osivis subsp. nova, Nakhela sul basso Atbara), caratteri che possono condensarsi nell’espressione morfologica : « maggiore distensione in lunghezza, sia prossimale che distale » nella Gazzella del Mar Rosso. | Ma questi caratteri sono completamente condivisi dalle Gaz- zelle del Mar Rosso a sud di Suakin, ossia la vera isabella ! Se qualche lievissimo accenno di intermediarità (Bibl. 5) tra la forma littoralis e quella dorcas dovesse realmente sussistere, io la riscontro soltanto nella mia G. 7. beccarii. Per i caratteri degli orecchi, delle corna, della distribuzione della colorazione e del cranio la G. littoralis concorda peraltro indubbiamente colla zsabella, secondo la stessa descrizione del Blaine, e deve quindi rientrare sotto il nome « specifico » di questa. La G. isabella è adunque distribuita lungo gran parte delle coste africane del Mar Rosso. Essa è di statura maggiore a sud di Suakin (isabella), di statura minore a nord (liltoralis), di sta- ‘tura massima e colore più vivace nel territorio del Barka (beccariz) e Gasc (Bibl. 43), di colorazione assai simile alla dorcas, ove si avvicina all’ habitat di questa (0sìr2s). Il Lavauden ha chiamato nel 1926 Gazella dorcas neglecta (Bibl. 24) la forma del Sahara centrale occidentale, che Thomas Moya 249 0. DE BEAUX e Rothschild avevano ritenuto per una isabella, Gray in base alla forma delle corna (Bibl. 16). Dalla descrizione del Lavauden rilevo che questa gazzella è piccola, di colore più chiaro della dorcas, per quanto più rosso, e che gli orecchi sono « un poco » più grandi che nella dorcas. Il cranio non è conosciuto, nè ad esso possono certamente riferirsi i caratteri intermedii tra dorcas ed isabella mentovati dal Blaine (Bibl. 5) per Gazzelle « abissine ». Può darsi che l'attribuzione specifica del Lavauden sia giusta, per quanto fondata soltanto sulla opinione del Blaine che isabella sia una sottospecie di dorcas. Al momento attuale questa opinione non può però essere accettata proprio per la ragione che il Blaine ha separato « spe- cificamente » le Gazzelle del Mar Rosso dalla dorcas. Conclusioni. Il quadro della Gazella isabella si presenta quindi oggi così: 1) G. i. isabella, Gray. Coste del Mar Rosso a sud di Suakin ed interno a modiche altezze. Località tipica: dintorni di Massaua. 2) G. i. littoralis, Blaine. Coste del Mar Rosso a nord di Suakin ed interno desertico. Località tipica : Khorasot. 3) G. è. osîris, Blaine. Atbara, Alto Egitto. Località tipica: Nakhela. 4) G. i. beccarit, De Beaux. Barka (e probabilmente anche Anseba, Dembela e Gasc). datti, La Gazella isabella è una forma circumeritrea che « gira » probabilmente |’ Altipiano. Almeno a me non consta che si trovi nei Bogos. Se ulteriori ricerche dimostreranno, come quasi fa prevedere la tabella di variabilità di corna e cranii pubblicata dal Miller (Bibl. 27), che l’intera costa africana del Mar Rosso è abitata da una unica forma di Gazzella allora littoralis, Blaine deve andare in sinonimia di ¢sabella, Gray. Se poi sarà comprovata come reale l'identità « specifica » tra dorcas ed isabella, allora nel precedente quadro, senza I’ allinea 2), il termine dorcas dovrà sostituire il termine isadella al posto della specie. È F SPEDIZIONE FRANCHETTI 919 La questione non potrà essere risolta che con una buona serie di materiale dei dintorni di Massaua, e dell’interno sahariano. Annotazione. In base a determinazioni del compianto mam- malogo berlinese P. Matschie delle pelli 7 10293 di Cheren e Q 10292 del Barka ho finora creduto che G. rufifrons laevipes Sundevall estendesse il suo habitat dal Sudan occidentale attra- verso le regioni del Barka fino ai Bogos. Ma una volta rintrac- ciati con perfetta sicurezza i cranii appartenenti alle due pelli precitate e precisamente il g° ad. ad. 17934 e la Q 17937 e fatti i confronti colla pelle © ad. juv. 1460 ed il suo cranio 1461 del Setit, ho potuto stabilire trattarsi della Gazella tilonura Heuglin, della quale ho a mia disposizione i cranii o& ad. juv. 3871 del Setit, o& e Q adultissimi 3872 e 17933 di Boggu, Barka, g ad. 17936 di Cheren. Con questo materiale ho potuto stabilire che la vivacità della colorazione bruna rossastra aumenta coll’età, mentre contemporaneamente la striscia laterale scura passa dal nerastro al bruno; che la distensione in lunghezza, ossia il grado di tubularità della cassa cranica non è in questa specie un carattere molto costante ; che il carattere : contatto e sutura del premascellare col nasale è poco costante ; se sussiste si afferma soltanto in età abbastanza avanzata! Questa ultima osservazione, di valore generale, è perfettamente confermata dalla bella serie di cranii di G. isabella isabella della Dancalia. In Eritrea vivono adunque tre specie di Gazzelle :. 7sa della, heuglini, soemmeringi Cretzschmar, le due prime delle quali sono da considerarsi come particolarmente caratteristiche per la regione. Annotazioni del raccoglitore. La Gazzella isabella è abbastanza numerosa in tutta la piana di Beilul, in gruppi di pochi capi. Un maschio ucciso a Beilul aveva la pelle del dorso letteralmente crivellata da larve di ditteri parassiti assai grosse, la cui presenza spiegava lo stato di grande deperimento dell’ esemplare. Nella zona di Gaarre questa Gazzella è sparsa ua po’ dovunque, sia isolata che in branchetti composti anche di 5 o 6 individui. Essa percorre ogni giorno decine di chilometri per sfamarsi con la scarsissima vegeta— zione, tra la quale preferisce indubbiamente i Corchorus edi Trianthema, preferenza da me constatata coll’ esame del rumine e dello stomaco di varii individui, e legata d’altronde alla maggiore frequenza di queste piante in alcune vallette ove crescono......... a meno di 50 m. l’una dall’ altra. Quando si rifletta che ogni piantina di Corchorus non fornisce che un Tate es SRO ed PEC MARTE DR REA Te SELLA res PARI 214 0. DE BEAUX decimo di boccata di pascolo, vien fatto di chiedersi quanti:chilometri — i questi animali dalle gambe d’ acciaio debbano percorrere in capo al giorno. Frequentemente ne ho notato numerose traccie nei pressi delle pozze d’acqua, ciò che dimostra come, quando ne possono trovare, anche le gaz- zelle amino bere. Constatai dei parti nei mesi di dicembre e gennaio. Il segnale d’ allarme è un forte sibilo, e, scattando nel fuggire fanno 4 udire una serie di brevi suoni. Ordine SIRENIA © si Famiglia Dugongidae Dugong hemprichi Ehrenberg. Isola Fatmah, 16 Gennaio 1929. 1 cranio mancante dei denti e della mandibola trovato sulla spiaggia (31361). Un frammento di pelle. Il cranio appartenne ad un esemplare ben adulto con basisfe- noide, alisfenoide, basioccipitali, sopraoccipitali e parietale com- pletamente saldati inter se. Tutte le altre suture sono aperte e parzialmente sconnesse per effetto di agenti esterni. In confronto con un ‘cranio un poco meno adulto di Assab i (C. E. 3767), il quale mostra saldati tra di loro soltanto il sopra- occipitale ed il parietale, già impari mediano, il cranio di Fatmah documenta statura notevolmente superiore, con speciale allunga- mento del rostro. i Ne do le misure principali, seguite tra parentesi da quelle del cranio di Assab. Lunghezza retta basale .. . 3 . mm. 340 (320) Lunghezza complessiva superiore lungo la curvatura dal margine anteriore del foramen magnum alla punta del premascellare . x . » 600 (550) Lunghezza fronto-parietale ore elisa » 144 (444) Lunghezza retta mediana della apertura nasale vd: (00) SPEDIZIONE FRANCHETTI 215 Lunghezza intermascellare mediana lungo la curvatura, di nasale com- presa. : i .. mm. 345 (305) Lunghezza retta massima di inter- mascellari . i ree 293" (275) Larghezza massima dell’ cirio i DANZA 71) Larghezza massima sul processo zigoma- tico del temporale . : ] Corian 229012) Annotazioni del raccoglitore. Trovai i resti di questa preda ambita per il pescatore arabo, calcinati dal sole e seminascosti nella sabbia. Il dugongo è chiamato « Tahuila » dagli arabi e « vera donna marina » da chi lo presenta impagliato in Aden agli occhi dei turisti. = Avevo sempre sperato, durante il mio lungo soggiorno in Assab, po- terne avere un esemplare appena ucciso, da potere inviare in Italia in salamoia, ed avevo offerto un forte premio a chi me lo avesse procurato, ma inutilmente. Solo accidentalmente questo grosso erbivoro marino in- cappa nelle reti tese ai pescecani e resta asfissiato in breve. Predilige i bassifondi coperti di alghe, che va brucando con le sue grosse labbra co- perte di peli ispidi. 1 pescatori mi hanno asserito che emette un vero’ e proprio grido o grugnito nelle notti calme, che si sente spesso vicino alla riva. Davanti a Raheita a sud est di Assab viene catturato pìù frequente- mente che altrove, essendovi buon pascolo di alghe, ed allora chi ha avuto la fortuna di tirarlo a galla con la propria rete è sicuro di fare quattrini suonanti, tanto è ricercata sul mercato la carne tenera e sapo- rita del dugongo. RIASSUNTO In Dancalia furono raccolte 18 specie di Mammiferi così distri- buite per Ordini: 1 Primato, 2 Chirotteri, 4 Carnivori, 5 Ro- ditori, 1 Iracoide, t Perissodattilo, 3 Artiodattili, 1 Sirenide. Tra i Chirotteri una specie risulta nuova: Asellia patrizii. Il confronto con materiale delle regioni limitrofe conduce alla descrizione di una nuova sottospecie di Chirotteri: Asellia tridens italo-somalica, e di una nuova sottospecie di Gazzella: Gazella isabella beccarii. I generi Asellia, Acomys e Gazella sono oggetto di studii particolareggiati. 216 : | 1) ALLEN GL. M. 2) ANDERSEN K. 3) ANDERSON J. ae 4) ANDERSON e WINTON 5) BLAINE G. 7) BonHOTE J. L. 8) DE BEAUX O. ; Micia 10) » 11) » p: 12) » 13) DoLLMAN G, 14) DRAKE BROCKMAn R. E. 15) FRICK C. 16) HARTERT E. 17) HEMPRICH & EHRENBERG 18) HEuGLIN TH. 19) » 20) » 21) HoLLISTER N. 22) » 23) KERSHAW P. S. 24) LAVAUDEN L. 6) BLANFORD W. T. O. DE BEAUX BIBLIOGRAFIA - LAVORI CITATI (Acomys) - Bull. Mus. Comp. Zool. Harvard Coll., LVII, 7, 1914, p. 328 - 329. (Asellia) - Ann. Mag. Nat. Hist., Londra, II, 1918, d. 379. — Catalogue of Mammalia in the Indian Mu- seum, Calcutta, 1881, p. 113. - Zool. Egypt, Mammalia, 1902. (Gazella) - Ann. Mag. Nat. Hist., Londra, XI, 1913, p. 291-266. - Observations on the Geology and Zoology of Abyssinia, 1870. (Acomys) — Proc. Zool. Soc., Londra, 1912, p. 230. È (Pectinator) - Atti Soc. It. Scienze Nat., - Milano, LXI, 1922, p 27. (Somalia Italiana) - Atti Soc. It. Scienze Nat., Milano, LXII, 1923. (Pectinator) - Atti Soc. Lig. Scienze Letti, Genova, II, 2, 1924, p. 162. - (Acomys) p. 161. (Vulpes) — Ann. Mus. Civ., Genova, LIII, 1928, p. 48. (Acomys, Lepus) — Atti Soc. Ital. Scienze Nat., Milano, LXIX, 1930, p. 219, 221. (Acomys) - Ann. Mag. Nat. Hist.,- Londra, VII, 1911, p. 49. — The Mammals of Somaliland, Londra, 1910. (Acomys) - Ann. Carnegie Mus., Pittsburg, IX, 1914, p. 26. (Gazella) -’Nov. Zool. Tring, XX, 1913, p. 94. — Symbolae physicae, Berlino, 1928, tav. IX. (Xerus) — Verhdl. K. Leop. Ak., Vienna, XXVII, 1861, tav. 2. © (Acomys) - Sitzungsber. Ak. Wissensch, Wien, LIV, II, 1866. p. 573. ~ Reise N. O. Africa, II, 1877, p- 70, ex 23, — East African Mammals in the United Sta- tes National Museum. - Bull. 99, 1918, p. 140-143. » - Bull. 99, 1924, p. 139. (Acomys) - Ann. Mag. Nat. Hist., Londra, X, 1922, p. 107. (Gazella) - Bull. Soc. Hist. Nat. Afrique du Nord, Algeri, XVII, 1926, p. 11-27. 25) MERTENS R. 26) » 27) MILLER G. S. 28) NEUMANN O. CO) ero 30) PETERS W. 31) RUPPELL E. 32) ScLATER & THOMAS 33) THOMAS O. | 34) » 35) » 36) » 37) » 38) » 39) WETTSTEIN 0. 40) WAGNER J. A. 41) WINTON (DE) W. E. 42) WROUGHTON & CHEESMAN 43) ZAMMARANO V. 44) ANDERSEN K. 45) RipGwaY R. 46) FITZINGER L. 47) DE BEAUX O. 48) LYDEKKER R. SPEDIZIONE FRANCHETTI 247 (Verzeichnis der Sdugetier-Typen des Sen- ckenbergischen Museum) - Senckenbergiana, Francoforte s/M., VII, 1/2, 1925, p. 26. (Phacochoerus) — » 3W0:9305 (Gazella) — Proc. Un. St. Nat. Mus., Washin- Stone KEM LOl2 ps M7172. tay. XV. (Procavia) — Sitzung. Ber. Ges. Naturf, Freunde, Berlino, 1901, p. 238-244. (Procavia) — Proc. Zool. Soc., Londra, 1902, p. 142-143. (Pectinator) - Trans. Zool. Soc., Londra, VII, 5, 1871, tav. XLVII. — Atlas zu der Reise im nérdl. Africa, Fran- coforte s/M., 1826, tav. 24. — The Book of Antelopes, III, Londra, 1898. (Procavia) — Proc. Zool. Soc., Londra, 1892, p. 50-75. (Acomys) — Ann. Mag. Nat. Hist., Londra, XVII, 1896, p. 269. (Asellia) - Proc. Zool. Soc., Londra, 1900, p-. 99 : (Acomys) — Ann. Mag. Nat. Hist., Londra, XIV, 1904, p. 103. (Vulpes) - Ann. Mag. Nat. 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ALFREDO BORELLI © Della spedizione in Dancalia organizzata verso la fine del 1928 dal Barone Raimondo Franchetti faceva parte il Marchese Saverio Patrizi, che già tante volte ha dato prova della sua perizia di raccoglitore ed ha arricchito il Museo Civico di Genova di pre- ziosi materiali zoologici. A lui si devono gli Scorpioni ed i Solifughi qui enumerati, che la Direzione del Museo ha voluto anche questa volta affidarmi per lo studio. Ord. SCORPIONES. Fam. BUTHIDAE Gen. Buthus Leach Buthus minax L. Koch. Afrera, 28-III-1929, 9 juv. Buthus polystictus Poc. Dancalia, 9. Buthus occitanus (Am.) forma zeilensis Poc. Aurra, 18-II, 9; Rorom 10-IV 9; Gaarre XII-1928 juv.; Altipiano Tetejah, juv. Buthus acutecarinatus maindroni Krpln. Gaarre, XII-19283, 2 Q. Gen. Parnbuthus Poc. Porabuthus liosoma (H. et E.) var. abyssinicus Poc. Rorom, 10-IV-1929, 1 9 Asse SPEDIZIONE FRANCHETTI DO da Parabuthus liosoma dimitrievi Birula. | Beilul, 30-X1-1998, g e 9: - È Parabuthus granimanus Poc. fi Beilul,,30-XI-1928, 1 oe 3. Z OO Gen. Neobuthus Hirst, Neobuthus berberensis Hirst. 3 Gaarre, 1 juv. Fam. SCORPIONIDAE Gen. Opisthaeanthus Pirs. Opisthacanthus fischeri Krpln. Gaarre, 1 juv. Ord. SOLIFUGAE. Fam. GALEODIDAE a Gen. Galeodes Galeodes arabs ©. L. Koch. Rorom, 10-IV-1929, 2g 1 9. Gen. Pars aleodes Krpln. Paragaleodes barbatus (H. Luc.). | Rorom, 1 ©’. Ren ARTI Pt = ERY, SPEDIZIONE DEL BARONE RAIMONDO FRANCHETTI IN DANCALIA Dott. EDOARDO GRIDELLI COLEOTTERI — TENEBRIONIDAE Nel materiale zoologico vario ed importante raccolto nella Dancalia dai membri della spedizione Franchetti (1923-1929) figurano tra i coleotteri anche un certo numero di’ tenebrionidi. Si tratta di poche specie, ma data la loro provenienza da una ‘regione così poco esplorata come la Dancalia, esse costituiscono un contributo piccolo, ma prezioso, alle nostre cognizioni sulla zoogeografia delle regioni che contornano la parte meridionale del Mar Rosso. ; Ringrazio il prof. R. Gestro, direttore del Museo Civico di Genova, sia per la fiducia dimostratami coll’affidarmi il materiale per lo studio, sia per aver messo a mia disposizione le ricchissime collezioni di tenebrionidi eritrei, etiopici e somali del Museo da lui diretto, senza l’uso delle quali la determinazione esatta di alcune specie, e particolarmente delle Zophosis, sarebbe stata impossibile. Ammodoides Franchettii nov. spec. Corpo relativamente stretto, subparallelo, a profilo dorsale poco convesso, anzi quasi appiattito nel tratto corrispondente alla. parte basale delle elitre ed alla metà posteriore del pronoto. Colorazione nera; -elitre leggermente opache, pronoto abberna lucido, più lucido del capo. Antenne corte; terzo articolo notevolmente più lungo del secondo, leggermente conico, circa una volta e mezza lungo quanto largo; i seguenti gradatamente più corti e più dilatati SPEDIZIONE FRANCHETTI 991 all'apice; nono articolo (esaminato dal lato appiattito) leggermente trasversale; decimo più voluminoso, più lungo, più largo del nono, lesgermente trasversale, coll’anello apicale sensoriale giallo, circondante la base dell'ultimo articolo, diviso in due semicircon- ferenze da due stretti ponti chitinosi bruni, lucidi, corrispondenti ciascuno alla linea longitudinale mediana delle due faccie depresse dell’ articolo. i i Mandibole relativamente grandi, robuste, notevolmente spor- genti; la faccia anteriore non solcata e quindi l’apice semplice, Fig. 1. Histeromorphus plicatus, Kr. Fig. 2. Ammodoides Franchettii, n. Sp. non bidentato. Faccia dorsale con carena trasversale, che si estingue un buon tratto: prima di raggiungere |’ orlo interno di ciascuna mandibola. Mento con orlo anteriore ampiamente, ma debolmente concavo; alla concavità corrisponde una ampia zona apicale leg- germente depressa. i Capo molto grande, a lati leggermente convergenti posterior- mente; occhi molto piccoli, completamente appiattiti, quasi invi- sibili a visione dorsale, allungati trasversalmente, di forma subellittica, circa due volte lunghi quanto larghi. -Il clipeo non è separato dalla fronte da solchi o carene; il suo orlo anteriore è tridentato; i due denti esterni sono lobiformi, Pe Me ee, MER MU ge Pi aci ico Cane Ra lire in ‘ Ù SIE pic a SERE wire conc DOO as. E. GRIDELLI più grandi e più sporgenti anteriormente che non il dente mediano. La superficie del clipeo è coperta da una punteggiatura molto densa e molto grossa, la quale invade pure la zona più i anteriore della fronte (zona limitata posteriormente dalla linea trasversale congiungente i due punti di massima larghezza del capo), per poi diventare bruscamente fina e rada, fino ad oblite- rarsi quasi sulla parte posteriore del capo. Pronoto poco convesso, con una zona leggermente appiattita basale mediana, notevolmente trasversale, con orlo anteriore profondamente incavato e quindi gli angoli anteriori sporgenti, lobiformi, colla base protratta posteriormente in un lobo largo, nettamente pronunciato. Nel complesso il pronoto è piuttosto fortemente trasversale (larghezza massima: lunghezza misurata lungo la linea mediana = 1,73 : 1); gli angoli posteriori sono ottusi (maggiori di 90°), poco arrotondati al vertice; i lati, par- tendo dagli angoli posteriori, sono dapprima appena convessi, subretti e divergono leggermente (esaminare lateralmente) rag- giungendo la larghezza massima anteriormente alla metà (visti dal dorso i lati sembrano essere subparalleli). Punteggiatura delle zone laterali fina e piuttosto densa; tra i punti si nota una seconda punteggiatura finissima e densa, la quale si estende su tutto il pronoto, diventando un po’ meno densa alla base. Sul disco si notano due foveole d’ ambo i lati della linea mediana, allineate longitudinalmente (carattere individuale ?). Elitre relativamente corte, piuttosto fortemente ristrette posteriormente, colla metà basale larga quanto il pronoto, a lati subparalleli, il profilo della parte declive è regolarmente convesso, privo di strozzatura preapicale. Mancano granuli; lateralmente si nota una punteggiatura rada, formata da punti fini appena im- pressi, i quali mancano sul disco. Su ciascuna elitra si notano quattro linee ondulate impresse appena visibili, parallele alla sutura. Linea di separazione delle false epipleure dal disco com- pleta, subrettilinea dall’ apice all’ omero, formante un angolo ottuso molto marcato coll’orlo rilevato del pronoto. Tibie anteriori bidentate; senza frangia di peli. Femori ante- riori con alcuni peli gialli nella parte basale del margine flessorio. Tibie posteriori leggermente sinuose; la sinuosità risulta evidente _esaminando il margine estensorio il quale è convesso nel terzo basale e concavo nel resto della sua lunghezza. VICI SPEDIZIONE FRANCHETTI 293 Prosterno privo di ciuffo di peli; processo intercoxale a lati paralleli; manca una carena sulla superficie del prosterno lungo la linea mediana. Tergiti con una punteggiatura densa ed estre- -mamente fina; il primo presenta alla base molti solchi longitudi- nali, corti, i quali si notano pure alla base del lobo mediano del metasterno. Lobo mediano del mesosterno quasi liscio, alla base con due solchi divergenti. Lungh.: 8 mm. Un solo esemplare raccolto a Gaarre amiata) nel dicembre 1928, conservato nelle collezioni del Museo Civico di Genova. i i Credo di poter attribuire senza dubbio la specie suddescritta al genere Ammodoides, descritto da Lesne (Bull. Mus. Paris 1915, p. 233) per l Arthrodeis lateripunctatus (*) Fairm. Secondo Lesne il lateripunctatus dovrebbe avere il corpo «large, sub- déprimé », il mento « presque plan, non sillonné ni échancré» e il prosterno «largement costiforme sur la ligne médiane en avant ». Nella nuova specie il corpo è invece stretto, il mento è depresso anteriormente, con orlo anteriore debolmente concavo ed il prosterno presenta la massima convessità lungo la linea mediana, ma non si può dire che sia « largement costiforme ». Anche Fairmaire nota che a causa della ba del corpo il suo lateripunctalus dovrebbe essere simile a Histeromorphus (£) (vedi in proposito le figure). Arthrodibius plicatulus Lesne Arthrodibius plicatulus Lesne, Bull. Mus. Paris 1915, p. 236, 238. Airori, un ©, 5 febbraio 1929. Femori e tibie anteriori con frangia di peli giallo-bruni; il profilo apicale delle elitre sorpassa un po’ l’apice della sutura (il quale forma una sporgenza) e ne è separato da una strozzatura evidente; faccia esterna delle mandibole solcata. Per questi carat- teri l'esemplare in questione va riferito senza alcun dubbio al (1) Arthroides lateripunctatus Fairm. (Ann. Soc. Ent. France 1890, p. 553) = Ammo- deis lateripunctatus Lesne (l. c.). — Descritto dell’isola Camaran (Mar Rosso); indi- cato da Lesne d'Abissinia (certamente Eritrea) e d’Arabia. (2) Histeromorphus plicatus Kraatz, Rev. Tenebr. 1865, p. 12. — Ho creduto op- portuno eseguire la figura dell’ esemplare tipico della coll. Kraatz (Museo Berlin- Dahlem) gentilmente comunicatomi dal Dott. W. Horn (Abyssinia, Deyrolle). Histeromimus arabicus Gahan, The Journal of the Linn. Soc., Zoology XXV, 1896, p. 288, d’Arabia (Hadramaut) a giudicare dalla descrizione dovrebbe essere un Ammodoides. RY 994; E. GRIDELLI genere Arthrodibius Lesne. Il clipeo si prolunga anteriormente in un lobo evidente, molto più che nelle specie sub 1 della tabella di Lesne (1. c., p. 236), però il suo orlo anteriore presenta una lesione che lo fa apparire irregolarmente e profondamente smarginato nel mezzo. Non dubito però che si tratti d’ un lobo «avancé tridenté » il quale in seguito alla lesione suddetta venne mutilato della parte centrale dentiforme, tanto più che il prosterno presenta il ciuffo di peli gialli, caratteristico delle specie a clipeo tridentato. Il clipeo non è limitato posteriormente da un solco o da un rilievo trasversale, i femori presentano su una parte della loro superficie una punteggiatura grossa, quasi rugosa. Non dubito quindi che si tratti del plicatulus, inteso nel senso di Lesne, tanto più che anche gli altri caratteri descritti da Lesne a p. 239 corrispondono al © in questione. Non sono invece convinto che l’esemplare suddetto possa essere l’ Arthrodeis plicatulus Fairm. (Ann. Soc. Ent. France 1883, p. 97). La forma descritta da Fairmaire ha il capo «dense punctato, ad latera rugoso», mentre nell’esemplare da me stu- diato tutto il capo presenta una punteggiatura densissima e rugosa, ad eccezione del vertice, sul quale la punteggiatura è molto rada e fina. Non riscontro il pronoto «ad marginem late- . ralem leviter plicatulo » e l’addome è do invece di essere « subtiliter dense punctulato » . Non so quindi se il plicatulus Lesne sia la stessa cosa che il plicatulus Fairm. L’ esemplare da me studiato corrisponde alla forma descritta da Lesne. 5 Lesne indica la specie della Nubia, del Nilo Bianco e di Abissinia. Zophosis abyssinica biobtusa Fairm. Zophosis abyssinica btobtusa (*) Chatan., Ann. Soc. Ent. France 1916, p. 523. Egriaribà, 6 es., 3 maggio 1929, a circa 1000 metri sul livello del mare. (1) Secondo Chatanay (1. c.) i tipi della var. biobtusa Fairm. (ap. Tellini, Escurs. nell’Eritrea, 1905, Malacod. Tenebr. p. 1) raccolti all’Asmara si trovano al Museo di Parigi. Credo opportuno di notare che la collezione Tellini si trova al Museo di Storia Naturale di Trieste e comprende pure esemplari d’Eritrea (Ghinda ) etichet- tati dallo stesso Fairmaire come: Zophosis biobtusa n. sp., che devono pure essere considerati quali tipi. — Conto di riferire in un prossimo lavoro sulle specie di Tenebrionidae eritree della collezione Tellini, molte delle quali non vennero deter- minate da Fairmaire. SPEDIZIONE FRANCHETTI 995 Detti esemplari non differiscono per nessun carattere da altri delle collezioni del Museo di Genova, determinati da Chatanay e raccolti da Ragazzi all’ Asmara (VIII-IX-1893) e da Beccari pure all’Asmara (IX-1895). Specie molto diffusa nell’ Eritrea e territorii adiacenti. Zophosis agaboides subeariosa Lesne Zophosts agaboides sbsp. subcariosa Lesne, Voyage Rothschild en Ethiopie vol. IU, p. 660. Egriaribà, 3 maggio 1929, a circa 1000 metri sul livello del mare. Il solo esemplare catturato corrisponde esattamente a quello dello Scioa (Lago Cialalakà) raccolto da Ragazzi nel feb- braio del 1885 e citato da Lesne. Zophosis aethiops Chatanay Zophosis aethiops Chatan., Ann. Soc. Ent. France 1916, p. 564. Dancalia, alcuni esemplari senza indicazione dettagliata della località di cattura; Gaarre, dicembre 1928, 3 es.; Derrah, 4 febbraio 1929, 1 es.; Afrera marzo 1929, 1 es., perfettamente corrispondenti alla descrizione originale ed all’ esemplare tipico descritto da Chatanay, raccolto da Citerni a Auasc (Etiopia) nell’ottobre 1910. Zophosis sabaea Baudi Zophosis sabaea Chatan., Ann. Soc. Ent. France 1916, p. 584. Gaarre, un esemplare raccolto nel dicembre 1928, il quale corrisponde esattamente al tipo della var. longa Chat. (I. c.) raccolto da Beccari a Assab il giorno 11 marzo 1870. La forma tipica venne descritta su un esemplare di Aden (leg. Doria); essa si trova però anche nella baia di Assab (ne vidi esemplari raccolti da Beccari nello stesso giorno nel quale egli raccolse gli esemplari riferiti da Chatanay alla var. longa). Zophosis acuticosta Fairm. Zophosis acuticosta Chatan., Ann. Soc. Ent. France 1916, p. 595, 599. Dancalia, alcuni esemplari senza indicazione dettagliata di località. Ann, del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LV (24 Novembre 1931). 15 226 E. GRIDELLI Corrispondono esattamente ad esemplari raccolti da G. Doria nel 1880 nella Baia di Assab, determinati da Chatanay. Carat- teristica l’ opacità della superficie dorsale in seguito alla grande densità della punteggiatura; la punteggiatura del pronoto è estre- mamente densa anche sul disco, ma non rugosa. Elitre con costa dorsale, laterale e marginale taglienti; prima e terza costola nulle. Descritta di Obock. Indicata da Chatanay (1. c.) di Somalia: tutta la costa settentrionale, da Obock a Berbera. Ops. La specie sembra presentare una certa variabilità. Una serie di esemplari raccolti da G. Doria a Ras Doumeirah ! (presso Assab), il 30 Dicembre 1879, differiscono dai suddetti per il corpo più allungato e quindi proporzionalmente più stretto e per la scultura. Il pronoto è più lucido, con punteggiatura nettamente meno densa; i punti specialmente sul disco, sono più fini e separati da intervalli piani, lucidi. Elitre più lucide, con scultura meno densa; i punti ed i granuli sono più spaziati e. bene visibili. Costole delle elitre ed altri caratteri come negli esemplari di Assab. Zophosis sulcata Deyr. Zophosis sulcata Chatan., Ann. Soc. Ent. France 1916, p. 604. Molti esemplari raccolti a Airori, 5 febbraio 1929, Gaarre dicembre 1928, Beilul 23 novembre 1928, Derrab 4 febbraio 1929. Tutti questi esemplari vanno riferiti alla var. dicostis Chat. (1. c. p. 607) descritta appunto di Dancalia (Beilul, aprile 1888, leg. Ragazzi) e corrispondono al tipo suddetto, nonchè ad altri 10 es. raccolti da Ragazzi (IV-1888) a Beilul ed uno raccolto dallo stesso Ragazzi a Massaua nel 1892. Mesostena puncticollis Sol. Mesostena puncticollis Reitt., Bestimm.-Tab. 42, 1900, p. 140. Diversi esemplari raccolti a Rorom (10 aprile 1920) e a Sidohà Ela (10 febbraio 1929). Viene indicata dagli autori come diffusa soltanto nella Siria e nell’Egitto. Andres (Bull. Soc. Ent. Egypte 1931, p. 84) la indica del Sinai e dei dintorni di Helouan. Io posseggo esemplari di Mesopotamia (Assur, leg. Pietschm. 1910) e di Aden. È quindi specie probabilmente molto diffusa lungo le rive del Mar Rosso. SPEDIZIONE FRANCHETTI 297 Mesostenopa carinata Gestro Mesostenopa carinata Gestro, Ann. Mus. Civico Genova XVI, 1881, p. 660. Un esemplare raccolto in una località non precisata della Dancalia, nonchè le elitre di un esemplare raccolto a Derrab (Gaarre). Descritta di Samahr (Eritrea). Gli esemplari suddetti corrispon- dono esattamente all’esemplare tipico delle collezioni del Museo Civico di Genova. Schweinfurthia Patrizii nov. spec. Corpo nero, poco lucido; antenne, palpi e zampe bruni, oscuri. Capo con punteggiatura grossa e densa, e con pubescenza densa, formata da peli grigiastri molto corti, eretti; sul clipeo la punteg- giatura è densissima e rugosa, mentre sul resto del capo i punti sono più grossi e separati da intervalli piani. L’orlo anteriore del clipeo presenta una sporgenza mediana dentiforme, sottile e di notevole lunghezza, leggermente piegata verso destra. Occhi pic- coli, non sporgenti dal contorno del capo; il loro orlo si fonde in curva contimua con quello delle tempie che sono leggermente rigonfie. Essi sono ‘allungati trasversalmente; il loro orlo poste- riore (a visione laterale) è convesso, l'anteriore appena concavo. Non sono visibili con evidenza rudimenti della carena oculare. Fossa golare poco profonda, ma bene marcata, stretta, di lunghezza circa eguale alla distanza tra l’inserzione delle antenne, nel suo complesso appena curva, colla concavità volta al protorace, limi- tata anteriormente e posteriormente da un orlo leggermente rigonfio; la superficie situata anteriormente al solco golare è coperta da una; punteggiatura molto grossa e densa; posterior- mente la superficie è opaca, ai lati la punteggiatura è pure densa, ma più fina (i punti confluiscono più o meno formando leggere rugosità dirette obbliquamente all’esterno) mentre nel mezzo si nota una zona subtriangolare (limitata anteriormente da due carenule che convergono verso il punto mediano del solco golare) opaca, coperta da leggerissime rugosità longitudinali. Mento con punteggiatura grossa e densa, orlo anteriore subtroncato, non smarginato; manca una linea mediana impressa. ni. he 11° My INI Uist di ia 228 E. GRIDELLI i Mandibole (a visione ventrale) con apice diviso in due punte da una smarginatura abbastanza profonda, seguita da una zona mediana incavata sulla superficie ventrale delle mandibole. Pronoto trasversale, pubescente come il capo, colla massima larghezza circa nella metà, arrotondato ai lati i quali convergono anteriormente in linea leggermente convessa e posteriormente in linea subretta, con angoli posteriori marcati, appena arrotondati all'apice, ma fortemente ottusi. Punteggiatura grossa e molto densa (l'intervallo tra i punti è minore del loro diametro), spe cialmente ai lati, dove è quasi rugosa. Elitre regolarmente arrotondate ai lati, notevolmente convesse, colla massima larghezza circa nella metà, appuntite all’apice. Esse sono spianate all’ apice (il profilo presenta una sinuosita concava preapicale, e quindi le elitre presentano all’ apice un piccolo prolungamento in forma d’una corta coda) e molto più larghe della massima larghezza del pronoto. La base delle elitre è appena più larga di quella del pronoto, piuttosto fortemente concava in tutta la sua larghezza; l’orlo basale è sottile ai lati, obliterato nel mezzo. Mancano strie evidenti; la superficie è leg- germente opaca, d’aspetto coriaceo, con punteggiatura fina e rada; ciascun punto porta un pelo molto corto, grigiastro; i peli sono eretti nella zona scutellare, semicoricati sul resto della superficie elitrale, diretti posteriormente formanti serie longitudinali. Orlo interno della parte ripiegata semplice; scudetto piccolissimo. Prosterno con punteggiatura grossa e piuttosto densa, non rugosa. La parte intercoxale è dapprima completamente ripiegata e poi forma un prolungamento (!) tagliato a angolo retto, situato sotto il livello delle coscie. Antenne corte e grosse; terzo articolo grosso, subcilindrico, più lungo del primo e secondo riuniti; quarto articolo molto più corto del terzo (un po’ meno della metà), subcilindrico, più lungo che largo; quinto, sesto e settimo gradatamente più corti, appena dilatati all’apice; il settimo ha eguali dimensioni in larghezza e lunghezza; ottavo subquadrato, nono leggermente trasversale, maggiormente dilatati all'apice subtriangolari. L’esemplare ha le antenne mutilate, mancanti dei due articoli terminali. Angolo esterno delle tibie anteriori con un prolungamento (1) Nella S. Schusteri il processo prosternale presenta la stessa struttura sudde- scritta. La descrizione originale va quindi completata e corretta in questo senso. tte RM he ASTA Lat È Ù SPEDIZIONE FRANCHETTI 999 digitiforme piuttosto lungo, ma tozzo, subtriangolare, a apice arrotondato. Lungh.: 8,5 mm. Un solo esemplare, raccolto in una località non precisata della Dancalia dalla spedizione Franchetti - Patrizi (1923-1929). Tipo: Collezione Museo Civico Genova. Differisce dalla S. Schusteri Grid. (Esplor. Giarabub -Coleot- teri di Cirenaica; Ann. Mus. Civ. Gen. LIV, 1930, p. 211) descritto su un esemplare della Cirenaica (Oasi di Giarabub) per la statura minore, il corpo più corto e più largo, la pubescenza dei tegumenti del capo, pronoto ed elitre, le antenne molto più corte e più grosse, ad articoli più corti e più grossi, subcilindrici, la sporgenza dentiforme asimmetrica dell’orlo anteriore del clipeo, gli occhi non sporgenti, la struttura del solco golare, la punteg- giatura e l’opacità della superficie situata posteriormente al solco golare, il pronoto più trasversale, con punteggiatura più grossa, le elitre più corte e più convesse, con punteggiatura più rada, più arrotondate ai lati, con orlo basale obliterato nel mezzo, spianate all’apice il quale è prolungato in una corta coda, le zampe più corte, la sporgenza digitiforme dell’angolo esterno delle tibie anteriori più corta e più grossa, ecc. Le altre diffe- ‘renze minori risultano dal confronto delle due descrizioni. Phaeotribon species? Un esemplare raccolto a Gaarre nel dicembre 1928 va rife- rito certamente a questo genere. Esso differisce dal pulchellus Kr. (1) soltanto per la forma degli angoli posteriori del pronoto i quali sono fortemente ottusi, a vertice arrotondato. — Non oso indicare con un nome questa forma, sia perchè si tratta d’un solo esemplare, sia perchè non conosco il Phaeotribon ustus Fairm., descritto di Mogador. (1) Phaeotribon pulchellus Kr. (Revis. Tenebr. 1865, p. 243), descritto d’ Egitto: Rovine del tempio di Dendera, leg. Schaum (vedi pure Reitter, Bestimm.- Tab. 42. 1900, p. 144). Andres (Bull. Soc. Ent. Egypte 1901, p. 86) nota di conoscere due esemplari d’Egitto: uno di Luxor (J. Sahlberg) ed uno dell’Alto Egitto (Nubia). Fairmaire (Bull. Soc. Ent. France 41893, p. 48) indica con dubbio un esemplare di Orano (Algeria). Conosco una serie di 18 esemplari raccolti a Aden (Doria-Beccari; gennaio 1880) e nel Yemen (Scheik Osman, Doria, 2 gennaio 4880) determinati da Baudi. — Angoli posteriori del pronoto a vertice vivo, non arrotondato, retti (dentiformi) in seguito ad una sinuosità piccola, ma ben marcata, dell’orlo laterale. 230 E. GRIDELLI Oxyeara hegeterica Reiche Oxycara hegeterica Reitt., Bestimm.-Tab. XLII, 1900, p. 189. Rorom, 10 aprile 1929, 2 es.; Sidohà Ela 10 febbraio 1929, 3 esemplari. Questa specie, intesa sensu Reitter (1. c.) è largamente diffusa lungo le coste del Mar Rosso. — Essa venne descritta (Ann. Soc. Ent. France 1857, p. 195) su esemplari delle rive del Mar Morto; in calce alla descrizione originale l’autore la indica anche d’Egitto, ma nota differenze notevoli tra gli esemplari egiziani e quelli di Palestina. È quindi molto probabile che hegeterica Reitter non sia la stessa cosa di hegeterica Reiche. Adesmia reticulata Klug Adesmia reticulata All., Ann. Soc. Ent. France 1885, p. 181. Adesmia reticulata Reitt., Bestimm.-Tab. 76, 1916, p. 15. Un solo individuo raccolto a Afrera, nel marzo 1929. Specie molto comune nell’ Eritrea; nella collezione Tellini (Museo Civico di Storia Naturale: Trieste) st trovano alcune diecine d’esemplari raccolti a Massaua, Otumbo Embereni, Ras Ghedem, Archico e Moncullo. Indicata da Allard d’Abissinia (certamente Eritrea) e d’Arabia Felice. Adesmia miliaris Reiche Adesmia miliaris All., Ann. Soc. Ent. France 1885, p. 178. Adesmia miliaris Reitt., Bestimm.-Tab. 76, 1916, p. 18. Undici esemplari raccolti a Gaarre nel dicembre 1928, iden- tici a esemplari raccolti da Doria a Assab nel gennaio 1880. Descritta del Sudan. Diffusa nell’ Eritrea, Dancalia e Somalia (Obock). Ocnera hispida Forsk. Ocnera hispida Gridelli, Ann. Mus. Civico Genova LIV, 1930, p. 265. Vennero raccolti circa 30 esemplari a Beilul (novembre 1928) e nella Baia di Assab (23 novembre 1928) i quali corri- SPEDIZIONE FRANCHETTI 231 spondono esattamente alla forma tipica dell’ Ocnera hispida (= Latrellei Sol.). Per quanto riguarda la sistematica e l’area di diffusione di questa specie così largamente diffusa, conto di riferire in una monografia del genere Ocnera, in corso di compilazione da diversi anni. Pimelia Raffrayi Sénac Pimelia Raffrayîi Sén., Monogr. Pimelia I, 1884, p. 10. Due esemplari raccolti a Beilul nel dicembre 1928. Descritta di Eritrea: Massaua. Citata da Andres (Bull. Soc. Ent. Egypte 1931, p. 106) d’Egitto (Mersa Halaib; Mar Rosso). Collezione Tellini (Mus. Civ. Storia Natur. Trieste): Massaua, plur.; Otumbo Embereni, plur.; Moncullo, Archico (Eritrea). Pimelia grandis Klug Pimelia sudanica Fairm., Ann. Soc. Ent. France 1882, p. 66. Pimelia grandis Sénac, Monogr. Pimelia Il, 1887, p. 22. Un solo individuo raccolto a Afrera nel marzo 1929, iden- tico ad esemplari egiziani inviatimi dal compianto collega A. Andres (coll. Museo Trieste): Cairo; Kom Ombo; Mersa Matrouh (Marmarica). Descritta di Alessandria d’Egitto (Klug), ridescritta col nome di sudanica da Fairmaire, su esemplari del Sudan e d’ Eritrea (Paese dei Bogos: Sciotel, leg. Beccari; coll. Mus Civ. Genova). Sénac la indica dell’Alto Senegal (Lataste). EKutochia species? Appartengono forse a questo genere alcuni esemplari raccolti a Beilul il 23 novembre 1928. Credo si tratti d’ una specie ancora inedita. Essi sono eguali a una serie d’esemplari delle collezioni del Museo di Genova, raccolti nell’ Abissinia (Eritrea) da Raffray, etichettati da Fairmaire: Aniarus spec. e a tre esemplari raccolti da Tellini pure in Eritrea: Ras Ghedem, _Otumbo Embereni, Saberguma (Mus. Civ. Trieste). Punteggiatura del capo molto fina sul clipeo e sulla fronte, 932 E. GRIDELLI grossa sul vertice; punteggiatura del pronoto e delle elitre finis- sima e rada; strie delle elitre finamente punteggiate; tutta la superficie dorsale presenta una reticolazione finissima e densa. Corpo giallo - bruno, o bruno più o meno oscuro: spesso bruno molto oscuro ed in tal caso le elitre hanno un margine bruno chiaro più o meno esteso. Ogs. Non può trattarsi in nessun caso dell’ Eutochia amaroides Gestro, della quale ho esaminato gli esemplari della serie tipica (Mus. Civ. Genova). Micrantereus rugulosus Gestro Micrantereus rugulosus Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova XIII, 1878, p. 321. Due gd e una Q raccolti in una località non precisata della Dancalia. Il © venne descritto da Gestro (I. c.): leg. Anti nori, Mahal Uonz (Scioa), aprile 1877. La © venne descritta da Fairmaire (Revue Entom. XI, 1892, p. 118) di Obock. Essa dif- ferisce dal 7, oltre per la mancanza dei caratteri sessuali delle zampe, per le elitre più convesse, più larghe, più arroton- date ai lati, rese leggermente opache e grigiastre di una pube- scenza piuttosto densa, formata da corti peli grigio giallastri, aderenti alla superficie elitrale, nonchè da lunghi peli eretti, pure giallastri. Non conosco altre località (!) di cattura di questa-bella specie. Helopinus elegans Baudi Helopinus elegans Baudi, Deutsch. Ent. Zeitschr. 1881, p. 287. Molti esemplari d’ ambo i sessi raccolti a Gaarre nel dicem- bre 1928. Vedi inoltre: Costa presso Assab, leg. G. Doria, gennaio 1880 (tipo e seria tipica descritta da Baudi); Massaua, leg. G. Doria, 23 dicembre 1879 (Coll. Mus. Civ. Genova) nonchè molti esem- plari della coll. Tellini (Mus. Civ. Trieste) raccolti da Tellini pure in Eritrea: Massaua, Ghedem, Otumbo Embereni, Saati. (1) Nell’Eritrea si trova un’altra specie (Gerstackeri Gestro = fimbritibius Fairm.). Ne conosco l’esemplare tipico descritto da Gestro (9°; Bogos: Keren, leg. O. Bec- cari 1870) ed un g, pure dell’Eritrea, raccolto da Tellini a Moncullo: Saati. SPEDIZIONE FRANCHETTI 939 Regioni costiere dell’ Eritrea e Dancalia; indicato pure d’Arabia (!). SPIEGAZIONE DELLE FIGURE Fig. 1. Histeromorphus plicatus Kr. — Esemplare tipico della collezione Kraatz (Museo Berlin-Dahlem). Fig. 2. Ammodoides Franchettii n. sp — Esemplare tipico della collezione del Museo Civico di Genova. I disegni sono ricavati da fotografie dei due esemplari, pre- viamente ingrandite. Le differenze del capo e pronoto sono dovute a differente convessità del pronoto ed alla differente posizione e pendenza del capo. I due esemplari sono normalmente preparati, il capo occupa la posizione naturale; essi vennero fotografati esattamente a visione dorsale. () Secondo Fairmaire (Revue Entom. 1892, p. 112) l’elegans Baudi sarebbe iden- tico al costatus Sol., descritto d’Arabia (Studi Entom. 1848, p. 199, tav. 7, figg. 10-14) nonchè al misolampoides Lacord., pure d’Arabia (Gen. Col. Atlas t. 58. f. 2). ‘ È possibile che ciò sia vero, in ogni modo le osservazioni di Baudi, il quale a pag. 289 (1. c.) confronta il suo elegans colla descrizione del costatws sono fondate (specialmente per quanto riguarda la scultura del capo e la struttura delle tibie anteriori del g dell’elegans, difficilmente adattabile alla figura data da Solier). Pre- ferisco quindi dare agli esemplari dancali il nome sicuro di elegans, nell attesa di poter provare l'esattezza della sinonimia proposta da Fairmaire mediante 1° esame di esemplari d’Arabia, i quali non erano noti nè a Baudi nè a Fairmaire. ne ) Lo Sher’ aT oh are NES Pia ine o 4 SPEDIZIONE DEL BARONE RAIMONDO FRANCHETTI IN DANCALIA INSECTES DIPTERES par E. SEGUY Assistant au Muséum National d’ Histoire naturelle de Paris L’expédition du baron R. Franchetti en Dancalie éthiopienne a rapporté entre autres quelques insectes diptéres recueillis dans la zone qui descend de Massaua jusqu’ a Assab. Cette petite col- lection, que l’on doit surtout aux soins du Marquis S. Patrizi, le zoologiste de l’expédition, renferme plusieurs formes intéres- santes par leur morphologie ou leur distribution géographique. On trouvera dans leur liste cing espéces très communes en Afrique comme dans la zone paléarctique — ou cosmopolites. Il est utile de les énumérer: Hippobosca maculata et drome- darina, Eristalis quinquelineatus, Syritta pipiens, Musca domestica. On trouve encore dans cette collection trois insectes suceurs de sang (Culex, Tabanus), quatre espéces erratiques et prédatrices: Asilides chasseurs d’insectes comme Trichardis, Apoclea, Stichopogon, Promachus; deux espéces parasites d’insectes hyménoptéres: Spongostylum et Antonia ; un copro- phage: Chryzomyza; deux ubiquistes Musca et Sarcophaga ; une forme normalement parasite (Wohlfartia) enfin deux sapro- phages occasionnellement parasites ou producteurs de myiases. Les diptéres recueillis par M. le Marquis S. Patrizi peuvent se répartir en douze familles comme il suit: CULICIDAE. 1. — Culex annulioris Theobald, 1901, Liverp. S. Trop. Med., Mem. IV, appl. V; Monogr. Culic., I, p. 371,21; Giles, Mosg., 1902; p. 402,21; Blanchard, Moust., 1905: p. 298,47; Ed- wards, BOE. R., 19125") pi 30). et IH py 384 ners SPEDIZIONE FRANCHETTI 230 larve. — Culex Neireti Ventrillon, 1906: Bull. Mus. Paris, XII; p. 103. Gold Coast, Mashonaland, Madagascar. Dancalie: Gaarre, XII 1928 (Franchetti). TIPULIDAE. 2. — Ormosia sp. Une femelle indéterminable spécifiquement. Elle est remar- quable par la conformation des organes alaires. Les insectes de ce genre vivent dans les sous-bois marécageux. Ils sont parfois attirés dans les maisons par la lumiére des lampes. Les larves, saprophages, se développent dans les détritus d'origine vegetale. Dancalie: Gaarre, XII 1928 (Franchetti). Reg Ri Fig. 1. — Ormosia sp. — Aile gauche (1). TABANIDAE. 3. — Tabanus ditaeniatus Macquart. — Austen, 1906: p. 57; Kertész, 1908: p. 238; Surcouf, 1909: p. 184; Bezzi, Ann. Mus. Civ. di Storia Naturale di Genova, S. 2, XII (XXXII) 1392: p. 165: ti Cette espèce présente un rameau récurrent sur la troisiéme nervure longitudinale (R4+ 5). La couleur de |’ abdomen est assez variable mais la teinte fauve du fond transparait toujours entre les bandes longitudinales sombres. — Long. 11-14 mm. L’ aire de répartition de cette espéce est considérable: elle (1) Pour la nomenclature des nervures de l’aile cf. Vignon et Séguy, Bull. Soc. ent. France, 1929, p. 226 et Vignon, Archives du Muséum, t. IV, 1926: p. 95 et sq. 236 E. SEGUY comprend toute la région située an dessous d’une ligne réunis- sant le Sénégal, le Tchad et le pays Somali. Ile Maurice (type [Macquart]); Somali (Bezzi); Bahr el Gazal; Transvaal et Natal. Dancalie : Gaarre, XII 1928 (Franchetti). 4. — Tabanus obliquemaculatus Macquart. — Kertész, 1908: pa 266.surcout 1909) pela Cette espèce se reconnait a la face trés développée, couverte de poils blancs, aux palpes raccourcis et gonflés; il y a quelques poils noirs sur les palpes, les tibias II portent également une pilosité noire sur la moitié apicale, blanche 4 la base. — Long. 14-15 mm. Caffrerie (Loew). Cap de Bonne Espérance (Bigot). Somalie : Sud de Harrar; Ogaden (E. Brumpt). Abyssinie (Ruppel). Dancalie: Gaarre, XII 1928 (Franchetti). ASILIDAE. 5. — Stichopogon aequetinctus Becker, 1910; Denskschr. k. k. Akad. d. Wiss. Wien, LXXI, p. 138, 21; Engel, 1930: p. 397. Cette espéce differe des formes voisines par: Téte grise; barbe et moustache blanches. Antennes entiérement noires. Thorax et scutellum a pruinosité grise; calus huméraux plus clairs; mésonotum avec une bande médiane longitudinale brune. Pattes rousses. Ailes 4 nervures d’ un gris jaune. Abdomen mat, gris au fond, a bandes transverses blanches ou légérement jaunatres. — Long. 6-8 mm. Arabie: Aden (Simony) ; Dancalie : Gaarre, XII 1928 (Franchetti), 6, — Trichardis leucocoma v. d. Wulp. — Engel, 1930: p. 248. — Hoplistomera leucocoma Kertész, 1909: p. 159, — Strobilothria albipila Becker 1907. Reconnaissable au profil de la téte, 4 sa vestiture blanche. Antennes et palpes roux. Thorax brun, calus huméraux jaunatres, mésonotum avec une bande dorsale médiane brune. Pelotes jaunes. Ailes vitreuses,jaunies à la base, nervures noires: cel- lule R5 fermée ou courtement pétiolée sur le bord costal. SPEDIZIONE FRANCHETTI DI” Abdomen noir au fond, le bord postérieur des tergites comme l’extrémité de |’ abdomen peut étre roux. — Long. 911 mm. Dancalie : Gaarre, XII 1928 (Franchetti). Arabie (v. d. W.) Afrique septentrionale. Egypte Wadi Hof (Efflatoum); Wadi Husein (Adair). 7. — Apoclea algira Fabricius, 1775, Systema Entom., p. 792, 3; spec. ins. ll: p. 460,3 (178i); Ent. Syst., IV, p. 976,9; Systema Antl., p, 153, 3 (1805); Wiedemann, Exot., p. 196, 27 et Ausser. zweifl. Ins., I, p. 461,50; Loew, Dipt. Sud. Afric., ep. 141, 5 (1360); Kertész, 1909: p. 231; Engel, 1930: p. 42. - Antennes : troisiéme article conique, deux fois aussi long que large. Scutellum avec deux soies marginales seulement. Fémurs d’un brun noir. Aile: cellule R5 ouverte mais rétrécie à la marge. — Long. 19-25 mm. . Dancalie: Gaarre, XII 1928 (Franchetti). Asie mineure. Egypte. Tunisie. Algérie. 8. — Promachus maculatus Fabricius, 1775, Systema Entom., p ein, Meigen, System. Beschr., \1820::11, pi-307, 1.; Wiedemann, Exot., 1821: p. 202, 36 et Aussereurop. zweill. Ins., I. p. 483,89 (1828); Macquart, Exot., 1834: I 2., p. 99,17; Van der Wulp, Catal. Dipt. South Asia, 1896: p- 90; Engel, 1930: p. 27. Corps d’un cendré jaunàtre. Face et moustache blanchatres. Antennes noires: chéte légérement renflé a |’ extrémité. Méso- notum à bande médiane longitudinale doublée. Pattes entiérement rousses: les tarses légérement obscurcis 4 l’extrémité. Ailes jaunatres. Abdomen gris; chaque tergite avec une grande tache quadrangulaire élargie, échancrée postérieurement. — Long. 25-30 mm. Dancalie: Gaarre, XII 1928 (Franchetti). Sénégal (Macquart). Ceylan. Asie. Europe meridionale. BOMBYLIIDAE. 9. — Antonia suavissima Loew, 1856: Neue Beitr., IV, p. 30.13, Zeit. f. d. ges. Naturwiss., N. F., VII (XLI), p. 108 (1873) et Beschr. europ. Dipt., III, p. 180; Bezzi, Bombyl. Ethiop. 238 E. sicuy Reg., 1924: p. 137, 101, fig. 10. — Dimorphophora syr- phoides Walker. Kertész, 1909: p. 85. Dancalie : Gaarre, XII 1928 (Franchetti). Egalement signalé d’Abyssinie (Stordy), d’Arabie (Walker), de Syrie (Becker, Hermann), d’Algérie (Walsingham). La collection du Muséum de Paris renferme un exemplaire capturé en Abyssinie par M. A. Marchand (1919). Fig. 2. — Antonia suavissima, Aile gauche. Les caractéristiques du genre Antonia Loew peuvent se résumer comme il suit: Yeux étroitement séparés chez les males, a facettes dilatées sur la plage antéro-interne ; métapleure velu ; Ailes: nervure sous costale trés longue, rameau commun de la radiale et de la médiane trés court, premiére cellule postérieure fermée au bord de l’aile ou très étroitement ouverte, membrane décolorée, vitreuse plus ou moins nettement gaufrée. Les espéces qui composent ce genre remarquable peuvent se distinguer comme il suit: o 1-(6). Abdomen court, obtus, formé de sept segments apparents, jaunes au fond, à taches noires. Tubercule ocellaire placé sur le vertex, sans taches jaunes. Ailes: première cellule postérieure ouverte: nervure transverse moyenne placée a l’extrémité de la cellule discoidale. i 2-(3). Face largement noircie au milieu: front noir avec deux petites taches latérales et une bordure jaune de chaque coté. Abdomen jaune avec trois rangées de taches noires. — Long.: 10 mm. Aile: 8 mm. — Colonie du Kenyia. Bezzi, 1924: p. 141, 104. A. nigrifrons Bezzi. 3-(2). Face jaune. Abdomen noir avec une rangée de larges taches jaunes de chaque coté. 4-(5). Front jaune avec deux petites taches noires près de la base. Méso- | 5-(4). 6-(1). 7-(8). 8-(7). a yor een ROME Acar SPEDIZIONE FRANCHETTI 239 notum avec une large bande jaune de chaque coté, Scutellum entiérement jaune. -— Natal. — Bezzi, 1924: p. 140, 103. A. canthogramma Bezzi. Front noir en haut, jaune en bas, sans taches noires. Mésonotum sans large bande jaune de chaque còté. Scutellum noir a la base et sur les còtés. — Long.: 7,5 mm. Aile: 6,5 mm. — Tunisie: Bou Hedma (C. Dumont, 1929). A. Bouillonae Séguy. Abdomen allongé, pointu, formé de huit segments apparents, rouge ou brun rouge, a taches noires et pilosité trés courte, sauf a la base. Appareil copulateur male garni d’appendices plus ou moins longs, Tubercule ocellaire légerement éloigné du vertex, accompagné de deux taches jaunes. Occiput non proéminent. Appareil copulateur male avec deux appendices courts. Aile: première cellule posté- rieure très étroitement -ouverte et terminée par un appendice très court; nervure transverse moyenne placée vers le cinquieme distal sur la cellule discoidale. — Long.: 13-16 mm. Afrique sep- tentrionale. Arabie. Syrie. A. sudvissima Loew. Tubercule ocellaire rapproché du vertex, pas de taches jaunes satellites. Occiput proéminent. Appareil copulateur male avec deux longs appendices. Aile: premiere cellule postéricure ouverte; nervure transverse moyenne placée vers le huitiéme distal de la cellule discoidale. — Long.: 12,5 mm. Aile: 10 mm. Somaliland. — Bezzi, 1924: p. 138,. 102. A. cirrhata Bezzi. 10. — Spongostylum sp. Un seul exemplaire indéterminable specifiquement, les ailes sont réguliérement enfumées, mais sans taches isolées et la nervation sur les ailes de cet individu est dirigée. exactement comme chez le Spongostylum princeps Bezzi (cf. Bezzi, Bom- byliidae of the Ethiopian region, p. 176, fig. 15. Dancalie : Gaarre, XII 1928 (Franchetti). SYRPHIDAE. 11. — Syritta pipiens (Linné) Fabricius, 1775: Syst. Ent. p. (12,46; Brullé> Wxped: Se. de Morée, Ill, 1; p.°312, 679 (1832); Macquart in Webb et Berthelot, Hist. nat. des Iles Canaries, Ent., Dipt., p. 108, 44 (1838) et Explor. Sc. Algérie, II, p. 468, 165 (1849); Walker, List Dipt. Brit. Mus., III, p- 552 (1849); Schiner, Fauna Austriaca, I, p. 358 (1862); VAT o A 210 E. SEGUY Griffini, Bollet. Mus. Zool. ed Anat. Comp. Torino, VIII, N.° 143,5 (1893); Aldrich, Catalogue, p. 397 (1905). Dancalie : Gaarre, XII 1928 (Franchetti). Afrique. septentrionale. Madeire, Canaries, Europe, Asie, Amérique septentrionale. : 12. — Eristalis quinquelineatus Fabricius. — Kertész, 1909: VII, p. 232; Becker, Denk. Math. Nat. Akad. Wiss., LXXI, p. 141 (1910); Ann. Acad. Imp. Sc. Saint-Petersh., XVIIL p. 599: (1913); : uu Stenodactylus guttatus, Cuv. . : + ae Stenodactylus Petrii, Ands. . . au Tropiocolotes tripolitanus, Ptrs. . + Tropiocolotes Steudneri, Ptrs. . i LU Hemidactylus turcicus (L.) Tarentola mauritanica, L. 7 È i + Agama inermis, Reuss Agama pallida, Reuss Varanus griseus (Daud.) Acanthodactylus Boskianus, Daud. Acanthodactylus pardalis (Licht.) . Acanthodactylus scutellatus (Aud.) . Eremias guttulata, Licht. . Eremias rubropunctata, Licht. Ophiops elegans., Ménét. Scincus officinalis, Laur. . È 5 d + Eumeces Schneideri, Daud. Mabuia vittata (Oliv.) Chalcides ocellatus (Forsk.) Chalcides sepoides (Aud.) . Lytorhynchus diadema, D. B. Zamenis Rogersi, And. Zamenis diadema, Schl. Macroprotodon cucullatus (Geoff.) . + Psammophis schokari, Forsk. . 3 Coelopeltis monspessulanus, Herm. . + Coelopeltis moilensis (Rss.) ‘Cerastes vipera, L. (1) E. Zavattari, Erpetologia della Cirenaica in Archivio Zoologico italiano vol. XIV, p. 253-289. Giarabub ++ ++++++ ++ ++ +++ ++++t+ +4+4+4#4 +++ + ++ + + + 250 D. VINCIGUERRA E degno di nota il fatto che malgrado la presenza di parec- chie raccolte di acqua salmastra e di pozzi non siano stati rac- colti nè batraci nè pesci. Stenodactylus guttatus, Cuv. Vnegr. Ann. Mus. Civ. Gen. LII, p. 332. St. elegans, Zavatt. Arch. zool. ital. XIV, p. 265. Tre esemplari di El Agheila, uno di Es Sahabi, quattro di Agedabia e due presi tra Agedabia e Gialo. Gli individui raccolti a El Agheila differiscono alquanto dagli altri perché le macchie bianche del dorso sono molto pit piccole e frammiste a punticini neri, e le fascie nere della coda non sono regolari e uniformi come in quelli di Agedabia; hanno tutti il corpo molto grosso e le palpebre, in ispecie l'anteriore, bianche, caratteri che si riscontrano anche più marcati nella specie affine: St. Petrii di Anderson. Stenodactylus Petrii, Ands. Anderson, Zoo]. of Egypt Rept. and Batr. p. 45, tav. IV, fig. 7. Due esemplari di Gialo, il maggiore dei quali lungo 110 mm. Questa specie, ora per la prima volta segnalata della Cire- naica, è stata descritta da Anderson di Tel el Amarna (Egitto). Si distingue dalla precedente per le squame più piccole; la testa anche più larga e la marginatura bianca delle palpebre anche più estesa; inoltre nel guttatus la coda è generalmente termi- nata in punta ottusa, mentre in questa specie è sottile ed acu- minata. Il corpo di color grigio, presenta traccie di fascie dorsali più oscure, e manca qualsiasi specie di reticolo; sulla coda le fascie brune sono molte marcate. Tropiocolotes tripolitanus Pirs. Peters, Monatsb. K. Akad. Berlin 1880, p. 306, con tav. fig. |. Zavatt. Arch. Zool. ital. XIV, p. 215. Due esemplari di El Agheila, il maggiore dei quali lungo mm. 60. Questa specie sinora non era stata raccolta in Cirenaica che SPEDIZIONE A CUFRA 951 da Zavattari a Gialo, ma è conosciuta da altre regioni dell’ Africa settentrionale; la descrizione originale fu fatta da Peters sopra un esemplare riportato da Rohlfs dalla Tripolitania. Boulenger l’aveva riferita al genere Sfenodactylus (1) ma in un successivo lavoro (?) ha mantenuto il genere Tropiocolotes distinto da questo per la maggior grandezza delle squame e la disposizione di esse ad embrice. Questi individui hanno Ja narice posta tra il rostrale, il primo sopralabiale e due postnasali, come è detto nella descri- zione di Peters e confermato da Zavattari, mentre secondo Bou- lenger i postnasali dovrebbero essere tre. — Le squame addomi- nali sono tutte fortemente carenate come le dorsali. Il Tropiocolotes tripolitanus è stato anche trovato in Somalia (3) e in Arabia sulle sponde del golfo di Akaba, donde fu descritto da Steindachner col nome di Tr. Nattereri (4). 'Tropiocolotes Steudneri (Pirs.) Gymnodactylus Steudneri, Pirs. Mon. Berl. Ac. 1869 p. 788. Stenodactylus Petersti, Blgr. Cat. Liz. I, p. 18. Tre esemplari di Cufra (uno di El Giof, uno di Es Zurgh e uno di El Telib) il maggiore lungo 57 mm. Questa specie si distingue dalla precedente per la presenza di squame addominali liscie; è questa la prima volta che è indi- cata di Cirenaica. Fu descritta su un esemplare del Sennar; poi fu ritrovata in Egitto, dove Anderson (°) la raccolse in abbon- danza. Fu trovata anche al Cairo da Panceri e Gasco. Il Museo Civico ne possiede due esemplari di questa provenienza che pre- sentano sul dorso 6 o 7 serie trasverse di macchie rossiccie che non sono in questi individui. Tarentola mauritaniea, L. Vnegr. Ann. Mus. Civ. Gen. LII, p. 333. Zavatt. Arch. Zool. ital. XIV, p. 266. Molti esemplari di Es Sahabi, El Agheila, Agedabia e Gialo, il maggiore lungo mm. 155. (1) G. A. Boulenger, Catalogue of Lizards ‘in the Br. Museum. I, p. 19. (2) id. Trans. Zool. Soc. London, XIII, p. 107. (3) id. Proc. Zool. Soc. London 1901, p. 47. (®) Denkschr. K. Ak. Wiss. Wien, LXIX, p. 326 tav. I, fig. 2. (9) Zool. Egypt. Rept. p. 48, tav. IV. fig. 9. 952 D. VINCIGUERRA Gli individui di Gialo si distinguono dagli altri per avere i tubercoli dorsali non troppo elevati e con carene appena accen- tuate; non possono però essere riferiti alla 7. annularis perchè questa oltre ad altri caratteri ha il margine anteriore dell’ aper- tura uditiva denticolato, mentre nella mauritanica è liscio. Sul dorso di quasi tutti gli esemplari si notano da 5 a 7 fascie brune più o meno distinte e nei meno adulti la coda è costantemente fasciata. Presentano anche questi i caratteri sui quali Boulenger ha istituito la var. deserti (1). Agama inermis Reuss Vnegr. Ann. Mus. Civ. Gen. LII, p. 334. Zavatt. Arch. Zool. ital. XIV, p. 268. Un esemplare di El Agheila, lungo mm. 198, probabilmente di sesso femminile perchè non ha pori inguinali visibili e assai poco marcate le linee brune sotto la gola. Il colorito fondamentale è rossiccio cenerino con macchie più scure che si estendono sulla coda, mentre negli altri esemplari di Cirenaica è quasi unifor- memente cinereo più o meno chiaro; per questi caratteri si | potrebbe riferire alla varietà chiamata desertica da Zavattari. Riferisco alla stessa specie un giovane della stessa località che presenta un collare nero e ha la coda con fascie brune.. Varanus griseus, Daud. Vnegr. Ann. Mus. Civ. Gen. LII, p. 335. Zavatt. Arch. Zool. it. XIV, p. 268. Un esemplare di El Agheila, luglio, lungo cm. 59; una pelle di Gialo e una testa di Augila. Acanthodactylus Boskianus Daud. Blgr. Cat. Liz. II, p. 59. Zavatt. Arch. Zool. ital. XIV, p. 270. Nove esemplari di Agedabia e tre di El Agheila, il maggiore dei quali lungo mm. 220. (1) G. A. Boulenger, Trans. Zool. Soc. London XIII, p. 115. SPEDIZIONE A CUFRA 253 Appartengono tutti alla var. asper (Daud.) e presentano le caratteristiche striscie longitudinali bianche con un colorito del corpo gialliccio cinereo presso a poco eguale a quello descritto da Zavattari per gli esemplari di Gialo. Due degli individui hanno la coda rossa. Vi è anche un giovane esemplare che presenta la elegante livrea a striscie longitudinali bianche e nere di tutti i giovani Acanthodactylus e si distingue per la carenatura delle squame. Fu preso nel serîr tra Agedabia e Bengasi. Acanthodactylus pardalis (Licht.) Vnegr. Ann. Mus. Civ. Gen. LII, p. 339. Zavatt. Arch. Zool. ital. XIV, 270. Sette esemplari di El Agheila, cinque di Agedabia e uno di Zuetina, il maggiore lungo mm. 170. Gli individui meno adulti conservano quasi tutti la livrea gio- vanile con le striscie longitudinali bianche, ma queste sono fram- miste a macchie nere e bianche disposte in serie; solamente uno di El Agheila, che riferisco a questa specie per avere 12 piastre ventrali e le squame dorsali uniformemente piccole e non care- nate ha la colorazione a righe bianche e nere; il colore fonda- mentale del corpo è in alcuni grigiastro ed in altri verdiccio. Nell’esemplare di Zuetina, più grande, le linee bianche sono del tutto scomparse e permangono le macchie nere, mentre in uno di Agedabia, il più grande, il colorito è grigio-gialliccio con nume- rose macchie bianche marginate di bruno. Acanthodactylus scutellatus (Aud.) Vnegr. Ann. Mus. Civ. Gen. LII, p. 340. Zavatt. Arch. Zool. ital. XIV, p. 271. Molti individui: uno di El Agheila, tre di Es Sahabi, 13 di Gialo, due del serir tra Agedabia e Gialo, 8 di Cufra (El Giof, El Telib, Buma, Hauairi e El Mziena) il maggiore lungo mm. 210. Questa specie apparisce essere la più diffusa nelle oasi, mentre sembra rarissima nella zona costiera; infatti di questa provenienza non ho visto che un giovane esemplare di Bengasi con la livrea caratteristica di tutti i giovani Acanthodactylus, che per avere 14 piastre ventrali e le squame dorsali anteriori alquanto più 954 D. VINCIGUERRA grandi delle posteriori e, benchè non marcatamente carenate, credo poter riferire a questa specie, mentre un altro individuo parimente con l’abito giovanile con 12 piastrine ventrali e squame dorsali piccole, uniformi e non carenate, può essere riferito al pardalis. L’esemplare che riferisco allo A. scutellatus presenta sulla striscia esterna nera una serie di piccole macchie bianche rotonde, come sono descritte nei giovani A. boskianus. Non posso escludere che la presenza di questa specie a Bengasi sia dovuta a condizione eccezionale, quale ad rupie il trasporto su qualche veicolo. Negli individui adulti, caratteristici per la lunghezza delle appendici laterali delle squame, in ispecie quelle del quarto dito posteriore, il colorito predominante è il giallo rossiccio con pic- cole macchie e, in altri casi, con striature irregolari di serie di puntini neri, che sono più abbondanti negli esemplari a colorito fondamentale grigio verdastro. Eremias guttulata, Licht. Vnegr. Ann. Mus. Civ. Gen. LII, p. 336 Zavatt. Arch. Zool. ital. XIV, p. 271. Alcuni esemplari di Cufra (El Giof e Buma) e uno di Age- dabia, lunghezza massima 110 mm. Individui che, come quelli di Giarabub, corrispondono alla forma tipica di questa specie, alla quale credo poter riferire anche un giovane esemplare di El Agheila, quantunque privo delle fascie laterali chiare marginate di nero. Eremias rubropunctata (Licht.) Vnegr. Ann. Mus.” Civ. Gen. LII, p. 335. Zavatt. Arch. Zool. ital. XIV, p. 272. Sei esemplari presi nel serir tra Agedabia e Gialo e aS. di Gialo, uno di Augila, uno di Bir Zighen, il maggiore dei quali lungo mm. 130. Questi individui hanno 12 serie di squame ventrali e sono di colore grigio uniforme con macchie rosso ruggine anche sulla coda. Questa specie è la più caratteristica della regione desertica, SPEDIZIONE A CUFRA 255 perchè la sua massima frequenza fu riscontrata nel serir a S. di Gialo. Seincus officinalis, Laur. Blgr. Cat. Liz. III, p. 391. Zavatt. Arch. Zool. ital. XVI, p. 274. Un esemplare di Cufra, (El Giof) lungo 230 mm. e 4 altri più piccoli di Gialo, uno dei quali con coda mozza. Tutti questi individui presentano numerose fascie trasversali brune, cosparse di macchiette bianche. Alcune di queste fascie sono interrotte in corrispondenza della linea mediana del dorso per modo che la metà di una fascia non coincide con l’altra metà. L'individuo di Cufra notevole per la sua grande statura è di un color roseo ed ha le fascie brune molto ravvicinate, inoltre presenta sui fianchi una serie di 6 macchie scure che vanno dall’ascella all'inguine, quali sono indicate nella figura di An- derson (') benchè non ne sia fatto cenno nella descrizione. In vita tanto questo individuo come quelli di Gialo che ora sono bianchi, avevano il corpo di color giallo limone. L’esemplare più piccolo di Gialo, lungo 75 mm. ha il prefrontale unico, a diffe- renza degli altri, ma, anche per avviso del Parker, non credo questa particolarità sufficiente per carattere specifico. Werner (?) ne ha distinto tre varietà: lineolata di Egitto; cucullata della Tunisia, Tripolitania e Algeria orientale e laleri- maculata dell’ Algeria occidentale. A quest’ultima si potrebbe riferire l’individuo di Cufra, che però ha anche le fascie trasver- sali; quelli di Gialo hanno la testa nereggiante ma non tanto come nella var. cucullata. A me sembra che queste distinzioni non siano troppo valide. Chalcides ocellatus (Forsk.). Vncegr. Ann. Mus. Civ. Gen. LI, p. 331 Zavatt. Arch. Zool. ital. XIV, p. 275. Molti esemplari di El Agheila, Gialo e Cufra (El Giof, El Mzienà), il maggiore dei quali lungo mm. 210. : (1) Loc. cit. p. 205 tav. XXVII. } (2) F. Werner, Sitzb. K. Ak. Wiss. Wien, CXXIII, p. 343, con tav. 256 D. VINCIGUERRA Per quanto l'aspetto di questi individui sia diverso, io pure non riesco a trovare in essi differenze tali da giustificare una divisione sistematica qualsiasi. Gli esemplari di Cufra presentano quasi tutti la colorazione bruna con due fascie laterali alquanto più scure quale è indicata nella var. téliguerta di Boulenger e non sono molto punteggiate; uno giovanissimo è del tutto senza punteggiature. Quelli di Gialo invece sono di colorito grigio chiaro uniforme tutto cosparso di piccoli punti neri disposti a serie trasverse irregolari e con la macchietta bianca nel centro. Gli individui giovani sono tutti di colore chiaro uniforme, ma fina- mente punteggiato nella regione codale. Chalcides sepoides (Aud.). Blgr. Cat. Liz. II, p. 407 Sphaenops capistratus , Wagl. Syst. Amph., p. 161. Molti esemplari di El Agheila, Agedabia, Haseat, Augila e Gialo. L’individuo maggiore è lungo mm. 155. In tutti questi individui sono marcate, benchè talora sbiadite, le linee brune longitudinali del corpo, dovute alla marginatura bruna delle squame; si nota anche qualche raro punto nero nella parte posteriore del corpo. Solo in un esemplare di El Agheila questa punteggiatura è abbastanza abbondante sulla coda, come si vede dalla figura di Anderson (!). È anche marcatissima in tutti la striscia bruna che parte dall’apice del muso e, attraverso l'occhio arriva al collo. Confalonieri mi riferisce che in vita questa specie, che vive quasi nascosta nella sabbia, ha colorito bianchiccio quasi trasparente, contrariamente a quanto afferma Werner che al Chalcides Boulengeri, Ander. dallo stesso ritenuto varietà del sepoides, attribuisce in vita una colorazione rosso bruno chiara. Le differenze sulle quali fu fondata questa specie non. mi sembrano poter avere valore specifico. Gli individui da me esaminati hanno tutti cinque dita, benchè in alcuni il pollice sia rudimentale. Questa specie è indicata ora per la prima volta di Cirenaica, essendo sfuggita alle ricerche di Confalonieri, di Zavattari e di tutti gli altri precedenti raccoglitori. (1) Loc. cit., p. 220, tav. XXVIII, fig. 2. SPEDIZIONE A CUFRA DM Lytorhynehus diadema D. B. Blgr. Cat. Snak. I, p. 415 Zavatt. Arch. Zool. ital. XIV, p. 277. Un es. di Cufra (El Giof) lungo mm. 300. Zamenis diadema, Schl. Blgr. Cat. Snak. I, p. 411. Zavatt. Arch. Zool. ital. XIV, p. 278. Un esemplare di Gialo lungo mm. 1090. In un recentissimo lavoro di Parker (*) questa specie è riferita al genere Spalerosophis di Jan. Macroprotodon cucullatus (Geoff.). Vnegr. Ann. Mus. Civ. Gen. LII, p. 342. Zavatt. Arch. Zool. ital. XIV, p. 278. Un esemplare di El Agheila, lungo mm. 275..Ha la testa nerissima sino alla nuca, circondata da una fascia bianca; la macchia nera sì prolunga sotto la gola lasciando però libera la parte inferiore del capo che è bianchiccia, ad eccezione del mento nericcio. Le squame sottocodali hanno una macchia scura nel mezzo e lungo i lati della coda corre una linea nera. Psammophis schokari, Forsk. Vnegr. Ann. Mus. Civ. Gen. XII, p. 343. Zavatt. Arch. Zool. ital. XIV, p. 279. Cinque esemplari di Cufra e due di Gialo, il maggiore lungo mm. 114. Gli individui di Cufra sono di colorito chiaro uniforme tanto nelle parti superiori che nelle inferiori; le prime squame ventrali hanno una macchietta color marrone che sparisce più in addietro. Gli individui di Gialo sono di colorito grigio verdastro con punti neri anteriormente; i lati delle squame sottocodali sono neri. In tutti questi esemplari è marcatissima la striscia oscura che dall’apice del muso va alla parte posteriore del capo. Sembra la specie di serpente più comune nelle oasi. (1) Ann. Mag. Nat. Hist. VIII, p. 547, nov. 1931. