H yt iit iV | tl i MINI 4 ci, I | 4 I) i HI Ao iL tH dii Ae ti ui i SII SR == == STES = a = SS 4H 1 == : = 2 STE i ==> Soo ANNALI DEL MUSEO CIVICO SPO. A-N'ATU RALE DI GENOVA SERIE 3.2, VoL. V (XLY ) | IE #. de” GTA AQUA: = CADE SE TANGER (| : "Ora . ULI ZIONI ACTA IO ATI Ane EAI ELE A PIO AO em E Î LA a I) j 1a RITA, Ott ANS ‘ sai Lal 4 hi 7 j p Lan % 7 tk i 4 e a a.) a Bi 4 d ee ” è Nr r w i = ba x —_— ANNALI DEL MUSEO CIVICO DI SOAs NACE UREs LE DIETE NOVO SD, PUBBLICATI PER CURA DI GIDORTLATETRAGESTERBRO SERIBSS = V. Ollie Vs (XLV) GENOVA STABILIMENTO TIPO-LITOGRAFICO PIETRO PELLAS FU L. 1911 | . See ea i 7 WAVE UNM MADTRENNI PYAOVEIR GARIN AR ao | VIRILITÀ 51 40 viral Î ert STIRIA LIA ia: CETL JARI 0 [EAS TS ees NED ‘4 ee Hate i] a a’ i) ne Bri ! ge DI fa Le A 91 i} ing 7 CONTRIBUTO ALLO STUDIO DEI RISOPAUSSIDI pi R. GESTRO In un pregevole lavoro intorno a Coleotteri mirmecofili e ter- mitofili dell’ Australia e della Tasmania, il distinto entomologo Arthur M. Lea ha pubblicato, nell’ Agosto dell’anno scorso, la descrizione e la figura di un insetto molto strano ed altrettanto interessante, fondando su di esso il nuovo genere Tretothorax e la nuova famiglia Tretothoracidae (1). Questo insetto ( Trelothorax cleistostoma) a tutta prima, pel suo capo prolungato davanti agli occhi e allargato all’ estre- mità, rammenta alquanto un Brentide; ma la strana conforma- zione delle antenne, che appaiono mutilate, il numero dei loro articoli ed altri caratteri ne lo allontanano. L'autore momentaneamente colloca la sua nuova famiglia fra le Rhysodidae e le Cucujidae; io credo invece che il genere Tretothorax debba far parte delle Rhysopaussidae, di cui Tre- tothoracidae diventerebbe sinonimo. La famiglia Rhysopaussidae fondata dal Wasmann nel 1896 (©) va a poco a poco arricchendosi di specie. L'elenco da me pubbli cato nel 1900 (*) ne comprendeva dieci; attualmente, colle ag- (*) Australian and Tasmanian Coleoptera inhabiting or resorting to the nests of ants, bees, and termites. By Arthur M. Lea. (Proceed. Roy. Soc. Victoria, Vol. XXIII, 41910, p. 240, pl. XXV, fig. 13, 44, pl. XXVII, fig. 49). (2) Neue Termitophilen und Termiten aus Indien, von E. Wasmann S. J. — I. Rhysopaussidae, eine neue termitophile Coleopterenfamilie. (Ann. Mus. Civ. Stor. Nat. Genova, Serie 2.2, XVI (XXXVI) 1896, p. 613, tav. II). Neue Termitophilen und Termiten aus Indien, von E. Wasmann S. J. — IV. (Nach- trag). Loc. cit., Serie 2.2, XVII (XXXVII) 1896, p. 149). @) Materiali per la conoscenza della fauna eritrea raccolli dal Dottore Paolo Ma- gretti. — Un nuovo genere di Rhysopaussidae. (Loc, cit., Serie 2.9, XX (XL), 1900, p. 743). 6 R. GESTRO giunte fattevi dal Wasmann (" ed unendovi il Tretothorax, arriviamo, salvo errore, alla cinquantina. Do una figura del Tretothorax, la quale mi dispensa dal dilungarmi sui suoi caratteri, che del resto sono accuratamente e minuziosamente esposti nella descrizione originale del Lea (*). Le antenne, molto variabili nei varì generi di questa famiglia, somigliano nella forma a quelle del genere Ziaelas, a giudicare almeno dalla figura che ne da il Wasmann (*); sono però notevolmente più corte e soltanto di dieci articoli (invece di undici); l’ultimo articolo invece di essere tanto largo quanto i precedenti, lo Ronan ciziziosienia Lea è un poco più lungo e più largo di essi e alquanto più largo all’ apice che alla base; all’ apice è troncato e guernito internamente di peli. Il torace, che in molti generi di Rhysopaussidae è scolpito di forti carene, qui non presenta che quattro aree glabre, legger- mente elevate, che lo rendono molto caratteristico. Lo stesso dicasi degli elitri, che generalmente hanno coste assai pronunziate, mentre nel 7retothorax ne mancano affatto e presentano punti larghi e fitti. I femori anteriori sono inermi, non dentati come negli Azarelius (4). Il Tretothorax fu raccolto nel Queensland (Little Mulgrave River) nei nidi di due specie di formiche, Lobopella excisa e Odontomachus coriarius. Lo studio del nuovo Rhysopaussidae australiano mi ha indotto (1) Results of the Swedish Zoological Expedition to Egypt and the White Nile, 1901, under the direction of L. A. Jag-rskidld. Part. I. Uppsala 1904. — Termitophilen aus dem Sudan, determinirt und beschrieben von E. Wasmann S. J., unter Mitwirkung von Prof. Aug. Forel, K. Escherich und G. Breddin. (Hierzu 1 Tafel). @) Nella figura la punteggiatura degli elitri appare molto più fine che sullinsetto. (*) Ann. Mus. Civ. Stor. Nat. Genova, Serie 2.", XVII (XXXVII) 1896, p. 149. (9) Negli Asare/ins i femori anteriori sono più robusti che quelli delle altre paia e muniti di un forte dente alla parte inferiore. Queste differenze non risultano dalla figura dell’Asarelins Oberthiriî (Ann. Mus. Civ. Genova, XXXVI, tav. II, fig. 3): il dente forse non può apparire per la posizione in cui trovasi il femore. RIYSOPAUSSIDAE , 7 a rivedere altri generi di questa famiglia e fra questi |’ Hu- a Euglyptonotus Magrettii Gestro. glyptonotus scoperto dal Dottore Paolo Magretti nell’ Eritrea, insieme al Termes bellicosus, e di cui il tipo conservasi nel Museo Civico di Genova. Dell’Y. Magrettii esiste finora soltanto la descrizione (!) e benchè si tratti di una forma ben caratte- rizzata, credo non sia superfluo pubblicarne anche la figura, allo scopo di rendere più agevole ai miei colleghi il compito della determinazione. (1) Ann. Mus. Civ. Genova, Serie 2.%, XX (XL), 1900, p. 744. SCORPIONI RACCOLTI DA LEONARDO FEA NELL’ AFRICA OCCIDENTALE Dorr. ALFREDO BORELLI La piccola raccolta di scorpioni radunata dal compianto L. Fea nel Congo Francese, nella Guinea Portoghese e nelle isole del Capo Verde, ad onta del numero esiguo di specie che contiene, offre un interesse speciale per la presenza di una nuova forma appartenente alla sotto famiglia Ananterinae di cui finora non si conosceva che un solo genere con tre specie proprie della re- gione neotropica. Buthus hottentota (Farr.). 1793. Scorpio hottentota Fabricius Ent. syst., v. 2, p. 435. Buthus hottentota (typicus) (FABR.). 1899. K. Kraepelin, Scorpiones in: « Das Tierreich »; Lief. 8, p22: Cacondo (Rio Cassine) nella Guinea Portoghese, Gennaio 1900; DI a MOL Questi esemplari corrispondono per il colore e per gli altri caratteri all’ Androctonus Pandarus (C. L. Koch, Arach., v. 5, p. 94, fig. 402) da Sierra Leone. 1 9 juv. da Bissau (Guinea Portoghese), Gennaio-Marzo 1899. Esemplare giallo-chiaro lavato di nerastro nel cefalotorace e nei segmenti dorsali dell’ addome, colle carene dei quattro primi segmenti della coda, il quinto segmento, la vescicola e le mani nerastre. SEOREIONM REL /AU RICA OCCIDENTALE 9 Ananteroides nov. gen. Margine inferiore del dito immobile delle mandibole fornito di un solo dente. Le due paia posteriori di zampe fornite di una corta spina tarsale. Presenza di una spina sotto l’ aculeo. Addome unicarinato. Cefalotorace privo di carene. Sterno poco più lungo che largo, triangolare coll’ apice tronco. Coda carenata in tutti i segmenti. Dita dei palpi mascellari fornite di poche serie di gra- nuli, in linea discontinua, coll’ultimo granulo superiore ed inferiore di ogni serie più grosso degli altri, fiancheggiate internamente ed esternamente da un solo tubercolo di cui I’ interno oltrepassa sensibilmente l'esterno della serie precedente. Pettini privi di ful- eri alla base dei denti i quali sono fissati direttamente alle lamine intermedie. : Questo genere differisce dal genere Anan- teris Thorell, unicamente per la disposizione delle serie di granuli delle dita dei palpi ma- scellari le quali, nel genere Ananteris sono in linea quasi continua, appena distinte fra loro da una serie trasversa che consta dei 2 tu- bercoli esterno ed interno e del grosso gra- nulo basale di ogni serie, mentre nel genere Ananteroides esse sono in linea discontinua e ben distinte giacchè : l’ultimo granulo api- cale di ogni serie, più grosso degli altri, è posto internamente al grano basale della a. b. serie precedente ed il tubercolo interno oltre- Dito dei palpi mascellari. passa sensibilmente l'esterno della serie pre- a Tn ee te cedente (fig. a.). Benchè questa differenza sia di poca entità, credo tuttavia che questi due generi debbano essere separati se si considera che tutte le specie del genere Ananteris appartengono alla regione neotropica. Ananteroides Feae nov. sp. Cefalotorace bruno-nerastro con macchie e striscie giallo-testacee disposte attorno alla gobba oculare mediana e lungo i margini, i 10 A. BORELLI quali sono orlati di nerastro. Segmenti superiori dell’ addome bruno- nerastri con macchie giallo-testacee di cui una mediana, che oc- cupa tutta la lunghezza dei segmenti, fiancheggiata a destra ed a sinistra da una macchia trasversa in forma di > e un’altra che copre i margini laterali per tutta la lunghezza del segmento. In- feriormente lobi mascellari, anche, sterno, lamine genitali e pet- tini giallo-chiari; segmenti ventrali giallo-chiari, 1’ ultimo legger- mente oscurato di bruno sui lati. Coda testacea oscurata di bruno- nerastro; il colore nerastro forma una grande macchia triangolare sulla superficie superiore dei segmenti, si estende lungo le carene, è disposto più o meno regolarmente nella metà posteriore dei segmenti I-IV e copre quasi i tre quarti posteriori del segmento V. Vescicola ocracea leggermente oscurata di bruno superiormente, aculeo bruno-rossiccio. Mandibole testacee screziate di bruno-nerastro. Anche dei palpi mascellari testacee macchiate di nerastro; femori bruno-nerastri superiormente ed anteriormente, con alcune piccole macchie testacee, limitati posteriormente da una striscia testacea , inferiormente testacei; tibie superiormente bruno-nerastre con due striscie testacee vicino all’articolazione coi femori e alcune piccole macchie sparse, inferiormente testacee variegate di nerastro. Mani giallo-chiare, dita brune macchiate di giallo. Cefalotorace di lunghezza poco inferiore, a quella complessiva dei due primi segmenti della coda nei g7, poco superiore nelle’ Q ; la sua larghezza, misurata sul margine posteriore, è superiore alla sua lunghezza e quasi uguale al doppio della larghezza misurata sul margine anteriore il quale è tronco. Fittamente e fortemente granuloso nei tratti nerastri, quasi privo di granuli nei tratti testacei; segnato per tutta la sua lunghezza, anche nella gobba oculare mediana, da un solco ben marcato che si allarga alquanto davanti alle arcate sopracciliari granulose. Segmenti superiori dell’ addome fittamente e fortemente gra- nulosi nei tratti nerastri, con granulazione meno marcata nei tratti gialli; carene mediane poco marcate, granulose. Ultimo segmento fornito delle solite 4 carene laterali di colore nerastro, abbreviate anteriormente e marcatamente granulose, la carena mediana, gialla, poco marcata. Segmenti ventrali opachi, non granulosi, il penultimo con pochi ‘granuli lungo i margini la- terali, |’ ultimo con piccolissimi granuli brillanti sparsi nei lati e nella parte posteriore, di cui aleuni sono disposti in 2 serie longi- SCORPIONI DELL'AFRICA OCCIDENTALE 11 tudinali mediane nel terzo posteriore del segmento. Nel primo seemento notasi una grande macchia lucida e lucente , in forma di triangolo, di cui la base poggia sul margine posteriore del segmento mentre |’ apice raggiunge il margine anteriore, nel terzo segmento è anche da notare lungo il margine posteriore una macchia triangolare lucida e lucente, ma molto più piccola. Coda a segmenti pressochè pa walleli, restringentesi sensibil- mente nella metà posteriore del segmento V; segmenti I e II più larchi che lunghi, segmento II di larghezza uguale alla propria lunghezza. Segmenti HI con carene ben marcate e dentellate , anche le medio-laterali, segmento IV con 8 carene; carene supe- riori mediane dei segmenti LIV leggermente denticolate coll’ultimo dente più grosso, sensibilmente arcuate e prominenti, principal- mente quelle dei segmenti IIT e IV di cui la maggiore altezza si trova un poco prima dell’ estremità posteriore dei segmenti. Su- perficie intercarinali granulose, i granuli sono più numerosi nella macchia nera triangolare fra le ee carene superiori, nella metà posteriore dei segmenti fra le carene laterali ed inferiori; super- ficie intercarinali superiori fortemente incavate. Segmento V con 5 carene ben marcate e dentellate; margini superiori leggermente convessi nel mezzo, superficie superiore alquanto concava con un debole solco mediano, infossata nel terzo posteriore essa è granu- losa nei due terzi anteriori, opaca nel terzo posteriore ; superficie laterali piane e granulose ; superficie inferiore sparsamente granu- losa nella metà anteriore fittamente nella metà posteriore, alcuni granuli più grossi disposti in 2 serie fiancheggiano la carena me- diana per tutta la lunghezza del segmento. Vescicola oviforme di un terzo più lunga che larga, di larghezza poco superiore alla propria altezza ed all’ estremità posteriore del segmento V; supe- riormente non granulosa, fornita alla base di alcuni granuli di- sposti in serie lungo i margini laterali, irregolarmente granulosa lateralmente ed inferiormente con alcuni grossi granuli disposti in serie longitudinali, segnata da 4 solchi non granulosi, di cui 2 corrono lungo i margini superiori e gli altri fiancheggiano la parte mediana inferiore la quale è fortemente granulosa con alcuni tu- bercoli spiniformi. Aculeo piuttosto corto, fortemente ricurvo ; spor- genza sotto l’ aculeo grande, di forma triangolare, allargata alla base, acuta all’ apice, col margine inferiore dentellato ed il mar- gine superiore bisinuoso fornito nel mezzo di un piccolo tubercolo. 