petra? I Pym e En rà pre 34 sen pesco > Ci È i ta gn rospo #4 denso a fa ee een ee x PEA Pie py | Hibrary of the Museum OF ‘COMPARATIVE ZOOLOGY, AT HARVARD COLLEGE, CAMBRIDGE, MASS. Founded bp private subscription, In 1861. IAA IO The Sa of ha " Musto RANA . do Garurva” ‘49:14 eng Ba Moon.tlo 188» - È ANNALI DEL MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE DI GENOVA VOLUME XIV. ANNALI DEL MUSH CIVICO DI: STORIA: NATURALE DY GENOV A PUBBLICATI PER CURA DI fi PoORIA E R- PESTRO VOLUME XIV. - 1879 GENOVA TIPOGRAFIA DEL R. ISTITUTO SORDO-MUTI JUIN Ae PIV ius hoe ptda eA wnat: Ù 7 i et @ OF si SAI ao Sin A : 1. citt = Ma "E an 7 i “he 2 } Rai i ] ima E i 7 oe | i i 4 iÙ : j ws wi 7 | d_- ho "i gi AN vi Vi si ry E IPIICON COOLER ZAN daa) men - R. GESTRO. — Nuove contribuzioni allo studio dei Cetonidi Malesi e Papuani. — Il Museo Civico di Genova si é arricchito recentemente di nuovi materiali che sono il risultato delle ultime esplorazioni del sig. L. M. D’ Albertis nel mezzogiorno e nell’ interno della Nuova Guinea e del soggiorno che il Prof. Beccari = fatto du- rante alcuni mesi in Sumatra. Da una prima spigolatura in questo fecondissimo campo di studio ho ricavato le descrizioni di aleune specie nuove di Ce- tonidi che presento al pubblico in questa breve nota; nè potrei pel momento produrre di più, giacchè il mio tempo è in gran parte assorbito dalle cure della preparazione e conservazione di queste preziose raccolte. È naturale ch'io abbia fissato prima di tutto la mia attenzione sulle Cetonie, essendo questo un gruppo di cui mi sono occupato altre volte. | Spero pertanto che questo primo saggio potrà rammentare ai due illustri viaggiatori il mio vivo desiderio di contribuire alla illustrazione delle loro brillanti scoperte. Ischiopsopha Jamesii (WArERH.). Lomaptera Jamesii, Waterh., Ann. and Mag. Nat. Hist. 4 ser. XVIII, Nov. 1876, p. 422. (NON Ischiopsopha ignipennis, Gestro, Ann. Mus. Civ. Gen. IX, 1876, p. 91). Nell’ « Appendice all’enumerazione dei Cetonidi raccolti nel- l’Arcipelago Malese e nella Papuasia dai sigg. G. Doria, O. Bec- cari e L. M. D'Albertis » (1) ho ritenuto la Lomaptera Jamesii Waterh. (*) come sinonimo della mia Ischiopsopha ignipennis (8). È vero che il sig. Waterhouse dice nella diagnosi « elytris fascia lata prope basin laete rufa ornatis », ma fra gli esemplari della (4) Annali del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, Vol. IX, 1876, p. 91. (*) Annals and Magazine of Natural History, 4 ser. XVIII, Nov. 1876, p. 422. (3) Annali del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, Vol. VIII, 1876, p 517. 27 Gennaio. 6 R. GESTRO mia specie ve ne sono alcuni in cui la tinta rossa degli elitri, essendo sfumata tutto all’ intorno, lascia verde la base, simu- lando una specie di fascia, ed io ho supposto che la L. Jamesti fosse fondata appunto su questa varietà. Ora, per mezzo delle collezioni ricevute dal sig. L. M. D'Albertis, sono in grado di constatare che la Jamesi? non è sinonimo di ignipennis, ma in- vece una specie distintissima e avendole tutte e due sott’ occhio mi pare utile di farne conoscere le differenze. L’I. Jamesii è più grande dell’ ignipennis, più allungata, più stretta in'addietro e somiglia piuttosto nella forma alla bifasciata. La smarginatura del lobo posteriore mediano del protorace è meno profonda e lo scudetto molto più piccolo. Gli elitri sono più allungati; il callo omerale presenta un tubercoletto spor- gente nero, che non esiste nell’ignipennis. L’ apofisi del meso- sterno è alquanto più larga e meno acuta. Le zone stridulanti si trovano solo sui due primi segmenti addominali, appena in qualche caso ne esistono leggerissime traccie sul terzo; nell’ igni- pennis sono marcate su tutti e tre. Il pigidio nel maschio non è tanto distintamente infossato alla parte inferiore; lo stesso accade nella femmina. Le differenze nella colorazione sono anche marcate. La Jamesti è d’un verde più carico; il rosso è più intenso ed è ben limi- tato all’intorno, in modo da formare una larga fascia che non tocca la base nè il margine laterale; questa tinta rossa si pro- lunga anche per un piccolo tratto in addietro sulla sutura. Nel- l’ignipennis invece il rosso è sfumato all’ intorno; in alcuni esem- plari occupa soltanto la metà basale, in altri si protende su quasi tutta la superficie dell’elitro, svanendo insensibilmente all’ apice. I lati del mesosterno sono tinti di rossastro, il che non si osserva nell’ignipennis. Lomaptera aurata, n. sp. L. australi proxima, sed viridi-aurea, statura minore, elytris postice amplioribus, pygidio in magis transverso, in Q fortius pa ‘ CETONIDI MALESI E PAPUANI carinato, processu mesosterni magis attenuato, tibiis anterioribus in I haud inermibus. _ Long. 22-25 mill. Hab. Ins. Tawan (Cornwallis). Il colore verde-dorato la distingue da tutte le altre specie. Quella alla quale si avvicina di più per l'insieme e per i due importanti caratteri della forma del pigidio e dell’ apofisi mesos- ternale sarebbe l’australis. Ma l’aurata è più piccola e sopratutto meno ristretta in addietro; il pigidio in essa è meno sporgente, per cui appare proporzionatamente più corta. La punteggiatura del capo è molto sparsa sul vertice, sottile e stipata sull’ apice dei lobi del clipeo, e in mezzo agli occhi alcuni punti si uniscono fra loro e formano quasi delle strie oblique e convergenti, che però sono brevissime e poco accennate. Il protorace è un poco più corto di quello dell’ australis, coi lati un poco meno paral- leli a partire dal terzo anteriore e il lobo mediano posteriore leggermente più: corto e più stretto; il disco è punteggiato in modo percettibile soltanto colla lente; i piccoli punti sono molto sparsi e mancano quasi totalmente nella regione prescutellare; ma sui lati e sopratutto sugli angoli anteriori ve ne sono dei più forti frammisti ad alcune strie trasversali. Gli elitri sono un poco più fortemente depressi nella regione scutellare; la gibbo- sità apicale è ben marcata; la piccola sinuosita all'angolo su- turale meno forte che nell’ australis e la piccola punta con cui termina la sutura meno pronunziata. La loro superficie presenta leggere strie trasversali che cominciano all'indietro della regione basale e sono maggiormente indicate lungo la metà posteriore del margine laterale. Il pigidio nel maschio è più largo e meno conico che nell’ australis; nella femmina presenta alla parte in- feriore una carena meglio accennata; tanto nell’uno che nel- l’altro sesso è scolpito di strie trasversali undulate, disposte con- centricamente. La depressione mediana addominale del maschio è molto ampia. L’ apofisi del mesosterno è costruita sullo stesso tipo di quella dell’ australis, ma è meno robusta e un poco meno obliqua. Il corpo inferiormente ed i piedi hanno una tinta verde 8 R. GESTRO a riflessi bronzati più carica di quella della superficie superiore e meno brillante. Abbiamo ricevuto dal sig. L. M. D'Albertis una bella serie di questa Lomaptera degna di figurare accanto alle altre scoperte interessanti di questo benemerito viaggiatore. La provenienza in- dicata è l'Isola Tawan (Stretto di Torres) e fu raccolta nel mese di Dicembre. Alcuni esemplari mancano della tinta dorata sugli elitri e perciò somigliano di più all’australis, ma si riconoscono facilmente dalla forma meno attenuata del corpo. Clerota Brahma, n. sp. Viridi-olivacea, nitidissima, tarsis obscurioribus; elytris regione suturali fortiter depressa, obsoletissime punetulatis, angulo apicali externo transversim laminato-strigosis. Long. 36 mill. Hab. Montem Singalan (Sumatra). D'un verde olivaceo e molto splendente. Il capo è quasi liscio sul vertice e i solchi laterali del clipeo presentano pochi punti irregolari; il primo articolo ed il foglietto delle antenne sono di color verde scuro. La punteggiatura del protorace, come quella degli elitri, non si vede se non colla lente e si compone di punti finissimi e sparsi; soltanto lungo il margine laterale vi sono punti alquanto più ravvicinati che si vedono a stento ad occhio nudo. La depressione longitudinale mediana si continua sullo scudetto e sugli elitri, e giunta presso all'apice di questi si di- lata per delimitarne la gibbosità all’interno; questa si presenta all’esterno laminato-striata trasversalmente; ma questa scultura occupa un piccolo spazio e in avanti si perde in piccoli punti sparsi; la sutura dopo la metà è elevata e il margine posteriore è seghettato. Il pigidio è striato concentricamente. Il corpo in- feriormente ha la stessa tinta della parte superiore; i lati del prosterno sono finamente striati; l’appendice del mesosterno è piana, triangolare, a punta ottusa e molto leggermente ripie- gata in alto. I piedi sono verdi ed i tarsi hanno una tinta più CETONIDI MALESI E PAPUANI 9 carica; le tibie anteriori sono armate esternamente di tre denti acuti. I caratteri distintivi fra la C. Brahma e la C. Budda, che era finora l’unica specie del genere, sono molto marcati. La co- lorazione basta già da per sè per riconoscerle; ma le differenze nella forma sono degne d'esser notate dettagliatamente. La C. Brahma è di statura maggiore della C. Budda. Il clipeo in avanti è un poco più largo e per conseguenza un poco più tra- pezoide. Ii protorace è più largo, il suo lobo posteriore mediano più prolungato in addietro; la depressione longitudinale mediana più profonda. Gli elitri sono un poco meno larghi alla base e anche un po’ meno stretti all'apice; la sporgenza della regione omerale è meno marcata, la depressione suturale più profonda, per cui ciascun elitro separatamente si presenta più convesso; la sutura posteriormente più elevata. Il pigidio più trasverso e più depresso. L’apofisi del mesosterno più larga, un poco più lunga e a forma di un triangolo, ma coi lati leggermente arro- tondati. Il Dottor Beccari ha raccolto un esemplare di questa elegante Cetonia sul monte Singalan, a 6000 piedi d'altezza, sopra una foglia, nel mese di Luglio. Essa é una delle cose più interessanti fra le sue ricche colle- zioni fatte in Sumatra e regalate al nostro Museo Civico. Maecronota Ludekingii, SxeLL. v. Vou. Il Prof. Beccari ha trovato questa specie sul monte Singalan, a Sumatra, nel mese di Luglio. I suoi esemplari presentano una striscia obliqua sui lati del clipeo ed un’altra che costeggia il margine laterale del protorace formate di squamule giallo-pal- lide. Il Dottor van Vollenhoven non cita questo carattere (!) perchè probabilmente gli individui che egli ha descritto non lo avranno presentato atteso al loro stato di conservazione; mentre (!) Tijdschrift voor Entomologie. VII, 1864, p. 154, t. 10, f. 1. 10 R. GESTRO quelli raccolti dal Beccari, essendo stati punti appena presi, man- tengono tutta la loro freschezza. Macronota sumatrana, n. sp. Supra viridi-aenea, sericea; elytris olivaceo-viridibus, aeneo-mi- cantibus, margine laterali late rufo-ferrugineo limbato; subtus viridi- aenea, nitidissima, flavo-pilosa, segmentorum abdominalium mar- gine postico albo-marginato. | Long. 17 mill. Hab. Montem Singalan (Sumatra). Capo verde bronzato, più verde sul margine anteriore del clipeo; punteggiato irregolarmente e subcarenato longitudinal- mente nel mezzo fra gli occhi; il clipeo somiglia per la forma a quello della Ludekingii. Antenne col primo articolo verde scuro, il foglietto grande e brunastro. Il protorace ha una forma epta- gonale poco marcata con angoli arrotondati; è più largo in ad- dietro che in avanti e il suo lobo posteriore mediano sporge molto in addietro; nel mezzo ha un’infossatura triangolare col- l'apice in avanti larga e profonda; questa presenta punti semi- lunari disseminati irregolarmente, i quali sono più densi e più grandi nel centro e si disperdono ed impiccioliscono verso i lati di essa. La parte laterale del protorace che corrisponderebbe ai solchi che si osservano in altre specie di Macronota non è sol- cata nè infossata, ma semplicemente appiattita, ed è per così dire circoscritta dalla sua scultura che consiste in rugosità trans- versali undulate. Lo scudetto è grande, triangolare, ad apice acuto, con alcuni punti trasversali presso il medesimo. Gli elitri sono molto larghi alla base e sì ristringono gradatamente fino all'apice che è arrotondato e leggerissimamente rientrante al- l'angolo suturale; la sporgenza omerale è molto marcata; ai fianchi dello scudetto esiste una rilevatezza longitudinale che ar- riva a un dipresso fino alla metà dell’elitro e si congiunge nel suo decorso ad un’altra sporgenza longitudinale che sta quasi nel mezzo e va a finire nella gibbosità apicale. L’infossatura CETONIDI MALESI E PAPUANI 1] compresa fra il callo omerale e la prima di queste sporgenze presenta alcune rugosità trasversali e nel punto ove quest’ ul- tima finisce nascono quattro strie longitudinali disposte a pajo. Il margine laterale degli elitri è striato-rugoso e più fortemente sulla gibbosita apicale. Il colore è verde-olivaceo con riflessi bron- zati, ma lateralmente esiste un orlo molto largo di color rosso- ferrugineo che si protende, assottigliandosi molto, fino lungo il margine basale. Il pigidio è scolpito di rugosità trasversali undu- late. I segmenti addominali sorpassano gli elitri e sono marginati posteriormente di bianco. Il corpo al disotto è di un verde bron- zato più splendente nella parte mediana; i lati del petto sono vestiti di peli giallognoli assai lunghi e finamente rugosi. L' a- pofisi del mesosterno è molto corta e convessa. I piedi sono verde-bronzati, coi tarsi più scuri. Questa specie è molto elegante pel suo aspetto sericeo e 1 suoi riflessi bronzati. La sua scoperta sì deve al Prof. Beccari e la località da cui proviene è la stessa ove fu trovata la M. Lude- kingu. Macronota aenea, n. sp. Aenea, mitidissima, clypei margine antico cupreo, capite protho- raceque crebre punctatis, illo medio longitudinaliter subcarinato, hoc haud sulcato; elytris ad humeros et juxta suturam depressis, singulo maculis duabus marginalibus et duabus suturalibus flavis; pygidio comico, transversim rugulosos pectoris lateribus segmentisque abdominalibus pallide flavo-maculatis et flavo-pilosis; processu me- sosternali angusto apice convexo, subgloboso; pedibus aeneis, tarsis obscurioribus. Long. 15 1/, mill. Hab. Montem Singalan (Sumatra). Di color bronzato, splendente. Capo subcarenato nel mezzo, a punteggiatura molto stipata, col clipeo piuttosto largo, si- nuato nel mezzo e orlato in avanti di rosso cupreo. Protorace subtrapezoidale ; lobo posteriore mediano poco sporgente, lati ar- 12 R. GESTRO rotondati, superficie punteggiata molto densamente, senza solchi nè mediano nè laterali e appena leggermente depresso nella re- gione prescutellare. Scudetto triangolare ad apice molto acuto, rugoso e fiancheggiato da due linee giallastre. Elitri larghi alla base, ristretti bruscamente dietro la sporgenza omerale, quindi quasi paralleli fino all'apice che è arrotondato. All’interno del callo omerale presentano un’infossatura profonda e sono depressi lungo la sutura, specialmente presso lo scudetto. La loro metà esterna è striato-rugosa in senso trasversale; la stessa scultura si osserva nella fossetta omerale e lungo la base esistono alcune strie sottili irregolari, dirette obliquamente verso lo scudetto. La sutura è subcarenata a cominciare dal terzo anteriore e tre strie longitudinali frammiste a punti decorrono parallele ad essa. Ciascun elitro ha due piccole macchie giallastre trasverse lungo il margine laterale, situate l’una dopo il quarto anteriore, l’altra dopo la metà ed altre due si osservano lungo la sutura, l’una al quarto anteriore, l’altra dopo il terzo posteriore; in questo modo le macchie marginali sono alterne colle suturali. Il pigidio è conico e scolpito di fine rugosità trasversali. L’apofisi del me- sosterno piuttosto stretta e coll’apice convesso, subgloboso. I lati del petto sono macchiati di giallastro e rivestiti di peli molto lunghi dello stesso colore. I segmenti addominali sorpassano gli elitri e presentano al disopra una macchia giallastra lungo il margine posteriore; un’altra si riscontra pure al disotto lateral- mente e più all’interno della medesima vi è una serie di mac- chie più allungate in senso trasversale tanto sul margine ante- riore che posteriore dei medesimi. Piedi rivestiti di peli gialli, tibie striate longitudinalmente e tarsi di colore più oscuro. Il Prof. Beccari ha raccolto questa specie come le precedenti in Sumatra, sul monte Singalan nel mese di Luglio. Macronota monticola, n. sp. Aenea, nitidissima, capitis vertice linea media longitudinali laevi, prothorace crebre fortiterque punctato, haud suleato; elytris ad hu- CETONIDI MALESI E PAPUANI 13 meros et juxta suturam depressis, singulo maculis quatuor flavis; pygidio nitidissimo, antice tantum et subtus sparsim punctato, utrinque macula magna flava ornato; pectoris lateribus flavo-pi- losis; abdominis segmentis flavo-maculatis; processu mesosternali angusto, apice convero; pedibus aencis. Long. 17 1/, mill. Hab. Montem Singalan (Sumatra). Somiglia per la tinta e per la disposizione delle macchie sugli elitri alla precedente, ma ne differisce principalmente per la sta- tura maggiore, per il protorace diversamente conformato e per il pigidio non conico, nè rugoso, ma quasi interamente liscio, splendente e bimaculato. Il capo è a un dipresso come nella aerea, ma la scultura è più forte e sul vertice vi è una piccola linea longitudinale liscia. Il protorace invece d'esser trapezoidale è quasi eptagonale; i suoi lati sono arrotondati e dalla metà in addietro vanno ravvicinan- dosi fra loro; il lobo mediano posteriore è poco sporgente, la superficie è punteggiata come nella aenea, ma i punti sono più grossi; in corrispondenza dello scudetto la base è leggermente infossata. Tanto lo scudetto che gli elitri presentano a un di- presso gli stessi caratteri come nella specie precedente; anche le macchie sono in ugual numero e disposte nello stesso modo. Il pigidio è più corto, molto più largo e carenato trasversal- mente; invece di esser ruguloso è liscio e molto splendente e appena alcuni punti sparsi si osservano sulla sua superficie in- feriore e lungo il margine anteriore; su ciascun lato esso pre- senta una larga macchia d'un giallo pallido. L’apofisi del me- sosterno è un poco più stretta che nella specie precedente. I lati del petto sono pelosi, ma non macchiati; i segmenti del- l'addome sporgono dagli elitri e sono macchiati di giallastro quasi come nella aenea. I piedi sono bronzati, striato-puntati e pelosi; i tarsi più scuri. Ricevuta dal Prof. Beccari che l’ha raccolta pure sul monte Singalan. 14 R. GESTRO Digenethle spilophora, n. sp. Brunnea, nitida, prothoracis lateribus flavo-marginatis; elytris transversim leviter tortuoso-striolatis, pygidio utrinque, pectoris ab- dominisque lateribus flavo-maculatis. Long. 27 mill. Hab. Novam Guineam merid. ad Flumen Fly. Capo bruno; clipeo leggermente trapezoide a margini rilevati, sopratutto l'anteriore che è alquanto sinuoso nel mezzo, un poco solcato sui lati e con una piccola fossetta nel punto corrispon- dente alla sinuosità del margine anteriore; punteggiatura molto fina. Palpi e antenne bruni; il foglietto ferruginoso all’ apice. Protorace a punteggiatura molto sottile e con poche strie tras- versali leggere lungo i lati. Questi fiancheggiati da una striscia gialla abbastanza larga, che non raggiunge tutt’affatto la base e presenta esternamente nel suo terzo anteriore una piccola smar- ginatura. Scudetto triangolare, striato-puntato sui lati. Scapole con una larga macchia gialla. Elitri alquanto depressi nella re- gione scutellare; la loro sutura è un poco sollevata al terzo posteriore; tutta la superficie è percorsa da finissime strie tras- versali tortuose. Il pigidio è pure striato in senso trasversale e presenta per ciascun lato una larga macchia gialla. L’ apofisi del mesosterno è piana, triangolare non incurvata all'apice. L’ ad- dome è finamente striato-puntato; i lati del petto sono striolati e macchiati lateralmente di giallo, come pure ciascun segmento addominale. Femori striato-rugosi; tibie munite di grossi punti. Questa specie è molto interessante come la seconda di quella sezione del genere Schizorhina stabilita dal Thomson col nome di Digenethle (*). Le due specie si riconoscono molto facilmente I’ una dall'altra per i caratteri seguenti. La D. caeluta. è tutta nera e non ha macchie; la spilophora è bruna e macchiata di giallo. In questa (4) Bulletin des Séances de la Société Entomologique de France, 1877, n.° 23, p. 246. CETONIDI MALESI E PAPUANI lo il clipeo è un poco meno quadrangolare, ha il margine più ri- levato e la sinuosità anteriore più accennata. Il protorace si distingue per la presenza della striscia laterale gialla, è un poco più stretto e un po’ meno convesso; la punteggiatura presso i lati è più leggera. La scultura degli elitri ha lo stesso tipo di quella della caelata, ma è molto più fina. L’apofisi del mesos- terno è dritta all'apice, mentre nella caelata si presenta legger- mente incurvata. I lati dell'addome ed il margine dell’ ultimo segmento non sono pelosi. Un solo esemplare raccolto dal sig. L. M. D'Albertis nella Nuova Guinea centrale, lungo il Fiume Fly, nel mese di Set- tembre 1877. sehizorrhina Neva, n. sp. Atra, nitida, prothoracis vitta lata laterali, elytrorumque macula discoidali dentata flavescentibus; pygidio, mesosterni et segmentorum abdominalium lateribus albido-maculatis. S. decorticatae valde similis, sed clypeo latiore, margine antico minus emarginato, prothorace angustiore, scapulis haud maculatis, elytris latioribus, magis deplanatis, macula discoidali minore et fortius dentata praecipue distincta. Long. 13}/, mill. Hab, Ins. Thursday. D’ un bel nero lucente colle antenne nero-picee, la striscia del protorace e la macchia degli elitri giallastre e le macchie del petto e dell’ addome biancastre. A primo aspetto si potrebbe confondere colla S. decorticata di W. Macleay (1), ma le differenze fra l'una e l’altra specie sono molto rimarchevoli. La S. Neva ha il clipeo più largo, più quadrangolare, più fortemente punteggiato, col margine anteriore più elevato e meno sinuato nel mezzo. Nella S. decorticata 1 lati del protorace (4) The Transactions of the Entomological Society of New South Wales. ols Ty 1863; p.-17. 10 R. GESTRO presentano un leggero angolo nel mezzo; per cui vi sono due sinuosità, delle quali la più evidente è quella della porzione che sta al didietro di quest’ angolo. Nella nostra specie quest’ angolo non è quasi accennato ed i lati sono appena sinuosi nella loro metà posteriore. Dippiù il protorace nel suo insieme è notevol- mente più stretto, ma in avanti un poco più largo che nella specie affine. La striscia laterale giallastra è alquanto più stretta e presenta internamente nel mezzo una piccola smarginatura ad angolo. Il disco è quasi liscio nel mezzo e all’interno vi sono pochi punti sparsi. Lo scudetto è liscio. Le scapole non hanno traccia di macchie. Gli elitri, sono molto più larghi e più piani; la loro scultura è più forte; però è anch’ essa composta di punti ocellati che si riuniscono fra loro per dar luogo a rugosità. La macchia giallastra che occupa la metà dell’ elitro è più allungata, più irregolare ed è fessa in avanti e in addietro. Il pigidio è più largo, striato-rugoso trasversalmente e anch’ esso ornato di una larga macchia biancastra su ciascun lato. Ciascun segmento ad- dominale porta ai suoi lati una macchia tonda biancastra; due più grandi si osservano sui lati del mesosterno. L’ appendice di questo è stretta ed acuta. Le tibie mediane e posteriori sono guernite al margine interno di peli lunghi bruni. La S. decorticata abita Port Denison, la S. Neva fu raccolta dal sig. L. M. D’ Albertis nell’ Isola Thursday (Stretto di Torres) in Gennaio 1878. Non ho avuto a mia disposizione che un esem- plare di ciascuna specie, ma ambedue appartenenti al sesso maschile. Il nome di Neva è quello della barca a vapore sulla quale il sig. L. M. D'Albertis ha compiuto le sue ultime avventurose e brillanti esplorazioni del Fiume Fly. Anacamptorhina ignipes, Braxcnarp. Il sig. L. M. D'Albertis ha raceolto lungo il Fiume Fly, nel- l'interno della Nuova Guinea, dopo un percorso di circa 450 miglia, nel mese di Settembre, varii esemplari di una Anacamptorhina di colore azzurro-verdastro scuro, cogli elitri rossi. Sulle prime, CETONIDI MALESI E PAPUANI Pe fondandomi sulla colorazione, credeva si trattasse di una specie nuova per la scienza, ma in seguito ho potuto convincermi che essa non è che una varietà della ignipes, Blanch. Per giungere a questa conclusione ho paragonato gli esemplari del sig. D’Al- bertis col tipo di Blanchard esistente nel Museo di Parigi e proveniente dalla Baja del Tritone e con due individui della collezione del Conte di Mniszech, uno di Amberbaki raccolto dal sig. Laglaize, l’altro raccolto da Wallace ed etichettato soltanto: « Nuova Guinea ». Il primo di questi è femmina; ha un colore verde metallico e tre serie di punti leggeri sugli elitri: |’ altro è un maschio di colore azzurro verdastro e senza punti sugli elitri. L'A. ignipes tipica è tutta verde ed ha soltanto i piedi rosso- cuprei; gli individui presi dal sig. D'Albertis non differiscono da essa se non nel colore degli elitri che sono rossi; del resto con- cordano tanto nella forma, quanto nella scultura delle diverse parti. Uno di essi presenta un leggero riflesso verde sulla re- gione suturale degli elitri, che indicherebbe una tendenza a rav- vicinarsi al tipo. Pertanto essi costituiscono una bellissima varietà che sarà distinta nella collezione del Museo Civico col nome di rubripennis. vo Ann. del Mus. Giv. di St, Nat. Vol. XIV. (27 Gennaio 1879). Zwei neue Coleopteren-Arten aus Neu-Guinea. Von TH. KIRSCH in Dresden. — Pelops Gestroi: oblongo-parallelus, paullo minus depressus, niger; prothorace subtus metasternique lateribus sat breviter et parcius, tibiis intermediis extus longius et densius rufo-pilosis; antennarum articulis sex ultimis (sexto-octavo brevius) lamel- latis; clypeo antice medio profunde sinuato, utrinque dentato, dentibus latis (dextro latiore), apice oblique truncatis; fronte antice bituberculata, postice juxta cornu compressum grosse punctata; prothorace laevi, foveolis lateralibus punctatis; elytris regulariter punctato-striatis; mento intra laminas laterales im- presso, subopaco, medio triangulo convexo, minore, polito, la- teribus obsolete terminato; metasterni lateribus ruguloso punc- tatis. Long. 37-39 mill. Patria: Nova Guinea, Ins. Yule (Z. M. D'Albertis). Mus. Genuens. et Dresdens. Die Art steht dem P. australis Boisd. sehr nahe, ist aber im Allgemeinen etwas grésser und durch die Sculptur der Stirn und des Kinns wesentlich verschieden. Das Kopfhorn sehr zusammengedruckt, die flache zu beiden Seiten desselben grubig-punktirt, bei australis B. meist glatt, ohne deutliche Punkte, nur hie und da etwas uneben ; die Stirn vor dem Kopfhorn entweder ganz ausgeglichen und nur schràg nach vorn abfallend, oder das Stirndreieck schwach erhaben, mit einem Tuberkel jederseits an der Vorderecke, von denen ein mehr oder weniger deutliches feines Leistchen nach dem Innenrand der Clypeuszihne hinzieht; diese sind breit (der rechte gewòhnlich etwas mehr vortretend und breiter), an der Spitze schrig abgestutzt, bei australis der rechte meist stumpf zuge- spitzt. Die Oberlippe etwas dichter punctirt, als bei australis, aber sonst ganz eben so tief vorn ausgebuchtet, der linke NEUE COLEOPTEREN-ARTEN 19 Lappen weniger gerundet, als der rechte, nach der Spitze zu mehr verschmiilert. Der Prothorax glatt, glinzend, die Sei- tennarben tief eingedriickt, mit gedringten, verfliessenden Punkten, einige derselben auch ausserhalb der Narben, die Mittellinie nur an der Basis angedeutet. Das Kinn hat zwischen den beiden grob und tief punktirten Seitenlappen ein weniger gliinzendes mattes Mittelfeld und auf diesem in der Mitte ein glatt polirtes, etwas gewòlbtes, nach den Seiten allmihlig ab- fallendes und in die matte fliiche ibergehendes Dreieck. Ich widme diese Art Hn. Dr. Gestro als Zeichen aufrichtiger Hochachtung. Asytesta Doriae: ovalis, nitida, nigra; capite, prothoracis la- teribus antice, elytrorum lateribus apiceque fusco-lurido-squa- mosis; rostro basi, prothorace utrinque ante basin, elytrorum macula humerali vittaque pone medium interstitii quinti niveo- squamosis; rostro antice depresso, supra crebre, sed non dense punctato, medio sublaevi; antennis rufis, funiculo albo-piloso; fronte carinula tenui curvata; prothorace amplo, antice subtu- bulato, supra medio sat producto, basi truncato, supra late con- vexo, profunde parce punctato, ciliis albis; scutello nullo; co- leopteris prothoraci cum capite subaequalibus, fere triangularibus, lateribus rotundatis, basi truncatis, elevato-marginatis, grosse striato-punctatis, strus basi foveolatis, interstitiis politis, secundo crista discoidali parum elevata, muricata; pedibus plus minusve albido et lurido squamosis, femoribus quatuor posterioribus den- ticulatis, denticulis albo squamosis, anticis dente valido sub- triangulari, extus denticulato, tibiis anticis medio intus obtuse angulatis. Long. 3 1/,-4!/, mill. Patria: Nova Guinea, Ins. Yule (LZ. M. D'Albertis). Mus. Genuens. et Dresdens. Die Art weicht zwar durch den auf der vorderen Hilfte ent- schieden niedergedriickten Russel, die Form und Sculptur des Halsschilds, den Mangel des Schildchens und die stark bewatt- neten Vorderschenkel von den drei durch Pascoe beschriebenen 20 TH. KIRSCH sehr ab, doch halte ich diese Charactere nicht fiir gewichtig genug, um eine neue Gattung dafùr aufzustellen. Herr Dr. Gestro findet vielleicht bei weiterer Sichtung der Genueser coleoptero- logischen Schiitze den Ubergang zu den Pascoeschen Arten ver- mittelnde formen. Dem iusseren Ansehn, auch der Form nach einem kleinen Rhyephenes sehr abnlich, selbst im Bezug auf die Bildung der Mittelbrust. Der Russel an der Basis, noch deutlicher aber auf der vorderen Halfte breit niedergedrickt; die Fuhler dicht vor der Mitte des Ruùssels eingefiigt, das erste Geisselglied zwar dicker, aber an Lange kaum von dem zweiten verschieden; auf der Stirn oben zwischen den Augen ein iber die dunkelbraune Beschuppung hervorstehendes, glinzend schwarzes, einen nach vorn gekrùmmten Bogen darstellendes Querkielchen. Das Hals- schild so breit als die Fligeldecken, missig gewélbt, vorn tubu- lirt, in der Mitte ziemlich weit uber den Kopf vorgezogen, an der Basis gerade abgestutzt. Die Fliigeldecken an der Basis erha- ben gerandet, hinter derselben quer niedergedriickt, mit groben Punktreihen, der erste Punkt an der Basis jeder Reihe grùb- chenartig , ein erhabener, ungefihr das mittelste Drittheil der ganzen Lange einnehmender, mit rauhen Kérnchen besetzter Streifen , auf dem finften hinter der Mitte eine schneeweiss beschuppte Lingsbinde, ein eben solcher Schulterfleck an der Basis bis uber die Zwischenriume spiegelglatt, auf dem zweiten vier Zwischenràume ausgedehnt. Die Vorderschenkel mit einem grossen dreieckigen scharfen Zahn, dessen Aussenrand mit klei- nen Zihnchen besetzt ist. Zu Ehren des Herrn Marquis Doria des Forschers und Micen der Zoologie benannt. Catalogo declì uecelli raccolti da L. M. D'Albertis durante la 2.* @ 3.* esplorazione del Fiume Fly negli anni 1876 e 1877, per L. ML D'ALBERTIS e TOMMASO SALVADORI. La regione della Nuova Guinea meridionale, percorsa e bagnata dal Fiume Fly, era al tutto ignota geograficamente e zoologica- mente prima del 1875; in quell’anno L. M. D'Albertis risaliva il fiume per circa centocinquanta miglia a bordo del vapore £/an- gowan, appartenente alla London Missionary Society. Nel 1876 e nel 1877 il D'Albertis compieva altre due esplorazioni del Fiume Fly. I risultati geografici della prima furono descritti in una sua pubblicazione intitolata: Journal of the Expedition for the Exploration of the Fly River, la quale è accompagnata da una carta geografica, in cui è tracciato il corso del Fiume Fly, da lui rimontato per circa 500 miglia. L'esplorazione durò dal Maggio fino al Dicembre 1876. La terza esplorazione finalmente durò circa sei mesi, cioè dalla fine di Maggio fino ai primi di Dicembre e si arrestò a circa 475 miglia, poco lungi dal limite raggiunto nella seconda spedizione. Durante la prima esplorazione furono raccolti diciotto uccelli appartenenti a dodici specie, menzionate e descritte dal Salvadori (Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 8 e seg. 1876); tra esse erano due specie nuove, la Cyanaleyon stictolaema e la Goura selateri, ed anche un Cyclopsittacus fuscifrons, che ora, dopo averne esa- minato un maggior numero di esemplari, non crediamo, ad onta di certe piccole differenze, che si possa separare dal C. melano- genys (Rosenb.) delle Isole Aru. Durante la seconda esplorazione, furono raccolti 105 esemplari, dieci dei quali più non esistono nella collezione, appartenenti a circa 50 specie (1); molte di più furono vedute, ma non raccolte, (1) Alcune delle specie raccolte durante la seconda esplorazione furono tro- vate presso la foce del Fiume Kataw e nell’ Isola Yarru, situata fra le foci dei fiumi Kataw e Fly, presso la costa della Nuova Guinea. 22 L. M. D ALBERTIS E T. SALVADORI ed il D'Albertis in alcune Note Ornitologiche (Sydn. Mail 1877, p. 248. — Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 6-20, 1877. — Ibis, 1877, p. 363-372) pubblicò alcune delle cose più importanti da lui osservate, ed aggiunse alle medesime una lista degli uccelli raccolti ed osservati lungo i Fiumi Fly e Kataw; in quella lista sono annoverate 85 specie, una delle quali fu descritta come nuova, la Mina Robertsoni, che in verità non è diversa dal Me- lanopyrrhus orientalis (Schleg.) ed alcune altre non furono esat- tamente determinate per mancanza di sufficienti materiali di confronto. Finalmente durante la terza esplorazione furono raccolti 800 uccelli, 6 dei quali più non esistono nella collezione. Abbiamo creduto conveniente di unire a questi quelli della seconda esplo- razione, giacchè le due collezioni si completano a vicenda, for- mando un insieme di 905 esemplari, appartenenti a 173 specie, alle quali aggiungendo quelle già menzionate come vedute du- rante la seconda esplorazione, ma che non furono conservate neppure durante la terza, si ha un totale di 183 specie. Le seguenti vengono ora descritte per la prima volta: Aprosmictus callopterus, nov. sp. . Trichoglossus caeruleiceps, nov. sp.? wo Chaetura novae guineae, nov. sp. Rectes brunneiceps, nov. sp. Dicaeum rubrigulare, noy. sp. » albopunetatum, nov. sp. Poodytes albolimbatus, nov. sp. COND OR Munia leucosticta, NOV. sp. = Megacrex inepta, nov. gen. et nov. sp. Fra queste è degna di speciale menzione l’ ultima, tipo di un nuovo genere di Rallidi, che sembra affine alle specie del genere americano Aramides, ma incapace di volare; è una di quelle interessanti forme, che col tempo sono destinate a scomparire come sono scomparse in tempi recenti, altre specie della stessa famiglia, quali la Notornis mantelli, la N. alba ed altre. UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA po Fin dal 1875, studiando la prima collezione di uccelli raccolti nell’ Isola Yule e sulla costa vicina della Nuova Guinea ('), dicevamo come nella Nuova Guinea meridionale aumentassero gli elementi australiani ed apparissero per la prima volta molti aruani, e questa cosa possiamo ora ampiamente confermarla. Tra le forme australiane appaiono ora per la prima volta le seguenti: i l. Eurostopus albigularis 6. Neochmia phaeton? 2. Dicruropsis bracteata 7. Lobivanellus miles 3. Gerygone personata 8. Ardea picata 4. Pitta simillima 9. Puffinus sphenurus 5. Ptilotis versicolor 10. Pelecanus conspicillatus e qualche altra; e considerando la non grande distanza fra il Capo York e la costa opposta della Nuova Guinea la cosa non deve sorprendere. Più sorprendente invece riesce il fatto delle specie credute finora esclusivamente aruane, e che si trovano invece anche nella Nuova Guinea meridionale, confermando an- cora una volta ciò che è stato affermato, se non andiamo errati, per la prima volta dal Wallace, che le Isole Aru facessero parte un tempo della Nuova Guinea, e che la separazione per la sommersione della parte interposta, sia avvenuta in un tempo non molto lontano. Tra le specie più notevoli credute finora esclusivamente aruane citiamo le seguenti: 1. Paradisea apoda, cui crediamo siano da riferirsi anche gli esemplari del Fiume Fly, ad onta di alcune diffe- renze che sebbene costanti non pare che per ora pos- sano avere valore specifico. 2. Cyclopsittacus aruensis 3. » melanogenys 4. Trichoglossus nigrigularis (4) Ann, Mus. Civ. Gen. VII, p. 803 (1875). 24 L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI 5. Tanysiptera hydrocharis 6. Machaerorhynchus xanthogenys 7. Todopsis bonapartei 8. Melanocharis chloroptera 9. Ptilopus zonurus 10. » LOZONUS 11. Phlogoenas helviventris 12. Casuarius beccari. Così pure è la stessa specie di Nastterna che vive nelle Isole Aru, la N. keyensis, Salvad., che si trova anche lungo il Fiume Fly. E importante di ricordare queste forme, perchè esse sono per la massima parte rappresentanti di altre affini, le quali abitano la penisola settentrionale della Nuova Guinea, e la loro presenza nella Nuova Guinea meridionale dimostra, che la fauna di questa, e della Nuova Guinea settentrionale differiscono più fra loro che non quella della Nuova Guinea meridionale dalla fauna delle Isole Aru. Tra le specie della Nuova Guinea meridionale rappresentanti altre della penisola settentrionale della Nuova Guinea, possiamo menzionare le seguenti: — . Cyclopsittacus cervicalis rappresentante il C. desmaresti ed il C. occidentalis. 2. Lorius erythrothorax rappresentante il L. lory. 3. Cyanalcyon stictolaema rappresentante la C. nigrocyanea. 4. Graucalus subalaris rappresentante il G. boyeri. 5. Rectes brunneiceps rappresentante la ‘è. cirrhocephata. 6. Eupetes nigricrissus rappresentante lE. coerulescens. 7. Ptilopus gestrot rappresentante il P. ornatus. 8. Plilopus zonurus rappresentante il P. perlatus. 9. Goura selateri rappresentante la G. coronata. 10. Tulegallus fuscirostris rappresentante il 7. cuvieri. Un fatto singolare che si verifica lungo il Fiume Fly è la presenza di due specie del genere Trichoglossus; il T. cyano- UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 25 grammus vive nella parte superiore del suo corso, cioè verso le 450 miglia dalla foce, mentre nel tratto medio, cioè verso le 200 miglia vive la specie delle Isole Aru e Kei, cioè il T. ni- grigularis. Presso il fiume Kataw poi vive una specie probabil- mente nuova, di cui esiste un solo individuo nella collezione, e che ha la testa tutta cerulea come il 7. novae hollandiae. Così pure crediamo di dover segnalare fin da ora un altro fatto notevolissimo, cioè I’ esistenza nella regione percorsa dal Fiume Fly d' ibridi frequenti della P. apoda e della P. raggiana. Sull' importanza di questo fatto ci estenderemo maggiormente trattando di questa specie. Sp. 1. Pandion leucocephalus, Govt. Pandion leucocephalus, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248. — Id., Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 19 (1877). Due esemplari colla testa quasi interamente bianca. N. 84 7. Fiume Kataw, 11 Ottobre 1876. « Becco e cera cenericci; iride bianca; piedi giallognoli. Si nutre di pesci ». (D’A.). N. 99. Fiume Kataw, Ottobre 1876. «Becco e cera neri; iride bianca; piedi cenerino chiaro » .(D'A.). Sp. 2. Haliastur girrenera (Vie). Hlaliastur girrenera, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248. — ld., Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 19 (1877). Due esemplari. N. 282. 7. Fiume Fly (300 m.) 5 Luglio 1877, « Becco giallo verdognolo; colla base e colla cera cenerina; piedi giallastri; occhi castagni. Si nutre di formiche alate ». (D'A.). Individuo adulto in abito perfetto. 26 L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI N. 542. 7. Fiume Fly (430 m.) 28 Agosto 1877. « Becco e cera cenerino scuro; piedi giallastri; iride ca- stagna ». (D'A.). Individuo giovane colla testa e collo di color bruno con strie longitudinali chiare e colla coda bruno nerastra. Sp. 3. Haliastur sphenurus (Viett.). Haliastur sphenurus, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248. — Id., Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 19 (1877). N. 83. 7. Fiume Kataw, Ottobre 1876. « Becco e cera neri; piedi bianco cenerino; iride castagna. Si nutre di grilli ». (D’A.). N. 122. Y. Fiume Fly (200 m.) 15 Giugno 1877. Sp. 4. Henicopernis longicauda (Garvy.). Henicopernis longicaudatus, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248. — Id., Ann. Mus. Civ. Gen. X, pp. 8, 19 (1877). Cinque esemplari. N. 13. 7. Fiume Fly (450 m.) Giugno 1876. « Becco grigio-chiaro, cera biancastra; piedi bianco-cinerei; iride giallo vivo. Si nutre di api ». (D’A.). N. 56. 2. Fiume Alice (') Luglio 1876. » 555. 7. Fiume Fly (430 m.) 28 Agosto 1877. » 757. J. Fiume Fly (200 m.) 25 Ottobre 1877. « Si nutre di pipistrelli ». (D'A.). N. 766. 9. Fiume Fly (200 m.) 1 Novembre 1877. « Si nutre di uova e d’insetti ». (D'A.). Non vi è differenza sensibile tra i maschi e le femmine. (1) Il fiume Alice è un tributario del Fly. UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 27 Sp. 5. Baza reinwardtii (Mir. et ScnLed.). Sei individui; maschi, femmine e giovani. N. 724. Y. Fiume Fly (450 m.) 6 Ottobre 1877. « Becco nero, coi margini delle mascelle e colla mandibola cenerini; piedi bianco-cenerognoli; iride gialla. Si nutre di grilli ». (D'A.). Individuo perfettamente adulto con larga fascia nera all’ apice della coda e con macchie nere irregolari presso la base, residuo delle fascie preesistenti. N. 756. 7. Fiume Fly (300 m.) 17 Ottobre 1877. Simile al precedente, ma con tre strette fascie nere verso la base della coda. N. 717. 9. Fiume Fly (450 m.) 4 Ottobre 1877. » 785. 9. Fiume Fly (150 m.) 3 Novembre 1877. Questi due individui, simili tra loro, differiscono dai maschi per le fascie trasversali delle parti inferiori brune e non nere, pel dorso e per le scapolari di color bruno più chiaro, che si estende sul sopraccoda, per la base della coda di color grigio bruno, e non grigio plumbeo, con tre fascie nere trasversali ben distinte. N. 583. 7. Fiume Fly (420 m.) 6 Settembre 1877. « Si nutre di cicale e grilli ». (D’A.). N. 503. 9. Fiume Fly (430 m.) 21 Agosto 1877. Gli ultimi due individui sono giovani e somigliano ai precedenti per le fascie brune trasversali delle parti inferiori, ma hanno la tinta rossigna della parte inferiore dell’ addome e del sottocoda più pallida; il cenerino della parte anteriore alquanto rossigno, le parti superiori brune, e così pure la coda, che è attraversata da 5 fascie nere, più larghe progressivamente dalla base verso l’ apice. 28 L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI Sp. 6. Harpyopsis novae-guineae, SaALvan. N. 760. 9. juv. Fly River (200 m.) 24 Ottobre 1877. « Becco nero corneo; piedi gialli pallidissimi; iride castagna. Si nutre di mammiferi ». (D'A.). Sebbene questo individuo sia indicato come giovane, esso non differisce dagli altri esemplari raccolti finora. Sappiamo che anche il Meyer ebbe un esemplare di questa specie dai suoi cacciatori, e uno di noi lo ha visto in Londra. Sp. 7. Urospizias poliocephalus (Gray). N. 483. 2. Fiume Fly (430 m.) 16 Agosto 1877. « Becco nero; cera, palpebre e piedi arancioni; iride castagna. Ovajo poco sviluppato ». (D'A.). Individuo simile ai tipi dell’ U. speothorar, Salvad., che il Sal- vadori ha già riconosciuto essere individui in età media dell’ U. poliocephalus. Sp. 8. Cacatua triton (Tenm.) Cacatua triton, D'Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248. — Id., Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 19 (1877). — Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 24, sp. 1 (1877). N. 104. Fiume Kataw, Ottobre 1876. « Becco, occhi e piedi neri ». (D'A). Individuo della piccola forma, come quelli delle Isole Aru, di Mysol, di Salvatti e di Waigiou, C. macrolopha (Rosenb.), Journ. f. Orn. 1861, p. 45. — Wall, P. Z. S. 1864, p. 280. Sp. 9. Nasiterna keiensis, SALvan. Nasiterna pygmaea pt., Schleg., N. T. D. III, p. 331 (1866) (spec, ex Aru.). — Rosenb. (nec Q. & G.), Reis naar zuidoostereil. pp. 48, 49 (1867) (Aru). — Schleg., N. T. D. IV, pp. 5, 7 (partim) (1871). — Id., Mus. P. B. Psittaci (Reeve), p. 71 (1874) (partim). UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 29 Nasiterna keiensis, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VII, p. 984 (1875); X, p. 26, sp. 10 (1877). — Gould, B. of New Guin. pt. VI, pl. 13 (1878). Nasiterna aruensis, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VII, p. 985 (1875) (ex Schlegelio); X, p. 25, nota 2 (1877). Quattro esemplari. N. 348. 7. Fiume Fly (400 m.) 23 Luglio 1877. « Becco ed occhi neri; piedi plumbei chiari ». » N. 709. 7. Fiume Fly (450 m.) 2 Ottobre 1877. « Becco cenerognolo; piedi cenerini ». N. 710. 7. Fiume Fly, 2 Ottobre 18 U (¢ » 711. 9. Fiume Fly, 2 Ottobre 1877 I tre maschi hanno il pileo di color giallo, più chiaro; l’'ul- timo ha il pileo di color giallo lurido, coi margini delle piume tinti di rossigno; questo, che ha il becco più piccolo, probabil- mente è un giovane e gli altri sono adulti; essi sono al tutto simili ai tipi delle Isole Kei. Non pare che gli esemplari delle Isole Aru, esaminati dal Salvadori nel Museo di Leida, si possano attribuire ad una specie diversa. La figura che il Gould ha dato di questa specie appare un poco troppo grande. Sp. 10. Aprosmictus callopterus, nov. sp. Capite, collo et gastraeo toto rubro-puniceis; interscapulio, uro- pygio, supracaudalibus et subcaudalibus pulchre eyaneis; scapula- ribus migris, cyaneo-marginatis; alis viridibus, remigibus ultimis et tectricibus mediis anterioribus saturatioribus, fere nigricantibus; tectricibus minoribus, mediis et majoribus dorso proximis laetissime flavo-viridibus; cauda superne atro-caerulea, inferne nigra; rostro nigro, maxillae basi superne rubra; pedibus nigris; iride flavo- aurantia. Fem. Viridis, abdomine rubro; uropygio et supracaudalibus laete coeruleis; cauda superne atro-caerulea; subalaribus viridibus; collo 30 L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI antico et pectore summo olivaceo-viridibus, plumarum marginibus rubris; rostro nigro, maxillae basi superne rubescente. Long. tot. 0™, 375; al. 0%, 195; caud. 0%, 210; rostri 0%, 023; tarsi 0”, 020. Sei individui. N. 621. 7. Fiume Fly (420 m.) 12 Settembre 1877. Individuo adulto, ma cogli apici delle timoniere rossi. N. 502. 7. Fiume Fly, 21 Agosto 1877. Simile al precedente, ma senza gli apici rossi delle timoniere e colle scapolari di color nero-verdone, lievissimamente tinte di azzurro. N. 206. 7. Fiume Fly (300 m.) 26 Giugno 1877. Individuo non al tutto adulto con qualche piuma verde fra quelle rosse della testa. N. 250. 9. Fiume Fly (300 m.) 30 Giugno 1877. » 314. 9. Fiume Fly (350 m.) 7 Luglio 1877. » 537. 7. juv. Fiume Fly (430 m.) 22 Luglio 1877. Il maschio giovane somiglia alle femmine, ma ha qualche piuma rossa tra quelle verdi della testa, ha traccie di azzurro sulla parte Superiore del dorso, le scapolari in parte nereggianti e qualche piuma giallo-verde tra le cuopritrici medie delle ali. « Becco nero colla base della mascella superiormente rossa; iride gialla, o giallo-aranciata; piedi neri ». (D'A.). Il maschio di questa bellissima specie è facile a riconoscere per la grande area di color verde-giallo che tinge quasi tutta la regione delle cuopritrici delle ali e somiglia per questo rispetto al- l Aprosmictus insignissimus, Gould. La femmina somiglia a quella dell’ A. cyanopygius (Vieill.) d'Australia, ma si distingue facil- mente per ì margini rossi delle piume della parte anteriore del collo e superiore del petto. « Si nutre di frutta e di semi ». (D’A.). UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 31 Sp. 11. Cyelopsittacus cervicalis, Sarvan. et D’ALs. Cyclopsittacus cervicalis, Salvad. et D’Alb., Ann. Mus. Civ. Gen. VII, Pp. 811 (1875). — Salvad., Op. cit. IX, Pp. 12 (1876); X, p. 28, sp. 27 (1877). §. Individui colla cervice azzurra come i tipi: N. 593. ¢. Fiume Fly (420 m.) 7 Settembre 1877. » 635. 7. Fiume Fly (420 m) 13 Settembre 1877. » 663. 7. Fiume Fly (450 m.) 8 Settembre 1877. » 695. g. Fiume Fly (450 m.) 20 Settembre 1877. » 696. 7. Fiume Fly (450 m.) 20 Settembre 1877. » 734. 7. Fiume Fly (450 m.) 6 Ottobre 1877. » 735. 7. Fiume Fly (450 m.) 6 Ottobre 1877. » 736. 7. Fiume Fly (450 m.) 6 Ottobre 1877. » 661. 9. Fiume Fly (450 m.) 17 Settembre 1877. » 737. 9. Fiume Fly (450 m.) 6 Ottobre 1877. » 738. 9. Fiume Fly (450 m.) 6 Ottobre 1877. I N. 593 e 663 hanno al pari dei tipi una leggera tinta aran- ciata, che non si scorge negli altri individui, i quali evidente- mente sono alquanto più giovani. L'individuo 735 ha il color giallo della parte interiore delle gote quasi puro, senza tinta rossa. Tutti hanno le piume auricolari posteriori-inferiori di color ce- leste chiaro (1). Non v' ha differenza fra i maschi e le femmine. « I N. 734 e 737 avevano le ossa del cranio non ancora in- durite, essendo molto giovani; il maschio aveva i testicoli e la femmina l’ovajo appena discernibili ». (D'A.). §. Individui nei quali l'azzurro della cervice va scomparendo e viene sostituito dal giallo più o meno aranciato. N. 548. 9. Fiume Fly (430 m.) 28 Agosto 1877. Cervice di colore azzurro variegato di verde e di giallo. (4) Nella descrizione originale di questa specie fu fatta menzione di un in- dividuo avente da un solo lato quelle piume auricolari celesti, ma meglio esaminandolo si scorge come per imperfetta preparazione quelle piume ap- Paiano da un solo lato, mentre si trovano su ambedue. 32 L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI N. 611. 7. Fiume Fly (420 m.) 11 Settembre 1877. U Simile al precedente, ma coll’ azzurro della cervice meno co- spicuo. N. 508. 9. Fiume Fly (430 m.) 22 Agosto 1877. » 567. 7. Fiume Fly (430 m.) 1 Settembre 1877. » 506. 9. Fiume Fly (430 m.) 22 Agosto 1877. » 594. 9. Fiume Fly (420 m.) 17 Settembre 1877. » 507. 9. Fiume Fly (430 m.) 22 Agosto 1877. In tutti questi esemplari v'è una diminuzione progressiva del- l'azzurro della cervice; nell’ ultimo vi sono soltanto due piume di quel colore al sommo della cervice, che è di color giallo arancio come il pileo. Inoltre nei medesimi le piume auricolari posteriori-inferiori vanno perdendo il colore celeste, finchè in alcuni sono al tutto di color giallo. La fascia pettorale azzurra nell’esemplare 594 è di color celeste chiaro. §. Individui colla cervice rosso arancio, nei quali alla parte in- feriore della cervice si va disegnando un bel collare di color giallo vivo, e le lunghe piume auricolari sono, interamente o quasi, di color giallo, senza tinta rossa all’ apice delle superiori, e senza tinta celeste sulle inferiori. N. 543, 7. Fiume Fly (420 m.) 28 Agosto 1877. Collare cervicale verde-giallognolo. N. 638. 7. Fiume Fly (420 m.) 13 Settembre 1877. Simile al precedente, ma col petto tinto sul mezzo di colore arancio. N. 505. 7. Fiume Fly (430 m.) 22 Agosto 1877. » 657. 7. Fiume Fly (430 m.) 13 Settembre 1877. » 568. 7. Fiume Fly (430 m.) 1 Settembre 1877. » 547. 7. Fiume Fly (430 m.) 28 Agosto 1877. » 582. 9. Fiume Fly (430 m.) 5 Settembre 1877. » 569. 9. Fiume Fly (430 m.) 1 Settembre 1877, UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 38 In questi esemplari il collare cervicale va facendosi progres- sivamente meno verdognolo e di un giallo più scuro, e la fascia pettorale di colore celeste sempre più chiaro. N. 636. Fiume Fly (450 m.) 13 Settembre 1877. Gote gialle senza tinta rossa. N. 501. Fiume Fly (430 m.) 21 Agosto 1877. » 639. Fiume Fly (430 m.) 15 Settembre 1877. Negli ultimi tre individui il collare cervicale è di un bel giallo e nettamente definito, il petto è tinto di un bel colore arancio, che nell’ ultimo è vivissimo, e finalmente la fascia pettorale è di color celeste chiaro; i due ultimi hanno le gote tinte di rosso arancio, mentre il terz’ ultimo le ha di color giallo puro. Questa specie, la più bella fra le affini, è notevole anche per la grande variabilità, che non si osserva nelle altre. Dagli in- dividui colla cervice azzurra, colla fascia pettorale di colore az- zurro cupo e colle piume auricolari posteriori in parte (le supe- riori) rosse, ed in parte (le inferiori) celesti si arriva a quelli colla cervice di color rosso arancio come il pileo, con un col- lare cervicale di un bel giallo, colla fascia pettorale di color celeste chiaro e colle lunghe piume auricolari tutte gialle; questo è l'abito degli adulti, mentre quello è proprio dei giovani, e tra l'uno e l’altro vi sono numerosi passaggi. La descrizione originaria di questa specie fu tratta dai giovani, per cui ora è da completare con quella degli adulti. Ap. Viridis; pileo et cervice rubro-aurantiacis; torque cervicali postico pulchre flavo; lateribus capitis flavis, plus minusve rubro- aurantio-tinctis; fascia antepectorali pectorisque lateribus pallide caeruleis ; pectore summo pulchre aurantio-tincto; macula celata remigum ultimarum rubra. Juv. Viridis; pileo rubro-aurantio, postice flavicantiore; cervice pulchre caerulea; lateribus capitis antice rubro-aurantiacis, postice Jlavis; auricularibus posterioribus superioribus rubro-aurantiacis, inferioribus caeruleis; fascia antepectorali laete caerulea, pectoris lateribus pallide caeruleis; macula celata remigum ultimarum flava. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV, (31 Gennaio 1879). 3 34 L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI « Becco nero; iride con un cerchio castagno interno ed uno esterno rosso; piedi verdognoli. Si nutre di frutta ». (D'A.). Sp. 12. Cyclopsittacus aruensis (Scuea.). Psittacula diophthalma aruensis, Schleg., Mus. P. B. Psittaci (Revue), p. 33 (Maggio 1877). Cyclopsitta aruensis, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VI, p. 73 (Agosto 1874). Cyclopsittacus aruensis, Salvad., Ann. Mus. Civ, Gen. X, p. 28, sp. 29 (1877). Diciotto individui. N. 641. 7. Fiume Fly (420 m.) 14 Settembre 1877. » 642. 7. Fiume Fly (420 m.) 14 Settembre 1877. » 643. 7. Fiume Fly (420 m.) 14 Settembre 1877. » 646. 7. Fiume Fly (420 m.) 14 Settembre 1877. » 649. 7. Fiume Fly (420 m.) 14 Settembre 1877. » 650. 7. Fiume Fly (420 m.) 14 Settembre 1877. » 651. 7. Fiume Fly (420 m.) 14 Settembre 1877. » 652. 7. Fiume Fly (420 m.) 14 Settembre 1877. » 653. ~. Fiume Fly (420 m.) 14 Settembre 1877. » 664. 7. Fiume Fly (420 m.) 16 Settembre 1877. » 665. 7. Fiume Fly (420 m.) 18 Settembre 1877. » 693. 7. Fiume Fly (450 m.) 20 Settembre 1877. » 791. g. Fiume Fly (150 m.) 3 Novembre 1877. Tutti questi esemplari sono adulti, simili fra loro, e simili al maschio tipo delle Isole Aru, descritto dal Salvadori. N. 647. 9. Fiume Fly (430 m.) 14 Settembre 187 » 667. 9. Fiume Fly (450 m.) 18 Settembre 187 » 694. $. Fiume Fly (450 m.) 20 Settembre 187 Anche queste tre femmine sono simili alla femmina tipo delle Isole Aru, dalle quali, come anche dag! individui seguenti, essa differisce per la fronte di color ceruleo più pallido; ma la diffe- renza è di poco conto. N. 644, 9. Fiume Fly (420 m.) 14 Settembre 1877. » 792. 9. Fiume Fly (450 m.) 3 Novembre 1877. Questi due esemplari, indicati anch’ essi come femmine, hanno la base di alcune piume frontali di color rosso (1). UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 315) N. 666. 7 juv. Fiume Fly (450 m.) 18 Settembre 1877, Maschio giovane simile alle femmine, ma con qualche piuma parzialmente rossa nella regione suboculare. « Becco cenerino perla, nerastro alla punta; piedi verdognoli; iride nera. Si nutre di frutta ». (D'A.). Sp. 13. Cyclopsittacus melanogenys (Rosenz.). Cyclopsittacus fuscifrons, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 14 (1876); X, p. 28, sp. 32 (1877). — D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, pp. 8, 19 (1877); Ibis, 1877, p. 366 Diciotto esemplari; nove maschi e noye femmine. N: —_— N. 228. 230. 231. 414. 418. 465. 783, . Fiume Fly (300 m.) 28 Giugno 1877, . Fiume Fly (300 m.) 50 Giugno 18 . Fiume Fly (500 m.) 30 Giugno 1877. . Fiume Fly (450 m.) 4 Agosto 1877. . Fiume Fly (450 m.) 4 Agosto 1877. . Fiume Fly (450 m.) 4 Agosto 1877. . Fiume Fly (420 m.) 11 Settembre 1877. . Fiume Fly (300 m.) 17 Ottobre 1877. . Fiume Fly (150 m.) 2 Novembre 1877. WAAaa_aaaa, (7 tude re maschi non differiscono sensibilmente fra loro. Fiume Fly (800 m.) 28 Giugno 1877, Fiume Fly (300 m.) 28 Giugno 1877. Fiume Fly (500 m.) 28 Giugno 1877. Fiume Fly (450 m.) 4 Agosto 1877. Fiume Fly (450 m.) 4 Agosto 1877. Fiume Fly (450 m.) 14 Agosto 1877. ? Fiume Fly (150 m.) 3 Novembre 1877. Gli esemplari dell’ ultima serie differiscono lievemente pel co- lore aranciato del petto più o meno vivace. L’ ultimo è indicato come maschio giovane, ed è in tutto si- mile alle femmine. N. 232. 2. Fiume Fly (300 m.) 28 Giugno 1877. 256. 9. Fiume Fly (300 m.) 30 Giugno 1877. » 36 L. M. D ALBERTIS E T. SALVADORI Questi due esemplari differiscono dai precedenti pel petto de- cisamente verdognolo e tinto soltanto di aranciato sul margine delle piume; sembrano giovani. In generale i maschi di questa specie del Fiume Fly hanno il colore bruno-arancio del petto più chiaro che non quelli delle Isole Aru, ed il colore bruno della fronte più esteso. Tuttavia l'esame della serie degl’individui soprannoverati ci ha mostrato che i caratteri indicati come distintivi del C. fuscifrons non sono sufficienti per poter sostenere la differenza specifica degli individui del Fiume Fly da quelli delle Isole Aru. Sp. 14. Geoffroyus aruensis (G. R. Gr.) Geoffroyus aruensis, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 28, sp. 38 (1817). Sei esemplari; tre maschi e tre femmine. N. 65. g. Isola Yarru, Luglio 1876. » 276. 7. Fiume Fly (300 m.) 4 Luglio 1877. » 319. 7. Fiume Fly (850 m.) 18 Luglio 1877. « Mandibola rossa; mascella nera; iride giallo pallido; piedi verdognoli ». (D'A.). N. 201. 9. Fiume Fly (300 m.) 26 Giugno 1877. » 204. 9. Fiume Fly (300 m.) 27 Giugno 1877. » 205. 9. Fiume Fly (300 m.) 27 Giugno 1877. « Becco nero. Si nutre di frutta e di semi ». (D'A.). Sp. 15. Melectus polyehlorus (Scor.). Eclectus polyechlorus, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 19 (1877). N. 386. 7. Fiume Fly (400 m.) 27 Luglio 1877, Di color verde. Sp. 16. Dasyptilus pesqueti (Less.). Dasyptilus pesqueti, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, pp. 8, 19 (1877); Ibis, 1877, p. 365. — Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 31, sp. 54 (1877). UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA SI N. 12. 2. Nuova Guinea centrale, Giugno 1876. » 701. 9. Fiume Fly (475 m.) 22 Settembre 1877). « Becco e piedi neri, occhi castagni. Si nutre di frutta e di semi di pandano ». (D'A.). Sp. 17. Hos fuscata, Bryrn. Eos fuscata, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 19 (1877). — Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 34, sp. 72 (1877). N. 712. Fiume Fly (450 m.) 12 Ottobre 1877. « Becco arancione; piedi neri; iride color arancione cupo. Si nutre di nettare ». (D'A.). Questo esemplare appartiene alla forma gialla. Sp. 18. Chaleopsittacus scintillatus (Tem.). Eos scintillata, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 8 (1877). Chalcopsittacus scintillatus, D’Alb., Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 19 (1877). — Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 34, sp. 75 (1877). Chalcopsittacus chloropterus, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 15, sp. 90 (1876); X, p. 34, sp. 76 (1877). — D’Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 8 (1877); Ibis, 1877, p. 366. Tredici esemplari. Essi variano per l'estensione maggiore o minore del rosso della fronte e pel colore celeste del groppone più o meno co- spicuo ed in alcuni apparente anche sulle piccole cuopritrici delle ali presso I’ angolo di queste; inoltre uno ha le cuopritrici infe- riori al tutto verdi, e non ha l’area gialla ben definita sul ves- sillo interno delle remiganti; altri hanno quest’ area più o meno bene definita, per cui con ragione il D'Albertis ha fatto notare come il C. chloropterus Salvad. non sia una buona specie; non pare che gl’ individui che corrispondono alla descrizione del C. chloropterus siano giovani, ma piuttosto varietà individuali. N. 69. 7. Nuova Guinea centrale, Luglio 1876. » 713. ~. Fiume Fly (450 m.) 2 Settembre 1877. » 70. g. Fiume Fly (Alligator Point) 7 Giugno 1877. 38 L. M. D ALBERTIS E T. SALVADORI N. 69. 9. Fiume Fly (Alligator Point) 7 Giugno 1877. » 79. 9. Fiume Fly (Alligator Point) 8 Giugno 1877. In tutti questi esemplari la tinta celeste del groppone è bel- lissima e sulla medesima non vi hanno strie gialle; la stessa tinta, sebbene lievissima, appare sulle piccole cuopritrici delle ali. Inoltre l’ area gialla sul vessillo interno delle remiganti è grande e ben definita. N. 234. ~. Fiume Fly (300 m.) 28 Giugno 1877. » 80. 9. Fiume Fly (450 m.) 8 Giugno 1877. Questi due esemplari differiscono dai precedenti per la tinta celeste del groppone mista di verde e per I’ area gialla sul ves- sillo interno delle remiganti più ristretta e mancante sulla prima. Il N. 234 ha il rosso della fronte molto esteso, fino oltre alla metà del pileo. N. 233. 7. Fiume Fly (300 m.) 28 Giugno 1877. » 125. ¢. Fiume Fly (200 m.) 15 Giugno 1877. Simili ai precedenti ma colla tinta celeste del groppone molto leggera. N. 21. Y. Nuova Guinea centrale, Giugno 1876. Individuo giovane simile ai precedenti e col rosso della fronte soltanto incipiente. N. 20. 9. Nuova Guinea centrale, Giugno 1876, Groppone di color verde erba con traccie della tinta celeste; fronte rossa; cuopritrici inferiori delle ali in parte rosse ed in parte verdi; T area gialla sul vessillo interno delle remiganti ristretta, e nelle prime due mancante. N. 40. 9. Nuova Guinea centrale, Giugno 1876. Simile al precedente, ma colle cuopritrici inferiori delle ali verdi; traccie di giallo sul vessillo interno delle remiganti. Simile al tipo del C. chloropterus, ma più piccolo. N. 699. 9. Fiume Fly (475 m.) 21 Settembre 1877. La UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 39 Piccolo individuo apparentemente giovane, col groppone verde, ma tuttavia colle cuopritrici inferiori delle ali in parte rosse ed in parte verdi e coll’ area gialla sul vessillo interno delle remi- ganti grande e ben definita. « Becco e piedi neri; iride rossa, o rossa-arancio. Si nutre di frutta ed è comunissimo in famiglie, specialmente ove sono al- beri in fiore ». (D'A.). Sp. 19. Lorius erythrothorax, Satyap. Lorius lory, Salvad. & D’Alb. (nec Linn.), Ann. Mus. Civ. Gen. VII, p.819; Sp. 13 (1875). — D'Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 19 (1877). Lorius erythrothorax, Salvad., Ann. Mus. Civ, Gen. X, Pp. 82, sp. 57 (1877). Dieci individui; otto adulti e due giovani. « Becco arancione; piedi neri; iride gialla. Si nutre di frutta, semi e nettare ». (D’A.). Adulti : N. 16. 7. Nuova Guinea centrale, Giugno 1876. > 19. 7. Nuova Guinea centrale, Giugno 1876. » 18. 9. Nuova Guinea centrale, Giugno 1876. » 134. 7. Fiume Fly (200 m.) Maggio 1877. » 113. 9. Fiume Fly (200 m.) 14 Giugno 1877. » 135. 9. Fiume Fly (200 m.) 16 Giugno 1877. >» 173. 9. Fiume Fly (300 m.) 23 Giugno 1877, « Individuo con uova mature ». (D'A.). Tutti questi esemplari sono simili al tipo, tranne I’ ultimo che ha la regione interscapolare in parte verdognola. N. 17. 9. Nuova Guinea centrale, Giugno 1876. Varietà colla fascia interscapolare rossa incompiuta e colla fascia cervicale nero-azzurra quasi continua anteriormente. Giovani: N. 257. 7. Fiume Fly (300 m.) 30 Giugno 1877. » 235. 9. Fiume Fly (300 m.) 29 Giugno 1877. 40 L. M. D ALBERTIS E T. SALVADORI Differiscono dagli adulti per avere |’ azzurro dell’ addome misto di rosso e per le dimensioni minori; l’ultimo ha sul dorso una sola fascia trasversale azzurro violetta. Ecco la descrizione completa dell’ adulto: Pileo nigro, collo antico, pectore summo, lateribus, fascia cervi- cali, altera interscapulari, dorso imo, uropygio, supracaudalibus et subalaribus rubris; fascia cervicali, altera interscapulari, et abdo- mine medio atro-caeruleis; tibws et subcaudalibus pulchre caeruleis ; alis exterius viridibus, dorsum versus brunneo-tinctis; remigibus inferius nigris, basin versus late fiavis; cauda apicem versus su- perne caerulea, inferne aureo-olivacea, basin versus rubra; rostro aurantio; pedibus nigris; iride flava. Long. tot. 0™, 300; al. 0%, 160; caud. 0%, 100; rostri 0™, 027; tarsi 0™, 020. Sp. 20. Trichoglossus cyanogrammus (Waar.). Trichoglossus cyanogrammus, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 35, sp. 77 (1877). N. 66. ¢. Fiume Fly, Nuova Guinea centrale, Luglio 1876. » 698. 7. Fiume Fly (450 miglia) 21 Settembre 1877. » 729. 7. Fiume Fly (475 miglia) 6 Ottobre 1877. « Becco arancione vivo; iride giallo-rossa; piedi neri o plumbeo- verdognoli. Si nutre di frutta e di nettare ». (D'A.). I primi due sono adulti e similissimi ad altri individui della Nuova Guinea settentrionale. Sp. 21. Trichoglossus nigrigularis, G. R. Gr. Trichoglossus nigrigularis, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 35, sp. 80 (1877) N. 109. 7. Fiume Fly (200 m.) 14 Giugno 1877. » 110. 7. Fiume Fly (200 m.) 14 Giugno 1877. « Becco arancione; piedi nerastri; iride giallo-rossiccia; sì nutre di nettare ». (D'A.). UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 4l I due individui suddetti sono adulti e non differiscono in alcun modo da altri delle Isole Aru, coi quali sono stati confrontati. La presenza di questa forma nella Nuova Guinea, non può recare sorpresa dopochè tante altre forme aruane, tra le quali perfino la Paradisea apoda, sono state trovate nella parte me- ridionale della Nuova Guinea. Sp. 22. Trichoglossus caeruleiceps, nov. sp. Trichoglossus T. NIGRIGULARI Gr. simillimus, sed minor et ca- pile omnino caeruleo distinguendus. Capite toto caeruleo, striis laetioribus ornato; qula nigricante; fascia nuchali lata flavo-viridi; dorso viridi; interscapulit plumis intus fascia lata obtecta rubra ornatis; pectore summo rubro- aurantiaco, plumis apicem versus distincte flavescentibus, margine stricto nigricante; abdomine medio atro-viridi et rubro-vario; la- teribus rubris, plumarum marginibus viridibus; abdomine imo, tibits et subcaudalibus flavo-viridibus, plumarum apicibus viridibus ; alis superne viridibus; remigibus pogonio interno basin versus late flavis; subalaribus rubris; cauda superne viridi, subtus flavo- olivacea nitente; rectricum lateralium pogonio interno flavo; rostro aurantio; pedibus nigris; iride rubra. Long. tot. 0®, 265; al. 0%, 135; caud. 0™, 103; rostri 0™, 021; N. 80. 9. Fiume Kataw, Agosto 1876. « Becco arancione; piedi neri; iride rossa. Si nutre di net- tare ». (D’A.). È cosa alquanto azzardata lo stabilire una nuova specie sopra un solo individuo, e quindi è soltanto dubitativamente che rife- riamo l'individuo suddetto ad una specie nuova, non solo pel colore celeste uniforme della testa dell’ individuo descritto, ma anche perchè esso proviene da una località diversa da quelle abitate dalle specie affini, e se tutti gli esemplari delle vicinanze di Kataw avessero la testa interamente cerulea, certamente essi dovrebbero essere riferiti ad una specie distinta, notevole pel 42 L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI colore celeste uniforme nella testa, per cui essa somiglia al T. novae hollandiae (Gm.). Ma è anche possibile che si tratti di una varietà individuale del 7. nigrigularis, del quale il Beccari raccolse un individuo nelle Isole Kei colla testa quasi tutta cerulea. Sp. 23. Coriphilus placens (Tem.). Charmosyna sp., D’Alb., Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 9 (1877). Coriphilus placens, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 36, sp. 85 (1877). N. 81. ~. Fiume Fly (150 m.) 8 Giugno 1877. » 227. J. Fiume Fly (300 m.) 28 Giugno 1877. » 494. J. Fiume Fly (430 m.) 20 Agosto 1877. » 707. 2. Fiume Fly (450 m.) 2 Ottobre 1877. » 745. 7. Fiume Fly (300 m.) 16 Ottobre 1877. » 746. 7. Fiume Fly (300 m.) 16 Ottobre 1877. » 747. g. Fiume Fly (300 m.) 16 Ottobre 1877. » 82. 9. Fiume Fly (150 m.) 8 Giugno 1877. » 236. 9. Fiume Fly (300 m.) 29 Giugno 1877. » 708. 9. Fiume Fly (450 m.) 2 Ottobre 1877. Tutti questi individui hanno la macchia azzurra sul grop- pone. « Becco rosso-violaceo, e rosso corallo; piedi arancioni; occhi giallo-rossicci, o giallo arancio. Si nutre di nettare e di frutta ». (D’A.). Sp. 24. Cuculus canoroides, S. Mii. ? N. 668. 7. Fiume Fly (450 m.) 18 Settembre 1877. « Becco bruno colla base della mandibola gialliccia; iride, palpebre e piedi gialli. Si nutre d’ insetti ». (D'A.). Individuo adulto, in abito perfetto e di grandi dimensioni, punto o poco diverso dag! individui d’ Europa del C. equorus. Lungh. tot. 0%, 370; al. 0%, 220; coda 0%, 170; culm. del becco 00, 023; tarso ‘0%, 023. UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 45 Sp. 25. Cacomantis tymbonomus (S. Mii.) ? Cuculus dumetorum, Gould, P. Z. S. 1845, p. 19. N. 617. Q. Fiume Fly (420 m.) 11 Novembre 1877. » Becco nero, mandibola più chiara; piedi giallo-olivacei ; occhi biancastri. Si nutre di bruchi ». (D'A.). Un esemplare in abito di transizione, apparentemente riferibile a questa specie od al C. assimilis (Gray), ma più probabilmente alla prima. Sp. 26. Lamprococeyx plagosus (Latu.). N. 517. 9. Fiume Fly (480 m.) 24 Agosto 1877. « Becco nero; piedi cenerognoli; iride bianco sudicio; si nutre di bruchi e di insetti ». (D’A.). Questo individuo è in tutto simile ad un maschio raccolto nel- l'Isola Pole; ambedue hanno la parte superiore della testa, la cervice ed il dorso di color porporino rameico splendente. Sp. 27. Caliechthrus leucolophus (S. Mii.). Tre individui di questa rara specie. N. 226. y. Fiume Fly (300 m.) 28 Giugno 1877. Individuo non al tutto adulto colle piume del sottocoda in gran parte grigie. _N. 344. 9. Fiume Fly (550 m.) 19 Luglio 1877. Individuo in abito perfetto. N. 719. 2. Fiume Fly (450 m.) 4 Ottobre 1877. Individuo in muta colle piume alquanto corrose. « Aveva uova mature ». (D'A.). « Becco nero; piedi neri plumbei; iride castagna. Si nutre di insetti ». (D'A.). 44 L. M. D ALBERTIS E T. SALVADORI Sp. 28. Eudynamis cyanocephala (Larn.). Dieci esemplari. §. Individui di color nero-verdone, alquanto azzurrognolo. N. 108. 7. Fiume Fly (200 m.) 15 Giugno 1877. » 366. g'. Fiume Fly (400 m.) 24 Luglio 1877. » 632. l. Fiume Fly (420 m.) 13 Settembre 1877. « Becco cenerognolo chiaro ; piedi cenerognoli scuri; iride rossa. Si nutre di frutta ». (D'A.). §. Individui nell’ abito descritto come proprio delle femmine. N. 683. 9. Fiume Fly (450 m.) 19 Settembre 1877. Testa e gola nere; il bianco delle parti inferiori e le fascie bianche della coda tinte di rossigno. N. 682. 9. Fiume Fly (450 m.) 19 Settembre 1877. Simile al precedente, ma colla gola bianca nel mezzo e col pileo con qualche macchia rossigna, residuo dell’ abito giovanile. N. 633. 9. Fiume Fly (420 m.) 18 Agosto 1877. Simile al precedente, ma con un maggior numero di macchie rossigne sul pileo e colle fascie bianche della coda senza tinta rossigna. N. 433. Fiume Fly (420 m.) 8 Agosto 1877. Individuo senza indicazione di sesso, simile al precedente, ma col bianco delle parti inferiori più cospicuamente tinto di rossigno ; inoltre esso ha due piume sul petto in gran parte nere! §. Individui giovani ed in abito di transizione. N. 469. 9. Fiume Fly (430 m.) 15 Agosto 1877. Individuo in abito giovanile, simile a quello dell’ E. rufiventer descritto dal Lesson, cioè superiormente di color nero con mac- chie rotonde rossigne; le parti inferiori rossigne con strette fascie UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 15 trasversali nere, e la coda e le remiganti con fascie alterne nere più larghe, e rossigne più strette. N. 681. 7. Fiume Fly (450 m.) 19 Settembre 1877. Individuo in abito di transizione; simile al precedente, ma con molte piume nere sulla testa, sul dorso e sulle ali. N. 422. 7. Fiume Fly (430 m.) 4 Agosto 1877. « Becco corneo; piedi plumbei; iride rosso cupo ». (D'A.). Individuo in abito di transizione colle ali e colla coda a fascie alterne nere e rossigne; colle piume della testa e del dorso in gran parte nere, ma frammiste ad esse altre logore bianchiccie all'apice; anzi per la corrosione degli apici bianchicci appare la base nera delle piume; parti inferiori bianchiccie con sottili strie trasversali scure; frammiste alle piume di tal fatta sono molte nere lucenti! Non pare che finora siano ben note le mute di questa specie. Finora erano stati descritti i maschi adulti neri, e le femmine bianche e nere; i giovani invece non erano noti. Che real- mente ì giovani di questa specie somiglino a quelli dell’ £. rufi- venter si può arguire non solo dall’ avere trovato insieme colle femmine adulte l’ individuo N. 681 che mostra il passaggio dal- l'abito rossigno all’ abito nero, ma anche dal trovare in alcune femmine adulte, N. 682, 683, residui delle macchie rossigne sul pileo. Difficile ad intendersi è lo stadio della muta in cui si trova l’individuo 422. Sp. 29. Nesocentor menebeki (Garx.). Nesocentor menbeki, Salvad., Aun. Mus. Gen. IX, p. 17 (1876). Due femmine adulte in abito perfetto. N. 33. 9. Fiume Fly (Alligator Point) 31 Maggio 1877. » 54. Q. Fiume Fly (Alligator Point) 31 Maggio 1877 « Becco bianco-cenerognolo; piedi cenerino scuro; iride rossa. Si nutre di grilli ». (D'A.). 46 L. M. D ALBERTIS E T. SALVADORI Sp. 30. Polophilus bernsteinii (ScnLec.). Centropus Bernsteinii, Schleg., N. T. D. III, p. 251 (1866); IV, p. 11 (1871). — Sharpe, Journ. Pr. Linn. Soc. XIII, p. 81 (1878). Nesocentor Bernsteinii, Meyer, Orn. Mittheil. I, p. 17 (nota) (1875). Centropus spilopterus, part., Sharpe, Journ. Pr. Linn. Soc. XIII, p. 81 (1878). Polophilus bernsteinii., Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. XIII, p. 463 (1878). Due esemplari, un maschio in abito quasi perfetto, ed una femmina giovane. N. 130. 7. Fiume Fly (200 m.) 16 Giugno 1877. « Becco nero, chiaro inferiormente; piedi neri cenerognoli; iride bianco sudicio. Si nutre d’ insetti ». (D'A.). Individuo in abito quasi perfetto; nero verdognolo, con qualche screziatura fulviccia sulle parti inferiori, con traccie di sottili strie trasversali sul groppone, e con fascie trasversali strette grigio-fulviccie sulle timoniere (tranne una nera quasi unicolore), residui dell’ abito giovanile. Lungh. tot. 0%, 430; al. 0%, 165; coda 0%, 230; becco 0%, 030; tarso 0%, 040; unghia dell’ alluce 0%, 021. La lunghezza totale e quella della coda sono forse inferiori al vero, essendo la coda non perfettamente sviluppata. N. 454. 9. Fiume Fly (430 m.) 8 Agosto 1877. « Becco bruno colla mandibola biancastra, piedi plumbei; iride bianco sudicio. Si nutre di grilli ». (D'A.). Femmina giovane alquanto più grande del maschio (come frequente è il caso nei cuculidi); parti superiori di colore ne- riccio, con fascie trasversali fulviccie, tranne che sul capo e sulla cervice ove si notano macchie tondeggianti dello stesso colore; parti inferiori con fascie alterne bianchiccie (volgenti al fulvo sul petto) e nerastre; gola bianchiccia, quasi senza fascie; sul mezzo dell'addome le fascie bianchiccie prevalgono sulle ne- rastre, mentre sui fianchi e sul sottocoda è il contrario, per cui queste parti si possono dire nere con sottili fascie trasversali bian- chiccie. UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 47 Lungh. tot. circa 0%, 500; al. 0%, 170; coda 0", 260; becco 0°, 031; tarsi 0", 045; unghie dell’ alluce OF 025: Questa specie tanto per la forma del becco, quanto per la lunghezza dell’ unghia dell’ alluce , per la forma delle piume del dorso con steli rigidi, e pel modo di colorazione del giovane è da riferire piuttosto al genere Polophilus, anzichè al genere Nesocentor. Essa somiglia al P. spilopterus delle Isole Kei, come ha fatto notare anche lo Schlegel, e ne differisce principalmente per le dimensioni molto minori. Lo Sharpe ha fatto una grande confusione di questa specie col P. spilopterus e col P. nigricans, Salvad. Quest’ ultimo so- miglia molto più alle specie australiane, che non al P. spilopterus ed al P. bernsteinii ed è quindi una specie molto più tipica del genere Polophilus. Sp. 31. RRhitidoceros plicatus (PENN.). Rehitidoceros ruficollis, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 19 (1876). Buceros ruficollis, D'Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 9, 19 (1877). Due esemplari. N. 102. 7. Isole Kataw, Ottobre 1876. « Becco giallognolo, colla base color rosso ciliegia, piedi neri; occhi rosso giallo, o giallo rosso molto vivo. Si nutre di frutta ». (D'A.). Individuo adulto col casco diviso da quattro solchi. N. 64. 7. Fiume Fly, Luglio 1876. « Pelle della gola azzurrognola ». (D’A.). Individuo giovane col casco liscio, non diviso da solchi. Sp. 32. Merops ornatus, Larn. Merops ornatus, D’Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 12 (1877). 48 L. M. DALBERTIS E T. SALVADORI N. 58. 7. Fiume Fly (Alligator Point) 5 Giugno 1877. » 129. 9. Fiume Fly (200 m.) 15 Giugno 1877. « Becco e piedi neri, occhi rossi. Si nutre d’ insetti ». (D'A.). Sp. 33. Aleyone lessoni, Cass. Otto individui. N. 390. J. Fiume Fly (400 m.) 28 Luglio 1877. » 446. 7. Fiume Fly (430 m.) 11 Agosto 1877. c » 486. 7. Fiume Fly (430 m.) 20 Agosto 1877. » 602. 4. Fiume Fly (420 m.) 10 Settembre 1877. » 627. 7. Fiume Fly (420 m.) 12 Settembre 1877. » 439. 9. Fiume Fly (430 m.) 10 Settembre 1877. » 374, J. Fiume Fly (400 m.) 25 Luglio 1877. » 527. 7. Fiume Fly (430 m.) 25 Agosto 1877. Questi esemplari differiscono alquanto pel colore rossigno fulvo delle parti inferiori più o meno vivo, e per l'azzurro cupo dei lati del petto quasi al tutto nero negli ultimi due, forse più giovani degli altri. « Becco ed occhi neri; piedi aranci. Si nutre di pesci, d' in- setti e di crostacei ». (D'A.). Sp. 34. Aleyone pusilla (Tew.). Undici individui. N. 359. 7. Fiume Fly (400 m.) 24 Luglio 1877. » 391. 7. Fiume Fly (420 m.) 31 Luglio 1877. » 441, g. Fiume Fly (430 m.) 10 Agosto 1877. » 442. 7. Fiume Fly (430 m.) 10 Agosto 1877. » 475. g. Fiume Fly (480 m.) 18 Agosto 1877. » 476. g. Fiume Fly (430 m.) 18 Agosto 1877. » 532. gd. Fiume Fly (430 m.) 27 Agosto 1877. » 360. 9. Fiume Fly (400 m.) 24 Luglio 1877. » 378. 2. Fiume Fly (400 m.) 24 Luglio 1877, » 533, 9. Fiume Fly (430 m.) 27 Agosto 1877. Le femmine non differiscono sensibilmente dai maschi. UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 19 N. 534. ®. Fiume Fly (430 m.) 27 Agosto 1877. Individuo giovane, col bianco della gola e del petto alquanto sudicio. « Becco ed occhi neri; piedi bruno-violacei. Si nutre di pesci e d’ insetti ». (D'A.). Sp. 35. Ceyx solitaria, Tru. Quattro esemplari, due maschi e due femmine, che non diffe- riscono sensibilmente fra loro. N. 392. “. Fiume Fly (420 m.) 31 Luglio 1877 > 504, c*. Fiume Fly (430 m.) 21 Agosto 1877. » 204. 9. Fiume Fly (300 m.) 29 Giugno 1877 » 409. 9. Fiume Fly (430 m.) 4 Agosto 1877 « Becco ed occhi neri; piedi aranci. Si nutre di pesci e d’ in- setti ». (D’A.). Sp. 36. Tanysiptera galatea, G. R. Gr. Var. minor. Tanysiptera galatea, var. minor, Salvad. & D’Alb., Ann. Mus. Civ Gen. VII, p. 815 (1875). — Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 21 (1876). — Id., P. Z. S. 1876, p. 752. Tanysiptera galatea, D’Alb, Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 19 (1877). Tanysiptera mierorhyncha, Sharpe, Journ. Linn. Soc. XIII, p. 311, n. 161, p. 493 (1878). Tredici esemplari; dieci adulti e tre giovani. N. 64.7. Fiume Fly, Luglio 1876. » 67. g. Fiume Fly, Luglio 1876. » 6. 0. Fiume Fly (50 m.) 23 Maggio 1877. » 91. 2. Fiume Fly (150 m.) 9 Giugno 1877. > 105. 7. Fiume Fly (150 m.) 9 Giugno 1877. » 528. 2. Fiume Fly (430 m.) 25 Settembre 1877. » 742. 3. Fiume Fly (430 m.) 14 Ottobre 1877. » 782. 7. Fiume Fly (150 m.) 13 Novembre 1877. d » 786. 7. Fiume Fly (150 m.) 3 Novembre 1877. « Becco corallo; piedi verdognoli; iride nera. Si nutre d’ in- setti ». (D’A.). Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (4 Febbraio 1879). 4 50 L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI Tutti questi individui sono adulti in abito perfetto, e presen- tano lievi differenze nella lunghezza della coda. N. 2. Fiume Fly (50 m.) 23 Maggio 1877. » 7. Fiume Fly (50 m.) 24 Maggio 1877. » 176. Fiume Fly (300 m.) 25 Giugno 1877. « Becco nero colla base della mandibola arancio; piedi ver- dognoli; iride nera ». (D'A.). Questi tre individui sono giovani, di color bruno, col pileo aZzurto. « Questa specie è comunissima, e se ne potrebbe uccidere facilmente una dozzina d’individui al giorno ». (D'A.). GI individui suddetti, simili a quelli della Baja Hall, differi- scono da quelli della Nuova Guinea settentrionale-occidentale, per le dimensioni alquanto minori, tuttavia non ci pare che si possano separare specificamente, come ha fatto lo. Sharpe. Sp. 37. Tanysiptera hydrocharis, Gray. N. 270. 9. Fiume Fly (300 m.) 4 Luglio 1877. « Becco rosso corallo; piedi olivacei; iride nera. Si nutre di insetti ». (D'A.). Individuo in abito quasi perfetto, colle due timoniere mediane incompiutamente sviluppate, e simile in tutto ad altri delle Isole Aru. La presenza di questa specie nella Nuova Guinea centrale è non meno inaspettata di quella della Paradisea apoda, del Tri- choglossus nigrigularis, del Cyclopsittacus aruensis e di molte altre specie che erano state credute esclusive delle Isole Aru. L'individuo suddetto è stato ucciso nella stessa latitudine in cui fu ucciso l’ esemplare 176 della 7. galatea, per cui ivi le due specie si trovano insieme. Sp. 383, Cyanaleyon macleayi (J. & S.). Cyanaleyon macleayi, D'Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X. p. 19 (1877). UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA ol N. 53. 7. Isola Yarru, Agosto 1876. « Becco nero, colla base della mandibola biancastra; piedi ed occhi neri. Si nutre d’ insetti ». (D'A.). Sp. 39. Cyanaleyon stictolaema, SALVAD. Cyanalcyon stictolaema, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 20, sp. 97 (1876) (#). — Id., P. Z. S. 1877, p. 752. — Id., Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 19 (nota) (1877). Hlaleyon nigrocyanea, D'Alb., (nec Wall.), The Sydn. Mail, 1876, p. 360. — Id., Ibis, 1876, p. 360. — Id., P. Z. S. 1876. p. 414. Cyanaleyon nigrocyanea, D'Alb., (nec Wall.), The Sydney Mail, 1877, p. 248. — Id., Ann. Mus. Civ. Gen. X, pp. 10, 19 (1877). Dodici esemplari. N. 581. 7. Fiume Fly (420 m.) 5 Settembre 1877. » 705. 7. Fiume Fly (450 m.) 27 Settembre 1877. « Becco nero; piedi plumbeo chiari; iride castagna. Si nutre di crostacei ». (D'A.). Questi due individui sono adulti, e forse più vecchi del tipo, avendo le macchie azzurre della gola più fitte e confluenti, per cui pochissimo appare il campo bianco; tuttavia nel secondo si osservano sul mezzo dell’addome alcune piume rossigne, residuo dell’ abito giovanile. N. 556. 7. Fiume Fly (450 m.) 29 Agosto 1877. Individuo non al tutto adulto, simile al precedente, ma con minor numero di macchie azzurre sulla gola e con maggior nu- mero di piume rossigne sul mezzo dell’ addome. « Becco ed occhi neri; piedi plumbei scurissimi ». N. 557. 9. Fiume Fly (450 m.) 29 Agosto 1877. » T74. 9. Fiume Fly (150 m.) 2 Novembre 1877. » Tid. 9. Fiume Fly (150 m.) 2 Novembre 1877. Queste quattro femmine sono adulte e simili fra loro; esse differiscono dal maschio per avere la gola bianca senza macchie, quindi una larga fascia pettorale, nera sui lati, e tinta di az- zurro nel mezzo; per la parte inferiore del petto e pel mezzo 52 L. M. DALBERTIS E T. SALVADORI dell’ addome bianchi; e finalmente per I azzurro del pileo, delle cuopritrici delle ali e specialmente del groppone più scuro. La femmina di questa specie non era stata ancora descritta. Essa differisce dalla femmina della C. nigrocyanea, cui molto somiglia, pel bianco della gola e dell’ addome molto meno esteso, e per la fascia pettorale azzurra molto più larga; inoltre diffe- risce anche per non avere la base delle piume azzurre del grop- pone bianca, ma grigio-nera. Sp. 40. Sauropatis sordida (Gounp.). N. 68. 7. Isola Lunga (Stretto di Torres) Maggio 1876. « Becco nero, colla base della mandibola chiara; piedi ed occhi neri. Si nutre di crostacei ». (D’A.). Sp. 41. Sauropatis sancta (V. & H.). Due femmine. N. 406. 9. Fiume Fly (400 m.) 2 Agosto 1877. » 415. 9. Fiume Fly (430 m.) 4 Agosto 1877. « Becco nero colla base della mandibola bianca; piedi plumbei; iride nera. Si nutre d’insetti e di pesci ». (D'A.). Sp. 42. Syma torotoro, Lrss. Tre esemplari. N. 83. 7. Fiume Fly (150 m.) 8 Giugno 1877. « Becco giallo; piedi gialli; iride nera. Si nutre d’insetti ». (D’A.). Maschio adulto in abito perfetto, col culmine del becco tinto di scuro verso l'apice. N. 606. 7. Fiume Fly (420 m.) 10 Settembre 1877. « Becco giallo col culmine nero; piedi aranciati; iride nera ». (D'A.). UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA DI Simile al precedente, ma col nero del culmine del becco più esteso. —— N. 741. 9. Fiume Fly, 14 Ottobre 1877. Femmina adulta in abito perfetto, col becco interamente giallo, cioè senza traccia di nero sul culmine del medesino. Sp. 43. Sauromarptis gaudichaudi (Q. & G.). Dacelo gaudichaudi, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 19 (1877). Cinque esemplari, due maschi colla coda azzurra e tre fem- mine colla coda castagna. . Fiume Fly (Alligator Point) 2 Giugno 1877. . Fiume Fly (Alligator Point) Giugno 1877. . Fiume Fly, Giugno 1876. . Fiume Fly, Ottobre 1876. . Fiume Fly, 15 Giugno 1877. y oo ors 40 40 40 Q, Q, « Becco bianco-verdognolo coll’ apice nerastro; piedi verdo- gnoli; iride castagna. Si nutre d’ insetti ». (D’A.). Sp. 44. Eurystomus pacificus (Larr.). ?Eurystomus crassirostris, D’Alb. (nec Sclat.), Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 12 (1870). N. 444. 9. Fiume Fly, 10 Agosto 1877. « Becco e piedi rossi; occhi neri. Si nutre di formiche alate ». (D’A.). Sp. 45. Podargus papuensis, Q. & G. Due individui. N. 793. 7. Fiume Fly, Ottobre 1877. » 149. 9. Fiume Fly (200 m.) 20 Giugno 1877. D L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI « Becco grigio terreo, inferiormente biancastro; piedi verdo- gnoli; occhi rosso-gialli. Si nutre d’insetti. La femmina aveva le uova quasi mature ». (D'A.). Il maschio è un poco più oscuro ed ha le scapolari bian- chiccie, mentre la femmina è un poco più chiara ed ha le sca- polari bianco-rossigne. Sp. 46. Podargus ocellatus, Q. & G. Quattro individui. N. 259. 9. Fiume Fly (300 m.) 2 Luglio 1877. « Becco bruno coi margini giallicci; piedi bianco-sudici; occhi rosso cupo. Si nutre d’insetti. Uova quasi mature ». (D'A.). Individuo simile alla figura del tipo; parti superiori con nu- merose macchiette o punti neri; coda con fascie screziate, nere, molto cospicue. N. 405. 9. Fiume Fly (400 m.) 2 Agosto 1877. Simile al precedente, ma di colore cannella più uniforme e più chiaro, e colle fascie nere della coda poco cospicue. N. 404. 9. Fiume Fly (400 m.) 2 Agosto 1877. Simile al N. 259, ma con pochissimi punti neri sulle parti superiori. N. 431. 9. Fiume Fly (450 m.) 8 Agosto 1877. « Becco giallognolo terreo; piedi biancastro-giallognoli; occhi castagno rossiccio. Si nutre d’insetti. Somiglia al primo individuo nelle parti superiori, ma differisce da esso e dagli altri due per le parti inferiori fittamente variegate di bianco, e quindi deci- samente biancheggianti. » Prima di sezionarlo credetti che fosse un maschio, ma colla dissezione mi accertai che era una femmina ». (D’A.). Ot (5) UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA Sp. 47. EKurostopus albogularis (V. & H.). ?Caprimulgus nov. sp.?, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 19 (1877). Due individui. N. 174. Y. Fiume Fly (300 m.) 23 Giugno 1877. » 283. g. Fiume Fly (350 m.) 10 Luglio 1877. Lievi son le differenze che passano fra questi due esemplari; il primo è un poco più grande ed un poco più oscuro, colle fascie rossigne sulla faccia inferiore della coda un poco più strette; inoltre il primo ha le macchie bianche sul vessillo esterno della 3.2 e 4.4 remigante molto più grandi e cospicue. Lunghezza dell’ ala 0%, 260-0™, 255. Questa specie viene ora annoverata per la prima volta tra quelle della Nuova Guinea. Lo Schlegel l'aveva ‘annoverata tra quelle trovate dal von Rosenberg nelle Isole Aru, ma gli esem- plari di queste isole, esistenti nel Museo di Leida, appartengono all’ E. guttatus (Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. XII, p. 321). Sp. 48. Macropteryx mystaceus (Lress.). Cypselus mystaceus, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, pp. 10, 19 (1877). N. 408. 9. Fiume Fly (400 m.) 2 Agosto 1877. Individuo senza la macchia auricolare castagna. Sp. 49. Chaetura novae guineae, nov. sp. Superne nitide viridi-caerulea, collo antico et pectore summo ci- nereis; abdomine pallide griseo, plumarum laterum scapis nigrican- tibus; subcaudalibus et subalaribus mitide viridibus; alis dorso concoloribus; cauda brevissima, aequali, nitide viridi; rostro, pe- dibus et iride nigris. Long; ‘tot. 0%, 115; al 0", 127; caud. 05,050; rostri hiat. =" O17; tarsi 0°, 014. 56 I. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI N. 448. /. Fiume Fly (430 m.) 11 Agosto 1877. » 449. 9. Fiume Fly (430 m.) 11 Agosto 1877. « Becco, piedi ed occhi neri; si nutre d’ insetti ». (D’A.). La femmina non differisce sensibilmente dal maschio. Nessuna specie del genere Chaetura era stata trovata finora nella Nuova Guinea, e questa differisce da tutte quelle delle altre regioni a noi note. Essa ha una certa somiglianza colla C. cinereiventris dell’ America meridionale, ma la nuova specie è molto più grande, ha la coda molto più breve, con I’ apice acuto dello stelo delle timoniere brevissimo, le parti superiori unicolori, cioè senza traccia di fascia uropigiale più chiara. Sp. 50. Peltops blainvillei (Less. & Gary.). Sei esemplari. N. 54. 9. Fiume Fly (Alligator Point) 5 Giugno 1877. >» 112. 7. Fiume Fly (200 m.) 14 Giugno 1877. » 131. 9. Fiume Fly (200 m.) 15 Giugno 1877. « Uova molto sviluppate ». (D’A.). N. 396. 7. Fiume Fly (400 m.) 31 Luglio 1877. » 397. 9. Fiume Fly (400 m.) 1 Agosto 1877. » 516. 9. Fiume Fly (430 m.) 23 Agosto 1877. « Becco e piedi neri; occhi rossi. Si nutre d’insetti ». (D'A.). Le femmine non differiscono sensibilmente dai maschi; forse alcune sono più piccole. Sp. 51. Monarcha carinatus (Vic. & Horsr.). Tre esemplari. N. 156. 7. Fiume Fly (200 m.) 20 Giugno 1877. « Becco grigio perla; piedi cenerini; occhi neri. Si nutre di insetti ». (D'A.). Individuo im muta. UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA - 57 N. 298. 7. Fiume Fly (350 m.) 16 Luglio 1877. « Becco ed occhi neri; piedi cenerini ». (D'A.). Giovane senza nero sulla fronte e sulla gola, ma colla mac- chia anteoculare bianchiccia. N. 612. 4. Fiume Fly (350 m.) 11 Settembre 1877. Simile al precedente. Sp. 52. Monarcha guttulatus (Garv.). N. 216. 7. Fiume Fly (300 m.) 27 Giugno 1877. « Becco perla chiaro; piedi cenerini; occhi neri. Si nutre di insetti ». (D'A.). Individuo giovane colla fronte, coi lati della testa e colla gola cenerini, e con traccie soltanto di due o tre macchie bianche sulle cuopritrici delle ali. Sp. 53. Monarcha aruensis, SALVAD. Monarcha chrysomela, Wall. (nec Less. & Garn.), Ann. Mag. Nat. Hist. Ser. 2, sso Pp. 476 (1857) (Aru): — G. R. Gr., BP. Z. 1858, p. 177. Monarcha aruensis, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VI, p. 309 (1874) X, p. 10 (nota) (1877). — Sclat., P. Z. S. 1877, p. 100 (nota). — Sharpe, Journ. Pr. Linn. Soc. XIII, Zool. p. 497, sp. 52 (1878) (Momile, N. G. Or. mer.) (excl. syn.?). Arses chrysomela, D'Alb. (nec Less. & Garn.), Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, pp. 10, 19 (1877) (Fiume Fly). Dieci individui. N. 27. J'. Fiume Fly, 19 Giugno 1876. » 61. — Fiume Fly (Alligator Point) 5 Giugno 1877. » 93. g. Fiume Fly (150 m.) 9 Giugno 1877. » 347. 2. Fiume Fly (400 m.) 19 Luglio 1877. » 467. ~. Fiume Fly (430 m.) 15 Agosto 1877. » 490. 7. Fiume Fly (430 m.) 20 Agosto 1877. » 529. 7. Fiume Fly (430 m.) 25 Agosto 1877. « Becco perla-scuro; piedi nero-azzurrognoli; occhi neri. Si nutre d' insetti ». (D'A.). 38 - L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI N. 296. 9. Fiume Fly (350 m.) 16 Luglio 1877. » 297. ®. Fiume Fly (350 m.) 16 Luglio 1877. » 443. 9. Fiume Fly (430 m.) 8 Agosto 1877. « Becco plumbeo scuro; piedi cenerini; occhi neri ». (D'A.). I sette maschi sono tutti adulti e simili fra loro; e così pure sono simili fra loro le femmine. Tanto gli uni quanto le altre sono stati confrontati con sei maschi e due femmine delle Isole Aru, tipi della specie, coi quali convengono in tutto, meglio che cogl’ individui della Nuova Guinea settentrionale-occidentale (M. melanonotus, Sclat.). Molti, come ha già fatto lo Sharpe (I. c.), crederanno di dover riunire il M. melanonotus al M. aruensis, tuttavia le differenze indicate nella descrizione originale di questa specie, per quanto lievi, sono costanti, e bene appaiono quando si esaminino due serie d’in- dividui, l’ una delle Isole Aru e della Nuova Guinea meridionale e l’altra della Nuova Guinea settentrionale-occidentale ; i maschi della prima serie sono un poco più piccoli ed hanno il giallo delle parti inferiori più chiaro. Più cospicue appaiono le diffe- renze confrontando le femmine; quelle del M. aruensis sono più piccole, di un verde-olivastro più puro, meno volgente al bruno sulle parti superiori, e di un giallo più chiaro e meno dorato sulle inferiori. Sp. 54. Monarcha chalybeocephalus (Gary.). Tre individui, un maschio e due femmine adulti. N. 162 7. Fiume Fly (200 m.) 20 Giugno 1877. « Becco grigio perla; piedi ed occhi neri. Si nutre d’insetti ». (D'A.). N. 115. 9. Fiume Fly (200 m.) 15 Giugno 1877. » 156. 9. Fiume Fly (200 m.) 16 Giugno 1877. « Becco cenerino cupo ». (D'A.). UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 59 Sp. 55. Arses aruensis, SHARPE. Arses telescophthalma, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 19; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 19 (1877). Arses aruensis, Sharpe, Notes from the Leyden Museum, p. 2 (6 Nov. 1878). Tre individui, due maschi adulti ed un maschio giovane. N. 42. J. Fiume Fly (Alligator Point) 2 Giugno 1877. >» 114. 7. Fiume Fly (200 m.) 14 Giugno 1877. « Becco e piedi cenerino-scuri; occhi neri. Si nutre d’insetti ». (D’A.). N. 92. 7. Fiume Fly (15 m.) 9 Giugno 1877. « Becco nerastro; piedi ed occhi neri ». (D’A.). L’ ultimo individuo è indicato come maschio giovane; esso è nell’ abito delle femmine, e pel colore bruno cupo delle parti superiori somiglia ad altri maschi giovani e ad alcune femmine raccolte dal Beccari nelle Isole Aru. Sp. 56. Monachella saxicolina, SALvaDn: Monachella saxicolina, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 11 (1877). N. 26. 7. Fiume Fly, Giugno 1876. « Becco, piedi ed occhi neri. Si nutre d’insetti ». (D'A.). « Comunissimo lungo le rive del fiume, ove ad acque basse sono banchi di ciottoli. Per lo più vanno a coppie, ma talvolta anche quattro o cinque insieme. Danno la caccia agl insetti gher- mendoli a volo, e li attendono posati sulle pietre o sui rami sporgenti nell'acqua ». (D'A.). Sp. 57. Sauloprocta melaleuca (Q. & G.). N. 160. 7. Fiume Fly (200 m.) 20 Giugno 1877, « Becco, piedi ed occhi neri. Si nutre d’insetti ». (D'A.). Individuo adulto in abito perfetto. 60 L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI Sebbene non vi possa essere dubbio intorno alla identità della Muscicapa tricolor, Vieill. e della Muscipeta melaleuca, Q. & G. e quel nome abbia la priorita, tuttavia crediamo che sia da usarsi il secondo, esprimendo il primo un’ idea falsa, quello cioè di un uccello tricolore, mentre è soltanto nero e bianco. Sp. 58. Whipidura leucothorax, Satvap. Rhipidura leucothorax, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VI, p. 311 (1874) (Hatam). — Salvad. & D’Alb., op. cit. VII, p. 820, sp. 39 (1875). — Salvad., op. cit. IX, p. 25 (1876) (Naiabui); X, p. 134, sp. 62 (Hatam) (1877). ? Rhipidura sp.?, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, ps. 19 cise): Due esemplari. N. 521. 7. Fiume Fly (450 m.) 24 Agosto 1877. « Becco: mascella nera, mandibola bianchiccia; piedi bruno- neri; iride nera. Si nutre d’ insetti ». (D’A.). Individuo adulto. N. 474. gd. Fiume Fly (430 m.) 16 Agosto 1877. Individuo giovane, poco diverso dall’ adulto. Sp. 59. Rhipidura setosa (Q. & G.). Rhipidura gularis, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 19 (1877). N. 72. Y. Fiume Fly (Alligator Point) 7 Giugno 1877. » 125. 9. Fiume Fly (200 m.) 15 Giugno 1877. « Becco, piedi ed occhi neri. Si nutre d’insetti ». (D'A.). Sp. 60. Rhipidura rufifrons (Larn.). Tre individui; simili in tutto ad altri d’ Australia. N. 200. 7. Fiume Fly (800 m.) 26 Giugno 1877. » 665. 7. Fiume Fly (420 m.) 14 Settembre 1877. « Becco, piedi ed occhi neri. Si nutre d’ insetti ». (D'A.). UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 61 Questi due esemplari sono adulti. Un individuo giovane dell’ Isola Pole (Stretto di Torres), dif- ferisce dai precedenti per la gola di un bianco rossigno, per le piume dell’area gutturale nera marginate di rossigno, e per i fianchi di color rossigno più vivo. « Comune in tutte le isole dello stretto di Torres. Vive tra 1 mangrove. Un individuo di questa specie venne a bordo del Brisbane un giorno prima di arrivare a Somerset, e vi rimase più di un'ora volando sotto la tenda e posandosi sulle sedie e sulle corde ». (D’A.). Sp. 61. Myiagra latirostris, Gout. N. 54. Y juv. Isola Yarru, Agosto 1876. « Becco e piedi cenerini; occhi neri ». (D'A.). Il D'Albertis ha raccolto un esemplare adulto nell’ Isola Pole. Il giovane differisce dall’ adulto per le parti superiori di color grigio, e non grigio-plumbeo lucente. « Comune fra i mangrove; non è punto selvatico, ed oggi mentre era seduto, alcuni individui vennero a dare la caccia agl'insetti intorno a me si dapresso che avrei potuto toccarli colla mano. Scorgendomi parevano curiosi, e rimanevano alcuni istanti a guardarmi ». (D’A.). Sp. 62. Myiagra concinna, Goup.? Myiagra concinna, Salvad. & D’Alb., Ann. Mus. Civ. Gen, VII, p. 819, Sp. 36 (1875). N. 140. 7. Fiume Fly (200 m.) 18 Giugno 1877. « Becco, piedi ed occhi neri. Si nutre d’insetti ». (D’A.). Individuo in abito quasi perfetto, colle parti superiori, la testa e la parte anteriore del collo di color grigio-ceruleo, lucente spe- cialmente sulla testa e sul collo, ma con due o tre piume ros- signe sul collo, residuo dell’ abito giovanile. N. 141. 7 (?). Fiume Fly (200 m.) 18 Giugno 1877. 62 L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI Questo esemplare ha le parti superiori grigie, lievemente vol- genti al ceruleo, la parte anteriore del collo e superiore del petto rossigne. Corrisponde alla descrizione della femmina, ma se il sesso è stato ben determinato conviene credere che sia un ma- schio giovane. Essendo stato ucciso insieme col primo maschio, parrebbe probabile che fosse una femmina. Sp. 63. Machaerorhynchus xanthogenys, G. R. Gr. N. 349. 4“. Fiume Fly (400 m.) 23 Luglio 1877. « Becco ed occhi neri; piedi cenerini. Si nutre d’insetti ». (D'A.). Maschio adulto, simile ad un altro delle Isole Aru, raccolto dal Beccari, col quale lo abbiamo confrontato, e dal quale, per essere più adulto, differisce soltanto per aver il dorso nero come il pileo. E la prima volta che questa specie, creduta esclusiva delle Isole Aru, appare fra quelle della Nuova Guinea meridionale. Sp. 64. Todopsis bonapartei, Gray. 'Todopsis sp., Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 25, sp. 105 (1876). 'Todopsis bonapartei, Sharpe, Journ. Pr. Linn. Soc. Zool. XIII, pp. 316, 498 (1878). Sette individui; sei maschi ed una femmina. N. 111. 7. Fiume Fly (200 m.) 14 Giugno 1877. » 151. 7. Fiume Fly (200 m.) 20 Giugno 1877. » 152. 7. Fiume Fly (200 m.) 20 Giugno 1877. » 153. g. Fiume Fly (200 m.) 20 Giugno 1877. » 488. 7. Fiume Fly (430 m.) 20 Agosto 1877. » 509. 7. Fiume Fly (430 m.) 22 Agosto 1877. Tutti questi esemplari sono adulti e non presentano sensibili differenze. N. 154. 9. Fiume Fly (200 m.) 20 Giugno 1877. Femmina adulta. « Becco ed occhi neri; piedi bruni. Si nutre d’ insetti ». (D’A.). UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 63 Sp. 65. Todopsis wallacei, G. R. Gray. N. 477. 9. Fiume Fly (430 m.) 18 Agosto 1877. « Becco scuro; piedi bianchicci sudici; iride nera. Si nutre di insetti ». (D'A.). Simile in tutto ad un individuo di Sorong, inviato dal Bruijn. Sp. 66. Gerygone chrysogaster, G. R. Gr. Tre esemplari. N. 18. — Fiume Fly, 27 Maggio 1877. » 322. g. Fiume Fly (350 m.) 18 Luglio 1877. » 341. 7. Fiume Fly (350 m.) 19 Luglio 1877. « Becco nero; piedi biancastri cornei, biancastri scuri o plumbei; iride castagna. Si nutre d’ insetti ». (D’A.). Questi tre individui sono al tutto simili fra loro. Sp. 67. Gerygone brunneipectus (SHARPE). Gerygone magnirostris?, Salvad. (nec Gould), Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 24 (1876). ? Gerygone sp.?, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p: 248; Ann. Mus. Civ. Gen., X, p. 19 (1877). Pseudogerygone brunneipectus, Sharpe, Notes from the Leyden Museum, p. 10 (6 Nov. 1878. Tre esemplari. N. 97. 7. Fiume Kataw, Ottobre 1876. « Becco scuro; piedi cenerognoli; iride rosso sanguigno. Si nutre d’ insetti ». (D’A.). N. 126. 9. Fiume Fly (200 m.) 15 Giugno 1877. « Becco nero; piedi cenerino scuro; iride castagna ». (D'A.). N. 794, La femmina differisce dal maschio per avere la macchia scura sulle redini meno cupa, e le piumette nasali bianchiccie. 64 L. M. DALBERTIS E T. SALVADORI Sp. 68. Gerygone personata, Gov. Gerygone personata, Gould, P. Z. S. 1866, p. 217. — Id., B. of Austr. Suppl. pl. 14. i Re LORA Un individuo (senza cartellino) simile in tutto alla figura data dal Gould di questa specie; esso differisce dal tipo della G. me- lanothorax, Salvad. per avere la fronte, i lati della testa, la gola e la parte superiore del petto di color bruno-fuligginoso e non nero. Sp. 69. Graucalus caeruleogriseus (G. R. Gr.). Campephaga caeruleogrisea, G, R. Gr., P. Z. S. 1858, pp. 179, 193 (Aru). Campephaga strenua, Schleg., Ned. Tijdschr. Dierk. IV, p. 44 (1871). Graucalus caeruleogriseus, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. XII, p. 324 (1878). N. 239. 7. Fiume Fly (300 m.) 29 Giugno 1877. « Becco, piedi ed occhi neri. Si nutre d’insettr ». Maschio adulto in abito perfetto colle redini nere. La descrizione del Gray è incompiuta, non essendovi menzio- nato il carattere più importante di questa specie, cioè il color fulvo delle cuopritrici inferiori delle ali; -pel quale carattere essa somiglia al Gr. boyert ed alla specie seguente. Sp. 70. Graucalus subalaris, Sarre. Ptiladela boyeri, Salvad. (nec Gray), Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 26, sp. 107 (Fiume Fly e Baja Hall.). — D'Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 19 (1877). Graucalus subalaris, Sharpe, in litt. Tre individui; due maschi ed una femmina. N. 451. 7. Fiume Fly (430 m.) 14 Agosto 18 » Dd. 7. Fiume Fly (430 m.) 28 Agosto 18 » 452. 9. Fiume Fly (430 m.) 14 Agosto 18 CE v7 Os TT UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 65 « Becco, piedi ed occhi neri. Si nutre di frutta e d’insetti ». (D'A.). La femmina differisce dai maschi soltanto per non avere la fronte, le redini e la gola di color nero, ma grigio-azzurrognolo come il resto del corpo. Il Salvadori, il quale riferi precedentemente ( ce) gl indi vidui della Nuova Guinea meridionale al G. boyeri, fece notare come essi differissero da un maschio adulto di Andai (il solo che avesse per confronti) pel colore rossigno delle ascellari e delle cuopritrici inferiori delle ali più chiaro; inoltre egli faceva no- tare come la femmina non avesse le redini bianchiccie come ven- gono descritte nella femmina del G. boyeri. Lo Sharpe recentemente ha riconosciuto che gli esemplari della Nuova Guinea meridionale appartengono ad una specie distinta da quelli della Nuova Guinea settentrionale ed ha proposto di distinguerli col nome di G. subalaris. Questa specie ed il G. boyeri appartengono allo stesso gruppo del G. caeruleogrisens. Sp. 71. Edoliosoma melas (S. Mir.). ? « Lanius melas, Less. & Garn. » (nec Cuv.), Less., Man. d’Orn. I, p. 128 (1828) (Dorei). Lanius niger, Garn., Voy. Coq. Zool. I, 2, p. 589 (1828). Ceblepyris melas, S. Mull., Verh.-Land- en Volkenk. Pp. 189 (1839-1844). ? Graucalus sp.?, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann, Mus. Civ. Gen. X, p. 19 (1877). Cinque individui. N. 202. 7. Fiume Fly (300 m.) 27 Giugno 1877. Individuo in abito quasi perfetto, quasi tutto di un bel nero, tranne poche piume rossigne sul groppone, sui fianchi e sul sottocoda. N. 242. 7. Fiume Fly (300 m.) 29 Giugno 1877. » 286. 7. Fiume Fly (350 m.) 10 Luglio 1877. > 615. ~. Fiume Fly (420 m.) 11 Settembre 1877. » 662. 7. Fiume Fly (450 m.) 18 Settembre 1877. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (14 Febbraio 1879). 5) 66 L. M. D ALBERTIS E T. SALVADORI Tutti questi esemplari sono completamente di un bel nero. I N. 286 e 662 hanno ciascuno una piuma bianca l'uno sul capo, l’altro sulla gola. « Becco, piedi ed occhi neri. Si nutre d’insetti e di frutta ». (D’A.). Sp. 72. Edoliosoma mulleri, Sarvan. Due esemplari; un maschio in abito perfetto ed una femmina. N. 544. 7. Fiume Fly (430 m.) 28 Luglio 1877. « Becco, piedi ed occhi neri. Si nutre di frutta e d’insetti ». (D'A.). N. 789. 9. Fiume Fly (150 m.) 31 Novembre 1877. « Becco ed occhi neri; piedi cenerini. Si nutre di frutta ». (D’A.). Il maschio ha colorito plumbeo, la femmina rossigno chiaro nelle parti inferiori, volgente al grigio sul dorso, il pileo ce- nerognolo. Sp. 75. Lalage karu (Less). Due esemplari. N. 616. 7. Fiume Fly (420 m.) 11 Settembre 1877. « Becco, piedi ed occhi neri. Si nutre di frutta ». (D’A.). Maschio adulto in abito perfetto; ascellari bianche. N. 127. 9. Fiume Fly (200 m.) 15 Giugno 1877. « Becco nero; piedi plumbei oscurissimi; iride castagna. Si nutre d’insetti e di frutta ». (D'A.). Femmina diversa dal maschio anche pel colore delle parti su- periori grigio scuro, per le fascie trasversali delle parti inferiori più cospicue, e per le ascellari rossigne. UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 04 Sp. 74. Campochaera sloeti (ScHLEG.). Campephaga sloeti, Schleg.. Ned Tijdschr. Dierk. III, p. 253 (1866). — D'Alb., Sydn. Mail, 1877 . P. 248. — Id., Ann. Mus. Civ. Gen. X, pp. 10, 19 (1877). — Id., Ibis, 1877. Campephaga aurulenta, Sclat., P. Z. S. 1873, p. 692, pl. LIX. Campophaga (?) sloetii, Salvad. & D’Alb., Ann. Mus. Civ. Gen. WILLIE p. 821, sp. 45 (1875) (Epa). Lalage? sloeti, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 137, Sp. 71 (1877). N. 30. g. Fiume Fly, 17 Giugno 1876. « Becco, piedi ed occhi neri. Si nutre di frutta ». (D’A.). « Ve n’erano molti individui sopra un albero altissimo presso una piantagione ». (D'A.). È questo il terzo individuo che il D'Albertis ha ottenuto du- rante i suoi viaggi nella Nuova Guinea. È uccello raro ancora nelle collezioni. Per errore il D'Albertis disse di aver trovato questo uccello la prima volta sui Monti Arfak, mentre lo trovò presso Sorong. Il maschio suddetto, forse più adulto del maschio di Sorong, ed anche la femmina, precedentemente raccolta presso Naiabui, diffe- riscono dal maschio di Sorong pel giallo del dorso che si estende fin sul vertice tingendo il colore grigio del pileo che in quello é al tutto puro. Ignoriamo se questa differenza sia costante. Il nuovo genere Campochaera, che ha per tipo la Campephaga sloeti, Schleg., può essere caratterizzato nel modo seguente : Genus novum CAMPOCHAERA generi LALacI affine, sed rostro ad basin latiore, cauda paullo longiore, rectricibus acutiusculis et coloribus plumarum satis diversusi. Rispetto ai colori la C. sloet’ ricorda alquanto le specie del gere Indo-malese Pericrocotus ed anche alcune del genere Afri- cano Campophaga. Sp. 75. Dieruropsis bracteata (Gounp.). Quattro esemplari. N. 99. 7. Fiume Fly (150 m.) 11 Giugno 1877. Ala 0™, 160: becco 0™, 038. 68 L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI N. 106. 7. Fiume Fly (200 m.) 13 Giugno 1877. Simile al precedente; ala 0", 160; becco 0%, 037. N. 107. ®. Fiume Fly (200 m.) 13 Giugno 1877. Simile al precedente per le dimensioni, ma in abito imper- fetto, colle parti inferiori di color nero senza lucentezza, e con macchie bianchiccie lungo il mezzo delle medesime; inoltre le macchie bianche all’ apice delle cuopritrici inferiori delle ali sono più grandi e più numerose. Ala 0", 156; becco 0, 038. N. 152. 9. Fiume Fly (200 m.) 16 Giugno 1877. Simile al precedente, ma più piccolo; ala 0™, 147; becco om, 035. I Abbiamo confrontati gli esemplari suddetti con altri d’ Au- stralia e con uno dell'Isola Pole nello Stretto di Torres e si somigliano in tutto. Questa specie, oltre che per le forme un po’ più tozze e ro- buste e pel becco un po’ più grande, si distingue pel colore ver- done splendente delle macchie del pileo, pel dorso anch'esso con riflessi verdi e pel culmine del becco scoperto fino alla base, mentre nella D. carbonaria le macchie del pileo sono di colore nero-azzurrognolo , il dorso è di color nero-azzurrognolo vellutato, ed il culmine del becco ha la base nascosta dalle piume della fronte. Sp. 76. Dieruropsis carbonaria (Br.) Dicrurus carbonarius, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 20 (1877). Tre individui. N. 40. 7. Fiume Fly (Alligator Point) 2 Giugno 1877. Ala 0", 157; becco 0°, 033. N. 493. 9. Fiume Fly (430 m.) 20 Agosto 1877. Ala 0”, 150; becco 0", 033. UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 69 N. 37. y. Fiume Fly (Centro N. G.) Giugno 1876. Ala 0", 143; becco 0", 034. « Becco e piedi neri; occhi rossi. Si nutre d' insetti ». (D'A.). Questi tre esemplari sono forse un poco più piccoli di alcuni della Nuova Guinea settentrionale, ma sono alquanto più grandi di quelli delle Isole Aru, i quali sono stati distinti col nome di D. assimilis, Gray. Sp. 77. Artamus leucogaster (Varevc.). Artamus leucogaster, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, pp. 11, 19 (1877). 124. 9. Fiume Fly (200 m.) 15 Giugno 1877. « Becco cenerino; piedi neri; iride castagno. Si nutre d’ in- setti ». (D'A.). Sp. 78. Cracticus cassicus (Bopp.). Due femmine adulte, ambedue col dorso cospicuamente varie- gato di nero. N. 181. 2. Fiume Fly (300 m.) 26 Giugno 1877. » 237. 9. Fiume Fly (300 m.) 29 Giugno 1877. « Becco grigio perla coll’ apice nero; piedi ed occhi neri. Si nutre di frutta e d’insetti ». (D’A.). Sp. 79. INectes ferruginea, Br. Rectes ferruginea, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 19 (1877). Quattro esemplari. N. 70. 9. Fiume Fly (N. Guinea centr.) Luglio 1876. » 29. 9. Fiume Fly (Alligator Point) 31 Maggio 1877. » 30. 9. Fiume Fly (Alligator Point) 31 Maggio 1877. » 35. d'. Fiume Fly (Alligator Point) 31 Maggio 1877. 70 L. M. D ALBERTIS E T. SALVADORI « Becco nero; piedi cenerini; iride bianca. Si nutre d’ in- setti ». (D’A.). Le temmine non differiscono sensibilmente dal maschio. Sp. 80. Reetes dichroa, Br. Sei esemplari. N. 164. ~. Fiume Fly (300 m.) 23 Giugno 1877. » 165. 9. Fiume Fly (300 m.) 23 Giugno 1877. » 166. 9. Fiume Fly (300 m.) 23 Giugno 1877. » 207. 9. Fiume Fly (300 m.) 27 Giugno 1877. » 266. 2. Fiume Fly (300 m.) 4 Luglio 1877. > 795. > Faume Ely a. RISI « Becco nero; piedi plumbeo scuri, quasi neri; occhi castagni e rosso-castagni. Si nutre d’ insetti ». (D'A.). I tre esemplari indicati come femmine hanno la testa ed il collo nerissimi come i maschi, dai quali differiscono soltanto per avere l’ apice del vessillo esterno della prima timoniera tinto di rossigno. « GI individui di questa specie posseggono un certo odore forte, che mi faceva starnutire mentre li preparavo. La stessa cosa non si verifica nelle altre specie ». (D'A.). Sp. 81. Rectes brunneiceps, nov. sp. Collo postico, dorso et scapularibus rufo-cinnamomeis; uropygio et supracaudalibus brunneis; capite et collo antico griseo-brunneis; pectore, abdomine, subalaribus et subcaudalibus rufo-fulvescentibuss alis fuscis, plumis exterius brunneo-olivaceis; cauda rufo-brunnea; rostro nigro; pedibus obscure plumbeis; iride rubro-sanguinea. Juv. Avi adultae similis, sed collo antico rufo, gastraeo concolori, vix infuscato. Long. tot. 0™, 265; al. 0%, 125; caud. 0™, 105; rostri 0™, 028; tarsi 0™, 033. Cinque esemplari. N. 208, 7. Fiume Fly (800 m.) 27 Giugno 1877. UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 71 « Occhi rosso cupo ». (D'A.). N. 619. 7. Fiume Fly (420 m.) 11 Settembre 1877. « Occhi sanguigni ». (D'A.). Questi due esemplari sono adulti e del tutto simili fra loro. N. 198. 7. Fiume Fly (300 m.) 26 Giugno 1877. « Occhi rosso sangue ». (D’A.). Simile ai precedenti, ma colla parte anteriore del collo un poco più chiara. N. 209. 7. Fiume Fly (300 m.) 27 Giugno 1877. « Iride rosso cupo ». (D’A.). N. 631. 7. Fiume Fly (420 m.) 13 Settembre. « Iride rosso sanguigno ». (D'A.). Questi due ultimi individui differiscono dai precedenti per avere il colore rossigno fulvo delle parti inferiori esteso anche sulla parte anteriore del collo, sulla quale appare soltanto una lieve ombreggiatura più scura. Questa specie somiglia alla R. decipiens, Salvad., dalla quale differisce principalmente pel colore della testa e del collo di color grigio-bruno-rossigno e per la coda di color rossigno bruno, cogli steli delle timoniere inferiormente chiari come nella R. ferruginea. Sp. 82. Colluricinela megarhyncha (Q. & G.). N. 275. 9. Fiume Fly (300 m.) 4 Luglio 1877. « Becco color corneo; piedi plumbeo azzurrognoli; occhi ca- stagni. Si nutre d’ insetti ». (D’A.). Sp. 83. Pachycephala griseiceps, G. R. Gray. Due esemplari. N. 219. Y. Fiume Fly (300 m.) 27 Giugno 1877. » 220. 9. Fiume Fly (300 m.) 27 Giugno 1877, 12 I. M. DALBERTIS E T. SALVADORI « Becco ed occhi neri; piedi plumbeo-violacei. Si nutre d’ in- setti ». (D'A.). Sp. 84. Hermotimia aspasia (Lrss.). Hermotimia sp., salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 30, sp. 113 (1876) (2). Hermotimia aspasia, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 11, 19 (1877). Diciannove esemplari. Maschi adulti. N. 44. J. Fiume Fly, Luglio 1876. » 45. g'-. Is. Mibu, Agosto 1876. >» 46. ~. Is. Mibu, Agosto 1876. » 49. gd. Is. Yarru, Agosto 1876. >» DÒ. gu Isa Yarra; Agosto, 1376! » 161. 7. Fiume Fly (200 m.) 20 Giugno 1877. » 199. 7. Fiume Fly (300 m.) 26 Giugno 1877. » 318. 7. Fiume Fly (850 m.) 17 Luglio 1877. » 323. JY. Fiume Fly (350 m.) 18 Luglio 1877. » 324. YZ. Fiume Fly (450 m.) 19 Settembre 1877. Tutti i maschi sopraindicati sono adulti in abito perfetto; in tutti il pileo ha colore verde dorato predominante, e la gola è di un bel violetto splendente. Lievissime sono le differenze indi- viduali; così Ì’ individuo 324 ha il sottogola volgente alquanto all’ azzurro acciaio sui lati della parte superiore. Femmine. N. 133. 9. Fiume Fly (200 m.) 16 Giugno 1877, » 826. 92. Fiume Fly (350 m.) 18 Luglio 1877. » 327. 9. Fiume Fly (350 m.) 18 Luglio 1877. » 828. 2. Fiume Fly (350 m.) 18 Luglio 1877. Femmine adulte. Pulcino. N. 94. Puleino. Fiume Kataw, Ottobre 1876. Pulcino preso nel nido, simile alle femmine, ma col colore UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 73 grigio cupo del pileo, e grigio chiaro della gola lievemente tinto di verdognolo. Maschi giovani. N. 325. g. Fiume Fly (350 m.) 18 Luglio 1877. » 377. 7. Fiume Fly (400 m.) 25 Luglio 1877. » 648. 7. Fiume Fly (420 m.) 14 Settembre 1877. Questi tre maschi sono simili alle femmine, ma cominciano a mettere qualche piuma verde splendente sul pileo, ed alcune azzurro acciaio sui lati della gola. L’ ultimo ha qualche piuma verde splendente sul groppone e sul sopraccoda. « Becco, piedi ed occhi neri. Si nutre d’ insetti » (D’A.). Sp. 8. Cyrtostomus frenatus (S. Miit.). Cyrtostomus frenatus, D’Alb, Sydn. Mail, 1877, p. 348; Ann. Mus. Civ. Gen. X, pp. 11, 19 (1877). Cinque esemplari. N. 57. 3. Is. Yarru, Agosto 1876. » 89. 7. Fiume Kataw, Ottobre 1876. >» 90. 7. Fiume Kataw, Ottobre 1876. » 148. 9. Fiume Fly, (200 m.) 18 Giugno 1877. » 58. 2. Is. Yarru, Agosto 1876. Quest’ ultimo individuo, in abito di transizione, ha le piume della parte anteriore del collo soltanto parzialmente metalliche. Sp. 86. Melanocharis chloroptera, SaLvan. Melanocharis chloroptera, Salvad., Ann, Mus. Civ. Gen. VII, p. 987, sp. 5 (1875); XII, p. 333 (1878). Cinque esemplari, simili in tutto a quelli delle Isole Aru. N. 473. . Fiume Fly (430 m.) 16 Agosto 1877. » 502. 7. Fiume Fly (430 m.) 28 Agosto 1877. » 725. d'. Fiume Fly (450 m.) 6 Ottobre 1877. » 726. 7. Fiume Fly (450 m.) 6 Ottobre 1877. « Becco, piedi ed occhi neri. Si nutre di frutta ». (D’A.). 74 L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI Questi quattro maschi sono in abito perfetto. N. 628. 7. (?) Fiume Fly (420 m.) 12 Settembre 1877. « Becco bruno, colla base della mandibola gialliccia; piedi cenerini; iride nera. Si nutre di frutta ». (D’A.). Individuo simile in tutto alle femmine d’ Aru. Se non è av- venuto errore nell’ indicazione del sesso, conviene dire che i maschi giovani siano simili alle femmine. Sp. 87. Dicaeum vubrigulare, nov. sp. Superne nitide nigrum, chalybeo nitens; pileo, uropygio, supra- caudalibus, et collo antico toto pulchre rubris; colli plumarum basi alba; mento albido; lateribus capitis et colli fusco-olivaceis ; pectore et abdomine sordide virescente-olivaceis; subcaudalibus pallide rubris; alis et caude superne dorso concoloribus; subalaribus albis; rostro, pedibus et iride nigris. Foem. Collo antico sordide griseo-olivaceo; colore rubro pile et supracaudalium minus laeto; Juv. Olivaceus, subtus pallidior, supracaudalibus vix aeruginosis. Long. tot. circa 0%, 080; al. 0%, 054; caud. 0”, 024; rostri 0%, 008; tarsi 0, 011. Obs. Differt a D. RUBRO-coRONATO, Sharpe, collo antico omnino rubro. N. 625. 7. Fiume Fly (420 m.) 12 Settembre 1877. » 159. 7. Fiume Fly (200 m.) 20 Giugno 1877. Il secondo individuo differisce dal primo pei margini delle piume nere lucenti delle parti superiori marginate di grigio- olivastro. N. 472. 2. Fiume Fly (230 m.) 15 Agosto 1877. Differisce dai maschi per avere il rosso del pileo meno esteso e meno bello, per mancare di rosso sulla parte anteriore del collo, e per avere una lievissima tinta rossa sul sottocoda. N. 515. juv. Fiume Fly (430 m.) 23 Agosto 1877. « Becco nero colla base rossigna; becco e piedi neri ». (D'A.). UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 70 Individuo giovanissimo di color verde-olivastro superiormente, con traccie di rosso bruno sul sopraccoda; petto e fianchi grigio- olivastro; mezzo dell’ addome bianco-gialliccio. Questa specie è affine al D. coronatum e come esso ha il pileo ed il sopraccoda di color rosso, ma ne differisce molto cospicua- mente per avere tutta la parte anteriore del collo fino al sommo del petto di color rosso e non soltanto una piccola macchia rossa sul mezzo del sommo del petto. Per avere tutta la parte anteriore del collo di color rosso somiglia al D. hirundinaceum d Australia, al D. ignicolle delle Isole Aru ed al D. kejense, Salvad. Sp. 88. Dicaeum albo-punctatum, nov. sp. Dicaeum rubro-coronatum, D’Alb. (nec Sharpe), Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 20 (1877). Superne nitide nigrum, chalybeo nitens; pileo, uropygio, supra- caudalibus et collo antico toto pulchre rubris; colli plumarum rubrarum basi alba; mento albido; lateribus capitis et colli fusco- nigris; pectore et abdomine sordide albido-virescentibus; subcauda- libus pallide rubris; alis et cauda superne dorso concoloribus; subalaribus albis; rostro, pedibus et iride nigris. Long. tot. 0%, 080; al. 0™, 054; caud. 0, 024; rostri 09, 008; tarsi 0”, 011. Obs. Simile D. RUBRI-GULARI, sed punctulis albis inter apicem rubrum et basin fuscam plumarum capitis et uropygii diversum. N. 92. 7. Fiume Kataw, Ottobre 1876. ecco, piedi ed occhi neri. Si nutre di frutta ». (D’A.). Individuo al tutto adulto ed in abito perfetto. Sp. 89. Myzomela nigrita, G. R. Gr. Tre esemplari. N. 609. 7. Fiume Fly (420 m.) 10 Settembre 1877. « Becco, piedi ed occhi neri. Si nutre d’ insetti ». (D'A). N. 634. 7. Fiume Fly (420 m.) 13 Settembre 1877. 76 L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI Maschi in abito perfetto, tutti neri, tranne le cuopritrici infe- riori delle ali bianche. N. 103. 7. Fiume Fly (200 m.) 11 Giugno 1877. Questo individuo è in abito di transizioné; alle piume nere ha frammiste molte grigio-brune, più chiare sulle parti inferiori, ed inoltre, come la femmina di questa specie, ha la fronte, le gote e la gola tinte di rosso. Sp. 90. Myzomela erythrocephala, Gout? Myzomela erythrocephala, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 19 (1877). N. 60. 7. Is. Yarru, Agosto 1876. « Becco, piedi ed occhi neri. Si nutre d’ insetti ». (D’A.). Individuo adulto in abito perfetto, colla testa, il collo, il groppone ed il sopraccoda di un bel rosso, forse specificamente diverso dagli esemplari d’ Australia. « Fu preso mentre covava nel nido, il quale pendeva da un ramo di mangrove all’ entrata di una laguna. Nel nido vi erano due uova ». (D'A.). Sp. 91. Myzomela eques (Less.). Sei esemplari. N. 310. Y. Fiume Fly (350 m.) 17 Luglio 1877. « Becco nero; piedi plumbei; occhi castagni. Si nutre d’ in- setti ». (D'A.). N. 311. Y. Fiume Fly (350 m.) 4 Luglio 1877. » 312. Y. Fiume Fly (350 m.) 4 Luglio 1877. » 320. J. Fiume Fly (350 m.) 18 Luglio 1877 » 321. 7. Fiume Fly (350 m.) 18 Luglio 1877. » 487. 3. Fiume Fly (430 m.) 20 Agosto 1877. Tutti questi esemplari sono simili fra loro tanto per le dimen- sioni, quanto pel colorito. Nel n. 312 le piume rosso-sericee della gola sono incompiu- tamente sviluppate, UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA Ii Lunghezza dell’ ala 0%, 069-0™, 071. E singolare I’ assenza della femmina nella serie suddetta. Sp. 92. Myzomela obscura, Gounp. Myzomela obscura, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 19 (1877). N. 59. g. Is. Yarru, Agosto 1876. « Becco, piedi ed occhi neri. Si nutre d’ insetti ». (D'A.) Individuo tutto di color grigio-bruno uniforme. Sp. 93. Glyeiphila modesta, G. R. Gr. Glyciphila subfasciata, Ramsay. — Gould, B. of New Guin. pt Ul. pl. 13 (1876). Otto individui. N. 71. ~. Is. Yarru, Agosto 1876. > 120. 3. Fiume Fly (200 m.) 15 Giugno 1877, » 137. g. Fiume Fly (200 m.) 18 Giugno 1877. » 145. 7. Fiume Fly (200 m.) 19 Giugno 1877. » 146. 9. Fiume Fly (200 m.) 19 Giugno 1877. » 147. 7. Fiume Fly (200 m.) 19 Giugno 1877. » 624. 7. Fiume Fly (420 m.) 12 Settembre 1877. « Becco e piedi bruni; iride castagno. Si nutre d’ insetti ». (D'A.). La femmina non differisce sensibilmente dai maschi, altro che per le dimensioni alquanto minori. N. 119. 7. juv. Fiume Fly (200 m.) 15 Giugno 1877. Giovane, differente dagli adulti per le dimensioni minori, per avere sul petto macchie longitudinali scure, e non sottili fascie trasversali, e finalmente per le remiganti secondarie marginate sottilmente di bruno-olivastro. Sp. 94. Conopophila albigularis (Goutp). Entomophila ? albigularis, Gould, P. Z. S. 1842, p. 137. — Id., B. Austr. MV pl, SI. 78 L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI Cinque individui. N. 117. 7. Fiume Fly (200 m.) 15 Giugno 1877. » 144. 9. Fiume Fly (200 m.) 18 Giugno 1877. « Becco nero; piedi cenerini; iride castagno. Si nutre d’ in- setti ». (D’A.). La femmina non differisce dal maschio altro che per le dimen- sioni alquanto minori; ambedue hanno la testa cenerina e_ la gola di un bianco puro. N. 116. 7. Fiume Fly (200 m.) 15 Giugno 1877. » 118. 4. Fiume Fly (200 m.) 15 Giugno 1877. Questi esemplari differiscono dai precedenti pel cenerino della testa e pel bianco della gola meno puri. N. 143. 7. Fiume Fly (200 m.) 18 Giugno 1877. Individuo giovane, differente dai precedenti per la testa di color grigio-terreo come il dorso, per la fascia pettorale più chiara, e per la gola di un bianco meno puro. Sp. 9. Glyeichaera fallax, Satvap. Euthyrhynchus ? sp., Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VII, p. 953 (1875); IX, p. 23, sp. 118 (1876). Glycichaera fallax, Salvad., op. cit. XII, p. 335, sp. 19 (1878). Due esemplari simili ai tipi di questa specie. N. 142. Y. Fiume Fly (200 m.) 18 Giugno 1877. » 520 — Fiume Fly (480 m.) 24 Agosto 1877. « Becco bruno colla mandibola bianchiccia; piedi cenerini e plumbei; iride bianco sudicio. Si nutre d’insetti ». (D'A.). Sp. 96. Melilestes novae guineae (Less.). Cinnyris novae Guineae, Less., Voy. Coq. Zool. I, p. 677 (1826). Arachnothera novae Guineae, S. Mull. & Schleg., Verh. Zoologie, p. 70, 71, pl. IX, f. 3 (1839-1844). Melilestes novae guinene, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VIT, p. 951 (1875). UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 79 Cinque esemplari. ded . 228. 7. Fiume Fly (350 m.) 10 Luglio 1877. 317. 7. Fiume Fly (350 m.) 17 Luglio 1877. 748. 7. Fiume Fly (300 m.) 16 Ottobre 1877. 749. 7. Fiume Fly (300 m.) 16 Ottobre 1877. «Becco ed occhi neri; piedi cenerini. Si nutre d’insetti ». (D'A.). I cinque esemplari annoverati non presentano differenze. Sp. 97. Melilestes megarhynehus (Gray). Ptilotis megarhynchus, G. R. Gr., P. Z. S. 1858, p. 174 (Aru). Ptilotis rostrata, Wall., P. Z. S. 1865, p. 478. Melilestes megarhynehus, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VII, sp. 951 (1875). Melidipnus megarhynchus, Cab. & Rehnw., Journ. f. Orn. 1876, p. 331. — Salvad., P. Z. S. 1877, p. 194. Sette esemplari. N « 74, Fiume Fly (Alligator Point) 7 Giugno 1877. 315. Fiume Fly (350 m.) 17 Luglio 1877. 316. Fiume Fly (350 m.) 17 Luglio 1877. Gr d. Q. 333. 9. Fiume Fly (350 m.) 18 Luglio 1877. d'. Fiume Fly (350 m.) 18 Luglio 1877. . d'. Fiume Fly (850 m.) 18 Luglio 1877. . d'. Fiume Fly (850 m.) 18 Luglio 1877. Becco nero; piedi cenerini; occhi isabella, rosso giallo, rosso aranciato, castagno cenerognolo o cenerino scuro. Si nutre d’in- setti ». (D'A.). I primi quattro individui hanno la parte anteriore del collo ed il petto di color bruno olivastro uniforme; gli ultimi tre in- vece hanno le medesime parti variegate di giallognolo e di grigio-olivastro cupo; inoltre questi hanno le palpebre rivestite da un cerchio di piume gialle molto cospicuo. Questi sembrano più, giovani dei precedenti, nei quali v’ è soltanto una traccia delle piume gialle palpebrali. Le femmine sono più piccole dei maschi. SO L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI Sp. 98. Ptilotis notata, Gouxp. Due esemplari. N. 101. 7. Fiume Fly (150 m.) 11 Giugno 1877. » 280. 7. Fiume Fly (300 m.) 5 Luglio 1877. « Becco nero; piedi cenerini; iride castagna. Si nutre di frutta ». (D’A.). Pare che gl’ individui suddetti, come anche quelli delle Isole Aru, corrispondano meglio colla specie del Capo York, descritta dal Gould, che non cogli esemplari della Nuova Guinea set- tentrionale-occidentale (P. analoga, Rehb.), i quali hanno dimen- sioni un po maggiori, e le piume auricolari gialle più lunghe. A questa forma appartiene anche la P. auriculata, Mull. di Lobo. Il Gould ha descritto una terza forma ancora più piccola, la P. gracilis (P. Z. S. 1866, p. 217). Resta a vedersi se le tre forme meritino di essere considerate come realmente distinte. Sp. 99. Ptilotis versicolor, Goun. N. 77. g. Fiume Kataw, Agosto 1876. « Becco ed occhi neri; piedi cenerini ». (D’A.). Individuo adulto, in abito perfetto, colle parti superiori oli- vastre e le inferiori gialle con strie longitudinali scure. Questa specie non era stata trovata finora nella Nuova Guinea. Sp. 100. Xanthotis polygramma (G. R. Gr.). Ptilotis polygramma, G. R. Gr., P. Z. S. 1861, p. 429. Xanthotis poikilosternus, Meyer, Sitzb. k. Ak. Wissensch. Wien, LXX, p. 112 (1874). Ptilotis sp.?, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ, Gen., X, p. 29, (1877). Xanthotis polygramma, Salvad., Ann. Mus, Civ. Gen. XII, p. 338 (1878). Tre individui in diverso stadio. N. 773. 9. Fiume Fly (150 m.) 1 Novembre 1877. UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 81 « Becco ed occhi neri; piedi cenerini; pelle nuda sopra gli occhi di color giallo vivo. Si nutre d’ insetti ». (D'A.). Individuo adulto colle macchie scure sul dorso e sul petto (qui di forma triangolare) molto cospicue e numerose. N. 281. 9. Fiume Fly (300 m.) 5 Luglio 1877. Simile al precedente, ma alquanto minore. N. 139. 9. Fiume Fly (200 m.) 18 Giugno 1877. Individuo giovane differente dai precedenti per avere le mac- chie scure del petto a goccia, non ancora di forma decisamente triangolare, per avere le macchie scure del dorso poco cospicue ed i margini bianchicci delle piume del dorso appariscenti sol- tanto su alcune. Inoltre esso ha I’ estremità delle timoniere e le copritrici esterne delle ali marginate di rossigno. Questo è il Melifagide, cui il D'Albertis in una precedente oc- casione accennava come probabilmente nuovo (Ann. Mus. Civ. otk. fe LI, 10). Sp. 101. Xanthotis filigera (Gout). Xanthotis filigera, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 33 (1876). Ptilotis filigera, D’Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen, X. p. 20 (1877). Quattordici esemplari. N. 15. ~. Fiume Fly, 27 Maggio 1877. » 71. ~. Fiume Fly (Alligator Point) 7 Giugno 1877, » 84. g. Fiume Fly (150 m.) 8 Giugno 1877. » 94, 7. Fiume Fly (150 m.) 9 Giugno 1877. » 95. 9. Fiume Fly (150 m.) 9 Giugno 1877. » 102. ~. Fiume Fly (150 m.) 11 Giugno 1877. » 104. 7. Fiume Fly (150 m.) 13 Giugno 1877. » 210. 7. Fiume Fly (300 m.) 27 Giugno 1877. » 211. 7. Fiume Fly (300 m.) 27 Giugno 1877. » 212. 9. Fiume Fly (300 m.) 27 Giugno 1877. » 258. 7. Fiume Fly (300 m.) 30 Giugno 1877. » 330. 7. Fiume Fly (300 m.) 18 Luglio 1877. Ia TA » 73. 2. juv. Fiume Fly, Giugno 1877. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (22 Febbraio 1879). 6 82 L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI L’ ultimo individuo, molto giovane, ha le piume incompiuta- mente sviluppate, e differisce dagli adulti per mancare del fa- scetto di piume subauricolari giallo, e per avere le parti inferiori ed i margini delle piume delle ali di color rossigno più intenso. « Becco ed occhi neri; piedi cenerini; pelle nuda intorno agli occhi bianchiccia. Si nutre di nettare, di frutta e d’ insetti. ». (D’A.). Sp. 102. Philemon meyeri, Satyap. 'Tropidorhynchus inornatus, Meyer (nec Gray), Sitzb. k. Ak. Wis- sensch. Wien. LXX, p. 212 (1874). Ptilotis nov. gen. ?, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 20 (1877). Philemon meyeri, Salvad., Ann. Mus, Civ. Gen. XII, p. 339, sp. 23 (1878). Nove esemplari. N. 16. 7. Fiume Fly, 27 Maggio 1877. » 17. 9. Fiume Fly, 27 Maggio 1877. >» 88d. 9. Fiume Fly (150 m.) 8 Giugno 1877. » 96. 7. Fiume Fly (150 m.) 9 Giugno 1877. » 97. 9. Fiume Fly (150 m.) 11 Giugno 1877. » 279. 9. Fiume Fly (300 m.) 5 Luglio 1877. « Becco ed occhi neri; piedi plumbei. Si nutre d’ insetti ». (D'A.). Tutti questi esemplari sono adulti e simili fra loro. N. 75. Y. Fiume Fly (Alligator Point) 7 Giugno 1877. » 221. g. Fiume Fly (300 m.) 27 Giugno 1877. » 278. 7. Fiume Fly (300 m.) 5 Luglio 1877. Questi tre individui sono giovani e differiscono dagli adulti per avere le piume alla base del collo e sulla parte superiore del petto marginate di giallo dorato. L’ ultimo individuo ha inoltre le piume della parte media del dorso marginate di bianchiccio. Sp. 103. Tropidorhynchus novae guineae, S. Mii, ‘Tropidorhynchus Novae Guineae, D'Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 20 (1877). UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 83 Tre esemplari. N. 86. 9. Fiume Fly (150 m.) 8 Giugno 1877. » 87. 9. Fiume Fly (150 m.) 8 Giugno 1877. » 167. <*. Fiume Fly (300 m.) 23 Giugno 1877. « Becco nero; piedi nero cenerini; occhi castagni. Si nutre di frutta e d’ insetti ». (D'A.). L’ ultimo esemplare, non al tutto adulto, ha le piume della parte superiore del dorso marginate di bianchiccio. Sp. 104. Pomatorhinus isidori, Less. Pomatorhinus Isidori, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 20 (1877). N. 263. 7. Fiume Fly (300 m.) 4 Luglio 1877. « Becco giallognolo; piedi plumbeo scuri; occhi caffè e latte. Si nutre d’ insetti. Comunissimo ». (D’A.). Sp. 105. Pitta simillima, Gounp. Pitta assimilis, (errore), D’Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 11, 19 (1877). Due esemplari, simili in tutto ad altri d’ Australia. N. gd. Fiume Kataw, Ottobre 1876. > @. Fiume Kataw, Novembre 1876. « Becco ed occhi neri; piedi carnei ». (D’A.). La femmina non differisce dal maschio. Sp. 106. Pitta mackloti, Trxw. Pitta mackloti, D’Alb., Sydn, Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 11, 19 (1877). Nove esemplari. N. 243. Y. Fiume Fly (300 m.) 30 Giugno 1877. Individuo adulto colla cervice rossa. 84 L. M. DALBERTIS E T. SALVADORI N. 271. 9. Fiume Fly (300 m.) 4 Luglio 1877. » 272. 9. Fiume Fly (300 m.) 4 Luglio 1877. >» 398. 9. Fiume Fly (400 m.) 1 Agosto 1877. » 541. 9. Fiume Fly (430 m.) 28 Agosto 1877. » 655. 9. Fiume Fly (450 m.) 17 Settembre 1877. Tutte le femmine differiscono dal maschio per la cervice di color rosso ocraceo, e meno bello che non nel maschio; varia in esse |’ estensione della base bianca delle piume nere della gola. N. 36. 7. juv. Fiume Fly, Giugno 1876. >» 36 ? juv. Fiume Fly, 2 Giugno 1877. » 290. 9. juv. Fiume Fly, (350 m.) 10 Luglio 1877. Tre individui giovani. « Becco quasi nero; piedi plumbeo-violacei; iride castagna. Si nutre d’ insetti ». (D'A.). Sp. 107. Pitta novae guineae, Mi. & Scurea. Pitta novae Guineae, D’Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 11 (1877). Quattordici esemplari. N. 455. 9. Fiume Fly (430 m.) 14 Agosto 1877. » 482. 9. Fiume Fly (430 m.) 18 Agosto 1877. » 498, 9. Fiume Fly (430 m.) 21 Agosto 1877. » 499. 9. Fiume Fly (430 m.) 21 Agosto 1877. » 512. ~. Fiume Fly (430 m.) 23 Agosto 1877. » 558. 9. Fiume Fly (430 m.) 29 Agosto 1877. » 576. 7. Fiume Fly (430 m.) 1 Settembre 1877. » 591. 7. Fiume Fly (420 m.) 7 Settembre 1877. » 626. 7. Fiume Fly (420 m.) 12 Settembre 1877. » 770. 2. Fiume Fly (150 m.) 1 Novembre 1877. « Becco nero; piedi plumbeo violacei, o brunicci; occhi neri o castagni. Si nutre d’ insetti ». (D'A.). Tutti questi esemplari sono adulti, in abito perfetto; le fem- mine non differiscono dai maschi neppure per le dimensioni; alcuni hanno più grandi, altri più piccole, ed altri mancanti le macchie bianche sulla 4.8, 5.8 e 6.8 remigante; alcuni hanno UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 85 la fascia del sopraccoda ceruleo-argentina, altri quasi verdognola e poco cospicua. N. 592. 9. Fiume Fly (420 m.) 7 Settembre 1877. » 614. /. Fiume Fly (420 m.) 11 Settembre 1877. Questi due esemplari, in abito non ancora perfetto , differiscono dai precedenti per avere il rosso dell’ addome e del sottocoda più pallido, mescolato con alcune piume grigio-luride e la mac- chia nera dell’ addome incompiuta; sebbene in abito imperfetto essi hanno molto bella e cospicua la fascia cerulea argentina del sopraccoda. N. 287. 9. juv. Fiume Fly (350 m.) 10 Luglio 1877. » 313. 2. juv. Fiume Fly (350 m.) 17 Luglio 1877. Individui giovani colla testa nero-bruna, il dorso di un verde non uniforme, la gola grigio-lurida, le parti inferiori variegate di verde e di grigio-terreo, la macchia nera dell’ addome incom- piuta, il rosso dell'addome e del sottocoda pallido ed incipiente. In ambedue le macchie bianche della 4.2, 5.4 e 6.2 remigante sono piuttosto grandi. Sp. 108. Cinclosoma ajax (TeEmm.). Eupetes Ajax, Temm., PI. Col. 573 (1835) (Lobo) (juvenis). Quattro esemplari. N. 241. 7. Fiume Fly (300 m.) 29 Giugno 1877. » 247. 7. Fiume Fly (300 m.) 30 Giugno 1877. « Becco neri; piedi bianchicci. Si nutre d’ insetti ». (D'A.). N. 273. 7. Fiume Fly (300 m.) 4 Luglio 1877. » 274. 7. Fiume Fly (300 m.) 4 Luglio 1877. « Becco nero; occhi gialli; piedi bianchicci ». (D’A.). Questi quattro individui, adulti e simili fra loro, presentano lievi differenze relative alle dimensioni. Essi sono indicati come maschi. 86 L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI L’ unico individuo, che si conoscesse finora di questa specie, è quello raccolto da S. Miller presso Lobo, e figurato e de- scritto dal Temminck. Esso, come fece notare il Muller al Tem- minck, è una femmina in abito imperfetto, ed è stato così mala- mente figurato e descritto dal Temminck, che se uno di noi non lo avesse esaminato nel Museo di Leida, difficilmente potremmo avere la certezza che alla medesima specie appartengano gli. esemplari sopra annoverati. Crediamo quindi opportuno di dare una descrizione esatta di questo raro ed interessante uccello. Supra brunneum, terricolor; pileo, cervice, dorso, scapularibus, remigibus ultimis dorso proximis, tectricibus alarum minoribus superioribus et majoribus dorso proximis, uropygio, supracauda- libus et rectricibus duabus mediis brunneis; loris, regione oculari et fascia postoculari in colli latera excurrente, gula, collo antico et pectore nigerrimis; fascia malari latiuscula, a mandibulae basi orta et in colli latera excurrente alba; abdomine sordide albo; lateribus pectoris et abdominis fulvis; colore fulvo laterum a colore albo abdo- minis taenia, e maculis nigris composita, diviso; subcaudalibus albis, pogonio externo maxima ex parte nigris; tectricibus alarum mediis et majoribus anterioribus nitide nigris; remigibus primariis fusco- brunneis; subalaribus albis; cauda, rectricibus duabus mediis, ex- ceptis, nigra; rectricibus tribus utrinque apice late albis, 4.8 et 5.8 basin versus brunnescentibus; rostro nigros iride flava (?); pedibus pallidis. Long. tot. circa 0",250; al. 0", 105; caud. 0", 100; rostri 0", 024-0", 022; tarsi 0", 036-0", 034. L’individao tipo, esistente nel Museo di Leida, ha la parte anteriore del collo ed il petto soltanto in parte neri, essendo le piume in parte nere ed in parte bianche, segno di età giovanile. La femmina adulta non si conosce, ma giudicando dallo stesso individuo del Museo di Leida è evidente che essa deve essere simile al maschio. Tanto il Bonaparte (Consp. I, p. 252), quanto il Gray (Hand- List, I, p. 267, sp. 3913) hanno erroneamente indicato questa specie come propria di Sumatra! Questa specie ha grande somiglianza per la forma, e fino ad UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 87 un certo punto anche pel colorito, specialmente della coda e del sottocoda, con le specie del genere australiano Cinelosoma , ed in particolare col C. castaneum, Gould, per cui essa dovrà essere annoverata nel genere Cindosoma anzichè nel genere Eupetes. Sp. 109, Eupetes nigricrissus, SALvan. Eupetes nigricrissus, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 36, sp. 127 (1876). — D’Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 11, 20 (1877). Quattro esemplari. N. 8. 3. Fiume Fly, 25 Maggio 1877. » 76. 7. Fiume Fly (Alligator Point) 7 Giugno 1877. » 3. Q. Fiume Fly, 24 Maggio 1877. » 43. 9. Fiume Alice, Luglio 1876. « Becco, piedi ed occhi neri. Si nutre d’ insetti ». (D’A.). Le due femmine differiscono per avere la fascia sopraccigliare bianca che manca nei maschi. Gli esemplari del Fiume Fly non differiscono da quelli di Naiabui; la maggiore larghezza della fascia nera circondante il bianco della gola, osservata preceden- temente in un individuo del Fiume Fly, è cosa individuale. Sp. 110. Poodytes albo-limbatus, D’Aus. & SALVAD. nov. sp. Pileo, uropygio et supracaudalibus rufo-cinnamomeis, immacu- latis; dorsi plumis et tectricibus alarum nigris, late rufo-fulvescente marginatis; loris et fascia superciliari albidis; lateribus capitis al- bido-rufescentibus ; corpore subtus albo, pectore vix fulvescente tincto; lateribus et subcaudalibus rufescentibus, his pallidioribus; remigibus fusco-nigris, primariis exterius, basin versus rufo-mar- ginatis, tertiariis undique conspicue albido-marginatis ; rectricibus fuscis, ad marginem rufescentibus; maxilla fusca, mandibula al- bida; pedibus carneo-brunneis,; iride castanea. Long. tot. 0", 135; al. 0", 058; caud. 0", 058; rostri 0", 015; tarsi 0", 022. 88 L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI Tre esemplari. N. 514. 9. Fiume Fly (430 m.) 23 Agosto 1877. » 522. 9. Fiume Fly (430 m.) 24 Agosto 1877. » 523. J. Fiume Fly (430 m.) 24 Agosto 1877. « Becco bruno; mandibola biancastra; piedi carneo-bruni; occhi castagni. Si nutre d’ insetti ». (D'A.). Questa specie si distingue facilmente pel colore rosso cannella del pileo, del groppone e del sopraccoda, e pez margini bian- chicci, molto cospicui, delle ultime remiganti, al quale carattere allude il nome di albolimbatus. Sp. 111. Munia leucosticta, D’Ats. & SALvan., nov. sp. Brunnea; capite fusco, lineis scapalibus albis notato; dorso et tectricibus alarum brunneis, albo-punctulatis; uropygio flavo-mel- lino; supracaudalibus nigris; gastraeo rufo-brunneo, gulam versus sensim albido,; pectore albo squamato; subcaudalibus nigricantibus; remigibus fuscis; subalaribus albidis, gula concoloribus; cauda nigra; rostro griseo margaritaceo; pedibus cinereis; iride migra. Long. tot. circa 0", 100; al. 0%,050; caud. 0", 036; rostri 02 Ol stars: 07013: N, 175. 9. Fiume Fly (300 m.) 25 Giugno 1875. Questa specie pel groppone giallognolo e pel sopraccoda nero somiglia alla M. tristissima, Wall., dalla quale differisce pel colore bruno più chiaro, specialmente sulle parti inferiori, per le pic- cole macchie bianche del dorso e delle cuopritrici delle ali e pel petto con macchie bianche semilunari a squame. « Si nutre di semi ». (D'A.). Sp. 112. Neochmia phaeton (Howmr. & Jac)? Rubro-punicea; fronte et lateribus capitis laetioribus; pileo et collo postico griseo-terricoloribus; dorso, tectricibus alarum et re- migibus tertiariis, dorso proximis, sordide rubris; dorsi plumarum UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 89 marginibus grisescentibus; uropygio griseo, terricolore, via puniceo tincto; supracaudalibus laete rubro-puniceis; gula, pectore et late- ribus rubro-puniceis, his albo-punctulatis; abdomine medio albido et plus minusve infuscato, vie rubro tincto; subcaudalibus et tibiis fusco-griseis, rubro-tinctis; remigibus fuscis, primariis exterius oli- vaceo-limbatis; subalaribus albido-griseis; cauda rubra; rostro rubro; pedibus albidis; iride pallide castanea. Long. tot. 0",120; al. 0", 050-0", 048; caud. 0", 060; rostri 0", 010; tarsi 0", 016: N. 765. 7. Fiume Fly (160 m.) 30 Ottobre 1877. » 764. 7. Fiume Fly (160 m.) 30 Ottobre 1877. « Becco rosso; piedi biancastri; occhi castagno-pallido. Si nutre di semi ». (D’A.). Questi due esemplari sono quasi in tutto simili fra loro; il primo ha il mezzo dell'addome ed il sottocoda parzialmente tinti di grigio cupo, ed i margini grigi delle piume del dorso consu- mati e quindi meno appariscenti. Forse nessuno dei due è in abito perfetto, giacchè non è improbabile che negli adulti in abito perfetto il mezzo dell'addome ed il sottocoda siano nero- fuliginosi; nei due sopramenzionati quelle parti sono bianchiccie e lievemente tinte di grigio scuro in uno. Siamo incerti se questi due esemplari siano da riferire vera- mente alla N. phaeton o ad una nuova specie. Noi li abbiamo confrontati con un maschio adulto del Capo York, avuto in co- municazione dal Conte Turati, il quale ha le seguenti dimen- sioni: lungh. tot. 0°, 130; al. 0", 056; cod. 0", 070; becco quasi 0”, 011; tarso 0",016. Da questo essi si distinguono per le di- mensioni notevolmente minori e per l'addome bianchiccio, in uno tinto parzialmente di grigio-cupo, tuttavia è probabile che in uno stadio più avanzato essi dovessero avere l’addome ed il sottocoda di color nerastro fuliginoso come I’ individuo di Capo York. Resta ad ogni modo la differenza nelle dimensioni e nel caso che un maggior numero d’ individui abbia da mostrare che quelli della Nuova Guinea differiscono specificamente da quelli del Capo York, proponiamo per essi il nome di Neochmia evan- gelinae. 90 L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI Sp. 113. Calornis metallica (Temm.). Calornis sp., D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, pp. 11, 20 (1877). Quattro esemplari adulti. N. 155. 7. Fiume Fly (200 m.) 20 Giugno 1877. » 156. 7. Fiume Fly (200 m.) 20 Giugno 1877. » 157. 9. Fiume Fly (200 m.) 20 Giugno 1877. » 158. 9. Fiume Fly (200 m.) 20 Giugno 1877. « Becco e piedi neri; occhi vermigli. Si nutre di frutta ». (D’A.). Le due femmine non differiscono sensibilmente dai maschi. Sp. 114. Melanopyrrhus orientalis (Scaces.). Gracula anais ex Bondey, Schleg., Ned. Tijdschr. v. Dierk. IV, p. 18 (1871). Gracula anais orientalis, Schleg., op. cit. p. 52 (1871). Gracula orientalis, Becc., Ann. Mus. Civ. Gen. VII, p. 714 (1875). Gracula Rosenbergii, Finsch, in Brehm, Gefangene Vogel, II, 1, p. 562 (1876). Mina Robertsoni, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248. — Id., Ann. Mus. Civ. Gen. X, pp. 12, 20 (1877). — Id., Ibis, 1877, p. 368. Melanopyrrhus orientalis, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. X, pp. 12, 20 (nota) (1877). Trentaquattro esemplari. N. 10. 