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LV (18 Gennaio 1932). at 958 D. VINCIGUERRA Coelopeltis monspessulanus, Herm. Blgr. Cat. Snak. III, p. 141. Zavatt. Arch. Zool. ital. XIV, p. 279. Un esemplare di Agedabia lungo mm. 740. Il colorito del corpo è marrone chiaro con macchie nere con piccoli margini bianchi sulle squame. Le sottocodali sono bianche con strie alterne verticali, nere; una linea nera corre sui lati della coda. Coelopeltis moilensis (Rss.). Blgr. Cat. Snak. II, p. 143. Coelopeltis producta, Zavatt. Arch. Zool. ital. XIV, p. 280. Un esemplare di Augila, lungo mm. 550. Ben distinto dal precedente per il capo quasi completamente pianeggiante e la macchia nera ai lati della parte posteriore della testa, seguita da altra bianca; il ventre è uniformemente bianchiccio. È assai meno frequente del monspessulanus; è stato raccolto a Cufra da Rohlfs, ma non fu ancora indicato di altre località della Cire- naica; è però conosciuto di Tripolitania. Questa specie è riferita nell’ accennato lavoro di Parker al genere Malpolon di Fitzinger. Cerastes vipera, Lin. Blgr. Cat. Snak. II, p. 503. Zavatt. Arch. Zool. ital. XIV, p. 281. Quattro individui di Gialo (uno rotto) e uno di Augila, l'esemplare più grande misura mm. 490. In alcuni la coda è intensamente nera. ì Se MELI MUP Ae HT hea hah tune ama VI gr Re Ae stri APPS as re ie SA tu is SO GT te E Sita hy SPEDIZIONE SCIENTIFICA ALL’OASI DI CUFRA (MARZO - LUGLIO 1931) ROCCE E MINERALI RACCOLTI NEL DESERTO LIBICO FRA LE OASI DI CUFRA E DI GIALO PER A. PELLOUX (Tav. IV-VI) Durante la spedizione all’oasi di Cufra, organizzata dal Museo Civico di Storia Naturale «Giacomo Doria» e diretta dal Marchese Saverio Patrizi, il signor Carlo Confalonieri, nostro valente prepara- tore, oltre ad occuparsi delle collezioni zoologiche, ha, dietro mia preghiera raccolto quanto gli parve interessante in fatto di rocce e minerali. Il materiale da lui riunito fa ora parte delle collezioni geo-mineralogiche del Museo e perciò credo opportuno darne qualche notizia, avendo esso il pregio di essere accompagnato da precise indicazioni della sua provenienza. _ Le rocce che costituiscono in massima parte la raccolta del Confalonieri presentano uno speciale interesse dal punto di vista geomorfologico portando le tracce della subita erosione eolica. Tutte infatti sono più o meno profondamente incise dall’azione combinata del vento e delle sabbie, azione che ne ha posto in rilievo le parti più dure, asportando quelle meno resistenti; molte presentano lucenti superficie perfettamente levigate, alcune sono ricoperte dalla patina nera tanto frequente nelle regioni desertiche (*). La maggior parte delle rocce di cui si tratta è rappresentata da arenarie con elementi di varia grossezza, ora cementati da calcare più o meno argilloso, ora da argilla ocracea o da minerali di ferro. (1) Sull’azione del vento vedasi specialmente; Jacques Bourcart; L’action du vent dla surface de la Terre, nella Revue de Géographie physique et de Géologie dinamique Vol. I, Paris 1928. PISTE ATRIA TNA II Re RETO SR GRA GR GIO IO { BT SITR GENIO oY (E ASINO SLAs OO CO ATR 260 A. PELLOUX Spesso queste arenarie presentano intercalazioni di vene di un materiale diasproide o di sottili straterelli silico-ferruginosi levigati e sporgenti sullo sfondo più facilmente eroso della roccia che li contiene. Si hanno inoltre pochi campioni di calcare, alcuni inte- ressanti esemplari di rocce figurate (icoliti del Neviani e dell’Issel) in massima parte costituite da silice e minerali di ferro, un campione di legno silicizzato e dei sali raccolti presso Gialo e nell’Oasi di Cufra. Qui di seguito sono date alcune notizie intorno ai singoli campioni e, salvo qualche spostamento, nell’ordine stesso in cui furono rinvenuti dal signor Confalonieri a Cufra e, nel suo viaggio di ritorno, fra Cufra e l’oasi di Gialo. Alite di Cufra - L’esemplare, di pochi grammi, venne raccolto sulla riva orientale della sebkha di Cufra, in prossimità del villaggio di El Giof. La concentrazione del sale nelle acque di questa sebkha deve essere assai forte poichè vi manca del tutto la vita animale, che invece è piuttosto ben rappresentata nelle altre sebkha della stessa oasi. Disgraziatamente non fu raccolto il campione dell’acqua. L’alite si presenta in piccoli cubi di 1 a 2 mm. di lato, alcuni dei quali mostrano i vertici troncati da faccette dell’ottaedro. Ciò si osserva tanto nei cristalli naturali, come in quelli artificialmente ottenuti facendo ricristallizzare l’alite dalla sua soluzione acquosa. In entrambi i casi i cristalli presentano facce piane, non mostrano cioè le tremie che di solito si osservano in quelli di salmarino. Nei cristalli di alite ottenuti dalle soluzioni e che hanno dimensioni alquanto superiori a quelli naturali, misurando sino a 5 mm. di lato, si nota generalmente che il loro interno presenta un nucleo cubico e bianchiccio, mentre la parte esterna è incolora e diafana. L'analisi chimica dell’alite di Cufra rivela la presenza, oltre che del cloruro sodico e del gesso, di traccie di solfato di magnesia e di circa il 3 °/, di thenardite. Analogamente a quanto il Lacroix osservò per l’alite dell’oasi di Bilma, nel Sudan (*) i caratteri dei cristalli di Cufra ai quali ho accennato debbono attribuirsi alle impurità in essi contenute. Esaminando il sale naturale al microscopio, oltre ai cubetti di alite, si notano scarsissimi cristalli anisotropi riferibili, per i caratteri ottici, al gesso e alla thenardite. (1) Vedi A. Lacroix - Sur le chlorure de sodium de l’Oasis de Bilma - Bull. de la Soc. Francaise de Minéralogie XXXI - 1908. "Tre SPEDIZIONE A CUFRA 264 Argilla calcarea - È una roccia terrosa di colore bianchiccio che costituisce il letto di uno dei laghi d’acqua dolce dell’oasi di Cufra, ad un metro di profondità e presso la riva. Solubile con viva effervescenza negli acidi diluiti lascia uno abbondante residuo di sostanza argillosa e scarsi granuli di quarzo. Arenaria con concrezioni - L’esemplare è stato raccolto alla superficie del terreno nell’oasi di Hauairi a nord di quella di Cufra. E formato da un pezzo di arenaria di colore giallo d’ocra ‘chiaro ad elementi di quarzo piuttosto sottili, fra loro cementati da calcite e da molta argilla ocracea. Nell’arenaria sono disseminate ‘ scarsissime concrezioni sferoidali generalmente del diametro di un paio di millimetri, ed anche più piccole, di colore bruno nerastro. Una di tali concrezioni rimasta aderente alla roccia misura invece 1 cm. di diametro, mentre un’altra, che ne venne distaccata, è costituita da due noduli sferoidali, che in parte si compenetrano, di cui il più piccolo è simile a quello che si trova nella roccia, mentre l’altro misura un diametro di cm. 1 !/,. Il peso specifico di questa concrezione è risultato uguale a 2,95. La superficie pre- senta piccole escrescenze ed il suo colore è bruno mentre la scalfittura è nerastra. Sezionato questo nodulo e levigatane una parte, esso appare costituito da due materiali diversi; uno, che ne forma il nucleo e meno compatto, di colore rosso ematite anche nella scal- fittura; l’altro più omogeneo nero, e con viva lucentezza metallica, dello spessore di circa 4 mm. che ne costituisce la parte esterna. Questa parte della concrezione oltre all’ematite che, insieme alla silice-ne forma il nucleo, contiene ossido di manganese, dandone spiccatamente le reazioni. Concrezioni a minerali di ferro - Trovate come detriti affioranti in gran numero fra le sabbie, dalle quali furono liberate per l’azione combinata di queste e del vento sulle arenarie in cui erano racchiuse, queste concrezioni si rinvengono specialmente procedendo da Cufra verso il gedel e poco prima di raggiungerlo. - Alcune di tali concrezioni sono riprodotte nella tavola IV, mentre le figure 1 e 2 della tavola V rappresentano due concrezioni rac- colte rispettivamente nel gebel Huaisc, 30 Km. a nord di Cufra e ancora 40 Km. più a nord dell’oasi. La concrezione a forma di vaso (Fig. 1 tav. IV.) misura 20 cm. 262 A. PELLOUX di altezza per 12 di diametro in corrispondenza della sua maggiore larghezza, è cava ed ha una capacità di 265 cme. Presenta una larga apertura svasata in a e due fori in 0 e in c. Esternamente questa concrezione mostra una superficie levigata di colore bruno più o meno carico e sottilissime venette silicee; internamente, invece, la superficie è ruvida ed in parte rivestita da un tenue intonaco di sostanza carboniosa. Il peso specifico della concrezione è uguale a 4. L'analisi indica che essa è formata per il 57 °/, da silice, dal 37 °/, da sesquiossido di ferro, con una perdita di circa il 6 °/, alla calcinazione. Questa perdita, data dall'acqua, è dovuta alla pre- senza di idrossido di ferro formatosi dall’ematite, specialmente alla superficie della concrezione, che da essa deriva il suo colore bruno. © La polvere della parte inalterata è di colore rosso sangue. Il mate- riale costituente la concrezione risulta di sabbia silicea, cementata da ematite parzialmente alterata in limonite; vi sono inoltre presenti ossidi di manganese, ma in minime tracce. La figura 2 della tavola IV rappresenta una concrezione sferoidale peduncolata la cui cavità non è visibile. Essa misura 9 cm. di lun- ghezza per 6 di diametro ed ha colore bruno più cupo di quello della concrezione sopra descritta. La composizione è del tutto simile e perciò il basso peso specifico, trovato uguale a 2,55, fa ritenere che questa sia internamente vuota. Una concrezione claviforme è riprodotta dalla figura 1 della tavola V. Essa misura 20 cm. di lunghezza e presenta nel suo interno un canaletto assiale con sezione elittica di circa cm. 0,5 X 0,3. La composizione è simile a quella delle altre icoliti sin qui descritte, ma la proporzione della sabbia silicea rispetto alla parte ematitica cementante appare maggiore. La superficie, pure essendo lucente per la solita vernice desertica, è piuttosto scabra e di colore nerastro. Una notevole particolarità di questa concrezione sta in ciò che il canaletto assiale è ripieno di una sottile e bianca sabbia silicea, sfuggita all’azione cementante delle soluzioni ferruginose che agglo- merarono il materiale costituente la concrezione stessa. Nella figura 2 della tavola V è rappresentata una concrezione cilindrica formatasi su di un fusto vegetale. Questa concrezione misura 15 cm. di lunghezza per circa 3 di diametro. La sua parte assiale conserva la struttura legnosa ed è costituita da ematite mista ad un poco di limonite, è piuttosto friabile e di colore rosso cupo. Su questa parte assiale, del diametro di circa 1 cm., si appoggia SPEDIZIONE A CUFRA 263 una zona di pochi millimetri di spessore, di ematite compatta di colore nero e con lucentezza metallica. Anche questa parte della concrezione conserva verso l’interno, ma assai meno accentuata, la struttura legnosa, che scompare invece esternamente. Dalla zona di ematite compatta si passa ad un’arenaria formata da granuli quarzosi fortemente cementati da ematite. Il quarzo, come si vede dalla figura, è in granuli piuttosto grossi, alcuni di colore bianco gialliccio, la maggior parte, invece, grigiastri ed il loro numero, scarso verso l'interno, va aumentando alla periferia del cilindro. ‘Tutto il campione è levigato e lucente e gli spigoli sono arroton- dati dall'azione del vento e delle sabbie. Dalla stessa località in cui venne raccolto questo campione e che come si disse dista 70 Km. da Cufra, verso il nord, proviene anche un pezzo di arenaria pur essa formata da grani di quarzo piuttosto grossi cementati da minerale di ferro ed a superficie levigata. _ Una assai interessante icolite che, secondo le indicazioni del signor Confalonieri sarebbe stata «raccolta in corrispondenza di pareti affioranti dalle sabbie del gebel e che, con lo spessore di circa un metro sono dirette da ovest a est» è rappresentata dalla tavola VI. Può darsi si tratti di un molare fossilizzato di rinoce- ronte e merita perciò di essere studiato da un paleontologo; di conseguenza mi limito a darne la figura avvertendo che il materiale epigenizzante le parti più dure, che dovrebbero corrispondere allo smalto, è simile a quello delle concrezioni rappresentate dalla tavola IV e consta dal 59,76 °/, di silice e del 30,96 °/, di ematite, mentre il materiale che forse ha sostituito la parte ossea, consta di arenaria silicea a cemento calcareo - argilloso. Diaspro rosso - Due piccoli pezzi di diaspro rosso furono raccolti sulle sabbie a 50 Km. a nord di Cufra. In essi l’erosione eolica, o corrosione, ha messo in rilievo le parti più resistenti con un finissimo lavoro che si direbbe eseguito da un lapidario. Uno di tali campioni assomiglia assai a quello effigiato nella figura 5 tavola I.* dello studio del Bourcart (*). Il diaspro è del tutto simile ai nostri dell’eocene. Arenaria di colore giallastro con intercalazioni silico- ferruginose - Il campione venne raccolto a circa metà del gebel (1) Vedi J. Bourcart op. cit. 264. A. PELLOUX dove un simile materiale si trova sul fondo dei valloni. I granuli assai sottili di quarzo sono riuniti da un cemento calcareo. Vi sono intercalati tenui straterelli, posti in rilievo dall’erosione, costituiti da silice ferruginosa di colore bruno chiaro. Diaspro in vene nell’arenaria - Molti campioni di questo materiale, secondo le indicazioni che vi sono annesse, provengono dal riempimento di fenditure del terreno esistenti in quasi tutto il gebel che si estende a nord di Cufra. Si tratta di un’arenaria bianco-giallastra per diffusione di ocra ferruginosa, attraversata in tutti i sensi da vene incrociantisi di un minerale siliceo di colore bruno chiaro, da pochi millimetri ad un centimetro ed anche più di spessore. Queste vene resistettero all’azione erosiva assai maggiormente della roccia che intersecano e perciò si vedono sporgere assai dalle parti residuali di questa, anch'esse fortemente levigate. L’arenaria consta di piccolissimi granuli di quarzo agglomerati da cemento calcareo un pò ferruginoso. | Il minerale che costituisce le vene ha la durezza vicina a quella del quarzo; la sua polvere è giallo d’ocra. Con la calci- nazione svolge acqua, perde il 5,16 °/, del suo peso e la polvere assume n: rosso ematite. Contiene circa il 77 °/, di silice e il 18 °/, di sesquiossido di ferro con tracce di manganese. Arenaria a piccole concrezioni silicee - Quest’arenaria a minuti elementi di quarzo riuniti da calcite ed ocra ferrifera si trova al limite nord del gebel Hauisc dove costituisce il suolo in prossi- mita delle alture. Vi sono incluse piccole e numerose concrezioni silicee di forma irregolare. Arenaria con strati silicei ferruginosi - Sono varii pezzi, alcuni assai grandi, di arenaria quarzosa gialla a cemento calcareo ocraceo in cui sono intercalati straterelli silicei di colore nerastro, spesso assai contorti, di pochi millimetri di spessore, contenenti ossidi di ferro e di manganese, che fortemente sporgono dalla massa della roccia, per erosione di questa. Alcuni pezzi sono | intonacati dalla così detta patina nera dei deserti. Questi campioni furono raccolti a 135. Km. a nord di Cufra, procedendo verso Zighen. o a io ilo GP paia i SR ) + 4 : È x SPEDIZIONE A CUFRA 265 Arenaria di color rosa - Cosparsa scarsamente di piccole macchiette bianche di sostanza caolinica, e formata di minuti granuli tondeggianti di quarzo di colore rosso ocra assai chiaro, questa arenaria, in cui il cemento è siliceo, si trova a 70 Km. a nord di Zighen. Calcare compatto - È una piccola scaglia, perfettamente levi- gata su tutti i lati dall’azione del vento e delle sabbie che vi hanno inoltre prodotto delle piccole cavità superficiali. Il suo colore giallognolo, è dato da presenza del ferro. Si tratta, del resto, di un calcare assai puro, non dando, se disciolto negli acidi, alcun residuo e contenendo piccola quantita di ossido di ferro e tracce di magnesia. Il campione venne raccolto presso l’inizio del serir a 325 Km. a nord di Cufra. Arenaria quarzosa a cemento argilloso - Di un bel colore rosa fior di pesco, dovuto‘a quello dell’argilla che ne costituisce il cemento, questa arenaria si trova a 433 Km. più a nord di Cufra. Il quarzo vi è in granuli piuttosto grossi, ora bianchi ed ora giallicci, tondeggianti o con spigoli arrotondati. Il cemento il cui colore ricorda quello dell’eritrina terrosa ed alcuni minerali di manganese, non contiene nè questo metallo nè cobalto. La tinta .€, invece, data da sali di ferro, analogamente a quanto si verifica, ad esempio in alcune argille ed in bauxiti colloidali della Provenza. Arenaria grigia - Alcuni grossi campioni di questa roccia provengono da una località situata a 475 Km. da Cufra Ad ele- menti quarzosi, come tutte le altre arenarie sin qui descritte, in questa i granuli di quarzo sono agglomerati da abbondante calcite che per effetto della levigazione eolica e di una relativa purezza, ha superficialmente assunto un aspetto jalitico. In uno dei pezzi si vedono alcuni profondi fori cilindrici probabilmente dovuti all’azione terebrante delle sabbie. Arenaria con piccole concrezioni di silice - Raccolta a 500 Km. da Cufra, quest'arenaria è ad elementi sottilissimi di quarzo cementati da argilla. Il suo aspetto ricorda assai quello di certe fosforiti. Vi ho perciò ricercata la presenza possibile di fosfati, ma con esito negativo. Alcune piccole concrezioni silicee di colore A TEO ROC RECATE NITTO OMRON ORIO esl ACCO NN PER VA PL LL foil DELIED TANA ii \ PASTORE, CINA DOME DIO ORA PRIVI Pees qa ‘ CRIARI Bi are ‘ 4 Dykes leet es EOS ARA Se È dl TE ORO AGERE VIA INA dels MES AAT I x 266 A. PELLOUX bruno chiaro, di forma sferoidale e del diametro da 0,5 a 1 mm. 0 poco più, sono scarsamente sparse in questa roccia. Calcare organogeno - Un piccolo campione raccolto alla superficie del suolo presso l’oasi di Gialo, arrotondato e levigato dall'azione eolica, è costituito da minutissimi granuli di calcare ‘riuniti fra di loro da un cemento autigeno. Il colore prevalentemente grigio alla superficie è, nell’interno, bianchiccio. La roccia si scioglie negli acidi diluiti lasciando un residuo di sottile sostanza carboniosa, piuttosto abbondante. Diaspro xiloide - Dalla stessa oasi proviene un campione di legno silicizzato del tutto simile a quelli della famosa foresta fossile d'Egitto, che abbiamo nel nostro museo, e che vi furono raccolti da Figari- bey. La sostanza fossilizzante è un diaspro con piccola quantità di opale commista, di colore bruno, dato da ossido di ferro che vi è disseminato. Alite - La località nella quale si rinviene il sale trovasi a Gur Atla, poco a sud dell’oasi di Gialo. Ivi gli indigeni lo scavano, per loro uso, da uno strato che giace a circa 50 centimetri dalla superficie, ricoperto dalle sabbie. L’alite si presenta sotto forma di fibre fra loro intrecciate, lunghe anche più di un centimetro, e costituite da numerosi piccolissimi cristalli in accrescimento parallelo ed allungantisi secondo un asse ternario. Quelli che si ottengono per ricristallizzazione di questo sale, a differenza dei cristalli di Cufra, mostrano la solita struttura a tramoggia. Il minerale è di colore bianco e si presenta assai puro, essendo in scarsa misura mescolato con sostanze estranee. Il residuo, che si ottiene sciogliendolo in acqua, è per metà circa dato da calcite e, per il rimanente, da sabbia silicea mista ad un poco di argilla. Nella soluzione ho accertata l’assenza di sali potassici e magnesiaci e circa il 2 °/, di solfato di calcio. Poco si sa intorno alla geologia dall’ oasi di Cufra e dello stesso deserto Libico, ma certo una larga messe di notizie ed un abbondante materiale sarà stato raccolto dalla spedizione inviata, dopo la nostra, a Cufra dall’ Accademia d’Italia, con il PILONI i nt i SPEDIZIONE A CUFRA 267 precipuo mandato di studiarne le condizioni geologiche. Di fronte ai risultati che indubbiamente se ne avranno, sono rimasto dubbioso nel pubblicare i pochi ed incompleti appunti che precedono. Vi fui indotto sia per le ragioni gia esposte, come perchè ho ritenuto opportuno che, anche negli Annali del Museo, rimanesse traccia della raccolta che il signor Confalonieri, per soddisfare ad un mio . desiderio, ha riunito, malgrado il grande lavoro a cui dovette sobbar- carsi per preparare l'abbondante materiale zoologico. Mi è caro di qui nuovamente ringraziarlo, come ringrazio l’amico Dottor Pizzorno direttore del Laboratorio Chimico Municipale di Genova, per l’ospita- lità accordatami per l’esecuzione delle prove analitiche. Genova, 21 Dicembre 1931 E ad adi A Are il NA pi 14 OER bMS NPN SS RS a at WAG ng O ee VAI an vat gat € Ls Cai SB hn 4 i PAT dee SL POR (e ee Sage SPEDIZIONE SCIENTIFICA ALL’OASI DI CUFRA (MARZO-LUGLIO 1931 ) Ue, PER ALESSANDRO GHIGI (Tav. VII) Il Vinciguerra, nella introduzione allo studio dei Rettili (*) raccolti nella spedizione a Cufra, organizzata dal Museo Civico di Storia Naturale di Genova, avverte che il viaggio compiuto dai due esploratori Marchese Saverio Patrizi e Carlo Confalonieri, comprende tre principali stazioni: 1°, zona costiera tra Agedabia e Sahabi, esplorata nel viaggio di andata alla fine di marzo e dintorni di El Agheila esplorati al ritorno dal solo Confalonieri verso la fine di luglio; ! 2°, oasi di Gialo e di Augila esplorate fra il 31 di marzo e l'11 maggio; 3°, oasi di Cufra (El Giof, Es Zurgh, El Hauuari) nelle quali il Confalonieri sostò dal 27 maggio al 24 giugno. Il materiale raccolto nella zona costiera va aggiunto a quello già noto per la Cirenaica propriamente detta, mentre quello dei due gruppi Gialo- Augila e Cufra rappresenta un con- tributo nuovo allo studio faunistico del Sahara. La maggioranza degli uccelli elencati nella presente nota provengono dall’oasi di Gialo, località importante, sia nei confronti dell’oasi di Giarabub perchè situata quasi alla medesima latitudine, sia in quelli dello arcipelago di Cufra, posto presso a poco sul medesimo meridiano. Le raccolte ornitologiche di Gialo e Cufra, sebbene queste ultime siano molto scarse, consentono ormai di tracciare un quadro generale dell’ avifauna caratteristica dell’intera Cirenaica. (3) In questi Annali. Vol. 55, 10 dicembre 1931, MOL AO) ia SPEDIZIONE A CUFRA 269 Le fonti bibliografiche principali cui si può ricorrere fino ad ora per lo studio degli uccelli della Cirenaica sono le seguenti: Gui, A. - Vertebrati di Cirenaica raccolti dal Prof. A. Ghigi, in Mem. R. Accad. Scienze Bologna, serie VII, tomo VII, 1921. SALVADORI, T - Festa, E. - Missione zoologica del Dott. Enrico Festa in Cirenaica. Uccelli. Boll. Musei Zool. Anat. Comp Re Univ. Forino, n.738; vol. XXXVI, 1921. Hartert, E. - On the Birds of Cyrenaica. Novit. Zool. vol. XXX, Neti; 4923: Festa, E. - Missione zoologica del Dott. Enrico Festa in Cire- naica, Uccelli. Boll. Musei Zool. Anat. comp. R. Univ. Torino, Wokvs9en: s. iN.g 24,1995). MoLtoni, E. - Risultati zoologici della Missione inviata dalla R. Soc. Geografica italiana per l'esplorazione dell’oasi di Giarabub (1926-1927). Uccelli, Annali Mus. Civ. Storia Natu- rale di Genova, Vol. 52, 1928. In questo ultimo lavoro del Moltoni sono citate anche le altre note, meno estese o più specializzate, riguardanti uccelli della Cirenaica, ma che non hanno tuttavia importanza generale, spe- cialmente nei riguardi del presente elenco. Le indicazioni etologiche e quelle riguardanti la colorazione delle parti nude e dell’iride, riprodotte in carattere più piccolo, sono dovute al raccoglitore Sig. C. Confalonieri che le ha scritte sulle etichette attaccate a ciascun esemplare. Ringrazio vivamente il chiarissimo Prof Raffaello Gestro, Di- rettore del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, che ha avuto la cortesia di affidarmi lo studio della presente collezione. 1. Struthio camelus camelus L. Giugno 1931, frammenti di uova nel Uadi Zighem. Gialo, frammenti di uova. Luglio 1931, Sahabi, frammenti di uova. Il frammento di Sahabi, leggermente usurato da azione eolica e con una leggera incrostazione di materiale desertico (granuli arrotondati di quarzo ed elementi più minuti dove, assieme a 270 A. GHIGI a granuletti quarzosi, vi è un poco di materiale avente un principio di laterizzazione) lascia qualche dubbio sulla sua età. Ma tutto sommato, se può sussistere qualche dubbio manca peraltro ogni prova che permetta di asserire trattarsi di resto fossile o subfossile. Tale è il parere espressomi dal collega geologo prof. Michele Gortani. 2. Ardeola ralloides Scop. Aprile 1931, Gialo, piede trovato nella .sabbia dell’oasi. Già nota per la costa Cirenaica. 3. Nyeticorax nycticorax L. Giugno 1931, lago di Buema, testa di giovane parzialmente scarnificata. Gia nota per la Cirenaica. (Ghigi e Festa). 4. Ciconia ciconia ciconia L. ~*~ a) Q . VII — Gialo. Iride scura; becco e piedi rossi. Stomaco vuoto. Ap- parteneva ad un branco di dieci individui diretti a Nord. Osservato per la seconda volta da me a Gialo. (C. C.) b) 9 . VI.31 - Sebcha di Cufra. N. 16 individui che sembrano stazionarvi. In tutta la mia permanenza a Cufra ne ho sempre osservato la pre- senza. (Confalonieri). Segnalata sull’altipiano cirenaico e sulla costa da Festa ed Hartert. È noto come la Cicogna sia stazionaria ed abbondantemente nidificante nel Marocco, in Algeria, in Tunisia e come la sua via di migrazione dall’ Europa settentrionale all’Affrica Meridionale, si stenda lungo le coste dell’ Asia Minore e della Palestina, lungo la valle del Nilo e la regione dei Grandi Laghi. La presenza di Cicogne a Gialo e Cufra modifica in maniera sensibile quanto . sappiamo circa la distribuzione geografica di questa specie, sebbene essa ci presenti due possibili interpretazioni, ma non la soluzione definitiva del problema. Se le cicogne di Cufra fossero, come è probabile, nidificanti, cosa che il Confalonieri peraltro non dice, l’ arcipelago di queste oasi sarebbe la località più orientale abitata da quella schiera di cicogne che è stazionaria nella regione mediterraneo -sahariana. E sarebbe anche interessante rilevare la relativa vicinanza di un branchetto stazionario alla SPEDIZIONE A CUFRA 971 grande via di migrazione del Nilo. D’ altra parte il passaggio di cicogne sull’ oasi di Gialo, a Merg ed a Bengasi, dimostra che correnti migratorie esistono anche attraverso il Sahara e potreb- bero anche essere costituite da esemplari che abbiano sostato per qualche tempo a Cufra, fino a che la presenza di cavallette e di altri insetti abbiano fornito loro alimento sutticiente. È da notare che la cicogna non è stata ancora segnalata a Giarabub, oasi molto ad oriente della linea Cufra-Gialo-Bengasi. L’esemplare catturato a Cufra aveva lo stomaco pieno di cibo che è stato conservato. Ho potuto riconoscere le teste e le elitre di 17 esemplari di Megacephala euphratica e parecchi esemplari di Cicindela aulica. Vi sono gli avanzi di tre grillotalpe, di molti acrididi, di un ragno, oltre ad una massa di altri resti d’insetti ridotti in una poltiglia irriconoscibile. La cattura delle Cicindele in numero così grande mostra che la cicogna è di una sveltezza e di una precisione veramente considerevoli nell’afferrare la preda. 5. Neophron perenopterus percnopterus L. oO . 21 Aprile 1931. — Oasi di Gialo. Nel gozzo un Gerbillus giovane e pezzi d'ossa di animale piuttosto grande. Segnalato da Haiman, Ghigi, Hartert, Festa in tutto l’altipiano cirenaico, ma non a Giarabub. 6. Falco biarmicus erlangeri Kleinschm. — 16 Aprile 1931. Oasi di Augila. Debbo questa determinazione alla cortesia del Dott. Moltoni, il quale peraltro me ne scrive in questa maniera. « È un individuo assai singolare poichè assomiglia molto ad « un Falco g° di Algeria (il Loche lo determinò Falco feldeggi ) « che secondo me è un Falco biarmicus erlangeri Kleinschm. « Il suo differenzia per le macchie del vessillo interno della « prima remigante che sono disposte come quelle che l’Hartert « (Pal. Fauna) e l’Arrigoni dicono essere quelle del Sacro. Gli « altri esemplari di Falco biarmicus che esistono in raccolta « sono molto differenti, come pure sono differenti dal suo esem- « plare i Sacri. Se non vi fossero le macchie così diverse dalle « normali nella prima remigante io lo avrei senz’ altro conside- « rato un F. biarmicus erlangeri. » Pag D79 | A. GHIGI: 7. Falco coneolor Temm. Tav. VII. a) 9 - 9 Giugno 1931. Cufra Sebcha. Iride marrone bruno, becco corno chiaro, cera arancione, stomaco vuoto. Una coppia veduta da un giorno; prima non vista. i b) 0 — 15 Giugno 1931. Oasi (Cufra). Iride marrone, becco e piedi arancioni, nutrim. formiche. Di passaggio a piccoli gruppetti di 3 individui, direzione nord-ovest. Nuovo per la regione paleartica. Questa specie è distribuita sulle coste del Mar Rosso, della Arabia e della Somalia, al sud fino al Mozambico ed a Mada- gascar; secondo Nicoll sarebbe nidificante nell’ Alto Egitto. Il Reichenow. l’attribuisce all’Affrica nord-orientale ed orientale e più precisamente alle coste suindicate. Secondo il Heuglin ni- difica nelle isole Dahlac ed a Massaua; Hemprich ed Ehrenberg lo hanno citato dell’Abissinia; l’Antinori dell’ Eritrea e del paese dei Bogos, dove ne ha visto branchi dar la caccia alle formiche alate, osservazione confermata dal contenuto dello stomaco di uno degli esemplari catturati a Cufra dal Confalonieri. Nessuna citazione di questo Falco si trova nell’ Hartert (Vogel d. pal&ark. Fauna); onde il ritrovamento di questa specie a Cufra è molto importante sia nel senso di una novità per la re- gione paleartica, sia come eventuale elemento etiopico dell’ oasi stessa. Taluni suoi caratteri morfologici non sono stati messi in evidenza dal Reichenow, la cui descrizione risulta incompleta; considero pertanto opportuno descrivere esattamente la specie. Ali lunghe ed appuntite, eccedenti l’estremità della ceda di mm. 19-20, tali da richiamare alla mente l’ala del Rondone. Prima e seconda primaria subeguali; la seconda peraltro è la più lunga ed eccede la prima di mm. 5, mentre la terza è più breve della seconda di mm. 20. Il vessillo interno della prima primaria è fortemente smarginato ed inciso; quello esterno della seconda leggerissimamente smarginato come in F. eleonorae, peregrinus ecc. — Timoniere debolmente graduate, laterali subeguali; mediane appuntite ed eccedenti :il paio più prossimo di mm. 6. Denti laterali della mascella superiore decisamente sporgenti; la punta è fortemente piegata, sottile e lunga mm. 4. Il colore generale del mantello è grigio uniforme più o meno SPEDIZIONE A CUFRA 973 scuro nelle varie parti del corpo. Tali sono la testa, il collo e le piccole copritrici delle ali, mentre i lati del capo sono nerastri. Tutte le penne del capo, del, dorso, le scapolari, le penne del petto e le maggiori copritrici delle ali hanno rachidi nerastre; mento e gola biancastri.. Le primarie e le loro copritrici sono nero-lavagna, senza alcuna traccia di strie, ma il margine interno è bruniccio. Le timoniere laterali sono striate da sfumature tra- sversali indistinte più scure. Iride marrone. Becco grigio corno; cera, pelle nuda perioculare e piedi gialli; unghie nere. Misure dei due esemplari. Lunghezza totale mm. 322-323; ala mm. 275-279; coda mm. 140-145; becco mm. 17,5-18,5 (Tav. VII). 8. Falco cherrug Gray. 3 Gialo — Avuto dagli indigeni. Iride marrone scuro; cera giallo limone, piedi giallo chiari. Specie non ancora citata della Cirenaica. Questo esemplare adulto, come si desume dal colore dei piedi e del becco è, nelle parti inferiori, molto chiaro con macchie lon- gitudinali brune appena accennate sul petto: anche i mustacchi — sono quasi indistinti. Fronte e sopraciglia biancastre. Timoniere mediane con macchie chiare ben distinte nei due terzi apicali, indistinte alla base. 9 Falco tinnuneulus tinnuneulus L. © — 25 Aprile 1981. Gialo. Esemplare molto sbiadito con piume logorate dal tempo. Citato dal Ghigi, dal Festa e dall’ Hartert per la Cirenaica propriamente detta, ma non dal Moltoni per Giarabub. 10. Circus pygargus (L.) © Gialo. Iride giallo bruno. Tarsi e piedi gialli. Cera giallo verdastra. Citato dall’ Hartert per Merg (altipiano). 1]. Circus macrourus (Gmel.) © — 22 Aprile 1931. Oasi di Gialo. Iride giallo chiara. Piedi e cera idem. © — 23 Aprile 1931. Gialo. Iride bruna. Ala, coda, tarso, piede. Parecchi esemplari nella zona di cespugli. Citato dal Festa per Merg e dall’ Hartert per Bengasi. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LV (29 Marzo 1922). 18 274 i A. ane 12. Coturnix coturnix (L.) O — 5 Maggio 1931. Oasi di Gialo. Esemplare mummificato. Nota per tutta la Cirenaica e per Giarabub. Li TACE 13. Chlamydotis undulata undulata (Jacq.) oS — Marzo 1931. Tra Bengasi ed Agedabia. Iride giallo arancione. Questo esemplare aveva il gozzo pieno di grossi coleotteri, in quantità veramente considerevole. Vi ho potuto contare otto esem- plari del buprestide Julodis onopordi F., quattro dei quali quasi integri; un esemplare di un piccolo buprestide appartenente al genere Sphenoptera, di specie indeterminabile per mancanza di capo e di arti. I Tenebrionidi sono rappresentati da 11 esemplari di Pimelia bengasina Schust., fra i quali due quasi integri e 9 di Pimelia interpunctata Klug, specie egiziana estremamente rara nella Cirenaica (Gridelli). Ho trovato inoltre le elitre di un criso- melide del genere Barathaea, avanzi di due acrididi di mole media ed un pezzo di vetro. L’ Ubara già segnalata dall’ Haimann, dal Festa e dall’ Hartert nella regione predesertica bengasina, non è stata raccolta a Giarabub. : 14. Charadrius dubius curonicus (Gmel.) I — Aprile 1931. Oasi di Gialo, una coppia da tre giorni. Raccolto in tutte le località adatte della Cirenaica ed anche - a Giarabub. 15. Erolia minuta (Leisl.) © — 8 Maggio 1931. Oasi di Gialo. Esemplare isolato. È iniziata la muta dall’abito invernale a quello di nozze. Sono orlate di rosso ruggine (abito estivo), alcune delle più lunghe remiganti terziarie ed alcune scapolari. Il Festa ha trovato il Gambecchio in branchi intorno agli stagni nella pianura di Merg ed a Cirene intorno ad una antica SPEDIZIONE A CUFRA 275 cisterna durante il mese di Maggio. La stessa specie è stata rac- colta a Giarabub alla fine di maggio. Considerando che il Gambecchio nidifica sui confini tra la zona boreale e quella glaciale e che sverna in Arabia ed in Affrica, ove è notoriamente comune lungo le coste e nell’ interno da ottobre a marzo, le catture avvenute in Cirenaica permettono alcune considerazioni sulla migrazione di questa specie. Innanzi tutto la sua presenza nelle due grandi oasi interne (Giarabub e Gialo) contemporanea a quella negli stagni delle località mon- tuose dell’ Altipiano (Merg, m. 250; Cirene m. 500) fanno pen- sare ad una migrazione attraverso il deserto o almeno ad una tendenza nella direzione N. S. e viceversa. Quanto alla stagione del ripasso, è provato che molti gambecchi sono ancora nello interno dell’ Affrica Settentrionale durante il mese di maggio, quando il ripasso è per finire in Italia e che, in tale epoca tar- diva essi hanno appena iniziata la muta colla quale assumono l’abito di nozze. 16. Philomachus pugnax (L.) — 25 Maggio 1931, fra Bir Zighen e Gebel Hauaisc. Due ali abbastanza ben conservate. 17. Crocethia alba (Pall.) d' — 14 Maggio 1931. Oasi di Gialo, 80 Km. a sud. Esemplare in abito intermedio fra l’ estivo e 1’ invernale. Sono striate di rosso ruggine parecchie remiganti terziarie ed alcune scapolari. Questa cattura avvenuta il 14 maggio ad 80 Km. a sud di Gialo, conferma la supposizione formulata a proposito di Erolia minuta e cioè che queste specie di scolopacidi migrino attraverso il deserto. 18. Tringa glareola L. Aprile 1931. Gialo. Colle trappole indigene. Isolato. Dal formol. (Esemplare mutilato delle primarie). Trovata dal Ghigi a Slonta (700 m. circa sul m., punto più alto dello spartiacque cirenaico) e dal Festa a Merg. 276 A. GHIGI 19. Cursorius cursor cursor (Lath.) © - 13 Aprile 1931. Oasi di Augila Iride castagno scuro. Esemplare isolato. Trovato dal Festa e dall’ Hartert nelle regioni steppiche della costa e citato dal Moltoni per Giarabub. 20. Sterna albifrons albifrons Pall. © d' - 9 giugno 1931. Esemplare isolato della Sebcha di Cufra. Iride nera, becco giallo limone. Piedi gialli chiari. Nel gozzo libellule e vermi, La punta del becco è bruno nerastra con apice più chiaro... Non ancora citata per la Cirenaica. Questa specie è considerata come nidificante nella regione pa- leartica, dalle isole britanniche fino al Turchestan e dal Marocco all’ Egitto. Se non è dunque strano che essa sia stata rinvenuta a Cufra, è tuttavia interessante la sua presenza in pieno deserto. L'indicazione del contenuto dello stomaco è molto generica per quanto riguarda i vermi; è probabile che si tratti di Artemia salina che il Confalonieri ha raccolto in quantità nelle acque salate di Cufra. 21. Chlidonias nigra nigra (L.) © - 13 Maggio 1931. 85 chilometri a sud di Gialo in pieno deserto. Proveniente da sud. Stomaco vuoto. Piedi e becco nerastri. Iride bruna. Esemplare in abito estivo con parti inferiori interamente grigio-scure e contrastanti in modo deciso col bianco delle copri- trici inferiori della coda. Il Festa solo ha ottenuto un esemplare di questa specie dal Fuehat, località vicina a Bengasi. Per quanto questa Sterna sverni in tutta la regione mediterranea ed in gran parte dell’Affrica equatoriale, la cattura avvenutane in pieno de- serto, è interessante. 22. Anas crecca crecca L. 16 Aprile 1931. Oasi di Augila. Ala in perfetto stato di conservazione. Gia rinvenuta nell’oasi di Giarabub e sulla costa. “II SPEDIZIONE A CUFRA DA 23. Eremialector coronatus coronatus Licht, a) &. VII. 1931. El Agheila. Avato morto in gabbia. Iride nocciola. b) o&. VIL 1931. El Agheila. Avuto morto in gabbia. lride nocciola. Entrambi questi esemplari sono stati tolti dall’ alcool e sono talmente: sciupati, da consentirne appena la determinazione. Trovato per la prima volta in Cirenaica dal Festa che lo vide in branchetti a Zavia Mechili, località non molto distante da El Agheila. 24. Streptopelia turtur arenicola (Hart.) a) O — 14 Aprile 1931. Oasi di Augila, nutrimento orzo, iride arancione; a coppie. b) O — 16 Aprile 193]. Oasi di Gialo. Ingluvie con orzo ed altri semi. Piccolo branchetto di cinque. Forma catturata dal Festa e dall’ Hartert nell’ altipiano cire- naico e indicata dal Moltoni per I’ oasi di Giarabub. 25. Streptopelia turtur isabellina (Bp.) a) O - Giugno 1931. Oasi di Cufra. Iride arancio, piedi rossi. b) & — Giugno 1931. Oasi di Cufra. Iride arancio, piedi rossi, nutrimento orzo. c) juv. Giugno 1931. Oasi di Cufra. Iride chiara, becco scuro, piedi viola scuri, nutrimento orzo e semi. | d) juv. Giugno 1931. Oasi di Cufra. Iride chiara, becco scuro, piedi viola scuri. Nuova per la Cirenaica. La caratteristica sfumatura bruno gialliccia che ricorda il color della sabbia sul capo e sul resto delle parti superiori, propria di questa forma, é più evidente nella 9 che nel gg, mentre i margini color marrone ruggine delle scapolari e delle copritrici, tanto ampi da nascondere in massima parte le porzioni centrali nere, sono egualmente estesi nei due sessi, i quali si di- stinguono, anche nei due esemplari in esame, per la sfumatura grigio vinosa sul gozzo del maschio. DASH A. GHIGI I giovani hanno il vessillo esterno e la punta delle remiganti primarie orlati di castagno. Uno dei due esemplari‘è più avan- zato in età perchè le copritrici delle ali sono già mutate in parte; l’altro è molto più giovane, quasi nidiaceo perchè le primarie e le timoniere non sono ancora terminate. Dalla data di cattura si può presumere che il primo esemplare è nato in maggio e che le relative uova sono state deposte ai pesi di questo mese e forse anche ai primi di aprile. Tale forma di tortora, citata dall’ Hartert per V Egitto, dal Delta fino alla Nubia e per le oasi del Deserto Libico (Oasi di Dachel) è dunque nidificante e presumibilmente stanziale a Cufra, la cui posizione è presso a poco sullo stesso parallelo di Dachel ma a circa sette gradi di longitudine più ad occidente. 26. Coracias garrulus (L.) © — 13 Aprile 1931. Oasi di Augila. Iride scura; esemplare isolato. Non ancora citata per la Cirenaica. 27. Merops apiaster (L.) © — 6 Aprile 1931. Gialo sulla pista per Augila. Isolato. Citato dal Festa e dall’ Hartert per la Cirenaica. 28. Asio flammeus flammeus Pontopp. © — 2 Aprile 1931. Gialo. Iride limone. Il Gufo di padule non è stato ancora segnalato in Cirenaica. L’ Hartert, quando cita sotto questo nome un esemplare ucciso in Cirenaica ed ottenuto dal Festa, cade vittima della rivoluzione portata in tutti i nomi specialmente per opera sua, giacchè il Festa si riferiva ad un barbagianni che nella nomenclatura più recente è indicato col nome di Tyto alba alba (Scop.). 29. Caprimulgus europaeus europaeus L. a) © - 14 Aprile 1931. Oasi di Augila. b) © - 28 Aprile 1931 Oasi di Gialo; isolato. Un solo succiacapre è stato fino ad ora visto dall’ Hartert a Merg. | gk LN SS ha AI i CRESTA) LAShy ENE MEO O IO nae eR i AE LAV vd dea \ UNE paw) n" I HAR Ca sen ye at DI 2 PALI ih Were SPEDIZIONE A CUFRA 279 30. Micropus apus L. d' — 12 Maggio 1931. 80 Km. a sud di Gialo. Un solo rondone è stato veduto ma non catturato dall’ Hartert in Cirenaica a Merg. Il Festa ne ha visto uno a Coefia. Il Mol- toni non lo cita per Giarabub, onde questa appare come la cattura più meridionale. 31. Lynx torquilla torquilla L. Q — 9 Aprile 1931. Oasi di Gialo. Iride marrone chiaro. Il torcicollo comune non è stato ancora citato per la Cirenaica. 32. Iynx torquilla tschusii Kleinschm. 24 Aprile 1931. Esemplare conservato in formol e molto deteriorato. La lun- ghezza dell’ala di mm. 86 in confronto ad 89 dell’ esemplare precedente e la colorazione molto più scura delle parti superiori con forti sfumature rosso ruggine oltre alle macchie e strie pre- apicali nelle penne delle parti inferiori che sono ben marcate ed a forma triangolare mi hanno indotto alla presente determinazione. Anche questa forma è nuova per la Cirenaica. Il Moltoni at- tribuisce ad Iyna torquilla mauretanica Rothsch. un esemplare catturato a Giarabub, la cui ala misura soltanto mm 81. La dif- ferente grandezza è sufficiente per escludere che |’ esemplare di Gialo sia da attribuire alla forma mauretanica. 33. Eremophila alpestris bilopha (Temm.) a) 0 - Luglio 1931. Fra Agedabia e Sahabi, frequente nella zona deser- tica. (dall’ alcool). b) oO — Luglio 1931. Tra Sahabi ed Agedabia, nidificante nella zona priva di cespugli. (dall’ alcool). c) - Luglio 1931. Tra Sahabi ed Agedabia, nella zona desertica senza cespugli. ( dall’ alcool). i d) © - Luglio 1931. Tra Sahabi ed Agedabia, iride marrone chiaro. (dall’ alcool). Trovata anche dal Festa e dal Hartert sulla costa bengasina. Ser, CERTO ARR PRON RI pri PORCINI "I A Di pai RON data PO - ja PIANA cu” ù ART NAR yt cs APT Bn ae 280 A. GHIGI 34. Alaemon alaudipes alaudipes (Desf.) a) 0 — 7 Aprile 1931. Gur Atla. (Gialo). Iride bruna. b) Q — 7 Aprile 1931. Gur Atla. (Gialo). Comune nella località, a coppie. ec) ? —° Luglio 1931. Fra Sahabi ed Agedabia, nidificante. Esemplari, uno dei quali dall’ alcool, più o meno deteriorati. Li ascrivo alla forma alaudipes anzichè alla desertorum perchè osservo piccole copritrici laterali della coda biancastre; le centrali mancano nell’ esemplare meglio conservato. Questa forma è stata trovata presso Bengasi ed un maschio a Giarabub. 35. Calandrella brachydactyla brachydactyla (Leisl.) a) 9 - 5 Aprile 1931. Gialo sulle sabbie. tride nera. b) & — 10 Aprile 1931. Gialo » » Gialo (dal formol). c) T - 4 Aprile 1931. Gialo oasi, iride nera, in branchetti da 25 a 30. di » » Fra Gialo ed Agedabia (dal formol). e) - » » Gialo, frequente (dal formol). Hee > » Gialo (dal formol). 9) = » » Fra Agedabia e Gialo (dal formol). li’) aie Wa » » Gialo. Abbondante in tutta la Cirenaica, compresa l’ oasi di Giarabub. 36. Galerida eristata L. S - Luglio 1931. Tra Sahabi ed Agedabia a piccoli gruppi di due o tre individui. a E impossibile determinare la sottospecie di questo esemplare, dato il deterioramento dovuto alla conservazione in alcool ed alla successiva. preparazione della pelle. La prima remigante rudi- mentale più breve delle copritrici della mano esclude che si tratti di G. theklae, la quale conta una forma caratteristica della Cirenaica. Si tratta probabilmente di G. c. arenicola Tristr. Nessun esemplare di Cappellaccia è stato raccolto a Giarabub, mentre nella Cirenaica propriamente detta la specie è abbondante e offre due forme locali G. c. festai Hart. e G. theklae cyre- naicae Whit. | | 37. Motacilla alba alba L. a) J' — 18 Aprile 1931. Oasi di Augila, isolato. b) Q — 5 Aprile 1931. Oasi di Gialo, isolato. Già nota per la Cirenaica e Giarabub. SPEDIZIONE A CUFRA 281 38. Budytes flavus flavus L. 3 - 10 Aprile 1931. Gialo, dal formol. Raccolta in esemplari numerosi dal Festa a Merg. 39. Budytes flavus melanocephalus Licht. a) 0 - 3 Aprile 1931. Gialo. b) Q - 3 Aprile 1931. Gialo. Gia raccolto dal Festa a Derna. 40, Anthus campestris campestris (L.) — 10 Aprile 1931. Gialo. OS — 7 Aprile 1931. Gialo. Gur. Atla. Noto per Bengasi (Hartert) e Giarabub (Moltoni). 4). Anthus richardi richardi Vieill. © — 11 Aprile 1931. Oasi di Gialo. Nuovo per la Cirenaica. 42. Anthus trivialis trivialis L. of = 2 Aprile 1931. Oasi di Gialo. — Aprile 1931. Gialo (dal formol) mescolato a Budytes. Noto per Bengasi (Hartert) e Merg (Festa). 43. Muscicapa striata striata (Pall.) Q - 18 Aprile 1931. Oasi di Augila (iride nera; insieme alle altre mu- scicape e coi codirossi. 4 — 21 Aprile 1931. Gialo (dal formol). — 21 Aprile 1931. Gialo (dal formol). Già catturata dal Festa in varie localtà della costa e dello altipiano cirenaico. 44 Ficedula albicollis Temm. a) do — 21 Aprile 1931. Gialo b)d - 4 Aprile 1931. Gialo, isolata. Catturata dal Festa e dall’ Hartert presso Bengasi. 982 A. GHIGI 45. Monticola saxatilis (L.) a) 9 — 21 Aprile 1931. Gialo. DOO sue 1931. Gialo (colle trappole indigene). | Il codirossone è citato soltanto dall’ Hartert per He e Soluk. 46. Oenanthe oenanthe oenanthe (L.) a) 3 - 3 Aprile 1931. Oasi di Gialo. 2 b) & - 1 Aprile 1931. Gialo. - c) Q — Aprile 1931. Gialo (dal formol). d) QO — Aprile 1931. Gialo (dal formol). e) © — Aprile 1931. Gialo (dal formol). Comunissima in tutta la Cirenaica (Ghigi, Festa, Hartert); di passaggio a Giarabub (Moltoni). 47. Oenanthe moesta Licht. oS — Luglio 1931. — Fra El Agheila ed 339000 frequente nella zona dei cespugli. Già citata dal Festa e dall’Hartert per la costa Cirenaica. 48 Oenanthe hispanica hispanica L. a) & - 2 Aprile 1931. Gialo. b) & - 7 Aprile 1931. Gialo, Gur Atla. c) 0 - 8 Aprile 1931. Oasi di Gialo, trovata morta sotto una palma. d) g' — 11 Aprile 1931. Oasi di Gialo, iride scurissima. - Aprile 1931. Gialo. Manca l’indicazione del sesso di quest’ultimo esemplare che è stato conservato in formol e perciò non è in buone condizioni di penna. Il rapporto di lunghezza tra le prime remiganti primarie corrisponde perfettamente a quello di O. hispanica. Di quattro maschi, raccolti tutti a Gialo e nello stesso periodo, due hanno mento e gola nera, mentre gli altri due hanno le parti inferiori interamente chiare. L'assenza di nero nel gozzo esclude che si tratti di 0. h. me- lanoleuca (Guld.) citata dal Moltoni per Giara bub. Forma nuova per la Cirenaica. SPEDIZIONE A CUFRA 283 49. Oenanthe leucopyga leucopyga (Brehm). c° - 11 Aprile 1931. Gialo (iride castagna). Esemplare a calotta cefalica bianca. Timoniere laterali tutte immacolate; paio mediano nero soltanto nel terzo apicale. Abbon- dante nei dintorni di Giarabub (Moltoni); non ancora citata per la Cirenaica costiera. 50. Saxicola rubetra rubetra (L.) a) o' — 1 Aprile 1931. Gialo. b) & — 10 Aprile 1931. Gialo e) 2 - 11 Aprile 1931. Gialo. d) 7 - 11 Aprile 1931. Gialo Questi esemplari mi sembrano perfettamente simili a quelli italiani, onde ho preferito attribuirli alla forma tipica, anzichè a S. r. spatzi (Erl.) citata dal Hartert e dal Festa per l’altipiano e la costa cirenaica. | ol. Phoenicurus phoenicurus L. a) © - 1 Aprile 1931. Gialo. b) 0 - 8 Aprile 1931. Oasi di Gialo, catturato colle trappole degli indigeni. ec) & - 10 Aprile 1931. Gialo. d) Q - 2 Aprile 1931. Dal formol. Il maschio catturato 1’8 Aprile ha la stria bianca frontale larga 7 mm.; le penne della parte inferiore della gola e del gozzo sono interamente nere. L'altro esemplare (c) ha la stria bianca frontale larga appena un millimetro e le penne della gola sono largamente frangiate di grigio. d) Esemplare a colorazione alterata e mutilato delle remiganti primarie e secondarie. Specie citata dall’Hartert per la costa cirenaica e dal Moltoni per Giarabub. 52. Sylvia communis communis Lath. 8 Aprile 1931. Gialo, buon passo. 8 Aprile 1931. Gialo (becco e zampe giallastre). 3 Aprile 1931. Gialo. 8 Aprile 1931. Gialo. Pre Se oto Lo A 284 A. GHIGI e) - 6 Aprile 1931. Gialo. f) - 8 Aprile 1931. Gialo (dal formol). 8 Aprile 1931. Gialo (dal formo)). 10 Aprile 1931. Gialo (dal formol). = cm lel Di questi otto esemplari, quattro che non sono stati in formol, | sono determinati dal raccoglitore come S. communis icterops. Non mi sembra che questa determinazione sia giusta, perchè tutti hanno le parti superiori di tono bruno e non grigio ed i margini delle grandi copritrici delle ali e delle remiganti secondarie, largamente marginati di bruno rossiccio carico, come in Sylvia c. communis, alla quale corrispondono anche per la lunghezza delle ali, variabile fra 68 e 72 mm. Citata dal Festa e dal Hartert per la Cirenaica, ma non dal Moltoni per Giarabub. 53. Sylvia ritppelli Temm. a) 9 — 8 Aprile 1931. Oasi di Gialo, sui tamarischi con altre silvie; piedi arancio giallastri. b) 2 - 8 Aprile 1931. Gialo. a . La prima remigante primaria falciforme é impercettibilmente piu lunga delle copritrici delle primarie. Citata dall’Hartert per la costa bengasina e dal Moltoni per Giarabub, dove furono catturati parecchi esemplari. 54. Sylvia cantillans inornata Tsch. — Aprile 1931. Gialo. _ Esemplare conservato in formol, mutilato in gran parte delle timoniere esterne. Ha conservato tuttavia un accentuato colore cannella nel petto ed ai lati del gozzo, che mi permette di fare, pur con qualche dubbio, questa determinazione. La prima remi- gante è lunga quanto le copritrici; lungh. ala 59 mm. Nuova per la Cirenaica, 55. Hippolais icterina (Vieill.) a) S - 4 Maggio 1931. Oasi di Gialo, esemplare isolato, iride nera. b) - Giugno 1931. Oasi di Zurgh (Cufra) su di una pianta spinosa. Iride nera, becco scuro superiormente, inferiormente chiaro; piedi grigi. SPEDIZIONE A CUFRA 285 L’esemplare di Cufra è più bruno di quello di Gialo; proba- bilmente si tratta di una 9, ma le penne sono anche logorate e sbiadite. Questa specie è stata osservata dal Festa a Ghemines. 56. Acrocephalus schoenobaenus L. © - 8 Maggio 1931. Oasi di Gialo; iride scura; interno della gola aran- cio, piedi cornei. Già citato dal Festa per Merg. 57. Phylloscopus sibilatrix sibilatrix (Bechst.) — 7 Aprile 1931. Gialo (dal formol). Nuovo per la Cirenaica. 58. Phylloscopus bonelli bonelli (Vieill.) a) & — 5 Aprile 1931. Oasi di Gialo, isolato su palme. b) gd - Aprile 1931. Gialo. — Aprile 1931. Gialo (dal formol). L’ ala di questi due esemplari è lunga rispettivamente mm. 64, 67 e 68. La seconda e la sesta remigante appaiono eguali. Forma nuova per la Cirenaica. 59. Phylloscopus bonelli orientalis (Brehm) — Aprile 1931. Gialo (dal formol). Attribuisco 1’ esemplare, deteriorato dal formol, a questa forma per la maggior lunghezza delle ali che raggiunge i 72 mm. La seconda remigante è decisamente più lunga della sesta. Già trovato a Bengasi ed a Ghemines dal Hartert e dal Festa. 60. Hirundo rustica rustica L. a) 0’ - Marzo 1931. Fra Agedabia e Gialo, dal formol. b) 0 - 2 Aprile 1931. Oasi di Gialo, dal formol. Questi due esemplari, sembrerebbero a prima vista attribuibili alla forma H. rustica savignii (Steph.) per il colore castagno ‘delle parti inferiori. Ritengo peraltro che questa tinta sia dovuta 286 A. GHIGI ad alterazioni prodotte dalla conservazione in formalina ; le strie trasversali nelle timoniere sono decisamente bianche come in. H. rustica rustica L. e non rossiccio chiare come in H. rustica savignii (Steph.). La rondine è stata trovata in Cirenaica ed a Giarabub. 61. Hirundo rufula rufula Temm. a) I - 25 Aprile 1931. Gialo. b) 9° — 25 Aprile 1931. Gialo. i c) & — 25 Aprile 1931. Gialo. Nuova per la Cirenaica. 62. Delichon urbica urbiea L. a) 2 - 10 Aprile 1981. Gialo. b) - 10 Aprile 1931. Gialo, abbondantissima. si Il balestruccio è già noto per la Cirenaica e per Giarabub. 63. Riparia riparia riparia L. AG. = al ione 1931. Gialo. b) 9 - 4 Aprile 1931. Gialo. Individui isolati coi balestrucci. Presa colla rete. Cc) - 20 Maggio 1931. Gialo. d) — 5 Maggio 1981. Oasi di Gialo. Il Topino è stato trovato abbondantemente in Cirenaica dal Festa e dal Hartert. 64. Lanius senator senator (L.) © - 1 Aprile 1931. Gialo. — 6 Aprile 1931. Gialo. Esh Sherruf (dal formol), Il Lanius senator senator è uno degli uccelli più comuni in Cirenaica. 65. Lanius excubitor pallidirostris Cass. a) 7 - Luglio 1931. Gialo. Iride scura, becco e piedi cornei. Gozzo con- tenente formiche. Esemplare isolato: C. C. scrive che gli è dato osservarli altre volte nell’ oasi, ma sempre individui soli. b) - 6 Luglio 1931. Gialo. Iride marrone, becco corneo, piedi cerulei, nidificante sulle palme, non frequente (dall’ alcool). SPEDIZIONE A CUFRA 987 Determinazione dubbia per il cattivo ‘stato di conservazione. Le parti inferiori sono bianche, comprese le copritrici inferiori delle ali. 66. Oriolus oriolus L. a) 0° - 16 Aprile 1931. Oasi di Augila. b) 2 - 16 Aprile 1931. Gialo (primo visto sinora). Già trovato in Cirenaica dal Festa, dal Hartert, dal Ghigi. 67. Corvus albus (Mull) d° adulto - 24 Aprile 1931. Oasi di Gialo. Unico osservato alla data della cattura. Nuovo per la regione paleartica. Trattandosi di individuo isolato è da ritenere che la presenza del Corvus albus (Mull.) = scapulalus auct. nel Sahara setten- trionale sia del tutto accidentale. Nessun dubbio cade sulla esat- tezza della determinazione, trattandosi di una specie di facile riconoscimento, di un nero lucente sul quale spiccano il petto, la parte superiore del ventre ed uno scudo sul dorso di un bianco puro negli esemplari adulti. Secondo il Reichenow, il Corvus albus si trova in tutta l’Affrica a sud del Sahara ed a Madagascar. Tra le località più nordiche cito le isole Dahlak e la Dancalia, dove un esemplare giovane fu catturato dalla spedizione Fran- chetti a Gaarre. L’ Hartert non comprende questa specie nei suoi uccelli della fauna paleartica. D'altra parte il tipico corvo sahariano è il Corvus corax ruficollis Less. del quale quattro esemplari furono catturati a Giarabub (Moltoni). Nella Cirenaica costiera si trova il Corvus corax tingitanus Irby (Festa, Hartert, Ghigi). 63. Passer hispaniolensis hispaniolensis (Temm.). a) - Aprile 1931. Gialo. Iride nera; nutrim. orzo. *» b)d- Aprile 1931. Gialo. ce) £- Aprile 1931. Gialo. d) 2 — 9 Aprile 1931. Oasi di Gialo (dal formol). Già trovato dal Festa sulla costa cirenaica, dal Hartert a Merg e dal Confalonieri a Giarabub (Moltoni). 288 A. GHIGI 64. Emberiza hortulana L. a) — Aprile 1931. Oasi di Gialo. b) - Aprile 1931. Oasi di Gialo in branchetti di 30 esemplari. ce) — Aprile 1931. Oasi di Gialo. d) — 5 Aprile 1931- Gialo. Nuovo per la Cirenaica. CONCLUSIONI i Il fatto più notevole sta nel ritrovamento di due specie etiopiche, “nuove per la regione paleartica: Falco concolor Temm. trovato a Cufra ed apparentemente di transito regolare. È anche possibile, data l’epoca inoltrata del rinveni- mento, che una colonia di questa specie sia nidificante in una delle oasi non esplorate. Corvus albus (Mull.) nell’oasi di Gialo, verosimilmente acci- dentale, giacchè mai catturato nel Sahara tunisino, nè al Marocco. a % Altre specie o forme nuove per la Cirenaica sono, oltre alle due precedenti: Falco biarmicus cherrug Gray. Sterna albifrons Pall. Streptopelia turtur isabellina (Bp.). Coracias garrulus (L.). Asio flammeus (Pontopp.). Iynx torquilla torquilla (L). Iynx torquilla tschusti (L.). Anthus richardi Vieill. ree Oenanthe hispanica hispanica (L.). Sylvia cantillans inornata Tsch. Phylloscopus bonelli bonelli (Vieill.). Phylloscopus sibilatria sibilatria (Bechst.). Hirundo rufula Temm. Lanius excubitor pallidirostris Cass. Emberiza hortulana L. Sono in totale 17 forme, specie o sottospecie, nuove per la Cirenaica. SPEDIZIONE A CUFRA 989 L’avifauna di Cufra è, per ora, eccessivamente scarsa. Se si considera che il Confalonieri ha sostato in questa oasi ben 27 giorni, si è condotti a ritenere che realmente pochissimi uccelli vi abbiano dimora, forse per scarsità di nutrimento, per quanto il contenuto dello stomaco della cicogna uccisa non avvalori questa ipotesi, ed anche per l’attiva caccia della quale sono indubbiamente oggetto da parte di una popolazione che possiede limitate risorse alimen- tari. Sarebbero necessarie ulteriori osservazioni durante l’inverno. L'elenco delle specie raccolte a Cufra è il seguente: Nycticorax nycticorax L. Ciconia ciconia L. Falco concolor Temm. Sterna albifrons Pall. Streptopelia turtur isabellina (Bp.). Hippolais icterina (Vieill.). La tortora, stazionaria e nidificante a Cufra, appartiene alla forma propria dell'Egitto; se il Falco concolor risultasse regolarmente presente nell’Arcipelago, si avrebbero due elementi di carattere egizio etiopico valevoli a differenziare faunisticamente Cufra dal resto della Cirenaica. Una conclusione a questo riguardo non può essere data che dallo studio degli altri animali e specialmente dagli insetti. Da notare la mancanza di specie deserticole come Eremia- lector (Pterocles), Cursorius, Alaemon, Eremophila, trovate in altre località della Cirenaica. sh 3p Relativamente abbondante è l’avifauna di Gialo, che riassumo, comparativamente a quella di Giarabub (Moltoni) nel seguente elenco: GIALO GIARABUB Ardeola ralloides Scop. i È . cis Conta CLCOnta Ei 4 ; sta Neophron percnopterus L. : i 1 Ann. del Mus. Civ. di St. Nat..-Vol. LV (4 Aprile 1932). 