12 A. BORELLI Pettini privi di fuleri, con 3 lamine dorsali e 6 o 7 lamine intermedie secondo gli esemplari; denti ai pettini 1%-15 e 14-15 nei g, 14-14 o 13-14 e anche 13-13 nelle 9. Femori dei palpi mascellari, superiormente granulosi , limitati anteriormente e posteriormente da una serie di granuli a mo’ di carena; anteriormente granulosi nella metà superiore limitati infe- riormente da una serie longitudinale di granuli; inferiormente non granulosi; posteriormente non granulosi ma forniti nel mezzo di una serie longitudinale di granuli e di fossette. Tibie colla faccia superiore arrotondata fornita di pochi granuli disposti in serie longitudinali, faccia anteriore convessa fornita nel mezzo di una serie di piccoli tubercoli spiniformi, inferiormente e posteriormente non granulose. Mani piccole, di larghezza inferiore a quella delle tibie e inferiore di un terzo alla propria lunghezza, convesse inter- namente, prive di carene, non granulose, fornite di pochi granuli nella metà inferiore. Dita lunghe e alquanto ricurve; dito mobile di lunghezza superiore al doppio della mano nelle 9, uguale al doppio nei 7, fornito di 7 serie di granuli fiancheggiate interna- mente ed esternamente da 6 tubercoli. Zampe fittamente granulose sulla superficie esterna del femore e della tibia. Dimensioni in millimetri : 3: lunghezza del tronco 8, del cefalotorace 2,6, della coda 13,5; lunghezza del segmento I 1,25 sua larghezza 1,7; lunghezza del IV 2,1, del V 3,5; larghezza del V 1,6, posteriormente poco più di 1; lunghezza della vescicola 2, dell’ aculeo 1,15, sua larghezza 1,4. Larghezza della tibia dei palpi mascellari 1, della mano 0,75 ; lunghezza della mano posteriore 1,25, del dito mobile 2,5. Q : Lunghezza del tronco 12,5, del cefalotorace 3,3, della coda 15,1; lunghezza del segmento I 1,5 sua larghezza 2; lun- ghezza del IV 2,5, del V 4; larghezza del V 1,75 posteriormente 1,1; lunghezza della vescicola 3,75 di cui 1,2 per l’aculeo, sua larghezza 1,7. Larghezza della tibia dei palpi mascellari 1,2, della mano 1, lunghezza della mano posteriore 1,4, del dito mobile 3,2. Località: 2 g* e 9 QO da Cacondo (Rio Cassine) Guinea Por- tozhese — Gennaio 1900. SCORPIONI DELL'AFRICA OCCIDENTALE 13 Babyeurus bittneri KARSCH. 1886. Karsch in: Berl. ent. Zeit. v. 30, p. 78. Parecchi esemplari 9° e 9 da Fernand-Vaz, VII-IX 1902 e N’ Djolé XII 1902, (Congo Francese). Tutti questi esemplari hanno le dita bruno-nerastre colle punte testacee, le mani giallo-ocracee, le zampe gialle oscurate di bruno oscuro. Isometrus maculatus (GEER). 1778. Scorpio maculatus, Geer, Mém. Hist. Ins. v. 7, p. 346, t. Al, f£. 9, 10. — 1899. Is. maculatus, K. Kraepelin das Tierr., Scorpiones et Pedipalpi, p. 66. Parecchi esemplari da: Ribeira Palma, VU-VUE 1900, (Isola San Thoméè). — Bahia do Oeste, V-VI 1901, (Isola Principe). — Brava, (Isole del Capo Verde). Opisthacanthus africanus F. Sm. 1876. E. Simon in: Bull. Soc. Zool. France, v. I, p. 221. ST e juv. da Fernand-Vaz, VII-IX 1902, (Congo Francese). MATERIALI PER LO STUDIO DELLE HISPIDAE DI R. GESTRO XLII. ALCUNE NUOVE HISPIDAE INDIANE. La fauna della regione orientale, specialmente nella sottore- gione indiana, per quanto concerne le Hispidae, fu già argomento di parecchi lavori di Weise (*), nei quali sono illustrate, in parte, collezioni fatte dal Sig. H. L. Andrewes. Questo campo di studio non è però esaurito, perchè in mezzo a materiali ricevuti recente- mente dal Sig. H. E. Andrewes e provenienti dagli stessi luoghi, ho trovato varie specie tuttora sconosciute. Due di queste le ho già descritte (?) ed alcune altre verranno trattate nella presente memoria. Callispa maculipennis, n, sp. Oblonga, nitida, pallide flava, capitis apice et occipite lineaque media thoracis fumosis, antennis nigris, elytris nigro maculatis et vittatis; abdomine pallide flavo, pectoris laleribus, coxis, geniculis, tibiarum apice tarsisque fuscis. Capite inter antennas acute porrecto, medio et postice te- nuissime obsolete punctulato; antennis sat longis, thoracis basim superantibus, validis, articulo secundo quam primo longiore et crassiore, tertio secundo parum longiore, quarto (1) Kritisches Verzeichniss der von Mr. Andrewes eingesandten Cassidinen und Hispinen aus Indien. (Deutsche Entom. Zeitsch., 1897, p. 97). Zweites Verzeichnis der Hispinen und Cassidinen aus Vorder-Indien. (loc. cit, 1905, p. 113). Coleopteren aus Ostindien. (Stettin. Entom. Zeit., 1908, p. 213). (&) Materiali per lo studio delle Hispidae. XXXIX. Nuovi appunti sul genere Prionispa. (Questi Annali, vol. XLIV, 1910, p. 554). NUOVE HISPIDAE INDIANE 15 et sequentibus tertio parum brevioribus, cylindricis, inter se subaequalibus et arcle approximatis. Thorace transverso, basi quam apice paullo latiore, lateribus subparallelis, an- trorsum leviter convergentibus et rotundatis, margine an- tico utrinque ad angulos sinuato, margine basali trisinuato, marginibus lateralibus fortiter crenatis; disco parum con- vero, linea media elevata laevi, utrinque apud eam punctis crassis irregulariter seriatim dispositis, ad latera, longitu- dinaliter foveato, fovearum fundo crasse punctato, coeterum laevi. Scutello laevi, apice truncato-rotundato. Elytris latis, thorace valde latioribus, sat converis, bast utrinque, ad scu- tellum, tenue callosis, crasse seriatim punctatis, punctis ad latera crassioribus ibique interslitiis elevatis. - Long. 4 */, millim. È lucente e di un giallo slavato; l'orlo della sporgenza ante- riore del capo, la porzione occipitale e una striscia mediana del torace appajono poco distintamente affumicati; le antenne sono nere, come pure le macchie e le striscie sugli elitri. Ciascun elitro ha una macchia ovale, occupante la callosità che sta presso lo scudetto; un’ altra, un poco più piccola, alquanto prima della metà, fra il secondo e il quarto interstizio, che col suo lato esterno è ¢ contatto colla striscia laterale; e una terza, più grande delle pre- cedenti, che sta fra la sutura ed il quarto interstizio, al principio della porzione declive dell’ elitro; oltre a queste tre macchie, ab- biamo: una striscia che dalla sporgenza omerale si prolunga fino oltre alla metà, un’altra striscia, molto più corta, esterna alla precedente e a contatto con essa, e finalmente una larga macchia in corrispondenza dell’ angolo apicale esterno. Anche la sutura, presso l’ apice è sottilmente tinta di nero. Il capo sporge angolosamente fra le antenne; nel mezzo e sull’ occipite ha alcuni punti, minutissimi, visibili soltanto con forte lente. Le antenne sono robuste, cilindriche e oltrepassano in lunghezza la base dei torace; i loro articoli dal 4.° all’ ultimo, sono quasi uguali fra di loro, un poco più corti del terzo e stret- tamente accostati |’ uno all’ altro. Il torace è largo, trasverso, poco più largo alla base che all’ apice; i lati in avanti sono legger- mente convergenti e arrotondati e i margini laterali sono forte- mente crenati; il margine anteriore è sinuato in corrispondenza 16 R. GESTRO degli angoli, che sono acuti; il disco, poco convesso, presenta una linea mediana liscia leggermente elevata e due depressioni allun- gate, foveiformi, una per ciascun lato; ai lati della linea me- diana, vi sono punti grossi irregolarmente allineati e altri grossi punti si osservano nel fondo delle depressioni laterali; tutto il resto del disco è liscio. Gli elitri, assai larghi e abbastanza con- vessi, presentano serie di punti, che si fanno molto più grossi verso i lati, ove gli interstizii sono elevati. Due esemplari dei monti Nilghiri, a 5,000 p. in Maggio, e uno di Nadgani, Malabar, raccolti da H. L. Andrewes. Tipi nella collezione H. E. Andrewes e nel Museo Civico di Genova. Può collocarsi vicino alla C. arcana Duy., di cui, per genti- lezza del Sig. Severin, ho esaminato il tipo appartenente al Museo di Bruxelles. L’ arcana è però più grande, ha le antenne più assottigliate all’ apice, il torace molto più trasverso e differente- mente scolpito, diversa pure la disposizione delle macchie nere sugli elitri e la scultura di questi, composta di punti più piccoli e più radi, senza contare altre piccole differenze. Anche le altre specie con macchie elitrali, come la 8-punctata Baly e la sua var. 6-maculata Weise e la 7-maculata Weise, si staccano dall’ arcana e dalla maculipennis per la forma del corpo, per la scultura, per la disposizione e numero delle maechie ed altri caratteri. Distolaca flavida , n. sp. Elongata, flava, nitida; capite medio longitudinaliter ca- rinato; antennis brevibus, capite cum thorace fere aequan- tibus, validiusculis; thorace capite paullo latiore, latitudine parum longiore, lateribus subparallelis, antrorsum rotun- datis, leviter convergentibus, medio late levissime sinuatis, angulis posticis prominulis, margine antico subrecto, mar- gine postico fortiter bisinuato, disci parte antica convexa, carinis tribus longitudinalibus brevibus carinam trans- versam attingentibus, parte postica medio et ad latera fo- veata, interstitiis et foveis irregulariter punctatis; scutello laevi, subtrigono apice obluso ; elytris longis, retrorsum mo- NUOVE HISPIDAE INDIANE 17 dice amplialis, apice rotundatis, serialim regulariter crasse punctatis, utrinque tricostatis, costis obsoletis, prima tantum validiore, interstitio primo serie triplici puncterum prae- dito; subtus nitida, prosterni lateribus sparse punctatis ; pedibus brevibus, validis. — Long. 6!/, millim. Gialla, lucente. Il capo, largo e corto, presenta nel mezzo una carena longitudinale. Le antenne stentano a raggiungere in lun- ghezza il capo ed il torace insieme; sono abbastanza robuste, il primo ed il secondo articoli sono quasi ugualmente lunghi; il terzo è alquanto più lungo del precedente; il quarto ed i seguenti sono un poco più corti e vanno leggermente ingrossando fino all’apice; l’ultimo si assottiglia alla sua estremità. Il torace è poco più largo del capo, poco più lungo che largo; il margine anteriore è quasi retto, il posteriore è fortemente bisinuato; i lati sono quasi paralleli, in avanti verso gli angoli anteriori si arrotondano al- quanto e leggermente convergono, in mezzo sono appena sinuati e gli angoli posteriori sono acuti e sporgenti. Il disco ha una scultura marcata e caratteristica; nella porzione anteriore, che è più convessa che altrove, si osservano tre carene longitudinali, che in avanti raggiungono il margine anteriore e in addietro vanno ad incontrare una carena trasversale; queste carene sono distinte, però ottuse e non taglienti; nel resto del disco osserviamo : nel mezzo una fossetta quasi tonda e un’altra più grande e più pro- fonda antebasale; su ciascun lato una larga depressione foveiforme irregolare. Gli interstizii fra le carene e il fondo delle fossette e depressioni sono irregolarmente punteggiati. Gli elitri sono più larghi del torace e più larghi in addietro che alla base; in lun- ghezza sono più di tre volte (quasi tre volte e mezza) il torace; la loro scultura consta di punti grossi e fitti, ordinati regolar- mente in serie e di tre coste, delle quali le due esterne sono ap- pena visibili, mentre la più interna è abbastanza distinta; nell’in- tervallo fra la sutura e la prima costa i punti sono disposti in serie triplice. Il corpo al disotto è molto lucente e presenta pochi punti sparsi sui lati del prosterno. I piedi sono corti e robusti. Monti Nilghiri: Pilloor, a 5,000 p., in Giugno, raccolta dal Cap. A. K. W. Downing. Tipi nella collezione H. E. Andrewes e nel Museo Civico di Genova. mv Ann, del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 3.8, Vol. V (20 Gennaio 1911). 18 R. GESTRO Agonia fallax, n. sp. Elongata, nitida, flavo-albescente, capite dilute ferrugineo, antennis flavo-ferrugineis, articulis basalibus obscurioribus ; thorace margine antico, marginibusque lateralibus anguste nigro limbatis, vittula media, antrorsum et retrorsum ab- breviata, ferruginea; scutello nigro; elytris ferrugineo ni- groque variegatis; subtus nitida, pectore nigro, abdomine flavo, pedibus flavo-albescentibus, tarsis leviter infuscatis. Capite laevi, antennis brevibus, validis, articulis duobus basalibus crassioribus, inflatis, coeleris apicem versus gra- datim incrassatis, quinque ultimis transversis, praeceden- tibus crassioribus; thorace capite paulo laliore, margine antico fere recto, margine basali bisinuato, lateribus an- trorsum rotundatis, medio tenue sinuatis, angulis posticis prominulis, disco convexo, medio et antice praecipue punctato- rugoso, basi transverse depresso; elytris thorace latioribus, triente basali parallelis, deinde modice ampliatis, apice rotundatis, ulrinque tricarinatis, carinis basi incrassatis , carina externa minus elevata, interstiliis serie duplici punctorum costulisque transversis instructis. — Long. 4 millim. Al disopra è d’ un giallo biancastro, lucente, col capo tinto di ferrugineo e le antenne giallo-ferruginee, coi due articoli basali più scuri. Il torace ha un orletto nero sul margine anteriore ed uno più sottile sui margini laterali; nel mezzo del disco si osserva una piccola striscia longitudinale ferruginea, che non raggiunge nè l'apice nè la base. Lo scudetto è nero. Gli elitri sono ferru- ginei sulla sutura, nel primo interstizio, alla base degli altri in- terstizii e sull’ apice, le carene invece sono giallo-pallide; ma non in tutto il loro percorso; infatti la prima porta una breve striscia nera dopo il terzo basale ed una brevissima all’ apice; la seconda ha pure brevi striseie nere, una dopo la metà e l’altra all'apice; la terza ha una striscia più lunga, che ne occupa, cominciando dall’ omero, il terzo basale e altre due brevissime, delle quali una prima dell’ apice, situata poco all’ indietro di quella della seconda carena, ed una sull’ apice. Il corpo inferiormente è lucente, nero NUOVE HISPIDAE INDIANE 19 sul petto, giallo sull’ addome; i piedi sono giallo-pallidi, coi tarsi leggermente scuri. Il capo è liscio; le antenne sono abbastanza robuste e appena più lunghe del capo e del torace presi insieme; i loro due primi articoli sono più robusti di tutti gli altri e un po’ rigonfii; gli altri vanno, a cominciare dal terzo, gradatamente aumentando di spessore e gli ultimi cinque sono trasversi e più grandi dei precedenti. Il torace è di poco più largo del capo; i suoi lati nel mezzo sono leggermente sinuosi, e in avanti si arrotondano alquanto; gli angoli posteriori sono sporgenti; il mar- gine anteriore è quasi retto, il posteriore è bisinuato; il disco è convesso, sopratutto nella parte anteriore, trasversalmente depresso alla base, puntato-rugoso irregolarmente e in modo più marcato nel mezzo e in avanti. Gli elitri sono più larghi del torace e lunghi un po’ più di quattro volte; per circa il terzo basale sono paralleli, poi si allargano alquanto; all’ apice sono arrotondati, ciascuno ha tre carene, delle quali la prima è la più marcata e l'esterna è poco sporgente; tutte e tre alla base sono ingrossate; gli interstizii fra le carene sono occupati da una doppia serie di punti, interrotti da costule trasversali. Questa graziosa specie fu raccolta dal Sig. H. L. Andrewes sui Nilghiri, in varii esemplari, uno dei quali, di colore più sbia- dito, ha la striscia discoidale del torace appena accennata e le striscie scure degli elitri quasi mancanti. Tipi nella collezione H. E. Andrewes e in quella del Museo Civico di Genova. Agonia nigricornis, n. sp. Elongata, nitida, capite dilute ferrugineo, occipite infu- scato, antennis nigris, articulis duobus basalibus rufescen- libus; thorace pallide flavo, anguste fusco marginato, vitla longitudinali media fusca antrorsum et retrorsum abbre- viata; scutello nigro; elytris nigris, vittis brevibus pallide flavis ornatis; subtus nitida, pectore nigro, abdomine flavo- ferrugineo apice obscuriore; pedibus pallide flavis, tarsis nigris. Capite laevi; antennis sat validis, articulis duobus primis crassioribus, coeteris gradatim parum incrassatis ; tho- race capite paulo latiore, lateribus antrorsum rotundatis, medio tenue sinuatis, margine antico fere recto, margine 20 R. GESTRO postico bisinuato, angulis posticis prominulis, disco convexo, basi transverse depresso, medio et antice praecipue irregu- lariter punctato-rugoso; elytris thorace latioribus, parallelis, apicem versus parum dilatatis, apice rotundatis, utrinque tricarinatis, carinis basi incrassatis, carina externa tenuiore, interstitiis serie duplici punctorum costulisque transversis instructis. — Long. 3 */, millim. Praecedenti proxima, sed statura minore, colore diverso, antennis nigris, longioribus, magis incrassatis, articulis duobus basalibus tenuioribus, elytris brevioribus, facile di- stinguenda. È lucente sopra e sotto. Il capo è di un ferrugineo sbiadito, ma nero all’occipite; le antenne sono nere, eccettuati i due primi articoli che sono rossastri; il torace è di un giallo slavato, bian- castro, con un orletto esilissimo marginale scuro ed una striscia mediana longitudinale scura, che non raggiunge nè l’ apice nè la base e che è più o meno marcata secondo gli esemplari. Lo scu- detto è nero. Gli elitri sono neri e ciaseuno ha sei striscie gial- lastre, brevi; tre sulla prima carena, delle quali una basale, una che comincia dopo la metà e una terza presso l'apice; due sulla seconda carena, una un po’ prima della metà, |’ altra verso l'apice, alternanti con quelle della prima carena; finalmente la sesta striscia, che è brevissima e talvolta poco sviluppata, trovasi sulla terza carena, presso I’ apice e al livello di quella della seconda carena Il corpo inferiormente è nero sul petto; l addome è di un giallo ferrugineo, più intenso verso I’ apice; i piedi sono giallo- pallidi, coi tarsi neri. Il capo è liscio, le antenne sono robuste e notevolmente più lunghe del capo e torace presi insieme; gli articoli primo e se- condo sono più inspessiti del terzo, gli altri dal terzo in poi vanno gradatamente ingrossando. Il torace è poco più largo del capo, quasi tanto lungo quanto largo, coi lati alquanto sinuosi, ma in avanti arrotondati e cogli angoli posteriori sporgenti; il disco è trasversalmente depresso alla base, convesso in avanti, punteg- giato rugoso irregolarmente, sopratutto nel mezzo e sull’ apice. Gli elitri sono più larghi del torace e lunghi meno di quattro volte, paralleli per lungo tratto e poi leggermente dilatati presso l'apice, che è arrotondato. Ciascun elitro ha tre carene longitu- NUOVE HISPIDAÈ INDIANE 21 dinali, inspessite alla base, delle quali I’ esterna è meno evidente, Negli interstizi fra le carene si osservano doppie serie di punti, fitti, interrotti da costule trasversali. Questa specie è molto affine alla precedente; basta però la colorazione per riconoscerla a tutta prima. È anche più piccola ed ha poi un carattere specifico più importante di quello tratto dal colore, nelle antenne, che sono notevolmente più lunghe ed hanno i primi due articoli relativamente più piccoli e meno globosi che nella fallax. È della stessa provenienza e i tipi si conservano nella colle- zione H. E. Andrewes e nel Museo Civico di Genova. Downesia Andrewesii, n. sp. Elongata, subparallela, depressa, nigra, nitida, macula occipitali rufescente parum conspicua. Capile tenuissime obsolete punctulato, inter oculos longitudinaliter obsolete striolato; antennis longitudine caput cum thorace superan- tibus; apice incrassatis, articulo ultimo praecedentibus lon- giore, ovato-acuminato, articulis basalibus glabris, coeteris albido pubescentibus. Thorace capite paullo latiore, subqua- drato, angulis anticis parce rotundatis, subdeflexis, lateribus parallelis, medio tenue sinuatis, margine anguste reflexo , disco parum convexo, sparse, obsolete, tenuissime punctu- lato, basi medio transverse sulcato-foveato. Scutello laevi. Elytris thorace latioribus, elongatis, subparallelis, apice ro- tundatis, 7-punctato-striatis, striis binis, interstitiis primo, tertio parum, quinto magis, elevatis ; interstitiis basi dilutatis depressis, apice costatis. Pedibus, femoribus anticis prae- cipue, validis. — Long. 5 !/, millim. È molto lucente, tutta nera sopra e sotto, eccettuata una macchietta occipitale, poco apparente, di un rosso cupo. Il capo ha punti minutissimi e qualche striola molto esile si osserva in mezzo agli occhi. Le antenne alla base sono glabre, nel resto rive- stite di pubescenza biancastra; superano in lunghezza il capo ed il torace riuniti e sono ingrossate dal settimo all’ undecimo arti- colo; questo è più lungo assai dei precedenti e ha forma ovale ad apice acuto. Il torace è poco più largo del capo, quasi tanto 99 R. GESTRO largo quanto lungo; il margine anteriore è appena arrotondato; gli angoli anteriori sono leggermente arrotondati e un po’ piegati in basso; i lati sono paralleli, con una lieve sinuosità nel mezzo e il margine laterale è strettamente ripiegato in alto sopratutto prima dell’ angolo anteriore; il disco è poco convesso e presenta punti sottili irregolarmente sparsi; alla base davanti allo scudetto è trasversalmente depresso-solcato. Gli elitri sono più larghi e un po’ più di quattro volte lunghi del torace, quasi paralleli, arro- tondati all’ apice, depressi nella regione suturale; ciascuno ha sette strie punteggiate; gli interstizii fra ogni paio di strie sono legger- mente elevati, all’ apice sono più marcati e costiformi, I’ esterno è in tutto il suo decorso più marcato degli altri; alla base gli interstizii si allargano, si appiattiscono e quasi si uniscono insieme I piedi sono piuttosto corti e robusti e i femori del paio anteriore sono un po’ più ingrossati degli altri Ne ho esaminato ire esemplari, raccolti dal Sig. H. L. An- drewes sui monti Nilghiri, a Naduvatam, a 6000 p., in Maggio. Tipi nella collezione H. E. Andrewes e nel Museo Civico di Genova. È vicina all’ elegans Gestro dei monti Carin; . questa però è più grande, ha l’ addome fulvo, il torace alquanto più lungo e più fortemente punteggiato, gli elitri più larghi in addietro e con coste e punti molto più forti. Pare sia anche affine alla insignis Baly, ma le antenne in questa specie, come risulta dalla descrizione e dalla figura, sono notevolmente più corte. COLLEZIONI ZOOLOGICHE FATTE NELL’UGANDA DAL DOTT. E. BAYON. X. NOTA SULLE HISPIDAE pI R. GESTRO Dalle collezioni del Dottore Bayon, che hanno già arrecato un notevole contributo alla conoscenza della fauna dell’ Uganda (!) ed un pregevole contingente di novità, ho ricavato gli elementi per una noticina sulle Hispidae di quel paese e sono lieto di pubblicarla in omaggio al benemerito raccoglitore. Le specie non sono numerose, ma in compenso interessanti per la loro prove- nienza da una regione finora poco conosciuta, ed aleune sono qui descritte come nuove. Leptispa graminum GESTRO. Ann. Mus. Civ. Genova, XLII, 1906, p. 503, 542. Un esemplare. Bussu-Busoga, Maggio 1909. Il tipo è dell’isola Fernando Poo. () Collezioni zoologiche fatte nell’ Uganda dal Dott. E. Bayon. I. On a small collection of Reptiles, Batrachians and Fishes made by Dr. Bayon in Uganda. By G. A. Boulenger, F. R. S. (Ann. Mus. Civ. Genova, 3." Ser., IV (XLIV) 1908, p. 5). Collezioni zoologiche, ecc., c. s., II. Contribuzione allo studio degli Schthyurus africani di R. Gestro (loc. cit. 1909, p. 188). Collezioni zoologiche, ecc., c. s., 111. On a second collection of Reptiles, Batrachians and Fishes made by Dr. E. Bayon in Uganda. By G. A. Boulenger, F. R. S. (loc. cit. 1909, p. 302). Collezioni zoologiche, ecc., e. s., IV. Chrysididae di Giacomo Mantero (loc. cit. 1909, p. 450). Collezioni zoologiche, ecc., c. s., V. Contribuzione alla conoscenza dei Miriapodi dell’ Uganda di F. Silvestri (loc. cit. 1910, p. 457). Collezioni zoologiche, ecc., c. s., VI. Pseudoscorpions from Uganda collected by Dr. E. Bayon. By Edy. Ellingsen (oc. cit. 1910, p. 536). Collezioni zoologiche , ecc., c. s., VIT. Buprestidae par Ch. Kerremans (loc. cit. 1910, p. 542). Collezioni zoologiche, ecc., e. s., VIII. Seconda contribuzione alla conoscenza delle Chrysididae dell’ Uganda di Giacomo Mantero (loc. cit. 1910, p. 546). Collezioni zoologiche, ece., c. s., IX. Appunti sui Paussidi di R. Gestro (loc. cit. 1910, p. 550). oh R. GESTRO Callispa Bayonii, n. sp. Elongata, nitida, capite, antennis, scutelloque nigris, thorace flavo, anguste fusco marginato, elytris cyaneis; subtus nitida, pectore nigro, prosterni lateribus flavis, abdomine testaceo, pedibus testaceis, geniculis tarsisque nigro-piceis; capite inter antennas antrorsum breviter sub- acute producto, tenue punctulato, medio longitudinaliter sulcato; antennis sat validis; thorace transverso, lateribus rolundatis, antrorsum convergentibus, margine antico exciso, angulis anticis antrorsum acute porrectis, disco parum convexo, inaequali, punctis sat crassis irregulariter sparso; elytris thorace parum lalioribus, triente basali transverse depressis, postice modice ampliatis, punctato-striatis, punctis basi et lateribus crassioribus, interstitiis planis. — Long. 5 */. millim. È lucente sopra e sotto; il capo, le antenne e lo scudetto sono neri, il torace è giallo, con un orletto scuro, sottile tutto attorno, un poco più largo sul margine anteriore; gli elitri sono di colore cianeo; il petto è nero, eccettuati i lati del prosterno, che sono gialli; l'addome ed i piedi sono testacei; questi hanno le ginocchia ed i tarsi nero-picei. La sporgenza del capo fra le antenne è corta e quasi acuta; la sua superficie è scolpita di ‘ punti sottili e nel mezzo percorsa da un solco longitudinale che non raggiunge l'apice. Le antenne sono abbastanza robuste; il secondo articolo è più lungo e più grosso del primo; il terzo è lungo quasi quanto i primi due presi insieme; i quatiro seguenti sono più corti e i quattro ultimi sono leggermente più grossi dei precedenti e meno nettamente separati fra di loro. Il torace è molto largo e trasverso, più largo alla base che all'apice, coi lati arrotondati e convergenti in avanti, e gli angoli anteriori spor- genti in avanti ed acuti; il disco è poco convesso e la sua super- ficie è ineguale e scolpita di punti irregolari assai sparsi, dei quali i laterali sono più grossi. Lo scudetto è liscio. Gli elitri alla base sono poco più larghi del torace, e in addietro poco dilatati; circa verso il terzo basale trasversalmente depressi; HISPIDAR DELL’ UGANDA 25 puntato-striati coi punti alla base e verso i lati più forti; gli interstizii sono piani. Un esemplare di Bussu-Busoga, Maggio 1909. Questa specie è dedicata al Dott. E. Bayon, cui il Museo Civico di Genova deve tante preziose collezioni. Distolaca fossulata GuER. Odontota fossulata Guér., Icon. Régn. Anim., Ins. p. 274. Charistena bangalana Duviv., Ann. Soc. Ent. Belg., 1890, C. R., p. CXCVIL. Distolaca crenatipennis Kraatz., Deutsch. Ent. Zeit., 1895, [De WER Distolaca amoena Peéring. Ann, S. Afric. Mus., V, 1908, p. 336. Bussu-Busoga, Maggio 1909; Bululo, sul Nilo, Dicembre 1909. Tre esemplari. Comprendo fra i sinonimi di questa specie anche la D. amoena, in seguito all’ esame del tipo gentilmente comunicatomi dall'autore. La D. fossulala ha una distribuzione piuttosto grande, essendo già nota del Senegal, Togo, Niger, Congo, Uganda, Natal, Rhodesia meridionale. Oncocephala nervosa \WEISE. Deutsch. Ent. Zeit., 1901, p. 228. Due esemplari di Bussu, 1909-1910. Il tipo proviene dall’ Africa orientale tedesca. Dichirispa transvaalensis PERING. Platypria transvaalensis Péring. Ann. S. Afric. Mus., I, 1, 1898, p. 116. Dichirispa transvaalensis Gestro, Ann. Mus. Civ. Gen.; XLI, 1905, p. 516 — XLII, 1906, p. 549. riferisco a questa specie l’unico esemplare raccolto dal Dott. Bayon a Bugala, nell’Arcipelago di Sessè; ma con qualche incertezza, non essendo riescito ad avere dalla descrizione un'idea esatta delle caratteristiche della specie transvaaliana. 