7. Fiume Fly (N. Guinea centr.) Giugno 1876. Tipo della Mina Robertsoni, D’Alb. Individuo adulto con una piuma nera sull’occipite, residuo dell’ abito imperfetto, e con molte piume gialle sulla gola ed anche sui lati della testa. $. Individui senza alcuna piuma nera sul pileo e sull'occipite. a. Gola con più o meno di piume gialle. N. 454. 9. Fiume Fly (430 m.) 14 Agosto 1877. Simile al precedente, ma oltre all’avere più di piume gialle sulla gola, ha anche alcune piume giallo-aranciate sull’addome nero. UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 91 N. 496. 9. Fiume Fly (430 m.) 20 Agosto 1877. Simile al precedente. « Uova mature ». (D'A.). N. 565. 7. Fiume Fly (430 m.) 1 Agosto 1877. Simile ai precedenti, ma colle piume nere dell’ addome mar- ginate sottilmente di giallo. N. 577. 7. Fiume Fly (420 m.) 5 Agosto 1877. Simile al tipo, ma senza le piume nere sull’ occipite. N. 720. 2. Fiume Fly (450 m.) 4 Ottobre 1877. Simile al precedente. N. 723. 9. Fiume Fly (450 m.) 4 Ottobre 1877. Gola quasi interamente gialla. b. Gola con nessuna o pochissime piume gialle. N. 428. 7. Fiume Fly (430 m.) 7 Agosto 1877. » 470. 7. Fiume Fly (430 m.) 16 Agosto 1877. » 495. 7. Fiume Fly (430 m.) 20 Agosto 1877. >» 518. g. Fiume Fly (480 m.) 24 Agosto 1877. » 539. 2. Fiume Fly (430 m.) 28 Agosto 1877. » 604. 7. Fiume Fly (420 m.) 10 Settembre 1877. §. Individui con poche 0 molte piume nere sull’occipite; la gola ha sovente qualche piuma gialla. N. 429. 9. Fiume Fly (430 m.) 7 Agosto 1877. » 450. 9. Fiume Fly (430 m.) 7 Agosto 1877. » 453. gY. Fiume Fly (430 m.) 14 Agosto 1877. » 519. 9, Fiume Fly (130 m.) 24 Agosto 1877. « Uova mature, uno col guscio quasi formato ». (D’A.). N. 525. 7. Fiume Fly (430 m.) 25 Agosto 1877. » 9531. 9. Fiume Fly (430 m.) 27 Agosto 1877. Individuo con parecchie piume nere sull’occipite. « Aveva un uovo, il guscio del quale cominciava ad indurire, e che aveva 92 L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI le seguenti dimensioni: diametro maggiore 1. 1 !/g (=0",029); diametro minore 7/, (= 0°,22); era bianco e senza macchie ». (D’A.). N. 540. 9. Fiume Fly (430 m.) 28 Agosto 1877. » 566. 2. Fiume Fly (430 m.) 1 Settembre 1877. © » 588. 7. Fiume Fly (440 m.) 7 Settembre 1877. » 589. 2. Fiume Fly (440 m.) 7 Settembre 1877. » 640. 7. Fiume Fly (440 m.) 14 Settembre 1877. » 658. 7. Fiume Fly (450 m.) 17 Settembre 1877. » 659. 9. Fiume Fly (450 m.) 17 Settembre 1877. » 679. 9. Fiume Fly (450 m.) 19 Settembre 1877. » 697. 9. Fiume Fly (475 m.) 21 Settembre 1877. » 722. J. Fiume Fly (450 m.) 4 Ottobre 1877. » 750. g. Fiume Fly (450 m.) 16 Ottobre 1877. Nell'ultimo esemplare il nero della gola si estende sui lati del collo. N. 471. 9. Fiume Fly (430 m.) 16 Agosto 1877. « Uova mature ». (D’A.). N. 578. 2. Fiume Fly (420 m.) 5 Agosto 1877. » 605. 9. Fiume Fly (420 m.) 10 Settembre 1877. Alcune piume nere tra quelle gialle del petto. N. 721. 7. Fiume Fly (450 m.) 4 Ottobre 1877. « Individuo giovane, a giudicare dalla piccolezza dei testicoli e dalla poca consistenza delle ossa, specialmente del cranio ». (D’A.). Questo esemplare ed i tre precedenti hanno una grande mac- chia nera sull’occipite; l’ultimo ha la gola nera con parecchie piume gialle. « Becco e piedi giallo paglierini; iride gialla. Si nutre di frutta ». (D’A.). Abbiamo confrontato gl individui suddetti con altri di Wan- dammen raccolti dal Beccari, e non resta più alcun dubbio in- torno alla identità della Mina Robertsoni colla Gracula anais orientalis, Schleg., sospettata dal Salvadori. È cosa singolare la grande variabilità di questa specie, tanto UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 93 che si può dire che fra i trentaquattro esemplari menzionati non ve ne siano due al tutto simili, per cui pare che si tratti di una specie che non abbia acquistata ancora assoluta stabilità di caratteri. La grande macchia nera occipitale è senza dubbio segno di abito imperfetto o giovanile, e gli esemplari senza piume nere sull’occipite sono certamente vecchi; pare inoltre che in questi più frequentemente che non nei giovani avvenga la comparsa di piume gialle tra quelle nere della gola; ma questo carat- tere sì osserva anche in alcuni esemplari giovani, per cui pare quasi come se quelle piume gialle dovessero negli esemplari adulti della specie giunta a perfezione sostituire interamente le nere. Questa specie si deve considerare come la rappresentante me- ridionale del M. anais (Less.), ed anzi come una forma più ele- vata di quella, nella quale tutta la testa è nera. Sp. 115. Mino dumonti, Less. Mino dumonti, D'AIb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, pp. 12, 20 (1877). Sette esemplari. N. 14. g'. Fiume Fly (Centro N. G.) Giugno 1876. » 15. 9. Fiume Fly (300 m.) Giugno 1876. >» 37. 9. Fiume Fly (Alligator Point) 2 Giugno 1877. » 38. 7. Fiume Fly (Alligator Point) 2 Giugno 1877. » 39. 7. Fiume Fly (Alligator Point) 2 Giugno 1877. » 62. 7. Fiume Fly (Alligator Point) 5 Giugno 1877. » 63. 7. Fiume Fly (Alligator Point) 5 Giugno 1877. « Becco, piedi ed occhi gialli. Si nutre di frutta e d’in- setti ». (D’A.). Tutti questi esemplari hanno peli bianchi fra le piume del collo; il primo è notevolmente più grande degli altri. 94 L. M. D ALBERTIS E T. SALVADORI Sp. 116. Mimeta striata (Q. & G.). N. 420. 7. Fiume Fly (430 m.) 4 Agosto 1877. « Becco color mogano; piedi cenerino scuro; occhi castagni. Si nutre di frutta ». (D’A.). Sp. 117. Manucodia chalybeata (Pevv.). Manucodia atra, D’Alb. (nec Less.), Sydn. Mail, 1877, p. 248. — Id., Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 20 (1877). Tre individui. N. 33. 7. Fiume Fly (Centro N. Guin.) Giugno 1876. » 34. 9. Fiume Fly (Centro N. Guin.) Giugno 1876. >» 716. 9. Fiume Fly (450 m.) 4 Ottobre 1877. « Becco e piedi neri; occhi rossi, o rosso aranciati. Si nutre di frutta ». (D'A.). Le due femmine differiscono dal maschio per le piume del dorso e del petto meno rilevate, e per le piume del collo anche esse meno rilevate e con riflessi dorati e meno appariscenti. In- somma le femmine sono meno belle del maschio. Questa specie non era stata trovata finora più al Sud della Baja del Geelwink. Sp. 118. Manucodia atra (Lrss.). Sei esemplari. N. 224. » 2201 » 238. » 253. » 254. » 369. Q 0 0 QA DI . Fiume Fly (300 m.) 28 Giugno 1877. . Fiume Fly (300 m.) 28 Giugno 1877. . Fiume Fly (300 m.) 29 Giugno 1877. . Fiume Fly (300 m.) 30 Giugno 1877. . Fiume Fly (300 m.) 30 Giugno 1877. . Fiume Fly (400 m.) 25 Luglio 1877. « Becco e piedi neri; occhi rosso-aranciato. Si nutre di frutta ». (D'A.). UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 95 « Nei primi due individui e nell’ ultimo la trachea formava una piccola ansa ad S nella fossetta della forchetta. Ciò è costante nei maschi adulti ». (D’A.). I primi due maschi, forse più vecchi degli altri, hanno il dorso, le ali, la coda e le parti inferiori di colore azzurro ac- ciajo, mentre gli altri due maschi e le due femmine differiscono da quelli per avere riflessi più decisamente verdi sulle parti in- feriori; le femmine sono inoltre un poco più piccole e meno belle dei maschi. Sp. 119. Manucodia keraudreni (Less. & GARN.). Manucodia Keraudreni, D’Alb., Syda. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, pp. 13, 20 (1877). Sei esemplari. N. 28. 7. Fiume Fly (Centro N. Guin.) Giugno 1876. >» 187. “. Fiume Fly (300 m.) 26 Giugno 1877. » 214. 7. Fiume Fly (300 m.) 27 Giuguo 1877. » 215, 7. Fiume Fly (300 m.) 27 Giugno 1877. Gli ultimi due esemplari avevano « la trachea con molte cir- convoluzioni ». (D’A.). Tutti sono noteyoli per la tinta violetto acciajo, non solo delle ali e della coda, ma anche del resto del corpo. N. 370. 9. Fiume Fly (400 m.) 25 Luglio 1877. Oltre che per la « trachea senza circonvoluzioni » (D’A.) questa femmina, perfettamente adulta, differisce dai maschi pel colore più decisamente volgente al verde del dorso e più specialmente delle parti inferiori. N. 195. 7? Fiume Fly (300 m.) 26 Giugno 1877. « Trachea con circonvoluzioni ». (D’A.). Simile in tutto alla femmina precedente. « Becco e piedi neri; occhi rossi-aranciati. Si nutre di frutta ». (Dedo): 96 L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI In tutti gli esemplari soprannoverati sono notevoli per la loro lunghezza le sottili piume dei lati dell’ occipite. Sp. 120. Paradisea apoda, Linx. Var. novae guineae. Paradisea apoda?, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. pp. 14, 15, 16, 20 (1877). Quarantuno esemplari. $. Esemplari in abito perfetto, simili a quelli delle Isole Aru, ma più piccoli. N. 177. Y. Fiume Fly (300 m.) 26 Giugno 1877. Ala 0, 208; becco 0%, 034. « Becco grigio perla; piedi plumbeo-rossicci; occhi giallo-ver- dognoli ». (D'A.). N. 262. 7. Fiume Fly (300 m.) 2 Luglio 1877. » 365. ~. Fiume Fly (400 m.) 23 Luglio 1877. » 458. J. Fiume Fly (430 m.) 14 Agosto 1877. §. Esemplari in abito perfetto, simili ai precedenti, ma coi mar- gini delle cuopritrici, specialmente medie e maggiori, delle ali, più o meno distintamente dorati. N. 67. 7. Fiume Fly (Centro N. G.) Luglio 1876. Becco 0", 032. « Seppi dal cacciatore Maino che i così detti bushmen, che vi- vono nell’ interno, al Nord di Moatta (Fiume Kataw), conoscono questa specie col nome di Bulu-Bulo ». (D' A.) N. 178. — Fiume Fly (300 m.) 26 Giugno 1877. » 244. J. Fiume Fly (300 m.) 29 Giugno 1877. » 246. 7. Fiume Fly (300 m.) 30 Giugno 1877. » 263. 7. Fiume Fly (300 m.) 2 Luglio 1877. » 305. 7. Fiume Fly (350 m.) 17 Luglio 1877, » 306. 7. Fiume Fly (350 m.) 17 Luglio 1877. » 308. 7. Fiume Fly (350 m.) 17 Luglio 1877. » 336. 4. Fiume Fly (350 m.) 18 Luglio 1877. UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 97 N. 353. 7. Fiume Fly (400 m.) 23 Luglio 1877. » 354, g'. Fiume Fly (400 m.) 23 Luglio 1877. Margini delle cuopritrici delle ali dorati ben distinti. N. 356. 7. Fiume Fly (400 m.) 23 Luglio 1877. « Molto comune; grida tutto il giorno; molti individui, maschi e femmine, vecchi e giovani, frequentano lo stesso albero ». (D'A.). N. 303. 7. Fiume Fly (400 m.) 26 Luglio 1877, Varietà con una piuma bianca fra le cuopritrici delle ali. N. 402. 7. Fiume Fly (400 m.) 2 Agosto 1877. » 403. g'. Fiume Fly (400 m.) 2 Agosto 1877. » 459. 7. Fiume Fly (430 m.) 14 Agosto 1877. » 478. 7. Fiume Fly (480 m.) 18 Agosto 1877. Cuopritrici delle ali lievemente dorate sui margini. N. 762. 4. Fiume Fly (200 m.) 24 Ottobre 1877. Tutti questi esemplari sono maschi adulti in abito perfetto, simili fra loro, ed hanno i margini delle cuopritrici delle ali al- quanto dorati; ma questi esemplari sono di puro sangue? $ Maschi adulti in abito imperfetto. a. margini delle cuopritrici delle ali dorati. N. 7. 2. Fiume Fly (300 m.) Giugno 1877. Simile ai precedenti, ma colle piume dei fianchi incompiuta- mente sviluppate. b. margini delle cuopritrici delle ali non dorati. N. 248. 7. Fiume Fly (300 m.) 30 Giugno 1877. Questo esemplare manca delle lunghe piume gialle dei fianchi. N. 76. 7. Fiume Alice, Luglio 1876. Individuo simile al precedente, ma in muta e senza le due lunghe timoniere mediane. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (1 Marzo 1879). 98 L. M. D'ALBERTIS FE T. SALVADORI $ Femmine. N. 72. ®. Fiume Alice, Luglio 1876. » 169, 9, Fiume Fly (300 m.) 23 Giugno 1877. » 203. 9. Fiume Fly (300 m.) 27 Giugno 1877. » 373. Q. Fiume Fly (400 m.) 25 Luglio 1877. » 596. 9. Fiume Fly (420 m.) 8 Settembre 1877. » 603. 9. Fiume Fly (420 m.) 10 Settembre 1877. » 714. 9. Fiume Fly (450 m.) 2 Ottobre 1877. « Covante, a giudicare dall’ ovaia e dalla pelle del ventre ». (DA): N. 787. 9. Fiume Fly (150 m.) 3 Novembre 1877. Tutte queste femmine sono simili fra loro e non presentano traccie di giallo sulla cervice. $ Maschi giovani simili alle femmine, ma più grandi. N. 42. gd. Fiume Alice, 2 Luglio 1876. » 168. 7. Fiume Fly (300 m.) 23 Giugno 1877. » 335. 7. Fiume Fly (350 m.) 18 Agosto 1877. $ Maschi giovani che cominciano a mettere Vabito degli adulti. » 389. 7. Fiume Fly (400 m.) 28 Agosto 1877. « Occhi giallo verdognoli ». (D'A.). Simile ai precedenti, ma col colore giallo incipiente sulla nuca. N. 74. 7. Fiume Fly (N. G. centr.) Luglio 1877. Sono già formate le piume verdi alla base del becco, e co- minciano ad apparire, fra quelle color castagno, quelle verdi splendenti della gola; sul vertice comincia ad apparire il color giallo. = N. 240. Y. Fiume Fly (300 m.) 29 Giugno 1877. 877. » 245. g'. Fiume Fly (300 m.) 29 Giugno 1 Questi due esemplari, quasi al tutto simili, hanno già la fronte e la gola di un bel verde splendente, il vertice e le piume auri- colari di color giallo chiaro, che posteriormente vanno gradata- mente frammischiandosi a quelle color castagno dell’ occipite. UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 99 Gli esemplari della P. apoda, Linn. (?) del Fiume Fly sono costantemente alquanto più piccoli di quelli delle Isole Aru. Ecco le dimensioni dei maschi adulti delle due località : Jf Aru d. F. Fly Lung. tot. 0", 450 0°, 410 Ala. 0005: 225 0°, 200-0", 208 Coda. = or 162 0", 150-0", 158 Becco 10", 057 0", 032-0", 034 Tarso 070538. |. 0% 048 I maschi del Fiume Fly in abito perfetto hanno il colore castagno più vivo e vinaceo, il petto generalmente meno cupo e più porporino, ed 1 margini delle cuopritrici delle ali per lo più, sotto certe incidenze di luce, appaiono alquanto dorati, per cui forse si potrebbero considerare come spettanti ad una specie distinta, se non vi fosse il dubbio che gli esemplari coi margini delle cuopritrici lievemente dorati fossero individui non di puro sangue, nei quali cioè vi sia una certa quantità di sangue della Paradisea raggiana, che, come vedremo, si accoppia certamente colla P. apoda. 3 Siccome poi la maggioranza è appunto di tali individui, noi ci domandiamo se non ci troviamo in presenza del fatto della formazione di una specie nuova per effetto d’ ibridismo? Per ora le differenze non sono grandi, e gli esemplari variano indivi- dualmente; quindi non pare giunto il momento di battezzare tali individui con un nome specifico distinto. La P. apoda è evidentemente molto abbondante lungo il fiume Fly, più abbondante della P. raggiana, se si deve giudicare dal molto maggiore numero d’ individui di quella specie, raccolti durante le due esplorazioni del 1876 e del 1877; ma è da notare che nella parte inferiore del Fiume Fly la P. apoda manca e si trova soltanto la P. raggiana. Quale sia il confine orientale della P. apoda non si sa ancora; presso la Baja Hall non pare che esista e quindi quel confine deve essere fra la Baja Hall ed il Fiume Fly. 100 L. M. D ALBERTIS E T. SALVADORI Sp. 121. Paradisea raggiana, Scrat. Paradisea raggiana, D’Alb., Sydn. Mail 1877, n. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 14, 20 (1877). Ventinove esemplari puro sangue e diciannove ibridi della Paradisea apoda e della P. raggiana. A. INDIVIDUI PURO SANGUE. $ Maschi in abito perfetto. N. 2. g'. Fiume Fly (Centro N. G.) Giugno 1876. » 4. g'. Fiume Fly (Centro N. G.) Giugno 1876. « Becco grigio perla; piedi plumbeo-rossicci; occhi gialli ». (D'A.). N. 25. g'. Fiume Fly (Alligator Point) 31 Maggio 1877. . Fiume Fly (Alligator Point) 2 Giugno 1877. . Fiume Fly (Alligator Point) 2 Giugno 1877. . Fiume Fly (Alligator Point) 2 Giugno 1877. . Fiume Fly (475 m.) 22 Settembre 1877. > DI Aaaaa » 100. Tutti questi esemplari sono in abito perfetto. $ Maschi adulti in abito imperfetto. N. 31. g'. Fiume Fly (Centro N. G.) Giugno 1876. » 1. g. Fiume Fly (Centro N. G.) Giugno 1876, » 559. J7. Fiume Fly (480 m.) 30 Agosto 1877. Questi tre esemplari sono adulti, ma in abito imperfetto, colle piume rosse dei fianchi brevi. N. 445. gd. Fiume Fly (430 m.) 10 Agosto 1877. Simile ai precedenti, ma colle piume dei fianchi brevissime. N. 595. 7. Fiume Fly (420 m.) 7 Settembre 1877. » 598. 7. Fiume Fly (420 m.) 7 Settembre 1877. Questi due esemplari sono adulti in muta. Le piume gialle del capo, del collare e della fascia sull’ ala sono molto chiare; le piume verdi della fronte e della gola sono in muta; nel se- condo cominciano a spuntare le piume rosse dei fianchi. UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 101 $ Femmine. N. 6. 9. Fiume Fly (Centro N. G.) Giugno 1876. Traccie poco distinte di collare. N. 4. 9. Fiume Fly (50 m.) 24 Maggio 1877. Traccie appena visibili del collare. N. 9. 9. Fiume Fly (50 m.) 25 Maggio 1877. Collare ben distinto, formato di punti giallognoli. N. 10. 9. Fiume Fly, 26 Maggio 1877. Nessuna traccia del collare. N. 22. 9. Fiume Fly (Alligator Point) 30 Maggio 1877. Traccia indistinta del collare. N. 26. 9. Fiume Fly (Alligator Point) 31 Maggio 1877, Traccie del collare. N. 50. 9. Fiume Fly (Alligator Point) 2 Giugno 1877. Traccie del collare. N. 51. 9. Fiume Fly (Alligator Point) 2 Giugno 1877. Nessuna traccia del collare. $ Maschi giovani simili alle femmine. N. 3. ~. Fiume Fly (N. G. centr.) Giugno 1876. Collare abbastanza distinto. N. 5. 7. Fiume Fly (N. G. centr.) Giugno 1876. Collare ben distinto. Inoltre questo esemplare ha i margini delle cuopritrici delle ali chiari. « Iride color caffè latte ». (D’A.). È un individuo molto giovane. N. 49. ¢. Fiume Fly (Alligator Point) 2 Giugno 1877. Traccie di collare. 102 L. M. DALBERTIS E T. SALVADORI N. 526. Fiume Fly (430 m.) 25 Agosto 1877. « Occhi giallastro scuro ». (D'A.). Collare abbastanza distinto, ma chiaro come tutte le piume. $ Maschi giovani che cominciano a mettere I abito degli adulti. N. 47. ¢. Fiume Fly (Alligator Point) 2 Giugno 1877. Simile ai precedenti, ma col mento di color verde splendente. Collare ben distinto. N. 48. 7. Fiume Fly (Alligator Point) 2 Giugno 1877. Simile al precedente, ma colla gola in gran parte verde; colle piume frontali in parte verdi, e col vertice in parte giallo. N. 32. 7. Fiume Fly (N. G. centr.) Giugno 1876. « Occhi gialli ». (D’A.). Fronte e gola verdi; pileo, cervice e lati del collo gialli; col- lare giallo incompiuto; traccie della fascia gialla sulle cuopritrici delle ali, le due timoniere mediane barbute come le altre, ma un poco più strette, più lunghe ed appuntate. N. 387. 7. Fiume Fly (400 m.) 28 Luglio 1877. « Occhi giallo vivo ». (D'A.). Simile al precedente, ma senza traccia di giallo sulle cuopri- trici delle ali, come il N. 48. Non è improbabile che gli ultimi due esemplari siano ibridi. Gli esemplari del Fiume Fly non differiscono sensibilmente da quelli delle vicinanze della Baja Hall. Soltanto è da notare che nessuna delle tre femmine raccolte dal D'Albertis presso la Baja Hall avevano traccie di collare giallo, mentre traccie del medesimo si trovano nella maggioranza delle femmine del Fiume Fly. B. IBRIDI. Lungo il Fiume Fly la Paradisea raggiana, Sclat. sì trova insieme colla P. apoda, Linn., e le due specie si accoppiano UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 103 insieme, come viene dimostrato dagli esemplari seguenti, i quali presentano tutti 1 caratteri per doverli considerare come ibridi delle due specie. $ Maschi adulti in abito perfetto. N. 601. 7. Fiume Fly (420 m.) 10 Settembre 1877. » 384 7. Fiume Fly (400 m.) 26 Luglio 1877. » 383. 7. Fiume Fly (400 m.) 26 Luglio 1877. » 307. 7. Fiume Fly (350 m.) 17 Luglio 1877. » 559. 7. Fiume Fly (420 m.) 8 Settembre 1877. « Occhi giallo-verdognoli ». (D’A.). Tutti questi esemplari, somiglianti ai maschi adulti della P. apoda per le lunghe piume gialle dei fianchi, oltre all’ avere i margini delle cuopritrici delle ali lievemente dorati, hanno una traccia di collare gialliccio. N. 600. 7. Fiume Fly (420 m.) 8 Settembre 1877. « Occhi giallo-verde ». (D’A.). I margim dorati delle cuopritrici delle ali sono pit cospicui che non nei precedenti individui, ed anche il collare più distinto, sebbene interrotto nel mezzo. N. 466. 7. Fiume Fly (430 m.) 15 Agosto 1877. » Occhi gialli ». (D'A.). Individuo simile ai precedenti, ma con larga e ben distinta fascia gialla sulle cuopritrici delle ali, sebbene meno larga e meno distinta, che non nella P. raggiana. N. 763. 7. Fiume Fly (200 m.) 25 Ottobre 1877, « Occhi giallo-verdognoli ». (D’A.). Simile al precedente, ma colle lunghe piume dei fianchi di color giallo-arancio più vivo. N. 560. 7. Fiume Fly (430 m.) 30 Agosto 1877. « Occhi giallo-verdastri ». (D'A.). Simile al precedente, ma col collare giallo continuo, ma stretto, specialmente nel mezzo. 104 L. M. D ALBERTIS’E T. SALVADORI N. 479. Y. Fiume Fly (430 m.) 18 Agosto 1877. « Occhi giallo-verdognoli ». (D'A.). Simile al precedente, ma colle lunghe piume dei fianchi di color aranciato-rosso; collare giallo quasi così largo come negli esemplari puro sangue della P. raggiana, ma la fascia sulle cuopritrici delle ali è meno cospicua che non nei precedenti. N. 450. 7. Fiume Fly (430 m.) 11 Agosto 1877. « Occhi giallo-verdognolo ». (D'A.). Lunghe piume dei fianchi di color rosso-arancio vivissimo; collare giallo perfetto; fascia gialla sulle cuopritrici delle ali molto cospicua. I cinque ultimi individui menzionati presentano una perfetta gradazione rispetto al colore delle lunghe piume dei fianchi, dal giallo della Paradisea apoda, fino quasi al rosso della P. rag- giana; così pure v'è gradazione nel collare giallo, di cui si ha soltanto una traccia nel primo individuo, e che va facendosi sempre più largo fino ad essere nel quinto tanto largo come nella P. raggiana puro sangue. La fascia gialla sulle cuopritrici delle ali presenta una certa variabilità. Il colore dell’ iride è giallo- verdognolo e quindi più vicino al colore dell’ iride della P. apoda che non della P. raggiana; tuttavia nel N. 466 è indicato giallo come è in questa specie. Rispetto alle dimensioni, essi sono in- termedii agli esemplari puro sangue delle due specie. $ Maschi adulti in abito imperfetto. N. 545. g. Fiume Fly (430 m.) 28 Agosto 1877. « Occhi giallo-verdognolo ». (D'A.). Simile ai primi due esemplari ibridi, ma senza le lunghe piume dei fianchi. Somiglia a taluni individui della P. apoda in stadio corrispondente, ma ne differisce per avere traccie del col- lare giallo. N. 75. 7. Fiume Alice (N. G. centr.) Luglio 1876. « Occhi gialli ». (D'A.). UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 105 Simile al precedente, ma con traccie indistinte di collare. $ Maschi giovani che vanno mettendo V abito degli adulti. N. 309. 7. Fiume Fly (350 m.) 17 Luglio 1877. Simile al N. 543, ma colle due timoniere mediane incompiu- tamente sviluppate, e terminate da lunghe barbe verso l'apice, per cui hanno la forma di spatola o remo. Il giallo della cervice è misto col castagno. N. 553. Y. Fiume Fly (430 m.) 29 Agosto 1877. « Occhi giallo-verdastro ». (D'A.). Individuo giovane; fronte e gola verde; un po’ di giallo ap- pare fra il castagno del vertice; le due timoniere mediane fog- giate come le laterali, ma un poco più lunghe ed appuntate. Esso ha una traccia del collare giallo e gli occhi giallo-verdastri, onde è da credere che sia un ibrido. $ Femmine. N. 618. 9. Fiume Fly (420 m.) 11 Settembre 1877. « Occhi gialli ». (D'A.). Simile alla femmina della Paradisea apoda, dalla quale diffe- risce soltanto per una traccia poco distinta di giallo sull’ occipite, ed anche per gli occhi gialli. N. 388. 2. Fiume Fly (400 m.) 28 Luglio 1877. « Occhi verdognoli ». (D'A.). N. 546. 9. Fiume Fly (430 m.) 28 Luglio 1877. « Occhi giallo-verdognoli (D’A.). Questi due esemplari, con traccie indistinte di collare, sono simili in tutto alle femmine della P. raggiana, trannechè nel colore degli occhi, pel quale carattere li abbiamo considerati come ibridi. N. 554. 9. Fiume Fly (430 m.) 29 Agosto 1877. « Occhi giallo-verdognoli ». (D’A.). 106 L. M. DALBERTIS E T. SALVADORI Individuo in muta, simile ai precedenti, ma più grande e col collare formato di punti giallognoli, largo e ben distinto. Il fatto incontestabile dell’ esistenza lungo il Fiume Fly di ibridi frequenti della P. apoda e della P. raggiana è molto im- portante; giacchè, come si sa, se |’ ibridismo accidentale è un fatto raro tra i vertebrati, è un fatto ancora più raro quello dell’ ibridismo frequente fra due specie; finora I’ ibridismo fra il Tetrao urogallus ed il T. tetrix, e fra due specie di Coracias nell’ India erano i due soli casi ben noti d’ ibridismo frequente fra gli uccelli; ai quali viene ora ad aggiungersi quello della Paradisea apoda e della P. raggiana. Sono questi ibridi fecondi? Siamo inclinati a rispondere atfermativamente considerando come quegl ibridi siano molto diversi fra loro. E se così è, tor- niamo a domandarci se il risultato finale dell’ incrociamento delle due specie non sarà una forma con caratteri costanti, cioè una nuova specie. Non possiamo trattenerci dal far notare come più volte il Salvadori abbia insistito sulla probabile esistenza di una specie distinta di Paradisea nella vasta regione compresa fra Hall Bay e quella abitata dalla Paradisea minor. Or bene, in questa regione si è trovata, una specie che non osiamo dire, assolutamente nuova, ma una forma diversa alquanto dalla P. apoda, e che accoppiandosi frequentissimamente colla P. raggiana dà origine ad individui che sembrano accennare alla formazione di una nuova specie. Sp. 122. Craspedophora magnifica (VieILL.). Ptiloris magnifica, D'Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 14 (1877). Epimachus magnificus, D'Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 20 (1877). Dieci esemplari. UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 107 N. 27. g. Fiume Fly (Alligator Point) 31 Maggio 1877. » 170. Fiume Fly (300 m.) 23 Giugno 1877. « Becco ed occhi neri; piedi plumbeo scuro. Si nutre di frutta. abbondante ». (D'A.). N. 171. 7. Fiume Fly (300 m.) 23 Giugno 1877. » 188. 7. Fiume Fly (300 m.) 26 Giugno 1877. » 190. 7. Fiume Fly (300 m.) 26 Giugno 1877. » 191. 7. Fiume Fly (300 m.) 26 Giugno 1877. » 223. 7. Fiume Fly (300 m.) 28 Giugno 1877. » 269. 7. Fiume Fly (300 m.) 4 Luglio 1877. « Si nutre di semi di pandano ». (D'A.). I maschi sopra indicati differiscono alquanto fra loro per le dimensioni. N. 28. 9. Fiume Fly (Alligator Point) 31 Maggio 1877. » 172. 2. Fiume Fly (300 m.) 23 Giugno 1877. « Trovai nell’ ultimo esemplare insetti e grilli, mentre in altri non rinvenni che frutti di palma, di cui pure si nutre la Para- disea apoda ». (D'A.). Sp. 123. Seleucides ignota (Forsr.). Seleucides albus, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 13, 20 (1877). Sessantanove esemplari. $ Maschi in abito perfetto. N. 25. /. Fiume Fly (Centro N. G.) 19 Giugno 1876. « Becco nero; piedi bianco-rossicci; occhi rossi ». (D’A.). N. 300. 7. Fiume Fly (350 m.) 16 Luglio 1877. « Questo individuo aveva una lucertola nello stomaco e frutta neg!’ intestini ». (D’A.). N. 301. 7. Fiume Fly (350 m.) 17 Luglio 1877 » 302. 7. Fiume Fly (350 m.) 17 Luglio 1877. 108 L. M. DALBERTIS E T. SALVADORI N. 303. 7. Fiume Fly (350 m.) 17 Luglio 1877. » 340. 7. Fiume Fly (350 m.) 19 Luglio 1877. » 345. ~. Fiume Fly (350 m.) 19 Luglio 1877, » 350. 7. Fiume Fly (400 m.) 23 Luglio 1877. » 351. JY. Fiume Fly (400 m.) 23 Luglio 1877. » 352. 7. Fiume Fly (400 m.) 23 Luglio 1877. « Diventa assai comune e frequenta gli alberi di pandano, dei frutti del quale si nutre. Si ode al mattino fino al levare del sole, e la sera verso il tramonto, mai nel giorno. Sempre solitario, rimane lungo tempo sopra un ramo secco, su una punta, ripetendo il suo grido cò-co-cò Tutti questi avevano sola- mente frutta nello stomaco e negl’ intestini ». (D’A.). N. 375. Y. Fiume Fly (400 m.) 25 Luglio 1877. » 376. 7. Fiume Fly (400 m.) 25 Luglio 1877. » 380. “. Fiume Fly (400 m.) 26 Luglio 1877. » 381. 7. Fiume Fly (400 m.) 26 Luglio 1877. » 385. 7. Fiume Fly (400 m.) 27 Luglio 1877. » 400. 7. Fiume Fly (400 m.) 1 Agosto 1877. » 401. 7. Fiume Fly (400 m.) 2 Agosto 1877. » 423. 7. Fiume Fly (430 m.) 4 Agosto 1877. » 424. c'. Fiume Fly (430 m.) 4 Agosto 1877. » 425. J. Fiume Fly (430 m.) 4 Agosto 1877. » 436. 7. Fiume Fly (430 m.) 8 Agosto 1877. » 437, 7. Fiume Fly (430 m.) 8 Agosto 1877. » 438. 7. Fiume Fly (430 m.) 8 Agosto 1877. » 440. Y. Fiume Fly (430 m.) 8 Agosto 1877. » 447. ~. Fiume Fly (430 m.) 11 Agosto 1877. « Questo è il secondo individuo che avesse nello stomaco avanzi di cibo animale, cioè un grillo ». (D'A.). N. 460. 7. Fiume Fly (430 m.) 14 Agosto 1877. » 464, 7. Fiume Fly (430 m.) 15 Agosto 1877. » 465, 7. Fiume Fly (430 m.) 15 Agosto 1877. » 500. 7. Fiume Fly (430 m.) 21 Agosto 1877. » 510. g. Fiume Fly (430 m.) 22 Agosto 1877. » 511. ~. Fiume Fly (430 m.) 23 Agosto 1877. » 550, J. Fiume Fly (430 m.) 28 Agosto 1877, » 570. Y. Fiume Fly (430 m.) 1 Settembre 1877. » 590. 7. Fiume Fly (420 m.) 7 Settembre 1877, UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 109 N. 610. 4. Fiume Fly (420 m.) 10 Settembre 1877. » 660. 7. Fiume Fly (450 m.) 17 Settembre 1877. » 715. 7. Fiume Fly (450 m.) 2 Ottobre 1877. Tutti gli esemplari sopra annoverati sono adulti in abito perfetto. $. Maschi adulti in abito imperfetto. N. 480. 7. Fiume Fly (430 m.) 18 Agosto 1877. Simile ai precedenti, ma senza le piume dei fianchi terminanti col lungo stelo imberbe. N. 580, 7. Fiume Fly (420 m.) 5 Settembre 1877. Individuo in abito non al tutto perfetto, simile ai precedenti, ma con le piume dei fianchi terminanti col lungo stelo, ma tutte sviluppate, colle piume del sottocoda di color fulviccio con strie trasversali scure e colle timoniere in parte rossigne, e le due mediane più lunghe delle altre già mutate, per cui, come suole essere anche nelle altre specie di Paradisee, la coda è più lunga nei giovani che non negli adulti. N. 680. 7. Fiume Fly (400 m.) 19 Settembre 1877. Individuo adulto in muta, colle piume del collo ancora tutte contenute nei cannoni, e colle piume gialle delle parti inferiori incompiutamente sviluppate. $. Femmine. N. 52. 9. Fiume Fly (Alligator Point) 2 Giugno 1877. » 304. 9. Fiume Fly (350 m.) 12 Luglio 1877. « Uova mature; becco nero; piedi rossastri; occhi rossi. Si nutre di frutta di pandano. Una femmina giovane che non pre- parai aveva gli occhi gialli ». (D’A.). N. 407. 9. Fiume Fly (400 m.) 2 Agosto 1877. » 489. 9. Fiume Fly (430 m.) 20 Agosto 1877. 492. 2. Fiume Fly (430 m.) 20 Agosto 1877. 4 « Uova quasi mature ». (D’A.). 110 L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI N. 561. 9. Fiume Fly (480 m.) 30 Agosto 1877, » 562. 9 juv. Fiume Fly (430 m.) 30 Agosto 1877. « Occhi gialli ». (D’A.). N. 571. 9. juv. Fiume Fly (430 m.) 1 Settembre 1877. « Occhi gialli ». (D’A.). N. 607. 9. Fiume Fly (420 m.) 10 Settembre 1877. » 608. Q juv. Fiume Fly (420 m.) 10 Settembre 1877. « Occhi gialli ». (D'A.). N. 522. 9 juv. Fiume Fly (420 m.) 12 Settembre 1877. « Occhi gialli ». (D'A.). N. 654. 2. Fiume Fly (420 m.) 14 Settembre 1877. » 731. 9. Fiume Fly (450 m.) 6 Ottobre 1877. Tutte le femmine soprannoverate sono simili fra loro; le gio- vani differiscono dalle adulte, oltre che per le dimensioni un poco minori, pel colore giallo dell’ iride. $. Maschi giovani nel primo abito. N. 339. 7 juv. Fiume Fly (350 m.) 19 Luglio 1877. « Occhi gialli ». (D’A.). N. 346. » 362. » 360, » 364, » 365. » 491, f Juv. gd juv. d juv. J juv. J juv. dg juv. « Un occhio N. 730. gd juv. Fiume Fly (400 m.) 19 Luglio 1877. Fiume Fly (400 m.) 24 Luglio 1877. Fiume Fly (400 m.) 24 Luglio 1877. Fiume Fly (400 m.) 24 Luglio 1877. Fiume Fly (400 m.) 24 Luglio 1877. Fiume Fly (480 m.) 20 Agosto 1877. rosso e l'altro giallo ». (D'A.). Fiume Fly (430 m.) 6 Ottobre 1877. « Occhi bianco sudicio. Si nutre di noce moscata ». (D'A). N. 755. Y juv. Fiume Fly (300 m.) 17 Ottobre 1877. 784. 7 juv. Fiume Fly (150 m.) 3 Novembre 1877. « Occhi rossi ». (D'A.). UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA lll Tutti i maschi sopra indicati somigliano alle femmine, ma hanno in generale gli occhi gialli. N. 399. ¢ juv. Fiume Fly (400 m.) 1 Agosto 1877. « Occhi arancio rossiccio ». (D'A.). Simile ai precedenti, ma colle piume della testa in muta. $. Maschi giovani che vanno assumendo l’ abito degli adulti. N. 338. 7. Fiume Fly (350 m.) 10 Luglio 1877. « Occhi rossi ». (D’A.). Simile ai giovani nella prima livrea, ma col nero del pileo volgente al violetto, con piume nere alla base della mandibola, e colle piume dei lati del petto più lunghe e che accennano quasi alla forma delle piume del petto degli adulti. N. 572. 7. Fiume Fly (430 m.) 3 Settembre 1877. Maschio in muta, simile alle femmine, ma colla testa e col collo già neri, con alcune cuopritrici delle ali di color nero-vio- letto, e con alcune remiganti nere. N. 361. 7. Fiume Fly (400 m.) 24 Luglio 1877. » 549. 7. Fiume Fly (430 m.) 28 Agosto 1877. Questi due esemplari, in muta un poco più avanzata del pre- cedente, oltre alla testa ed al collo di color nero vellutato, hanno dalla parte destra del petto un principio dello scudo pettorale colle piume marginate di verde smeraldo. N. 379. 7. Fiume Fly (400 m.) 26 Luglio 1877. Simile. ai precedenti, ma collo scudo pettorale interamente formato, colle piume del dorso in gran parte vellutate, e colle remiganti in gran parte di color violetto splendente; le piume dei fianchi sono di colore più chiaro, colle strie trasversali più pallide. Dall’ esame degli esemplari sopra menzionati appare come i giovani dei due sessi siano simili fra loro, e differiscano dalla femmina adulta principalmente pel colore giallo dell’ iride, che in questa è rossa come nei maschi adulti. 2 L. M. DALBERTIS E T. SALVADORI Il cambiamento nei colori del maschio avviene non per mute, ma per modificazione delle piume; esso succede prima nella testa e nel collo, poi nelle cuopritrici delle ali e nelle remiganti, quindi si forma lo scudo pettorale e le piume del dorso diventano vel- lutate verdognole; poi le piume dei fianchi si allungano e si fanno più chiare. Forse le piume gialle e quelle coi lunghi steli imberbi si svi- luppano alla terza muta. « Questa specie, rara nella penisola settentrionale della Nuova Guinea ed in Salvatti, è molto comune lungo il Fiume Fly; vive solitaria, stando frequentemente posata sui rami secchi, e gri- dando al mattino prima del levar del sole e verso sera cò-co-cò; durante il giorno è silenziosa. Si nutre di frutta di pandano, di noci moscate, ed anche di lucertole e di grilli ». (D'A.). Sp. 124. Cieinnurus regius (Linxy.). Cicinnurus regius, D’Alb., Sydn. Mail 1877, p. 24s; Ann. Mus. Civ, Gen, X, p. 14, 20 (1877). Ventidue esemplari. N. 41, gd. Fiume Fly (N. G. centr.) Giugno 1876. » 13, ¢. Fiume Fly, 27 Maggio 1877. » 14, g. Fiume Fly, 27 Maggio 1877. » 23. J. Fiume Fly (Alligator Point) 30 Maggio 1877. » 24. gd. Fiume Fly (Alligator Point) 30 Maggio 1877. » 43. g. Fiume Fly (Alligator Point) 2 Giugno 1877. » 59. J'. Fiume Fly (Alligator Point) 5 Giugno 1877. » 56. %. Fiume Fly (Alligator Point) 5 Giugno 1877. » 64. 2. Fiume Fly (Alligator Point) 7 Giugno 1877. » 65. Y. Fiume Fly (Alligator Point) 7 Giugno 1877. » 88. 7. Fiume Fly (150 m.) 9 Giugno 1877. » 100. g. Fiume Fly (150 m.) 11 Giugno 1877. » 179. 7. Fiume Fly (300 m.) 26 Giugno 1877. » 180. 7. Fiume Fly (300 m.) 26 Giugno 1877. » 192. 7. Fiume Fly (300 m.) 26 Giugno 1877. » 217. ~. Fiume Fly (300 m.) 27 Giugno 1877. » 284. 7. Fiume Fly (350 m.) 10 Luglio 1877. » 337. 7. Fiume Fly (350 m.) 19 Luglio 1877. » 796. 7. Fiume Fly (150 m.) 1 Novembre 1877. UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 118 « Becco giallo; piedi azzurri; occhi castagni. Si nutre di frutta ». (D'A.). Individui adulti, in abito perfetto. N. 57. 9. Fiume Fly, 5 Giugno 1877. » 66. 9. Fiume Fly, 7 Giugno 1877. » 218, 2. Fiume Fly, 27 Giugno 1877. « Becco bruno; piedi plumbeo azzurrognoli; occhi castagni ». N. 121 ¢ juv. Fiume Fly (200 m.) 12 Giugno 1877. « Becco giallognolo ». (D'A.). Simile alle femmine, ma col becco giallo e colle due timoniere mediane un poco più lunghe delle altre. Sp. 125. Xanthomelus aureus (Lixx.)? Sericulus aureus, D'Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 14, 20 (1877). N. 427. ¢ juv. Fiume Fly (430 m.) 7 Agosto (1877). « Becco color mogano, colla base della mandibola giallognola; piedi plumbei olivastri; occhi gialli. Si nutre di frutta ». (D’A.). Testa, collo e parti superiori di color bruno-terreo; petto ed addome di color giallo d’ uovo; lungo lo stelo delle piume alquanto lunghe del dorso una stria gialla. Questo esemplare è un giovane somigliante agli esemplari descritti col nome di Sericulus xanthogaster, Schleg., tuttavia è da notare che le perti inferiori sono di un giallo più chiaro; ma questa differenza può essere in rapporto coll’ età più giovanile. I Papuani del Fiume Fly adoperano la pelle di questo uccello come ornamento; una di tali pelli, aderente sopra una tavoletta di forma romboidale, è di un individuo vecchissimo, e si distingue dai più belli esemplari del Xanthomelus aureus della Nuova Guinea settentrionale pel colore rosso arancio molto più vivo delle piume della testa e del mantello; se la differenza fosse costante, forse gli esemplari della Nuova Guinea meridionale potrebbero essere considerati come spettanti ad una specie di- stinta, per la quale proponiamo il nome di Xanthomelus urdens. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (3 Marzo 1879). 8 114 L. M. D ALBERTIS E T. SALVADORI Sp. 126. Aeluroedus melanotis (G. R., Gr.). N. 31. 7. Fiume Fly (Alligator Point) 31 Maggio 1877. » 182. g. Fiume Fly (300 m.) 25 Giugno 1877. Sei esemplari. « Aveva nello stomaco gli stessi semi che trovai nella Paradisea apoda, nella Ptiloris magnifica e nel Cicinnurus regius ». (D'A.). N. 193. 7. Fiume Fly (300 m.) 26 Giugno 1877. » 194. 9. Fiume Fly (300 m.) 26 Giugno 1877. » 222. 27. Fiume Fly (300 m.) 27 Giugno 1877. » 225. 9. Fiume Fly (300 m.) 30 Giugno 1877. « Becco bianco cenerognolo; piedi cenerini; occhi castagni o rosso cupo. Si nutre di frutta ». (D'A.). Le femmine sono un poco più piccole dei maschi; ma non ne differiscono altrimenti. Alcuni esemplari, N. 31 e 222, hanno più cospicua che non gli altri una macchia nericcia alla base della mandibola. Questa è un’ altra specie che finora si conosceva soltanto delle Isole Aru. Sp. 127. Aeluroedus buccoides (Temm.). Cinque esemplari. N. 410. 7. Fiume Fly (430 m.) 4 Agosto 1877. » 411. 9. Fiume Fly (430 m.) 4 Agosto 1877. » 563. 9. Fiume Fly (430 m.) 20 Agosto 1877. » 657. ~. Fiume Fly (450 m.) 17 Settembre 1877. Questi quattro esemplari non differiscono sensibilmente fra loro. « Becco plumbeo coi margini più chiari; piedi cenerini; occhi rosso cupo. Si nutre di frutta (D'A.). N. 564. Pullus. Fiume Fly (300 m.) 30 Agosto 1872. Nidiaceo preso nel nido insieme colla femmina N. 563; esso ha le piume incompiutamente sviluppate, ma simili pel colorito a quelle degli adulti. UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 115 Sp. 128. Ptilopus nanus (Texw.). Ptilopus nanus, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 43 (1876). — D’Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 18, 19, 20. Undici esemplari. N. 291. 7. Fiume Fly (350 m.) 16 Luglio 1877. » 292. 2. Fiume Fly (350 m.) 16 Luglio 1877. » 669. 7. Fiume Fly (450 m.) 18 Settembre 1877. » 685. ~. Fiume Fly (450 m.) 19 Settembre 1877. » 686. 7. Fiume Fly (450 m.) 19 Settembre 1877. » 688. 7. Fiume Fly (450 m.) 20 Settembre 1877. » 659. 7. Fiume Fly (450 m.) 20 Settembre 1877. » 690. 7. Fiume Fly (450 m.) 20 Settembre 1877. « Becco cenerognolo; piedi carnicino scuro; occhi bianco-cene- rognoli. Si nutre dei frutti di un fico ». (D’A.). N. 691. 9. Fiume Fly (450 m.) 20 Settembre 1877. » 692. 9. Fiume Fly (450 m.) 20 Settembre 1877. « Becco nero ». (D'A.). Le due femmine differiscono dai maschi per la mancanza della macchia pavonazza sul mezzo dell’ addome ed anche pel becco nero. N. 670. 9 juv. Fiume Fly (450 m.) 18 Settembre 1877. « Becco nero ». (D'A.). Giovane individuo, coi margini gialli delle piume dell’ addome più larghi e più ‘cospicui, e colla tinta azzurrognola delle ultime remiganti poco appariscente. Questa specie, rara finora nelle collezioni, è propria, a quanto pare, soltanto della parte meridionale della Nuova Guinea, e di Mysol. Sp. 129. Ptilopus zonurus, Satvap. Ptilopus zonurus, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 197, sp. 17 (1876). Due esemplari. N. 183, 7. Fiume Fly (300 m.) 26 Giugno 1877, 116 L. M. DALBERTIS E T. SALVADORI « Becco giallognolo; piedi carnicino pallido; iride internamente gialla, esternamente rossiccia ». (D'A.). N. 215. Q. Fiume Fly (300 m.) 26 Giugno 1877. « Becco giallo verso l’ apice, e verdognolo alla base; piedi carnicino. Si nutre di frutta ». (D’A.). La femmina non differisce dal maschio. GI individui suddetti corrispondono coll’ esemplare tipo delle Isole Aru, avendo come questo la fascia cenerina all’ apice della coda ben distinta anche dalla parte superiore. Sp. 150. Ptilopus gestroi, D'Ar. & SaLvan. Cinque esemplari. N. 798. na sot » 728. 7. Fiume Fly (450 m.) 6 Ottobre 1877. « Becco giallognolo; piedi carmino cupo, occhi arancio-rossiccio. Si nutre di frutta ». (D'A.). Due maschi adulti, col pileo cospicuamente giallognolo. N. 751. 9. Fiume Fly (300 m.) 16 Ottobre 1877. Simile ai maschi, ma colla testa un poco più verdognola. N. 762. Q juv. Fiume Fly (300 m.) 16 Ottobre 1877. Differisce dagli adulti per le dimensioni minori, pel bruno del gozzo tinto di verdognolo, pel rosso violaceo delle cuopritrici delle ali appena incipiente, e pel collare cenerino pure incipiente. N. 687. 7 pullus. Fiume Fly (450 m.) 19 Settembre 1877. «Becco giallognolo; piedi carmino; occhi arancio scuro». (D'A.). Differisce dal precedente per avere il bruno del gozzo appena incipiente, e per avere una traccia soltanto di rosso sulle cuopri- trici delle ali, le quali hanno invece una tinta azzurrognola- violacea; manca il colore cenerino sulle cuopritrici medie, e manca pure il collare cenerino; il colore verdognolo che tinge la testa si continua senza interruzione sul collo. UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA ie Me Sp. 151. Ptilopus aurantiifrons, G. R. Gr. Ptilonopus aurantiifrons, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Giv. Gen. X, pp. 18, 20 (1877). N. 79. 7. Fiume Katau, Agosto 1876. « Becco verde-cenerognolo; piedi carmino; occhi gialli. Si nutre di frutta ». (D'A.). Individuo molto vecchio colla fronte di colore aranciato vi- vissimo. Sp. 162. Ptilopus humeralis, WALL. Cinque esemplari. N. 671. 7. Fiume Fly (450 m.) 18 Settembre 1877. « Becco giallognolo; colle narici carmino; piedi carmino; occhi bianchi cenerognoli. Si nutre dei frutti di un fico ». (D'A.). N. 672. 9. Fiume Fly, 18 Settembre 1877. » 673. 7. Fiume Fly, 18 Settembre 1877. » 753. 2. Fiume Fly, 18 Ottobre 1877. » La femmina N. 672 e l'individuo ultimo, simili fra loro, dif- feriscono dai maschi soltanto per le dimensioni alquanto minori. L’ esemplare N. 673 ha l’area gialla aranciata addominale molto più grande degli altri. Sp. 133. Ptilopus iozonus, G. R. Gray. Ptilonopus ionozonus, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 42 (1876). — D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen X, pp. 18, 20 (1877). N. 674. 7. Fiume Fly (450 m.) 18 Settembre 1877. « Becco giallognolo; narici carmino; piedi carmino; occhi bianchi candidi. Si nutre dei frutti di un fico ». (D’A.). 118 L. M. D ALBERTIS E T. SALVADORI Sp. 134. Ptilopus coronulatus, G. R. Gr. Ptilonopus coronulatus, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann, Mus. Civ, X, pp. 18, 20 (1877). Cinque N. » 89. 90, 184. 185. 265. esemplari. 9 SE HE ete dc. Fiume Fly (150 m.) 9 Giugno 1877. Fiume Fly (150 m.) 9 Giugno 1877. Fiume Fly (300 m.) 26 Giugno 1877. Fiume Fly (300 m.) 26 Giugno 1877. Fiume Fly (300 m.) 4 Luglio 1877. Le due femmine sono un poco più piccole dei maschi e la prima ha la macchia violacea addominale più piccola. « Becco verdognolo; piedi carmino cupo; occhi giallo-rossicci. Si nutre di frutta ». (D’A.). Sp. 135. Ptilopus pulchellus (Temm.). Sette esemplari. N. » 342, 419. (27. 744, 767. Bo Oy Os Ose os . Fiume Fly (350 m.) 19 Luglio 1877. . Fiume F!y (430 m.) 4 Agosto 1877. . Fiume Fly (450 m.) 6 Ottobre 1877. . Fiume Fly, 14 Ottobre 1877. . Fiume Fly, 1 Novembre 1877. « Becco giallognolo o verdognolo colla punta gialla; piedi carmino cupo; occhi aranci. Si nutre di frutta ». (D'A.). Tutti questi esemplari sono adulti e simili fra loro; i primi due hanno dietro il pileo rosso un sottilissimo margine giallo che manca negli altri tre. N. 293. 9. Fiume Fly (350 m.) 15 Luglio 1877. » 294. 9. Fiume Fly (350 m.) 15 Luglio 1877. Le due femmine differiscono dai maschi per le dimensioni un poco minori, e per le piume del petto marginate di verdognolo, anzi la prima delle due femmine ha il colore cenerino del petto volgente tutto al verdognolo. UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 119 Sp. 136. Ptilopus superbus (Temm.). Ptilonopus superbus, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 42 (1876). — D’Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 18 (1877). Tre esemplari. N. 432. 7. Fiume Fly (430 m.) 8 Agosto 1877. « Becco cenerognolo; piedi carmino; occhi gialli. Si nutre di frutta ». (D'A.). N. 462. 7. Fiume Fly (430 m.) 14 Agosto 1877. « Becco quasi nero, colla punta chiara; piedi carmino smorto; occhi giallo chiaro ». (D’A.). N. 186. 7. Fiume Fly (300 m.) 25 Giugno 1877. Individuo in abito imperfetto, col pileo verde sparso di piume violacee, e colla cervice e colla parte superiore del dorso di color rossigno, ma con molte piume verdi, residuo dell’ abito giovanile. Sp. 137. Megaloprepia poliura, Satvap. Megaloprepia assimilis, Salvad. & D’Alb (nec Gould), Ann. Mus. Civ. Gen. VII, p. 833, sp. 72 (1875). — D’Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, pp. 18, 20 (1877). Megaloprepia poliura, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. XII, p. 426 (1878). Due esemplari. N. 24. 9. Fiume Fly (Centro N. G.) Giugno 1876. « Becco giallognolo; piedi carmino (?); occhi gialli. Piuttosto comune. Si nutre di frutta ». (D’A.). N. 60. 9. Fiume Fly (Alligator Point) 5 Giugno 1877. « Becco e piedi verdognoli; occhi rosso-giallognoli ». (D'A.). Ambedue gli esemplari sono adulti ed hanno la faccia infe- riore della coda di color grigio cupo, 120 L. M. D ALBERTIS E T. SALVADORI Sp. 158. Carpophaga zoeae (Less.), Carpophaga zoeae, D’Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. 1877, pp. 18, 20 (1877). N. 78. 7. Fiume Fly (Alligator Point) 7 Giugno 1877, « Becco nero; piedi carmino; occhi bianchi. Si nutre di frutta ». (D'A.). Individuo adulto, in abito perfetto. Sp. 139. Carpophaga rufiventris, SALvaD. Carpophaga rufigaster (!) Q. & G. Carpophaga nov. sp., D'Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 20 (1877). Sette esemplari. N. 22. 7. Fiume Fly (250 m.) Giugno 1876. « Becco scuro; piedi carmino; occhi rossi. Si nutre di frutta ». (DA. N. 23. 9. Fiume Fly, Giugno 1876. « E piuttosto comune; ne ho visti molti individui in differenti località, mentre attraversavano il fiume ». (D’A.). N. 67. g. Fiume Fly (Alligator Point) 7 Giugno 1877. » 68. 9. Fiume Fly (Alligator Point) 7 Giugno 1877. » 196. 7. Fiume Fly (300 m.) 26 Giugno 1877. » 289. — Fiume Fly (350 m.) 10 Luglio 1877. » 743. J. Fiume Fly, 14 Ottobre 1877. a Occhi e palpebre rossi ». (D'A.). Sp. 140. Gymnophaps albertisi, SALvan. N. 702. 7. Fiume Fly (475 m.) 22 Settembre 1877. PS « Becco bianco roseo, colla base cenerina; piedi carmino; oc- chi, palpebre e narici rosso carmino. Si nutre di frutta ». (D'A.). UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 121 Individuo adulto col petto bianco-carnicino. « Questa specie è molto comune lungo il fiume Fly ». (D'A). Sp. 141. Reinwardtoena reinwardti (Tenw.). Due esemplari. N. 38. 9. Fiume Fly (N. Guinea centr.) Giugno 1876. « Becco scuro, carmino alla base; piedi carmino; occhi rossi. Si nutre di frutta ». (D'A.). N. 788. 7. Fiume Fly (150 m.) 3 Novembre 1877. « Becco rosso coll’apice chiaro; piedi carmino; occhi e pal- pebre rosso carmino ». (DA). Il maschio è più grande e di colore cenerino più chiaro sulle parti inferiori che non la femmina. Mi sembra che neppure il maschio abbia la fronte, i lati della testa, la parte anteriore del collo e superiore del petto di un bianco così puro come gli esemplari della Nuova Guinea settentrionale-occidentale. Sp. 142. Macropygia doreya, Br. Sei esemplari. N. 587. 7. Fiume Fly (420 m.) 7 Settembre 1877. « Becco nero; piedi carmino; occhi rosso, celeste e bianco. Si nutre di semi ». (D'A.). Individuo adulto col pileo e la cervice cospicuamente cenerini. N. 329. 7. Fiume Fly (350 m.) 18 Luglio 1877. Simile al precedente; ma col pileo e la cervice di color ce- nerino vinaceo. « Becco nero; piedi pavonazzo; occhi coll’iride internamente bianchiccia, esternamente rossa ». (D’A.). N. 32. 7. Fiume Fly (Alligator Point) 31 Maggio 1877. « Becco mogano; piedi carmino; occhi bianco-giallo. Si nutre di frutta ». (D'A.). 122 L. M. DALBERTIS E T. SALVADORI Simile al precedente, ma più piccolo e con fascie trasverse nere sul petto. N. 343. 92. Fiume Fly (350 m.) 19 Luglio 1877. « Iride internamente bianca, esternamente rossa ». (D’A.). N. 367. 9. Fiume Fly (400 m.) 25 Luglio 1877. « Becco scuro; iride cenerina, esternamente rossa ». (D’A.). N. 595. 9. Fiume Fly (420 m.) 7 Settembre 1877. « Occhi rosso-arancio ». (D’A.). Le tre femmine, simili fra loro, differiscono dai maschi pel pileo rossigno-cannella, per le cuopritrici delle ali marginate dello stesso colore, per la parte anteriore del collo e superiore del petto senza tinta vinata, ma di colore scuro, coi margini delle piume rossigne, che danno l'apparenza di fascie. Sp. 143. Macropygia nigrirostris, SALVAD. Macropygia nigrirostris, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VII, p. 972 (1876) (7); Atti R. Ac. Sc. Tor. XIII, p. 315 (1878) (2). Due esemplari. N. 586. 7. Fiume Fly (420 m.) 7 Settembre 1877. « Becco nero e piedi rossi; occhi e palpebre rosse. Si nutre di frutta e semi ». (D'A.). N. 461. 9. Fiume Fly (430 m.) 14 Agosto 1877. « Becco nero; piedi pavonazzo scuro; occhi gialli ». (D'A.). Tanto il maschio quanto la femmina sono simili ai tipi di questa specie. Sp. 144. Phlogoenas helviventris (Rosens.). Ptilopus (!) helviventris, Rosenb., Nat. Tijdschr. Ned. Ind, XXIX, p. l44 (1867) (Aru). — Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. 1X, p. 206, nota (1876). UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 23 Tre esemplari. N. 39. 2. Fiume Fly, Giugno 1876. « Becco rossiccio; piedi carmino; occhi gialli. Si nutre di semi ». (D’A.). N. 260. 7. Fiume Fly (300 m.) 2 Luglio 1877, « Becco bruno; piedi pavonazzo smorto; occhi castagni. Si nutre di semi ». (D'A.). N. 630. 7. Fiume Fly (420 m.) 10 Settembre 1877. « Becco bruno carmino; piedi pavonazzo cupo; palpebre car- mino ». (D'A.). Questi tre individui sono adulti e simili in tutto fra loro e ad un individuo delle Isole Aru raccolto dal Beccari. Questa specie differisce dalla Ph. rufigula (Pucher. & Jacq.) per mancare della fascia cenerina sui lati della parte posteriore del pileo. Per quanto la differenza sia poco cospicua, tuttavia è co- stante. Tutti gli esemplari del Museo di Leida, eccettuato I’ u- nico delle Isole Aru, hanno la fascia cenerina sui lati della testa; così pure l’ha il tipo nel Museo di Parigi ed un individuo di Mysol nel Museo Britannico; nello stesso Museo esiste un individuo, avuto dal Frank, indicato come proveniente da Wai- giou; questo non ha la fascia cenerina e quindi somiglia a quelli delle Isole Aru e della Nuova Guinea meridionale, ma forse la località è errata. Quindi la Ph. helviventris sarà da considerare come la forma meridionale della Ph. rufigula. Sp. 145. Chaleophaps stephani, Pucuer. & Jaca. Tre esemplari. N. 468. 7. Fiume Fly (430 m.) 15 Agosto 1877. « Becco rosso corallo; narici porporine; piedi pavonazzo smorto; occhi neri. Si nutre di semi ». (D’A.). 124 L. M. DALBERTIS E T. SALVADORI M. 776. 7. Fiume Fly (150 m.) 2 Novembre 1877. « Becco rosso; narici nere; piedi carmino scuro; occhi neri ». (D'A.). N. 368. 9. Fiume Fly (400 m.) 24 Luglio 1877. « Becco arancio; narici carmino ». (D'A.). Il primo dei due maschi ha il verde delle ali più dorato che non il secondo; la femmina differisce dai maschi, che hanno la fronte bianca, per la fronte cenerina. Sp. 146. Henicophaps albifrons, G. R. Gr. Sei esemplari. N. 261. 7. Fiume Fly (300 m.) 2 Luglio 1877. » 656. 7. Fiume Fly (450 m.) 17 Settembre 1877. » 758. 7. Fiume Fly (200 m.) 24 Ottobre 1877. « Becco corneo scuro; piedi pavonazzo cupo; occhi neri. Si nutre di semi ». (D'A.). Questi tre esemplari sono adulti e differiscono poco fra loro pel verde dorato delle ali, che nel secondo è più decisamente verde, mentre negli altri due volge più al giallo dorato; il primo ha le parti inferiori di colore un po’ più chiaro degli altri due. N. 59. 9. Fiume Fly (Alligator Point) 5 Giugno 1877. » 153. 9. Fiume Fly (300 m.) 23 Giugno 1877. » 264. 9. Fiume Fly (300 m.) 3 Luglio 1877. Le tre femmine differiscono dai maschi per le dimensioni al- quanto minori, e tra loro come i maschi; nell’ ultima femmina il verde dorato delle ali volge alquanto all’azzurro sulle remi- ganti secondarie. Sp. 147. Hutrygon terrestris (G. R. Gr.) N. 768. 7. Fiume Fly (150 m.) 1 Novembre 1877. « Becco cenerino alla base, bianco all’ apice; piedi bianco cornei; occhi rosso vivo. Si nutre di semi ». (D'A.). UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA t= i} { Individuo in abito perfetto. « Questa specie non la vidi in altro luogo fuori di quello in cui fu ucciso |’ esemplare raccolto; ma qui era comune e ne fu- rono uccisi parecchi. Ottenni anche la Chalcophaps margaritae, che non potei preparare, ma che conservai in spirito ». (D’A.). Il fiume Fly è il luogo più meridionale ove finora sia stato trovato questo uccello. Sp. 148. Goura selateri, Sarvan. Goura scheepmakeri » part., Finsch, P. Z. S. 1875, p. 631 (specim. vivum in vivario Amstelodami, sed non typus). Crown Pigeon (Goura), D'Alb., Sydn. Morn. Herald, 1876, — Sclat., Ibis, 1876, p. 360. Goura sp. ine., D'Alb., apud Sclater, P. Z. S. 1876, p. 414. Goura sclateri, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 45 (Fiume Fly), p. 207, Sp. 86 (1876). — D’AIb., Sydn. Mail 1877, p. 248. — Id,, Ann. Mus. Civ. Gen. X, Pp: 18, 20 (1877). — Id., Ibis, 1877, p. 372. — Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. XII, p. 346 (1878). Trenta esemplari, N. 55. 7. Fiume Fly, Luglio 1876. » 103. 9. Fiume Katau, Ottobre 1876. » 1. 9. Fiume Fly (50 m.) 23 Maggio 1877. - Fiume Fly (50 m.) 24 Maggio 1877. . Fiume Fly (50 m.) 24 Maggio 1877. - Fiume Fly (50 m.) 24 Maggio 1877. - Fiume Fly (Alligator Point) 30 Maggio 1877. —s N tO O, GQ, 40 » 20. « Con uova mature. Pare che il numero delle femmine pre- valga su quello dei maschi, giacchè su quindici esemplari uccisi finora non trovai che due maschi ». N. 21. 9. Fiume Fly (Alligator Point) 30 Maggio 1877. » 98. 9. Fiume Fly (150 m.) 11 Giugno 1877. « Oggi se ne uccisero cinque individui, tra i quali un giovane mancante delle macchie castagne all’ apice delle cuopritrici mag- giori delle ali. Esso è in tutto simile ad un altro ucciso l’anno Scorso, ma è più adulto, e quindi i suoi occhi hanno già presa la tinta rossa ». (D'A.). 126 L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI N. 481. 2. Fiume Fly (430 m.) 18 Agosto 1877. » 574. 2. Fiume Fly (430 m.) 4 Settembre 1877. » 620. — Fiume Fly (420 m.) 11 Settembre 1877. » 629. — Fiume Fly (420 m.) 13 Settembre 1877. » 675. 2. Fiume Fly (450 m.) 19 Settembre 1877. » 676. Q. Fiume Fly (450 m.) 19 Settembre 1877. » 703. g. Fiume Fly (450 m.) 27 Settembre 1877. a « Individuo vecchissimo ». (D'A.). N. 704. 9. Fiume Fly (450 m.) 27 Settembre 1877. y 782. gi Siusi sly (450 m.) 6 Ottobre 1877. > 733. 7. Fiume Fly (450 m.) 6 Ottobre 1877. » 739. 2. Fiume Fly, 14 Ottobre 1877. » 740. 9. Fiume Fly, 14 Ottobre 1877. » 759. Q. Fiume Fly (200 m.) 24 Ottobre 1877. » og Biome Fly (150 m.) 1 Novembre 1877. » 777. 2. Fiume Fly (150 m.) 2 Novembre 1877. > 779. 3. Fiume Fly (150 m.) 2 Novembre 1877 » 781. Q. Fiume Fly, 3 Novembre 1877. « Becco cenerino 0 plumbeo cupo; piedi pavonazzo scurissimo; occhi vermigli. Si nutre di frutta e di semi ». (D'A.). Tutti questi esemplari sono adulti, simili al tipo e simili fra loro; le femmine non differiscono sensibilmente dai maschi. Le differenze nelle dimensioni sono poco cospicue. N. 524. Q. Fiume Fly (430 m.) 25 Agosto 1877. » 623. J. Fiume Fly (420 m.) 12 Settembre 1877. » 780. ¢. Fiume Fly (150 m.) 2 Novembre 1877. Questi tre esemplari, in abito non ancora perfetto, differiscono dai precedenti per avere le grandi cuopritrici formanti lo spec- chio bianco senza la macchia apicale castagna tranne l’ultima che l'ha sul vessillo interno. N. 29. ¢ juv. Fiume Fly, Giugno 1876. « Becco cenerino; piedi plumbeo-violacei; occhi gialli. Sì nutre di semi ». (D'A.). È questo un individuo giovanissimo, forse nidiaceo od appena sortito dal nido, più piccolo di una Columba palumbus; sebbene così giovane differisce poco dagli adulti; esso manca, come i tre UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA ent individui precedenti, delle macchie castagne all’ apice delle grandi cuopritrici formanti lo specchio dell’ ala; soltanto la prima di quelle ha una macchia castagna sul vessillo esterno; le piccole e medie cuopritrici delle ali hanno appena indicato il colore castagno sui margini; i piedi sono plumbei violacei e l’iride gialla. È notevole la brevità della coda. Il ciuffo è abbastanza grande. « Questa specie è molto abbondante lungo il fiume Fly; du- rante il viaggio del 1877 se ne uccisero più di 300 individui. Per le loro grandi dimensioni e per la squisitezza delle loro carni sono una benedizione pel viaggiatore. Lungo il fiume Katau questo uccello è raro, forse a causa della scarsa foresta. I nativi mi dissero che viene presso il fiume solo durante la stagione secca, e che scompare al principiare delle piogge. Macleay non incontrò questa specie sebbene rimanesse alcun tempo presso la foce del fiume Katau ». (D'A.). Sp. 149. Megapodius duperreyi, Lrss. & Gary. Megapodius duperreyi, D’Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 20 (1877). N. 189. 7. Fiume Fly (800 m.) 26 Giugno 1877. « Becco bruno coll’ apice giallognolo ; piedi arancioni, colle dita superiormente nere; occhi castagni; pelle della testa color rosso ciliegio; pelle del collo ed intorno agli occhi color vinaceo. Si nutre d’insetti e di semi ». (D’A.). Sp. 150. Talegallus fuscirostris, Sarvan. ‘ 'Talegallus cuvieri, Salvad. & D’Alb. (nec Less. & Garn.), Ann. Mus. Civ. Gen. VII, p. 889, sp. 83 (1875) (Baja Hall e Monte Epa). — D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 20 (1877). Talegallus fuscirostris, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 334 (1876); X, p. 20 (nota) (1877). — Sharpe, Journ. Pr. Linn. Soc. XIII, p. 504, sp. 98 (1878). ?Megapodius cuvieri, Ramsay, Pr. Linn. Soc. N. S. W. I, p. 394 (1876). Due esemplari. - N. 677. 7. Fiume Fly (450 m.) 19 Settembre 1877. » 678. 9. Fiume Fly (450 m.) 19 Settembre 1877. 128 L. M. DALBERTIS E T. SALVADORI « Becco bruno quasi nero; piedi gialli; occhi neri. Si nutre di frutta, semi ed insetti ». (D’A.). La femmina non differisce sensibilmente dal maschio. Questi due esemplari sono simili ai tipi, se non che quelli erano indicati cogli occhi gialli, e questi cogli occhi neri. Sp. 151. Lobivanellus miles (Bopp.). Lobivanellus personatus, D’Alb, Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann, Mus. Civ. Gen. X, p. 20 (1877). Due esemplari. N. 85. 7. Fiume Katau, Agosto 1876. » 86. 9. Fiume Katau, Agosto 1876. « Becco giallo verdognolo; piedi porporini con strie nere; occhi gialli. Vidi questa specie presso Naiabui e Nicura. Qui ve n’ è una ventina alla foce del fiume e si nutrono di anima- letti marini, che trovano sulla spiaggia a bassa marea ». (D’A.). La femmina non differisce esternamente dal maschio. Sp. 152. Haematopus longirostris, VIE. Haematopus longirostris, D’Alb., Sydn Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Giv. Gen. X, p. 20 (1877). N. 95. 7. Fiume Katau, Ottobre 1876. « Becco arancione vivissimo; piedi pavonazzo slavato; occhi carmino vivo; palpebre arancione. Si nutre di molluschi ». (D'A.). Individuo adulto in abito perfetto. « Ho veduto spesso questa specie nelle Isole dello Stretto di Torres; nel mese di Gennaio 1873 la vidi pure nella Baja Oran- gerie ». (D'A.). Sp. 153. Aetitis hypoleucos (Lixx.). N. 530. 9. Fiume Fly (430 m.) 27 Agosto 1877. « Becco verdognolo coll’apice nero; piedi cenerimo verdognoli; occhi neri. Si nutre d insetti ». (D'A.). UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 129 Sp. 154. Gymnocrex plumbeiventris (G. R. Gr.). Rallus plumbeiventris, G. R. Gr., P. Z. S. 1861, p. 432. Rallus hoeveni, Rosenb., Tijdschr. Ned. Ind. XXIX, p. 144 (1866). Z. S. 1869, p. 120, pl. X. Rallus intactus, Sclat., P. Z Gymnocrex? plumbeiventris, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VII, p. 793, sp. 152 (1875). Rallina plumbeiventris, Sharpe, Journ, Pr. Linn. Soc. Zool. XIII, p. 505, sp. 107 (1878). Due esemplari. N. 277. Y. Fiume Fly (300 m.) 5 Luglio 1877. 597. 9. Fiume Fly (420 m.) 8 Settembre 1877. > « Becco nero, verdognolo alla base; piedi rosso corallo; occhi rosso cupo. Il primo fu ucciso di sera mentre attraversava vo- lando il fiume ». (D'A.). La femmina non differisce sensibilmente dal maschio. Sp. 155. Rallina tricolor, G. R. Gr. N. 371. y. Fiume Fly (400 m.) 25 Luglio 1877. « Becco verdognolo; piedi nero plumbeo; occhi rossi. Si nutre d’ insetti ». (D'A.). Sp. 156. Ortygometra cinerea (ViIFILL.). N. 513. 9. Fiume Fly (430 m.) 23 Agosto 1877. « Becco bruno, verdognolo inferiormente; piedi bruno-verdo- gnoli; occhi rosso cupo. Si nutre d'insetti. Trovai questa specie anche a Naiabui; ma non potei conservare l'individuo ottenuto ». (DA). Megacrex, nov. gen. Nov. gen. MeGAcREX ex familia RALLIDARUM praebet rostrum mediocre, culmine ad frontem lato et in scutum postice rotundatum, fere ut in genere GALLINULA, desinente; pedes longiusculos, ro- Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (4 Marzo 1879). 9 180 L. M. DALBERTIS E T. SALVADORI bustos ut in RALLINA TRICOLORI; alas parvas, ad volatum forsan ineplas; digitum externum alae unque arcata praeditum,; caudam brevissimam; staturam inter aves rallidas permagnam. . TyPus: Sp. 157. Megacrex inepta, D’Atz. & Satvap. nov. sp. Pileo et cervice fusco-brunneis; fronte cinerascente; lateribus ca- pitis cinereis, loris obscurioribus, gula albida; lateribus colli, medio pallide vinaceis, inferius brunneo-olivaceis; dorso olivaceo-grisescente,; uropygio, supracaudalibus et cauda brevissima, obtecta, brunneis; collo antico imo, pectore summo et lateribus pectoris rufescentibus; pectore medio et abdomine albis, paullum rufo-tinctis; lateribus oli- oaceis; abdomine imo et tibiis griseo-vinaceis; abdominis lateribus et subcaudalibus brunneiss tectricibus alarum griseo-olivaceis; dorso concoloribus; remigibus brunneo-olivaceis; rostro flavo-viridi; pe- dibus nigris; iride saturate rubro-sanguinea. Foem. Paullo minor. Long. tot. 0", 540-0", 430; al. 0", 190-0", 175; caud. 0", 040; rostri a marg. post. clipei frontalis 0", 077-0", 071; tarsi 0", 097- 0”, 090. Cinque esemplari. N. 456. 7. Fiume Fly (430 m.) 14 Agosto 1877. « Becco verdognolo, verso la lamina frontale nero; piedi neri; occhi rosso cupo; si nutre di pesci. Frequenta i fossi che con- servano l’acqua durante la siccità. Cammina rapidamente, e pare che non possa volare ». (D'A.). Questo esemplare è notevolmente più grande dei seguenti. N. 372. 4. Fiume Fly (400 m.) 25 Luglio 1877. : « Becco giallo verdastro; piedi neri; occhi rosso sanguigno cupo. Si nutre di pesci e di molluschi ». (D'A.). N. 357. 7. Fiume Fly (400 m.) 24 Luglio 1877. « Becco giallo-verdognolo, nero verso la lamina frontale ». (D'A.). UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 131 N. 358. 9. Fiume Fly (400 m.) 24 Luglio 1877. « Becco giallo verdognolo ». (D'A.). La femmina ed i tre maschi precedenti somigliano in tutto al primo maschio, ma sono alquanto più piccoli. Questo singolare uccello è uno dei più grandi dei Rallidi, e per la colorazione ricorda moltissimo alcune specie del genere americano Aramides; forse esso è realmente affine a questo ge- nere e sarebbe così il terzo esempio, dopo |’ Harpyopsis novae Guineae, ed il Tigrisoma heliosylos, di specie della Nuova Guinea, che sembrano avere le affini a loro nell’ America meridionale ! Sp. 158. Ardea picata (Goutp). N. 761. 9. Fiume Fly (200 m.) 24 Ottobre 1877. « Becco giallo-bruno; piedi giallo-bruno cupo; occhi gialli. Si nutre di pesci ». (D'A.). Individuo adulto in abito perfetto, col corpo e colla testa nero- lavagna; la gola ed il collo candidi; sull’ occipite sono alcune piume lunghe appuntate; le piume lunghe della parte inferiore del collo sono parte nere e parte bianche. Nella spoglia secca il beeco è di color giallo; i piedi e la porzione nuda della gamba di color olivastro cupo. Questa specie non era stata trovata finora nella Nuova Guinea. Sp. 159. Ardea sacra, Gu. Ardea jugularis, D'Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 29. N. 82. 9. Fiume Katau, Agosto 1876. « Becco nero; piedi verde cupo; occhi gialli. Si nutre di pic- coli crostacei ». (D'A.). Individuo di color grigio lavagna, con una linea bianca lungo il mezzo della gola, e col dorso tinto di bruno. Tarsi corti; unghie piuttosto ottuse. Toe L. M. D ALBERTIS E T. SALVADORI Sp. 160. Ardetta javanica (Horsr.). N. 87. 9. Fiume Katau, Agosto 1876. « Becco nero superiormente, giallognolo inferiormente; piedi giallo-verdastro; occhi gialli. Si nutre di crostacei. Vive tra i Mangrove e le Nipe lungo le ripe dei fiumi ed è comunissima ». (DA) Individuo giovane colle cuopritrici delle ali marginate di ros- signo-rugginoso, e col collo tinto di rossigno. Sp. 161. Ardetta flavicollis (Larn.). Butorides flavicollis, D'Alb, Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 20 (1877). Tre esemplari. N. 579. 7. Fiume Fly (420 m.) 5 Settembre 1877. « Becco nero colla. base della mandibola bianchiccia; piedi olivaceo scuro; occhi giallo vivo. Si nutre di pesci ». (D’A.). Individuo adulto in abito perfetto, col dorso, le ali e la coda di color nero-lavagna verdastro. Lungh. dell’ ala 0°, 215. N. 267. 9. Fiume Fly (800 m.) 4 Luglio 1877. « Becco bruno scuro superiormente; biancastro inferiormente; piedi olivastro-bianchicci; occhi screziati di bianco e di nero ». (D'A.). Individuo adulto (?) col dorso, le ali e la coda di color bruno cupo; dello stesso colore sono le macchie scure sul collo (1). N. 412. 9 juv. Fiume Fly (430 m.) 4 Agosto 1877. « Becco nero-olivaceo; piedi olivastri; occhi gialli. Si nutre di pesci ». (D'A.). (4) Nella collezione si trova un altro esemplare, simile al N. 267, dì Bioto presso la Baja Hall. UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 133 Individuo giovane colle piume del dorso e colle cuopritrici delle ali marginate di rossigno-giallognolo. Sp. 162. Tigrisoma heliosylos (Less.). Quattro esemplari. N. 395. 7. Fiume Fly (420 m.) 31 Luglio 1877. « Becco nero, inferiormente verso la base biancastro; piedi bruno-verdicci; occhi giallo-verdognoli. Si nutre di pesci ». (D'A.). N. 536. 7. Fiume Fly (4530 m.) 27 Agosto 1877. » 53. 9. Fiume Fly (Alligator Point) Giugno 1877. « Piedi verdognolo chiaro ». (D'A.). » 575. 9. Fiume Fly (430 m.) 1 Settembre 1877. I maschi hanno le parti superiori fulve con fascie trasversali nere, le femmine invece hanno le parti superiori nere con fascie trasversali fulvo chiare. Tanto il Lesson, quanto lo Schlegel (Mus. P. B. Ardeae, p. 51) hanno descritto la femmina di questa specie, e non pare che il maschio sia stato descritto finora. Sp. 163. Nyeticorax caledonicus (Gm). Nycticorax caledonicus, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 20 (1877). N. 81. ¢*. Fiume Katau, Agosto 1877. « Becco nero; piedi verdognoli; occhi gialli ». (D'A.). Individuo in abito non al tutto perfetto, avendo qualche mac- chia chiara sulle ali e qualche stria scura sulle parti interiori. Sp. 164. Nettapus pulchellus, Gounp. Nettapus pulchellus, D'Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 19, 20 (1877). Due esemplari. N. 78. 7. Fiume Katau, Agosto 1876. ‘ 134 L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI « Becco, piedi ed occhi neri ». (D'A.). Individuo in abito imperfetto col collo nero, punteggiato di bianco, e sparso di piume verde cupo splendente; lati della testa variegati di nero e di bianco, con una grande macchia bian- chiccia, variegata di nero e di bianco, sulla regione auricolare. N. 790. 2. Fiume Fly (150 m.) Ottobre 1877. Femmina adulta in abito perfetto. Questa specie è stata tro- vata anche in Amboina (Schlegel, Mus. P. B. Anseres, p. 77). Sp. 165. Dendrocygna vagans, Eyrox. Dendrocygna vagans, D'Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 19, 20 (1877). Tre esemplari. N. 61. 7. Fiume Fly, Luglio 1876. » 62. 7. Fiume Fly, Luglio 1876. » 63. 7. Fiume Fly, Luglio 1876. « Becco e piedi cenerognoli; occhi neri. Si nutre di semi ». (D'A.). La femmina non differisce dai maschi. « Abbondante in una laguna ove vidi anche molti Nettapus e per la prima volta nella Nuova Guinea una Myeteria australis. Nell’ Isola Yarru, sulla costa della Nuova Guinea, vidi due indi- vidui della M. australis nel 1876 ». (D'A.). Sp. 166. Dendrocygna guttata (Forsten). Dendrocygna guttata, D’Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 19, 20 (1877). Due esemplari. N. 52. “7. Isola Yarru, Agosto 1876. » 51. 9. Isola Yarru, Agosto 1876. « Becco ed occhi neri; piedi cenerino-roseo. Si nutre di semi ». (D'A.). La femmina non differisce dal maschio. « Furono uccisi in una laguna dell’ Isola Yarru ». (D'A.). UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 135 Sp. 167. Pelecanus conspicillatus, Temm. Pelecanus conspicillatus, D'Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 19, 20 (1877). N. 100. 9. Fiume Katau, 30 Settembre 1876. « Becco bianco roseo, punta gialla; solcature sui lati della metà apicale cenerino-violacee; spazio nudo intorno agli occhi e bocca paglierino; palpebre violacee; piedi cenerino perla; occhi neri. Frequenta la spiaggia all'imboccatura del fiume. Quello ucciso era in compagnia di altri quattro; quello che volava in fronte appariva più grande degli altri. Un giorno mentre era ancorato presso I’ Isola Monte Ernesto, passò una quantità straor- dinaria di Pellicani; erano certamente molte migliaia; volavano bassissimi; alcuni rasentavano quasi il mare; ad un tratto si alzarono ad alcune centinaia di metri, e poi in linea retta ripresero il loro cammino verso Sud. Ne vidi pure alcune centinaia sulla spiaggia di un'altra piccola Isola dello stretto di Torres». (D'A.). Sp. 168. Graculus melanoleucus (Vier.). N. 535. 9. Fiume Fly (430 m.) 27 Agosto 1877. « Becco giallognolo, col culmine nero; piedi neri; palpebre verdognole. Si nutre di pesci ». (D’A.). Individuo adulto in abito perfetto. Sp. 169. Plotus melanogaster, Gm. N. 138. 7 juv. Fiume Fly (200 m.) 18 Giugno 1877. « Becco e piedi nero-verdognoli; occhi castagno-olivaceo. Si nutre di pesci ». (D'A.). Individuo giovane in abito imperfetto senza la linea postocu- lare bianca, colla testa ed il collo di color grigio bruno, e colle parti inferiori grigio bianchiccie, variegate di nero. Questa specie non era stata ‘trovata finora nella Nuova Guinea. Sp. 170. Fregata aquila (Lixx.). Tachypetes aquila, D'Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 20 (1877). 136 L. M. D ALBERTIS E T. SALVADORI N. 101. y juv. Fiume Katau, Ottobre 1876. « Becco cenerino; piedi internamente bianchi, esternamente scuri; occhi neri. Si nutre di pesci ». (D’A.). Individuo giovane, colla testa ed il collo posteriormente e lateralmente bianchi; parte anteriore del collo rossigna; addome bianco; nel mezzo della regione vestita dalle cuopritrici delle ali una grande fascia obliqua grigio bruna; il resto delle piume nere. Lunghezza del becco 0", 115. Sp. 171. Puffinus sphenurus, Goulb. N. 53. 9. Fiume Katau, Ottobre 1876. « Becco color corno scuro; piedi biancastri, tranne le dita e la parte esterna dei tarsi che sono quasi nere; occhi neri ». (D'A.). Quasi tutto di color bruno nericcio, più chiaro sulle parti infe- riori, e volgente gradatamente al cenerino sulla gola. Coda al- lungata. Sp. 172. Prion turtur, Goup? Prion turtur, D’Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 20 (1877). N. 48. Isola Kiwai, Agosto 1876. « Becco cenerino; piedi cenerino scuro; occhi neri. » Venuto a bordo, stanco, dopo una notte tempestosa; vidi altri due individui che tentarono pure di venire a bordo, ma non vi riuscirono e caddero nell’ acqua ». (D'A.). Le lamelle del margine della mascella superiore si estendono dall’ angolo della commessura della bocca, fino oltre la metà del becco. Sp. 173. Casuarius beccarii, Soa Casuarius beccari, Sclat., P. Z. S. 1875, p. 87, f. 1, 2 (pag. 86) (ex Vokan, Aru), et p. 527, pl. 58 (ex Nova Guin. merid.) et p. 533. — Sclat. & Salvin, Ibis, 1877, p. 372, nota. — Oust., Ann. Sc. de France, Bullet. n. 539, p. 350 (1878). — Meyer, Journ. f. Orn, 1878, p. 202. — Sclat. & Salvin, Ibis, 1879, p. 96. Casuarius australis, D’ Alb. (nec Wall.), Sydn. Mail 1876, p. 248; Ann. Mus, Civ. Gen. X, p. 19 (1877). Casuarius sclateri, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. XII, p. 422 (1878) (jun.). UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 137 Otto esemplari completi ed una testa. $. Esemplari con casco normale. N. 105.? — Fiume Fly (1876). 138 L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI Grande individuo adulto. Casco altissimo, piegato a destra, grosso e rigonfio verso la fronte, assottigliato verso la sommità, coi due margini anteriore e posteriore rivolti obliquamente all'indietro, dal basso in alto; becco color suola; occipite grigio-ceruleo; cervice posteriormente aranciata; regione avanti gli occhi e gola azzurre. Tarso 0", 310; caruncola grandissima, lunga 0", 110; lobi 0"; 065. Il lobo sinistro presenta una piccola digitazione sul margine interno presso la base ed un’altra più grande è sul margine esterno del lobo destro; ambedue debbono essersi prodotte per lacerazioni; la grande sembra l'effetto di una lacerazione recente, forse ay- venuta al momento dell’ uccisione. 584. 9. Fiume Fly (420 m.) 6 Settembre 1877. Grande individuo adulto. Casco quasi come nel primo esem- plare, ma meno piegato a destra. Caruncola meno lunga, ma più larga, lunga 0", 080, e fessa per quasi tutta la sua lun- ghezza. Casco verdognolo, nero anteriormente e sul culmine, e color cuojo posteriormente. UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 139 « Occipite celeste, cervice superiormente rossa, inferiormente gialla; parte anteriore e laterale del collo azzurre, inferiormente vinacee; una linea gialla lungo la base della mandibola, la quale posteriormente passa al rosso. Becco nero ». (D'A.). 140 L. M. D ALBERTIS E T. SALVADORI N. 19. 7. Fiume Fly (Alligator Point) 30 Maggio 1877. Individuo di mediocri dimensioni. Casco non molto grande. Caruncola piccola, lunga 0", 040; lobi 0", 020. « Casco color cuojo, anteriormente verso la base nero; occi- pite celeste chiaro; cervice vinacea superiormente, inferiormente giallo arancio vivo; gola azzurra; sulla base della mandibola una stria gialla; caruncole bianco-rosee; becco corneo ». (D'A.). UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 14] $. Esemplari col casco quasto od anormale. Ò J N. 800. — Fiume Fly (1877). N. 800. Testa e collo soltante. Casco molto alto e quasi verticale, ma un po volgente a sinistra, col margine anteriore non molto in- 142 L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI clinato posteriormente e col posteriore quasi verticale. Caruncola grandissima, lunga 0", 120: lobi 0", 090. N. 484. 92. Fiume Fly (430 m.) 18 Agosto 1877. Grande individuo adulto, ma col casco meno alto che non nel precedente, tutto solcato alla base, e col margine posteriore quasi verticale (come nel C. salvador). UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 143 « Casco presso la fronte e sul culmine nero; lateralmente all’innanzi verdognolo, posteriormente color suola; becco nero; base della mandibola con una stria gialla che si estende sui lati della testa e termina di color rossiccio; occhi color castagno; occipite celeste chiaro; cervice rossa superiormente, arancio in- feriormente; lati del collo inferiormente vinacei; collo anterior- mente azzurro; caruncole bianco-rosee; piedi plumbei, traenti al verdognolo ». (D’A.) Caruncola grandissima, lunga 0», 130; lobi 0”, 065. N. 772. 7. Fiume Fly, 1 Novembre 1877. 144 L. M. D'ALBERTIS E T. SALVADORI « Individuo adulto con casco piegato a destra, molto più basso che non negli altri, col margine anteriore molto inclinato all’in- dietro e col posteriore tondeggiante ». (D’A.). Caruncola mediocre 0",070; lobi 0" 050. Tutti questi esemplari sono grandi ed adulti, colle piume nere; il casco varia alquanto per l'altezza e per essere più o meno ri- volto all'indietro, in quattro volge a destra, in uno lievemente a sinistra; in tutti è notevolmente grosso alla parte anteriore. La caruncola varia di grandezza; in alcuni enorme; in tutti divisa in due lobi. Essi sono stati confrontati col tipo del C. beccarii e non v ha alcun dubbio che appartengano a questa specie. $. Giovani. N. 573. Fiume Fly (430 m.) 1 Settembre 1877. Individuo giovane col casco poco elevato, a culmine tondeg- giante, simile al tipo del C. sclateri, Salvad. nel Museo Britan- nico. Caruncole mediocri, lunghe 0",075; lobi 0", 055. Piume di color bruno-nero. N. 485. Fiume Fly (430 m.) 18 Agosto 1877. Individuo giovane col casco appena sporgente, di color nero. Caruncola piccola, con due lobi, divisi fin presso la base. Piume di color bruno-rossigno. Pelle del collo senza colori vivaci. N. 718. Fiume Fly (450 m.) 4 Ottobre 1877. Individuo giovane col casco più piccolo del precedente, ma colle caruncole alquanto più lunghe. Piume bruno-rossigne. L’ aver constatato che gli esemplari del fiume Fly apparten- gono al C. beccarti infirma la supposizione del Salvadori che l’in- dividuo giovane, esistente nel Museo Britannico, avuto nell’ Isola Tuan, ma proveniente dalla costa vicina della Nuova Guinea, ap- partenga ad una specie distinta. Crediamo inoltre di non andare errati affermando che gli esem- plari del fondo della Baja del Geelvink, C. salvadori, Oust. (= C. altijugus, Sclat.), appartengono alla stessa specie. lidi UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 145 Il D'Albertis ha precedentemente (/. c.) espresso il dubbio che la specie che vive lungo il fiume Fly sia il C. australis, ed esa- minando un esemplare adulto d’ Australia, esistente nel Museo Britannico, egli non trova altra differenza che nel colorito delle parti nude della testa e del collo. APPENDICE Specie osservate, ma delle quali non sì trova alcun esemplare nella collezione. Sp. 174. Cuncuma leucogaster (Gm.). Cuncuma leucogaster, D’Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 19 (1877). Sp. 175. Microglossum aterrimum (Gw.) Microglossum aterrimum, D’Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X,'p. 19 (1877). Sp. 176. Gymnocorvus senex (Less.). Gymnocorvus senex, D’Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 13, 20 (1877). Non è del tutto improbabile che lungo il Fiume Fly sì trovi anche il Corvus fuscicollis delle Isole Aru, il giovane del quale somiglia molto al G. senex. Sp. 177. Carpophaga mulleri (Tem™.). Carpophaga mulleri, D’Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 18 (1877). Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (10 Marzo 1879). 10 146 L. M. D ALBERTIS E T. SALVADORI Sp. 178. Carpophaga spilorrhoa, Gray. Carpophaga spilorrhoa, D'Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 18 (1877). Sp. 179. Chalcophaps margarithae, D’Ats. & Sarvap. « Fu ucciso un esemplare che è stato conservato in spirito ». (DA: Sp. 180. Myeteria australis, LATH Mycteria australis, D’Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 19, 20 (1877). « Veduta piu volte ma non uccisa ». (D'A.). Sp. 181. Plegadis falcinellus (Liny.) Ibis igneus, D’Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 20 (1877). Sp. 182. Ibis strictipennis, Gounp. Ibis strictipennis, D'Alb., Sydn. Mail, 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 20 (1877). Sp. 185. Herodias sp. Hlerodias alba, D'Alb., Sydn. Mail 1877, p. 248; Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 20 (1877). Il D'Albertis menziona (l. ce.) anche un Herodias melanopus ?, di cui non esiste alcun esemplare nella collezione. UCCELLI DELLA NUOVA GUINEA 147 CORREZIONI ED AGGIUNTE Sp. 40. Sauropatis sordida, (Gourp). Questa specie è stata annoverata per errore in questo catalogo; l'individuo raccolto è di Long Island nello stretto di Torres, quindi le specie di questo catalogo sono 182 e non 183. Sp. 120. Paradisea novae guineae, D’Ats. & SaLvan. Autorevoli ornitologi inglesi avendo esaminato alcuni esem- plari delia Paradisea del Fiume Fly, che noi abbiamo considerato precedentemente come varzetà della P. apoda, hanno manifestato l'opinione che essi debbano essere considerati come specifica- mente diversi, e quindi confortati dal loro avviso, li riferiamo ad una specie nuova, che caratterizziamo nel modo seguente: Paradisea P. APoDAE (Linn.) aruensi simillima, sed valde minor; mas colore castaneo laetiore et magis vinaceo ; pectore atro-brunneo saturatiore ; tectricibus alarum medus et majoribus saepe, plus mi- nusve, sed semper obsolete, auratis. Torniamo a far notare come questa specie dal tipo della P. apoda vada modificandosi per |’ immistione di sangue della P. raggiana, al quale fatto pare che si debba il carattere dei margini delle cuopritrici delle ali più o meno dorati nella mag- gioranza degli esemplari, ma non in tutti. Notes sur quelques Orthoptéres de Sardaigne, par A. DUBRONY Lile de Sardaigne, a cause de sa position, de son climat, et de sa formation géologique, a de tout temps attiré l’attention des naturalistes, car elle doit nécessairement avoir une faune particuliére. D'un autre cote, les recherches entomologiques y ont été jusquici très rares et très incomplètes. Nous pensons done que l’énumération des Orthoptères envoyés recemment au Musée Civique de Génes par M." J. B. Traverso, Ingénieur des Mines des plus distingues, pourra offrir quelque intérét au point de vue de la distribution géographique des espéces. Nous ne saurions trop remercier et féliciter ici les hommes éminents comme M. Traverso, qui ayant compris l’étroite con- nexion des sciences entre elles, ne craignent pas de perdre leur temps et leurs soins en facilitant l'étude de toutes les branches de l’histoire naturelle. La région dite Sarrabus, explorée par le savant Directeur des Mines de Monte Narba, s'étend au Sud-Est de la Sardaigne, près de l’embouchure du Flumendosa, entre 39° et 40° de lati- tude; les recherches ont eu licu du mois de Mai à la fin de Juillet 1878, et ont donné les résultats suivants: Ordo: ORTHOPTERA (sens. strict.) (OLIV.). Fam. MANTIDAE (LeACcH). Gen. Mantis (Li.). M. religiosa (Lin.), Syst. Nat. II, p. 690, n. 9. Ne différe en rien des individus pris sur le Continent. ORTHOPTERES DE SARDAIGNE 149 Gen. Ameles (Burw.). A. Spallanzania (Rossi), Mantissa I, p. 102, (édit. Illiger 447 ), tab. v1.4 >. Cette espèce est répandue dans tout le bassin Méditerranéen. Gen. Empusa (ILLIGER). E. egena (Charp.), Germ. Zeitsch. f. Ent. III, p. 297, 298. Cette espéce se rencontre dans toute l'Europe méridionale et l’Afrique septentrionale. Fam. PHASMIDAE (Serv.). Gen. Bacillus (Latr.). B. Rossii (Fab.), Ent. Syst. II, p. 18. (Mantis Rossia). Le male parait étre moins rare en Sardaigne que sur le Con- tinent; les femelles y atteignent une très grande taille, l’une d'elles dépasse un peu la longueur d’un decimétre. Fam. ACRIDIDAE (Sra). Gen. Acridium (Serv.). A. Aegyptium (Lin.), Mus. Lud. Ulr., p. 138, n. 29.= A. tar- toricum auctor. Commun dans toute l'Europe méridionale et dans une partie de l’Asie et de l'Afrique. Gen. Caloptenus (Bur.). C. italicus (Lin.), Syst. Nat. I, 2, p. 701, n. 46 (Locusta Italica). Répandu dans l'Europe centrale et dans tout le bassin médi- terranéen. 150 A. DUBRONY Cette espéce, lorsqu’elle devient trop abondante, est quel- quefois un véritable fléau. Gen. Gomphocerus (Tuuns.). G. biguttulus (Lin.), Syst. nat. I, 2, p. 702. 55. Commun dans toute l'Europe et en Algérie. Les exemplaires de Sardaigne sont remarquables par leur grande taille. Gen. Stauronotus (Fiscu. Fr.). St. maroccanus (Thunb.), Mém. Ac. Pét. 5, p. 244. = St. eru- ciatus auct. Répandu dans tout le bassin méditerranéen, ne parait pas trés nombreux en Sardaigne. Cette espéce a causé, il y a quelques années, des dommages trés sérieux dans quelques provinces du centre et du Midi de la Peninsule Espagnole (Bolivar). Gen. Otyphippus (Frrs.). C. caerulescens (Linn.), Syst. Nat. I, 2, p. 700, n. 4 (Gryllus). Espéce très répandue dans toute l'Europe centrale et méri- dionale. Gen. Sphinetonotus (Fiscuer). S. caerulans (Linn.), Syst. Nat. I, 2, p. 701, 48 (Gryllus). Espéce commune dans presque toute l'Europe méridionale et l’Algérie. Gen. Pamphagus (THuxs.). P marmoratus (Burm.), Handb. II, p. 617, n. 5, et pag. 652. Cet insecte gigantesque n'a été trouvé jusqu'ici qu'en Algérie, dans la Calabre ultérieure, en Sicile et en Sardaigne. Les indi- ORTHOPTERES DE SARDAIGNE 151 vidus Q de ce dernier pays, atteignent la taille de 90 millimé- tres. Malgré son abondance, ses proportions colossales et son nom redoutable (Pamphagus) cette espéce n’a jamais causé de ravages sérieux. Fam. LOCUSTIDAE (Leacu). Gen. Odontura (Ram.). 1. O. stenoxypha (Fieb.). — Barbitistes stenorypha, Fieber, Syn. der Europ. Orth., p. 55. Cette belle espéce n’avait été jusqu'ici rencontrée qu’en Sicile. Les nombreux individus provenant de Sardaigne présentent tous une particularité très remarquable parcequ’elle tendrait a faire placer ces insectes dans un genre autre que le genre Odontura. C'est que les fémurs antérieurs n’atteignent pas chez les 9, une fois et demi la longueur du pronotum et atteignent à peine cette longueur chez les 2. Gen. ACrometopa (FirB.). A. macropoda (Burm.), Handb. II, p. 689, n. 4. Cette belle espéce habite la Sicile, la Gréce, la Dalmatie, nous l’avons trouvée a Pegli près de Génes et aux environs de Naples. Gen. Locusta (Fasr.). L. viridissima (Fabr.), Ent. Syst. II, 41, n. 32. Espèce très commune dans toute l'Europe, excepté la Laponie, et dans l’Afrique boréale. Gen. Rhacocleis (Fiez.). ? Rh. annulata (Fieber), Syn. der Europ. Orthopt. Espéce rare trouvée en Sicile et en Algérie. — Nous conser- 152 A. DUBRONY vons des doutes sur l’exacte détermination de cette espèce, les exemplaires examinés étant tous a l’état de larve. Gen. Decticus (SeERrv.). D. albifrons (Fabr.), Ent. Syst. II, p. 41, n. 29. (Locusta). Commun dans tout le bassin méditerranéen. Gen. Platyeleis (Firs.). P. grisea (Fab.), Ent. Syst. II; 41. 3. (Locusta). Des plus communs dans toute l'Europe, sauf la Laponie. Gen. Ephippiger (Larr.) E. Durieui, Bolivar, Sin. de los Ort. de Esp. y Port., p. 203, Lam. IV, fig. 10, 10a. Cette espèce a été trouvée en Espagne (Barcelone), dans la France méridionale (Toulouse, Beziers) et dans Vile de Caprera. Je la soupconne très fort d’étre identique avec lE. rugosicollis (Serv.), indiqué de Perpignan (France méridionale) et de Sar- daigne. M.” le docteur Gestro a comparé deux exemplaires E. Duriewi 7 et 9 de ma collection, provenant de Toulouse, avec les E. rugosicollis rapportés par Gené de Sardaigne, cités par Ser- ville et qui se trouvent au Musée de Turin, il n'a constaté entre eux aucune difference. Cependant, mon savant ami, M." le Professeur Bolivar, ayant pu comparer l’£. Durievi avec des E. rugosicollis provenant de la collection Dufour, a trouvé entre elles des différences notables; je me borne donc a indiquer ici mes doutes, jusqu'à ce que la question soit entièrement tranchée. APPUNTI PALEONTOLOGICI di A. ISSEL IV. Descrizione di due denti d' Elefante raccolti nella Liguria occidentale, I fossili che mi propongo di far conoscere in questa nota provengono dal territorio di Camporosso, presso Ventimiglia, e precisamente dalla vigna Maccario, situata nella regione di S. Andrea, sulle rive del torrente Nervia. Due anni or sono, mentre sì scavava un fosso in quella terra, per piantarvi nuove viti, furono scoperti, a circa 75 centimetri di profondità, gli avanzi d’ un grosso mammifero fossile, tra i quali i due denti di cui tengo discorso. Gli ossami, assai volu- minosi ed in gran numero, andarono dispersi; i denti, all’ in- contro, furono raccolti dal signor Carlo Maccario, maestro di scuola e proprietario del luogo. Dopo qualche tempo, il signor G. B. Spa- gnolo di Camporosso riferì la notizia del ritrovamento al marchese G. Doria, direttore del Museo Civico di Genova, e questi, avendo espresso il desiderio che i due fossili gli fossero comunicati, il signor Maccario vi acconsenti gentilmente. Il marchese Doria volle di poi affidare a me l'incarico di descriverli ed ora ben volen- tieri 10 mi accingo all’ impresa, lieto dell’ occasione che mi si presenta di porgere un nuovo e non spregevole tributo alla pa- leontologia ligustica. i Basta un solo colpo d’ occhio per acquistar la certezza che 1 due denti di cui si tratta son molari di un grosso proposcidiano 154 A. ISSEL e non possono riferirsi che al genere elefante. Risultano infatti di lamine di sostanza ossea strettamente stipate |’ una sull’ altra, circondate da un sottile intonaco di smalto ed unite fra loro da cemento ; e la loro radice, assai poco sviluppata, non è divisa dalla corona mediante un colletto. Stimo superfluo I esporre i caratteri pei quali i due molari si differenziano da quelli dei generi affini. La forma dei nostri fossili ricorda un romboide irregolare oppure un prisma inclinato, a base trapezia, in cui l'altezza fosse un po maggiore della larghezza e questa superasse d’ un terzo lo spessore (fig. 1). Importa però avvertire che non sono completi, Fig. 1. — Dente destro. 2/3 della grand. nat. mancando entrambi d’ un pezzo che comprende le ultime lamelle posteriori. Prima di tentar la determinazione della specie cui appartengono, giova ricercare a qual mandibola si debbono ascri- vere e qual posto occuparono nella medesima. Premetto che, paragonati ad una serie d’ altri denti dello stesso genere, essi appariscono di piccole dimensioni e che la parte della loro superficie superiore erosa dalla masticazione, è comparativamente ristretta, comprendendo solo le testate di 5 lamine in uno e di 6 nell’ altro. Da ciò si inferisce che sono APPUNTI PALEONTOLOGICI 155 incompletamente sviluppati ed appartennero ad un individuo non adulto. La faccia masticatoria dei due molari è quasi perfettamente piana; rimane quindi escluso che fossero confitti nel mascellare superiore, il quale porta denti a superficie triturante più o meno convessa. Siccome è noto che in simili denti la regione anteriore si logora prima della posteriore e la faccia laterale interna è sempre meno convessa dell’ esterna o addirittura pianeggiante, si ha da ciò un criterio opportuno per collocarli nella loro posizione originaria. Osservati con questo intendimento, ne ho concluso che uno spetta al lato destro e |’ altro al sinistro. La loro somiglianza quasi perfetta, nella forma e nelle dimensioni, mi consiglia poi a considerarli come pertinenti ad uno stesso indi- viduo. Alla determinazione del numero d’ ordine che loro si com- pete e a quella che ne consegue del grado di sviluppo rag- giunto dall’ individuo si oppongono invece non lievi difficoltà, perciocchè le nozioni che si possiedono sullo svolgimento dentario degli elefanti sono ancora incomplete, per quanto concerne le specie viventi e scarsissime, quasi nulle, rispetto alle fossili. Prima di accingermi a questa ricerca reputo necessario lo esporre con qualche particolare i caratteri dei due denti. I] molare destro risulta di dieci lamine strettamente unite, ma, come dissi, è incompleto per la mancanza delle più posteriori fra esse, in numero indeterminato. La sua superficie triturante è appianata, più'larga all’ innanzi che all'indietro ed offre ante- riormente un’ area di erosione quasi piana, la quale comprende 5 colline o testate di lamine, vale a dire; la 2.2, la 3.4, la 4.8, la 5.4 e la 6.2 (procedendo, s’ intende, dall’ avanti all’ indietro). La prima lamina, ridotta alle proporzioni di una specie di tal- lone, non raggiunge l'altezza delle altre e perciò non è logorata; le tre posteriori sono intatte, in conseguenza della posizione che il dente occupava nella mandibola. Le lamine presentano lungo i due lati del dente e verso la base, strie irregolari, poco pro- fonde e rade. Queste strie non sono visibili, naturalmente, che nei punti in cui manca il cemento. L’ erosione dello smalto es- sendo appena iniziata, ebbe per effetto di troncare i tubercoli 156 A. ISSEL delle colline e si manifesta con figure irregolarmente elittiche e circolari, in numero di tre o quattro per ciascuna lamina. L’ in- cisione che si vedrà qui appresso (fig. 2) mi dispensa dal descri- verne minutamente |’ aspetto. Fig. 2. — Dente destro. °|3 della grand. nat. La prima lamina non presenta che due figure d’erosione, essendo mancante la sua porzione più interna, non già per effetto della masticazione, ma perchè, se non sono in errore, sì appoggiava sopra un altro dente più vecchio che la logorava e ne impediva lo sviluppo. La faccia esterna offre in complesso una convessità poco risen- tita e sembra anche un po’ torta, perchè rigonfia all’ innanzi e lievemente incavata posteriormente ed in basso. Le lamine den- tali vi appariscono come grosse coste, congiunte da una sottile commessura di cemento reso fragile dal tempo. Le due anteriori sono alquanto arcuate, colla convessità rivolta in avanti; le due seguenti lo sono un po’ meno; le ultime sembrano quasi rette. La superficie interna è più convessa e più regolare dell’ op- posta e lascia scorgere i rilievi corrispondenti ai margini sinistri delle lamine, ma meno distintamente ; gli anteriori vi si mostrano arcuati, 1 medii quasi retti e i posteriori un po’ sinuosi. La superficie anteriore è occupata in alto da una prominenza assai risentita e scabra (formata dall’ arco delle due prime la- mine), la quale va rapidamente declinando in basso. La faccia posteriore era probabilmente un po’ attenuata e APPUNTI PALEONTOLOGICI 157 troncata quasi di netto; ma non si può asserire, il pezzo essendo, come dissi, incompleto. Quanto alla faccia inferiore o radicale, va restringendosi molto dall’ indietro all’ avanti, im guisa che assume forma trapezia. In essa vedonsi allo scoperto le estremità inferiori delle lamine, spoglie di cemento, come una serie di creste decrescenti in lar- ghezza e in altezza, parallele e bilobe. Questa divisione in due lobi più o meno distinti è ben visibile nelle lamine 4.2, 5.4, 6.4 e 7.2; non nelle altre, perchè le loro estremità radicali sono spezzate (fig. 3.). Fig. 3. — Dente destro. ?/3 della grand. nat. Il dente sinistro corrisponde quasi perfettamente, per le forme e le dimensioni, al destro. Vi si contano 11 lamine e sembra che alcune delle posteriori sieno mancanti, ma non saprei pre- cisarne il numero. La faccia superiore di questo dente differisce un poco dalla omologa del suo compagno per I’ estensione e la forma della superficie erosa, la quale è più piccola e com- prende le colline 2.2, 3.2, 4.4, 5.4, 6.2 e 7.2. Le due ultime son però appena intaccate, sicchè la dentina non vi è messa allo scoperto. Anche nelle prime colline, d’ altronde, il logoramento è poco avanzato (fig. 4). La prima lamina è anche qui angustissima e non giunge al- l’ altezza del piano masticatorio; la seconda, strettamente con- giunta alla terza, è in parte mancante verso il lato destro, il che attribuisco alla stessa ragione addotta per ispiegare |’ im- perfezione della omologa del lato destro. La superficie radicale offre nel molare sinistro le particolarità 158 A. ISSEL già avvertite nel destro, senonchè, essendo spezzate le estremità delle creste, non può più riconoscersi la loro terminazione bi- partita. Fig. 4. — Dente sinistro. *|3 della grand. nat. Reputo inutile di trattenermi più a lungo nel descrivere questo dente, imperocché, salvo le differenze già riferite ed altre lievis- sime, dipendenti da una erosione un po’ meno avanzata, i suoi caratteri combinano esattamente con quelli del corrispondente. Seguono le principali dimensioni dei due denti: Destro Sinistro Maggior lunghezza parallelamente alla faccia triturante . . È : . Millim. 92 | 110 Lunghezza della faccia triturante . Menti piave Larghezza della medesima anteriormente . » 39] 39 Altezza del dente, misurata sulla perpendi- colare alla faccia triturante . : iti ett 99409 Altezza dell’ ultima lamina LTT Ry Spessezza massima del dente. 3 . IR OPERARE Lunghezza della superficie radicale . METTERE Larghezza massima della medesima . SCARS aS Spessezza media delle lamine posteriori . » 5 5 Le mascelle degli elefanti viventi e quelle in particolar modo dell’ elefante indiano, che sceglierd a termine di confronto (es- APPUNTI PALEONTOLOGICI 159 sendo affine, a quanto pare, alla specie ligure) portano suc- cessivamente , 24 molari, cioè 6 per mascella e per parte. Dico successivamente perchè, come è noto, questi denti compa- riscono in tre tempi e ciascun individuo ne ha d’ ordinario 4 0 8 ed in ogni caso non mai più di 12, contemporaneamente, anche tenendo conto dei germi più o meno sviluppati (1). I denti di ciascuna parte si succedono nell’ ordine della loro comparsa, spingendosi |’ un I’ altro dall’ indietro all’ innanzi e dall’ alto al basso, nella mascella superiore, dal basso all’ alto nella inferiore. Così il primo è cacciato dal secondo, questo alla sua volta dal terzo, il quale è spinto fuora dal successivo, finchè rimangono il quinto e il sesto che possono riguardarsi come permanenti. Giusta le osservazioni di Corse, la prima dentizione si effettua fra 3 mesi e 2 anni, colla comparsa di 2 denti per parte e per mandibola. Il primo risulta di sole 4 lamine ed è relativamente piccolissimo; il secondo, un po’ più voluminoso, ne ha 8; in en- trambi la radice è divisa in 2 rami o lobi che sono nell’ uno quasi uguali in grossezza, e assai dissimili nell’ altro. La seconda dentizione è compresa fra i 2 o i 9 anni e ne risultano 2 altri denti, di cui l’ uno ha 12 lamine e I altro 15. In entrambi la radice è divisa in tre gruppi o lobi. Durante questo periodo, e precisamente verso i 6 anni, si verifica la ca- duta del primo dente. La terza dentizione, che ha luogo dopo i 9 anni, apporta al- Y animale 2 altri molari, la cui radice non è nè bipartita nè tripartita, come nei precedenti, ma presenta una serie di promi- nenze 0 di creste, presso a poco equidistanti, il cui numero corrisponde a quello delle lamine dentali. Queste lamine sono 17 o 18 nel quinto, da 23 a 27 nel sesto (?). Siffatto modo di sviluppo dell’ apparato masticatore è esso co- stante in tutti gli individui della medesima specie? (1) Oltre ai molari son rappresentati nell’ apparato masticatorio degli ele- fanti anche gli incisivi, i quali costituiscono le zanne. Queste si sviluppano nella mascella superiore con due denti di latte, uno per parte, che son poi sostituiti da due altri permanenti. (2) Blainville, Ostéographie des mammiféres, vol. III, Paris 1839-1864. 160 A. ISSEL La dentizione procedeva in modo analogo in tutti gli elefanti fossili prossimi all’ 2. indicus ? Ciò è probabile, ma non certo. Tuttavolta, in mancanza di dati più precisi, giova applicare all’ elefante di Camporosso i criterii che son venuto esponendo; secondo i quali i due molari fossili non potrebbero essere che quinti o sesti, perchè non hanno la radice scissa in più gruppi. La piccolezza relativa e specialmente i caratteri della loro faccia anteriore, che era in contatto con un altro dente, e ne porta traccie evidentissime, son tali da farmi escludere l'ipotesi che fossero sesti od ultimi molari. Ecco come, per una lunga serie d’ induzioni, son venuto a concludere che i due fossili di Camporosso sono verosimilmente due quinti molari inferiori, l’ uno di destra, l’altro di sinistra, entrambi incompleti, mancanti cioè di circa una terza parte delle loro lamine rispettive. Risulta pure da quanto precede che, la terza dentizione essendo appena cominciata, |’ individuo doveva da poco aver passati i 9 anni. Per giungere alla cognizione della specie cui spettano i nostri fossili, li confrontai coi molari elefantini conservati in varie col- lezioni paleontologiche italiane e consultai quante descrizioni e figure di simili oggetti mi venne fatto di rintracciare. Ma il piccolo numero dei pezzi che potei aver fra le mani e I’ impos- sibilità, nella quale mi trovai, di procurarmi una gran parte delle numerosissime memorie e note che trattano più o meno distesamente degli elefanti, non mi permisero di acquistare una nozione completa e precisa del sistema dentario di ciascuna specie (!). I dati raccolti mi sembrano però sufficienti per infe- rirne, se non con certezza assoluta, almeno con gran probabilità, che i denti di Camporosso appartengono al comune Llephas pr migenius. Essi infatti presentano i caratteri generali dei molari di questa specie e differiscono più o meno da quelli delle altre (4) Tra i lavori registrati da Carus e .Engelmann, nella loro Bibliotheca Zoologica, e quelli pubblicati posteriormente alla comparsa di quel cata- logo, giunsero a mia cognizione i titoli di oltre 200 opere intorno agli ele- fanti fossili e viventi. APPUNTI PALEONTOLOGICI 161 specie europee ben accertate. È facile distinguerli dai molari dell’ Elephas africanus fossilis ( E. priscus, Goldfuss), perchè le loro lamine son più serrate e non tagliate a losanga. Si discostano dai denti dell’ £. antiquus, inquantochè le figure d’ e- rosione delle lamine sono più strette e non frastagliate. Da quelli dell’. meridionalis differiscono per le minori dimensioni e perchè lo smalto loro è più sottile e le lamine son più avvicinate fra loro (1). Dell’Z. indicus non ho d’ uopo d’ occuparmi, inquantoché non fu mai, ch’ io sappia, incontrato allo stato fossile. Quanto all’. armeniacus di Falconer, il confronto non è age- vole, perché si tratta di specie dubbia e poco nota, specie isti- tuita sopra tre soli molari (trovati presso il villaggio di Sharvun, nella provincia di Erzerum in Armenia), tra i quali uno in cat- tivo stuto di conservazione. Non potei consultare le memorie originali di Falconer che trattano di questo fossile (*), ma ne ebbi un estratto corredato di note critiche dalla cortesia del mio dotto collega Forsyth Major, cui ne rendo vivissime grazie. L'autore delle memorie precitate avverte che i denti del suo E. armeniacus appariscono come un termine intermedio fra quelli dell’. indicus e del mammut, accostandosi più al primo che al secondo. Siffatta asserzione basta a persuadermi che i fossili di Camporosso, in cui i caratteri dentali dell’. primigenius si mo- strano così spiccati, anzi esagerati, non possono ascriversi alla forma di Sharvun. All’opinione espressa da Falconer che varii molari dei musei di Torino, Firenze, Pisa, Roma e Sicilia sieno da ascriversi al suo E. armeniacus non è a darsi molto peso, imperocchè egli non fece confronti diretti. Per quanto concerne in particolar modo i molari elefantini della Toscana, il dottor Major, che ebbe agio di studiarli, mi scrive che alcuni fra essi, provenienti dal Mu- gello son davvero somigliantissimi a quelli d’ Armenia. Peraltro, (!) Blainville e Cuvier, d’ altronde, reputano l’ E. meridionalis varietà del primigenius. (2) Falconer, On the american fossil Elephant of the regions bordering the Gulf of Mexico, with general observations on the living and extinct species, Natural history Review, January 1863 — Palaeontological memoire and notes, II, 1868, p. 212-291, tav. X, fig. 3. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (11 Marzo 1879). 1l 162 A. ISSEL confrontandoli con una lunga serie d’ altri dell’ 2. meridionalis, raccolti, sia nel Val d'Arno superiore ed inferiore, sia nel Mu- gello, e colla figura originale dei molari dell’ armeniacus, egli ne inferisce non potersi ritenere, al presente, la separazione tra le due specie come abbastanza giustificata. D'altra parte, il Falconer si dispensa dall’ enumerare le diffe- renze che sussistono tra |’ 2. armeniacus e il meridionalis, dicendo dei molari di località italiane attribuite al primo: « They cer- tainly cannot be referred either to E. meridionalis or to E. an- tiquus, from the high numerical expression of their ridge for- mula ». Ora, stante la variabilità che si verifica nel numero delle piastre dentali degli elefanti fossili e viventi ognun vede come |’ accennata distinzione sia insufficiente. Il paragone deve essere esteso anche a due specie scoperte non è molto nelle breccie quaternarie dell’ isola di Malta, cioè all’ E. melitensis e all’ E. mnaidriensis (*). Il primo, a quanto af- ferma il prof. Ponzi, sarebbe stato raccolto anche nei pressi di Roma (?) e secondo il signor Reboux si troverebbe pure nelle alluvioni dei dintorni di Parigi. Quest’ ultima provenienza non fu ammessa peraltro da E. Lartet, il quale la reputò fondata sopra un errore di determinazione. I molari dell'£. melitensis, sia per la forma generale, sia per la strettezza delle piastre, sono certamente affini a quelli che qui ci occupano, ma il quinto, che deve di preferenza servire al confronto, ha la faccia anteriore assai meno prominente ed arrotondata ed è più piccolo della metà. Quanto ai denti del- lE. mnaidriensis, mentre corrispondono assai meglio per le di- mensioni, si distinguono a primo aspetto dai nostri fossili per le loro lamine più rade e a sezione più larga. Mi parrebbe di nuocere anzichè di giovare al mio assunto esten- dendo il confronto ad altre specie dubbie 0 proprie a regioni molto (4) A. Leith Adams, On the dentition and osteology of the maltese fossil Elephants, being a description of remains discovered by the author in Malta between the years 1860 and 1866, Transactions of the zoological Society, vol. IX, part I, London 1875. (2) Ponzi, Le ossa fossili subapennine dei dintorni di Roma, R. Accademia dei Lincei, anno CCLXXV (1877-78). APPUNTI PALEONTOLOGICI 163 lontane. Nulla dirò, pertanto, degli elefanti fossili della Russia denominati da Fischer panicus, proboletes, pygmaeus, kamenskii e campylotes, nulla dell’ 2. odontyrannus, Eichwald, raccolto pa- rimente in Russia, dell’ #. macrorhynchus, Morren, del Belgio, nulla delle speci e americane Colombi, americanus, Jacksoni, impe- rator, e di quelle delle colline subimalayane dell’ Irawaddi, cui Cautley e Falconer assegnarono i nomi di £. Clifui, bombifrons, canesa, insignis, planifrons, hysudricus e namadicus (1). Tra gli esemplari dell’ Z. primigenius, Brandt a Pietroburgo e Davies a Londra, per tacere d’ altri osservatori, avrebbero di- stinte due razze o varietà, luna maggiore a lamine dentali più larghe, l’altra minore a lamine dentali più serrate. Ammettendo l’accennata distinzione, i fossili di Camporosso si connetterebbero probabilmente alla seconda forma. I due denti sopradescritti sono di color bianco sporco o giallastro e sparsi di macchie terrose, massime alla parte inferiore e nei punti in cui persiste il cemento. Lo smalto è candido sulla su- perficie triturante, bruno nella regione radicale. Allappano alla lingua e, sotto una lieve pressione, le loro lamine si dividono e il cemento si sgretola. Tuttavolta questa apparenza d’ antichità sembra dovuta più che altro all’azione degli agenti atmosferici, dalla quale erano imperfettamente difesi sotto un sottile strato di terra. Per la tinta e la fragilità impartite loro dalla fossiliz- zazione, ricordano gli avanzi d’ Ursus spelacus delle caverne liguri e specialmente dell’ Arma do Rian, nel Finalese. Il terreno in cui giacevano i due molari, sarebbe, secondo le indicazioni somministratemi dallo Spagnolo, che visitò la località e vi raccolse ancora qualche rimasuglio degli ossami estratti, una terra argillosa, di tinta assai chiara, e sì troverebbe a due o tre diecine di metri d’ altezza sul torrente Nervia, che scorre poco lungi. Mi riserbo, tostochè le circostanze me lo consen- tano, di recarmi colà per assumere notizie più precise. Intanto è quasi certo che il terreno di cui sì tratta sia un antico depo- sito della Nervia riferibile al periodo quaternario postglaciale. (4) Fauna antiqua sivalensis. 164 A. ISSEL Che gli avanzi sopradescritti sieno propriamente post-terziari non è lecito dubitare, anche non tenendo conto delle condizioni di giacitura, se si ammette che |’ elefante cui appartengono sia proprio il mammut. Infatti, è questa la specie più caratteri- stica dei depositi postglaciali d’ Europa, sia nelle alluvioni, sia nelle caverne. L’ elephas primigenius costituisce col Rhinoceros tichorinus, col Bos primigenius, coll’ Ursus spelaeus e pochi altri mammiferi, un gruppo di specie originarie dell’ Asia settentrionale che avrebbero emigrato in Europa verso la fine dell’ epoca quaternaria, por- tandosi principalmente verso il sud-ovest. In questa regione sì sarebbero incontrati con una fauna di tipo più meridionale che già occupava il paese e comprendeva: I’ elefante africano (Z/ephas priseus di alcuni autori), un Rhinoceros simile alla specie bicorne del Capo, due specie d’ ippopotamo, la Hyaena erocuta (H. spelaea di alcuni paleontologi), la H. vulgaris (denominata bene spesso H. prisca), una pantera assai prossima alla comune (Felis antiqua, Cuvier) un leone (Zelis spelaea, Cuvier) ecc. In Asia le spoglie di mammut furono segnalate sopra una immensa estensione che comprende le rive del Mar Glaciale, il Kamtchatka, gli Urali, gli Altai e perfino la località di Shang-hai come limite meridionale. In certi punti della Siberia le difese di questi proboscidiani sono sì copiose e in sì perfetto stato di con- servazione che si estraggono dagli indigeni per farne oggetto di commercio, essendo molto acconcie alla massima parte degli usi cui si applica l’avorio comune. I Siberiani attribuiscono tali avanzi e gli ossami cui sono com- misti a giganteschi animali scavatori che vivono, essi dicono, come talpe, nella perenne oscurità di profondi sotterranei e tosto soc- combono se per avventura la luce ferisce i loro occhi. E ben nota, negli annali della paleontologia, la storia d’un enorme mammut, scoperto nel 1799 presso la foce della Lena, il quale era ancora vestito della sua pelle villosa e le cui carni erano tanto fresche da servir di pascolo ai cani. Tutti sanno che sette anni più tardi Adams giunse in tempo per veder la pre- ziosa reliquia ed asportarne parecchi frammenti che ora figurano APPUNTI PALEONTOLOGICI 165 in un museo di Pietroburgo. È però inesatto lo asserire, come molti fanno, che |’ immane mammifero giacesse sepolto nel ghiaccio. Esso era contenuto in un’ alluvione indurita dal gelo. Posteriormente il sig. Schmidt ebbe la ventura di poter stu- diare un'altro mammut, di cui oltre alle ossa erano conservati pezzi di pelle e ciuffi di peli. Questo si scoprì sulle rive della Gyda, nelle vicinanze del lago Jambre, a circa 100 verste da Jenissei. Esso giaceva in uno strato di /ehm indurito dal gelo, alla parte inferiore di una potente formazione d’acqua dolce, ed era accompagnato da residui di muschi acquatici (Hypnum), di salici (Salix retusa, var. rotundifolia e S. glauca) e di larici (1). La posizione dello scheletro e degli altri avanzi osservati dal sig. Schmidt indicavano come l’animale avesse cessato di vivere in quel medesimo punto o a brevissima distanza. Per spiegare il sepellimento di codesti proboscidiani non è ne- cessario invocar l'intervento di grandi alluvioni fluviali. Quando, all’ epoca del disgelo, i corsi d’acqua ingrossano e innondano le loro rive, il suolo argilloso si inzuppa, s' ammollisce ed allora un animale grave e corpulento può facilmente affondarvisi; così avvenne che molti mammut, innoltrandosi incautamente sul ter- reno melmoso, vi trovarono la morte. Dalle recenti investigazioni in proposito apparisce più che mai inammissibile |’ ipotesi sostenuta da Isbrand, Messerschmidt , Pallas, Middendorf ed altri, secondo la quale i cadaveri dei mammut sarebbero stati trasportati in latitudini così settentrio- nali per opera di corsi d’acqua o da ghiacci gialleggianti. Essi vissero indubbiamente laddove lasciarono le loro spoglie; è però possibile, come crede il Brandt, che si portassero nell’ estremo nord soltanto durante la stagione estiva. Le cause che determinarono l'estinzione del mammut in Si- beria sono probabilmente molteplici e complesse. Non pare che se ne debba attribuire parte molto cospicua al clima, almeno diret- (4) F. Brandt, Nouvelles recherches sur les restes de mammiféres trouvés dans les cavernes de l’Altai, Matériaux pour l’histoire primitive et naturelle de l'homme, VIII année, 2.° serie, tome III, pag, 548 (1872). 166 A. ISSEL tamente, inquantochè questo sembra non aver subito notevoli modificazioni dopo la fine del periodo glaciale. Certi cangia- menti nella distribuzione della vegetazione arborea del paese ebbero senza dubbio un’ influenza grandissima sul fatto di cui tengo discorso. I salici (Salix retusa e glauca) e i larici (Larix stbirica) che coprivano il suolo della Siberia artica, durante il periodo delle grandi alluvioni postglaciali sì ritirarono verso mezzogiorno, appunto quando scomparvero gli elefanti lanuti, cui verosimilmente somministravano il cibo. Certe oscure tradizioni dell’ Asia orientale accennano ad una estinzione relativamente recente del mammut. Non per questo si deve credere, come vorrebbe un dotto ebraicista, che l immane proboscidiano della Siberia sia proprio quel mostro menzionato, 15 secoli prima dell’ era volgare, nel libro di Giobbe, sotto il nome di beemoth o beamoth. D'altra parte, alcuni autorevoli geologi pretendono che I’ Ele- phas primigenius appartenga ad un tempo alle faune quater- naria e terziaria della Russia, il che è poco credibile. Comunque sia parmi inverosimile che esso abbia popolato contemporaneamente l'immenso territorio sul quale si trovano sparse le sue re- liquie. Il mammut si trova in tutta la parte del continente americano che fronteggia |’ Asia settentrionale e specialmente lungo le rive della baia d’ Eschscholz sullo stretto di Behring (1). In Europa esso apparisce la prima volta nella cosidetta fauna di transizione del forest bed con altri elefanti di tipo più meri- dionale, cervi di specie estinte, rinoceronti, ippopotami, orsi, Trogontherium, ecc. Si ritrova di poi in alcune caverne, 1 cui depositi spettano del pari al quaternario più antico, insieme alla massima parte delle specie precitate e talvolta, come nel Kent’s hole, nelle grotte di Creswell e nella caverna di Beaume, col Machaerodus, fiera estinta di tipo pliocenico. Im molti. altri depositi di data posteriore si mostra pure, non di rado, associato (4) Ammettendo con Boyd Dawkins che le forme Colombi, americanus e Jacksoni sono varietà dell’ E. primigenius, sì potrebbe dire che questa specie si estende, nel nuovo continente, dallo stretto di Behring all’ istmo di Darien. APPUNTI PALEONTOLOGICI 167 a resti di mammiferi di specie viventi e perfino all’ uomo stesso e ad opere umane. In giacimenti più o meno antichi I’ elefante glaciale fu segna- lato sulle rive del Baltico e del Mare del Nord, presso Odessa, nelle alluvioni dell'Ungheria, nelle provincie danubiane (ad Ol- teniza), nel Wurtemberg (a Canstadt e Tubinga), nel ducato di Brunswick (a Thiede), nel Granducato di Baden (presso la rupe d’Istein), su molti punti delle Isole Britanniche (tra i quali Londra, Copford, Guildford, Whilstable, Hoxne, Bedford, Sa- lisbury), nel Belgio (a Montaigle , Pont-a-Lesse, Chokier, Engis, Goffontaine, Fond-de-Forét, ecc.), nei Paesi Bassi (a Ettelbriick, Texel, Smeermass, Spiennes, Jambes), nella Svizzera (a Liestal, Diegten, Maschwanden, Holzerwied, Huntwangen, Lautigen, Grellingen, Boiron, Lutry, ecc.). Nel territorio francese il mam- mut è comunissimo nel nord e nell’ est, meno presso le rive atlantiche e nel mezzogiorno. Fra le molte località in cui fu ri- trovato citerò, colla scorta del signor Hamy (1), Blandecques, Arques, Balinghen nel Pas-de-Calais, Saint-Roch, Saint-Acheul, Menchecourt, Moulin-Quignon, Bavelincourt nella Somme; Coeu- vres, Viry-Noureuil nell’ Aisne; Chauny nell’ Oise; Clichy , Levallois, Grenelle, Le Pecq nella valle della Senna; Boyer nel Lot; Clermont, Venerque nell’ alta Garonna ecc. Fino a 20 anni addietro E. Lartet riteneva che I’ Hlephas primigenius e il Rhinoceros tichorhinus non avessero varcate le Alpi (*). Ora non si può più dubitare del contrario. La prima di queste specie fu segnalata in Piemonte, fra Mon- calieri e Carignano, dal professore Gastaldi (3) e in cospicui avanzi si raccolse a Montioni e a Maspino nell’ Aretino, nonchè a Montecatini nella Val di Nievole in Toscana (secondo gli esemplari ostensibili nel Regio Museo geologico di Firenze). Si (1) E. T. Hamy, Precis de Paleontologie humaine, Paris 1870. (?) Lartet, Sur les migrations anciennes des mammifères de l’époque actuelle, Compte Rendus des séances de l’ Académie des Sciences, 1858, 1. semestre, pag. 409. (3) Lartet conobbe siffatta scoperta per via indiretta, ma dubitando forse della esatta determinazione di quei fossili, non attribuì loro Vl importanza che si meritavano. 168 A. ISSEL ritrova inoltre frequentemente nei depositi di trasporto alluvio- nali del territorio di Roma, come risulta dalle osservazioni del professore Ponzi (1). Finalmente, secondo indicazioni gentilmente comunicatemi per lettera dal prof. Capellini e dal dott. Major, il mammut sarebbe stato scoperto dal sig. Ulderigo Botti nella grotta di Cardamone in terra d'Otranto, località che costituirebbe, in Europa, l'estremo limite meridionale della specie. E probabile che i frammenti di molari elefantini trovati dal sig. Riviére nelle caverne ossifere dei Balzi Rossi, presso Men- tone, si riferiscano alla medesima specie. E difficile il comprendere come un animale voluminoso e pe- sante al pari del mammut sia riuscito ad attraversare l'alta e scoscesa barriera che gli apponeva la catena alpina per passare in Italia. Si spiega all'incontro molto plausibilmente come abbia potuto penetrare nella penisola, seguendo le sinuosità delle coste provenzali e liguri e varcando gli speroni poco elevati che se- parano luna dall’ altra le vallate del littorale. All’ ipotesi che questa via e non altra sia stata prescelta dall’elefante lanuto, nella sua migrazione verso il mezzogiorno, i fossili scoperti a Camporosso recano ora un nuovo ed efficacissimo appoggio. (1) Memoria precitata, pag. 22. Catalogo di una collezione di uccelli fatta nella parte occidentale di Sumatra dal Prof. Odoardo Beccari, e descritta da TOMMASO SALVADORI. La collezione che ora imprendo a descrivere è stata fatta dal prof. Odoardo Beccari durante i mesi di Giugno, Luglio, Agosto e Settembre del 1878 nella parte occidentale di Sumatra e più precisamente sul Monte Singalan, ad Ajer Mantcior, Kaju tanam e Sungei Bulu (!). Il Beccari mi ha somministrato le seguenti indicazioni intorno a queste località. « Il monte Singalan è un cono vulcanico, la cima del quale secondo una mia misurazione giungerebbe a 2888 metri; esso non dista, in linea retta, più di 36 chilometri dalla costa occi- dentale di Sumatra, a circa !/, di grado al sud dell’ Equatore. » La maggior parte degli uccelli del Monte Singalan sono stati uccisi nelle vicinanze della mia capanna, che io avevo costruito all’ altezza di circa 1667 metri. Era da questo punto che comin- ciava la foresta vergine; in basso vi erano coltivazioni di cavoli, di canne da zucchero e di caffè. La sommità del Singalan è interamente coperta di vegetazione. Vi abbondano varie specie di Vaceinieae, piante che producono frutti molto ricercati dagli uccelli. Vi crescono pure Rhododendron, Nepenthes ed alcuni generi di piante europee, come Genziana, Anemone, ecc. Ma la pianta che ri- copre quasi tutta la sommità è una specie di Leplospermum, piccolo albero della famiglia delle Myrtaceae, che trovasi pure sulle mon- tagne di Giava e di Amboina, e che ha i più prossimi rappresentanti (') Il Beccari in una lettera diretta al Marchese Giacomo Doria, e pubblicata negli annali del Museo Civico di Genova, vol. XIII, p. 451-455 (1878), ha dato interessanti notizie intorno ad una parte della sua collezione ornitologica. 170 T. SALVADORI nell’ Australia e nella Tasmania. Sulla sommità del Singalan vi sono due piccoli laghi, uno dei quali più grande, ed a quanto pare poco profondo, si è formato nel cratere del vul- cano. La minima temperatura da me osservata fu di + 7 cen- tigr. la notte del 18 Giugno 1878; all’ ombra a mezzogiorno segnava circa + 16 centigr. Sembra che il vulcano da lunghis- simo tempo non abbia dato segno di attività, per cui la cima è completamente coperta di folta vegetazione. » Ajer mantcior, che in malese vuol dire cascata, è sulla strada che conduce nella provincia dell’ Alto Padang, e si trova a 62 chilometri da Padang ed a soli 10 e mezzo da Padang pandjang, al cominciare della catena montuosa vulcanica chiamata il Barisan, la quale circonda a semicerchio la pianura di Padang. È veramente una gola attraverso la quale si passa per giungere nell’ in- terno e precisamente al punto ove la via comincia a farsi più ripida. La località è quanto mai si può dire pittoresca. Un villaggio fiancheggia la strada; il torrente che scende dal monte Tandiké (anch’ esso un cono vulcanico spento e contiguo al Singalan, ma di questo più basso) si precipita da rupi trachitiche alte forse 20 metri, e forma la cascata che da il nome al villaggio. L’ altezza sul livello del mare è di soli 360 metri circa. All ingiro la foresta è stupenda e quasi intatta, meno che nelle vicinanze delle abitazioni, dove i nativi, lasciando 1 grandi alberi, hanno ripulito il suolo, per permettere alle erbe di crescervi. E siccome Ajer mantcior è una delle stazioni pei car- rettieri che hanno il contratto col governo pel trasporto del caffe, perciò la vendita dell erba per alimentare i bufali è forse la principale risorsa degli abitanti. » Kaju tanam è pure sulla via maestra che conduce nell’in- terno, ed è più prossimo a Padang che non Ajer manteior, dal quale dista soli 7 chilometri e mezzo, e si trova a 135 metri di altezza sul livello del mare. Il paese è aperto, diboscato e molto popolato; la maggior parte degli uccelli indicati di tal località, sono stati uccisi ad una certa distanza dal villaggio. » Sungei Bulu finalmente si trova sulla medesima via, in pia- nura, ed è un guado sul torrente Anei, a 7 chilometri dal mare; UCCELLI DI SUMATRA Ri la foresta in vicinanza è continuamente inondata; vi sono molte risaie e piantagioni tutto intorno; ma sono vicinissime le colline coperte di antica foresta. È principalmente su di esse che ho trovato le specie più interessanti ». Il Beccari, tutto intento nel raccogliere piante, non potè occu- parsi degli uccelli altro che secondariamente; tuttavia la collezione ornitologica è molto bella ed interessante, e consta di 506 esem- plari, appartenenti a 179 specie. Di queste 155 erano già note e 24 vengono ora descritte per la prima volta (1); di quelle già note aleune non erano state annoverate ancora fra le specie di Sumatra. Dal confronto della presente collezione con quella di Lampong, nella parte meridionale-orientale di Sumatra, descritta da Lord Tweeddale (Ibis, 1877, p. 283-323), appare come in questa manchino del tutto alcuni generi caratteristici delle regioni Indo- cinesi, quali sono i seguenti: Viva, Chrysophlegma, Psarisomus, Niltava, Rimator, Heterophasia, Leiothrix, Cochoa, Garrulax e Dendrocitta, 1 quali s} trovano invece nella collezione del Beccari, per cui parrebbe che le varie parti di Sumatra abbiano faune diverse. Alcuni di quei generi erano stati trovati finora soltanto nel Nepal e nel Darjeeling, per cui la presenza dei medesimi sul Monte Singalan dimostra gli stretti rapporti che passano fra la fauna del Nepal e quella dei monti della parte occidentale di Sumatra, confermando la legge che le faune di regioni montane, anche fra loro distanti, hanno grandissima somiglianza fra loro. A conferma di ciò noterò ancora che mentre talune specie del Monte Singalan, quali il Pyrotrogon flagrans, la Niltava (1) 1 Chrysophlegma mystacalis. 13 Rimator albostriatus. 2 Caprimulgus pulchellus. 14 Brachypteryx saturata, 3 Niltava sumatrana. 15 Brachypteryx flaviventris. 4 Stoparola ruficrissa. 16 Leiothrix laurinae. 5 Rhipidura atrata. 17 Heterophasia simillima. 6 Pericrocotus montanus. 18 Pteruthius cameranoi. 7 Graucalus melanocephalus. 19 Myiophonus dicrorhynchus. 8 Hemipus intermedius. 20 Arrenga melanura. 9 Hyloterpe brunneicauda. 21 Cochoa beccarii. 10 Zosterops atricapilla. 22 Prinia hypoxantha. 11 Stachyris bocagei. 23 Acomus inornatus. 12 Turdinus rufipectus. 24 Peloperdix rubrirostris. 73 T. SALVADORI sumatrana, la Rhipidura atrata, V Hemipus intermedius, la Ti- melia larvata, la Stachyris bocagei, V Heterophasia simillima, la Leiothrix laurinae, il Pteruthius cameranoi , la Cochoa beccarii ecc. non sono che forme rappresentanti, altre invece, quali la Vivia innominata, il Psarisomus dalhousiae ed altre, si trovano im- mutate o quasi nel Nepal e sul Monte Singalan. Sp. 1. Falco melanogenys, Gout. 2 Falco communis, Raff. (nec Gm. ?), Trans. Linn. Soc. XIII, p. 278 (1822). N. — 9. Kaju tanam 11 Ottobre 1878. Individuo adulto in abito perfetto, simile quasi in tutto ad un altro d'Australia della Collezione Turati. Sp. 2. Microhierax fringillarius (Drar.). Hierax coerulescens, Wall. Ibis, 1868, p. 6 (Sumatra). Microhierax fringillarius, Sharpe, Cat. B. I, p. 367 (1874). — Tweedd., Ibis, 1877, p. 286, n. 1. Tre: esemplari. N. — ¢. Ajer mantcior 21 Agosto 1878. Individuo in abito perfetto. N. — ¢. Sungei Bulu 20 settembre. > — Q. » » 18 » Sp. 3. Limnaetus caligatus (Rarrt.), Falco limnaetus, Horsf., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 138 (1821). Falco caligatus, Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 278 (1822). N. 148, 9. M.'¢ Singalan 15 Luglio 1878. « Iride bruna; becco nero; piedi giallo sporco ». (B). Individuo adulto, tutto di color bruno-nero uniforme. UCCELLI DI SUMATRA 173 Sp. 4. Spilornis bacha (Davp.)? E'alco bacha, Daud., Tr. II, p. 43 (1800) (ex Le Vaillant). N. — 9. Ajer mantcior Agosto. « Piedi giallo paglia sporco, iride giallo vivo, becco cenerino, cera gialla » (B.). Individuo adulto, in abito perfetto colle piume del pileo e dell’ occipite nerissime e colla gola e colle gote di color cenerino ; ala 0%, 400 (16 pollici inglesi). Ho seguito lo Sharpe riferendo l'individuo di Sumatra alla S. bacha; il Gurney invece (Ibis, 1878, p. 100) opina che gli esemplari di Sumatra siano da riferire alla specie di Ceylan (S. spdogaster, Blyth), la quale cosa mi sembra poco probabile. A me pare che, tranne le dimensioni, quell’ esemplare somigli moltissimo alla S. pallida, Wald. Sp. Db. Haliastur intermedius, Gurney. Falco pondicerianus, Rafll. (nec Gm.), Tr. Linn, So. XIII, p. 278 (1822) (Sumatra). Hfaliastur intermedius, Gurney, Ibis, 1865, p. 28. — Sharpe, Cat. B. I, p. 314. — Tweedd., Ibis, 1877, p. 286. N. — ¢. juv. Sungei Bulu 29 Settembre. Sp. 6. Elanus hypoleucus, Gounp. Elanus hypoleucus, Sharpe, Cat. B. I, p. 338. Quattro esemplari adulti in abito perfetto. N. 134. y. Monte Singalan 12 Luglio. » 144. J. » » 15 » » 154. 9. >» » 16 » a 201 9a » 23 » Le due femmine sono poco più grandi dei maschi. Questa specie non era stata registrata finora fra quelle di Sumatra. 174 T. SALVADORI Sp. 7. Ninox seutulata (Rarrt.). Strix scutulata, Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 280 (1822) (Sumatra). Ninox scutulata, Sharpe, Cat. B. II, p. 156 (41876). — Tweedd., Ibis, 1877, p. 287, n. 5. N. — Jg. Ajer mantcior 15 Agosto. Un individuo adulto che a me sembra del tutto simile a quelli di Malacca. Sp. 8. Glaucidium sylvaticum (Mit.). Strix sylvatica, Mill. Mus. Lugd. Athene sylvatica, Bp., Consp. I, p. 40 (1850) (Sumatra). Glaucidium sylvaticum, Sharpe, Cat. B. II, p. 215. Mas. Superne fusco-brunneus ; capite fusco-griseo, crebre albo- maculato; collare cervicali postico albo- et nigro-vario; dorso maculis fascialibus albis obtectis notato; subtus albus; collare, pectoris late- ribus et maculis laterum elongatis fuscis; mento et subcaudalibus albis, immaculatis; alis fusco-brunneis, fasciis transversis, e maculis rufescentibus compositis, notatis; remigibus intus basin versus albis vel albo-maculatis; subalaribus albis, partim nigricantibus ; cauda fusco-nigra, fasciis transversis interruptis albido-rufescentibus notata; tibiis albidis, fusco variis; digitis nudis, raro pilosis, et rostro flavo- virescentibus; iride flava. Form. Differt a mare, colore brunneo rufescentiore; capite vix albo-punctulato; collare cervicali postico strictiore et rufescente; dorso obsolete brunneo-transfasciolato. Long. tot. 0%, 180; al. 102; caud. 0”, 058; rostri 0%, 013; tarsi 0%, 018. N. 1. Y. Monte Singalan 13 Giugno. « Iride giallo vivo; piedi e becco giallo verdastro opaco » (B.). N. 98. 9 ? Monte Singalan 2 Agosto. Sebbene i due individui annoverati siano notevolmente diversi tra loro, tuttavia credo che siano da riferire ad una medesima specie. UCCELLI DI SUMATRA IND Lo Sharpe, il quale (1. c.) divide le specie del genere Glau- cidium in due sezioni, riferisce il G. sylvaticwm alla seconda b, cioè a quella delle specie con la testa regolarmente ornata di fascie trasversali; invece esso appartiene alla sezione prima, cioè a quella delle specie colla testa sparsa di macchie, le quali sono grandi e molto cospicue nel maschio, piccole e poco distinte nella femmina. Lo Sharpe dice che questa specie somiglia al G. drodiei, la quale cosa neppure mi sembra esatta. Mi pare che l'individuo tipico esistente nel Museo di Leida, e che è I unico che si conoscesse finora, sia una femmina. Sp. 9. Scops lempiji (Horsr.). Strix lempiji, Horsf., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 140 (1821). — Raffl., ibid. p. 280 (1822). Scops lempiji, Sbarpe, Cat. B. II, p. 91. N. 2. ¢. juv. Monte Singalan 14 Giugno. « Becco e piedi cenerino-brunastro, iride bruna » (B.). Individuo in abito rossigno, che mi sembra di dover riferire alla specie presente. Sp. 10. Seops rufescens (Horsr.). Strix rufescens, Horsf., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 140 (1821). Scops rufescens, Schleg., Mus. P. B. Aves Noctuae, p. 10 (1873). — Sharpe, Cat. B. II. p. 103. N. — Q. Ajer mantcior 6 Agosto. Esemplare adulto che mi sembra di dover riferire a questa specie. Esso è notevole per la grande area frontale di color ros- signo chiaro, per le piume poco variegate e per le piccole macchie nere molto cospicue sul fondo fulvo-rossigno delle parti inferiori. Sp. 11. Bubo sumatranus (Rarrt.). Strix sumatrana, Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 279 (1822) (Sumatra). Bubo orientalis minor, Schleg., Mus. P. B. Oti, p. 13. — Id., Mus. P. B. Revue, Aves Noctuae, p. 5 (Bangka, Sumatra, Borneo, Malacca). 176 T. SALVADORI Due esemplari. N. 168. 9. Monte Singalan 20 Luglio. » — DE » » 27 Agosto. Il secondo esemplare è alquanto più grande del primo, e differisce anche per le scapolari, che hanno il vessillo esterno bianco con fascie nere, le quali mancano nel primo. Sp. 12. Ketupa javanensis, Less. ° Strix ketupa,, Horsf., Trans. Linn. Soe. XIII, sp. 141 (1821) (Giava). HKetupa javanensis, Sharpe, Cat. B. II, p. 8. Due esemplari. N. 136. 7. M.'° Singalan 13 Luglio. N69. oo MARR e La femmina è un poco più grande e di colore più oscuro del maschio. Sp. 13, Pyrotrogon flagrans (Mit.). ? Trogon erythrocephalus, Gould, P. Z. S. 1834, p. 25. — Id., Mon. Trog. pl. 33 (1838); ed. 2.2 pl. 43 (1875). Trogon flagrans, Mull., Tijdschr. Nat. Gesch. en Phys. II, p. 388, t. 8, f. 2. (1835). Pyrotrogon erythrocephalus, Becc., Ann. Mus. Civ. Gen. XIII, p. 452 (1878). N. — Ajer mantcior 5 Agosto. Un esemplare in abito perfetto colla testa e colla parte ante- riore del collo di color rosso e colle cuopritici delle ali nere con sottili fascie ondulate bianche, per cui credo che sia un maschio; ma devo dire che è dubitativamente indicato come femmina. L’ esemplare raccolto differisce da un maschio del P. hodgsoni del Nepal, col quale l’ ho confrontato, per le dimensioni minori ed anche pel colore rosso della parte anteriore del collo e del petto un poco più chiaro. Resta a sapersi se il P. flagrans differisca realmente dal P. erythrocephalus (Gould) del Burmah, col quale è stato ge- UCCELLI DI SUMATRA 177 neralmente unito; alcuni (Jerdon, B. of Ind. I, p. 202. — Blyth, B. of Burmah, p. 82. — Hume, B. of Tenasserim, p. 498) non considerano il P. erythrocephalus come diverso dal P. hodgsoni. Io penso che il P. hodgsoni, il P. erythrocephalus ed il P. flagrans siano veramente tre specie distinte. La figura del P. erythro- cephalus data dal Gould mostra la parte anteriore del collo di color rosso vinaceo come nel P. hodgson’, e non rosso chiaro come nell’ esemplare di Sumatra. Sp. 14. Pyrotrogon duvaucelii (Temm.). Trogon kasumba juv., Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 283 (1822). Trogon Duvaucelii, Temm., PI. col. 291 (1824) (Sumatra). Harpactes duvaucelii, Tweedd., Ibis, 1877, p. 298, N. — g. Sungei Bulu 14 Settembre. Un maschio in abito perfetto; groppone e sopraccoda rossi come le parti inferiori. Sp. 15. Hapalarpactes mackloti (Mitr.). Trogon Mackloti, Mull., Tijdschr. Nat. Gesch. en Phys. II, p. 336, t. 8, f. 1 (1835) (Sumatra). ? Harpactes Reinwardti, Horsf. et Moore, Cat. B. Mus. E. I, Comp. II, p. 716, n. 1041 (1856-58) (Sumatra). Orescius gouldi, Becc. (nec Sw.), Ann. Mus. Civ. Gen, XIII, p. 452 (1878). Due esemplari. N. 170. #. Monte Singalan 19 Luglio. Individuo adulto con grande macchia castagna sul groppone, e colle fascie gialle delle cuopritrici delle ali e delle remiganti terziarie molto cospicue; inoltre le medie e grandi cuopritrici presentano macchie subapicali gialle di forma triangolare; per questo rispetto esso somiglia alquanto al supposto giovane dell’ H. reinwardti (Temm.) di Giava, quale viene rappresentato dal Gould (Mon. Trog. ed. 2.2 pl. 44). Il becco, che forse ha per- duto il colore primitivo, è scuro superiormente, chiaro inferior- mente. N. 158. — Monte Singalan 15 Luglio. Ann. del Mus. Cit. di St. Nat. Vol. XIV. (21 Aprile 1879). 12 178 T. SALVADORI Individuo senza indicazione del sesso, ma probabilmente fem- mina. « Becco rosso, pelle intorno agli occhi turchina; pelle all’ angolo del becco verde-giallastra; piedi gialli; iride quasi nera ». (B.). Differisce dal precedente pel colore giallo delle parti inferiori più chiaro, per mancare della grande macchia castagna sul groppone, per le cuopritrici delle ali e per le ultime remiganti con strie sottili molto meno cospicue e senza macchie triangolari gialle. Il Gould dice di non aver mai visto esemplari colla macchia castagna sul groppone e dubita che sia questo un segno di età giovanile ! Questa specie somiglia molto all’ H. reinwardti, dal quale diffe- risce per le dimensioni minori e per la macchia castagna del groppone del maschio. Cabanis ed Heine indicano l’ H. reinwardti di Giava e di Ma- lacca ed Horsfield e Moore annoverano di Sumatra I’. reimwardti, ma è probabile che gli esemplari di Malacca (?) e di Sumatra, da essi riferiti a questa specie, siano femmine dell’ H. mackloti. Sp. 16. Psilopogon pyrolophus, S. Mit. Psilopogon pyrolophus, $. Mull., Tijdschr. Nat. Gesch. en Phys. II, p. 339, t. 8, f. 3 (1835) (Sumatra). Undici esemplari. N. 28. 7. M. Singalan 21 Giugno. « Iride sanguigna, piedi giallo-verdastri, becco verdiccio-gial- lastro, attraversato da una fascia nera ». (B.). N. 54. 9. M. Singalan 27 Giugno. » ADO, SL » » » », 90, » 2 Luglio. > 689.» » 3 » DIRLO » 19 » Tutti questi esemplari sono adulti in abito perfetto ; essi hanno l’area gialla sulla parte inferiore anteriore del collo molto larga e UCCELLI DI SUMATRA 179 circondata inferiormente da larga fascia nera, hanno I’ occipite rosso-bruno e la fascia grigia sul vertice molto cospicua. Le fem- mine non differiscono sensibilmente dai maschi. N. 30. 7. M. Singalan 23 Giugno, « Giovane; aveva una tenia in corpo ». (B.). N. 119. 9. M. Singalan 10 Luglio. » 123. Gas > » » » » 145. dl. » » 15 » Gli ultimi quattro esemplari, non al tutto adulti, differiscono dai precedenti per avere |’ area gialla sulla gola, la fascia nera che la cinge inferiormente e la fascia grigia sul vertice più ri- strette. N. 151. 7. M. Singalan 17 Luglio. Giovane, simile ai precedenti, ma colla fascia grigia sul vertice non bene definita, e col color rosso-bruno sull’ occipite e sulla cervice meno esteso. Sp. 17. Chotorea chrysopogon (Temy.). Bucco chrysopogon, Temm., Pl. Col. 285 (1824) (Sumatra). Megalaema chrysopogon, Marschall, Mon. Capit. pl. 18. — Tweedd., Ibis, 1877, p. 299. Chotorea corvina, Becc. (nec Reinw.), Ann. Mus. Civ. Gen. XIII, p. 452 (1878). Tre esemplari. N. — 2. Ajer mantcior 10 Agosto. » — 9. Kaju tanam 29 » » — 2. Sungei Bulu 19 Settembre. Sp. 18. Chotorea mystacophanes (Temm.). Bucco mystacophanos, Temm., Pl. Col. 315 (1824) (Sumatra). Megalaema mystacophanos, Marshall, Mon. Capit. pl. 19. Chotorea mystacophanus, Salvad., Ucc. Borneo, p. 34, pl. 1. Megalaema mystacophanes, Tweedd., Ibis, 1877, p. 299. Tre esemplari. 180 T. SALVADORI N. — ¢. Ajer manteior 4 Agosto. » — d'. Kaju tanam 2 Settembre. >» — Lg. Ajer mantcior 4 Agosto. Il terzo esemplare differisce dai primi due per avere la fronte giallo-verdognola e non giallo-dorata. Sp. 19. Cyanops oorti (S. Miiz.). Bucco Oorti, S. Miill., Tijdschr. Nat. Gesch. en Phys. II, 341, t. 8, f. 4 (icon. capitis) (1835). Megalaima Oorti, Schleg., Mus. P. B. Buccones, p. 21. — Marshall, Mon. Capit. pl. 27. Quattro esemplari. N. 50. 7. M. Singalan 26 Giugno. « Iride bruno-castagno ». (5). 3 Z. M. Singalan 30 Giugno. 20125: OF > » 11 Luglio. a. > » 15 a La femmina non differisce sensibilmente dai maschi. Specie rara, propria di Sumatra, e non più stata trovata dopo S. Muller. Sp. 20. Xantholaema haemacephala (Miict.). Bucco philippensis, Raffl., 1. c. p. 283 (Sumatra) (1822). Bucco haemocephalus, L. S. Mull., S. N. Suppl. p. §8 (1776). Xantholaema haemacephala, Marshall, Mon. Capit. pl. 42. — Tweedd., Ibis, 1877, p. 299, n. 51. N. 131. Y. Singalan Luglio. Sp. 21. Iyngipicus fusco-albidus, SaLvan. Iyngipicus fusco-albidus, Salvad., Ucc. di Borneo, p. 42 (1874). — Tweedd., Ibis, 1877, p. 290. N, —- 9. Kaju tanam 6 Settembre. UCCELLI DI SUMATRA 18] Sp. 22. Xylolepes walidus (Rerw.). Picus validus, Reinw. in Mus. Lugd. — Temm., PI. Col. 378 ( 7), 402 (2) (1825). Tre esemplari. N.— 7. Sungei Bulu 13 Settembre. > — oe » » » » » — Q. Ajer mantcior 5 Agosto. Sp. 25. Hemicercus sordidus (Eyroy). Dendrocopus sordidus, Eyt., Ann. and Mag. N. H. XVI, p. 229 (1845) (Malacca). Hemicercus sordidus, Salvad., Ucc. Born. p. 46. — Tweedd., Ibis, 1877, p. 291. Due esemplari. N. — ¢. Ajer mantcior 5 Agosto. ) » — QQ. » » 18 » Il maschio ha la cresta rossa anteriormente, grigia scura pos- teriormente; la femmina invece ha la cresta quasi interamente grigia scura, tranne una lieve tinta rossigna sul mezzo. Am- bedue hanno il groppone, il sottocoda ed i margini chiari delle piume delle parti superiori di color bianco isabellino, e cor- rispondono assai bene cogli esemplari di Malacca, ma non con quelli dell’ H. brookeanus, che hanno il groppone e il sottocoda di color giallo limone. Sp. 24. Lepocestes porphyromelas (Bore). Picus porphyromelas, Boie, Briefe geschr. aus Ostind. p. 143 (1832). N. — @. Ajer mantcior 6 Agosto. Sp. 25. Callolophus mentalis (TEmm.). Picus mentalis, Temm., PI. Col. 384 (1826). Callolophus mentalis, Salvad., Ucc. Borneo, p. 49. — Tweedd., Ibis, 1877, p. 288. 182 T. SALVADORI N. — Q. Ajer manteior 19 Agosto. Sp. 26. Callolophus malaccensis (Latn.). Picus malaccensis, Lath., Ind. Orn. I, p. 241 (1790). Callolophus malaccensis, Salvad., Ucc. di Borneo, p. 50 (1874).— Tweedd., Ibis, 1877, p. 289. Sette esemplari. N. 160. 7? M. Singalan 18 Luglio. » — dd. Ajer mantcior 14 Agosto. » — dd » » iG) » » — d. >» » 20 » Tutti questi esemplari sono simili fra loro ed hanno le gote tinte di rosso, senza macchie bianche, per cui credo che anche il primo sia un maschio, sebbene indicato come femmina. N. — 9. Ajer mantcior 8 Agosto. » — 92. » » 10 » » — Q. » » — » Le tre femmine differiscono dai maschi per avere le gote e la gola punteggiate di bianco. Tanto i maschi, quanto le femmine, similmente agli esem- plari di Malacca e di Borneo, hanno il dorso verde, tinto più o meno di rosso, e le piume occipitali di color giallo molto lunghe. Nessuno dei sette esemplari ha tali piume rosse, o il dorso di color rosso uniforme. Sp. 27. Chrysophlegma mystacalis, nov. sp. Obscure viridi-olivacea, superne laetior ; capite obscuriore, fron- tem versus rufescente lavato ; mento rufescente; gula nigricante ; macula utrinque malari maris flavido-ochracea, faeminae brunneo- rufescente; crista inferiore fluvissima,; ventre fusco-virente, an- tice obscuriore; remigibus nigris, intus et exterius maculis rufis notatis, primarus ultimis exterius rufo tinctis, secundartis et ter. tiartis in pogonio externo dorso concoloribus ; rostro albido, ad basin fusco; pedibus in exuvie plumbeis ; iride saturate sanguinea. UCCELLI DI SUMATRA 185 Long. tot. 0%, 295; al. 0%, 148; caud. 0%, 110; rostri 0, 030; tarsi 0%, 022. Tre esemplari. N. 101. 7 ? M. Singalan 8 Agosto. SI o 2 » 20 Giugno » 14, Q. » » » « Iride sanguigno scuro ». (B). Le due femmine hanno alla base della mandibola inferiore una grande-macchia rossigno-cannella, mentre nel primo indi- viduo, che probabilmente è un maschio, essa è di color chiaro , gialliccio-verdogno!o. Questa specie sembra affine alla C. flavinucha, Gould, del Burma e del Tenasserim, ma ne differisce per le macchie alla base della mandibola, per la parte anteriore del collo senza mac- chie nere, per le ultime remiganti primarie di un bel colore bruno rossigno sul vessillo esterno, e per le dimensioni minori. Sp. 28. Tiga javanensis (Liunen). Picus javanensis, Ljungh, Act. Stockh. XVIII, p. 131 (1797). Picus tiga, Horsf., Trans. Linn. Soc. XII, p. 177 (1821) (Giava). — Raffl., ibid. p. 289 (1822). Tiga rufa, Rafl., l. c. Tiga javanensis, Tweedd., Ibis, 1877, p. 288. Sei esemplari. No M. Singalan 21 Luglio, » — of. Ajer mantcior 8 Agosto. » — Gis » » > Tre esemplari adulti, poco diversi fra loro per le dimensioni. N. 182. 7. M. Singalan 21 Luglio. Individuo non al tutto adulto, differente dai precedenti per le dimensioni minori e pel pileo anteriormente con macchie brune, alle quali sono frammiste alcune poche rosse. N. 180. 9? M. Singalan 21 Luglio. » 181. O » » » » 184 T. SALVADORI Questi due esemplari differiscono dai precedenti per avere la testa con macchie bianche; il penultimo è indicato come ma- schio, ma senza fallo |’ indicazione deve essere erronea. Sp. 29. Meiglyptes tristis (Horsr.). Picus tristis, Horsf., Trans. Linn. Soc. XII, p. 177 (1821) (Giava). — Rafll., ibid. p. 290 (1822) (Sumatra). Meiglyptes tristis, Tweedd., Ibis, 1877, p. 290. Tre esemplari. N. — g. Ajer mantcior 4 Agosto. » — 92. » » 10 » >» — Q. » » 18 » Sp. 30. Micropternus badius (RAFrL.). Picus badius, Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 289 (1822) (Sumatra). Tre esemplari. N. — g. Ajer mantcior 12 Agosto. >» — g'. Sungei Bulu 20 Settembre. » — Q. » » ar; » I due maschi hanno soltanto la regione suboculare punteg- giata di rosso, ed in ciò differiscono dai maschi del M. badiosus di Borneo, che hanno tutta la regione perioculare punteggiata di rosso. Sp. 51. Vivia innominata (Burr.). Picumnus innominatus, Burt., P. Z. S. 1835, p. 154. N. 105. 9. M. Singalan 8 Agosto. Simile ad una femmina del Nepal. Questa specie non era stata annoverata finora tra gli uccelli di Sumatra. Sp. 32. Surniculus lugubris (Horsr.). Cuculus lugubris, Horsf., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 175 (1821) (Giava). Surniculus lugubris, Tweedd., Ibis, 1877, p. 287. -- Becc., Ann. Mus. Civ. Gen. XIII, p. 452 (1878). UCCELLI Dl SUMATRA 185 Tre esemplari. N. — g. Sungei Bulu 20 Settembre. Individuo in abito perfetto. N. — Q. Ajer mantcior 17 Agosto, Individuo giovane tutto cosparso di macchie bianche. N. — ¢. juv. Kaju tanam 28 Agosto. Individuo giovanissimo colla coda incompiutamente sviluppata, anch’ esso tutto cosparso di macchie bianche. Sp. 35. Penthoceryx pravatus (Horsr.). Cuculus pravata, Horsf., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 179 (1821) (Giava). Cuculus fasciolatus, S. Miill,, Verh. Land- en Volkenk. p. 177, not. sp. 4 (1839-1844) (Sumatra). N. — Q. Kaju tanam 29 Agosto. Sp. 54. Cacomantis merulinus (Scop.). Cuculus merulinus, Scop., Del. Flor. et Faun. Insubr. p. 89, n. 48 (1786). Cuculus flavus, Gm. — S. Miill., Verh. Land- en Volkenk. p. 177 (1839-1844). ? Cacomantis threnodes, Cab. et Hein., Mus. Hein. IV, p. 19 (1862). (Malacca’. N. — ¢. Kaju tanam 28 Agosto. Individuo in abito perfetto. Sp. 39. Hiracococeyx fugax (Horsr.). Cuculus fugax, Horsf., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 178 (1821). Hlierococcyx fugax, Tweedd., Ibis, 1877, p. 288. Due esemplari. N. 178. 