ISSN 0365 - 4389 ANNALI DEL MUSEO CIVICO. DI MSTORIA NATURALE i “GIACOMO DORIA, Î PUBBLICATI PER CURA DI L. CAPOCACCIA E G. ARBOCCO — —— = =: TE EE — i VOLUME LXXXII GE - CAMPOMORONE INDUSTRIE GRAFICHE EDITORIALI F.LLI PAGANO S.P.A. 1978-79 i n VV na «G. DORIA» (VIA BRIGATA LIGURIA, 9 - 16121 GENOVA LMR OS % Maes sa eee all & Co nag! Direttore (f.f.) - Dott. LiLra CAPOCACCIA ORSINI Conservatori - Dott. GIANNA ArBocco ISETTI Dott. RoBERTO Pocci CONSERVATORI ONORARI % in ad Dott. FeLICE CAPRA - Conservatore onorario a vita - Entomologi: Ls) ia Prof. Guipo Bacci - Zoologia Avv. EMILIO Berio - Entomologia Sig. Leanpro DE Macistris - Mineralogia Prof. Mario Gaui - Mineralogia Prof. SALVATORE GENTILE - Botanica Prof. ATHos GOIDANICH - Entomologia Dott. DeLFA GuicLIA - Entomologia 2 Prof. ANTONIO MINGANTI - Anatomia Comparata Prof. SANDRO RuFFo - Zoologia Prof. EDOARDO SANERO - Mineralogia Prof. MicHeLE SARÀ - Zoologia Si vedano nella 3* pagina di copertina le norme per i Collaboratori. % +. È <2 LA I dt . x È, Ta wr A 3 } tea ei pa ho) n "% hac) Da “> eee ee À li, e” 4 ee 4 PO So e Pb, ANNALI DEL MUSEO CIVICO DI SIRO TRE E NATUR ALE “GIACOMO DORIA,, VoLuME LXXXII ISSN 0365 - 4389 ANNALI DEL MUSEO CIVICO DI SrPORIA NATURALE “GIACOMO DORIA, PUBBLICATI PER CURA DI L. CAPOCACCIA E G. ARBOCCO VOLUME LXXXII GE - CAMPOMORONE INDUSTRIE GRAFICHE EDITORIALI F.LLI PAGANO S.P.A. 1978-79 ~ n so + 9 ii n e n o gna cy FELICE CAPRA - PIER ALFONSO GALLETTI ODONATI DI PIEMONTE E VALLE D’AOSTA PREMESSSA Le origini del presente lavoro risalgono al 1946 quando uno di noi (F. CAPRA) aveva preparato materiali per un elenco degli Odonati del Piemonte. Materiali rimasti incompiuti fino ad ora, quando dal- l’altro autore furono ripresi, integrati ed elaborati. Ci è gradito accomunare in un vivo ringraziamento quanti hanno cortesemente concesso in studio le loro collezioni e tutti quanti colla- borarono in qualche modo alle ricerche, o come compagni nelle escur- sioni o comunicandoci i materiali da loro raccolti. NOTIZIE STORICHE Le prime indicazioni circa Odonati del Piemonte sono contenute nel Manipulus Insectorum ‘Taurinensium di ALLIONI, 1766 che elenca 8 specie (1) raccolte in luglio presso Torino, sulle rive della Dora e sul Monte dei Cappuccini, dal naturalista danese O. F. MULLER; si tratta di Libellula quadrifasciata, L. Fridrichsdalensis, L. sanguinea, L. frumenti, L. pedemontana di cui fornisce la diagnosi originale, L. virgo, L. puella e L. triedra var. 2; la sinonimia di L. triedra Mill. è contro- versa ed ha originato discussioni, riassunte e criticate da Ris nell’am- bito della monumentale ‘Libellulinen monographisch bearbeitet’ (1909-1919); contrariamente all’antica opinione di Hagen (1840) che la riferiva alla Leucorrhima albifrons Burm., egli ritiene che la L. triedra Mill. 1764 con le var. f e y debba riferirsi al Sympetrum danae Sulz. Per quanto riguarda invece la var. e istituita da ALLIONI, la diagnosi «alis omnibus basi lutescentibus: puncto marginali albido: abdomine (1) Per tutte le sinonimie si rimanda alla discussione delle singole specie. Ann. Mus. Civ. St. Nat. - Genova - Vol. LXXXII 1 2 F. CAPRA - P. A. GALLETTI triangulari » sembra a nostro avviso individuare con sufficiente vero- simiglianza il Sympetrum fonscolombe: (Selys), la cui presenza a Torino è peraltro confermata da successive catture. Proponiamo pertanto la sinonimia Libellula triedra Mill. var. e ALLIONI 1766 = Sympetrum fonscolombei (Selys 1840). L’elenco di ALLIONI, come tutti i lavori dei vecchi Autori, non è immune da notevoli inesattezze, così, a parte la citazione di L. quadri- fasciata Mill. senz'altro errata (probabilmente per Anaciaeschna iso- sceles), si può ritenere che, almeno sotto i nomi di L. sanguinea, L. virgo e L. puella, vadano comprese più entità. Ancora del XVIII secolo è il “Calendario Entomologico” del GIORNA, comparso a più riprese fra il 1779 ed il 1793 (e ripubblicato da M. Lessona, 1873 in: Annali della R. Accademia di Agricoltura di Torino, vol. 16), che segnala dei dintorni di Torino le stesse entità di ALLIONI, meno la L. triedra, cui aggiunge Libellula vulgatissima, L. depressa, L. cecilia, L. forcipata, L. flaveola, L. Amaculata, L. aenea, L. juncea, L. pratensis, L. tenella. Da notare come nell’elenco compaiano due sinonimi di Orthetrum cancellatum, L. cancellata e L. frumenti considerate entità distinte; tra 1 molti reperti dubbi, sono inoltre certa- mente inattendibili per località o epoca di comparsa quelli di L. cecilia, L. grandis (che riprende la citazione di ALLIONI per L. quadrifasciata Miill.), L. flaveola, L. aenea, L. juncea e L. pratensis. Nei lavori del 1781 e 1793 FABRICIUS indica nuovamente per il Piemonte la L. pedemontana e nel 1798 descrive la Libellula coerule- scens, di cui indica come patria I’ Italia, ma avendo utilizzato anche materiale raccolto da ALLIONI, è presumibile si tratti di esemplari dei dintorni di Torino. SeLys nelle sue classiche monografie accenna incidentalmente ad alcune forme del Piemonte, dove per altro aveva soggiornato e raccolto, ma per lo più l'Autore indica “Italia superiore” ed è quindi impossibile stabilire se si riferisse anche al Piemonte; in particolare nel 1841 de- scrive di Arona, Lago Maggiore la Libellula depressiuscula e nella ‘Revue des Odonates ou Libellules d’ Europe” apparsa nel 1850 in collabo- razione con HAGEN sono citate del Piemonte ed in massima parte di Torino, 13 specie: Calopteryx splendens, Lestes fusca, L. viridis, Agrion elegans, A. pumilio, Anax parthenope, Gomphus forcipatus, Libellula striolata, L. meridionalis, L. sanguinea, L. scotica, L. pedemontana, oltre la già nominata L. depressiuscula. Le stesse compaiono nel “Resumé ODONATI 3 géographique sur les Libellules de I’ Italie continentale et insulaire”’ dell’anno successivo. V. GHIGLIANI, entomologo al Museo di Torino, raccolse un abbon- dante materiale odonatologico di cui fa fede una bella serie presente nelle collezioni del Museo di Genova, ma non pubblicò molto. In tre suc- cessivi lavori (1867-1869-1874b) segnala alcune massicce migrazioni di Hemianax ephippiger, di probabile provenienza africana, attraverso il Piemonte ed annuncia di averne constatata la riproduzione al Real Parco della Mandria presso Torino fino al 1872. Segue una nota (1874a) che elenca 5 specie raccolte a Sangano, all’imbocco della Val di Susa, tutte già citate da SeLys, ad eccezione della Libellula Fonscolombii. Braver nel 1876 cita di Torino l’Onychogomphus Genei Selys in seguito all’equivoco sorto, come già ipotizzava PIROTTA, per aver trovata la specie fra il materiale del Museo di Torino, ove GHILIANI aveva probabilmente deposti gli esemplari da lui raccolti in Sicilia. PIROTTA, 1879 (?) riassumendo senza riesame critico tutti i dati desunti dalla letteratura ed integrandoli con notizie avute dal Prof. CAMERANO e dal GHILIANI, segnala nel ‘Prospetto degli Odonati ita- liani distribuiti per territoru’’ annesso alla monografia, 45 specie pie- montesi, di cui tre con dubbio (nella tabella, in seguito ad un errore di composizione, sono indicati anche Diplax vulgata ed Aeschna affinis). Vi sono comprese tutte le entità già citate ed in più: Leucorhinia albifrons (con dubbio; in base alla sinonimia Libellula triedra = L. albifrons, proposta da HacEN), Libella brunnea, Crocothemis erythraea, Epitheca metallica, E. flavomaculata (con dubbio; in base all’errata sinonimia con L. cecilia citata dal GrorNa), Anax formosus, Aeschna cyanea, A. borealis, A. mixta, Onychogomphus uncatus, Gomphus pulchellus, Cordu- legaster annulatus, C. bidentatus, Platycnemis pennipes. Si noti però che nell’ambito del catalogo l'Autore non nomina il Piemonte nella geo- nemia della A. borealis per la quale scrive “Italia superiore”. Oltre alle citazioni senz'altro errate dedotte dalla letteratura, è molto dubbio il reperto di G. pulchellus, mai rinvenuto con sicurezza in Italia. De CARLINI, 1892 nel suo repertorio di Artropodi della Val Vigezzo segnala 4 specie di cui una nuova per la regione, Diplax vulgata; cita- (2) Della collezione PIROTTA, ritenuta dispersa, hanno recentemente dato no- tizie BALESTRAZZI & BARBIERI, 1975 che l’ hanno rinvenuta presso I’ Ist. di Zoologia “Spallanzani” di Pavia. Pur facendone parte solo esemplari lombardi, il suo riesame ha permesso di dimostrare l’attendibilità delle determinazioni di questo Autore, se si esclu- dono un paio di specie critiche. 4 F. CAPRA - P. A. GALLETTI zione piuttosto dubbia in quanto questa entità è stata spesso oggetto di confusione con l’affine S. striolatum. Nel 1894 BentIvogLIO A. & T. citano 11 specie raccolte nel Tor- tonese, di cui solo | Agrion Lindenti è nuovo per il Piemonte; da notare che in questa nota sono compresi i primi reperti sicuri di Aeschna pra- tensis e Gomphus serpentinus. BENTIVOGLIO, 1908a riassume i dati sulla distribuzione degli Odonati in Italia ed 1 suoi riferimenti per il Piemonte coincidono di massima con quelli di PIROTTA, ad eccezione dell’esclusione di A. borealis e dell'aggiunta di A. Lindenti, già citato di Tortona. Ris (1909-1919) nella revisione della Coll. Selys indica poche località piemontesi. BENTIVOGLIO segnala successivamente 4 specie del Cuneese (1920b) ed una della Val d’Aosta (1925), mentre Morton (1926) enumera le 17 entità raccolte nell’agosto dell’anno precedente durante una visita al lago d’Orta; fra queste sono nuove o sicuramente accertate per la prima volta, Enallagma cyathigerum, Somatochlora flavo- maculata ed Oxygastra curtisi. Navas (1932-1935) in tre elenchi indica 22 specie di varie località; in particolare nel 1932, a seguito di una revisione del materiale indeter- minato giacente presso il Museo di Torino, pubblica una lista compren- dente 14 specie piemontesi, tutte già note ad eccezione di Platycnemis latipes; in seguito questo sorprendente reperto viene smentito da NIELSEN & Conci (1951) che, riesaminato l'esemplare citato da Navas, hanno constatato trattarsi di P. pennipes. NIELSEN, 1940 segnala per la prima volta con sicurezza |’ Aeschna grandis di Valtournanche in Val d’Aosta. I successivi lavori di CAPRA (1945) e Conci (1948-1954) offrono nuovi e più sicuri dati che, nel confermare la presenza in regione di specie già note, ne ampliano la distribuzione. Incidentalmente GrRANDI (1951) si sofferma sulle migra- zioni massive di S. depressiusculum nel Biellese. Capra (1953), nel novero delle 26 specie stanziate al Lago di Viverone, ne segnala 4 nuove per la regione, Agrion pulchellum, Ery- thromma najas, Anaciaeschna isosceles e Cordulia aenea (le cui precedenti citazioni vanno fatte tutte risalire a quella sicuramente inattendibile di GIORNA). Fa seguito (1954) il lavoro di BATOR & SCHMOELZER che, nell’ambito di ricerche sul Toce al suo sfociare nel Lago Maggiore tra Pallanza e Feriolo, citano 6 specie, tra cui è interessante, pur con qualche dubbio, S. vulgatum; è del 1955 una nota di SANKEy a proposito della cattura del S. fonscolombei sul versante italo-francese del Col di Tenda. ODONATI 5 Del 1956 è la monografia di Conci & NIELSEN che costituisce il riferimento per ogni successiva pubblicazione sugli odonati italiani; nelle tabelle geonemiche gli Autori assegnano al Piemonte 51 specie, di cui 47 controllate personalmente e 4 risultanti da fonti bibliografiche sicure (ma omettono la Cordulia aenea già citata tre anni prima da CAPRA per il lago di Viverone). Non erano mai state citate con sicurezza per la regione, Lestes virens vestalis, L. sponsa, L. drvas, Pyrrhosoma nym- phula, Boyeria irene (ma nella geonemia di quest’ultima, riportata a pag. 115, non viene ricordato il Piemonte, per cui credo che l’inclusione in tabella sia dovuta ad un errore tipografico), Aeschna juncea, Orthetrum albistylum e Sympetrum flaveolum. Ulteriori conferme circa la distribuzione di alcune specie sono fornite da Conci (1956-1957), BrLEK (1961) e Capra (1962/63) mentre GALLETTI (1968) e Capra (1969) aggiungono al popolamento odonato- logico piemontese rispettivamente Erythromma viridulum del Lago di Viverone e Sympecma paedisca del Biellese. I lavori più recenti sulla regione in esame sono quelli di Monguzzi (1970) che anticipa inci- dentalmente i reperti di Gomphus flavipes e Somatochlora meridionalis effettuati presso Borgoratto Alessandrino, di cui viene data più ampia trattazione in BALESTRAZZI-BOZZETTI-BUCCIARELLI (1977); di PARISI & Coll. (1971) che segnalano alcune specie banali di Trino Vercellese e di GALLETTI (1972) che cita della pianura vercellese le catture di Boyeria irene e di Aeschna affinis, CONFINI DELLA ZONA STUDIATA Per comodità ci atteniamo ai confini amministrativi del Piemonte e della Valle d’Aosta poiché sarebbe difficile, in assenza di un completo studio della fauna piemontese, stabilire confini faunistici. Mentre a N e ad W i confini del Piemonte corrispondono allo spartiacque delle Alpi e coincidono con i confini naturali, ad E e a S 1 confini amministrativi sono in buona parte artificiali rispetto alla con- figurazione naturale. Il confine meridionale infatti non segue che per un breve tratto lo spartiacque dell'Appennino Ligure e delle Alpi Ma- rittime, lasciando alla Liguria la testata di molte valli di affluenti del Po, e si noti che la maggior parte di queste valli (quelle dirette da S a N) è soggetta anche in territorio ligure a condizioni climatiche di tipo piemontese, mentre altre ad orientamento E-W, per esempio l’alta 6 F. CAPRA - P. A. GALLETTI Val Scrivia, risentono maggiormente del clima ligure. D'altra parte non sempre lo spartiacque dell'Appennino Ligure coincide con i crinali più alti, complicando lo studio delle condizioni biogeografiche e quindi del confine faunistico fra Liguria e Piemonte. Ad E il confine, staccandosi dalla Val Formazza scende a SE al Lago Maggiore, includendo la testata di alcune valli del Canton Ticino, segue quindi la sponda destra del lago ed il corso del Ticino fin sotto Novara per piegare poi ad W dirigendosi al fiume Sesia nei pressi di Vercelli, separando dalla bassa Novarese e dalla bassa Vercellese la Lomellina, che fece parte del Piemonte fino al 1866 e che per condizioni climatiche, idrografiche ed agrarie e quindi anche faunistiche, costituisce con queste un complesso inscindibile. Il confine segue quindi la Sesia fino al suo sbocco nel Po ed il Po fino alla confluenza con il Curone; si dirige poi, passando tra Tortona e Voghera, a SSE tra la Val Curone e la Val Staffora fino al Monte Antola. Dei 28.661 kmq. così delimitati, il 50% ha carattere alpino, il 27%, collinare ed il 23%, di pianura alluvionale. Molto schematicamente, sotto l’aspetto climatico, si possono individuare almeno due regioni, quella alpina, dove ad un clima montano di tipo centro-europeo si sovrappone una rete di distretti climatici legati alla geomorfologia alpina e quella padana caratterizzata da uniformità climatica di tipo continen- tale, da cui emerge una subregione lacustre che risente dell’azione miti- gatrice dei grandi laghi prealpini. CATALOGO DEGLI ODONATI DI PIEMONTE E VALLE D’AOSTA Sono elencate 59 specie ed una sottospecie presenti sul territorio considerato. Di tutte vengono forniti abbondanti dati distributivi, in massima parte inediti. Soltanto di Sympetrum vulgatum (L.) non ci è stato possibile vedere esemplari piemontesi. Le entità segnalate da vecchi Autori e successivamente non più raccolte in regione sono state tutte omesse. Di ogni specie vengono forniti: un elenco delle precedenti cita- zioni per Piemonte e Valle d’ Aosta, mantenendo le sinonimie e grafie originali e le indicazioni circa data e luogo di cattura; la lista dei reperti esaminati, anche se quelli non recentissimi hanno ormai soltanto valore storico, suddivisi per province ed elencati da N a S e da W ad E; il ODONATI 7 periodo di volo riscontrato in regione ed alcune note di carattere bio- logico, tassonomico e geonemico. Per la sistematica si è seguito FRaserR (1957), con l’eccezione dell'uso della nomenclatura Calopteryx-Coenagrion. La nomenclatura delle specie è quella adottata da Conci & NIELSEN (1956), con la varia- zione nello status tassonomico di Somatochlora meridionalis Niels. che è stata elevata a specie (cfr. SCHMIDT, 1957), Nel corso del presente studio è stato esaminato materiale delle seguenti collezioni: “Museo Civico di Storia Naturale, Genova (mG) Coll. E. Balestrazzi, Pavia (cBa) Coll. I. Bucciarelli, Milano (cB) Coll. F. Capra, Genova (cc) Coll. C. Conci, Milano (cco) Coll. G. Della Beffa, presso Museo Civico di Storia Naturale, Verona (DB) Coll. P.A. Galletti, Milano (cc) Coll. C. Nielsen, Bologna (CN) Coll. M. Pavesi, Milano (cp) Coll. V. Rasia, Milano (cr) Coll. E. Schmidt, Flensburg - BRD (cs) Sottordine ZYGOPTERA Famiglia PLATYCNEMIDIDAE Sottofamiglia PLATYCNEMININAE Genere Platycnemis Charpentier, 1840 1. Platycnemis pennipes (Pallas, 1771, Libella pennipes) Materiale citato: Platycnemis pennipes Pall. PiroTTA, 1879: Piemonte (+), Mus. Torino; Navas, 1933: Bollengo, VI.1933, frequente; Navas, 1935: Gressoney, VIII.1933; NIELSEN &, Conci, 1951: Torino, dint., 20.1V.1916 (*); Capra, 1953: lago di Viverone, comunissima, più abbondante nell’ VIII.1951 che il 15.VI.1952; lago Pistono, 3.VIII.1951, 1 ¢; Bator & ScHMOELZER, 1954: Pallanza, f. Toce; Conci, 1954: Alessandria, F. Tànaro, 18.VI.1953; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!) (4); Parisi & Coll., 1971: Trino Vercellese, lanche del Po; GALLETTI, 1972: Santhià (VC), dint., VI-VII; BaLestRAZzzI & Coll. 1977: Borgoratto Alessandrino, f. Bormida a Castelnuovo, da metà V a fine VII, comunissima. (3) Questo stesso esemplare era stato pubblicato da Navas (1932) come P. latipes Ramb. La specie, peraltro mai rinvenuta con sicurezza neppure nel resto d’Italia, va pertanto espunta dalla fauna piemontese ed italiana. (4) Gli Autori indicano con il simbolo (!) le località personalmente controllate e con il simbolo (+) quelle risultanti da citazioni bibliografiche sicure. 8 F. CAPRA - P. A. GALLETTI Platicnemis pennipes var. lactea e var. bilineata Selys BENTIVOGLIO A. & T., 1894: Tortona, piccola palude presso lo Scrivia, in agosto, luna rara l’altra molto abbondante. Platicnemis pennipes Pall. BENTIVOGLIO, 1908a: Piemonte Tortona. Materiale esaminato: Piemonte, 2 33 (bilineata) 1 2 (lactea), leg. V. Ghiliani (MG). Provincia di Novara - S. Martino sul Ticino (Trecate), 22.1V.1972, 4 es. preimmag., leg. I. Bucciarelli (CB). Provincia di Torino - Torino, 5.VI.1955, gg e 92 juvv., leg. G. Della Beffa (DB); Airasca, torr. Chisola, 8.VII.1968, 2 gg 1 9, leg. Co- lombo (cB). Provincia di Vercelli - Rovasenda, 18.VII.1975, 1 3, leg. E. Balestrazzi (cBa); Buronzo, torr. Cervo, VII.1929, 2 99, leg. C. Confalonieri (MG); lago Pistono sopra Ivrea, 3.VIII.1951, 2 gg, leg. L. Rocca (MG e cc); lago di Viverone, 6.VIII.1951 e 15.VI.1952, molti gg e 99, leg. F. Capra (cc); Carisio, 2.VI-23.VII.1967/1972, 2 33 4 99, leg. P. Galletti (cc); Santhià, roggia Cavallera, 23.VII.1971, 1 g, leg. P. Galletti (cG); id., torr. Elvo in fraz. Vettignè, 24/25.VII.1966, 1 g 1 Q, leg. P. Galletti (cc); Caresanablot, 19.VIII.1944, 1 g, leg. C. Balliano (cc); Vercelli, 19.VIII.1944, 1 g, leg. C. Balliano (MG); id., boschi della Sesia, 1.VII.1951, gg e 99, leg. F. Capra- C. Conci (cc e cco); Trino V., f. Po, 9.V.1968, 2 ninfe, less Zool. Univ. Milano (cc). Provincia di Asti - Asti, Valterza, VII.1955, 1 g, leg. R. Berio (MG); Motta di Costigliole, 24.V.1946, 3 99 juvv., leg. C. Borra (MG e CC). Provincia di Alessandria - Casale Monferrato, 21/25.VI.1950, 3 gg 2 99, leg. E. Biancheri (cco); Piovera, 5.VIII.1946, 2 99 juvv., leg. G. C. Doria (MG e cc); Borgoratto, can. Carlalberto, 13. VI-21.VII.1968/1974, 19 3g 18 99, leg. I. Bucciarelli-P. Galletti (CB e cG); id., id., 1.V.1972, 9 ninfe, leg. P. Galletti (cc e cs); id., f. Bormida, 27.VI.1971, 5 es. preimmag., leg. I. Bucciarelli (cB); Bergamasco, f. Belbo, 17.VI.1967, 4 33 3 99, leg. I. Buccia- relli (cB); Castelnuovo B., f. Bormida, 28.VII.1968, 2 33 2 99; id., id., 19.VI.1971, 32 es. preimmag., tutti leg. I. Bucciarelli (cB); Cassano Spinola, VII.1945, 2 99, leg. G. B. Moro (me); Stazzano Scrivia, fosso Armanengo, 9.VII.1957, 33 e 99, leg. F. Capra - C. Conci (cc e cco); Serravalle Scrivia, 10.VIII.1931, ODONATI 9 2 355 1 9, leg. E. Berio (mc); Vignole Borbera, 16.VI.1953, 2 gg 39 lep. LaxStoracen(cc); Gavi) greti del torr. Lemme, 16.VI. 1963, 4 29 juvv., leg. F. Capra (cc); Varinella (Arquata Scrivia), VII.1927, 1g 1 9 juvv., leg. C. Mancini (MG); Ovada, VI.1919, Sec, ovvi lee di Lnvrea (MG); Molare, Pian. di Cuneo, 20.VIII.1950, 1 9, leg. E. Biancheri (cco). Periodo di volo accertato (5: (20.IV, NIELSEN & Conci, 1951) 24.V - VIII È uno degli odonati più comuni sia presso acque stagnanti che correnti. Famiglia COENAGRIONIDAE (= Coenagriidae) Sottofamiglia PSEUDAGRIONINAE (= Pseudagriinae) Genere Ceriagrion Selys, 1876 2. Ceriagrion tenellum tenellum (Villers, 1789, Libellula tenella) Materiale citato: Libellula tenella Vill. GrorNna, 1779-1793: dint. Torino, mese d’agosto. Agrion tenellum Vill. PiroTTA, 1879: Piemonte (+); BENTIVOGLIO, 1908a: Piemonte. Ceriagrion tenellum Vill. Capra, 1953: lago di Viverone, 6.VIII.1951 e 15.VI.1952, comunissimo, specialmente i dd, 4 99 erythrogastrum e 9 99 tipiche (Selys); Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!). Ceriagrion tenellum nielseni Schmidt, 1953 (?). GALLETTI, 1968: lago di Viverone, VII-VIII, 253 2 98 tipiche 1 2 erythrogastrum Selys. Materiale esaminato: Piemonte, 1 3, leg. V. Ghiliani (MG). Provincia di Vercelli - lago di Viverone, 6.VIII.1951, molti gg 10 99 (6 tipiche, 4 erythrogastrum), leg. F. Capra (cc); id., 15.VI.1952, Sg e 99, leg. F. Capra - C. Conci (cc e cco); id., 17.VII-24.VIII 1967/1973, 13 33 4 99 tipiche 1 2 erythrogastrum 1 9 erythroga- strum vs. intermedium, leg. P. Galletti (cG). Provincia di Alessandria - Molare, Pian di Cuneo, 20.VIII.1950, 1 3, leg. E. Biancheri (cco). Periodo di volo accertato: 15.VI-24.VIII. (5) Tra parentesi le date rilevate in bibliografia. 10 F. CAPRA - P. A. GALLETTI Nelle popolazioni piemontesi si può rilevare l’assenza di 99 f. melanogastrum Selys e la relativa frequenza della f. erythrogastrum Selys. Riguardo alle ssp. stabilite da ScHMIDT (1953), abbiamo potuto constatare che la colorazione dell’8° urotergo della £ tipica non ha valore tassonomico; infatti nell’area del ¢. tenellum, per esempio al lago di Viverone (GALLETTI, 1968), compaiono 99 con colorazione tipo nielsent (5) (come nelle figg. If, 1g, 2c, pp. 3-4, ScHMIDT, 1953), mentre nel- l'ambito del ¢. nzelsent sono presenti 99 tipiche con 8° urotergo anche completamente scuro (cfr. ApaMovic, Z. R., 1967, Odonata collected in Dubrovnik district, Jugoslavia. Deutsche Ent. Zeitschr. Berlin, N. F. 14, Heft, III, pp. 293-294, fig. 7). Potrebbe eventualmente essere significativa ai fini tassonomici la percentuale con cui i singoli schemi di colorazione dell’ 8° urotergo della £ tipica compaiono nelle popola- zioni. Delle citazioni per il Piemonte, è assai dubbia quella del GIORNA, ripresa da PIROTTA e BENTIVOGLIO. Sottofamiglia COENAGRIONINAE (= Coenagriinae) Genere Coenagrion Kirby, 1890 3. Coenagrion pulchellum (Van der Linden, 1825, Agrion pulchella) Materiale citato: Agrion p. pulchellum V.d. Lind. CAPRA, 1953: lago di Viverone, 15.VI.1952, comune, delle 5 99 raccolte, 3 sono a disegno tipico e 2 appartengono alla forma 2 ni- grescens Pusch. Agrion pulchellum V.d. Lind. Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!). Materiale esaminato: Provincia di Vercelli - lago di Viverone, 15.VI.1952, 33 e 99, leg. F. Capra - C. Conci (cc e cco); id., 10.V.1971, 14 gg 1 2 omer. 19 eter. 1 9 nigrescens Puschn.; id., 8/29.VI.1971, 13 19 mgre- scens Puschn., tutti leg. P. Galletti (cG). Periodo di volo accertato: 10.V-29.VI. (6) Le poche YY tipiche provenienti dal Lago di Viverone presentano tutte la colorazione dell’ 8° urotergo tipo mielseni (rosso con bande scure mediale e laterali), mentre in una serie raccolta alle Torbiere d’ Iseo (Lombardia) questo schema compare solo in 1/3 delle YY tipiche. ODONATI 11 Sporadico nell’ Italia continentale e peninsulare ma localmente anche molto comune, in Piemonte è attualmente noto solo del lago di Viverone. Tra le 99 predominano le forme eterocrome, con pari fre- quenza tipiche e mgrescens, sulle omeocrome. 4. Coenagrion puella (Linnaeus, 1758, Libellula puella) Materiale citato: Libellula puella L. ALLIONI, 1766: dint. Torino, luglio; GIORNA, 1779-1793: dint. To- _ rino, in fine di aprile. Agrion puella L. Pirotta, 1879: Piemonte (+); BENTIVOGLIO, 1908a: Piemonte; Morton, 1926: lago d’Orta, a few at a marsh near Pettenasco, VIII.1925; Ca- PRA, 1953: lago di Viverone, 15.VI.1952, 463 19, non frequente; Bator & SCHMOELZER, 1954: Pallanza, f. Toce; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); Parisi & Coll., 1971: Trino Vercellese, Po e lanche. Coenagrion puella L. Navas, 1932: dint. Torino; Navas, 1933: Bollengo, 1932-33; BALESTRAZZI & Coll. 1977: Borgoratto (AL), can. Carlalberto, 27.VII.1971, rara. Materiale esaminato: Piemonte, 2 gg 2 99, leg.- V. Ghiliani (MG). Provincia di Novara - S. Martino sul Ticino (Trecate), 3-23. VII 1967/ tomo go) 99, les. I. Bucciarelli. (CB). Provincia di Torino - Lago di Meugliano, val Chiusella, 23.VII.1967, Po ies. I. Bucciarelli (CE). Provincia di Vercelli - Lago di Viverone, 10.V-29.VI 1952/1971, 7 33 2 9° etcr. 1 2 (come in Conci & NIELSEN 1956, p. 103, fig. 49-4), leg. P. Galletti (cc); Vercelli, greti della Sesia, 1.VII.1951, 3g ceioodleg: E. Capta =)C.-Conci (cc e cco). Provincia di Alessandria - Piovera, 3.VI.1946, 8 33 1 9, leg. G. C. Doria (Mc); Cantalupo, stagno della Fornace, 1.V.1972, 1 © eter. juv., leg. P. Galletti (cc); Borgoratto, can. Carlalberto, 27.VI.1971, 1 3g, leg. I. Bucciarelli (cB); Cassano Spinola, f. Scrivia, 4.VI- VII 1940/1956, 6 33 2 99, leg. G. B. Moro (MG e cc); Serravalle Scrivia, 10.VIII.1931, 1 g, leg. E. Berio (mG); Vignole Borbera, GWA OS Se 9b Sor 5.,.99, leg. .L. Storace (cc). Periodo di volo accertato: 1.V-10.VIII. La specie è molto diffusa in pianura lungo fossi, canali, ruscelli o le acque stagnanti con ricca vegetazione. Poco attendibili le antiche citazioni di ALLIONI e GIORNA. 12 F. CAPRA - P. A. GALLETTI Genere Cercion Navàs, 1907 5. Cercion lindeni (Selys, 1840, Agrion Lindent) Materiale citato: Agrion Lindenii Selys. BENTIVOGLIO A. & T., 1894: Tortona, piccola palude presso lo Scrivia, un solo 3 preso in agosto; BENTIVOGLIO, 1908a: Tortona. Agrion lindeni Selys. Morton, 1926: lago d’Orta, VIII.1925, very common; Capra, 1953: lago di Viverone, 15.VI.1952, 15; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!). Cercion lindeni Selys. BaLESTRAZZI & Coll., 1977: f. Bormida a Borgoratto (AL) e Ca- stelnuovo (AL), VII, molto comune. Materiale esaminato: Piemonte, 1 9, leg. V. Ghiliani (MG). Provincia di Novara - S. Martino sul Ticino (Trecate), 14.VII.1973, molti esemplari, leg. M. Pavesi (CP). Provincia di Vercelli - lago di Viverone, 15.VI.1952, 1 3, leg. F. Capra (CC). Provincia di Alessandria - Borgoratto, f. Bormida, 5.VII.1970, 2 33 1 9, leg. I. Bucciarelli (cB); Castelnuovo B., f. Bormida, 28.VII. 1968, 2 3g 1 9, leg. I. Bucciarelli (CB). Periodo di volo accertato: 15.VI-28.VII (VIII, BeNTIvOGLIO A. & T., 1894; Morton, 1926). Specie non molto comune ma diffusa; vola lungo i corsi d’acqua lentamente scorrenti e presso le sponde dei bacini lacustri. Genere Pyrrhosoma Charpentier, 1840 6. Pyrrhosoma nymphula (Sulzer, 1776, Libellula nymphula) Materiale citato: Pyrrhosoma nymphula Sulz. Navas, 1933: Bollengo, 22.V.1933; Navas, 1935: M.te Mussinet, m. 1200, 7.III.1934; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!). Materiale esaminato: Piemonte, 2 33 1 2 melanotum Selys, leg. V. Ghiliani (MG). Provincia di Novara - S. Martino sul Ticino (Trecate), 16.IV-3.VII 1971/1972, 13 1 £ 62 exuviae, leg. I. Bucciarelli (CB). Provincia di Torino - Oulx (val di Susa), m. 1121, 10.VII.1947, molti 33 e 29 (prevalentemente melanotum Selys), leg. G. Della Beffa (DB). ODONATI 13 Provincia di Alessandria - Piovera, 11-30.IV 1945/1951, 11 33 4 99 1 2 omcr. 1 9 melanotum, leg. G. C. Doria (MG e cc). Periodo di volo accertato: (7.III, Navas, 1935) 11.IV-10.VII. Specie tra le più precoci, è diffusa dalla pianura agli oltre 1000 m. di Oulx e del monte Musinè. La forma cromatica femminile più diffusa sembra essere, come in Liguria (Conci & NIELSEN, 1956), la f. melanotum Selys. Genere Erythromma Charpentier, 1840 7. Erythromma najas (Hansemann, 1823, Agrion najas) Materiale citato: Erythromma najas Hans. Capra, 1953: lago di Viverone, 15.VI.1952, 5gg 19, non ab- bondante; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!). Materiale esaminato: Provincia di Vercelli - lago di Viverone, 15.VI.1952, 5 gg 1 9, leg. F. Capra GC Concim(cc recco); 1d., 10. V 1971, 2 exuviae, leg: P. Galletti (cc). Periodo di volo accertato: 10.V-15.VI. Entità sporadica, forse più per difficoltà di avvistamento che non per una reale rarità, nota di poche località dell’ Italia settentrionale (riassunte e commentate in BaLESsTRAZZI & BucciaRELLI, 1975). In Piemonte è stata rinvenuta, come la seguente, solo al lago di Viverone ma probabilmente è più diffusa. 8. Erythromma viridulum (Charpentier, 1840, Agrion (Erythromma) viridulum) Materiale citato: Erythromma viridulum Charp. GALLETTI, 1968: lago di Viverone, VII. Materiale esaminato: Provincia di Vercelli - lago di Viverone, 15/19.VII.1967, 3 gg 1 9, les... Galletti (ce). Specie a comparsa estiva, non comune ma diffusa in tutt’ Italia, comprese le isole maggiori, spesso associata, come al lago di Viverone, alla congenere. 14 F. CAPRA - P. A. GALLETTI Sottofamiglia ISCHNURINAE Genere Ischnura Charpentier, 1840 9. Ischnura elegans (Van der Linden, 1820, Agrion Elegans) Materiale citato: Agrion elegans V. d. Lind. SELYs-HAGEN, 1850 e SELys, 1851: Torino; Prrotra, 1879 Piemonte (+); BeNnTIvogLIO A. & T., 1894: Tortona primi d’agosto, alcuni individui; BENTIVOGLIO, 1908a: Torino, Tortona. Ischnura elegans V. d. Lind. Morton, 1926: lago d’Orta, VIII. 1925; Capra, 1953: lago di Viverone, comunissima in VI-VII-VIII, delle 22 raccolte 9 sono etero- morfe e 5 omeomorfe omeocrome; Bator & SCHMOELZER, 1954: Pallanza, f. Toce; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); Parisi & Coll., 1971: Trino Ver- cellese, lanche del Po; GALLETTI, 1972: Santhià (VC) dint., da VII a IX, co- munissima; BaLestRAZZI & Coll., 1977: Borgoratto (AL), fiume Bòrmida a Castelnuovo e Sezzadio, da VI a IX, poco abbondante. Materiale esaminato: Piemonte, 1 ¢ 1 2 omer. ommrf., leg. V. Ghiliani (MG). Provincia di Torino - Lago di Montalto Dora, 12.IX.1969, 2 gg 19, leg. Casale (cB); Masseria d’Azeglio (lago di Viverone), 21.VII. 1968, 1 3, leg. I. Bucciarelli (cB); Oulx (val di Susa), m. 1100, 20.VI-17.VIII 1936/1953, 3 53 1 2 omer. etmrf., leg. E. Berio - G. Della Beffa (Mc e DB); Beinasco, VIII.1951, 5 $3 3 22 omer. (1 ommrf., 1 ommrf.vs etmrf., 1 etmrf.), leg. G. Della Beffa (cc e DB). Provincia di Vercelli - Buronzo, 1929, 1 5, leg. C. Confalonieri (MG); Salussola, torr. Elvo, 13.VIII.1976, 1 3, leg. P. Galletti (ce); lago di Viverone, 15.VI-VIII 1951/1952, molti $3 e 22 (9 etmrf., 5 ommrf. omer.), leg. F. Capra - C. Conci - C. Ramasco (cc e cco); id., 10.V-17.VIII 1968/1971, 7 53 (uno dei quali con uro- terghi 8-9 azzurri) 5 22 omer. 1 Q etcr., leg. P. Galletti (cc); lago di Bertignano, 25.IX.1969, 3 33, leg. Casale (cB); Carisio, acque stagnanti presso can. Depretis, 25-29.VIII 1972/1973, 1312 omer. 2 929 etcr. 1 2 infuscans, leg. P. Galletti (cc); Santhià, risaie, 16.VII-9.VIII 1969/1970, 533 8 29 etcr., leg. P. Galletti (ce); id., roggia Cavallera, 11.VIII.1971, 2 33 1 2 infuscans, leg. P. Galletti (cc); Caresanablot, 19.VIII.1944, 13 19, leg. C. Bal- liano (MG); Vercelli, greti della Sesia, 1.VII.1951, gg e 99, leg. F. Capra - C. Conci (cc e cco); id., id., VIII.1952, 13 33 7 22 omer. (3 ommrf., 4 etmrf.), leg. G. Della Beffa (DB). ODONATI DS Provincia di Alessandria - Casale Monferrato, 21.VI.1950, 1 g, leg. E. Biancher {Cco)x,Riovera,()15.VIMI1943,.,1'g; lega G:. CA Doria (MG); Cantalupo, 1.V.1972, 1 g, leg. P. Galletti (cc); Borgoratto, can. Carlalberto, 5-20.VII 1968/1970, 2 33, leg. I. Bucciarelli (cB); Bergamasco, f. Belbo, 17.VI.1967, 1 3, leg. I. Bucciarelli (cB); Cassano Spinola, 2.1X.1945, 2 gg 2 99 omcr. ommrf., leg. G. B. Moro (mc); Castelnuovo B., f. Bormida, 28.VII.1968, SG eo, deg, 1.,-Buceiagelli (ce); Arquata. Scrivia, ;2:X.1939, 1 3g, leg. L. Storace (mc); Molare, IX.1942, 1 g, leg. Biancheri . (mG). Periodo di volo accertato: 1.V-2.X. È certo l’odonato più comune della fauna piemontese ed italiana. Come ha dimostrato ScHMIDT (1933, Odonaten aus Syrien und Palae- stina. Sitzb. Akad. Wiss. Wien, Mat.-naturw. KI., Abt. I, 147 Bd,, Hft. 5-10, pp. 135-150), questa specie si può scindere in varie razze caratterizzate principalmente dalla forma del processo lobiforme del pronoto e dalla diversa proporzione delle 292 omeocrome ed eterocrome. Negli esemplari piemontesi la forma del processo del pronoto varia alquanto ma entro limiti non molto estesi, press’a poco come av- viene negli esemplari liguri (cfr. Capra, 1945). Delle 99 esaminate il 96%, appartiene alla forma a) di Conci & NIELSEN, 1956 ed il rima- nente 4%, alla f. b) (con la sola f. infuscans Campion). In ciò le popo- lazioni piemontesi differiscono nettamente da quella umbra del lago Trasimeno (Capra, 1962/63), dove 1/3 delle 99 è costituito dalla forma b) (tnfuscans Camp. + rufescens Steph.) e si avvicinano invece a quelle di Liguria (CAPRA, I. c.). Le 99 f. a) sono per 3/4 omeocrome e di queste, poco meno della metà è rappresentato da individui omeomorfi. 10. Ischnura pumilio (Charpentier, 1825, Agrion pumilio) Materiale citato: Agrion pumilio Charp. SELYS-HAGEN, 1850 e SeLys, 1851: Torino, in settembre; PIROTTA, 1879: Piemonte (+), Torino; BENTIVOGLIO, 1908a: Torino. Ischnura pumilio Charp. Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); GALLETTI, 1972: San- thià (VC) dint., da VII a IX; BaLestrazzi & Coll., 1977: Borgoratto (AL), f. Bormida a Sezzadio, IX, poco comune. Materiale esaminato: Piemonte, 2 gg 2 92 1 2 aurantiaca Selys, leg. V. Ghiliani (MG). 16 F. CAPRA - P. A. GALLETTI Provincia di Vercelli - Piedicavallo: Vallone della Vecchia (sopra Alpe Rosei), m. 1200 ca., 26.VIII.1960, 1 2 omer., leg. F. Capra (cc); Zumaglia, m. 500-600, fraz. Viglieno, 27.VIII.1967, 1 2 auran- tiaca; id., rio Chiebbia (Cebia), 31.VIII.1966, 1 9; id., pozzan- ghera, 15-24.VIII 1974/1975, 1 g 2 99, tutti leg. F. Capra (cc); Rovasenda, brughiera, 20.VII-15.VIII 1967/1972, 5 gg 2 99 1 exuvia, leg. I. Bucciarelli (cB); Cerrione, la Bessa, 19.VIII. 1964, 153 1 2 omcr,, leg. F. Capra (cc); Carisio, risaie ed acque stagnanti, 13.V-29.VIII 1967/1973, molti gg e 99 omer., leg. I. Bucciarelli - P. Galletti (cB, cG e cs); Santhià, risaie, 4-18.VIII 1968/1969, 3 33 3 92 omer. 1 9 etcr. 1 9 aurantiaca; id., roggia Cavallera, 23.VII/11.VIII.1971, 2 gg 1 2 aurantiaca; id., torr. Elvo in fraz. Vettignè, 9. VIII.1968, 1 g, tutti leg. P. Galletti (CG). Provincia di Alessandria - Piovera, 5.VIII.1946, 1 9 omcr., leg. G.C. Doria (MG); Cantalupo, stagno della Fornace, 30.IX.1972, 1 9, leg. I. Bucciarelli (cB); Sezzadio, f. Bormida, 30.IX.1972, 1 g 1 9, leg. I. Bucciarelli (cB); Cassano Spinola, 2.IX.1945, 1 3 2 99 omcr., leg. G. B. Moro (MG). Periodo di volo accertato: 13.V-30.IX Specie più rara e localizzata della precedente. Predilige le acque stagnanti a fondo fangoso. Genere Enallagma Selys, 1876 11. Enallagma cyathigerum (Charpentier, 1840, Agrion cyathigerum) Materiale citato: Enallagma cyathigerum Charp. Morton, 1926: lago d’Orta, VIII. 1925, very common; Concr & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); Conci, 1957: Valtournanche, lago le Lou (Loz), m. 1700, 16.VIII.1955, comune. Materiale esaminato: Valle d’Aosta - Valtournanche, m. 1500, VIII.1938, 2 33, leg. E. Berio (MG); Chamois, lago di Lod, m. 2018, 11.VIII.1973, 13 1 9; id., id., 12.VIII.1976, 8 gg 1 9, tutti leg. P. Galletti (ce). Provincia di Novara - Val Formazza, s. d., 2 gg 2 99, leg. V. Ghiliani (mG); S. Martino sul Ticino (Trecate), 14/19.VII.1973, alcuni esemplari, leg. I. Bucciarelli-M. Pavesi (cB e CP). ODONATI 17 Provincia di Torino - Oulx, m. 1100, 8.VIII.1936, 12 33, leg. E. Berio (me); id., 10.VIT.1947, 11 g3; id., 20.VI.1953; 3 gg 2 gg juvv. 3 92 juvv., tutti leg. G. Della Beffa (cc e DB). Periodo di volo accertato: 20.VI-VIII. Nei 53 il 2° urotergo ha la macchia nera più o meno romboidale (tra le figg. 18a e 18b II, pag. 19, ScHMIDT, 1929) con il peduncolo ridotto ad una sottile linea. Fa eccezione la popolazione del lago di Lod, dov’è costante la macchia a forma di sbarretta (fig. 18b I, ibid.) con peduncolo più o meno sottile o assente. Sul 3° urotergo la macchia distale è abbastanza costante (come Bele feo: Isae ‘186 1, *ibid.): Specie circumboreale diffusa in ambienti lentici dal piano fino ai 2000 m. Famiglia LESTIDAE Sottofamiglia SYMPECMATINAE Genere Sympecma Selys, 1840 ID Sympecma fusca (Van der Linden, 1820, Agrion fusca) Materiale citato: Lestes fusca V. d. Lind. SeLYs-HacenN, 1850 e SeLys, 1851: Torino; BENTIVOGLIO A. & T., 1894: Tortona, piccola palude presso lo Scrivia, in agosto, rara. Sympycna fusca V. d. Lind. PiroTTA, 1879: Piemonte (+), Torino; BENTIVOGLIO, 1908a: Torino-Tortona; Navas, 1932: Alpi occ. Cenisio, VIIJ-1903 - Dint. Tori- no; Navas, 1933: Bollengo, 1932-33. Sympecma fusca V. d. Lind. Capra, 1953: lago di Viverone, 6.VIII.1951, 1 g; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); Capra, 1969: colline del Biellese; GALLETTI, 1972: Santhià (VC) dint., da IV a VII; BaresTtRAZZI & Coll., 1977: Borgoratto Alessandrino, Cantalupo (AL), da V a IX; Capra, 1977: Sant. Oropa. Materiale esaminato: Valle d’Aosta - Valtournanche, m. 1524, 14.VIII.1958, 1 9, leg. Berio (CC). Provincia di Novara - S. Martino sul Ticino (Trecate), 3.VII.1971, leS.igles., LauBueciatelli (cs). Provincia di Torino - Andrate, m. 836, VIII.1900, 3 gg 1 9, leg. R. Gestro (MG); id., 16.VIII.1968, 1 3, leg. P. Galletti (cc); lago di Montalto Dora, 12.IX.1969, 5 gg 5 99, leg. Casale (cB); Mas- seria d’Azeglio sul lago di Viverone, 21.VII.1968, 1 3 1 9, leg. ro Ann. Mus. Civ. St. Nat. - Genova - Vol. LXXXII 18 F. CAPRA = P. A. GALLETTI I. Bucciarelli (cB); Torino, colline, 10.VIII.1955, vari es., leg. G. Della Beffa (pB); Castiglione Torinese, X.1881, 1 3, leg. L. Fea (mG); id., estate 1923, 2 33 2 99, leg. Negri (MG); Giaveno, m. 506 (Val Sangone), 25.1X.1914, 13 2 99, leg. G. Della Beffa (ps); Macello, torr. Chisone, 13.VII.1968, 5 33 3 99, leg. Colombo (cs). Provincia di Vercelli - Piedicavallo, m. 1000-1100, greto del t. Cervo, 22.VII-IX 1956/1975, molti gg e 99, leg. F. Capra - P. Galletti (cc e cc); id., val Chiobbia, Alpe Pianlino (m. 1150) ed Alpe Pianazza (m. 1200), 27.VIII.1964, 1g 1 9, leg. F. Capra (cc); Santuario d’Oropa, m. 1200 ca., 16.VII.1926, 1 3, leg. A. Dodero (mG); id., 1.IX.1949, 1 9, leg. F. Capra (cc); id., 10. VEREG%e. 2 33, leg. P. Galletti (cc); Bioglio, m. 513, 30.VIII-15.IX 1933/ 1950, 4 33 5 99; id., monte Rovella, m. 890, 14.VIII.1961, 2 gg 1 9, tutti leg. F. Capra (MG e cc); Zumaglia, m. 500-600 (sui cespugli del sottobosco nei castagneti e lungo le siepi), VII-4.IX 1949/1976, molti 33 e 22, leg. F. Capra (cc); Santuario di Graglia, m. 900 ca., 13.VIII.1974, 4 33 3 99, leg. P. Galletti (cc); brughiera di Rovasenda, 24.VI-4.IX 1967/1972, 15 33 8 99, leg. I. Bucciarelli (cB); Cerrione, la Bessa, 20.VIII 1963/1964, 1 3 4 99, leg. F. Capra (cc); Magnano, val Sorda, IX. 1942, 2 99, leg. L. Masi (MG); Salussola, torr. Elvo, 13.VIII.1976, 2 gg 3 99, leg. P. Gal- letti (cc); lago di Viverone, 29.VI-6.VIII 1951/1971, 4 53 4 99, leg. F. Capra - P. Galletti (cc e cc); lago di Bertignano, 25.IX. 1969, 2 gg 5 99, leg. Casale (cB); Carisio, risaie, 9-13.V 1971/ 1973, 1 3 3 99, leg. P. Galletti (cc); Santhià, 2.VI-12.VII 1969/ 1972, 2 53 2 99; id., roggia Cavallera, 11.IV-23.VII 1971/1973, 16 53 (in VI-VII juvv.) 2 99; id., torr. Elvo in fraz. Vettignè, 14.VIII.1968, 3 33 4 99, tutti leg. P. Galletti (ce e cs); Vercelli, VII. 1944, 1g 1 9, leg. C. Balliano (MG). Provincia di Asti - Asti, VII-VIII 1943/1957, 3 99, leg. E. Berio - R. Berio - G. Della Beffa (MG e cc); Nizza Monferrato, IX.1935, 1 9, leg. P. Arduino (Mc). Provincia di Alessandria - Piovera, IX.1934, 1 3, leg. G. C. Doria (MG); Cantalupo, 1.V.1972, 4 33, leg. P. Galletti (cc); id., stagno della Fornace, 30.IX.1972, 3 3g 1 9, leg. I. Bucciarelli (cB); Borgo- ratto, can. Carlalberto, 12-21.VII 1968/1974, 7 gg 5 99, leg. I. Bucciarelli-P. Galletti (cB e cc); Gavi, V. 1897, 1 3, leg. L. Fea (MG). ODONATI 19 Provincia di Cuneo - Boves, m. 590, VIII.1933, 1 3 1 9, leg. A. Borelli (MG). Periodo di volo accertato: 11.IV-X. È uno degli odonati più comuni, dalla pianura fino ai 1500 m.; frequenta 1 cespugli del sottobosco ma si rinviene anche in zone scoperte. Ai primi tepori primaverili ricompaiono gli esemplari in livrea scura che hanno svernato e che si accoppiano; la generazione dell’anno co- mincia a sfarfallare già in maggio. 13. Sympecma paedisca striata St. Quentin, 1963 (Syn.: S. annu- lata braueri Jakobson & Bianchi, 1902) Materiale citato: Sympecma paedisca Brauer, 1882. Capra, 1969: colline del Biellese, rara. Sympecma paedisca striata St. Quentin. GALLETTI, 1972: Santhià (VC), Carisio (VC), lago di Viverone, da V ad VIII. Materiale esaminato: Provincia di Vercelli - Zumaglia, m. 500-700, 17.VIII-1.IX 1964/ 1974, 9 gg 3 99, leg. F. Capra (cc); brughiera di Rovasenda, 29.VII-4.IX 1967/1972, 17 3g 21 99 alcune exuviae, leg. I. Buc- ciarelli (cB); lago di Viverone, 10.V/8.VI.1971, 3 gg 1 9, leg. P ‘Galletti (ce); Salussola, torr. Elvo, 15.VIII.1974;119, leg. P. Galletti (ce); Carisio, risaie, 9-13.V 1971/1973, 11 gg 1 9, leg. P. Galletti (cc e cs); Santhià, roggia Cavallera, 27.V-26.VIII 1972/1973, 5 33 (in VIII juvv.); id., torr. Elvo in fraz. Vettigné, margini di un pioppeto, 18.VIII.1968, 1 9, tutti leg. P. Galletti (CE). Periodo di volo accertato: 9.V-4.IX Allo stato attuale delle ricerche la specie appare relegata ad una ristretta area prealpina e subalpina che dai fronti morenici del lago di Viverone e della Serra d’ Ivrea, toccando i primi rilievi del Biellese, va alle “baragge” di Rovasenda e lungo |’ Elvo scende alla pianura fin nella zona di Santhià. Probabilmente risulterà diffusa in gran parte della cerchia prealpina. Il ciclo vitale è analogo a quello della congenere e possiamo se- gnalare la cattura, ai primi di maggio, di esemplari svernanti in livrea scurissima. Exuvie di questa, come della precedente specie, sono state rinvenute in risaia. 20 F. CAPRA - P. A. GALLETTI Da rilevare che a Rovasenda, dove la specie è piuttosto comune nel periodo estivo-autunnale, la S. paedisca preferisce posarsi su piante erbacee molto alte, mentre la S. fusca predilige i rami secchi; in tal modo le due specie risultano assai più mimetiche. Inoltre il rapporto di frequenza, inizialmente nettamente a favore della fusca, verso la fine dell’estate diviene apparentemente di 1 : 1 (BUCCIARELLI in litt.). A Zumaglia invece abbiamo constatato come la S. fusca sia pre- ponderante ancora a fine agosto (dal 17 al 25.VIII.1969 si sono campio- nati solo 4 es. di paedisca contro 250 di fusca). Sottofamiglia LESTINAE Genere Chalcolestes Kennedy, 1920 14. Chalcolestes viridis (Van der Linden, 1825, Agrion viridis) Materiale citato: Lestes viridis V. d. Lind. SELYS-HaceEn, 1850 e SeLys, 1851: Torino; PiROTTA, 1879: Piemonte (+), Torino; BENTIVOGLIO, 1908a: Torino; Morton, 1926: lago d’Orta, a few up a small marsh near Pettenasco, VIII.1925; Navas, 1933: Bollen- go; Capra, 1953: lago di Viverone, VII.1952, 23g; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!). Chalcolestes viridis V. d. Lind. GALLETTI, 1972: Santhià (VC), dint., da VII a IX, comune; BaLesTRAZZI & Coll., 1977: Borgoratto Alessandrino, f. Bormida a Castelnuovo (AL), Cantalupo (AL), da VII a X. Materiale esaminato: Piemonte, 2 gg 1 9, leg. V. Ghiliani (MG). Provincia di Vercelli - Gattinara, Casa del Bosco, 4.IX.1971, 2 99, leg. I. Bucciarelli (cB); brughiera di Rovasenda, 20.VII-4.IX 1967/1972, 15 g3 20 99, leg. I. Bucciarelli (cB); Salussola, torr. Elvo, 13.VIII.1976, 1 3 1 9, leg. P. Galletti (cc); lago di Viverone, VII.1952, 2 99, leg. C. Ramasco (cc); id., 5-17.VIII 1968/1970, 2 33 6 29, leg. P. Galletti (cc); Carisio, dint. can. Depretis, 25. VII-29.VIII 1969/1973, 20 gg 4 99, leg. P. Galletti (ce); id., risaie, 13.VI.1967, 2 99, leg. L. Spezia (cB); id., id., 24.VII.1971, 1 exuvia, leg. P. Galletti (cc); Santhià, ruscello fiancheggiato da salici, 9.VII-26.IX 1967/1969, 5 33 6 22 1 exuvia; id., roggia Cavallera, 29.VI-26.IX 1969/1972, 7 gg 3 992 8 exuviae; id., ri- sale, 29.VI.1970, 8 exuviae; id., torr. Elvo in fraz. Vettignè, 9-18. VIII 1968/1969, 5 33 2 99, tutti leg. P. Galletti (cc e cs); Ver- celli, VIII 1944/1952, 2 99, leg. C. Balliano - G. Della Beffa (cc e DB); Caresanablot, 19.VIII.1944, 2 99, leg. C. Balliano (cc). ODONATI DA Provincia di Alessandria - Cantalupo, stagno della Fornace, 30.IX.1972, 1 3, leg. I. Bucciarelli (cB); Borgoratto, can. Carlaberto, 27.VI- 20.VII 1968/1971, 7 gs 6 SS, leg. I. Bucciarelli (cB); Cassano Spinola, VIII-2.IX 1940/1945, 2 33 2 99, leg. G. B. Moro (Mc); Castelnuovo Bormida, 28.VII.1968, 1 3, leg. I. Bucciarelli (cs); Montechiaro d’Acqui, f. Bormida, 26.VII.1970, 3 3g 3 99, leg. I. Bucciarelli (CB). Periodo di volo accertato: 13.VI - 30.IX (X, BaLEsTRAZZI & Coll; 1977): Molto comune in pianura, presso acque correnti e stagnanti. Genere Lestes Leach, 1815 15. Lestes virens vestalis Rambur, 1842 Materiale citato: Lestes virens vestalis Ramb. Conci & NIELSEN, 1956: Piemomte (!); BALESTRAZZI & Coll., 1977: Cantalupo (AL), stagno della Fornace, 30.IX.1972, sporadica. Materiale esaminato: Provincia di Torino - Sangano, 2 gg, leg. V. Ghiliani (MG); Beinasco, Sev 1915,, 1.54, deg; 4G. Della. Betta. (DB). Provincia di Alessandria - Cantalupo, stagno della Fornace, 30.IX. 19725) Sago leg: 1. Bucciarelli, (cs); Periodo di volo accertato: 5.VII - 30.IX Specie estivo-autunnale, di ambienti lentici, non comune e pre- sumibilmente molto localizzata. 16. Lestes sponsa (Hansemann, 1823, Agrion sponsa) Materiale citato: Lestes sponsa Hans. Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); BaLESTRAZZI & Coll., 1977: Borgoratto Alessandrino, Cantalupo (AL), fiume Bormida a Sezzadio, IX-X, non abbondante. Materiale esaminato: Piemonte, 1 g, leg. V. Ghiliani (mc). Provincia di Torino - Beinasco, VIII.1951, 1 g, leg. Della Beffa (DB). Provincia di Vercelli - Santhià, torr. Elvo, 11.VI.1978, 1 g, leg. P. Gal- letti (CG). Provincia di Alessandria - Piovera, Tanaro morto, 15.VIII.1948, 2 33, leg. G. C. Doria (mG); Cantalupo, stagno della Fornace, 30.IX. 22 F. CAPRA - P. A. GALLETTI 1972, 13 99, leg. I. Bucciarelli (cB); Sezzadio, fiume Bormida, 30.IX.1972, 1 3, leg. I. Bucciarelli (cB). Periodo di volo accertato: 11.VI-30.IX (X. BaLESsTRAZZI & Coll., 1977). SeLys nel 1840 cita il Lestes Picteti per Piemonte e Sardegna su materiale avuto dal Genè, ma nel 1850 (pag. 156), mentre pone il L. Picteti in sinonimia in parte con L. sponsa ed in parte con L. virens, non ricorda più alcuna delle due specie per il Piemonte ed anzi ipotizza che il L. sponsa non si trovi in Italia. Le vicende posteriori hanno invece dimostrato come la specie sia diffusa in tutta | Italia continentale. 17. Lestes dryas Kirby, 1890 Materiale citato: Lestes dryas Kirby. Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); Conci, 1956: Sestrière, 2.VIII.1946, 2 29 - Ovada, VII.1919, 253; BALESTRAZZI & Coll., 1977: Cantalupo (AL), stagno della Fornace, 6.V.1972, numerose ninfe all’ultimo stadio. Materiale esaminato: Piemonte, 1 g 1 9, leg. V. Ghiliani (MG). Provincia di Torino - Sestrière (Val Chisone), m. 2000, 2.VIII.1946, 2 29, leg. L. Rocca (MG). Provincia di Alessandria - Cantalupo, stagno della Fornace, 1/6.V. 1972, 26 ninfe all’ultimo stadio (sfarfallati 1 3 2 99), leg. I. Buc- ciarelli (cB); Ovada, VII.1919, 2 gg, leg. F. Invrea (mc); Lerma, VII, 2 gg, leg. Arduino (MG). Periodo di volo accertato: VII - 2.VIII. Specie circumboreale, con distribuzione analoga ad E. cyathi- gerum. Famiglia CALOPTERYGIDAE Sottofamiglia CALOPTERYGINAE Genere Calopteryx Burmeister, 1839 18. Calopteryx virgo padana Conci, 1956 Materiale citato: Libellula virgo L., 1758. ALLIONI, 1766: dint. Torino, luglio; GriorNna, 1779-1793: dint. Torino, alla metà di aprile. Calopteryx virgo L. PiroTTA, 1879: Piemonte (+), Torino; BENTIVOGLIO, 1908 a: Torino; BENTIVOGLIO, 1920b: Torrente Lurisia (Roccaforte Mondovi), spe- ODONATI 28 cialmente ove l’acqua è meno corrente, VIII-IX.1918, molti Sg e 22; Morton, 1926: lago d’Orta, at small streams running into the lake, VIII. 1925. Agrion virgo L. Navas, 1933: Bollengo, 1932-33, comune. Calopteryx virgo L. razza settentr. Capra, 1945: Magnano (Serra d’Ivrea), Lagna (Orta). Calopteryx virgo L. ssp. CAPRA, 1953: lago di Viverone, VII-VIII.1952, 2 Sg 3 99. Calopteryx virgo padana Conci. Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); GALLETTI, 1972: Santhià (VC) dint., fine VI-inizio IX; BaLesTRAZZI & Coll., 1977: Bor- goratto (AL), can. Carlalberto, V-VI, sporadica. Materiale esaminato: Piemonte, 1 g 2 99, leg. V. Ghiliani (MG). Provincia di Novara - Lago d’Orta, Lagna, 28.VIII.1921, 4 33, leg. G. Mantero (MG); S. Martino sul Ticino (Trecate), 16-22.IV. 1972 € 24 VV A972; 4 es. premmas., leg. I Bucciarelli! (cs). Provincia di Torino - Venaria Reale, Mandria, V.1946, 1 2 juv., leg. (CD betta (os); Stupinigi, VISSI, 1.43 2° lee G Della Beffa (DB). Provincia di Vercelli - Zumaglia, m. 500, rio Chiebbia, 31.VII-3.IX 1951/1966, 19 33 5 99, leg. F. Capra (cc); Magnano, val Sorda (Serra d’ Ivrea), m. 543, rio del Mulino, VIII-IX 1937/1942, 13 3g 3 99, leg. L. Masi (mc); Viverone, VIII.1952, 2 63 3 99, leg. C. Ramasco (cc); Carisio, can. Depretis, 29.VIII.1973, 1 g, leg. P. Galletti (cc); Santhià, roggia Cavallera, 29.VI-22.VIII 10664197, 11 gs 929; 1d., ruscello, 43-VIIU:1969,, 5.63.3 juvv:) fro! Cl uvi): tutti leg: P-Galletti (Ce. cs) Provincia di Alessandria - Piovera, 26.VI-IX 1933/1948, 2 33 3 99, leg. G. C. Doria (MG); Stazzano Scrivia, fosso Armanengo, 9. WE 19543 de; degi Fix Capra.=)C...Coneci (cc.escco);; «Are quata Scrivia, 9.VI.1949, 2 99 juvv., leg. L. Storace (MG). Periodo di volo accertato: V - IX. Le citazioni di ALLIONI e GIORNA, come pure quella di PIROTTA che ai primi due si riferisce, lasciano dubbi sull’esattezza della deter- minazione, se non al puro livello generico. Diffusa praticamente in tutta la regione, in pianura come nell’orizzonte collinare e submontano, è caratteristica di acque correnti ed anche 1 reperti dei laghi d’ Orta e Viverone si riferiscono certamente ad esemplari provenienti da corsi d’acqua tributari. 24 F. CAPRA - P. A. GALLETTI 18a. Calopteryx virgo meridionalis Selys, 1873 Materiale esaminato: Provincia di Alessandria - Vocemola (2,5 km da Arquata Scrivia), 12.VII.1953, molti gg e 99, leg. L. Storace (MG). Interessante questa intrusione in territorio piemontese della ssp. meridionalis dalla Liguria, lungo la Val Scrivia, tanto più che nei territori limitrofi di Arquata e Stazzano Scrivia vive la ssp. padana. D’altra parte nella congenere C. splendens abbiamo potuto constatare il fenomeno opposto per cui è la ssp. capra: che oltrepassa i confini della Liguria e si spinge nell’alta valle della Bormida di Millesimo fino a Cengio (15.VII.1946, 30 33, leg. E. Berio; 10.VII.1950, 2 gg, leg. E. Berio (MG) e lungo I Erro a Pontinvrea (26.VII.1975, 5 g¢ 19, leg. P. Galletti; 31.VII.1976, 6 33 3 99, leg. P. Galletti (cc). Prima citazione per il Piemonte. 19. Calopteryx splendens caprai Conci, 1956 Materiale citato: Calopteryx splendens Harris 1782 sous varietè intermédiaire SELYS-HAGEN, 1850 e SE- Lys, 1851: Torino. Calopteryx splendens Harr. Prrotta, 1879: Piemonte (+), Torino; BENTIvOGLIO A. & T., 1894: Tortona, molti individui presi in agosto in una piccola palude presso lo Scrivia; BENTIVOGLIO, 1908a: Torino-Tortona; Parist & Coll., 1971: Trino Vercellese, fiume Po e lanche. Agrion splendens Harr. Navas, 1932: Piemonte, 9. Calopteryx splendens Harr. ssp. (sous varieté intermédiaire, Selys 1850 = intermedia Capra 1945, nec intermedia Selys 1887). Capra, 1953: lago di Viverone, 15-VI- 1952; 1 3: Calopteryx splendens Harr. ssp. Conci, 1954: Alessandria, fiume Tanaro, 18.VI.1953. Calopteryx splendens caprai Conci. Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); GALLETTI, 1972: Santhià (VC) dint., VI-inizio IX, comune; BaLestTrazz1 & Coll., 1977: Borgoratto (AL), f. Bormida a Castellazzo B. (AL), da V a VII. Materiale esaminato: Piemonte, 2 gg 1 9, leg. V. Ghiliani (MG). Provincia di Novara - S. Martino sul Ticino (Trecate), 22.1V.1972, 2 es. preimmag., leg. I. Bucciarelli (cB). Provincia di Vercelli - Rovasenda, 18.VII.1975, 3 gg 2 99, leg. E. Ba- lestrazzi (cBa); Buronzo, f. Cervo, 1929, 5 gg 3 99, leg. C. Con- ODONATI 25 falonieri (MG); lago di Viverone, 15.VI.1952, 1 3, leg. F. Capra (cc); Santhià, 14.VI.1972, 1 g 1 9; id., roggia Cavallera, 29.VI- 13.VIII 1966/1972, 28 gg 15 99 5 exuviae; id., ruscello in fraz. Vettignè, 7.VIII.1974, alcune exuviae, tutti leg. P. Galletti (cc ces): VereelltS22NIITSVINI 1941952, 03315 90) lee. ‘Cy Bal- liano - G. Della Beffa (cc e DB); id., greti della Sesia, 1.VII.1951, more 2 les, F. Capra - C. Conei (cc ec cco); Trino V., f. Po, 9. V.1968, 1 ninfa; id., ruscello, 18.V.1968, 1 ninfa, tutti leg. Lab. Zool. Univ. Milano (cc). Provincia di Asti - Asti, Valterza, VII.1955, 2 gg, leg. R. Berio (cc); Motta di Costigliole, 24.V.1946, leg. Borra (mc); Nizza Monferrato, IX.1935, 1 g, leg. P. Arduino (MG). Provincia di Alessandria - Casale Monferrato, 26.VI.1949, gg e 99, leg. E. Biancheri (cco); Mombello Monferrato, s.d., 3 gg 1 9, leg. G. Mantero (MG); Piovera, 24.VI-IX 1934/1948, 6 33 4 99, leg. G. C. Doria (Mc); Cantalupo, stagno della Fornace, 1.V.1972, 1g 1 juvv., leg. P. Galletti (cc); Borgoratto, can. Carlalberto, 13-21.VII 1968/1974, gg e 99, leg. I. Bucciarelli - P. Galletti (cB e CG); Bosco Marengo, VIII.1948, 33 e 99, leg. Rolando (cco); Cassano Spinola, VII.1946, 4 gg 3 99, leg. G. B. Moro (MG e cc); Stazzano Scrivia, fosso Armanengo, 9.VIII.1957, dg e 99, leg. F. Capra - C. Conci (cc e cco); Vignole Borbera, 19.VI.1953, 1g 2 99, leg. L. Storace (MG); id., fosso del Mulino, 9.VIII.1957, ade so ales. FI Capra,=.C. Conet. (cc, ecco); Gavi, VITE1908, 1g 2 99, leg. G. Mantero (Mc); Arquata Scrivia, 18.VIII.1938, PO ico | La. Storace. (Mc). Provincia di Cuneo - Niella Tanaro, VIII.1938, leg. Gagliardi (Mc). Periodo di volo accertato: 1.V - IX. È la Calopteryx più comune in Piemonte, dove appare diffusa in tutta la regione negli stessi ambienti della C. virgo e ben caratterizzata anche nella parte meridionale (solo uno dei gg di Cassano ha la fascia apicale ialina molto ridotta - 0,5 mm). Come detto, sconfina sul ver- sante padano della Liguria (Cengio e Pontinvrea); nella valle dello Scrivia raggiunge in territorio piemontese Arquata S., mentre nell’alta valle, in territorio ligure, a Casella (Capra, 1945) compare la C. xan- thostoma che, peraltro, non sorpassa generalmente lo spartiacque ap- penninico (Pra - Capra, 1945; Sarzana - BENTIVOGLIO, 1920a). 26 F. CAPRA - P. A. GALLETTI Sottordne ANISOPTERA Famiglia GOMPHIDAE (7) Sottofamiglia GOMPHINAE Genere Gomphus Leach, 1815 (8) 20. Gomphus flavipes (Charpentier, 1825, Aeschna flavipes) Materiale citato: Gomphus flavipes Charp. Moncuzzi, 1970: Borgoratto Alessandrino; BALESTRAZZI & Coll., 1977: Borgoratto (AL), can. Carlalberto, VI-VII-VIII. Materiale esaminato: Provincia di Alessandria - Borgoratto, can. Carlalberto, 13/22.VI.1969, 3 g3 1 9; id., id., 6-13.VII 1972/1974, 10 ninfe, tutti leg. I. Buccia- relli (cB); id., id., 1.V.1972, 3 ninfe (sfarfallata 1 9 il 23.V), leg. P. Galletti (cc). Periodo di volo accertato: VI (VII-VIII, BaLestRAZZI & Coll., 1977) Di questa specie, dopo la cattura di tre esemplari isolati (Roma, Piacenza e Colli Euganei) che la facevano ritenere presente solo acci- dentalmente in territorio italiano (AGUESSE, 1968), è stata reperita in Piemonte, nei pressi dell’abitato di Borgoratto Alessandrino, una po- polazione stabile di cui si è seguito il ciclo biologico ed accertato il biotopo larvale; al bel lavoro di BALESTRAZZI, BOZZETTI e BUCCIARELLI (1977) si rimanda per maggiori notizie in merito. La specie è comunque certamente più diffusa nella pianura padana e più accurate indagini, rivolte particolarmente alla ricerca di stadi preimmaginali, non dovrebbero mancare lo scopo di reperirla in ambienti affini a quello citato. (7) BRAUER, 1876 cita l’Onychogomphus Genei Selys (= Paragomphus genei) di Torino e questa citazione è riportata, seppure con dubbio, da PIROTTA, 1879 e BENTI- VOGLIO, 1908a. Ma, come già ipotizzava PIROTTA, la segnalazione è dovuta all’equivoco in cui era stato indotto il BRAUER dall’aver trovato esemplari di questa specie fra il ma- teriale esaminato al Museo di Torino, ove GHIGLIANI aveva deposti gli esemplari da lui scoperti in Sicilia. Pertanto, come logica vuole, il P. gene? va radiato dalle entità pie- montesi. (8) Prrotta, 1879 cita, come raccolto dal GHILIANI in Piemonte, il G. pulchellus Selys, non più segnalato in seguito da altri in Italia (la citazione del Disconzi per il Vicentino è da ritenersi senz'altro errata). Per quanto si sappia quanto fosse accurato il GHILIANI nelle sue determinazioni, è tuttavia possibile vi sia stato qualche errore nell’indicare la località, dato l’uso di ordinare le collezioni entomologiche in quei tempi senza etichetta di località per ogni singolo esemplare. Riteniamo pertanto che convenga considerare molto dubbia, fino ad una eventuale conferma, la presenza della specie in Piemonte, come del resto in Italia. ODONATI 27 21. Gomphus vulgatissimus (Linnaeus, 1758, Libellula vulgatissima) Materiale citato: Libellula vulgatissima L. GioRrNA, 1779-1793: dint. Torino, alla metà di aprile. Gomphus vulgatissimus L. PirRoTTA, 1879: Piemonte (+); BENTIVOGLIO, 1908a: Pie- monte; Conci, 1948: Motta di Costigliole (Asti), V.1946, 1 29; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); BALEsTRAzzI & Coll., 1977: Borgoratto (AL), can. Car- lalberto, da IV a meta VII, comune allo stato larvale ma sporadica in quello adulto. Materiale esaminato: Piemonte, 2 gg, leg. V. Ghiliani (MG). Provincia di Novara - S. Martino sul Ticino (Trecate), 3.VII.1971, 1 3g, leg. I. Bucciarelli (cs). Provincia di Torino - Falde M.te Musinè, 22.V.1932, 1g 1 9, leg. G. Della Beffa (DB); Beinasco, V. 1947, 1 9, leg. G. Della Beffa (ps). Provincia di Vercelli - Trino Vercellese, f. Po, 9.V.1968, 1 larva, leg. Lab. Zool. Univ. Milano (cc). Provincia di Asti - Motta di Costigliole, 24.V.1946, 1 9, leg. O. Borra (MG). Provincia di Alessandria - Borgoratto, can. Carlalberto, 13.VI-6.VII 1970/1974,9253 47289 Meg XE Bucciarelli (cs); id:, id:, 14. 1V.- 1.V 1972/1973, numerose ninfe, leg. E. Balestrazzi - I. Bucciarelli alekig Galletti cha, z@eB:.e Ce). Periodo di volo accertato: (IV, BaLESTRAZZI & Coll., 1977) V - 6.VII (metà VII, ibid.) Vola lungo 1 fiumi, canali e le rive dei laghi; assai diffuso in regione ma non comune. i Genere Ophiogomphus Selys, 1854 22. Ophiogomphus serpentinus (Charpentier, 1825, Aeschna ser- pentina) Materiale citato: Libellula cecilia Fourcroy, 1785. GIiorNA, 1779-1793: dint. Torino, mese di maggio in principio. Ophiogomphus serpentinus Charp. PiROTTA, 1879: Piemonte (+) (Mus. Torino); BEN- TIVOGLIO, 1908a: Piemonte-Tortona, lungo lo Scrivia; Conci, 1954: Piemonte, 1 9 in Mus. di Genova. - Alessandria, f. Tanaro, 18.VI.1953, 1 9; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); GALLETTI, 1972: Santhià (VC), roggia Cavallera, 8.VIII.1970, 1 exuvia; BaLESTRAZZI & Coll., 1977: Borgoratto (AL), can. Carlal- berto, VII, 1 5 1 92 2 larve, sporadico. Gomphus serpentinus Charp. BENTIVOGLIO A. & T., 1894: Tortona, un solo 3 preso alla fine di giugno non lungi dallo Scrivia. 28 F. CAPRA - P. A. GALLETTI Materiale esaminato: Piemonte, 1 9, leg. V. Ghiliani (MG). Provincia di Vercelli - Santhià, roggia Cavallera, 8. VIII.1970, 1 exuvia, leg. P. Galletti (CG). Provincia di Alessandria - Borgoratto, can. Carlalberto, 5-16.VII 1970/ 1972, 13 1 9, leg. I. Bucciarelli (cs). Periodo di volo accertato: (18.VI, Conci, 1954) 5.VII - 8.VIII. Di questa rara specie, oltre i già citati scarsi reperti piemontesi, si hanno alcune altre segnalazioni per I Italia settentrionale, talune delle quali forse non attendibili, riassunte da Conci (1954). A queste si sono più recentemente aggiunte una nuova segnalazione per Mortara (BALESTRAZZI & Coll., 1977) ed una per i dintorni di Pavia (BALESTRAZZI, E., 1972. Iconografia degli Odonati italiani. Atti IX Congr. Naz. It. Ent. di Siena, Firenze, pag. 22, fig. 3). Inattendibile l’antica citazione di GIORNA. Per questa specie valgono considerazioni analoghe a quelle espresse per il G. flavipes (Charp.) con cui, infatti, spesso convive. Genere Onychogomphus Selys, 1854 23. Onychogomphus forcipatus unguiculatus (Van der Linden, 1820, Aeschna unguiculata) Materiale citato: Libellula forcipata L., 1758. GIORNA, 1779-1793: dint. Torino, mese di giugno in prin- cipio. Gomphus forcipatus L. variété méridionale. SELYS-HAGEN, 1850 e SeLys, 1851: Torino, Onychogomphus forcipatus L. PIiROTTA, 1879: Piemonte (+), Torino; BENTIVOGLIO, 1908a: Torino; Morton, 1926: lago d'Orta, rather common at several points round lake, especially near Alzo, VIII.1925; Navas, 1932: Torino; Parist & Coll., 1971: Trino Vercellese, lanche del Po. Onychogomphus forcipatus unguiculatus V. d. Lind. Conct & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); BaLEsTRAZZI & Coll., 1977: Borgoratto (AL), f. Bormida a Castelnuovo e Castellazzo, VI-VII, comune particolarmente sul Bormida. Materiale esaminato: Piemonte, 2 gg 1 9, leg. V. Ghiliani (Mc). Provincia di Novara - S. Martino sul Ticino (Trecate), 19-23.VII 1967/1973, 17 33 4 99, leg. I. Bucciarelli (cB e CG). Provincia di Torino - Airasca, torr. Chisola, 18.VII.1968, 1 3, leg. Colombo (cB). Provincia di Vercelli - Salussola, torr. Elvo, 15.VIII.1974, 1 g, leg. P. Galletti (cc); Vercelli, f. Sesia, 20.1V.1969, 1 ninfa, leg. Lab. ODONATI 29 Zool. Univ. Milano (cc); Trino V., lanca del Po, 22.V.1967, 2 ninfe, leg. Lab. Zool. Univ. Milano (cc). Provincia di Alessandria - Mombello Monferrato, s.d., 1 g, leg. G. Mantero (MG); Castellazzo B., f. Bormida, 13-21.VII 1973/1974, 29 33, leg. I. Bucciarelli - P. Galletti (cB e cc); Borgoratto, lanca del Bormida, 27.VI/3.VII.1971, 7 5g 8 99 57 es. tra ninfe ed exuviae; did. can)’ Carlalberto) 13. VI-21.VIE 1968/1974, 26 34 11 99, tutti leg. I. Bucciarelli - P. Galletti (cB e cc); Fabbrica Curone, val Curone, 13.VII.1968, 1 3, leg. I. Bucciarelli (CB); Castelnuovo B., f. Bormida, 28.VII. 1968, 5 gg; id., id., 19.VI. 1971, 1 es. preimmag,, tutti leg. I. Bucciarelli (cB e cc); Rigoroso petivia, (.VII1924, 1 9, les. R. Gestro_(Me); Ovada, VI1919, 1 3g, leg. F. Invrea (mo). Periodo di volo accertato: VI - 15.VIII. Specie frequente sia lungo ruscelli, canali e laghi, che lontano dall’acqua ed in luoghi secchi. Ha volo rapido ma si posa molto spesso sui sassi o sul terreno dei greti, sulle strade o nelle radure. Gli esemplari piemontesi da noi visti mostrano una notevole uniformità nel disegno del pterotorace che, nei jg, corrisponde alla fig. 68-3 di Conci & NIELSEN (1956, pag. 141) ed alla fig. 67-6 di AGUESSE (1968, pag. 132); in particolare la fascia meso-metapleurale è sempre interrotta. Nelle 99 Ja fascia, antiomerale si presenta come nelle figg. 3b - 3c (*) di BILEK (1967, p. 307). Nei gg l'estensione delle macchie gialle sugli uroterghi VIII-IX-X dell'addome è variabile. Il paracerco, giallo o bruno, è del tipo presentato dagli esemplari di Nizza e Pro- venza disegnati da HaceN (SeLys & Hacen, 1857, PI. 2, figg. 3c) e di quello di Provenza della fig. 5f di BILEK (l.c., pag. 309), quindi queste popolazioni sotto l’aspetto morfologico rientrano pienamente nell’am- bito della ssp. unguiculatus, così come tutti gli esemplari della Liguria (San Remo, S. Bartolomeo al Mare, Cengio, Pontinvrea, Cogoleto Sciarborasca, dint. di Genova, Chiavari, Lavagna) (cc, CG, MG) e l’unico esemplare visto della Lombardia (Sartirana Lomellina) (cc) e corri- (9) Nel lavoro citato, la prima delle due figure menzionate è riferita ad O. forct- patus meridionalis Selys 1850, mentre è noto che SELys & HaGeN (1850) hanno de- scritto, senza denominarla, una ‘‘variété méridionale’’, più o meno ben caratterizzata, di Portogallo, Spagna, Provenza, Italia, Sicilia, Algeria ed Asia Minore e che, succes- sivamente, SeLys (1873) ha attribuito queste popolazioni alla ssp. unguiculatus (V. d. Lind. 1820), descritta di Bologna; è quindi, per i motivi summenzionati, inammissibile l’uso, talora riscontrato in letteratura, della ssp. meridionalis Selys 1850. 30 F. CAPRA - P. A. GALLETTI spondono ad un 5 di unguzculatus topotipico di Bologna (Torr. Ravone, 25.V.1924, dr. Att. Fiori leg.) (cc, ex coll. Nielsen). (Fig. 1) Viene così confermata l’identità della ssp. unguiculatus Selys, 1873, con l’ Aeschna unguiculata v. der Lind., 1820, su cui LIEFTINCK (1966, pagg. 45-47) ha qualche dubbio. Inoltre LIEFTINCK (l.c.), riferendosi ad un 3 di Livorno figurato da ST. QUENTIN (1965, p. 539) come ssp. unguiculatus (1°), ma dal sullo- dato A. ritenuto un forcipatus forcipatus, ritiene che la forma nominale sia presente, oltre che sul versante S delle Alpi, anche lungo le coste occidentali della Penisola. Possiamo confermare la diffusione in Toscana Fig. 1 - Onychogomphus forcipatus unguiculatus (Van der Linden), 3 paracerco di un topotipo di Bologna della ssp. unguiculatus, oltre al 3 di Ronta nel Mugello citato da LIEFTINCK (1. c.), anche nei dintorni di Siena: Poggibonsi, 2 33 (MG); F. Merse presso Frontignano 2 33 1 2; Torr. Rosia presso Orgia, 4 gg 2 99; Bagnaia, 1 £ (cc). La variabilità delle popolazioni italiane di forcipatus sarà comunque oggetto di un’ulteriore nota. 24. Onychogomphus uncatus (Charpentier, 1840, Aeschna uncata) Materiale citato: Onychogomphus uncatus Charp. PiRoTTA, 1879: Piemonte (+) (Mus. Torino); BEN- TIVOGLIO, 1908a: Piemonte; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!). Materiale esaminato: Piemonte, 1 3 19, leg. V. Ghiliani (Mc). (10) Riteniamo che detto 3° sia realmente da attribuire alla ssp. unguiculatus e che la differenza della forma del paracerco notata da LIEFTINCK nella fig. 3f di ST. QUENTIN (I. c.), cioè che l’appendice subapicale è meno ad angolo rispetto alla direzione del margine interno del paracerco, sia più apparente che reale, dovuta ad inesatto orien- tamento del paracerco; è da notare che il disegno nero del pterotorace di detto es., fig. 3e, corrisponde al disegno nero della maggioranza degli unguiculatus italiani. ODONATI 3A Provincia di Novara - S. Martino sul Ticino (Trecate), 3-23.VII 1967/ MOV «3 Sad Order. Io xBucciarells.(GB e cc). Periodo di volo accertato: VII. Specie assai più localizzata e sporadica della precedente e più marcatamente reofila. Famiglia AESCHNIDAE (= Aeshnidae) Sottofamiglia BRACHYTRINAE Genere Boyeria Mc Lachlan, 1896 25. Boyeria irene (Fonscolombe, 1838, Aeshna irene) Materiale citato: Boveria irene Fonsc. Conct & NIELSEN, 1956: Piemonte (!) (la specie è segnata in ta- bella con il simbolo “‘!’’. riteniamo per un errore di stampa in quanto il Piemonte non è poi ricordato nella geonemia della specie a pag. 115; è presumibile che gli AA. non ne abbiano visti esemplari piemontesi); GALLETTI, 1972: Santhià (VC), roggia Cavallera, da VII a IX, 7 3d 3 exuviae; BaLESTRAZZI & Coll., 1977: Borgoratto (AL), can. Carlalberto e f. Bormida, VII, 1319. Materiale esaminato: Provincia di Novara - S. Martino sul Ticino (Trecate), 2-4.VII 1974/ 1976, AG" “exuviae, "leg M: Pavesi (ce). Provincia di Vercelli - Santhià, roggia Cavallera, 23.VII-15.VIII 1969/ 1971, 6 gg 3 exuviae, leg. P. Galletti (ce e cs); id., can. presso cascina Zoncolino, 1.IX.1972, 1 3, leg. P. Sala (cc); id., cascina S. Biagio presso r. Cavallera, 18.VI.1973, 1 © a cerci lunghi, leg. L. Caussà (cG). Periodo di volo accertato: 18.VI - 1.IX. Specie mediterranea, abbastanza diffusa ma sporadica; sembra trovare un buon habitat nella fitta canalizzazione della pianura. Genere Brachytron Evans, 1845 26. Brachytron hafniense (Miller, 1764, Libellula Hafniensis) Materiale citato: Libellula pratensis Mill. GIoRNA, 1779-1793: dint. Torino, mese d’agosto. Brachythron pratense Miill. PiroTTA, 1879: Piemonte (+); BENTIVOGLIO, 1908a: Pie- monte. Aeschna pratensis Mill. BENTIVOGLIO A. & T., 1894: Tortona, principio di aprile, fine di giugno, abbastanza frequente tanto in collina che al piano. Brachytron hafniense Mill. Conct & NIELSEN, 1956: Piemonte (+). e] bo F. CAPRA - P. A. GALLETTI Materiale esaminato : Provincia di Novara - S. Martino sul ‘Ticino (Trecate), 2.VI.1974, 1 es., leg. V. Rasia (CR). Periodo di volo accertato: (inizio IV, BENTIVOGLIO A. & T., 1894) 2.VI (fine VI, ibid.). Sicuramente errata la citazione del GIORNA, ripresa dal PIROTTA. Non era più stato ritrovato nella regione da ricercatori posteriori ai BENTIVOGLIO. È entità primaverile che frequenta i luoghi ricchi di acque, i canali, le risaie. Sottofamiglia AESCHNINAE (= Aeshninae) Genere Aeschna (!!) Fabricius, 1775 (= Aeshna F., 1775) 27. Aeschna juncea (Linnaeus, 1758, Libellula juncea) Materiale citato: Libellula juncea L. GiorNa, 1779-1793: dint. Torino, in fine di luglio. Aeschna juncea L. PIROTTA, 1879: Piemonte (+); BENTIVOGLIO, 1908a: Piemonte; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); Concr, 1957: Valtournanche, lago di Lod, m. 2018, 14.VIII.1955, in sfarfallamento. Valtournanche, lago le Lou (Loz), m. 1700, 16.VIII.1955, frequente; Capra, 1969: Biellese, laghetti alpini; Capra, 1977: vista in volo al Pian della Ceva (m. 2200, Oropa). Materiale esaminato: Valle d’Aosta - Chamois, lago di Lod, m. 2018, 11-31.VIII 1972/1976, 22 33 7 92 moltissime exuviae, leg. P. Galletti - I. Bucciarelli (cB e cc); Piani di Loo, a N Punta Tre Vescovi, m. 2300, 16. VIII.1939, 1 3, leg. F. Capra (MG); torbiere sopra il lago della Balma (vallone di Pacoulla), m. 2000 ca., 29.VIII.1952, 1 9, leg. F. Capra (cc). Provincia di Torino - Colle di Sestrière, val Chisone, VIII.1921, 1 g, leg. G. Della Beffa (DB). Provincia di Vercelli - Lago di Lamassa in val Sorba, Alpi a S del M. Rosa, m. 1900, 12-28.VIII 1933/1952, 2 gg 1 9, leg. F. Capra (cc). (11) PiROTTA, 1879 segnala in tabella con la crocetta di presenza nella colonna del Piemonte |’Aeschna borealis Zett. (= A. caerulea STROM) ma poi, nel catalogo, indica solo ‘Italia superiore’. Quindi questa specie va considerata per il momento estranea alla fauna piemontese, in attesa di eventuali conferme. ODONATI 33 Provincia di Cuneo - Cuneo, strada militare tra il Col di Tenda ed il M.te Marguareis, laghetti a m. 2000 ca., 6.IX.1970, 29 33 3 99, leg. I. Bucciarelli (CB). Periodo di volo accertato: 11.VIII - 6.IX. Specie oloartica; da noi solo sulla cerchia alpina, ove è frequente presso laghi e torbiere fino ad oltre 2000 m.; in Piemonte non è stata raccolta al di sotto dei 1700 m. La citazione del GIORNA è del tutto inattendibile. 28. Aeschna grandis (Linnaeus, 1758, Libellula grandis) Materiale citato: Libellula quadrifasciata Miller, 1764. ALLIONI, 1766: dint. Torino, luglio. Libellula grandis L. GiorNna, 1779-1793: dint. Torino, alla metà di maggio. Aeschna grandis L. PiroTTA, 1879: Piemonte (+); BENTIVOGLIO, 1908a: Piemonte; NIELSEN, 1940: Val Tornenza, VIII.1930, 1 2 juv.; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); Conci, 1957: Valtournanche, tra Cheneil e Chamois, m. 2200, 10.VIII.1955, 1 9. Valtournanche, lago di Lod, m. 2018, 14.VIII.1955, 6 gg 19 22 juvv., molte exuviae. Valtournanche, lago le Lou (o di Loz), m. 1700, be VATE 1955.01.38. Materiale esaminato: Valle d’Aosta - Cheneil in Valtournanche, m. 2100, VIII.1930, 1 9 juv., leg. D. Guiglia (mc); Chamois in Valtournanche, lago di Lod, m. 2018, 11-31.VIII 1972/1976, 25 gg 21 99 alcune larve a vari stadi e moltissime exuviae, leg. P. Galletti - I. Bucciarelli (erbe. CP-.e-CR). Periodo di volo accertato: VIII. Alle citazioni per quattro località del Trentino ed a quelle per la Valtournanche (Val d’Aosta), riassunte da Conci (1957), se n’é re- recentemente aggiunta una nuova ad opera di Krauta (1971, Predation by ants, Formica fusca L. and F. rufa polyctena Bondr. on the emerging dragonfly, Aeshna juncea (L.) and its teratological consequences. Tombo, Tokyo, 14 (1/2), pp. 2-5) per il Friuli-Venezia Giulia, Alpi Giulie occidentali, M.te S. Lussari, pozze a 1790 m. ca., che allarga l’areale della specie, pur con discontinuità, a gran parte della cerchia alpina. In Valle d’Aosta sembra trovare l’ambiente ideale attorno ai 2000 m. e comunque non scende sotto i 1700 m. Le antiche citazioni di ALLIONI e GIORNA, riprese da PIROTTA e BENTIVOGLIO, così come analoghe vecchie segnalazioni per altre regioni italiane, sono senza Ann. Mus. Civ. St. Nat. - Genova - Vol. LKXKXXII 3 34 F. CAPRA - P. A. GALLETTI alcun dubbio errate e vanno, probabilmente, riferite all’ Anaciaeschna isosceles (Miller) che presenta una livrea somigliante a quella della specie in esame. 