26 R. GESTRO Dichirispa coendu, n. sp. Flavo-testacea, subnitida, thoracis disco opaco, capite nigro, inter oculos testaceo, antennis articulis duobus basa- libus infuscatis, thorace nigro triguttato, spinis apice nigris, elytrorum spinis discoidalibus nigris, caeleris nigro-piceis, spina marginis medii straminea apice nigro, humeris et limbo apicali nigris; subtus testaceo-ferruginea, pectore obscuriore laleribus nigricantibus, pedibus stramineis. Ca- pile inter oculos medio longitudinaliter sulcato; antennis longis, gracilibus, articulo tertio duobus sequentibus simul sumptis aequali; tribus ultimis leviter incrassatis, ultimo praecedente longiore; thorace transverse biimpresso, obsolete punclato, lobo 5-spinoso spina postica caeleris breviore; scutello opaco, apice truncato-rolundato; elytris striato- punctatis, punctis subquadratis, interstitiis 3. et 5. costatis, spinis discoidalibus basi crassis, lobo basali 4-spinoso, Long. 4 >/, millim. Di un giallo testaceo, col torace e lo scudetto opachi, gli elitri alquanto lucenti; i primi due articoli delle antenne sono un poco più scuri degli altri; il torace ha tre piccole macchie nere tonde, una nel mezzo del margine anteriore, e le altre due nella depressione basale; l'apice delle spine è nero. Gli elitri hanno le spine discoidali nere colla base largamente nera, sopra- tutto nella regione apicale, ove il nero forma quasi una fascia; sono pure neri gli omeri e la porzione apicale, eccettuato però il margine corrispondente; il lobo anteriore alla base è nero e le sue spine sono picee; la spina isolata sulla metà del margine è gialla coll’apice nero, le altre spine del margine sono picee. Il capo è scolpito da un solco mediano longitudinale; le antenne sono lunghe e gracili; il terzo articolo è uguale in lunghezza ai due seguenti presi insieme; i tre ultimi sono leggermente ingros- sati e l’ultimo è notevolmente più lungo del precedente. Il torace è trasverso, con due depressioni trasversali, delle quali la basale è più marcata; la punteggiatura è poco marcata, più visibile sulle due macchie basali; il lobo è grande e armato di cinque spine, delle quali la quarta è la più lunga e fortemente incurvata in HISPIDAE DELL’ UGANDA 97 avanti e la quinta è brevissima. Gli elitri sono striato-puntati, con punti quasi quadrati e cogli intervalli 3.° e 3.° elevati a modo di coste. A poco più di un quarto di distanza dalla base vi è una spina brevissima situata sulla sutura. Il terzo interstizio porta. alla anetà una spina che è la più lunga e la più robusta di tutte; circa al terzo posteriore una seconda spina anche essa lunga e robusta e sulla porzione declive apicale una terza molto più corta. Allo stesso livello della seconda spina ve ne è una sul quinto interstizio un poco più corta e accanto a questa, sul sesto inter- stizio, un’ altra ancora più corta. Queste tre ultime spine formano una serie trasversale, dietro alla quale ve ne è un’altra, si può dire parallela, situata sulla parte declive dell’ elitro e composta ugualmente di tre spine, però più corte. Sulla sporgenza omerale vi sono tre spine corte e in addietro, cioè al finire della cresta omerale, una quarta molto più lunga ed eretta. Il lobo basale è armato di quattro spine, delle quali le più lunghe sono la seconda e la quarta. La spina gialla isolata nel mezzo del margine è assai lunga; anche le seguenti, che ammontano a sei, sono lunghe, ma vanno gradatamente decrescendo verso l'apice. Di questa graziosa specie il Dott. Bayon ha raccolto nel 1908 due esemplari a Bugala, nell’Arcipelago di Sessé. Dactylispa spinulosa GYLL. Hispa spinulosa Gyll., Schénh. Syn. Ins., I. 3, App., 1817, p. 3. Bululo, sul Nilo, 1909. Varii esemplari. Bussu, un esemplare. Specie comune e largamente distribuita sul territorio africano. Dactylispa rufiventris KRAATZ. Hispa (Podispa) rufiventris Kraatz, Deutsch. Entom. Zeitsch., 1395, p. 197. Bussu, Aprile 1909, un esemplare. Varii esemplari di Butiaba (Lago Alberto). È conosciuta di Liberia, Togo, Camerun, Isola Fernando Poo, Congo. 28 R. GESTRO Dactylispa Chapuisii GestRo. Ann. Mus. Civ. Genova, XX, 1884, p. 305. Bussu-Busoga, 1909. Tre esemplari. Deseritta sopra un esemplare d’Abissinia. Dactylispa clavata WEISE. Deutsch. Entom. Zeit., 1901, p. 325. Un esemplare di Bussu. Il tipo é di Tanga (Africa orientale tedesca). L’esame di questo esemplare è stato per me assai utile, met- tendomi in grado di verificare che una specie dell’ Eritrea che io avevo riferito alla clavata di Weise, è invece ben differente. Di questa specie do qui la descrizione. Dactylispa perpusilla, n. sp. Dactylispa clavata Gestro, Bull. Soc. Ent. Ital. XXXVI, 1904, p. 175 (nec Weise). Nigra, elytris nitidis; antennis brevibus, validis, com- pressis, articulo primo crasso, apice extus oblique producto, articulis quinque ultimis praecedentibus crassioribus, trans- versis, ultimo apice acuminato; thorace breviter albido piloso, lateribus trispinosis, spinis duabus anticis basi con- nexis, tertia libera remota; elytris seriatim crasse punctatis, spinis discoidalibus breviusculis, marginalibus quam discoi- dalibus longioribus. — Long. 3 millim. D. clavatae Weise similis, sed antennarum articulis magis transversis, thoracis spinis longioribus et minus validis, elytrorum spinis marginalibus longioribus et magis nume- rosis, coeterisque facile distinguenda. Nelle dimensioni e nell'aspetto somiglia alla cavata Weise, colla quale facilmente potrebbe confondersi se non vi fossero caratteri specifici assai spiccati. Una prima differenza importante HISPIDAE DELL’ UGANDA 29 trovasi nelle antenne; nella clavata gli articoli 2 a 5 sono note- volmente meno trasversi e meno accostati fra di loro; nella per- pusilla il torace è più trasverso; la sua scultura è più fine che nella clavata; in questa vi sono tre striscie longitudinali glabre, una mediana più lunga e due laterali più corte, accorciate in avanti, che mancano nella nuova specie; le spine toraciche, tanto apicali quanto laterali, nella perpwsélla sono più lunghe e meno robuste; delle apicali l'anteriore si rivolge quasi orizzontalmente in avanti, mentre nell’altra specie è diretta in alto; delle due laterali (congiunte alle base) l'anteriore è la più lunga e si dirige piuttosto in avanti con leggera incurvatura. Le spine mar- ginali degli elitri sono nella specie presente più lunghe e più numerose, difatti esse ascendono a 18, mentre sono 14 nella clavata. Ghinda, Febbraio 1893, Dott. Vincenzo Ragazzi. Fra Sabarguma e Ailet, 1903, Dott. A. Tellini. I due esemplari del Museo di Firenze raccolti dal Dott. Alfredo Andreini nei dintorni di Adi Ugri e di Saganeiti, da me riferiti (loc. cit.) alla clavata, appartengono pure alla specie presente. Dactylispa Bayonii, n. sp. Obscure aenea, nitida, antennis longis, articulis quinque ultimis ferrugineis ; thorace punclulato, albido-sericeo piloso, areis duabus medtis, latis, subrotundatis, subelevatis, glabris ; spinis longis, laleribus trispinosis, spinis duabus anticis ‘basi conneris, tertia breviore libera; scutello nigro opaco; elytris punctato-striatis, albido pilosulis, spinis discoidalibus sat longis et validis, brevioribus intermiatis, spinis margi- nalibus longis, apicalibus brevioribus ; tarsis ferrugineis. — Long. 3 °/, millim. È lucente e di un bronzato oscuro, solo gli ultimi cinque ar- ticoli delle antenne ed i tarsi sono ferruginei. Il capo in mezzo agli occhi è longitudinalmente infossato e lungo il margine in- terno oculare presenta alcuni peli biancastri sericei. Le antenne sono lunghe e poco robuste; il primo articolo è lungo e robusio, ingrossato dalla base all’ apice e leggermente incuryato; il secondo 30 R. GESTRO è molto più corto, ovoide, il terzo è sottile, un poco più lungo del primo ed il più lungo di tutti; i due seguenti metà più corti del terzo e quasi uguali fra di loro, il sesto più corto del precedente; i seguenti sono più ingrossati e di essi il settimo è più lungo e più inspessito. Il torace è trasverso, ristretto all’ apice e alla base, ma maggiormente all’ apice, fortemente solcato davanti alla hase, punteggiato e munito di peli biancastri sericei, eccetto che su due aree mediane contigue, larghe, un po’ convesse, di forma arro- tondata e alutacee; le spine sono lunghe; delle apicali la poste- riore è notevolmente più lunga che |’ anteriore; le laterali sono tre, due anteriori unite insieme alla base e quasi ugualmente lunghe, e una posteriore libera, corta un po’ più della metà delle precedenti e leggermente incurvata. Gli elitri sono puntato-striati, cogli interstizii leggermente elevati; le spine discoidali sono lunghe e robuste, miste ad altre più corte e più gracili; anche le laterali sono lunghe, ma le apicali sono accorciate. Il numero delle spine marginali varia fra 15 e 16. È evidentemente vicina alla misela Weise dell’ Usambara, anche secondo I’ opinione dello stesso Weise; però ne differisce principalmente per le aree liscie del torace e pel numero minore delle spine marginali degli elitri. I varii esemplari da me esaminati sono tutti di Bussu. Dactylispa lenta WeEISE. Deutsch. Entom. Zeit., 1901, p. 237. Bussu, 1909. Due esemplari. Trovasi pure nell’ Usambara e al Dahomey. Daetylispa pubicollis CHAP. Hispa pubicollis Chap., Ann. Soc. Ent. Belg. XX, 1877, p. 55. Arcipelago di Sessè: Bugala, Agosto 1900. Due esemplari. Abita il Capo di Buona Speranza, il Transvaal, la Guinea Portoghese. HISPIDAE DELL’ UGANDA 31 Dicladispa lenicornis, n. sp. Nigro-picea, elytris nitidis, antennis pedibusque lestacec- ferrugineis; antennis longis, tenuibus, articulo primo apice sublus in spinam brevem producto, articulis quinque ultimis leviter tnerassatis ; thorace transverso, deplanato, ante basim transverse fortiter sulcato, sparse et parum profunde punctato, linea media et margine antico laevibus, lateribus 5-spinosis; spinis 4 anterioribus longis, incurvis, e stipite communi brevi, valido orientibus, spina quinta praeceden- tibus breviore, libera; scutello lato, laevi; elytris serialim punciatis, spinis longis gracilibus armatis. — Long. 3 !/, millim. Per la presenza di una piccola spina al disotto dell’ apice del primo articolo antennale e per il numero e la disposizione delle spine toraciche, appartiene allo stesso gruppo delia gracilicornis Weise, alla quale del resto è molto vicina (*). È più piccola della gracilicornis e meno scura ; ha anch'essa le antenne lunghe e gracili, cogli ultimi cinque articoli più ingros- sati degli altri; però questi sono più allungati che nella specie affine. Lo stelo che sostiene le quattro spine laterali del torace è più robusto e leggermente più lungo; dippiù esso è diretto al- quanto in avanti e perciò le spine, seguendo la stessa direzione del loro sostegno, riescono meno erette; esse sono anche più lunghe e incurvate; la quinta spina libera è in proporzione anche più lunga. Anche sugli elitri le spine sono più lunghe; le laterali sono non dritte ma alquanto incurvate; le apicali sono meno lunghe delle laterali. Due esemplari, uno di Bugala (Arcipelago di Sessè) e I’ altro di Bussu. @) Gruppo C.! Gestro, Ann. Mus. Civ. Storia Nat. Genova, XLII, 1906, p. 553. 32 R. GESTRO Dicladispa Bennigseni WeEIse. Hispa Bennigseni Weise, Arch. f. Naturg., 1899, I, 3, p. 263. Dicladispa Bennigseni Gestro, Ann. Mus. Civ. Gen. XLII, 1906, p. 353. Due esemplari di Bussu. La specie fu scoperta nell’ Usambara. Dicladispa torulosa Cuap. Hispa torulosa Chap., Ann. Soc. Ent. Belg., XX, 1877, p. 52. Dicladispa torulosa Gestro, Ann. Mus. Civ. Gen., XLII, 1906, p. 553. Due esemplari: Bussu e Bululo, sul Nilo. Specie della Cafreria e del Transvaal. Dicladispa ovampoa PEERING. Hispa ovampoa Péring., Ann. S. Afrie. Mus. I, 1, 1898, p. 126. Dicladispa ovampoa Gestro, Ann. Mus. Civ. Gen , XLII, 1906, p. 554. Parecchi esemplari di Bussu. Durante lo studio del presente materiale, ho di nuovo esami- nato per necessità specie di altre provenienze africane e coll’aiuto dei tipi di Péringuey, gentilmente communicatimi dall’ autore, ho trovato che la Dicladispa dell’ Eritrea da me pubblicata sotto il nome di Belliana era già nota. Resta perciò stabilita la seguente sinonimia : Dicladispa delicata PERING. Hispa delicata Péring., Ann. S. Afric. Mus., I, 1, 1898, p. 128. Dicladispa Belliana Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova,’ XL, 1900, p. 550. — Bull. Soc. Ent. Ital., XXXVI, 1904, p. 175. DIO HISPIDAE DELL’ UGANDA 33 Doreatispa bellicosa GUER. Hispa bellicosa Guér., Rev. Zool. 1841, p. 9. Dorcatispa bellicosa Weise, Deutsch. Ent. Zeitschr., 1900, p. 458. — Gestro, Bull. Soc. Ent. Ital., XXXVI, 1904, p. 173. — Ann. Mus. Civ. Gen., XLII, 1906, p. 556. Numerosi esemplari raccolti a Bussu e a Bululo, sul Nilo. È una specie molto sparsa; infatti si conosce già dei seguenti luoghi: Senegal, Guinea Portoghese, Togo, Nigeria, Camerun, Congo, Capo di Buona Speranza, Natal, Transvaal, Somalia, Eritrea. Pseudispella consobrina PÉRING. Ann. South Afric. Mus. V, 1908, p. 341. Due esemplari: Bululo, sul Nilo. Specie del Transvaal e della Rodesia. Pi Ann, del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 3.2, Vol. V (25 Febbraio 1911). PSEUDOSCORPIONS FROM SUMATRA By Epy. ELLINGSEN INTRODUCTION. There are some few records of Pseudoscorpions from Sumatra, scattered about in the literature (see Bibliography). To those already recorded, I am able here to add, partly some species new to the fauna of this island, partly already mentioned before; the new species have all of them been collected by Dr. E. Mo- digliani and are conserved in the