19 290 A. GHIGI - Falco cherrug Gray . » tinnunculus L. » naumanni Fleisch. Circus pygargus L. » macrourus (Gmel.) Coturnix coturnix L. Charadrius dubius curonicus (Gmel.) Erolia minuta (Leisl.) Crocethia alba (Pall.) Philomachus pugnax (L.) Tringa ochropus L. » glareola L. Gallinago g. gallinago (L.) Porzana pusilla intermedia (Herm.) Cursorius cursor cursor (Lath.) Chlidonias nigra nigra L. Phoenicopterus ruber Temm. Anas crecca crecca L. Streptopelia turtur arenicola (Hart.) Coracias garrulus L. Merops apiaster L. Upupa epops epops L. Asio flammeus flam. Pontopp. Caprimulgus europaeus L. Micropus apus L. Iynx torquilla L. : Alaemon alaudipes al. (Desf.) Alauda arvensis L. Ammomanes phoenicura Gude Calandrella brachydactyla (Leisl.) Motacilla cinerea Tunstall. Motacilla alba L. Budytes flavus flavus L. i » » melanocephalus Li Anthus campestris L. » pratensis (L.) » cervinus (Pall) » richardi Vieill. GIALO \ ++++++ ++ + ++++ + +++++ ++++ ++ ok GIARABUB +++ ++++++4+ ++ ++++ SPEDIZIONE A CUFRA Anthus trivialis L. Muscicapa striata Pall. Ficedula albicollis (Temm.) Monticola solitarius. L. Di saxatilis L. Oenanthe oenanthe L. >, deserti atrogularis Blyth » hispanica hispanica L. » » melanoleuca Guld. » isabellina (Cretzschm.) » lugens halophila (Trist.) > moesta Licht. » leucopyga leucopyga Breio Saxicola torquata rubicola (L.) » rubetra rubetra L. Phoenicurus phoenicurus L. » ochrurus (Gm.) Erythacus rubecula rubecula (L.) Sylvia atricapilla » communis Lath. » ruppelli Temm. | : » melanocephala m. (Gol) ; yD cantillans albistriata (Brehm) » » inornata Tsch. Hippolais icterina Vieill. -Acrocephalus schoenobaenus L. » schirpaceus (Herm.) Phylloscopus bonelli bonelli (Vieill.). » » ortentalis (Brehm) » sibilatrix sibilatrix({Bechst.) » trochilus trochilus (L.) . » collybista pot (Vieill.) . Hirundo rustica L. » rufula Temm. Delichon urbica (L.) . Riparia riparia (L.). Lanius senator L. » excubitor L. GIALO + + + 291 GIARABUB ++ +++ ++++ 2992 A. GHIGI GIALO GIARABUB Oriolus oriolus L. ; ì : È + Corvus corax ruficollis Less. 5 Erythrospiza githaginea (Licht.) sha Fringilla coelebs L. ae Passer hispaniclensis hisp. (Term + + Emberiza hortulana L. . 5 : dr 56 54 Il numero delle specie conosciute delle due oasi è dunque presso a poco equivalente e può essere analizzato nel modo seguente : Specie trovate in entrambe le oasi N. 22 » » solo a Gialo » 84 » » » » Giarabub » 99 Soltanto il 40 °/, delle specie raccolte fino ad ora è comune alle due oasi, quindi la differenza è, nello stato attuale delle nostre cognizioni, fortissima. È evidente che essa dipende in massima parte dalla scarsità delle osservazioni, ma sarà tuttavia interessante vedere in seguito se ciascuna di quelle sia realmente frequentata da qualche determinata specie o forma a preferenza che da altra. * x of Mi sembra interessante notare infine come talune specie di uccelli acquatici si internino nel deserto a molte centinaia di chilometri lontano dalla costa. Alludo principalmente a Sterna albifrons Pall. catturata a Cufra, a Chlidonias nigra L. uccisa ad 85 chilometri a sud di Gialo, a Philomachus pugnax (L.) i cui resti sono stati trovati a due giornate di marcia da Cufra. Altre si attardano nelle oasi sahariane come Erolia minuta (Leisl.) uccisa a Gialo addi 8 maggio e Crocethia alba (Pall.) uccisa pure a Gialo il 14 Maggio. A questo proposito è peraltro impor- tante ricordare che il Marchese Patrizi nella sua relazione sulla «Missione scientifica genovese all’oasi di Cufra» Riv. Municipale Genova, gennaio 1932, dice che nel percorso del deserto trovarono numerosissimi uccelli morti, tanto da stimare a qualche milione . gli uccelli che muoiono ogni anno nell’attraversare il deserto. SPEDIZIONE SCIENTIFICA ALL’OASI DI CUFRA (MARZO-LUGLIO 1931 ) RLS ANO RI PER F. SILVESTRI Durante il viaggio organizzato dal Museo Civico di Genova per esplorare faunisticamente I’ Oasi di Cufra, il Marchese Saverio Patrizi, coadiuvato efficacemente dal Sig. Confalonieri, capo pre- paratore del Museo, raccolse, insieme ad una grande quantità di Artropodi di ogni classe, anche un certo numero di Tisanuri della famiglia Lepismidae appartenenti a 9 specie, delle quali una (Ctenolepisma Confalonierii) è qui descritta come nuova, un’ altra (Hyperlepisma Patrizii) è pure descritta come nuova e come tipo di genere anche nuovo; delle altre specie la Cteno- lepisma longicaudata ha una larga distribuzione nelle regioni subtropicali e tropicali dell’ Africa e dell’ Asia, la Ctenolepisma ciliata è ricordata di quasi tutti i paesi del bacino del Mediter- raneo, la Lepisma Wasmanni ha probabilmente una distribu- zione simile; la Lepismina Emiliae è nota dall’ Algeria alla Mesopotamia e Transcaucaso; le due specie Ctenolepisma albida e C. Michaelseni furono descritte su esemplari dell’ Egitto, ma probabilmente saranno diffuse a tutta la regione desertica della Africa e dell’ Asia occidentale. Lepismina Emiliae Escher. Q raccolta a Gialo. Lepisma Wasmanni Moniez. Alcune femmine e un maschio giovane di Cufra, Sebka. 294 F. SILVESTRI Thermobia aegyptiaca (Lucas) Cufra - El Talab - Un esemplare. Genus Hyperlepisma nov. (Fig. I - IV) Corpus elongato-ellipticum, postice quam antice parum angu- stius, dorso convexiusculo, squamis et setis instructum. Fig. LI Hyperlepisma Patrizii: animalculi totius circumlitio (am- pliata). Caput manifestum oculis sat magnis, antennis elongatis, vertice et frontis pars postica squamis vestitis, frontis pars antica setarum robustarum nuda- rum, apice inciso, acervis duobus sub- medianis instructa, quorum setae late- rales internae breves ad mediam frontem vergentes et gradatim longiores ocu- lorum libellam externam superantes, capitis lateribus usque ad oculorum marginem superum setis robustis bre- vibus numerosis etiam instructis; labrum transverse subrectangulare angulis an- ticis rotundatis, superficie setis pernu- merosis brevioribus clypeo similiter, instructa; mandibulae stipite longo robusto superficie externa setis ejsdem frontis similibus, apice 3-dentato; ma- xillae primi paris stipite setis nonnullis robustis brevibus, lacinia 3-dentata dente proximali minori, margine in- terno proximali setis brevibus robustis apice inciso et pectine subapicali setis 7, galea papillis apicalibus minimis dua- bus et superficie distali setis paucis brevioribus attenuatis, superficie cetera externa setis numerosis brevioribus, robustis instructa, palpis 5-articulatis; labium submento latiore margine postico late sinuoso, antice recte truncato, superficie mediana antica setis numerosis robustis, mento diviso setis numerosis brevibus robustis instructo, lobis externis quam internis parum brevioribus et ali- SPEDIZIONE A CUFRA 295 quantum latioribus, palpis 3-articulatis superficie supera praeapicali papillis latiusculis 5 aucta. INDIE i OG — i] VIS) I | Fig. II Hyperlepisma Patrizii: 1. caput et pronotum prona; 2. caput subtus (usque ad mandibulas inclusas) inspectum; 3. anten- nae dexterae pars proximalis prona; 4. articulus decimus octavus (praecedentis eadem amplitudine); 5 ejusdem articuli articulini tres submediani magis ampliati; 6. ejusdem antennae pars apicalis (in 296 F. SILVESTRI exemplo typico sistens) figurae praecedentis eadem amplitudine; 7. mandibula dextera ex latere supero inspecta; 8. ejusdem pars apicalis ex facie laterali externa inspecta (magis ampliata); 9. maxilla primi paris; 10. labium; 11. ejusdem pars antica magis ampliata. Thorax quam abdomen brevior pronoto transverse subrectan- gulari quam mesonotum aliquantum breviore et parum angustiore, meso-et metanoto subaequalibus, pronoti parte antica setis per- numerosis brevioribus robustis obsessa, cetera superficie setarum pectinibus lateralibus quatuor et duabus (laterali et sublaterali) posticis instructa; mesonotum setarum pectinibus lateralibus 8 et duobus (laterali et sublaterali) posticis; metanotum mesonoto simile. | ao 400 Cae a Ù Mil, | | ZAR Fig. Ul. Hyperlepisma Patrizii: 1. pronoti pars lateralis (ampliata); 2. ejusdem margo lateralis cum setarum pectine quarto SPEDIZIONE A CUFRA 297 (magis ampliatus); 3. ejusdem squama subpostica submediana; 4. pes paris tertii; 3. ejusdem tibiae apex magis ampliatus; 6. tarsi apex et praetarsus (magis ampliati); 7. urotergiti tertii dimidia pars; 8. urotergitum decimum; 9. ejusdem marginis lateralis particula magis ampliata; 10. urosternum quintum; 11. cerci mediani pars proximalis prona; 12. ejusdem pars apicalis; 13. cercus lateralis laevus pronus. Sterna: praesterni pars mediana triangulari parva, setigera, mesosterni pars mediana triangulari sat magna postice setigera, metasterni parte mediana majore subsemiovali, postice setigera. Pedes sat longi robusti, persetosi articulis a primo ad par tertium gradatim longioribus, primi paris coxis subtus setarum pectinibus latis tribus, secundi et tertii paris pectine uno, femo- ribus serie infera setarum inaequalium, robustarum, sat longarum c. 8-10, tibiis marginibus et facie infera setis numerosis robustis longis et brevibus integris, nec non processu triangulari apicali, (calcare) externo breviore setis nonnullis brevissimis robustis instructo, tarsis 4-articulatis articulo primo quam ceteri singuli longiore, setis nonnullis robustis auctis, praetarsis unguibus duobus simplicibus instructis, quorum inferus quam superus ali- quantum longior et robustior est. Abdomen. Tergita primum ad octavum inclusum setarum pectinibus posticis 3 + 3, tergitum nonum brevius setarum pec- tinibus nullis, tergitum decimum breve, subsemiovale setarum pectinibus 5 + 5, quorum tertium et quartum setis 2-3, quintum subposticum setis 6. Urosternum primum setarum pectine postico mediano, uro- sterna 2-7 setarum pectine sublaterali et pectine latiore mediano instructis: subcoxis segmentorum octavi et noni etiam setarum pectinibus instructis. Stilorum par unum (segmenti noni). Ovipositor attenuatus brevis. Cerci pluriarticulati, attenuati, setosi, laterales breves quam medianus breviores. Mas ignotus. Typus: Hyperlepisma Patrizii sp. n. Observatio. Genus hoc ad Thermobia proximun est, sed uroter- gitis a primo setarum pectinibus 3+3, pedibus armatura, cercorum brevitate distinctissimum est. 298 F. SILVESTRI Hyperlepisma Patrizii sp. n. © Corpus (in alcool) isabellinum, squamis magnis creberrime striatis, forma variabili, urotergitorum medianis posticis u 130 X 160. Antennae reversae thoracis marginem posticum subattingentes, — setis et sensillis vide fig. II, 8 — 6; palpus maxillaris articulo primo brevi, articulis secundo et tertio inter sese subaequalibus, quarto quam tertius parum breviore, quinto longitudine quarto subaequali; palpi labiales articulo ultimo praecedenti longitudine subaequali sed latiore, paullum latiore quam longiore. Fig. IV. Hyperlepisma Patrizii: 1. urosterna septimum ad nonum cum ovopositore; 2. subcoxa segmenti noni cum stilo. Subcoxae segmenti octavi parvae, postice late rotundatae, setarum 5 — 6 pectine postico instructae, subcoxae segmenti noni parte interna triangulari apice stilorum dimidiam longitudinem parum superante, setarum pectine laterali externo submediano et setis numerosis. pluriseriatis ad stilorum libellam instructae; stili breves setis subti- libus sat numerosis et setis robustis 5 — 6 instructi. Characteres ceteri vide generis descriptionem et figuras I-IV. Mi SPEDIZIONE A CUFRA lat SLES CART VASTI tae ad cert aN hoi ci he ~~. SONIA RM Oe any 299 Long. corporis mm. 9.8, lat. thoracis 3,2, long. antennarum 4, 6, pedum paris tertii 6, 5, cercorum lateralium 1.30, cerci mediani 3, Habitat. Gialo (exemplum typicum tantum vidi). Species haec clar. Marchioni Saverio Patrizi dicata est. e Esemplari di Agedabia e di Cufra. Ctenolepisma albida Esch. Un maschio raccolto a El Agheila. Ctenolepisma ciliata (Duf.) Un esemplare di Agedabia. Ctenolepisma Michaelseni Esch. Pochi esemplari di Gialo, Agedabia e Sahabi. Ctenolepisma Confalonierii sp. n. (Fig. V-VI). © Corpus oculis convexis sat magnis, antennis reversis abdominis segmentum ter- tium superantibus, articulis c. 80, quinto articulinis duobus, ceteris a nono gradatim articulinis magis numerosis compositis ita ut articuli partis distalis articulini 7 sint, arti- culino singulo setis brevibus transverse uni- seriatis et sensillis ut fig. VI, 1—3; demonstrant; palpi maxillares 5 — articulati tenues, palpi labiales articulo ultimo quam praecedens aliquantum longiore et latiore, subovali. Ctenolepisma longicaudata Esch. Fig. V. Ctenolepisma Confalonierii: ani- malculi totius circum- litio (ampliata). Thorax quam caput parum latior, lateribus subparallelis, quam abdomen c. dimidio brevior; tergita thoracica subaequalia setarum pectinibus lateralibus 5 — 6 et pectinibus posticis sublateralibus 1+1, sternorum pars mediana elongata subtriangularis setarum pectinibus Min 300 F. SILVESTRI subposticis instructa, metasterni parte mediana c. 2/9 ad basim latiore quam longiore setarum pectinibus posticis duobus et setis aliis nonnullis instructa. PIE a WY DONE PL e I I O DR OI ee Fig. VI. Ctenolepisma Confalonierii: 1. antennae dexterae pars proximalis; 2. ejusdem antennae articulus decimus secundus; 3. ejusdem antennae articulus penultimus; 4. palpus maxillaris; 5. palpus labialis; 6. pes paris tertii; 7. mesonoti squama subpostica submediana; 8. metasterni pars mediana; 9. ejusdem particula postica lateralis magis ampliata; 10. urotergiti quinti dimidia pars; 11. uro- tergitum decimum; 12. urosterna septimun ad nonum cum oviposi- tore et stilis. Pedes setis spiniformibus spinulosis nonnullis per femoris margi- nem internum et ad ejusdem marginem apicalem externum, tibia setis similibus tribus internis, tribus inferis externis, duabus inferis apicalibus et calcare triangulari setoso instructa. Tene eres SPEDIZIONE A CUFRA 301 Abdomen parte postica paullum attenuata, tergitis 2 — 6 setarum pectinibus posticis 3 + 3, tergitis 7 -—8 pectinibus 2 + 2, urotergitum decimum aliquantum, ad basim, latius quam longius, postice late rotundatum haud sinuatum et setarum pectinibus posticis latera- libus 1+ 1 instructum. Urosterna 2 — 7 setarum pectinibus 1 + 1 (sublaterali), pectine mediano nullo, subcoxis segmenti octavi postice late rotundatis et setarum pectine postico instructis; subcoxis segmenti noni parte interna stilorum dimidiam longitudinem parum superante, angustata acuta, setarum pectinibus destituta, parte externa brevi, acuta; stili tantum segmenti noni sistentes et subcoxarum partis internae apicem aliquantum superantes. Ovipositor tenuis, pseudoarticulatus, setis brevissimis subtilioribus instructus, subcoxarum partis internae apicem tractu mm. 0,65 longo superans. Cerci in exemplo typico haud bene asservati, tantum cercus lateralis dexter integer vel subinteger apparet, quam corpus c. dimidio brevior, gradatim attenuatus setis et sensillis consuetis. Mas ignotus. Long. corporis mm. 8, lat. thoracis 1,8, long. antennarum 5, pedum paris tertii 4,5, cercorum lateralium 4,5. Habitat. Exemplum typicum tantum vidi per itiner inter Agedabia et Gialo lectum. Observatio. Species haec Carolo Confalonieri dicata, ad Ct. Michaelseni Esch. perproxima est, sed urosternorum setarum pectine mediano nullo et subcoxarum segmenti noni parte interna etiam setarum pectine destituta facile distinguenda est. SPEDIZIONE SCIENTIFICA ALL’OASI DI CUPRA (marzo - LUGLIO 1931) OLIGOCHETI PER IL DoTToR IGINIO SCIACCHITANO Il Prof. Gestro Direttore del Museo Civico di Genova mi ha inviato cortesemente in esame i pochi oligocheti raccolti nelle oasi di Cufra e di Augila e di ciò io lo ringrazio sentitamente. Il materiale, per quanto scarso, presenta un notevole interesse poichè si tratta di reperti nuovi e per la Cirenaica e per l'Africa. OASI DI AUGILA Sette esemplari di oligocheti sono stati raccolti nei giorni 16-19 aprile del 1931. Essi appartengono al genere Hophila. Questo fatto è interessante poichè la distribuzione di questo genere era sinora secondo Stephenson (4) la seguente: Turkestan, Caucaso, Transcaucasia, Palestina, Siria, Nord-India, Europa. Resta così provato che detto genere non si trova solo in Europa ed in Asia, ma anche in Africa. I miei esemplari non appartengono a nessuna delle 37 specie sinora descritte per questo genere, secondo Michaelsen (3). Descrivo in breve la nuova specie alla quale appartengono i sette esemplari da n me osservati. EKophila augilensis n. sp. Lunghezza, in alcool: 47-60 mm. Diametro : 4-5 mm. Numero dei segmenti: 88-100. Forma: cilindrica, conica alle due estremità ; i segmenti 5-8 SPEDIZIONE A CUFRA © 303 sono bianulati; i segmenti 9-12 trianulati, i segmenti 13-15 bia- nulati, quelli postclitelliali semplici. Capo epibolico, il prostomio incide il primo segmento per circa 1/3. Colore, in alcool: superiormente bruno-scuro ; con prevalenza di giallo nella parte dorsale dei segmenti postelitelliali. — Setole strettamente geminate per tutta la lunghezza del corpo, didfl=#S circonferenza, circa, aa — be, ab =ed. Primo poro dorsale all’ intersegmento 11/12. Il clitello, a forma di sella, si estende sopra i segmenti 26-33 (25-34) (7-9); i solchi intersegmentali non sono ben visibili. | I tubercula pubertatis costituiscono un'unica striscia lungo i segmenti 80-32. Le aperture maschili sono al 15° segmento, formano due atrii rigonfi che si estendono sui due segmenti adiacenti. Cuori pulsanti in sei paia nei segmenti 6-11. Le aperture delle spermateche non sono visibili. La posizione del clitello distingue nettamente questa specie da tutte le altre del genere Eophila. II. OASI DI CUFRA Un oligochete è stato. raccolto nelle pozze d’acqua dolce il 29 Maggio 1931. Questo esemplare manca di clitello e di twbercula pubertatis. E forse da ascrivere al genere Bimastus, ma si tratta di un” esemplare non facilmente determinabile. II. Credo opportuno ora riassumere quanto si sa finora sulla distribuzione geografica degli oligocheti nelle nostre colonie mediterranee. Michaelsen (2) segnalava l’ Allolobophora caliginosa (Sav.) f. trapezoides (Ant. Dug.) per il Nord-Africa (dall’Egitto al Marocco), e quindi era da presumere che questa specie si sarebbe 304. I. SCIACCHITANO trovata in Tripolitania. Difatti Baldasseroni (1) la segnalò poi per la Tripolitania in uno con altre tre specie di oligocheti e cioè: 1. Gordiodrilus pampaninii Bald. — 2. Eiseniella tetraedra (Sav.) f. typica. 3. Hisenica rosea (Sav.). 4. Allolobophora caliginosa (Sav.) f. A (Ant. Digi. In totale sono quattro le specie di oligocheti trovati sinora in - > Tripolitania. Nessun oligochete era stato segnalato ancora per la Cirenaica ed io inizio la serie con una specie nuova, appartenente ad un genere nuovo per l’Africa. 1. Eophila augilensis n. sp. Modena, 27 febbraio 1932 - X. (Istituto di Zoologia e di Anatomia comparata della R. Università). BIBLIOGRAFIA BALDASSERONI V.- Lombrichi della Tripolitania. Mon. Zool.It. Vol. 24,1913. MICHAELSEN W. - Die Olzgochaeta in Das Tierreiche. 10 Lief. 1900. » — Oligochaeta in Kiikenthal. Hand. d. Zool. Bd. II, 1928. STEPHENSON J. — The Oligochaeta. Oxford, 1930. SPEDIZIONE SCIENTIFICA ALL’ OASI DI CUFRA (Marzo - LUGLIO 1931) GORDII PER IL DorT. IGINIO SCIACCHITANO Il Prof. Gestro Direttore del Museo Civico di Genova mi ha inviato gentilmente in esame un gordio parassita di un Erinaceus aethiopicus Ehrenb., catturato a Gialo nell’aprile 1931. Si tratta di una specie nuova che è anche nuova per l'ospite poichè non mi risulta che in nessun insettivoro si siano trovati sinora dei gordii. Descrivo in breve la nuova specie: Gordius gialensis n. sp. Un maschio lungo 57 mm. e largo circa 1 mm. L’ animale è bruno chiaro, la parte anteriore del corpo è biancastra, non vi è nessun collare nero, lungo tutto il corpo, si hanno numerose striscie longitudinali scure. I lobi posteriori e la lama postcloacale sono biancastri. L’ estremità anteriore del corpo è un po’ assottigliata. I lobi dell’ estremità posteriore sono molto corti. La lama posteloacale ha una forma di mezzaluna, ma con i due corni molto ravvicinati tra loro ed è abbastanza sviluppata. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LV (28 Aprile 1932). 20 ti i agio EER PE RO eee 306 I. SCIACCHITANO: Lo strato cuticolare esterno si presenta con molte piccole for- mazioni rifrangenti (vedi figura). Questo gordio è il primo che viene i per le nostre colonie mediterranee. Il genere Gordius sinora era SR in Africa in una sola specie: Gordius meruanus Cam. trovata nell’ Africa orien- tale tedesca (Vedi Camerano L. — Wiss. Ergeb. d. Schwed. Zool. Exp. dem Kilimandjaro ecc. 22. Vermes / 4 / Gordiidae Stockholm. 1910). Modena, 27 febbraio 1932 - X (Istituto di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università). SPEDIZIONE SCIENTIFICA ALL’OASI DI CUFRA (marzo - LUGLIO 1931) ANFIPODI PER ANITA VECCHI Gli Anfipodi che formano oggetto della presente nota, furono raccolti dalla spedizione diretta dal Marchese Saverio Patrizi coadiu- vato dal preparatore sig. Confalonieri, durante il viaggio di andata all’oasi di Cufra e precisamente a Bengasi (Giuliana), nell’oasi di Gialo ed in quella di Augila e, durante il viaggio di ritorno, ad El Agheila. ]. Orchestia gammarella Pallas El Agheila; 2 9g non adulti, luglio 1931. Questa specie la cui distribuzione geografica si estende sulla maggioranza delle coste dell'Europa tanto dell'Atlantico quanto del Mediterraneo, è nota anche per l’Africa settentrionale dal Marocco fino alla Tunisia, nonchè in Sicilia. L'attuale reperto Vestende in maniera notevole verso Oriente al di là del deserto Sirtico. Inoltre appartengono alla medesima specie alcuni esemplari (una femmina ed alcuni maschi giovani) raccolti dal prof. Zavattari a Murzuk nel Fezzan e da me in questi giorni determinati. L’0. gammarella è caratterizzata, fra l’altro, dalla particolare forma del propode nel gnatopode 2.° dei maschi, il quale ha il mar- gine palmare non molto obliquo e nettamente convesso ed il dattilo regolarmente ricurvo. Il 3.° paio di pereiopodi è maggiore del 4.°; il telson, largo quanto lungo, è appena inciso distalmente. Nei maschi adulti il 7.° paio di pereiopodi presenta l’articolo carpale notevolmente espanso. Gli esemplari da me studiati, pur corrispondendo negli altri caratteri all’O. gammarella, non hanno la suaccennata espansione 308 A. VECCHI del carpo; è perciò che li ho considerati giovani di questa specie, tanto più che la loro maggior lunghezza è risultata di mm. 11-12 in confronto ai 18 mm. attribuiti ai maschi adulti della tipica 0. gammarella. È interessante inoltre notare che gli uropodi del primo paio, nelle forme esaminate, presentano un solo ramo lateral- mente spinescente, mentre nella forma tipica lo sono ambedue. Se questo carattere studiato in molti esemplari adulti dovesse risultare costante potrebbe, a mio avviso, essere valido per separare almeno una forma distinta dall’O. gammarella degli Autori. 2. Orchestia mediterranea magnifica (Vecchi) O. magnifica Vecchi - Boll. Zool. Anno 2.° N. 2, 1931. Oasi di Gialo (38 esemplari di ambo i sessi, adulti e giovani) aprile 1931; Bengasi (Giuliana) 4 970° e 4 LL adulte, marzo 1931; oasi di AUDIO, ld gio- vane, aprile 1931. L’Orchestia: mediterranea Costa presenta i seguenti caratteri principali nel maschio adulto: «propode dei gnatopodi secondi subpiriforme a margine palmare molto obliquo, sinuoso, con un dente prossimale rotondeggiante, dattilo lungo sinuoso . . . . . ; pereio- pode 7.° coll’articolo merale subtriangolare, molto largo al margine distale, carpo molto meno lungo che largo..... ; telson non inciso al margine distale Lunghezza mm. 17» (Chevreux e Fage). Nell’ 0. mediterranea come nelle attini 0. gammarella Pallas, O. montagui Audouin, esiste una notevole variabilità nel grado di espansione dell’articolo merale e carpale del 7.° paio di pereio- podi. Gli esemplari giovani presentano questi due articoli. quasi diritti, mentre la loro espansione in senso trasversale aumenta coll’età. In base ad un solo esemplare maschio raccolto dal prof. Zavattari all’Oasi di Gialo, istituivo una specie nuova: 0. magnifica diversa dall’ 0. mediterranea Costa, per la mancanza della accentuatissima sinuosità del margine palmare nel gnatopode 2.°, per il telson inciso distalmente, per la forma dell’articolo carpale del 7.° paio di pereiopodi, il quale, pure essendo espanso, si presenta più lungo che largo. Ora i numerosi esemplari raccolti a Gialo e a Bengasi (Giuliana) mi hanno condotto a modificare la precedente deter- minazione. La maggior lunghezza del carpo del 7.° paio di pereiopodi, in confronto alla larghezza, è risultata conseguente all’accrescimento SA I E È SPEDIZIONE A CUFRA 309 non ultimato. In esemplari di grandezza crescente, lunghi cioé 15-18-20 mm., tale proporzione varia gradatamente, mantenendosi pero la lunghezza maggiore della larghezza, ma in un esemplare di mm. 22 il carpo risulta un poco piu largo che lungo. Analogamente, coll’età o più precisamente col numero delle mute, varia, sia pure impercettibilmente, la forma del propode del gnatopode 2.°, il quale presenta la sinuosità caratteristica soltanto ad accrescimento ultimato. Nella descrizione dell'O. mediterranea fatta da varii Autori si nota una discordanza nel numero degli articoli attribuiti al flagello delle seconde antenne: Chevreux e Fage indicano per il maschio 29 articoli, mentre lo Stebbing, pure per il maschio ne indica 20. Negli esemplari raccolti in Cirenaica il numero degli articoli va da 20 a 25 negli esemplari maggiori; tale variabilità può, ritengo, rientrare in quella riscontrata per lO. mediterraneu. Tenendo conto dei fatti ora considerati, l’Orchestia di Cirenaica differisce da O. mediterranea Costa, unicamente per la forma del telson. Quest'ultima specie ha il telson non distalmente inciso, come risulta dalle descrizioni degli Autori e come ho potuto osservare in esemplari raccolti in Algeria e gentilmente comunica- timi in esame dal Muséum d’ Histoire Naturelle di Parigi. Negli esemplari raccolti in Cirenaica, tanto femmine che maschi, adulti e giovani, il telson è invece nettamente inciso medialmente nel margine distale. Credo pertanto che l’0. mediterranea possa essere distinta in due forme, l’una a telson integro (0. mediterranea mediterranea) l’altra a telson medialmente inciso (0. mediterranea magnifica). A quest’ultima forma appartengono gli esemplari raccolti in Cirenaica; tuttavia non si tratta di una razza localizzata a questa provincia dell’Africa settentrionale, perchè anche esemplari di Siracusa appartengono ad 0. mediterranea magnifica. Pubblicazioni citate : Cuevreux Ed. Face L. - Amphipodes. Faune de France. Paris 1925. StesginG T. R.Q. - Amphipoda. I Gammaridea. Das Tierreich. Berlin 1906. Vecchi A. - Anfipodi di Cirenaica raccolti dal prof. E. Zavattari. Boll. di Zool. Anno II. N.° 2-1931. SPEDIZIONE SCIENTIF ICA ALL’ OASI DI CUFRA (MARZO-LUGLIO 1931) OSTRACODI PER L. MASI Durante il viaggio di esplorazione dell’oasi di Cufra furono raccolte dal March. Saverio Patrizi e dal Sig. Carlo Confalonieri quattro specie di Ostracodi, appartenenti alla famiglia Cypridae. Due di esse sono particolarmente interessanti, poiché una, che sarà descritta qui appresso col nome di Cyprinotus sobrinus, è specie nuova; l’altra è una Strandesia, già descritta da me nel 1905 su esemplari che provenivano dal. Lago di Fondi (presso la riva del Lazio meridionale), poi non più ritrovata e messa da G. W. Muller fra le specie incerte del genere. Delle altre due Cypridae raccolte, la Cypretta Seurati Gauthier era nota finora soltanto per l'Algeria meridionale, mentre la Herpetocypris Chevreuxi è specie diffusa dall’Africa settentrionale al Capo di Buona Speranza, e secondo Sars avrebbe un’area di distribuzione anche più vasta. Cyprinotus sobrinus sp. n. Di questa nuova specie ho veduto parecchi esemplari, tutti femmine, provenienti da pozze di acqua dolce del Lago di Buema (Oasi di Cufra) dove furono raccolti dal Sig. Confalonieri. Diagnosis — 9. Testa altitudine circiter 3/, longitudinis, dorso obtusissime angulato rotundato, latere ventrali recto, parte dimidia inferiore marginis posterioris lenissime . convexo-prominula; superne visa diametro transverso ad 3/, longitudinis, parte !/, anteriore angulum acutum fin- SPEDIZIONE A CUFRA 311 gente, parte 1/, posteriore non late rotundata. Valva dextra denticulis in parte dimidia ‘inferiore marginis anterioris itemque in parte '/, anteriore et in dimidia posteriore marginis ventralis instructa. Valva sinistra vin quam dextra major, hanc tamen etiam in sutura dorsali ali- quantum superans. Palpus maxillaris articulo secundo bis longiore quam latiore. Pedes primi paris seta articuli secundi -apicem tertii, seta articuli tertii apicem quarti attingente. Rami furcales dorso in parte dimidia postica crasse limbato et omnino glabro, seta dorsali unguem eiusdem lateris aequante, ventrali fere 1/, unguis majoris attingente. Long. 0,95 mm. La maggiore altezza del guscio, uguale a *"/,,, del diametro longitudinale, si trova alla metà della lunghezza; il margine dorsale forma un angolo assai ottuso ed arrotondato; nel !/, anteriore e nel !/, posteriore l'altezza è in media /, dell’al- tezza massima, tuttavia la parte anteriore delle valve è un poco più alta della posteriore. Il lato ventrale è quasi dritto. Il mar- gine dorsale e quello posteriore si uniscono formando un angolo molto ottuso e arrotondato; la metà dorsale del margine poste- riore è quasi rettilinea, la ventrale leggermente convessa, e la distinzione di queste due porzioni è più marcata nella valva sinistra. Questa è alquanto più grande della destra, superandone il margine nel lato dorsale, nell’anteriore e nella metà ventrale del posteriore. Nella valva destra il margine ventrale è ripiegato per un breve tratto verso il mezzo, e innanzi a tale piega si nota una leggerissima convessità; nella valva sinistra la piega è più estesa, occupando la metà della lunghezza. I dentelli sono situati nella valva destra immediatamente vicino al margine e sì vedono spor- gere nella metà inferiore del margine anteriore, nel !/, anteriore e nella metà posteriore di quello ventrale; in quest’ultima parte sono in numero di 14 o 15. Lungo tutto il margine libero della valva destra, al limite interno della zona di fusione, si vede una serie di piccole cavità sferiche, allineate a distanza uguale |’ una dall’ altra. La disposizione dell’orlo interno è uguale nelle due valve: in corrispondenza al margine anteriore esso dista il doppio che dal margine posteriore. Nella valva sinistra lo spazio fra il 312 L. MASI margine anteriore e l’orlo interno è diviso da una linea arcuata, che sembra una listerella d’ispessimento e che occupa solo ?/, dell’altezza del guscio. La fascia jalina nella valva sinistra sporge molto in tutto il margine anteriore; sul margine ventrale appa- risce molto ristretta e manca nel !/, medio; sporge dalla metà inferiore del margine posteriore, poi prosegue in alto divenendo interna. La fascia jalina della valva destra sporge solo da tutto il margine anteriore e dalla prima metà di quello ventrale: in corrispondenza alla ripiegatura ventrale del margine diviene interna e poi si continua seguendo l’orlo interno nella seconda metà della valva. Lungo il margine anteriore della valva sinistra e nella prima metà di quello ventrale, sono ben distinti i pori- canali, alternativamente lunghi o corti secondo la posizione delle rispettive setole. Nella seconda metà del margine ventrale la zona di fusione ha soltanto canali lunghi. Il guscio veduto dal di sopra si presenta ellittico, con la mag- giore larghezza nel mezzo, e questa uguale a */, della lunghezza, l’ estremità posteriore leggermente arrotondata, l'anteriore acuta e con una depressione quasi insensibile della valva destra poco prima del margine: la quale depressione non si osserva nella valva opposta. La lunghezza varia da 0,90 a 0,95 mm. Nel primo paio di antenne le setole natatorie oltrepassano |’ ul- timo articolo per un tratto uguale alla lunghezza dell'antenna. La più lunga delle setole della parte inferiore del 5.° articolo è liscia e supera l'estremità del 7.° per un tratto uguale agli ultimi 3!/, articoli. Le setole natatorie del secondo paio di antenne oltrepassano di poco l’apice delle unghie e sono fornite di poche barbe; la prima di esse supera alquanto la metà del penultimo articolo. La setola grande dell’ ectopodite è uguale in lunghezza al lato anteriore del 3.° articolo dell'antenna. In questo, fra |’ inserzione della setola sensitiva e |’ angolo distale si osservano cinque peli corti, rigidi, simili a piccolissime spine ; la setola sensitiva misura i ?/, della distanza tra la sua inserzione e |’ angolo distale; la setola di questo angolo arriva quasi all’ estremità del 5.° articolo ed è fornita di barbe cortissime. L’ ultimo articolo è due volte più lungo che largo e la sua unghia minore è assai sottile e de- bole; la proporzione della lunghezza delle due unghie, della setola SPEDIZIONE A CUFRA 313 sensitiva e della setola semplice è, in un esemplare, come 54: DO sit? 19: Nella mandibola il primo dente ha due cuspidi, gli altri sono tricuspidati. Le setole lunghe del palpo superano la meta delle Fig. I. Cyprinotus sobrinus n. sp. Q: a) valva sinistra (vista dall’ interno) — b) porzione marginale anteriore della stessa — c) porzione del margine anteriore della valva destra — d) palpo e terza apofisi mascellare — e) guscio veduto dal di sopra — /) zampa del primo paio — g) denti mascellari — h) ramo della forcina. — ‘Figure a diverso ingrandimento). unghie terminali: due di esse nel lato inferiore del secondo arti- colo sono lungamente pennate, e così pure le quattro setole inferiori dell’ articolo seguente. Le unghie sono lunghe il triplo dell’ articolo apicale. (> Mi Aia Digi VE ASSI ea an SG SS i 314 L. MASI I due denti della mascella sono forniti di dentelli sottili ed acuti, alcuni dei quali leggermente ricurvi. Il secondo articolo del palpo è circa due volte più lungo che largo; le sue unghie più grandi non superano il doppio della lunghezza dell’articolo, ma oltrepassano |’ estremità di quelle della terza apofisi. Nel piedemascella la setola dell’ estremità posteriore è poco più corta del palpo e non fornita di barbe; le altre due setole adiacenti arrivano quasi alla metà della setola più grande. Il primo paio di zampe presenta sul lato anteriore del secondo articolo cinque gruppi formati da due o tre peli soltanto, relati vamente assai lunghi, mentre sul lato posteriore si vedono solo quattro setole rigide e aguzze. Il 3.° articolo ha due setole brevi sul lato posteriore ed una sul lato anteriore al di sopra della se- tola dell’ angolo distale. La setola grande del 2.° articolo arriva all'estremità del 3.°, quella del 3.° all’estremità del 4.°; la setola del 4.° articolo è poco più corta delle due precedenti ed è accom- pagnata da un’altra brevissima. Tali setole non sono pennate. L’unghia, ripiegata in alto, supera di poco il margine distale del 2.° articolo, occupandone circa 1/, della lunghezza. Il secondo paio di zampe ha la setola del penultimo articolo spinulosa e poco più corta di quella dell’ articolo terminale. Nei rami della forcina i margini divengono paralleli dopo i ?/, e la loro distanza è '/,,, della lunghezza; la setola dorsale, piegata più o meno, e per due volte, ad angolo, è quasi uguale in lunghezza all’unghia più piccola, e minutamente spinulosa, ma apparentemente liscia ; il margine dorsale, in tutta la seconda metà dell'intervallo fra la base del ramo e la setola, si presenta ispessito e completamente glabro. Le unghie sono fornite di den- telli sottilissimi; quella dorsale misura 3'/,00, quella ventrale 4/,00 della lunghezza dei rami. La loro distanza alla base è la metà della distanza fra l’ unghia minore e la setola del lato dorsale. La setola ventrale è circa !/, dell’ unghia più grande (in un esemplare è nella proporzione di 16:42 in un ramo, di 17:44 nell’ altro, mentre ambedue i rami sono = 100). Le uova più grandi misurano mm. 0,13. Questo Cyprinotus per la forma che presenta il guscio tanto di profilo quanto dal di sopra, somiglia al Cyprinotus eaiguus del Gauthier, trovato nell’ Algeria, nella Tunisia e nel Marocco; però se ne distingue facilmente nel profilo per la parte infero- SPEDIZIONE A CUFRA 315 posteriore delle valve meno arrotondata, ed inoltre pel secondo articolo del palpo mascellare, che è assai più lungo che largo, non un poco più largo che lungo; pel minore sviluppo delle grandi setole inserite negli angoli distali anteriori del primo paio di zampe; per la setola dorsale della forcina fornita di barbe ridottissime e per la setola ventrale un poco più lunga. Un'altra specie alla quale somiglia molto nella forma delle valve e ‘nella disposizione dell’orlo interno, è il Cyprinotus Giesbrechti Mull., descritto dell’isola Aldabra; ne differisce per i dentelli situati sulla valva destra invece che sulla sinistra, e non limitati alla metà posteriore del margine ventrale; inoltre per la forma del guscio veduto dal di sopra e per le setole dei rami della forcina evidentemente più lunghe. Dal Cyprinotus congener di Vavra, specie dell’Africa orien- tale, si distingue pel guscio proporzionatamente più alto, non dritto nella parte media dorsale, meno largo se visto dal di sopra e meno arrotondato nella parte posteriore; differisce anche per i rami della forcina più snelli, col margine dorsale glabro. Dal Cyprinotus symmetricus Mill., altra specie di Aldabra, si distingue per avere ambedue le valve col dorso piegato ad angolo, e non soltanto la valva sinistra; per la forcina con la setola dorsale lunga circa quanto l’unghia dello stesso lato, non la metà più corta, per la setola ventrale estesa circa ad !/, del- l'unghia più grande e non uguale ed !/, di essa e col margine dorsale glabro. Strandesia Vinciguerrae (Masi) Cypris Vinciguerrae, Masi, Monit. Zool. Ital., XVI, 1905, p. 241-243. Insieme con gli esemplari di Cypretta Seurati, provenienti dalle pozze di acqua dolce dell’oasi di El Giof, ho trovato due femmine di una Strandesia, che ritengo sia quella stessa che nel 1905 pubblicai col nome di Cypris Vinciguerrae. Gli esemplari dell’oasi mi danno occasione di riprendere adesso in esame i caratteri di detta specie e discutere della sua validità. G. W. Miller, nel Tierreich (vol. XXXI, 1912), trattando del genere Strandesia Stuhlman (= Cypricercus G. O. Sars) mise la Cypris Vinciguerrae fra le specie incerte, limitandosi _a citarla senza darne una diagnosi. In una lettera egli mi scrisse 316 L. MASI che riteneva che fosse sinonimo della Cypris Vavrai, da lui descritta nel 1898 ('). Però nella- descrizione che io avevo pub- blicata non marcavo di mettere in evidenza le differenze che mi risultavano confrontando tale descrizione del Miller. Ed ora tanto più le due specie mi risultano ben distinte. Anzitutto, non è senza importanza il fatto che la Strandesia Vavrai. fu trovata nel Madagascar, mentre gli esemplari della specie Vinciguerrae, che io esaminai la prima volta, erano stati trovati nell'intestino di alcune Atherina Rissoi comperate sul mercato di Roma, delle quali si dava per certo che provenis- sero dal Lago di Fondi, presso Terracina. La presenza di una Strandesia in questo piccolo lago del Lazio meridionale, che è piuttosto una palude con acqua leggermente salmastra, potrebbe anche essere stata accidentale, dovuta cioè al trasporto -per opera di uccelli migratori. Le altre specie congeneri sono state trovate oltre che nella regione etiopica, nella orientale e neotropica. La Strandesia Vavrai Mill. e la S. Vinciguerrae ditferiscono sopratutto nei caratteri del guscio e dei rami della forcina. Sfor- tunatamente, i pochi esemplari che io avevo potuto estrarre dalle Atherina, e che sarebbero ora necessari per un confronto minu- zioso con quelli di El Giof, sono andati perduti; nè mi é stato possi- bile di procurarmi nuovo materiale dal Lago di Fondi. I caratteri che indicherò qui appresso, a complemento della mia prima descri- zione, la quale non era accompagnata da figure, sono desunti dall'esame di uno degli individui africani. I due esemplari di El Giof misurano appena 1 mm. di lun- ghezza, mentre fra quelli del Lago di Fondi ne ho trovati di 1,2 mm. Uno di essi ha le seguenti proporzioni: lunghezza della valva sinistra mm. 0,94, altezza della stessa mm. 0,55, lunghezza deila valva destra mm. 0,91, altezza mm. 0,56. La maggiore altezza del guscio corrisponde al !/, anteriore (mentre nella specie Vavrai si trova poco più avanti della metà). Osservando dal di sopra, la forma è ellittica e la proporzione della larghezza alla lunghezza è del 35-60 °/,. Negli esemplari conservati in for- malina o in alcool, le valve, viste per trasparenza, appaiono leg- germente giallo-grigiastre, di colore simile a quello del celluloide. La valva sinistra non ha il margine ventrale uniformemente () Abh. Senckenb. Naturf. Ges., XXI, p. 226, tav. XVI, fig. 4-6. SPEDIZIONE A CUFRA 317 arcuato-convesso, come è nella S. Vavrai secondo la descrizione e la figura (tav. XVI, fig. 1) di Muller; il margine somiglia piuttosto a quello rappresentato nella figura della valva destra; é diritto nel !/, medio, appena leggermente rialzato nel !/, po- steriore, leggermente convesso nel tratto che rimane al di sotto Fig. II. Strandesia Vinciguerrae Q: a) valva destra (vista dall’ interno, con lV epatopancreas e l’ ovario) — 0) valva sinistra — c) porzione marginale anteriore della valva destra (veduta per trasparenza, schematica) — d) porzione marginale posteriore della stessa — e) porzione marginale ventrale della valva sinistra. — (Figure a e d, X 170, fig. c, d, e, X 500). delle mandibole. La porzione posteriore del margine dorsale è quasi rettilinea. La prima metà del lato ventrale ed il margine anteriore, visti con ingrandimento di circa 200 diam., appaiono minutamente crenulati. La porzione anteriore dell’ orlo interno della valva è notevolmente discosta dal margine come nella S. 318 L. MASI Vavrai, ma non a curvatura uniforme, essendo in gran parte dritta e disposta obliquamente. La valva destra, sebbene alquanto più corta della sinistra, è alquanto più alta; ha la parte media del margine anteriore molto sporgente, la parte anteriore del margine ventrale più convessa che nell’ altro lato; in tutto il margine libero è circondata da un lembo jalino, che sembra un vero lembo marginale, piuttosto che una fascia jalina («Saum»); inoltre non presenta alcuna parte del margine di aspetto crenulato ed ha |’ orlo interno non così discosto dalla parte anteriore del guscio come esso è nella valva sinistra. Nel primo paio di antenne il 3.° articolo è tre volte e mezza più lungo che largo, il 4.° lungo poco meno del doppio della sua, larghezza. Nel secondo paio di antenne la prima setola natatoria è lunga poco più della larghezza dell’ antenna a livello dell’ inserzione delle setole ; le unghie terminali sono fortemente ripiegate a poca distanza dalla loro estremità e terminano a punta aguzza; la setola sensitiva del 3.° articolo è uguale a circa la metà del lato posteriore di esso (5:11). La mandibola ha il primo dente bicuspidato, gli altri con tre cuspidi, delle quali l’ intermedia assai meno sporgente delle altre due e più piccola. Nelle due unghie grandi che si attaccano al- l’ apice del palpo, è bene evidente la distinzione fra la metà pros- simale più larga e la metà apicale più ristretta, che termina a punta aguzza. I denti mascellari, nell’ ultimo !/, della loro lunghezza, sono forniti di pochi dentelli (3 paia) sottili e ricurvi. Il palpo ha il 1.° articolo tre volte più lungo della sua larghezza media, il 2.° due volte più lungo che largo, approssimativamente lungo 1/, del primo articolo, e tagliato un po’ obliquamente all’ estremità, onde il lato posteriore risulta uguale a ?/; del lato anteriore. La grande setola all’ apice del palpo del piedemascella è pen- nata, uguale ad una volta e mezza la lunghezza del palpo e al doppio delle altre due setole apicali. Nel primo paio di zampe la setola del primo articolo del- l’endopodite misura poco più della lunghezza del secondo articolo, mentre la setola di questo è molto più grande, quasi uguale alla lunghezza complessiva del 2.° e 3.° articolo. SPEDIZIONE A CUFRA 319 Il secondo paio di zampe non presenta sul penultimo articolo le due spine indicate nella figura di Muller per la Strandesia Vavrai. a a Fig. III. Strandesia Vinciguerrae 9: a) articoli 2.-5. del primo paio di antenne — b) parte dell’ antenna del secondo paio — c) porzione terminale del palpo della mandibola — d) palpo e terza apofisi della mascella — e) estremità dei due denti mascellari, più ingrandita -- /) zampa del primo paio — g) ultimi due articoli del secondo paio di zampe — 7%) estremità dello stesso arto, più ingrandita — 7) ramo della forcina. — (Fig. a, d, X 500 circa; c, d, X 650; fig. 9g X 500; 7 X 200). La lunghezza dei rami della forcina in rapporto a quella del guscio è 7/.005 la curvatura ad S dei due rami è quasi insensi- bile, essendo anche meno marcata che nella Strandesia Vavrai. Mentre in quest’ultima i dentelli del margine dorsale formano quattro serie distinte ed occupano poco più della seconda metà ia di LT ee Te LA Par pt rn dà RA ey FP PULA, AN TITTI TNT LASER 320 L. MASI del margine, nella specie Vinciguerrae formano una serie con- tinua che si estende fin presso alla base della forcina: essi sono piccolissimi e difficilmente visibili anche con un ingrandimento di 600 diametri (ob. 7 Kor., oc. 5). L’unghia del lato ventrale, in uno degli esemplari di El Giof, misura 4’/,,, del lato corrispon- dente della forcina; quella dorsale ne misura 4°/,,, in un ramo, 37/54) nell’altro. Quest’unghia dorsale è quasi dritta e si assottiglia gradatamente dalla base verso l’apice, terminando con una setola. Ambedue le unghie sono finamente, ma distintamente, dentellate. La setola del lato ventrale non supera */, dell’unghia più grande, ma nella specie Vavrai ne raggiunge i */,. La setola del lato - dorsale è lunga il doppio della larghezza dei rami e non è for- nita di barbe, mentre nella figura della S. Vavrai essa è distintamente pennata. Il diametro delle uova mature varia da 0,13 a 0,14 mm. La porzione ascendente dell’ovario occupa circa !/, dello spazio fra l’epatopancreas ed il margine posteriore del guscio. Sars, in un lavoro pubblicato nel 1924 (Ann. South-Afr. Mus., XX, n. 2, p. 121) scrisse di avere veduta una specie di Cypricercus (=- Strandesia) proveniente dall’ Algeria. Non ho potuto trovare la descrizione o il nome di questa specie, che forse potrebbe essere la stessa che io ho denominata Strandesia Vinciguerrae. Quest ultima è forse affine alla S. Araepelini Mull. di Giava, nella quale i dentelli dei rami della forcina sono « sehr fein, schwer nachweisbar », però in tale specie le unghie della forcina non sono dentellate; e forse essa è anche affine alla S. taeniata Vavra, del Zanzibar. Herpetoecypris Chevreuxi (G. 0. Sars) Stenocypris Chevreuxî G. O. Sars, Archiv. Math. Naturvid., Kristiania, XVIII, n. 3, 1896, artic. 7, p. 3-22, tav. 1-2. ? — Herpetocypris Helenae G: \V. Miller, Deutsche Sidpolar-Exp. 1901- 1903, Bd. X, Zool. II, p. 169-171, 9 fig. Herpetocypris Chevreuxi G. O Sars, Ann. South - Afr. Mus., XX, 1924, p. 133-134, tav. III, fig. 18-22. Sebbene la descrizione originale della specie non manchi di notizie sui particolari morfologici e sia accompagnata da parec- chie figure, credo utile ridescrivere qui dettagliatamente questa Herpetucypris, mettendone in evidenza tutti quei caratteri che SPEDIZIONE A CUFRA 321 potranno interessare per un confronto accurato e minuzioso con altre specie congeneri. Le Herpetocypris richiedono una revisione, poichè alcune di esse sono state diagnosticate solo per caratteri minuti, e d’altra parte le osservazioni di Gauthier (!) su una Herpetocypris d Algeria e Tunisia fanno ritenere che vi possa essere una notevole variabilità in rapporto all'ambiente. Per la descrizione che segue, mi sono servito, oltre che degli esemplari, più o meno maturi, provenienti da El Hauaish e dall’oasi di El Giof, anche di due esemplari dell’ Algeria, che ebbi dal Sars. Nella esposizione dei caratteri seguirò punto per punto la descri- zione di un’altra specie, del Marocco, che sarà pubblicata in un altro mio lavoro sotto il nome di Herpetocypris Ghigii n. sp.; inoltre prenderò a confronto anche i caratteri della Herpeto- cypris intermedia Kauf. var. latialis, della quale pubblicai descrizione e figure nel 1909, nell’ Archivio Zoologico (?). Il guscio, visto di profilo, e dal lato destro, è più lungo che alto nella proporzione di 2:5, con la valva sinistra un poco più grande della destra; il margine dorsale è dritto e parallelo a quello ventrale, la porzione dorsale del margine posteriore è in- clinata di 45°. Gli esemplari dell’ oasi di El Giof variano da un minimo di mm. 1,4 ad un massimo di mm. 1,85. Secondo Sars la specie raggiunge 2,40 mm. Nella valva sinistra |’ altezza (tanto in corrispondenza all’ in- senatura ventrale quanto nella parte più alta del guscio) è *8/,,, della lunghezza, il margine dorsale si presenta appena legger- mente arcuato, la porzione dorsale del margine posteriore abba- stanza delimitata e dritta; la distanza massima dell’ orlo interno dal margine anteriore è circa la meta dell’ altezza del guscio, mentre nella parte posteriore tale orlo è poco discosto dalla fascia jalina ; alcune delle setole posteriori sono lunghe quasi il doppio delle anteriori. Lungo il margine libero è appena visibile un sot- tile lembo trasparente La valva destra è più corta della sinistra nella proporzione di 96:100 e la sua altezza uguaglia */,,, della lunghezza. La porzione dorsale del margine posteriore passa gradatamente nella inferiore e nel margine superiore. L'orlo interno dista ‘anterior- mente dal margine la metà dell’altezza del guscio; posterior- @) Bull. Soc. Hist. Nat. Afrique du Nord, 1928, n. 2, p. 69-73, fig. (2) Vol. III, fase. 4, p. 367-372, fig. 5-7. Ann. del Mus, Civ. di St. Nat., (Vol. LV) 28 Aprile 1932. 24 B22 L. MASI mente dista di uno spazio uguale a circa !/,. Il lembo marginale trasparente è visibile anche nella parte media del lato ventrale. Le setole posteriori più lunghe sono circa tre volte più sviluppate delle anteriori, quasi uguali alla lunghezza delle unghie del primo paio di zampe e un poco più lunghe delle unghie anteriori della forcina. Nel guscio Veduto dal di sopra la larghezza è 95/599 della lun- ghezza, la metà anteriore poco più ristretta della posteriore ; la larghezza massima corrisponde ai 8/,. Il colorito degli esemplari in alcool è du chiaro ; secondo Sars il colorito in vita è verde olivaceo. Nel primo paio di antenne la setola superiore del primo arti- © colo, fornita di barbe piuttosto lunghe, arriva all’ estremità del secondo, le due setole inferiori sono ben sviluppate ed uguagliano quasi la distanza fra la loro inserzione e |’ apice dell’ antenna ; la setola superiore del secondo articolo arriva solo alla metà del lato corrispondente. Il terzo articolo è due volte più lungo che largo e uguale al doppio del quarto. Le setole natatorie misurano circa due volte la lunghezza complessiva degli ultimi cinque ar- ticoli, superando la lunghezza totale dell’ antenna nella propor- zione di 100: 35; solo qualcuna di esse è fornita di poche barbe. Il penultimo articolo ha nella parte superiore una setola robusta, leggermente sinuosa, fornita, nella seconda metà, di una serie di barbe cortissime ; l’ ultimo presenta inferiormente una lunga setola ingrossata e trasformata in un aculeo poco più corto dell’ insieme degli articoli 4.° - 7.°. Nel secondo paio di antenne la setola del secondo articolo arriva quasi alla metà del quarto; la grande setola dell’ ectopodite — supera appena la linea di attacco delle setole natatorie; sul lato anteriore, al primo !/, della lunghezza, si trova un flabello di peli sottili; la grande setola dell’ angolo distale non supera il quarto articolo ed è molto larga alla base, ma si assottiglia gra- datamente e dopo il primo '/, è brevemente pennata; le setole natatorie, prive di barbe, arrivano alla metà delle unghie più grandi, eccetto la prima che raggiunge solo la metà del quarto articolo. In questo un fitto gruppo di peli precede le setole inse- rite alla metà del lato posteriore : tali setole si prolungano più o meno oltre |’ estremità dell’ antenna, ed una di esse è fornita di barbe corte, assai sottili, ed è distintamente più larga alla SPEDIZIONE A CUFRA 323 base, mentre quelle inserite alla meta del lato anteriore sono meno sviluppate e precedute da un gruppo di pochi peli disposti quasi in un flabello. Le unghie superano di poco la lunghezza del quarto articolo (47:41) ed uguagliano la distanza fra la base di esso e la metà dell’ ultimo. Questo è due volte più lungo che largo. I denti della mandibola sono policuspidati, il primo ha due sole punte, il secondo ne ha due o tre, il 3.°, 4.° e 5.° ne hanno tre, gradatamente più corte dall’esterno verso l’interno. Nel palpo il primo articolo è fornito di quattro setole, delle quali: due sono lunghe, pennate, gradatamente assottigliate verso l'apice, un’altra lunga, liscia, assottigliata dopo ?/, della lunghezza, un’altra corta e pure liscia, filiforme nel !/, distale. Il secondo articolo porta inferiormente quattro setole lunghe ed una corta, tutte con traccia di barbe, e superiormente tre setole liscie, una delle quali arriva all'estremità del palpo. Nel terzo articolo le setole del lato superiore raggiungono appena l’apice delle unghie; presso il lato distale se ne trovano tre inserite sulla stessa linea e di esse l’anteriore è notevolmente più larga e fornita di barbe corte. La mascella ha due denti muniti di dentelli lunghi. Sul lato anteriore del palpo si vedono tre piccole spine e presso il lato anteriore, a ‘/, della lunghezza, una piccola setola con traccia di barbe. Il secondo articolo ha il lato distale lungo quanto l’ante- riore ed alla base è largo solo 3/, del suo lato distale; su questo si attaccano tre unghie lunghe, due più corte e più sottili e una piccola setola con poche barbe. Nel piedemascella il palpo è ben sviluppato, con la porzione apicale lunga circa */, della basale e fornita di peli radi, ma lunghi, sul lato superiore: all'apice vi sono tre setole, delle quali due uguali in lunghezza alla seconda porzione del palpo, la mediana assai più sviluppata, uguale a circa il triplo delle due setole minori. Il primo paio di zampe, nel primo articolo dell’ endopodite, è fornito di peli lunghi e sottili, che sporgono nel lato anteriore in cinque e nel posteriore in quattro gruppi; altri due gruppi si ‘ trovano nel lato posteriore del secondo articolo. Nel 1.°, 2.° e 3,° le setole dell'angolo anteriore distale sono ben sviluppate, quasi impercettibilmente spinose; la prima arriva con l'estremità alla 324 © 1. MASI base della seconda, questa arriva all’estremità dell’ultimo articolo; la terza è circa */, della seconda ed è accompagnata da un’altra setola corta e difficilmente visibile. L’ultimo articolo è fornito posteriormente di una setola che è uguale a °/, del lato poste- riore del precedente; all’innanzi ha una setola uguale a 4/, della posteriore. L’unghia, ripiegata in alto, arriva all’ ultimo 1/2 del primo articolo dell’endopodite. Nel secondo paio di zampe la lunghezza totale del penultimo articolo è poco più di °/, di quella dell'articolo precedente; in questo si osservano, in un lato, dieci piccolissime spine (visibili a circa 400 diam.) disposte a intervalli uguali, mancando però quella che dovrebbe essere la prima di una serie di undici spine. Tutte le setole presentano ben distinta la porzione basale, più larga, dalla terminale assottigliata; però nelle due grandi setole del primo articolo e in quella dell’articolo successivo si vedono due barbe isolate, cortissime, al limite fra le due porzioni della setola (visibili quando questa non abbia subito un movimento di torsione). L’antipenultimo articolo è fornito di ciglia sul mar- gine distale. La setola del penultimo è minutamente spinulosa. L’unghia è poco incurvata ed ha la porzione basale ben distinta e una volta e mezza più grossa della terminale; questa è due volte più lunga, assottigliata solo verso l'apice. I rami della forcina hanno i margini quasi interamente paral- leli e la loro distanza corrisponde, nel ramo destro, a */,, della lunghezza del lato ventrale (anteriore). In questo ramo il lato ventrale è leggermente concavo. I dentelli dorsali formano quattro serie, non contandone alcuni minutissimi e meno regolarmente disposti che rappresentano quasi un’altra serie prossimale; queste serie sono separate da piccole insenature del margine, nelle quali la chitina è più ispessita. Le insenature marginali sono tanto più evidenti quanto più gli individui sono adulti. La setola dorsale è lunga quanto la larghezza della parte distale di cia- scun ramo, o un poco meno, ed è gradatamente assottigliata verso l’apice e fornita di barbe minutissime (visibili con ingran- dimento di circa 600 diam.). L’unghia ventrale del ramo destro misura la metà del margine dello stesso lato ed è fornita di dentelli dopo 14/,,5 della sua lunghezza; l’unghia dorsale è la metà dell’altra, liscia alla base e all’apice. La setola apicale non presenta traccia di barbe, arriva alla metà dell’unghia più grande PERA es ir A ‘SA E Pi BR gi (ORE » SPEDIZIONE A CUFRA 325 e quindi è uguale all’unghia minore. In un esemplare di 1,46 mm. i rami della forcina sono un po’ più robusti, con dentelli disposti apparentemente in serie unica, e questa internata, anzichè mar- ginale, nel ramo di sinistra; la setola ventrale è ?/, dell’ unghia dello stesso lato. È Gli esemplari di questa specie raccolti dal March. Patrizi, pro- vengono da El Hauaish e da El Giof, dove furono presi alla fine di maggio e al principio di giugno. Secondo Sars questa Herpetocypris è stata trovata, oltre che in Algeria, anche al Capo di Buona Speranza e all’ isola di Sant’ Elena. Osservazioni. — Il più importante fra i caratteri diagnostici è la netta distinzione delle serie di dentelli nei rami della forcina, distinzione derivata, oltre che dalle piccole insenature che sepa- rano le serie contigue, anche dai punti d’ ispessimento del mar- gine dorsale, che corrispondono agl’ intervalli fra due serie conse- cutive. Questo carattere è più appariscente se si osserva con de- bole ingrandimento anzichè con ingrandimento forte, e non è tanto evidente negli individui giovani quanto negli adulti: nei quali le porzioni del margine corrispondenti a ciascuna serie di- vengono anche leggermente convesse, cosicchè il margine acquista un aspetto quasi ondulato. Altri caratteri importanti per la dia- gnosi sono : le setole natatorie del secondo paio di antenne, che raggiungono e talora oltrepassano la metà delle unghie; la dif ferenza di grossezza fra la porzione basale e quella terminale delle setole e dell’ unghia del secondo paio di zampe; le valve a margine dorsale dritto e orizzontale, alte non più di ?/, della lunghezza, la destra con |’ orlo interno discosto dal margine an- teriore il doppio che dal posteriore, e non situato a distanza quasi uguale ; il guscio, visto dal di sopra, con la maggiore larghezza a 3/, della lunghezza. Dal confronto di altre specie potrà risultare se abbiano importanza per la diagnosi anche alcuni caratteri mi- nuti, quali, ad es., nella mandibola la forma di quella piccola setola del primo articolo del palpo, che nella specie Chevreuai è filiforme. soltanto nell’ ultimo '/,, mentre nella specie Ghigii lo è negli ultimi ?/,; e la presenza di tre tubercoli, o punte più o meno arrotondate, ovvero di due soli, nei denti intermedi della serie di cui è munito il margine masticatorio. Nel profilo del guscio questa specie somiglia alla Herpetocy- TARE NOOO IMAA a ARTI ARE eas RE ot TRON ATO FE ee Rt | w cae wane 24 > A ga IST FRS "a nd Sh Ha a ca 326 L. MASI pris intermedia Kauf. var. latialis, con la quale ha in comune anche lo sviluppo notevole delle setole natatorie del secondo paio di antenne; tali setole sono fornite di barbe piuttosto rade nella detta varieta, mentre mancano quasi del tutto nella specie algerina. Sars (2. c. 1924) ha affermato essere fuor di dubbio che la Herpetocypris Helenae di G. W. Muller, trovata nell’ isola di Sant’ Elena, sia sinonimo della Chevreuxi. Tuttavia dalle figure del Muller risulterebbero alcune differenze non trascurabili, che non mi pare che si possano attribuire ad imperfezione dei disegni. Il guscio veduto dal di sopra ha i lati paralleli nel !/, medio; le valve sono proporzionatamente più alte, misurando in altezza 40/37 (anziche il 40°/,) della lunghezza; la valva sinistra ha il margine dorsale leggermente arcuato, come pure la porzione dor- sale del margine posteriore; la setola ventrale dei rami della forcina, come è detto anche nella descrizione, supera la metà dell’ unghia dello stesso lato; e la setola dorsale è molto corta, anche meno della metà della celo dei rami presso la loro estremità distale. Cypretta Seurati Gauthier. Bull. Soc. Hist. Nat. Afrique du Nord, XX, 1929, pag. 138-160, 1 tav. A questa specie, descritta della palude di Tin-Tahart, nell’ Al- geria meridionale (!) riferisco alcuni esemplari provenienti da una pozza d’acqua dolce presso l’oasi di El Giof, sebbene essi si di- scostino per alcuni caratteri dalla descrizione originale. I più grandi, forniti di uova negli ovidutti, sono di 0,64 mm., mentre secondo Gauthier la lunghezza può raggiungere 0,7 mm. Si tratta proba- bilmente di una varietà più piccola, o di variazioni in rapporto con le generazioni annuali. In un guscio di 0,64 mm. di lunghezza, l’ altezza è 0,45 mm., uguale cioè a "°/,,, della Anges mentre secondo Gauthier chie raggiungere circa i ‘°/,0o- La larghezza è 0,50 mm., ossia ‘5/00 della lunghezza. Il più piccolo degli esem- plari, immaturo, misura 0,38 mm. Il diametro delle uova è in media 0,13 mm. In un esemplare dei più grandi non ho trovato l'unghia dorsale dei rami della forcina così sviluppata come in- dica Gauthier nella descrizione e nella figura. i (1) Questa località appartiene alla regione Tassili, a Nord Est dell’ Hoggar, ed è situata a circa 700 m. sul mare. ERROR RA ARTO PIPE E RA SPEDIZIONE A CUFRA 327 Nei preparati microscopici di due esemplari dei più grandi ho potuto osservare diversi caratteri che ora indicherò, affinchè pos- sano servire pel confronto con altre specie : tanto più che nelle descrizioni di queste minuscole Cyprinae si trovano quasi sempre poche notizie riguardo alle appendici. Nel primo paio di antenne il 3.° articolo è due volte più lungo che largo e uguale al doppio del 4.° articolo. Le setole natatorie sono lunghe il doppio dell’ antenna. Nel secondo paio di antenne il 3.° articolo ha la setola sensitiva lunga la metà del lato posteriore; le setole natatorie s'inseriscono lontane dal margine apicale, da cui distano di uno spazio uguale alla lunghezza dello stesso margine ed uguale a ?/, del lato anteriore; le setole più grandi oltrepassano l’ estremità delle unghie per */, della lunghezza di queste, mentre la prima arriva a /, del 4.° articolo. Quest’ ultimo è relativamente corto, misu- rando solo la metà della lunghezza del precedente; la propor- zione fra la sua lunghezza e quella delle unghie è di 3 : 9. Il labbro superiore, come in altre Cypridae, è munito di due creste di otto dentelli ciascuna, dei quali i due ultimi assai piccoli. La mandibola ha il 3.9, 4.° e 5.