29. Aeschna cyanea (Miller, 1764, Libellula cyanea) Materiale citato: Aeschna cyanea Mill. Prrotra, 1879: Piemonte (+) (Mus. Torino); BENTIVOGLIO A. & T., 1894: Tortona, alcuni individui presi in agosto presso un canale; BEN- TIVOGLIO, 1908a: Piemonte-Tortona; BENTIVOGLIO, 1925: Circondario d’Aosta: corso sup. della Dora, in agosto, comune. Ghiacciaio del Miage, 2000 m. ca., 29.VIII, molti 3g e 22; Navas, 1932: dint. Torino-Chianale, Cuneo, Piemonte; Navas, 1933: Bollengo, 1932-33; Capra, 1953: lago di Viverone, VIII.1952, 1g juv.; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); GALLETTI, 1972: Santhià (VC) dint., da VIII a X, comune; BALEsTRAzz1 & Coll., 1977: Borgoratto (AL), f. Bòrmida a Sezzàdio, VIII-IX, sporadica. Materiale esaminato: Piemonte, 1 es., leg. V. Ghiliani (MG). Provincia di Torino - Castiglione Torinese, X.1883, leg. L. Fea (MG); id., estate 1923, 1 g, leg. L. Negro (MG); Oulx (val di Susa), m. 1100, 20.VII.1947, 2 33, leg. G. Della Beffa (DB). Provincia di Vercelli - Piedicavallo, torr. Cervo, m. 1040 ca., 31.VII.1975, alcune ninfe a vari stadi (sfarfallata 1 9 il 30.VI.1976), leg. P. Galletti (cc); lago artif. di Callabiana, m. 700, 19.VIII.1961, 1 exuvia, leg. F. Capra (cc); Zumaglia, m. 500-600, 20.VIII- 15.IX 1971/1973, 13 1 9, leg. F. Capra (cc); Magnano, val Sorda, VIII 1937/1943, 1 g 1 9, leg. L. Masi (mc); lago di Viverone, VIII.1952, 1 g juv., leg. C. Ramasco (cc); Santhià, 26.1X-31.X 1969/1971, 1 3 1 9; id., roggia Cavallera, 10.VIII-26.IX 1967/ 1971,153 2 99 5 exuviae; id., id., 27.V.1973, 1 ninfa (sfarfallato 1g il 17.VII); id., fosso, 17.X.1972, 1 9 Juv. 3 exuviae, tutti leg. P. Galletti (cc); Vercelli, greti del Sesia, 1.VII.1951, 1 g, leg. C. Conci (cco). Provincia di Asti - Nizza Monferrato, IX.1935, 1g, leg. P. Arduino (MG). Provincia di Alessandria - Casale Monferrato, VIII.1921, 1 3, leg. G. Mantero (MG); Piovera, VIII-X 1931/1933, 1 g 2 99, leg. G. C. Doria (MG); Sezzadio, f. Bormida, 30.IX.1972, 1 9, leg. I. Buccia- relli (cB); Cassano Spinola, IX/X.1939, 1 g 2 99, leg. G. B. Moro (MG); Arquata Scrivia, 30.IX.1946, 1 9, leg. L. Storace (MG). ODONATI 35 Provincia di Cuneo - Tenda, 7.1X.1931, 1 g, leg. A. Dodero (Me). Periodo di volo accertato: 1.VII-31.X. È l’Aeschna più frequente e comune dal luglio all’ottobre. Non vive solo presso le acque, ruscelli, canali, ecc., ma se ne allontana assai e spesso la si vede percorrere con 1 suoi voli rapidissimi le vie dei centri abitati. In montagna fin oltre i 1000 m.. 30. Aeschna mixta (Latreille, 1805, Aeshna mixta) Materiale citato: Aeschna mixta Latr. PiROoTTA, 1879: Piemonte (+) (Mus. Torino); BENTIVOGLIO, 1908a: Piemonte; Morton, 1926: lago d’Orta, VIII.1925, frequently in num- bers; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); GALLETTI, 1972: Santhià (VC) dint., da metà VII a IX, abbastanza comune; BALEsTRAzz1 & Coll., 1977: Bor- goratto (AL), f. Bormida a Sezzadio, da VII a X, frequente ma non abbondante. Materiale esaminato: Piemonte, 1 g, leg. V. Ghiliani (MG). Provincia di Novara - S. Martino sul Ticino (Trecate), 26.VI.1971, 1 es. preimmag.; id., 3.VII.1971, 1 9, entrambi leg. I. Bucciarelli (CB). Provincia di Vercelli - Gattinara, Casa del Bosco, 4.IX.1971, 5 gg 1 9, leg. I. Bucciarelli (cB); Zumaglia, (1?) m. 600-700, nei castagneti, 14.VIII-1.IX 1951/1972, 1g 7 99, leg. F. Capra (cc); Rovasenda, brughiera, 15.VIII.1972, 1 g, leg. I. Bucciarelli (cB); Salussola, torr. Elvo, 13.VIII.1976, 1 2 juv., leg. P. Galletti (ce); lago di Viverone, 22.VII-7.IX 1966/1967, 2 gg 1 juv., leg. P. Galletti =n bono (ce); Caristo 23-25. V Ell 1972/1973," PO: leg. PP. Galletti (ce); Santhià, 29.VII-7.1X 1969/1971, 2 gg 6 99; id., roggia Cavallera, 15-24.VIII 1971/1972, 5 gg 1 9; id., fosso, 5-17.VIII.1969, 2 exuviae, tutti leg. P. Galletti - R. Bono (cB e CG). (12) Il 14.VIII.1972 a Zumaglia, circa 300 m a N della fraz. Bona, a 650 m di quota, in una radura a prato tra i castagni, alle h 16 (solari), osservammo circa 30 es. di A. mixta volare in cerchio e lo stesso fatto si ripetè il 17.VIII. Gli esemplari volavano in circolo largo circa 20 m ed a 4-5 m dal suolo, abbassandosi talora fino ai 2 m; sembravano in caccia ma spesso i gg inseguivano le 29; poi, verso le h 17, in po- chi minuti scomparvero. Il 13.VIII.1975 osservammo di nuovo sullo stesso prato e con le stesse modalità il volo in cerchio di un piccolo sciame di pochi esemplari tra le h 16 e le 17 (solari). 36 F. CAPRA = P. A. GALLETTI Provincia di Alessandria - Piovera, 15.IX.1949, 1 9, leg. G. C. Doria (MG); Sezzadio, f. Bòrmida, 30.IX.1972, 1 3 2 99, leg. I. Buccia- relli (CB). Periodo di volo accertato: 3.VII - 30.IX. Specie estivo-autunnale diffusa dal piano all’orizzonte collinare, frequente ma non particolarmente abbondante. 31. Aeschna affinis (Van der Linden, 1820, Aeshna affinis) Materiale citato: Aeshna affinis V. d. Lind. GALLETTI, 1972: Carisio (VC), VII. Materiale esaminato: Provincia di Vercelli - Carisio, can. Depretis, 24.VII.1971, 1 9, leg. P. Galletti (CG). È specie assia sporadica e ne fa fede quest’unica cattura nell’am- bito di un ambiente peraltro sistematicamente controllato per anni. Senz'altro è più diffusa. Sottofamiglia ANACTINAE Genere Anaciaeschna Selys, 1878 32. Anaciaeschna isosceles (Miller, 1767, Libellula quadrifasciata var. zsosceles) Materiale citato: Anaciaeschna isosceles Mill. Capra, 1953: lago di Viverone, 15.VI.1952 e VII.1952, 2 35; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!). Materiale esaminato: Provincia di Novara - S. Martino sul Ticino (Trecate), 3.VII.1971, 1 3; id., 17.VI.1972, 1 es. preimmag., tutti leg. I. Bucciarelli (CB). Provincia di Vercelli - Lago di Viverone, 8.VI-VII 1952/1971, 3 33, leg. C. Conci - P. Galletti - C. Ramasco (cc, CCo e CG). Periodo di volo accertato: 8.VI-VII. Con tutta probabilità vanno attribuite a questa specie le citazioni di Aeschna grandis (L.) a Torino, riferite da ALLIONI e GIORNA. È specie primaverile, piuttosto localizzata. ODONATI 397 Genere Anax Leach, 1815 33. Anax imperator Leach, 1815 Materiale citato: Anax formosus V. d. Lind., 1820. Prrotra, 1879: Piemonte (+) (Mus. Torino); BEN- TIVOGLIO, 1908a: Piemonte. Anax imperator Leach. Capra, 1953: lago di Viverone, 15.VI.1952; Conci & NIELSEN 1956: Piemonte (!); ParIsI & Coll., 1971: Trino Vercellese, fiume Po; GALLETTI, 1972: Santhià (VC), risaie, VIII; BaLestrazz1 & Coll., 1977: Borgoratto (AL), can. Carlalberto, da VI a IX, frequente, anche sul Bormida. Materiale esaminato: Piemonte, 1 3, leg. V. Ghiliani (MG). Provincia di Novara - S. Martino sul Ticino (Trecate), 22.1V.1972, feo leg) TF. ‘Bucciarelli (ce). Provincia di Vercelli - Lago di Viverone, 10.V/8.VI.1971, 1 g 1 exuvia, lez. P.. Galleta (cc); Carisio, risaie, 15. VIE:197 hislog; Meg. P. Galletti (cc); Vercelli, greti del Sesia, 1.VII.1951, gg e 99, leg. Po Capra Cs) Conei, (Cere! ceo). Provincia di Alessandria - Borgoratto, can. Carlalberto, 21.VI.1970, 1 3, leg. I. Bucciarelli (cB); Montechiaro d’Acqui, 26.VII.1970, ie. leo I> ‘Bucemrelli (cp). Periodo di volo accertato: 22.IV-15.VIII (IX, BaALESTRAZZI & Coll... 1977) Vola da fine aprile a settembre sugli stagni coperti di piante acqua- tiche, da cui non si allontana che di rado. Ha volo maestoso e sostenuto che ne rende problematica la cattura: di qui la relativa scarsita di re- perti rispetto alla notevole diffusione della specie. 34. Anax parthenope (Selys, 1839, Aeschna (Anax) parthenope) Materiale citato: Anax parthenope Selys. SELYS-HAGEN, 1850 e SeLys, 1851: Torino; GHILIANI, 1874a: Sangano presso Susa, rara, si trova pure alla Mandria, presso la Venaria Reale; PIROTTA, 1879: Piemonte (+), Sangano presso Susa, Venaria Reale ed alla Man- dria presso Torino; BENTIVOGLIO, 1908a: Sangano presso Susa-Venaria Reale e Mandria presso Torino; Navas, 1932: Torino, settembre, 2; Navas, 1933: Bollengo, 1932; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); BaLESTRAZZI & Coll., 1977: Borgoratto (AL), can. Carlalberto, VII-VIII, frequente anche sul Bormida. Materiale esaminato: Piemonte, 1 3, leg. V. Ghiliani (Mc). 38 F. CAPRA - P. A. GALLETTI Provincia di Vercelli - Lago di Viverone, VII-VIII.1952, 1 9, leg. C. Ramasco (cc); id., 8.VI.1971, 1 g leg. P. Galletti (cc). Provincia di Alessandria - Bosco Marengo, VIII.1948, 1 9, leg. Rolando (cco). Periodo di volo accertato: 8.VI - VIII. Anche questa specie frequenta le acque stagnanti ed ha caratte- ristiche di volo simili alla precedente, ma un po’ meno potenti. Pit sporadica della congenere. Genere Hemianax Selys, 1883 35. Hemianax ephippiger (Burmeister, 1839, Aeschna ephippigera) Materiale citato: Anax ephippigerus Burm. GHILIANI, 1867: bacino piemontese, esemplari migranti; GHILIANI, 1869: Real parco della Mandria, acclimatazione. Anax ephippigera Burm. (Aeschna) - A. mediterraneus De Selys - A. senegalensis Ramb. GHILIANI, 1874b: nuova migrazione attraverso il Piemonte, Bra, Torino, San- gano, parco della Mandria. Cyrthosoma ephippigerus Burm. PiROTTA, 1879: Piemonte (+), Torino ed altre località; BENTIVOGLIO, 1908a: ‘Torino. Hemianax ephippiger Burm. Navas, 1932: Anax 2 mediterraneus De Selys, nato alla Mandria li 8.VIII.1869, preso dal Comba. - Mandria 5.VIII.1874, cogli occhi ancora mollissimi. Piemonte; Capra, 1945: Vercelli, 29.VIII.1937, 1 2 juv.; Capra, 1953: lago di Viverone, VII-VIII.1952, 1 £ (#8); Concr & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); GALLETTI, 1972: Santhià (VC), 30.VIII.1970, 1 gd. BALESTRAZZI & Coll., 1977: Borgoratto (AL), can. Carlalberto, VIII.1954, 1 9. Materiale esaminato: Piemonte, 1867, 1 3 1 9, leg. V. Ghiliani (MG). Provincia di Vercelli - Santhià, periferia del paese, 30.VIII.1970, 1 3, leg. P. Sala (cc); Vercelli, 20.VIII.1937, 1 9 juv., leg. A. Visentini (MG). Provincia di Cuneo - Monviso, Pian del Re, m 2000 ca., s. d., 1 3, leg. G. M. Ghidini (cc); Sambuco, Valle della Stura di Demonte, 1184 m., VIII.1924, 1 g, leg. G. Della Beffa (DB). Periodo di volo accertato: VIII (IX, GHILIANI 1874 b). (13) Si tratta di un es. di A. parthenope (Selys) erroneamente determinato. ODONATI 39 Questa specie non può forse considerarsi propriamente indigena del Piemonte e della pianura padana, ma talvolta è giunta in stormi più o meno numerosi nelle nostre regioni e si è riprodotta per qualche anno. GHILIANI (1867 e successivi) diede notizie di uno sciame immenso che fu osservato a Bra il 18 luglio 1867; ancora il 28 dello stesso mese sulle Alpi Marittime ne passavano le ultime falangi. A Torino e dintorni il grosso dello sciame giunse I 8 di agosto ed appunto ad esso appar- tengono i due esemplari del Museo di Genova avuti dal Ghiliani; una parte dello sciame si fermò alla Mandria. Nel 1868 non furono osservati H. ephippiger ma l’anno successivo, proprio alla Mandria, ricomparvero esemplari freschi di muta che, in assenza di ulteriori migrazioni, dovevano ritenersi discendenti da quelli del ’67, sviluppatisi negli stagni della zona. Lo sviluppo larvale sarebbe durato così due anni. Successivamente la colonia subì una progressiva rarefazione fino a scomparire del tutto nel 1873. Ai primi d’agosto dell’anno successivo, di nuovo a Bra, venne segnalato un grande stormo che giunse a Torino pochi giorni dopo, rimanendovi stazionario per tutto il mese e fu, oltre la metà di settem- bre, di nuovo alla Mandria ed a Sangano. Negli anni successivi non si ebbero più notizie di passaggi di stormi sul nostro territorio ma recentemente sono stati catturati esem- plari ancora freschi di muta nel Vercellese (Capra, 1945; GALLETTI, 1972). Analogamente, in Lombardia alle torbiere d’ Iseo ed a Milano (BALESTRAZZI & BucciaRELLI, 1975) e nel mezzogiorno francese, nella Camargue (JurziTtzAa, 1964; HEIMER, 1967), sono comparsi esemplari ancora immaturi, evidentemente schiusi in loco. Ultimamente DEGRANGE & Seassau (1968-1970) hanno dato no- tizia della scoperta a La Gaude, nelle Alpes Maritimes, di una colonia di H. ephippiger osservata nel corso di tre anni ed hanno ridescritto con ampio corredo di figure la ninfa della specie sulla base di una exuvia reperita presso un bacino artificiale nella Var. Infine DEGRANGE (1973) ha annunciato di aver reperito una colonia larvale in un bacino artificiale presso Grenoble. Il ciclo preimmaginale sarebbe presumibilmente della durata di un anno attraverso una dozzina di mute. I reperti in quota, nel Cuneese, si riferiscono certamente ad esem- plari migranti provenienti dalla pianura. 40 F. CAPRA - P. A. GALLETTI Famiglia CORDULEGASTERIDAE Sottofamiglia CORDULEGASTERINAE Genere Cordulegaster Leach, 1815 36. Cordulegaster boltoni (Donovan, 1807, Libellula Boltonit) s. 1. (Syn.: C. annulatus (Latreille, 1805). Materiale citato: Cordulegaster annulatus Latr., Prrotra, 1879: Piemonte (+) (Mus. Torino); BEN- TIVOGLIO, 1908a: Piemonte; BENTIVOGLIO, 1920b: 2 99 catturate nei pressi del torrente Lurisia poco distante da Roccaforte (Mondovì); Morton, 1926: lago d’Orta, VIII.1925; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!). Cordulegaster annulata Latr. Navas, 1932: Piemonte; Navas, 1933: Bollengo, 10.VI.1933. Cordulegaster boltonit Don. s. I. BaLESTRAZZI & Coll., 1977: Borgoratto (AL), can. Carlalberto, VI-VII, sporadico. Cordulegaster boltoni boltoni Don. Capra, 1976: Zumaglia, 1 3. Materiale esaminato: Piemonte, 1 9°, leg. V. Ghiliani (MG). Provincia di Novara - S. Martino sul Ticino (Trecate), 22.1V/24.VI. 1972, 11 55 (di cui 7 da allevamento) 7 99 alcune ninfe, leg. E. Balestrazzi - I. Bucciarelli (cBa e CB). Provincia di Torino - Venaria (Mandria), V.1946, 1g 1 9, leg. G. Della Beffa (DB); Beinasco, VII.1915, 1 3, leg. G. Della Beffa (DB); Pecetto, IX.1950, -1»9; lee 1G. DellaBeda (az). Provincia di Vercelli - Zumaglia, m. 500-600, 9.VIII.1970, 1 3, leg. F. Capra (cc); Trino V., afl. del Po, 20.III.1969, 1 ninfa, leg. Lab. Zool. Univ. Milano (cc). Provincia di Alessandria - Borgoratto, can. Carlalberto, 22.VI.1969, 1 es., leg. I. Bucciarelli (cB); Stazzano Scrivia, 2. VII.1977, 3 gg (vista 1 2 ovidep.), leg. E. Balestrazzi - I. Bucciarelli - M. Pavesi (CBa, CB € CP). Periodo di volo accertato: 22.IV-IX. Assai diffuso in regione. L'attribuzione sottospecifica del materiale italiano è tutt'ora da definire. 37. Cordulegaster bidentatus Selys, 1843. Materiale citato: Cordulegaster bidentatus Selys. PiroTTA, 1879: Piemonte (+), Susa (Mus. Torino); BENTIVOGLIO, 1908a: Susa. Cordulegaster bidentata Selys. Navas, 1935: Oulx. ODONATI 41 Materiale esaminato: Provincia di Novara - Vanzone, Valle Anzasca, m. 670 ca., 19.VI.1976, 1 g, leg. Alfenazzi (cr). Provincia di Torino - Stupinigi, s.d., 1 g, leg. G. Della Beffa (ps). Provincia di Cuneo - Viozene (Ormea), Val Tanaro, m. 1300, 7.VIII. nok Leg. lessERo-Poggil(c6); Periodo di volo accertato: 19.VI-7.VIII. È più sporadico e strettamente crenofilo del precedente; l’esem- plare di Stupinigi è probabilmente giunto in pianura dalle vicine alture. Conci & NIELSEN (1956), invalidando le vecchie citazioni come molto dubbie, non lo segnalano per la regione. Famiglia CORDULIIDAE Sottofamiglia GOMPHOMACROMIINAE Genere Oxygastra Selys, 1870 38. Oxygastra curtisi (Dale, 1834, Cordulia curtistt) Materiale citato: Oxygastra curtisi Dale. Morton, 1926: lago d’Orta, VIII.1925, 1 g near Orta. Oxygastra curtisii Dale. Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (+); BALESTRAZZI & Coll., 1977: Borgoratto (AL), f. Bòrmida a Castelnuovo, VI-VII, individui isolati. Materiale esaminato: Provincia di Alessandria - Borgoratto, can. Carlalberto, 7-8.VII 1968/ 1973, 3 gd, leg. I. Bucciarelli (cB); Castelnuovo B., f. Bormida, 6.VII.1969, 1 g, leg. I. Bucciarelli (cs). Periodo di volo accertato: (4.VI, BaLesTRAZZI & Coll., 1977) inizio VII (VIII, Morton, 1926). Specie occidentale, sporadica, conosciuta in Italia anche di Lom- bardia, Liguria, Toscana (Siena, leg. F. Capra) e Campania. Le due stazioni piemontesi sono particolarmente interessanti perché situate agli estremi opposti della regione. Sottofamiglia CORDULIINAE Genere Cordulia Leach, 1815 39. Cordulia aenea (Linnaeus, 1758, Libellula aenea) Materiale citato: Libellula aenea L. Giorna, 1779-1793: dint. Torino, in fine di luglio. 42 F. CAPRA - P. A. GALLFTTI Cordulia aenea L. PiroTTA, 1879: Piemonte (+); BENTIVOGLIO, 1908a: Piemonte; Capra, 1953: lago di Viverone, 12.VI.1952, 1 9. Materiale esaminato: Provincia di Novara - S. Martino sul Ticino (Trecate), 22.III.1973, 1 ninfa matura, leg. M. Pavesi (cp). Provincia di Torino - Lago S. Michele, Ivrea, 24.1V.1954, 2 99 juvv., leg. M. Sanfilippo (cco); lago di Candia, 25.1V.1947, 1 3, leg. G. Della Beffa (ps). Provincia di Vercelli - Lago di Viverone, 10.V-12.VI 1952/1973, 4 3g 2 92 1 ninfa e 7 exuviae, leg. C. Ramasco - P. Galletti (cG e cc). Periodo di volo accertato: 24.IV-12.VI. Specie oloartica, piuttosto localizzata, caratteristica di un ristretto numero di laghi intermorenici. Delle precedenti citazioni, inattendibile quella del GIORNA (pro- babilmente una Somatochlora) ripresa da PIROTTA e BENTIVOGLIO, l’unica sicura è quella di CAPRA (omessa da Conci & NIELSEN, 1956). Genere Somatochlora Selys, 1871 40. Somatochlora metallica (Van der Linden, 1825, Libellula metal- lica) Materiale citato: Epitheca metallica V. d. Lind. Prrotta, 1879: Piemonte (+); BENTIVOGLIO, 19082: Piemonte; BENTIVOGLIO, 1920b: dint. Roccaforte (Mondovì), presso il Mulino, VIII.1918, 1 3. Somatochlora metallica V. d. Lind. Morton, 1926: lago d’Orta, VIII.1925; BALE- STRAZZI & Coll., 1977: Borgoratto (AL), can. Carlalberto, VII. Somatochlora m. metallica V. d. Lind. Capra, 1945: Piemonte; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); GALLETTI, 1972: Santhià (VC) dint., da VI a IX, comune. Materiale esaminato: Piemonte, 2 33, leg. V. Ghiliani (MG). Provincia di Novara - S. Martino sul Ticino (Trecate), 22.1V.1972, 3 es. preimmag.; id., 24.VI-19.VII 1972/1973, 2 99, tutti leg. I. Bucciarelli (CB). Provincia di Vercelli - Rovasenda, dint., 29.VII.1967, 1 3, leg. I. Buc- ciarelli (cB); Carisio, 11-16.VIII 1967/1970, 4 33, leg. I. Buccia- relli - P. Galletti (cB e cc); id., can. Depretis, 23.VII-25.VIII 1971/1972, 7 3g, leg. P. Galletti (cc); Santhià, 25.VII/5.IX.1967, 1 3 1 9; id., roggia Cavallera, 23.VI-15.VIII 1969/1974, 4 33 ODONATI 43 44 exuviae; id., id., 27.V.1973, 1 ninfa (sfarfallata 1 9 il 7.VI), tutti leg. P. Galletti (cc); id., fraz. Bosafarinera, VII.1973, 1 3 leg. R. Bono (cc); Tronzano V., can. d’irrigazione, 18.VII.1969, i ls Oia juvi, leo TBexGallettr({ce)p Trino Vi}, f. Po, ‘9: V.1968; 1 ninfa; id., ruscello, 18.V.1968, 1 ninfa, entrambe leg. Lab. Zool. Univ. Milano (cc). Provincia di Alessandria - Piovera, Tanaro morto, 15.VIII.1948, 1 3, leg. G. C. Doria (MG); Borgoratto, can. Carlalberto, 6-13.VII 1973/1974, 3 gg 2 99, leg. I. Bucciarelli (cs). Periodo di volo accertato: 23.VI - 5.IX. Vola radente le acque dei canali e talora si libra immobile sulle ali, non di rado si allontana sopra i campi e nei giardini con volo alto e rapidissimo. Nel can. Carlalberto, a Borgoratto A., si sono raccolte anche alcune ninfe ascrivibili a questa od alla successiva specie, 1 cui stadi preimma- ginali non sono stati ancora descritti. 41. Somatochlora meridionalis Nielsen, 1935. Materiale citato: Somatochlora metallica ssp. meridionalis Niels. Moncuzzi, 1970: Borgoratto Alessan- drino. Somatochlora meridionalis Niels. BaLESTRAZZI & Coll., 1977: Borgoratto (AL), can. Carlalberto, VI-VII. Materiale esaminato: Provincia di Alessandria - Borgoratto, can. Carlalberto, 22.VI-21.VII 1969/1974, 6 gs 2 92 (una di queste con macchia gialla assai ridotta), leg. I. Bucciarelli - P. Galletti (cB e cG). Periodo di volo accertato: (11.VI, BaLEsTRAZZI & Coll., 1977) 2202 VIE Descritta come ssp. di S. metallica (V.d.L.), di Gerano (Roma), da NIELSEN (1935, Note Odonatologiche. Boll. Soc. Ent. It., Genova, 67, pp. 59-62), è stata in seguito elevata a specie da ScHMIDT (1957). È da rilevare che a Borgoratto A. questa specie convive con S. metallica e che gli esemplari raccolti presentano una certa variabilità nella colorazione del pterostigma e nelle dimensioni della macchia sul pterotorace, il che potrebbe anche essere indice della presenza di una popolazione di transizione tra le due entità che però, in tal caso, dovreb- bero essere riunite in un’unica specie con due razze. Non si può tut- tavia escludere la possibilità di ibridi interspecifici. 44 F. CAPRA ‘=P. ‘A. GALLETTI 42. Somatochlora flavomaculata (Van der Linden, 1825, Libellula flavomaculata) Materiale citato: Epitheca flavomaculata V. d. Lind. Prrotra, 1879: Piemonte (+ ?); BENTIVOGLIO, 1908a: Piemonte (?). Somatochlora flavomaculata V. d. Lind. Morton, 1926: lago d’Orta, very common near Orta, especially in meadows and vineyards near the marsh at Pettenasco, VIII.1925; Capra, 1953: lago di Viverone, VI-VII.1952, 3 gg; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (+); GaALLETTI, 1972: Carisio (VC), risaie, 26.VII.1969, 1 g. Materiale esaminato: Provincia di Novara - S. Martino sul Ticino (Trecate), 19-23.VII 1967/ 1973,,.40 dap) lee... Bucciarellt Les). Provincia di Torino - Masseria d’Azeglio, 21.VII.1968, 3 33, leg. I. Bucciarelli (CB). Provincia di Vercelli - Lago di Viverone, 22.VI/VII.1952, 3 33, leg. C. Ramasco (cc); Carisio, risaie, 26.VII.1969, 1 3g, leg. P. Gal- letti (CG). Periodo di volo accertato: 22.VI - VII (VIII, Morton, 1926). La prima citazione sicura è quella di Morton, in quanto quelle precedenti di PIROTTA e BENTIVOGLIO erano basate sull’errata interpre- tazione della L. cecilia Four. citata di Torino dal GIORNA. Famiglia LisrLLULinpAn } Sottofamiglia LBELLULINAE Genere Libellula Linnaeus, 1758 43. Libellula depressa Linnaeus, 1758 Materiale citato: Libellula depressa L. GiorNA, 1779-1793: dint. Torino, in fine di aprile; PIROTTA, 1879: Piemonte (+); BENTIvVoGLIO A. & T., 1894: Tortona, tanto in collina che al piano, incominciando dalla fine di aprile, molti individui; BENTIVOGLIO, 1908a: Piemonte; Capra, 1953: lago di Viverone, VII.1952, 1 g juv. 1 2; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); GALLETTI, 1972: Carisio (VC), risaie, 10.VII. 1967, 1 3; BarestRAZZI & Coll., 1977: Borgoratto (AL), can. Carlalberto, da metà VI a metà VII, comune ma non abbondante. (14) PiroTTA (1879) e BENTIVOGLIO (1908a) citano per il Piemonte la Leucor- rhinia albifrons Burm. seguendo la sinonimia introdotta da HAGEN per la Libellula triedra Mill. di cui ALLIONI (1766) aveva descritto una var. e di Torino. Riguardo la sinonimia da noi proposta per questa varietà, si vedano le note storiche; la L. albifrons non venne comunque mai raccolta in Italia e va quindi radiata dalla fauna piemontese ed italiana. ODONATI 45 Materiale esaminato: Piemonte, 1 g 1 9, leg. V. Ghiliani (Mc). Provincia di Novara - S. Martino sul Ticino (Trecate), 3-23.VII 1967/ NO7K(N2A SS fue? des. “1.*Bucciarelli (cs): Provincia di Torino - Ivrea, la Serra, 21.VII.1968, 1 9, leg. I. Buccia- relli (cB); Mandria, Venaria, V.1946, 1 9, leg. G. Della Beffa (DB); Oulx (Val di Susa), m. 1100, s.d., 1 9, leg. G. Della Beffa (DB). Provincia di Vercelli - lago di Viverone, VII.1952, 1 g juv. 1 9, leg. C. Ramasco (cc); id., 12.VIII.1971, 1 3, leg. P. Galletti (cc); Carisio, risaie, 10.VII.1967, 1 3, leg. P. Galletti (cc); Santhià, can. Depretis, 2.VI.1972, 1 3, leg. P. Galletti (cc); Trino V., lanca del Po, 10. III.1967, 1 ninfa, leg. Lab. Zool. Univ. Milano (cc). Provincia di Asti - Asti, 20.IV.1946, 1 9 juv., leg. E. Berio (mc); Motta di Costigliole, 24.V.1946, 1 3 4 99 juvv., leg. O. Borra (MG). Provincia di Alessandria - Tortona, 7.VI.1932, 1g 1 9, leg. G. B. Moro (MG); Cantalupo, stagno della Fornace, 1/6.V.1972, 4 gg 2 99 juvv. 14 es. preimmag., leg. I. Bucciarelli - P. Galletti (cc e CB); Borgoratto, can. Carlalberto, 9.VI.12.VII 1968/1974, 4 gg 25 99, leg. E. Balestrazzi - I. Bucciarelli (cBa e cB); Cassano Spinola, VI.1946, 19, leg. G. B. Moro (mc); Molini di Voltaggio, 16.VI. 1963, 15. leg. IF. Capra (cc). Periodo di volo accertato: 20.IV - 12.VIII. Frequenta il piano, la collina e le valli, lungo stagni, fossi e risaie, ma spesso si trova anche lontano dalle acque. Gli stadi larvali vivono anche in piccole pozzanghere. 44. Libellula fulva Miller, 1764 Materiale citato: Libellula Fridrichsdalensis Muller, 1764. ALLIONI, 1766: dint. Torino, luglio. Libellula friedrichsdalensis Mill. Giorna, 1779-1793: dint. Torino, mese di luglio in principio. Libellula fulva Mill. PiroTTA, 1879: Piemonte (+); BenTIvoGLIO, 1908a: Torino; Navas, 1933: Bollengo, 22.V.1933 e seguenti, non rara; CAPRA, 1953: lago di Viverone, VII. 1952, 4 99; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (+), Torino. BALESTRAZZI & Coll., 1977: Cantalupo (AL), stagno della Fornace, 22.V.1976; Materiale esaminato: Provincia di Novara - S. Martino sul Ticino (Trecate), 3-23.VII 1967/ 46 F. CAPRA = «PA GALLETTI 1971, 3 361 9; id., 22.1V/17.V1.1972,. numenose ninfee lesi E. Balestrazzi - I. Bucciarelli (cBa e cB). Provincia di Vercelli - Rovasenda, 29.VII.1967, 1 3, leg. I. Bucciarelli (cB); lago di Viverone, VII.1952, 4 99, leg. C. Ramasco (cc). Provincia di Alessandria - Cantalupo, stagno della Fornace, 22.V.1976, 1 es., leg. M. Pavesi (cp); Borgoratto A., 30.VI.1971, 1 9, leg. E. Balestrazzi (CBa). Periodo di volo accertato: 22.V - VII. Specie più sporadica e localizzata della precedente. 45. Libellula quadrimaculata Linnaeus, 1758 Materiale citato: Libellula 4 maculata L. Gtorna, 1779-1793: dint. Torino, in fine di luglio. Libellula quadrimaculata L. PiRoTTA, 1879: Piemonte (+); BENTIVOGLIO, 1908a: Torino; Navas, 1935: Oulx; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!), Torino; BALESTRAZZI & Coll., 1977: Cantalupo (AL), stagno della Fornace, avvistati esemplari in IX. Libellula 4-maculata f. praenubila Newmann. Capra, 1953: lago di Viverone, VI-VII. 1952, 2 gd 1 2 abbastanza frequente. Materiale esaminato: Piemonte, 1 3, leg. V. Ghiliani (MG). Provincia di Torino - Oulx (val di Susa), m. 1100, 2-20.VI 1947/1953, 3 es., leg. G. Della Beffa (DB). Provincia di Vercelli - Rovasenda, 29.VII.1967, 1 9, leg. I. Bucciarelli (cB); lago di Viverone, 10.V-VII 1952/1971, 2 gg 2 99, leg. P. Galletti - C. Ramasco (cc e CG). Periodo di volo accertato: 10.V - VII (IX, BaLESsTRAZZI & Coll., 10420) La citazione di PiRoTTA è basata sull’errata sinonimia tra Li- bellula quadrifasciata Mull. (= Aeschna grandis L.) che ALLIONI cita di Torino e L. quadrimaculata L. . Nell’ Europa centrale questa specie si sviluppa talora in gran numero, apparentemente con cicli decennali, e dà luogo a migrazioni (Dumont, H. J. & B. O. N. HINNEKINT, 1973. Mass migration in dra- gonflies, especially in Libellula quadrimaculata L.: a review, a new ecological approach and a new hypothesis. Odonatologica 2 (1), pp. 1-20); fatti analoghi non risultano, a nostra conoscenza, finora accertati per I Italia. ODONATI 47 Genere Orthetrum Newmann, 1833 46. Orthetrum coerulescens (Fabricius, 1798, Libellula coerulescens) Materiale citato: Libellula coerulescens FaBRICIUS, 1798: dint. Torino. Libella coerulescens F. Prrotta, 1879: Piemonte (+) (Coll. Mus. Torino); BENTIVOGLIO, 1908a: Piemonte. Orthetrum coerulescens F. Morton, 1926: lago d’Orta, VIII.1925, rather common; Capra, 1953: lago di Viverone, VII-VIII.1952, 4 gg 2 99; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); GALLETTI, 1972: Carisio (VC), dint., 24,VII.1971, 1 g; BALESTRAZZI & Coll., 1977: Borgoratto (AL), can. Carlalberto, da metà VI a metà IX, molto comune. Materiale esaminato: Piemonte, 2 gg 1 9, leg. V. Ghiliani (MG). Provincia di Novara - S. Martino sul Ticino (Trecate), 23.VII.1967, 6 gd 7 99, leg. I. Bucciarelli (cs). Provincia di Torino - Venaria Reale, Mandria, V.1945, 1 © juv., leg. G. Della Beffa (DB); Monte Musinè, 24.V.1942, 1 9 juv., leg. G. Della Beffa (DB); Beinasco, VIII.1951, 1 ® juv., leg. G. Della Beffa (DB). Provincia di Vercelli - Lago di Viverone, VII-VIII.1952, 4 gg 2 99 juvv., leg. C. Ramasco (cc); Carisio, fosso presso pantano, 24. Wdclozizziàt, les. P**Galletti (CE); Provincia di Asti - Asti, estate 1936, leg. E. Berio (MG). Provincia di Alessandria - Valenza Po, 17.VI.1967, 1 g, leg. I. Buccia- relli (cB); Piovera, 31.VIII.1944, 1 g, leg. G. C. Doria (MG); Borgoratto, can. Carlalberto, 21.VI-17.VIII 1968/1974, 54 33 20 92 4 exuviae, leg. E. Balestrazzi - I. Bucciarelli - P. Galletti (ebay cs ‘e Ce) Provincia di Cuneo - Val Pesio, VII.1918, 1 3, leg. G. Mantero (Mc); Terme di Valdieri (Val Gesso), m. 1350, 5.VI.1958, 2 99 juvv. «in volo solo sulle muffe calde sotto le sorgenti solforose », leg. L. Rocca (cc). Periodo di volo accertato: V - VIII (8.IX, BaLESsTRAZZI & Coll., 1977): Fu descritta da FAaBRICIUS su esemplari avuti da Allioni, probabil- mente dei dintorni di Torino. Vola presso le acque stagnanti e lungo 1 48 F. CAPRA - P. A. GALLETTI ruscelli a decorso lento, con andatura rapidissima, spesso rasentando il terreno. Più che sui rami o sulle erbe, ama posarsi sopra i sassi o sulla terra. 47. Orthetrum brunneum (Fonscolombe, 1837, Libellula brunnea) Materiale citato: Libella brunnea Fonsc. PiroTTA, 1879: Piemonte (+) (Mus. Torino); BENTIVOGLIO, 1908a: Piemonte. Orthetrum brunneum Fonsc. Navas, 1932: dint. Torino, 3; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); BaLEsTRAZZI & Coll., 1977: Borgoratto (AL), can. Carlalberto, fine VI-VII, non infrequente. Materiale esaminato: Piemonte, 1 9, leg. V. Ghiliani (MG). Provincia di Novara - S. Martino sul Ticino (Trecate), 19.VII.1973, 10, des I. Bucciarelli (CR) Provincia di Torino - Oulx (val di Susa), m. 1100, 2.VI/20.VII.1947, 2 dd 2 99, leg. G. Della Beffa (DB). Provincia di Vercelli - Magnano, estate 1942, 1 g, leg. L. Masi (MG). Provincia di Alessandria - Borgoratto, can. Carlalberto, 22.VI-21.VII 1969/1973, 14 33 12 92 molte exuviae, leg. E. Balestrazzi - I. Bucciarelli - P. Galletti (cBa, cB e cc); id., id., 14-29.IV 1972/ 1973, alcune ninfe, leg. E. Balestrazzi - P. Galletti (cBa e cc); Fabbrica Curone (Val Curone), 13.VII.1968, 1 3, leg. I. Buccia- relli (cB); Cassano Spinola, VI.1945, 15 1 9, leg. G. B. Moro (Me). Provincia di Cuneo - Niella Tanaro, VIII.1938, 1 g, leg. P. Arduino (MG); Rio di Frabosa, m. 1000, 25.VII.1948, 1 3, leg. C. Alzona (ce): Periodo di volo accertato: 2.VI - VIII. Diffuso ma non comune, vola lungo i torrenti, i fossi e gli stagni fin intorno ai 1000 m. Ha volo rapidissimo. 48. Orthetrum albistylum (Selys, 1848, Libellula albistyla) Materiale citato: Orthetrum albistylum Selys. Conct & NIELSEN, 1956: Piemonte (!), Vercelli; BILEK, 1961: Balocco (VC), VII.1961; GaLLetT1, 1972: Santhià (VC) e Carisio (VC), risaie, da VII a IX; BarestRAZZI & Coll., 1977: Borgoratto (AL), Cantalupo (AL), f. Bòrmida a Castelnuovo, da V a IX. ODONATI 49 Materiale esaminato: Provincia di Torino - Masseria d’Azeglio, 21.VII.1968, 1 9, leg. I. Bucciarelli (cB); Settimo T., f. Po, IV.1918, 13 1 9, leg. G. Della Beffa (DB). Provincia di Vercelli - Rovasenda, brughiera, 29.VII-15.VIII 1967/ 1972,1319, leg. I. Bucciarelli (cB); Carisio, risaie, 24.VI-23.VIII 1967/197311" go 6°99, les. I° Bucciarelli‘ = P. ‘Galletti (CB e ce); Santhià, pantano, 5.IX.1967, 1 g, leg. P. Galletti (cc); Vercelli, greti della Sesia, 1.VII-4.IX 1951/1952, 33 e 99, leg. F. Capra- C. Conci - G. Della Beffa (cc, cco e DB). Provincia di Alessandria - Cantalupo, stagno della Fornace, 10.VI/8.IX. 1974, 33 e 99, leg. E. Balestrazzi - I. Bucciarelli (cBa e cB); Bor- goratto, f. Bormida, 26.VII.1970, 1 3; id., can. Carlalberto, 29. IV/1.V.1972, 1 3 5 9£ (da allevamento), tutti leg. E. Balestrazzi - I. Bucciarelli (cBa e cB); Castelnuovo B., f. Bòrmida, 28.VII. 19684413; leg:SI. Bucciarelli (cs): Periodo di volo accertato: IV - 8.IX. In Piemonte sembra meno sporadico che altrove, particolar- mente nell’area delle risaie. Accoppiamenti ed ovideposizione in agosto. 49. Orthetrum cancellatum (Linnaeus, 1758, Libellula cancellata) Materiale citato: Libellula frumenti Mill. ALLIONI, 1766: Torino, dint., luglio; GiorNa, 1779-1793: Torino, dint., mese di luglio in principio. Libellula cancellata L. GiorNa, 1779-1793: Torino, dint., mese di maggio in principio. Libella cancellata L. PiroTTA, 1879: Piemonte (+), Torino; BENTIVOGLIO, 1908a: Piemonte-Torino. Orthetrum cancellatum L. Morton, 1926: lago d’Orta, VIII. 1925, common; Capra, 1953: lago di Viverone, da VI a VIII, comune - lago Pistono, 3.VIII.1951, 1 2; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); BALEsTRAzzI & Coll., 1977: Bor- goratto (AL), f. Bormida a Castelnuovo, da VI a VIII, frequentissimo ma non abbondante. Materiale esaminato: Piemonte, 1 3, leg. V. Ghiliani (Mc). Provincia di Novara - S. Martino sul Ticino (Trecate), 3-23.VII 1967/ 19, Si avs Cei 16_EV71972; "less preimmag, tutti lea. I. Bucciarelli (CB). Provincia di Torino - lago di Montalto Dora, 12.IX.1969, 1 9, leg. Casale (cB); lago di Meugliano (val Chiusella), 23.VII.1967, 1 3, leg. Ann. Mus. Civ. St. Nat. - Genova - Vol. LXXXII 1 50 F. CAPRA - P. A. GALLETTI I. Bucciarelli (cB); Anzasco, 28.VIII.1972, 1 9, leg. P. Galletti (cc); Masseria d’Azeglio, 21.VII.1968, 1 3, leg. I. Bucciarelli (cs). Provincia di Vercelli - Rovasenda, brughiera, 4.1X.1971, 13 1 9, leg. I. Bucciarelli (cs); Buronzo, f. Cervo; VII.1932301 Gisella Confalonieri (MG); lago Pistono, m. 281, 3.VIII.1951, 1 $, leg. L. Rocca (cc); lago Bertignano, 25.IX.1969, 1 g 1 9, leg. Casale (cB); Salussola, torr. Elvo, 13.VIII.1976, 2 99 juvv., leg. P. Gal- letti (cc); lago di Viverone, 8.VI-24.VIII 1951/1973, 27 gg 11 99 1 exuvia, leg. F. Capra - P. Galletti - C. Ramasco (cc e cc); Carisio, 23.NIIL197, 1b gak $ leg. -ParGallettug((ce) Provincia di Alessandria - Castellazzo B., f. Bormida, 21.VII.1973, 153 19, leg. P. Galletti (cc); Borgoratto, can. Carlalberto, 9.VI- 30.VII 1968/1973, 13 gg 14 99; id., id., 22.1V/1.V.1972, numerose ninfe; id., f. Bormida, 27.VI.1971, 2 es. preimmag., tutti leg. E. Balestrazzi - I. Bucciarelli - P. Galletti (cBa, cB e cc); Castelnuovo B., 19.VI-28.VII 1968/1971, 6 gg 4 99, leg. E. Balestrazzi - I. Bucciarelli (CBa e CB). Periodo di volo accertato: 8.VI - 25.IX. E l’Orthetrum più comune; frequenta sia 1 corsi d’acqua corrente che stagnante; ha volo rapido e, come lO. coerulescens (F.), si posa più sui sassi e sulla terra che sui rami o erbe. Sottofamiglia SYMPETRINAE Genere Crocothemis Brauer, 1868 50. Crocothemis erythraea (Brullè, 1832, Libellula erythraea) Materiale citato: Crocothemis erythraea Brullè. PiroTTA, 1879: Piemonte (+) (Coll. Mus. Torino); DE CARLINI, 1892: Val Vigezzo, Villette; BENTIVOGLIO, 1908a: Piemonte- Villette (Novara)-Tortona; Capra, 1953: lago di Viverone, da VI a VIII, comune - lago Pistono, 1 2; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); GALLETTI, 1972: Casanova Elvo (VC), risaie, 3.VIII.1966, 1 9; BALEsTRAzz1 & Coll., 1977: Bor- goratto (AL), f. Bormida a Castelnuovo, VII-IX, sporadica. Libellula erythraea Brullè. BENTIvoGLIO A. & T., 1894: Tortona, in agosto abbastanza abbondante. Materiale esaminato: Piemonte, 1 3, leg. V. Ghiliani (MG). ODONATI si Provincia di Torino - Lago di Meugliano (val Chiusella), 23.VII.1967, 2 99, leg. I. Bucciarelli (cB); Masseria d’Azeglio, 21.VII.1968, 1 9, leg. I. Bucciarelli (cB); lago di Candia, 28.VIII.1958, 2 34, leg. E. Berio (cc); Chivasso, paludi del Po, VI.1918, 132 99, leg. G. Della Beffa (DB). Provincia di Vercelli - Rovasenda, brughiera, 4.IX.1971, 1 3, leg. I. Bucciarelli (cB); lago di Viverone, 12.VI-VIII 1951/1971, molti 335 e 92 (in VI-VII es. juvv.), leg. F. Capra - C. Conci - P. Gal- eteri. Ramasco (cc; Ceo 'e! ce) lago “Piston, 37V ITT. 1951; ie rlieg. Wl Rocca (ce); Carisio, acque’stagnanti; 25. VIII1972, lgs: P. Galletti (ce); Casanova Elvo, “risate; 3° V 111.1966, i lect ke wGallett (cc); Vercelli, 4.1%, 1951, 27 go 1 2; 143, VILE 10523 Aue; outtiles MGzeDellanBetiar(ws), Provincia di Alessandria - Piovera, 25.VIII.1948, 1 9, leg. G. C. Doria (MG); Bosco Marengo, VIII.1948, 1 g, leg. Rolando (cco); Ca- stelnuovo B., f. Bormida, 28.VII.1968, 3 3g, leg. I. Bucciarelli (cB); Ovada, IX.1948, 2 gg, leg. E. Berio (MG). Periodo di volo accertato: 9.VI-IX. Frequenta le acque stagnanti, le risaie, i canali di bonifica. Anche questa specie mostra attitudini migratorie (DUMONT, H. J., 1967. A possible scheme of the migration of Crocothemis erythraea (Brullè) - po- pulations from the Camargue (Odonata: Libellulidae). Biol. Jaarb. Dodonaea, pp. 222-227) ma, come per L. quadrimaculata L., non si hanno per I’ Italia notizie in merito. Genere Sympetrum Newmann, 1833 51. Sympetrum vulgatum (Linnaeus, 1758, Libellula vulgata) Materiale citato: Diplax vulgata L. DE CARLINI, 1892: Val Vigezzo, Craveggia; BENTIVOGLIO, 1908: Craveggio (Novara). Sympetrum vulgatum L. BaToR & SCHMOELZER, 1954: Pallanza, f. Toce. Non abbiamo visto esemplari piemontesi di questa specie che Conci & NIELSEN (1956) segnalano del Trentino, ove risulta frequente, e di una stazione dell’Appennino romagnolo (Forlì). Le antiche cita- zioni, come quella di De CARLINI ripresa dal BENTIVOGLIO, sono scar- samente attendibili in quanto questi vecchi Autori confondevano la 52 F, CAPRA (=4Pes Ags GALLETTI specie con l’affine S. striolatum (Charp.) anche quando, come nel caso presente, credevano di discriminare le due entità. La presenza della specie in Piemonte necessita di ulteriori con- ferme, ma siamo inclini a ritenerla molto probabile sulla base della citazione per Pallanza (BATOR & SCHMOELZER) ed anche per avere visto materiale che amplia notevolmente ad occidente l’areale del S. vulgatum in Italia settentrionale: uno di noi lo ha infatti raccolto con l’amico I. Bucciarelli in Lombardia (Albavilla - CO - m. 300 ca., 19.VIII.1972), e ne conosciamo un reperto, gentilmente comunicatoci da M. PAVESI, dell'Appennino ligure-piacentino (Ferriere - PC - M.te Megna, lago Moo, m. 1000 ca., 29.IX.1972). 52. Sympetrum striolatum (Charpentier, 1840, Libellula striolata) Materiale citato: Libellula striolata Charp. SELYS-HAGEN, 1850 e SeLvs, 1851: Torino; GHILIANI, 1874a: Sangano presso Susa, comunissima. Diplax striolata Charp. PiroTTA, 1879: Piemonte (+), Torino; DE CARLINI, 1892: Val Vigezzo, Craveggia; BenTIvoGLIO, 1908a: Torino, Craveggio (Novara). Sympetrum striolatum Charp. Ris, 1911: Macugnaga, 11.VIII.1886, 1 g 1 9, in coll. Selys; Morton, 1926: lago d’Orta, VIII.1925; Navas, 1932: dint. Torino- Piemonte; Navas, 1933: Bollengo, 1932; Navas, 1935: Avigliana, 1934; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); BaLEsTRAZZI & Coll., 1977: Cantalupo (AL), can. Carlalberto, 8.IX.1974, unico reperto. Materiale esaminato: Piemonte, 2 gg 2 99, leg. V. Ghiliani (Mc). Provincia di Torino - Montalto Dora, presso la Serra, 26.IX.1969, 1 9, leg. Casale (cB); Oulx (val di Susa), m. 1100, 23.VIII.1936, 2 33, leg. E. Berio (MG). Provincia di Vercelli - Lago della Vecchia (val Cervo), m. 1850, 3.VIII. 1936, 3 gg (osservati solo nel ’36 e non negli anni successivi), leg. F. Capra (cc); Zumaglia, m. 570 ca., 1.1X.1951,.2 gg id., Monteluce, im. ‘700, 22. VIIT.1970, 1 9, tutti leg. F. Capra feck Salussola, torr. Elvo, 13.VIII.1976, 1 3, leg. P. Galletti (cc); Vercelli, greti della Sesia, 1.VII.1951, 2 gg 1 9, leg. F. Capra - GC. Cone, (Cee ceo). Provincia di Alessandria - Piovera, 15.VIII-X 1934/1951, 10 gg 15 99, leg. G. C. Doria (MG); Cantalupo, can. Carlalberto, 3.IX.1974, 1 es., leg. C. Bucciarelli (cB); Arquata Scrivia, 12.VII-24.IX 1939/ 1958; 1:g.1 &; les. ExCaprawil. Storace (mGie-ce)- ODONATI 53 Provincia di Cuneo - Col di Tenda, stagni a m. 2200, 6.IX.1970, 1 9, leg. I. Bucciarelli (CB). Periodo di volo accertato: 1.VII - X. Vola dal luglio all’ottobre, ma talora se ne riscontra ancora qualche esemplare in dicembre. È comune sia lungo fossi, canali e stagni che in aperta campagna. Ha volo poco sostenuto ed usa posarsi, come gli altri Sympetrum, sull’estremità delle erbe e dei rami, oltre che sui fili elettrici. Con una certa frequenza questa specie compie migrazioni dalla pianura ove si sviluppa e risale le vallate alpine; raggiunge, così, e su- pera 1 2000 m. 53. Sympetrum meridionale (Selys, 1841, Libellula meridionalis) Materiale citato: Libellula meridionalis S. SELYS-HAGEN, 1850 e SeLvs, 1851: aux environs de Turin a la fin de septembre. Diplax meridionalis Selys. PiRoTTA, 1879: Piemonte (+), Alpi, Torino; BENTIVOGLIO, 1908a: Alpi, Torino. Sympetrum meridionale Selys. Ris, 1911: Macugnaga, 1 2; Navas, 1932: La Mandria, dint. Torino; Navas, 1935: Avigliana, 1934; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!). Materiale esaminato: Piemonte, 2 gg 1 9, leg. V. Ghiliani (MG). Provincia di Vercelli - Vercelli, città, VII.1944, 1 9, leg. C. Balliano (MG). Provincia di Alessandria - Piovera, 24.VIII/15.X.1951, 3 gg 4 99, leg. G. C. Doria (MG); Cassano Spinola, loc. Merlassola, VII.1956, Peo tee. G. bs | Morer(ec): Periodo di volo accertato: VII - 15.X. Piuttosto raro nella regione come del resto nell’ Italia settentrio- nale; analogamente al S. striolatum con cui spesso convive, si allontana dalle acque, sui campi e sui prati. In Svizzera fu raccolto a grandi alti- tudini da Ris e De Beaumont (ROBERT, 1958) ed anche in Piemonte vi è qualche citazione per le Alpi, riferibile ad esemplari migranti. 54. Sympetrum fonscolombei (Selys, 1840, Libellula Fonscolombit) Materiale citato: Libellula triedra Mill. var. e ALLIONI, 1766: dint. Torino, luglio. Libellula Fonscolombii Selys. GHILIANI, 1874a: Sangano presso Susa, assai rara. Diplax Fonscolombii Selys. PIROTTA, 1879: Piemonte (+) (Mus. Torino); BENTIVOGLIO, 1908a: Piemonte. 54 F. CAPRA - P. A. GALLETTI Sympetrum fonscolombei Selys. Morton, 1926: lago d’Orta, VIII.1925, rare; Capra, 1953: lago di Viverone, 6.VII.1951, 1 2; SANKEy, 1955: Col di Tenda, comune a metà settembre ’54 sul versante italo-francese; ConcIi & NIELSEN, 1956: Pie- monte (!); Capra, 1969: Biellese; BaLEsTRAZZI & Coll., 1977: Borgoratto (AL), can. Carlalberto, VII, sporadico. Materiale esaminato: Piemonte, 2 gg 1 9, leg. V. Ghiliani (Mc). Provincia di Torino - Torino, torr. Stura, 8.VIII.1949, 1 3, leg. G. Della Beffa (DB); Oulx (val di Susa), m. 1100 ca., 20.VI-10.VII 1947/1953, 6 33 4 99, leg. G. Della Beffa (ps). Provincia di Vercelli - Alpe Le Piane (val Cervo), m. 1300, 10-18.VIII 1947/1951, 5 gg 3 99, leg. F. Capra (cc); Piedicavallo e Monte- sinaro, m. 1000-1050, 25.VII-27.VIII 1963/1973, 2 gg 6 99, leg. F. Capra (cc); Zumaglia, m. 500-700, 7. VIII-16.IX 1951/ 1976, 10 33 15 99, leg. F. Capra (cc); Biella Piazzo, m. 480, 13. VIII.1946, 1 9, leg. F. Capra (cc); La Bessa (Cerrione), m. 300, 19.VIII.1966, 1 g, leg. F. Capra (cc); Rovasenda, 15.VIII.1972, 1 g, leg. I. Bucciarelli (cB); Magnano, VIII 1937/1938, 2 33, 2 99, leg. L. Masi (Mc); lago di Viverone, 18.VII-6.VIII 1951/ 1968, 3 99, leg. F. Capra - P. Galletti (cc e cc). Provincia di Alessandria - Piovera, 19.VII-5.IX 1946/1952, 4 gg 5 99, leg. G. C. Doria (MG e cc); Borgoratto, can. Carlalberto, 12/26. VII.1970, 2 g3 1 9, leg. I. Bucciarelli (cB); Cassano Spinola, VII-X 1940/1946, 2 33, leg. G. B. Moro (cc); Arquata Scrivia, 16.VIII.1939, 1 3, leg. L. Storace (MG); Spigno Monferrato, 3.1X.1938, 3 gg 1 9, leg. M. Franciscolo (MG). Provincia di Cuneo - S. Giacomo d’ Entracque, lago artificiale, 6.IX. 1970, "tg, tee. E Buccareh*(cB) Periodo di volo accertato: 20.VI - X. Normaimente è piuttosto raro trovare in numero il S. fonsco- lombei nella regione piemontese, come si può rilevare anche dalla mag- gioranza delle citazioni, talora però si sviluppa in grandi quantità e, ad esempio, nell’estate del ’46 fu raccolto ed osservato numerosissimo in diverse località piemontesi e lo stesso si verificò in Liguria. Frequenta gli stagni, le risaie ed i corsi d’acqua ma se ne allontana anche, portandosi sui campi e sulle colline. Ha volo non molto soste- nuto. ODONATI 55 55. Sympetrum flaveolum (Linnaeus, 1758, Libellula flaveola) Materiale citato: Libellula flaveola L. GiorNa, 1779-1793: dint. Torino, alla metà di giugno. Diplax flaveola L. Prrotta, 1879: Piemonte (!), Torino; BENTIVOGLIO, 1908a: Torino. Sympetrum flaveolum L. Conct & NIELSEN, 1956: Piemonte (+); Conci, 1956: Ulzio- Oulx (val di Susa), m. 1200 ca., 20.VIII.1936, 1 3 - lago le Lou (Loz), (Valtour- nanche), m. 1700, 16.VIII.1955, 1 gd. Materiale esaminato: Provincia di Torino - Oulx (val di Susa), m. 1100 ca., 20.VIII.1936, io lee. E° Berio (Me); Colle di-Sestriere, VIIL1921, 1 3g, leg. G. Della Beffa (DB). Periodo di volo accertato: VIII. I due soli esemplari ¢ e 2 in esame hanno il disegno giallo delle ali rispettivamente come nelle figure 50a e 50b di ScHMIDT (1929, pag. 57). Per la biologia e la geonemia della specie si veda Conci, 1956. Inverosimile il reperto citato da GIORNA. 56. Sympetrum sanguineum (Miiller, 1764, Libellula sanguinea). Materiale citato: Libellula sanguinea Mill. ALLIONI, 1766: dint. Torino, luglio; GIiorNA, 1779-1793: dint. Torino, mese di luglio in principio; SELYS-HAGEN, 1850 e SeLys, 1851: Piemonte; GHILIANI, 1874a: Sangano presso Susa, poco sparsa. Libellula Roeselii Curtis, 1838 (partim). SELys, 1840: Piemonte. Diplax sanguinea Mill. PiRoTTA, 1879: Piemonte (+), Torino, Sangano presso Susa; BENTIVOGLIO, 1908a: Piemonte - Torino - Sangano presso Susa. Sympetrum sanguineum Miill. Ris, 1911: Arona, 1 2; Navas, 1932: Torino, 1.X; CAPRA, 1953: lago di Viverone, 6.VIII.1951, 10 gg 3 92, abbondante; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); BaLesTRAZZI & Coll., 1977: Borgoratto (AL), Cantalupo (AL), da VII a IX, poco frequente. Materiale esaminato: Provincia di Torino - Anzasco, 28.VIII.1972, 4 gg, leg. P. Galletti (cc); Sangano, 1 g, leg. V. Ghiliani (MG). Provincia di Vercelli - lago di Viverone, 6.VIII.1951, 10 33 3 99, leg. F. Capra - C. Ramasco (cc). Provincia di Alessandria - Cantalupo, stagno della Fornace, 8.1X.1974, 1 es., leg. I. Bucciarelli (cB); Borgoratto, can. Carlalberto, 5/19. VELI970,4. 3 2 99, lee. I. Bucciarelli (CB). Periodo di volo accertato: 5.VII - 8.IX (1.X, Navas, 1932). 56 F. CAPRA «Ps At YGALLETTI Nel 1850 SeLvs smembra la L. roeseltt Curtis e ne assegna le popolazioni piemontesi al S. sanguineum. Le citazioni di ALLIONI e GIORNA sono attendibili forse soltanto a livello generico. La specie, piuttosto sporadica, può essere localmente comune, come al Lago di Viverone. 57. Sympetrum depressiusculum (Selys, 1841, Libellula depressiu- scula) Materiale citato: Libellula depressiuscula SeLys, 1841: Arona, sur les bords du Lac Majeur à la fin de juin; SeLys & Hacen, 1850: Arona; SeLys, 1851: Arona; GHILIANI, 1874a: Sangano presso Susa, comunissima; BENTIVOGLIO, A. & T., 1894: Tortona, fine di luglio, 1 g juv. Diplax depressiuscula Selys. PiroTTA, 1879: Piemonte (+), Sangano presso Susa; BENTIVOGLIO, 1908a: Sangano presso Susa, Arona sul Lago Maggiore. Sympetrum depressiusculum Selys. Ris, 1911: Pallanza, 1 g - Arona, 1 g 1 9; Morton, 1926: lago d’Orta, VIII.1925, very abundant; Navas, 1935: Gressoney, VIII. 1933; GRANDI, 1951: Alzona, Fiori e Capra hanno scorto in volo, nel luglio del 1938, centinaia di migliaia di S. depressiusculum nell’alta valle del Cervo (Piè di Cavallo) in provincia di Biella. Nielsen ha osservato la medesima specie volare, nell’agosto del 1939, in direzione E. O., in provincia di Vercelli; CAPRA, 1953: lago di Viverone, VI-VII e molto abbondante in VIII; Bator & SCHMOEL- ZER, 1954: Pallanza, f. Toce; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!), Casale; BILEK, 1961: Balocco (VC), VII.1961; Capra, 1962/63: esemplari provenienti dalle risaie del Vercellese osservati nella valle del Cervo (Biellese); CAPRA, 1969: Biellese; ParISI & Coll., 1971: Trino Vercellese, f. Po; GALLETTI, 1972: Santhià (VC) dint., da VI a IX, comunissimo; BALESTRAzzI & Coll., 1977: Borgoratto (AL), Cantalupo (AL), VII-IX, poco frequente; Capra, 1977, Sant. Oropa. Materiale esaminato: Valle d'Aosta - Valtournanche, m. 1500 ca., VIII.1938, 1 g 3 99, leg. E. Berio (MG). Piemonte, 2 gg 2 99, leg. V. Ghiliani (MG). Provincia di Novara - S. Martino sul Ticino (Trecate), 23.VII.1967, i 9° les.” E Bbucciarelli" (es). Provincia di Torino - Lago di Meugliano, val Chiusella, 23.VII.1967, 1 3, leg. I. Bucciarelli (cB); lago di Montalto Dora, 12.IX.1969, 1 g 1 9, leg. A. Casale (cs); Ivrea, da Serra, 21.V 196s eS leg. I. Bucciarelli (cB); Masseria d’Azeglio, 21.VII.1968, 3 33 TOO les..." Bucerarell! (ca). Provincia di Vercelli - Piedicavallo, torr. Cervo, m. 1000 ca., VII-VIII 1938/1975, moltissimi 43 e 99; id., fraz. Montesinaro, m. 1040, ODONATI 57 ca., 16.VIII 1928/1929, 5 gs 4 99; id., vallone Mologna, Pian dpaget, mean 250063, 2 V11L 1963, d&9gid-, Alpe Le Pianelli 1300 ca, MILL.1963,,63 e 99, tutti leg. F. Capra - P. Galletti (MG, cc, CG e CN); lago di Callabiana, m. 700, 19.VIII.1961, 4 33 3 99, leg. F. Capra (cc); Oropa, m. 1200 ca., VII 1922/1926, 3 43 2 99, leg. A. Dodero (mG); Bioglio, M.te Rovella, vetta a me O00; 14-20 NW T9641 1963, 2153299) leg F.. Capra’ (cc); Zumaglia, m. 500-700, VII-VIII 1938/1977, 33 e 99, leg. F. Capra (MG e cc); Biella, 25.VII-13.VIII 1938/1946, 3 99, leg. F. Capra (MG); Rovasenda, brughiera, 13.V-15.VIII 1967/1975, 22 53 19 99, leg. E. Balestrazzi - I. Bucciarelli (cBa e cB); Bu- ronzo, VII.1929, 2 gg 2 99, leg. C. Confalonieri (mc); Magnano (val Sorda), m. 540 ca., IX.1942, 1 g, leg. L. Masi (cc); La Bessa ((Cernione); I-20 VII 1963/1965, 2 gg 1 2, les. F.. Capra (cc); Salussola, s. d., 3 99, leg. G. Della Beffa (ps); id., torr. Elvo, SAUNA: dogmi gil [9 lee. Galletti (ce); lago di Viverone, 15.VI-6.VIII 1951/1971, 14 gg 19 99, leg. F. Capra - P. Galletti - C. Ramasco (cc e cc); Santhià, risaie, 29.VI-26.IX 1968/1971, 12 33 14 9 7 exuviae; id., roggia Cavallera, 29.VI/ MOVIE zig 10) 92. 1 exuyia, tutti leg. P. Galletti (ce); Caresanablot, 19.VIII.1944, 1 3, leg. C. Balliano (MG); Vercelli, città, VII.1944, 2 gg 5 92 (alcuni esemplari sono portatori di Idracaridi), leg. C. Balliano (cc e MG); id., risaie, 1.VII.1951, Gare oes. Capra IC Coner (ce e cco): Provincia di Alessandria - Casale Monferrato, 25.VI-2.VII.1949/1952, gg es ES Biancheri.(eco): Piovera,, 24-VII943, 1) Oleg. G. C. Doria (MG); Cantalupo, stagno della Fornace, 30.IX.1972, 1 3, leg. I. Bucciarelli (cB); Borgoratto, can. Carlalberto, 8-26. VII 1968/1974, 3 gg 10 99, leg. I. Bucciarelli (cB). Periodo di volo accertato: 13.V-IX. È l’odonato più abbondante della pianura vercellese, dove si sviluppa talora in sciami immensi e si spinge allora nelle vicine valli del Biellese. Particolarmente abbondante fu la migrazione del 1933; infatti, mentre negli anni precedenti la specie era presente solo saltua- riamente nella valle del Cervo, alla fine di luglio di quell’anno comparve in grandi masse in tutta la valle a partire da Biella e fin oltre Piedicavallo, a 1000-1200 m e non più in alto, tanto che guardando da mezza costa il fondo valle, si poteva vedere tutto un luccicare di ali al sole. Ancora 58 F. CAPRA - P. A. GALLETTI verso la fine di agosto la specie era abbondante anche sui colli (Zumaglia, Biella) e nella vicina pianura. È evidente che questa massa di S. depressiusculum non si era svi- luppata in situ, ma proveniva dalla pianura vercellese che con le sue risaie ed 1 suoi fossi rappresenta un ambiente ideale per lo sviluppo di questa ed altre specie (cfr. GALLETTI, 1972) e vi era giunta seguendo probabilmente il vento che quasi tutti 1 giorni dalla pianura risale le valli. Naturalmente la specie non trova in altura caratteristiche ambien- tali che ne permettano lo sviluppo preimmaginale. Nell’ultimo decennio non si sono più osservati forti sciami a Zumaglia e nella valle del Cervo, anzi nel 1976 è stato avvistato un solo Sympetrum sp. (? depressiusculum) in volo a distanza, mentre nel 1977 si sono raccolti soltanto 3 es.; non è chiaro se questa progressiva rarefazione sia da mettere in rapporto a particolari andamenti climatici o piuttosto al diserbo intensivo delle risaie. In pianura il S. depressiusculum è specialmente abbondante sulle risaie e paludi, ma si allontana anche sui campi ed i giardini ed è molto comune in sciami anche all’interno dei centri abitati. 58. Sympetrum danae (Sulzer, 1776, Libellula danae) Materiale citato: Libellula scotica Donovan, 1811. SeLys, 1840-1851: Piemonte; SeLys & Hacen, 1850: Piemonte. Diplax scotica Donov. PiRoTTA, 1879: Piemonte (+); BENTIVOGLIO, 1908a: Piemonte. Sympetrum danae Sulz. Ris, 1911: Mt. Cenis, 1 g; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!); Conci, 1957: Valtournanche, lago di Lod, m. 2018, 14.VIII.1955, 1 &. Materiale esaminato: Valle d’Aosta - Chamois, lago di Lod, m. 2018, 31.VIII.1972, 1g 19 juvv. 2 exuviae, leg. P. Galletti (cc); Charvensod, m. 750 ca., 1915, 1 3, leg. G. Della Beffa (DB). Provincia di Torino - Oulx (val di Susa), m. 1100 ca., 2.VIII.1936, 152%, leg. E. Berio (mG); id., VIII.1949, 1 9, leg. G. Della Beffa (DB). Periodo di volo accertato: VIII. È specie circumboreale sparsa lungo la catena alpina, localizzata qua e là lungo le rive dei laghi e le zone torbose. Ne conosciamo esem- plari da luglio a settembre. ODONATI 59 59. Sympetrum pedemontanum (Allioni, 1766, Libellula Pedemon- tana) Materiale citato: Libellula Pedemontana ALLIONI, 1766: dint. Torino, luglio; GiorNa, 1779-1793: dint. Torino, in fine di luglio; FaBRICIUS, 1781-1793: Piemonte; SeLYs-HacEn, 1850 e SeLys, 1851: Piemonte. Diplax pedemontana Allioni. Prrotra, 1879: Piemonte (+), Torino; DE CARLINI, 1892: Val Vigezzo; BENTIVOGLIO, 1908a: Piemonte - Torino. Sympetrum pedemontanum Allioni. Navas, 1932: dint. Torino; Conci, 1948: Buronzo (VC), VII.1929, 1 g - Casale - Vercelli; Conci & NIELSEN, 1956: Piemonte (!) Vercelli; Parist & Coll., 1971: Trino Vercellese, f. Po; GALLETTI, 1972: Cari- sio (VC), dint., VII-VIII, non infrequente; BaLestTRAZZI & Coll., 1977: Bor- goratto (AL), f. Bormida a Sezzadio (AL), da VII a IX, comune ed abbondante. Materiale esaminato: Piemonte, 2 33 2 29, leg. V. Ghiliani (MG). Provincia di Novara - S. Martino sul Ticino (Trecate), 24.VI.1972, 1 3, leg. I. Bucciarelli (cs). Provincia di Torino - Airasca, torr. Chisola, 18.VII.1968, 1 3, leg. Colombo (cs). Provincia di Vercelli - Lago di Lamassa (val Sorba), m. 1900 ca., 12. VIII.1952, 1 3, leg. F. Capra (cc); Buronzo, torr. Cervo, VII. 1929, 1 9, leg. C. Confalonieri (MG); Carisio, fossi e risaie presso can. Depretis, 11-26.VII 1969/1971, 15 gg 1g juv. 2 99, leg. P. Galletti (cc); Vercelli, risaie, 1.VII.1951, 13 gg 2 99, leg. F. Capra (cc). Provincia di Alessandria - Isola Sant'Antonio, 12.VII.1970, 1 3, leg. R. Poggi (cc); Borgoratto, can. Carlalberto, 6-27.VII 1968/1974, 10 33 7 92 154 exuviae, leg. I. Bucciarelli - P. Galletti (CB e cc); Sezzadio, f. Bormida, 30.1X.1972, 1 g, leg. I. Bucciarelli (cs); Cassano Spinola, loc. Campetti Scrivia, 22.VII.1955, 4 gg 4 29; id., torr. Scrivia, 20.VIII.1956, 13 19, tutti leg. G. B. Moro (cc). Periodo di volo accertato: 24.VI - 30.IX. La specie è legata a corsi d’acqua di medie dimensioni ma frequenta anche le zone paludose, le risaie ed i fossi; il reperto ai quasi 2000 m. del lago di Lamassa in Val Sorba, si riferisce certamente ad un esemplare portato in quota dal vento. È presente in gran parte della regione; nell’Alessandrino scende a sud del Po e raggiunge a Cassano Spinola la località più meridionale a noi nota nella pianura padana. 60 F. CAPRA - P. A. GALLETTI CONCLUSIONI Si sono accertate 59 specie ed una sottospecie, corrispondenti al 71% di quelle ricordate per |’ Italia nella monografia di Conci & NIELSEN (1956), integrata dall’aggiunta di Nehallennia speciosa (Charp.) (Ba- LESTRAZZI & BUCCIARELLI, 1971) e di Calopteryx xanthostoma (Charp.) e Somatochlora meridionalis Nielsen, le ultime due elevate a specie in tempi successivi (cfr. risp. Dumont, 1972 e ScHMIDT, 1957). Delle specie accertate, 19 sono Zigotteri e 40 Anisotteri; il rapporto tra i due sottordini è di circa 1 a 2, analogamente alla situazione che si riscontra tanto in Italia come, più in generale, nell’area comprendente l Europa centro-occidentale ed il bacino del Mediterraneo (cfr. AGUESSE, 1968). Tutte le famiglie sono ben rappresentate e la loro consistenza numerica e percentuale rispetto alla situazione nazionale e percentuale sul totale delle specie piemontesi, è la seguente: Platycnemididae | ‘1 specie::( 1,7%): su il sp. ital, pari, al40022 Coenaemonidac 102 (69°) ie; pla DS0CG Lestidae Cai PO ee) > Duele Calopterygidae Zen ait gS ooh ee ee La > wn bOe, Gomphidae Spay See oe ess Pe ag a >, Pigi, Aeschnidae Lie nay ay (1000) Pirano Dc pao ere Cordulepasteridae :2 mar 184°). 2a > Dis, Dp LOOT, Corduliidae o a eu ): _Dagt 024950 Libellulidae Lyra, 98/9 ( ZEB ofan de Ano) Diy Dee ORE 59 100,0 83 Nuove ricerche potrebbero rivelare la presenza in regione di altre entità, come Lestes barbarus (F.) noto di buona parte della pianura padana e come alcuni elementi boreoalpini quali Coenagrion hastulatum (Charp.), Somatochlora alpestris (Selys), S. arctica (Zett.) e Leucorrhinia dubia (V. d. L.), diffusi in ampia parte della cerchia alpina. Non è da esclu- dersi anche la presenza di Aeschna caerulea (Strém). Delle 59 specie ricordate; 8 (13,6%) sono reofile’ e, com 1 ccee- zione delle Calopteryx e di Cordulegaster boltoni, si tratta di elementi più o meno strettamente localizzati (Boyeria irene, Gomphus flavipes, Ophiogomphus serpentinus, Onychogomphus uncatus, Cordulegaster biden- tatus). Le rimanenti 51 entità (86,4%), in genere ampiamente diffuse in regione, si distribuiscono tra un complesso di 36 specie che si svi- ODONATI 61 luppano tanto in acque stagnanti che debolmente correnti (Platycnemis pennipes, Ceriagrion tenellum, Coenagrion pulchellum, C. puella, Cercion lindeni, Pyrrhosoma nymphula, Ischnura elegans, I. pumilio, Enallagma cyathigerum, Chalcolestes viridis, Lestes sponsa, L. dryas, Gomphus vul- gatissimus, Onychogomphus forcipatus, Brachytron hafniense, Aeschna cyanea, A. mixta, A. affinis, Anaciaeschna isosceles, Anax imperator, A. parthenope, Oxygastra curtist, Somatochlora metallica, S. meridio- nalis, S. flavomaculata, Libellula depressa, L. fulva, Orthetrum coerule- scens, O. brunneum, O. albistylum, O. cancellatum, Crocothemis erythraea, Sympetrum vulgatum, S. striolatum, S. meridionale, S. fonscolombei), ed un gruppo di 15 elementi con stadi preimmaginali più marcatamente stagnicoli (Erythromma najas, E. viridulum, Sympecma fusca, S. paedisca, Lestes virens, Aeschna juncea, A. grandis, Hemianax ephippiger, Cordulia aenea, Libellula quadrimaculata, Sympetrum flaveolum, S. sanguineum, S. depressiusculum, S. danae, S. pedemontanum). Nell'ambito della regione considerata si possono distinguere, in base all’orografia del territorio, almeno quattro zone a diverso popola- mento, con l'avvertenza che la localizzazione delle singole specie è sempre piuttosto relativa, in quanto sono molteplici i fattori che concor- rono a determinarla. La regione alpina, che comprende gran parte delle Alpi occiden- tali, è caratterizzata sia dalla breve distanza dello spartiacque dalla pianura, in media non superiore ai 45 km, che dall’ampiezza e dalla scarsa elevazione del fondo delle maggiori valli, che consentono l’inse- diamento di una fauna ricca ma poco caratteristica. Le sole specie pecu- liari sono quelle legate agli alti laghetti alpini, come le Aeschna juncea e grandis ed i Sympetrum flaveolum e danae. Caratteristiche, ma non esclusive di questa zona, sono pure Enallagma cyathigerum e Cordule- gaster bidentatus. Tre le 22 specie reperite, di cui alcune certamente provenienti dalle aree limitrofe, non sono rappresentate le famiglie Calopterygidae, Gomphidae e Cordultidae. Sul versante interno delle Alpi piemontesi, anche se mancano quasi totalmente vere Prealpi in senso geomorfologico, l’ambiente si differenzia da quello alpino retrostante per la minore impronta glaciale ed una più modesta elevazione. Inoltre tra il fronte montano e la pianura si sviluppa una fascia subalpina discontinua, di ampiezza variabile fra 13 ed i 20 km, di ripiani diluviali a brughiera (vaude e baragge) alter- nati a colline moreniche che ospitano frequenti laghetti o torbiere. Ne 62 F. CAPRA '=4P) AS GALLETTI sono proprii Coenagrion pulchellum, Erythromma najas, E. viridulum e, se confermato, Sympetrum vulgatum. 'Tra le specie che qui raggiungono la massima diffusione, si possono ancora ricordare le Sympecma fusca e paedisca, Anax parthenope, Cordulia aenea, Orthetrum cancellatum (frequente anche in pianura), Sympetrum striolatum (spesso raccolto anche nella fascia alpina), S. fonscolombei. Calopteryx virgo, Aeschna mixta e Cordulegaster boltoni sono abbastanza frequenti tanto qui quanto in pianura. Sono state raccolte 45 specie, anche se con l'evidente pene- trazione di elementi estranei provenienti dalla pianura. La pianura piemontese, estesa per la maggior parte a nord del Po, si presenta fortemente antropizzata e con almeno due tipologie fonda- mentali: il paesaggio delle risaie dalla ricchissima idrografia ed un paesaggio più vario, di colture meno specializzate. Il popolamento odo- natologico è particolarmente ricco (50 specie) ad appaiono numerosi tanto gli elementi peculiari, come Lestes sponsa, Gomphus flavipes, Ophiogomphus serpentinus, Onychogomphus uncatus, Boyeria irene, Bra- chytron hafniense, Aeschna affinis e Somatochlora meridionalis, quanto quelli caratteristici anche se non esclusivi, quali Coenagrion puella, Cercion lindeni, Ischnura elegans, I. pumilio, Chalcolestes viridis, Lestes virens, Gomphus vulgatissimus, Aeschna cyanea (spesso raccolta anche sulle Alpi), Anax imperator, Somatochlora metallica, Libellula depressa, Orthetrum coerulescens, O. albistylum, Crocothemis erythraea, Sympetrum meridionale, S. depressiusculum (predominante nell'ambiente delle ri- saie, da cui si disperde, giungendo in grandi stormi fin oltre la fascia prealpina) e S. pedemontanum. Quasi al centro della regione si estende il complesso collinare del Po, del Monferrato e delle Langhe, propaggine nord-occidentale del- l'Appennino Ligure, il cui versante padano completa il lembo meridionale del Piemonte. Unica entità peculiare alla zona è la Calopteryx virgo meridionalis che scende la Val Scrivia fino a Vocemola, appena oltre il confine ligure. Lestes dryas è qui forse meno sporadico che altrove, mentre Platycnemis pennipes, C. splendens capra e Onychogomphus forcipatus unguiculatus sono molto frequenti sia qui che in pianura. Il popolamento appare piuttosto povero, contando solo 25 entità. Nel complesso, sotto il profilo zoogeografico ed utilizzando le categorie adottate da Conci & NIELSEN (l. c.) si nota che il contingente più rilevante del popolamento piemontese è rappresentato dalle specie euroasiatiche (33 specie su 37 italiane, pari all’ 89,2%) che, analoga- ODONATI 63 mente alle circumboreali, assumono in regione una rilevanza percentuale maggiore che nell’ambito nazionale (rispettivamente il 55,9 e I 8,5% delle specie piemontesi). In dettaglio: Elementi mediterranei 16 specie (27,1%) su 26 sp. ital., pari al 61,5% ) euroasiatici ae 9206 ) ponto-sarmaret 2 dd e» » 00,7% ) etiopici LANE Ua ta tig, au Do iy » cincumborcali 97 Se dati] «09 83,3% ) boreoalpini O po Gar oo) tee ke ) occidentali i a o en SOM, ) endemiciital. _ 0. rr (| a. po Lod > db od 59 100,0 83 È sorprendente l’assenza di elementi boreoalpini in un complesso che risulta estremamente composito all’analisi zoogeografica. L’inquadramento in categorie zoogeografiche può essere riferito anche allo schema proposto da ST. QUENTIN (1960) e già utilizzato da MINELLI (1966) e Krauta (1969), rispettivamente per il Veneto ed il Friuli - Venezia Giulia. Il 59% delle specie è compreso nell’ambito della ‘‘Refugialfauna” (componente mediterranea della fauna europea) ed il 41% nella “Invasionsfauna” (componente eurosibirica). Questa si- tuazione, conseguente alla posizione intermedia del Piemonte tra il bacino mediterraneo e |’ Europa centrale, rispecchia quella della fauna europea nel suo insieme in cui il rapporto tra i due gruppi è di 3 a 2. Nei dettagli si ha il quadro seguente: a) Specie a gravitazione meridionale (Refugialfauna). 1) Specie del Mediterraneo occidentale (10,2%) Ceriagrion tenellum (Vill.) Boyeria irene (Fonsc.) Cercion lindeni (Selys) Anaciaeschna isosceles (Miill.) Onychogomphus uncatus (Charp.) Oxygastra curtisi (Dale) 64 2) 3) b) 1) 2) F. CAPRA - P. A. GALLETTI Specie olomediterranee (20,3% Chalcolestes viridis (V.d.L.) O. brunneum (Fonsc.) Lestes virens (Charp.) O. cancellatum (L.) Calopteryx splendens (Harris) | Sympetrum striolatum (Charp.) Onychogomphus forcipatus (L.) S. meridionale (Selys) Cordulegaster boltoni (Don.) S. fonscolombei (Selys) Orthetrum coerulescens (F.) S. sanguineum (Mill.) Specie del Mediterraneo orientale s.l. (28,8%) Coenagrion pulchellum (V.d.L.) Anax imperator Leach. C. puella (L.) A. parthenope (Selys) Pyrrhosoma nymphula (Sulz.) Hemianax ephippiger (Burm.) Erythromma viridulum (Charp.) Cordulegaster bidentatus Selys Ischnura elegans (V.d.L.) Somatochlora meridionalis Niels. I. pumilio (Charp.) Orthetrum albistylum (Selys) Sympecma fusca (V.d.L.) Crocothemis erythraea (Brullé) Brachytron hafniense (Mill.) Sympetrum depressiusculum (Selys) Aeschna affinis (V.d.L.) Specie a gravitazione settentrionale (Invasionsfauna) Specie a distribuzione eurosibirica ampiamente diffuse nella re- gione mediterranea (13,6%) Platycnemis pennipes (Pall.) Aeschna cyanea (Miill.) Erythromma najas (Hansem.) A. mixta (Latr.) Calopteryx virgo (L.) Libellula depressa L. Gomphus vulgatissimus (L.) L. fulva Mill. Specie a diffusione eurosibirica (15,2%) Sympecma paedisca (Brauer) S. flavomaculata (V.d.L.) Gomphus flavipes (Charp.) Sympetrum vulgatum (L.) Ophiogomphus serpentinus (Charp.) S. flaveolum (L.) Aeschna grandis (L.) S. pedemontanum (Allioni) Somatochlora metallica (V.d.L.) ODONATI 65 3) Specie a diffusione oloartica (11,9%) Enallagma cyathigerum (Charp.) Cordulia aenea (L.) Lestes sponsa (Hansem.) Libellula quadrimaculata L. L. dryas Kirby Sympetrum danae (Sulzer) Aeschna juncea (L.) È utile un confronto con le regioni circostanti di cui siano dispo- nibili dati recenti e cioè Lombardia (BaALESTRAZZI, 1972; BALESTRAZZI & BucciaRELLI, 1975; BucciaRELLI, 1972a-b; Conci & NIELSEN, 1956; GALLETTI, 1968), Liguria (Conci & NIELSEN, |. c.) e la fascia di terri- torio francese corrispondente, grosso modo, ai dipartimenti della Haute Savoie, Savoie, Hautes Alpes e Alpes Maritimes (DEGRANGE & SEASSAU, 1968-1974). Dall’esame delle rispettive faune (tab. 1) si rileva come la com- ponente mediterranea (sensu ST. QUENTIN, |. c.) assuma, in percentuale, valori crescenti nell’ordine seguente: Lombardia 59905 Piemonte-Val d'Aosta 5955950 H.te Savoie-S.-H.tes Alpes-A. Mar. 6595 Liguria 152506 Nelle prime tre aree si riscontra una certa omogeneità nelle per- centuali di specie della Refugialfauna, con un massimo piuttosto accen- tuato in territorio francese, dove è più sensibile la presenza di elementi del Mediterraneo occidentale, quali P. acutipennis, G. pulchellus e G. stmillimus, che non oltrepassano lo spartiacque alpino. Il popolamento ligure si differenzia in senso più spiccatamente mediterraneo in relazione alla particolare situazione geografica della regione. Volendo poi valutare, al di là di considerazioni d’ordine zoogeo- grafico, l’affinità faunistica tra due aree, cioè non trascurando lo stabi- lirsi di vicarianze tra specie nell’ambito della medesima categoria zoo- geografica in territori diversi, è opportuno esprimere tale affinità come percentuale di specie comuni ad entrambi i territori rispetto al popola- mento complessivo (cfr. KiauTA 1969, pag. 230 e seguenti). Sotto questo aspetto la massima omogeneità faunistica si rileva, come prevedibile, nei confronti della Lombardia (82%), affine per orografia, estensione e posizione geografica e sulla quale la regione in studio è largamente aperta. Percentuali di affinità descrecenti si ri- scontrano verso la Savoie-Alpes M. (68%) e la Liguria (58%). Ann. Mus. Civ. St. Nat. - Genova - Vol. LX.XXII 3 66 F. CAPRA - P. A. GALLETTI Savoie | Piemonte SPECIE Alpes M. Valle | Lombardia| Liguria ecc. d’Aosta | ZYGOPTERA Platycnemis pennipes (Pallas) P. acutipennis Selys P. latipes Rambur Ceriagrion tenellum tenellum (Villers) Cercion lindeni (Selys) Coenagrion mercuriale mercuriale (Charp.) C. mercuriale castellanii (Roberts) C. scitulum (Rambur) C. pulchellum (V. d. Lind.) C. puella (L.) C. hastulatum (Charp.) Erythromma najas (Hansem.) E. viridulum (Charp.) Nehallennia speciosa (Charp.) Pyrrhosoma nymphula (Sulzer) Enallagma cyathigerum (Charp.) Ischnura elegans (V. d. Lind.) I. pumilio (Charp.) Sympecma fusca (V. d. Lind.) S. paedisca striata St. Quentin Chalcolestes viridis (V. d. Lind.) Lestes barbarus (Fabr.) L. virens virens (Charp.) L. virens vestalis Rambur L. sponsa (Hansem.) L. dryas Kirby Calopteryx h. haemorroidalis (V.d. Lind.) C. haemorroidalis occasi Capra . virgo padana Conci . virgo meridionalis Selys C E C. splendens caprai Conci E (E; ++++++ ++ ++ + ++ +++++++ ++ ++ +++ +++++++++++ ++ ++ +++++ + + +++++ +++ +++++ +++ L +++ + + . splendens ssp. . xanthostoma (Charp.) + ++ + + ++ ANISOPTERA Gomphus flavipes (Charp.) G. pulchellus (Selys) G. simillimus (Selys) G. vulgatissimus (L.) Ophiogomphus serpentinus (Charp.) Onychogomphus forcipatus unguic.(V.d.L.) O. uncatus (Charp.) Boyeria irene (Fonsc.) Brachytron hafniense (Mull.) Aeschna caerulea (Stròm) . guncea (L.) . grandis (L.) . cyanea (Miill.) mixta (Watt) . affinis (V. d. Lind.) Anaciaeschna isosceles (Miill.) ++ | bs Bs bs Bs bs ++++++ ++++ +++++4 + ++ ++++ +++ +1+ ++++++ ++++ ODONATI 67 | Savoie | Piemonte SPECIE Alpes M.| Valle |Lombardia| Liguria ecc. d’Aosta Anax imperator Leach _ - A. parthenope (Selys) - Hemianax ephippiger (Burm.) + Cordulegaster boltoni (Don.) s. 1. + C. bidentatus (Selys) Oxygastra curtisi (Dale) - - Cordulia aenea (L.) + ae Somatochlora alpestris (Selys) — S. metallica (V. d. Lind.) S. meridionalis Nielsen S. flavomaculata (V. d. Lind.) 4 S. arctica (Zett.) + Libellula depressa L. SE L. fulva Mill. + L. quadrimaculata L. + Orthetrum coerulescens (Fabr.) == O. brunneum (Fonsc.) — O. albistylum (Selys) O. cancellatum (L.) + Crocothemis erythraea (Brullè) - Sympetrum vulgatum (L.) . striolatum (Charp.) == . meridionale (Selys) . fonscolombei (Selys) . flaveolum (L.) . sanguineum (Miill.) . depressiusculum (Selys) . danae (Sulzer) . pedemontanum (Allioni) Leucorrhinia albifrons (Burm.) 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Viene proposta la sinonimia Libellula triedra Mull. var. e Allioni 1766 = Sym- petrum fonscolombei (Selys 1840). Il popolamento odonatologico, analizzato sotto diversi aspetti (ecologia, di- stribuzione sul territorio in rapporto alla sua orografia, zoogeografia) e confrontato con quelli di territori circostanti, appare caratterizzato da una percentuale relativamente elevata di elementi di origine mediterranea (35 spp. contro 24 di origine eurosibirica). ABSTRACT Odonata of Piemonte and Valle d’Aosta. A survey is given of 59 spp. and 1 ssp. (referable to 29 genera and representing 71% of the Italian fauna) known to occur in the territory of the Regions Piemonte and Valle d’Aosta (north-western Italy). Data on material from various collections are provided for each sp. with notes on biotopes and phenology based on own field observations and on the hitherto pu- blished records, critically revised. The synonymy Libellula triedra Mill. var. e Allioni 1766 = Sympetrum fon- scolombei (Selys 1840) is proposed. Among the more interesting spp. are Erythromma najas (Hans.), E. viridulum (Charp.), Sympecma paedisca striata St. Quent., Calopteryx virgo meridionalis Selys, Gomphus flavipes (Charp.), Ophiogomphus serpentinus (Charp.), Onychogomphus uncatus (Charp.), Boyeria irene (Fonsc.), Brachytron hafniense (Miill.), Aeschna grandis (L.), A. affinis (V.d.L.), Hemianax ephippiger (Burm.), Cordulegaster bidentatus Selys, Oxy- gastra curtisi (Dale), Somatochlora meridionalis Niels., Orthetrum albistylum (Selys) and Sympetrum vulgatum (L.) (probably). The odon. fauna is analyzed from the viewpoints of ecology, distribution related to the orographic pattern of the territory and zoogeography and it is compared to those of the adjacent territories. It is characterized by a relatively high percentage of me- diterranean elements (35 spp. are of mediterranean and 24 of eurosiberian origin). A tabular summary and a bibliographic list are also provided. 