Museo Civico in Genova, the directors of this institution having been kind enough to give me an opportunity to study them. — The species of Pseudoscorpions, the latter ones included, now known from the island of Sumatra, are the following: Atenmus, Chelifer orites Thorell. » plebejus With. Lamprochernes. Chelifer articulosus E. Simon. » Birmanicus Thorell. » Fuchsi Tullgren. » Nicobarensis With. » Thorelli Balzan. DPrachychernes, Chelifer Modiglianii nov. sp. » Murrayi Pocock. » sumatranus Thorell. PSEUDOSCORPIONS FROM SUMATRA 35 Chelifer s. s. Chelifer bifissus E. Simon. Garypus irrugatus E. Simon. Chthonius curvidigitatus E. Simon. The following species are already recorded from Sumatra : Chelifer articulosus E. Simon was described upon specimens from Sumatra: Indrapoera, collected by J. L. Weyers (6. p. 120) (!). This species has not yet been taken elsewhere. — C. J. With, in his excellent work on Asiatic Pseudoscorpions (12. p. 196), has referred this species to those without a transversal cephalo- thoracic line, but he has overlooked that E. Simon has referred it to the subgenus Lamprochernes, which has a transversal line, and that is the reason why he does not mention the line in the description. Chelifer Birmanicus Thorell has been recorded from Sumatra: Songei Salah, Indragiri, collected by W. Burchard (Tullgren 8. p. 40). The species was described by Thorell from Birma (7. p. 594) and is also recorded by Tullgren (8. p. 40) from Java. Chelifer Fuchsi Tullgren was described from Sumatra: Palembang, collected by A. Fuchs, and has not been taken else- where. Chelifer Thorelli Balzan was described from Sumatra (1. p. 519) and is afterwards recorded from Borneo (Ellingsen 3. p. 219). Chelifer sumatranus Thorell, described from Sumatra: Mount Singalang (7. p. 599), collected by Beccari, and has not been taken elsewhere. Chelifer bifissus E. Simon, described from Sumatra: Indra- poera, collected by J. L. Weyers (6. p. 121). — C. J. With (11. p. 100) has recorded it from Hawaii. Garypus irrugatus E. Simon, deseribed from Sumatra: Indra- poera, collected by J. L. Weyers (6. p. 122). — C. J. With (12. p. 106) records it from Siam. Chthonius curvidigitatus E. Simon, described from Sumatra: Indrapoera, collected by Weyers (6. p. 122). As C. J. With (1) The fat ciphers refer to the Bibliography. 36 EDV. ELLINGSEN rightly observes (12. p. 74), this species must have a new name, as the above name has been used previously by Balzan. The species has not been taken elsewhere. There is no reason here to extend this survey to the neigh- bouring islands and continents, Mr. C. J. With, in his excellent work (12) having done this thoroughly. SPECIAL PART. The species collected by Dr.“E. Modigliani are the following: Chelifer orites THORELL. Si-Rambé, 3 o. — Pangherang-Pisang, 1 o jun. The galea of the male is somewhat smaller than that of the female, and nearly simple. The species was described upon specimens from Birma (Thorell 7. p. 597), and is later on recorded from India: Madras by Ellingsen (2. p. 209) and Luzon (Tullgren 9. p. 55). Chelifer plebejus Wir. Padang, April 1894, 1 9. The species was described by With (12. p. 185) upon spe- cimens from the Nicobars and in the same work recorded from Malacca: Kelatan and from Birma. Ellingsen (4. p. 358) records it from the Bismarck-Archipelago and Tullgren (9. p. 55) from Ceylon. Chelifer articulosus PL. Simon. Pangherang-Pisang, 1891, 1 9. As to the history of this species, see above. Chelifer Fuchsi TULLGREN. Si-Rambé, 2 0°, 2 9. It was described upon specimens from Sumatra (Tullgren 10. p. 247), see above, and is a well characterized species. PSEUDOSCORPIONS FROM SUMATRA 37 Chelifer Nicobarensis WITH. Si-Rambé, 2 g', 1 9, 1 jun. The specimens from Sumatra have the palps not -so densely punctated as indicated in the figure accompanying With’s descrip- tion (12. p. 182); With’s specimens were from the Nicobars. Chelifer Murrayi Pocock. Si-Rambé, 1 9. The species was deseribed by Pocock (5. p. 156) upon spe- cimens from Christmas Island and was afterwards recorded from the Nicobars by With (12. p. 163) and from Timor by Ellingsen (4. p. 376). Chelifer Modiglianii nov. sp. I. No eyes, but indistinct ocular spots are present. Colour. Dark brownish. Cephalothorax about as long as broad behind, gradually nar- rowing forwards, in front broadly rounded, the front margin slightly convex. Two broad and straight transversal grooves, well developed, the anterior one about in the middle, the posterior groove a little nearer to the hinder margin than to the former. The surface coarsely granulated, a little glossy. The hairs, when present, strongly clavate. Abdomen. The tergites divided longitudinally by a broad line, except the last one, which is entire. The surface coarsely granulate and slightly glossy or nearly without gloss. The hairs (when not broken) are strongly clavate, arranged in dense rows. The ster- nites are divided like the tergites, shagreened and somewhat glossy, with pointed hairs. Palps a little longer than the body, when the abdomen is contracted, somewhat slender. Coxa nearly smooth and glossy, the other joints are coarsely granulated above, nearly smooth below, somewhat glossy or nearly devoid of gloss. The hairs of the palps are very densely set, strongly clavate, especially those of the anterior side of trochanter, femur and tibia; those of the outer 38 EDV. ELLINGSEN side of the joints and of the hand more slightly clavate till only dentate. The hairs of the fingers pointed. — Trochanter with a distinct stalk, only a little longer than wide, somewhat roundish, the inner front nearly semicircular, behind with a low tubercle, on the upper surface provided with a strong, rounded tubercle, showing backwards. Femur with a distinct stalk, about 3 1), times as long as wide, thus rather slender, the inner side nearly straight or somewhat concave in the distal half, behind gradually widened from the stalk, the central part of the outer margin nearly straight, rounded at the exiremity. Tibia with a modera- tely long stalk, including the stalk about as long as and only a little broader than femur, somewhat club-shaped, behind proxi- mally slightly concave, distally somewhat convex, in front some- what convex, a little sinuated at the extremity; tibia about 3 times as long as wide. Hand with a distinct stalk, long and slender, yet somewhat (1 */,) wider than tibia, slightly convex in front, less convex behind. Fingers strongly curved, about */, of the length of the hand, the outer side with some accessory teeth. Mandibles. Galea stout, but short, and provided with some minute teeth in and near the tip. Legs. Coxa IV. with the hind margin convex. No coxal sac. The femora of the IV pair moderately broad. The hairs of the legs clavate and pointed. Claws simple. The species belongs to the eimicoides type. Length 2,40 mm., width 1,14 mm. Measurements. Cephalothorax: long. 0,79; lat. behind 0,86. Femur: long. 0,86; lat. 0,24. Tibia: long. (stalk excepted) 0,67, (with stalk) 0,82; lat. 0,26. Hand: long. 0,79; lat. 0,33. Fingers: long. 0,46 mm. . ©. The female resembles the male in all essential characters, with exception of the palps, and the hairs, the latter being more strongly clavate than those of the male. The palps are more robust and somewhat shorter than in the male. Femur is about 3 times and tibia about 21), times as long as wide, the latter with the concave part of the outer margin less pronounced. The hand is considerably more robust, more convex on both sides, and the fingers proportionally longer than in the male. Length 2,36 mm., width 1,36 mm. Measurements. Cephalothorax: long. 0,93; lat. behind 1,00. PSEUDOSCORPIONS FROM SUMATRA 39 Femur: long. 0,86; lat. 0,28. Tibia: long. without stalk 0,69, with stalk 0,76; lat. 0,31. Hand: long. 0,83; lat. 0,46. Fingers: long. 0,57 mm. Sumatra: Si-Rambé, 1 97,7 2, 1 jun., collected by Dr. E. Mo- digliani. The new species is distinguished, among other things by the dense covering of strongly clavate hairs, which are found as well on the body as upon the palps. In this respect, among the Asiatie- Australian species, it calls to mind the Chernes aequatorialis Daday from New-Guinea, but this species has the palps of a quite dif- ferent shape. In the same respect it reminds of the American Ch. foliosus Balzan and the African Ch. subfoliosus Ellingsen, but in this case, too, the animal from Sumatra differs from both, as regards the palps. BIBLIOGRAPHY |. Balzan, L. 1891. Voyage de M. E. Simon au Venezuela. — Ann. Soc. ent. France. Vol. 60. . Ellingsen, Edv. 1901. Sur deux espéces de Pseudoscorpions de l’Asie. — Bull. Soc. Zool. France. Vol. 26. 3. » 1909. Contributions to the Knowledge of the Pseudoscorpions from Material belonging to the Museo Civico in Genova. — Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova. Vol. 44. h. » 1910. Die Pseudoskorpione des Berliner Mu- seums. — Mitteil. aus d. Zool. Mus. in Berlin. Bd. IV. 5. Pocock, R. I. 1900. Chilopoda, Diplopoda, and Arachnida. (Reprinted from « Christmas Island Mono- graph » London). ho 6. Simon, Eug. 1899. Contribution a la faune de Sumatra. Arachnides recueillis par M. J. L. Weyers, à Sumatra. — Ann. Soc. ent. Belgique. T. 43. 7. Thorell, T. 1889. Aracnidi artrogastri Birmani raccolti da L. Fea nel 1885-87. — Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova. Vol. 27. } x 10. 12. AQ . Tullgren, A. saWith; (Gal. EDV. ELLINGSEN 1905. Einige Chelonethiden aus Java. — Mit- teil. aus d. Naturhist. Museum: Hamburg. Bd. 12. 1907. Zur Kenntniss anssereuropiischer Chelo- nethiden des Naturhist. Museums in Hamburg. — Mitteil. aus d. Naturhist. Museum. Ham- burg. Bd. 24. 1907. Ueber einige Chelonethiden des Natur- historischen Museums zu Wiesbaden. — Jahrb. d. Nassau. Ver. f. Naturkunde in Wiesbaden. 60 Jahre. 1905. On Chelonethi, chiefly from the Au- stralian Region, in the Coll. of the British Museum. — Ann. Mag. Nat. Hist. Ser. 7, vol. 15. 1906. Chelonethi. An account ot the Indian false-scorpions ete. in The Danish expedition to Siam 1899-1900. — Kel. Danske Vidensk. Selskabs Skrifter. MATERIALI PER LO STUDIO DEGLI ICHTHYURUS DI R. GESTRO GLI ICATHYURUS RACCOLTI IN SUMATRA DAL Dorr. ELIO MODIGLIANI Il Dottore Elio Modigliani ha raccolto in Sumatra tre specie di Ichthyurus. Uno, bifasciatus Rits., preso a Pangherang-Pisang nell’ Ottobre 1890, era noto finora di Giava e dei monti Cariani (var. carianus Gestro); l’altro, malayanus Gestro, colto nello stesso luogo, fu pure descritto sopra esemplari di Giava; il terzo rappresenta una specie nuova, di cui faccio seguire la descrizione. Delle isole della costa occidentale, Nias, Mentavei ed Engano, cui l’insigne viaggiatore ha esteso le sue accurate ed attive ri- cerche, soltanto Mentavei ha dato una specie di Ichthyurus (I Hageni Rits.), che è in comune con Sumatra. Nello stato attuale delle nostre conoscenze, Sumatra, per quanto concerne gli Ichthyurus, è fra le grandi isole della Sonda, la più ricca. Vien subito dopo Giava che ne possede una specie di meno soltanto e poi Borneo con un numero assai minore. Queste differenze appariranno meglio dalle liste seguenti: SUMATRA. Beccarii Gestro. Modiglianii Gestro. bifasciatus Rits. pachygaster Gestro. Hageni Rits. planifrons Rits. malayanus Gestro. suluralis Rits. GIAVA. Beccarii Gestro. oclopunctatus Rits. bifasciatus Rits. tricolor Gestro. lateralis Westw. Zehntneri Gestro. malayanus Gestro. 49 R. GESTRO BORNEO. borneensis (estro. Lucassenii (estro. forficuloides Fairm. Shelfordi Gestro. Da questi elenchi risulta che Giava e Sumatra hanno alcune specie in comune, mentre quelle di Borneo non sono state rinve- nute, almeno finora, in altri luoghi. Ichthyurus Modiglianii, n. sp. oS. Opacus, pubescens, capite nigro, subtus antennaruni insertionem albescente; antennis nigris, arliculo basali fla- vescente, fusco lineato; thorace flavo-ferrugineo, margine antico late nigro; scutello sordide flavo; elytris nigris, alis iridescentibus, pectore subtus et abdomine obscure nigro- violaceis ; pedibus nigris. Capite crebre punctulato-ruguloso, inter oculos carinula transversa medio sulcata, pone eam concavo; thorace brevi, transverso, apice quam basi angu- stiore, ad angulos anticos constricto, lateribus rotundatis, margine antico rotundato, inedio porrecto et elevato, imar- gine basali bisinuato, disco convexo, area media subrotunda depressa et sulculo medio longitudinali abbreviato, tenue et crebre punctulato-ruguloso; scutello triangulari, apice late truncato, laevi; elytris retrorsum valde angustatis et valde dehiscentibus, apice rotundatis, crebre et tenue granulosis, parte apicali angustata alutacea ; abdominis segmento ultimo elongato, apice quam basi latiore, profunde et late diviso ; pedibus simplicibus, femoribus anticis et intermediis validio- ribus. — Long. 9 */, millim. circ. Opaco e pubescente. Capo nero, ma sotto il punto d’inserzione delle antenne biancastro; antenne nere ; il primo articolo giallastro, con una linea scura sul lato anteriore; torace giallo ferrugineo, con una larga macchia nera sul margine anteriore, che si estende in addietro sul disco quasi a forma di triangolo; scudetto di un giallo sbiadito; elitri neri; petto e addome nero-violacei; piedi neri. Il capo in mezzo agli occhi presenta una piccola carena tra- ICHTHYURUS 13 sversale divisa nel mezzo e al didietro di questa è incavato; la sua superficie è finamente e densamente puntato-rugulosa. Il to- race è corto, trasverso, più stretto in avanti che alla base ; il margine anteriore è arrotondato e nel mezzo sporge in avanti ed è alquanto elevato; i lati sono arrotondati, il margine hasale è bisinuato; il disco ha scultura come quella del