7. M. Singalan 21 Luglio. Testa plumbeo cupo; resto delle parti superiori di color bruno cupo con traccie di fascie trasversali rossigne; parti inferiori bianco-rossigne; mento cenerino; gola con macchie longitudinali nericcie, tinte di rossigno-bruno sui margini delle piume; petto ed addome con fascie trasversali nere: sottocoda senza macchie. 186 T. SALVADORI N. 192. 2. M. Singalan 22 Luglio. Individuo più giovane del precedente, dal quale differisce per le fascie trasverse rossigne delle parti superiori più biancheg- gianti, per la parte anteriore del collo quasi senza tinta ros- signa, e pel petto e per l'addome con macchie nere cordiformi. Sp. 36. Rhinortha chlorophaea (Rarrt.). Cuculus chlorophaeus, Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 288 (1822) (Sumatra). Phoenicophaeus caniceps, Vig., App. Mem. Raff. p. 671 (1830) (Su- matra). Rhinortha chlorophaea, Tweedd., Ibis, 1877, p. 287. N. — ¢. Sungei Bulu 19 Settembre. » — Q. Ajer mantcior 16 Agosto. Saar O » 18 » Sp. 37. Rhopodytes diardi (Less.). Melias diardi, Less., Tr. d’ Orn. p. 132 (1831) (Giava). Rhopodytes diardi, Tweedd., Ibis, 1877, p. 287. Sei esemplari. N. — 9. Ajer mantcior 6 Agosto. >» — 2. » » 11 » » — 9. » » 12 » dt. » » 15 » » — ®. » » » » © . » » 2 1 » Sp. 38. Rhamphococeyx erythrognathus (Harm.). Cuculus melanognathus, Raffl. (nec Horsf.), Trans. Linn. Soc. XIII, p. 287 (1822) (Sumatra). Phoenicophaus erythrognathus, Hartl., Verz. Mus. Brem. p. 95 (1844) (Sumatra). Rhopodytes erythrognathus, Tweedd., Ibis, 1877, p. 287. Sei esemplari. N. — d. Ajer mantcior 5 Agosto. UCCELLI DI SUMATRA 187 « Iride celestino chiaro ». (5). N. — d. Ajer mantcior 6 Agosto. » — Q. » » 11 » » — 9 » » 15 » » — 92 > » 18 > » — 9. » » —_ » » Iride giallo d’ uovo ». (5). Il Beccari scrive che «nella maggioranza degl’ individui I’ iride di color celestino chiaro ». (De In alcuni esemplari non si scorge traccia di rosso alla base della mandibola. Sp. 39. Carpococeyx radiatus (Tem.)? Calobates radiceus (!), Temm., Pl. Col. 538 (1832) (Borneo). Neomorphus radiatus, Schleg., Mus. P. B. Cuculi, p. 60 (1864) (Borneo e Sumatra). Carpococcyx radiatus, Becc., Ann, Mus. Civ. Gen. XIII, p. 452 (1878). Tre esemplari. Teer tm, A TK Via ENIT » 166. M. Singalan 19 Luglio. « Iride sanguigna; pelle nuda intorno agh occhi di vari co- lori: verde, blu, e rosso-vinato chiaro; becco presso la base blu, superiormente nerastro, sfumato in basso ed in punta in verdastro, inferiormente verdastro; piedi verdastri. — Vive per terra alla maniera dei gallinacei e fu preso al laccio ». (B). I due esemplari annoverati non sono adulti, e sono in muta. Essi hanno la testa, la cervice, la regione interscapolare, le ali e la coda di color verde cupo splendente, più cupo sulla testa; in nessuna parte appaiono i riflessi violetti, che sono menzionati nella descrizione dell'esemplare tipico di Borneo. Inoltre essi hanno dimensioni notevolmente minori di quelle assegnate agli esem- plari di Borneo. Sarebbe importante di tornare a confrontare fra loro gli esemplari di Sumatra con quelli di Borneo, e se quelli, come è probabile, si riconosceranno specificamente diversi, propongo di chiamare la specie di Sumatra col nome di Carpo- coccya viridis, 188 T. SALVADORI N. Individuo giovane, tutto di color bruno-nerastro con fascie trasversali bruno-castagne; occipite nerastro più cupo; remiganti e timoniere nero-verdognole, marginate di rossigno-castagno. Non credo che I’ abito del giovane sia stato descritto. Sp. 40. Centrococeyx javanensis (Dux.). Cuculus javanensis, Dum., Dict. Sc. Nat. XI, p. 144 (1818). Centropus lepidus, Horsf., Tr. Linn. Soc. XIII, p. 180 (1821) (¢). Centropus affinis, Horsf., ibid. (2). Centropus tolu, Raffl. (nec Gm.), Trans. Linn. Soc. XIII, p. 286 (1822). Centrococceyx javanensis , Salvad., Ucc. di Borneo, p. 76 (1874). Quattro esemplari. N. 176. — M. Singalan 20 Luglio. » 161. Q? » » 15 » Questi due esemplari sono simili fra loro anche per la gran- dezza e credo che siano ambidue maschi, sebbene il secondo sia indicato come femmina. Lunghezza dell’ ala 0" 135-09, 140. N. 156. — M. Singalan 16 Luglio. » — ©. Ajer mantcior Agosto. Questi due esemplari differiscono dai precedenti per le dimen- sioni alquanto maggiori. Lunghezza dell’ ala 0™, 160. Sp. 41. Centroecoeceyx eurycercus (Hay) ? Cuculus bubutus, Horsf., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 180 (1821). — Rafll. (nec Horsf.?), ibid. p. 286 (1822) (Sumatra). Centropus eurycercus, A. Hay.— Blyth, J. A. S. B. 1845, p. 551 (Malacca). — Tweedd., Ibis, 1877, p. 288 (Sumatra). 2? Centrococcyx acheenensis, Hume, Str. Feath. VI, p. 171 (1878). Centrococcyx eurycercus, Becc., Ann. Mus. Civ. Gen. XIII, p. 452 (1878). Quattro esemplari. N. — g'. Kaju tanam 2 Settembre. UCCELLI DI SUMATRA 189 Individuo in abito perfetto. N. — Q. Ajer mantcior 15 Agosto. Simile al precedente, ma notevolmente più grande. N. — Q. Ajer mantcior 9 Agosto. Simile ai precedenti, ma colle piume del capo in parte di un nero meno lucente delle altre. N. — 9. Ajer mantcior 20 Agosto. Individuo in abito imperfetto colle piume del capo e del collo con fascie chiare, residuo dell’ abito giovanile. Sp. 42. Anorrhinus galeritus (Temn.). Buceros galeritus, Temm., Pl. Col. 520 (1831) (Sumatra, Borneo). Anorrhinus galeritus, Tweedd., Ibis, 1877, p. 292. Tre esemplari. N. — 9. Sungei Bulu 14 Settembre. « Iride rosso-sanguigno; pelle nuda sopraccigliare bianca, sot- tocigliare (?) azzurro indaco; gote bianche; gola azzurra. Il bianco ha una leggera tinta azzurrognola ». (B.). Esemplare adulto. N. — 9. Sungei Bulu 14 Settembre. « Iride bruna; le parti nude colorite come nell’ esemplare precedente, ma coll’ azzurro più chiaro ». (B.). Individuo non al tutto adulto. In questi due esemplari il becco è bianchiccio , tranne il cul- mine del casco, la base della mandibola e porzione del margine della mascella presso la base, che sono di color nero. N. — g. juv. Kaju tanam 2 Settembre. « Iride bruno-chiaro azzurrognolo; pelle nuda della gola cele- stino chiarissimo, volgente al cenerino intorno agli occhi » (B.). 190 T. SALVADORI Esemplare giovane col becco nero e le piume volgenti al bruno chiaro, ed anche al grigio sudicio sulle parti inferiori. Sp. 45. Rhytidoceros undulatus (SHAW). Buceros undulatus, Shaw, Gen. Zool. VIII, p. 26 (1811). Rbytidoceros undulatus, Tweedd., Ibis, 1877, p. 292, n. 30, Otto esemplari. N. 177. 7. Monte Singalan Luglio. « Pelle nuda della gola color giallo d’ uovo con una striscia trasversale nera (interrotta sulla linea mediana) ai due terzi infe- riori; iride rosso-ciliegio chiaro ». (B.). N. 196. 7. Monte Singalan 21 Luglio. » — Lg. Kaju tanam 6 Settembre. Questi tre individui sono adulti, ma variano per avere il primo sei pieghe sul casco, e gli altri due soltanto cinque. N. 195. 7. Monte Singalan 21 Luglio. Maschio non adulto, col casco alla base del becco poco ele- vato ed attraversato da un solo solco. N. 175. 7. Monte Singalan 20 Luglio. « Pelle nuda del collo color giallo d’uovo con una tinta tras- versale azzurrognola, poco distinta; iride in parte biancastra, in parte bruno-rossastra ». (B). Individuo giovane col becco liscio e con traccia soltanto del casco. N. 76. 9. Monte Singalan 1 Luglio. « Pelle nuda della-gola nella metà superiore turchino chiaro, nella metà inferiore turchino più cupo ». (B.). Casco con cinque piegature. N. 197. 9. Monte Singalan 21 Luglio. Casco con tre piegature. UCCELLI DI SUMATRA 191 N. — 9. Sungei Bulu 14 Settembre. « Pelle della gola giallo-azzurrognolo, con una linea trasver- sale azzurra, interrotta nel mezzo ». (B.). Individuo giovane col casco liscio senza pieghe. Sp. 44. Whinoplax scutatus (Bopp.). Buceros scutatus, Bodd., Tabl. Pl. Enl. p. 55 (1783). Buceros galeatus, Gm. — Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 291 (1822). Una testa d’individuo adulto. « Questo uccello vien detto dai Malesi di Sumatra Angan Kudon (Angan è il nome generico di tutte le specie di Buceros). » Non è specie comune nelle vicinanze di Padang ed anche ad Ajer mantcior è molto scarsa, forse per causa della caccia attiva che se ne fa. È molto difficile ad uccidersi, giacchè, come la maggior parte dei suoi congeneri, non si posa che sugli alberi altissimi. Si vede alle volte comparire improvvisamente in certe località, a causa degli alberi che portano i frutti a maturazione e quando questi sono finiti, i Buceri emigrano altrove in cerca di cibo. Questa specie sembra molto comune nella provincia di Palembang, giacchè è da questa località che vengono portate in gran numero le teste che formano un articolo di commercio. Il prezzo di ogni testa varia dagli 11 ai 18 franchi a seconda del peso e dello sviluppo del casco. Sono i Cinesi che principalmente le acquistano, e vengono adoperate per farne bottoni, orecchini ed altri oggetti di ornamento. Sono ancora ricercate dagli Eu- ropei; ed invero il colorito vivace ed il bel pulimento che acqui- stano gli oggetti fatti con la sostanza del casco rendon ragione del prezzo al quale tali teste si vendono ». (B.). Sp. 45. Buceros rhinoceros, Lixx. Buceros rhinoceros, Linn., S. N. I, p. 153 (1766). — Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 291 (1822). N. — . Sungei Bulu 18 Settembre. Individuo adulto in abito perfetto. 192 T. SALVADORI Sp. 46. Merops sumatranus, Rarrt. Merops sumatranus, Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 294 (1822). — Tweedd., Tr. Zool. Soc. IX, p. 150, pl. 26. — Id., Ibis, 1877, p. 297. Due esemplari. N. — ¢. Ajer manteior 15 Agosto. > — d. » » 22 » Ambedue sono giovani, colle due timoniere mediane più brevi delle altre, e senza colore castagno sulle parti superiori; testa superiormente di color verde cupo azzurrognolo. Sp. 47. Nyetiornis amicta (Temm.). Merops amicta, Temm., Pl. Col. 310 (1824) (Sumatra). Nyctiornis amicta, Tweedd., Ibis, 1877, p. 298. Cinque esemplari. N. — S. Ajer mantcior 12 Agosto. pda » » 18 » Il primo individuo ha il pileo di un bel colore lilacino; il secondo ha la fronte in parte rossa. N. 7. Ajer mantcior 17 Agosto. Simile al primo individuo, ma con traccie soltanto di rosso sulla fronte. N. — 9. Kaju tanam 29 Agosto. Simile al secondo individuo. N. — 2. Ajer manteior Agosto. Individuo in abito imperfetto col pileo rivestito di piume verdi e lilacine; gola rossa con alcune piume verdi; fascia nera all’ e- stremità delle timoniere non nettamente limitata. UCCELLI DI SUMATRA 193 Sp. 48. Aleedo bengalensis, Gm». pei Alcedo bengalensis, Gm., S. N. I. p. 450 (1788). — Tweedd., Ibis, 1877, p. 297. Tre esemplari colle parti inferiori di color rossigno molto pallido e con una tinta lurida azzurrognola sul petto. N. — 9. Sungei Bulu 17 Settembre. > — di » » 18 » — 92. » » 20 Sp. 49. Aleedo meninting . Horsr. Alcedo meninting, Horsf., Trans. Linn, Soc. XIII, p- 172 (1821) (Giava). — Tweedd., Ibis, 1877, p. 207. Alcedo ispida var. bengalensis., Raffl. (nec. Auct.), Trans. Linn. Soc. XIII, p. 293 (1822) (Sumatra). Due esemplari. N. — 2. Kaju tanam 29 Agosto. » — d. >» » 5 Settembre. Il secondo esemplare ha la base del becco tutto intorno rossa. Sp. 90. Aleedo euryzona, Tenn. Alcedo cyanocephala, Raffles (nec Shaw), Trans. Linn. Soc. XIII, p. 293 (1822) (Sumatra). Alcedo euryzona, Temm., Pl. Col. Livr. $3 (1830) (Giava). Alcedo nigricans, Blyth, J. A. S. B. 1847, p. 1180 (Malacca). Quattro esemplari. N. — ¢. Kaju tanam 30 Agosto. Individuo adulto colle parti inferiori bianche; becco nero. N. — 9. Kaju tanam 10 Settembre. Individuo giovane (?) colle parti inferiori rossigne e con una fascia incompiuta azzurrognola sul petto; mandibola inferior- mente rosso-arancio. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (22 Aprile 1879). 13 194 T. SALVADORI » N. — @. Kaju tanam 3 Settembre. Simile al precedente, ma colla fascia pettorale interrotta nel mezzo; mandibola tutta color rosso-arancio. N. — 9. Kaju tanam 29 Agosto. Giovane in muta, simile al precedente, ma senza la fascia pettorale e con colori più sordidi. Tutti gli esemplari hanno le ultime piume del sopraccoda di un azzurro più vivo e più cupo che non quelle del groppone. L’ Hume dubita (Str. Feath. Vi, p. 82) che l'A. nigricans sia da riferire veramente all’ A. ewryzona, giacchè due individui nel- l'abito dell'A. nigricans, che si vorrebbe fosse il giovane, furono trovati nidificanti. Sp. 51. Pelargopsis fraseri, SHARPE. Alcedo leucocephala, Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 293 (1822) (Su- matra). Pelargopsis fraseri, Sharpe, P. Z. S. 1870, p. 65 (Giava, Sumatra, Ma- lacca). — Id., Mon. Alced. pl. 33 (Sumatra). N. — 7. Kaju tanam 2 Settembre. Individuo adulto. Cappuccio grigio abbastanza distinto. Sp. 52. Caridagrus concretus (Temw.). Dacelo concreta, Temm., Pl. Col. 346 (1825) (Sumatra). Due femmine. N. — dQ. Ajer manteior 16 Agosto. >» — 9. » » 18 » Il secondo esemplare, non al tutto adulto, ha le macchie ocracee delle ali meno grandi che non il primo. Sp. 53. Sauropatis chloris (Bopp.). Alcedo chlorocephala Gm. — Raffl., Trans. Linn. Soc. XIIT, p. 296 (1822) (Sumatra). Sauropatis chloris , Tweedd., Ibis , 1877, p. 296. UCCELLI DI SUMATRA 195 Tre esemplari. N. 142. 7. M. Singalan 15 Luglio. of » — . Kaju tanam 28 Agosto. > 132. 9. M. Singalan 12 Luglio. I due maschi hanno il dorso ed il pileo di color ceruleo quasi puro, nella femmina invece le stesse parti volgono al verdognolo. Sp. 54. Lyneornis temmincki, Gov, Iuyneornis temmincki, Gould, Icon. Av. t. 6 (1838) (Borneo). — Tweedd,, Ibis, 1877, p. 298 (Sumatra). Due esemplari. N. — 7. Ajer mantcior 8 Agosto. > — PL. » » 20) » La femmina non differisce sensibilmente dal maschio. Sp. 95. Caprimulgus affinis, Horsr. Caprimulgus affinis, Horsf., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 142 (1821) (Giava). Caprimulgus europaeus, Raffl. (nec Linn.), ibid. p. 315 (1822) (Su- matra). Tre esemplari. N. — ¢. Aier mantcior 10 Agosto. d or 2 È » » 8 » » _ Q » » 8 » Il maschio differisce dalle femmine per avere le due timoniere esterne quasi interamente bianche, ed anche pel colorito un poco più cupo. Questa specie mi sembra molto affine al C. monticolus, Frank]. Sp. 56. Caprimulgus pulchellus, nov. sp. Pileo et scapularibus griseis, nigro-transfasciolatis, maculis nigris, magnis, medio plumarum, notatis ; collare postico obsoleto , rufo, nigro-transfasciolato ; scapularibus partim rufo-variis, nonnullis 196 T. SALVADORI exierius albido-rufescente marginatis ; uropygio et supracaudulibus nigris, rufo-variis vel transfasciolatis: gastraeo fusco-, rufo- el albido-vario; macula media qulari transversa alba, inferius late nigro-marginata; gulae lateribus nigris, rufo-vartis; pectore fasciis crebris, strictis, nigris, griseis et rufis ornato; abdomine fasetis latiusculis, vel maculis rufescentibus, nonnullis pallidioribus, notato; alis nigris, tectricibus et remigibus secundariis rufo-maculatis ; remigibus primartis 2.2 3.8 4.4 et 5.2 macula alba medio notatis; cauda breviuscula nigra, maculis rufis, seriatim dispositis notata; rectrice extima macula alba apicali in pogonio interno, rectrice 2.2 macula alba minore, subapicali mediana, motatis; vibrissis , rostro et pedibus nigris. Long. tot. 0™, 210; al. 0%, 164; caud. 0%, 100; rostri hiat. 0™, 028; tarsi 0%, 013. N. 124. 7. M. Singalan 11 Luglio. Individuo adulto. Piccola specie, notevole pel suo colorito cupo e pel disegno netto; la 2.2, 3.8, 48. e 52. remigante hanno verso il mezzo una macchia bianca; le due timoniere esterne hanno una macchia bianca non molto grande all’ apice; nella prima la macchia è con- finata quasi tutta sul vessillo interno, nella seconda è più piccola ed occupa il mezzo presso I’ apice. Sulla gola havvi una grande macchia bianca trasversale mediana, marginata inferiormente da larga fascia nera. Per la brevità della coda, per lo spazio bianco sul mezzo della gola e per le due timoniere esterne con una macchia apicale interna bianca sembra che |’ individuo suddetto somigli al C. con- cretus, Temm. di Borneo, ma ne differisce per avere le remi- ganti non unicolori, ma con una macchia bianca sul mezzo della 2.4, 3.2, 4.2 e 5.2 remigante. Sp. 07. Macropteryx comata (Tewm.). Cypselus comatus, Temm., PI. Gol. 268 (1824) (Sumatra). Macropteryx comatus, Tweedd., Ibis, 1877, p. 298. UCCELLI DI SUMATRA 197 Tre esemplari. N. — 9. Ajer mantcior 5 Agosto. » — . Sungei Bulu 15 Settembre. > — Sumatra, Sp. 58. Colloealia linchi, Horsr, et Moore. Collocalia linchi, Horsf. et Moore, Cat. B. Mus. E. I. Comp. I, p. 100 (1854) (Giava). — Salvad., Ucc. di Born. p. 121 (1874). Due esemplari. N. — . Sungei Bulu 18 Settembre. Cc oS Q b » » » » Sp. 99. Chaetura coracina (S. Mit.) Cypselus coracinus. S. Mull., in Mus. Lugd. Acanthylis coracina, Bp., Consp. I, p. 64 (1850) (Borneo). Due esemplari simili fra loro. N. — d. Sungei Bulu 18 Settembre. (©) ca » » » » » — Sp. 60. Calyptomena viridis, Rarr. Calyptomena viridis, Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 317 (1822) (Su- matra). — Tweedd., Ibis, 1877, p. 317. — Becc., Ann. Mus. Civ. Gen. XIII, p. 452 (1878). Quattro esemplari. N. — ¢. Sungei Bulu 15 Settembre. » — ov. » » » » Simile al primo, ma meno adulto e di un verde scuro in- tenso. N. — 9. Ajer mantcior 6 Agosto. Differisce dai maschi pel verde meno intenso, per mancare della macchia auricolare nera, e per le cuopritrici delle ali verdi, senza la base nera. 198 T. SALVADORI N. 172. g. M. Singalan 20 Luglio. Individuo simile alla femmina, e, se il sesso è esattamente indicato, è un giovane. Sp. 61. Psarisomus psittacinus (Miix1.). Eurylaimus psittacinus, Mull., Tijdschr. Nat. Gesch. en Phys. II p. 349, pl. V. f. 6 (1835) (Sumatra). — Temm., PI. Col. 297 (1836). Eurylaimus dalhousiae, Jameson, Edimb. New Phil. Journ. XVIII, p. 261 (1835?) (Imalaja?). Psarisomus dalhousiae, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. XIII, p. 453 nota (1878). Due esemplari. N. 186. 7. M. Singalan 22 Luglio. Individuo adulto in abito perfetto. N. 188. 9. M. Singalan 22 Luglio. Differisce dal maschio per avere la testa verde e non nera, e senza le macchie cerulee, per la gola verdognola e non gialla e per le dimensicni molto minori; forse è un giovane. Avendo confrontato 1 due individui annoverati con tre (7 e 9 adulti ed un giovane) del Nepal, inviatimi cortesemente dall’ a- mico Conte Turati, trovo che |’ esemplare del M. Singalan, in- dicato come maschio manca della macchia occipitale gialla, cir- condata inferiormente di ceruleo, che si trova nel maschio del Nepal, ma che manca nell’ esemplare della stessa regione , indicato come femmina. Mi pare inoltre che il maschio del M. Singalan differisca dagli esemplari del Nepal per la coda più lunga e quasi interamente azzurra fino alla base, ove negli esemplari del Nepal volge decisamente al verde. Con tutto ciò, senza un maggior numero di esemplari delle due località, non credo che si possa dire che quelli di Sumatra, P. psittacinus (S. Mull.), siano o no specificamente diversi da quelli del Nepal, P. dathousiae (Jameson). Sp. 62. Eurylaemus ochromelas, Rarri. Eurylaimus ochromalus, Rafll., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 297 (18:2) (Sumatra e Singapore). i UCCELLI DI SUMATRA 199 Furylaemus ochromelas, Tweedd., Ibis, 1877, p. 317. — Becc., Ann. Mus. Civ. Gen. XIII, p. 452 (i878). Tre esemplari. N. — g. Ajer manteior 4 Agosto. » — Q. » » » » > — Q » » 5 » Le due femmine hanno la fascia pettorale non interrotta nel mezzo. Sp. 63. Cymborhynehus macrorhyuehus (Gm). Todus macrorhynchus, Gm., S. N. I, p. 446 (1788). Eurylaimus lemniscatus, Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 296 (1822) (Sumatra). Cymborhynehus macrorhynchus, Tweedd., Ibis, 1877, p. 317. — Becc., Ann. Mus. Civ. Gen. XIII, p. 452 (1878). Tre esemplari. N. — 9. Ajer mantcior Agosto. Timoniere unicolori, senza macchie bianche. « Iride verde malachita con piccoli punti, splendenti, alla ma- niera della venturina di Venezia » (B.). N. — ¢. Ajer mantcior 14 Agosto. Le due timoniere esterne con una macchia obliqua bianca sul vessillo interno. N. — ®. Ajer mantcior 12 Agosto. Simile al precedente. Il primo individuo senza macchie bianche sulla coda è simile ad altri esemplari adulti di Borneo, che io ho riferito al C. ma- crorhynchus (Atti R. Ac. Se. Tor. IX, p. 425. — Uce. di Borneo, pag. 110). Lord Tweeddale (Ibis, 1877, p. 317) dice che tre esemplari di Sumatra da lui esaminati avevano le tre timoniere esterne con una macchia bianca più o meno cospicua sul vessillo interno, e quindi egli crede che gl’ individui di Sumatra siano da riferire alla specie di Malacca (C. malaccensis, Salvad.), e 200 T. SALVADORI siccome il Raffles aveva già dato agli esemplari di Sumatra il nome di £urylaimus lemniscatus, così crede che il mio nome sia stato imposto senza necessità. Ma a me sembra che, siccome uno degli esemplari di Sumatra soprannoverati ha la coda del tutto nera senza macchie, non sia alla specie di Malacca che debbano essere riferiti gli esemplari di Sumatra, ma sibbene a quella di Borneo, e quindi |’ £. /emmiseatus, Raffl. è sinonimo di E. macrorhynchus e non di £. malaccensis. Il valore specifico dell’ E. malaccensis è stato messo in dubbio anche dall’ Hume (Str. Feath. VI, p. 93), il quale dice che in una numerosa serie di esemplari del Tenasserim e di Malacca il numero delle timoniere colla macchia bianca varia da 1 a 5; ma i fatto che fra più di SU esemplari di quelle località Vl’ Hume non ne ha trovato uno solo colla coda senza macchie, come è frequente il caso tra quelli di Borneo, mi pare che sia favorevole alla separazione anzichè alla riunione della forma di Malacca e del Tenasserim con quella di Borneo e di Sumatra. Sp. 64. Corydon sumatranus (Rarrt.). Coracias sumatranus, Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 303 (1822) (Su- matra). Corydon sumatranus, Tweedd., Ibis, 1577, p. 317. — Becc., Ann. Mus. Civ. Gen. XIII, p. 452 (1828). Otto individui. N. — Ajer mantcior 18 Agosto. Daal. » » > >» of » » 9 » » lo; » » » » « Inde bruna ». (B.). N. — 9. Ajer manteior 8 Agosto. Questi esemplari variano per la parte anteriore del collo di color rossigno più o meno lurido, e per la macchia dorsale na- scosta, che nei primi due è di color rosso e negli altri tre bianco- rosso, 0 bianco-ranciato. UCCELLI DI SUMATRA 201 N. — juv. Ajer manteior 13 Agosto. » — Q juv. » » 17 » » — Q j UV. >» » 15 » In questi tre esemplari l'area chiara sulla parte anteriore del collo è molto ristretta, e la macchia dorsale nascosta è bianca e piccolissima. Sp. 65. Niltawa sumatrana, nov. sp. Superne saturate caerulea, fronte, superciliis et uropygio laetio- ribus ; lateribus capitis nigris, gula saturate caerulea, inferne collare stricto caeruleo laetiore marginata; gastraeo reliquo laete rufo; alis et cauda dorso concoloribus, hac laetiore; rostro nigro; pedibus fuscis. Fem. Superne brunneo-olivacea , pileo et cervice grisescentibus , supracaudalibus et cauda brunneis; alis fuscis, plumarum margi- nibus externis brunneis; gula brunneo-olivacea, collo antico inferne macula alba caelata notato; pectore et lateribus cinereis; abdomine medio albo; subcaudalibus rufis. Long. tot. 0%, 155; al. 0%, 084; caud. 0™, 070; rostri 0%, 010; tarsi 0, O19. Cinque esemplari. Tre maschi, simili fra loro. N. 20. 7. M. Singalan 21 Giugno. » 40). cia » » 25 » cd » » 8 Agosto. « Iride bruno scuro » (B.). L’ ultimo esemplare, non del tutto adulto, ha qualche piuma delle parti superiori con macchie rossigne. N. 21. 9. M. Singalan 21 Giugno. > 9, DI » » 8 Agosto. Ambedue le femmine presentano traccie di una macchia bianca nascosta sulla gola. Questa specie somiglia molto alla N. sundara, Hodgs., ma il 202 T. SALVADORI maschio si distingue pel pileo e pel groppone di un azzurro meno bello e per la gola marginata inferiormente da un colla- retto azzurro. La femmina manca delle macchie cerulee sui lati del collo. Sp. 66. stoparola ruficrissa, nov. sp. Caerulea, sincipite et superciliis cobaltinis; fronte, loris, supra- caudalibus et mento nigris, abdomine albido, subcaudahbus laete rufis; subalaribus pallide rufis; remigibus rectricibusque nigris, exlerius caeruleo marginatis ; rectricibus (duabus mediis exceptis) in basi obtecta albis; rostro et pedibus migris. Long. tot. 0", 140; al. 0",075; caud. 0%, 056; rostri 0", 008 ; tarsi 0”, 018. Obs. Differt a S. inpIGO (Horsf.) javensi praecipue crisso laete rufo. ; Sette esemplari. N. 3. 7. M. Singalan 15 Giugno. DITO ei ae » 1 Luglio. > SÒ Gee > » > » » 204. 7. » » 23 » PVT > » » Il maschio N. 79 ha il nero della fronte più esteso degli esem- plari N. 204 27 e 205 9. N. 47. 9 juv. M. Singalan 25 Giugno. Individuo giovane e differente dagli adulti pel colore azzurro meno bello, e per l addome bianco-rossigno, variegato di plum- beo, specialmente verso la parte anteriore. Tanto |’ Horsfield (Zool. Res. in Java), quanto lo Sharpe (Cat. B. IV, p. 486) descrivono la S. éndigo di Giava col sotto- coda e colle cuopritrici inferiori delle ali bianche, ma devo dire ‘che un esemplare che si conserva nel Museo Turati, e che è indicato di Giava, ha il sottocoda di color rossigno, ma più pal- lido che non negli esemplari di Sumatra soprannoverati. UCCELLI DI SUMATRA 203 IS Sp. 67. Muscicapula maculata (TickeLt). Muscicapa maculata, Tickell, J. A. S. B. II, p. 574 (1833). Muscicapula maculata, Sharpe, Cat. B. IV, p. 207 (1879) (Sumatra ecc.). N. 33. 7. M. Singalan 23 Giugno, Parti superiori, lati del collo, ali e coda neri; fascia soprac- cigliare estesa fin sui lati dell’ occipite , una fascia longitudinale sull'ala, parti inferiori, e base delle timoniere laterali bianche. Sp. 65. Muscicapula hyperythra (Briyrn). Muscicapa hyperythra, Blyth. J. A. S. B. XI, p. 885 (1842). Muscicapula hyperythra, Sharpe, Cat. B. IV, p. 206 (1879) (Sumatra, ecc.). N. 200. 7. M. Singalan 23 Luglio. Esemplare adulto, simile ad un altro di Timor, che nel Museo Turati porta il nome di Muscicapa rupestris, Temm. Sp. 69. Whipidura javaniea (SPARRM.). Muscicapa javanica, Sparrm., Mus. Carls. III, t. 35 (1789). — Rafll., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 312 (1821) (Sumatra). Leucocerca javanica, Tweedd., Ibis, 1877, p. 316. Leucocerca infumata, Hume, Str. Feath. I, p. 455 (1873) (Sumatra), Rhipidura longicauda, Wall., P. Z. S. 1865, p. 476 (Sumatra). Rhipidura javanica, Sharpe, Cat. B. IV, p. 332. N. — juv. Sungei Bulu 18 Settembre. Individuo giovane, colle piume delle ali marginate di rossigno, e coll’ addome bianco-rossigno ; mento bianco; le cinque timoniere esterne hanno gli apici bianchicci; esso somiglia ad altri esem- plari di Giava. Sp. (0. Rhipidura atrata, nov. sp. Nigro-ardesiaca , fere unicolor , fascia superciliari et qula albis ; remigibus fuscis; cauda nigra, rectricum lateralium quatuor api- 204 T. SALVADORI cibus late ulbido-ochraceis; subalaribus nigris, ad apicem albis,; rostro et pedibus nigris. Long. tot. 0, 190-0", 175; al. 0", 078; caudae 0", 110-0"097 ; rostri 0”,011; tarsi 0", 019. Tre esemplari. N. 187. 7. M. Singalan 22 Luglio. (ERO: » 27 Giugno. 126. f juv. » 11 Luglio. La femmina ha dimensioni minori del maschio; il giovane ha le piume del dorso e delle ali con sottili margini bruno-rossigni e la gola variegata di nero e di bianco. Questa specie somiglia alla R. fuscoventris, Frankl. dell’ India, ma ne differisce pel color nero-lavagna più cupo. Sp. 71. Cryptolopha trivirgata (JaArp.). 2 Kuhl, apud S. Mull., Tijdschr. Nat. Gesch. en Phys. II, p. 836 (1835) (Sumatra) (descr. nulla). Phylloscopus trivirgatus, Jard., Contr. to Orn. 1849, p. 123, pl. 34, f. inf. 2? Sylvia trivittata, (Java). Due esemplari. N. 49 — M. Singalan 26 Giugno. » 118 J.» » 10 Luglio. Parti superiori verdi-olivacee; pileo con due larghe fascie la- terali nere, divise da una mediana verde-olivacea; sopracciglia, lati della testa e parti inferiori di color giallo-verdognolo; a traverso |’ occhio una fascia scura, poco cospicua. Sp. 72. Artamus leucogaster (VALENC.). Ocypterus leucogaster, Valenc., Mem. du Mus, H. N. VI, p. 21, t. VII. f. 2 (1820). Lanius leucorhynehus, Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p 306 (1822). (Su- matra). Artamus leucorhynchus, Tweedd,, Ibis, 1877, p. 318 (Sumatra). — Becc., Ann. Mus. Civ. Gen. XIII, p. 453 (1878). UCCELLI DI SUMATRA 205 Tre esemplari. N. — Kaju tanam Agosto. eae » > 9 Settembre. » — 2. » » 30 Agosto. Sono dolente di non poter convenire con Lord Tweeddale intorno al nome da dare a questa specie; a me sembra molto dubbio che le appartenga veramente quello di Lanius leuco- rhynchus, Linn., ed anche quando le appartenesse sarebbe tanto inappropriato, essendo il becco azzurrognolo e non bianco, da fare esitare ad accettarlo. Sp. 75. Pericrocotus montanus, nov. sp. Pericrocotus sp., Becc., Ann. Mus. Civ. Gen. XIII, p. 453 (1878) (Sumatra). Fem. Pileo toto, cervice et dorso ardestacis, paullum nitentibus ; lateribus capitis cinereis; mento albido ; gula flavo-tincta ; gastraeo reliquo, dorso imo, uropygio et supracaudalibus pulchre flavis ; alis nigris, area Nava obliqua ornatis; remigibus primis 4 externis im pogonio exlerno immaculatis ; cauda nigra, rectricibus duabus mediis unicoloribus, quinque externis apice late flavis ; rostro nigro, pedibus fuscis. Long. tot. 0", 165; al 0, 085; caud. 0%, 086; rostri 0%, 010; tarsi 0, 016. N. 63. 2. M. Singalan 28 Giugno. Pileo e dorso cenerino-nerastro, o nero lavagna, gote cene- rino chiaro, mento bianchiccio, gola tinta di giallo, groppone, sopraccoda e parti inferiori di color giallo-vivo; sull’ ala una fascia obliqua gialla formata dagli apici delle grandi cuopritrici, dalla base delle remiganti secondarie e dalla parte media del vessillo esterno delle remiganti primarie successive alla 48; timoniere nere, le cinque laterali cogli apici gialli. Questa specie sembra affine al P. soluris, Blyth del Nepal e del Tenasserim; la femmina, come quella di questa specie, non ha giallo sulla fronte, ha le gote grigie, il mento bianchiccio 206 T. SALVADORI ed il mezzo della gola giallo, ma ne differisce per la parte superiore della testa o pel dorso di colore più scuro, nericcio lavagna, pel groppone e sopraccoda di un bel giallo come le parti inferiori, ed anche pel dorso senza la tinta olivastra, men- zionata dall’ Hume (Str. Feath. 1877, p. 186), ma non dallo Sharpe (Cat. B. IV, p. 82). Sp. 74. Lalage terat (Bopp.). Turdus dominicus, L. S. Mull., S. N. Suppl. p. 145 (1876). Turdus terat, Bodd., Tabl. PI. Enl. p. 17 (1783). Lanius striga (Horsf.). — Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 305 (1822) (Su- matra). Lalage dominica, Tweedd., Ibis, 1877, p. 313. Tre esemplari. N. — g. Kaju tanam 29 Agosto. > — d. » » 530 » » — 2. » » 5 Settembre. La femmina ha le parti superiori di color grigio scuro, le parti inferiori bianchiccie con linee trasversali scure. Il nome dominicus, usato da parecchi autori recenti, sebbene abbia la precedenza, non può essere adoperato , siccome per errore fu dato a questa specie mentre spettava ad un altro uccello di S. Domingo rappresentato nella Planche 40 del D’Aubenton. Sp. 75. Graucalus melanocephalus, nov. sp. Saturate cinereus, capite et collo toto mitide nigris; remigibus nigris, exterius cinereo-marginatis, intus canescentibuss cauda nigra, rectricibus duabus mediis et apicibus duarum extimarum cinereis ; rostro et pedibus nigris. Long. tot. 0™, 260; al. 0, 150; caud. 0%, 110; rostri 0%, 021; tarsi 0™, 025. Due esemplari in tutto simili fra loro. N. 151. 7. M. Singalan 15 Luglio. ed0B/o sil Raro UCCELLI DI SUMATRA 207 Questa specie ha una certa somiglianza colla Campophaga cana di Madagascar, ma è notevolmente più grande e di colore molto più cupo. Sp. 76. Trena eyanea, Beanie. Irena cyanea, Begbie, The Malayan Peninsula (1834). — Id., Ann. Nat. Hist. XVII, p. 407 (1846). — Becc., Ann. Mus. Civ. Gen. XIII, p. 453. (1878). Irena criniger, Sharpe, Cat. B. III, p. 267 (1877) (Borneo e Sumatra). Sette esemplari. SSB e, » 6 > > — dw » > 5 > In questi tre esemplari le piume del sottocoda oltrepassano l'estremità della coda. : N. — 7. Ajer mantcior 19 Agosto. Le piume del sottocoda non arrivano all’ estremità della coda. N. — 7. Ajer mantcior 9 Agosto. Le piume del sottocoda sono circa 12 millimetri più brevi della coda. N. — ¢. (?) Ajer manteior 11 Agosto. Individuo nell’ abito femminile, ma indicato come maschio (!). N. — Y. Ajer mantcior 16 Agosto. Maschio in muta con residui dell’ abito giovanile. Io non posso convenire collo Sharpe che gli esemplari di Borneo e di Sumatra siano diversi da quelli di Malacca. Sp. (7. Chaptia malayensis, Hay. Chaptia malayensis, A. Hay, J. A. S. B. XV, p. 294 (1846) (Malacca), — Tweedd., Ibis, 1877, p. 315 (Sumatra). Edolius picinus, S. Mull. — Bp., Consp. I, p. 352 (1850) (Sumatra). Due esemplari. N. — 2. Ajer mantcior 17 Agosto. 208 T. SALVADORI Esemplare in abito perfetto. N. — 9. Ajer mantcior 9 Agosto. Femmina in abito imperfetto. Sp. 78. Dissemurus platurus (Viet). Dicrurus platurus, Vieill., N. D. IX, p. 558 (1817). Dissemurus platurus, Tweedd., Ibis, 1877, 313 (Sumatra). Dissemurus brachyphorus, Becc. (nec Temm.), Ann. Mus. Civ. Gen. XIII, p. 453 (1878). Quattro esemplari. N. — d. Ajer manteior 12 Agosto. Individuo adulto in abito perfetto colle due timoniere spatolate, molto lunghe; le cuopritrici, inferiori dell’ ali hanno pochissime macchie bianche. N. — 9. Ajer mantcior 15 Agosto. Simile al precedente, ma colle due timoniere spatolate meno lunghe, e colle macchie bianche delle cuopritrici inferiori delle ali molto più grandi. N. — 9. Ajer mantcior 12 Agosto. Simile al precedente, ma colle due timoniere spatolate meno lunghe, perchè incompiutamente sviluppate, e colle piume del sottocoda macchiate di bianco. N. — 9. Ajer mantcior 9 Agosto. Individuo in abito imperfetto, e quindi colle barbe della parte sottile delle timoniere spatolate più lunghe che non nei pre- cedenti. Sp. 79. Buchanga leucophaea (Vieri), Dicrurus leucophaeus, Vieill., N. D. d' Hist. Nat. IX, p. 587 (1817). EKdolius cineraceus, Horsf., Trans. Linn. Soc. XIII. p. 145 (1821) (Giava). N. 51 7. M. Singalan 1 Luglio. UCCELLI DI SUMATRA 209 Sp. SU. Hemipus obseurus (Horsr.). Muscicapa obscura, Horsf., Tr. Linn. Soc. XIII, p. 146 (1821) (Giava). Lanius n. 12, Rafll., ibid. p. 308 (1822) (Sumatra). Hemipus obscurus, Tweedd., Ibis, 1877, p. 313. Tre esemplari. N. — 2. Kaju tanam 9 Settembre » — 9. » » » » » — Q. Ajer mantcior 6 Agosto. Il maschio ha le parti superiori più nereggianti che non le femmine. Sp. SI. Hemipus intermedius, nov. sp. Superne mitide niger; fascia uropygiali obtecta alba; supracau- dalibus albis; alis nigris, tectricibus alarum mediis, et margine ex- terno remigum secundariarum albis; corpore subtus albo, collo antico et pectore sordide griseis; cauda nigra; rectricibus quatuor lateralibus ad apicem albis, extima etiam magna ex parte pogonii externi alba; rostro et pedibus nigris. Long. tot. 0”, 132; al. 0%, 065; caud. 0%, 058; rostri 0%, 012; tarsi 0," 014. N. 109. 7. M. Singalan 9 Agosto. Individuo in abito perfetto. Nero lucente superiormente; soprac- coda bianco; piume del groppone presso |’ apice bianche; una fascia bianca longitudinale sull’ ala; mento, addome e sottocoda bianchi, parte anteriore del collo e petto tinti di grigio lurido; le tre timoniere laterali cogli apici bianchi; sulla prima l'apice bianco si estende per circa un terzo della medesima. Questa specie pel colore nero lucente delle parti superiori somiglia all’ H. picatus (Sykes) dell’ India, mentre per I estén- sione del bianco all’ apice delle timoniere somiglia all’ H. capitalis (Mac Clelland) del Nepal. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (22 Aprile 1879). 14 210 T. SALVADORI Sp. 82. H{yloterpe brunneicauda, nov. sp. 9 Hylocharis luscinia, S. Mull., Tijdsch. Nat. Gesch. en Phys. II, p. 331 (1835) (Sumatra) (sine descriptione). Superne brunneo-olivacea, capite cinerascente; cauda brunnea; subtus albida, collo antico et pectore grisescentibus, alis fuscis, dorsi colore marginatis; rostro fusco; pedibus griseis. Long. tot. 0%, 130; al. 0%, 072; caud. 0, 060; rostro 0%, 012; tarsi 0, 021. N. — g. Ajer mantcior 6 Agosto. Questa specie somiglia all’ H. philomela (Temm.) di Giava, ma ne differisce per essere più piccola e per avere la coda più rossigna. Sp. 83. Lanius bentet, Horsr. Lianius bentet, Horsf., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 144 (1821) (Giava). — Raffl., ibid. p. 304 (1822) (Sumatra). Due esemplari. N. — 7. Kaiu tanam 9 Settembre. Individuo in abito perfetto; il nero della fronte si estende fino alla metà del vertice. N. 149 9. M. Singalan 15 Luglio Esemplare in abito imperfetto. Sp. 84. Lanius magnirostris, Less. Lanius magnirostris, Less., Voy. Bel. p. 251 (1834). — Wald., Ibis, 1867. p. 220, pl. VI (Sumatra e Malacca). Due esemplari. N. — YZ. Sungei Bulu 19 Settembre, UCCELLI DI SUMATRA 211 Individuo non al tutto adulto, col dorso rossigno con fascie nerastre; sulla testa e sulla cervice appare una tinta cenerognola; parti inferiori bianco-isabelline, con fascie nerastre sui lati; re- gione auricolare nera. N. — g. Sungei Bulu 19 Settembre. Individuo giovane, simile al precedente, ma senza la tinta cinerea sul pileo e sulla cervice; sui lati delle parti inferiori invece di fascie vi sono linee semicircolari a squame. Sp. 85. Dendrophila azurea (Less.). Sitta azurea, Less., Tr. d’ Orn. p. 316 (1831) (patria incerta). Due esemplari. N. 69 7. M. Singalan 29 Giugno. » 70 9. » » » » La femmina non differisce sensibilmente dal maschio. La figura data dal Gray (Gen. B. pl. 45) non è molto esatta; i piedi nelle pelli disseccate sono verdognoli e non gialli. Questa specie non era stata indicata finora fra quelle di Sumatra. Lo Schlegel (Dierent. p. 159) la dice di Giava. Sp. 86. Prionochilus percussus (Tem.). Pardalotus percussus, Temm., Pl. Col. 394 f. 2 (#) (1826) (Giava). Prionochilus percussus, Bp., Consp. I, p. 335 (1850) (Sumatra). — Sal- vad., Atti R. Ac. Sc. Tor. III, p. 416 (1868). — Tweedd., Ibis, 1877, p. 303. N. — 7. Ajer mantcior 5 Agosto. Esemplare adulto in abito perfetto. Sp. 87. Prionochilus maculatus (Trmm.). Pardalotus maculatus, Temm., Pl. Col. 600, f. 3 (1836) (Borneo). — Less., Rev. Zool. 1838, p. 139 (Sumatra). Prionochilus maculatus, Salvad., Atti R. Acc. Sc. Tor. III, p. 418 (1868). N. — ¢. Ajer mantcior 21 Agosto. Esemplare adulto. T. SALVADORI Sp. 388. Cyrtostomus pectoralis (Horsr.). Nectarinia pectoralis, Horsf., Trans. Linn. Soc. XIII. p. 167 (1821) (Giava). Arachnechthra pectoralis, Tweedd., lbis, 1877, p. 302. Tre esemplari. N. 77 4. M. Singalan 50 Giugno. Individuo in abito quasi perfetto; sul sincipite vi sono poche piume nere lucenti. N. 108 7. M. Singalan 9 Agosto. Individuo in abito imperfetto, col mezzo della gola soltanto di color nero-violaceo. N. 114 7. M. Singalan 9 Agosto. Simile al precedente, ma soltanto con poche piume nero-vio- lacee sparse fra le altre gialle della gola. Questo esemplare è indicato come femmina, ma certamente l'indicazione è erronea. Sp. 89. Arachnophila simplex (S. Miirer). Nectarinia simplex, S. Miller, Verh. Land- en Volkenk. p. 172, nota (1839-1844) (sumatra, Borneo). Arachnophila simplex, Salvad., Ucc. di Borneo, p. 172 (1874). N. — ¢. Ajer mantcior 5 Agosto. Sp. 90. Aethopyga siparaja (Rarrt.). Certhia siparaja, Raffl.,, Trans. Linn. Soc. XIII, p. 299 (1822) (Sumatra). Aethopyga siparaja, Tweedd., Ibis, 1877, p. 301. N. — g. Kaju tanam 30 Agosto. Esemplare in abito perfetto, coll’ addome cospicuamente volgente all’ olivastro. Il Museo Civico di Genova ha ricevuto recentemente diversi esemplari di questa specie (maschi in abito perfetto), raccolti in UCCELLI DI SUMATRA 213 Giava dal sig. G. B. Ferrari, Genovese stabilito a Buitenzorg , che continuamente arrichisce con pregevoli collezioni zoologiche il Museo della sua città nativa. Sp. 91. Aethopyga temmincki (5. Mit). Nectarinia temminckii, Mill. et Schleg., Verh. Zool. p. 172, tab. 8, f. 2 (1839-1844) (Sumatra). Cinnyris temmincki, Becc., Ann, Mus. Civ. Gen. XIII, p. 453 (1878). Quattro esemplari di questa bella e rarissima specie. N. 38 7. M. Singalan 25 Giugno. » 110 ¢. » » 9 Luglio. > 202 7. » » Do > a € RE QI » 25 Giugno. I primi tre esemplari sono in abito perfetto e simili fra loro; l’ultimo, in abito imperfetto, ha le piume rosse della parte ante- riore del collo sparse di altre grigio-verdognole. Sp. 92. Anthothreptes malaccensis (Scor.). Certhia malaccensis, Scop., Del. Flor. et Faun. Insubr. II, p. 90 (1786). Nectarinia javanica, Horsf. — Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 299 (1822) (Sumatra). Anthreptes malaccensis, Tweedd., Ibis 1877, p. 302. Undici esemplari. N. — 3. Ajer mantcior 10 Agosto. » — dg. Kaju tanam 27 » > — gd. » » 2}, IRE, » = de » » 30 » » — d. » » » » » ar os » » » » sie NA a; » 3 Settembre. a Nastri Sla a gies >» — d. Sungei Bulu 17 > Tutti gli esemplari di Kaju tanam e di Sungei Bulu sono simili fra loro e differiscono dall’ unico di Ajer mantcior per avere i lati della testa di color olivastro cupo, mentre quello ha 1 lati della testa tinti di color ruggine. 214 T. SALVADORI N. —. 2. Sungei Bulu 18 Settembre. » — 9. Juv. Kaju tanam 30 Agosto. Sp. 93. Chalcoparia phoenicotis (Tem.). Nectarinia phoenicotis, Temm., Pl. Col. 108, f. 1 (1824) 388, f. 2 (1826) (Giava, Sumatra). Chalcoparia phoenicotis, Tweedd., Ibis, 1877, p. 303. N. — 9. Kaju tanam 27 Agosto. Sp. 94. Arachnothera chrysogenys (TEmm.). Nectarinia chrysogenys, Temm., PI. Gol. 388, f. 1 (1826) (Giava). Certhia longirostra, Raffl. (nec. Lath.), Trans. Linn. Soc. XIII, p. (1822) (Sumatra). Arachnothera chrysogenys, Tweedd., Ibis, 1877, p. 301. Tre esemplari. N. — Jg. Ajer mantcior 10 Agosto, a cd. » » 18 » » — dt. » » » » Sp. 959. Arachnothera modesta (Evr.). Anthreptes modesta, Eyton, P. Z. S. 1839, 105. Arachnothera modesta, Salvad., Ucc. dì Borneo, p. 183 (1874) N. — ¢&. Sungei Bulu 18 Settembre. Simile agli esemplari di Borneo. Sp. 96. Arachnothera longirostra (Latu.). Certhia longirostra, Lath., Ind. Orn. I, p. 299 (1790). Arachnothera longirostra, Tweedd., Ibis, 1877, p. 300 (Sumatra). Tre esemplari. N. — 2. Kaju tanam 27 Agosto. Grande ciuffo di piume gialle aranciate sui lati del petto. N. — ¢. Kaju tanam 29 Agosto. 299 UCCELLI DI SUMATRA 215 Simile al precedente, ma coi ciuffi gialli incompiutamente svi- luppati. N. — 2. Ajer mantcior 5 Agosto. Senza ciuffi gialli sui lati del petto, ed alquanto più piccola dei maschi. Sp. 97. Arachnothera crassirostris (Rem. Arachnocestra crassirostris, Rchb., Handb. spec. Orn. Scansoriae, Tenuirostres , p. 314, n. 747, t. 592, f. 4016 (1853). Arachnothera temmincki, Moore, Cat. B. Mus. E. I. Comp. II, p. 728 (1856-58) (Malacca?). — Tweedd., Ibis, 1877, p. 301 (Sumatra). Arachnothera crassirostris, Salvad., Ucc. di Borneo, p. 187 (1874) (Borneo). N. — Ajer mantcior 5 agosto. Esemplare senza ciuffi gialli sui lati del petto, e che mi sembra al tutto simile a due esemplari di Borneo, raccolti da Doria e Beccari. Ad esso corrisponde tanto la descrizione da me data di quegli esemplari, quanto quella del Moore. Sp. 99. Zosterops atricapilla, nov. sp. Superne obscure olivaceo-viridis, supracaudalibus laetioribus; pileo, loris el genis antice fusco-nigris; annulo periophthalmico albo; collo antico viridi-flavescente, pectore et abdomine cinereis, medio lon- gitudinaliter et subcaudalibus citrino-flavis; remigibus fuscis, dorsi colore marginatis; subalaribus albisy cauda fusco-nigra; rostro fusco; pedibus plumbeis. Long. tot. 0%, 110; al. 0%, 056; caud. 0%, 039; rostro 0%, 011; tarsi 0, 016. Tre esemplari. N. 17 ¢. M. Singalan 20 Giugno. « Iride bruno-chiaro » (B.). N. 184 7. M. Singalan 20 Luglio. » 183 Q. > » > > 216 T. SALVADORI Il primo esemplare è un poco più grande degli altri due, ma nel resto sono simili. Questa specie sembra affine alla Z. /ateralis, Temm. (Hartl., Journ. f. Orn. 1865, n. 15), ma ne differisce pel pileo nero. Sp. 99. Aegithina scapularis (Horsr.). Jora scapularis, Horsf., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 152 (1821) (Giava.) Turdus scapularis, Rafil., ibid. p. 311 (1822) (Sumatra). ? Aegithina scapularis, Tweedd., Ibis, 1877, p. 304. Tre esemplari. N. — Ajer mantcior 10 Agosto. N. ¢. » » » » N. i cd. » » 20 » Il primo esemplare ha la coda nera con traccie di verde al- l'apice di alcune timoniere; il secondo ha le timoniere verdi, tinte di nero verso la base; | ultimo finalmente ha la coda verde e somiglia moltissimo alla figura della femmina della Ae. viridissima, data da Lord Tweeddale (Ibis, 1877, pl. V, f. 2), dalla quale differisce per le parti inferiori di un giallo più vivo e per non avere un cerchio perioculare giallo distinto. Si noti come anche |’ ultimo esemplare colla coda verde senza traccia di nero sia indicato come maschio! Ho esaminato recentemente molti esemplari di Giava e nessuno di essi ha la coda nera! Sp. 100. Aegithina viridissima (Bp.) Jora viridissima, Bp., Consp. I, p. 397 (1850) (Sumatra, Borneo). —Salvad., Ucc. di Borneo, p. 192 (1874). Aegithina viridissima , Tweedd., Ibis, 1877, p. 304, pl. V, f. 1, 2. N. — . Kaju tanam 13 Agosto. Adulto in abito perfetto, simile al maschio figurato da Lord Tweeddale. n UCCELLI DI SUMATRA 21 Sp. 101. Phyllornis sonnerati (J. et S.). "Purdus viridis, Horsf. (nec. Gm.), Trans. Linn. Soc. XIII, p. 148 (1821) (Giava). Meliphaga javensis, Horsf., |. c. p. 152 (descr. nulla). Turdus cochinchinensis, var., Raffl., ibid. p. 300 (1822) (Sumatra). Chloropsis sonnerati, Jard. et Selb., III. Orn. testo della Tav, 7 (1826) e tav. 100. Chloropsis zosterops, Vig., App. Mem. Raff, p. 614 (1830) (Sumatra). Phyllornis sonnerati, Salvad., Uce. di Borneo, p. 193 (1874). Phyllornis viridis, Tweedd., Ibis, 1877, p. 305. Cinque esemplari. N. — 7. Ajer mantcior 8 Agosto. > — d. » » » » > — d. > » 10 > » — dt. » » » » > — 2. » > ies os: Io ho rigettato (I. c.) e rigetto il nome viridis per la ragione che prima del Turdus viridis, Horsf. vi era un Turdus viridis, Gm. Sp. 102. Phyllornis cyanopogon (Termm.). Phyllornis cyanopogon, Temm., PI.. Col. 512, f. 1 (1829) (Sumatra). — Tweedd., Ibis, 1877, p. 305. N. — 7? Ajer manteior 8 Agosto. Esemplare nell’ abito della femmina e pure indicato come maschio ! Sp. 103. Phyllornis icterocephala (Less.). Turdus cochinchinensis, Raff. (nec. Gm.), Trans. Linn. Soc. XIII, p. 309. (1822) (Sumatra). Phyllornis malabaricus, Temm. (nec Gm.), Pl. Col. 512, f. 2 (1829) (Su- matra). Phyllornis icterocephalus, Less., Rev. Zool. 1840, p. 164. — Tweedd., Ibis, 1877, p. 305. Otto esemplari. 218 T. SALVADORI N. — Jg. Ajer mantcior 11 Agosto. » 94 g. Batang-Anei 30 » » 9g. » » » » » (9067. » » » » » 97 » » 6 » » — '? Ajer mantcior 3» » — ov Pio » » » » — gd? » » 490% Gli ultimi quattro individui sono nell’ abito proprio delle fem- mine, e tuttavia tre sono indicati come maschi! Sp. 104. Trachycomus ochrocephalus (Gm.). Turdus ochrocephalus, Gm., S. N. I. p. 821 (1788). Alcurus ochrocephalus, Twecdd., Ibis, 1877, p. 306 (Sumatra). Quattro esemplari. N. 73 9. M. Singalan 30 Giugno. » — Q. Ajer mantcior 14 Agosto. > — d. » » 15 » » ho » » 10 » Le femmine non differiscono dal primo maschio. L’ ultimo esemplare, a quanto pare giovane, differisce dagli altri per avere il pileo bianchiccio. Sp. 105. Ixus bimaculatus (Horsr.). Turdus bimaculatus, Horsf., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 147 (1821) (Giava). Sei esemplari. N. 61 7. M. Singalan 28 Giugno. ao eae » 30 » Pol e ato » 4 Luglio. » 153 of. » » OE Questi quattro esemplari differiscono lievemente fra loro per le dimensioni. N. 107 “. M. Singalan 9 Agosto. UCCELLI DI SUMATRA 219 Esemplare in muta colle piume arancie sui lati della fronte appena appariscenti. N. 5$ juv. M. Singalan 27 Giugno. Giovane senza le macchie arancie sui lati della fronte, col pileo grigio terreo come il dorso (eccetto alcune piume nerastre), e col color giallo delle gote e del sottocoda più pallido che non nei precedenti; la parte anteriore del collo è di color bruno-ne- rastro più chiaro. Sp. 106. Ixus analis (Horsr.). ‘Purdus analis, Horsf., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 147 (1821) (Giava). — Raffl., ibid, p. 310 (1822) (Sumatra). Otocompsa personata, Hume, Str. Feath. 1873, p. 456 (Acheen). Ixus analis, Tweedd., Ibis, 1877, p. 306. Due esemplari. N. — . Sungei Bulu 18 Settembre. >» — d'- Ajer mantcior 5 Agosto. Il secondo esemplare è un giovane ed è poco diverso dall a- dulto. Sp. 107. Brachypus euptilosus, Jard, et SeLs. Brachypus euptilosus, J. et S., Ill. Orn, t. III (1825?) (Singapore). — Tweedd., Ibis, 1877, p. 306. Tre esemplari. N. — . Kaju tanam 29 Agosto. Ol is » 2 Settembre. » — ®.juv. Kaju tanam 28 Agosto. L'ultimo esemplare, meno adulto dei precedenti, ha le parti inferiori tinte più cospicuamente di gialliccio, e manca delle macchie bianche all’ apice delle timoniere laterali. I primi due non differiscono sensibilmente fra loro. A me sembra che questa specie sia congenere col mio Bra- chypus urostictus delle Filippine, pel quale lo Sharpe ha proposto la denominazione generica Poliolophus. 220 T. SALVADORI Sp. 108. Brachypus plumosus (Bryrn). Pycnonotus plumosus, Blyth, J. A. S. B. 1845, p. 567 (#) (Singapore). Brachypus plumosus, Tweedd., Ibis, 1877, p. 306 (Sumatra). Due esemplari. N. — 7. Kaju tanam 28 Agosto. » — d- » » » » Il primo ha le ali e la coda con una tinta decisamente ver- dognola, mentre il secondo ha le stesse parti di color bruno senza quella tinta. Sp. 109. Brachypus pusillus (Saryap.). Pycnonotus pusillus, Salvad., Ucc. di Borneo, p. 200 (1874) (Borneo). — Tweedd., Ibis, 1877, p. 307. 2? Microtarsus olivaceus, Moore, Cat. B. Mus. E. Ind. Comp. I, p. 249 (1856-1858), (Malacca). ? Ixos pusillus, Hume, Str. Feath. VI, p. 312 (1878). N. — g. Ajer mantcior 5 Agosto. » — 9. » » 18 » La femmina è un poco più piccola del maschio. Questa specie differisce dal B. plumosus non solo per le di- mensioni minori, ma anche per la coda più decisamente bruna. Sp. 110. Rrubigula dispar (Horsr.). 'Turdus dispar, Horsf., Trans. Linn, Soc. XIII, p. 150 (1821) (Giava).—Rafil., ibid. p. 310 (1822) (Sumatra). Rubigula dispar, Tweedd., Ibis. 1877, p. 306. N. — 7. Ajer mantcior 10 Agosto. « Iride rosso minio » (B.). Esemplare in abito perfetto. Sp. 111. Ixidia cyaniventris (Burn). ‘Turdus n.° 6, Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 311 (1822) (Sumatra). Pycnonotus cyaniventris, Blyth, J. A. S. B. XI, p. 792 (1841). UCCELLI DI SUMATRA 221 N. — 7. Ajer manteior 5 Agosto, Esemplare in abito perfetto. Il nome cyaniventris non è punto esatto, e forse sarebbe meglio di chiamar questa specie col nome di J. aurea (Eyt.), Ann. Nat. Hist. XIV, p. 228. Sp. 112. Brachypodius melanocephalus (Gm.). Lanius melanocephalus, Gm., S. N. I. p. 309, n. 51 (1788). Turdus melanocephalus, Raffl.,, Trans. Linn. Soc. XIII, p. 310 (1822 (Sumatra). Brachypodius immaculatus, Sharpe, Ibis, 1876, p. 39 (Borneo). Brachypodius melanocephalus, Tweedd., Ibis, 1877; p. 307. Tre esemplari. N. — &. Ajer mantcior 16 Agosto. hei oi me > 19 » » — 2. » » 17 » Sp. 115. Hoy psipetes malaccensis, BiyTH. Hypsipetes malaccensis, Blyth, J. A. S. B. XIV. p. 574 (1845). — Salvad., Ucc. di Borneo, p. 202 (1871) (Borneo). Otto esemplari. N. 106. 7. M. Singalan 9 Luglio. ae llo ea » 10 » > 123. ¢. » » 11 » » 129, cd . » » » » » 146. 7. » » 15 » my AOA s » » » » 164. 9. » » 15 » >» 62.— » > 28 Giugno. Le femmine non dilferiscono sensibilmente dai maschi, i quali variano in modo piuttosto notevole per le dimensioni. Lungh. tot. 0™, 200-0™, 180; al. 0™, 093-0™, 084. Gli esemplari 116 e 129, più piccoli degli altri, e forse non al tutto adulti, hanno i margini esterni delle remiganti tinti di rossigno. 222 T. SALVADORI Sp. 114. Timelia striolata, Miz. 'Timalia strialata (errore), Miill., Tijdschr. Nat. Gesch. en Phys. II, p. 346 (1835) (Sumatra). N. 55. 7. M. Singalan 22 Giugno. Esemplare adulto. Parti superiori bruno-rossiccie; fronte variegata di bianco; la linea sopraccigliare, formata di macchie bianche, ed una linea bianca, che parte dalla base della mandibola inferiore, terminano sui lati del collo, ove sono numerose macchie bianche; gola bianca, marginata da ciascun lato da una linea nera; petto ed ad- dome di color rossigno-rugginoso; mezzo dell’ addome con macchie bianche poco distinte; fianchi bruni; ala e coda brune; becco nero, colla mandibola bianchiccia; piedi bruni. Lungh. tot. 0, 176; al. 0, 070; coda 09, 060; becco 0%, 017 ; tarso 0, 026. Sp. 115. Timelia larvata, Mii. Timalia larvata, Mull., Mus. Lugd.— Bp., Consp. I, p. 217 (1850) (Sumatra). Tre esemplari. N. 78. 7. M. Singalan 1 Luglio. 18569 » 220 O:: » 189. Sie » » » » Questi tre esemplari sono simili tra loro e credo di doverli rife- rire alla specie presente, corrispondendo essi abbastanza bene alla breve descrizione del Bonaparte. Eccone una completa: Superne brunnea; pileo nigricante, plumis subtiliter albo mar- ginatis; fascia superciliari, supra colli latera excurrente, e maculis albis formata; auricularibus brunneis; gula cinerea, posterius nigri- cante; macula ad basin mandibulae alba; collo antico imo, pectore et abdomine rufis, obsolete pallidius striolatis ; alis et cauda fusco- brunneis; rostro nigro, pedibus fuscis. UCCELLI DI SUMATRA 223 Long. tot. 0", 130; al. 0™, 056; cand. 0%, 047; rostri OF OS tarsi 0", 024. Questa specie somiglia moltissimo alla Timelia nigriceps (Hodgs.), dalla quale differisce pel colorito delle parti superiori più bruno, e più cupo, per le parti inferiori di color rossigno più vivo, e per la gola più nereggiante. Sp. 116. Stachyris bocagei, nov. sp. Superne viridi-olivacea, capite flavicante, pileo fusco striato, loris fuscis; corpore subtus flavo, gula laetiore, lateribus viridi-tinetis 7 alis el cauda fusco-griseis, plumarum marginibus externis viridi- olivaceis; rostro et pedibus fuscis; iride castanea. Long. tot. 0", 110; al. 0”, 053; caud. 0", 048: rostri 02,012; tarsi 0”, 018. Obs. Differt a S. caRYsaFA, Hodgs., cui simillima est, colore vi- rescentiore notaei, lineis fuscis pilei minus distinetis , colore piler virescente minus ad flavo-aureum vergente, loris fuscis, non nigris, colore flavo gastraei minus pulchro, et paullum virescente , cauda longiore et obscuriore. N. 56. 7. M. Singalan 27 Giugno, « Iride castagno » (8). Ho confrontato |’ individuo annoverato con un bellissimo esem- plare della S. chrysaea, Hodgs. del Sikkim. Ho dato a questa specie il nome dell’ illustre direttore del R. Museo Zoologico di Lisbona, prof. Barboza du Bocage. Sp. 117. Mixornis gularis (RAFFL.). Motacilla gularis, Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 312 (1822) (Sumatra). Timalia gularis, Horsf. (nec. Temm.), Zool. Res. in Java, cum tabula (1824) (Sumatra). — Cab., Mus. Hein. I, p. 77, nota (1851). Mixornis sumatrana, Bp., Consp. I, p. 217 (1850) (Sumatra). Due esemplari. N. — Ajer mantcior 6 Agosto. >» — » » 17 » 224 T. SALVADORI Pare che non sì sappia generalmente che la specie di Sumatra, la quale si trova anche in Malacca, è diversa da quella di Giava, e che ad essa spetta il nome di gularis. Sp. 118. Maecronus ptilosus, Jarp. et Sexe. Macronus ptilosus, Jard. et Selb., Ill. Orn. t. 150 (1835). — Twedd., Ibis, 1877, p. 308. Timalia trichorros, Temm., Pl. Col. 594, f. 1 (1836) (Borneo, Sumatra). Tre esemplari. N. -- Y. Kaju tanam 2 Settembre. » — d. >» » 27 » » a 2 . » » 6 » La femmina non differisce sensibilmente dai maschi. Sp. 119. Turdinus rufipectus, nov. sp. Brunneus; superne plumarum marginibus nigricantibus; gula alba; pectore rufo; abdomine grisescente; alis fusco brunneis,; cauda et subcaudahibus saturate brunneis; rostro et pedibus fuscis; iride brunneo-castanea. Long. tot. 0%, 195; al. 0”, 095; caud. 0, 070; rostri 0%, 025; tarsi 0, 035. Obs. Differt a T. macropactyLO (Strickl.) malaecensi praecipue colore rufo pectoris. N. 48. 7. M. Singalan 26 Giugno.. » do, O. è » » » « Iride castagno scuro ». (B). La femmina non differisce sensibilmente dal maschio. Sp. 120. Rimator albo-striatus, nov. sp. Superne fusco-brunneus, inferne pallidior; plumis dorsi, pectoris abdominisque medio stria alba scapali notatis; uropygio unicolore; gula alba, lineis duabus utrinque lateralibus, area grisea interposita UCCELLI DI SUMATRA 220 separatis, marginata; cauda et alis fuscis; rostro fusco-corneo; pe- dibus fuscis; iride brunneo-castanea. Long. tot. 0%, 145; al. 0™, 067; cauda 0", 033; rostri 0", 030; tarsi 0", 030. N. 51. Y. M. Singalan 26 Giugno. Esemplare adulto. Questo singolare Timelide è notevolissimo pel becco lungo, e per la coda breve; le narici sono piccole, tondeggianti e libere. Mi sembra di doverlo riferire al genere Rimator e differisce dal R. malacoptilus, Blyth, quale vien figurato dal Gray (Gen. B. pl. 44, f. inf.), per le dimensioni maggiori, pel becco più lungo, pel colorito più scuro e per le parti inferiori anch'esse con strie bianchiccie longitudinali. Questa specie ricorda alquanto per la colorazione la Brachy- pleryx epilepidota (TEMM.). Sp. 121. Brachypteryx epilepidota (Trym.). Myiothera epilepidota, Temm., Pl. Col. 448, f. 2 (1827) (Giava). N. 121. 7. M. Singalan 10 Luglio. Simile alla figura del Temminck e ad un esemplare di Giava. Sp. 122. Brachypteryx saturata, nov. sp. Nigro-caerulescens, abdomine imo grisescente; macula supraocu- lari obtecta alba; remigibus, rectricibusque nigris; rostro et pedibus nigerrimis. Long. tot. 0", 150: al. 0", 068; caud. 0", 055; rostri 0”, 013; tarsi 0”, 033. Obs. Brachypteryz B. MonTANAE, Horsf: javensi similis, sed saturatior, gula et pectore in medio minime pallescentibus. Tre esemplari. N. 16. 7. M. Singalan 20 Giugno. PEGS, oie!) Pa Ive Laglio » 162. 0°. » » » » Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (22 Aprile 1879). 15 226 T. SALVADORI « Iride quasi nera ». (B.). I primi due esemplari sono adulti, simili fra loro, di color nero azzurrognolo, più chiaro sulle parti inferiori, e con una macchia sopraccigliare, bianco-nericcia. Il terzo esemplare, non al tutto adulto, ha il mezzo dell'addome tinto di rossigno, qualche piuma bruno-rossiccia sulle parti su- periori, le ali e la coda di color nero-bruno. Ho confrontato gli esemplari suddetti con altri due della specie di Giava. Sp. 125. Brachypteryx flaviventris, nov. sp. Supra brunnea; subtus flavescens, abdomine laetiore, lateribus et tibiis brunneis,; fascia superciliari obsoleta flavescente; loris fuscis; rostro et pedibus fuscis. Long. tot. 0", 118; al. 0”, 050; caud. 0", 050; rostri 0", 010; tarsi 0", 025. N. 203. 9. M. Singalan 23 Luglio. Non è improbabile che questa specie sia la Brachypteryx lep- tura, Kuhl, menzionata dal Miller, Tijdschr. Nat. Gesch. en Phys. II, p. 330, 333, ma che non trovo descritta. Sp. 124. Pnoepyga pusilla, Hopcs.? Pnoepyga pusillus, Hodgs., P. Z. S. 1845, p. 25 (Nepal). N. 104. 9. M. Singalan 8 Agosto. Esemplare adulto. Parti superiori bruno-olivastre, coi margini delle piume neri; fronte e lati della testa di color rossigno; piume del dorso e cuopritrici delle ali con una macchietta, più grande sulle cuo- pritrici, di color fulvo-rossigno; le piume del groppone con una fascia subapicale fulvo-rossigna; piume delle parti inferiori ros- signe, biancheggianti sulla gola e sul mezzo dell’ addome, ne- riccie nel mezzo e con sottile margine bruno; i fianchi volgono al bruno; coda brevissima, rudimentale. UCCELLI DI SUMATRA pel Lungh. tot. 0", 085; al. 0", 050; becco 0", 011; tarsu 0”, 021. L'individuo descritto somiglia molto alle figure della Microura squamata, Gould, Icon. Av. t. 5, dell’ Imalaja e del Nepal, ma è più piccolo, e però per le dimensioni corrisponde piuttosto colla P. pusilla, Hodgs., cui ho creduto di doverlo riferire. Se il confronto degli esemplari di Sumatra con quelli del Nepal mostrerà che essi sono specificamente diversi, propongo di chia- mare la specie di Sumatra col nome di Pnoepyga lepida. La breve descrizione che il Bonaparte dà della Microura squa- mata, che egli dice di Giava (!) (Consp. I, p. 258) corrisponde abbastanza bene coll’ esemplare di Sumatra. Sp. 125. Myophonus dicrorhynchus, nov. sp. 2 Myiophoneus flavirostris, part. Gray, Hand-List, I, p. 264, sp. 3857 (1869) (Sumatra). Myiophonus M. rLavirostRI (Horsf.) javensi simillimus, sed maxilla, magna ex parte, marginibus flavis exceptis, nigra, di- Versus. Due esemplari. N. — LJ. Ajer mantcior 9 Agosto. » 92. 9. Padang-pandjan 6 Agosto. Ho confrontato i due esemplari annoverati con uno delle specie di Giava; pel colorito del becco essi somigliano al M. temmincki, Vig. dell’ Imalaia. Sp. 126. Arrenga melanura, nov. sp. Nigra, fronte, superciliis et tectricibus alarum minoribus laete cyaneis; dorso, collo et pectore maculis cyaneis notatis; pileo, uro- pygio, supracaudalibus, abdomine, remigibus, rectricibusque ni- gerrimis; rostro et pedibus nigris; iride saturate brunnea. Long. tot. 0™, 230; al 0, 130; caud. 0”, 090; rostri; 0%, 018; tarsi 0, 041. Obs. Similis A. cYANEAE (Horsf.) javensi, sed minor, nigricantior, 228 T. SALVADORI colore caeruleo puriore, minime violascente, et cauda longiore, om- nino nigra, diversa. Sei esemplari. N. 31. 7. M. Singalan 23 Giugno. >» 660.3. è» » 29 » » 84. gf. » » 2 Luglio. » 140. 9. » > 15 » La femmina non differisce sensibilmente dai maschi. N. 8 juv. M. Singalan 19 Giugno. » 67 juv. » » 29 » Questi due esemplari differiscono dai precedenti per non avere colore azzurro sulla fronte, nè sulle parti inferiori. « Iride bruna scurissima. Si nutre di frutta » (B.). Ho confrontato gli esemplari annoverati con due della specie di Giava. Sp. 127. Cochoa becearii, nov. sp. Nigerrima; pileo caeruleo-violaceo, tectricibus alarum majoribus, remigibus basin versus, caudaque superne, fascia apicali et rectrice extima nigris exceptis, caeruleis; rostro et pedibus nigris; @ride brunnea; palpebris carneis. Long. tot. 0", 280; al. 0", 140; caud. 0°, 115; rostri 0", 020; tarsi 0", 030. Due esemplari. N. 23. g. M. Singalan 21 Giugno. Pc (0 are » 4 Luglio. « Becco e piedi neri ; iride bruna; palpebre color carnicino » (B.). Il secondo esemplare non al tutto adulto, difterisce dal primo per avere I’ azzurro del pileo, delle ali e della coda meno bello, e per avere le piume nere della gola tinte alquanto di bruno. Questa specie somiglia molto alla Cochoa purpurea, Hodgs. del Nepal, ma ne differisce per essere di color nero intenso, e pel colore azzurro delle ali e della coda molto più bello. UCCELLI DI SUMATRA 229 Sp. 128. Cissa minor, Cas. Cissa minor, Cab., Mus. Hein. I, p. 86 (nota) (1850-1851) (Sumatra). N. 133. 9. M. Singalan 12 Luglio. Individuo adulto in muta, di un bel verde, più chiaro infe- riormente; le piume frontali sono di un verde giallognolo; le medie e grandi cuopritrici delle ali, e le remiganti sono di color rosso bruno; le remiganti secondarie hanno I’ apice bianco. Lung. tot. 0", 300; al. 0", 120. Ignoro se gl’ individui di Sumatra siano veramente distinti da quelli dell’ Imalaja, del Burma e del Tenasserim. Sp. 129. Platylophus coronatus (Rarrt.). Lanius coronatus, Raffl., Trans. Linn. Soc, XIII, p. 306 (1822) (Sumatra). Due esemplari. N. — 7. Ajer mantcior 19 Agosto. pi» » 10 » La femmina è un poco più piccola ed anche di color più pal- lido che non il maschio. L’ Elliot si è certamente ingannato considerando il P. coronatus come uno stadio del P. galericulatus! (Ibis, 1878, p. 55). Sp. 130. Garrulax bicolor, Mit. Garrulax bicolor, Mull., Mus. Lugd. — Bp., Consp. I, p. 370 (1850) (Sumatra). Nigricante-fuliginosus; capite collo et pectore summo albis; fronte, loris, annulo periophthalmico, fascia suboculari et auricularibus nigris; rostro et pedibus nigris. Long. tot. 0," 280; al. 0", 130; caud. 0", 120; rostri 0”, 024; tarsi 0", 043. Cinque esemplari. N. 100. 7. M. Singalan 7 Luglio. % LISS» » 22» > 65. ie) » » 23 » 230 T. SALVADORI Questi tre esemplari non presentano sensibili differenze. N. 99. 9. M. Singalan 7 Luglio. » 64 9. juv. » 29 Giugno. Questi due esemplari in abito imperfetto differiscono dai pre- cedenti per avere la base delle piume del mezzo dell’ addome bianche. Sp. 131. Garrulax palliatus (Miin.)? Timalia palliata, Miill., Mus. Lugd. Cinclosoma palliata, Temm., Mus. Lugd. Janthocincla palliata, Bp., Consp. I, p. 371 (1850) (Sumatra). N. 26. 9. M. Singalan 21 Giugno. « Iride cenerino-scuro; becco nero; cera (!) giallo d’ovo » (B.). Non sono certo che questo individuo sia da riferire alla specie indicata, la quale è stata troppo brevemente descritta dal Bona- parte. Capite, collo et pectore saturate cinereis; loris et fascia supra genas usque ad aures producta nigris; dorso laete rufo-brunneo; uropygio supracaudalibus, abdomine imo, subcaudalibus, tbiis et lateribus saturate brunneo-olivaceis; alis et cauda fusco-brunneis; rostro et pedibus nigris. Long. tot. 0°; 275;\al. 02,117; caud. 0", 113; rostri 0, O21; tarsi 0”, 041. Nella descrizione del Bonaparte non è menzionata la macchia nera che dalle redini passando sotto I’ occhio si estende fino alla regione auricolare, ed è quindi possibile che si tratti di una nuova specie, per la quale propongo il nome di Garrulax frenatus. Sp. 132. Leiothrix mitrata (Miilt.). Timalia mitrata, Mull., Tijdschr, Nat. Gesch. en Physiol. II, p. 345, 6. 5, f. 3. (1835) (Sumatra). Garrulax vittatus, De Fil., Mus. Mediol. p. 31, sp. 8 (1847). Janthocincla? mitrata, Salvad., Atti R. Ac. Sc. Tor. III p. 270 (1868). Quattro esemplari. UCCELLI DI SUMATRA 231 N. 68. . M. Singalan 29 Giugno. » radar cd > » » Se fab ae ee > 9 Luglio. » 199. 2. » » 23» La femmina non differisce da due dei maschi. L’ esemplare N. 75 differisce dagli altri per mancare delle macchie grigie sulla fronte, e tuttavia pare adulto, giacchè è il più grande dei quattro. Sp. 133. Leiothrix laurinae, nov. sp. Fronte, gula, collo undique, supracaudalibus , subcaudalibus et plaga magna ad basin remigum rubro-sanguineis; pileo, loris, genis antice et taenia ad basin. mandibulae nigerrimis; auricularibus griseo-argenteis; dorso et uropygio olivaceis; pectore et abdomine olivaceo-flavescentibus, tectricibus alarum olivaceis, dorso concoloribus; remigibus nigricantibus, apicem versus flavo-aurantio limbatis, ad basin rubro-sanguineo marginatis, ultimis tertiariis fuscis, umnicolo- ribuss cauda nigra, rectricibus duabus extimis exterius flavo limbatis; rostro flavo-aurantio; pedibus pallidis; iride brunnea. Long. tot. 0, 195; al. 0", 085; caud. 0", 080; rostri 0", 015; tarsi 0”, 028. Dieci esemplari. N. 7. g. M. Singalan 19 Giugno. DI On » » » » ye Ie » > 20 > » 19. =" » » » » ¥ » 25. J. > » 21 » Aid ae » 22 » cod Dea » 25 » >» 42. 2. » » » » pa VEC: DINO e » » » Flip: 2.» » 9 » I primi nove individui sono adulti e simili fra loro; I’ ultimo è un giovane e differisce dagli adulti soltanto pei colori meno puri e meno belli. Questa specie somiglia molto alla L. argentauris (Hodgs.) del 232 T. SALVADORI Nepal per la disposizione delle macchie, ma ne differisce pel bel colore rosso della parte anteriore del collo e del collare cervicale, pel colore olivaceo del dorso e per la coda nera. Questa bellissima specie porta il nome della Nobil Donna la Signora Marchesa Laura Doria. Sp. 134. Heterophasia simillima, nov. sp. Supra saturate cinerea, subtus pallidior, abdomine et subcauda- libus albidis, vix rufescente tinctis; speculo alari albo; rectricum apicibus albo-griseis; rostro nigro; pedibus plumbeis. Long. tot. 0", 300; al. 0", 125; caud. 0", 180; rostri 0", 020; tarsi 0™, 030. Obs. Simillima H. picomi (Hodgs.) nepalensi, sed paullo mi- nor, subtus pallidior, abdomine et subcaudalibus sordide albidis, et speculo alari albo minore, diversa, Nove esemplari, che ho confrontati con uno adulto della specie del Nepal. N. 15. 7. M. Singalan 20 Giugno > PA = » » 21 » » 35. Q. » » 25 » rivedo. At » da) i Pte, LOL » 26» » sa ga » 2 Luglio. » 143. 2. » » Lares i « Becco nero; iride rosso mattone scuro ». (B.). Tutti questi esemplari sono adulti e simili fra loro. N. 34. 9. M. Singalan 25 Giugno. >» 41. gf. » » » » Questi due esemplari sono giovani e differiscono dagli adulti per le dimensioni minori, e pel becco molto più breve, e quasi diritto, non apparendo incurvato come negli adulti. Sp. 135. Pteruthius cameranoi, nov. sp. Pileo, lateribus capitis, alis et cauda nigris; fascia utrinque su- perciliari, ad occipitis latera ducta, alba; dorso, uropygio et supra- UCCELLI DI SUMATRA 233 caudalibus cinereis, his nigro-marginatis; collo antico et pectore pallide cinereis; abdomine et subcaudalibus albis; remigibus tribus ultimis flavo-ochraceis, intus castaneis, nigro-marginatis; remigibus primariis, 1.2 et 2.2 excepta, ad apicem albis; rostro fusco; pedibus pallidis. Fem. Superne sordide griseo-olivascens, subtus albido-ochracea, qula albicantiore; alis nigris, plumarum marginibus externis flavo- olivaceis; cauda flavo-olivacea, rectricibus apicem versus nigris , tribus extimis macula apicali albo-flavida notatis. Long. tot. 0", 140; al. 0", 075; caud. 0", 046; rostri 0”, 013; tarsi 0™, 023. Tre esemplari. N. 165. 7. M. Singalan 18 Luglio. » 22. 2.» » 21 Giugno. « Becco nero superiormente, plumbeo-azzurrognolo inferior- mente; piedi color carneo chiaro; iride bruno-verdiccio » (B.). N. 87. 9. M. Singalan 2 Luglio. Gli individui suddetti somigliano moltissimo agli esemplari descritti dall’ Hume (Str. Feath. VI, p. 368) col nome di Pt. aeralatus, Tickell; la sola differenza consiste in ciò, che nel maschio di questa specie i fianchi hanno una tinta vinacea. Il P. cameranoi somiglia anche al P. flaviscapis (Temm.) di Giava (1), ma questo ha il dorso nero. Ho dato a questa specie il nome del sig. Dottor Lorenzo Ca- merano, mio collega nel Museo Zoologico di Torino. Sp. 156. Eupetes macrocercus (Tem.). Eupetes macrocercus, Temm., Pl. Col. 516 (1831) (Sumatra). N. — Y. Sungei Bulu 16 Settembre. (4) Il P. flaviscapis fu indicato di Giava e di Sumatra, ma forse gli esem- plari della seconda località non furono riconosciuti come diversi da quelli di Giava. 234 T. SALVADORI « Becco nero; piedi schistacei; iride bruna; parti nude di co- lore azzurro chiaro » (B.). Esemplare adulto in abito perfetto. Sp. 137. Henicurus velatus (Temm.). Enicurus velatus, Temm., PI. Col. 160 (1823) (Giava). Henicurus velatus, Elwes, Ibis, 1872, p. 252. N. — J. Ajer mantcior 6 Agosto. Individuo adulto in abito perfetto. Questa specie si conosceva soltanto di Giava. Sp. 138. Henicurus ruficapillus, Temm. Enicurus ruficapillus, Temm., PI. Col. 538 (1832) (Sumatra). Enicurus diadematus, Mull., Tijdschr. Natur. Gesch. en Phys. II, p. 346 (1835) (Sumatra). Henicurus ruficapillus, Elwes, Ibis, 1872, p. 257. Tre esemplari. N. — g. Kaju tanam 3 Settembre. Esemplare in abito perfetto. N. — 7. Kaju tanam 29 Agosto. » — 9g. » » » » Gli ultimi due esemplari sono giovani e differiscono dall’ adulto, oltre che per le dimensioni molto minori, pel colore bruno castagno del pileo, della cervice e della parte superiore del dorso più pallido e meno puro, per la gola bianca e per i mar- gini delle piume del petto nericci. Nella femmina il colore bruno della cervice si estende sul dorso. In Sumatra si trova anche I’ Henicurus frontalis, Blyth (Tweed- dale, Ibis, 1877, p. 310), che da Doria e Beccari è stato tro- vato anche in Borneo, la quale cosa sembra che sia sfuggita a Lord Tweeddale. UCCELLI DI SUMATRA 235 Sp. 139. Orthotomus borneoensis, SALvapn. Orthotomus borneoensis, Salvad., Ucc. di Borneo, p. 247 (1874).— Sharpe, Ibis, 1876, p. 41, pl. II, f. 1; 1877, p. 116. ? Orthotomus cineraceus, part., Sharpe, Ibis, 1877, p. 114. — Tweedd. (nec Blyth ?), Ibis, 1877, p. 312. N. — JY. Ajer manteior 20 Agosto. L’ esemplare di Ajer mantcior è un poco più grande, ma al- trimenti non diverso da quelli di Borneo da me descritti. Lo Sharpe e Lord Tweeddale riferiscono I’ 0. borneoensis all’ O. cine- raceus, Blyth, ma a meno che gli esemplari di Borneo, da me riferiti a questa specie, non appartengano al vero 0. cineraceus, ma ad una specie diversa, io sostengo che 1’0. borneoensis è diverso dall’O. cineraceus, non solo per colorito, ma anche per struttura. Sp. 140. Prinia familiaris, Horsr. Prinia familiaris, Horsf., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 165 (1821) (Giava). — Id., Zool. Res. Java, t. 52. — Tweedd., Ibis, 1877, p. 311. Motacilla olivacea, Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 313 (1822) (Sumatra). Tre esemplari. N. — &. Sungei Bulu 20 Settembre. N. > OY; » » Ke » N. — Ajer manteior Agosto. La femmina ha le redini bianche. Sp. 141. Prinia hypoxantha, nov. sp. Superne olivaceo-rufescens, loris, plumis palpebralibus et corpore subtus flavidis, pectoris lateribus olivascentibus; remigibus fusco- griseis, exterius subtiliter rufescente-olivaceo limbatis, intus rufo- marginatus; cauda olivascente, rectricibus decem, apicem versus nigricantibus, rectricum apicibus flavidis; rostro fusco; mandibulae basi et pedibus pallidis. 236 T. SALVADORI Long. tot. 0”, 125; al. 0", 047; caud. 0°, 054; rostri 0", 012; tarsi 0”, 022. N. — ®. Sungei Bulu 18 Settembre. Questa specie somiglia alla Prinia rafflesi, Tweedd. (Ibis, 1877, p. 311, pl. VI, f. 1), anch essa di Sumatra, ma ne differisce per non aver tinta cinerea sulla fronte e sui lati della testa e per avere le redini, le gote, la parte anteriore del collo e su- periore del petto non bianche, ma di color giallo chiaro come il resto delle parti inferiori. Sp. 142. Cittocinela macroura (Gm.). Turdus macrourus, Gm., S. N. I. p. 820 (1788). Cittocincla macroura, Tweedd., Ibis, 1877, p. 309. N. — g. Ajer mantcior 14 Agosto. Sp. 145. Copsychus musicus (RAreL.). Lanius musicus, Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 307 (1822) (Sumatra). Copsychus problematicus, Sharpe, Ibis, 1876, p. 36 (Borneo). Copsychus musicus, Tweedd., Ibis, 1877, p. 309. Cinque esemplari. N. — 7. Kaju tanam 28 Agosto. o >» — J. » » 2 Settembre. » — d. Sungei Bulu 19 » » — OG » » » » » — 9. Kaju tanam 9 > Tutti questi esemplari hanno il mezzo delle cuopritrici inte- riori delle ali di color nericcio. Sp. 144. Calobates melanope (Pant.). Motacilla melanope, Pall., It. Ill, p. 696 (1776). Motacilla bistrigata, Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 312 (1822) (Su- matra). Calobates melanope, Tweeed., Ibis, 1877, p. 310 N. — Kaju tanam 5 Settembre. UCCELLI DI SUMATRA I Sp. 145. Munia maja (Liyy.). Loxia maja, Linn., S. N. I. p. 301 (1766). Loxia leucocephala, Rafil., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 314 (1822) (Sumatra). Munia maja, Tweedd., Ibis, 1877, p. 318. N. — Y. Kaju tanam 2 Settembre. Sp. 146. Munia acuticauda, Hopes. Munia acuticauda, Hodgs., As. Res. XIX, p. 153 (1836). N. — 2 Kaju tanam 5 Settembre. Simile ad un esemplare di Formosa. Sp. 147. Munia punetularia (Lixx.). Loxia punctularia, Linn., S. N. I. p. 302 (1766). Quattro esemplari. N. 85. 7. M. Singalan 2 Luglio. » 82. Q. » » » » » — . Sungei Bulu 17 Settembre » — 9. juv. » » 20 » La femmina adulta non differisce sensibilmente dal maschio ; il giovane ha le parti superiori e la gola di color bruno, ed il petto di color fulviccio con incipienti linee disposte a squame. Sp. 148. Ploceus maculatus (S. L. MiLLer). Loxia philippina, Linn., S. N. I, p. 305 (1766). — Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 313 (1822) (Sumatra). Loxia maculata, L. S. Muller, S. N. Suppl. p. 150, n. 76 (1776). Ploceus maculatus, Tweedd., Ibis, 1877, p. 318. Tre esemplari. N. — ¢. Ajer mantcior 26 Agosto. » — d. Sungei Bulu 18 Settembre. » — Ajer mantcior 17 Agosto. 238 T. SALVADORI L’ ultimo individuo è indicato come maschio, ma è nell’abito delle femmine. Gli altri due esemplari sono maschi in abito imperfetto. Sp. 149. Calornis chalybaea (Horsr.). 'Turdus chalybaeus, Horsf., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 148 (1821) (Giava). '"Turdus insidiator, Raffl., ibid. p. 302 (1822) (Sumatra). Calornis chalybaea, Tweedd., Ibis, 1877, p. 318. — Becc., Ann. Mus. Civ. Gen. XIII, p. 453 (1878). Tre esemplari. N. — g. Ajer mantcior 8 Agosto. » — d. >» » 20 » >» — d.juv. Kaju tanam 10 Settembre. Sp. 150. Gracula javanensis (OsBEx). Corvus javanensis, Osbek, Iter, p. 102 (1757). Gracula religiosa, Raffl. (nec Linn.), Trans. Linn. Soc. XIII, p. 303 (1822) (Sumatra). I Gracula javanensis, Tweedd., Ibis, 1877, p. 319. — Becc., Ann. Mus. Civ. Gen. XIII, p. 453 (1878). Tre esemplari. N. — &. Ajer mantcior 6 Agosto. » — 9. » » 22 » » — Q : juv. » » 6 » Sp. 151. Oriolus coronatus, Sw. Oriolus chinensis, Raffl. (nec Linn.), Trans. Linn. Soc. XIII, p. 303 (1822 (Sumatra). Oriolus coronatus, Sw.. 2!/, Cent. p. 342 (1837) (Giava). — Tweedd., Ibis, 1877, p. 308. Tre esemplari. N. 190. 9? M. Singalan 22 Luglio. Individuo adulto, indicato come femmina (!) sebbene sia nel- l'abito proprio dei maschi. N. — $$. Kaju tanam 29 Agosto. UCCELLI DI SUMATRA 239 Individuo apparentemente adulto, con una oscura traccia della corona occipitale, e col becco scuro. N. — 9. Ajer mantcior 10 Agosto. Simile al precedente, ma colle parti superiori più verdognole, e con strie longitudinali nere sul petto, segno di età giovanile. Sp. 152. Oriolus xanthonotus, Horsr. Oriolus xanthonotus, Horsf., Trans. Linn. Soc. XITI, p. 152 (1821) (Giava). — Tweedd., Ibis, 1877. p. 308 (Sumatra). Due esemplari. N. — g. Ajer mantcior 10 Agosto. » — dd. » » 14 » zo Sp. 153. Dendrocitta occipitalis (Mit1.). Glaucopis occipitalis, Mull., Tijdschr. Natur. Gesch. en Phys. II, p. 343, t. 5, f. 1 (1835) (Sumatra). Dendrocitta occipitalis, Sharpe, Cat. B. III, p. 81, pl. 111 (1877). Sette esemplari. N. 45. 7. M. Singalan 26 Giugno. » 155. 2. » » 16 Luglio. » 174. Q. » » 20 >» » 154. 2. » » 22» » — Q. Ajermantcior 4 Agosto. « Iride sanguigno scuro ». (B.). Le femmine non differiscono sensibilmente dal maschio. N. 118. 2. M. Singalan 10 Luglio. Individuo in muta colla coda imperfettamente sviluppata. N. 135. 9. M. Singalan 12 Luglio. Individuo giovane, poco diverso dagli adulti; esso ha il color bruno del dorso e delle parti inferiori un poco più chiaro, e qualche macchietta bianchiccia sulla parte posteriore del pileo. È singolare la prevalenza numerica delle femmine. 240 T. SALVADORI Sp. 154. Platysmurus leucopterus (Tem.) Glaucopis leucopterus, Temm., Pl. Col. 265 (1824) (Sumatra). Platysmurus leucopterus, Tweedd., Ibis, 1877, p. 318. Due esemplari. N. — g. Ajer mantcior 5 Agosto. » — 9Q e » » 6 » Sp. 155. Corvus tenuirostris, Moore. Corvus tenuirostris, Moore, Cat. B. Mus. E. I. Comp. II, p. 558 (1856-1858) (Bombay ?). — Tweedd., Ibis, 1877, p. 320 (Sumatra). Due esemplari. N. — Q. Ajer mantcior 13 Agosto. ) — Q. » » 5 » Piccola differenza passa tra questi due individui rispetto alle dimensioni. Riferisco i due individui sopraindicati al C. tenwirostris anzichè al C. validus, Temm., avendo essi il becco compresso, col cul- mine largo e rotondeggiante. Sp. 156. Treron nepalensis (Hopss.). 'Toria nepalensis, Hodgs., As. Res. XIX, p. 164 (1836) (Nepal). 'Treron nepalensis, Wall., Ibis, 1865, p. 376 (Sumatra). 'Treron nepalensis, Tweedd., Ibis, 1877, p. 321 (Sumatra, Assam, Malacca). Due esemplari. N. — ¢. Sungei Bulu 15 Settembre, « Base del becco rossa ». (B.). N. — 9. Kaju tanam 9 Settembre. « Base del becco rossa ». (B.). Il maschio ha il dorso di color castagno vivo; la temmina non UCCELLI DI SUMATRA 241 ha color castagno sul dorso, ha il grigio del pileo confinato alla parte anteriore, ed il sottocoda bianco-rossigno, con macchie verdognole sul mezzo delle piume. Sp. 157. Treron nasica, ScÙicro. ? Columba curvirostra, Gm., — Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 318 (1822) (sumatra). Treron nasica, Schleg., Ned. Tijdschr. Dierk. I, p. 67 (1863) (Borneo. Su- matra). — Wall., Ibis, 1864, p. 376. — Schleg., Mus. P. B. Columbae, p. 56 (1873). — Beccari, Ann. Mus, Civ. Gen. XIII, p. 453 (1878). Due esemplari. N. — ¢. Sungei Bulu 15 Settembre. » — cli » » > » Il secondo esemplare differisce dal primo per avere le piume del dorso di color castagno-porporino soltanto sui margini, e per le piccole cuopritrici delle ali in gran parte verdognole. Questa specie molto somigliante alla precedente, ne differisce : 1.° Pel colore cenerino del pileo molto più chiaro, ed esteso posteriormente ed in basso alla base della mandibola inferiore più che non negli esemplari della 7. nepalensis. 2.° Pel colore verde delle parti inferiori, volgente molto più al giallognolo. 3.° Pei margini gialli delle grandi cuopritrici delle ali molto più larghi. 4.° Per le dimensioni alquanto maggiori, come fa notare anche il Wallace, e non minori come dice lo Schlegel! 5.° Per la regione nuda intorno agli occhi molto più ristretta. La presenza di due specie tanto simili, quali sono la 7. nepa- lensis e la T. nasica, in Sumatra, cosa che fu constatata anche dal Wallace, è un fatto molto singolare, e che io mi sono deciso ad ammettere soltanto dopo esserne stato convinto dall’ esame degli esemplari delle due specie raccolti dal Beccari, il quale, li uccideva, cosa ancora più singolare, nella stessa località e, tranne uno della 7. nepalensis, tutti nello stesso giorno! Ann, del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (28 Avrile 1879) 16 w ns © T. SALVADORI Sp. 158. Butreron capellei (Temw.). Columba capellei, Temm., Pl. Col. 143 (1823) (Giava) Vinago gigantea, Vig., App. Mem. Raff. p. 674 (1830) (Sumatra). Butreron capellei, Tweedd., Ibis, 1871, p. 321. Treron capellei, Becc., Ann. Mus. Civ. Gen. XIII, p. 453 (1878). Sette esemplari. N. — g. Kaju tanam 1 Settembre. > — dt pan » » » » — d. » » » » > — gd. » » > » » — 2. » » » » « Piedi giallo paglierino ». (B.). N. — 7. Sungei Bulu 19 Settembre » — 9. » » » » Sp. 159. Osmotreron vernans (Lixx.). Columba vernans, Linn., Mant. p. 526 (1771) (Filippine). — Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 318 (1822) (Sumatra). Treron griseicapilla, Schleg., Ned. Tijdschr. Dierk. I, p. 70 (1863) (Su- matra, Bangka). Osmotreron vernans, Tweedd., lbis 1877, p. 321. Otto esemplari. N. — d. Ajer mantcior 6 Agosto. >» — . Sungei Bulu 20 Settembre. > -— roe ‘ » » » » Adulti in abito perfetto. N. — 9° Kaju tanam 28 Agosto. >» — 9. » » » » >» — ®. Sungei Bulu 19 Settembre. >» — juv. Ajer mantcior 21 Agosto. Simile alle femmine, ma con incipiente color vinaceo sul collo e bruno giallognolo sul petto. N. — 9 juv. Ajer mantecior 21 Agosto. UCCELLI DI SUMATRA 249 Differisce dalle femmine adulte principalmente pel color ros- signo del sopraccoda appena indicato. Sp. 160. Sphenocereus oxyurus (Rerxw.). Columba oxyura, Reinw., in Temm., PI. Col. 240 (1823) (Giava). Due esemplari. N. — 7? Ajer mantcior. Individuo adulto colla tinta rossigna poco cospicua alla base del collo, fra il collo ed il petto. N. — 7. Ajer mantcior. Individuo giovane, senza fascia rossigna alla base del collo. La figura del Temminek non mostra che le piume più lunghe del sottocoda siano di color rossigno-fulvo. Sp. 161. Sphenocereus korthalsii (S. Miixt.)? Vinago korthalsii, S. Mull., Mus. Lugd. Sphenocercus korthalsii, Bp., Consp. II, p. 3 (1854) (Malesia, Sumatra). Treron korthalsii, Schleg., Mus. P. B. Columbae, p. 60 (1873) (Giava). Capite, collo et corpore subtus viridi-flavescentibus; dorso, uro- pygio et supracaudalibus sordide viridi-grisescentibus, dorso antico magis grisescente; abdomine medio flavo, subcaudalibus minoribus sordide viridibus, flavo-marginatis, longioribus fulvo-rufescentibus; alis dorso concoloribus, tectricibus minoribus purpureo-castaneo tinctis; remigibus primariis nigro-ardesiacis, secundartis, et interdum lectricibus majoribus subtiliter flavido limbatis; remige tertia, in medio pogoni interni, emarginata; cauda superne dorso concolore, rectricibus lateralibus fascia subapicali nigra notatis; cauda inferne nigricanti-grisea, apicem versus magis grisescente, interdum fascia apicali grisea notata; rostro griseo-plumbeo, ad basin caeruleo; pe- dibus rubro-corallinis; iride laete caerulea. Long. tot. 0", 320; al. 0", 165; caud. 0", 134; rostri 0°, 119; tarsi 0”, 021. Tre esemplari. 244 T. SALVADORI N. 24. 2. M. Singalan 21 Giugno. « Base del becco ed iride turchino grigio; piedi corallini » (B.). Individuo adulto con le grandi cuopritrici delle ali, colle re- miganti secondarie, e colle prime delle primarie sottilmente marginate di giallognolo; la coda presenta inferiormente l'apice nettamente grigio. N. 113. 7. M. Singalan 9 Agosto. (eo » 19 Giugno. Questi due esemplari differiscono dal precedente per avere soltanto le remiganti secondarie con un sottilissimo margine giallognolo verso I’ apice; inoltre in essi la coda non presenta inferiormente una fascia apicale grigia distinta, ma soltanto al- l'apice una tinta grigia scura che gradatamente si sfuma nel color nericcio. Siccome i tre individui soprannominati sono indicati come maschi, e tuttavia non presentano traccia di fascia pettorale rufo-aurantia (Bp.), perciò io dubito che essi non appartengano veramente al S. korthalsi?, ma ad una specie diversa forse nuoya, per la quale propongo il nome di Sphenocercus etorques. Si noti che la presenza dello S. korthalsi in Sumatra è stata asserita finora dal Gray (List Columbae Brit. Mus. p. 16) e da Bonaparte a quanto pare erroneamente; il Gray annovera due esemplari di Sumatra, avuti dal Museo di Leida, ma io dubito che essi siano erroneamente determinati, o che erronea sia la indicazione della località, giacchè nel Museo di Leida (1. c.) sono annoverati tre esemplari di Giava e nessuno di Sumatra. « Si natre dei frutti di una Melastoma » (B.). Sp. 162. Ptilopus jambu (Gm. Columba jambu, Gm., 8. N. 1, p. 784 (788). — Rafll., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 316 (1822) (Sumatra). ; Ptilopus jambu, Beccari, Ann. Mus. Civ. Gen. XIII, p. 454 (1878), N. 112. 7. M. Singalan 9 Agosto. Individuo adulto in abito perfetto. 1 ) UCCELLI DI SUMATRA tu) — cat Sp. 163, Ptilopus roseicollis (W au.) Columba porphyrea, Reinw., in Temm., PI. Col. 106 (1824) (Giav Columba porphyracea, Temm., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 130) (1821) Columba roseicollis, Wagl., Syst. Av. Columba, Sp. 30 (1827). a) (nec Lamprotreron porphyrea, Bp., Consp. II, p. 18 (1854) (Giava, Sumatra), Ptilopus porphyreus, Elliot, P. Z. S. 1878, p. 553. Ptilopus roseicollis, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen, XIII, p. matra). 484, nola (Su- Nove esemplari. N. 12. 7. M. Singalan 20 Giugno, « Becco verdastro sporco; piedi corallo-rosa: iride rossa » (B.). N. 36. 7. M. Singalan 25 Giugno. » 127. ff. » » 11 Luglio. > 139. J. » » 15» Tutti questi esemplari sono adulti; nei primi due la fascia | pettorale bianca si continua posteriormente sul dorso in una sottile | linea bianco-rosea, che forma un margine al colore roseo del collo. N. 120, 7. M. Singalan 10 Luglio. Individuo in abito non al tutto perfetto (?), differente dai pre- | cedenti per la seconda fascia pettorale, quella verde, molto più chiara, pel color roseo-carmino della parte inferiore del collo lie- | vemente tinto di olivastro, e pel colore cinereo del petto tinto | di verde giallognolo. N. 32. 9. M. Singalan 23 Giugno. » 128. 9. » » 11 Luglio. 97,141. -9.-» > 15 » » 152.0. » » DL Negli ultimi quattro esemplari il color roseo del collo è più o meno tinto di olivastro, specialmente nella parte inferiore, la fascia pettorale bianca è meno nitida che non nei maschi, l’altra fascia verde è meno intensa, il petto manca quasi al tutto della tinta grigia; per cui parrebbe che le femmine differissero costan- temente dai maschi. 246 T. SALVADORI I Elliot (J. c.) ha asserito che questa specie sl trova soltanto in Giava, ma il Bonaparte aveva-già detto che essa sì trova anche in Sumatra, ove anzi non pare che sia rara. Sp. 164. Carpophaga badia (Rarrt.). Columba badia, Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 317 (1822) (Sumatra). Carpophaga capistrata , Temm., Pl. Gol. 165 (1823) (patria incerta). Carpophaga aenea, Becc., (nec Linn.). Ann. Mus. Civ. Gen. XIII, p. 454 (1878). Tre esemplari. N. 53. M. Singalan 27 Giugno. « Becco alla base color vinaccia, chiaro all’ apice; piedi color vinaccia; iride cenerino » (B.). N. — J. Ajer mantcior 11 Agosto. Simile al precedente, ma col pileo e colla cervice più mani- festamente tinti di grigio. N. 130. . M. Singalan 12 Luglio. Simile al precedente, ma col color grigio-vinato delle parti inferiori alquanto più rossigno. Le descrizioni di questa specie date dal Rafiles, dal Bonaparte e da altri sono tutte inesatte, per cui credo opportuno ridescri- verla: Dorso el alis saturate purpureo-castaneis, wropygto obscuriore, supracaudalibus fuscis; pileo et lateribus capitis cineraceis, plus minusve vinaceis; cervice vinacea; gula alba; collo antico imo, pectore el abdomine griseo-vinacers; abdomine imo rufescente tincto; subcaudalibus pallide rufescentibus; tectricibus alarum, dorso con- coloribus, majoribus et remigibus fuscis; subalaribus fusco-cinereiss cauda fusca, fascia apicali lata cineracea notata; pedibus sordide purpureis; rostro ad basin sordide purpureo, ad apicem pallido; iride cinerea. Long. tot. 0", 420; al. 0", 232: caud. 0", 180; rostri 0", 023; tarsi 0", 025. UCCELLI DI SUMATRA 24T Sp. 165. Spilopelia tigrina (Ten). Columba tigrina, Temm., Knip, Pig. t. 43 (1811). Spilopelia tigrina , Tweedd., Ibis, 1877, p. 322. — Becc., Ann, Mus. Civ. Gen. XIII, p. 454 (1878). Sei esemplari. N. — dg. Ajer mantcior 22 Agosto. » — Q. Kaju tanam 30 » >» — Q. Sungei Bulu 17 Settembre. >» 173. 7. M. Singalan 20 Luglio. we TOs » » » » — Q. Kaju tanam Settembre. Gli ultimi tre esemplari sono giovani e mancano delle mac- chiette bianche sul collo. Sp. 166. Geopelia striata (Lixx.). Columba striata, Linn., S. N. I, p. 282 (1766). Columba bantamensis, Sparrm. — Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 317 (1822) (Sumatra). Geopelia striata, Tweedd., Ibis, 1877, p. 322. — Becc., Ann. Mus. Civ. Gen. XIII, p. 454 (1878). Due esemplari. N. — 9. Kaju tanam 9 Settembre. >» — 2. » » » » Sp. 167. Macropygia leptogrammica (Tem.). Columba leptogrammica, Temm., P]. Col. 560 (1835) (Giava e Sumatra). N. 11. y. M. Singalan 19 Giugno. Individuo in abito perfetto col dorso, colle ali e colla coda di color castagno con numerose fascie trasversali nere; cervice verde splendente. Il Beccari ha raccolto anche un uovo di questa specie; esso era « in un nido formato di stecchi e costruito nella biforca- 248 T. SALVADORI zione di un arboscello all’ altezza di poco più di un metro e mezzo dal suolo ». Il Beccari vide volare via l’ uccello covante. L’ uovo è bianco; diametro maggiore 0%, 033; diametro minore 09, 024. Sp. 165. Macropygia ruficeps (Tem.). Columba ruficeps, Temm., Pl. Col. 561 (1835) (Giava e Sumatra). Cinque esemplari. N. — dg. M. Singalan 19 Luglio. » — dc. Ajer mantcior 14 Agosto. > 158. 2. M. Singalan 17 Luglio. » — 2. Ajer mantcior 6 Agosto. » 159. M. Singalan 17 Luglio. Gli ultimi tre esemplari, due dei quali sono indicuti come femmine, differiscono notevolmente dai maschi. Questi hanno la testa di color rossigno chiaro, la parte superiore del dorso con riflessi porporini e verdi. Le femmine hanno il pileo rossigno-castagno; la cervice e la parte superiore del dorso di color scuro coi margini delle piume giallo-rossigni, le penne delle ali con margini rossigno-castagni molto cospicui. Sp. 169. Chalcophaps indica (Liyy.). Columba indica, Linn., S. N. I, p. 284 (1766). Columba javanica, Gm. — Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 317 (1822) (Su- matra). Chalcophaps indica, Tweedd., lbis, 1877, p. 322. — Becc., Ann. Mus. Civ. Gen. XIII, p. 454 (1878). N. — 7. Kaju tanam 6 Settembre. , Sp. 170. Chaleurus inocellatus (Cuv.). Polyplectrum chalcurum, T., in Cuv. Régn. An. I, p. 474 (1829). — Less., Tr. d’ Orn. p. 487 (1831) (Giava!). Polyplectrum inocellatus, Mus. Paris. (Less., Tr. d’ Orn, p. 487, 1831). Polyplectron chaleurum, Temm., PI. Col. 519 (1831) (Sumatra). — Less., Compl. de Buff. Ois, p. 185 (1838). — Jard., Nat. Libr. Orn. III, p. 163, pl. 1 (1843). — Gray, List B. Brit. Mus. Gallinae, p. 22 (1844). — Id., Gen. B. p. 495, sp. 5 UCCELLI DI SUMATRA 249 (1845). — Rchb., Syn. Av. Gallinaceae, t. CCXXVII, ic. 1973 (1848). — Id., Syst. av. p. XXIX (1852). — Sclat., P. Z. S. 1863, p. 124, sp. 3. — Gray, List Gallinae Brit. Mus. p. 25 (1867). — Elliot, Mon. Phas, I, pl. 10 (1872). — Gieb., Thes. Orn. III, p. 260 (1877). Polyplectrum inocellatum, Cuv., in Gray, Gen. B. p. 445 (1845). Chaleurus inocellatus, Bp., Compt. Rend. XLII, p. 878 (1856). Polyplectron (Chdlchurus) chalehurum, Gr., Hand-List, II, p. 257, sp. 9571 (1870). Tre esemplari. N. 137. 7. M. Singalan 13 Luglio. Individuo in abito perfetto con lunga coda. N. 6. 7. M. Singalan 15 Giugno. « Iride bruna scurissima; piedi grigio plumbei; becco bruno» (B.). Simile al precedente, ma colla coda alquanto più breve. N. 74. 9. M. Singalan 30 Giugno. Simile ai maschi, ma più piccola, con coda più breve, e senza | speroni. Nella tavola del Temminck I’ estremità della coda è di colore azzurro, in quella dell’ Elliot di color violetto, invece nei tre esemplari da me esaminati essa è di color verde splendente, volgente all’ azzurro od al violetto secondo l'incidenza della luce. La forma della coda, molto diversa da quella delle specie ti- piche del genere Po/yplectron, secondo me, è sutficiente carattere per dovere riferire il P. chalcurum ad un genere distinto; ‘in questa specie la coda è molto graduata e le timoniere sono piuttosto acuminate, mentre nel P. bicalcaratum e specie affini la coda è rotondata e le timoniere non sono acuminate, ma larghe fino all’ estremità. L’ Elliot figura un esemplare con tre sproni ! Ho voluto dare la sinonimia compiuta di questa rara specie, essendo anche quella dell’ Elliot poco esatta. Sp. 171. Argusianus argus (Livx.). Phasianus argus, Linn., S. N. I, p. 272 (1766). — Rafll., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 320 (1822) (Sumatra). Argusianus argus, Tweedd., Ibis, 1877, p. 322. 250) T. SALVADORI Tre esemplari. N. — ¢. » — ®. Ajer mantcior Agosto 1873. » — du juv. » » » Il primo maschio è adulto ed in abito perfetto; l’ultimo indi- viduo, indicato come maschio giovane, è simile alla femmina, ma ha sul sopraccoda una penna grigia chiara, simile a quelle del maschio adulto. Sp. 172. Acomus inornatus, nov. sp. Nigerrimus, plumis dorsi pectorisque et tectricibus alarum pul- cherrime nigro-chalybaco marginatis; lateribus capitis nudis, rubris; remigibus et rectricibus nigro-fuscis, minime nitentibuss rostro fusco, apicem versus (in exuvie) flavido; pedibus griseis. Long. tot. 0", 470; al. 0", 239; caud. 0", 150; rostri 0", 029; tarsi O”, 070. N. 122. g. M. Singalan 8 Luglio. « Individuo preso al laccio. Iride color nocciola rossastro; papille intorno agli occhi rosso- cinabro; piedi grigi. La femmina è di color bruno-rossastro, e sì dice che sia senza sproni » (B.). Esemplare adulto in abito perfetto, tutto di color nero coi margini delle piume del dorso, delle cuopritrici delle ali e del petto di un bel nero azzurro acciaio, sotto certe incidenze di luce, volgente al verde; addome, remiganti e timoniere di color nero, senza lucentezza; tarsi con grande sprone. To non ho alcun dubbio che l’ individuo sopra indicato sia un maschio adulto, giacchè i bei margini azzurro-acciaio delle piume delle parti superiori e del petto sono segno certo di abito per- fetto. Questa specie è notevole non solo per le sue piume nere senz’ altro colore, ma anche per la brevità della sua coda. Per la mancanza di ciuffo appartiene al genere Acomus. UCCELLI DI SUMATRA 26] Sp. 173. Gallus ferrugineus (Gm.) Phasianus gallus, Linn. — Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 319 (1822 (Sumatra). Tetrao ferrugineus, Gm., S. N. I. p. 761 (1788). Gallus bankiva, Temm. — Becc., Ann, Mus. Civ, Gen. XIII, p. 464 (1878). Due esemplari. N. — 2. Kaju tanam 5 Settembre. « Iride giallo, tendente all’ arancione » (B.). Esemplare adulto. N. — 2. Kaju tanam 31 Agosto. Giovane, somigliante alla femmina adulta, ma meno bella. Sp. 174. Peloperdix rubrirostris, nov. sp. Superne brunneo-olivacea, plumarum marginibus nigris; capite et collo nigris, plumulis longiusculis albis ad apicem latis, ornatis; macula utrinque frontali et mento albis; pectore brunneo, plumulis albis adsperso; abdomine nigro et albo vario; subcaudalibus nigris, olivaceo-fasciatis; alis fuscis; cauda brunneo-olivacea, dorso concolore ; pedibus rubro-brunnescentibus; rostro corallino; iride brunnea. Long. tot. 0", 240; al. 0", 140; caud. 0", 040; rostri 0", 020; tarsi 0", 045. Quattro esemplari. N. 80. 7. M. Singalan 1 Luglio. » 4 2. » » 15 Giugno. « Becco rosso corallo vivo; piedi rosso corallo, volgente al bruno; iride bruna » (B.). La femmina poco differisce dal maschio; essa è un poco più pic- cola, ha il bianco del mento più ristretto, le macchie nere delle parti inferiori più grandi, onde le medesime parti appaiono più ne- reggianti. Ambedue sono adulti ed hanno piccole piume bianche sparse sul pileo, sulla cervice e sul petto. ae T. SALVADORI N. 5. /. juv. M. Singalan 15 Giugno. «Becco bruno-rossatro; piedi rubescenti, bruni; iride bruna » (B.). Simile ai precedenti dai quali differisce pel pileo bruno, per la parte anteriore del collo variegata di nero e di bianco e pel petto senza macchie bianche. N. 191. Y. juv. M. Singalan 22 Luglio. Individuo più giovane del precedente colla parte anteriore del collo quasi interamente bianca, e con poche macchie nere e fascie bianche sui fianchi. Sp. 175. Caloperdix oculea (lem.). Perdix oculea, Temm., Gall. Ind. XIII, p. 732 (1815). 'Wetrao ocellatus, Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, 322 (1822) (Sumatra). Caloperdix oculea, Becc., Ann. Mus. Civ. Gen. XIII, p. 455 (1878). N. — . Kaju tanam 29 Agosto. » — 9. » > 9 Settembre. La femmina difterisce dal maschio per avere le timoniere più cospicuamente variegate di rossigno e per mancare di sproni. Il maschio presenta l’ anomalia di aver in un tarso due sproni coerenti alla base. Sp. 176. RRollulus rouloul (Scor.). Phasianus rouloul, Scop., Del. Flor. et Faun. Insubr. II, p. 43 (1780). (Malacca). Tetrao viridis, Gm. — Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 322 (1822) (Sumatra). Rollulus rouloul, Tweedd., Ibis, 1877, p. 322. — Becc., Ann. Mus. Civ. Gen. XIII, p. 455 (1878). Due esemplari. N. — ¢. Sungei Bulu 13 Settembre. » — ie » » 16 » >— 2 » » Ls » Sp. 177. Tringoides hy poleucus (Lixx.). Tringa hypoleucus, Linn., S. N. I, p. 250 (1766). 'Tringoides hypoleucus, Tweedd., Ibis, 1877, p. 322 Onan UCCELLI DI SUMATRA 253 N. — 7. Ajer mantcior 18 Agosto. Sp. 178. Erythra phoenicura (Pexx.). Rallus phoenicurus, Penn., Zool. Ind. p. 19, t. 9 (1791) (Ceylan). 2 Rallus sumatranus, Raffl., Trans. Linn. Soc. XIII, p. 328 (1822) (Su- matra). Erythra phoenicura , Tweedd., Ibis, 1877, p. 323. N. — 9. Ajer mantcior 21 Agosto. wr! OF» » 9 Settembre. Q » » » Agosto. Le due femmine sono alquanto più piccole del maschio. Sp. 179. Ardea purpurea, Lixx. Ardea purpurea, Linn., S. N. I, p. 236 (1766). — Tweedd., Ibis, 1877, p. 323 (Sumatra). N. 60 Kotta bart (') 25 Giugno. Individuo in abito giovanile. (1) Sulla strada di Fort de Kock. Enumération des Histérides rapportés de l' Archipel Malais, de la Nouvelle Guinée et de | Australie boréale par MM. le Prof. 0. Beccari et L. M, D'Albertis, par M.S. A. DE MARSEUL. Genre Hololepta, Park. 1. batchiana, Mars., Mon. 1860, 588, pl. 1, f. 2. Nouvelle Guinée, Ramoi, L. M. D’ Albertis, Juin 1872; Iles Arou, Wokan, 0. Beccari 1873; Ternate, O. Beccari 1875. 2. sidnensis, Mars., l..c. 587, pl. 1, f. 1. Nouvelle Guinée, Andai, ZL. M. D’ Albertis, Aoùt 1872; Ramoi, O. Bec- cari, Février 1875. 3. indica, Er. Java, Teibodas, 0. Beccari, Octobre 1874. Genre Trypanaeus, Escu. Sous-genre Trypeticus, Mars., Abeille I, 1864, 282. 4. Albertisii, (estro, Ann. Mus. Civ. Genova, VII, 1875 p. 994. Nouvelle Guinée, Andai, L. M. D’ Albertis, Aoùt 1872. - Long. 6; larg. 2,8 mill. — Large, assez convexe, noir luisant. Téte creusée entre les yeux qui sont arrondis saillants; museau imperceptiblement pointillé, finement relevé au bout. Antennes rougeatres. Pronotum aussi long que les élytres, faiblement et largement échaneré en devant, angles antérieurs obliquement tronqués, bordé sur les cotés d'un large sillon; points fins et HISTERIDES MALAIS 255 épars. Elytres ponetuées un peu plus densément, tronquées obli- quement au bout. Propygidium incliné, pygidium légèrement convexe, arrondi au bout, marqués de points épars, assez fins. Prosternum en carré oblong, creusé tout autour d'un sillon rebordé étroitement, points rares épars; mésosternum tronqué en devant, découp’ en are de chaque coté, élargi postérieurement et bordé de chaque coté d'une gouttiére en are; à points rares et épars, comme le métasternum; 1." segment abdominal rebordé en de- dans des cuisses, à points épars; les suivants densément pointillés. Jambes antérieures armées de 4 épines plantées droit, fortes; intermédiaires 5-épineuses, postérieures mutiques. Ressemble beaucoup au gi/olous, mais trois fois plus grand et plus trapu, il en différe en outre par la ponctuation du dos plus fine et plus éparse. 5. terebellus, Mars., Abeille I, 1864, p. 282. Nouvelle Guinée, Andai, L. M. D’ Albertis, Aoùt 1872. 6. gilolous, Mars., l. c. p. 282. Nouvelle Guinée, Andai, L. M., D’ Albertis, Aoùt 1872. 7. Gestroi, n. sp. Nouvelle Guinée, Dorey, 0. Beccari, Novembre 1875. Long. 3,5; larg. 1,5 mill. — Allongé, cylindrique, noir de poix luisant. Téte courte, concave entre les yeux qui sont ronds, saillants, indistinctement pointillée, museau court terminé par deux petits tubercules. Pronotum plus long que les élytres, échancré en arc en devant, angles antérieurs obtus, còtés bordés dune rigole profonde, plus grande derrière les angles, bordée dun bourrelet d’abord trés-épais, puis rétréci; base bisinuée , en angle au milieu; couvert de gros points assez serrés. Elytres roussàtres postérieurement, tronquées au bout, points fins iné- galement espacés. Pygidium convexe, arrondi au bout densément pointillé, ainsi que le propygidium. Prosternum en carré long, encadré dans un sillon bordé d'un liseré étroit, peu ponctué ; 256 DE MARSEUL mésosternum un peu plus long, ponctué de méme, tronqué en devant, élargi en arc oblique, bordé a partir de l’angle dune large et profonde rigole qui se continue sur le métasternum jusqu’au milieu; ce dernier fortement et assez densé¢ment pon- ctué. Premier segment de l’abdomen densément ponctué, bordé entre les cuisses d'un sillon oblique raccourci au milieu; les autres segments pointillés sur leur moitié postérieure. Pattes d'un rouge ferrugineux, jambes antérieures armées de 5 épines iné- gales et inégalement espacées; intermédiaires 5-¢pineuses, po- stérieures inermes. Le Ferrarii différe du Gestroi et de l’andaiensis par l’absence de sillon en dedans des cuisses sur le 1," segment de l’abdomen et par la forme du museau et du front. 8. andaiensis, (estro, Ann. Mus. Civ. Genova, VII. 1875, p. 995. Nouvelle Guinée, Andai, L. M. D’ Albertis, Aout 1872. Long. 3, larg. 1, 2 mill. — Allongé subcylindrique, luisant, noir de poix. Téte courte, lisse, profondément et largement concave sur le front et le museau qui est terminé par deux petites pointes; yeux grands, ronds, peu saillants. Antennes rouges. Prothorax plus long que les élytres et couvert de gros points peu serrés, plus grands que ceux des élytres, un peu élargi et presque tronqué en devant, angles arrondis et abaissés, sillon marginal égal et droit, son rebord cependant un peu plus épais devant que derriére, largement bisinué a la base avec une pointe peu saillante antéscutellaire. Elytres subparalléles, légé- rement arrondies au bout. Propygidium incline , assez densément ponetué; pygidium convexe, arrondi au bout, trés-dens’ment ponctué. Dessous brun de poix, pattes et prosternum roussitres. Prosternum en carri long, entouré d’un sillon avec un rebord étroit, points fins épars; mésosternum long, a points oblongs , épars, rebordé de chaque còté dun profond sillon raccourci en devant, se continuant presque jusqu'è la partie postérieure du métasternum , ponctué comme le mésosternum; 1." segment de HISTERIDES MALAIS 257 abdomen à points assez gros, creusé en dedans des cuisses d’un court sillon oblique; les autres segments è points fins assez serrés. Pattes d’un rouge ferrugineux , jambes antérieures armées de 4 épines droites; intermédiaires 5-épineuses, postérieures inermes. 9. Ferrarii, Gestro, |. c. p. 996. Java, Teibodas, 0. Beccari, Octobre 1874. Long. 2,8; larg. 0,8 mill. — Allongé, étroit, cylindrique , noir luisant. Téte courte, lisse, creusée sur le front d’une cavité triangulaire, depassée par le museau qui est large, tronqué, non relevé au bout, ferrugineux; yeux larges, arrondis, peu saillants. Antennes rouges. Prothorax plus court que les élytres, tronqué et élevé en devant avec les angles arrondis non abaissés, sillon latéral profond, égal, raccourci en devant, son rebord plus mince par derriére, presque-droit à la base avec le milieu a peine saillant en pointe; couvert de gros points, plus serrés par der- riére. Elytres finement et inégalement ponctuées, avec une espèce de calus peu élevé lisse a l’épaule, rétrécies au bout, avec un angle sutural rentrant et l’angle externe arrondi. Propygidium court transverse, à points peu serrés assez forts; pygidium en triangle sphérique, peu convexe, assez densément et peu forte- ment ponctué. Prosternum en carré très long, entouréè d’un mince rebord élevé, marqué de quelques gros points. Mésosternum plus long que le prosternum tronqué en devant, élargi en arc oblique de chaque còté, puis droit et bordé d'un sillon, qui se continue en devenant très-fin sur le métasternum; points du 1." gros oblongs, ceux du 2.° plus fins et très-épars. 1." segment abdo- minal sans sillon oblique entre les cuisses, assez densément et finement pointilié comme les suivants. Pattes d’un rouge ferru- gineux plus ou moins clair. Jambes antérieures munies de 5 denticules inégalement placés. Encore plus petit que andaiensis, il s'en distingue aisement par la forme du front et du rostre et par l’absence du sillon oblique intrafémoral. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (23 Aprile 1879). 17 258 DE MARSEUL Genre Plaesius, Er. 10. ellipticus, Mars., Mon. 1853, 227, pl. 6. f. 2. Iles Arou, Wokan, 0. Beccari 1873; Nouvelle Guinée, Ramoi, 0. Bec- cari, Février 1875; Awek (Jobi, Baie du Geelvink), A. A. Bruijn, 1875. 11. pudicus, Mars., Abeille I, 1864, p. 285. Ternate, 0. Beccari, Octobre 1875 ; es Arou, Wokan, 0. Beccari, 1873; Nouvelle Guinée, Hatam, 0. Beccari, Juin 1875; Andai, 0. Beccari, Dé- cembre 1875; Dorei-Hum, 0. Beccari, Février 1875. Genre A pobletes, Mars. 12. expansus, n. sp. Nouvelle Guinée, Ansus (Baie du Geelvink), O. Beccari, Avril 1875. Long. 4,5, larg. 2,5 mill. — Ovale, large et court, aplati, noir luisant, ferrugineux en dessous. Téte large, front assez convexe, séparé de l’épistome par une strie sinuée, recourbée le long des bords latéraux ; élévation surantennaire peu marquée; épistome légèrement concave, pointillé. Pronotum trés-elargi et court, tronqué à sa base, avec les angles droits, courbé sur les cotés et fortement rétréci en arc par devant, anguleusement échancré au bout, angles rentrés obtus, bord latéraux couverts de points striguleux, strie latérale assez rapprochée du bord, s’en rapprochant davantage a partir du milieu, distinctement coudée derriére les yeux, un peu interrompue. Ecusson triangulaire. Elytres aussi larges à la base et d’ un tiers moins longues que le prothorax, subparalléles, rétrécies en arc par derrière, extre- mité subarrondie, 1-2 stries dorsales droites entières, 3.° sinuée entiére, 4.° apicale; épipleures bisillonnées. Propygidium trans- verse, plan, avec des points inégaux sur les còtés; pygidium en demi-cercle, légèrement convexe, sans rebord, indistinctement pointillé avec quelques gros points épars et une petite impression de chaque còté. Prosternum large tronqué a la base; mésoster- HISTERIDES MALAIS 259 num large, à peine sinué, strie marginale entière. Jambes anté- rieures faiblement 4-dentées. Plus grand et plus élargi que le amphibius, différe surtout par la ponctuation du pronotum et sa strie latérale moins forte, ‘approchée postérieurement du bord latéral, coudée distinctement derriére les yeux et beaucoup moins interrompue. 13. amphibius, Mars., Abeille I, 1864, p. 288. Nouvelle Guinée, Hatam, 0. Beccari, Juin et Juillet 1875, Ramoi, 0. Beccari, Février 1875; Somerset (Cap York), L. M. D'Albertis, Janvier 1875. 14. diopsipygus, n. sp. Java, Teibodas, 0. Beccari, Octobre 1874. Long. 3; larg. 1,5 mill. — Carré oblong, arrondi aux deux bouts, aplati, ferrugineux brun luisant. Téte trigone, large, concave sur le front qui est traversé par un sillon droit d’un angle suroculaire à l’autre, continué sinueusement sur les còtés posté- rieurs. Prothorax beaucoup plus large que long, largement échan- eré en arc par devant, avec les angles abaissés obtus, arrondi sur les còtés en devant, puis droit, base a peine arquée; sillon marginal assez fort et rapproché du bord, se rejoignant derrière la téte avec celui du còté opposé; pointillé trés-fin, a peine visible sur les cotés. Ecusson petit aigu. Elytres plus longues que le prothorax, subparalléles, rétrécies en are par derriére, tron- quées au bout; 5 stries dorsales droites, 1-2 entiéres, 3.° inter- rompue au milieu, 4-5 réduites è un appendice postérieur. Pro- . pygidium transverse, ponctué strigueux; pygidium court en demi-cercle, finement pontillé, avec un gros trou rond de chaque cété, Prosternum tronqué et un peu élargi a la base, menton- niére large, arrondie au bout et dépassant les angles du pro- notum; mésosternum large, carré, avec un étroit rebord qui se continue sur les cétés du métasternum; 1." segment de l’abdomen long, bordé de chaque coté d'un sillon intrafémoral; les suivants avec une trainée de petits points. Jambes antérieures amincies armées de 4 épines, intermédiaires finement épineuses, posté- rieures inermes. 260 DE MARSEUL Cette curieuse espéce vient se placer avant le foveipygus, et tire son nom comme lui de cette disposition qui leur est commune (avoir une paire de profondes fossettes sur le pygidium. Un peu plus grand que celui-ci, il s'en distingue aisément par la 3.° strie dorsale des élytres interrompue. 15. mysolicus, Mars., 1 c. p. 289. Nouvelle Guinée, Ramoi, 0. Beccari, Février 1875. Genre Platysoma, Leacu. 16. ovatum, Er. Java, Tcibodas O. Beecari, Octobre 1874; Nouvelle Guinée, Ramoi, O. Beccari, Février 1875. 17. canalicolle, Mars., |. c. p. 297. Nouvelle Guinée, Andai, L. M. D’ Albertis, Aoùt 1872. 18. abruptum, Er. Java, Tcibodas, O. Beccari, Octobre 1874. 19. platypygum, n. sp. Nouvelle Guinée, Ramoi, O. Beccari, Février 1875. Long. 5; larg. 2,9 mill. — Ovale, légèrement convexe, noir luisant, pattes et antennes brun ferrugineux. Front transverse, entouré d’ une forte strie, avec les angles antennaires élevés, sépare de l’épistome, un peu convexe et peu distinctement pointillé. Pronotum court transverse, tronqué a la base avec les angles droits, faiblement arqué sur les cotés et rétréci en devant, où il est profondement échancré, avec les angles rentrés et obtus; strie laterale forte, entiére, rapprochée du bord, non inter- rompue, sans coude postoculaire. Elytres aussi larges à la base et 1 !/, fois aussi longues que le prothorax, paralléles, ré- Ve trécies et tronquées au bout; 1-2 stries dorsales enti¢res, 3 HISTERIDES MALAIS 261 formée d'un court rudiment basal et d’un long apical; épipleures bisillonnées. Propygidium transverse fortement ponctué; pygi- dium en triangle, plan oblique sans bourrelet marginal, à points peu serrés et assez petits. Prosternum arrondi a la base, enfoncé dans le mésosternum ¢chancré et enticrement rebordé. Jambes antérieures à 4 dents, intermediaires à 5 épines. Plus petit et plus ovale que l'abruptwm, il ne sen distingue guéres que par la structure et la ponctuation du pygidium. 20. fallaciosum, n. sp. Nouvelle Guinée, Andai, L. M. D’ Albertis, Aoùt 1872. Long. 6,5; larg. 4 mill. — Ovale, assez convexe, noir luisant. Antennes ferrugineuses. Téte large, plane, front séparè de l’é- pistome par une forte strie transverse, interrompue a l'élévation antennaire. Prothorax transverse tronqué a la base avec les angles droits, largement courbé sur les còtés, profondément et largement échancré en devant, avec les angles rentrés, abaissés obtus; strie latérale enti¢re, fort écartée du bord, sans coude derriére les yeux, si peu interrompue que je la compte comme entière. Ecusson aigu, en triangle. Elytres aussi larges a la base et de moitié plus longues que le prothorax, un peu dilatées en courbe sur les còtés, rétrécies et tronquées au bout; 1-2 stries dorsales fortes, entiéres, 2.° cependant un peu raccourcie a la base, 3.° representée par un trait fin basal. Propygidium court, transverse, avec une étroite trainée médiane de points serrés; pygidium en ogive, densément ponctué, a bords épais saillants. Prosternum élargi peu a peu vers la base, qui est faiblement arquée et peu enfoncée dans le mésosternum qui est légérement sinué et entièrement rébordé. Jambes antérieures a 4 fortes dents; intermédiaires peu épineuses. Plus ovale et plus grand que l’abruptum , il s'en distingue en particulier par les stries dorsales des élytres et la latérale du prothorax plus écartée du bord. 21. comes, n. sp. Australie, Somerset (Cap York), L. M. D’ Albertis, Janvier 1875. 262 DE MARSEUL Long. 5,3, larg. 2,8 mill. — Elliptique, peu convexe, noir luisant, pattes ferrugineuses. Téte grande, avec les angles an- tennaires saillants, creusée profondément sur le devant du front et l’épistome, qui sont séparés par une strie droite , continuée en dedans des yeux. Prothorax transverse, tronqué a la base avec les angles droits, presque droit sur les cotés, seulement rétréci en arc par devant, où il est largement et bisinueusement échaneré, angles obtus rentrés; strie laterale entière fort rapprochée du bord, sans coude et non interrompue. Ecusson triangulaire. Elytres aussi larges a la base et 1 fois !/, plus longues que le prono- tum, paralleles, rétrécies et tronquées au bout, 1-3 entiéres, fortes, 4.° assez longue apicale, 5 formée de quelques points; épipleures bisillonnées. Propygidiun transverse , densément ponc- tué; pygidium en demi-cercle, ponctué ocellé, avec un rebord épais peu saillant, interrompu par derriére, n’ allant pas jusqu’a la marge. Prosternum largement arrondi a la base, mésosternum sinué et entiérement rebordé. Jambes antérieures a 4 dents. Sa taille plus petite, sa forme plus ovale et surtout son py- gidium le distinguent aisément du cambodjense. 22. soronense, N. sp. Nouvelle Guinée, Soron, L. M. D’ Albertis, Mai 1872; Ramoi, 0. Beccari, Février 1875; Fly River, L. M. D’ Albertis, Décembre 1875. Long. 5; larg. 2,9 mill. — Elliptique, assez convexe, noir très-luisant, antennes et pattes d'un rouge ferrugineux, imponctué sauf le pygidium. Téte large, plane, faiblement concave entre les élévations antennaires, bordée d'une forte strie qui passe derrière l’èpistome en formant une courbe légére; un pointillé fin, presque pas visible. Prothorax transverse, coupé droit à la base avec les angles droits, un peu rétréci en courbe sur les cotés vers le devant, qui est profondément échaneré en arc, avec les angles abaissés, rentrés, un peu obtus, strie latérale forte et très-rapprochée du bord, sans coude (lerri¢re les yeux, courte- ment interrompue en devant. Ecusson petit en triangle. Elytres aussi larges à la base et 1 fois /, plus longues que le prothorax, HISTERIDES MALAIS 263 paralléles sur les cotés, un peu rétrécies et tronquées au bout; 1-2 stries dorsales fortes entières, 2.° interrompue avant le milieu; épipleures bisillonnées. Propygidium court et large, traversé par une trainée de points ocellés; pygidium en demi-cercle, a rebord élevé, ocellé-ponctuc. Prosternum dilaté, arrondi 4 la base, mé- sosternum en carré transverse, subsinué en devant, rébordé. Jambes antérieures minces, munies de 4 dents, intermédiaires de 3 épines et postérieures de 2. Vient dans le tableau près de Motschulskyi, dont il différe surtout par les stries dorsales des élytres, ainsi que par le mode de ponctuation du pygidium et du propygidium. 23. ramoicola, n. sp. Nouvelle Guinée, Ramoi, O. Beccari, Février 1875. Long. 5; larg. 2,5 mill. — Elliptique, subparalléle, peu con- vexe, noir luisant, antennes ferrugineuses. Téte large, saillante sur |’ insertion des antennes, creusée et finement pointillée sur l’épistome, qui est séparé du front par une strie transverse , se contournant sur les cotés. Prothorax transverse, tronqué a la base, avec les angles droits, presque pas arqué sur les cotés, fortement échancré en are en devant avec les angles rentrés et obtus, strie latérale forte, rapprochée du bord latéral, sans coude postoculaire, briévement interrompue. Ecusson en triangle petit aigu. Elytres aussi larges à la base et 1}/, fois plus longues que le pronotum, subparalléles sur les cétés, tronquées au bout avec l’angle externe arrondi; 1-3 stries dorsales entiéres, fortes, 4° réduite 4 un rudiment apical; épipleures bistriées. Propygi- dium transverse, concave, couvert ainsi que le pygidium de points ocellés; celui-ci en triangle à sommet arrondi, entouré d'un rebord élevé. Prosternum plan, arrondi a la base; mé- sosternum assez échancré, rébordé seulement sur les cotés. Jambes antérieures minces, larges, munies de 4 dents peu aigués; posté- rieures épineuses. Vient avant le Urvi/lei plus petit et plus ovale, il sen di- stingue entre autres par les stries dorsales des élytres. 264 DE MARSEUL 24. Urvillei, Le Guillou. Nouvelle Guinée, Ramoi, 0. Beccari, Février 1875. 25. hatamense, n. sp. Nouvelle Guinée, Hatam, O. Beccari, Juin 1875. Long. 5; larg. 2,8 mill. — Elliptique allongé, assez convexe, noir luisant, pattes ferrugineuses. Téte large un peu élevée sur l’insertion des antennes, front separé de l’épistome par une forte strie droite, recourbée sur les cotes, très légèrement concave en devant. Pronotum transverse, tronque asa base, avec les angles droits, faiblement courbé sur les cotés, rétréci, profondément échancré en arc au bout, avec les angles rentrés aigus; strie la- térale près du bord, forte, non interrompue , sans coude derrière les yeux. Ecusson en triangle aigu. Elytres aussi larges et de 1/, plus longues que le prothorax, subparallèles, rétrécies et coupées droit au bout, 1." strie dorsale entiére, 2.° un peu raccourcie a la base; 3.™¢ formée de deux faibles appendices; épipleures bisillonnées. Propygidium court, traversé par une bande de points ocellés, pygidium en triangle, bordé d'un épais bourrelet , saillant sur les cotés, par suite d’une profonde fovéole qui existe de chaque còté; ponctué ocellé. Prosternum un peu élargi et arrondi & sa base; mésosternum échancré, bordé d’une forte strie non interrompue, sinué au milieu. Jambes antérieures fortement 4-dentées. Ressemble si bien au sesquistriatum, quon les prendrait l'un pour l’autre si l'on ne faisait pas attention aux 2 stries dorsales des élytres. 26. sesquistriatum, Mars., |. c. p. 300. Nouvelle Guinée, Hatam, 0. Beccari, Juin 1875. 27. jobiense, n. Sp. Nouvelle Guinée, Ansus (He de Jobi), 0. Beccari, Avril 1875; Soron, L. M. D’ Albertis, Mai 1872; Australie, Somerset (Cap York), L. M. D’Al- bertis, Janvier 1875. HISTERIDES MALAIS 265 Long. 5; larg. 2,2 mill. — Elliptique, peu convexe, noir brun, luisant. Pattes et dessous ferrugineux. Téte large, front transverse, avec les angles antennaires saillants, separé de l'é- pistome par une strie droite contournée sur les cotés, creusé en devant d’une large cavité. Prothorax transverse, tronqué à la base avec les angles droits, un peu atténué en avant sur les coòtés, bisinué échaneré profondément avec les angles abaissés a pointe obtuse; strie latérale forte, rapprochée du bord, interrompue derriére la téte. Ecusson petit, en triangle aigu. Elytres aussi larges à la base et 1 fois !/, aussi longues que le pronotum, paralléles, rétrécies et tronquées au bout; 1-3 stries dorsales entiéres, 4.° apicale longue, 5.° courte rudimentaire; épipleures bisillonnées. Propygidium couvert de points inégaux; pygidium en triangle a sommet arrondi, ocellé-ponctué, avec un étroit rebord saillant, et une profonde cavité de chaque cété. Proster- num large, peu arrondi à la base, mésosternum largement si- nué et entiérement rebordé. Jambes antérieures 4-dentées. Systématiquement il vient près de Charrali, mais il est plus étroit, plus allongé et le pygidium plus inégal, moins régulié- rement rebordé et a points plus espacés et plus forts. 28. hemistrium, n. sp. Nouvelle Guinée, Ramoi, Février, Hatam, Juillet 1875, O. Beccari; Les Arou, Wokan, 0. Beccari 1873. Long. 4,5; larg. 2,1 mill. — Ovale, déprimé, peu allonge, noir brun, luisant, pattes ferrugineuses. Téte large, transverse, légérement convexe, peu élevée sur l’insertion des antennes, front s¢paré de l’épistome par une strie droite, recourbée en dedans des yeux. Pronotum transverse, tronqué à la base, avec les angles droits, rétréci en courbe par devant sur les cotés, profondément échancré au bout avec les angles rentrés aigus; strie latérale fine, éloignée du bord, raccourcie vers le milieu, largement in- terrompue. Écusson en petit triangle aigu. Elytres aussi larges a la base et un peu plus longues que le prothorax, paralleles, rétrécies et coupées droit au bout, 1-2 stries dorsales entiéres, 3. interrompue, 4.° courte apicale; ¢pipleures bisillonnées. Pro- 266 DE MARSEUL pygidium un peu convexe, transverse, assez long, ponctué a la base; pygidium en demi-cercle, plan, finement ponctué. Prosternum élargi et tronqué a la base; mésosternum sinué au milieu, strie marginale largement interrompue. Jambes antérieures à 4 faibles dents. Se reconnait de ses voisins surtout par la strie latérale du pronotum trés-raccourcie et éloignée du bord. 29, Paugami, Le Guillou. Australie, Somerset, L. M. D’ Albertis, Janvier 1875; Nouvelle Guinée mer., Ile Yule, L. M. D’ Albertis, Mai 1875. 30. tribistriatum, n. sp. Nouvelle Guinée, Hatam, 0. Beccari, Juillet 1875. Long. 4,5; larg. 2 mill. — Elliptique allonge, peu convexe, noir luisant, pattes ferrugineux brun. Téte plane, angles suran- tennaires arrondis peu élevés, front séparé de l'épistome par une strie droite, recourbée sur les cotés. Prothorax transverse, légérement convexe, tronqué a la base avec les angles droits, rétréci en courbe sur les cotés en avant, échancrè en arc pro- fond derriére la téte, avec les angles rentrés, obtus; strie laté- rale fine, rapprochée du bord, sans courbe postoculaire, peu interrompue. Ecusson en triangle aigu. Elytres aussi larges a la base et de moitié plus longues que le prothorax, subparalléles, rétrécies en are postérieurement, tronquées au bout; 1-3 stries fortes entiéres, 4-5 et suturale bien marquées, remontant jusqu’au milieu, ces deux dernicres raccourcies par derriére ; épi- pleures bisillonnées. Propygidium transverse , court, plan incline, avec une bande de points vagues; pygidium en are, plan, sans rebord, avec une petite impression de chaque cote. Prosternum élargi, peu arrondi a la base; mésosternum largement sinuò, strie marginale fine non interrompue. Jambes antérieures à 5 dents aigués. Diffore du eribropygum par sa strie suturale nette, la strie latérale du pronotum bien plus fine et le pygidium presque lisse. HISTERIDES MALAIS 267 81. suturistrium, n. sp. Nouvelle Guinée, Hatam, O. Beccari, Juin et Juillet 1875. Long. 3,3; larg. 2,2 mill. — Presque carré long, déprimé, dun oa brun, luisant, enti¢rement couvert en dessus d'un pointillé excessivement fin; peut-ètre immature. Téte large, plane, front séparé de l’épistome par une strie droite, suivant le bord latéral, saillie surantennaire peu marquée. Pronotum transverse, tronqué a la base avec les angles droits, courbé seulement en devant sur les cotés, profondément échancré en are, avec les angles rentrés obtus; strie latérale fine, assez rappr ochée du bord, arrondie derriére les yeux et interrompue. Ecusson en triangle aigu. Elytres aussi larges à la base et d’un tiers plus longues que le prothorax, subparalléles, tronquées au bout, 1-3 stries dorsales entières, assez fortes, 4.° presque com- pléte; 5. et suturale moins longues; épipleures bisillonnées. Propygidium avec deux sortes de points; pygidium ponctué de méme, en demi-cercle sans rebord, mais avec une petite impres- sion de chaque còté. Prosternum élargi et plan a la base; mésosternum sinué largement, enti¢rement rebordé. Jambes anté- rieures armées de 4 dents, postérieures peu épineuses. Un peu plus carré que le Confucii, il se distingue aisément par la strie latérale du pronotum moins forte et les stries sutu- rales longues et bien marquées. 32. ecribropygum, Mars., l. c. p. 302. Iles Arou, Wokan, 0. Beccari, 1873; Célébes, Kandari, 0. Beccari, Juillet 1874; Nouvelle Guinée, Ramoi, L. M. D'Albertis, Juin 1872; Sal- vatty, O. Beccari, Novembre 1875; Ile Yule, L. M. D’Albertis , Mai 1875. 33. aureoliferum, Mars., l. c. p. 303. Nouvelle Guinée, Soron, L. M. D’Albertis, Mai 1872. 34. Dahdah, Mars., Mon. 1861. p. 148. pl. 3. f. 8. Nouvelle Guinée, Soron, L. M. D'Albertis, Mai 1872; Ramoi, L. M. D'Albertis, Juin 1872; 0. Beccari, Février 1875; Salvatty, 0. Beccari, Novembre 1875; Iles Key, 0. Beccari, 1875. 268 DE MARSEUL 35. emptum, Mars., L c. p. 304. Nouvelle Guinée, Soron, L. M. D'Albertis, Mai 1872. 36. mirandum, Mars., |. c. p. 305. Goram, L. M. D’ Albertis, 1872. 37, moluccanum; Mars., |. c. p. 306. Nouvelle Guinée, Soron, L. M. D'Albertis, Mai 1872; Tes Arou, Wo- kan, 0. Beccari, 1873; Somerset (Cap York), L. M. D'Albertis, Jan- vier 1875. 38. completum, Mars., Ann. Soc. Ent. Belg. 1869-70, De le Nouvelle Guinée, Hatam, 0. Beccari, Juin 1875. 59. retrospectum, D. Sp. Australie, Somerset, L. M. D'Albertis, Janvier 1875. Long. 4; larg. 2 mill. — Elliptique, allongè, assez convexe, noir luisant, pattes brunes. Téte arrondie, peu convexe, pon- ctuée, ceinte d'une forte strie, formant 5 coudes, et séparant le front de l’épistome qui est concave. Pronotum transverse , tronqué à la base avec les angles droits; bord crénélé, rétréci en arc sur les còtés, profondément et anguleusement échancré au bout, avec les angles rentrés et pointus; strie latérale rap- prochée du bord, non interrompue, crénelée, sans coude bien décidé, répresenté par une ligne oblique, còtés largement cou- verts de forts points écartés. Ecusson en triangle petit. Elytres aussi larges et 1 !/, fois plus longues que le prothorax, sub- paralléles, tronquées droit, pointillées, et à peine rétrécies au bout; 1-4 stries dorsales entiéres, 5° un peu raccourcie a la base, suturale courte, un peu avant l’extremité; épipleures bi- sillonnées. Propygidium en hexagone transverse, creusé de chaque coté, avec de gros points ocellés, espacés; pygidium ponctué de méme, ogival, un peu convexe, sans rebord. Prosternum peu HISTERIDES MALAIS 269 élargi et un peu arrondi à la base; mésosternum légérement échancré, bordé sans interruption. Jambes antérieures 4-dentées. Rappelle un peu le port des espéces allongées, telles que le parallelum, mais venant dans le voisinage du frontale dans le tableau syst¢matique, il se distingue de l'un par sa forme plus large et ses stries, de l’autre par ses stries et les còtés du pro- notum non creusés, mi rugueux. 40. conditum, Mars., |. c. p. 307. Nouvelle Guinée, Ramoi, ZL. M. D’Albertis, Juin 1872; O. Beccari, Février 1875; Ansus, Ile de Jobi, O. Beecari, Avril 1875; Australie, So- merset, L. M. D'Albertis, Janvier 1875. 4]. feles, Mars., |. c. p. 309. Célébes, Kandari, 0. Beccari, Mars 1874. 42. discrepans, n. sp. Australie, Somerset, L. M. D’ Albertis, Janvier_1875. Long. 4,8; larg. 2, 9 mill. — Elliptique oblong, sub-paral- léle, assez convexe , noir luisant. Téte grande, largement creusée en devant avec les saillies surantennaires élevées; front séparé de l’épistome par une strie droite, coudée sur les còtés et re- montant le long du bord externe. Prothorax large, tronqué è la base avec les angles droits, sub-paralléle, un peu rétréci et profondement échancrée en are au bout, avec les angles ren- trés et obtus; strie laterale entiére, creusée en sillon large et eloignée du bord sur les còtés, continuée, à la base, subcoudée derriére les yeux et non interrompue. Écusson en triangle. Ely- tres aussi larges a la base et dun quart plus longues que le prothorax, subparallè!es, un peu rétrécies et tronquées au bout; 1-3 stries dorsales entiéres, fortes, droites, 4.° raccourcie vers le milieu, le reste nul; épipleures bisillonnées. Propygidium à points forts peu nombreux; pygidium en demi-cercle, vague- ment entouré d’un bourrelet large qui le traverse, la partie intérieure est biimpressionnée et parsemée de gros points, l’ex- 270 DE MARSEUL térieure lisse. Prosternum élargi, arrondi et plan a la base; mésosternum faiblement sinué et entiérement rébordé. Jambes antérieures 4-dentées; postérieures peu épineuses. Sa taille beaucoup plus grande, sa forme plus paralléle et plus épaisse, son front concave et la strie latérale du pronotum forte et sulciforme, le distinguent aisément du Bakewell. 43. Bakewelli, Mars., |. c. p. 309 nota. Célébes, Kandari, O. Beccari, Juin 1874; Australie, Somerset, L. M. D'Albertis, Janvier 1875. 44. Dufali, Mars., l. c. p. 310. Singapore, L. M. D’ Albertis, Octobre 1875. 45. contritum, n. sp. Australie, Somerset, L. M. D’ Albertis, Janvier 1875. Allongé, subparalléle, deprimé, noir luisant; antennes et pattes ferrugineuses. Téte densément pointillée, transverse, épi- stome un peu concave, séparé du front par une forte strie droite, recourbée le long du bord externe. Pronotum transverse, tronqué a la base avec les angles droits, & peine courbé sur les cotés, un peu rétréci en devant, largement échancré au bout avec les angles aigus et rentrés, ponctué latéralement, strie latérale assez forte et rapprochée du bord, a peine inter- rompue. Kcusson aigu. Elytres aussi larges et d’un tiers plus longues que le prothorax, paralléles, pointillées et un peu obli- ques au bout; 1-3 stries dorsales entiéres, 4° et peut étre 5° obsolétes, apicales ; épipleures fortement bisillonnées. Propygidium subhexagonal, ponctué ocellé; pygidium subarqué, un peu con- vexe, & gros points, sans rebord. Prosternum arrondi et peu dilaté a la base; mésosternum sinué, rebordé entiérement d’une forte strie, également sinuée. Jambes antérieures 4-dentées, po- stérieures peu épineuses. Diffère du Dufali par la strie latérale du pronotum interrompue, sa ponctuation plus égale et l'absence de strie suturale aux élytres. HISTERIDES MALAIS 271 Genre Phelister, Mars. 46. speculipygus, n. sp. Nouvelle Guinée, Andai, ZL. M. D’ Albertis, Aoùt 1872; Iles Arou, Wokan, 0. Beccari, 1873. Long. 3,5; larg. 2 mill. — Ovale, assez convexe, noir, lui- sant, antennes ferrugineuses. Téte arrondie, front plan, ceint d'une forte strie droite derriére l’épistome, courbée et arquée de chaque còté. Pronotum transverse, peu convexe, presque droit à la base avec les angles droits, rétréci en courbe sur les còtés, vers le devant, angles antérieurs rentrés, aigus, abaissés, échan- crure de la téte assez profonde; strie laterale forte, distante du bord externe, entière, au bord antérieur une fine strie de chaque coté semble une continuation de la marginale, mais s'arréte en dehors au dessus de la strie latérale et en dedans vers les yeux; derriére la téte on remarque une strie marginale qui se courbe en arriére è chaque bout. Ecusson petit, en triangle trés aigu. Elytres un peu plus larges à la base et 1 1/, fois plus longues que le prothorax, courbées dilatées sur les còtés, ré- trécies au bout qui est tronqué droit; stries dorsales 1-2 fortes enticres paralléles, 3° formée de 2 appendices, antérieur fin; les autres et la suturale nulles, épipleures bistriées. Propygi- dium court, transverse, faiblement pointillé; pygidium en trian- gle équilatéral 4 sommet arrondi, plan oblique en dessus, lisse, creusé d'un sillon profond, suivant ses contours, en forme de pince-nez, les deux branches terminées par une petite ampoulle. Prosternum plan, tronqué a la base, bordé d’une strie sinuée de chaque còté; mentonni¢re très allongée, rabattue en pointe mousse, dépassant les angles du pronotum, rebordée. Mésoster- num court et large, tronqué droit en avant, traversé par une strie coudée sur les còtés et se continuant de chaque cété du métasternum; 1" segment de l’abdomen avec une strie intrafé- morale divise en 2 branches; jambes antérieures garnies de 5 denticules, intermédiaires finement ¢pineuses. 272 DE MARSEUL Voisin du celebius, il s'en distingue par la disposition striale du dessus et le pygidium lisse et plan. 47. celebius, Mars., Mon. 1861, p. 565. pl. 14. f. 6. Célébes, Kandari, Macassar, 0. Beccari, 1874. Genre Hister, L. 48. lutarius, Er. Java, Buitenzorg, J. B. Ferrari 1877. 49. rupestris, Mars., |. c. p. 322. Célébes, Kandari, O. Beccari, Mars et Juillet 1874. 50. tabellio, Mars., l. c. p. 323. Célébes, Kandari, 0. Beccari, Mars et Avril 1874. 51. myrmidon, Mars., Mon. 1861, p. 542, pl. 13, f. 32. Célébes, Kandari, 0. Beccari, Mars 1874; Java, Tcibodas, 0. Beccari, Octobre 1874; Nouvelle Guinée, Ile Yule, L. M. D’ Albertis, Juin 1875. Genre Carcinops, Mars. 52. pumilio, Er. Australie, Somerset, L. M. D’ Albertis, Janvier 1875. Genre Paromalus, Er. (1). Do Leos. Sp. Java, Tcibodas, O. Beccari, Octobre 1874. (1) ceylanicus, Motsch. Bull. Mosc. 1863 p. 496. Pointe de Galle, Ceylan, Décembre 1874, L. M. D’Albertis. Long. 3; larg. 1,5 mill. — Ovale déprimé, oblong, luisant, brun de poix, pattes et antennes ferrugineuses. Téte transverse arrondie, presque plane, entourée d’une fine strie, trés-finement pointillée, épistome subsinué. Pro- notum large et court, tronque à la base, avec les angles droits, courbé ré- HISTERIDES MALAIS 273 Long. 5,5; larg. 3,8 mill. — Oblong, épais, assez convexe, brun ferrugineux , plus clair en dessous, antennes et pattes plus rouges. Tete arrondie, concave sur le front, qui n’est pas séparé de l’épistome par une strie, élevée sur |’ angle oculaire, bordée sur les còtés d'une fine strie qui n’atteint pas le bout de l’épi- stome, finement pointillée. Pronotum transverse, convexe, assez densément pointillé, largement échancré en devant, avec les angles abaissés, rentrants et agus, rebordé dans son pourtour d'une strie très-rapprochée de la marge, faiblement arqué sur les cotés, largement en courbe a la base avec les angles droits ; au devant de l’écusson on remarque un espace déprimé circulaire , nettement enclos. Ecusson nul. Elytres 1 '/y fois plus longues que le prothorax, de méme largeur a la base, convexes, mar- quées de points plus forts que sur le prothorax, serrés, un peu dilat‘es en courbe a l’épaule, rétrécies par derriére avec l’extre- mité tronquée, épipleures lisses, bordées d’une strie externe et d'une sinuée en dedans; on apercoit a peine une fine humérale oblique et une courte suturale vers langle postérieur. Propygi- dium lisse transverse, peu convexe; pygidium oblong, bombé, lisse, rabattu. Prosternum plan, bordé d’une strie interrompue en devant, arqué a la base, mentonniére rebordée, obtuse et abaissée au bout, ne dépassant pas les angles du pronotum; mesosternum large ¢échancré en are, marqué de chaque cété d'une strie oblique raccourcie, traverse par derriére par une strie circonflexe qui se continue sur les edtés du métasternum , celui-ci tréci en devant sur les cétés, profondément échancré bisinué au bout avec les angles aigus rentrés, a peine visiblement pointillé latéralement; strie marginale fine rapprochée du bord , interrompue. Elytres aussi larges a la base, et un peu plus longues que le prothorax, attenuées par derriere, tron- quées au bout, pointillées dans leur dernière moitié, une large strie dorsale, oblique en forme d’impression ponctuée. Propygidium pointillé; pygidium bombé surtout dans le ¢ où il est lisse, guilloché dans la ®. Prosternum assez étroit, bordé de 2 fortes stries rapprochées, arrondi à la base, méso- sternum échancré en arc, bordé sur les cotés d’une forte strie, qui se coude en une fine marginale interrompue en devant; traversé par un arc bien ac- cusé. Jambes antérieures 4-denticulées, Généralement moins grand que l’oceanitis, il s'en distingue par le proster- num plus étroit, à stries plus fortes, eloignées du bord à la base, l’absence d’impressions intrafémorales sur le 1: segment abdominal. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (24 Aprile 1879). 18 274 DE MARSEUL long, largement creusé dans sa longueur; 1" segment de l’ab- domen élevéè au milieu de son bord postérieur. Jambes antérieu- res minces, élargies, contournées, garnies en dehors vers le bout de 5 denticules; intermédiaires allongées, peu épaissies, fi- nement épineuses vers le bout; postérieures de méme forme, a peine épineuses au bout. De méme faciés et encore plus grand que le Victor, il se place avant celui-ci et s'en distingue aisément par les stries obliques du mésosternum. 54. oceanitis, Mars., |. c. 1855. p. 110. Iles Arou, Wokan, 0. Beccari 1873; Nouvelle Guinée, Andai, L. M. D’ Albertis, Aoùt 1872; Salvatty, O. Beccari, Novembre 1875; Mont Epa, L. M. D’ Albertis, Avril 1875. 55. eclavis, n. Sp. Iles Key, 0. Beccari, 1873; Nouvelle Guinée , Soron, L. M. D’ Albertis, Mai 1872. Long. 2; larg. 0,8 mill. — Elliptique allongé, peu convexe, noir de poix luisant, pattes et antennes brun ferrugineux. Téte convexe, transverse, avec les angles surantennaires bien marqués, visiblement pointillée, strie marginale compléte. Pronotum trans- verse, convexe, élevé au milieu du bord antérieur et faiblement échancré, avec les angles aigus et abaissés, arqué sur les còtés, tronqué a la base avec les angles droits; strie marginale non interrompue, points serrés, égaux et bien nets. Elytres aussi larges a la base, de moitié plus longues que le prothorax, atté- nuées dés la base, trés-rétrécies et tronquées au bout, suture éleyée dans la moitié postérieure; 2 ou 8 stries dorsales décom- posées, peu distinctes; points forts, serrés, presque rugueux. Propygidium a peine visiblement pointillé; pygidium du 9 creusé d'une fente transverse du fond de laquelle émergent deux saillies ovoides. Prosternum étroit, long, arrondi à la base; avec 2 stries paralléles rapprochées, raccourcies à la base; mésoster- num peu large, échancré en arc, fortement rebordé sur les HISTERIDES MALAIS 275 cotés; strie transverse bianguleuse courte, avec des angles pro- fondément rentrés. Métasternum strigueux ponctué sur les còtés, ainsi que le 1" segment abdominal. Jambes antérieures 4-denti- culées. Reproduit presqu’entiérement les details de stries du Victoriae, mais sa forme plus allongée, plus étroite, sa ponctuation plus serrée, etc, ne permettent pas de les confondre. 06. Pradali, Mars., l. c. p. 331. Nouvelle Guinée, Andai, L. M. D’ Albertis, Aoùt 1872; Iles Arou. Wokan, 0 Beccari 1873. o7. evanescens, n, Sp. Iles Arou, Wokan, O. Beccari 1873. Long. 1,8; larg. 0,9 mill. — Oblong, subparalléle, un peu convexe, luisant, noir de poix, pattes et antennes ferrugineuses; ponctuation a peine distincte sur la téte et le propygidium, égale, serrée et médiocre sur le pronotum, forte, substrigueuse sur les élytres. Téte transverse, faiblement convexe, ceinte d’une strie entiére. Pronotum transverse, tronqué a la base, rétréci en courbe sur les cétés, largement échancré sinué au bout avec les angles abaissés, aigus, saillants, impressionné de chaque còté aux angles de l’échancrure; strie marginale entiére. Elytres aussi larges à la base et un peu plus longues que le prothorax, at- tenuces en courbe par derriére sur les cotés, tronquées et très rétrécies au bout; suture lisse et élevée sauf a ses deux extre- mités; strie dorsale oblique bien marquée à la base. Prosternum plan, graduellement élargi vers la base qui est arrondie, stries subparalléles rapprochées; mésosternum échancré, bordé sur les cotés, traversé par une strie de 3 ares subégaux, le median élevé, les angles enfoncés, cet enfoncement se continue de chaque cote du métasternum par une dépression marquée de points oblongs vagues. Jambes antérieures 4-denticulées. Se distingue du despectus par ses stries prosternales plus fortes, lus longues et plus rapprochées, la'strie mésosternale à 3 ares 276 DE MARSEUL égaux, les élytres è ponctuation plus forte, & suture plus di- stinctement élevée et a strie dorsale plus nette. 58. despeetus, Mars., l. c. p. 333. Iles Arou, Wokan. 0. Beccari 1873; Nouvelle Guinée, Hatam, O. Bec- cari, Juillet 1875. 59. vittula, n. Sp. Nouvelle Guinée, Ramoi, 0. Beccari, Février 1875. Long. 1,8; larg. 0,6 mill. — Allongé, paralléle, subdéprimé, noir de poix luisant, pattes et antennes ferrugineuses; pointillé fin sur la téte et le propygidium, serré et plus fort sur le pro- notum, points oblongs gros et strigueux sur les élytres avec la suture lisse et ¢levée postérieurement. Téte transverse, un peu déprimée en devant entre les angles surantennaires, qui sont un peu élevés, stre marginale non interrompue. Pronotum trans- verse, tronqué à la base, à peine courbé sur les cotés, si ce nest vers les angles qui sont rentrants et aigus, sommet échancré bisinué, avec une impression de chaque cote au coude , strie marginale interrompue è ce point. Elytres aussi larges à la base et de moitié plus longues que le prothorax, paralléles, insen- siblement attenuées par derriére sur les cotes, tronquées au bout. Prosternum droit, à stries paralléles rapprochées, un peu rac- courcies à la base qui est arrondie; mésosternum échancré, strie transverse formée de 3 arcs subégaux, sans impression aux angles. Jambes antérieures 4-denticulées. Sa petite taille, sa forme paralléle allongée, sa ponctuation forte, I’ absence d’impressions au mésosternum et la strie à trois ares égaux, distinguent aisément cette espéce. 60. acistrigus, N. Sp. Java, Teibodas, 0. Beccari, Octobre 1874. Long. 1,6; larg. 0,7 mill. — Trés voisin du despectus, il est d’une couleur moins brune et plus rougéatre, de forme moins HISTERIDES MALAIS arrondie et beaucoup plus déprimée, plus fortement ponctué, surtout sur les élytres, où les points sont aciculés strigueux ; plus enfoncées de chaque còté de la suture qui s'élève davantage dans son milieu; strie transverse du mésosternum a angles obtus et non rentrants, sans impression de chaque cote. 61. honoratus, n. sp. Australie, Somerset, L. M. D’ Albertis, Janvier 1875. Long. 2; larg. 1 mill. — Eealement voisine du despectus, cette espéce, dont je n'ai vu qu'une Q, doit néammoins en étre sé- parée a cause de la sculpture du pygidium qui représente assez bien la rosette de la legion d’honneur entourée dun sillon cir- culaire, disposition qui n'a d'analogue que dans le sculptipygus. Ovale assez large, légèrement convexe, finement pointillé; strie marginale du pronotum non interrompue, celle de la téte nulle autour de l’épistome, stries du prosternum assez rapprochées, meésosternale biarquée, large et presque droite au milieu, for- mant des angles rentrants aigus, creusés d’un pli profond pro- longé. 62. keicola, n. sp. Iles Kei, O. Beccari, 1875. Long. 1; larg. 0,5 mill. — Ovale peu convexe, subdéprimé, roux testacé, luisant. Tète arrondie, a peine distinctement poin- tillée, plane sur le front, strie marginale obsoléte en devant. Pronotum transverse, tronqué a la base, courbé sur les coòtés, fortement rétréci en devant, peu échancré mais abaissé au som- met, angles peu avancés; pointillé; strie marginale entiére. Elytres aussi larges 4 la base et d’un quart plus longues que le prothorax, planes sur le dos avec la suture a peine élevée, un peu élargies 4 l’épaule puis attenuées en courbe sur les cotés, rétrécies et coupées droit au bout, pointillées un peu plus visiblement que le pronotum. Propygidium a points fins peu visibles; pygidium bombé. Prosternum paralléle, arrondi a la base, stries marginales réunies par derri¢re. Mésosternum 278 DE MARSEUL échancré, traverst par une strie biangulaire, large, impres- sionné dans les angles rentrants. Jambes antérieures 4-denticulées. Le plus petit des Paromalus connus, encore plus que le mi- Haris, d'une couleur plus claire, plus élargi et arrondi sur les còtés, moins distinctement ponctué, a strie dorsale moins mar- quée, distinct par les impressions des angles de la strie méso- sternale. 63. Roberti, n. sp. Nouvelle Guinée, Andai, L. M. D’ Albertis, Aout 1872. Long. 2,5; larg. 1,8 mill. — Ovale arrondi, un peu con- vexe, luisant, noir de poix, pattes et antennes ferrugineuses, massue jaune. Téte arrondie, pointillée, un peu élevée au des- sus des antennes et biimpressionnée sur l’èpistome; strie margi- nale raccourcie en devant. Pronotum transverse, tronqué a la base avec les angles droits, fortement rétréci en courbe sur les còotés et abaissé par devant, bisimué échancré au bout avec les angles aigus, peu saillants, distinctement et également ponctué sur toute sa surface. Elytres aussi larges a la base et d’un tiers plus longues que le prothorax, fortement dilatées-arrondies sur les cotés, tronquées et très étroites au bout, également et di- stinctement pointillees, marquées vers l’épaule de 2 courts sil- lons obliques ne partant pas de la base. Propygidium et pygi- dium lisses dans les deux sexes. Prosternum plan, subparalléle, arrondi a la base, stries marginales fines écartées ; mésosternum échancré en arc, bordé seulement sur les cotés, traversé par une strie large droite, formant un angle rentrant a chaque bout. Jambes antérieures 4-denticulées. Se place dans le tableau près du /uhraei dont il se distingue par sa forme arrondie, sa ponctuation plus fine, la strie mar- ginale de la téte obsoléte en devant et la disposition de la trans- versale du mésosternum. 