72 N. Draco, G. ALBERTELLI E M. CATTANEO Cattedra di Idrobiologia e Pescicoltura dell’ Università di Genova OSSERVAZIONI FAUNISTICHE SUL BENTHOS DELL’ISOLA DI CAPRAIA* Nell’aprile 1976 è stato effettuato a mezzo di benne un campiona- mento della platea continentale dell’isola di Capraia, dai 30 ai 200 metri, al fine di individuare i popolamenti macrobentonici di tali fondi (CAT- TANEO € COLL... 1977): L’esame dei campioni ha evidenziato la presenza di tre tipi prin- cipali di popolamento riferibili alle biocenosi dei fondi misti Sabbia ad Anfiosso-Prateria di Posidonia (SA-HP), Sabbia ad Anfiosso-Detritico Costiero (SA-DC) ed alla biocenosi del Detritico del Largo (DL). Il quadro faunistico delineato in questo momento stagionale si presenta molto ricco qualitativamente in quanto costituito da non meno di 226 specie. Di particolare interesse è risultato il popolamento della stazione 16 (43°04’2 N - 9°49’3 E) situata a NW dell’isola ad una pro- fondità di 39 m, dove sono state trovate alcune specie indopacifiche di specifico significato zoogeografico: — Hestospina similis (Hessle) e Amphitrite oculata Hessle, Policheti non ancora segnalati nella fauna macrobentonica mediterranea, sino ad oggi ritrovati solo in Giappone (Hesse, 1925; ImMayMa and HART- MAN, 1964); — Maera hamigera Haswell, Anfipode, la cui presenza in Mediterraneo è stata unicamente accertata nel Benthos di Cesarea in Israele (KA- RAMAN e RuFFO, 1971); — il Polichete Eurythoe complanata (Pallas), specie circumatlantica ed indopacifica, segnalato per il Mediterraneo orientale (FREDJ, 1974). Allo scopo di delineare il quadro faunistico in cui si collocano le precedenti segnalazioni si riporta l’elenco delle specie con l’indicazione delle biocenosi in cui sono state raccolte. * Lavoro eseguito con il contratto di ricerca CNR no. 40/73.01117.22/115.0907. BENTHOS DI CAPRAIA SPECIE ANELLIDA Amage adspersa (Grube) Ampharete grubei Malmgren Amphicteis gunneri (Sars) Amphitrite oculata Hessle Aonides paucibranchiata South. Auchenoplax crinita Ehlers Audouinia filigera D. Ch. Branchiomma vesiculosum (Montagu) Chaetopterus variopedatus (Ren.) Chaetozone setosa Malmgren Chloeia venusta Quatr. Chone cf. infundibuliformis Krojer Chone sp. Chrysopetalum debile Grube Clymene sp. Ditrupa arietina (O. F. Miiller) Euchone rosea Langerhans Euclymene lumbricoides Quatr. Eulalia tripunctata M. Int. Eunice vittata (D. Ch.) Euphrosine foliosa Aud. et M. Edw. Eurythée complanata (Pallas) Eusyllis assimilis Mar. Euthalenessa dendrolepis (Clap.) Glycera cf alba Rahtke Glycera gigantea Quatr. Glycera lapidum Quatr. Glycera tesselata Grube Glycinde nordmanni (Malm.) Goniada maculata Oerst. Harmothoe cf liungmani (Malm.) Harmothoe longisetis (Grube) Harmothoe lunulata (D. Ch.) Hermione hystrix Sav. Hesiospina similis (Hessle) Heterocirrus zetlandicus (M. Int.) Hyalinoecia bilineata Baird Hyalinoecia tubicola (Miller) Jasmineira elegans Saint Joseph Lacydonia miranda Marion et Bobr. Laonice cirrata (Sars) Laonome salmacidis Clap. Lepidasthenia maculata Potts Lumbrineris emandibulata mabiti Ramos Lumbrineris fragilis (Miller) Lumbrineris gracilis Ehlers Lumbrineris cf. paradoxa St. Jos. Lysidice ninetta Aud. et M. Edw. Maldanidae indet. Marphisa belli (Aud. et M. Edw.) Melinna cf. monoceroides Fauv. BIOCGENO SI Sabbia ad Anfiosso Prateria di Posidonia SA-HP Pi pipi pepe Detritico Costiero SA-DC PP PO RM Mr papi pi MMs PA Pe AKAM MMMM MM Detritico del Largo DL PPP rr a pi a aa papi pio MMM pipa pipi 74 SPECIE SA-HP © Myrianida pinnigera (Montagu) Nematonereis unicornis (Grube) xX Nephthys hombergi Aud. et M. Edw. Nephthys rubella (Mich.) Nereis zonata Malm. Notomastus latericeus Sars Notomastus cf lineatus Clap. Notomastus sp. Ophelidae indet. Owenia fusiformis D. Ch. Oxydromus propinquus Mar. et Bobr. x Paralacydonia paradoxa Fauv. Petta pusilla Malm. xX Pectinaria auricoma (Mull.) Pholoe dorsipapillata Mar. Phyllodoce mucosa Oerst. xX Phyllodocidae indet. Pista cf cretacea (Grube) Pista cristata (Mill.) Pista sp. Platynereis dumerilli (Aud. et M. Edw.) x Polycirrus sp. Polydora sp. Pomatoceros triqueter L. Potamilla reniformis (Mull.) Potamilla stichophtalmus (Grube) Potamilla torelli Malm. Praegeria remota South. xX Praxillella sp. Prothomystides bidentata (Langerhans) Protula tubularia (Montagu) Ramphobrachium brevibrachiatum (Ehlers) Sabellides octocirrata Sars Sigalion squamatum (D. Ch.) Sosane sulcata Malm. Spio decoratus Bobr. X Spiochaetopterus costarum ? (Clap.) Spionidae indet. x Streblosoma bairdi (Malm.) Stylarioides monilifer D. Ch. Syllis ferruginea (Laug.) Syllis sp. Syllis spongicola Grube Terebellidae indet. Vermiliopsis infundibulum (Philippi) Vermiliopsis richardi Fauv. CRUSTACEA Ampelisca gibba (Sars) Ampelisca sarsi Chevr. Ampelisca cf. spinimana Chevr. Ampelisca typica (Bate) Anapagurus breviaculeatus Feniz. Anapagurus petiti Dech. et Forest Anapagurus sp. xX Apherusa bispinosa (Bate) Apseudes echinatus Sars N. DRAGO - G. ALBERTELLI - M. CATTANEO SA-DC Po PS A PO pi pio pi pi pai ee pipi pi pi pipi pi pi PE PS PS PS i 8 DL Pip Pi a pipi pi pi pd pipa mr pd PI Mm papi pi BENTHOS DI CAPRAIA SPECIE Apseudes sp. Apseudes cf tenuimanus Sars Athanas nitescens (Leach) Byblis guernei Chevr. Catapaguroides timidus (Roux) Cheirocratus sundevalli (Ratke) Cymadusa crassicornis (A. Costa) Cymodoce rubropunctata (Grube) Dexamine spinosa (Mont.) Ebalia deshajesi Lucas Ebalia edwarsi Costa Ebalia tuberosa (Penn.) Euridice truncata Norman Eusirus longipes Boech Galathea intermedia Lill. Gammaropsis cf ostroumowi (Sowinsky) Halicie walkeri (Ledoyer) Haploops nirae Kaim-Malka Hippomedon massiliensis Bellan-Santini Hyale schmidtii (Heller) Icnopus spinicornis Boeck Iphinoe acutirostris Ledoyer Leptocheirus guttatus (Grube) Leucothoe spinicarpa (Abidg.) Liljieborgia brevicornis (Bruzelius) Lysianassa ceratina (Walcher) Macropipus cf depurator (L.) Macropodia linaresi Forest et Alvarez Maera grossimana (Montagu) Maera hamigera Haswell Maera knudseni Reid Megamphopus cornutus Norman Melita gladiosa Bate Melphidippella macra (Norman) Microdeutopus sp. Microdeutopus versiculatus (Bate) Nebalia bipes Fabr. Nematopagurus longicornis M. Edw. et Bouv. Panoplea minuta Sars Parthenope massena (Roux) Pherusa fucicola Leach Photis longicaudata (Bate et West.) Phtysica marina Slabber Processa elegantula Nouv. et Holt. Sicyonia carinata (Briinnick) Siphonocetes della vallei Stebbing Socarnes erythrophtalmus Robertson Socarnopsis crenulata Chevr. Triphosites longipes (Bate et West.) Urothoe poseidonis Reibish Urothoe pulchella (Costa) MOLLUSCA Acanthochiton communis (Risso) Acmea unicolor Forb. Amygdalum phaseolinum (Phill.) Astarte sulcata (Da Costa) SA-HP pi pi MK OM mm Ke MMM 4 pipi pi» SA-DC xX ve KAM MMM PM A Mes Mm MM MM PS pipi ro ms pi PAPI pipi N. DRAGO - G. ALBERTELLI - M. CATTANEO SPECIE Cadulus cf jeffreysi (Mont.) Callochiton laevis (Montagu) Calyptraea chinensis (L.) Cardiomya costellata (Deshayes) Cardita calyculata (L.) Chiton olivaceus Splenger Clausinella brongniarti (Payr.) Cultrensis adriaticus Coen Cuspidaria rostrata (Splenger) Delectopecten vitreus (Gmelin) Dentalium panormum Chenu Gafrarium minimum (Montagu) Gonilia calliglypta (Dall.) Haminea navicula Da Costa Hiatella arctica (L.) Lima loscombei (Sowerby) Limatula subovata (Jeffreis) Middendorfia caprearum Scacchi Monia patelliformis (L.) Myrthea spinifera (Montagu) Mysella bidentata ? (Montagu) Natica alderi Forbes Natica dillwyni Payr. Neolepton sp. Nudibranchia indet. Palliolum hyalinum (Poli) Pandora sp. Papillicardium papillosum (Poli) Parvicardium minimum (Philippi) Patella sp. Psammocola costulata (‘Turton) Striarca lactea L. Tellina donacina (L.) Tetrarca tetragona (Poli) Thracia convexa (Wood) Turritella cf mediterranea Mont. Venerupis aurea (Gmelin) Venerupis ruscuriana (Mont.) Venus casina L. Venus ovata Pennant ECHINODERMATA Amphipholis squamata (D. Ch.) Amphiura filiformis (Miiller) Amphiura sp. Amphiura mediterranea Lym. Astropecten platyacanthus (Phil.) Crinoidea indet. Echinocardium mortenseni Thiéry Echinocyamus pusillus (Miller) Echinoidea indet. Genocidaris maculata Agassiz Havelockia inermis (Hell.) Labidoplax digitata (Mont.) Ophiocten abyssicolum Mar. Ophiura carnea (Koehler) Ophiura grubei Hell. SA-HP x SA-DC A AM wr AAA pa a wr A KAA KA a DL mm pipi Pi papi PP ped PM AA BENTHOS DI CAPRAIA 77 SPECIE SA-HP SA-DC DL Spatangus purpureus (Miiller) XxX Thyone fusus (Miller) xX ALTRI ORGANISMI Achelia echinata Hodge Ammothea sp. X Argyroteca cistellula ? Wood Aspidosiphon mulleri Diesing Caecula caeca (L.) X Mysidacea indet. Phoronis cf mulleri Selys x Sipunculus nudus (L.) xX pd me OM Le densita di popolamento bentonico di Capraia, in questo mo- mento stagionale, decrescono tra i 25 ed i 185 metri di profondità con valori rispettivamente pari a 325,9 ed a 105 organismi per metro quadrato. BIBLIOGRAFIA CATTANEO M., ALBERTELLI G., Draco N., 1977 - Macrobenthos dei fondi dell’isola di Capraia - Atti del 2° Congr. Assoc. It. Oceanog. e Limnol., S. 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SUMMARY The macrobenthos of the Capraia Island includes some species (Hesiospina similis (Hessle) and Amphitrite oculata Hessle) new for the Mediterranean; 226 species have been found in the biocoenosis of coarse sand and fine gravels stirred up by waves- Posidonia meadows, of coarse sand and fine gravels stirred up by waves-coastal de- tritic and of the shelf-edge detritic. 78 MicHEL BRANCUCCI * Muséum d’ Histoire Naturelle, Augustinergasse 2, CH-4051 Bale CONTRIBUTION A L’ETUDE DES MALTHININI D’ITALIE. I. (COL. CANTHARIDAE) La tribu des Malthinini est trés bien représentée en Italie. Nous avons en effet recensé 88 espéces de Malthodes et 30 espéces de Mal- thinus. A cela s’ajoutent quelques Malchinus, genre dont la révision fera l’objet d’un article ultérieur. L’étude systématique de ces groupes a été jusqu’ici négligée. Dans une série de travaux, nous tenterons de faire le point sur une partie de ces espèces par des descriptions aussi complètes que possible et par des illustrations. Malthinus reflexus Wittmer Malthinus reflexus Wittmer, 1974, Ent. Arb. Mus. Frey 25: 394, fig. 80. Cette espèce, décrite d’après un 3 de Calabre, n’était connue jusqu’a présent que d’un seul autre individu provenant de Ligurie. Dans le riche matériel du Musée de Milan, nous avons trouvé 12 ¢ et 11 9 provenant de la Ligurie et du Lazio. Tous les individus ont été capturés au mois de mai. Espéce voisine de Malthinus seriepunctatus Kiesw.. Elle s’en distingue par l’appareil génital du male qui est très différent et par la tache noire du vertex qui est constamment bien délimitée vers l’avant et plus réduite (méme chez les individus très pigmentés). D’autre part, contrairement a M. seriepunctatus, cette tache est interrompue sur les tempes, laissant ainsi apparaître une bande testacée (Figs. 1 & 2). * La réalisation de cette publication a été possible gràce à la contribution du Fonds national suisse de la recherche scientifique. Les photos au microscope à balayage sont dues au Dr. R. GUGGENHEIM de l’Institut de Géologie et de Paléontologie de l’ Uni- versité de Bale. MALTHININI D’ ITALIE 79 Fig. 1-2. Tache noire du vertex 1. chez M. reflexus et 2. chez M. seriepunctatus. 9. Méme coloration que le 3. La tache du vertex est aussi présente chez la femelle et permet de la distinguer d’une femelle de M. serie- punctatus. Dans quelques rares cas de faible pigmentation, la séparation est pratiquement impossible. Malthinus devillei Ab. de Perrin. Malthinus devillei Ab. de Perrin, 1898, Abeille XXIX: 92. Brun-noir concolore, a peine jaunatre sur la partie apicale des élytres. S. Téte noire, matte, fortement ponctuée sur le vertex et le front. Vertex légérement déprimé sur le disque. Partie antérieure du front et clypeus a ponctuation effacée et ridée. Téte aussi longue que large. Espace interoculaire 2,5 fois plus large que le plus grand diamétre de l’oeil. Mandibules jaunatres. Antennes courtes, atteignant les deux tiers de la longueur des élytres, de coloration brune a l’exception du premier article. Premier article testacé, allongé; le deuxième 1,7 fois plus court; le troisièéme subégal au deuxiéme; le quatrième 1,2 fois plus long que le troisième; les cinquième et suivants égaux au quatrième, sauf les trois derniers, qui sont un peu plus courts. Pronotum transverse, 1,25 fois plus large que long, très fortement ponctué et ridé, a plus grande largeur située vers le milieu. Il présente une dépression sur le disque en avant de la base et une dépression en avant des angles postérieurs. Bords latéraux du pronotum régulièrement arrondis et munis d’un sillon. Bords antérieurs et postérieurs limités par un bourrelet. Angles antérieurs arrondis, angles postérieurs obtus, plus ou moins proéminents. Elytres allongés, 2,5 fois plus longs que larges ensemble aux épaules. Coloration brune uniforme a l’exception d’une tache jaunatre 80 M. BRANCUCCI peu apparente à la partie apicale. Ponctuation grossière, irrégulière et peu visible. Pubescence grisàtre, régulière. Fémurs testacés, tibias bruns sauf aux extrémités antérieures, tarses bruns. Sternites bruns, jaunatres sur les bords latéraux et sur le bord postérieur. Dernier sternite en forme de lame triangulaire finement chagrinée. Edéage: Fig. 3. Fig. 3. Edéage 3 de M. devillei. 2. Identique au g. Longueur totale: 4,5-5 mm. Répartition: Alpes maritimes: Vallée du Tanaro (Italie), St. Vallier (France); Pont du Gard (France). Cette espèce est généralement capturée en juin et juillet. Espèce voisine de frontalis Marsh.. Elle s’en distingue par l’ap- pareil génital du male et par les còtés du thorax qui sont bien plus ar- rondis et, en avant, bien plus convergents. Ses tempes sont plus courtes et légèrements convexes. MALTHININI D’ ITALIE 81 Malthinus sordidus Kiesw. Malthinus sordidus Kiesw., 1871, Berl. Ent. Zeitschr. XV: 76. Entièrement testacé avec la partie apicale des élytres jaune. 3. Téte testacée, lisse a l’exception des tempes, du vertex et du clypéus où se trouvent de gros points peu profonds et peu distincts. Ces régions sont également revétues de poils grisatres. T'ète aussi longue que large, les yeux dépassant nettement la largeur du pronotum. Espace interoculaire 2 fois plus large que le plus grand diamètre de l’oeil. Palpes jaunes. Antennes courtes, testacées, rembrunies a partir du troisiéme article. Premier article allongé, le deuxième d’un quart plus court. Le troisieme 1,2 fois plus court que le deuxième, les quatrième et suivants 1,2 fois plus longs que le troisième. Pronotum testacé concolore, lisse sur le disque, à ponctuation effacée sur les cétés, a peine plus long que large, a plus grande largeur située au milieu. Bords latéraux légèrement convergents dans la moitié postérieure, bien plus fortement dans la moitié antérieure. Elytres testacés, 2,5 fois plus longs que larges aux épaules, jaunes a l’apex, revétus d’une pubescence couchée blanchatre. Rangées de points bien visibles, réguliéres a la base, s’effacant a l’apex. Apex jaune vif. Pattes et dessous entièrement testacé. Tibias postérieurs présentant un rétrécissement aux 4/5es de leur longueur. Dernier sternite en forme de lame convexe, incisée à son bord postérieur (Fig. 4). Fig. 4. Dernier sternite de M. sordidus. Edéage: PI. Ia. 2. Identique au g. Les antennes plus courtes, dépassant a peine la moitié de la longueur des élytres. Ann. Mus. Civ. St. Nat. - Genova - Vol. LX XXII 6 82 M. BRANCUCCI Longueur totale: 3-3,5 mm. Répartition: Toscane, Emilie, Lazio, Calabre, Ile d’Elbe. Le type vient de la Toscane. Cette espèce est très voisine de M. lacteifrons Mars. . Elle s’en distingue cependant par l’appareil génital du male et par sa répartition. Malthodes recurvus Baudi Malthinus recurvus Baudi, 1871, Berl. Ent. Zeitschr. XV: 118. Malthodes mancini Pic, 1935, Echange LI: 5. syn. n. Entiérement brun a l’exception de l’apex des élytres qui est jau- natre. 3. Téte noir de poix, aussi longue que large, aussi large avec les yeux que le pronotum dans sa plus grande largeur. Espace interoculaire 1,8 fois plus large que l’oeil dans son plus grand diametre. Mandibules testacées, munies sur leur bord interne d’une dizaine de petites dents. Palpes maxillaires a dernier article rembruni. Antennes brunes, longues, atteignant l’apex des élytres; premier article allongé, le deuxième de moitié plus court, le troisiteme subégal au deuxieme, les quatriéme et suivants subégaux, 1,5 fois plus longs que le troisième. Pronotum brun, régulièrement pubescent, transverse, 1,3 fois plus large que long, sa plus grande largeur située au niveau des angles antérieurs qui se trouvent un peu en arrière du bord antérieur. Angles antérieurs épaissis en forme de bourrelets. Angles postérieurs obtus. Bords antérieur et postérieur convexes et régulièrement arrondis. Elytres bruns, 2,3 fois plus longs que larges ensemble aux épaules. Absence de relief nettement visible. Apex plus ou moins jaune. Pubes- cence des élytres fine, blanchatre. Pattes brunes concolores, généra- lement éclaircies dans la partie supérieure du tibia. Dessous brun concolore. Avant-dernier tergite aussi long que large, légèrement concave a son bord postérieur. Dernier tergite divisé en deux languettes divergentes (Fig. 5). Dernier sternite très long, en forme de gouttière, très fortement recourbé aux deux tiers de sa lon- gueur, €paissi a son extrémité et brusquement élargi en deux lobes arrondis (Fig. 6 & 7). Edéage: Plidb-éeclc. 2. Identique au 3, les antennes sont toutefois plus courtes. Elles atteignent au plus les fémurs postérieurs. MALTHININI D’ ITALIE 83 Fig. 5. Dernier tergite de M. recurvus. Fig. 6. Dernier sternite de M. recurvus. Fig. 7. Détail de l’extrémité distale du dernier sternite de M. recurvus. Longueur totale: 2,8-3 mm. Répartition: Ligurie, Piémont et Alpes Maritimes. M. recurvus a été décrit du Piémont et M. mancinii de Bordighera. Cette espèce se capture entre avril et juillet. Nous avons désigné un lectotype et deux paralectotypes de la série typique de M. recurvus déposée au Musée de Turin. De méme nous avons désigné un lectotype et six paralectotypes de la série typique de mancinu déposée au Musée de Génes. 4 autres paralectotypes de M. mancini se trouvent au Muséum National d’ Histoire Naturelle de Paris. Après étude des différents types nous avons remarqué qu’ils sont morphologiquement semblables. Nous considérons donc que M. mancinit est synonyme de M. recurvus. Les types de M. recurvus sont accompagnés de quatre exemplaires provenant des Alpes Maritimes, département aussi cité dans la descrip- tion originale. Ces individus provenant de la collection de Baudi por- tent la dénomination “‘varietas’’. Nous n’avons pas trouvé de difference significative avec les types. PE su Edéage 3 de M. sordidus (172,5 x). Edéage 3 de M. recurvus (264,5 x) Detail de l’édéage 3 de M. recurvus, lobe médian (1380 x). (Les latérophyses montrent quelques impuretés non dissoutes lors du lavage). MALTHININI D’ITALIE 85 ies ficures 5,70.) /-et ies fioures'b'etr'ede la Pll on été faites d’après le lectotype. Nous remercions vivement les Musées de Turin et de Génes qui nous ont aimablement fourni les types. REMERCIEMENTS Nous remercions vivement Monsieur Bucciarelli du Musée d’ Histoire Naturelle de Milan qui nous a aimablement mis a disposition un abondant matériel. Nous re- mercions aussi le Professeur U. Parenti et le Dr. P. Passerin d’ Entrèves du Musée et Institut de Zoologie de Turin, le Dr. L. Capocaccia et le Dr. R. Poggi du Musée de Génes pour leur collaboration. Notre reconnaissance s’adresse également au Dr. W. Wittmer pour ses conseils de spécialiste et à Monsieur E. de Bros pour avoir mis la dernière main a notre manuscrit. BIBLIOGRAPHIE FIORI A., 1905 - Revisione delle specie italiane a me note del genere Malthodes Kiesw. - a0. Cols Tials, XII: 221-252: — —, 1906 - Revisione delle specie italiane a me note del genere Malthodes Kiesw. - Ryo. Col... Ital... IV: 1-26. KIESENWETTER H., 1872 - Revision der europdischen Arten der Gattung Malthodes - Berl. Ent. Zettschr., XVI: 369-392. — —, 1874 - Revision der europàischen Arten der Gattung Malthodes - Berl. Ent. Zeitschr., XVIII: 45-70. RIASSUNTO L'Autore ridescrive alcune specie italiane precedentemente poco conosciute e correda la descrizione con l’illustrazione dell’apparato genitale e di altre strutture tas- sonomicamente significative. SUMMARY Four poorly known species of Italian Cantharidae are redescribed. The male genitalia and other significant structures are illustrated. ZUSAMMENFASSUNG Der Autor gibt die Beschreibungen verschiedener italienischer Arten die bisher schlecht bekannt waren. Die Beschreibungen wurden durch Abbildungen erginzt. 86 GIOVANNI DELLACASA * STUDI DI SISTEMATICA SUGLI APHODIINAE (COL. SCARABAEIDAE) V. REVISIONE DEL GENERE SYBACODES FATRM® EMME SCRIZIONE DI UNA NUOVA SPECIE. L’amico collega Dr. Mario Zunino mi ha mandato in studio un esemplare di Sybacodes che fa parte di una piccola serie di Aphodiinae raccolti dal Dr. Marziano Di Maio durante una spedizione nel Kara- korum dell’ “Alpinismus International” di Torino. Per la determina- zione mi sono servito anche del materiale contenuto nelle collezioni del Museo Civico di Storia Naturale di Genova. Ho avuto pertanto occa- sione di esaminare la serie piuttosto cospicua di Aphodiinae raccolti in Birmania (Carin Cheba) da L. Fea nel lontano 1888 e di scoprire fra essi un nuovo Sybacodes. Trattandosi di un gruppo ristretto di specie rare o perlomeno di non facile reperimento, ho ritenuto utile rivedere compiutamente la sistematica del genere. Ringrazio il D1. A. Descarpentries del Museo di Parigi per avermi dato la possibilità di studiare i tipi di FAIRMAIRE e quindi di risolvere con sicurezza i problemi di sistematica; e, per l’aiuto prestatomi, i Drr. C. Besuchet, L. Capocaccia, A. Casale, R. Poggi e M. Zunino. Genere Sybacodes Fairm. 1896. Fairmaire, Not. Leyden Mus., 18: 84. Species modice robustae vel parvae, oblongo-ovales, subtiliter auro- piliferae, modice convexae, parum lucidae, piceae interdum lutoso-cinereo indumento dense vestitae. Capite summo penicillis duobus aureis ornato. Elytris pronotoque, hoc margine laterali simplici, longitudinaliter sexco- statis. Scutello occulto. Metafemoribus abdomini non prominentioribus. Tibus sine calcaribus apicalibus; protibiis in margine antico unidentatis, * Indirizzo dell’A.: Piazza Verdi 23/11, 19100 La Spezia. REVISIONE GEN. SYBACODES 87 lateribus bidentatis. Tarsis quinque articulis. Pygidio haud obtecto, deorsum curvato, carina longitudinali pilifera ornato. Capo largo, quasi piano, cortamente pubescente; clipeo sinuato o troncato in avanti con angoli subdentiformi o arrotondati, bisinuoso sui fianchi con angolosità mediana distinta; guance ottusamente angolose, di poco più sporgenti degli occhi; epistoma più o meno fortemente gibboso; sutura frontale incisa; vertice con due rilievi arrotondati, provvisti ciascuno di un ciuffetto di peli diritti e piuttosto lunghi; antenne di nove articoli, lo scapo robusto e dilatato alla base, i due articoli seguenti sottili e moderatamente allungati, i tre successivi corti e fortemente trasversi, gli articoli fogli- formi della clava fittamente pubescenti. Pronoto poco convesso, trasverso; provvisto di sei costole longitudinali lucide, ornate a ogni lato da una serie di peluzzi dorati in- clinati obliquamente all’indietro; le due costole intermedie interrotte o contornate verso la metà da una distinta foveola; gli spazi intercostali più o meno grossolanamente e fittamente punteggiati, i punti con corti peluzzi; angoli anteriori arrotondati; margini laterali semplici non o appena sinuati verso la metà; angoli posteriori sinuosamente troncati; lati e base molto finemente quasi indistintamente orlati. Scutello non appa- rente. Elitre alla base un po’ più larghe del pronoto, piuttosto convesse, angolose ma non denticolate all’omero, talvolta bruscamente dilatate sui fianchi di solito un po’ al- largate all’indietro, regolarmente arrotondate all’apice; oltre sutura e margine epipleu- rale careniformi, provviste ciascuna di tre costole longitudinali contornate ad ogni lato da una serie di punti piligeri; gli spazi intercostali con due larghe strie grossolana- mente punteggiate, separate da un rilievo subcareniforme o spianato, di solito più distinto caudalmente. Parte inferiore poco lucida, punteggiata e pubescente; prosterno con un processo sottile ed elevato, inserito tra 1 femori anteriori, astato in avanti e rom- boidale all’indietro; mesosterno depresso; metasterno prolungato in avanti con un processo spiniforme inserito fra i mesofemori, con cinque distinte foveole e all’indietro con solco longitudinale centrale più o meno largo e profondo; addome con sei segmenti, i primi molto accorciati, gli ultimi saldati; pigidio grande, punteggiato, libero, incurvato all’ingiù, con elevato rilievo longitudinale careniforme piligero. Femori punteggiati e pubescenti sulla faccia ventrale; profemori molto avvicinati, corti, dilatati all’indietro al margine anteriore interno con depressione subtriangolare con orli careniformi; meso e metafemori relativamente più stretti, non sporgenti oltre l'addome. Tibie senza spe- roni terminali; protibie dilatate e troncate all’apice, con un robusto dente al mar- gine anteriore sito un po’ inferiormente e esternamente all’inserimento del primo tarsomero, e con due denti al margine esterno, il prossimale talvolta ridotto; meso e metatibie al margine interno, presso la base, ottusamente angolose, all’angolo apicale interno provviste di setole lunghe e fitte. Tarsi di cinque articoli; secondo, terzo e quarto protarsomeri moniliformi; meso e metatarsi più corti delle tibie, primo meta- tarsomero molto allungato, subeguale ai quattro seguenti insieme. Unghie normalmente conformate. Edeago grande, molto chitinizzato; i parameri corti, subtriangolari, acu- minati o ricurvi all’apice; tegmen subcilindrico, bruscamente troncato alla base. Epi- faringe fortemente trasversa; pternotormae tozze ed accorciate; acanthopariae fitte; apophobae molto diffuse e distinte; chaetopariae lunghe, robuste, fittamente e sinuo- samente disposte; acropariae in numero ridotto ma molto grandi ed allungate; apotormae distinte; chaetopedium con setole sottili e quasi uniformemente lunghe; epitorma triangolarmente dilatata in avanti, al margine distale fittamente pubescente, alla base con numerosi sensilli, ai lati provvista di corte e robuste spinule, l’area centrale interna fittamente e cortamente pubescente; zygum pliciforme separante nettamente l’epitorma dalla corypha; quest’ultima più o meno sinuata al centro, talvolta lobiforme ai lati, sui fianchi con corte e robuste spinule disposte un po’ irregolarmente, al margine di- stale con poche spine fogliformi e numerosi, sottili e fitti peli. Il solo carattere sessuale secondario evidente nel maschio consiste in un’appendice ottusamente dentiforme al- l’angolo apicale interno delle mesotibie. Il colorito di fondo è bruno pece, talvolta con rivestimento terroso più o meno ispessito lutescente o grigiastro; antenne fulve; zampe brunastre. Generotipo: Sybacodes lutulentus Fzirmaire, 1896 88 G. DELLACASA Le specie risultano distribuite più o meno largamente nella re- gione orientale e nella subregione orientale-asiatica della regione palear- tica. ‘TABELLA DICOTOMICA DELLE SPECIE 1 - Clipeo troncato in avanti, ottusamente angoloso ai lati. Parte superiore bruno pece senza rivestimento terroso, poco lu- cida. Costole longitudinali intermedie del pronoto interrotte verso il centro da una distinta foveola. Lunghezza 3-4 mm. . simplicicollis (Fairm.) - Pronoto dilatato in avanti; costole longitudinali special- mente le interne, molto debolmente elevate e, sul disco, appena accennate; le due foveole laterali poco profonde, con margini mal definiti e dilatate verso il centro quasi a for- mare un’unica depressione trasversa. Sumatra. . . . simplicicollis. simplicicollis (Fairm.) - Pronoto un po’ ristretto in avanti; costole longitudinali piut- tosto distintamente elevate; foveole laterali con margini ben definiti e piuttosto profonde. Yunnan, Indocina, Bhutan . . . . . stmplicicollis aureopilosus (A. Schm.) 1° - Clipeo largamente, profondamente sinuato al centro, sub- dentiforme ai lati della sinuosità centrale. Parte superiore con rivestimento terroso lutescente o grigiastro, più c meno ispes- SIC Ere PRO SRO, RE ARTS EE I 2 - Specie relativamente grande (6-7 mm). Costole longitudinali intermedie del pronoto non interrotte da foveola /utulentus Fairm. - Relativamente più tozzo e convesso; pronoto subquadrato; rilievi costiformi secondari delle elitre poco elevati; rive- stimento terroso spesso e giallastro. Birmania setten- trionale yo sconta corvo. datalentus Vlutulerius Oban - Relativamente più allungato e meno convesso; pronoto for- temente trasverso; rilievi costiformi secondari delle elitre distinti specialmente all’apice; rivestimento terroso più sottile e grigiastro. Assam, Nepal, India occidentale, Birmania meridionale (?). . lutulentus alternatus Fairm. REVISIONE GEN. SYBACODES 89 Digi arene E BS) Ds ayarp I N) ì dB Hae Wee RE GU IC GIA | o tats tine DE De . LIMIT RIE > i, ANI $ (ti 3 fasion J Ds }} ay Risinhe RAD AZIONI SIONI F. 1: Sybacodes simplicicollis ssp. aureopilosus (Tonkin: reg. Hoa-Binh), habitus - 2: S. simplicicollis (Sumatra) profilo del pronoto - 3: ,S. lutulentus (Birmania: Carin Cheba). habitus - 4: S. liliae (Birmania: Carin Cheba), habitus - 5: S. lutulentus, antenna - 6: idem, tibia e tarso anteriori. - 7: idem, parte inferiore - 8: idem, apice della meso- tibia del g - 9: idem, tibia e tarso posteriori. 90 G. DELLACASA Specie relativamente piccola (3-4 mm), allungata, molto convessa. Costole longitudinali intermedie del pronoto netta- mente interrotte al centro da una distinta foveola. Rivestimento terroso grigiastro e poco ispessito. Birmania settentrionale (Carin Chef) L'APrrRIA. CrOO Toa TRE 00 liliae n. sp. Sybacodes lutulentus Fairm. 1896. Fairmaire, Not. Leyden Mus.. 18:85 Locus classicus: Carin Chebà (Birmania) Robustus, oblongo-ovatus, modice convexus, subtiliter auropiliferus, indumento lutoso-cinereo dense vestitus. Clypeo antice late sinuato, late- ribus angulis subdentatis. Pronoto disco costis intermedius haud interruptis. Long. 6-7 mm. Capo trasverso, non molto convesso, con punteggiatura mediocre e rada, i punti provvisti di corti peli gialli in gran parte inclinati all’indietro; clipeo completamente sottilmente orlato, largamente sinuato e depresso al centro, ai lati della sinuosità cen- trale con angoli subdentiformi rialzati, bisinuati sui fianchi con distinta angolosità centrale; guance arrotondate, evidenziate da distinta sutura careniforme, un po’ più sporgenti degli occhi; epistoma con gibbosità arrotondata, contornata in avanti da una depressione semilunare; sutura frontale incisa a forma di angolo ottuso e terminata ai lati da due lievi fossette; fronte ornata sul vertice da due ciuffetti di peli gialli allungati, inseriti verticalmente e con due deboli rilievi laterali longitudinali. Pronoto trasverso, non molto convesso e un po’ spianato sui fianchi, con punteggiatura forte, più densa e più irregolare del capo; angoli anteriori arrotondati; lati quasi diritti, indistintamente orlati, appena lievemente contratti prima della metà, provvisti di corte ciglia aderenti; angoli posteriori troncati sinuosamente; base sottilmente orlata, segnata da una serie di punti grossolani irregolarmente spaziati e provvista al centro di due corte e grosse setole gialle dirette caudalmente. Disco del pronoto con sei costole longitudinali nude e lucide: le due interne quasi diritte; le due esterne fortemente sinuate e debolmente elevate verso la metà, contornate da due larghe depressioni di cui l’anteriore esterna e la posteriore interna rispetto la sinuosità centrale; le intermedie, al centro, inclinate all’interno di una foveola ma non interrotte; tutte con due serie laterali di piccoli punti piliferi, i peli piuttosto lunghi, gialli, aderenti e diretti obliquamente all’indietro. Elitre alla base più larghe del pronoto, con massima larghezza poco prima dell’apice; omeri elevati ma non dentiformi; fianchi abbastanza regolarmente arrotondati; ognuna con sutura, tre costole discali e margine epipleurale, fortemente elevati, nudi e lucidi; inoltre altre quattro costole secondarie poco elevate specialmente sul dorso e completamente ricoperte dal rivestimento terroso; tutte le costole biserialmente ornate da corti peluzzi aurei inclinati all'indietro; strie intervallanti con una serie di grandi punti regolarmente molto spaziati. Placca metasternale con profondo solco longitudinale. Pigidio molto più largo che lungo, con punteggiatura scabra e grossolana, provvisto al centro di una carena longitudinale lungamente pilifera. Protibie con un dente al margine anteriore e due al margine esterno. Meso e metatibie lungamente cigliate all’apice, specialmente agli angoli terminali interni. Primo metatarsomero lungo quasi come i quattro seguenti insieme. Lunghezza: 6- 7 mm. Maschio: mesotibie al margine apicale inferiore interno prolungate in un’appendice ottusamente dentiforme. Femmina: mesotibie normali, senza appendice. Colorito bruno pece scuro che appare solo nella parte più elevata delle costole longitudinali del pronoto e delle elitre; tutta la parte superiore e quasi tutta l’inferiore con spesso rivestimento terroso lutescente; antenne e palpi fulvi; zampe rosso- bruno scuro, tarsi rosso-bruni. REVISIONE GEN. SYBACODES 91 VA SUI Ul"; MA HE Kah ll \UN i UR) SS YS Ò MI: Wh, WA A = > I F. 10: Sybacodes lutulentus (Birmania: Carin Chebà), epifaringe - 11-12: idem, edeago - 13: S. hae (Birmania: Carin Cheba), epifaringe - 14-15: idem, edeago - 16: S. sim- plicicollis ssp. aureopilosus (Tonkin: Hoa-Binh), epifaringe - 17-18: idem, edeago. 92 G. DELLACASA La specie, intesa sensu lato, risulta largamente distribuita nella regione orientale (subregioni indiana e indocinese). Geonemia controllata: Birmania: Carin Cheba, 900-1100°m., V.XILT888, LA Bea: holotypus: coll. Fairmaire (Mus. Parigi); alcuni esemplari nelle colle- zioni dei Musei di Genova e di Ginevra. Sybacodes lutulentus ssp. alternatus (Fairm.) 1897. S. lutulentus var. alternatus Fairmaire, Not. Leyden Mus., 19: 211 Locus classicus: Kanara (Malabar: India occidentale) A forma typica distinctus habitu longiore et minus convexo; pro- noto fortiter transverso; elytris costis intermedis praecipue in apice valde distinctis; indumento griseo subtiliore. Distinto dalla forma tipica per la struttura più allungata e meno convessa; il pronoto più fortemente trasverso; i rilievi costiformi secondari delle elitre distinti specialmente all’apice; il rivestimento terroso più sottile e grigiastro. Ho studiato il tipo dell’alternatus descritto molto sommariamente da FAIRMAIRE: « ... individus ... plus petits, plus nus, et les séries > > ponctuées des interstries sont separées, par des còtes longitudinales à peine moins saillantes que les principales ...» e ho constatato che: — « plus petits» non è rilevante in quanto l’esemplare tipico è lungo intorno ai sei millimetri e quindi rientra nella media della statura specifica. — «plus nus» deve intendersi riferito al minor spessore del rivesti- mento terroso e non nel senso di ScHMIDT (1922: 536) «kaum be- haart ». Quest’ultima caratteristica interpretata veridicamente e gli altri caratteri esterni messi più sopra in evidenza si riscontrano ben definiti negli esemplari che ho esaminato e che sono piuttosto facilmente di- stinguibili. Per contro l’edeago e l’epifaringe non presentano differenze apprezzabili. Rispetto alla forma tipica, la sottospecie risulta con distribuzione occidentale: Assam, Nepal, India occidentale e, forse, Birmania meri- dionale. REVISIONE GEN. SYBACODES 93 Geonemia controllata: India: Kanara; holotypus: coll. Fairmaire (Mus. Parigi). Birmania 5.9.9. 1.5)., alano 1450 mt V1935,0R..Perego..(Mus. Ginevra). Assam: Kaziranga, Nordl. Mikir-Hills, Brahamaputra, V.1961, G. Scherer, (Mus. Ginevra). Nepal: Ulleri, Bire Thant, 28.1V.1977, M. Di Maio. Sybacodes simplicicollis (Fairm.) 1896. Rhyparus simplicicollis Fairmaire, Not. Leyden Mus., 18: 84. Locus classicus: Sumatra Parvus, oblongo-ovalis, parum convexus, subtiliter auropiliferus ni- gro-piceus, capite pronotoque et elytrarum costis sat lucidis. Clypeo an- tice truncato, lateribus angulis obtusis rotundatis. Pronoto disco costis intermedtis foveola interruptis. Long. 3-4 mm. Capo largo, debolmente convesso, piuttosto lucido, uniformemente quasi re- golarmente, non fittamente punteggiato, i punti farciti e provvisti di corti peli gialli aderenti, inclinati all’indietro; clipeo completamente sottilmente orlato, troncato in avanti, con angoli laterali ottusamente arrotondati, sui fianchi debolmente bisinuoso e con angolosità antegenale evidente ma arrotondata; guance largamente arrotondate evidenziate da distinta sutura careniforme, di poco più sporgenti degli occhi; epistoma con gibbosità centrale poco elevata, arrotondata, sui lati con debole depressione; su- tura frontale superficialmente incisa, a forma di angolo ottuso e terminante ai lati in due fossette distinte; fronte ornata sul vertice di due ciuffetti di peli gialli, allungati, inseriti verticalmente su due deboli rilievi tondeggianti. Pronoto dilatato in avanti, subquadrato, un po’ spianato sui fianchi, debolmente convesso, piuttosto lucido, molto superficialmente alutaceo; angoli anteriori largamente arrotondati; lati pressoché diritti non o indistintamente orlati, provvisti di corte ciglia gialle incurvate, molto aderenti; angoli posteriori sinuosamente troncati; base molto sottilmente orlata, segnata da una serie di punti grossolani irregolarmente spaziati e ornata al centro da due grosse corte setole gialle dirette caudalmente. Disco del pronoto con sei costole longitudinali lucide, molto debolmente elevate, specialmente le due interne che risultano appena accennate sul disco e subparallele in avanti; le intermedie interrotte al centro da una foveola poco profonda trasversalmente dilatata verso il disco con contorni mal definiti, quasi a formare una sola larga depressione; tutte le costole con due serie laterali di grandi punti piliferi, i peli mediocremente lunghi, dorati, aderenti, diretti obliquamente all’indietro; punteggiatura degli spazi intervallanti relativamente molto più grande di quella del capo. Elitre amigdaliformi con la massima larghezza verso il terzo basale, omeri ben evidenti ma non denticolati, all'apice regolarmente declinanti; ognuna con tre costole longitudinali, sutura e margine epipleurale, elevati, quest’ultimo biorlato, l’orlo superiore prolungato fino all’angolo suturale apicale; le costole provviste di due serie laterali di peli aurei piuttosto corti nascenti da punti mediocremente impressi e strettamente contigui; spazi intercostali distintamente alutacei, con al centro un rilievo spianato ornato di corti e radi peluzzi gialli disposti irregolarmente, e con due larghe strie profonde con punti grandi, spaziati, fortemente impressi, quasi catenulati. Parte inferiore punteggiata e pubescente; ultimo segmento addominale lungo come i due precedenti insieme, più grossolanamente punteggiato e più lucido. Pigidio fortemente punteggiato, al centro con rilievo costiforme lungamente pubescente. Protibie con uri 94 G. DELLACASA dente al margine anteriore e due al margine esterno, molto arrotondati, il prossimale appena distinto. Meso e metatibie con setole apicali piuttosto corte ed eguali, all’angolo apicale interno più allungate. Primo metatarsomero lungo quasi come i quattro seguenti insieme. Lunghezza 3-4 mm. Maschio: mesotibie al margine apicale inferiore interno con appendice dentiforme. Femmina con mesotibie normali, senza appendice. Colorito bruno pece; capo, pronoto e costole elitrali piuttosto lucidi; antenne fulvo-rossastre; tarsi e tibie rossobruni. La specie, intesa sensu lato, risulta abbastanza largamente di- stribuita nella regione orientale (subregione indocinese e malese) e nella subregione orientale asiatica della regione paleartica. Geonemia controllata: Sumatra: holotypus, collezione Fairmaire (Mus. Parigi) Sybacodes simplicicollis ssp. aureopilosus (A. Schmidt) 1909. S. aureopilosus A. Schmidt, Soc. Ent., 24: 60 Locus classicus: Jiinnan A forma typica distinctus pronoto fortiter transverso, antice re- stricto, costis longitudinalis sat distinctis, intermedus foveola valde im- pressa interruptis. Pronoto fortemente trasverso, subrettangolare, un po’ ristretto in avanti; co- stole longitudinali abbastanza distintamente elevate; le interne prima della metà un po’ sinuate; le intermedie interrotte da una foveola dai margini ben definiti e distin- tamente impressa; punteggiatura degli spazi intervallanti relativamente meno grande che nella forma tipica. Protibie con i due denti del margine esterno ben definiti ed evidenti. Anche l’epifaringe presenta qualche differenza rispetto a quella della forma tipica. Purtroppo non mi è stato possibile confrontare gli edeagi in quanto il typus del simplicicollis vero è una femmina e non ho potuto studiare esemplari topotipici. Sottospecie con distribuzione continentale nella regione orientale (subregione indocinese) e regione paleartica (subregione orientale asiatica): Tonkin, Yunnan. Geonemia controllata: China: Yun-nan-sen (Mus. Ginevra). Bhutan: Changra, 18 km S Tongsa, 1900 m, 22.6.1972, Nat. Hist. Museum Basel Expedition (Mus. Ginevra). Tonkin: Hoa-Binh, A. De Cooman, 1929 (Mus. Parigi). Sybacodes liliae n. sp. Locus classicus: Carin Chebà (Birmania) Derivatio nominis: dedicato alla D.ssa Lilia Capocaccia, Diret- trice del Museo Civico di Storia Naturale ‘“G. Doria” di Genova. REVISIONE GEN. SYBACODES 95 Parvus, oblongus, valde convexus, subtiliter auropiliferus, indu- mento griseo tenuiter vestitus. Clypeo sinuato, lateribus angulis subden- tatis. Pronoto disco costis intermedits foveola interruptis. Long. 3-4 mm. Capo convesso, con punteggiatura mediocre e sparsa su fondo microreticolato, i punti provvisti di peli gialli mediocremente lunghi e inclinati all’indietro; clipeo completamente sottilmente orlato, con larga ma non profonda sinuosità centrale, un po’ depresso distalmente, ai lati con angoli subdentiformi rialzati, bisinuato sui fianchi con debole angolosità centrale arrotondata; guance largamente arrotondate, la sutura genale sfumata; epistoma con gibbosità distinta, arrotondata, contornata in avanti da depressione semilunare; sutura frontale incisa a forma di angolo ottuso, terminata ai lati da due deboli impressioni; fronte ornata sul vertice da due ciuffetti di peli fulvi, allungati, inseriti verticalmente su deboli rilievi rotondeggianti e con due subcarene laterali longitudinali. Pronoto convesso con punteggiatura grossolana, superficiale e piuttosto irregolarmente distribuita, i punti con peli allungati, aderenti, diretti caudal- mente; angoli anteriori arrotondati ma piuttosto sfuggenti; lati diritti convergenti in avanti; angoli posteriori sinuosamente tagliati; base sottilmente orlata, segnata da una serie di punti molto grandi e superficiali, provvista al centro di due grosse setole gialle dirette caudalmente. Disco del pronoto con sei costole longitudinali nude e lucide; le due interne diritte ed uniformemente elevate; le due esterne distintamente sinuate al centro; le due intermedie piuttosto bruscamente interrotte poco avanti la metà da una distinta fossetta elittica; tutte con due serie laterali di piccoli punti piliferi, i peli piuttosto lunghi, dorati, aderenti, obliquamente diretti all’indietro. Elitre molto con- vesse, allungate, alla base appena un po’ più larghe del pronoto; ognuna con sutura, tre costole discali e margine epipleurale distintamente elevati, nudi e lucidi; e con quattro costole intermedie quasi spianate sul dorso, piuttosto evidenti all’apice ricoperte com- pletamente dal rivestimento terroso; tutte biserialmente ornate da cortissimi peluzzi dorati; strie intervallanti poco profonde con grandi punti regolarmente spaziati e piut- tosto debolmente impressi. Protibie con un dente al margine anteriore e due al margine esterno, il dente prossimale appena accennato. Meso e metatibie con ciglia moderata- mente lunghe e piuttosto eguali. Primo metatarsomero lungo come i quattro seguenti insieme. Lunghezza 3-4 mm. Maschio: mesotibie al margine apicale interno inferior- mente prolungate in appendice ottusamente dentiforme. Femmina: mesotibie normali, senza appendice. Colorito bruno pece scuro che appare sulla parte più elevata delle costole longitudinali delle elitre e del pronoto: tutta la parte superiore e quasi tutta l’inferiore con sottile rivestimento terroso grigiastro. Antenne e palpi fulvi, zampe rossastre. Olotipo J, allotipo 2 e un paratipo £: Carin Cheba (Birmania), 900-1100 m., V-XII.1888, L. Fea. Collezione Museo Civico di Storia Naturale - Genova. BIBLIOGRAFIA Arrow G. J., 1905 - On some Oriental Aphodiid Coleoptera of the Rhyparus Group, with description of a new genus - Ann. Mag. Nat. Hist., London, 15: 534-540. BALTHASAR V., 1964 - Monographie der Scarabaeidae und Aphodiidae der palaeark- tischen und orientalischen Region. Coleoptera: Lamellicornia. Band 3. Apho- diidae - Prag. FAIRMAIRE L., 1896 - Coléoptéres de |’ Inde Boréale, Chine et Malaisie - Notes Leyden Mus., 18: 81-129. — —, 1897 - Description de Coléoptéres nouveaux de la Malaisie, de |’ Inde et de la Chine - Notes Leyden Mus., 19: 209-233. PAULIAN R., 1945 - Coléoptéres Scarabéides de 1’ Indochine. Pt. 1 - In: Faune de 1’ Empire Francais, 3, Paris. 96 G. DELLACASA ScHMIDT A., 1907-1908 - Zusammenstellung der bis 1906 beschriebenen Aphodiinen - Beilage zur - Deut. Ent. Zeits. Berlin. — —, 1909 - Eine Serie neue Aphodiinen und eine neue Gattung - Soc. Ent., Zurich, 24 (8): 60 - 62 (partem). — —, 1910 - Coleoptera Lamellicornia, Aphodiinae - In: WwyrTsman, Genera In- sectorum, f. 110, Tervuren. — —, 1910a - Coleopterorum Catalogus auspiciis et auxilio W. Junk editus a S. Skenkling, Pars 20: Aphodiinae. Berlin. — —, 1922 - Aphodiinae - In: Das Tierreich, 45; Berlin und Lepzig. RIASSUNTO L’autore, sulla base dello studio dei tipi di FAIRMAIRE, dà una revisione completa del genere Sybacodes. Egli descrive inoltre il Sybacodes liliae n. sp. di Birmania (Carin Cheba). SUMMARY ‘TAXONOMIC STUDIES ON APHODIINAE (COL. SCARABAEIDAE). VI. REVISION OF GENUS Sybacodes FAIRM. AND DESCRIPTION OF A NEW SPECIES. The autor, on the study of FAIRMAIRE’s types, makes a complete revision of Genus Sybacodes. He also describes Sybacodes liliae n. sp. from Burma (Carin Cheba), 97 RES LIGUSTICAE CCII STEFANO ZOIA * UNA NUOVA SPECIE DI PARABATHYSCIA DELLA LIGURIA ORIENTALE. (COLEOPTERA CATOPIDAE BATHYSCIINAE) Nel corso delle ricerche biospeleologiche che da alcuni anni sto effettuando nelle grotte della Liguria orientale, in collaborazione con gli amici Anna e Luciano Briganti e Luigi A. Cassulo, ho avuto occa- sione di reperire alcuni esemplari di Parabathyscia che, sia in base a caratteri esoscheletrici che edeagici, ritengo di poter riferire ad una specie inedita. Dedico con piacere la nuova entità al dott. FELICE CAPRA, in occasione del suo ottantesimo compleanno, in riconoscimento della sua lunga attività di scienziato e della simpatia che ha sempre rivolto verso i giovani che si sono accostati, con il suo aiuto, all’ Entomologia. Parabathyscia (s. str.) caprai n. sp. DIaGNOSI. P. caprai n. sp. è da inserirsi, per la struttura del sacco interno dell’edeago e per affinità geografica, tra le specie del gruppo della doriai: da queste si differenzia principalmente per la mancanza della stria suturale e per alcuni caratteri del sacco interno dell’edeago. SERIE TIPICA. Holotypus: 1 g, ‘Tana di Ca’ Freghè” n. 254 Li/GE (locus typicus), Liguria orientale, Val Graveglia, com. Ne, 1.X.1976, L. A. Cassulo, S. Zoia leg. (coll. Zoia). Paratypi (10 gd, 9 99): Liguria orientale, Val Graveglia, com. Ne: ‘Tana di Ca’ Freghè” n. 254 Li/GE (lat. 44° 21’ 12” N, long. 2° 58’ 43” W, quota ingresso m 430), 20.III.1976, 1 ¢ (coll. Zoia), 1 2 (coll. Mus. Verona); idem, 28.111.1976, 1 g (coll. Mus. Genova); idem, 1.X.1976, 1 3 (coll. Mus. Genova), * Indirizzo dell’A.: Sal. dell'Orso 10 D-4 - 16143 Genova. Ann. Mus. Civ. St. Nat. - Genova - Vol. LXKXXII 7 98 S. ZOIA 1 3 (coll. Sbordoni, Roma), 3 99 (coll. Zoia); ‘‘Grotta di Rocca Roncallo” n. 887 Li/GE (lat. 44° 20’ 16” N, long. 2° 59’ 10” W, quota ingresso m 425), 15. XI.1976, 1 £ (coll. Mus. Genova), 1 2 (coll. Mus. Milano), 1 £ (coll. Briganti, Genova), 1 ¢ (coll. Zoia); idem, 27.XII.1976, 1 3 (coll. Briganti, Genova); idem, 27.XII.1976 - 2.III.1977, 1 g (coll. Mus. Milano), 1 3 (coll. Mus. Verona), 1 3 (coll. Mus. Genova); ‘““Tann-a du Cian de Lin” n. 365 Li/GE (lat. 44° 20’ 07” N, long. 3° 01’ 08” W, quota ingresso m 150), 1.X.1976, 1 g (coll. Zoia); idem, 27.XII.1976 - 2.III.1977, 1 2 (coll. Mus. Genova), 1 2 (coll. Sbordoni, Roma). DESCRIZIONE. Lunghezza del corpo variabile da mm. 1,50 a mm. 1,93. Elitre prive di stria suturale, con pubescenza fine e coricata, uguale a quella del pronoto. Carena mesosternale elevata, con apice ad angolo quasi retto. Le antenne (fig. 6), distese lungo i lati del corpo, oltrepas- sano di poco la base del protorace. Primi due antennomeri di uguale lunghezza, terzo più lungo del quarto, ottavo appena trasverso, poco più largo che lungo, asimmetrico, undicesimo circa il doppio più lungo del decimo. Lunghezza relativa degli antennomeri: 3; 3; 2; 1,4; 1,4; 1,4; 2,7; 1; 2; 2; 4. Protarsi del g (fig. 5) espansi, poco più larghi delle tibie; primo tarsomero poco più lungo che largo. Edeago (figg. 1, 2) lungo mm. 0,85, terminante in punta aguzza rivolta all’ingiù; il sacco interno presenta nella zona mediana due faneri brevemente biforcati verso la loro metà, con due piccole spine nella loro parte basale, la quale è pochissimo sclerificata. Sommità del paramero (fig. 3) con due setole spatuliformi al lato interno ed una setola aguzza al lato esterno. È pre- sente una piccola prominenza lobiforme, molto sottile, in posizione subterminale interna: guardando il paramero dall’alto essa appare come una piccola punta diretta verso l’edeago. Spermateca lunga mm. 0,25, conformata come in fig. 4. Discussione. La nuova entità si inquadra bene nel contesto delle Parabathyscia ipogee già note delle aree calcaree del Genovesato e della Liguria orientale, mostrando strutture del sacco interno affini a quelle delle specie del gruppo della dorzaz. Detto gruppo di specie, come personalmente lo intendo, comprende le seguenti entità in ordine geografico, da W a E: doderoi (Fairm.), tigullina Binaghi, caprat n. sp., paganoi Zoia e doriai (Fairm.). Utilizzando le tabelle di determinazione proposte da JEANNEL (1924), la P. caprai n. sp. verrebbe subito a collocarsi, per la mancanza della stria suturale, tra le Parabathyscia dell’ Italia centro-meridionale. Poiché ritengo che il complesso dei caratteri offerti dall’edeago, con le strutture dei parameri e del sacco interno, sia più importante della sola PARABATHYSCIA CAPRAI 99 0,1 mm Fig. I: Parabathyscia (s. str.) caprai n. sp.: 1 - edeago in visione laterale; 2 - edeago in visione dorsale; 3 - sommità del paramero; 4 - spermateca; 5 - tarso anteriore del maschio; 6 - antenna. 100 S. ZOIA presenza o assenza della stria suturale delle elitre, credo sia opportuno non tenere conto della tabella del JEANNEL, la cui utilizzazione condur- rebbe a risultati in contrasto con gli attuali concetti sistematici. In attesa di studi intesi ad evidenziare le reali affinità tra le specie del genere Parabathyscia, ritengo opportuno proporre la seguente tabella per la determinazione delle specie del gruppo della dorzaz: 1. Elitre con Stria suturale.) i: RR A+.) e 2 3S eee 2 — Elitre prive di stria suturale. Protarsi dei 353 appena più larghi delle protibie, con primo tarsomero di poco più lungo che largo. Ottavo an- tennomero appena. più largo che lungo. . . . . . caprai n. sp. 2. Protarsi dei 53 almeno 1,5 volte più larghi delle protibie. Ottavo anten- nomero.più dungo che larso_s ut he bea 3 — Protarsi dei 53 più stretti delle protibie o larghi come le stesse. Ottavo an- tennomero così lungo che largo ‘o trasverso.. i . ei 3. Protarsi dei gd circa il doppio più larghi delle protibie. Pubescenza formata da peli lunghi. Ottavo antennomero quasi il doppio più lungo che largo. Dimensioni mm. 2 - 24. . . . . doderoi (Fairmaire) — Protarsi dei Sg circa una volta e mezzo più larghi delle protibie. Pu- bescenza formata da peli più corti. Ottavo antennomero circa una volta e mezzo più lungo che largo. Dimensioni mm. 1,9-2 . . tigullina Binaghi 4. Protarsi dei 5g larghi quasi come le protibie, con primo tarsomero trasverso. Curvatura dorsale dell’edeago interrotta, a circa tre quarti della lunghezza dell’edeago stesso, da un gradino. Apice dell’edeago con punta rivoltaWfalWbinsù.. 2... : . latta. soir Pasaner tena — Protarsi dei Sg più stretti (circa 3/4) delle protibie, con primo tarsomero più lungo che largo. Parte dorsale dell’edeago a curvatura regolare. Apice dell’edeago con punta rivolta all’ingiù. . . . doriai (Fairmaire) Mi sembra infine utile riassumere le attuali conoscenze sulla distribuzione delle Parabathyscia del gruppo della doriat. Parabathyscia (s. str.) doderoi (Fairmaire) Bathyscia Doderi FAIRMAIRE 1882, Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova, 18: 445. Loc. = tip.: «grotte sur le Mont Fasce, aux environs de Génes » (= Tann-a da Suja n. 5 Li/Ge), leg. A. Dodero (tipi in coll. Mus. Parigi). La specie è nota di diverse cavità dei dintorni di Genova. Nella località tipica, dove un tempo era abbondante, è ora molto rara, tanto che mi è noto un solo reperto recente (1 9, 5.XI.1972, R. Poggi leg.). Distribuzione: dintorni di Genova: Tann-a da Suja n. 5 Li/GE, Pertiizo do Canté n. 7 Li/GE, Tann-a da Scaggia n. 15 Li/GE, Tann-a de Fate n. 17 Li/GE, Tann-a do Santo n. 63 Li/GE, Grotta della Volpe n. 264 Li/GE. PARABATHYSCIA CAPRAI 101 Parabathyscia (s. str.) tigullina Binaghi BinacHI 1940, Boll. Soc. ent. It., Genova, 72: 13. Loc. tip.: ‘Tana delle streghe” (= Tann-a de Strie n. 130 Li/GE), 17.X.1939, G. C. Doria (Holotypus g coll. Mus. Genova). Specie nota solo della località tipica, dove non è comune; L. A. Cassulo ne ha reperito recentemente (15.1.1976) alcuni esemplari atti- rati da esche al formaggio. Distribuzione: Liguria orientale, Rapallo: Tann-a de Strie n. GE TAN ee 264 Li! 63 Li I 15 Li HE - pocveroi (FAIRM) VY - PTIGULLINA BINAGHI @ - Pcaprai nse. HE - PAGANO! Zora Ah — P.DORIAI (FAIRM.) Fig. II: Cartina di distribuzione delle Parabathyscia (s. str.) doderoi (Fairm.), tigullina Binaghi, caprai n. sp., paganoi Zoia, doriai (Fairm.). Sono indicate tratteggiate le zone carsificabili della Liguria orientale. Parabathyscia (s. str.) caprai n. sp. Loc. tip.: ‘Tana di Ca’ Freghè” n. 254 Li/GE, 1.X.1976, leg. L. A. Cassulo, S. Zoia (Holotypus ¢ coll. Zoia, Genova). Distribuzione: Liguria orientale, Val Graveglia: Tana di Ca’ Freghè n. 254 Li/GE, Grotta di Rocca Roncallo n. 887 Li/GE, Tann-a du Gian. de. Linn: 365, Li/GE. 102 S. ZOIA Parabathyscia (s. str.) paganoi Zoia Zora 1977, Boll. Soc. ent. It., Genova 109: 5. Loc. tip.: “Prima Ciappa superiore” n. 976 Li/GE, 22.11.1976, leg. A. e L. Briganti (Holotypus ¢ coll. Mus. Genova). Specie abbastanza comune nella località tipica, più rara nella seconda località nota. Sono state trovate numerose larve di questa entità — tuttora inedite — nel guano nella parte terminale della “Prima Ciappa Superiore” n. 976 Li/GE. Distribuzione: Liguria orientale, Castiglione Chiavarese: Prima Ciappa Superiore n. 976 Li/GE, Fontana che bolle n. 928 Li/GE. Parabathyscia (s. str.) doriai (Fairmaire) Adelops Doriae FatRMAIRE 1872, Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova, 3: 55. Loc. tip.: ‘Grotta a Monte Ceppo sopra Fabiano” (= Grotta di Fabiano n. 68 Li/SP), leg. G. Doria (tipi in coll. Mus. Parigi). La specie è nota solo della località tipica dove è rara. La grotta di Fabiano aveva subito, durante l’ultima guerra, l’apertura di un secondo ingresso, con conseguente alterazione delle condizioni ambientali interne e rarefazione della fauna. L’amico Sanfilippo vi potè reperire a fatica, nel 1952, un solo esemplare (3). Con la successiva costruzione di una strada è stato occluso l’in- gresso artificiale — grazie al tempestivo intervento del sig. Pini, pro- prietario del terreno — e si è così ripristinato, almeno in parte, l’ambiente originario. Nel corso di alcuni recenti sopralluoghi mi è stato possibile reperire alcune Parabathyscia doriai (Fairm.), nonché esemplari di Duvalius (s. str.) doriai ssp. liguricus Dieck e di Anillus frater ssp. ge- nuensis Gangl. Distribuzione: Liguria orientale, La Spezia, loc. Fabiano: Grotta di Fabiano n. 68 Li/SP. Desidero ringraziare per l’aiuto prestatomi il prof. P. Maifredi (Genova), il sig. G. Pini (Fabiano - SP), il prof. V. Sbordoni (Roma) e gli amici genovesi. BIBLIOGRAFIA BinacHI G., 1940 - Coleotteri cavernicoli dei dintorni di Rapallo - Boll. Soc. ent. it., Genova, 72: 13-15. FAIRMAIRE L., 1872 - Nuove specie italiane del Genere Adelops - Ann. Mus. civ. Stor. nat., Genova, 3: 55. — —, 1882 - Trois nouvelles espèces de Coléoptères appartenant au Musée Civique de Génes - Ann. Mus. civ. Stor. nat., Genova, 18: 445. JEANNEL R., 1924 - Monographie des Bathysciinae - Arch. Zool. exper. gen., 63, (1). PARABATHYSCIA CAPRAI 103 MacisTRETTI M., 1965 - Fauna d’ Italia, vol. VIII. Coleoptera Cicindelidae, Carabidae. Catalogo topografico - Ed. Calderini, Bologna. Porta A., 1926 - Fauna Coleopterorum Italica - Piacenza, vol. II, 301-302. SANFILIPPO N., 1950 - Le Grotte della provincia di Genova e la loro fauna - Club Alpino Italiano, Mem. Com. Scient. Centr., 2, Genova. Zora S., 1977 - Parabathyscia paganoi, nuova specie della Liguria orientale e conside- razioni sulle specie affini (Coleoptera Catopidae) - Boll. Soc. ent. it., 109, (1-3): 5-10. RIASSUNTO Viene descritta Parabathyscia (s. str.) caprai n. sp. delle seguenti cavità della Liguria orientale (Val Graveglia): Tana di Ca’ Freghè n. 254 Li/GE (locus typicus), Grotta di Rocca Roncallo n. 887 Li/GE e Tann-a du Cian de Lin n. 365 Li/GE. La specie è affine alle altre Parabathyscia delle grotte del Genovesato e della Liguria orientale: doderoi (Fairm.), tigullina Binaghi, paganoi Zoia, doriai (Fairm.), dalle quali si differenzia per la mancanza di stria suturale e per caratteri edeagici. Viene proposta una tabella dicotomica e sono riassunte le attuali conoscenze sulla distribuzione del gruppo di specie considerato. ABSTRACT A NEW Parabathyscia oF East LIGURIA. Parabathyscia (s. str.) caprai n. sp. is described of the following caves in East Liguria: Tana di Ca’ Freghè n. 254 Li/GE (locus typicus), Grotta di Rocca Roncallo n. 887 Li/GE and Tann-a du Cian de Lin n. 365 Li/GE. The new species is similar to the other Parabathyscia of the caves of central and East Liguria: doderoi (Fairm.), tigullina Binaghi, paganoi Zoia, doriai (Fairm.). A new dichotomic key is suggesting and are resumed the knowledges about the distribution of the considered species. 104 FABIO CASSOLA Istituto di Zoologia dell’ Università di Siena STUDI SUI CICINDELIDEI? XxX. CICINDELIDAE RACCORHI DAL MARCHESE SAVERIO PATRIZI NELL’AFRICA CENTRALE. (COLEOPTERA CICINDELI DAE) Recentemente (CassoLa, 1978) ho avuto occasione di segnalare alcune specie di Cicindelidi provenienti da recenti raccolte effettuate nello Zaire settentrionale nel territorio degli Azande a nord del Fiume Uele. Come ho avuto modo di ricordare nel lavoro ora citato, è questa una regione per la quale si avevano precedentemente soltanto scarse notizie, tutte le conoscenze essendo sostanzialmente limitate ad alcune regioni limitrofe, e più precisamente ai materiali citati da Horn (1911, 1913a, 1913b, 1931) per lo Uele e la Repubblica Centroafricana, da BuRGEON (1937) per lo Uele, da BastLewsxy (1948, 1952, 1962) per il Kibali-Ituri, Ubangui e il Parco Nazionale della Garamba, e da MANDL (1968) per la provincia sudanese dell’ Equatoria. Successivamente ho potuto accertare l’esistenza, presso il Museo di Storia Naturale di Genova, di un ulteriore lotto di Cicindelidi pro- venienti dalle stesse regioni, del quale ignoravo l’esistenza. Trattasi dei materiali raccolti dal Marchese Saverio Patrizi Montoro nel corso del viaggio da lui compiuto, tra il 1926 e il 1927, dal bacino del Medio Congo attraverso l’Aruwimi e lo Uele fino al Sudan. La maggior parte degli esemplari proviene dalla zona del Fiume Duru, sita nell’alto Uele subito ad occidente del Parco Nazionale della Garamba, dove Patrizi a quanto pare soggiornò tra il 29 marzo e il 10 aprile 1927. Altri esem- plari risultano essere stati raccolti nel maggio dello stesso anno a “Kapili”’ [= Tapili? (a S di Niangara)], mentre altri ancora provengono da varie località del Sudan (Malakal, Melut, El Dueim) site lungo il corso del Nilo Bianco. Quattro specie risultano invece raccolte in precedenza (dicembre 1926) a Lukolele [Lukoléla], località sita lungo il corso del Congo presso la confluenza con il Fiume Sangha. Infine, come è pos- sibile desumere da BURGEON (1937), risulta che Patrizi, nel marzo 1927, CICINDELIDAE DELL'AFRICA CENTRALE 105 raccolse cinque specie anche a Yakuluku, ma nessuno di tali esemplari fa parte del lotto esistente al Museo di Genova, ed è probabile che Patrizi stesso li avesse direttamente consegnati all’entomologo belga che li citò poi nel suo Catalogo. Per maggior completezza, aggiungo al presente elenco anche i dati ad essi relativi. L'intero lotto comprende 96 esemplari appartenenti a 23 specie e costituisce quindi un non trascurabile apporto alla conoscenza della fauna cicindelologica delle regioni considerate. Il curioso è che questi esemplari risultano essere già stati studiati nel 1927 dallo specialista tedesco Walther Horn, il cui cartellino di determinazione è apposto al primo esemplare di ciascuna specie, ma che non ha mai pubblicato, per quanto mi consta (cfr. anche SACHTLEBEN, 1939), i dati relativi a questo materiale. Il fatto è abbastanza singolare, tanto più che pro- prio nel 1927 lo stesso HoRN aveva descritto, sulla base di pochi esem- plari del Cameroun e dell’alto Uele, una Cicindela gemina che risulta presente anche nelle raccolte di Patrizi e che ben avrebbe potuto indurlo ad ulteriori puntualizzazioni. Prima di passare ad un veloce esame delle specie in questione, desidero ringra- ziare sentitamente la Dott.ssa Lilia Capocaccia, Direttrice del Museo di Storia Natu- rale di Genova, per avermi cortesemente affidato in studio questo prezioso materiale, nonché il Dr. Roberto Poggi e il Dr. Felice Capra, dello stesso Museo, per l’assistenza e l’aiuto gentilmente prestatimi. Mribwe CrernpDeELENI Sloane, 1906 Sub-tribù PRoTHyMINA W. Horn, 1908 (sensu RIVALIER, 1971) Dromica egregia cupricollis W. Horn Dromica (Myrmecoptera) neumanni cupricollis, Horn 1913, Rev. Zool. afr., p. 271 [terra typica: Katanga] Zare: Alto Uelet F“Duru* Mp2 ea: L’esemplare è stato determinato da Horn come “Myrmecoptera neumanni cupricollis WW. Horn aberr.”’, ma appare evidente che l’intero gruppo egregia-neumanni necessita ormai di un'accurata revisione ba- sata su vasti materiali. Non potendo farmi un’idea personale sull’in- tricata questione, mi attengo per ora alla tassonomia usata da Horn nel suo ultimo lavoro (1940), tanto più che BasiLEwsKy (1962) ha citato dell’attiguo Parco Nazionale della Garamba alcuni esemplari riferiti a egregia neumanni Kolbe. 106 F. CASSOLA Euryarthron waageni (W. Horn) Euryoda waageni, Horn 1900, Deutsche ent. Zeitschr., p. 198 [terra typica: Fassoglu (Sudan or.)]. Zaire: Alto Uele,;F..Duru;.I11L27,,;1 9. Specie descritta sulla base di una sola £ proveniente da Fassoglu (Fazughli) nel Sudan orientale, località situata sul Nilo Azzurro quasi ai confini con |’ Etiopia. Nessun'altra cattura risulta citata, per quanto mi consta, nella letteratura entomologica, e sia Horn (1926b) che Rr- VALIER (1957) si limitano ad indicare il ‘Nilo Azzurro” come sola pa- tria conosciuta. Il reperto di Patrizi aggiunge quindi un ulteriore co- spicuo dato all’areale sin qui noto per la specie, che risulta nuova per la fauna dello Zaire. Sub-tribu CICINDELINA W. Horn, 1908 Elliptica deyrollei (Guérin-Méneville) Cicindela deyrolei, GUERIN-MENEVILLE 1849, Rev. Mag. Zool., p. 82 [terra typica: Guinea Portoghese] Zaire: Alto Uele, F. Duru, 29.III-10.IV.27, 4 gg 3 PL Guinea, Senegal, Niger, Cameroun, Rep. Centroafricana, Sudan (Bahr-el Ghazal), Uganda, Kenya (Mt. Elgon, Nyangori), NE Zaire. La specie è citata da BasiLewsky (1962) anche del Parco Nazionale della Garamba. Elliptica dispersesignata (W. Horn) Cicindela kolbeana disperse-signata, HorN 1913, Arch. Naturg., LXXIX, A3, p. 109 [terra typica: ‘Fort Crampel” (Rep. Centroafricana)] Zaire: Alto Uele, F. Duru, 29.III-10.IV.27, 3 g¢ 1 9. Specie nota soltanto di poche località: Crampel e Yalinga nella Repubblica Centroafricana (Horn, 1931); Gulu nell’ Uganda (Horn, 1926a); Bambili (BuRGEON, 1937) e Parco Nazionale della Garamba (BasiLewsky, 1962) nel NE Zaire (Uele). Descritta come sottospecie di Elliptica Rolbeana (W. Horn), è stata giustamente elevata al rango di buona specie da RIVALIER (1957). CICINDELIDAE DELL'AFRICA CENTRALE 107 Rhopaloteres vittatus (Fabricius) Cicindela vittata, FABRICIUS 1801, Syst. Eleuth. I, p. 240 [terra typica: “‘Guinea’’] Fame: Alto Wele, E. Duru, #29 BHi=10_TV_27-5 dg 1 Si; Alto Uele, Kapili, V.27, 7 gg 10 99; Yakuluku, III.27 (Burcgon, LOST). Specie nota dal Senegal al Sudan (Bahr-el Ghazal), presente anche nello Zaire settentrionale da Libenge allo Uele. BURGEON (1937) l’ha già citata di Dungu-Niangara-Doruma, località prossime alla zona dei reperti di Patrizi. Rhopaloteres mimula (Péringuey) Prodotes mimula, PÉRINGUEY 1896, Trans. S. Afr. Phil. Soc., VII, p. 109 [terra typica: Salisbury (Zambesia)] Zaire: Alto Uele, F. Duru, 29.III-10.IV.27, 2 gg; Yakuluku, III.27 (Burceon, 1937). Specie a larga distribuzione intertropicale dal Cameroun allo Zambesi, ma molto rara e scarsamente raccolta. Per lo Zaire, prima dei reperti di Patrizi, la si conosceva soltanto di poche località dello Shaba (ex-Katanga). Horn (1926a) la cita anche dell’ Uganda (Gulu). Rhopaloteres congoensis (Fleutiaux) Cicindela congoensis, FLEUTIAUX 1893, Bull. Soc. ent. Fr., p. 32 [terra typica: “Congo’’] Aare: Alto, Uele,..F.9 Duru;429.150-10.1V.24, 3.44 Yakuluku, III.27 (Burceon, 1937). Cameroun, Rep. Centroafricana, Uganda, Kenya (Mt. Elgon). MANDL (1968) cita la specie anche di Yambio, località sita nel Sudan meridionale a pochi chilometri dal F. Duru, e BasiLewsKky (1962) con- ferma la sua presenza anche nel Parco Nazionale della Garamba. Rhopaloteres feisthameli (Guérin-Méneville) Cicindela feisthameli, GUERIN-MENEVILLE 1849, Rev. Mag. Zool., p. 140 [terra typica: Guinea Portoghese] Sudan: Lago Nò (Nilo Bianco), 3.VI.27, 1 g; Sud del Lago Nò (Nilow Bianco), ).3.V 127,109. 108 F. CASSOLA Specie nota dei seguenti paesi: Senegal, Guinea, Costa d’Avorio, Alto Volta, Sudan e Uganda, ai quali recentemente ho potuto aggiun- gere |’ Etiopia (Gambela) (CassoLa, in stampa) e lo Zaire settentrionale (Fiume Buye) (CassoLa, 1978). Contrariamente all’esemplare del F. Buye, il disegno elitrale degli individui raccolti da Patrizi appare del tutto normale, ciò che porterebbe ad escludere l’ipotesi di eventuali differenze razziali nella popolazione considerata. Può essere interessante notare come nello stesso mese di giugno 1927, contemporaneamente a Patrizi, risulta essersi trovato sul Lago No anche L. Burgeon, che vi raccolse Prothyma versicolor concinna Dej. (BURGEON, 1937). La località, che non ho potuto identificare sulle carte a mia disposizione, dovrebbe trovarsi, a giudicare dalle date, poco a Sud di Malakal. Rhopaloteres nysa quedenfeldti (W. Horn) Cicindela quedenfeldti, HORN 1896, Ent. Nachr., 22, p. 343 [terra typica: ‘Congo interior] Zaire: Alto Uele, F. Duru, 29.III-10.IV.27, 2 64 4 99. Specie largamente distribuita nell'Africa tropicale dal Senegal al Sudan fino allo Shaba e al Lago Tanganyika. Recentemente ne ho segnalata la presenza anche in Etiopia (Jimma) (CassoLa, in stampa). Nella parte più orientale di questo areale, la specie è rappresentata dalla ssp. quedenfeldti W. Horn, caratterizzata dal colorito più scuro e dalle macchie del disegno elitrale più piccole e sottili. Le popolazioni dello Uele, come ho già accennato altrove (CassoLa, 1978), mostrano tuttavia caratteri di passaggio tra le due razze, e anche gli esemplari di Patrizi (determinati come nysa Guér. da W. Horn) confermano pienamente questa circostanza. Tra le località più vicine al F. Duru, erano già note in letteratura quella di Yei-Maridi nel Sudan (ManpL, 1968) e quella relativa al Parco Nazionale della Garamba (BasiLewsKy, 1962). Rhopaloteres cinctus (Olivier) Cicindela cincta, OLIVIER 1790, Ent. II, n. 33, p. 10, pl. 3, fig. 33 [terra typica: “Afrique équinoxiale’’] Zaire: Alto Uele, F. Duru, 29.III-10.IV.27, 2 gg 3 99; Alto Uele, Kapili, V.27, 1 4; Yakuluku, III.27 (Burceon, 1937). CICINDELIDAE DELL'AFRICA CENTRALE 109 Specie diffusa in tutta l’Africa occidentale e centrale dal Senegal e dalla Guinea al Sudan e all’ Uganda, e a sud fino allo Shaba setten- trionale. Recentemente ho potuto segnalarla anche dell’ Etiopia (Cas- SOLA, in stampa). Si tratta di una specie comune, fortemente poli- morfa, con varietà cromatiche ancora di incerto significato. Gli esem- plari raccolti da Patrizi, conformemente ad altri già a me noti dello Uele, presentano un disegno elitrale molto ridotto, con fascia laterale sottile e spesso interrotta, macchie basale e iuxtasuturali obsolete, e macchia discale posteriore ridotta ad un infimo puntino quasi invisibile, Quanto al colore, un g e una £ del F. Duru, oltre al 3 di Kapili, appar- tengono alla forma verde, mentre gli altri 3 esemplari a quella blu. R. cinctus è citato da BasILEwsky (1962) anche per il Parco Na- zionale della Garamba. Rhopaloteres pseudoviridis (W. Horn) Cicindela cincta pseudoviridis, Horn 1914, Arch. Naturg., 79, Abt. A, p. 22 [terra typica: “Semnio (Nyam-nyam)’’] Zaire: Alto Uele, F. Duru, 29.III-10.IV.27, 1 3; Alto Uele, Kapili, V. 27, 1 4. R. pseudoviridis (W. Horn) è stato da me recentemente elevato al rango di bona species (CassoLa, 1978) sulla base di diversi caratteri morfologici per l'esame dei quali rimando senz’altro al lavoro citato. Trattasi di una specie misconosciuta che convive in simpatria con R. cinctus (Olivier), confermando apparentemente una netta separazione genetica da esso. La presenza tra i reperti di Patrizi di altri due esemplari perfettamente conformi a quelli già da me visti del Fiume Buye nel territorio degli Azande sembra costituire una ulteriore conferma del- l'esattezza dello status tassonomico da me proposto. Rhopaloteres flavosignatus (Castelnau) Cicindela flavosignata, CASTELNAU 1835, Etud. Ent. I, p. 139. Zaire: Alto Uele, F. Duru, 29.III-10.IV.27, 3 36. Guinea, Togo, Cameroun, Congo, Rep. Centroafricana, Sudan (Bahr-el Ghazal). In Uganda e Kenya la specie è rappresentata dalla ssp. flavoreductus W. Horn, cui BurGEON (1937) e BasiLewsky (1962) ricollegano anche le popolazioni del NE Zaire (Yakuluku, Tora, Parco Nazionale della Garamba). A dire il vero gli esemplari raccolti da Patrizi 110 F. CASSOLA non mostrano alcuna riduzione del disegno elitrale e sono in tutto si- mili ad un individuo proveniente dal Cameroun (Joko) presente nella mia collezione. Hipparidium interruptum (Fabricius) Cicindela interrupta, FaBRICIUS 1775, Syst. Ent., p. 225 [terra typica: Sierra Leone] Zaire: Lukolele, XII.26, 2 99; Fiume Aruwimi, 1927, 1 9. Senegal, Guinea, Liberia, Costa d’Avorio, Benin (ex- Dahomey), Cameroun, Gabon, Fernando Poo, Rep. Centroafricana, Congo, Zaire, Angola. Specie ampiamente distribuita in tutto lo Zaire (BURGEON, FIS): Lophyridia d. dongalensis (Klug) Cicindela dongalensis, KLuG 1832, Symb. Phys. Dec. III, p. 3. Sudan: Lado, 1927, 2 gg 3 99; El Dueim (Nilo Bianco), 1927, Wes La razza tiponominale di questa specie è nota dei seguenti paesi: Senegal, Guinea, Benin, Cameroun, Rep. Centroafricana, Zaire (U- bangi, Parco Nazionale della Garamba) e Sudan, ai quali ho recente- mente aggiunto anche |’ Etiopia (Gambela) (CassoLa, in stampa). Più all’est e a sud la specie è rappresentata dalla ssp. abyssinica W. Horn (Etiopia, Eritrea) e dalla ssp. imperatrix Srnka (Kenya, Tanzania), quest’ultima citata da Horn (1935) anche dell'Angola (Humbi). Lophyra (Stenolophyra) gemina (W. Horn) Cicindela gemina, Horn 1927, Rev. Zool. afr., 15, p. 333 [terra typica: Tukan (Cameroun), Moto (Uele)] Zaire: Alto Uele, E. Duru 29 [NANO 7 aoe La presenza di questa specie tra i reperti di Patrizi è molto in- teressante, e stupisce che Horn non l’abbia segnalata, pur avendo visto ed esattamente individuato gli esemplari in questione. Lo stesso HORN aveva infatti descritto la specie proprio in quell’anno, sulla base di quattro esemplari di cui tre provenienti dal Cameroun (Tukan in prov. di Joko) e uno dal NE Zaire (Moto). Dai pochi dati esistenti in lette- ratura (BURGEON, 1937; BasiLewsky, 1948) risultano essere stati rac- colti al massimo altri due o tre esemplari, compresa una 9 recentemente CICINDELIDAE DELL'AFRICA CENTRALE 111 catturata sul Fiume Buye nel territorio degli Azande (CassoLa, 1978). Prendendo spunto da quest’ultimo reperto ho, nel lavoro ora citato (al quale rimando per ulteriori particolari), riesaminato la posizione siste- matica di questa poco nota specie, sulla base anche dello studio dei tipi di Horn conservati nell’ Institut fiir Pflanzenschutzforschung di Ebers- walde, ed ho proposto la nuova combinazione tassonomica sopra riportata. È probabile che altri esemplari di L. gemina possano trovarsi in altre collezioni, frammisti ad individui della forma verde di Lophyra (Stenolophyra) luxeri (Dejean) e con questa confusi. Lophyra (Stenolophyra) saraliensis (Guérin-Méneville) Cicindela saraliensis, GUERIN-MENEVILLE 1849, Rev. Mag. Zool., I, p. 80 [terra typica: “pays de Saral, territoire des Cassangues” (Guinea Portoghese)] Zane. aito We RDZ ENNA to Wele: Kapil, Vo27, 2 3a. Specie ampiamente distribuita dalla Guinea all’ Etiopia e a sud fino all’Angola e la Rhodesia. Per il NE Zaire era già nota del Parco Nazionale della Garamba (BasILEwsky, 1962) e del Fiume Buye nel territorio degli Azande (CassoLa, 1978). Habrodera nilotica (Dejean) Cicindela nilotica, DEJEAN 1825, Spec. Col. I, p. 119 [terra typica: “Egypte”] Zaire: Lukolele, XII.26, 2 99. Sudan: Melut (Nilo Bianco), 5.VI.27, 1 9; El Dueim (Nilo Bianco), 1927) eget OD: Specie diffusa in quasi tutto il continente africano dall’ Egitto al Natal e alla Namibia. BuRGEON (1937) l’aveva già citata di Lukolele, dove era stata raccolta nel dicembre 1920 da H. Schouteden. Cylindera (s. str.) colmanti (W. Horn) Cicindela (Cratohaerea) colmanti, Horn 1899, Deutsche ent. Zeitschr. p. 381 [terra typica: Sarango (Uele)] Zare: AlteliBele MM E: aDurnye29L0=10.1V:27:,0390 » Yakoluku, III.27 (Burceon, 1937). Questa specie, descritta dello Uele, è nota anche dell’ Uganda, della zona del Lago Kivu e di numerose località dell’intera area fore- £32 F. CASSOLA stale dello Zaire. BAGUENA CorELLA (1941) la cita anche della Guinea Spagnola (Rio Muni). Nel Gabon (Tschibanga), nel Cameroun (Dschang) e nella Rep. Centroafricana (Yalinga) è presente una ssp. albosignata W. Horn nella quale è molto probabile che si dovrà riconoscere una specie distinta (ManpL, 1959/60). Cylindera (Ifasina) octoguttata (Fabricius) Cicindela octoguttata, FaBRICIUS 1787, Mantissa Ins. I., p. 187 [terra typica: “America” per errorem] Zane: VWrukoleles DNe26. He, oie Specie largamente diffusa in gran parte dell’Africa: Senegal, Guinea, Sierra Leone, Liberia, Costa d'Avorio, Togo, Benin, Cameroun, Congo, Rep. Centroafricana, Sudan, Etiopia, Zaire, Gabon, Rio Muni, Fernando Poo, Angola, Namibia, Sud Africa (Fiume Orange). Myriochile (s. str.) melancholica (Fabricius) Cicindela melancholica, FABRICIUS 1798, Ent. Syst. Suppl., p. 63 [terra typica: ““Guinea,, | Sudan: Malakal (Nilo Bianco), 4.VI.27, 1 9. Specie a vastissima distribuzione geografica, diffusa nell’intero continente africano (comprese numerose isole), nella parte meridionale dell’ Europa mediterranea, e nel vicino e medio Oriente fino all’ India. Myriochile (Monelica) fastidiosa vicina (Dejean) Cicindela vicina, DEJEAN 1831, Spec. Col. V, p. 244 [terra typica: “Sénégal’’] Zaire: Alto Uele, F. Duru, 29.III-10.IV.27, 3 gg 1 9; Lukolele, XII: 265014. Specie a vasta distribuzione africana, dalla Mauritania all’ Eritrea e a sud fino alla Namibia e alla Rhodesia. La sottospecie tiponominale appartiene invece alla regione orientale (India). Myriochile (Monelica) flavidens (Guérin-Méneville) Cicindela flavidens, GUERIN-MENEVILLE 1849, Rev. Mag. Zool., p. 148 [terra typica: Guinea Portoghese] Zaire: Alto Uele, F. Duru, 29.III-10.IV.27, 1 9. CICINDELIDAF DELL'AFRICA CENTRALE 113 Guinea, Togo, Cameroun, Rep. Centroafricana, NE Zaire, Sudan meridionale, Uganda; recentemente (CassoLa, in stampa) ne ho segnalata la presenza anche in Eritrea, sulla base di un 3 di contro- versa attribuzione. Le popolazioni ad oriente della Rep. Centroafricana dovrebbero appartenere alla ssp. angusteampliata W. Horn, descritta dell’ Uganda (Gulu) (Horn, 1926a), il cui reale valore tassonomico mi sembra tuttavia abbastanza dubbio. Cratohaerea chrysopyga (W. Horn) Odontochila chrysopyga, HORN 1892, Deutsche ent. Zeitschr., p. 70 [terra typica: Togo? (‘‘Vaterland West-Afrika’’)] Zaire: Alto Uele, F. Duru, Z29-111-10.1V.27, 1 4 1 8. Senegal, Guinea, Sierra Leone, Liberia, Costa d’Avorio, Togo, Benin, Cameroun, Rep. Centroafricana, Zaire, Uganda, Kenya. Specie citata da BasiLewsKky (1962) del Parco Nazionale della Garamba, e da me recentemente (CassoLa, 1978) del Fiume Mongo nel territorio degli Azande. BIBLIOGRAFIA BAGUENA CorELLA L., 1941 - Fauna de Coledpteros de los territorios espafioles del Golfo de Guinea - Bol. real Soc. esp. Hist. nat., 39: 67-83. BasiLewsky P., 1948 - Contributions a l’étude des Coléoptères Carabidae du Congo Belge. I. Etude des Carabiques recueillis par M. A. Collart - Bull. Mus. roy. Hist. nat. Belg., 24: 1-48. — —, 1952 - Contributions a l’étude des Coléoptères Carabidae du Congo Belge. V. Note sur des Carabiques recueillis dans 1’ Ubangi - Bull. Inst. roy. Sct. nat. Belg., 28: 1-27. — —, 1962 - Exploration du Parc National de la Garamba. Mission H. De Saeger (1949-1952), fasc. 29. Carabidae I (Coleoptera Adephaga) - Bruxelles, pp. 1-152. BuRGEON L., 1937 - a) Les Cicindelinae du Congo Belge, pp. 5-54, 1 pl. - In: Catalo- gues raisonnés de la faune entomologique du Congo Belge. Ann. Mus. roy. Congo belge, in 4to (Zool.), Sér. III, Sez. II, Tome VI, fasc. 1. Capra F., 1964 - Le collezioni entomologiche del Museo Civico di Storia Naturale “G. Doria” di Genova - Atti Accad. naz. it. Entom., Rendiconti, 1963, 11: 35-57. CassoLa F., - 1978 Studies on Cicindelids. 