capo, ma legger- mente più marcata, specialmente in avanti; è convesso e nella parte posteriore un rilievo, a forma quasi circolare, circoscrive un’area depressa, nel cui mezzo sta un solco longitudinale breve, che non raggiunge né la base nè l’ apice. Lo scudetto è grande, liscio, a forma triangolare coll’ apice largamente troncato. Gli elitri, più larghi del torace, dopo una breve sutura diventano fortemente deiscenti; in addietro sono stretti e arrotondati all’ apice; la por- zione basale è finamente e densamente granulosa, e questo tratto così scolpito si avanza ad angolo acuto in mezzo alla porzione apicale, che è alutacea. L’ ultimo segmento addominale è piuttosto allungato, più largo all’ apice che alla base e profondamente di- viso; la divisione raggiunge il centro del segmento ed ha forma di triangolo a vertice arrotondato. I due esemplari che ho sotto occhio sono ambedue maschi ed i loro piedi non presentano nulla di straordinario; soltanto si osserva che i femori delle due prime paja sono un poco più robusti di quelli del pajo posteriore. Questa specie, che mi compiaccio nominare in onore di chi l’ha scoperta, fu raccolta a Si-Rambé nel Dicembre 1890. Ah R. GESTRO ALCUNI NUOVI ICHTHYURUS Nel volume VI del Catalogo dei Coleotteri di Gemminger e Harold, stampato nel 1869, sono enumerate dieci specie del ge- nere Ichthyurus. Oggigiorno esse hanno raggiunto quasi il cen- tinaio (') e questa cifra senza dubbio sarà in seguito aumentata. Per la più gran parte esse provengono dalle regioni Indo-cinese e Indo-malese, mentre |’ Africa ha finora dato poco più di una dozzina di specie. Fra quelle che io descrivo come nuove nella presente memoria, tre mi sono state comunicate dal Sig. H. E. Andrewes e proven- gono dall'India Inglese; una quarta, che ebbi dal Sig. Hans Sauter, è interessante perchè è la prima che si conosca dell’isola di Formosa. Ichthyurus Andrewesii, n. sp. dg. Elongatus, subnilidus, capite albido-testaceo, pone oculos nigro, inter oculos macula triloba flava, antennis dilute flavis, articulis 5-11 et apice quarti fuscis; thorace eodem colore capitis; scutello sordide albescente; elytris brunneis, basi et lateribus obscurioribus, basi et sutura angusle albido limbatis, summo apice flavis; abdomine flavo, segmento ultimo fusco; pedibus anticis albido-testaceis, ti- biarum apice larsisque nigris; intermediis dilute flavis, dorso femorum tarsisque nigris; posticis nigris, femorum basi geniculisque albidis. Capite ‘inter oculos concavo, an- tennis articulo basali coeteris longiore, apice incrussato, articulis 2-5 intus dentatis, coeleris gracilibus simplicibus ; thorace antice capite angustiore, basi latiore quam apice, elytris pone medium valde angustatis et sinuatis; tibiarum (1) Studi sugli Jchthynrus di R. Gestro. (Questi Annali, Vol. XLII, 1906, p. 308). ICHTHYURUS AS apice tarsorumque articulo basali pedum anticorum dila- tatis; pedibus intermediis femoribus valde inflatis, subtus incavatis et dentibus validis armatis, tibiis ejusdem paris brevibus, crassis, intus inflexis et spinis duabus, quarum una longissima, instructis; pedibus posticis longis, gracilibus, simplicibus. — Long. 8 1/, millim. Il capo ed il torace sono di un testaceo chiaro biancastro; il primo è nero dietro agli occhi ed in mezzo a questi presenta una macchia gialla a forma di foglia triloba. Le antenne sono di un giallo assai slavato, tolti gli articoli dal quinto all'ultimo e l’apice del quarto che sono scuri. Il colore bruno degli elitri si fa più carico alla base e nella por- zione ristretta anteapicale, rimontando al- quanto lungo i lati; però l'estremo apice è giallo; l'addome è giallo come l'apice degli elitri, eccettuato l’ ultimo segmento, che è bruno. I piedi anteriori sono di un bianco testaceo, coll’ apice delle tibie ed i tarsi neri; gli intermedii sono di un giallo sbia- dito; ma il dorso dei femori rigonfii è larga- Tchihyurus Andrewesti. mente tinto di nero e sono pure neri i tarsi; i posteriori sono neri con un tratto della base dei femori e le ginocchia biancastri. Il capo è incavato in mezzo agli occhi. Le antenne hanno forma caratteristica; il primo articolo è più lungo degli altri, stretto alla base, ingrossato all’apice, quasi clavato; i quattro se- guenti sono dentati al lato interno, ma i denti del terzo e del quarto sono più robusti e troncati, e il quinto, solamente dentato alla base, va poi restringendosi all’apice (fig. c). Il torace è più stretto del capo, e più largo alla base che all’apice; il suo mar- gine anteriore è leggermente e largamente arrotondato, ma non sporgente in avanti. Gli elitri dopo la metà sono fortemente ri- stretti, e sinuati tanto dal lato esterno quanto dal lato suturale ; quindi la loro smarginatura suturale è molto marcata. L’ ultimo segmento dell’ addome è stretto e profondamente diviso; ma non aggiungo dettagli su questa parte, non volendo mettere a rischio 46 R. GESTRO l’unico esemplare che ho per le mani. I piedi anteriori sono corti; le tibie all’ apice sono fortemente dilatate e il primo articolo dei tarsi si allarga esternamente a guisa di lobo. I piedi intermedii hanno i femori estremamente rigonfii, al disotto scavati e armati di denti robusti; le tibie corrispondenti sono molto corte e robuste, piegate verso |’ interno ad angolo e armate di due spine, una delle quali molto lunga. I piedi posteriori sono molto più lunghi degli altri, gracili e di forma normale. Pel carattere delle antenne dentate si avvicina al denticornis ed allo Shelfordi; però nel denticornis gli articoli dentati non sono che due, il terzo ed il quarto (fig. a); nello Shelfordi sono Fig. a. Ichthyurus denticornis, Fig. b. /chthyurus Shelfordi, Fig. c. Ichthyurus Andrewesti. tre, cioè il secondo, il terzo ed il quarto (fig. b); mentre nella specie presente sono quattro, cioè dal secondo al quinto (fig. c); dippiù le proporzioni e la forma dei denti variano nelle tre specie. Le tre specie hanno poi ciascuna un insieme di caratteri per cui non si possono confondere l’ una coll’ altra. Il tipo è rappresentato da un unico maschio appartenente alla collezione H. E. Andrewes, che fu raccolto da H. L. Andrewes nei monti Anamalai (Indie orientali britanniche), fra 3000 e 3500 piedi, in Maggio, sui fiori. A questa specie, una delle più eleganti e delle più rimarche- voli del genere, ho voluto associare il nome del Sig. H. E. An- drewes, al quale devo il piacere di aver potuto esaminare varie forme di insetti molto interessanti per i miei studii. ICHTHYURUS 47 Ichthyurus longicornis, n. sp. Nigro-piceus, pubescens, capite thoraceque, elylris minus, nitidis, antennis articulis duobus basalibus flavescentibus, intus nigris, elylris basi quam thorace dilutioribus, medio sordide albescentibus, apice aurantiacis. Capite lato, antennis longis, gracilibus, articulo basali coeteris crassiore et lon- giore, apice incrassato, subclavato; thorace capite angustiore, margine antico late rotundato et porrecto; elytris alutaceis; abdominis segmentis penultimis dorso medio longitudinaliter carinatis, ultimo lato, leviter emarginato. — Long. circ. 6 !/, millim. ga © differt capite inter oculos concavo, oculis cras- storibus, inter se magis approximatis, antennis longioribus, pedum anticorum femore valde dilatato, tibiaque breviuscula apice dilatata. Di un colore nero piceo, col capo ed il torace lucenti, gli elitri meno. Questi alla base hanno una tinta meno intensa di quella del torace, quindi sfumano in un bianco .sporco, mentre |’ apice è di un aranciato vivace. Le antenne sono scure, coi primi due ar- ticoli giallastri, ma più o meno tinti di nero al lato interno. Il capo è assai largo; le antenne sono lunghe, sopratutto nel maschio, e gracili; il loro primo articolo è il più lungo e il più robusto di tutti; alla base è stretto, ma poi si allarga assumendo quasi una forma clavata. Il torace è più stretto del capo, alquanto più lungo che largo, col margine anteriore largamente arrotondato e spor- gente in avanti, specialmente nel maschio, con forte depressione trasversale dietro il margine anteriore e con traccia di breve ca- rena nel mezzo del disco e pochi punti, visibili a stento, sui lati. Gli elitri sono più larghi del torace e la loro sinuosità suturale è assai poco marcata. Sui penultimi segmenti dell’ addome al disopra si osserva una carena mediana longitudinale. L’ ultimo segmento è largo, piuttosto corto, robusto, e poco profondamente smarginato all’ apice. Il maschio si distingue dalla femmina per gli occhi molto più grandi e più avvicinati fra di loro e per lo spazio fra gli occhi incayato, mentre nella femmina è piano; per le antenne più lunghe; 48 R. GESTRO pel torace più lungo e più stretto, e per i femori dei piedi ante- riori fortemente dilatati e le tibie corrispondenti piuttosto corte e allargate all’ apice. Non mi sono dilungato molto nella deserizione di questa specie perchè mi pare facilmente riconoscibile, tanto più che appartiene al gruppo in cui i femori ingrossati del maschio sono gli anteriori e non gli intermedii, gruppo di cui si conoscono finora soltanto due specie (propomacrus ed opacus), molto diverse dalla pre- sente. Il colore cupo e l'apice degli elitri aranciato rammenta un poco l’inermis Fairm. di Ceylan; ma questo appartiene ad altro gruppo ed ha forma e caratteri diversi. Tipi di questa specie, provenienti dai monti Nilghiri, esistono nella collezione del Sig. H. E. Andrewes e in quella del Museo Civico di Genova. Intorno ad essa il Sig. Andrewes mi ha favorito queste indicazioni: « Nilgiri Hills — Ouchterlony Valley. June. 3000- 3500 feet. Flying about and resting on large-leaved plant ». Ichthyurus vittipennis, n. sp. S. Flavus, subnitidus, elytris opacis, antennis articulis 3 basalibus pallide flavis, coeteris fuscis; thorace fascia trans- versa submedia nigra; elytris disco pallidiore, vitta laterali fusca ante apicem abrupte angustala; abdomine supra seg- mentis basalibus bimaculatis, sequentibus unimaculatis, ma- culis latis nigris, penultimo toto flavo, ultimo basi fusco fasciato; pedibus pallide flavis, tibiis tarsisque infuscatis. — Long. circ. 6°/, millim. O. Oculis minoribus, inter se valde distantibus; thorace latiore; elytris lalioribus, sutura minus emarginatis; abdo- mine latiore, segmentis tantum basi infuscatis, ultimo la- tiore, crassiore, basi fusco fasciato ; pedibus gracilioribus. — Long. circ. 7 */, millim. È quasi lucente, ma opaco sugli elitri e di colore giallo; le antenne sono scure, coi tre primi articoli di un giallo pallido; il torace è percorso trasversalmente, non del tutto sulla metà, ma un po in addietro di essa, da una fascia nera; gli elitri hanno una striscia laterale scura, che prima dell’ apice si ristringe bru- scamente quasi troncandosi e si continua sul margine esterno sotto ICHTHYURUS 49 forma di un orletto assai sottile; la porzione discoidale compresa fra le due striscie è di un giallo più sbiadito del resto. Nel maschio i primi segmenti dell’ addome, al disopra hanno due larghe mac- chie nere; i seguenti ne hanno una sola molto larga; il penul- timo è interamente giallo e l’ultimo è fasciato di scuro alla base. Nella femmina invece i segmenti sono soltanto infoscati alla base; però l’ultimo è ugualmente fasciato di scuro come nel maschio. Nei diversi esemplari che ho sott’ occhio la colorazione varia alquanto; per esempio le striscie laterali degli elitri sono più o meno scure e più o meno nettamente definite; anche la fascia nera del torace non è sempre ugualmente larga, e delle due sole fem- mine da me esaminate, una ha le striscie elitrali e la fascia to- racica poco marcate, mentre l’altra le ha più sviluppate che nei maschi. Il maschio ha occhi grandi, notevolmente avvicinati sul davanti e fra di essi il capo è leggermente incavato. Le antenne sono abbastanza lunghe e gracili. Il torace è più stretto del capo, più largo alla base che all’ apice ed ha il margine anteriore larga- mente arrotondato; il disco è trasversalmente depresso dietro il margine anteriore ed ha una leggera depressione foveiforme nel mezzo dinanzi alla base. Gli elitri sono piuttosto stretti, poco an- gustati all'apice e poco smarginati alla sutura. L’ ultimo segmento dell’ addome è lungo, stretto e profondamente diviso, colle due punte piuttosto aguzze. La femmina differisce dal maschio per gli occhi molto più pic- coli e molto distanti fra di loro e per il capo non incavato fra di essi. Il torace è più largo, come pure gli elitri, che hanno la smarginatura suturale meno marcata; anche |’ addome è più largo e l’ultimo segmento confrontato con quello del maschio, si pre- senta molto più largo, più corto e più inspessito, la sua divisione è molto più ampia e meno profonda e le sue punte sono più corte, più larghe e meno aguzze. Nella femmina i piedi sono più gracili. Ho esaminato dieci esemplari, fra i quali due sole femmine, tutti provenienti dai monti Nilghiri e raccolti dal Signor H. L. Andrewes. Tipi nella collezione H. E. Andrewes e nel Museo Civico di Genova. Ann, del Mus, Civ. di St, Nat. Serie 3.*, Vol. V (20 Aprile 1911). 4 50 R. GESTRO Ichthyurus Beccarii GESTRO. Ann. Mus. Civ. Genova, 2.