° dente bicuspidati, con la cuspide interna arrotondata. La setola del lato anteriore, che sovrasta alla base del primo dente, è molto larga alla base e si assottiglia gradatamente verso l’apice. Nel palpo il primo articolo ha due grandi setole pennate, con barbe lunghe; le unghie ter- minali misurano quasi il quadruplo della lunghezza dell’ultimo articolo, che è tanto largo quanto lungo. Il secondo articolo del palpo mascellare ha il lato anteriore uguale al doppio della larghezza e a "/,, dell’articolo precedente. I denti mascellari sono poco più corti della terza apofisi. Nel primo paio di zampe l'unghia è uniformemente arcuata e, misurata secondo la corda dell’arco, è uguale all'insieme degli ultimi quattro articoli e fornita di dentelli sottilissimi solo verso l’apice. Il primo articolo dell’ endopodite ha la setola ‘uguale in lunghezza al suo lato anteriore e piuttosto larga alla base; la setola del secondo ha uno sviluppo notevole, essendo uguale all'insieme degli ultimi tre articoli; mentre quella dell’angolo distale dell’articolo penultimo e quella anteriore dell’ultimo, sono molto corte e sottilissime. Mancano gruppi di peli sul primo e sul secondo articolo dell’endopodite. 328 L. MASI - L’ unghia del secondo paio di zampe è bene sviluppata, uguale a ?/, della lunghezza del penultimo articolo e uguale alla setola terminale dell’antipenultimo. La setola inserita alla metà del penultimo articolo è uguale alla larghezza dell’ articolo stesso. È In un preparato nel quale un ramo della forcina corrisponde a 55 divisioni del micrometro oculare, l’unghia del lato ventrale é lunga 40 divisioni del micrometro, quella del lato dorsale 27 divisioni. La proporzione dell’unghia ventrale al ramo è quindi uguale a 7/,,,, mentre negli esemplari descritti dal Gauthier era del 75 °/,. L’ unghia ventrale è uniformemente arcuata; quella dorsale oltrepassa di poco la metà della ventrale, essendone molto discosta alla base, ma nella figura di Gauthier è propor- ionatamente più lunga. Esiste la piccola setola all'estremità del lato ventrale. Giustamente Gauthier osserva che la presenza o mancanza di questa setola non può essere un buon criterio per distinguere in due gruppi le specie del genere, poichè per la sua estrema piccolezza la setola facilmente rimane invisibile se si trova molto inclinata, o addossata all’unghia dello stesso lato. Io l’ ho potuta vedere distintamente in uno solo dei quattro rami che ho osservati. L’ovario, se si eccettua la sua porzione prossimale contenente una o due uova, è quasi tutto ravvolto in una spirale con le uova in serie unica, formando tre giri, poco più alti che larghi e situati nella metà inferiore dell’ultimo terzo del guscio. 4 È 1 j SPEDIZIONE SCIENTIFICA ALL’OASI DI CUFRA (MARZO - LUGLIO 1931) GLI ISOPODI TERRESTRI PER A. BRIAN NOTA PRELIMINARE (Tav. VIII-X) Gli Isopodi che ho elencato in queste pagine furono raccolti durante la Spedizione scientifica all’ Oasi di Cufra, organizzata . dalla Direzione del Museo Civico di Storia Naturale di Genova. Il Direttore Gr. Uff. Prof. Gestro per la seconda volta ha voluto affidarmi in istudio, Crostacei raccolti in Cirenaica per opera del Museo; e sento il dovere di esprimergli i miei ringra- ziamenti. Rivoleo pure parole di riconoscenza e di elogio al March. Patrizi ed al preparatore Sig. Confalonieri che entrambi hanno saputo con la loro ben nota perizia ed accuratezza, racco- gliere il presente materiale ricco di specie e sopra tutto nume- roso di esemplari, malgrado la stagione poco propizia e l’aridità naturale della regione desertica nord-africana. ELENCO SISTEMATICO Sott. ord ONISCOIDEA Fam. ONISCIDAE Sotto fam. Porcellioninae Gen. HEMILEPISTUS B. L. 1. Hemilepistus reaumurii Aud. et Savig. Esemplari 29; (adulti 12; 4 ¢& 8 9; e giovani 17;7 6, 10 2). Lunghezze rispettive degli adulti: mm. 17; 17,25; 17,25; 17,2; 330 A. BRIAN 17,5; 18,5; 18,75; 19; 19; 19,5; 20; 20. Lunghezza dei giovani: mu 9; 10,55 A1; Ms Ado ts 125141095, LIS SE 1970425 49595) al ca 85135) Località: fra Agedabia e Bengasi, 9 giugno 1931. Esemplare 1 g adulto. Langhezza e larghezza mm. 21 X 6,7. Località: fra Bengasi e Tocra, 12 Giugno 1931. Esemplari 7 (1 9 adulta e 6 giovani). Lunghezza e larghezza dell'adulto mm. 20 X 6,5. Lunghezze rispettive dei giovani: Md 05 0 ol so Località: Agedabia, luglio 1931. Questa specie, diffusa in tutta l’Africa settentrionale e altresì indicata per la Siria, è gia stata citata da vari autori per alcune località della Libia. Notevole è la presenza, tra gli esemplari summentovati, di molti adulti con grandi dimensioni, ed altri più piccoli catturati allo stato giovanile, che presentano un certo dimorfismo rispetto agli esemplari maturi. Lo scrivente in una precedente nota (1930) (1) ebbe già a ricordare questa specie da esemplari raccolti a Marsa Luca Tobruk, a Porto Bardia e fra Giarabub e Porto Bardia, località tutte in Cirenaica. 2. Hemilepistus Patrizii n. sp. (Fig. 1). Un esemplare 9. Lunghezza mm. 16 !/,; larghezza mm. 3. Località: Presso Zuetina, 20 marzo 1931. Il corpo è molto allungato, con dorso piuttosto convesso. Grossi granuli o tubercoletti si vedono irregolarmente distribuiti, non fittamente, sul capo e sui 3 primi pereioniti. In questi segmenti due granuli mediani appariscono alquanto più prominenti. La granulazione grossa comincia a mancare sul 4° pereionite. Tuttavia una fine punteggiatura data da piccoli rilievi squamosi notasi su tutto il corpo. Oltre a ciò i 3 primi segmenti del pereion possiedono sul margine posteriore una riga (') A. Brian. — Risultati zoologici della Missione per l’esplorazione dell’Oasi di Giarabub (1926-1927). Isopodi terrestri - Ann. Mus. Civ. di St. Nat. Genova, Vol. LIII, 11 febbraio 1930. SPEDIZIONE A CUFRA 331 ben distinta di granuli in numero di circa 6, i due mediani essendo un po’ piu rilevati. Sul margine posteriore dei successivi pereioniti si vede pure una riga di granuli, ma meno evidenti e piatti, che si osservano facilmente perché pigmentati in nero. Sui segmenti del pleon esiste altresì una riga di minutissimi granuli. tats 4 Gli angoli frontali del capo sono rotondeggianti tanto sul margine rostrale come su quello pleurale. Il lobo frontale mediano è ampiamente sub-triangolare e non molto prominente, all'incirca sporgente quanto i lobi frontali laterali. Occhi piuttosto grossi e bene pigmentati in bruno nero. Ogni occhio ha un numero d’ocelli non minore di 20 che forse arriva a 22, e disposti in 4 righe. Le antenne sono brevi e sorpassano di poco il margine posteriore del 1.° pereionite: il loro flagello ha il 1.° articolo di metà più lungo a un dipresso che il 2.°. Gli angoli anteriori del 1.° pereionite, sub-acuti e protesi in avanti deli- neano una curva abbastanza accentuata ai lati Fig. 1. per abbracciare la base del capo. Il 1.° e 2.° Hemilepistus Patrizii 3 ono 6 5 . a n. sp. pereioniti hanno gli epimeri posteriori rotondeg- gianti, il 3.° li presenta sub-retti. Dal 4.° al 7.° pereionite questi angoli posteriori sono progressivamente più acuti e protesi all’indietro ma non di molto. Anche gli epimeri del pleon si mostrano acuti, relativamente più prolungati all’ in- dietro e per di più leggermente divergenti. Il 1.° segmento del pleon è assai più sviluppato in lunghezza che non i rimanenti. L’epimero del 5.° pleonite tocca o sorpassa di poco ii margine superiore del protopodite degli uropodi. Il pleotelson è sub-triangolare, e, a mala pena, tocca colla sua lunghezza il margine posteriore del protopodite degli uropodi : mostra una larga base e un apice sub-acuto ma alquanto roton- deggiante; ha i lati incurvati quasi ad angolo ampiamente ottuso. Gli uropodi esterni grossi e conici hanno una lunghezza che si può, a un di presso, paragonare alla lunghezza del pleotelson mentre i protopoditi sono alquanto più brevi e affatto tozzi nel loro aspetto presso a poco quadrangolare. 332 A. BRIAN L’endopodite sottile, allungato, supera per meta della sua lunghezza il margine posteriore del protopodite ed è peloso. Squamosi o pelosi sono i margini e l’apice degli esopoditi. Colorazione. — Ogni segmento porta una fascia mediana trasversale di colore bruno-nera, variegata di bianco nella por- zione occupata dai lineoli e tale fascia si estende verso ogni lato sugli epimeri ma arrestandosi un certo tratto prima dei margini laterali. Ogni segmento del corpo ha un largo spazio bianco anteriormente e posteriormente di questa fascia colorata e presenta pure largo tratto degli epimeri, bianco. Il capo, (cephalon) è in parte anch'esso pigmentato, lascia tuttavia vedere numerosi lineoli biancastri. Una striscia più scura si nota sul margine frontale mediano e una porzione più offuscata su ogni lobo fron- tale laterale. Caratteristici sono alcuni punti bruno-nereggianti che si vedono sul margine posteriore dei segmenti del pereion e del pleon in corrispondenza dei piccoli granuli ivi esistenti e tale ornamenta- zione offre l’effetto di una frangiatura. Il colore di parte del telson e degli uropodi è biancastro; e bianco-giallastra-chiara è la parte ventrale del corpo. Però gli esopoditi dei pleopodi sulla superficie sternale sono alquanto offuscati. È da osservare che questi ultimi possiedono un margine di spine vistose, e la loro superficie è grossolanamente punteggiata. Il nostro raro esemplare (9) somiglia all’ H. brevicaudatus B. L. dell’ Egitto, ma non mi pare che vi si possa riferire, sia per la differente colorazione del tegumento, sia per le dimensioni più notevoli e nemmeno mi sembra possa identificarsi con alcuna delle specie asiatiche conosciute. Mi permetto di dedicare questa specie di Zuetina, che giudico nuova, al March. S. Patrizi. Gen. PORCELLIO Latr. 3. Porcellio Olivieri Aud. et Savign. (Fig. 2). Esemplari 2 6’. Lunghezze rispettive: mm. 10.5; 11,8. Località: Sahabi, luglio 1931, Esemplari 13 (7 9 e 6 ©’). Lunghezze e larghezze rispet- five: mm. 9 8,5 XA; 9063 10,75-2<5:55 1126.65, 048 SPEDIZIONE A CUFRA 393 Bed 6,55 of imme 7X 3575; 1X55; 11,5 X 5s ga LO25 310,50: Altri due esemplari non misurati. i Località: El Agheila, luglio 1931. ._ Esemplari 34 (19 9 e 15 ©). Lunghezze e larghezze rispet- tive: Q mm. 6 X 3,73; 8 X 4,75; 8 X 4,5; 8BX5; 85X43; Spas) 47595 X55 10 X55 TOES 1G: 10x 5,755) 10° 5/23; OP alae oll Dox (5.75210; 25) XB 5 5 Heo ax 6b: 13x 6: 6 mm. 84,5; 8) 25X05; 9X 5; 9 X45; 9X5; 9,5 X 5,1; 10 X 5; 10*5;10 5; 10 * 5,3; 11 X 6; 13X6; 13 X 6.5; 13,5 X 6. Località: Agedabia, luglio 1931. Questa specie è piuttosto comune nel- l'Africa settentrionale, raccolta per la prima volta nell’Egitto e studiata da Audouin et ee ee a Savigny fu poi citata da Budde-Lund Pet Gan anche per la Siria e per l’Algeria, indicata dal Verhoeff per Tripoli (Klaptocz) e dall’Arcangeli per la Cirenaica. A. Porcellio sp. (P. albinus B. L.) ? Fig. 3-4-5. Esemplare 1 g°. Lunghezza 15; larghezza mm. 6. Località: El Agheila, luglio 1931. Colore uniforme bianco sporco senza pigmentazione dorsale all’infuori di qualche macchia leggermente fosca sulla parte mediana del corpo. Nei segmenti del pereion, eccettuato il primo, non si notano sinuosità laterali. La fronte del capo è arcuata e meno prominente delle due lamine frontali laterali. Queste ultime sono rivolte alquanto verso l’esterno e hanno l’apice ampiamente rotondeggiante, con margine esterno breve e diritto. Gli ocelli sono in numero di circa 22 per ciascun occhio. Antenne piuttosto lunghe col 1.° articolo del flagello quasi due volte più lungo del 2.°. Il dorso del corpo finemente punteggiato, non presenta linee trasversali regolari di -granuli; la parte posteriore del corpo è un po’ più grossolanamente pun- 304 A. BRIAN teggiata dell’anteriore, tanto da simulare una granulazione. Il telson è sub-triangolare con lati incurvati e con apice sub-acuto Fig. 3. Porcellio albinus B. L. ? a quella della specie tipica. per quanto un poco rotondeggiante, ed arriva e sorpassa di poco colla sua lun- ghezza il margine posteriore dei protopoditi degli uropodi; dorsalmente è alquanto inca- vato. Molto caratteristica è la disposizione di varie lunghe spine a punta e alquanto ricurve sul propodite degli arti anteriori, che sono distribuite non già in due serie avvicinate come di solito lungo la parte ventrale ma in due serie distanti tra loro «quasi ai due lati della superficie tergale di questo articolo. Forse questo esemplare è da riferirsi al Porcellio albinus B. L. già raccolto in Algeria, per quanto la sua lunghezza sia un po’ inferiore 5. Porcellio sp. (Fig. 6 e 7 nel testo e Tav. VII fig. 13-14). Esemplari 7 (6 9, 1 o). Lun- ghezza rispettiva degli esemplari 9 : 10:15 ed 912012551 ae o 11,5 mm. La larghezza del corpo della Q più sviluppata è di circa 6,5 mm. Località: Gialo, aprile 1931. Corpo sulla parte dorsale, granu- lato, ma piuttosto minutamente, quasi come apparisse punteggiato. Vi sono anche granuli un po’ più grossi, ma questi sono poco distinti, specialmente sui primi segmenti del pereion; tuttavia sembrano essere disposti in una riga poco evidente sul margine posteriore Fig. 4. Porcellio albinus B. L.® Zampa del 7.° paio. Fig. 5. Porcellio albinus, B. L.? Esopodite del 1.0 pleopodo destro. SPEDIZIONE A CUFRA 335 di ciascun dei pereioniti ed anche in qualche riga irregolare, trasversale sulla parte mediana di essi. Ma la granulazione e la punteggiatura facilmente si confondono, Con tutto ciò si possono contare 2 o 3 righe confuse e irregolari di granuli sul 1.° pereionite e forse anche sul 2.°, mentre si notano da 1 a 2 righe irregolari trasversali soltanto sugli altri. I pleoniti a loro volta, portano sul dorso, ciascuno oltre alla punteggiatura piuttosto spiccata, una riga di granuli sul margine posteriore. Il capo, il telson e gli uropodi sono altresi punteggiati o minutamente granulati come pure la superficie sternale dei pleopodi, (esopoditi). Il margine frontale si protende in avanti, nella parte mediana a guisa di lamina ben distinta sub-triangolare con sommità arro- Fig. 6. Porcellio sp. tondata. Più sviluppati e sporgenti in avanti e rivolti un po’ all’esterno, sono i lobi laterali della fronte, che mostransi coll’apice e col lato interno arrotondato mentre diritto appare il lato esterno (fig. 7). Sulle parti laterali del margine posteriore del 1.° pereionite, osservasi una leggera sinuosità la quale si rende meno evidente sul 2.° pereionite e quasi diventa nulla sul 3.° pereionite. Gli angoli epimerali posteriori di questi primi segmenti sono arroton- dati, nel 3.° pereionite quasi retti, ma dal 4.° al 7.° pereionite si mostrano gradatamente sempre più acuti e si prolungano progressivamente sempre più indietro. Le antenne posteriori sono più corte della metà del corpo e toccano il terzo segmento toracico. Un dente saliente notasi supe- riormente all’apice del 2.° articolo, il quale mostrasi alquanto incavato alla sommità del suo lato esterno. Leggermente incavato e biforcato è pure anteriormente il 3.° articolo. Il fagello presenta il primo articolo un poco più lungo del secondo. Gli occhi sono grandi, molto pigmentati e sembrano essere composti di 23 ocelli per ciascuno. Fig. 7. Porcellio sp. Cephalon. PITT EM, I a (VC E 336 A. BRIAN a Il telson sub-triangolare, è più lungo del protopodite degli uropodi e la sommità non molto acuta ma rotondeggiante con lati molto incurvati; tergalmente mostra una leggera incavatura longitudinale. Gli esopoditi sono piuttosto tozzi, conici e non molto allungati. Questo Porcellio presenta un bel colore nero-bruno o nero- grigio esteso in un’ampia macchia che occupa la più grande parte della superficie dorsale, lasciando però tutto attorno verso gli epimeri una larga zona marginale bianchiccia, assai caratteri- stica. Se ben si osserva però, nell’estesa. macchia dorsale sopra indicata, scorgonsi due fascie longitudinali mediane avvicinate fra loro che sono più intensamente nere. Più offuscate sono pure le parti laterali dei segmenti prima degli epimeri, mentre un po’ chiare sono le aree intermedie occupate dai bianchi lineoli. Più oscura è anche una stretta fascia trasversale lungo il margine posteriore di ogni pereionite. Il capo è grigio o appena tinto in bruno-nerastro nella parte anteriore e centrale. Le antenne sono leggermente pigmentate nella parte mediana o terminale. Il telson è offuscato ma i pleo- podi sono bianchi e tutta la parte ventrale del corpo è bianco- giallognola. Parmi intravvedere una certa somiglianza, in alcuni caratteri, fra i nostri esemplari e il P. intercalarius B. L. Ad esempio, secondo Budde-Lund, vi è un tubercolo minutissimo « perlucens » che si trova su ciascuno degli epimeri dei segmenti del corpo, del pari presente nei nostri Porcellio di Cirenaica, ma questi ultimi si discostano da quella specie per la diversa lunghezza dei lobi frontali laterali, che ugnagliano, secondo Budde-Lund, la lunghezza del lobo mediano frontale nella sua specie, mentre nella nostra sono più prominenti (fig. 7). Alquanto differente sarebbe pure per la distribuzione delle macchie tergali. Caratteri forse più corrispondenti, a causa della struttura del cephalon e di altre parti del. corpo, presentano, i nostri campioni di Gialo, con quelli descritti da Verhoeff col nome di Porcellio tripolitanus. Ma anche qui la distribuzione del pigmento mi sembra non del tutto identica con quella indicata da questo autore. Egli scrive che su di un. colore fondamentale bianco della as | SPEDIZIONE A CUFRA SION parte tergale del tronco, vi sono 2 + 2 righe di macchie bruno- nere, le esterne nella metà anteriore degli epimeri, le interne presso a poco triangolari, che io non riesco a vedere negli esem- plari di Gialo. Affine inoltre per qualche carattere alla nostra specie è anche il P. Alaptoczi Verhoeff (ad es. nella struttura dell’ esopodite del 1.° pleopodo maschile) ma devo rilevare fra di essi una differenza nella lunghezza rispettiva dei due articoli del flagello. Dopo di ciò io sarei indotto a ritenere il Porcellio da me descritto, probabilmente una nuovà specie. 6. Porcellio Gestroi n. sp. (Fig. 8 e Tav. IX). Esemplare 1 9. Lunghezza mm. 5,50; larghezza mm. 2,75 circa. Località: Agedabia, luglio 1931. Esemplare 1 07°. Lunghezza mm. 5,50. Località: Gialo, aprile 1931. Descrizione -del maschio. — Il cephalon dorsalmente è pigmentato leggermente in due brevi zone mediane di colore bruno-fulvo, longitudinali, più intensamente dietro e in contatto col lobo mediano frontale, leggermente, per breve spazio dietro gli occhi. Tutta la parte dorsale del corpo, su di un fondo bianco gial- lognolo, è offuscata da macchie fulvo-brune, disposte in due serie longitudinali per ogni lato, macchie di forma irregolare e più ampie, grado per grado, verso la parte posteriore del corpo, sicchè gli ultimi seg- menti del pereion appariscono più oscuri. Il pleon è percorso da due serie di macchie appena adombrate, per ogni lato. Il telson solo nella parte anteriore è lievemente mac- chiato, ma tutti gli epimeri sono, per largo tratto, ben chiari, trasparenti e finemente seghettati per la presenza di formazioni squamiformi piccolissime, a punta. i Poni vente Bianca è dunque la parte posteriore del telson e privi di colore appariscono gli uropodi, le antenne esterne e la parte sternale tutta del corpo. Il corpo dorsalmente è finissimamente e uniformemente granulato o punteggiato ma Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LV (10 Maggio 1982) 22 n de lin ri i è 338 A. BRIAN tali granuli piccoli e distribuiti piuttosto fittamente, hanno l’ap- parenza di formazioni squamose, terminate a punta, e quasi sembre- rebbe, con un peluzzo. Gli angoli epimerali posteriori dei primi quattro pereioniti sono arrotondati, quelli del 3.° e del 4.° ad angolo sub-retto, tuttavia nel 4.° cominciano a presentarsi leggermente più acuti. Dal 5.° al 7.° pereionite la linea posteriore verso gli epimeri apparisce più incurvata e gli angoli posteriori si fanno progressivamente più acuti. Ho notato su ogni segmento del pereion una setolina o ciglio per ogni lato, fissato a un piccolissimo tuber- coletto, verso gli epimeri, abbastanza visibile. Tale setolina è disposta l’una rispetto all’altra in linea longitudinale. Gli occhi sono piut- tosto sviluppati con 16 ocelli per ciascuno. Una costa alquanto ricurva all’innanzi, ben distinta, riunisce, sul capo, le due lamine frontali, dividendo nettamente la nuca dall’epistoma alquanto convesso. Le lamine frontali sono discretamente ampie, rotondeg- gianti verso l’apice con breve lato esterno sub-retto. Vedute dal dorso sono meno prominenti del lobo frontale: mediano. Queste lamine non sono incavate o ripiegate sugli occhi come nel genere Angara ma piuttosto piane. Le antenne per quanto più smilze ed allungate che nell’An- gara, ripiegandole sul dorso, non arrivano al margine posteriore del 2.° segmento del pereion. Il 1.° articolo del flagello è assai più breve del 2.° Il telson è sub-triangolare con lati distintamente incavati, per quanto non profondamente e coll’apice sub-rotondo, e supera in lunghezza il protopodite degli uropodi. Gli epimeri del 5.° pleonite arrivano quasi al livello del mar- gine posteriore del protopodite degli uropodi. Il telson tergal- mente è alquanto incavato formando doccia longitudinale poco pronunziata ma piuttosto larga. Gli endopoditi degli uropodi a guisa di bastoncini diritti, sopravanzano di un poco l’apice rotondeggiante del telson. L’esemplare co ora descritto, secondo me, non può compren- dersi nel sottogenere Agabiformius (Angara) poichè ha in confronto a quest’ultimo, le antenne un po’ più allungate e gli occhi alquanto più grandi, ma probabilmente fa parte del sotto- genere Proporcellio Verhoeff (1) e ricorda particolarmente la (*) Vedi a proposito di questo sottogenere: Verhoeff W. 10 Auftsatz (4907). — 15 Auftsatz (1908) e il lavoro più recente di questo autore: Uber medit. Oniscoideen, Jahr. d. ver. f. vaterl. Naturkunde in Wiirtemberg, 73. (1917). SPEDIZIONE A CUFRA 339 specie Prop. vulcanius Verh. raccolta a Catania, la quale avrebbe pure, come la nostra, 16 ocelli Ma quest’ultima sembra essere differente dal nostro esemplare perché, fra le altre cose, possiede sul capo e sul dorso dei primi segmenti del corpo tuber- coli o protuberanze di cui non vedo la presenza in quello. Non esistono che in modo indistinto, lievissime depressioni e solleva- menti di poca importanza sulla cute. Gen. AGABIFORMIUS Verh. 7. Agabiformius (Angara B. L.) sp. (Fig. 9 e Tav. VIII, fig. 1-12). Esemplari 3 9. Lunghezze rispettive mm. 6 1/,; 6; 6; circa (!). Località: Gialo, aprile 1931. Esemplari 20 (14 9 e 6 ©). Lunghezze rispettive: Q milli- IRC ne OO. DS A 2; 4,9: esami) 4,919, A 359; 3,0. Località: Augila, 16-19 aprile 1931. Esemplari 7 (3 Q e 4 gf’). Lunghezze e larghezze rispettive : Sonim 10 11 25255 22M 20 ofp mm: 524; Bae 5.1 X22 05, 1X 2.95. Localita: Cufra; Sebka di Buma, giugno 1931. Descrizione. — Mi limito a descrivere gli esemplari prove- nienti da Augila. Quelli delle altre località differiscono per la colorazione del tegumento più o meno attenuata o più o meno forte, generalmente più sbiadita nella parte anteriore del tronco. Gli esemplari di Augila hanno una leggera tinta bruno-fulva pallida un po’ evanescente ai lati (gli epimeri però sono bianchi), ma in alcune parti, specialmente verso la regione posteriore del corpo, la pigmentazione è un po’ più spiccata. Alcune macchie disposte longitudinalmente nella parte mediana e verso i lati, e la presenza di spazi irregolari scolorati, simme- trici, coll’aggiunta dei lineoli bianchi e di alcune venature, ren- dono il dorso, generalmente, piuttosto variegato. Dei tre esemplari provenienti da Gialo, due hanno fra tutti le macchie bruno-grigie più oscure e uno di essi è qui disegnato a fig. 9. Tuttavia vi sono esemplari che sono quasi destituiti di pig- (1) L’ esemplare Q qui figurato proviene da Gialo e presenta circa 6,5 mm. di lunghezza. 340 A. BRIAN mentazione almeno nella parte anteriore del corpo, o che hanno segmenti bianchicci con una stretta fascia leggermente più oscura sul margine posteriore di ognuno di essi. Esaminata a forte ingrandimento la cute, per la struttura, essa sembra corrispondere con quella che il Verhoeff ha descritto e disegnato per il sott. gen. Agabiformius. Anche con una semplice lente si può scor- gere che il corpo dorsalmente è munito di piccoli rilievi squamosi, gli uni microscopici e gli altri un po’ più rilevati, visibili ad occhio nudo, simulanti granuli, e questi ultimi disposti in linee trasversali irregolari. Anche il cephalon, sul tergo, è cosparso di tali piccolissimi rilievi. a I lobi frontali laterali poco sviluppati, Agabiformius sp. ? obliquamente arrotondati e leggermente rivolti all’esterno, sono evidentemente più prominenti del margine mediano della fronte che quivi si presenta a guisa di cresta saliente, poco ricurva. Invece il prosepistoma ha margine rostrale bene arcuato. Il telson è sub-triangolare con apice molto acuto ma un poco rotondeggiante negli esemplari di Augila (fig. 12 Tav. VIII), piuttosto acuto in quelli di Cufra, la sua superficie tergale è alquanto incavata, i lati molto leggermente incurvati. La larghezza del telson nell'esemplare 9 di Augila che ho misurato alla base, è molto maggiore della lunghezza (rap- porto 66:35), tuttavia colla sua estremità caudale il telson sopra- vanza di un certo tratto l'articolo basale degli uropodi. Gli endopoditi di questi ultimi superano a loro volta alquanto l’apice del telson. Le appendici flagelliformi delle mandibole sembrano corrispon- dere per numero e per forma con quelle che Budde-Lund ha disegnato per il genere Angara. Così gli ocelli per ogni parte del capo, mi pare, corrispondono per numero e per forma, essendo da 9 a 10. Il 1.° articolo del flagello generalmente è 2 volte o 2 '/, più breve del 2.°. L’ esopodite del primo pleopodo maschile è costituito da una lamina sub-trapezoidale presso a poco tanto lunga quanto larga, e presenta margine interno rotondeggiante verso la base, e margine esterno alquanto incavato: tuttavia la SPEDIZIONE A CUFRA 341 parte distale di tale appendice non é a contorno perfettamente rotondo ma piuttosto sub-rettangolare o meglio il suo angolo esterno è ricurvo, quello interno invece tende alla forma sub- retta (fig. 10 Tav. VIII). Caratteristiche sono le spine a punta trifida che adornano il suo margine caudale e quello interno, in numero vario a seconda degli esemplari, in numero di 5 all’apice e 9 dal lato interno in un esemplare dell’ Oasi di Cufra. Negli esemplari’ di questa provenienza, l'apice di questo stesso esopo- dite è più o meno sub-rettangolare, come ho detto, ma di più leggermente incavato sul margine caudale presso l’angolo interno. Io credo di vedere in questa specie ora descritta, sopratutto a causa della forma dell’ esopodite 1.° del ©, una somiglianza con PAngara obtusa B. L. già rinvenuta in Egitto. Tuttavia sono dubbioso nella determinazione perchè Budde-Lund (!) ha dato della obtusa, dimensioni molto minori: (lunghezza mm. 3) ed una colorazione «sud-unicolor, albida, post paulum obscurior » non abbastanza specificata che non so se corrisponda esattamente con quella della maggioranza dei nostri esemplari. La nostra potrebbe anche essere una specie affine a questa ma nuova. Gen. EULEPTOTRICHUS Verh. 8. Euleptotrichus Panzeri Aud. et Sav. (Fig. 10). Esemplari 4 (3 Q e 1 ©). Lunghezze e larghezze rispettive : Omni 65975: 4,/6::3,d: gi mm, 5,75 Xd: Località: Agedabia, luglio 1931. Esemplari 9 (4 9 e 5 g’°). Lunghezze e larghezze: Q mm. e did 04) X28: OG 2.7 0,25 3,60. 6,519, 6,5 X9,5:; 5,2 X 2,8; 5,2. 3. Località: Agedabia, luglio 1931. Colorazione. — Bel colore marrone chiaro giallastro con numerosi e grossi lineoli bianco giallastri. Ventralmente il corpo è bianco sporco. Uropodi bianchicci così pure le antenne. Occhi piccoli e oscuramente pigmentati. Corpo con setole e ciglia assai vistose sui margini del capo e del corpo. Il telson è sub-triangolare, più lungo assai del pro- (1) Results of the Swedisch Zool. Exped. to Egypt 1904. Isop. terr. Patr, III. - 1909. ASTTO Mia et es 9 AMT N CO 7, A’ II ae Mati 4. LI Ta RCA PMT ela Dee a n i i rN sate ih, ua RS Pe Pa i ero: t 342 A. BRIAN topodite degli uropodi, con punta rotondeggiante, superiormente alquanto incavato, coi lati molto leggermente incurvati. Antenne esterne corte, col 1.° articolo del flagello più breve almeno di !/, rispetto al 2.° articolo. Lamine antennali sub-quadrate o sub- triangolari, poco salienti, per nulla sporgenti fuori dai lati del margine frontale. Questa specie è comune in tutta la regione mediterranea. Budde-Lund l’ha registrata per Canea (Is. di Creta); |’ Ar- cangeli per l’ Isola di Rodi, ma è comune altresì in Egitto, in Tunisia. La sua presenza in Libia fu già sospettata dall’ Arcangeli nel 1924, quando egli compilò una lista Fig. 10. di quegli Isopodi terrestri che, a giudicare | “blot ichus Panzeri dai luoghi dove furono trovati, avrebbero dovuto con molta probabilità essere raccolti anche in Cirenaica. L’esemplare che ho disegnato è il g lungo mm. 5,75. Gen. METOPONORTHUS B. L. 9. Metoponorthus sp. (Fig. 11). Esemplari 6 (3 co’ e 3 9). Lunghezze: 9 8,45; 7,6; 655 5,75; 6,25; 6,25; 6 mm. circa. La larghezza della Q lunga 8,75 mm. è di circa 4,4 mm. circa; quella del g lungo 7,5 mm, è di circa 3 mm. Località: Gialo, aprile 1931. Esemplare 1. Lunghezza mm. 9 circa: larghezza mm. 3. Località: Augila, 14-19 aprile 1931. Esemplari 4 (1 co e 3 9) e 7 altri. Lunghezza e larghezza: 9 mm. 7 X 2,75; 64X2; 6X2,5: ow mn: 09 X2v70e7altritmm. MD! (RS) 60292231 620K 2.53 6 <4. Località: Agedabia, luglio 1931. Per quanto io abbia constatata una certa somiglianza di tutti questi esemplari col M. prwinosus preso in lato sensu, devo tuttavia rilevare qualche lieve differenza fra alcuni di essi e la SPEDIZIONE A CUFRA 343 forma tipica, cio che mi induce a pensare che si tratti forse di una razza locale che potrebbe avere affinità col M. Swammerdamii Aud. et Sav. Sono sopratutto degni di attenzione gli individui, i meno giovani, raccolti a Gialo e ad Augila, che mostrano un carattere che colpisce a prima vista, cioè una larghezza in con- fronto alla lunghezza del corpo che è un po’ maggiore di quanto si osserva abitualmente in detta specie. Esaminando poi particolarmente la struttura delle antenne posteriori si scorge che di solito il 1.° articolo del flagello non è sempre molto più lungo del 2.° come dovrebbe essere secondo la diagnosi del pruinosus data dagli autori. In qualche esemplare il flagello è diviso in due articoli pressochè uguali ciò che ricorda un carattere proprio del M. melanurus B. L. Descrizione di uno degli esemplari 9 raccolto a Gialo. Lun- ghezza mm. 8,75. Il tegumento del corpo porta, su di un fondo non liscio ma scabro, punteggiato o zigrinato, una distinta granulazione. Si osservano 3 o 4 righe irregolari di granuli sui segmenti anteriori del pereion, 2 o 3 righe su quelli posteriori ed 1 o 2 righe su quelli del pleon. Tali granuli sono discretamente evi- denti e distanziati l’uno dall’altro. Il capo anch'esso porta granuli piuttosto fitti e così pure l’epistoma. Il meta-epistoma è provvisto di setoline. Gli angoli frontali sono poco salienti, roton- deggianti. Sull’ epistoma si vede una solita lamina o duplicatura sub-triangolare. Si potrebbe ripetere quanto già a questo pro- posito scrisse Dollfus parlando del cephalon del Metoponorthus pruinosus M. Edw. e Swammerdamii Aud. et Sav. « La linea frontale coincide bensi esattamente col mar- gine anteriore, ma il lobo mediano sopra- vanza tuttavia sul prosepistoma e forma allora un triangolo limitato sui tre lati da Fig. 11. Metoponorthus sp. Una linea in rilievo » (p. 10. Not. sur les Is. Terr. e Fl. de Syrie, 1892. Lille). Il colore del corpo tergalmente è fra il bruno grigio o il bruno giallo sporco, ed è piuttosto uniforme, soltanto leggermente cinto 344 A. BRIAN di bruno più oscuro lungo i margini posteriori di alcuni segmenti. Le antenne sono lunghe ed arrivano al limite caudale del 3.° pereionite quando esse sieno rivoltate in alto ed appoggiate sul dorso. Il 4.° articolo del flagello è lungo un po’ meno di 1 volta e mezzo la lunghezza del 2.° articolo. In questo esemplare l’uro- podo destro manca, ma al suo posto si vede un abbozzo di uropodo piccolissimo. Il telson superiormente è alquanto incavato, triangolare coi lati leggermente ricurvi e termina con un apice sub-acuto; tuttavia colla punta un poco arrotondata è quasi lungo quanto i protopoditi degli uropodi o di poco più lungo. La larghezza di questo esemplare rispetto alla lunghezza è piuttosto notevole. (Vedi fig. 11). Non escludo che questo e altri esemplari simili di Gialo e di Augila possano appartenere al M. Swammerdamii Aud. et Sav. Quelli di Agedabia ue sono M. pruinosus M. Edw. Sotto fam. Cubarinae Gen. CUBARIS Brandt 10. Cubaris (Armadillo) montanus B. L. (Fig. 12). Esemplari fra grandi e piccoli in numero di 52. Misurati 10 degli esemplari più vistosi, questi ultimi risultarono colle seguenti dimensioni: Lunghezza e larghezza: 9 mm. 9,2X 4,5; 9X 4,6; DOCH Bi OOH, is DATA 8 Gee ete ST 8 X4,1. Tutti i rimanenti erano quasi tutti più piccoli, alcuni piccolissimi. Località: El Agheila, luglio 1931. Non credo errare determinando questi esemplari per Arma- dillo montanus B. L. essendo simili a quelli altri precedente- mente esaminati raccolti dal Sig. Confalonieri a Porto Bardia nel marzo 1927 e descritti nella mia precedente nota (Ann. Mus. Civ. St. Nat. di Genova Vol. LIII - 14 febb. 1930). Il colore è cenere-grigio brunastro alquanto sbiadito, piuttosto uniforme, ad eccezione di alcune parti dove si manifesta evane- scente o tendente al grigio bianco. Chiari sono i lineoli sul fondo scuro, e strettamente orlati di bianchiccio sono tutto attorno i SPEDIZIONE A CUFRA 345 vari segmenti del corpo, il capo e il telson compresi. L’epistoma é leggermente pigmentato e in alcuni individui il metaepistoma è ornato di 4 piccole macchiette scure. Le antenne esterne sono tinte in oscuro all'infuori di una linea marginale chiara per ogni articolo. Il 1.° articolo del flagello é circa 2 1/, volte più breve del 2.°. Il tegumento è finemente e : densamente punteggiato lo) squa- Fig. 12. Armadillo montanus B. L. ; Cephalon e 1.° pereionite, visti mato. . dal lato ventrale. Gli occhi hanno ciascuno 10 ocelli. I caratteri principali corrispondono, secondo me, abbastanza bene con quelli dati da Budde-Lund, per la sua forma tipica rac- colta a Djebel Tarchuna presso Tripoli. Così il 1.° segmento del tronco ha un ampio solco marginale profondo, incurvato per tutta la lunghezza. Tuttavia debbo aggiun- «gere che tale solco non è uguale ovunque ma più stretto verso la parte rostrale e più largo nella porzione caudale. La lacinia interna non solo è più spessa ma mi sembra alquanto più lunga dell’esterna. 11. Cubaris (Armadillo) sp. (Fig. 13 A, B, C e Tav. X). Esemplari 15 (6 9 e 9 ©). Lunghezze e larghezze dei rispet- ivcsimdrvia ie Oo 925K 1.25% 9504575 5 95X51; LO Be: MORO OE G5 = 1 Ob Ws CLO Xx AOD 32 40,52 Se; LO AOD IAT 213K (6, 25':) AE: Località: El Agheila, luglio 1931. Molti altri grossi esemplari fra i quali 4 9, lunga mm. 14,5 e larga 7 mm. i Località: El Agheila, luglio 1981. Esemplari 45 (26 9 e 13 d?: oltre ad 1 esemplare di sesso incerto e 5 giovani di 3 mm. di diametro, misurati nella loro posizione di arrotolamento). Lunghezze e larghezza dei rispettivi iI A: 92002: IPSE CD 10 Koo tO 10 TORQ 105,3; IAT ASMA RI 632; a AG, at 2X Ds 1S) 6,65 VEX 72 Th KT; TSX 75 (61in più una 9 non misurata); o 9X5; 9X 4,5; 95x58; 10X 5; 346 A. BRIAN 10 X-53:10,2 X 6; 12% 6;412X 6; 42 XK 65:13,5 X 6575 ee ay (e in più due altri o con acari parassiti fissati sul telson non misurati. Località: Agedabia, luglio 1931. Descrizione. — Il tegumento è coperto da formazioni squa- mose che conferiscono al loro corpo l'aspetto di una forte punteg- giatura, e questa è quasi uniformemente sparsa e in modo piuttosto fitto su tutto il corpo. Nel 1.° segmento come nel 2.° del pereion notasi una divisione o duplicatura del margine ma nel 1.°, dopo l’ampia fessura del tratto posteriore, il solco che ne risulta procede in avanti poco profondo e diventa gradualmente più attenuato man mano che si avvicina alla parte rostrale, il solco quivi è solamente accennato fino a diventare quasi nullo. La lacinia interna è più spessa, saliente e alquanto più lunga della esterna. Il 5.° segmento del pereion sul margine posteriore è molto. leggermente sinuoso, e il 6° e il 7.° lo sono in modo più spiccato. Gli occhi sono piccoli e portano ciascuno 10 ocelli. Le antenne esterne si mostrano brevi e ripiegate su se stesse; il 1.° articolo del flagello è circa 2 */, più corto del 2.° Colorazione. — Per quanto gli individui da me esaminati siano alquanto variabili nella loro colorazione, si possono dare le seguenti caratteristiche generali: colorazione fondamentale bianco- giallognolo o bianco grigio. Salvo pochissimi individui quasi del tutto albini, in maggioranza essi presentano macchie trasversali grigiastre o bruno-nere quasi su ogni pereionite, sicchè ogni segmento sembra essere ornato trasversalmente da una fascia a disegno irregolare, sinuosa. ed ondulata di colore oscuro, meno offuscata nel tratto occupato dai lineoli, interrotta prima degli epimeri, sicchè lascia un discreto margine laterale in bianco come pure anteriormente e posteriormente. In generale meno evidente è la macchia trasversale sul 1.° pereionite. Il capo è quasi incolore. Il pleon è anch'esso offuscato da due serie longitudinali di macchie ma poco estese, però il 1.° e il 2.° pleonite, in quasi tutti gli individui, ne sono privi. imbatte baciò SPEDIZIONE A CUFRA 347 Per quanto riguarda la forma delle antenne e delle varie appendici maschili mi dispenso dal darne qui una. descrizione potendo servire per caratteriz- zarle i disegni che ne ho dato. (lave 29 Molti degli esemplari da me esaminati portavano acari paras- siti in numero di 2 a 3 fino a ‘8 individui per ogni Isopodo, e ciò che è strano, essi sempre erano localizzati in gruppi sulla superficie dorsale del pleotelson. Questa specie della Cirenaica raccolta in tanta copia di indi- vidui, si accosta all’ Armadillo Mayeti Simon, ma per alcune differenze di struttura non può, secondo me, riferirvisi. Ad esem- Fig. 13. A. Armadillo sp. pio Simon ricorda che per la sua y fb Bini perelonii o DIC: specie l'occhio è composto sol tanto di 6 ocelli. La colorazione del tegumento dorsale poi non è simile a quella indicata dal sopracitato autore per FA. Mayeti e neppure per la varietà che egli ha descritta con questa colorazione: « color plumbeo-nigricans maculis lateralibus sinuosis et inordinatis testaceis dilutioribus ». Io credo che la nostra specie sia affine all’Armadillo albo- marginatus Dollfus della Palestina che parimente presenta 10 ocelli in ciascuno degli occhi, e il quale, nello stesso tempo, ha .il 1.° segmento del pleon quasi interamente nascosto sotto l’ultimo pereiale come negli esemplari da me studiati (!). Tut- tavia vi è una differenza ii struttura da notare. Il Dollfus c’indica che il 1.° articolo del flagello delle antenne è cinque volte più breve del 2.°, mentre negli esemplari di Cire- -naica è soltanto come ho detto 2 !/, volte più breve. Vi sono poi le dimensioni che variano negli Armadillo da me esaminati, e alcuni arrivano anche a 14 e 15 mm., invece ws pees) DA (1) Dolifus A. Note sur les Isopodes Terrestres et Fluv. de Syrie. Revue biolog. du Nord de la France. Tom. IV. 1891-1892. Lille, BM Se a e el ii LU arte e e pa " 3 rR eS, Ps cia 19 A Poi gip LIA EIA 348 | A. BRIAN Simon dà per la sua specie la lunghezza unica di 11 mm. Dopo questo sono molto dubbioso sulla determinazione e non posso arrischiarmi di affermare che sia riferibile all’a/bomarginatus. Forse appartiene a una nuova specie affine all’anzidetta, che io proporrei di chiamare A. Confalonierii. Fam. SPHAEROMIDAE Gen SPHAEROMA Bose 12. Sphaeroma serratum Fab. Esemplari Q e co in numero di 135. Una ventina sono piuttosto grossi con circa 12 mm., pochi con 9 mm. di lunghezza, la maggior parte con 4 !/,-8 mm. di lunghezza. I più sviluppati sono, da quanto ho potuto vedere, i o. La larghezza degli indi- vidui lunghi 12 mm. è di circa mm. 6 1/,. Località: Bengasi, Giuliana, 26-28. marzo 1931. Altri 76 esemplari 9 e dc della stessa località di Bengasi raccolti nel marzo 1931. Fra questi ultimi, 20 soltanto hanno dimensioni un po’ maggiori, con lunghezza di circa 10 mm. o poco più o poco meno, mentre tutti gli altri sono più piccoli e di svariata grandezza. La superficie del tegumento non è liscia, ma scabra, impregnata di carbonato di calce. La colorazione fondamentale del corpo è giallo-sporco tendente in alcuni individui ad un leggero verdastro chiaro, in altri ad un grigio-giallo o grigio-bruno più o meno scolorato. Osservando la cute con una lente si vede che è tutta cosparsa di piccoli cromatofori neri molto ramificati, più densi in alcune parti meno in altre. La pigmentazione generalmente è più accentuata e meno rada sulla parte posteriore del corpo che in quella ante- riore. I cromatofori, per lo più sempre distinti e isolati fra di loro, sono distribuiti sul pereion in modo da formare fascie tras- versali mediane leggermente offuscate. L’isopodo che abbiamo qui esaminato, è una specie marina assai comune, descritta e citata da molti autori, fra gli altri recentemente da Beatrice Torelli (1930) che ne ha fatto oggetto di studio accurato, indicandone la distribuzione geografica, assai ampia. Vive nell’Atlantico lungo le coste degli Stati Uniti come pure sopratutto, per larga estensione SPEDIZIONE A CUFRA 349 lungo i lidi europei. Nel Mediterraneo fu rinvenuta in molte località, compresa quella di Suez (Stebbing 1910), sicchè questa specie arriva sino al parallelo 30. Vive anche nel Mar Nero. Secondo Torelli è una forma essen- zialmente dell’ Atlantico che penetrata nel Mediterraneo, vi si è ampiamente diffusa. Il Monod in un suo lavoro recente (!) ne da la seguente distribuzione geografica: Coste atlantico - europee-africane, dall’Ir- landa, (53-54 lat. N.) a Port-Etienne, Africa occidentale francese (28 56° 45” lat. N.) e Mediterraneo (tutta la parte occidentale, l’Adriatico, l'Egitto fino a Suez). Verso il N-E la specie non sorpassa la Manica, poichè non è stata ancora raccolta nel Belgio (Giltay, 1927). Il Colosi (?) ha descritto per la Cirenaica lo Sphaeroma pul- chellum, trovato da Festa in un laghetto presso Coefia, specie indicata e illustrata pure recentemente da Monod, e altresi registrata per la Romania e per l’ Egitto. I nostri esemplari di Bengasi non somigliano a questa specie e non credo errare confermando la determinazione che ne ho dato sopra. OSSERVAZIONI BIO-GEOGRAFICHE Le specie di Isopodi terrestri qui elencate si riferiscono in parte alla fauna mediterranea ma alcune tuttavia presentano caratteri tali che devono entrare nella categoria di quelle specie mediterranee «con affinità desertiche», come ebbe a definire il Balachowsky, certi Coccidii da lui studiati e provenienti dallo Hoggar. In questa categoria io potrei annoverare tutti i Porcellio qui ricordati, gli Armadillo e sopratutto gli Hemilepistus. Questi ultimi presentano poi, secondo me, un interesse del tutto speciale per la loro distribuzione geografica, poichè una parte solo dei rappresentanti di questo genere vivono nelle loca- lità desertiche del Nord-Africa, mentre la maggioranza è propria delle regioni sabbiose e asciutte dell’Asia centrale ed occidentale. Il Budde-Lund di 10 specie che egli descrisse nel 1885, ne indicò (1) Monod Ch. Tanaidacés et Isopodes aquatiques de 1’ Afrique occid. et sept. Mèm. Soc. des Sc. Nat. du Maroc. XXIX, 34 déc. 1931. (2) Colosi G. Missione zoolog. del D.r Festa in Cirenaica. Crostacei. Boll. Mus. Zool. Anat. Comp. Torino, 36, 1921, N. 739. 350 A. BRIAN 8 per le regioni asiatiche (!) e 2 solo speciali all’ Egitto o alle altre regioni circonvicine. Questa disparità nel numero di specie di uno stesso genere, trovate in due continenti separati, ma così in contatto, potrebbe farci supporre che il genere Hemilepistus non sia d’ origine africana ma bensi asiatica, e che talune di queste specie siano il relitto di una grande ondata migratoria proveniente dalle zone steppose dell’ Asia centrale ed occidentale, che invase 1’ Africa sahariana, e di cui una parte penetrò anche in Cirenaica. Questa è l'ipotesi che il Gridelli (8) ha sostenuto con molta genialità, sicurezza di metodo e acutezza di facoltà deduttive, parlando della fauna dei Coleotteri libici e dopo avere studiato un grandissimo numero di esemplari della Cirenaica. Egli è venuto alla conclusione che questo territorio abbia una fauna paleartica e bensi di tipo mediterraneo ma caratteristica per molti elementi d’origine orientale, onde egli giudicò che la Cirenaica debba appar- tenere alla zona eremica. Troppo poco sappiamo della distribuzione geografica degli Isopodi terrestri dei territori dell'Asia occidentale e centrale per poter intraprendere uno studio di confronto fra quelli e i rappre- sentanti dello stesso gruppo viventi nel Nord- Africa e per poter riuscire a qualche conclusione sicura.. Quello che è certo si è che nella Siria e forse nella Palestina, vivono alcune forme di tipo mediterraneo desertico, che si ritrovano pure nell’ Egitto, nella Cirenaica, in Tripolitania e in Algeria. E siccome non è possibile intravvedere rapporti di caratteri affini fra questo piccolo gruppo di Edrioftalmi terragnoli specia- lizzati e quelli che abitano l’ Etiopia e regioni settentrionali d'Europa, non è da escludere che essi abbiano un’ origine orientale e quindi l’ipotesi del Gridelli potrebbe anche trovare una con- ferma da questo piccolo gruppo di Isopodi da noi studiati. (1) Recentemente una n. sp. è stata descritta da Verhoeff pel Turchestan (Hemil. (Desertellio) Zachavatkini in Zool. Anz. Bd. 91, 1930). (?) Gridelli E. Risultati zoologici della Missione .... per l’esplorazione dell’oasi di Giarabub (1926-1927) Coleotteri - Ann. Mus. Civ. St Nat. Genova LIV, 1930, pp. 1-485. Issel R. La zoogéographie de la Cyrénaique selon les zoologistes italiens. Zoogéo- graphica, Bd. i Heft. 4. Verlag von Gustav Fischer in Jena. 1932. Marzo 1932. Lr OI Fig. O colo Op ww — O DIA) OF WW SPEDIZIONE A CUFRA 351 SPIEGAZIONE DELLE FIGURE NEL TESTO . Hemilepistus Patrizii n. sp. (lunghezza 16 !/, mm.) . Porcellio Olivieri Aud. et Sav. 7° (lunghezza. 13 mm.). . Porcellio albinus B. L.? o& (lunghezza 15 mm.). . Zampa del 7.° paio di Porcellio albinus B. L.? d. . Esopodite del 1.° pleopodo destro di PorceZlio albinus B. L.? d. . Porcellio sp. £ (lunghezza 12 mm.). . Cephalon dello stesso Porcellio 9, visto tergalmente. . Porcellio Gestroi n. sp. & (lunghezza 5 1/, mm.). . Agabiformius (obtusus B. L.?) 9 (lunghezza 6 !/, mm.). Località: Gialo. . Euleptotrichus Panzeri Aud. et Sav. (lunghezza mm. 5). . Metoponorthus sp. 9 (lunghezza mm. 8,75). . Cephalon e pereionite 1.°, visto dal lato sternale, di Armadillo montanus B. L., da un esemplare lungo 10 mm., raccolto a Porto Bardia. E . A. Armadillo sp. 2 (lunghezza 11 mm. circa) visto dal dorso. . B. Armadilio sp. 9 ultimi pereioniti e pleon visti dal dorso: lo stesso esemplare come sopra. . C. Armadillo sp. 2 visto di fianco, lo stesso esemplare come sopra. SPIEGAZIONE DELLE FIGURE NELLE TAVOLE Tav. VIII. Agabiformius (Angara) sp. ? &. . Cephalon di un d' visto dorsalmente. . Antenna anteriore oy. . Antenna, posteriore d'. . Mandibola sinistra di una 9 adulta. . Mascella destra di un gf. . Piede mascellare destro di un ©. . Zampa del 1.0 paio di un gf. . Zampa del 7.° paio di un d. . 1.0 paio di pleopodi (e pene) di un g. . Esopodite del pleopodo (1.° paio) di un &%. . Endopodite ed esopodite del pleopodo del 2.0 paio di un d. . Telson di una 9. Porcellio sp. . Antenna di una 9 di 12 mm. di lunghezza. . Endopodite ed esopodite del pleopodo del 1,0 paio di un 3. % % % % % vy N % % xv 352 XE 2. 3. 4. A. BRIAN Tav. IX. Porcellio Gestroi n. sp. 1. Antennula d. Antenna d.. Ultimi articoli e flagello dell’antenna dt. Zampa del 1.° paio d. 4 bis Spina della parte distale «del carpopodite della zampa del JD UU 1.° paio d. Zampa del 7.0 paio d. . 1.° pleopodo col pene (endopodite ed esopodite) o. . 1.° pleopodo (endopodite ed esopodite) g. . Estremita distale dell’endopodite del 1.° pleopodo &%. . 2.° pleopodo (endopodite) ct. . Esopodite del 2.° pleopodo d. . Esopodite del 3.° pleopodo d. Tav. Do Cubaris (Armadillo) Sp. CAST . Flagello dell'antenna di una 9. . Zampa del 1.° paio di una Q. i . Margine laterale del 1.° e 2.° pereionite visto ii di una 9. . Esopoditi del 1.° pleopodo di un d. . Endopediti del 1.° pleopodo di un o&%. . Endopodite del 2.° pleopodo di un gf. . Esopodite del 2.° pleopodo di un d'.. SPEDIZIONE SCIENTIFICA ALL’OASI DI CUFRA (marzo - LUGLIO 1931) MOLLUSCHI PER Dott. J. BISACCHI (Tav. XI) Lo studio dei molluschi terrestri raccolti durante la Missione Zoologica all’oasi di Cufra costituita dai Sigg. Marchese Saverio Patrizi e Carlo Confalonieri, preparatore capo nel Museo Civico di Storia Naturale di Genova (Marzo-Luglio 1931) porta un interessante contributo alla conoscenza della malacofauna di una regione zoologicamente quasi sconosciuta; perchè dall’anno 1878 in cui avvenne la spedizione di Gerardo Rohlfs non vi erano più stati raccolti animali. La Cirenaica fu in precedenza studiata da Von Martens (') e Sturany (?) per la regione del Barca ed attualmente in modo particolare da Gambetta (*). (1) Von Martens E. — Conchologische Mittheilungen, vol. II. — — Ueber einige Landschnecken und Reptilien aus den Cyrenaika- Sitzber. Ges. Naturf. Freunde, Berlin, 1883, pag. 147-150. (2) Sturany R. — Mollusken aus Tripolis und Barka-Zoologische Jahrbucher, 1909, Bd. XVII, pag. 29. (5) Gambetta L. — Missione zoologica del Dott. Festa in Cirenaica - Bollettino dei Musei di Zoologia e Anatomia Comparata della R. Univer- sità di Torino, 1924, vol. 39, n. 22. _ — Malacofauna Cirenaica - Universo, 1925, Anno VI, n. 7. _ — I Gasteropodi raccolti dall’Ing. C. Crema in Cirenaica - Bol- lettino dei Musei di Zoologia e Anatomia Comparata della R. Università di Torino, 1925, vol. 40. —_ — Una nuova specie di Holix - Annali del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, 1927, vol. LII, pag. 236. — — Risultati zoologici della Missione inviata dalla R. Societa Geografica Italiana per l’esplorazione dell’oasi di Giarabub - Annali del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, Molluschi, 1929, vol. LIII, pag. 247. — — Malacofauna del lago di Arrascia - Annali del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, 1929, vol. LIII, pag. 265. - Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol, LV (23 Maggio 1982) 23 354 J. BISACCHI La maggioranza delle specie furono raccolte lungo il tragitto carovaniero che da Bengasi conduce a Gialo (28 marzo-11 maggio); da qui fino all’oasi di Cufra non mi risulta sia stato catturato alcun mollusco. In quest'ultima regione e più precisamente nella sebcha di El Giof (giugno) fu raccolta un'interessante e nuova specie di Hydrobia che mi è grato dedicare al Marchese S. Patrizi. Nel viaggio di ritorno C. Confalonieri si spinse fino ad El-Agheila (luglio) dove raccolse parecchi ed interessanti mol- luschi. : In appendice alla presente nota elenco due specie subfossili, la Melania tuberculata Mull. e il Cardium (Cerastoderma) edule-rectidens L. Coen, che furono raccolte durante il tragitto Haseiat-Gialo. Esprimo la mia viva riconoscenza al Sig. Henri Gadeau de Kerville che così gentilmente ha voluto inviarmi in dono i tre interessantissimi volumi di Germain sui Molluschi della Siria e Krumiria. Ringrazio pure vivamente il Sig. J. R. Le B. Tomlin (Londra) che con l’abituale gentilezza mi ha offerto il suo valido aiuto nell’identificazione di una specie a me sconosciuta, il Prof. R. Gestro, direttore di questo Museo, che mi ha affidato lo studio della presente collezione, la Dott. L. Gambetta (Torino), il Dott. F. Capra (Genova) e il Dott. P. Hesse (Unterwéssen) che con invio di notizie bibliografiche hanno contribuito a facilitarmi il difficile studio sulla malacofauna delle oasi di Cufra e di Gialo. GASTEROPODI POLMONATI Fam. HELICIDAE Subf. Helicinae Gen. EUPARYPHA Hartmann (1842) EKuparypha pisana Miller Helix pisana Bourguignat, Malac. Algérie, 1864, vol. I, pag. 234, tav. XXVI, fig. 1-10. Helix (Euparypha) pisana Germain, Moll. terr. fluv. Voyage Khroumirie, 1908, p. 182, Tav. XXV-XXIX, (bibliogr. et syn.). Helix (Euparypha) pisana Germain, Faune de France, Moll. terr. et fluv. Paris, 1930, pag. 181, fig. 151 (anat.) 152-54, tav. IV, fig. 89. | i ; SPEDIZIONE A CUFRA © 355 Germain nel lavoro « Voyage zoologique en Khroumirie » ci offre uno studio profondo e completo di questa specie estremamente polimorfa e diffusa, di cui furono raccolti una ventina di esem- plari a Bengasi. Essi appartengono alle forme elata, globosa e depressa e per la colorazione alcuni individui si debbono attribuire alla varietà alba Moq.-Tandon. Specie circummediterranea. Gen. HELIX Linnec (1758) sensu stricto Subg. Helicogena Férussac (1819) Helix (Helicogena) melanostoma Draparnaud Helix melanostoma Bourguignat, Malac. Algérie, 1864, vol. I, pag. 96, tav. VII, fig. 11. Helix (Helicogena) melanostoma Germain, Moll. terr. fluv. Voyage Khrou- mirie, 1908, pag. 166 (bibliogr. et syn.). Helix (Helicogena) melanostoma Gambetta, Boll. Mus. Zool. Anat. Comp. Univ. Torino, 1924, N. 22, pag. 27 (syn.). Helix (Helicogena) melanostoma Germain, Faune de France, 1930, pag. 186, fig. 156 (anat.), tav. III, fig. 72. Questa specie circummediterranea fu raccolta lungo la strada che congiunge Soluch ad Agedabia. Sono concorde con Gambetta di fondere la H. melanostoma con l’H. nucula Parr. Gen. EREMINA Pfeiffer (1855) Eremina rhodia Chemnitz Helix rhodia Chemnitz, Conchyl. Cab., 1786, IX, fig. 1179-1180. Helix trregularis Férussac, Hist. nat. moll., 1820, pag. 234, tav. 28, fig. 5-8. Helix irregularis vr. Savigny, Descript. Egypte, 1827, vol. XXII, pag. 162, tav. Il, fig. 6, 9. i Helix Ehrenbergi Roth, Moll. spec., 1839, pag. 12, tav. I, fig. 15. Helix Ehrenbergi vr. chilembia Bourguignat, Moll. nouv. litig., 1864, IV, pag. 85, tav. XII, fig. 5-8. i Helix desertorum vr. Hasselquisti Kobelt in Rossméssler, Iconogr., 1881, fig. 1003, 1004, 1009. Eremina Hemprichi Pallary, Mem. Inst. Egypt., 1909, vol. VI, pag. 19, tav. Il, fig. 21. Mi Rae EF oT ON re he ae 356 J. BISACCHI Eremina rhodia Pallary, |. c., pag. 19, tav. II, fig. 18-21. Eremina Ehrenbergi vr. chilembia Gambetta, Annali Museo Civico di Genova, 1929, vol. LIII, pag. 253, fig. 3 (anat.). Y Specie endemica raccolta ad El-Agheila e lungo la carovaniera tra Agedabia e Gialo. forma minor Helix trregularis vr. Savigny, |. c., vol. XXII, pag. 162, tav. Il, fig. 11. Helix irregularis Férussac, l. c., pag. 234, tav. 28, fig. 9-10. Helix Ehrenbergi Roth vr. dai Bourg lignano l. c., pag. 85, tav. XII, . fig. 9. mina Hemprichi Pallary, l. c., pag. 19, tav. II, fig. 22. Le dimensioni della forma minor sono circa le seguenti: mm. 23 di altezza per 18 di larghezza. Nessun esemplare tra i molluschi di questa spedizione. ‘forma maxima Helix irregularis vr. Savigny, |. c., pag. 162, tav. II, fig. 8. Helix irregularis Férussac, |. c., tav. XXVIII B, fig. 8-9. Helix Ehrenbergi vr. Sana A BONPEVIGNA 1. c., pag. 85, tav. XII, fig. 1-4. Eremina Landrini Pallary, l. c., pag. 20, fig. 1 del testo, tav. III, fig. 2. La forma maxima misura circa mm. 35 di altezza per 40 di larghezza. Raccolta a Es-Sahabi e a Gialo. La difficoltà della determinazione delle Eremina, dovuta alla grandissima variabilità degli individui non solo nell’ambito di una stessa specie, ma alle forme intermedie che collegano tra loro due specie vicine, ha portato confusione e frazionamento. Ferussac e Savigny tengono riunite tutte le Hremine in un'unica specie, Pallary nel suo importante lavoro mette un po’ di ordine in questa intricata matassa dividendo il genere in due principali gruppi, a forma umbilicata e a forma non umbilicata; gruppi però non del tutto separati esistendo forme intermedie. Alla forma umbilicata con conchiglia depressa o depresso-glo- bosa ascrive l’ Eremina desertorum Forskal e I’ Eremina SPEDIZIONE A CUFRA 307 Hemprichi Ehrenberg, quest: ultima a umbilico in gran parte ricoperto. : : Alla forma non umbilicata con conchiglia globosa o conica | ascrive quattro specie: Eremina rhodia Chemn., E. Ehrenbergi Roth con la verietà chilembia Bourg. e la varietà Aschersoni Rein., E. Lan- drini ed infine E. desertella. Tralasciamo quest’ultima la cui posizione sistematica non è ancora ben definita e consideriamo i due gruppi. La desertorum differisce da tutte le altre non soltanto per la presenza dell’umbilico ma per la forma spiccatamente depressa, la scultura ben distinta e quasi regolare. La conchiglia è depressa con umbilico stretto. Gli anfratti ricurvi, obliquamente percorsi da striature ben marcate e regolari, la protoconchiglia liscia. L'apertura della bocca subovale allungata con labbra leggermente ripiegate. La columella arcuata, obliqua, all’inizio ricurva sull’umbilico. Il colore grigiastro o rossiccio con regione circumumbelicale e due o tre fasce concentriche bianche nell’ultimo anfratto. Larghezza diametro maggiore da 23 a 25 mm. Larghezza diametro minore da 20 a 21 mm. Altezza da 17 a 18 mm. Apertura boccale circa 12 X 9. Molto probabilmente Gambetta è stata indotta ad ascrivere questa specie fra il materiale di Porto Bardia e Giarabub per il fatto che gli scarsi individui da lei esaminati erano in uno stadio assai precoce di sviluppo e in condizioni poco buone per lo studio. Desio (*) cita questa stessa specie per il tratto Agedabia-Haseiat, con molta probabilità anche questi esemplari non devono venir riferiti all’Helix desertorum Forsk., ma bensi alla rhodia. Passiamo alla Hemprichi, rhodia, Ehrenbergi, Landrini. Dall’abbondante materiale raccolto ad El-Agheila, Agedabia, Es- Sahabi e Gialo, unito a quello che fa parte della ricca collezione di questo Museo e sopratutto dalle figure riportate dagli autori, ho potuto constatare quanto sia difficile la separazione di queste specie non essendovi netti caratteri che le delimitino. Férussac dice che «la série remarquable de variétés, figurée par Savigny dans le grand ouvrage d’ Egypte, aurait dù mettre en garde les conchy- (1) Desio A. — Osservazioni geologiche e geografiche compiute durante un viaggio in Sirtica, Bollettino della R. Società Geografica Italiana, 1931, vol. VIII, pag. 275. RPA per VISA ERI Pg LIERAC I SAT] On de RI RITI 358 J. BISACCHI liologues, et les empécher de multiplier des espéces dont l’obser- vation demontrait l’inutilité » . Pallary afferma «entre les variétés ainsi distinguées existent toutes les formes intermédiaires. On peut relier directement et sans aucune interruption les deux formes extrémes de la série ». Riguardo alla conicità della conchiglia si passa senza interru- zione da forme spiccatamente coniche a forme globoso-depresse con anfratti più o meno arrotondati e suture più o meno im- presse. L'apertura boccale non dipende sempre strettamente dalla forma generale della conchiglia ma può essere più o meno ampia, più o meno arrotondata, il peristoma è talora ripiegato tal’ altra prolungato per un tratto dalle numerose lamelle rugose ed irre- golari che caratterizzano la varietà chilembia. La protoconchiglia è sempre liscia, i giri susseguenti sono scolpiti da rigature oblique talvolta tanto fine da potersi vedere soltanto con la lente. La colorazione varia dal bianco, al grigio, al corneo, al bruno, non sempre percorsa trasversalmente da fasce brune interrotte. L’analisi anatomica tanto di individui a forma depressa quanto di individui a forma conica risulta identica. Mi trovo quindi di fronte ad una sola specie variabilissima che distinguo in forma minor e maxima. Perchè poi considerare come varietà le conchiglie a peristoma accresciuto per un tratto sotto forma di lamelle irregolari sovrap- poste a cui vanno soggette tutte le forme della rhodia Chemn. ? La causa non ancora ben determinata è considerata da Pallary «un cas pathologique comparable aux sécrétions aperturales que l’on observe chez certains calcarina et les Hélices bidentées du Nord Quest de l’Afrique ». Ricordo inoltre che da molti malacologi vengono determinati per desertorum gli individui di rhodia giovani che sono prov- visti sempre di umbilico non ancora ricoperto dalla columella dell’adulto. Per quanto riguarda l'anatomia dell'apparato riproduttore esa- minato in esemplari di Agedabia e in uno di Porto Bardia confermo ciò che è già stato notato da Gambetta nella dissezione di un solo individuo, cioè la mancanza completa del flagello dell'organo copulatore e la mancanza del diverticolo del condotto ermafroditico. Debbo però notare negli individui di ambedue le SPEDIZIONE A CUFRA 359 localita una forma diversa nelle ghiandole multifide non dovuta _al momento di attivita funzionale del mollusco, carattere costante ta HIT Fig. 1. Eremina rhodia Chemnitz. Ghiandole multifide dell’ appa nei diversi individui sezionati che non era completamente sviluppati. Riporto a figura 4 il ghiandole. Subf. Helicellinae Gen. HELICELLA Férussac (1821) (!) Subg. Cermuella Schliter (1838) Helicella (Cernuella) Reboudiana Bourguignat Helix Reboudiana Bourguignat, Malac. Algérie, 1864, vol. I, pag. 212, tav. XXI, fig. 19-20. Specie abbondantemente raccolta ad El- Agheila, lungo la . strada che da Soluch conduce ad Agedabia e nei dintorni di quest’ultima località. Già citata per l'Algeria e la Cirenaica. (0) Hesse P. — Beitràge zur genaueren Kenntnis der Subfamilie Helicellinae, Archiv fiir Molluskenkunde LVIII, 1926, p. 113-141. Det aor, TAN Lo ee ni EERE ELV OE IALIA GANTT AY E IONI AO IMAA RABAT (CORMIZIO RAS MENO IRA No ‘ eA ee ay oe State dj È ay : ee i Y Rou J. BISACCHI Helicella (Cernuella) acompsia Bourguignat Helix acompsia Bourguignat, Malac. Algérie, 1864, pag. 217, tav. XXIV, fig. 17-21. Helicella (Cernuella) acompsia Germain, Faune de France, 1930, pag. 308, fig. 230-231, tav. VII, fig. 194-197. ; Raccolta tra Soluch e Agedabia. Nota per il Marocco, l'Algeria e la Tunisia. Subg. Xeromunda Monterosato Helicella (Xeromunda) cyrenaica Martens Helix cyrenaica Sturany, Moll. Trip. Barka, Zool. Jahrb., 1909, pag. 299, (bibliogr. et syn.). Helix (Xerophila) cyrenaica Gambetta, Boll. Mus. Zool. Anat. Comp. Univ. Torino, 1924, N. 22, p. 29. Due esemplari adulti raccolti a Bengasi e due giovani ad Agedabia. Martens descrivendo |’ Helix cyrenaica la paragona all’Helix candiota Friwaldsky delle isole di Candia e di Syra nell’arcipelago greco; essa è citata forse erroneamente come afferma Pallary (Mem. Inst. Egypt., 1929, p. 11) da alcuni autori per la Siria. Confrontata la specie africana con due esemplari di candiota di Akrotiri dell’isola di Candia, gentilmente inviatimi in comunica- zione dal Dott. G. Coen, ho potuto notarne le differenze. La candiota è di dimensioni più piccole, mm. 9 di altezza per 7 di larghezza, gli anfratti sono leggermente convessi, le suture poco profonde, l’apertura boccale che di conseguenza è meno arroton- data, ha il peristoma fortemente inspessito nella parte interna da un cercine più robusto che nella cyrenaica. Gambetta nel lavoro sopra citato in seguito ad un attento esame delle diagnosi delle specie africane di Helicella appartenenti allo stesso gruppo quali la Duriewi Mog.