64. Teibodae, n. sp. Java, Teibodas, 0. Beccari, Octobre 1874. HISTERIDES MALAIS 279 Long. 2; larg. 1,2. mill. — Elliptique oblong, déprimé, lui- sant, d'un brun de poix, pattes et antennes brun ferrugineux; couvert d’un pointillé trés fin sur la téte et le pronotum, trés fort sur les élytres. Téte assez convexe, égale, entourée d'une fine strie marginale 4 peine interrompue a la sinuosité de 1'é- pistome. Pronotum transverse , tronqué a la base, avec les an- eles droits, courbé sur les cétés, rétréci et échancré sinué au bout avec les angles aigus, rentrés et abaissés; strie marginale interrompue au pli postoculaire. Elytres aussi larges à la base et d'un tiers plus longues que le pronotum, subparalléles, brus- quement rétrécies et arrondies vers le bout qui est tronqué, suture élevée dans presque toute sa longueur; on remarque der- riére l’épaule une strie oblique raccourcie, une autre droite al- lant presque jusqu'au bout et en dedans une 3.° courte. Propy- gidium pointillé. Pygidium lisse. Prosternum à stries sinuées, arrondi a la base; mésosternum échancré en arc, bordé sur les cotés d’une forte strie qui suit un peu le bord antérieur et s interrompt derriére l’échancrure; strie transverse courte, a an- gles obtus. Jambes antérieures 4-denticulées. Extrémement voisin du Fahraez, il s'en distingue par la strie marginale de la téte interrompue, celle du pronotum cessant au pli oculaire, celle du mésosternum prolongée au bord anté- rieur et les stries dorsales plus distinctes. 65. sculptipectus, n. sp. Java, Tcibodas, 0. Beccari, Octobre 1874. Long. 2; larg. 1 mill. — Allongé, subparallele, assez épais, peu étroit, noir de poix luisant, antennes et pattes dun brun ferrugineux. Téte un peu convexe, large, finement pointillée, peu élevée a langle surantennaire, strie marginale non in- terrompue. Pronotum plus large que long, tronqué a la base avec les angles droits, rétréci en avant avec les cétés légère- ment courbés, angles abaissés, aigus quoique peu avancés, vus den haut, peu profondément échancré, mais formant un arc large et profond, vertical, pour loger la téte; assez densément 280 DE MARSEUL couvert de points aciculés, bien visibles. Elytres aussi larges a la base et de moitié plus longues que le prothorax, un peu di- latées a l'épaule et dela attenuées obliquement sur les cétés, rétrécies et tronquées au bout, ponctuation beaucoup plus forte que celle du pronotum, serrée et strigueuse vers la suture qui est un peu élevée par derri¢re; on remarque une assez forte strie dorsale oblique courte partant de la base, et en dehors les vestiges de quelques autres. Propygidium densément et rugueu- sement ponctué, pygidium convexe distinctement pointillé. Pro- sternum plan, sans stries, un peu élargi par derriére et arrondi à la base. Mésosternum court, échancré en are par devant, tra- versé par une strie biarquée courte, a angles rentrants, suivie d’un profond sillon qui fait paraitre le bord saillant. Jambes antérieures 4-denticulées. Ressemble beaucoup au parallelepipedus, mais il sen distingue par sa forme plus robuste, sa ponctuation plus grosse et plus visible sur le pygidium et par la strie mésosternale dont le bord saille en bourrelet par suite du sillon profond qui la suit. Gen. Tribalus, Er. 06. kKoenigius, Mars., l. ¢. p. 354. Iles Arou, Wokan, 0. Beccari, 1873; Nouvelle Guinée, Ansus, 0. Bee- cari, Avril 1875; Soron, L. M. D’ Albertis, Mai 1872; Ramoi, L. M. D’Al- bertis, Juin 1872; Andai, L. M. D’ Albertis, Aoùt 1872. Var. Australie, Somerset, L. M. D’ Albertis, Janvier 1875. 67. acceptus, Mars., |. c. Iles Arou, Wokan, 0. Beccari, 1875. Gen. Saprinus, Er. 68. speciosus, Er. Australie, Somerset, J, M, D’ Albertis, Janvier 1875, HISTERIDES MALAIS 28] 69. laetus, Er. Australie, Somerset, L. M. D’ Albertis, Janvier 1875; Nouvelle Guinée, Ile Yule, L. M. D’ Albertis, Mai et Juin 1875; Célébes, Kandari, 0. Bec- cari, Mars, Avril, Juillet 1874. Gen. Teretrius, Er. 70. Somerseti, n. sp. Australie, Somerset, L. M. D’ Albertis, Janvier 1875. Long. 2,5; larg. 1,2 mill. — Oblong, cylindrique, assez épais, noir, très luisant, antennes et pattes brun ferrugineux. Téte transverse, bombée, densément ponctuée. Prothorax en carré transverse, très convexe, abaissé et rétréci en devant, tronqué aux deux bouts, sinué, fortement rébordé sur les còtés, strie marginale fine en devant; points assez forts peu serrés. Ecusson à peine visible. Elytres un peu plus longues et aussi larges è la base que le prothorax, tronquées au bout avec les angles externes arrondis, points plus fins et plus serrés que sur le pro- thorax, une espèce de calus ovale lisse a l’épaule. Propygidium pentagonal, transverse, densément ponctué. Pygidium en demi- cercle bombé, aussi ponctué, mais ruguleux au bout, rabattu. Dessous rougéatre, mat; prosternum plan, a gros points, incisé à la base, évasé en avant, tronqué au bout, sans rebord; méso- sternum large et court, prolongé en devant en un angle logé dans la base du prosternum, bord épaissi, points gros assez rapprochés; métasternum plan, à points fort écartés et moins gros; 1.e° segment abdominal à points semblables mais plus serrés. Jambes antérieures contournées, à bord tranchant armé de 5 dents; intermédiaires avec 4 épines, postérieures avec 3 très aigués. Un peu plus petit et plus court que le melburnius, il s'en distingue surtout par le nombre des denticules des jambes; le prosternum plan et sans rebord au bout, la ponctuation du des- sus plus forte et moins serrée. 282 DE MARSEUL Gen. Acritus, Lec. 71. permirus, n. sp. Java, Tcibodas, 0. Beccari, Octobre 1874. Long, 1; larg. 0,8 mill. — Ovale court, bombé, brun fer- rugineux, antennes et pattes claires. Téte renflée, arrondie. Pronotum faiblement arqué a la base avec un angle scutellaire très faible, fortement arqué sur les cétés, très rétréci au bout avec les angles rabattus; pointillè peu serré égal; strie margi- nale entière; strie basale anguleuse, courte, formant une espéce de lozange avec la base. Elytres dilatées arrondies sur les còtés, fortement rétrécies et tronquées au bout, points gros, subru- gueux, pressés le long de la suture, qui est lisse et élevée. Prosternum paralléle et strié sur les còtés, sinué a la base, avec une bosse au milieu; mésosternum bisinué en devant avec une strie marginale qui se prolonge sur les coòtés, saillant au milieu, on remarque un espace lisse, déprimé, comme au mé- tasternum, entouré d'un rebord saillant, arrondi en avant, pa- ralléle sur les còtés et se terminant avec le métasternum, avant le bord postérieur duquel il est creusé transversalement; 1." segment abdominal fortement ponctué. Jambes antérieures courbées, peu élargies. Cette disposition de la poitrine qui n'a aucun analogue dans le groupe, le distingue a premiére vue. 72. cingulidens, n. sp. Nouvelle Guinée, Hatam, 0. Beccari, Juillet 1875. Long. 1,3; larg. 0,8, mill. — Ovale bombé, noir de poix luisant, pattes et antennes brun ferrugineux; points fins et écartés sur le pronotum, imperceptibles sur les élytres. Téte élevée au dessus des antennes. Pronotum court, a peine arqué a la base, arrondi sur les còtés, abaissé, trés-rétréci et subtronqué, au bout avec les angles obtus rentrés; strie marginale entiére , HISTERIDES MALAIS 283 strie transverse antéscutellaire arquée au milieu, rapprochée du bord basal et le suivant trés-longtemps. Elytres dilatées arron- dies sur les còtés, fort rétrécies, rabattues et tronquées au bout, suture non élevée. Prosternum en carré long, bistrié, droit a la base, élevé arrondi au milieu; mésosternum bordé sur les cotes, séparé du métasternum par une strie formée de 7 festons, pratiquée dans un enfoncement transversal. Dessous lisse. Jam- bes antérieures un peu élargies et courbées. 73. wokanensis, N. sp. Iles Arou, Wokan, O. Beccari, 1873. Long. 0,9; larg. 0,6 mill. — Ovale arrondi, bombé, rouge brun, luisant, pattes et antennes testacé pale. Pronotum è points ecartés, bien visibles, finement rebordé, muni d’une strie si- nuée, crénelée, au devant de l’écusson, suivant presque le bord basal. Elytres dilatées è la base sur les cotés, fortement rétrécies en are par derricre, tronquées au bout, a points peu serrés, un peu moins visibles que ceux du pronotum, presque lisses au milieu de la base. Pygidium en triangle sphérique, parais- sant lisse, rabattu. Prosternum en carrè oblong, finement strié latéralement, tronque, sinué à la base; mésosternum en demi- cercle, recu dans la base du prosternum, rébordé sur ses còtés, séparé du métasternum par une strie transverse sinuée, formée de petits traits serrés. Jambes antérieures peu élargies en are. 74. torquillus, n. sp. Nouvelle Guinée, Andai, L. M. D’ Albertis, Aoùt 1872. Long. 1; larg. 0,6 mill. — Ovale subarrondi, court, bombé, brun ferrugineux, pattes et antennes claires; pointillé espacé, fin sur le pronotum, plus fort sur les élytres. Téte un peu élevée au niveau des antennes. Pronotum court, faiblement arqué a ia base, avec les angles droits, fortement arqué sur les cétés, abaissé, fort rétréci et subtronqué au bout, angles rentrés obtus; strie marginale fine entière; strie transverse an- téscutellaire courbée sans angle au milieu, rapprochée de chaque 284 DE MARSEUL coté de la marge et la suivant quelque temps. Elytres en demi- sphere, suture un peu élevée lisse. Prosternum en carré long, bistrié, simué a la base; mésosternum transverse, en pointe mousse, bordé d’une strie, séparé du métasternum par une ligne festonnée, bien enfoncée, un peu courbe. Jambes antérieures peu épaisses, courbées. 75. auctus, N. sp. Java, Tcibodas, O. Beccari, Octobre 1874; Iles Arou, Wokan, 0. Bec- cari, 1873. Long rugineux luisant, antennes et pattes plus claires; pointillé bien . 1; larg. 0,5 mill. — Ovale oblong, assez convexe, fer- marqué et assez serré sur le pronotum, fin et a peine visible sur les élytres. Téte elevée arrondie au niveau des yeux. Pronotum large, presque droit avec un angle scutellaire faible a la base, courbé sur les còtés, trés-rétréci, rabattu et subtronqué en devant avec les angles peu avancés; strie marginale fine en- titre; pas de strie transverse au devant de l’écusson. Elytres dilatées en courbe sur les còtés, attenutes vers l'extrémité qui est tronquée et ctroite; suture élevée et accostée dune fine strie enfoncée raccourcie par derrière. Prosternum large, sinué à la base, élargi en avant, bordé d’une fine strie remontant en divergeant en déhors; mésosternum bisinué, renflé au milieu, bordé sur les cétés d'une strie qui se prolonge sur le métaster- num, indistinctement séparé de ce dernier. Jambes antérieures minces élargies en courbe. 76. hemisphaeroides, n. sp. Nouvelle Guinée, Hatam, 0. Beccari, Juillet 1875. Long. 1,3; larg. 0,6 mill. — Hémisphérique, un peu oblong, brun ferrugineux, luisant, pattes et antennes plus claires, pon- ctuation écartée, fine sur le pronotum, plus forte sur les élytres. Téte élevée au niveau des yeux. Pronotum large, peu arqué à la base, fortement rétréci, abaissé et subtronqué au bout, cotés presque droits, angles antérieurs assez marqués, strie HISTERIDES MALAIS 285 marginale enti¢re, strie scutellaire nulle. Elytres fortement dilatées arrondies aux épaules, rétrécies et rabattues par der- riére, tronquées au bout; suture lisse peu élevée. Prosternum court, large, bistriè, sinué a la base; mésosternum bisinué, rébordé sur les cétés, peu nettement séparé du métasternum qui est convexe et ponctué de chaque còté prés des hanches. Jambes antérieures minces, élargies en arc. -—-— “be insipiens, N. sp. Iles Arou, Wokan, 0. Beccari, 1878. Long. 0,5; larg. 0,3 mill. — Ovale, peu convexe, roux fer- rugineux, testacé pàle aux antennes et aux pattes, luisant, finement pointillé striguleux. Tète élevée au niveau des yeux. Pronotum large, obtusément anguleux a la base, arqué sur les cotés, trés-rétréci, subtronqué et abaissé au bout; strie scu- tellaire nulle. Elytres dilatées arrondies è Yépaule, atténuées par derriére, tronquées au bout; suture élevée vers le milieu. Prosternum oblong, évasé sur les cotés, élargi-tronqué aux deux bouts, bordé d'une fine strie laterale; mésosternum droit, large, court, séparé du métasternum par une strie droite longue. Jambes antérieures courbées, peu élargies. Ces 7 espèces d’Acritus peuvent se distinguer les unes des autres par les différences suivantes. A. Une slrie transverse au devant de la base du pronotum. IB. Poitrine présentant un espace enfoncé, lisse, en- touré d’un rebord saillant, occupant toute sa lon- gueur . ; : - 7 È ° > - 5 permirus. B’. Poitrine sans espace ceint d’un rebord saillant. è C. Strie mésosternale droite, formée de lignes fortes et peu nombreuses. Prosternum convexe au milieu 5 ; 5 5 3 È A . Cingulidens. C’. Strie mésosternale courbe, formée de petites lignes, nombreuses, confuses. Prosternum plan au milieu. DE MARSEUL 286 D. Brun noir. Strie transverse du pronotum sinuée, longue, sans angle scutellaire wokanensis. ID’. Brun ferrugineux. Strie transverse du pronotum courte, anguleuse et écartée au devant de l’écusson 7 : P . torquillus. A‘. Pas de strie transverse au devant de la base du pro- notum. B. Plus gros. Jambes antérieures dilatées en courbe. Strie mésosternale insensible. C. Suture accostée d’une strie . : E ; . ductus. È . henispheroides. C’. Suture dépourvue de strie suturale . BB’. Très petit. Jambes antérieures peu élar- gies. Strie mésosternale droite, longue et nette . . insipiens. NOUVELLES OBSERVATIONS SUR LES ODONATES DE LA REGION DE LA NOUVELLE GUINEE PAR Epm. DE pELYS LonacHamps Dans les Mittheilungen aus dem Kon. Zoologischen Museum de Dresde (Heft III, 1878, page 289) j'ai publié un travail inti- tulé: Odonates de la Région de la Nouvelle Guinée, dont l’ori- gine fut la communication gracieuse qui me fut faite par M. le D. Meyer, Directeur du Museum de Dresde, des Odonates re- cueillis è la Nouvelle Guinée par ce savant voyageur. Peu de temps après, en mai 1878, sur mes sollicitations, M. le D." Gestro voulu bien, au nom du Museo Civico de Génes, me soumettre avec la méme obligeance les Odonates qu’avaient rapportés des mémes contrées MM. le Prof. O. Beccari et L. M. d’Albertis. Enfin, en aout, mème année, je fis l’acquisition d’un petit lot d’exemplaires recueillis 4 la Nouvelle Guinée et a Ternate par M. Laglaize, le digne petit fils du voyageur Lorquin, dont les anciennes récoltes faites aux Moluques avaient été pour ma collection le point de départ de mes études sur cette contrée. On comprend que l’examen de ces nouveaux matériaux donne lieu a des additions et a quelques rectifications à mon travail primitif, quoique jaie recu les deux derniers envois à temps pour en dire quelques mots dans le travail publié a Dresde, ou j'ai pu méme insérer sous forme de postscriptum, une courte diagnose des espéces de M. Laglaize, mais non des descriptions complétes comme celles que je fournis aujourdhui. Quant à ce que M. Raffray a rapporté il y a un an et qui se trouve déposé au Museum de Paris, je n'ai qu’entrevu ces insectes, qui n’étaient pas encore étalés; mais il m’a semblé que c’étaient en général les mémes espéces que celles que j'ai 288 DE SELYS LONGCHAMPS pu étudier à loisir dans les autres envois ci-dessus mentionnés. En février 1878 M. le D." Brauer a présenté a l’Académie des Sciences de Vienne une notice sur six Odonates de la Ma- laisie, dans laquelle se trouve décrit un nouveau genre (Orchis- themis) dont Vespéce unique répond a l’une des neuf espéces que jai décrites dans le travail de Dresde sous le nom de Cu- lothemis. Ce dernier nom est a supprimer et a remplacer par celui proposé par le D.* Brauer par droit de priorité. Ce double emploi est résulté de ce que je ne connaissais pas la notice du D." Brauer lorsque mon travail a ¢té imprimé a Dresde. Ordinairement M. Brauer et moi nous nous adressions immédiatement nos publications recipreques, mais cette fois, ma- lheureusement M. le D.* Brauer ne m/’avait pas envoyé sa notice. Mes nouvelles observations se répartissent ainsi qu'il suit: I. Examen des Odonates de la Région de la Nouvelle Guinée, communiqués par le Museo Civico de Génes. II. Note sur les espèces connues du genre Nevrothemis (Brauer) Polynevra (Rambur). III. Note sur les espéces connues du genre Agr/onoptera (Brauer). IV. Liste des Odonates recueillis par M. Laglaize 4 Ternate, et au Karoons (Nouvelle Guinée) et description des espéces nouvelles. V. Additions et rectifications au Mémoire sur les Odonates de la Région de la Nouvelle Guinée publié dans les Annales du Museum Royal Zoologique de Dresde en 1878. Liege 15 février 1879. EpM. DE SELYSs LONGCHAMPS. ODONATES DE LA NOUVELLE GUINEE 289 Examen des Odonates de la Région de la Nouvelle Guinée com- muniqués par le Museo Civico de Génes. Jai déterminé les espéces suivantes: 1. Tramea quadrivittata, Hagen. Amboine (Beccari). . Rhyothemis pretiosa, Selys, Ann. de Dresde, 1878. Ternate (Bruijn). Il est très-possible, comme je l’ai déjà dit, (A) que ce ne soit quune race ou variété de la regia, Brauer. 3. Rhyothemis resplendens, Selys, Ann. de Dresde 1878. Salvatti, Dorei (Bruijn). 4. Nevrothemis fluctuans, F. Var. Ramburii, Brauer. Amboine (Beccari). 5. Nevrothemis oculata, F. (Polynevra Manadensis et elegans. Rambur). Halmaheira, Andai, Dorei, Waigiou, Salvatti (Bruijn). Cote N. O. N. Guinée (Beccari). . Lepthemis Sabina, Drury. Cote N. O. de la Nouvelle Guinée (Beccari). Brachydiplax thoracantha, Brauer. Salvatti et Soron (Bruijn). 8. Orchistemis Meyeri, Selys. (Calothemis Meyeri, Selys, Ann. de Dresde 1878). Waigiou, Salvatti, Soron (Bruijn). . Microthemis Duivenbodei, Brauer. Halmaheira (Bruijn). 10. Agrionoptera similis, Selys, (race de A. insignis, R.) n. sp. Dorei, Halmaheira, Ternate (Bruijn). Variété? papuensis Selys. N. Guinée, cote N. O. (Beccari). 11. Agrionoptera longitudinalis, Selys. Ann. de Dresde 1878. Halmaheira (Bruijn). 12. Id. race? biserialis, Selys, n. sp. Andai, Dorei (Bruijn). Ann. del Mus. Civ. di_St. Nat. Vol. XIV. (24 Aprile 1879). 19 on) A Ko, 290 DE SELYS LONGCHAMPS 13. Orthemis coronata, Brauer. Dorei (Bruijn). 14. Rhinocypha semitincta, Selys. Halmaheira, Andai, Salvatti (Bruijn). 15. Pseudagrion coriaceum, Selys. Halmaheira (Bruijn). 16. Telebasis rufithorax, Selys. Soron (L. M. D'Albertis). 17. Agriocnemis incisa, Hagen. Amboine (Bruijn). 18. Platysticta bicornuta, Selys, Ann. Dresden 1878. Kapaor (L. M. D’Albertis). - ILE Notes sur les espdces connues du genre Nevrothemis, Brauer (Polynevra, Ramb.). Le D2 Brauer a proposé ce nom, pour remplacer celui de Polynevra de Rambur qui était déjà employé parmi les Hémi- pteres. La distribution géographique des Nevrothemis est la méme que celle des Agrionoptera (Asie tropicale orientale, Malaisie, Phi- lippines jusqu’au nord de l Australie). Les espéces sont particuliérement difficiles à séparer, présen- tant diverses races locales et variant encore sous le rapport de la taille et de la coloration dans une méme localite. La variation des couleurs consiste chez les males dans la plus ou moins grande étendue de la partie opaque noiràtre des alles. Chez les femelles, l’étude des espéces est bien autrement com- pliquée, attendu que non seulement la couleur des ailes est par- fois semblable a celle des males, et que d’autre fois elles sont entiérement hyalines; mais que chez ces exemplaires hyalins la réticulation est notablement plus simple, moins serrée (surtout aux triangles et aux rangs de cellules postrigonales). ODONATES DE LA NOUVELLE GUINEE 201 C'est la description de cette double forme chez les femelles de plusieurs espèces qui est l’objet d’une importante notice du D." Brauer (Ueber den Dimorphismus des Weibchen in der Libel- lulinen Gattung Neurothemis — Verh. der k. k. zoolog. botan. Gesellsch. de Vienne 1868). On peut, dit-il, distinguer: 1.° Les individus jeunes isomorphes: 7 et 9; 2.° Les adultes isomorphes I et Q; 3.° Les 9 hétéromorphes jeunes et adultes. C'est un dimorphisme analogue a celui des Agrion du sous- genre Ischnura (I. elegans et var. 9 aurantiaca) mais plus ca- ractérisé puisqu'il ne se borne pas à la coloration. Seulement, chez les Nevrothemis, les femelles hétéromorphes sont plus communes et paraissent étre la forme normale, tandis que celles qui ont les ailes opaques et la réticulation serrée analogues aux males, semblent l'exception. Le D." Brauer adopte le nom de Virago pour cette forme isomorphe. Dans une notice antérieure (décembre 1866 — Verhandl. 1867) Brauer donne un tableau comprenant 14 espèces. — Dans la notice plus nouvelle sur le dimorphisme il réduit le chiffre 4 10, considérant les autres comme fondées sur des femelles dimorphes. Ayant cu a étudier les types de la Nouvelle Guinée, j'ai ert utile d’énumérer en méme temps les autres espéces que je con- ‘nais et de chercher a fixer la synonymie de celles qui sont nommées dans les ouvrages classiques de Fabricius et de Ram- bur. Les groupes sont les mémes que ceux du tableau établi par Brauer, mais j’en ai modifié la série. 1.et Groupe (gigantea). Plus de 3 rangs de cellules postrigo- nales. Le secteur principal devenant fourchu sous la fin du pté- rostigma (espéce trés-grande). N. gigantea, Br. 2.m° Groupe (fluctuans). Le secteur principal devenant fourchu au commencement du ptérostigma ou méme auparavant. (Espéces de taille moyenne). 13-40 antécubitales. 3-10 rangs post cubitaux. 292 DE SELYS LONGCHAMPS S 1. Plusieurs nervules entre le secteur principal et la ner- vare médiane entre le nodus et la naissance du secteur sousnodal. N. Sophronia, Drury. $ 2. Pas de nervules entre le secteur principal et la nervure médiane dans l'espace entre le nodus et la naissance du secteur sous-nodal. (Femelles dimorphes). N. oculata, Fab. (et races elegans, Guér. et unicolor, Selys) — fluctuans, Fab. (et races apicalis, R., palliata, R., et Ramburii, Br.). 3.me Groupe (equestris). — 10-14 antécubitales, 3 rangs po- strigonaux. Réticulation semblable dans les deux sexes. ? N. degener, Selys — Oligonevra, Br. — equestris, Fab. — feralis, Burm. Révision des espdees ci-dessus mentionnées. 1. Nevrothemis gigantea, Brauer. Patrie: Amboine, coll. Selys. Espéce facile à distinguer a sa taille énorme. 2. Nevrothemis Sophronia, Drury. Ramb. n.° 4 (IH). Lib. fulvia, Drury (2). Ramb. n.0 5. Burm. 32. Patrie: Chine, Sylhet, Bengale, Nepaul, Malacca. L’indication du Brésil dans la coll. Serville, citée par Rambur, repose sur une erreur ¢vidente. Se distingue bien des suivantes par le petit espace réticulé sous le nodus, qui est décrit plus haut parmi les caracteres du sous-groupe. 3. Nevrothemis oculata, Fab. (27) Libellula stigmatizans, Fab. (9) Polynevra manadensis , Ramb. n.0 3. » elegans, Ramb. n.° 2. Nevrothemis pseudosophronia , Brauer. » elegans (Ramb.) Brauer. ODONATES DE LA NOUVELLE GUINEE 293 Nevrothemis unicolor, Selys; Ann. Mus. Dresden 1878, page 301. Patrie: Celebes, Moluques, Nouvelle Guinée, nord de la Nouvelle Hollande. La patrie Sénégal (dans la collection Serville) pour la Mana- densis, citée par Rambur, est le resultat d’une erreur d'étiquette. L’oculata se distingue de la fluctwans par le ptérostigma plus long (n’étant compris qu'une fois et demie ou deux fois et de- mie au plus dans l'espace postcubital) et par la réticulation ex- cessivement serrée. Il y a souvent 20 cellules dans le triangle des ailes supérieures du male, davantage dans leur triangle in- terne et 12 rangs de cellules postrigonales. Il m’est impossible de séparer la Manadensis et lelegans dé- crites par Rambur et dont j'ai les types sous les yeux. Chez le mile de la Manadensis la partie hyaline terminale est coupée droit a travers l’aile, sous le ptérostigma, et le limbe extréme des ailes est un peu noiràtre. — Chez le male de l’elegans cette partie hyaline aux ailes inférieures se prolonge finement jusque vers la moitié du bord postérieur à peuprés comme chez la race palliata de la fluctuans, et le bout des ailes n'est pas sali. Mais il existe des intermédiaires entre ces deux formes. Les exemplaires du Nord de la Nouvelle Hollande (Cap York) sont trés-petites; le male a ailes comme la ‘variété elegans, la femelle (dimorphe) sans raies obscures sous-costale et médiane. Ils sont conformes aux types de Fabricius aussi de la N. Hollande que jai examinés dans la collection Banks a Londres. Je ne crois pas quils different spécifiquement de la Manadensis. D’aprés un male unique de Celebes, j'ai décrit sous le nom d'unicolor une troisitme forme dont les ailes sont entiérement noiratre opaque, excepté un limbe terminal trés-étroit aux ailes supérieures, et un vestige oblitéré aux inférieures. Quant aux. femelles, elles varient beaucoup. Les unes #s0m0r- phes, sont semblables aux males des deux variétés. Les autres, hétéromorphes ont la réticulation moins serrée et les ailes hya- lines, excepté une nuance obscure avant le ptérostigma et une autre terminale. Toutes sortes de combinaisons intermédiaires existent. 204 DE SELYS LONGCHAMPS En considérant les variations individuelles dans la longueur du ptérostigma et celles du nombre de cellules dans les triangles et l'espace postrigonal tant chez la fluctwans et ses races que chez l’oculata, jarrive è cette conclusion que l’oculata peut fort bien n’étre qu’une race modifi¢e de la fluctwans , mélangée avec elle à Celebes, et aux Moluques, mais régnant sans partage a la Nouvelle Guinée proprement dite. 4. Nevrothemis fluctuans, Fab. Libellula fluctuans, Fab. Ent. Syst. I. 26. — Burm. n.° 33 (Excl. Syn. de Drury). Polynevra palliata, Ramb. n.° 6. » apicalis, Ramb. n.° 1. Nevrothemis fluctuans » nicobarica Brauer. » palliata » Ramburii | L’examen que j'ai fait dun trés-grand nombre d’exemplaires me porte è ne considérer que comme des races ou varietés locales les quatre types miles que l'on a séparés. Je suis confirmé dans cette maniére de voir par la circonstance que ces formes ne sont pas méme strictement locales, et qu’elles passent les unes dans les autres d’une manicre insensible. Voici du reste le signalement de ces races ou sous races. A. Race apiealis, Rams. n.° 1. Neur. fluctuans , BRAUER. Taille plus forte (supérieure a celle de la Diplax vulgata et plus robuste). J. Les quatre ailes noiràtre opaque jusqu'à la moitié du pte- rostigma; le bout hyalin. Aux inférieures la partie hyaline est coupée un peu plus obliquement, aboutissant a un niveau sous l'origine du ptérostigma. Environ 16-18 antécubitales; 7-12 cel- lules au triangle discoidal des supérieures; 6-8 rangs postrigo- naux; 12-15 cellules au triangle interne. . ODONATES DE LA NOUVELLE GUINEE 295 Q. Isomorphes et hétéromorphes. Pas de raie obscure dans les espaces sous-costal et médian. Variété 7: un petit limbe apical noir aux quatre ailes (un exemplaire de Java). Patrie: Java; Mindanao, Lucon. Iles Pelew. Amboine (cette dernière localité douteuse). Cette race semble un peu mieux caractérisée que les sui- vantes. B. Race fluctuans, Fas. Les quatre alles noiràtre opaque le bout hyalin; aux infé- rieures la partie hyaline est prolongée finement le long du bord postérieur, souvent jusqu’a la moitié de l’aile. On peut distinguer trois formes d’un rang inférieur ou sous- races. a. Sous race Ramburii, BRAvER (ex Kaup). Taille forte, supérieure a celle de la D. vulgata. 7. Le noiràtre opaque des ailes s’arréte au nodus. Chez certains exemplaires, entre le nodus et le ptérostigma. Q. Isomorphes ou hétéromorphes. Elles portent en général une raie obscure dans les espaces sous costal et médian. Patrie: Menado, Celebes; Ternate, Ceram. : 5. Sous race palliata, Ramp. n.° 6. BRAUER. Taille forte, supérieure ou analogue a celle de la D. vulgata. 9. Le noiratre opaque des ailes s’arrétant vers le ptérostigma, comme chez l’apicalis, mais différant de celle-ci parce qu’aux inférieures la partie hyaline terminale est prolongée finement le long du bord postérieur, souvent jusqu’a la moitié de l’aile. 9. Isomorphes et hétéromorphes. Elles sont assez variables, et portent presque toujours une raie obscure sous les espaces sous costal et median. Patrie: Lucon, Manille; Celebes; Ceram; Sumatra. Cette sous race ne différe en réalité de la suivante (fluctuans sensu strictiori) que par sa taille plus forte et par la raie 296 DE SELYS LONGCHAMPS obscure des femelles dans les espaces sous costal et médian; mais les femelles de Sumatra n’ont pas ces raies et la taille des exemplaires de cette ile est de dimension intermédiaire. c. Sous race fluctuans, FAB. Neur. nicobarica , BRAUER. Taille petite, inférieure a celle de la D. vulgata, en un mot comme l’equestris et la feralis, mais les ailes inférieures moins larges. A. Ailes brun opaque jusqu’au ptérostigma qui est petit (compris deux fois deux tiers a trois fois dans l'espace post- cubital) le reste hyalin, cette partie coupée droit transversalement aux supérieures, mais arrondie et prolongée finement le long du bord postérieur aux secondes ailes. La réticulation en gé- néral peu serrée; souvent 11-12 antécubitales; 3-5 cellules dans le triangle, suivies de 4 rangs postrigonaux. Q. Hétéromorphe. Ailes hyalines plus ou moins lavées d’o- cracé surtout à la base, légérement enfumées au bout chez l’adulte. En général le triangle discoidal simplement traversé, suivi de 3 rangs. Pas de raie obscure dans les espaces sous-costal et mé- dian. Patrie: Iles Nicobar; Singapore, Malacca; Labuan, Borneo; Java, Sumatra. Il y a a Sumatra et a Java des exemplaires un peu plus grands qu'on peut indifférement rapporter ici ou a la pallata. Je considére la forme de Malacca comme la vraie fluctwans de Fabricius d’aprés examen que le D." Hagen a fait du type dans la collection Lund Scheestedt; la dimension indiquée (celle de l'equestris) et la patrie: Inde orientale y concordent bien. Un de ces petits exemplaires est rapporté a la palliata dans la collection Rambur. 5. Nevrothemis degener, Selys. n. sp. Abdomen 7 21. 22. 9 21. Aile inférieure 2 24. 27. Q 26. 7. Ailes arrondies, hyalines; la réticulation roux jaunatre ; ODONATES DE LA NOUVELLE GUINEE 297 ptérostigma brun olivàtre, long de 31, compris près de trois fois dans l'espace posteubital; 12-13 antécubitales; triangle discoidal traversé, suivi de 3 rangs; 9 postcubitales; triangle interne de 3 cellules; 4-5 nervules médianes aux inférieures. Ailes lavées légérement de jaunatre jusqu'au ptérostigma , surtout a la base des inférieures et dans l’espace costal; mem- branale noiràtre. Corps olivatre eu dessus, jaunàtre clair en dessous. Les traits latéraux obscurs de l’abdomen peu marqués. Appendices anals jaunatres. Les supérieurs trés-pointus. 9. Semblable, mais la base des ailes moins ocracée, et le bout depuis le ptérostigma lavé de jaunàtre enfumé. Ecaille vulvaire redressée analogue a celle des autres espéces. Patrie: Siliguri (Bengale) pris en novembre par M. Atkinson, coll. Selys. Elle a l’apparence des petites Crocothemis, mais appartient positivement aux Nevrothemis par le dessin du corps, le penis, l’écaille vulvaire, l'ensemble de la réticulation, notamment les nervules de l'espace médian. Elle différe des autres espéces par les ailes nullement opaques. Leur réticulation est peu serrée. 6. Nevrothemis oligonevra, Brauer. Patrie: Cap York (Australie septentrionale). Le D." Brauer la place dans le groupe de l’equestris (10-14 an- tecubitales; 3 rangs postrigonaux). Il dit qu'elle est aussi grande que la palliata mais que sa ré- ticulation est peu serrée. Les ailes du male sont d’un noir pro- fond jusqu’au triangle seulement. Le ptérostigma est relativement petit, étant compris trois fois et demi a trois fois deux tiers dans l'espace postcubital. 7. Nevrothemis equestris, Fabr. Ramb. (2). Libellula lineata, Ramb. (9). Patrie: Thibet; Inde; Bengale, Chine; Cochinchine. Coll. Selys. 298 DE SELYS LONGCHAMPS Des exemplaires du Sylhet, màles, ont le noir opaque des ailes inférieures un peu moins étendu au bord postérieur. 8. Nevrothemis feralis, Burm. Libellula communimacula, Ramb., n.° 57. Patrie: Malaisie par Raftray; Moluques et Sumatra, selon Brauer. Coll. Selys. i II. Note sur les espéces connues du genre Agrionoplera du D." Brauer. AGRIONOPTERA, Braver. (caracteres modifiés). Ailes étroites, la base des inférieures obliquement arrondie, a peine plus large que Jes supérieures. Ptérostigma mediocre, al- longé. Secteurs de l’arculus notablement soudés a leur base. Une nervule dans l'espace médian des superieures, leur triangle discoidal étroit ou modérément large, presque toujours tra- versé, suivi de deux rangs (quelquefois trois); 14-18 nervules antécubitales (rarement 12-13); une a trois nervules médianes aux inférieures. Membranule trés-petite , courte. Lobe postérieur du prothorax petit, entier, en demi-lune. Abdomen trigone, non déprimé, subcylindrique un peu renflé a la base. Pieds médiocres; onglets avec une dent inférieure plus courte que la supérieure. 9. Appendices anals de forme ordinaire. Organes génitaux peu proeminents. Q. Les cotés du 8. segment non dilatés en feuilles. Vulve découverte. Patrice: Asie tropicale orientale et Malaisie jusqu’au nord de l’ Australie. Jai modifié les caractéres proposés par le D." Brauer de ma- ODONATES DE LA NOUVELLE GUINEE 299 nière a pouvoir comprendre dans ce genre sa pectoralis et deux espéces nouvelles qui, dans son système, sont des Orthemis. Pour moi, les vrais Orthemis ont pour type les espéces robu- stes à abdomen déprimé, a réticulation serrée, à ptérostigma long et a triangle discoidal des inférieures toujours traversé. Leurs femelles ont le huiticme segment notablement dilaté en feuilles arrondies. Le type le plus connu de la Malaisie est la Libellula congener, Ramb. (L. obscura, ejusd.). Si l'on ne voulait pas comprendre la pectoralis et ses voisines parmi les Agrionoptera, il faudrait me semble-t-il créer un nou- veau groupe. Mais où s'arrètera-t-on? On peut diviser de la maniére suivante le genre Agrionoptera, tel que je le comprends. le Division: Ailes inférieures un peu moins étroites a la base. Une nervule antécubitale surnumeéraire aux supérieures. Le cote interne du triangle discoidal des inférieures dans le prolongement de Varculus, une seule nervule médiane aux quatre ailes. 1.e Groupe (pectoralis). 3 rangs postrigonaux, triangle discoidal travers: aux supé- rieures, 14-20 nervules antécubitales. A. pectoralis, Brauer. — festa, Selys — simulans, Selys. Ce groupe fait partie des Orthemis selon M. Brauer. 2.me Groupe (difficili). 2 rangs postrigonaux; triangle discoidal libre, 10-11 anté- cubitales. A. difficilis, Selys. 2.me Division: Ailes inférieures trés-étroites a la base; pas de nervule antecubitale surnumeraire. Souvent deux ou trois nervules médianes aux ailes inférieures. Ce groupe répond aux vrais Agrzonoptera de Brauer. 1.e° Groupe (Mysis). 2 cellules puis un seul rang postrigonal; 12-13 antécubita- les; triangle discoidal libre, ceiui des inférieures placé plus loin que l’arculus. 300 DE SELYS LONGCHAMPS A. Mysis, Selys. 2.me Groupe (insignis). 2-3 cellules puis deux rangs postrigonaux ; 14-18 antécubitales ; triangle discoidal des supérieures traversé. § 1.2 triangle discoidal des ailes inférieures placé plus loin que l’arculus. A. interrogata, Selys — lineata, Br. — nicobarica, Br. — in- signis, R. (et race similis, Selys) — longitudinalis, Selys (et race biserialis, Selys). $ 2.™e Le coté interne du triangle discoidal des inférieures dans le prolongement de l’arculus. A. sexlineata, Selys. Revision des especes ci-dessus mentionnees. 1. Agrionoptera pectoralis, Brauer. Orthemis pectoralis, Br. Abdomen du male rouge; le 10 segment seul est noir. Chez la femelle les deux derniers segments noirs. Patrie: Viti, Ceram, Celebes. Coll. Selys. 2. Agrionoptera festa, Selys n. sp. Stature de la pectoralis. Elle en différe par ce qui suit: 1.° Le front gris ou olivàtre irisé (acier métallique chez pectoralis) ; 2. Le devant du thorax brun roussatre, les six rales acier des cotés remplacées par six ou sept traits noiratres courts inter- rompus; ceux de la premi¢re suture seuls réunis par une ligne étroite ondulée; 3.° Le 9.™° segment du male noir aussi bien que le 10.m¢. Patrie: Queensland (Australie sept.). Coll. Selys. 3. Agrionoptera simulans, Selys n. sp. 7. Plus petite que la pectoralis (abdomen 26-28.™™ ; alle in- férieure 31-32). Lui ressemblant d’ailleurs beaucoup pour la ODONATES DE LA NOUVELLE GUINEE 301 coloration, si ce n’est que le 9. segment est noir, aussi bien que le 10.° Q. Inconnue. Patrie: Malacca et Ceylan. Coll. Selys. Le male de Malacca, plus petit, a le bout des ailes enfumé depuis l'origine du ptérostigma. On ne peut éloigner cette espéce de la pectoralis, mais sa ressemblance avec l’énsignis et la nicobarica est telle qu'il m’a paru impossible de placer cette espéce parmi les Orthemis. La simulans se sépare, il est vrai, du groupe de l’7nsignis par ses trois rangs postrigonaux au lieu de deux et le 8.° segment rouge (noir chez l'insi9745). 4. Agrionoptera difficilis, Selys n. sp. Abdomen d° 25; 9 21 */,. Aile inférieure 7 27; 9 24. 7. Ptérostigma brun noiràtre, long de 2. 1/,. Téte jaunatre ; Dessus du front acier. Thorax gris obscur en dessus; jaunàtre en dessous. Abdomen gréle, brun noiràtre; le dessus des 1-2 seg- ments bleuàtre excepté les sutures; une bande latérale bleu- atre au 3.™¢ divisée en deux taches basales; une bande olivàtre analogue aux 4-6™° ne touchant pas le bout. Au 7.™¢ un large anneau médian olivàtre, rétréci au dos; les 8-9Me noiràtres (le 10.me manque). @. Le dessus du front clair, à peine irisé. Thorax olivàtre avec vestige de bandes médianes maculaires, une ligne ondulée à la première suture, une oblitérée a la dernière et 2-3 points médians obscurs entre elles. A Tabdomen les dessins sont oli- vatres. Patrie: Malaisie? Coll. Selys. 5. Agrionoptera Mysis, Selys, Ann. du Museum de Dresden 1878, page 511. Patrie: Mysol. Coll. Selys. Cette espèce offre dans sa stature et sa coloration de l’ana- logie avec la difficilis, mais appartient 4 un autre groupe par l’absence de nervule antécubitale surnuméraire et par la pré- 302 DE SELYS LONGCHAMPS sence de 2 à 3 nervules médianes aux ailes inférieures; qui sont en outre plus ¢troites a leur base. 6. Agrionoptera interrogata, Selys, Ann. du Museum de Dresden 1878, pag. 312. Le male est inconnu. La femelle a du rapport avec la lineata, mais la bande humérale jaune est en forme de? renverés (le point étant placé en haut) et l’abdomen est noir avec une ligne dorsale jaune aux 2-3.me segments, des taches latérales aux 3-6.™e et un anneau jaune complet occupant la première moitié degno: Patrie: Kordo (Mysori). Mus. de Dresden. 7. Agrionoptera lineata, Brauer. Patrie: Malacca, par M. Wallace (le màle); Lianga (Philip- pines) la femelle type par M. le D." Semper. Coll. Selys. Distincte de l'irsignis et des races voisines par la bande hu- mérale et les trois latérales jaunes du thorax larges réguliéres ; l’humérale se courbant vers la base des pieds qu'elle atteint. L'intermédiaire latérale est divisée en trois taches superposées. Les 2-3" segments sont marqués d’une ligne jaune sur laréte et dune bande latérale de méme couleur. Il y a ordinairement 3 nervules médianes aux ailes inférieures. Chez la femelle type, des Philippines, le triangle discoidal des inférieures est traversé. Chez le male (de Malacca) sexe que le Dr Brauer n’a pas connu, l’abdomen est annelé comme chez insignis, mais le 8.m segment est rougeàtre, excepté à son extrémité. L’espace interalaire et la base de l’abdomen sont saupoudrés de bleuàtre. 8. Agrionoptera nicobarica, Brauer. Patrie: Iles Nicobar; Singapore, Malacca par M. Wallace. Coll. Selys. Espèce plus petite que l’insignis. Abdomen 7 23-24; 9 26. Aile inférieure 7 27-28; 9 29. Ptérostigma 2 4/,43.™™, Presque toujours deux nervules médianes aux ailes inférieures. ODONATES DE LA NOUVELLE GUINEE 303 9. Agrionoptera insignis, Rambur. Agrionoptera quatuornotata? Brauer. Patrie: Java, Borneo, Celebes. Coll. Selys. Il existe deux nervules médianes aux ailes inférieures. Race? similis, Selys, Ann. du Museum de Dresden (sans dé- scription). Abdomen d 26-30; 9 26-29. Aile inférieure 7 30-34; 9 30-32. Ptérostigma noiràtre, long de 3 4 3 1/,.™™, La base des ailes légérement ocracée. Face jaune clair, mais le bord de la lèvre supérieure finement noir. Thorax noir bronzé avec deux traits médians rapprochés a laréte dorsale, une tache humérale inférieure presque fourchue et sur chaque cotè 6-8 taches jaunes irré- guliéres plus ou moins anastomosées. Abdomen rouge; la base du 1.8" segment, un cercle fin aux articulations et les trois derniers segments noirs. Pieds noirs, intérieur des premiers femurs jaunatre. Patrie: Ternate, Halmaheira par Bruijn. Coll. du Museo Ci- vico de Génes. Varieté: papuensis, Selys. Ann. du Museum de Dresden (sans description). Ne différe de la race s/milis que par la présence d’un petit anneau noir occupant le sixiéme terminal des 3,5 segment et le tiers final du 6.¢ Chez la femelle la bordure noire de la lèvre supérieure est large fortement épaissie au milieu, et les bords du 8.° segment sont un peu élargis. Patrie: Nouvelle Guinée, a la cote N. O., et a Dorei, par Bruijn et Beccari. Coll. du Museo Civico de Génes. La race similis et la variété papuensis ne different de l’nsz- gnis type, que par l’absence de nervule médiane autre que la normale. Comme l’une des deux nervules médianes manque par- fois a l'une des ailes de V’énsignis, je suis porte a croire que la similis n’en différe pas spécifiquement. 10. Agrionoptera longitudinalis, Selys. Ann. du Museum de Dres- den 1878, page 312. 304 DE SELYS LONGCHAMPS Patrie: Ternate par M. Lorquin et Laglaize. Coll. Selys. — Halmaheira par Bruijn. Coll. du Museo Civico de Génes. Race? biserialis, Selys. I. Abdomen 30; aile inférieure 36. Patrie: Dorei et Andai (Nouvelle Guinée), par Bruijn. Coll. du Museo Civico de Génes. Différe du type /ongitudinalis des Moluques par ce qui suit: 1.° La lèvre supérieure toute jaune, a peine limbée de noir en avant. 2.° La large bande longitudinale jaune des cotés du thorax nest pas entamée inférieurement par un crochet noir remontant entre la première et la seconde suture. 3.° Aux ailes supérieures le triangle discoidal n'est suivi que de deux rangs de cellules (ou par exception trois cellules contre le triangle méme); et le triangle interne des mémes ailes n'est que de trois cellules, parfois méme de deux. 1]. Agrionoptera sexlineata, Selys. Agrionoptera insignis, Brauer (excl. syn.). 7. Abdomen 24-23. Aile inférieure 35-36. Patrie: Singapore, Malacca, par M. Wallace. Coll. Selys. Ptérostigma noiràtre, long. de 4.™™, Face jaune clair; front acier métallique. Thorax bronzé avec une ligne dorsale et trois raies étroites sinuées de chaque còté jaunes. Abdomen noir, les 5-7.° segments rougeàtres excepté au bout. Pieds noiratres, in- térieur des femurs antérieurs jaunes. Dessus du thorax et des 2-3.me segments bleu de ciel pulvérulent. Une petite tache basale dorsale jaune aux 1.” et 2.me, Espèce bien distincte de l’énsegnis par la position du triangle des secondes ailes par rapport a l’arculus et par l'espace sous le ptérostigma entre les secteur sous nodal et nodal où il existe deux nervules transversales (une seule chez l’ns79227s). Le dessin des còtés du thorax avec ses lignes étroites complètes isolées donne, du reste à la ser/ineata un aspect tout particulier. ODONATES DE LA NOUVELLE GUINEE 305 IV. Liste des Odonates recueillis par M. Laglaize à Ternate et dans le pays des Karoons (Nouvelle Guinée) et description des espèces nouvelles. 1. Tholymis tillarga, F., Nouvelle Guinée. 2. Rhyothemis pretiosa, Selys, Ternate. 3. Nevrothemis oculata, F., Ternate. 4. N. fluctuans, F. var. Ramburii, Ternate. 5. Lepthemis sabina, Drury, Ternate. “6. Diplacina? smaragdina, Selys, Karoons. 7. Microthemis Duivenbodei, Br., Ternate. S. Orchistemis Meyeri, Selys, Karoons. 9. Nannophya exigua, Hagen, Ternate. 10. Agrionoptera similis, Selys, Ternate. 11. Agrionoptera longitudinalis, Selys, Ternate. 12. Libella Clelia, Selys, Karoons. 3. Crocothemis Servilia? Drury; race erythraca, Brullé, Ternate. 14. Trithemis festiva, Ramb. (#ferralis Br.), Karoons. 15. Gynacantha microstigma, Selys, Ternate. 16. Rhinocypha tincta, Ramb., Karoons. 17. Argiolestes postnodalis, Selys, Karoons. “18. A. ornata, Selys, Karoons. “19. A. obscura, Selys, Karoons. “20. A. pallidistyla, Selys, Karoons. “21. Idiocnemis bidentata, Selys, Karoons. “22. I. inornata, Selys, Karoons. “23. Onychargia? rubropunciata, Selys, Karoons, 24. 0.? flavovittata, Selys, Karoons. “25. Pseudagrion flavithorax, Selys, Karoons. “26. Telebasis eximia, Selys, Ternate. “27 T. Laglaizei, Selys, Karoons. *28 Platysticta auriculata, Selys, Kapaor. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (25 Aprile 1879). 20 306 DE SELYS LONGCHAMPS Je vais donner la description des douze espéces nouvelles mar- quées d'un astérisque, et j’y ajouterai encore celle de la Platy- sticta bicornuta de Kapaor (Nouvelle Guinée) qui fait partie des récoltes de M. L. M. d’Albertis et appartient au Museo Civico de Génes. Diplacina? smaragdina, Selys, Odonates de la Région de la N. Guinée; Ann. du Museum de Dresden 1878, page 320. Abdomen “7 22; Q 21. Aile inférienre 7 26; 9 27. 7. Ailes hyalines; arrondies, l’extréme base des inférieures a peine ocracée dans l’espace médian. Ptérostigma médiocre brun, entre des nervures noires (long de 2™), Membranule rudi- mentaire obscure. Triangles discoidaux libres; celui des supérieu- res étroit, aigu, suivi de 2 rangs; ou bien un rang après 2 cel- lules, triangle interne des mémes ailes divisé en 2 cellules, secteurs de l’arculus notablement soudés; 12-14 antécubitales, sans sumuméraire; 8-10 postcubitales aux supérieures. Stature de la Diplax scotica. Vert métallique; mélangé de noir et de jaune. Lèvre inférieure jaune, le lobe médian et le bord interne des latéraux noir; la supérieure brun noiràtre. Rhinarium et nasus jaune pale formant une bande transverse d’un ceil a lautre; front vertex et occiput vert métallique a reflet bleu. Derrière de la téte noir, le bord contre les yeux jaune. Prothorax olivàtre, le lobe postérieur saillant , redressé, divisé en deux festons ciliés. Thorax vert métallique; une raie double a la suture dorsale, une sinuée a l’humérale, ne touchant pas le haut, et sur les cétés trois raies plus épaisses confluentes près des pieds (la dernière terminale) jaunatres. La poitrine de méme couleur, mais cerclée de vert métallique. Abdomen mince, cylindrique, épaissi à la base, un peu élargi aux 7-9. segments, noir luisant marqué de jaune clair ainsi qu'il suit en dessus; une tache au 1. segment; une bilobée au 2.8, une raie au 3.8, l’aréte au 4.8; l’articulation basale au 7.° immédiatement suivie d'une tache citron ovale occupant presque ODONATES DE LA NOUVELLE GUINEE 307 la première moitié. Sur les cotés une tache au 1.° et 2,Me seg- ments; une basale suivie d’un point au 3.°; une basale formant presque un demi anneau aux 4-6.°. Les parties génitales du 2.° segment assez proéminentes. Appendices anals villeux noirs; les supérieurs un peu plus longs que le dernier segment, subeylindriques pointus. Vus de profil ils sont tronqués obliquement pour former la pointe sup¢- rieure aigue, mais la partie tronquée se termine inférieurement par une petite saillie ou dent. Appendice inférieur aussi long, un peu recourbé en haut, fourchu dans son tiers terminal par une échancrure presque à angle droit, les deux bouts peu aigus, un peu courbés en dehors. Pieds trés-gréles, noir luisant; intérieur des premiers femurs livide. Cils des tibias médiocres. Onglets a dent inférieure courte. 9. Presque semblable au male. Ailes un peu salies; ptéro- stigma long de 3. Les raies latérales jaunes du thorax plus larges surtout près de la poitrine qui est brune. Abdomen com- primé égal; un point latéral médian aux 4-6.° segments comme au 3.°. La tache dorsale jaune du 7.° confluente avec l’anneau basal. Appendices anals cylindriques pointus un peu plus longs que le dernier segment, écartés par une forte protubérance arrondie brune. Ecaille vulvaire mediocre echancrée en demi-cercle. Patrie: Karoons (Nouvelle Guinée) par M. Laglaize. Coll. Selys. NB. Fort belle espéce trés-caractérisée par la coloration en partie vert métallique du front et du thorax et par la tache jaune citron du 7.° segment rappelant les Dythemis de V Amé- rique tropicale. Notable aussi par le triangle interne des supé- rieures traversé, le discoidal libre suivi de deux rangs puis d'un seul rang, et la membranule presque nulle. L’appendice inférieur du male fourchu est une rare exception parmi les Libellulines. La smaragdina est difficile a classer. Provisoirement je l’ai placée parmi les Diplacina du D." Brauer, coupe qui me parait un peu hétérogéne. 308 DE SELYS LONGCHAMPS Argiolestes ornata, Selys, Ann. de Dresden 1878, page 321. 7. Abdomen 38. Aile inférieure 32-33. Ailes un peu arrondies, plus ou moins salies chez l’adulte; ptérostigma noir (brun foncé chez les jeunes) large, surmontant 2 cellules ou un peu plus, oblique aux deux bouts; 23-25 post- cubitales. Les ailes pétiolées jusqu’aux deux tiers du quadrilatère ; le secteur médian naissant du principal dans le prolongement oblique de la veine du nodus, et le sous nodal au niveau de la premiére postcubitale. 7. Noir varié de bleu ou de vert pale. Lèvre supérieure et épistome bleuàtre pale ainsi que les cotés du front. Dessus de la téte noir avec une virgule oblique rousse entre les ocelles et l'oeil (parfois effacée). Derrière des yeux brun obscur ou pulvé- rulent. Prothorax noir avec une petite tache dorsale géminée , une latérale réniforme et les còtés du bord postérieur clairs, ce dernier arrondi. Thorax bleuàtre clair ou un peu carné ayant en avant une bande dorsale noire rétrécie près du prothorax, élargie a mi hauteur et très large en haut près du sinus où elle occupe l'espace humeral et se prolonge finement sous les ailes. Le dessus du thorax noiràtre et cette couleur formant sur les cotés une forte tache avant les trochanters qui sont bruns et une raie oblique sur la 2.° suture. Parfois il existe une autre raie dans le dernier espace. Abdomen gréle, un peu épaissi au deux premiers et aux deux derniers segments; noiràtre, les cdtés et le bout du 1.°" seg- ment, une bande latérale inférieure au 2.° clairs. Le milieu des 3-5.° un peu brun chez les jeunes. Appendices anals supérieurs noiràtres, ayant trois fois au moins la longueur du dernier segment. Ils sont courbés en pince allongée, mince portant en dedans inférieurement une dilatation allongée finissant avant le bout qui est mousse, courbé en dedans. Appendices inférieurs rudimentaires trés-courts, en forme de tubercules mousses redressés. Pieds noiràtres. Cils trés-longs (10 au moins aux tibias posté- rieurs). Onglets roussitres, non dentés. ODONATES DE LA NOUVELLE GUINEE 309 ©. Inconnue. Patrie: Karoons (Nouvelle Guinée) par M. Laglaize. Coll. Selys. NB. Stature de la postnodalis (Ann. de Dresden 1878) et lui ressemblant par la réticulation et les appendices supérieurs sans dent basale; mais différente par le ptérostigma noiràtre, le secteur médian naissant dans le prolongement du nodus, la face et le thorax bleu ou vert clair, la large bande dorsale noire de celui-ci, enfin l’abdomen noir. Argiolestes obscura, Selys, Ann. du Mus. de Dresden 1878, pag. 321. Q. Abdomen 30. Aile inférieure 28. ST. Inconnu. 2. Ailes un peu arrondies, un peu salies surtout au bout; ptérostigma noir, large, surmontant deux cellules ou un peu moins, oblique aux deux bouts; 21-24 postcubitales; les ailes petiolées jusqu'au niveau des deux tiers du quadrilatére. Le secteur médian naissant du principal dans le prolongement de la veine oblique du nodus, et le sousnodal an niveau de la première postcubitale. Noiràtre è peine marqué de jaune verdàtre. Téte noiratre; le centre de la lèvre supérieure bleuàtre, traversé par une vir- gule noire; un bord fin a l’épistome et l'espace entre le front et les yeux jaunatre. Derriére de la téte brun. Prothorax noiràtre avec une petite tache latérale et le centre du lobe postérieur bruns; ce dernier arrondi sur les còtés. Thorax noiràtre; le haut de la suture humérale à peine brun. Sur les còtés une raie sinuée étroite à la première suture, se courbant en bas vers les pieds postérieurs et une autre mal arrétée dans le dernier espace, jaune verdàtre. Poitrine brun obscur. Abdomen court, épais, noiràtre, un peu brun sur les cotés, plus clair en dessus. Le 10.° segment excessivement court fendu. Appendices anals bruns; de la longueur du 10.° segment, co- niques, mousses. Valvules vulvaires d’un brun obscur, robustes, dépassant l’abdomen. 310 DE SELYS LONGCHAMPS Pieds brun roussàtre; cils trés-longs. Onglets non dentés. Patrie: Karoons (Nouvelle Guinée) par M. Laglaize. Un exem- plaire unique. Coll. Selys. NB. Il est possible que l'obseura soit la femelle de lornata. Je n'ai os6 ly attribuer, parceque le ptérostigma est plus court, la coloration de la lévre supérieure et la face obscures, les pieds roussàtres et que les còtés du thorax sont noirs, excepté deux raies jaunàtres mal arròtées. Peut ètre, è l’état vivant, le dos du thorax et la partie au dessus des trochanters étaient-ils bleuàtres avec une large bande juxta-humérale noire amincie vers le bas. Je crois en voir une ‘ndication. Cela viendrait confirmer la supposition que cest la femelle de l'ornata. Argiolestes pallidistyla, de Selys, Ann. du Mus. de Dresden 1878, pag. 320. 7. Abdomen 32. Aile inférieure 27. Ailes arrondies, légérement salies. Ptérostigma noir épais di- laté surmontant 2 è 3 cellules, un peu oblique aux deux bouts ; 23-25 postcubitales. Ailes pétiolees jusqu’au niveau des trois- cinquièmes du quadrilatere, le secteur sous-nodal naissant du principal dans le prolongement de la veine oblique du nodus; le médian un peu auparavant. 7. Noiràtre varie de blanc bleuàtre ou livide. Face, front et les trois premiers articles des antennes d'un blanc bleuàtre; vertex noiràtre: occiput brun ; derri¢re des yeux noir. Prothorax blanc ou carné avec un petit point latéral obscur, son lobe postérieur arrondi sur les cotés. Thorax blanchatre, ou un peu bleuatre ou carne, ayant en avant une bande dorsale noire rétrécie pròs du prothorax, s'é- largissant vers le haut, mais sans atteindre à la suture hume- rale. Sur les cétés une tache noire avant les trochanters et une cuneiforme inférieure aboutissant entre les pieds, suivie d’une autre supérieure dans le dernier espace latéral. Poitrine et tro- chanters livides. ODONATES DE LA NOUVELLE GUINEE 51] Abdomen gréle, un peu épaissi à la base et au bout, noiràtre. La base du 1. segment, au 2.° une bande dorsale complète blanchatre trés-large a la base, trés-rétrécie avant le bout et enfin élargie au bout du segment. Les 3-7.° avec un anneau basal livide un peu jaunàtre étroit en dessus, ou il est inter- rompu par l’aréte dorsale, élargi en dessous. 10.° court, blan- chàtre. Appendices anals blanchàtres; les supérieurs le triple plus longs que le dernier segment. Ils sont courbés en pince allongée épais dans leur moitié basale, au bout de laquelle ils sont su- bitement rétrécis intérieurement de maniére a former une dent à angle droit. Leur seconde moitié porte ensuite en dedans infé- rieurement une dilatation allongée finissant avant le bout qui est arrondi, un peu renflé ou capité. Ajoutons que la” seconde moitié des appendices porte en outre en dessus une petite dent externe. Appendices inférieurs très-courts, comprimés tronqués. Pieds livides ou carnés avec une raie externe obscure aux femurs. Cils trés-longs (9-10 aux tibias postérieurs). ©. Inconnue. Patrie: Karoons (Nouvelle Guinée) par M. Laglaize. Coll. Selys. NB. Voisine de laustralis de l’Ile d’Offak, par le point de départ des secteurs aux environs du nodus et par les anneaux basals clairs de l’abdomen. Un sexe different étant seul connu pour chacune de ces espéces, on ne peut établir une compa- raison absolue, mais les deux espèces sont certainement distinctes , car l’australis a les ailes plus larges, le ptérostigma plus long, plus dilaté, les cellules plus nombreuses et le nombre de cils des tibias plus considérable (16 cils environ aux posté- rieurs). Le système de coloration du thorax rappelle celui de l’ornata, mais chez cette dernière il n’y a pas d’anneaux clairs a l’abdo- men, le 10.° segment et les appendices supérieurs sont noirs; ces derniers ne portent pas de dent médiane interne ni de dent supérieure, et les pieds sont noirs; enfin le point de dé- part du secteur sous le nodus est different. 312 DE SELYS LONGCHAMPS IDIOCNEMIS, Selys, Ann. de Dresden 1878, pag. 421. (Sous-genre nouveau de Platycneniis). Secteur médian naissant a la veine du nodus. Ailes pétiolées jusqu a la nervule basale post-costale, dont le niveau est placé entre les deux antécubitales. Secteur supérieur du triangle abou- tissant aux trois-quarts ou aux quatre cinquièmes de l’aile, plus loin que la naissance de l’ultranodal; le secteur infèrieur une cellule ou deux avant le précédent. Ptérostigma obscur, sur- montant a peine une cellule, plus oblique au bout qu’a la base. Quadrilatére long, à cdté supérieur presque égal a l'inférieur. Antennes a articles 1." et 2.° courts, épais, presqu'égaux, 3.° gréle, égal aux deux premiers réunis. Abdomen assez long, gréle; Je 3.° segment ayant presque trois fois la longueur du 2.°, pieds nrédiocres, tibias non dilatés, leurs cils trés-longs, on- glets des tarses a dent inférieure bien marquée. Lèvre inférieure presque glabre, assez large, subitement mais peu profondément échancrée au bout, les pointes mousses, un peu distantes. 7. Appendices anals supérieurs de la longueur du 10.° seg- ment, en crochels semi-circulaires ; plus longs que les inferieurs qui sont subeylindriques, droits. 9. Lobe postérieur du prothorax variable. Id. bidentata — inornata. Patrie: Nouvelle Guinée. NB. Ce nouveau sous-genre se place entre les Psi/ocnemis de l’Asie tropicale et les Adlocnemis de | Afrique australe. La réticulation ressembie beaucoup a celle de A/locnemis, nen dif- ferant que par le point plus éloigné de la base des ailes ou aboutissent les deux secteurs du triangle; mais les Jdiocnemis sen séparent fortement par la lèvre inférieure échancrée au bout, et surtout par les appendices anals supérieurs des males en crochet et semicirculaires, plus longs que les inférieurs. Cette proportion dans la légion des Platyenemis n’existe que chez les Hypocnemis et les Metacnemis, mais ces deux groupes sont tout a fait différents par les détails de la réticulation (le premier par le secteur nodal ne naissant que bien loin aprés le nodus, +) ODONATES DE LA NOUVELLE GUINEE 315 et le second par les ailes trés-peu pétiolées. Chez tous deux, d'ailleurs les appendices supérieurs sont droits, lancéolés). Idiocnemis bidentata, Selys, Ann. du Mus. de Dresden 1878, pag. 321. Abdomen £# 30; 9 29. Aile inférieure 7 22; 9 22. Ailes hyalines, réticulation noire. Ptérostigma noiràtre (un peu cerclé de blanchàtre chez les jeunes et les femelles) entouré d'une nervure noire; 17 postcubitales. Noiràtre luisant, marqué de bleuatre pale ou de livide. 9. Téte noire; lévre brun foncé, le bas du derrière des yeux olivatre. Prothorax noiràtre, un peu plus clair sur les còtés, le lobe postérieur avancé, formant un angle obtus au milieu. Thorax noir luisant, ayant en avant une bande juxtahumérale, les cotés bleuatres avec une bande noire épaisse a la suture médiane rejoignant obliquement une autre bande postérieure de méme couleur entourant la poitrine. Les parties lilas deviennent plus claires vers le bas. Abdomen d'un noiràtre un peu violet marqué d’un anneau terminal noir profond aux 2-6.° segment. Le 1. bleu pale, sa base en dessus a une tache dorsale carré-long bleu pàle, occu- pant les deux tiers antérieurs. Les 3-7.° segments avec un demi-anneau bleu pàle, étroit interrompu au dos; les 8-9.° bleu ou lilas pale en dessus; le 10.° noir, ayant en longueur la moitié du 9.°, son bord terminal droit, subdenticulé. Appendices anals noiràtres; les superieurs un peu plus longs que le 10.° segment, en pinces épaisses à la base, un peu amin- cies ensuite, à bout mousse penché en bas et en dedans, subden- ticulé en dessus. Vu de profil chaque appendice est muni en dessous dans sa première moitié de deux fortes dents coniques rapprochées aigues. Appendices inférieurs un quart plus courts que les supérieurs, moins écartés, cylindriques, épais, mousses , un peu courbés en dedans. Pieds roux brunàtre; l’extérieur des femurs noiràtre. Cils obscurs (9-10 aux tibias postérieurs). Q. Presque semblable au male, le front brun clair, formant 514 DE SELYS LONGCHAMPS une bande transverse d'un ceil à l'autre. Une grande tache postoculaire triangulaire brune de chaque coòté de l’occiput contre les yeux. Les còtés du prothorax livides, un peu prolongés vers le thorax; le lobe postérieur portant de chaque còté une pointe fine redressée. Le dessus du 2.° segment noir avec un point latéral clair. Les 8 et 9.° bleuatre pale avec les appendices anals moitié plus courts que le dernier segment, noirs, très-épais, coniques poin- tus. Lames vulvaires obtuses, dépassant un peu l’abdomen. Patrie: Karoons (Nouvelle Guinée) par M. Laglaize. Coll. Selys. Idiocnemis inornata, Selys, Ann. Mus. de Dresden 1878. Abdomen 7 28-33; @ 28-29. Aile inférieure 7 21-24; Q 21-22. Ailes hyalines; réticulation noire. Ptérostigma brun jaunàtre cerclé de livide, entouré d’une nervure noire; 16-17 postcubitales. D'un jaunàtre terne, marqué de brun. 7. Téte d'un roux jaunatre, le derriére des yeux jaune pale ainsi que la lèvre inférieure. Le centre de la supérieure obscur. De chaque coté de l’occiput un trés-petit point postoculaire bleu, cerclé de noir. Prothorax roussàtre à bord postérieur arrondi sur les cotés. Thorax roussàtre jusqu'à la moitié des cotés, le dernier espace latéral et le dessous passant au jaunatre pale. La suture dor- sale noire (chez un exemplaire trés-adulte on voit aux cOtés dans espace médian l’apparence d’une bande étroite bleuàtre, divisce en deux taches superpostes). Abdomen long, gréle, à peine épaissi aux ext:émités; roux jaunatre marqué d’un anneau terminal brun obscur aux 1-6.° seg- ments. Le dos des mémes segments brunatre excepté a l'extròme base, ainsi que le dessus du 7.°. Les trois derniers segments jaunatre terne; le 10.° plus court que la moitié du 9.° a bord droit, subdenticulé. Appendices anals de méme couleur; les supérieurs de la lon- gueur du dernier segment en pinces épaisses a la base un peu amincies ensuite, subdenticulés en dessus avant les extrémités qui ODONATES DE LA NOUVELLE GUINEE 315 sont presque mousses et se touchent presque. Les inférieurs a peine plus courts, de méme forme, plus rapprochés a leur base, le bout un peu plus aigu. Pieds roux jaunàtre a cils de méme couleur (6 aux tibias po- stérleurs). 9. Semblable au male. Pas de marque bleudtre aux cotés du thorax. Abdomen plus court, plus épais; une grande tache ba- sale cunéiforme noiràtre aux 8.° et 9.° segments. Appendices anals plus courts que le 10.° segment, écartés, coniques, légé- rement recourbés en haut, subdenticulés en dessus. Lames vul- vaires dépassant l'abdomen. Patrie - Karoons (Nouvelle Guinée) par M. Laglaize. Coll. Selys. NB. Dittére de la bidentata par le roux jaunàtre dominant sur le corps, et l'absence des deux dents basales aux appendices supérieurs du mile. Onychargia rubropunctata, Selys, Ann. de Dresden 1878, pag. 321. 7. Abdomen 35. Aile inférieure 20 1/5. Ailes non élargies, un peu jaunatres; réticulation noire; pté- rostigma en losange très-oblique et prolongé en dehors, brun noiratre surmontant presque une cellule; 16 postcubitales; se- cteur inférieur du triangle finissant sous la naissance de l’ultra- nodal; trois cellules anténodales. TI. Tres adulte, noir bronzé varié de bleu de ciel. Lévre infé- rieure brunàtre; la supérieure et la face bleu verdàtre jusques y compris la base des antennes. Le dessus et le derriére de la tète noirs avec un petit point postoculaire rouge-orangé de chaque coté de Vocciput. Prothorax bleu verdàtre, mais le brun du mi- lieu formant une pointe sur chaque cote. Thorax noiràtre bronzé en avant jusqu’a la première suture laterale avec une large bande antéhumérale droite vert bleuàtre; le reste des còtés verdàtre avec une raie noiràtre épaisse a la suture médiane. Abdomen trés-long et gréle; 1." segment bleu avec une tache basale et une raie dorsale brunes; 2.° noir avec une grande 516 DE SELYS LONGCHAMPS tache dorsale bleue presque carrée, occupant plus de la moitié basale, les 3-6.° noir bronzé avec un demi-anneau basal ¢troit bleu, prolongé sur le dos en une tache cunéiforme dont la pointe atteint presque la moitié au 3.°, le quart au 4.°, le huitiéme au 5.°; trés-courte au 6.°; au 7.° il n'y a que l’anneau basal le reste étant noir. Les 8-10.° bleus en dessus, noirs de còté en dessous et aux articulations. Le dernier segment a bord en- tier plat, moitié plus court que le 9.°. Le 8.° semble teinté de brun en dessus excepté au bout. Appendices anals noiratres; les supérieurs aussi longs que le 10.° segment, presque droits, rapprochés coniques, effilés, un peu penchés en bas vers le bout qui n’est pas aigu. Les infé- rieurs moitié plus courts, coniques épais paralléles, assez rap- prochés, minces, un peu recourbés en haut au bout. Pieds noirs; intérieur des femurs brun, cils longs (9-10 aux tibias postérieurs). ©. Inconnue. Patrie: Karoons (Nouvelle Guinée) un exemplaire unique par M. Laglaize. Coll. Selys. NB. Cette magnifique espéce a l’abdomen beaucoup plus long que latrocyana. Elle est trés-remarquable par le point postocu- laire rouge, les dessins bleus du corps, et les appendices supé- rieurs simples, droits, longs. P La coloration et la stature ont du rapport avec l'Argia? op- tata Hagen (Synopsis des Agrion n.° 13) que je n'ai pas vue, mais dont les appendices inférieurs, d’aprés les dessin commu- niqués par le D." Hagen, sont plus longs que les supérieurs et courbes en pinces. Onychargia flavovittata, Selys, Ann. du Mus. de Dresden 1878, page 321. Q. Abdomen 25; aile inférieure 21. 7. Inconnu. Q. Ailes assez étroites, Iégérement salies; réticulation noire. Ptérostigma en losange trés-oblique et prolong’ en dehors, brun noiratre surmontant presque une cellule; 14 postcubitales; ODONATES DE LA NOUVELLE GUINEE SILT secteur inférieur du triangle finissant sous la naissance de l’ultra- nodal, 3 cellules anténodales. Noir bronzé varié de bleuatre. Lévre inférieure et bord de la supérieure brunàtres, le reste de la téte noiràtre, excepté une bande transverse droite jaune d’ocre allant d'un ceil 4 l’autre, au niveau du front qu'elle occupe entièrement jusques y compris la base des antennes. Prothorax brun grisàtre, à lobe postérieur arrondi, obscur. Thorax brun noiràtre en avant jusqu’d la première suture latérale, avec une bande antéhumérale bleu pale qui est assez large en bas et passe au roux vers le haut, où elle devient trés- étroite. Le reste des cotés bleuàtre pile avec une raie épaisse à la suture médiane. Poitrine brun roussàtre. Abdomen court, épais, noir bronzé en dessus, passant au brun roux en dessous, mais la suture ventrale noire. Le dessus marqué de bleu clair ainsi qu'il suit: 1. segment bleu avec une tache basale et une raie dorsale noires; 2.° noir avec une tache mé- diane bleue de chaque coté; les 3-6.° ayant en dessus une tache basale formant un demi-anneau assez épais; au 7.° le demi-an- neau plus étroit; les 8-9.° avec une tache bleue occupant le tiers posterieur en dessus (diviste en deux au 8.°); le 10.° plus court que la moitié du 9.°. Appendices anals trés-courts, coniques, noirs. Valves vulvaires noiràtres, épaisses, ne dépassant guére l’abdomen. Pieds noiràtres; l’intérieur des femurs brun ou roussàtre, sur- tout les postérieurs; cils des tibias longs (9-10 aux postérieurs). Patrie: Karoons (Nouvelle Guinée) par M. Laglaize. Coll. Selys. NB. Je ne crois pas que ce soit la femelle de la rubropun- elata parce que les points postoculaires manquent et que l’abdo- en est trés-court. Peut-étre est ce la femelle de l’Argia? optata Hagen, de l’Ile Obi, dont le male seul est connu? le dessin notamment. celui u 2.° segment de l’abdomen s'y rapporte assez bien. Pseudagrion flavithorax , Selys, Ann. du Mus. de Dresden 1878, age 332. 7. Abdomen 43. Aile inférieure 21. 318 DE SELYS LONGCHAMPS Ptérostigma noiràtre, a peine plus clair a la còte, entouré d’une nervure noire; presque carré, un peu oblique, ne sur- montant pas tout a fait une cellule; 15-16 postcubitales; les ailes étroites, cessant d’étre pétiolées a la nervule basale post- costale, qui est placée un peu plus près de la 2.° que de la .° antécubitale. Stature du pruinosum. Jaune clair varié de noir. Lévre, face et front jaune d’ocre; dessus et derriére de la téte noirs (les points postoculaires oblitérés). Prothorax noir; sa base, une tache médiane laterale et le lobe postérieur jaunes, ce dernier un peu avancé en demi-cercle, bordé et traversé de noir. Thorax jaune, plus vif en avant, ayant une petite tache noire arrondie au bas de la suture humérale et une impression laté- rale obscure sous l'aile inférieure. Abdomen long trés-gréle, noir, marqué de jaune ainsi qu'il suit; les cotés des 1." et 2.° segments, un anneau basal étroit au 3.° se prolongeant en dessous sous la forme de bande laté- rale; une tache basale laterale aux 4-7.° également prolongée vers la suture ventrale; enfin l’articulation des 8-10.°; ce der- nier élevé, échancré presqu'à angle droit dans la moitié de sa longueur. Appendices anals supérieurs jaunes, presqu’aussi longs que le 10.° segment, un peu épaissis a la base, comprimés; le bout arrondi. Etant vus de profil ils portent une branche inférieure noire en dessus, partant de la base méme, très écartée de la supérieure, amincie ensuite et recourbée en pointe fine vers la branche supérieure un peu après la moitié de celle ci; de sorte que les deux branches sont rapprochées vers leur pointe. Appendices inférieurs brun jaunatre épais, tronqués droit, de la longueur de la branche inférieure des supérieurs, qui s'appuie sur eux. Pieds jaunes, courts, robustes; l’articulation terminale des fe- murs, les tarses et les cils noirs. Ceux-ci médiocres (15 aux}: tibias postérieurs). Q. Inconnue. | ODONATES DE LA NOUVELLE GUINEE 319 Patrie: Karoons (Nouvelle Guinée) par M. Laglaize. Coll. Selys. Un male unique. NB. Magnifique espèce rappelant par la coloration du thorax le pilidorsum, mais plus grande et différant par le ptérostigma noir presque carré, l’absence de taches postoculaires claires, Yabdomen tout noir en dessus, enfin les appendices supérieurs munis d'une forte branche inférieure analogue è celle du furc?- gerum d'Afrique, ou si l’on veut de la Telebasis superba, car au premier abord on croirait que la branche en question appartient aux appendices inférieurs. Telebasis eximia, Selys, Ann. du Mus. de Dresden 1878, page 322. 7. Abdomen 47. Aile inférieure 29. Trés-voisine de la superba. Elle en différe par ce qui suit. 1.° Taille plus forte. 2.° Le ptérostigma plus épais plus long, un peu plus long que la cellule quil surmonte, finement cerclé de blanchàtre. 3.° La branche inférieure des appendices supérieurs semble moins écartée de la supérieure, de sorte qu'elle n’est pas appuyée sur les appendices inférieurs. 2. Inconnue. Patrie: Ternate (Moluques) un male en mauvais état par M. Laglaize. Coll. Selys. NB. Peut étre n'est ce qu'une race locale de la superba. Telebasis Laglaizei, Selys, Ann. du Mus.. de Dresden 1878, page 322. 7. Abdomen 36. Aile inférieure 23. Ptérostigma noir, a peine plus pale a l’entour, carré-long, un peu oblique, surmoniant une cellule; 14-15 postcubitales; le coté supérieur du quadrilatére ayant aux premiéres ailes le tiers, aux secondes la moitié du coté inférieur; le secteur sous nodal naissant du principal a la veine du nodus, le médian a peine auparavant, l'un et l’autre se touchant ensuite par un point a la première veine transversale qu'ils rencontrent. Ailes 320 DE SELYS LONGCHAMPS modérèment étroites; pétiolées jusqu’a l'origine du quadrilatère apres la nervule basale postcostale qui est placée beaucoup plus près de la 2.° que de la 1."° antécubitale ; 2 cellules anténo- dales. Varite de noir bronzé et de bleuatre pale. Téte étroite noire, excepté la lévre inférieure qui est blan- chàtre et le milieu du derrière des yeux qui est pulvérulent (probablement obscur chez les jeunes). Le bord de la lèvre su- périeure et les coins de la bouche olivàtres. Prothorax noir avec une nuance laterale bleuatre; le lobe po- stérieur avanc’ au milieu en feston arrondi, les còtés un peu prolongés. Thorax petit, vert acier foncé en avant avec indication d'une ligne humérale brune; les cotés et le dessous bleuàtre un peu pulvérulent avec nuances obscures aux sutures. Abdomen filiforme; & peine épaissi au bout, noiràtre. Les còotés des 1-2.° segments bleuàtre pale; ceux des 3-6. olivàtres excepté un anneau terminal noir; 10.° segment plus court que la moitié du 9.°, son bord renflé et avancé, mais avec une échancrure médiane triangulaire. Appendices anals noirs; les supérieurs rapprochés, courts, di- visés en deux parties, savoir: la branche supérieure en tubercule épais un peu courbé en bas; la branche sous-jacente a peine plus longue, conique. Appendices inférieurs trois fois plus longs (plus longs que le 10.° segment) trés-¢pais et rapprochés a leur base. Vus de profil ils sont presque droits, un peu amincis et relevés au bout. Vus en dessous ils sont amincis après la base et un peu recourbés en pince au bout. Pieds trés-courts, noiràtres; l'intérieurs des femurs et l’exté- rieur des tibias olivatre ou un peu jaunatre. Cils assez longs divariqués (5 aux tibias postérieurs). 2. Inconnue. Patrie: Karoons (Nouvelle Guinée) par M. Laglaize. Un male unique. Coll. Selys. NB. Ressemble a la preziosa de la méme contrée et possède la méme réticulation; mais est trés-distincte de toutes les espéces ODONATES DE LA NOUVELLE GUINEE 321 de ce groupe par les appendices supérieurs trés-courts et les in- férieurs trés-longs. Ces appendices, vus de profil, rappellent ceux des trois espéces qui constituent le groupe de la superba, mais chez ces derniéres la branche inférieure des appendices su- périeurs est trés-longue et juxtaposée sur les appendices infé- rieurs au point de paraitre au premier abord faire corps avec eux; enfin dans ce groupe de la superba les secteurs médian et sous-nodal naissent ensemble de la veine du nodus et sont sow- dés jusqu'à la premiere veine transversale quiils traversent. Platysticta bicornuta, Selys, Ann. du Mus. de Dresden 1878, pag. 322. 7. Abdomen 40. Aile inférieure 25. Ailes un peu salies; ptérostigma brun jaunàtre, épais, presque carré-long, costal un peu plus court que Vinférieur; 16 postcubitales. surmontant presque une cellule et demie. Son cété Téte large, noiràtre excepté le rhinarium et la lèvre supé- rieure qui est roussàtre avec une fine bordure antérieure noire. Prothorax gris brun, noiràtre au dos, son lobe postérieur prolongé de chaque coté en une corne triangulaire aplatie plus ou moins redressée, pointue, livide. Thorax noiràtre luisant avec une large bande ovale latérale livide entre la 2.° et la 3.° suture, ne touchant pas le bas et un vestige antéhuméral inférieur brun. La poitrine en partie livide. Abdomen brun bronzé avec un anneau jaune pale aux 3-7. segments, occupant en dessus un huitiéme, en dessous un si- xiéme de la longueur des segments. Les cétés des 1. et 2.° li- vides. (Les trois derniers manquent). Pieds brun livide a cils trés-longs, (8 aux tibias postérieurs). 2. Inconnue. Patrie: Kapaor (Nouvelle Guinée occ.) par L. M. d'Albertis. Coll. du Museo Civico de Génes. NB. Lexemplaire est incomplet et ses couleurs altérées, mais il est évident que l’espèce est très voisine de la Pl. halterata Brauer, de Lucon, qui elle-méme appartient au groupe de l'47- Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (26 Aprile 1879). 21 322 DE SELYS LONGCHAMPS laris. La bicornuta est certainement distincte de Vhalterata par le ptérostigma plus long et par la forme des deux prolongements postérieurs du prothorax qui sont assez élargis à la base, un peu divergents et pointus. Chez Vhalterata ces prolongements sont minces, paralléles, un peu capités, comme les balanciers (halter) des diptères. On peut ajouter que, chez l’espéce de Lucon, les anneaux basals jaunes de Yabdomen sont remplacés par une tache dorsale conique pale nexistant pas en dessous. Platysticta auriculata, Selys, Ann. du Mus. de Dresden 1878, page 322. A. Abdomen 33. Aile inférieure 22. Ailes un peu jaunatres. Ptérostigma brun jaunàtre surmontant une cellule, son còté costal un peu plus court que l’inférieur; 16-17 postcubitales. Téte petite brun trés-foncé, excepté la lévre supérieure et l'é- pistome qui sont bleu pale et le derri¢re des yeux roussàtre. Prothorax brun obscur varie de noiràtre, son lobe postérieur prolongé de chaque coté en une petite corne aplatie recour)ée. Thorax petit, noiràtre bronzé avec une bande jaune droite a Yespace latéral médian (entre la 2.° et la 3.° suture) ne touchant pas le haut, mais rejoignant la couleur jaunàtre du dessous du thorax. Abdomen brun noiràtre luisant, les còtés des 1-2.° segments et un anneau basal complet aux 4-7.° étroit en dessus, un peu élargi en dessous jaunàtres; 10.° segment entier déprimé, plus court que la moitié du 9.°. Appendices anals jaunàtres, égaux épais, un peu plus longs que le dernier segment; les supérieurs écartés, épais à la base, com- primés ensuite et courbés en bas au bout qui est arrondi. Les inférieurs de méme longueur un peu plus rapprochés, épais, cy- lindriques se touchant presque au bout qui est mousse. Pieds jaunitre pale 4 articulations noiràtres. Tibias un peu roussàtres. Cils longs d'une nuance plus foneée (6 aux tibias po- stérieurs). ODONATES DE LA NOUVELLE GUINEE 828 2. Inconnue. Patrie: Karoons (Nouvelle Guinte) par M. Laglaize. Un male unique. Coll. Selys. NB. Ce n'est peut-étre qu'une simple race, une sorte de di- minutif de la bicornuta. Elle n’en différe guère que par sa taille plus petite, la téte et le thorax moins robustes et le ptérostigma proportionnellement plus court. Le diamétre de la téte est de 3 millimetres 1/, (4."" 1/, chez la bicornuta). V. Additions et rectifications au mémoire sur les Odonates de la Région de la Nouvelle Guinée, publié dans les Annales de Dresden en 1878. 3. Tholymis tillarga, F. se trouve aussi dans la Nouvelle Guinée proprement dite. 25. Neurothemis unicolor, Selys, n'est probablement qu'une va- riété de Voculata. 27. Neurothemis elegans, Guérin. Je la considére aussi comme variété de loeulata. 28. Neurothemis palliata, Ramb., n’est je crois qu'une race de la fluctuans, Fab, dont le type habite Malacca et Sumatra. Genre CALOTHEMIS, Selys. L’espéce que j'ai nommée C. exsu- dans et qui se trouve à Malacca a servi au Docteur Brauer i l'établissement de son genre Orchistemis dans les procés- verbaux de |’ Académie des sciences de Vienne, en février 1878; il a nommé l’espèce 0. pulcherrima. Il est clair que le nom d’Orchistemis pulcherrima ayant été publié plusieurs mois avant celui de Calothemis exsudans doit prévaloir, en vertu de la priorite. Mais le D." Brauer n’ayant connu qu'une espéce, les ca- 324 DE SELYS LONGCHAMPS ractéres génériques quil a attribués a ses Orchistemis ne conviennent pas tous aux neuf espéces que j'ai décrites, de sorte que, tout en adoptant pour le genre le nom d’ Orchistemis , Brauer, je maintiens les caractéres que j'ai assignés à mes Calothemis, dont le nom seul disparait. 45. Agrionoptera similis, Selys, n'est problablement qu’une mo- dification locale de l’énsignis. 46. Agrionoptera papuensis, Selys, n’est je crois qu'une variéte de la race simitis. 47. Agrionoptera longitudinalis, Selys. — Ajoutez comme race propre a la Nouvelle Guinée A. bisertalis, décrite plus haut. 49. — Ajoutez au genre Orlhemis, O. congener Ramb. (obscura, Ramb.) qui habite non seulement Java et les Philippines, mais encore Celebes et les Moluques, ce qui lui donne place dans ce catalogue. 56. Trithemis infernalis, Br. Jai constaté que cette espéce est fondée sur des exemplaires très adultes de la Libellula festiva Ramb. Elle doit done prendre le nom de Trithemis festiva, Ramb. 65. Si je n'ai pas fait figurer dans le catalogue ? Anax papuensis , de Burmeister (qui est du sous-genre Cyrtosoma) ce nest pas par omission, c'est parceque, malgré le nom de papuensis donné a Vespéce, je ne trouve ni dans Burmeister ni dans Brauer et Hagen aucune indication que cette espéce ait été prise a la Nouvelle Guinée, ni dans les Iles qui font partie de cette région géographique. NOTE IMENOTTEROLOGICHE PIOVANNI fRIBODO Fin dall’ anno 1874 io pubblicava in questi Annali le diagnosi di alcune specie nuove di Chrysidi in attesa di un maggior la- voro su questa famiglia, lavoro che è tuttavia in corso di pre- parazione, e pel quale mi occorre ancora un non breve lasso di tempo. Facendo or seguito a quella pubblicazione do qui le sommarie descrizioni di altre specie della medesima famiglia che mi risultarono nuove per la scienza: ad esse aggiunsi le dia- gnosi od alcune osservazioni sopra talune specie di altri gruppi del medesimo ordine. Torino, marzo 1879. Lo Pyria Dre wsenl n. sp. Depressiuscula , viridis hine illine subeyanescens parum nitida ; corpore lateribus parallelis, ubicumque crasse et regulariter pun- ctato, capite thoraceque confertius, abdomine rarius ; capite lato, planiusculo trapezino ; cavitate faciali granulosa, superne marginata; mesopleuris margine postico distincte bituberculatis ; postscutello le- vissime subprominulo scrobiculato ; abdominis segmento 2.° longi- tudinaliter carinulato: segmento 3.° ante seriem undique conve- wiusculo; cesticillo seriei medio distinete emarginato: foveolis paucis et parvis: margine anali modice immerso, late arcuato, dentibus sex, subaequalibus, acutissimis armato: alis sordide hyalinis. Long. corp. mill. 10. Australia. Facilmente si distingue questa Pyria dalle congeneri pel suo postscudetto affatto inerme, di forma appena lievissimamente co- noidea: i denti del margine anale sono assai sottili ed acuti, dei 326 G. GRIBODO loro intervalli il centrale ed i due estremi sono uguali fra di loro, ed assai più larghi che gli intermedii. Un solo esemplare appartenente alla ricca collezione Drewsen. 2. Pyria simillima, n. sp. Pyriae stilboidi, Spin. valde assimilis, at ut hutus varietas nullo modo existimanda, etnim dignoscitur: capite antice viso magis angusto et triangulari; linea genarum (!) brevissima et valde obliqua: margine cavitatis facialis subobsoleto : mesopleu- ris haud undique scrobiculatis, sed areis duabus latis linearibus laevibus et nitidis verticaliter instructis: postscutello haud exeavato abdominis basi latiori, antice minus excavato, angulis lateralibus obtundatis, vel oblique fere truncatis : emarginaturis analibus (seu spatiis interdentalibus) centralibus conspicue latioribus quam duabus externis. Long. corp. mill. 11. Affrica orientale. Molto affine alla P. sti/boides non può però con questa con- fondersi per i numerosi ed importanti caratteri avanti enunciati, ai quali può aggiungersi la punteggiatura più fina e più rara di quella della st/%oides. Potrebbe pur nascere il dubbio che questa specie fosse la P. canaliculata, Brullé; ma da essa si di- stingue, oltre che dalla diversa forma del margine anale, ancora dalla mancanza delle macchie laterali dell’ addome, della larga infossatura del protorace, e dell’ incavatura della base del primo segmento addominale. Un esemplare comunicato dal dottore Smith. 3. Chrysis Smithii. n. sp. Submagna robusta depressiuscula viridi-cyanea nitida: capite dense punctulato: thorace sat confertim crasse punctato , scutello et (4) Un carattere molto importante per le Chrysidi, e finora trascurato da- gli autori, si trova nella parte di profilo del capo visto di faccia che è com- preso fra il punto più basso degli occhi ed il punto d’inserzione delle man- dibole: un ottimo carattere specifico è fornito dalla diversa lunghezza, od inclinazione di questa linea. NOTE IMENOTTEROLOGICHE ZA | postscutello crassissime punctato-reticulatis: abdominis segmento primo modice punctato et punctulato , segmentis sequentibus sparsim punctatis: capite parvo subrotundato: clypei margine apicali: profunde arcuato-emarginato: cavitate faciali mediocri superne arcuato-emarginata» thorace subconico: mesopleuris bidenticulatis , areis duabus linearibus laevibus (vel tantum lenissime sparsimque punctulatis) nitidis verticaliter instructis: postscutello lamina trian- gulari plana robusta conspicua armato: abdomine subconico , basi fere ‘integro, medio haud carinulato: segmenti tertii area antica modice sed distincte ante seriem immersa: serie antea- picali modice abrupta, fere semicirculari, idest medio non nisi quam lenissime angulata; foveolis mediocribus, rotundatis, di- stinctis, numerosis: margine anali mediocri, dentibus sex apice armato: dentibus in curvam valde converam dispositis: quatuor intermedis maioribus robustis (ideo emarginaturae tres centrales profundae , subaequales) triangularibus, duobus externis parvis vel minutissimis: alis subfumatis. 9 . Long. corp. mill. 12. Affrica orientale. Questa bella e ben distinta specie appartiene alla divisione seconda della quinta sezione dell’ ottava falange del Dahlbom: per la forma dell'armatura del postscudetto si avvicina alla C. Mouattii, Guér. (*) senonchè questa appendice è ancor più grossa e più lunga nella Smithii. Rimarchevoli sono pure in questa specie la forma del capo e del margine anale. Comuni- cata dal dottore Smith. 4. Chrysis anceps, n. sp. Chrysidi sexdentatae, F. maxime affinis et similis, at nullo modo ejusdem varielas: etenim differt corpore fere dimidio minori, et proportionaliter crassius punctato: clypeo tumidiusculo: scutello una cum postscutello mutico convexo: hoc haud tuberculato. (1) Avendo fatto acquisto della collezione d’Imenottori del sig. Guérin-Me- neville, ho avuto il tipo autentico di questa specie, ed ho riconosciuto che essa appartiene al genere Chrysis, non al genere Pyria come erroneamente pubblicava il lodato autore. 328 G. GRIBODO Long. corp. mill. 8. Brasile. La differenza importantissima che si osserva nello scudetto e nel postscudetto, tra questa specie, e la sexdentata, | essere cioè queste due parti normalmente conformate nella prima non pre- sentando alcuna gibbosità nè alcun tubercolo, unitamente alla diversità di statura, e di scultura non lasciano confondere que- ste specie fra di loro, quantunque la forma generale del corpo, e la colorazione di entrambe siano identiche. Aggiungasi ancora a meglio distinguerle, che nella anceps i tubercoli delle meso- pleure sono assai meno notevoli, e per contro poi i denti del margine anale sono sensibilmente più sporgenti che non nella sexdentata. Quattro esemplari appartenenti alle collezioni Drewsen, Smith, Museo di Monaco e Museo di Bruxelles. 5. Chrysis cognata, n. sp. Chrysidi sexdentatae, F. et C. ancipiti, Grib. valde similis et affinis; sed postscutello haud tuberculato neque prominulo ab una, corpore dimidio matori et sculptura segmentorum abdominalium 2, 3 confertiore tenuiore et subcoriacea ab alia facile distinquitur. Long. corp. mill. 12. Patria ignota, sed sine dubio America. Ecco ancora una Chrysis molto vicina alla sexrdentata, alla quale sl avvicina a primo aspetto più ancora che non la anceps, es- sendole uguale di statura: ma qui ancora la mancanza di qual- siasi traccia di tubercolo, e di gibbosità nel postscudetto non per- mette di confonderle insieme. Si aggiunga che nella cognata la punteggiatura di tutto il corpo è relativamente più piccola ed irregolare: specialmente ciò sì verifica sul 2.° e 3.° segmento, i quali per questa causa appaiono quasi rugulosi, subcoriacei : inoltre ancora in questa specie il terzo segmento ha il suo dorso meno convesso, lo si direbbe quasi formato di due piani incli- nati anzichè da una superficie curva; il risalto della serie an- teapicale è assai minore, affatto appiattito poi è il margine anale, NOTE IMENOTTEROLOGICHE 329 il quale invece presenta una sensibilissima incurvatura nella sexdentata e nell’ anceps. Le ali sono quasi affatto ialine. I carat- teri abbastanza importanti che distinguono fra di loro le C. sex- dentata, cognata ed anceps non mi lasciano credere che si tratti solo di varietà molto spiccate: ad ogni modo sarebbe bene controllarli sopra un numero di esemplari maggiore di quello di cui 10 posso disporre. Un solo esemplare senza indicazione di patria, appartenente al Museo di Bruxelles. 6. Chrysis texana, n. sp. Mediocris aut submagna robusta, cylindrica, viridis, parum nitida: capite thoraceque confertissime, abdomine rarius, medio- criter punctatis, abdominis segmento primo vero crassius punctato et punctulato: capite, prothorace paullulum latiori, antice viso transverso, trapezino: clypei margine recte truncato: cavitate fa- ciali lata; parum profunda, punctulato-granosa, media canalicu- lata, superne marginulata, carinula utrinque angulata: mesopleu- ris marginulatis: postscutello. ut plerumque, depresso-convexo : metathoracis angulis postico-lateralibus margine postico plus vel mi- nus flecuosis: abdomine capite thoraceque simul sumptis via lon- qiore, perfecte cylindrico, apice tam lato quam basi, basi medio distincte profunde longitudinaliter foveolato: margine anali sexden- tato: dentibus robustis triangularibus subaequalibus in lineam cur- vam plus vel minus convexam dispositis: emarginaturis figura sat variabilibus in diversis speciminibus sed semper magnitudine sub- acqualibus: alis subhyalinis, ad cellulam radialem fumatis. 9. Stalura maiori, corpore crassius et confertius punctato , in- terdum quoque punctulato: abdominis segmenti dorsalis tert area antica interdum lenissime depressiuscula, supra seriem anteapica- lem paullulum incrassata tumidula: serie sat immersa, foveolis magnis irregularibus quadratis confluentibus, foveolam transverso- arcuatam efficientibus; margine anali humili. Long. corp. mill. 9-11. A. Statura minori, corpore minus punctato magis nitido: ab- 330 G. GRIBODO dominis segmento dorsali lertio et in aream anticam et in mar- ginem analem undique eandem superficiem modice convexam prae- bente (idest area antica ante vel supra seriem anteapicalem non, nisi perlenissime , elevata, nec incrassata , nec tumidula, el mar- gine anali haud depresso nec humili) foveolis seriei magnis irre- qularibus confluentibus, foveam latam et profundam transverso arcuatam efficientibus. Long. corp. mill. 8-9. Texas. Di questa interessante specie ho ricevuto quindici esemplari (6 femmine e 9 maschi) dal Texas: ciascheduno di essi presenta una qualche variazione nella forma del margine anale, come pure nella punteggiatura del corpo e nella disposizione della serie anteapicale: per quanto accuratamente però io li abbia studiati non ho potuto decidermi a separarli in diverse specie, tanto bene concordano nella facies, come pure in numerosi ed importanti caratteri: notevole è specialmente la figura della serie anteapicale nel maschio: essa si presenta all’ occhio come una erosione trasversale, che divide la superficie del segmento in due parti disuguali. Mia collezione e comunicata dal dottore Smith. 7. Chrysis imperforata, n. sp. Chrysidi spinigerae , Spin. affinissima et simillima, atque forsitan ejusdem solum conspicua varielas: tantummodo differt serie an- teapicali medio integerrima abrupta polita impunctata ; foveolis duabus magnis sulciformibus C. spinigerae haud praedita. Caienna. Non avendo sott’ occhio che un piccolo numero di esemplari sia di questa forma (3 soli) che della spinigera tipica (4) sono ancora in dubbio se sì tratti veramente di una specie distinta, oppure solo di una varietà molto rimarchevole. Ad ogni modo il carattere che le distingue, abbenchè solo, è molto importante. Nella spinigera la serie anteapicale presenta nel mezzo due grossi fori che si prolungano assai sotto la forma di solco nel NOTE IMENOTTEROLOGICHE 33] margine anale: lateralmente a questi due stanno poi numerosi altri buchi assai più piccoli, e di dimensioni e posizione nor- mali come nella maggior parte delle Chrysis (mentre i due grossi fori centrali sono, credo, propri a questa sola specie): invece nella émperforata il cercine della serie anteapicale è anzi- tutto più verticale, poi non presenta traccia alcuna dei detti fori, ma anzi nel mezzo in luogo loro ha una superficie liscia, intiera (forma assai poco comune anche questa), la quale solo nell’ angolo d’ unione col margine anale lascia scorgere una sot- tilissima fenditura trasversale; sui lati poi, ma solo più vicino alla base, presenta i fori ordinari. La punteggiatura del terzo segmento è alquanto più densa nella spirigera: la disposizione dei denti anali è pure diversa tra le due specie. Non trattasi di differenze sessuali essendo tutte femmine gli individui esaminati si dell’ una che dell’ altra specie. Collezioni Gribodo e Drewsen. 8. Chrysis opaca, n. sp. Mediocris, viridis, supra haud nitida, ventre et facie nitidiu- sculis, clypeo, carinula frontis, coxisque viridi-aureis: capite con- fertissime-irregulariter modice punctato: thorace crasse irregula- riter (prothorace mesopleuris et postseutello sub confertim, dorsulo sculelloque sparsius) punctato interstitiis punctulato-subcoriaceis - abdomine in segmento primo crasse et profunde, in secundo mo- dice, sparsim punctato, ad latera crebrius, interstitiis. disco con- fertissime, requlariter et concinne, tenuiter punctulatis: segmento tertio crebre at modice, requlariter punctato-subreticulato: area amali creberrime punctulato-granosa: capite antice viso transverso trapezino: cavitate faciali modice profunda punctulato-granosa , supra conspicue lransversim marginata: postscutello paulbulum tumidulo gibbescenti: abdomine subconoideo, basi leniter excavato , apice arcuato sexdentato: segmenti tertii area antica haud depressa ; serie modice abrupta, foveolis parvis separatis irregularibus: mar- gine anali humili modice producto: dentibus acutis triangularibus subaequalibus : emarginaturis arcuato-triangularibus profundis, in- Bac G. GRIBODO termedus perpaullulum minoribus quam lateralibus: alis pure hya- tints. Q. Long. corp. mill. 8. Affrica orientale. Il carattere più saliente e più singolare di questa Chryside è la punteggiatura dei due primi segmenti dell’ addome: 1 quali portano alcuni punti assai grossi (più grossi sul primo, meno sul secondo) profondi e sparsi a grande distanza: gli interstizii fra di essi punti sono fittamente e regolarmente coperti da mi- nutissimi punticini: la superficie di questi segmenti mancando quindi affatto di parti liscie e levigate non è per nulla brillante. Un solo esemplare nella mia collezione. 9. Chrysis Abeillei, n. sp. Mediocris cylindrica nitida laete viridis, dorsuli area central maculisque duabus ad tequlas, segmentorum abdominis dorsalium 2. 3 basi obscure cyaneis, segmento secundo apice fascia lata me- dio angulatim producta coccineo-aurea : capite confertissime irregu- lariter punetulato: pronoto mesopleurisque confertim irregulariter crasse pumctatis et punctulatis: segmentis dorsalibus abdominis primo et secundo subconfertim, tertio confertim subcrasse puncta- tis: segmentis secundo et tertio lineola mediana longitudinali nitida praeditis: capite antice viso subquadrato, linea genarum brevi verticali, hine ore latissimo: cavitate faciali parum profunda, superne bene marginata, carinula subrecta apice ulrinque duos ramulos emittente: postscutello plano declivi: abdomine lenissime conico, capite thorace simul sumptis paullulum longiore, basi haud excavata, tantum medio leniter foveolata: segmenti tertii area an- tica lenissime depressiuscula; serie anteapicali sat abrupta, haud interrupta ; foveolis mediocribus, distinctis ; subacqualibus: area anali producta, supra visa conspicue angustiori quam area an- tica, dentibus quatuor armata: his robustis, acutis, triangula- ribus, subaequalibus: emarginaturis arcuatis, centrali paullulum angustiori quam lateralibus: alis basi hyalinis, disco (praesertim ad cellulam radialem) fumatis. 9 . NOTE IMENOTTEROLOGICHE 333 Long. corp. mill. 10. Syria. Questa specie è vicina alla C. soror, Dahl., ne differisce però nettamente oltre che per la diversa colorazione del corpo, anche per la forma della bocca, e del margine anale, per il fronte stretto, per la poca profondità della cavità facciale, e la diversa orlatura, e finalmente per i tarsi aftatto neri: |’ intaglio del margine anale serve pure a distinguerla in modo sicuro dalla C. Sehestedti, Dahl. colla quale ha molta affinità nella colorazione. Un esemplare della mia collezione. 10. Chrysis Frey-Gessneri, n. sp. Medioeris gracilis cylindrica parum nitida obscure viridis: ca- pite thoraceque confertissime irregulariter punctulatis subcoriaceis (scutello et postscutello punctato-reticulatis): abdomine confertim re- gulariter punetulato-granoso: capite antice viso quadrato-rotundato , cavitate faciali ampla parum profunda supra et ad latera margi- nata: postscutello planiusculo declivi: abdomine apice fere tam lato quam basi, capite thoraceque simul sumptis pauilulum longiore : segmento tertio toto et undique uniformiter convero, idest serie anteapicali ommino deficiente, et area anali haud immersa, sed contra in eodem situ foveam maximam profundissimam erosam, medio plane interruptam , conspicue biarcuatam praebente: margine anali quadridentato: dentibus robustis productis acute triangulari- bus, subaequalibus: emarginaturis arcuatis aequalibus: alis lenis- sime sordidis, limbo pure hyalinis. 9. Long. corp. mill. 7. Texas. Il carattere più importante di questa specie consiste nella con- fisurazione singolare del terzo segmento: in ciò si avvicina alla C. excavata, Brullé, ma ne differisce pel colore, per la scultura, la mancanza della carinula addominale, e finalmente per la doppia incurvatura della fossa del terzo segmento. Un esemplare statomi regalato dal dott. Frey-Gessner. 394 © G. GRIBODO ll. Chrysis longirostris, n. sp. Submagna cylindrica depressiuscula parum nitida viridis, dor- suli area centrali abdominisque segmentis secundo et tertio basi obscure cyaneo-violaceis: capite confertissime irregulariter punctalo et punctulato: thorace confertim irregulariter suberasse punctato: abdominis segmento primo creberrime et crasse, segmentis secundo et tertio subconfertim et minus crasse, requlariter punctalis: ca- pute antice viso acutissime triangulari, ore valde producto, clypeo longitudinali longissimo triangulari, a forma Chrysidum normali maxime aberrante, lineis genarum longissimis concurrentibus: ca- vitate faciali modice profunda punctulato-granosa densissime ar- genteo-setosa , superne biarcuato marginata: prothorace medio lon- gitudinaliter sat profunde foveolato, foveola lineari: postscutello transversim perlenissime gibbescente: abdomine lato depresso apice sub-ovato, longitudine capitis thoracisque simul sumptorum, basi latissime sed parum profunde excavato, apice quadridentato : seg- menti tert area antica haud depressa; serie anteapicali parum abrupta; foveolis magnis, centralibus rotundis separatis, laterali- hus confluentibus: area anali brevi et angusta: dentibus acutis triangularibus aequalibus adproximatis in lineam rectam disposi- lis: emarginaturis arcuatis aequalibus: alis hyalinis, disco subfu- matis Q. Long. corp. mill. 10,5. Brasile (Minas Geraes). Importantissima specie, che si distingue da tutte quelle cono- sciute per un carattere di primo ordine, la forma cioè del muso che è allungatissimo, e foggiato a rostro: somiglia a quello de- gli Sti/bum, ma è anche più allungato ed acuminato, il clipeo d'altronde ha il margine anteriore angoloso sporgente, non gia smarginato. Nella monografia delle Chrysidi, che sto preparando, ho creduto bene di stabilire per questa singolare specie un sot- togenere speciale col nome di Parachrysis. Un esemplare della collezione Drewsen. NOTE IMENOTTEROLOGICHE 335 12. Chrysis Ghilianii, n. sp. Mediwocris, elongata, depressiuscula, viridi-cyanea è capite thora- ceque confertim sed modice, scutello postscutello abdominisque seg- mento 1.° crasse punctato-reliculalis ; reliquis segmentis confertis- sime subtiliter punctulato-coriaceis: cavitate faciali subprofunda ; longitudinaliter carinulata, subtilissime transversim rugulosa, su- perne distincte bimarginata.: postscutello gibboso conico è seriei ante- apicalis foveolis distinetis, rotundatis, regularibus: margine anali prominulo, medio sub-angulato, utrinque sub initio serie dente laterali valido praedito: pedibus antennisque basi viridibus, apice migris: alis sordide hyalinis. Long. corp. mill. 6-7. Porto Natal. Affine alle albipennis, Klg. unicolor, Dil. e forse alla Branicki, Radz., se ne distingue però nettamente per la punteggiatura, per la forma del margine anale, e per la gibbosità del postscu- detto: specialissima poi è la duplice orlatura del margine supe- riore della cavità facciale. Il muso in questa Chryside non è guari allungato, i suoi lati sono abbastanza convergenti. Comunicata dal sig. Smith. 13. Chrysis Radoszkowskyi, n. sp. Praecedenti (C. Ghihanu) affinis quidem et similis, at margine superno cavilatis facialis simplici ; sculptura totius thoracis abdo- minisque segmenti 13 uniformi; segmentis 2.° et 3.° subliliter punclulato-reticulatis non ruguloso-cortaceis ; postscutello minus co- nico; margine apicali segmenti 3. magis arcuato; denticulis ana- libus gracilioribus certe facillimeque dignoscitur. Long. corp. mill. 6 1/,. Australia. Abbenchè molto affine alla Ghilianii non si potrà confondere colla medesima specialmente per I’ orlatura della fronte che nella Ghilianii è duplice, e semplice invece in questa: come pure per 336 G. GRIBODO la scultura che è del tutto diversa, specialmente sui due ultimi segmenti nei quali i punti sono in questa minutissimi bensì, ma rotondi, regolari, lasciando fra di loro un po’ di area liscia per cui la superficie dei segmenti riesce più brillante, come brunita. Due Q; una della collezione Drewsen, un’ altra generosamente regalatami dal Generale Radoszkowsky. 14. Chrysis resecta, n. sp. Omnino laete viridis nitidiuscula sat depressa, capite thoraceque confertissime trregularier punctatis et punctulatis subgranosis : abdominis segmento 1.° (praecipue basi lateribusque) sparsius et crassius, 2.9 et 3.° densius subliliusque irregulariter punetatis et punctulatis, margine apicali segmenti secundi medio polito subim- punctato: capite triangulari sat producto, ricti lateribus elongatis concurrentibus: facie plana, superne haud marginata: mesopleuris non tuberculatis: serie anteapicali irrequlari parum profunda, foveolis mediocribus irreqularibus: margine anali apice distinetis- sime transversim reciso: alis sordide hyalinis. Long. corp. mill. 9. Mariposa. Questa elegante specie si riconosce immediatamente dalla struttura singolare del margine anale: il quale appare come un margine curvo ordinario (ad esempio della refw/gens) tagliato nettamente all’ estremità in senso trasversale: la troncatura è retta, ai due lati, congiungendosi colla parte laterale curva , forma due angoli ben distinti. Assai poco comune è la forma della faccia, che non presenta alcuna cavità sotto antennale, ed ha un contorno distintamente triangolare. Un solo esemplare della mia collezione. 15. Chrysis californica, n. sp. Parva cylindrica obscure cyanea parum mitida» capite thorace- que confertim parum profunde, modice, vel, comparative, sub- crasse, punctatis ; scutello et postscutello punctato-reticulatis: abdo- NOTE IMENOTTEROLOGICHE 337 minis segmentis dorsalibus primo et secundo confertim regulariter punetulato-subgranosis : segmento tertio irregulariter confertim pun- ctato et punctulato : capite robusto, antice viso fere quadrato: li- neis genarum brevibus, verticalibus: cavitate faciali mediocri , nitida impunctata, superne haud marginata: clypeo brevi, transverso , apice truncato, et juxta marginem profunde foveolato: prothorace medio longitudinaliter depresso-subfoveolato: postscutello perlenis- sime gibbulo: abdominis segmenti tertii area antica regulariter convera ; serie anteapicali parum abrupta, foveolis subparvis, ir- reqularibus, numerosis: area anali mediocri, arcuato-subangulata, medio paullulum producta, apice utrinque distincte sed leniter emarginulata, apice quoque sed obsoletissime : alis subhyalinis. Q . Long. corp. mill. 5. California. Assai facilmente si distingue questa specie dal suo colore az- zurro assai cupo; dalla forma della faccia, che è molto allar- gata e troncata al basso; e dalla intagliatura del margine anale. Alla diagnosi sopra scritta si aggiunga che il terzo segmento va restringendosi notevolmente verso l'apice, per cui questo è largo solo quanto la metà circa della base: i due primi segmenti in- vece sono affatto cilindrici. Un esemplare nella mia collezione. 16. Ghrysis pruna, n. sp. Subparva, cylindrica, omnino rubro-cuprea (antennis apice, tar- sisque nigris exceptis) modice nitida: capite thoraceque confertis- sime irregulariter punctato-granosis: abdominis segmento primo dense punctato et punctulato, secundo modice punetulato , tertio confertim punctulato: capite antice viso manifeste acute triangulari , lineis genarum valde elongatis et concurrentibus: clypeo compara- tive, elongato producto: cavitate faciali subplana, haud mar- ginata: antennarum articulo tertio, longissimo: postscutellum perpaullulum gibbo-subconico: metanoti angulis posticolateralibus gracilibus spinoideis; abdomine , longitudine capitis thoracisque si- mul sumplorum , apice tam lato quam basi, hac integra, serie antea- Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (7 Maggio 1879). e 338 G. GRIBODO picali subobsoleta, e punctis vel foveolis parvis rotundis constituta: margine anali mediocri, apice arcuato, arco parum convexo. SQ. Long. corp. mill. 7. Algeria. Specie notevole pel suo colorito rosso di rame brillante che riveste interamente il corpo esclusi solo i tarsi, e gli ultimi ar- ticoli delle antenne che sono neri. Molto affine per la forma del capo, e per la punteggiatura del corpo alla C. coerulipes: ne differisce però, oltre che pel colore, anche per essere molto più larga, più breve, per il margine anale molto più allargato, e per il postscudetto quasi piano-convesso non gibboso-conico. Diversi esemplari della mia collezione. 17. Parnopes carnea, Rossi. var. uniecolor mihi. Habitu, sculptura, et pictura typo simillima, tantum dignoscitur abdomine toto carneo, et flagello antennarum testaceo. <. Long. corp. mill. 9. Algeria. Ho ricevuto dal sig. Deyrolle questa bellissima, e non ancora conosciuta, varietà della ben nota Parnopes carnea; ed ho cre- duto bene di farne qui cenno. Identica per tutto il resto al tipo, ne differisce per il suo addome interamente di color carnicino, invece di avere il primo segmento di color verde metallico bril- lante: aggiungasi a ciò le antenne colorate in testaceo chiaro, come pure la punteggiatura del torace più rada, ed invece quella dell’ ultimo segmento addominale più grossa ma meno densa ancora che nel tipo: in tutti gli altri caratteri va d’ ac- cordo con questo. Un esemplare nella mia collezione. 18. Hedychrum cirtanum, n. sp. Magnum robustum nitidum cupreo-aurewn viridi-aureo-micans pedibus totis et ventre saturate carneis, illis aureo-micantibus , an- NOTE IMENOTTEROLOGICHE 339 tennarum flagello nigro: capite thoraceque confertim regulariter punctato-reticulatis , punctis capite subparvis, pronoto et mesonoto mediocribus, scutello et mesopleuris lutis, postscutello latissimis attamen parum profundis, abdomine sparsius requlariter punctato magis nitido: capite antice viso triangulari, cavitate faciali suban- gusta sat profunda transversim oblique striata: postscutello con- spicue conico-gibbo dorso subplano triangulari-obtundato postice marginulato: segmento abdominis primo brevi, basi late angu- latim excavato, medio area transversa laevi: segmento secundo haud carinulato: segmento tertio ante marginem perlenissime im- presso, hoc paullulum incrassato , utrinque uniangulato: alis apice obscure fumatis, basi subhyalinis. £Q. Var. Antennarum flagello articulis duobus vel tribus primis carneo. Long. corp. mill. 7-9. Algeria. Magnifica specie, e forse la più bella di quelle fin ora cono- sciute: molto notevole per la sua colorazione, come pure per la forma del postscudetto. Diversi esemplari nella mia collezione. 19. Aulacus Galitae, n. sp. Parvus, niger, abdomine, geniculis, bus, tarsisque 2 anticis obscure rufotestaceis ; alis hyalinis, maculis duabus una a stig- ‘mate descendente, altera circa venulas mediales fuscis: cellula cu- bitali secunda binas venulas recurrentes excipiente ; thorace reticu- lato-rugoso. 9. * Long. corp. mill. 7. Isola Galita (Viaggio del Cutter Violante 1877). Testa, antenne, torace, trocanteri, femori (eccettuata |’ estre- mità delle due prime paia di gambe) tibie e tarsi posteriori, e base del pezziuolo dell’ addome neri: addome, tibie, e tarsi an- teriori di un rosso un po’ giallognolo. Le ali vitree hanno una macchia bruna formante quasi una fascia che attraversa l'ala anteriore, ed una seconda, nella medesima ala, attorno alle 340 G. GRIBODO venette-mediale, ed esterno-mediale (!); questa macchia si al- larga sotto forma di triangolo nella cellula mediale. La seconda cellula cubitale riceve la prima venetta ricorrente molto vicino alla base, e la seconda circa alla metà sua: la venetta tra- sverso-cubitale seconda è visibile per il solo terzo superiore, nel rimanente essendo scolorita e trasparente, non si può distin- guere, per cui la seconda cellula cubitale pare confluire con la terza. Il torace presenta dovunque delle ripiegature o rughe grossolane, irregolari. L’ addome ha il picciuolo più sottile, che nelle altre specie: la terebra è un po’ più lunga dell’ addome: lo stilo è di color rosso giallognolo chiaro, le valve nere. Un solo esemplare comunicatomi dal Museo Civico di Genova. 20. Trigona Beccarii, n. sp. Obscure brunneo-testacea, mandibulis, clypei margine infero, et saepe quoque linea verticali, linea ad oculos, macula inter anten- nas, antennis infra plus minusve sed semper ad scapum , protho- race, alarum tegulis et nervuris, sculello, segmentorum abdo- minalium margine basali, genubus, et tarsis omnibus, tibiisque anterioribus laete testaceis : capite thoraceque sat testaceo-villosis : ab- domine fere glabro, magis nitido + alis flavescenti-hyalimis © . Long. corp. mill. 5. Keren (Abissinia). Specie ben distinta per la sua colorazione, specialmente per le fascie dell’ addome. Essa venne raccolta in gran copia dal signor O. Beccari nel suo viaggio in Abissima alla regione dei Bogos. Trovasi nelle collezioni del Museo Civico di Genova, e nella mia. Genus. Dynatus, Spin. (LEPELL.). Dynatus (Spin). Lepell. Suites à Buffon. Hymen. v. HI, pag. 332 (1845). (*) Nomenclatura del Dahlbom. NOTE IMENOTTEROLOGICHE 341 Stethorectus, Smith. Ann. and Magaz. ot Nat. Hist. v. XX, pag. 394 (1847). » » Taschenberg, Die Sphegidae d. zool. Mu- seums d. Univ. in Halle pag. 424. Podium, Sauss. Reise der Fregat. Novara. Hymen. pag. 35. Questo genere stabilito da Spinola supra una sola specie di Caienna e pubblicato dal Lepeletier nel 1845, venne dopo quel tempo dimenticato da tutti gli Imenotterologi che scrissero sugli Sphecidei: lo stesso dott. Smith nel suo gran catalogo generale degli Aculeati non ne fa cenno. Se non chè invece il dott. Smith pubblicava nel 1847 un nuovo genere di Sphecidei a cui dava il nome di Slethorectus, e questo genere era adottato dagli autori. Avendo io sott’ occhio la collezione Spinola, conservata nel Mu- seo di Torino, nella quale si trova il tipo autentico del Dynatus Spinolae descritto dal Lepelletier, riconobbi che il genere Ste- thorectus non è altro che il genere Dynatus, ed anzi assai pro- babilmente lo Stethorectus ingens, Smith è identico precisamente al Dynatus Spinolae, Lep. Non hanno tuttavia torto gli autori se non seppero riconoscere il Dynatus, essendo erronea in un punto molto importante la descrizione datane dal Lepelletier. Esso dice che la seconda cellula cubitale riceve la prima nervatura ricor- rente, e la terza cubitale poi la seconda ricorrente: ora io ho” riconosciuto nel tipo stesso che ciò non è punto vero: ma bensi come in tutti gli altri Podiwm la seconda cellula cubitale riceve da sola entrambe le nervature ricorrenti. Il sig. De Saussure riunisce questa specie al genere Podiwm; parmi però non a ra- gione. Nella mia collezione trovansi i due sessi di una specie molto affine allo Spinolae: anzi fors anche non ne sono che una semplice varietà, poichè il carattere differenziale principale sta solo nel diverso colorito delle ali, che sono bruno-violacee nello Spi nolae, ed invece fulvo-testacee nelle mie, l'estremità però di queste comincia ad abbrunarsi: in un esemplare poi del Museo di Torino esse sono di già abbastanza scure. Per quanto si può giudi- care dal brevissimo cenno che se ne trova nel Griftith's Animal Kingdom forse si tratta della specie chiamata nigripes dal Wes- twood, che sarebbe quindi solo una varietà del Dynatus Spinolae. 342 G. GRIBODO Diagnosi precursorie di alcune specie nuove d'Imenotteri raccolte nel Regno di Scioa. Coll’ occasione fornitami dalla stampa del presente lavoro credo bene di pubblicare le frasi diagnostiche di alcune specie nuove d’ Imenotteri raccolte dal Marchese Orazio Antinori nel suo viaggio al regno di Scioa nell’ Africa equatoriale. Il cata- logo generale e lo studio completo delle specie di quest’ ordine raccolte in detto viaggio vedrà più tardi la luce in questi Annali. l. Megachile Antinorii, n. sp. Magna, nigra, nigro-pilosa, abdomine supra in segmentis 1-5 pube fulvo-ferruginea dense vestito, ano migro: alis violaceis: cly- peo bicornuto. Q. Long. corp. mill. 21. Un esemplare femmina raccolto a Mahal-Uonz. Specie ben distinta, e rimarchevolissima per la singolare forma . del suo clipeo. 2. Coelioxys Scioensis, n. sp. Magna nigra, capite thoraceque dense cinereo-villosis: margini- bus segmentorum abdominis dorsalium utrinque macula triangulari e pilis stratis albis, ventralium fascia tenui: alis fumatis subviola- cescentibus: capite dense et crassissime, thorace modice, abdomine sparsim et tenuiter, ano densissime punctato: scutello producto bi- spinoso: ano sexspinoso: spinis duabus ad basim brevibus, reli- quis verticaliter tunetis productis, supernis brevibus, infertoribus longioribus. S. Long. corp. mill. 18. Un esemplare di Mahal-Uonz. 3. Belonogaster Menelikii, n. sp. Obscure fuscus ferruginescens ; capite antennis, scutello , post- Scutello, tbus tarsorumque anticis apice, abdominis segments, NOTE IMENOTTEROLOGICHE 343 1.0 2.0 5.° 6.° laete fulvis: alis flavo-testaceis apice obscure fuscis: clypei margine parum producto: thorace densissime tenuiter pun- clulato-coriaceo. 9. Long. corp. mill. 20-22. Due esemplari di Mahal-Uonz. Specie molto affine al cinereus - ne differisce per la colorazione, la scultura, e la forma del clipeo. 4. Glorion funereum, n. sp.? C. melanosomae valde affinis et forte eiusdem sola varietas : dignoscitur corpore omnino nigro, antennis apice ferrugineis. 9 . Long. corp. mill. 27. Un esemplare raccolto a Mahal-Uonz. 5. Sphex Scioensis, n. sp. Subparva nigra, antennarum scapo infra, alarum tegulis , femo- ribus apice, tibiis, tarsorum articulo primo, abdomineque laete ru- fo-testaceis : alis subhyalinis apice fumatis: facie densissime argenteo tomentosa et villosa; clypeo integro margine arcuato: metathorace dense albido villoso, dorso transversim T-carinulato , carinulis elevatis subreqularibus. 9 . Long. corp. mill. 20. Un solo esemplare. Specie molto rimarchevole; appartiene al gruppo delle S. se- ricea, Fabricu, Lepeletieri, lineola. 6. Cyphononyx Abyssinica, n. sp. Robusta, nigra, pedibus fulvis, tarsis apice fuscis: alis opaco- violaceis, corpore valde longioribus: clypeo convero margine lenis- stime arcuato-incavato: metathorace cubico transversim plicato-rugu- loso: abdomine pruinoso; 9 ano aureo-setoso. AQ. Long. corp. mill. 16-19. Alcuni esemplari di Mahal-Uonz. 344 G. GRIBODO Questa specie venne probabilmente confusa dal Dahlbom con la C. flavicornis F. quantunque ne sia ben distinta. 7. Agenia personata, n. sp. Pompilo (Agerzae?) clypeato, Klug affinis, statim dignoscitur me- tathorace postice haud excavato ; tarsorum unguiculis infra uniden- ticulatis non bifidis: thorace nigro-fusco, exceptis prothorace , me- sonoto, scutello et postscutello: alis hyalinis vel tantum lenissime infuscatis: statura minori. ©. . Long. corp. mill. 10. Un esemplare. Il clipeo di questa specie è, come nel clypeatus , moltissimo sviluppato; esso sporge sul davanti in modo da nascondere com- pletamente tutte le altre parti della bocca. 8. Chrysis Scioensis, n. sp. Cylindrica cyanea virescens ; capite subcoriaceo , thorace crasse confertim punctato: abdomine crassius sed rarius uniformiter pun- ctato: cavitate faciali lata, granulosa, superne bimarginata: post- sculello mutico: abdominis basi profunde foveata: serie anteapicali mediocri, semicirculari: foveolis 8-10, crassis, rotundatis, di- stinctis: margine anali tridentato ; dentibus validis acutis: spatio intermedio convexo-arcuato, alis hyalinis. Long. corp. mill. 7. Un solo esemplare, probabilmente femmina. Assai affine alla C. cyanea, si distingue però nettamente dalla medesima come pure da tutte le altre del medesimo gruppo per la singolare punteggiatura e per la forma dell’ ultimo segmento dell’ addome. 9. Platylabus Massajae, n. sp. Parvus niger, segmentis abdominis 19-49, femoribus tibiis tar- sisque 4 anticis totis, femoribus tibiisque posticis basi rufis: labro, NOTE IMENOTTEROLOGICHE 345 mandibularum basi, clypei margine, orbitis oculorum facialibus , alarum tegulis et lineola infra, scutello, maculis ad coxis et tro- chanteribus 4 anticis albido-sulphureis: alis hyalinis: metanoti denticulis minutis; alarum areola quinqueangulata: petiolo abdo- minis bicarinulato: gastrocoelis profundis sub-confluentibus. SL. Long. corp. mill. 7. Un solo esemplare maschio. 10. Pimpla? Antinorii, n. sp. Robusta fulvo-testacea , antennis, oculis, macula ad ocellos , tarsis duobus posterioribus et terebra migris: alis obscure fuscis , costa sligmateque fulvo-testaceis: clypeo parvo profunde impresso et emarginato: antennis robustis cylindricis: thorace polito, nitido: alarum areola rhombea magna sessili: abdomine maximo cylindrico, profunde dense punctato-granoso: segmentis margine nitidis, basi profundissime, medio , apiceque modice constrictis: gastrocoelis pro- fundissimis linearibus. 9 . Long. corp. mill. 14, terebrae mill. 18. Specie molto interessante, e che potrebbe forse costituire una nuova divisione generica nella famiglia delle Pimplarie. ll. Pimpla Mahalensis, n. sp. Submagna robusta migra, prothoracis margine, alarum tequlis et macula infra, scutello, postscutello, maculis duabus utrinque metathoracis, et segmenti abdominis primi flavo-eburneis: pedibus duobus anticis, femoribusque intermediis rufis: alis hyalinis: cly- peo brevi apice late arcuato-emarginato : antennis filiformibus : tho- race confertissime requlariter punctato-granoso: metathorace haud areolato: abdomine cylindrico basi punetato-granoso, apice punctu- lato: segmento primo medio fere bituberculato: areola alarum qua- dranqula. 9. Long. corp. mill. 16, terebrae mill. 7. Un esemplare femmina. 346 G. GRIBODO 12. Bracon Martinii, n. sp. Luteo-fulvus, capite, antennis, tibiis, tarsisque duobus posticis, et terebra nigris: alis flavis dimidio apicali fuliginosis, area fuligi- nosa flavo fasciata , et maculata: facie opaca hirsutissima: meso- thorace gibbulo , tripartito scutello paullulum elevato: metathorace laevi: segmento abdominis secundo longitudinaliter ruguloso , utrin- que subimpresso » segmentis 3.° 4.° 5.° foveis duabus (basi apiceque) transversis distinctissimis profundissimis instructis; foveis rugulosis: segmento 3.° ruguloso, 4.° cortaceo, quinto et sequentibus nitidis. 9 . Long. corp. mill. 17, terebrae mill. 10. Un solo esemplare femmina di questa bellissima e ben distinta specie fu raccolto a Mahal-Uonz. 13. Megischus Antinorii, n. sp. Valde crassus et robustus, totus niger: capite profunde serobi- culato-reticulato: fossula frontis ocellari tuberculis corniformibus sex circumdata: antennis brevissimis: prothoracis parte colliformi profundissime biserobiculata , parte postica crasse punetata, transver- sim profundissime fracta: metathorace regulariter scrobiculato- reticuluto : femoribus posticis crassissimis subimpunctatis: alis hyalinis 9. Long. corp. mill. 26, terebrae mill. 20. Una femmina raccolta a Mahal-Uonz. 14. Athalia Vollenhoveni, n. sp. Lutea, capite, antennis, thorace, coxis, trochanteribus, tibiarum tarsorumque articulorum 1. 3. apice, 4.° 5.° totîs nigris, clypeo medio profunde angulato-emarginato , utrinque subproducto. Q. Long. corp. mill. 8. Numerosi esemplari di questa specie vennero raccolti a Mahal- Uonz: essa è vicina alla A. Blancardi, Brullè, ma pur tuttavia ben distinta. NOTE IMENOTTEROLOGICHE 347 15. Athalia Scioensis, n. sp. Lutea, antennis, fronte, vertice , et gents, thoracis dorso, et pro- pleuris, alarum tequlis, costa, sligmateque, tibiarum tarsorum- que articulorum apice nigris: clyper margine antico leniter arcuato, haud emarginato. 9 I. dg antennarum articulis infra luteis. Long. corp. mill. 6,5-8. Due esemplari, l'uno maschio e l’altro femmina. 16. Athalia fumosa, n. sp. Nigra, abdomine pedibusque fulvo-luteis © bis, et tarsorum apice nigro-annulatis: alis obscure fuscis: clypei margine postico recto. 9 - Long. corp. mill. 7. Un solo esemplare di Mahal-Uonz. 17. Hylotoma Massajae, n. sp. Lutea; capite, antennis, thorace, alarum tegulis costa et stig- mate, coxis, trochanteribus, tibiarum tarsorumque arliculorum apice-nigris: clypeo leniter subangulato-emarginato. DL. Long. corp. mill. 6,5-8. Una coppia di individui furono raccolti a Mahal-Uonz. Enumeration des Orthoptéres rapportes par MM. J. DORIA, 0. BECCARI, et L. ML (I ALBERTIS des régions Indienne et Austro-Malaise, par A. DUBRONY. I. Dermaptéres. Le Musée Civique de Génes s'est enrichi dans ces dernières années de précieuses collections entomologiques dues aux infati- gables recherches de quelques hardis voyageurs. Son directeur, M. le Marquis Jacques Doria a exploré spécialement l’ile de Borneo; MM. O. Beccari et L. M. d’ Albertis ont passé plusieurs années à parcourir la Nouvelle Guinée et le dernier a eu le courage de pénétrer jusqu'au centre de cette ile immense dont les cotes seules étaient è peine connues avant eux. Ils ont en outre visité l’Australie et une foule diles des Océans pacifique et indien. Leurs envois fréquents et considérables ou sont représentées toutes les branches de la Zoologie, renferment une quantité très grande d’Orthoptères dont beaucoup sont nouveaux. Ce sont les insectes de cet ordre que nous allons essayer d’e- numérer et de décrire ici, tout en réclamant beaucoup d’indul- gence pour les imperfections qui certainement abonderont dans une étude aussi difficile; nous n’eussions méme jamais osé l’en- treprende, sans les encouragements et l’aide puissante du sa- vant Directeur du Musée et sans le secours que nous a prèté le burin habile de M." Léonard Fea, auquel nous devons les bonnes figures qui pourront jeter un peu de clarté sur notre travail, ORTHOPTERES MALAIS 349 Ordo ORTHOPTERA ((0)5119} Sectio I. DERMAPTERA, LEAcH. Fam. |. FORFICULIDAE, StrEpu.. Gen. Apachys, SERv. 1. A. chartacea (de Haan). — Apachya chartacea de Haan, Verh. Nat. Gesch. Ned. Bezitt., Zool. 239, pl. XXIII, fig. 7 o (er- rore 2) (1842). Hagirat: 1 d° rapporté de Sarawak (Borneo) par M. le Marquis J. Doria. Précédemment indiquée de Borneo et de Sumatra. Pd 9 en dessous Q a Apachys Beccarii. Apachys chartacea. 2. A. Beccarii (mihi), sp. nov. Testacea; pronoti, elytrorum alarumque area externa fusca, abdominalis ultimi segmenti parte postica brevi , lata , lateribus emarginata , pentagonali, Q semilunari. Long. corp. ey Wun fe) 16mm — ]8, 350 A. DUBRONY Lat. corp. o ot/, —" QO 924, Long. fore. » 3. n. Téte, abdomen, jambes testacées; téte pentagonale, plus large que longue. Antennes de 42 articles testacés, le 1." cylindrique, épais et long, le 2.° court et sphérique, le 3.° cylindrique , long et mince, le 4.° sphérique; les autres passant graduellement de la forme ronde a la forme allongée jusqu’ aux derniers qui sont tout a fait cylindriques et longs. Pronotum un peu plus long et plus étroit que la téte, ar- rondi en avant et sur les còtés, tronqué postérieurement, le disque d'un jaune blanchàtre, orné d'une bordure laterale brune large d’un !/, millimétre. Il présente une impression longitudi- nale médiane bien distincte. Ecusson formant un triangle presque équilatéral d’un jaune grisàtre. Elytres longues comme la téte et le pronotum réunis, avec une largeur double de celle du pronotum. Elles sont lisses, lui- santes, le milieu d’un jaune pale, et la bordure latérale externe qui occupe la moitié de la surface, est brune. La partie de /'aile débordant l’élytre a la méme longueur que celle-ci, le milieu forme un triangle allongé, gris jaunatre , bordé latéralement d'une large bande brune. Les cwisses sont larges comprimées, testacées, avec une bande brune longitudinale au milieu, les tibias gréles, piles, le der- nier article des tarses double du premier. Abdomen lisse, luisant, s'élargissant graduellement du 1. au dernier segment dorsal. Celui ci égal au tiers de l’abdomen entier, est pointillè avec une impression longitudinale médiane et une autre arrondie de chaque cété un peu au dessus de la naissance de la pince; son extrémité postérieure est échancrée sur les cétés à la racine de la pince, puis s'avance entre les branches en un lobe large court, présentant cing angles chez le 7, en demi lune chez la 9. L’avant dernier segment ventral couvre un peu plus du tiers du dernier, il figure un triangle allongé, cordiforme, et se termine en une longue pointe arrondie à l'extrémité. ORTHOPTERES MALAIS 351 La pince est insérée à peu près aux deux tiers de la lon- gueur du dernier segment; elle forme une ellipse dont le grand axe est transversal. Chaque branche est arrondie de la racine jusqu'au milieu, puis aplatie, creusée au milieu et se termine en pointe triangulaire aigie. Elle est de couleur testacée, la partie déprimée est bordée intérieurement de brun. Cette espéce est voisine de l'A. chartacea dont on la distinguera immédiatement par la forme du dernier segment dorsal. Elle dif- fére aussi par la couleur et la longueur des ailes, la bordure brune du pronotum, ete. Hapirat: Hatam (Nouvelle Guinée), Beccari, 2 7°. Fly River (Nouvelle Guinée), L. M. D'Albertis, 2 9. Gen. Pygidicrana, Serv. 3. P. marmoricrura, Serv. Hist. nat. des Orthopt. p. 20. Les descriptions des auteurs conviennent parfaitement a la fe- melle que nous avons sous les yeux, mais le male en différe par les caractéres suivants: Long. corp. 20™™. Lat. =» 2%, Long. fore. 3!/, 1.° La partie postérieure de la /é/e est enticrement jaune. (Les antennes (7 et 9) ont 28 articles, le 1. cylindro-co- nique, gros et long, le 2° et le 3° courts, cylindriques, le 4° glo- buleux, les suivants passent graduellement de la forme sphérique à la forme allongée jusqu'aux derniers qui sont longs et cylin- driques). 2.° On remarque au bord postérieur du pronotum deux gros points bruns très distincts. 5.° La tache jaune de chaque élytre envahit toute la moitié antérieure de celle ci jusqu’a la marge du pronotum. 4° La partie saillante de Vaile est moitié plus petite que chez la 9. 392 A. DUBRONY 5.° Les cuisses ne présentent que la raie brune du milieu, les point bruns étant presque effacés. 6.° Toutes les parties qui sont d’un jaune sale chez la 9 sont chez le 4 d’un jaune vif. 7.° Les pinces se touchent à la base, elles sont courtes, très robustes, a trois arétes, presque droites jusqu'à la pointe qui se recourbe brusquement en dedans. . L’aréte inférieure est fortement crénelée depuis la base jus- qu’au milieu de la pince. 8.° Le dernier segment abdominal a la méme forme que celui de la Q sauf quil est beaucoup plus large et aplati sur les flanes. Ces différences ne nous ont point paru suffisantes pour con- stituer une espéce nouvelle, cependant la provenance des deux 7 d’ après lesquels nous donnons ces détails est tout autre que celle de la Q de P. marmoricrura que nous avons sous les yeux, ce qui nous laisse quelques doutes. Hapitat: Katau (Nouvelle Guinée), 1 2; Somerset (Austra- lie sept.), 1 7; L. M. D'Albertis. Tcibodas (Java) Beccari, 1 9. Indiquée précédemment de Java. Gen. Echinosoma, Serv. 4. E. Sumatranum (de Haan). — £Echinosoma Sumatrana, de Haan, Verhand. Nat. Gesch. Ned. Bezitt. Orth. 241. (1842). Hapirar: Somerset (Australie), 2 #7; Andai (Nouvelle Gui- née), 2 9; Fly River (Nouvelle Guinée), 1 7,1 9, L. M. D'Albertis. Salvatti (Nouvelle Guinée), 1 9; Wokan (Iles Arou), 1 9, Beccari. Indiqué déjà de Padang, Java, Philippines etc. 5. E. Westermanni, Dohrn, Stett. Entom. Zeit. 1863, p. 65, n.° 4. Haprrar: Hatam (Nouvelle Guinée) Beccari, 1 7; Fly Ri- ver (Nouvelle Guinée), L. M. D'Albertis, 1 9. Indiquée déjà de Vile Pulo Penang. ORTHOPTERES MALAIS 353 Gen. Labidura , LEACcH. 6. L. bengalensis, Dohrn, Stett. Ent. Zeit. 1863, p. 312, n° 4. HapitaT: Galle (Ceylan), L. M. D'Albertis, 1 7,2 9 et une nymphe 9. Indiquée du Bengale. 7. L. riparia (Pallas). — Forficula riparia, Pallas, Reisen durch versch. Prov. des russisch. Reiches. (1771). Var. 3. Dohrn. Fly River (Nouvelle Guinée), L. M. D’Alber- uo. Var. 4. Dohrn, Stett. Ent. Zeit. 1863, p. 316. Cette variété se distingue par les ailes dépassant a peine les élytres, et l’absence au dernier segment dorsal des deux dents qui caractérisent le type. Hapitat: Kandari (Célèbes), Beccari, 1 7. Lac Bathurst, (Australie), L. M. D'Albertis. Cette variété a été rencontrée dans l’Amérique méridionale, dans l’Inde, aux Philippines, etc. Var. 5 (nova). Le dernier segment dorsal au lieu de deux dents, en offre une seule au milieu. Les ailes sont entiérement cachées sous les élytres, celles ci plus courtes que chez le type. Hapitat: Fly River (Nouvelle Guinée), L. M. D'Albertis, Beef Chiu! DO. 8. L. indica (Hagb.). — Forficula (Pygidicrana) indica, Hagb. Burm. Handb. vol. 2 p. 751. Hapitat: Sarawak (Borneo), 1 7, 1 9; Pulo Penang, EVO... Doria. Indiquée de Java. 9. L. femoralis, Dohrn, Stett. Ent. Zeit. 1863, p. 321, n.° 12. (9 seule). Nous rapportons à cette espéce, mais avec quelque doute, 3 d venant de Ceylan et d’Australie, dont voici la description: Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (9 Maggio 1879). 23 B04 A. DUBRONY Long. corp. 10—12 mm. Lat. al Race Long. fore. 2—2!/, mm. Labidura femoralis. Téte assez plate, d’un noir de poix brillant, palpes d’un jaune pile, bouche de la méme couleur a [exception de la partie supérieure qui est brune. Antennes de 18 articles? les 2 premiers fauves, les suivants bruns, excepté les 15° et 16° qui sont blanchatres; le 1." long, gros, cylindro-conique, le 2° sphérique, le 3° et les suivants cylindro-coniques et petits. Pronotum carré, à peu près de la largeur de la téte, bombé dans sa moitié antérieure, noiràtre, brillant avec les bords la- téraux jaune clair, et une faible impression longitudinale mé- diane. Elytres sensiblement plus larges que le pronotum, aussi lon- gues que larges, leur bord postérieur coupé droit, un peu échancré; elles sont brunes avec un reflet métallique bleudtre bien prononcé. Aéles nulles. ORTHOPTERES MALAIS 355 Jambes et tarses d'un jaune clair, les cuisses sont ornées au milieu d'un large anneau brun foncé. Abdomen glabre, non pointillé, d’un noir de poix très bril- lant, en dessous plus pàle, le dernier segment un peu ré- tréci. Les segments à partir du 4°, sauf le dernier, sont anguleux sur les còtés et se terminent postérieurement en pointe. Pinces courtes, robustes, à trois arétes, sans dents, se tou- chant a la base, 4 peu prés droites jusque prés de la pointe ou elles se recourbent en anneau, la branche droite un peu plus courte que la gauche. Elles sont brunes avec la pointe noiràtre. Par plusieurs caractères, cette espéce se rapproche beaucoup des genres Forcinella et Brachylabis, Dohrn. Elle en a le fa- cies beaucoup plus que celui des Labidura, mais le manque de plis sur les 2° et 3° segments et les élytres parfaitement déve- loppées la placent dans ce dernier genre où elle fait transition avec le suivant. Hasitat: Galle (Ceylan), 2 7; Somerset (Australie) 1 9, L. M. D'Albertis. Déjà indiquée de Ceylan. Gen. Labidurodes (mihi), nov. gen. Caput converum, pronoto paullo latius, latitudine longius ; an- tennae 20-30 articulatae, art. primus longior, 2, 4, 5, 6 brevissimi , 3 longus, cylindricus, sequentes oblongi. Pronotum subquadratum margine posteriore rotundato. Elytra postice truncata. Alae prominentes. Abdomen longum, medio dilatatum; segmenta 2, 3 plicifera ; segmentum ultimum dorsale magnum, postice angustatum,; seg- mentum ventrale penultimum triangulare, ultimum partim obtegens. Forceps robusta, intus dentata vel fortiter crenulata. Femora crassiora; tarsorum articuli primus et tertius eylindrici ; hic primo subbrevior, secundus brevis, simplex. 356 A. DUBRONY Ce nouveau genre très voisin du genre Labidura, sen di- stingue par la présence de plis tuberculiformes très distincts sur les 2° et 3° segments abdominaux. 10. L. robustus (mihi), spec. nov. Fusco-piceus, nitidus, ore, palpis tibiis tarsisque pallidioribus ; forceps brevis, valida, intus fortiter tricrenulata, a basi brachiis contiquis . Long. corp. 23"" — force. 6™™. Late pia: Téte plus longue que large, avec la suture du crane invisible dun noir de poix, glabre, brillante. Bouche et palpes testacés. Antennes de 27 articles bruns, avec des poils de méme cou- leur; le 1” article est très long, cylindro-conique beaucoup plus large au sommet qu’a la base, le 2° petit, globuleux, le 3° cylindrique assez gros, ayant a peine le !/, de la longueur du 1"; les 4°, 5°, 6° petits presque sphériques, les autres s’al- longeant graduellement en passant de la forme sphérique a la forme conique, puis à la forme cylindrique. Pronotum plus étroit que la téte, rectangulaire, le bord postérieur ar- rondi aux angles seulement; sa lar- geur est de 2." 1/,, sa longueur de 4,3". ses cdtés sont fortement rebordés latéralement, avec une profonde im- pression triangulaire de chaque còté, et une ligne longitudinale médiane. Il est dun noir brillant comme la téte. Elytres longues de 5.®® 1/,, de la largeur de la téte, tronquées poste- rieurement; ailes dépassant les élytres d’un millimétre ; les unes et les autres d’ un brun noir très brillant. Poitrine d’un brun-marron. Cuisses robustes, arrondies, brunes, anviurodes robustia di ainsi que les 2/, antérieurs des tibias; ORTHOPTERES MALAIS 357 le 4/, apical de ceux ci et les tarses d'un testacé obscur, cou- verts de poils concolores. Abdomen long, dilaté au milieu où sa largeur est triple de celle du 1." segment, très finement pointillé, d’un brun de poix brillant; le dernier segment grand, trapéziforme, rétréci a l’ex- trémité, très bombé, le bord postérieur un peu aplati, sans fossette ni impression. Branches de la pince d'un brun de poix luisant, presque con- tigues a la base, courtes, robustes, droites, et a 3 arétes dans les 2 premier tiers, arrondies ensuite avec les pointes fortement recourbées en dedans. La partie triangulaire présente en dedans trois crénelures très fortes. Cette espéce ressemble beaucoup a la Labidura americana, (Palis. de Beauv.), on l'en distinguera de suite aux plis des 2.° et 3.° segments abdominaux. Hasirat: Fly River (Nouvelle Guinée) L. M. D'Albertis. Gen. Forcinella, DoHRN. 11. F. colossea, Dohrn, Stettiner Entom. Zeitung. XXIV, 1863, pag. 286-287, n. 3. Cette espèce varie beaucoup pour les dimensions; des deux exemplaires 7° bien adultes que nous avons sous les yeux, |’ un mesure 29." et l’autre 19.™" seulement (pince non comprise). Hasitat: Blue-Mountains, N. S. Wales (Australie), L. M. D’Al- bertis, 2 7. Indiquée précédemment de Port Curtis (Australie boréale), des iles de la Nouvelle Calédonie, Nouvelle Hebrides et Fidji. Gen. Brachylabis, Dourn. 12. punctata (mihi), spec. nov. Nigro-picea, inmitida , punctatissima antennarum articulis 11, 12 398 A. DUBRONY pallidis, pedibus testaceis, femoribus fuscis, apice testaceis, lateribus corporis totius longe pilosis 9. Long. corp. 12." Lat. » 2. Long. force. 2. Téte peu bombée, aussi longue que : large, d’un noir mat, couverte de points; parties buccales jaunatres; 1." article des antennes, cylindro-conique ; long, gros au bout qui touche le 2° arti- cle, celui-ci globuleux, très petit; tous deux fauves; les suivants coniques, assez petits, noirs jusquaux 11 et 12 qui sont jaunes, le 13° brun, (le reste man- que). Pronotum meso et metanotum. con- Brachylabis punctata 9. : a. i ; vexes, très chagrinés, latéralement hé- rissés de poils bruns et raides, sans impression visible. Poitrine de la couleur du corps. Cuisses d'un brun foncé, de la base jusqu’aux 3/, de leur longueur; le reste jaune. Tibias et tarses d’ un jaune sale. Abdomen è cotes presque paralléles; très ponctue, les plis des 2° et 3° segment bien visibles; les autres segments anguleux sur les còtés, se terminent latéralement en pointe; le dernier est rétréci, les bords latéraux de tout l’abdomen sont couverts de poils bruns longs et raides. Le dessous de I’ abdomen est comme le dessus d’ un brun noir tout a fait mat. Pinces courtes, a trois-arétes, sans dents, presque droites jus- qu'aux pointes qui s’ entrecroisent. Elles sont d’un noir de poix, couvertes de poils bruns et courts. Cette espéce est voisine de B. angulifera, Dohrn, mais elle en différe très notablement par la forme du thorax. Hasitat: Buitenzorg (Java), J. B. Ferrari, 1 9. ORTHOPTERES MALAIS 359 Gen. Psalidophora, Serv. 13. P. angusticollis (mihi), spec. nov. Rufo-castanea ; capite, palpis , antennarum articulis 2 basalibus, pronoto, elytris alisque nigro-fuscis; pronoti margine, elytrorum parte antica; pedibusque testaceis ; antennarum articulis 3,4,5,6 flavis; femoribus obscurius annulatis. Pronoti dimidium anticum triangulare, dimidium posticum quadratum, plicis duobus hume- ralibus ornatum. Abdomen angustissimum, parallelum, punctu- latum, ultimo segmento bituberculato. Pygidio producto, apice truncato. Forceps recta, apice incurvata, gracilis , intus triden- lata DS. Hens) corp.) 1) Su » pronoti 1.™™1/, Lat. corp. pant Honge fore? '));2.mm 1), Téte aplatie, grande, noire, formant un pentagone régulier, palpes longs, noirs; 1.” ar- ticle des antennes long, gros, cylindrique, noir; 2° art. globuleux, trés petit, noir; 3°, 4°, 5°, et 6° arti- cles cylindriques, moyens, gaunes; 7°, 8°, 9°, et 10°, | cylindriques, longs, bruns | (le reste manque). Pronotum noir dune forme trés singuliére; sa moitié antérieure figure un triangle dont la téte occupe le sommet, l’autre partie est rectangulaire , large comme la moitié de la téte et ornée a chacun de ses angles antérieurs d’un tubercule Psalidophora angusticollis >. pliciforme très prononcé; à la partie postérieure se trouve une 360 A. DUBRONY profonde impression transversale; les bords latéraux et posté- rieurs sont droits, rebordés, de couleur testacée. Elytres longues et larges deux fois et demi comme le prono- tum, leur base arrondie, leur sommet tronqué, un peu échaneré. Elles sont lisses, luisantes, bombées, noires, avec les angles huméraux testacés. La partie saillante des ailes est un peu plus longue que le tiers de l’élytre, d'un brun noiratre, plus foncé au sommet. Poitrine de la couleur du corps; jambes testacées avec un anneau brunatre aux cuisses. Le 1." article des tarses est aussi grand que les 2 suivants réunis, le 2.° est très petit, et le 3.° de longueur moyenne fortement dilaté a I’ extrémite. Abdomen ponctuè, d’un rouge marron assez luisant; les plis des 2.° et 3.° segment peu marqués. Il est trés étroit, (a peine */, millimétre de largeur), à còtés parailéles. Le dernier segment est carré, pas plus grand que le précé- dent, avec une ligne médiane creuse a |’ extrémité postérieure , et un tubercule bien visible au dessus de chaque racine de la pince. Le pygidium s’ avance entre les branches de celle ci, en forme de poire à extrémité très allongée, rectangulaire et tronquée droit. La pince est longue, gréle, testacée presque droite jusqu’a l’ extrémité recourbée de facon que les pointes se touchent. On y remarque trois dents intérieures, |’ une près de la racine, l’ autre au milieu, la derniére près de la pointe et dirigée dans le méme sens qu'elle. Les branches sont écartées a la base et garnies de poils, concolores, rares, longs et raides. Femelle inconnue. Hapitat: Sarawak (Bornéo), J. Doria, 1 o. Cette remarquable espèce nous parait voisine de P. parvicollis (Stal.); elle en différe par la couleur des antennes, et la forme de la pince. C'est la première espéce de ce genre qui soit indiqué d' O- céanie; les autres, une seule exceptée, appartiennent toutes a Y Amérique. ORTHOPTERES MALAIS 361 14. P. australica (mihi), spec. nov. Nigerrima, nitida, palpis tarsisque rufo-testaceis; abdomine sub- tiliter et dense ruguloso punctato, segmento ultimo excepto laevi et fortiter bituberculato; pygidium valde prominens, quadratum, an- qulis apicalibus in spinam cylindricam, tenuem, sat longam pro- ductis; forcipis brachia a basi arcuata, elliptica, intus medium versus crenulata, deinde bidentata D. Hong: corpi of lo fore, (8.8 Lat. corp. » 3. Téte assez plate, noire, lisse, largement déprimée au milieu; palpes labiaux et dernier article des palpes maxillaires testacés. Antennes noires, de 15 articles? ayant la forme typique. Pronotum noir, lisse, luisant, a peu près de la largeur de la téte et aussi long que large, un peu plus étroit en avant qu’en arriére, le bord postérieur arrondi, le bord antérieur échancré de cha- que còté a langle huméral de manière a former un petit cou. Il est assez convexe, avec un impres- sion linéaire longitudinale mé- diane, de chaque còté de laquelle on voit un point imprimé prés du bord antérieur; en outre chaque bord latéral forme la base d’une dépression presque triangulaire dont le sommet s'appuie sur la ligne médiane. Elytres noires, lisses, luisantes, Paalidophidrataneinalical ayant le double de la longueur du pronotum, le débordant un peu, tronquées postérieurement, leur bord latéral légérement arrondi. Partie saillante de Vaile noire, très luisante, n’ayant pas tout à fait un millimétre de longueur. Poitrine d'un noir brillant. 362 A. DUBRONY Cuisses assez robustes, comprimées, d'un noir luisant ainsi que les tibias, avec quelques poils épars. Zarses d'un roux testacé, couverts de ‘poils courts et très serrés, leur 1." article assez long, conique, très gros a l’apex, 2.° article gros, court, avec un épais bouquet de poils débordant de chaque còté, 3.° article d'une longueur moyenne, très gros a l’extrémité qui est globuleuse et très velue. Abdomen allongé; un peu aplati, a còtés paralléles, dun noir profond et luisant; tous les segments, excepté le dernier, cha- grinés; plis tuberculiformes des 2.° et 3.° segments très pro- noncés; avant dernier segment dorsal transversal, coupé droit postérieurement. Dernier segment dorsal grand; presque carré, lisse, brillant; les bords latéraux faiblement ¢échancrés; le bord postérieur coupé droit, fortement rebordé, les angles postérieurs prolongés en petite pointe de chaque coté; il présente au bord postérieur une large et profonde impression médiane, de chaque coté de laquelle s’ éléve, au dessus de la racine de la pince, un tubercule gros, large, aplati et trés rugueux. Pénultiéme segment ventral couvrant presque entiérement le dernier, grand, carré avec le bord postérieur convexe. Pygidium proéminent, formant entre les branches de la pince un petit rectangle transversal un peu échancré latéralement, noir, lisse, luisant; chacun de ses angles postérieurs se prolonge en une pointe droite, cylindrique, aussi longue que le pygidium et de la méme couleur. Les branches de la pince sont longues, élliptiques, écartées a la base de la largeur du pygidium, luisantes, chagrinées, d'un noir profond; leur base large, arquée, a 3 arétes. Elles sont ensuite arrondies et plus minces jusqu’aux pointes qui se touchent presque. On y remarque en dedans: 1.° Au tiers antérieur 2 ou 3 petites crénélures, 2.° un peu au dela du milieu une petite dent et vers les */, une longue et forte épine faisant un angle aigu avec la branche de la pince, et dont la pointe se dirige vers le bas. Cette remarquable espèce est assez voisine de P. brunneipennis, Serv. dont on la distingue du reste avec la plus grande tacilité. ORTHOPTERES MALAIS 363 HABITAT: Somerset (Australie septentrionale), L. M. D’Alber- RI RSS Gen. Labia, LEACH. 