* Ser., X (XXX) 1892, p. 1045, fig. Nella collezione H. E. Andrewes esistono numerosi esemplari di un Jehthyurus dei monti Nilghiri, che io riferisco al Beccarti, non trovando altra differenza importante che quella del colore dei piedi, che sono di un giallo assai sbiadito e soltanto hanno seure le tibie e l'apice dei tarsi, mentre nel Beccari sono interamente seuri. Questi individui rappresenterebbero quindi, secondo me, una varietà locale. Essi furono raccolti dal Sig. H. L. Andrewes sulle erbe in Ottobre, nella valle Ouchterlony, fra 3000 e 3500 piedi. Il Beccarii tipico fu scoperto sul monte Singalang nella parte occidentale di Sumatra e furono già notate affinità di fauna fra quest’ isola ed i monti dell’ India. Ichthyurus Sauteri, n. sp. Q. Elongatus, nitidus, capite nigro, antice flavo, an- tennis nigris, articulis tribus basalibus testaceis, secundo et tertio apice infuscatis; thorace nigro, flavo marginato, elytris nigris, margine basali tenuius, laterali magis, apicali am- plius, flavo limbatis; alis fuscis, iridescentibus; abdominis segmentis nigris, flavo marginatis, ultimo toto nigro; pedibus anticis testaceis, femoribus tibiisque fusco lineatis, coeteris nigris; subtus nigro, pectore, metasterno excepto, flavo, abdominis segmentis, ultimo excepto, flavo marginatis. Capite lato, tenuissime crebre punctulato, oculis inter se valde distantibus; thorace capite angustiore, brevi, transverso, ‘ lateribus subparallelis, marginibus antico et postico rotun- datis, disco convexo, inaequali, pone marginem anticum transverse depresso, tenuissime et crebre punctulato; elytris thorace latioribus, parum dehiscentibus, apice late rotun- datis, tenuissime et crebre punctulatis; abdominis segmento ultimo praecedentilus angustiore, basi quam apice latiore, lateribus rotundatis, apice brevissime diviso; pedibus sim- plicibus. — Long. 10 millim. circ. ICHTHYURUS 51 Gli insetti raccolti dal Sig. Sauter sono conservati a secco in cartocci e tutti in ottimo stato; l’ unico esemplare però della specie presente, delicato, come lo sono gli Ichthyurus, è rimasto un po’ deformato; ciononostante trattandosi di una specie ben distinta, ho potuto descriverlo. È nero e lucente; il capo al davanti dell’ inserzione delle an- tenne è giallo, al didietro è nero, ma il nero nel mezzo si avanza formando un piccolo prolungamento fra la base delle ‘antenne; queste sono nere ad eccezione dei tre articoli basali, il primo dei quali è testaceo e gli altri due testacei coll’ apice scuro. Il torace è orlato interamente di giallo. Gli elitri hanno pure un orlo giallo, che alla base è sottile e che lungo i lati si fa più largo, assumendo la massima larghezza all’ apice. Le ali sono molto scure. I segmenti addominali sopra e sotto, eccettuato LP ultimo che è tutto nero, sono neri, orlati di giallo. I piedi sono neri; solo gli anteriori sono testacei, coi femori e le tibie lineate di scuro. Il capo è molto largo, non incavato fra gli occhi e questi assai di- stanti fra di loro; la sua scultura, come quella del torace e degli elitri, consta di punti finissimi e fitti, tanto da assumere un aspetto alutaceo. Il torace è corto e trasverso, più stretto del capo, coi lati quasi paralleli e i margini anteriore e posteriore arroton- dati; il disco è trasversalmente depresso dietro il margine ante- riore e nel resto presenta una superficie disuguale, cioè con varie sporgenze e depressioni. Gli elitri sono più larghi del torace, poco deiscenti e largamente arrotondati all’ apice. L’ ultimo segmento dell’ addome è più stretto dei precedenti, più largo assai alla base che all’ apice; i lati sono alla base arrotondati, quindi convergenti; la divisione apicale è pochissimo marcata. L’ unica femmina, tipo della specie, fu scoperta nell’ isola di Formosa, a Kosempo nell’ Aprile 1908 dal diligente raccoglitore Sig. Hans Sauter ed è a lui dedicata. COLLEZIONI ZOOLOGICHE FATTE NELL’ UGANDA DAL DOTT. E. BAYON XI. STUDII SUGLI ICHTHYURUS DI R. GESTRO Trattando il genere Ichthyurus feci, or sono trentasette anni, una delle mie prime comparse nel mondo entomologico (*) ed è col genere Ichthyurus che io chiudo ora, non senza emozione, la lunga fase di studioso di cose entomologiche. Nell’ intervallo le specie di questo genere, che erano in principio appena una diecina, sono arrivate al centinaio, la più gran parte descritte da me. Spetta al dott. E. Bayon il merito di avere scoperto il primo Ichthyurus nell’ Uganda; esso fu descritto nel 1909 e porta il suo nome (*); in seguito egli ne ha trovato altre due specie e sono quelle che formano argomento della presente nota. Le specie africane, finora conosciute, non sono che quindici, ma in avvenire aumenteranno, senza dubbio, di numero; esse sono ri- partite in molti punti del continente. Una (discoidalis Westw.) è di Sierra Leone; tre (afer Gestro, acanthopus Gestro, Arrowii Gestro) sono di Togo e della Nigeria; due (fenuipes Gestro, confusus Gestro) dell’ Isola Fernando Poo e del Congo Francese; due (mashunus Péring., australis Péring.) della Rhodesia; uno (pallidipennis Gestro) del Nyassa; | humilis Gestro appartiene all'Africa orientale tedesca ed il forcipiger Gestro all’ Africa orientale inglese. Tre (Bayonii Gestro e le due nuove specie qui descritte) sono dell'Uganda. L’ Eritrea finora non ha dato che una sola specie, l’ J, Gestroî Ritsema, che il Dott. Odoardo Bee- cari raccolse in quantità nel 1870 a Keren, territorio dei Bogos, ( Cenni sul genere /chthyurus, (Questi Annali, 1.* Serie, Vol. IV, 1873, p. 358). (2) Contribuzione allo studio degli Jcit#yurvus africani. (Questi Annali, 3.* Serie, Vol. XLIV, 1909, pag. 489). STUDII SUGLI ICHTIYURUS 53 sui fiori del Cissus quadrangularis Schimp., ma che, per quanto mi consta, non fu più ritrovata dai successivi raccoglitori e nep- pure dal Dott. Andreini, che, durante il suo lungo soggiorno nella nostra colonia, diede prove non comuni di collettore abilissimo ed indefesso. Prima di passare alle descrizioni adempio al gradito dovere di ringraziare il dott. Bayon, che, spinto da generoso patriottismo, ha in breve tempo arricchito il nostro Museo di pregevoli collezioni, le quali sono state illustrate finora in piccola parte (!), ma sa- ranno in seguito soggetto di più numerosi lavori. Terminando le mie ricerche sugli Ichthywrus; credo utile il ripetere qui l’ elenco di tutte le specie, già da me pubblicato nel 1906 (?), completandolo coll’ aggiunta di quelle recente- mente descritte. Ichthyurus Carolinae, n. sp. o. Elongatus, capite thoraceque nigris, nitidis, fronte flavescente; antennis fuscis, articulo basali, apice excepto, testaceo ; scutello fusco; elytris opacis, piceis, anguste flave- scente limbatis, apice flavo aurantiacis; alis iridescentibus, extus infuscatis; abdomine supra nigro-piceo, segmentis an- guste, duobus penultimis latius, apice flavo limbatis, ultimo (1) Collezioni zoologiche fatte nell’ Uganda dal Dott. E. Bayon. I. On a small collection of Reptiles, Batrachians and Fishes made by Dr. Bayon in Uganda. By G. A. Boulenger, F. R. S. (Ann. Mus. Civ. Genova, 3.2 Ser., IV (XLIV) 1908, p. 5). Collezioni zoologiche, ecc., c. s., II. Contribuzione allo studio degli Zchthyurus africani di R. Gestro (loc. cit. 1909, p. 188). Collezioni zoologiche, ecc., c. s., III. On a second collection of Reptiles, Batrachians and Fishes made by Dr. E. Bayon in Uganda. By G. A. Boulenger, F. R. S. (loc. cit. 1909, p. 302). Collezioni zoologiche. ece., c. s., IV. Chrysididae di Giacomo Mantero (loc. cit. 1909, p. 450). Collezioni zoologiche, ecc., c. s., V. Contribuzione alla conoscenza dei Miriapodi dell’ Uganda di F. Silvestri (loc. cit. 1910, p. 457). Collezioni zoologiche, ecc., c. s., VI. Pseudoscorpions from Uganda collected by Dr. E. Bayon. By Edv. Ellingsen (loc. cit. 1910, p. 536): Collezioni zoologiche , ece., c. s., VII. Buprestidae par Ch. Kerremans (loc. cit. 1910, p. 542). Collezioni zoologiche, ecc., ce. s., VIII. Seconda contribuzione alla conoscenza delle Chrysididae dell’ Uganda di Giacomo Mantero (loc. cit. 1910, p. 546). Collezioni zoologiche, ece., e. s., IX. Appunti sui Paussidi di R. Gestro (loc. cit. 41910, p. 550). Collezioni zoologiche, ecc., c. s., X. Nota sulle Hispidae di R. Gestro (loc. cit. XLV, 1914, p. 23). (®) Studii sugli Zchthyurvus. (Questi Annali, 3, Serie, Vol. XLII, 1906, p. 308). 54 R. GESTRO toto nigro; pedibus fuscis, intermediorum femoribus tantum pallide flavis, supra late nigris et postice nigro-lineatis. Capite carina media longitudinali, retrorsum sat prolongata prae- dito et utrinque juxta oculos excavato, genis postice oblique truncatis, carinatis; thorace latitudine perparum longiore, basi latiore quam apice, apice quam capite angustiore, mar- gine antico rotundato, medio paullo elevato, disco antice transverse depresso, basi late parum profunde foveolato ; elytris sutura modice emarginatis, basi tenue et crebre punctulato-rugulosis; abdominis segmento ultimo basi angu- stato, apice late et profunde diviso; pedibus anticis brevibus, femoribus tibiisque validiusculis; intermediis femoribus valde inflatis, subtus profunde excavatis, basi spinis duabus longis armatis; posticis longis gracilibus. — Long. cire. 10 millim. Q. A mare praecipue differt: capite multo latiore, oculis minoribus, inter se valde distantibus, crebre punctato-rugu- loso, antrorsum bifoveolato ; elytris latioribus, minus dehi- scentibus, apice latius rotundatis, abdominis ultimo segmento latiore, basi haud angustato, pedibus simplicibus. Il capo ed il torace sono neri lucenti; la fronte è giallastra; le antenne sono scure col primo articolo, e talvolta anche il se- condo, tinti di testaceo alla base; lo scudetto è scuro; gli elitri sono opachi, picei, con un orletto giallastro che costeggia la base e si estende sulla sutura e sul margine laterale, unendosi poi col giallo più vivo, quasi aranciato, della porzione apicale; i segmenti dell’ addome, al disopra sono nero-picei, con un orlo apicale giallo, stretto nei primi e più largo nei due penultimi; l’ultimo è tutto nero. I piedi nella femmina sono tutti scuri; nel maschio invece abbiamo i femori del pajo intermedio giallo-pallidi, con una larghis- sima macchia nera superiore ed una lineetta nera al lato posteriore. Fig. 4. Fig. 2. Il capo del maschio (fig. 1) è stretto, cogli occhi grandi e assai avvicinati sul davanti; nel mezzo è percorso da una carena STUDII SUGLI ICHTHYURUS 35 longitudinale, che si prolunga più o meno in addietro, e ai lati di questa carena è fortemente incavato; le gote sono sporgenti e troncate obliquamente in addietro. Nella femmina (fig. 2) il capo è molto più largo che nel maschio, cogli occhi notevolmente più piccoli e molto distanti fra di loro; differisce inoltre per essere tutto fittamente punteggiato-ruguloso e per la presenza di due fossette situate piuttosto sul davanti. Il torace della femmina è alquanto più largo che nell’ altro sesso, anche gli elitri sono più larghi, meno deiscenti alla sutura e coll’ apice più largamente arrotondato. L’ ultimo segmento dell’ addome nella femmina (fig. 5 e 6) è più largo che nel maschio (fig. 3 e 4) e coi lati Fig. 3. . Fig. 4. Fig. 5. Fig. 6. paralleli. I piedi intermedii del maschio (fig. 7 e 8) hanno i femori enormemente sviluppati, rigonfii, scavati profondamente al disotto Fig. 8. e muniti alla base, di due spine, rivolte all’ esterno, una delle quali lunghissima. I piedi anteriori del maschio sono corti e leg- germente ingrossati; i posteriori invece sono molto più lunghi e gracili. Si riconosce facilmente dal Bayonii pel giallo degli elitri assai più sbiadito e pel torace unicolore, mentre nel Bayonzi è circon- dato da un orletto biancastro. Il capo è diversamente foggiato nelle due specie. Il torace e gli elitri nel Bayonzi sono più larghi e anche |’ armatura dei femori intermedii è diversa. Il Dott. Bayon riferisce d’ aver trovato questo Ichthyurus a Bussu Busoga in grandissima quantità per alcuni giorni; poi scom- parve in un momento e non se ne vide più aleuno. Al mattino 56 R. GESTRO stava nascosto sotto le foglie di un’ alta graminacea, nota nel- I’ Uganda sotto il nome di « elephant grass » (Pennisetum Ben- thami Steud.); più tardi volava qua e là, posandosi anche sui muri delle case, ove molti esemplari venivano tosto catturati e mangiati da un piccolo ragno. L' insetto vola in un modo carat- teristico, cioè col corpo in direzione verticale; soltanto |’ addome è alquanto incurvato in alto. È la Signora Carolina Berti che da Entebbe mandava al nostro Museo i primi campioni della fauna dell’ Uganda, e, dedicandole questa bella specie di Jehthyurus, intendo rammentare con rico- noscenza |’ atto cortese. Ichthyurus inconspicuus n. sp. dT. Nigro-piceus, subnitidus, albido-pubescens, elytris opacis, antennis articulis quatuor basalibus flavescentibus, fronte sordide albescente, thorace basi et apice anguste al- bido limbato, elytris dimidio apicali albidis; abdominis seg- mentis anguste albido limbatis, ultimo toto fusco, coeteris obscuriore. Capite lato, inter oculos antrorsum concavo ; antennis gracilibus; thorace transverso, capite angustiore , basi quam apice latiore, margine antico rotundato, medio subelevato, disco pone marginem anticum late transverse depresso, deinde convexo, ante basim medio late parum profunde foveolato, obsolete trituberculato; elytris latis, apice parum attenuatis, late rolundatis, sutura tantum di- vergentibus sed haud emarginatis; abdominis segmento ul- timo elongato, basi quam apice angustiore, late sed parum profunde diviso; pedibus simplicibus. — Long. 6 */, millim. Q. A mare capite latiore, inter oculos haud incavato, oculis minoribus, inter se valde distantibus, segmentoque ultimo abdominis diverso, praecipue discrepans. — Long. 7 millim. È di un colore nero piceo, coperto di una fine e fitta pube- scenza biancastra; il capo ed il torace sono abbastanza lucenti, gli elitri invece opachi. I primi quattro articoli delle antenne sono d'un giallo pallido, gli altri scuri. La fronte è chiara, d'un bianco STUDII SUGLI ICHTHYURUS 57 sporco. Il torace ha un orletto biancastro molto sottile, tanto sul margine anteriore, quanto sul basale. Gli elitri sono biancastri per un largo tratto apicale, quasi la metà, e questa tinta bian- castra lateralmente risale un poco in avanti. I segmenti addomi- nali sono all’ apice e ai lati muniti di uno strettissimo orletto biancastro, l’ultimo invece è totalmente scuro e più scuro dei precedenti. Il capo, nel maschio è largo e in avanti, fra gli occhi, al- quanto incavato; nella femmina è più largo, senza incavatura fra gli occhi, i quali sono assai più piccoli e molto più distanti fra di loro. Il torace è più stretto del capo, più largo alla base che al- l'apice, col margine anteriore arrotondato e leggermente elevato nel mezzo, con una depressione trasversale larga, dietro il mar- gine anteriore ed un’altra depressione foveiforme larga e poco profonda nel mezzo davanti alla base, ove trovansi pure tre tu- bercoletti assai poco sporgenti, disposti come i tre angoli di un triangolo. Gli elitri sono larghi, ed è importante a notarsi che in addietro sono assai poco ristretti e che nella regione suturale sono semplicemente divergenti, senza presentare smarginatura; il loro apice è largamente arrotondato. L’ ultimo segmento addominale nel maschio (fig. 9 e 10) è più largo all’apice che alla base e più Fig. 9. Fig. 10. Fig. 11. Fig. 12. lungo; nella femmina (fig. 11 e 12) è più largo e più corto e quasi tanto largo all’ apice quanto alla base. I piedi sono semplici in ambo i sessi. Due esemplari, 7 e 9, di questa specie furono raccolti dal dott. Bayon a Bussu. 