-Tandon, la lacertarum Bourg., la psammathea Leth. Bourg. e la Berlieri Morelet, deduce trattarsi di un’ unica specie suddivisa in razze locali. Infatti dal materiale che ho potuto avere a mia disposizione ho osservato che la cyrenaica, la psammathea e la lacertarum SPEDIZIONE A CUFRA 361 appartengono ad un'unica specie; la Berlierî è una varietà di maggiori dimensioni, la Duriewi di maggiore conicità. Non so separare dalla cyrenaica la Xeromunda Mairei Pallary l. c. pag. 10. Subg. Xerocrassa Monterosato (1892) Helicella (Xerocrassa) icmalea Westerlund Helta occonella Letourn. e Bourg. vr. îcmalea Westerlund, Binnenconch., 1889, p. 188. Helix cretica Férussac f. barkaensîs Sturany, Moll. Trip. Barka, Zool. Jahrb., 1909, pag. 298, tav. XI, fig. 8. i Xerophila icmalea Pallary, Mem. Inst. Egypt., 1909, pag. 30, tav. I, fig. 39, 43-45. La specie appartenente in parte alla forma depressa Pallary, fu trovata frammista alla Xerocrassa pseudosimulata Germain su cespugli lungo il tratto che congiunge Soluch ad Agedabia e ad Agedabia stessa; a Gialo ne fu rinvenuto un solo esemplare morto. Diffusa in Cirenaica fino a Giarabub ed in Egitto. Helicella (Xerocrassa) pseudosimulata Germain Helix (Xerophila) pseudosimulata Germain, Moll. terr. fluv. Syrie, 1921, pag. 223, tav. XII, fig. 7-9. Specie comune ad El-Agheila e nel tratto Soluch-Agedabia. Alla perfetta e chiara descrizione che ci offre Germain basata su di un solo individuo della Siria devo aggiungere che la conicità Fig. 2, 3. Helicella (Xerocrassa) pseudosimulata Germain. della spira, il rigonfiamento degli anfratti e conseguentemente la forma dell’ apertura boccale varia entro i limiti dati dalle fig. 2-3. 362 J. BISACCHI Riguardo alle dimensioni gli individui di El-Agheila possono rag- giungere per il diametro massimo mm. 17, per il minimo mm. 415, per l’altezza mm. 17 e per l’apertura boccale mm. 9 X 9. Avendo avuto tra gli altri alcuni esemplari ancora vivi ho potuto esaminare l’apparato riproduttore, fig. 4, nel quale noto le tasche del dardo molto ridotte e il flagello dell’ organo copu- latore breve. La sua presenza in Cire- naica non era ancora nota. Helicella (Xerocrassa) cretica Férussac Helix cretica Bourguignat, Malac. Algérie, 1864, pag. 232, tav. XXV, fig. 16. Helix (Xerophila) cretica Ger- main, Moll. terr. fluv. Voyage Khroumirie, 1908, pag. 211 (bibliògr. et syn.). Un solo esemplare preso nei dintorni di Agedabia. Nota per le isole dell’Egeo, la Siria, Y Algeria, la Tunisia e la Ci- renaica (Giarabub). Helicella(Xerocrassa) Seetzeni (Kock) Pfeiffer Fig. 4. Helicella (Xerocrassa) pseudosimulata Germain. Apparato riproduttore. Helix (Euparypha) Seetzeni Ger- main, Moll. terr. fluv. Syrie, 1921, pag. 220, tav. X, fig. 13. Helicella (Xerocrassa) Seetzent Hesse, Archiv. fiir Molluskenkunde, 1926, vol. LVII, pag. 113-141 (anat.). Un solo esemplare raccolto ad El-Agheila. Anche di questa specie Germain ci dà un ampio ed interes- sante studio della conchiglia, ma non conoscendone l'anatomia fatta in seguito da Hesse la pone nel genere Euparypha vicino all’Helix pisana Mill. Nota per la Siria. ee Le a a a a SPEDIZIONE A CUFRA 363 Subg. Xeroptycha Monterosato (emend.) (1892) Helicella (Xeroptycha) tuberculosa Conrad Helix tuberculosa Bourguignat, Moll. nouv. litig., 1863, III dec., pag. 60, tav. IX, fig. 5-7. Helix (Obelus) tuberculosa Germain, Moll. terr. fiuv. Syrie, 1921, pag. 173 (syn.). Una trentina di gusci di questa specie propria dei luoghi aridi e rocciosi furono raccolti nei dintorni di Agedabia. Tra questi esemplari «d’un blanc sale ou d’une teinte pale ochracée », come indica la diagnosi di Bourguignat, vi sono due individui che hanno delle macchie triangolari di pigmento castagno poste tra i tubercoli della carena mediana e due o tre cerchi concentrici dello stesso colore sulla parte basale della conchiglia. Il guscio non è sempre « fortement rugueux, ridé, crispé en dessus et orné de deux carénes tuberculeuses: la première est située vers la partie supérieure du tour; la seconde, beaucoup plus forte, plus saillante, denticulée comthe une scie, suit la suture quelle surplombe ». Talvolta gli esemplari sono soltanto irregolar- mente e debolmente rugosi; la carena superiore è appena accennata o scomparsa completamente e le denticolazioni suturali sono molto ridotte. Comune nel Nord Africa. Helicella (Xeroptycha) philamnia Bourguignat Helix philamnia Bourguignat, Moll. nouv. litig., 1863; III dec., pag. 64, tav. X, fig. 1-3. Helix (Obelus) philamnia Germain, Moll. terr. fluv. Syrie, 1921, vol. I, pag. 174 (bibliogr.). Attribuisco a questa specie, nota per l'Egitto ma non ancora segnalata per la Tripolitania e la Cirenaica, una conchiglia tipica e due giovani esemplari appartenenti alla var. semilaevigata Pallary, che furono raccolti ad El-Agheila. Helicella (Xeroptycha) galalensis Pallary Xerophila ( Xeroptycha) galalensis Pallary, Mem. Inst. Egypte, 1909, vol. VI, fasc. I, pag. 36. Obelus galalensis Pallary, l. c., 1924, vol. VII, fasc. I, pag. 17, tav. 1, fig. 36-39. El-Agheila, esemplari di forma conica. Nota soltanto per |’ Egitto. 364 J. BISACCHI ~ Subg. Trochoidea Brown (1827) Helicella (Trochoidea) pyramidata Draparnaud Helix pyramidata Bourguignat, Malac. oy 1864, vol. I, pag. 260, tav. XXX, fig. 26. Helix (Trochula) pyramidata Germain, Moll. terr. fluv. Voyage Khrou- mirie, 1908, pag. 221. = Helix (Trochoidea) pyramidata Germain, Faune de France, 1930, pag. 311, fig. 235 (anat.), tav. IX, fig. 257-58. Questa specie circummediterranea è stata trovata lungo il tragitto che da Soluch conduce ad Agedabia. Helicella (Trochoidea) Gestroi Gambetta Helicella (Trochoidea) Gestrot Gambetta, Annali Museo Civico Storia Naturale di Genova, 1929, vol. LIII, pag. 12, fig. 4-5. Due esemplari raccolti tra Soluch e Agedabia. La specie è descritta dell’Oasi di Giarabub. Helicella (Trochoidea) subcostulata Bourguignat Helix subcostulata Bourguignat, Malac. Algérie, 1864, vol. I, pag. 199, tav. XX, fig. 21-26. Due esemplari raccolti tra Soluch e Agedabia. Essi sono un po’ più conici degli esemplari algerini figurati da Bours uot, Helicella (Trochoidea) antoniae Pallary Un esemplare di El-Agheila (det. Tomlin). « Confrontato con il paratipo si nota la scultura piu marcata » (Tomlin in literis). Subg. Xeromagna Monterosato (1892) Helicella (Xeromagna) lauta Lowe Helix lauta Bourguignat, Malac. Algérie, 1864, vol. I, pag. 221, tav. XXII, fig. 12. Credo di dover riferire a questa specie alcuni individui raccolti a Gialo. SPEDIZIONE A CUFRA 365 Subg. Xeropicta Monterosato (1892) Helicella (Xeropicta) vestalis (Parreyss) Pfeiffer Xerophila vestalis Pallary, Mem. Inst. Egypt., 1909, pag. 25, tav. II, fig. 1-3. Helix (Xerophila) vestalis Germain, Moll. terr. fluv. Syrie, 1921, pag. 237, tay. X, fig. 10-12. Dintorni di Agedabia. Già citata per la Siria e l’Egitto. var. mahmoudiana Bourguignat Xerophila vestalis vr. mahmoudiana Pallary, |. c. pag. 27, tav. 2, fig. 5-6, Helix (Xerophila) vr. mahmoudiana Germain, |. c. pag. 243. Un solo esemplare raccolto nei dintorni di Agedabia. Fam. ACHATINIDAE Gen. RUMINA Risso (1826) Rumina decollata Linneo Rumina decollata Germain, Moll. terr, fluv. Khroumirie, 1908, pag. 235, (bibliogr. et syn.). Rumina decollata Sturany, Moll. Trip. Barka, Zool. Jahrb. 1909, pag. 298, tav. XI, fig. 8, (bibliogr.). i Rumina decollata Germain, Faune de France, 1930, pag. 320, fig. 237 (anat.), tav. IX, fig. 265-266. Specie polimorfa. Gli esemplari raccolti ad El-Agheila, Agedabia e tra El-Haseiat e Es-Sahabi appartengono alla varietà minor Pallary (1922). Diffusa nel litorale egiziano, nella Cirenaica, Tripolitania e nel Sahara Algerino. 366 J. BISACCHI GASTEROPODI PROSOBRANCHI Fam. HYDROBIIDAE Subf. Hy drobiinae Gen. Hy @robia Hartmann (1821) () (Paludestrina auct. partim). Hy drobia Patrica: Ww Sp. Conchiglia allungata, piramidale, leggera, quasi trasparente, con apice ottuso di color corneo-chiaro. Anfratti cinque e mezzo, convessi, regolarmente crescenti, separati da suture profonde e solcati longitudinalmente da fitte striature visibili a forte ingrandimento. Apertura ovale ben allargata alla base, leggermente appuntita in alto, con peristoma continuo e semplice. Umbilico ridotto ad un forellino appena visibile che si pro- lunga esternamente lungo la columella in una leggera fossetta. Altezza mm. 3. Larghezza mm. 1 */,. Fig. 5, 6. Hydrobia Patrizii n. sp. L’ Hydrobia Patrizii si avvicina alla Paludestrina Con- falonierii descritta da Gambetta per l’ oasi di Giarabub, ma da (1) Conservo il nome di Hydrobia Hartmann anteriore a Paludestrina d’ Orbigny (1840) perchè «la Commissione Internazionale di Nomenclatura ragionevolmente ha deciso che i due nomi Hydrobia Hartm. e Hydrobius Leach (Coleotteri) non sono sinonimi e si possono quindi ambedue conservare » (Tomlin in literis). SPEDIZIONE A CUFRA 367 questa differisce per la maggiore leggerezza e trasparenza, perchè meno allungata e meno affusolata, per gli anfratti più rigonfi, le suture più profonde, l’apertura boccale più larga, il foro umbilicale più piccolo. Numerosi esemplari di questa elegante Hydrobia furono pescati all’ oasi di El Giof (Cufra) in una sebcha, lago di forte concentrazione salina ricco di giuncheti. OSSERVAZIONI SU DUE SPECIE SUBFOSSILI. | Senza entrare nel campo geologico che non è di mia compe- tenza stimo utile aggiungere che su fondo alluvionale di sebche prosciugate furono abbondantemente raccolte subfossili, la Melania tuberculata Mull. lungo il tragitto carovaniero Haseiat-Sahabi-Gialo, e un Cardium che attribuisco al Cerastoderma edule-rectidens L. Coen. (*) nel tratto Haseiat-Sahabi. I Cardium raccolti nei dintorni di Sahabi probabilmente nella hatia di Maaten Risain dove furono pure trovati da Desio (£) variano per forma entro limiti dati dalle figure riportate nella tavola XI. Attraverso ad una serie ininterrotta si passa grada- tamente da individui fortemente trasversi come nelle figg. 1, 2, 3 ad individui arrotondati figg. 4, 5, 6. Il numero delle costole varia per tutti gli esemplari, indipen- dentemente dalla forma, da 17 a 25 con una classe di massima frequenza per gli individui di 19 costole. La conchiglia, in generale assai più leggera dei Cardium viventi in mare libero, nei miei individui diventa spesso quasi trasparente. Non noto per le dimensioni (massime mm. 34 X 25) quella riduzione che è la caratteristica dei molluschi viventi a forte concentrazione salina, osservata da me (3) per i Cardium delle saline di Coo e da Gambetta (*) per quelli del lago di Arrascia. (1) Coen G. Nota sui Cardium della Sezione Cerastoderma. Atti Società Veneto- Trentino-Istriana - Anno VIII - 1945. (3) Desio A. Osservazioni geologiche e geografiche compiute durante un viaggio nella Sirtica - Bullettino R. Società Geografica Italiana, Vol. VIII, 1931, pag. 275. (3) Bisacchi J. Ricerche faunistiche nelle isole italiane dell’ Egeo - Archivio Zoologico Italiano, Vol. XII, fasc. 3-4, pag. 369. (4) Gambetta L. La malacofauna del lago di Arrascia - Annali Museo Civico di Storia Naturale di Genova, Vol. LIII. 1929, pag. 265. 368 J. BISACCHI Mra Ciò dipende probabilmente dalle condizioni di concentrazione | iniziale e dal modo di prosciugamento delle acque. La cerniera che secondo Coen per il rectidens è « quasi retta, donde il nome» fig. 8, in questi esemplari può essere talora arrotondata fig. 7, la forma del dente cardinale e di quelli laterali variano entro limiti piuttosto ristretti. Sarebbe una cosa molto interessante riscontrare le differenze fra i Cardium vivi raccolti da Desio nel piccolo laghetto in vici- nanza di Ain-el-Braghi e quelli subfossili delle regioni circostanti. 3 Debbo notare pertanto che i Cardium di Sahabi sono estre- mamente simili per forma ad alcuni esemplari raccolti vivi na lago di Menzaleh da A. Issel nel 1865. Nel tratto Haseiat-Sahabi ne sono state raccolte soltanto tre conchiglie molto leggere, la maggiore delle quali non supera i mm. 17 X 13. È SPEDIZIONE SCIENTIFICA ALL’ OASI DI CUFRA (MARZO-LUGLIO 1931 ) Lox On © LD A PER MARIA TONELLI RONDELLI Il prof. Gestro, direttore del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, volle cortesemente affidarmi, per la determinazione, gli ixodidi raccolti nella primavera del 1931, a Cufra, dalla mis- sione del Marchese Saverio Patrizi. Approfittando della larga ospitalità concessami dal prof. A. Ghigi nell’Istituto di Zoologia di Bologna, ospitalità di cui anche pubbli- camente lo ringrazio, mi fu possibile esaminare |’ interessante materiale inviatomi, che proviene da una zona del Sahara libico finora completamente inesplorata, almeno per quanto riguarda gli ixodidi. Nell’oasi di Cufra e nei suoi dintorni vennero raccolti Argas persicus, VOrnithodoros foleyi e lo Hyalomma dromedari. Di queste specie, già note per la Cirenaica, è particolarmente inte- ressante il reperto di Ornithodoros foleyi tinora rinvenuto, per la Libia, in due sole località, Ghadames, in Tripolitania, e Porto Bardia, in Cirenaica. E specie rarissima di cui si conoscono pochi esemplari, ed all’ infuori di quelli libici, una sola piccola femmina raccolta nel Hoggar in Algeria.. Lo Hyalomma dromedarii dromedarii fu rinvenuto in un unico esemplare Q a Cufra ed abbondantemente, invece, in varie località della Cirenaica; risulta perciò specie diffusissima in questa regione, ove era stata raccolta sino ad ora soltanto a Giarabub e Gialo. Ad Agedabia (Cirenaica) fu trovato, inoltre, un esemplare ©’ di Hyalomma anatolicum, che costituisce il secondo reperto per questa regione. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LV (2 Giugno 1932) 24 SA A SA a i 370 M. TONELLI RONDELLI ARGASIDAE Argas persicus Oken 1818 Argas persicus, Neumann 1911, Ixodidae Tierreich 26 L. pag. 121. Cufra — Stagni salati — 1 Q e 2 ninfe raccolte il 28-V-31. Questa specie è nota per la Cirenaica poiché fu raccolta a Bengasi dallo Zanon (') nel 1919; ed il Franchini (?) la annovera in un elenco di ixodidi pure rinvenuti, nei dintorni di detta città, nel 1926. Ora la possiamo considerare presente anche molto al sud, nel Sahara libico. Ornithodoros savienyi Audouin 1827 Ornithodoros savignyi, Neumann, Tierreich, 1911, 26 L. Ixod. p. 123. Gialo, aprile 1931, 1 9, 2, d' ed 1 ninfa. Augila, aprile 1931, 41 ninfa di II stadio. La presenza in Cirenaica di 0. savignyz fu già osservata dal Franchini, per Giarabub, e dallo Zavattari, per Gialo e Marada. Non c'è da meravigliarsi che questa specie sia stata trovata anche ad Augila, che è località vicina. Ornithodoros foleyi Parrot 1928 Ornithodoros foleyi, Parrot. - Un Ornithodore nouveau du Sahara Algé- rien. — Bulletins de la Soc. de Path. Exotique, Tome XXI, N. 7,. 1928, pag. 520. f Ornithodoros franchinti, Tonelli Rondelli. - Un nuovo Argasidae della Tripolitania — Bollettino dell’ Unione Zoologica Italiana, Anno I, N. 3, 1930. Ornithodoros foleyt, E. Roubaud et J. Colas-Belcour. — Etude sur Jes Orni- thodores du groupe lahorensis dans |’ Afrique du Nord. - Bull. de la Soc. de Path. Exotique. Tome XXIV, N. 10. 8 ©, 6 g e 6 ninfe raccolti a Cufra negli stagni salati insieme con Argas persicus il 28-V-1931. La femmina più (1) Zanon V.— Invasione di Leptodemus minutus Jak. a Bengasi nel maggio 1919. L’agric. colon. — XVI, N. 12, pp. 445-450 e XVII N. 4, pp. 22-30, 11 fig. (®) Franchini G. — Osservazioni entomologiche sulle colonie italiane — Nota II — Pathologica N. 415. Anno XVIII, pag. 246; 1926. Se, a I SPEDIZIONE A CUFRA 371 grossa misura mm. 11 X 6,5. Questo Ornithodoros venne rac- colto, per la. prima volta, a Ghadames dal dott. Lodato, nella primavera del 1927, e confuso coll’Ornithodoros lahorensis col quale ha affinità nella conformazione del tegumento (1). Fin dal primo esame che io feci dell’ Ornithodoros, poco tempo dopo il rinvenimento, fui convinta che si trattava di specie nuova e ne espressi privatamente il parere al prof. Franchini, che me lo. aveva inviato; ma mi mancò il tempo di darne descri- zione e figure, ciò che potei fare solo nella primavera del 1930. Nel frattempo però, e precisamente nella primavera del 1928, il Foley aveva raccolto nel Hoggar una sola piccola femmina di un nuovo 0rntthodoros, che il Parrot descrisse come Ornithodoros foleyi, in un lavoro che sfuggi completamente alla mia indagine bibliografica perchè pubblicato in rivista che si occupa essenzial- mente di questioni di medicina. Per questa ragione Ornithodoros franchinii tu ritenuta specie esclusivamente libica, dato anche che venne rinvenuta nel 1930, pure a Porto Bardia, dal Dr. Taddia, in diversi esemplari. Ultimamente il Dr. Roubaud e il Dr. Colas- Belcour, nel descrivere un nuovo Ornithodoros marocchino, 0. delanoei, che si riallaccia al tipo 0. lahorensis, espressero il dubbio che O. franchinii sia uguale ad 0. foleyi. Come tale parrebbe pure a me attraverso il confronto delle descrizioni e fisure, benchè gli esemplari di Ghadames ed anche quelli di Porto Bardia siano di dimensioni assai superiori all’ Ornitodoros del Hoggar, misurando il tipo di Ghadames mm. 9,8 X 5,5 ed un esemplare di Porto Bardia mm. 12 X 7, classificandosi così fra gli Ornithodoros di notevoli dimensioni. L’O. savignyi e VO. foleyi = 0. franchinii sono per ora i soli Ornithodoros noti nelle nostre colonie dell’Africa del nord; ma, mentre 0. savignyi non risalirebbe al disopra del 30° parallelo o almeno di pochissimo (Ghadames) (7) mantenendosi sempre a questa latitudine, 0. foleyi = 0. franchinii si presen- terebbe anche poco al disotto del 32° parallelo (Porto Bardia) estendendosi in basso sino verso il 25°, come ne fanno fede il rinvenimento del Hoggar e l’attuale di Cufra negli stagni salati. D'altra parte, i recenti rinvenimenti tunisini di 0. savignyi (1) Franchini G. — III Nota di Entomologia nelle Colonie Italiane. — Arch. Sc. Med. colon. Anno V, 1927, N. 7. (2) M. Tonelli Rondelli — Presenza di 0. savignyi in Tripolitania. — Arch. Ital. di Sc. Med, Col. Anno VIII, fasc. 2, 1932. È L'Aia a Re ENTRE Vere ATA TR e Te tia. Mato ” are M. TONELLI RONDELLI di fatti dal Colas-Belcour (*) negli Chotts di Kebili e di Douz al 34°, i quali non fanno che confermare i rinvenimenti del Weiss all'isola di Djerba, a Beu-Gardane ed al confine tripolino, ci per- suadono della possibilità di futuri reperti di 0. savignyi ed O. foleyi = O. franchinii anche per la Libia, in località più al nord di quelle indicate, quando vengano ricercati, con mezzi adatti, nella sabbia, negli stagni salati o nelle tane dei piccoli roditori. Larve di Argasidae, sp.? — raccolte su tortora a Cufra nel Maggio 1931. È da escludere che si tratti di larve di Argas persicus, che sono note e facilmente classificabili; nè possono essere larve di Ornithodoros savignyi o di 0. moubata, dato che queste, secondo il Christophers (*), non si nutrono nè crescono prima di trasformarsi in ninfe. Viceversa, queste larve rinvenute col rostro infisso nell’ epidermide della tortora, mostravano all'esame dell’intestino di essere in gran parte pasciute, tanto da assumere la forma di un microscopico fagiuolo, cioè più larghe che lunghe. Mancano dati di riferimento sufficienti per stabilire. di che specie si tratti. IXODIDAE Rhipicephalus sanguineus Latreille Rhipicephalus sanguineus, Neumann, Das Tierreich, 26 L, p. 35, 1911. Gialo, aprile 1931, 38 oi e 29 9, su Erinaceus. — Gialo: Esh Scerruf 6 Aprile 1931, 1 gd. Già raccolto in questa regione e su questo ospite, ma non in queste località. Hiyalomma dromedarii dromedarii Koch 1844 Hyalomma dromedarii dromedarit L. P. Schulze e E. Schlottke. - Sitz. u. Abh. d. Natf. Gesel. zu Rostock, Bd. 2, 1927-28. (1) Colas-Belcour — Note sur la faune parasitologique des oasis de Tozeur et de Kébili. — Arch. de l’Inst. Pasteur de Tunis, T. 20. fasc. 41, 1931. (2) Christophers S. R. — 1906. The Anatomy and Hystology of Ticks. — Scient. Memoirs by Officiers of the Med. and San. Deptts of the Gov’t of India. SPEDIZIONE A CUFRA 373 Gialo, aprile 1931: 2 9. 5 & ed 1 ninfa. 25 aprile 1931 sui cammelli: 189 9 e 169 gg. maggio 1931: 2 dg. ‘4-5 maggio 1931: 3 g e 3 92. Cufra, Sebka di El Giof, 28 aprile 1931: 1 9. El Agheila, luglio 1931: 1 ©. Tra Agedabia e Gialo, 30-31 luglio 1931: 1 9. Agedabia, luglio 1931: 1 Q che ha già deposto le uova; su Acanthodactylus Boskianus: 1 ninfa. Questo Hyalomma fu trovato per la prima volta, in Cirenaica, dal Desio a Giarabub (*) il 10-XI-1926, ma unicamente in esem- plari femminili, ed in seguito soltanto a Gialo dal dott. Pallotti. Risulterebbe, invece, dalla presente raccolta, diffusissimo nella regione, specialmente sui cammelli, loro ospiti abituali. È d’inte- resse l’osservare che una raccolta eccezionale per numero d’indi- vidui, sia maschili che femminili, fu fatta nel mese di aprile. Hyalomma anatolicum Koch 1844 Hyalomma anatolicum P. Schulze & E. Schlottke. — Bestimmungstabellen fiir das Zeckengenus Hyalomma Koch. — Sitz. und Abh. d. Natf. Gesel. zu Rostock. — Dritte Folge, Bd. 2, 1927-28 pag. 5. Agedabia VII-1931: 1 gf. Questo Hyalomma venne raccolto, per la prima volta, in Cirenaica dal dott. Patanè a Bengasi. nell'inverno - primavera del 1925 e, in seguito, non più ricordato. La sua presenza passò inosservata per l’antica denominazione usata per questa zecca di H. aegyptium f. excavata (*) specie che il Schulze ha definito essere null’altro che H. anatolicum Koch. Aprile 1932. (1) M. Tonelli Rondelli. — Ixodoidea del Museo di Milano. — Atti della Soc. Ital. di Sc. Nat. Vol. LXIX, 1930. (2) Di questo reperto il Franchini, a cui apparteneva il materiale affidatomi in esame, ne tenne conto come di H. aegyptium L. SPEDIZIONE SCIENTIFICA ALL’OASI DI CUFRA © (MARZO-LUGLIO 1931 ) MAMMIFERI PER OSCAR DE BEAUX Le stazioni principali della spedizione sono: 1. — Zona costiera tra Agedabia e Es Sahabi, e dintorni di El Agheila. ; 2. — Oasi di Gialo e di Augila. 8. — Oasi di Cufra (Bibl. 19). La raccolta dei mammiferi consta di 153 esemplari in 21 specie, e precisamente 1 Chirottero, 1 Insettivoro, 5 Carnivori, 12 Roditori, 2 Ungulati. Comprende 2 nuove sottospecie di Roditori: 1 Dipodillo del- l’oasi di Cufra, che mi onoro di dedicare al Marchese Saverio Patrizi e 1 Merione di El Agheila, che dedico al suo raccoglitore Signor Carlo Confalonieri. Fornisce la prova materiale della presenza del Fennec e di | un piccolo Herpestes nel retroterra cirenaico, come pure dell’An- _ tilope di Mendes nei dintorni di Bengasi. Segna un vero successo collezionistico colla serie di 8 Scarturus tetradactylus Lichtenstein, specie tuttora rarissima nei musei. Permette utili considerazioni sistematiche, morfologiche, o bio- logiche, sul Riccio del deserto, sul grosso Sciacallo grigio, sulla piccola Volpe rossa della Cirenaica, sullo Scarturus, sul Dipo- dillus vivax, sulla Gazzella comune in confronto colla Gazzella isabella. Aggiunge alla mammalofauna cirenaica le forme. seguenti: Fennecus zerda Zimmermann, Herpestes spec., Dipodillus dodsoni patrizii subsp. nova, Dipodillus vivax Thomas, Pachy- SPEDIZIONE A CUFRA 375 uromys duprasi Lataste, Meriones libycus confalonierii subsp. nova, Psammomys tripclitanus Thomas, Jaculus jaculus deserti Loche: 8 forme, che portano a 50 o 51 il numero totale dei mammiferi fin qui registrati. Segnala presenti nell’oasi di Cufra soltanto 4 specie di mammi- feri: Dipodillus dodsoni patrizii subsp. nova, Mus musculus orientalis Cretzschmar, Dipodillus vivax Thomas, Gazella dorcas dorcas L., la prima delle quali soltanto mostra una fisionomia in qualche modo locale. Faunisticamente parlando il constatato incremento mamma- logico della Cirenaica ci mostra in 2 casi una facies limitatamente propria (Dipodillus dodsoni patrizii, Meriones libycus confa- lonierii) ed arricchisce l'elenco locale sia di elementi tripolini (Dipodillus dodsoni patrizii, Psammomys tripolinus Thomas), sia occidentali (Meriones libycus confalonierti), sia dell’Africa settentrionale costiera in genere (Pachyuromys duprasi Lataste, Jaculus jaculus deserti Loche), sia più prettamente desertici (Fennecus zerda, Herpestes spec., Dipodillus vivax Tomas). Acquisizioni nuove alle nostre cognizioni faunistiche sono: la qualifica di forma desertica per il Dipodillus vivax Thomas e la penetrazione verso occidente fino ad El Agheila dello Scarturus, che ha indubbie affinità col genere euro-asiatico Alactaga. In conclusione, se il Marchese Patrizi (Bibl. 11) poteva dichia- rarsi soddisfatto dei risultati della missione all’oasi di Cufra da un punto di vista biologico generale, questa soddisfazione trova indub- biamente conferma completa dal punto di vista speciale della Mammalogia. Ordine CHIROPTERA. Pipistrellus kuhlii, Kuhl. 9 esemplari e cioè: A 9g. Oasi di Gialo. Aprile 1931. Pelli e crani (C. E. 31618). 2 OQ. Stessa località e data. Pelli e crani (31619). 1g, 1 9. Stessa località. 2 maggio 1931. In alcool (31620). 1 g°. El Agheila. Agosto 1931. In alcool (31621). Il colore è generalmente assai chiaro. La lunghezza massima riscontrata sul cranio più grande è di mm. 13. 376 O. DE BEAUX Ordine INSECTIVORA. Paraechinus deserti, Loche. 9 esemplari e cioè: 1 of ad. Oasi di Augila. 29 aprile 1931. Pelle e cranio (31622). 2 Q © ad. Stessa località, 30 aprile 1931. Pelli e crani (31623). 1 of ad. Oasi di Gialo. Luglio 1931. Pelle montata (31624). 1 gd ad. ad. Stessa località. 1.° maggio 1931. Pelle e cranio (31625). 1 dg ad. Stessa località e dak. Pelle e cranio (31626). 2 90 ad. — ad. juv. Stessa località. 28 aprile - 2 maggio 1931. Pelli e crani (31627). 1 © juv. ad. Stessa località. Luglio 1931 (31628). Nulla di più variabile che il colore degli aculei di questo riccio. Nella presente serie il colore d’insieme del palio, che dipende dall’estensione reciproca dell’apice chiaro e dell’anello subapicale scuro dei singoli aculei, nonché dal tono di queste due componenti, varia da un bianco crema ad un nero bruno, scarsis- simamente brizzolato di giallo-ocra cupo! Le marche di colore del rivestimento non aculeato sono molto costanti per forma, ma incostanti per intensità. La lunghezza condilo-basale del cranio del g' ad.ad. 31625 è di mm. 4,92. Ordine CARNIVORA. Canis (Thos) lupaster lupaster, Hemprich & Ehrenberg. 4 esem- plari, e cioè: 1 o ad. ad. Es Sahabi. BLA 1931. Pelle e cranio (31629 e 31630). 1 © ad. ad. Stessa località. e data. Pelle e cranio (31631 e 31632). 1 Q ad. ad. Stessa località e data. Pelle cranio (61633 e e 31634). 1 9 ad. ad. Stessa località e data. Cranio solo (31635). 3 ee a ee ee it ti SPEDIZIONE A CUFRA 977 Dal confronto colla serie di pelli di-Giarabub (Bibl. 3), appar- tenenti a esemplari catturati in dicembre, risalta il contrasto tra abito estivo ed abito invernale della specie. L'abito estivo è in sostanza a pelo molto piu breve (circa 5 cm. sulla groppa), con lanuggine scarsissima; piuttosto finamente ed uniformemente brizzolato, anzichè screziato di chiaro e nero, L'ammontare del rosso non sembra subire modificazioni stagionali. ° Assai notevole il fatto, che la pelle 31629 trovasi in luglio an- cora in piena muta, con perdita a grosse ciocche infeltrite di lanug- gine e pelo lungo, sotto ai quali appare fresco e pulito il pelame estivo. Vulpes vulpes cyrenaica, Festa. i 1 Q ad. Sulla strada tra Es Sahabi e El Haseiat. Luglio 1931. Pelle e cranio. (31636 e 31637). Questa è con tutta sicurezza la Vulpes cyrenaica del Festa, dei dintorni di Bengasi e di Gheminez (Bibl. 5). L’esemplare in esame corrisponde esattamente all’esemplare c della descrizione tipica. L’apice della coda è ampliamente candido. Le misure craniali sono naturalmente alquanto maggiori del Tipo, che è un giovane. Accanto alle misura della 9 31637 pongo tra parentesi quelle del Tipo e quelle di Vulpes riippelii somaliae, Thomas, 31328 © ad. (Bibl. 4). 1. - Lunghezza massima . 3 . ‘ : . mm. 130 (119 ; 115) 2. — Lunghezza condilo-basale . ; . > > eke beGaGss) 3100) 3. — Larghezza massima sugli archi Aunts RO rg (OOM ey) 4, — Diametro massimo della scatola cranica . ASA AD) 5. — Diametro massimo bifrontale Ri apice delle apofisi orbitarie) . Sei SAS) 6. — Diametro massimo dello sodio ini By a2. a(R 2 1) 7. — Diametro massimo della regione occupata dai canini : » 1 20;2 (19: | = 16,2) 8. — Larghezza del alain a aida ini I i variando: 9:5) 9. — Larghezza del palato a livello del II molare. » 16,8 (15 ;14,8) 10. - Lunghezza dei fori palatini » Sk a Gaze ela 11. - Lunghezza della sutura nasale . yi AS A2098L9) TA decoy Pity Seta 378 O. DE BEAUX 12. — Lunghezza complessiva .C-M? . . > mim: 58) (RR) 13. - Lunghezza complessiva del ferino e do mo- lari superiori . x ‘ : F ee ny (ee 14, — Lunghezza della aie the . A e = (Bor Tao) 15. — Lunghezza complessiva dei molari dio 23,07 (Beers ee) Osservazioni. — Il confronto diretto tra le rispettive pelli e crani e l'esame delle misure craniali 2, 3, 4, 7, 8, 141, 12, 14 dimostrano con ogni evidenza che la Vulpes cyrenaica non è affine alla réppelii Cretzschmar (= famelica Ruppell), ma alla volpe rossa, della quale è, a mio avviso, una sottospecie accanto alla aegyptiaca, Desmarest. L'elenco dei mammiferi cirenaici, da me dato (Bibl. 3, p. 40- 44), va adunque corretto in questo senso. Il cranio in esame mostra la fronte assai depressa e ram- menta realmente in questo la V. réppelii, ma le sue linee parietali sono a contatto della sutura mediana, mentre che ne restano sempre molto distanti in quest’ultima specie. — Fennecus zerda, Zimmermann. i 1 juv. ad. Oasi di Gialo: Esh Sherruf. Maggio 1931. Parte della pelle della testa e scheletro della faccia (31638). Primo documento materiale per la Cirenaica. . Fu per incarico, della Spedizione, catturato vivo da terzi, poi ucciso e gettato via dai sieges e Deuner ie infine in minima parte dagli interessati. Herpestes spec. 1 esemplare trovato nell’ oasi di Gialo. Giugno 1931. Testa, arti anteriori, cassa toracica, colonna vertebrale fino a meta della coda: scheletro rivestito della pelle completamente abrasa (31639). Documento importante perchè rappresenta il primo piccolo Herpestes rinvenuto in Cirenaica, anzi in Libia. Appartiene al gruppo sanguineus Rippell — phoenicurus Thomas e non è del tutto da escludersi che possa essere identico al Herpestes phoenicurus saharae Thomas (Bibl. 18). 9 È | È | SPEDIZIONE A CUFRA 379 Hyaena hyaena hyaena, L. 1 © ad. juv. Es Sahabi. Luglio 1931. Pelle e cranio (31640 e 31641). Tutte le suture del cranio sono ancora aperte; i canini hanno ancora da crescere; il cranio non ha quindi raggiunto le dimen- sioni definitive. ia condilo-basale mm. 194. L’orientazione di P, è pressochè condirezionale col canino; P, è invece orientato decisamente in avanti e medialmente: altra conferma che l’orientazione dei premolari non può costituire un buon carattere differenziale fra le varie sottospecie di Iene striate (Bibl. 4; 6). Ordine RODENTIA. Gerbillus gerbillus gerbillus, Olivier 42 esemplari e cioè: 6 gd ad. ad. — juv. Oasi di Augila. Aprile 1931. Pelli e crani (31642). 2 922 ad. ad. — juv. Stessa località e data. Pelli e crani (31643). 2 oo ad. — juv. Es Sahabi. Luglio 1931. Pelli e crani (31644). 3 9 2 ad. ad. — juv., 1 subad. di sesso indeterminato. Stessa località e data. Pelli e crani (31645). 11 oo ad. ad. — juv. Oasi di Gialo. Aprile 1931. Pelli e crani (31646). 6 29 ad. ad. — subad. Stessa località e data. Pelli e crani (31647). 3 oo ad. ad. Oasi di Cufra: El Giof. Giugno 1931. Pelli e crani (31648). | 1 è juv. Stessa località e data. Pelle e cranio (31649). 4 jo ad. ad., 3 OQ subad. — juv. Stessa località e data. In alcool (31650). Dipodillus dodsoni patrizii, subsp. nova, 6 esemplari e cioè: 2 oo ad. Oasi di Cufra: El Giof. Giugno 1931. Pelli dal- Valcool e crani (31651; 31652 Paratypus). 380 O. DE BEAUX 3 oo ad. juv. Stessa località e data. Pelli dal fresco e crani (31653 Typus; 31654 Paratypus; 31655). 14 9 juv. Stessa località e data. Pelle e cranio (31656), Diagnosi. Simile al dodsoni Thomas di Giarabub (Bibl. 3), ma assai più piccolo, assai piu scuro di colore, meno giallastro, più brizzolato di grigio cupo, colla coda più scura superiormente e meno bianca inferiormente. Ciuffo terminale della coda molto ricco. Dimensioni del Tipo (prese dal raccoglitore sig. Confalonieri sul fresco). Testa e corpo mm. 90; coda 121; piede 25; orec- chio 15. Pelle del tipo. Colore d'insieme del dorso tra « sayal brown » e «snuff brown» (Bibl. 13, tav. XXIX); 3/, basali dei singoli peli « deep neutral gray » (LIII). Metà basale inferiore della coda circa « clay color » (XXIX); metà distale circa « drab » (XLVI); nella superficie dorsale della coda la brizzolatura fosca si inizia poco più in là della radice. Il Paratipo 31654 ha il dorso meno rossastro del Tipo, quasi « Saccardos umber » (XXIX), e la coda ancora più fosca. Cranio del Tipo. Piccolo, leggiero, con denti piuttosto minuti. accanto alle sue misure pongo tra parentesi per confronto quelle del dodsoni dodsoni Thomas, g? ad. juv. 26254 b di Giarabub e della 9 adulta juv. 26256 d. Lunghezza massima mediana . : . : Imm. (288. (32000) Lunghezza condilo-incisiva . : : 5 >» R4,8 .(28,20127,2) Larghezza zigomatica . è N : i -> ® 15 Si (62221604) Lunghezza dei nasali . : 4 : 3 Lea Ia) Costrizione interorbitale. : 3 : 205 DEC 5,4) Larghezza massima della cassa cer sa : ee 142 Se vie, Altezza dal vertice al punto po basso della Bulla » 10,7 ; (11,6 ; 10,7) Fori palatini anteriori . ; Î : ; SS DS 109 : 4,5) Fori palatini posteriori . E ‘ . ; Sad 22 ia eee) Lunghezza massima della Bulla . ; È RD, 9,24: (10025 MO) Altezza massima della Bulla 3 : ; pas ae 7 * (CRIS) Larghezza massima sui meati uditivi . : . > 14 ; (15,4 ; 14,6) Lunghezza della fila dei molari superiori . Fa 4 ;(43; 4,5) Il Paratipo 31654, pur non essendo più giovane del Tipo misura soltanto mm. 23,1 di lunghezza condilo-incisiva. 4 4 ; i 4 SPEDIZIONE A CUFRA 381 Il Paratipo d' ad. ad. 31652 misura mm. 26,2 di lunghezza condilo-incisiva, di fronte a 28,1 — 27 dei dodsoni di Giarabub. Il g ad. 31651 ne misura invece 27, rientrando così nelle misure del vero dodsoni. Osservazioni. — Il nuovo Dipodillo di Cufra è, come quello di Giarabub, evidentemente una forma in se poco costante. In confronto. con quest’ultimo mostra peraltro indubbiamente una certa tendenza all’impoverimento somatico, pur potendo raggiun- gere in alcuni esemplari le dimensioni del precedente. Più che nelle caratteristiche e dimensioni craniali, i suoi carat- teri differenziali risiedono nella colorazione e particolarmente nella brizzolatura grigia cupa delle parti dorsali, che sono evidentis- sime non soltanto nei 5 esemplari del patrizii di fronte agli 11 esemplari del dodsoni di Giarabub, preparati dal fresco, ma anche nei due esemplari del patrizzi preparati dall’alcool ed arrossati, in confronto ai 6 esemplari del dodsoni di Giarabub, che subirono uguale trattamento. La lunghezza e densità del rivestimento peloso è uguale nelle due forme, cosicchè resta esclusa la suppo- sizione d’una cospicua differenza stagionale tra il luglio ed il dicembre. Non sono in grado di definire, dalla sola descrizione del Lataste (Bibl. 7), quale sia la vera posizione del dodsoni patrizii di fronte al campestris, Levaillant, dell'Algeria. Certamente però esso ne differisce per la coda non decisamente bicolore e per il ciuffo terminale della medesima, che nel patrizi è ancora più ricco che nel dodsoni tipico. Molto probabilmente, in base ad un esame comparativo con materiale sufficientemente ricco, si addiverebbe alla unificazione specifica delle tre forme: costiera a nord dell’ Atlante (campestris), dell’ interno (dodsoni), di Cufra (patrizii). Allo stato attuale della rispettiva bibliografia è certa- mente preferibile trattare il patrizii come sottospecie di dodsoni. Dipodillus vivax, Thomas, 13 esemplari e cioè: 3 0 I ad. ad. — ad. Oasi di Gialo. Aprile 1931. Pelli e erani (31657). 2 9° ad. ad. Stessa località e data. Pelli e crani (31658). 1 2 juv. Stessa località e data. Pelle e cranio (31659). 382 O. DE BEAUX 1 9 ad. juv. Oasi di Augila, Aprile 1934. Pelle e cranio (31660). 197,3 QQ juv. Stessa località e data. In alcool (31661). 1 9 ad. Oasi di Cufra. Giugno 1931. Pelle e cranio (31662). 1 gd juv. Stessa località e data. In alcool (31663). Degli 8 esemplari a secco 5 sono preparati dal fresco e con- cordano bene colla descrizione del Tipo (Bibl. 15). Anche entro questa minuta serie si riscontra il solito pas- saggio da toni tendenti al rossastro verso toni tendenti al grigio. Il giovane 31659 è assai meno giallo e più grigio degli adulti : tra « avellanous » (XL) e «light drab» (XLVI). i La presenza dei giovani in alcool mi porge l’occasione di fare le seguenti constatazioni sul piede di questa specie. È proporzionalmente assai robusto. Le dita 3.° e 4.° sono sub- eguali tra di loro, il 2.° un poco più corto, il 5.° giunge col suo apice a metà lunghezza del 4.°, l’alluce arriva giusto alla base del 2.°. La pianta è chiara, nuda e liscia nella metà prossimale, distin- tissimamente areolata nella metà distale. In corrispondenza delle dita le areole si fondono in pieghe trasverse. Tutta la porzione areolata e le dita portano scarsi ma evidenti peluzzi rigidi. Vi sono 6 cuscinetti piccoli, tondeggianti, ben distinti, due dei quali sono plantari-distali e quattro digito-plantari, in corrispon- denza dell’alluce, mignolo, indice e tra le dita 3.° e 4.°. Le misure somatiche prese sul of ad. 31657 a, ancora in alcool, sono: Testa e corpo mm. 77, coda 103, piede 20,5, orec- chio 12. La lunghezza massima del suo cranio è di mm. 25,7 ed il diametro massimo delle sue Bullae 10. Osservazioni. — La presente specie è assai più piccola dell’egiziano quadrimaculatus, Lataste, ed assai più chiara del- l’amoenus. Winton (Bibl. 15). È il rappresentante prettamente sahariano-desertico di un gruppo presente anche nel Basso Egitto (quadrimaculatus, amoenus), ma più particolarmente diffuso nell'Alto Egitto e nell’Asia occidentale. Il carattere desertico della i SPEDIZIONE A CUFRA 383 specie sarebbe confermato dalla sua apparente assenza nell’Oasi di Giarabub. Come constata il Thomas (Bibl. 15) nessun rappresen- tante di questo gruppo di Dipodilli di piccole dimensioni, con piante generalmente rivestite di scarsi peluzzi nella porzione distale, è stato ritrovato in Algeria. Pachyuromys duprasi, Lataste. 1 o ad. El Agheila. Luglio 1931. In alcool. Cranio rotto (31664). Meriones guyoni, Loche, 2 esemplari e cioè: 1 of ad. Oasi di Augila. Aprile 1931. In alcool. In cattive condizioni (31665). 1 9 ad. ad. El Agheila. Luglio 1931. Pelle e cranio (31666) Il Thomas (Bibl. 15) determinò nel 1902 come Meriones shawi, Rozet, 1 esemplare di Bou Cheifa nella zona litoranea tra Sirte e Bengasi. Nel 1921 giudicò invece come M. guyoni, specificamente distinto dallo shawi due degli esemplari raccolti dal Festa (Bibl. 5) a Gheminez e Fuehat e S. E. di Bengasi. Confrontato con 1 Meriones shawi ausiensis Lataste di Aumale (C. E. 4629), con un M. shawi (fide Lataste) di Tunisi (4631), ambedue evidentemente shawi shawi, nonchè con 1 M. trouessarti, Lataste, Q subad. di Bou Saàda nell’ Atlante (4637), evidentemente identico col M. shawi richardi, Loche (Bibl. 16), l'esemplare di El Agheila se ne differenzia decisamente per il colore molto più chiaro e giallastro del dorso e particolar- mente per i fianchi chiarissimi, nonchè per l’apice della coda rossastro chiaro, anzichè nero. Nel cranio il contorno anteriore del meato acustico non è particolarmente ingrossato, ma pure la fessura tra detto contorno e la radice posteriore dell’arcata zigomatica appare assai più stretta che nei 4 crani di shawi shawi e che nel cranio di shawi richardi a mia disposizione. Risulta quindi anche a mio avviso giustificata la distinzione specifica della presente forma, evidentemente identica a quella dell'Algeria a sud dell'Atlante. SA POCA oe ITA ba 3 384 O. DE BEAUX Riporto le misure che è possibile prendere con sufficiente sicurezza. Piede del o& ad. 31665 mm. 31. Coda mm. 142,5. Cranio della 9 ad. ad. 31666. Lunghezza massima mediana circa . ; 7 È È : ; i - Aina Sy Costrizione “shenactitiale 2 . : , 3 : Rein 6 Larghezza massima sui meati i . È ; ; stay 21,2 Lunghezza della fila dei molari superiori . : È 4 SD 6,2 _ Lunghezza orizzontale massima della Bulla. ; » + 14,1 Lunghezza .orizzontale massima sul rigonfiamento (inni ll meato uditivo . : - : - nae, 11 Lunghezza del triangolo sopra il meato dii ; ; Au, 3,5 Altezza del triangolo sopra il meato uditivo . . 5 RIO 2,3 Merione libycus confalonierii, subsp. nova, 2 esemplari e cioè: 4 o ad. ad. El Agheila. Luglio 1931. Pelle e cranio (31667 Typus). 1 © ad. Stessa località e data. Pelle con cranio (31668 Paratypus). Diagnosi. Simile al Meriones libycus schousboei, Loche, ma sensibilmente più piccolo. Descrizione del Tipo. Pelo lungo 13-14 mm. sulla groppa. Colorazione generale del dorso gialla assai chiara, all’ incirca «cinnamon buff» (XXIX), finissimamemente brizzolata di un tono un poco più scuro (« cinnamon » XXIX), particolarmente sul vertice, spalla, groppa; i */, a 4/, basali dei singoli peli sono color grigio lavagna (« slate color », LIII). Lati del tronco assai più chiari del dorso (« pinkish buff», XXIX); la 1/ basale dei singoli peli è pure grigia (« deep neutral gray » LIII). Parti infe- riori bianche; il !/, basale dei singoli peli grigio, come sui fianchi, meno che sulla gola, ove i peli sono completamente candidi. Mano bianca; piede bianco, impercettibilmente tinto di crema. Coda giallina (« cinnamon buff» XXIX) lievemente più chiara distalmente. Ciuffo caudale bruno rossastro (« russet » XV), con apice giallino chiaro (circa « cinnamon buff», XXIX). La meta basale dei peli del ciuffo è bruna cupa (circa « bister » XXIX). La macchia bianca sopraoculare e la postauricolare sono pre- senti ed assai grandi, ma poco distinte a causa del colore ambientale molto chiaro. SPEDIZIONE A CUFRA 385 Le misure prese dal raccoglitore, sig. Confalonieri, sul fresco sono: Testa e corpo mm. 129; coda 141 (nel secco 124!); piede 32 (nel secco 31); orecchio 17 (nel secco 14,5). Il Paratipo è leggerissimamente più rossastro del Tipo. Il rivestimento della metà apicale della coda è perduto. Misure craniali del Tipo e tra parentesi del Paratipo. Lunghezza: massima mediana . . BUH. 5 i . mm. 36,7 (34,5) Lunghezza massima diagonale . : ; ì ; en Ro (B45) Lunghezza condilo-incisiva . 3 : 3 5 , SO) Larghezza zigomatica . o s - : ° 3 . >» — (— ) Costriz one interorbitale . 5 È : ; RESO NEDO 6,5 ( 6,5) Larghezza massima sui meati i 1 5 : EIZO (20) Lunghezza dei fori palatini. 5 ; : : SIT OO) Lunghezza della fila dei molari i ; : PR 5 (0,4) Lunghezza orizzontale massima delle Bulla . è CEE 005) Lunghezza orizzontale massima sul rigonfiamento Jaen al meato uditivo . ; : eels On lia) Lunghezza del triangolo sopra al ossia sita È SO 4,6 ( 4,8) Altezza del triangolo sopra al meato uditivo . 5 SAS Pall (02070) Osservazioni. — Zoogeograficamente si doveva supporre di trovare ad El Agheila il Meriones libycus caudatus, Thomas (Bibl. 16), quale rappresentante del gruppo 6 (Bibl. 16) nella zona tra |’ Algeria, occupata dal schousboez, ed il Basso Egitto, occupato dal libycus libycus, tanto più che Terra typica del caudatus è il territorio a nord ed a sud di Socna. Vi troviamo invece un Merione con ciuffo apicale della coda bruno, che corrisponde benissimo alla descrizione del M. gaetulus Lataste, (= schousboei Loche, Algeria, Tunisia; Bibl. 7) e al M. erythrurus Gray (partim = schousboei, Loche, Algeria, Tunisia; Bibl. 8), ma che è decisamente più piccolo. La lunghezza massima mediana del cranio del o ad. ad. 31667 è infatti appena di mm. 36,7, di fronte ai mm. 41;5 regi- strati dal Lataste (Bibl. 8) per un adulto della Tunisia e ai mm. 40,5 registrati dallo stesso autore per 1 9 ad. dell'Algeria. Rammento che io stesso registrai per una larga serie di lébycus libycus (Bibl. 3), col quale Thomas vorrebbe quasi identificare il schousboei, un minimo di mm. 39,6 per gd dI ad. ad. e di mm. 38 per QQ ad. ad. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LV (10 Giugno 1982) 25 Da O e Le REN a a VE DAL ETA ni DOT: y yen Me ge Pda E I] AR 386 O. DE BEAUX La minore statura del Merione di El Agheila è confermata anche dai mm. 34, 5 di lunghezza craniale massima della 9 31668 Paratipo. Psammomys tripolitanus, Thomas 2 esemplari e cioè: 1 of ad. El Agheila Luglio 1931. Pelle e cranio (31669). 1 Q ad. Stessa località e data. Pelle e cranio (31670). La località tipica di questa specie è Bou Cheifa sulla costa; altre località sono U. Aggar e U. Chegga, tutte « nel distretto costiero ad oriente di Sirte verso Bengasi » (Bibl. 15). El Agheila può quindi considerarsi quasi Terra typica della presente forma, la determinazione della quale appare sicura. Il colore dell’ area mediana facciale - dorsale è peraltro abba- stanza chiaro e vivace, circa « cinnamon » (XXIX). Le aree late- rali sono molto chiare, tra « olive buff» (XL) e « pinkish buff » (XXIX). o Nessuno dei due esemplari in esame è adultissimo, nè può quindi mostrare le misure craniali massime caratteristiche per la specie. Ambedue misurano mm. 38 di lunghezza craniale superiore e massima, che nel Tipo è di mm. 41, 5. Nell’aspetto esterno i due esemplari in esame non differiscono affatto da uno Ps. roudaiîrei Lataste, di Djerid, Tunisia, pure Terra typica, pelle montata con cranio dentro, N.° 3060. I denti - incisivi di questa specie, che si trova tanto nella regione dei Chotts Tunisini (Bibl. 9), quanto nell’interno della Tripolitania a nord di Socna (Bibl. 15), mostrano però che l'esemplare di Djerid appar- tiene realmente ad una forma sensibilmente più piccola dello Ps. tripolitanus. Mus musculus orientalis, Cretzschmar. 15 esemplari e cioè: 1 of ad. Oasì di Augila. Aprile 1931. Pelle e cranio (31671). 4 2 9 ad. ad. — ad. Stessa località e data. Pelli e crani (31672). 1 gd’ juv. Stessa località e data. Pelle e cranio (31673.) 2 99 ad. Oasi di Gialo. Aprile 1931. Pelle cranio (31674). 1 o, 1 9 juv. Stessa località e data. Pelle e cranio (31675). MI SPEDIZIONE A CUFRA 387 2 29 ad. ad. — ad. Oasi di Cufra. Giugno 1931. Pelle e cranio (31676). 1 9 juv. Stessa località e data. Pelle e cranio (31677). 1 o& ad. Sebcha di Buma, parte meridionale dell’Oasi di Cufra. Giugno 1931. Pelle e cranio (31678). 1 © ad. Stessa località e data. Pelle e cranio (31679). (Confr. Bibl. 3). i Jaculus jaculus jaculus, L. 3 esemplari e cioè: 2 22 ad. Oasi di Gialo. Luglio 1931. Pelli e crani (31680). 1 esempl. senza indicazione di sesso. Oasi di Gialo. 5 maggio 1951 (31689). Jaculus jaculus deserti, Loche. 5 esemplari e cioè: 8 dd ad. ad. — ad. El Agheila. Luglio 1931. Pelli e crani (31681). 2 209 ad ad. Stessa località e data. Pelli e crani (31682). Coll’eccezione del © 31681 d, i presenti esemplari sono tutti vecchi; coll’eccezione dello stesso co’, tutti mostrano le file molari superiori parallele o leggermente convergenti in avanti, anzichè convergenti all’indietro come nella sottospecie tipica. Il nome sottospecifico deserti spetta probabilmente a tutti i Dipus non molto chiari della zona costiera e subcostiera del- l’ Africa settentr.-orientale. i Il cranio degli esemplari in istudio è in sostanza identico al cranio topotipico 4772 di Bou-Sàada Dipus darricarrerei, Lataste —e.deserts, Loche= bibl. 17). La lunghezza massima incisivo-bullare è dimm. 34,6 (97 316814). Il 3g 31681 c misura soltanto mm. 31,7, ma si tratta di un esemplare che ha subito evidentemente un arresto d’accrescimento, come dimostrano anche le proporzioni ridotte dei suoi incisivi. Jaculus orientalis, Erxleben. 14 esemplari e cioè: 6 oo! ad. ad. — ad. El Agheila. Luglio 1931. Pelli e crani (31683). 6 9 ad. Stessa località e data. Pelli e crani (31684). wot Le yt e 7h ar At”) he be ee MEIN ent er e cr Sth he RAR De ngi =) aie È a SI Mac? a sa say sa he a n 388 0. DE BEAUX 1 esemplare di sesso indeterminato. Agedabia. Maggio 1931 Pelle e cranio (31685). 1 esemplare di sesso indeterminato. Oasi di Augila. Aprile 1931. In cattive condizioni. In alcool (31686). Dei 6 crani di oo di El Agheila, tutti bene adulti, 1 misura mm. 39 di lunghezza massima (incisivo- bullare); 4 ne misurano 38; 1 ne misura 37. Dei 6 cranî di Q 9 della stessa località, 3 misurano mm. 40 di lunghezza massima; 1 ne misura 38,5; 1 palesamente meno adulto ne misura 38. Cogli estremi constatati, 7g mm. 39-37, 2 9 40-38, si pre- senta la possibilità che in questa specie le dimensioni massime siano raggiunte dalle 99. Scarturus tetradactylus, Lichtenstein. 8 esemplari e cioè: 3 dd ad. ad. — ad. El Agheila. Luglio 1931. Pelli e crani (31687). 5 9 © ad. ad. — ad. Stessa località e data. Pelli e crani (31688). Questa specie era finora ritenuta estremamente rara (Bibl. 14). La presente serie di 8 esemplari comprende 6 pelli e 6 crani in buono stato. Le misure somatiche trascritte dal raccoglitore sig. Confalo- nieri sono: Tg: Testa e corpo mm. 110-109; coda 173-154; piede 58-52 (nel secco 53-31); orecchio 43-40. Q Q: Testa e corpo 114-80; coda 170-155; piede 57-53 (nel secco 56-52); orecchio 43-37. Nel cranio i fatti fondamentali che separano nettamente il genere Scarturus dal conterraneo Jaculus e lo accostano all’euro- asiatico Alactaga sono 1 seguenti: 1) La minutezza e leggerezza della testa relativamente alle dimensioni somatiche. 2) La forma d’insieme e di dettaglio dei molari. 3) La proodontia degli incisivi non solcati. SPEDIZIONE A CUFRA 389 4) In istretta interdipendenza colla proodontia, che porta la resistenza allo sforzo degli incisivi superiori direttamente sulla volta craniale: innalzamento posteriore della volta craniale stessa; assenza di lastre ossee di rinforzo sul contorno orbitale anteriore, le quali sarebbero del tutto superflue. 5) In interdipendenza colla minutezza del cranio e la proodontia: il forte divaricamento posteriore dell’arcata zigomatica, per creare un’ orbita sufficientemente grande. 6) Sempre in interdipendenza colla proodontia: la rilevante lunghezza della mandibola + incisivi. 7) La piccolezza della Bulla acustica. Non vi è nei caratteri craniali il menomo accenno di inter- mediarietà di Scarturus tra Jaculus da un lato e Alactaga dall’altro. Noto che i dettagli dei molari sono riconoscibili nella loro interezza soltanto negli individui non troppo adulti. Uno dei primi caratteri a scomparire è l’angolo rientrante esterno di M uno degli ultimi l’unico angolo interno di M,. La lunghezza craniale massima, occipito-incisiva. varia nei 6 crani, nei quali è misurabile, tra 32,3 (1 © ad. ad.) e 30,8 Gio jad..ad. 1; O7-ad.). Le misure craniali del g ad. ad. 31687 c, in istato di con- servazione perfetta sono: My; Lunghezza massima mediana occipito-incisiva . È . MEI Lunghezza condilo-incisiva . : È : : 3 ga Ad 27,8 Lunghezza basale . 3 : : ; 4 ; 3 SO» 24,5 Lunghezza massima incisivo e 6 : P 3 ; ra apa 30,5 Costrizione interorbitale A - 3 3 3 È : Ba 10 Lunghezza timpanica . i È : 3 f ; > PA 17,5 Larghezza zigomatica massima . È ; : ‘ . Beer 22,5 Diametro massimo della Bulla . i i 2 ? : aaa 1] Lunghezza della fila dei molari superiori.. È a hele >> 6 Ordine UNGULATA. Gazella dorcas dorcas, L. 10 esemplari e cioè: 1 dg’ juv. El Agheila. Luglio 1931. Pelle e cranio (31690 e 81691). = O at Laps WARN RO Bile as pee She ia ie ae 390 0. DE BEAUX 1 g' juv. Tra El Agheila e Uadi El Tareg. Luglio 1931. Pelle e cranio (31692 e 31693). 1g subad. Oasi di Gialo. Aprile 1931. Pelle e cranio (31594 e 31695). 1 of ad. Stessa località e data. Pelle e cranio (31696 e 31697). 1 o& ad. Es Sahabi. Marzo 1931. Pelle e cranio mancante del rostro (31698 e 31699). 1 g° subad. Stessa località e data. Pelle e cranio (31700 e 31701). 1 d ad. Stessa località e data. Pelle e cranio (31702 e 31703). 1 cad. Stessa località e data. Pelle e cranio (31704 e 31705). 1 © ad. Stessa località e data. Pelle e cranio (31706 e 31707). 1 o& ad. Oasi di Cufra: El Giof. Maggio 1931. Pelle e fronte con corna (31708 e 31709). Pelli. Direzione del pelo. Il 7 ad. 31702 di Es Sahabi pre- senta un vortice interscapolare ed una linea di divergenza con direzione retrorsa nella metà prossimale della nuca. Colorazione. Questa serie di pelli presenta, unitamente al oO ad. 26283 di Bengasi ed ai g gd juv. ad. 26280 e 26281 di Tobruk, una notevole uniformità di colorazione che va, sul dorso, soltanto da «light pinkish cinnamon » per un tono intermedio fra « cinnamon buff» e pinkish cinnamon », fino a quest’ultimo colore (XXIX). Nè vi è alcuna distinzione per località, sesso o età: il o& ad. ad. 31708 di Cufra è infatti perfettamente identico al of juv. 31690 di El Agheila, nel quale M, è appena entrato in uso. Una variabilità lievemente più ampia si verifica nell’intensità della striscia laterale scura del tronco che va da «light pinkish cinnamon » a «snuff brown » (XXIX). Le pelli 31704, 31706, 31708 presentano sul dorso delle minute, ma distinte, macchiette longitudinali bianche. Il sig. Con- falonieri asserisce avere riscontrato, nello scuoiamento, dei parassiti sottocutanei in corrispondenza delle macchiette stesse. Corna. La lunghezza retta massima, o altezza, nei gg bene adulti varia tra mm. 258 (31709) e 230 (31703); il divarica- PERIZIE la Ne NS Salen Aga CI SPEDIZIONE A CUFRA 391 mento apicale massimo tra mm. 102 (31703) e 53 (31697). Nella unica 31707 le rispettive misure sono mm. 177 e 49. Il numero degli anelli varia nei 77 bene adulti tra 25 e 19. Il decorso lirato delle corna è bene riconoscibile nei oo ad. 31697, 31699, 31705, 31709. Manca completamente nel 97 31703. Il o subad. 31695, con M, entrato solo parzialmente in fun- zione e 12 anelli alle corna, ed il suo coetaneo 51701, con 10 anelli alle corna, hanno la punta di queste rivolta decisamente, il 31701 perfino repentinamente, all’ indentro. ° Cranio. La lunghezza massima del cranio varia nei gg bene adulti tra mm. 175 (31703) e 162 (31697). Le rispettive : lunghezze condilo-basali sono mm. 173-159; le basali 162-150. La 9 31707 misura mm. 161 di lunghezza massima, 155 di condilo-basale e 144 di basale. i In base al materiale di Gazella dorcas dorcas L. (v. anche Bibl. 8) e di G. isabella isabella Gray (Bibl. 4), attualmente a mia disposizione, posso ora dare un valido, se non decisivo, con- tributo alla distinguibilità specifica tra G. dorcas e G. isabella (v. anche Bibl. 2), distinguibilità che nelle due forme tipiche appare assai persuasiva e può riassumersi nello specchio seguente: Gazella dorcas dorcas, L. Gazella isabella isabella, Gray. Statura minore Statura maggiore Forme meno slanciate Forme più slanciate Orecchio meno grande Colorazione più uniforme con intonazione giallina rosata Orecchio più grande Colorazione meno uniforme con intonazione bruna rossastra Marche scure assenti nella faccia Occipite molto più chiaro della nuca Marche scure presenti nella faccia Occipite concolore colla nuca 392 Pastoie più o posteriormente meno tubulare Il colore del dorso degli orec- chi non spicca nettamente per chiaro in confronto all’occipite Cranio più corto e più alto: O. DE BEAUX Il colore del dorso degli orec- chi spicca nettamente. per chiaro in confronto all’occipite meno chiare Pastoie nere brunastre poste- riormente Corna piu lunghe e pesanti Cranio piu lungo e piu basso: piu tubulare Corna più corte e leggiere A persuasivo conforto dell’invertimento di proporzioni tra lunghezza e altezza del cranio e tra le dimensioni craniali e delle corna, che ha luogo nelle due forme dorcas e isabella, riporto nel seguente specchietto gli estremi delle misure riscontrate negli esemplari bene adulti (colla eccezione della 9 isabella) a mia disposizione. Lunghezza basale del cranio G. dorcas dorcas SS mm. CHO G. isabella isabella SS mm. ORES 162 - 150 150 - 144 169,5 - 164 (BeBe Altezza del cranio colla mandibola Altezza massima delle corna in sito 99 - 9A 258 - 230 90 - — 177 - 165 97 - 90 913 - 199 86 - — 137 -0== Addax nasomaculatus, Blainville. 1 corno. Gentilmente comunicato dall’ Ufficio d’Igiene della R. Dogana di Bengasi, ed appartenente ad un esemplare colpito nell’entroterra di Bengasi stessa (31710). Questo pezzo rappresenta il primo documento materiale della presenza della specie in Cirenaica. SPEDIZIONE A CUFRA 393 BIBLIOGRAFIA - LAVORI CITATI |) Anpkrson E Winton — Zoology of Egypt. Mammalia. 1902. (Dipodillus) p. 261-262. 2) Caprera A. — (Gazella) - Journal of Mammalogy, IX, 3, 1928, 239-243. 5) De Beaux O. — Ann. Mus. Civ. Storia Nat. Genova, LIII, 1928: (Canis) p. 43-47; (Vulpes) p. 40-41 ; (Dipodillus) p. 54-59; (Meriones) p. 59-64; (Mus) p. 64-69; (Ga- zella) p. 72-79. 4) De Beaux O. — Ann. Mus. Civ. Storia Nat. Genova, LV, 1931: (Vulpes) p. 191-192; (Hyaena) p. 195; (Gazella) p. 207-214. 5) Festa E. — Boll. Mus. Zool. Anat. Comp., Torino, XXXVI, N.° 740, 1921: (Vulpes) p. 3; (Meriones) p. 3. 6) Houtister N. — U. S. Nat. Museum, Bulletin 99, 1918: (Hyaena) p. 142, tav. 3. P 7) Lataste F. — Le Naturaliste, Parigi 1881: (Dipodillus) p. 497-498; (Psammomys) p. 492-493; 1882: (Merio- 10C3)\ pe 83.” d 8) Lataste F. — Proc. Zool. Soc. Londra, 1884: (Meriones) p. 95-98, fis. 455; 6. 9) Laraste F. — Vertébrés de Barbarie, Mammifères, Bor- deaux, 1885: (Psammomys) p. 147-148. 10) Locne — Mammiféres d’ Algérie, Parigi, 1858: (Paraechi- nus) p. 20. 11) Parrizt S. — Rivista Municipale, Genova. Genn. 1932, p. 6. 12) Pocock R. J. — Proc. Zool. Soc. Londra, 1922: (Scarturus) p. 659-682. 13) Ripeway R. — Color standards and nomenclature, Washing- ton, 1912. 394 O. DE BEAUX 7 (DA 14) Sr. Leger J. — Proc. Teal Soc., Londra, 1931: (Scarturus) p. 975. 15) Tuomas O. — Proc. Zool. Soc., Londra, 1902: (Dipodillus) p. 8; (Meriones) p. 8; Canoe) p. 3. 16) Tuomas 0. — Ann. Mag. Nat. Hist. Londra, HI, 1919: (Meriones) p. 264 e p. 267-268. 17) Tuomas O. — Novitates Zool., Tring, XXVIII, 1921 : (Jaculus) p. 10. 18) Tuomas 0. — Ann. Mag. Nat. Hist. Londra, XVI, 1925: (Herpestes) p. 189. 19) VincigverrA D. — Ann. Mus. Civ. Storia Nat., Gane EVE 1931. SPEDIZIONE SCIENTIFICA ALL’OASI DI CUFRA (marzo - LUGLIO 1931) SCORPIONI e SOLIFUGI (‘) per LODOVICO DI CAPORIACCO Ordo SCORPIONES Fin qui, 12 specie o sottospecie erano note della Cirenaica : esse sono 1) Buthus occitanus tunetanus (Hrbst); 2) B. occi- tanus barcaeus Bir.; 3) B. acutecarinatus klaptoczi Bir.; 4) B. quinquestriatus (H. E.); 5) Buthacus leptochelys (H. E.); 6) Prionurus australis libycus (H.E.); 7) Pr. amoreuxi deserticola (Bir.); 8) Pr. bicolor (H. E); 9) Ortochirus innesi E. Sun.; 10) Scorpio maurus palmatus (H. E.); 11) Sc. mau- rus tunetanus Bir.; 12) Huscorpius carpathicus (L.). Di queste specie solo 5, tutte appartenenti alla fam. Buthidae, ven- nero raccolte dalla spedizione a Cufra e cioè i num. 2, 4, 5, 6,7, inoltre vi sono alcuni esemplari di Pr. bicolor (H. E.) che rap- presentano a mio avviso una sottospecie nuova. Fam. BUTHIDAE. Buthus Leach 1815. 1. Buthus occitanus (Amor.) v. tunetanus (Herbst) 1800. 4 es. ad El Agheila, luglio 1931; 1 ad Agedabia, luglio 1931. (*) Oltre agli Scorpioni e Solifugi raccolti nel retroterra Cirenaico dal _ March. Patrizi e dal Sig. Confalonieri, sono considerati in questa nota alcuni esem- plari del Fezzan, raccolti nel 1931 dal Prof. Zavattari e da questi donati al Civico Museo di Genova. 396 L. DI CAPORIACCO Il colorito (giallo con righe longitudinali nerastre); la man- canza di carene accessorie sul 4.° segmento caudale, e la man- canza di carene digitali nella mano dei piedi mascellari permettono di attribuire con sicurezza questi esemplari alla sottospecie twne- tanus; sembra dunque che la sottospecie barcaeus Birula appartenga alla zona montagnosa marittima, essendo fin qui stata segnalata dall’Altipiano del Barca e dal Gharian (Tripoli) e che non si estenda nel deserto. Hab.: della sottospecie: Tunisia, Deserto Libico, Egitto, Cirenaica. 2. Buthus quinquestriatus (H. E.) 1828. 1 es. ad Agedabia, luglio 1931; 4 nell’oasi di Cufra, Maggio- Giugno 1931, 1 es. a Cufra, el Giof, Giugno 1931. Hab.: Siria, Palestina, Coste del Mar Rosso, Sinai, Egitto, Algeria, Cirenaica. Buthacus (Birula 1908). 3. Buthacus leptochelys (H. E.) 1828. Agedabia, luglio 1931 (14 es.); fra Agedabia e Gialo, Aprile 1931 (8 es.); Gialo, Aprile e Luglio 1931 (9 es.); Auzila, Aprile 1931 (1 es.); El Agheila, Luglio 1931 (1 es.); Es Sahabi, Luglio 1931 (3 es.); Hasseiat, (6 pull.); Ridotta di El Hasseiat, Luglio 1931 (1 es.); Cufra, oasi, Giugno 1951 (1 es.); Cufra, El Hauuari, Giugno 1931 (1 es.); Cufra, Es Zurgh, Giugno 1931 (1 es.). Tutti questi esemplari appartengono senza dubbio a questa specie: il tubercolo oculare liscio e il corpo quasi del tutto liscio escludono senz’altro che si possa trattare della specie deserticola sud-tunisina B. spatzi Birula. i Hab.: Egitto, Tunisia, Algeria, Cirenaica. SPEDIZIONE A CUFRA 397 Prionurus (Hempr. Ehrbg. 1829) (*) 4. Prionurus bicolor (H. E.) 1828 longecarinatus v. nova. A varietate typica differt segmentis II et III caudae; seg- mento secundo autem carina lateralis granulosa fere basim attingit; tertio multo plus quam dimidia parte segmenti, fere usque ad quartam partem segmenti anteriorem extenditur. Carinae mediae V segm. ventralis non laeves ut in varietate typica sed leviter granulosae ut in var. aenea C. K. Dentes pectinum Q 29; o 29. Coetera ut in typo. Long. corp. g mm. 63, 2 mm. 51; long. cephaloth. & mm. 6,5, £ mm. 6; long. caudae g mm. 35, 9 mm. 32; long. palporum o& mm. 26, 9 mm. 23; long. manus cum digitis g mot, em 10); lone: diciti mobilis g mm. 8,5, QO mm. 7,3; seem. I caud. long. & mm. 4,5, 9 mm. 4; altit. g mm. 4,2, O mm. 3,5; amplitudo g° mm. 4,5, 9 mm. 3,5; segm. V caud. [ones 7, O2mm. 6,5; alito co! mm. 3, O mm. 95; amplit. g mm. 4,6, Q mm. 4. Speciei huius inventi sunt g et Q apud Agedabia, mense Julio 1931; 2 g et 1 9 apud El Agheila, mense Julio 1931; et 5 pulli apud Es Sahabi, mense Julio 1931. Varietas typica habitat Aegyptum, Syriam et Cyrenaicam, var. aeneas C. K. autem Algeriam et Libyae partem occidentalem. 5. Prionurus australis (L.) amoreuxi (Sav.) 1827. L’abbondante materiale portato dal Marchese Patrizi permette di stabilire senz’altro, a mio avviso, che Pr. amoreuxi è tutto al più una varietà di Pr. australis. I caratteri di colorazione infatti (colore uniformemente giallo, con tutt'al più le carene inf. del IV (*) Non v’è dubbio che tale debba essere il nome per le specie del gruppo aw- stralis ove si ritenga necessario. di considerare come generico il valore di tale gruppo. Infatti Androctonus H. E. 1829 ha per specie tipica A. tunetanus (Herbst) ed è quindi sinonimo di Buthus Leach 1815 che ha per specie tipica B. occitanus (Amor.). Prionurus, creato da Hempr. ed Ehrenbg. come sottogenere di Androctonus Hempr. Ehr. = Buthus Leach fu elevato a genere da Peters nel 1861, avendo come specie tipica P. bicolor ( H. E). 398 | L. DI CAPORIACCO e V seg. caudale oscurate, invece che vescicola e mano dei palpi rossiccie, e seg. IV e V caudali oscurati) variano notevolmente da individuo a individuo; il diverso spessore dei segm. I e V cau- dali é carattere che, se abbastanza caratteristico nell'adulto, scom- pare del tutto nei giovani; parimenti lo spessore del terzo segm. caudale permette bensì di distinguere gli adulti ben caratterizzati (esso è pari alla lunghezza in Pr. australis libycus, e alquanto inferiore in Pr. amoreuxi), ma, negli esemplari meno sviluppati, lo spessore di questo articolo è sempre minore della sua lun- ghezza. Stando così le cose, mi pare che Pr. amoreuxi venga a somigliare talmente alla var. lébyca (H. E.) di Pr. australis che mi par certo che esso debba essere considerato solo come una varietà o sottospecie di Pr. australis; Pr. amoreuxi sarebbe un estremo di una serie, della quale Pr. australis typicus sarebbe l’altro estremo. Quanto a Pr. deserticola (Birula), già da Borelli ridotto a varietà di Pr. amorevxi mi pare che esso non possa rappresentare che una variazione individuale: il rapporto fra lunghezza del dito mobile e lunghezza della mano è variabilis- simo; e il colore pure, come ho già accennato. Secondo me quindi, si potrebbero distinguere, in Libia, le seguenti sottospecie o varietà: i 1.° Pr. australis (L.) amoreuxi (Sav.) 1827 = Androctonus citrinus (H. E.) 1828 = Buthus deserticola Bir. 1903 = Buthus amoreuxi deserticola Bor. 1927. 2.