15. L. mucronata (Stàl). — Forfiewla mucronata, Stal, Freg. Eugenies Resa, p. 303. Hapitat: Amboine, Beccari, 1 9; Salvatti (Nouvelle Guinée), Beccari, 1 9. Précedemment indiqué de Java, Philippines, Nouvelle Guinée. 16. L. amoena (Stàl). — Forficula amoena, Stàl, Oefvers af. K. Vet. Ak. Forh., et Freg. Eug. Resa, p. 303. Hapirat: Sarawak (Borneo) J. Doria, I 7; Ramoi (Nouvelle Guinée) Beccari, 1 9; Fly River (Nouvelle Guinée) L. M. D’Al- bertis, var. sans ailes. Indiquée de Java, Célébes, Mindanao, Lucon. 17. L. minor (Linn.). — Forficula minor, Linné, Syst. nat. nl, 686, n.2. Buitenzorg (Java), J. B. Ferrari, 1 9; Macassar (Célébes), Beccari, 1 2. Indiquée de toute l'Europe, de la Sibérie, des steppes qui y confinent au sud, et de l’Amérique du nord. Je crois bien étre le premier a la signaler de |’ Océanie; les exemplaires que j'ai sous les yeux ne different en rien de ceux d’ Europe. 18. L. pilicornis (Motsch.). — Forfiscelia pilicornis, Motsch. Bull. Mosc. 1863, tom. 36 p. 2. HasitaT: Sarawak (Borneo) J. Doria, 1 9. Indiquée de Il’ ile de Ceylan. 19. L. luzonica, Dohrn, Stett. Ent. Zeit., 1864, p. 427, n. 6 (Q seule). Le male de cette espéce ne différe de la femelle que par la 364 A. DUBRONY forme de la pince dont les branches ne se touchent pas à la base, et sont recourbées en cercle; leur deux extrémités s entrecroisent. Elles sont munies à la base et en dessus, d’ un petit tubercule noiratre, comme chez la 9. HapitaT: Somerset (Australie), Ile Yule (Nouvelle Guinée), L. M. D'Albertis, 1 9 ; Wokan (Iles Arou), Beccari, 1 9. Signalée antérieurement de Baler (Ile Lucon). 20. L. Wallacei, Dohrn, Stett. Ent. Zeit. 1864, p. 427, n. 7. (Q seule). Hasitat: Sarawak (Borneo), J. Doria, 1 9. Deja signalée de la Nouvelle Guinée. Nous rapportons avec beaucoup de doute à cette méme espéce un de la méme provenance dont voici la description. Téte, antennes, pronotum, elytres, ailes, pattes comme chez la Q. Abdomen rouge marron, lisse luisant, les 2 plis abdominaux peu marqués. Cotes paralléles, dernier segment rectangulaire, d’une largeur double de sa longueur, avec une impression postérieure longitudinale médiane, et un tubercule moyennement gros, lisse, sinueux, au dessus de chaque racine de la pince. Pygidium peu saillant, brun carré, de la couleur de l’abdo- men. Branches de la pince robustes, presque droites, à 3 arétes, écartées et dilatées à la base, avec une petite dent interne, cylin- driques au milieu, dilatées vers les 3/, de leur longueur avec une assez forte dent interne, formant ensuite une pointe assez longue aigue et recourbée en dedans tout a fait a I’ extrémite. Hapitat: Sarawak (Borneo) J. Doria, 1 2. 21. L. curvicauda (Motsch.). — Forfiscelia curvicauda, Mot- schulsky, Bull. de Moscou, 1863, III, p. 2. pl. 2. fig. 1. HapitaT: Pulo Penang, J. Doria, 1 #'; Galle (Ceylan), L. M. D'Albertis, 1 7. Déjà signalée de Ceylan. 22. L.? pygidiata (mihi), spec. nov. Fusco castanea, nitida capite et pronoto nigris, pronoti margine ORTHOPTERES MALAIS 365 laterali, alarum linea antica transversa femorum apice, tibiis tar- sisque testaceis; abdominis lateribus, forcipeque rufopilosis. Pygidium I magnum, medio compressum, lobis quatuor planis et aculis ornatum; forcipis brachia subrecta tricarinata basi in- ter se distantia, mucrone vix curvato; paullo ultra medium intus unidentata; Q , basi inter se remota, tricarinata, subsinuata , apice decussata, pone medium intus dilatata. foiesstorp:Aot te a QO ke Lat. corp. ers DOPPI Long. fore. Pine Als LP tle È SUA SO PN Labia pygidiata. Téte assez bombée, noire ainsi que les parties buccales et les antennes, (celles ci de 15 articles, forme typique). Pronotum un peu plus étroit que la téte, assez bombée carré, noir, ses bords latéraux testacés. — Elytres ayant trois fois la longueur et deux fois la largeur du pronotum, un peu bombées, brun-foncé, lisses, coupées droit postérieurement. — Partie saillante des ailes d’une longueur égale au ‘/, de |’ élytre d'un brun un peu plus clair, avec une ligne jaune transverse très étroite s’ appuyant sur la marge postérieure de l’élytre. Cuisses brunes à la base, testacées au sommet, tibias et tarses jaunatres. Abdomen a còtés paralléles, d’un brun marron luisant, couvert sur les flanes de poils longs et rougeàtres; plis des 2.° et 3.° seg- 366 . A. DUBRONY ment peu accusés; dernier segment grand, carré, avec deux petits tubercules a la racine des pinces, et une impression lon- gitudinale médiane. — Pygidium , grand et large; d'une forme singuliére, assez étroit 4 la base, se dilatant au sommet qui se termine par 4 lobes plats, triangulaires et pointus. Il est fortement bombé longitudinalement dans sa partie médiane, avec ses bords latéraux aplanis. — Pygidium 9, quadrangulaire et peu saillant. Pinces du distantes a la base, presque droites avec la pointe un peu recourbée en dedans, 4 trois arétes, herissées de poils rougeàtres, armées un peu au dela du milieu d’une petite dent interne. La pince de la 9 a aussi les branches écartées a la base, a trois arétes, presque droites, un peu sinueuses, offrant intérieure- ment au milieu une dilatation presque dentiforme, s’entrecroi- sant à la pointe. Dans les deux sexes, les pinces sont de couleur testacée, un peu plus claires que l’ abdomen. HaBiTAT: Tcibodas (Java) Beccari, 1 o? et 1 9. Cette remarquable espèce se rapproche, par la forme du py- gidium, de la ZL. quadrilobata (Dohrn), mais elle en diffère par tous les autres caractères. 23. L. grandis (mihi), spec. nov. Magna, nitida, glabra, rufo castanea; capite, antennis 15 arti- culatis (tribus articulis basalibus flavis exceptis), pronoto, elytrisque nigris; alis ochraceis fusco undique marginatis, femorum tibia- rumque apice et tarsis pallide testaceis. — Pygidium prominens , quadratum. — Forcipis 7° brachia gracilia, subrecta, basi inter se remota, interdum spina brevissima, intus, versus apicem armata; 9 recta, contigua; inermia. * gongs corp: gi 16 4/9 o Ale Late corp ie iQ Munn 4/2 Lions: LONG: ie ees AO Téte moyennement bombée, noire; les parties buccales jaunes. Antennes de 15 articles; le 1." conique, gros, assez long, jaune, ORTHOPTERES MALAIS 367 le 2.° globuleux très petit, jaune, le 3.° mince, cylindrique, un peu plus long que le premier, moitié jaune et moitié brun, les suivants bruns, coniques, s'allongeant progressivement è partir du 4.°, dont la longueur égale à peine le quart du troisiéme. Pronotum carré, son disque bombé, avec les bords, sauf l’an- térieur, aplatis; noir, parfois finement liseré de jaunàtre. Elytres longues deux fois comme le pronotum, le dépassant è Labia grandis. peine en largeur, luisantes, noires, coupées droit antérieurement et postérieurement. Partie saillante des ai/es de la longueur du pronotum, d'un beau jaune d’ocre, entouré de tous còtés d’une bordure brune large d'un !/, millimétre environ. Cuisses et tarses bruns, sauf l’extrémité d’un testacé pale ainsi que les _ tarses. Abdomen a cétés presque paralléles, d’un rouge marron lui- sant; glabre, uni; les plis des 2.° et 3. segments très accusés, parfois noiràtres. Dernier segment dorsal assez court, rectangu- laire, de la largeur du corps o%, très rétréci chez la 9; avec une impression longitudinale médiane assez large et profonde a l extrémité et deux tubercules petits et courts au dessus des racines de la pince. Pygidium assez proéminent, carré avec les angles un peu ar- rondis. Branches de la pince 7 distantes 4 la base, presque droites, 368 A. DUBRONY un peu recourbées en dedans vers les pointes qui cependant restent assez éloignées |’ une de |’ autre; cylindriques, glabres, géné- ralement inermes, parfois armées d'une très petite dent aux deux tiers de la longueur a partir de la base. Q, contigues presque droites, cylindriques, recourbées vers les pointes qui s'entre- croisent. HasiraT: Somerset (Australie), 12 o%, 11 9; Ile Yule (Nou- velle Guinée), 1 Q, 1 nymphe o; Fly River (Nouvelle Gui- née), 1 nymphe 7, L. M. D'Albertis; Wokan (Iles Arou) Bec- cari, 1702 Cette espéce est assez voisine de LZ. mucronata (Stal), elle en différe par la taille, le pronotum carré, les élytres noires sans tache jaune, la forme du pygidium et l’absence de dent a la pince près de la base. 24. L. Feae (mihi), spec. nov. Nigerrima, nitida, glabra; antennarum 11 articulatarum arti- culis 3, 4, 5 flavis, ceteris fuscis; pronoti margine laterali posterio- rique albido; alis flavis nigro undique marginatis, apiceque flavo punctatis. Abdomen medio subdilatatum,; ultimo segmento dorsali angustiore. — Pygidium I 4 angulatum, convexum , linea media longitudinali incisum. Forcipis brachia @ basi inter se remota, apice contiqua, rufo castanea, laevia, dimidio antico dilatato, de- presso, subrecto, prope basin intus subtusque dente parvissimo ar- mato, dimidio posteriori cylindrico, curvato, gracili; 9, subrecta, contigua, mucrone curvato, basi et apice flavo testaceis, medio nigro late annulatis. Long. corp. 7 9 6.™ Lat. corp. 1.7" /, Long. dare. 2.764), Téte assez grande, médiocrement bombée; noire ainsi que les parties buccales; antennes de 11 articles, le 1." gros, assez long, conique, noir; le 2.° globuleux très petit, noir, le 3.° eylindro- conique, gréle, un peu plus long que le 1.", fauve; le 4.° et 5. fauves, coniques, petits, les suivants bruns, s’allongeant progres- sivement. ORTHOPTERES MALAIS 369 Pronotum de la largeur de la téte, carré, lisse, le disque noir et bomb’, les bords latéraux et postérieur larges, plats, blanchàtres, tranchant très nettement sur le fond obscur. Elytres noires, luisantes, dépassant un peu la largeur du pro- notum et ayant une longueur double de la sienne, bords anté- rieur et postérieur coupés droits. Partie saillante des ailes d'un jaune trés pale, largement Labia Feae. bordée de brun foncé de tous les cétés, un peu plus longue que le pronotum. Pattes entièrement noires. Abdomen noir foncé, lisse, luisant, un peu dilaté au milieu; plis des 2.° et 3.° segments très visibles; dernier segment dorsal assez grand, plus étroit que les précédents chez le o, très rétréci chez la 9, déprimé à l extrémité entre les racines de la pince. Pygidium noir, bien saillant large, rectangulaire a la base, terminé par deux triangles, présentant ainsi 4 pointes, convexe avec un sillon longitudinal médian étroit et profond, Q carré, peu visible. Branches de la pince 7 écartées a la base, d’un brun-rou- geatre, lisses, leur 1."° moitié presque droite, dilatée en dedans, aplatie, la 2.° moitié, gréle, cylindrique, recourbée en anneau de facon que les pointes se touchent; on remarque tout prés de la base, en dedans une très petite épine dont la pointe est tournée Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. ( 10 Maggio 1879). 24 370 A. DUBRONY en dessous; 9 contigues, presque droites, avec les pointes re- courbées; leur base et leur pointe d’ un testacé pale, le reste formant un large anneau brun foncé. Hapitat: Ramoi (Nouvelle Guinée) L. M. D’Albertis, 1 7; Iles Key, Beccari, 1 9. Nous nous faisons un plaisir de dédier cette jolie petite espèce à M. Léonard Fea aussi bon entomologiste que dessinateur et graveur habile. C’ est au talent de cet artiste que nous devons les figures sans lesquelles nos descriptions trop souvent pénibles et diffuses auraient peu de chance d’étre interprétées avec justesse. 25. L. nigrella (mihi) spec. nov. Nigro fusca, nitida, glabra; pronoti marginibus lateralibus po- sleriorique , elytrorum margine postico olliquo, tibiis tarsisque palli- dissimi testaceis. — Pygidium prominens, triangulare, apice recte truncatum. Forcipis brachia basi inter se distantia, subrecta, apice curvata, carinata , laevia, inerma dI. Long? corp. b.*P 1/, leat corp.) OP 2], Longs fore aes), Téte assez grande, médiocrement bombée, noire ainsi que les parties buccales et les antennes. 1." article des antennes conique assez gros, assez long, 2.° globuleux, trés petit, 3.° de la lon- gueur du 1." mais beaucoup plus gréle, cylindrique 4, 5, 6, 7 co- niques, assez longs a peu près égaux, (le reste manque). Pronotum sensiblement plus étroit que la téte, carré, peu bombe, lisse, noir, avec une bordure latérale et postérieure , assez large, blanchatre; entre le disque et le bord postérieur on voit une dépression transversale bien marquée. Elytres dun brun noir, finement ponctutes, 2 fois longues comme le pronotum, arrondies è la base, tronquées très obli- quement et extérieurement au sommet, avec une très ¢troite bordure blanchàtre. Partie saillante des ailes presque aussi longue que l'élytre, d'un noir brun, finement ponctuée. Fémurs d'un noir brun, tibias et tarses blanchatres. ORTHOPTERES MALAIS 371 Abdomen d'un noir brun, assez lisse, a cotés presque paral- léles; plis des 2.° et 3.° segment peu accusés; dernier segment rectangulaire, plus large que long, d'un noir foneé, avec une impression longitudinale médiane. Pygidium assez saillant, en triangle allongé, carrément tronqué à lextrémite. Branches de la pince écartées à la base, a trois arétes, glabres, presque droites jusqu'aux pointes un peu recourbées en dedans, inermes. Hapitat: Tcibodas (Java) Beccari, 1 o. Cette espéce est voisine par la forme de la L. amoena (Stal); mais elle en différe par la coloration, les élytres très oblique- ment tronquées, l’aile très longue, et la pince tout à fait inerme. Gen. Platylabia, Dourn. 26. P. major, Dohrn, Stett. Ent. Zeit. 1867, p. 347. n. 1. (9 seule). Le male répond complétement a la description citée, il ne différe de la 9 que par la pince. Les branches de celleci sont longues de 1." ®/,, aplaties, lisses, de la couleur de l’abdomen, remarquablement écartées a la base, droites, formant entre elles un angle obtus, jusqu'un peu avant le milieu où l'on voit une forte dent interne; puis recourbées, en anneau dont les pointes se touchent. Hapirat: Tcibodas (Java), Beccari, 1 2. Indiqué deja de Célèbes. 27. P. thoracica, Dohrn, Stett. Ent. Zeit. 1867 p. 348, n. Hapirat: Iles Arou, (Wokan) Beccari, 1 2. Ternate, Beccari 1 9. DO Signalée des iles Penang et Ceylan. 28. P. dimidiata, Dohrn, Stett. Ent. Zeit. 1867, p. 348, n. 3. Hagirat: Salvatti (Nouvelle Guinée), Beccari, 1 7. Signalée du nord de Vile de Lucon. 372 A. DUBRONY 29. P. Gestroi (mihi), spec. nov. Magna, dense fusco pilosa; capite, pronoto, elytris alisque nigris; pedibus anticis, forcipe, antennarum articulis 8 basalibus fuscis, 5 ultimis fiavis; abdomine, segmento primo testaceo excepto, rufo castaneo; pedibus posticis obscure testaceis; forceps & valida, sub- recta, tricarinata, intus medio lamina depressa singulari instrueta , apice decussata S. ì Lone: scorpi 71013 mr, fore. A 2 mm 190 Je Platylabia Gestroi. Téte noire poilue un peu arrondie et échanerée au bord po- stérieur, suture occipitale invisible, parties-buccales un peu plus claires. Antennes de 13 articles, dont 8 a partir de la base sont bruns, les autres jaunes; le 1." gros, long, cylindrique; le 2.° très petit globuleux; tous les suivants égaux entre eux et a la moitié du 1.", cylindriques, poilus. Pronotum noir, velu, un peu plus long et presque aussi large que la téte, les angles huméraux bien accusés, légérement échanerés, le bord postérieur faiblement arrondi, sa moitié an- térieure bombée, l'autre moitié déprimée, cotés latéranx et poste- rieur rebordés. +) ) [| ORTHOPTERES MALAIS IIO Etytres d'une longueur double du pronotum, le depassant un peu en largeur, noires, très finement pointillées et poilues, tronquées postérieurement. Partie saillante des ailes égalant la moitié de I élytre, de méme couleur, pointillée et poilue. Cuisses assez robustes, arrondies; les 2 premiéres paires de jambes brunes, la paire postérieure testacde, toutes garnies de poils. 1* article des tarses de la longueur du 3°; 2° article trés petit simple. Abdomen allongé, aplati, un peu dilaté au milieu; garni de longs poils en bouquet sur les còtés, finement pointillé, assez luisant. Le 1" segment testacé, les autres d'un marron rougeatre. Le dernier segment est grand, plus large que long, un peu rétréci postérieurement, non podntillé, muni au milieu dune fai- ble et courte impression longitudinale, et d’un petit tubercule au dessus de chaque racine de la pince, son extrémité posté- rieure rebordée. Le dessous est d'un rouge marron clair, glabre; l’avant der- nier segment ventral très grand, carré, son bord postérieur convexe, il recouvre plus des */, du dernier segment. Lame anale grande, rectangulaire, bien proéminente entre les branches de la pince. Branches de la pince robustes, d'un brun de poix, garnies de longues soies jaunes, écartées à la base; presque droites et of- frant 3 arétes jusqu'aux */, de leur longueur, puis arrondies et recourbées en dedans les pointes s'entrecroisant. Vers le ‘/, de sa longueur, chaque aréte intérieure se dilate brusquement en dedans jusqu’a la portion arrondie de la branche, de facon a former une lame mince, plane, horizontale, qui figure assez bien la lame d’un rasoir. HagitaT: Fly River (Nouvelle Guinée), L. M. D'Albertis, 2 9, et une nymphe. Gen. Lobophora, Doury. 30. L. superba, Dohrn, Stett. Ent. Zeit. 1865 p. 71 n° 1. S74 A. DUBRONY Hasrrat: Sarawak (Borneo) J. Doria, 2 7 et 3 9, d'une par- faite conservation. Cette magnifique espèce était précédemment indiquée de la presquile de Malacca et de Pulo Penang. 81. L. morio (Fabr.). — Forficula morio, Fabricius, Syst. Ent. p. 270. Hapitat: Buitenzorg (Java), Ferrari, 1 7°; Singapore 1 9, Borneo (Sarawak) 1 ©”, J. Doria; Somerset (Australie), L. M. D'Albertis 1 9; Hatam (Nouvelle Guinée), Beccari 1 7; Ile Yule, (Nouvelle Guinée), L. M. D'Albertis 4 7, 6 9; Ramoi (Nouvelle Guinée), 1 7, 2 9; Salvatti (Nouvelle Guinée), 1 9; Wokan (Iles Arou), 3 7, 1 9, Beccari. Signalée précédemment de tout l’Archipel Océanique et In- dien: Ile Maurice, Ceylan, Pulo Penang, Java, Célèbes, Lucon, Viti Levu, Tahiti, Owaihi, etc. etc. Cette espèce extrémement répandue varie beaucoup pour la forme des pinces et certains détails de coloration. Parmi les va- riétés les plus remarquables, nous citerons 1 7 de Ramoi (Nouvelle Guinée), 3 7, 1 @, Fly River (Nouvelle Guinée) dont les élytres ont un éclat bleu-métallique très prononcé; et 2 2 de Wokan (Iles Arou) dont les pinces sont très courtes (a peine 2.™"1/,), très larges, presque plates et bien moins dentées que dans le type. 32. L. australica (Le Guillou). — Forficesila australica, le Guil- lou, Rev. Zool. 292 (1841). Hasrrart: Somerset (Australie), L. M. D'Albertis, 1 9. Deja signalée de la cote Nord de la Nouvelle Hollande. Cette espéce est très voisine de LZ. morio; elle a la méme taille, la méme forme générale, le méme nombre d’articles aux antennes, et le pygidium absolument semblable. Elle en différe seulement par la coloration des antennes, des ¢lytres, des ailes, des tarses et par les pinces créneltes beaucoup plus fortement. 33. L. laetior, Dohrn, Stett. Ent. Zeit. 1865 p. 73, n.° 4. ( 9 seule). | ORTHOPTERES MALAIS 370 Ayant sous les yeux les deux sexes de cette espéce nous compléterons ici la description, un peu bréve bien que très exacte, de M" Dohrn. Atra, antennis, palpis, pedibus, elytrorum alarumque vitta longitudinali ferrugineis, pronoti marginibus lateralibus et postico pallidis. Ultimum dorsale segmentum supra et postice duobus plicis tuberculiformibus granulatis ornatum. Forcipis brachia basi inter se remota, 7 robusta, introrsum curvata, bidentata, Q graciliora, longiora subrecta, intus vix crenulata. Rone. corp. val 2, o 1d." Mat corpi pe Set Bone fore mg) gemito. 4 e Lobophora laetior. Téte noire, peu convexe, suture frontale très visible, arquée; palpes et antennes ferrugineux. 1°" article des antennes, gros, cylindrique remarquablement long; 2° art. globuleux, très petit, 3° cylindrique ; grèle long comme la moitié du 1°"; 4° art. cylin- drique, court, les autres s’allongeant progressivement jusqu'au 10° (les autres manquent). Pronotum, de la largeur de la téte, d’une longueur égale a une fois et demi sa largeur, peu bombé avec une impression longitudinale médiane de chaque cdté de laquelle se trouve 376 A. DUBRONY une fossette. Il est noir avec une bordure jaune pale étroite sur les cotés, large au bord postérieur. Elytres longues deux fois comme le pronotum, et un peu plus larges que lui, arrondies a la base tronquées droit au som- met; lisses, luisantes ferrugineuses, avec la suture et les bords antérieurs et latéraux noirs. Partie saillante des ailes de la longueur du pronotum, brune avec une bande longitudinale ferrugineuse interne. Pattes ferrugineuses, le 2° article garni en dessous d'une forte touffe de poils jaunes. Abdomen a cotés paralléles, noir glabre assez luisant, dernier segment carré chez le 7, un peu rétréci postérieurement chez la Q, avec une depression postérieure mediane de chaque cote de laquelle on remarque un petit tubercule granuleux, plici- forme. Branches de la pince noires et écartées a la base dans les 2 sexes; d° robustes, arrondies, courbées en ovale dont les pointes se touchent, armées de deux dents intérieures, lune très forte pres de la base, l'autre plus petite vers le milieu; 9, beaucoup plus gréles et plus longues, presque droites; pointes un peu courbées en dedans; bord intérieur faiblement crénele. Hapitat. Acqui Conora (Ternate) Beccari 1 7, 1 Q. Précedemment indiquée de Vile Batchian. 34. L. simulans (Stal). — Korficula simulans, Stal, Freg. Eug. Resa, p. 302. (1858) HagiraT: Sarawak (Borneo) J. Doria, 1 7, 1 9. Designée des iles de Java et Pulo Penang. 35. L. fuscipennis (de Haan). — Forficwla (Psalidophora) fu- scipennis, de Haan, Verh. Nat. Gesch. Ned. Bezitt., Orth. 241. (1842). Haprrat: Wokan (Iles Arou) Beccari, 1 7; Fly River (Nou- velle Guinée, L. M. D'Albertis, 1 2. Citee de Tile de Sumatra. ORTHOPTERES MALAIS 377 Gen. Opisthocosmia, Dourn. 36. 0. centurio, Dohrn. Stett. Ent. Zeit. 1865, p. 79, n° 6. Hasrrat: Sarawak (Bornéo), J. Doria, 2 9 et une nymphe 9. Indiquée déjà de Vile de Lucon. 37. 0. longipes (de Haan). — Zorficula longipes, de Haan, Verh. Nat. Gesch. Ned. Bezitt. Orth. p. 242. t. XXIII. f. 13. Hapirat: Hatam (Nouvelle Guinée), Beccari et L. M. D’Alber- AE PRI Indiquée de Batang Singalang (Sumatra). 38. 0. insignis (de Haan). — Forficula insignis, de Haan, |. e. p. 243, t. XXIII, f. 14. Hasitat: Tcibodas (Java) Beccari, 3 07. Désignée de Java. 59. 0. tenella (de Haan). — Zorficula tenella, de Haan, |. c. 243. Hapirat: Kandari (Célébes), Beccari, 1 9. Deja signalée de Java. Gen. Forficula, Linné. 40. F. Wallacei, Dohrn, Stett. Ent. Zeit. 1865. p. 88, n° 7. (9 seule). Forficula Wallacei. 378 A. DUBRONY La description de M." Dohrn est excellente et très complete: nous y ajouterons seulement que les antennes ont 13 articles; le 7° ne différe de la 9 que par le dernier segment dorsal moins rétréci, et la forme de la pince. Les branches de celle-ci, 7, sont écartées a la base, laissant voir entre elles un petit pygidium carré, elles sont arrondies, courbées en ovale régulier, longues de deux millimétres, sans dent a la base, avec une très petite épine interne aux deux tiers de leur longueur. Hapirat: Somerset (Australie), 1 7, 2 9; Andai (Nouvelle Guinée), 1 9; M.' Epa (Nouvelle Guinée), 1 9, L. M. D'Albertis; Wokan (iles Arou), Beccari 1 9. Signalée déjà de la Nouvelle Guinée. 41. F. Albertisii (mihi), sp. nov. Nigra, punctata, pronoti imarginibus lateralibus et postico, te- nuissimis, pedibus, forcipeque sordide flavis. Forcipis brachia con- ligua subrecta, apice subincurva ® . Long.-corp. “On ate’ | ee Long. fore. LE Forficula Albertisii 9. Tete assez grande, peu bombée, sutures peu prononcées; noire ainsi que les parties buccales. Antennes noires de 13 articles, le 1" assez long, gros, cylindrique, le 2° très petit cylindrique , ORTHOPTERES MALAIS 379 les 3°, £°, 5° égaux, un peu plus longs que le 2°, les suivants cylindriques moyens. Pronotum carré, de la largeur de la téte, le bord postérieur arrondi, sa moitié antérieure bombée avec deux petites impres- sions, sa moitié postérieure déprimée avec les bords saillants. Il est noir, finement ponctu’, avec une bordure jaunàtre pres- que imperceptible, et divis* dans toute sa longueur par un sil- lon médian bien marqué. Elytres ayant un peu plus de deux fois la longueur du pronotum, le débordant très peu, noires, luisantes, couvertes de très petits points. Leur bord antérieur un peu creusé, par la courbe du pronotum, leur bord postérieur légérement échancre. Partie saillante des ailes de la longueur du pronotum, d'un noir brillant, ponctuée. Pattes entièérement d'un jaune sale. Abdomen d'un brun noir un peu plus clair que le reste, pon- ctué, glabre légérement dilaté vers le milieu, son dernier seg- ment rétréci, un peu déprimé au milieu postérieurement, avec un très faible repli tuberculiforme de chaque coté de la dépres- sion. Branches de la pince d’un jaune sale, contigues, cylindri- ques, inermes, presque droites avec les pointes recourbées en dedans. HapitaT: Sarawak (Borneo) J. Doria, 1 9; Ile Yule (Nou- velle Guinée), L. M. D'Albertis 1 9. Cette espéce est voisine des 7. Wadlacei, Dohrn et nigripennis Motsch.; elle en différe d’abord par la présence d'ailes trés bien développées, et par divers détails de coloration et de forme ainsi qu'on sen rendra compte en comparant les descriptions. 42. F. Doriae (mihi), spec. nov. Rufo fusca, nitida, ore flavo, capite, antennis (articulis 11, 12, 15 albis exceptis), palpis, pronotoque nigris ; pronoti margi- nibus lateralibus tenuissime pallidis ; elytris alisque rufo testaceis, his semper, illis interdum aurantiaco maculatis ; pedibus pallidis , femoribus tibiisque late fusco annulatis. Abdomen punctatum , parce lateribus pilosum, medio dilatatuin, ultimo segmento dorsali 380 A. DUBRONY magno, quadrato, laevi, nitido, Q attenuato. Penultimo seg- mento ventrale 7 in duabus spinis prolongato. Forcipis brachia SQ imermia, laevia basi inter se parum distantia, dilatata, deinde cylindrica, #° curvata, 9 arcuata, mucrone introrsum curvato. Long. corp. ST 13.mm 9 ]0,mm Lia Lat.+0orp:!; AZIO Ri Longatorerag eee [o co)" 2mm Pd 7 en dessus 7 en dessous 2 Forficula Doriae. Téte moyenne, assez bombée, suture frontale arquée, bril- lante, noire ainsi que les palpes; bouche ferrugineuse. Anten- nes de 15 articles? de forme typique; les dix premiers noirs, les 3 derniers? blancs. Pronotum de la largeur de la téte, un peu plus large que long, convexe avec une forte dépression transversale médiane de chaque còté, noir, luisant, bordé latéralement d'un très étroit liseré jaunatre. Elytres bombées, debordant fortement le pronotum, ayant au moins trois fois sa longueur, d'un marron foncé, avec deux ta- ches humérales orangées, qui manquent parfois, arrondies a la base et au sommet; lisses, luisantes. Partie saillante des ailes longue comme la moitié du prono- ORTHOPTERES MALAIS 381 tum, brun-marron, avec la suture et une bande antérieure transversale étroite orangées. Pattes testacées, les cuisses et les tibias ont un large anneau brun de la base au milieu. Abdomen brun-marron très ponctué, dilaté vers le milieu, ses cétés hérissés de poils longs, rares et raides; dernier segment 2, grand, carré, avec une impression postérieure médiane en forme d’accent circonflexe qui n’atteint aucun des deux bords, et un petit pli tuberculeux au dessus de la racine de la pince; pénul- tiéme segment ventral prolongé à chaque angle en une longue épine; 9 attenué, avec |’ impression et le pli moins accusés. 3ranches de la pince brun-marron, peu écartées et dilatées a la base, puis cylindriques inermes dans les 2 sexes; 7 recourbées “en anneau, 9 arquées, avec le bout brusquement recourbé en dedans. Hapitat: Sarawak (Borneo) J. Doria, 1 7, 4 9. 43. F. Borneensis (mihi), sp. nov. Rufo castanea, punctata ; capite, antennis 12 articulatis, pro- moto, elytris alisque nigris; pronoti margine laterali pallide te- staceo. Abdomen parce pilosum, parallelum, segmento ultimo magno, bituberculato ; pygidio producto , quadrato , basi latiore, apice valde, lateribus minus exciso, bilobato. Forcipis brachia abdominis longi- tudine, gracilia, subsinuata, basi inter se remota, pilosa, de- pressa, tota longitudine supra et subtus profunde sulcata, apice obscuriore introrsum curvato, dente forti intus basi paullo distante armata I. Long. corp. @ 11.™ Lat. corp. giro Long. fore. Grill, Téte peu bombée, assez grande, suture dn front presque im- perceptible, noire ainsi que les palpes et les parties buccales. Antennes brunes, velues, de 12 articles, le 1" gros, long, cylin- drique, le 2° globuleux, trés petits, tous les autres coniques moyens, s'allongeant progressivement jusqu’au dernier. 382 A. DUBRONY Pronotum noir, brillant; de la largeur de la téte, carrè, bombé au milieu en forme de coeur, dont la pointe est tournée postérieurement, marge latérale étroite, pàle, plane. Elytres avant une largeur double du pronotum, et une lon- gueur triple, très ponctuées, arrondies a la base, échanerées au sommet, d’un noir profond. Forficula Borneensis >. Partie saillante des ailes longue comme la moitié de l’élytre, de la méme couleur, très ponctuée. -attes testacées, fémurs postérieurs un peu plus foncés. Abdomen rouge brun, lisse, presque paralléle hérissé sur les cotés de longs poils bruns par bouquets a langle de chaque segment, dernier segment un peu dilaté, carré, grand, offrant postérieurement une dépression médiane trapézoidale assez pro- fonde, limitée de chaque cété par un tubercule lisse, large, peu élevé, un peu échancré au bord postérieur. Branches de la pince longues, minces, avec un profond sillon en dessus et en dessous sur toute leur longueur, garnies de longs poils, écartées à la base, de la couleur de l’abdomen, la pointe plus foneée, recourbée en dedans. On remarque une forte dent au quart de la longueur a partir de la base. Haprrat: Sarawak (Borneo) J. Doria 1 2. ORTHOPTERES MALAIS 383 44. F. brachynota, de Haan, Verh. Nat. Gesch. Ned. Bezitt. Orth. p. 243 T. XXIII, f. 10. HapiratT: Sarawak (Borneo) J. Doria, 2 <7. Deja signalée de Batang Singalang. APPUNTI ITTIOLOGIGI SULLE COLLEZIONI DEL MUSEO CIVICO DI GENOVA PER D. VINCIGUERRA Bnumerazione di alcune specie di pesci raccolti in Sumatra dal Dre 0, BECCARI nell’ anno 1878. Fra il vasto materiale zoologico raccolto dal dott. Beccari nei pochi mesi di soggiorno in Sumatra, eravi una piccola serie di pesci che egli desiderava fossero determinati. Lo studio di questi mi porgeva occasione ad alcune osserva- zioni che credo opportuno pubblicare. La collezione consta di 57 esemplari, rappresentanti 12 diverse specie. Essi furono per buona parte comprati sul mercato di Padang Pangian (a più di 70 chilometri dalla costa sulla quale tro- vasi il Padang delle carte) ove sono portati dal prossimo lago di Sinkara o dai vivai nei quali si allevano. Gli altri esemplari pro- vengono da Kajù Tanam ed Ajer Mantcior, villaggi posti sulla strada che conduce alla provincia dell’ alto Padang: quattro in- dividui soltanto furono presi anche più nell’ interno, nella grotta di Bua. Sono per la maggior parte specie più o meno diffuse per ogni dove nelle isole della Sonda e tutte, ad eccezione di due, gia note di Sumatra. Per le determinazioni ho adottato la nomenclatura seguita dal Bleeker nell’ « Atlas Ichthyologique », poichè avendo per le mani uno scarsissimo numero di specie raccolte in una contrada, donde APPUNTI ITTIOLOGICI 385 egli pure riceveva collezioni, non sembrommi il caso di conte- stare la validità di molti generi e sottogeneri da lui stabiliti. Nelle misure prese la lunghezza del corpo è sempre considerata senza la pinna codale e I’ altezza nel punto ove si mostrava maggiore. I nomi indigeni, da me riportati di alcuni di questi pesci, sono quelli che vengono loro attribuiti dai pescatori di Padang Pan- gian e che furono sul luogo trascritti dal dott. Beccari. Confido che lo studio delle numerosissime collezioni ittiolo- giche radunate nel Museo Civico ed in particolar modo di quelle provenienti dalla Malesia, dalle Molucche e dalla Nuova Guinea mi porgerà argomento ad osservazioni di maggior rilievo, che verrò pubblicando gradatamente, nel procedere all’ ordinamento di esse. Labyrinthici. 1, Osphromenus olfax (Comm.) Osphronemus olfax (Commerson), Hardw. Zool. Journ. IV, pag. 309, tav. XXXVI suppl. Osphronemus gourami, Lacép. III, pag. 117, tav. HI, fig. 2. Osphromenus olfax, Cuv. Val. VII, pag. 282, tav. 198. » » Gunth. Cat. of Fish. III, pag. 382. » » Bleek. Atl. Ichth. Osphr. tav. I, fig. 6. Un esemplare lungo 0"337 ed alto 0"155. Padang Pangian, luglio 1878. Nome indigeno: Kalus o Gurame. È questo, per comune consenso, un pesce di sapore squisitis- simo. Esso si trova in quasi tutte le isole della Sonda ed è acclimatato inoltre a Pinang, a Manilla, all’ isola Maurizio ed a Cajenna. 2. Trichopodus trichopterus (Pat.) Labrus trichopterus, Pall. Spicil. VIII, pag. 45. Trichopodus trichopterus, Lacép. III, pag. 129. » » Cuv. Val. III, pag. 290, tav. 199. Osphromenus trichopterus, Ginth. Cat. of Fish. III, pag. 384. 'Trichopodus trichopterus, Bleek. Atl. Ichth. Osphr. tav. I, fig. 4. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (9 Giugno 1879). 25 386 D. VINCIGUERRA Tre esemplari di Padang Pangian, luglio 1878. L’ individuo di statura maggiore misura 0", 102 in lunghezza. Nome indigeno: Sappe. Questi esemplari corrispondono alla var. Koe/rewteri di Ginther alla quale pure si riferiscono le figure del Cuvier e Valen- ciennes e del Bleeker. A questa varietà Gunther assegna per patria Giava ed indica di Sumatra solo la var. Leer (descritta da Bleeker come specie distinta, 7. Zeerz, nel Natur. Tijd. III, pag. 577); ma il Bleeker nel suo « Overzigt der ichthyologische fauna van Sumatra » pubblicato nel Natur. Tijd. 1854, pag. 59, enumera il Tr. trichopterus come proveniente da quasi tutte le località di Sumatra da lui citate, nè può nascere ‘il dubbio che in tal caso si trattasse del Zeerzi, poichè egli differenzia speci- ficamente queste due forme. Il signor G. B. Ferrari inviava da Giava al Museo Civico que- sta istessa specie rappresentata dalla stessa varietà. Siluridee. 3, Clarias melanoderma, BLerk. Clarias melanoderma, Bleek. Verh. Bat. Gen. XXI, Sil. Bat. pag. 54. — Atl. Ichth. Sil. p. 102, tav. XLIX, fig. 2. » » Gunth. Cat. of Fish. V, pag. 19. Due esemplari di Kajù Tanam, settembre 1878. Il corpo del- l'individuo più grande è lungo 0"135 ed il capo 0"031. Nome indigeno: Limbe. Fu dal dott. Beccari comprato sul mercato di Padang Pangian un altro Clarias che, a prima vista, sembrava completamente diffe- rente dalle specie di questo gruppo, come quello che presentava tutte le pinne verticali riunite insieme, ed avrebbe per conseguenza dovuto essere ascritto al gruppo cui appartiene il Cl. Nieuhofii Bleek., col quale non aveva altra benchè minima rassomiglianza: difatti in questo la lunghezza del capo è !/; di quella totale , nel mentre in quell’ esemplare è poco più di 4/, di essa, es- sendo il corpo lungo 0"175 e la testa 0"050: un corpo così tozzo dava all'animale un aspetto estremamente diverso da quello di APPUNTI ITTIOLOGICI O87 ogni altra specie analoga. Ma l'esame più accurato e minuzioso dell’ estremità codale di questo individuo mi persuase non aver per le mani che un esemplare deforme dello stesso Cl. melano- derma. infatti manca completamente il progressivo decrescere dell’ altezza del corpo che termina bruscamente in un margine quasi verticale, alla cui metà si nota Wambo i lati un raggrin- zamento, evidentemente cicatriziale, più manifesto sul lato de- stro, che su quello sinistro, del corpo; nel mentre in questo si può osservare, nella parte inferiore dell’ animale, e sopra alcuni raggi della pinna anale, una larga superficie di cute biancastra, che fa un aperto contrasto col colorito bruno del restante del corpo. Inoltre non esiste traccia veruna di pinna codale propria- mente detta, che pure è riconoscibile nel C/. Niewhofii, ed è facile argomentare che la pinna, la quale riveste |’ estremità del corpo, è dovuta ad una speciale deviazione dell’ anale, che trovasi come rivolta in su, il che è palese dalla disposizione dei raggi. Parecchie cagioni possono essere sospettate di questa deforma- zione; un trauma qualsiasi od una mostruosità congenita var- rebbero egualmente a darne una spiegazione plausibile: come più probabile io ritengo che questo pesce abbia, parecchio tempo prima, lasciato una parte del suo corpo nella gola di qualche suo affamato congenere. Gyprinidae. 4. Lobocheilus (Gobionichthys) 1ipocheilus (Cuv. Var.) Labeo hispidus, Cuv. Val. XVI, pag. 272. Chondrostoma lipocheilus, Cuv. Val. XVII, pag. 298, tav. 513. Tylognathus lipocheilus, Heckel in Russegger’s Reise, II,3, pag. 283. Lobocheilus /Govionichthys) lipocheilus, Bleek, Prodr. Cypr., pag. 158. — Atl. Ichth. Cypr. pag. 59, tav. VII, fig. 2. Tylognathus hispidus, Ginth. Cat. of Fish. VII, pag. 66. Un esemplare di Padang Pangian, luglio 1878. Corpo lungo 0"125: alto 0"034: capo lungo 0"027. Nome indigeno: Lader. Bleeker, nel suo lungo soggiorno nelle colonie olandesi del- l’ Arcipelago indo-malese, otteneva più di 200 esemplari di 388 D. VINCIGUERRA questa specie da Giava e non uno da Sumatra. Questo fatto mi rese dapprima alquanto titubante nel riferire quest’ individuo al L. lipocheilus, ma i caratteri che esso presenta non corri- spondono a quelli delle altre specie del genere: d'altra parte non avendone che un solo individuo e colle pinne alquanto de- teriorate, dovetti per forza accettare quella determinazione che si mostrava più probabile. 5. Rohita (Rohita) HHasseltii, Cuv. Var. Rohita Hasseltii, Cuv. Val. XVI, pag. 209. Rohita (Rohita) Hasseltii, Bleek, Atl. Ichth. Cypr. pag. 65, tav. XIV, fig. 1. Osteochilus Hasseltii, Gunth. Cat. of Fish. VII, pag. 41. Ventuno esemplari di Padang Pangian, luglio 1878. Il mag- giore di essi è lungo 0"150 ed il minore 0"083. Nome indigeno: Pawas 0 Pawas Korbao. Il primo di questi nomi è dato dai pescatori di Padang Pan- gian agli individui di statura meno sviluppata e I altro a quelli di dimensioni maggiori. A me non fu dato constatare differenze specifiche fra di essi, benchè gli indigeni affermassero insisten- temente al dott. Beccari che quei due nomi si applicavano a due diversi pesci. È visibilissima e costante in tutti gli individui la macchia nera alla base della codale come pure la macchia violacea soprasca- polare. Le squame della metà inferiore del corpo, anteriormente alle pinne ventrali, serbano traccie abbastanza chiare di macchie rosse sul centro di ciascuna di esse; altrettanto avviene per le macchiette nero-violacee sulla base delle squame, prevalente- mente nella metà posteriore, ma non sono distinte le fascie lon- situdinali che ne dovrebbero risultare. 6. Labeobarbus soro (Cuv. Var.) Barbus soro, Cuy. Val. XVI, pag. 144. Labeobarbus soro, Bleek. Atl. Ichth. Cypr. pag. 79, tav. XX, fig. 2. Barbus soro, Gunth. Cat. of Fish. VII, pag. 130, APPUNTI ITTIOLOGICI 389 Cinque esemplari di Padang Pangian, luglio 1878. L'indi- viduo più sviluppato è lungo 0"325 ed alto 0"090. Nome indi- geno: Garin o Kelen gadis. In questi individui le squame sulla linea laterale sono 24-25, come è detto da Valenciennes e nun 26-28, come scrive il Bleeker. Farò notare che Giinther nel suo Catalogo ne mette 26-38, ma questa seconda cifra è probabilmente dovuta ad un errore tipografico. È specie molto comune a Sumatra ed a Giava ove è nutrita nei vivai. Bleeker narra averne veduto individui lunghi un metro cui si attribuiva un’ età superiore ai cento anni. 7. Cyehlocheilichthys (Siaja) macropus, BLeek. Cychlocheilichthys (/Siaja/ macropus, Bleek. Ichth. Arch, Ind. Prod. ll, pag. 373. — Atl. Ichth. Cypr. pag. 86, tavî XXXIV. Un esemplare di Padang Pangian, luglio 1878, lungo 0™104. Nome indigeno: Fatt. L'individuo corrisponde in buona parte alla figura ed alla descrizione del C. macropus, Bleek.: questo è descritto sopra un esemplare unico di Borneo (Pontianak) ed è dal Bleeker messo nel sottogenere Saja, caratterizzato specialmente dalla presenza di due soli barbigli, nel mentre poi l'individuo unico è figurato con quattro, corrispondendo così a quello raccolto dal dott. Bec- cari. Ma i barbigli, secondo il Ginther, non possono fornire caratteri distintivi di genere né di specie, perchè talora si tro- vano da un lato e non dall’ altro ove sono rappresentati da un tubercolo. Giinther riunisce questa specie al Cychlocheilichthys (Staja) siaja, Bleek. Atl. Ichth. Cypr. pag. 86, tav. XXIX, fig. 3, comune in Borneo e in Sumatra, facendo rientrare questa nel genere Barbus (Cat. of Fish. VII, pag. 127.) e ciò dopo I’ e- same degli esemplari tipici conservati nel Museo Britannico. Bleeker distingue le due specie per il numero minore delle squame sulla linea laterale (35 nel C. macropus, 37 nel C. siaja), carattere presente in questo individuo, per il rapporto minore fra I’ altezza e la lunghezza dell’ animale e fra la lun- ghezza della testa e quella del corpo. 390 D. VINCIGUERRA Nel C. macropus V altezza è contenuta 3 volte e ?/, nella lunghezza : nel C. staja da 4 e !/, a 4: in questo esemplare lo è 3 e ?/; tenendo, nella lunghezza dell’ animale, anche conto dei lobi della coda. Nel C. macropus la lunghezza della testa sta a quella del corpo come 1 a 3 e !/, 0 3 e 1/,: nel C. siaja come 1 a 3 #/, 0 3 3/,, senza la codale, ed in questo individuo, essendo la lunghezza della testa 0"027, e quella del corpo 0"104, la proporzione è di 1 a 3 e 4/.: pel primo carattere adunque corrisponde al C. macropus e pel secondo al C. siaja. Così pure si avvicinerebbe a questo per il numero delle squame comprese fra l'occipite e la base della pinna dorsale, 15 come nel C. siaja, e per la poca sproporzione tra le pinne ventrali e le pettorali, poichè quelle misurano in questo individuo 19" e queste 21"", nel mentre che nel C. macropus è carattere essenziale la predo- minanza notevole della lunghezza delle ventrali sulle pettorali. Negli altri caratteri il C. macropus ed il C. staja concordano per- fettamente tra loro e con questo individuo, salvo che nel colorito , poichè quello è descritto e figurato come ornato di una fascia nerastra marginale dei lobi della coda, il che si nota nell’ esem- plare da me esaminato; e di questo carattere non è fatta parola nella descrizione del C. siaja che, secondo Bleeker, ha soltanto una macchia rotonda nera alla base della pinna codale. Inoltre l'esemplare unico del C. macropus del Bleeker misura, per quanto egli ne dice, 97"" in lunghezza e la figura ne misura 195, senza la codale: è dunque ingrandito più del doppio, fatto strano, poichè per solito nel Bleeker tutte le figure sono fatte a gran- dezza naturale, e che rende meno agevole ogni paragone. Uu altro ciprinoide di questo genere il C. armatus, Bleek. rassomiglia moltissimo al C. macropus ed al C. siaja. Egli però ne lo distingueva facendolo entrare nel sottogenere Cyellocher- lichthys, caratterizzato dalla presenza di quattro barbigh, nel mentre che dei due esemplari tipici, inviati da lui stesso al Museo Britannico, uno ne porta due soli. Non sarebbe però improbabile, come accenna il Gunther, che anche questo si dovesse conside- rave come una varietà del C. szaja. lo, non avendo attualmente esemplari del C. siaja coi quali APPUNTI ITTIOLOGICI 391 istituire più esatto paragone, ho creduto indicare quest’ individuo col nome attribuito dal Bleeker a quella forma che sembrommi maggiormente rassomigliare ad esso. S. Puntius (Barbodes) maculatus (Kun v. Hass.) Barbus maculatus, (Kuhl v. Hass.) Cuv. Val. XVI, pag. 147. Puntius (Barbodes) maculatus, Bleek. Atl. Ichth. Cypr. pag. 104, tav. XXXIII, fig. 1, e tav. XLIII, fig. 4. Barbus maculatus, Gunth. Cat. of Fish. VII, pag. 123. Un esemplare, lungo 0™084, di Ajer Mantcior, agosto 1878. Il Sig. G. B. Ferrari ha inviato da Giava al Museo Civico parecchi individui che, senza dubbio, appartengono a questa specie, e mostrano aleune differenze di statura, di forma e di colorito dall’ esemplare di Sumatra: ma conoscendo come il P. maculatus, che è forse il ciprinoide più comune nell’ Arcipe- lago indo-malese, possa rivestire forme svariate, non posso a meno che ammettere la loro identità. Negli individui giovani di Giava le macchie, dorsale, codale ed anale, sono assai più manifeste che non negli adulti. Un altro esemplare molto piccolo, probabilmente molto gio- vane, lungo 0"038, raccolto pure ad Ajer Mantcior credo possa riferirsi alla stessa specie. Esso rassomiglia abbastanza alla figura di giovane P. maculatus, data dal Bleeker a tavola XLIII, fig. 4, dell’ Atlas Ichthyologique. Fra i pesci raccolti dal dott. Beccari vi sono 4 individui appartenenti evidentemente allo stesso gruppo di Puntius, che devono naturalmente prendere posto in quella stessa divisione del Bleeker cui è assegnato per carattere l'avere il raggio dor- sale osseo sottile ed armato di piccoli denti, le squame della linea laterale in numero di 23 a 27 e il corpo privo di fascie; a questa divisione appartengono il P. amblyrhynchus, il P. go- niosoma ed il P. maculatus. Il carattere più notevole presentato da questi individui è quello della ottusità del muso, che a prima vista potrebbe far nascere il sospetto d’ aver a che fare con il P. amblyrhynchus, Bleek. (Atl. Ichth. Cypr. IH, pag. 104, tav. XLII, fig. 5). Ma è d’ uopo notare 3972 D. VINCIGUERRA che la descrizione del P. amblyrhynchus tu fatta dal Bleeker sopra un individuo unico, giovanissimo, del quale Ginther dice (Cat. of Fish. VII, pag. 126) che non avrebbe mai dovuto servire come tipo di una nuova specie, ove vi appartenesse real- mente, perchè sarà sempre impossibile riconoscere |’ identità di esemplari adulti col paragonarli a quello che servi di modello alla descrizione della specie. In ogni modo esistono pur sempre differenze tra gli individui posseduti dal Museo Civico e quello descritto e figurato dal Bleeker, tali da eliminare il sospetto si possa trattare della stessa specie; infatti il muso del P. amblyrhynchus è molto più corto del diametro dell’ occhio e questo lungo 3 volte il capo, ed in quelli che ho sott’ occhio invece il muso agguaglia la lunghezza dell’ occhio e questa è contenuta 3 volte e 1/, in quella del capo: in quello i barbigli sono di lunghezza molto disuguale, poichè 1 rostrali sono più corti dell’ occhio o tutt’ al più lunghi come esso, nel mentre i mascellari sono più lunghi, benchè, a quanto sembra dalla figura, non raggiungano lo sviluppo consi- derevole presentato da questi individui e da alcuni altri appar- tenenti ad altre specie del genere Puntius di Bleeker, in cui 1 rostrali sono solo di poco più corti. Oltre ciò il raggio osseo della pinna dorsale colla porzione molle misura 1 volta e !/, la lunghezza della testa, e le pinne pettorali raggiungono la base delle ventrali nel P. amblyrhynchus e per lo contrario negli esemplari che sto descrivendo il raggio osseo della pinna dor- sale colla porzione molle è più corto della testa e le pinne pet- torali non raggiungono la base delle ventrali. Dall’ esame comparativo di questi individui e di quelli del P. goniosoma, ho del pari acquistato la convinzione che non si tratti di questa specie, che ha per carattere differenziale I’ avere il profilo del dorso quasi retto, nel mentre in questi è molto convesso. Il paragone istituito fra gli individui del P. maculatus che ho esaminato e questi non fece risaltare che la considerevole diffe- renza nel profilo del muso che in quelli è generalmente acuto. Ma il P. maculatus, del quale ho già accennato il grande va- APPUNTI ITTIOLOGICI 593 riare di forma, può, secondo risulta dalla descrizione di Bleeker, assumere un aspetto più consimile a quello di questi esemplari; poichè egli dice « rostro acutiusculo vel obtusiusculo, convexo ete ». Altri caratteri importanti non esistono che valgano a distinguerli specificamente, benchè come nel P. amblyrhynchus, nel macu- latus il muso si mostri alquanto più corto del diametro dell’ oc- chio e questo sia contenuto 3 volte a 3 volte e !/, in quello del capo, mentre si è visto che questi individui presentano un occhio relativamente più piccolo e però un muso più lungo. Si noti che fra gli individui di P. maculatus presi in esame è assal maggiore la rassomiglianza con questi negli individui di Giava che in quelli di Sumatra, anzi, salvo la forma del muso, differiscono più questi tra loro che non i P. maculatus di Giava dagli individui in questione. Per queste ragioni non oso stabilire per essi una specie di- versa dal P. maculatus e mi limito a darne per ora una esatta descrizione , attendendo che altri, possedendo materiale più vasto, possa risolvere ogni dubbio. DEA sf obs, Lat eon Lie trans. .5,..(4 2/5). Corpore oblongo, compresso, altitudine 3 circiter in ejus longi- tudine, absque pinna caudali; rostro brevi, obtuso, oculi longitu- dinem adaequante: longitudine capitis 3 et *|, in longitudine cor- poris: cirris gracilibus, supramaxillaribus oculi diametro triplis, rostralibus paulo brevioribus: illis operculi, is pracopereuli extre- mitatem altingentibus: linea rostro dorsali valde et ubique convexa: linea laterali antice curvata, postice fere recta, singulis squamis tubulo basin squamae fere attingente notata, 2 et 3/, inter lineam lateralem et pinnam ventralem in serie longitudinali: pinna dor- sali paulo post ventralis basin, inter apicem rostri et caudae basin, sed illo magis approrimata, incipiente, haud multo altiore quam basi longa, spina mediocri, postice denticulis plurimis, conspicuis serrata, cum parte ejus flexili capite breviori: pinnis pectoralibus ventrales, ventralibus analem non attingentibus: corpore fere con- colore, superne potius griseo et inferne albido-flavescente: pinnis albescentibus , nigro tenuissime marginatis. 594 I, VINCIGUERRA Il corpo è allungato, compresso, circa tre volte più lungo che alto (senza la lunghezza della pinna codale); il muso corto, ot- tuso, lungo quanto il diametro dell’ occhio: la lunghezza del capo è tre volte e !/, quella dell’ occhio ed è contenuta tre volte e !/, in quella del corpo: la linea interoculare convessa; I’ oc- chio di grandezza normale: 1 barbigli sottili ma molto lunghi, il sopramascellare ha una lunghezza che è tre volte quella del- l'occhio e raggiunge I’ estremità dell’ opercolo; il rostrale è di poco più corto ed arriva all’ apice del preopercolo: la linea ro- stro-dorsale è molto convessa per tutto il suo decorso, talche il profilo del dorso è notevolmente arcuato; la linea laterale corre nella parte anteriore piuttosto curva colla concavità rivolta in alto e quindi si fa retta nella parte posteriore: vi sono 25 squame in linea longitudinale, 7 serie longitudinali in linea trasversale, senza tener conto delle ventrali, 4 e !/, al disopra e 2 e !/, al disotto della linea laterale: il tubulo di ciascuna squama sì estende quasi sino alla base di essa: la pinna dorsale sorge appena un po’ indietro della verticale innalzata dal prin- cipio delle ventrali ed è posta fra I’ estremità del muso e la base della codale, ma in vicinanza maggiore di quello che di questa, è poco più alta che lunga alla base, ha 11 raggi, 3 spinosi e 8 molli: il terzo raggio spinoso è nella sua parte po- steriore munito di piccoli denti numerosi ed aguzzi. Colorazione giallastra pressochè uniforme, alquanto più intensa sul dorso ove ha tendenza al grigio che sul ventre ove si mostra bianca- stra. Le pinne sono di color bianco con qualche piccola stria marginale bruna. La statura di questi individui è pressochè la stessa: le loro dimensioni sono le seguenti: Lunghezza totale del corpo (senza la codale) . . 0"068 Lunghezza totale del.capo. i. .it.uninui wow) 1 08019 Allterza,deli:conpp; <)' sinti sata date Sok ROBA Alione sdelseapo +i ci: datata Le ia eee ORO Larehezzasdelacapo:. «atri et tile CGA ORO Diamoetrowdellivooehio! il ve Vaan a OD Lunghesza:del*miuso )aiou. sem cate wo, BERR APPUNTI ITTIOLOGICI 5395 Questi quattro individui furono raccolti il 9 ottobre 1878 dal dott. Odoardo Beccari nella grotta di Bua, posta anch' essa nel distretto dell’ alto Padang, a 75 chilometri (in linea retta) a N. E. della città di Padang. La grotta sì trova in una massa calcare di epoca geologica incerta, non essendo stato trovato in essa ancora alcun fossile, ma il calcare non presenta traccia di stratificazione e sembra risultare da antichissime formazioni ma- dreporiche e la decomposizione degli organismi che lo hanno costituito essere stata così completa da non lasciare traccia di essi. La grotta di Bua in realtà non è che una galleria natu- ‘ale di una lunghezza, secondo quanto fu detto al D." Beccari, cui sono debitore di queste notizie, di circa due chilometri, tor- tuosa e formante varie camere, ora altissime, ora basse talmente che occorre passarvi carponi. Un torrente, chiamato Pangean la traversa da una parte all’ altra, entrando dal lato occidentale ed uscendo dal lato orientale: è da questo lato che il D." Bec- cari la visitava. Il torrente si versa nel fiume Indraghiri, il quale scorre quasi parallelo all'equatore, ad un mezzo grado al di sotto di esso, attraversando più dei ?/, dell’ isola ed avendo la foce sulla costa orientale in faccia all’ isola di Linga. Il Bec- cari non misurava la temperatura dell’ acqua del torrente, ma essa gli faceva l'impressione d’ essere assai fresca. I pesci di cui qui adesso è questione non furono presi in detto torrente , ma bensi in una sorgente di acqua a temperatura assai più ele- rata (forse + 30° — 32° cent.), che scaturiva da un’ altra parte della grotta ad un livello molto superiore a quello del torrente: essa aveva dato luogo ad alcuni ripiani o terrazze, dalle quali scen- deva lasciando un deposito calcare abbondante: il luogo dove si trova tale sorgente è prossimo all’ entrata della grotta e non del tutto privo di luce. Gli individui da me esaminati presentano quella tinta piutto- sto chiara che si nota in tutti gli animali i quali vivono lontani dalla luce, nè è ammissibile che tale decolorazione sia dovuta all’azione dell’ alcool, essendo assai breve lo spazio di tempo da che vi furono immersi. Di questi quattro individui due si mostrano alquanto deformati ; 596 D. VINCIGUERRA l'uno presenta un accorciamento delle labbra nella metà sinistra in particolare, il che dà alla bocca un aspetto come se fosse ta- gliata a sghembo ed in esso resta soltanto un barbiglio, il sopramascellare di destra: nell’ altro si notano lesioni consimili ma in grado minore, poichè la deviazione del labbro è appena sensibile ed un solo barbiglio, il rostrale di sinistra, è man- cante. 9. Puntius (Bardodes) goniosoma, BLEEk. Puntius (Barbodes) goniosoma, Bleek. Prodr. Cypr. pag, 349. — Atl. Ichth. Cypr. pag. 105, tav. XXXI, fig. 1. Barbus goniosoma, Giinth. Cat. of Fish. VII, pag. 124. Due esemplari di Padang Pangian, luglio 1878. Lunghezza del corpo 0"061. Altezza del corpo 0"020. Lunghezza del capo 0"016. Nome indigeno Badu. Questi individui, benchè più piccoli, rassomigliano di molto al P. maculatus; ne differiscono solo per il profilo del dorso che è assai più retto che in quello. Poichè la specie P. goniosoma, descritta sopra un esemplare unico di Benkulen, sulla costa occidentale di Sumatra, ma più presso all’ estremità meridionale dell’ isola, è fondata quasi esclusivamente su questo carattere, ho creduto ad essa riferire questi due esemplari, benchè col mas- simo riserbo. Gli individui esaminati sono adulti, perchè pieni di uova, quantunque assai più piccoli di quello figurato dal Blee- ker che misura 0"146. 10. Puntius (Capoeta) oligolepis, BLErk. Puntius (Capoeta) oligolepis, Bleek. Nat. Tijd. IV, pag. 296. — Atl. Ichth. Cypr. p. 109, tav. II, fig. 12. Barbus oligolepis, Gunth. Cat. of Fish. VII, pag. 117. Un esemplare raccolto ad Ajer Mantcior, agosto 1878. Lun- ghezza 0"032. Nella linea laterale si contano 18 squame e non già 17 (Gunther) o 15 (Bleeker). La specie è fondata dal Bleeker sopra due soli esemplari pro- venienti da Sumatra: l’ uno da Priamam, presso Padang, e l’altro dal lago di Meninju. APPUNTI ITTIOLOGICI 397 ll, Rasbora argyrotoenia, BLerx. Rasbora argyrotsenia, Bleek. Verh. Bat. Gen. XXIII, Midd. Oast Java, pag. 121. — Atl. Ichth. Cypr. pag. 123, tav. XXI, fig. $. » » Ginth. Cat. of Fish. VII, pag. 195. Dieci esemplari di Padang Pangian, 1 di Ajer Manteior. Il maggiore misura 0"060 ed il minore 0"045. Nome indigeno : Pantao. La striscia argentina è sostituita nell’ animale morto da una colorazione azzurro-cinerea delle squame, che potrebbe indurre in errore e farla confondere colle specie a striscia laterale nera, se altri caratteri non ne la distinguessero: lo splendore argen- tino si fa più distinto se l’ animale è immerso nell’ alcool. Gli esemplari di Padang Pangian, benchè non troppo svi- luppati, sembrano adulti perchè pieni di uova: quelli di Giava (Coll. Ferrari) presentano una statura più considerevole. Nell’ in- dividuo di Ajer Mantcior le pinne sono biancastre invece di es- sere rossastre come negli altri ed il corpo è più sottile, il muso alquanto più aguzzo e gli occhi più piccoli. Symbranchidee. 12. Monopterus javanensis, Lacer. Monopterus javanensis, Lacép. IT, pag. 139. » » Bleek. Atl. Ichth. Mur.pag.118, tav. XLVII, fig. 1. » » Gitnth. Cat. of Fish. pag. VIII, 14. Due esemplari, uno di Padang Pangian, | altro di Kajù Tanam. L’ esemplare più lungo misura 07196. Il Museo Civico ne possiede parecchi altri esemplari di Borneo, Sarawak, (Viaggio Doria e Beccari) e di Giava, Buitenzorg . (Coll. Ferrari). PALINGENIAE PAPUANAE, Speeiei Ephemeridarum novae, diagnosis, auctore A, È. EATON, Societatis Entomologicae Londinensis. Palingenia Papuana, sp. nov. Pal. latae, Walker (species Silhet indigena) affinis , cum qua conqruit ramis in ala antica « sectoris » et « rami antic: cubiti supertoris » nervulis sub-parallelis unicis comitatis, et setis cauda- libus pube brevi ubique aequali. Ab eadem tamen Pal. Papuana, praecipue brevitate articulorum forcipis maris apicalium duorum, re- tique nervulorum subtilium nervis longitudinalibus prope marginem lerminalem interjacentium paullo melius texto, bene distinguitur. ae e + ‘MEZZINI tl sp \ \ Ty i sO: Aaa o Palingenia Papuana, EATON. a. ala antica. — d. pes anticus 7. — €. pes intermedius #. — d. forceps #. — è. seta o* apicem versus. — /. seta # basin vel medium versus. NUOVA SPECIE DI PALINGENIA 399 Long. corp. o7 36, Q (ovis depositis) 32; al. 7 et 9 27; set. Sf 50, 2 17 mm. Habitat in insula Papuana in flumine Fly (Fly River), unde Dom. L. M. D'Albertis specimina plurima attulit, quae in spi- ritu vini asservata colores amiserunt. Occurrunt species affines in Borneo atque in insulis finitimis. Dom. MLachlan quoque mihi nymphas communicavit nuper in Taprobane captas. 5 Marti 1879. A proposito di questa nuova specie di Palingenia riproduciamo una nota del signor L. M. D'Albertis, estratta dal suo giornale di viaggio e comunicataci gentilmente. « Il 2 Luglio 1876 poche ore prima del tramonto, abbiamo avuto un nuovo e magnifico spettacolo dovuto all’ abbondanza. di una specie di Effimera, alla quale davano caccia attivissima la Calornis metallica, Y Artamus leucopygialis, un Graucalus, un Eurystomus ed il comunissimo falco a testa bianca, Haliastur girronera. Questo insetto non solo ha nemici nell’ aria, ma anche nell’ acqua, poichè quando ne rasenta colle ali delicate la su- perficie, mille pesci si slanciano a farne strage. Ma tale ne è l'abbondanza che il vuoto fatto da tutti questi distruttori non è percettibile. Per miglia e miglia il fiume ne sembra coperto dall’ una all’ altra sponda; ma ad un tratto, come se queste miriadi di esseri gentili ubbidissero ad un cenno misterioso, si alzano dal livello dell’acqua e volano confusamente in mille direzioni ripro- ducendo nell’ aria l’ effetto di una fitta nevicata; poi di nuovo si abbassano e sembra ricoprano il fiume di un candido strato di neve ». « Si rimontava il fiume facendo circa tre miglia e mezzo I’ ora e lo spettacolo continuò per un pajo d’ore. Per osservare meglio, scesi nel battello che avevamo a rimorchio e m’ avvidi tosto che i maschi erano straordinariamente numerosi in proporzione delle femmine. Direi, facendo un calcolo un po’ arrischiato, che non vi era che una femmina per ogni cinque o seimila maschi. Era facile del resto constatare questa sproporzione, perchè le femmine si riconoscono a prima vista dalle ali macchiate di nero, 400) A. E. EATON mentre quelle del maschio sono tutte d’ un bianco tendente al- quanto al color crema. Potei facilmente impadronirmi di un cen- tinaio di maschi e ne avrei potuto raccogliere più di mille se lo avessi voluto; ma riuscii a stento ad ottenere tre femmine. Queste, appunto per la loro scarsità, erano fatte segno alle per- secuzioni amorose dei maschi; le tre che riuscii a catturare erano trasportate dalla corrente e ognuna era attaccata da venticinque o più maschi che si disputavano la povera bestiola e mentre i più fortunati la tenevano stretta fra i loro uncini, gli altri com- battevano sopra di essi per contendersene il possesso. Vidi tra- sportate dall’ acqua molte di queste masse di maschi pretendenti ad una sola femmina e per lo più esse andavano a finire in bocca di un grosso pesce ». « I tre lunghi fili all’ estremità dell’ addome mi parve servissero all’ insetto come sostegno e timone quando volano sfiorando l’acqua. Quando si muovono così sulla superficie dell’ onda sono -assal agili in ogni direzione, e giudicando la loro velocità da quella della nostra barca, mi parve che facessero da cinque a sei miglia all’ ora. Ma sollevandosi al disopra del livello del- l’acqua sono molto più lenti e si direbbe che provano qualche difficoltà nel volare. Ne vidi moltissimi individui trasportati dalla corrente e muniti ancora degli involucri propri dello stato di crisalide; alcuni li liberai da queste spoglie e volarono via su- bito con facilità ». « Fu questa |’ unica volta che osservai questo insetto in tale ab- bondanza. Una volta nel 1875 l'avevo visto presso I’ isola El- langowan nel mese di Dicembre, ma in numero insignificante. Successivamente nel 1877, durante» lo spazio di sei mesi, non fu più veduto, nè in grande, nè in piccola quantità ». LIBELLULIDI ITALIANI per Dv ROMUALDO PIROTTA ASSISTENTE AL MUSEO ZOOLOGICO DELLA R. UNIVERSITÀ DI PAVIA (Memoria presentata alla VII Riunione della Società Italiana di Scienze Naturali tenuta in Varese nel Settembre 1878) Il forte impulso, che in questi ultimi anni fu dato allo studio della Storia naturale in Italia mercé |’ esempio ed il consiglio di distintissimi naturalisti, spinse molti fra noi ad occuparsi de- gli animali, che popolano il suolo e le acque italiane. L’ ento- mologia fu forse tra tutti i rami della zoologia il più favorito ed il più accarezzato , certo per I attrazione quasi irresistibile , che I’ elegantissimo e misterioso mondo degli insetti esercita spe- cialmente sul giovane naturalista. Ed i benefici effetti di questa preferenza non tardarono molto a farsi sentire. Infatti, mentre venti anni or sono ci vergognavamo quasi di fronte agli stranieri di non conoscere i nostri insetti e di non possedere una fauna entomologica italiana, ora possiamo mostrare pregevoli lavori, che riempiono anche questa lacuna nella Storia Naturale del- l’Italia. Il Rondani ci dà i Ditteri, il Garbiglietti gli Emitteri eterotteri, il Passerini gli Afidi, il Costa gli Imenotteri, il Bertolini i Coleotteri, il Curò i Lepidotteri e recentissimamente il Targioni gli Ortotteri genuini. Ma gli altri gruppi degli Ortotteri, ed i Neurotteri, fatte poche benchè splendide eccezioni, furono assai meno studiati, ed invano si cercherebbe un lavoro, che ne pre- sentasse raccolte in un sol corpo le specie italiane. Epperò, ac- cintomi io da qualche tempo allo studio degli Ortotteri, ho vo- luto tentare di esporre il quadro possibilmente completo di quelli Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (13 Giugno 1879). 26 402 R. PIROTTA fra il gruppo dei Pseudoneurotteri, che appartengono alla se- zione dei Libellulidi. Le cognizioni intorno ai medesimi furono fra noi per molto tempo e per certi riguardi molto incomplete, poichè le si traevano quasi tutte dai libri del Van der Linden, del Selys e del Charpentier, 1 quali s’ occuparono molto, è vero, nei loro scritti sulle Libellule di quelle della Fauna italiana; ma oltrechè lasciarono nella oscurità la più completa intere ed estese zone del nostro territorio, trascurarono anche affatto quel numero non. piccolo di autori italiani, che studiarono prima di loro questi stessi insetti. Laonde io ho cercato di riparare all’ ingiusto oblio col dare in luogo di un succinto schizzo storico di questa parte dell’ Entomologia in Italia, IV’ elenco cronologico dei lavori di coloro, che ne fecero fra noi soggetto di speciali studi o ne in- dicarono alcuna specie in scritti faunistici generali. Il numero delle memorie da me citate e consultate oltrepassa la conside- revole cifra di sessanta. I preziosi dati, che potei dalle medesime trarre per la distribuzione geografica delle specie, mi compen- sarono ad usura delle lunghe e pazienti ricerche. Certamente io non ho la pretesa di dare la bibliografia italiana completa del gruppo da me studiato ; anzi, mentre credo ben poco possa mancare per quanto riguarda l’ Italia superiore e media, so in- vece di conoscere incompletamente la letteratura zoologica del- l’ Italia meridionale ed insulare. E ciò non già per mancanza di buon volere, ma solamente perchè, malgrado le più scrupolose ricerche, non mi fu dato di avere alle mani libri, che conosco solo di nome e nei quali avrei forse potuto trovare utili indi- cazioni pel mio scopo. Oso sperare che altri in migliori condi- zioni vorrà colmare tale lacuna. Ampia parte ho voluto riservare per la geografia zoologica. Prendendo per base i dati del Selys e del Brauer, comparai la nostra Fauna con quella dei paesi vicini cireummediterranei, onde rilevarne le somiglianze e le differenze e trovare il carattere speciale di questo gruppo per la Fauna italiana. Studiai inoltre la distribuzione delle specie nelle varie regioni, onde si compone la penisola, allo scopo di sapere quali influenze la latitudine , LIBELLULIDI ITALIANI 405) l altitudine e le condizioni climateriche esercitino sulla disper- sione delle medesime. Le conclusioni di questa seconda parte del mio lavoro sono di qualche interesse generale per la zoolo- gia geografica. Per ultimo ho dato il Catalogo sistematico e sinonimico di tutte le specie riconosciute ed accertate come italiane. Le 63 che il Selys assegnava nel 1850 all'Italia, io le porto ora ad 85. E questo considerevole aumento è dovuto alle ricerche di egregi naturalisti della fine del secolo scorso e del principio del presente, a quelle molto più recenti di distinti entomologi, quali l’ Erra, lo Spagnolini, il Tacchetti, il Ghiliani, il Minà-Palumbo, e final- mente alle mie proprie. E qui è luogo opportuno per segnalare alla benemerenza dei cultori della Entomologia gli egregi Pro- fessori P. Pavesi, A. Spagnolini, A. Carruccio, P. Stefanelli ed 1 signori A. Dei, P. Magretti, F. Minà-Palumbo, Dott. L. Camerano e Dott. A. Maestri, i quali tutti con quella gentilezza e cortesia che è tanto commendevole tra persone che s’ occupano di studi affini, mi comunicarono libri, indicazioni o specie da loro medesimi raccolte. Ho seguito nella disposizione sistematica delle specie, il re- cente Catalogo del Brauer, certamente il più completo ed il più al corrente cogli ultimi progressi della sistematica. Ho cor- redata ciascuna specie della indicazione degli autori, che la no- tarono fra le italiane (!), della estensione geografica e di conside- razioni e note sui costumi e sulla variabilità di forma e di colorito dovute in parte alle altrui, in parte alle mie proprie osservazioni. Oso sperare, che avendo fatto del mio meglio, perchè il pre- sente lavoro avesse a riescire il più completo possibile, gli en- tomologi italiani non vorranno fargli il viso arcigno per quelle mende e per quelle lacune, che senza dubbio i più esperti e più provetti di me vi troveranno. Pavia, Febbrajo 1879. (*) Avrei potuto facilmente fare sfoggio di bibliografia e sinonimia, ser- vendomi delle numerose opere sui Neurotteri e sugli Odonati di cui ho potuto disporre. Ho creduto però più consentaneo all’ inavie del lavoro la citazione di quegli autori soltanto che indicarono specie italiane. 404 R. PIROTTA BIBLIOGRAFIA CRONOLOGICA DEI LIBELLULIDI ITALIANI 1638. ALpovranpI U. De Animalbus insectis, Libri septem. Bo- noniae, 1638. Fra gli autori anteriori al Linné cito unicamente |’ Aldo- vrandi, come quello che più d’ ogni altro sì occupò di questo gruppo dell’ Entomologia. Nel libro secondo del suo importantissimo lavoro il celebre Professore di Bologna tratta de Anelytris quadripennibus ed al ‘apo decimo discorre diffusamente de Perlis sotto il qual nome racchiude le Libellule. Parla dei loro caratteri e descrive e figura molte specie, che difficilmente però si potrebbero in oggi riferire alle specie conosciute. 1763. VanpeLLI D. Saggio d’ Istoria Naturale del Lago di Como e della Valsassina ete. Padova, 1763. Volume manoscritto con- servato nella Biblioteca Universitaria di Pavia. Questo naturalista, celebre a’ suoi tempi, avendo impreso un viaggio per incarico del Governatore di Milano allo scopo di studiare i prodotti naturali del Milanese, ne consegnò i risultati in questo manoscritto pregevole per copia di materiale e per le figure, che lo adornano e che permettono di asse- gnare alle attuali specie quelle da lui descritte. Le Libellule sono in numero di cinque. 1766. ALLIONI C. Manipulus insectorum taurinensium. — Mélanges de Philosophie et Mathématique de la Société royale de Turin, t. III, p. 185, per gli anni 1762-65 edito nel 1766. L’ illustre naturalista Piemontese tanto benemerito della otanica e della Entomologia italiana, enumera in questo lavoro otto specie di Libellule, servendosi delle denomina- zioni del Linné e di quelle del Miller; descrive due varietà della LIBELLULIDI ITALIANI 405 L. albifrons (sub L. triedra) e dà la diagnosi originale della Diplax pedemontana (sub Libellula) nuova specie da lui istituita. 1774. GINANNI Conte F. Istoria civile e naturale delle Pinete Ravennati. Opera postuma, Roma 1774. In questo libro del Ginanni, le cui numerose opere sono troppo poco conosciute dai cultori delle Scienze naturali, ven- gono enumerate colla nomenclatura antica anche quattro specie di Libellule le più comuni, cioè L. vulgata, depressa, virgo e puella. 1779-1793. Grorna. Calendario entomologico. Torino, 1779-1793. Il figlio di Spirito Giorna conosciuto col nome di Giorna + figlio, pubblicava questo suo Calendario ad intervalli cioè nel 1779, nel 1791 e nel 1792 e 1793 nel Giornale scientificd- letterario di Torino, Vol. 2, p. 66 e 376 e nella Biblioteca Oltremontana e Piemontese , vol. IV, p. 45 del 1791, vol. I, p. 101 e 233, vol. II, p. 212, vol. III, p. 215 del 1792 e Volexig px lad, voll. III; ::p:3149t.158,, 169, del\1793; IL \di- stinto naturalista cita diciotto specie disposte secondo il libro del De Villers, Caroli Linnei Entomologia, Lugduni, 1789, e fra esse alcune rare, che non furono che recentemente ritro- rate in Italia. Il Prof. M. Lessona, considerando giustamente che il Ca- lendario del Giorna ha un grande valore per il tempo in cui fu seritto e per la nota abilità e coscenziosita dell’ autore torinese, lo ripubblicò insieme a quello del Bonelli nel vol. XVI (1875) degli Annali della R. Accademia di Agricoltura di Torino. Ad esso io mi riferisco per le citazioni, non avendo avuto occasione di consultare il lavoro originale, che trovasi in periodici quasi impossibili ad aversi ora. 1780. Turra. Insecta vicentina. Vicentiae , 1780. E questo un semplice Catalogo nominativo, che trovasi in fine di un libro rarissimo del Turra stesso, Florae italicae Pro- 106 R. PIROTTA dromus. Gli insetti vicentini sono dedicati a G. G. Roemez, che in quel torno ovcupavasi dello studio e della compila- zione di una Entomologia italica , ch’ io non so se abbia mai vista la luce. Nel suo opuscolo il Turra cita otto fra i più comuni Odonati. 1781. Fagricius. J. Cu. Species insectorum. Hafmae, 1781. A pagina 522 del Vol. I, indica del Piemonte ZL. pede- montana. 1786. Peragna V. Specimen insectorum Ulterioris Calabriae. Nea- poli, 1786. Con questo libro, che è il primo che tratti dell’ Entomolo- gia napoletana, il Petagna illustra gli insetti raccolti da Giu- lio Candida e Giuseppe Stefanelli, che seguirono la commis- ‘sione mandata dalla R. Accademia delle Scienze di Napoli a studiare i guasti, che il terremoto del 1783 cagionò nelle Calabrie. Il Petagna, che fece larga parte ai Coleotteri, dei quali parecchi descrisse per la prima volta, non cita in que- sto lavoro che tre specie di Libellule, cioè Aeschna grandis , Agrion virgo, A. puella. 1787. CyrILLUs D. Entomologiae Neapolitanae Specimen primus. Neapoli, 1787. / autore descrive e figura una nuova specie di Libellula col nome di L. ferruginata, la quale però non è altra cosa che la L. fulda Mull. 1790. Rossi P. Mauna etrusca. Labourni, 1790. Sono otto le specie di Libellule descritte in questo lavoro, la maggior parte raccolte nelle Provincie di Pisa e di Fi- renze. L'autore però non dà indicazioni speciali intorno al- l'habitat delle medesime. 1795. FaBricius J. CH. Lntomologia systematica emendata et aucta. Hafniae , 1793. LIBELLULIDI ITALIANI 107 Come nelle Species insectorum, indica del Piemonte la L. pedemontana. 1816. PoLLini C. Viaggio al Lago di Garda ed al Monte Baldo. Verona, 1816. Enumerando 1 Neurotteri che frequentano il Benaco, I’ au- tore della Zora Veronensis annovera anche la L. pedemontana. 1818. Scixà D. Topografia di Palermo e suoi dintorni. Paler- mo, 1818. Fra gli insetti raccolti nella florida campagna della Conca d’oro l’autore indica fra i Libellulidi Libellula vulgata L., L. foreipata L., L. virgo L. 1823. Marroni pa Ponte G. / tre regni della Natura nella Pro- vincia Bergamasca. Memor. d. Soc. ital. d. Scienze, V. XIX, fisica, p. II, p. 287, Verona, 1823. Il capitolo nono di questo interessante lavoro è consacrato al regno animale. Gli insetti sono in generale abbastanza lar- gamente trattati; ma le Libellule non vi figurano che colle due specie L. forcipata e L. virgo, sotto il qual nome I au- tore confuse certamente forme assai diverse. 1825. Van DER Lixpen P. L. Agriones bononienses. Opuscoli scientifici di Bologna, T. IV, p. 101-106, Bologna, 1823. Sette sono le specie descritte in questo importante lavoro del Linden, il primo che abbia riconosciuto i caratteri, all’ ap- poggio dei quali distinguere specificamente alcune di queste forme, che gli autori anteriori raccoglievano intorno alla specie linneana Libellula puella. Sono proposte come nuove. A. viridis (= Lestes) A. fusca (= Sympycna), A. platypoda (= Pla- tycnemis ), A. elegans ed A. rubella (== tenellum Devill. ). 1823. Lo stesso. Aeshnae bononienses. Opuse. cit. t. IV, p. 158-165. Esposti i caratteri degli Eschnidi, li divide a seconda della vicinanza o distanza degli occhi e descrive quindi sette specie 408 R. PIROTTA da lui riscontrate nel Bolognese, tra le quali aleune nuove, cioò : Ae. formosa (= Anax), Ae. vernalis (== Brachythron pratense) Ae. affinis, Ae. unguiculata (== Onychogomphus forcipatus). 1825. VAN DER Linpen P. L. Monographiae Libellulinarum Spe- cimen. Bruxelles, 1825. L'autore con questa pubblicazione estese a tutta Europa 1 lavori precedenti. Ma in realtà non descrive che le spe- cie da lui raccolte nei dintorni di Bruxelles e nell’ Italia. Di esse moltissime date come nuove passarono in sinonimia, per- chè già descritte nel lavoro dell’ Hanseman sugli Agrionidi della Germania inserito nel Zoologische Magazin di Wiedeman, vol. II, p. I. Altona, 1823. 1825. ToussAINT DE CHARPENTIER. MHorae entomologicae. Wrati- slaviae, 1825. Uno dei capitoli di questo libro porta per titolo: De Libel- Iulinis europaeis. In esso l’autore descrive molte specie e ne figura gli organi appendicolari dell’ ultimo annello addominale. Sono indicate come italiane e precisamente dell’Italia supe- riore quattro specie, cioè: Libellula pedemontana All., L. opa- lina n. sp., L. veronensis n. sp. ed Agrion pumilio n. sp. Quest’ ultimo è realmente nuovo, le altre due specie del Char- pentier sono rispettivamente sinonime di L. coerulescens F. e di L. striolata Chp. 1826. Risso A. Histoire naturelle des principales productions de l Europe meridionale etc. T. V. p. 219 Paris, 1826. L’ egregio autore, che raccolse la maggior parte dei ma- teriali per questa pubblicazione nei dintorni di Nizza, enu- mera nel citato volume 18 specie di Libellule, tra le quali una nuova, Z. nicaensis, che non trovo menzionata nelle opere dei più recenti autori e che io credo dover riferire a qualcuna delle varietà della Calopleryx splendens. 1826. Lanrossi P. Saggio di Storia Naturale dei contorni di LIBELLULIDI ITALIANI 409 Mantova. Giorn. di Fis. Chim. e Stor. Natur. di Configliacchi e Brugnatelli, Dec. II, t. IX, p. 42. Pavia, 1826. Il saggio del Lanfossi è forse il lavoro più completo intorno alla Storia Naturale di una delle Provincie Lombarde. L’ en- tomologia vi è assai largamente trattata e le Libellule vi sono indicate in numero di dieci, tra le quali alcune, come L. rw- hicunda, abbastanza rare in Italia. Come varietà poi il Lan- fossi indicò parecchie specie di Agrionidi, raggruppandole in- torno alle due linneane A. virgo e puella. 1838. G. von Martens. Reise nach Venedig. Ulm, 1888. La seconda parte di questo lavoro contiene un prospetto sistematico degli animali terrestri e marini del Veneto. Fra gli articolati trovansi anche undici specie di Odonati, fra le quali notevoli L. quadrimaculata e L. rubicunda. 1840. E. pe SELYs Lonecuamps. Monographie des Libellulidées d'Europe. Paris, 1840. Dopo quelli del Van der Linden e del Charpentier è que- sto il primo lavoro monografico completo della famiglia degli Odonati. In questo lavoro del Selys l’Italia figura con 33 specie, poichè l’autore non solo riportò le indicazioni del Van der Linden, del Charpentier e del Rossi, ma indicò le specie da lui raccolte in un viaggio che imprese egli stesso nell’ Italia attraversandola tutta e quelle inoltre che poté vedere nelle collezioni del Museo di Torino, e di distinti raccoglitori italiani, quali il Pecchioli a Pisa, il Bertoloni a Bologna , il C. Passerini a Firenze e | abate B. Marietti a Milano. 1840. ToussaINT DE CHARPENTIER. Libellulinae europeae descriptae ac depietae. Lipsia, 1840. Il più importante lavoro del celebre entomologo di Brieg, classico e capitale, come giustamente si esprime il Selys. Fra le numerose (60) specie descritte e figurate in questa pub- blicazione si notano molte italiane, tra le quali alcune anche nuove. E da lamentare, che Il’ autore non indichi sempre con 410 R. PIROTTA precisione la località in cui la specie fu presa e sì limiti troppo spesso ad assegnarla all’ Italia o tutt’ al più all'Italia superiore. 1840. Hagen H. A. Synonymia Libellularum europaearum. Regi- monti Prussorum, 1840. Importante lavoro col quale l’autore ha cercato pel primo di districare la difficile sinonimia di questo gruppo di insetti. Avendo avuto alle mani un numero considerevole di opere, ha avuto modo di correggere gli errori in cui erano caduti gli autori che lo precedettero. Tuttavia il lavoro non è privo di gravi mende. Ma lasciando di entrare in merito del medesimo, mi limito a ricordare le specie che |’ Hagen ricevette da loca- lità italiane. Esse sono Crocothemis erythraea (sub. Lib. coccinea Chp.), Diplax striolata Chp. (sub Libellula sicula Hagen), Ca- lopleryx haemorrhoidalis V. d. L. ed Agrion tenellum Devill. 1840. Guiniani V. Catalogus insectorum Siciliane. Atti Accad. Gioenia di Scienze Naturali di Catania, t. XVIII, p. 42, Ca- tania 1840. Si può ritenere il primo lavoro sulle Libellule di Sicilia, le quali vennero disposte secondo la Monografia del Selys. Ven- tuna specie sono enumerate ed altre se ne sarebbero ag- giunte se il lavoro fosse stato pubblicato prima che il Ghiliani v avesse dato |’ ultima mano. 1841. SeLys Lonacuamps E. Nouvelles Libellulidées d’ Europe. Revue zoolog. de Guérin Meneville. 1841, p. 243-46. Paris 1841. Vi si descrivono otto specie nuove italiane, delle quali sette comunicate al Selys dal Gené. Sono Libellula nitidiner- vis, rubrinervis, trinacria, depressiuscula, meridionalis , macro- cephala, e Gomphus Genei. Devesi notare però, come rilevò più tardi lo stesso Selys, che la Z. macrocephala non è che una mostruosità della striol/ata Chp. 1842. Att della III Riunione degli Scienziati italiani in Firenze nel 1841. p. 358. Firenze 1842. LIBELLULIDI ITALIANI {11 Il Selys presentò alla sezione zoologica di questa riunione una Enumération des Libellulidées d'Italie, colla quale il nu- mero delle specie italiane indicato di 33 nella Monographie vien portato a 63. Parecchie sono date come nuove 0 per la prima volta trovate in Italia. Di esse però Libellula pulve- rulenta e L. macrocephala di Sicilia passarono poi in sinonimia ed il Platycnemis acutipennis quivi indicato di Pisa, non figura più tra le specie italiane nei lavori posteriori dello zoologo belga. 1842. Rampur M. P. Histoire naturelle des insectes Neuroptéres. Suites à Buffon di Roret. Paris 1842. In questo importante lavoro che fa parte dell’ Enciclopedia di Roret, l’autore pel primo si addossò il non lieve incarico di descrivere tutte le specie fino allora conosciute di Neurot- teri. I Libellulidi occupano il primo posto e non sono di- menticate anche le specie italiane, togliendone le indicazioni ai libri del Van der Linden, del Petagna, del Rossi e del Selys, alle notizie comunicategli dal Gené ed alle collezioni raccolte dal marchese di Bréme in Sicilia. Parecchie delle specie sono descritte come nuove fra le italiane; ma di esse la maggior parte passò fra i sinonimi, perchè già fatte conoscere o dal Selys o dal Charpentier, conservandosi soltanto Libellula sardoa. 1845. SeLys Lonecuamps E. Note sur quelques Libellules d' Eu- rope. Annal. Soc, Entom. Franc., 2.me Sér., t. I, p. 107. Paris 1845. Viene per la prima volta descritto il maschio della Lin- denia tetraphylla raccolto dal Pecchioli a Pisa. 1844. G. von Marrens. Ztalten. Stuttgart, 1844. Il secondo volume di questo interessante libro, poco cono- sciuto da noi, tratta delle produzioni organiche dell’ Italia. E larga parte è riservata agli insetti, che vengono distinti a seconda delle regioni: a/pina, montuosa, delle colline e della pianura. Un ultimo gruppo racchiude quelli dell’ Italia. meri- dionale. Le Libellule vengono tutte enumerate fra gli insetti 412 R. PIROTTA che abitano il piano, sono in numero di dieci e presso a poco le medesime indicate nel lavoro del 1838. 1846. Cainpient S. L’ Anapo, il Ciane, ed il Papiro. Giornale del Gabinetto di Lettura dell’Accademia Gioenia. t. IX, p. 26. Catania, 1846. Accenna l’autore di aver raccolto la Libellula (Agrion) virgo sui margini dell’ Anapo. 1847. Venezia e le sue Lagune. Venezia, 1847. La prima parte del volume secondo di quest’ opera contiene l' Elenco delle Piante e degli Animali. L’ Entomologia vi è trattata da quell’ intelligentissimo naturalista che fu il Conta- rini, il quale enumera però soltanto nove specie di Libellule fra le più comuni. 1848. SeLys LonecHamps E. Liste des Libellules d' Europe et dia- gnose de quatre especes nouvelles. Revue zoologique de Guerin, 1848, p. 15-19. Paris 1848. Delle quattro specie nuove due sono dell’ Italia, cioè Libel- lula cycnos e Ramburti, raccolte la prima dal Mentzel, la se- conda dal Gené. La eyenos si trovò poi essere una varietà della hrunnea. 1850. SeLys Lonecuamps E. et Hagen H. Revue des Odonates ou Libellules d’ Europe. Bruxelles et Paris, 1850. Il migliore e più completo trattato monografico intorno ai Libellulidi dell’ Europa e delle regioni circonvicine, quali l’A- frica settentrionale, l’Asia minore e la Siberia. L’ Italia oc- cupa uno dei posti principali per numero di specie , che salgono a 63. Vi si tratta altresì estesamente la parte geografica, le cui conclusioni naturalmente dopo le ulteriori scoperte, debbono essere In gran parte modificate. 1851. SeLys LonccHamps E. Resumé géographique sur les Libel- Jules de U Italie continentale et insulaire. Memorie della R. Acca- È LIBELLULIDI ITALIANI 413 demia delle Scienze di Torino. Ser. If. vol. XI p. LXTV-LX VII Torino 1851. Benchè pubblicato nel 1851 questo riassunto era stato gia dal Selys presentato all’ Accademia nell’ adunanza del 17 di- cembre 1848. Si può dire che sia il capitolo sulla distribuzione geografica dei Libellulidi italiani contenuto nel lavoro prece- dente, quantunque diversamente disposto ed arricchito di note, che in quello fanno difetto. 1856. Braver F. Verzeichniss der in Kaiserthume Oesterreich an- gefundenen Odonaten und Perliden. Verhandl. zool. botan. Verein. Wien. B. VI, p. 229-234. Wien. 1856. È un semplice elenco coll’ indicazione delle località e dell’e- poca in cui furono trovate le specie. Tre sono date come italiane, cioè: Libellula erythraca, Gomphus uncatus, Agrion tenellum. 1858. Mixà-PaLumpo F. Escursione entomologica nelle Madonie. La Palingenesi, t. I, p. 112. Palermo 1858. Sette specie di Odonati vengono citate in questo lavoro, fra le quali alcune, che il Selys non indicava nel lavoro seguente. 1860. SeLys LoxnecHamps E. Catalogue des Odonates de la Sicile. Annales Soc. Entom. Franc. 3 Ser. t. VIII, p. 741-745. Paris, 1860. Prendendo occasione di dover illustrare la collezione di Li- bellulidi fatta nell’ isola nel 1859 dal Bellier de la Chavignerie ed approfittando delle indicazioni fornitegli dalle raccolte del Ghiliani deposte nel Museo di Torino, dei signori Broussais fatte principalmente nei dintorni di Girgenti e delle caccie dello Zeller fatte a Palermo, a Siracusa, Caltagirone e comu- nicategli dall’ Hagen, il Selys presenta il catalogo degli Odo- nati Siciliani che ammontano a 37, cioè 5 specie in più di quelle che erano conosciute per lo innanzi. 1860. Erra E. Odonatologiae brixiensis Prodromus. Atti Soc. ital. Sc. Natur. t. II, p. 98-109. Milano, 1860. 414 R. PIROTTA Enumerazione di 28 specie raccolte nel Bresciano negli anni 1857-58-59. Pregevole lavoro, ricco di osservazioni e di note critiche intorno ad ognuna delle specie registrate, di un quadro sinonimico e preceduto da brevi ma esatti cenni sui caratteri, i costumi e la distribuzione geografica dei Libellulidi. 1861. TaccHerTI A. Su alcune Libellule del Bresciano. Atti Soc. ital. Sc. nat. t. III, p. 336. Milano, 1861. L'autore aggiunge alle specie enumerate dall’ Erra altre sei da lui ritrovate nel bresciano, cioò: Diplax pedemontana (All) (sub Libellula), Aeschna affinis v. d. L. (sub Libellula), Diplax scotiea Donoy. (sub. Libellula), Onychogomphus uncatus (Chp.) (sub Gomphus), Cordulegaster hidentatus Selys, Aeschna bo- realis Let. 1862. Costa A. Nuovi studi sulla entomologia della Calabria ulteriore. Atti R. Accad. Sc. Fis. e Mat. Napoli. Vol. I, n. 2, aul 2m Il catalogo generale delle specie @ insetti raccolti nelle Ca- labrie, che forma l’ ultimo capitolo del lavoro, contiene Il’ enu- merazione di 14 specie di Libellule, delle quali alcune vengono per la prima volta indicate dell’ Italia meridionale. 1863. Cremona e la sua Provincia. Cremona, 1863. Questo libro pubblicato in occasione del Congresso Agrario tenutosi nel 1863 in Cremona, contiene anche degli Elenchi di piante ed animali, dovuti ad autore sconosciuto, che, come altri già fece notare, hanno pochissimo valore e racchiudono molti e gravi errori. Sono enumerate sette specie di Libellule colla nomenclatura linneana. 1863. Meyer-Dirr. Belrachtungen auf einer entomologischen Reise wihrend des Sommers 1863 durch das Seegebit von Tessin nach dem Oberengadin. Mittheil. d. Schweiz. Entom. Gesells. B. I. p. 131, 1863. E il resoconto delle caccie entomologiche fatte nel Canton LIBELLULIDI ITALIANI 415 Ticino e nell’ Engadina. Molti sono i Neurotteri raccolti, ma soltanto quattro specie di Odonati vengono indicate del territorio italiano, cioè: Libellula quadrimaculata, Cordulia aenea, Agrion elegans e A. minium tutte del lago di Muzzano. 1863. Meyer-Dirr. Zusammenstellung des auf meiner Reise durch Tessin und Oberengadin (1863) beobachteten und eingesam- melten Neuroptern. Mitth. d. Schweiz. entomol. Gesellsch. B. I. p. 219. 1863. Contiene |’ elenco dei Neurotteri raccolti nel viaggio sopra- citato. Le Libellule sommano a 15, la maggior parte prese sul territorio italiano. 1864. SeLys Lonacuamps E. Catalogue des Neuroptéres Odonates de la Corse. Annal. Soc. Entom. Franc. IV.* Sér. T. IV, p. 35. Paris, 1864. Sono enumerate 24 specie di Odonati per la Corsica, di cui 20 raccolte nelle escursioni fatte nel 1860 e 61 da Bellier de la Chavignerie. Importante risultato di queste caccie si è d’ aver potuto constatare che la Lebella eyenos del Selys non è che la L. brunnea Fonse. lievemente modificata. 1865. Bacarra F. La provincia di Verona; quadro geografico- naturalistico-statistico-amministrativo. Vol. I. Verona, 1865. Per rispetto agli insetti sono riportate per intero e quasi senza aggiunte le specie indicate dal Pollini nel viaggio al lago di Garda ed al Monte Baldo. 1865. Disconzi F. Entomologia Vicentina, ossia catalogo sistema- tico degli insetti della provincia di Vicenza, p. 109. Padova 1865. E una semplice enumerazione di specie raccolte dall’autore sopratutto nei dintorni di Vicenza. Alcune delle medesime sono corredate di indicazioni intorno al tempo ed al luogo di loro presa. Il loro numero (33) é abbastanza considerevole ; due sono proposte come nuove con caratteri così poco impor- tanti, che © molto difficile assegnar loro il giusto posto. 416 R. PIROTTA 1867. Guiiani V. Sull’Anax ephippigerus (Burm.) nella Gas- zetta di Torino ottobre 1867 n. 272, 277, 280. Annuncia l'invasione nel Piemonte di una quantità enorme di Cyrthosoma ephippigerus proveniente dal sud e probabilmente dall’ Africa. 1869. Guiani V. Acclimatazione spontanea. Bull. Soc. entom. Ital. A. I. p. 260. Firenze, 1869. Il Ghiliani ricorda |’ invasione del Cyrthosoma ephippigerus e annuncia che il medesimo si acclimatizzò nel Piemonte. 1869. Ausserer ©. Neurotteri Tirolesi. Parte I. Pseudoneurotteri. Annuario d. Soc. dei Natur. di Modena. A. IV, p. 71-156, con due tav. Modena 1869. Lavoro pregevolissimo, il più importante che siasi scritto in questi ultimi tempi sui Neurotteri italiani. Riguarda spe- cialmente il Tirolo, considerato sotto |’ aspetto politico, cioè comprendente il Tirolo austriaco, il Tirolo meridionale, il Trentino ed alcune località della Lombardia e del Veneto. raccolse egli stesso la maggior parte dei materiali; fu però coadiuvato da distinti entomologi, tra i quali gli italiani Ber- tolini e Zeni. L'autore espone I orismologia del gruppo, la distribuzione geografica del medesimo, dà la classificazione e quindi la diagnosi di tutti i generi europei e di tutte le specie tirolesi, finalmente un’ appendice sinonimica di tutti i Pseudo- neurotteri d’ Europa. Le specie enumerate sono 63, quante cioé ne assegnava nel 1850 il Selys a tutta l’Italia ed il più grande numero conosciuto fino a quell’ anno per I’ Italia su- periore. 1871. Mixà-PaLumpo F. Newrotteri della Sicilia. Biblioteca del Naturalista Siciliano. Entomologia, fasc. IX. Palermo, 1871. Il chiaro naturalista Siciliano dopo avere in questo lavoro data la bibliografia del gruppo dei Neurotteri, enumera le specie siciliane appartenenti a diverse famiglie, quindi descrive ‘ Libellulidi, che sono in numero di 44, sette in più di quelli LIBELLULIDI ITALIANI 417 * ni WA) L. =| LA dati dal Selys nel 1860 e dovuti alle ricerche antiche del Ghiliani ed a quelle del Minà-Palumbo stesso. 1873. SPAGNOLINI A. Comunicazione preventiva sopra i Neurotteri (Odonati) del Modenese. Bull. Soc. entom. ital. A. V. 1873. In questa nota si da I’ enumerazione delle Libellule raccolte nel Modenese dal prof. Carruccio e dai sig. ing. C. Pozzi e L. Tognoli e deposte nel Museo Universitario di quella città. Le specie indicate sono 20 corredate da indicazioni sul luogo e sul tempo in cui furono trovate. 1873. TaccHETTI A. Di alcuni Neurotteri dei dintorni della citt di Padova. Bull. Soc. entom. ital. A. V. 1873 p. 257-263. Trentadue sono le specie che il Tacchetti incontrò nei din- torni di Padova. Egli indica le località ed il tempo d’appa- rizione. 1874. Guiniant V. Notizie di escursioni e caccie entomologiche. 3ull. Soc. entom. ital. A. VI, p. 91. Firenze 1874. A pag. 96 il Ghiliani cita alcune specie di Libellule raccolte a Sangano nei dintorni di Susa nell’ Agosto ed ai primi di Settembre, tra le quali notevole è l’Anax parthenope (Selys). 1874. SpaGNoLINI A. Notizie sopra i Neurotteri (Odonati) del Modenese, nelle Contribuzioni alla conoscenza della fauna en- tomologica d’ Italia. Bull. Soc. entom. ital. A. VI pag. 31 Firenze, 1874. Serve questa nota di complemento alla comunicazione del 1873; il numero delle specie è portato a 28, per le ricerche fatte dal prof. Carruccio e dal sig. V. Ragazzi. L'elenco è ricco di note interessanti sul tempo di apparizione e sulla frequenza delle specie. 1874. SpaGNnoLINI A. Notizie sopra i Neurotteri (Odonati) del Livornese, nelle Contribuzioni citate, p. 38. Fa seguito al lavoro precedente e vengono indicati 17 Odo- Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (16 Giugno 1879) DA 418 R. PIROTTA nati raccolti dall’ autore nei dintorni di Livorno, località an- cora inesplorata sotto questo rapporto. 1874. SpagnoLINI A. Sulle specie di Neurotteri Odonati Modenesi esistenti nel Museo zoologico della Regia Università di Modena. Ann. Soc. Natur. Modena. Ser. II A. VIII, p. 71. Lavoro compilato sulle due precedenti note dell’ autore sugli Odonati del Modenese. Vi son fatte però delle aggiunte in seguito alle raccolte dello Spagnolini, del Carruccio e di V. Ragazzi, di maniera che le specie modenesi sono qui 31. 1874. Gamiani V. Sopra aleune invasioni di Libelluline nell’ Ita- lia superiore. Bull. Soc. entom. ital. A. VI. p. 227. Firenze, 1874. Accenna ad una nuova comparsa nel Piemonte del Cyrtho- soma ephippigerus (Burm.) avvenuta ai primi dell’ Agosto del 1874 in forma di una sterminata falange. 1875. Ragusa E. Gita entomologica all’ isola di Pantelleria. Bull. Soc. entom. ital. A. VII, p. 238, Firenze, 1875. A pag. 248 in nota ricorda d'aver raccolte a centinaia al lago Bagno Diplax Fonscolombii e Libella cancellata. 1876. Braver F. Die Neuropteren Europa s und insbesondere Vesterreichs, mit Rucksicht auf thre geographische Verbreituny. Festschr. z. Feier des Funfundzwanzigjihrigen Bestehens d. k. k. zool. botan. Gesellsch. in Wien. Wien 1876 p. 279-300. Il chiarissimo autore nel dare |’ enumerazione sistematica di tutti i Neurotteri Europei, espone il Catalogo degli Odonati, ch’ egli ancora comprende in quell’ ordine e facendo ampia parte alla loro distribuzione geografica, ricorda spesso l'Italia e le sue isole. 1877. Der A. Una varietà della Libellula depressa L. — Ulte- riori dilucidazioni sulla varietà di Libellula presa al Monte Amiata. Note inserite nel Giornale il Possidente, A. VIII. p. 17 e 4). Siena 1877. | LIBELLULIDI ITALIANI 419 2 descritta nella prima nota una varietà 9 di Lebellula depressa presa tra Arcidosso e Castel del Piano, che vien indi- cata col nome di Améatina perchè creduta nuova. Nella se- conda nota l’autore riconosce che essa, benchè rara, era già nota agli entomologi, quantunque di qualche po’ differente. 1877. STEFANELLI P. Swi Libellulini (Odonati) dei dintorni di Firenze. Bull. Soc. entom. ital. A. FX. p. 249. Firenze 1877. È una comunicazione preventiva, colla quale T autore an- nuncia d’ ayer studiati i Libellulidi dei dintorni di Firenze e d’averne raccolte 25 specie, che si riserva di indicare più tardi. 1877. Ragazzi V. Sull’ Agrion mercuriale Chp. Bull. Soc. entom. ital. A. IX. Resoc. Adun. p. 23. Firenze, 1877. Comunica l autore d’ aver raccolto questa specie nuova per l'Italia sulle rive del Panaro e dimostra la variabilità delle macchie bronzine del dorso del 2.° annello addominale. 1878. Prrorra R. Libellulidi dei dintorni di Pavia. Atti Soc. ital. Scien. natur. di Milano. Vol. XXI, p. 87 Milano, 1878. L'autore di questa nota dopo aver esposta la bibliografia dei Libellulidi di Lombardia, dà l enumerazione di quelli da lui e dal dottor Maestri trovati nei dintorni di Pavia, arricchendo l’elenco della distribuzione geografica di queste specie in Italia. Con questo lavoro si conferma | esistenza nella penisola del Cyrthosoma ephippigerus (Burm.), si assegna una stazione di pianura all’ habitat della Diplax pedemontana (All) e si aggiunge una nuova specie alla fauna italiana, I’ Oxygastra Curtisii (Dale). Il numero delle specie enumerate è di 37. 1878. SpagnoLINI A. Sull’ Aeschna affinis. Bull. Soc. entom. ital. A. X. Resoc. Adun. p. 15. Firenze, 1878. L’ egregio professore parla della cattura da lui fatta nei dintorni di Livorno di numerosi individui di questo Libellulide ed entra in particolari sui suoi costumi, sulla colorazione e sui caratteri distintivi della specie. 420) R. PIROTTA 1879. Prrorta R. Sugli Ortotteri e Miriapodi del Varesotto. Atti Soc. ital. Scien. natur. V. XXI. Milano, 1879. L’ autore enumera 21 specie di Libellulidi raccolte nel ter- ritorio varesino dal Prof. P. Pavesi, indicando per ciascuna la località in cui fu trovata e facendo qualche osservazione sulle varietà presentate da alcune specie. SULLA DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DEGLI ODONATI ITALIANI La distribuzione geografica dei Libellulidi sì sottrae a non poche delle influenze, che fanno potentemente sentire la loro azione sulla maggior parte degli altri animali. Provvisti d'ali spesso robuste e capaci di sostenere lungo cammino, questi in- setti possono trasportarsi in punti diversi ed estendersi sopra larghe zone di terreno. Carnivori per eccellenza non sono quasi per nulla legati alle condizioni della flora, poichè quasi d’ ogni sorta d’ insetto fanno preda. Piuttosto la loro estensione è molto influenzata dal clima, il quale limita spesso nettamente la distri- buzione longitudinale e la verticale degli animali. L’ Italia nel rispetto della zoologia geografica (1) appartiene alla regione pa- (1) Benchè siasi introdotto nella scienza il vezzo dì limitare i territorii delle faune, onde si compongono le regioni zoologiche, dai confini politici, io credo, ben più giusto e conveniente l'attenersi ai confini naturali e geografici, che sono quasi sempre in diretto rapporto colla distribuzione degli animali e delle piante. Epperò per limite settentrionale dell’ Italia intendo una linea che seguendo il corso del Varo, si manliene sulla cresta delle Alpi, sullo spar- tiacque cioè generale delle medesime fino al golfo del Quarnero. Per tal modo geograficamente devesi comprendere nel territorio zoologico italiano tutto il versante meridionale delle Alpi, quindi anche il Nizzardo: I’ intiero Canton Ticino: piccola porzione del Canton Grigioni, cioè la val Misocco affluente del Ticino fino al S. Bernardino, la Val Maira al nord-est di Chiavenna e la Valle Poschiavo aMuente dell’ Adda: tutto il Trentino e quella porzione del Tirolo che è detta meridionale, cinè tutta la valle superiore dell’ Adige co’ suoi af- fluenti, parte della valle Ampezzano affluente del Piave: la valle dell’ Isonzo, la parte meridionale del Carso: I’ Istria: le isole di Corsica e Malta . LIBELLULIDI ITALIANI 42] . leartica ed alla sottoregione mediterranea del Wallace (1), la quale ultima abbraccia tutto il territorio, che viene compreso al sud di una linea che corre sulle creste dei Pirenei, delle Alpi, dei Balkan e del Caucaso, ed al nord di un’ altra che percorre |’ At- lante, la valle del Nilo fino alla seconda cateratta, attraversa per metà l'Arabia e, seguendo i confini della Persia, giunge, comprendendo il Beluchistan e l’Afganistan, fino all’ Indo per poi ritornare al Caucaso. Poco, per non dir nulla, si conosce sulla distribuzione geografica degli Odonati nei diversi territori della sottoregione , poichè anche i lavori del Selys, per ragioni da lui affatto indipendenti, la- sciano molto a desiderare sotto questo punto di vista. E per limitarmi anche soltanto all’ Italia, scopo del presente scritto, non posso dire altrimenti. I dati di cui potei servirmi per redigere questo capitolo, sono pur troppo molto scarsi. Al- cuni territorii non furono per anco esplorati, tali ad esempio tutta la lunga zona che da Bologna stendendosi lungo |’ Adriatico fino a Brindisi, gira il golfo di Taranto fino a Reggio; tutto il tratto che da Nizza a Pisa, da Grosseto a Roma, da Roma a Napoli specchiasi nel Mediterraneo. Pochi punti del centro e del mezzodì ci sono discretamente noti. Le isole di Malta, Pantelleria, Linosa e Lampedusa interessantissime per la loro posizione tra le più grandi isole italiane e la costa settentrionale dell’Africa ci sono affatto sconosciute (*). L'Italia superiore, porzione della Toscana e le isole di Sardegna, Corsica, Sicilia sono le più note e le più studiate. Più difficile ancora mi fu il raccogliere notizie sulla estensione verticale. A parte gli interessanti dati che si possono attingere al pregevole libro dell’ Ausserer ed alcune poche notizie sparse qua e colà in alcuno degli scritti intorno agli Odonati, tutto il poco che ho raccolto lo debbo alle indicazioni fornitemi dal Prof. P. Pavesi e dal sig. E. Cantoni ed a quelle ricavate dalle mie (!) WALLACE. Die geograplische Verbreitung der Thiere, trad. dall’ inglese di A. B. Meyer. Dresden, 1876. T. I. p. 88. (?) Per la Pantelleria abbiamo l'indicazione di due specie dataci dal Ragusa (Vedi Bibliografia). 422 R. PIROTTA I note. Di quanto interesse sarebbe per la zoologia geografica la conoscenza delle specie, che albergano a diversa altezza gli Ap- pennini nei diversi. punti della loro estensione, onde poterne trarre dei confronti con quelle che vivono sulle Alpi, sui loro contrafforti meridionali e nella pianura! Ma è questa una lacuna che, come tante altre nella storia naturale dell’ Italia, attende d'essere ricolmata. Da quanto son venuto fin qui dicendo non farà meraviglia , se le conclusioni che andrò esponendo intorno alla distribuzione orizzontale e verticale dei Libellulidi italiani, potranno essere di molto modificate per opera di ulteriori e più minute ricerche. Se confrontiamo il numero delle specie italiane con quelle proprie a tutta l’ Europa, ci accorgiamo ben tosto della ricchezza grandissima del nostro territorio. In fatti ritenuto 105 il numero delle specie europee conosciute, | Italia ne annovera 85 di bene accertate, cio) 4/ del totale. Nessun altro dei territorii che com- pongono la sottoregione mediterranea arriva a tanto numero , come risulta dal seguente quadro comparativo. tO LIBELLULIDI ITALIANI { Quadro comparativo delle specie Europee colle italiane e le circummediterranee. 111114@@—@__—_ =—em nhac E = : = 7 ” | GENERE Sieg yes So) a ea | Asa | Fre rsa | meucornmia. 2. |. 2 ai lad LA, lei ees Bean la = enplag mS = el 9 9 | 5 7 D I 1 | Peptnemin <3 LB pai: l ee ll Pe Mibebellala fase a, fp 9 3 I Poor iz 2| CORE CACAO Bed Avlosu lis US VUC i) i. a 2 2}/—/—!—!—/] 11] 3] | Crocothemis 1 1 I 1 Waal gel | | | | | Cordulia . 1 1!—/—}—|—{]—] 1] Pipineca. . . . . . .| 9 D | — | EI Poe i he | Oxygastra I 1 | gh ag Le nia ia] an i Macromia 1 — |— | 1 == MEDE nat e Foe Deli, Pl 7, byetlosomat">-. cv... 1 1 | —_ Brachythron 1 | EGR pmi sare e ea 10 Seale fon pm fm 5 | 5 ea | minphiaeschna. . . . . |) 1 VIS rail VAR AI ira de ei | | Onychogomphus . . . . | 4 3 2 Ig a 1 2 | Ophiogomphus . 1\|-|1j-|-]|-|- | Gomphus ae Pe Pei ZO ZA MR Lindenia . 1 0 —. Peay eed 1 Cordulegaster . . . . .]| 4 | 2 Ao ue fae 1 Bualopteryx.. . . . . ..4-3_103' | 3 | 3 | 2 ZA | 2 3 Fori gers. O i i pal = È 1 1 | — ERM seal ra o a a eal: 8 Sympyena . eee a ee i | i | dl INI 1 Eilatyenemis: .9. . . «9 3°) 2 | So es ae ie SN I N | meets WI)... ea 00 10 hon hee 7 Sy fe Totale | | 85 | 43 | 61 | 40 | 34 | 37 | 44 | --5—_-_—_——— or 424 R. PIROTTA E questa ricchezza non ci deve sorprendere perché le condi- zioni orografiche della penisola sono tali, che le permettono tutti i climi, dal meridionale quasi africano del mezzodi e delle isole maggiori, al mite dell’ Italia superiore fino al limite della colti- vazione della vite, al temperato, paragonabile a quello dell’ Eu- ropa centrale sino alla Svezia, che sale alla regione dei Rodo- dendri alpini e finalmente all’ artico delle alte creste delle Alpi, dei campi di neve e degli eterni ghiacci. Così avviene che la fauna italiana sotto questo punto di vista mentre ci presenta specie africane, non va priva di quelle che abitano il nord della Scandinavia; abbondano poi le forme che sono proprie alle regioni che godono di un clima intermedio a questi estremi. Il prospetto che segue, ci offre l’ enumerazione delle specie che I’ Italia ha in comune da una parte colla Svezia settentrionale, la Lapponia e la Siberia, dall'altra coll’ Africa del nord e coll’Asia minore. SPECIE ITALIANE COMUNI COLLA SVEZIA, LAPPONIA, SIBERIA (1) Leucorhinia rubicunda (L.). Epitheca alpestris (Selys). » albifrons (Burm.). Aeschna juncea (L.). Diplax vulgata (L.). » borealis (Zetterst.). » flaveola (L.). » grandis (L.). » scotica (Don.). » viridis (Eversm.) L. ? > depressiuscula (Selys). Ophiogomphus serpentinus (Chp.). » pedemontana (All). Gomphus flavipes (Chp.). Libellula quadrimaculata (L.). Lestes sponsa (Hansem.). Epitheca bimaculata (Chp.). Agrion najas (Hansem.). » metallica (V. d. L.). » eyathigerum (Chp.). > arctica (Letterst.). » lunulatum (Chp.). SPECIE ITALIANE COMUNI ALL’ ALGERIA ED ALL ASIA MINORE. Diplax striolata (Chp.). Crocothemis erythraea (Brullé), » meridionalis (Selys). Anax parthenope (Selys). » Fonscolombii (Selys). Cyrthosoma ephippigerus (Burm.). » sanguinea (Miill.). Aeschna affinis (v. d. L.). Lepthemis trinacria (Selys). » rufescens (v. d. L.). Libella Ramburii (Selys). Onychogomphus Genei (Selys). » nitidinervis (Selys). Gomphus simillimus (Selys). Trithemis rubrinervis (Selys). Lindenia tetraphylla (v. d. L.). (4) Si sono tralasciate tutte quelle forme che si riscontrano tanto al nord dell’ Europa che nel setteutrione dell’ Africa e nell’ occidente dell’ Asia LIBELLULIDI ITALIANI 425 Cordulegaster bidentatus (Selys). | Agrion viridulum (Chp.). Calopteryx haemorrhoidalis (v.4.L.). » tenellum (Devillers). Lestes viridis (v. d. L.). » scitulum (Ramb.). » virens (Chp.). » mercuriale (Chp.). » Lindenii (Selys). » barbara (Fabr.). Platyenemis latipes (Ramb.). | Per rispetto alla distribuzione I’ Italia può essere divisa in due territori, uno settentrionale o dell’ Italia superiore, I altro meri- dionale. Quest’ ultimo comprende le isole, che si potrebbero stac- care e formare un territorio a se per la presenza di specie affatto proprie. Il limite tra i due territori è assai nettamente tracciato, poichè parecchie specie eminentemente settentrionali trovano qui una insormontabile barriera, ed è segnato al nord dalle Alpi, al sud da una linea, che partendo dal Varo segue la cresta del- l'Appennino, I’ attraversa poco più giù di Bologna fino all’ A- driatico. Questa linea non fu tracciata a caso, ma è precisamente quella segnata dalla isotermica 15.0 C. (1). Le specie caratteristiche e distintive delle due regioni sono le seguenti : Pel territorio settentrionale : Lewcorhinia albifrons (Burm.), L. rubicunda (L.), Diplax scotica (Don.), D. pedemontana (All.), Li- hellula quadrimaculata L., Libella albistyla (Sel.), Cordulia aenea (L.), Hpitheca bimaculata (Chp.), £. metallica (v. d. L.), £. aretica (Zett.), £. alpestris (Selys), Brachythron pratense (Mull.), Aeschna juncea (L.), A. borealis Zett., Onychogomphus uncatus (Chp.), Ophiogomphus serpentinus (Chp.), Gomphus vulgatissimus (L.), Agrion ornatum Hey., A. lunulatum Chp., A. hastulatum Chp. ed A. mercuriale Chp. Pel territorio meridionale: Lepthemis trinacria (Selys), Libella sardoa (Ramb.), L. Ramburii (Selys), L. nitidinervis (Selys), Trithemis rubrinervis (Selys), Tr. nigra (v. d. L.), Amphiaeschnu irene (Fonsc.), Lindenia tetraphylla (v. d. L.), Calopterya haemor- rhoidalis (vy. d. L.), Lestes macrostigma Eversm., Agrion viridulum Chp., A. Genei Pict., A. scitulum Ramb. (1) Veggasi la carta annessa al libro dello Schmarda « Geographische Ver- breitung der Thiere, Wien 1853 » e quella del Dove nell’Handattas dello Stieler tav. n. 6. 126 R. PIROTTA Però la relativa fauna dell’ Italia superiore (o della valle del Po in senso larghissimo e geologico) è mista, poichè accanto alle sopra indicate specie nordiche ne troviamo altre proprie al mez- zodi, quali ad esempio Diplax meridionalis (Selys), Crocothemis ery- thraea (Brullé), Oxygastra Curtis (Dale), Cyrthosoma ephippigerus (Burm.). Di queste, parecchie si possono a ragione ritenere, come già osservava |’ Ausserer, accidentali e portatevi da quella grande influenza atmosferica che è lo sezrocco, vento che spira sempre forte ed assai caldo in linea diretta dal sud al nord, provenendo dalle sabbie infuocate del Sahara. Il territorio meridionale, mentre manca delle specie nordiche che abbondano nell'Italia superiore, è ricco di altre, la maggior parte delle quali sono comuni altresì all’ Africa settentrionale ed all Asia minore, come più sopra abbiamo esposto. Una specie, Trithemis nigra (v. d. L.) è esclusiva di questo territorio. Finalmente le grandi isole italiane hanno una fauna quasi speciale, poichè, quantunque più povera di quella degli altri territori per difetto di specie nordiche e di specie intermedie, ne annovera un piccolo gruppo di esclusive o di mancanti al rima- nente della zona italiana. Noto fra le prime Libella sardoa (Ramb.), ed Agrion Genei Pict.; fra le seconde Lepthemis trinacria (Selys), Libella Ramburti (Selys), L. nitidinervis (Selys), Trithemis rubri- nervis (Selys), Amphiaeschna irene (Fonscol.) ed Agrion coeru- lescens Fonscol. Nel seguente quadro ho disposti gli Odonati italiani per terri- torii e da esso risulterà, meglio che non si possa fare a parole, la verità di quanto son venuto esponendo. Dal medesimo non si potranno trarre dati sulla ricchezza maggiore o minore in specie di una determinata provincia 0 regione, anche quando questa sia limitata da confini naturali, poichè, giova ripeterlo , le ricerche sono ancora troppo scarse e non ci diedero finora, fatte poche eccezioni, che risultati di poca importanzi, ben lungi dal poter essere confrontati fra loro. Epperò non si vorrà dare troppo valore alle somme parziali che si traggono dalle diverse colonne del quadro, bensi alle totali di ogni territorio. LIBELLULIDI ITALIANI 427 Prospetto degli Odonati italiani distribuiti per territorii. “TERRITORIO TERRITORIO | SETTENTRIONALE | MERIDIONALE | a Oe \ = j Lombardia (!) | Napoletano (5 Sardegna Tirolo mer. SPECIE Piemonte Corsica zia Leucorhinia rubicunda (L.) » albifrons (Burm.). Diplax striolata (Chp.) . vulgata (L.) meridionalis (Selys) Fonscolombii (Selys) flaveola (Z.) scotica (Don.). Sanguinea (Mw/.) depressiuscula (Selys.) pedemontana (AZ.). Lepthemis triracria (Selys) . i Libellula depressa L. » fulva Mill. » quadrimaculata L. Libella coerulescens (Fab.) brunnea (Forscol.) sardoa (Rmbr.) . Ramburii (Selys.) . nitidinervis (Selys) cancellata (L.) albistyla (Selys) Trithemis rubrinervis (Selys) » Dgr (7. a. 2.) . : | Crocothemis erythraea (Briil.). Cordulia aenea ‘L.) Epitheca bimaculata (Chp.) metallica (v. d. L.). arctica (Zett.) . alpestris (Selys). . . . flavomaculata (©. 4. L.) . | Oxygastra Curtisii (Dale) . i Anax formosus (v. d. L.) » parthenope (Selys) Cyrthosoma ephippigerus (Burm.) | Brachythron pratense (M722.) | Aeschna cyanea Latr. ++ ++++++ FA O tee ee ++++4 +| [+] + + PE +++++ d4+t+t++++ (1) Compreso il Canton Ticino. — (2) Compreso il Trentino. — (3) Compresa OA 4 i < 1 Istria. — (4) Compresa la Romagna fino a Bologna. — (5) Specialmente Cala- bria ulteriore 428 R. PIROTTA TERR'TORIO TERRI ORIO | SETTENTRIONALE | MERIDIONALE | ee Oe, | s|E | |el | - © || 2 2 SPECIE Ae = $\s|s = È A FIGI FREE CIAO Rae a |R[E|[P |RIZIE|Z|z |0|]9 hi lrrrr__——_———smewFwFwvWv>vwowvwow>;y3;] uv" Aeschna juncea (L.) + + » borealis (Zett.) . SF ste » mixta Lair. . +|+/+|+]|+ + +|+ » affinis v. d. L. . 5 rl ee ae fi fo ae ine » viridis Nversm. |") » rufescens v. d. L. +4] ++] |A || » grandis (L.). +]++1+|+I+[+|T| | Amphiaeschna irene (Fovsc.) | EF Onychogomphus uncatus (Clip. + |+|+ » forcipatus (L.) ++/+[+J+|+|/T|+| | » Genei (Selys) | + | Ophiogomphus serpentinus (Chp.) +| + + Gomphus vulgatissimus (L.) ++] + [+7] +2 » simillimus Selys (?) | » pulchellus Selys Da | » flavipes Chp. . È DLE | Lindenia tetraphylla (v. d. L.). +\+ Cordulegaster annulatus (Latr.) |} aE +\+) + | » bidentatus (Selys) - +|+ | +| | Calopteryx splendens (Harr.) ++/+|+| |+|+t|+|T|t » virgo (L.) me: ee lo » haemorrhoidalis (v. d. L.) +) + alias Lestes viridis (v. d. L.). PILA ERI » macrostigma (Eversmz.) LEI | + | +} » nympha Selys | jell i+ a | » sponsa (Hansem.) +|+|+ | | » virens (Chp.) . + i+} |+| | ||| » barbara (Fabr.) . a Weg WS fey te AB) | Sympycna fusca (v. d. L.). +/+|+|+ ++] 5 (+ + Platycnemis pennipes (Pall.) +41 + I 4+|+|+|T » latipes Ror. . +|+| lai Agrion viridulum Chp. (| + +| » najas Hansem. +|+ | a) Aa » minium (Harris) +/4+/+|+] |+ +| + » tenellum (Devill.) +]+) + {+h |++|+ fa | » pumilio Chp. . +|+ - |+ 4 ae » Genei Pict. . + |e} » elegans v. d. L. . +/4+|+|+ sia + ps +| | » pulcheilum v, d. L. +|+|+ +?/+/H » puella (L.). Jj) H+ + |++[+|+ | » ornatum Hey.. + | | | (1) Indicato d'Italia dal Brauer, non so però sopra quali indicazioni. —(*) Idem. LIBELLULIDI ITALIANI 429 | TERRITORIO TERRITORIO i SETTENTRIONALE | MERIDIONALE e -— {l4V4A4A4-T +, _——-—-— = las | I ras sil | È I n | = ni Vv di RC =| (e) SPECIE SI (CIS als Sla | FF FERIE Il III eles 3 |E|o| 3 |a|s|2|2|3 jes | = |o|a2| © |E OSS È SC) | col fall (> = ARIZ )A)}7| 22/0 ATION cyathigerum Chip... . «a . 0% +|+ + + » bastolaburm! Gigs s Liana a a +|+|+ + i» lunulatum Ch. + » scitulum Rmbr. . ob + |+ » coerulescens Fonscol. + [H » mercuriale Chp. + » Lindenii Selys se llac 35 | Totale È 51 |61| 49 [38] 11|38|20| 46 |33|25| | | | Da questo prospetto ricaviamo che il territorio settentrionale conta 69 specie delle quali 19 mancano al territorio meridionale e che questo alla sua volta ne annovera 63 e di esse 13 non sì riscontrano nell’ Italia superiore. La fauna delle isole è ricca di 52 specie di cui 9 non trovansi sul continente. Per rispetto all’ Italia superiore, la più nota, possiamo già fin d'ora concludere che la fauna del Piemonte è più setten- trionale , quella del Veneto col Trentino più meridionale. Mi resta a dire ancora poche parole sulla estensione verticale. È noto che gli insetti carnivori hanno una distribuzione più estesa degli erbivori e che meno risentono I’ influenza della ve- getazione (1). I medesimi, secondo le più recenti nozioni, non salgono più in su di 9000 metri sul livello del mare (?). A 7000 la regione alpina è ancora ricca in Lepidotteri, Imenotteri e Coleotteri (*) e le ricerche dell’ Ausserer hanno provato che questa altezza è pure il limite della estensione verticale delle Libellule. (') Vedi Schmarda, Geogr. Verbr. d. Thiere, p. 64. (2) Schmarda 1. c. p. c. (3) Schmarda 1. c. p. 65. 450 R. PIROTTA Tenuto conto delle riserve fatte in principio del presente ca- pitolo in causa degli scarsi dati che potei raccogliere, veniamo alle seguenti conclusioni, che le specie diminuiscono di numero e di quantità di ‘individui coll’ elevarsi del terreno; che alcune di esse trovano indifferente dimora ai piano, al colle e fin sulle Alpi, che altre sono proprie al piano ed alle prime ele- vazioni o colline, ed altre finalmente non discendono più in basso delle prealpi. Così ad esempio, mentre Libella coerulescens (Fabr.) dalle basse paludi del Ticino sale fino a 6000" e la Diplax vul- gata (L.) può giungere anche al limite dei ghiacciai, Crocothenzs erythraca si tiene al piano 0 tutt’ al più seguendo le valli dei grandi fiumi, arriva all’ altezza di 700 ad 800 metri s. m. Per converso Diplar scotica (Don.) e D. pedemontana (All.) trovano il loro limite di discesa nelle prealpi. Il prof. Pavesi le raccolse abbondanti nel Canton Ticino fino a Capolago, non le riscontrò nel basso Varesotto e nessuno le rivide al piano. Qui però è conveniente V accennare ad un fatto curioso, che cioè la D. pede- montana (All.) mi offri una stazione di pianura nelle boscaglie del Ticino poco sotto Pavia. E questo fatto isolato non saprei spiegarlo che coll’ ammettere l’esistenza di questa specie nel vicino Appennino Vogherese e Piacentino e casualmente porta- taci da qualche azione atmosferica, benchè contro questa opi- nione stia il fatto di esserne stato trovato un unico esemplare, ma per due anni di seguito nella stessa località. Finalmente Epitheca alpestris E. arctica ed Aeschna borealis sono specie pro- prie delle alte Alpi, ed a detta dell’Ausserer, non si riscontrano in regioni più basse se non come esemplari scompagnati € smarriti. Riunendo in poco quanto sono venuto fin quì esponendo potremmo riassumere questa parte del lavoro nei seguenti corollarii : 1° L Italia è la regione europea la più ricca in specie di Li- bellulidi, poichè ritenuto 105 il numero totale per | Europa, essa ne numera 85 di bene accertate. LIBELLULIDI ITALIANI 4531 2.° La fauna italiana per rispetto ai Libellulidi deve essere distinta in due territorii, |’ Italia superiore al nord degli Appen- nini fino a Ravenna prevalentemente settentrionale; il resto della penisola e le isole eminentemente meridionali. 3.° Essa non differisce gran fatto nel complesso da quella dei vicini paesi circummediterranei, poichè delle sue 85 specie ne ha in comune colla Francia meridionale 61, colla Spagna 43, col- l'Africa settentrionale 44, colla Grecia 40, colla Turchia 34, coll’ Asia minore 37. 4.° Caratterizzano, perchè esclusive, la fauna italiana le seguenti specie: Libella sardoa (Rbr.), Trithemis migra (v. d. L.) Agrion (renei Pict. Mancano al resto d' Europa le seguenti specie italiane, che si trovano però anche nel nord dell’ Africa: Lepthemis trinacria (Selys), Trithemis rubrinervis (Selys), Onychogomphus Genet ( ee) elys). 5.9 La fauna dell’ Italia superiore è mista, possedendo specie nordiche, quali Leucorhinia rubicunda (L.), L. albifrons (Burm.), Diplax scotica (Donov.), D. pedemontana (All.) etc. e specie del sud, come Crocothemis erythraea (Brullé), Oxygastra Curtisi (Dale), Cyrthosoma ephippigerus (Burm.). 6.° La fauna delle grandi isole italiane potrebbe distinguersi per la scarsezza delle specie, dovuta principalmente alla man- canza di molte fra le intermedie, e per la presenza di forme caratteristiche. 432 R. PIROTTA ELENCO SISTEMATICO E SINONIMICO DEI LIBELLULIDI TrALIANI Ordo ORTHOPTERA. Seci. PSEUDONEUROPTERA. Fam. LIBELLULIDAE Sretys. Trib. LIBELLULINAE SeLys. Gen, LEUCORHINIA Brairre. 1. L. rubicunda (L.) Sin. 1767. Libellula rubicunda Linné, Syst. nat. ed. XII, t. I, p. HI, p. 902, n. 4. 1790. » » Rossi, Faun. Etrusc. p. 117 (?). 1826. » » Lanfossi, Saggio, |. c. p. 203. 1826. » » Risso, Europ. mérid., t. V, p. 249. 1838. » » Martens, Reise, l. c., p. 543. 4365 » » Disconzi, Entom. Vicent., p. 109. Estens. geogr. — Europa centrale e settentrionale; Italia su- periore; Siberia. Loc. ital. — Mantovano; Veneto, Vicentino; Nizzardo; To- scana (?). Né il Selys (Revue, p. 53) nè il Brauer (Die Neuroptern Eu- ropa’s, p. 297) assegnano questa specie al mezzodi d’ Europa. Però le indicazioni del Lanfossi, del Risso e del Martens 1’ accertano dell’ Italia superiore, ove la scopriva più tardi anche il Disconzi. È questa una delle specie, che valgono ad imprimere un ca- rattere settentrionale alla fauna dei Libellulidi dell’ Italia su- periore. Dubbiosissima è la indicazione del Rossi. ~ LIBELLULIDI ITALIANI fi 2. LL albifrons (Burwm.). Sin 1766. Libellula triedra Allioni, Manip. insect. taur., p. 194 (?). 1829. » albifrons Barmeister, Handb. d. Entom. Il, p. 85 1865. » » Disconzi, Entom. Vicent. p. 109. Estens. geogr. — Svezia, Germania settentrionale, Polonia. Svizzera, Italia superiore. Loc. ital. — Piemonte; Vicentino. Cito questa specie fra le italiane basandomi sulle indicazioni dell’ Allioni e del Disconzi. Non posso però trattenermi. dal- l’esternare un dubbio sulla esattezza della determinazione del Disconzi, poichè nessuno ha finora indicata questa Leucorhinia del mezzodì d’ Europa, anzi ritenendola tutti propria alle re- gioni del nord ed alle alte montagne della Svizzera. Quanto al- l'assegnare la L. triedra del Miller fra i sinonimi della 4/47 frons Burm., il Selys fa osservare che il Miiller stesso non fa cenno nella sua descrizione delle macchie basali nere delle ali. carattere molto appariscente ed importante. Gen. DIPLAX Cup. 3. D. striolata (Cup.). Sin. 1840. Libellula striolata Charpentier, Libell. Europ., p. 78, tab. X, f. 2. 1840. » sicula Hagen, Synon. Libell., p. 35. 1841. » macrocephala Selys, Nouv. Libell. d’Eur.. |. c., p. 244 (var. monstr.) 1842. » vulgata Rambur, Hist. Nevr., p. 99. 1850. » striolata Selys, Revue, p. 40. 1860. >» » id. Odon. Sicile, p. 742. 1869. » » Erra, Odon. Brix., p. 103. 1864. » » Selys, Odon. Corse. p. 36. 1869. » » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 108. A874. » » Mioà, Nevr. Sicil., p. 43. E E » Tacchetti, Neur. Padova, p. 4. 1874. » » Ghiliani, Bull. Soc. entom. ital., A. VI, p. 96 1874. » » Spagnolini, Contrib. Odon. Moden., p. 33. 1874. » » id. Odon. Livorn., p. 39. 1874. » » id. Odon. Moden., p. 6. 4873. Diplax » Pirotta, Libell. Pavia, p. 3. 1879. » » id. Ortott. Mir. Vares., p. 9, Estens. geog. — Europa escluse Lapponia e Svezia; Madera, Algeria, Asia minore. Loc. ital. — Torino; Pavia, Varesotto, Bresciano; Capolago , Stabio nel C. Ticino (racc. P. Pavesi); Tirolo meridionale e Tren- tino; Padova; Modenese; Pisa, Livorno; Sicilia; Sardegna ; Corsica. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (19 Giugno 187€). 28 434 R. PIROTTA Questa specie del gruppo della vu/gata è prevalentemente meri- dionale e rimpiazzerebbe, secondo il Selys, la vulgata stessa nel centro, nell’est e nel mezzodi d’ Europa, spingendosi fino nell’ Algeria. Da noi è comunissima nell’ estate e nell’ autunno, dal Luglio cioè all’ ottobre; il Tacchetti però la dice rara nei contorni di Padova e |’ Erra la indica più comune nelle località di collina. Ama i prati umidi, ma si allontana anche molto dalle acque e la si rinviene pei campi e per le strade, posandosi sui rami sec- chi degli alberi e delle siepi. Il suo volo è debole e poco soste- nuto, quindi s’ arresta di frequente. Il Selys descrive una varietà della D. striolata, da lui altre volte distinta specificamente col nome di macrocephala. Fu rac- colta in Sicilia ed ha la testa più grossa del tipo, il pterostigma molto più corto, le ali limpidissime e per nulla tinte di gialla- stro, la fronte un po’ più ristretta in alto e la base della ve- scicola assai più larga. — Un'altra varietà riscontrò I’ Erra a Verolanova nel Bresciano. Era una 9 adulta coll’ addome cilin- drico, colle lineette nere laterali del medesimo estese al 3.° seg- mento ed un po’ anche al 2.°, cogli occhi rosei inferiormente e molte macchie pur rosee sotto il torace. Una terza varietà 9 fu raccolta dal Dr. Maestri a Varese, nella quale le tempie offrono due sole macchie nerastre e gli annelli 1° e 2° parte del 3°, 7°, 8°, 9°, 10° dell’ addome tinti di bruno scuro. 4 D. vulgata (L.). Sin. 1767. Libellula vulgata Linné, Syst. nat. I, p. II, p. 904. 1774. » » Ginanni, Pin. Raveno., p. 416. 1780. » » Turra, Ins. Vic., p. 44. 4818. » » Scina, Top. Palermo, p. 188 in nota. 1826. » » Lanfossi, Saggio, p. 203. 1838. » » Martens, Reise, p. 543. 1840. » » Ghiliani, Ins., Sic.. p. 42. 1847. » » Venezia e Lagune p. 473. 1850. » » Selys, Revue, p. 45. 1858, » » Mina, Ese. entom. Madonie, p. 112. 1863. » » Cremona e Prov., p. 124. 1865. » » Disconzi, Ent. Vic. p. 109. 1869. » » Ausserer, Neur. Tirol., p. 408. 1871. » » Minà, Nevrott. Sicilia, p. 44. 1873. » » Tacchetti, Neur. Padova, p. 4. 1878. Diplax » Pirotta, Libell. Pavia, p. 3. 1879. » » id, Ortott. Miriap. Varesotto, p. 10. LIBELLULIDI ITALIANI 435 Estens. geogr. — Europa settentrionale fino alla Lapponia, cen- trale, orientale, Italia superiore, Sicilia; Turkestan, Siberia. Loc. ital. — Pavia, Varesotto, Cremona, Mantova; Padova, Vicentino, Venezia; Tirolo meridionale, Trentino; Palermo, Madonie, Catania. Ommessa dal novero delle specie italiane tanto dal Selys quanto dal Brauer. Essa però esiste nell’ Italia superiore non solo, ma perfino nella Sicilia. E volendo anche esprimere il dubbio, che le specie riferite dai vecchi naturalisti italiani alla D. vulgata appartenessero piuttosto alla D. striotata, dubbio ap- poggiato al fatto della grande somiglianza delle due specie e dall’ essere questa di solito più comune di quella; tuttavia re- stano sempre le indicazioni del Minà, del Ghiliani, del Tac- chetti, dell’ Ausserer e le mie a togliere gli insorti dubbi. — Non è rara dal principio di Luglio a tutto Agosto ed anche nel Novembre negli stessi luoghi della sfrio/ata, con cui ha comuni anche 1 costumi. Una 9 adulta raccolta nel Varesotto mi presentò come già osservava Charpentier (Libell. Europ. p. 79) i primi tre annelli addominali di color rosso superiormente e gli ultimi due con una macchia lineare nera. 5. D, meridionalis (SELys) Sin. 1841. Libellula meridionalis Selys, Nouv. Libell. Eur., in Rev. Zool. 1841, |. e., p. 244. 1842. » hibrida Rambur, Hist. Neur., p. 404. 1850. =» meridionalis Selys, Revue, p. 39. 1860. » » id. Odon. Sicile, p. 742, 1864. » » id. Udon. Corse, p. 36. 1869. » » Ausserer, Neur. Tirol., p. 107. 4871. » » Minà, Neur. Sicil., p. 43. 1874. » » Spagnolini, Odon. Livorn., p. 39. Estens. geogr. — Inghilterra, Francia, Germania meridionale , sud-Europa; Algeria, Asia minore. Loc. ital. — Alpi, Torino; Rovereto, Castellano, Salorno nel Trentino; Pisa, Livorno; Catania, fiumara di Pollina in Sicilia; Sardegna; Corsica. Specie prevalentemente meridionale, che si spinge però sparsa 156 R. PIROTTA e a così dire sporadica fino al 50°. È comune in tutta | Italia me- ridionale; rarissima e locale nella superiore. Riscontrasi nell’ A- gosto e nel Settembre nei campi ed anche in località lontane dalle acque; ha abitudini simili a quelle della D. striolata. Il Selys ricorda un individuo proveniente da Pisa, che aveva il protorace quasi affatto sprovveduto di peli e che faceva quindi passaggio a quella varietà od anomalia, che |’ Hagen denominò L. nudicollis sopra individui di Dalmazia. Lo Spagnolini raccolse alcuni maschi adulti, nei quali la base e Vestremita delle ali era opalina, mentre ialina rimaneva la larga fascia verticale inter- posta. 6. D. Fonscolombii (SELYS). Sin. 1837. Libellula flaveola Fonscolombe, Monogr. Libell. d’Aix, 1. c., p. 144 (non L. nee Auct.). 1849. » Fonscolombii Selys, Monogr., p. 49. 1842. » » Rambur, Hist. Nevr., p. 102. 1850. » » Selys, Revue, p. 37. 1860. » » Erra, Odon. brix., p. 103. 1860. » » Selys, Odon. Sicile, p. 742. 1864. » » Selys, Odon. Corse, p. 35. 1869. » » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 108. A874. » » Mina, Nevr. Sic.. p. 43. 1873. » » Spagnolini, Com. prev., p. 3. 1874. » » Ghiliani, Bull. Soc. entom. ital., t. VI, p- 96. 1874. » » Spagnolini, Contrib. Odon. Moden., p. 33. 1874. » » id. Odon. Livorn., p. 39. 4874. » » id. Odon. Moden., P. 6. 1875. » » Ragusa, Bull. Soc. entom. ital., t. VII, p. 248, in nota. 4878. Diplax » Pirotta, Libell. Pavia, p. 4. 1879.» » id. Ortott. Miriap., Varesotto, p. 10. Estens. geogr. — Inghilterra, Europa centrale e meridionale ; Madera, Algeria, Asia minore, Turkestan. Loc. ital. — Piemonte (Mus. Torino); Pavia, Varesotto, laghetti di Poncarale nel Bresciano; laghetti di Marco presso Rovereto, laghi di Loppio, Garda ed Idro, presso Calliano, rive paludose del 3renta presso Levico nel Trentino; Modenese; dintorni di Pisa, Ripafratta (Spagn. e Ragazzi in litt.), al Tombolo, a Coltano presso Livorno; Sicilia; Sardegna; Corsica; lago Bagno all’ i- sola Pantelleria. Pare non troppo comune in Italia, benchè come tale la si dia pel Pisano e per L'isola di Pantelleria; nell’ Italia superiore è LIBELLULIDI ITALIANI 137 rara in alcuni luoghi, meno in altri. Si riscontra alla fine della primavera, nel Luglio e fino a tutto Settembre, epoca più pro- pizia alla sua caccia. Vola lungo gli stagni ed i luoghi umidi, a brevi tratti, senza sospetto e si posa frequentemente sulle unnh erbe vicino alle acque. i. D. flaveola (L.). Sin. 1767. Libellula flaveota Linné, Syst. nat. I, 2, p. 901, 1780. » » Turra, Ins. Vicent., p. 14. 1779-793. » » Giorna, Calend. entom., p. 46. 1790. » » Rossi, Fauna Etrusc. p. 116-117. 1826. » » Risso, Europ. mérid. V, p. 249. 1826. » » Lanfossi, Saggio Mantov., p. 203. 1838. » » Martens, Reise, p- 543. 1840. » » Selys, Monogr., p. 45. 1847. » » Venezia e Lagune, p. 173. 1850. » » Selys, Revue, p. 33. , 1863. » » Cremona e Proy. p. 124. 1865. » Disconzi, Entom. Vicent. p. 109. 1869. » » Ausserer, Near. tiro]., p. 407. 1873. » » Tacchetti, Neur. Padov., p. 4. 4873. » » Spagnolini, Com. prev, p. 2. 1874. » » id. Contrib. Odon. Moden., p. 33 1874. » » id. Odon. Moden., p. 6. 1878. Diplar » Pirotta, Libell. Pavia, p. 4. Estens. geogr. — Tutta Europa fino alla Lapponia; Siberia. Loc. ital. — Torino; Pavia, Cremona, Mantovano; Bolzano, Merano nel Tirolo meridionale; Rovereto, laghetti di Cei, Val di Non presso Taio e Brez, val Sugana presso Levico ed al lago di Caldonazzo nel Trentino; Padovano, Vicentino, Venezia; Mo- denese; Nizzardo; Toscana; Sicilia; Sardegna (Mus. Torino). Il Selys nella Monographie e nella Revue asserisce essere que- sta specie abbondante nelle regioni boreale e temperata, ma stra- niera al mezzodi ad eccezione della Spagna, dove essa però sì modifica di tanto da parere a primo aspetto un'altra specie e ne fa la varietà /uteola. Ma il Rambur, il Charpentier ed il Brauer, pur non facendo cenno in modo speciale dell’ Italia, la dicono comune a tutta |’ Europa. È forse più rara da noi che le vicine D. sanguinea e vulgata; e riscontrasi dal Giugno a tutto Agosto. Era già stata indicata da molto tempo dell’ Italia; ma si può esprimere il dubbio, che sotto essa gli antichi autori raccoglies- sero la Fonscolombii e la sanguinea. 438 R. PIROTTA 8. D. seotica (Donov.). Sin. 1844. Libellula scotica, Donovan, Natur. Histor. of. Brit. Ins. (teste Selys). 1825. =» veronensis Charpentier, Horae entom., p. 48. 1840. » nigra Charpentier, Libell. europ., p. 83, tab. XII (synon. Vanderl.excl.). 1840. » scotica Selys, Monogr., p. 53. 1850. » » id. Revue, p. 48. 4850. » » Tacchetti, Libell. Bresc. p. 336. 1865. » veronensis, Disconzi, Entom. Vicent. p. 109. 1869. » scotica Ausserer, Nevr. Tirol., p. 108. 1876. Diplaz » Brauer, Neuropt. Europ., p. 297. Estens. geogr. — Inghilterra e tutto il continente dalla Lap- ponia all’ Italia ed alla Dalmazia; Siberia. Loc. ital. — Piemonte; Lombardia, Bresciano; Rive del Ticino tra Bellinzona e Giubiasca nel C. Ticino (race. prof. P. Pavesi); Bolzano, Merano, laghetti di Cei, lago di Pini, Val di Non presso Taio e Castelfondo, a Senale nel Tirolo meridionale; Verona, Vicentino. Specie prevalentemente boreale, mancante a gran parte del mezzodi dell’ Europa. Trovasi da noi comune dal Luglio fino al Novembre nelle valli delle prealpi e sulle alte montagne lungo i torrenti ed i laghi alpini; non discende più giù della regione dei colli. Fu per la prima volta indicata d’ Italia dal Charpentier che la raccoglieva a Verona nel 1818, ritrovata dal Selys sulle Alpi lombarde e piemontesi © raccolta abbondante nelle valli del Canton Ticino e principalmente lungo il fiume a Bellinzona nel settembre del 1878 dal Prof. P. Pavesi. 9. D. sanguinea (Mi.). Sin. 1764. Libellula sanguinea Miller, Fauna Friedrichsd. n. 547. 1766. » » Allioni, Manip. insect. taurin., p. 194. 4779-93. » » Giorna, Calend. entom., p. 56. 1840. » Roeselii Selys, Monogr., p. 47 (partim). 4840. » » Ghiliani, Ins. Sic., p. 42. 4850. » sanguinea Selys, Revue, p. 34. 1860, » » Erra, Odon. Brix., p. 103. 1869. » » Ausserer, Nevr. Tirol. p. 109 1871, » > Mina, Nevr. Sicil., p. 13. 1873. » » Spagnolini, Com. prev., p. 2. 1873. » » Tacchetti, Neur. Padova, p. 4 1874. » » Ghiliani, Bull. Soc. entom. ital , A, VI, p. 96. 1874, » » Spagnolini, Odon. Moden., p. 6. 1876. Diplax » Brauer, Neur. Europ., p. 297. 1878. » » Pirotta, Libell. Pavia. p. 4. 4879. =» » id. Ortott. Miriap. Varesotto, p. 40. LIBELLULIDI ITALIANI 439 Estens. geogr. — Tutta Europa; Algeria, Siria. Loc. ital. — Piemonte, Torino, Sangano presso Susa; Pavia, Lago Maggiore, Varesotto, Bresciano; Capolago nel C. Ticino (race. P. Pavesi); Tirolo meridionale e Trentino; Padova, lido di Venezia; Modenese; Toscana, Pisa e Livorno (Spagnolini e Ragazzi in litt.); Sicilia; Sardegna (Mus. Torino). Frequente ovunque, ma più che altrove in Lombardia; com- parisce nel Giugno e perdura per tutta |’ estate fino al principio d’ Ottobre. Vola lungo le acque e lungi da esse, nelle vie, negli orti, nei prati, al piano ed al colle. Il Selys (Revue I. c.) cita una varietà mer atonal. che abita la Spagna, l'Italia e l' Algeria, nella quale le due piccole maec- chie nere dell’ 8.° e 9.° segmenti addominali sono quasi od al tutto scomparse e |’ interno delle coscie anteriori è molto costan- temente giallastro. 10. D. depressiuscula (SeLys). Sin. 1825. Libellula flaveola var. Van der Linden, Monograph., p. 45. 1840. » Roeselii Selys, Monogr. p. 47, pr. p. 1844. » depressiuscula Selys, Nouv. Libell. d'Europe, |. c., p. 245. 1842. » Genei Rambur, Hist. Nevr., p. 103. 1850. » depressiuscula Selys, Revue, p. 30. 1860. » » Erra, Odon. Brix., p. 102. 1860. >» » Selys, Odon. Sicile. p. 742. 1864. » » id. Odon. Corse, p. 35. 1869. » » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 409. 1871. » » Minà, Nevr. Sicil., p. 12. 1873. » » Tacchetti, Libell. Pad., p. 11. 1874. » p Ghiliani, Bull. Soc. Entom. ital.. A. VI, p. 96. 1876. Diplax » Brauer, Neur. Europ., p. 297. 1878. » » Pirotta, Libell. Pavia, p. 4. 487907» » id. Ortott. Miriap. Vares., p. 40. Estens. geogr. — Belgio, Francia, Germania, Svizzera, Italia. Russia; Siberia, Turkestan. Loc. ital. — Sangano presso Susa nel Piemonte; Pavia, Cas- sina Amata presso Milano (racc. P. Magretti), Arona sul lago Maggiore, Varesotto, Morta presso Verolanova nel Bresciano: rive paludose dell’ Adige presso Salorno e Mezzo Lombardo; Padova; Bologna; Catania, Madonie in Sicilia; Sardegna; Corsica. 440 R. PIROTTA Comune nell’ Italia superiore e nelle isole di Sicilia, Sardegna e Corsica. Si trova dal Giugno all’ Ottobre. L’ Erra osservò parecchi maschi, nei quali le macchie laterali oblunghe dei segmenti 4, 5, 6, 7, 8 dell’ addome erano quasi scomparsi e I’ addome stesso un po’ compresso al 4.° segmento. Egli riferisce pure d' aver osservato in questa specie il modo con cui la femmina deposita le uova, confermando quanto in proposito già aveva osservato il Siebold per la D. scotica. 11. D. pedemontana (ALt.). Sin. 1766. Libellula pedemontana Allioni, Manip. fos. Taurin. p. 194. 1781. » » Fabricius, Spec. insect. I, p. 522. 1779-93. » » Giorna, Calend. entom., p. 63. 1793. » » Fabricius, Entom. Syst. If, p. 378. 1816. » » Pollini, Viaggio, p. 30. 1825. » » Charpentier, Horae Entom., p. 50. 1840. » Wes id. Libell. europ., p. 73, tab. VIII 1840, » » Selys, Monogr., p. 44. 1842. » » Rambur, Hist. Nevropt., p. 108. 1850. » » Selys, Revue, p. 28. 1860. » » Tacchetti, Libell. Bresc. p. 336 1869. » » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 106. 1876. Diplax » Brauer, Neuropt. Europ., p. 297. 1878. » » Pirotta, Libell. Pavia, p. 5. Estens. geogr. — Belgio, Germania, Svizzera, Italia, Russia: Siberia, Turkestan, Armenia Loc. ital. — Piemonte, Torino; Pavia, Lago Maggiore (%), Breno in Val Camonica; Capolago, tra Giubiasca e Bellinzona nel C. Ticino (race. P. Pavesi); rive paludose dell’ Adige, lago di Caldaro, Mezzolombardo, Val di Non, Rovereto, Civezzano , Giudicarie, monte Vacile presso Bagolino; monte Baldo. Specie comune nell’ Asia e nell’ est dell’ Europa, sparsa nel centro e nell’ ovest, dove anche frequenta i luoghi elevati. La catena delle Alpi colle sue pendici prealpine sembra essere il confine meridionale ed occidentale di questa specie e nelle dette località pare assai comune, almeno tale la riscontrarono LAnusserer nel Tirolo meridionale e nel Trentino ed il prof. Pavesi nel Canton Ticino. Quantunque non sia mui stata trovata più gin LIBELLULIDI ITALIANI 44] delle montagne prealpine, è degno di nota il fatto della localiz- zazione di questa specie in un luogo molto depresso, a pochi metri sul livello del mare, voglio dire a Pavia. Il dott. Maestri ne racccoglieva due individui uno o e I’ altro 9 nel Settembre del 1877 e del 1878 al confluente del Naviglio nel Ticino e mai altrove. Io non saprei spiegarmi questo fatto, se non am- mettendo che i vicini Appennini alberghino pure questa specie. La D. pedemontaua si tiene presso le acque, ha volo non troppo robusto e vive in società; sì incontra nella primavera, ma sopratutto nell’ estate e nell’ autunno (Agosto e Settembre). Gen. LEPTHEMIS Hen. 12. IL. trinacria (SELys). Sin. 1841. Libellula trinacria De Selys, Nouv. Libell. d'Europe, |. è, p. 243. 1842. » Bremii Rambur, Hist. Nevropt., p. 48, pl. 3, f. la, £ 1842. » clathrata id. l.c., p. 48. 2. 1850. » trinacria Selys, Revue, p. 4. 1860. » » id. Odon. Sicile, p. 741. 1871. » » Minà, Nevr, Sicilia, p. 9. 1876. Lepthemis » —Brauer, Neur. Europ. p. 297. Estens. geogr. — Sicilia; Algeria, Egitto, Isole Canarie. Loe. ital. — Sicilia, Catania. Specie africana, unica di un tipo atfatto tropicale, che giunga nell’ Europa, toccando la sola Sicilia dove la raccoglievano il Ghiliani ed il Bréme. Essa con poche altre vale a collegare la fauna meridionale europea o meglio la circummediterranea a quella dell’ Africa settentrionale. Gen. LIBELLULA L. 13. JL. depressa Linvé. Sin. 1767. Libellula depressa Linné, Syst. nat. I. Il, p. 902. 1774. » » Ginanni, Istor. Pin. Ravenn., p. 416. 1780. » » Turra, Ins. Vic., p.: 11. 1783. » » Vandelli, Saggio, p. 447. 442 R. PIROTTA 1779-93. Libellula depressa Giorna, Calend. entom., p. 29. 1790. » » Rossi, Fauna Etruse. n. 942. 1792. » » Petagna, Instit. entom. II, tab. VI, f. 1. 1826. » » Risso, Europ. mérid., 1. c., p. 219. 1826 » » Lanfossi, Saggio, p. 203. 1838. » » Martens, Reise, p. 512. 1840. » » Selys, Monogr., p. 34. 1847. » » Venezia e lagune, p. 173. 1850. » » Selys, Revue, p. 8. 1858. » » Mina, Entom. Madonie, p. 112. 1860. » » Erra, Odon. Brix., p. 100. 1860. » » Selys, Odon. Sicile, p. 741. 1862. » » A. Costa, Nuovi studii, p. 64. 1863. » » Cremona e Provincia, p. 124. 1864. » » Selys, Odon. Corse, p. 35. 1865. » » Disconzi, Entom. Vicent., p. 109. 1869. » » Ausserer, Neur. Tirol., p. 104. 1871. » » Mina, Nevr. Sicilia, p. 10. 1873. » » Tacchetti, Neur. Padova, p. 3. 1873. Si » Spagnolini, Com. Prev., p. 2. 1874. » » id. Contrib. Odon. Mod. p. 32. 1874. » » id. Odon. Mod., p- Di 1877. » » Dei, Possidente, A. VII, p. 13 e 4l. 1878. » » Pirotta, Libell. Pavia, p. 5. Estens. geogr. — Tutta Europa; Asia minore, Mingrelia. Loc. ital. — Piemonte; Pavia, Brughiere di Senago presso Milano (racc. P. Magretti), laghi lombardi, Bresciano, Cremona, Mantovano; Bolzano, Civezzano, Rovereto, lago di Garda ed Idro, monte Misone nel Tirolo meridionale; Venezia, Vicentino, Veneto; Modenese; Pinete Ravennati; Nizzardo; }'isa, argini dell’ Arno fuori porta alle Piagge (Spagnolini e Ragazzi in litt.), Firenze (Stefanelli in litt.), monte Amiata fra Arcidosso e Castel del Piano; Roma; Calabria; Palermo, Madonie, Catania; Sardegna: Corsica. Va ascritta alle specie più comuni. Riscontrasi già nella se- conda metà d’ Aprile e diviene abbondantissima di poi fino alla fine di Settembre. Trovasi al piano ed al colle e sui monti lungo gli stagni, 1 fossati, le risaie ed anche nei prati secchi e lontani dalle acque. Va e viene con volo interrotto, piuttosto alto, quasi rettilineo ed orizzontale, torna spesso al medesimo luogo anche cacciatane; fermasi di rado. Trovansi qualche volta delle 9 adulte, nelle quali I’ addome è tinto di ceruleo polveroso come nel maschio. A questa varietà appartengono gli esemplari raccolti al monte Amiata dal Dei; in essi però i primi due e gli ultimi tre annelli addominali erano altresi neri (var. anziazina Det). LIBELLULIDI ITALIANI 443 14. L. fulva Mi. Sin. 1764. Libellula fulva Miller, Fauna Friedrichsd, n. 544 1766. » friedrichsdalensis Allioni, Manip. insect. taur., p. 194. 1779-93. » » Giorna, Calend. entom., p. 56. 1849. » conspurcata Selys, Monogr., p. 35. 1840.» » Ghiliani, Ins. Sicil., p. 42. 1840. » » Hagen, Synen p. 21. 1850. » fulva Selys, Revue, p. 9. 1860, » » id. Odon. Sicile, p. 741. 1862. » conspurcata A. Costa, Nuovi studii, p. 64. 1865. » » Disconzi, Entom. Vic., p. 109. 1869. » fulva Ausserer, Nevr. Tirol., p. 104. 1871.» » Mina, Nevr. Sicil., p. 10. 1873. » » Tacchetti, Nevr. Padova, p. 3. 1878, » » Pirotta, Libell. Pavia, p. 5. Estens. geogr. — Tutta Europa escluse Lapponia, Sardegna, Corsica; Asia minore, Mingrelia. Loc. ital. — Torino; Pavia; Tirolo meridionale; Padova, Vi- centino; Pisa alla Pratina fuori porta Nuova (Spagnolini e Ra- gazzi in litt.); Calabria ulteriore; Catania, Madonie. Non è mai comune da noi; riscontrasi nel Maggio, nel Giu- gno e talora nel Settembre, e la 9, come giustamente osserva il Tacchetti, s' incontra più di rado del maschio. La bellissima varietà del Selys, col 2.° e 3.° annello dell’ addome tinti di un bel color bleu polveroso, fu riscontrata un’ unica volta presso Pavia dal Dr. C. Parona nel Giugno del 1876. 15. L. quadrimaculata L. Sin. 1766. Libellula quadrifasciata Allioni, Manip. insect. Taur., p. 194. (?) 1767. » quadrimaculata Linné, Syst. nat. I. II, p. 901. 1779-93. » » Giorna, Calend. entom., p. 63. 1780. » » Turra, Ins. Vicert., p. 11. 1787. » ferruginata Cyrillus, Entom. Neapol. n. 7. Tav. If. f. 7. 1825. » quadrimaculata Van der Linden, Monogr., p. 9. 1826. » » Risso, Europe mérid., ]. ¢., p. 219. 1838. » » Martens, Reise, p. 512. 1840. » » Selys, Monogr., p. 32, pl. 3, f. I. 1847. » » Venezia e Lag., p. 137. 1850. » » Selys, Revue, p. 7. 1858. » » Minà, Entom. Mad. |. c., p. 112. 1863. » » Cremona e Prov., p. 124. 1863. » » Meyer-Diir, Betrachtung. p. 139. 1863. » » » Zusammenstell., p. 220, 1865. » » Disconzi, Entom. Vicent., p. 109. 1869. » » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 104. 187). » » Mina, Nevr. Sicil., p. 9. 1873. » » Tacchetti, Neur. Padova, p. 3. 1878. » » Spagnolini, Bull. Soc. efit. ital., A. X. Resoc. p. 16 1878. » » Pirotta, Libell. Pavia, p. 6. 444 R. PIROTTA Estens. geogr. — Europa settentrionale e centrale, Italia, Dal- mazia, Grecia; Siberia. Loc. ital. — Torino; Pavia, Cremona, Brughiere di Senago presso Milano (racc. P. Magretti); Lago di Muzzano; valle del- l'Adige, laghetti di Marco nel Trentino; Padova, Venezia, Vi- centino; valle S. Anna nel Modenese; Nizzardo; Campagna ro- mana; Napoletano; Fiume grande nelle Madonie in Sicilia. Sparsa per tutta Italia; non rara in qualche luogo, comune al nord; diventa sporadica e locale verso il centro ed al sud. Com- parisce a mezzo Aprile e vola fino al principio del Luglio. Gli esemplari italiani appartengono quasi tutti alla varietà praenubila (= L. praenubila Newm.), nella quale il color giallo della base delle ali si porta fino a metà della costa e la macchia nera mediana è doppia, ombreggiata di bruno ed accompagnata da un punto nero ovvero divisa in due parti disuguali da uno spazio trasparente. La descrizione e la figura della Libellula ferruginata del Ci- rillo mi autorizzano a porla fra i sinonimi della L. fudva. Gen. LIBELLA Brau. 16. IL. coerulescens (Far.). Sin. 1793. Libellula coerulescens Fabricius, Entom. syst. Suppl., p. 234, 1825. » opalina Charpentier, Horae entom., p. 45. 1825. » coerulescens id. Horae eatom., p. 46. 1840. » olympia Ghiliani, Ins. Sic., p. 42. 1840. » » Hagen., Simon. p. 27. 1842. » » Rambur, Hist. Nevrp., p. 67. 185). » coerulescens Selys, Revue, p. 22. 1858. » » Mina, Entom. Madon., p. 112. 1860, » » Erra, Odon. Brix., p. 101. 1860. » » Selys, Odon. Sic., p. 742. 1864, » » Selys, Odon. Corse, p. 35. 1865.» » Disconzi, Entom. Vicent. p. 109. 1869. » » Ausserer, Neur. Tirol., p. 106 1871. » » Minà, Neur. Sicil., p. 11. 1873. » » Spagnolini, Com. prev., p. 2 1873. » » Tacchetti, Neur., Padova, p. 3. 1874. » » Spagnolini, Contrib. Odon. Moden , p. 32, 1874. » » id. Odon. Livorn., p 38. 187%. » » id. Odon. Moden., p. è. 1878. Libellu » Pirotts, Libell. Pavia, p. 6. 