18. On some Cicindelidae collected in North Zaire (Coleoptera Cicindelidae) - Monitore zool. it. (N. S.), 10, Suppl., 8: 119-144. — —, in stampa - Studi sui Cicindelidi. XV. Rassegna dei Cicindelidae dell'Etiopia, con descrizione di cinque nuove entità sistematiche (Coleoptera Cicindelidae) - Accad. Naz. Lincet. Horn W., 1911 - Cicindelinae. In: Wissensch. Ergebn. deutsch. Zentr.-Afrika-Exped. 1907-1908 unter Fiihrung Adolf Friedrich, Herzog zu Mecklenburg (Leipzig), 3: 461-467. Ann. Mus. Civ. St. Nat. - Genova - Vol. LX XXII 8 114 F. CASSOLA Horn W., 1913a - Die Cicindelinen-Fauna des Oberen Franzésisch.-Kongo - Arch. f. Naturg., 78, Abt. A: 82-85. — —, 1913b - Die Cicindelinen-Fauna des oberen franzéòsischen Kongo nebst 2 neuen Formen von Togo - Arch. f. Naturg., 79, Abt. A: 108-112. — —, 1926a - Ueber die Genese von Cicindela hybrida- und campestris-Formen, sowie die Cicindeliden-Fauna von Uganda und den “Vacarias’” von Matto Grosso. III. Beitrag zur Cicindeliden-Fauna von Uganda - Ent. Mitt., 15: 75-76. — —, 1926b - Carabidae: Cicindelinae, pp. 1-345. In: W. JuNK, Coleopterorum Catalogus, Pars 86. — —, 1927 - Une Cicindèle nouvelle de l’ Afrique tropicale - Rev. Zool. afr., 15: 333-334. — —, 1931 - Ueber tropisch-afrikanische Cicindelinen. I. Ueber die Cicindelinen- Fauna vom Oubangui-Chari-Territorium im franzòsischen aequatorialen Afrika - Bull. mens. Soc. Natur. Luxemb. (N. S.), 25: 38-43. — —, 1935 - Ueber die Coleopteren-Ausbeute der II. Schweizer wissenschaftlichen Expedition nach Angola 1932/33. I. Cicindeliden - Stettiner ent. Zeit.,96:161-163. — —, 1940 - 96 Zeichnungen von Dromicae - Arb. morph. taxon. Ent. Berlin-Dahlem, 7 (4): 269-276. ManDpL K., 1959/60 - Neue Cicindeliden aus meiner Sammlung - Koleopt. Rundschau, 37/38: 55-62. — —, 1968 - Coleoptera aus Nordostafrika. Cicindelidae und Carabidae: Carabini - Notulae ent., 48: 126-130. RIVALIER E., 1957 - Démembrement du genre Cicindela L. - III. Faune africano-mal- gache - Rev. fr. Ent., 24: 312-342. — —, 1971 - Remarques sur la tribu des Cicindelini (Col. Cicindelidae) et sa sub- division en sous-tribus - Nouv. Rev. Ent., 1: 135-143. SACHTLEBEN H., 1939 - Dr. Walther Horn zum Gediachtnis - Arb. morph. taxon. Ent. Berlin-Dahlem, 6 (3): 201-222. ZAVATTARI E., 1957 - Saverio Patrizi - Mem. Soc. ent. it., 36: 136-142. RIASSUNTO Vengono illustrate le specie di Cicindelidi raccolte dal Marchese Saverio Pa- trizi Montoro durante il viaggio da lui compiuto nel 1926-27 dal bacino del medio Congo al Sudan. Tra questo materiale, attualmente conservato presso il Museo di Storia Naturale di Genova, risulta particolarmente interessante la presenza di due specie controverse e poco note, Rhopaloteres pseudoviridis (W. Horn) e Lophyra (Stenolo- phyra) gemina (W. Horn), nonché quella di Euryarthron waageni (W. Horn), specie conosciuta in precedenza solo del Nilo Azzurro e nuova, quindi, per la fauna dello Zaire. SUMMARY STUDIES ON CICINDELIDS. XX. CICINDELIDAE COLLECTED BY MARQUIS SAVERIO PATRIZI MONTORO IN CENTRAL AFRICA (COLEOPTERA CICINDELIDAE). The author gives an annotated list of the Cicindelidae collected by Marquis Saverio Patrizi Montoro during his journey (1926-27) from middle Congo to Sudan. Among these materials (at present kept in the Museo di Storia Naturale of Genova) two species especially [Rhopaloteres pseudoviridis (W. Horn) and Lophyra (Stenolophy- ra) gemina (W. Horn)] appear to be very interesting, because controversial and poorly known. Another species [Euryarthron waageni (W. Horn)], previously known only from Blue Nil, is here recorded as new for the Zaire fauna. PAOLO AUDISIO Istituto di Zoologia dell’ Università - Roma NOLESÙUTAZECUNE*SPECIESFEUROPEE*DEL"GEN. WELIGERHFESSSIEREC (COLEOPTERA, NITIDULIDAE) Queste note sono basate, oltre che sui risultati di alcune recenti ricerche personali, su una parte dei dati raccolti durante una mia visita al Museo Civico di Storia Naturale di Genova, ove, grazie alla cortesia della Dr. L. Capocaccia e del Dr. R. Poggi, ho potuto esaminare sia le collezioni del Museo, sia la coll. Dodero (*). Tutto il materiale in questione fu studiato già nel 1968 dal Dr. Joser JELÎNEK (National Museum di Praga), ma nulla fu pubblicato in proposito, anche perché la maggior parte dei dati di un certo inte- resse riguardavano specie per la cui sicura determinazione erano ne- cessari ulteriori controlli e confronti, che solo recentemente ho potuto effettuare. Desidero ringraziare l’amico JELÎNEK, che mi ha inviato l’elenco completo del materiale da lui studiato nel 1968, e quanti hanno raccolto per me materiale in varie parti d’ Italia. Meligethes simplex Kraatz, 1858 Specie descritta della Grecia, (e forse ivi endemica) viene in- dicata da Porta (1929) di Sicilia, da LurcionI (1929) di Sicilia, Lazio, Napoletano e Basilicata (Monte Vulture). In realtà questi dati sono del tutto errati, e da riferire ad altre specie; infatti nelle coll. Luigioni e Dodero ho potuto vedere degli esemplari attribuiti a questa specie provenienti dalla Sicilia (Ragusa leg.), dalla Campania (Camaldoli presso Napoli, X.1910, Silvestri 'eg.) e dal Lazio (Filettino, Luigioni (*) Elenco delle abbreviazioni usate nel testo: AU = coll. Audisio, Roma BI = coll. Binaghi, Mus. Civ. St. Nat. Genova DO = coll. Dodero, Soc. Ent. It., Genova LU = coll. Luigioni, Mus. Civ. Zool. Roma MM = Mus. Civ. St. Nat. Milano MV = Mus. Civ. St. Nat. Verona 116 P. AUDISIO leg.) che erano in realtà dei banali M. coracinus Sturm, e altri dalla Basilicata (Monte Vulture), che erano M. anthracinus Bris. . M. simplex Kraatz è perciò da escludere per il momento dalla fauna italiana, benché sia forse possibile che il suo areale comprenda effettivamente anche qualche zona dell’ Italia sud-orientale. Meligethes fulvipes Brisout, 1863 Citato (sotto il nome di M. rubripes Muls., suo sinonimo) da BERTOLINI (1904) di Calabria, da DopERo (1928) di Val d’Aosta (Val- savaranche), da LuIiGionI (1923) del Lazio (Licenza) e poi (1929) an- che di Liguria e Sicilia. In realtà tutte le indicazioni per |’ Italia cen- trale e meridionale sono da considerare errate, e riferibili, come ho potuto constatare fra il materiale delle coll. Luigioni e Dodero, a esem- plari malamente determinati di M. coracinus Sturm o M. anthracinus Bris. La specie, molto rara nel nostro paese, mi è nota per I’ Italia con sicurezza solo di Liguria occidentale: Sanremo (MM); Albenga (BI) e Valle d’Aosta: Valsavaranche (BI). Meligethes brisouti Reitter, 1871 Specie W-mediterranea, molto rara, citata per |’ Italia da Lut- GIONI (1923) dei dintorni di Roma, e successivamente, sulla base di quella stessa indicazione, anche da Porta (1929); questo dato è da depennare, e da riferire al comune M. rotundicollis Bris., come ho potuto dedurre da un esame della coll. Luigioni. Lo stesso LUIGIONI si dovette comunque essere accorto dell’errore, visto che egli stesso, pochi anni più tardi non cita questa entità nel suo catalogo dei Coleotteri italiani (1929). Questa specie è per ora nota di Francia meridionale, Spagna e Marocco; molto interessante, se confermata, risulta una recente in- dicazione per | Iran (KIREJTsHuK, 1977). Meligethes serripes (Gyllenhal, 1827) Citato da Porta (1929) del Tirolo, dell’ Emilia (Appennino modenese) e della Sardegna, e da LuicIonI (1929) delle Alpi Marittime, Canton Ticino, Trentino, Appennino emiliano, Toscana e Lazio. In coll. Dodero ho rinvenuto un esemplare determinato come “MV. ser- ripes’, proveniente dalla Sardegna (Cagliari, 11.11.1883, Dodero leg.), ma in realtà da attribuire ad un’altra specie, il comunissimo M. nigre- SU ALCUNE SPECIE DI MELIGETHES 117 scens Steph.. Un secondo esemplare, presente in coll. Luigioni e rac- colto nel Lazio (Roma, Valle dell’ Inferno, 28.III.1913, Luigioni leg.) è risultato essere un piccolo ed immaturo M. planiusculus (Heer). Poiché su questi due esemplari sono stati verosimilmente basate le citazioni della specie per Sardegna e Lazio, è dunque opportuno depennarle. Ho per ora visto esemplari di questa specie provenienti da queste sole località italiane: Piemonte, Alpi Marittime, Val Pesio (po); Liguria, Rezzoaglio d’Aveto (po) e S. Stefano d’Aveto (BI); Emilia, Appennino modenese, Sestola (Au). Questa entità è molto rara in Italia, e sembra essere presente solo in zone sub-montane a clima piuttosto freddo, di tipo continentale (è infatti specie più abbondante nell’ Europa centro- settentrionale); vive a spese della Lamiacea Galeopsis angustifolia L. Meligethes jelineki Audisio, 1976 Specie nota di Ungheria, Lombardia e Lazio (AupisIo, 1976 d). Ho potuto esaminare materiale proveniente anche da queste altre ine- dite località italiane: Trentino, Val Pusteria, Sesto (BZ) (1 9, Do, sub ‘‘pedicularius’’) ; Liguria, Piani di Creto (GE) (1 9, BI, sub “brunnicornis’’); Lazio, Olevano Romano (Roma) (1 9, AU); Lazio, Monti Ernici, Certosa di Trisulti (FR) (1 g, 1 9, AU); Campania, Polla (SA) (1 g, 1 9, AU). In quest’ultima stazione è stato da me raccolto su Lamium fle- xuosum Ten. (Lamiaceae); è perciò probabile che anche questo vege- tale funga da pianta ospite, oltre al già noto Lamium maculatum L. (Aupisio, 1976 d). Meligethes buyssoni Brisout, 1882 Ho recentemente trattato (AuDISIO, 1976 a) di questa rara specie, ponendole in sinonimia il più noto M. wankai Reitter; alle poche sta- zioni di cattura citate in quella sede (di Francia centrale, Germania occidentale, Cecoslovacchia, Polonia, Ungheria, Romania e Caucaso) ne va ora aggiunta una, particolarmente interessante, della Francia meridionale: Pirenei, Bagnères de Bigorre, VI.1918, Dodero leg. (BI, DO). Meligethes paschalis Spornraft, 1975 Specie endemica dell’ Italia meridionale, nota (AupIsio, 1976 b) di Calabria, Campania, Molise e Lazio meridionale; sui Colli Albani, 118 P. AUDISIO unica stazione laziale, vive a spese di Lamium garganicum L. (AUDISIO, 1976 b), mentre nel Sud (almeno in Campania e Calabria) ho potuto accertare che la pianta ospite della specie è il Lamium flexuosum Ten. Ho di recente raccolto questa specie anche in Lucania: Lagonegro (PZ) (AU). Meligethes angustatus KùSsTER, 1848 Anche per questa specie, distribuita in tutta l’ Italia continentale e peninsulare, ma non molto comune, è necessario aggiungere il Lamium flexuosum Ven. alla sua già nota pianta ospite (in Italia centro-setten- trionale), L. maculatum L.; in Italia meridionale è infatti su questo vegetale che si sviluppa quasi esclusivamente. Meligethes bucciarellii Audisio, 1976 Alle localita italiane della Puglia (Gargano), Abruzzo e Lazio precedentemente note per la specie, è necessario aggiungerne una, piuttosto interessante, dell’ Italia meridionale: Calabria, M. Pollino, Convento di Colloreto (CS), m 1100, 7.IV.1977, Audisio leg. (1 gd e 1 9, AU). Ho recentemente determinato degli esemplari di questa specie provenienti anche dalla Turchia: vil. Yozgat, 10 km da Yozgat, 26.VI. 1975, G. Osella leg. (AU, Mv). Questa nuova stazione amplia notevol- mente verso Est l’areale della specie, precedentemente nota solo di Italia centro-meridionale, Grecia e Bulgaria (AupiIsio, 1976 b). Dal- l'esame della vecchia coll. Winkler (Wien), ho anche potuto dedurre che le citazioni di HoLpHaus (1911) e di PAGANETTI-HuMMLER (1918) per la Puglia (Gargano e Murge) di M. viduatus (Heer), vanno invece riferite a M. bucciarellit Aud. Meligethes leati Easton, 1956 Descritta su pochi esemplari raccolti in Tunisia ed Algeria (EASTON, 1956), questa specie è stata successivamente trattata solo di recente da KIREJTSHUK (1977), che la cita dell’ Iran settentrionale, e della regione Caucasica (Kabardino-Balkaria e Georgia, nell’ Unione Sovietica). Re- centemente (Aupisio, 1976 b) ho però indicato, sulla base di una sin- gola 9, la presenza in Sicilia di un Meligethes sp. (cfr. leatt Easton), che alla luce di nuovo materiale a mia disposizione è risultato essere proprio M. leati Easton; una scarsa somiglianza dell’ovopositore della SU ALCUNE SPECIE DI MELIGETHES 119 singola 2 allora a mia disposizione con il relativo disegno originale fornito da Easton (1956) e una certa variabilità individuale mi avevano fatto pensare a due entità distinte. Melgethes leati Easton risulta per- ciò nuovo per la fauna italiana e per quella dell’ Europa occidentale. Ho potuto esaminare materiale siciliano di queste località: Sicilia, Bosco di Ficuzza (Palermo) (BI, po, LU); Castelbuono (Palermo) (po); Portella di Femmina Morta (Messina) (Mv); Mistretta (ME) (Mv); Messina (po); Caronia (ME), Querceto, m 800 (av). In quest’ultima località, in data 10.IV.1977, ho potuto personal- mente raccogliere un cospicuo numero di esemplari (tutti $d) su varie Composite e Cistacee (soprattutto su Helianthemum sp.); nei dintorni era abbondante una Calamintha sp. (Lamiaceae) ancora nemmeno in fase di preflorazione, e perciò indeterminabile; è questa probabilmente la pianta ospite della specie, benché KIREJTSHUK (1977) abbia raccolto tutti 1 suoi esemplari caucasici, (tra cui molte 99) su un’altra Lamiacea, la Prunella grandiflora (L.). Tutto il materiale esaminato nelle coll. Dodero, Binaghi e Lui- gioni era sotto il nome di M. bidens Bris., perciò le vecchie indicazioni di questa specie per la Sicilia erano molto probabilmente inesatte; anch’essa, comunque, è presente in Sicilia, seppure apparentemente più rara di M. leati East.: Sicilia, Tripi (ME) (AU); Floresta (ME), dintorni (AU). Meligethes sulcatus Brisout, 1863 Specie distribuita per tutta l’ Europa Centrale, ma assai poco comune; nota per l’ Italia solo per il Trentino (BERTOLINI, 1904; PORTA, 1929; LuicionI, 1929), la conosco anche di queste località: Lombardia, Lovero (SO) (au); Baggio (MI) (BI); Turbigo (MI) (BI); dintorni di Milano (BI); Piemonte, Val di Stura d’Ala (TO), Ceres (au); Val Pesio (CN) (BI); Marche, Monti Sibillini, Foce (MC) (BI). Meligethes ovatus Sturm, 1845 Questa specie è citata da BERTOLINI (1904) e da Porta (1929) per tutta |’ Italia. Come ho potuto constatare dall’esame di molte collezioni “classiche” (Dodero, Binaghi, Luigioni, Porta, Della Beffa), la quasi totalità degli esemplari italiani attribuiti in passato a questa specie sono 120 P. AUDISIO di fatto delle 99 del comunissimo M. punctatus Bris.; M. ovatus Sturm è in realtà uno dei più rari rappresentanti italiani di questo genere, e mi è noto solo di queste località dell’ Italia settentrionale: Piemonte, dintorni di Torino (po e coll. Della Beffa, mv); Racconigi, lago (CN) (AU); Lombardia, Ostiglia (MN) (mv); Segrate (MI), (AU); Veneto, Sona (VR) (coll. Sette, Mv e AU); Vallese, palude (AU); Emilia, S. Vito (MO) (po). Vive in luoghi umidi, presso corsi d’acqua al margine dei boschi; si sviluppa su Glechoma hederacea L. (Lamiaceae). Meligethes ater Brisout, 1863. Citato per I Italia da BeRTOLINI (1904) di Sardegna, da DELLA Berra (1911) di Piemonte, da Porta (1929) anche di Alpi Marittime, e infine da LurcionI (1929), che non la indica né di Sardegna né di Alpi Marittime, anche di Dalmazia e Istria. La citazione per il Piemonte (‘‘colline intorno a Torino”) è errata, e da riferire a banali esemplari del comune M. umbrosus Sturm, come ho potuto constatare da un esame della collezione Della Beffa (Mv); quella per le Alpi Marittime è molto probabilmente basata su una vecchia indicazione di SAINTE-CLAIRE DevILLE (1905) per PAuthion, successivamente depennata e poi riferita a MM. devillet Grouv.; quella per la Sardegna mi sembra piuttosto dub- biosa, mentre senz'altro esatte sono le indicazioni per |’ Istria (ho visto esemplari di M. Maggiore, Pola, Fiume e altre località in varie coll.); ‘ l’unica stazione in territorio italiano a me nota con certezza per questa specie è la seguente; Friuli, Sistiana (TS), 25.IV.1948, leg. Springer (Mmm), 1 9. M. ater Bris. è distribuito, raro e sporadico, in Francia meri- dionale (Toulon), in varie località xerotermiche dell’ Europa centro- sud-orientale, nei Balcani e in Turchia; se ne ignora la pianta ospite, certamente da ricercare fra le Labiate, cui sono legati gli altri Meligethes del gruppo di M. umbrosus Sturm del quale fa parte. Meligethes incanus Sturm, 1845 Le citazioni di questa rara specie per il Lazio (LUIGIONI, 1923) sono da depennare, essendo tutte riferite ad esemplari erroneamente determinati di M. umbrosus Sturm (LU); questa specie è nota per I’ Ita- lia anche di Alpi Marittime, Veneto, Friuli, Trentino e Sardegna. In coll. Dodero c’è una piccola serie proveniente dal Piemonte, Val di Susa, Meana di Susa (TO). SU ALCUNE SPECIE DI MELIGETHES 11 Meligethes nigerrimus Rosenhauer, 1856 Ho recentemente rivalutato questa specie (AubIsIo, 1976c) e indicato quale suo sinonimo il più noto M. tropicus Reitter, diffuso in Nord-Africa, Spagna, Francia meridionale e Medio Oriente, citato per l’Italia dubitativamente di Sicilia da BERTOLINI (1904) e da Porta (1929), mentre LUIGIONI (1929) come sempre, in caso di citazioni dubbie, lo menziona genericamente di “Italia”. I vari presunti M. tropicus Reitt. di provenienza siciliana (raccolti quasi tutti dal Ragusa) che ho rinve- nuto in coll. Dodero, Luigioni e altre minori (tra le quali le coll. Failla Tedaldi e De Stefani-Riggio, presso I’ Istituto di Zoologia dell’ Uni- versità di Palermo) sono risultati tutti appartenere ad altre specie, soprat- tutto M. scholzi Easton, M. villosus Brisout e perfino M. mnigrescens Steph.; perciò le vecchie incerte indicazioni per la Sicilia sono defini- tivamente da escludere. La specie è invece presente in Sardegna, e perciò di fatto, nuova per la fauna italiana: Sardegna, Cagliari, V. 1902, Dodero leg. (BI, DO); Quartu S. Elena (CA), isWisto76, C. Meloni les. (AU). Vive su Marrubtum vulgare L. (Lamiaceae). Meligethes scholzi Easton, 1960 Specie nota di Jugoslavia, Albania e Calabria (Easton, 1960; JELÎNEK, 1965), e ampiamente distribuita anche in Sicilia (M. Pelle- grino; Mondello; Pedara; Solarino; Siracusa; Furnari: in coll. mea), non ne era noto il vegetale parassitato; in Calabria, presso Colloreto (CS) e in Sicilia, M. Pellegrino (PA), ne ho raccolti numerosi esemplari (la maggior parte dei quali erano delle 99) su piante non ancora fiorite della Labiata Ballota rupestris Vis., che perciò è certamente la pianta ospite (l’affine M. flavipes Sturm vive su B. nigra L.). Meligethes acicularis Brisout, 1863 & M. submetallicus Deville, 1908 Poiché queste due entità sono state spesso in passato confuse, e le relative indicazioni per la fauna italiana (particolarmente quelle fornite da Lu1cion1 (1929) ) risultano di conseguenza assai poco atten- dibili, ritengo utile fornire un breve elenco di stazioni italiane a me note per queste due specie. Per M. acicularis Brisout: Piemonte (Cassano Spinola), Liguria (Genova), Veneto (Monte Baldo), Marche (Bocca Trabaria), Umbria (Bevagna), Abruzzo (Valle di Luppa, 1:22 P. AUDISIO Gran Sasso, ‘Tagliacozzo), Lazio (Rocca Massima, Monte Cavo, Poggio Catino, Monte Terminillo), Campania (Lago del Matese), Puglie (Monte S. Angelo), Calabria (Fuscaldo, Monte Curcio, Gambarie), Questa specie è distribuita anche nella Penisola Iberica, in Francia meridionale, località xerotermiche dell’ Europa centrale, Balcani e Tur- chia. Per M. submetallicus Deville: Corsica (Casta, Bastia), Sardegna (Cagliari, Oristano, Olbia, Golfo Aranci, Macomer, Laconi, Sadali, Fluminimaggiore, Teulada, Onani, Seui, Bannari, S. Antioco, Terranova, Ala dei Sardi), Toscana (Isola d’ Elba, Monte Argentario), Lazio (Olevano Romano, Monte Cavo, Marino), Puglie (Lecce, San Basilio, Grottaglie), Lucania (Calciano), Sicilia (Fiumara Tono, Lago di Ancipa, Femmina Morta, Mistretta, Castelbuono, Bosco di Ficuzza). Questa specie è distribuita anche in Francia meridionale, Jugo- slavia, Grecia e Ungheria. N è specie termofila, presente dal livello del mare fino ad oltre 2000 metri di quota, poco comune ovunque; vive solo su Thymus serpyllum L. . M. acicularis Bris., M. submetallicus Dev. è pure specie termofila, ma vive esclusiva- mente in zone xerotermiche di bassa quota (non oltre i 400-500 m), su Thymus serpyllum L., T. capitatus Hoffîmgg. e Lavandula stoechas L.; è entità piuttosto rara. Meligethes otini Faston, 1954 x Descritta e nota del Nord-Africa, questa specie è presente anche in Spagna: ne ho potuto infatti determinare un singolo esemplare g in coll. Dodero, precedentemente determinato come M. hispanicus Reitter (= M. villosus Brisout) e come M. sp., cfr. M. lugubris Sturm, così cartellinato : “Pozuelo” (senza altri dati; purtroppo in Spagna meridionale esistono un paio di località con questo nome). Meligethes normandi Easton, 1954 Descritta e conosciuta come la precedente del Nord-Africa, anche questa specie mi è nota della Spagna: “Andalusia”; ho infatti in colle- zione un singolo esemplare g, così etichettato, senza ulteriori dati. L’amico Josef Jelinek (comunicazioni verbali, 1975) ha visto alcuni esemplari di questa specie provenienti anche dal Portogallo, mentre io SU ALCUNE SPECIE DI MELIGETHES 123 stesso ho potuto rinvenire in un ‘fondo di magazzino” della vecchia collezione Emery (conservata presso il Museo Civico di Zoologia di Roma) un singolo 3 in cattivo stato di conservazione, raccolto da Perris attorno al 1870 in Francia meridionale, ‘Landes’. Meligethes distinctus Sturm, 1845 Specie descritta del Tirolo, e poi spesso a torto citata di molte località dell’ Europa centrale e meridionale e dell'Asia occidentale, su esemplari erroneamente determinati di altre specie, soprattutto M. erythropus (Marsh.), M. lugubris Sturm, M. submetallicus Dev., 99 di M. obscurus Er., e altre; per quanto mi è noto, questo Meligethes è si- curamente presente solo nel Nord-Africa, in Spagna, in Francia meri- dionale, alle Isole Baleari (due 99, DO), in Corsica (Ajaccio, AU), Sar- degna (Aritzo: una 9, BI) e Sicilia (Teatro Greco di Siracusa, 1 g in coll. Spornraft), e in Palestina (1 9: AU). Nello stesso Tirolo non mi risulta che sia mai stato con certezza ritrovato dopo la descrizione (esistono solo vecchie citazioni mai con- fermate da specialisti: Horion, 1960), e altrettanto dubbie sono altre numerose indicazioni per la Polonia, la Russia meridionale e la Ceco- slovacchia; più meritevoli di fede sono forse le citazioni per la Dalmazia e la Grecia, sebbene ugualmente mai confermate. Per I Italia penin- sulare esiste solo una vecchia citazione del LurcionI (1923) per il Lazio (Palo, tra Roma e Civitavecchia), riportata poi dal LUIGIONI stesso (1929) e da Porta (1929); malgrado le attente ricerche, non ho potuto ritro- vare l'esemplare di Palo né in coll. Luigioni, né in coll. Dodero (cui il Luigioni era solito inviare materiale raccolto da lui nel Lazio), né altrove; questa indicazione è perciò da considerare estremamente dubbia, forse anch’essa basata su un esemplare malamente determinato di qualche altra specie affine. BIBLIOGRAFIA Aupisro P., 1976 a - Considerazioni tassonomiche su alcuni Meligethes associati a M. difficilis (Heer) - Fragm. Ent., XII, 2: 163-168. — —, 1976 b - Note su alcune specie italiane del genere Meligethes Steph. (Coleoptera, Nitidulidae) - Boll. Ass. Rom. Ent., XXX (1975), 1-4: 2-16. — —, 1976 c - Nota tassonomica su Meligethes nigerrimus Ros. e specie correlate (Coleoptera, Nitidulidae) - Boll. Ass. Rom. Ent., XXX (1975), 1-4: 59-61. — —, 1976 d - Una nuova specie di Meligethes dell’ Europa centro-meridionale (Co- leoptera, Nitidulidae) - Fragm. Ent., XII, 3: 299-307. BERTOLINI S., 1904 - Catalogo dei Coleotteri d’ Italia - Riv. Ital. Sc. Nat.: 1-144, Siena. 124 P. AUDISIO DeLLa Berra G., 1911 - I Coleotteri dell'Agro Torinese e i loro rapporti colla vegeta- zione e l’agricoltura - Ann. R. Accad. Agric., LIV: 1-282, Torino. Dopero A., 1928 - Coleotteri di Valsavaranche - Mem. Soc. Ent. It., VI (1927): 223-233. Easton A. M., 1956 - The Meligethes of North Africa (Col. 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Stefano Bertolini - Boll. Soc. Ent. It., XLII: 43-93. — —, 1929 - I Coleotteri d’ Italia. Mem. Pont. Acc. Sc. Nuovi Lincei, 2, XIII: 1-1160. Roma. PAGANETTI-HUMMLER G., 1918 - Beitrige zur Coleopterenfauna Italiens. Murgien. Zeitschr. fiir wissensch. Insektenbiologie, Berlin. Bd. I (1917-1918): 85-88. Porta A., 1929 - Fauna Coleopterorum Italica - Vol. III: 1-466, Piacenza. SAINTE-CLAIRE DEVILLE J., 1905 - Contribution 4 la faune frangaise - L’ Aberlle, Paris XXX: 189-190. RIASSUNTO L’A. espone brevemente dati di ordine faunistico e biologico relativi ad alcune specie europee del genere Meligethes Steph. (Coleoptera, Nitidulidae); di queste, tre risultano nuove per la fauna europea (M. otini East., M. normandi East., M. leati East.) e due nuove per la fauna italiana (M. leati East., M. nigerrimus Ros.). ABSTRACT The A. gives some new faunistic and biological data on European Meligethes spp. (Coleoptera, Nitidulidae); three of the discussed species are new for the European fauna (M. otini East., M. normandi East., M. leati East.) and two are new for the Italian fauna (M. leati East., M. nigerrimus Ros.). £25 RES LIGUSTICAE CCHIT NINO SANFILIPPO * SEGNALAZIONE DI UN INTERESSANTE INSEDIAMENTO DI IDROCANTARIDI SULL’APPENNINO LIGURE ORIEN- TALE E DESCRIZIONE DI BIDESSUS TIRAGALLOI N. SP. (COL. DITYSCIDAE). Sull’alto Appennino ligure a quote superiori ai 500-600 metri non è rara la presenza di piccole o medie raccolte d’acqua a lento ri- cambio apparentemente isolate da sistemi idrici complessi. Esse sono situate nei piani collettori in prossimità dei valichi oppure in zone pia- neggianti sottostanti la parte cacuminale di complessi montuosi di no- tevole estensione. Il loro aspetto varia notevolmente in rapporto alla natura del terreno; nella maggior parte dei casi trattasi di piccole depressioni a fondo melmoso oppure di paludette con acqua bassa da cui emerge più o meno abbondante vegetazione costituita in prevalenza da Cipe- racee. L'alimentazione proviene da falde acquifere prossime alla super- ficie con apporto di acqua piovana durante le normali precipitazioni; alla diversa componente degli apporti è naturalmente legata la maggiore o minore quantità d’acqua presente nelle diverse stagioni e, mentre alcune pozze sono soggette periodicamente a totale prosciugamento, in altre, più frequentemente, l’acqua è presente durante l’intero corso dell’anno. * Indirizzo dell’A.: Via D. Chiodo, 9 c/7 - Genova. 126 N. SANFILIPPO In tali ambienti gli insediamenti di Idroc nt:ridi non sono rari ma normalmente sono costituiti da una sola specie o tutt'al più da una asso- ciazione di due o tre specie con rapporto numerico variabile, legato soprattutto alla minore o maggiore altitudine del biotopo; le specie più frequenti sono: Hydroporus memnonius Nicol., H. tessellatus Drap., H. discretus Fairm., Graptodytes crux F., Agabus guttatus Payk., A. biguttatus Ol., A. bipustulatus L. e molto localizzato, A. chalconotus Panz. Ritengo quindi eccezionale e degno di menzione l’insediamento di Idrocantaridi accertato in uno stagno a 900 metri di queta sull’ Ap- pennino ligure orientale e costituito da numerose specie tra cui una inedita ed un’altra non ancora segnalata per la Liguria. Stagno di Roccagrande Detto stagno è situato a nord di Bargone in comune di Casarza Ligure, in un avvallamento compreso tra le pendici meridionali del M. Roccagrande e quelle settentrionali del M. Treggin ed è individuabile nella tavoletta “Castiglione Chiavarese” della Carta d’ Italia dell’ I.G.M. INSEDIAMENTO DI IDROCANTARIDI 127 (1: 25.000), Foglio 95, IV N. O., dalle seguenti coordinate: Long. Pas 2, Lat 44°49 > (U_L.M.:32INO33390752). (). Il 7 agosto 1977, data delle prime ricerche, l’acqua occupava una superficie di circa 120 mq, con profondità variabile da 10 a 60 cm circa mentre il 15 agosto, appena otto giorni dopo, tale superficie, suddivisa in pozze isolate, era ridotta a soli 30 mq circa. Il substrato roccioso è formato da serpentino; l'alimentazione sembra dipendere da alcune risorgenti e dalle precipitazioni atmosferiche. Il fondo dello stagno, ricoperto da un alto strato di melma finissima, molle e collosa, nella fase di regressione risultava per largo tratto sco- perto ed era possibile avvicinarsi all'acqua solamente posando 1 piedi su cespi compatti e rigogliosi di alte graminacee, (in prevalenza Molinia coerulea Moench. e Agrostis stolonifera ssp. maritima (Lam.) C. F. W. Meyer), oppure su grandi sassi od affioramenti rocciosi presenti in alcuni tratti della riva. Le basi dei cespi apparivano sollevate dal fondo melmoso di circa 30 cm indicando che lo stagno era in fase di massima magra (?), altri più radi emergevano all’interno degli specchi d’acqua. La vegetazione sommersa e semisommersa era costituita da una Ciperacea (Funcus fontanesu Gay.) (*) largamente diffusa e da rade alghe filamentose verdi. x L’acqua è soggetta ad insolazione totale poiché nella zona manca x copertura arborea e la vegetazione arbustiva è costituita in grande pre- valenza da piccoli cespugli di Bosso (Buxus sempervirens L.), e di Erica (Erica arborea L.). La temperatura dell’acqua, misurata in alcune zone presso la riva, tra le ore 10 e 11 del 15-VIII-77, con cielo del tutto sereno, era di 20 °C. (1) Si giunge alla località da Casarza Ligure, percorrendo prima la strada per Bargone e successivamente quella non asfaltata per Maissana fino al passo del Bocco (omonimo del più noto passo del Bocco nell’entroterra di Chiavari) a quota 908. Qui giunti si devia sulla strada a sinistra, pure carrozzabile ma appena tracciata e piuttosto malandata, in direzione del M. Treggin; dopo circa 2 Km, ai piedi del M. Roccagrande e poco sotto la strada stessa, in una vasta zona pianeggiante è chiaramente visibile lo stagno. (2) L’amico P. Tiragallo aveva infatti osservato che ad aprile l’acqua occupava una superficie circa dieci volte maggiore che in agosto; anch’io il 3-9-77, al termine di un periodo di pioggie ho osservato che l’acqua occupava tutte le depressioni della zona pianeggiante e, proveniente dallo stagno, scorreva a valle nell’alveo di un piccolo ru- scello. (3) Le determinazioni sono della D.ssa S. PECCENINI-GARDINI che sentitamente ringrazio. 128 N. SANFILIPPO ELENCO DELLE SPECIE RACCOLTE Fam. HALIPLIDAE Haliplus (Neohaliplus) lineaticollis Marsch., assai frequente. Citato di tutta Italia e isole. La specie è molto diffusa e comune e si rinviene in acque correnti e stagnanti sia in pianura sia in zone submon- tane; FranciscoLo (1974) lo cita anche di alcune località a quota elevata (1450-2200 m) delle Alpi Marittime. In Liguria è comune soprattutto in ruscelli dove siano presenti alghe filamentose verdi. Gli es. raccolti, circa 60, sono in prevalenza molto piccoli, mm 2,2-2,5, e con il contorno delle elitre ristretto posteriormente per cui assumono aspetto affusolato; normalmente invece si riscontrano es. che hanno forma ovale ma allungata e dimensioni medie di circa 3 mm. È da rilevare inoltre che tra le molte centinaia di es. raccolti in Liguria non avevo mai rinvenuto es. di piccole dimensioni che del resto risultano assai rari anche altrove; pochi altri es. non hanno macchie nere sulle elitre e sono del tutto chiari. Della specie sono state descritte alcune aberrazioni e varietà e gli es. sopra citati forse si potrebbero attribuire rispettivamente alle forme pict Rég. e pallidus Sahlb.; tuttavia tenuto cento della notevole area di diffusione — che comprende | Europa, fino alla Gran Bretagna che è la patria tipica, l Asia minore, il Nord Africa, le Canarie, l Abissi- nia e |’ Eritrea (GuIGNoT 1959) — e degli attuali criteri tassonomici, ritengo per ora molto difficile e di scarso valore pratico fare attribuzioni ad entità subspecifiche. Haliplus (Liaphlus) fulvus F., comune il 7-VIII-77, scarso il 15-VIII-77. Citato di Italia sett., Toscana, Corsica, Sardegna, Sicilia (Luicion1 1929), abbastanza frequente in acque stagnanti di pianura ma piuttosto localizzato. Non mi risultano altri reperti di questa specie per la Liguria. Haliplus (Liaphlus) mucronatus Steph., un solo es. il 15-VIII-77. Italia sett. e centr., Campania, Puglia, Corsica, Sardegna, Sicilia (Lurcion1 1929). Presente soprattutto in acque debolmente correnti di località meridionali, assai localizzato. Di Liguria mi ri- sultano solo alcuni reperti di es. isolati. INSEDIAMENTO DI IDROCANTARIDI 129 Fam. DYTISCIDAE Bidessus tiragalloi n. sp. Lungh. mm 1,8-1,9; largh. 1-1,1. Forma ovale, nero-bruno, testa e pronoto prevalentemente testacei, elitre nerastre con due macchie gialle a margini indistinti che dalle epipleure si prolungano fin quasi alla sutura formando una stretta fa- scia anteriore e una piccola macchia apicale (tipo); numerosi es. presen- tano invece colorazione uniforme bruno-rossiccia. ‘Testa debolmente microreticolata, anteriormente sono visibili piccoli punti sparsi poco impressi, solco tra gli occhi nettamente visi- bile, clipeo tubercolato, antenne testacee imbrunite all’apice. Pronoto testaceo (esclusa la base tra i solchi ed una stretta fascia anteriore che sono bruno-nere), nettamente orlato, solchi laterali pro- fondi, punteggiatura debole e rada su fondo liscio. Elitre con strie suturali ben marcate anteriormente, evanescenti posteriormente e lunghe poco più della metà delle elitre stesse, divergenti presso la base e leggermente sinuose al centro; strie discali brevi e profondamente impresse. Punteggiatura costituita da radi grossi punti foveolati tra la stria discale e quella suturale, piccoli e radi altrove; fondo lucido e liscio anteriormente, opaco posteriormente. Parte inferiore bruno-nera, liscia, esclusa l’area mesotoracica dove sono visibili radi punti fortemente impressi. Zampe bruno-testacee. Pene caratteristico ed assai differenziato da quelli delle altre specie della fauna italiana; in visione dorsale appare molto largo, convesso, anteriormente spatoliforme, con la massima larghezza poco avanti la metà e appena più ristretto verso l’apice (fig. 1); in visione laterale appare largo e, dopo la base, appena leggermente ricurvo con la parte apicale bruscamente rastremata e piegata in basso (fig. 2). Parameri bisegmentati con la parte distale poco più corta della parte basale e nettamente ripiegata ad angolo retto, con alcune rade setole apicali (fig. 3). Femmina simile al maschio senza apparenti caratteri sessuali secondari. Ann. Mus. Civ. St. Nat. - Genova - Vol. LKXXII 9 130 N. SANFILIPPO Holotypus e Allotypus: App. Ligure, Bargone, Stagno di Rocca- grande, 7-VIII-1977, leg. N. Sanfilippo. (Coll. Museo Civ. St. Nat. di Genova). Paratypi: 60 es. gg e 9Q della stessa località, 7-15.VIII.1977 (coll.: Museo Civico di Storia naturale di Genova, Museo civico di Storia naturale di Milano, Senckenberg - Museum di Francoforte, Bilardo, Franciscolo, Pederzani, e mia). Bidessus tiragalloi n. sp., fig. 1: pene visto dal dorso, fig. 2: lo stesso visto di lato, fig. 3: paramero. Bidessus goudoti Cast., fig. 4: pene visto dal dorso, fig. 5: lo stesso visto di lato, fig. 6: paramero. Bidessus tiragalloi n. sp., fig. 7: lame dell’oviscapto. Bidessus muelleri Zimm., fig. 8: lame dell’oviscapto. Distribuzione: da*specie; oltre ‘chemdella oem am è nota di Puglia: S. Cataldo e Otranto (Lecce), ove è stata raccolta dall'amico Angelini (28.1.71 e 15.XI.74); questi es. pugliesi erano stati attribuiti anche da me al B. goudoti Cast. prima di rinvenire il copioso materiale ligure. Probabilmente anche gli es. dei Laghi Alimini citati INSEDIAMENTO DI IDROCANTARIDI 131 come B. goudoti (ANGELINI 1972) vanno attribuiti alla nuova sp. descritta che non è escluso abbia in Italia una diffusione più ampia, soprattutto nell’area meridionale. Derivatio mnominis: la specie:¢ dedicata‘ con gratitu- dine all’amico Paolo Tiragallo, appassionato naturalista, che mi ha segnalato l’interessante biotopo e validamente aiutato durante le ricerche. Note ecologiche: nello stagno descritto erano presenti numerosissimi individui, radunati soprattutto presso le rive che nuo- tavano per brevi tratti e si posavano di frequente sul fondo melmoso o tra la vegetazione semisommersa. Posizione sistematica: seguendo la tabella di Gui- GNOT (1947 p. 62) B. trragalloi per la stria discale che non raggiunge posteriormente la metà delle elitre va collocato nel gruppo del B. uni- striatus che nella nostra fauna comprende attualmente altre quattro specie (unzstriatus Schr., grossepunctatus Verbr., pumilus Aubè e goudoti Cast.). Da tutte si differenzia nettamente per la inconfondibile forma del pene. In base ai caratteri esterni: da grossepunctatus e pumilus (che hanno contorno subromboidale) si distingue abbastanza facilmente per il contorno più regolarmente ovale e per la stria suturale che raggiunge quasi la base delle elitre; da wunistriatus e sopratutto da goudoti si distingue meno agevolmente solo per la punteggiatura delle elitre e per le minori dimensioni (*). Tra le specie congeneri, estranee alla nostra fauna ma presenti in paesi confinanti, quella che ritengo abbia maggiori affinità, oltre che per i caratteri esterni anche per la forma del fallo, con B. tiragalloi è il B. muelleri Zimmermann, 1927, descritto di Corfù e successivamente citato anche di Jugoslavia (Montenegro, Dolcino) e di Ungheria (Mou- CHAMPS 1956). Grazie alla cortesia del Dr. R. zur Strassen del Senckenberg- Museum di Francoforte ho potuto avere in visione un paratipo £ di B. muelleri, ed ho così osservato che le valve dell’oviscapto di 5. tzra- galloi (fig. 7) si differenziano da quelle di B. mwuelleri (fig. 8) per avere la porzione distale più ovaliforme ed allungata e per le setole più rade. (4) Il B. goudoti è piuttosto raro ed ho potuto identificare con certezza solo alcuni es. raccolti, da me il 22.VII.76 e dall’amico Pederzani il 12.VII.77, in Corsica: Portovecchio, canali di irrigazione alle foci del fiume Stabiaccio; ho ritenuto pertanto utile raffigurarne il pene ed i parameri (figg. 4, 5, 6). 132 N. SANFILIPPO La figura, se pur schematica, relativa alla parte medio-apicale del fallo in visione dorsale pubblicata da ZIMMERMANN nel lavoro descrittivo è sufficiente per rilevare una differenza nella forma: la parte medio- apicale del fallo in B. muellert ha 1 lati sub-paralleli mentre in B. tira- galloi essi sono convergenti, per cui la parte apicale è visibilmente più ristretta di quella mediana. Per i caratteri esterni le due specie sono molto simili, tuttavia B. tiragallot si distingue per la forma meno regolarmente ovale dovuta alla parte medio-anteriore delle elitre più larga (5), per la punteggiatura che, soprattutto nella zona compresa tra la stria discale e quella suturale, è costituita da punti più grandi ed impressi ed infine per il disegno giallo delle elitre che in B. muelleri è marcato con contorno ben definito mentre in B. trragalloi è evanescente con contorni sfumati. Guignotus pusillus F.: alcuni es. il 7 e 15.VIII.77. Tutta Italia e isole. FRANCISCOLO (1974) lo cita di alcune località delle Alpi Pennine, Cozie e Marittime da quota 1700 a quota 2000 circa. Comu- nissimo e diffuso in acque stagnanti di pianura, più raro e localizzato nelle zone montuose. Per la Liguria mi risultano solo reperti spora- dici limitati a pochi es. Hydroporus memnonius Nicol.: abbastanza frequente il 7 e 15.VIII.77. Italia sett. e centr., Campania, Sicilia, Lucania, Alpi Pen- nine, Cozie, Marittime da quota 1465 a quota 2536 (LurcionI 1929, SANFILIPPO 1955, FocarILE 1960, FranciscoLo 1974). In Liguria è abbastanza frequente in acque debolmente correnti o stagnanti nelle zone più alte dell’Appennino. Porhydrus obliquesignatus Bielz: 2 es. il 7.VIII.77, 5 es. il 15.VIII.77. La specie si rinviene prevalentemente in acque stagnanti di zone appenniniche a quote piuttosto elevate ed è segnalato della Venezia Giul., Venezia Trid., Emilia, Umbria, Abruzzo, Lazio, Cam- pania, Lucania, Calabria (FrancIscoLo 1956, 1957, 1964; FOCARILE 1965; ANGELINI 1975). Il rinvenimento in Liguria amplia quindi ancora, se pure di poco, l’areale della specie in Italia. Noterus clavicornis De Geer. (sensu GUIGNOT): frequente sia il 7 che il 15.VIII.77. Citato di tutta Italia ed isole. Assai comune in acque (5) Le misure del paratipo di B. muelleri citato sono le seguenti: lungh. mm 1,88, largh. mm 1,00; quelle dell’allotypus di B. tiragalloi lungh. mm 1,88, largh. mm 1,04. INSEDIAMENTO DI IDROCANTARIDI 133 stagnanti soprattutto nella pianura Padana. Sull’Appennino ligure ho riscontrato altre due popolazioni assai numerose e non associate ad alcuna altra specie della famiglia, ad Alto (prov. di Savona) nel Lago della Madonna a quota 900 ed a Ziona (prov. di La Spezia) in un piccolo stagno artificiale a quota 400. Agabus (Gaurodytes) bipustulatus L.: alcuni es. il 7 e 15.VIII.77. Tutta Italia e isole. Assai comune e diffuso in acque sta- gnanti dalla pianura alla zona sub-montana. In Liguria è sporadica- mente presente in piccole raccolte d’acqua stagnante dell’Appennino. Colymbetes fuscus L.: alcuni es. il 7 e 15.VIII.77. Tutta Italia ed isole. Comune in acque stagnanti di pianura o collina soprattutto nelle regioni meridionali. In Liguria solo reperti sporadici ed isolati. Dytiscus marginalis L.: un es. il 7.VIII.77, alcuni es. tra cui una @ riferibile alla f. conformis Kunze, il 15.VIII.77. Tutta Italia e Sicilia. Abbastanza comune in acque stagnanti e debolmente correnti della pianura fino a quote assai elevate della zona alpina. Sull’Ap- pennino ligure assai raro e sporadico. Durante le ricerche di Idrocantaridi ho potuto raccogliere alcune specie di altri gruppi (°). Coleoptera, HyDpRaeNIDAE: Hydraena (Phothydraena) te- stacea Curt. (3 es.). HYDROPHILIDAE: Coelostoma orbiculare F. (3 es.); Helochares libidus Forst. (25 es.); Chaetarthria seminulum Herbst. (1 es.); det. Dott. F. PEDERZANI. Odonata, LESTIDAE: Lestes barbarus F. (2 33, 3 99); Lestes dryas Kirby (2 gg); det. Dott. F. Capra. Rhynchota, CorixIpaE: Corixa panzert Fieb. NOTONEC- TIDAE: Notonecta glauca hybrida Poiss. GERROIDAE: Gerris maculatus Tam. HeBRIDAE: Hebrus pusillus Fall. Le specie citate erano tutte assal comuni. Det. Prof. L. TAMANINI. (6) Ringrazio sentitamente gli Amici: Dr. F. Capra, Sig. L. TAMANINI, Dr. F. PEDERZANI per la determinazione del materiale; Prof. M. E. FRANCISCOLO per avermi inviato la tabella e i disegni del gen. Bidessus - tratti dal suo volume della Fauna d’Ita- lia: Idrocantaridi (in corso di stampa) - che mi hanno permesso di individuare più agevolmente la posizione sistematica della specie descritta; Dr. R. Pocc1, del Museo di Storia Naturale di Genova, per la revisione critica del lavoro e la stesura di alcuni disegni. 134 N. SANFILIPPO Le cause che hanno determinato un insediamento ricco di specie e di individui in un’area di norma scarsamente popolata di specie acqua- iole possono essere molteplici e, alla luce delle scarse cognizioni finora acquisite, di difficile interpretazione. Si può comunque affermare, in attesa di ulteriori osservazioni, che possa avere avuto notevole influenza la concomitanza di alcuni fattori favorevoli: la particolare natura del terreno, che ha permesso la formazione di un bacino lacustre pressoché perenne e relativamente esteso; la insolazione totale e la posizione riparata dai venti provenienti da Nord e prossima al mare, 8 Km circa, che determinano un elevato gradiente termico dell’acqua; la difficoltà di accedere alla zona che ha favorito la conservazione dell'ambiente fino a quando, recentemente, è stata costruita la strada carrozzabile. Ritengo comunque che questo descritto sia ormai l’esigua rappre- sentanza di ambienti palustri che ancora alcuni decenni or sono dovevano essere assai più diffusi e probabilmente presenti, con caratteristiche analoghe, anche in talune zone costiere della nostra regione. Le ricerche sopra esposte, per ora assai limitate, potrebbero fornire ulteriori interessanti reperti se estese ad altri gruppi di organismi; purtroppo è evidente che l’equilibrio faunistico, stabilizzatosi in un lungo periodo di tempo, potrebbe essere facilmente compromesso e rapidamente alterato da interventi umani anche se di limitata entità; per la precarietà dell'ambiente mi è apparsa tra l’altro chiara la necessità, come certo risulterà ai futuri ricercatori, di limitare le raccolte prelevando solo il materiale strettamente necessario agli studi sistematici. BIBLIOGRAFIA ANGELINI F., 1972 - Hydroadephaga inediti della Puglia e Lucania (Coleoptera: Hali- plidae, Dytiscidae, Gyrinidae) - Boll. Soc. ent. ital., Genova, 104: 179-194. — —, 1975 - Nuovi reperti di Hydroadephaga (Coleoptera: Haliplidae, Dytiscidae, Gyrinidae) - Boll. Soc. ent. ital., Genova, 107: 56-70. FOCARILE A., 1960 - Ricerche coleotterologiche sul litorale ionico della Puglia, Lucania e Calabria. 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Verona, 12: 173-220. — —, 1974 - Idrocantaridi di alcune località delle Alpi occidentali (XIV contributo alla conoscenza degli Idrocantaridi, Coleoptera) - Boll. Mus. civ. St. nat. Verona, 1: 345-357. GuicnoT F., 1947 - Coléoptères Hydrocanthares - Faune de France, Vol. 48, Ed. P. Lechevalier, Parigi, 286 pp. — —, 1959 - Revision des Hydrocanthares d’Afrique (Coleoptera Dytiscoidea). (Prémiere partie) - Ann. Mus. Roy. Congo Belge, Tervuren, 70: 313 pp. LUIGIONI P., 1929 - I Coleotteri d’ Italia. Catalogo topografico, sinonimico e bibliogra- fico - Mem. Pont. Acc. Sc. I Nuovi Lincei, Roma, Serie 2°, 13, 1160 pp. MoucHamps R., 1956 - Contribution a l’étude des Coléoptères aquatiques (6.me note) - Bull. Inst. Roy. Sc. nat. Belg., Bruxelles, XXXII, n. 22: 1-16. SANFILIPPO N., 1955 - Ricerche zoologiche sul Massiccio del Pollino (Lucania-Calabria). XVII, Coleoptera 7. Dytiscidae, Cyrinidae - Annuario Ist. Mus. Zool. Univ. Napoli, 7, n. 14: 1-4. ZIMMERMANN Von A., 1927 - Bemerkungen ueber einige Schwimmkaefer des Sen- ckenberg-Museums nebst drei Neubeschreibungen - Senckenbergiana, Frankfurt, 9 32-33. RIASSUNTO È segnalato e brevemente descritto un interessante ambiente acquatico dell’ Ap- pennino Ligure Orient. presso Casarza Ligure (Prov. di Genova) e sono elencate le specie delle fam. Haliplidae e Dytiscidae ivi raccolte. Tra i Ditiscidi una specie inedita: Bidessus tiragalloi è descritta e ne viene figurato l’apparato copulatore che si differenzia notevolmente da quello delle altre specie del genere. Dello stesso ambiente sono inoltre elencate alcune specie di Insetti apparte- nenti a: Coleotteri (Hydraenidae, Hydrophilidae), Emitteri (Corixidae, Notonectidae, Gerroidae, Hebridae), Odonati (Lestidae). SUMMARY The author gives a short description of an interesting pool of eastern Ligurian Apennine near Casarza Ligure (prov. of Genova) and makes the list of the collected Haliplidae and Dytiscidae. Among the Dytiscidae a new species is described (Bidessus tiragalloi); the aedeagic characters allow an easy identification of this new Bidessus. A list of the other Insectes collected in the pool is also given; it includes Coleoptera (Hydraenidae and Hydrophilidae), Hemiptera (Corixidae, Notonectidae, Gerroidae, Hebridae) and Odonata (Lestidae). 136 G. K. SRIVASTAVA Zoological Survey of India 34, Chittaranjan Avenue, Calcutta - 700012 ON A NEW SPECIES OF THE GENUS IRDEX BURR (DERMAPTERA: LABIIDAE) FROM NEW GUINEA The genus /rdex Burr, was represented in New Guinea by four species, i. e., J. ernstmayri Giinther, 1932; J. brevis Brindle, 1970; I. novaeguineae Boeseman, 1954 and I. papuana (Brindle, 1970a). The last species was described under the genus Argusina Hebard (1927) which has been synonymised with /rdex by Srivastava (1975). Recently, while examining some identified material received from Museo Civico di Storia Naturale, Genova, Italy, it was found that 1 J, 2 22 belong to a new species which is described below. Irdex poggii sp. n. Material examined - N. Guinea SE, Moroka, 1300 m, Holotype 3, Paratype 2 29, Loria, VII-XI, 1893 (Det. by BormMans as Labia dufouri); genitalia mounted on a celluloid slip and pinned with the specimen (Museo Civico di Storia Naturale, Genova, Italy). General colour blackish brown, pubescent. 3: Head smooth, moderately convex, hind margin feebly emarginate in middle, sutures obsolete. Eyes about twice as long as the post ocular length. Antennae partly broken (only two segments on the left and ten on the right remaining); basal segment almost equal to the combined length of 2nd to 4th segments, stout, gently narrowed basally; 2nd small, about as long as broad; 3rd long and cylindrical, almost equal to 5th in length; 4th slightly shorter than preceding; remaining segments gradually thinning and increasing in length distally. Pronotum slightly longer than broad, anterior margin convex, sides straight, flat, hind angles and margin well rounded, median sulcus obliterated; prozona feebly raised and metazona flat. Legs typical of the genus. Elytra and wings well developed. Abdomen moderately convex, gently enlarged IRDEX POGGII 137 \ VII f, mal N Oy MN \\ a\\ i \ DA Varg una i È [RC MU Fa SANO gl . i F DI ì ER» Irdex poggii n. sp. - Fig. 1: g, dorsal view; fig. 2: g, genitalia; fig. 3: £, ultimate tergite and forceps. Irdex papuana Brindle - Fig. 4: g, ultimate tergite and forceps; fig. 5: g, genitalia. 138 G. K. SRIVASTAVA in middle, impunctate, sides of segments rounded. Penultimate sternite transverse, broadly rounded posteriorly. Ultimate tergite smooth trans- verse, hardly depressed in middle posteriorly, hind margin trisinua- te, oblique laterally above the roots of forceps. Pygidium narrowed, sloping downwards at base, apically expanded and horizontal, laterally, forming a triangular lobe, hind margin emarginate, postero-lateral angles provided with minute point. Forceps remote at base, intervening space almost filled up by the pygidium, depressed, tapering apically, branches almost straight in basal two thirds, afterwards gently arched with apices hooked and pointed, internally at base trigonal for a short distance, ventrally margin sharp and dorsally armed with three teeth, smallest near the base and largest at basal two thirds. Genitalia as seen ar the oro 2. 9: Agrees with § in most characters except that the ultimate tergite comparatively less transverse; pygidium convex at base, sub- vertical, apically depressed and horizontal, hind margin emarginate with angles faintly produced, laterally margin convex and serrated; forceps with inner ventral margin projecting and armed with several teeth, largest one near the base and gradully becoming smaller towards apex. Measurements ff (mi mm) 3S ele Length of body 6.3 6.7-7.1 Length of forceps 259 2:3=2069 This species has been named after Dr. R. Poggi of Museo Civico di Storia Naturale, Genova, Italy Remarks: The described species resembles with J. pygidiata (Dubrony) from the Oriental Region but it can be easily separated by blackish brown general colouration; eyes in being slightly less than double the length of head behind eyes; pygidium with postero-lateral angles produced in the form of minute tooth and forceps with inner ventral margin sharp only and the 3 parameres pointed apically. In I. pygidiata general body colour is uniform brown; eyes are only slightly longer than the post-ocular length; pygidium somewhat similar but the tooth at postero-lateral angles is prominent and forceps with inner margin dorsally as well as ventrally are armed with nume- rous larger and smaller teeth, in apical half margin serrated also. The g parameres somewhat blunt apically. IRDEX POGGII 139 From I. novaeguineae Boeseman, known only by 9, the described species can be, however, separated by the smaller size and the shape of pronotum which is longer than broad. Following is the key for separating all the known species from New Guinea area including the new species described in the present paper: 1 (6). Size smaller (9-10 mm). 2 (3). Eyes only slightly longer than the length of head behind eyes; pronotum slightly broader than long; 3 pygidium large, narro- wed apically, hind margin in middle concave with a minute point postero - laterally; forceps broad and short INA CRA Sha, ee 2, ee I. brevis Brindle 3 (2). Eyes only slightly shorter than double the length of head behind eyes; pronotum slightly longer than broad; 3 pygidium subvertical, narrowed at base, afterwards forming a depressed plate, produced laterally into a triangular lobe and hind margin may be produced or emarginate and forceps long. 4 (5). Uniformly reddish brown, 3 pygidium distally projecting with the tip bifid and provided with a tubercle above (fig. 4); parameres broader at base gradually narrowing apically, tip somewhat obtuse-(fg. 5) . . . . . 4 papuana (Brindle) 5 (4). Uniformly blackish brown, 3 pygidium not produced distally, postero-lateral angles with minute point and hind margin emarginate, tubercle above wanting; parameres narrowed at base, gently enlarged in middle, apices somewhat pointed. I. poggi sp. n. 6 (1). Size larger (18-20 mm); 7 (8). Pronotum slightly longer than broad, gently widened poste- riorly . . . . . I ernstmayri Ginther (known by ¢ only) 8 (7). Pronotum about as long as broad, square, sides parallel, almost of uniform width. J. novaeguineae Boeseman (known by 2 only) ACKNOWLEDGEMENTS I am thankful to Dr. T. N. Ananthakrishnan, Director, Zoological Survey of India, Calcutta for providing necessary facilities and to Dr. R. Poggi, Curator, Museo Civico di Storia Naturale, Genova, Italy, for placing this interesting collection at my disposal. 140 G. K. SRIVASTAVA REFERENCES BoEsEMAN M., 1954 - The Dermaptera in the Museums at Leiden and Amsterdam - Verh. Zool., Leiden, 21: 1-122. BRINDLE A., 1970 - The Dermaptera of the Solomon Islands - Pacif. Ins., Honolulu, 12 (3): 641-700. — —, 1970a - A new species of the genus Argusina Hebard (Dermaptera: Labiidae) from Papua - Entomologist, London, 103, n. 1285: 147-150. HEBARD M., 1927 - Studies in Sumatran Dermaptera - Proc. Acad. nat. Sci. Philadelphia, 79: 23-48. GUNTHER K., 1932 - Die von Dr. Mayr 1928 auf Neu - Guinea gesammelten Dermap- teran - Mitt. Deutsch. ent. Ges., Berlin, 3 (5): 69-72. Srivastava G. K., 1975 - Notes on the Indian species of the genus Jrdex Burr (Der- maptera: Labiidae) - Dr. B. S. Chauhan Comm. Vol.: 267-278. RIASSUNTO In base ad esemplari raccolti a Moroka (Nuova Guinea) da L. Loria, l’ A. de- scrive Irdex poggii n. sp., prossima ad I. pygidiata (Dubrony). Viene inoltre fornita una tabella per la determinazione delle cinque specie di /rdex note per la Nuova Guinea. SUMMARY In the present paper Jrdex poggii, a new species of Dermaptera from New Guinea (collected in Moroka by L. Loria), that comes very close to J. pygidiata (Dubrony), has been described. A key has also been given for separating all the known species of Jrdex from New Guinea. 141 RICCARDO PITTINO Museo Civico di Storia Naturale di Milano REVISIONE DEI TIPI DI PSAMMODIUS FALLEN CONSERVATI AL MUSEO DI STORIA NATURALE DI GENOVA E DESCRIZIONE DI UNA NUOVA SPECIE DELLA REGIONE INDOCINESE* (COLEOPTERA APHODIIDAE) Il genere Psammodius Fallén è stato oggetto, in passato, di nu- merosi errori interpretativi: alcuni di essi sono stati recentemente rico- nosciuti, come il caso di P. pelluscens (Petr.) (Rakovié, 1978), il pro- blema del gruppo P. nocturnus Rtt. - P. lacot (Roub.) - P. brevior (Norm.) - P. besucheti (Petr.) e il caso di P. plicicollis Er. (PiTTINO, 1978; 1979). Tuttavia, molto resta da fare e, tenendo conto del numero relativamente alto di specie descritte successivamente alla monografia di BALTHASAR (1964), la sistematica di questo genere deve tuttora ritenersi in fase di evoluzione e assestamento. Il presente lavoro costituisce un ulteriore contributo alla conoscenza del genere, attraverso la revisione dei tipi di P. indicus (Har.) e P. gestrot (Clouet), conservati al Museo di Storia Naturale di Genova, e la descrizione di una nuova specie della regione indocinese emersa da questo studio. PUI tiewalaZ hol msde siime lites to (olo =tlunghezza totale, misurata per segmenti; LP = lunghezza del pronoto; IP = larghezza massima del pronoto; LE = lunghezza elitrale; 1 = IE = larghezza massima, corrispondente alla massima larghezza della sagoma elitrale; le = larghezza minima della sagoma elitrale, misurata a livello del callo omerale. * III Contributo alla conoscenza del genere Psammodius 142 R. PITTINO DISCUSSIONE DELLE SPECIE Psammodius indicus (Harold) Psammobius indicus Harold, 1877, p. 100; — — Clouét, 1898, p. 240, 1900, p. 13; — — A. Schmidt, 1922, p. 481; — — Paulian, 1942, p. 131; — — Balthasar, 1964, p. 536; — — Endrédi, 1964, p. 338; 1967, p. 105; — — Nomura, 1973, p. 44. Località classica: Celebes, Macassar. Holotypus. Esemplare unico 9, mancante della metatibia sinistra e degli ultimi tre articoli metatarsali destri. Esso reca i seguenti cartellini: 1) Celebes Macassar 1.74 O. Beccari; 2) Typus; 3) indicus Har.; 4) Psammobius indicus Har. tipo; 5) Psammodius indicus (Har., 1877) Holotypus Det. R. PirtTINO, 1978. Tassonomia. Nell’ambito della fauna paleartica, P. indicus appartiene al gruppo di specie caratterizzate da pronoto senza cercini trasversi, interstrie elitrali non tubercolate, con decima interstria com- pleta, vertice privo di carene oblique, assieme a P. Jaevicollis Klug, P. desertorum (Fairm.), P. japonicus (Har.) e P. jelineki Rak. La descri- zione di HAROLD e quelle successive di A. SCHMIDT (1922) e BALTHASAR (1964) contengono errori e imprecisioni: data l’importanza tassonomica del carattere nel genere Psammodius, vale la pena di porre subito in rilievo che nel tipo, contrariamente a quanto riferito da tali Autori, il pronoto è provvisto di setole ai margini laterali. La specie viene ride- scritta come segue. Descrizione. Specie macrottera, con occhi normali; corpo di forma piuttosto tozza, globosa (1/L = 0,78), fortemente convessa, distintamente allargata posteriormente (Fig. 10). Tegumenti lucenti, di colore marrone scuro, con capo (tranne i 2/3 posteriori del vertice e la sutura frontale), lati e margine anteriore del pronoto, lati e inter- stria suturale delle elitre bruno-rossicci; antenne, zampe e parti ven- trali testacee. Lunghezza: mm 3,08. Profilo dell’epistoma come in Fig. 1. Margine anteriore del clipeo nel mezzo distintamente smarginato, con angoli anteriori ottusamente arrotondati; guance non cigliate, largamente arrotondate, distinta- mente sporgenti lateralmente ma quasi allineate con il bordo laterale del clipeo, da cui sono separate tramite una debole incisura ottusa. Fronte densamente tubercolata, al centro con qualche granulo di forma ovalare; sutura frontale debolmente impressa, resa evidente dal colore TIPI DI PSAMMODIUS 143 scuro, delimitata posteriormente da due file trasverse di piccoli granuli: una anteriore completa e subregolare, una posteriore largamente inter- rotta nel mezzo e con granuli a disposizione più rada e irregolare. Ver- tice nei 2/3 posteriori completamente liscio e lucido. Pronoto trasverso, con massima larghezza al terzo medio (LP/ IP = 0,65; LP/LE = 0,44), privo di cercini trasversi; margini laterali e basale non crenellati, distintamente ribordati, provvisti di setole piliformi: quelle laterali discretamente lunghe, incurvate verso l’alto (Fig. 15), quelle basali molto corte. Base evidentemente bisinuata, sporgente al centro verso lo scutello. Sono presenti 3 solchi trasversi debolmente impressi, provvisti di punti di media grandezza: uno presso il bordo anteriore, con punti radi disposti in unica serie; uno circa a metà, punteggiato in duplice fila irregolare, chiaramente più impresso lateralmente, dove termina in una evidente fossetta trasversa ovalare; il terzo accostato al margine basale, regolarmente e abbastanza densa- mente punteggiato in unica serie; un debole solco longitudinale mediano grossolanamente e irregolarmente punteggiato si estende nei 2/3 poste- riori del disco. Questo con punteggiatura doppia, fatta di punti grosso- lani, fortemente impressi, piuttosto radi, a disposizione molto irregolare, mescolati a piccoli punti debolmente impressi, sparsi e regolari; lati lucidi, provvisti di microscopici punti ancora più sparsi. Scutello trian- golare, liscio, infossato in toto rispetto all’interstria suturale, scuro tranne una piccola area basale chiara. Elitre fortemente convesse, con sagoma elitrale appena più lunga che larga (LE/L = 0,57; IE/LE = 0,87), chiaramente dilatata al terzo posteriore (le/lE = 0,30). Base smarginata al centro, ribordata; callo omerale debole, dente omerale appena accennato. Strie sottilissime, chiaramente impresse e fortemente punteggiate, con punti molto più larghi delle strie, che intaccano vistosamente i bordi delle interstrie; strie 8 e 9 fortemente accorciate in avanti. Interstrie molto larghe, di- stintamente ma non fortemente convesse, lisce; interstri2 suturale non costiforme alla base; decima non infossata, congiungentesi con la nona nell’ultimo quinto della lunghezza elitrale. Carena epipleurale liscia, presso il margine mediale con una costa evidente solo nel terzo anteriore della sua lunghezza; margine laterale sottilmente ribordato, non cigliato. Protibie robuste (Fig. 2), con spina terminale debolmente incur- vata lateralmente, poco più lunga dei primi due tarsomeri riuniti; pro- tarsi circa 1,6 volte più lunghi della spina terminale, con singoli tarso- 144 R. PITTINO meri subcilindrici, debolmente dilatati all’apice. Mesotibie snelle, bruscamente e chiaramente allargate all’apice, al margine superiore e inferiore con doppia serie di 4 dentini spiniformi, dietro a ciascun den- te con una setola piliforme; spine terminali robuste e acuminate, la superiore sinuosa, lunga il doppio dell’inferiore e come i primi 2 tar- someri riuniti; 1° articolo mesotarsale molto robusto, triangolare, lungo come i 2 seguenti riuniti, anch’essi distintamente triangolari; 4° tar- somero subcilindrico; 5° cilindrico allungato. Metatibie triangolari (Fig. 3), non arcuate, lunghe più del doppio della loro massima larghezza, chiaramente dilatate all’apice, al margine supero-laterale e infero- mediale con doppia serie di 5 dentini spiniformi, dietro a ciascun dente con una lunga setola piliforme. Spine terminali robuste, spatoliformi ad apice arrotondato, la superiore subparallela, lunga circa il doppio dell’inferiore e come i primi 2 articoli metatarsali riuniti. Metatarsi relativamente slanciati, lunghi quasi il doppio della massima larghezza delle metatibie: 1° articolo robusto, lungo come i 2 seguenti riuniti; 2° e 3° articolo triangolari. Unghie cornee, piccole. Metafemori panciuti, globosi, larghi circa il doppio dei meso- femori, sparsamente punteggiati. Lati del prosterno abbastanza den- samente punteggiati, con punti provvisti di corte setole piliformi cori- cate; placca metasternale piatta, romboidale, liscia, non punteggiata, al centro con un solco longitudinale distinto. Sterniti addominali lucidi, senza serie trasversa di punti setigeri. Psammodius gestroi (Clouét) Psammobius gestroi Clouét, 1900, p. 13, nec ( ?) Psammobius gestroi Cl., A. Schmidt, 1922, p. 480, nec (?) — —, Balthasar, 1964, p. 535, nec (?) — —, Rakovié, 1978, p. 135-137, nec Psammobius pelluscens Petrovitz, 1961, p. 133. Località classica: Birmania, Bhamò. Designazione: dei L'ectotypi. Nella desesteno originale, CLOUET indica una sola località tipica e riferisce che parte degli esemplari sono al Museo di Genova, parte nella sua collezione. Data l'impossibilità di reperire la Coll. Clouét, oggi purtroppo dispersa, i tre esemplari del Museo di Genova sono gli unici rintracciabili sicu- ramente appartenenti alla serie tipica. Il Lectotypus, esemplare in buone condizioni di conservazione (manca solo degli ultimi tre articoli metatarsali destri), reca 1 seguenti cartellini: 1) Bhamo Birmania Fea VIII. 1885; 2) Typus; 3) Gestroi Clouét; 4) Psammobius Gestrot Clouét TIPI DI PSAMMODIUS 145 Types; 5) Psammodius gestroi (Clouét, 1900) Lectotypus Det. R. PITTINO, 1978. Un esemplare, fortemente danneggiato (sono mancanti l’elitra destra, la protibia destra, le zampe mediana e posteriore di destra), porta su cartellino il preparato della volta palatina e dell’edeago e reca i seguenti cartellini: 1) Bhamò Birmania Fea VIII. 1885; 2) Psammodius gestroi (Cl., 1900) Lectoparatypus N. 1 Det. R. PITTINO, 1978. Il terzo, mancante della zampa anteriore destra e della protibia sinistra, porta i seguenti cartellini: 1) Bhamò Birmania Fea IX.1885; 2): Psammodius gestroi (Cl., 1900) Lectopa-atypus N. 2 Det. R. PiTTINO, 1978. Tassonomia. RaxoviC (1978) ha dimostrato che P. pelluscens (Petr.), erroneamente considerato sinonimo di P. gestroi (BALTHASAR, 1964), è specie valida. Tuttavia, il confronto dei tipi di CLOUET con le descrizioni e i disegni riportati in letteratura (A. ScHMIDT, 1922; BALTHASAR, 1964; Raxovic, 1978) suggerisce il sospetto che gli esemplari visti da tali Autori non siano dei veri gestroz: essi, infatti, citano 1 carat- teri distintivi di questa specie già indiczti da CLOUET (decima interstria elitrale fortemente accorciata, angoli anteriori del clipeo molto ravvi- cinati e altri di minore importanza), trascurando, come già aveva fat- to il descrittore stesso, caratteri di notevole rilevanza tassonomica, come le spine terminali delle metatibie entrambe ad apice bifido (carattere che non esiste in nessun altro Psammodius!), le guance for- temente sporgenti, le strie elitrali deboli e sottili, con punti che intac- cano debolmente i bordi delle interstrie, e la disposizione della pube- scenza del margine epipleurale laterale. Le loro descrizioni e i loro disegni, pertanto, si adattano anche ad altri esemplari appartenenti ad una specie inedita, che verrà descritta nella presente nota (1). Uno di essi, appartenente alla collezione del Museo di Genova, proviene da una località birmana molto distante da quella classica e non citata nella descrizione originale: esso non può pertanto essere considerato appar- tenente alla serie tipica, anche se ad essa è stato erroneamente aggiunto in epoca successiva. Dicsicim zie ne. (Specie macrottera,i con. occhi normali, di forma molto tozza (1/L= 0,46-0,50), fortemente convessa e vistosamente (1) Il Dr. Rakovié mi ha successivamente comunicato che tutti gli esemplari da lui esaminati, così come quelli visti da BALTHASAR (che egli ha avuto modo di verifi- care), sono dei veri P. gestroî, provvisti di metatibie con spine terminali ad apice bifido, e che tale carattere non è evidenziato nei disegni (BALTHASAR, 1964, p. 536; RAKOvIè, 1978, p. 140) per l’inadeguata proiezione. Ann. del Civ. Mus. di St. Nat., Vol. LXXXII 10 146 R. PITTINO allargata posteriormente (Fig. 11). l'egumenti lucenti, translucidi, di colore giallo testaceo chiaro; solo l’orlo dei vari segmenti scheletrici (capo, vestigia della sutura frontale, pronoto, scutello, sutura elitrale, articoli tarsali e spine apicali delle tibie) di colore bruno. Lunghezza: mm 2,36-2,75. Profilo dell’epistoma cone in Fig. 4. Margine anteriore del clipeo nel mezzo angolosamente smarginato, con angoli anteriori angolosa- mente arrotondati e ravvicinati, che conferiscono al clipeo una carat- teristica forma ristretta in avanti; bordi laterali debolmente sinuati presso gli angoli anteriori, chiaramente crenellati e provvisti di setole piliformi discretamente lunghe; guance lobiformi, asimmetriche, for- temente sporgenti lateralmente e separate dal bordo laterale del clipeo da una profonda incisura, fornite di ciglia lunghissime, Fronte abba- stanza densamente e regolarmente granulata; bilateralmente, in regione temporale, sono presenti vestigia della sutura frontale in forma di C scura aperta in avanti e lateralmente. Vertice nella metà anteriore gra- nulato, posteriormente liscio. Pronoto molto corto e trasverso, con massima larghezza circa alla meta (LP/IP = 0;59-0,63; LP/LE = 0,34-0;37); margini laterale basale non crenellati, distintamente ribordati, con sottilissime setole piliformi, quelle laterali molto lunghe e incurvate verso l’alto; margine anteriore con ampio orlo membranoso. Base evidentemente bisinuata, chiaramente sporgente al centro verso lo scutello; calli laterali molto deboli e lisci. Pronoto praticamente privo di cercini e solchi trasversi: sono presenti solo un debole solco trasverso non punteggiato in prossi- mità del bordo anteriore e una corta ma distinta fossetta trasversa in corrispondenza del callo laterale, più o meno distintamente e irrego- mente punteggiata; solco mediano longitudinale assente. Scultura molto variabile: tegumento liscio e lucente con punteggiatura difficilmente riconoscibile (microscopici e radi punti superficiali misti a qualche punto debolmente impresso di media grandezza) oppure evidente, molto irregolare e doppia, più densa e più forte (piccoli punti mescolati a punti grossolani); il Lectotypus presenta una superficie evidente- mente zigrinata, quasi rugosa, con punteggiatura doppia mal ricono- scibile: si tratta verosimilmente di un caso aberrante. Scutello trian- golare, relativamente largo, liscio, infossato in toto rispetto all’inter- stria suturale. Elitre fortemente convesse, con sagoma relativamente tozza (LE/L = 0,61-0,65), poco più lunga che larga (IE/LE = 0,76-0,78), forte- TIPI DI PSAMMODIUS 147 e ®* o ° Fig. 1: P. indicus (Holotypus), profilo dell’epistoma - 2: idem, protibia sinistra - 3: idem, apice della metatibia destra - 4: P. gestroi (Lectotypus), epistoma - 5: idem, protibia sinistra - 6: idem (Paralectotypus N. 2), apice della metatibia destra - 7: P. liviae n. sp. (Holotypus), epistoma - 8: idem (Paratypus N. 3), protibia sinistra - 9: idem (Paratypus N. 3), apice della metatibia destra. 