° Pr. australis (L.) libycus (H. E.) 1328. Credo opportuno riportare più sotto i dati più caratteristici riferentisi alle due sottospecie o varietà da me considerate. Pr. australis (L.) amoreuxi (Sav.) è molto abbondante: 4 es. a Cufra, Giugno 1931; 7 a Cufra (El Giof), 1931; 3 a El Talab (Cufra), Giugno 1931; 1 a et Tag (Cufra), Giugno 1934; 5 ad el Hauuari (Cufra) Giugno 1931; 1 a El Mzeima, Giugno 1931; 8 ms. ad. ad. a El Hasseiat, Luglio 1931; 2 pull. fra Es Sahabi ed El Hasseiat. Luglio 1931; 4 ad. e pull a Es Sahabi, SPEDIZIONE A CUFRA 399 Luglio 1931; 3 iuv. ad Augila, Aprile 1931; 10 ad. e iuv. a Gialo, Aprile- Luglio 1931; 4 pull. fra Agedabia e Gialo, Marzo 1931; 3 ad. a Murzuk, Agosto 1931; 1 a Gath, Settembre 1931; 1 iuv. ad Auenat, Fezzan, Ottobre 1931 (i 5 ultimi es. raccolti dal prof. _ Zavattari). | Hab.: Egitto, Libia, Sahara Tunisino ed Algerino. 6. Prionurus australis (L.) libycus (H. E.). Solo da due localita ho ricevuto esemplari tipici di questa forma: 4 da El Agheila, Agosto 1931, e 61 es. adulti e giovani da Agedabia, Luglio 1951; oltre a 67 pulli, trovati sul dorso della madre (l’esemplare maggiore). Molti dei giovani non si pos- sono affatto distinguere da Pr. australis amoreuxi, ma poichè tutti gli adulti di queste due località appartengono al Pr. australis libycus, ho creduto che tutti i giovani di detta località doves- sero venire riferiti alla stessa forma. Hab.: Basso Egitto, Cirenaica, Tripolitania. SIR TIN Oe, RU Ne SECRET MORE CL SMS TORA * f Li dl a LMR Sid EL A a cet | 400 L. DI CAPORIACCO MISURE DEGLI ESEMPLARI DI PRIONURUS PROVENIENZA SESSO PARTI DEL CORPO OSCURATE N. dei dent tra Agedabia e Gialo Hasseiat. . o 5 » . . . tra Es Sahabi e Hasseiat Hasseiat 3 È tra Es Sahabi e fasseiat Hasseiat 6 SRS tra Agedabia e Gialo Es Sahabi . . tra Agedabia e Gialo Hasseiat si Cufra (el Hauuari) . Gialo . 0 . » è ° Auenat (Fezzan). Gialo . 9 0 è tra Agedabia e Gialo Augila . 5 Gialo . 6 . 5 Cufra (el Hauuari) . Augila. . . Hasseiat . . Cufra . o o Augila . È o > Gufra (el Taleb). Gialo Cufra Cufra . x . Es Sahabi . ò dei pettini debolmente i segm. V e IV caud. COME SOPTA I TT II TRI I I NO debolmente la vescicola e il segm. V caud. © 5 24 debolmente i segm. V e IV caud.. aOR ee 34 la vesc. e isegm. V e IV caud. . SE 34 come sopra . 3 ò 5 0 0 5 . C È 24 ce 24 vesc.; V. segm., e parte inf. di IV caud. . . . 30 la vescic. e i segm. V e IV caud.. Has c 32 carene delle mani (mancano gli ultimi segm. caud.) 26 vesc.; V segm. e carene inferiori del IV . 3 24 come sopra . o 3 o : a . o c n 25 rossiccio: vesc., segm. V, apice e parte inf. del segm. IV, carene inf. segm. III oscuri . o o o carene inf. di segm. V e IV caud.. 7 Ripe Sore vescicola infer.; carene inf. del V IV e III segm. . vesc. e V segm. infer. carene inf. di IV segm. Hg e segm. V inf.; carene inf. di segm. IV vescicola, inf.; parte terminale del V segm. caud. come sopra, più debolmente le carene della mano vesc., parte inf. di V segm., carene inf. di IV segm. vesc. e V segm.; carene infer. del IV segm. . è» carene inf. segm. V, IV e III; e appena le car. d. mano vesc. e segm. V inf.; carene inf. di segm. IV . carene inf. dei segm. V e IV e di vesc. . appena il segm. V e le carene della mano ORSO O Qu 40 1040 x x 4046 & 040 segm. V codale (tutto), e IV infer. a 5 3 5 32 È | : ; ' | Ì È i amplia visibile no | poco visibile | poco evidente ‘appena visibile LI | no | poco evidente poco evidente i! appena evid. È si SPEDIZIONE A CUFRA 13. 14 17 17 13 18 21 23 23 25 27 30 32 33 33 34 40 45 47 53 5D 57 58 64 63 63 64 69 75 MANO Largh. | Lungh. 0.66 | 4.4 0.66 | 4 0,66) fai 2 0.75 | 1.2 0,66 | 4 0.66 | 1.5 4 1.2 0.08 | 4.5 0.8 1.5 1 1.66 1.5 2 1.66 | 2.5 4.5 2 4.5 2 133 |a 1.3 1.8 1.66 | 2.80 iio, |e 2 2.25 | 3 2.25 | 3.25 2.5 3.5 3.3 4 27 | 4 2.5 3.5 2.75 | 4 3 4 2.75 | 4 2.75 | 4 4.5 6 Dito mobile Lungh. 3.2 2.5 6. 66 8. 25 8.5 9 10.5 | III Segm. codale 401 I Segm. codale Altezza Largh. |Lungh. 0.6 4 1.5 0.9 4 1.5 0.9 1 4.75 0.9 4.4 1.9 4 1.2 1.66 4 4.4 1.75 4 13300 MASS 4 4.4 2 1.3 1.4 2.5 4.33 | 4.5 2 2 2.4 3 2.5 2.5 3.5 1.66 | 2 3.5 1.5 1.75 | 3 2 2.5 3 1.66 | 4.8 3 2.33 | 2.5 3.5 2.5 3 4 2.8 3:25, LN 3 fio Aa 3.66 | 4 5 4 4.5 5 4.25 | 4.5 6 3.66 | 4 5.5 3.25 | 3.75 | 5.4 4 4.5 6 4 4.5 6 4 4.5 6 5 6 8 del Mus. Civ. di St. Nat. (Vol. VLV), 22 Giugno 1932 Largh. 0.8 4.1 4,5 1.5 5.25 Lungh. V Segm. codale Largh. | Lungh. 0.8 253) 0.8 2 4 2. 22 4 285 1 2.5 1 2.5 1.1 2S) 1 2.75 4.25 3.5 1.25 3.5 1.9 4,2 1.8 4.5 do 4 Peal 4,25 1. 66 3.15 2.33 6 2. 66 6 3 6.5 3 6.5 3.75 7.5 4 Wold oo) 7.175 3.5 Tot 3.5 7. 66 3 8.5 4 8 3.75 8 5 40 26 402 PROVENIENZA Murzuk Hasseiat El Mzeima . El Giof Es Sahabi Gialo Cufra (Et Tag) Cufra (El Taleb). Cufra El Giof Gialo Gialo Gialo El Giof El Giof El Giof Es Sahabi Cufra (El Hauuari) Murzuk El Giof Cufra (El Taleb). Murzuk Ghat El Giof El Hasseiat . Gialo ° ° . MISURE DEGLI ESEMPLARI DI PRIONURUS _L. DI CAPORIACCO SESSO Hom ly We) Woy Wey. CI ro CL ly OR Oy ROY Oy CH HO) mote OT, o, OY o lo tor PARTI DEL CORPO OSCURATE a: appena le carene inf. di segm. V, IV, III . vescicola e tronco. . vescicola inf., carene inf. V segm. vescicola inf., carene inf. V segm. vesc. inf.; carene inf. di segm. V e IV vesc.inf.; car. inf. di segm. V, IV, III e car. della mano appena vesc., V segm. e carene della mano vescicola; carene inf. del V segm. vesc. e V segm.; carene inf. di segm. IV e HI. appena le carene inf. di segm. V e IV come sopra . vese. inf.; carene inf. del V segm. vesc. inf.; carene inf. dei segm. V e IV appena le carene inf. del segm. V e IV come sopra . vescicola, infer. appena le car. infer. di segm. V e IV. COMESSOPra sar. lean vesc., inf., e carene inf. del V segm. COMEISOPra o A Gere kc appena le car. inf. di segm. V e IV N. dei denti]: dei pettini |. in 26 24 22 ? (rotti) 34 25 fee appena evid. sì poco evidente poco evidente | oco evidente poco evidente vi IN si. poco evidente poco evidente SPEDIZIONE A CUFRA AMOREUXI (Sav.) 105 MANO 6. 66 77.25 6.5 7.5 Dito mobile 11.25 III Segm. codale Largh. Lungh.| Lungh.| Altezza 5.5 5.70 Largh. 8.5 9.5 10 10 Lungh. I Segm. codale | V Segm. codale 5.0 4.5 8.2 7.2 403 10 5. 75 an 5.25 Largh. |Lungh.|Largh.|Lungh. 9.15 40 10 10. 25 42.5 12.5 13 404 PROVENIENZA El Agheila . > Agedabia » e » » » a » » » » > » » » » » Ò » d » » 1 È: > » > > o n » El Agheila . » MISURE DEGLI ESEMPLARI DI PRIONURUS L. DI CAPORIACCO 37 HO) ON Hoy hy ON ely Ay ron (Oh TON OOO) tO) HO toto) OO) HO) o Sy KO e li PARTI DEL CORPO OSCURATE vesc. e segm. V; parte inf. di segm. IV. vesc.; parte inf. di segm. V e di segm. IV. . vesc. e segm. V: parte inf. di segm. IV: car. inf. di SESTO, SIL IR RI SOT E OE COMELSOPEAN e) SURE STA Matti OT deri » e . . S È È 3 n 3 7 È é C : » . o < e . . . . . . » ° e . . . O . ° » o . . a . . Bega a vesc. e segm. V; car. inf. di segm. IV e III COMEISOPratt spent a ni O » . ° . . . . ° . ° » o . e ° 0 O ° . . » ° ° . O ° ° ° . o O vesc., parte inf. e post. di segm. V; car. inf. di Seo DVaentil a = c 5 2 È . . come sopra . TERE spara Ro . » e e vesc.: car. inf. di segm. V e IV; tutto il tronco 3 COME SOPRA ae IS vesc.; car inf, di segm. V e IV: car. inf di segm. III Vesc.; car. inf. di segm. Vie IV... 0 tutto il corpo salvo zampe e palpi parte inf. di vesc., segm. V e IV; tutto il tronco vesc.; car. inf. di segm. V e IV; tutto il tronco . vesc. inf.; appena le car. inf. di segm. Ve IVeiltronco COMOASOPLA MR eter ey eect uers . SS eee » ° . . ° . ° n vesc.; parte inferiore di segm. V. . “e > (1) Le misure si riferiscono a uno solo dei pulli, che del resto appaiono identici, . N. deidenti) dei pettini id | AUSTRALIS (L.) LIBYCUS (H. E.) i Se esista il lobo nel dito fisso della mano no appena evid. - appena evid, | appena evid. ‘| poco evidente | | poco suerte | poco evidente sì cad î sì | | Pi x | sì | si | | x sì iit sì sì sì ì Sl | sl Statura 58 58 63 73 73 73 73 81 81 86 86 86 87 87 93 MANO Dito mobile Largh. | Lungh.| Lungh. (er) III Segm. codale I Segm. codale V Segm. codale Altezza 1.25 4.5 1.1 2 10) 3. 39 4.25 1.25 1. 66 4.75 8.75 Largh.| Lungh. 1.5 2 190 4,5 6.5 5.5 7.5 1.5 1.5 7.25 Largh. Lungh. 1.66 2 1.8 2.5 2.5 2.5 2.5 3. 29 3. 25 3. 20 4, 25 1.3 1.25 3.5 eal) Largh. 2.5 3 2.5 6.5 8.75 Lungh. 1406 L. DI CAPORIACCO Ordo SOLIFUGAE. Di quest'ordine eran fin qui note dalla Cirenaica le seguenti 7 specie: 1) Galeodes arabs C. K.; 2) Paragaleodes barba- rus (H. Le.); 3) Solpuga flavescens C. L. K.; 4) Solpuga festae Bor.; 5) Rhagodes melana (Olv.); 6) aes tunetana (ASI Dose fallax Bor. La spedizione a Cufra ne ha riportate 5, delle quali tre già note per la Cirenaica; le altre due: Galeodes blanchardi E. S. e Rhagodes ochropus (L. Duf.) sono fin qui note rispettiva- mente dell'Algeria mer. e dell'Algeria e Tunisia. Fam. GALEODIDAE. Galeodes Oliv. 1791 1. Galeodes arabs C. K. 1807. i Specie non infrequente: 2 co a Cufra et Tag, Giugno 1931; 1 9 e1 oa Cufra nei pressi del Lago di Buma, Giugno-Luglio 1931; 2 © a Cufra, Giugno 1931; 1 © iuv. a El Giof (Cufra), Giugno 1931; 1 9 senza specificazione di data nè località. Hab.: Tutta l'Africa sett., Sudan, Siria, Arabia, Asia minore. 2. Galeodes blanchardi E. S. 1891. Di questa specie, ben caratterizzata dall’aver solo due paia di spine al segmento tarsale prossimale e dalla colorazione oscura _ della tibia e del metatarso dei palpi mascellari, vennero raccolti: 1 gd ad. a Gialo, Aprile 1931; 1 pull. a Es Sahabi, Luglio 1931 ; 4 pull. nei pressi del lago di Buma (Cufra), Giugno 1931; inoltre 1 iuv. a Sebha (Fezzan) dal prof. Zavattari, Sett. 1931; 1 © iuv. ad Auenat (Fezzan) pure dal prof. Zavattari, Ottobre 19351; e 3 pull a Murzuk, anch’ essi di prof. Zavattari, nel- È i 1931. Gli esemplari designati come pulli appartengono al II stadio: le unghie sono infatti eguali alle definitive, ma non pelose. Il g° adulto ha la iii scura della tibia e metatarso dei palpi assai meno pronunziata che non i giovani. Hab.: Sud Algerino. SPEDIZIONE A CUFRA 107 Paragaleodes Kripl. 1899 _3. Paragaleodes barbarus (H. Lc.) 1846. Own Cuira,, Gimeno 193t: 6 oO a Cufra (Hl Giof), Giugno 1931; 5 o Q nei pressi del laghetto di Buma (Cufra), | Giugno- Luglio 1931; 1 9 a El Hauuari (Cufra) Giugno 1931; 1 o& a Et Tag (Cufra), Giugno 1931. Hab.: Tutta la costa sett. dell’Africa. Fam. SOLPUGIDAE. Daesia Karsch 1880 4. Daesia tunetana (E. S.) 1885. 1 9 a Gebel Hauaisch, Maggio 1931. Hab.: Tunisia, Cirenaica. Rhagodes Pocock 1897. 5. Rhagodes ochropus (L. Duf.) 1862. 3 © iuv. di questa specie, ben caratterizzate dal colore delle piastre dorsali, del cefalotorace, delle mandibole uniformemente nere, contrastante con il colore bianco delle zone articolari fra le piastre, dalle zampe gialle e dal metatarso e tarso dei palpi e del 1.° paio di zampe rosso-bruno, furono trovate ad Agedabia, nel Luglio 1931. I metatarsi posteriori sono appena un po’ più scuri: non pre- sentano ancora distinti gli anelli. Hab.: Algeria, Tunisia. Firenze, Maggio 1932 (X) Istituto di Zoologia della R. Università 408 L. DI CAPORIACCO BIBLIOGRAFIA © BrruLa. — Zur Synonymie d. russisch. Scorpione, Ann. du Mus. Zool. de l’Ac. Imp. des Sciences de Saint Pétershg., 1896. Bruna. — Bemerk. ub. einige neue od. wenig bekannte Scor- pionenformen N. Afrikas in Bull. de l’Ac. Imp. des Sciences de Saint Pétersbg., V° Serie, Tom. XIX, 1903. Biruta. — Bemerk. iber die Ordnung d. Solifugen in Ann. du Mus. Zool. de Ac. Imp. des Sciences de Saint Pétersbourg, 19045 Tome=EXs N. 7: Biruta. — Scorpione u. Solifugen von Tripolis u. Barka in Zool. Jahrb., Syst., Bd. XXVII, 1909-10. BiruLa. — Skorpiolog. Beitréige, Zool. Anz., XXXVII Bd., 1911. BoreLi A. — Contributo allo studio della fauna Libica. — Materiali raccolti nelle zone di Misurata e Homs (1912-13) dal Dott. Alfredo Andreini.. — Scorpioni in Ann. d, Mus. 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Tutti gli insetti che sto per enumerare sono degni di menzione, anche quelli di vasta distribuzione geografica, perchè appartengono ad una regione finora ritenuta inaccessibile ed ora per la prima volta esplorata. Le raccolte dovute al Marchese Patrizi ed al pre- paratore Confalonieri, sono splendide, come è provato dalle molte novità in esse rinvenute e sono grato al Prof. Gestro, Direttore del Museo Civico di Genova, di avermene affidato lo studio. PARANEUROPTERA. Famiglia Libellulidae. 1. Orthetrum trinacria Sel. El Giof, Cufra, V-IV-1931. Rare volte ho veduto questa specie. 2. Crocothemis erythraea Brull. El Giof, Cutra, VI 1931. Specie di area molto estesa. Si trova nell’ Africa, Europa, Asia, Is. Filippine, etc. Famiglia Aeschnidae. 3. Hemianax ephippiger Burm. Gialo, IV-1934; Augila, Cufra, V-1931. | Trovasi anche in Europa e Asia. 410 L. NAVAS Famiglia Caenagrionidae. 4. Ischnura senegalensis Ramb. El Giof, Cufra, V-IV-1931. Il tipo e la var. aurantiaca Sel. Quasi tutta |’ Africa. NEUROPTERA. Famiglia Ascalaphidae. 5. Helicomitus festivus Ramb. Lago di Buema, Cufra, VI-1931. Di quasi tutta l'Africa. Famiglia Nemopteridae. 6. Croce Klugi sp. nov. (fig. 1). Similis Braweri Nav. Caput albidum, parte apicali prosostomatis fulva; oculis nigris, angustioribus spatio intermedio; antennis fuscis, duobus primis articulis albidis. | Thorax inferne flavidus, superne fulvus. Pronotum leviter transversum, marginibus lateralibus leviter infuscatis, pilis fuscis. Abdomen inferne flavidum, superne fulvum, apice tergitorum leviter infuscato; cercis superioribus o grandibus, valvaeformibus, lamina subgenitali brevi, convexa, flavis, fusco pilosis. Pedes albo-flavi, tarsis obscurioribus. Alae reticulatione fusca, membrana hyalina. Ala anterior (fig. 1) stigmate conspicuo, elon- gato, venulis 5 stigma- libus prope subcostam nigratis, subcosta ipsa tractu. stigmali nigro; area apicali lata, multis venulis obliquis curvisque divisa; area costali fere 16 venulis citra stigma, radiali 2 venulis internis, 12 externis; sectore radii 4 ramis simplicibus, cubito i 4 ramis; area procubitali venulis in medio externo. | Fig. 1. Croce Klugi Nav. Ala anteriore. de; ss aro an i A RY si TRS "TERRA ~ SPEDIZIONE A CUFRA Add Ala posterior paulo longior duplo anterioris, angusta, filiformis, ad medium ferruginea, ultra medium albida. Ca. Sugo Long. corp. Dad o 6,3 mm. » alll, abouts 8,5 » 10 » aan Patria: Cufra. El Giof VI-1931. Ho nominato Kluwgi questa delicata specie in omaggio a Klug, il primo monografo della famiglia dei Nemotteridi. Famiglia Myrmeleonidae. 7. Morter hyalinus Oliv. Augila. V-1931. 8. Cueta puella Nav. Agedabia, VII-1931. 9. Gepus curvatus Nav. Cufra, V-1931; Es Sahabi, VII- 1981. Colla var. tersa Nav., ibid. 10 Nophis Teilhardi Nav. Cufra, lago di Buema, VI-1931; Gialo, VII-1931. Specie dell’Africa settentrionale, dall’ Egitto fino alla Tunisia. 11. Myrmecaelurus trigrammus Pall. Cufra, V-1931. Colla var. flava Ramb. Cufra, lago di Buema, VI-1931. 12. Myrmecaelurus laetus Klug. Gialo, IV-1931; Gebel Hauaisc, V-1931. 13. Myrmecaelurus laetior sp. nov. Similis laeto Klug. Major. Flavus, flavo pilosus, fusco varius. Caput flavum, facie pallidiore, vertice et oe fulvescentibus; pilis flavis; 2 punctis grandibus in vertice 2 in occipite et linea longitudinali in eisdem, fusco-ferrugineis; oculis fuscis; palpis flavis, articulo ultimo labialium externe fusco maculato; antennis (1) L’estremita di queste ali è alquanto mancante. 1192 L. NAVAS fortibus, brevibus, 4,2 mm. longis, angustissime fulvo annulatis, articulo primo flavo, clava inferne pallida. Thorax inferne stria longitudinali subter alas, superne 3 striis longitudinalibus fuscis. | aa inferne fascia media loneitudinall lata, superne 3, fuscis; pilis apicalibus spinaeformibus nigris. Pedes nigro setosi; calcaribus testaceis, anterioribus metatarsum excedentibus, posterioribus ejus apicem haud attingentibus. Alae angustae, apice obtusae; stigmate flavido, parum sensi- bili; reticulatione Hava, subcosta, radio cum sectore, cubito cum ramo obliquo, ad venularum insertionem fusco striatis; pro- cubito et axillaribus haud fuscatis; venulis radialibus pone stigma fuscis; area apicali venulis gradatis divisa ; lineis plicatis anteriore et posteriore manifestis. Ala anterior venulis apicalibus gradatis fuscis; radio citra ortum sectoris longiter fusco striato; 6 venulis radialibus internis; sectore radii 9 ramis; inter ramum anteriorem cubiti et lineam plicatam cubitalem duplici serie areolarum. Ala posterior radio citra ortum sectoris fusco; 5 venulis radia- libus internis; sectore radii 8 ramis; inter ramum anteriorem cubiti et lineam plicatam cubitalem ad medium duplici serie areolarum. Long. corp. Q 33,5 mm. He GI Seah ws) » » al. post. 28 » Patria: 85 Km. a sud di Gialo, V-1931. 14. Myrmecaelurus grandaevus sp. nov. (fig. 2). Similis trigrammo Pall. Major, alis latioribus. Flavus, flavo pilosus, fusco ferrugineo signatus. Caput (fig. 2) macula pone antennas, stria longitudinali lata ad sulcum verticis et duobus punctis pone illam, fuscis; stria media longitudinali et macula laterali in occipite, fusco-ferrugineis; oculis fuscis; palpis flavis, maxillaribus apice subfuscis, labialibus articulo ultimo externe fusco notato; antennis fusco-ferrugineis, fulvo annulatis. Thorax superne tribus striis longitudinalibus ferrugineo-fuscis A» (4099 SPEDIZIONE A CUFRA 113 (fig. 2). Pronotum transversum, angulis anticis rotundatis, striis lateralibus a sulco transverso retrorsum. Abdomen inferne in medio posteriore et ultra subtotum ferrugineum; superne duabus striis longitudinalibus ferrugineis parum definitis; pilis apicalibus sternitorum VIII-X fuscis; stylis Q cylindricis, testaceis, fusco longiter pilosis; pilis spinaeformibus sternitorum IX et X nigris. Pedes flavo-fulvi, nigro setosi; calcaribus ferrugineis, parum arcuatis, apicem primi articuli tarsorum excedentibus; apice arti- Fig. 2. culorum tarsorum anguste fusco-ferrugineo; ee eae e unguibus testaceis. Alae hyalinae, latae, apice subacutae; stigmate flavo, parum conspicuo; area apicali lata, serie venularum gradatarum divisa; reticulatione subtota flava, subcosta in medio vel tertio interno ad venularum insertionem fusco-ferrugineo breviter striata, pilis fimbriisque densis brevibusque subfuscis; lineis plicatis anteriore et posteriore manifestis. Ala anterior 6 venulis radialibus internis; sectore radii 11 ramis; furculis marginalibus externis elongatis; area cubitali interna una vel altera areola divisa, externa lata, pluriareolata, inter lineam plicatam et ramum anteriorem cubiti ad medium 4-areolata. Ala posterior 4 venulis radialibus internis; sectore radii 30 ramis; furculis externis longis; area cubitali interna angusta, externa lata; inter lineam plicatam posteriorem et cubitum ad medium 3 areolis, 3-4 longioribus inter ipsam et marginem posteriorem. Long. corp. 9 39,5 mm. = al. ant. 32 » —_ — post. B02 Lat. — ant. 10, 5s» — — post. 9 » Patria. Oasi di Cufra, VI. 19314. L'aspetto è d'un M. trigrammus Pall. var. flava Ramb.; ma le ali sono manifestamente più ampie, specialmente all’area cubitale esterna, con maggiore numero di areole. La pelosità brunastra rende più oscura la reticolazione. IAA gia a ale radiata TL I a ESE e er ia * Ath i L. NAVAS 15. Nohoveus gestroanus sp. nov. Così nominato in omaggio all’iniziatore della Spedizione all’oasi di Cufra, Prof. Gestro, Direttore del Museo Civico di Genova. Flavus, fusco-ferrugineo varius. Caput macula tenui inter antennas, 2 grandibus in vertice pone antennas, ferrugineis; 2 atomis in occipite, fuscis; sulco medio longitudinali verticis et occipitis vix obscurato; oculis fuscis; palpis flavis, maxillaribus apice articulorum ferrugineo, labialibus articulo ultimo externe macula elongata ferruginea notato. Thorax inferne ferrugineo-cinereo suffusus, superne 3 lineis longitudinalibus ferrugineis, lateralibus pronoti a sulco retrorsum. Abdomen ferrugineum, albo pilosum, superne maculis latera- libus parum manifestis testaceis; penicillis co tenuibus, reflexis, fulvis. Pedes fiavi, nigro setosi; calcaribus testaceis, anterioribus meta- tarsum excedentibus, posterioribus haud aequantibus, apice articu- lorum tarsorum fusco. i Alae angustae, apice obtusae, stigmate flavido; reticulatione flava, venis ramisque ad venularum insertionem fuscis, procubito vix nisi ad rhegma; venulis multis ad earum apices fuscis. Ala anterior venulis apicalibus gradatis, radialibus externis et plerisque pone lineam plicatam posteriorem totis fuscis; atomo ad rhegma, venulis ad anastomosim rami obliqui cubiti et pone lineam plicatam cubitalem, axillis furcularum marginalium fusco limbatis; 7 venulis radialibus internis; 9 ramis sectoris radii; duplici serie areolarum inter ramum anteriorem cubiti et lineam plicatam cubitalem. Ala posterior pallidior; area apicali angusta, venulis gradatis destituta; 3 venulis radialibus internis; 9 ramis sectoris radii; una serie areolarum inter ramum anteriorem cubiti et suam lineam plicatam. o 2 Long. corp. 32 28,5 mm, » alate 273 28,5 » » Sea posts aot 20 » Patria: Cufra: Sebka, VI-1931. SPEDIZIONE A CUFRA 415 16. Nohoveus cufranus sp. nov. Similis gestroano Nav. Minor obscuriorque. Caput facie flava, macula nigra transversa in fronte, fere cum alia verticis continuata; vertice et occipite flavo-fulvis; macula ‘inter antennas, 2 pone antennas grandibus fuscis; linea longitu- dinali et 2 punctis in occipite fuscis; oculis fuscis; palpis flavis, articulo ultimo labialium externe stria nigra notato; antennis fuscis, angustissime fulvo annulatis, clava inferne fulvescente. Thorax flavus, flavo pilosus, inferne 2 fasciis longitudinalibus, superne 3, lateralibus angustioribus et interruptis, nigris. Abdomen fiavum, flavo-albo pilosum; inferne nigrum, apice ultimorum segmentorum flavo superne fascia dorsali longitudi- nali nigra; penicillis nigris, reflexis, densis, posterioribus longio- ribus; duobus ultimis segmentis flavis, pilis nigris. Pedes fulvi, nigro setosi; calcaribus subrectis, testaceis, ante- rioribus metatarsum excedentibus; ultimo articulo tarsorum apice nigro. Alae apice obtusae, membrana hyalina; reticulatione subtota fusco-nigra, venis ramisque flavido striatis; axillis furcularum mar- ginalium fusco limbatis; stigmate flavo. Ala anterior venulis gradatis apicalibus, ultimis radialibus, discalibus ad rhegma et vicinis, plerisaue pone lineam plicatam posteriorem anguste fusco limbatis; stigmate interne ad subcostae apicem fuscato; radio longiter flavido striato; 4 venulis radialibus internis; 8 ramis sectoris radii; duplici serie areolarum inter ramum anteriorem cubiti et lineam plicatam posteriorem. Ala posterior pallidior; atomo ad rhegma fusco, nullis aliis venulis limbatis; area apicali angusta (*); radio subtoto nigro usque ad confluentiam cum subcosta; 3-4 venulis radialibus internis; 7-8 ramis sectoris radii; una serie areolarum pone cubiti ramum anteriorem ad lineam plicatam, ipsa linea plicata flavida. Long. corp. o 20,5 mm. me al vant. 320 » » al. post. 17,3. » Patria: Cufra, V-1931. (1) Nella destra per anomalia c’è una venula gradiforme nel tipo. Di Pa i A A O ae OS N 416 i L. NAVAS 17. Nohoveus gialensis sp. nov. (fig. 3). Flavus, flavo-albido pilosus, fusco varius. Caput (fig. 3) 2 maculis transversis grandibus in vertice pone oculos, 2 punctis elongatis in occipite, stria longitudinali, medio et postice leviter dilatata, fuscis; oculis fusco cinereis; palpis flavis, ultimo articulo maxillarium apice fusco, labialium externe fusco maculato. Thorax inferne fusco maculatus, superne 3 lineis longitudinalibus fuscis, lateralibus interruptis. Pronotum marginibus parallelis, lineis lateralibus a sulco transverso retror- sum, antrorsum divergentibus. Abdomen inferne duplici stria tenui fusca apicali in segmentis mediis (apicalia desunt); Nohoveus gialensis, Nav, Superne 3 lineis fuscis, media tenuiore et Capo e parte del torace. inter rupta; pilis segmentorum IV-VI longis, in IV duobus multo longioribus. Pedes nigro setosi: calcaribus testaceis, anterioribus metatarsum excedentibus; ultimo articulo tarsorum apice fusco. Alae angustae, apice obtusae vel elliptice rotundatae; stigmate flavo, interne ferrugineo limitato, manifestius et latius (usque ad costam) in ala anteriore; reticulatione flava, venis ramisque ad venularum insertionem fusco striatis, procubito et axillari vix sensibiliter; rhegmate insensibili, haud fuscato. Ala anterior venulis gradatis apicalibus et tribus ultimis radia- libus fuscis; 6 venulis radialibus internis; 8 ramis sectoris radii; duplici serie areolarum interne, una externe, inter ramum ante- riorem cubiti et lineam plicatam posteriorem. Ala posterior pallidior; 5 venulis radialibus internis; 9 ramis sectoris radii; una serie areolarum inter ramum anteriorem cubiti et lineam plicatam. Fig. 3. Long. al. ant. 25 mm. » all post. Dy Patria: Gialo, IV-1931. Benchè l’estremità dell’addome manchi nell’esemplare tipo ¢’, pure la descrizione e la figura credo siano sufficienti per identi- ficare la specie. sud} “Pa CISA i SPEDIZIONE A CUFRA AAT 18. Creoleon patrizianus sp. nov. (fig. 4). Similis gractlé Klug. Minor pallidiorque. Caput superne testaceum, lineis transversis ex punctis in vertice, aliis longitudinalibus brevibus in occipite, fuscis; facie flava; oculis fuscis; palpis flavis, ultimo articulo labialium forti, externe macula fusca notato; antennis fuscis anguste fulvo annulatis. Thorax (fig. 4) fulvus, inferne fusco late maculatus, superne lineis longitudina- libus fuscis, metanoto subtoto fusco; pilis lateralibus pronoti arcuatis, albidis. Abdomen fuscum, albido breviter pilo- sum, margine postico segmentorum IV-X testaceo; pilis spinulosis apicalibus 9 nigris. Pedes fulvi, albido pilosi, nigro setosi, femoribus superne modice fuscatis; apice Fig. 4. tibiarum et articulorum tarsorum fusco; a So calcaribus testaceis; leviter arcuatis, ante- rioribus tres, posterioribus duos primos tarsorum articulos aequan- tibus aut superantibus. Alae acutae, margine externo leviter concavo; area apicali serie venularum gradatarum divisa; reticulatione fulva; venis ramisque ad venularum insertionem fusco striatis. Ala anterior stigmate interne fusco limitato, 3-4 venulis juxta apicem subcostae fuscis; 4 venulis radialibus fuscis et ad radium angustissime fusco limbatis, multis aliis ad insertionem, praecipue in procubito, ad rhegma, ad striolam anastomosis rami obliqui cubiti anguste fusco limbatis; 6 venulis radialibus internis, 8 ramis sectoris radii; axillis furcularum marginalium fuscis. Ala posterior pallidior, venis ramisque vix fusco striatis, sensi- biliter subcosta et radio; atomo fusco ad rhegma. Long. corp. Q 25 mm. » Gils ena, Dua) <0) yee al. post; 122.» Patria: Gialo, V-1931. Il nome é un ricordo ed omaggio al capo della spedizione all’oasi di Cufra, Marchese Saverio Patrizi. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LV (9 Luglio 1932). ; 27 Fpl ted RO CAPR tae we x Hath be UNE TA STR Rae ee f 118 L. NAVAS 19. Creoleon Confalonierii sp. nov. Similis patriziano Nav. Pallidior. Caput flavum, punctis ferrugineis in vertice, fuscis in occipite, in lineas transversas; oculis fuscis; palpis flavis, apice ultimi arti- culi maxillarium fusco; articulo ultimo labialium externe ferrugineo maculato; antennis flavis, fusco annulatis, articulo primo toto, clava inferne, flavis. | Thorax fulvus, fulvo-flavo pilosus; superne 3 lineis longitudi- nalibus ferrugineis pallidis, parum conspicuis, media pronoti longi- tudinaliter divisa. Abdomen fuscum, breviter griseo pilosum, apice testaceo-fulvo, pilis apicalibus 9 nigris. Pedes fulvi, flavido pilosi; calcaribus leviter arcuatis, testaceis, duos primos tarsorum articulos excedentibus. Alae acutae, hyalinae; reticulatione subtota fulva; area apicali venulis gradatis dotata; sectore radii 8 ramis. Ala anterior stigmate linea longitudinali interna fusca, 5 venulis curvatis praeter radium fuscis; radio et venulis aliquot discalibus, praecipue prope basim, fulvo-ferrugineis; atomo ferru- gineo pallido ad rhegma; 5 venulis radialibus internis. Ala posterior immaculata; stigmate interne levissime ferrugineo. Long. corp. 9 22,5 mm. Di eee 222) » » all post. 20,6 » Patria: Cufra, El Giof, V-1931. Famiglia Chrysopidae. 20. Chrysopa vulgaris Schn. Cufra, Gebel el Hauaisc, 26-V-1931. 21. Chrysopa Grazianii sp. nov. Laete viridis, fascia dorsali longitudinali flava, ab ore ad abdo- minis apicem. : Caput oculis fuscis, palpis antennisque flavis. Pronotum transversum, retrorsum leviter dilatatum. Abdomen inferne flavum, flavo pilosum, apice viride. Pedes viridi-flavi, pilis flavis, apice femorum et tarsis flavis; unguibus basi fortiter dilatatis. Alae apice subacutae; membrana hyalina; reticulatione viridi; pilis fimbriisque brevibus viridibus. n SPEDIZIONE A CUFRA 419 Ala anterior plerisque venulis ad utrumque apicem, aliquot prope basim, axillaribus, gradatis */, totis fuscis; 5 venulis inter- mediis, prima seu interna ultra apicem cellulae divisoriae, ut in Ch. vulgari Schn., procubito inserta. Ala posterior pallidior, plerisque venulis costalibus subtotis, radialibus ad utrumque apicem fuscis; gradatis ?/, vel 3/,; A intermediis. Long. corp. 8,6 mm. saltano meals post. - 10 » Patria: Cufra, V-VI-1931. Il Marchese Patrizi nella sua relazione sulla Missione scientifica Genovese all’oasi di Cufra (') accenna al grande aiuto prestato da S. E. il Generale Rodolfo Graziani Vice-Governatore della Cirenaica, con la concessione di mezzi gratuiti di trasporto da Bengasi a Cufra, ed io con questa dedica ho creduto di interpre- tare i sentimenti del Capo della Spedizione. 22. Chrysopa gialina sp. nov. Viridis. Caput viridi-flavum; puncto inter antennas, stria longitudinali ad genas ante oculos, alia breviore ad clypei latera et alia tran- sversa laterali ad labrum, nigris; 4 punctis in vertice, 2 anterio- ribus et 2 posterioribus, fuscis; oculis fuscis; palpis Havis, apice fuscis; antennis flavis, primo articulo stria externa longitudinali et puncto dorsali apicali, fuscis; secundo articulo puncto dorsali et alio externo, fuscis. Prothorax transversus, immaculatus. Abdomen inferne flavum. Pedes virides, fusco pilosi, tarsis flavescentibus, unguibus basi fortiter dilatatis, sensim attenuatis, arcuatis, nigris. i Alae apice elliptice rotundatae; membrana hyalina, iridea; stigmate viridi; reticulatione viridi, plerisque venulis ad insertionem fuscis; pilis fuscis, atomis fuscis impositis; venulis gradatis ?/,. (1) Rivista Municipale - Genova, Anno X, Gennaio 1932. PF ee ON) SPN A Oe Cee” RETI A | eae E 420 L. NAVAS Ala anterior 4 venulis intermediis, interna ad tertium apicale cellulae divisoriae, interne latae, inserta. Ala posterior 3 venulis intermediis. Long. corp. 6,5 mm. » al. ant. 8,6 » DES ale posta Wye Patria: Cufra, Gialo, VI-1931. 23. Chrysopa cufrina sp. nov. (fig. 5). Similis gialinae Nav., robustior. Viridi-flava. Caput (fig. 5) flavum, striola ad clypei latera et atomo laterali ad labri basim, fuscis; vertice 2 punctis elongatis retrorsum divergentibus, nigris, 2 maculis in occipite fusco-rubris; oculis fusco-plumbeis; palpis flavis; antennis ferrugineis, duobus primis articulis flavis, primo puncto dorsali prope apicem, secundo annulo apicali, fuscis. Pronotum (fig. 5) transversum, duplo ao latius longitudine, angulis anticis oblique © Capo e pronoto. truncatis, margine antico convexo, macula ad angulos anteriores, striola obliqua prope angulos posteriores fuscis. Meso et metanotum virentia. Pedes teretes, virescentes, pilis concoloribus. Alae apice elliptice rotundatae; reticulatione, stigmate, pilis, fimbriisque viridi-flavis. Ala anterior venulis 3 cubitalibus (initio sectoris et 2 venulis sequentibus) fuscis; gradatis #/,; intermediis 4, prima ad tertium apicale cellulae divisoriae inserta. Ala posterior apice subacuta; venulis gradatis ?/,, intermediis 3. Fig. 5. Long. corp. 8,5 mm. Wy puala sea ats 423 » al. post. 14,5) >. Patria: Cufra, El Hauairi, VI-1931. SPEDIZIONE A CUFRA 24. Chrysopa nana Mac Lachl. Es Sahabi-Gialo, V-1931. = Sono dunque DI specie quelle della Spedizione a Cufra qui enumerate ; appartenenti a 14 generi, 7 famiglie e 2 ordini d’in- = setti, Neurotteri e Paraneurotteri. Undici sono descritte come nuove e quando mi sono accinto allo studio di questo interessante materiale non mi sarei aspettato che in così piccolo numero di specie fossero comprese tante novità. Saragozza, 14 Maggio 1932. A ak e II eat SUE ited aos SOG OL he ae tu ; : f TREO) er ey . SPEDIZIONE SCIENTIFICA ALL’OASI DI CUFRA (MARZO-LUGLIO 1931) RESULTATS HEMIPTEROLOGIQUES PAR ERNEST DE BERGEVIN Monsieur le Professeur Gestro, le véneré Directeur du Musée Civique d'histoire naturelle de Génes, avait bien voulu me con- fier la détermination des Hemipteres recueillis au cours de la Mission, envoyée en 1926-1927, par la Société Royale de Géo- graphie Italienne, pour l’exploration de l’oasis de Giarabub. Il a bien voulu me charger, cette année encore, de la déter- mination des matériaux rapportés de l’oasis de Kufra récemment conquise par la noble nation Italienne, au cours de la Mission organisée par le Musée sous la direction du Marquis 8. Patrizi. Comme lors de la précédente Mission à Giarabub, les Hemip- teres ont été recueillis surtout par Mr. Ch. Confalonieri, chef préparateur au Musée Civique de Génes. L’oasis de Kufra se trouve, a peu près, sur le 25.°™° paralléle, c'est a dire à proximité du tropique du cancer. Il fallait donc s’attendre a y rencontrer des espèces tropicales ou subtropicales, mais surtout des espéces désertiques en raison du milieu speciale ou se trouve Kufra. Le milieu désertique en effet, a une influence impérieuse sur les étres qui peuvent y vivre, que le désert sévisse en orient au centre ou a l’occident les régles écologiques sont les mémes, ou sensiblement les mémes, et donnent a la vie une expression presque commune. D’autre part, il est des végétaux, comme les Tamarix, qui s'avancent fort loin dans le Sud du bassin Méditerranéen, entrai- nant avec eux les espéces auxquelles ils servent de nourriture et de substratum. Le matériel qui m’a été confié se compose, en effet, d’espéces surtout désertiques et d’espéces tamariscicoles; quelques unes comme les Coranus Kiritshenkoi et Chanceli, comme le joli i oe e te e SPEDIZIONE A CUFRA 193 Piocoris Confalonierii nov. me paraissent avoir subi les influences tropicales. Le Zarudnia interstitialis Mel. est nettement Orientale et Persane. i Quoi qu'il en soit ces recherches du royaume Italien, dans des régions encore inexplorées, sont appelées à rendre de grands services a la science, en général, et a la biogéographie en particulier, un des aspects des sciences naturelles le plus inteé- ressant qui soit. Le nombre des espéces qui m’ ont été confiées est de 42, dont une espéce nouvelle, en voici l’énumeération. HEMIPTERES CYDNIDAE. 1. Cydnus pilosus H. S. Agedabia 2 ex. Espèce qui s étend du Sud de la France a la région Ethio- pienne en passant par I’ Espagne, |’ Algérie et le Sud de la Russie. PENTATOMIDAE. 2. Odontoscelis hispidula Jak. Gialo. Se trouve en Egypte, en Crimée, au Sud-ouest de la Russie et au Turkestan. 3. Pododus Jakovlevi Reut. Gialo et Kufra. Décrit de Tunisie. Espéce arenicole. 4, 5. Sciocoris conspurcatus Klug. Gialo, 2 ex., dont 1 immature. Son aire géographique comprend l’Espagne, le Maroc, l’Afrique du Nord et l’Egypte. Ubi a pri a cu, n eee Ags Ape ip » ay A Did es Sah te Se E sca E oe x VA n a ini yet È ” 4924 E. DE BERGEVIN 6. Croantha ornatula H. S. Gialo. 1 ex. Espéce vivant sur les salsolacées des régions maritimes et désertiques du bassin Mediterranéen et aussi en Turquie. i COREIDAE. 7. Pseudophloeus Gestroi Bergev. Gialo, 1 ex. Décrit de Giarabub (Annali del Museo Civico di Storia Natu- » rale di Genova - Vol. LV, p. 32, fig. 1 - Octobre 1930). PYRRHOCORIDAE. 8. Scantius aegyptius L. Entre Es Sahabi et Gialo, 1 ex. Son aire géographique comprend la région Mediterranéenne, la Crimée, le Caucase, le Turkestan et l’Egypte. LYGAEIDAE. 9. Nysius cymoides Spin. Entre Es Sahabi et Gialo, 1 ex. Son aire géographique comprend la région Mediterranéenne, le Caucase et le Turkestan. 10. Nysius senecionis Schill. Agedabia, 1 ex. i Son aire géographique comprend l’Afrique du Nord, le Caucase, le Turkestan et la région Ethiopienne. Parait descendre plus bas que |’ espéce précédente. 11. Piocoris luridus Fieb. Gialo, et Augila. 4 ex. Aire géographique: Nord Afrique, Syrie, Perse, Caucase, Egypte. Genre a tendance désertique. SPEDIZIONE A CUFRA 4925 12. Piocoris Confalonierii (*) nov. Le genre Piocoris se distingue du genre Geocoris, dont il est très-voisin, par la téte et le pronotum trés-élargis, plus larges que la base des Cories et l’abdomen, les yeux énormes sont décombants sur les còtés du pronotum, dont ils atteignent au moins le 1.% tiers, par la forme générale plus trapue et ses couleurs généralement plus vives. Cette: nouvelle espéce est de couleur fonciére blanc-crèmeux, avec des dessins rouge vermillon ou brunatre. Téte lisse, de la couleur fonciére avec des traits rouges, figurés en noir sur la figure 1. Ocelles petits rougeatres, plus rapprochés des yeux quentre eux. Yeux gros brun noir, munis, en dessous, dun épai calus blanc. Antennes rouge vif, briévement mais forte- ment ciliées. Rostre rouge, n’atteignant pas les hanches inter- médiaires. ; Pronotum de la couleur fonciére, muni fortement de gros points enfoncés brun rougeatre, sauf les cicatrices qui sont lisses et rougeatres. (Fig. 1). Ecusson de la couleur fonciére, ponctué a la base comme le pronotum, apex a peu prés lisse ainsi qu'une fine ligne médiane blane d’ivoire, delimitée par deux rangées de petits points en ligne parallele. Cotes rougeatres a la base. Clavus et exocorie de la couleur fonciére. Endocorie présentant une grande macule rouge, en triangle s’élargissant de la base a l’apex des cories. Membrane hyaline, dépassant l’abdomen. Pattes de la couleur fonciére, sauf les fémurs en partie Fig. 1. Piocoris Confalonierti, Q. rouges, finement ciliées. (1) Je me fais un plaisir de dédiér cette jolie petite espéce à M." Ch. Confalonieri, qui à rendu tant de services à l’Histoire naturelle au cours de ses missions à Gia- rabub et à Kufra. SEES E MeN Seas Ge VIENI SIRO CT RASOI PNT] °° 426 E. DE BERGEVIN Tergum brun rouge foncé. Pièces thoraciques et abdominales rougeàtres sur la moitié basale de la couleur foncière sur la deuxiéme moitié. Urosternites rouge brun. Long. 4 mm. 1 ex. 9. provenant de El Tallab (Kufra). Juin 1931. Cette espéce se rapproche de Piocoris luridus Fieb. elle s’en éloigne par la forme un peu plus allongée et la coloration trés- différente. \ 13. Geocoris collaris Put. Gialo 5 ex. Aire géographique: Arabie, Afrique du Nord, signalée par moi comme occasionnellement haematophage. 14. Leptodemus minutus Jek. Gialo, nombreux exemplaires. Aire géographique Turkestan, Sud-ouest Russie, Cyrénaique, Afrique du Nord; signalée par moi comme haematophage. REDUVIIDAE. 15. Ploiaria grassator. - Gialo. 2 ex. pet 9. Aire géographique connue: Sud Algérien. 16. Holotrichius luctuosus Muls. et Mayet, var. fuscescens Reut. Es Sahabi. 1 ex. a l’état larvaire 4.™°. Espèce assez rare, mais a aire trés-étendue; on la rencontre depuis les Pyrénées Francaises jusqu’en Syrie, en passant pour l’Algerie et la Tunisie; ce qui semble indiquer qu'il s agit de reliquiae d’époques fort anciennes. 17. Reduvius pallipes Klug. Es Sahabi. Espéce commune aux régions désertiques Nord africaines: aire géographique: Arabie, Syrie, Egypte, Asie Mineure. SPEDIZIONE A CUFRA 4927 18. Ectomocoris fenestratus ? ? Klug. 2 adultes et 3 larves. Haret Hafun. Peut-étre Pirates chiragra F. qui, selon moi est un Ecto- mocoris par la structure des fosses spongieuses. 19. Rhaphidosoma Bergevini Pop. El Agheila, 1 ex. Décrit par Poppius, d’Helsingfors, sur des exemplaires trouvés par moi dans le desert du Mareotis, entre Alexandrie et la baie de Saloum (Egypte). La découverte de la mission, étend l’aire de dispersion de cette espéce vers l’ouest et le sud-ouest. 20. Vachiria Natolica St. Gialo et El Tallab (Kufra) 2 ex. Espece desertique, vivant surtout au détriment des petites espéces entomologiques frequentant les Tamarix. 21. Coranus Kiritshenkoi Bergevin. Sebka di Buema, Gialo, Es Sahabi, Gebel Hauaisc. 5 ex. Espèce récemment décrite du Mouidir Mord (Hoggar). Les exemplaires de Lybie sont un peu plus grands, a pattes moins pigmentées. Ils sont tout a fait semblables a ceux que je posséde du Sud Tunisien et de Colomb Béchar (confin Algéro-Marocains sud). Ce qui semble indiquer une aire de dispersion s’étendant de Vest a l’ouest nord Africain, a partir du 26." paralléle, jusqu'au voisinage du tropique. Les variations pàles ne me paraissent pas suffisement nettes et importantes pour les ériger en variétés. 22. Coranus Chanceli Bergevin. El Tallab, (Kufra) 1 ex. Espéce décrite du Tassili. Voisine de la précédente, mais en différe par les angles latéraux du pronotum plus accentués et par la sculpture vermiforme du lobe postérieur du pronotum. L’exemplaire de Gialo est un peu plus pale que celui du Tassili parce qu'il provient d’un milieu désertique plus caracterisé. En faire une variété spéciale serait une superfétation. PRI Cas ae Ree OO ia od OR) NOTI N eR RINO PRE ae N x n a E] n° Spera gli Sea, vp 4928 E. DE BERGEVIN CIMICIDAE. 23. Aciacus hirundinis ? ? Jenins, larve. Sebka di Buma, (Kufra) 1 ex. Forsitan nova !! ANTHOCORIDAE. 24. Triphleps albidipennis Reut. Gialo, 2 ex. Espéce Nord Africaine et Ethiopienne. CAPSIDAE. 25. Creontiades pallidus Rmb. Sebka di Buma, 2 ex. Kufra, 1 ex. Espéce s’étendant li bassin Mediterranéen a la region Ethiopienne. 26. Tuponia spec? Gialo, 2 ex. 27. Tuponia Lethierryi Reut. Augila, 2 ex Aire de dispersion: Afrique du Nord, Egypt. Suit les Tamarix. 28. Tuponia concinna Reut. Augila, Gialo; plusieurs exemplaires. S’étends du Turkestan, au Caucase et a |’ Afrique du Nord. Suit les Tamarix. 29. Auchenocrepis minutissima Rmb. var. alboscutellata Put. Augila, Gialo, 5 ex. Perse, Afrique du Nord. Suit les Tamarix. ACANTHIIDAE. 30. Acanthia pallipes F. var. dimidiata Curt. El Hauaeiri, (Kufra) 2 ex. Espéce a aire trés-étendue Afrique du Nord, Egypte, régions néarctiques et néotropicales. SPEDIZIONE A CUFRA 499 HOMOPTERES JASSIDAE. 31. Deltocephalus striatus L. Kura, 4 ex. S’étend dans toute la région paléarctique. 32. Deltocephalus striatus L. var. flavipennis Scott. Kufra. Augila, 2 ex. Région paléarctique. 33. Athysanus stactogalus Fieb. Kuira, wl Tallab: ex. Aire: Europe Méridionale, Afrique du Nord, Caucase, Turke- stan. Suit les Tamarix. 54. Athysanus Heideni Lethierry. Gialo. Nombreux exemplaires. Caucase, Egypte, Turkestan. Suit les Tamarix. 35. Athysanus palliatus Leth. Gialo, Oasis de Es Zurgh. Nombreux exemplaires: (4 larves, 1 inmatur). Caucase, Egypte, Algerie. Suit les Tamarix. 36. Athysanus scutellaris Leth. Oasis de Es Zurgh. Signalé seulement d’Algérie. Suit les Tamarix, mais dans les regions chaudes. 57. Athysanus vulnerans Bergevin. Gialo, 1 ex. Espéce haematophage, décrite d’In Salah (Archives de l’Institut Pasteur d’Alger, 1925). 38. Cicadula ? ? spec ?? Augila, Gialo. Espéce trés-probablement Tamariscicole. 430 E. DE BERGEVIN CIXIIDAE. 39. Dorysathus Alfieri Bergevin. El Tallab, Kufra. 4 larves. Décrite d’Egypte. 40. Oliarus pallens Germ. Gialo, 1 ex. Turkestan, Perse, Algérie. DELPHACIDAE. 41. Delphax pellucida F. Kufra, 1 ex. Turkestan, Caucase, Afrique du Nord, Siberie, région néarctique. ISSIDAR 4192. Mycterodus spec? forsitan nov. Oasis de Hauaeiri. FLATIDAE. 13. Zarudnia interstitialis Mel. Oasis de Hauaeiri. Nombreux exemplaires. Trouvée jusqu’a ce jour, en Perse et dans le Sud Tunisien. Il est probable que l’on rencontrera cette belle espèce en Egypte. Recherche les régions désertiques. SPEDIZIONE SCIENTIFICA ALL’ OASI DI CUFRA (marzo - LUGLIO 1 931). IMENOTTERI TEREBRANTI DI GIALO ERDISGUERA PER L. MASI Fo La raccolta d’ Imenotteri terebranti fatta dal March. S. Pa- trizi e dal Sig. C. Confalonieri durante il viaggio all’ oasi di Cufra, sebbene comprenda poche specie, è interessante pel numero delle forme nuove che contiene. La maggior parte di tali Imenotteri furono presi a Gialo e solo due specie di Calcididi e una di Be- tilidi provengono dall’ oasi di Cufra. Dal punto di vista faunistico può interessare il reperto di un Paniscus, che se non è identico, è probabilmente molto affine al P. Semenowi Kok. della Transcaspia; e lo stesso devo dire di una delle due specie di Phanerotoma, che forse è la Phane- rotoma parva Kok., descritta pure della Transcaspia. Un’ altra specie raccolta a Gialo, ma diffusa nell’ Asia occi- dentale, è l’ Evania dimidiata Spinola. Un Nototrachys e un Stomatoceras che descriverò come nuovi, sono probabilmente derivati da forme affini: della fauna etiopica. Fam. ICHNEUMONIDAE Nototrachys pardalus sp. n. Esemplari 3 9 9, 2 Td (uno senza addome), Gialo, V-VI- 1931. Femina. — Flavo-albida, maculis ferrugineis aliisque nigris ornata, abdomine fere toto fusco, terebra nigra. Partes ferrugi- neae : stemmaticum, fascia lata hoc cum clypeo connectens, cly- peus et occiput; mesonoti macula anterior et maculae singulae 1392 L. MASI posteriores sublaterales, nec non alia parva rotundata pone cen- trum; metanoti maculae singulae submedianae ?/, longitudinis non superantes; propleura, itemque metapleura, in parte dimidia inferiore, maculaque duae mesopleurales. Parascutelli fusci. Tegu- lae albidae. Thoracis partes nigrae : punctum in medio margine anteriore mesonoti, fovea transversa praescutellaris, maculae duae mesopleurales, altera ad medium, altera prope alae posterioris insertionem. Abdomen fusco-ferrugineum, segmentis primo secun- doque in apice albo-cingulatis. Antennae fuscae, scapo partim pallido, pedicello et flagelli articulis 1. et 2. plerumque nigrican- tibus. Alae fere limpidae, nervis nigro-fuscis, radicula pallida, praestigmate albido. Pedes albidi, coxis basi, femoribus fere totis, tibiisque subtus, fusco-ferrugineis, tarsis gradatim versus apicem obscurioribus. Caput et thorax plus minusve nitida (partibus nullis rugosis vel confertim punctatis et opacis). Mesonotum foveolis non mar- ginatis, nec profundis, subrotundis, sparsim impressum; metano- tum foveolis frequentibus, vestigio sulci longitudinalis mediani ; abdomen laeve. Caput superne inspectum temporibus vix conver- gentibus, ocello anteriore paullum ante lineam posteriores tangen- tem locato. Genae breves. Flagellum thoraci aequilongum, post */, proximalem aliquantum crassius, articulis primis bis vel paullo magis longioribus quam latioribus, ultimis fere. quadratis. Meso- notum aeque latum atque longum. Scutelli pars elevata non marginata. Propleura non transversim striata, parte dimidia supe- riore laevi, dimidia inferiore leniter scabra; area nigra ad medium mesopleurae longitudinaliter 4-5 strigosa. Spiracula metathoracis elliptica, bis latitudine longiora. Proalarum cellula radialis minus elongata, id est abscissa radiali secunda primae aequilonga, nec manifeste longior nec sinuata; nervulus interstitialis (in specimi- nibus 7g paullum postfurcalis) rectus, obliquus. Alae posteriores nervello haud angulato, fere inconspicue arcuato. Tibiae posticae basi aliquantum sinuatae. Segmentum primum abdominale petiolo minus quam in specie foliator attenuato, spiraculis ad */, longi- tudinis, postpetiolo etiam minus angusto. Terebra segmentum secundum longitudine aequans vel parum superans. Long. 8 mm. Mas. — Differens colore pallide flavo-griseo, maculis fere omnibus nigris; metanoto, abdominis segmento basali praeter cingulum pallidum apicale, segmentisque duobus ultimis, nigris; SPEDIZIONE A CUFRA 133 flagelli articulis ultimis latitudine circiter sesquilongioribus, meta- ‘noto antice foveola aream basalem indicante impresso, nervulo aliquantum postfurcali; statura majore, 10 mm. Questa specie è la seconda del genere trovata nell’ Africa settentrionale; l’altra è il Nototrachys foliator (Fabr.), assai diffuso in Europa e conosciuto per l'Algeria e la Tunisia. Anche per l'Europa sono note due sole specie, il foliator e il fusci- pennis Tosqu., quest'ultimo della Spagna (!). La specie nord- africana si avvicina al N. fuscipennis pel torace quasi liscio, ma se ne distingue facilmente pel colorito del corpo e per le ali lim- pide; per la doppia colorazione, bruna rossiccia e giallastra, ricorda alcune specie dell’Africa meridionale, descritte da Cameron sotto il nome generico di Ophioneura. Paniscus Semenowi Kok. ? Esemplari 4 9 9 di Gialo, IV 1931. Hanno lo stemmatico biancastro come la faccia, gli ocelli esterni contigui alle orbite, i margini laterali del primo segmento non lineati di nero, lo scutello marginato quasi fino all'apice, il metanoto con le coste subapicali limitate ai lati; il nervulus più o meno piegato nel !/, superiore, distante dal nervo basale la metà o poco più della sua lunghezza; il colorito del dorso, delle zampe e dell’addome giallo rossiccio quasi uniforme, i solchi del mesonoto giallognoli. Il secondo articolo del flagello è appena più lungo dello scapo. Lungh. 16 mm. Questi ed altri caratteri corrispondono meglio alla ib zione del Paniscus Semenowi Kok. che non a SE di altre specie congeneri, tuttavia non è senza qualche dubbio che riferisco gli esemplari di Gialo alla detta specie, che è descritta della Trans- caspia (*). Gli esemplari non corrispondono nei caratteri al Paniscus elegans Szépl. di Tunisi, nè al rufescens Tosqu. del Marocco, nè tanto meno si potrebbe considerarli come una varietà o sotto- specie del comune Paniscus testaceus Gray. , (1) Diverse specie sono state descritte per l’America settentrionale e meridionale e per la regione etiopica. Per queste ultime si consulti Ja pubblicazione del Morley, in: Ann. South-Afr. Mus., XXIII 1926, part III, p. 475 e seg. ?) Kokujew N., Revisio specierum rossicarum ad Ichneumonidarum genus Paniscus Grav. pertinentium, in: Horae Soc. Entom. Rossieae, XXXIV 1899, p. 131 e 145. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LV (28 Luglio 4982) SR 28 134 L. MASI Fam. BRACONIDAE. Phanerotoma parva Kokujew ? Revue Russe d’Entomologie, IIl-1903, p. 286. Esemplari 3 9 9, di Gialo, IV e V 1931, Femina. — Ochraceo-flava, leniter rufescens, nullis partibus nigra, abdomine usque ad medium pallido; stemmatico et flagello apice infuscatis, pedibus flavidis, tibiis posticis basi annuloque medio albidis; alis fere limpidis, infra stigma leniter umbratis; stigmate fusco, basi, apice et margine interiore pallido; nervo radiali, abscissa secunda cubitalis et nervo primo cubitali trans- verso dilute fuscis. Caput superne visum fronte fere plana, temporibus fortiter arcuatis et quam orbitis circiter dimidio brevioribus, margine occi- pitali modice concavo, nigricante; a latere inspectum facie angu- lata, fronte haud convexa, tem- pore !/, diametri ocularis tran- sversi non superante, gena bre- vissima. Facies non carinata, foveolis in angulis interioribus clypei bene conspicuis. Antennae 23-articulatae, pone medium vix crassiores; longitudo scapi di- Fig. I. = Phanerotoma parva è — © > Stamtiamy inter torulumpetrocel a capo dal di sopra, b di profilo; c parte ]um exteriorem fere aequans, dell’ ala anteriore. (Tutte le figure ugual- i : : manie eratiia). eius proportio cum pedicello et articulis antennalibus 3.°-4.° sicut 100: 35:55:50. Sulci scapulares parum distincti. Abdo- mem fere ellipticum, aliquantum thorace longius (9:8), segmento secundo tertioque longitudine aequalibus, secundo paullum latiore quam longiore, margine tergiti secundi leniter curvato, tertii linea subapicali arcuata indicato. Terebra occulta. Caput totum, mesonotum cum scutello, mesosternum et mesopleura, opaca, minute et concinne punctulata; metanotum carinis et costis carens, lineolis elevatis, contortis, quasi in reticulo connexis, asperatum; abdomen in longitudinem confertim strigulosum, sculptura versus SPEDIZIONE A CUFRA 135 apicem nonnihil minutiore et minus distincta; tergitum basale carinis sublateralibus modice elevatis, abbreviatis. Cellulae radialis latus externum vix stigmate brevius, distantiam inter stigmatis apicem et alae apicem aequans; abscissa radialis prima dimidiam stigmatis latitudinem non superans, secunda ?/, primae, tertia 3 !/, longitudinis 1. + 2. Latitudo cellulae cubitalis secundae dimidium longitudinis vix aequans. Corpus 8, mm. Questa piccola specie corrisponde alla diagnosi della Phane- rotoma parva Kokujew, della Transcaspia, se si eccettua la mancanza della carena trasversale del metanoto e il colorito - più chiaro degli anelli che nella tibia posteriore alternano con le parti biancastre. Tuttavia è probabile che sia specificamente diversa. Phanerotoma ecyrenaica sp. n. Esemplare unico 9, di Gialo, V-1931. Femina. — Saturate ochraceo-rufa, abdomine ultra medium pallide flavescente, versus apicem flavescente-fusco ; stemmatico et parascutellis obscuratis; pe- dibus ochraceo - flavis, an- nulis pallidioribus tibiarum posticarum vix distinctis; proalis leniter grisescenti- bus, parte +/, apicali grisea, costa, prostigmate atque stigmate melleis, hoc ulti- mo anterius infuscato, ab- scissa prima et secunda nervi radialis, secunda cu- bitalis post !/, proximalem, et nervo primo cubitali Fig. II. — Phanerotoma cyrenaica sp. n. Q, . ELISEO a capo di profilo, dal di sopra; c parte dell’ ala transverso fusco 5! i anteriore. (Tutte le figure ugualmente ingran- Caput superne visum dite). fronte fere plana, tempo- ribus fortiter arcuatis et quam orbitis dimidio brevioribus, mar- gine occipitali modice concavo; a latere inspectum late ovatum, tempore 7/, diametri ocularis nonnihil superante et genam 136 L. MASI aequante. Facies obtuse carinata, foveolis in angulis interioribus clypel minus conspicuis. (Antennae in specimine post articulum 5. fractae). Scapus distantiam inter torulum et ocellum exteriorem superans, pedicel- lus vix latitudine longius, articuli antennales 3.-5. subaequilongi, 3/, scapi aequantes. Abdomen thorace longius proportione 5:4, sutura prima leniter arcuata, secunda recta, segmento secundo dimidiam tertii longitudinem aequante, bis latiore quam longiore. Corpus fere totum, itemque scapus breviter rigido-hirtula. Meso- notum cum scutello, mesosternum et mesopleura opaca, dense punctulata; metanotum crasse punctatum, carinis et costis carens; abdomen in longitudinem confertim strigulosum, sculptura prope apicem fere obliterata; tergitum basale carinis sublateralibus valde abbreviatis. Cellulae radialis latus externum stigmate brevius, circiter 3/, distantiae inter stigmatis apicem et alae apicem aequans; abscissa radialis prima brevis, !/, stigmatis latitudinis, secunda fere bis quam prima longior, nervum transversum cubi- talem secundum aequans, abscissa tertia bis longior quam 4. + 2. Latitudo cellulae cubitalis secundae paullum longitudine brevior. Corpus 4,5 mm. | In questo esemplare unico, di Gialo, sono spezzate ambedue le antenne, dopo il 5.° articolo, ed una dopo il 4.° onde, seguendo il quadro dicotomico pubblicato da Shestakov nella Revue Russe d’Entomologie (vol. XXIV, 1930, pag. 101) si potrebbe essere in dubbio che si tratti della Phaneroloma hispanica Kok., la quale ha 33 articoli; tuttavia tale specie ne differisce evidente- mente per le ali ornate di due fascie scure. È probabile che nella specie di Gialo le antenne siano di 23 o 27 articoli. L’esemplare concorda con la Phanerotoma bilinea Lille, citata nel detto quadro dicotomico, per la seconda ascissa radiale lunga quanto il secondo nervo cubitale trasverso. Dalla Phaneroloma sareptana Kohl (Denk. Ak. Wiss. Wien, LXXI 1907, p. 293, fav. XG fig. 18 e 29) si distingue sopratutto per la forma dell’addome e pel profilo del capo. Differisce dalla Phanerotoma dentata Panz. per le tempie, viste dal di sopra, più corte, |’ apice della cellula radiale più lontano dall’ apice dell’ala e la prima ascissa radiale corta. Per la brevità delle tempie e della cellula radiale, per la scultura dell'addome più minuta e per diversi altri caratteri si SPEDIZIONE A CUFRA 137 distingue pure facilmente dalla Ph. planifrons Nees. Le diagnosi della Phanerotoma dubia (Phanomeris dubius) Bingham, e della Ph. leucobasis Krich. della regione etiopica, sono affatto insufficienti per un confronto. Chelonus sp. Un esemplare in cattivo stato, di Gialo, IV-1931. Apanteles sp. Tre esemplari, g e. 2, di Gialo, IV-1931. Fam. EVANIIDAE. Evania dimidiata Spinola Esemplari 5 9 9 e 5 oc" di Gialo, V-VII 1931. In tutti questi esemplari le antenne sono nere, al più con leggera tendenza al rosso bruno nel flagello, ma non in gran parte rossastre come nella var. rufa descritta di Suakim dal Magretti. I palpi sono rossi-bruni più o meno scuri. Le femmine hanno le zampe anteriori e medie rosse-brune; i maschi le hanno quasi nere, ed hanno inoltre il mesopetto e il mesoepisterno neri lucidi. Questa Hvania era nota finora per la regione caspica, il Caucaso, la Persia, il Kurdistan, l'Egitto e l’Abissinia. Mi consta che la sua area di distribuzione si estende verso occidente anche al Fezzan, dove ne ha raccolto un esemplare il Prof. Zavattari. Fam. CHALCIDIDAE. Brachymeria oxygastra sp. n. Esemplari 8 9 9, Gialo, VI-VH-1931. Femina. — Nigra, nitidula, certis partibus flavis, plerumque pallidis; fiagello apice vel toto, coxis posticis apice plus minus, abdomine praecipue inferius, fulvo-rufescentibus. Tegulae flavae, 138 L. MASI basi saepe fusco-notatae; tibiae primi paris immaculatae, secundi interdum ad medium leniter umbratae, tertii in parte !/, basali et 1/, apicali flavae, spatio reliquo nigrae vel nigro-fuscae. Pili tergitorum albi. Alae limpidae. Caput vix transversum, proportione andar at latitudinem sicut 75: 100, spatio frontis inter orbitas bis quam oculorum pro- minentia latiore. Fovea antennalis ampla, latitu- dine dimidium spatium interorbitale aliquantum superans, lateribus in / parte suprema et infima curvatis. Epistoma haud distinctum. Genae dimidio angulo recto obliquae. Cly- peus margine interiore obtuse angulato, superficie rugis aliquot punctisque asperata. Facies sculptura haud profunde impressa, Fig. III. — Brachymeria oxygastra sp. n. Q, a addome e parte del torace, dal di sopra, alveolis minus distinete v parte dell’ addome di profilo, c femore e tibia seriatis, carinis praeorbita- o SP 23 zampe (più ingrandito, Pro Jibus obliteratis; vertex superficie aspera, alveolis fere deletis. Ocelli posteriores, superne inspecti, spatio ab orbita remoti dimidium ipsorum diametri majoris aequante. Forma capitis a latere inspecti ovata, diametro transverso #/, longitudinis. Flagellum “/,,, capitis longitudinis aequans; funiculo subey- lindrico, id est usque ad articulum septimum leniter et sensim crassiore, articulis modice transversis, primo proportione latitudinis ad longitudinem sicut 5:7, ultimo proportione 6:8; clava post articulum basale vere conica. Collare, superne visum, parte '/, media non marginata. Foveo- lae scuti et scutelli sat frequentes, ubique interstitiis planis separatae, earum fundus et spatia interposita reticulato - sulcata. Scutellum breve, at paullum longitudine latius, integro. Dorselli fovea angusta. Metanotum fovea centrali lateribus parallelis terminata, superne angulata; spatio juxta utrumque latus foveae inferne scabro, superne in areas tres quadrangulares diviso, SPEDIZIONE A CUFRA 139 quarum interior angusta, exterior atque media subquadratae. Latera metathoracis rotundata. Thorax a latere inspectus dorso planiusculo, metanoto modice declivi, propleurae costa transversa circiter dimidio angulo recto obliqua, mesopleura antice reticulata et costis transversis parum conspicuis asperata, epicnemio laevi et foveolis destituto. | | Proalarum latitudo 4/,00 longitudinis; proportio cellulae costalis, nervi marginalis, postmarginalis et stigmatici sicut 100:40; 12:5. Femur posticum ellipticum, latitudine °°/,,, longitudinis, super- ficie subnitida, punctis satis frequentibus impressa, dentibus lon- giusculis, primo sat robusto. Abdomen ovatum, apice acuminatum, thoracis longitudinem superans proportione 9:7, tergito basali laevi, nitido, secundo superne non ultra medium punctato, postice laevi; sculptura tergiti paenultimi non bene distincta, confertim areolata-punctata; tergito ultimo basi minutissime reticulato, deinde carina media instructum longitudinem tergiti praecedentis aequante, superficie ventrali minute reticulata. Sternitum ultimum amplum, prope lineam mediam, basi etiam amplius, reticulo minutissimo insculptum. Distantia inter marginem tergiti quinti et apicem valvarum 3/,, abdominis longitudinis aequans. Long. 2,5-2,6 mm. I caratteri più notevoli di questa piccola specie sono: la forma stretta e allungata dell’ultimo segmento addominale; le sfumature fulve-rossiccie estese talora a tutto il flagello, alle parti laterali e ventrali dell'addome, nonchè all’ apice delle anche posteriori; la mancanza di carena postorbitale e preorbitale ; la tibia posteriore gialla in tutto il !/, basale e nel ?