1879. » » id. Ortott. Miriap. Vares., p. 10 LIBELLULIDI ITALIANI 445 Estens. geogr. — Europa esclusa la Lapponia; Algeria. Loe. ital. — Piemonte (coll. Museo Torino); Pavia, Bresciano, Varesotto; Capolago nel C. Ticino; Val dell’ Adige, del Sarca, val Sugana, val di Non, Giudicarie, Monte Misone e Macao, Malga d’ Arno, laghetti di Cei e Pinè, Malga di Seis, Ache- rano nel Tirolo meridionale; Vicentino, Padova; Modenese ; Pisa, Livorno argini delle Cigne e dell’ Ugione; Firenze (Stefanelli in litt.); Palermo, Madonie, Catania; Sardegna; Corsica. Va annoverata fra le specie non rare dell’ Italia. Dal Giugno al Settembre vola sopra le acque stagnanti, movendosi velocis- simamente ed assai difficilmente arrestandosi sulla estremità dei rami. Qualche volta si allontana dalle acque e si posa sulle strade e sui luoghi privi di vegetazione. Il Ghiliani ed il Minà nella Sicilia ed il Pecchioli a Pisa rac- colsero una varietà 9 che aveva tutto il corpo spolverato di bleu come il maschio e la testa di un colore che volgeva al violetto. Il Brauer dice che questa specie manca alla Sardegna ed alla Corsica; ma essa veniva raccolta in Sardegna dal Genè e comu- nicata al Rambur e dal Prof. Falconi che la donava al Museo Zoologico dell’ Università di Modena: nella Corsica la raccoglie- vano il Mentzel ed il Bellier. 17. L. brunnea (Foxso.,. Sin. 1837. Libellula brunnea Fonscolombe, Libell. d. envir. d'Aix, Ann. Soc. entom, France, 1837, t. VI. sér. I. p. 141. pl. 6. f. 3. 1848. » eycnos Selys, Liste des Libell., |. ¢., p. 17. 1850. » brunnea Selys, Revue, p. 18. 1850. » eyenos Selys, Revue, p. 17. 1860. » brunnea Selys, Odon., Sicile, p. 741. 1860. » » Erra, Odon., Brix., p. 101. 1864. » » Selys, Odon. Corse p. 35. 1869. » » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 105. 1871.. » » Mona, Neur. Sicil., p. 10. 1874. » » Spagnolini, Contrib. Odon. Mod., p. 32. 1874.» » id. Odon., Livorn., p. 38. 1874. » » id. Odon. Moden., p. 5. 1876. Libella cycnos Brauer, Neur. Europ. p. 277. 1878. » brunnea Pirotta, Libell. Pavia, p. 6. 1879. Libellula » » Ortott. Miriap. Vares, p. 10. Estens. geogr. — Europa escluse Inghilterra, Lapponia, Fin- 446 R. PIROTTA landia, Svezia, Russia settentrionale; Siberia, Asia minore, Tur- kestan. Loc. ital. — Piemonte (Mus. Torino); Pavia, Varesotto , colli Bresciani, Verolanova; Merano, laghetto di Marco nel Tirolo meridionale; Modenese; Livorno, Suese, Coltano (Spagn. e Ra- gaz. in litt.), Firenze (Stefanelli in litt.); Palermo, Catania, Fiume grande nelle Madonie; Sardegna; Corsica. È rara e forse locale nell’ Italia continentale, più comune nelle isole. Ha volo rapido ed assai alto e si tiene anche lungi dalle acque. Riscontrasi nel Giugno, in tutta l’ estate fino al Set- tembre. La Libella cyenos (Selys) ritenuta una specie a se e propria all’ isola di Corsica, non è altro che una razza o varietà della L. brunnea, come dimostrava lo stesso Selys, avendo potuto esa- minare parecchi esemplari raccolti dal Bellier de la Chavignerie. Si distingue dal tipo perchè il 7 ha i piedi, le macchie delle tempia ed il davanti della vescicola del vertice nere, e le due zone chiare dei lati del torace più nettamente limitate. 18. Le. sardoa (Rams.). Sin. 1842. Libellula sardoa Rambur, Hist. Nevropt., p. 68. 1850. » » Selys, Revue, p. 16. 1876. Libella » Brauer, Neuropt. Europ., p. 297. Estens. geogr. — Esclusiva dell’ isola di Sardegna. 19. Le. Ramburii (SeLvs). Sin. 1848. Libellula Ramburii Selys, Liste Libell. Eur., 1. c., p. 16. 1850. » » id. Revue, p. 20. 1860. » » id. Oden. Sicile, p. 741. 1871. » » Mina, Nevr. Sicilia, p. 11. 1876. Libella » Brauer, Neur. Europ, p. 297. Estens. geogr. — Sicilia, Sardegna, Candia; Algeria, Asia mi- nore, Mingrelia. Loc. ital. — Sicilia, Sardegna. Non fu fino ad ora riscontrata sulla terraferma italiana. È specie eminentemente meridionale e congiunge la fauna europea colla africana ed asiatica. LIBELLULIDI ITALIANI 447 20. IL. nitidinervis (Serys). Sin. 1841. Libellula nitidinervis Selys, Nouv. Libell. d'Europe, |. c., p. 243. 1842. » boetica Rambur, Hist. Nevropt., p. 66. 1850. » mitidinervis Selys, Revue, p, 15. 1860. » » id. Odon. Sicile, p. 741. 1871. » » Minà, Nevr. Sicil., p. 10. 1876. Libella » Brauer, Neur. Europ,, p. 297. Estens. geogr. — Sicilia, Spagna; Algeria. Loe. ital. — Girgenti, Catania, Madonie. Come la precedente forma I’ annello di congiunzione fra le faune dei due territorii meridionale europeo e settentrionale africano. 21. L. cancellata (L.). Sin. 1766. Libellula frumenti Allioni, Manip. ins. Taurin., p. 194. 1767. » cancellata Linné, Syst. nat. I. II, p. 202. 1779-93. » frumenti Giorna, Calend. entom., p. 56. 1826, » cancellata Risso, Eur. mérid., |. c., p. 219. 1840. » » Selys, Monogr., p. 37. 1850. » » id. Revue, p. 12. 1860. » » Erra, Odon, Brix., p. 100. 1860. » » Selys, Odon. Sicile, p. 741. 1865. » » Disconzi, Entom. Vic., p. 109. 1869. » » Ausserer, Neur. Tirol., p. 105. 1871. » » Minà, Nevr. Sicil., p. 10. 1873. » » Tacchetti, Nevr. Padova, p. 4. 1875. » » Ragusa, Bull. Soc. ent. ital., A. VII, p. 248, nota. 1876. Libella » Brauer, Neur. Europ., p. 297. 1878. » » Pirotta, Libell. Pavia, p. 7. Estens. geogr. — Europa dalla Sardegna e dalla Spagna fino alla Svezia ed alla Russia; Algeria. Loc. ital. — Piemonte, Torino; Pavia, castello di Timoline presso Iseo nel Bresciano; Tirolo meridionale, Caldonazzo, To- blino, Cei, laghi di Garda e d'Idro; Padova, Vicentino; Nizzaro: Pisa e Coltano (Spagnol. e Ragaz. in litt.); Sicilia, Sardegna: lago Bagno a Pantelleria. Specie più propria all’ Europa temperata, diventa rara nel nord e non è nemmeno troppo comune nella zona prettamente meridionale. Nell’ Italia superiore sembra localizzata, ma non vi è molto rara; più comune è a Pisa e nel Trentino. Si riscontra 448 R. PIROTTA dal Maggio a tutto Settembre ed anche al principio d'Ottobre. Il suo volo è rapido e breve, alternato con frequenti e pur brevi riposi preferibilmente fatti sulla terra, di rado sui rami secchi e meno ancora sulle erbe; segue le acque ed i luoghi pa- ludosi od anche li abbandona e può trovarsene molto lungi, persino sui colli asciutti. L’ Erra osserva che negli esemplari da lui raccolti i cinque © sei ultimi annelli addominali del maschio sono affatto neri, 1 due basali ed il torace bruni, il resto spolverato di ceruleo; nei medesimi il 5.0 6.0 7.0 8.° segmento avevano una macchia margi- nale giallo-bruna. I giovani presentavano Spesso l'addome cla- trato di nero come nelle 9, dalle quali si distinguevano per le macchie laterali longitudinali nere. 29. IL. albistyla (SeErys). Sin. 1848. Libellula albistyla Selys, Liste Libell. d'Europ., P. 16. 1850. » » id. Revue, p. 13. 1860. » » Erra, Odon. Brix., p. 10). 1869. » » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 105. 1874. » » Spagnolini, Odon., Moden., p. 6. 1876. Libella » Brauer, Neur. Europ., p- 297. 1878. » » Pirotta, Libell. Pavia, p. ls Estens. geogr. — Francia, Italia, Uncheria, Russia; Turkestan. geog lo) Loc. ital. — Pavia, laghetti di Poncarale nel Bresciano; Ro- vereto, Civezzano, Merano nel Tirolo meridionale; Modenese : Jologna (?). Non è rara nell’ Italia settentrionale e centrale; manca finora alla meridionale ed alle isole. Compare nel Giugno e nel Luglio; io la vidi anche in autunno; ama la vicinanza delle acque, vola velocemente e quasi rettilinea, non posasi sulla terra e di rado sulla sommità dei rami secchi. L' Erra crede aver trovato un carattere distintivo non indicato dal Selys tra questa specie e la precedente, e cioè che nella can- cellata il pterostigma delle ali anteriori del maschio è lungo due millimetri o poco più, mentre nell’ albistyla è di due e un terzo a tre, e che inoltre in quest’ ultima è posto sopra una celletta intera mediana e su una parte di due laterali, nella cancellata invece ricopre due sole cellule, ma quasi per intero. LIBELLULIDI ITALIANI 449 Gen. TRITHEMIS Brav. 23. T. rubrinervis (SeLys). Sin. 1841, Libellula rubrinervis Selys, Nouv. Libell. d'Europe, |. e., p. 245 1842. » haematina Rambur, Hist. Neur., p. 84. 1830). » rubrinervis Selys, Revue, p. 26. 1860. » » id. Odon. Sicile, p. 742. 1871. » » Minà, Nevr. Sicilia, p. 12. 1876. Trithemis » Brauer, Neuropt., Europ., p. 298. Estens. geogr. — Italia centrale; Sicilia; Algeria, Asia minore. Loc. ital. — Radicofani presso Roma; Caltagirone, Catania. Specie non rara in Sicilia, comune neil’ Africa settentrionale e nell’ Asia minore: vola nell’ Agosto e nel Settembre. 24. T. nigra (v. d. L... Sin. 1825. Libellula nigra Van der Linden, Monogr., p. 16. 1840. » » Selys, Monogr., p. 55. 1842, » » Rambur, Hist. Nevropt., p. 118 (excl. Syn.). 1850. » » Selys, Revue, p. 65. 1876. Trithemis » Brauer, Neuropt. Europ., p. 298. Estens. geogr. — Italia meridionale. Specie esclusiva dell’ Italia. L’ unico individuo conosciuto fu preso dal Van der Linden nei dintorni di Terracina presso Na- poli, poichè la citazione del Van der Linden stesso d’averla veduta nelle Alpi svizzere (Sion) debbesi riferire alla Diplax scotica che, essendo pure nera, può trarre in inganno, quando la si determini al volo. Gen. CROCOTHEMIS Brau. : 25. C. erythraea (BruLLé). Sin. )825. Libellula ferruginea Van der Linden, Monogr., p. 13. 1832. » erythraea Brullé, Expe!. Morée, t. IIT, Entom. p. 102, pl. 32, f. 4. 1840. » ferruginea Selys, Monogr., p. 42. 1840. » » Ghiliani, Insect. Sicil., p. 42. 1840. » coecinea Charpentier, Libell. europ., p. 70, tab. VII. 1840. » » Hagen, Synon. p. 28. 1850. » erythraea Selys, Revue, p. 24. 1856. » » Brauer, Verzeichn., }. c., p. 230. 1860. » » Selys, Odon. Sicile, p. 742. 1860. » » Erra, Odon. Brix., p. 102. 1864. » » Selys, Odon. Corse p. 35. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (20 Giugno 1879). 29 450 R. PIROTTA 1865. Libellula ferruginea Disconzi, Entom. Vicent., p. 109 1869. » erythraea Ausserer, Neur. Tirol., p. 105 1871. » » Mina, Nevr. Sicil., p. 12. RR » Spagnolini, Comun. prev., p. 2. 1873. » » Tacchetti, Nevr. Padova, p. 4. 1874. » » Spagnolini, Contr. Odon. Moden, p. 32. 1874. » » id. Odon. Livorn., p. 39. 1874. » » id. Odon. Moden., p. 5 1876. Crocothemis » Brauer, Neuropt. Europ., p. 298. 1878. » » Pirotta, Libell. Pavia, p. 7. 1879. >» » id. Ortott. Miriap. Vares., p. 11. Estens. geogr. — Belgio, Spagna, Francia centrale e meridio- nale, Italia continentale ed Isole, Dalmazia, Ungheria, Turchia. trecia; Algeria, Asia minore, Turkestan. Loc. ital. — Piemonte (coll. Museo Torino); Pavia, Vare- sotto, Verolanova nel Bresciano; Vallagarina presso Rovereto, lago di Levico, laghetti di Cei nel Trentino; Padovano, Vicen- tino, Gorizia; Modenese: Ferrara, Ravenna; Firenze (Stefanelli in litt.), Pisa (Spagnolini e Ragazzi in Iitt.), Livorno; Radico- fani presso Roma; Napoli: Madonie; Termini Imerese, Pollina, Catania; Sardegna; Corsica. Specie circummediterranea che appare qua e colà sporadica nel Belgio, nel centro della Francia e nell’ Ungheria. Non rara nell’ Italia superiore, molto comune nel rimanente e nelle isole. Riscontrasi dal Maggio al Settembre nei luoghi palustri e nelle risaie, allontanandosi poco dalle acque; vola per brevi tratti da albero ad albero, da erba ad erba e si lascia facilmente pren- dere. Gli autori italiani concordano nell’ asserire che i maschi sono più frequenti delle femmine. Non so perchè il Brauer non I’ indicasse che delle isole di Sardegna e di Corsica, mentre il Selys l’ aveva già data dell’ I- talia centrale e meridionale e della Sicilia. Gen. CORDULIA LracH. ('). 26. C. aenea (L.) Sin. 1758. Libellula aenea Linné, Syst. nat., Ed. X, I. II, p. 544, pr. p 1763. » » Vandelli, Saggio p. 147. (1) Il Disconzi (Entom. Vicent 1. c. p. 109-110) descrive una nuova specie di Cordulia, che denomina C. vicetina. Non consentendomi la breve descrizione fondata soltanto sopra caratteri di colorito, di decidere se si tratti di una buona specie o di una varietà locale della E. favomaculata , mi limito a farne menzione. LIBELLULIDI ITALIANI 451 1779-93. Libellula aenea Giorna, Calend. entomol., p. 63. 1826. » » Lanfossi, Saggio, p. 204. 1838. » » Martens, Reise, p. 513 1847. » » Venezia e Lagune, p. 173. 1850. Cordulia » Selys, Revue, p. 75. pl. 2. f. 1. 1863. Libellula » Cremona e Provincia, p. 12 1863. Cordulia » Meyer-Diir, Betracht., p. 139. 1863. » » » Zusammenstell., p. 220 1865. =» » Disconzi, Entom. Viceot., p. 109. 1869. » » Ausserer, Neur. Tirol., p. 110. 1874. » » Spagnolini, Contrib. Odon. Mod., p. 34. 1874. » » id. Odon. Mod., p. 7. 1878. » » Pirotta, Libell. Pavia, p. 7. “stens. geogr. — Europa settentrionale e centrale esclusa la Lapponia; Italia superiore; Algeria, Siberia. Loc. ital. — Piemonte; Pavia, alto Milanese, lago di Muzzano nel C. Ticino, Cremona, Mantova: Bolzano, Riva di Trento; Venezia, Vicentino; Modenese. Tanto il Selys che il Brauer credono questa specie propria alla regione centrale e nordica d’ Europa, mancante alla meri- dionale, ritenendone le Alpi quale confine verso il sud. La €. aenea esiste però in tutta I’ Italia superiore ed è una di quelle specie che valgono a dare il carattere settentrionale alla sua fauna odonatologica. Non è però comune e riscontrasi dalla fine d’ Aprile all’ Agosto. Lo Spagnolini nota, che gli esemplari da lui veduti avevano tutti delle macchie gialle al disotto dei tre primi annelli addo- minali. Quelli ch’ io raccolsi nel pavese concordano in tutto coi caratteri assegnati al tipo. Gen. EPITHECA Cup. 27. E. bimaculata (Cup.). Sin. 1825. Libellula bimaculata Charpentier, Horae entom., p. 43. 1850. Epitheca » Selys, Revue, p. 66. 1869. » » Ausserer, Neur. Tirol., p. 109. Estens. geogr. — Svezia, Belgio, Germania, Polonia, Slesia, Russia, Tirolo, Italia superiore; Siberia. Loc. ital. — Laghetto di Marco presso Rovereto, laghi di Lop- pio e di Garda. 452 R. PIROTTA Credevasi mancante al mezzodì. Nell’ Italia fu finora trovata soltanto nel Tirolo meridionale e nel Trentino dallo Zeni e dal- Ausserer. E rara e vola nel Giugno ed al principio di Luglio. 28. E. metallica (v. d. L.) Sin. 1825. Libellula metallica Van der Linden, Monogr., p. 18. 1840. Cordulia » —Selys, Monogr., p. 64, pl. 1, f. 5. 1850.» » id. Revue, p. 69. 1860. » » Erra, Odon. Brix., p. 104. 1863. » » Meyer-Diir, Zusammenstell., p. 220. 1865. » » Disconzi, Entom. Vicent., p. 109. 1869. » » Ausserer, Neur. Tirol., p. 111. 1873. » » Spagnolini. Com. prev., p. 3. 1873. » » Tacchetti, Neur. Padova, p. 4. 1874. » » Spagnolini, Contr. Odon., Mod., p. 34. 1876. Epitheca » Brauer, Neur. Europ., p. 298. 1878. » » Pirotta, Libell. Pavia, p. 8. Estens. geogr. — Europa settentrionale e centrale, Italia, Dal- mazia. Loc. ital. — Piemonte; Pavia, Brughiere di Senago presso Milano (race. G. Magretti), lago di Muzzano nel C. Ticino, Ve- rolanova nel Bresciano; Tirolo meridionale e Trentino; Padova, Vicentino; Modenese; Livorno (Spagnolini e Ragazzi in litt.). Manca alle isole italiane e non è troppo comune anche sul continente, dove la si riscontra dal Maggio a tutto Ottobre. Frequenta le acque che rade volando, si libra spesso sull’ ali rimanendo quasi immobile e coll’ addome elevato; non di rado vola alto e rapidamente con moto ondulato nei campi, nei giar- dinì e negli orti. 29. E. arctica (Zert.). Sin. 1840. Cordulia arctica Zetterstedt. Ins. lapp., p. 244. 1869. » » Ausserer, Neur. Tirol., p. 111. Estens. geogr. — Lapponia, Svezia, Inghilterra, Belgio, Ger- mania, Italia superiore; Siberia. Loc. ital. — Al Willelmoos presso Seefeld, Buchen sopra Telfs, Malea di Seiss presso Bolzano. g | LIBELLULIDI ITALIANI 453 Non fu per anco troyata nel resto d’ Italia. Probabilmente però le valli alpine dei nostri grandi fiumi |’ albergano, come l’alberga la valle dell’ Adige. 30. E. alpestris (Serys). Sin. 1840. Cordulia alpestris Selys, Monogr., p. 65. pl. 1, f. 6. 1869. » » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 111. Estens. geogr. — Lapponia, Sassonia, Svizzera, Italia supe- riore. Loc. ital. — Tirolo meridionale nella Lentasch e presso Seefeld. Riscontrolla l Ausserer nelle paludi delle alte montagne del Tirolo meridionale, al principio di Luglio. E la prima volta che questa specie viene indicata dell’ Italia. 51. E. flavomaculata (v. d. L.). Sin. 1779-93. Libellula cecilia Giorna, Calend. entom. p. 33 (?). 1825. » flavo-maculata Van der Linden, Monogr., p. 19. 1850. Cordulia » Selys, Revue, p. 73. 1860. » » Erra, Odon. Brix., p. 104. 1869. =» » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 110. 1873. » » Tacchetti, Neur. Padova, p. 5. 4 1876. Epitheca » Brauer, Neur. Europ., p. 298. 1878. » » Pirotta, Libell. Pavia, p. 8 Estens. geogr. — Svezia, Francia, Belgio, Italia, Germania, Russia meridionale. Loc. ital. — Piemonte (?); Pavia, colline bresciane; laghi di Levico e di Caldonazzo, al Brenta, lago di Toblino e di Garda; Peschiera, Padova; Pisa. Specie nordica, avente il suo centro di diffusione nella Ger- mania. Secondo il Selys si spinge al sud fino alla Toscana ed infatti non fu ancora rinvenuta in alcuna delle parti più meri- dionali. Incontrasi dal Giugno a tutto Agosto e vola tanto al piano che nei colli e nelle valli degli alti monti, sempre però dove abbonda I acqua. 454 R. PIROTTA Gen. OXYGASTRA SeLys. 32. O. Curtisii (DALE) Sin. 1834. Cordulia Curtisiù Dale, in London's Magazin., t. VII, p. 60 1878. Oxygastra » Pirotta, Libell. Pavia, p. 8. Estens. geogr. — Inghilterra, Spagna, Portogallo, Francia meridionale, Italia superiore. Loc. ital. — Pavia. L’ unica località italiana conosciuta per questa specie è Pavia, dove la raccoglieva, il Dr. A. Maestri nel Giugno del 1876. Forse la sua distribuzione geografica in Italia è molto maggiore e non è rara nel mezzodi. Trib. AESCHNINAE SkLys. Gen. ANAX LEACH. 33. A. formosus (v. d. L.) Sin. 1823. Aeshna formosa Van der Linden, Aeshnae bonon., p. 158. tab. 1V. f. 1 1825. >» » » Monogr., p. 20. 1840. Anax » Selys, Monogr., p. 117, pl. 3, f. 23. 1840. » » Ghiliani, Ins. Sic., p. 42. 1840. Aeschna azurea Charpentier, Libell. europ., p. 99, tab, XVII 2, tab, XLV, ie i oi 1850. Anax formosus Selys, Revue, p. 110. 1860. =» » id. Odon. Sicile, p. 743. 1863. » » Meyer-Diir, Zusammenst., p. 221. 1865. » » Disconzi, Entom. Vicent., p. 109. 1869. » » Ausserer, Neur. Tirol., p. 115. 1871. » » Minà, Neur. Sicil., p. 17. 1873. » » Tacchetti, Neur. Padova, p. 5. 1874. » » Spagnolini, Odon. Livorn., p. 40. 1874. » » id. Odon. Mod., p. 8. 1878. » » Pirotta, Libell. Pavia, p. 9. 1878. » » Spagnolini, Bull. Soc. entom. ital., A. X, Res. Ad. p. 16. 1879. » » Pirotta, Ort. Miriap. Varesotto, p. 11. Estens. geogr. — Tutta Europa; Siberia, Turkestan, Asia mi- nore, Algeria, Madera. | Loc. ital. — Piemonte (Mus. Torino); Pavia, Varesotto, sulla strada da Menaggio a Porlezza; Bolzano, rive paludose dell’ A- LIBELLULIDI ITALIANI 455 dige, presso Civezzano, Rovereto, Merano, laghi di Garda, Idro, Loppio, Toblino; Padova, Vicentino; Modenese, Bologna ; paludi di Coltano, foreste del Tombolo, poggi di Limone, valle Bene- detta, Suese, all’ Ardenza nel Livornese, Pisa lungo la via dei bagni a S. (Giuliano (Spagnolini e Ragazzi in litt.), Firenze (Stefanelli in litt.), Campagna Romana; Catania, Paternò, Ma- donie, Palermo; Sardegna. Specie piuttosto comune nell’ Italia e nelle sue isole, comunis- sima in certe località. Compare nel Maggio e perdura fino al Settembre. Vola attorno alle acque, dalle quali non pare allon- tanarsi molto, il suo volo è maestoso e si asserisce, che possa resistere più di un ora senza fermarsi; è difficile a prendersi e la caccia se ne fa più facilmente la sera, perchè allora esce in gran numero alla ricerca degli insetti. Il Selys ricorda un £ di Sardegna, nel quale la macchia nera, che sta al davanti degli occelli è più acuta e meno larga, varietà che trovasi anche in Sicilia (Minà). 354. A. parthenope SELys. Sin. 1839. Aeschna (Anuz) parthenope Selys, Descript. de deux nouvel. esp. d' Aeschna du sous-genre Anax, in Bull. Acad. Bruxell, t. VI. n. 10, 1940. Anax » id. Monogr., p. 119, pl. 3, f. 24. 1850. » » id. Revue, p- lll. 1874.» » Spagnolini. Odon. Mod., p. 8. 1874. » » Ghiliani, Bull. Soc. ent. ital., A. VI, p. 96. 1876. » » Brauer, Neur. Europ., p. 298. 1878. . » » Pirotta, Libell. Pavia, p. 9. 1879. » » id) 0Ort Mir? Vares po LI Estens. geog. — Germania, Francia, Italia, Ungheria, Turchia; Algeria, Turkestan. Loc. ital. Sangano presso Susa, alla Veneria reale ed alla Mandria presso Torino; Pavia, Brughiere di Senago presso Milano (race. P. Magretti), Varesotto; laghi di Loppio e Marco nel Trentino; Modenese; paludi di Ravenna; Suese e Coltano presso Livorno (Spagnolini e Ragazzi in litt.); Campagna Ro- mana; rive del lago d’ Averno presso Napoli. Comune quanto la precedente nell’ Italia continentale; finora non fu indicata delle isole. Riscontrasi nel Maggio, Giugno e 456 R. PIROTTA Luglio lungo le paludi e gli stagni. Il suo volo è meno rapido e meno duraturo di quello dell’ A. formosus. Gen. CYRTHOSOMA SeLys. 359. C. ephippigerus (Burm.), Sin. 1833. Anax ephippigerus Burmeister, Handb. d. Entom., IJ, p. 840. 1867. » » Ghiliani, Gazzetta di Torino, A. 1867, n. 272, 277, 280. 1869. » » » Acclimataz. spontanea, Bull. Soc. ent, ital., A. I, p. 260. 1869. » mediterraneus Ausserer, Nevr. Tirol., p. 115. 1874. » ephippigera Ghiliani, Invas. Libellul., Boll. Soc. ent. ital., A. VI, p. 227. 1876. Cyrthosoma » Brauer, Neur. Eur., p. 298. 1878. » » Pirotta, Libell. Pavia, p. 9. Estens. geogr. — Francia meridionale, Italia; Asia minore, Algeria. Loc. ital. — Torino ed altre località del Piemonte; Pavia; Rovereto, laghetti di Marco e Loppio nel Trentino; Peschiera; Sardegna. La presenza di questa specie in Italia venne prima asserita dal Selys, poi smentita dietro indicazioni del Ghiliani (Revue p. 109). Ma lo stesso Ghiliani la ritrovava nel Piemonte, |’ Aus- serer nel Trentino ed io stesso presso Pavia. Non sono lontano dall’ ammettere che questa specie ci sia portata dallo scirocco, che deve avere una potente influenza sulla nostra fauna e sulla nostra flora; tuttavia essa può acclimatizzarsi, come dimostrava il Ghiliani. Compare da noi periodicamente provenendo dal mez- zodi, talora in legioni immense, come per tre volte di seguito osservava il sullodato Ghiliani: riscontrasi di solito nell’ Agosto. (xen, BRACHYTHRON Evans. 56. BB. pratense (MiiLi.). Sin. 1760. Libellula pratensis Miller, Act. natur. Curios., 1. ¢., n. 14, 3. 1760. » hafniensis id. » » » DI dey. oe 1779-93. » pratensis Giorna, Calend entom., p. 72. 1823. Aeshna vernalis Van der Linden, Aeshnae bonon., p. 159 tab. 4, f. 2. 1525. » » » Monogr., p. 21. 1840, Aeschna » Selys, Monogr., p. 100, pl. 2, f. 16. 1850. » pratensis Selys, Revue, p. 113. en ~) LIBELLULIDI ITALIANI 4 1865. Aeschna vernalis Disconzi, Entom, Vicent., p. 109. 1869. » pratensis Ausserer, Neur. Tirol., p. 119. 1873. » » Spagnolini, Com. prev., p. 3. 1873. » » Tacchetti, Neurott. Padova, p. 5. 1874. » » Spagnolini, Contr. Odon. Mod., p. 34. 1874. » » » Odon. Moden., p. 8. Estens. geogr. — Europa escluse Lappoma, Spagna, Sicilia, Corsica, Sardegna, Russia; Asia minore, Mingrelia. Loe. ital. — Piemonte; lago di Ròscher in Val Venosta, Lans, Amras, Sterzing, Castelfondo nel Tirolo meridionale; Padova, Vicentino; Modenese, Bologna. i Comune nell’ Italia superiore, che sembra segnarne il limite di diffusione meridionale. Comparisce fra le prime Libellule fin nella meta di Marzo ed al principio d’ Aprile e la si rivede nell’ Agosto. Frequenta i luoghi ricchi d’acqua, i canali, le ri- sale ete. e talora penetra anche nei giardini delle città. Gen. AESCHNA Farr. (!). a7. A. cyanea (Mix1.). Sin. 1760. Libellula cyanea Miiller, Acta nat. cur., |. ¢., n. 12. 1787. » grandis Petagna, Spec. ins. p. 34, tab. VI, f. 2. 1825. Aeshna maculatissima Van der Linden, Monogr.. p. 22. 1840. Aeschna » Selys, Monogr., p. 108, pl. 2, f. 19. 1850. » cyanea Selys, Revue, p. 115. 1860.» » Erra, Odon. Brix., p. 104. 1864. » » Selys, Odon. Corse, p. 36. 1865. » maculatissima Disconzi, Entom. Vicent., p. 109. 1869° » cyanea Ausserer, Neur. Tirol., p. 116. INTESI >» » Spagnolini, Contr. Odon. Mod., p. 34. 1874. » » id. Odon. Mod., p. 8. 1874. » » id. Odon. Livorn., p. 40. 1878. » »' Pirotta, Libell. Pavia, p. 10. 1879. » » id, Ortott. Miriap. Vares., p. 11. Estens. geogr. — Europa, escluse Lapponia, Sicilia e Grecia. Loc ital. — Piemonte (Mus. Torino); Pavia, Brughiere di Senago nel Milanese, Varesotto, Bresciano, Capolago nel Canton Ticino; Sterzing, Bressanone, Bolzano, Merano, rive dell’ Adige. (') Anche di questo genere ha proposta una specie nuova il Disconzi (En- tom. Vic. p. 109-111), VA. Lorenzonii; ma per le ragioni dette più sopra non posso pronunciarmi sulla validità dei caratteri adoperati come distintivi. 458 R. PIROTTA monte Misone, monte Macao, sopra Bagolino; Vicentino; Mo- denese; Bologna; Livorno, colline di valle Benedetta, Pisa, lungo le rive dell’ Arno (Spagnolini e Ragazzi in litt.), Firenze (Stefanelli in litt.); Napoletano; Sardegna; Corsica. Trovasi in tutta la penisola e nelle isole di Sardegna e di Corsica, ed in certi luoghi, come nel bresciano , nel pavese, a Firenze ete. è abbastanza comune. Lungo le acque stagnanti, nelle risaie, nei prati umidi la si riscontra nel Giugno e dal principio d’ Agosto a tutto Ottobre. Vola anche la sera rapidissimamente ed è dif- ficile il prenderla. La notte si nasconde sotto le foglie dei cespugli e secondo I’ Erra vi sta attaccata aderendo coi piedi posteriori e lasciando penzoloni I’ addome. In alcuni esemplari la macchia a T dell’ alto della testa è sot- tilissima e quasi obliterata. 38. A, juncea (L.). St. 1767. Libellula juncea Linné, Syst. nat. I. Il, p. 993. 1779-93. >» » Giorna, Calend. entom., p. 63. 1850. Aeschna » —Selys, Revue, p. 116, pl. 3, f. 1. 1869. » » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 117. Wslens. geogr. — Europa settentrionale esclusa la Lapponia, centrale, ed Italia superiore; Siberia. Local. ital. — Piemonte; laghetto di Casteltondo in Val di Non, paludi alla Sortazza, Rovereto, Val Cei, valle del Brenta e del Chiese. Secondo il Selys ed il Brauer questa specie sarebbe comune al nord-est dell’ Europa e solo comparirebbe qua e colà, ma sem- pre rara e localizzata in qualche regione montuosa del centro: le Alpi formerebbero il limite meridionale di sua diffusione. Ma essa abita I’ Italia ed il Giorna la indicava già da un secolo del Piemonte e recentemente |’ Ausserer la ritrovava nel Tirolo meridionale e nel Trentino, dove compare nel Luglio e nel- l’Agosto. Non devesi poi dimenticare che questa specie rassomi- glia moltissimo alla cyanea e che non è impossibile che qualcuno l'abbia con questa confusa, . LIBELLULIDI ITALIANI 459 39. A. borealis Zerr. Sin. 1840. Aeschna Lorealis Zetterstedt, Insect. Lappon., p. 425 1850. » » Revue, p. 119. pl. 3. f. 3. 1860. » » Tacchetti Libell. Bresc. p. 337. 1873. » » Tacchetti, Neur. Padova, p. 5. Estens. geogr. --- Lapponia, Svezia, Inghilterra, Slesia, Ba- viera, Carniola, Tirolo settentr., Italia superiore ; Siberia. Local. ital. — Bresciano; alture dei dintorni di Padova. Specie propria del nord e dell’ est d’ Europa, rara ovunque. Riscontrasi nelle Alpi e prealpi orientali e va ascritta alla fauna italiana, benchè il Selys ed il Brauer non la diano come tale. Comparisce in Luglio e resta fino alla metà di Agosto. 40. A. mixta Larr. Sin. 1802. Aeschna miata Latreille, Hist. Nat. Crust. Ins., t. XII, p. 7, n. 4. 1825. » » Van der Linden, Monogr., p. 23. 1840. » » Charpentier, Libell. europ., p. 110, tab. XIX (pr. p). 1840.» » Ghiliani, Ins. Sicil., 1. c., p. 42, 1850. » Selys, Revue, p. 122. 1860. » id. Odon. Sicile, p. 743. 1860. » » Erra, Odon. brix., p. 104. 1865. » » Disconzi, Entom. Vic., p. 109 1869. » » Ausserer, Neur. Tirol., p. 118. 1871. » » Minà Palumbo, Nevr. Sicil., p. 18 1873. » » Spagnolini, Comun. prev., p. 3. 1873. » » Tacchetti, Nevrott. Padova, p. 5. 1874. » » Spagnolini, Contrib. Odon. Moden., p. 35. 1874. » » id. Odon. Moden., p. 8. 1874. » » id. Odon. Livorn., p. 40. 1878. » » id. Bull. Soc. entom. ital., A. X, Res. Ad., p. 16. 1879. » » Pirotta, Ortott. Miriap. Vares. p. 11. Estens. geogr. — Europa escluse Lapponia, Corsica; Algeria, Siberia, Steppe di Kirgisch. Loc. ital. — Piemonte (Mus. Torino); Pavia (raccolsi nello scorso anno), Bresciano, alla Morta presso Verolanova; Merano, lago di Réschen in val Venosta, Civezzano, Nogaredo, laghetto di Marco, Levico nel Trentino; Padova, Vicentino; Modenese; Bologna; Pisa, lungo le rive dell’ Arno (Spagnolini e Ragazzi in litt.), Coltano, foreste del Tombolo, poggi boscosi di Limone, 460 R. PIROTTA valle Benedetta, all’ Ardenza presso Livorno; Firenze (Stefanelli in litt.); Catania, Paternò, Madonie; Sardegna (Mus. Torino). Comune in tutta Italia, se ne togli I’ isola di Corsica, della quale non fu per anco indicata. Compare nel Luglio e perdura fino all’ Ottobre; |’ Ausserer, dominando i venti caldi, la trovò perfino nel Novembre. È più rara al piano, comune sui poggi, sulle colline e sui monti; si allontana spesso dalle acque ed il suo volo è meno forte di quello dell'A. cyanea, della quale è ovunque più rara. 41. A. affinis v. d. L. Sin. 1823. Aeshna affinis Van der Linden, Aeshnae bonon., |. c., p. 162, tab. 4, f. 5. 1825. Aeschna » id. Monogr,, p. 24. 1840. » » Selys, Monegr., p. 104, pl. 2, f. 18. 1840.» » Ghiliani, Ins. Sicil., p. 42. 1840. » » Charpentier, Libell. europ., p. 108, tab. XVIII, pr. p. 1850. » » Selys, Revue, p. 124. 1860. » » id. Odon. Sicile, p. 743. 1860. » » Tacchetti, Libell. Bresc. p. 336 1869. » » Ausserer, Neur Tirol., p. 117. 1871. » » Mina, Neur. Sicilia, p. 18. 1873. » » Spagnolini, Com. prev., p. 3. 1874. » » id. Contrib. Odon. Mod.. p. 35. 1876. » » Brauer, Neur. Europ., p- 298. 1878. » » Spagnolini, Bull. Soc. entom. ital., A. X, Res. p, 15 Estens. geogr. — Belgio, Slesia, Svizzera, Francia, Spagna, Italia, Dalmazia, Ungheria, Grecia; Algeria, Turkestan. Loc. ital. — Bresciano, Salò; Bolzano, Formigaro, Lana, Unterrein, lago di Montiggl, Eppan, Rovereto, lago S." Antonio presso Ballino, laghi di Toblino e Molveno nel Tirolo meridio- nale; Modenese; Bologna; Suese presso Livorno (Spagnol. e Ragaz. in litt.), Firenze (Stefanelli in litt.); Paternò, Catania, Palermo. Il Selys la dice comunissima nel mezzodi d' Europa ed in tutta Italia, sebbene le indicazioni non siano troppo numerose e la si conosca con esattezza di poche località. Si riscontra dal Maggio al Settembre. Lo Spagnolini ebbe occasione di studiarne i costumi. Egli os- servò che non si allontana il giorno dalle acque ricche di vege- tazione, che si può facilmente prendere perchè sì ferma frequen- temente sui cespugli e sulle piante acquatiche, oppure, se vola, LIBELLULIDI ITALIANI 461 s' arresta in un punto, rimanendovi per qualche tempo librata sull’ ali, che fa oscillare con grandissima velocità. Pare che passi la notte sugli alberi, che abbandona soltanto quando il sole è già alto sull’ orizzonte, per andare a svolazzare per gli stagni. Lo stesso Spagnolini trovò accoppiate le due varietà o? e 9 in- dicate dal Selys; epperò quest ultima non può formare una specie a sè (Aeschna confinis), come dubitava lo stesso entomo- logo belga. 49. (?) A. viridis Eversm. Sin. 1836. Aeschna viridis Eversmann, Libell. int. Wolgam fluv. et mont. Uralens. obsery. * Bull. Soc. imp. nat. Moscon, t. IX, p. 242, t. IT, f. 1. 1876. » » Brauer, Neuropt. europ., p. 298. Estens. geogr. — Olanda, Germania del nord, Slesia, Italia ?, Dalmazia, Grecia, Russia meridionale ; Siberia, steppe di Kirgisch. Specie del settentrione e del sud-est d’ Europa. L’ indico fra le italiane con dubbio, perchè come tale è data dal Brauer. Io non so su che l'autore abbia appoggiata la sua citazione. Forse intende indicare la probabile esistenza di quest’ Aeschna nella penisola, dietro la considerazione, ch’ essa si riscontra nella Dal- mazla. 43, A. rufescens v. d. L. Sin. 1823. Aeshna grandis v. B. Van der Linden, Aesh..bonon., p. 160, tab. 4. f. 3. 1825. » rufescens » Monogr., p. 27. 1840. Aeschna » Selys, Monogr., p. 113, pl. 3, f. 22. 1840. » » Ghiliani, Ins. Sicil., p. 42. 1840.» —chrysophthalmus Charpentier, Libell. Europ., p. 116, tab. XXV. 1842. » rufescens Rambur, Hist. Nevropt., p. 198. 1850. » » Selys, Revue, p. 129. 1860. » » id. Odon. Sicile, p. 743. 1864. » » id Odon. Corse. p. 36. 1865. =» » Disconzi, Entom. Vicent., p. 109. 1869. » » Ausserer, Nevrott. Tirol., p. 118. ii » M nà, Neur. Sicil., p. 19. 1873. » » ‘Tacchetti, Neur. Padova, p. 5. 1874. » » Spagnolini, Contrib. Udon, Mod., p. 35. 1874.» » id. Odon. Moden., p. 9. 1878. » » Pirotta, Libell. Pavia, p. 10. Estens. geogr. — Europa escluse Lapponia, Finlandia e Spagna: Asia minore, Mingrelia. 462 R. PIROTTA Loc. ital. — Pavia; Lana, Bolzano, Salorno, canale del lago di Caldaro nel Tirolo meridionale; Padova, Vicentino; Modenese, 3ologna; Napoli, ai piedi del Vesuvio; Catania, Madonie, Pa- ternò, Palermo; Sardegna; Corsica. Piuttosto comune in tutto il territorio italiano dal Maggio al Settembre. Non s allontana dagli stagni e vola a scosse, rapi- damente, librandosi talora nell’ aria. La varietà ad ali rossastre (= Ae. chrysophthalmus Chp.), non è rara in Italia: vi fu indi- cata primamente di Bologna dal Van der Linden ed io la trovai nel Pavese. 44. A. grandis (L.) Sin. 1767. Libellula grandis Linné, Syst. nat. I. If, p. 903. 1780. » » Turcas wns.) Vie ap. ae: 1790. Aeschna » Rossi, Faun. etrus. IL p. 118. (?) 1779-93. Libellula » Giorna, Calend. entom., p. 36. 1826. » » Lanfossi, Saggio, p. 204. 1826. Aeschna » Risso, Europ. mérid., |. c., p. 219. 1838. » » Martens, Reise, p. 513. 1847.» » Venezia e Lagune, p. 173. 1850. » » Selys, Revue, p. 131. 1862. » » A. Costa, Nuovi Stulii, p. 64 1863. Libellula » Cremona e Provincia, p. 124. 1865. Aeschna » Disconzi, Entom., Vicent., p. 109. 1869. » » Ausserer, Neur. Tirol., p. 118. 1873. » » Tacchetti, Neur. Padova, p. 5. 1874. » » Spagnolini, Contrib. Odon. Moden., p. 35. 1874. » » id. Odon. Moden., p. 9. Estens. geogr. — Lapponia, Svezia, Inghilterra, Belgio, Olanda. Germania, Polonia, Francia, Svizzera, Italia continentale, Stiria, Russia; Siberia, steppe di Kirgisch. Loc. ital. — Piemonte; Cremonese, Mantovano; Lans e paludi di Vill, lago di Réoschen in Val Venosta, paludi di Sterzing, laghi di Castelfondo e Molveno nel Tirolo meridionale; Padova, Vicentino, Venezia; Modenese; Nizzardo; Livorno, Pisano. Fa meraviglia, come né il Selys, nè il Brauer indichino questa specie fra le italiane; per essi il suo limite di diffusione al mez- zodi sarebbero le Alpi. Come però facilmente si può accertarsene dalle citazioni sopra riportate essa veniva trovata fin dal secolo scorso e sempre ritrovata di poi. Non pare tuttavia comune, benchè come tale I’ indichi pel Padovano il Tacchetti. Vola nel Cingno, Luglio ed Agosto. LIBELLULIDI ITALIANI 463 Gen, AMPHIAESCHNA Se ys. 45. A. irene (Fonscot.). Sin. 1838. Aeschna irene Fonscolombe, Ann. Soc. entom., |. ¢., p. 93, pl. 6, f 1. 1842. » » Rambur, Hist. Nevyropt., p. 206. 1850, » » Selys, Revue, p. 132. 1564. » » Selys Udon. Corse, p. 26. 1876. Amphiaeschna irene Brauer, Neuropt. Europ., p. 298. Kslens. geogr. — Francia meridionale, Sardegna, Corsica, Candia. Loc. ital. — Sardegna; Corsica. È specie appartenente ad un tipo affatto estraneo all’ Europa e la sua diffusione è assai limitata. Per il territorio italiano è esclusiva della Sardegna, dove il Genè la riscontrò nel Luglio, e della Corsica d'onde I inviava al Selys il Bellier. Gen. ONYCHOGOMPHUS Se ys. 46, O. uneatus (Cup.). Sin. 1840. Aeschna uncata Charpentier, Libell. europ., p. 123, tab, XLVI. 1850, Gomphus uncatus Selys, Revue, p. 96. pl, 2, f. 4. 1856. » » Brauer, Verzeichn., |. c., p. 231. 1860. » » Tacchetti, Libell. Brese., p. 336. 1869. » » Ausserer, Neur. Tirol., p. 113. 1876. Unychogomphus uncatus Brauer, Neur. Europ., p. 299. Estens. geogr. — Spagna, Francia meridionale, Italia supe- riore. Loc. ital. — Piemonte (Mus. Torino); Laghi di Garda e di Loppio. Specie rarissima, atfatto meridionale e poco diffusa. Finora non venne trovata, che al lago di Garda ed a quello di Loppio e nel Piemonte nel Giugno e Luglio. 47. O. forcipatus (L.). Sin. 1767. Libellula forcipata Linné, Syst. nat. 1. II, p. 903. 1780. » » Turra, Ins. Vic., p. 12. 1799. Aeschna » Rossi Fauna etrus. Il, p. 118. 1779-93. Libellula.» Giorna, Calend. entom., p. 43. 1818. » » Scinà, Topogr. Palermo, p. 118, in nota 464 R. PIROTTA 1823. Aeshna unguiculata Van der Linden, Aeshn. bonon., 1. e., p. 164, tab. IV. f. 6. 1823. Libellula forcipata Maironi, Tre Regni, p. 329. 1825. Aeshna unguiculata Van der Linden, Monogr., p. 31. 1826. » forcipata Risso, Europ. mérid., p. 219. 1838. » » Martens, Reise, p. 513. 1840. Gomphus unguiculatus Selys, Monogr.. p. 80, pl. 1, f. 9. 1840. » » Ghiliani, Ins. Sicil., p. 42. 1840. Aeschna hamata Charpentier, Libellulin. europ., p. 120, tab. XXIV. 1847.» forcipata Venezia e Lagune, p. 173. 1850. Gomphus unguiculatus Minà, Osserv. ent. Madonie, p. 112. 1850. » forcipatus Selys, Revue, p. 98. 1860. » » Erra, Odon. brix., p. 104. 1860. Onychogomphus forcipatus Selys, Odon. Sicile, p. 742. 1862. Gomphus hamatus A. Costa, Nuovi Studi, p. 64. 1865. » forcipatus Disconzi, Entom. Vic., p. 109. 1869. » » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 113. 1871. » » Minà, Neur. Sicil., p. 15. 1878. Onychogomphus » Pirotta, Libell. Pavia, p. 10 Estens. geogr. — Tutta Europa, escluse Sardegna e Corsica: Asia minore, Algeria. Loc. ital. — Torino e Piemonte; Pavia, Bresciano, Berga- masco; Tirolo meridionale e specialmente ai laghi di Levico, Caldonazzo, Toblino; Vicentino, Venezia; Bologna; Nizzardo; Pisa; Calabria ulteriore; Girgenti, Catania, Madonie, Palermo. Molto comune ovunque. Compare nel Maggio e perdura per tutto Agosto. Vola rapidamente anche lungi dalle acque e ta- lora si posa sulle strade di campagna. Dalle pianure più de- presse si spinge ai colli ed ai monti, dove pare anzi più co- mune. L Italia alberga in un col tipo anche la varietà meridionale (= Aeshna unguiculata V. d. L.). Il Selys tra gli esemplari di Sicilia ne trovò uno 9, nel quale l'esterno della tibia è giallo éd i tarsi sono pure esternamente notati di giallo. 48. O. Genei (SELvs). Sin. 1841. Gomphus Genei Selys, Nouv. Libell. d'Europe, |. c., p. 246. 1850. » » id. Revue, p. 101. 1860. Onychogomphus Genei Selys, Odon. Sicile, p. 742. 1871. Gomphus » Mina, Nevr. Sicilia, p. 15. 1876. Onychogomphus » Brauer, Neur. Europ., p. 299. Listens. geogr. — Italia; Algeria, Egitto. Loc. ital. — Torino (?), Sicilia. Specie molto rara, che la sola Sicilia nel continente europeo . LIBELLULIDI ITALIANI 165 possiede in comune colla costa settentrionale dell’ Africa. Il 3rauer (1. c.) cita questa specie di Torino, anzichè di Sicilia; non è forse un errore per il Museo di Torino, dove il Ghiliani, che scoperse la specie nella massima isola italiana, avrà proba- bilmente deposti gli individui raccolti ? Gen, OPHIOGOMPHUS SeLys. 49. O, serpentinus (CÒÙp.). Sin. 1825. Aeschna serpentina Charpentier, Horae entom., p. 25, tab. I, f. 12. 1850. Gomphus serpentinus Selys, Revue, p. 93. 1865.» » Disconzi, Entom. Vicent., p. 109 1869. » » Ausserer, Neur. Tirol., p. 113. 1876. Ophiogomphus » Brauer, Nenr. Europ, p. 299. “stens. geogr. — Germania, Italia continentale, Carniola, Russia meridionale; Siberia, Turkestan. Loc. ital. — Piemonte (Mus. Torino); Calliano, laghetto di Marco nel Trentino; Vicentino, Venezia (?); Pisa. Da annoverarsi fra le specie italiane le più rare. Riscontrasi nel Maggio, Giugno e Luglio. Gen. GOMPHUS :LrAcH. DI). Gr, vulgatissimus (lL... Sin. 17607. Libellula vulgatissima Linné, Syst. nat. I, IL, p. 905. 1763. » » Vandelli, Saggio, p. 147. 1790. » » Rossi, Fauna Etrus. Il, p. 117 (?). 1779-93. » » Giorna, Calend. entom., p. 56. 1825. Aeschna forcipata Van der Linden, Monogr., p. 28. 1826. Libellula vulgatissima Risso, Europ. mérid., 1. ¢., p. 219. 1826. » » Lanfossi, Saggio, p. 204. 1838. » AS Martens, Reise, p. 513. 1850. Gomphus vulgatissimus Selys, Revue, p. 82. 1860. » » Erra, Odon. brix., p. 104. 1865. » » Disconzi, Entom. Vic., p. 109. 1869. » » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 112. 1873. » » Spagnolini, Com. prev., p. 3. 1873. » » Tacchetti, Libell. Padova, p. 5. 1874. » » Spagnolini, Contr. Odon. Mod., p. 34. 1874. » » id. Odon. Moden., p. 7. 1876. » » Brauer, Neur. Europ., p. 299. 1878. » » Pirotta, Libell. Pavia, p. 10. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (21 Giugno 1879) 20 406 R. PIROTTA Estens. geogr. — Europa settentrionale, esclusa la Lapponia, Europa media, Italia superiore, Dalmazia; Asia minore. Loc. ital. — Piemonte; Pavia, Milanese, Verolanova, Bresciano, Mantova; Padova, Vicentino, Venezia; Bolzano, laghi di Caldo- nazzo e di Garda, lungo |’ Adige; S. Faustino nel Modenese; Bologna; Nizzardo; Toscana (?). Non è rara nell’ Italia superiore e spingesi fino a Bologna che pare essere il limite meridionale italiano di diffusione. Com- pare nell'Aprile e persiste fino al principio di Luglio, tenendosi sempre vicino ai luoghi paludosi 2 «icchi di acqua. L’ Erra osservò che il 7 si pasce della Tipula gigantea, stan- dosene appoggiato alle alte erbe. Una 9 dei dintorni di Pavia ha l'apice delle ali, sopratutto dell'inferiore sinistra e della su- periore destra leggermente tinto di bruno giallastro. dI. G. pulchellus SELys. Sin. 1840. Gomphus pulchellus Selys, Monogr., p. 83, pl. 1, BOE 1867. » » Disconzi, Entom. Vicent., p. 109. Estens. geogr. — Belgio, Svizzera, Portogallo, Francia, Italia superiore. Loc. ital. — Piemonte (Mus. Torino); Vicentino. Il solo Disconzi cita questa specie fra le italiane: Ghiliami però l'aveva raccolta anche nel Piemonte. 52. G. simillimus Serys. Sin. 1840. Gomphus simillimus Selys, Monogr., p. 83, pl. 1, f. 11. 1876. » » Brauer, Neuropt. Europ., p. #99. Estens. geogr. — Spagna, Francia meridionale , Italia; Al- seria. Lo colloco fra le specie italiane, perchè lo trovo registrato nel Brauer; non so però all’ appoggio di quali indicazioni egli lo dia come tale. LIBELLULIDI ITALIANI 467 a. G. flavipes (Cup.). Sin. 1823. Aeshna forcipata Van der Linden, Aeshn. bonon., |. e., p. 163, (il #) 1825. Aeschna flavipes Charpentier, Horae entom., p. 24. 1825. » forcipata v. 8. Van der Linder, Monogr., p. 32 (il <7). 1840. » flavipes Charpentier, Libell. europ., p. 127, tab. XIX. 1840. Gomphus » Selys, Monogr., p. 87, pl. 2, f. 12. 1840). » Selysit id. Monogr., p. 93 ( 2). 1850. » flavipes id. Revue, p. 84. 1876. » » Brauer, Neur. Europ., p. 299. Estens. geogr. — Inghilterra, Olanda, Germania, Francia, Italia superiore, Grecia, Russia meridionale; Siberia, Turkestan. Loc. ital. — Venezia (?), Bologna. In Italia non fu per anco osservata che la varietà che po- tremmo chiamare Lindeni, la stessa che il Van der Linden de- scrisse prima come il 7, poi come una varietà della sua Aeshna forcipata (= Gomphus vulgatissimus (L.)). Nella medesima la stria nera della fronte è molto più larga, il 10.° segmento mance del punto dorsale giallo, ì tarsi posteriori sono gialli e le ap- pendici anali superiori completamente nere al disopra. Riscon- trasi dalla fine di Giugno a quella di Luglio. Gen. LINDENIA SELys. 54. IL, tetraphylla (v. d. L.). Sin. 1825. Aeschna tetraphylia Van der Linden, Monogr., p. 32 (92). 1840. Lindenia » Selys, Monogr., p. 76. 1843. » » id. Not. s. quelq. Libellules d'Europe, |. ¢., p. 109. 1850. » » id. Revue, p- 102. pl. PAPE aA 1876. » » Brauer, Neur. Europ., p. 299. ) Estens. geogr. — Italia meridionale, Epiro; Algeria, Egitto, Armenia. Loc. ital. — Pisa; Lago d’ Averno presso Napoli. Specie eminentemente meridionale, rarissima ed a facies affatto esotica. Scoperta dal Van der Linden sulle rive del lago d’ A- verno, ritrovata dal Pecchioli a Pisa. 468 R. PIROTTA Gen. CORDULEGASTER Leacu. 595. C. annulatus (Larr.). Sin, 1802. Aeschna annulata Latreille, Hist. nat. Crust. Ins., t. XDI, p. 6. 1840. Cordulegaster annulatus Selys, Monogr., p. 97 (pr. p.). 1842. » lunulatus Rambur, Hist. Nevropt., p. 178. 1850. » annulatus Selys, Revue, p. 104. pl. 2, f. 7. 1860. » » Selys, Odon. Sicile, p. 742. 1862. » lunulatus A. Costa, Nuovi Studii, p. 64. 1869. » annulatus Ausserer, Nevr. Tirol., p. 114. 1871. » » Minà, Nevr. Sicilia, p. 16. 1873, » » Tacchetti, Neur. Padova, p, 5. 1878. » » Pirotta, Libell. Pavia, p. 11. 1879. » » id. — Ortott. Miriap. Vares. p. 11. Estens. geogr. — Europa escluse Lapponia, Sardegna, Cor- sica, Grecia; Algeria, Caucaso. Loc. ital. — Piemonte (Mus. Torino); Pavia, Varesotto; Ster- zing, Val di Non, Rovereto, Civezzano, Merano nel Tirolo me- ridionale; Padova; Toscana; Roma; Amalfi presso Napoli; Ca- labria ulteriore; Madonie nella Sicilia. Sparsa per tutta Italia e nella Sicilia; pare però poco comune. tuscontrasi dal Maggio al Settembre. Più frequente da noi è la varietà detta meridionale dal Selys od mmmaculifrons. Essa ha il fronte di solito privo della macchia nerastra trasversale, quindi affatto giallo; questo stesso colore è sparso molto più abbondantemente sui segmenti addominali. 56. OC. bidentatus Setys. Sin. 1840. Cordulegaster annulatus Selys, Monogr., p, 97 (pr. p.). 1843. » bidentatus id. Note s. quelq. Libell. d'Europe, 1. ¢., p. 108 1850. » » id. Revue, p. 107, pl. 2, f. 6. . 1860. » id. Odon. Sicile, p. 743. 1861. » » Tacchetti, Libell. Bresc., 1. c., p. 337. 1863. » » Meyer-Diirr, Zusammenst., |. ¢., p. 221. 1869. » » Ausserer, Neur. Tirol., p. 114. 1871. » » Minà, Neur. Sicilia, p. 17. Estens. geogr. — Belgio, Germania, Francia, Pirenei, Sviz- zera, Italia, Dalmazia; Asia minore. Loe, ital. — Susa (Mus. Torino): tra Porlezza e Menaggio nel- LIBELLULIDI ITALIANI 169) l'alta Lombardia, Salò sul lago di Garda; laghetto di Castel- fondo, Senale; Madonie, Castelbuono, Orto Botanico di Palermo. Non è indicata fra le italiane dal Brauer. Quantunque fino ad ora trovata in poche località, essa esiste probabilmente in tutta la Penisola e fu forse confusa colla precedente, dalla quale non si distingue che per la forma delle appendici anali. Trib. AGRIONINAE SkLys. Gen. CALOPTERYX Leacu. DT. C. splendens (Harris). Sin. 1782. Libellula splendens Harris, Expos. Engl. Ins., tab XXX, f. 1, 3 1823. Agrion virgo, x, Van der Linden, Agrion. Bon., 1. ¢., p. 101. 1825. » a E, id. Monogr., p. 33. 1840. Calopteryx ludoviciana Selys, Monogr., p. 131. 1840. » » Ghiliani, Cat. Ins. Sic., p. 42. 1850. » splendens Selys, Revue, p. 138. 1860. » » id. Catalog. Odon. Sicile, 1. ¢., p. 743. 1860. » » Erra, Odon. Brix., p. 105. 1862. » ludoviciana A. Costa, Nuovi studii, |. c., p. 64. 1864. » splendens Selys, Odon. Corse, p. 36. 1867. » » Disconzi, Ent. Vic. p- 109. 1869. » » Ausserer, Nevrott. Tirol., p. 121. 1871. » » Mina, Nevr. Sicil., p. 20. 1873. » » Spagnolini, Com. prev., 1. ¢., p. 4. 1874. » » id. Odon. moden., p, 36. 1874. » » id. Notiz. Od. Mod., p. 4. 1878. » » Pirotta, Libell. Pavia, p. 11. 1879. » » id. Ortott. Miriap. Vares., p. 12. Estens. geog. — Tutta Europa; Algeria, Asia minore, Min- grelia, Turkestan, Siberia. Loc. ital. — Torino; Pavia, Bresciano, Senago presso Milano (racc. P. Magretti), Varesotto; laghi di Toblino, Garda, Loppio, rive dell’ Adige, Pergine, val del Brenta, Castelfondo nel Tren- tino; Padova, Vicentino; Modenese; Bologna; Pisa; Napoli; Ca- labria ulteriore; Sicilia, Palermo, Madonie; Sardegna; Corsica. Comune in Italia più ancora di quanto si crede, poichè gli entomologi anteriori al Selys la confusero il più spesso colla C. virgo. Questa specie, come la seguente, risente in massimo grado l'influenza del clima; epperò si osservano due varietà ben di- 470 R. PIROTTA stinte, l’ una settentrionale, propria del Belgio, dell’ Olanda dell’ Inghilterra, della Francia settentrionale e della Prussia, l’altra meridionale (descritta come specie dal Charpentier col nome di Agrion xanthostoma) particolare alla Spagna, alla Fran- cia meridionale, alla Sicilia, alla Sardegna, alla Corsica, all’ Al- geria ed all’ Asia minore. Nell’ Italia continentale esistono le due varietà mescolate ed è quivi anzi, che si riscontrano delle forme, che stabiliscono egregiamente il passaggio dalla varietà settentrio- nale alla meridionale. Come è noto, la principale differenza fra le due consiste in ciò, che la fascia colorata delle ali si estende fino all’ apice nella meridionale, ne dista considerevolmente nella settentrionale. Ora alcuni esemplari raccolti a Torino, Pisa e Napoli ed esaminati dal Selys segnano le gradazioni, riducen- dosi sempre più lo spazio trasparente della sommità dell’ ala. La C. splendens compare di solito al principio di Maggio e perdura fino alla metà di Settembre; non è raro però osser- varne esemplari alla fine di Aprile, in Ottobre ed anche in No- vembre. Mescolata colla C. virgo frequenta le acque, dalle quali non si allontana di troppo. Alla varietà meridionale sembrami doversi ascrivere |) Agrion nicaensis del Risso (Europ. merid. |. e. p. 221). 98. OC. virgo (L.). Sin. 1758. Libellula virgo Linné, Syst. nat, Ed. X, t. I, p. 545, pr. p. 1763. » » Vandelli, Saggio, p. 147. 1766. » » Allioni, Manip. insect. taur., p. 194, pr. p. 1774. » » Ginanni, Pin. Ravenn., p. 416, pr. p. 1780. » > NLurra OSsIVIC NP: le, preps 1786. » » Petagna, Spee. insect. Cal., p. 34. 1790. Agrion » Rossi, Fauna Etrus. p. 119, pr. p. 1779-93. Libellula » Giorna, Calend. entom., p. 63. 1818. » » Scinà, Topogr. di Palermo, p. 118. 1823. Agrion » Van der Linden, Agrion. bon. p. 101, pr. p. 1823. Libellula » Maironi da Ponte, Tre Regni, p. 329. 1825. Agrion » Van der Linden, Monogr., p. 33, pr. p. 1825. » » Charpentier, Horae entom., p. 4, pr. p. 1826. Libellula » Lanfossi, Saggio, p. 204, pr. p. 1826. Agrion » Risso, Europ. mérid., p. 219, pr. p. 1838. » » Martens, Reise, p. 513. 1839. Libellula » Power, Itin, Sicil. (fide Minà). 1840. Celopterye » Selys, Monogr., p. 128, pl. 3, f. 26. 1846. Libellula » Chindieni, L’ Anapo ete., p. 26. 1847. » » Venezia e Lagune, p. 173. LIBELLULIDI ITALIANI E 1850, Calopteryc virgo Selys, Revue, p. 134. 1858. » » Minà, Escurs. entom. Madon., p. 112, 1860. » » Erra, Odon. Brix., p. 105. 1862. » » A. Costa, Nuovi studii, p. 64. 1863. Libellula » Cremona e Prov., p, 124. 1864. Calopterye » Selys, Odon. Corse, p. 36. 1865. » » Disconzi, Ent. Vic., p. 109. 1869 » » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 141. 1871. » » Mina, Nevr. Sicil., p. 20. 1873. » » Spagnolini, Com. prev., p. 3. 1873. » » Tacchetti, Neurott. Pad., p. 6. 1874. > » Spaynolini, Cont. Odon. Mod., p. 37. 1874. » » id. Odon. moden., p. 9. 1878. » » Pirotta, Libellul. Pav., p. 11. 1879. » id. Ort. Miriap. Vares., p. 12 Estens. geogr. Tutta Europa; Asia minore, Turkestan, Siberia. Loe. ital. — Torino; Pavia, Cremona, Canonica d’ Adda nel Milanese (race. P. Magretti), Varesotto, Bresciano, Bergamasco , Mantovano; Ligornetto, boschi del Ticino tra Giubiasca e Bellin- zona (race. Prof. P. Pavesi); Tirolo meridionale e Trentino; Pa- dova, Vicentino: Modenese; Bologna, Ravenna; Nizzardo; Cala- bria; Palermo, Anapo, Madonie; Sardegna (in collez. Museo Modena); Corsica. Anche di questa specie, come della precedente abbiamo due varietà, una settentrionale, l’altra meridionale, complicate però maggiormente dalle forme a tinte intermedie e dalla differenza di colorazione dovuta alle diverse età e sesso dell’ insetto. Entrambe le varietà esistono frammiste in Italia, ma la meridionale è molto più comune che non la settentrionale. La C. virgo ha costumi ed abitudini simili a quelli della C. splendens, colla quale convive; sono però noti casi di sopravvento dell’ una specie sull’ altra. Cosi |’ Ausserer nota che nel Trentino a Levico ed a Caldonazzo la virgo è assai più rara che altrove, predominando quivi a di- smisura la splendens. Si riscontra dal Maggio al Settembre; il Giorna dice d’ averla raccolta in Aprile; ma questi esemplari appartengono più probabilmente alla C. splendens. Una varietà affatto locale, che sembra sostituire il tipo nella Morea e nell’ Asia minore è quella che il Brullé descrisse come specie distinta col nome di Agrion festivum. Si è sempre creduto fosse propria delle indicate regioni; ma essa esiste anche da noi, almeno come tali io ritengo alcuni esemplari raccolti dal prof. P. Pavesi nell’ autunno del 1878 nel territorio Varesino. 472 R. PIROTTA 99. C. haemorrhoidalis (y. d. L.). Sin. 1790. Agrion virgo Rossi, Fauna Etr, p, 948, pr. p. 1825.» haemorrhoidalis Van der Linden, Monogr., p. 34. 1840. Calopterye » Selys, Monogr., p. 133. 1840. » » Ghiliani, Ins. Sicil., p. 42. 1840. Callepteryx » Hagen, Synon. p. 66. 1842. Calopterye » Rambur, Hist. Nevropt., p. 221. 1850. » » Selys, Revue, p. 141. 1860. » » id. Odon. Sicil., p. 743. 1862. » » A. Costa, Nuovi Stud., p. 64. 1864. » » Selys, Odon. Corse, p. 36. 1871. » » Minà, Nevr. Sic., p. 20. 1876.» » Brauer, Neuropt. Europ., p. 299. EStens. geogr. — Spagna, Francia meridionale, Italia. conti- nentale ed insulare; Algeria. Loc. ital. — Calabria ulteriore ; Rive del Fiume Ciane, Paternò, Catania, Madonie, Caltagirone; Sardegna; Corsica. Specie eminentemente meridionale, che come tutte le europee del suo genere, si distingue in due forme o razze, I’ una della Francia meridionale, coll’ estremità delle ali non opache, ma soltanto tinta di bruniccio, |’ altra, nella quale la sommità del- Yala del 7 è colorata come il resto, abita la Spagna, I’ Italia e l Algeria. Non è rara nell’ Italia meridionale, più comune nelle isole; si riscontra dall’ Aprile al Giugno. Pare manchi al- I Italia settentrionale; un individuo però raccolto dal prof. Pa- vesi al Laghetto di Arcisate nel Varesotto il 13 Settembre dello scorso anno, appartiene forse a questa specie per avere le tibie im parte rossicce. Gen. LESTES Leacu. 60. JI. viridis (v. d. L.). Sin. 1825. Agrion viridis Van der Linden, Monogr., p. 36. pr. p. 1850. Lestes » Selys, Revue, p. 148. pl. 4, f. 1. 1860.» » id. Odon., Sicile, p. 743. 1860.» » Erra, Odon. Brix., p. 106. 1863. » » Meyer-Diir, Zusammenst., p. 221. 1864. » » Selys, Odon. Corse, p. 36. 1865.» » Disconzi, Entom. Vie., p. 109. 1869.» » Ausserer, Nevr. Tirol. p. 123. 1871 » » Minà, Novr. Sicil., p. 21. LIBELLULIDI ITALIANI 179 1873. Lestes viridis Spagnolini, Com. prev., p. 4 1874. » » id. Contr. Odon. Moden., p. 36. 1874. » » id. Odon. Livorn., p. 41. 1874. » » id. Odon. Moden., p. 10. 1878. » » Pirotta, Libell. Pavia, p. 12. 1879. » » id. Ortott. Miriap. Vares., p. 12. listens. geog. — Europa escluse Lapponia, Finlandia, Svezia. Russia, Sardegna, Grecia; Algeria, Asia minore. Loc. ital. — Torino; Pavia, Varesotto, Colico, Bresciano ; Ca- polago nel C. Ticino (race. P. Pavesi); Rovereto , lago di Loppio, Val Cei, Civizzano nel Trentino; Vicentino; Modenese; Livor- nese; Sicilia; Corsica. Comune in tutta |’ Italia, specialmente nella meridionale; ap- pare nel Maggio e perdura fino al principio d’ Ottobre; vola sempre lungo le acque, si posa di quando in quando sopra le erbe e sugli alberi vivendo in società od anche isolata. L’ Erra raccolse nell’ Ottobre gli individui accoppiati e ne os- servo le ova, che sono sferiche, di color bianco-gialliccio e che vengono deposte qua e colà e non agglomerate, come gli fu dato constatare per le Diplax sanguinea e striolata. 61. IL. macrostigma (Eversm.). Sin. 1837. Agrion macrostiyma Eversmano, Libell. inter Wolgam ete., |. c., p- 233. 1840. Lestes Picteti Selys, Monogr., p. 138, pl. 3, f. 28 (excel. syn. L virentis Chp.) 1840. » » Ghiliani, Ins. Sic., p. 42. 1840. » » Hagen, Synon. p. 67. 1842. » macrostigma Rambur, Hist. Nevropt., p. 249. 1850. » » Selys, Revue, p. 150. 1869. » » id. Odon. Sicile, p. 743. 1871. » » Minà, Nevr. Sicil., pezzi 1876. » » Brauer, Neuropt. Europ., p. 299. Estens. geogr. — Portogallo, Francia meridionale, Italia in- sulare, Ungheria, Grecia, Russia meridionale. Loc. ital. — Sardegna; Sicilia, Madonie, Catania. L’ Italia continentale e la Corsica vanno ancora prive di que- sta specie propria alla zona più meridionale d’ Europa, essendo erronee, per confessione stessa dell’ autore, le indicazioni date dal Selys pel Piemonte e per la Romagna, avendo confusi con questa specie i maschi molto adulti della LZ. sponsa. Riscontrasi nel Giugno e nel Luglio. 174 R. PIROTTA 62. IL. nympha SeLys. Sin. 1840. Lestes nympha Selys, Monogr. p. 141 in nota, pl. 4, f. 30, 1850.» » id. Revue, p. 151, pl. 4, f. 3. 1860.» » id. Odon. Sicile, p. 744. 1869. » » Ausserer, Nevrott. Tirol., p. 123. S73 Awe » Tacchetti, Nevrott. Pad., p. 7. 1874. » » Spagnolini, Contr. Odon. Moden., p. 36 1874. » » id. Odon. Livorn., p. 41. 1874. » » id. Odon. Moden. p. 40. Listens. geogr. — Europa escluse Sardegna, Corsica, Grecia. Loc. ital. —- Merano, Bleggio, Fiave nel Tirolo meridionale: ’adova, Modenese; Pisa, Livorno; Sicilia. Questa specie, comune nell’ Europa settentrionale, è rara e quasi sporadica in Italia. Compare nel Giugno e riscontrasi fino all’ Ottobre. 65. IL. sponsa (Hansem.). Sin. 1825. Agrion sponsa Hansemann in Wiedemann’s Magazin. B. II, p. I, p. 159. 1850. Lestes » Selys, Revue, p. 154, pl. 4, f. 4. 1860. » » Erra, Odon. Brix., p. 106. 1869. » » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 124. 1873. » » Spagnolini, Comun. prev.. p. 4. 1873. » » Tacchetti, Neur. Pad., p. 6. ” Estens. geogr. — Europa escluse Spagna, Sicilia, Sardegna, Corsica, Grecia. Loc. ital. — Bresciano, alla Morta presso Verolanova; Ster- gins, Merano, Bolzano, Salorno, Taio, Rovereto, Nogaredo, Bleggio, monte Misone, Lago di Garda e d'Idro; Padova. Anche questa specie, benchè propria a tutta Europa, è meno comune nella zona meridionale. In Italia è assai più frequente al nord, frequentissima nelle Alpi del Tirolo meridionale; nessuno l'ha per anco indicata del mezzodi e delle isole. Vola dalla meta di Maggio all’ Ottobre, comparendo prima della Lestes nympha. L’ Erra raccolse parecchi esemplari maschi nei quali |’ annello giallo, che circonda alla base i segmenti addominali era inter- rotto e non continuo ed il labbro superiore aveva colore azzur- rino anzichè fosco come dice il Selys. LIBELLULIDI ITALIANI 475 64. IL. virens (Cuarp.). Sin, 1823. Agrion barbara #, Van der Linden, Agrion. bonon., p. 102 e 166. 1825. » » 3 id. Monogr., p. 35, 1825. » virens Charpentier, Horae entom., p. 8. 1840. » » id. Libell. Europ., p. 142, tab. XXXIV, f. 3, 4, 1840. Lestes barbara var. Selys, Monogr., p. 143. 1850. » virens Selys, Revue, p. 156, pl. 4, f. 2. 1860. » » id. Odon. Sicile, p. 744. 1864.» » id. Odon. Corse, p. 36. 1869.» » Ausserer, Neur. Tirol., p. 122. 1871. » » Minà, Neur. Sicil., p. 22. 19879. » » Spagnolini, Com. prev., p. 4. 1874. » » id. Contr. Odon, Moden., p. 36. 1874. » » id. Odon. Moden, p. 10. Estens. geogr. — Europa escluse Svezia, Lapponia; Algeria, Asia minore, Turkestan. Loc. ital. — Merano; Modenese; Bologna; Pisa; Sicilia; Sar- degna; Corsica. L’ Italia meridionale e le isole |’ ospitano abbondantemente : nell’ Italia superiore è rarissima e non mi consta sia stata tro- vata altrove, che a Merano. Vola sui prati e sulle siepi dalla fine della primavera al principio d’ autunno. 65. L. barbara (Fagr.). Sin. 1793. Agrion barbara Fabricius, Entom. Syst. Suppl., p. 286, n. 2, 3. 1823. » » Van der Linden, Agrion. bonon., p. 166 (9 non 2). 1825. » barbarum id. Monogr., p. 35 (2 non +). 1840. » » Charpentier, Libellulinie., p. 143, tab. XXXV, f. 3, 4. 1840. Lestes barbara Selys, Monogr., p. 142, pl. 4, f. 31. 1840. » » Ghiliani, Ins. Sicil., p. 42. 1850. » » id. Revue, p. 159, pl. 4, f. 6. 1860.» » id. Odon. Sicile, p. 744. 1862. » » A. Costa, Nuovi Studìi, p. 64. 1864.» » Selys, Odon. Corse, p. 36. 1869. » » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 122. 1871. » » Minà, Nevr. Sicil., p. 22. 1873. » » Spagnolini, Com. prev. p. 4. 1873. » » Tacchetti, Neur. Pad, p. 6. 1874. » » Spagnolini, Contr. Odon. Moden., p. 87. 1874. » » id. Odon. Livorn., p. 41, 1874. » » id. Odon. Moden., p. 10. Estens. geogr. — Europa escluse Lapponia, Svezia; Algeria, Asia minore, Turkestan. Loc. ital. — Lombardia; Salorno, Rovereto, lago di Levico, 176 R. PIROTTA Val di Cei, Trento, lago di Toblino, Chiese presso Roncone ed al Caffaro; Padova; Modenese; Bologna; Pisa, Livorno; Napoli; Calabria; Siracusa, Catania, Madonie; Sardegna; Corsica. Specie molto comune nel bacino del Mediterraneo, più rara e quasi locale nell’ Europa temperata, mancante al nord. Comune ovunque nel mezzodì d’ Italia, più rara e sporadica nel setten- trione. Compare al principio di Maggio e dura per tutta la state. Nella Sicilia esiste una varietà della L. barbara, raccoltavi dallo Zeller e studiata dall’ Hagen. Sono maschi e femmine d una piccolezza estrema, molto più gracili degli esemplari ordi- nari, essendo la testa, il torace e Il’ addome più stretti. La 2 al disotto del torace, dietro ai piedi ha da ciascun lato una macchia oblunga nera, simile a quella che si vede nella L. »/- rens. Anche altre specie, come vedremo, presentano nella Sicilia e nella Sardegna questo carattere di piccolezza. Gen. SYMPYCNA Cup. 66, 3. fusea (v. d. L.). Sin. 1823. Agrion fusca Van. der Linden, Agrion. bonon., p. 102, tab, II, f, 3. 1825. » » id. Monogr., p. 37. 1840. » phallatwm Charpentier, Libell. Europ., p. 145, tab. XXXVI. 1840. Sympecma fusca Selys, Monogr., p. 145, pl. 4, f. 32. 1840. » » Ghiliani, Ins. Sicil., p. 42. 1850. Lestes » Selys, Revue, p. 161. pl 4, f. 5. 1860. Sympycna » id. Odon. Sicile, p. 744. 1860. Lestes » Erra, Odon. Brix., p. 106. 1862. » » A. Costa, Nuovi Studii, p. 64. 1864. Sympycna » Selys, Odon. Corse, p. 36. 1865. Lestes » Disconzi, Entom. Vic., p. 109. 1869. ~ » » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 122. 1871. » » Minà, Nevr. Sicil., p. 23. 1873. Sympecma » ‘Tacchetti, Neur. Padova, p. 7. 1874. Lestes » Spagnolini, Contrib. Odon. Moden.. p. 37. 1874. » » id. Odon. Livorn., p. 41. 1874. » » id. Odon. Moden., p. 10. 1878. Sympycna » Pirotta, Libell. Pavia, p. 12. 1879. » » id. Ortett. Miriap. Varesotto, p. 12. Estens. geogr. — Europa escluse Inghilterra, Spagna; Algeria, Asia minore, Turkestan, Siberia. Loc. ital. — Torino, Pavia, Brughiere di Senago presso Milano (race. P. Magretti), Varesotto, Bresciano; Ligornetto nel C. Ti- LIBELLULIDI ITALIANI 4TT cino (race. P. Pavesi); Salorno, canale del lago di Caldaro, tovereto, Nogaredo, Merano, lago di Roschen nel Tirolo meri- dionale; Padova, Vicentino; Modenese; Bologna; Pisa, Livorno; Calabria ult.; Sicilia, Catania, Girgenti, Madonie; Sardegna; Corsica. Va ascritto fra i più comuni Libellulidi d'Italia. Vola dalla primavera fino al Novembre, frequentando tutti i luoghi anche lontani dalle acque; preferisce però i boschi umidi ed ombrosi. Il Prof. P. Pavesi nel Settembre del 1878 la in- contrò in numero strabocchevole nella Pineta del Conte Cicogna ad Arcisate presso Varese. Questa Libellula è fra le prime a mostrarsi e fra le ultime a scomparire. Anzi il Selys è d'opinione, che la S. fusca, unico fra gli Odonati, possa svernare specialmente nei paesi caldi, poichè mentre riscontrasi nelle belle giornate del tardissimo “autunno, appare già nell'Aprile ai primi tepori primaverili. Han- semann ed Schleiden fecero la stessa osservazione ed io pure lho vista verso la fine di Febbraio, spirando venti sciroccali, volare insieme alla Gonopleryx rhamni ed alla Vanessa cardui. In Italia 1 giovani individui hanno le macchie bronzine di color più vivace, le tinte chiare traenti più al giallo. Quando sono molto adulti assumono una facies particolare, poichè il pterostigma, ad eccezione delle piccole nervature, diventa quasi nero e le parti bronzine e chiare assumono pure un colore più intenso. Alcuni esemplari 7 e 9 esaminati dall’Hagen e raccolti dallo Zeller a Catania sono d’ una piccolezza estrema; rassomigliano però in tutto al tipo, se ne togli le appendici anali inferiori del 7 che sono contigue per tutta la loro lunghezza e le supe- riori della Q che sono un po’ meno ristrette alla base. Gen. PLATYCNEMIS Cup. 67. P. pennipes (Pat.). Sin. 1776. Libellula pennipes Pallas, Reise nach versch. Russ. Prov. [, p. 729. 1823. Agrion platypoda Van der Linden, Agrion bonon., p. 102, tab. IM, f. 4 1825. » » id. Monogr. Libell., p. 27. 1340. » » Selys, Monogr., p. 148, pl. 4, f. 42. 1841). » lacteum Charpentier, Libell. Europ., p. 165, tab. XLI, f. 2. 475 R. PIROTTA 1842. Platyenemis platypoda Rambur, Hist. Nevropt., p. 241. 1850. » pennipes Selys, Revue, p. 168, pl. LI 1860. » » Erra, Odon. Brix., p. 107. 1862. » platypoda A. Costa, Nuovi Studii, p. 64. 1863. » pennipes Meyer-Diir, Zusammenst., p. 221. 1864. » » Selys, Odon Corse, p. 36. 1869. » » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 124. 1871. » » Minà, Nevr. Sicil., p. 23. 1873. » » Tacchetti, Neur. Padova, p. 7. 1878. » » Pirotta, Libell. Pavia, p. 12. Estens. geogr. — Europa esclusa la Lapponia; Asia minore, Mingrelia, Turkestan. Loc. ital. — Piemonte (Mus. Torino); Pavia, Montirone, laghetti di Poncarale, Verolanova, Timolino nel Bresciano; Lago di Muz- zano nel C. Ticino; Merano, Bolzano, Rovereto, Trento, Cimone, Laghetti di Cei, Loppio, Garda, Toblino ed Idro, Caldonazzo, Le- vico, laghetto di Castelfondo, Bleggio; Padova; Bologna; Calabria ulteriore; Sicilia, Palermo; Sardegna; Corsica. Specie abbastanza comune, ma sporadica. Compare già nell’ A- prile, perdura per tutta l'estate e riscontrasi perfino nell’ Ottobre lungo le acque dei giardini , dei campi etc. Se ne distinguono due varietà, la bleu o bilineata del Selys (= Agrion corea Leach) e la bianca 0 lactea del Selys (= A. albicans Leach). Entrambe riscontransi in Italia, la seconda però è molto più rara. Sembrano dovute al dimorfismo di stagione, che si verifica per altri insetti, poichè la bianca appare già nel- l’ Aprile, la bleu soltanto dopo la metà di Giugno. 68. P. latipes Rsr. Sin, 1842. Platyenemis latipes Rambur. Hist. Nevropt., p. 242. f.13: 1859. » » Selys, Revue, p. 166, pl. 5. 1869. » » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 125. 1873. » » Tacchetti, Neur. Padova, p. 7, 1876. » » Brauer, Neuropt. Europ., p. 299. Estens. geogr. — Portogallo, Spagna, F rancia meridionale , Italia superiore, Corsica, Grecia; Asia minore. Loe. ital. — Laghi di Loppio, laghetti di Marco nel Trentino; Padova; Corsica. La difficoltà di distinguere questa dalla precedente specie , è LIBELLULIDI ITALIANI 479 causa, credo, della poca estensione geografica, che le viene as- segnata. Ricerche più minuziose la faranno al certo trovare in altre regioni del mezzodi d’ Europa, al quale pare però esclu- siva. Si credeva che l'Italia continentale non I’ albergasse; ma l’Ausserer la riscontrava benchè rara, nel Trentino ed il Tac- chetti più comune nei giardini di Padova. Trovasi dal Giugno al principio di Settembre. Gen. AGRION Farr. pr. p. 69. A. viridulum Crp. Sin. 1840. Agrion viridulum Charpentier, Libell. Europ., p. 149, t. XXXVII, fig. inf. 1842. » Bremii Rambur, Hist. Neur., p. 265, pl. 6. f. 6. 1850. » viridulum Selys, Revue, p. 175, pl. 6, f. 3. 1860. » » id. Odon. Sic., p. 7Th4. 1871. » » Minà, Nevr. Sicil., p. 24. 1876.» » Brauer, Neur. Europ., p. 300. Estens. geogr. — Slesia, Belgio, Francia, Italia contin., Sicilia, Sardegna, Turchia; Asia minore, Turkestan. Loc. ital. — Pisa, strada a S. Giuliano (Spagnolini e Ra- gazzi in litt.); Sicilia; Sardegna. Fu creduto fino ad ora che questa specie comune in Sicilia e nella Sardegna, mancasse al continente italiano. Spagnolini e Ragazzi la trovarono però non rara nei dintorni di Pisa nei mesi d’ estate e d’ autunno. 70, A, najas Hanse. Sin. 1823. Agrion najas Hansemann, in Wiedeman’s Magazin. B. Il, p. I, p. 15s. 1840. » » Selys, Monogr,. p. 151, pl. 4, f. 33. 1840.» chloridion Charpentier, Libell. Europ., p. 148. 1850. » mnajas Selys, Revue, p. 177, pl. 6, f. 3. 1869. » » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 126. 1874. » » Spagnolini, Odon. Moden., p. 11. 1874. » » id. Odon. Livorn., p. 42. 1876. » » Brauer, Neuropt. Europ., p. 300. 1878. » » Pirotta, Libell. Pavia, p. 13. Estens. geogr. — Europa centrale e settentrionale fino alla Svezia, Portogallo, Spagna, Italia continentale: Siberia. LSU R. PIROTTA Loc. ital. — Milanese, Pavia; laghetti di Marco presso Rove- reto, laghi di Toblino e di Garda; Modenese; Livorno al Vione di Coltano. È poco comune nel mezzodi, raro poi nell’ Italia superiore. tiscontrasi dal Giugno al Settembre. 71. A. minium (Harris). Sin. 1782. Libellula minius Harris, Expos. Engl. Ins., tab. XXIX, f. 1, 2. 1825. Agrion sanguinea Van der Linden, Monogr., p. 41. 1840. » » Selys, Monogr., p. 152, pl. 4, f. 34. 1850. » minium id. Revue, p. 178, pl. 6, f. 4. 1860. » » Erra, Odon. Brix., p. 107. 1863. » » Meyer-Diir, Betrachtungen, |. c., p. 139. 1863. » » id. Zusammenstellung, p. 221. 1864.» » Selys, Odon. Corse, p. 36 1865. » sanguineum Disconzi, Entom. Vic, p. 109. 1869. » minium Ausserer, Nevrott. Tirol., p. 126. 1871. » » Minà, Nevr. Sicil., p. 24. 1874. » » Spagnolini, Odon. Moden., p. 10 1876. » » Brauer, Neur. Europ., p. 300. 1878. » » Pirotta, Libell. Pavia, p. 13. Estens. geogr. — Europa temperata e meridionale. Loc. ital. — Pavia, Milanese, Bresciano; lago di Muzzano, dintorni di Lugano; laghi d'Idro, Toblino, Loppio e Garda, Bleggio, al Leno di Valle Arsa, Brenta, Levico e Salorno nel Trentino; Monte Summano nel Vicentino: Modenese; Bolo- ena; Toscana; Roma; Palermo; Corsica. Comune in alcune regioni d'Italia, raro in altre. Compare verso la fine di Aprile e vola fin nell’ Agosto. Frequenta i luoghi umidi, i fossati, le risaie, i corsi d’ acque, specialmente ove ricca è la vegetazione palustre. Lo Spagnolini ricorda, che negli esemplari raccolti dal Ra- gazzi a Modena, le linee omerali rosse e gialle del davanti del torace hanno una interruzione in modo da assumere la figura di un (!), e che nelle Q il colore del fondo è giallo ranciato e le macchie formano una larga striscia bronzata sopra tutti i segmenti addominali, più larga all’ indietro, precisamente come è descritto dal Selys per gli esemplari raccolti dal Ghiliani a Madrid. LIBELLULIDI ITALIANI 48] 72. A. tenellum (DeviLLERS). Sin. 1779. Libellula tenella De Villers, Car. Linn, Entom., t. JI, p. 15. 1779-93. » » Giorna, Cal. Eatom., p. 72. 1823. Agrion rubella Van der Linden, Agrion. bonon., p. 105, tab. IV, f. 6, 7 1825. » » id. Monogr., p. 42. 184). » » Selys, Monogr., p. 154, pl. 4, f. 35 1840. » » Ghiliani, Ins. Sicil., p. 42. 1842. » rubellum Rambur, Hist. Nevr., p. 279. 185). » tenellum Selys, Revue, p. 1S0, pl. 11, f. 4. 1860. » » id. Odon. Sicile, p. 744. 1862. » rubellum A. Costa, Nuovi Studi, p. 64. 1864. » tenellum Selys, Odon. Corse, p. 37. 1869. » » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 126. 1871. » » Mina, Nevr. Sicil., p. 24. 1873. » » Spagnolini, Com. prev.. p. 4. 1874, » » » Contr. Odon. Moden., p. 37 1874. » » » Odon. Moden., p. 11. 1876. » » Brauer, Neur. Europ., p. 300. Estens. geogr. — Inghilterra, Belgio, sud-ovest della Francia, Spagna, Svizzera, Italia continentale ed insulare, Grecia, Turchia; Algeria. Loc. ital. — Piemonte; Brughiere di Senago nel Milanese (race. P. Magretti); laghi di Loppio e Garda nel Trentino; Trieste; Modenese; Bologna; Pisa; Calabria ulteriore; Siracusa in Sicilia; Sardegna; Corsica. Questa specie prevalentemente meridionale è sparsa per tutta Italia, ma non troppo comune. Trovasi nell’ Aprile, nell’ estate e al principio d'autunno lungo 1 corsi d’ acqua e nei prati umidi. Il Pecchioli a Pisa e lo Zeller a Siracusa raccolsero una va- rietà, che abita anche il mezzodi della Francia, nella quale la 9 ha l’ addome rosso senza macchie e I’ estremità dei segmenti fi- nissimamente cerchiata di bronzino, somigliante cioè al maschio. 715. A. pumilio Cur. Sin. 1825. Agrion pumilio Charpentier, Horae entom., p. 22, t. I, f. 27. 1840. » » id. Libell. Europ., p. 154, tab. XXXIX. 1849. » » Selys, Monogr., p. 156, pl. 4, f. 36. 1850. » » id. Revue, p. 182, pl. 11, f. 3. 1860.» » Erra, Odon. Brix., p. 107. 1862. » » A. Costa, Nuovi Studii, p. 64. 1869. » » Ausserer, Neur. Tirol., p. 128. Tia E. » Minà, Neur. Sicil., p. 25. 1874. » » Spagnolini, Odon. Moden., p. 41. 1879. » » Pirotta, Ortot. Mir. Vares., p. 13. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (23 Giugno 1879). al 482 R. PIROTTA Estens. geogr. — Europa escluse Svezia, Lapponia, Sardegna, Corsica; Madera, Algeria, Asia minore, Turkestan, Siberia. Loe. ital. — Torino; Milanese, Varesotto, laghetti di Ponca- ‘ale nel Bresciano: Bolzano, Merano, Mezzotedesco, Rovereto, Val di Cei, Taio, lago di Caldaro, al Brenta, Bleggio; Livorno alla Paduletta (Spagnolini e Ragazzi in litt.); Calabria ulteriore: Pintorna nelle Madonie. Isolata e rara nell’ Italia, benchè sparsa ovanque ad eccezione della Corsica e Sardegna. Riscontrasi dal Giugno al Settembre. La varietà aurantiaca (= A. aurantiaca Selys, Monogr. p. 159) si riscontra sempre, dove esiste la forma tipica, benchè ne sia più rara e forse non è che un caso di dimorfismo di stagione. Il Selys ha osservato, che gli individui italiani sono più robusti dei settentrionali. 14. A. Genei Prev. Sin. 1840. Agrion Genei Ghiliani, Ins. Sicil, p. 42. 1942.» » Pictet in Rambur, Hist. Nevropt. p. 276. 1850. » » Selys, Revue, p. 187, pl. 7, f. 2. 1860,» » id. Oden. Sicile, p. 74%. 1864.» » id. Odun. Corse, p. 37. 1871. » » Minà, Nevr. Sicil., p. £5. 1876. » » Brauer, Neur. Europ., p. 300. Estens. geogr. — Sicilia, Sardegna, Corsica. Loc. ital. — Sicilia: Siracusa, Catania, M _donie; Sardegna; Corsica. Specie esclusiva delle tre indicate isole e che con poche altre costituisce la fauna caratteristica della porzione mediana del ba- cino del mediterraneo. Si riscontra nell’ Aprile, nel Giugno e nel principio di Luglio. Gli individui di Sardegna sono, secondo il Selys, più grandi di quelli di Sicilia; nella Corsica le $ hanno il torace colorato come il #7, fatto che non si osserva negli esemplari raccolti nelle altre due isole. TO, A. elegans vy. d. L. Sin. 1823. Agrion elegans Van der Linden, Agricn. bonen. p. 104, tab. III. fig. & (2). 18:5. » » id. Monosr., p. 40. 1826. » rufescens Risso, Rurop. mérid., p. 219. 1840 » tuberculatum Charpentier, Libell, Europ, p. 152, tab NXXVIII, f 2 LIBELLULIDI ITALIANI 483 1840. Agrion pupilla Selys, Monogr., p. 157, pl. 4, f. 37. 1840. » » Ghiliani, Ins. Sicil., p. 42. 1842. » elegans Rambur, Hist. Nevr., p. 274, pl. 7, fig. 6. 7, f. g. 185). » » Selys, Revue, p. 188, pl. 7, f. 1. 1860. » » Erra, Odon. Brix., p. 107. 1863. » » Meyer-Diir, Betracht., p. 139. 1863. » » id. Zusammenstell., p. 221. 1865. » » Disconzi, Entom. Vic. p. 109. 1869. » » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 128 1871. » » Minà, Neur. Sic., p. 26. 1873. » » Tacchetti, Neur. Padova, p. 7. 1874. » » Spagnolini, Contrib. Odon. Mod., p. 37. 1874. » » id. Odon. Livorn., p. 41. 1874. » » id. Odon. Moden., p. 11. 187s. » » Pirotta, Libell. Pavia, p. 13. 1879. » » » Ortott. Miriap. Vares., p. 13. Estens. geogr. — Europa, escluse Lapponia, Portogallo, Spa- gna, Corsica; Asia minore, Siberia, Turkestan. Loe. ital. — Torino; Pavia, Milanese, Varesotto, Bresciano ; Capolago (race. P. Pavesi), Lago di Muzzano nel C. Ticino; Bol- zano, Merano, rive paludose dell’ Adige, Rovereto, Civezzano, Laghi di Garda, Idro, Toblino, Caldonazzo e Castelfondo; Pa- dova, Vicentino; Modenese; Bologna; Nizzardo; Pisa (Spagno- lini e Ragazzi in litt.), Livorno; Catania; Sardegna. Comune in tutta Italia dall’ Aprile al principio d’ Ottobre lungo gli stagni e sui prati in società con altre specie, più spesso coll’ A. puella. Vola placidamente ed a brevi tratti traspor- tandosi da un’ erba all’ altra. Gli individui del mezzodi sono sempre piccolissimi, talora delle dimensioni dell’ A. pumilio ed in essi di solito le due striscie omerali bleu del davanti del torace sono ridotte a sottili linee. Negli esemplari poi di Sardegna e di Toscana i due punti bleu della parte posteriore della testa oltrecchè più piccoli sono anche triangolari e non rotondi. 76. A. pulehellum vy. d. L. Sin. 1825. Agrion pulchellum Van der Linden, Monogr., p. 38. 1840. » pulchella Selys, Monogr., p. 161, pl. 4. f. 33. 1840. » interruptum Charpentier, Libell. europ., p. 156, tab. XL. 1842. » pulchellum Rambur, Hist. Nevropt., p. 270. pl. 7, f. 1, a. 1850. » » Selys, Revue, p. 197, pl. 3, f. 5. pl. 8, f. 1. 1864. » » Selys, Odon. Corse, p. 37. 1865. » » Disconzi, Eotom. Vic. p. 109. 1269.» » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 128. 484 R. PIROTTA Estens. geogr. — Europa escluse Lapponia, Spagna e Por- togallo; Algeria, Asia minore, Mingrelia, Turkestan. Loc. ital. Tirolo meridionale e Trentino; Vicentino; Bologna, Sardegna; Corsica. Non è conosciuta finora che di parte dell’ Italia settentrionale e delle isole. È però molto probabile che essa esista in tutta la penisola. Riscontrasi dal Maggio all’ Agosto, ma non è mai co- mune. Van der Linden descrisse una varietà 9 , in cui il piccolo an- nello bleu dei segmenti addominali si dilata sul 3.9 4.9 5.0 6.0 segmento in una macchia basale bifida, che ne occupa più del terzo. Un’ altra varietà 9 raccolse il Rambur in Corsica, nella quale le macchie dorsali del 3.° 4.9 5.° segmento addominale sono delle stesse dimensioni di quelle dell'A. puella, e non occu- pano che il quarto posteriore. 7. A. puella (L). Sin. 1758. Libellula puella Linné, Syst. nat. ed. X. I, p. 546, pr. p. 1766 » » Allioni, Manip. insect. taur. p. 194. 1763. » » Vandelli, Saggio, p. 147. 1774. » » Ginanni, Pin. Ravenn., p. 416. 1779-93. » » Gorna, Calend. Entom., p. 29, pr. p. 1780, » » Turra, Ins. Vic., p. 12. pr. p. 1736. » » Petagna, Spec. ins. Cal., n. 174. 1790. Agrion » Rossi, Fauna Etrusc. II, p. 120, pr. p. 1823. » » Van der Linden, Agrion. bonon, p. 104, pr. p. 1825. » » id. Monogr., p. 39. 1826. Libellula » Linfossi, Saggio, p. 204. pr. p. 1826. Agrion » Risso, Europ. mérid.. p. 219. 1838. » » Martens, Reise, p. 513. 184). » » Selys, Monogr., p. 163, pl. 4, f. 39. 1840. » » Ghiliani, Ins. Sicil., p. 42. 1840. » furcatum Charpentier, Libell. europ., p. 158, tah. XL. 1842. » » Rambur, Hist. Nevr., p. 271, pl. 7, f. 2, d. 1847. » puella Venezia e Lagune, p. 173. 1850. » » Selys, Revue, p. 200. pl. 11, f. 2. 1858. » » Minà, Escurs. Madonie, p. 112. 1860. » » rra, Odon. Brix., p. 108. 1860. » » — Selys, Odon. Sicile, p. 744 1862. » » A. Costa, Nuovi Studii, p. 64. 1863. » » Meyer-Diir, Zusammenst. p. 221, 1864, » » Selys, Odon, Corse, p. 37 1865 » » Disconzi, Entom. Vic. p 109 1869. » » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 130. 1871. » » Mina, Nevr. Sicil , p. 26. 1873. » » Spaznolini, Com. prev., p. 4. 1873. » » Tacchetti, Nevrott. Padova, p. 7. 1874 » » Spagnolini, Odon, Moden., p. 1). 1878. » » Pirotta, Libell. Pavia, p., 13 LIBELLULIDI ITALIANI L8o Estens. geogr. Tutta Europa esclusa la Grecia; Algeria. Loc. ital. — Piemonte; Pavia, Milanese, Colico, Bresciano, Mantova; Tirolo meridionale e Trentino; Padova, Venezia, Vi- centino; Modenese; Bologna, Ravenna; Nizzardo; Toscana; Ca- labria ulteriore; Sicilia, Siracusa, Catania, Madonie; Sardegna; Corsica. Va fra le specie più comuni del genere. Vive lungo le acque e specialmente nei luoghi umidi e ricchi di acque stagnanti. Si trova fin nell’ Aprile, abbondante nell’ estate e al principio d'autunno; il Tacchetti ne trovò un —& alla fine d’ Ottobre. La maggior parte degli autori italiani, che sì servirono dei libri del Linné e del Fabricius nella determinazione delle Libel- lule, confusero certamente colla A. puella altre specie, che fu- rono distinte più tardi coi nomi di A. minium, A. elegans, A. pulchellum ete. Quando mi fu possibile ho corrette le confusioni prodottesi; nel caso contrario mi sono limitato a darne I’ indi- cazione. 18. A. ornatum Hever. Sin. 1850. Agrion ornatum Heyer in Selys, Revue, p. 203, pl. 8, f. 2. 1869. » » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 131. Estens. geogr. — Germania, Polonia, Trentino, Dalmazia, Ungheria, Grecia. Loc. ital. — Laghi di Garda e Loppio, laghetti di Marco nel Trentino. Per |’ Italia è finora esclusivo del Trentino dove lo rinveniva l’ Ausserer. Riscontrasi nel Luglio, ma è molto raro. 79. A. ecyathigerum Crp. Sin. 1840. Agrion cyathigerum Charpentier, Libell. Europ., p. 163, tab. XLII, f. 1. 1842. » hastulatum Rambur, Hist. Neur., p. 273, pl. 7, f. 3, e. 1850. » cyuthigerum Selys, Revue, p. 205, pl. 19, f. 2. 1863. » » Meyer-Diir, Zusammenst., p. 221. 1869. » » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 127. 1874: » » Spagnolini, Contrib. Odon., Mod., p. 37 1874. » » id. Odon. Moden., p. 11. 1876. » » 3rauer, Neur. Europ., p. 300. 1879. » » Pirotta, Ort. Miriap. Vares., p. 13 186 R. PIROTTA Estens. geogr. — Europa escluse Lapponia, Corsica. Loc. ital. — Tirolo meridionale e Trentino; Varesotto; Lu- gano; Modenese; Sardegna. Secondo il Selys ed il Brauer, questa specie sparsa ma loca- cale non esisterebbe nell’ Italia continentale e sarebbe esclusiva, quanto alla fauna italiana, dell’ isola di Sardegna. Ma le ri- cerche posteriori dimostrarono, che essa abita, quantunque sia rara, parecchie regioni dell’ Italia superiore. Riscontrasi alla fine d' Aprile, nel Luglio, nell’ Agosto e nel Settembre. 80. A. hastulatum Cur. Sin. 1825. Agrion hastulatum Charpentier, Horae entom., p. 20, tab. 1, f. 25, 26. 1850. » » Selys, Revue, p. 209, pl. 11, f. 1. 1860.» » Erra, Odon. Brix., p. 108. 1869. » » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 129. 1873. » » Tacchetti, Neur. Padova, p. 7. Estens. geogr. — Svezia, Belgio, Olanda, Germania, Polonia, Francia?, Italia continentale, Stiria; Siberia, Asia minore. Loc. tal. — Lago di Clusone nel Bresciano; rive paludose dell’ Adige, laghi di Levico, Piné, Caldonazzo, Loppio, Garda, laghetti di Cei, Marco, di Costa presso Pergine, rive del Chiese presso Roncone, Bolzano; Padova; fossi lungo l’ Ugione in Pa- duletta a Livorno (Spagnol. Ragaz. in litt.). Anche questa specie manca al Catalogo di quelle Italiane del Selys e non è indicata che del Tirolo meridionale dal Brauer. Essa abita il nord ed il centro d' Italia, rara nel Bresciano e nel Padovano, assai comune nel Trentino, meno nella Toscana. Vola dal Maggio al Settembre. SI. A. lunulatum Cur. Sin. 1840, Agrion lunulatum Charpentier, Libel]. Europ., p. 162, tab. XLI, f. 1. 1850: » » Selys, Revue, p. 212, pl. 10, f. 1. 1869. » » Ausserer, Nevr. Tirol., p. 127. Estens. geog. — Belgio, Germania, Slesia, Polonia, Svizzera, Trentino; Siberia, Amour, Kamschatka. LIBELLULIDI ITALIANI 187 Loc. ital. — Rovereto, Val Cei, Mezzo-lombardo, lago di Toblino nel Trentino. Specie dell’ Europa centrale e settentrionale; si spinge in Italia per la valle dell’ Adige. Pare non si trovi altrove. Riscontrasi da noi nel Luglio e nell’ Agosto. 52. A. seitulum Rer. Sin. 1842. Agrion scitulum Rambur, Host. Nevropt., p. 266. pl. 6, f. 4, d. 1850. » » Selys, Revue, p. 215, pl. 9, f. 1. 1260. » » id. Odon. Sicile, p. 744. 1841. » » Minà, Nevr. Sicil., p. 26. 1876. » » Brauer, Neur. Europ., p. 300. Estens. geoy. — Francia meridionale, Italia continentale, Si- cilia, Sardegna, Candia, Turchia; Algeria. Loc. ital. — Pisa; Livorno, fossi lungo |’ Ugione (Spagnolini e Ragazzi in litt.); Catania, Siracusa; Sardegna. Specie tra le caratteristiche della regione mediterranea. Il Bra- uer non la dà della terraferma italiana, benchè già ne la in- dicasse il Selys. Parecchie varietà interessanti menziona il Selys, come prese in Italia. In un maschio assai piccolo della Sicilia la coda della macchia a V del 2.° annello addominale è molto ingrossata come nel tipo dell’ A. coerulescens a cui il seétulum somiglia moltissimo. In un'altra varietà presa a Pisa dal Pecchioli, la macchia stessa, essendo priva dei rami, assomiglia affatto a quella dell’ A. cya- thigerum, formando un T a testa ingrossata, arrotondata ed a coda finissima, la quale tocca il margine posteriore che è cer- chiato di bronzino come d' ordinario. Da Pisa e dalla Sardegna ricevette il Selys esemplari grandi quanto il cyathigerumy da Pisa stessa e dalla Sicilia altri piccoli come il pumilio. Fra essi però non esiste alcuna differenza, se ne togli il pterostigma, il quale nei piccoli individui, pur conservando la sua forma quadrilatera, è inferiormente piu corto della cellula che sor- monta. {88 R. PIROTTA È 85. A, coerulescens Foxsc. Sin. 1839. Agrion coerulescens et pulchella excl. syn. Fonscolombe, Annal. Soc. entom. Franc., t. VII, p. 561, pl. 14, f. 3. 1842. » aquisertanum Rambur, Hist. Nevropt., p. 267. 1850. » coerulescens Selys. Revue, p. 218, pl. 9, f. 2. 1860. » » id. Odon. Sicile, p. 744. 17005 » Minà, Nevr. Sicil., p. 27. 1876. » » Brauer, Neur. Europ., p. 309. Estens. geogr. — Spagna, Francia meridionale, Sicilia , Sar- degna. Loc. ital. — Sardegna; Catania, Siracusa, Madonie. D > Manca a tutta la penisola italiana e delle isole non I alberga la Corsica. Rambur e Selys fanno rimarcare che gli individui di Sardegna sono più grandi di quelli di Francia. 84, A. mercuriale Heyrr. Sin. 1840. Agrion mercuriale Heyer in Charpentier, Libell. Europ., p. 159, tab. XLII, f. 2. 1878. » » Ragazzi in Bull. Soc. entom. ital. A. X. Rendic. adun., p. 23. Estens. geogr. — Inghilterra, Belgio, Baviera, Portogallo, Spagna, Francia meridionale Svizzera, Italia superiore. Loc. ital. — Valle di S. Anna sulle rive del Panaro nel Mo- denese. E la prima volta che questa bella specie viene indicata del- Y Italia. Il Dr. Ragazzi ne trovò pochi esemplari nella prima- vera del 1877. Lo stesso fa notare la grande variabilità che offrono in questa specie le macchie del torace e dell’ addome. 55, A. Lindenii Setys. Sin. 1840. Agrion Lindenii Selys, Monogr., p. 167, pl. 2, f. 41 1850.» » id. Revue, p. 225, pl. 10, f. 3. 1860.» » id. Catalog. Odon. Sicile, p. 744. 1860. » » Erra, Odon. Brix., p. 108. S71...» » Mina, Nevr. Sicil., p. 27. 1874. » » Spagnolini, Odon. Livorn., p. 41. 1876. » » Brauer, Neur. Europ., p. 300. 1878. » » Pirotta. Libell. Pavia, p. 14 1879. » » id. Ort, Mir. Vares., p. 13. LIBELLULIDI ITALIANI 189 Estens. geogr. — Belgio, Spagna, Francia meridionale, Italia continentale, Sicilia, Dalmazia; Algeria, Asia minore. Loc. ital. — Pavia, Varesotto, alla Morta presso Verolanova nel Bresciano; Capolago nel C. Ticino (race. P. Pavesi); Laghi di Loppio e d' Idro nel Trentino; Pisa, Livorno alla Paduletta (Spagnol. Ragazz. in litt.); Girgenti, Siracusa. Quantunque il Selys I’ indicasse di Pisa, pure il Brauer non la dà fra le specie del centro d'Italia. Riscontrasi nell’ estate (Luglio, Agosto, Settembre). L’ Erra trovò più comune del tipo una varietà nella quale |’ 8.° segmento addominale è bronzino al disopra eccetto il quarto posteriore che è azzurro e limitato da una lineetta trasversale bronzina alla quale mette capo la linea longitudinale. PRODROMUS ORNITHOLOGIAE PAPUASIAE ET MOLUCCARUM AUCTORE J Homa PALVADORIO VII. PASSERES. HIRUNDINIDAE -— MUSCICAPIDAE Fam. HIRUNDINIDAE (!). In Papuasia et Moluccis tres tantummodo vivunt Hirundini- darum species, neque ulla est horum prorsus propria locorum; duo enim in Indica quoque regione, tertia vero etiam in Nova Hollandia inveniuntur. Specimina a Beccario, D’Albertisio Bruijnique venatoribus col- lecta quindecim omnino sunt. 1. Hirundo gutiuralis, Scop., Del. Flor. et Faun. Insubr. Il, p. 96, n. 115 (1786) (ex Sonnerat). Hab. in India (Jerdon); Ceylon (Jerdon); Ins. Andamanis (Walden); Burmah; Tenasserim; Malacca (Blyth); Penang (Walden); Sina (Swinhoe); Japonia (Schlegel); Ins. Philippinis (Sornerat); Borneo (Mottley, Doria et Bee- cari); Sumatra (Walden); Java (Bernstein); Celebes (IValden); Ins. Sanghir (Bruijn); Tifore (Bruijn); Halmahera (Wallace, Bruijn); Bateian (Wal lace); Morty (Walden); Amboina (Beccari); Nova Guinea, Andai (Bruzjn); Ins. Aru (Beccari); ? ad littora borealia Novae Hollandiae (Gould) (?). Specim. 8. () Nescio quo jure Lagenoplastem arielem (Gould) inter Aves Aruanas G. R Grayum (Hand-List, I, p. 70, sp. 818) memoravisse. (2) Hirundo fretensis, Gould, Handb. B. Austr. I, p. 110 (1865). PRODR. ORNITHOLOG. PAPUASIAE ET MOLUCCARUM 191 2. Hirundo javanica, Sparrm., Mus. Carls. t. 100 (1789). Hab. in India (Jerdon); Ceylon (Jerdon, Holdsworth); Malacca (Moore); Penang (Cantor); Java (Sparrman, Jerdon); Borneo (Mottley, Doria et Beccari); Labuan (Mottley et Dillwyn); Lombock (Wallace); Timor (Wal- lace); Celebes (Wallace); Ternate (Bernstein, Mus. Lugd.); Morty (Bern- stein, M. L.); Batcian (Bernstein); Buru (Hoedt); Amboina (Hoedt); Mata- bello (von Rosenberg, M. L.); Ins. Kei (von Rosenberg M. L.); Salvatti (von Rosenberg); Nova Guinea, Dorey (Quoy et Gaimard (9, S. Miiller, Wallace): Sorong (D'Albertis); Jobi (Bruja): Ins. Aru (G. R. Gray, Finsch); Ins. Yule (D’Albertis) . ; È : - . È : ‘ Specim. 5. 5. Hylochelidon nigricans (Vieill.), Nouv. Dict. XIV, p. 528 (1817). Hab. in Nova Hollandia (Viéetllot, Gould); Ins. Aru (Wallace); Nova Guinea (Wallace), Dourga (Mus. Lugd.); Sorong (D'Albertis); Ins. Kei (Beccari); Timor (Lesson, Wallace); Flores (Wallace) : Specim. 2. Fam. MUSCICAPIDAE. Papuasia et Moluccae insulae 106 Muscicapidarum species alunt; rerum autem naturalium investigatores, quos antea memoravi 584 specimina collegerunt ad species 77 pertinentia, quarum 1 Sclaterus (*) 18 ipse descripsi; species alias novas 7 in Museo Lugdunensi et in Museo Turatiano inveni (8). (1) Hirundo frontalis, Q. et G., Voy. Astrol. Zool. I, p. 204, pl. 12, f. 1 (1830). (2) Monarcha frater, Sclat. (D’Albertis). (3) 1. Monarcha diadematus, Salvad. (Mus. Lugd.), 2 » bernsteini, Salvad. (id.). dI » pileatus, Salvaa. (id.). 4 » axillaris, Salvad. (Beccari, Bruijn). De » aruensis, Salvad. (Beccari). 6. Rhipidura saturata, Salvad. (Mus. Lugd.). 7 (8 » leucothora’, Salvad. (D’Albertis). : » obiensis, Salvad. (Mus. Lugd.). 9. » vidua, Salvad. et Tur. (Mus. Turati). 10. » albolimbata, Salvad. (D’Albertis). do » rufa, Salvad. (Bruijn). 12. Megalestes albonotatus, Salvad. (Bruijn). 13. Monachella saxicolina, Salvad. (D’Alvertis). 14. Poecilodryas bimaculata (Salvad.) (D’Alvertis). 15. » cyana (Salvad.) (D’ Albertis). 16. » leucops (Salvad.) (Beccari, Bruijn). £92 T. SALVADORI Muscicapidarum familia in universo orbe antiquo vivit; sed ge- nera Peltops, Arses, Megalestes, Monachella, Aethomyias, Cheno- rhamphus, Clytomyias et Todopsis in Papuasia tantummodo inve- niuntur; genera Monarcha, Myiagra, Sauloprocta et Malurus in maxima quoque reliquae Australianae regionis parte, genera Poecilodryas, Microeca in Papuasia et in Nova Hollandia, et genera Rhipidura et Gerygone tere in universa regione Australiana et Indica vivunt. Denique genera Butalis et Hrythrosterna, quae in regionibus Palaeartica, Aethiopica et Indica vivunt, primum in Moluccis et Papuasia, alterum in Moluccis tantum, occurrunt. 1. Peltops blainvillei (Less. et Garn.), Feruss. Bull. Sc. Nat. XI; p. ‘002 (1827). Hab. in Nova Guinea, Dorei (Garnot et Lesson, Wallace), Sorong (D’Albertis), Ramoi (Beccari), Mariati (Beccari), Warmon (Bruijn), Arfak (Bruijn), Putat (D'Albertis), Profi (Beccari), Naiabui (N. G. mer.) (D’ A/- bertis), ad Flumen Fly (D’ Aldertis); Misol (von Rosenberg); Salvatti (von Rosenberg); ? Waigiou (Mus. Brit.) . 3 : : Specim. 30. 2. Monarcha rubiensis (Meyer), Sitz. k. Ak. Wiss. Wien, LXIX, p. 494 (1874) (1). Hab. in Nova Guinea, Rubi (Meyer), Andai (D'Albertis, Bruijn), Lobo (S. Miller, Mus. Lugd.) : : ; 4 È : 3 Specim. 2. 3. Monarcha inornatus (Garn.), Voy. Cog. Zool. Atlas, pl. 16, f. 2 (1826); I, 2, p. 591 (1828). Hab. in Nova Guinea, Dorei (Garnot, Bruijn), Mansinam (Beccari); Sorong (D'Albertis); Mafor (Beccar?); Ins. Echiquier (Hartlaub); Ins. Ad- miralitatis (Challenger); Ins. Ducis York (Brown); Misol (Mus. Brit.) ; Ins. Aru (Wallace); Ins. Kei (Mus. Brit., Beccari); Tijor (von Rosenberg) ; 17. Microeca laeta, Salvad. (Beccari). 18. Gerygone notata, Salvad. (Beccari). 19. » hypoxantha, Salvad. (Mus. Lugd.). 20. » poliocephala, Salvad. (Bruijn). DI » arfakiana, Salvad. (Beccari, Bruijn). 22. » cinerea, Salvad. (Beccari). 23. » ruficollis, Salvad. (Beccari). 24. » rufescens, Salvad. (Beccari). 25. » trochiloides (Salvad.) \Percari). (1) Monarcha mentalis, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. V!, v. 310 (1874). PRODR. ORNITHOLOG. PAPUASIAE ET MOLUCCARUM 493 Banda (Challenger); Goram (Mus. Brit.); Amboina (Beccari); Ternate (Wallace, Beccari); Halmahera (//nsch); Batcian (Finsch); Tifore (Bruijn); Ins. Sulla (Wallace); ? Celebes (Briiggeman) . = È Specim. 23. 4. Monarcha melanopsis (Vieill.), Nouv. Dict. d’Hist. Nat. XXI, p. 450 (1818). Hab. in Nova Hollandia (Swainson, Gould); ? Timor (7emminck); Ins. Yule (D’A/%ertis); in Nova Guinea meridionali, Naiabui (D'Albertis), Port Moresby (Stone), ad Flumen Fly (D'Albertis) . : : Specim. 9. 5. Monarcha frater, Sclater, P. Z. S. 1873, p. 691. Hab. in Nova Guinea, Arfak (D'Albertis, Beccari, Bruijn). Specim. 8. 6. Monarcha diadematus, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. XII, p. 321, sp. 3 (1878). Hab, in Ins. Obi (Bernstein, Bruijn) . : : : Specim. 1. 7. Monarcha bimaculatus, G. R. Gr., P. Z. S. 1860, p. 352. Hab. in Bateian (Wallace); Halmahera (Wallace, Bruijn, Beccari); Morty (Wallace) . : : ; : : È : : Specim. 4. 8. Monarcha bernsieini, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. XII, p. 322, sp. 4 (1878) (9). Hab. in Salvatti (Bernstein) . x . ‘ - : Specim. 0. 9. Monarcha nigrimentum, G. R. Gr., P. Z. S. 1860, p. 352. Hab. in Amboina (Wallace, Beccari); Goram (von Rosenberg); Mata- bello (von Rosenberg). ; : 7 ? . ; 3 Specim. 3. 10. Monarcha melanopterus, G. R. Gr., P. Z. S. 1858, p. 178. Hab. in Ins. Ludovicianis (Macgillivray); ? Nova Guinea, prope flumen Goldie (Ramsay) . : È : i, : ] Specim. 0. 11. Monarcha guttulatus (Garn.) (*), Voy. Coq. Zool. I, 2, p. 591, pl. 16, f. 2 (1826-1828). Hab. in Nova Guinea, Dorei (Garnot), Andai (Meyer, D'Albertis), Mum, Passim (Meyer), Wa Samson (Beccari), Mariati (Bruijn): Batanta (1) Muscicapa guttula, Garn. 494 T. SALVADORI (Beccari); Waigiou (Wallace, Beccari); Koftiao (Beccari); Nova Guinea meridionali, ad Flumen Fly (D’Albertis), prope sinum Hall (D'Albertis), Momile (Stone); Ins. Aru (Wallace (*), Beccari) : è Specim. 52. 12. Monarcha morotensis (Sharpe), Cat. B. IV, p. 423 (1879) (?). Hab. in Ins. Morty (Wallace) . i : È . Specim. 0. 13. Monarcha leucotis, Gould, P. Z. S. 1850, p. 201. Hab. in Nova Hollandia, ad Caput York (Maegillivray); in Ins. Dunk (Macgillivray); in Ins. Ludovicianis (Macgillivray) — . È Specim. 0. 14. Monarcha pileatus, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. XII, p. 322, sp. 5 (1878). Hab. in Halmahera, prope Weda (Mus. Lugd.) . : Specim. 0. 15. Monarcha veriicalis, Sclat., P. Z. S. 1878, p. 99, pl. 19, fie. 1. ©) Hab. in Ins. Ducis York (Brown). 7 : - : Specim. 0. 16. Monarcha infelix, Sclat., P. Z. S. 1877, p. Hab. in Ins. Admiralitatis (Challenger) . : : 5 Specim. 0. 17. Monarcha loricatus, Wall, P. Z. S. 1863, p. 19, 29, pl. 5G. Hab. in Buru (Wallace, Bruijn). ; : ; : Specim. 1. 18. Monarcha leucurus, G. R. Gr., P. Z. S. 1858, p. 178. Hab. in Ins. Kei (Wallace, Beccari) : - : Specim. 6. 19. Monarcha dichrous, G. R. Gr., P. Z. S. 1859, p. 156 (*). Hab. in Nova Guinea, Dorei (Wallace), Andai (D'Albertis), Hatam (D'Albertis), Amberbaki (Laglaize), Monte Epa (N. G. mer.) (D’Albertis). Specim. 4. (1) Monarcha griscogularis, G. R. Gray, P. Z. S. 1858, p. 177 (juvenis). (2) Non vidi, sed suspicor typum hujns speciei a Sharpeo descriptum avem esse adultam M. bimaculati. (3) Muscicapa menadensis, Q. & G., Voy. Astrol. p. 176, pl. 3, f. 3 (1830) (Ce- lebes! errore). PRODR. ORNITHOLOG. PAPUASIAR ET MOLUCCARUM 195 20. Monarcha axillaris, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VII, p. 921, sp. 17 (1875). Hab. in Nova Guinea (Monte Arfak) (Beccari, Bruijn). Specim. 3. 21. Monarcha chalybaeocephalus (Garn.), Voy. Coq. Zool. Atlas, pl. 15, f. 1 (9) (1826); I, 2, p. 589 (1828), fab, in Nova Hibernia (Garnot, Lesson); Ins. Ludovicianis (G. R. Gray); Nova Guinea, Dorei (Garnot), Passim, Waweji, Inviorage, Rubi, Nappan, Andai (Meyer), Wairoro, Dorei-Hum , Wa Samson, Ramoi (Beccari), Sorong (D’Albertis), ad Flumen Fly (D'Albertis), Naiabui (D Albertis) ; Ins. Yule (D’Albertis); Mafoor (Meyer); Misori (Meyer, Beccari); Jobi (Meyer ? Beccari); Waigiou (Wallace, Beccari): Batanta (Beccari); Salvatti (Beccari > Bruijn); Koffiao (Beccari); Misol (Wallace); Batcian (Wallace); Ternate (Wallace, Beccari); Halmahera (Finsch, G. R. Gray, Meyer, Beccari, Bruijn); Tidore (Bruija) . è À : ; . Specim. 94. 22. ? Monarcha nitidus (Gould), B. Austr. IL, pl. 88 (1848) (1). Hah. in Nova Hollandia, ad Caput York (Gould); in Ins. Aru (Wal- lace, von Rosenberg, Beccari) 3 : : 7 ; : Specim. 1. 23. Monarcha brehmi, Rosenb. — Schleg., Ned. Tijdschr. Dierk. HV, p. 14}(1872) (2). Hab. in Misori (von Rosenberg, Beccari) 3 2 a Specim, 1. \ J. } 24. Monarcha kordensis, Meyer, Sitz. k. Ak. Wiss. Wien LXIX, p. 202 (1874). Hab. in Misori (Meyer, Beccari) . È È 2 . Specim. 8. 25. Monarcha chrysomelas (Less.), Voy. Coq. Zool. I, p. 344 (1826). Hab. in Nova Hibernia (Lesson, Brown): Nova Hanovera (Huesker). Specim. 0). (') M. CHALYBAEOCEPHALO simillimus, sed rostro subtiliore et colore castaneo dorsi summi feminae infuscato, distinguendus. (?) M. PREHNMI 44 M. INFELICEM ef M. VERTICALEM provime accedit, sed fla- vicars. 496 'T. SALVADORI 26. Monarcha melanonotus, Sclat., P. Z. S. 1877, p. 100 (!). Hab. in Nova Guinea septentrionali-occidentali, Lobo (S. Miller), Nap- pan, Passim, Putat (Meyer), Dorei (Bruijn), Andai (Bruijn), Mansema (Bruijn), Dorei-Hum (Beccari), Wa Samson (Beccari); Sorong (Bruijn); Salvatti (von Rosenberg, Beccari); Waigiou (Wallace, Beccari); Misol (Wallace, Hoedt) : : : 5 : ; ; : Specim. 22. 27. Monarcha aruensis, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VI, p. 309 (1874). Hab. in Ins. Aru (Beccari, Wallace) et in Nova Guinea meridionali, ad Flumen Fly (D’Albertis) ; ; ‘ A è : Specim 18. 28. Arses batantae, Sharpe, Notes from the Leyden Museum, p. 20 (1878) (2). Hab. in Waigiou (Beccari, Bruijn); Batanta (Beccari, Bruijn); ? Misol ( Wallace) : ; ; 3 : x . : ; ? Specim. 8. 29. Arses telescophthalma (Garn.), Voy. Coq. Zool. I, Di p. 593, pl. 18, f. 1 (1826-1828). Hab. in Nova Guinea septentrionali-occidentali, Dorei (Garnot, Bruijn), Andai (D'Albertis, Bruijn), Mansema (Beccari, Bruijn), Profi (Bruijn) , Warbusi (Beccari), Dorei-Hum (Receare), Ramoi (D’Albvertis), Mariati (Bruijn), ? Lobo (S. Miiller) ; - : : ' ; Specim. 23. 30. Arses aruensis, Sharpe, Notes from the Leyden Museum, pi 21187300). Hab. in Ins. Aru (Wallace, Beccari); Nova Guinea meridionali, Monte Epa (D’Albertis), prope sinum Hall (D'Albertis), Naiabui (D’Albertis) , ad Flumen Fly (D'Albertis) . : È - : È 1 Specim. 26. 31. Arses insularis (Meyer), Sitz. k. Ak. Wiss. Wien, LXIX, p. 395 (1874). Hab. in Jobi, Ansus (Meyer, Beccari), Surui (Beccari); in Nova Guinea prope sinum Humboldti (Challenger) . : : : 5 Specim. 2. (1) MONARCHA MELANONOTUS ad M. ARUENSEM prorime accedit, sed mas coloris flavi laetioris causa paullum diversus, femina a M. ARUENSIS /emina ob co- lores obscuriores magis diversa. (2) Major quam A. TELESCOPHTHALMA, et rostro latiore; femina rufescentior, colore rufo colli antici pallidiore et inferius sensim evanescente. (3) Minor quam A. TELESCOPHTHALMA; femina superne brunneo-rufa, obscu- rior; collare rufo magis conspicuo. PRODR. ORNITHOLOG. PAPUASIAE ET MOLUCCARUM 497 32. Sauloprocia melaleuca (Q. & G.) ('), Voy. Astrol. Zool. I. p. 180, pl. 4, f. 4 (1830). Hab. in Nova Hibernia (Quoy et Gaimard); Ins. Salomonis (Selater) ; Nova Britannia (Sc/ater); Nova Guinea universa (Wallace, Meyer, Beccari, D'Albertis); Misori (Meyer, Beccari); Waigiou, Salvatti, Misol (Wallace) ; Ins. Aru (Wallace, Beccari); Batcian, Ternate, Halmahera (Wallace); Amboina (Wallace, Beccari); Ceram (Finsch); Buru (Wallace); Nova Hol- landia (Vigors et Horsfield, Gould); Timor (Maugé); ? Celebes (I inseh), Specim. 17. 33. Rhipidura fumosa, Schleg., Ned. Tijdschr. Dierk. IV, p. 42 HISTID)C(*). Hab, in Jobi (von Rosenberg) Specim. 0. 34. Rhipidura threnothorax, S. Mill, Verh. Land- en Volkenk. p. 185 (1839-1844). Hab. in Nova Guinea, Lobo (S. Miller), Dorei (Bruija), Andai, Pas- sim (Meyer); Salvatti (Wallace in Mus. Brit.) . Specim. 2. 35.? Rhipidura ambusta, Ramsay, Pr. Linn. Soc. N. S. W. III, D. 2/0, n. 73 (1879). Hab. in Nova Guinea meridionali-orientali (Ramsay) (*). Spec. 0. 36. Rhipidura saturata, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. XII, p. 323, sp. 6 (1878) (1). Hab. in Salvatti (Mus. Lugd.) Specim. 0. 57. Rhipidura maculipectus, G. R. Gr., P. Z. S. 1858, p. 176. Hab. in Ins. Aru (Wallace, Beccari); in Ins. Yule (D’Albertis); in Nova Guinea meridionali (D'Albertis), Warbusi (Beccari), Dorei-Hum (Beccari): Sorong (D'Albertis); Salvatti (Brujin, Laglaize); Batanta (Beccari). Specim. 11. (1) Muscicapa tricolor, Vieill., N. D. XXI, p. 490 (1818) certe speciem hanc designat, sed ejusdem nomen falsum est. (2) Species incerta; typus R. fumosae, Schleg. ex Sharpei sententia (Cat. B. IV, p. 325) est avis juvenis A. threnothoracis, S. Mill. (3) Species non satis cognita, forsan a R. threnothorace, Mill. non diversa. (©) Species incerta; typus R. saturatae, Salvad. ex Sharpei sententia (Cat. B. 1V, p. 326) est avis juvenis R. maculipectoris, Gray. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (7 Luglio 1879). 32 498 T. SALVADORI 38. Rhipidura leucothorax, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VI, p. 311 (1874). Hab. in Nova Guinea, Hatam (D'Albertis), Mariati (Bruzjn), prope Sinum Hall (D'Albertis), Naiabui (D'Albertis), ad Flumen Fly (D'Albertis). Specim. 9. 39. Rhipidura obiensis, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VII. p. 987, sp. 4 (1875). Hab. in Obi majore (Bruijn, Bernstein) (*). 2 2 Specim. 1. 40. Rhipidura vidua, Salvad. et Tur., Ann. Mus. Civ. Gen. VT, p. 313 (nota) (1874). Hab. in Koffiao seu Poppa (Mus. Turati, Beccari, Bruijn) Specim. 5. 41. Rhipidura kordensis, Meyer, Sitz. k. Ak. Wiss. Wien, LXIX, p. 201 (1874). Hab. in Misori (Meyer, Beccari). ; > : E Specim. 2 12. Rhipidura setosa (Q. & G.), Voy. Astrol. I, p. 181, pl. 4. f. 4 (1830). Hab. in Nova Hibernia (Quoy et Gaimard); Ins. Ducis York (Brown); Nova Guinea, prope sinum Hall, in Monte Epa, Naiabui, ad Flumen Fly (D'Albertis), Lobo, Utanata (S. Miller), Kulokadi (D'Albertis), Rubi, Nappan, Inviorage, Passim (Meyer), Dorei (Beccari), Mansema, Profi (Beccari); Norong (D'Albertis); Jobi (Meyer, Beccari, Bruijn); Miosnom (von Rosenberg); Waigiou (Wallace); Gagie (Bernstein, Mus. Lugd.): Guebeh (Bernstein, Mus. Lugd.); Misol (Wallace, Hoedt). Specim. 29. 43. Rhipidura assimilis, G. R. Gr., P. Z. S. 1858, p. 176. Ha). in Ins, Kei (Wallace, Beccari); Matabello (Wallace). Specim. 5. 44. Rhipidura cinerea, Wall., P. Z. S. 1865, p. 477. Hab. in Ceram (Wallace) 3 : ? i i ) Specim. 0. 45. Rhipidura bouruensis, Wall., P. Z. S. 1863, p. 19, 29. (4) Mulla hujus speciei specimina in Museo Lugdunensi, a Bernsteino col- lecta, vidi. PRODR. ORNITHOLOG. PAPUASIAE ET MOLUCCARUM 499 Hab. in Buru (Wallace) . È È , : , 4 Specim. 0. 46. Rhipidura hyperyihra, G. R. Gr., P. Z. S. 1858, p. 176 (). Hab. in Ins. Aru (Wallace); in Nova Guinea, ad Flumen Goldie (Broad- bent) (*), prope Lobo (S. Miller), in Montibus Arfak (D'Albertis), prope Rubi (Meyer) : : : ; : : : Specim, ©. 47. Rhipidura albolimbata, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VI. p. 512 (1874). Hab, in Nova Guinea, Montibus Arfak (D’A/bertis, Beccari) Specim. 4. ~ 48. Rhipidura semirubra, Sclat., P. Z. S. 1877. p. 552, n. 1. Hab. in Ins. Admiralitatis (Challenger) . È 4 : Specim. 0). 49. Rhipidura rufifrons (Lath.), Ind. Orn. Suppl. p. 50 (1802). Hab, in Nova Hollandia (Latham, Gould); in Ins. Freti Torresi (1)’ Al- bertis); in Nova Guinea ad Flumen Fly (D'Albertis) . È Specim. 2. 50. Rhipidura torrida, Wall., P. Z. S. 1865, p. 477, pl. 28 (*). Hah, in Ternate (Wallace, Beccari) : ? o i Specim, 2. 51. Rhipidura squamata, S. Mill., Verh. Land- en Volkenk. p. 184 (1839-1844). Hab. in Banda (S. Miller, Challenger); in Salvatti (Wallace); in Wai- giou (Bruijn) (4). a : - ; 2 : - : Specim. 4. 52. Rhipidura rufidorsa, Meyer, Sitz. k. Ak. Wiss. Wien, LXX, p. 200 (1874). Hab, in Nova Guinea, Rubi (Meyer); Jobi, Ansus (Meyer, Bruijn). Specim. 1. (4) Specimina Aruensia omnino cum speciminibus Novae Guineae RA. rufi- ventris, Mull. (nec Vieill.) Verh. Land- en Volkenk. p. 185 (= R. muller, Meyer, Sitzb. k. Ak. Wien, LXIX, p. 502) conveniunt. (2) Rhipidura castaneothorax, Ramsay, Pr. Linn. Soc. N.S. W. III, p. 270 (1879) mihi videtur a R. hyperythra, Gray, non diversa. (3) Species R. rufifronti (Lath.) simillima, sed sane diversa. (+) Rhipidura griseicauda, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VII, p. 924, sp. 20 (1875). 500 T. SALVADORI 53. Rhipidura rufa, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VII, p. 923, sp. 19 (1875). Hab. in Nova Guinea, Arfak (Bruijn). ; : 2 Specim, 1. 54. Rhipidura brachyrhyncha, Schleg., Ned. Tijdsch. Dierk. IV, pi 42 (EST: Hab. in Nova Guinea (von Rosenberg), Montibus Arfak (Meyer, Beccari, Bruijn), ? Andai (D’Albertis) (?). : 5 ; : : Specim. 14. 55. Myiagra plumbea, Vig. et Horsf., Trans. Linn. Soc. XV, p. 254 (1826) (8). Hab. in Nova Hollandia (Gould); in Nova Guinea meridionali, prope Sinum Hall (D’Aldertis), ad Flumen Fly (D’Aldertis), prope Flumen La- loki (Stone); in Ins. Yule (D'Albertis) - 5 ; : Specim. 5. 56. Myiagra galeata, G. R. Gray, P. Z. S. 1860, p. 352. Hab. in Bateian (Wallace); Ternate (Beccari, Bruijn); Halmahera (Meyer); Morty (Wallace); Buru (Wallace, Bruijn); Ceram (Wallace); Amboina (Mus. Lugd., Beccari) . 3 : 2 È . Specim. 14. 57. Myiagra goramensis. Sharpe, Cat. B. IV, p. 386 (1875) (4). Hab. in Goram (Wallace) 7 5 3 : A i Specim. 0. 58. Myiagra ruficollis (Vieill.), Nouv. Dict. XXVII, p. 18 (1818) (°). Hab. in Nova Hollandia septentrionali (Gould); Ins. Pole freti Torresi (D’ Albertis); Ins. Jarru (D'Albertis); in Nova Guinea meridionali ad Flu- men Laloki (Stone); in Ins. Aru (Wallace) . : : È Specim. 1. DY. Myiagra modesta, G. R. Gr., Cat. B. Trop. Isl. p. 18 (1859) (6). (1) Rhipidura atra, Salvad., 1. c. p. 922, sp. 18 (1875) (9). (2) Rhipidura fuscescens, Cab. et Rchw., J. f. O. 1877, p, 319, est avis insulae Vavao, minime sinus Segaar, et certe a R. nebulosa, Peale, non diversa. (3) Myiagra concinna, Gould, apud Salvad. et D'Alb., Aun. Mus. Civ, Gen, VII, p. 819, sp. 36 (1875). (+) Speciem hance non vidi. (5) Myiagra latirostris, Gould, P. Z. $. 1840, p. 12. (6) Species non satis cognita. PRODR. ORNITHOLOG. PAPUASIAE ET MOLUCCARUM 501 Hab, in Nova Hibernia (G, R. Gray) . 7 . ; Specim. 0. 60. Myiagra atra, Meyer, Sitz. k. Ak. Wiss. Wien, LXIX, p. 498 (1874). Hab. in Mafoor (Meyer, Beccari); Pulo-Manin (Mafor) (Beccari); in Mi- sori (Meyer) . > i - : : È ) è ; Specim. 7. 61. Muscicapa griseo-sticta (Swinh.), Ibis, 1861, p. 330. Hab, in Sina (Swinhoe); Ins. Philippinis (Bonaparte, Everett); Formosa (Swinhoe); Morty (Wallace); Halmahera, Batcian (Finsch): Tidore (Bruijn); Amboina (Finseh, Beccari); Ceram (Wallace); Nova Guinea, Andai (Bruijn); Celebes (Finseh) . é < > - : : Specim. 5. 62. Erythrosterna luteola (Pallas), Zoogr. Rosso-As. I, p. 470 (1811). Hab. in Sibiria (Pallas, Middendorf, Radde, Schrenk); Sina (Swinhoe, David); Japonia (Temminck); Borneo (Doria et Beccari); Malacca (Blyth); Sumatra (S. Miller); Java (Mus. Lugd.); Ternate (Beccari). Specim. 1. 63. Megalestes albonotatus, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VII, p. 770, sp. 66 (1875). Hab. in Nova Guinea, Monte Arfak (Bruijn, Beccari), Karons (Laglaize). Specim. 6, 64. Monachella saxicolina, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VI, p. 83 (1874) (1). Hab. in Nova Guinea, Peuinsula septentrionali (Schlegel), Montibus Arfak (D’Albertis, Beccari, Bruijn), Karons (Laglaize), Lobo (S. Miller). ad Flumen Fly (D'Albertis) . : 3 , 2 : ‘ Specim. 8. 65. Eopsaltria pulverulenta (S. Mill.). — (Bp.), Consp. I, p. 358 (1850). Hab. in Nova Guinea meridionali, ad Flumen Utanata (S. Miller), prope sinum Hall (D'Albertis); in Ins. Aru (von Rosenberg); in Nova Hol- landia septentrionali, ad caput York (Gould) (2). . ; Specim 9. (1) Muscicapa mulleriana, Schleg. (nec Musc. Milleri, Temm.), Ned. Tijdschr. Dierk. IV, p. 40 (1871). — ? Microeca albofrontata, Ramsay, Pr. Linn, Soc. N.S W. III, p. 304 (1879). (3) Eopsaltria leucura, Gould, Ann. and Mag. Nat. Hist (4), 1V, p. 108 (1869). 502 T. SALVADORI 66. Poecilodryas bimaculata (Salvad.), Ann. Mus. Civ. Gen. VI, p. 84 (1874). Hab. in Nova Guinea, Putat (D’Albertis), Profi (Beccari), Karons (Laglaize) Specim. 4. 67. Poecilodryas hypoleuca (G. R. Gr.), P. Z. S. 1859, p. 155. Hab. in Nova Guinea, Dorei (Wallace), Passim (Meyer), Rubi (Meyer), Warbusi (Bruijn), Mambriok (Bruzjn), Mansema (Bruijn), Dorei-Hum (Bee- cart), Ramoi (Beccari), Lobo (S. Miller, in Mus, Lugd.); Misol (Wallace, in Mus. Brit.); Waigiou (Wallace, in Mus. Brit.) Specim. 6. 68. Poecilodryas brachyura (Sclat.), P. Z. S. 1873, p. 491, pl. 53. Hab. in Nova Guinea, Andai (D'Albertis, Bruijn), Mansema (Brudjn): Jobi (Meyer (1), Beccari) Specim. T. 69.? Poecilodryas cinerea, Sharpe, Notes from the Leyden Mu- seum, I. n. 7, p. co (1878) (). Hab. in Nova Guinea, Montibus Arfak (Bruiéji) Specim. 0, 70. Poecilodryas cyana (Salvad.), Ann. Mus. Civ. Gen. VI, p. 84 (1874) (3). Hab. in Nova Guinea, Montibus Arfak (D’Albertis, Beccari, Bruijn) Specim. 11. 71. Poecilodryas placens (Ramsay), Pr. Linn. Soc. N. S. W. Il, p. 2200 isso): Hab. in Nova Guinea meridionali, ad Flumen Goldie (roadbent). Specim. 0. 72. Poecilodryas leucops (Salvad.), Ann. Mus. Civ. Gen. VII, p. 921, sp. 16 (1875). Hab. in Nova Guinea, Montibus Arfak (Beccari, Bruijn), Karons (La- glaize) nera : ; - - ; : ] : Specim. 5. (1) Amaurodryas albotaeniata, Meyer, Sitz. k. Ak. Wiss. Wien, LXIX, p. 498 (1874). (2) Species incerta, quae mihi videtur ab Lopsaltria pulverulenta Mull.) non diversa. Species generis Fopsaltriae a Sharpeo in tomo IV Catalogi Avium omnino ommissae sunt. (8) Species haec in Sharpei Catalogo desideratur. (*) Poecilodryas flavicincta, Sharpe, Ann. and Mag. N. H. April 1879. PRODR. ORNITHOLOG. PAPUASIAE ET MOLUCCARUM 203 75. Poecilodryas papuana (Meyer), Mitth. k. Zool. Mus. Dresd. I, p. 9 (1875) (1). Hab. in Nova Guinea, Montibus Arfak (Meyer, Beccari, Bru/jn). Specim. 8. 74. Microeca flavovirescens, G. R. Gr., P. Z. S. 1858, p. 178. Hab. in Ins. Aru (Wallace, Beccari); Nova Guinea, Lobo (S. Miller), Hatam (D’ A/bertis), Andai (Bruijn), Wa Samson (Beccari); Batanta (Bruijn); Waigiou, Misol (Wallace); Jobi (Beccari) . : Specim. 12. 75. Microeca flavigaster, Gould, B. of Austr. II, pl. 94 (1848). Hab. in Nova Hollandia (Gould); Nova Guinea meridionali, prope si- num Hall (D’Albertis) . ‘ : : : 3 - : Specim. 3, 76. Microeca laeta, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. XII, p. 323, sp. 7 (1878) (°). Hab. in Nova Guinea, prope Wandammen (Beccari) . Specim. 1. 77. Gerygone rubra (Sharpe), Notes from the Leyden Museum. 1, n° 9, p..29 (1878). Hab, in Nova Guinea (Montibus Arfakianis) (Mus. Lugd.). Spec. 0. 78. Gerygone palpebrosa, Wall., P. Z. S. 1865, p. 475 (juv.) (5). Hab. in Ins. Aru (Wallace, von Rosenberg); in Nova Guinea (Montibus Arfak) (Beccari) . : : : ‘ : : ° : Specim. 2. 79. Gerygone personata, Gould, P. Z. S. 1866, p. 217. Hab. in Nova Hollandia septentrionali-orientali (Gould); in Nova Guinea meridionali (D’ Albertis) : i è 2 : > : Specim. 1. SO. Gerygone chrysogaster, G. R. Gr., P. Z. S. 1858, p. 174. (!) Leucophantes hypoxanthus, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VII, p. 920, sp. 15 (1875). (3) Microeca laeta, Salvad., quae minime cum WM. flavigastra, Gould, confuu- denda esl (Sharpe, Cat. B. IV, p. 126), differt a M. flavigastra statura minore, notaeo virescentiore, gastraeo flavo laetiore, rostro laliore, supracaudalibus rufescentibus. (3) Gerygone melanothoraz, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VII, p. 956 (1875) (ad.). 504 T. SALVADORI Hab, in Ins. Aru (Wallace, Beccari); in Nova Guinea, ad ripas fluminis Fly (D'Albertis), prope sinum Hall (D'Albertis); ? in Ins. Jobi (Beccari (*). Specim. 9. 81. Gerygone inconspicua, Ramsay, Pr. Linn. Soc. N. S. W. SII, p. 116 (1878) (2). Hab. in Nova Guinea meridionali-orientali, ad Flumen Laloki (Morton). Specim. 0. 82. Gerygone neglecta, Wall., P. Z. S. 1865, p. 475 (partim). Hab. in Waigiou (Wallace). . : : : : , Specim. 0, 83. Gerygone notata, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. XII, p. 344, sp. 30 (1878). Hab. in Nova Guinea, ad ripas fluminis Wa Samson (Beccar:); Misc (Wallace) (5) . ; : 4 È È ; A 4 È Specim. 1. 84. Gerygone cinerascens, Sharpe, Journ. Pr. Linn. Soc. Zool. XIII, p. 494, sp. 40 (1878). Hab. in Nova Guinea meridionali-orientali (Stone); in Nova Hollandia, ad Caput York (Mus. Brit.) 5 î : : . ‘ Specim. 0. 85. Gerygone hypoxantha, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. XII. p. slo, sp. 31 (1878). Hab. in Misori (Sock) (von Rosenberg) . ; - : Specim, 0. 86. Gerygone conspicillata (G. R. Gr.), P. Z. S. 1859, p. 156 (4). Hab. in Nova Guinea (Dore, Wallace, Beccari), Mansinam (Bruijn), Warbusi (Beccari), Passim, Rubi (Meyer); in Jobi (Meyer, Beccari). Specim. 8. 87. Gerygone brunneipectus (Sharpe), Notes from the Leyden Museum, I, n.° 9, p. 29, sp. 5 (1878) (deser. nulla) (3). (1) Specimina insulae Jobi ob colorem flavum abdominis magis antrorsum extensum diversa, forsan ad speciem aliam pertinent. (2) G. inconspicua, Ramsay, cum G. chrysogastra comparanda est. (3) Gerygone neglecta (partim), Wall., P. Z. S. 1865, p. 475. (4) Gerygone affinis, Meyer, Sitzb. k. Ak. Wien, LXX, p. 117 (1874). (5) Gerygone magnirostris, Salvad. (nec Gould), Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 25 (1876). Gerygone G. CONSPICILLATAE (Gray) simillima, sed pectore et lateribus fulvo- rufescentibus diversa. PRODR. ORNITHOLOG. PAPUASIAE ET MOLUCCARUM 505 Hab. in Ins. Aru (Mus. Lugd., Sharpe); in Nova Guinea meridionali, ad ripas fluminum Katau et Fly (D’A/dertis), prope Naiabui (D'Albertis); ?in Nova Hollandia septentrionali (Mus. Godman) (’). : Specim. 8. = — p. _ i p. — — p. p- SS. Gerygone poliocephala, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen, VII, 960, sp. 46 (1875). Hab, in Nova Guinea (Montibus Arfakianis) (Bruijn). Specim. 1. 89. Gerygone maforensis, Meyer, Sitzb. k. Ak. Wien, LXX, . 119 (1874). Hab. in Mafor (Meyer) . : È ° . 3 Specim. 0. 90. Gerygone arfakiana, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VII, 960, sp. 45 (1875). Hah. in Nova Guinea (Montibus Arfakianis) (Beccari, Bruijn). Specim. 2. 91. Gerygone cinerea, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VII, . 958, sp. 43 (1875). Hab, in Nova Guinea (Montibus Arfakianis) (Beccari) . Specim. 2. 92. Gerygone ruficollis, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VII, 959, sp. 44 (1875). Hab. in Nova Guinea (Montibus Arfakianis) (Beccari) . Specim, 1. 93. Gerygone? rufescens, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VII. yg ; . 961, sp. 47 (1875). Hab. in Nova Guinea (Montibus Arfakianis) (Beccari) . Specim, 2. 94. Gerygone ? trochiloides (Salvad.), Ann. Mus. Civ. Gen. VIL, 961, sp. 48 (1875). Hab. in Misori (Beccari) . 7 , È ; > 2 Specim, 4. 95. Aethomyias spilodera (Gray), P. Z. S. 1859, p. 155. Hab. in Nova Guinea, prope Dorey (Wallace, Mus. Lugd.). Specim. 0. (') Forsan specimina Musei Godman non in Nova Hollandia, sed in insulis Aru collecta fuerunt, 506 T. SALVADORI 96. Machaerorhynchus xanthogenys, G. R. Gr., P. Z. S. 1858, p- LT6: Hab. in Ins. Aru (Wallace, von Rosenberg, Beccari); in Nova Guinea meridionali, ad ripas fluminis Fly (D'Albertis) . : : Specim. 4. 97. Machaerorhynchus albifrons, G. R. Gr., P. Z. S. 1861, pi 426 ipl. 49,00% Hab. in Waigiou (Wallace); Mysol (Wallace); Salvatti; Nova Guinea, prope Sorong et Lobo (Mus. Lugd., Schlegel) et in Montibus Arfak (Bruijn, Beccari) Specim. 2. 98. Machaerorhynchus nigripectus, Schleg., Ned. Tijdschr. Dierk. IV, p. 43 (1871). Hab. in Nova Guinea septentrionali-occidentali (Schlegel), Montibus Arfak (D'Albertis, Bruijn, Beccari) . > : : : Specim. 30, 99. Chenorhamphus grayi (Wall.), P. Z. S. 1862, p. 166 (). Hab. in Nova Guinea, prope Sorong (Wallace), Wa Samson (Beccari): Amberpon (Oustalet); Salvatti (Bernstein). È ò î Specim. 1. 100. Clytomyias insignis, Sharpe, Notes from the Leyden Mu- Seu Al 10 LO SON N Hab. in Nova Guinea, Montibus Arfakianis (Mus. Lugd.) Specim. 0. 101. Todopsis cyanocephala (Quoy et Gaim.), Voy. Astrol. 1, pi 227, plot (2 1850): Hab. in Nova Guinea septentrionali-occidentali, Dorei (Quoy et Gaimard, Wallace, von Rosenberg, Meyer, Bruijn), Andai (Meyer, Bruijn), Mambriok (Bruijn), Amberbaki (Laglaize), Dorei-Hum (Beccari), Ramoi (D’ Albertis): Salvatti (Beccari) . 1 ; | : ‘ | : : Specim. ©. 102. Todopsis bonapartei, G. R. Gr., P. Z. S. 1859, p. 156. (*) Chenoramphus grayi et species sequentes forsan ad familiam Wuscicapi- damun non pertinent. Synonymia Ch. grayi, a Sharpeo (Cat. B. IV, p. 284) allata, corrigenda est; Malurus (minime Todopsis) serycyaneus, Rosenb. (Nat. Tijdschr. Ned. Ind. XXV, p. 231, 1863) non ad Ch. grayi (Wall.) pertinet, sed ad 7. cyanocephalam (Q. et G.) (Conf. Rosenb., Reis. naar zuidoostereil. p. 40) (2) Species mihi non satis cognita. PRODR. ORNITHOLOG. PAPUASIAE ET MOLUCCARUM 507 Hab. in Ins. Aru (Wallace, Beccari); in Nova Guinea meridionali-orien- tali, ad ripas fluminis Fly (D'Albertis), prope Naiabui (D'Albertis) et Momile (Stone). È . ; : i ì : ; Specim, 25. 103. Todopsis mysorensis, Meyer, Sitzb. k. Ak. Wien, LXIX, p. 74, 79 (1874) (1). Hab. in Misori (Meyer, Beccari). : 5 2 . Specim. 9. 104. Todopsis wallacei, G. R. Gr., P. Z. S. 1861, p. 429, 434; pl 43; f. 2. Hab. in Misol (Wallace); in Nova Guinea, Sorong (Bruzja), Montibus Arfakianis (Brujn), ad ripas fluminis Fly (D'Albertis) . Specim. 2. 105. ? Todopsis coronata, Gould, B. of New Guin. pt. VIII, pl. 11, fig. med. (1878) (?). Hab. in Ins. Aru (Mus. Gould, von Rosenberg). = Specim. 0. 106. Malurus albo-scapuiatus, Meyer, Sitzb. k. Ak. Wien, LXIX, p. 496 (1874). Hab. in Nova Guinea, Montibus Arfak (Meyer, D’Albertis, Bruijn). prope Naiabui (D'Albertis), prope Port Moresby (Stone). Specim, 15. Scripsi Augustae Taurinorum, die trigesima Maji 1879. Additamenta ad Muscicapidarum lamilian. Species sex sequentes, quae Muscicapidarum numerum ad 112 nugent, recentissime a Ramsayo descriptae sunt: 107. Monarcha barbatus, Ramsay, Pr. Linn. Soc. N. S. W. II (January 1879). Hab. in ins. Salomonis, Gaudalcana (Cockerell) . : Specim, |. (1) Species haec vix a 7. bonapartei (G. R. Gr.) differt. (3) Species dubia, forsan a 7. wallacei revera non diversa. 508 T. SALVADORI 108. Monarcha rufocastaneus, Ramsay, Pr. Linn. Soc. N. S. W. II (January 1879). Hab. in ins. Salomonis, Gaudalcana (Cockerell) . ; Specim. 0. 109. Sauloprocta cockerelli, Ramsay, Pr. Linn. Soc. N. S. W. HI (January 1879). Hab. in ins. Salomonis, Gaudalcana (Cockerell) . - Specim. 0. dpi 110. Rhipidura rufofronta (!), Ramsay, Pr. Linn. Soc. N. W. III (January 1879). Hab, in ins. Salomonis, Gaudaleana (Cockerell) — . : Specim. 0. 111. Myiagra ferrocyana (!), Ramsay, Pr. Linn. Soc. N. S. W. II (January 1879). Hab. in ins. Salomonis, Gaudaleana (Cockerell) . A Specim. 0. 112. Myiagra pallida, Ramsay, Pr. Linn. Soc. N. S. W. IH (January 1879). Hab. in ins. Salomonis, Gaudaleana (Cockerell) . 3 Specim. 0. LA BALAENA MACLEAYIUS DEL MUSEO DI PARIGI (MACLEAYIUS AUSTRALIENSIS Gray = B. AUSTRALIS DesmouLIns) DESCRITTA DAL J." FRANCESCO fsasco PROFESSORE DI ZOOLOGIA E ANATOMIA COMPARATA NELLA R. UNIVERSITÀ DI GENOVA Cenni storici sull’ origine, sull’ incertezza e sulla scomparsa della BALAENA MACLEAYIUS (Gray). Il 22 Novembre 1864 il Conservatore delle collezioni zoologiche del Museo Britannico, J. E. Gray, leggeva alla Società Zoolo- gica di Londra (!) la sua prima memoria intorno a questa ba- lena dei mari australi. Egli aveva ricevuto dal signor Krefft, Direttore del Museo di Sydney (New South Wales) parecchie fotografie di alcune ossa di cetacei, tra cui quella di una re- gione cervicale completa di balena, vista di fronte e vista obli- quamente di profilo. Le fotografie trassero in errore il Gray il quale, credendo che I’ atlante fosse libero, separato dalle altre vertebre cervicali, fu indotto a creare — provvisoriamente — per la sinostosi cervicale del Museo di Sydney il genere Ma- cleayius, rammentando con questo nome i due distinti naturalisti inglesi Macleay, padre e figlio. (1) Proceedings of the Scientific Meetings of the Zoological Society of London, 1864, pag. 587. 510 F. GASCO Nel 1866, pubblicando la seconda edizione del Catalogue of Seals and Whales in the British Museum, il Gray dapprima ri- descrive e riproduce le figure fotografiche del Macleaytus austra- liensis del Museo australiano, ma poi, nel capitolo Additions and Corrections dello stesso Catalogo, dichiara francamente d’ aver male interpretato fotografie e lettera del sig. Krefft e che, di conseguenza, cadeva la sezione da lui creata delle balene aventi l’atlante indipendente, separato al tutto dalle rimanenti vertebre cervicali, poichè anche nella sinostosi cervicale di Sydney I’ atlante era saldato colle successive cervicali. Il Gray però insisteva nell’ affermare che la regione cervicale di Sydney pei suoi caratteri distinguevasi da quella di qualsiasi balena conosciuta e che quindi spettava ad una nuova forma di vera balena. Nel 1868 l’ eminente cetologo belga, P. J. Van Beneden, in una sua memoria dal titolo: Les haleines et leur distribution geographi- que (1) non fece il menomo cenno del Macleayius australiensis. Il Gray, appena ebbe conoscenza della memoria precedente del Van Beneden, s’ affrettò a pubblicare una nota critica inti- tolata: On the geographical distribution of the Balaenidae or Right Whales (7). Egli fa in essa notare che alle 5 specie di vere ba- lene ammesse dal Van Beneden bisogna aggiungerne 5 altre tra cui la Baluena marginata e la Balaena australiensis senza punto valersi per quest’ ultima del nome Mac/eayius. Ma in una altra sua pubblicazione, che vide la luce nello stesso anno (*), il Gray ripristina il genere Macleayius cui assegna per unico carattere (e qui il Gray andava grandemente errato) il processo superiore dell’ atlante largo e troncato. Al modo di vedere del cetologo britannico non sottoscrisse il Prot. Van Beneden che nel 1869, nel dar termine alla descrizione delle specie del genere Balaena (4), così si esprimeva riguardo (!) Bull. Ac. roy. de Belgique, 2.me série, t. XXV, n. 1, 1868. (*) Annals and Magazine of Natural History. Fourth series, vol. I, p. 242, 1868. (3) Synopsis of the Species of Whales and Dolphins in the Collections of the British Museum, with 37 plates. London 1868. (*) Ostéographie des Cétacés vivants et fossiles, pag. 115. BALAENA MACLEAYIUS 511 al nuovo genere ammesso dal naturalista britannico: « Quant » au genre Macleayius il repose sur une erreur commise, on » ne sait trop comment, par la photographie d'une région cer- » vicale envoyée par M. Kreftt, de Sydney. Nous ne voyons » pas de motif de ne pas rapporter cette région cervicale a la » Balaena antipodarum en attendant que l’on ait des renseigne- » ments précis sur ses caractéres distinctifs ». Il giudizio pronunziato dal cetologo belga non andava certo a sangue al Conservatore del Museo Britannico che, nel Settembre del 1870, nelle Observations on the Whales described in the « Ostéo- graphie des Cétacés of MM. Van Beneden and Gervais (1) » os- serva che gli autori non diedero 1 piu importanti caratteri per poter distinguere di colpo una specie di balena dall’ altra: che essi non tennero abbastanza presenti i caratteri dei fanoni: che ingiustamente ridussero tutti 1 misticeti a tre soli generi. Il Gray inoltre difende i suoi tre generi Hunterius, Neobalaena, Macleay- ius e sostiene che né la sua Balaena britannica, nè la B. ci- sarctica di Cope debbonsi fondere colla Balaena biscayensis di Eschrieht. E in un'altra nota pubblicata due mesi dopo (*), com- pila una lista di tutte le specie di cetacei e le dispone geogra- ficamente. In questo elenco il Gray ammette nientemeno che 11 e più specie di vere balene. Alla requisitoria del cetologo inglese il Van Beneden rispose che non mutava quanto nell’ Ostéographie des Cétacés aveva reso di pubblica ragione (*). Ed il Gray, di rimando, dava alle stampe nell’ anno seguente un altro lavoro (4) nel quale conservò, tra gli altri, il suo genere Macleayius, cui fece anzi appartenere due specie: luna, il M. australiensis, per la sinostosi cervicale di Sydney; l’altra, il M. britannicus, per la regione cervicale dra- gata nel 1860 presso Lyme Regis (Dorsetshire) e che oggi figura nel Museo Britannico. (4) Ann. a. Mag. N. H. 4 series, vol. VI, pag. 193. (3) Ann. a. Mag. N. H. 4 series, vol. VI, pag. 387. (3) Bull. Ac. roy. de Belgique, XXX, 1870, p. 380. (4) Supplement to the Catalogue of Seals and Whales in the British Mu- seum. London, 1871. 512 F. GASCO Pareva che la causa Macleayius dovesse risolversi colla vittoria del Gray. In fatto nel 1872 il D." Von Haast inviava in Inghilterra uno scheletro molto bello d’ una balena adolescente (*), raccolto sulla costa di Canterbury nella Nuova Zelanda. Il Gray tosto lo esaminò, lo studiò ed in parte lo descrisse ed illustrò, facendolo appartenere al genere ed alla specie da lui creata sin dal 1864, cioè al Mucleayius australiensis e dichiarando che pei caratteri della massa formata dalle vertebre cervicali e per la forma della scapola il M. australiensis molto distinguevasi tanto dalla Balaena australis del Capo di Buona Speranza, quanto dalla Balaena antipodum, la quale rinviensi parimente nei mari e lungo le coste della Nuova Zelanda (?). Anche il Museo d’ Anatomia comparata di Parigi riceveva pochi anni dopo, cioè nel 1877, un secondo scheletro di Ma- cleayius australiensis proveniente dalla Nuova Zelanda ed inviato dal Prof. Hutton di Dunedin. Esso è però meno completo di quello che figura nelle gallerie del grandioso Museo Britannico. L’ illustre Direttore, Paul Gervais, tanto imaspettatamente rapito alla scienza, aveva la ferma intenzione di studiarlo e descriverlo; ma poi, assorbito da svariatissime occupazioni, egli si limitò a (*) L’illustre Direttore del R. Collegio dei Chirurghi di Londra, W. H. Flower, in una sua pregevolissima pubblicazione « Notes on the Skeletons of Whales in the principal Musewns of Holland and Belgium. Proc. of the Zool. Soc. of London. Nov., 8, 1864» chiamò l’attenzione dei naturalisti sulla grande importanza che hanno pei cetacei le modificazioni che seguono nelle ossa nei diversi periodi della loro vita, nell’ intento di poter stabilire colla maggior possibile esattezza l’età relativa dell’ individuo che si esamina. Dietro mol- teplici ricerche il Prof. flower distinse tre fasì o stati nel loro accresci- mento: 1.° lo stato molto giovane e giovane; 2.° lo stato adolescente; 3.° lo stato adulto. i La fase dell’ adolescenza è caratterizzata, secondo il Prof. Flower, dall’ u- nione delle due epifisi dell’omero e dell’epifisi superiore dell’ulna e del radio; dall’ unione di quelle del corpo delle prime vertebre cervicali, delle ultime caudali e dalla separazione delle rimanenti epifisi della colonna vertebrale. I processi trasversi poi delle cervicali, per quanto incompleti, hanno in gran parte già raggiunto la forma caratteristica dell’ adulto. Gli adolescenti si riproducono. (*) Notice of the Skeleton of the New-Zealand Riyht Whale (Macleayius au- straliensis) and other Whales, and other New-Zealand marine Mammalia. Proc. Z. S. for the year 1873, p. 129. Questa memoria vide pure in gran parte la luce nelle Transactions and Proceedings of the New-Zealand Institute. Vol. VI, Wellington 1878. Il VI volume fu pubblicato nel giugno 1874. 2! BALAENA MACLEAYIUS 515 farne un breve cenno dichiarando però a sua volta che « ce genre (Macleayius) est a supprimer, par ce qu'il n’était justifié par aucun ton caractere », ed illustrandone la regione cervicale e la cassa timpanica affinchè si potessero istituire utili confronti colle cor- rispondenti parti delle altre specie del genere Balaena ('). Avendo avuto l’ occasione, pochi mesi dopo la pubblicazione della memoria sulla balena di Taranto (?), di passare alcune settimane in Parigi, è superfluo il rammentare con quanta sol- lecitudine visitassi le gallerie del Museo d’ Anatomia comparata del Jardin des Plantes. La collezione cetologica, che in esso og- gidi figura, è davvero imponente e rivaleggia colla bellissima del Museo Zoologico di Copenaghen. Appena mi vide, il Prof. P. Gervais volle gentilmente ac- compagnarmi in un’ ampia sala, di recentissima costruzione , del suo laboratorio per farmi conoscere lo scheletro del Macleay- ius australiensis, che si stava montando. Tostochè mi trovai di fronte a questa balena della Nuova Zelanda, che è un individuo adolescente ed ha press’ a poco la lunghezza della Balaena biscayensis catturata in Taranto, non potei trattenermi dall’osservare che a prima giunta pareva proprio la sorella della B. biscayensis, oggidì preziosissimo ornamento del R. Gabinetto d’ Anatomia comparata dell’ Università di Napoli. Vuolsi qui tosto rammentare che nell’anno precedente (1877) il Prof. G. Capellini aveva anche esaminato il Macleayius di Parigi e che era stato egualmente colpito dalla rassomiglianza che esso aveva colla balena di Taranto, ciò che fece di pubblica ragione in una sua breve nota inserita nel Rendiconto dell’ Ac- cademia delle Scienze dell’ Istituto di Bologna. Il Direttore Paul Gervais con una cortesia, che non potrò mai dimenticare, prima che gliene avessi mostrato il desiderio, pose a mia disposizione quell’ interessante misticeto che diligen- temente studiai e descrissi. Il Prof. P. Gervais volle anzi gentilmente presentare una mia (4) P. Gervais. Journal de Zoologie, t. IV, p. 67-172-287. pl. IX-X. Paris, 1877. (2) F. Gasco. Memoria intorno alla Balena presa in Taranto nel febbraio 1877. Con 9 tavole. Napoli 1878. Atti della R. Acc. di Sc. Fis. e Mat. vol. VII. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (11 Luglio 1879). 23 514 F. GASCO prima comunicazione preventiva sul Macleayius di Parigi all’ Aca- démie des Sciences, nella quale ebbi cura di mettere in evidenza alcuni principali caratteri che questo scheletro presentava (4). Per completare lo studio dell’ individuo di Parigi, io, trovan- domi poscia in Londra, esaminai attentamente il Macleayius australiensis, che sta sospeso alla volta d’ una vasta galleria del Museo Britannico. In Parigi ero stato di molto agevolato nei miei studì dal Di- rettore P. Gervais e dal suo egregio assistente, il Prof. Enrico Gervais: in Londra tutte le difficoltà, che mi sì presentavano nel Museo Britannico, furono ad una ad una eliminate con una prontezza e con una cortesia così squisita dal D." Edmondo Gerrard, che io ne serberò sempre grata memoria. Mi fu così possibile lo studio di alcune parti dello scheletro di Londra che il Gray desiderava, ma che la morte gli impedì di compiere. Essendomi successivamente recato in Lovanio, il Prof. Van 3eneden, rammentandomi che il genere Macleayius non poteva reggere, mi consigliò di denominare questa specie Balaena Ma- cleayius. Accettai allora il saggio consiglio dell’ eminente cetologo belga. Ma anche ridotta a specie, la Balaena Macleayius non può vivere e deve morire prima di nascere. Mentre il mio lavoro stava per essere consegnato allo stam- patore, ricevetti parecchie interessanti pubblicazioni intorno ai cetacei della Nuova Zelanda, inviatemi gentilmente dal sig. James Hector, l illustre Direttore della Geological Survey of New-Zealand. In una di esse, la più recente (*), l egregio autore, senza andar troppo pel sottile, identifica senz’ altro il Macleayius au- straliensis Gray colla Balaena australis Desm., e cancella pari- mente la Balaena antipodum Gray, la quale spetta eziandio alla Balaena australis Desm. (4) F. Gasco. La Balaena (Macleayius) australiensis du Musée de Paris, comparée a la B. biscayensis de l'Université de Naples. Comptes Rendus de l’Ac. des Sciences. Septembre 1878. (*) J. Hector. Notes on the Whales of the New-Zealand Seas. Con una tavola. Questa memoria fu letta il 12 gennaio 1878 alla Società filosofica di Wellington ed inserita nel volume X delle Transactions and Proceedines of the New-Zea- land Institute BALAENA MACLEAYIUS 515 Gli argomenti che il sig. Hector adduce per fondere I’ antipo- dum coll’ australis sono parecchi. Ma, in un’ altra mia memoria, varii altri ne esporrò che, collo stesso scopo di mettere in evi- denza l'identità specifica dell’ antipodum coll’ australis, raccolsi nel Museo d’ Anatomia comparata di Parigi, nel R. Museo dei Chirurghi di Londra e nel R. Museo Zoologico di Leida. Per riguardo al Macleayius australiensis tipo del Museo di Londra, |’ Hector osserva che « la forte curvatura che fu data alla colonna vertebrale nel montare questo superbo scheletro, gli dà a prima giunta, un aspetto molto diverso da quello degli individui di Parigi (B. australis e B. antipodum, adulte), ma un più diligente esame mostra che’esso s’ accorda strettamente in tutti i caratteri, all’ infuori del numero delle ultime vertebre caudali, coll Eubalaena australis ». Io mi permetto qui di far presente all’ illustre Prof. Hector che non basta il dire che il Macleayius australiensis di Londra e la Balaena australis adulta di Parigi sono specificamente iden- tiche, ma che fa d’ uopo provarlo. E per provarlo conviene mettere per bene in rilievo i caratteri cefalici, quelli delle dif- ferenti regioni della colonna vertebrale, quelli della scapola e via dicendo. Solo con una diligente, esatta descrizione dei ca- ratteri osteologici di parecchi individui della stessa età e di eta diverse: solo col porre bel bello in evidenza le oscillazioni che questi caratteri subiscono nei singoli individui, puossi ingenerare negli altri la propria convinzione che essi, apparentemente e realmente fra loro diversi e che, di conseguenza, si fecero ap- partenere a specie, anzi a generi diversi, spettano nondimeno ad una medesima specie. Se il Prof. Hector, che ha così bene esercitato lo sguardo sui ce- tacei dei Musei d’ Europa, d’ Australia e della Nuova Zelanda, può da Wellington nuovamente recarsi al Museo Zoologico di Dunedin e trovar modo di descrivere dettagliatamente lo scheletro della balena, che fu presa sulla costa di Otago e fatta preparare dal Prof. Hutton nel Museo summenzionato, renderà, per fermo, un segnalato servizio a tutti i cetologi d’ Europa e d’ America. L’ Hector nella sua interessante memoria, Noles on the Whales 516 F. GASCO of the New-Zealand Seas, ci ha indicato alcuni caratteri eccel- lenti intorno a questa balena, non adulta, della Nuova Zelanda: ma ce ne occorrono parecchi altri, indispensabili per poter isti- tuire svariati confronti e trarne preziose conseguenze. Figurano oggidi in Europa due Mac/eayius adolescenti, quello di Londra e quello di Parigi: la balena succitata del Museo di Dunedin è parimente adolescente. Questi tre scheletri della Nuova Zelanda presentano singolari, interessantissime differenze. Ma è mestieri, per conoscerle tutte e per poterle conveniente- mente apprezzare, che siano rese di pubblica ragione parecchie altre particolarità osteologiche della balena di Dunedin, p. es. quelle relative alle ossa nasali, al rapporto che le ossa inter- mascellari hanno sia col frontale, sia colle nasali: alla lunghezza ed alla lunghezza tanto della porzione squamosa dell’ occipitale , quanto dei palatini. Come si comporta la faccia inferiore, la laterale esterna e late- rale interna della bulla timpanica? Che larghezza hanno |’ atlante e l’asse tra gli estremi delle sue apofisi trasverse inferiori? Che ‘apporto c’ è tra le apofisi superiori trasverse dell’ asse e quelle dell’atlante? Le apofisi trasverse superiori delle rimanenti cervicali sono tutte libere? La 5.8 cervicale ha ancora qualche rudimento di apofisi trasversa inferiore? Lateralmente, i corpi delle cervicali si conservano distinti ovvero sono tra loro in parte fusi? Dove comincia a mostrarsi distinta la prima zigapofisi od apofisi mu- scolare? Su qual vertebra caudale dassi a vedere I’ ultimo arco neurale, |’ ultima apofisi trasversa, |’ ultima zigapofisi? Se c'è, quali caratteri presenta lo sterno? quali l'osso (0 le ossa) del ba- cino? Che larghezza ha I’ estremo sternale del primo paio di coste, ecc.? Che altezza, che-larghezza, che spessore ha la scapola? Come termina, dove guarda e quant’ è lungo il suo acromio? C'è un rudimento di coracoide? Quante falangi hanno le dita? Se ‘si riflette che la balena, raccolta sulla costa di Otago ed ora preparata nel Museo di Dunedin, ha percorso una distanza relativamente breve ed ha quindi subito minori avarie nelle varie sue parti, è lecito sperare che la sua dettagliata descrizione tor- rrande vantaggio alla scienza. > nerà di BALAENA MACLEAYIUS 517 Né in Europa, nè in America, per quanto io sappia, conser vasi qualche Balaena biscayensis adulta, il che è dire con tutte le epifisi completamente saldate, anchilosate. La bellissima Ba- Inena biscayensis di Napoli, e le biscayensis di Filadelfia e di Cambridge nel Massachussetts sono adolescenti. Ed io posso fin d’ ora assicurare che la conoscenza esatta dei caratteri osteologici di parecchie balene adolescenti della Nuova Zelanda, ci permette di risolvere con molta probabilità una questione delicatissima e di sommo interesse scientifico relativa alle biscayensis adolescenti d’ Europa e d' America. Al pari dell’ Hector, sono convinto che la Balaena australis , la B. antipodum e la B. Macleayius spettano ad una sola specie. Ma per agevolare l'intelligenza dei fatti qui esposti e per meglio imprimere nella mente le oscillazioni che notansi negli scheletri dei diversi individui sparsi qua e là (oscillazioni che furono causa d'una lunga serie d’ inesattezze, d’ errori) io mi varrò ancora delle espressioni, dei sinonimi, Balaena Macleayius e Balaena antipodum. La storia del Macleayius australiensis è molto istruttiva. Nel 1864 nacque il genere Macleayius (Gray). Appena nato fu messo in quarantena. (Van Beneden). Pochi anni dopo il genere scomparve (Van Beneden, P. Gervais) e rimase la specie australiensis che fu li li per mutarsi in Macleayius (Van Bene- den, Gasco). Oggi anche la specie definitivamente vien meno. (Hector, Gasco). Il Macleayius australiensis adolescente è assor- bito dalla Balaena australis, adulta. L'origine e la scomparsa del sistema dal Macleayius australiensis ben ne apprende quanto sia difficile lo studio dei cetacei, vuoi per la scarsità degli individui, che si possono esaminare e confrontare, vuoi pei cambiamenti, per le strane, inaspettate oscillazioni, che s avverano nei caratteri osteologici della stessa specie segnata- mente nelle sue tre fasi o periodi, 1.° della giovinezza, 2.° della adolescenza, 3.° dell’ eta adulta, del completo sviluppo. La storia del M. australiensis è là per attestare parimente 518 F. GASCO quanto sia utile per la scienza lo studio diligente, possibilmente completo di ogni balena, dirò meglio di ogni misticeto e cetodonte, che per buona ventura faccia naufragio sulle coste dell’antico, del nuovo e del mondo novissimo, ovvero che dai balenieri del- l'uno o dell’ altro emisfero acquistar sì possa. La nascita ed il tramonto generico e specifico del M. austra- liensis n° avverte ancora che la scintilla della verità sprigionasi spesso dall’ urto di eminenti opinioni ed asserzioni, affatto con- tradditorie; figlie tutte dell’ esame diligente, ma sovente troppo limitato, di preparazioni rare, per lo più incomplete, difficili ad aversi e, diciamolo francamente, difficili a studiarsi. Descrizione dello scheletro della BALAENA MACLEAYIUS di Parigi. Ossa del capo. Il cranio misura in linea retta metri 2, 43. La sua lunghezza, seguendo la curva, dal margine anteriore del foro occipitale al- l’ estremo del rostro, è di m. 2, 76. Se si considera che le ossa nasali mancano e che molto pro- babilmente qualche centimetro di rostro nel viaggio dalla Nuova Zelanda a Parigi andò smarrito, la sua lunghezza, seguendo la curva, si può senza esitazione portare a metri 2,80. Ora es- sendo la lunghezza del cranio della B. biscayensis del Museo di Napoli di metri 2,27 seguendo la retta e di m. 2,67 seguendo la curva (1), ne consegue che il rapporto tra le due lunghezze pel cranio del Macleayius di Parigi e per quello della biscayensis di Napoli si può dire identico. Il cranio del Macleayius di Londra è un po’ più lungo di quello di Parigi. Di vero il Gray riferisce che in linea retta il cranio di Londra è di 8 piedi e 6 pollici (metri 2,593) e, se- guendo la curva, di 10 piedi (m. 3, 050) (?). (') Gasco. Mem. cit. pag. 21. (2) Il piede inglese vale metri 0,305: il francese m. 0,325. Il pollice inglese BALAENA MACLEAYIUS 519 Il cranio della balena adolescente della Nuova Zelanda (!) la quale, raccolta sulla costa di Otago, fu dal prof. Hutton fatta montare nel Museo di Dunedin, è lungo in linea retta 7 piedi e 3 pollici (metri 2,21). Giova qui rammentare che il cranio dell’ adolescente Balaena australis del Museo Zoologico di Leida è lungo, secondo Schle- gel, (*) piedi francesi 7 '/, (m. 2, 437) e secondo il Flower (8) piedi 7 (m. 2,135). — Io, seguendo la curva, ho trovato per questo cranio la lunghezza di m. 2, 64. Mascellari. Sono anteriormente più corti di circa 7 centimetri degli intermascellari ed avuto riguardo alla strettezza del fron- tale, essi per qualche tratto posteriormente trovansi alla di- stanza di 2 soli centimetri dall’ occipitale. Il robusto processo trasverso di ciascun mascellare non lascia scorgere sul suo margine o superficie superiore alcuna sporgenza a mò di cresta, quale osservasi sul mascellare delle due balene adulte (australis ed antipodum) del Museo di Parigi e sul mascel- lare del grande cranio dell’ australis del Museo di Leida. Sul mascellare sinistro, esternamente e sulla base, contansi 9 fori grandi e parecchi piccoli: sul destro se ne contano 6 grandi e parecchi piccoli. Ma si noti che i 6 maggiori supe- rano in grandezza quelli che stanno sul sinistro. Sulla faccia inferiore di entrambi i mascellari scorgonsi alcuni fori piccoli i quali precedono, posteriormente, il profondo solco, che sta in prossimità del margine esterno e che negli altri or- dini di mammiferi dà origine agli alveoli. Intermascellari. Rassomigliano pei loro caratteri grandemente a quelli della B. biscayensis di Napoli. Formano anteriormente la parte più robusta del rostro, il cui fragile apice è rappresen- equivale a metri 0, 0255 ed il francese a m. 0, 027. Spero che in America, nel- l'Australia, nella Nuova Zelanda il piede inglese non siasi raccorciato nè al- lungato. (') J. Hector. Notes on the Whales ec. Trans. N. Z. Inst., vol. X, pag. 335. (?) Abhandlungen aus dem Gebiete der Zoologie. Leiden, 1841. (3) Notes on the Skeletons of Whales ec. Proc. Zool, Soc. 1864, pag. 396. 520 F. GASCO tato soltanto dagli intermascellari, che oltrepassano di 7 centi- metri circa i mascellari. Già sappiamo che posteriormente essi pongonsi in contatto coll’ osso frontale, il quale non presenta alcuna protuberanza , ed impediscono quindi ai mascellari di porsi esternamente in ‘apporto colle ossa nasali. Seguendo la loro curva, misurano in lunghezza metri 2, 07. Ma non si dimentichi che alcuni centimetri del loro apice anda- rono perduti. Alla base fra gli angoli superiori interni, gli in- cisivi distano di 22 centimetri. M affretto però ad aggiungere che essi furono spostati e che in parte furono spezzati i loro estremi superiori interni. Sulla metà della lunghezza delle ossa nasali, qualora quest’ ul- time esistessero, la distanza fra gli intermascellari è di 19 cen- timetri. Fra i loro due apici v ha la distanza di 10 centimetri. Nasali. Nel Mac/eayius di Parigi mancano: sono presenti in quello del Museo britannico e furono così descritti dal Gray: « The nasal bone is strap-shaped, more than twice as long as broad, with thick rounded front ends, which are arched out in the middle. It is about 4 !