148 R. PITTINO mente allargata al terzo posteriore (le/lE = 0,70-0,72). Base ribordata, al centro distintamente smarginata; callo laterale debole, dente omerale assente. Strie sottilissime, debolmente impresse, distintamente punteg- giate: i punti, debolmente impressi e poco più larghi delle strie, sono circondati da un alone scuro (effetto ottico dovuto alla trasparenza dei tegumenti) e intaccano debolmente ma distintamente i bordi delle interstrie: stria 8 più o meno fortemente accorciata in avanti; stria 9 sempre molto corta: anteriormente inizia nel secondo quarto della lunghezza elitrale e posteriormente si unisce alla 10 poco oltre la metà. Interstrie molto larghe, quasi piatte, lisce, con una serie centrale di punti microscopici; interstria suturale alla base allargata ai lati dello scutello, debolmente convessa; nona debolmente convessa, decima piana, con microreticolazione accennata, fortemente ridotta in lun- ghezza e talora in larghezza (quasi inesistente nel Paralectotypus N. 2). Epipleura robusta, fortemente convessa, priva di costa sporgente. Mar- gine epipleurale laterale molto finemente ribordato, con una fila di setole piliformi relativamente sparse, inserite strettamente all’orlo esterno, lunghe come quelle laterali del pronoto fino alla rotondità elitrale apicale, decrescenti in lunghezza, ma sempre relativamente lunghe, dopo di essa; dalla rotondità apicale delle elitre all’apice sono presenti altre due file di setole subeguali, circa della stessa lunghezza e densità di quelle marginali apicali, una ad inserzione in immediata prossimità del margine epipleurale esterno, l’altra, più corta, inserita oltre il margine epipleurale interno (Fig. 13). Protibie (Fig. 5) relativamente slanciate, con dente esterno api- cale molto lungo e robusto e dente esterno prossimale molto debole e appiattito; sperone terminale anteriore lievemente incurvato lateral- mente, non sinuoso, chiaramente più corto del dente esterno distale e più corto dei primi 3 tarsomeri riuniti. Protarsi esili, con singoli ar- ticoli subcilindrici allungati e debolmente dilatati all’apice, il 5° molto lungo. Mesotibie molto snelle, con doppia serie di 4 dentini spiniformi al margine supero-esterno e con spina terminale superiore sinuosa, acuminata, di 1/3 più lunga dell’inferiore, lunga come i primi 3 tarso- meri. Mesotarsi lunghi circa la metà delle mesotibie, con 1° articolo robusto, asimmetrico, sporgente lateralmente, lungo come i 2 seguenti; articoli 2°-4° conici, poco più lunghi che larghi, 5° distintamente più lungo che largo. Metatibie (Fig. 6) tozze, triangolari, robuste, forte- mente pubescenti, distintamente arcuate e fortemente allargate all’apice, più corte del doppio della loro massima larghezza, al margine supero- TIPI DI PSAMMODIUS 149 esterno con doppia serie di 7-8 dentini, al margine infero-mediale con doppia serie di 5 dentini, dietro a ciascun dente con una coppia di lun- ghissime ciglia. Spine terminali entrambe con caratteristico apice bifido, la superiore più robusta, chiaramente incurvata, lunga circa 1/3 più dell’inferiore e come i primi 3 articoli metatarsali riuniti. Metatarsi molto corti, lunghi circa come la massima larghezza delle metatibie e poco più della metà della loro lunghezza; 1° articolo triangolare, asim- metrico, molto robusto, lungo come i 2 seguenti, fortemente sporgente lateralmente; articoli 2°-3° triangolari, tozzi, più larghi che lunghi; 4° circa così lungo che largo; 5° distintamente più lungo che largo. Femori posteriori lucidi, con una serie trasversa di setole al terzo posteriore, larghi più del doppio dei mediani. Addome lucido al cen- tro, evidentemente zigrinato ai lati; ultimi 3 sterniti addominali con una serie trasversa centrale completa di grossi punti setigeri. Placca metasternale piana, debomente convessa al centro, lucida, non pun- teggiata, con un solco mediano longitudinale scuro debolmente impresso e una debole fossetta tondeggiante per lato. Psammodius liviae n. sp. Località classica: Birmania: da Prome a Minhla (fiume Irrawaddi). Descrizione. Specie macrottera, con occhi normali, grande, di forma relativamente slanciata (1/L = 0,46-0,49), distintamente ma non fortemente allargata in addietro (Fig. 12). Colore da giallo bruno chiaro a marrone chiaro, con orlo dei vari segmenti scheletrici più scuro; parti ventrali, zampe ed antenne testacee. T'egumenti lucenti, translucidi. Lunghezza: mm 3,31-3,77. Profilo dell’epistoma (Fig. 7) più trasverso che in P. gestroz (Cl.), ma ancor più fortemente ristretto anteriormente per l’estremo grado di avvicinamento degli angoli anteriori; bordo anteriore del clipeo nel mezzo angolosamente smarginato; guance evidentemente crenellate, debolmente sporgenti, largamente arrotondate e talora troncate, quasi allineate con il bordo laterale del clipeo, da cui sono separate tramite una debole incisura ottusa; setole piliformi al margine laterale del clipeo discretamente lunghe, ciglia al bordo esterno delle guance lunghissime. Fronte con granuli a disposizione subregolare molto fitta (spazi tra i granuli minori del loro diametro), che tende ad occupare anche la metà posteriore del vertice; vestigia della sutura frontale in forma di V scura aperta ai lati e in avanti. 150 R. PITTINO Profilo e struttura del pronoto molto simili a quelli di P. gestroz (LP/IP = 0,59-0,65; LP/LE = 0,37-0,41); base più fortemente bisi- nuata, vistosamente sporgente al centro verso lo scutello; aspetto e disposizione della pubescenza ai margini laterali e basale del tutto ana- loghe. Punteggiatura più evidente, sparsa e irregolare, doppia, con pic- colissimi punti debolmente impressi misti a grossi e profondi punti a disposizione più densa sul disco. Elitre fortemente convesse, con sagoma relativamente allungata (LE/L = 0,59-0,62; IE/LE = 0,73-0,81), distintamente ma non for- temente allargata al terzo posteriore (le/lE = 0,82-0,85). Base ribordata, smarginata al centro; callo omerale debole, dente omerale impercettibile. Struttura elitrale analoga a quella di P. gestroî, da cui si differenzia per avere strie più robuste e distintamente impresse, con grossi e profondi punti che intaccano vistosamente i bordi delle interstrie; strie 9 e 10 congiungentesi posteriormente a 2/3 circa della lunghezza elitrale; in- terstrie debolmente convesse, con margini crenellati; interstria suturale alla base molto debolmente allargata ai lati dello scutello; margine epipleurale laterale ribordato, con setole piliformi fittissime, fino alla rotondità laterale apicale delle elitre lunghe circa la metà di quelle laterali del pronoto, poi gradatamente decrescenti, fino a diventare cortissime verso l’apice elitrale; le setole sono inserite in due file, una sul bordo esterno, provvista anche di sparse setole lunghe come quelle laterali del pronoto, l’altra in immediata prossimità di esso; manca la terza fila di setole al margine epipleurale interno riscontrabile in P. gestroi (Fig. 14). Protibie (Fig. 8) molto slanciate e robuste, con dente esterno dista- le molto lungo e robusto e dente esterno prossimale forte, ad apice acuto; sperone terminale anteriore molto grosso, sinuoso ad apice in- curvato verso il basso, ancora più lungo del dente esterno distale e chiara- mente più lungo dei primi 3 tarsomeri riuniti. Protarsi molto allungati, con singoli tarsomeri subcilindrici, il 5° fortemente strozzato alla base e lungo circa il doppio del 49. Mesotibie e rispettivi tarsi del tutto simili a quelli di P. gestrot. Metatibie (Fig. 9) molto tozze, simili a quelle di P. gestroi ma con apice più fortemente dilatato, crenellatura più fine, al margine infero-mediale come al margine supero-laterale con doppia serie di 7-8 dentini, e pubescenza a disposizione più fitta, per presenza di una densissima denticolatura setigera su tutta la faccia esterna. Spine terminali spatoliformi, larghe, arcuate, ad apice arrotondato (Holotypus) o al massimo lievemente sinuato, mai bifido, la superiore lunga quasi TIPI DI PSAMMODIUS 151 il doppio dell’inferiore e come i primi 3 tarsomeri riuniti. Metatarsi di struttura analoga a quella di gestroz, ma con 2° e 3° articolo, oltre al 1°, asimmetrici e vistosamente sporgenti lateralmente. Metafemori come in P. gestrot, ma con due serie trasverse di punti setigeri, una presso il bordo anteriore, l’altra presso quello poste- riore. Addome completamente lucido, non zigrinato ai lati; tutti gli sterniti addominali con una serie trasversa centrale di grossi punti co co 0990 0000 96059000000 000008000 “20000090 999 0000000090 ° “0000 . o »* . ° o f° ° . Ceco mm 0,5 Fig. 10: P. indicus (Holotypus), silouette in visione dorsale - 11: P. gestroi (Lectotypus), silouette - 12: P. liviae n. sp. (Paratypus N. 1), silouette - 13: P. gestroi (Lectotypus), sagoma elitrale in visione dorsolaterale obliqua sinistra, con rappresentazione schematica della pubescenza epipleurale - 14: P. liviae n. sp. (Holotypus), idem. 15: P. indicus (Holotypus), profilo laterale sinistro del pronoto, con rappresentazione schematica della pubescenza del margine laterale e basale. Nelle fig. 13 e 14 sono schematicamente rappresentate solo le strie 8, 9 e 10 dell’elitra sinistra. 152 R. PITTINO setigeri ampiamente interrotta nel mezzo. Placca metasternale piana, lucida, con microscopici punti sparsi e con solco longitudinale mediano scuro debolmente impresso, senza foveole laterali. Derivatio nominis. Dedico questa specie a mia moglie Livia, che da anni mi segue con passione nelle mie escursioni entomo- logiche. Materiale esaminato: Holotypus: Birmania, da Prome a Minhla 20.V.1885 Leg. Fea, in Collezione del Museo di Storia Natu- rale di Genova; 4 Paratypi, numerati progressivamente da 1 a 4: Laos, Vientiane 1967 Leg. Ardoin. NN. 1,2, 4 in Coll. Petrovitzpiessogal Museo di Storia Naturale di Ginevra; N. 3 in mia collezione. RINGRAZIAMENTI Ringrazio vivamente la D.ssa L. Capocaccia, Direttore, e il Dr. R. Poggi, Con- servatore, del Museo di Storia Naturale di Genova, per avermi affidato in studio i preziosi tipi di Harold e Clouét, rendendo così possibile questo lavoro; il Dr. C. Be- suchet, del Museo di Storia Naturale di Ginevra, per avermi inviato in studio, con la consueta cortesia, importante materiale della Collezione Petrovitz e per avermi concesso un Paratypus di P. liviae per la mia collezione; il collega M. Rakovié di Praga per l’a- michevole scambio di dati, opinioni e consigli. BIBLIOGRAFIA BALTHASAR V., 1964 - Monographie der Scarabaeidae und Aphodiidae der palaeark- tischen und orientalischen Region (Coleoptera: Lamellicornia). Bd. 3: Aphodiidae - Verlag Tschechosl. Akad. Wiss., Prag: 1-652. CLOUET des PesrucHEs L., 1898 - Notes sur divers Aphodiides - Ann. Soc. Entom. France, 67: 239-240. — —, 1900 - Notes sur diverses especes d’Aphodiides. Genres Psammobius et Sicardia et description d’une espéce nouvelle - Ann. Soc. Ent. Belgique, 44: 11-15. ENDRODI S., 1964 - Die Aphodiinae des Congo-Gebietes in Rahmen der Fauna von Zentral-Afrika - Ann. Mus. roy. Afr. centr. Ser. 8° Zool., 123: 1-415. — —, 1967 - The scientific results of the Hungarian soil zoological expedition to the Brazzaville-Congo. 19. Facher Kafer (Coleoptera: Lamellicornia), I - Opusc. ZOol.,°7: S1-1113 FAIRMAIRE L., 1897 - Matériaux pour la Faune Coléoptérique de la Région Malgache. 4e Note - Ann. Soc. Ent. Belgique, 41: 364-406. HaroLp E. von, 1877 - Ennumération des Lamellicornes Coprophages rapportés de l’Archipel Malais - Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova, 10: 38-109. Nomura S., 1973 - Notes on the Coprophagous Lamellicornia from Taiwan - Ent. Rev. Japan, 2531-52: PAULIAN R., 1942 - Exploration du Parc National Albert. Aphodiinae (Coleoptera Lamellicornia) - 35: 1-145, XXIII Tavv. TIPI DI PSAMMODIUS 153 PeTROVvITZ R., 1961 - Neue und verkannte Aphodiinae aus allen Erdteilen (Col. Sca- rabaeidae) - Ent. Arb. Mus. Frey, 12: 99-135. PiTtTINO R., 1978 - Revisione del genere Psammodius Fallén, 1: le specie paleartiche del gruppo “‘nocturnus’’. (Coleoptera, Aphodiidae) - Boll. Soc. Entom. It., 110: 106-137. — —, 1979 - Revisione del genere Psammodius Fallén: 2. Ulteriori dati sul gruppo ‘nocturnus”. (Coleoptera, Aphodiidae) - Boll. Soc. Entom. It., 111: 33-35. Raxovié M., 1978 - Revision of the Types of the Psammodius Fallén species described by Petrovitz and Kept in the Museum of Natural History in Genève. (Coleop- tera, Aphodiidae) - Revue suisse Zool., 85: 135-142. SCHMIDT A., 1922 - Das Tierreich: 45 Lief. Coleoptera Aphodiinae - (Berlin u. Leip- zig): 1-614. RIASSUNTO L’autore effettua una revisione critica dei tipi di P. indicus (Har.) e P. gestroi (CI.) conservati al Museo di Storia Naturale di Genova, e descrive P. liviae n. sp. della regione indocinese, emersa da questo studio. Disegni originali completano il lavoro. SUMMARY Revision of the Types of Psammodius Fallén species kept in the Museum of Natural History in Genua and description of a new species from the Indochinese region (III Contribution to the knowledge of the Genus). The author hereby carries out a critical revision of the Types of the Psammodius Fallén species kept in the Museum of Natural History in Genua: P. indicus (Har.) and P. gestroi (Cl.) — the last one beeing designated as Lectotype - and describes P. liviae n. sp. from the Indochinese region (Burma and Laos), which differs from P. gestrot in having the following characters: larger size; simple, at the most apically feebly sinuate, never bifid, terminal spurs of metatibiae; semicircular, feebly protru- ding genae; apical spur of anterior tibiae very large, sinuous, longer than apical outer tooth; less widened posteriorly elytra, with deeper, coarsely punctate striae (the punc- tures visiblely notching the intervals) and quite more convex intervals; finally, different arrangement of bristles on epipleural margins. Original drawings of the head, anterior and posterior tibiae, shape of the body and arrangement of epipleural bristles complete this work. SILVIO SPANÒ Istituto di Zoologia dell’ Università di Genova NUOVI IBRIDI NATURALI ALECTORIS RUFA RUFA (L.) X ALECTORIS. GRAECA SAXATILIS (BECHSTEIN) SUELE ALPI MARITTIME E RELATIVE CONSIDERAZIONI TASSONOMICHE (*) Watson (1962) in seguito ad un esame completo, morfologico e zoogeografico, delle specie appartenenti al genere Alectoris aveva concluso, per sommi capi, che A. magna (Przhevalski), della Cina meri- dionale, era una forma relitta di A. graeca (Meisner), e che A. philbyi Lowe e A. rufa (L.) erano membri di una superspecie (A. chukar (Gray)) comprendente anche A. barbara (Bonnaterre). A. melanocephala (Rip- pell) sarebbe stata da includere in un sottogenere a sè. VAURIE (1965) riteneva tutte specie valide perché non si conosce- vano intermedi nei punti di contatto degli areali di diffusione, per il diverso modello facciale e per le diverse vocalizzazioni. Entrambi tuttavia ignoravano l’esistenza di una notevole popo- lazione ibrida di A. g. graeca (Meis.) x A. chukar cypriotes Hart. sui Monti Rhodope, nella Bulgaria sud-occidentale (PETROv, DRAGOEV & GeorgIEv, 1969; Dracoev, 1974), in seguito alla scoperta della quale gli Autori bulgari considerano le due forme conspecifiche e distinte a livello di sottospecie (cfr. GLuTz v. BLoTzHEIM, 1973). WATSON e VAURIE tenevano poi in minima considerazione l’esi- stenza di ibridi naturali noti tra A. g. saxatilis (Bech.) x A. r. rufa (L.) all'estremo occidentale dell’areale di graeca, e cioè al suo contatto con (*) Lavoro presentato al XVII Congressus Internationalis Ornithologicus (Berlino 1978). NUOVI IBRIDI NATURALI ECC. 155 ito Torino Alessandri MAR LIGURE Fig. 1 - Distribuzione degli ibridi di A. graeca x A. rufa finora noti (i cerchietti indicano le località, non il numero di segnalazioni). Il cerchietto nero indica la zona di provenien- za dei nuovi reperti. La linea tratteggiata e quella continua sottile indicano i limiti dell’attuale diffusione rispettivamente di A. graeca e di A. rufa nelle Alpi occidentali e negli Appennini settentrionali. rufa, nonostante che a tali ibridi in passato fosse stato dato anche un nome specifico: Perdix labatiei Bouteille 1844 (*). Ed è su questi ultimi che ci si soffermerà. La distribuzione delle segnalazioni viene riportata in cartina in base alle indicazioni bibliografiche (DEGLAND & GERBE, 1867; Mar- TORELLI, 1913; BALLETTO, 1977) con l’aggiunta di nuovi reperti (Fig. 1). È evidente che tali ibridi, generalmente considerati accidentali, sono stati segnalati lungo la zona di contatto tra le due specie, che, nel secolo scorso, erano presenti entrambe anche sugli Appennini setten- (*) Alcuni vecchi Autori riportano il termine /abatiei (DEGLAND & GERBE, 1867; Dresser, 1871-1881; SHERBORN, 1923), mentre altri scrivono /abatei (senza 1) (MARTORELLI, 1913; HarTERT, 1921; ARRIGONI DEGLI OppI, 1929; nonché gli AA. più recenti che da questi hanno attinto). Non essendo stata reperita la descrizione ori- ginale, non è stato possibile chiarire il piccolo particolare, anche se è verosimile che la versione degli AA. più vicini a BOUTEILLE sia la più corretta (cioè /abatier). 156 S. SPANÒ trionali a quote diverse (CALvI, 1828; Durazzo, 1846; DODERLEIN, 1873; GicLIoLI, 1889-1890). Le conferme recenti, su esemplari os- servati dall’Autore, si riferiscono a presunti ibridi naturali della Val Roya (Alpi Marittime) in territorio di Fontan (Francia). Due esemplari (5 e 9) sono stati raccolti nel novembre 1972 (Spano’, 1975) (Fig. 2) e Fig. 2 - Particolare del collare degli esemplari raccolti a Fontan (Val Roya) nel novem- bre 1972, di proprietà del sig. M. Boulanger (5 sin., 2 destra). un altro (9), a quattro anni di distanza (20 dicembre 1976) (Fig. 3) dal sig. Michel Boulanger, nella stessa zona (versante destro della valle), nello stesso ambiente a vegetazione arbustiva, a simile livello altitu- dinale (650 m circa). Nel primo caso si trattava di un branco di 7-8 individui, nel secondo di 5 individui. Non risulta che nella zona di cattura siano stati effettuati ripo- polamenti artificiali con altre specie di Alectoris. M. Boulanger riferisce, invece, di un’immissione di 36 chukar in territorio di Tenda, a circa 15 km di distanza, nella primavera 1975 (o 1976) di cui però non si è avuta più notizia alcuna, nè rivisto esemplare. A parte la considera- zione che tali ripopolamenti non hanno potuto influenzare i primi re- perti in quanto posteriori ad essi, non va dimenticato il vasto e acci- dentatissimo territorio, ricco di predatori, che separa le due zone e che difficilmente avrebbe reso possibile lo spostamento e il contatto con rufa. NUOVI IBRIDI NATURALI ECC. 157 Le descrizioni coincidono con quelle tratte dalla bibliografia. Più minuziosa quella del MARTORELLI (op. cit.) che, in sintesi, riassume sottolineando che al tipo ‘‘coturnice’ (ossia graeca) spettano le due bande nere intorno alla fascia bianca delle penne ornamentali dei fianchi ed il prolungamento verso il basso del bianco-sporco della gola; al tipo rossa” (cioè rufa) spettano la macchiatura a frangia dell’orlo posteriore del collare, la maggior estensione del marrone alle piume ornamentali ed il colore rosso cremisino delle parti nude. L’ibrido inoltre avrebbe il cenerino-bluastro del petto chiaro, le scapolari rosso- sauro con la parte interna azzurra come le coturnici (ma non tutte le coturnici delle Alpi le hanno). Egli elenca 1 esemplare proveniente dai monti di Arenzano (Genova), 3 dalle colline di Lerma (Alessandria), 2 da Casteggio (Pavia), 1 dalla zona delle Navette (Imperia). Si sotto- linea che egli pensò insistentemente ad una forma diversa, autoripro- ducentesi (ciò provato dall'esame di una femmina che aveva da poco allevato una covata). DEGLAND & GERBE (op. cit.) parlano di 5 esemplari (3 g, 2 9), due dei quali raccolti presso Grenoble, le cui caratteristiche salienti sarebbero: la sfrangiatura del collare e le piume dei fianchi con due bande nere, mentre la distribuzione dei colori e la taglia sarebbero intermedi, e il comportamento particolare. Completa il quadro distributivo la recente segnalazione di BAL- LETTO (op. cit.) di due popolazioni (una da poco estinta) ibride in pro- vincia di Imperia, presso il confine con la Francia. Si riportano di seguito le caratteristiche morfologiche degli esem- plari esaminati, a confronto con quelle di ibridi artificiali A. chukar x A. rufa ottenuti presso l'allevamento del dr. R. Garrone. Caratteri dell'esemplare 9 catturato il 20.12.1976 (Fig. 3) (reperibili con poche variazioni negli altri due) Riferibili ad A. graeca saxatilis Gola bianco-sporco estesa verso il — Groppone e copritrici della coda gri- basso (69 mm), a margine inferiore arrotondato Petto cenerino pallido con sfumature vinate Ventre ocra-giallastro pallido Dorso grigio con scarso pigmento rosso-vino alla base del collo e sul capo gio-perla brillante Piume dei fianchi con doppia banda (quella interna più sottile), senza sfumature rossiccie alla base, e bor- do marrone assente nella serie verso il centro del ventre Lieve accenno di spalline vinate, con parte centrale di ogni piuma ten- dente all’azzurrognolo. 158 S. SPANÒ Riferibili ad A. rufa rufa — Collare nero sfrangiato (ma poco oe espanso) — Mancanza di doppia banda in alcune — piume dei fianchi Fascia, fra le due nere delle piume dei fianchi, bianca Margine bruno-rosso delle stesse alto Sopracciglio bianco anche sulla fronte (sottile). Fig. 3 - Confronto dell’ibrido con A. rufa (a sinistra) e A. graeca saxatilis (a destra). Al centro figura l'esemplare (9) raccolto a Fontan dell’A. Caratteri di ibridi artificiali A. (di confronto) il 20 dicembre 1976 e di proprietà rufa x A. chukar — Gola bianca o bianco-crema, estesa verso il basso, a margine inferiore appuntito — Collare molto compatto, poco sfrangiato e — Redini bianche o appena segne*c di nero a forma di V — Sopracciglio nero poco marcato, o assente — Sopracciglio bianco presente NUOVI IBRIDI NATURALI ECC. 159 — Petto color grigio azzurro brillante. — Dorso color sabbia scuro-brunastro, con zone rosso vino carico alla base del collo e sul capo — Scapolari marginate di rosso ruggine e parte centrale bluastra — Ventre ocra-giallastro carico — Piume dei fianchi con disegno grossolano, in un caso tutte con doppia banda nera (sottile quella basale), in un secondo con doppia banda solo sulle penne anteriori di un lato, in un terzo con doppia banda su un lato e solo in parte su quello opposto Osservazioni: le vedint c'1l sopracciglio. neri, tipici di entrambe le specie, si ritrovano ovviamente negli ibridi. La zona golare bianco-sporca negli ibridi è assal ampia e profonda (cfr. MARTORELLI op. cit.). Il collare nero, pur essendo sfrangiato, varia da uno stadio simile a graeca (Fig. 2 3), con poche macchie ad uno di estrema fram- mentazione ed evanescenza (Fig. 2 9), passando per uno stadio inter- medio (Fig. 3). Il petto ha colorazione più simile a graeca (*), con tinta tenue, margine delle singole piume appena soffuso di un rosso- vino (come un alone sfumato), mancando le due vaste aree vinate che in rufa scendono dalla base superiore del collo verso il petto, dove ten- dono a congiungersi sotto il collare. Le parti dorsali soprattutto in un esemplare, sono identiche a quelle di graeca, molto più grigie di quelle bruno-olivastre di rufa. Esiste in un esemplare un accenno appena percettibile di ‘spalline’ differenziate, con centro azzurrognolo-gri- giastro chiaro e margini vinati, e si collega alla presenza delle stesse nella maggior parte degli individui di graeca (cfr. MARTORELLI op. cit.). Le penne ornamentali dei fianchi, pur avendo nella maggioranza doppia banda nera, non sono uguali nei tre ibridi: in due infatti la fascia bianca compresa fra le nere assume sfumature camoscio (come in graeca) mentre nella terza è candida come in rufa; e la barra nera basale non ompresente in” tutte le*penne: (**) Il confronto con tre ibridi artificiali A. rufa x A. chukar (non è noto di quale sottospecie) ha evidenziato profonde differenze con gli ibridi naturali oggetto del presente studio, confermando la validità della (*) Il confronto è stato fatto con un 3 di A. graeca saxatilis catturato sul M. S. Maria in Val Fontanalba di Casterino (Tenda) e quindi appartenente ad una popola- zione assai prossima a quella interessata dal fenomeno. Le rufa di confronto sono state più d’una e di diversa provenienza (comunque dell'Appennino settentrionale). (**) I dati biometrici, tendenzialmente intermedi, ma transvarianti, non por- tano alcun contributo allo studio, considerando anche la loro variabilità nell’ambito di ogni singola specie e nei dati riferiti dai diversi Autori. 160 S. SPANÒ segnalazione. Infatti in tali incroci, come in chukar, il collare nero si stringe a V verso il petto e di conseguenza si riduce ad angolo acuto il bianco della gola che tende al color crema; tale collare è molto compatto. Le redini sono bianche (come in chukar), o appena segnate di nero (influenza di rufa), e il sopracciglio nero è assai poco marcato (in chukar Fig. 4 - Piume ornamentali dei fianchi di A. rufa rufa, A. graeca saxatilis e A. chukar cypriotes (da sinistra a destra). In questa serie appare evidente la tendenza a scomparire della banda nera basale secondo un gradiente est-ovest, sottolineata dalla saltuaria presenza di accenno di tale banda anche in rufa, limitatamente alle prime piume ante- riori (ctr. anche MARTORELLI, 1913). è interrotto). Il dorso è color sabbia scuro, ma su di esso spiccano netta- mente le scapolari marginate vivacemente di rosso ruggine e con parte centrale bluastra. In base alle osservazioni fatte e ai dati bibliografici è ipotizzabile l’esistenza di piccole popolazioni naturali con caratteri intermedi tra A. graeca saxatilis e A. rufa rufa, purtroppo assai ridotte dalla pressione antropica e dalle modificazioni ecologiche seguite allo spopolamento della montagna, ma in alcuni casi addirittura note ai cacciatori con nomi dif- ferenziati. Si potrebbe esser tentati, per questo, di porre seri dubbi sulla separazione netta fra le due specie, tuttavia si ritengono indispensabili ulteriori studi sulle reciproche affinità. NUOVI IBRIDI NATURALI ECC. 161 Il problema resta, comunque, più aperto che mai. Si vogliono fare alcune considerazioni, con valore di semplici ipotesi da convalidare, che potrebbero sostenere l’esistenza di una sola forma, dall’Atlantico al Pacifico attraverso l’Eurasia, che presenterebbe modificazioni non ancora sufficienti a considerare valicato il confine della specie (Voous, 1960): — tendenza alla frammentazione o evanescenza del collare nelle forme marginali (rufa, graeca whitaReri, magna); — tendenza ad assottigliare e perdere la banda nera interna delle piume dei fianchi verso occidente (Fig, 4); la constatazione che l’assotti- gliamento si verifica anche in magna (della Cina centro-meridio- nale) non fa che collegare tale tendenza alla considerazione pre- cedente; — tendenza a presentare redine e sopracciglio neri ben marcati verso gli estremi dell’areale (rufa, graeca, magna). Si potrà parlare di un’unica superspecie (cfr. Mayr, 1963) con le semispecie chukar, graeca, rufa, magna, philbyi, o di una sola specie con le medesime forme a livello subspecifico, A. barbara (Bonn.) permanendo buona spec.e. Si ringraziano vivamente: il sig. Michel Boulanger di Tenda per avermi donato uno dei rari esemplari e fornito alcune notizie utili e il dr. Riccardo Garrone per avermi permesso una visita al suo allevamento. BIBLIOGRAFIA ARRIGONI DEGLI Opp? E., 1929 - Ornitologia Italiana - Hoepli, Milano. BaLLETTO E., 1977 - Analisi faunistico venatoria ed ecologica della Regione Liguria - Don Bosco, Genova. Cavi G., 1828 - Catalogo d’ornitologia di Genova - Pagano, Genova. DEGLAND D. & GerBE Z., 1867 - Ornithologie européenne - Baillière, Paris. DODERLEIN P., 1873 - Avifauna del modenese e della Sicilia - Giorn. Sc. Nat. Econ., Palermo, 9. Dresser H. E., 1871-1881 - The Birds of Europe - London. 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SUMMARY The existence of natural hybrid populations of Alectoris rufa rufa x Alectoris graeca saxatilis was confirmed in the Roya Valley (Maritime Alps) in 1972. Four years later (1976) a further specimen was collected in the same zone and habitat. In both instances, howewer, the collected specimens belonged to more consistent floks. The A. advances serious doubts on the taxonomic separation, at specific level‘ of A. graeca and A. rufa; a more consistent hypotesis seems that of considering them only at subspecies rank, or, at the most as semispecies (see also Mayr, 1963) together with chukar, magna and philbyi. 163 CarLa MORRI Istituto di Ecologia Animale ed Etologia - Pavia CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DEGLI IDROZOI LAGUNARI ITALIANI: IDROPOLIPI DI ALCUNI LAGHI COSTIERI MEDIOTIRRENICI. (*) INTRODUZIONE Il litorale tirrenico dell’ Italia peninsulare è caratterizzato dalla presenza di numerosi laghi costieri che rappresentano, nel loro insieme, un vasto campionario di quelle condizioni ecologiche che distinguono le cosiddette “lagune mediterranee”. Tali laghi sono pertanto sempre stati oggetto di interesse e nu- merosi sono i lavori che li riguardano. Tuttavia scarsissime sono a tutt'oggi le informazioni sugli Idroidi di questi ambienti (ed in effetti si può dire che mancano o quasi cono- scenze sugli Idrozoi lagunari italiani). Tralasciando la laguna di Orbetello, oggetto di una precedente nota (Morri e MARTINI 1978), in questa sede è stato preso in consi- derazione il sistema dei laghi costieri pontini e flegrei, gli uni sul lito- rale laziale, gli altri su quello campano. Tra i più importanti lavori faunistici riguardanti tali ambienti Si possono ricordare quelli di FERRERO (1956) sul Fogliano, di GRAN- DORI (1939) sul Caprolace, di BRUNELLI e CANNICCI (1944) e di FER- RERO (1961) sul Sabaudia, di PoLIcE (1928) e di APOLLONI (1934) sul Fondi, di SoMMANI (1954) sul Lungo, di SaccHI (1964) e di MEROLA e coll. (1965) sul Patria e di Carrapa (1973) sul Fusaro. Ciò nonostante le precedenti segnalazioni di Idroidi riguardavano soltanto il lago di Patria. (*) Ricerca eseguita nell’ambito del Programma Finalizzato C.N.R. ‘Promozione della qualità dell'ambiente — Zoocenosi delle acque costiere e lagunari”. 164 C. MORRI MATERIALI E METODI Allo scopo di raccogliere informazioni sulle specie eventual- mente presenti, è stata eseguita una serie di prelievi, soprattutto in periodo estivo, nel corso del 1978. Le raccolte sono state effettuate tramite raschiamenti da sub- strati duri di varia natura o tramite raccolta manuale di vegetali som- mersi o di altri organismi sui quali gli Idroidi potevano essere presenti come epibionti. Il materiale raccolto è stato anestetizzato con l’aggiunta di solfato di magnesio (soluzione satura) e successivamente fissato in formalina neutral al 59%: RISULTATI Sono state rinvenute una specie di Gimnoblasti e tre di Calip- toblasti; a queste si possono aggiungere Odessia maeotica ed Obelia bidentata segnalate da SACCHI (op. cit.) nel lago di Patria (con salinità, nelle stazioni a Idroidi, tra il 10°/,, ed il 20°/,,, € temperatura oscillante, come anche negli altri laghi considerati, tra pochi gradi ed oltre 30° C). Complessivamente gli Idroidi presenti nei laghi costieri pontini e flegrei sono pertanto i seguenti: Fam. MOERISIDAE Odessia maeotica (Ostroumoff 1896) Fam. CLAVIIDAE Cordylophora caspia (Pallas 1771) (= C. lacustris Allman 1844) Fam. CAMPANULARIIDAE Obelia dichotoma (L. 1758) Obelia bidentata Clarke 1875 Laomedea calceolifera (Hincks 1871) Fam. PLUMULARIIDAE Ventromma halecioides (Alder 1859) Tralasciando O. maeotica ed O. bidentata, che non sono state ritro- vate nel corso della presente indagine (e si rimanda pertanto al lavoro di SACCHI), qualche considerazione può essere riportata sulle altre specie segnalate. IDROZOI LAGUNARI 165 mm G 39 Fig. 1 - Cordylophora caspia (Pallas), lago di Fondi. 166 C. MORRI Cordylophora caspia è stata rinvenuta nel lago di Fondi (con salinità di poche unità per mille), nel quale mostra una vasta distribu- zione: è infatti presente, e sempre con individui perfettamente vitali, dal canale di foce fino alle anse più interne, dove convive con organi- Fig. 2 - Obelia dichotoma (L.) con gonoteche, lago di Fogliano. IDROZOI LAGUNARI 167 smi francamente dulcicoli quali, ad esempio, il granchio Potamon flu- viatile (Herbst) o i Molluschi Gasteropodi Lymnaea stagnalis (L.), Radix auricolaria (L.), Stagnicola palustris (Mull.), Theodoxus fluvia- tilis (L.), Bythinia tentaculata (Shepp.), Physa acuta (Drap.), ecc. 1 mm Fig. 3 - Laomedea calceolifera (Hincks) con gonoteca femminile, Mare Morto. C. caspia è stata trovata in discreta quantità soprattutto su tron- chi e canne, su pezzi di plastica affioranti a pelo dell’acqua o sui tubi del Serpulide Ficopomatus (= Mercierella) enigmaticus (Fauvel). 168 C. MORRI Conformemente a quanto noto sul polimorfismo della specie (KINNE 1964), le colonie presentavano per lo più idrocauli corti e sem- plici, non ramificati; gli idranti erano piuttosto globosi, con 14-16 tentacoli (fig. 1). Solo negli esemplari raccolti presso il canale di foce a mare (Canale di Canneto), sono stati osservati idrocauli leggermente ramificati. Obelia dichotoma è stata rinvenuta presso la foce nuova del lago Fogliano (salinità media 20-21°/,,), Sia sugli argini artificiali, sia sui gusci del Cirripede Balanus perforatus Brug., sia sul carapace di Carcinus mediterraneus Czern. Le colonie (fig. 2), scarsamente ramificate e di piccole dimensioni, presentavano le gonoteche in luglio. Tale specie è comparsa anche nel lago Fusaro (salinità media 36°/,,), con colonie più fittamente ramificate ma senza gonoteche. Laomedea calceolifera è stata rinvenuta in abbondante quantità allo sbocco a mare del lago Miseno (Mare Morto) e nel lago Caprol ce. Le colonie erano particolarmente diffuse sulle foglie di Zostera che popola in quantita il fondale. L. calceolifera è in effetti epibionte caratteristica delle Zosteracee, anche in acque salmastre (Morri 1978, PicarD 1952). Negli esemplari rinvenuti le gonoteche erano direttamente inserite sulle idrorize (fig. 3), separate dagli idrocauli ed isolate le une dalle altre; secondo Faure (1965) questa disposizione degli organi ripro- duttori è un carattere tipico di L. angulata (Hincks), mentre L. calceo- lifera porterebbe le gonoteche alla base dei peduncoli idrantofori. Pur- tuttavia sugli esemplari raccolti alla foce del Miseno sono state osservate le inconfondibili gonoteche femminili ad uncino, sicuramente riferibili, secondo lo stesso FAURE, a L. calceolifera. Naumov (1960) ed altri autori considerano però L. calceolifera sinonimo di L. angulata, che del resto ha aspetto ed ecologia molto simili. Ventromma halecioides infine, è stata rinvenuta nel lago Fusaro, dove le colonie, benché non abbondanti, portavano gonoteche nella stagione calda; queste ultime erano inserite sull’idrocaule polisifo- nico, eretto e piuttosto lungo. Le colonie (fig. 4) presentavano tal- volta anche ramificazioni secondarie, assumendo nel complesso un por- tamento che sembra caratteristico di acque calme, come possono essere appunto quelle lagunari. IDROZOI LAGUNARI 169 Fig. 4 - Ventromma halecioides (Alder) con gonoteche, lago Fusaro. 170 C. MORRI CONSIDERAZIONI Nonostante siano piuttosto scarse le specie complessivamente rinvenute (poiché in effetti pochi sono gli Idroidi in grado di coloniz- zare le acque salmastre) è possibile identificare tra queste, due contin- genti di diversa ecologia. L’uno è rappresentato dai tre Caliptoblasti, specie a carattere più ‘marino’ e che penetrano in acque lagunari purché non troppo dessalate: in effetti sono state ritrovate in laghi polialini od eualini. Solo Laomedea calceolifera è abbastanza tipica di acque salmastre, mentre Obelia dichotoma e soprattutto Ventromma halecioides sono in grado di penetrarvi solo in base alla loro ampia valenza ecologica. Tutte sono comunque note nella laguna poli-iperalina di Orbetello (MoRRI e Mar- TINI Op. cit.). L’altro contingente è rappresentato da Cordylophora caspia, specie che abita acque a bassa salinità o addirittura dolci; durante questa ricerca è stata infatti incontrata solo nel lago oligo-mesoalino di Fondi. Manca nella laguna di Orbetello, ma è presente invece nelle acque salmastre del delta padano (osservazioni personali). RINGRAZIAMENTI Si ringraziano il Prof. Giancarlo Carrada ed il Sig. Mario Di Genova, della Stazione Zoologica di Napoli, per la preziosa collaborazione. BIBLIOGRAFIA APOLLONI N., 1934 - Alcune ricerche biologiche sul lago di Fondi - Boll. Pesca Piscic. Idrobiol., 10, (1): 199-210. BRUNELLI C. e Cannicci G., 1944 - Le caratteristiche biologiche del lago di Sabaudia - Atti Acc. d’ Italia Mem. Scienze Fis. Mat. e Nat., 14: 661-731. Carrana G. C., 1973 - Profilo ecologico di una laguna salmastra flegrea: il lago Fusaro - Arch. Oceanogr. Limnol., 18 suppl.: 145-164. 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Idrobiol. n. s., 9, (1): 30-53. RIASSUNTO Vengono presi in considerazione gli Idroidi dei laghi costieri pontini e flegrei dove sono complessivamente presenti sei specie. Vengono in particolare riportate alcune osservazioni sull’aspetto delle colonie e sull’ecologia di talune specie. RESUME On considère les Hydraires de quelques lacs saumàtres còtiers de |’ Italie cen- trale et méridionale. Compte tenu des trouvailles précédentes (très scarces en réalité et limitées seulement au lac de Patria), les espèces de ces milieux sont: Odessia maeotica (Ostroumoff), Cordylophora caspia (Pallas), Obelia dichotoma (L.), Obelia bidentata Clarke, Laomedea calceolifera (Hincks) et Ventromma halecioides (Alder). On fait des considérations sur la morphologie des colonies et sur l’écologie de quel- ques espèces. 172 CarLo VIOLANI Istituto di Ecologia Animale ed Etologia - Università di Pavia UCCELLI DI HONOLULU RACCOLTI DA LUIGI MARIA D’ALBERTIS Alla fine del 1872, ancora febbricitante dopo il suo primo viaggio alla Nuova Guinea con Odoardo Beccari, Luigi Maria D'Albertis ab- bandonava Andai a bordo della “Vettor Pisani” diretto alla volta di Sydney, per trascorrervi un lungo periodo di convalescenza e di riposo. Oltrepassato lo Stretto di Torres il 1 gennaio 1873, la “Vettor Pisani” entrava a Port Jackson il primo di febbraio e, cinque giorni dopo, l'esploratore ligure poteva stabilirsi a Double Bay, Sydney. La sua guarigione fu lenta, dieci mesi circa; conosciamo però ben poco del periodo australiano di D'Albertis, eccetto una nota di DORIA (1878, p. 164), in cui è ricordata un'escursione sul Clarence River, ed una raccolta di Psittacidi etichettati “D’ Albertis New South Wales” pervenuta in seguito al Museo di Storia Naturale di Genova. (*) Maturato nel frattempo il progetto di esplorare la costa sudorientale della Nuova Guinea, “ma non ancora bene ristabilito in salute’? come scrisse egli stesso più tardi (1880, p. 156), ‘il 20 Dicembre 1873 io davo un temporaneo addio all’Australia ed alla bella città di Sydney. Toccate le Isole Fiji, respirate per due mesi le balsamiche aure di Honolulu, nelle Isole Sandwich, la mia salute si ristabiliva di giorno in giorno. (...) Dalle Sandwich a San Francisco, alla città dei Mormoni, alle ca- scate del Niagara, a Chicago, infine a New York. Alla metà dell’Aprile, 1874, arrivavo in Europa. La febbre mi aveva lasciato ed io principiai i miei preparativi per un secondo viaggio.” Pur essendo così scrupoloso nel registrare quotidianamente nel diario le sue catture in Nuova Guinea, D’Albertis non pubblicò nessuna osservazione o resoconto delle proprie cacce compiute durante la conva- (*) A Sydney, incltre, acquistava vivo e descriveva un Marsupiale proveniente dalla Nuova Guinea, Halmaturus luctuosus (= Dorcopsis muelleri (Schl.)), poi ceduto alla Zoological Society di Londra il 17 aprile 1874 (D’aLBERTIS, 1874; SCLATER, 1874). UCCELLI DI HONOLULU 173 lescenza ad Honolulu, nè, a quanto risulta, si conosce la sua corrisponden- za di quel periodo. Al suo ritorno in patria, lo Stato Italiano ne acquistò le raccolte, commettendo l’incarico al Marchese G. Doria affinchè ‘fos- sero tutelate nella distribuzione le ragioni scientifiche, evitando una dispersione che avrebbe reso impossibile nel futuro lo studio di quelle collezioni” (SaLvapoRrI, 1877, p. 116). Oltre al materiale ornitologico tipico della Nuova Guinea, entra- vano così al Museo Civico di Storia Naturale di Genova esemplari provenienti da altre località visitate da D'Albertis ‘“per brevissimo tempo”, tra cui lo Stretto di Torres e le Isole Sandwich (ora arcipelago delle Hawaii), nonchè 477 pelli di uccelli australiani. Alle raccolte di uccelli si affiancavano quelle entomologiche ed aracnologiche: tra gli Aracnidi, per esempio, gli esemplari di Scytodes marmorata L. Koch, provenienti da Honolulu e da Sydney, studiati da THoRrELL (1881, p. 180). A rap- presentare l’ornitofauna delle Hawaii giunsero al Museo alcuni esemplari in pelle: una Fulica americana alai Peale, MSNG 22657, etichettata “Is. Sandwich, D’Albertis”; due Anas (platyrhynchos) wyvilliana Sclater (2 adulta MSNG 22646 e 3 juv. MSNG 22647), entrambe contrassegnate “Isole Sandwich, D'Albertis”. Queste indicazioni di provenienza sono piuttosto generiche e, mancando di data e località, contrastano con l’usuale accuratezza del viaggiatore italiano nel registrare i suoi appunti; è pro- babile che gli individui siano stati acquistati in loco. Un esemplare 3 di Moho nobilis (Merrem), MSNG 22515, endemico della sola isola di Hawaii, fu invece sicuramente catturato da D'Albertis: reca alla zampa un cartellino già predisposto per la spedizione in Nuova Guinea, con la sovrastampa ‘Viaggio Beccari e D'Albertis”, e con note autografe prese dall’animale fresco: ‘Iride castagno, becco nero, piedi neri; Havahai Marzo 1874; nome nativo Oh Oh”. Data e località di cattura di questo Melifagide, ora estinto, provano come, verso la fine del soggiorno alle Sandwich, L. M. D'Albertis visitasse anche l’isola di Hawaii, prima di salpare alla volta di San Francisco. Durante la sua convalescenza ad Honolulu, nell’isola di Oahu, nel febbraio 1874, egli potè dedicarsi in ogni caso alle sue raccolte. Nelle collezioni del Museo di Genova si trovano infatti due vasi, contenenti uccelli in alcool catturati ad Honolulu, che saranno l’oggetto della pre- sente nota. Mentre può essere discutibile la provenienza da Honolulu di un Didunculus contenuto nel piimo recipiente, è indubbia quella degli esemplari racchiusi nel secondo: essi recano un cartellino di località scritto a matita e datato 1874; due di essi sono muniti di un’etichetta autografa. 174 C. VIOLANI È davvero singolare come sia rimasta inosservata per lungo tempo questa piccola raccolta di uccelli di Honolulu, ottenuta proprio durante un periodo in cui l’avifauna del Pacifico insulare veniva attivamente studiata dai grandi specialisti; Chastempis sandwichensis gayi, per esem- pio, fu descritto per la prima volta ben 17 anni dopo la cattura degli esemplari di D'Albertis. Si conosce poco o quasi nulla dell’avifauna delle Hawaii, sia en- demica che introdotta, prima del 1890 (BERGER, 1979, in litt.); le notizie delle specie importate prima di tale data, estremamente frammentarie e poco precise, si possono desumere per lo più da cenni sui quotidiani locali dell’epoca, senza riferimenti certi sulla data esatta, l’origine o l'identità delle specie liberate (CauM, 1933). Sotto questa luce, dunque, la collezione di D'Albertis acquista un notevole significato documentario ed è d’altronde rappresentativa, pur nell’esiguità del numero di forme: escludendo il Didunculus, delle 7 specie reperite, 4 sono state introdotte e 3 sono endemiche delle isole Sandwich. Infine, sotto un’ala dell'esemplare f di Chastempis sandwichensis gayl, è stato casualmente rinvenuto un Coleottero Tenebrionide, Gono- cephalum adpressiforme, specie descritta da KaszaB nel 1951 e le cui località tipiche sono: N. e S. Marianne, Luzon, Manila, Wake e Can- ton Islands, Honolulu e Barbers Port. Confrontando questo individuo con altri Tenebrionidi Opatrini del Museo di Storia Naturale di Genova, l’amico Dr. Roberto Poggi ha potuto accertare la presenza in collezione di una serie di ben 41 altri esemplari di G. adpressiforme etichettati tutti “Honolulu, 1II-1874, L.M. D'Albertis”. MATERIALE ESAMINATO COLUMBIDAE Didunculus strigirostris (Jardine) Gnathodon strigirostris Jardine 1845, Ann. Mag. Nat. Hist., 16: 175, pl. 9. Un esemplare adulto, non deviscerato e quindi senza indicazioni di sesso, con cartellino ‘Honolulu D'Albertis 1874”, conservato in alcool. MSNG 23866. UCCELLI DI HONOLULU 175 Misure: culmine rettificato 23 mm; id., secondo la curvatura, 27 mm; ala 205 mm; tarso 44 mm; coda 118 mm. Le misure dell'esemplare suddetto, e di tutti gli altri considerati qui di seguito, sono state effettuate secondo i criteri standard fissati da BALDWIN, OBERHOLSER & WoRLEY, 1931. Questa specie è tipica di Savaii ed Upolu, Isole di Samoa (Goop- WIN 1970, p. 293), e non risulta esser mai stata introdotta nelle Ha- wail; d’altra parte, è difficile pensare che si tratti di un esemplare tenuto in cattività ad Honolulu, considerando il buono stato dei vessilli delle remiganti e delle timoniere che in prigionia si sarebbero quasi certa- mente logorati. L'individuo in questione, piuttosto, potrebbe essere stato ottenuto durante una sosta del viaggio da Sydney alle Sandwich, invece che ad Honolulu; D'Albertis, non potendolo preparare subito in pelle, lo conservò in alcool. Il cartellino di località fu redatto da altra mano, forse più tardi, all'entrata del Didunculus nelle collezioni del Museo, contemporaneamente all’altro materiale di Honolulu, conservato tutto in un altro recipiente di vetro e che verrà esaminato qui di seguito. L'esatta provenienza da Honolulu di questo secondo lotto di esemplari non ne rimane infirmata, trovando conferma, oltre che dai dati autografi di località, anche dall’esame dei Drepanididi e dei Muscicapidi appar- tenenti senza alcun dubbio a sottospecie proprie di Oahu. PHASIANIDAE Lophortyx californica californica (Shaw) Tetrao californicus Shaw 1798, Nat. Misc., 9, pl. 345 e testo. Callipepla californica vallicola Ridgway 1885, Proc. U. S. Nat. Mus., 8: 355. La sola testa ed il collo di un individuo adulto, senza indicazione di sesso, ma ¢ in base alla colorazione del piumaggio. Reca il cartellino “Honolulu D'Albertis. 74”. msnc 46601 Misure: culmine 15 mm. Secondo Caum (1933, p. 13) questa specie fu importata come selvaggina dalla California ad Oahu prima del 1855 e poi lasciata libera su tutte le altre isole Hawaii. Attualmente è assai ridotta di numero e molto rara ad Oahu, mentre è assai comune su altre isole del gruppo. 176 C. VIOLANI STRIGIDAE Asio flammeus sandwichensis (Bloxham) Strix Sandwichensis Bloxham, Voy. ‘Blonde’, pag. 250. La sola testa di un individuo di sesso ignoto. Reca il cartellino “Honolulu D’Albertis. 74’. MsNG 46602 Misure: culmine 27 mm; id., secondo la curvatura, 32 mm. Asio flammeus (Pontopp.) è un taxon a distribuzione quasi cosmo- polita, comprendente, fra l’altro, diverse forme insulari. La sottospecie in questione, endemica delle Hawaii, dove è presente su tutte le isole, viene localmente chiamata con il termine onomatopeico di ‘Pueo”. Era un tempo sacra per 1 nativi in quanto ritenuta l'incarnazione di uno spirito; ancora alla fine del secolo scorso, come riportano WILSON & Evans (1890-99), l'uccisione di un Pueo presso gli Hawaiani avrebbe causato la morte dell’uccisore entro un anno, oltre a grandi calamità per la nazione stessa; tuttavia, veniva perseguitato dai coloni e dagli agricoltori bianchi perchè accusato — a torto — di far strage di pollame e di selvaggina da penna. Non comune ad Oahu, ora vi è completamente protetto, dopo aver subìto un forte regresso numerico per lo sconvolgimento del suo ambiente naturale e dei suoi territori originari di caccia. MUSCICAPIDAE: MONARCHINAE Chasiempis sandwichensis gayi 5. B. Wilson Chasiempis gayi S. B. Wilson 1891, Proc. Zool. Soc. London, (1891): 164. Sei esemplari, MSNG 46600 (a - f), tutti deviscerati. Solo gli indi- vidui a e d sono indicati come gg dalle rispettive etichette autografe di D'Albertis; in base alla scritta apposta all’esemplare a, tuttavia, è lecito dedurre che gli altri 4 esemplari (c, d, e, f), privi di indicazioni a penna su ‘biglietti’ in pergamena di mano di D'Albertis e dotati di cartellini redatti in un secondo tempo a matita, siano tutte 99; d’altra parte, non è possibile distinguere il sesso di questo Muscicapide in base alla livrea, uguale tanto nei gg che nelle 99 in epoca riproduttiva. b) f) UCCELLI DI HONOLULU 177 Es. adulto, indicato come ¢ dall’etichetta autografa di L. M. D’AI- bertis in pergamena (33 x 20 mm): “senza biglietti 2” ““S montagna Honolulu ovest 26-2-74”. Misure: culmine 14 mm; ala 70 mm; tarso 26 mm; coda 65 mm. Il tarso destro è spezzato in un punto. Es. adulto, indicato come ¢ dall’etichetta autografa di L. M. D’AI- bertis in pergamena (33 x 20 mm): “montagne di Honolulu ovest 2000 ft, trovato sulle uova 26 febbr. 1874 3”’. Misure: culmine 14 mm, ala 72 mm; tarso 25 mm; coda 67 mm. Il tarso destro è spezzato in un punto. Es. adulto, sesso non indicato; reca il cartellino “Honolulu D’AI- bertis. 74. Misure: culmine 12 mm, ala 65 mm; tarso 24 mm; coda 66 mm. Es. adulto, sesso non indicato; reca il cartellino “Honolulu D’Al- bertis. 74”. Misure: culmine 13 mm; ala 73 mm; tarso 24 mm; coda 69 mm. Il tarso sinistro è spezzato in un punto. Es. adulto, sesso non indicato; reca il cartellino “Honolulu D’AI- bertis .74”. Misure: culmine 13 mm; ala 72 mm; tarso 25 mm; coda 67 mm. Es. giovane, sesso non indicato; reca il cartellino “Honolulu D’Al- bertis .74”. Misure: culmine 13 mm; ala 65 mm; tarso 24 mm; coda 65 mm. La colorazione rossiccio-cannella delle parti superiori e del soprac- coda sono caratteristici del giovane. Becco bruno-rossastro alla base e più scuro solo verso l'apice. Maculatura alare rossiccia e non bianca come negli adulti. Il Muscicapide endemico detto ‘““Elepaio” è diffuso con tre sot- tospecie nelle isole di: Hawaii (Ch. s. sandwichensis (Gmelin)), Kauai (Ch. s. sclateri Ridgway) ed Oahu (Ch. s. gay). Quest'ultima fu ri- conosciuta distinta dalla forma nominale tipica e descritta come nuova da S. B. WiLson solo nel 1891; gli adulti sono facilmente riconoscibili dai giovani per le barre alari ed il sopraccoda bianchi, la gola nera macchiata di bianco e le parti superiori del corpo brune. Ch. s. gayi (fig. 1) è ancora comune in quel poco che rimane della foresta originaria di Oahu, nonchè in alcune aree con vegetazione quasi del tutto di origine esotica 0 comunque introdotta. Ann. del Civ. Mus. di St. Nat., Vol. LX XXII 12 178 C. VIOLANI DREPANIDIDAE Viridonia virens chloris (Cabanis) Himatione chloris Cabanis 1851, Museum Heineanum, 1: 99. Loxops virens chloris Amadon 1950, Bull. Amer. Mus. Nat. Hist., 95: 165. Due esemplari, MSNG 46603 (a, b) entrambi deviscerati e di cui non è indicato il sesso; è tuttavia assai probabile che si tratti di 33, in quanto le loro misure rientrano perfettamente nell’ambito di varia- zione media indicato da AMADON (1950) per 1 maschi di questa forma. a) Es. adulto, reca il cartellino “Honolulu D'Albertis. 74”. Misure: culmine rettificato 15 mm; id., secondo la curvatura, 16 mm; ala 69 mm; tarso 21 mm; coda 49 mm. b) Es. adulto, reca il cartellino “Honolulu D'Albertis. 74”. Misure: culmine rettificato 16 mm; id., secondo la curvatura, 17 mm; ala 67 mm; tarso 21 mm; coda 45 mm. La famiglia a cui appartiene questo passeriforme è endemica delle isole Hawaii e, per 1 suoi caratteri, risulta di estremo interesse non solo per l’ornitologo, ma soprattutto per l’ecologo e l’evoluzionista; essa comprende purtroppo un alto numero di forme oggi rarissime od anche estinte (AMADON 1947). Viridonia virens chloris, VAmakihi di Oahu (fig. 2), è tuttavia an- cora abbastanza comune nelle zone montuose di Oahu, dove si nutre di insetti che ricerca tra il fogliame e le screpolature delle cortecce; grazie al suo becco sottile ed incurvato, è in grado pure di estrarre nettare e piccoli insetti dal calice dei fiori. FRINGILLIDAE: CARDUELINAE Carpodacus mexicanus frontalis (Say) Fringilla frontalis Say 1823, in Long, Exped. Rocky Mountains, 2: 40. Un esemplare adulto, di sesso non indicato, ma g in base alla colo- razione del piumaggio; deviscerato, reca il cartellino ‘Honolulu D’Al- bertis. 74”. MSNG 46604 Misure: culmine 15 mm; ala 78 mm; tarso 17 mm; coda 63 mm. C. m. frontalis fu introdotto in alcune delle isole Hawaii (Oahu, Molokai) dalla California durante il secolo scorso, in un anno impre- cisato; ‘‘almeno dal 1870” (GRINNELL 1911, p. 184) o ‘certamente pri- UCCELLI DI HONOLULU 179 ma del 1870, probabilmente da San Francisco” (Caum 1933, p. 47) o infine “dopo il 1870” secondo Mayr (1942, p. 60). I primi due autori citati, tuttavia, portano a sostegno tradizioni orali non facilmente con- si Fig. 1 - Chasiempis sandwichensis gayi S. B. Wilson: MSNG 46600 esemplare d, legit Luigi M. D'Albertis, Honolulu 1874. Fig. 2 - Viridonia virens chloris (Cabanis): MSNG 46603 esemplare b, legit L. M. D'Albertis, Honolulu 1874. Il diametro della moneta da mezzo nuovo penny messo a confronto dei due esemplari è di 17 mm. trollabili o dati poco sicuri per l’identificazione con questa specie. L’in- dividuo reccolto da D'Albertis, datato 1874, è quindi di importanza rilevante come punto di riferimento certo per la presenza di questo Fringillide ad Honolulu, Oahu. Una segnalazione successiva a proposito di ‘a species of Carpodacus imported from California” ad Oahu, in località Punch-bowl Hill, si trova nella lettera dal Pacifico di O. FINSCH, 180 C. VIOLANI 28 luglio 1879 e pubblicata su “Ibis” (1880, p. 78); essa si riferisce certamente alla forma suddetta, benchè non ne venga approfondita l’identità specifica (*). Attualmente questo Fringillide è abbondante su tutte le maggiori isole dell’arcipelago. Un cenno particolare merita la colorazione della popolazione di C.m. frontalis insediatasi alle Hawaii. Qui i gg hanno assunto da tempo un piumaggio variabile dal giallo al rosso; localmente predomina una fase con colorazione arancio brillante o rosa salmone carico, sulla fronte, sulla gola, sul petto e sul groppone, assai diversa da quella rossa tipica della forma di origine dell'America nord occidentale (PETERSON 1961, p. 276; Munro 1967, p. 176). GRINNELL credette di aver individuato una nuova specie differen- ziatasi nelle Hawaii, alla quale addirittura assegnò il nome di Carpo- dacus mutans (1912-a, p. 24; 1912-b, p. 543). In realtà, come già intuiva PHILLIPS (1912, p. 336), si tratta di un caso di pigmentazione soggetta all'influenza di fattori per lo più trofici, per cui tale fenomeno è proba- bilmente da considerarsi come una vera e propria variazione a livello fenotipico verificatasi in condizioni naturali in seno ad una popolazione di Carpodacus introdotti (Mayr, loc. cit.; BrusH & Power 1976). Sarebbe dunque di estremo interesse poter valutare con esattezza la colorazione dell’individuo 3 raccolto da L. M. D’Albertis; esso pre- senta sulla fronte, sul petto e sul groppone una tonalità cromatica assai prossima all’Arancio 193 (Ocre d’Alger) del Codice Universale dei Co- lori di SEGUY; purtroppo la sua lunga permanenza in alcool (105 anni) potrebbe aver alterato la pigmentazione originaria. ESTRILDIDAE Lonchura punctulata topela (Swinhoe) Munia topela Swinhoe 1863, Ibis, p. 380. Un esemplare adulto, di sesso non indicato, deviscerato; reca il cartellino “Honolulu D'Albertis .74’. msnG 46605 Misure: culmine 12 mm; ala 55 mm; tarso 15 mm; coda 40 mm, (*) Nelle collezioni già Turati del Museo Civico di Storia Naturale di Mi- lano si conservano ancora due gg di C.m. frontalis provenienti da Honolulu e raccolti da O. Finsch (‘20 Juni 1879”): un adulto a colorazione arancio e un giovane giallo dorato. UCCELLI DI HONOLULU 181 L’“Uccello del riso” o “‘Ricebird”’ pare sia stato introdotto nelle Hawaii attorno al 1865 dal dr. W. Hillebrand; si tratta della sottospecie L. punctulata topela (Swinhoe), propria della Cina meridionale e dell’In- docina, e non di L. p. nisoria (Temminck) di Giava e Bali, come asserisce erroneamente Caum (1933, p. 45). Riprodottosi rapidamente in gran nu- mero, questo volatile si rivelò ben presto un vero flagello per le zone coltivate a riso, distruggendone le spighe ancora immature. Ora è abbondante su tutte le isole principali ed è diventata una specie estremamente socievole e confidente. STURNIDAE Acridotheres tristis tristis (L.) Paradisea tristis Linnaeus 1766, Syst. Nat., XII Ed., 1: 167. Scheletro con legamenti di un esemplare di sesso ignoto, che reca il cartellino “Honolulu D'Albertis. 74”. Msnc 46606. I tarsi e le dita sono ancora rivestiti dei propri tegumenti; sono presenti 9 timo- niere della coda e, per entrambe le ali, 4 remiganti primarie con alcune copritrici. Il cranio, staccato, è assicurato allo scheletro mediante una cordicella; la sua pelle è parzialmente rivoltata, mentre il becco risulta in parte danneggiato, pur avendo l’apice integro. Misure: culmine 24 mm; ala 132 mm; tarso 40 mm; coda 85 mm. Il Mynah fu introdotto, a quanto pare, attorno al 1865 dall'India per opera del dr. William Hillebrand, nel tentativo di fronteggiare le invasioni di insetti dannosi alle coltivazioni ed ai pascoli. Questo primo esperimento di lotta biologica ebbe come risultato un vero e proprio ‘inquinamento faunistico”: Acridotheres, riprodottosi incredibilmente in breve tempo, attaccò altre specie di uccelli, distruggendone pure uova e nidiacei, al punto che, secondo alcuni, sarebbe stato una delle prin- cipali cause del declino di forme ornitiche autoctone. Nel 1879 O. FinscH osservava lungo le vie di Honolulu ‘numeri immensi” di questi sturnidi, che alla sera si riunivano in stormi rumo- rosissimi di centinaia e migliaia di individui sulle palme dei giardini (1880, p. 77-78). Ai primi del nostro secolo, PERKINS scriveva: “Il Mynah è aumentato in maniera prodigiosa e probabilmente supera in numero tutti gli uccelli indigeni di terraferma presi assieme. Dal 1892 ha assai esteso la sua area di distribuzione attraverso la foresta e, su alcune isole, si trova ora dappertutto” (1903, p. 393-394). 182 C. VIOLANI Attualmente il Mynah indiano, sempre numeroso, è però più fre- quente nelle zone urbane ed attorno alle aree coltivate di pianura, mentre è più raro nelle foreste. Sono particolarmente grato al Personale Scientifico del Museo Civico di Storia Naturale di Genova: Dr. Lilia Capocaccia e Dr. Gianna Arbocco, che mi hanno affi- dato gli esemplari per lo studio; Dr. Roberto Poggi per le ricerche in archivio e in collezione entomologica. Inoltre ringrazio per il loro prezioso aiuto: il Prof. A. J. Berger, il Dr. E. Hardy e il Dr. J. W. Beardsley della University of Hawaii, nonché Mr. Grae- me Phipps del Macleay Museum di Sydney. BIBLIOGRAFIA AMADON D., 1947 - Ecology and the evolution of some Hawaiian Birds - Evolution, 1: 63-68. — —, 1950 - The Hawaiian Honeycreepers (Aves, Drepaniidae) - Bull. Amer. Mus. Nat. Hist., 95 (4): 151-262. BALDWIN S. P., OBERHOLSER H. C. & WorLey L. G., 1931 - Measurements of Birds - Scientific Publ. Cleveland Museum Nat. History, 2, I-IX + 1-165 pp. BrusH A. H. & Power D. M., 1976 - House Finch pigmentation: carotenoid metabolism and the effect of Diet - Auk, 93: 725-739. Caum E. L., 1933 - The exotic Birds of Hawaii - Bernice P. Bishop Mus. Occas. Papers, 10 (9): 3-53. D’ALBERTIS L. M., 1874 - Characters of a new Species of Kangaroo (Halmaturus luctuosus) from New Guinea - Proc. Zool. Soc. 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SUMMARY A small collection of birds preserved in alcohol in the Genoa Museum of Natu- ral History was obtained in Honolulu (Oahu, Hawaiian Islands) in February-March 1874 by Luigi M. D'Albertis, as he was slowly recovering from the illness he had caught during his previous exploration of W. New Guinea. Unfortunately, L. M. D'Albertis left no detailed accounts about his ornithological observations on Oahu. Although few in number, the specimens are, nevertheless, interesting, as they represent an early record of the definite presence on Oahu of some introduced species, such as: Lophortyx c. californica, Carpodacus mexicanus frontalis, Lonchura punctulata topela and Acridotheres t. tristis. Three native birds were also collected: Asio flammeus sand- wichensis, Chasiempis sandwichensis gayi and Viridonia virens chloris. A specimen of the Samoan Tooth -billed Pigeon, Didunculus strigirostris, also preserved in alcohol and labelled “Honolulu 1874 D’Albertis’’, was probably obtained by D’Albertis during a stop of his long sea-journey from Sydney to the Hawaiian Islands. 184 G. ArBocco, L. Capocaccia E C. VIOLANI (*) CATALOGO DEI TIPI DI UCCELLI DEL MUSEO CIVICO: DI STORIA NA RURALE DI GENOVA La collezione ornitologica del Museo di Storia Naturale di Ge- nova riveste particolare interesse per il suo valore storico, per la grande ricchezza di esemplari e soprattutto per l'elevato numero di tipi. Sorta attorno ad un nucleo originario che il marchese Giacomo Doria, fondatore del Museo, aveva radunato, essa si accrebbe nell’arco di oltre un secolo grazie soprattutto a viaggi di esplorazione e raccolta, i quali fruttarono all'istituto imponenti materiali. La parte più considerevole della collezione, sia per la ricchezza delle serie che per la novità dei reperti, è quella che proviene dalle regioni orientale e australiana. Tra il 1865 e il 1868 G. Doria e O. Beccari visitarono l’Isola di Borneo raccogliendo una preziosa serie di esemplari, molti dei quali consentirono la descrizione di nuove specie. (1) In diversi viaggi compiuti tra il 1871 e il 1878, L.M. D’Albertis esplorava la parte settentrionale della Nuova Guinea, la sua costa me- - ridionale, risaliva il corso del fiume Fly e toccava poi l'Australia. Ne riportava grandi serie di uccelli, molti nuovi per la scienza, tra i quali va ricordata una splendida serie di Paradisee. Negli stessi anni O. Beccari visitò la Nuova Guinea, le Isole Aru e Kei, le Molucche, Giava, Sumatra e Celebes e vi raccolse un elevato numero di specie particolarmente preziose, anche per il corredo di in- formazioni eco- ed etologiche che le accompagnava. (*) Sede scientifica del Dr. C. Violani: Istituto di Ecologia Animale ed Etologia dell’ Università di Pavia. (1) I tipi di Pitta bertae, Brachypteryx macroptera, Alcippe cinereocapilla, Cala- modyta doriae, Cyornis beccariana, provenienti dal viaggio a Borneo di Doria e Beccari e descritti da SaLvaDORI (1868, Atti R. Accad. Sci. Torino 3: 524-533), pur essendo indicati come depositati nella coll. Doria (la quale fu a suo tempo assorbita dalle rac- colte del Museo), mancano dal nostro Istituto, non risultando neppure schedati. Dal momento che essi non compaiono nell’elenco dei tipi del Museo di Torino, (SALVADORI 1914, Mem. R. Accad. Sci. Torino (2) 65: 1-49) è fortemente probabile che siano stati perduti durante il loro invio da Salvadori a Lord Walden. Infatti a questo proposito SALVADORI (1874, Ann. Mus. Genova 5: 239), riferendosi a Pitta bertae, scrive: « Di- sgraziatamente il tipo unico della mia specie è andato perduto insieme con molti altri tipi preziosi, mentre venivano inviati in comunicazione a Lord Walden per ulteriori esami ». TIPI DI VECELLI 185 Negli anni 1875-76 A.A. Bruijn inviava al Museo una rilevante messe di uccelli da Nuova Guinea, Molucche e Is. Sanghir. Tra il 1886 e il 1894 E. Modigliani riportò dalle Isole Nias, En- gano, Mentavei e Sumatra nutrite raccolte ornitologiche di notevole interesse per la novità delle specie. Risultati considerevoli conseguì L. Loria, che negli anni 1888- 1897 esplorò in Nuova Guinea il corso del Fiume Purari e la Catena dell’ Astrolabio. In Birmania e nelle regioni circostanti L. Fea tra il 1885 e il 1889 raccolse una splendida serie di uccelli, dodici dei quali non ancora conosciuti. Nel Museo di Genova è ben rappresentata anche l’avifauna afri- cana. Parallelamente all’afflusso di materiali dalle terre d’oriente, per- venivano al Museo, attraverso viaggi di esplorazione, consistenti serie ornitologiche dal Continente Nero. Nel 1870 O. Antinori, O. Beccari e A. Issel compivano una esplo- razione in Mar Rosso e nel Paese dei Bogos (Eritrea) dalla quale veni- vano riportate — tra l’altro — ricche serie di uccelli. Ulteriore materiale ornitologico africano si deve a successive spe- dizioni tra cui va citata quella di E. Ruspoli in Somalia negli anni 1892-3. La storica spedizione compiuta nel 1892-3 da V. Bottego nella regione del Giuba fruttò al Museo ingenti materiali, tra cui tuttavia gli uccelli non erano rappresentati; mentre il suo viaggio successivo (1896-7) all’Omo - che costò la vita all’eroico esploratore - recò al Mu- seo tre spoglie, le ‘reliquie ornitologiche’ come volle definirle SAL- VADORI, una delle quali - Francolinus bottegi - nuova per la scienza. Materiale di notevole valore fu radunato da L. Fea durante i suoi viaggi nell’ Africa occidentale: alle Isole del Capo Verde (1895-98) e succes- sivamente in Guinea Portoghese e nelle Isole del Golfo di Guinea (1898- 1900). Le imponenti serie di Uccelli pervenute furono oggetto di studio da parte di valenti ornitologi, tra i quali campeggia la figura di 'T'om- MASO SALVADORI che, in oltre 80 memorie, trattò dei materiali del Museo di Genova descrivendo 283 nuove specie ed un buon numero di nuovi generi. 186 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI In collaborazione con SALVADORI, D’ALBERTIS descrisse una parte degli uccelli da lui cacciati in Nuova Guinea e ANTINORI quelli da lui raccolti in Eritrea. Forme nuove furono pure descritte da autori stranieri, tra cui vanno ricordati SCLATER e SHARPE. Il numero complessivo delle forme nuove descritte sul materiale ornitologico del Museo assomma a 317, di cui 249 sono tuttora consi- derate “‘taxa’’ validi. Il criterio con cui è stato redatto il presente catalogo è il seguente: famiglie, generi e specie si susseguono in ordine sistematico. Ciascuna specie viene citata col nome originale, corredato dai dati bibliografici relativi alla sua descrizione, seguito dalla denominazione attualmente valida nel caso che essa differisca da quella originaria. Di ogni specie è indicato il numero degli esemplari, il sesso, il numero di catalogo (2), la località tipica, la data di reperimento e il nome del raccoglitore. Quan- do non indicato diversamente, gli esemplari si intendono preparati in pelle. Allo scopo di favorire un più rapido reperimento delle specie trattate è stato redatto un indice alfabetico dei loro nomi originari. Si ringraziano per gli autorevoli consigli ed i preziosi suggerimenti i seguenti studiosi: C. W. Benson, Department of Zoology, University of Cambridge (England); JAN GALBRAITH, PH. Burton & D. Goopwin, Sub-department of Ornitology, British Museum (N. H.), Tring (England); E. Mayr, Museum of Comparative Zoology, Harvard University, Cambridge, Mass. (U.S.A.); G. F. Mees, Rijksmuseum van Natuurlijke Historie, Leiden (Nederland); W. Metse, Zoologisches Institut und Museum, Hamburg (West Germany); G. PHIPPs, Macleay Museum, University of Sydney, N.S.W. (Australia); G. E. Watson, Division of Birds, National Museum of Natural History, Smithsonian Institution, Washington, D.C. (U.S.A.). (2) Esso è preceduto dalla sigla C. E., che significa ‘‘catalogo entrate”. TIPI'DI\UGCELLI 187 Famiglia CASUARIIDAE Casuartus beccarit Sclater 1875, Proc. Zool. Soc. London: 87, fig. 1-2 (p. 86) | = Casuarius casuarius aruensis Schlegel, Mayr 1941: 3 Olotipo: 3 figurato, montato, C.E.. 24564, Is. Aru:, Vokan, 1873, O. Beccari Casuarius occipitalis Salvadori, in: Beccari, 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 718 (nota) = Casuarius unappendiculatus occipitalis Salv. Olotipo: 3g montato C.E. 24558, Nuova Guinea: Ansus (Is. Jobi), lé.IV.1875:! O. Beceari Famiglia PROCELLARIIDAE Oestrelata feae Salvadori 1899, Ann. Mus. Genova, 40: 305 = Bulweria mollis feae (Salv.) pitipt (2 es.): SCE. 21778-9, Isole del Capo Verde: 5. Nicolau, m S00; 10 XIL18938 L. Fea Famiglia ARDEIDAE Ardetta melaena Salvadori 1878, Atti. R. Accad. Sci. Torino, 13: 1187 = Dupetor flavicollis gouldi (Bonaparte), Peters 1931, 1: 123 Sintipo: 2 C.E. 21689, Molucche: Halmahera, VII.1875, A.A. Bruyn Famiglia THRESKIORNITHIDAE Lampribis rothschildi Bannerman 1919, Bull. Brit. Orn. Club, 40: 6: 1929 Nov: Zool. 35: 30. PL V, fig. 2 = Lampribis olivacea rothschildi Bann. Olotipo: 1" ‘ieurato’ C.B10874, Is! Principe: ‘Infante Dy» Henrique, 26.1 JOO) dele ea 188 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI Famiglia ACCIPITRIDAE Urospizias misoriensis Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 904 = Accipiter novaehollandiae misoriensis (Salv.) Olotipo: s C.E. 21604, Baia di Geelvink: Korido (Is. Misori), 8.V. 1875, O. Beccari Urospizias etorques Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 901 = Accipiter novaehollandiae leucosomus (Sharpe), Mayr 1941: 15 Sintipi (11 es.): 9 montata C.E. 24625, Nuova Guinea: Dorei, A.A. Bruyn; gi C.E 21556; id: 14IV.I875;0 9 @) CE n2I5546 1II.1874; 9 C.E. 21558, Nuova Guinea: Mansinam, 7.VI.1875, O. Beccari; 9 C.E. 21559, Nuova Guinea: Hatam (M. Arfak), IX.1872, O. Beccari & L.M. D'Albertis; £ C.E. 21560, Nuova Guinea: Tepin, 26.VII.1875, O. Beccari; 9 C.E. 21561, Nuova Guinea: Sorong, VI.1872, id.; 9 C.E. 21562, Nuova Guinea: Salvatti, 27.III.1875, A.A. Bruyn; g C.E. 21563, Nuova Guinea: Mansinam, 31.III.1875, id.; g C.E. 21564, Nuova Guinea: Naiabui, IX.1875, L.M. D’Albertis; ¢ C.E. 21565, Nuova Guinea: Arvek, 25.XII.1875, O. Beccari. Urospizias albiventris Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 983 = Accipiter novaehollandiae albiventris (Salv.) Sintipi (2 es.): 9 C.E. 21603, Is. Key Bandan, 13.VIII.1873, O. Bec- cari; £ C.E. 24628, Grande Key: Weri, 7.VIII.1873, id. Urospizias spilothorax Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 900 = Accipiter poliocephalus G.R. Gray, SaLvapori 1880, Orn. Pap. Mol., 1: 45 Sintipi (2 es.): ¢ C.E. 21578, Nuova Guinea: Ansus (Is. Jobi), 23.IV. 1875, O. Beccari; 9 C.E. 21579, Nuova Guinea: Profi (M. Arfak), 3400 piedi, 11.VII.1875, id. Urospizias melanochlamys Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 905 = Accipiter melanochlamys melanochlamys (Salv.) TIPI DI UCCELLI 189 Sintipi (2 es.): 9 C.E. 21640, Nuova Guinea: Hatam (M. Arfak), 6000 piedi, 26.VI.1875, O. Beccari; g C.E. 21641, Nuova Guinea: M. Arfak, 7.V.1875, A.A. Bruijn Megatriorchis doriae Salvadori & D'Albertis 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 805 = Accipiter doriae (Salv. & D’Alb.) Olotipo: 9 C.E. 21555, Nuova Guinea: Baia Hall, 10.V.1875, L.M. D'Albertis. È la specie tipo del genere Megatriorchis Salvadori & D'Albertis Harpyopsis novae-guineae Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 682 Sintipo: es. di sesso non indicato, montato C.E. 24671, Nuova Guinea: Andai, XI.1872, L.M. D'Albertis. È la specie tipo del genere Harpyopsis Salvadori. Circus spilothorax Salvadori & D'Albertis 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 807 = Circus spilonotus spilothorax Salv. & D’Alb. Olotipo: 9 C.E. 21642, Nuova Guinea: Is. Yule, VI.1875, L.M. D’AI- bertis Famiglia MEGAPODIIDAE Talegallus fuscirostris Salvadori, 1877, Ann. Mus. Genova, 9: 332 = Talegalla fuscirostris fuscirostris Salv. Sintipi (2 es.): g C.E. 21626, Nuova Guinea: M. Epa, 26.1V.1875, E.M.. D’Albertis: "2 GE 21632, “Nuova “Guinea.: Baia Hall, PTV 1875; id. Talegallus arfakianus Salvadori 1877, Ann. Mus. Genova, 9: 333 = Aepypodius arfakianus arfakianus (Salv.) 190 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI Sintipi (2 es.): g ? pullus C.E. 21635, Nuova Guinea: M. Arfak, 1.V.1875, A.A. Bruyn; g ? pullus C.E.21636, Nuova Guinea: Hatam (M. Arfak), 5000 piedi, 2.VII.1875, O. Beccari Famiglia PHASIANIDAE Francolinus bottegi Salvadori 1898, Ann. Mus. Genova, 38: 652 = Francolinus castaneicollis castaneicollis Salv., MACKWORTH- PraED & GRANT 1957, 1: 279 Olotipo: 3 (mediocri condizioni) C.E. 20067, Africa orient le: Badditù (Burgi), IV.1896, V. Bottego Synoecus plumbeus Salvadori 1894, Ann. Mus. Genova, 34: 152 = Synoicus ypsilophorus plumbeus Salv. Olotipo: 3 C.E. 16612, Nuova Guinea’ S'E::' Vakena; 1893;"IG? ome Peloperdix rubrirostris Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 251 = Arborophila rubrirostris (Salv.) Sintipi (4 es.): g juv. montato C.E. 23808, Sumatra: Monte Singalan, 15.VI.1878, O. Beccari; 4 montato. C.E. 23809; 1d., 1. Viet 2 C.E. 9686, id, 15.V.1878; 4g juv. C.E. 9685, Sumatra: Monte Singalan a Bella Vista, 22.VII.1878, O. Beccari Acomus inornatus Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 250; 1879, Proc. Zool. Soc. London: 651, pl. XLVIII = Houppifer inornatus (Salv.) Olotipo: 4g C.E. 9681, Sumatra: Monte Singalan a Bella Vista, 8.VII.1878, O. Beccari Famiglia TURNICIDAE Turnix beccarit Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 675 = Turnix maculosa beccarti Salv. TIPI DI UCCELLI 191 Magacrex inepta D’alb. & Salv.: sintipo g C.E. 23861, Nuova Guinea, fiume Fly, 25-VII- 1877, L.M. D'Albertis. È specie tipo del gen. Megacrex Salvadori. ( Foto A. Margiocco ) 192 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI Sintipo*: g montato C.E. 23741, Celebes: Kandari, VI.1874, O. Beccari Famiglia RALLIDAE Hypotaenidia saturata Salvadori in SCLATER 1880, Ibis, 4 (4): 310, nota = Rallus torquatus limarius Peters, PETERS 1934, 2: 166 Sintipi (2 es.): ¢ C.E. 11951, Nuova Guinea: Salavatti, 21.V1I-1875, O. Beccari; 9 C.E. 11952, Nuova Guinea: Dorei Hum, 18.11. 