/, apicale; il secondo tergite punteggiato nella parte media dorsale non oltre la prima metà della sua lunghezza. Non credo che gli esemplari che ho descritto si possano riferire alla Brachymeria vitripennis (Forst.) sebbene seguendo la tavola analitica del Ruschka si venga a tale determinazione. Gli esemplari europei che io ritengo che siano della specie vitripennis, differiscono notevolmente da quelli africani per diversi caratteri, fra i quali la maggiore estensione del nero nelle tibie posteriori, le tibie medie in gran parte nere; la mancanza di sfumature NE TED + ERE ME SRL] ARE ESPRIT LL PRO E eee DI DI IR CES È RT AAO L. MASI fulve-rossiccie sulle antenne e sull’ addome; la scultura del dorso più fitta e più profonda; l’apice dell’addome ottuso; le dimensioni maggiori. Hockeria Walker. , Di questo genere sono ancora incerti i limiti e lo studio delle specie europee che vi si possono riferire è quasi tutto da fare. In una mia pubblicazione precedente, (7) discutendo del significato e della validità del genere Haltichella di Spinola, ho messo in rilievo anche alcuni dei caratteri generici di Hockeria, desunti da quelli della Hockeria bispinosa (Walk.) (*). Di questa specie ho descritto gli esemplari femmine nella mia pubblicazione sui « Calcididi del Giglio» (in questi Annali, vol. XLVII 1916, pag. 104 e seg.); ma probabilmente sono della stessa specie anche i maschi che ho descritto a parte, senza denominazione specifica. La pubescenza degli occhi che si osserva in questi maschi è un carattere sessuale, che non si riscontra però in tutte le Hockeria; ed infatti vi sono maschi con occhi glabri nella specie di Cufra, di cui segue qui la descrizione, e ve ne sono anche nella Hockeria teslaceitarsis Cam. e nella fulvipes mihi, delle Isole Secelle (5). Un’ altro carattere variabile, e questo secondo la specie, è lo sviluppo della nervatura postmarginale in rapporto alla marginale, poichè mentre essa è notevolmente più corta della marginale nella Hockeria bispinosa, è invece uguale nelle femmine, e un poco più lunga nei maschi, della specie di Cufra. Hockeria afra sp. n Una 9 di Gialo e 3 gg di Cufra. Femina. — Nigra, tarsis posticis testaceo-rubris, tibiis eiusdem paris apice etiam testaceo-rubris, at in latere anteriore usque ad calcaria nigris, calcaribus flavidis. Pedicellus ferrugineus. Scapus atque tegulae plus minusve rufi, pedes anteriores genubus, tibia- rum apice tarsisque flavo-rufis; alae leniter grisescentes, macula (1) Boll. Soc. Entom. Ital., LXI 1929, p. 11-16. (2) Questo Autore menziona come prima specie di Hockeria la Chalcis bispinosa di Fabricius, ma nel dubbio che essa non sia identica alla specie veduta da Walker, attribuisco a quest’ ultimo la H. bispinosa, anzichè al Fabricius. (5) Per queste due specie si consultino le mie descrizioni in ‘‘Novitates Zoologicae,, . vol. XXIV, 1917. SPEDIZIONE A CUFRA™ AAA fusco grisea infra nervum marginalem aliaque ad */, longitudinis in disco coniunctis. i Caput proportione longitudinis ad latitudinem sicut 75 : 100, facie haud concava, fovea antennali angusta, indeterminata ; carinis praeorbitalibus nullis; oculis fere glabris, ‘non nisi setis paucis, brevissimis, instructis. Carina genalis tenuis, difficulter conspicienda. Ocelli posteriores, superne inspecti, elliptici, obliqui, ab oculis spatio remoti ipsorum diametrum aequante. Flagellum modice versus apicem crassius; pedicellus quam funiculus articulo primo sesquilongior ; annellus brevis ; funiculus articulis 3,- 7. singulis aeque longis atque latis. Thoracis dorsum foveolis rotundis insculptum, sat regulariter dispositis, super scutum 6-7 in linea longitudinali, ibique spatio inter se distantibus ipsarum diametro subaequali, in disco scutelli spatio etiam maiore separatis: interstitiis subnitidis, reticulatis. Scutellum longitudinem scuti superans proportione 6 :5. Metano- tum fovea media inferne angustata, areolis plerumque quadrangu- laribus. Mesopleurae pars anterior rugis transversis etiam in inferiore parte regulariter dispositis. i Proalae nervo postmarginali marginalem aequante, fimbria apicali conferta, setis constans bis vel paulo magis longioribus quam setis margini propinquis. Pedes postici femore elliptico, lobo “medio lateris ventralis conspicue prominente, latitudine in linea lobi medii *°/,,, longi- tudinis. Abdomen ovatum, apice acuto, margine distali tergiti basalis ad 35/00 longitudinis, superficie tota huius tergiti laevigata, Tergita quatuor sequentia in medio dorso laevigata, zonis lateralibus conspicue alveolato-punctatis; tergitum 6. et 7. superficie tota insculpta. Long. 2,47 mm. Mas. — Oculi fere glabri, setis paucis, sparsis, brevibus. Flagellum pedicello non elongato, annello laminari, funiculi articulo primo latitudine longiore proportione 7:5, articulis ultimis qua- dratis. Thoracis dorsum foveolis magis quam. in femina frequentibus, spatio inter se distantibus dimidium ipsarum diametrum aequante vel etiam angustiore, super scutelli discum non magis remoti. Metanotum areolis minus quam in femina regularibus, plerumque 449 L. MASI magis transversis, costis medianis continuis. Nervus postmarginalis marginalem superans proportione 11:8. Tergitum primum sicut in femina laeve, nitidum, margine in media abdominis longitudine; tergitum secundum zona basali et apicali laevigatis, spatio interposito conspicue reticulato, areolis reticuli polygonis, punctisque piliferis interpositis ; sculptura haec in tergito secundo breviter in medio dorso interrupta, in tergitis reliquis continua. Long. 2-2,5 mm. La specie che ho descritto non può identificarsi con alcuna delle altre a me note. Ad un esame superficiale potrebbe scam- biarsi con la Hockeria bifasciata del Walker, con la quale ha in comune il carattere dello scutello a margine integro; tuttavia già dal confronto con la breve diagnosi della Hockeria bifasciata risultano due differenze notevoli, poichè secondo Walker le tegule sono nere e l'addome non termina a punta acuta ed è simile a quello della specie bispinosa, ed anche più corto. Alcuni esem- plari europei, che io ritengo che appartengano alla Hockeria bifasciata, differiscono notevolmente dagli esemplari di Gialo e di Cufra : essi sono di aspetto più robusto, con l’ anello antennale quasi quadrato nelle femmine, gli articoli 3.°-7.° del funicolo più lunghi che larghi (proporzione 10:7), le fossette del dorso del torace contigue, il nervo postmarginale circa ?/, più corto del marginale, l’ addome ottuso ali’apice, col primo tergite fortemente punteggiato nella seconda metà, esteso un poco oltre il mezzo della lunghezza dell’ addome. Nella specie afra sono caratteri notevoli, oltre lo scutello a margine integro, gli occhi quasi glabri in ambo i sessi, |’ addome molto acuto all’ apice, col primo tergite levigato e piuttosto corto, il nervo postmarginale non più breve del marginale, le tegule rosse testacee. Stomatoceras gialense sp. n. Una 9 di Gialo, VII 1931. Femina. — Nigra, his partibus plus minus rubro-testaceis : flagelli articulis tribus primis et clava, trochanteribus, tibiis anticis mediisque, tibiis posticis apice, tarsis omnibus, abdominis lateribus SPEDIZIONE A CUFRA 143 et parte inferiore, nec non macula parva in apice segmenti ultimi. Scapo versus apicem leniter rufescente ; tegulis nigris ; proalis fusco-bifasciatis, fascia altera sub nervo marginali dimidium lati- tudinis vix superante obscuriore, altera subapicali, minus abbre- viata, spatio fasciis interposito albido. Fovea facialis inferius indeterminata, marginibus lateralibus modice sursum convergentibus, margini orbitali fere contiguis, C Fig. IV. — Stomatoceras gialense sp. n. Q, a scutello (X 53), 2 femore e tibia del terzo paio di zampe (X circa 40 diam.), c addome (X 35), d parte del metanoto (X 90). superficie crasse punctata, in eius parte profundiore, secundum lineam mediam longitudinalem, minute scabro-punctata. Scapus paullo infra ocellum desinens, ad medium leniter atte- nuatus; flagelli articulus primus (pedicellus) atque tertius (id est primus funiculi) aequilongi, ter latitudine crassiores; articulus secundus (annellus) bis latitudine crassior, octavus secundo aequi- longus ; clava fere bis quam praeclava longior. Pars dorsalis thoracis et abdominis nitida. 4 3 abate eu Ahh. L. MAST Thorax robustus, proportione latitudinis (tegulis non computatis) ad longitudinem sicut 100 : 130. Collare lateribus tantum margi- natum. Mesonotum atque scutellum punctis profundis fere ubi- cumque eadem crassitudine et aequaliter distributis; interstitia dimidium punctorum diametrum plerumque non superantia et sulcis tenuissimis reticulata. Scutellum convexum, aeque longum atque latum, margine acuto fere circulari et prominente, in apice dentes duos formante angulo obtuso separatos. Dorsellum fovea media pentagonali, infra modice obtuse angulata, superne latere angustiore cum scutello connexa; in utroque latere foveis aliis ternis, quadrangularibus, fundo aspero, quarum externa ampla, media atque interna angustae. Metanotum dentibus binis in utroque latere instructum. Area costis medianis limitata fere quater longior quam latior, carina media tenui et costulis aliquot transversis subdivisa, lateribus in parte '/, superiore leniter convergentibus. Superficies reliqua in utroque latere areae mediae lineis binis elevatis, angulatis, in zonam anteriorem (superiorem) et poste- riorem (inferiorem) divisa; zonae ipsae costis numerosis obliquis, plus minus sinuatis, intersectae, quae costulis humilioribus tran- sversis vel obliquis. coniunctae, alveolos irregulares formant. Mesosternum angustum, superne angulum peracutum formans. Mesopleura in eius parte superiore costulis transversis, a reliquis non diversis, asperata. Proalae nervo postmarginali et stigmatico subaequilongis, brevibus, setis in areis fuscis spiniformibus. Subcosta setis antror- sum vergentibus numero circiter viginti. Margo apicalis fimbriatus. Femur posticum latitudine (lobis non computatis) ‘°/,c0 longi- tudinis, latitudine maxima (id est lobo triangulari computato) 94/00; Superficie reticulata; margine ventrali in duos lobos denticulatos producto, alterum parvum triangularem, cuius apex dimidiam femoris longitudinem paullo praecedit, alterum vix prominentem, late obtusum, versus articulationem tibialem margine recto desinentem. Superficies reticulata. Abdomen latitudine thoracem aequans, longitudine superans proportione 8:5, forma ovata segmento ultimo et valvarum prominentia apicem acutum fingentibus, qui partem !/, longitudinis occupat. Tergitum basale etiam !/, partem longitudinis aequans, nitidum, microscopio inspectum (50 diam.) minutissime usque ad */, longitudinis suae insculptum, deinde squamoso-punctatum. SPEDIZIONE À CUFRA 445 Tergita 3.-5. zona basali angusta nitida, spatio reliquo squa- moso-punctata, 5. autem magis quam praecedentia opacum. Ter- gitum 6, fortiter insculptum, omnino opacum. Pars basalis tergiti septimi (50 diam.) minutissime transversim striata-reticulata, pars reliqua areolis polygonis irregularibus sub- tiliter insculpta. Long. 5,5 mm. Per la forma dell’ addome e per la colorazione delle ali l'esemplare che ho descritto corrisponde alla figura dello Stoma- toceras Magrettii Kirby, che il Magretti raccolse a Kassala ; tuttavia ritengo che si tratti di specie diversa, poichè secondo la descrizione di Kirby la lunghezza del corpo dovrebbe essere’ circa il doppio (9 mm.), il femore posteriore dovrebbe avere tre lobi, lo scapo e le zampe dovrebbero essere nere, le tegule rosse. Un'altra specie alla quale somiglia è lo St. diversicornis raccolto pure a Kassala dal Magretti e descritto, molto sommariamente, dallo stesso Autore. Sui caratteri di tale specie ha dato alcune notizie molto importanti il Waterston (!), il quale ha pubblicato anche una figura che rappresenta la scultura del metanoto e l'apice dello scutello. Nelle dimensioni Il’ es. di Gialo differisce poco da quello di Kassala, che è di quattro mm., e sembra non differire nel colorito; tuttavia lo ritengo specificamente distinto per diversi caratteri del metanoto, der i denti all’ apice dello scutello più ottusi, le setole del frenulo in molto minor numero (otto o dieci ?). Il metanoto dello Sf. diversicornis, secondo la figura pubblicata da Waterston, presenta, al di sotto delle coste trasversali che terminano all’ orlo superiore degli stigmi, un reti- colo di linee tutte egualmente rilevate, che formano areole irregolari e per lo più quadrangolari; mentre nell’ esemplare di Gialo, si vedono pure alcune areole più o meno quadrangolari, ma vi sono numerose coste oblique più rilevate di quelle minori trasversali che le uniscono determinando le areole del reticolo. Altre difterenze risultano dal confronto delle figure. Nell’esemplare di Gialo l’apice dello scutello è simile a quello di Stomatoceras octodentata Cam. (secondo la fig. di Waterston, I. c.) del Transvaal, e il metanoto sembra quasi intermedio per la forma tra quello di octodentata e diversicornis; anche il (1) Bull. Entom. Research, VI, n. 4, 1916, pag. 381-393. 446 L. MASI margine ventrale del femore posteriore somiglia a quello di St. octodentata, secondo la fig. di Waterston. KMuehaleidia Masi Mem. Soc. Futom. Ital., VI 1927, p. 208-209 e 221-222. Ann. Mus. Civ. Genova, LII 1929, p. 201-205. Descrivo qui appresso due forme di maschi di Haltichellinae, riteribili ad un genere che in pubblicazioni precedenti ho definito e che ho chiamato, provvisoriamente, Huchalcidia, in attesa di ‘una revisione delle specie genotipiche della sottofamiglia. Una delle due forme spetta probabilmente alla specie di cui descrissi la femmina col nome di Evchalcidia barbara, V altra somiglia all’ Huchalcidia elegantula, che designai come specie genotipica, ma ne differisce per diversi caratteri, alcuni dei quali non mi sembrano in rapporto col dimorfismo sessuale, onde ritengo che si tratti di una specie nuova. Euchalcidia barbara Ms. Eu. barbara Masi, Ann. Mus. Civ. Genova, LIII 1929, p. 20-22, fig. IV eFhUÙ(O) Esemplari 2 dg : Cufra e Buema, VI 1931. Differiscono dalla femmina di Euchalcidia barbara per la fossa antennale assai più corta e a limiti meno determinati; per la fronte largamente, sebbene leggermente, concava; per lo scu- tello un po’ meno largo; le zone marginali laterali del metanoto non sporgenti notevolmente sul lato posteriore del metatorace in modo da formare due grossi lobi posteriori arrotondati (cfr. 2. c. fig. IV e). È probabile che queste differenze siano in rapporto col sesso. Mas. — Niger, antennarum flagello rufescente, tegulis pedi- busque partim testaceo-rubris : femoribus anticis mediisque ultra medium infuscatis, posticis, praeter apicem, extus atque intus nigris ; tibiis posticis in latere anteriore toto et in parte dimidia anteriore lateris externi atque interni nigricantibus. Alae fere limpidae. Caput thorace latius proportione 100 :88, longitudine +/, lati- SPEDIZIONE A CUFRA 447 tudinis. Fovea antennalis dimidiam oculorum altitudinem vix superans; faciel pars inter foveam et ocellum anteriorem in partes duas planiusculas, versus lineam medianam declives, divisa. Fovearum series orbitales bene distinctae, carinula satis elevata separatae. — ; Scapus dimidiam capitis longitudinem fere aequans, latere inferiore (anteriore) fortiter sinuato, latitudine maxima in parte 1/, longitudinis */,, huius aequante, minima ad °/,,,, 4/,, longi- tudinis non superante. Flagellum capitis latitudinem superans proportione 100 : 73; pedicellus !/, scapi vix attingens, breviter campanulatus; annellus brevis et ab articulo sequente vix discretus; funiculus sensim at leniter versus apicem attenuatus, sensillis linearibus numerosis, non regulariter dispositis, saepe tamen qua- druplice ordine in articulis singulis; articulo primo latitudine sesquilongiore, septimo paullo breviore, latitudine */, longitudinis; clava duplicem articuli praecedentis longitudinem aequans. Men- surae: long. scapi 25, lat. maxima 7, minima 3; flagellum long. 93; pedicellus long. 8, lat. 5; annellus long. 1; funiculi articulus primus long. 11, lat. 7, septimus lone o, lat. «65. clava long. 16. Thoracis dorsum, mi- croscopio inspectum, pro- neto et scuto minute re- ticulatis, hac sculptura in parte posteriore scuti fere Fig. V. — Euchalcidia barbara GT, a parte : : dell’ ant b fi i obliterata; scapulis et scu- ell antenna, 0 femore posteriore (poco meno ingrandito dell’ antenna). tello laevibus. Scutellum apice late rotundatum, parum longitudine latius (proportione 35 : 32) parumque scuto longius. Metanotum area media costis longitudi- nalibus lenissime curvatis terminata, ideo latitudine maxima ad medium (tamen modice vitro aucta quasi parallela) superficie lineis elevatis transversis irregulariter intersecta; lateribus haud lobatis, costis sublateralibus in posteriore parte tantum curvatis, zonam in utroque latere limitantibus area media sesquilatiorem ; spatio inter costas medianas et sublaterales in areolas saepe transverso- quadrangulares subdiviso. 418 L. MASI Femur posticum latitudine ad medium longitudinis °%/,,, aequante, in linea lobi anterioris etiam °°/,,,. in linea posterioris. 55/4); Margine inter apicem lobi anterioris et initium posterioris vix sinuato, denticulis 19 (in specimine) instructo; margine lobi posterioris 13 - denticulato. Abdomen thorace brevius proportione 8/,, superne visum elli- pticum, tergito primo °°/,,, longitudinis attingente, profunde et . confertim punctato, subopaco, plicis basalibus instructo spatium quadratum indicantibus, cuius latitudo duplex est quam latitudo areae mediae metanoti; tergito secundo ad 5°, longitudinis desinente, squamoso-punctato. Long. 2,37 mm. Euchalcidia incongruens sp. n. Esemplari 13 gg, Gialo, VII 1931. Mas. -- Niger, capite et thoracis dorso subnitidis. Antennae nigrae, scapo, pedicello et annello plus minus rufescentibus, funi- culi articulis interdum nigro-rufis, basi et apice nigro cinctis. Labrum et mandibulae rufa. Tegulae et pedes etiam rufi; femur posticum superficie externa, tibia postica latere anteriore, plus minus fuscata. Alae limpidae. Caput vix thorace latius, longitudine ‘8/00 latitudinis. Fovea antennalis lata, scabra-reticulata, strigis 6-7 transversis intersecta ; spatia Ln foveam et oculos foveolis insculpta irregularibus, fere contiguis, juxta marginem orbitalem tantum seriatis. Man- dibula dextra 3 - dentata, sini- stra 2 - dentata. Palpi maxillares articulis 1.-3. subaequilongis, 4. leniter clavato, quam prae- cedente ter longiore, Palpi la- biales articulo secundo trape- a Fig. VI. — Euchalcidia incongruens sp. n. g°, a femore e tibia del terzo paio if tie : di zampe, scapo e primi tre articoli ziiformi, 3. fere quater longiore del flagello, c palpo labiale, 4 palpo mascellare(c ed ugualmente ingranditi). SUE lation È fusiformi. Scapus dimidiam capitis lon- gitudinem aequans, latitudine maxima */, longitudinis, latere inferiore (anteriore) in tota parte dimidia distali profunde concavo- SPEDIZIONE A CUFRA 449 excavato; flagellum aeque longum atque capitis latitudo; pedicellus 1/, scapi aequans, leniter curvatus, oblongo-caliciformis;: annellus sat conspicuus; funiculus cylindricus, non attenuatus, articulis quadratis, sensillis linearibus numerosis, in articulis ordine duplice satisque regulariter dispositis; clava longitudine articulos prae- cedentes 2*/, aequans. Mensurae : long. scapi 20, lat. maxima 5; flagellum long. 56; pedicellus long. 7, lat. 4; annellus long. 2; funiculi articuli lat. 6; clava long. 12. Thoracis dorsum, microscopio inspectum, pronoto et scuto di- stincte reticulatis, hac sculptura super scutello et scapulas fere obliterata, scapulis laevibus. Scutellum apice late rotundatum, scuto longius proportione 5:4, longitudine latius proportione 5:7. Metanotum lateribus fortius retro convergentibus, haud lobatis; area media ad !/, superiorem latiore, ad medium plerumque costa transversa intersecta ; spatio inter costas medianas et sublaterales in areolas nonnullas quadrangulares, aliasque irregulares, subdiviso. Femur posticum latitudine ad medium longitudinis 5/,0o ae- quante, in linea lobi anterioris °°/,,,, 10 linea lobi posterioris °1/,99 margine inter apicem lobi anterioris et initium posterioris haud sinuato, denticulis (in specimine) 14 instructo; margine lobi po- sterioris 12 - denticulato. Abdomen thorace brevius proportione 4:5, superne visum elli- pticum ; tergito basali mediam longitudinem non superante, in disco profunde et confertim punctato, subopaco ; tergito secundo ad 7/199 longitudinis bis quam tertio longiore, utrisque conspicue squamoso-punctatis. Long. 2-2,67 mm. Nella serie di tredici esemplari maschi, sei sono piccoli, misu- rando meno di 2,5 mm., gli altri un poco più grandi e col femore posteriore più scuro. La piccola statura, il colorito delle zampe, il metanoto fornito di coste longitudinali laterali e sublaterali dritte, e diversi altri caratteri, mi fanno sospettare che questi esemplari possano essere i maschi della specie elegantula, che io ho descritto su individui femmine raccolti pure dal Sig. Con- falonieri all’oasi di Giarabub. Tuttavia per alcune differenze notevoli, che non mi sembra che possano dipendere dal dimorfismo sessuale, ritengo che si tratti di una specie distinta : manca affatto negli esemplari di Gialo, sul capo e sul dorso del torace, quel riflesso Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LV (16 Agosto 1932). 29 L. MASI _ di colore di ottone, che si osserva nelle femmine di Fica elegantula ; il femore posteriore. somiglia piuttosto a quello della — Euchalcidia decipiens (vedi l. c., fig. IV a) e pel margine in- feriore a quello della specie Doriae (J. c., fig. II a), essendo la. parte del margine fra il lobo anteriore e il posteriore rettilinea, — mentre nella specie elegantula è leggermenie sinuosa; inoltre il primo tergite presenta una scultura marcata, profonda, mentre — nella elegantula tale scultura è superficiale. 1 mn or ee Fia: 4 x *.i SPEDIZIONE SCIENTIFICA ALL’OASI DI CUFRA (MARZO-LUGLIO 1931) FORMICHE PER C. MENOZZI Il materiale mirmecologico raccolto dal Marchese Saverio Patrizi e da Carlo Confalonieri nell’esplorazione dell’oasi di Cufra comprende 13 forme di formiche. Premetto che è necessario distinguere che questi reperti non sono tutti provenienti dall’oasi di Cufra, ma che qualcuno è stato raccolto anche nella zona costiera (dintorni di El Agheila) e qualche altro nel gruppo delle oasi di Gialo e di Augila e che per- tanto tale distinzione bisogna tenerla presente quando si vorrà procedere ad una eventuale futura analisi biogeografica degli ele- menti che compongono la fauna mirmecologica della Cirenaica. Ho detto di proposito « futura analisi biogeografica » perchè a mio parere, è ancora prematuro ed arrischiato il farla ora giacchè, per quanto questa regione dal lato mirmecologico appaia abbastanza conosciuta, tuttavia vi sono non poche zone di essa in cui non è stata fatta ancora alcuna ricerca di formiche e ve ne sono diverse altre di cui l’esplorazione è molto incompleta. Gli elementi più importanti di questo manipolo di formiche sono quelli provenienti dalle oasi di Gialo, Augila e Cufra. In questa nota ho aggiunto una specie di Solenopsis, assai interessante, raccolta però nell’esplorazione di Giarabub fatta dal Sig. Confalonieri nel 1926-1927 e che ho dimenticato di includerla nella pubblicazione dell’ elenco delle formiche di questa oasi; inoltre, in fine, ho ritenuto opportuno fare un breve confronto delle formiche raccolte a Gialo e a Cufra con quelle di Giarabub, confronto, naturalmente, che può avere soltanto un valore informa- tivo perchè ancora molto rimane da fare avanti di poter conoscere 452 C. MENOZZI bene la mirmecofauna di tutte queste oasi e d’altra parte sarebbe di grande valore, pure agli effetti biogeografici, stabilire anche i rapporti che essa ha coll’ambiente geofisico e colle piante che crescono in queste località. Messor arenarius F. Una operaia di Cufra. Messor aegyptiaca var. fossulata Sants. Due operaie di Es Sahabi. Pheidole pallidula var. recticeps For. Moltissime operaie, soldati, femmine e maschi raccolti ad Agedabia, Augila e Gialo dove la Missione fece tappa tanto nel- l’andata che al ritorno a Cufra; in quest’ ultima località questa formica pare più rara giacchè ne furono riportati solo due indi- vidui (soldati) catturati precisamente nell’oasi di Buma. Monomorium salomonis var. obseurata Stitz. Diverse operaie di Hattia Gur Atla (Gialo) e due femmine di El Agheila. Solenopsis sp. È una femmina dealata catturata a Giarabub, che fu omessa nell’elenco delle formiche raccolte dal Sig. Confalonieri in questa oasi (vedi questi Annali, Vol. LII, pagg. 379-382, 1927) e che merita di essere segnalata sebbene non sia riuscito a determinarla specificamente, giacchè nessuna specie di questo genere di for- miche era stata ancora citata per la Cirenaica. Per alcuni dei suoi caratteri ritengo che essa debba riferirsi a qualcuna delle varie forme subspecifiche della S. /atro For., ma per esserne certi occorre conoscere la sua operaia. q VE eee Pe nn TAI ASA Rise OIL a SAAN Mel SIR ca tres SACRA shen r oi fi SPEDIZIONE A CUFRA 153 Crematogaster inermis var. lucida For. Due operaie dell’ oasi di El Tallab (Cufra) di questa formica nota sinora dell’ Algeria, Tunisia ed Egitto. Plagiolepis pallescens maura var. atlantis Sants. Una femmina di Buma (Cufra) ed un’operaia di Augila. Acantholepis capensis ssp. canescens Em. Parecchie operaie, femmine e maschi raccolti ad El Agheila e nel gruppo delle oasi di Cufra, precisamente a Sebka di Buma, ad. El Giof ed a El Tallab. Questa formica era sinora conosciuta soltanto dell’ Africa etio- pica; gli esemplari raccolti.a Cutra non differiscono in nulla da quelli provenienti dalla suddetta regione. La presenza di questa forma in Cirenaica porta a 6 il numero degli elementi che impor- tati o venutivi naturalmente sono propri della fauna tropicale e sono, oltre la formica succitata, il Tetramorium simillimum F., il Trygliphotrix striatidens Em., la Paratrechina vividula Nyl. e il Camponotus sericeus F. Camponotus (Tanaemyrmex) maculatus ssp. asegyptiacus Em. Numerose operaie, femmine e maschi di Cufra, Sebka di El Giof, Augila, oasi di Es Zurgh e dintorni del laghetto di Haret El Hafun. Sebbene un poco più raro della forma seguente tuttavia questo Camponotus è diffuso ovunque in tutta la Cirenaica. Probabil- mente come lo ha notato l’Emery, è una forma importata dal- l’Egitto. Camponotus (Tanaemyrmex) compressus thoracicus var. oasium For. Numerosissime operaie, femmine e maschi di Gialo, Augila, El Agheila e Cufra. Un volo nuziale di questo Camponotus fu LET SCE (red A ORTI Ma FIORA RITA TEN yale e aiar = PAR 454 i C. MENOZZI osservato a Gialo il 21 aprile. È una delle formiche più comuni della Cirenaica. Camponotus (Orthonotomyrmex) sericeus F. Alcune operaie di Cufra e di Sebka di Buma. E una specie della fauna etiopica e dell’India che non era stata ancora rinve- nuta in Cirenaica. 3 Cataglyphis (s. str.) bicolor nodus var. savigenyi Duf. Alcune operaie di El Agheila e di Cufra. Colla recente revisione del genere Calaglyphis fatta dal col- lega Santschi (') ho potuto accertare che anche gli esemplari di di Porto Bardia (Cirenaica) da me determinati per var. nigra appartengono invece alla var. savignyi (?). Cataglyphis (s. str.) bicolor nodus var. desertorum For. Diverse operaie, femmine e maschi di Augila e Cufra. Con questa varietà e la specie più sotto segnata il numero delle forme del genere Calaglyphis che si rinvengono in Cire- naica sono nove, numero relativamente scarso in confronto di quelle che si trovano in Tunisia e nell’Algeria orientale. Cataglyphis (Machaeromyrmex) bombycina Rog. Parecchie femmine, maschi, nonchè numerosissime operaie di tutte le stature comprese diverse di quelle provviste di enorme testa con lunghe mandibole falciformi ritenute sino ad ora soldati, ma che in realtà, secondo le osservazioni del Santschi, non sono che operaie diventate eccellenti scavatrici di gallerie; le località di raccolta sono: Gialo, Cufra, Sebka di Buma e Hattia Gur Atla. (1) F. SANTSCHI. — Etudes sur les Cataglyphis. Rev. Suisse de Zoolog. Tom. 36, 1929. (3) G. MENOZZI — Formicidae (Hymenoptera) in Risultati zoologici della Mis- sione inviata dalla R. Soc. Geografica Italiana per l’esplorazione dell’Oasi di Giarabub Ann. Mus. Giv. Storia Natur. Genova, Vol. LII, 1927. SPEDIZIONE A CUFRA 155 Alcune femmine di questa formica non ancora fecondate e conservate in alcool, hanno il gastro notevolmente ingrossato, dovuto, come lo ha dimostrato la dissezione, allo sviluppo di masse di tessuto adiposo. Questa particolare condizione, segnalata per la prima volta, almeno per le formiche, dall’Emery (') che la riscontrò in operaie di alcuni Camponotus dei deserti dell’ Asia minore e del Nord Africa e che chiamò adipogastria, pare abbia, secondo lo stesso Emery, qualche relazione con le abitudini notturne di queste formiche e che queste masse di grasso rappresentino ali- menti immagazzinati per la sussistenza della formica stessa che ne è fornita sia, dopo che sono stati metabolizzati, per alimentare le larve. Nel caso delle femmine vergini del C. bombycinus suc- citate ritengo che l’adipogastria costituisca una condizione favore- vole, sebbene non necessaria, alla fondazione del formicaio. Gli elementi per ora noti che compongono la mirmecofauna delle oasi di Gialo-Cufra e di Giarabub numericamente sono pressa: poco equivalenti come si rileva dal seguente elenco : Giarabub Gialo-Cufra Messor arenarius F. a ‘ + 1. Dig aegyptiacus var. fossulata Su sE 3. Pheidole pallidula var. recticeps For. . ae 4. Monomorium salomonis var. obscurata Stitz. . i : è ; : qe ais 5. Solenopsis sp. È - i ; a 6. Cardiocondyla nuda var. mauritanica For. + 7. Crematogaster inermis var. lucida For. . da 8. » » » nigripes Em. at 9. Triglyphotrix striatidens Em. sr 10. Plagiolepis barbara Sants. . "i LL: » pallescens var. atlantis ne "n 12. Acantholepis frauenfeldi var. variabilis Sants. . È : : ste 13. Acantholepis hi var. nigrescens Karaw.. ic. 3 : 5 . sù (1) G. EMERY. — Beitrage zur Kenntniss der palaearktischen Ameisen. Ofvers. Finsk. Vet. Soc. Forh., Vol. 40, 1898. aan? A56 C. MENOZZI 14. Acantholepis capensis ssp. canescens Em. a 15. Paratrechina jaegerskjoeldi Mayr . : ati 16. » vividula Nyl. . Ha 17. Camponotus maculatus ssp. eri Em. . : : A : DIRI st “a 18. Camponotus compressus var. oasium For. a Sr 19. » sericeus F. . . sh 20. Cataglyphis bicolor var. sone Dut. te aE 21. » » » desertorum For. di 22. » albicans var. aurata Karaw. ati 23. » bombycinus Rog. . + dt 15 13 Molto importante è il ritrovamento a Cufra di due specie etiopiche, o meglio, una. Acantholepis capensis canescens Em. è propria solamente dell’ Africa orientale e Senegal, mentre l’altra, Camponotus sericeus F. è un elemento più ubiquista abitante diverse località dell’ India, Ceylon e Africa tropicale; ambedue queste formiche non sono state trovate a Giarabub né altrove in Cirenaica eccetto la prima specie che è stata raccolta anche ad El Agheila, sulla costa bengasina, e ce probabilmente vi è stata importata. L'oasi di Giarabub risulta dunque, almeno da quanto si conosce ora, priva di elementi della mirmecofauna tropicale; per contro in essa sono stati trovati fra l’altro alcuni reperti proprì o deri- vati da elementi frequenti nel mediterraneo orientale e in Egitto (p. es due varietà di Acantholepis frauenfeldi e Paratrechina jaegerskjoeldi) e non trovati a Cufra nè a Gialo. Pertanto, mentre ho l’impressione che Giarabub faunisticamente appartenga alla Cirenaica propriamente detta, e Cutra e forse anche Gialo potrebbero ritenersi per tale riguardo diverse, considero la prima di queste oasi come l’estremo limite raggiunto dagli elementi della mirmecofauna provenienti dal mediterraneo orientale mentre Gialo-Cufra costituerebbero gli estremi raggiunti da alcuni ele- menti della mirmecofauna provenienti dall’Africa etiopica. SPEDIZIONE SCIENTIFICA ALL’OASI DI CUFRA (MARZO - LUGLIO 1931) FABIO INVREA MUTILLIDAE e CHRYSIDIDAE (HYMENOPTERA) (Tav. XII). I Mutillidi e Crisidi raccolti dal Sig. Carlo Confalonieri, addetto alla Missione Patrizi alle Oasi di Cufra, non sono in quantità molto rilevante quanto a numero di specie, ma appaiono, specialmente i primi, estremamente interessanti sia per la pro- porzione delle forme nuove — 5 sovra un totale di 13 specie e varietà — sia perché si tratta per la maggior parte di animali, ‘come le Apterogyna e le Tricholabioides, legati all’ ambiente desertico e stepposo, sia infine perché costituiscono un notevole apporto alla conoscenza della fauna cirenaica che é, per queste due famiglie di imenotteri, appena ai suoi inizi. Questa piccola raccolta dimostra inoltre, coi suoi risultati, come l’ulteriore esplo- razione imenotterologica della nostra Colonia libica, specialmente per le zone più interne, sia destinata ad essere molto fruttifera per le novità che possono venirne fuori e per l'illustrazione di quegli elementi eremici sui quali abbiamo nozioni così incomplete. Il chiaro monografista delle Mutille africane, Prof. H. Bischoff del Zoologisches Museum di Berlino, ha voluto gentilmente rive- dere alcuni degli esemplari e confermarmi l’identificazione di quasi tutte le forme nuove. Mi è caro porgergli i più vivi ringra- ziamenti per la sua cortese e premurosa collaborazione. Ringra- zio pure l’amico Sig. A. Baliani autore della bella tavola che illustra il presente lavoretto. 158 F, INVREA Fam. MUTILLIDAE. Apterogyna nitida Bisch. Apterogyna nitida Bischoff, Monogr. Mutill. Afr. (Archiv fiir Naturgesch.), 1920, p. 42. o%. Un © raccolto da Confalonieri a Es Sahabi, VII-1931 (Tav. XII, figg. 2 e 2 a). La determinazione è stata controllata dal Bischoff che, nella sua Monografia, cita questa specie di Egitto e del sud- ovest Algerino. Apterogyna Patrizii n. sp. O. Affine per colore e per forma alla A. nitida Bisch., ma di statura molto maggiore e molto più robusta, col capo, il torace e il 1.° segmento addominale di un rosso ferruginoso alquanto più scuro; torace più fittamente punteggiato e meno lucido; 1.° segmento addominale più corto e, visto di sopra, escluso il peduncolo, subsferico; 2.° segmento notevolmente più largo nel suo maggior diametro trasversale preapicale che lungo sulla sua linea mediana e più arrotondato lateralmente; 3.° seg- mento pure lievemente più largo; punteggiatura del 1.° e 2.° tergite più piccola, più fitta e meno regolare; punteggiatura del 3.° tergite superiormente fitta e formata di punti mediocri, obliqui, poco profondi, cogli intervalli piani e lucidi; sui lati costituita di punti un po’ maggiori, più allungati e reticolati. Pubescenza addo- minale più lunga, più folta e meno eretta che nella nitida. Il colore dell’ addome, escluso il 1.° segmento, è nero intenso, con lieve margine apicale dei segmenti e la totalità dell’ ultimo seg- mento brunastri (Tav. XII, figg. 1 e 1 a). Lunghezza 17-12 mm. Femmina ignota. Sette esemplari dei quali 2 di Cufra (VI-1931, Confditi. 1 del Lago di Haret El Hafun (V-1931, Confalonieri), 1 della Sebca di Huerra (VI-1931, Confalonieri), 1 fra Es Sahabi e El Haseiat (V-1931, Confalonieri). Il settimo è di Tripolitania (Valle Uosca- Gebel Soda, 25-IX-1913 leg. Cap. L. Bardi), citato da Mantero (!) sotto il nome di Apterogyna Morawitzi Rad. var. (1) G. Mantero. - Contributo allo studio della fauna libica. Imenotteri. Ann. Mus. Civ. di St. Nat. Genova, XLVI, 1915, pag. 318. SPEDIZIONE A CUFRA 159” Questa specie, che anche il Bischoff, al quale ne ho comuni- cato un esemplare, mi ha segnalata come inedita, appartiene al gruppo della nitida Bisch. e della Morawitzi Rad., colle quali ha comuni la distribuzione della colorazione, i grandi occhi neri sferici e sporgenti, la frangiatura dei segmenti addominali 3.° e seguenti, i caratteri e la colorazione delle antenne, delle zampe e delle ali, con le parti ferruginose tuttavia più scure. (Negli esem- plari più grandi le ali hanno una lievissima sfumatura giallognola). Ma è di statura e robustezza inconsuete e nel suo aspetto generale molto più tarchiata, specialmente per la forma dei due primi segmenti addominali assai più brevi e più larghi. Anche il torace appare più robusto e il capo, in proporzione, lievemente più grande. La scultura del 3.° tergite, non longitudinalmente costo- lata, come nella Morawitzî e a punti più grandi e molto più fitti che non nella nitida, distingue questa forma dall’una e dal- l’altra delle due specie sopracitate. Apterogyna Patrizii mihi, var. minor n. Due esemplari g g di Agedabia (V-1931) e del territorio fra Es Sahabi e El Haseiat (7-8-VI-1931), raccolti pure dal Confalo- nieri, si differenziano alquanto dagli individui tipici della Pat,izéi per minore statura, l'aspetto più snello e più gracile, le parti ferruginose un po’ più chiare, gli occhi proporzionalmente un po’ meno grandi e quindi meno ravvicinati tra loro, il 1.° segmento addominale appena più allungato, il 2.° pure di larghezza meno pronunciata in confronto alla lunghezza, la scultura del 3.° ter- gite un po più rada e meno profonda per quanto della stessa natura, l’arrossamento apicale dei segmenti addominali più esteso e più evidente, almeno nell’individuo di Agedabia. Poichè, special- mente per la punteggiatura del 3.° tergite, tali esemplari non possono essere attribuiti nè alla nitida Bisch., nè alla Geyri Bisch., e tanto meno alla Morawitzi Rad., mi sembra vadano, almeno per ora, avvicinati alla Patrizii m., alla quale più asso- migliano nell’aspetto generale, come varietà o forma particolare, alla quale dò il nome di minor. Certo le Apterogyna nord- africane sono finora assai imperfettamente conosciute, specialmente nei riguardi della loro variabilità che ritengo notevole. Ma tale 1460 F. INVREA studio, col materiale così scarso esistente nelle collezioni, non può per ora essere approfondito. Apterogyna cyrenaica n. sp. Q. Simile alla Savignyi KI. per la forma generale del corpo, se ne distingue nettamente per i caratteri seguenti: parti ferru- ginose assai più scure, di un rosso ruggine brunastro; addome coi tergiti — ad eccezione del 1.° e dell’ultimo interamente fer- ruginosi — di un nero intenso, con stretto orlo apicale bruno ; metà apicale del 2.° sternite, terzo apicale del 3.° e totalità dei successivi bruno lucidi; mesonoto proporzionalmente un po’ più largo; 1.° segmento addominale più grande, visto di sopra sferico; 2.° segmento un poco più largo e più corto, meno triangolare, più arrotondato lateralmente; scultura del torace e del 1.° tergite più grossolana e più profonda; punteggiatura del 2.° e 3.° tergite molto più forte, assai simile a quella dell'A Patrizii m., ma coi punti un po’ più allungati e gli intervalli meno piani e regolari; frangie dei segmenti rade e pubescenza generale lunga, di un bianco leggermente dorato (Tav. XII, fig. 3). Lunghezza mm. 11 !/,. Maschio ignoto. Un solo esemplare raccolto da Confalonieri ad El Agheila il VII-1931. i Secondo le indicazioni di André e di Bischoff, che assegnano alla Savignyi Kl. 2 una lunghezza di 7-8 mm., la cyrenaica si distinguerebbe dalla specie di Klug anche per la maggiore sta- tura. Senonché nella collezione del Museo di Genova esiste un esemplare 9 di Savignyi — l’unico di cui io abbia potuto disporre per il confronto — che per quanto in pessimo stato e mancante degli ultimi segmenti addominali non appare di statura certo inferiore ai 10 mm. Esso è pervenuto al Museo, attraverso alla collezione Gribodo, dalla collezione Guérin Méneville al quale probabilmente è stato donato dallo stesso Klug, poichè il maschio che l’accompagna porta nell’ etichetta l'indicazione « D. Klug». Entrambi gli esemplari sono etichettati di mano di Guérin: « Apterogyna Savignyi KI., Egypte >. Non è improbabile che la cyrenaica sia la 9 della Patrizii per una certa somiglianza che esiste nel colorito, nella forma del SPEDIZIONE A CUFRA 461 2.° segmento e nella punteggiatura del 3.°, ma allo stato delle cose non è possibile affermarlo. | Apterogyna Confalonierii n. sp. I. Tutta di colore ocraceo chiaro a leggerissimi riflessi carni- cini, colle antenne e le zampe più pallide, il 3.° tergite addomi- nale con una fascia mediana trasversale bruno-scura, occupante i due terzi del segmento, meno larga e di un bruno meno intenso al centro, più dilatata e più fortemente colorata sui lati, in modo da presentare, vista di sopra e con propizia incidenza di luce, l'aspetto di due macchie laterali rotondeggianti bruno nerastre, non raggiungenti gli orli laterali del tergite, e separate da uno spazio più chiaro largo quasi quanto la larghezza di ciascuna di esse; 3.° sternite ugualmente con una fascia trasversale preapicale bruna più ristretta e più sfumata; segmenti 4.° e seguenti lieve- mente più scuri del resto del corpo. Occhi neri, lucidi, grandi e sporgenti; mandibole e hypopygium rosso bruni; ali ialine collo stigma e le nervature diafani; frangie dei segmenti 3.° e seguenti e pubescenza generale del corpo bianco argentee (Tav. XII, fig. 4)). Lunghezza mm. 12. Femmina ignota. L’ unico esemplare catturato dal Confalonieri a Gialo in Giugno 1931 è stato ritenuto anche dal Bischoff come n. sp. Indipendentemente dalla colorazione così speciale, anche questa specie ha le caratteristiche somatiche generali del gruppo della nitida Bisch., Morawitzi Rad. e Patrizii m., per quanto la porzione posteriore dell’addome appaia un po’ meno piriforme e quindi più globosa. Il 1.° segmento è più breve che non nella Morawitzi, ma più ovale di quello della Patrézii; il 2.° ha la consueta forma triangolare, con la maggior larghezza pressoché uguale alla lunghezza; il 3.° segmento ha i lati un po’ più arcuati che nelle tre specie sovra indicate. La scultura del 3.° tergite è simile a quella della Patzrizii, ma più regolare e coi punti un po’ più allungati. ) VN ect es ey 462 F. INVREA Apterogyna Olivieri Latr. Apterogyna Olivieri Latreille, Gen. Crust. et Ins. Vol. IV, 1809, p. 122. 9g. Una quindicina di Q Q sono state raccolte dalla Missione Patrizi a Gialo (IV-VI e VII-1931), tra questa localita e Es Sahabi (V-1931), nonchè tra Es Sahabi e El Haseiat (VII-1931). Diffusione: Egitto, Tripolitania !, Algeria. Pseudophotopsis kokpetica (Rad.) sbsp. maura Bisch. Pseudophotopsis kokpetica Rad. sbsp. maura Bischoff, Monogr. Mutill. Afr. 1920, p. 98, 0. Fra Es Sahabi e El Haseiat, VII-1931, 1 g, legit Confalonieri. La forma tipica appartiene alla fauna turkestanica: la sotto- specie maura è descritta di Tunisia e l’ho vista di Tripolitania (Tripoli: Sidi Mesri, VII-1927, legit Krùger); una sottospecie rufothoracica venne descritta da Bischoff d’Egitto. Gli esemplari libici da me esaminati sono piuttosto piccoli e slanciati non sor- passano i 10 mm. di lunghezza. 'Tricholabioides Patrizii n. sp. S. Interamente di un giallo bruno ferruginoso chiaro, colle antenne e le zampe più pallide, quasi testacee; occhi e ocelli grigio-neri o neri; apice del 1.° e 2.° segmento addominale e la totalità dei segmenti successivi di un bruno più intenso tendente al marrone, talora con incerti riflessi dorato metallici; ali ialino- giallastro-iridescenti coll’apice, nella metà superiore e a partire dall’orlo esterno della cellula radiale, fortemente annerito, nella metà inferiore appena infoscato parzialmente; nervature dello stesso colore delle antenne. Oltrechè per il colore, differisce dalla genotipica semistriata Kl. per l'aspetto generale del corpo molto meno slanciato, più breve e piu tozzo; per il capo assai meno prolungato dietro gli occhi, cogli angoli molto più arroton- dati e sfuggenti; per l’addome più corto, più largo e più globoso, col primo segmento più breve, assai allargato verso l'apice, e quindi più campaniforme; per il 2.° segmento ugualmente più RM li es ER NN SLY Marten BS SPEDIZIONE A CUFRA 163 corto, assai più largo e più incurvato lateralmente, per la scul- tura della base del 2.° tergite non striata e costolata, ma formata di punti obliqui, mediocremente allungati e pochissimo profondi, cogli intervalli non rilevati, ma piani e lucidi. La punteggiatura apicale del 2.° tergite e quella dei segmenti successivi è rada e a punti minuti; la pubescenza toracica e addominale piuttosto folta e di colore giallastro (Tav. XII, fig. 5). Lunghezza mm. 12-8. Femmina ignota. Sette esemplari presi da Confalonieri in luglio a Es Sahabi e fra Es Sahabi e El Haseiat. L’ identificazione di questa specie come forma nuova mi è stata confermata dal Bischoff, Per taluni caratteri, quali la forma del capo e la scultura addomi- nale, la Patrizii m., ha qualche punto di contatto colla chloro- tica Grib. dello Yemen meridionale, che il Bischoff, nella sua mono- grafia ha attribuito, non so perché, al genere Ephutomma, mettendola dubitativamente in sinonimia colla X. festacea Kl., mentre, come risulta dai due tipi esistenti nella collezione del Museo Civico di Genova, è una Tricholabioides perfettamente caratterizzata. Essa è tutta di un colore testaceo uniforme, senza oscuramento dell'addome; è sottile e slanciata quanto e forse più della semistriata Kl., col primo ed anche col secondo segmento dell'addome molto allungati, ed è perciò dalla Patrizii assolu- tamente distinta. Trogaspidia divisa (Smith) Mutilla divisa Smith, Catalog. Hym. Brit. Mus. 1855, p. 11. Mutilla interrupta Olivier, Encycl. Méthod. Ins. 1811, v. 8, p. 62. Mutilla floralis Klug, Symb. Phys. 1829, tav. V, fig. 1 e 2. Trogaspidia divisa Bischoff, Monogr. Mutill. Afr, (Archiv. fiir Naturgesch.) 1920, p. 386 Q, p. 449 d. (nec. Mutilla catanensis Rossi). Cufra, VI-1931, un g, legit Confalonieri. Già citata del deserto libico dal Bischoff nella sua monografia, è specie diffusa in gran parte dell’ Africa, specialmente orientale, dall'Egitto a tutta la regione etiopica: fu rinvenuta pure nella Cafreria, nel Senegal e sulle coste atlantiche del Sahara: non 464 F. INVREA giunge però alle coste mediterranee e sembra perciò legata nel Nord Africa alle regioni desertiche e semidesertiche. L’esemplare di Cufra ha le ali ancora più intensamente oscu- rate che di consueto. Dasylabris maura (L.) var. lepida (KI.) (!) Mutilla lepida Klug, Reise durch Tirol, Oberitalien und Piemont nach dem Siani Spanien. Passau 1835, p. 94, Q. Dasylabris maura L. var. lepida Ern. André, Spec. Hym. Eur. VII-1889, p. 389, 2. Devonsi attribuire a questa varietà 9, che costituisce un pas- saggio dalla forma tipica alla var. arenaria, gli esemplari che più comunemente si rinvengono nel territorio libico, anche se manca quasi sempre, in tutto o in parte, l’annerimento del pro- noto, corrispondendo alle descrizioni tutti gli altri caratteri. La missione Patrizi ne ha riportato 3 esemplari raccolti tra Es Sahabi e Gialo in maggio e una trentina di individui presi a Gialo in luglio. Diff.: Spagna! Algeria, Tunisia, Tripoli! (legit E. D’ Albertis V-VI-1902, Mus. Genova). Dasylabris maura (L.) var. cypria (Sich. et Rad.) Mutilla cypria Sich. et Rad. Essai d'une Monographie des Mutilles de Pancien continent. (Horae soc. Ent. Ross. VI-1869, p. 263, 0). Dasylabris maura L. var. cypria Ern. André, Spec. Hym. Eur. VII-1889, p. 404, gf. Confalonieri ha trovato estremamente comune questa varietà S della D. maura in luglio a Gialo, ove ne ha raccolto oltre 150 esemplari scorazzanti sopra cespugli di Tamaria. Un esem- plare pure in luglio ad El Agheila. Diff.: Cipro, Sardegna (Is. Asinara !, Mus. Genova), Tunisia! Algeria. (1) La forma tipica della maura L. non mi risulta esistere in Cirenaica. Gli esemplari citati da Kriiger di Giarabub e da me riportati nel mio elenco (Boll. Soc. Entom. Ital. LXI, 1929, p. 161) appartengono la Q alla lepida KI. ed il galla cypria Sich. et Rad. come ho potuto accertare de visu. SPEDIZIONE A CUFRA 465 Fam. CHRYSIDIDAE. ? Parnopes denticulata Spin. Parnopes denticulata Spinola, Ann. Soc. Entom. France. Vol. VII-1838, p. 455. Parnopes elegans Klug, Symb. Phys. Dec. V, 1845, tab. LXV, fig. 1. Parnopes arabs Mocsary, Ann. Mus. Nat. Hung. Vol. 11, 1913, p. 44. Quattro oo presi a Gialo, in giugno e luglio, dal Sig. Con- falonieri. Diff.: Egitto, Aden, Sudan. Per quanto l’attribuzione dei quattro esemplari di Gialo alla specie di Spinola mi sembri fondata, non oso tuttavia affermarla senza qualche piccola riserva non avendo potuto disporre di alcun materiale di confronto. Anche la sinonimia, più sopra riportata sulla fede del, Traut- mann, dalla lettura delle varie descrizioni mi ha lasciato alquanto perplesso. Uno degli esemplari si distingue dagli altri per statura un po’ maggiore, punteggiatura toracica un po’ più forte, riflessi aurei del torace e dell'addome meno evidenti. Per contro ha l’ultimo tergite a riflessi verdastri assai più intensi. Ma non ritengo possa essere specificamente distinto. Chrysis (Gonochrysis) atechka Buyss. Chrysis atechka Du Buysson, Revue d’Entomologie, 1898, p. 131. ? Chrysis foveata Dahlbom, Hym. Eur, pr. bor. Vol. ll, 1854, p. 171, Tav. VIII, fig. 97. Sette esemplari raccolti dal Sig. Confalonieri a Gialo in luglio; due di essi vennero da lui trovati morti, impigliati in tele di ragno. E specie finora segnalata soltanto d’ Egitto. Ritengo assoluta- mente probabile la sua identità colla foveata di Dahlbom, quan- tunque la descrizione di questo autore sembri incompleta. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. (Vol. LV), 17 Agosto 1932 30 = Sho ee nets to Pee, Wee gar ee MOVE SPREE TE etre ens Hed ia iat ante SPEDIZIONE SCIENTIFICA ALL’ OASI DI CUFRA (MARZO-LUGLIO 1931) IMENOTTERI ACULBATI PER D. GUIGLIA (I PARTE) FOSSORES Il Prof. R. Gestro, Direttore del Museo Civico di Storia Natu- rale di Genova, ha voluto cortesemente affidarmi lo studio degli Imenotteri aculeati (!) raccolti durante la spedizione all’ Oasi di Cufra, da lui iniziata e diretta dal Marchese Saverio Patrizi coa- diuvato dal Preparatore Signor Carlo Confalonieri che già nel 1926 era stato chiamato a far parte della missione all’ Oasi di Giarabub promossa dalla R. Società Geografica Italiana. La regione attualmente esplorata da questi viaggiatori era fino ad ora quasi completamente sconosciuta, perchè dal 1879, anno in cui G. Rohlfs tentò per primo I’ esplorazione dell’ Oasi, nessuno più si occupò di studiare faunisticamente questa parte del territorio cirenaico. Il materiale riportato, benchè non molto abbondante, reca quindi un particolare e notevole contributo alla conoscenza della Imenotterologia Cirenaica che già in precedenza formò oggetto di studio da parte di specialisti italiani e stranieri (?). La maggioranza delle specie furono raccolte all’ Oasi di Gialo dove i viaggiatori permasero dal 31 marzo all’ 11 maggio, e nella vicina Oasi di Augila da loro esplorata durante questo periodo di tempo. Scarse sono le specie raccolte lungo il tragitto tra (1) Sono escluse le famiglie Mwutillidae, Chrysididae, Formicidae e Bethylidae. (2) Vedi in appendice alla presente memoria l’ elenco dei lavori riguardanti la fauna Libica (sono escluse le famiglie Mutillidae, Chrysididae, Formicidae e Bethylidae). SPEDIZIONE A CUFRA AG67 Bengasi e Gialo. Ad Es-Sahabi fu catturata un’ interessante specie di Ammophila ancora: sconosciuta e che dedico al racco- glitore, Sig. Carlo Confalonieri. Pure poco numerosi sono gli individui raccolti a Cufra, sia per la brevità della permanenza in quest’ Oasi (27 maggio - 21 giugno), sia per la vegetazione scarsa e poco rigogliosa, punto favorevole all’ alimento e allo sviluppo della fauna entomologica. A Cufra stessa fu catturata una bella specie di Tachytes nuova per la scienza e che mi è grato dedi- care al Marchese Saverio Patrizi. Dal lato bio-geografico per ciò che riguarda Augila e Gialo la fauna imenotterologica presenta un carattere deserticolo con infiltrazioni di elementi dell’ Europa meridionale, delle vicine regioni nord-africane e di forme orientali (Siria, Turkestan). A Cufra, pur conservando il carattere paleartico-deserticolo, la fauna imenotterologica già risente |’ influenza della vicina regione tro- picale, difatti non pochi sono gli elementi etiopici. Esprimo i miei sentimenti di gratitudine al Prof. R. Gestro per avermi affidato lo studio di questo interessante materiale, al Dott. Schulthess (Zurigo) e al Sig. Dusmet (Madrid) per I’ esatta identificazione di specie critiche. Sono poi riconoscente in modo speciale al Conservatore del Museo Dott. Capra, perchè se ho potuto condurre a buon termine questo mio lavoretto, lo devo al suo aiuto paziente ed efficace. SPHEGIDAE Ammophila Heydenii Dahlbom Ammophila Heydenii Kohl, Ann. naturhist. Hofmuseums, Wien, XXI, 1906, p- 366. — Berland, Faune de France, 10, Hymén. Vespif., 1925, p. 32. — Roth, Ann. Soc. Ent. de France, XCVII, 1928, 1.° e 2.° trim., p. 206. Gialo 1 9. Distrib. geogr.: Cirenaica [Bengasi (Gribodo, Schulthess), Tol- metta (Gribodo), Derna (Schulthess) |; Tripolitania [ Gherran (Schulthess) ]. Europa meridionale, Africa del Nord, Asia centrale. 168 : D. GUIGLIA Ammophila gracillima Taschenberg Ammophila gracillima Kohl, Ann. naturhist. Hofmuseums, Wien, XXI, 1906, p. 323. — Ammophila producticollis Schulthess, Bull. Soc. Hist. Nat. de l’ Afrique du Nord, 1926, p. 208. - Ammophila gracillima Roth, Ann. Soc. Ent. de France, XCVII, 1928, 1.0 e 2.0 trim., p. 188. Gialo 4 9. Distrib. geogr.: Cirenaica [ Giarabub (Kruger) |. Algeria, Tunisia, Egitto, Nubia, Abissinia, Mongolia. Ammophila propinqua Taschenberg Ammophila propingua Kohl, Ann. naturhist. Hofmuseums, Wien, XXI, 1906, p. 363. — Roth, Ann. Soc. Ent. de France, XCVII, 1928, 1.0 e 2,0 trim., p. 207. Gialo 1 dg. Distrib. geogr.: Algeria, Egitto, Siria, Arabia meridionale. Ammophila erminea Kohl Ammophila erminea Kohl, Ann. naturhist. Hofmuseums, Wien, XXI, 1906, p. 365. — Roth, Ann. Soc. Ent. de France, XCVII, 1928, 1.° e 2.° trim., p- 206. Giallo Distrib. geogr. : Malta, Tunisia, Egitto, Aden, Assab. A. (Psammophila) Tydei Guillou A. (Psammophila) Tydei Berland, Faune de France, 10, Hymén. Vespif. 1925, p. 32. —- Roth, Ann. Soc. Ent. de France, XCVII, 1928, 1.° e 2.° trim., p. 176. Es-Sahabi 1 ©; Gialo 6 9 5 gi; Cufra 1 9, Lago di Buema (Cufra) 1 9. Distrib. geogr.: Cirenaica [ Bengasi (Gribodo, Schulthess), Cirene (Schulthess), Derna (Gribodo), Giarabub (Guiglia, Kriger) |; Tripolitania [ Homs (Mantero), Tripoli (Ghigi) ]. Regione mediterranea, Isole Canarie, Africa centrale, Isola di Madagascar, Siria, Turkestan, Persia. SPEDIZIONE A CUFRA 169 Ammophila (Psammophila) Confalonierii n. sp. d'. Nigra, abdominis pedibusque ex parte rufis. Clypeo transverse concavo, margine in medio tuberculato; orbitis interioribus clypeum versus leviter convergentibus, ibique longitudine antennis artic. 2 + 3 + 4 + !/, 5 inter se distant; ocellis posterioribus ab orbita atque inter se aequa- liter remotis. Metanoto sublucido densissime transverse striolato; petiolo metatarsum posticum longitudine circiter aequante. Pulvillis magnis, unguiculis edentatis. Alis hya- linis apicem versus subinfuscatis. Sagittae apice valde flexo. Long. 12 mm. Q ignota. Es Sahabi (Cyrenaica) III-1931; Typus in Museo Civico Januense, 3 d'. Capo (Fig. I, 1) finamente rugoso con punti grossi, assai rari, disordinatamente disposti sulla fronte e sul vertice. La pubescenza è biancastra lunga, rada ed eretta sul vertice e sulla fronte, assai più breve, argentata ed anteriormente diretta sul clipeo ed intorno all’inser- zione delle antenne. Il cli- peo si presenta allungato, trasversalmente concavo, con margine anteriore con- vesso e ben visibile spor- genza mediana. Gli occhi convergono leggermente verso il clipeo, il punto di minore distanza fra le orbite 4 9 interne è circa eguale al DONO Ci Seba ileal bg a articolo delle antenne. La distanza fra l’ocello poste- riore e l'occhio è presso a poco eguale alla distanza che intercede fra i due ocelli posteriori. L’ocello anteriore è sensibilmente più largo dei posteriori. Sulla parte mediana del capo si osserva un Fig. I. A. (Psammophila) Confalonierii, sp. n.; 1 capo; 2 articoli basali dell’ antenna. 470 D. GUIGLIA soleo ben netto che partendo dall’ ocello anteriore giunge fino all’inserzione delle antenne. Il terzo articolo delle antenne è circa eguale una volta e mezzo il quarto (Fig. I, 2). Pronoto convesso, globoso con superficie subrugosa ed irre- golarmente punteggiata: a punti fini e minuti sì sovrappongono punti grossi e profondi più o meno densi. Il mesonoto ha pure la superficie dorsale irregolarmente punteggiata-rugosa con pube- scenza fina, bianco-argentata diretta posteriormente ed in modo particolare lunga ed abbondante sulle porzioni laterali. Sul primo terzo anteriore si osserva una carena mediana longitudinale ben distinta. Scutello convesso, lucido con pochi punti grossi, irregolari e con striatura longitudinale più o meno grossolana. Postscutello © pure lucido con pochi punti irregolari e poco profondi. Metanoto sublucido con striatura trasversale fina ed assai fitta. Sui due terzi posteriori della sua superficie dorsale si osserva un ampio solco. Sulle porzioni laterali la pubescenza è lunga, biancastra, posteriormente diretta. i Il peziolo è lungo presso a poco come il metatarso delle zampe posteriori. Visto dal dorso esso presenta i lati paralleli sui ?/, anteriori, sensibilmente divergenti verso l’ultimo terzo. La superficie dei tergiti addominali è subopaca, finamente pun- teggiata ed irregolarmente rugosa in senso longitudinale. Il primo tergite ha i punti più fini, meno profondi e rugosità non ben distinta. Tutta la superficie dorsale dell’addome è rivestita di ‘pubescenza assai breve, bianco-argentea, posteriormente diretta. Sulla superficie di tutte le paia di zampe si osserva una simile pubescenza. Le unghie dei tarsi sono prive di dente, i pulvilli si presentano assai bene sviluppati. Ali anteriori e posteriori ialine, quelle anteriori mostrano presso il margine-apicale una fascia più o meno offuscata che partendo dal margine della cellula radiale, dove presenta un più sensibile offuscamento raggiunge sfumando il margine posteriore dell’ala senza toccare le cellule cubitali. La 3* cellula cubitale si presenta a forma subtriangolare, la 2° e la 3* venatura .tra- sverso-cubitale sono più o meno ravvicinate sulla cellula radiale. Stipiti dell'armatura genitale (visti di lato) obliquamente tron- cati, con frangia di setole robuste, relativamente brevi e poco numerose (circa 20) sul margine dorsale. Sagitte riunite in un SPEDIZIONE A CUFRA ATA pezzo unico, distintamente strozzate ai */, e con l’apice forte- mente ripiegato in basso; sulla superficie dorsale si osservano tre carene ben delimitate, una mediana e due laterali, queste conver- gono sfumando sulla parte apicale, quella termina un poco prima della strozzatura. (Fig. II, 1, 2). La colorazione è nera, sono ferruginei i quattro primi seg- menti addominali; il quinto si può presentare o completamente nero (1 es.) o più o meno macchiato di ferrugineo. Il peziolo é ferrugineo con la metà basale annerita in un unico esem- plare, nei rimanenti è completamente nero. È pure ferru- gineo il primo e secondo paio di zampe (le anche e i femori di ambedue le paia i 1 2 S presentano la faccia i . cu Fig. II. A. (Psammophila) Confalonierti, sp. n. 3’; rior easel 2 3 DI 2 SIND 4 armatura genitale (vista dal dorso); 2 stipite e sagitta annerita, In un esem- (visti di lato). 3 plare anche le tibie A. (Psammophila) alpina Kohl. g; 3 arma- tura genitale (vista dal dorso). del secondo paio mo- strano un sensibile annerimento sulla medesima faccia). Il terzo paio é nero con la parte apicale della faccia inferiore del femore e il primo terzo basale delle tibie più o meno macchiato di fer- _rugineo. Questa specie si avvicina come dimensioni, aspetto gene- rale e particolare struttura della superficie dorsale del metanoto alla Psammophila alpina Kohl, la quale però differisce per caratteri ben definiti di cui accenno qui ai principali: 1.9) Margine del clipeo liscio, privo di sporgenza mediana. 2.9) Terzo articolo delle antenne appena un poco più lungo del quarto. 3 3.9) Metanoto opaco, meno fittamente striato, nell’ intervallo fra una stria e l’altra è ben visibile una finissima punteggiatura. Solco mediano o nullo o quasi nullo. 479 D. GUIGLIA 1.9) Peziolo visto dal dorso a lati paralleli ed eguali ai +/, del metatarso delle zampe posteriori. 5.°) Zampe completamente nere. 6.°) Stipiti dell'armatura genitale con frangie di setole assai più lunghe e numerose, disposte in serie anche sul margine ven- trale. Sagitte non sorpassanti gli stipiti. (Fig. II, 3). Schulthess (in litteris) riavvicina la specie di Gialo alla Ps. dispar Taschenberg; io non possiedo alcun esemplare riferibile a questa specie, ma, da quanto mi risulta dalle descrizioni degli autori (!) essa differisce dall’ Ammophila della Cirenaica per i seguenti principali caratteri : 1.°) Clipeo leggermente smarginato circolarmente. 2.9) Terzo articolo delle antenne circa !/, più lungo del quarto. 3.9) Metanoto grossolanamente rugoso. 4.°) Zampe completamente nere. 5.°) Apice della cellula radiale sensibilmente scostato dal margine dell’ala. i Sphex (Parasphex) viduatus Christ. Sphex (Parasphex) viduatus Kohl, Ann. naturshist. Hofmuseums, Wien, V, 1890, p. 322. — Roth, Ann. Soc. Ent. de France, XCIV, 1925, 4.° trim., p. 381. Gialo 180% Distrib. geogr.: Cirenaica [Giarabub (Kruger), Derna (Schulthess | Tutta l’Africa, Siria, India, Cina. Sphex (Calosphex) nigropectinatus Taschenberg. Sphex (Calosphex) nigropectinatus Kohl, Ann. naturhist. Hofmuseums, Wien, V, 1890, p. 329. — Roth, Ann. Soc. Ent. de France, XCIV, 1925, 4.° trim., p. 381. 85 Km. a sud di Gialo 6 ©. Distrib. gegr.: Cirenaica [Giarabub (Kruger)]. Egitto, Nubia, Sudan, Aden. (1) André, Spec. Hymén. Europe, III, 1886, p, 84. Kohl, Ann, naturh. Hofmuseums. Wien, XXI, 1906, p. 282, Tav. VII, fig. 44 e 16 e Tav. VIII, fig. 41. ie ala e e e SO 8 eNO Coon lt PERONI ANO Mita Ae Ne è ing ‘ : mò SPEDIZIONE A CUFRA 173 Sphex (Calosphex) niveatus Dufour Sphex (Calosphex) niveatus Kohl, Ann. naturhist. Hofmuseums, Wien, V, 1890, p. 328. — Roth., Ann. Soc. Ent. de France, XCIV, 1925, 4.° trim., p. 380. 85 Km. a sud di Gialo 1 of Distrib. geogr.: Algeria, Sudan, Egitto. Larra anathema Rossi Larra anathema Kohl, Verh. zool.-bot. Gesell. in Wien, XXXIX, 1884, p- 238. — Berland, Faune de France, 10, Hymén. Vespif., 1925, p. 111. Gialo 1 dg. Distrib. geogr.: Cirenaica [Bengasi (Schulthess) ]. Europa centrale meridionale, Africa settentrionale, Asia. Notogonia nigrita Lepeletier Notogonia nigrita Kohl, Ver. zool.—bot. Gesell. in Wien, XXXIX, 1884, p. 253. — Berland, Faune de France, 10, Hymén. Vespif. 1925, p. 113. Qui aie Distrib. geogr.: Cirenaica [Bengasi (Schulthess, Guiglia), Es Scegga (Kruger), Cirene (Guiglia), Derna (Schulthess, Gribodo), Giarabub (Guiglia), Chersa (Gribodo)]; Tripolitania [Tripoli (Schul- thess), Misurata (Mantero) |. Europa meridionale, Cipro, Africa settentrionale, Canarie. Notogonia pompiliformis Panzer Notogonia pompiliformis Kohl, Verh. zool.-bot. Gesell. in Wien, XXXIX, 1884, p. 250. — Berland, Faune de France, 10, Hymén. Vespif. 1925, p. lis. Gialo 2 gd. Distrib. geogr.: Cirenaica [Bengasi (Schulthess)]. Europa meridionale e parte della centrale, Africa settentrionale, Asia mediterranea, ATI D. GUIGLIA 5 Tachysphex Panzeri (v. d. Linden) Tachysphex Panzeri Kohl, Verh. zool.- hot. Gesell. in Wien, XXXIV, 1884, p. 351 e 356, Od. ; Gialo 4 gd. Distrib. geogr.: Europa centrale e meridionale, Africa setten- trionale, Asia minore. Tachysphex Panzeri (v. d. Linden) var. oraniensis (Lepeletier) Tachysphex Panzeri var. oraniensis Kolh, Verh. zool.- bot. Gesell. in Wien, XXXIV, 1884, p. 351, 356, 357, Q d. Gialo6 One: Distrib. geogr.: Cirenaica [Bengasi, Giuliana, Derna (Schul- thess), Giarabub (Kriger)]; Tripolitania [Tripoli, Gherran, Ain Zara, Bengasi (Schulthess) |. Europa centrale e meridionale, Algeria, Tunisia, Egitto, Tur- kestan. Tachysphex fluctuatus Gerstaecker Tachysphex fluctuatus Kohl, Verh. zool.— bot. Gesell. in Wien, XXXIV, 1884, p. 365, 9 Q. Gialo 8 7 1 9, Es-Sahabi 1 ©, Cufra 1 gf. Distrib. geogr.: Cirenaica [Bengasi (Schulthess), Giarabub (Kriger)]; Tripolitania [Tripoli (Schulthess)]. Europa meridionale, Africa settentrionale e tropicale, Siria. Tachysphex nitidus (Spinola) Tachysphex nitidus Kohl, Verh. zool.-Gesell. in Wien, XXXIV, 1884, porse, oo OF Gialo 1 9. Distrib. geogr.: Cirenaica [Bengasi (Schulthess)]. Tutta la regione paleartica. eee eM VORO BP (ORI ESRI NINO Shar PI) ONE ARREDI ANI E AL te { edie Wk NN er sre tC si 4a n < Ke K SPEDIZIONE A CUFRA 475 Tachysphex nigripennis Kohl Tachysphex nigripennis Kohl, Verh. zool.- bot. Gesell. in Wien, XXXIV, 1884, p. 389. Gialo 2 gf. Distrib. geogr. : Europa centrale e meridionale. Tachysphex Costae (Destefani) Tachysphex Costae Kohl, Verh. zool.- bot. Gesell. in Wien, XXXIV, 1884, pag. 365, S Q. 20m. a sud di Gialo 1g. Distrib. geogr.: Sicilia, Francia meridionale, Spagna. Tachysphex Buyssoni Morice Tachysphex Buyssoni Morice, Trans. Ent. Soc. London, 1897, p. 307; Tav. VI, fig. 7 e 8. Gialo 1 9. Distrib. geogr. : Egitto. Tachytes Patrizii D. sp. S - Affinis Tachytes etrusca. Nigra, argenteo - sericeo- pilosa, tarsis apices versus ferrugineis. Oculis in vertice longitudine articuli 1+ 2 flagelli distantibus ; antennarum articulo ultimo in medio dentato. Mesonoto dense et subti- liter punctulato; metanoti area declivi rugosa et fovea profunde excavata. Margine postico segmentorum abdominis 2, 3, 4 fascia subsinuata argenteo-sericea ornato ; sternite ultimo late et profunde emarginato. Metatarso antico spinis 6 armato; calcari tibiarum posteriorum longiore quam metatarso. Alis hyalinis, nervis testaceis. Long. 14 mm. O ignota. Cufra (Gyrenaica) VI-1931; Typus in Museo Civico - Januense 1 d'. DR Fd ONERI LE Wp ere PET CR ke MIO 176 D. GUIGLIA Capo con pubescenza bianco-argentata, lunga, fitta, lucente ed anteriormente diretta sul clipeo, fra |’ inserzione delle antenne e lungo il margine interno del lobo oculare; sulla fronte è lunga ed irta, presso il vertice e sul vertice stesso si presenta eretta, assai più fina e rada. Clipeo (Fig. III, 1) leggermente convesso Nie 3 Fig. III. Tachytes Patrizii, sp. n.: 1 parte inferiore del capo; 2 12.