/, inches wide (m. 0,108) ». Quindi la lunghezza delle ossa nasali del Macleayius di Londra è di circa metri 0, 230. Per la loro forma e per la loro lunghezza e larghezza esse somigliano di molto a quelle della discayersis di Napoli che hanno una lunghezza media di m. 0,250. Vomere. Quest’ osso, che coi mascellari e cogli incisivi concorre alla formazione del rostro, per la sua forma, per le sue dimen- sioni, pei suoi rapporti ricorda esattamente il vomere della bisca- yensis di Napoli. Palatini. Il destro manca: il sinistro nasconde quasi intiera- mente il pterigoideo. Calcolata in linea retta dall’ estremo ante- riore al punto mediano del margine posteriore, la sua lunghezza è di m. 0,49. In vicinanza del margine laterale esterno, là dove BALAENA MACLEAYIUS 521 posteriormente termina il mascellare, il palatino offre una spor- genza dall’apice della quale all'estremo anteriore, in linea retta, v ha la distanza di m. 0,27. La medesima sporgenza dista poi in linea retta dal margine laterale interno m. 0, 18. Pel palatino destro del Macleayius di Londra ho trovato che la lunghezza, seguendo la retta, è di m. 0,47 e dall’ apice del processo laterale esterno mediano al margine interno del pala- tino v ha la distanza, in linea retta, di m. 0,21. Ne conse- gue che il palatino di Londra, essendo solamente di 2 centi- metri più corto, è poi di 6 centimetri meno largo di quello di Parigi. Pterigoidei. Quasi per intiero ricoperti dai palatini, essi lasciano scorgere distintamente il loro margine posteriore. La distanza , che separa |’ angolo posteriore esterno del pterigoideo , dalla metà del margine articolare laterale interno del processo gleno- ideo del temporale, è di m. 0,19. La retta, quasi orizzontale, che unisce |’ angolo col margine predetto, sottende un arco la cui saetta é di m. 0, 20. Frontale. Il suo robusto processo orbitale è diretto dall’ alto al basso e leggermente dall’ innanzi all’ indietro. La distanza in linea retta tra le due estremità orbitali, 0, per meglio dire, fra le due apofisi postorbitali del frontale è di m. 1,63; seguendo la curva la distanza giunge a m. 2, 04. Il tratto del frontale, che sporge innanzi all’occipitale, è lungo m. 0,10; ma evidentemente una piccola porzione di frontale cadde quando si staccarono i nasali. Come notasi nella biscayensis di Napoli, il tratto del frontale, che sull’ alto del capo separa il margine anteriore dell’ occipi- tale dal mascellare e dall’ incisivo, è ridotto a 2-3 centimetri e l’apofisi postorbitale oltrepassa quella del temporale di 3-4 cen- timetri. Queste due apofisi non si toccano: la minor distanza , che ho rinvenuto sul lato destro, è di m. 0,023. Sull’estremo del processo orbitale la circonferenza è di m. 0,55 e là dove la sua faccia superiore mostrasi più ristretta, cioè alla a22 ¥. GASCO distanza di m. 0,45 dall’ apofisi postorbitale, la sua circonferenza è di m. 0,49. L’ osso lagrimale ed il jugale d’ entrambi i lati mancano. Occipitale. La porzione squamosa di quest’ osso, misurata dal margine superiore del foro occipitale al suo margine anteriore , è lunga m. 0,65. Lungo la sua linea mediana non scorgesi al- cuna cresta, se sì eccettua un piccolo rilievo largo 3-4 milli- metri, e lungo circa 2 decimetri. I margini laterali dell’ occipitale hanno un decorso ondulato e dove il temporale s’ unisce coll’ angolo posterior superiore del parietale, scorgesi una rimarchevole sporgenza. Tra queste due prominenze laterali sta la maggior lunghezza della porzione squamosa, la quale è di metri 0,63. La retta di m. 0,63 si sottende ad un arco elittico, formato dai margini laterali ed an- teriore della porzione squamosa, avente la saetta di m. 0, 41. Tra la sporgenza marginale e l'apice della porzione squamosa sì osserva sopra ciascuna metà di quest’ ultima una larga e pro- fonda depressione. Se con una retta s’ unisce il punto medio della curva del margine anteriore colla sporgenza del margine laterale si ha la distanza di m. 0,54 e su questa stessa retta, alla distanza di 20 centimetri dalla sporgenza, rinviensi la mag- giore depressione laterale della faccia superiore dell’ occipitale, che è di 5 centimetri. Sul margine inferiore ed interno della porzione basilare del- l’ occipitale scorgesi una sola incisura. Temporale. La porzione di quest’ osso che piglia parte nella costituzione della volta del cranio è, esternamente, poco di- stinta. Notansi però per bene le lamelle che la ricoprono e che spettano alla porzione squamosa dell’ occipitale. Passando sotto 1 palatini, la distanza in linea retta tra gli apici dei due processi zigomatici è di m. 1,56. E la distanza che separa le due superficie laterali interne dei robustissimi e voluminosi processi glenoidei, calcolata in linea retta in vici- nanza del margine articolare, è di m. 0, 67. BALAENA MACLEAYIUS 925 Seguendo la leggiera curva esterna e procedendo orizzontal- mente, la distanza, che separa I’ estremo del processo zigoma- tico dal margine interno del processo glenoideo, è di m. 0, 53. (Per la biscayensis di Napoli trovai m. 0, 50). Misurando la distanza tra il margine esterno e l interno del processo glenoideo, in corrispondenza della metà del processo e passando sulla superficie posteriore, pochissimo convessa, trovo m. 0,28 e per la biscayensis di Napoli m. 0, 27. Ponendo nella sua posizione normale la faccia glenoidea del temporale, si osserva che il processo zigomatico trovasi col suo estremo allo stesso livello di una gran parte della fossa gle- noidea. Nel loro tratto anteriore i due processi sono quasi allo stesso livello ed unendo il centro della faccia articolare del glenoideo coll’ estremo del zigomatico, si sottende un arco la cui corda non oltrepassa i 35 millimetri. Ho già precedentemente segnalato la distanza di m. 0,19 tra l'angolo posteriore esterno del pterigoideo e la metà del mar- gine articolare laterale interno del processo glenoideo. Mandibole (*). La destra manca. È grandissima la rassomi- glianza che la sinistra ha colla corrispondente della B. bisca- yensis di Napoli. È nello stesso modo contorta in prossimità del suo estremo anteriore dove, di conseguenza, la sua faccia late- (4) Nello studiare i caratteri del capo della Balena di Napoli m’ avvidi tosto che essi molto s’accordavano con quelli del capo del Macleayius di Londra, figu- rato dal Gray nella sua memoria Notice of the Skeleton of the New-Zealand Right Whales ecc. Ma la rassomiglianza mi sarebbe parsa molto più sorprendente se la posizione data alle mandibole del Macleayius fosse la vera. Chiunque osservi un pò attentamente questo bellissime scheletro del Museo britannico, s’ accorge subito che le due mandibole sono state erroneamente situate, sic- chè la loro faccia laterale esterna divenne faccia superiore e la loro faccia laterale interna, di conseguenza, presentasi qual faccia inferiore. Il profilo della mandibola è quindi totalmente cambiato. Questa inesattezza, che fu di colpo avvertita anche dall’illustre Direttore del Museo dei Chirurghi, W. H. Flower, e che tanto a prima giunta allontana fra loro la mandibola del Ma- cleayius e quella della biscayensis, è stata conservata nella figura che il Gray fece eseguire di profilo, probabilmente quando il capo del Macleayius era già montato e messo in posto. 24 Fl. GASCO rale interna diventa faccia superiore e la faccia laterale esterna diventa faccia inferiore. Seguendo la curva esterna e tenendo anche calcolo dello spes- sore della faccia articolare, calcolato verso il mezzo dell’ altezza del condilo, la lunghezza sua è di m. 2, 47. Seguendo la retta trovo soltanto m. 2,16. Questa retta forma colla faccia interna della mandibola un arco la cui saetta, alla distanza — in linea retta — di m. 0,92 dall’ estremo articolare della mandibola, è di m. 0,32. La maggior altezza della mandibola è dim. 0,285 alla di- stanza di m. 0,20 dall’ apofisi coronoide, che è completamente corrosa. | ‘Il foro dentario di forma elittica ha il maggior asse verticale lungo m. 0,095 ed il minor asse orizzontale lungo m. 0,065. Sonvi 7 fori mentonieri i quali non trovansi però tutti sulla stessa linea orizzontale. I due posteriori sono piccoli e vicinis- simi: gli altri sono assai più grandi e preceduti da un profondo solco. Contansi 10 fori dentari. Il primo sta alla distanza di m. 0,51 dall’ apofisi coronoide. All’ ultimo foro fa seguito la profonda spaccatura che separa in alto ed all’ infuori sino all’ estremo an- teriore le due lamine, esterna ed interna, della mandibola. Ben distinto nel suo primo tratto il soleo milo joideo: in se- guito, pel tratto di 40 centimetri, manca e torna poi a mo- strarsi nella parte anteriore. Come nella biscayensis di Napoli è lungo m. 1,50. Apparato uditivo destro del MACLEAYIUS di Parigi (!). BULLA Timpanica. È fornita delle sue apofisi e fu figurata (1) Ho con molta cura studiato le casse timpaniche delle Balene, che con- servansi nel Museo d’ anatomia comparata di Parigi, nel British Musewm, nell’ Hunterian Museum di Londra e nei Musei zoologici e zootomici di Co- penaghen, di Leida, di Lovanio e di Bruxelles. Se descrivo un pò minuta- mente i caratteri di alcune di esse, mi conforta il pensiero che non è difficile l’averne sott'occhio il modello e verificare quanto espongo. Di alcune di esse il modello già fu stupendamente eseguito sia a Parigi, sia a Lovanio. E, BALAENA MACLEAYIUS 9723) dal P. Gervais (7). Il suo maggior asse antero-posteriore è di metri 0,12. Il suo asse trasversale, perpendicolare e calcolato sulla metà della lunghezza del precedente, è di m. 0,085. Questa bulla è quindi solo di !/, centimetro meno larga della cassa timpanica della B. biscayensis di Napoli, di Filadelfia e di Co- penaghen (*) aventi tutte tre la larghezza di m. 0, 090. Ma nella metà posteriore la larghezza della bulla timpanica del Macleayius di Parigi giunge a m. 0,092 mentre nelle tre biscayensis sud- dette la larghezza posteriormente decresce. La maggior larghezza nella parte posteriore della cassa del Macleayius armonizza perfettamente con quella offerta da pa- recchie bulle della B. australis le quali conservansi nel Museo di Parigi e nel Museo Britannico. FacciA INFERIORE. Il contorno della faccia inferiore è meno ovale di quello della biscayensis e dell’ antipodum del Museo di Parigi. La faccia inferiore presenta ben marcata una depressione quasi mediana che scorre nel senso antero-posteriore e che è larga circa 2 centimetri. Il tratto, che lungheggia internamente questa scanalatura, è liscio e quello, che ia fiancheggia esternamente, è quasi tutto scabroso. Ma sì sa che la scabrosità varia da un individuo all’ altro. La maggior sporgenza di questa faccia notasi nel tratto po- steriore ed interno. Essa è preceduta ed accompagnata esterna- mente da una depressione la quale, risalendo sulla faccia posteriore, non si tramuta in quella regolare scanalatura che termina sul margine posteriore dell’ apertura timpanica e che grazie alla squisita cortesia e generosità dell’ illustre cetologo Van Beneden, ho anche oggi sul mio tavolo il modello della B. biscayensis di Filadelfia, di una B. australis del Capo di Buona Speranza, e quelli delle due casse timpa- niche della B. japonica i cui originali stanno nel Museo di Leida. Queste ultime due spettano a due individui essendo entrambe del lato sinistro. Tutte le misure delle bulle timpaniche del Museo Britannico e del Museo Hunteriano furono prese valendomi del craniometro del Prof. W. H. Flower, strumento di facilissimo maneggio e che da ottimi risultati. (1) P. Gervais. Journal de Zoologie, 1. VI, pl. X. Paris, 1877. (2) In Parigi, misurando il modello in gesso, trovai m. 0,090: ma, in Cope- naghen, misurando le due bulle timpaniche orlginali, trovai per entrambe la larghezza di m. 0,088. 526 F. GASCO notasi sulla metà esterna della faccia posteriore della B. bi- SCayensis. Faccia POSTERIORE. Sulla sua metà esterna presenta una larga depressione la quale, salendo e restringendosi, diventa una solcatura che precede la base dell’ apofisi temporale della rocca petrosa e colla quale incomincia posteriormente il labbro columellare. Questa solcatura non vidi od è ben poco visibile sulle casse uditive delle diseayensis di Napoli, di Filadelfia, di Copenaghen. Poggiando la cassa timpanica sopra un piano, essa, pei ca- ratteri della sua faccia inferiore, invece di mantenersi eretta come quella delle tre biscayensis testè menzionate, s' inclina, pende sul suo margine esterno, sicchè la metà posteriore della sua faccia laterale esterna, invece di scendere verticalmente come nella biscayensis, mostrasi inclinata, scendendo obliquamente dall’ alto al basso e dall’ esterno all’ interno. Questa sua posizione d’ equi- librio fa sì che la distanza tra il piano su cui posa ed il punto più basso del margine laterale esterno dell’ apertura timpanica è soltanto di 33 millimetri, mentre per la cassa timpanica della biscayensis di Copenaghen trovo 57 mm. FACCIA LATERALE ESTERNA. Ponendo a contronto colle bulle timpaniche della discayensis di Napoli, di Filadelfia, di Cope- naghen quella del Muacleayius di Parigi si nota: 1.° Che il solco, il quale separa la parte anteriore dal resto della faccia laterale esterna, è in quest’ ultima meno bene limitato. 2.° Che la parte anteriore rigonfia di questa stessa faccia è meno liscia e meno regolarmente convessa sia dall’ alto al basso, sia dall’ innanzi all’ indietro. 3.° Che, posta su di un piano, il suo estremo posteriore mo- strasi meno rigonfio, meno tumido. Vuolsi però avvertire che tutte queste differenze non hanno un gran valore, direi che non ne hanno affatto, poichè mì sono convinto che variano col variare degli individui. FACCIA LATERALE INTERNA. Quasi parallelo al suo margine BALAENA MACLEAYIUS 527 inferiore notasi un solco assai profondo nella sua metà ante- riore. Manca questo solco nella bulla della giovane biscayensis di Copenaghen e sulla bulla destra della biscayensis di Napoli è assal meno pronunziato. Certo esso varia coll’ età dell’ individuo. APERTURA DELLA CASSA TIMPANICA. Considerando la sua metà anteriore od eustacchiana si rileva che il margine columellare , quando la bulla sta su d’ un piano, è più orizzontale che nella biscayensis , 0, se vuolsi, scende meno obliquamente dal di dietro all’ innanzi. Sull’ estremo anteriore il labbro columellare presenta già alcune pieghe, una delle quali è ben pronunziata. (Queste pieghe sono ben accennate nella figura che diede il P. Gervais). Ben distinto è il margine anteriore dell’ apertura eustacchiana. Misura 17 millimetri ed è diviso da un breve solco in due parti o pieghe. Di queste I’ interna è larga soltanto un terzo circa dell’ esterna. Il margine esterno dell’ apertura eustacchiana è meno con- cavo che nella biscayensis. Offre però nella sua metà inferiore parecchie pieghe, tre delle quali, le più basse, sono ben pro- nunziate. La figura del P. Gervais le mostra abbastanza bene. In confronto di quello della biscayensis, il margine esterno è qui sottile, segnatamente nella sua metà superiore. Come d’ ordinario segue nella B. australis, questo margine esterno è esternamente accompagnato da una faccia ben visibile nella figura del P. Gervais, che guarda all’ innanzi ed all’ in- terno e che in alto e sulla sua metà ha la larghezza di 17 mil- limetri. APOFISI DELLA ROCCA PETROSA. Sono relativamente poco svi- luppate, ciò che armonizza colla fase dell’ adolescenza dell’ indi- viduo. L’ apofisi posteriore, oltre la cassa, sporge solo di 7 centimetri. L’ anteriore ha 6 centimetri ‘di lunghezza, comin- ciando a misurarla in corrispondenza della piega che porta il martello. Il martello è molto grosso e non presenta I’ uncinetto che notai in altre B. australis. 528 F. GASCO Apparato uditivo sinistro del MACLEAYIUS di Londra. In una delle numerose sale semi-sotterranee del Museo Britan- nico conservansi con molta cura tre cassette contenenti tutti gli apparati uditivi dei misticeti che il Gray raccolse, in parte de- scrisse ed in parte illustrò. Il D.r E. Gerrard, cui mi rivolsi, li pose tutti a mia dispo- sizione. Tra gli altri rinvenni e qui descriverò l'apparato uditivo sinistro completo del Mac/eayius del Museo Britannizo. Vi è anche |’ apparato uditivo destro, ma spezzato. L'apparato uditivo sinistro è fornito della rocca petrosa e delle sue apofisi come il destro del Macleayius del Jardin des Plantes. La lunghezza della bulla uditiva è di m. 0, 141. La larghezza, in corrispondenza della piega che porta il martello e quindi verso la metà della lunghezza, è di m. 0,090. Questa larghezza conservasi in tutta la metà posteriore della faccia inferiore e rammenta una condizione che rinviensi in molte casse della Ba- laena australis. Il Gray pel primo notò questa somiglianza ed aggiunse che « the differences between those of the New-Zea- land and the Cape whale are so slight that it would be very dit- ficult to express them in words, and, indeed, to distinguish the specimens from each other ». L'altezza della bulla timpanica in corrispondenza, o meglio , al davanti della base dell’ apofisi posteriore, è di m. 0,075. Posta in confronto con 6 altre bulle uditive spettanti alla B. australis ed al Museo Britannico, quella del Macleayius si diffe- renzia per ciò che sulla metà esterna della sua faccia posteriore notasi un ampio e profondo solco ben definito in tutta I’ altezza della faccia posteriore della cassa e che interessa anche il mar- gine posteriore della faccia inferiore della medesima. Questa solcatura è larga sulla metà del suo decorso m. 0,015 ed in basso ed in alto è un po’ più larga. Essa termina sul margine posteriore dell’ apertura timpanica e notasi anche sulla metà esterna della faccia posteriore della cassa della biscayensis. BALAENA MACLEAYIUS 529 Tale solcatura nelle altre 6 casse uditive della B. australis predette 0 è poco accennata in basso o lo è poco in alto ed è quindi nel complesso assai meno limitata, circoscritta che nel Macleayius, in cui presentasi verticale. Ma io son ben lungi dal- l’attribuire a questa solcatura una grande importanza per la semplicissima ragione che nel Mac/eayius di Parigi, come ben rilevasi dalla descrizione datane, manca. Sulla metà interna poi della faccia posteriore, che scende dol- cemente dall'alto al basso e dall’ interno all’esterno, notasi una depressione la quale, salendo e restringendosi, si continua in un solco stretto e profondo che, come nel Mucleayius di Parigi, scorre internamente lungo la base dell’ apofisi temporale e passa precisamente sotto quel processo di quest’ ultima col quale, per mezzo d’ una cartilagine, s’ unisce l’apofisi stiloide. Ho già osservato che questa soleatura manca od è molto meno indicata nelle tre casse della diseayensis da me osservate. Faccia INFERIORE. Il suo contorno è meno ovale di quello che notasi nella biseayensis. Questa faccia offre una larga depres- sione mediana la quale stendesi meno nella direzione antero- posteriore che su quella di Parigi. È lunga 8 centimetri circa e larga a un dipresso 3. Liscio è il tratto che lungheggia internamente questa larga depressione, mentre che il tratto, che esternamente |’ accom- pagna, è scabroso. La maggiore sporgenza della faccia inferiore notasi in vicinanza ‘dell’ angolo posteriore esterno. Essa è preceduta da una depres- sione larga quanto un soldo, la quale sta pure in vicinanza dell’ angolo posteriore esterno e si tramuta bel bello, salendo, in quella larga e ben definita scanalatura della faccia posteriore la quale mette capo sul margine posteriore dell’ apertura tim- panica. Posata sopra un piano, questa cassa piglia una posizione di- versa da quella di Parigi. Sta in equilibrio in modo che la metà posteriore della sua faccia laterale esterna scende quasi vertical- mente, e precisamente dall’ alto al basso ed alquanto dall’ in- ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (12 Luglio 1879). 34 530) F. GASCO terno all’ esterno. Nella bulla del Macleayius di Parigi seque il contrario. Ma si noti che la cassa timpanica di Londra può assu- mere anche la posizione d’ equilibrio della cassa di Parigi. Nel primo caso tra il piano ed il tratto più basso del margine late- rale esterno dell’ apertura timpanica v ha la distanza di 50 mil- limetri: nel secondo, quando cioè pende sulla faccia esterna, la distanza sì riduce a 42 millimetri. FACCIA LATERALE ESTERNA. Presenta ben marcato il grande soleo che in alto perde della sua profondità per la presenza del- l'estremo esterno del processo stiliforme del martello che in quel solco penetra e si salda, lasciando sporgere qualche pezzo soltanto. La parte anteriore rigonfia della faccia laterale esterna è tutta scabrosa e meno regolarmente convessa dall’ alto al basso e dal- l’avanti all’ indietro di quella della biscayensis. 3en distinta, liscia ed appiattita presentasi la parte od il terzo posteriore della faccia laterale esterna. FACCIA LATERALE INTERNA. La sua metà anteriore è molto schiacciata, compressa. Su tutta questa faccia in vicinanza del margine inferiore notasi una soluzione di continuità, in qualche tratto doppia e che parmi chiaramente in rapporto coll’ età del- l’ individuo. Quanto all’ apertura eustacchiana od anteriore notai che nel complesso la porzione anteriore del labbro columellare è paral- lela al margine esterno dell’ apertura. Su tutta la sua metà an- teriore il labbro columellare presenta numerose e grosse pieghe: notansene anzi 6 riunite in un sol gruppo. Nella metà posteriore le pieghe sono più numerose, ma molto meno appariscenti. Sul margine anteriore dell’ apertura eustacchiana v’ hanno oltre 7 pieghe delle quali I’ interna è la maggiore. Questo margine è lungo circa 2 centimetri e quindi |’ apertura, anteriormente , presentasi quadrangolare. Il margine esterno è meno concavo che nella bscayensis. Non BALAENA MACLEAYIUS 531 ha pieghe nella metà inferiore e ne possiede alcune leggiere su tutta la metà superiore. In tutta la sua lunghezza è questo margine sottile, ta- + gliente ed accompagnato da una faccia spianata larga 12-15 mil- limetri. Posta la cassa nella sua posizione normale, questa faccia guarda verso |’ interno ed all’ innanzi. Messe a confronto con quelle della cassa timpanica della £. antipodum di Parigi, e di quelle di alcune bulle dell’ australis spettanti al Museo Britannico, le apofisi della rocca petrosa del Macleayius di Londra sono poco sviluppate. L’ apofisi posteriore o temporale oltrepassa posteriormente la cassa uditiva solo di 10 centimetri. L’ anteriore ha uno dei suoi estremi rotto e non misura oltre 7 centimetri, cominciando dalla sommità della piega che porta il martello. Il martello, posta la cassa nella sua posizione, nel tratto che non articola coll’ incudine offre una faccia anteriore tondeggiante, una inferiore liscia e tondeggiante ed una, rivolta all’ interno, che direbbesi tagliata e che ha forma quadrangolare. Su tre dei suoi angoli v ha una spinuccia: delle tre spinucce è quella del- l'angolo posterior superiore la più sviluppata. L’ anterior supe- riore è poco accennata in confronto di quella che presenta il martello di altre casse di B. australis. Posto l’ apparato uditivo nella sua posizione normale, distin- guonsi nella rocca petrosa due facce: una anteriore, |’ altra in- terna. Sull’interna ed inferiormente scorgesi un grande foro dal quale si può vedere la base della staffa se questa non manca. Non tenendo conto di una o due rientranze, che paiono fori, sulla faccia interna e che non dannosi a vedere sulla faccia in- terna della rocca petrosa di parecchie B. australis, noto poi sulla faccia anteriore ed in vicinanza del suo margine laterale esterno un solco, che s’ allarga innalzandosi e che nella metà superiore presenta un foro allungato che non osservo sulla rocca petrosa di nessuno dei quattro apparati uditivi completi dell’ australis del British Museum. Dad PF. GASCO Colonna vertebrale (’). Regione cervicale del Macleayius di Parigi (*). Le 7 vertebre cervicali sono tutte fra loro saldamente unite. La larghezza del- l atlante, calcolata tra gli estremi delle sue apofisi trasverse, è di m. 0,48. La larghezza dell’ asse, tra gli estremi delle sue apofisi trasverse inferiori, è di m. 0, 47. L’ atlante è per mezzo del suo arco saldamente unito, fuso colla solida cresta successiva, nata dall’ unione degli archi e delle neurospine della 2, 3, 4 e 5 cervicale (?). I due fori dell’ atlante, pei quali passa il primo paio di nervi spinali, sono entrambi incompleti: quello di sinistra lo è molto meno di quello di destra: la sua soluzione di continuità è solo di 3-4 millimetri (4). Gli archi della 2, 3 e 4 cervicale sono fra loro saldamente fusi, se sì eccettua la loro parte inferiore, quella da cui nasce la loro apofisi trasversa superiore. L’ arco della 5% vertebra è quello che meno si salda: esso la- teralmente presentasi quasi per intiero separato da quello della vertebra precedente. L’ arco e la neurospina della 6 e 7 cervicale sono separati dalla solida cresta fatta dalle 5 vertebre precedenti. La 6 e la 7 sono fra loro saldamente unite sia per la loro neurospina, sia per la parte superiore del loro arco. Visti di lato, i corpi delle sette cervicali sono completamente distinti, separati fra loro: fa solo eccezione il corpo della 4 il (+) Leggasi la nota 2.* nella pagina 542. (2) Fu figurata dal P. Gervais. Journal de Zoologie. T. VI, pl. IX, fig. 1-2. (3) Le osservazioni, gli studi sulla regione cervicale del Macleayius di Pa- rigi furono da me eseguiti quando questa sinostosi già era situata e salda- mente legata col cranio e col resto della colonna vertebrale. (4) Uno dei caratteri più facili a riconoscersi ed inservienti a determinare l'età delle Balene, sono precisamente i fori dell’ atlante per cui passa il primo pajo di nervi spinali. Negli individui giovani ed adolescenti, questi fori hanno la loro parete in grande od in piccola parte ancora incompleta : negli individui adulti la parete dei due fori è completa e più invecchia I’ a- nimale, più cresce in larghezza il tratto solido che anteriormente precede il foro. BALAENA MACLEAYIUS Doo quale, mentre sul lato destro ¢ al tutto indipendente da quello della 3, sul lato sinistro è con quest’ ultimo fuso per un tratto lungo a un dipresso 7 centimetri. Per riguardo allo spessore si nota che, visti di lato, i corpi delle cinque ultime cervicali hanno pressochè lo stesso spessore, che è quasi la metà di quello della prima dorsale. Osservando la superficie inferiore della sinostosi cerebrale si scorge che i corpi delle prime cinque vertebre tra loro salda- mente si fondono. Si nota però sui due lati un solco che net- tamente separa la 3 e 4 vertebra e che a prima giunta lascia sospettare che il corpo della 2 sia sulla superficie inferiore di- rettamente fuso col corpo della 5 cervicale. Come nella biscayensis di Napoli, la faccia inferiore della si- nostosi del Macleayius di Parigi lascia posteriormente scorgere una fenditura la quale chiaramente fu indicata nella figura da- tane dal P. Gervais. Oggidi non si può scorgere sin dove essa anteriormente spin- gasi poichè una lastra metallica, fissata con viti, impedisce di vederne il principio. Sulla 6 e 7 vertebra, che inferiormente mostrano i loro corpi fra loro distinti e da quello delle precedenti cervicali, si nota una solcatura che fa seguito alla fenditura summenzionata. Apofisi trasverse superiori. Quelle dell’ asse sono saldamente fuse con quelle dell’ atlante nei loro estremi. Sul lato destro la fusione è però più completa che sul sinistro su cui, nel maneggiar la sino- stosi, l’apofisi dell’ asse si è disgiunta da quella dell’atlante, cui però è vicinissima, formando i loro due estremi un tutto omogeneo. L’ apofisi trasversa destra dell’ asse è assai più robusta nella sua metà esterna della corrispondente di sinistra. Sul lato sinistro sono rotte quella della 6 e della 7. Sul lato destro quella della 4, 6 e 7. Quelle della 3 sono intiere e ter- minano libere, dirigendosi in basso ed all’ indietro. L’ apofisi tra- sversa destra della 3 vertebra è assai più robusta della corrispon- dente dal lato sinistro. Per contro la sinistra della 4 è di molto più robusta della corrispondente destra, la quale è però, come già O34 F. GASCO dissi, in gran parte rotta: ma dal pezzo, che ne rimase, si rileva chiaramente che essa è molto meno sviluppata della sinistra. Gli estremi della 4 e 5 si fusero tra loro, sul lato sinistro, pel tratto di 5 centimetri (‘). Apofisi trasverse inferiori. Oltre quelle dell’asse e della 3 verte- bra invano se ne cercano altre. Sulla 4 vertebra notansi però due rialzi che indicano un rudimento di apofisi trasversa inferiore. Quelle della 3 vertebra sono bene sviluppate, ma compresse, la- minari e giungono quasi alla stessa lunghezza di quelle dell’ asse. Dal breve cenno dei caratteri osteologici, che il prof. J. Hector pubblicò intorno alla balena della Nuova Zelanda, raccolta sulla spiaggia di Otago e conservata nel Museo di Dunedin, sì rileva che nella regione cervicale di quest’ individuo anche la 4 ver- tebra possiede le apofisi trasverse inferiori e che sul lato sinistro gli estremi dell’ apofisi trasversa inferiore tanto della 3 quanto della 4 vertebra sono fra di loro uniti (?). Regione cervicale del Macleayius di Londra (*). Le 7 cervicali sono tutte fra loro saldamente unite: colla 7 cervicale è anchi- losata anche la 1 dorsale. La larghezza dell’ atlante e dell’ asse è, secondo il Gray, di 19 pollici circa (m. 0, 484). Calcolandola tra gli estremi delle apofisi trasverse inferiori ho trovato per I’ asse la larghezza di m. 0, 46. L'altezza dalla base dell’ atlante alla sommità della cresta fu (1) Per evitare confusioni s’ avverta che nella figura 2, lav. 3, vol. VI del Journal de Zoologie del P. Gervais il disegnatore non ha esattamente copiato ìl lato destro della sinostosi cervicale in questione. Di vero su questo lato le apofisi trasverse superiori della 4, 6 e 7 sono spezzate e quelle della 3 e della 5 terminano libere. È, per contro, sul lato sinistro che la 5 e 4 hanno gli estremi delle loro apofisi trasverse insieme fusi: però anche su questo lato la 6 e la 7 apotisi essendo rotte non si può indicare esattamente in qual modo esse si compor- tino. Potrebbe darsi però che la 6 e la 7 apofisi superiore trasversa del lato si- nistro siansi spezzate dopo che il disegnatore aveva fatto il disegno, poiché la loro rottura è fresca. (2) J. Hector. Notes on the Whales of the New-Zealand Seas. — Trans. N. Z. Instit. Vol. X, 1877, p. 335. (3) J. E. Gray. Notice of the Skeleton ecc. Proc. Zool. Soc. 1873, p. 138, fig. 2a, 2%. BALAENA MACLEAYIUS 935 dal Gray trovata di pollici 15 circa (m. 0,382). Io pure trovai che la maggior altezza della sinostosi, misurata verso il mezzo della sua lunghezza, è di m. 0, 88. La lunghezza poi della regione cervicale misurata sulla faccia inferiore, dal punto mediano della smarginatura dell’ atlante alla 7 cervicale inclusivamente , seguendo la linea retta e mediana, enh. Os 2). L'atlante è fuso per la maggior parte del suo arco e per mezzo della neurospina colla solida cresta successiva fatta da tutte le altre sez cervicali. (Le neurospine di tutte le 7 vertebre formano un sol tutto). I fori dell’ atlante per cui passa il primo pajo di nervi spi- nali sono ancora incompleti. Sul lato sinistro la porzione proveniente dalla fusione degli archi della 2 e 3 vertebra è tutta distinta dall’ arco della 4, il quale è completamente separato dall’ arco della 5. Il 5 ed il 6 arco sono per un gran tratto uniti e distinti dal 7. Sul lato destro la 2 e la 3 hanno i loro archi completamente fusi. Il pezzo che ne risulta direbbesi però spettare unicamente alla 2, tanto è debole, in confronto di quella della 2, I’ apofisi superiore trasversa della 3 vertebra. Sono tra loro completamente fusi gli archi della 4 e 5 ver- tebra. Il pezzo che ne risulta è separato dal precedente e dal- l'arco seguente della 6 sin quasi alla neurospina. La 6 e la 7 hanno i loro archi liberi, ma, lo ripeto, son fuse tra loro e colle precedenti le loro neurospine. La porzione inferiore dell'arco della 3, 4, 5 e 6 cervicale. quella porzione da ei spiccasi superiormente I’ apofisi trasversa . si può dire di eguale sviluppo. La più delicata è quella della 6. Quella della 7 è assu più robusta delle quattro precedenti. Vista di lato la sinostosi cervicale del Macleayius di Londra mostra il corpo dell’ atlante e quello dell’ asse al tutto fusi, mentre tutti gli altn sono lateralmente liberi, ben distinti. Sul lato destro sono dessi quasi di egual lunghezza all’ infuori del 7 che è un po’ più lingo: sul lato sinistro il 3 ed il 7 sono un po più lunghi del 4, 5 e 6. 53 F. GASCO Sulla faccia inferiore è ben distinta la fenditura mediana, posteriore. Incomincia in corrispondenza del corpo della 3 ver- tebra e taglia quello della 4, 5 e 6. Sulla 7 non se ne vede traccia: essa è invece carenata sulla linea mediana. La fenditura è lunga circa 7 centimetri. Apofisi trasverse superiori. Sul /a/o destro quella dell’ asse ha il suo apice saldamente fuso con quello dell’ atlante. Dall’ unione degli estremi delle due apofisi trasverse ne risulta un ampio foro intermedio. Quella dell’ asse è un’ apofisi molto corta; mi- sura solamente 8-9 centimetri di lunghezza. Quelle della 3, 4, 5, 6 e 7 sono quasi egualmente sviluppate. La 6 è la più sottile. La 4 e la 5 sono insieme unite all’ apice. La 7 col suo estremo libero si dirige alquanto ali’ indietro. L’ apofisi trasversale della 1 dorsale, che è saldamente unita alla 7 cervicale, è larga, spessa, robusta, ma relativamente corta. Il suo apice dista m. 0, 08 da quello dell’ asse e dell’ atlante insieme fusi. Sul dato sinistro l' apofisi trasversa superiore dell’ asse, corta quanto la destra, ha il suo apice fuso con quello dell’ atlante. La 3, 4, 5 e 7 sono egualmente sviluppate sia in lunghezza sia in ispessore. Esse sono euite libere coi loro apici. Quasi egualmente lunga, la 6 è un po’ più sottile e si rivolge all’ indietro mentre la 7 si rivolge all’ innanzi. Apofisi trasverse inferiori. Dopo quella dell’ asse è bene svi- luppata e completa quella della 3 vertebra sul lato sinistro ove presentasi di 3-4 centimetri più corta della precedente. Sul lato destro I’ apofisi trasversa della 3 vertebra è spezzata. Su en- trambi i lati la 4 vertebra, invece di un’ apofisi inferiore tra- sversa, lascia scorgere una piccola protuberanza. Dalle precedenti descrizioni delle region) cervicali di queste due balene adolescenti si rilevano, tra le altre, le seguenti dif- ferenze : BALAENA MACLEAYIUS O57 1.° La 1 dorsale è ancora libera nel Macleayius di Parigi mentre è già anchilosata colla 7 cervicale nel Macleayius di Londra. 2.° Nel Macleayius di Parigi le due ultime cervicali non si uniscono, come in quello di Londra, per mezzo della loro neu- rospina colla solida cresta costituita dall’ unione degli archi e delle neurospine delle vertebre precedenti. 3.° In Parigi non si nota la fusione laterale del corpo del- l’asse con quello dell’ atlante come si osserva in Londra. 4.° Le apofisi trasverse inferiori della 4 vertebra cervicale, rappresentate da un semplice rudimento in Parigi e Londra, sono ben manifeste nella sinostosi cerebrale della balena adole- scente del Museo di Dunedin (Nuova Zelanda). Regione dorsale. L' apotisi trasversale superiore della prima vertebra dorsale sul lato sinistro s’ avvicina molto all’ estremo fatto dall’ unione dell’ apofisi trasversa superiore della 4 e 5 cer- vicale. Dirigendosi anteriormente ed in basso, essa sta alla di- stanza di 1 centimetro dall’ estremo predetto e di 6 centi- metri dall’ estremo dell’ apofisi dell’ atlante e dell’ asse insieme unite. Sul lato destro essa trovasi ad un po’ meno di 2 centimetri di distanza dall’ estremità dell’ apofisi trasversa della 5 cervicale ed a 55 millimetri di distanza dall’ estremo proveniente dalla fusione delle apofisi dell’ atlante e dell’ asse. Nelle prime undici dorsali le apofisi trasverse sono rivolte al- l’innanzi. Nell’ 11 però questa tendenza è molto limitata. Le apofisi trasverse della 12 più che normali al corpo della vertebra mostransi già lievemente rivolte all’ indietro: quelle della 13 sono per bene rivolte posteriormente. Nella 13 I apofisi trasversa piglia origine dalla metà superiore del corpo della vertebra. E nella 12 s’ origina per ?/, dall’ arco e per !/, staccasi dal corpo. La larghezza dell’ apofisi trasversa sinistra, seguendo la curva e misurandola sopra I’ estremo, è la seguente: 538 F. GASCO Per la 9 dorsale metri 0,090 10» » 0,105 1] » 0,125 Lee x 20,130 13.» ». 0129 Sul lato destro queste misure sono quasi identiche. Lo spessore delle apofisi trasverse sinistre, calcolato sul loro medio estremo, è il seguente: Per la 9 dorsale metri 0, 023 1 » 0,018 ie » » ‘05015 12 » » 0,015 13) 2 > » 0, 025 La larghezza poi delle vertebre, calcolata tra gli estremi delle apofisi trasverse, è la seguente: Per la 1 dorsale metri 0,39 7 » » 0, 38 aus » 0,42 LL i » 0,46 lic» » 0,59 La neurospina o processo spinoso delle vertebre dorsali ac- quista gradatamente in altezza dalla 1 alla 13. Le neurospine più massicce sono la 6, 7 ed 8. La zigapofisi od apofisi muscolare, già indicata nell’ 8, è ben distinta nella 9 vertebra dorsale. La distanza tra gli apici delle zigapofisi è : Per la 11 dorsale metri 0, 135 12» » 0,140 195 » 0,140 Regione lombare. La lunghezza delle vertebre lombari, misu- BALAENA MACLEAYIUS 539 rata su tutte le vertebre un po’ al dissotto dell’ origine dell’ apo- fisi trasversa, è la seguente: Per la 1 lombare (o 21 vertebra) metri 0, 125 2 » » 0,125 3 » » VOVIZS CIT » -0,128 53 » » 0, 130 6 » » 0, 130 i! » » 0, 138 Si » 0,142 9 n » 0,140 Onis e 1] » » 0, 145 12 » è ROL TAS I » » 0,142 La larghezza delle lombari, misurata tra gli estremi delle apofisi trasverse, è la seguente: Per la 1 lombare (o 21 vertebra) metri 0, 635 2 » » 0, 680 5; » » 0, 705 4 » » 0, 700 5 » » 0, 690 6 » » 0, 720 7 » » 0, 680 8 » » 0, 720 9 » » 0, 660 Quanto alla direzione delle apofisi trasverse delle lombari ho notato che nella 1 e nella 2 sono rivolte posteriormente : nella 3 l’ apofisi trasversa sinistra ha una lieve tendenza a ri- volgersi posteriormente, mentre la destra è perpendicolare al corpo: nella 4 sono perpendicolari ma lievemente dirette all’ in- nanzi coi loro margini laterali anteriori: nella 5 sono già, ma 540 F. GASCO di poco, rivolte all’ innanzi, ciò che si nota poi in tutte le ri- manenti. La larghezza dell’ apofisi trasversa sinistra, seguendo la curva e misurandola sopra l’ estremo, è per la 1 lombare di metri 0, 105 2 » » 0,100 3 » » 0,110 4 » » 0, 120 5 » » 0, 120 odo » 0,120 7 » » 0, 120 8 » » 0, 110 9 » » 0, 095 10 » » 0, 095 Lo spessore poi calcolato sul medio estremo delle apofisi tra- sverse sinistre, è per la 1 lombare di metri 0,037 2 » » 0,035 3 » » 0, 030 4 » » 0, 027 a a » 0,029 6 > » 0,027 i » » 0, 029 eS » 6,033 9) » » 0, 025 10 » » 0, 023 La distanza tra i due apici delle zigapofisi è la seguente : Per la 1 lombare (o 21 vertebra) metri 0,135 13 » (0 33 » ) » 0), 115 Regione caudale. Sono presenti nel Maeleayius di Parigi solo BALAENA MACLEAYIUS 541 le prime dodici caudali e manca quindi la seconda meta di questa regione vertebrale. Considero come caudale la 34 vertebra. La lunghezza del corpo delle caudali, misurata un po’ al dis- sotto dell’ origine dell’ apofisi trasversa, è la seguente: Per la 1 caudale (o 34 vertebra) metri 0,140 2 » » farsa 3 » » 0, 135 t » » 0, 135 5 » » 0, 140 6 » » 0, 140 i » » 0, 140 S » » 0, 135 9 » » 0, 130 10 » » 0, 125 1] » » 0,115 12 » » 0, 100 Misurata sulla faccia anteriore trovo la 11 (0 44 vertebra) alta m. 0,270 — larga m. 0, 230 2045», ) » » 0,290— + » 0,210 Calcolata poi sulla faccia posteriore trovo la 11 caudale alta metri 0,260 — larga metri 0, 230 Ve » » » Ge 220 —* » » 0, 200 La distanza tra gli apici delle zigapofisi è la seguente: Per la 1 caudale metri 0, 123 A » 0,131 Sala IRE I eve SRI, » 0, 145 Jak i LAB 6 » » 0, 140 7 » » 0, 140 L’ ultima neurospina si nota sulla 12 caudale. L’ ultimo rudimento di zigapofisi notasi sull’ 11 caudale. 542 F. GASCO Gli ultimi rudimenti delle apofisi trasverse osservansi sulla 10 ed 11 caudale. L’ arteria spinale, che nelle precedenti caudali passa al davanti dell’ apofisi trasversa prima di penetrare nello speco vertebrale, la si vede passare direttamente attraverso la base dell’ apofisi trasversa della 5 caudale ossia 38 vertebra: sulla 6, 7 ed 8 caudale i fori sono però più grandi di quelli della 5 (!). Sul lato sinistro della 9 caudale le apofisi articolari, colle quali stanno in rapporto le emapofisi, s’ uniscono fra loro: sul lato destro esse sono ancora separate. Il canale formato dal- l'unione di queste apofisi articolari è poi distintissimo sulla 10 e sull’ 11 e manca affatto sulla 12 caudale. Emapofisi. Non ve ne sono che 7 ma sono tutte intiere. Le due più sviluppate misurano in lunghezza 17-18 centimetri e la loro larghezza, calcolata sulla metà della loro lunghezza, è di 8-9 centimetri. La più larga, una delle posteriori, misura metri 0,105 ed è lunga solo m. 0,12. Regione dorsale, lombare e caudale del Macleayius di Londra. Indicherò anche qui, non ignorando di quanta importanza siano nell’ istituire confronti, le osservazioni e le ricerche da me fatte su queste tre regioni della colonna vertebrale del Macleayius del British Museum (?). (1) Nella balena della Nuova Zelanda conservata nel Museo di Dunedin, i fori per cui passa l'arteria spinale stanno, secondo il Prof. Hector, sulla 39 vertebra sino alla 45. (?) Nella colonna vertebrale del Macleayius di Londra ho enumerato 54 ver- tebre, delle quali 7 cervicali, 13 dorsali, 13 lombari e le rimanenti 21 caudali. È la stessa ripartizione da me seguita per le vertebre della Balaena bisca- yensis di Napoli e del Macleayius di Parigi. Riescono così più agevoli i con- fronti. In tutti i casi, parlando di 1.° lombare o di 1.° vertebra caudale, ho cura d’indicare tosto il numero progressivo che essa occupa nella colonna vertebrale. S’ evita così qualsiasi dubbio. Nel Macleayius di Londra il numero delle caudali è di 21: ma, come ben BALAENA MACLEAYIUS 543 Le apofisi trasverse dell’ 11 dorsale sono rivolte all’ innanzi: quelle della 12 sono perpendicolari al corpo e quelle della 18 sono rivolte posteriormente. Le apofisi trasverse della 1 lombare o 21 vertebra sono pari- mente rivolte all’ indietro. Quelle della 2, 3 e 4 lombare sono su entrambi i lati pressochè normali ai loro corpi rispettivi, ov- vero mentre quella d'un lato è perpendicolare, la corrispon- dente del lato opposto guarda un pochino all’ innanzi oppure all’ indietro. Mostrasi incavata verso I’ estremo la faccia inferiore dell’ apo- lisi trasversa della 10, 11 e segnatamente della 12 dorsale. La 13 non è più incavata ed è più corta ed all’ apice più larga della seguente apofisi trasversa della 1 lombare, o ven- tunesima vertebra. Misurata sulla faccia inferiore, la larghezza dell’ estremo arti- colare dell’ apofisi trasversa è di metri 0,13 tanto per la 12 quanto per la 13 dorsale e di m. 0,105 per la 1 lombare. La zigapofisi è già ben riconoscibile sulla 9 e distintissima sulla 10 dorsale. La 12 caudale o 45 vertebra è quella che presenta |’ ultimo rudimento di arco. La 9 caudale o 42 vertebra è quella che lascia scorgere I’ ul- timo rudimento dell’ apofisi trasversa. La 6 caudale o 39 vertebra è la prima che ci presenta la base dell’ apofisi trasversa trapassata dal foro per cui scorre l’ arteria spinale. L’ 11 caudale o 44 vertebra lascia distinguere |’ ultima rudi- mentale zigapofisi od apofisi muscolare. La 10 caudale o 48 vertebra ha le apofisi articolari della sua faccia inferiore insieme unite e fuse su entrambi i lati. La larghezza in linea retta tra gli estremi delle apofisi tra- sverse è la seguente: fece rilevare il Dott. Edmondo Gerrard al Gray, l’ultima caudale manca. Forse non una, ma 2-3 sono le caudali mancanti in questo bellissimo scheletro del Museo Britannico, alla cui colonna vertebrale fu però data una curva troppo forte. 544 F. GASCO Per la 13 dorsale metri 0, 585 » 1 lombare (0 21 vertebra) » 0,640 » 2 » » 0,595 » 3 » » 0,600 . 4 » » 0,590 » 5 » » 0,600 » 6 » » 0,620 » Ti » » 0, 610 » 8 » » 0, 610 » 9 » » 0, 590 Non reputo punto inutile il seguente prospetto, che feci ac- curatamente in Londra, collo scopo di trasmetterlo al Prof. En- rico Gervais affinchè se ne valesse per le dimensioni da darsi alle vertebre di legno necessarie per completare la colonna ver- tebrale del Macleayius di Parigi. Altezza massima Larghezza Contorno 12 caudale m. 0,355 — m. 0,225 — m. 0, 78 13 » » 0,23 — » 0,215 — » 0,69 14 » » 0,19 — » 0,180 — » 0,60 15 » » 0,16 — » 0,158 — » 0,58 16 » » 0,13 — » 0,135 — » 0,44 lo win i e e 180 La eil 0090 VA 19 Sa 0.078 = 0.086 eee D0) ay)» LOOP SS OTR «nes Dt Lia Va 0/045 == » 040 Le ultime cinque (17-21) vertebre caudali hanno forma qua- drata, presentando una faccia appiattita in alto, due laterali ed una inferiore. (1) La 23 caudale o 56 vertebra della biscayensis di Napoli è alta m. 0, 026, larga m. 0,030. Queste cifre, avendo riguardo alla grande rassomiglianza tra la co- lonna vertebrale della biscayensis di Napoli e quella del Macleaytus di Parìgi e di Londra, ci autorizzano ad asserire che molto probabilmente sono due le vertebre caudali mancanti nello scheletro di Londra. BALAENA MACLEAYIUS 545 Coste. Quelle del Mac/eayius di Parigi sono incomplete. Con- tansene 12 sul lato sinistro e soltanto 8 sul destro. Le mancanti sul lato sinistro sono le ultime due o tre. Costa destra Costa sinistra Contorno, tratto dalla fotografia, del primo paio di coste del Macleayius di Parigi. LUNGHEZZA DELLE COSTE DEL LATO SINISTRO. In linea retta Seguendo la curva 1 costa metri 0,77 | metri 1,09 Zia » TINO » 1, 59 3 » » iF, 14 » i 91 da » 41520 » 2,09 ima mei URLS » ie 16 6 » » DS Ze » gi 38 (is. » Kes » 2,08 8 >» > 120 gi 2.07 +9) » » Ly 16 » ae 00 10 » » tr 16 | » in tT ti” > » 1,14 » 149 OT » L OS » I; 23 Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV, (12 Luglio 1879). 35 DAG F. GASCO ’aragonando questo prospetto con quello dato per le coste del lato destro della B. biscayensis di Napoli (), si rileva che mentre in quest’ ultima la 3, 4 ed 8 hanno la stessa lunghezza (m. 1, 00) seguendo la retta, la 3 costa del Macleayius, seguendo parimente la retta, ha, tra gli estremi suoi, 6 centimetri di meno di quanto notasi per la 4 e per l'8 costa. i Si osserva inoltre che mentre per la biscayensis la 6 costa è, seguendo la curva, di 1 centimetro più corta della 7; nel Ma- cleayius la 6 supera di 3 decimetri la 7 costa. L’ inverso ha pressochè luogo per la 10 ed 11, tra cui, in Napoli, seguendo la curva, rinviensi una differenza di 11 cen- timetri, mentre in Parigi la differenza, riducesi a due centim. La 1. costa non presenta superiormente traccia di bifidità nè sul lato destro, nè sul sinistro. La 2 mostra un tubercolo sul suo estremo superiore bene sviluppato. Le coste del primo paio sono quelle che presentano il loro estremo inferiore o sternale più largo. Misurata sulla metà della loro lunghezza e sulla faccia interna, la larghezza loro è di m. 0, 09. Misurata sull’ estremo sternale, la larghezza della costa sini- stra è di m. 0,16, e quella della destra di m. 0,19. La 2 sinistra, larga sul mezzo della sua lunghezza m. 0, 09, misura sull’ estremo inferiore m. 0,10. La 3 sinistra, larga sul mezzo della sua lunghezza m. 0, 075, è larga sull’ estremo inferiore m. 0, 085. La 3 però alla distanza di 20 centimetri dal suo estremo ver- tebrale presenta la larghezza di m. 0,10. Sul lato destro la 2 e la 3 costa mancano. Poste sul suolo, le tre prime coste non lo toccano come le tre prime della biscayensis di Napoli. Le prime tre coste terminano appiattite segnatamente la 1 e la 2: la 4,5, 6, 7,8 e 9 terminano rotondeggianti: la 12 è di nuovo appiattita sul suo estremo inferiore. (1) F. Gasco, Mem. intorno alla Balena di Taranto, pag. 96. BALAENA MACLEAYIUS O47 Per riguardo alle coste del Macleayius di Londra ho notato quanto segue. a 1 costa sinistra ha sul suo estremo sternale la larghezza dim: 0,13 (1). La 2 sinistra, alla distanza di 30 centimetri dal suo estremo inferiore, misura in larghezza m. 0,10. Sull’ apice è solo larga m. 0,09 seguendo la curva esterna. La 3 costa sinistra ha l estremo inferiore tondeggiante: su quest’ estremo trovasi una larghezza minore di quella che essa presenta su tutta la sua porzione mediana. La 2 e la 3 costa sulla faccia anteriore ed in prossimità del loro estremo vertebrale non solo sono piatte, ma presentansi con- cave e molto larghe. Trovo, in corrispondenza della curva, sul- l'estremo vertebrale della 3 costa, 11 centimetri di larghezza e 8 centimetri per la 2 costa. Lo spessore dell’ estremo sternale della 1 costa sinistra è di m. 0,065: e quello della 1 costa destra è di m. 0,060. Trat- tasi di uno spessore molto considerevole. La lunghezza, in linea retta, della 12 costa destra è di m. 1,01: quella della 13 destra, in linea retta, è di m. E77. Giova il rilevare che nella diseayensis di Napoli tra la 12 e 13 costa sinistra v ha una differenza di soli 7 centimetri, mentre tra la 12 e 13 costa destra del Macleayius di Londra la diffe- renza è di 24 centimetri. L’ estremo. inferiore della 4, 5, 6, 7,8, 9, 10 e 11 costa sinistra del Macleayius di Londra termina tondeggiante (?). (1) Evidentemente la larghezza sull’ estremo sternale del primo pajo di coste varia di molto e non può avere alcun valore specifico. Nel Macleayius di Pa- rigi la 1° costa destra ha la sorprendente larghezza di 19 centimetri, mentre la sinistra ne ha solo 16. Ed il Macleayius del Museo Britannico, che è un po’ più grande di quello di Parigi, ha la sua 1 costa sinistra larga soltanto, sull’ estremo sternale, 13 centimetri. (2) Avrei desiderato prendere parecchie altre misure sulle coste del Ma- cleayius del Museo Britannico, ma non lo potei perchè sotto lo scheletro ap- peso alla volta stavano molti grandi e fragili preparati e la scala, di cui io mì serviva, non poteva avvicinarsi sempre convenientemente. È per la stessa ragione che non misurai in lungo ed in largo le ossa nasali. D4S F. GASCO Sterno. Nel Macleayius di Parigi manca: nel Macleayius di Lon- dra la maggior larghezza dello sterno, calcolata nella metà ante- riore, è di m. 0,16. La sua lunghezza sulla linea mediana è di m. 0,125. Sull’ estremo posteriore trovai lo spessore di m. 0, 04. ScapoLA DEL MACLEAYIUS DI PARIGI. La larghezza o maggior asse antero-posteriore della scapola destra è di m. 0,76. L’ altezza o maggior asse verticale è poi di m. 0, 61. V’ ha quindi tra la larghezza e l'altezza una diffe- renza di 15 centimetri, differenza che rinviensi parimente nella biscayensis di Napoli e di Filadelfia. Contorno della scapola destra del Macleayius di Parigi. Ilfcontorno fu copiato dalla fotografia che ne feci eseguire nel laboratorio del Museo di Parigi. Sulle rette punteggiate leggesi quanto vale la larghezza, l’ altezza, il margine anteriore e posteriore della scapola. Seguendo la retta, il margine anteriore è di m. 0,46 ed il posteriore di m. 0,47. V’ ha tra questi due margini la diffe- renza di 1 centimetro, mentre nella scapola della biscayensis di Napoli la differenza fra questi due margini giunge a 9 centi- metri per la destra ed a 7 centimetri per la sinistra. Nel Macleayius seguendo la curva del margine superiore trovo m. 0, 94. BALAENA MACLEAYIUS 549 Lo spessore, calcolato sul margine superiore è di 6-7 cen- timetri. L'asse maggiore della cavità articolare è di m. 0, 28 e I’ asse minore, perpendicolare al primo, è di m. 0,21. Le misure trovate per la scapola sinistra corrispondono esat- tamente con quelle di destra, con quest’ eccezione che tanto il margine anteriore quanto il posteriore della scapola sinistra mi- surano m. 0, 45. Notasi un piccolissimo rudimento di apofisi coracoide. Il solo acromio sinistro è, parmi, intero: termina tronco : misurato sul margine inferiore, è lungo m. 0,10. Guarda col suo apice leggermente in alto. Dal margine anteriore della ca- vità articolare della scapola all’ apice dell’ acromio trovo la di- Stanza di m. 0,14. ScapoLa DEL MACLEAYIUS pi LonpRA. La larghezza, calcolata sulla faccia esterna della scapola destra, è di m. 0,71. L'altezza è di m. 0, 61. Anche sulla scapola sinistra rinviensi la stessa differenza, es- sendo la sua larghezza di m. 0,70 e la sua altezza di m. 0, 60. Seguendo la retta, tanto il margine anteriore quanto il po- steriore oscillano fra 44 e 45 centimetri. Seguendo la curva del margine superiore, per la destra trovo m. 0,90: per la sinistra m. 0, 88. Lo spessore, calcolato sul margine superiore , oscilla tra 45 e 60 millimetri. La lunghezza dell’ acromio destro, misurato sul margine in- feriore, è di m. 0, 08. Il sinistro è lungo m. 0,085. Entrambi terminano acuminati e rivolti in basso. Ia distanza dell’ apice dell’ acromio dal margine articolare anteriore è di m. 0, 08. Paragonando la scapola del Macleayius di Parigi con quella del Macleayius di Londra si rileva: 1.° Che mentre nel primo la differenza tra la larghezza e 550) F. GASCO l'altezza è di 15 centimetri: nel secondo si riduce a 10 cen- timetri. 2. Che I’ acromio nel primo termina tronco ed è rivolto in alto: nel secondo termina acuminato e guarda in basso. 3. Che la scapola di Parigi ha un rudimento di coracoide il quale non si scorge in quella di Londra. Al Macleayius di Parigi manca un arto per intiero: dell’ altro v ha l’ omero, il radio, |’ ulna, alcune ossa del carpo e qualche falange. Per contro nel Macleayius di Londra i due arti sono, puossi dire, completi. Quando il Gray nel 1873 fece di pubblica ragione le sue no- tizie intorno allo scheletro della vera balena della Nuova Ze- landa, non potè indicare le ossa del carpo, nè il numero delle falangi presenti poichè alcune di esse stavano ancora nascoste e coperte dalla pelle. Oggi ognuno può osservare che ne! carpo dell’ arto destro distinguonsi 6 pezzi ossei dei quali cinque sono tondeggianti ed uno, esterno, allungato. Le quattro dita della mano nella preparazione mostransi pa- rallele: non v ha che una lievissima divergenza verso il loro estremo. Il numero delle falangi che ogni dito oggi presenta, non te- nendo conto del rispettivo osso metacarpeo, è il seguente. Pel pollice non ve n’ ha: Tl indice ne ha 3: il medio 4: I a- nulare 3 ed il mignolo parimente 3. L' ultima falange delle ultime due dita è piccolissima. Nella mano sinistra trovai lo stesso numero di falangi indi- cate per la destra. Ma si noti che le falangi apparenti dell’ a- nulare e del mignolo sono soltanto due, essendo l ultima di entrambe le dita piccolissima e nascosta ancora nella lunga e grossa fibro-cartilagine. BALAENA MACLEAYIUS 551 Ho misurato la mano sinistra ed ho avuto il seguente ri- sultato : Il dito medio, il più lungo, misura metri 0, 84 » indice » » 0,60 » anulare » x ‘0550 » mignolo » » 0,44. L'altezza media del carpo, in corrispondenza del medio e dell’ indice, è di m. 0, 20. In corrispondenza del mignolo e del- l’anulare è un po’ minore. Dalla metà del margine inferiore interno del radio all’ estremo del dito medio, seguendo la retta, v ha la distanza di m. 1, 04. Nel dar qui termine alle mie ricerche e studi sulle balene adolescenti della Nuova Zelanda al Jardin des Plantes ed al British Museum, nutro fiducia di avere, per quanto per me potevasi, contribuito alla risoluzione di un difficile quesito , quello di conoscere per bene.i caratteri osteologici della Balaena australis Desm. adolescente, per non ritenerla in avvenire nè per una specie autonoma, nè, quod gravius est, per un genere diverso. È. GESTRO, — Descrizioni di nuove specie di Coleotteri raccolte nella regione Austro-Malese dal signor L. M. D'Albertis. DECADE I. Sotto questo titolo comincio la pubblicazione di alcune specie nuove di Coleotteri della Nuova Guinea e dell’ Australia setten- trionale, sopratutto per soddisfare al desiderio espressomi dal sig. L. M. D'Albertis che le ha scoperte. I materiali per questo lavoro saranno attinti da varie famiglie senza seguire I’ ordine sistematico. Le specie che formano la prima decade sono le seguenti: Cicindela platycera. = Albertisti. Distypsidera papuana. Odacantha dubia. Scaphidium cyanipenne. — metallescens. _ alripenne. Pachyrhynchus decempustulatus. Arachnopus melanospilus. = aculipennis. Dal Museo Civico, 1.° Luglio 1879, NUOVE SPECIE DI COLEOTTERI DoS 1. Cicindela platycera, n. sp. Capite prothoraceque aeneis, antennis articulis 4 primis violacers, caeleris nigris; elytris nigris opacis, margine laterali intus triden- tato albo, punctis aliquis basalibus et aliis in serie suturali dispo- silts viridi-aeneis; subtus cum pedibus violacea, albo-pilosa. Oculis prominentibus approximatis; labro valde porrecto, 10- dentato, 9 11-dentato, dentibus inaequalibus; antennis articulis 5-11 dilatatis compressis; palporum labialium articulo tertio dila- tato ac breviusculo; articulis dilatatis tarsorum anticorum valde elongatis. Long. 8!/5-93/, mill. Specimina plurima in Somerset, Cap. York (m. Januar. 1873) lecta (Mus. Civ. Genuens.). Questa interessantissima specie di Cicindela costituisce una nuova sezione del genere molto caratteristica, sopratutto per gli occhi molto prominenti in direzione verticale e ravvicinati, ca- rattere che ricorda le Megalomma,; per i palpi labiali di cui il terzo articolo somiglia a quello delle Distypsidera, e per gli articoli dilatati dei tarsi anteriori del maschio, che sono molto allungati e stretti. È di piccola statura e di forma piuttosto stretta e parallela. Il capo è bronzato con riflessi verdi; molto incavato in mezzo agli occhi; longitudinalmente striato vicino ad essi e con un punto impresso sulla parte culminante del margine orbitario in- terno. Il labbro è grande bianco, orlato sottilmente di nero; anteriormente presenta, nella femmina, tre denti acuti, alla base di ciascuno dei quali ve ne sono altri due più piccoli; ai lati e in una linea posteriore a quella dei tre denti mediani vi è un altro dente. Nel maschio è più corto; il dente mediano invece d'essere più sporgente degli altri è rientrante, troncato e biden- ticulato. I palpi labiali sono più corti che nella generalità delle Cicindela, e il terzo articolo s' avvicina, come si è detto, a quello delle Distypsidera, senza però essere ugualmente dilatato. Nei maschi i palpi sono giallo-pallidi, nelle femmine neri; ma l’ul- OA R. GESTRO timo articolo è metallico in ambedue i sessi. I primi quattro articoli delle antenne sono d’un bel violetto, gli altri sono neri | dilatati e compressi, ripetendo la forma che questi organi pre- sentano nella C. compressicornis, Boh. Il protorace ha la stessa colorazione del capo: è cilindrico sub- globoso, trasversalmente ruguloso, coi solchi anteriore e posteriore molto profondi e la linea longitudinale mediana molto marcata. Gli elitri sono paralleli, neri opachi, a punteggiatura molto leggera. L’ apice finisce con una piccola punta. Una striscia bianca stretta parte dalla sporgenza omerale, percorre tutto il margine laterale e finisce sul margine posteriore arrotondata e leggermente dilatata, senza raggiungere la sutura. Questa stri- scia manda all’interno un prolungamento dietro la spalla, un altro, che è il più lungo e trasversale, alla metà, ed un terzo al terzo posteriore. Lungo la sutura vi è una serie di punti grossi, distanti l'uno dall’ altro, verde-bronzati; pochi altri si os- servano disseminati irregolarmente nella regione basale. Il corpo inferiormente è d’ un bel violetto splendente; i lati del petto sono rivestiti di lunghi peli bianchi. I piedi sono pure violetti ed i femori hanno riflessi verdi; essi presentano peli bianchi molto sparsi. i tarsi non sono sol- cati, e i tre articoli dilatati degli anteriori nel maschio sono molto sottili ed allungati. 2. Cicindela Albertisii, n. sp. Nigra, labro semicirculari, medio obsolete subdentato ; oculis valde prominentibus ; prothorace angusto, antice posticeque constrieto, lateribus rotundato; elytris latis, fere parallelis, valde converis, apice rotundatis, tenue punctatis, sericeis, lunula humerali, ma- cula marginali, et lunula apicali brunneis; pectoris lateribus et femoribus pilis longis albis vestitis; pedibus brunneis, femorum apice, bus tarsisque obscurioribus. Long.311 !/, mill. Specimen unicum # ad flumen Vly inventum (Mus. Civ. Ge- NUeNs. ). n__ NUOVE SPECIE DI COLEOTTERI DDD Capo e protorace neri, quasi opachi. Labbro largo, a forma di semicerchio, a margine anteriore intero con un piccolo dente poco sporgente nel mezzo. Mandibole brune coi denti e I apice neri. Palpi giallo pallido sporco; ultimo articolo dei mascellari piuttosto lungo e tenue. Antenne nere, col primo e secondo articolo e l'apice del terzo e quarto rossastri. Occhi molto sporgenti; all’interno di essi alcune strie longitudinali poco profonde. Protorace stretto; la strangolatura anteriore e posteriore sono ben marcate, le impressioni trasversali profonde. La linea lon- gitudinale mediana è molto marcata presso la base, meno in avanti e pochissimo nel mezzo. Il disco è subgloboso e la sua scultura consiste di poche rugosità trasversali molto leggere. Elitri molto larghi, molto convessi, sopratutto alla base, quasi paralleli e arrotondati all’ apice; all’interno degli omeri vi è una forte depressione. Tutta la superficie è quasi ugualmente disseminata di piccoli punti assai fitti; presso |’ apice questi sono alquanto più sottili. La tinta del fondo è nera con riflessi se- ricei; la lunula omerale sottile, l’apicale, che non rimonta lungo il margine laterale, ed una macchia stretta allungata sulla metà del margine laterale, che manda una piccola appendice tra- sversale al suo lato interno, sono di un bruno rossastro. Il corpo inferiormente è nero opaco, appena gli ultimi seg- menti addominali sono brunastri; i lati del petto sono coperti di peli bianchi lunghi e radi. Piedi bruni, femori piuttosto robusti e rivestiti di lunghi peli bianchi; apice dei femori, tibie e tarsi più scuri. I quattro tarsi anteriori sono solcati superiormente. La sporgenza degli occhi, la ristrettezza del protorace relati ramente agli elitri, la larghezza e la convessità di questi, danno alla C. A/bertisii un aspetto molto caratteristico. Essa porta il nome del suo scopritore. Le altre specie del genere Cicindela raccolte dal sig. L. M. D'Albertis nei suoi ultimi viaggi, sono: C. decemguttata, Fab. var. D’ Urvillei, Dej. Fly River. 556 R. GESTRO C. tetrachoides, Gestro. Un solo individuo trovato lungo il Fly River. La diagnosi di questa specie (!) è fondata sopra un esem- plare raccolto nel luglio 1875 a Hatam sul monte Arfak, dal prof. Odoardo Beccari. C. interrupta, Fabr. Un esemplare di Somerset, Capo York, Gennaio 1875, ed uno preso alla foce del Katau. C. indigna, Chaud. Raccolta lungo i fiumi Fly e Katau. C. Maino, W. Macl. (*). Questa bella specie, del gruppo delle Habroscelis, fa trovata abbondantissima alla foce del fiume Katau. C. funerata, Boisd. Fly River. 3. Distypsidera papuana, n. sp. Nigro-cyanea nitida, labro nigro, medio albo; elytris transver- sim rugulosis, nigro purpureis, apice virescentibus, macula magna humerali fasciaque mediana suturam haud attingente, flavis punc- latis; femoribus rufis, apice nigris. Long. 111/-12.1/, mill. Specimina tria £ Q in nova Guinea merid. , ad flumina Katau et Fly inventa (Mus. Civ. Genuens.). Di piccola statura; però maggiore della /lavicans, Chaud. Prendendo questa a termine di confronto si rilevano princi- palmente le seguenti differenze. La papuana ha il protorace più globoso, quindi i suoi lati sono più curvi; la sua scultura è molto più leggera. La scul- tura degli elitri è anche meno forte; essi sono alquanto più larghi; la macchia omerale è più larga e più corta e la fascia mediana non è a zigzag. La testa ed il protorace sono lucentissimi, d’ un nero azzurro (1) R. Gestro. Diagnosi di alcune nuove specie di Coleotteri raccolte nella regione Austro-Malese dai signori Dott. 0. Beccari, L. M. D’ Albertis e A. A. Bruijn. (Annali del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, vol. VIII, 1876, p. 514). (*) The Coleoptera of the Chevert Expedition by William Macleay, F. L. S. (The Proceedings of the Linnean Society of New South Wales, vol. I, 1876. p. 165). —_- NUOVE SPECIE DI COLEOTTERI 557 tendente al verde e a riffessi bronzati in un esemplare. Il labbro è nero con una larga macchia bianca nel mezzo. Il primo arti- colo delle antenne, e talvolta anche il secondo, giallastri, gli altri neri; palpi giallo-pallidi coi due ultimi articoli dei mascellari e l’ultimo dei labiali scuri; apice ed orlo esterno delle mandibole scuri. Le strie molto bene marcate. Protorace globoso, a strangolatura anteriore e posteriore forti, con una linea longitudinale mediana molto fina e con rugosità trasversali molto leggere. Elitri paralleli; nero-porporei nei due terzi anteriori, verde- scuri e più lucenti nel terzo posteriore. Sugli omeri vi è una macchia subrettangolare che trasversalmente occupa quasi la metà dell’ elitro e in senso longitudinale si estende soltanto per un quarto circa dell’ estensione. Questa macchia manda all’ interno un prolungamento lungo la base, che arriva fino alla regione seutellare e in un esemplare si allarga, sfumandosi, ad occupare quasi tutta la regione basale. Sulla metà circa vi è una fascia piuttosto larga, che non raggiunge la sutura ed è un poco obliqua dall’ esterno all’ interno e dall avanti all’ indietro e leggermente incurvata. Tanto la macchia omerale come la fascia sono di un giallo chiaro. La regione scutellare è convessa e separata dalla regione omerale per mezzo di una depressione longitudinale. La superficie è trasversalmente rugosa, ma la porzione occupata dalla macchia omerale, e dalla fascia trasversale è semplice- mente punteggiata. L'angolo omerale è affatto liscio. La superficie inferiore del corpo è tutta d’ un nero-azzurro lucente. I femori sono rossastri coll’ apice nero; le tibie e i tarsi scuri. Credo non si conoscessero finora specie di Distypsidera della Nuova Guinea propriamente detta, ed è quindi maggiore il pregio della scoperta del sig. L. M. D'Albertis. Il sig. L. M. D’ Albertis ha raccolto una specie di Distypsidera in grande quantità a Somerset (Capo York) nel Gennaio 1875. L'ho paragonata con due esemplari di D. Gruti, Pascoe, delle isole Lizard, nella collezione di Cicindelidi del Barone di DOS R. GESTRO Chaudoir, ora appartenente al Museo di Parigi, e con tre della collezione del Museo Civico di Genova, dei quali uno ricevuto dal dott. C. A. Dohrn con sola indicazione d’ Australia e gli altri due acquistati dal sig. E. Deyrolle come provenienti dalle isole Ebridi. Gli individui di Somerset sono meno violetti ed hanno la parte interna dei femori rossa; del resto non trovo altre diffe- renze importanti e li ritengo come una varietà della D. Gru. Odacantha dubia, n. sp. Nigra nitida, antennis palpisque testaceis ; prothorace medio lon- gitudinaliter sulcato; elytris fortiter striato-punetatis , interstitiis internis planis, reliquis convexis ; tarsis brunneo-testaceis, articulo quarto bilobato. Long. 8 mill. Specimem unicum ad flumen Fly captum (Mus. Civ. Ge- NUCNS. ). Di statura maggiore ed un poco più allungata della 0. apicalis, Chaud. Il capo è più stretto, la porzione dietro agli occhi più lunga e il collo molto più grosso; protorace alquanto più stretto, longitudinalmente solcato nel mezzo, coi solchi laterali non obli- terati anteriormente; elitri più stretti, a troncatura più decisa e più fortemente striato-puntati. Nera lucente, mandibole bruno-chiare, antenne e palpi testacei ; addome bruno-rossastro scuro ; femori bruno scuri colla base e I’ a- pice più chiari; tibie più chiare dei femori, tarsi bruno-testacei. Il capo è liscio; il solco che costeggia il margine interno degli occhi è ben marcato, la porzione che sta dietro agli occhi è ovale; il collo è grosso e la strangolatura che delimita il punto d u- nione del capo con esso è poco forte. Il protorace è appena più lungo che largo, arrotondato sui lati, abbastanza convesso; ha un solco longitudinale mediano profondo che sì allarga leggermente in prossimità della base; è liscio al disopra, ad eccezione della base lungo la quale si os- servano pochi punti irregolari, un poco più numerosi sugli an- voli posteriori ; anche lungo il margine anteriore esiste una NUOVE SPECIE DI COLEOTTERI DoD scarsa punteggiatura. I solchi laterali sono molto marcati e de- corrono interamente per tutta l’ estensione. Elitri quasi paralleli, un poco allargati dietro la metà, più lunghi e meno convessi che nell’ apicalis , coll’ angolo esterno della troncatura più sporgente e acuto invece d’ essere arroton- dato; la troncatura ha la figura di una S. Sul quarto anteriore, nella regione suturale, vi è una leggera depressione trasversale. La scultura è molto più forte. Le due strie interne sono leg- gere e gli interstizi rispettivi piani; le altre molto più forti; sopratutto all’ esterno dove gli interstizii sono convessi. I punti delle strie sono nello stesso caso, cioè più deboli quelli delle serie interne, più forti quelli delle esterne. Il quarto interstizio non presenta punti piliferi. I tarsi hanno l'articolo quarto bilobato e questo carattere ravvicinerebbe la nostra specie a quelle del genere Ophionea , mentre per |’ aspetto generale e la forma ne è molto distante. Ad ogni modo è un nuovo elemento australiano che aggiungiamo alla Fauna della Papuasia. 9. Seaphidium cyanipenne, n. sp. Cyaneum nitidum, elytris immaculatis, disco impunctato, palpis, antennarum arliculis primis, prothorace (margine basali et parte antica exceplis) abdomineque rubris. Long. 5*|, mill. Specimina nonnulla ad flumen Fly capta (Mus. Civ. Genuens.). A un dipresso ha la statura dello Scaphidium quadrimaculatum d'Europa, ma la forma è differente perchè il protorace è rimar- chevolmente più stretto in avanti e gli elitri più corti e più larghi in addietro. Il capo è dun nero violaceo; la smarginatura interna degli occhi molto pronunziata; i sei primi articoli delle antenne rossi, gli altri neri; i palpi d’ un rosso più pallido. Il protorace è nero violaceo lungo la base e questa tinta è esattamente limitata da una linea impressa punteggiata sinuosa; lo stesso colore esiste sul margine anteriore e si protende al- 560 R. GESTRO quanto in addietro sul disco sfumandosi; tutto il resto è rosso. Margine anteriore dritto, lati leggermente sinuosi avanti di raggiungere gli angoli posteriori; questi un poco prolungati in addietro; sinuosità della base più fortemente accennate che nel quadrimaculatum,; disco un poco meno convesso. Scudetto a forma di semicerchio piuttosto convesso. Elitri d’ un bell’ azzurro violaceo, lucenti, lisci; lungo la base si osserva una linea impressa punteggiata che cessa nel punto in cui raggiunge la spalla; un’ altra linea costeggia la sutura. I segmenti addominali che restano scoperti dagli elitri sono interamente rossi. Il corpo inferiormente è azzurro violaceo sul petto, rosso sui iati del prosterno e su tutto I’ addome. Il prosterno nel mezzo sporge leggermente a modo di carena in senso longitudinale; il mesosterno è fortemente carenato. I piedi sono dello stesso colore del petto, ma le tibie e i tarsi sono più chiari e tendono al rossastro. 6. Seaphidiam metallescens, n. sp. Nitidissimum, viridi-metallicum, prothoracis angulis posticis vi- ridi-aureis, abdomine pedibusque rubris. Long. 53/4 mill. Specimen unicum ad flumen Fly inventum (Mus. Civ. Genuens.). Molto vicino al precedente per la forma del corpo. Capo azzurro-verdastro scuro; parti boccali d’ un rosso chiaro; antenne rosse ad eccezione dei sei ultimi articoli che sono neri. Protorace della stessa forma che nel cyanipenne; soltanto la sinuosita leggera laterale che si osserva prima degli angoli po- steriori è meno marcata; la linea basale di punti descrive le stesse inflessioni. D'un colore verde metallico cogli angoli posteriori a riflessi dorati. Elitri di tinta un poco più scura di quella del protorace e tendente alquanto all’ azzurro. Scultura come nella specie pre- cedente. Segmenti addominali rossi. Superficie inferiore del corpo liscia; petto azzurro-verdastro NUOVE SPECIE DI COLEOTTERI 561 scuro, addome rosso. Prosterno leggermente subcarenato, me- sosterno carenato, metasterno in avanti convesso sporgente. Piedi rossi. 7. Seaphidium atripenne, n. sp. Atrum nitidum; prothorace rubro, margine basali maculaque magna discoidali nigris; elytris immaculatis, singulo seriebus dua- bus discoidalibus punctorum; segmentis abdominalibus tarsisque rubris. Long. 4 mill. Specimina nonnulla in Somerset, Cap. York, lecta. (Mus. Civ. Genuens.). Di statura minore e di forma meno convessa che le due specie precedenti. Probabilmente fa parte del gruppo al quale appar- tengono gli S. punctipenne e Mastersii di W. Macleay (1). Capo nero; smarginatura degli occhi ben marcata; parti boc- cali e primi articoli delle antenne rossi. Protorace meno largo alla base che nelle specie precedenti ed un poco più largo in avanti; liscio con una linea impressa pun- teggiata sinuosa lungo la base; lo spazio fra questa linea ed il margine posteriore è nero; una larga macchia pure nera parte dal margine anteriore che occupa quasi interamente e si pro- lunga sfumandosi e ristringendosi in addietro, fin quasi a rag- giungere la base. Nel resto è rosso. Elitri meno larghi e più paralleli che nelle specie suindicate; la linea lungo la sutura è più fortemente impressa; quella che costeggia la base è formata di punti relativamente più grossi; oltre ciò sulla metà di ciascun elitro esistono due linee longi- tudinali di punti dirette alquanto obliquamente dall’ avanti al- l indietro e dall’ esterno all’interno e non raggiungenti né la base nè l’ apice. In qualche esemplare presso I’ origine della più interna di queste linee esistono alcuni punti disposti longi- tudinalmente come il rudimento di una terza serie. Segmenti addominali rossi. (') The Transactions of the Entomological Society of New South Wales. II. p. 156. Ann. del Mus. Cit. di St. Nut. Vol. XIV. (21 Luglio, 1879). 26 562 R. GESTRO Superficie inferiore del corpo liscia; petto nero ad eccezione dei lati del prosterno; addome rosso. Prosterno leggermente ca- renato nel mezzo in senso longitudinale; mesosterno sollevato a carena, ma non tagliente. Piedi neri coi tarsi rossi. 8. Pachyrhynehus decempustulatus, n. sp. Niger, nitidus,; elytris striato-punctatis, singulo pustulis quinque corallinis laevissimis, circulatim dispositis, margine laterali api- ceque viridi-argenteo-squamosis ; pedibus sparsim viridi-hirtis. Long. (rostr. mel.) 12 mill. P. quadripustulato affinis, sed elytris magis globosis ac pustu- larum numero facillime distinguendus. Specimina duo ad flumen Fly lecta. (Mus. Civ. Genuens.). Più corto e più globoso del quadripustulatus (1). Rostro leg- germente punteggiato, con un’ impressione mediana profonda sub- triangolare. Vertice liscio. Protorace globoso, irregolarmente e leggermente punteggiato, irto di peli verdi molto sparsi, e ornato lateralmente di squamette di un verde argenteo. In un esem- plare vi è pure una squametta nel mezzo, la quale potrebbe forse accennare alla presenza in questa specie di una striscia longitudinale mediana, considerando la facilità con cui questi insetti a integumenti ornati di squamule si deflorano, tanto più quando sono stati mantenuti nell’ alcool. Gli elitri sono corti e molto globosi; le strie sono poco marcate, sopratutto nel mezzo, i punti grossi. I lati presentano squamette verdi argentate molto brillanti, disposte a macchie, che sull’ apice formano come una striscia per ciascun lato della sutura. Ciascun elitro presenta cinque pustole tonde, liscie, di un bel rosso corallino, come quelle del quadripustulatus, disposte a modo di circolo. I lati del petto sono anch’ essi squamulosi. I piedi sono rivestiti di peli sottili verdi molto scarsi. Il sig. L. M. D' Albertis ha anche raccolto, lungo il fiume Fly, parecchi esemplari del P. quadripustulatus. Questi presentano (1) Gestro, Annali del Museo Civico di Genova, VII, 1875, p. 1008. NUOVE SPECIE DI COLEOTTERI 503 traccie evidentissime di una linea dorsale di squamette sul pro- torace e le macchie squamulose sui lati degli elitri sono ben accennate; per cui a tutta prima si sarebbe potuto credere trat- tarsi del P. verrucatus, Bates (1); ma dopo averli paragonati coi tipi del guadripustulatus mi sono persuaso che non ne dif- feriscono e che se gli esemplari tipici del quadripustulatus hanno poche traccie di squamette, ciò dipende dal loro stato di con- servazione. Da ciò crederei di poterne dedurre che la specie di Bates è fondata sopra caratteri poco validi e sarei d’ avviso che debba piuttosto considerarsi come sinonimo della mia. 9 Arachnopus melanospilus, n. sp. Niger, squamulis albis dense tectus, elytris punctis impressis squamuliferis, utrinque maculis duabus nigro-velutinis, una basali latiore semicirculari, altera rotunda pone medium; pedibus albo- fimbriatis. Long. (rostro excl.) 10 mill. Specimina duo ad flumen Fly capta. (Mus. Civ. Genuens.). Questa specie è molto elegante e credo sia unica nel suo ge- nere per le macchie degli elitri nero-vellutate sopra un fondo grigio costituito da squame minute e stipate. Capo nero opaco con pochi punti leggeri sul vertice; fra gli occhi una fossetta dalla quale scendono sul rostro, divergendo, cinque carene sottili che arrivano a un dipresso fino al punto corrispondente all’ inserzione delle antenne; lo spazio fra le ca- rene puntato-ruguloso; il resto del rostro con punti molto fini. Le antenne rossastre, colla clava più scura. Protorace stretto in avanti, coi lati arrotondati, la base quasi retta; la punteggiatura è densa e ogni punto porta una squa- ‘metta bianca. La base è orlata di squame ferruginee. Gli elitri alquanto rientranti dietro le spalle, si dilatano alla metà e al terzo posteriore si ristringono molto e bruscamente. (1) On the Coleoptera collected by the Rev. G. Brown, C. M. Z. S. on Duke- of-York Island, New Ireland, and New Britain. (Proceed. of the Zoulog. Soc. of London, Febr. 20, 1877, p. 154, t. XXV, f. 2). 564 R. GESTRO Tutta la loro superficie, ad eccezione dei punti occupati dalle macchie nere vellutate, è coperta di squamule bianche molto fine e molto stipate; inoltre presenta punti impressi, disposti abbastanza regolarmente, che hanno il margine anteriore ele- vato a modo di tubercoletto liscio e portano ciascuno una squa- metta bianca più grande di quelle del fondo. Tutto questo in- sieme di folidosi osservato colla lente è molto elegante. Delle macchie vellutate la basale è la più grande, ha la forma all’ in- circa di un semicerchio coll’ arco in addietro, la corda contigua alla base e le estremità non raggiungenti nè il margine laterale, nè la sutura; l’altra sta dietro la metà ed ha una forma quasi rotonda. Corpo inferiormente nero; nel mezzo del prosterno e nel mezzo e sui lati del meso e metasterno vi sono peli squamiformi ferruginel. I piedi puntato-rugosi vestiti di piccolissime squame bianche con peli squamiformi ugualmente bianchi frammisti regolarmente. Le tibie fimbriate di bianco. 10. Arachnopus acutipennis, n. sp. Niger, elytris apice prolongatis et acutis, singulo macula hu- merali rotunda vittaque tenui pone medium usque ad apicem su- turae parallela albis; pedibus albo-fimbriatis. Long. (rostro exel.) 14 mill. Specimina plurima ad flumen Fly lecta. (Mus. Civ. Genuens.). La forma degli elitri molto allungati ed acuti all’ apice, per quanto mi consta non fu ancora osservata nel genere Arach- nopus. Il capo è nero, solo l’ apice del rostro si fa rosso bruno come pure le antenne. Alla piccola fossetta che sta nel mezzo della fronte fra gli occhi fa seguito un breve spazio liscio, indi la traccia di una carena per ciascun lato, che finisce prima d' arrivare al punto corrispondente all’ inserzione delle antenne. La pun- teggiatura alla base del rostro è fina e molto stipata, sul vertice diventa sparsa. NUOVE SPECIE DI COLEOTTERI 565 La base del protorace è troncata, gli angoli posteriori retti, i lati arrotondati; la scultura è finissima e ricorda le asperità di una lima; ogni punto porta un piccolissimo pelo bianco squami- forme ed è limitato in addietro da un margine sollevato e lu- cente; i lati sono il punto in cui queste asperità e questi peli sono più pronunciati. Gli elitri alla base sono della larghezza del protorace, a poca distanza si allargano moderatamente fino al di là della metà; quindi si ristringono gradatamente e si prolungano in una punta molto acuta. Sono trasversalmente depressi lungo la base e co- perti di asperità simili a quelle del protorace, ma molto più forti. Ciascuno ha una macchia bianca rotonda sull’ omero, ab- bastanza grande, e una striscia pure bianca sottile che de- corre parallela alla sutura e dalla metà giunge fino all’ apice non raggiungendolo però completamente. Il margine laterale, a cominciare a un dipresso dal terzo anteriore, è marginato e fim- briato di bianco. Il corpo inferiormente è nero piceo con peli biancastri squami- formi molto sparsi. Le epimere del mesotorace sono orlate di squamule bianco-ferruginee molto fitte. I piedi sono puntato-rugosi e le tibie abbondantemente fim- briate di biancastro. Tutti gli esemplari furono raccolti lungo il fiume Fly. Uno di essi ha la macchia omerale degli elitri di forma allungata. R. OBERTAUA. Notes sur quelques Coléoptéres récoltés aux iles Sanghir par les chasseurs de M. A. A. Bruijn et description de trois espéces nouvelles. . (Pl. 1) Odontolabis Duivenbodi, H. Deyr. Les deux sexes de cette magnifique espéce, dont on ne con- naissait jusqu’a present que l’exemplaire male typique ('), pro- venant de Ménado et qui fait partie de la collection du comte de Mniszech, ont été rapportés des iles Sanghir par les chas- seurs de M. Bruijn. Les mandibules des màles varient seulement pour la longueur entre 4 et 10 millimétres, alors que dans le type elles atteignent 18 millimétres. Dans les plus petits développements, l’extrémité des mandibules est terminée en pointe, au lieu d’étre dilatée en deux dents et la coloration générale de l’insecte est ordinaire- ment plus claire. La femelle différe du male par la forme de la téte toujours beaucoup plus petite et anguleuse en avant des yeux. Les par- ties antérieures de la téte ainsi que les mandibules sont forte- ment ponctuces; le prothorax. un peu plus long, est luisant (!) Annales de la société entomologique de Belgique, IX, p. 25, t. 1, fig. 1. COLEOPTERES DE SANGHIR 567 sur le disque qui est légérement pointillé, tandis que les bords latéraux sont rugueux comme dans le male. Ma collection contient 12 exemplaires; 8 2° et 4 è. Prosopocoelus Bruijnii, n. sp. (Pl. I, fig. 4, 5, 6). ST. (Var. max.). Castaneus ; elytris flavo-testaceis cum sutura nigra; mandibulis leviter cylindricis, apicibus acutis, ad basin ir- regulariter et tenuissime dentatis, post medium quatuor dentibus sat requlariter dispositis armatis, duobus majoribus, bifidis et obli- quis, duobusque apud apicem acute minutis; capite magno, sub- quadrato, ante depresso ; prothoracis lateribus capite latioris rotun- datis ; femoribus dilute rufo-maculatis. Var. minor differt capitis thoracisque colore magis pallido et mandibulis minimis dentibus instructis. Long. corp. 20-32, mand. 6-16 mill. Q. Nitida; mandibulis brevibus, acutis, intus unidentatis ; ca- pite rugoso puncetato ; elytris cum villa suturali nigra, lata, ad apicem decrescente, minute punctatis. Long. corp. 18-21 mill. Cette nouvelle espéce qui se place près du P. vittatus H. Deyr (!) et du P. flavidus Parry (*) est très remarquable par la colo- ration differente des deux sexes et l’armature des mandibules. Le male a les élytres d'un testacé jaunatre avec la suture et une fine bordure latérale noires; la téte, les mandibules et le prothorax légérement pointillés sont d’un brun marron foncé. Dans les grands développements, les mandibules portent, à partir de la base, une série de 4, 5 ou 6 dents très petites et inéga- lement disposées, la dernière atteignant 4 peu près le milieu, puis 4 autres dents dont 2 bifides et 2 pointues, symétrique- ment placées de chaque cote. (1) Annales de la société entomologigve de Belgique, IX, pag. 28, t. 1, fig. 4. (3) Transactions of the entomological society, série II, 1864, p. 27, t. 8, fig. 2. 568 R. OBERTHUR La première de ces dents bifides qui est la plus longue me- sure 1 millimétre et demi environ et les autres, en approchant de l’extrémité, diminuent insensiblement. Les mandibules qui n’ont pas plus de 6 ou 7 millimétres de longueur sont garnies de petites dents bifides ou pointues formant une scie non inter- rompue. Le P. Bruni differe du P. vittatus par ses mandi- bules plus cylindriques et plus fortement armées, surtout dans les grands développements, par le prothorax plus étroit et plus arrondi sur les cotés, sans bordure latérale roussatre et par la coloration des élytres. Quant au P. flavidus, sa taille est un peu plus petite, l’ar- mature de ses mandibules est tout a fait différente et la colo- ‘ation de la téte et du corselet sont beaucoup plus jaunatres. La femelle du P. Bruni se distingue surtout du male par sa teinte plus foncée et plus brillante et par l’existence d’ une grande bande suturale noire qui occupe la moitié des élytres a leur partie supérieure et se prolonge en diminuant toujours le long de Ja suture jusqu’a leur extremité. Je me fais un devoir de dédier ce joli Lucanide 4 M. A. A. Bruijn a qui la science entomologique est déjà redevable de tant de découvertes interessantes. Apogonia sanghira, n. sp. (Pl. I, fig. 1). Nitida, viridi aut ceneo-cuprea, punctatissima, squamulis ova- libus albidis vel flavescentibus pulverulenta ; elytris in medio ele- vatis et apud apicem declivibus; capitis anteriore parte magis cuprea. Subtus in mediana parte nuda squamulis, sed in lateribus maxime pulverulenta, pedibus ceneo-cupreis. Long 12-14 mill. lat. 6-8 mill. Brillante, cuivreuse, quelquefois d'une teinte légèrement ver- dàtre avec une ponctuation serrée, irrégulière, qui est recouverte de squamules écailleuses blanches ou jaunàtres. En dessus ces éeailles de forme ovalaire sont attachées a chaque point par COLEOPTERES DE SANGHIR 569 leur partie supérieure, mais elles ne sont que très-peu solide- ment fixées. La téte a la partie antérieure, d'un cuivreux trés accentué, elle porte deux lignes élevées, lisses, en forme de V, se rejoignant sur le front dans certains exemplaires; les palpes et les antennes sont rougeatres. Sur le thorax, on remarque une petite élévation médiane brillante, plus ou moins prononcée. L’écusson est semé de quelques points peu enfoncés. Les élytres sont moins ponetuées sur le disque que sur les còtés; elles sont bombées au milieu et fortement inclinées a leur partie médiane postérieure dont les cétés sont carénés; sur leur partie latérale inclinée se trouvent deux ou trois lignes de points squamuleux réguliérement disposés. Le pygidium dans sa partie inférieure est légèrement velu. Le dessous du corps est au milieu lisse et dépourvu d’écailles; mais, sur les còtés, les squamules sont plus serrées et en méme temps plus petites que sur le dessus. Sur les cotés des cuisses et des jambes, les écailles sont disposées en lignes; les tarses sont intérieurement garnis de petits poils d'un blanc jaunatre. Je possède dix exemplaires de cette Apogonia. Xylotrupes gideon, Liyye. Ce Lamellicorne dont il a été rapporté plus de cent exem- plaires semble étre aux iles Sanghir d’un tvpe assez particulier. Les males d'un brun noir luisant, avec les élytres trés-lisses ont pour la plupart les cornes fortement développées , surtout la thoracique qui dépasse presque toujours la céphalique. A Ménado, où les développements sont a peu près semblables, la couleur de cette espéce est dun brun marron assez foncé; mais, 4 Ternate, cette coloration est beaucoup plus claire et les nombreux exemplaires que j’ai pu examiner de cette dernière localité ont les cornes trés-peu développées; le thorax ne pré- sente méme quelquefois qu'une simple élévation et en tout cas la corne céphalique n’est jamais atteinte par l'autre. Si les males présentent des différences importantes et assez constantes, suivant les localitàs, les femelles beaucoup moins] 570 R. OBERTHUR abondantes, paraissent au contraire rester toujours semblables entre elles. Ces différentes formes du màle ne doivent probablement con- stituer que des races ou variétés purement géographiques, mais qu'il serait en tout cas fort intéressant d’étudier plus complé- tement avec de nombreuses séries d’exemplaires provenant de localités très-diverses. Sternoplus Schaumii, Ware. La coloration ordinairement foncée de cette espéce est è Sanghir, si lon en juge par une douzaine d’exemplaires , constamment d'un beau vert clair. Les bandes ochracées des élytres se réduisent quelquefois 4 deux ou quatre taches net- tement séparées et le thorax est souvent dépourvu de taches discoidales. Alaus Vollenhoveni, Canp. Un seul exemplaire de ce bel elatéride, qui n’avait jusqu'à présent été rencontré qu’a Célébes, a été capturé aux iles Sanghir. Pachyrhynchus Croesus, n. sp. (Pl. I, fig. 2). Oblongo-ovatus, nitidus, ater vel atro-cerulescens; capite de- presso, mediana macula duabusque lineis subocularibus ornato ; thorace quatuor arcuatis oppositis et elytris viginti duabus inae- qualibus maculis decoratis; femoribus anulatis; totis maculis li- neisque e squamis lete coruleo-viridibus effectis. Long. cum rostro 22, lat. 9 mill. Noir brillant, lisse, avec un reflet plus ou moins bleuàtre et orné de nombreuses taches formées de squamules d'un bleu ver- dàtre trés-gai conservant en dessous la méme teinte que sur le COLEOPTERES DE SANGHIR 571 dessus du corps. Téte ayant entre les yeux une légére dépres- sion sur laquelle est placée une tache arrondie, deux autres taches prenant naissance sous les yeux et s’'étendant presque jusqu'à l'extrémité du rostre. Sur le thorax se trouvent quatre taches, deux en dessus allongées longeant le bord externe, mais sarrétant un peu au-dela du milieu et deux en dessous formant de chaque còté un croissant qui se prolonge en avant et en dessus jusqu'à la hauteur des deux taches supérieures, mais sans les rejoindre. Le nombre des taches sur les -élytres est le plus souvent de vingt deux, trois au bord de chacune des élytres parmi lesquelles deux allongées et la dernière presque triangulaire, deux com- munes sur la suture, l’une un peu après le milieu l’autre avant l’extrémité, cette dernière quelquefois trés-petite , et sept sur chaque élytre, une en avant, isolée près de la base et six autres formant deux fascies arquées, chacune de trois points. Le dessous du corps est un peu moins brillant que le dessus; on y distingue trois bandes, l’une aprés les pattes médianes, les deux autres après les pattes postérieures; quelquefois les deux derniéres bandes sont interrompues au milieu; entre les antérieures il existe aussi une très-petite tache formée de quel- ques écailles seulement, mais parfaitement apparente. Les cuisses sont fortement maculées avant le genou; les tibias sont semés de poils courts, surtout en dedans, et les tarses poilus en dessus ont les brosses jaunatres. Le nombre et la grandeur des taches sont sujets a varier. Parmi les neuf exemplaires de ma collection se trouve une va- riété fort remarquable dans laquelle les taches 4 l’extrémité des élytres sont confluentes; le point situé prés la base des élytres isolé dans les autres exemplaires y est accompagné de deux pe- tites taches intérieures formant un arc à trois points comme les deux qui sont au dessus. Le P. Croesus est certainement une des plus magnifiques espèces du beau genre Pachyrhynchus. 972 R. OBERTHUR Batocera Fabricii, THÙoys. Sa taille varie entre 34 et 54 millimétres. Tous les individus récoltés a Sanghir sont malheureusement très-usés. Abatocera leonina, Tuoms. Les différences de taille sont à peu près les mémes que dans le B. Fabricit; de 35 à 62 millimétres. Apriona punctatissima, Kavp. (Pl. I, fig. 3). Il est difficile de reconnaître cette espèce dans la mauvaise figure donnée par Kaup (Einig. Ceramb. Samml. Darmstadt, 1866, t. 3, fig. 5). M.r Thomson dans ses « Typi Cerambycidarum », 1878, pag. 80, lui donne le nom de A. Tigris. Le type de Sanghir est beaucoup plus blanchàtre que celui de Célèbes. Rennes, 20 juin 1879. EXPLICATION DE LA PLANCHE Fig. 1. Apogonia sanghìra, R. OBERTHUR. 2. Pachyrhynchus Croesus, R. OBERTHUR. » 3. Apriona punctatissima, KAUP. 4,5, 6. Prosopocoelus Bruijnii, ## ?, R. OBERTHUR. IL BALENOTTO CATTURATO NEL 1854 A SAN SEBASTIANO (SPAGNA) (BALAENA BISCAYENSIS, EscHRICHT ) per la prima volta deseritto DAL p." FRANCESCO fiasco PROFESSORE DI ZOOLOGIA E ANATOMIA COMPARATA NELLA R. UNIVERSITÀ DI GENOVA Cenni storici sulla Balena dei Baschi (Badaena biseayensis Bschr.). Il est important de réunir tous les documents relatifs aux ani- maux dont la durée spécifique est comptée, et dont les moindres dé- bris seront plus tard recherchés soigneusement dans nos musees. P. FISCHER 1872. Normanni, Baschi ed Islandesi furono i primi balenieri d’ Eu- ropa (4). Nella storia di Alfredo re d'Inghilterra si hanno rela- (4) I Normanni non appresero dai Baschi a cacciare la Balena, poiché si hanno relazioni di pesche di Balene eseguite dai Normanni, le quali sono an- teriori a quelle che si citano per i Baschi. Nella storia di Alfredo re d’ In- ghilterra, che tanto s’ occupò dell’ istruzione e del ben essere del suo po- polo, si racconta di pesche dì Balene che rimontano all’ 800. Per un secolo i Normanni cacciarono in alto mare la Balena, mentre Inglesi ed Irlandesi non avevano barche adatte e non potevano imitarli. Tutte queste interessanti notizie davami in Copenaghen l'illustre Prof. Ja- petus Steenstrup. Il suo figlio, Giovanni Steenstrup, pubblicò recentemente 574 F. GASCO zioni di pesche di Balena fatte dai Normanni che rimontano al- 800. Ed è noto che fin dal principio del X secolo i Baschi davano la caccia ad una Balena, tutta nera, che nei mesi invernali visitava la baia di Biscaglia, la Manica, il mare del Nord. Vuolsi una bella monografia intorno ai Normanni. (Normannerne af Johannes C. H. R. Steenstrup vol. 1-2. Kjébenhavn 1876-1878). Un sunto di questa monografia sui Normanni fu dall’ autore scritto in francese e trasmesso , per la pubbli- cazione, alla Société des Antiquaires de Normandie de Caén. Alla cortesia dei Professori Japetus e Johannes Steenstrup io debbo pari- mente una notizia che tornerà gradita a tutti i naturalisti italiani. La Ba- lena catturata nel 1877 nel porto di Taranto non è punto la prima che pe- netrò e morì nel Mediterraneo. Or sono otto secoli, essa fu preceduta da una altra vera Balena la quale fu eziandio uccisa lungo la costa occidentale del- l’Italia meridionale. Questo gran pesce « di forma incredibile » non era conosciuto dagli abi- tanti d’Italia. Ma Guilielmus Appulus, che scrisse l’ « Historicum poema, de rebus Norinannorum in Sicilia, Appulia et Calabria gestis » cì fa sapere che Roberto Guiscardo, Duca Normanno, conosceva quel mostro marino, il suo modo di vivere, e con quali processi lo si poteva prendere. Roberto Guiscardo diresse la pesca, catturò il cetaceo e fattolo dividere, lo distribuì , quale alimento, fra i suoì e fra quelli che avevano assistito alla straordinaria caccia, nell’ istesso modo che sulla costa della Normandia soleasi praticare. Questo sorprendente fatto rammenta il poeta Guglielmo Appulo coi se- guenti versi, che ognuno può leggere nel « L. A. Muratori Rerum Italicarum Scriptores. T. V. pag. 265 ». Piscem fama refert à littore non procul esse, Fluctibus Adriacis horrendo corpore magnum, Forma incredibili, qualem non viderat ante Italiae populus: quem verni temporis aura Propter aquas dulces properare coégerat illuc: Per varias artes ducis hunc prudentia cepit, Qui cum delabens in retia funiculosa Retibus innexo cuncto cum pondere ferri Ille maris mersus mersis sed adusque profundum A nautis tandem vario jam culmine caesus, Littore vix tractus populo spectabile monstrum Cernitur, inde ducis jussu per frusta secatur: Unde sibi atque suis longus datur usus edendi, Et populo Calabris quicumque manebat in oris, Hoc etiam passim gens Appula participatur: Os spinae sectum palmorum quatuor erbe Mensuram obtinuit. È riconosciuto che il poeta G. Appulo, quantunque scrittore medioevale, serbò la nomenclatura antica. Quindi con molta probabilità questo mostro marino fu proprio catturato nel golfo di Taranto, poichè anticamente per Calabria s' intendeva la Terra d'Otranto e l’attuale Calabria si chiamava Brutium. La conoscenza che il Duca Roberto Guiscardo aveva del cetaceo ed il modo BALENOTTO DI S. SEBASTIANO Do che nella caccia della Balena i Baschi abbiano fatto uso dell’ ar- pone verso l’anno 1330 (1). i Da una vita di Sant’ Arnoldo pare però che fin dal secolo XI fosse in uso l’arpone. Dai Normanni e dai Baschi successiva- mente appresero a lanciar |’ arpone contro la stessa Balena gli Olandesi, che la denominarono Nordkaper, i Danesi, gli Inglesi e via dicendo. Conseguenza d’ una caccia imprevidente, stermi- natrice fu la scomparsa della Balena lungo le coste occidentali d'Europa. Ma gli arditi Baschi, incoraggiati dal successo, tra- versano bel bello I’ Atlantico e perseguitano il Nordkaper anche sulle coste orientali d’ America, spingendosi sino a Terranova nel cui paraggi questa specie rinvenivasi durante i mesi estivi. È superfluo il rammentare che di là dell’ Atlantico ai bale- nieri venuti d’ Europa s’ aggiungono gli Americani. È noto che nei paraggi di Terranova verso il fine del secolo XVI (1578) numeravansi ben 300 bastimenti balenieri inglesi, francesi, spa- gnuoli e portoghesi (*). con cui questo fu preso indica chiaramente che trattavasi di una vera Balena e non dì una Balenottera, cui i Normanni non davano la caccia. In quei tempi i balenieri normanni cacciavano sempre la stessa specie, la Balaena biscayensis Eschricht. Le Balenottere sono più irrequiete e più temute e sono poi anche oggidi meno ricercate sia per la minor quantità di grasso, sia pel minor pregio dei loro fanoni, poco sviluppati in confronto di quelli delle vere Balene. Solo parecchi secoli dopo si apprese il modo e, mancando le Balene, si cominciò a perseguitare anche le Balenottere. Lascio su questo proposito la parola all’eloquente cetologo Prof. Van Be- neden, che nella sua recentissima e molto elaborata memoria « Un mot sur la péche de la Baleine et les premiéres expeditions aretiques » a pag. 20 così Ss’ esprime: « Nous ne faisons pas mention d’une chasse que l'on a commencée il y a quelques années en Islande et qu’un Norwégien continue a Vadsò, dans le Varanger Fiord. C'est la chasse aux Balénopteéres. Pendant les mois d’été on poursuit ces animaux en sortant le matin de Vadsò et le steamer revient rarement le méme jour sans amener quelque Ba- lénoptére encore toute chaude. Ces Balénoptéres sont plus dangereuses et plus difficiles 4 chasser que les Baleines; elles produisent beaucoup moins d'huile et leurs fanons ont peu de valeur ». (4) Van Beneden et P. Gervais. — Ostéographie des Cétacés vivants et fos- siles, pag. 91. (8) Noél de la Moriniére, Histoire générale des péches anciennes el mo- dernes , 1815. 576 F. GASCO Ovunque rapidamente decresce il numero delle Balene pro- prie della zona temperata dell’ Atlantico settentrionale: la loro caccia perde, non ha più importanza: forzatamente i valorosi Baschi sono costretti a rinunziare al maneggio dell’ arpone contro la Balena che, pochi secoli prima, visitava in grande numero il golfo della Guascogna. Nessuno ignora che gli Olandesi, liberatisi dal dominio degli Spagnuoli, e desiderosi di prender parte colle altre nazioni al commercio d’ Oriente, prevedendo il sommo vantaggio [della scoperta d’ un passaggio all’ India ed alla Cina pel Nord-Est, compivano sul cadere del secolo XVI (1594-95-96) parecchi im- portantissimi viaggi artici. Nessuno ignora che colla scoperta di Beereneiland (Isola degli orsi) e dello Spitzberg gli Olandesi scoprivano un’ altra Balena, più grande di quella cacciata negli anni addietro: scoprivano la Balena della Groenlandia (B. my- sticetus, L.) specie eminentemente nordica, la quale fu a sua volta animosamente perseguitata e nel volgere di due secoli quasi letteralmente distrutta, tanto nei paraggi dello Spitzberg, quanto nello stretto di Davis e nella baia di Baffin. Un celebre naturalista, Giorgio Cuvier, fu d’ avviso che la Balena dei Baschi, perseguitata nelle regioni temperate dell’ At- lantico avesse mutato stazione , rifugiandosi tra i ghiacci al di là del cerchio polare artico. Molti zoologi sottoscrissero a que- st’ opinione dell’ illustre maestro ed ammettendo una sola specie, la Balaena mysticetus , nell’ Atlantico settentrionale, considerarono il Nordkaper come una specie nominale, immaginaria che con- veniva radiar dai cataloghi. Fatto singolare: della Balena più anticamente nota non figu- raya nei musei d’ Europa nè uno scheletro, nè un cranio. Ma alcuni sommi cetologhi non divisero I’ opinione di Cuvier e non ammisero che la Balena della Groenlandia fosse quella cac- clata dai Normanni, dai Baschi, il Nordkaper degli Olandesi. Studiando diligentemente la distribuzione geografica della 5. mysticetus, due eminenti professori di Copenaghen, Eschricht e Reinhardt, s'avvidero che questa non si separa mai dai ghiacci polari e negli stabilimenti di pesca danesi raccolsero ir- ( BALENOTTO DI S. SEBASTIANO DI refragabili prove che da oltre un secolo, ogni anno nella stessa stagione, negli stessi giorni essa visitava nelle sue migrazioni costantemente gli stessi paraggi lungo la costa occidentale della Groenlandia. Eschricht e Reinhardt vennero alla conclusione che la B. mysticetus non poteva essere la specie cacciata dai bale- nieri d’ Europa per varii secoli nella regione temperata dell’ A- tlantico settentrionale, specie che il prof. Eschricht denominò Balaena biscayensis. Consultando d’ altra parte antichi e preziosissimi manoscritti e le opere di Raoul Tortaire, di Alberto il Grande, di Ron- delet, di Antony Parkhurst, di Vincenzo de Beauvais, di Cleirac, di Duhamel, di Pontoppidan, di Chemnitz, di Zorgdrager ed altri, si venne a sapere che nell’ Atlantico settentrionale i ba- lenieri edi negozianti di fanoni distinguevano per bene due specie di Balene. L'una (8. biscayensis) di minor mole, più svelta, più irrequieta, dai fanoni più corti, dal corpo ricoperto di cirripedi spettanti ai generi Coronula e Diadema, propria delle regioni temperate: l’altra (B. mysticetus) più voluminosa, con fanoni di molto più lunghi, sempre priva di Coronula e Diadema, ma col capo fornito di un altro cirripedo, la Tubicinella, propria delle regioni artiche. La prima, senza abbandonar mai l’area di diffusione del Gulf stream, frequentava le coste d’ Europa durante I inverno e quelle dell’ America orientale durante la state. Essa, nel la- sciare le coste d’ Europa per recarsi nei paraggi di Terranova e della Nuova Scozia, facevasi regolarmente vedere, segnatamente nella primavera, al Sud dell'Islanda. La seconda solo nei mesi invernali lasciavasi vedere al nord di quest’ isola e tocca il 65° ed il 64° di latitudine boreale lungo la costa occidentale della Groenlandia. E una vera eccezione se in qualche anno la Balaena mysticetus nelle sue escursioni inver- nali, seguendo la corrente fredda della Groenlandia orientale, ov- vero quella del Labrador giunge cogli icebergs a latitudini minori. Vuolsi qui avvertire che tanto i Baschi quanto gli Islandesi avevano, prima degli Olandesi, fatto conoscenza colla Balaena mysticelus. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (7 Agosto 1879). 37 578 F. GASCO Non avendo più I’ occasione di cacciare durante |’ inverno la Balaena biscayensis nei loro paraggi, i Baschi, come già dissi, fecero rotta verso l'occidente. Essi, racconta il prof. P. Fischer, raggiunsero nel 1372 il banco di Terranova ove scoprirono numerose Balene che credettero diverse da quelle che avevano conosciute nella baia di Biscaglia e che denominarono Sardaco Baleac, parole che nella loro lingua suonano Baleine de troupe. Ecco l'origine del nome Baleine de Sarde o soltanto Sarde che fu anche dato alla Balaena biscayensis. Continuando le loro esplorazioni i Baschi giunsero nel Golfo di San Lorenzo dove conobbero una Balena diversa e migliore della Sarde, che denominarono Grande Bajaco Baleac, ossia Ba- lena della grande baia (4). Se questa Balena era realmente diversa da quella che ave- rano precedentemente cacciata, dobbiamo ammettere che essa era la Balaena mysticetus la quale, eccezionalmente, nelle sue annuali escursioni dal Nord al Sud erasi inoltrata nel golfo di San Lorenzo. Gli Islandesi senza dubbio, parecchi secoli prima degli Olan- desi conobbero e cacciarono la Balena della Groenlandia (5. my- sticetus), ciò che ben si rileva da un celebre manoscritto islan- dese, il Kong-skug-sio 0 specchio Reale (*) che I Eschricht ap- pella « le plus beau monument de la civilisation des anciens Islandais » (*). Nella stagione invernale questa Balena lascian- (4) P. Fischer. Documents pour servir a l’histoire de la Baleine des Pasques (Balaena biscayensis) (Ann. Sc. nat. 5.° série T. XV 1872). (?) Mi rammento che mentre ero in Copenaghen il prof. Japetus Steenstrup mi assicurò che il Kong-skug-sio fu originariamente scritto da un norvegiano e che fu poscia tradotto in islandese ed in latino. Gli Islandesi avevano la lodevolissima abitudine di registrare ogni anno gli avvenimenti principali, ciò che permise al prof. Steenstrup di scoprire che il norvegiano Kong-skug-sio che non aveva data fu scritto nell’anno 1202, poiché in quell’ anno ebbe luogo un maremoto di cui si fa menzione nel Kong-shkug-sio, e di cui anche gi’ Islandesi fecero rapporto nei loro annali manoscritti. Il Kong-skug-sio è un libro molto bello, che fu scritto per un principe e che puossi paragonare al Telemaco di Fénélon. (3) Eschricht. Sew une nouvelle méthode de Vétude des Cétacés. (Compt. Rend. de l’Ac. d. Sc. T. 47 pag. 51. 1858). BALENOTTO DI S. SEBASTIANO 579 dosi vedere a settentrione dell’ Islanda, i balenieri islandesi la denominarono Balena del Nord (Nordwall), mentre chiamarono Stitbag la Balena dei Baschi, la quale solo nella stagione pri- maverile e nell’ estate compariva al Sud della loro isola. Perseguitato per otto secoli dai balenieri d’ Europa e d’ Ame- rica, il Nordkaper si credette, ma non fu per buona ventura totalmente distrutto. Negli ultimi tre secoli, nel golfo di Guascogna a quando a quando fecero naufragio o furono realmente catturati nel corso dell'inverno alcuni Nordkaper. Nel 1680, verso la metà del mese di febbraio al nord-ovest dell’ isola di Rè, uno ne diede in secco lungo metri 15, 43. Era femmina, ed il Seignette medico nell’isola Rochelle che diligentemente |’ esaminò e sezionò, ne diede interessanti rag- guagli (1). Nel mese di febbraio del 1764 fece naufragio sulla spiaggia di Saint Jean de Luz un altro Nordkaper femmina (*). Era questa accompagnata dal suo Balenotto che fu preso coll’ arpone e che secondo De la Courtaudiére che lo misurò, aveva la lunghezza di 25 piedi (m. 8, 125). F. Piet (*) ed Eschricht (4) ci diedero successivamente notizie di due altre Balene naufragate l’ una nel febbraio 1811, lung: 10 metri circa, sulla costa di Herbaudiére; |’ altra nel febbraio 1852 sulla spiaggia di Soulac. Quest’ ultima per la sua avan- zata putrefazione fu tosto abbruciata. Le Balene summenzionate non furono però oggetto d'esame e di studio per nessuno zoologo e nessuna parte del loro sche- letro fu conservata. Questo fatto agevolmente ci fa comprendere come mai il celebre Cuvier, a cui la cetologia tanto deve, e molti altri naturalisti non abbiano ammesso che nell’ Atlantico (1) Historia Ceti aut Balaenae ad littora Rupellae propulsae. — (Zodiacus medicus-gallicus, annus secundus, auctore Nicolao de Blegny: Genevae 1682, T. 1. pag. 63-67). (2) Duhamel. Traité général des pesches 1779. (3) F. Piet. Recherches sur Vile de Noirmoutier. 2.° edition. 1863, p. 243. (4) Eschricht. Développement du questionnaire relatif aux Cétacés (Actes de la Société Linnéenne de Bordeaux, 1859. t. XXII. p. 425). 580 F. GASCO settentrionale avesse vissuto o vivesse un’ altra specie di Balena diversa da quella della Groenlandia. Fortunatamente non toccò la stessa sorte all’ ultimo Nordkaper catturato nello stesso golfo or sono 25 anni ciò che formerà l'oggetto del seguente capitolo — nè alla Balena dei Baschi presa nel febbraio 1877 nel porto di Taranto e che fu con molto zelo descritta, illustrata e montata nel R. Gabinetto d’ A- natomia comparata dell’ Università di Napoli. Ho precedentemente fatto rilevare che la B. biscayensis nel corso dell’ estate visitava le coste orientali dell’ America setten- trionale. Ebbene si raccolsero anche laggiù notizie di alcune Ba- lene, ben diverse dalla B. mysticetus, le quali in questi ultimi tre secoli furon viste, o fecero naufragio, o furono veramente catturate lungo le coste orientali degli Stati Uniti e che per l’ illustre cetologo belga spettano senza dubbio alla B. bisca- yensis. Gli Americani chiamano questa specie Black Whale (Ba- lena nera); ma non si dimentichi che con questa stessa deno- minazione è da tutti i balenieri indicata anche la Balaena au- stralis ovunque la si rinviene, cioè nell’ Atlantico , nel Pacifico e nell’ Oceano indiano meridionale. Dalla comunicazione, che il Prof. E. D. Cope nel 1865 fece all’ Accademia delle scienze naturali di Filadelfia (*) si rileva che l’egregio naturalista ebbe notizie di tre Nordkaper, I’ uno cat- turato nel 1862 di fronte a Filadelfia nella baia di Delaware, l’altro gettato a terra nella baia di Rehoboth (Delaware), il terzo naufragato nella baia di Mobjack (Virginia). Pare che dello scheletro dei due ultimi nessuna parte siasi conservata. Nel grandioso Museo di Zoologia comparata di Cambridge nel Massachusetts, diretto dall’ illustre Prof. Alessandro Agassiz, v ha poi lo scheletro, quasi completo, d'un altro Nordkaper, che fu da pochi anni preso in vicinanza del capo Cod. Avver- (1) Notes on a species of Whale occuring on the Coasts of the United States (Proc. of the Ac. of Nat. Sc. of Philadelphia 1865. pag. 168). BALENOTTO DI S. SEBASTIANO DS] tito, il Prof. Agassiz si recò immediatamente sul sito e la pre- parazione dello scheletro di quella Balena, la quale era proba- bilmente adulta, il che è dire con tutte le epifisi vertebrali sal- date coi relativi corpi delle vertebre, fu con grande cura da lui diretta (*). Ma nessuna relazione vide fin’ ora la luce intorno ai caratteri di questa preziosissima preparazione osteologica del Museo di Cambridge (?). La descrizione dello scheletro della discayensis del Museo di Cambridge sarà per la scienza della più grande importanza, poichè questo scheletro par d'un individuo adulto ed in tal caso si potrà per bene stabilire quali siano le vere differenze tra la B. biscayensis e la B. australis giunte a completo sviluppo. Gli individui adolescenti di queste due specie, che attenta- mente studiai, si somigliano tanto che io fui più d’una volta lì lì per farli appartenere alla medesima specie. Ognuno di leggieri comprende la gravità di questa mia asser- zione ed io sento l'obbligo di porre presto in evidenza i fatti e le considerazioni che me la suggerirono; direi meglio, che me l’imposero. Si tratta di risolvere un quesito specifico e di geo- (1) Van Beneden, Ostéographie ecc. pag. 234. (2) Nello scorso Agosto ebbi in Parigi la soddisfazione di conoscere e di passare alcune ore col prof. C. D. Cope al quale debbo le seguenti intercs- santissime notizie cetologiche. Lo scheletro del Nordkaper del Museo di Cambridge è più grande di quello del Museo dell’ Accademia di Filadelfia. Il primo ha l'apparato uditivo for- nito di apofisi molto più sviluppate di quelle dell’ apparato uditivo del secondo. Della Balena di Cambridge il Prof. Cope possiede una completa descrizione che spera di mandar quanto prima alle stampe. La Balena di Filadelfia somiglia completamente a quella di Taranto. In America, ollre lo scheletro della B. biscayensis di Filadelfia e quello del Museo di Cambridge, conservasene uno completo nel Central Park Mu- seum di New-York, ed un cranio e parecchi pezzi appartenenti a varii in- dividui, i quali furono riuniti in Rahleigh, la Capitale della Carolina del Nord. In America anche oggidì la Balaena biscayensis non è punto rara lungo la costa di New-Jersey e quasi ogni anno se ne catturano 1-2 individui sulla costa di Long Island: ma è sulla costa della Carolina del Nord, nella baia di Pamlico, che in giornata la B. biscayensis più di frequente lasciasi vedere. Nei paraggi di Terranova s’ incontrano due specie di Balene, ben distinte dai balenieri. L'una è la Right Whale (B. mysticetus): V altrae la Black Whale (B. biscayensis). 982 F. GASCO grafia zoologica di sommo interesse e, per quanto posso, non tralascierò di contribuire alla sua risoluzione. Il Nordkaper catturato nel 1862 di fronte a Filadelfia fu per qualche tempo esposto al pubblico. Il suo scheletro, quasi com- pleto, fu poscia offerto in dono al Museo dell’ Accademia di Scienze naturali di questa città dal Sig. Giorgio Davidson. Intorno ai suoi caratteri osteologici il Prof. Cope diede nel 1865 un breve ma interessante rapporto nella memoria, prece- dentemente menzionata, « Notes on a Species of Whale ecc. ». Egli ben s’avvide che quel Nordkaper differiva tanto dalla B. mysticetus, quanto dalla B. australis adulta del Museo di Parigi ed osservando che nessuno l'aveva per |’ addietro descritta, pro- pose che il Black Whale dei balenieri americani si chiamasse Balaena cisarctica e promise d illustrarne più completamente lo scheletro in una futura pubblicazione, promessa che, distratto da molteplici altri lavori scientifici, egli non ha finora potuto mantenere. Vuolsi qui rammentare che anche al Prof. Cope non isfuggi la possibilità che la B. cisarctica fosse la Balena dei Baschi. -« Questa specie , egli scrisse, può benissimo trovarsi sulle coste d’ Europa e senza dubbio rassomiglia ovvero è la stessa specie perseguitata dai balenieri baschi ». In America il Black Whale, che rinviensi lungo le coste orientali degli Stati Uniti, è da tutti i naturalisti conosciuto col nome di Balaena cisarctica datogli dal Cope, e non col nome specifico di biscayensis. Nessuna meraviglia che la denominazione del Prof. Cope abbia in America prevalso, quando si consideri che prima e dopo il 1865, in cui egli la propose, molto s’ è parlato di B. biscayensis, senza che alcuno avesse data la descrizione dell’ unico individuo di questa specie, il Balenotto di San Sebastiano, conservato nei Musei d’ Europa. Il Balenotto di San Sebastiano M. le professevr Geffroy, à Bordeaux, m’annonga qu’en 1854 une Baleine fran- che s'est montrée A Saint-Sébastien , accompagnée par son petit, que ce- lui-ci a été pris et que son squelette a été porté à Pampelune: c’était une nou- velle qui devait bien suffire à un ceto- logue zélé pour se rendre de Copen- hague jusqu’au dela des Pyrénées et je me suis mis en route! EscHRICHT 1858. Antichi e preziosi manoscritti, e pubblicazioni svariate, e relazioni di balenieri e dichiarazioni di negozianti di fanoni, tutto concorreva a convincere |’ Eschricht ed altri cetologi che nelle regioni temperate dell’ Atlantico settentrionale aveva vis- suto una Balena che non poteva essere quella della Groenlandia. Ma per convincere di questo fatto anche i naturalisti poco disposti ad allontanarsi dalle asserzioni di Giorgio e Federico Cu- vier, era necessario, e |’ Eschricht faceva voti, che qualche Nord- kaper si lasciasse catturare 0, come negli anni addietro, desse in secco sulla spiaggia occidentale d’ Europa (’). (4) Eschricht. Sur une nouvelle méthode de l’étude des Cetaces. (Comptes Rendus de l’Ac. des Sciences. T. 47, p. 51. 1858). — Développement du question- naire relatif aux Cétacés. (Actes de la Soc. Linnéenne de Bordeaux, T. XXII, p. 425. 1859. — Sur les baleines franches du golfe de Biscaye. (Compt. Rend. de l’Ac. des Sciences. T. 50, p. 924. 1860). — Cétacés des mers boréales. (Annales des Sc. nat. 5™* série. T. I, p. 201. 1864). Quest’ ultima memoria postuma dell’ Eschricht è un frammento d’ una pub- blicazione d'una nuova grande opera sui cetacei che egli stava facendo quando morì. Noi dobbiamo all’ illustre Milne Edwards la pubblicazione di questo interessante frammento, di cui, per buona fortuna, M. Edwards aveva rivisto le prove di stampa. 584 F. GASCO Nel gennaio del 1854 il desiderio dell’ immortale cetologo da- nese fu pago. Nei primi di gennaio di quell’anno alcuni ma- rinai di Biarritz, che stavano pescando presso il faro, segnala- rono ed invano tentarono di catturare una Balena, una vera Balena accompagnata dal suo Balenotto, che si dirigeva verso la costa spagnuola. Il 17 dello stesso mese le due Balene entrarono nella baia di San Sebastiano: là si diede loro attivamente la caccia; il Ba- lenotto ricevette tre arponi e fu preso: la madre potè salvarsi. Intorno a questa caccia straordinaria Lamaignére (4) e Fischer (*) narrano alcuni fatti molto interessanti. « Quand la Baleine mére vit son petit capturé, loin de fuir, elle fit des efforts inouis pour le délivrer, décrivant un cercle autour des chaloupes sans leur faire aucun mal: tantòt elle é- treignait le Baleineau sous ses terribles nageoires et s'efforcait . de l’entraîner au loin; tantot elle plongeait avec lui, disparais- sait, et se montrait bientòot a4 quelque distance. Mais l’entre- prise n’était pas facile, les lignes étaient solides et les trois harpons bien assurés. » Enfin dans un dernier effort, la Baleine brisa d'un coup de queue les lignes de péche, et emporta au loin le Balei- neau, qui laissat une longue trainé de sang. Le lendemain, le corps du Baleineau, ayant été rencontré en mer par une barque de Guetaria, fut remorqué à Saint-Sébastien. » La Baleine suivit le corps de son petit et entra dans la conche de Saint-Sébastien; elle y séjourna six heures, malgré les coups de fusil qu'on lui tira, et disparut le lendemain ». Di quale importanza fosse per la scienza quel Balenotto e quali speranze e quali timori suscitasse nell’ animo del sommo cetologo Eschricht, maestrevolmente ce lo racconta il chiaris- simo Prof. Van Beneden (*). (1) E. Lamaignére, Gasette de Biarritz. Aout et Septembre 1859, (2) P. Fischer, Documents pour servir a l'Histoire de la Baleine des Bas- ques (Ann. sc. nat. , 1871. Article n.° 3). (3) Van Beneden et P. Gervais, Ostéagraphie des cétacés vivants et fossiles, pag. 97, BALENOTTO DI S. SEBASTIANO DSD « Le docteur Monedero, qui était sur les lieux, en fit un bon dessin en couleur, et le cadavre fut dépecé pour en con- server les os. Le dessin fut ensuite lithographié, et, gràce au docteur Bazin de Bordeaux et au professeur Geffroy, qui com- prenaient l'un et l’autre l’importance de cette capture pour la cétologie, un exemplaire de la lithographie fut remis entre les mains d’ Eschricht. » Eschricht reconnut è l’instant que le cétacè de Saint-S¢cba- stien était une vraie baleine, et non pas une balénoptère; mais une baleine toute differente de l’espéce du Groénland. Peut- étre est-ce un descendant des Nordkaper, se dit-il, et le Nord- kaper ne serait donc pas éteint. » Eschricht m’ecrivit le 16 octobre 1857: « Personne n'a done été frappé encore par l’accident de Saint-Sébastien. Ah! que c'est bien! C’est done moi, je Tespére, qui en prouverai toute l’importance pour l’Histoire de la péche de la baleine. Mais il me faut pour cela aller à Pampelune: jespére trouver le squelette qui vaut....... » Mon savant ami fit peu de temps après ses préparatifs de voyage. Il ne pouvait pas abandonner à un autre le soin d’é- tudier les caractéres de cette curieuse baleine; il quitta Cope- nhague le 18 juin 1858, s'arréta à Louvain pendant quelques jours, annonga à Académie des sciences a Paris le motif de son passage, arriva a Saint-Sébastien, puis è Pampelune, ou son arrivée était ofticiellement annoncée et où les os du sque- lette se trouvaient dépos‘s. — Le squelette n’était pas monte. — Eschricht reconnut a instant que la jeune baleine différait complétement de la baleine du Groénland, et, il n'y eut plus de doute pour lui, l’animal qui venait si inopinément faire son apparition dans le golfe de Gascogne, appartenait à ce groupe de baleines que les Basques harponnaient dans la Manche, et dont l’espéce n'était heureusement pas détruite, comme il y avait tout lieu de le craindre. Eschricht fit l’acquisition du sque- lette par voie d’échange pour le Musée de Copenhague, et n’e- prouva quelque repos que quand le navire qui le porta fut entré dans le port de Copenhague. O86 F. GASCO » Eschricht comptait publier la description de ce squelette dans le nouvel ouvrage dont il avait commencé l’impression a Paris, lorsque la mort vint le surprendre ». - Per quanto vivamente lo si desiderasse niuno finora ebbe l'opportunità di descrivere e d’ illustrare il Balenotto di San Se- bastiano che fu sino al febbraio 1877, in cui fu catturata la Balena di Taranto, l’ unico rappresentante d’ una specie redi- viva nel golfo di Biscaglia e nei gabinetti scientifici d’ Europa. Dopo aver per bene ispezionate nello scorso autunno le col- lezioni cetologiche del Jardin des Plantes, del British Museum e del Royal College of Surgeons, presi la deliberazione di re- carmi in Copenaghen per far la conoscenza coi 72 cetacei. — con grande cura scelti, montati e conservati nella superba gal- leria cetologica sotterranea di quel ricco Museo zoologico e zoo- tomico — e segnatamente per studiare e descrivere il famoso Balenotto di San Sebastiano. Uno dei tre illustri direttori del R. Museo zoologico di Co- penaghen, il prof. J. Reinhardt, mi agevolò cortesemente il compito, fornendomi tutte le opere che mi occorrevano, e po- nendo a mia disposizione le chiavi della galleria cetologica. Un rapido esame dello scheletro del Balenotto di San Seba- stiano mi fece subito accorto che pei caratteri del capo, della colonna vertebrale, della scapola ecc., era desso specificamente identico colla Balena di Taranto e che mal s’ apponevano il Gray (') ed altri nel ritenere o nel sospettare che questo Ba- lenotto non fosse specificamente identico colla Balaena eisaretica Cope, la quale rinviensi lungo la spiaggia orientale degli Stati Uniti e nei paraggi di Terranova. (!) 11 Gray nella sua memoria « On the geographical distribution of the Ba- laenidae or Right Whales (Ann. a. Mag. of Nat. Hist. 1868) cadde in errore nel dichiarare che le coste del Balenotto di San Sebastiano erano 15 (inesattezza riprodotta dal Prof. P. Fischer nei « Documents pour servir @ V Histoire de la Baleine des Basques » e da me nella « Memoria intorno alla Balena presa in Taranto nel 1877, pag. 36) poichè esse sono solamente 13. Manca la 14. costa accessoria che fu fortunatamente raccolta nella Balena di Taranto. BALENOTTO DI S. SEBASTIANO 987 t E mio dovere il rammentar qui che il prof. J. Reinhardt, or sono 12 anni circa, fece eseguire» alcuni bellissimi disegni re- lativi al capo, alle ossa nasali, alla scapola, al primo paio di coste del Balenotto di San Sebastiano. Tutte queste figure, rimaste sinora inedite, vedranno quanto prima la luce in una memoria che, a nome d’ entrambi, sara presentata alla R. Accademia danese di scienze naturali e ma- tematiche. Il prof. Reinhardt ebbe la cortesia di porre a mia disposi- zione la preziosa litografia che di questo Balenotto fu fatta ese- guire dal Dott. Monedero in San Sebastiano (!). Da questa ta- vola ho copiato le seguenti dimensioni del Balenotto, espresse in piedi e pollici che il prof. Fischer ha avuto cura di tradurre in misura decimale corrispondente. Non si dimentichi però che il piede spagnuolo, allora in uso a San Sebastiano, era più corto del francese, dell'inglese. del danese ecc., essendo esso soltanto eguale a metri 0,282 ed il pollice corrispondendo a m. 0, 0235. DIMENSIONI. Piedi Pollici Metri Lunghezza dalla punta del rostro all’ estremo caudale ; i ; : 3/28) te Doe 00 Circonferenza presa in corrispondenza della maggior grossezza del corpo ‘ Idata Altezza in corrispondenza degli sfiatatoi . tsi Gite 1,69 Larghezza tra gli estremi della pinna caudale. 9 | » | 2,54 Distanza dell’ occhio dalla punta del rostro . 5 | 2 | 1,45 Altezza della mandibola, sulla sua parte me- diana . ; , : i i : MES ] 0, 87 Lunghezza delle natatoie pettorali . emp ce E, 06 Larghezza delle natatoie pettorali ehi 664 0,70 Circonferenza della lingua . i motes |, 00 (!) Copia al natural del Ballenato muerto en la playa de S. Sebastian el 17 de Enero: hecha por lus indicationes y direcion del D.r Monedero. (Lit. de Gordon S. Sebastian). Faleto) F. GASCO Sulla tavola litogratata scorgesi poi ancora un piccolo aracnide al quale corrisponde la seguente spiegazione: « Representa del tamano natural uno de los piojos de Ballena, de los que tenia muchos en la cabeza y parte superior del cuerpo ». Ma questo pidocchio, che in gran copia trovavasi sul capo e sulla parte superiore del corpo, è nient'altro che un picnogonide, il quale probabilmente è stato figurato invece del vero Cyamus che il Balenotto possedeva (!) e pel quale il Van Beneden proponeva il nome di C. biscayensis (*), nome che l'illustre cetologo ha presto eliminato (3). Nella memoria sulla Balena di Taranto (pag. 14) promisi di descrivere i Cyamus, che si trovarono nascosti fra le escre- cenze cutanee dei pezzi di cute trasportati da Taranto a Napoli e che il Prof. Panceri aveva con premura fatto raccogliere dal- l’egregio Dott. Vincenzo Alesi. i In Copenaghen fui sollecito a mostrarli al valente prof. Chr. Fr. Lutken, l’autore dell’ interessante monografia summenzio- nata intorno alle specie del genere Cyamus. Il Prof. Lutken li esaminò tutti diligentemente e li pose a confronto con molti altri che egli possedeva. Non senza qualche sorpresa, il Liitken scoprì che i pidocchi raccolti sul capo della Balena di Taranto spettavano tutti alla specie già conosciuta, Cyamus ovalis, di Roussel de Vauzéme; specie che fu dapprima trovata sulla Balena australis dell’ Atlantico meridionale, poscia sulla B. japonica e quindi sopra una Balena della Nuova Ze- landa. Quest’ amfipodo lemodipode puossi, di conseguenza, in- scrivere tra le specie cosmopolite. (!) Chr. Fr. Lutken, Bidrag til Kundskab om Arterne af Sloegten Cyamus Latr. eller Hvallusene. Kjébenhavn 1873. Questa bella memoria è accompa- gnata da 4 tavole e da un sunto in francese. (2) Les Cetacés , leurs commensaux et leurs parasites (Bull. Ac. roy. de Bel- gique, 2.° série, t. XXIX, p. 349. 1870). (3) Van Beneden, Les cCommensaua et les Parasites dans le Régne animal. Paris, 1875, pag. 76. Neserizione dello scheletro del Balenotto di San Sebastiano Ossa del Capo, La lunghezza totale del Balenotto, quale ci fu indicata nella tavola, che fu per cura del D.r Monedero litografata in San Se- bastiano, è di piedi 26 e pollici 9, ossia di metri 7,56 (4). Si può ammettere, senza tema d’ andar errato, che lo sche- letro fresco, appena isolato, e completo misurasse, dalla punta del rostro all’ estremo della colonna vertebrale, m. 7, 26. Lo scheletro in seguito alla macerazione nella calce viva ha perdute tutte le cartilagini intervertebrali. Le epifisi della co- lonna vertebrale sono state tutte conservate. Ravvicinando per bene fra loro le vertebre, oggi la lunghezza totale dello sche- letro è di 20 piedi Danesi (*) ossia di m. 6. 260. Tra la lunghezza dello scheletro fresco e quella dello sche- letro macerato v ha quindi la differenza di 1 metro, la quale debbesi attribuire alla mancanza delle cartilagini intervertebrali. La lunghezza del capo, in linea retta, è di metri 1,60. E di- videndo la lunghezza totale del Balenotto (m. 7.56) per la lun- ghezza del capo (m. 1,60) si ha per quoziente 4,72. Seguendo la curva, dal margine anteriore del foro occipitale all’ estremo del rostro v ha pel capo la lunghezza di m. 1,70. Se, seguendo (1) Il piede di S. Sebastiano, secondo la traduzione fatta in misura decimale dal prof. P. Fischer, vale m. 0, 282. (4) Un metro vale 3 piedi danesi e 2 pollici e mezzo. Due pollici e mezzo cor- rispondono a 62 millimetri. Dunque ogni piede danese vale, in cifra tonda, m. 0,313. 390 F. GASCO la curva, si parte dalla punta superiore mediana dell’ occipitale basilare e si giunge sino all’ estremo del rostro, si trova la di- stanza di m. 1,83. La sua maggior larghezza, fra le apofisi postorbitali del fron- tale, è in linea retta di m. 1, 03. -assando sugli apici delle ossa nasali, la circonferenza del rostro è di m. 1. 00. Dall’ estremo anteriore delle ossa nasali, seguendo la linea mediana curva, al margine anteriore del foro occipitale, vy ha la distanza di m. 0, 65. E dall’apice nasale mediano alla punta del rostro, egregiamente conservata, seguendo la convessità delle ossa intermascellari, v ha la distanza di m. 1. 06, e, seguendo la retta, di m. 1, 03. Mascellari. Sono molto bene conservati. I loro apici anteriori distano di 7 centimetri da quelli degli intermascellari. Poste- riormente, all’ esterno ed in alto, essi, a cagione della strettezza del frontale, stanno alla distanza di 2 soli centimetri dal mar- gine anteriore dell’ occipitale squamoso. Per lo sviluppo dei processi posteriori degli incisivi, che s' u- niscono col frontale, i mascellari non possono venire in contatto colle ossa nasali. I margini laterali interni della loro faccia inferiore non sono sottili, taglienti, fragili come nella biscayensis di Napoli, ma per l'ottima conservazione e per la giovinezza dell’ individuo, pre- sentansi robusti, spessi, ottusi. Questa sorprendente differenza nella forma, nello sviluppo del margine ilaterale interno della faccia inferiore del mascellare fra due individui della stessa specie è in rapporto coll’ età. Di vero nella grandiosa galleria cetologica del R. Museo zoologico di Copenaghen figurano tre scheletri della Balaena mysticetus, uno adulto, |’ altro adolescente, il terzo molto giovane. Nei due primi i margini predetti sono sottili e fragili, mentre nel Balenotto molto giovane, Balenotto che aveva forse appena un mese e mezzo di vita, sono uniti, spessi, ottusi come nel Balenotto di San Se- bastiano. BALENOTTO DI S. SEBASTIANO 591 Il robusto processo trasverso del mascellare accompagna il processo orbitale del frontale in modo da proteggerne tutto il margine laterale anteriore. Come nella biscayensis di Napoli, l apice del processo trasverso del mascellare è lungo quanto I apofisi orbitale anteriore del frontale, mentre nella mysticetus di qualsiasi età segue il con- trario, essendo |’ apice del processo trasverso del mascellare di 6-9 centimetri più lungo dell’ apofisi orbitale anteriore e giun- gendo alla stessa lunghezza dell’ apofisi postorbitale del processo trasverso del frontale. Alla base ed esternamente notansi i fori, che corrispondono al foro sottorbitale dei mammiferi degli altri ordini e che per numero, posizione e grandezza variano sui due mascellari. Ponendo mente all’ origine che il solco ha sulla faccia inferiore di ciascun mascellare si rileva che essa è molto vicina — non distandone che di 1-2 centimetri — al margine esterno della medesima faccia. Lo stesso ho notato nella giovanissima 2. my- sticetus, mentre che nella mysticetus adulta I’ origine del solco trovasi nel bel mezzo della faccia inferiore del mascellare ed in parte anche sulla metà interna della medesima. Intermascellari. La loro lunghezza, seguendo la curva esterna, è di metri 1,21. In corrispondenza della metà della lunghezza delle ossa nasali, essi distano di m. 0,16. Tra i loro angoli su- periori interni v ha parimente la distanza di m. 0,16; ma si noti che questi angoli originariamente dovevano essere di qual- che centimetro più vicini. Alla distanza di 12 centimetri dalle ossa nasali, tra ì margini superiori interni, trovo m. 0, 10. Alla stessa distanza tra-i mar- gini superiori dell’ ossa incisive trovo m. 0, 24. Gli incisivi del Balenotto di San Sebastiano non hanno uno spessore tale che si possa in essi distinguere, come nella Balena di Napoli, un margine superiore interno ed un margine supe- riore esterno. Il loro spessore è di 4 centimetri circa, ed il loro margine superiore è curvilineo, a superficie convessa. 592 F. GASCO Vomere. Termina anteriormente, ma per un breve tratto, bi- fido. Togliendo il grande prolungamento cartilagineo dell’etmoide, ovvero dello sfenoide anteriore, avendo riguardo alla precoce fusione dell’ etmoide con quest’ ultimo, si scorge tutto il pro- fondo e largo canale del vomere. Misurato internamente è lungo 30,85: Dall’ estremo anteriore del vomere, all’ apice del rostro, se- guendo la retta, v ha la distanza di m. 0, 53. La lunghezza totale del vomere, misurata cioè dal suo estremo posteriore, posto tra 1 due palatini, ed il suo estremo anteriore, è in linea retta m. 0, 82. Tutta la carena del vomere è visibile tra i margini laterali interni dei palatini e laterali interni dei mascellari. Palatini. La loro maggiore lunghezza, seguendo la retta, è di in. 0, 32 pel destro e di m. 0,33 pel sinistro. La distanza tra i due estremi anteriori dei palatini è, come nella biscayensis di Napoli, di m. 0, 20. In ogni palatino possiamo distinguere una faccia inferiore ed una laterale esterna. Sul mezzo circa del margine laterale esterno della faccia inferiore s’ eleva una sporgenza, colla quale si mette in rapporto, posteriormente, il mascellare. Da questa spor- genza all’ estremo anteriore trovo pel destro m. 0,16 e pel pa- latino sinistro m. 0,17. Dalla sporgenza poi al margine laterale interno di ogni palatino v ha la distanza di m. 0, 14. Le faccie inferiori dei palatini mostransi variamente solcate, segnatamente nella loro metà interna. Il margine posteriore di ogni palatino è in parte rotto, ma l'angolo posteriore interno d’ entrambi è per bene conservato. Dalla sporgenza suaccennata a quest’ angolo trovo m. 0, 20. Il Pterigoideo sinistro manca. Ossa nasali. Seguendo il margine esterno, ciò che puossi fa- cilmente eseguire, essendosi gli incisivi allontanati alquanto dai nasali, trovo per la lunghezza metri 0, 18: seguendo il mar- BALENOTTO DI S. SEBASTIANO 593 gine interno m. 0,12. Queste misure corrispondono esattamente a quelle trovate per la Balena di Napoli, cioè m. 0,26 e m. 0, 20. La larghezza d’ entrambi i nasali è alla loro base di m. 0, 125: sul mezzo della loro lunghezza è di m. 0,13 ed anteriormente di m. 0, 14. Come ben si scorge le ossa nasali, procedendo dalla loro base verso il loro apice, s' allargano alquanto. Esse ter- minano smarginate e la loro smarginatura è solo di pochi mil- limetri minore di quella che notasi nella Balena di Napoli. Unendo con una retta i due estremi di ogni nasale, si sot- tende un arco la cui saetta è di m. 0,015 circa. I nasali nei due terzi posteriori hanno una superficie piana. Anteriormente la metà esterna di ogni nasale è un po’ più bassa della metà interna 0, se vuolsi, ha un pendio un po’ mag- giore dall’ interno all’ esterno e dall’ alto al basso che nella Ba- lena di Napoli. Frontale. Tra le due apofisi orbitali anteriori del processo frontale, come pure tra gli estremi dei processi trasversi del ma- scellare, la larghezza è, in linea retta, di m. 0,95. E tra le due apofisi postorbitali del frontale, seguendo la retta, trovo m. 1,03: seguendo la curva, e passando in corrispondenza della metà della lunghezza della porzione squamosa dell’ occipitale, la larghezza è di m. 1. 33. Se si unisce I’ apofisi postorbitale del frontale col punto medio del margine laterale esterno dell’ osso nasale, si trova la di- stanza di m. 0, 67. Il maggior tratto mediano del frontale, che sporge innanzi all’ occipitale, non arriva ad 8 centimetri. La porzione di frontale che s unisce col nasale destro è di 1 centimetro più lunga della corrispondente sinistra. Essa è pari- mente alquanto più alta ed è convessa mentre la sinistra è spianata. Già sappiamo che il tratto di frontale, che separa superior- mente l'osso occipitale dall’ osso mascellare, è lungo solo 2-3 centimetri. L’ apofisi postorbitale oltrepassa la zigomatica del temporale Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (8 Agosto 1879). 38 594 F. GASCO di 3-4 centimetri, distanza che corre anche tra le medesime apofisi. La superficie superiore del processo orbitale presentasi un po meno convessa di quella che notasi nella biscayensis di Napoli. La circonferenza sull’ estremo dell'uno e dell’ altro processo orbitale è di m. 0,38. Essa, là dove il processo appare più ri- stretto, cioè alla distanza di m. 0,32 dall’apofisi postorbitale, è di m. 0,82; Paragonando il processo orbitale del frontale del Balenotto di San Sebastiano con quello della B. mysticetus adolescente (dell’ eta di un anno e mezzo circa) ho notato che la faccia superiore del medesimo processo è nel primo molto più larga che nella seconda, non ostante che quello sia molto più gio- vane di questa. I lagrimali mancano. Nella B. mysticetus di un anno e mezzo del Museo di Copenaghen li trovai piccolissimi e saldamente uniti coll’ angolo anterior superiore dell’ apice del processo trasverso del mascellare. Nella B. mysticetus adulta dello stesso Museo sono pure pic- coli e fusi per I’ ultimo loro tratto interno col mascellare. Essi non si mettono punto in contatto coll’ osso jugale. Jugali. Somigliano in tutti i loro caratteri a quelli della B. di Napoli. Osservo che essi sono più larghi e più appiattiti di quelli della B. wmeysticetus d'un anno e mezzo. La larghezza della loro faccia superiore, quella su cui poggia il bulbo ocu- lare, è di m. 0,04. In prossimità degli estremi articolari essa giunge a m. 0,05. Tra i due punti estremi della faccia supe- riore concava trovo m. 0,11. Si noti che l'estremo posteriore di quest’ osso, quello che offre una minor faccia articolare, s’ unisce proprio colla punta più sporgente del processo zigomatico del temporale. Nella my- sticetus adulta, la parte anteriore dell’ osso jugale penetra in una profonda depressione dello stesso mascellare. BALENOTTO DI S. SEBASTIANO 595 Occipitale. Come nella biscayensis di Napoli, è molto grande la parte del temporale che coll’ occipitale s’ unisce per far la volta del cranio e che distintamente scorgesi sulla faccia supe- riore del cranio stesso. La maggior larghezza di questa porzione del temporale, la quale non è ancora fusa coll’ occipitale, è di 9-10 centimetri. Le varie ossa, che insieme si fondono per formare I’ occipitale dell’ individuo adulto ed adolescente, sono ancora separate nel giovanissimo Balenotto di San Sebastiano. Vi si distinguono I’ oc- cipitale squamoso, i due occipitali laterali, e I’ occipitale basilare. Dal margine superiore del foro occipitale al punto medio del margine anteriore della porzione squamosa v’ ha la distanza di m. 0,45. La maggior larghezza dell’ occipitale, passando in corrispon- denza dell’ estremo inferiore dei condili, è di m. 0, 61. Lungo la linea mediana tutta la porzione squamosa presen- tasi alquanto rialzata. La maggior larghezza della porzione squamosa dell’ occipitale è di m. 0,43 e rinviensi tra i punti in cui |’ angolo posteriore superiore del parietale s’ unisce col temporale. Negli individui adolescenti questi due punti sono indicati da una rimarchevole sporgenza che ai giovani manca (1). (1) Vuolsi quì rammentare che la forma della faccia superiore del cranio, ovvero della porzione squamosa dell’ occipitale varia grandemente nelle di- verse età dell’ animale. Nell’ imponente sala cetologica del R. Museo zoolo- gico di Copenaghen, nella quale figurano non meno di 72 bellissimi scheletri di cetacei, è agevole il riconoscere le profonde metamorfosi che la porzione squamosa dell’ osso occipitale sopporta, considerandola nelle tre mysticetus (molto giovane, adolescente ed adulta) che questa collezione possiede. Nella prima, la cui età s’ aggira intorno ad un mese e mezzo i 273 ante- riori dell’ osso squamoso sono quasi piani. Tutto V osso è leggermente con- vesso da destra a sinistra e dall’ innanzi all’ indietro. I margini non sono, 0 pochissimo, sinuosi. Sono appena accennate le depressioni laterali anteriori della porzione squamosa e non sì scorge alcuna sporgenza là dove 1’ angolo posterior superiore del parietale s’ unisce col temporale. Nella seconda, la cui età è di un anno e mezzo o di due anni circa, i mar- gini laterali della porzione squamosa non sono ancora rialzati e tutta la meta posteriore di quest’ osso presentasi spianata, facendo astrazione da 3 leggiere, superficialissime depressioni (2 laterali ed 1 mediana), Nella mysticetus adulta per contro tutto l’ osso squamoso si e fortemente 596 F. GASCO La retta che segna la larghezza di m. 0,43, si sottende ad un arco formato dal margine anteriore e dai margini laterali della porzione squamosa la cui saetta è di metri 0, 25. I temporali sono ancora distintamente separati tanto dalla porzione squamosa, quanto dagli occipitali laterali, che portano i condili. Tra l'osso squamoso e gli occipitali laterali v ha un vuoto ragguardevole, largo 2-3 centimetri, che originariamente era occupato da una cartilagine. Sui due terzi anteriori della porzione squamosa ed ai lati della sporgenza mediana v’ ha una larga depressione la cui pro- fondità arriva a 3 centimetri. Sul margine inferiore degli occipitali laterali, ancora distinti dal basilare, notasi una sola ma profonda e larga incisura che scorre dall’ avanti all’ indietro e dall’ interno all’ esterno. L’ altra incisura meno larga, l'interna, che si nota nella dz- scayensis adolescente di Napoli (‘), trovasi nel punto in cui. s' unisce l’occipitale laterale coll’ occipitale basilare. È fatta a spese d’ entrambi. Ed il processo acuminato, che separa le due incisure, appartiene all’ occipitale laterale. Temporale. È distintamente separato dal parietale e dall’ oc- cipitale. La distanza in linea retta tra gli apici dei processi zi- gomatici è di m. 0, 98. La distanza in linea retta tra i margini laterali interni dei robusti processi glenoidei è di m. 0,45. La superficie glenoidea del temporale è pochissimo incavata. inclinato dall’ alto al basso e dall’ avanti all’ indietro: le sue parti laterali si sono grandemente rialzate e v’ ha tra queste parti laterali rialzate e Il’ a- pice dell’ osso squamoso una vasta, profondissima depressione, la quale no- tasi pur tra le parti laterali dello stesso osso. Si può dire che pei 43 poste- riori l’ occipitale, ovvero la faccia superiore dell’occipitale presentasi colla forma d’ un enorme canale. Ciò posto è agevole il comprendere che il profilo del capo muta non poco nelle diverse età, a misura che l’ osso squaumoso acquista un’ inclinazione sempre più marcata dall’ avanti all’indietro: a misura che il capo cresce e che maggiormente svolgonsi i muscoli che su desso impiantansi. (1) F. Gasco. Mem. cit. tav. IV. fig. 1. BALENOTTO DI S. SEBASTIANO 597 Parietali. Distinti anteriormente dal processo orbitale del frontale e posteriormente dall’ occipitale, essi sono già superior- mente fusi colla porzione squamosa dell’ occipitale. Sono alti m. 0,21 e lunghi nella loro parte mediana 7-8 centimetri. La loro faccia laterale esterna è quasi piana. Sul margine poste- riore del parietale scorgesi ben descritto l'angolo con cui esso s insinua nel temporale. L’ osso joide manca, all'infuori d’ un piccolo corno (stilojale) cilindrico e lungo m. 0,15. Ha un estremo, |’ esterno, un po’ più rigonfio. La sua circonferenza sul mezzo è di m. 0,115. Mandibole. Dal punto d'incontro del margine laterale in- terno col margine inferiore del condilo all’ apice della mandi- bola v ha, in linea retta, la distanza di m. 1.42 per la man- dibola sinistra; questa retta passa sotto il foro dentario. Seguendo la curva esterna, trovo m. 1. 46. (La mandibola destra è un po’ più curva della sinistra: se- guendo la retta è lunga m. 1.40 e, seguendo la curva, m. 1.49). Alla distanza di 74 centimetri dall’ estremo posteriore, se- guendo la retta, l’ arco sotteso ha la saetta di m. 0, 135. A 17 centimetri di distanza dal margine anteriore del foro dentario, v ha sulla faccia interna la maggior altezza, la quale in linea retta è di m. 0,20 su entrambe le mandibole. Sulla mandibola sinistra contansi 5 grandi fori mentonieri e 3 sulla destra. Il residuo del canale dentario è rappresentato da 4-5 fori, al- l’ultimo dei quali fa seguito la grande spaccatura, lunga 35 centimetri, che separa in alto ed infuori sino all’ estremo ante- riore le due lamine, interna ed esterna, della mandibola. La lamina interna della mandibola ha inferiormente, prima d’arrivare all'apice, un largo solco lungo 20 centimetri circa. Il soleo milo-joideo è ben distinte e nella mandibola sini- stra si perde a m. 0, 48 di distanza dall’ apice. Nel Balenotto di San Sebastiano I’ apice delle mandibole è ot- timamente conservato: lo stesso devesi dire pel resto delle man- 598 F. GASCO dibole, fatta eccezione del condilo che si sgretola colla massima facilità e che sembra legno fracido. Apparato uditivo. Staccati dal cranio, conservansi con molta cura in una ve- trina del R. Museo zoologico e zootomico di Copenaghen i due apparati uditivi completi del Balenotto di San Sebastiano. Cassa TIMPANICA. La sinistra è lunga m. 0,12; larga, sulla metà della lunghezza, m. 0,088 ed alta m. 0, 078. La destra ha la stessa larghezza e la stessa altezza, ma la sua lunghezza è un po maggiore, cioè m. 0, 125. La cassa timpanica destra possiede ancora il martello e la staffa. Entrambe le bulle sono esternamente liscie, indizio della gio- vinezza dell'individuo. V’ ha qualche piccola irregolarità soltanto verso il mezzo della faccia interna. FAccIA INFERIORE. Si rassomiglia grandemente in entrambe: noto solo che nella bulla destra è un po’ meno piana. La faccia posteriore è in entrambe parimente molto simile sia per la forma, sia per le sue particolarità. Presenta nel mezzo quella sporgenza rigonfia, tumida che non è punto ca- ratteristica per la béscayensis poichè la rinvenni anche in altre casse spettanti a Balene dei mari australi. Considerando la faccia anteriore si rileva che le due casse an- teriormente termimano come se fossero troncate nella loro metà inferiore. Si nota quindi una faccia verticale sotto J apertura eustacchiana ben pronunziata, la quale è alta 35 millimetri e larga 60. La faccia laterale interna è molto tumida nella metà poste- riore e depressa nella metà anteriore. Questa depressione è un po più marcata nella cassa destra. Sono casse spettanti ad un individuo giovane, la cui lunghezza totale non arrivava agli 8 metri e, di conseguenza, la loro faccia BALENOTTO DI S. SEBASTIANO 599 laterale interna non presenta quella soluzione di continuità pa- rallela al margine inferiore che si nota nelle casse uditive delle Balene adolescenti ed adulte. Le due facce, laterale interna ed inferiore, sono interamente separate da un margine convesso, più convesso di quello che si osserva negli individui adolescenti. Quanto all’ apertura timpanica noterò che la metà anteriore od eustacchiana anteriormente comincia con forma ben diversa nelle due casse e ciò armonizza colla diversità di forma del labbro esterno. Nella destra incomincia più larga, semi-romboi- dale, mentre nella sinistra incomincia più acuta, potendosi pa- ‘agonare ad una grande V. In entrambe si nota che il margine esterno nella sua metà inferiore è molto arcuato. Là dove i due margini, columellare ed esterno, si uniscono, notansi 2 piccole ma distinte pieghe nella sinistra e 2-3 meno ben distinte nella destra. Non parlo qui di margine anteriore poichè l'esterno si con- fonde coll’anteriore, il quale non è orizzontale, come talvolta chiaramente notasi nelle bulle delle diverse specie di Balene, ma obliquo. In entrambe le bulle il margine columellare oftre nella sua metà posteriore una rientranza, una smarginatura. Sul terzo anteriore di questo margine non si notano pieghe: sul resto ab- bondano, ma per numero, direzione e sviluppo variano non poco sulle due bulle, come d’ ordinario suole accadere. Il margine esterno è spesso e non tagliente. Non si osserva alcun tratto piano o faccia che accompagni esternamente questo mar- gine, ciò che si verifica per parecchie bulle della B. australis. Della faccia laterale esterna mostrasi piuttosto rigonfio il terzo posteriore, che negli individui adolescenti ed adulti presentasi piano, compresso. L’ apertura timpanica nel complesso è un po’ più ovale nella destra che nella sinistra. Internamente, un po’ al disotto del tratto posteriore esterno del labbro della columella v ha una sporgenza, un tubercolo un po’ meglio definito nella destra che nella cassa sinistra. 