18/59 "id: Corethrura ? leucospila Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 975 = Rallicula leucospila (Salv.) Sintipi (2 es.): g C.E. 11967, Nuova Guinea: Hatam (M. Arfak), 6000 piedi, é4.VII1875,(0:fBeecari: SCE 11968, Nuova Guincagb ie Arfak, VI.1874, A.A. Bruijn Megacrex inepta D'Albertis & Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 130 = Megacrex inepta inepta D’Alb. & Salv. Sintipi (3 es.): g montato C.E. 23861, Nuova Guinea: F. Fly, a 400 miglia dalla foce; 25:VIE1877, L.M. D'Albertis; g C.E. 119725ads a 430 miglia dalla foce, 24.VII.1877; 9 C.E. 11973, id, a 400 mi- glia dalla foce, 14.VIII.1877 È la specie tipo del genere Megacrex Salvadori (v. fig. pag. 191). Famiglia JACANIDAE Hydralector novae hollandiae Salvadori 1882, Orn. Pap. Mol., 3: 309 = Irediparra gallinacea novaehollandiae (Salv.) Sintipo: es. di sesso non indicato C.E. 8815, Australia, L.M. D’Albertis (*) Su catalogo e schedario è segnata anche una 2 montata C.E. 23742, che non è più presente in collezione. Probabilmente è andata perduta perchè la sua base, col C.E. 23742 cancellato e corretto in 23743 è stata utilizzata per un’altra specie: Turnix sylvatica di Gibilterra. TIPI DI UCCELLI 193 Famiglia COLUMBIDAE Sphenocercus etorques Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 244 (sub ‘“Sphenocercus Rorthalsi (S. Mill.) ?”) — Treron sphenura etorques (Salv.) Sintipi (2 es.): gg C.E. 9661-2, Sumatra: Monte Singalan a Bella Vista, 21.VI. e 9.VIII.1878, O. Beccari Dopo il confronto del materiale tipico del Museo di Genova con il materiale del British Museum (Nat. Hist.), concordiamo con DEREK GooDwin (in verbis, 1979) sul fatto che Treron sphenura etorques sia da considerarsi una forma valida, in cui i maschi non hanno un evidente collare arancio sul petto, presente invece nella forma Treron sphenura Rorthalsi (Bonaparte) di Giava. Sarebbe necessario tuttavia uno studio approfondito su di un maggior numero di esemplari per stabilire se Tveron sphenura etor- ques di Sumatra e Treron sphenura robinsoni della Penisola Malese, pure privo di collare arancio, appartengano alla stessa forma. In tal caso etorques Salvadori, 1879, avrebbe la priorità su robinsoni Ogilvie- Grant, 1906, Bull. B.O.C:, "F912. Ptilonopus geminus Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 786 = Ptilinopus coronulatus geminus Salv. Olotipo: es. di sesso non indicato C.E. 12168, Nuova Guinea: Ansus (Is. Jobi), A.A. Bruijn Ptilonopus bellus Sclater 1873, Proc. Zool. Soc. London: 696, pl. LVII = Ptilinopus rivoli bellus (Sclater). Olotipo: g figurato C.E. 12135, Nuova Guinea: Hatam, IX.1872, L.M. D'Albertis Jotreron melanospila Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 670 = Ptilinopus melanospila melanospila (Salv.) Sintipi (5 es.): 1 es. di sesso non indicato, montato C.E. 46565, Celebes: Menado, A.A. Bruyn; g'C.E. 15562, id., VII.1874; g C.E. 15563, Ann. Mus. Civ. St. Nat. - Genova - Vol. LX XXII 13 194 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI id., IV.1875; 9 C.E. 15564, id., VII.1874; 4 montato C.E. 23907, Celebes: Kandari, VI.1874, O. Beccari (tale es. “ha i colori alterati per essere stato conservato nello spirito’) Ptilonopus gestroi D'Albertis & Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 834; EtLioT, 1878: pl. XXXIV. = Ptilinopus ornatus gestroi D’Alb. & Salv. Olotipo: g¢ C.E. 12146, Nuova Guinea: Is. Yule, 26.V.1875, L.M. D'Albertis Ptilopus zonurus Salvadori 1876, Ann. Mus. Genova, 9: 197 = Ptilinopus perlatus zonurus (Salv.) Olotipo; di CE. 12142, Is. Aru;,Lutor,23.VI1873, OL Becers Megaloprepia poliura Salvadori 1878, Ann. Mus. Genova, 12: 426 = Megaloprepia magnifica poliura Salv. Sintipi: (3 es.): g C.E. 12515, Nuova Guinea: Monte Epa, 24.IV.1876, L.M, -D’Albertis;.g. C.E. 12517, Ansus (Is. Jobi), 7.V.ts 75952 Brujn;. © CE..d425183gid9. Valts75 Carpophaga consobrina Salvadori 1887, Ann. Mus. Genova, 24: 558 = Ducula aenea consobrina (Salv.) Sintipi (2 es.): g9 C-E. 8110-1, Is. Nias: G. Sitoli} GV. Modigliani Carpophaga oenothorax Salvadori 1892, Ann. Mus. Genova, 32: 139 = Ducula aenea oenothorax (Salv.) Sintipi. (2. es:): Jp C.E. 8485-6, Is: Engano: Kifa-iue, 6. Valedigi Modigliani Carpophaga chalconota Salvadori 1874, Ann. Mus. Genova, 6: 87 = Ducula chalconota chalconota (Salv.) TIPI DI UCCELLI 195 Olotipo: 2 montata C.E. 23952, Nuova Guinea: Hatam (M. Arfak), 27.1X.1872, L.M. D'Albertis Gymnophaps albertisi Salvadori 1874, Ann. Mus. Genova, 6: 86 = Gymnophaps albertisi albertisi Salv. Sintipo: 9 montata C.E. 13319, Nuova Guinea: Andai, VIII.1872, L.M. D'Albertis E la specie tipo del genere Gymnophaps Salvadori Macropygia buruensis Salvadori 1878, Ann. Mus. Genova, 12: 428 = Macropygia amboinensis ambotnensis (L.), SALVADORI 1893, Cat. Birds Brit. Mus., 21: 351 Siripia(Ses): 6) Ci. £3292. Molucche:’ Ist! Bury) 241875; Ax Abin Cibi 293%01d7, >T3/5 59 ICE. 113294) 1d:;325ì De1875 Macropygia keiensis Salvadori 1876, Ann. Mus. Genova, 9: 204 = Macropygia amboinensis ketensis Salv. pimemphaosres.): SIC.E: 19323) Grande Kei? Wen, 8. VITL1373, O. Bec- cart; Ng) €-E:343329, Kei. Bandan, .282V 11.1873}, ad.,3.¢ C:E.013330; Kem Ralan, 2211873; id: Macropygia griseinucha Salvadori 1876, Ann. Mus. Genova, 9: 204 = Macropygia amboinensis griseinucha Salv. Sintipi (3 es.): g C.E. 13326, Baia di Geelvink: Miosnom, 30.IV.1875, O Beccari ig SCE MB3 2513927) id., 20V71875. Macropygia nigrirostris Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 972 = Macropygia migrirostris nigrirostris Salv. Sintipi (2 es.): g C.E. 13321, Nuova Guinea: M. Arfak, 4.V.1875, Ava Boum 6 CE:013322,é Nuova Guinea: . Warbusi) 27.111. 1875, O. Beccari 196 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI Macropygia modighani Salvadori 1887, Ann. Mus. Genova, 24: 559, pl Vill, fige2 = Macropygia phasianella modighaniu Salv. Sintipi (2 es.): g figurato C.E. 8112, Is. Nias: Lelemboli, 29.VII.1886, E.. Modigliani; 9 "CE 8113: id. 7 VIEISSO Macropygia cinnamomea Salvadori 1892, Ann. Mus. Genova, 32: 140 = Macropygia phasianella cinnamomea Salv. Sintipi (2 es.): g9 C.E. 8488-9, Is. Engano: Bua-Bua, 21 e 30.V.1891, E. Modigliani Chalcophaps beccaru Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 974 = Gallicolumba beccaru beccaru (Salv.) Sintipi (2 es.): 92 C.E. 13390-1, Nuova Guinea: Hatam (M. Arfak), 21 VA, el VITLA4375, 407° Beceari Chalcophaps margarithae D’Albertis & Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 836 = Gallicolumba jobiensis jobiensis (Meyer), MaTHEWS 1927, 1: 73 Olotipo: g C.E. 13393, Nuova Guinea sett., 4.V.1875, L.M. D’AI- bertis Haplopelia hypoleuca Salvadori 1903, Mem. R. Accad. Sci. Torino, Ba (2)2) 96 = Aplopelia larvata hypoleuca Salv. Olotipo: g C.E. 15901, Is. Annobon, 14.IV.1902, L. Fea Goura albertisa Salvadori 1876, Atti R. Accad. Sci. Torino, 11: 680, tay: VI = Goura scheepmakeri scheepmakeri Finsch, PeTERS 1937, 3: 140 Sintipi (2 es.) $2 montati C.E. 23767 e 23765, Nuova Guinea: Costa della” Bata “Hall 2:V 1875, 0. MSSD?A bertis TIPI DI UCCELLI 197 Goura sclateriù Salvadori 1876, Ann. Mus. Genova, 9: 45 —= Goura scheepmakeri sclaterit Salv. Olotipo: 9 C.E. 13436, Nuova Guinea: F. Fly, XII.1875, L.M. D’Al- bertis Goura beccarii Salvadori 1876, Ann. Mus. Genova, 8: 406 (sub ‘“Gou- ra sp.) = Goura victoria beccaru Salv. Olotipo: es. incompleto (‘ciuffo colla parte superiore del becco”) C.E. 13421, Nuova Guinea: Baia di Humboldt, 1875, O. Beccari Famiglia PSITTACIDAE Chalcopsittacus chloropterus Salvadori 1876, Ann. Mus. Genova, 9: 15 = Chalcopsitta scintillata chloroptera (Salv.) Olotipo: 3 montato C.E. 25527, Nuova Guinea: presso l’Is. Yule, |X14875,0,L Mb, D'Albertis Trichoglossus caeruleiceps D'Albertis & Salvadori, 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 41 = Trichoglossus haematodus caeruleiceps D’Alb. & Salv., Mayr PPE: 55 Olotipo: 2 C.E. 22781, Nuova Guinea: F. Kataw, VIII.1876, L.M. D'Albertis Lorius erythrothorax Salvadori 1877, Ann. Mus. Genova, 10: 32 = Domicella lory erythrothorax (Salv.) Metatipi (*) (5 es.): gg C.E. 22902 e 22898, Nuova Guinea Centrale, (*) L’olotipo (3 montato C.E. 25507, Nuova Guinea S.E.: M. Epa, 25.1V.1875, L.M. D'Albertis), che era presente nella nostra collezione, attualmente manca dal proprio piedestallo e nonostante accurate ricerche non è più stato rinvenuto. Per tali ragioni abbiamo ritenuto opportuno segnalare la presenza dei metatipi (D’ALBERTIS & SALVADORI, 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 39), affinchè nel corso di una eventuale re- visione del gruppo, essi vengano tenuti in considerazione per la scelta del neotipo. 198 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI VI.1876, L.M. D'Albertis; g juv. C.E. 22899, Nuova Guinea: F. Fly, 30.VI.1877, LL.M. ..D’Albertis;. 9. C.E. 22900, id., 14. VI18775-C7jove Cds 22901. id 29 VI 1874 Lorius flavopalliatus Salvadori 1877, Ann. Mus. Genova, 10: 33 = Domicella garrula flavopalliata (Salv.) Sintipi (4 es.): 2 es. di sesso non indicato C.E. 22891-2, Molucche: Obi Maggiore, V.1875, A.A. Bruijn; 92 montate C.E. 25495-6, Molucche: Batcian, 25 e 24.X1.1874, O. Beccari Trichoglossus subplacens Sclater 1876, Proc. Zool. Soc. London: 519 = Charmosyna placentis subplacens (Sclater) Olotipo: g montato C.E. 25457, Nuova Guinea S.E.: Naiabui, 31.IX. 1875, L.M. D'Albertis & R. Tomasinelli Cyclopsittacus occidentalis Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 910 = Psittaculirostris desmarestit occidentalis (Salv.) Sintipi (6 es.): g montato C.E. 25486, Is. Batanta, VII.1875, A.A. Bruijn; 3 montato C.E. 25487, Nuova Guinea: Sorong, VI.1872, L.M. D'Albertis; g C.E. 22768, Is. Salvatti, V.1875, A.A. Bruyn; $92. C.E. 22770-1, Nuova Guinea: Dorei Hum, 19 e. 182) isa O; Beccari: 2 CE. 22772. Joe: AAS Bame Cyclopsittacus cervicalis Salvadori & D’Albertis 1875, Ann. Mus. Genova, #41 = Psittaculirostris desmarestii cervicalis (Salv. & D’Alb.) Sintipi (3 es.): g montato C.E. 25485, Nuova Guinea: Baia Hall, 17. VII.1875, L.M. D'Albertis; ¢ C.E. 22752, id., 1 VAS 22766, Nuova Guinea: Monte Epa, 26.1V.1875, id. Cyclopsittacus fuscifrons Salvadori 1876, Ann. Mus. Genova, 9: 14 = Opopsitta gulielmitertu fuscifrons (Salv.) TIPI DI UCCELLI 199 Sintipi (3 es,): 9g montati C.E. 25492-3, Nuova Guinea: F.Fly, XII. 1375, IENE De Alberti; Cok 224/40, 1d. Cyclopsittacus suavissimus Sclater 1876, Proc. Zool. Soc. London: 520, pl. LIV = Opopsitta gulielmiterti suavissima (Sclater) Sintipi (2 es.): 39 figurati, montati C.E. 25489-90, Nuova Guinea: Naiabui, 1.IX.1875, L.M. D'Albertis Cyclopsitta aruensis Salvadori, agosto 1874, Ann. Mus. Genova, 6: 73 = Psittacula diophthalma aruensis Schlegel, maggio 1874, SALVA- pori 1880, Orn. Pap. Mol. 1: 161 = Opopsitta diophthalma aruensis (Schlegel) Sintip: :(2-‘cs.)?g “montato ‘C.E.°25482>-Is.-Aru: ‘Lutor, 19.V1.1873,°0: Becca OC. 22722) id 471375 Nasiterna bruynit Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 753, tav. XXI (3) = Micropsitta bruijni bruijnit (Salv.) Olotipo: g figurato C.E. 22695, Nuova Guinea: M. Arfak, A.A. Bruijn Nasiterna keiensis Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 984 = Micropsitta Reiensis Reiensis (Salv.) pimtpiy(2 es.): Sa C.E. 22/08, Piccola Keira Tual,,20:VHI.18/3, O. Beccart: CE +22709°ReisBandan. 15. VIIIT:1379, 1d: Nasiterna maforensis Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 908; GouLp 1878, Birds of New Guinea, pt. VI, pl. 8. = Mtcropsitta geelvinkiana geelvinkiana (Schlegel), PETERS 1937: 168 Sintipi (3 es.): g figurato, g, £ figurata, C.E. 22719-21, Nuova Gui- nea: Mafor, 26-30.V.1875, O. Beccari 200 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI Nasiterna misoriensis Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 909 = Micropsitta geelvinkiana misoriensis (Salv.) Sintipi (4 es.): gg C.E. 22715-6, Baia di Geelvink: Korido (Is. Mi- sori), 23 e 19.V.1875, O. Beccari; 99 C.E. 227173, 1d, 230008 V.1875 Nasiterna beccarit Salvadori 1876, Ann. Mus. Genova, 8: 396 = Micropsitta pusio beccarii (Salv.) Olotipo: 2 C.E. 22714, Nuova Guinea: Wairoro (costa della Baia di Geelvink), 3.XII.1875, O. Beccari Geoffroyus dorsalis Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 758 = ? Geoffroyus geoffroyi pucherani Souancé, Mayr 1941: 66 Olotipo: 2? montata C.E. 25550, Nuova Guinea: Andai, A.A. Bruijn Tanygnathus heterurus Salvadori 1912, Ann. Mus. Genova, 45: 328; ForsHaw 1978, tav., fig. 3, p. 201 Olotipo: es. di sesso non indicato, figurato C.E. 19034, “Selebes ?’, A.A. Bruijn Aprosmictus buruensis Salvadori 1876, Ann. Mus. Genova, 8: 371 = Alisterus amboinensis buruensis (Salv.) Sintipi (6 es.): 9 montata C.E. 25436, Molucche: Kajeli (Is. Buru), 22.1X%.1875, A.A. Bruijn; g montato C.E. 25439) id., E SO C.E. 10085, "id., 22.TX.18757 ‘09° CE. 10086-7, id 27 eae oO CE 10038, "Roebah~ (fs, Burt), 2009 75, Bio Aprosmictus callopterus D'Albertis & Salvadori 1879, Ann. Mus. Ge- nova, 14: 29 = Alisterus chloropterus callopterus (D’Alb. & Salv.) Sintipi (4 es.): g C.E. 10102, Nuova Guinea: F. Fly, 12.IX.1877} L.M. D'Albertis; 3 (CE. 10103;:vid:;26VI:1877%; 3 juve ICE 010 1d.; 22:VI1.187759 GalerA401053 a d2830VA01877 TIPI" DINUGCGCELLI 201 Famiglia MUSOPHAGIDAE Turacus ruspolii Salvadori 1896, Ann. Mus. Genova, 36: 44; 1913, This 10 pe Tt = Tauraco ruspolii (Salv.) Olotipo: 3? figurato C.E. 19933, 5. Abissinia: forse catturato presso il lago Bissan Abbaia nel 2° viaggio Ruspoli. Famiglia CUCULIDAE Cacomantis aeruginosus Salvadori 1878, Ann. Mus. Genova, 13: 458 = Cacomantis variolosus aeruginosus Salv. fointipi (2 es:): 14g) C-E.) 13730-1, Molucehe: Kajeli (ts: ;Buru),,;30e 28.X.1875,A.A. Bruijn Cacomantis arfakianus Salvadori 1889, Mem. R. Accad. Sci. Torino, (2), 40: 177 = Cacomantis castaneiventris arfakianus Salv. Sintipi (3 es.): g C.E. 13726, Nuova Guinea: M. Arfak, VI.1874, A.A. Bruyn; g C.E. 13727, Nuova Guinea: Hatam (M. Arfak), 4. WIT 1875, ‘OF Beccart; Gv C.E.- 13728) Nuova Guinea: Profi (M. Arfak), 3400 piedi, 9.VII.1875, id. Lamprococcyx misoriensis Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 914 = Chalcites malayanus misoriensis (Salv.) Olotipo: 9 C.E. 13762, Baia di Geelvink: Korido (Is. Misori), 19.V. e725. © Beccati Lamprococcyx poeciluroides Salvadori 1878, Ann. Mus. Genova, 13: 460 = Chalcites malayanus poecilurus (Gray), Peters 1940, 4: 34 Olotipo: g C.E. 13763, Nuova Guinea: Sorong, Warmon, 28.VI.1875, A.A. Bruijn 202 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI Lamprococcyx crassirostris Salvadori 1878, Ann. Mus. Genova, 13: 460 = Chalcites malayanus crassirostris (Salv.) Sintipo? 9: C.E: 13760, Is. PiccolesKey: Fualy VIITIS73.) Opabeceam Lamprococcyx ruficolis Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 913 = Chalcites ruficollis (Salv.) Olotipo: 9 C.E. 13761, Nuova Guinea: Hatam (M. Arfak), 27.VI.1875, O. Beccari Eudynamis parva Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 986 = Microdynamis parva parva (Salv.) Olotipo: C'E) 13824, ‘?“Molueche:"? ‘Tidore;’ 1874, 10? Beeeam E la specie tipo del genere Microdynamis Salvadori, 1878, Ann. Mus. Genova, 13: 461 Rhopodytes borneensis Salvadori 1874, Ann. Mus. Genova, 5: 72 (sub “Rhopodytes borneensis (Bonaparte)’’) = Rhopodytes diardi borneensis Salvadori Sintipi (3 es.): 9 C.E. 24993, Borneo: Sarawak, 20.X1.1865, G. Doria; es. di sesso non indicato C.E. 24994, id., IX.1865; g C.E. 24995, id., 8.X.1865 Carpococcyx viridis Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 187 (sub “Carpococcyx radiatus (Temm.) ?°) = Carpococcyx radiceus viridis Salv. Sintipi (3 es.): es. subadulto di sesso non indicato C.E. 9144, Sumatra: Monte Singalan a Bella Vista, 19.VII.1878, O. Beccari; es. su- badulto di sesso non indicato C.E. 9145, Sumatra, 1878, id.; juv. di sesso non indicato C.E. 9146, id. Nesocentor chalybeus Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 915 = Centropus chalybeus (Salv.) TIPI (DISUCCELLI 203 Sintipi (2 es.): 99 C.E. 13945-6, Baia di Geelvink: Korido (Is. Misori), Oe, IS AFLS75 MO Beccari Polophilus nigricans Salvadori 1876, Ann. Mus. Genova, 9: 17 = Centropus phasianinus nigricans (Salv.) Sintipi (7 es.): 399, C.E. 13972-3-4, Nuova Guinea: Is. Yule, X.1875, L.M. D'Albertis; 2 C.E. 14007, id.; g juv. C.E. 14008, id., 6.IV. iS 7/59 okjuva (CE 18975. ide, l6/VI1375: CE. 139765 Nuova Guinea: Naiabui, IX.1875, id. Famiglia STRIGIDAE Scops feae Salvadori 1903, Mem. R. Accad. Sci. Torino, (2) 53: 95 = Otus scops feae (Salv.) Sintipi (6 es.): 9 C.E. 15876, Is. Annobon (Golfo di Guinea), 12.1V.1902, aerea ste CES 778 id 201902: CE 15879), 1d... DEIN O02. fa Be 15830 ids 119025, gC. Ex 15881, id., 21. V.1902 Scops beccaru Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 906 = Otus beccarit (Salv.) Olotipo: g C.E. 21614, Baia di Geelvink: Sowek (Is. Misori), 8-14.V. IS7SMO Beceari Athene dimorpha Salvadori 1874, Ann. Mus. Genova, 6: 308 = Uroglaux dimorpha (Salv.) Olotipo: 9 C.E. 21608, Nuova Guinea: Sorong, V.1872, L.M. D’AI- bertis È la specie tipo del genere Uroglaux Mayr, 1937: 6 Ninox assimilis Salvadori & D'Albertis 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 809 = Ninox connivens assimilis Salv. & D’Alb. 204 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI Sintipi (2 es.): g? 9 C.E. 21632-3, Nuova Guinea: Monte Epa, 24 e 22.1V.1875, L.M. D'Albertis Ninox peninsularis Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 992 = Ninox connivens peninsularis Salv. Sintipi (3 es.): 99 C.E. 21650-1, Capo York: Somerset, 15 e 12.11.1875, L.M. D'Albertis & R. Tomasinelli; 2 montata C.E. 24884, id., 24875 Syrnium niasense Salvadori 1887, Ann. Mus. Genova, 24: 526 = Strix leptogrammica niasensis (Salv.) Sintipi (3 es.): 9 C.E. 7974, Is. Nias: G. Sitoli, 26.IV.1886, Eo Wipe digliani; g e es. di sesso non indicato C.E. 7973, 7975, Is. Nias: Lelemboli, 6.VIII.1886, id. Famiglia AEGOTHELIDAE Aegotheles affinis Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 917; HARTERT 1596; pl. WAT = Aegotheles cristatus affinis Salv. Olotipo: 2 figurata, montata C.E. 24944, Nuova Guinea: Warmendi (M. Arfak), 4000 piedi, 20.V.1875, O. Beccari Aegotheles bennettu Salvadori & D’Albertis 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 816 = Aegotheles bennetti bennettu Salv. & D’Alb. Sintipi (2 es.): g montato C.E. 24934, Nuova Guinea: Baia Hall, 9. V.1875,.. LiMa, D'Albertis: ©. .€.E> 17303 41d, 88M 1805 Aegotheles Loriae Salvadori 1890, Ann. Mus. Genova, 29: 564 = Aegotheles bennettu bennettu Salv. & D’Alb., Mayr 1941: 80 Olotipo: § C.E. 17312, Nuova Guinea: Rigo, 24.VII.1889, L. Loria TIPI DI UCCELLI 205 Aegotheles albertisit Sclater 1873, Proc. Zool. Soc. London: 696 = Aegotheles albertisit albertisit Sclater Olotipo: 2 C.E. 24943, Nuova Guinea: Hatam: (M. Arfak), IX.1872, L.M. D'Albertis Aegotheles rufescens Salvadori 1896, Ann. Mus. Genova, 36: 71 = Aegotheles albertisit salvadorit Hartert, Mayr 1941: 81 Olotipo: © © C.E. 17302, Nuova Guinea S.E.: Moroka, 24.VII.1893, Lit Loria Aegotheles insignis Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 916; HARTERT 1896, pl. VI — Aegotheles insignis insignis Salv. Olotipo: 3 figurato, montato C.E. 24946, Nuova Guinea: Hatam (M. Aetak), VIIL1375, ASA: Bruijn Famiglia CAPRIMULGIDAE Caprimulgus melanopogon Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 918 = Caprimulgus indicus jotaka Temm. & Schlegel, Mayr 1941: 82 Olotipo: 2 montata C.E. 24925, Nuova Guinea sett.: Mansinam, 13. IV.1875, A.A Bruin = Caprimulgus pulchellus Olotipo: 3 ©) Caprimulgus pulchellus Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 195 pulchellus Salv. montato C.E. 24931, Sumatra: Monte Singalan a Bella Wieta, TI. VII.I575, O. Beccari Famiglia APODIDAE Collocalia infuscata Salvadori 1880, Atti R. Accad. Sci. Torino, 15: 348 = Collocalia spodiopygia infuscata Salv. Olotipo: 2 C.E. 26515, Molucche: Ternate, 1.XII.1874, O. Beccari 206 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI Chaetura novaeguineae D'Albertis & Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 55 = Chaetura novaeguineae novaeguineae D’ Alb. & Salv. Sintipi (2 es.): dg C.E. 26516-7, Nuova Guinea: F. Fly a 430 miglia dalla foce, 11.VIII.1877, L.M. D'Albertis Cypselus minusculus Salvadori 1889, Ann. Mus. Genova, 27: 383 = Cypsiurus parvus infumatus (Sclater), BLANFoRD 1895, 3: 171 Olotipo: £ C.E. 26522, Birmania: Meteleò (M. Carin), 16.VIII.1888, L. Fea Famiglia ALCEDINIDAE Corythornis thomensis Salvadori 1902, Ibis, 2 (8): 566, pl. 13 = Corythornis leucogaster thomensis Salv. Sintipi (5 es.): 9 C.E. 15868, S. Thome: Ribeira Palma, 0-300 my 22.VII.1900, L. Fea; gi C.E. 15869, id., 9:VII19008es0: 15870, id., 21.VII1900; g CE. 15871,,1d_, 21 VUE 900 eae 15872 aldo d7ZaN to 00 Melidora jobiensis Salvadori 1880, Mem. R. Accad. Sci. Torino, (2) 33: 502 = Melidora macrorrhina jobiensis Salv. Sintipo: 92 montata C.E. 24280, Nuova Guinea: Ansus, 23.XI.1875, O. Beccari Cyanalcyon stictolaema Salvadori 1876, Ann. Mus. Genova, 9: 20 = Halcyon nigrocyanea stictolaema (Salv.) Olotipo: g C.E. 13553, Nuova Guinea: F. Fly, X1I.1375, Vea bertis Syma megarhyncha Salvadori 1896, Ann. Mus. Genova, 36: 70 = Halcyon megarhyncha megarhyncha (Salv.) TIPI VDIKUGCGELLI 207 Olotipo: g C.E. 16374, Nuova Guinea: Moroka, 23.X.1893, L. Loria Dacelo intermedius Salvadori 1876, Ann. Mus. Genova, 9: 21 = Dacelo leachi intermedia Salv. Sintipi (5 es.): 539 montati C.E. 24281-3, 24285, Nuova Guinea: Baia Hall, VIT.1875, L.M. D'Albertis; ‘& montato ‘CE! 24284, Nuova Guinea: Naiabui, VIII.1875, id. Tanysiptera galatea var. minor Salvadori & D'Albertis 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 815 = Tanysiptera galatea minor Salv. & D/’Alb. Sintipi (4 es.): S£ e £ juv. montati C.E. 24491, 24523-4, Nuova Guinea: F. Fly, XIT.1375, L.M. D'Albertis; g juv. montato C.E. 24526, Nuova Guinea: M. Epa, 26.1V.1875, id. Famigha INDICATORIDAE Indicator feae Salvadori 1901, Ann. Mus. Genova, 40: 783 = Indicator maculatus maculatus G.R. Gray, PETERS 1948, 6: 68 Sintipi (3 es.): g C.E. 15599, Guinea Portoghese: Rio Cassine, 12.IV. IO 00 ikea ACE IS600 Mid 7 11900" oe MS00I 1d:, 21.111.1900 Famigha PICIDAE Chrysophlegma mystacalis Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 182 = Picus flavinucha mystacalis (Salv.) Sintipi (2 es.): £g montati C.E. 25206-7, Sumatra: Monte Singalan, AY Nive 8.VIII1378;., OF Becca Miglyptes infuscatus Salvadori 1887, Ann.Mus. Genova, 24: 531 = Meiglyptes tukki infuscatus Salv. Olotipo: g? C.E. 7993, Is. Nias: G. Sitoli, 29.1V.1886, E. Modigliani 208 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI Famiglia EURYLAIMIDAE Cymborhynchus malaccensis Salvadori, 1874, Atti R. Accad. Sci. Torino, 9: 425 = Cymbirhynchus macrorhynchos malaccensis Salv. Sintipo: es. di sesso non indicato C.E. 25292, Malacca, 1865, G. Doriaze O.. Beccari Famiglia RHINOCRYPTIDAE Acropternis infuscata Salvadori & Festa 1899, Boll. Mus. Zool. Anat. Comp. Torino, 14, n. 362: 34 = Acropternis orthonyx infuscata Salv. & Festa Sintipo: ¢ C.E. 27617, Ecuador: Lloa, prov. Pichincho, 3070 m, E. Festa Famiglia PITTIDAE Pitta coeruleitorques Salvadori 1876, Ann. Mus. Genova, 9: 53 = Pitta erythrogaster coeruleitorques (Salv.) Olotipo: es. di sesso non indicato, montato C.E. 26744, Is. Sanghir: Pettà:,2-IX.1875,p AA: Bruino Pitta loriae Salvadori 1890, Ann. Mus. Genova, 29: 579 = Pitta erythrogaster loriae Salv. Olotipo: g C.E. 16179, Nuova Guinea S.E.: Su-a-u, 30.IX.1889, L. Loria Famiglia ALAUDIDAE Certhilauda doriae Salvadori 1868, Atti R. Accad. Sci. Torino, 3: 292 = Alaemon alaudipes doriae (Salv.) Olotipo: es. di sesso non indicato, montato C.E. 4500, Persia merid.: Golfo Persico, Bender Abbas, 1.XII.1862, G. Doria TIPI DI UCCELLI 209 Famiglia CAMPEPHAGIDAE Graucalus pollens Salvadori 1874, Ann. Mus. Genova, 6: 75 = Coracina pollens pollens (Salv.) Sintipi. (3 .¢s.)3/ 99, C-E. 10210-1, Is. Key: Bandan, 29.VII.1873,.0. Beccari; 2 C.E102127 Is Key? Dual, VIII.1873; id: Graucalus melanocephalus Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 206 = Coracina larvata melanocephala (Salv.) Sintipo: g C.E. 9191, Sumatra: Monte Singalan a Bella Vista, 23. VIT-1S738, ©. Beecari Graucalus crissalis Salvadori 1894, Ann. Mus. Genova, 34: 592 = Coracina striata sumatrensis (Miller), Peters, Mayr & DEI- GNAN in Peters 1960, 9: 176 Sintipi (3 es.): g C.E. 8516, Is. Mentawei: Si-Oban, 29.IV.1894, E. Mo- digliani; 99 C.E. 8517-8, id., 24.IV.1894 Graucalus enganensis Salvadori 1892, Ann. Mus. Genova, 32: 129 = Coracina striata enganensis (Salv.) Sintipi (5 es.): gg C.E. 8448-9, Is. Engano: Kifa-iuc, 6 e 12.V.1891, E. Modigliani; 933 juv. C.E. 8450-2, Is. Engano: Bua-bua, 16,26 eo Verso loud. Graucalus axillaris Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 925 = Coracina lineata axillaris (Salv.) Sintipi (3 es.): 3 9 e g juv. C.E. 10245-7, Nuova Guinea: Mansinam (Es Azfak); 25}26 e'30:V.1875, A.A. Bruyn Graucalus subalaris Sharpe 1878, Mitth. Zool. Mus. Dresd., 1,3: 364 = Coracina boyeri subalaris (Sharpe) Ann. Mus. Civ. St. Nat. - Genova - Vol. LXKXXII 14 210 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI Sintipi (2 es.): g C.E. 10208, Nuova Guinea: F. Fly, XIIT.1875, L.M. D'Albertis; £ C.E. 10209, Nuova Guinea: Baia Hall, 12.IX.1875, id. Edoliosoma obiense Salvadori 1878, Ann. Mus. Genova, 12: 329 = Coracina tenuirostris obiensis (Salv.) Olotipo: 4 C.E. 10251, Molucche: Obi maggiore, V.1875, A.A. Bruijn Edoliosoma dispar Salvadori 1878, Ann. Mus. Genova, 12: 328 = Coracina tenuirostris dispar (Salv.) Olotipe: g(C:Er10631;/Ts- Ker Bandan;: 28. VIL1S873, O. Bee Edolisoma aruense Sharpe 1878, Mitth. Zool. Mus. Dresd., 1,3: 369 = Coracina tenuirostris aruensis (Sharpe) Sintipi (2 es.): g9 C.E. 10252-3, Is. Aru: Lutor, 23 e 24. Veio. Beccari Edoliosoma neglectum Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 15: 36 = Coracina tenutrostris numforana Mayr, Peters, Mayr & DEI- GNAN in Peters 1960, 9: 187 Sintipi (2 es.): gg C.E. 10249-50, Baia di Geelvink: Mafor, 20 e 30. V.1875, O. Beccari Edoliosoma meyerii Salvadori 1878, Ann. Mus. Genova, 12: 327 = Coracina tenutrostris meyeri (Salv.) Sintipi (2 es.): g C.E. 10260, Korido (Is. Misori), V.1875, O. Beccari; 3 C.E. 10636, Sowek (Is. Misori), id. Volvocivora borneensis Salvadori 1868, Atti R. Accad. Sci. Torino, 3: 532 = Coracina fimbriata schierbrandu (Pelzeln), Perers, Mayr & DEIGNAN in Perers 1960, 9: 195 TIPI DP.UCCELLI 211 Sintipi (2 es.): 23 montati C.E. 26818-9, Borneo: Sarawak, 2.I e 1.II. 1866, G.Doria Campephaga aurulenta Sclater 1873, Proc. Zool. Soc. London: 692, pl. LIV = Campephaga sloetu Schlegel, SALvaDORI, 1881 Orn. Pap. Mol., MNOS = Campochaera sloetit sloeti (Schlegel), Mayr 1941: 98 Olotipo: 4 figurato C.E. 10647, Nuova Guinea: Sorong, VI.1872, L.M. D'Albertis Campochaera flaviceps Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 15: 38 (nota) = Campochaera sloetu flaviceps Salv. Sintipi (2 es.): g C.E. 10648, Nuova Guinea: F. Fly, 17.VI.1876, L.M. D'Albertis; £ C.E. 10649, Nuova Guinea: M. Epa, 25.1V.1875, id. Pericrocotus rubro-limbatus Salvadori, 1887, Ann. Mus. Genova, 25: 515 = Pericrocotus solaris rubrolimbatus Salv. Sintipi (2 es.): gg C.E. 22234-5, Tenasserim: Mooleyit (Staz. Plapoo), m 1200-1400, 23.111.1887, L. Fea Pericrocotus montanus Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 205 — Pericrocotus solaris montanus Salv. Olotipo: 2 montata C.E. 26911, Sumatra: Monte Singalan a Bella Vista, PSN LAS 78,0. » Beccari Pericrocotus pulcherrimus Salvadori 1887, Ann. Mus. Genova, 25: 515 = Pericrocotus brevirostris neglectus Hume, PETERS, Mayr & DEI- GNAN in PETERS, 1960, 9: 214 Sintipi (2 es.): g2 C.E. 22232-3, Tenasserim: Mooleyit (Staz. Plapoo), m 1200-1400, 2 e 4.1V.1887, L. Fea 212 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI Pericrocotus modighani Salvadori 1892, Ann. Mus. Genova, 32: 130 = Pericrocotus flammeus modighanu Salv. Sintipi (8 es.): S3g39 C.E. 8456-7, 8460-1, Is. Engano: Kifa-iuc, 6.V. 1891, E. Modigliani; g C.E. 8462, id., 11.V.1891; g C.E. 8463, id., 13.V.1891; 99 C.E. 8458-9, Is. Engano: Bua-bua, 16.V.1891, id. Hemipus intermedius Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 209 = Hemipus picatus intermedius Salv. Olotipo: 3 montato C.E. 26766, Sumatra: Monte Singalan a Bella Vista, “9!VIM 13750 Beccari Famiglia Py ONONO TI DAE Hemixus sumatranus Salvadori 1887, Ann. Mus. Genova, 25: 525 = Hypsipetes virescens sumatranus (Wardlaw Ramsay), Rand & DEIGNAN in PETERS, 1960, 9: 292 Sintipi (3 es.): gg e 2 C.E. 9349-51, Sumatra: Monte Singalan a Bella Vista, 15,510 6 IS VIR 73 RO Bca Famigha MUSCICAPIDAE: TURDINAE Brachypteryx saturata Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 225 = Brachypteryx montana saturata Salv. Sintipi (2 es.): gg montati C.E. 26737-8, Sumatra: Monte Singalan a Bella Vista, VI-VII.1878, O. Beccari Cittocincla melanura Salvadori 1887, Ann. Mus. Genova, 24: 549, tav. VII figogl = Copsychus malabaricus melanurus (Salv.) Sintipi (6 es.): g figurato C.E. 8046, Is. Nias: G. Sitoli, 1.V.1886, E. Modigliani; ¢ C.E. 8047, id., 30.1V.1886; 4 C.E. 8048, Is. Nias: Lelemboli, 30. VII.1886, id.; ¢ C.E. 8049, Is. Nias: Bawolovalani, 15.V.1886, id.; pullus C.E. 8100, Is. Nias: G. Sitoli, 26.1V.1886, id.; g juv. C.E. 8101, Is. Nias: Lelemboli, 25: VI1.1886, id. TIPI DI UCCELLI 213 Cochoa beccarit Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 228 = Cochoa azurea beccari Salv. Sintipo: 3 montato C.E. 26858, Sumatra: Monte Singalan a Bella Vista, VI.1878, O. Beccari Saxicola leucolaema Antinori & Salvadori 1872, Atti R. Accad. Sci. Torino, 8: 32; Antinori & Salvadori 1873, Ann. Mus. Genova, 6: 464, tav. II = Saxicola vittata Hemprich & Ehremberg, BLANFORD & DRES- SER, 1874: 220 = Oenanthe pleschanka pleschanka (Lepechin), VAuRIE 1959: 343 Olotipo: es. di sesso non indicato, figurato, montato C.E. 25783, Eri- trea, Keren (Paese dei Bogos), XII.1871, O. Antinori Arrenga melanura Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 227 = Myiophoneus melanurus (Salv.) Sintipi (3 es.): juv. di sesso non indicato, montato C.E. 26560, Suma- tra: Monte Singalan a Bella Vista, 29.VI.1878, O. Beccari; g9 CE. 901627 1d 23.V1.1878 Myophonus dicrorhynchus Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 227 = Myiophoneus caeruleus dicrorhynchus Salv. Sintipi (2 es.): g C.E. 9614, Sumatra: Ajer Manteior, 9.VIII.1878, O. Beccari; 9 C.E. 9615, Sumatra: Padang-Pandjan, 6.VIII. 1878, id. Geocichla leucolaema Salvadori 1892, Ann. Mus. Genova, 32: 135 = Zoothera interpres leucolaema (Salv.) sintipi (2 es.): OS C.F. 847122, Engano: Bua Bua, 5 e 7:VI.1891, E. Modigliani Eupetes incertus Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 967 = Amalocichla incerta incerta (Salv.) 214 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI Olotipo: g C.E 11748, Nuova Guinea: M. Arfak, VI.1874, A.A. Bruijn Turdus xanthorhynchus Salvadori 1901, Bull. Mus. Zool. Anat. comp. Torino, 16, 414: 2 = Turdus olivaceofuscus xanthorhynchus Salv. Olotipo: 9 C.E. 15739, Is. Principe: Bahia do Oeste, m 100-200, 25. Vi1901)..LecFea Merula feae Salvadori 1887, Ann. Mus. Genova, 25: 514 = Turdus feae (Salv.) Olotipo: @ C.E. 22167, Tenasserim: Staz. Plapoo (Monte Mooleyit), m 1200-1400, 24.III.1887, L. Fea Merula subobscura Salvadori 1889, Ann. Mus. Genova, 27: 413 = Turdus obscurus Gmelin, RipLey in Perers 1964, 10: 201 Olotipo: g C.E. 22191, Birmania: Paese dei Carin Indipendenti, Vil- laggio di Taho, m 1000-1400, 3.III.1888, L. Fea Famiglia MuscIicaPibaE: OrRTtHoNYCHENIE Eupetes leucostictus Sclater 1873, Proc. Zool. Soc. London: 690, pl. LII = Eupetes leucostictus leucostictus Sclater Olotipo: 3 figurato C.E. 11746, Nuova Guinea: Hatam (M. Arfak), IX.1872, L.M. D'Albertis Eupetes loriae Salvadori 1896, Ann. Mus. Genova, 36: 102 = Eupetes leucostictus loriae Salv. Olotipo: ¢ ? C.E. 16414, Nuova Guinea: Moroka, 22.X.1893, L. Loria Eupetes nigricrissus Salvadori 1876, Ann. Mus. Genova, 9: 36 = Eupetes caerulescens migricrissus Salv. TIPI DI UCCELLI 215 Sintipi (3 es.): gg C.E. 11741-2, Nuova Guinea: Naiabui, 1.IX.1875, E.M. D'Albertis; 9 CE. 11745 NuovanGuineas E.Fly, XII. 1375, id: Eupetes castanonotus Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 966 = Eupetes castanonotus castanonotus Salv. Sintipi (2 es.): g£ C.E. 11736-7, Nuova Guinea: Dorei Hum, Monte Morait, 700-1000 m, 18.11.1875, O. Beccari Famiglia MuscICAPIDAE: TIMALIINAE Sericornis nigro-rufa Salvadori 1894, Ann. Mus. Genova, 34: 151 = Crateroscelis nigrorufa (Salv.) Sintipi (2 es.): 2 C.E. 16406-7, Nuova Guinea: Moroka, 27.X e 7.VIII. 1095-L-. Lorna Drymoedus beccarii Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 965 = Drymodes superciliaris beccaru Salv. Olotipo: g C.E. 11751, Nuova Guinea: Profi (M. Arfak), 3400 piedi, FOXVIF18757O. Beccari Turdinus puveli Salvadori 1901, Ann. Mus. Genova, 40: 767 = Trichastoma puveli puveli (Salv.) Olotipo: g C.E. 15379, Guinea Portoghese: Rio Cassine, 29.1.1900, E: Fea Pomatorhinus imberbis Salvadori 1889, Ann. Mus. Genova, 27: 410 = Pomatorhinus erythrogenys imberbis Salv. Olotipo: 2 C.E. 21967, Birmania: Yado (a 1000 m circa, nei M. Carin, a N.E. di Counghoo), 26.1.1888, L. Fea Rimator albostriatus Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 224 = Rimator malacoptilus albostriatus Salv. 216 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI Olotipo: g montato C.E. 26791, Sumatra: Monte Singalan a Bella Vista, 26.VI.1878, O. Beccari Turdinus rufipectus Salvadori, 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 224 = Napothera rufipectus (Salv.) Sintipo: 2 montata C.E. 26573, Sumatra: Monte Singalan a Bella Vista, 26.VI.1878, O. Beccari Pnoepyga lepida Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 227 (sub ‘‘Pnoepyga pusilla Hodgs. ?’’) = Pnoepyga pusilla lepida Salv. Olotipo: 2 montata C.E. 25991, Sumatra: Monte Singalan, 8.VIII.1878, O. Beccati Stachyris bocagei Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 223 = Stachyris chrysaea frigida (Hartlaub), DEIGNAN in PETERS 1964, 10: 306 Olotipo: 3 montato C.E. 26847, Sumatra: Monte Singalan a Bella Vista, VI.1878, O. Beccari Crateropus Salvadorit De Filippi 1865, “Note di un viaggio in Persia nel 1862”: 346 = Turdoides caudatus salvadoru (De Fil.) Olotipo: es. di sesso non indicato C.E. 26642, Persia merid.: Amadi presso Kirman, XI.1862, G. Doria Garrulax frenatus Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 230 (sub “Garrulax palliatus (Mull.) ?”) = Garrulax palliatus palliatus (Bonaparte), SHARPE 1883: 447 Olotipo: 2 montata C.E. 26553, Sumatra: Monte Singalan a Bella Vista, 21.VI.1878, O. Beccari TIPI DI UCCELLI 217 Dryonastes propinquus Salvadori 1914, Ann. Mus. Genova, 46: 6 = Garrulax chinensis propinquus (Salv.) Olotipo: g C.E. 26496, Tenasserim: Thagatà (villaggio sui monti a 5.0; di Mooleyit), 13.IV-183/; L. Fea. Paratipogig CB 20497, id. Leiothrix laurinae Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 231 = Leiothrix argentauris laurinae Salv. Sintipi (5 es.): £ C.E. 9620, Sumatra: Monte Singalan, 19.VI.1878, O. Beccari; £ C.E. 9621, id., 9.VIII.1878; 39 montati C.E. 26734-5, Sumatra: Monte Singalan a Bella Vista, 25.VI.1878, id.; 9 montata (E° 260/3614, 20. VI_1878 Pteruthius cameranoi Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 232 = Pteruthius flaviscapis cameranoi Salv. Sintipi (2 es.): 9g montati C.E. 26808-26809, Sumatra: Monte Singalan a Bella Vista, 2 e 18.VII.1878, O. Beccari Hyloterpe brunneicauda Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 210 = Alcippe brunneicauda brunneicauda Salv. Olotipo: 3 montato C.E. 25798, Sumatra: Ajer Manteior, 6.VIII.1878, O. Beccari Malacias castanopterus Salvadori 1889, Ann. Mus. Genova, 27: 363 — Heterophasia melanoleuca castanoptera (Salv.) Sintipi (2 es.): £ C.E. 22003, Birmania: Paese dei Carin Indipendenti, Villaggio di Tahò, m 1000-1400, 4.1.1888, L. Fea; 3 C.E. 22006, id 7- TIL 1388 Heterophasia simillima Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 232 = Heterophasia picaoides simillima Salv. 218 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI Sintipi (3 es.): gg montati C.E. 26653, 26655, Sumatra: Monte Singa- lan a Bella Vista, 25.VI.1878, O. Beccari; 9 montata C.E. 26654, id., 15 VILLS78 Famiglia MuSscICAPIDAE: PANURINAE Suthora Feae Salvadori, 1889, Ann. Mus. Genova, 27: 363 = Paradoxornis nipalensis feae (Salv.) Sintipi (2 es.): es. di sesso non indicato e g, C.E. 21998-9, Birmania: Paese dei Carin Indipendenti, Villaggio di Taho m 1000-1400, oc IIISSS Eee: Kamicha MUSCICAPID AES 9S You V1 lI Nee Sphenoeacus macrurus Salvadori 1876, Ann. Mus. Genova, 9: 35 — Megalurus timoriensis macrurus (Salv.) Sintipi (4 es.): g C.E. 11752, Nuova Guinea: Naiabui, VII.1875, L.M. D’Albertis; ¢ C.E. 11753, id., VIILI875; GO CET: 08 IX.1875 Sphoenaecus amboinensis Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 988 = Megalurus timoriensis amboinensis (Salv.) Sintipo: 9 C.E- 11756, Amboina, 16.X11-13874, ©. Beccari Poodytes albo-limbatus D’ Albertis & Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 37 = Megalurus albolimbatus (D’Alb. & Salv.) Sintipi (2 es.): 9g C.E. 11757-8, Nuova Guinea: F. Fly a 430 miglia dalla foce, 24.VIII.1877, L.M. D'Albertis Cisticola celebensis Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 663 = Cisticola exilis rustica Wallace, LynEes 1930: 623 TIPI DI UCCELLI 219 Olotipo: es. di sesso non indicato, montato C.E. 25963 (mediocri condi- zioni), Celebes: Kandari, VI.1874, O. Beccari Sylvia doriae De Filippi 1865, “Note di un viaggio in Persia nel 13627 =, 343 = Sylvia nana (Hempr. & Ehr.), SaLvaporI 1914 (b): 30. Olotipo: es. di sesso non indicato C.E. 25888, Persia merid.: tra Yezd é.Kuirmans 27.XNI.1362, G.Doria Brachypteryx flaviventris Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 226 = Cettia montana flaviventris (Salv.) Olotipo: 2 montata C.E. 26739, Sumatra: Monte Singalan a Bella Vista, 25.VUETS7 3S, O-” Beccant Questo esemplare è stato esaminato da G. Mees (1979), che ha con- statato trattarsi di una femmina giovane di quella forma che era stata descritta come Cettia montana sumatrana da OGILVIE GRANT (1916, Bull. B.O.C., 36: 66) su 2 esemplari di Korinchi Peak, Sumatra Occiden- tale, ma che per le leggi di priorità va indicata come Cettia mon- tana flaviventris (Salv.) Prinia hypoxantha Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 235 = Prima flaviventris rafflesi 'Tweeddale, CHasen 1935: 255 Olotipo: 9 montata C.E. 25981, Sumatra occ.: Sungei Bulu, 18.1X.1878, O. Beccari Prinia superciliaris Salvadori 1874, Ann. Mus. Genova, 5: 249 = Prinia flaviventris chasent Deignan, DEIGNAN 1942: 11 Sintipi (3 es.): un es. di sesso non indicato, montato C.E. 25978, Borneo: Sarawak, VI.1865, G. Doria & O. Beccari; 2 montata C.E. 25979, id (210-1860605 ¢ montato C-E° 25980, id., 24.1X.1865 Phyllergates sumatranus Salvadori 1891, Ann. Mus. Genova, 32: 67 = Orthotomus cucullatus cucullatus 'Temminck, CHASEN 1935: 247 Olotipo: 4 C.E. 9909, Sumatra: Si-Rambè, 5.II.1891, E. Modigliani 220 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI Orthotomus borneoensis Salvadori 1874, Ann. Mus. Genova, 5: 247 = Orthotomus sepium borneoensis Salv. Sintipi (2 es.): ¢ montato C.E. 25983, Borneo: Sarawak, 8.VII.1865, G. Doria & O. Beccari; g montato C.E. 25984, id., 5.VIII.1865 Gerygone ? poliocephala Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 960 = Phylloscopus trivirgatus poliocephalus (Salv.) Olotipo: g C.E. 14564, Nuova Guinea: M. Arfak, 3.V.1875, A.A. Bruijn Gerygone giulianettit Salvadori 1896, Ann. Mus. Genova, 36: 81 = Phylloscopus trivirgatus giulianettit (Salv.) Sintipi (2 es.): gg C.E. 16416-7, Nuova Guinea: Moroka, 17 e 21.X. 1899, I. Loria Sericornis? trochiloides Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 961 = Phylloscopus trivirgatus misoriensis. Meise, Meise 1931, 36: 318 (nota) Sintipi (3 es.): g? C.E. 14629, Nuova Guinea: Korido (Is. Misori), 18. V.1875, O. Beccari; 9g C.E. 14630-1, id., 5 e 7.V.1875 Famiglia MuscICAPIDAE: MALURINAE Malurus naimi Salvadori & D'Albertis 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 827 = Malurus alboscapulatus naimiu Salv. & D°Alb. Olotipo: g? C.E. 14673, Nuova Guinea: Mon, 11.VI.1875, L.M. D'Albertis Sericornis beccaru Salvadori 1874, Ann. Mus. Genova, 6: 79 = Sericornis beccarit beccaru Salv. Sintipi (2 es.): g C.E. 11724, Is. Aru: Giabu-Lengan, 23.V.1873, O. Beccari; di C.E. 11725; 1s) Aru:.Wokan}. 71V1373)1d. TIPI DI UCCELLI 221 Sericornis arfakiana Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 962 = Sericornis magnirostris cantans Mayr, Mayr 1930: 177 = Sericornis nouhuysi cantans Mayr Lectotipo (designato da MrIsE 1935)(*): g C.E. 11726, Nuova Guinea: IM Artal 3 VETS 75 ak. Brinn Paratipi (2 es.): g C.E. 11727, Nuova Guinea: Profi (M. Arfak) , VII. 1875, A.A. Bruin; 2 C.E. 11728, Nuova Guinea: Hatam (M. Antak) “i. ViILts75, O. Beccari Sericornis magnirostris cantans Mayr, 1930, Orn. Monatsber. 38 (6): 177 = Sericornis nouhuysi cantans Mayr Paratipo: 9 C.E. 14566, Nuova Guinea: Mori (M. Arfak) 3500 piedi, 11.V.1875, O. Beccari. Questo esemplare, che era in collezione come paratipo di Gerygone? arfaRiana Salvadori, è stato designato paratipo di Sericornis magnirostris cantans Mayr da MEIsE 1935(*). Sericornis perspicillata Salvadori 1896, Ann. Mus. Genova, 36: 99; Meise 1931, tav. V, fig. 5 (3) = Sericornis perspicillatus Salv. Sintipi (2 es.): gg C.E. 16408-9, Nuova Guinea: Moroka, 23.VII. e Ze tiie Gos, E ana Gerygone ? rufescens Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 961; MEISE 1931, tav. V, fig. 4 = Sericornis rufescens rufescens (Salv.) Lectotipo: g C.E. 14627 (designato da MEIse 1935) (*), Nuova Guinea: Hatam (M. Arfak), 27.VI.1875, O. Beccari Paratipo: ¢ C.E. 14628, id., 21.V.1875 (*) MEISE aveva esaminato il materiale del Museo di Genova, in occasione della sua revisione del gen. Gerygone. 222 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI Gerygone ? arfakiana Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 960 = Sericorns arfakianus arfaRianus (Salv.) (partim: lectotipo) = Sericornis magnirostris cantans Mayr (partim: paratipo), MEISE 1935 (*) (vedi sopra) Lectotipo: 3 C.E. 14565 (designato da Metse 1935) (*), Nuova Guinea: M. Arfak, 11.V.1875, A.A. Bruijn Paratipo: 9 C.E. 14566, Nuova Guinea: M. Arfak, Mori, 3500 piedi, 11 V.1875, O= Beceant Sericornis olivacea Salvadori 1896, Ann. Mus. Genova, 36: 100; MEISE 1931, tav. V, fig. 6 = Sericornis arfakianus olivaceus Salv. Sintipi (2 es. ): 99 C.E. 16410-1, Nuova Guinea: Moroka, 23.VII. e 4.VIII.1893, L. Loria Gerygone ? cinerea Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 958; MEISE 1931, tav Vedie. RE) = Gerygone cinerea Salv. Sintipi (2 es.): g2 C.E. 14567-8, Nuova Guinea: Hatam (M. Arfak), tie AVILIS7S52-O2"Beceari Gerygone notata Salvadori 1878, Ann. Mus. Genova, 12: 344 = Gerygone chrysogaster notata Salv. Olotipo: g C.E. 14554, Nuova Guinea: Wa Samson, 26.11.1875, O. Beccari Gerygone melanothorax Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 956 = Gerygone palpebrosa palpebrosa Wallace, Mayr 1941: 123 Sintipi (2 es.): g C.E. 14546, Nuova Guinea: Profi (M. Arfak), 3400 piedi, 9.VII.1875, O. Beccari; ¢ C.E' 14547, Nuova Guinea Mort (IM. Arfak), 3500 pred HEV 1875, 1d. (*) MEISE aveva esaminato il materiale del Museo di Genova, in occasione della sua revisione del gen. Gerygone. TIPI DI UCCELLI 223 Gerygone ? ruficollis Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 959; MEISE 19815 tav Vil, dio, Xda = Gerygone ruficollis ruficollis Salv. Olotipo: 2 C.E. 14569, Nuova Guinea: Hatam (M. Arfak), 26.VI.1875, O. Beccari Gerygone modiglianit Salvadori 1891, Ann. Mus. Genova, 32: 52 = Gerygone fusca sulphurea Wallace, Metse 1931, Nov. Zool. 36: 371 Sintipi (2 es.): gs C.E. 9830, Sumatra: Balige, senza data, E. Modigliani; ONCE. 9831, 1d. 528201890 VES Clear i DAR: MSC A PAIN AcE Alcippe pectoralis Salvadori 1868, Atti R. Accad. Sci. Torino, 3: 530; 1874, Ann. Mus. Genova, 5, tav. IV, fig. 1 e la = Rhinomyias umbratilis umbratilis (Strickland), CHasEN 1935: 179 Sintipi (2 es.): g figurato, montato C.E. 26795, Borneo: Sarawak, 1866, Omiscceari es. torse giovane CE 21912 id., 17-X11.1865, G. Doria Stoparola ruficrissa Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 202 = Muscicapa indigo ruficrissa (Salv.) Sintipi (4 es.): g C.E. 26814, Sumatra: Monte Singalan a Bella Vista, I ViI1S 73,0. Beccaria gO C-2426815-6, id. 23-VII1S8/8y 2 Juv. CE 2631), id. Zoavil. 13878 Niltava decipiens Salvadori 1891, Ann. Mus. Genova, 32: 49 = Niltava grandis decipiens Salv. Sintipi (4 es.): gg C.E. 9817-8, Sumatra: Si Rambé, 2 e 6.XII.1890, E. Nlodieliani-SICE=9319id., 25: X 1.1890; 9 C.E. 9820gndst 22.11. 1891 224 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI Niltava oatesi Salvadori 1887, Ann. Mus. Genova, 25: 514 = Niltava vivida oatesi Salv. Olotipo: ¢ C.E. 16944, Tenasserim: Staz. Plapoo (M. Mooleyit), m 1200-1400, 23.III1.1887, L. Fea Niltava sumatrana Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 201 = Niltava vivida sumatrana Salv. Sintipi (4 es.): 23 montati C.E. 26855, 26857, Sumatra: Monte Sin- galan a Bella Vista, 21.VI.1878, O. Beccari; 93 montati C.E. 26856, 26858, id., 8.VIII.1878 Cyornis dialilaema Salvadori 1889, Ann. Mus. Genova, 27: 387 = Niltava rubeculoides dialilaema (Salv.) Olotipo: 3 C.E. 16945, Birmania: villaggio di Tahò (Paese dei Carin Indipendenti), m 1000-1400, 4.III.1888, L. Fea Microeca laeta Salvadori 1878, Ann. Mus. Genova, 12: 323 = Mtcroeca flavigaster laeta Salv. Olotipo: g C.E. 14527, Nuova Guinea: presso Vandamen, 9.XII.1875, O. Beccari. Leucophantes hypoxanthus Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 920 = Microeca papuana (Meyer), Matuews 1930, 2: 443 Sintipi (3 es.): g C.E. 14679, Nuova Guinea: Hatam (M. Arfak), 24. VL.1875; ‘O:-Beccari; FCE 14690<151d5, 3: Vilar Monachella saxicolina Salvadori 1874, Ann. Mus. Genova, 6: 83 = Monachella miilleriana miilleriana (Schlegel), Mayr 1941: 140 Sintipi (3 es.): tutti senza indicazione di sesso, C.E. 14486, 14490 e 25755 (montato), Nuova Guinea: M. Arfak, 1872, L.M. D’AI- bertis ~ E la specie tipo del genere Monachella Salvadori TIPI DI UCCELLI 225 Leucophantes leucops Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 921 = Tregellasia leucops leucops (Salv.) Sintipi (2 es.): g C.E. 14677, Nuova Guinea: Profi (M. Arfak), 3400 piedi, 9.VII.1875, O. Beccari; 9 C.E. 14678, Nuova Guinea: Mori (M. Arfak), 3500 piedi, 28.IV.1875, id. Leucophantes brachyurus Sclater 1873, Proc. Zool Soc. London: 691, fie bephe Li = Leucophantes brachyurus brachyurus Sclater Sintipi (2 es.): 9g figurato C.E. 25752-3, Nuova Guinea: Andai, VIII. 1872, L.M. D'Albertis È la specie tipo del genere Leucophantes Sclater. Megalestes albonotatus Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 770 = Poecilodryas albonotata albonotata (Salv.) Olotipo: 9(*) C.E. 14483, Nuova Guinea: M. Arfak, senza data, A.A. Bruijn È la specie tipo del genere Megalestes Salvadori Myiolestes? cyanus Salvadori 1874, Ann. Mus. Genova, 6: 84 = Peneothello cyanus cyanus (Salv.) Olotipo: sg C.E. 14513, Nuova Guinea: Hatam (M. Arfak), 13.I1X.1872, L.M. D'Albertis Mviolestes? bimaculatus Salvadori 1874, Ann. Mus. Genova, 6: 84 = Peneothello bimaculatus bimaculatus (Salv.) Olotipo: es. di sesso non indicato, montato C.E. 25754, Nuova Guinea: Putat, 1872, L.M. D'Albertis (*) Il cartellino reca la correzione da 2 in g, mentre nella descrizione originale Ves. viene indicato come $. Ann. Mus. Civ. St. Nat. - Genova - Vol. LXXXII 15 226 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI Pachycephala albispecularis Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 931 = Heteromyias albispecularis albispecularis (Salv.) Olotipo: 3 C.E. 11139, Nuova Guinea: M. Arfak, VI.1874, A.A. Bruijn Pachycephalopsis poliosoma Sharpe 1882, Journ. Linn. Soc. (Zool.), 16: 318 = Pachycephalopsis poliosoma poliosoma Sharpe Sintipo*: es. di sesso non indicato C.E. 14528, Nuova Guinea: Taburi (Monti Astrolabe), A. Goldie Famiglia MUSCICAPIDAE: RHIPIDURINAE Rhipidura leucothorax Salvadori 1874, Ann. Mus. Genova, 6: 311 = Rhipidura leucothorax leucothorax Salv. Olotipo: es. di sesso non indicato C.E. 14366, Nuova Guinea: Hatam (M. Arfak), 1873, L.M. D’Albertis Rhipidura griseicauda Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 924 = Rhipidura rufifrons squamata S. Miller, Mayr 1941: 128 Olotipo: 2 C.E. 14451, Papuasia: Waigiou, II.1874, A.A. Bruin Rhipidura rufa Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 923 = Rhipidura brachyrhyncha brachyrhyncha Schlegel, Mayr 1941: 129 Olotipo: 3 C.E. 14453, Nuova Guinea: M. Arfak, 4.V.1875, A.A. Bruyn Rhipidura atra Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 922 = Rhipidura atra atra Salv. (*) SHARPE non indica il numero degli individui su cui descrive la specie. Il nostro esemplare, che proviene proprio da Taburi e reca la scritta “typical specimen” e il n. 173 della raccolta Goldie (che coincide col numero citato da SHARPE 1882:435) è sicuramente sintipo, così come sono con molta probabilità sintipi i tre esemplari presenti al British Museum, registrati 82.3.8. con i numeri 49/50/51, nonostante il primo di essi sia indicato come olotipo. TIPI DI UCCELLI 227 Sintipi (4 es.): 253 C.E. 14454-6, Nuova Guinea: Hatam (M. Arfak), 21,23 e 27.VI.1875, O. Beccari; g C.E. 14457, Nuova Guinea: Mori (M. Arfak), 6.VI.1875, id. Rhipidura albolimbata Salvadori 1374, Ann. Mus. Genova, 6: 312 — Rhipidura albolimbata albolimbata Salv. Olotipo: es. di sesso non indicato C.E. 14443 (cattive condizioni per precedente conservazione in alcool), Nuova Guinea: Hatam (M. Arfak), 1873, L.M. D'Albertis Rhipidura atrata Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 14: 203 = Rhipidura albicollis atrata Salv. Sintipi (3 es.): g e g juv. montati C.E. 26837-8, Sumatra: Monte Singa- lan a Bella Vista, VII.1878, O. Beccari; 2 C.E. 9184, id., 27.VI. 1878 Rhipidura obiensis Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 986 = Rhipidura rufiventris obiensis Salv. Olotipo: es. di sesso non indicato C.E. 14372, Molucche: Is. Obi Mag- giore, V.1875, A.A. Bruyn Famiglia MUSCICAPIDAE: MONARCHINAE Monarcha axillaris Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 921 = Monarcha axillaris axillaris Salv. Sintipi (3 es.): gs C.E. 14134, Nuova Guinea: Profi (M. Arfak), 3400 piedi, 8.VII.1875, O. Beccari; 2 C.E. 14168, Nuova Guinea: M. Arfak, 7.V.1875, A.A. Bruyn; 9 C.E. 14169, id., VI.1874 Monarcha mentalis Salvadori 1874, Ann. Mus. Genova, 6: 310 = Monarcha rubiensis (Meyer), SALvapoRI 1881, Orn. Pap. Mol., Ze1.13 228 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI Olotipo: es. di sesso non indicato C.E. 14109, Nuova Guinea: Andai, 1872, L.M. D'Albertis Monarcha canescens Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 991 = Monarcha frater canescens Salv. Olotipo: ¢ C.E. 14166, Capo York: Somerset, 3.111.1875; EM. D’AL bertis & R. Tomasinelli Monarcha frater Sclater 1873, Proc. Zool. Soc. London: 691 = Monarcha frater frater Sclater Olotipo: 9 C.E. 14130, Nuova Guinea: Hatam (M. Arfak), IX.1872, L.M. D'Albertis Monarcha heterurus Salvadori 1896, Ann. Mus. Genova, 36: 74 = Monarcha guttula (Garnot), Mayr 1941: 135 Sintipi (2 es.): $2 C.E. 16377-8, Nuova Guinea S.E.: Vivaiku, valle S. Giuseppe, 16 e 20.XI.1892, L. Loria Monarcha aruensis Salvadori 1874, Ann. Mus. Genova, 6: 309 = Monarcha chrysomela aruensis Salv. Sintipi (4 es.): ¢ C.E. 14181, Is Aru: Vokan, 2.VI.1873, O. Beccari 4 C.E. 14182, 1d., 30.V.1873;.3'C.E- 14183; Is; Arao%Giabee lengan, 9.V.1873, 1d.; 2 “CE. 14184, 1d 17 Nae Terpsiphone insularis Salvadori 1887, Ann. Mus. Genova, 24: 539 = Terpsiphone paradisi insularis Salv. Sintipi (2 es.): S9 C.E. 8043-4, Is. Nias: Lelemboli, 29.VII ‘e 14.VIII. 1886, E. Modigliani Arses orientalis Salvadori 1890, Ann. Mus. Genova, 29: 566 = Arses telescophthalmus henket Meyer, Mayr 1941: 136 TIPI DI UCCELLI 229 Sintipi (2 es.): gg C.E. 16112-3, Nuova Guinea: Rigo, 25 e 24.VII. 1889, L. Loria Famiglia MuSscICAPIDAE: PACHYCEPHALINAE Pachycephala leucostigma Salvadori, 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 933 = Rhagologus leucostigma leucostigma (Salv.) Sintipi (4 es.): £ C.E. 11088, Nuova Guinea: Hatam (M. Arfak), 27. RISIS7SUNO. “Becca Ce 110898 ids 9 2V1118 75+") oS C.E. 11090, id., VII.1875, A.A. Bruin; 2 C.E. 11091, Nuova Guinea: M. Arfak, 5.V.1875, id. Pachycephala soror Sclater 1873, Proc. Zool. Soc. London: 692 = Pachycephala soror soror Sclater Olotipo: g¢ C.E. 11109, Nuova Guinea: Hatam (M. Arfak), IX.1872, L.M. D’Albertis Pachycephala miosnomensis Salvadori 1879, Ann. Mus. Genova, 15: 46 = Pachycephala simplex miosnomensis Salv. Sintipi (2 es.): g9 C.E. 11080-1, Baia di Geelvink: Is. Miosnom, 1 e 3. V.1375, -O: Beccari Pachycephala hyperythra Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 932 =Pachycephala hyperythra hyperythra Salv. Sintipi (3 es.): g C.E. 11085, Nuova Guinea: Mansema (M.Arfak), ZoW 1875, O. “Beccari, CE. 11086, Nuova Guinea: Profit (M. Arfak), 3400 piedi, 9.VII.1875, id.; juv. di sesso non indicato C.E. 11087, Nuova Guinea: Kapaor, IV.1872, L.M. D'Albertis Pachycephala sharpet Salvadori 1896, Ann. Mus. Genova, 36: 88 = Pachycephala hyperythra salvadorit Rothschild, ROTHSCHILD 18973422 Olotipo: § C.E. 16415, Nuova Guinea: Moroka, 3.VIII.1893, L. Loria 230 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI Pachycephala leucogastra Salvadori & D'Albertis 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 822 = Pachycephala rufiventris leucogaster Salv. & D’Alb. Olotipo: es. di sesso non indicato C.E. 11074, Nuova Guinea: M. Epa, 26.1V.1875, L.M. D'Albertis Pachycephala cinerascens Salvadori 1878, Ann. Mus. Genova, 12: 332 = Pachycephala rufiventris cinerascens Salv. Sintipi (3 es.): 59 C.E. 11077-8, Ternate: Acqui Conora, 26.XI.1874, O. Beccari; g.C.E. 11079, GC ie Zoe ee 23.VIE1877: 6 CE. 23149> 1d." 3. VIE18773 6 ‘CE. 23650065 WI.1876; ¢ C.E. 23151, id., 30.VI1577:.. 6 CES 23452000001] VL.1877%..4- Gees 23154, “id; 028.VIII:4877:(G6CE. 23556 23VI:1877:/9 CLE. 23158. ids 2X L877. 4 CESSA 23157, Nuova Guinea: Alice River, VII.1876, L. M. D’Albertis Paradisea raggiana Sclater 1873, Proc. Zool. Soc. London: 559 = Paradisaea raggiana raggiana Sclater Sintipo: g incompleto C.E. 23209, Nuova Guinea: Baja Orangerie, 1875, L.M. D’Albertis TIPI DI UCCELLI 249 Famiglia CORVIDAE Corvus salvadorit Finsch 1884, Mitt. Orn. Ver. Wien: 109 = Corvus sp. Salvadori 1880, Ann. Mus. Genova, 16: 198 = Corvus orru orru Bp., BLAKE & VAURIE in Peters 1962, 15: 245 Sintipi (3 es.): g C.E. 11936, Nuova Guinea: Is. Yule, 11.VI.1875, L.M. D'Albertis; es. di sesso non indicato C.E. 11937, id., 20.III.1875; ONE.E, 11938, id... X. 1875 Appendice Nella collezione sono presenti, oltre ai tipi, esemplari che sono serviti a SALVADORI per l’attribuzione di nomi nuovi in luogo di altri pre-occupati o linguisticamente ibridi — come rufigaster composto da rufus (di derivazione latina) e gaster (di derivazione greca). Riteniamo opportuno fare seguire il breve elenco di tali ‘“sup- porting specimens”, in quanto, pur essendo da non considerarsi tipi Veri e propri, possono tuttavia essere presi in considerazione in occasione di argomentazioni nomenclatoriali. SUPPORTING SPECIMENS PER CAMBIAMENTO DI NOME Famiglia COLUMBIDAE Carpophaga rufiventris Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 790 Nuovo nome per Carpophaga rufigaster Quoy & Gaimard = Carpophaga rufigaster Quoy & Gaimard, Mayr 1941: 45 Supporting specimen: g C.E. 13208, “incerta località, forse di Dorei”, A: Ae Broqn Famiglia. Piso TA CT DAE Geoffroyus schlegeli Salvadori 1877, Ann. Mus. Genova, 10: 29. Nuovo nome per Eclectus rhodops Schlegel, nec Psittacus rhodops Gray = Geoffroyus geoffroyi rhodops (Schlegel), MatHEWS 1927, 1: 325 250 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI Supporting specimens (3 es.): 59 montati C.E. 25558-9, Amboina, 22. XIL18/74,, O... Beccari» “dmontato VEE 25560, 1d., 282018 tes Famiglia CUCULIDAE Chrysococcyx meyerit Salvadori 1874, Ann. Mus. Genova, 6: 82. Nuovo nome per Chrysococcyx splendidus Meyer, nec Cuculus splendidus Gray = Chalcites meyerit (Salv.) Supporting specimen: 9 C.E. 13764, Nuova Guinea: Hatam (M. Arfak), 16.1X.1872, L.M. D'Albertis Famiglia PICIDAE Iyngipicus fusco-albidus Salvadori 1874, Ann. Mus. Genova, 5: 42. Nuovo nome per Picus variegatus Wagl. nec Lath. = Dryobates moluccensis moluccensis (Gmelin), Mayr 1979 in litt. Supporting specimens (4 es.): 9? montata C.E. 25261, Borneo: Sarawak, 2.VIII.1865, G. Doria & O. Beccari; ¢ montato C.E. 252635 aay 1865-66; 2 montata C.E. 25264, id., VII.1865; 9 montata C.E. 25262, Borneo: Lundu River (Sarawak), 20.VII.1865, id. Famiglia CAMPEPHAGIDAE Edolitsoma miilleri Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 927. Nuovo nome per Ceblepyris plumbea Mill. nec Wagl. = Coracina tenuirostris miilleri (Salv.) Supporting specimens (6 es.): 9 C.E. 10266, Nuova Guinea: Koffiao, 30.VII.1875, O. Beccari; g juv. C.E. 10267, Nuova Guinea: Is. Yule, 20.IV°1375, L.M. D'Albertis; ¢ juv. CE. 10268 Nuexa Guinea: Naiabui, VII. 1875, id.; 9 C.E. 10269, Is. Aru: Vokan, 1:VE1873; 0) Beccati;.. PGE” 10270)" 1d; e25V DA373 010 C.E. 10271, Nuova Guinea: Mansinam, 7.VI.1875, O. Beccari TIPI DI UCCELLI 258 Famiglia MELIPHAGIDAE Xanthotis meyert Salvadori 1875, Ann. Mus. Genova, 7: 947. Nuovo nome per Ptlotis pyrrhotis A.B. Meyer, nec PHlotis pyrrhotis Lesson = Meliphaga flaviventer meyeri (Salv.), SALOMONSEN in PETERS 10073: FIZ 38S Supporting specimens (3 es.): 59 C.E. 11480-1, Nuova Guinea: Ansus (ist Job); 7xe: 191 V. 18750 Beccansas CE 148201d 3-1-1875, A.A. Bruyn Famiglia NECTARINIIDAE Arachnothera eytonit Salvadori 1874, Ann. Mus. Genova, 5: 182. Nuovo nome per Anthreptes flavigaster Eyton = Arachnothera flavigaster (Eyton), RAND in PerERs 1967, 12: 285 Supporting specimens (2 es.): gs montato C.E. 26077, Borneo: Sarawak, 1867, O. Beccari; es. di sesso non indicato C.E. 21909, id., VII. 1865, G. Doria BIBLIOGRAFIA ANTINORI O. & SaLvapori T., 1872 - Descrizione di una nuova specie del genere Saxz- cola - Atti R. Accad. Sci. Torino, 8: 32. ANTINORI O. & SaLvapori T., 1873 - Viaggio dei Sigg. O. Antinori, O. Beccari ed A. Issel nel Mar Rosso, nel territorio dei Bogos e regioni circostanti, durante gli anni 1870-71. Catalogo degli Uccelli - Ann. Mus. civ. St. Nat. Genova, 4: 366- 520, 3 tavv. 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D'Albertis e nelle Isole Aru e Kei dal Dott. O. Beccari - Ibid., 6: 308-314. — —, 1874 - Intorno al genere Cymborhynchus Vigors - Atti R. Accad. Sci. Torino, 9: 418-429. — —, 1874 - Nuova specie del genere Cracticus Vieillot - Ibid., 9: 429-431. — —, 1874 - Intorno al genere Hermotimia Rchb. - Ibid., 10: 201-234, 1 tav. — —, 1875 - Intorno a due collezioni di uccelli di Celebes inviate al Museo Civico di Genova dal Dr. O. Beccari e dal Sig. A.A. Bruijn - Ann. Mus. civ. St. Nat. Genova, 7: 641-681, 1 tav. — —, 1875 - Descrizione dell’Harpyopsis novaeguineae, nuovo genere e nuova specie di rapace della sottofamiglia degli Accipitrini, raccolta dal Sig. L.M. D'Albertis nella Nuova Guinea - Ibid., 7: 682-683. — —, 1875 - Catalogo di una collezione di uccelli del gruppo di Halmahera e di varie località della Papuasia, inviati in dono al Museo Civico di Genova dal Sig. A.A. Bruijn - Ibid., 7: 749-796, 1 tav. — —, 1875 - Descrizione di cinquantotto nuove specie di uccelli ed osservazioni intorno ad altre poco note, della Nuova Guinea e di altre Isole Papuane, raccolte dal Dr. Odoardo Beccari e dai cacciatori del Sig. A.A. Bruijn - Ibid., 7: 896-976. — —, 1875 - Descrizione di sei nuove specie di uccelli delle Molucche, delle Kei e delle Aru e del maschio della Pachycephala lineolata, Wall. - Ibid., 7: 983-990. — —, 1875 - Descrizione di due nuove specie di uccelli del Capo York - Ibid., 7: 991-992. — —, 1876 - Intorno al tipo della Goura scheepmakeri Finsch, ed agli esemplari del genere Goura raccolti dal D’Albertis nella penisola orientale della Nuova Guinea ed attribuiti alla medesima specie - Atti R. Accad. Sci. Torino, 11: 624-629. — —, 1876 - Ulteriori osservazioni intorno al tipo della Goura scheepmakeri Finsch, ed agli esemplari del genere Goura della Penisola orientale della Nuova Guinea attribuiti alla medesima specie - Ibid., 11: 674-682, tav. VII. — —, 1876 - Catalogo di una collezione di uccelli dell'Isola di Buru, inviata al Museo Civico di Genova dal Sig. A.A. Bruijn - Ann. Mus. civ. St. nat. Genova, 8: 367- 386. — —, 1876 - Catalogo degli uccelli raccolti dai Sigg. A.A. Bruijn ed O. Beccari du- rante il viaggio del trasporto da guerra olandese “‘Surabaia’’ dal Novembre 1875 al Gennaio 1876 - Ibid., 8: 395-406. — —, 1876 - Catalogo di una seconda collezione di uccelli raccolti dal Sig. L.M. D’AI- bertis nell’Isola Yule e sulla vicina costa della Nuova Guinea e di una piccola collezione della regione bagnata dal Fiume Fly - Jbid., 9: 7-49. — —, 1876 - Intorno a due piccole collezioni di uccelli, l’una di Petca (Isola Sanghir) e l’altra di Tifore e di Batang Ketcil, inviate dal Sig. A.A. Brijn al Museo Civico di Genova - Ibid., 9: 50-65. — —, 1876-1882 - Prodromus ornithologiae Papuasiae et Moluccarum: I. Paradiseidae. II Columbae - Ibid., 9: 188-208 Th. SPsittaci = bd 501021237 IV. Bucerotidae, Meropidae, Alcedinidae, Coraciidae, Podargidae, Capri- mulgidae, Cypselidae - Jbid., 10: 299-342 V.. Accipitres = Ib:d., AZ: 32-42 VI. Picariae - Ibid., 13: 456-463 VII. Passeres (Hirundinidae-Muscicapidae) - Jbid., 14: 490-508 VIII. Campophagidae, Artamidae, Dicruridae, Laniidae - Jbid., 15: 32-48 TIPI DI UCCELLI 255 IX. Menuridae, Certhiidae, Nectariniidae, Dicaeidae, Meliphagidae - Jbid., 16: 62-82 X. Brachypodidae, Pittidae, Timeliidae, Saxicolidae, Sylviidae, Motacillidae, Ploceidae, Sturnidae, Oriolidae, Corvidae - Ibid., 16: 183-199 XI. Gallinae - Ibid., 18: 5-9 XII. Grallatores - Ibid, 18: 318-337 XIII. Natatores. XIV. Struthiones. XV. Additamenta - Ibid., 18: 400-412 SaLvaporIi T., 1877 - Intorno alle specie del genere Talegallus, Less. - Ibid., 9: 327-334. — —, 1877 - Catalogo della prima collezione di uccelli fatta nella Nuova Guinea nel 1872 dal Sig. L.M. D'Albertis - Jbid., 10: 111-167. — —, 1877 - Intorno alle specie di Nettarinie della Papuasia, delle Molucche e del gruppo di Celebes - Atti R. Accad. Sci. Torino, 12: 299-321. — —, 1878 - Descrizione di trentuna specie nuova di uccelli della sottoregione pa- puana, e note intorno ad altre poco conosciute - Ann. Mus. civ. St. Nat. Genova, 12: 317-347. — — , 1878 - Intorno ad alcune specie di Casoari poco note - /b:d., 12: 419-425. — —, 1878 - Nuove specie di Colombi dei generi Megaloprepia e Macropygia - Ibid., 12: 426-432. — —, 1878 - Osservazioni intorno alla supposta identità specifica della Rectes cirrho- cephala (Less,) e della Rectes dichroa Bp., e descrizione di due nuove specie del genere Rectes, Rchb - Ibid., 12: 471-474. — —, 1878 - Descrizione di tre nuove specie di uccelli e note intorno ad altre poco conosciute delle isole Sanghir - Atti R. Accad. Sci. Torino, 13: 1184-1189. — —, 1879 - Catalogo di una collezione di uccelli fatta nella parte occidentale di Su- matra dal Prof. Odoardo Beccari - Ann. Mus. civ. St. Nat. Genova, 14: 169-253. — —, 1879 - Catalogo degli uccelli delle Isole Key - Ibid., 14: 628-670. — —, 1880, in: ScLATER P.L. - Note on the Rallus sulcirostris of Wallace and its allies - Ibis, (4) 4: 309-312. — —, 1880 - Osservazioni intorno ad alcune specie del genere Collocalia, G.R.Gr. - Atti R. Accad. Sci. Torino, 15: 343:349. — —, 1880-1882 - Ornitologia della Papuasia e delle Molucche - I-III, Torino. (Par- te I: Mem. R. Accad. Sci. Torino, (2) 33). — —, 1884 - Remarks on the Eighth and Ninth Volumes of the ‘Catalogue of the Birds in the British Museum” - Ibis (5) 2: 322-329. — —, 1886 - Catalogo delle collezioni ornitologiche fatte presso Siboga in Sumatra e nell’Isola Nias dal Sig. Elio Modigliani - Ann. Mus. civ. St. Nat. Genova, 24: 514-563, 2 tavv. — —, 1886 - Viaggio di L. Fea in Birmania e regioni vicine. I. Uccelli raccolti nella Birmania superiore (1885-1886) - Ibid., 24: 568-617. — —, 1887 - Diagnosi di nuove specie di uccelli del Tenasserim, raccolte dal Sig. L. Fea - Ibid., 25: 514-516. — —, 1887 - Descrizione di una nuova specie del genere Hemixus raccolta in Sumatra dal è Dott: O: Beccari = Ibid., 25: 525-527. — —, 1888 - Viaggio di L. Fea in Birmania e regioni vicine. III. Uccelli raccolti nel Tenasserim (1887) - Ibid., 25: 554-622. — —, 1889 - Descrizione di tre nuove specie di uccelli raccolti nei Monti Carin da Leonardo Fea - Jbid., 27: 363-364. — —, 1889 - Viaggio di L. Fea nella Birmania e regioni vicine. XIX. Uccelli raccolti nei Monti Carin a N.E. di Tounghoo, nel Pegù presso Rangoon e Tounghoo e nel Tenasserim presso Malewoon - Jbid., 27: 369-438. — —, 1889-1891 - Aggiunte alla Ornitologia della Papuasia e delle Molucche. Parte I-III - Mem. R. Accad. Sci. Torino (2) 40: 3-64; 40: 67-167; 42: 172-244. 256 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI SaLvapori T., 1890 - Viaggio di Lamberto Loria nella Papuasia orientale. I. Colle- zione ornitologica. Nota prima. Uccelli di Pulc Penang, di Timor Cupang, di Pulo Semau e di Port Darwin - Ann. Mus. civ. St. Nat. Genova, 29: 476-505. — —, 1890 - Viaggio di Lamberto Loria nella Papuasia orientale. II. Collezione or- nitologica. Nota seconda. Uccelli della Nuova Guinea meridionale-orientale -Ibid., 29: 554-592. — —, 1891 - Catalcgue of the Birds in the collections of the British Museum. Vol. 20: Psittaci, or Parrots - London. — —, 1891 - Viaggio di L. Loria nella Papuasia orientale. III. Collezione ornitologica. Nota terza. Uccelli della Nuova Guinea meridionale-orientale e delle iscle d’En- trecasteaux - Ann. Mus. civ. St. Nat. Genova, 30: 797-834. — —, 1892 - Catalogo di una collezione di uccelli di Sumatra fatta dal dott. Elio Mo- digliani - Ibid., 32: 40-78. — —, 1892 - Uccelli di Engano raccolti dal dott. E. Modigliani - Jbid., 32: 123-142. — —, 1893 - Catalogue of the Birds in the collections of the British Museum. Vol. 21: Columbae, or Pigeons - London. — —, 1894 - Viaggio di L. Loria nella Papuasia orientale. XII. Caratteri di cinque specie nuove di uccelli della Nuova Guinea orientale-meridionale raccolti da L. Loria - Ann. Mus. civ. St. Nat. Genova, 34: 150-152. — —, 1894 - Viaggio del Dott. Elio Modigliani nelle Isole Mentawei. Catalogo di una collezione di uccelli di Sipora - Jbid., 34: 588-601. — —, 1895 - Catalogue cf the Birds in the British Museum. Vol. 27: Chenomorphae (Palamedeae, Phoenicopteri, Anseres) - London. — —, 1896 - Uccelli raccolti da Don Eugenio dei Principi Ruspoli durante l’ultimo suo viaggio nelle regioni dei Somali e dei Galla - Ann. Mus. Civ. St. Nat. Ge- nova, 36: 43-46. — —, 1896 - Viaggio di L. Loria nella Papuasia orientale. XV. Collezione ornitologica. Nota quarta. Uccelli della Nuova Guinea meridionale-crientale - [bid., 36: 55-120. — —, 1897 - Reliquie ornitologiche della Spedizione Bottego - Ibid., 38: 652-653. — —, 1899 - Viaggio di L. Loria nella Papuasia orientale. XXII. Intorno ad una piccola collezione di uccelli fatta lungo il fiume Purari nella Nuova Guinea orientale- meridionale - Ibid., 39: 578-582. — —, 1899 - Collezicni ornitologiche fatte nelle Isole del Capo Verde da Leonardo Fea - Ibid., 40: 283-312. — —, 1901 - Uccelli della Guinea Portoghese raccolti da Leonardo Fea - Ibid, 40: 749-790. — —, 1902 - On a new Kingfisher of the Genus Corythornis - Ibis, (8) 2: 566-569, pl. XIII. — —, 1903 - Contribuzioni alla Ornitologia delle Isole del Golfo di Guinea. I. Uc- celli dell’ Isola del Principe - Mem. R. Acc. Sci. Torino, (2), 53: 1-16. — —, 1903 - Contribuzioni alla Ornitologia delle Isole del Golfo di Guinea. II. Uc- celli dell’Isola di San Thomé - Ibid., (2) 53: 17-45. — —, 1903 - Contribuzioni alla Ornitologia delle Isole del Golfo di Guinea. III. Uc- celli di Anno-Bon e di Fernando Po - Ibid., (2) 53: 125. — —, 1911 - Nuova specie del genere Tanygnathus - Ann. Mus. civ. St. Nat. Genova, 45: 328. — —, 1913 - Ona rare species of Touracou (Turacus ruspolit) - Ibis, (10) 1: 1-2, pl. I. — —, 1914 a - Nuova specie del genere Dryonastes - Ann. Mus. civ. St. Nat. Genova, 46: 5-6. — —, 1914 b - Notizie storiche intorno alla collezione ornitologica del Museo di Torino - Mem. R. Accad. Sci. Torino, (2) 65 (5): 1-49. — —, & D’aLBerTIs L.M., 1875 - Catalogo di una collezicne di uccelli dell’ Isola Yule e della vicina costa meridionale della Penisola orientale della Nuova Guinea, raccolti da L. M. D'Albertis - Ann. Mus. civ. St. Nat. Genova, 7: 797-839. TIPÈ DI UECERLI 257 SaLvapori T., & Festa E., 1899 - Viaggio del Dr. Enrico Festa nell’Ecuador. XXI. Uccelli. Parte seconda - Passeres clamatores - Boll. Mus. Zool. Anat. comp. Univ. Torino, XIV, 362: 1-34. ScLATER P.L., 1873 - The New Bird of Paradise - Nature, 8, 198: 305-306. — —, 1873 - Exhibition of some Birds collected in New Guinea by Signor D'Albertis, and description of a new Species of Paradise-Bird - Proc. Zool. Soc. London: 557- 2560; pl. XINIT: — —, 1873 - Characters of new species of Birds discovered in New Guinea by Signor D'Albertis - Jbid.: 690-698, pls LII-LVII. — —, 1875 - Further remarks on the Cassowaries living in the Society’s Gardens, and on other species of the genus Casuarius - Ibid.: 84-87, pls. XVIII-XX. — —, 1876 - Exhibition of a collection of Birds received from Signor L. M. D’AI- bertis and descriptions of two new Parrots - Jbid.: 519-520, pl. LIV. SHARPE R.B., 1878 - On the collections of Birds made by Dr. Meyer during his Expedi- tion to New Guinea and some neighbouring Islands - Mitth. Zool. Dresd., 1, 3: 349-372, pls. XXVIII-XXX. — —, 1882 - Contributions to the Ornithology of New Guinea. Part VII-VIII. Journ. Linn. Soc. (Zool.), 16: 317-319; 16: 422-447. — —, 1883 - Catalogue of the Birds in the British Museum. Vol. 7: Ciclomorphae (Timeliidae) - London. — —, 1899-1912 - A handlist of the Genera and Species of Birds (Nomenclator avium tum fossilium tum viventium) - Taylor & Francis, London, voll. I-VI. SHELLEY G.E., 1876-1880 - A Moncgraph of the Nectariniidae or Family of Sun-Birds- London. SmiTHIES B.E., 1953 - The Birds of Burma - Oliver & Boyd, Londra, seconda ediz. — —, 1968 - The Birds of Borneo - Oliver & Boyd, Londra, seconda ediz. STRESEMANN E., 1923 - Dr. Burger’s ornithologische Ausbeute im Stromgebiet des Sepik. Ein Beitrag zur Kenntnis der Vogelwelt Neuguineas - Archiv f. Naturg., 89 (7): 1-96. SuTTER E., 1955 - Uber die Mauser einiger Laufhiihnchen und die Rassen von Turnix maculosa und sylvatica im indo-australischen Gebiet - Verh. Naturf. Ges. Basel, 66 (1): 85-138. VaurIe C., 1953 - Systematic notes on Palearctic Birds. No. 3. Turdoides caudatus and Turdoides altirostris - Amer. Mus. Novitates, 1642: 1-8. VaurIie C., 1959, 1965 - The Birds of the Palearctic Fauna. A systematic Reference. I-II- Witherby, Londra. WarpLaw Ramsay R.G., 1890 - On the Columbine Genus Macropygia and its allies - Ibis, (6) 2: 214-246. RIASSUNTO Vengono elencati in ordine sistematico i tipi di 317 specie e sottospecie di Uccelli conservati nel Museo di Genova. La maggior parte di essi fu descritta da SALVADORI, SHARPE E SCLATER su ma- teriali provenienti dalle regioni Orientale e Australiana. I “taxa” considerati tuttora validi sone 249. SUMMARY A list taxonomically arranged is given of the types of 317 species and subspecies of Birds preserved in the Museum of Genoa. The greatest part of these has been described by SALVADORI, SHARPE and SCLATER from material collected in the Oriental and Australian regions. The taxa valid now are 249. Ann. Mus. Civ. St. Nat. - Genova - Vol. LXX XII 17 258 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI INDICE ALFABETICO DEI TIPI Acomus inornatus Salv. Acropternis infuscata Salv. & Festa Aegotheles affinis Salv. Aegotheles albertisi Sclater Aegotheles bennettii Salv. & D’ Alb. Aegotheles insignis Salv. Aegotheles Loriae Salv. Aegotheles rufescens Salv. Aethopyga beccarii Salv. Alcippe cinereocapilla Salv. Alcippe pectoralis Salv. Aprosmictus buruensis Salv. Aprosmictus callopterus D’ Alb. & Salv. Ardetta melaena Salv. Arrenga melanura Salv. Arses orientalis Salv. Athene dimorpha Salv. Brachypteryx flaviventris Salv. Brachypteryx macroptera Salv. Brachypteryx saturata Salv. Buchanga periophthalmica Salv. Cacomantis aeruginosus Salv. Cacomantis arfakianus Salv. Calamodyta doriae Salv. Calornis altirostris Salv. Calornis enganensis Salv. Calornis fuscovirescens Salv. Calornis inornata Salv. Calornis sanghirensis Salv. Campephaga aurulenta Sclater Campochaera flaviceps Salv. Caprimulgus melanopogon Salv. Caprimulgus pulchellus Salv. Carpococcyx viridis Salv. Carpophaga chalconota Salv. Carpophaga consobrina Salv. Carpophaga oenothorax Salv. Casuarius beccarii Sclater (notai (nta Gi Pag. 190 208 204 205 204 205 204 205 236 184 225 200 200 187 213 228 203 219 184 210 244 201 201 184 243 243 243 243 243 211 241 205 205 202 194 194 194 187 TIPI DI UCCELLI 259 Pag. Casuarius occipitalis Salv. ; ; : 3 . . È ; È , 187 Certhilauda doriae Salv. . , ; : : I i ' 5 sw 208 Chaetura novaeguineae D’Alb. & Sal ; 3 ; i i | su 206 Chalcophaps beccaru Salv. : ; : : 4 | 3 ‘ caw nit96, Chalcophaps margarithae Salv. & D ‘Alb. ; È ; 1 : » «196 Chalcopsittacus chloropterus Salv. . ; ; i | ; sin MOT Chalcostetha chorocephala Salv. ; : 3 x : ; ; É : 234 Chalcostetha chlorolaema Salv. 2 > : 3 : - si ax DOS Chalcostetha goramensis Salv. : e A i È i iu 235 Chrysophlegma mystacalis Salv. i ° : , 3 «i A 207 Cinnyris salvadorit Shelley . ; : : ; 2 1 aD Circus spilothorax Salv. & D’Alb. . 