° e 43.0 articolo dell’ antenna; 3 ultimo sternite. con punteggiatura densa e profonda, all’ apice è differenziato in una lamina separata come da un gradino: la lamina è lucida a margine lievemente convesso e con pochissimi punti irregolari e debolmente impressi. Palpi labiali di 4 articoli, mascellari proba- bilmente di 5 (non posso stabilire con sicurezza il numero di questi ultimi essendo i palpi rotti all’ apice); galea lunga presso a poco come lo stipite. Sul vertice la distanza fra i due occhi è circa eguale al 1 + 2 articolo del flagello. Ultimo articolo delle antenne con dente mediano assai ben distinto (Fig. II, 2); 10., 11, 12 articolo con leggera ma netta carena longitudinale sulla faccia interna. Mesonoto regolarmente e finamente punteggiato, |’ intervallo fra i punti é subopaco e leggermente zigrinato ; pubescenza bianco-giallognola, sottile e rada al centro, più lunga e più fitta sulle porzioni laterali; lo scutello ha punteggiatura simile a quella del mesonoto ma più regolare, |’ intervallo fra i punti è lucido con microscultura evanescente. Il metanoto ha punteggiatura, sensibilmente più fitta e profonda con linea mediana a scultura differenziata terminante all’ indietro in una ben distinta zona SPEDIZIONE A CUFRA 477 sublucida a forma di /\, priva di punteggiatura, trasversalmente rugosa e che occupa circa !/, della lunghezza del metanoto; la superficie declive si presenta pure nettamente striato -rugosa in senso trasversale; sui */ anteriori la concavità mediana è ampia ed assai profonda; tutta la superficie sia dorsale che declive è rivestita di abbondante e lunga pubescenza bianco-giallognola. Tergiti addominali con punteggiatura a raspa, fina, densa, debolmente impressa. Il 1 tergite è interamente ricoperto di pubescenza bianco-argentata, più densa ai lati e lungo il margine apicale. Sui tergiti 2, 3, 4 la pubescenza si riduce a delle fascie regolari, spiccatamente bianco-argentate disposte lungo il margine apicale di ciascun tergite ; sul 2 tergite questa fascia si presenta a margine anteriore debolmente convesso e sinuosa ai lati, sul Saona dl. , sul 4 assai ristretta ed interrotta nella parte mediana. Gli sterniti hanno punteggiatura simile ai tergiti, ma più profonda e con netta zigrinatura tra punto e punto; la pubescenza è grossolana, depressa, rada, frammista a setole più robuste, semierette; ultimo sternite profondamente ed ampiamente smarginato. (Fig. III, 3). Zampe ricoperte di sottile pubescenza bianco-argentata; meta- tarso delle zampe anteriori munito di 5-6 spine (5 nel destro, 6 nel sinistro), l’ultima di queste lunga come il seguente articolo tarsale; sperone delle zampe posteriori lungo come il metatarso. Ali ialine, venature. testacee. Colorazione nera, sono ferrugineo-scure le spine e gli ultimi 3 articoli tarsali di tutte le zampe (i primi due sono più o meno bruni); le tegule sono bruno-giallastre sulla metà apicale. Questa specie, come colorazione ed aspetto d'insieme ricorda la 7. etrusca (Rossi), la quale specie però nettamente si distingue dalla Patrizii per i seguenti principali caratteri : 1.°) Distanza fra gli occhi sul vertice eguale al 2.° articolo del flagello delle antenne. 2.9) Ultimi articoli delle antenne normali. | 3.°) Punteggiatura del mesonoto fina e molto densa, intervallo fra i punti non zigrinato, minore del diametro del punto stesso (nella Patrizii questo intervallo è generalmente maggiore). 4.°) Superficie declive del mefanoto non rugosa. 5.9) Fascie marginali dei fergiti lineari. 6.°) Ali giallastre. o ", Satie: (ressa pd TEE Pn Sor AREE VOTACI GEOSAT OTE RIE NO EL TUE RELATE REL N UTO ate 478 D. GUIGLIA 7.°) Sperone delle zampe posteriori un poco più breve del metatarso. i 8.9) Ginocchia, tibie, tarsi di tutte le zampe ferruginei. 9.9) Mandibole rosso-ferrugineo-scure sulla porzione mediana. La T. Patrizii non si può con sicurezza avvicinare ad alcuna delle specie elencate e studiate da Arnold (*), la conformazione dell’ ultimo sternite è molto simile a quella della 7. pulchricornis Turner [ V. Arnold 1. c., p. 198, fig. 41 (h) ]. Gastrosericus Waltlii Spinola Gastrosericus Waltlii Spinola, Ann. Soc. Ent. de France, VII, 1838, p. 481, n. XXX, d. — Kohl, Verh. zool.- bot. Gesell. in Wien, XXXIV, 1884, p. 409, £ 2. Gialle OL Distrib. geogr.: Cirenaica [Giarabub (Kriger)]; Tripolitania [Bungeim (Mantero) | . Egitto. Gorytes mesostenus Handlirsch Gorytes mesostenus Handlirsch, Sitzber. Akad. Wiss. Wien, XCVII, 1888, Ds, ub of Cufra 1 9. Distrib. geogr.; Egitto. Stizus zonatus (Klug) Stizus ferrugineus Handlirsch, Sitzber. Akad. Wiss. Wien, Cl, 1892, p. 159, Ne 105 Og la) hee 23. Stizus zonatus Handlirsch, Sitzber. Akad. Wiss. Wien, CIV, 1895, p. 998. Gialo 1 Q. Distrib. geogr.: Egitto. (1) Ann. Transv. Museum, IX, Part. III, 1923, p. 191. SPEDIZIONE A CUFRA Stizus succineus (Klug) Stizus succineus Handlirsch, Sitzber. Akad. Wiss. Wien, CI, 1892, p. 144, n. 93,7 9; T. 2, fig. 16. Cufra 3 9 3 g, Lago di Buema (Cufra) 7 9 2 gd. Distrib. geogr.: Egitto, Eritrea. Stizus Koenigii Morawitz Stizus Koenigti Handlirsch, Sitzber. Akad. Wiss. Wien, CI, 1892, p. 125, Og Porti dì Gialo 2 g7, Cufra 197 2 9. Distrib. geogr.: Tunisia, Siria, Caucaso, Turkestan, Turcomenia. Bembex Dalhbomii Handlirsch Bembex Dahlbomii Handlirsch, Sitzber. Akad. Wiss. Wien, CII, 1893, Peover 62 O Ni Mee by fie 0 Gialo 13 9 2 ©, Cufra 6 2 1 g, Lago di Buema (Cufra) 11 9 2 6, El Tallab (Cufra) 1 9, El Hauaeiri (Cufra) 1 9. Distrib. geogr.: Cirenaica [Giarabub (Krùger)]. Africa settentrionale, India. Bembex Fischeri Spinola Bembex Fischeriî Handlirsch, Sitzber. Akad. Wiss. Wien, CII, 1893, p. 871, n. 105, Q. Cura dO: Distrib. geogr.: Egitto. Bembex Megerlei Dahlbom Bembex Megerlei Handlirsch, Sitzber. Akad. Wiss. Wien, CII, 1893, p. 729, n. 15, 2g; T. 1, fig. 13 e T. 6, fig. 11. Gialo 1 ©. Distrib. geogr.: Ungheria, Russia, Turkestan. 480 i D. GUIGLIA Bembex chlorotica Spinola Bembex chlorotica Handliesch, Sitzber. Akad. Wiss. Wien, CII, 1893, PRIA 0) Gialo 1 dg. Distrib. geogr.: Algeria, Tunisia, Egitto, Arabia. Bembex Turca Dahlbom Bembex turca Handlirsch, Sitzber. Akad. Wiss. Wien, CII 1893, p. 859 Oro oe CITI Bs sles 7h Os Th ey SBE ’ Giuliana (Bengasi) 1 9 leg. Zavattari. Distrib. geogr.: Cirenaica [Bengasi (Schulthess)]; Tripolitania [Homs (Mantero), Gheran, Tripoli (Schulthess) |. Europa meridionale ed orientale, Africa settentrionale. Oxybelus lamellatus Olivier Oxybelus Savignyt Spinola, Ann. Soc. Ent. de France, VII, 1838, p. 483. n. XXXI, d. Oxybelus arabs Berland, Faune de France, 30, Hymén. Vespif. 1925, p. 206. El Agheila 2 g’, Augila 1 ©, Gialo 2 g 2 9. Distrib. geogr.: Cirenaica [Bengasi, Agedabia, Derna, (Schul- thess), Tolmetta (Gribodo), Giarabub (Kriger)]; Tripolitania [Homs (Mantero) ]. Spagna, Algeria, Egitto, Siria. Il gruppo del lamellatus è uno dei più complicati gruppi di Oxybelus che sarebbe assai utile, avendo a disposizione abbon- dante materiale, riprendere in esame e ristudiare con i metodi suggeriti dall’odierna sistematica. Oxybelus subspinosus Klug Oxybelus subspinosus Berland, Faune de France, 10, Hymén. Vespif. 1925, p. 208, fig. 427. — Guiglia, Ann. Mus. Civ. Storia Naturale Genova, LIII, 1929, p. 397. 3 Augila 2 gf. Distrib. geogr.: Cirenaica [Porto Bardia, Giarabub (Guiglia) ]. Spagna, Egitto. SPEDIZIONE A CUFRA 481 VESPIDAE Eumenes maxillosa (de Geer) Eumenes maxitllosus Bequaert, Ann. South Afric. Mus., XXIII, 1926, p. 559. Augila 2 6, Gialo 7 of 3 9, Cufra 1 6, Lago di Buema (Cuma) LO. Distrib. geogr. : Cirenaica [ Bengasi, Derna (Schulthess) ] ; Tripolitania [Homs (Mantero), Tripoli (Schulthess) ]. Quasi tutta l’ Africa, particolarmente tropicale e meridionale. Eumenes campaniformis var. esuriens (Fabricius) Eumenes campaniformis var. esuriens Bequaert, Ann. South Afric. Mus., XXIII, 1926, p. 542. Augila 7 g 3 9, Gialo 6 gd 5 Q. Distrib. geogr. : Egitto, Eritrea, Senegal, Congo Belga, Arabia meridionale, Persia, India, Cina meridionale, Arcipelago Malese, Queensland. Odynerus (JLionotus) chloroticus Spinola Odynerus chloroticus Spinola, Ann. Soc. Ent. de France, VII, 1838, p. 500, 9. — Bequaert, Bull. Amer. Mus. Nat. Hist., XXXIX, 1918. Odynerus (Lionotus) chloroticus Schulthess, « Eos», IV, 1928, p. 71 e 72. Giallo 2°, Cutra TO Ml Vallab: (Cufra) 2091 Distrib. geogr.: Cirenaica [Bengasi (Schulthess) |. Algeria, Egitto, Dancalia, Abissinia, Palestina. Odynerus (Lionotus) crenatus Lepeletier Odynerus (Lionotus) crenatus Berland, Faune de France, 19, Hymén. Vespif., 1928, p. 39. Lago di Buema (Cufra) 1 9. Distrib. geogr.: Europa meridionale, Algeria, Egitto Abissinia. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LV (20 Agosto 1982) 31 Vig irae O I ARI SISI dC ORI RO Ce STO IDATA PMR RATE ean) Dig nt } ry ee 7 : Tet olin LA J \ 1892 D. GUIGLIA SCOLIIDAE Scolia (Discolia) bifasciata Rossi Discolia bifasciata Guiglia, Ann. Mus. Civ. Storia Naturale Genova, LII, 1928, p. 427 e 441. Gialo 1 gd. Distrib. geogr.: Europa meridionale ed orientale, Grecia, Cipro, Arabia, Persia. Scolia (Discolia) maura Fabricius Scotia maura Saussure e Sichel, Catal. spec. gen. Scolia, 1864, p. 69, n. 46, d° 2. — Betrem, Treubia, IX, Suppl., 1928, p. 44, 249, 250, 263. Gialo 1 9, El Agheila, 1 gf. Distrib. geogr. : Cirenaica [Tolmetta (Gribodo), Tobruch (Kru- ger)]; Tripolitania [Tripoli (Schulthess)]. Europa meridionale ed orientale, Africa settentrionale, Abis- sinia, Senegal. Campsomeris thoracica Fabricius Campsomeris thoracica Betrem, Treubia, IX, Suppl., 1928, p. 125. Cufra 2 9, El Giof (Cufra) 1 9, Lago di Buema (Cufra) 1 9. Distrib. geogr. : Cirenaica [Bengasi (Schulthess)]; Tripolitania [Tripoli (Schulthess), Homs, Oasi di Misurata (Mantero)]. Europa meridionale, Africa settentrionale ed orientale, Siria, Arabia. Campsomeris thoracica forma eriophora (Klug) Campsomeris thoracica subsp. erzophora Betrem, Treubia, IX, Suppl., 1928, p. 126. Cufra 12 g7, Lago di Buema (Cufra) 2 dg. Distrib. geogr.: Cirenaica [Bengasi (Gribodo, Schulthess)]; Tripolitania [Tripoli (Schulthess)]. Europa meridionale, Africa settentrionale ed orientale, Asia occidentale e meridionale, India occidentale. BO ANTE RNA IAN ARA N AO O . SPEDIZIONE A CUFRA 483 Elis (Trielis) villosa (Fabricius) Trielis villosa Guiglia, Ann. Mus. Civ. Storia Naturale Genova, LII, 1928, p- 449 e 452. — Elis villosa Dusmet. « Eos », VI, 1930, p. 43. Gialo 13 9. Distrib. geogr. : Cirenaica [Giarabub (Kruger) ]. Tutta la regione paleartica. Ellis (Dielis) hyalina Klug Dielis Klugii Saussure e Sichel, Catal. spec. gen. Scolia, 1864, p. 172 ie MTOR Lago di Buema (Cufra) 2 9. Distrib. geogr. : Cirenaica [Oasi di Giarabub (Guiglia)]. Egitto, Nubia, Eritrea, Guinea Portoghese. Elis (Dielis) elegans Brullé E. (Dielis) elegans Saussure e Sichel, Catal. spec. gen. Scolia, 1864, elite elas oe. ©: Gialo 8 ©’, Cufra 3 g, lago di Buema (Cufra) 14 g. Specie molto variabile come dimensioni, gli esemplari maschi da me esaminati costituiscono difatti una serie interrotta che va da un massimo di 15 mm. fino a un minimo di 7 mm. Distrib. geogr.: Isole Canarie, Senegal. PSAMMOCHARIDAE Pseudopompilus Humboldti Dahlbom Pseudopompilus Humboldtt Haupt, Monogr. Psammoch. Mittel.- Nord und Osteuropas, 1927, p. 293. Gialo 1 &. Distrib. geogr. : Cirenaica [Giarabub (Kriger)]. Sicilia, Egitto, Transcaspia. 184 D. GUIGLIA Paracyphononyx umbrosus (Klug) Pompilus umbrosus Klug, Symb physic., 1834, Insect., T. 39 fig. 4, 9. — Paracyphononyx umbrosus Magretti, Ann. Mus. Civ. Storia Naturale Genova, XXI, 1884, p. 564, n. 81. Gialo 1 9. Co Distrib. geogr.: Cirenaica. [Bengasi (Schulthess)]. Spagna, Canarie, Tunisia, Egitto, Siria. Paracyphononyx anticus (Klug) Pompilus anticus Klug, Symb. physic., 1834, Insect., T. 38 fig. 10 (9). - Paracyphononyx anticus Magretti, Ann. Mus. Civ. Storia Naturale Genova, XXI, 1884, p. 564, n. 80. Gialo 1 9. Distrib. geogr.: Eritrea, Arabia deserta. Ctenagenia vespiformis (Klug) Ctenagenia vespiformis Haupt, Monogr. Psammoch. Mittel.- Nord und Osteuropas, 1927, p. 129. Oasi di Es Zurgh (Cufra) 1 9. Distrib. geogr, : Siria, Egitto, Dancalia, Scioa, Madagascar. A porus sericeus Spinola Aporus sertceus Spinola, Ann. Soc. Ent. de France, XII, 1838, p. 462, n. 10. Gialo TO 1° Distrib. geogr. : Egitto. 1396 1909 1913 1915 1921 1923 1924 1924 1924 1925 SPEDIZIONE A CUFRA 185 BIBLIOGRAFIA - Rizzarpi U. — Contributo alla fauna tripolitana. Bull. Soc. Entom. Ital., 28, p. 14. - ScuutTtHess A. vy. —' Hymenopteren aus Tripolis und Barka (exkl. Formicidae). Zool. Jahrbùch. Abt. Syst., 27, p. 439-446. - Guict A. — Materiali per lo studio della fauna libica. Mem. Accad. Scienze Bologna, Serie VI, Tomo X, p. 253-296. i - Mantero G. — Contributo allo studio della fauna Libica. Ann. Mus. Civ. Storia Naturale Genova, XLVI, p. 306-330. - Grisopo G. — Missione zoologica del Dr. Festa in Cire- naica. Hymenoptera aculeata (I parte). Boll. Mus. Zool. Anat. Comp. R. Università Torino, XXXVI, n. 741, petti2? - Scuuttuess & Friese — Neue Hymenopteren aus palaark- tisch Afrika und Asien. Konowia, II, Band, p. 279-294. - Grisopo G. - Imenotteri aculeati di Cirenaica raccolti dal Prof. A. Ghigi. Atti Soc. Ital. 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Sie weisen jedoch geringe Unterschiede in den Paipenmassen gegen- uber der Stammform auf, die aber nicht zur Aufstellung einer eigenen Subspecies ausreichen. Die Palpenmasse des vorliegenden Mannchens betragen namlich: Femur L. 0.68 mm., B. 0.20 Ten SESIA ge OlO7 mm: Be 0.25-2mm,. Hand. 1. 0.63.mm:, B. 0.32 mm., Finger. L. 0.62 mm. Das Femur ist also 3.3mal, die Tibia 2.7mal, die Schere 3.6mal so lang wie breit. Die Kér- perlange betragt beim Mannchen 3, beim Weibchen 4 mm. Der feste Palpenfinger besitzt 32, der bewegliche 17 deutliche Zahne. Die Art war bisher von Tunis, Algerien und Sizilien bekannt gewesen. 188 MAX BEIER Withius subruber (E. Sim.) 1 adultes o’, Miss. Cufra, Bengasi, 28-III-1931. Eine in Europa und Nordafrika nicht seltene Art. Rhacochelifer similis n. sp. (Fig. 1 und 2) Cephalothorax deutlich etwas linger als breit, fein und dicht granuliert, mit 2 ziemlich tiefen Querfurchen, die basale naher dem Hinterrand als der vorderen. Tergite geteilt, die 5 vorderen DEES \ lido i Fig. 1. Rhacocheléfer similis n. sp. Linke Palpe des ¢ und rechte des Q. etwas schwacher chitinisiert als die hinteren. 5 Margi- nalborsten auf jedem Halb- tergit. Borsten des Korpers gezàhnt, aber nicht gekeult. Flagellum mit 3 Borsten. _ Serrula mit 19 Lamellen. Palpen (Fig. 1) ziemlich kraftig, deutlich granuliert, an der Medialseite der Glie- der ohne grébere Korner neben der normalen Gra- nulation. Femur des Mann- chens 3.1mal, des Weibchens 8.1mal, Tibia des Mannchens 2.4mal, des Weibchens 2.3mal, Schere des Mann- chens 2.9mal, des Weibchens 2.8mal so lang wie breit. Finger deutlich kurzer als die Hand ohne Stiel. Das Tasthaar zt ziemlich nahe der Fingerbasis befindlich, aber deutlich distal von és? stehend. Vorderbeine des Mannchens (Fig. 2) massig gedrungen, schlanker als bei den verwandten Arten. Tibia 3mal, Tarsus 2.9mal so lang wie breit, letzterer antical nicht excaviert SPEDIZIONE A CUFRA 1489 und distal in der Hohe des Vordereckes am breitesten. Klauen asymmetrisch, ohne Nebenzahn. Subterminalborste gezihnt. — Korper L. o& 2.0 mm., Q 2.3-2.5 mm., Palpen: Oo Femur L. 0.65 mm., B. 0.20 mm., Tibia L. 0.55 mm., B. 0.23 mm., Hand ie 0.62.mm- B. 0:32 mm:, Finger L. 0.45mm.; Q Fe- Pemur ih. 0.67 mm... B.-0.21 mm., Tibia L. 0.58 mm., B. 0.25 mm., Hand L. 0.65 mm., B. 0.34mm., Finger L. 0.48 mm. MuipensN= gg, 209 00 a 04 mm 3 j UV., Oasi di Gialo, Juli Fig. 2. Rhacochelifer similis n. sp. 1931 (das Mannchen wohl Vorderbein des dg’. vollstandig erwachsen, jedoch nicht ausgefarbt). Die neue Art ist mit R. disjunclus (L. Koch) und pinicola (Nonidez) nahe verwandt, von ersterem jedoch durch bedeutend geringere Grésse, schlankere Tibia des mannlichen Vordertarsus, andere Tarsenbildung und die Stellung des Tasthaares 7¢, welches sich distal von zs¢ befindet, von letzterem durch die Verhaltnis- masse der Palpenglieder, vor allem durch die schlankere Tibia und Schere unterschieden. SPEDIZIONE SCIENTIFICA ALL’OASI DI CUFRA (marzo - LUGLIO 1931) INS CLE SEDITPBE RES PAR E. SEGUY Assistant au Muséum National d’Histoire naturelle de Paris L'importante collection de Diptéres recueillis a 1’ Oasis de Koufra, par la Mission scientifique génoise conduite par le Marquis S. Patrizi, présente deux groupes d’insectes. Le premier comprend les diptéres saprophages ou coprophages, plus ou moins inféodés 4 Vhomme et aux animaux domestiques, qui se dévelop- pent pres des habitations humaines et qui vivent de matiéres usées. Le second groupe renferme surtout des insectes xérophiles, avec une proportion supérieure de formes normalement ou occa- sionnellement parasites d’autres animaux. J’ai cru devoir insister sur ces parasites et particuliérement sur ceux qui attaquent les sauterelles. Il semble utile de réunir des documents biologiques sur ces insectes, documents qui pourront aider ceux qui s intéres- sent a la parasitologie ou a la lutte contre les Acridiens. Dans cette méme collection de diptéres recueillis dans la region de Koufra, M. Carlo Confalonieri a réuni une belle série de Cephalopsis, oestride spécifiquement parasite du chameau. L’ étude de cet insecte a provoqué I’ établissement d’un tableau genérique qui peut s’appliquer aux oestres qui vivent en Libye, en Tripolitame et en Afrique mineure. . Enfin, en examinant la liste des insectes recueillis on remar- quera que de nombreuses formes sont signalées ici pour la pre- miére fois dans cette partie de l'Afrique. Les documents que nous apporte cette Mission sont des plus intéressants et font honneur aux zoologistes de Vexpédition. ys x ere RE: SPEDIZIONE A CUFRA AOA Fam. TIPULIDAE. 1. Gonomyia jucunda Loew. Cufra: El Giof, 29-V-31. — Europe centrale. Fam. CULICIDAE. 2. Anopheles (cf. maculipennis Meigen). Cufra, Hauairi, VI-31. Trois larves; la -plupart des soies-sensorielles ramifiées, carac- téristiques de ces animaux, sont tombées. L’ identification reste douteuse. 3. Anopheles (Mysomyia) multicolor Camboulin. — Edwards, Bull. Ent. Res., (1929), p. 280. _Cufra, et Cufra: El Giof, V-1931. Tunisie: Bou Hedma, janvier (C. Dumont). Egypte. Palestine. — Algérie méridionale. Tenériffe. 4. Allotheobaldia longeareolata Macquart. Cufra. Avec les larves du Culex pipiens L. Larves a tous les ages, moins nombreuses que celles du C. pipiens. Gialo IV-1931: un male adulte, frotté. Culicide domestique, très commun dans toutes les régions méditerranéennes ou il semble remplacer le Theobaldia annulata, des régions plus septentrionales. 5. Stegomyia fasciata Fabricius. Gialo, VI-31. Mémes remarques que pour le précédent. 6. Aédes caspius Pallas. Cufra: El Giof, V-1931. Culicide propre aux io littorales de l’Ancien monde. 7. Culex pipiens Linné. Cufra. Pozze d’acqua dolce o semi dolce, V-1931; nombreuses larves a tous les ages. 199 E. SEGUY Gialo, IV-31, V-34. Culicide ubiquiste, domestique, errant; responsable du paludisme aviaire. Fam. ASILIDAE. 8. Satanas gigas Eversmann. Cufra, VI-1931. ‘Algérie: Hodna, Ain Baniou, fin mai (P. Lesne). Egypte, Russie méridionale. 9. Apoclea algira Fabricius. Cufra. Lago di Buema, VI-31. Gialo, VII-31. Afrique septentrionale. Asie mineure. 10. Apoclea trivialis Loew. — Engel, Die Fliegen d. pal. Region, pars Asilidae, p. 47. Cufra. VI-31. Gialo VII-31. Avec le précédent, nombreux exemplaires. Les individus de cette ie capturés a Cufra sont souvent de grande taille et dépassent 29 mm. On trouve également parmi eux des spécimens qui présentent des ailes a cellule MA, (R,) fermée au bord de Vaile. La vestiture et la pruinosité mésono- tales sont blanches, les deux lignes médianes longitudinales du mésonotum offrent tous les intermédiaires depuis le gris pale jusqu’au brun foncé. Les exemplaires jeunes sont absolument blanes, les ailes portent des nervures laiteuses. 11. Promachus rectangularis Loew. — Engel, 1930, p. 30. Plusieurs individus portent des soies occipitales noires. Scu- tellum a soies marginales noires et blanches. Soies péristomales noires ou brunes. Palpes avec un ou deux macrochétes apicaux dresses. Mésonotum a villosité centrale médiocre. Yeux 4 reflets d’un vert pourpré. Griffes entiérement noires; pelotes jaunes ou blanches. Cufra, Buema, VI-31. Sebcha di Buema, VI-31. é pri SPEDIZIONE A CUFRA 193 12. Stichopogon canus n. sp. Q. Corps entiérement d’un gris cendré blanchatre. Espace interoculaire d’un blanc grisàtre plus terne au dessus des anten- nes. Face couverte d'un enduit épais, argenté; quelques poils blancs sont plantés au dessus de la moustache blanche. Yeux 4 facettes antéro-internes agrandies. Vertex et occiput gris a_pilo- sité blanche, cing ou six ‘soies occipitales blanches. Trompe et palpes noirs. Antennes: les deux premiers articles roux à pilosité blanche; troisiéme article et style d'un brun noir. — Thorax gris, macrochétes et pilosité blancs. Pattes entiérement rousses, sauf une ombre grise sur la face antéro-basale des fémurs I; épines et pilosité blanches; dernier article des tarses et griffes noirs, pelotes blanches. Balanciers blancs. Ailes vitreuses, forte- ment irisées à nervures d’un blanc jaunatre — Abdomen gris, les tergites vus d’avant en arriére uniformément gris, vus d’ar- riére en avant ils paraissent occupés par une tache triangulaire a pointe antérieure d’un brun noir velouté, étendue sur toute la surface du tergite. Premier tergite gris, unicolore; deuxiéme avec une tache triangulaire réduite, dernier entiérement gris. Sternites gris; épipyge brun; cerques médiocres, armés de 5-6 épines mousses d’un brun noiràtre. Pilosité abdominale blanche, médiocre, hérissée. — Long. 5 mm. Type: Ain Oussera: Depart. d’Alger, 29 mai 1924 (J. Surcouf: | Mus. Paris.) — Cotype: Cufra, Gialo, VII-1931 (C. Confalonieri: Museo Civico di Genova). Le Stichopogon canus appartient au groupe dont le S. a/del- lus (1) forme le centre. Il se reconnait à première vue par les caractéres chromatiques exprimés ci-dessus dont les plus saillants sont: les deux premiers articles des antennes entiérement roux; par les pattes sans traces noires, sauf une indication sur le femur I; par les antennes plus gréles, par les tibias a macro- chétes plus fins et plus longs; par le dessin des tergites et par la pilosité abdominale plus longue; par les cerques a épines plus développées, etc. La femelle du Stichopogon albellus porte, en outre, une trés petite houppe de poils condensés en pinceau sur la plaque sous-génitale; ce pinceau est nul chez canus. Le (1) J° ai vu trois exemplaires de ce S. albellus (ff Q) provenant du Maroc ou ils ont été capturés par M. F. Le Cerf en 1927: Grand Atlas, Kasha Taguendaft. Goun- dafa, 16-V. 494 E. SEGUY male du S. albellus est plus petit que sa femelle et plus forte- ment coloré. Le mésonotum présente ici une tache noire, veloutée, bien visible d’arriére en avant, coupée par deux bandes longitudi- nales rapprochées formées par une pruinosité dorée. Les tergites abdominaux sont presque entiérement d’un brun noir veloute. Long. 4 mm. Le Stichopogon canus différe encore de l’elegantulus par les fémurs noirs, par la plaque sous-génitale ornée du pinceau apical de soies jaunes, par les antennes parfois entiérement noires; par les ailes jaunies a la base, 4 fourche apicale plus longue, par les tibias et les tarses noircis a l’apex, etc. Le S. canus peut étre introduit comme il suit dans la table des Stichopogon donnée par M. Bezzi et reproduite par le Dr. O. Engel (1930: p. 396). TABLEAU DES STICHOPOGON. ] -(2). Pattes et antennes entiérement noires. — Europe centrale et méridionale. Asie antérieure. . . Echinopogon albofasciatus Meig. — Egypte . ; : , ; : +. Beckert Bezzi. — Canaries . : È ; . E . canartensis Beck. =_piCaucase, n e e een N CRUCASIEUSAAEZIAL — Europe centrale et méridionale . - Schineri Koch. 2-(1). Pattes et antennes partiellement rousses. 3-(10). Antennes enteérement rousses. 4-(5). Pattes entièrement rousses. Arabie, Egypte, Algérie, Italie . inconstans W. pygmaeus Meq. — Kertézsi Bezzi. 5-(4). Pattes en partie noires ou grises. ; a. o. Moustache noiràtre. Chine. Ì . muticus Bezzi. aa. SL. Moustache blanche. 6-(7). Abdomen: premier segment avec de fortes soies latérales. Europe centrale et méridionale, Asie . scaliger Loew. 7-(6). Abdomen: premier segment seul velu. 8-(9). Abdomen d’un brun noir brillant. Egypte, Asie mineure . : : - 2 . Chrysostoma Schiner 9-(8). Abdomen a téguments mats. Chine boréale. Barbdiellinii Bezzi. .10-(3). Antennes entiérement ou partiellement noires. 11-(14). Abdomen gris avec des bandes tergales transverses peu distinctes. 12-(13). Antennes rousses a la base. Mésonotum unicolore, blanchàtre. Egypte . . x . é 5 . albellus Loew. 13-(12). 14-(11). 15- (18). _(17). 17-(16). 18- (15). 19- (24). 20- (21). 21 — (20). 22 — (23). 23 - (22). 24 - (19). 25 — (26). 26 — (25). 27 — (28). 28 - (27). wy SPEDIZIONE A CUFRA 495 Antennes entiérement noires. Mésonotum avec une bande mé- diane brune. Arabie. MOST . aequetinctus Becker. Abdomen a bandes transverses distinctes. Oviscapte a épines jaunes. Antennes: base du troisiéme article roux. Iles Canaries . 7 A . septemcinctus Becker. Antennes: articles HH roux. Afrique SER : - : 5 . canus Séguy. Oviscapte a épines noires — ou brunes. Abdomen à bandes inégales. Pattes entièrement noires, seuls les tarses d’un roux sombre. Egypte . - 3 . Beckeri Bezzi. Pattes entiérement ou parliclloment rousses. Face et moustache blanches dans les deux sexes. Oviscapte: lamelles 9 d’un noir brillant a pilosité jaune. Anten- nes noires. Europe mérid., Asie mineure znaequalis Loew. Lamelles brunes sans pilosité. Antennes: articles HI roux. Afrique septentrionale . 3 : . canus Séguy. Abdomen à bandes égales. Moustache jaune d'or a Los (Q). Hongrie .- . ; . barbistrellus Loew. Moustache blanche. © Plaque sous-génitale à soies jaunes, agglomérées en pinceau. Fémurs noirs au fond. Antennes souvent entierement noires. — Europe centrale. Afrique septentrionale. Asie mineure . 5 ; ; . elegantulus Wied. — Algérie 7 5 : . subelegantulus Séguy. © Plaque <= ELE sans soies jaunes. Fémurs roux. An- tennes: articles HI roux. Afrique septentrionale. canus Séguy. 13. Stiphrolamyra diaxantha Hermann. Cufra VI-1931 Egypte. 14. Saropogon aegyptius Macquart. Gialo, XI-1931. Egypte (Muséum de Paris, type). Fam. MYDAIDAE. 15. Perissocerus Dumonti Séguy, 1928: p. 140, 4. Gialo, VII-1931 El Agheila, VII-1931, Tunisie: Maknassy, V et VII-1927 (C. Dumont). WYO Te OT RE MI RNA PAIA e - soe raf); ù SI ni ‘rs 496 E. SEGUY Le P. Dumonti différe des autres espéces du genre, par les antennes à massue terminale de forme réguliére, non dilatée a la base, par les pleures largement tachés de noir, par le corps roux, par les ailes plus courtes que l’abdomen, par la nervure MA, 0 (branche supérieure de la nervure V) terminée avant l’extrémité de la cellule discale, par l’abdomen a taches noires étroites, etc. 16. Syllegomydas Gestroi n. sp. — Fig. 1-3. Voisin du Syllegomydas algiricus Gerstaecker auquel il ressemble superficiellement. Il en différe par la taille, par l'espace interoculaire et par la morphologie alaire. O type. Entiérement d’un fauve pale, couvert d’une épaisse pruinosité d’un blane jaunatre. Téte jaune a pruinosité et pilosité blanche; triangle ocellaire reserré dans la dépression frontale, d’un noir brillant. Antennes: les deux premiers articles d’un roux pale, le premier trois fois plus long que le deuxiéme, (style tombé). — Meésonotum avec trois bandes plus sombres, la médiane souvent divisée antérieurement. Trochanters III inermes. Pattes gréles; femurs II avec quelques épines antéro-externes en rangées irréguliéres; fémurs II avec une rangée longitudinale, irréguliére, d’épines postéro-internes. Griffes et pelotes brunes. Balanciers blanchatres. Ailes à membrane vitreuse, parfois opaline sur les bords, 4 nervures jaunes le long du bord antérieur, noiràtres postérieurement; cellules R, et MA, rétrécies ou fermées a l’apex. — Abdomen légérement plus foncé que le reste du corps, marqué de deux bandes longitudinales occupant toute sa longueur et placées a l’union des tergites et des sternites; tergites avec une ligne transversale postérieure pale; sternites unicolores. Cerques armés d’épines brunes, émoussées. — Long. 26,5 mm. Aile: 18 mm. Type: Gialo VII-1931. Le deuxiéme exemplaire (Q cotype) provenant du méme endroit, capturé a la méme date, et vraisemblablement avec l’indi- vidu décrit ci-dessus, est de couleur plus claire et la bande méso- notale médiane n’est pas aussi nettement divisée. Chez ce deuxiéme exemplaire les deux ailes présentent une difference de conformation curieuse: la cellule R, est fermée sur la nervure R,; au contraire la cellule MA, est ouverte 4 l’apex sur la ner- vure cubitale (figure 1). Cette conformation alaire semblable è celle que l’on peut observer chez le Dolichogaster brevicornis SPEDIZIONE A CUFRA 197 (Séguy, 1928: p. 134, fig. 16) démontre le caractére artificiel du tableau des genres basé sur un seul organe. Fig. 1-3. — Syllegomydas Gestroî n. sp. - 1, extrémité de l’ aile du cotype. — 2, face du type Q: les antennes sont enlevées. — 3, aile du type: remarquer que le rameau récurrent R4 rejoint le pli qui marque l’ancienne position de cette nervure. L’absence du troisiéme article des antennes laisse quelque impré- cision sur l’emplacement dans la liste des Syllegomydas de Vespéce Gestroi. Mais les autres caractéres permettent de l’op- poser comme il suit aux différentes formes définies dans le tableau donné antérieurement (Séguy, 1928: p. 147). Genre Syllegomydas Becker. TABLEAU DES ESPECES 1-(2). Antennes: massue du troisiéme article arrondie a l’apex, sans verrue terminale distincte. — Espagne. 8S. hispanicus Arias. 2-(1). Antennes: massue du troisiéme article avec une petite verrue terminale plus ou moins conique. 3-(6). Pattes tres gréles. 4—(5). Fémurs inermes. Aile: pas de nervure transverse discoidale. — Tunisie . ; È ; 7 È . S. claripennis Becker. 5-(4). Fémurs III avec quelques épines postéro-internes. Aile avec une nervure transverse discoidale. — Libye. S. Gestrot Séguy. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LV (20 Agosto 1932). 32 198 6-(3). n (8): B= (7); 9- (14). 10-(11). 11- (10). 12- (13). 13- (12). 14-(9). 15- (22). 16 — (19). 17-(18). 18- (17). - (16). 20 — (21). — (20). 22 - (15). 23 — (30). 24 — (25). 25 — (24). 26 — (27). 27 — (26). 28 — (29). 29 — (28). 30 - (23). 31 - (32). 32 - (31). 33 — (36). 34 — (35). 35 — (34). 36 — (33). 37 — (38). 38 = (37). E. SEGUY Pattes plus robustes armées d’épines plus ou moins développées. Fémurs I armés d’épinesinternes. - Egypte. S. spinipes Bezzi. Fémurs I inermes. Antennes: 3° article quatre fois plus long que les deux premiers réunis. Antennes et pattes testacées. Corps a tégument rougeatre. Afri- que septentrionale. 7 ; ; . S. cinctus Macquart. Antennes, pattes et tégument noiràtres. | Fémur III épaissi. - Maroc. . E . S. Buent Arias. Fémur III gréle. — Himalaya . . . S. bucciferus Séguy. Antennes: 3° article deux ou trois fois aussi long que les deux premiers réunis. Antennes: massue terminale non renflée. Antennes: 3° article subégal a la massue terminale. Ailes a ner- vures brunes. Mésonotum a bande médiane non divisée. — Tunisie. S. Bez zd Arias. Mésonotum a bande médiane divisée. — Libye: Koufra 5 4 S. Gestrot Séguy. forces: 3e sie aiguinttement plus long que la massue. Ailes _ a nervures blanchatres. Mésonotum avec une large bande mé- diane divisée par une ligne grisatre longitudinale. Abdomen: tergites à taches médianes brunes; tergite II à taches latérales de moyenne grandeur. — Egypte. S. E/fiatouni Bezzi. Tergites unicolores, testacés; tergite II a taches latérales petites. — Libye . È ; S . &. Gestrot Sèguy. Antennes: massue foes renflée, plus épaisse que le 3° article. Antennes: 3° article plus long que la massue terminale. Pelotes nulles. — Djiddia . j . . &. Botta Séguy. Pelotes bien développées. Fémurs III renflés: épines internes fortes S. algiricus Garsl Fémurs III gréles: épines internes faibles. Abdomen a taches tergales brunes irrégulieres. — Région de Zinder . : È : A . S. proximus Séguy. Abdomen unicolore. — Die : > . $S. Gestrot Séguy. Antennes: 3° article aussi long ou. plus court que la massue. Face a pilosité noire. — Maroc . . S. maroccanus Séguy. Face à pilosité blanche. Antennes longues. Fémurs III renflés. Afrique du Nord . .S. algiricus Gerst. Fémurs III gréles . è - : . S. Gestroî Séguy. Antennes courtes. Abdomen: tergite II à taches latérales trés developpées. — Maroc . 3 : a . S. Mercetz Arias. Abdomen: tergite Il à cda alerale réduites. — Libye. S. Gestroi Séguy. SPEDIZIONE A CUFRA 499 Fam. THEREVIDAE. 17. Thereva i aibiara Wiedemann. Gialo, VI-1951. Répandu dans toute 1’ Arq septentrionale, commun en Cyrénaique. 18. Salentia sp. El Agheila, VII-31. Fam. OMPHRALIDAE. 19. Omphrale Patrizii n. sp. Q. Espace interoculaire subégal aux deux-tiers de la largeur de l’oeil, a bords paralléles, d’un noir brillant. Yeux a facettes petites, subégales. Triangle ocellaire non saillant: ocelles en- foncés daus une légére dépression en cuvette. Face et antennes brunes. Occiput d’un noir brillant. — Thorax à tégument finement chagriné, d’un noir métallique a reflets bleus, sous une lumiére convenablement dirigée. Le mésonotum est bordé par une bande blanche étendue des epaules a la base des balanciers: cette bande occupe le calus humeral, la dépression notopleurale, le calus sous- alaire, le ptéropleure. Le calus préalaire, la face inférieure du scutellum et le mésophragme sont plus ou moins brunis, parfois roux. Pattes rousses: fémurs et tibias brunis sur la face interne. Balanciers blancs. Ailes enfumées, a nervures brunes; nervure costale blanche a la base comme la sous-costale jusqu’a son sommet. Nervures dirigées comme chez l’Omphrale brevicornis Loew. — Abdomen entièrement noir, à pilosité blanchatre plus longue que sur le thorax. — Long. 2,5 mm. Augila, IV-1931. Dédié à M. le Marquis Saverio Patrizi, chef de la Mission qui a exploré l’oasis de Koufra. Cet Omphrale diffère de toutes les espéces connues par l’espace interoculaire à bord paralléles, lui- sant; par les ocelles enfoncés, par la bande pleurale blanche, par la sculpture du tégument, ete. e tI el a e IU Oe Non bag Fam. BOMBYLIIDAE. 20. Argyramoeba binotata Meigen. Gialo, VII-1931. Afrique septentrionale. Asie mineure. Europe centrale et méridionale. La larve a été trouvée dans les nids du Chalicodoma muraria. i 21. Argyramoeba tripunctata Wied. — Séguy, 1926, p. 240. Cufra: Es Zurg, VI-1931. Afrique septentrionale. Europe meéridionale. La larve serait parasite des Osmia. 22. Anthrax sp. Ailes absolument vitreuses, les nervures nettement jaunes a la base. Corps è tégument brun. Abdomen roux. Plusieurs exem- plaires complétement épilés, non identifiables. Sebcha di Buema. Gialo. 23. Exoprosopa sp. Gialo. Sebcha di Buema. Cufra: Es Zurg, VII-1931. 24. Exoprosopa argyrocephala Macquart. Cufra, 1-VI-1931. Algérie (Lucas), Espagne méridionale (Bosc). 25. Aphoebantus sp. Un exemplaire trés mutilé, non identifiable. Tra Bengasi e Tocra, V- 1931. (S. Patrizi). Trois espèces d’A phoebantus existent en Afrique. A. scutellatus Meigen qui habite aussi 1’ Europe centrale et méridionale. (cf. Séguy, 1926: p. 212). A. Escheri Bezzi, d’Algeérie. A. bilobatus Bezzi, d’ Abyssinie. On sait que les Aphoebantus se développent dans le ootheques des locustides. SPEDIZIONE A CUFRA 501 26. Petrorossia hesperus Rossi. Cufra, Gialo VI-VII-1931. Europe meridionale. 27. Geron gibbosus Olivier. — G. hybridus Meigen. Bezzi, 1924: p. 113, 85; Séguy; 1926: p. 233. Cufra, VI-1931. Afrique septentrionale et méridionale, Europe moyenne et meridionale. Fam. DOLICHOPODIDAE. 28. Hydrophorus praecox Lehm. Desert libyque. Gialo et Cufra V-1931. Afrique septentrionale. Europe méridionale. Fam. SYRPHIDAE. 29. Lathyrophthalmus aeneus Scopoli. Cufra e Buema, VI-1931. Toute la région paléarctique depuis le Maroc jusqu’a la Chine. 30. Syrphus cinctus Fallén. Cufra VI- 1931. Buema, VI. Gialo VII. Regions méditerranéennes. Europe. 31. Syrphus corollae Fabricius var. disjunctus Macq. Gialo, IV-1931. Afrique septentrionale. 32. Syrphus luniger Meigen. Gialo, IV-1931. Desert libyque de Gialo 4 Cufra, V- 1931. Europe. Afrique septentrionale. Fam. ULIDIIDAE. 33. Chrysomyza demandata Fabricius. Cufra. Augila, IV. Gialo VI-1931. Commun partout. Larve fimicole. Lie - { sar ey 502 E. SÉGUY Fam. DROSOPHILIDAE. 34. Drosophila funebris Fabricius. Cufra, VI-1931. Europe, Canaries, Maurice (Howard). Fam. EPHYDRIDAE. 35. Ephydra macellaria Egger. — Becker, Ephydridae, p. 75. — Cufra 1-VI-1931; El Giof, VI-1931. Tunisie: Tozeur en mai (C. Dumont). Egypte. Asie centrale. Europe meridionale. 36. Mosillus albipennis Loew. Augila, IV-1931; Gialo, VI-1931. Déjà capturé a Giarabub par M. Confalonieri. Afrique septentrionale. Fam. AGROMYZIDAE. 37. Desmometopa M. nigrum Zetterstedt. Cufra. Gialo. IV-1931. Algérie. Tunisie. Europe moyenne et septentrionale. Fam. MILICHIIDAE. 38. Leptometopa flavipalpis n. sp. Comme le Leptometopa rufifrons Becker 1902: en diffère par: Téte rousse; antennes d’un brun noir, troisiéme article arrondi; espace interoculaire avec quelques cheétules isolés, en série longitudinale vers la partie moyenne. Trompe d’un noir luisant; palpes jaunes, spatulés, aussi longs que la moitié de la première section de la trompe, — Corps d’un gris noir, très légè- rement pruineux, les pores d’ insertion des soies étroitement | auréolés de noir; pleures brillants. Pattes noires, genoux roux; tibias légérement aplatis; protarses jaunes, les autres articles du tarse parfois jaunis sur les pattes II et III. Ailes laiteuses, a nervures décolorées; nervure costale avec de petites épines noires SPEDIZIONE A CUFRA 503 en série jusqu’a l’intersection de la nervure 2 (R 2 + 3), Balan- ciers d’un gris jaunàtre. — Long. 1,75-2 mm. Type: Augila, IV- 31. Cotype: Sebcha di Buema VI-31. Fam. ANTHOMYIIDAE. 39. Coenosia Confalonierii Séguy, 1930: LV, p. 86, 43, fig. 3. Les exemplaires rapportés par la Mission Patrizi permettent de compléter comme il suit la description originale. o'. Espace interoculaire a bords paralléles, couvert d’ une épaisse pruinosité formée de squamules d’un gris blanchàtre; ce revétement est étendu sur la face et les orbites. Chéte nu. — Corps couvert d’une pruinosité uniformément grise, avec ca et la des taches irréguliéres peut étre produites par le frottement. Cuilleron thoracique trois fois plus large que le cuilleron alaire. — Long. 3 mm. ‘ Cufra, Gialo, IV-1931. 40. Chortophila cana Macquart. — Séguy, 1932: p. 19, 18. Chortophila cilicrura Rondani. Gialo, IV-1931. Hspece répandue dans toute |’ Afrique septentrionale ou elle est probablement vivipare. La larve est parasite des oeufs du Dociostaurus maroccanus et du Schistocerca gregaria. Le Chortophila cana est ovipare dans les contrées froides et sa larve est phytophage; son développement est lent et ne donne que deux ou trois générations annuelles. Sous l’ influence de la chaleur cette mouche devient plus active, elle attaque alors les oeufs des sauterelles, devient vivipare, le développement s’accé- lere comme nombre des générations annuelles (cf. Séguy, 1952: pielanS.:2): Il serait peut étre possible de cultiver ces Chortophila en vas clos pour les utiliser dans la lutte contre les acridiens. Fam. MUSCIDAE 41. Muscina stabulans (Fallén). - Séguy 1932: p. 2 1 , 2. — Mydaea vomiturationis R.-D., Séguy, 1924: p. 125. DI 25 ENI MO IE SN INR IE I SAPORE E A 1098 PIANA AA I GI e PINp RD PED vi = sa 504 E. SEGUY Répandu partout en Afrique septentrionale, de la Mauritanie au Canal de Suez. Toute |’ Europe, de la Laponie a |’ Espagne et a I’ Italie mé- ridionale. Asie centrale. Sibérie orientale. Japon. Afrique septen- trionale et méridionale (*). Amérique septentrionale et méridionale, sauf Amérique équatoriale. La mouche a été obtenue par I’ éducation de larves trouvées dans les plaies d’ animaux divers, mammifères et oiseaux. Elle provoque parfois des myiases intestinales chez l’ homme (cf. Séguy, 1924 2 p25 192 Depa 2 266105 2i pst 22 ao) Les larves sont normalement saprophages ou coprophages, mais deviennent très facilement carnivores ou parasites. Elles ont été trouvées dans les nids de guépes (Kunckel d’ Herculais); elles ont été signalées comme des parasites du hanneton (Lampa), du diptere Dexia rustica (Boas). Récemment, de nombreux exem- plaires provenant de Johannesburg, (R. Ellenbgerger) ont été envoyés au Muséum de Paris avec l’ indication: « parasite secon- daire » sur le melon, 4 la suite du Dacus longistylus, les fruits pourrissent sous les attaques combinées des parasites. Jai observé la méme chose sur des melons provenant de la République liba- naise, attaqués par le Myiopardalis pardalina Bigot, mais les larves du Muscina, beaucoup plus voraces et turbulentes, finissent par dévorer les larves du Trypétide dans le fruit rendu délique- scent par leur action commune. En Palestine M. le D.* Buxton a obtenu le Muscina stabu- lans, en grand nombre, des chenilles de 1’ Ocnogyna Loewi (P. A. Buxton, Applied ent. of Palestine, Bull. ent. Res., XIV [1923-24], p. 321). En Algérie on a observé que le M. stabulans est parasite des ceufs du Dociostaurus maroccanus avec le Stomorhina lunata ; il a été trouvé dans les fosses à criquets (Kinckel, 1898). Au Maroc, les larves ont été observées dans les pontes du Schis- tocerca gregaria, par M. F. Le Cerf. Enfin M. Rungs l’a obtenu, en janvier 1930, d’ un Schistocerca gregaria adulte. En République Argentine le Muscina stabulans parasite éga- lement les Schistocerca paranensis et americana (Kunckel d’ Herculais, 1900 et Nocedo, 1918). (1) Je n° ai pas vu d’ exemplaires provenant de l’Afrique centrale ou équatoriale. È SPEDIZIONE A CUFRA 505 Les larves da M. stabulans se comportent vis-a-vis des saute- relles comme celles du Chortophila cana. Elles attaquent plus volontiers les oothéques qui souffrent d’ une action parasitaire antecedente ([dia, Fannia), mais dans le cas d’ une forte pro- portion de mouches il est probable que les oothéques sains provo- queraient les pontes des Muscina et seraient rapidement détruits. 412. Musca corvina Fabricius. — Séguy, 1923: p. 355, 1; MOS 2c ps to, 26. Gialo, IV; Cufra el Giof, VI-1931. France. Obtenu d’éclosion, avec le Gesneriodes lineata (Fallén) des oeufs d’un criquet indéterminé (R. du Buysson). 43. Musca domestica Linné. — Sesuy, Ip SII Gialo, 1V-1931; Cufra el Giof, VI-1831 ; Oasi di Es Zurg, V-31 ; El Agheila, VII1931. Cosmopolite. La larve est ubiquiste, exceptionnellement parasite. Au Maroc, la larve de la mouche domestique a été trouvée deux fois dans les pontes du Schistocerca gregaria (Rungs, de Francolini). 44. Musca angustifrons Thomson. Cufra, VI-1931. Afrique septentrionale. 15. Musca gymnosoma Rondani. Cufra, VI-1934; Gialo, IV-1931. Bengasi (Kruger). Régions méditerranéennes. Fam. TACHINIDAE. 46. Compsomyia albiceps Wied. var. flaviceps Rondani. Gialo, IV-1931. Commun et répandu dans toute la région en Larve saprophage (cf. Séguy, 1931: p. 244, 19). 47. Lucilia sericata Meigen. Cufra, Gialo, IV- 19341. Commun partout. Larve hygrophile, saprophage, copr ophage, occasionnellement carnivore ou parasite. 506 E. SEGUY 18. Stomorhina lunata Fabricius. — Séguy, 1932: p. 23, 30. Cufra, VI-1931. Toute l'Europe, remonte jusqu’en Finlande. Très commun en Afrique du nord: cette espéce accompagne les vols des saute- relles dans leurs migrations. Les larves sont parasites des oeufs du Doctostaurus maroc- canus et du Schistocerca gregaria. Elles peuvent detruire la totalité des oeufs de sauterelles dans certaines conditions. 49. Sarcophaga haemorrhoidalis Meigen. — S. nurus (Fallén). Rondani. — Séguy, 1932: p. 25, 33. Les diptéres de ce nom (nurus) signalés comme parasites du Schistocerca gregaria, en Algérie, sont des Sarcophaga falculata (Pandellé). Ceux qui ont été signalés sur les Locusta migratoria, en Russie méridionale (Stepanov) et en République Argentine sur le Schistocerca paranensis (Lahille) ne semblent pas avoir été rigoureusement identifiés. Jai cependant deux observations certaines : I Le Sarcophaga haemorrhoidalis a été trouvé dans la cavité du corps des adultes du Schistocerca gregaria, et obtenu aprés un élevage de larves originaires de Taroudant (Maroc). II. Cette espèce a été obtenue d’un Locusta migratorioides Reiche et Fairmaire, provenant de Segou (bouche du Niger). (comm. de M. P. Vayssière). 50. Wohlfartia trina Wiedemann. — Séguy, 1931: p. 245, 20. Cufra, Es Sahabi VII-31, Desert libyque: fra Gialo e Cufra V-131. Afrique septentrionale et moyenne. 51. Wohlfartia sp. Plusieurs femelles mutilées et presque décomposées, provenant de Gialo, Augila (IV) et de Cufra, VI. 52. Wohlfartia magnifica Schiner. — Laboulbéne, 1884: IV, 28 (Sarcophila); Pandellé, 1895: XIV, 303, 1 (Metopia); Bezzi, 1905: Il, 493; Séguy, 1924: p. 345, 23; Stein, 1924: p., 206, 499. Gialo, IV-31; Es Sahabi-Gialo, V-31. BAI E SPEDIZIONE A CUFRA 507 Repandu dans toute l’ Europe, commun en Russie, en Asie, en Turquie et en Afrique septentrionale. Vivipare, cette mouche dépose ses larves sur les matiéres animales mortes, occasionnellement sur les plaies ou dans les cavités naturelles de l'homme et des animaux où elles se déve- loppent normalement. Chez Vhomme elles provoquent des ant dres graves pouvant amener la mort. D’apres le Dr. Delanoé le Wohlfartia magnifica est au Maroc la mouche des plaies et elle est considérée comme un dangereux ennemi du betail. Le Dr. Delanoé a trouvé les larves de cette espéce chez les équidés, les bovidés et les camélidés; ces derniers semblent de beaucoup les plus fréquemment atteints, méme par infestation spontanée sans que ces animaux aient été blessés auparavant (!). Sans un traitement rapide la guérison est impossible. 53. Craticulina tabaniformis Fabricius. Gialo, VI-31. Afrique septentrionale. Europe moyenne et meéridionale. 54. Phrosinella sp. Cufra. Gialo, VI-31. Un exemplaire mutile. DO: Miltogramma oestraceum Fallén. Desert libyque. Gialo a Cufra, V-31. Afrique septentrionale. Europe moyenne et méridionale. Fam. OESTRIDAE. 56. Cephalopsis titillator Clark. Gialo, 1-V-31. 16 exemplaires adultes. Deux larves obtenues des sinus frontaux du chameau. Une nymphe trouvée en terre. Les différents ages larvaires et l’ adulte ont été figures plu- sieurs fois. (cf. Séguy, Mouches parasites, p. 76). Le C. titillator (= Cephalomyia maculata) est la seule espéce du genre. Elle est répandue dans toute ? Afrique du Nord, au Soudan, en Asie occidentale et orientale. Elle se trouve trés certainement en Russie meridionale, et en Europe centrale. La larve (1) Dr. P. Delanoé, Bull. Soc. Sc. Nat. du Maroc, II (1922), p. 132. Te d N OR Sa ia PRI LAI ane SVI TT SOS TE Alea, SS 508 E. SEGUY se développe dans les cavités du crane des Camelus dromeda- rius et bactrianus. Brauer |’ a signalée aussi chez le buffle d’ Egypte. Le Cephalopsis titillator appartient au groupe des Cistrines qui correspond aux CEstrides cavicoles de Brauer. Dans la région de Koufra on peut rencontrer les oestrines appartenant aux genres Cephalopsis (1), Rhinoestrus (*) et (Estrus (*). Les insectes de ces genres dont l’ importance économique est indéniable peuvent étre distingués par les caractères suivants : “TABLEAU DES LARVES AU 3° AGE (4). 1-(2). Bourrelets antennaires très rapprochés a la base, contigus, pour- vus chacun de deux points ocellaires (5). Segments dépourvus de gros tubercules pointus, mais présentant des ceintures spi- nuligéres complétes; pas d’ aires de reptation. Plaques stigma- tiques postérieures en forme de demi-lunes: le faux stigmate saillant dans une échancrure largement ouverte sur le bord interne. Dans la trachée-artére des Cervidés. . a ; : ; . Cephenomyia Latreille. 2-(1). Bourrelets antennaires largement écartés a la base. 3-(4). Segments pourvus chacun d’ une ceinture complete de gros tu- bercules mous, coniques, et d’ une spiuulation fine. Bourrelets antennaires avec un point ocellaire chitineux. Plaques stigma- tiques postérieures réniformes, à face concave dirigée vers le bord inféro-interne, n’ entourant pas le faux stigmate. Dans les sinus craniens des Camélidés . Cephalopsis Tyl. Towns. 4-(3). Segments dépourvus de gros tubercules, mais à spinulation abon- dante sur la face ventrale et parfois sur la face dorsale. Bour- relets antennaires pourvus de deux ou trois points ocellaires distincts. 5-(10). Plaques stigmatiques postérieures en forme de croissant, le faux stigmate indépendant. 6-(7). Bourrelets antennaires avec trois points ocellaires. Dans I’ ceso- phage des Proboscidiens. . : . Pharyngobolus Brauer. 7-(6). Bourrelets antennaires avec deux points ocellaires. (1) Parasite (comme on vient:de le voir) des Camelus dromedarius et bactrianus. (2) Parasite des moutons et des chèvres (Cosmopolite). (5) Parasite du cheval et du zebre. (4) En partie d’ après le tableau donné par les Drs. Rodhain et Bequaert, Bull. Soc. Path. exot., VIII [1915], p. 688 et suiv. J’ ai vérifie (ou modifié) ce tableau d’ après les échantillons conservés au Muséum de Paris et au Musée civique de Génes. (5) Ou sensoriels. Les ocelles n’existent pas chez les larves des diptéres supérieurs. SPEDIZIONE A CUFRA 509 8-(9). Corps a peu près cylindrique surtout dans la partie postérieure, à peine aplati dorso-ventralement. Segments à ceintures spi- nuligéres complétes, pas d’aires de reptation. Stigmates anté- rieurs bien développés. Dans la trachée - artère des Cervidés. Pharyngomyia Schiner. 9-(8). Corps aplati dorso-ventralement: convexe sur la face dorsale, à peu pres plan sur la face ventrale. Des aires de reptation spi- nuligéres sur la face sternale. Stigmates antérieurs invisibles extérieurement. Dans les sinus du crane des Equidés, des Suidés et des Hippopotamidés . ; . Rhinoestrus Brauer. (10-5). Plaques stigmatiques postérieures pentagonales enfermant com- plètement le faux stigmate. Spinulation formant des aires de reptation sur la face sternale, ordinairement réduite ou nulle sur la face dorsale. Bourrelets antennaires avec deux points ocellaires. Dans les sinus du crane des cavicornes. Gstrus Linné. Fam. HIPPOBOSCIDAE. 57. Hippobosca camelina Leach. Cufra: Gialo, VI. Afrique mineure. Arabie. Asie. 58. Hippobosca dromedarina Speiser. . Cufra : Gialo. IV-VI. Agedabia, Es Sahabi, V-31. INDEX BIBLIOGRAPHIQUE. Becker (Tu.), 1902. — Aegyptische Dipteren. Mitftezl. aus dem Zoolog. Mus., II [1902], p. 1-66 et [1903] p. 67-192, pl. 4 a-e. — 1928. — Die Fliegen der palaearktischen Region, pars 56 Ephydridae, p. 1-115 (E. Schweizerbart). Bezzi (M.), 1905. — Katalog der palaearktischen Dipteren, pars II. (Budapest). 510 E. Sca Bezzi (M.), 1924. — The Bombyliidae of the Ethiopian Region. London (B. M.). Buxton (P. A.), 1923-24 — Applied entomology of Palestine. Budd. Ent. Res., XIV, p. 321. DeLanoE (P.), 1922. — Myiases du bétail du Cercle des Doukkala causées par les larves d’ une mouche sarcophile, Wohlfartia magnifica Schiner. Bull. Soc. Sciences nat. Maroc, U, p. 132. ince (E.-0.), 1930. — Die Fliegen der palaearktischen Recon pars 24 Asilidae (E. Schweizerbart). 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Becrane stigmatica dell’ ala posteriore ; ; » Da Pseudophloeus Gestrot De Bergev. gd POSTI Etta ga Arthenets chiorotica De Bergev.Q . 000.0 0 a 185 Nassarius pullus (Linn.) . 3 i 7 È A : i » 47 Nassarius (Zeuxis) Isseli Bis. . 3 » 97 Nassarius (Telasco) thaumasius Chen) osi Genirali della radula . » 58 Nassartus (Hima) Beccarti Bis. 5 : : È 5 È » 61 Cyrtisiopsis singularis Séguy . 7 ; È i È E » 81 Ornitheza metallica Schiner : » 84 Coenosia Confalonierii Séguy. Rpnatecehio pei del maschio . STORE. REE AS ABIN Hylemyia Gestrot Séguy . } È F ; : 5 Re 88 » » » Armatura boccale della larva . È » 89 Roncus (Parablothrus) ligusticus Beier. Palpo sinistro . ; » 94 » » Gestrot Beier. Palpo destro ; : » 95 Tilapia Franchettii Vincig. : ‘ 6 3 3 ; : Pinel 07 Cyclommatus Gestroî Nagel SAT 3 ; ‘ A 2) 139 Nohoveus aequalis Navas ©. Parte siii 6 : ; è » 148 Nelees retialis Navas. Pronoto . : ; - . 5 : » 149 Nocaldria dancalica Navas. Pronoto ; È i È è » 150 Embia xanthocera Navas. Dettagli . È : ; x 52 Cataglyphis albicans ssp. Franchettii Monon onace : } » 155 Rhynchium Patrizii Guiglia. Clipeo ; 5 È » 161 » » » Margine del siasi 3 È » 162 Gibbula Sismondae (Issel) . - : i È o È 3 » 165 » » » RG , : Li 3 5 : » 166 Trochus noduliferus Lk. Denti della radula . : È È iaia » erythraeus Brocchi. Denti della radula. . . : A) » HEROES ARIOSTO da de 1180. » Hornung? Bis. È x 2 3 5 : , : » 180 Histeromorphus plicatus Kr. . È 5 > : . : » 221 Ammodoides Franchetiti Gridelli A i i ; A i » 22) Ormosta sp. Aile gauche Antonia suavissima Loew. Aile na Compsomyia albiceps Wied. 9 » » » . larve Sarcophaga Franchettii Séguy ; Hyperlepisma Patrizi Silvestri. Fig I. . » » » » II Dettagli » » » > II » » » » SAU LV; » Ctenolepisma Confalonierii » SUV 5 » » » >» VI Dettagli Gordius gtalenszs Sciacchitano. Strato cuticolare esterno Cyprinotus sobrinus, Masi. 9. Dettagli Strandesia Vinciguerrae, Masi. Q. Dettagli » » > » > Hemilepistus Patriziz Brian 7 : 3 È ; oR 2 Porcellio Olzviert Aud. et Sav. » albinus B. L. ? » » » Zampa del 70 cado 5 » » » Esopodite del 1° pleopodo decien » Sp. 2 Z 7 . 5 3 : > » » Cephalon » Gestroî Brian i Agabiformius sp. ? Euleptotrichus Panzeri Aun et ce Metoponorthus sp. Armadillo montanus B. L. Copioni ® lo nno » sp. A. intero B. ultimi pereioniti e pleon. C esem- plare visto di fianco Eremina rhodia Chemnitz. Ghiandole cia dell apparato riproduttore Helicella (Xerocrassa) pseudosimulata Gocmean > » » » >, Apparato ri- produttore . Hydrobia Patrizii Bisacchi . Croce Klugt, Navas. Ala anteriore Myrmecaelurus grandaevus, Navas. Q. panto nue Nohoveus gialensis, Navas. Capo e parte del torace Creoleon patrizianus, Navas. Pro e mesonoto . Chrysopa cufrina, Navas. Capo e pronoto Piocoris Confalonierit, De Bergev. Q 5 Phanerotoma parva, Kokujew ? 2. Dettagli. » cyrenaica, Masi Q. Dettagli Brachymeria oxygastra, Masi 9. Dettagli Stomatoceras gialense, Masi Q. Dettagli Euchalcidia barbara, Masi J'. Dettagli » _incongruens, Masi d'. Dettagli » 238 244 245 246 294 295 296 298 299 300 305 313 317 319 331 333 334 334 334 335 335 337 340 342 343 345 347 359 361 362 366 410 413 416 417 420 425 434 435 438 443 447 448 os) on Paine Sone ; é . Pag. 469 ophita (Psammophila) Confatonieri, Guiglia SF Arma- _ tura genitale : » 471 471 ; 476. EF ie 488 . 489 497 EI 1 NUOVI NOMI GENERICI PROPOSTI NEL PRESENTE VOLUME DÌ IE ia pa sed fiala ti (i IND) Wee: F. Capra. — Sull’ Abrodiaeta modesta Brunn. v. W. (Orth. Blattidae) . F. B. BosELLI. — Studii Con Peyllidi. VII adozioni "i una.nuova specie di Diaphorina del Senegal A. BourgoIn. — Description d’ une moma espéce de Blaphinis Y. SJOsTEDT. — Spedizione di S. A. R. i Dadi degli ia alle sorgenti dell’ Uebi Scebeli. Risultati zoologici. Mantodea, Acridiodea et Phasgonurodea R. HANITSCH. — Spedizione id. c. s. Blattidae M. Pic. — Spedizione id. c. s. Un Helmide Africain comma C. MENOZZI. — Spedizione id. c. s. Formicidae’ Aah ptera) . : : L. Navas. — Spedizione al c. 8. Deserizione în una nuova Mantispilla E. DE BERGEVIN. — Risultati oleate Tele missione » » inviata dalla R. Società Geografica Italiana per - l’ esplorazione dell’ oasi di SLT OTO (1926-1927). Liste des Hemiptéres . D. VINCIGUERRA. — Spedizione di S. c R. Gi Due, osi Abruzzi alle sorgenti dell’ Uebi Scebeli. Risultati zoologici. Rettili e Pesci J. Bisaccut. — Le Nassariidae del Mar dai e ba Golfo di Aden M. BEIER. — Neue hohlenformen de; Gattung Ohthonius (Pseudoscorp.) E. SéGuy. — Risultati zoologici della an O ‘dalla R. Società Geografica Italiana ‘per 1’ esplorazione dell’ oasi di Giarabub. Insectes diptéres . M. BEIER. — Zwei neue LAGEIS BOIS Parablothrus - eee aus Ligurien 5 0 : D. VINCIGUERRA. — dizione del He nio ore chetti in Dancalia. Rettili, batraci e pesci. (Tav. I) 4. GHIiGI — Spedizione id. c. s. Uccelli P. NAGEL. — Ein neuer Hirschkafer (Coleopt. rente, G. CoEN. — Alcune forme anormali della Aporrhais pespe- lecani Linneo (Tav. II-IIl) 7 L. Navas. — Spedizione del Barone Raimondo cia in Dancalia. Insetti Neurotteri ed affini . : GC. MENozzI. — Spedizione id. c. s. Hymenoptera Formi- cidae » » » » 10-13 14-15 16-18 19-22 23-24 25-26 27-28 29-39 40-42 43-70 71-14 75-93 94-95 ~ 96-108 ~ 109-137 138-141 142-146 147-153 154-156 D. GuIicLIA. — Spedizione id. c. s. Imenotteri aculeati J. BrsaccHi. — Breve nota intorno alla Gzbbula Sismon- dae (Issel) D. GuIeLIA. — I tipi di enaniecr en del Maso Giaen x Storia Naturale di Genova. Revisione delle diagnosi originali : J. BrsAccHI. — Alcuni VOCI del Mar Bane ; O. DE BeAUX. — Spedizione del Barone Raimondo few chetti in Dancalia. Mammiferi . 5 A. BoRELLI. — Spedizione id. c. s. Scorpioni e Solifughi : E. GRIDELLI. — Spedizione id. c. s. Coleotteri. Tenebrionidae E. Sécuy. — Spedizione id. c. s. Insectes Diptéres D. VINCIGUERRA. — Spedizione scientifica all’ oasi di Cufra (Marzo-Luglio 1931). Rettili A. PELLOUX. — Spedizione id. c. s. Rocce e i (Tav. IV, V, VI) A. GHIGI. - Spedizione id. c. s. i (Tav. VII) F. SILVESTRI. — Spedizione id. c. s. Tisanuri 7 5 - I. ScraccHITANO. — Spedizione id. c. s. Oligocheti . es I. ScraccHITANO. — Spedizione id. c. s. Gordii A. VECCHI. — Spedizione id. c. s. Anfipodi . L. Masi. — Spedizione id. c. s. Ostracodi . : a A. BRIAN. — Spedizione id. c. s. Gli Isopodi ui Nota preliminare. (Tav. VII -X) J. BisaccHi. — Spedizione id. c. s. Molluschi (Tav. x) M. TONELLI - RONDELLI. — Spedizione id. c. s. Ixodoidea . DE BEAUX. — Spedizione id. c. s. Mammiferi . DI CAPORIACCO. — Spedizione id. c. s. Scorpioni e Solifugi O L L. NAvAs. — Spedizione id. c. s. Insetti Neurotteri ed affini E. DE BERGEVIN. — PRA id. c. s. Résultats Hémipte- rologiques L. Mast. — Spedizione id. c. s. Li rigioni ane 7 Gialo e di Cufra è C. MENOZZI. — Spedizione id. c. s. Hue F. INVREA. — Spedizione id. c. s. Mutillidae e Memole {Hymenoptera). (Tav. XII) ; D. GuIGLIA. — Spedizione id. c. s. nea on 1* parte. Fossores È 5 M. BEIER. — Spedizione id. c. s. Peondouserniontden E. SEGuy. — Spedizione id. c. s. Insectes Diptéres Indice delle figure nel testo . è Elenco dei nuovi nomi generici proposti nel DERSONIE ne : Pag. » 157-164 165-167 168-175 176-182 183-217 218-219 220-233 234-247 248-258 259-267 268-292 293-301 302-304 305-306 307-309 310-328 329-352 303-368 369-373 374-394 395-408 409-421 422-430 431-450 451-456 457-465 466-486 487-489 490-511 513-515 517 ‘dA ‘snpojnz9ung siygowumuvsy "sid INVIIVa AY VAON39 + ISSOU *V “LIT SE I ASL, “AT TOA - OOLAID OOSNTI [ep TTeuuy Annali del Museo Civico - Vol. LV Tav. II. Annali del Museo Civico - Vol. LV Tav. III. Vol. LV ivico - Annali del Museo C ga UX a <2 © 7} YZ Zi < Tav. V i - Vol. LV ivico Annali del Museo C Fig. 4. Lin VEGETA Ù\ i ¥ Annali del Museo Civico - Vol. LV Raven Vile ae ETA IERI, PRECI Io Tav. VII. - Vol. LV ivico Annali del Museo C Falco concolor, Temm. ia nz Annali del Museo Civico - Vol. LV. Tav. VIII. We RS ‘& ce A INS > 1-12 Agabiformius . (?); 13-14 Porcellio sp. Annali del Museo Civico - Vol. LV Tav. IX. Porcellio Gestroi n. sp. J. ARENA Vol. LV IVICO - Annali del Museo C Cubaris (Armadillo) sp. Qe dg. sina : È Annali del Museo Civico. Vol. LV. Atay, SL NATI CASCO CARLI ey I SDAI at Tav. XII del Museo Civico - Vol. LV. Lit. A. Rossi - Genova A Baliani dis. elit, Il, DI © > oO. Apterogyna Patrizii n: sp. of 1a. A. Patrizii, punteggiatura del 2° e 3° tergite Apterogyna nitida Bisch. 3° 2a. A. nitida, punteggiatura del 2° e 3° tergile Apterogyna cyrenaica n. sp. Q 4 Apterogyna Confalonieri n. sp. of 5. Iricholabioides Patrizii n. sp. ST S :GUY. _ Risultati onto della Missione inviata dalla dell’ oasi di Giarabub. Insectes diptéres . . È Mala aus Ligurien RITZ PIRRO gi AE i D. VINCIGUERRA. — Spedizione del Barone Raimondo Fran- Hai | chetti in Dancalia. Rettili, batraci e pesci. (Tav. I) DA. Guicr — Spedizione id. c. s. Meret ; È SO NaGeL. — Ein neuer Hirschkafer (Coleopt. Lucanidao) @ Corn. — Alcune forme anormali della Aporrhaîs pespe- od BisaccHi. — Breve nota. intorno alla Gzbbula Sismon- di ‘(dae (Issel) .; Bien D. GuIGLIA. — I tipi di Genaniccira dol ii Civico di i Storia Naturale di Genova. Revisione delle diagnosi 2 - originali È ; 5 : E i; : : ab BISACCHI. — Aleuni Trochus dc) Mar Rosso . È : Oe DE BEAUX. chetti in Dancalia. Mammiferi . - 3: : ; A BoRELLI. — Spedizione id. c. s. Scorpioni e Solifuzia si > E GRIDELLI. — Spedizione id. c. s. Coleotteri. Tenebrionidae . E. Sfcuy. — Spedizione id. c. s. Insectes Diptéres . ; _D. VINcIGUERRA. — Spedizione scientifica all’ oasi di Cufra n O ° che PELLOUX. — Spedizione id. c. s. Rocce e minerali (Tav. ur, Nov, Vi : È : “AG GHIGI. - Spedizione id. c. s. Uccelli (Tav. VIN : : _ F. SILVESTRI. — Spedizione id. c. s. Tisanuri i È : I. ScraccHITANO. - Spedizione id. c. s. Oligocheti . . . I SCIACCHITANO. — Spedizione id. c. s. Gordii . 3 : A. VECCHI. — Spedizione id. c. s. Anfipodi. . È È |. L. Masi. — Spedizione id. c. s. Ostracodi . . .. A, Brian. — Spedizione id. c. s. Gli Isopodi terrestri. pot Pe ae -Nota. preliminare. (Tav. VIII- X) d î 2 È 6 SAL BISACCHI. — Spedizione id. c. s. Molluschi (Tav. Xl). È -M. TonELLI - RONDELLI. — Spedizione id. c. s. Ixodoidea | O. De Beaux. — Spedizione id. c. s. Mammiferi |... . L. Di Carortacco. — Spedizione id. c. s. Scorpioni e Solifugi L. NAvAS. — Spedizione id. c. s. Insetti Neurotteri ed affini R. Società Geografica Italiana per l’ esplorazione. M. BEIER. — Zwei neue Troglobionte Parablothrus- Arten — i lecani Linneo (Tav. I-IIl) E . . NAVAS. — Spedizione del Barone Raimondo Franchetti i _ in Dancalia. Insetti Neurotteri ed affini . SAI .C. MENOZZI. - Spedizione id. c. s. Hymenoptera Formi- ‘cidae . : : - : : È È : fe Hi ; pit: GUIGLIA. — Spedizione id. Cc. Ss. Imenotteri aculeati . — Spedizione del Barone Raimondo Fran- _ (Marzo-Luglio 1931). Rettili . î : È Ad » y » » 142-146 - 176-182 | 94-95 DR: 96-08 109-137 Hol 138-141 a ; DE 147-153 154-156 157-164 165-167 168-175 183-217 218-219 220-233 234-247 248-258 259-267 268-292 © 293-301 302-304 305-306 307-309 310-328 329-352 sN 353-368 me 369-373 374-394 395-408 409-421 E. DE BERGEVIN. — Spedizione id. c. s. Résultats Hémipte- rologiques L. Masi. — Spedizione id. c. s. Imenatieni terebranti di Gialo e di Cufra A C. MENOZZI. — Spedizione id.‘c. s, SR F. INVREA. — Spedizione id. c. s. Mutillidae e Ghitesdidad (Hymenoptera). (Tav. XID) D. GUIGLIA. — Spedizione id. c. s. Imenotteri gici 1* parte. Fossores È È M. BEIER. — Spedizione id. c. s. Bueutloseor praia E. SEGUY. — Spedizione id. ¢. s. Insectes Diptéres Indice delle figure nel testo . i Elenco dei nuovi nomi generici proposti nel pronsiito volume Prezzo del presente Volume L.it. 150. GENOVA STABILIMENTO TIPO-LITOGRAFICO PIETRO PELLAS FU L. Largo Via Roma, Piazza 8. Marta, N. 39 1930-32 Pag. 422-430 > » 431-450 451-456 457-465 466-486. 487-489 490-511 513-515. SIE | i U Bo) | j \ | | | | | | VOI MA AZZ WY VO IVI Fd DI DD > DD DI >» > Gr IW | ad Ahad ad af | IMAA a Ad y DID) Syd BD) DD) DD DI BI ID SV i sh 4 } | i, \ I » | Î AA AA j)\ ) Î | yw] Ae, WS | AS, Ai Ì 2A i i A hi i) Y VU SALI VAI v ì Wo Vv SUNY Sev! wee 4 fl | t |} | | 1 bad a | NI AAA hf j \ | Ig vi, | \ A ve Sd Ww) a See > vo ee wee eh Fi mi I~} ° | Ji I owe j | | \ \ i \ \ | AGAIN 2 Al =, | J v\ | MIN SIS GH lhi \ VG) SNA td ey |e IS ta, LY _ NI III | nl È di | | JI \ I | Wary = Ì db Il | | | j | | Il ] avy ewww . sf \ 5 ANY) x Go ~ x if fi ì re A a, al dì i ole ee i I and 9 è 1 LJ oe, Ò \ Si \ È Ci I > > D>) YD » DD >> > ID + p>) DD DI DI D >) 22 >» >» >> > > >> 2DYy D> DID >») » D P12) DI > > > JD > D> DD 5333 > >> DD > 2 ¥ | NUM Vy DD D DID) DI ) PD» DI i IVI PDE Vv N A NS UWS GO “AI î View Ary Bee NING I< |M] | | | r || A \ 9: | Wee 2 Viviw 4 WAY wy, wy VO yY il GIYI9A YYYIIYY 3 N \ i \ \ ‘ Nah mS ADAG YA NA WV \ \~| i Wav NAZ Î VI EL AAMAS vuv | | via NANA 5 NOUWUUR } ded el VAS GUAI ¥¥w We 4 Se UD 3 9088 01230 2469