600 F. GASCO Liscia e regolarmente convessa dall’ alto al basso ed in senso antero-posteriore la grande piega anteriore. Lungo, ampio, profondo il solco che separa la grande piega anteriore dalla seguente assai meno tumida. MarTELLO. Ponendo la cassa destra nella sua posizione si scopre tosto che |’ ampio solco del manico del martello guarda all’ innanzi. Nella testa del martello si distinguono, quando ben s osservi, cinque faccie, l’ anteriore, la laterale interna, la la- terale esterna, l’inferiore e la posteriore. La faccia anteriore è assai più alta che larga e nella sua metà superiore mostrasi per bene convessa. Questa faccia, verso il suo mezzo e specialmente in corrispondenza del suo margine laterale interno, presenta un solco quasi trasverso, bene accentuato. Sotto questo solco e sullo stesso margine laterale interno s' e- leva un tubercolo relativamente considerevole, tondeggiante che non ho notato nel martello tanto del Macleayius e della Neoba- laena marginata del British Museum, quanto della B. australis e della B. mysticetus del Real Collegio dei Chirurghi di Londra (’). Il margine inferiore di questa faccia è convesso. La faccia laterale interna dividesi in due metà, luna, supe- riore con cui il martello s’ articola coll’ incudine; l'altra, in- feriore , libera, convessa e minore della prima. Osservando questa faccia laterale interna scorgesi pure distin- tamente il tubercolo summenzionato, al quale fa in certo modo riscontro sul margine posteriore della medesima faccia il tuber- colo articolare più basso e più largo, su cui poggia la faccia minore dell’ incudine. Il margine posteriore della meta inferiore della faccia laterale interna si prolunga posteriormente in due spine fra loro diver- genti. L'una, la superiore, dirigesi posteriormente ed all’ e- sterno: l’altra, l’ inferiore, più robusta, più lunga (misura £ (4) Oggidi non ho ancora dati a sufficienza per rilevare se i caratteri del martello oscillino alquanto secondo le specie e gli individui. Descrivo quindi minutamente le particolarità del martello del Balenotto di San Sebastiano le quali serviranno per istabilire utili confronti. BALENOTTO DI S. SEBASTIANO 601 m. m.) dirigesi all’esterno ed in basso. Tra queste due spine principali distinguonsi ancora per bene due altri piccoli denti. Non rammento d’ aver notato un simile piccolo gruppo di spine sui martelli di altre Balene. Il centro della faccia laterale interna è profondamente inca- vato. E questa faccia pel suo buco mediano, pel suo tubercolo sul margine laterale anteriore, per le sue due faccie articolari e per altre particolarità facilmente ci rammenta la superficie di un dente molare (1). La faccia laterale esterna del martello è profondamente sca- vata. La scanalatura del manico del martello è in ampia comu- nicazione con questo vuoto. Se si guarda il martello attraverso |’ apertura timpanica, si osserva che colla metà superiore della sua testa esso è più alto della piega della cassa timpanica colla quale il suo processo stiliforme si salda. STAFFA DESTRA. Avendo posto per una notte la rocca petrosa nell’ acqua, fu facile isolare la staffa, la quale, posta accanto alla staffa destra della biscayensis di Napoli, mostrasi a questa in tutto simile, essendone però 2 m. m. più lunga e più larga ed avendo un foro centrale che è triplo di quello della bisca- yensis di Napoli. Le apofisi della rocca petrosa del Balenotto di San Sebastiano sono assai corte relativamente a quelle che notansi nelle Ba- (*) Il martello della bulla uditiva destra del Balenotto di San Sebastiano mi forni il mezzo di correggere qualche [inesattezza occorsa nella descrizione dell’ incudine destra della Balena di Taranto, le cui bulle uditive sono prive di martello. Facendola aderire con un po’ di gomma, posi sul martello del Balenotto l’ incudine della Balena di Taranto. Le faccette articolari di questi due ossicini uditivi sì corrisposero mirabilmente. Posta la cassa nella sua posizione normale mi accorsi tosto che nell’ incudine diventa faccia anteriore ed un po’ anche anteriore interna quella che nella memoria intorno alla Balena di Taranto chiamai /faccia inferiore: che diventa inferiore il margine su cui stanno le due intaccature e che chiamai posteriore, mentre devesi dire superiore quello che chiamai margine anteriore. La faccia articolare minore/dell’ incudine è quasi orizzontale e quella mag- giore scende dall’ alto al basso obliquamente e dall’ interno all’ esterno. 602 F. GASCO lene adolescenti ed adulte. L’ apofisi posteriore oltrepassa I’ e- stremo posteriore della bulla soltanto di m. 0,04 e I’ altra apo- fisi, I’ anteriore, è ben poco accennata (1). Sulla faccia anteriore della rocca petrosa è ben distinto il foro in vicinanza del margine laterale esterno nella sinistra: nella destra il foro s’ allunga trovandosi collocato in una specie di scanalatura. Colonna vertebrale. Come nella biscayensis di Napoli e di Filadelfia, le vertebre sono 56. Le divido in 7 cervicali, 13 dorsali, 13 lombari e 23 caudali, avendo in ogni caso la cura d’ indicare il numero pro- gressivo che ogni vertebra caudale e lombare rappresenta nella serie totale. (*) Un giorno, in Parigi, mentre sì slava esaminando il bellissimo modello in gesso, fatto eseguire dal P. Gervais, della cassa timpanica sinistra del Balenotto di San Sebastiano, mi disse un naturalista italiano che la brevità delle apofisi della rocca petrosa delle Balene non era un indizio, una prova della giovinezza dell’ individuo e che, di conseguenza, non era esatta la mia asserzione che il Balenotto di San Sebastiano e la Balena catturata a Taranto appartenevano alla stessa specie. Il naturalista italiano era molto lontano dal vero. In fatto nel Museo di Anatomia comparata di Parigi v’ ha Il’ appa- rato uditivo completo di una giovanissima B. australis: nel R. Museo dei Chirurgi di Londra v’ ha l’ apparato uditivo di un’altra giovanissima B. au- stralis e di una molto giovane B. mysticetus: nel R. Museo zoologico di Co penaghen, oltre gli apparati uditivi del Balenotto di San Sebastiano, con- servasi anche quello di una giovane B. mysticetus ; e nel R. Museo zoologico di Bruxelles ognuno può vedere I’ apparato uditivo di una giovane B. antipodum, precisamente quello che fu figurato dal prof. Van Beneden nella grande opera Ostéographie des cétaces vivants et fossiles. E in tutti questi apparati uditivi di giovani Balene che cosa si nota? Si nota 1.° Che le apofisi della rocca petrosa sono brevi, brevissime in con- fronto di quelle che la stessa specie adulta presenterà. 2.° Che tutta la superficie esterna della bulla timpanica è molto liscia e convessa in paragone di quella scabrosa delle casse uditive degli individui adulti. 3.° Che i margini delle diverse faccie, segnatamente quello, che divide la faccia inferiore dalla faccia laterale interna, invece di essere ben marcato, mostrasi ottuso, convesso sicchè le due faccie passano gradatamente 1’ una nell’ altra. 4.° Che — relativamente — I’ apertura eustacchiana è più grande, mentre la faccia laterale interna è meno sviluppata che negli individui adolescenti ed adulti. BALENOTTO DI S. SEBASTIANO 603 Se si eccettuano le ultime 11 vertebre caudali, che sono ben conservate, tutto il resto della colonna vertebrale lascia chiara- mente scorgere gli effetti d’ una macerazione troppo prolungata, troppo energica nella calce viva: manca qualsiasi traccia di car- tilagine intervertebrale, ma, per contro, tutte le epifisi furono diligentemente conservate. Regione cervicale. Tutte le vertebre cervicali, al pari delle prime 9 dorsali, hanno le due metà dei loro archi ancora fra loro disgiunte ('). Le due metà dell’ arco dell’ atlante sono ben conservate e comple- tamente separate dall’arco della vertebra seguente. Esse erano unite da una cartilagine la cui larghezza non era minore di m. 0,06. I fori dell’ atlante pei quali passano i nervi del primo paio sono rappresentati da due solchi, ognuno dei quali corrisponde ad !/, circa del foro totale che rinviensi solo negli individui giunti a completo sviluppo. Le metà destre dell’ arco della 2.*, 3.8, 4.2 e 5.2 cervicale sono già fra loro unite in una sola massa. Esternamente considerate, il grado della loro unione va decrescendu dall’ avanti all’ indietro, sicchè la 5.2 scorgesi unita solo per una piccola porzione su- periore colla metà dell’ arco precedente. Viste dall’ esterno le metà destre del 6.° e 7.° arco cervicale sono fra loro al tutto indipendenti. Sul lato sinistro scorgonsi unite la 2.*, 3.° e 4.* metà del- l’ arco rispettivo. La 5.8 e la 6.8, indipendenti dalla 4.7 e dalla 7.2, sono però fuse fra loro pel tratto di 5 centimetri. Il tratto, che separa i due margini laterali superiori delle metà l'arco dell’ asse e che era occupato dalla cartilagine, è di 7 cen- timetri. Apofisi trasverse superiori. La distanza tra gli estremi delle apofisi trasverse superiori dell’ atlante è di m. 0, 38. (4) Nello scheletro con grande attenzione montato nel Museo di Copenaghen, tutte le metà cervicali degli archi tanto di destra quanto di sinistra sono fra loro strettamente ravvicinate e tenute in posto per mezzo di un filo di ferro. 604 F. GASCO Le apotisi trasverse superiori delle sei cervicali seguenti sono tutte normalmente situate, e tutte mostransi ancora libere, in- dipendenti nella loro estremità. Tra gli estremi di quelle dell’asse v’ ha in linea retta la distanza di m. 0,32. Le apofisi trasverse superiori dell’ asse sono già di molto superiori in ispessore a tutte le successive della stessa regione. Quasi lunga quanto quella dell’ asse I’ apofisi trasversa supe- riore della 3.* cervicale mostrasi sottile, laminare come negli individui adolescenti. Sui due lati le apofisi trasverse superiori della 4.°, 5.*, 6.* e 7.* cervicale sono pressochè eguali in lun- ghezza; ma quanto allo spessore si osserva che nella 7.* è mag- giore, è triplo di quello delle tre precedenti. Quanto alle apofisi trasverse inferiori, se si fa astrazione da due piccole protuberanze in corrispondenza dell’ asse, nulla scor- gesi di ossificato che possa rappresentarle. Per riguardo ai corpi delle vertebre cervicali nulla puossi dire per le alterazioni che hanno subito segnatamente sulla faccia inferiore. Regione dorsale, lombare e caudale. Le prime 9 vertebre dor- sali, già lo dissi, hanno le due metà del loro arco ancora fra loro distinte. Come nella biscayensis di Napoli, l’apofisi acces- soria comincia ad essere bene indicata sulla 10* 0, dirò meglio, è già bene indicata la faccia su cui poggiava la cartilagine, che sarebbesi in progresso di tempo ossificata. Non calcolando mai lo spessore delle epifisi, la lunghezza del corpo delle vertebre misurate lateralmente, è: per la 1 dorsale ( 8* vertebra) di metri 0, 025 pe Lalas ( 20° pris) » 0, 068 » 1 lombare (21° ») » 0, 072 » 4» ( 24° 2 ee) » 0, 075 » 18» Pe ( 33* » ) » 0, 083 » 1 caudale (34% pith Gy » 0, 085 » G54 639° gn tie) » 0, 078 » 7 GRANI ( 40% in » 0, 078 » Li » ( 44° » ) » 0, 072 BALENOTTO DI S. SEBASTIANO 605 In tutte le lombari e sulle 6 prime caudali la neurospina è già ben pronunziata. Le ultime lombari sono quelle che mostrano più sviluppati i rudimenti delle apofisi trasverse. Per la giovinezza dell’ animale e per la troppo energica ma- cerazione della colonna vertebrale , null’ altro posso aggiungere intorno ai caratteri della regione lombare. Delle 23 caudali le ultime 11 sono molto ben conservate e decrescono rapidamente di grandezza. L’11° caudale (44* vertebra) mostra I’ ultimo arco rudimentale, ciò che segue parimente nella biscayensis di Napoli. Nella 12* (45* vertebra) scorgesi distintamente il posto su cui stavano 1 rudimenti cartilaginei delle due metà dell’ arco che veggonsi pure, ma separate, nella 12* caudale della biscayensis di Napoli. Sulla 10° caudale (43* vertebra) è bene indicata la faccia su cui poggiava la cartilagine che sarebbesi trasformata, vivendo l’animale, in una rudimentale zigapofisi od apofisi muscolare accessoria. La 4° caudale (37° vertebra) lascia scorgere gli ultimi ru- dimenti delle apofisi trasverse. Quelli delle successive caudali, qualora gia ne fossero fornite, sono andati smarriti, come si smarrirono parecchi rudimenti di apofisi trasverse sulle vertebre lombari. L’ ultima caudale o 56° vertebra è anteriormente larga 35 millimetri, alta 30 e lunga parimente 30 millimetri. Sul mezzo delle due faccie, anteriore e posteriore, notasi una profonda sol- catura verticale. Essa mostrasi quindi biloba, tanto se la si os- serva anteriormente quanto posteriormente. Emapofisi. Sono 10. La presenza delle 10 emapofisi è una prova della diligenza usata nell’ isolare lo scheletro. Le due metà delle tre ultime sono fra loro inferiormente sal- date. Le altre sono disgiunte. La lunghezza della 2°, 3°, 4* e 5* emapofisi è di m. 0, 09. 606 F. GASCO Coste. Il Balenotto di San Sebastiano ha 13 paia di coste e non 15 come erroneamente scrisse J. E. Gray (1). Manca solo la 7* costa sinistra. Nella Balena di Taranto con- tansi 14 paia di coste; ma si noti che le coste dell’ ultimo paio del Balenotto di San Sebastiano o non erano ancora ossificate, ovvero, ciò che è più probabile, non furono raccolte. Anche nella Balena di Taranto le due ultime coste accessorie corsero grande pericolo di rimanersene, inosservate, fra i muscoli. Lunghezza delle Coste. SEGUENDO LA RETTA SEGUENDO LA CURVA ESTERNA. lato destro lato sinistro lato destro lato sinistro 1 costa metri 0, 40 (?) m. 0,40 m. 0, 61 m. 0, 63 2 > » 0,61 » 0,58 » 0,89 3 » > ONS >») 8072 » 1,20 4 » oy OD > 00:01:73 » 11327 5 » DONE RP eOsil » 1,31 6 » > 0:73 >» OF a, 7 » PMO 8 » >», 10.07 > 0570 » 1,22 9 » a One » 0, 68 > 120 10» » 0, 69 > SONGT » 1,07 ll » » 0,66 » 0,65 » 1,02 12 » » 0,64 » 0,65 m. 0, 85 » 0,89 13 » » 0,53 » 0,58 » 0, 60 » 0,68 Senza dubbio il primo paio di coste del Balenotto di San Se- bastiano, posto in confronto col corrispondente della Balena di Taranto, lascia scorgere parecchie singolari differenze che non ci sorprendono piu oggidi, ma che consigliarono al J. E. Gray di creare il genere Hunterius, genere che attualmente nessuno più accetta. L’ estremo superiore o vertebrale del primo paio di coste pre- sentasi bifido. (1) On the geographical distribution of the Balaenidae ov Right Whales (Ann. and Mag. Nat. Hist. 1868, p. 242). (2) Ovvero m. 0, 47 per la destra e m. 0,48 per la 1* sinistra qualora si scenda — avuto riguardo alla forma che questo primo paio di coste ha sull’ estremo sternale — sino alla punta inferiore. BALENOTTO DI S. SEBASTIANO 607 Nella destra la bifidità si estende per m. 0, 055, mentre nella sinistra non oltrepassa m. 0, 015. Nella sinistra il tratto di costa che sì separa, lungo m. 0, 015, termina acuminato e puossi paragonare ad un piccolo cornetto il cui apice dista dal margine laterale interno del resto della costa 2 centimetri appena, e 7 centimetri dall’ estremo superiore della costa. La sua circonferenza è di 45 millimetri e sull’ apice di 25 mm. Per contro sulla destra il tratto di costa, che si separa, è lungo m. 0, 055. È assai più spesso: termina ottuso e dista su tutta la sua iunghezza solamente di 3-4 mm. dal margine in- terno del resto della costa. Si può anche sospettare che col progresso del tempo questo pezzo sarebbesi completamente fuso col resto della costa. Il suo apice dista dall’ estremo superiore della costa solo 2 centimetri. La sua circonferenza è alla base di 8 centimetri e di 9 centimetri verso I’ apice. Tutte queste differenze relative al grado di bifidità nello stesso individuo dinotano chiaramente quanto poco valore abbia il tratto di costa separato dal resto. Misurata sulla faccia esterna e facendo astrazione dalla pro- fonda smarginatura, la 1° costa sinistra è larga sull’ estremo sternale m. 0,17 e la destra m. 0,15. Nella sinistra la smarginatura ha la lunghezza di m. 0, 085 ed è più spiccata che nella destra ove ha la lunghezza di 2 soli centimetri. Questa differenza nel grado di bifidità delle due coste sul- l’ estremo sternale ci avverte subito che questo fatto ha una piccolissima importanza. E puossi anche riflettere che una si- mile smarginatura, vivendo a lungo l’animale, potevasi colmare per ulteriore ossificazione della cartilagine che I’ occupava. Delle due branche ossee, che rendono bifida la costa anche sull’ estremo sternale, la superiore è un po’ più corta dell’ in- feriore. Scapola. È più larga che lunga. 608 F. GASCO Nel Balenotto di San Sebastiano la scapola sinistra è larga m. 0,49 ed alta m. 0,37; la destra poi è larga m. 0,51 ed alta m. 0,37. Nella prima abbiamo quindi tra il maggior asse antero- posteriore ed il maggior asse verticale la differenza di 12 cen- timetri; nella seconda la differenza è di 14 centimetri. Il margine posteriore di entrambe, seguendo la retta, è di m. 0,27: il margine anteriore, seguendo la retta, è di m. 0,25 per la sinistra e di m. 0, 24 per la scapola destra. Seguendo la curva del margine superiore si trova la lun- ghezza di m. 0, 63. Lo spessore della scapola, calcolato in corrispondenza della curva del margine superiore, stenta ad arrivare ai 4 centi- metri nella parte mediana e verso i due estremi oscilla fra 5 e 5 centimetri e 1/,. L’acromio è bene sviluppato; è lungo m. 0, 08: termina tronco e sul suo estremo libero è alto m. 0,05. Sul mezzo della lunghezza il suo contorno è di m. 0, 14. Non v ha traccia di apofisi coracoide. La concavità della faccia articolare della scapola è appena accennata. Il Balenotto di San Sebastiano ha la scapola più larga che lunga, ciò che si verifica anche per la biscayensis di Napoli e di Filadelfia. Ma, misurandole diligentemente, ho scoperto che tutte le scapole delle Balene viventi nelle zone temperate, le quali conservansi nel Museo di Parigi, nel R. Collegio dei Chirurghi di Londra, nel R. Museo zoologico di Leida e di Bruxelles e nel Museo zoologico e d’ Anatomia comparata di Lovanio, sono costantemente più larghe che alte. Quanto prima, nell’ esporre svariate considerazioni tendenti a provare che la B. antipodum del Jardin des Plantes non è che una varietà della B. australis, avrò |’ occasione di richiamare l’attenzione dei cetologi su questa interessante verità che a molti sfuggì, tra cui |’ immortale G. Cuvier (*) il quale, descrivendo la Balena del Capo di Buona Speranza dichiarò inesattamente che la sua scapola era meno larga che alta. _ (1) Cuvier, Ossements fossiles, T. VIII, 2 partie, pag. 289. fee Caw LlLLLOROGILICI SULLE COLLEZIONI DEL MUSEO CIVICO DI GENOVA PeR D. VINCIGUERRA — IT. Intorno ai Maerurus del Golfo di Genova. ( Fan: lh) I pesci della famigha dei Macruridi, stante la loro abituale dimora in profondita considerevoli, sono certamente fra quelli ancora meno conosciuti e studiati, benchè di loro si abbia no- tizia sino dall’ epoca dell’ Aldrovandi. Infatti il pesce da lui figu- rato sotto il nome di Mysticetus auctoris (1), non può essere considerato che come un rappresentante di questa famiglia. La prima descrizione scientifica, fatta secondo il metodo bino- minale, di un pesce appartenente a questo gruppo è dovuta ad Ottone Federico Miller nel « Zoologiae Danicae Prodromus ». La sua Coryphaena rupestris (*), della quale fa menzione pochi anni dopo Ottone Fabricio nella « Fauna Groenlandica » (8), serviva al Bloch per tipo del genere Macrourus (+), che non veniva accettato dallo Gmelin nella edizione del « Systema (4) Ulyssis Aldrovandi De piscibus Libri V, et de cetis lib. unus. Bononiae: apud Nicolaum Thebaldinum MDCXXXVIII, pag. 342. (?) Zoologiae Danicae Prodromus auctore Othone Friderico Muller. Hafniae, 1776, pag. 43, n.° 363. (8) Fauna Groenlandica ecc. Othonis Fabricii. Hafniae et Lipsiae, MDCCLXXX, p- 154, n.° 111. (4) M. E. Bloch. Naturgeschichte der Auslandischen Fische. Berlin, 1785-95, vol. II, pag. 152, tav. 177. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (16 Agosto 1879). 39 610 D. VINCIGUERRA Naturae » da lui fatta (*). In essa il pesce è indicato come fa- cente parte del genere Coryphaena ed è ritenuto identico al Coryphaenoides rupestris, Gunner, che in realtà è specie ben distinta, ed annoverata. nei cataloghi come Coryphaenoides nor- vegicus (Nilss.). Il 20 settembre 1803 (3 complementare, anno XI) Spirito Giorna, direttore del Museo Nazionale di Storia Naturale in Torino, con una memoria letta all’ Accademia delle Scienze di quella città (?), dava notizia dell’esistenza nelle collezioni, cui egli presiedeva, di parecchi pesci a lui sconosciuti, e sui quali egli aveva chiamato l’attenzione del celebre Lac:pòde. L’ illustre ittiologo accettava, con lettera del 2 settembre 1804 (15 fruttidoro, anno XII), l’ opinione del Giorna che si trattasse di specie e generi nuovi e gliene consigliava la determinazione, che questi faceva in una seguente seduta dell’ Accademia (*), imponendo ad uno di quelli il nome generico di Trachyrincus (ste), chiamandolo provvisoria- mente Trachyrynque anonyme, poichè manifestava il desiderio di dedicarlo all’ Imperatore Napoleone, ed all’ altro quello di Coelorinchus (sic), colla determinazione di Coelorinque La Ville, in onore dell’ ex prefetto del dipartimento del Po. Il primo di questi pesci era stato venduto al Giorna da un mercante di oggetti di Storia Naturale, come proveniente dal mercato di Marsiglia, l'altro esisteva nelle collezioni del Museo senza indicazione di località, ed egli supponeva potesse prove- nire dai viaggi del D." Donati in Egitto, Palestina ed Arabia. Ambedue questi individui erano a secco ed in condizioni piuttosto deteriorate. A. Risso, che fu il primo a studiare seriamente e con frutto 1 pesci del nostro paese, ritrovava nel mare di Nizza quelle (!) Caroli a Linné Systema naturae, editio decima tertia, cura J. T. Gmelin, Lipsiae, 1787-95, tom I, pars. III, p. 1195. (?) Sur des poissons d' espéces nouvelles et de genres nouveaux par le cit. Giorna, in Mémoires de l’Académie Imperiale des Sciences de Turin, vol. 16, 1805-1808. pag. 1 e seg. con una tavola. (3) Suite et conclusion du mémoire de M. Giorna sur cing poissons deux de nouvelle espéce et trois de genres nouveaux, tirée par extrail du discours qu'il a prononcé en qualité de secrétaire dans la seance publique du 27 prai- rial an, XIJI (9 giugno 1805): loc. cit. pag. 177. APPUNTI ITTIOLOGICI 611 stesse specie precedentemente descritte e figurate dal Giorna (!): riuniva i due generi creati da questi in un solo sotto il nome di Lepidoleprus, e ne conservava i nomi come indicazione speci- fica. Egli accenna alla loro rassomiglianza col Macrourus ru- pestris, Bloch, rassomiglianza ammessa pure dal Cuvier nella prima edizione del suo « Régne Animal » (*), ove ravvicina i due generi, mantenendoli tuttavia separati |’ uno dall’ altro. Più tardi, nella seconda edizione della stessa opera (*), Cuvier sopprime il genere Macrourus, assicurando d’ avere constatato , col mezzo d’ una immediata comparazione, |’ identità del M. rupe- stris, Bloch, col L. coelorhynchus, Risso, affermando d'altra parte che al L. trachyrhynchus, Risso, debbasi riferire il pesce descritto e figurato da Rafinesque sotto il nome di Oxycephas scabrus (4). Nuovi cangiamenti ebbe a soffrire la denominazione di questi animali per opera di Swainson (°), che volle nuovamente ascri- verli a due diversi generi, impunendo all’ uno il nome di Lepi- dosoma, colla specie L. trachyrhynchus, corrispondente al Le- pidoleprus trachyrhynchus di Risso, ed attribuendo al L. coe- lorhynchus il nome generico di Oxycephas, che era stato ado- perato da Rafinesque per indicare il L. trachyrhynchus. Da ultimo il Bonaparte (9), che sembra dubbioso fra I’ ac- cettare l'opinione del Cuvier per quanto riguarda l'identità fra il M. rupestris, Bloch, ed il L. coelorhynchus, Risso, o l' ammet- tere che il Bloch credendo figurare la specie nordica figurasse invece quella del Mediterraneo, accetta la separazione dei due generi proposta da Swainson, ma sotto nomi diversi, mantenendo (4) Iehthyologie de Nice ou Histoire naturelle des poissons du département des Alpes Maritimes, par A. Risso. Paris. Schoell 1810, pag. 197 e seg. (?) Le Régne Animal distribué d’aprés son organisation, par M. le Ch.** Cu- vier. Paris. Deterville 1817, tom. II, pag. 217. (8) Le Règne Animal ecc. (Nouvelle edition). Paris. Deterville 1829. II, pag. 336. (4) C. S. Rafinesque Schmaltz. Indice d’ ittiologia Siciliana ecc. Messina. Gio. del Nobolo 1810. tav. 1. fig. 2. — Caratteri di alcuni nuovi generi e specie di animali e di piante della Sicilia. Cou 20 tav. Palermo 1810. XXVII. specie 79. tav. 1, fig. 2. (5) W. Swainson. The natural history and classification of fishes. London Longmen, 1838. Vol. II, pag. 261. (6) Bonaparte. Iconografia della fauna ilalica per le quattro classi degli ani- mali vertebrati. Tomo III. Pesci. Roma. Salviucci 1832-41, con figure. 612 D. VINCIGUERRA per il trachyrhynchus il genere Lepidoleprus di Risso, e riferendo il coelorhynchus al genere Macrourus di Bloch. Egli inoltre è il primo a scriverne, nel « Catalogo Metodico » (1), il nome, con nuova e più corretta ortografia. Bonaparte figura il M. coelorhynchus sotto il nome di M. my- sticetus , perchè, soverchiamente desideroso, come si esprime egli nel testo, di rimontare al più antico nome in mezzo alle con- fusioni dei moderni, non aveva posto mente al fatto che il pesce figurato dall’ Aldrovandi era il L. trachyrhynehus e non già il M. coelorhynchus, e smette quindi l’idea di conservare quel nome. Fin qui si è visto come alla più estesa conoscenza del genere Macrurus, benchè stabilito sopra un pesce del mare del Nord, portassero principale contribuzione quegli osservatori che studia- rono 1 pesci del Mediterraneo. Ma il viaggio di Webb e Ber- thelot alle isole Canarie, ne faceva conoscere una nuova specie, il M. selerorhynchus, Val. (2); ed il Lowe durante il suo sog- giorno in Madera, otteneva parimente un Macrurus che , ritenuto prima da lui come il M. rupestris, BI., egli descriveva poscia come una nuova specie, che nominava M. atlanticus (*), sulla validità della quale avrò occasione di tornare in seguito. Da quest’ epoca in poi il numero delle specie del genere Macrurus, appartenenti alla fauna del Mediterraneo e dell’ A- tlantico settentrionale non fu più aumentato; ma frattanto due nuovi rappresentanti di esso erano stati ottenuti in assai remote contrade, l'uno anzi nell’ opposto emisfero, il Lepidoleprus australis, Rich. (4), di Port Arthur in Tasmania e |’ altro, il M. japonicus, Schl. (°), del Giappone, che assai probabilmente è quello stesso figurato antecedentemente dal Krusenstern « Atlante, tav. LX, fig. 8e 9» ed al quale già accennano il Cuvier ed il Bonaparte. (1) Bonap. Catalogo metodico de’ Pesci Europei. Napoli, 1848, pag. 4l. (?) Histoire Naturelle des îles Canaries par Webb et Berthelot, 1836. P. IT. 2, Zoologie. P. I, Ichthyologie par M. A. Valenciennes, pag. 80, tav. 14, fig. 1. (3) Rev. R. T. Lowe A Supplement to the Synopsis of the Fishes of Madeira, in Prov. Zool. Soc. Lond, 1839, pag. 88. (*) Richardson. On some new species of Fishes from Australia, in Proc. Zool. Soc. 1839, pag. 100 e Ann. of Nat. Hist. vol 4. 1840, pag. 456 (5) Ph. Fr. de Siebold. Fauna Japonica. Pisces per H, Schlegel pag. 256, ta- vola 119; fig. 2. APPUNTI ITTIOLOGICI 615 Solamente queste sette specie quì indicate, ed una ottava de- scritta da Kaup nei « Wiegm. Arch. 1858, pag. 91 », il M. ma- crolepidotus , di provenienza ignota, sono annoverate nel catalogo di Giinther (7), il quale riunisce tutte le specie accennate nel ge- nere Macrurus, mentre il Canestrini, che nello stesso anno 1862 pubblicava la sua memoria sui Macruridi (*), mantiene tuttavia separati i due generi. Non ho tenuto conto di quelle specie che descritte come .Mu- crourus 0 Lepidoleprus, furono in seguito chiamate a far parte dei generi affini Cor ‘yphaenoides e Malacocephalus. Era pertanto omai trascorso parecchio tempo senza che le co- gnizioni su questo genere fossero in modo alcuno aumentate, allorchè per il memorando viaggio del « Challenger » il numero delle specie conosciute veniva ad esserne quasi duplicato. Le ri- cerche fatte col mezzo della rete da strascico (¢raw/) a profondità considerevoli, davano risultati altrettanto soddisfacenti e fruttiferi che quelli che si ottenevano colla draga e la fauna ittiologica , come quella degli animali inferiori, sì arricchiva per importanti scoperte. Le precedenti spedizioni fatte per I’ esplorazione delle profon- dità marine avevano dato, come lamenta lo stesso Gunther (3; poco o niun risultato, per quanto riguardava I’ ittiologia. Non mi è noto che in esse sieno stati raccolti altri pesci, ad ecce- zione di quei pochi presi nell’ Atlantico settentrionale dal « Por- cupine » ed esaminati dal Couch di Polperro, prima di passare nelle mani del Giinther. In quella piccola ma interessantissima collezione non si conteneva che un individuo della famiglia dei Macruridi, il Coryphaenoides norvegicus (Nilss.), che era stato dal Couch indicato come una nuova specie di Macrurus; di due altri pesci che egli riteneva appartenere ad un’ altra nuova (1) Gunther. Catalogue of the Fishes in the British Museum. Vol. IV, 1862. pag. 390 e seg. (?) Canestrini. Sui Gadidi e Macrouridi del Golfo di Genova, in Arch. per la Zool. ed Anat. Comp. vol. IJ, 1862, pag. 343. (3) Gunther. Das Sammeln von Reptilien und Fischen, in Anleitung zu Wis- senschaftlichen Beobachtungen auf Reisen, Berlin 1873. pag. 400. 614 D. VINCIGUERRA specie, che denominava M. linearis, il Giinther (1 ) riconosceva nell’'uno il Gadieulus argenteus, Guich. (2), dell’ Algeria e nell’altro la sua Motella macrophthalma delle isole Ebridi. Le specie di Macrurus raccolte dal « Challenger » e descritte come nuove sono sei, una dall’ Hector (8) e cinque dal Giin- ther (4): questi inoltre descrisse sinora ben sedici specie nuove del genere Coryphaenoides , ottenute nello stesso viaggio. Questi risultati sono veramente meravigliosi e danno luogo a sperare che analoghe ricerche, in qualsiasi mare praticate, ma accuratamente fatte e pazientemente continuate apporterebbero frutti di non minore importanza. La posizione sistematica di questo genere fu anch'essa da principio non bene definita. Confuso dapprima col genere Cory- phaena, che, come allora ‘era inteso, comprendeva molto etero- genei elementi, il Bloch, nel renderlo indipendente continuava a mantenerlo nell’ ordine Linneano dei Pesci Toracici. I] Giorna riteneva che, dei due pesci da lui descritti, il Trachy- (!) Giinther. Notes on some Fishes obtained at considerable Depths in the North Atlantic, in Ann. and Mag. Nat. Hist. serie 4.2 vol, XIII. 1874 pag. 138. (?) Il Bellotti in una sua recente nota su questo pesce (Atti Soc. It. Sc. Nat. Vol. XXII) fa osservare come questa specie si debba aggiungere alla fauna italiana, avendolo egli raccolto sul mercato di Napoli nell’ inverno 1869, ed aggiunge non averlo rinvenuto in alcun altro porto italiano. A questo pro- posito io posso riferire come esemplari di questa specie sieno stati nell’ in- verno di quest’anno pescati a Cornigliano, presso Genova, ed un altro ne raccogliesse il prof. Giglioii nello scorso settembre a Messina. Lo stesso autore dimostra come il carattere su cui è fondato il genere Gadiculus, |’ assenza dei denti vome inì, non sia il più esatto, poichè gli esemplari da lui raccolti, paragonati coi tipi di Guichenot, non mostrarono alcuna differenza da questi: solamente in quelli si constatò la presenza dei denti vomerini, dei quali esi- steva anche traccia negli esemplari tipici. Pertanto non crede opportuno separarli dal genere Gadus, ritenendoli la forma giovanile di una ben di- stinta specie di esso, cui conserva il nome di argenteus. Gli esemplari da me esaminati confermerebbero l'opinione del Bellotti, poichè essi pure sono forniti di denti vomerini. (3) Hector. Description of five new species of Fishes obtained in New Zealand seas by H. M.S, Challenger expedition, in Ann. Mag. Nat. Hist. Serie 4. vol. XV. 1875. pag. 81. (*) Gunther. Preliminary Notes on new Fishes collected in Japan during the expedition of H. M. S. Challenger, in Ann. Mag. Nat. Hist. serie 4. vol. XX, 1877 pag. 433 e seg. — Preliminary Notices of Deep-Sea Fishes col- lected during the voyage of H. M. Ss. Challenger. Luogo citato, serie 5.°, vol. IJ. 1878, pag. 17 e seg. APPUNTI ITTIOLOGICI 615 rincus dovesse essere ascritto alla quarta divisione della 1." sotto- classe di Lacépède e nell’ ordine dei giugulari, e l'altro il Coelo- rinchus, alla stessa divisione, ma in un ordine speciale, quello dei toracici, dei quali non esisteva per anco alcun rappresentante. Cuvier considera i due generi Macrowrus e Lepidoleprus, che in seguito come vedemmo egli riuniva, quali facenti parte della famiglia dei Gadi, e Risso che nella prima edizione dell’ « Ich- thyologie de Nice » li avvicinava alle Trigle, elevavali quindi a rango di famiglia col nome di Lepidolepridi ( !), intermedia fra i Blennidi e i Pleuronettidi. Bonaparte mantiene separati i due generi e li ascrive anch’ egli ad una famiglia a parte, 1 Ma- eruridi, che prima avvicina ai Siluri (?), ed in seguito nel « Ca- talog. Met. (loc. cit.) » ai Gadidi, ove d’ allora in poi fu da tutti gli ittiologi conservata. Le differenze che esistono tra il Lepidoleprus trachyrynchus ed il coelorhynchus di Risso sono, egli è vero, abbastanza considerevoli e tali da giustificare sufficientemente I’ opinione di coloro che vol- lero ascrivere questi due pesci a due diversi generi. Ecco infatti, secondo il Canestrini (loc. cit.) i caratteri differenziali di essi: Macrourus, Bl. Dorsali due, distanti l'una dall'altra, I’ ante- riore molto più alta della posteriore. Seconda dorsale più corta dell’ anale. Muso mediocremente protratto. Ventrali toraciche. Lepidoleprus, Risso. Dorsali due, fra loro assai ravvicinate, basse entrambe. Seconda dorsale più lunga dell’anale. Muso assai protratto. Ventrali giugulari. Si noti però che il Canestrini stesso più tardi ( 8) riunisce, a somiglianza del Giinther, le due specie nel genere Macrurus. Per quanto quelle differenze sieno notevoli, pur tuttavia 10 non credo che nello stato attuale delle nostre conoscenze, sì possa insistere sul mantenimento dei due generi da chi, come me, non potè esaminare che un numero assai ristretto delle specie che sono state descritte. (4) Risso. Histoire Naturelle de l' Europe Méridionale, vol. IIl, pag. 342. (2) Bonaparte. Specchio del sistema Ittiologico, famiglia 12.*, 5.* ed ultima dell’ ordine dei Ganoidei o Siluri. (3) Fauna d’Italia, edita dal Dott. Vallardi. Canestrini, Pesci, pag. 159 616 D. VINCIGUERRA Bleeker, in una memoria indicata nel « Zool. Record » dell’anno 1874, pag. 103 » e pubblicata nei « Verslagen en Mededeelingen der K. Akademie van Wetenschappen » di Amsterdam, (vol. VIII, pag. 369), che io non ho potuto consultare, stabilisce tre muovi generi per la famiglia dei Macruridi; l’ uno, Macruroplus, per il M. serratus, Lowe, | altro, Paramacrurus, per il Lepidoleprus australis, Rich., ed il terzo, Oxymacrurus, pel M. japonicus, Schi. Il primo evidentemente corrisponde al genere Coryphaenoides cui già fu riferito il M. serratus, Lowe; e gli altri due assai pro- babilmente ai due generi Lepidoleprus e Macrurus. In tutti i mari profondi sembra sia rappresentata questa fami- glia, confermando così il fatto, omai generalmente constatato, che in tutti gli abissi marini la vita è rappresentata da analoghe forme, poichè analogo è il mezzo nel quale essa trascorre. Per quanto si riferisce al genere Macrurus è noto come esso si incontri nel Mediterraneo, nell’ Atlantico, dalla sua parte più settentrionale alle coste della Patagonia, nel mare del Giappone ed in quello della Nuova Zelanda. Poco sì conosce delle abitu- dini di questi pesci che vivono alla profondità di 1000 e più metri. Nel golfo di Genova, quando il mare è in perfetta calma, nei mesi caldi, se ne pesca qualche esemplare col mezzo dei palamiti (paamiti) e vengono tratti su quasi sempre morti e con i grossi occhi sporgenti dalle orbite; a quanto osservava il Risso, ove vengano presi ancor vivi, producono un rumore pari a quello di alcune trigle. Fabricio osservò in essi nel mese di Maggio, le ovaia assai poco sviluppate, donde suppose che depongano le uova nell’ au- tunno o nell'inverno. Bonaparte aggiunse che le femmine si approssimano agli scogli quando sentono il bisogno di sgravarsi e che le uova sono in gran numero e di colore carnicino 0 giallognolo. Le specie del Mediterraneo non sembrano usate come alimento, al contrario di quella della Groenlandia, che è mangiata con piacere dagli indigeni, i quali sembra adoperino per ottenerla un sistema di pesca analogo al nostro. lo ho potuto esaminare un certo numero di individui apparte- APPUNTI ITTIOLOGICI 617 nenti al genere Macrurus pescati nel mare ligustico e non sola- mente ho constatato che quivi si trovano le due specie descritte dal Giorna e dal Risso, le uniche, per quanto io mi sappia, note del Mediterraneo, ma riconobbi altresi I’ esistenza di una terza specie, quella descritta dal Valenciennes col nome di M. sele- rorhynchus sopra un esemplare delle isole Canarie (Lanzarote). È questo assai probabilmente il secondo esemplare di M. sele- rorhynchus che sì conosca, poichè non mi fu possibile aver no- tizie che altri ne sieno stati raccolti dopo quello, unico, de- scritto da Valenciennes. Per tale ragione io credo utile dare la descrizione dell’ esem- plare posseduto dal Museo Civico di Genova, facendola prece- dere da alcune considerazioni sulle altre due specie di Macrurus , le quali sono abbastanza bene conosciute per non richiedere una descrizione speciale. Macrurus trachyrhynchus (Risso). 1638? Miysticetus auctoris, Aldrov. De Pisc. pag. 342. 1805. TWrachyrincus (Trachyrinque anonyme), Giorn. in Mém. Acad. Imp. Turin, 16, pag. 178, tav. I, fig. 1-2. 1810. Lepidoleprus trachyrincus, Risso, Ichth. Nice, pag. 197, tav. 7, fig. 21. 1810. Oxycephas scabrus, Rafin. Indice d’ ittiol. Sicil. tav. I, fig 2. 1826. Lepidoleprus trachyrhynchus, Risso, Eur. Mérid, III, pag. 243. 1838. Lepidosoma trachyrhynehus, Swains. Nat. Hist. of Fish. Il, pag. 261. 1846. Lepidoleprus trachyrhynchus, Bonap. Cat. Met. pag. 42. 1862. » » Canestr. Arch. Zool. Anat. II, pag. 371, tav. XI-XII, fig. 2. 1862. Macrurus trachyrhynchus, Gunther, Cat. of Fish. IV, pag. 315. 1872. » « Canestr. Faun. Ital. Pesci, pag. 159. È questa probabilmente la specie di Macrurus a cui si rife- risce la figura dell’ Aldrovandi, per quanto poco riconoscibile essa sia. La descrizione poi è ancor meno riconoscibile della fi- gura. Può quasi dirsi altrettanto di quelle del Giorna e del Risso. In molte copie dell’ « Iconographie du Régne Animal de Cuvier », e precisamente in quelle da me consultate è figurato (Pesci, tav. 60 fig. 3), sotto il nome di LZ. coelorhynchus questo istesso pesce, ma l’errore è corretto nel testo. 618 D. VINCIGUERRA La figura del Canestrini lascia anch’ essa qualche cosa a de- siderare; la speciale forma delle squame, che egli descrive accu- ratamente nel testo, è resa appena manifesta dal disegno che rappresenta l'intiero pesce e non è neanche del tutto esatta- mente riprodotta dalle figure isolate di esse. Le carene cui le spine delle squame danno origine sono vi- sibili su tutta la superficie del corpo, ma in modo più netto lungo la base delle pinne dorsali e dell’ anale. Di questa specie ho esaminato sette esemplari, due de’ quali, appartenenti al Museo Zoologico della R. Università, preparati a secco. La lunghezza totale di questa specie, che, fra quelle che alberga il Mediterraneo, sembra raggiungere le proporzioni maggiori, varia fra i quaranta e i cinquanta centimetri. Ecco le dimensioni di uno degli esemplari più sviluppati, con- servato nello spirito: Lunghezza totale . . . . . 02450 » del: capo... . .. «+ 02135 » del''IMUSO, n/a LOGS Altezza del corpo.) eu tit LENOnOGO Diametro dell’ occhio . . . . . 00034. La prima pinna dorsale è molto avvicinata alla seconda, che comincia al disopra dell’ estremità delle pettorali: nessuno dei suol primi raggi si mostra più robusto. degli altri. L'altezza di essa è uguale a quella della parte anteriore della seconda dor- sale, 1 cui raggi, nell’ individuo del quale ho riportato le dimen- sioni, sono alti circa due centimetri. Non esiste pinna codale propriamente detta, poichè l’anale e la dorsale posteriore si continuano sino all’ apice della coda ove fondonsi insieme. La pinna dorsale anteriore consta di 11 raggi, le pettorali di 18, le ventrali di 6: la seconda dorsale e |’ anale riunite hanno più di 200 raggi; il numero di essi è prevalente alla re- gione dorsale. Secondo Risso sarebbero 110 in questa e 95 nell’ anale. | Il Macrurus trachyrhynchus è nel mare ligustico assai piu frequente del coelorhynchus, a quanto mi assicura il sig. B. Bor- APPUNTI ITTIOLOGICI 619 gioli, preparatore del Museo Zoologico della R. Università (!), che in questi ultimi anni ebbe un numero abbastanza considere- vole di esemplari appartenenti ad ambo le specie, presi in alto mare a parecchie miglia di distanza dal porto di Genova, dai pe- scatori di Cornigliano, in una profondità approssimativa di 600 e più metri. Si trova anche a Nizza (Risso) ed in Sicilia, ove pure è meno raro dell’ altro (Bonaparte) (*). I pescatori di Cornigliano lo indicano col nome di ratto (da non confondersi col pescio ratto che è I’ Alopias vulpes) ed i Si- ciliani, con quello analogo di pise? sorect. Macrurus coelorhynchus (Risso). 1805. Coelorinchus /Coetorinque La Ville), Giorna, in Mém. Acad. Imp. Turin 16, pag. 178, tav. I, fig. 3-4. 1810. Lepidoleprus coelorinchus, Risso, Ichth. Nice, pag. 200, tav. 7, fig. 22. 1825. » coelorhynchus, Risso. Eur. Mérid. III, pag. 244. 1829-14 Macrourus coelorhynchus, Costa, Faun. Nap. tav. XXXIX. 1832-41 » » Bonap. Faun. Ital. Pesci con fig. (sotto il nome di M. mysticetus). 1833, Oxycephas coelorhynchus, Swains. Nat. Hist. of Fish. II, pag. 261. 1839. Macrourus atlanticus, Lowe, Proc. Zool. Soc. Lond. 1839, pag. 88. is44. Macrurus coelorhynchus, Bonap. Cat. Met. pag. 4l. 1862. Macrourus coelorhyncbus, Canest. Arch. Zool. Anat. II, pag. 373. È Macrurus coelorhynehus, | gj; - 1862. { a eoclorayEobess | giinih, Cat of Bigli. paria 1872. Macrurus coelorhynehus, Canestr. Fauna. Ital. Pesci. pag. 159. La figura del Bonaparte riproduce abbastanza fedelmente la forma generale ed i caratteri di questa specie. Il M. coelorhynchus non raggiunge le proporzioni del M. trachyrhynchus: io ho esaminato nove esemplari conservati nel- Y alcool ed essi presentavano le dimensioni seguenti : (1) Ho potuto convincermi della realtà di questa affermazione, assistendo il giorno 26 dello scorso Luglio ad una pesca ai palamiti, organizzata dal Mar- chese Giacomo Doria, allo scopo di procurare alle collezioni del Museo Civico esemplari di pesci abitanti nelle acque più profonde del nostro golfo. Da questa pesca che fruttò più di 200 individui appartenenti a 15 diverse specie, si ottennero 16 esemplari di M. trachyrhynchus e non uno di coelorhynchus. (3) È anche annoverato fra le specie siciliane dal Prof. Doderlein nel suo lavoro intitolato « Alcune generalità intorno la fauna sicula dei Vertebrati » (Annuario della società dei Naturalisti di Modena, Anno VI, pag. 287). 620 D. VINCIGUERRA Esempl. più sviluppato Esempl. meno sviluppato. Lunghezza totale . 35) .5.. 07310 | 0 000 1010200 » del capo: f.' ty le MOBOTR Ad wish he mee » délimusors [uf ay (OPO2 Thy (ati. RAVE Altezza del corpo), 7!" O™OBL oo at) (0™ORT Diametro dell'occhio... . 07024... . . » 0m014. Di un esemplare anche più piccolo, lungo circa un decimetro, da me esaminato, non posso dare le misure, perchè troppo ro- vinato dalla rete da strascico con cui fu raccolto dai pescatori. Le squame in questa specie si mostrano irte di piccole aspe- rità, che servono a dar loro un aspetto rugoso, ma non sono disposte in serie tali da formare una carena come nel M. tra- chyrhynchus. La prima pinna dorsale è inserita assai più innanzi della se- conda ed è molto più alta di essa; il secondo raggio è più lungo e più robusto degli altri, ma liscio: esso nel primo degli esem- plari de’ quali ho riportato le dimensioni misura 35 centim., nel- l’altro 29. La dorsale posteriore è molto più bassa dell’ anale, essa negli esemplari conservati nello spirito è appena accennata e mi riesce affatto impossibile numerarne i raggi. Si può però notare che l’anale presenta uno sviluppo maggiore della dorsale. Cuvier, come già ho accennato, credeva poter riferire a que- sta specie il M. rupestris, Bloch, non ponendo mente che fra essi esiste un carattere differenziale importantissimo, ed è che questo ha il primo (secondo?) raggio della prima pinna dorsale denticolato (Gunther), nel mentre che nel M. coelorhynchus, esso è perfettamente liscio, come pure le squame in quello si mo- strano carenate ed in questo rugose, ma non disposte in modo da originare alcuna carena. Il Gunther dà nel suo catalogo le due specie come distinte: ma v’ ha di più. Collett nella sua « Carte zoo-gèographique des vertebrés de Norvège », dopo avervi indicato il M. rupestris, (M. Fabricii, Sund.), enumera altresì un esemplare di M. coelorhyn- chus trovato ad Harlem presso Bergen nel 1842: egli pertanto, avendo avuto occasione di esaminare le due specie, non pone in dubbio la differenza specifica fra di esse. APPUNTI ITTIOLOGICI 621 Basandosi sull’ asserzione del Cuvier, il Lowe (4!) riferiva al M. rupestris, Bloch, gli esemplari che egli raccoglieva in Ma- dera, servendosi per termine di confronto del Lepidoleprus coe- lorhynchus, Risso: ma più tardi (*), dopo averli probabilmente paragonati con individui autentici di M. rupestris, Bl., ricono- scevane la differenza da questo e stabiliva la sua specie M. allanticus. I caratteri diagnostici che egli assegna alla nuova specie, nel mentre servono a distinguerla dal M. rupestris, non fanno che avvicinarla al M. coelorhynchus, perchè sono quelli stessi che di- stinguono fra di loro queste due specie. Il M. atlanticus fu ride- scritto minutamente da Gunther « Cat. of. Fish. IV. pag. 392-93 » e la sua descrizione conviene perfettamente agli esemplari di M. coelorhynchus del Mediterraneo. Unica differenza consisterebbe in questo carattere: nel M. coelorhynchus il secondo raggio della prima dorsale tratto all’ indietro, arriverebbe o quasi alla base della seconda: nel M. atlanticus il secondo raggio della prima dorsale tratto all’ indietro raggiungerebbe od oltrepasserebbe al- quanto la base della seconda. Questo carattere non sarebbe evi- dentemente sufficiente da solo a costituire una differenza speci- fica, poichè non determinato da limiti fissi; ma nell’ esemplare più piccolo di M. coelorhynchus da me esaminato, appartenente al R. Museo Zoologico di Firenze, si verifica il fatto che il Giùn- ther riferisce al M. atlanticus, poichè non solo il secondo raggio della prima dorsale arriva alla base della seconda, ma la oltre- passa, d’ una estensione, minima è vero (circa 1 mill.), ma pur sempre apprezzabile. Per queste considerazioni io credo poter affermare che il M. atlanticus, Lowe, altro non è che il M. coelorhynchus, Risso, spe- cie d’ altra parte assai ben distinta dal M. rupestris , Bloch. Il prof. Emery nell» sue « Note Ittiologiche » pubblicate negli « Atti della Società Italiana di Scienze Naturali, vol. XXI, pag. 37 e seg. » dimostra come il Krohnius filamentosus , Cocco si (*) Lowe. A synopsis of the Fishes of Madeira, in Trans. Zool. Soc. II, pag. 190. (2) Lowe. Suppl. ecc. loc. cit. 622 D. VINCIGUERRA debba ritenere essere la larva del M. coelorhynchus e dà la figura (tav. I, fig. 5) di un altro pesciolino che assai probabilmente è lo stato larvale del M. trachyrhynchus. Il MW. coelorhynchus sembra essere alquanto più raro del M. trachyrhynchus, ma avere nel tempo stesso una distribuzione geografica più vasta; fu raccolto con quello nel golfo di Genova, e nel mare di Nizza (Risso), fu osservato dal Bonaparte sul mer- cato di Roma, il prof. Gasco mi narra averne veduto, durante il suo soggiorno in Napoli, due individui presi nel golfo, si pesca in Sicilia (Bonaparte-Doderlein) e fuori del Mediterraneo fu rac- colto in Norvegia e a Madera, ove probabilmente fu ritrovato dai naturalisti del « Challenger » (+). Esso presso di noi porta il nome di rattin. Macrurus sclerorhynehus, Vatenc. 1836. Macrourus sclerorhynchus, Valence. in Hist. Nat. des iles Canar. par Webb et Berthelot. Zoologie part. I. Ichth. pag. 80. tav. XIV. fig. 1. (col nome di Lepidoleprus sclerorhynchus). 1862. Macrurus sclerorhynchus, Giinth. Cat. of. Fish, IV, pag. 394. DAL (2100) 0M, (12100). le Lunghezza totale. Li. nee ke SONOS » del: canoa alone ii » deluso i canta VOL Altezza del corpo... Lit. ru todo Diametro dell’ occhio ;... . . ... 0,011 La lunghezza del capo è uguale alla distanza fra il 1.° ed il 20.° raggio dell’anale: l'altezza di esso è maggiore della lar- ghezza e contenuta una volta e mezzo nella lunghezza. La parte sporgente del muso è corta, di forma triangolare, coll’ apice ottuso e arrotondato, alquanto rilevato e spinoso: da questo ha origine una bozza sporgente che corre dall’ avanti all’ indietro sino alla metà dello spazio infraorbitario: il margine anteriore del muso alquanto declive nella sua parte estrema, ove forma il lato del (1) R. v. Willemoes Suhm. Briefe von der Challenger-expedition, I, pag. IV. APPUNTI ITTIOLOGICI 625 triangolo summentovato, forma agli angoli di esso una sporgenza analoga a quella che si trova all’ apice, quindi scende obliqua- mente in basso, si continua col margine inferiore del sotto-orbi- tale ed arriva quasi fino all’ angolo del preopercolo: tutta questa cresta è anch’ essa spinosa: la parte inferiore del muso fino agli angoli della bocca è priva di squame e vi si notano tre linee sporgenti, una mediana che dall’ apice del muso si estende sino al mezzo della fessura boccale, e due laterali che partono dalle due estremità della base del triangolo che forma il muso, pre- sentano una leggiera curva colla concavità rivolta all’ esterno e terminano a circa 1 mm. di distanza dal margine della bocca. Le narici sono poste anteriormente alle orbite, coperte da una membranella bianca sottilissima e circondate nella parte supe- riore da una linea sporgente che ha origine sulla cresta che dall’ apice del muso va al preopercolo e termina sul margine anteriore dell’ orbita, donde parte una nuova linea rilevata che va alla nuca, convergente con quella del lato opposto. Gli spazii compresi fra queste linee sono occupati da cavità mucifere. L'occhio è grande e non perfettamente rotondo; il suo mag- gior diametro, antero-posteriore, è contenuto due volte e }/, nella lunghezza della testa, ed è alquanto più lungo del muso. Lo squarcio della bocca è arcuato e posto nella parte inferiore della testa, come negli squali; la sinfisi della mascella inferiore è sulla verticale abbassata dal margine anteriore delle narici. La mascella superiore è alquanto protrattile in direzione verti- cale. Esiste una serie di denti villiformi su ciascuna mascella; le ossa faringee portano numerosi, minutissimi denti. Dalla mascella inferiore pende un barbiglio sottilissimo lungo poco più della metà del diametro dell’ occhio. L’ angolo del preopercolo è arrotondato inferiormente, quello dell’ opercolo smusso nella parte superiore. Tutte le ossa operco- lari sono squamose ed hanno i margini lisci. L'apertura bran- chiale è piuttosto ampia, la membrana branchiale aderente al- l’istmo: vi sono 4 archi branchiali e 6 raggi branchiostegi. — L altezza del corpo è uguale alla lunghezza della testa: la coda è compressa, lunga e termina in punta sottilissima: 624 i D. VINCIGUERRA la lunghezza del capo è compresa 6 volte e */, nella totale. La pinna dorsale anteriore è appena distante dal margine posteriore delle narici più che non sia lunga la testa: la lun- ghezza della sua base è compresa circa 4 volte nell’ altezza del raggio più lungo (2.°); il primo raggio è rudimentale , il secondo lungo 0", 032, forte, armato anteriormente di 15 dentini rivolti all’ insu, e terminato da un filamento sottile; tratto all’ indietro arriva sino al 10.° raggio della seconda dorsale. La dorsale posteriore comincia a 60 mm. di distanza dalla punta del muso; i suoi raggi sono molto sottili e assai più corti del barbiglio nella porzione anteriore (1 mm. e !/,), nel mentre che nella porzione posteriore la loro lunghezza diventa maggiore (2 mm. e !/,): è impossibile numerarli con precisione, ma ol- trepassano il centinaio. L’ anale comincia a 10 mm. di distanza dall’ orifizio anale che è posto sulla stessa verticale dei primi raggi della dorsale anteriore, in corrispondenza della 8.8 squama della linea laterale; i suoi raggi ad eccezione dei 2 0 3 primi che sono alquanto più corti dei successivi, vanno decrescendo in lunghezza verso I’ estre- mità codale: i più lunghi eguagliano in lunghezza il diametro dell’ occhio: anche questi è impossibile contarli esattamente, ma è manifesto che sono più numerosi di quelli della 2.% dorsale, colla quale l’ anale si confonde sull’ estremità della coda. Le pettorali sono inserite poco all’ innanzi della prima dorsale, strette ed allungate, oltrepassano la base di questa, ma non raggiungono |’ origine della seconda; hanno 16 raggi: dal 2.° all’ 11.° essi si mostrano all’ apice divisi, il 2.°, 3.0, e 4.° raggio sono alquanto prolungati. Le ventrali nascono appena all’ in- nanzi dell'origine delle pettorali, arrivano al di là all’ ano e con- stano di 8 raggi. Le squame sono piuttosto piccole, di forma irregolarmente tondeggiante, cicloidi, con la parte che è scoperta munita di pa- recchie (9-11) serie di spine: il numero di queste per ciascuna serie varia entro limiti molto ampii, le serie laterali possono essere ridotte ad una sola spina ed in altri casi la serie mediana portarne in numero di 16 a 18: ciò si verifica, specialmente APPUNTI ITTIOLOGICI 625 nella parte anteriore e superiore del tronco, ove le spine di essa linea mediana sono più lunghe e sporgenti e per tale dispo- sizione le squame assumono aspetto leggermente carenato. Le squame sono pressoché tutte di egual grandezza nella parte anteriore del pesce e quindi vanno diminuendo gradatamente sino all’ estremità della coda ove non si distinguono più. Le se- rie trasversali delle squame non sono perfettamente regolari, se ne contano 6 circa fra la base della prima dorsale e la linea laterale e 21-23 fra questa e I’ apertura anale. La linea laterale è tracciata dalla mancanza di una o due delle serie mediane di spine che sono sulle squame: queste sono in numero superiore alle 110-115, ma arrivati a questo punto, molto prossimo all’ estremità codale, non si riesce più a contarle per la loro estrema piccolezza. Il pesce è di colore uniformemente bruno, tendente al ros- sastro, alquanto più oscuro nelle parti anteriori: la gola e la membrana branchiale sono quasi completamente nere, le pinne bianchiecie, trasparenti, ad eccezione delle ventrali che sono. specialmente alla base, nerastre, Webb riceveva |’ esemplare tipico di questa specie da Lanza- rote (Canarie) e gli si assicurava come essa fosse fra le più rare in quelle isole. Nella parte ittiologica uel suo viaggio, dovuta a Valenciennes, si trova la descrizione e la figura di questa nuova specie. L’ esemplare fu conservato a secco e però non è a me- ravigliare se quest’ ultima si mostra piuttosto inesatta; fra le altre cose, non fu rappresentato il barbiglio. Anche la descri- zione non corrisponde in ogni sua parte all'individuo raccolto nel golfo di Genova e da me esaminato; ma non ho creduto che tali discrepanze potessero avere valore specifico, e si devono senza dubbio alle condizioni sfavorevoli in cui si trovava |’ esem- plare del Webb. Dalla figura del Valenciennes risulterebbe che la lunghezza del capo fosse in quell’esemplare contenuta 5 volte e 4/, in quella del corpo, nel mentre in questo lo è 6 volte e ?/,: ma vi è motivo a supporre che quell’ individuo non fosse completo e mancasse di una parte della coda, fatto frequentissimo in Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV. (16 Agosto 1879). 40 626 D. VINCIGUERRA questi animali che hanno un’ estremità cotanto sottile e fragile. E con ciò si spiegano altresì la massima parte delle altre dif- ferenze, quali il minor numero delle squame della linea late- rale (100) e dei raggi della seconda dorsale e dell’anale (che, secondo Valenciennes, sarebbe di 86 per quella e di 72 per questa, assegnandone 13 ad una codale che in realtà non esi- ste). Anche il numero dei denti del secondo raggio della dor- sale è nell’ esemplare ligure alquanto più grande che in quello delle Canarie, che ne avrebbe dodici, ma poichè nella descri- zione non è fatto parola del filamento sottile con cui esso termina, anche per esso è lecito il dubbio che non fosse com- pleto, oltrechè la differenza in più o in meno di qualche dente è completamente insignificante. L’esemplare da me descritto trovasi nella collezione del Museo Civico ed è stato preso dal sig. B. Borgioli il 31 Maggio 1876, durante una corsa da lui fatta sul mare, fuori del porto di Genova a 10 miglia dal lido. Il pesce fu raccolto semivivo, gal- leggiante sulla superficie delle acque (1). Due altre soltanto sono le specie del genere Macrurus che hanno il raggio dorsale denticolato e quindi sono affini al M. sclerorhynchus: il M. rupestris, Bloch, della Groenlandia e Scan- dinavia ed il M. armatus, Hector, della Nuova Zelanda. Quello ne è distinto per la forte carena delle squame, e per il raggio dorsale dentato solo verso la punta: questo per lo scarso nu- mero delle spine che si notano sulle squame e per la brevità del raggio spinoso che è più corto della testa ed oltrepassa ap- pena la metà dello spazio compreso fra le due dorsali. (1) Non è raro che vengano raccolti in questa maniera pesci che ordinaria» mente dimorano a grande profondità, probabilmente gettati via dai pescatori. 1l giorno 14 Giugno di quest’ anno ilcapitano Enrico D'Albertis, raccoglieva nelle stesse condizioni, un esemplare adulto del M. coelorhynchus; avviene pure talvolta che individui appartenenti a specie che hanno tale abitudine di vita si rinvengano, quasi sbalorditi, presso le spiaggie della nostra costiera: in tal modo, per esempio, furono presi alcuni esemplari del raro Tetrago- nurus Cuvieri, Risso e fra gli altri quello raccolto a Cornigliano il 10 Luglio 1871, e donato alle collezioni del Museo Civico dal compianto patrizio genovese, il March. Domenico Serra. APPUNTI ITTIOLOGICI 627 Terminerò questi appunti coll’ elenco delle specie conosciute del genere Macrurus nell’ ordine della loro distribuzione geo- grafica, non avendo criterii sufficienti per raggrupparle in modo più naturale. 1. Macrurus rupestris (Miill.). Atlantico Settentrionale. 2. 5 sclerorhynchus, Valence. Atlantico sett. e Mediterraneo. 3. » coelorhynchus (Risso). atlanticus, Lowe. Atlantico sett. e Mediterraneo. 4. » trachyrhynchus (Risso) — Mediterraneo. Di » holotrachys, Gunth. Atlantico meridionale. 6. fasciatus, Giinth. Coste occidentali dell’ estremità dell’A- merica meridionale. i. » macrochir, Gunth. Giappone. 8. » parallelus, Gunth. » 9. » japonicus, Schl. » 10. » australis (Rich.). Tasmania. ll. » armatus, Hector. N. Zelanda. 12. » longirostris, Giinth. » 13. » macrolepidotus, Kaup, . . . . ? SPIEGAZIONE DELLA TAVOLA Macrurus sclerorhynchus, Valenc. (grandezza naturale). a. Capo visto di sopra — (grandezza naturale). b. Capo visto di sotto — » » e. Gruppo di squame non carenate — (Ingrandimento 5 diametri). d. Squama carenata » 8 » e. Squama non carenata » » » CATALOGO DEGLI» UGCELLI\d9REEESSO DES PER jomm ASO SALVADORI Nei Proceedings della Società Zoologica di Londra del 1878, a p. 85, io diceva che, avendo il Beccari fatto nel 1873 una colle- zione piuttosto ricca di uccelli nelle Isole Kei, ne avrei pubblicato il Catalogo appena le mie occupazioni me lo avessero permesso. Ora adempio a questo mio desiderio, ed al debito che ho verso l'illustre viaggiatore italiano facendo conoscere anche questa parte delle sue interessantissime collezioni. Siccome poi la fauna delle Isole Kei non è stata, secondo me, esattamente riferita alla parte della regione Austro-malese cui più propriamente appartiene, io mi propongo di contribuire alla più esatta determinazione della medesima collo studio degli uc- celli che abitano quelle isole; e però procurerò di darne un ca- talogo per quanto potrò compiuto. Le Isole Kei, che Wallace chiama erroneamente Ki ('), si trovano nella regione Austro-malese, tra le lat. sud 5° 11‘ e 6° 6', e le long. est da Greenwich 132° 38' e 133° 18'. Esse hanno a Sud-est le Isole Aru, dalle quali distano circa 17 miglia geografiche, a Nord-ovest il gruppo di Ceram,.a Nord la Nuov: Guinea ed a Sud-ovest Timor-laut. Esse constano di due isole maggiori, la grande e la piccola Kei, e di altre minori (*). La grande Kei è molto montuosa (4) Wall., Malay Archip. II, p. 183 (1869), (2) Rosenb., Malay. Arch. p. 347 (1879). UCCELLI DELLE ISOLE KEI 629 ed, a quanto sembra, è costituita in gran parte da roccie calcareo. La piccola Kei è piana con qualche leggerissima elevazione e risulta quasi totalmente di un piano elevato solo di qualche metro al di sopra del livello del mare e formato di deposito madreporico recente. sebbene relativamente scarse di acqua, le isole Kei sono rivestite di una vegetazione molto rigogliosa, segno di clima molto umido. Esse erano quasi del tutto ignote ai naturalisti prima che il Wallace vi facesse una breve dimora di sei giorni nel (rennajo del 1857 (!). Poscia esse furono visitate dal von Rosenberg che le esplorò dal 31 Luglio 1875 al 26 Agosto dello stesso anno (*). Nel 1872 il D'Albertis approdò alle isole Kei mentre era diretto a Sydney sulla « Vittor Pisani », ma non vi restò che poche ore, e non vi raccolse altro che due o tre uccelli. Nel 1873 il Beccari, tornando dalle Isole Aru, si fermò nelle Isole Kei dal 10 Luglio al 4 Ottobre (°). Finalmente la nave da guerra inglese « Challenger », du- rante il suo celebre viaggio intorno al mondo, arrivò nelle Isole Kei la mattina del 25 Settembre 1874 e ne parti la mattina del giorno appresso (1). Durante queste varie visite fatte alle Isole Kei collo scopo di esplorarne 1 prodotti naturali, furono messe insieme collezioni più o meno ricche; 1 seguenti cenni si riferiscono a quelle orni- tologiche. Il Wallace ci dice che durante la sua breve permanenza di sei giorni potè raccogliere soltanto 13 specie di uccelli, le quali furonc descritte dal Gray insieme con quelle delle Isole Aru (°). (1) Ann. and Mag. Nat. Hist. (2) XX, p. 473 (1857). (®) Ned. Tijdschr. Dierk. III, p. 325 (1856). (3) Nuova Antologia, Dicembre 1873, Pp. 164. (*) Pr. Zool. Soc. of London, 1878, p. 89. (5) A List of the Birds with Descriptions of New Species obtained by Mr. Al- fred R. Wallace in the Aru and Ke Islands (Pr. Zool. Soc. of London, 1858, p. 169-198). Il Gray annovera tre specie non indicate dal Wallace (Pachycephala rufi- pennis, Centropus spilopterus, Sula fiber) e non ne annovera tre di quelle menzionate dal Wallace (Carpophaga aenea (= concinna), Rhipidura 2.2 sp., Muscicapidae 2.* sp.). : 6300 T. SALVADORI Nel 1865 (1) il Wallace pubblicò la descrizione della Carpo- phaga concinna fatta sopra individui delle Isole Kei. Il von Rosenberg, il quale fece una più lunga permanenza nelle Isole Kei, vi fece anche una piuttosto copiosa collezione di uccelli, ma non è stato publicato un catalogo completo della medesima; di alcune specie fu fatta menzione dallo Schlegel nelle sue Observations Zoologiques INI, publicate nel 1866 (4) L'anno seguente il von Rosenberg publicò una narrazione della sua visita alle Isole Kei, ed alcuni cenni intorno agli uccelli da lui raccolti nelle medesime, in un capitolo del suo libro intitolato « Reis naar de zuidoostereilanden gedaan en 1866 » pp. 67-83; ivi sono annoverate circa 50 specie di uccelli, alcune delle quali egli vide soltanto. Le stesse specie, coll’aggiunta di alcuni Grallatores, sono an- noverate dallo stesso von Rosenberg nel capitolo relativo alla fauna delle Isole Aru e delle Isole meridionali-orientali della re- cente sua opera «Der Malayische Archipel», p. 363-374 (1878-79). Il Beccari nel 1873 raccolse 229 uccelli, appartenenti a 58 specie, delle quali 10 erano nuove e sono state descritte da me (o)ara (1) Ibis, 1865, p. 383. (?) Ned. Tijdschr. Dierk. III, Pp. 325-350, (3) a. Nuove specie di uccelli delle Isole Aru e Kei, raccolte da Odoardv Beccari. 1. Graucalus pollens. 2. Chalcostetha chlorolaema. 3. Zosterops uropygialis. (Ann. Mus. Civ. Gen, VI, pp. 73-80) (1874). b. Altre nuove specie di uccelli raccolte nella Nuova Guinea dal Sig. L. M D’ Albertis e nelle isole Aru e Kei dal dott. O. Beccari. 4. Dicaeum keiense. (op. cit. VI. p. 308-314) (1874). c. Descrizione di sei nuove specie di uccelli delle Molucche, delle Kei e delle Isole Aru. 5. Urospizias albiventris. 6. Nasiterna keiensis, (op. cit. VII, pp. 983-990) (1875). d. Prodromus ornithologiae Papuasiae et Moluccarum, II, Colwmbae: 7. Macropygia keyensis. (op. cit. IX, p. 204 n. 64) (1876). e. Prodromus ete. III, Psittaci: 8. Geoffroyus heiensis. (op. cit. X, p. 29, n, 37) (1877). UCCELLI DELLE ISOLE KEI 631 Finalmente durante la breve permanenza fatta dal Challenger nelle isole Kei furono raccolti 25 uccelli appartenenti a 14 spe- cie e toccò a me I’ onore di descriverli insieme cogli altri delle Molucche e delle Isole Aru (’). Ricercando fra i diversi materiali che si riferiscono alla fauna ggiungere soltanto 24 ornitologica delle Isole Kei ho potuto ag specie alle 58 raccolte dal Beccari (*). Se prima di prendere in esame gli uccelli delle Isole Kei per conoscere il carattere della fauna di queste isole indaghiamo quali opinioni si abbiano in proposito noi troviamo che il Wal- lace ritiene le Isole Kei come spettanti zoologicamente alle Mo- lucche; egli dice: « Decisamente io sono di opinione che le Isole Kei non ap- partengano alla fauna della Nuova Guinea, ma che con Banda, Goram, e le isole intermedie, formino un piccolo sottogruppo delle Molucche, comprendente forse anche Timor-laut. Nessuna di esse per quanto noi sappiamo contiene una sola forma veramente Papuana, come Lecles , Manucodia 0 Cracticus, che si trovano anche nelle minori Isole Aru (*). Quindi le specie proprie di quelle f. Descrizione di trentuna specie nuove di uccelli della sottoregione pa- puana e note intorno ad altre poco conosciute: 9. Edoliisoma dispar. (op. cit. XII, p. 328, p. 12) (1878). g. Prodromus etc. VI, Cuculidae : 10. Lamprococcye crassirostris. (op. cit. XIII, p. 460, n. 18) (1878). (*) Reports on the Collection of Birds made during the Voyage of H. M. S. ‘Challenger’. N. VI. On the Birds of Ternate, Amboina, Banda, the Ke Islands and the Aru Islands. By T. Salvadori, C. M. Z. S. (Pr. Zool. Soc. of London, 1878, p. 78-100). (2) Non ho creduto di dover annoverare tra le Isole Kei anche Khoor o Ka- noloor, che lo Schlegel (N. T. D. III, p. 325) vorrebbe considerare come spet- tante alle Isole Kei, e che è situata ad occidente delle medesime; in essa il von Rosenberg, raccoglieva 5 specie che si trovano anche nelle Kei (Eclectus poly- chlorus, Coriphilus placens, Rhipidura assimilis, Ptilopus zanthogaster, Car- pophaga concinna), € due che non vi sono state ancora trovate: Stigmatops squamata, descritta da me sugli esemplari del Museo di Leida, inviati dal von Rosenberg (Ann. Mus. Civ. Gen. XII, p. 337, sp. 21, 1878), ed il Rallus striatus, (Reis naar Zuidoostereil. p. 86-87). (3) Stando alle relazioni dei nativi in Timor-laut troverebbesi il Cicinnurus regius (Beccari). 632 T. SALVADORI isole debbono essere cancellate dalla lista degli uccelli della Nuova Guinea » (Ibis, 1861, p. 286). Nell’ opera « The Malay Archipelago » trattando della storia naturale delle Molucche (Capit. XXVII), il Wallace più volte af- ferma che le Isole Kei fanno parte delle Molucche, e più pre- cisamente del gruppo di Ceram. Così pure nella sua più recente opera « Geographical Distri- bution of the Animals, » a p. 417 del vol. I, il Wallace ripete che le Isole Kei formano parte del gruppo delle Molucche. Io credo che le recenti scoperte ci debbano far modificare al- quanto questo giudizio, ed io ho ripetutamente (*) asserito che le Isole Kei, poste sul confine fra le Molucche e le Isole Papuane, appartengono più propriamente a queste che non alle Molucche, e sono lieto di affermare che questa è anche I’ opinione del Bec- cari e dei Signori Peters e Doria, i quali nel quadro della di- stribuzione geografica del loro Catalogo dei Rettili della sotto- regione Austro-malese annoverano le Isole Kei nel gruppo Pa- puano (Ann. Mus. Civ. Gen. XIII). Prendendo ora in esame gli uccelli delle Isole Kei, che sono in numero di 82 specie, dobbiamo lasciare in disparte le 25 specie appartenenti agli ordini delle Gralle e dei Palmipedi, che avendo generalmente una grande diffusione, non hanno valore per determinare il carattere zoologico di una regione; non re- stano quindi che 57 specie di uccelli terrestri che hanno impor- tanza per la nostra ricerca. Di queste noi possiamo ancora la- sciarne in disparte 24, le quali hanno una vasta distribuzione, e si trovano tanto nelle Molucche quanto nella Papuasia. Restano 33 specie, le quali si possono dividere nelle seguenti categorie: I, Specie delle Molucche che si trovano nelle isole Kei: 1. Eos rubra. 2. Eudynamis orientalis? (2) (4) Ann. Mus. Civ. Gen. VII, p. 985 (1875); X, p. 24 (1877). (2) Non è ancora cosa cerla se |’ Eudynamis delle Isole Kei sia la specie del gruppo di Ceram, o piuttosto una specie particolare. UCCELLI DELLE ISOLE KEI 633 So Cyrtostomus zenobia Munia molucca. Myristicivora melanura. DU» Il, Specie della Papuasia che si trovano nelle Isole Ker: Nasiterna keiensis. Eclectus polychlorus. 9 DO . Trichoglossus nigrigularis. Lalage karu. Pitta mackloti. Ptilopus wallacei. Megapodius duperreyt. de a La Ill Specie esclusive delle Isole Ret: Urospizias albiventris. Geoffroyus keiensis. Polophilus spilopterus. Monarcha leucurus. . Graucalus pollens. Pachycephala rufipennis. Hermotimia theresia. NOR WW Dicaeum keiense. © % . Zosterops grayt. 10. » uropygialis 11. Philemon plumigenis. 12. Macropygia keiensis. Esaminando le prime due serie, oltre alla prevalenza in nu- mero delle specie Papuane sulle Moluccane, è da notare come il genere Nasilerna sia eminentemente Papuano e non abbia alcun rappresentante nelle Molucche: inoltre le specie dei generi & electus, Trichoglossus, Puta e Megapodius non solo sono quelle stesse della Papuasia, ma sono rappresentanti di altre proprie delle Molucche. La terza serie comprende le specie esclusive delle Isole Kei, 634 T. SALVADORI e di queste, mentre la massima parte si possono considerare come forme rappresentanti di altre delle Molucche e della Papuasia, tre (Polophilus spilopterus rappresentante il P. bernsteini, Pachy- cephala rufipennis rappresentante la P. griseiceps, ed il Dicaewm ketense rappresentante il D. ignicolle) rappresentano specie della Papuasia, e nessuna rappresenta soltanto forme delle Molucche. Vi sono finalmente altre categorie di specie che meritano par- ticolare menzione: V. Specie delle Isole Kei e che si estendono fino in Matabello (*) e Goram: . Edoliisoma dispar. . Rhipidura assimilis. CO Ww — . Dicruropsis megalornis. V. Specie delle Isole Kei, di Timor e delle Molucche : 1. Plilopus xanthogaster. 2. Carpophaga rosacea. 3. Geopelia maugei. VI. Specie delle Isole Kei, Papuane ed Australiane ; 1. Hylochelidon nigricans. (a) . Chalcophaps chrysochlora. VIL. Specie delle Isole Kei ed Australiane: 1. Sphecothera flaviventris. Le specie della 4.2 categoria accennano ad affinità con altre Papuane, giacchè |’ Edoliisoma dispar rappresenta |’ E. melas e la Rhipidura assimilis rappresenta la A. setosa, ambedue papuane, e soltanto una, la Dieruropsis megalornis, può rappresentare tanto la D. carbonaria papuana, quanto la D. atrocaerulea , 0 la D. amboinensis moluccane. (1) Il von Rosenberg vorrebbe che si dicesse Watubella. UCCELLI DELLE ISOLE KEI 635 Le specie della 5." categoria sono elementi del gruppo di Timor, che si estendono anche nelle Molucche. Quelle della 6.2 categoria sono elementi australiani, che sì tro- vano anche nella Papuasia, ma non nelle Molucche, e finalmente la Sphecothera flaviventris della 7.2 categoria è un elemento Austra- liano, la presenza del quale nelle Isole Kei riesce difficilmente spie- gabile, giacchè non si trova nelle isole Papuane, e quindi con- viene supporre che emigrando dalla costa settentrionale della Nuova Olanda giunga nelle Isole Kei, passando pel gruppo di Timor-laut. Concludendo mi sembra che le Isole Kei appartengano piuttosto alla Papuasia anzichè alle Molucche per le considerazioni seguenti: 1. Tra i generi di uccelli delle Isole Kei due, molto ca- ratteristici, Nasiterna e Polophilus , sono propri della Papuasia e mancano nelle Molucche. 2. Tra le specie delle Isole Kei le papuane superano le mo- luccane. 3. Tra le specie particolari delle isole Kei nessuna sì può dire che rappresenti forme esclusivamente moluccane, mentre pa- recchie rappresentano forme veramente papuane (3). Dimostrato il carattere papuano dell’ avifauna delle Isole Kei, è da aggiungere come essa presenti elementi Australiani, forse migratori e trapassanti pel gruppo di Timor-laut, e come vi siano taluni elementi di Timor, che 0 vi giungono direttamente, o passano anch' essi pel gruppo di Timor-laut. Anche il von Rosenberg aveva notato come « le Isole Kei con Khoor formino una regione particolare, nella quale si tro- (1) 11 Prof. Beccari mi scrive che anche i Mammiferi confermano il carattere papuano della Fauna delle Isole Kei. Debbo al Marchese Giacomo Doria la seguente nota intorno ai medesimi: «I mammiferi delle Isole Kei sono forme prevalentemente papuane e per pro- varlo basta citare il Genere Perameles (P. rufescens Pet. et Dor.), il Dorcopsis Brunii, Fisch. e 1’ Hydromys Beccarii Pet.; anzi quest’ ultimo ha carattere assolutamente Australiano ed è la sola specie del Genere che finora si sia trovata fuori del continente Australiano. D'altra parte i generi Cuscus e Belideus Vi sono rappresentati dalle stesse specie comuni alle Molucche ed alla Papuasia; quanto ai Chirotteri noi sappiamo che hanno una grande area di distribuzione e che nelle singole Isole offrono spesso soltanto qualche leggera modificazione dal tipo che non sempre è bastante a separarli specificamente». 636 T. SALVADORI vano animali della Nuova Guinea, del gruppo di Ceram, di Timor e perfino d’ Australia » (1). Un fatto notevole nella fauna delle Isole Kei è la mancanza del genere Tanysiptera, che ha rappresentanti nelle Molucche e nella Papuasia, ma che manca anche nelle Isole del gruppo di Timor, cui per questo rispetto le Isole Kei somigliano. Segnalo anche il fatto del non esservi stata trovata finora nessuna specie di rapace notturno, e finalmente faccio notare come varie specie abbiano acquistato nelle isole Kei dimensioni maggiori di quelle che hanno altrove; questa cosa si verifica per Hos rubra, pel Trichoglossus nigrigularis, pel Coriphilus placens, per la Carpophaga concinna e per altre ancora. Torino, Museo Zoologico, 18 Giugno 1879. Sp. ll. Cuncuma leucogaster (Gu. Haliastur (errore) leucogaster, Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 79 (1867) (Kei). Cuncuma leucogaster, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. XII, p. 33 (1878) (Kei, von Rosenberg). Sp. 2. Pandion leucocephalus, GouLb. Pandion leucocephalus, Salvad., P. Z. S. 1878, p. 86 (Ké Isl., Challenger). Sp. 3. Baza reinwardti (Mi. et ScuLes.). Baza reinwardti, Schleg., Ned. Tijdschr. Dierk. III, p. 328 (1865) (Kei. von Rosenberg). — Id., Mus. P. B. Accipitres (Revue), p. 133 (1873) (Kei, ecc.) — Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. XII, p. 35, n. 11 (1878) (Kei, ecc.). — Rosenb., Malay. Arch. p. 363 (1878-79). Menei , Abitanti delle Isole Kei (von Rosenberg). Il von Rosenberg (Malay. Arch. p. 363) annovera anche il Pernis longicaudatus tra gli uccelli delle Isole Kei, ma non so con quale fondamento, mentre non lo ha annoverato nei suoi precedenti lavori, e nel Musewm des Pays-Bas non ve n'è alcun esemplare delle Isole Kei. (*) Malay. Arch. p. 360, UCCELLI DELLE ISOLE KEI 637 Sp. 4. Urospizias albiventris, SALVAD. Astur (sp.), Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 79 (1867) (Kei). Nisus poliocephalus, part. schleg., Ned. Tijdschr. Dierk. III, p. 326 (1866). — Rosenb., Malay. Arch. p. 363 (Kei) (1878-79). Nisus rufitorques , part., Schleg., Mus. P. B. Accipitres (Revue), P. 88 (specim. ex Ins. Kei) (1873). — Id., Not. Leyd. Mus. I, p. 42 (partim) (1878). Urospizias albiventris, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VII, p. 983 (Kei, Beccari) (1875); XII. p. 38, n. 26 (1878). Astur albiventris, Sharpe, Mitth. zool. Mus. Dresd. I, 3, p. 305, n. 14 (1878). Meneii ; Abitanti delle Isole Kei (vor Rosenberg). Due individui, una femmina adulta di Weri (N. 625) ed una femmina giovane di Kei Bandan (N. 649), tipi della specie. « Iride, piedi e cera di color giallo ». (B). Il von Rosenberg (1. c.) dice aver ottenuto due specie del genere Astur nelle Isole Kei, ma forse egli riferiva a due spe- cie diverse gli adulti ed i giovani della specie presente. Mi duole di vedere che lo Schlegel anche recentemente sia tornato a confondere questa, e tante altre specie perfettamente distinte, coll’ Urospizias rufitorques (Peale) delle Isole Fiji. Sp. 5. Haliastur girrenera (VIE). Haliastur leucosternus, Gould. — Rosenb., Reis naar zuidoostereil. pp. 86, 79 (Kei) (1867). Hlaliastur indus, Rosenb. (nec Auct.), Malay. Arch. p. 363 (Kei) (1878-79). Sp. 6. Nasiterna keiensis, SALVAD. Nasiterna keiensis, Ann. Mus. Civ. Gen. VIII, p. 984 (1875); X, p. 26, gp. 10 (1877). — Gould, B. of New Guinea, pt. VI, pl. 13 (1878). — D’Alb. et Salvad.. Ann. Mus. Civ. Gen. XIV, P. 29 (1879). Tre individui, due maschi (N. 660, —) di Tual (Piccola Kei) e di Kei Ralan, ed una femmina (N. 346) di Kei Bandan. Sono essi i tipi della specie , la quale si trova anche nelle Isole Aru, e nella Nuova Guinea meridionale, lungo il Fiume Fly (D Albertis). Il Finsch ha menzionato le isole Kei tra le regioni abitate dalla Cacatua triton (Temm.); ma questo sembra un errore, giacchè nè il 638 T. SALVADORI Wallace, nè il von Rosenberg, nè il Beccari ve Il’ hanno trovata; anzi il von Rosenberg (Reis naar zuidoostereil. p. 80) dice espressamente che le Cacatue mancano nelle isole Kei. Sp. 7. Geoffroyus keiensis, ScHLFa. Psittacus (Geoffroyus ?) sp., Wall., Ann. and Mag. Nat. Hist. (2) XX, p.473 (1857) (Kei). Psittacus capistratus, G. R. Gr. (nec Bechst.), P. Z. S. 1858, p. 183 (Kei, Wallace) (tipo esaminato). Eclectus personatus (part.), SATO, Ned. Tijdschr. Dierk. III, p. 332 (A. grande forme (partim), p. 333) (1866); — Id., Mus. P. B. Psittaci (Revue), p. 18 (partim) (1875). — Rosenb., Malay. Arch. p. 371 (Kei) (1878-79). Geoffroyus capistratus, Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 80 (1867). Pionias rhodops, part., Finsch, Die Papag. II, p. 380, 955 (1868). Geoffroyus keyensis, Schleg., MS. (Finsch, Die Papag. IT, p. 956) (1868). — Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 29, n. 37 (1877). —Id., P. Z. S. 1878, p. 86). Uilat, Abitanti delle Kei (von Rosenberg). Ventotto individui di Kei Bandan, di Weri e di Tual. I maschi adulti sono tredici (N.° 580, 613, 616, 639, 663, 664, 671, 665, e cinque senza numero di catalogo); le femmine adulte sono undici (N.° 566, 587, 604, 614, 615, 640, 667, 672, 646 e due senza numero di catalogo); finalmente vi sono quattro individui (2 maschi n. 588, —, e due femmine n. 630, 666) non ancora in abito perfetto. L’ esame della bella serie d’ individui raccolti dal Beccari non mi lascia alcun dubbio che essi appartengano ad una specie di- stinta da quella delle Isole Aru (G. arwensis, Gray) e da quella del gruppo di Ceram (G. rhodops, Gray). Il G. keyensis si di- stingue per le dimensioni notevolmente maggiori, pel colore ce- leste chiaro (turchesia , ‘urquoise) delle cuopritrici inferiori delle ali, pel sopraccoda e per la coda di color verde giallognolo e pel colore bruno-chiaro olivastro della testa della femmina. Lungh. tot. 0", 325-0™, 300; al. 0™, 200-0™, 195; cod. 0%, 105-0™, 100; becco 0™, 027; tarso 0™, 018. Tanto lo Schlegel (Mus. P. B. Psittaci (Revue) p. 19), quanto il Finsch (I. c.) hanno indicato alcuni dei caratteri distintivi de- gli individui delle Isole Kei, e tuttavia li hanno riuniti il primo al G. personatus ed il secondo al G. rhodops. Si noti che gli UCCELLI DELLE ISOLE KEI 639 individui delle Isole Kei differiscono, non per le dimensioni, ma pel colorito, da quelli del gruppo di Ceram (G. rhodops), cui sono stati riferiti dal Finsch, piu che non differiscano quelli delle isole Aru, i quali ultimi sono stati, dallo stesso F insch, riferiti al G. personatus (Shaw). Il Finsch non ha avuto |’ opportunità di esaminare un suffi- ciente numero di individui delle Isole Kei per poterne apprez- zare convenientemente 1 caratteri. Sp. 8. Eclectus polychlorus (Scor.). Eclectus linnaei, Wall., Ann. and Mac. Nat. Hist. (2) XX, p. 473 (1857) (Kei). — Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p- 80 (1867) (Kei). — Schleg., Mus. P. B. Psittaci (Revue), p. 11, 12 (1874) (Kei, von Rosenberg). Psittacodis magnus, Wagl. — Wall., 1. c. (1857) (Kei). — Rosenb., Journ. f. Orn. 1862, p. 65 (Kei). Eclectus polychlorus, part., Schleg., Ned. Tijdschr. Dierk. III, p. 332 (1865) (Kei). — Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 80 (1867) (Kei). — Schleg., Mus. P. B. Psittaci (Revue), p. 14, 15 (Kei, von Rosenberg) (1874). — Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 31, n. 49 (1877) (Kei, etc.). — Rosenb., Malay. Arch. p. 371 (Kei) (1878-79). Eclectus cardinalis, Rosenb. (nec Auct.), Malay. Arch, p. 371 (Kei) (1878-79). Kauer mauk, abitanti delle Kei (97°) (von Rosenberg). Kauer bror, abitanti delle Kei (9) (von Rosenberg). Due femmine (n. 623, 629) di Weri (Gran Kei) di color rosso, similissime in tutto ad altre delle Isole Aru e della Nuova Guinea. La presenza nelle Isole Kei di questa specie, e non dell’ affine E. cardinalis del gruppo di Ceram, è un argomento a favore del mio modo di vedere che quelle Isole appartengano zoologicamente alla Papuasia, anzichè alle Molucche, nelle quali i due gruppi di Ceram e di Halmahera hanno ciascuno una specie particolare , cioè rispettivamente I’ E. cardinalis (Bodd.) e lE. grandis (Gm.). Dice il von Rosenberg che questi uccelli sono molto abbon- danti e che si trovano di preferenza in vicinanza dei luoghi col- tivati a granturco, quando le pannocchie incominciano a ma- turare. Il Wallace afferma che tra gli uccelli portati vivi a lui af- finchè li comprasse, questi erano i più abbondanti. 640 T. SALVADORI Sp. 9. Eos rubra (Gm). Eos sp. (ex Ins. Kei), Rosenb., Journ. f. Orn. 1862, p. 65. Psittacus (Mos) Bernsteint’, Rosenh., Nat. Tijdschr. Ned. Ind. XXV, p. 145 (1863) (Kei). Lorius squamatus, Schleg. (nec Bodd.), Mus. P. B, Psittaci, p. 124,n.1,2 (1864) (Kei) (tipi esaminati). Lorius ruber, Schleg., Ned. Tijdschr. Dierk. III, p. 334 (1866) (Kei). — Ro- senb., Reis naar zuidoostereil. p. 80 (1867). — Schleg., Mus. P. B. Psittaci (Revue), p. 56 (1874) (Kei, von Rosenberg). — Rosenb., Malay. Arch. p. 371 (Kei) (1878-79). Domicella Schlegelii, Finsch, Die Papag. II, p. 792 (1868) (Kei) (tipo esaminato). Eos rubra, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 33, n. 69 ast). (Kei, etc.). — Id., P. Z. S. 1878, p. 86 (Kei, Challenger). Lelui, abitanti delle Isole Kei (von Rosenberg). Tre femmine di Tual (Piccola Kei) e di Weri (n. 673, 674, —). Esse sono alquanto più grandi di altri individui di Amboina, di Ceram, di Ceram-Laut e di Buru da me esaminati, due di esse hanno una o due piume dell’ addome , marginate di azzurro; l'individuo maggiore ha le seguenti dimensioni : lung. tot. 0™, 330; al. 0%, 170; cod. 0°, 140. La Domicella schlegeli , Finsch (= Lorius squamatus , Schleg.) fu fondata sopra giovani esemplari aventi le piume delle parti inferiori marginate di azzurro, la quale cosa avviene anche nei giovani dell’ Hos riciniata, dell’ E. cyanogenys e di altre specie congeneri. Il Wallace (Ann. and Mag. Nat. Hist. ser. 2, XX, p. 473) menziona Lory rossi di due o tre specie, che, sebbene abbon- danti, non potè ottenere; è probabile che una delle specie fosse la presente e l’altra la femmina dell’ Eclectus polychlorus. Sp. 10. Trichoglossus nigrigularis, G. R. Gr. Trichoglossus nigrogularis, Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 80 (Kei) (1867). — Salvad., Ann. Mus. Cis. Gen. X, p. 35, n. 80 (1877). Trichoglossus haematotus, part., Schleg., Ned. Tijdschr. Dierk. III, p. 336 (1865) (Kei). — Id., Mus. P. B. Psittaci (Revue), p. 46 (1874) (Kei, von Ro- senberg). — Rosenb., Malay. Arch. p. 371 (Kei) (1878-79), Strtein, abitanti delle Kei (von Rosenberg). UCCELLI DELLE ISOLE KEI 641 Quattro individui di Weri e di Kei Bandan, un maschio (n. 634) e tre femmine (N. 596, —, 600). Questi quattro individui hanno dimensioni un poco maggiori di quelli delle Isole Aru. Il primo presenta le belle strie azzurre del capo che sì esten- dono in addietro fin sull’ occipite, ove si scorge appena una leggera tinta azzurrognola. L’ ultimo (n. 600) è un giovane , ed ha le piume del capo verdognole cogli apici azzurri : il collare cervicale giallo-verdo- gnolo si estende all innanzi ed è interrotto soltanto nel mezzo, ove appare una tinta rossa con fascie marginali verdi ; il petto è di color rosso-aranciato pallido con i margini delle piume verdi e preceduti da una linea gialla sottile, ma cospicua. Dice il von Rosenberg di aver visto pochi esemplari di que- sta specie. Sp. 11. Coriphilus placens (Tem.). Trichoglossus placentis, Rosenb., Journ. f. Orn. 1862, p. 65 (Kei), — Id., Reis naar zuidoostereil. p. 80 (1867) (Kei). Nanodes placens, Schleg., Ned. Tijdschr. Dierk. III, p. 336 (1865) (Kei). — Id., Mus. P. B. Psittaci (Revue), p. 50 (1874) (Kei, von Rosenberg). — Rosenb., Malay. Arch. p. 371 (Kei) (1878-79). Coriphilus placens, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 36, n. 85 (1877) (Kei). Seri, abitanti delle Isole Kei (von Rosenberg). Otto individui, di Weri e di Kei Bandan; cinque maschi adulti (N. 572, 599, 606, 607, —) poco diversi fra loro per l’az- zurro del groppone più o meno ristretto; due femmine (N. 622, 578), la seconda delle quali è una varietà con alcune piumette gialle sulla fronte; finalmente un maschio giovane (N. —) si- mile alle femmine, ma con alcune piume rosse sulle gote; esso è erroneamente indicato come femmina. GP individui delle Isole Kei somigliano, per non presentare il rosso sul mento e sulla gola, a quelli delle Isole Aru, ma sono un poco più grandi. Questa specie è molto comune nelle Isole Kei, secondo il von Rosenberg. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Vol. XIV, (21 Agosto 1879). 4l 642 T. SALVADORI Sp. 12. Cacomantis assimilis (GRAY). Cacomantis assimilis, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. XIII, p. 458 (1878) (Kei von Rosenberg). 2 Cuculus sp., Rosenb., Malay. Arch. p. 371 (Kei) (1878-79). Kawul, abitanti delle Kei (von Rosenberg). Ho trovato nel Museo di Leida esemplari di questa specie delle Isole Kei, raccolti dal von Rosenberg; tanto essi quanto altri di Pulo-Padjang sono alquanto più piccoli di quelli di al- tre località. Sp. 13. Lamprococcyx ecrassirostris, Satvap. Chrysococeyx lucidus, part., S. Mull., Verh. Nat. Gesch. Neder. Overz. Bez. Land- en Volkenk. p. 234, Not. 6, n. 2 (1839-1844) (ex Amboina) (juv.) (tipo esaminato). — Gray, P. Z. S. 1860, p. 359. Cuculus palliolatus, Schleg. (nec Lath.), Mus. P. B. Cuculi, p. 34 (ex Amboina) (1864). Lamprococeyx crassirostris, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. XII, p. 460, n. 18 (1878) (Kei, Beccari, ecc.). Superne nitide, sed saturate viridis » paullum cyanescens ; in- ferne albus, obsolete fusco-transfasciolatus , pogonio externo rectricis extimae albo , maculis tribus fuscis notato + rostro crassiusculo, ad basin latiusculo. Juv. Capite et alis fuscescentibus , alarum plaga alba. Long. tot. circa 0,145; al 0™, 093; caud. 0%, 060; rostri 0%, 015; tarsi 0%, 015. Hab, in ins. Kei (Beccari, von Rosenberg) ; Goram (von Rosenberg); Am- boina (S. Miiller) ; Halmahera (von Rosenberg); Ternate (Mus. Lugd.); Nova Guinea (Bernstein), Una femmina non del tutto adulta (N. 682) di Tual (Piccola Kei), Agosto 1873, uno dei tipi della specie. Parti superiori di un verde splendente, in alcuni punti volgente wll’ azzurro; le piume esterne della base del sopraccoda hanno grandi macchie bianche sul vessillo esterno ; il color verde delle parti superiori si converte gradatamente in grigio bruno sul UCCELLI DELLE ISOLE KEI 643 pileo; le piccole cuopritrici delle ali sono verdi splendenti ; alcune delle medie e delle grandi sono bianche con macchie verdi ; le altre grandi cuopritrici delle ali e le remiganti se- condarie bruno-chiare; le remiganti primarie grigio scure , le gote e tutte le parti inferiori sono bianche con poche e rade macchiette scure, le quali sui fianchi assumono distintamente la forma trasversale ; ugualmente colorite sono le cuopritrici infe- riori delle ali, alcune delle quali sono tinte di rugginoso ; sulla faccia inferiore delle ali si nota la solita grande macchia obliqua, che è di un bianco leggermente rossigno; la coda superiormente è verde-olivastra splendente, con una traccia di fascia più scura verso | apice ; superiormente la prima timoniera è bianca all’ apice e sul vessillo esterno , sul quale sono tre macchie nerastre, ed è nera sul vessillo interno, ove, oltre l apice bianco, sono due grandi macchie bianche; la 2.* timoniera è nera col margine esterno, l'apice, una macchia sul mezzo del vessillo interno ed un'altra piccola verso la base bianche; la terza e la quarta sono grigio-nerastre con una larga fascia nera subapicale, con una macchia bianca all’ apice del vessillo in- terno, e colla parte media del medesimo rugginoso; le due ti- moniere mediane finalmente sono grigio-olivastre con una fascia nera subapicale; becco nero, piedi plumbei. Lungh. tot. circa 0%, 145; ala 0”, 093; coda 0,060; becco circa (*) 0%, 015; tarso 09, 015. Oltre all’ individuo suddetto io ho visto nel Museo di Leida altri sette individui di questa specie: Uno di Halmahera (von Rosenberg) con tutte le parti supe- riori di color verde splendente cupo, senza lo specchio bianco sull’ ala e colle parti inferiori bianche, ma con fascie trasversali ‘scure irregolari. Questo sembra il più adulto di tutti. Uno delle Isole Kei (von Rosenberg), simile a quello raccolto dal Beccari, ma senza specchio bianco sull’ ala, per cuì sembra più adulto di quello. Due della Nuova Guinea (Bernstein), simili a quello raccolto dal Beccari nelle Isole Kei. (3) Il becco è rotto all’ apice. 644 T. SALVADORI Uno di Amboina, raccolto da S. Miiller, e da questi riferito al C. lucidus, e dallo Schlegel al C. palliolatus, Lath.; esso ap- pare più giovane dell’ individuo raccolto dal Beccari, avendo le parti superiori quasi interamente brune con qualche piuma verde splendente; esso ha le parti inferiori interamente bianche con traccie di fascia scura sulle piume delle tibie; anche in esso si nota una traccia della macchia bianca sull’ ala. Finalmente uno di Ternate ed uno di Goram (von Rosenberg) evidentemente giovani, hanno le parti superiori bruno-rossigne. Questa specie è notevole pel colore verde cupo, alquanto vol- gente all’ azzurrognolo, delle parti superiori, pel vessillo esterno della prima timoniera in gran parte bianco e pel becco piuttosto grosso. I giovani si distinguono per le parti superiori brune, più © meno tinte di verdognolo, e per I’ area bianca dell’ ala, la quale scompare coll’ età. Sp. 14. Eudynamis orientalis (Liny.) ? Eudynamis orientalis ?, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. XIII, p. 461, n. 21 (Kei, ecc.). Quattro maschi (N, 589, 657, 658, 659) di Kei Bandan, adulti, di color nero lucente uniforme, simili ad altri di Am- boina e di Buru, ma con dimensioni un poco minori. Lung. tot. 0, 430-0™,400; ala 0™,218-0™, 208; cod. 0%, 205- 0, 190; becco 0, 029-0™, 028; tarso 0", 036-0™, 034. Senza avere esemplari giovani e femmine delle Isole Kei è impossibile di poter dire con certezza a quale specie appar- tengano gli esemplari di quelle isole. Sp. 15. Seythrops novae hollandiae, Laru. Scythrops novae hollandiae, Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 82 (1867) (Kei). — Id., Malay. Arch. p. 371 (Kei) (1878-79). Jaap, abitanti delle Kei (von Rosenberg). Più raro del Centropus spilopterus (von Rosenberg). UCCELLI DELLE ISOLE KEI 645 Sp. 16. Polophilus spilopterus (G. R. Gr.) Centropus spilopterus, G. R. Gr., P. Z. S. 1858, p. 184 (Kei, Wallace) (tipo esaminato). — Id., Cat. B. New Guin., p. 43, 60 (1859). — Id., P. Z. S. 1861, p. 437. — Schleg., N. T. D. III, p. 338 (1866). — Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 82 (1867). — Schleg., N. T. D. IV, p. 11 (1871). — Sharpe, Journ. Linn. Soc. XIII, p. 81 (partim) (1878). — Rosenb., Malay. Arch. p. 371 (Kei) 1878-79). Nesocentor spilopterus, Cab. et Hein., Mus. Hein. IV, p. 120 (1862). — Gray, Hand-List, II, p. 214, n. 8978 (1870). Polophilus spilopterus, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen, XIII, p. 463, n. 34 (1878). Skoek, abitanti delle Kei (von Rosenberg). Cinque individui di Weri, di Kei Bandan e di Kei Ralan. N. 627. Femmina in abito perfetto, di color verde nero uni- forme. N. 582. Femmina simile alla precedente, ma colle remiganti primarie punteggiate di bruno e con traccie di fascia trasversali bianchiccie, e col sopraccoda anch’ esso con traccie di sottili fascie trasversali brune. N. — . Maschio simile al precedente, ma colle fascie trasver- sali bianchiccie sulle remiganti primarie più larghe e perciò molto cospicue. In questo abito, se ben ricordo, è I’ individuo tipo descritto dal Gray. N. 660. Maschio in abito giovanile; tutte le parti superiori brune con numerose fascie trasversali bianco-gialliccie, le quali diventano di color rosso-fulvo nella parte interna delle remi- ganti; gli steli spinosi delle piume sono in parte bianchi; fra le piume del dorso ve ne sono alcune di color verde-nero uniforme come quelle degli individui adulti; le parti inferiori sono di color bianchiccio-giallognolo cogli steli spinosi delle piume dello stesso colore; in mezzo ad esse spuntano alcune piume nere cogli steli dello stesso colore; il sottocoda è nero con fascie chiare trasver- sali; la coda è di color verde-nero con larghe fascie trasversali, costituite da punti bianchiccio-giallognoli; il becco è di color corno chiaro. I due maschi sono notevolmente più piccoli delle due femmine. 646 T, SALVADORI N. — . Pulcino tutto di color bruno-nero, con fascie trasver- sali bianchiccie, che sulle ali volgono al rosso-fulvo. Questa specie appartiene al genere Polophilus e non ai generi Centropus o Nesocentor, cui è stata riferita finora. Il von Rosenberg dice: « Tra i pochi cuculi che qui dimo- rano il più notevole è lo Skoek, così detto per imitazione del grido che manda sovente, specialmente nelle ore del mattino e della sera. Esso è molto frequente fra i cespugli dietro. il Kampong Doellah (Dulan?) nei luoghi aperti, ove l'erba è alta, ma di rado si riesce a vederlo, non posandosi mai sugli alberi » . Sp. 17. Sauropatis chloris (Bopp.). Alcedo sp., Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 79 (1867) (Kei). Dacelo chloris, Schleg., Mus. P. B, Alcedines (Revue), p. 25 (1874) (Kei, von Rosenberg). Sauropatis chloris, Salvad., Ann. Mus. Civ, Gen. X, p. 305 (1877) (Kei, ecc.). Alcedo collaris, Rosenb., Malay. Arch. p. 364 (Kei) (1878-79). Mantik, abitanti delle Kei (von Rosenberg). Quattro individui di Tual e di Kei Ralan; uno ha le parti superiori di un bel colore azzurro, gli altri tre le hanno di un azzurro più o meno volgente al verde cupo, e per questo ca- rattere somigliano alla S. sordida (Gould). Inoltre quei tre indi- vidui hanno sottili fascie scure sulle parti inferiori, le quali in uno volgono al fulviccio sudicio; evidentemente essi non sono adulti come il primo. Sp. 18. Sauropatis saneta (V. & H.). Alcedo sp., Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 79 (1867) (Kei). Dacelo sancta, Schleg., Mus. P. B. A/cedines (Revue), p. 27 (1874) (Kei, von Rosenberg). Sauropatis sancta, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 306, n. 33 (1877) (Kei, ecc.). Due individui, un maschio di Kei Bandan (N. 597) ed una femmina di Weri (Grande Kei) (N. 611); ambedue hanno strie trasversali sul petto e sui fianchi. UCCELLI DELLE ISOLE KEI 647 Sp. 19. Eurystomus pacificus (Lam. Eurystomus sp., Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 80 (1867) (Kei). Eurystomus orientalis, part., Schleg., Mus. P. B. Coraces, p. 139-141 (1867) (Kei, von Rosenberg). Eurystomus pacificus, Rosenb., Malay. Arch. p. 264 (Kei) (1878-79). Mutlel-buan, abitanti delle Kei (von Rosenberg). Due individui; un maschio di Tual (Piccola Kei) (N. 679) ed una femmina di Weri (Grande Kei) (N. 612.). Trattando di questa specie nella parte IV del mio Prodromus Ornithologiae Papuasiae et Moluccarum (Ann. Mus. Civ. Gen. X, p. 307, n. 1) io dimenticai di annoverare le Isole Kei tra le regioni abitate dalla medesima. Sp. 20. Collocalia fuciphaga (Tuuns.). Collocalia fuciphaga, Salvad., Anno Mus. Civ. Gen. X, p. 312, n. 3 (Kei, Beccari). Due individui, un maschio di Kei Bandan, ed una femmina senza precisa indicazione di località; essi sono simili ad altri individui di Amboina; hanno le parti superiori di color bruno- fuliginoso uniforme, il groppone non differendo dalle altre parti; le parti inferiori sono di color grigio sudicio , pure uniforme. Lungh. tot. 0%, 115; ala 0, 112-0™, 110; coda 0", 050-0"048. Io lascio a questa specie il nome di fuciphaga, Thunb., sic- come non sono persuaso che la Mundo fuciphaga, Thunb. si riferisca alla Collocalia linchi, H. et M., come vorrebbe Lord Walden (Ibis, 1874, pag. 185). Sp. 21. Hirundo javanica, Sparro. Hirundo tahitica, Rosenb. (nec Auct.), Malay. Arch. p. 364 (Kei) (1878-79). Hlirundo javanica, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. XIV, p. 491, n. 2 (1879) (Kei, ecc.). Wokwoka, abitanti delle Kei (von Rosenberg). Ho trovato nel Museo di Leida uno o più esemplari di questa specie raccolti nella Grande Kei dal von Rosenberg. 648 T. SALVADORI Sp. 22. Hylochelidon nigricans (VIEUL.). x Hirundo nigricans, Rosenb., Malay. Arch. p. 364 (Kei) (1878-79). Hylochelidon nigricans, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. XIV, p. 491, n.3 (1879) (Kei, ecc.). Wokwoka, abitanti delle Kei (von Rosenberg). Un individuo conservato nello spirito. Questa specie Austra- liana è stata trovata anche nelle isole Aru (WaUace), nella Nuova Guinea ( Wallace, D'Albertis), in Timor (Lesson, Wallace), ed in Flores ( Wallace). Sp. 23. RWhipidura assimilis, G. R. Gr. Rhipidura sp., Wall., Ann. and Mag. Nat. Hist. (2) XX, p. 473 (1857) (Ke). Rhipidura assimilis, G. R. Gr., P. Z. S. 1858, p. 176 (Ke, Wallace). — Id., Cat. B. New Guin. p. 28 (1859). — Gray, P. Z. S. 1861, p. 434. — Finsch, Neu- Guin. p. 169 (1865). — Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 80 (1877) (Kei). — Gray, Hand-List, I, p. 330, n. 4959 (1869). — Salvad., P. Z.S. 1878, p. 87. — Sharpe, Cat. B. IV, p. 330 (1879). — Rosenb., Malay. Arch. p. 366 (Kei) (1878-79). — Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. XIV, p. 498, n. 43 (1879) (Kei). ? Rhipidura superciliaris, Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 101 (1867) (Goram) (descr. nulla). Kauweel, abitanti delle Isole Kei (vor Rosenberg). linque individui di Kei Weri e di Kei Bandan: un maschio (N. — ) e quattro femmine (N. 567, 568, —, — ). In alcuno degli esemplari il pileo è un poco più oscuro che non in altri; non mi sembra che le femmine differiscano sensibilmente dal maschio. Questa specie somiglia moltissimo alla R. setosa della Nuova Guinea, dalla quale tuttavia differisce pel colore cenerino delle parti superiori più pallido e meno puro, per la fascia soprac- cigliare bianca molto cospicua, per le piume del sopraccoda rossigne, per la fascia cenerina del petto più pallida e con macchie bianche nel mezzo delle piume più larghe, e per I’ apice della timoniera esterna bianco-fulviccio. Secondo il von Rosenberg questa specie si trova anche in Khoor, in Tijoor ed in Watubella. Il Wallace (1. e.) menziona due specie del genere Rhipidura da lui raccolte nelle Isole Kei, ignoro quale possa essere la UCCELLI DELLE ISOLE KEI 649 seconda, mentre tanto il Gray (P. Z. S. 1858, p. 176) quanto lo Sharpe (I. c.) ne menzionano una sola, la R. assimilis. Sp. 24. Monarcha leucurus, G. R. Gr. Muuscicapa sp., Wall., Ann. and Mag. Nat. Hist. (2) XX, p. 472 (1857) (Ké). Monarcha leucura, G. R. Gr., P. Z. S. 1858, p. 178 (Ké, Wallace). — Id., Cat. B. New Guin. p. 29, 67 (1859). — Id., P. Z. S. 1863, p. 29. — Finsch, Neu- Guin. p. 169 (1865). — Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 80 (1867). — Gray, Hand-List, I, p. 320, n. 4791 (1869). — Rosenb., Malay. Arch. p. 366 (Kei) (1878-79). Piezorhynchus leucurus, Sharpe, Cal. B. IV, p. 425 (1879). Monarcha leucurus, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. XIV, p. 494, n. 18 (1879) (Kei). Nurit, abitanti delle Kei (von Rosenberg). Sei individui di Tual e di Kei Bandan; quattro maschi adulti (N. 569, 570, —, — ), una femmina giovane (N. 584) ed un giovane senza indicazione di sesso, e senza numero di catalogo; gli adulti variano alquanto per l'estensione del bianco della coda, che in un individuo si estende, oltre che alle quattro timoniere laterali, anche nel mezzo della 5.* di ciascun lato; in altri la 4.* ha una macchia apicale nera, più o meno grande. I due giovani differiscono notevolmente dal giovane descritto dal Gray avendo la parte anteriore del collo ed il petto tinti di color rugginoso che si estende anche sui fianchi. Il von Rosenberg vorrebbe che questo uccello non fosse comune nelle Isole Kei, ove dice di averne ucciso soltanto due esemplari. Sp. 25. Monarcha inornatus (Gary.). ? Muscicapa sp., Wall., Ann. and Mag. Nat. Hist. (2) XX, p. 473 (1857) (Ke). Monarcha inornatus, Salvad., P. Z. 3. 1878, p. &3 (Kei, ecc.). — Id., Ann. Mus. Civ. Gen. XIV, p, 492, n. 3. (1879) (Kei, ecc.). Nove individui di Tual, di Kei Ralan e di Weri; tre maschi (N. 678, gli altri senza numero di catalogo), quattro femmine, an- ch’ esse senza numero di catalogo, e due individui senza indica- zione del sesso (N. 609, —). Tutti questi individui sono similissimi fra loro; lievi differenze esistono per rispetto alle dimensioni ed al colore fulvo-cannella delle parti inferiori più o meno intenso. 650 T. SALVADORI Sp. 26. Graucalus melanops (LarH.). Graucalus melanops, Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 79-80 (1867) (Kei). — Sharpe, Cat. B. IV, p. 30 (1879) (Ké Islands, ecc.). Manoep, abitanti delle Isole Kei (von Rosenberg). Un individuo, apparentemente femmina, della Grande Kei. Esso ha il petto cenerino quasi senza traccie di fascie e per le dimensioni è intermedio agli individui d’ Australia ed a quelli delle Isole Aru. Sp. 27. Graucalus pollens, Satvap. Graucalus pollens, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VI, p. 75 (1874). — Id., P. Z. S. 1878, p. 87 (Kei, Challenger). Artamides pollens, Sharpe, Mitth. zool. Mus. Dresd. I, 3, p. 363 (1878). — Id., Cat. B. IV, p. 13 (1879). Sette individui di Tual, Kei Bandan e Kei Ralan, tipi della specie (N. 593, 594, 595, 703, —, —, —). Tutti sono in- dicati come femmine, ma credo che i due individui N. 593 e 703 siano invece maschi, avendo la fronte, i lati della testa, e la gola di un nero lucente con riflessi verdi, come un maschio ‘ raccolto nelle Isole Kei dal D’ Albertis; per quei caratteri essi differiscono dagli altri individui indicati come femmine, che sono quasi unicolori. Il von Rosenberg (Malay. Arch. p. 366) annovera anche la Campephaga hypoleuca, che dai nativi verrebbe chiamata Sigujét e la C. caeruleogrisea, tra gli uccelli delle Isole Kei; anzi dice che la seconda si trova, oltre che nelle Isole Aru, anche nelle Isole Kei, in Khoor e Tijoor; ma io penso che o queste località non siano esatte, o che la C. caeruleogrisea del von Rosenberg non sia la specie del Gray, propria delle Isole Aru e della Nuova Guinea; nel Museo di Leida non v’ é alcun esemplare delle ultime tre località menzionate dal von Rosenberg. UCCELLI DELLE ISOLE KEI 651 Rispetto alla C. Aypoleuca, meglio Graucalus hypoleucus , Gould, mi pare che nel Museo di Leida non vi fosse alcun esemplare raccolto dal von Rosenberg; ve n'era bensi uno o più inviati dall’ Hoedt come provenienti dalle Isole Kei, ma mi parve che la provenienza non fosse al tutto certa. Sp. 25. Edoliisoma dispar, Sava. Edoliisoma dispar, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. XII, p. 329 (1878). (Kei, ecc.). — Sharpe, Mitt. zool. Mus. Dresd. I, 3, p. 369 (1878). — Id., Cat. B. IV, p. 46 (1879). Tre esemplari. Un maschio di Kei Bandan (N. 585) interamente nero con riflessi verdognoli, tipo della specie. Lungh. tot. 0%,258; ala 0%, 130; coda 0%, 115; becco 0, 023; tarso 0”, 024. Gli altri due esemplari sono in abito imperfetto e simili in tutto a talune femmine dell’ £. mudlleri, Salvad. della Nuova Guinea. Sp. 29. Lalagre karu (Less.) Lalage karu, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 28 (1876) (Kei, ecc.). — Id., P. Z. S. 1878, p. 87 (Kei, Challenger). Tre individui di Weri e di Kei Bandan: un maschio (N.—), una femmina (?) (N. 632) ed un individuo senza indicazione di sesso; tutti tre sono adulti e similissimi fra loro e ad un esem- plare adulto di Naiabui, raccolto dal D'Albertis. Le cuopritrici inferiori delle ali e le ascellari sono bianche. Io sospetto che l’ esemplare N. 632, simile agli altri due, sia anch'esso un maschio e non una femmina, giacchè le femmine delle specie del genere Lalage sogliono essere differenti dai maschi. Sp. 30. Artamus leucogaster (Vacenc.). Artamus papuensis, Rosenb., Malay. Arch. p. 365 (Kei) (1878-79). Mentjiewat, abitanti delle Kei (von Rosenberg). 652 T. SALVADORI Cinque individui di Tual e di Kei Bandan: quattro maschi (N. 583, 698, 699, 700) ed una femmina (697). Questa specie era stata già trovata dall’ Hoedt e dal von Ro- senberg nelle Isole Kei. Sp. dl. Dicruropsis megalornis (G. R. Gr.). Dicrurus sp., Wall., Ann. and Mag. Nat. Hist. (2) XX, p. 473 (1857) (Ke). Dicrurus megalornis, G. R. Gr., P. Z. S. 1858, p. 179 (Ke, Wallace). — Id., Cat. B. New Guin. p. 33, 58 (1859). — Id., P. Z. S. 1861, p. 435. — Wall., Ibis, 1861, p. 286. — Finsch, Néu-Guin. p. 171 (1865). — Rosenb., Reis naar zuidooste- reil. p. 79 (1867). — Gray, Hand-List, I, p. 285, n. 4219 (1869). — Tweed., Ibis, 1878, p. 80. — Rosenb., Malay. Arch. p. 365 (Kei) (1878-79). Chibia megalornis, Sharpe, Cat. B. III, p. 242 (1877). Dicruropsis megalornis, Salvad., P. Z. S. 1878, p. 88 (Ké Isl., Chal- lenger). Karoein, abitanti delle Isole Kei (von Rosenberg). Otto individui di Weri (Grande Kei) e di Tual (Piccola Kei): tre maschi (N. 617,641, —), quattro femmine (N. 565, 618, 661, 677) ed un individuo senza indicazione di sesso, ma probabil- mente maschio; le femmine sono alquanto più piccole dei maschi. Questa specie è notevolissima per le sue grandi dimensioni, essa è fra le congeneri, la più grande di tutte quelle dell’ Arci- pelago austro-malese. Lung. tot. 0," 380-0," 360; al. 0,% 180-0," 172; coda (tim. est.) 0,%185-0, 180; apertura del becco 0," 040-0," 039; tarso 0,™029-0,™ 028. Questa specie si trova anche in Goram, Tijoor, e Watubella. Lord Tweeddale (1. ce.) ha già fatto notare come erroneamente sia stato indicato il Dicranostreptus megarhynchus (Q. et G.) come abitante anche le Isole Kei. Questa cosa è stata asserita dallo Sharpe (Cat. B. 1. c.) sull’autorità del Finsch (1. c.) e dal Finsch sull’autorità del Gray (P. Z. S. 1861, p. 435), ove per un errore di stampa i segni convenzionali che dovevano appartenere al D. megalornis per indicare che abita le Isole Kei, furono messi nella linea sottostante del D. megarhynchus, UCCELLI DELLE ISOLE KEI 653 Sp. 32. Pachycephala rufipennis, G. R. Gr. ? Myiolestes sp., Rosenb., Reis naar znidoostereil. p. 80 (1867) (Kei). Pachycephala rufipennis, G. R. Gr., P. Z. S. 1858, p. 178 (Ke, Wallace). — Id., Gat. B. New-Guin. p. 31,57 (1859). — Td., P. Z. S. 1861, p. 435. — Finsch, Neu- Guin. p. 194 (1865). — Gray, Hand-List, I, p. 388, n. 5878 (1869). — Rosenb., Malay. Arch. p. 366 (Kei) (1878-79). Il Beccari non ha raccolto alcun esemplare di questa specie, di cui ne ho veduti due nel Museo Britannico; uno di essi, che ha le remiganti secondarie marginate di color rossigno-castagno, residuo dell’ abito giovanile, è il tipo della specie; l’altro sembra adulto. Ho visto inoltre nel Museo di Leida due individui adulti rac- colti dal von Rosenberg. Questa specie appartiene al gruppo della Pachycephala gri- seiceps (Gray), dalla quale differisce per le parti superiori più brune e meno olivacee, pel petto tinto di rossigno e per I’ ad- dome meno tinto di giallo. Il von Rosenberg (l.c.) annovera anche un Feefes , che ignoro che cosa possa essere, a meno che non sia il Graucalus pollens, Salvad., specie cospicua e comune nelle Isole Kei, che non do- vrebbe essere sfuggita al von Rosenberg e che tuttavia egli non nomina. Sp. 39. Cyrtostomus zenobia (Less.). Cinnyris n. sp., Wall., Ann. and Mag. Nat. Hist. (2) XX, p. 473 (1857) (Ke). Nectarinia zenobia, G. R. Gr., P. Z. S. 1858, p. 173 (Ké, Wallace). — Id., Cat. B. New Guin. p. 22 (1859). — Id., P. Z. S. 1861, p. 433. — Finsch, Neu-Guin. p 163 (1865). — Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 80 (1867) (Kei). — Td., Malay. Arch. p. 364 (Kei) (1878-79). Arachnechthra zenobia, Wald., Ibis, 1870, p. 30 (Ké, ecc.). Cyrtostomus zenobia, Salvad., Atti R. Ac. Sc. Tor. XII, p. 319 (1877) (Kei, ecc.). Cinnyris zenobia, Shelley, Monograph of the Cinnyridae, pt. IX-X (1879). Sows?, abitanti delle Isole Kei (von Rosenberg). Sei individui di Tual e di Weri, cinque maschi (N. —, —, 571, —) in diversi stadi, ed una femmina (N. —). 654 T. SALVADORI Sp. 34. Hermotimia theresia, SALvan. Cinnyris aspasia (part.), Rosenb., Nat. Tijdschr. Ned. Ind. XXV, p. 237, n. 192 (1863) (Kei). — Id., Journ. f. Orn. 1864, p. 123. Chalcostheta chlorolaema, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. VI, p. 77 (1874) (Kei) (nec Nectarinia chlorolaema, Hartl.). Hermotimia theresia, Salvad., Atti R. Acc. Sc. Tor. X, pp. 208, 214, cum tab. f. 1 (1874); XII, p. 300 (1877). Cinnyris theresiae, Shelley, Monogr. Cinnyr. pt. V (1877). Cinque individui di Kei Ralan e Kei Bandan: quattro maschi adulti (N. —, —, 546, —) ed un maschio giovane (N. —), tip? della specie , notevolissima pel colore verde splendente dello scudo gutturale. Sp. 35. Dicaeum keiense, Sarvap. ? Dicaeum sp., Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 80 (1867). Dicaeum keiense, Salvad., Mus. Civ. Gen. VI, p. 314 (1874). Dicaeum vulneratum, part., Rosenb., Malay. Arch. p. 364 (Kei) (1878-79). Kahoho, abitanti delle Kei (von Rosenberg). Due maschi adulti (N. 602, 619), tpi della specie. Sp. 56. Zosterops grayi., Wa. Zosterops citrinella, Wall. (nec Mull.), Ann. and Mag. Nat. Hist. ser. 2, vol. XX, p. 473 (1857). — G. R. Gr., P. Z. S. 1858, p. 175 (Ké, Wallace). — Id., Cat. B. New Guin. p. 56 (1859). — Id., P. Z. S. 1861, p. 434. — Rosenb., Nat. Tijdschr. Ned. Ind. XXV, p. 237, n. 184 (1863). — Id., Journ. f. Orn. 1864, p. 123. — Sharpe, Cat. B. IV, p. 211, nota (1879). Zosterops gravi, Wall., P. Z. S. 1863, p. 494. — Hartl., Journ. f. Orn. 1865, p. 23, sp. 36. — Finsch, Neu-Guin. p. 164 (1865). — Gray, Hand-List, I, p. 163, n. 2137 (1869). Gerygone (errore) grayi, Gray, Hand-List, I, p. 220, n. 3145 (1869). Gerygone citrinella, Rosenb., Malay. Arch. p. 365 (Kei) (1878-79). Singwak, abitanti delle Kei (von Rosenberg). Sei individui di Kei Bandan e di Kei Weri: tre maschi (N. 574, 575, 576) e tre femmine (N. 572, 573, —); le femmine non differiscono sensibilmente dai maschi. Il von Rosenberg (*) annovera questa specie tra quelle delle (4) Journ. f. Orn. 1864, p. 123, n, 184. UCCELLI DELLE ISOLE KEI 655 Isole Aru e dell'Australia settentrionale; ignoro su che cosa si fondi l’asserzione relativa all'ultima località; rispetto alle Isole Aru io ho trovato nel Museo di Leida un esemplare di questa specie, raccolto dal von Rosenberg, ed è realmente indicato dalle Isole Aru, ma dubito che questa località non sia esatta. Sp. 37. Zosterops uropygialis, SALvan. Zosterops uropygialis. Salvad., Ann. Mus, Civ. Gen. VI, p. 78 (1874) Una femmina di Tual (N. 683), tipo della specie. Sp. 55. Philemon plumigenis (G. R. Gr.). Tropidorhynehus n. sp., Wall., Ann. and Mag. Nat. Hist. ser. 2, vol. XX, p. 433 (1851) (Ké). Tropidorhynchus plumigenis, G. R. Gr., P. Z. S. 1858, p. 174 (Ke, Wallace). — Id., Cat. B. New-Guin. p. 24, 56 (1859). — Id., P. Z. S. 1861, p. 434. — Finsch, Neu-Guin. p. 165 (1865). — Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 7 (1867). — Meyer, Sitz. k. Ak. Wissensch. Wien, LXX, p. 114 (1874). — Rosenb., Malay. Arch. p. 365 (Kei) (1878-79). Philemon plumigenis, Gray, Hand-List, I, p. 160, sp. 2081 (1869). — Salvad., P. Z. S. 1878, p. 88 (Ke, Challenger). Foer, abitanti delle Kei (von Rosenberg). Cinque individui di Tual, Weri e di Kei Bandan. Un maschio adulto (N. 621), due maschi giovani (N. 581, 590) colle piume inferiori del collo e superiori del petto marginate di giallo, e due femmine, |’ una (N. —) simile al maschio adulto, ma col pileo un po’ più cupo, e l’altra (N. 648) di colore piu oscuro superiormente, e col pileo un po’ più grigio, special- mente nel mezzo, e colla gola un po’ più chiara. Uno dei maschi giovani (N. 581) ha il giallo dei margini delle piume superiori del petto quasi dorato; le piume della parte superiore del dorso marginate di bianco gialliccio, e le remiganti e le timoniere marginate esternamente di olivastro. Molto comune; abita nei boschi (von Rosenberg). 656 T. SALVADORI Sp. 39. Pitta macklotii, Trem. Pitta mackloti, Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 80 (1867) (Kei), — Schleg.,. Mus. P. B. Pitta (Revue), p. 10-12 (1874) (Kei, von Rosenberg). — Ro- senb., Malay. Arch. p. 865 (Kei) (1878-79). Un individuo di Kei Bandan, senza numero di Catalogo; esso è giovanissimo e forse è stato preso sul nido avendo la testa ed altre parti con molti cannoni. Esso ha le parti superiori di co- lor bruno-grigio-olivastro, la testa e la cervice un po’ volgenti al rossiccio, e le ali al plumbeo; presso |’ angolo dell’ ala ap- pare già la macchia bianca; la gola è bianco-rosea, limitata inferiormente da una linea nerastra; il resto delle parti inferiori sono di color bruno sudicio con leggera tinta rosea sull’ addome; è tarsi sono lunghi gia quanto negli adulti. Secondo il von Rosenberg questo uccello si trova soltanto nella Grande Kei. Lo stesso naturalista afferma che esso si trova anche in Watubella. Sp. 40. Munia molucca (Lixx.). Un maschio di Tual (N. —) simile ad altri di Amboina. Specie nuova per le Isole Kei, ove non è improbabile che sia stata introdotta dalle Isole più ad occidente. Sp. 41. Calornis metallica (Temm.). Calornis metallicus, Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. $0 (1867). (Kei). Calornis metallica, Salvad., P. Z. S. 1878, p. 88 (Kè, Challenger). -- Ro- senb., Malay. Arch. p. 370 (Kei) (1878-79). Nerit, abitanti delle Isole Kei (von Rosenberg). Due individui: un maschio in abito perfetto (N. 664) ed un altro giovane, (N. 662) similissimi in tutto ad altri di Amboina, della Nuova Guinea, delle isole Aru, ecc. UCCELLI DELLE ISOLE KEI 657 Sp. 42. Sphecothera flaviventris, Gouu. Picnorhamphus cucullatus, Rosenb., Nat. Tijdschr. Ned. Ind. XXIX, p. 143 (1867) (Kei, Rosenverg). — Id., Reis naar zuidoostereil. p. 79 (1867). Sphecothera flaviventris, Schleg., Ned. Tijdschr. Dierk. 11], p. 342 (1866). — Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 79 (nota) (1867). — Id., Malay. Arch. p. 365 (Kei) (1878-79). Oriolus flaviventris, Schleg., Mus. P. B. Coraces, p. 116 (1867) (Kei, vox Rosenberg). Kelkoerot, abitanti delle Kei (von Rosenberg). Dieci individui di Tual (Piccola Kei), di Weri (Grande Kei)e di Kei Bandan: cinque maschi adulti (N. 624, 652, 653, 655, —); due in- dividui indicati come femmine (N. 654, —), i quali hanno le dimensioni dei maschi, uno di essi ha anche due piume di color verde-oliva in mezzo alle altre brune del dorso, per cui a meno che non sia un maschio e che per errore sia stato indi- cato come femmina, si potrebbe supporre che le femmine adulte somiglino ai maschi adulti; una femmina (N. 651) simile alle precedenti, ma notevolmente più piccola; e finalmente due ma- schi giovani (N. 582, 650) in abito di transizione, cioè colle parti superiori verdi-olivastre, col pileo bruno, misto di nero, e colle parti inferiori gialle con macchie scure. Gli individui suddetti delle Isole Kei mi sembrano alquanto più grandi di quelli del Capo York, ai quali pel colorito somi- gliano in tutto. Lo Schlegel ha già fatto notare la singolarità del trovarsi questa specie al Capo York e nelle Isole Kei e non nelle Isole Aru e nella Nuova Guinea. Tanto nella Grande, quanto nella Piccola Kei questo uccello si trova in gran numero nei siti ove abbondano gl’ insetti, che sono il suo principale nutrimento (von Rosenberg). Sp. 43. Ptilopus prasinorrhous, G. R. Gr. Ptilonopus n. sp., Wall., Ann. and Mag. Nat. Hist, ser. 2, vol. XX, p. 473 (1857) (Kè). Ptilonopus prasinorrhous, G. R. Gr., P. Z. S. 1858, p. 185 (Ke, Wal- lace). — Id., Cat. B. New Guin. p. 46, 60 (1859). — Id., P. Z. S. 1861, p. 436. — Wall., Ibis, 1861, p. 290. — Id., P. Z. S. 1863, p. 34. — Id., Ibis, 1865, p. 381. — Finsch, Neu-Guin. p. 177 (1865). Ann. del Mus. Civ, di St. Nat. Vol. XIV, (21 Agosto 1879). 42 658 T. SALVADORI -Jonotreron prasinochroa, Rchb., Columbariae, II, p. 180, Sp. 233 d. Jonotreron prasinorrhous, Rosenb., Nat. Tijdschr. Ned. Ind. XXV, p. 249, n. 218 (1863). — Id., Journ. f. Orn. 1864, p. 132. Ptilopus prasinorrhous, Schleg., Ned. Tijdschr. Dierk. III, p. 210, 346 (1866). — Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 81] (1867). — Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 196, n. 13 (1876). — Elliot, P. Z. S. 1878, p. 562. Jotreron prasinorrhous, Gray, Hand-List, II, p. 226, n. 9143 (1870). Ptilopus rivoli, part., Schleg., Ned. Tijdschr. Dierk. IV, p. 21 (1871). — Id., Mus. P. B. Columbae, P. 24 (1873). — Rosenb., Malay. Arch. p. 372 (1878-79). Diciotto individui di Kei Bandan, di Weri (Grande Kei) e di Tual (Piccola Kei). Dieci sono maschi adulti e simili fra loro; un altro maschio adulto (varietà accidentale) presenta tre piume gialle, sparse sulla gola; un maschio non bene adulto differisce dai primi per la fascia pettorale più stretta e di un bianco sudicio, e per la macchia porporina sul mezzo dell’ addome meno estesa e varie- gata con piume verdi, punteggiate all’ apice di giallo. Final- mente sei femmine, quasi interamente verdi, col pileo di un verde più cupo e più lucente, differiscono fra loro soltanto per i margini giallognoli delle piume del sottocoda in alcune un poco più larghi che non in altre. Questa specie differisce dal P. rivoli (Prev.) della Nuova Irlanda, che ha la parte inferiore dell’ addome ed il sottocoda di un bel giallo. Dice il von Rosenberg che questo uccello è molto comune nelle due Kei. Sp. 44. Ptilopus wallacei, Gray. Ptilopus wallacei, Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 81 (1867) (Kei). — Schleg., Mus. P. B. Columbae, p. 18 (1873) (Kei, von Rosenberg). — Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 197, n. 20 (1876). — Elliot, P. Z. S. 1878, p. 555. — Ro- senb., Malay. Arch. Pp. 372 (Kei) (1878-79). Finora soltanto il von Rosenberg ha trovato questa specie nelle Isole Kei, anzi egli dice che i suoi cacciatori la trovarono più abbondante che non nelle Isole Aru. Sp. 45. Ptilopus superbus (Temm.). Ptilopus superbus, Rosenb., Nat. Tijdschr. Ned. Ind. XXV, p. 248, n.211 (1863). — Id., Journ. f. Orn. 1864, p. 131 (Kei, ecc.). — Id., Reis naar zuidooste- reil. p. 81 (1867) (Kei). UCCELLI DELLE ISOLE KEI 659 Soltanto il von Rosenberg annovera questa specie tra quelle delle Isole Kei; non è improbabile che la cosa non sia esatta, giacchè nel Museo di Leida non si conserva aleun esemplare di questa specie delle Isole Kei. Sp. 46. Ptilopus xanthogaster (Waot.). Ptilopus diadematus, Temm. — Schleg., Ned. Tijdschr. Dierk. III, p. 346 (1866) (Kei, Khoor). — Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 125 (1867). — Schleg., Mus. P. B. Columbae, p. 11 (1873). — Rosenb., Malay. Arch. p. 372 (Kei) (1878-79). Ptilopus aurantiiventris, Rosenb., Nat. Tijdschr. Ned. Ind. XXIX, p. 144 (1867) (Kei). — Id., Reis naar zuidoostereil. p. 81, 125 (1867). Ptilopus xanthogaster, Salvad., Ann. Mus. Giv. Gen, IX, p. 199, n. 31 (1876) (Kei, ecc.). — Elliot, P. Z. S. 1878, p. 540. Uhdar, abitanti delle Kei (von Rosenberg). Due femmine (N. 559, 559 ”) di Kei Bandan. Probabilmente questa specie è esclusiva delle isole del gruppo di Banda e delle Kei con Khoor. Lo Schlegel (Mus. P. B. Columbae, p. 11) riferisce alla medesima gl’ individui di Letti del Gruppo di Timor, ma è probabile che questi appartengano ad una specie distinta, forse al Ptlopus flavicollis, G. R. Gr. di Timor. Molto comune (von Rosenberg). Sp. 47. Carpophaga concinna, WALL. Carpophaga aenea, Wall. (nec Linn.), Ann. and Mag. Nat. Hist. (ser. 2) XX, p. 473 (1857) (Kè). Carpophaga concinna, Wall., Ibis, 1865, p. 383, n. 52 (Ke, Wallace). — Id., Mal. Archip. II, p. 181 (1869). — Schleg., Mus. P. B. Colu:mbdbae, p. 82 (1873). — Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 200, n. 39 (1876). — Id., P. Z. S. 1878, p. 89 (Kè, Challenger). — Rosenb., Malay. Arch. p. 371 (Kei) (1878-79). Carpophaga roseinucha, part., Schleg., Ned. Tijdschr. Dierk. III, p. 344 (1865) (Kei, ecc.). Carpophaga myristicivora, Rosenb. (nec Scop.), Reis naar zuidooste- reil. p. 81 (1867) (Kei). Tarut, abitanti delle Kei (von Rosenberg). Sette individui di Tual (Piccola Kei), di Weri (Grande Kei) e di Kei Bandan; un maschio (N. 675) e sei femmine (N. 562, 620, 642, 676, —, —). 660 T. SALVADORI Tutti questi individui variano alquanto tra loro per le dimen- sioni e pel colore verde splendente delle parti superiori, in al- cuni con riflessi azzurri più o meno spiccanti. Il maschio è no- tevolmente più grande delle femmine, e tanto queste quanto quello sono più grandi degl’ individui delle Isole Aru. Dice lo Schlegel che gli esemplari delle Isole Kei e delle al- tre isole poste tra queste e Ceram hanno, secondo afferma il von Rosenberg, I’ iride di color giallo aranciato, mentre quelli delle Isole Aru e delle Isole Sanghir |’ avrebbero di co- lor rosso-carmino. Questa colomba, al dire del Wallace, è abbondante nelle Isole Kei, ove il suo tubare forte ed aspro si ode risuonare continua- mente nella foresta; anche il von Rosenberg asserisce che essa vi si trova ovunque in gran copia. Sp. 48. Carpophaga rosacea (Temm.). Carpophaga rosacea, Schlegel, Ned. Tijdschr. Dierk. III, p. 345 (1865) (Kei, von Rosenberg). — Id., Mus. P. B. Columbae, p. 87 (1873). — Salvad., Ann, Mus. Civ. Gen. IX, p. 200, n. 42 (1876) (Kei, ecc.).— Rosenb., Malay. Arch. p. 371 (Kei) (1878-79). Carpophaga cineracea, Rosenb. (nec Temm.), Reis naar zuidoostereil. p. 81 (1867) (Kei). — Id., Malay. Arch. p. 371, 372 (Kei) (1878-79). Tarut, abitanti delle Isole Kei (von Rosenberg). Cinque individui di Tual: due maschi (N. 687, 688) e tre femmine (N. 689, 690, —) simili in tutto fra loro, tranne una delle femmine (N. —), che ha il dorso e le ali di color bronzo più splendente e la coda superiormente volgente all’ az- zurrognolo. Dice il von Rosenberg di aver trovato questa specie soltanto nelle Isole dirimpetto a Doellah (Dulan?). Nel Malayische Archipel, p. 371, 372 il von Rosenberg menziona tanto la C. rosacea, quanto la C. cineracea tra gli uccelli delle Isole Kei, ma penso che la seconda sia stata annoverata per errore e probabilmente per averla precedentemente (Reis naar zuidoostereil. p. 81) annoverata invece della C. rosacea. UCCELLI DELLE ISOLE KEI 661 Sp. 49. Myristicivora bicolor (Scor.). Carpophaga bicolor, part., Schleg., Ned. Tijdschr. Dierk, 111, p. 343 (1865) (Kei). — Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 125 (1867) (Kei). — Schleg.. Mus. P. B. Columbae, p. 98, 102, n. 60, 63 (1873) (Kei, von Rosenberg). — Rosenb., Malay. Arch. p. 372 (Kei) (1878-79). Carpophaga luctuosa, part., Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 81 (1867) (Kei). Myristicivora bicolor, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 202, n. 54 (1876); IX, p. 265, 274 (1877) (Kei). — Id., P. Z. S. 1878, p. 89 (Kè, Challenger). Walor, abitanti delle Kei (von Rosenberg). Due maschi (N. 691, 692) ed una femmina di Tual (Piccola Kei) Agosto 1875 (N. —); i primi due senza macchie, e la fem- mina con qualche macchia nerastra, poco cospicua, sulle piume del sottocoda e sulle grandi cuopritrici delle tibie. Anche lo Schle- gel annovera individui cosiffatti delle Isole Aru e delle Kei (Vedi Mus. P. B. Columbae, p. 101, n. 55, 56, 60, 63). Uno dei due maschi (N. 692) ha l'apice di una delle timo- niere mediane bianco, ed il bianco della base della medesima più esteso che non nell’ altra. Sp. 50. Myristicivora melanura (G. R. Gr.). Carpophaga luctuosa, part., Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 81 (1867) (Kei). Carpophaga bicolor, part., schleg., Ned. Tijdschr. Dierk. III, p. 343 (1865) (Kei). — Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 125 (1867) (Kei). — Schleg., Mus. P. B. Columbae, p. 98, 102, n. 57, 58, 59, 61, 62 (1873) (Kei, von Rosenberg). Myristicivora melanura, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 203, n. 56 (1876) (Kei, ecc.}; p. 265, 273 (Kei) (1877). Walor, abitanti delle Isole Kei (von Rosenberg). Una femmina di Tual (Piccola Kei) Agosto 1873 (N. —), si- mile ad altri individui di Buru, raccolti dai cacciatori del Bruijn, e ad uno, che ho ragione di credere di Goram, raccolto dal D’ Albertis. Come questi essa ha grandi macchie nere sulle lunghe cuopritrici delle tibie ed ad/a base del sottocoda. Anche lo Schlegel (Mus. P. B. Columbae, p. 102) annovera e descrive individui sif- fatti delle Isole Kei (N. 57, 58, 59, 61, 62). 662 T. SALVADORI Siccome il von Rosenberg ha raccolto un maggior numero di esemplari di questa specie che non della vera M. bicolor, perciò suppongo che alla medesima si riferisca quanto egli dice della C. bicolor ; secondo il medesimo questa specie si vede sovente appollaiata a stormi di sessanta e più individui, gli uni ac- canto agli altri. Sp. 51. Janthoenas albigularis, Br. Janthoenas albigularis, Bp. — Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 203, n. 58 (1876) (Kei, Beccari). Cinque individui di Tual (Piccola Kei), uccisi nell’ agosto 1873. Quattro, tra i quali due maschi (N. 684, 685), una femmina (N. —), ed un individuo senza indicazione di sesso (N. 686), presentano lievi differenze pei margini porporini delle piume più o meno volgenti al verde, ma non differiscono sensibilmente da altri della Nuova Guinea e da uno di Ternate, da me esa- minati; il quinto individuo (N. —) è un maschio meno adulto degli altri e differisce da essi per la prevalenza del color verde sul margini delle piume delle parti superiori, e pei margini splendenti delle piume delle parti inferiori poco cospicui. Questa specie non era stata trovata nelle Isole Kei, prima che il Beccari le visitasse. Sp. 52. Macropygia keiensis, SALvAp. Macropygia sp., Wall., Ann. & Mag. N. H. (2) XX, p. 473 (partim) (Ké) (1857). Macropygia phasianella, part., G. R. Gr. (nec Temm.), P. Z. S. 1858, p. 187, 196 (Ke, Wallace). — Id., Cat. B. New Guin. p. 68, 61 (martim) (1859). — Rchb., Columbariae, App. p. 176 (partim). — G. R. Gr., P. Z. S. 1861, p. 437 (partim). — Rosenb., Nat. Tijdsch. Ned. Ind. XXV, p. 249, sp. 235 (partim) (1863). — Id., Journ. f. Orn. 1864, p. 133, sp. 235 (partim). — Finsch, Neu-Guin. p. 178 (partim) (1865). — Wall., Ibis, 1865, p. 389, sp. 81 (partir). — Id., Journ. f. Orn. 1866, p. 282, sp. 81 (martim). — Rosenb. (nec Temm.), Reis naar zuidooste- reil. p. 81 (1867). Macropygia turtur, part., Schleg., Mus. P. B. Columbae, p. 110, 114 (specim. ex Ins. Kei) (1873). — Rosenb., Malay. Arch. p. 372 (1878-79). Macropygia keiensis, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 204, p. 64 (1876). — Id., P. Z. S. 1878, p. 89 (Kè, Challenger). UCCELLI DELLE ISOLE KEI 663 Tre individui di Weri, di Kei Ralan e di Kei Bandan (N. 586, 633, —), tutti tre indicati come femmine e nessuno dei tre in abito perfetto. Il Wallace (Ann. and Mag. Nat. Hist. ser. 2. vol. XX, p. 473) disse che gli individui delle isole Kei appartengono alla specie delle Isole Aru, che egli ziferisce alla MZ. prasianella. Ora secondo me il Wallace è caduto in due errori; gli individui delle Isole Aru non appartengono certamente alla M. phasianella d’ Au- stralia, ma sibbene alla M. doreya della Nuova Guinea; indi- vidui delle due località sono indistinguibili; anche lo Schlegel non riferisce gli individui delle isole Aru alla specie australiana, ma alla sua M. turtur, nella quale egli comprende anche gli individui della Nuova Guinea; così pure non mi pare che gl’ in- dividui delle Isole Kei siano riferibili alla specie delle Isole Aru; nessuno dei tre individui in abito imperfetto raccolti da Beccari sono simili ad individui, egualmente in abito imperfetto, delle Isole Aru e della Nuova Guinea. L'adulto di questa specie, che io ho descritto, è stato raccolto durante il viaggio del Challenger. Sp. 53. Geopelia mauzgei (Ten. Geopelia maugei, Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 81 (1867) (Kei). — Schleg,, Mus. P. B. Columbae, p. 132 (1873) (Kei, von Rosenberg). — Salvad., Ann. Mus, Civ. Gen. IX, p. 205, n. 74 (1876) (Kei, ecc.). — Rosenb., Malay. Arch, p. 372 (Kei) (1878-79). Siklohat, abitanti delle Kei (von Rosenberg). Cinque individui della Grande Kei, e di Tual (Piccola Kei); due, indicati come maschio (N. —) e femmina (N. 645), non presentano sensibili differenze. Confrontati gli individui suddetti con uno di Timor, esistente nel Museo di Torino, appare che essi hanno la fronte, il sinci- pite, i lati della testa e la gola di color cenerino più chiaro. Non pare che questa specie sia così rara nelle Isole Kei come vorrebbe il von Rosenberg; essa si trova anche in Khoor. 664 T. SALVADORI Sp. 54. Chalcophaps chrysochlora (Wact.). Chalcophaps indica, Schleg. (nec Linn.), Ned. Tijdschr. Dierk. 11], p. 345 (1865) (Kei, Khoor, von Rosenberg). — Id., Mus. P. B. Columbae, p. 145, 150 (Kei, Khoor, von Rosenberg). — Rosenb., Malay. Arch. p. 372 (Kei) (1878-79). Peristera chrysochlora, Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 81 (1867) (Kei). Menfat, abitanti delle Kei (von Rosenberg). Tre individui di Tual (Piccola Kei) (N. 693, 669, —), uccisi nel- l Agosto 1873; tutti tre sono femmine, una somiglia pel colo- rito ad un maschio giovane della Nuova Galles del Sud raccolto dal D’ Albertis; le altre due hanno la testa, il collo e le parti inferiori di colore più decisamente rossigno; inoltre tutte tre hanno il becco più lungo di altri individui della Nuova Galles del Sud e della Nuova Guinea meridionale-orientale, raccolti dal D'Albertis, per cui esse sembrano simili agli individui della parte settentrionale d’ Australia, che il Gould ha riferito ad una specie distinta, C. longirostris, Gould. Il von Rosenberg dice rara questa specie nelle Isole Kei. Sp. 55. Chalcophaps stephani, Jaco. & Pucner. Chalcophaps stephani, Schleg., Ned. Tijdschr. Dierk. III, p. 345 (1865) (Kei, von Rosenberg). — Id., Mus. P. B. Colwmbae, p 151 (1873). — Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 206, n. 78 (1876) (Kei, ecc.). Un maschio adulto di Weri (Grande Kei), similissimo in tutto ad altri della Nuova Guinea. Sp. 56. Caloenas nicobarica (Lixx.). Caloenas nicobarica, Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 81, 82 (1867) (Kei). — Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. IX, p. 208, n. 90 (Kei, ecc.) (1876). — Rosenb., Malay. Arch. p. 372 (Kei) (1878-79). Dice il von Rosenberg che non gli riuscì, ad onta delle ricer- che fatte, di ottenere un solo esemplare di questa specie, che alcuni anni fa si trovava in abbondanza a Pulo-Maas e Soea. UCCELLI DELLE ISOLE KEI 665 Gl indigeni gli dissero che essa aveva emigrato, per qualche causa, in un’ isola situata lungo la costa occidentale della Pic- cola Kei. Sp. 57. Megapodius duperreyi, Less. & Gary. Megapodius sp., Wall., Ann. & Mag. Nat. Hist. (2) XX, Pp. 478 (1857) (Ke). Megapodius Reinwardtii, G. R. Gr., P. Z. S. 1858, Pp. 187, n. 107 (Ke, Wallace). — Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 82 (1867) (Kei). — Id., Malay. Arch. p. 372 (Kei) 1878-79). Kwaar, abitanti delle Kei (von Rosenberg). Due individui adulti, un maschio di Weri (N. 626) ed una femmina (N. 603), simili in tutto ad altri individui della Nuova Guinea. La presenza di questa specie nelle Isole Kei è un altro argo- mento a favore delle affinità zoologiche di quelle Isole colle papuane. Dice il von Rosenberg che questo uccello è molto comune nelle Isole Kei e che più volte a Doellah (Dulan?) gli furono offerti esemplari viventi, affinchè li comperasse. Sp. 58. Orthorhamphus magnirostris (Georrr.). Esacus magnirostris, Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 82 (1867) (Kei). — Id., Malay. Arch. p. 373 (Kei) (1878-79). Uar, abitanti delle Isole Kei (von Rosenberg). Un maschio (N. 694) di Tual (Piccola Kei), Agosto 1873. Esemplare adulto. Sp. 59. Charadrius fulvus, Go. Charadrius longipes, Rosenb., Malay. Arch. p. 373 (Kei) (1878-79). Woalkwal, abitanti delle Kei (von Rosenberg). 666 T. SALVADORI Sp. 60. Eudromias veredus (Goutp). Charadrius veredus, Rosenb., Malay. Arch, p. 373 (1878-79). Una femmina giovane di Kei Ralan, 20 settembre 1873, si- mile alla descrizione ed alla figura del giovane, pubblicata dal- I’ Harting, Ibis, 1870, p. 209, Pl. VI, fig. posteriore. Questa specie si estende dalla Cina e dal Giappone fino in Au- stralia. Sp. 61. Lobivanellus miles (Bopp.). Lobivanellus personatus, Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 82 (1867) (Kei). Lobivanellus miles, Rosenb., Malay. Arch. p. 373 (Kei) 1878-79). Sp. 62. Glareola grallaria, Temm. Glareola grallaria, Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 82 (1867) (Kei). — Id., Malay. Arch. p. 373 (1878-79). Sp. 63. Tringa minuta, Leister. Tringa minuta, Rosenb., Malay. Arch. p. 373 (Kei) (1878-79). Sp. 64. Tringoides hypoleucus (Linn.). Tringoides hypoleucus, Salvad., P. Z. S. 1878, p. 90 (Ke, Challenger). Actitis hypoleucus, Rosenb., Malay. Arch. p. 373 (1878-79). Sp. 65. Totanus glottis (Liny.). ‘Totanus glottis, Rosenb., Malay. Arch. p. 373 (Kei) (1878-79). Sp. 66. Totanus incanus (Laru,). Totanus incanus, Rosenb,, Malay. Arch. p. 373 (Kei) (1878-79). Una femmina (N. 701) di Dulan, Piccola ‘Kei, Agosto 1873. Esemplare in abito perfetto con fascie ondulate cenerine sul petto e sui fianchi. UCCELLI DELLE ISOLE KEI 667 Il von Rosenberg (1. c.) afferma di aver visto nelle isole Kei diverse specie del genere Tringa, ma non dice quali. Sp. 67. Numenius uropygialis, Goup. 2 Numenius (sp.), Rosenb., Reis naar zuidoostereil p. 82 (1867) (Kei). Numenius uropygialis, Salvad., P. Z. S. 1878, p. 90 (Kè, Challenger) Due esemplari, uno dei quali segnato: N. 628, 7. Werl, Gran Kei, 7 Agosto 1873. Sp. 68. Ortygometra einerea (VIEL). Una femmina (N. 558) di Kei Bandan, 20 Luglio 1873. « Iride bruno-sanguigno » (2). 69. Ardea jugularis, Forsr. Ardea jugularis, Schleg., Ned. Tijdschr. Dierk. III, p. 348 (1865) (Kei, von Rosenberg). — Rosenb., Malay. Arch. p. 373 (Kei) (1878-79). Herodias jugularis, Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 82 (1867) (Kei). Menhaar, abitanti delle Kei (von Rosenberg). 70. Ardea novae hollandiae (Lat#.). Ardea novae hollandiae, Schleg., Ned. Tijdschr. Dierk. IIJ, p. 348 (1865) (Kei, von Rosenberg). — Rosenb., Malay. Arch. p. 373 (1878-79). Herodias novae hollandiae, Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 82 (1867) (Kei). Soem, abitanti delle Kei (von Rosenberg). Sp. 71. Herodias intermedia, van Hasselr. Ardea intermedia, Schleg., Ned. Tijdschr. Dierk. III, p. 348 (1865) (Kei. von Rosenberg). — Rosenb., Malay. Arch. p. 373 (Kei) (1878-79). Sp. 72. Herodias egretta (Gm.). Ardea egretta, Schleg., Ned. Tijdschr. Dierk. III, p. 348 (1865) (Kei, von Rosenberg). — Rosenb., Malay. Arch. p. 373 (Kei) (1878-79). Herodias syrmatophora, Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. (Kei). 82 (1867) 668 T. SALVADORI Un esemplare in abito imperfetto, Gran Kei, lato orientale . 20 luglio 1873. Esso differisce da quelli dell’ H. a/ba (Linn.) d’ Europa per le dimensioni alquanto minori, e quindi ho seguito lo Schlegel riferendolo all’ H. egretta. Lo Schlegel, 1. c., dice che questa specie è stata raccolta dal von Rosenberg in Khoor, la quale cosa forse non è esatta, giac- chè questi la menziona tra gli uccelli delle Kei propriamente e non di Khoor. Sp. (3. Ardetta flavicollis (LatH.). Ardea flavicollis, Schleg., Ned. Tijdschr. Dierk. III, p. 348 (1865) (Kei, von Rosenberg). — Rosenb., Malay. Arch. p. 373 (Kei) (1878-79). Una femmina giovane (N. 556), Kei Bandan 20 luglio 1873. Sp. 74. Nyeticorax caledonicus (Gm.). Quattro esemplari, due adulti in abito perfetto, uno in abito imperfetto, ed un giovane. N. (608) 9. Weri, Gran Kei 2 Agosto 1873. N. (656) 9. Kei Bandan 16 » » N. (—) 9. Gran Kei Settembre » N. (—) giov. Gran Kei (lato orientale) 10 Luglio 1873. Non trovo che questa specie sia stata annoverata prima d'ora tra quelle delle Isole Kei. Sp. 7 Dendrocygna vagans, Eyron. Dendrocygna arcuata, Rosenb. (nec Cuv.), Reis naar zuidoostereil. p. 82, 83 (1867) (Kei). Dendrocygna vagans, Rosenb., Malay. Arch. p. 373 (Kei) (1878-79). Lerletat, abitanti delle Kei (von Rosenberg). Il von Rosenberg vide alcuni esemplari di questa specie in un piccolo lago situato nel boschetto dietro il villaggio di Doellah (Dulan ?). UCCELLI DELLE ISOLE KEI 669 Sp. 76. Phalacrocorax sulcirostris (Braxpr). Graculus sulcirostris, Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 82 (1867) (Kei). Sp. 77. Phalacrocorax melanoleucus (Viert.). Graculus melanoleucus, Rosenb., Malay. Arch, p. 373 (1878-79) Un esemplare adulto. Sp. 78. Fregata aquila (Lixx.). Tachypetes aquilus, Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 82 (1867) (Kei). Taraun, abitanti delle Kei (von Rosenberg). Dice il von Rosenberg che di questa specie gli vennero offerti il 13 agosto una ventina di esemplari viventi, che erano stati presi nel ritirare una rete piena di pesci, sulla quale essi erano venuti a posarsi senza timore. Egli aveva osservato la stessa cosa in Ceram. Non mi sembra al tutto certo che sia veramente questa la specie osservata dal von Rosenberg nelle Isole Kei, ove il Beccari invece raccoglieva due esemplari della specie seguente. Tuttavia siccome nelle Molucche e nella Papuasia si trovano ambedue le specie è possibile che il von Rosenberg non sia caduto in errore. Sp. 79. Fregata minor (Gx.). Due maschi adulti (N. 695, 696), Tual (Piccola Kei) Agosto 1873. Lung. del becco 0", 084. Fianchi con una macchia trasversale bianca. Sp. 80. Sula fiber (Lryy.). Sula tiber, Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 82, 83 (1867) (Kei). 670 T. SALVADORI Una femmina in abito imperfetto, Kei Ralan 6 Ottobre 1873. Le parti inferiori invece di essere di un bianco puro, sono bian- che grigiastre. Sp. 81. Sterna bergi, Licur. Sterna pelecanoides, Rosenb., Reis naar zuidoostereil. P. 82 (1867) (Kei). Sp. 82. Podiceps tricolor, Gray ? Podiceps gularis, Rosenb., Reis naar zuidoostereil. p. 82, 83 (1867) (Kei). Podiceps minor, part., Schleg., Mus. P. B. Urinatores, p. 43-47, n. 44 (Kei, von Rosenberg) (1867). — Rosenb., Malay. Arch. p. 373 (Kei) (1878-79). Io non ho esaminato nel Museo di Leida |’ unico esemplare delle Isole Kei inviato dal von Rosenberg. Lo Schlegel (1. e.) lo riferisce al P. minor (nel quale comprende diverse specie); egli lo annovera cogli esemplari delle Molucche e non dice che somigli a quelli di Australia, come non mancò di fare per l'esemplare n. 42 di Ternate, per cui è probabile che sia simile agli esemplari ordinari di Ternate, di Halmahera e di Amboina, e che appartenga al P. tricolor, Gray, che fu descritto di Ternate. Ho esaminato tre esemplari adulti di Halmahera di questa Specie e trovo che essa è perfettamente distinta, oltre che pel co- lore cupo generale, per le remiganti secondarie senza bianco. Il von Rosenberg dice di aver veduti pochi esemplari di questa specie in un piccolo lago situato nel boschetto dietro il villaggio di Doellah (Dulan?). INDICE R. Gesrro. — Nuove contribuzioni allo studio dei Cetonidi Malesi e Papuani > : 1 ; Tu. Kirscu. — Zwei neue Coleopteren-Arten aus Neu-Guinea L. M. D’Axsertis È T. Sanvaport. — Catalogo degli uccelli raccolti da L. M. D’Albertis durante la 2.% e 3." esplorazione del Fiume Fly negli anni 1876 e 1877. : - : - A. Dusrony. — Notes sur quelques dilita de Sardaigne A. Isser. — Appunti paleontologici. IV. Descrizione di due denti d’Elefante raccolti nella Liguria occi- dentale x : - : T. SaLvapori. — Catalogo di una alleata di ticeelli fatta nella parte occidentale di Sumatra dal Prof. Odoardo Beccari . : : aa . A. De MarseuL. — Enumération des Histérides rapportés de l’Archipel Malais, de la Nouvelle Guinée et de l’Australie boréale par M. M. le Prof. O. Beccari et L. M. d’Albertis . 2 A Ep. pe SeLvs Lonacuames. — Nouvelles observations sur les Odonates de la région de la Nouvelle Guinée . a G. Grisopo. — Note imenotterologiche è A. Dvuerony, — Enumération des Orthoptéres rapportés par M. M. J. Doria, 0. Beccari et L. M. D'Albertis des régions Indienne et Austro-Malaise . + D. Vixcrauerra. — Appunti ittiologici sulle collezioni del Museo Civico di Genova. I. Enumerazione d’al- cune specie di pesci raccolti in Sumatra dal Dott. 0. Beccari nell’ anno 1878 . Pag. » 5-17 18-20 21-147 148-152 153-168 254-286 287-324 325-347 348-383 384-397 F. BR. 672 . E. Eaton. — Palingeniae Papuanae , speciei Ephemeri- darum novae, diagnosis . s : 4 . Pag. 398-400 . Prrorra. — Libellulidi italiani . : ; . SALVADORI. — Prodromus ornithologiae Papuasiae et Molue- carum. VII. Passeres (Hirundinidae-Muscica- pidae) . - Gasco. — La Balaena Macleayius del Museo di Parigi . Gestro. — Descrizione di nuove specie di Coleotteri rac- colte nella regione Austro-Malese dal signor L. M. D'Albertis. Decade I, + OgeRTHUR. — Notes sur quelques Coléoptéres récoltés aux iles Sanghir par les chasseurs de M. A. A. Bruijn et description de trois espéces nouvelles (Tav. I) : ‘ : ‘ = Gasco. — Il Balenotto catturato nel 1854 a $, Sebastiano (Spagna) (Balaena biscayensis » Eschricht) . + VincravERRA. — Appunti ittiologici sulle collezioni del Mu- seo Civico di Genova. II. Intorno ai Macrurus del golfo di Genova ( Tav. TING SALvADORI. — Catalogo degli uccelli delle isole Kei. » » 401-489 490-508 509-551 952-565 966-572 573-608 609-627 628-670 Annali del Museo Civico Vol XIV. 1879 l_——_—_—_ dii d'Apreval pinx 1. Apogonia Sanghira, &. Qberthur DO Pachyrhynchus Croesus R Oberthur 3. Apriona punctatissima, au 4.5.6. Prosopoccelus Bruijnii,é è & 9, A. Oberthar Grave a Imprime chez Oberthur «fils a Rennes. Jenoch sc IUI/EA SLY DUA lf LOLA IS" SUMLLI OTT Al a è ea i eel 24 ke PoanL Mar 11 f TT 102 - = ae ee ee zi Anticate ni Alicia? 2 coni PRE TRS . A ne Pata TAI TE ee