3 > ' È : 3 ; i 189 Cisticola celebensis Salv. . : ; ; : : , 4 ì ; Ze Cittocincla melanura Salv. 5 3 : . : : : a. oe Climacteris placens Sclater : ' ; : x : - | nin 282 Cochoa beccarii Salv. . I : 3 . È ‘ ; : us 218 Collocalia infuscata Salv. ; - i À i 43205 Colluricincla sordida Salv. È : È > 5 | ~ 230 Corethrura? leucospila Salv. . ; è 7 : ; o 1192 Corvus salvadoriu Finsch . : : : ; 5 PIZZO Corythornis thomensis Salv. i ; È ; : . 206 Cracticus crassirostris Salv. . : È ; ; csi 246 Cracticus mentalis Salv. & D’Alb. . i 3 ; = ; 7 ‘ , 246 Crateropus Salvadorit De Filippi . : : : ; È ; : 4 216 Cyanalcyon stictolaema Salv. . ; 3 5 . awe 2OG Cyclopsitta aruensis Salv. è 3 E 3 i 3 . : : 199 Cyclopsittacus cervicalis Salv. & D’Alb. ; ‘ : ; 198 Cyclopsittacus fuscifrons Salv. : è : 4 ; i : 3 : 198 Cyclopsittacus occidentalis Salv. . : : 3 * ; ; po 408 Cyclopsittacus suavissimus Sclater . > | | i 3 . : 199 Cymborhynchus malaccensis Salv. . : ; a sone 208 Cyornis beccariana Salv. . ; : i ; ; ani eep NOTA) am LBA; Cyornis dialilaema Salv. . i : 5 3 3 3 ; ; , Me. Cypselus minusculus Salv. . : : sf 206 Dacelo intermedius Salv. . : i È . wad0Z Dicaeum albopunctatum D’Alb. & SW. 5 s a0n234 Dicaeum jobiense Salv. . : 3 7 . : ; ; 01233 Dicaeum keiense Salv. . : È : 4 s ) sv29# Dicaeum maforense Salv. ; 4 3 ; ; : ‘ 4233 Dicaeum misoriense Salv. : ; i ; È ! a 1 233 Dicaeum nigrimentum Salv. : ; : 1 i ita ae Dicaeum rubrigulare D’Alb. & Salv. . ; ; i ii 0238 Dicaeum sanghirense Salv. ; : : : ; ? Ag ee Dicruropsis viridinitens Salv. . } : ; . i 7 3 ì : 246 260 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI Diphyllodes xanthoptera Salv. Drepanephorus albertisii Sclater Drymoedus beccarii Salv. Dryonastes propinquus Salv. Edoliisoma aruense Sharpe Edoliosoma dispar Salv. Edoliosoma meyeri Salv. Edoliosoma neglectum Salv. Edoliosoma obiense Salv. Eudynamis parva Salv. Eupetes castanonotus Salv. Eupetes incertus Salv. Eupetes leucostictus Sclater Eupetes loriae Salv. Eupetes nigricrissus Salv. Euthyrhynchus meyeri Salv. Francolinus bottegi Salv. Garrulax frenatus Salv. Geocichla leucolaema Salv. Geoffroyus dorsalis Salv. Gerygone ? arfakiana Salv. Gerygone ? cinerea Salv. Gerygone giulianettit Salv. Gerygone melanothorax Salv. Gerygone modigliani Salv. Gerygone notata Salv. È Gerygone ? poliocephala Salv. Gerygone ? rufescens Salv. Gerygone ? ruficollis Salv. Glycichaera fallax Salv. Glycichaera poliocephala Salv. Goura albertisi Salv. Goura beccariu Salv. Goura sclaterii Salv. Gracula enganensis Salv. Gracula robusta Salv. Grallina bruijnii Salv. Graucalus axillaris Salv. Graucalus crissalis Salv. Graucalus enganensis Salv. Graucalus melanocephalus Salv. Pag. 248 248 215 i 210 210 210 210 210 202 215 ZIA 214 214 214 238 190 216 DAS 200 227 227, 220 227, 223 222 220 274 223 239 239 196 197 197 244 244 246 209 209 209 209 TIRITDIRUGCERLI Graucalus pollens Salv. Graucalus subalaris Sharpe Gymnophaps albertisit Salv. Haplopelia hypoleuca Salv. Harpyopsis novae-guineae Salv. Hemipus intermedius Salv. Hemixus sumatranus Salv. Hermotimia nigriscapularis Salv. Hermotimia theresia Salv. Heterophasia simillima Salv. Hydralector novae-hollandiae Salv. Hvyloterpe brunneicauda Salv. Hyphantornis dichrocephala Salv. Hyphantornis dimidiata Ant. & Salv. Hypotaenidia saturata Salv. Indicator feae Salv. Jotreron melanospila Salv. Lampribis rothschildi Bannerman Lamprococcyx crassirostris Salv. Lamprococcyx misoriensis Salv. Lamprococcyx poeciluroides Salv. Lamprococcyx ruficollis Salv. Letothrix laurinae Salv. Leucophantes brachyurus Sclater Leucophantes hypoxanthus Salv. Leucophantes leucops Salv. Loria loriae Salv. Lorius erythrothorax Saiv. Lorius flavopalliatus Salv. Macropygia buruensis Salv. Macropygia cinnamomea Salv. Macropygia griseinucha Salv. Macropygia keiensis Salv. Macropygia modigliani Salv. Macropygia nigrirostris Salv. Malacias castanopterus Salv. Malurus naimi Salv. & D’ Alb. Manucodia jobiensis Salv. Manucodia orientalis Salv. Megacrex inepta D’Alb. & Salv. 261 Pag. 209 209 195 196 189 212 212 239 235 2407 192 217 243 242 92 207 193 187 202 201 201 202 Zl 225 224 225 247 197 198 195 196 195 195 196 195 Zhe 220 247 247 192 262 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI Megalestes albonotatus Salv. Megaloprepia poliura Salv. Megatriorchis doriae Salv. & D’Alb. Melanocharis chloroptera Salv. Melanocharis longicauda Salv. Melanocharis striativentris Salv. Melidectes torquatus Sclater Melidora jobiensis Salv. Melilestes affinis Salv. Melilestes iliolophus Salv. Melipotes gymnops Sclater Merula feae Salv. Merula subobscura Salv. Microeca laeta Salv. Miglyptes infuscatus Salv. Mina robertsonit D’ Alb. Monachella saxicolina Salv. Monarcha aruensis Salv. Monarcha axillaris Salv. Monarcha canescens Salv. . Monarcha frater Sclater Monarcha heterurus Salv. Monarcha mentalis Salv. . Munia caniceps Salv. Munia leucosticta D’ Alb. & Salv. Myiolestes ? bimaculatus Salv. Myiolestes ? cyanus Salv. Myiolestes ? pluto Salv. Myophonus dicrorhynchus Salv. Myzomela adolphinae Salv. Nasiterna beccariu Salv. Nasiterna bruiynii Salv. Nasiterna keiensis Salv. Nasiterna maforensis Salv. Nasiterna misoriensis Salv. Neochmia evangelinae D’Alb. & Salt Nesocentor chalybeus Salv. Niltava decipiens Salv. Niltava oatesi Salv. Niltava sumatrana Salv. Ninox assimilis Salv. & D’Alb. Ninox peninsularis Salv. Pag. 225 194 189 232 232 232 241 206 238 238 241 214 214 224 207 244 224 228 227 228 228 228 227 242 242 225 PAL 231 213 239 200 199 199 199 200 242 202 223 224 224 203 204 TIPI DI UCCELLI Oedistoma pygmaeum Salv. Oestrelata feae Salv. Oreocharis stictoptera Salv. Orthotomus borneoensis Salv. Pachycephala albispecularis Salv. Pachycephala cinerascens Salv. Pachycephala hyperythra Salv. Pachycephala leucogastra Salv. & D’ Alb Pachycephala leucostigma Salv. Pachycephala miosnomensis Salv. Pachycephala sharpei Salv. Pachycephala soror Sclater Pachycephalopsis poliosoma Sheen Paradisea apoda var. novae guineae D’ Alb. & Sal. Paradisea raggiana Sclater Peloperdix rubrirostris Salv. Pericrocotus modiglianii Salv. Pericrocotus montanus Salv. Pericrocotus pulcherrimus Salv. Pericrocotus rubrolimbatus Salv. Phyliergates sumatranus Salv. Pitohui kirhocephalus salvadorii Meise Pitta bertae Salv. Pitta coeruleitorques Salv. Pitta loriae Salv. Pnoepyga lepida Salv. Poliopsar fuscogularis Salv. Polophilus nigricans Salv. Pomatorhinus imberbis Salv. Poodytes albo-limbatus D’ Alb. & Salv. Prinia hypoxantha Salv. Prinia superciliaris Salv. Prionochilus sanghirensis Salv. Prionochilus xanthopygius Salv. Pteruthius cameranoi Salv. Ptilonopus bellus Sclater Ptilonopus geminus Salv. Ptilonopus gestroi D’Alb. & Salv. Ptilopus zonurus Salv. Ptilotis albonotata Salv. Ptilotis cinerea Sclater Ptilotis diops Salv. Ptilotis erythropleura Salv. Ptilotis flavirictus Salv. Gio) 263 Pag. 238 187 234 220 226 230 229 230 229 229 2209 DIG 226 248 248 190 212 211 ZII ZL 219 230 184 208 208 216 244 203 215 218 219 249 233 232 217 193 193 194 194 239 240 240 241 239 264 ARBOCCO - CAPOCACCIA - VIOLANI Ptilotis melanophrys Sclater Ptilotis montana Salv. Ptilotis plumbea Salv. Ptilotis subfrenata Salv. Pycnonotus ? stictocephalus Salv. Rectes bennetti Sclater F Rectes brunneiceps D’ Alb. & Salv. Rectes cristata Salv. Rectes decipiens Salv. Rectes holerythra Salv. Rhamphocharis crassirostris Salv. Rhipidura albolimbata Salv. Rhipidura atra Salv. Rhipidura atrata Salv. Rhipidura griseicauda Salv. Rhipidura leucothorax Salv. Rhipidura obiensis Salv. Rhipidura rufa Salv. Rhopodytes borneensis Salv. Rimator albostriatus Salv. Saxicola leucolaema Ant. & Salv. Scops beccarit Salv. Scops feae Salv. ? 5 > A : Semioptera wallacei var. halmaherae Salv. Sericornis arfakiana Salv. Sericornis beccarit Salv. : Sericornis magnirostris cantans Mayr Sericornis nigro-rufa Salv. Sericornis olivacea Salv. Sericornis perspicillata Salv. Sericornis ? trochiloides Salv. Serinus xantholaema Salv. Sphenocercus etorques Salv. Sphenoeacus macrurus Salv. Sphoenaecus amboinensis Salv. Stachyris bocagei Salv. Stoparola ruficrissa Salv. Suthora Feae Salv. Sylvia doriae De Filippi Syma megarhyncha Salv. Synoecus plumbeus Salv. Syrnium niasense Salv. Pag. 240 299 241 240 241 231 234 234 230 231 239. 224 226 224 226 226 224 226 202 215 213 203 203 247 2241 220 221 245 DAD 221 220 242 193 218 218 216 223 218 DAS 206 190 204 TIPI DI UCCELLI 265 Pag. Talegallus arfakianus Salv.. 3 È 1 Ì 189 Talegallus fuscirostris Salv. 3 . È È : è : , > 3 189 Tanygnathus heterurus Salv. . è : £4 200 Tanysiptera galatea var. minor Salv. & D’ Alb. : ; 1 LIA Terpsiphone insularis Salv. : È . 1 3 17228 Timeliopsis ? acutirostris Salv. : i | é ; : | j A 237 Timeliopsis trachycoma Salv. . 1 238 Trichoglossus caeruleiceps D’Alb. & Sale. i : . : 197 Trichoglossus subplacens Sclater : : - 2 . : : È | 198 Turacus ruspolii Salv. : 1 1 : ; 4 À : : E 201 Turdinus puveli Salv. : : ; 3 : : È 3 3 : E 245 Turdinus rufipectus Salv. ; : 216 Turdus xanthorynchus Salv. . i i : . : : : È : 214 Turmx beccari Salv. : x i ; ; ; : 3 : : : 190 Urospizias albiventris Salv. . : o > . ì 3 x : ; 188 Urospizias etorques Salv. i | È . È ‘ È , 1 188 Urospizias melanochlamys Salv. i : l i 188 Urospizias misoriensis Salv. . È i ' : 1 PSS Urospizias spilothorax Salv. . | . ‘ ; | } : t È 188 Volvocivora borneensis Salv. .. : È ; 210 Xanthomelus ardens D’Alb. & Salv. ’ 3 ; 2) 2046 Xanthotis fusciventris Salv. ; y : £ ; : : : , 240 Zosterops atricapilla Salv. : 3 : è È È : b d : 236 Zosterops chrysolaema Salv. è : : shure Zosterots feae Salv. 3 , . | : : . ; : : : 237 Zosterops fuscicapilla Salv. 1 ; ; ; : È ‘ a ; È Lad Zosterops incerta Salv. : È 3 | : = | ; : : ; 236 Zosterops mesoxantha Salv. : : 3 4 : ‘ : 5 . . 1286 Zosterops novaeguineae Salv. . ; 3 î È i cre A 234 Zosterops rufifrons Salv. . 3 È : ; : È : : : ; 236 Zosterops uropygialis Salv. x : : : 1 : - : ; : 237 266 Caro N. BIANCHI Istituto di Anatomia Comparata - Genova SERPULOIDEA (ANNELIDA, POLYCHAETA) DELLE ACQUE ITALIANE: ELENCO DELLE SPECIE E. CHIAVi. PER Aes DETERMINAZIONE (*) INTRODUZIONE Le conoscenze sulla sistematica dei Serpulidi sono andate note- volmente aumentando, in questi ultimi anni, grazie soprattutto, per quanto riguarda il Mediterraneo, ai lavori di ZisrowIus (1968a, 1968b, #969a, = 19742, 1972, ccc. ). Purtuttavia un elenco completo ed aggiornato delle specie me- diterranee non è ancora stato fornito, ed il presente lavoro, che si rivolge più particolarmente alle acque italiane ma che comprende in pratica tutte le specie segnalate nel Mediterraneo occidentale ed in Adriatico, vuole essere un contributo in questo senso. Per completare l’elenco dei Serpulidi del Mediterraneo occorre considerare anche le specie presenti nel solo bacino orientale, localiz- zate soprattutto tra Port Said e le coste libanesi: si tratta per lo più di casi di introduzione di specie indo-pacifiche attraverso il canale di Suez, quali Hydroides heterocera (Grube 1868) e Spirobranchus tetraceros (Schmarda 1861), o di apparenti endemismi, come Serpula israelitica Amoureux 1976, di incerta affinità. La trattazione di tali specie richiederebbe tra l’altro lo studio ap- profondito ed aggiornato di un fenomeno (l’introduzione di specie at- traverso il canale di Suez) che è continuamente in atto e che esula dagli scopi di questa ricerca. (*) Lavoro eseguito nell’ambito del Programma Finalizzato C.N.R. ‘“Promo- zione della qualità dell'ambiente: zoocenosi delle acque costiere e lagunari”. SERPULOIDEA DELLE ACQUE ITALIANE 267 Esemplari vitali di specie esotiche possono comunque essere fa- cilmente rinvenuti sulle chiglie di navi, di varia provenienza, ormeggiate nei nostri porti, ma non si può parlare, in questi casi, di una vera e propria installazione. Ormai certa è invece l’introduzione in Mediter- raneo di Spirorbis marioni Caullery e Mesnil 1897 e di Pileolaria sp. (ZisrowIus e BIANCHI, in prep.), specie queste, probabilmente origi- narie del Pacifico nord-orientale tropicale, recentemente rinvenute lun- go la costa marsigliese. (Benchè non riportate nell’elenco sistematico, le due specie sono comprese nelle chiavi fornite col presente lavoro). Nel redigere l’elenco dei Serpulidi italiani è indispensabile rife- rirsi alle più moderne vedute sulla classificazione di tale gruppo. A questo proposito sono di fondamentale importanza i lavori di ZIBRO- wius (1971a) e di PiLLar (1972) sul genere Hydroides Gunnerus; di Armrowius (19/02, 1971b: 1972, 19732, ecc.) e di TEN Hove (1975) sul genere Vermiliopsis Saint-Joseph s.l.; di TEN Hove e WEERDENBURG (1978) sul genere Ficopomatus Southern; e soprattutto di PiLLAI (1970) sulla sottofamiglia Spirorbinae Chamberlin, da lui elevata al rango di famiglia indipendente (Spirorbidae). Molti autori 1ecenti (FAUCHALD 1977; KNIGHT-JONES e KNIGHT-JONES 1977, ecc.) seguono questa clas- sificazione. Tuttavia è indubbio che le famiglie Serpulidae Savigny 1818 emend. e Spirorbidae Pillai 1970 appaiono strettamente relazionate e sembra perciò opportuno riunirle in una superfamiglia Serpuloidea, corrispondente in pratica alla famiglia Serpulidae degli antichi autori. La classificazione su riportata è quella seguita nel presente lavoro in cui sono fornite, oltre all’elenco delle specie italiane, note sulla loro distribuzione e chiavi originali per la loro identificazione. Per questa ricerca sono stati confrontati esemplari provenienti da diverse località del Mediterraneo e dell'Atlantico nord-orientale: il materiale raccolto è conservato principalmente nella collezione del- l’autore, mentre parte è depositata presso il Museo di Storia Naturale di Genova; alcuni esemplari sono stati inoltre depositati presso le col- zioni di H.A. Ten Hove (Utrecht) e di P. Knight-Jones (Swansea) che hanno gentilmente controllato alcune determinazioni. Sono state infine esaminate le collezioni della Stazione Zoologica di Napoli e di H. Zibro- wius (Marseille). 268 C. N. BIANCHI ELENCO DELLE SPECIE E NOTE DI AGGIORNAMENTO Superfamiglia SERPULOIDEA, nova Policheti sedentari viventi in un tubo calcareo, solitamente fis- sato al substrato. Corpo diviso in 3 regioni: 1) regione cefalica, prov- vista di una corona branchiale costituita da due lobi semicircolari o spiralati di filamenti bipinnati; 2) torace, costituito da 3-10 segmenti portanti setole do1salmente ed uncini ventralmente; 3) addome, con numerosi segmenti portanti setole ventralmente ed uncini dorsalmente. Prostomio indistinto e fuso al segmento boccale. Un filamento bran- chiale generalmente trasformato in peduncolo, portante un opercolo. Primo setigero toracico espanso a formare un collaretto membranoso i cui lembi laterali si prolungano posteriormente in membrane toraciche sopra i setigeri successivi. Parapodi biremi ma poco sviluppati. Un paio di grossi nefridi toracici aprentisi tramite un singolo poro dorsale alla base della corona branchiale. Un solco copragogo ventrale lungo l’addome. Pigidio con ano terminale. Famiglia SERPULIDAE Savigny 1818, emend. Corpo simmetrico. Più di 5 segmenti toracici (usualmente 7). Peduncolo con o senza barbule. Serpula vermicularis Linné 1767 Cosmopolita e molto comune. Presente in tutti i mari italiani. Serpula concharum Langerhans 1880 Presente in tutto il Mediterraneo e nel settore est-atlantico com- preso tra le coste ovest dell’Africa settentrionale, le Azzorre ed il golfo di Guascogna. S. concharum non compare generalmente in acque inquinate e le segnalazioni di questa specie nel fouling portuale (RELINI e Bazzi- caLupo 1969; TaraMELLI e CHIMENZ 1965; ecc.) derivano probabil- mente dall’errata identificazione di esemplari di Hydroides elegans (Has- well) che, qualora vadano incontro alla perdita del verticillo opercolare, possono facilmente essere confusi con S. concharum; caratteri utili per la distinzione delle due specie sono 1 seguenti: SERPULOIDEA DELLE ACQUE ITALIANE 269 (Da rh 0.1 mm Fig. 1: opercolo (a) e setola speciale (b) di Serpula concharum Langerhans; parte infe- riore dell’opercolo (c) e setola speciale (d) di Hydroides elegans (Haswell). 270 C. N. BIANCHI Serpula concharum (fig. 1 a, b) tubo: prismatico, con 3-5 carene longitudinali; opercolo: a forma di campana rovesciata; transizione marcata da una peduncolo- netta strozzatura; opercolo: setole speciali: con 2-4 grossi denti subapicali; Hydroides elegans (he. 1 god) cilindrico, senza care- ne; a forma di imbuto o di cono rovesciato (nor- malmente sormontato da un verticillo di ele- menti chitinosi) ; continua, graduale; con una zona subapi- cale fittamente denti- colata. Inoltre negli esemplari di Serpula concharum la zona dell’organo escretore toracico assume, dopo la fissazione, una colorazione bruno- scura molto caratteristica. Serpula lobiancoi Rioja 1917 In tutto il Mediterraneo (anche orientale) e lungo le coste atlantiche della Spagna e del Portogallo. Non segnalata in Adriatico. Serpula massiliensis Zibrowius 1968 Conosciuta solo nel basso Adriatico (Bari) ed in alcune località del Mediterraneo occidentale: coste francesi, golfo di Gabès (ZIiBro- wius 1969a) e Portofino (osserv. pers.). In questa specie l’opercolo può spesso mancare. SERPULOIDEA DELLE ACQUE ITALIANE 271 Genere Hydroides Gunnerus 1768 La distinzione tra il genere Hydroides Gunnerus 1768 ed il genere Eupomatus Philippi 1844 sulla base della presenza o, rispettivamente, assenza di denticoli laterali sugli elementi del verticillo opercolare non appare sufficientemente giustificata e la maggior parte degli autori mo- derni considera Eupomatus sinonimo di Hydroides. Un approfondito esame del problema può trovarsi in PiLLar (1972). FaucHaLp (1977) ritiene interessante conservare la distinzione tra le due forme a livello sottogenetico. Hydroides dianthus (Verrill 1873) Serpula dianthus VERRILL 1873: 620-621. Hydroides uncinata Auct., pro parte. Hydroides dianthus (Verrill), Zisrowrus 1971a: 697-705. Specie probabilmente originaria delle coste atlantiche temperate del nord America ed introdotta, gia dal secolo scorso, nel Mediterraneo, dove ha invaso numerosi porti e lagune. ZIBROWIUS (1971a, 1978) riassume la distribuzione di H. dianthus. In Italia rinvenimenti recenti si sono avuti nei porti di Civitavecchia (TARAMELLI RIVOSECCHI e CHIMENZ Gusso 1976) e di Palermo (MAzzoLa et al. 1978), nella laguna di Orbetello (BrancHI 1979) e nel delta del Po (osserv. pers.). Hydroides dirampha Morch 1863 Eupomatus lunulifer CLAPAREDE 1870: 181-182. Hydroides lunulifera (Claparède), FauveL 1927: 358-359. Hydroides uncinata Auct., pro parte. Hydroides dirampha Mérch, Ziprowius 1971a: 705-707. Cosmopolita nei mari temperati-caldi e tropicali ed introdotta anche in Mediterraneo, dove è conosciuta solo in alcuni porti: Valenza, Napoli, Port Said (Zisrowrus 1971a), Civitavecchia (CHIMENZ Gusso e RivoseccHI TARAMELLI 1973) e Palermo (MazzoLa et al. 1978). La segnalazione di questa specie in Mar Ligure (BazzicaLuPo et al. 1974) è probabilmente dovuta ad un errore di identificazione. DIR C. N. BIANCHI Hydroides pseudouncinata pseudouncinata Zibrowius 1971 Hydroides uncinata Auct., pro parte. Hydroides pseudouncinata Zigrowrus 1968b: 112-114. Comune in tutto il Mediterraneo. La sottospecie africana Zi- browius 1971 è conosciuta dal Marocco alla Guinea. Hydroides nigra Zibrowius 1971 In Mediterraneo e lungo le coste atlantiche del Portogallo (Zi- BROWIUS, comunic. pers.). In Italia è conosciuta in Adriatico (ZIBRO- BROWIUS 1971a), nel Mar Ligure (BazzicaLuPO et al. 1974) e presso Civitavecchia (osserv. pers.). Hydroides helmata (Iroso 1921) Eupomatus helmatus IrRoso 1921: 53-54. Hvydroides helmatus (Iroso), FauveL 1927: 358-359. Hydroides helmata (Iroso), Zisrowrius 1971a: 713-714. In Mediterraneo e lungo le coste atlantiche portoghesi (ZIBRO- WIus, comunic. pers.). In Italia è conosciuta a Napoli (IRoso 1921), in Mar Ligure (RELINI e BazzicaLuPo 1969) e nei pressi di Civita- vecchia (osserv. pers.). Hydroides stoichadon Zibrowius 1971 Specie conosciuta solo sulle coste provenzali e jugoslave (ZIBROWIUS, comunic. pers.). Hydroides norvegica Gunnerus 1768 In Atlantico settentrionale ed in Mediterraneo; presente anche in Adriatico (RELINI et al. 1977). Comune nei fondi circalitorali e batiali, è stata spesso confusa in passato con H. elegans (Haswell) tipica costituente del fouling portuale. SERPULOIDEA DELLE ACQUE ITALIANE 273 Hydroides elegans (Haswell 1883) Eupomatus elegans HasweLL 1883: 633. Hydroides norvegica Auct., pro parte. Hydroides elegans (Haswell), ZrBrowrus 1971a: 721-727. Cosmopolita di mari caldi e temperati-caldi. Introdotta anche in quasi tutti 1 porti del Mediterraneo. Genere Vermiliopsis Saint-Joseph 1894 s.l. Il genere Vermiliopsis Saint-Joseph s.l. così come l’intendevano FauveL (1927) ed altri antichi autori, si è dimostrato troppo eterogeneo ed è stato smembrato, sulla base del tipo di setazione, della struttura del peduncolo ecc., in almeno sei generi diversi, tre dei quali presenti nelle acque italiane: Vermiliopsis Saint-Joseph 1894 s. str., Semzvermilia Ten Hove 1975 e Metavermilia Bush 1904. Vermiliopsis infundibulum (Philippi 1844) Vermilia infundibulum PaILIPPI 1844: 186-198. Vermiliopsis infundibulum (Philippi), Zisrowrus 1968b: 121-124. Apparentemente cosmopolita. Presente in tutti 1 mari italiani. Comune soprattutto su piccoli substrati duri sparsi nei fondi detritici costieri. Vermiliopsis striaticeps (Grube 1862) Vermilia striaticeps GRUBE 1862: 65. Vermiliopsis langerhansi Auct., pro parte. Mediterraneo (anche orientale) ed Atlantico. Le segnalazioni di Vermiliopsis langerhansi Fauvel 1909 in Me- diterraneo a profondità infralitorali sono probabilmente da riferirsi a questa specie: Vermiliopsis langerhansi (ora ascritto al genere Bathyver- milita Zibrowius 1973) è infatti specie dell’ Atlantico abissale. V. striaticeps è comune nei popolamenti algali infralitorali, ed in ambienti portuali e lagunari (RELINI e BrancHI 1978). Ann. Mus. Civ. St. Nat. - Genova - Vol. LXXXII 18 274 C. N. BIANCHI Vermiliopsis labiata (O.G. Costa 1861) Serpula labiata O. G. Costa 1861: 32. Vermiliopsis richardi FauveL 1909: 62-65. Vermiliopsis labiata (O. G. Costa), Zisrowrus 1972: 117-118. Ampia ripartizione: Mediterraneo (bacino orientale compreso), Atlantico orientale, Oceano Indiano e Giappone (IMajima 1977). Vermiliopsis monodiscus Zibrowius 1968 Conosciuta solo in alcune località del Mediterraneo occidentale: golfo di Marsiglia e Mar Tirreno (Zisrowrus 1968a). Nelle grotte e nel batiale. Semivermilia torulosa (Delle Chiaje 1822) Serpula torulosa DELLE CHIAJE 1822: 217-218. Vermilia rugosa LANGERHANS 1884: 280-281. Vermiliopsis rugosa (Langerhans), ZIBROWIUS 1968b: 132-134. Semivermilia torulosa (Delle Chiaje), TEN Hove 1975: 55-56. Mediterraneo nord-occidentale ed Atlantico orientale (Madera, Canarie, Marocco). Nelle grotte e nel batiale. Semivermilia crenata (O.G. Costa 1861) Serpula crenata O. G. Costa 1861: 33-34. Vermiliopsis undulata ZiBRow1us 1968b: 134-136. Semivermilia crenata (O. G. Costa), TEN Hove 1975: 55-56. In tutto il Mediterraneo e nell’Atlantico orientale (Marocco, Madera, Canarie, Portogallo). Semivermilia cribrata (O.G. Costa 1861) Serpula cribrata O. G. Costa 1861: 31. Josephella carenata Zigrowrus 1968b: 175-177. Semivermilia cribrata (O. G. Costa), TEN Hove 1975: 55-57. Mediterraneo occidentale. SERPULOIDEA DELLE ACQUE ITALIANE D7S Semivermilia agglutinata (Marenzeller 1893) Vermilia agglutinata MARENZELLER 1893: 41. Vermiliopsis agglutinata (Marenzeller), FauveL 1927: 366. Semivermilia agglutinata (Marenzeller), TEN Hove 1975: 55-56. Mediterraneo, bacino orientale compreso. Semivermilia pomatostegoides (Zibrowius 1969) Vermiliopsis pomatostegoides ZiBROWIUS 1969a: 129-131. Semivermilia pomatostegoides (Zibrowius), "TEN Hove 1975: 55-56. Mediterraneo: Tripoli, Mar Egeo, golfo di Napoli. Nel circali- torale profondo e nelle grotte oscure. Metavermilia multicristata (Philippi 1844) Vermilia multicristata PHILIPPI 1844: 193. Vermiliopsis multicristata (Philippi), FauveL 1927: 365-366. Metavermilia multicristata (Philippi), Zisrowrus 1971b: 1375-1377. In tutto il Mediterraneo e nell'Atlantico nord-orientale. Nel ba- tiale (molto comune), nelle grotte e nel coralligeno. Filogranula gracilis Langerhans 1884 Omphalopoma gracilis (Langerhans), Zisrowrus 1968b: 143-145. Filogranula gracilis Langerhans, Zisrowrus 1973b: 57. In Mediterraneo occidentale e nel settore dell’Atlantico orientale compreso tra il golfo di Guascogna, le Azzorre ed il golfo di Guinea. Filogranula calyculata (0.G. Costa 1861) Vermetus calyculatus O. G. Costa 1861: 39. Omphalopoma cristata LANGERHANS 1884: 281-282. Omphalopoma aculeata FauveL 1909: 58-59. Filogranula calyculata (O. G. Costa), Zrprowius 1972: 120-121. In Atlantico orientale ed in Mediterraneo (bacino occidentale, Adriatico, Mar Egeo). 276 C. N. BIANCHI Filogranula annulata (0.G. Costa 1861) Vermetus annulatus O. G. Costa 1861: 37-38, pro parte. Omphalopoma annulata Zigrowrus 1968b: 145-146. Filogranula annulata (O. G. Costa), Zisrowrus 1972: 120-121. Coste portoghesi sud-occidentali e Mediterraneo (bacino orientale compreso). Filogranula stellata (Southward 1963) Omphalopoma stellata SoutHWaRD 1963: 576-578. Filogranula stellata (Southward), Ziprowrus 1973b: 57. Atlantico, tra Bretagna ed Irlanda (SourHwarp 1963) e Mediter- raneo nord-occidentale (CARPINE 1970). Batiale. Janita fimbriata (Delle Chiaje 1822) Serpula fimbriata DELLE CHIAJE 1822: 226-227. Omphalopomopsis fimbriata (Delle Chiaje), Ziprowrus 1968b: 149-154. Janita fimbriata (Delle Chiaje), Zisrowrus 1972: 122. Larga ripartizione: Brasile (ZiBRowius 1970b), Atlantico orien- tale, Madagascar (Zisrowrus 1973b) ed in tutto il Mediterraneo. Spirobranchus lima (Grube 1862) Serpula lima GrRuBE 1862: 63. Spirobranchus lima (Grube), Zisrowrus 1968b: 154-157. Specie conosciuta solo in alcune localita del Mediterraneo occi- dentale e nel nord dell’Adriatico. E1roneamente segnalata da HART- MANN (1959) nelle Filippine. Spirobranchus polytrema (Philippi 1844) Vermilia polytrema PHiLIipPI 1844: 194. Pomatostegus polytrema (Philippi), FauveL 1927: 369-370. Spirobranchus polytrema (Philippi), ZrBrowius 1968b: 157-160. Assai diffuso in tutto il Mediterraneo e nell’Atlantico nord-orien- tale. Forme simili (se non la stessa specie) esistono nell’ Indo-Pacifico, in Australia ed in Giappone (Imajima 1977). SERPULOIDEA DELLE ACQUE ITALIANE VATI Pomatoceros triqueter (Linné 1758) Serpula triquetra Linné 1758. Pomatoceros triqueter (L.), Zisrowrus 1968b: 162-163. Molto comune nell'Atlantico nord-orientale ed in Mediterraneo (bacino occidentale, Mar Nero, Adriatico). Pomatoceros lamarckii (Quatrefages 1365) Vermilia lamarckiti QUATREFAGES 1865: 513. Pomatoceros triqueter Auct., pro parte. Pomatoceros lamarckiî (Quatrefages), ZIBROWIUS 1968b: 163-166. Atlantico orientale, tra la Gran Bretagna e il Rio de Oro; Me- diterraneo occidentale. Recentemente raccolto anche in Adriatico (BIAN- cHI 1977) e a Beiruth (ZIBROWIUS, comunic. pers.). Comune su pietre in acque basse. Placostegus tridentatus (Fabricius 1779) Serpula tridentata Faxsricius 1779: 385. Serpula crystallina Scacchi 1836 (fide ZIBROWIUS). Placostegus tridentatus (Fabricius), FauveL 1927: 373. Nord-Atlantico e Mediterraneo (anche orientale). Circalitorale p.ofondo e batiale. Placostegus crystallinus sensu Zibrowius 1968 Placostegus crystallinus Zigrowrus 1968b: 166-169. nec Placostegus crystallinus (Scacchi 1836) (= P. tridentatus). In tutto il Mediterraneo. Forme simili (se non la stessa specie) sono conosciute in California, in Brasile e nell'Oceano Indiano (ZIBROWIUS, comunic. pers.). Nelle grotte e nel coralligeno. ZIBROWIUS (1968 b) ha descritto con questo nome degli esemplari mediterranei ascrivibili al genere Placostegus ma differenti, per l’opercolo e per il tubo, da P. tridentatus (Fabricius); tuttavia la Serpula crystallina di Scacchi risulta essere un sinonimo di P. tridentatus (ZIBROWIUS, co- munic. pers.): la questione della denominazione specifica degli esemplari riferibili a Placostegus crystallinus sensu ZIBROWIUS, necessita quindi di una revisione. 278 C. N. BIANCHI Hyalopomatus marenzelleri Langerhans 1884 Hyalopomatopsis marenzelleri (Langerhans), SouTHWaRD 1963: 578-580. Protis arctica BeLLAN 1964: 179-180, nec P. arctica (Hansen 1878). Hyalopomatopsis sp., ZIBROWIUS 1968b: 177-178. Hyalopomatus marenzelleri Langerhans, Zisrowrus 1969b: 12-13. Specie diffusa nel Nord-Atlantico temperato e nel Mediterraneo occidentale (fondi batiali). I pochi esemplari mediterranei finora rinvenuti sono privi di opercolo. Ditrupa arietina (O.F. Miller 1776) Dentalium arietinum O. F. Miller 1776. Ditrupa arietina (O. F. Miiller), Zisrowrus 1968b: 169-171. Cosmopolita e presente in tutti i mari italiani. Comune nei fondi detritici costieri. Negli esemplari mediterranei il tubo è sempre bianco e comple- tamente liscio. Genere Ficopomatus Southern 1921 I quattro generi di acque salmastre Mercierella Fauvel 1923, Sphaeropomatus ‘Treadwell 1934, Mercierellopsis Rioja 1945 e Neopomatus Pillai 1960 sono considerati da TEN Hove e WEERDENBURG (1978) sinonimi del genere Ficopomatus Southern 1921. Ficopomatus enigmaticus (Fauvel 1923) Mercierella enigmatica FauveL 1923: 424-430. Ficopomatus enigmaticus (Fauvel), TEN Hove e WEERDENBURG 1978: 114-116. In porti, estuari e lagune delle regioni temperate di tutto il mondo. La distribuzione di questa specie nelle acque italiane è riassunta da TENERELLI (1962); personalmente l’ho rinvenuta nella laguna di Or- betello (BiancHI 1979), in alcuni laghi costieri pontini e flegrei, in numerose lagune sarde, nel delta padano (RELINI et al. 1978) e nella laguna veneta. SERPULOIDEA DELLE ACQUE ITALIANE 279 Marifugia cavatica Absolon e Hrabe 1930 È l’unico Serpulide realmente dulcacquicolo a tutt'oggi conosciuto. La specie è nota solo nelle acque sotterranee delle zone carsiche ju- goslave e triestine (risorgenze del Timavo presso Monfalcone e del Risano a sud-est di Trieste: Remy 1937). Josephella marenzelleri Caullery e Mesnil 1896 Cosmopolita. In tutti i mari italiani. Genere Filograna Berkeley 1827 La maggior parte degli autori recenti concorda nel considerare il genere Salmacina Claparéde 1870 sinonimo di Filograna Berkeley 1827, dal quale veniva un tempo distinto solo in base all’assenza del- l’opercolo. Anche la distinzione tra Salmacina dysteri (Huxley 1855) e Salmacina incrustans Claparède 1870, basata sul numero di denti nel- l’alettone delle setole speciali, appare ingiustificata, poichè esistono se- tole d’aspetto intermedio. Day (1967) considera S. dysteri e S. incrustans sinonimi di £f1- lograna implexa Berkeley 1827. Tuttavia secondo Zisrowrus (1973b) non è possibile al momento attuale identificare correttamente a livello specifico le forme riferibili al genere Filograna, che necessita di una revisione su scala mondiale. Forme opercolate corrispondenti alla Filograna implexa di Ber- keley sembrano esistere in Mediterraneo e in Atlantico. Le forme me- diterranee non opercolate appartengono forse a specie differenti. Nel complesso, il genere Filograna è diffuso in tutto il mondo. Genere Protula Risso 1826 Anche la distinzione generica tra Protula Risso 1826 e Apomatus Philippi 1844, basata solo sull’assenza o, rispettivamente, presenza di opercolo, non appare giustificata. Altrettanto artificiale appare la distinzione tra le due specie di Protula, presenti, secondo FauveL (1927) in Mediterraneo: Protula tubularia (Montagu 1803) e Protula intestinum (Savigny 1818). Le leg- 280 C. N. BIANCHI gere differenze nella struttura del collaretto, nella taglia del corpo e nella forma delle setole addominali non appaiono sufficientemente nette per assumere valore specifico. In attesa di una revisione a livello mondiale del genere Protula è preferibile non assegnare alcun nome specifico alle forme mediterra- nee, che appartengono forse a più specie diverse. Il genere Protula nel complesso ha una distribuzione cosmopolita. Famiglia SPIRORBIDAE Pillai 1970 Corpo asimmetrico. Tubo avvolto a spirale. ‘Torace con 3-5 seg- menti. Peduncolo liscio, privo di barbule. Ermafroditi. Embrioni in- cubati nel tubo o nell’opercolo. I rappresentanti della famiglia Spirorbidae Pillai 1970 (corrispon- dente alla sottofamiglia Spirorbinae Chamberlin 1919), venivano con- siderati, da FAUVEL (1927) e da altri autori antichi, tutti appartenenti al genere Spirorbis Daudin 1800 s.l., suddiviso a sua volta in numerosi sottogeneri. La maggior parte degli autori moderni, in seguito alla revisione compiuta da PiLLai (1970), riconosce l’esistenza di diversi generi, se- parabili soprattutto sulla base della setazione e del metodo di incubazione. Spirorbis infundibulum Harris e Knight-Jones 1964 Mediterraneo occidentale e Adriatico. Comune nei “‘trottoirs” a Lithophyllum. Spirorbis cuneatus Gee 1964 Atlantico nord-orientale, Mediterraneo occidentale e Mar Egeo. Protolaeospira striata (Quiévreux 1963) Paralaeospira striata Quifvreux 1963: 69-78. Spirorbis striatus (Quiévreux), ZIBROWIUS 1968b: 187-188. Protolaeospira striata (Quiévreux), KNIGHT-JONES e KNIGHT-JONES 1977: 476-478. Atlantico nord-orientale, Mediterraneo occidentale e Mar Egeo. SERPULOIDEA DELLE ACQUE ITALIANE 281 Pileolaria (Pileolaria) militaris Claparède 1868 Spirorbis cornuarietis PHiLIPPI 1844: 195 (descrizione insufficiente). Spirorbis beneti Marion 1879: 29. Spirorbis militaris (Claparède), ZiBrowius 1968b: 193-197. Pileolaria militaris Claparede, KNIGHT-JONES e KNIGHT-JONES 1977: 479-480. Cosmopolita. Molto comune in tutto il Mediterraneo. Pileolaria (Pileolaria) heteropoma (Zibrowius 1968) Spirorbis heteropoma Zisrowius 1968b: 190-193. Pileolaria heteropoma (Zibrowius), KNIGHT-JONES e KNIGHT-JONES 1977: 480-482. Atlantico orientale, Mediterraneo occidentale e Mar Egeo. In Italia è conosciuta a Napoli (Harris 1968: Spzrorbis moercht) e a Portofino (osserv. pers.). Nelle grotte e nel coralligeno. Pileolaria (Nidularia) clavus (Harris 1968) Spirorbis clavus Harris 1968: 189-191. Conosciuta solo nel golfo di Napoli (Harris 1968), in Mar Egeo (Barey 1969) e nel Mare d’Alboran (osserv. pers.). Pileolaria (Simplicaria) pseudomilitaris (‘Thiriot-Quiévreux 1965) Spirorbis pseudomilitaris 'THIRIOT-QUIEVREUX 1965: 495-502. Spirorbis berkeleyanus Harris 1968: 194-196, nec Rioja 1942. Pileolaria pseudomilitaris (Thiriot-Quiévreux), VINE et al. 1972: 158-161. Cosmopolita; comune nel Mediterraneo occidentale ed in Mar Egeo, non segnalata in Adriatico. Puo proliferare in ambienti lagunari (esempio: lago di Caprolace, osserv. pers.). Pileolaria (Duplicaria) koehleri (Caullery e Mesnil 1897) Spirorbis koehleri CauLLERY e MESNIL 1897: 214. Pileolaria koehleri (Caullery e Mesnil), VINE et al. 1972: 161-163. Cosmopolita. Presente nel Mediterraneo occidentale e nel Mar Egeo. In Italia è conosciuta a Portofino (osserv. pers.). 282 C. N. BIANCHI Pileolaria (Duplicaria) endoumensis (Zibrowius 1968) Spirorbis endoumensis Zigrowrus 1968b: 198-200. Mediterraneo occidentale e Mar Egeo (BarLev 1969). In Italia è conosciuta nel golfo di Taranto (Zisrow1us 1968b). Janua (Janua) pagenstecheri (Quatrefages 1865) Spirorbis pagenstecheri QUATREFAGES 1865: 491. Spirorbis gnomonicus BarLey 1969: 346-377. Janua pagenstecheri (Quatrefages), KNIGHT- JONES e KNIGHT-JONES 1977: 486-488. Cosmopolita. Molto comune in tutto il Mediterraneo. Janua (Dexiospira) pseudocorrugata (Bush 1904) Spirorbis corrugatus CAULLERY e MESNIL 1897: 200, nec Montagu 1803. Spirorbis pseudocorrugatus BusH 1904: 250. Spirorbis parvulus BatLey 1969: 377-378. Janua pseudocorrugata (Bush), KNIGHT-JONES e KNIGHT-JONES 1977: 489. Cosmopolita. Molto comune in tutto il Mediterraneo. Spesso nelle lagune (BIANCHI 1979). SPIRORBIDAE incertae sedis Spirorbis mediterraneus CAULLERY e MeESsNIL 1897: 212. Si tratta probabilmente di una forma giovanile, non incubante, di Pileolaria militaris Claparède. Alcuni autori, tra cui NELSON-SMITH (1967), lo considerano sinonimo di Spirorbis cuneatus Gee. Spirorbis laevis QuATREFAGES 1865: 490. La descrizione data da QUATREFAGES appare largamente insuffi- ciente e Spirorbis laevis è da considerarsi nomen dubium. Le numerose segnalazioni di questa specie in tutto il mondo si riferiscono probabil- mente a forme sinistrorse del genere Janua Saint-Joseph. Il problema è discusso in dettaglio da VINE et al. (1972). fa 1.b 3.b 4.a 4.b Dia 5.b 6.b Vier) 7.b SERPULOIDEA DELLE ACQUE ITALIANE 283 CHIAVE PER L’IDENTIFICAZIONE DELLE SPECIE Nella chiave sono contenute, oltre alle specie sicuramente trovate nelle acque italiane, quelle segnalate nel bacino occidentale del Medi- terraneo (coste francesi soprattutto) e quindi verosimilmente presenti in Italia. tubo piccolo ed arrotolato a spirale (diametro inferiore a 3 mm); corpo asimmetrico con 3-4 setigeri toracici (fam. Spirorbidae) siva Salt Det ete ee ZU es AS tubo non come sopra; corpo simmetrico con piu ‘di 4 seti- geri toracici (fam. Serpulidae) eine dont ak È opercolo portato da un peduncolo privo di barbule . . 3 opercolo assente o portato da un peduncolo con barbule co- me gli altri filamenti branchiali A RR 16 peduncolo con Lc laterali aliformi; placca opercolare calcarea i RA: SEC AE peduncolo privo di espansioni latta alito ati oper- colare assente o cornea, più raramente eri a 3 setole speciali provviste di un rigonfiamento subapicale den- ficolito!(ocinssSpwobranchus) "i. 5 Syria nun - 8 44 setole speciali assenti (gen. Pomatoceros) . . . . 42 opercolo globoso, portante distalmente un numero variabile di spine chitinose nerastre; peduncolo di sezione subtrian- golare; setole speciali seghettate . Ficopomatus (= Mercierella) SEA (F n) opercolo, peduncolo e setole speciali (se presenti) non come sopra a a e ri) oD TE #0 placca opercolare assente, opercolo a forma di cono rovesciato più o meno regolare, con orlo distale dentellato e provvisto o no di un verticillo distale di elementi chitinosi; pseudo- percolo claviforme . i MODO + BIT opercolo generalmente prefegistà di una placca o calotta cornea, talvolta parzialmente calcarea; pseudopercolo as- sente o comunque mai claviforme Berges Atehverpteie iG 1 opercolo sormontato da un verticillo di elementi chitinosi di varia forma (gen. Hydroides) . . . 24 opercolo a semplice cono rovesciato, privo di acetals een Serpula) Sen aie eee en ee ey (IT IONI, ee 284 8.2 8.b 9.a 9.b 10.a 10.b falsa Th 128 12.b ia 13.b 14.a 14.b 15.a 15.b C. N. BIANCHI primo segmento totalmente acheto primo..segmento..provvistordi..setole, n, urge stato Rigi: ae tubo libero sul fondo, non aderente al substrato, liscio, senza carene, a forma di zanna d’elefante ed aperto alle due estremità (simile alla conchiglia dal Mollusco Scafo- pode Dentalium) cul o platee ditrupa aretina (IMbulle) tubo non come sopra, aderente, almeno nella sua parte ini- ziale, ad un:substrato.solido- © e 2 sw hieetro tape: ee eee tubo translucido, vetroso, con 3 prolungamenti anteriori (gen. Placostegus) poh 1A DESRI REE ae SR Oe Ee I es tubo bianco, opaco. (Specie di acque dolci sotterranee, in zone carsiche) . . . . Marifugia cavatica Abs. e Hr. setole speciali assenti e n... setole Speciali” presenti “""". e O o n MA peduncolo largo e piatto, nastriforme Metavermilia ulticrisiare (Phil.) LA, "aco NOM appiattito LL. a peduncolo derivante dal 1° filamento dorsale; ultimi seg- menti addominali coperti da una callosità dorsale bianca a forma di scudo; uncini toracici con dente anteriore non biforcato (gen. Vermiliopsis) . . Sal peduncolo normalmente derivante dal 20 filante dora le; ultimi segmenti addominali senza callosità bianca; un- cini toracici con dente anteriore biforcato (gen. Semiver- 0 CO a opercolo più o meno obconico o imbutiforme, portante una placca cornea concava, infossata; peduncolo derivante dal 2° filamento dorsale i; altàb olba «fab opercolo vescicoloso, portante una esile cal cornea de germente convessa; peduncolo derivante dal 1° filamento dorsale . . . . . Hyalopomatus marenzelleri Lang. opercolo con 3 protuberanze basali; setole speciali con un rigonfiamento subapicale . Janita fimbriata (D. Ch.) opercolo privo di dilatazioni basali; setole speciali diffe- renziate in lama distale ed alettone crenato prossimale (gen. Filogranula) SI RE ee CERA ie osa 16.b 7a 17.b 18.a 18.b 19,4 £9. 20.a 20.b Zia ZN b DI a 225 SERPULOIDEA DELLE ACQUE ITALIANE 285 opercolo vescicoloso, con una esile placca cornea imbutifor- me; 5 setigeri toracici . Josephella marenzelleri Caull. e Mesn. opercolo generalmente assente o comunque privo di placca; Purciemscuechr POLACICE ee te ee SIT 17 opercolo assente oppure 2 opercoli uguali e simmetrici a forma di cucchiaio; setole speciali con lama distale ed alettone crenato prossimale oe DA 0 opercolo, se presente, globoso; setole speciali assenti . . Protula incubazione nell’opercolo; camera incubatrice solitamente più o meno globosa; opercolo primario con 1 o più placche calcaree, portanti.generalmente.un.tallone;;: dan. 19 incubazione nel tubo; opercolo più o meno imbutiforme con placca obconica, massiccia o profondamente concava . 20 tubo avvolto in senso orario; setole speciali differenziate in lama distale ed alettone crenato prossimale (gen. Pi- leolaria) ee rant SEI: = alti oi COR E tubo solitamente avvolto in senso antiorario; setole spe- ciali semplieemente-seniculate (een. Janua) li os, 52 tubo opaco, privo di evidenti costolature trasversali; 3 Sei etl. COLAC (oca IS PIMOTDIS) fil afh nia x FF tubo d’aspetto vetroso con costolature trasversali; 4 seti- geri toracici 3A ... . * . rotolacospwa siriata (Quievi.) membrane toraciche lunghe, formanti una banda ventrale a invetio dcll ultimo, “setivero” toracico: Li 22 membrane toraciche corte, non formanti una banda ventrale : ; : ; é ce opercolo nettamente obconico, con numerosi denti lungo il margine distale; transizione peduncolo-opercolo con- tina, israduale, a ur rt n derpula i vermicularis: L. opercolo cilindrico nella parte prossimale e svasato in quella distale, con pochi e grossi denti marginali; tran- sizione peduncolo-opercolo marcata da un restringimento Serpula concharum Lang. 24.a 24.b 25.4 255 20.a 26.b 2:75a 27.b 28.a 28.b 29.a C. N. BIANCHI opercolo zigomorfo ed obliquo; setole speciali con 2 o più denti ottusi subapicali . . ~~. Serpula lobiancoi Rioja opercolo a simmetria radiale; setole speciali con un rigon- fiamento subapicale denticolato . Serpula massiliensis Zibr. elementi del verticillo tutti simili tra loro ed aventi circa le stesse dimensioni . . 11 5) MAGEE un elemento (più raramente aie) del vernal nettamente più, grosso, e. diverso dagli. altt: . aa elementi del verticillo portanti una serie di denticoli late- rali; parte inferiore dell’opercolo con denti marginali ar- rotondati Ì . #20 elementi del ergal mali privi gi denvitoli la- terali; parte inferiore dell’opercolo con denti marginali appuntiti oa galera ihre scale elementi del verticillo piuttosto tozzi, leggermente curvi verso il centro dell’opercolo, completamente lisci dal lato interno e portanti un solo paio di denticoli laterali 3 Hydroides stoichadon Zibe clement del sentiailio più o meno allungati, leggermente curvati verso l’esterno, portanti 2 o più denticoli laterali non necessariamente appaiati e qualche denticolo mediano impariedal» lato jintermno: siehia: ih. oxeqg pong eten estremità distale degli elementi del verticillo corta e tozza; setole La con zona subapicale fittamente denticolata ì . Hydroides elegans casey estremita gl degli elementi del verticillo lungamente affilata; setole speciali con 2 grossi denti ottusi subapicali Hydroides norvegica Gunn. elementi del verticillo larghi ed appiattiti, con estremità distaledilatatay ers EE Sie © Hydrotdes dirampha Morch elementi del verticillooappuntiti OP Sain Were eee elementi del verticillo allungati, tutti leggermente incur- vati verso il centro dell’opercolo; denti marginali lunghi ed acuminati, portanti un denticolo mediano sul lato inter- no; transizione peduncolo-opercolo marcata da un restringi- mento pigmentato i Hydroides piana pe Zibe 29.5 30.a 30.b Sava ddllb STASI 32.5 SEI 33.b SERPULOIDEA DELLE ACQUE ITALIANE 287 elementi del verticillo piuttosto corti, tutti curvi verso il lato ventrale dell’opercolo; denti marginali corti e privi del denti- colo mediano; transizione peduncolo-opercolo non marcata da restringimento ne ie. Hydroides dianthus (Verr.) verticillo di colore nero 0 comunque molto scuro, composto da spine disuguali tra loro, più o meno geniculate e molto appuntite; una spina dorsale (più raramente due) molto più lunga, curva sulle altre; denti marginali dell’opercolo appun- titi; transizione peduncolo-opercolo marcata da un restrin- gimento pigmentato pol tl . Phe bi ydromes, niora ibi. verticillo di colore giallo-bruno composto da una serie di corte e tozze spine arrotondate e da un grosso processo distale unciniforme incurvato verso il centro; denti mar- ginali corti ed arrotondati; transizione peduncolo-operco- lo non marcata da un restringimento . Hydroides helmata (Iroso) opercolo portante un massiccio e tozzo cilindro calcareo con bordo distale suddiviso in 6-10 denti ottusi; animale con una serie regolare di aree pigmentate lungo i lati del corpo Vermiliopsis labtata (Costa) opercolo incrostato o no di calcare, ma mai portante una struttura calcarea come sopra; corpo privo di aree pigmen- tate in serie regolari MR e o gii II calotta sempre priva di calcare, piatta o leggermente con- cava e raramente provvista al centro di una piccola punta conica; ampolla opercolare nettamente più alta che larga Vermiliopsis monodiscus Zibr. calotta spesso incrostata di calcare, composta da più pia- ni sovrapposti e portante talvolta una spina distale; am- polla opercolare corta, quasi emisferica ae ee calotta a pochi piani sovrapposti, marcata da coste e sol- chi longitudinali; pseudopercolo filiforme sara PI Vermiliopsis striaticeps (Gr.) calotta conica, a più piani sovrapposti, priva di costola- ture longitudinali e talvolta terminantesi in una grossa spina distale; pseudopercolo assente i Vermiliopsis infundibulum (Phil.) 288 34.a - 34.b - 35.4 = 35.b = 36.a - 36.b - Sia = 37.b - 38.a - 38.b - 39.a - 39.b 40.a - 40.b - 41.b - C. N. BIANCHI calotta portante distalmente una tozza spina centrale Semivermilia crenata (Costa) calotta non come sopra SEED TARR | (CORRS ATER cia calotta a piu piani costituiti da larghi dischi alternati a porzioni cilindriche . . Semivermilia pomatostegoides (Zibr.) calotta’ semplice, ad un. solo' piano! 4! spinizio Mae Bo tubo portante, nella zona mediana, una serie longitudinale di tubercoli arrotondati, distanziati tra loro; calotta leg- germente bombata . . . Semivermilia torulosa (D. Ch.) tubo provvisto di una carena mediana liscia o dentella- ta ) ; ‘ È 1 i : i : Mi; carena mediana liscia, con ai lati ed alla base una serie di loggette separate da sottili setti; calotta piatta o convessa . Semivermilia cribrata (Costa) carena mediana dentellata, affiancata da 1-2 paia di leggere carene laterali lisce; calotta cilindrica o tronco-conica Semivermilia agglutinata (Maren) opercolo con una spina distale più o meno ramificata; tubo con parte sollevata portante peristomi caliciformi stret- tamente impilati l’uno sull’altro . Filogranula calyculata (Costa) opercolo privo di spine; peristomi non come sopra . . 39 peristomi di aspetto anulare, con orlo ripiegato su se stes- so a formare un cercine . . Filogranula annulata (Costa) peristomi suddivisi in 6-7 denti cia ce SEE SE PI opercolo imbutiforme, a simmetria radiale Filogranula stellata (South. ) opercolo obliquamente piriforme, zigomorfo Filogranula po. Las ali del peduncolo larghe, spesso sfrangiate; placca oper- colare piatta o concava; tubo di grandi dimensioni, rosa e molto sculturato . +. + Spirobranchus lima (Gr.) ali del peduncolo strette ed affilate, raramente bifide; placca opercolare sempre convessa, spesso con 2 tubercoli ottusi sul bordo dorsale oppure conica o a forma di corno; tubo di piccole dimensioni con 3 carene e con delle serie di pun- tuazioni area ae Spirobranchus polytrema (Phil.) 42.a 42.b 43.a 43.b 44.a 44.b 45.a 45.b 46.a 46.b 47.a 47.b 48.a Ann. SERPULOIDEA DELLE ACQUE ITALIANE 289 ampolla opercolare appiattita, bassa; inserzione del pe- duncolo sul bordo dorsale dell’opercolo; tubo generalmente con una sola carena osu |al'omatoceros..trigneter (L.) ampolla opercolare elevata, più o meno globosa; inserzio- ne del peduncolo nell’opercolo in posizione piuttosto cen- trale; tubo generalmente con 3 carene . Pomatoceros meyer ts (aici ) opercolo obconico, a simmetria radiale; placca opercolare leggermente concava; tubo con una sola carena mediana den- tellata BO eee a Ser! ee (ae Placostegus tridentatus (Fabr.) opercolo zigomorfo, obliquamente piriforme; placca operco- lare nettamente infossata ad imbuto; tubo con una carena mediana dentellata affiancata, su ogni lato, da una serie di tubercoli arrotondati . . Placostegus ‘“‘crystallinus” Zibr. tubo avvolto in senso antiorario i : Spirorbis marioni Coral e Mesn. tubo avvolto in senso orario . } 4 7 | ‘ . 45 placca calcarea profondamente infossata ad imbuto Spirorbis infundibulum Har. e K. rey placca calcarea massiccia e poco differenziata ae Spirorbis cuneatus Gee opercolo composto da 2 o più placche sovrapposte . . 47 opercolo non come sopra AR eee Pe e opercolo composto da più placche sovrapposte leggermente concave, con talloni lunghi ed appiattiti che si inserisco- no dorsalmente sulla placca sottostante; camera incubatrice situata inferiormente alla placca basale Pileolaria koehleri (Cxulli e Mes.) opercolo composto da due placche sovrapposte fortemente concave e senza tallone differenziato; camera incubatrice situata tra le due placche . . Pileolaria endoumensis (Zibr.) tallone appiattito, dilatato, provvisto di una lamella me- diana più o meno profondamente dentellata; camera incuba- trice interamente calcificata portante numerosi denti sul bordo e sulla superficie distali; tubo rotondo, grande e LS aL eg her n, el Pileolaria. mibtaris Clap’. Mus. Civ. St. Nat. - Genova - Vol. LXXXII 19 290 48.b 49.a 49.b 50.a Slab 52.b Cc. N. BIANCHI tallone, camera incubatrice e tubo non come sopra... 49 tallone oltrepassante il pavimento della ampolla opercola- re e penetrante nel peduncolo; camera incubatrice allun- gata le premi ceppi Pileolaria clavus (Har.) tallone non oltrepassante il pavimento dell’ampolla operco- lare; camera incubatrice globosa 0. I SO tallone tozzo e piuttosto massiccio; camera incubatrice priva di denticoli o di spine e leggermente bilobata . . , Ce ein ADI die i Pileolaria sp. tallone stiliforme; camera incubatrice provvista distalmen- te didenticolio di spine |... es rn O camera incubatrice ben calcificata, portante un'unica spi- na distale; 3° setigero toracico provvisto di setole falci- formi. . . .«. « Pileolaria heteropoma (Zibr.) camera incubatrice scarsamente calcificata con pochi den- ticoli lungo il bordo distale; 3° setigero privo di setole Ialoltotti. «i. oa Pileolaria pseudomilitaris (Th. - Quiév.) opercolo primario con tallone appiattito tangenzialmente; camera incubatrice cilindrica, con pareti calcificate e co- perte di puntuazioni; 3° setigero privo di setole falciformi Janua pseudocorrugata (Bush) opercolo primario con tallone stiliforme più o meno appiat- tito radialmente; camera incubatrice a forma di coppa, con pareti trasparenti non calcificate nè puntuate; 3° setigero provvisto di setole falciformi . Janua pagenstecheri (Quatr.) RINGRAZIAMENTI Ringrazio il prof. Harry Ten Hove (Utrecht) e la dr. Phyllis Knight-Jones (Swansea) per aver gentilmente controllato alcune determinazioni. Un grazie partico- lare va al dr. Helmut Zibrowius (Marseille) che, oltre ad aver messo a mia disposi- zione la sua collezione personale, ha riletto il manoscritto ed è stato prodigo di utili informazioni, SERPULOIDEA DELLE ACQUE ITALIANE 291 BIBLIOGRAFIA BarLEy J. H., 1969 - Spirorbinae (Polychaeta Serpulidae) from Chios (Aegean Sea) - Zool. J. Linn. Soc. London, 48: 387-407. BazzicaLuPo G., RELINI G. e VIALE S., 1974 - Popolamenti di substrati artificali posti su un fondo a coralligeno ed in una prateria di Posidonie. IV: Policheti Sedentari e Cirripedi - Mem. Biol. Marina Oceanogr., Messina, n. s., 4, (4-5-6): 343-370. BELLAN G., 1964 - Contribution 4 l’étude systématique, bionomique et écologique des Annélides Polychètes de la Méditerranée - Rec. Trav. Stat. Mar. Endoume, 49, (33): 1-371. BraNcHI C. 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BIANCHI SUMMARY An up-to-date list of West-Mediterranean and Adriatic Serpulids and Spi- rorbids is given, with the main synonymy and some brief remarks on their distribution. The recent views on their taxonomy are summarized. The name Serpuloidea for a superfamily including both the families Serpulidae Savigny 1818 s. str. and Spirorbidae Pillai 1970 is proposed. Keys to the West-Mediterranean and Adriatic Serpuloidea are provided. . RESUME On établie la liste mise 4 jour des Serpuliens et des Spirorbes connus dans la Méditerranée occidentale et dans |’Adriatique. On donne la synonymie principale et quelques remarques sur la distribution des espèces, en dressant une clef dichotomique pour leur détermination. Les vues récentes sur leur classification sont résumées et on propose le nom Serpuloidea pour une superfamille comprenante les deux familles Serpulidae Savigny 1818 s.str. et Spirorbidae Pillai 1970. 295 ROBERTO PACE Museo Civico di Storia Naturale, Verona “EP BUSA KR. NUOVE O POCO, NOTE DEL. MUSEO. CIVICO DI STORIA NATURALE DI GENOVA (COLEOPTERA STAPHYLINIDAE) (XIII CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DELLE ALEOCHARINAE) Nel presente lavoro sono esposti i risultati dello studio, mediante l’esame dell’edeago e della spermateca, di parte delle specie di Leptusa Kraatz conservate nel Museo Civico di Storia Naturale di Genova (collezioni Binaghi, Mancini e generale) e delle collezioni di entomologi genovesi del passato, (Dodero e Solari*) e di contemporanei, (dr. R. Poggi e L. Briganti). Alcune specie, presenti nelle collezioni del Museo, st trovano anche in quelle dei citati colleghi e viceversa. Il materiale riguarda prevalentemente la Liguria e le regioni vicine, particolarmente indagate sia nel passato che attualmente. Sulle Leptusa di quest'area geografica si avevano fino ad ora no- tizie assai imprecise, soprattutto per quei taxa critici, generalmente di dimensioni corporee assai ridotte, per i quali l’esame dell’edeago o della spermateca, mai effettuato nel passato, è essenziale al fine di chiarire il loro valore sistematico. Le vecchie citazioni o determinazioni di Leptusa piceata Muls. et Rey per la Liguria o per l'Appennino tosco-emiliano non sono rare, però il loro valore è nullo perchè questa specie è confinata preva- lentemente sulle Alpi settentrionali. Ho potuto portare a termine il presente lavoro soprattutto grazie alla preziosa e generosa collaborazione del dr. Roberto Poggi del sud- detto Museo e della direttrice dott.ssa Lilia Capocaccia, nonchè di quella dei colleghi: Vittorio Rosa di Milano, dr. Giovanni Mariani di Milano, (*) La collezione Dodero è di proprietà della Società Entomologica Italiana; la collezione Solari del Dr. Mariani di Milano. 296 R. PACE che con grande cortesia mi ha concesso in studio la Leptusa della coll. Solari, Luciano Briganti di Genova e dr. Giuseppe Osella, del Museo Civico di Storia Naturale di Verona, che mi ha affidato in studio le Leptusa della coll. Magistretti. Un grazie particolare rivolgo al dr. Heinrich Schònmann del Na- turhistorisches Museum di Vienna e al dr. Erich Smith del Field Mu- seum of Natural History di Chicago che mi hanno permesso di esaminare molti tipi di BERNHAUER e di SCHEERPELTZ. Leptusa (Tropidiopasilia) hummleriana Bernhauer = Leptusa (Tropidiopasilia) sardoa Bernhauer BERNHAUER descrisse queste due entità, tra loro estremamente simili per molti caratteri esterni, una di seguito all’altra, con precedenza per hummleriana, come taxa separati da L. scabripennis Muls. et Rey della Corsica. Prima delle suddette descrizioni, gli esemplari di Sardegna, ester- namente assai simili a quelli di Corsica, erano regolarmente determinati come L. scabripennis, spesso con l'aggiunta del termine ‘“var.”. SCHE- ERPELTZ, probabilmente raccogliendo dati della letteratura, ha citato anche recentemente (1966 e 1972) per la Sardegna L. scabripennis. Ho esaminato esemplari topotipici di Ajaccio, Vizzavona e M. Renoso di L. scabripennis e oltre cento esemplari del msn, * della coll. Dodero, del Museo di Milano e delle collezioni Rosa e Briganti. Ho pure esaminato il tipo di L. hummleriana Bernhauer (etichettato “Aritzo Sardinia, hummleriana Bernh. typus, lg. don. Hummler, hum- mleriana Bernh. typus Pisalia’’) che è un esemplare un po’ immaturo e il tipo di L. sardoa Bernhauer (etichettato: ‘“Dorgali Sardinia, sardoa Bernh. typus, lg. don. Hummler, sardoa Bernh. typus Pisalia”). L’edeago di questo secondo taxon ha forma sovrapponibile al- l’edeago di L. hummleriana e le piastre basali e il tubulo mediano del sacco interno sono identici. Pertanto L. sardoa Bernh. è sinonimo di L. hummleriana Bernh. (n. syn.) (*) Con questa sigla è indicato, nel presente lavoro, il Museo di Storia Naturale di Genova. LEPTUSA DEL MUSEO DI GENOVA 297 Il più evidente carattere distintivo dell’edeago di L. hummleriana rispetto a quello di L. scabripennis è che la prima specie possiede una caratteristica lieve gobba ventrale all’edeago e il tubulo del sacco interno corto e tozzo, mentre in scabripennis la curvatura ventrale è arcuata e il tubulo del sacco interno è estremamente sottile e lungo. La spermateca di L. hummleriana ha bulbo subsferico, mentre quello di scabripennis è allungato, ovale. Ho esaminato L. hummleriana delle seguenti località sarde: Aritzo, M. Arquerì, Punta Marcusa (Gennargentu), Desulo, Mongorgiori, Mai Dopi, S. Gregorio (CA), Dorgali, Bannari e Seul. Leptusa (Tropidiopasilia) apennina paganettiana Bernhauer, st. nov. e Leptusa (Tropidiopasilia) apennina linkei Bernhauer, st. nov. Il tipo unico di Leptusa paganettiana Bernhauer, da me esaminato, è una 9. Esso porta le seguenti etichette: ““Apuaner Alp., Paganetti, Paganettiana Brh. typ. unic., Paganettiana Bernh. typ.”. Nella coll. Briganti ho rinvenuto 2 33 (Alpi Apuane, Fornovolasco, 26-VI-1973, leg. Briganti), che sono da ascrivere sicuramente al taxon paganettiana. Essi sono privi della carena mediana al quinto tergo libero. Nella descrizione della specie BERNHAUER illustra i caratteri del 3 su esemplari raccolti però sui Monti Pisani e non sulle Apuane, loca- lità tipica della specie. Di essi da 1 caratteri più rilevanti e cioè “Beim 5 besitzt das siebente (cioè quinto libero) Tergit ein ausserst kurzes Mittelkielchen”. Nei gg delle Apuane, come accennato sopra, tale carena mediana non esiste. Ho pure esaminato il tipo di Leptusa linket Bernhauer, che è un g. Esso porta le seguenti etichette: “M.ti Pisani, Italia, M. Linke, scabripennis Bernh., Leptusa Linke: Bernh. typus unic.”. Esso possiede esattamente il carattere esposto nella descrizione: ““Beim 3 besitz das siebente Tergit in der Mitte einer kraftigen Mittelkiel...””. Tenuto conto che gli esemplari 3g dei Monti Pisani, det. da BERNHAUER come L. paga- nettiana, hanno taglia minore rispetto al tipo 5 di L. linker dei Monti Pisani, sembra logico che la carena mediana del quinto tergo libero del g in esemplari piccoli (come quelli di L. paganettiana dei Monti Pisani) sia più breve e meno robusta di quella del tipo 3° pure dei Monti Pisani determinato come L. linkei, che, come detto sopra, è esemplare robusto. 298 R. PACE Grazie all’esame dell’edeago di questi taxa, ho osservato che L. paga- nettiana e L. linkei sono forme estremamente affini tra loro. Perciò ritengo che 1 g3° dei Monti Pisani, determinati da BERNHAUER come L. paganettiana, si debbano attribuire alla forma Znkei; non solo, ma dato che sia l’edeago di paganettiana che di linkei hanno forma pure molto simile a quello di L. apennina Holdhaus, descritta undici anni prima e probabilmente non nota a BERNHAUER al momento della descrizione nel 1935 dei due taxa in oggetto, perché mai citata per confronti nonostante le somiglianze esterne, ritengo più rispondente al vero considerare sia L. paganettiana, sia L. linkei come sottospecie di apennina Holdhaus. Esse si possono separare come segue: 1 - Edeago più breve, con triangolo apicale ventrale allungato. Z - Edeago più allungato, con triangolo apicale ventrale corto. Quinto tergo libero del 3 con breve carena mediana, Monti Pi- sani.i Fiop.. SOG. 00 ener. . apennina linkei Bernhauer 2 - Quinto tergo libero del J con carena mediana allungata, Monte Senario, Vallombrosa. . +. + apennina apennina Holdhaus - Quinto tergo libero del 3 senza carena mediana, Alpi Apuane. Figg. 55 a 58... . apennina paganettiana Bernhauer Leptusa (Myopopisalia) leonhardi (Bernhauer) Nella coll. Binaghi (MSNG), esiste una £ di Corsica, Vizzavona, VI-1908, leg. Bickhardt, che ho determinato come L. leonhardi Bernh. Di questa specie ho veduto il tipo che è un g, etichettato: ““Cor- sica 1905, M. Renoso, Coll. O. Leonhard, Ob. Gravonethal, 14-1500 m, unter Alpen Erlenlaub, Sipalia Leonhardi Brh. typ. 17-7-05, Leptusa leonhard: Brnh., typus.”. Sebbene le dimensioni corporee della 2 del MSNG siano minori rispetto al tipo, e gli occhi siano lievemente ellittici (anziché rotondi) e un po’ sporgenti dal contorno del capo (invece che appiattiti) il colore, i tubercoletti uniformemente sparsi sul pronoto e soprattutto la robusta punteggiatura a raspa delle elitre mi hanno indotto a considerare l’esem- plare appartenente alla specie in oggetto. D'altronde, questa 9 è nettamente distinta dalla 9 di L. scabri- pennis Muls. et Rey, oltre che per le dimensioni corporee maggiori, perché ha la spermatica a bulbo subsferico (fig. 24) e non ovale, della metà più stretto (come in scabripennis). LEPTUSA DEL MUSEO DI GENOVA 299 mm 01 \ Figg. 1, 2, 3, 4 - Leptusa (Parapisalia) etrusca n. sp. di Boscolungo: edeago in visione laterale, dorsale e ventrale e spermateca; 5, 6, 7, 8 - Leptusa (Parapisalia) taurinensis feesp. at Coazze: id: 300 R. PACE Gli edeagi di L. leonhardi e di scabripennis hanno conformazione generale tra loro simile, tanto che ritengo che i due taxa siano anche tassonomicamente vicini (nonostante la collocazione effettuata da SCHEERPELTZ in due sottogeneri differenti). Le differenze più appariscenti si notano nella sutura preapicale (molto vicina all'apice in /eonhardi, lontana in scabripennis) e nelle piastre basali del sacco interno a forma di punto interrogativo rovesciato in leonhardi, a forma di virgola rovesciata in scabripennis. Leptusa (Stictopisalia) brigantii n.sp. Diagnosi - Specie apparentemente simile a Leptusa scabripennis Muls. et Rey per la forma del pronoto e per la punteggiatura del capo. Tuttavia il 3 della nuova specie ha edeago di 1/3 più grande e nettamente ristretto a calice a metà (a lati paralleli sia in scabripennis che in hum- mleriana Bernh.) ed è privo di tubercolo mediano allungato al quinto tergo libero. Inoltre ha pure il pronoto, come il capo, ben punteggiato (mentire non vi è distinta punteggiatura nelle due citate specie ) e le elitre spar- samente, poco punteggiate a raspa. Non è specie confondibile con L. sulcicolus Bernh. (il cui tipo unico è una 9), per la maggior taglia e per la spermateca più grande. Materiale esaminato - 1 ge 4 99, Sardegna, Gennar- gentu, Punta Marcusa (località tipica), 2-VI-1974, leg. L. Briganti; 1 g, Aritzo, Sardegna, 1/10-VI-1910, leg. F. Solari; 2 99, Aritzo, 1/10-VI-1910 leg. A. Dodero. Holotypus 3, allotypus 9 e paratypi in coll. L. Briganti, Genova; altri paratypi in coll. Solari-Mariani, Dodero e mia. Descrizione - Lunghezza mm 1,8-2,3. Corpo rossiccio, segmenti addominali IV e V bruni, il capo può essere appena oscurato, come pure gli articoli mediani delle antenne. Il capo è largo mm 0,396; la sua superficie è un po’ opaca, co- sparsa di punti ben distinti, anche se non profondamente impressi, come ad es. in L. alpicola Brancsik. Essi sono più fitti ai lati che sul vertice. I tubercoli antennzli sono alquanto sollevati. Ciascun occhio ha diametro di mm 0,051 ed è composto di 12-13 ommatidi. LEPTUSA DEL MUSEO DI GENOVA 301 mm0,05 mm 0,1 Figg. 9, 10, 11, 12 - Leptusa (Parapisalia) oropaensis n. sp. di Oropa: edeago in visione laterale, ventrale e dorsale e spermateca; 13 - Leptusa (Parapisalia) ilsae Bernhauer: edeago in visione ventrale; 14, 15, 16, 17 - Leptusa (Micropisalia) ceresoleana n. sp. di Ceresole Reale: edeago in visione laterale, ventrale e dorsale e spermateca; 18 - Leptusa ceresoleana bartolii n. ssp. di Colle del Melogno: spermateca; 19 - Leptusa ceresoleana zangherii n. ssp. del M. Falterona: spermateca. 302 R. PACE Il pronoto è lungo mm 0,379 e largo mm 0,462 (base mm 0,346). La sua superficie, opaca, è coperta di distinta e fitta punteggiatura, non profonda però, e sulla linea mediana vi è un largo, poco profondo solco esteso dal margine anteriore a quello posteriore. Le elitre sono lisce, lucide, e sulla superficie hanno sparsi tubercolotti poco elevati. Una debole impressione obliqua si osserva nella porzione posteriore di ciascuna elitra. Lungo la sutura misurano mm 0,264 e ai lati mm 0,297. Il quinto tergo del 3 non porta alcun contrassegno sessuale se- condaric. La spermateca, fig. 23, ha struttura generale simile a quella delle altre specie del Gennargentu, quali L. hummleriana e L. sulcicollis, tuttavia è ben distinguibile per la maggiore dimensione del bulbo distale. Inoltre la nuova specie mostra nel bulbo stesso un’introfles- sione non superante il centro, come in hummleriana. La nuova entità si distingue anche da L. sulcicollis che ha il bulbo distale della sper- mateca a forma di sferula, con introflessione della cuticola occupante più di un terzo dello spazio interno. Edeago, figg. 20 a 22. Derivatio nominis - La nuova specie è dedicata al raccoglitore che per primo me l’ha affidata in studio, il collega genovese Luciano Briganti. Leptusa (Stictopisalia) kochiana Bernhauer = Leptusa (Stictopisalia) pollinensis Pace Nel 1936 BERNHAUER descriveva Leptusa Rochiana iniziando come segue: “Mit den Arten der scabripennis - Gruppe nahe verwandt...”. SCHEERPELTZ, fidandosi dell’opinione di BERNHAUER, in due suoi lavori successivi (1966 e 1972 a) collocava nel sottogenere Tropidiopisala (il cui carattere principale è il tubercolo al quinto tergo libero del g) anche L. Rochiana. Nel lavoro del 1972a ScHEERPELTZ affermava che il tipo di L. ko- chiana era conservato nella coll. Bernhauer al Museo di Chicago e che un paratipo era conservato nella sua collezione personale. Nel museo statunitense il tipo in realtà non esiste (teste dr. E. Smith). Nella coll. Koch del Museo di Milano esiste una 9 etichettata: “M. Pollino, Luc., 1800 m, 16-VII-33, leg. Schatzm. Koch; lang be- LEPTUSA DEL MUSEO DI GENOVA 303 Figg. 20, 21, 22, 23 - Leptusa (Stictopisalia) brigantii n. sp. del Gennargentu: edeago in visione laterale, ventrale e dorsale e spermateca; 24 - Leptusa (Myopopisalia) leo- nhardi Bernhauer di Vizzavona: spermateca; 25, 26, 27, 28 - Leptusa (Stictopisalia) salernitana n. sp. del Monte Sacro: edeago in visicne laterale, dorsale e ventrale e sper- mateca. 304 R. PACE haarte Filler; Leptusa kochiana Brnh. n. sp.” (quest’ultima scritta di mano di BERNHAUER). Dato che BERNHAUER, al termine della descrizione di L. kochiana, afferma che ‘‘Geschlechtsauszeichnungen vorlaufig nicht bekannten”, è evidente che l’esemplare su cui ha basato la sua descrizione era una 9. BERNHAUER scrive che la specie è stata raccolta il 10 luglio 1923, ma probabilmente ha interpretato erroneamente la grafia a mano che in realtà indica (nell’esemplare del Museo di Milano) la data 16 luglio 1933. Tale esemplare risulta perciò appartenere alla serie tipica, anche se privo del cartellino con la scritta typus. La spermateca di questo individuo ha forma identica a quella di due 99 da me raccolte, insieme a un g, sul Pollino, e descritti come nuova specie col nome pollinensis, in quanto tratto in inganno dalle er- ronee opinioni dei vecchi autori. Pertanto stabilisco la seguente sinonimia: Leptusa pollinensis Pace è sinonimo di Leptusa kochiana Bernhauer (n. syn.). In base alla forma dell’edeago e ad alcuni caratteri esterni, ritengo che L. Rochiana mostri maggiori affinità con le specie del sottogenere Stictopisalia Scheerpeltz, distribuite prevalentemente nella Penisola Balcanica, che con quelle del sottogenere Neopisalia Scheerpeltz, (in cui avevo in precedenza collocata la mia pollinensis), il cui tipo sottogenerico L. microphthalma Reitter ha edeago di struttura com- pletamente differente. Leptusa (Stictopisalia) salernitana n. sp. Diagnosi - Specie affine a Leptusa kochiana Bernhauer, è da essa distinta per avere l’edeago più esile, distintamente meno largo, più largamente incavato al lato ventrale e con tubulo mediano del sacco interno esile, lungo e lineare (e non largo e all’apice ricurvo al lato dorsale come in kochiana). Inoltre la nuova specie ha addome più fittamente punteggiato. Materiale esaminato - 64 es., Monte Sacro (Vallo Lucano) (località tipica), 8/12-VII-1925, leg. F. Solari, (coll. Solari); 2 es., idem, (coll. Dodero); 6 es., Monte Scuro, Acquabullere, 15-XII-...., leg. Ravera e Solari; 2 es. Monte Scuro (Vallo Lucano), 25-VI-1921, leg. F. Solari; 5 es. Basilicata, Lagonegro, M. Sirino, 16-IX-1909, leg. A, /Andremi. LEPTUSA DEL MUSEO DI GENOVA 305 Holotypus, allotypus e paratypi in coll. Solari-Mariani, Milano; altri paratypi in coll. msNnG, Dodero, Rosa, Museo di Verona e mia. Descrizione - Lunghezza mm 1,5-1,8. Corpo di colore rossiccio, sull’addome il terzo, quarto e quinto segmento sono bruni. Il capo, con superficie finemente e distintamente, poco profonda- mente punteggiata, è largo mm 0,330. Ciascun occhio, del diametro di mm 0,051, è composto di 10 om- matidi. Il pronoto è lungo mm 0,313 e largo mm 0,396; è cosparso di fitta, evidente, ma un po’ svanita punteggiatura e ha un distinto, poco profondo solco mediano dal margine anteriore a quello posteriore. Gli angoli posteriori sono ottusi e largamente arrotondati. Le elitre, con la sutura lunga mm 0,148 e con margini laterali di mm 0,181, hanno superficie lucida e chiaramente punteggiata, seb- bene in modo poco impresso. Nessuna impressione è osservabile sul disco della superficie, ma lungo la sutura le elitre sono approfondite. I terghi addominali sono più o meno fittamente punteggiati. Edeago e spermateca: figg. 25 a 28. Leptusa (Parapisalia) etrusca n. sp. Diagnosi - Specie evidentemente distinta da Leptusa fischeri Bern- hauer, geograficamente vicina, per la forma dell’edeago, anche se si osservano, tra le due specie, indubbie ed evidenti affinità edeagiche ed esoscheletriche. In fischert la porzione apicale della lamina ventrale dell’edeago è larga e al vertice è acuta, se vista dal lato ventrale, mentre nella nuova specie la lamina è molto dilatata solo all’apice, fig. 1, ove appare troncata, se vista al lato ventrale, fig. 3. Inoltre il sacco interno è costruito in modo più complesso, quasi quanto in L. cordicollis Portevin, che tuttavia ha edeago angoloso, stret- tamente incavato al lato ventrale e porzione apicale della lama sternale dell’edeago poco sporgente, rispetto a quella della nuova specie, e molto più dilatata, se vista dal lato ventrale. Ancora maggiori sono le differenze edeagiche con Leptusa difformis Muls. et Rey, entità, insieme alle due citate, appartenente al gruppo della nuova specie. Ann. Mus. Civ. St. Nat. - Genova - Vol. LXXXII 20 306 R. PACE Materiale esaminato - 88 es., Bosco Lungo (località tipica), (Pistoia), VIII-1922 leg. F. Solari; 4 es., Alpe della Luna (Arezzo), VIII. 1920, leg. A. Andreini; 3 es., Alpe della Luna, 1-IX-1920, leg. A. Dodero. Holotypus, allotypus e paratypi in coll. Solari-Mariani, Milano; paratypi in coll. MsNG, Dodero, Musei di Verona e Milano, Rosa e mia. Descrizione - Lunghezza mm 2-2,6. Corpo rossiccio, con addome estesamente oscurato di bruno, fatta eccezione per l’estremità apicale che è rossiccia. Il capo è largo mm 0,415. Ha aspetto ellittico e superficie molto convessa, di un lucido smorzato, senza distinta microscultura reticolare del fondo, con distinta, fitta, fine e non molto impressa punteggiatura. Gli occhi sono lievemente ellittici, in visione laterale, (asse mag- giore mm 0,085, minore mm 0,071); ciascuno è composto di 15 om- matidi. | Il pronoto ha lati fortemente ristretti in addietro; è lungo mm 0,382 e largo mm 0,462, con base larga mm 0,330. Sulla linea mediana vi è un largo e profondo solco dal margine anteriore a quello posteriore. La sua superficie è lucida e punteggiata come il capo. Gli angoli posteriori sono largamente arrotondati. Le elitre, lucide, con fini tubercoli a raspa, sono un po’ piane e lievemente divergenti all’indietro. Lungo la sutura sono lunghe mm 0,181 e agli omeri mm 0,247. L’addome è voluminoso e con lati ben divergenti all’indietro. Edeago e spermateca, figg. 1 a 4. Leptusa (Parapisalia) oropaensis n. sp. Diagnosi - Specie distinta dall’affine Leptusa ilsae Bernhauer di Zermatt e della Valle d’Aosta per l’edeago all’apice, in visione ventrale, molto più stretto, figg. 10 e 13, per il tubulo del sacco interno, nella porzione sporgente dall’orifizio apicale, bruscamente dilatato (unifor- memente stretto in z/sae), per la sua struttura generale più robusta e per la spermateca a bulbo distale quasi il doppio più sviluppato, fig. 12. Materiale esaminato - 2 gg e 3 99, Piemonte, Santuanaldi Oropa, Biellese, VII-1928, leg. A. Dodero. Holotypus, allotypus e paratypi in coll. Dodero. LEPTUSA DEL MUSEO DI GENOVA 307 Descrizione - Lunghezza mm 2,1-2,4. Specie bruna rossiccia, più o meno scura. L’addome è largamente annerito, l'estremità posteriore è rossiccia. Il capo, largo mm 0,389 (nell’holotypus), è distintamente punteg- giato, anche se in modo superficiale. Una debolissima fossetta sta sul disco e il fondo è distintamente reticolato solo in esso. Gli occhi, visti di lato lievemente ellittici, hanno asse maggiore di mm 0,068, minore di mm 0,059 e sono composti di 15-18 ommatidi. Il pronoto, lungo mm 0,362 e largo mm 0,422 (base mm 0,297), ha superficie distintamente reticolata, punteggiatura non distinta (ad un ingrandimento di 100 x) e lati poco ristretti all'indietro. Sulla linea mediana vi è un appiattimento più o meno largo. Le elitre hanno tubercoli più salienti presse la sutura che nel resto della superficie, che presenta una debole impressione nella porzione posteriore. L’addome ha lati lievemente divergenti all’indietro, senza peculiari caratteristiche. Edeago e spermateca: figg. 9 a 12. Leptusa (Parapisalia) taurinensis n. sp. Diagnosi - Specie distinta da L. cephalotes Bernhauer pei il capo più stretto del pronoto (e non largo uguzlmente *) e da L. fischeri Bernhauer per la taglia minore, il pronoto meno stretto alla base e per la forma dell’edeago e della spermateca, figg. 5 a 8. Materiale esaminato - 3 gg e 2 99, Coazze (località tipica), (Piemonte), VIII-1899, leg. A. Dodero; 2 99, Villar Pellice, Peitusel, m 1400, 8-VI-1972, leg. G. Bartoli. Holotypus, allotypus e paratypi in coll. Dodero; altri paratipi in coll. Poggi e mia. Descrizione - Lunghezza mm 1,6-1,8. Colore rocciccio scuro, con addome largamente bruno, ad eccezione dell’estremità distale rossiccia. (*) Sec. BERNHAUER L. cephalotes avrebbe il capo più largo del pronoto. Esaminata la serie tipica, ho constatato che il capo ha larghezza pari a quella del pronoto. L’edeago e la spermateca sono molto differenti rispetto a quelli della n. sp. 308 R. PACE Il capo, largo mm 0,353, è un po’ lucido, con punteggiatura un po’ sparsa ed estremamente svanita e con superficie regolarmente con- vessa. Gli occhi, ellittici, hanno asse maggiore di mm 0,068, minore di mm 0,051 e sono composti di 12-13 ommatidi. Il pronoto è lungo mm 0,330 e largo mm 0,402 (alla base mm 0,297). Gli angoli posteriori sono largamente arrotondati. Sulla linea mediana vi è un'impressione longitudinale, più larga nella metà po- steriore. La sua superficie è debolmente lucida, un po’ microsculturata come il capo. Ciascuna elitra presenta un'impressione più o meno profonda posta tra la regione angolare posteriore e il disco. Le elitre hanno superficie appena più lucida di quella del pronoto, sparsi tubeicoletti, sutura lunga mm 0,148 e margine laterale di mm 0,165. Edeago e spermateca: figg. 5 a 8. Leptusa (Micropisalia) poggii n. sp. Diagnosi - Per la caratteristica forma dell’edeago, questo taxon non è avvicinabile sistematicamente ad alcuna specie nota. Materiale esaminato - 3 gg e 1 9, Piemonte, Santuario d’Oropa, (loc lita tip.ca), VIII-1926, leg: A’ Dodero; 4.556 VI-1925 e 1927, leg. A. Dodero; 1 g; Andrate, VEIED gie Baliani; 1 g, Oropa, 3-V-1935, leg. Tasso, Schatzmayr e Koch; 4 33, Oropa, VII-1914, leg. C. Mancini; 1 g, Piemonte, M. Rima, (typus L. perpusilla Scheerpeltz in litt., Mus. di Vienna). Holotypus, allotypus e paratypi in coll. Dodero, altri paratypi in coll. mMsNG, Musei di Milano e di Vienna e mia. Descrizione - Lunghezza mm 1,4-1,5. Specie con capo, pronoto, elitre ed estremità addominale di colore rossiccio; l'addome è gradual- mente sfumato di bruno verso il quarto segmento. Il capo, largo mm 0,292, ha contorni laterali poco arrotondati e superficie lucida, con distinti punti ai lati della linea mediana non punteggiata. Gli occhi, composti di 9 ommatidi, visti di lato, hanno diametro di mm 0,047, pari alla larghezza dell’ottavo antennomero. LEPTUSA DEL MUSEO DI GENOVA 309 mm 01 Figg. 29, 30, 31, 32 - Leptusa (Micropisalia) poggii n. sp. di Oropa: edeago in visione laterale, dorsale e ventrale e spermateca; 33, 34, 35 - Leptusa (Micropisalia) binaghii n. sp. della Val Germanasca: edeago in visione laterale, ventrale e dorsale. 310 R. PACE Il pronoto è lungo mm 0,255 e largo mm 0,310. Ha angoli poste- riori del tutto smussati perchè largamente arrotondati. Minuscoli, sparsi tubercoletti si osservano davanti alla base. Una lieve impressione sulla linea mediana è visibile dal disco al margine anteriore nel 3, mentre non esiste nella 9. Sparsi tubercoli, più salienti nel g, stanno sulla superficie delle elitre. Il quinto tergo del 3 è profondamente incavato ad arco al margine posteriore e presenta solo sparsi tubercoli: una fila di essi lungo il margine posteriore è interrotta sulla linea mediana. Edeago e spermateca: figg. 29 a 32. Derivatio nominis - Questa specie è dedicata al collega dr. Ro- berto Poggi, conservatore del Museo di Genova, in segno di riconoscenza per aver generosamente dedicato parte del suo tempo al reperimento del materiale di Leptusa, oggetto del presente lavoro. Leptusa (Micropisalia) cuneensis n. sp. Diagnosi - Specie che per la piccola taglia, per la forma del corpo e dell’edeago non è riferibile ad alcuna specie piemontese o delle regioni vicine. Materiale esaminato - 1 g, Piemonte, Crissolo, VII-1924, leg. A. Dodero. Holotypus in coll. Binaghi (MSNG). Descrizione - Lunghezza mm 1,2. Specie rossiccia, con addome largamente oscurato di bruno, ad eccezione dell’apice. Il capo è largo mm 0,363, convesso, con lieve impressione sul disco. La punteggiatura è fine, svanita e un po’ fitta su fondo lievemente opaco, minutamente reticolato. Gli occhi, rotondi, hanno diametro di mm 0,036 e sono composti di 7-8 ommatidi poco salienti. Il pronoto è largo mm 0,400 e lungo mm 0,346 (base larga mm 0,330). Gli angoli posteriori sono ottusi. I margini laterali all’indietro sono debolmente ristretti e nella metà posteriore sono in linea quasi retta. La superficie è un po’ opaca, evidentemente reticolata (100 x), senza distinta punteggiatura. LEPTUSA DEL MUSEO DI GENOVA 311 Le elitre, lunghe mm 0,181 (alla sutura mm 0,165), sono obli- quamente impresse molto debolmente verso l’angolo apicale posteriore; hanno superficie microreticolata e tubercoletti un po’ densamente distribuiti. Edeago: figg. 36 a 38. Leptusa (Micropisalia) binaghii n. sp. Diagnosi - Specie che, avendo le piastre basali del sacco interno dell’edeago estremamente ridotte, non appare sistematicamente vicina ad alcuna entità nota. Per la struttura generale dell’edeago, invece, sembra affine a L. peyerimhoffi Bernhauer e a L. taurinensis mihi. Queste specie, tuttavia, hanno piastre basali del sacco interno grandi o grandissime e altri caratteri iL 5 5 differenziali evidenti. Miateriale esaminato - 2 gg, Piemonte, Val Germanasca, Praly, 1/14-VII-1955, leg. G. Binaghi. Holotypus e paratypus in coll. MSNG. Descrizione - Lunghezza mm 1,6-1,9. Specie rossiccia, il terzo e il quarto segmento addominale sono bruni. Il capo, largo mm 0,330, ha sul fondo reticolato della superficie, una sparsa, fine e svanita punteggiatura, essente tra le antenne. Gli occhi non sporgono dal contorno del capo e, se visti di lato, hanno diametro che misura mm 0,051 e sono composti di 9-12 ommatidi. Il pronoto è debolmente lucido e a fondo reticolato come quello del capo; è largo mm 0,363 e lungo mm 0,263 (base mm 0,280). Un debole appiattimento è situato sulla linea mediana, dal margine anteriore a quello posteriore. Le elitre sono debolmente convesse, con una debolissima impres- sione posteriore; il margine suturale è assai approfondito. Sulla loro superficie 1 tubercoli sono assai piccoli e poco elevati. Lungo la sutura misurano mm 0,165, agli omeri mm 0,181 e considerate insieme, sono larghe mm 0,330. I terghi addominali hanno tubercoletti piuttosto fittamente di- stribuiti. Edeago: figg. 33 a 35. Derivatio nominis - La nuova specie è dedicata al suo racco- glitore, il compianto e notissimo entomologo genovese Giovanni Binaghi. 312 R. PACE Leptusa (Micropisalia) marianii n. sp. Diagnosi - Specie che, per la caratteristica forma e soprattutto per le grandi dimensioni dell’edeago, rispetto all’esiguità del corpo, appare taxon isolato, non riferibile ad alcuna specie geograficamente vicina o lontana. Materiale esaminato-8 es. Gabellina (località tipica) (Reggio Emilia), VIII-1926, leg. F. Solari; 1 g, Liguria, M. Penna, 6-VIII-1894, leg. Bensa e Solari; 1 9, idem, 15-VII-1929, leg. F. Solari; 2 gg, idem, VIII-1897, leg. A. Dodero; 1 3, M. Misurasca, VIII-1899, leg. A. Dodero; 1 g e 1 9, idem VIII-1918, leg. A. Dodero; 3 es., S. Stefano d’Aveto, M. Groppo Rosso (GE), 23-V-1973, leg. R. Poggi; 2 es., Val d’Aveto, Lago degli Abeti, 27-VI-1972, leg. R. Poggi; 9 gg, idem, 21-VI-1974, leg. G. Gardini; 1 es., M. Penna, 5-VI-1949, leg. M. Magistretti. Holotypus, allotypus e paratypi in coll. Solari-Mariani; altri pa- ratypi in coll. Dodero, Poggi, Museo di Verona e mia. Descrizione - Lunghezza 1,3-1,9. Specie di colore rossiccio, l’ad- dome è largamente oscurato di bruno. Il capo è largo mm 0,330, ha superficie convessa, irregolarmente microreticolata e punteggiatura assai svanita, un po’ fitta e quasi assente sulla linea mediana. Gli occhi, circolari, con diametro di mm 0,049, sono composti di 7-8 ommatidi. Il pronoto, lungo mm 0,297 e largo mm 0,363 (base mm 0,330), ha un poco profondo solco mediano, una superficie microreticolata senza punteggiatura, angoli largamente arrotondati e lati regolarmente arcuati. Nel 3 le elitre hanno un'impressione obliqua, esternamente al disco; nella 9 questa è meno evidente o assente. Lungo la sutura le elitre misurano mm 0,148 e agli omeri mm 0,147. Edeago e spermateca: figg. 39 a 42. Derivatio nominis - Questa specie, come testimonianza di cordiale ringraziamento, è dedicata al collega dr. Giovanni Mariani di Milano, che generosamente mi ha concesso di studiare le Leptusa della coll. Solari in suo possesso. Note ecologiche - Secondo osservazioni comunicatemi dal dr. R. Pocci, la specie si raccoglie al vaglio, nei detriti vegetali e nel ter- LEPTUSA DEL MUSEO DI GENOVA 313 mm 01 38 Figg. 36, 37, 38 - Leptusa (Micropisalia) cuneensis n. sp. di Crissolo: edeago in visione laterale, dorsale e ventrale; 39, 40, 41, 42 - Leptusa (Micropisalia) marianii n. sp. di Gabellina: edeago in visione laterale, dorsale e ventrale e spermateca. 314 R. PACE riccio, sia in rada che in fitta faggeta. Essa vive associata a Trechus l- guricus Jeannel, Bathysciola pumilio Reitter, Bathysciola solaru solari Dodero, Bryaxis picteti picteti (Tourn.), Bryaxis chevrolati (Aubé), Stenichnus collaris (Miull.) e Neuraphes vallombrosae Franz. Leptusa (Micropisalia) ligurica n. sp. Diagnosi - Specie assai affine a L. angusticollis Scheerpeltz, net- tamente distinta da L. peyerimhofft Bernhauer, geograficamente vicina, per la forma dell’edeago. Si differenzia dalla prima per l’edeago a lama sternale più svi- luppata e per le piastre basali del sacco interno più ripiegate su sé stesse. Materiale esaminato - 6 es., M. Penna (località tipica), Li- guria, 6-VIII-1894, leg. Bensa e Solari; 19 es., Alpi Marittime, M. Fron- té, 18-VIII-1901, leg. F. Solari; 3 es., Terme di Valdieri, VII-1903, leg. A. Dodero; 5 es., M. Penna, VIII-1897, les-A. Dodero mies M. Misurasca, VIII-1918, leg. A. Dodero; 4 es., M. Fronté, leg. F. Solari; 1 es., Marke (località errata ?), (Museo di Praga); 1 es., Viozene, 10-VI-1937, leg. Binaghi; 5 es., Col di Tenda, m 1900, 15-VII-1978, leg. R. Poggi; 2 es., St. M. Lantosque, leg. Grouvelle, (typus Szpala grouvellei Fauvel in litt.), Mus. Budapest; 3 es., M. Penna, VIII-1894, leg. Bensa e Solari (Museo Budapest). Holotypus, allotypus e paratypi in coll. Solari-Mariani; altri paratypi in coll. msnG, Museo di Verona, Museo Praga, Budapest, Dodero e mia. Descrizione - Lunghezza mm 1,4-1,5. Specie rossiccia, con una larga fascia bruna sull’addome. Il capo, largo mm 0,297, è regolarmente convesso, con fittissima punteggiatura e microscultura reticolare del fondo assai finemente mi- croreticolata e svanita. Gli occhi, ellittici, con asse maggiore di mm 0,068 e minore di mm 0,051, sono composti di 8-9 ommatidi distintamente salienti. Il pronoto è lungo mm 0,267 e largo mm 0,330 (con base di mm 0,231). La superficie è un po’ opaca come quella del capo, per una di- stinta microscultura reticolare del fondo, più evidente di quella del capo. La punteggiatura è assente. LEPTUSA DEL MUSEO DI GENOVA 315 Le elitre sono a superficie quasi del tutto liscia, con sparsi finissimi microtubercoli. Lungo la sutura misurano mm 0,132 e agli omeri mm 0,138; considerate insieme, sono larghe mm 0,330. Edeago e spermateca: figg. 51 a 54. Leptusa (Micropisalia) ceresoleana n. sp. Diagnosi - Specie che per la forma dell’edeago e della spermateca si ricollega a L. austriaca Scheerpeltz da cui si distingue per avere la profonda curvatura mediana dell’edeago più larga, piastie basali del sacco interno non piegate ad angolo retto (come in austriaca) ed apice dell’edeago non così acutamente appuntito. È distinta dalla simpatrica L. angusticollis Scheerpeltz per avere le piastre basali del sacco interno più esili, con tubulo mediano ter- minante sottilmente (e non largamente come in angusticollis) e per la struttura generale dell’edeago, molto più piegata al lato ventrale, figg. 14 a 16. Materiale esaminato - 35 es., Ceresole Reale (località tipica), Piemonte, VIII-1900, leg. A. Dodero; 10 es., Crissolo, VII-VIII-1922, leg. A. Dodero; 6 es., idem VI-1922, leg. C. Mancini. Holotypus, allotypus e paratypi in coll. msnc (coll. Binaghi e Mancini); due paratypi in mia coll. Descrizione - Lunghezza mm 1,5-1,7. Corpo di colore rossiccio, ad esclusione di una fascia bruna sull’addome. Il capo, largo mm 0,297, ha superficie convessa e un po’ piana sul disco, nel J con una fossetta discale estremamente piccola. La pun- teggiatura è debole su fondo confusamente microreticolato. Gli occhi, appena ellittici, hanno asse maggiore di mm 0,042 e minore di mm 0,034 e sono composti di circa 12 ommatidi. Il pronoto è lungo mm 0,257 e largo mm 0,313 (alla base mm 0,235). Ha superficie un po’ convessa, senza distinto solco mediano, con fondo distintamente microsculturato, sebbene in modo estremamente fine (100x). La punteggiatura non è apprezzabile, tanto è fine. I lati sono ristretti all'indietro a debole arco. Le elitre non mostrano distinta granulosità, i tubercoli essendo estremamente piccoli e quasi del tutto svaniti. Edeago e spermateca: figg. 14 a 17. 316 R. PACE Leptusa (Micropisalia) ceresoleana bartolii n. ssp. Diagnosi - Questa forma è distinta da quella tipica per avere l’edea- go con piastre basali del sacco interno più allungate e soprattutto per la forma della spermateca, con bulbo distale reniforme più sviluppato, fig. 18. Materiale esaminato - 6 gg e 6 99, Liguria, Colle del Me- logno, 9-IV-1978, m 1100, leg. G. Bartoli. Holotypus, allotypus e paratypi in coll. MSNG. Descrizione - Questa sottospecie ha un aspetto esterno, di norma, più esile e di colore rossiccio più scuro rispetto alla forma tipica. La punteggiatura del capo è un po’ più distinta, come pure i tubercoli sparsi sulle elitre. Per i caratteri distintivi dell’edeago e della sper- mateca si veda la diagnosi. x Derivatio nominis - Questa sottospecie è dedicata al suo raccoglitore, il collega di. Giorgio Bartoli di Genova. Comparazioni - Poichè il Colle del Melogno è la località tipica anche di L. savonensis mihi, da questa la nuova sottospecie si distingue esternamente per il pronoto molto meno trasversale e meno fortemente ristretto all’indietro e capo meno dilatato. L. savonensis ha spermateca con bulbo distale sferico, con intro- flessione fine e asimmetricamente collocata; è stata ritrovata il 24-IV- 1977 da R. Poggi (3 gg e 2 99) a Rezzo, m 1300 (coll. Poggi) lavando suolo di faggeta. Leptusa (Micropisalia) ceresoleana zangherii n. ssp. Diagnosi - Forma distinta da quella tipica e dalla sottospecie barto- lu per l’aspetto esterno più esile, il pronoto più trasversale e all'indietro più fortemente ristretto. La spermateca ha bulbo distale reniforme, come nelle forme affini, ma aspetto chiaramente più esile e sottile, fig. 19. Materiale esaminato - 1 9, M.te Falterona (Toscana), 22- VIII. 1925, leg. P. Zangheri (coll. Dodero). Questo esemplare è citato col nome di L. piceata da P. ZANGHERI nella sua opera ‘Repertorio sistematico della flora e fauna della Roma- gna” (1969, T. III, pag. 1278), dove è annotato che è stato trattenuto da Dodero; esso porta il n° 218119. LEPTUSA DEL MUSEO DI GENOVA 317 mm 01 Figg. 43, 44, 45, 46 - Leptusa (Micropisalia) sibyllinica doderoana n. ssp. di Filettino: edeago in visione laterale, ventrale e dorsale e spermateca; 47 - Leptusa (Micropisalia) sibyllinica sibyllinica Pace del M. Vettore: edeago in visione laterale; 48, 49, 50 - Lep- tusa (Micropisalia) franzinii n. sp. dei M. Lepini: edeago in visione laterale, ventrale e dorsale. 318 R. PACE Descrizione - Il colore del corpo è di un rossiccio scuro, ten- dente al bruno. Il capo ha punteggiatura fine, svanita e poco distinta; il pronoto è più opaco del capo, poichè è coperto di microreticolazione più evidente. A ciascun lato della linea mediana del pronoto, si osservano due nette fossette: le posteriori sono più avvicinate tra loro che le anteriori. Le elitre hanno una chiara, forte e distinta impressione. Per altri confronti si veda la diagnosi. Derivatio nominis - Questa sottospecie è dedicata al suo raccoglitore, l’eminente e notissimo naturalista Pietro Zangheri di Forlì. Leptusa (Micropisalia) sibyllinica doderoana n. ssp. Diagnosi - Taxon distinto dalla forma tipica perché ha l’edeago con lamina ventrale meno bruscamente piegata, per la curvatura, tra detta lamina e il corpo mediano dell’edeago, più ridotta e per altri det- tagli morfologici minori (v. figg. 43 e 47) Materiale esaminato -"2 gg e 19, Fietino (Rome 15-VI-1909, leg. A. Dodero. Holotypus e allotypus in coll. Dodero, paratypus in coll. Binaghi (MSNG). Descrizione - Questa sottospecie ha aspetto esterno meno dila- tato, rispetto alla forma tipica (dei Monti Sibillini), e colore di un rossic- cio meno pallido. Il pronoto è meno allargato. I caratteri distintivi dell’edeago sono dati nella diagnosi. Leptusa (Micropisalia) franzinii n. sp. Diagnosi - Specie distinta sia da L. sibyllinica sibyllinica mihi che da sibyllinica doderoana n. ssp. per l’edeago più piccolo, con lamina ventrale meno prolungata al lato ventrale e per l’incavatura tra detta lamina e corpo mediano dell’edeago stesso, stretta e allungata, oltre che per l’aspetto esterno più esile e per il colore del corpo più scuro. Materiale esaminato - 1 3, Lazio, Carpineto Romano, Pian Faggeta, m 1200, 16-IV-1976, leg. G. Franzini (Coll. Rosa, Milano). LEPTUSA DEL MUSEO DI GENOVA 319 53 mm 0,1 mm0O05 60 mm 01 Figg. 51, 52, 53, 54 - Leptusa (Micropisalia) ligurica n. sp. del M. Penna: edeago in visione laterale, dorsale e ventrale e spermateca; 55, 56, 57, 58 - Leptusa (Tropidio- pasilia) apennina paganettiana Bernhauer delle Alpi Apuane: id.; 59, 60 - Leptusa (Tropidiopasilia) apennina linkei Bernhauer dei M. Pisani: edeago in visione laterale e ventrale. 320 R. PACE Descrizione - Lunghezza mm 1,4. Specie di colore bruno rossiccio, l'addome è largamente oscurato di bruno, ad eccezione dell’estremità posteriore rossiccia. Il capo, largo mm 0,303, ha distinta, fine e superficiale punteggia- tura sparsa sulla sua superficie, ad eccezione di un’area stretta e longi- tudinale mediana. Gli occhi sono ellittici, con asse maggiore di mm 0,051 e minore di mm 0,034, composti di 10-12 ommatidi. Il pronoto, lungo mm 0,264 e largo mm 0,330 (base mm 0,231), ha superficie densamente reticolata, debolmente e fittamente punteg- giata in modo poco distinto. Sulla linea mediana vi è un debole solco. Le elitre hanno contorno laterale molto divergente all’indietro e hanno superficie distintamente punteggiata, con tubercoletti, sì da dare l’aspetto di un rilievo a rada raspa. Lungo la sutura misurano mm 0,148, ai lati mm 0,165 e insieme sono larghe mm 0,330. L’addome ha lati molto divergenti all’indietro; nel 3 non presenta caratteri di rilievo, al di fuori degli evidenti, sparsi tubercoletti. Edeago: figg. 48 a 50. Derivatio nominis - Questa specie è dedicata al suo racco- glitore, il collega Gabriele Franzini di Velletri. Leptusa (Micropisalia) luigionii Bernhauer = Leptusa (Micropisalia) cerrutiana Pace Nel 1977 ho descritto L. cerrutiana, fidandomi dell’attribuzione subgenerica stabilita da SCHEERPELTZ per L. luigionit Bernh., collocata nel sottogenere Bothrydiopisalia. Per tale motivo il 3 avrebbe dovuto possedere al quinto tergo libero due elevazioni che nei miei esemplari non osservavo affatto. Ho esaminato il tipo 3 di L. luigioni. Oltre a non possedere 1 due rilievi sunnominati, ha edeago identico alla forma da me nominata cerrutiana, che pertanto cade in sinonimia di /usgionit. BIBLIOGRAFIA BERNHAUER M., 1935 - Neuheiten der palàarktischen Staphyliniden-fauna - Kol. Rund. Wien, 21: 123-129. Pace R., 1977 - Quindici nuove specie di Stafilinidi ipogei dell’ Italia centro-meridiona- le - Redia, Firenze, LX: 125-177. LEPTUSA DEL MUSEO DI GENOVA oat SCHEERPELTZ O., 1966 - Die neue Systematik der Grossgattung Leptusa Kraatz - Verh. zool. bot. Ges. Wien, CV/CVI: 5-55. — —, 1972 a - Die bis jeztz bekannt gewordenen paldarktischen Arten der Gross- gattung Leptusa Kraatz. II Teil: Subgenus Typhlopasilia und Tropidiopasilia - Verh. zool. bot. Ges. Wien, CXII: 5-63. — —, 1972 b - Die Entdeckung neuer Arten ungefliigelter terrikoler Insekten in alpinen und hochalpinen Biotopen der Alpen - Rev. Suisse Zool., Genève, 79: 419-499. RIASSUNTO L’autore, grazie all'esame dell’edeago e della spermateca di parte delle Leptusa Kraatz conservate nel Museo Civico di Storia Naturale di Genova e di altre raccolte di vari entomologi genovesi, riconosce quindici nuove forme appartenenti alla fauna d’ Italia. Esse sono: . (Stictopisalia) brigantiî n. sp. della Sardegna; (Stictopisalia) salernitana n. sp. della Campania; (Parapisalia) etrusca n. sp. della Toscana; . (Parapisalia) oropaensis n. sp. del Piemonte; (Parapisalia) taurinensis n. sp. del Piemonte; (Micropisalia) poggii n. sp. del Piemonte; (Micropisalia) cuneensis n. sp. del Piemonte; (Micropisalia) binaghit n. sp. del Piemonte; (Micropisalia) marianii n. sp. della Liguria e della Toscana; (Micropisalia) ligurica n. sp. della Liguria; (Micropisalia) ceresoleana n. sp. del Piemonte; (Micropisalia) ceresoleana bartolti n. spp. della Liguria; (Micropisalia) ceresoleana zangherit n. ssp. della Toscana; (Micropisalia) sibyllinica doderoana n. ssp. del Lazio; BOS Ogee GP ogee Bca (Micropisalia) franzinii n. sp. del Lazio. Dopo l’esame dei tipi, l’autore precisa che Leptusa scabripennis Muls. et Rey non esiste in Sardegna e stabilisce le seguenti sinonimie: L. sardoa Bernhauer è sino- nimo di L. hummleriana Bernhauer; L. pollinensis Pace è sinonimo di L. Rochiana Bern- hauer e L. cerrutiana Pace è sinonimo di L. luigionit Bernhauer. Considera L. linkei Bernhauer e L. paganettiana Bernhauer sottospecie di L. apennina Holdhaus. RESUME LEPTUSA KR. NOUVELLES OU MAL CONNUES DU MUSEUM D’HISTOIRE NATURELLE DE GENES. L’auteur, grace a l’examen de l’édéage et de la spermathéque d’une partie de Leptusa Kraatz du Museum d’Histoire Naturelle de Génes et de quelques collections d’entomologistes de Génes, reconnaît quinze nouvelles formes de la faune d’ Italie. Elles sont: L. (Stictopisalia) briganti n. sp. de la Sardaigne; L. (Stictopisalia) salernitana n. sp. de la Campanie; L. (Parapisalia) etrusca n. sp. de la Toscane; Ann. Mus. Civ. St. Nat. - Genova - Vol. LXXXII 21 ios) i) i) i ae aaa Se Se fo Re PACE (Parapisalia) oropaensis n. sp. du Piémont; (Parapisalia) taurinensis n. sp. du Piémont; (Micropisalia) poggii n. sp. du Piémont; (Micropisalia) cuneensis n. sp. du Piémont; (Micropisalia) binaghii n. sp. du Piémont; (Micropisalia) marianii n. sp. de la Ligurie et Toscane; (Micropisalia) ligurica n. sp. de la Ligurie; (Micropisalia) ceresoleana n. sp. du Piémont; (Micropisalia) ceresoleana bartolii n. ssp. de la Ligurie; (Micropisalia) ceresoleana zangherit n. ssp. de la Toscane; (Micropisalia) sibyllinica doderoana n. ssp. du Latium; (Micropisalia) franzinii n. sp. du Latium. Après l’examen des types, l’auteur précise que L. scabripennis Muls. et Rey n’existe pas en Sardaigne et établit les suivantes synonymies: L. sardoa Bernhauer est syno- nyme de L. hummleriana Bernhauer; L. pollinensis Pace est synonyme de L. kochiana Bernhauer et L. cerrutiana Pace est synonyme de L. luigionii Bernhauer. Il considére L. linkei Bernhauer et L. paganettiana Bernh. sous-espèces de L. apennina Holdhaus. Indirizzo dell’A.: Via Vittcrio Veneto, 13 - 31032 Monteforte d’Alpone (Verona). 323 G. K. SRIVASTAVA (*) ON A NEW SPECIES OF THE GENUS ISOLABIS VERHOEFF (DERMAPTERA: BRACHYLABINAE) FROM BURMA WITH A KEY TO ORIENTAL SPECIES Recently I had an opportunity to examine 2 33, 1 nymph from Burma, belonging to Museo Civico di Storia Naturale ‘“Giacomo Doria”, Genova, Italy. These were determined earlier by Bormans (1888) as Brachylabis punctata and subsequently referred to B. caudelli by Burr (1908). A detailed examination of these has revealed that 1 3 and 1 nymph belong to Jsolabis caudelli (Burr) and the other 3 represents a new species. The genus Jsolabis Verhoeff, as understood by PoPHam and BRIN- DLE (1966), is represented in the Oriental Region by four species na- mely, J. caudelli (Burr), I. punctata (Dubrony), I. bifoveolata (Bolivar) and I. fletcheri Burr. Burr (1908) described /. caudelli, out the material from Burma referred by Bormans (1888) to Brachylabis punctata. In both these species eyes are about as long as or slightly longer than the post-ocular length. But in the former mesonotum has a sharp ridge all along the lateral margin whereas in the latter pronotum is smooth. In I. fletcheri (Burr, 1910), originally described on a 2 from Ceylon and subsequently by BoreLLI (1926) on a 9 from Java, sides of me- sonotum are provided with curved, raised fold in apical half only and eyes are almost equal to post-ocular length of head which is evident from Burr’s figure (1910, pl. 8, fig. 79) and femora are black with api- ces reddish. Srivastava (1970) has redescribed J. bifoveolata (Bolivar), on a large series from Anamalai Hills, Tamil Nadu (India) and obser- ved that size of eyes in relation to post-ocular length, and the shape of mesonotum does not show any variations. Therefore these characters can be safely used for the separation of various species. (*) Zoological Survey of India. 14, Madan Street - Calcutta - 700072, India 324 G. K. SRIVASTAVA Figs. Isolabis bifoveolata (Bolivar) 3, 1. Anterior part of body, 2. A portion of antenna; J. punctata (Dubrony) 9, 3. Anterior part of body (redrawn from Dubrony, 1879). KEY TO THE SPECIES 1 (6). Mesonotum with a blunt fold or sharp ridge laterally 2 (5). Mesonotum with a curved blunt fold laterally in apical half only 3 (4). Size larger (14-18.6 mm); eyes longer than the post-ocular length (fig. 1); legs with femora testaceous brown I. bifoveolata (Bolivar) ISOLABIS OCELLATA N. SP. 325 4 (3). Size smaller (8-11 mm); eyes almost equal to post-ocular length; legs with femora black but reddish apically I. fletcheri (Burr) 5 (2). Mesonotum with a sharp ridge all along the lateral margin (fig. 4) toned: die. denti vil I. caudelli (Burr) 6 (1). Mesonotum smooth laterally (without any ridge or fold) mio). Eyes ca i than the post-ocular length (fig. 3) Sta I. punctata (Dubrony) 8 (7). Eyes a little over twice as long as the post-ocular length (er ein e I. ocellata sp. n. Isolabis ocellata sp. n. 3 - General colour dark brownish black, lighter on the sides of pronotum and hind margin of tergites, legs yellow with femora dark brownish black in basal two thirds, antennae with one or two pre- apical segments yellow. Head, thorax and abdomen densely punctate, punctation heavier on tergites in distal half, forceps smooth. Head convex, triangular, slightly broader than long, sutures faint, hind margin almost straight. Eyes prominent, a little over twice as long as the post-ocular length. Antennae partly damaged (11 segments re- maining on the both sides); 1st stout, gently expanded apically, longer than the distance between antennal bases; 2nd small; 3rd cylindrical; subclavate, slightly shorter than 3rd; 5th almost equal to 3rd, narrowed at base; afterwards segments becoming thinner and gradually increasing in length. Pronotum rectangular, a trifle broader than long, anteriorly, convex in middle, sides straight, gently reflexed, feebly diverging po- steriorly, hind angles weak and margin subtruncate, median sulcus fain- tly marked in anterior half only; prozona raised with a pair of faint depressions on either side of median sulcus; metazona weakly raised. Mesonotum transverse, sides smooth (without any carina or fold), hind margin faintly emarginate. Mesonotum transverse, deeply emarginate. Legs long, slender, tarsi on underside covered with long and short pubescence, hind metatarsus slightly longer than the combined length of pro and meso-tarsi, mesotarsus about half as long as protarsus. Abdomen narrowed apically as well as basally, weakly convex, lateral folds on the sides of 3rd and 4th tergites poorly developed, sides of segments rounded. Penultimate sternite triangular, punctate, hind mar- 326 G. K. SRIVASTAVA gin rounded but deeply incised in middle. Ultimate tergite, strongly transverse, punctation faint in posterior half, weakly declivient back- wards, posterior margin tri-sinuate, oblique laterally, above the roots of forceps with a triangular lobe. Pygidium scarcely visible from above, vertical, narrowed apically. Forceps with branches sub-contiguous and dilated at base, thence gradually tapering, almost straight in basal two thirds, afterwards incurved with apices pointed and hooked, inner mar- gin finely serrulated. 2 - Unknown. Measurements (in mm) of Holotype 3 Length of eye 0.520 Length of genae 0.195 Length of body 8.90 (without forceps) Length of forceps 1.45 Material examined - Burma: Tenasserim, Meetan, Ho- lotype 3, April, 1887, L. Fea (determined by Bormans as Brachylabis punctata Dubrony and by Burr and BoRELLI as Brachylabis caudelli and Metisolabis caudelli (Burr), respectively); deposited at Museo Civico di Storia Naturale ““Giacomo Doria”, Genova, Italy. Remarks - This species can be easily differentiated from J. caudelli Burr, in having the eyes a little over twice the length of genae and mesonotum devoid of any carina or fold laterally. It resembles J. punctata (Dubrony), from Java, on account of smooth mesonotum but differs by the presence of large eyes which reach almost up to the hind angles of head whereas in the latter eyes are almost equal to post-ocular length. The specimen designated here as holotype appears to have been examined by Burr and Bore ti. It is likely any one of them might have removed the genitalia for study which, however, is not traceable in Genova Museum. ISOLABIS OCELLATA N. SP. Sad Figs. Isolabis caudelli (Burr) g, 4. Anterior part of body, 5. A portion of antenna, 6. Ultimate tergite and forceps; Jsolabis ocellata sp. nov., Holotype 3, 7. Anterior part of body, 8. A portion of antenna, 9. Posterior margin of penultimate sternite, 10. Ultimate tergite and forceps. 328 G. K. SRIVASTAVA Acknowledgements I am thankful to the Director, Zoological Survey of India, Calcutta for pro- viding necessary facilities. My thanks are also due to Dr. Roberto Poggi, Curator, Museo Civico di Storia Naturale ‘Giacomo Doria’, Genova, Italy for placing this interesting collection at my disposal. REFERENCES BoRELLI A., 1926 - Dermaptères de Jave, Sumatra et iles voisines - Treubia, 8: 248-273. BorMans A., 1888 - Viaggio di Leonardo Fea in Birmania e regioni vicine. VII. Der- maptères - Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova, 26: 431-448. Burr M., 1908 - Notes on the Forficularia XIII. A revision of the Brachylabidae (Iso- labidae) - Ann. Mag. nat. Hist. (8) 2 (1): 246-255. Burr M., 1910 - Fauna of British India, including Ceylon and Burma. Dermaptera. OV ES 217 "pp, 10 pls. DuBRONY A. De., 1879 - Enumération des Orthoptères rapportées par MM. J. Doria, O. Beccari et L. M. d’Albertis des régions Indienne et Austro-Malaise - Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova, 14: 348-383. SRIVASTAVA G. K., 1970 - Notes on a collection of Teca from India (Dermap- tera) - Eos, 45: 319-333. SUMMARY The present paper contains the description of a new species of the genus /so- labis Verhoeff: I. ocellata from Burma together with a key to the identification of all the known species of the genus from the Oriental Region. RIASSUNTO Viene descritta Jsolabis ocellata n. sp. di Dermaptera Brachylabinae proveniente dalla Birmania meridionale (Tenasserim) e viene fornita una chiave analitica per la determinazione delle specie orientali appartenenti al gen. Jsolabis Verhoeff. 329 STEPHEN P. ScHEMBRI & JAMES L. SCHEMBRI * ASPRELIMINARY REPORT ON” THE DERMAPTERA OF THE MALTESE ISLANDS Apart from records of the North Mediterranean species Forficula decipiens Gené (VALLETTA, 1954; BaccETTI, 1972; Capra, 1974) the dermapteran fauna of the Central Mediterranean islands of the Mal- tese archipelago is completely unknown. This paper records a further four species of Dermaptera collected from this region and gives di- stribution records together with some notes on the species. SPECIES) Lisi Anisolabis maritima (Gené, 1832) ea ita’ Salina, 2-X-70, 19) lee. J 5.** The single specimen found was taken from under a stone near brackish water. This species is cosmopolitan. Euborellia annulipes annulipes (Lucas, 1847) Wa tia: Birkirkara, 1X-74, 1' nymph, lee. JS, 10-X-77, 19, leg. SS; Chadwick Lakes, 15-VII-75, 19, leg. SS; Wied Qannotta, 21-XII-77, 19, leg. SS, 25-III-78, 1g, leg. SS, 31-VIII-78, 19, leg. JS; Salina, 28-I-78, 2 nymphs, leg. SS; Tal-Blata (Selmun), 4-XI-78, 13, leg. SS; Gozo: Wied tal-Lunzjata, 9-IX-78, 1 nymph, leg. SS. All the specimens collected were taken from under stones in damp situations. The specimens belong to the nominal subspecies: £. an- nulipes annulipes (Lucas), of Europe and Italy and not to the North African subspecies E. annulipes tripolitana Wern., as has been * Authors’ address: 72 Brared Street, Birkirkara, Malta. ** JS = James Lz Schembn;/SS = Stephen P. Schembri 330 S.P. SCHEMBRI - J.L. SCHEMBRI confirmed by an examination of the male genitalia (F. CAPRA, personal communication); see figs. 1-3 of present work and figs. 19a, 19b in CAPRA, 1929. Fig. 1: parameres of male genitalia of Euborellia annulipes annulipes (Lucas) from Italy: Genova; fig. 2: id., id., from Malta: Wied Qannotta; fig. 3: id., of E. annulipes tripo- litana Wern., from Libya: Giarabub (drawings by F. Capra and R. Poggi). Labidura riparia (Pallas, 1773) Malta: Ghadira, 14-IX-74, 1 nymph, leg. SS, 10-X-75, 19, leg. 5S, 10-VI-76, 399, leg. SS, 13-XII-77, 1319, leg. JS; Salina, 20-IX-75, 1O..ileg. SS. Specimens of this species have been taken from burrows constructed in sandy substrata and always from near brackish water. The burrows often extend under large rocks. 'The species may be considered as cos- mopolitan. Labia minor Linnaeus, 1758 Malta: Chadwick Lakes, 31-VII-76, 1319, leg. SS. The two specimens were taken from under the same stone in very moist conditions. This species is cosmopolitan. A PRELIMINARY REPORT ETC. 331 Forficula decipiens Gené, 1832 VALLETTA, 1954; BaccetTti, 1972; Capra, 1974. Malta: Ghadira, 14-IX-74, 15, leg. SS; Buskett, 19-X-74, 13, leg. SS; Birkirkara, 13-IX-75, 13 (f. brachylabia), leg. JS; Ghajn Tuffieha, 27-XII-75, 19, leg. SS; Wied is-Sewda, 24-XII-76, 599, leg. SS; Wied Qannotta, 23-VI-77, 13 (f. brachylabia), leg. SS, 21-XII-77, 19, leg. JS; Wied il-Ghasel, 21-XII-77, 19, leg. JS; Siggiewi, 2-IX-78, 14, leg. Ns; Val-Blata (Selon), 4-X1-78, 1¢299, lee. SS; St. Paul”s islands: 20-1V-75, 12 | nymph, lee: SS; Comino: Santa Marija Bay, 23-III-75, 1 nymph, leg. SS, 4-IV-76, 2 nymphs, leg. SS; &idolzion:i ta Cene, 10=1V-76, 39°. lex. P. J. Schembri. This is the most common species in the Maltese Islands where it is widespread. It is also the only species of Dermaptera recorded to date from this region. Specimens have been taken from a variety of situa- tions such as under bark, amongst decaying vegetation, under stones, in hollow stems and in the abandoned nests of various hymenopterans. F. decipiens has a North Mediterranean distribution. DISCUSSION The dermapteran fauna of the Maltese Islands is as yet too poorly known for any concrete comments to be made about zoogeography. Of the five species recorded to date, three are cosmopolitan and two are North Mediterranean forms; no species with a North African distribution has been taken. The paucity of species in the Maltese Islands may be correlated with the dry climate and scarcity of permanent bodies of water in these islands. It is significant in this respect that the only widespread species is For- ficula decipiens which seems to be able to tolerate a certain degree of aridity; all the other species have been found in very restricted locali- ties where humid conditions prevail all the year round. ACKNOWLEDGMENTS The authors would like to thank Dr. F. Capra of the Museo Civico di Storia Naturale, Genova for identifying our material, for his invaluable comments and for reading the manuscript of the paper. Credit is also due to Mr. P. J. Schembri for his help in the preparation of this work. (PD) WwW bo S.P. SCHEMBRI - J.L. SCHEMBRI REFERENCES BaccetTi B., 1972 (published 1973) - Notulae Orthopterologicae XXX. Gli Ortot- teroidei dell’Arcipelago Maltese - Lavori Soc. Ital. Biogeogr., nov. ser., 3: 605-608. Capra F., 1929 - Risultati zoologici della Missione inviata dalla R. Società Geografica Italiana per l’esplorazione dell’Oasi di Giarabub (1926-1927). Ortotteri e Der- matteri - Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova, 53: 122-159. — —, 1974 (published 1976) - Raccolte entomologiche nell’ Isola di Capraia fatte da C. Mancini e F. Capra (1927-1931) IX. Orthopteroidea - Lavori Soc. Ital. Biogeogr., nov. ser., 5: 563-600. VALLETTA A., 1954 - A list of the Orthoptera of the Maltese Islands - The Entomologist, 87: 11-15. ABSTRACT 5 species of Dermaptera are recorded from the Maltese Archipelago (Central Mediterranean) of which 4 are new to the islands. Of the species recorded, 3 are co- smopolitan while of the other 2, one has a North Mediterranean distribution and the other, Euborellia annulipes, is represented by the nominal subspecies also found in Europe and Italy. RIASSUNTO Sono elencate le cinque specie di Dermaptera rinvenute nell’ Arcipelago Maltese (Mediterraneo centrale), quattro delle quali non risultavano ancora citate per tali isole. Tre delle entità trattate sono cosmopolite, una ha una distribuzione mediter- ranea settentrionale ed una (Euborellia annulipes annulipes Lucas) è presente a Malta con la forma nominale europea. 339 ACHILLE CASALE Istituto di Entomologia dell’ Università di Torino CARABIDAE NUOVI 0. POCO: NOTI DELLA FAUNA ITALIANA (COLEOPTERA ) L’esame di importante materiale italiano di Coleoptera Carabi- dae conservato nella collezione Dodero (Soc. Entom. Ital.) e nelle colle- zioni del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, o frutto di ricer- che personali, mi permette di chiarire alcune questioni nomenclatorie o corologiche di un certo interesse ancora in sospeso. Nel darne notizia, desidero particolarmente ringraziare la Dire- zione del Museo suddetto, l’amico Dott. R. Poggi (conservatore sia del Museo che della Coll. Dodero), ed infine il Dott. Z. Kaszab, Direttore della sezione di Entomologia del Museo di Storia Naturale di Budapest, per avermi agevolato nell'esame della serie tipica di Lezstus daniel Reitter. Subfam. NEBRIINAE Leistus (Leistophorus) fulvibarbis Dejean 1826 = Letstus danieli Reitter 1905 nov. syn. Posso confermare questa sinonimia (già ipotizzata da VicNa TA- GLIANTI e FRANZINI: 1976 p. 281), sull'esame della serie tipica di “‘da- niel’’ Reitter. Essa consta di un Holotypus 3 con cartellino a stampa “U. Lostia-Sardinia”, e di un paratypus 9 con cartellino a mano (del REITTER stesso, verosimilmente) ‘Sardinia - U. Lostia’’, ed un secondo a stampa “coll. Reitter”. I due esemplari sono in buone condizioni, ma purtroppo l’edeago dell’Holotypus, montato a secco (da Banninger ?) sullo stesso cartellino portante l'esemplare, risulta spezzato in più punti e quasi irriconoscibile. Ciononostante vi si possono ancora discernere 334 A. CASALE i caratteri propri di fulvibarbis (che sono in effetti peculiarissimi). Raf- figuro (fig. 1 A, B) l’edeago di un “‘daniel’’ verosimilmente topotipico (Gennargentu, Coll. Dodero) e di un fulvibarbis di Sicilia (Ficuzza, Coll. Dodero); le piccole differenze sono da imputarsi a lievi variazioni individuali, peraltro anche presenti a livello di caratteri esterni in questa specie; pure questi ultimi collimano però perfettamente nei due taxa in oggetto, e ciò mi pare togliere ormai ogni dubbio a proposito della sino- nimia proposta. Da ricordare ancora l’attribuzione erronea di ‘‘danzeli”’, da parte di FioRI (1913), a L. sardous Baudi. I sinonimi di Lezstus ful- vibarbis sono oggi pertanto: Fig. 1 - Lobo mediano dell’edeago, in visione laterale e dorsale, di Lezstus (Leistophorus) fulvibarbis Dejean (= danieli Reitter). A: 3 di Sicilia (Ficuzza). B: g di Sardegna (Gennargentu). CARABIDAE NUOVI O POCO NOTI ECC. 335 Leistus (Leistophorus) fulvibarbis Dejean 1826 (= janus Newman 1833 - indentatus Newman 1833 - revelieri Mulsant 1855 - daniel Reitter 1905 nov. syn. - vaulogeri Fiori 1913 (1) - sardous Fiori 1913 nec Baudi 1863). Leistus (Leistophorus) sardous Baudi 1863 Posso confermare la presenza di questa specie in Sicilia (1 3 di Castelbuono, in fagetum a 1300 m, M. Olmi e A. Casale leg.), il che conferma un dato di LUIGIONI (1929), ritenuto dubbio da MAGISTRETTI (1965). In effetti questa specie pare essere rarissima e molto localizzata nell’isola. Non posso al momento pronunciarmi sulla validità di “‘sardous ssp. romanus’ Daniel 1902; effettivamente, tralasciando i caratteri morfolo- gici esterni, una certa differenza si riscontra a livello di edeago tra esem- plari topotipici di sardous (Aritzo) e di romanus del Lazio (cfr. figg. 2 C, D); ancora più interessante parrebbe la morfologia dell’edeago nel- l’esemplare di Sicilia da me esaminato (fig. 2 B), ed a questo proposito sarebbe molto importante un confronto con il “numidicus” Fiori di Al- geria. Purtroppo non conosco ancora questo taxon, e la descrizione e i disegni di Fiori (1913) non permettono assolutamente una qualsiasi congettura in proposito. Al momento dobbiamo perciò rifarci all’opinione di BANNINGER (1924) che considera romanus e numidicus quali semplici sinonimi di sardous. Subfam. SCARITINAE Alpiodytes pennina (Binaghi 1936) La posizione sistematica di questo Scaritino meritava conferma: la logica biogeografica infatti induceva a presupporre l'appartenenza di questo genere, per ora monotipico, alla linea filetica di Dyschirius, e più precisamente ad una forma ultraevoluta, anoftalma, di Rezcheiodes Gangl- bauer. La presenza di un elemento della linea di Rezcheia (gruppo ti- picamente tirrenico o ‘tirreniano’’) del tutto isolato nelle Prealpi Biel- (1) A proposito di quest’ultimo, v. anche ANTOINE (1955 p. 40 e fig. 11 b, c); si noti quindi la perfetta corrispondenza tra esemplari di Sardegna, Sicilia e Nord Africa. 336 A. CASALE lesi (1), appariva alquanto enigmatica (cfr. JEANNEL, 1957), allorché invece i Reicheiodes, pur con distribuzione molto disgiunta nella catena alpina, giungono (R. fontanai Bari, alticolo della Valstrona) sino alle Alpi Pennine. Fig. 2 - A: capo, pronoto ed elitre di Leistus (Leistophorus) sardous Baudi, g di Sicilia (Castelbuono); B: idem, edeago in visione laterale e dorsale. C: idem, edeago in visione laterale e dorsale di un ¢ di Sardegna (Aritzo). D: idem, edeago in visione laterale di un gd del Lazio (M. Cavo) (= ssp. romanus Daniel). (1) Interessantissima è pertanto la scoperta recente di una seconda specie, ancora inedita, di Alpiodytes nelle Prealpi Bergamasche (I. BUCCIARELLI, in litt.). CARABIDAE NUOVI O POCO NOTI ECC. 337 Fig. 3 - Alpiodytes pennina (Binaghi), paratypus 2: armatura genitale femminile in visione ventrale. La dissezione di una 9 paratypus di A/piodytes pennina (Bin.) (Coll. Dodero) mi dimostra invece l’assoluta analogia dell'armatura ge- nitale femminile (fig. 3: stili, tergite ed emisternite del IX segmento addominale) rispetto alla morfologia propria di Reicheia e Typhloreicheza, e di JEANNEL (1957). I Dyschiriini presentano una conformazione, a questo livello, del tutto diversa, come ha dimostrato chiaramente Fo- CARILE (1965) (v. anche, a livello di organi genitali maschili, ANTOINE: 1943). Ciò accresce, ovviamente, l’interesse della presenza di Alpiodytes nelle Alpi, vero relitto di una linea filetica a distribuzione attualmente mediterranea, verosimilmente ‘di origine egeica” secondo JEANNEL (l.c.), fatto quest’ultimo su cui nutro, in verità, non pochi dubbi. Typhloreicheia denticulata Holdhaus 1924 Rara specie, nota sino ad ora solo della Sardegna Nord-Occidenta- le (Ozieri, Campeda: Holdhaus, 1924). Ho determinato 4 es. di 7. denticulata, raccolti dall'amico Dott. R. Poggi sul M. Arci (Oristano) in lecceta a m 800 (Coll. Mus. Genova). Un altro es. con gli stessi dati, 338 A. CASALE leg. G. Bartoli, è conservato in coll. Bartoli, Genova (R. Poggi in litt.). Il reperto amplia notevolmente verso Sud la distribuzione di questa entità. T. dis Holdhaus 1924, di Lula, considerata sottospecie di denticu- lata da JEANNEL (1957), può, a mio giudizio, essere valutata come una buona specie, conformemente alla descrizione originale. Reicheia italica Holdhaus 1924 (= R. italica ssp. lucana Jeannel 1957: syn. in CASALE, 1977, Naturalista Sicil: ys. .0V, 1, pi 37) Specie nota di Campania, Lucania, Calabria e Sicilia. Ne segnalo interessante reperimento nell’ Isola di Malta: 1 3 con indicazioni “Mal- ta - Wied il Ghasel, 17-IV-76, S. Schembri - in soil under Cardo tree”, comunicatomi per la determinazione dall’amico Dr. E. Ratti, direttore del Mus. Civ. di St. Nat. di Venezia. I caratteri di questo esemplare, anche a livello di edeago, sono del tutto conformi agli esemplari conti- nentali e siculi da me esaminati. BIBLIOGRAFIA ANTOINE M., 1943 - Sur la systématique des Scaritides et sur quelques Dyschirius du Maroc (Col. Carabiques) - Bull. Soc. Hist. Nat. Afr. 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The new synonymy: Leistus (Leistophorus) fulvibarbis Dejean 1826 = L. danieli Reitter 1905 nov. syn. is proposed. The A. also confirms the occurence in Sicily of Lezstus (Leistophorus) sardous Baudi. The position of Alpiodytes pennina (Binaghi) in the Reicheia - Typhloreicheia genera - groups (Clivinini) is confirmed from the female copulatory apparatus. Typhloreicheia denticulata Holdhaus 1924 from a new locality (Sardinia: Mt. Arci, SE Oristano) and Rezcheta italica Holdhaus from Malta are reported in conclusion. RIASSUNTO L'Autore fornisce alcuni dati su Carabidae della Fauna italiana. Particolarmente, stabilisce la sinonimia, sull’esame dei tipi: Lezstus (Leistophorus) fulvibarbis Dejean 1826 = L. danteli Reitter 1905 nov. syn. Conferma la presenza di Leistus sardous Baudi in Sicilia (Castelbuono). Conferma la posizione sistematica di Alpiodytes pennina (Binaghi) nella “‘linea filetica” di Rezcheia (s. Jeannel 1957), sulla base della morfologia dell'armatura genitale femminile. Segnala infine T. denticulata Holdhaus di una nuova località: M. Arci (Oristano, Sardegna occidentale) ed il ritrovamento di Re:cheia italica Holdhaus nell’isola di Malta. Ann. Mus. Civ. St. Nat. - Genova - Vol. LX.X.XII 23 340 Massimo OLMI E ITALO CURRADO Istituto di Entomologia agraria dell’ Università di Torino ANTEONINAE CONSERVATI NEL MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE DI GENOVA (HYMENOPTERA DRYINIDAE) Le ricche collezioni di Dryinidae (Hymenoptera) del Museo Ci- vico di Storia Naturale di Genova (Italia) comprendono un piccolo lotto di Anteoninae, costituito quasi tutto da materiale indeterminato, con la sola eccezione dell’olotipo di Anteon xerophilum Benoit 1951. Dopo i contributi dedicati al materiale genovese di Gonatopo- dinae (CURRADO-OLMI 1976; OLMmI-Currapo 1974, 1976) e di Dryininae (Currapo-OLMI 1979) il presente lavoro riguarda appunto la sottofa- miglia Anteoninae. Ecco di seguito l’elenco delle specie individuate con le relative descrizioni e osservazioni. Lonchodryinus bicolor n. sp. Materiale esaminato:, | © etichettata “Itajtuba,, Collo bodo”, designata come olotipo. La località dovrebbe trovarsi in Bra- sile, nello stato di Para. Descrizione: femmina: alata; lunghezza mm 5,81; capo nero, salvo le mandibole gialle coi denti fulvi; antenne gialle, salvo gli ultimi 5 articoli bruno-neri; pronoto, mesoscuto, scutello e postscutello ferru- ginei; propodeo nero; gastro nero-bruno; tegule giallo-fulve; zampe giallo-fulve, salvo una macchia nera sulle coxe posteriori; capo lucido, molto peloso, soprattutto nella metà orale; regione ocellare gibbosa rispetto al resto del vertice, con due fossette allungate laterali; dalla regione ocellare si dipartono dirette verso il clipeo due carene parallele, molto robuste, che si fondono prima di raggiungere il clipeo, diven- tando poco visibili perchè entrano nella parte della fronte più pelosa; posteriormente alla regione ocellare c'è un’altra zona gibbosa triangolare ANTEONINAE 341 con vertice situato fra gli ocelli pari e con lato di base coincidente con la linea occipitale; nell'angolo formato dal vertice si trova una fossetta; altre due carene sono laterali alla fronte e fanno il giro degli occhi, es- sendo interrotte soltanto in corrispondenza delle guance; la superficie del capo è del tutto liscia e priva di scultura; la linea occipitale è com- pleta e molto robusta, così da formare una vera carena, separata dal vertice da un solco interrotto a intervalli da brevi carene trasversali Fig. 1 - Chela di Lonchodryinus bicolor n. sp. 9. larghe quanto il solco stesso; gli ocelli pari sono distanti dalla linea occipitale più del doppio della distanza che li separa uno dall’altro; mandibole con 4 denti di uguale grossezza; antenne con 3° articolo un po’ più del doppio più lungo del 2° articolo; pronoto lucido e senza scultura di fondo, liscio, con regione dorsale a lati convergenti così che il lato orale è più stretto di quello caudale; lobi posteriori 342 M. OLMI - I. CURRADO del pronoto allungati fino a toccare le tegule; mesoscuto liscio e lu- cido, senza scultura di fondo; notaulici incomplete, presenti solo nel 4° orale, dove sono molto piofondamente incise; scutello e post- scutello lisci e lucidi, senza scultura di fondo; postscutello lungo circa la metà dello scutello; pronoto glabro, salvo file di peli lungo i lati e sul bordo caudale; mesoscuto, scutello e postscutello del tutto glabri; propodeo lucido, fortemente areolato, ma con un’area liscia e senza carene che occupa la parte mediana della declività caudale; la scultura di fondo di questa parte liscia è costituita da fitti puntini piligeri; tutto il propodeo è fittamente peloso; peziolo molto corto; ali non infumate, normalmente sviluppate; pterostigma lungo e stietto, circa 10 volte più lungo che largo; cellula radiale chiusa; venatura radiale con ramo distale più del doppio più lungo del prossi- male; ramo distale rettilineo; 1apporti fra i tarsomeri anteriori: 1° (9): 2° (2,5): 3° (5): 4° (8): 5° (19); unghiona della chela senza dente prea- picale e senza lamelle; 5° tarsomero anteriore con 3 file di 34 lamelle mediali (114-19+4) e circa 40 lamelle distali. Speroni tibiali 1, 1, 2. va gd: ignoto Locus typicus: Itajtuba (Parà, Brasile) Ospiti: ignoti Osservazioni: il genere Lonchodryinus Kieffer 1905 è qui per la prima volta assegnato agli Anteoninae, dopo che KIEFFER (1914) l’aveva ascritto ai Dryininae e RIcHaRDs (1953) si era astenuto dall’as- segnarlo a una particolare sottofamiglia. Noi abbiamo potuto esaminare la specie-tipo (unica nota del genere), L. tricolor Kieffer 1905, descritta dello stato di Goias (Goyaz nella pubblicazione originale), in Brasile. Di questa specie esiste un solo esemplare, l’olotipo 9, conservato nel Museo di Storia Naturale di Parigi. L. tricolor è molto diverso da L. bi- color. Le differenze sono però di carattere specifico e non generico, a nostro giudizio. Ecco di seguito una proposta di chiave dicotomica utile per discriminare le due specie di Lonchodryinus: 1 Capo completamente solcato da carene brevi e di solito ad andamento longitudinale, salvo ai lati della regione ocellare, dove le carene sono oblique; ramo distale della venatura ra- diale curvilineo; scutello e postscutello neri; propodeo del tutto areolato; 4° tarsomero anteriore appena più lungo del 1° . .tricolor Kieffer ANTEONINAE 343 - Capo liscio, con due carene longitudinali parallele dirette dalla regione ocellare al clipeo e con una carena che gira intorno a ciascun occhio; ramo distale della venatura radiale rettilineo; scutello e postscutello ferruginei; propodeo areolato dappertutto, salvo che sulla declività caudale, che è liscia e appena punteg- giata; 4° tarsomero anteriore appena più corto del 1° bicolor n. sp. Per quanto riguarda l’appartenenza del genere Lonchodryinus Kief- fer agli Anteoninae, essa si basa sull’esistenza nella specie-tipo di una linea occipitale completa e di trocanteri anteriori circa così lunghi come larghi. Anteon clavatum n. sp. Materiale esaminato :1@etichettata “Liangtelau, Coll. Gri- bodo”, designata come olotipo. La località dovrebbe trovarsi in Brasile. Descrizione: femmina: alata; lunghezza mm 4,37; capo nero, salvo le mandibole gialle coi denti bruni; torace e propodeo neri; an- tenne bruno-nere, eccetto i primi 2 articoli gialli; gastro bruno-nero; tegule gialle; zampe giallo-fulve, con la clava dei femori anteriori im- brunita; capo lucido, poco peloso, del tutto areolato, con una carena me- diana longitudinale che collega l’ocello impari al clipeo e con una carena che gira intorno a ciascun occhio interrompendosi in corrispondenza delle guance; linea occipitale completa; gli ocelli pari sono distanti dalla linea occipitale come la distanza fra loro; mandibole con 4 denti di uguale grossezza; antenne ispessite a partire dal 5° articolo, con 3° articolo appena più lungo del 2° (5,5: 5); pronoto lucido, peloso, con robuste carene trasversali; lobi posteriori del pronoto allungati indietro fino a toccare le tegule; mesoscuto opaco, zigrinato, con radi peli, con areo'e nella metà orale laterale; notaulici invisibi'1; scutello opaco, con molti puntini piligeri; postscutello lucido, senza puntini e senza scul- tura, lungo circa la metà dello scutello; propodeo del tutto areolato, con due carene longitudinali laterali sulla declività caudale e con una carena irregolare e costituita da rette spezzate, che separa la declività caudale dalla regione subpiana orale; peziolo molto corto; ali non infu- mate, normalmente sviluppate; pterostigma lungo e stretto, circa 4 volte 344 M. OLMI - I. CURRADO più lungo che largo; cellula radiale aperta; venatura radiale con ramo distale brevissimo, molto più corto del prossimale; rapporti fra i tar- somert ‘anteriori: (19.(15) 12%): (235)249 (A) S98 (12) unalone della chela senza dente preapicale e senza lamelle; 5° tarsomero anteriore con un gruppo di 13 lamelle distali; speroni tibiali 1, 1, 2. g: ignoto Locus typicus: Liangtelau (Brasile) Ospiti: ignoti Fig. 2 - Chela di Anteon clavatum n. sp. &. Osservazioni:sitratta probabilmente della prima specie di Anteon Jurine sensu stricto del Sud America, a meno che risulti che Anteon pilicornis Ogloblin, descritto su un 4, sia anch’esso un Anteon sensu stricto. Al momento, senza un esame del tipo, non è possibile espri- mersi con maggiore precisione. Altri Anteonini sudamericani, Chelogynus brasiliensis Arlé e Chelogynus propodealis Fenton, appartengono a generi diversi. Per Ch. brasiliensis affermazione si basa sulla descrizione ab- bastanza precisa di ARLE (1935); per Ch. propodealis è stato invece esaminato l’olotipo 2 conservato nelle collezioni del Museo Nazionale degli Stati Uniti a Washington (USA). ANTEONINAE 345 Anteon subflavicorne Haupt 1941 Materiale esaminato: 1 £ etichettata “Courmayeur, VII- T933:6G:C;0Dogia?! Osservazioni:si tratta del primo ritrovamento in Italia di questa specie descritta di Germania (Bellinchen) e in seguito citata di Inghil- terra (Slapton) (J.F. PeRKINS 1976). È molto vicina ad A. flavifrons (Dalman). Fig. 3 - Chela di Anteon subflavicorne Haupt $. 346 M. OLMI - I. CURRADO Anteon xerophilum Benoit 1951 Materiale esaminato: Volotipo g, unico esemplare noto di questa specie, etichettato ““Giarabub, Cirenaica, II-1927, Confalonieri”. Osservazioni: è difficile esprimersi su questa specie, sia perchè è l’unico Anteonino descritto del Nord Africa e quindi non è possibile x fare confronti con altre specie, sia perchè è un maschio. Secondo RI- CHARDS (1939) non è possibile separare i due sottogeneri di Anteon (Anteon e Chelogynus) sulla base soltanto di maschi. Secondo J.F. PER- KINS (1976), che considera i due sottogeneri generi distinti, ciò è pos- sibile, confrontando la lunghezza delle tempie con la larghezza del 1° antennomero. Seguendo l'opinione di J.F. PERKINS A. xerophilum do- vrebbe essere un Chelogynus, perchè le tempie sono molto più lunghe della larghezza del 1° antennomero. Va rilevato però che la distinzione proposta da J.F. PERKINS è al momento in certi casi insoddisfacente. Meglio attendere conferme. A A 0,2 mm ù ea; Asse” Fig. 4 - Armatura genitale di Anteon (Chelogynus) cameroni Kieffer 3 (A) e di Anteon xerophilum Benoit 3 (B). ANTEONINAE 347 Anteon (Chelogynus) cameroni Kieffer 1905 Materiale esaminato: 1g etichettato “Monte Antola, 4/7- VIII-1947, F. Solari”. Il Monte Antola è al confine fra la provincia di Genova e quella di Alessandria. Osservazioni: si tratta del primo ritrovamento in Italia di questa specie, descritta di Scozia (Thornhill) su un esemplare femmi- nile e poi rinvenuta in tutta la Gran Bretagna. RicHarDps (1939) la cita dubitativamente anche dell’ Austria. Anteon (Chelogynus) lucidum (Haliday 1828) Materiale esaminato: 1g etichettata “Dintorni di Genova, bWAu=t939° *P- “Borra”! Osservazioni: questa specie, conosciuta di Gran Bretagna, Irlanda, Germania, Austria, Francia (RicHaRps 1939), era già nota d’Italia (Currapo-OLMI 1972), essendo citata di Venezia Giulia, Istria ed Emilia. Fig. 5 - Chela di Anteon (Chelogynus) lucidum (Haliday) 2. 348 M. OLMI - I. CURRADO BIBLIOGRAFIA ARLE R., 1935 - Nota sobre hymenopteros da super-familia Bethyloidea, com a de- scrigào de novas especies de ‘““Dryinidae” e observagòes biologicas sobre outra especie - Bol. Mus. Nac. Rio de Janeiro, XI (3-4): 41-55. Currabo I. - OLMI M., 1972 - Dryinidae italiani: conoscenze attuali e nuovi reperti - Boll. Mus. Zool. Univ. Torino, 1972 (7): 137-176. — —, 1976 - Una nuova specie di Gonatopodinae nuova per I’ Italia: Plectrogonatopus richardsi Moczar 1965 - Doriana, V (224): 1-5. — —, 1979 - Descrizione del maschio di Mesodryinus niger (Kieffer) e note sulle specie correlate - Doriana, V (234): 1-6. KIEFFER J. J., 1914 - Bethylidae - Das Tierreich, 41, pp. 595. OLMI M. - Currapo I., 1974 - Studi sui Gonatopedini con particolare riguardo a quelli conservati nel Museo Civico di Storia Naturale di Genova. - Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova, LXXX: 173-216. — —, 1976 - Gonatopodinae extraeuropei conservati nel Museo Civico di Storia Naturale di Genova - Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova, LXXXI: 165-194. PERKINS J. F., 1976 - Hymenoptera Bethyloidea - Handb. Ident. Br. Ins., VI (3a), pp. 38. RicHarps O. W., 1939 - The British Bethylidae - Trans. R. ent. Soc. Lond., 89 (8): 185-344. — —, 1953 - The classification of the Dryinidae, with descriptions of new species - Trans. R. ent. Soc. Lond., 104 (4): 51-70. RIASSUNTO È stato studiato il materiale di Anteoninae (Hymenoptera Dryinidae) conservato nel Museo Civice di Storia Naturale di Genova. Nel lotto è presente l’olotipo g di Anteon xerophilum Benoit 1951. Fra il materiale indeterminato sono state riconosciute due specie nuove del Brasile: Lonchodryinus bicolor e Anteon clavatum. La prima specie è messa a confronto con la specie-tipo del genere Lonchodryinus Kieffer, L. tricolor Kieffer, anch’essa del Brasile. Una chiave dicotomica viene proposta per riconoscere L. bicolor e L. tricolor. Per quanto riguarda A. clavatum, si tratta della prima specie sudamericana appartenente al genere Anteon. Sono state riconosciute anche 3 specie italiane: Anteon subflavicorne Haupt, Anteon (Chelogynus) cameroni Kieffer e Anteon (Chelogynus) lucidum (Haliday). Le prime due sono nuove per l’ Italia. SUMMARY ANTEONINAE KEPT IN THE Museo Civico DI STORIA NATURALE OF GENOVA (ITALY). Some specimens of Anteoninae (Hymenoptera Dryinidae), kept in the Civic Museum of Natural History of Genova (Italy), were studied. Among these speci- mens there is the holotype g of Anteon xerophilum Benoit 1951. Two new species from Brazil were described: Lonchodryinus bicolor from Itaj- tuba (Para) and Anteon clavatum from Liangtelau. L. bicolor is the second species of the genus Lonchodryinus Kieffer. The holotype of L. tricolor (Kieffer 1905) (type- species of Lonchodryinus), kept in the Museum of Natural History of Paris (France), was studied. The following key was proposed for the species of Lonchodryinus: ANTEONINAE 349 1 Distal part of radial vein curvilinear; scutellum and postscutellum black; propodeum quite areolate; fourth segment of fore tarsi hardly longer than Pasifarsus=#head' epnie FUROSE 2 LL, di 8s tricolor Kieffer — Distal part of radial vein rectilinear; scutellum and postscutellum ferruginous; propodeum not quite areolate, posterior surface smooth; fourth segment of fore tarsi hardly shorter than basitarsus; head smooth, with 2 parallel keels from ocelli to clypeus and an other keel round the eyes. . . bicolor n. sp. A. clavatum is the first species of Anteon Jurine sensu stricto from South America, Other species kept in the Civic Museum of Natural History of Genova are Anteon subflavicorne Haupt, Anteon (Chelogynus) cameroni Kieffer (both new for Italy) and Anteon (Chelogynus) lucidum (Haliday). î 7 U oo Je È SA ve ear sont cas Lomysetneie bine mita pertarta [ ii Year yaa! beved sy0d 16 ING aeLonì. set oY Tatas 1 Whalen) Nols sb )fretndatenta de cr cat rig yal quoto pri toto SITO TT bests aR erway fe bas Aden o datare Pi Molla tee è "NE prrrcaniia i fort xo rm ae. Mi META PATO agi MII, A aes ye, anioni «pot empl pinta sunset apatite. am Lt aft HA OOO, ra trasse Lewsrny 1 7 hn (ascent gal da ph are le Ok ge Ae) RA Digi eae ee ‘i lori pr a 7 ‘2 Pa i pe oe LI = | deri Wii I 71 Tia Teti ipa ceregiviv aT my bls bw è ; Vea <1 ttt Was ul nk PY aad pu mr OL siatanib § Via: no Uy St eae el: Cenate n i 4 sh ; nurapordimae ‘ extraths cena conan: Yee Cie 7 en TT ua. # NI Loi frena Me LM Sas IT) pi V1 hte Tam File “pf St) conta rirati detti leche «è 7 Potato ZO dra, eo ARIMA ATI 4 yee ife] > aE AE we ye Uae " ¥ fh h il es. a 4 al Me eee ee +01 FIORITA I Meat i ‘ , - ey wea. Ne) Wott eee Palo dmn id ee 19 Pro di fastengie deere ano vede ie TE i i da 1 Via, ery dota as gs clava + La, ve A a tif de! gprnore Lencbeleeinig ata È Ne dicg towed ie: PAPERA] i ray bi tile ir ee Sass 4 COSTI a Tarte P pri ( ) ST VICO...) % Mac e 4 vl ì SL ‘ ? REO. mi tr .tadta Dodi i : "Dip waseltear @ setae Cad hail aly Oped’? 3 kai pr E° a A “4 t < È I POTLLA < A'TITS ) so (1ismandgtera Lene Kde Piratetivo pt 4 neve. ( 1f4)Y were et tie peers pi deli ima renti Cena 1451 ; j a a i wes Font *Tyodi È ni fia vanta vende ve rin im Ligmpgen'ati. LL. eee. tae pece ae II ne holorsbe of Lirica (one a i € Wilwenes 6f Saaodd He LATI ni Perilli +, me har potgeewen! for io spiace ont LA eee GRUPPI E FORME NUOVE DESCRITTI NEL PRESENTE VOLUME POLYCHAETA Sedentaria Serpuloidea Bianchi, superfam. n. INSECTA Dermaptera ra baa wri d.a.e Isolabis ocellata Srivastava, sp. n. Labiidae Irdex poggi Srivastava, sp. n. Hymenoptera Diry ime ae Lonchodryinus bicolor Olmi-Currado, sp. n. Anteon clavatum Olmi-Currado, sp. n. Coleoptera ID ivitetis ce tid aye Bidessus tiragallot Sanfilippo, sp. n. Staphylinidae Leptusa (Stictopisalia) brigantii Pace, sp. n. Leptusa (Stictopisalia) salernitana Pace, sp. n. Leptusa (Parapisalia) etrusca Pace, sp. n. Leptusa (Parapisalia) oropaensis Pace, sp. n. Leptusa (Parapisalia) taurinensis Pace, sp. n. Leptusa (Micropisalia) poggii Pace, sp. n. Leptusa (Micropisalia) cuneensis Pace, sp. n. Leptusa (Micropisalia) binaghii Pace, sp. n. Leptusa (Micropisalia) mariani Pace, sp. n. Leptusa (Micropisalia) ligurica Pace, sp. n. Leptusa (Micropisalia) ceresoleana Pace, sp. n. PAG, 268 136 340 343 29 300 304 305 306 307 308 310 311 302 314 349 Leptusa (Micropisalia) ceresoleana bartolit Pace, ssp. n. Leptusa (Micropisalia) ceresoleana zangheri Pace, ssp. n. Leptusa (Micropisalia) sibyllinica doderoana Pace, ssp. n. Leptusa (Micropisalia) franzini Pace, sp. n. Catopidae Parabathyscia caprai Zoia, sp. n. Scarabaeidae Sybacodes liliae Dellacasa, sp. n. Psammodius liviae Pittino, sp. n. 316 316 318 318 97 94 149 INDICE La data che segue 1 titoli è quella di pubblicazione dell’estratto ArBocco G., Capocaccia L., VIOLANI C. - Elenco dei tipi di Uccelli del Museo Civico di Storia Naturale di Genova. (20-VI-1979) . AupisIo P. - Note su alcune specie europee del gen. Meligethes Steph. (Coleoptera, Nitidulidae). (5-V-1978) BIANCHI C. N. - Serpuloidea (Annelida Polychaeta )delle acque italia- ne: elenco delle specie e chiavi per la determinazione. (5-VII- 979) Brancucci M. - Contribution a l’étude des Malthinini d’Italie. I. (Col. Cantharidae). (10-II-1978) Capra F., GALLETTI P. A. - Odonati Piemonte e Valle d’Aosta. (15-I-1978) CasaLE A. - Carabidae nuovi o poco noti della fauna italiana. (Coleoptera). (23-IX-1979) CassoLa F. - Studi sui Cicindelidi. XX. Cicindelidae raccolti dal Marchese Saverio Patrizi nell'Africa centrale. (Coleoptera Cicindelidae). (20-IV-1978) DeLLACASA G. - Studi di sistematica sugli Aphodiinae. (Col. Sca- rabaeidae). (5-III-1978) Draco N., Albertelli G., Cattaneo M. - Osservazioni faunistiche sul benthos dell’Isola di Capraia. (30-I-1978) Morri C. - Contributo alla conoscenza degli Idrozoi lagunari ita- liani: Idropolipi di alcuni laghi costieri mediotirrenici. (12- III-1979) OLMI M., Currapo I. - Anteoninae conservati nel Museo Civico di Storia Naturale di Genova. (Hymenoptera Dryinidae). (20-X- 1979) Pace R. - Leptusa Kr. nuove o poco note del Museo civico di Storia Naturale di Genova. (Coleoptera Staphylinidae). (XIII con- tributo alla conoscenza delle Aleocharinae). (26-VII-1979). PITTINO R. - Revisione dei tipi di Psammodius Fallén conservati al Museo di Storia Naturale di Genova e descrizione di una nuova specie della regione indocinese. (Col. Aphodiidae). (5-1-1979) Pagg. 184-265 195-124 266-294 78-85 1-71 333-339 104-114 86-96 72-77 163-171 340-349 295-322 WwW 141-1: SANFILIPPO N. - Res Ligusticae CCIII. Segnalazione di un interes- sante insediamento di Idrocantaridi sull’Appennino ligure orientale e descrizione di Bidessus tiragalloi n. sp. (Col. Dityscidae). (15-VI-1978) ScHEMBRI S.P. & ScHEMBRI J.L. - A preliminary report on the Dermaptera of the Maltese Islands. (10-IX-1979) Spanò S. - Nuovi ibridi naturali Alectoris rufa rufa (L.) X Alectoris graeca saxatilis (Bechstein) sulle Alpi Marittime e relative considerazioni tassonomiche. (23-II-1979) SRIVASTAVA G. K. - On a new species of the genus Jrdex Burr (Der- maptera: Labiidae) from New Guinea. (13-VII-1978) SRIVASTAVA G. K. - On a new species of the genus Jsolabis Ver- hoeff (Dermaptera: Brachylabinae) from Burma with a key to Oriental species. (5-VIII-1979) VioLANI C. - Uccelli di Honolulu raccolti da L. M. D'Albertis. (10-IV-1979) Zora S. - Res Ligusticae CCII. Una nuova specie di Parabathyscia della Liguria orientale. (Coleoptera Catopidae Bathysciinae). (25-III-1978) Pagg. 125-135 329-332 154-162 136-140 323-328 172-183 97-103 | REGISTRATO AL TRIBUNALE DI GENOVA AL N. 74 IN DATA 17 LUGLIO 1949 | DOTT. LILIA CAPOCACCIA ORSINI - DIRETTORE RESPONSABILE . DOTT. GIANNA ARBOCCO ISETTI - SEGRETARIA DI REDAZIONE PRINTED IN ITALY i : ; Ri a i hi CAPRIE, ie ag ES 9 incauto "di Tierra e 80 3 È Ra ee Piera diretti ea noi E tene Ei Noa WEP “pee tale oP at pens ie, eee INGOIO i ti "TV RO: SIA Alia de de v tend (EA x pt nabs igs $end dado) deci. ce nia slava. a te ‘1 ¢ È i } piro UE” UT yt tga, yrs tti no Lab dan pone ewer Chi 218-8 roe + Mede oi AR Re DONI Tyagi Licrimbpiora: 4 er tel Perris yeaa race dale Rie Ke + i a . : Cn an eee ee fyercatinata “Cree eee. eee DA Lit è aerial +5 nlsopiena (eceiniidne. Baka i AN - eee oer ee ee fens Li ATO vi PL AD DR RPO Ath PAPPE sE VETTORE SAE PRA » SRO 43989089. Sh ALAR A BARRA Ae, RITA OFIOERA por FATA Vil aT RIG NORME SsPBER ECOLLABORATORI Sui volumi degli « Annali » e sui fascicoli supplementari « Doriana », vengono pubblicati lavori originali - anche in inglese, francese, tedesco e spa- gnolo - attinenti ai diversi rami delle Scienze Naturali. Sono particolarmente graditi quelli relativi a materiali del Museo; sono esclusi quelli divulgativi o di scienza applicata. Tutti i lavori devono essere indirizzati impersonalmente alla Direzione, che si riserva di sottoporli al giudizio di consulenti e di decidere circa la loro pubblicazione sugli « Annali » o su « Doriana ». Il manoscritto deve essere inviato in duplice copia dattiloscritta a doppia interlinea, su un solo lato del foglio e nella redazione completa e definitiva. Esso deve essere compilato in forma concisa e il numero delle tabelle e delle figure limitato allo stretto necessario. Al nome dell’Autore dovrà aggiungersi quello dell’Istituto di apparte- -nenza o l’indirizzo privato. Nel testo dovranno unicamente essere sottolineati i nomi latini di generi ‘e specie (da stamparsi in corsivo); ogni altro segno per la tipografia sarà ap- | posto dalla Redazione. Eventuali note a piè di pagina devono avere una numerazione progressiva. I riferimenti a materiale appartenente al Museo di Genova devono es- sere accompagnati dalla sigla MSNG (= Museo Storia Naturale Genova), se- guita eventualmente dal numero di catalogo. La bibliografia deve essere tutta riunita in fine, indicando ciascuna opera nel modo seguente: QUIGNARD J.P., 1965 - Les Raies du Golfe du Lion - Rapp. Proc. Verb. Cre Si 18, (2): 211-212. Alla bibliografia deve far seguito un breve riassunto in italiano e in in- glese (o francese). Le figure devono essere inviate col dattiloscritto, contrassegnate da un numero progressivo, e corredate dalle relative didascalie - scritte su fogli a parte - e da tutte le indicazioni occorrenti per distribuirle nel testo o per com- porre le tavole. I disegni devono essere eseguiti con inchiostro di china su carta da disegno o lucida e approntati con tutte le avvertenze che consentano le ne- cessarie riduzioni. Queste dovranno essere pure chiaramente indicate. 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