58 R. GESTRO SPIEGAZIONE DELLE FIGURE Fig. 1. Iehthyurus Carolinae. Capo del d. » gi » » » della 9. TUA) » » Ultimo segmento addominale del © dal disopra. Pe al » » Ultimo segmento addominale del © dal disotto. SIND: » » Ultimo segmento addominale della 2 dal disopra. Te (E » » Ultimo segmento addominale della 9 dal disotto. day LT. » » Femore intermedio del o dalla parte anteriore. DIS: » » Femore intermedio del o dalla parte posteriore. » 9. Iehthyurus inconspicuus. Ultimo segmento addominale del & dal disopra. > 0: » » Ultimo segmento addominale del © dal disotto. me DUE » » Ultimo segmento addominale della 2 dal disopra. we 2: » » Ultimo segmento addominale della © dal disotto. ELENCO DEGLI ICHTHYURUS ICHTHYURUS. Westw., The Cabinet of Orient. Entom., 1848, p. 83. abnormis, Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 2.3 Ser., X (XXX), 1892, p. 1046, fig. p. 1047. Darjeeling. acanthopus, Gestro, l. e. 3." Ser., Il (XLII, 1906, p. 219, fig. p. 221. Togo. afer, Gestro, l. c. 2.4 Ser., X (XXX), 1892, p. 1047. — 3.* Ser., II (XLII), 1906, p. 219. Niger. agilis, Gestro, l. c. 2" Ser., X (XXX), 1891, p. 574, fig. p. 575, 576. Monti Carin. Andrewesii, Gestro, |. c. 3.4 Ser., V (XLV), 1911, p. 44, fig. p. 45, 46. Monti Anamalai. STUDII SUGLI ICHTHYURUS Arrowii, Gestro, l. c. 3.* Ser., II (XLII), 1906, p. 227, fig. p. 229. atriceps, Lewis, The Ann. & Mag. Nat. Hist., 6.2 Ser., XVI, 1895, p. 114. australis, Péring. (Malthodes), Trans. Entom. Soe. Lond., 1896, p. 166. — Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 3.8 Ser., Il (XLII), 1906, p. 233. basalis, Westw., The Cabin. of Orient. Entom., 1848, p. 84, nota. Bayonii, Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 3.8 Ser., IV (XLIV), 1909, p. 189, fig. p. 190. Beccarii, Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 2.4 Ser., X (XXX), 1892, p. 1045, fig, — 3. Ser., V (XLY), 1911, p. 50. bicaudatus, Fairm., Stett. Ent. Zeit., XXVIII, 1867, p. 116. — Gestro, Bull. Soc. Entom. Ital., XXXIV, 1902, p. 42. bifasciatus, Rits., Notes Leyd. Mus., I, 1879, p. 77. — Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 2.* Ser., X (XXX), 1891, p. 586, fig. p. 587. biplagiatus, Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 3.2 Ser., II (XLII), 1906, p. 281. borneensis, Gestro, l. c. 2.8 Ser., X (XXX), 1892, p. 1032, fig. p. 1033. Bourgeoisii, Gestro, l. ce, p. 1023, fig. p. 1024. — 3.a Ser., II (XLII), 1906, p. 284. carinifrons, Gestro, l. c., 2.4 Ser., VI (XXVI), 1888, p. 125, fig. — 2.8 Ser., X(XXX), 1891, p. 585, fig. Carolinae, Gestro, l.c., 3.2 Ser., V (XLY), 1911, p. 53, fig. 1-8. concinnus, Gestro, l.c., 3.4 Ser., II (XLII), 1906. p. 278. confusus, Gestro, ]. c., 3.4 Ser., II (XLII), 1906, Daicols costalis, Westw., The Cabin. of Orient. Entom., 1848, p. 83, t. 41, fig. 3. crassepunctatus, Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 3." Ser., II (XLII), 1906, p. 288. crassicauda, Gestro, l. c., 2.8 Ser., X (XXX), 1891, p. 589, fig. p. 590. curvicauda, Gestro, l. c., 1892, p. 1035, fig. Davidii, Gestro, l. c., 2.2 Ser., X (XXX), 1892, p. 1038, fig. p. 1039. 2. Ser., X (XXX), Niger. Giappone. Mashuna. Tenasserim. Uganda. Sumatra, Giava, Monti Nilghiri. Ceylan. Giava, Monti Carin. Tenasserim. Borneo. Cina. Tenasserim. Uganda. Malacca. Congo Francese. Tenasserim. Assam. Singapore. Singapore. Cina. 60 R. GESTRO denticornis, Gestro, |. e., 2* Ser., VI (XXVI), 1888, p. 121, fig. p. 122, 123. — 2.9 Ser., X (XXX), 1891, p. 585, fig. p. 585, 586. — 2." Ser., XIII (XXXII), 1893, p. 385. depressicollis, W. Macl., Trans. Entom. Soc. N. S. Wales, II, 1872, p. 264. dilutus, Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 3.3 Ser., II (XLII), 1906, p. 297. discoidalis, Westw., The Cabin. of Orient. Entom., 1848, p. 84, nota. — Thes. Entom. Oxon., 1873, p. 102, tav. 2, fig. 2. — Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 3.* Ser., II (XLI), 1906, p. 218; dig. 15,2 distans, Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 3.4 Ser., II (XLII), 1906, p. 299. Dohrnii, Fairm., Stett. Entom. Zeit., XXVIII, 1867, p. 114. — Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 1.* Ser., IV, 1873, p. 360, fig. 3. Doriae, Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 1.* Ser., IV, 1873, p. 359} fig. 2, p. 360. Feae, Gestro, |. c., 2.* Ser., X (XXX), 1891, p. 564, fig. p. 565, 566. — 2.* Ser., X (XXX), 1892, p. 1040. forcipiger, Gestro, 1. c., 3.4 Ser., II (XLII), 1906, p. 229, tig. p. 231. forficuloides, Fairm., Stett. Entom. Zeit., XXVIII, 1867, p. 114. Fruhstorferi, Gestro, Bull. Soc. Entom, Ital., XXXIV, 1902, p. 40. Gestroi, Rits., Notes Leyd. Mus., I, 1879, p. 82. discoidalis, Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 1.2 Sec.. IV, 1873, p. 359, fig. 5, p. 360 (nec Westw.). Gestroî, Rits., Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 3.* Ser., II (XLII), 1906, p. 218, fig. 3, 4; p-219: Gianellii, Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 2.4 Ser., VI (XXVI), 1888, p. 127, nota, fig. (Q). — 3." Ser., II (XLII), 1906, p. 283 (0). Hageni, Rits., Notes Leyd. Mus., V, 1883, p. 248. Henrici, Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 2.* Ser., XII (XXXII), 1893, p. 384. hirundo, Gestro, l. c., 2." Ser., X (XXX), 1892, p- 1027, fig. p. 1028. humilis, Gestro, 1. c., 3.8 Ser., Il (XLII), 1906, p. 225. Tenasserim, Tonchino. Australia: Gayndah. Birmania. Sierra Leone. Malacca. Filippine. Penang. Monti Carin. Africa or. britann. Sarawak. Tonchino. Eritrea. Darjeeling. Sumatra. Tonchino. Siam. Africa or. german. STUDII SUGLI ICHTHYURUS inconspicuus, Gestro, l. ¢., 3.4 Ser., V (XLV), 1911, p. 56, fig. 9-12. inermis, Fairm., Stett. Entom. Zeit., XXVIII, 1867, p. 116. — Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 1.* Ser., IV, 1873, p. 360, fig. 4. — Bull. Soc. Ent. Ital., XXXIV, 1902, p. 43. insignis, Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 3.4 Ser., II (XLII), 1906, p. 285. insularis, Gestro, |. c., 2.2 Ser., X (XXX), 1892, p. 1033, fig. p. 1034. laniger, Gestro, |. c., 2.2 Ser., X (XXX), 1891, p. 581, fig. p. 582. lateralis, Westw., The Cabin. of Orient. Entom., 1848, p. 83, tav. 41, fig. 2,2.a — Zehntner, Notes Leyd. Mus., XVIII, 1896, p. 258. laticauda, Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 2.* Ser., X (XXX), 1891, p. 590, fig. p. 591. lineipes, Gestro, |. c., 3.* Ser., II (XLII), 1906, p- 292. longicauda, Gestro, l. c., 2.4 Ser., X (XXX), 1891, p. 566, fig. p. 567, 568. longicornis, Gestro, l. c., 3.* Ser., V (XLY), 1911, p. 47. Lucassenii, Gestro, |. ¢c., 2.8 Ser., X (XXX), 1892, p. 1043, fig. 1044. luctuosus, Gestro, |. c., 2.4 Ser., X (XXX), 1891, p. 562, fig. p. 564. macrurus, Gestro, l. c., 2.4 Ser., X (XXX), 1892, p. 1037, fig. p. 1038. maculicollis, Gestro, |. c., 2.2 Ser., VI (XXVI), 1888, p. 119, fig. p. 120. — 2.4 Ser., X (XXX), 1891, p. 560, fig. maculipes, Gestro, I. c., 3.4 Ser., Il (XLII), 1906, p. 291. malayanus, Gestro, l.c., 2,8 Ser., X (XXX), 1892, p. 1041, fig. mashunus, Péring, Ann. S. Afr. Mus. V, 1908, p. 314. — Gestro, l. c., 3.2 Ser., II (XLII), 1996, p. 224, melanospilus, Gestro, |]. c., 2.2 Ser., X (XXX), 1892, p. 1042, fig. p. 1043. minutulus, Gestro, |. c., 3.* Ser., II (XLII), 1906, p- 276. Modiglianii, Gestro, |. e., 3.2 Ser., V (XLY), 1911, p. 42. montanus, Gestro, l.c., p: 571, fig. p. 572. 2, Ser., X (XXX), 1891, Uganda. Ceylan. Mysore. Singapore. Monti Carin. Giava. Singapore. Manipur. Monti Carin. Monti Nilghiri. Borneo. Monti Carin. Cocincina. Birmania. Birmania. Giava. Rhodesia. Sylhet. 61 Arcip. Liou-Kiou. Sumatra. Monti Carin. 62 R. GESTRO Mouhoti, Gestro, l.c., 2." Ser., X (XXX), 1892, p. 1025, fig. p. 1026. nigriceps, Gestro, ]. c., 2. Ser., X (XXX), 1891, p. 573, fig. nigromaculatus, Gestro, |. ¢., p. 569, fig. p. 570. niponicus, Lewis, The Ann. & Mag. Nat. Hist., 5." Ser., IV, 1879, p. 463. Oberthurii, Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 2." Ser., X (XXX), 1892, p. 1039, fig. p. 1040, (Q). — 32 Ser., II (XLI), 1906, p. 280 (3). obscurus, Gestro, l. c., 2.8 Ser., X (XXX), 1892, p. 1028, fig. p. 1029. octopunctatus, Rits., Notes Leyd. Mus., I, 1879, p. 76. opacus, Gestro, Notes Leyd. Mus., XXVI, 1906, p. 236 (9). — Ann. Mus. Civ. Genova, 3.4 Ser., II (XLII), 1906, p. 290. oxyurus, Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 2.4 Ser., VI (XXVI), 1888, p. 123, fig. p. 124. —- 2.4 Ser., X (XXX), 1891, p. 585, fig. pachygaster, Gestro, ]. c., 2.* Ser., X (XXX), 1892, p. 1036, fig. (o”). — 3.8 Ser., Il (XLII), 1906, p. 284 (Q). pallidipennis, Gestro, |]. ¢., 3.4 Ser., Il (XLII), 1906, p. 222, fig. p. 224. pallidus, Gestro, l. c., 2" Ser., X (XXX), 1891, p. 578, fig. p. 579. parvulus, Gestro, l. c., 3.8 Ser., JI (XLII), 1906, p. 275. picticauda, Gestro, Notes Leyd. Mus., XXVI, 1906, p. 235. picticollis, Gestro, Ann. Mus. Civ. 3.4 Ser., II (XLII), 1906, p. 279. planifrons, Rits., Notes Leyd. Mus., I, 1879, p. 81. platyurus, Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 3.8 Ser., II (XLII), 1906, p. 295, fig. p. 297. propomacrus, Gestro, ]. c., 2.8 Ser., X (XXX), 1891, p. 583, fig. p. 584. pulchellus, Gestro, l. c., 3.* 1906, p. 274. pusillus, Gestro, l. c., p. 273. quadrimaculatus, Gestro, l. ¢., 2" Ser., VI (XXVI), 1888, p. 126, fig. p. 127. — 2.8 Ser., X (XXX), 1891, p. 568, fig. p. 569. Ritsemae, Gestro, |]. c., 2.4 Ser., X (XXX), 1891, p. 588, fig. Genova, Ser., Il (XLII), Siam, Malacca. Monti Carin. Monti Carin. Giappone. Alta Birmania, Siam. Giava. Tonchino. Tenasserim. Singapore, Malacca ete. Nyassa. Monti Carin. Nilghiri. Tonchino. Ceylan. Sumatra. Birmania. Monti Carin. Birmania. Ceylan. Birmania, Monti Carin. Singapore. STUDII SUGLI ICHTHYURUS 63 Sauteri, Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 3.* Ser., V (XLV), 1911, p. 50. Formosa. scripticollis, Fairm., Stett. Entom. Zeit., XXVIII, 1867, p. 115. — Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 1.* Ser., IV, 1873, p. 360, fig. 1. Filippine. Semperi, Fairm., Stett. Entom. Zeit., XXVII, 1867, p. 113. Filippine. Shelfordi, Gestro, Bull. Soc. Entom. Ital., XXXIV, 1902, p. 37 (9°). — Ann. Mus. Civ. Genova, 3." Ser., Il (XLII), 1906, p. 294, fig. 16, 17 (9), p. 295 (2). Sarawak. spinicrus, Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 2.4 Ser., X (XXX), 1891, p. 576, fig. p. 577.. Monti Carin. suturalis, Rits., Notes Leyd. Mus. I, 1879, p. 78 Sumatra. tenuipes, Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 2.* Ser., XII (XXXII), 1893, p. 383 (0°). — 3. Ser., Il (XLII), 1906, p. 224 (Q). Congo Franc., Is. Fernando Poo. tricolor, Gestro, |. c., 3.8 Ser., Il (XLII), 1906, p. 301. Giava. urospilus, Gestro, I. c., 2.8 Ser., X (XXX), 1891, p. 561, fig. p. 562. Monti Carin. validus, Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, 3.* Ser., II (XLII), 1906, p. 286. Indostan, Nilghiri. Vandepollii, Gestro, l. c., 2.* Ser., X (XXX), 1892, p. 1029, fig. p. 1030 (9). — 3.4 Ser., II (XLI, 1908, p. 283 (0). Cina. vittatus, Gestro, I. c., 2.2 Ser., X (XXX), 1891, p. 579, fig. p. 580. Monti Carin. vittipennis, Gestro, l. c., 3.8 Ser., V (XLV), 1911, p. 48. Monti Nilghiri. Wallacei, Gestro, |. c., 2.2 Ser., X (XXX), 1892, p. 1031, fig. p. 1032. Singapore. Zehntneri, Gestro, Notes Leyd. Mus., XIX, 1897, p. 129, fig. p. 130. Ann. Mus. Civ. Genova, 3.* Ser., II (XLII), 1906, p. 269, fig. 2. Giava. COLLEZIONI ZOOLOGICHE FATTE NELL’ UGANDA DAL DOTT. E. BAYON. XII. ON A THIRD COLLECTION OF FISHES MADE BY DR. E. BAYON IN UGANDA, 1909-1910 By G. A. BOULENGER, F. R. S. IT o US AES SCL This collection, which has again been entrusted to me for study by the Director of the Genoa Civic Museum, is of special interest, not only as one of the largest ever made in Africa, the number of specimens amounting to over 3000, but as furnishing the first information on the distribution of Fishes in the Victoria Nile between the Ripon Falls and the Murchison Falls. It shows that the Fishes of that part of the Nile are essentially the same as those of the Victoria Nyanza, therefore very different from those of the Nile below the Murchison Falls. It also adds considerably to the list of species of the Nile system, as no less than 12 are here described as new. The collection was made at the following localities: Bussu, Lake Victoria. Kidumino, 6 miles from Bussu. Jinja, Ripon Falls. Kakindu, Victoria Nile. Nakavuggo Ferry, near Kakindu, Victoria Nile. Bululo, Lake Kioga. Mpologoma River, between Busoga and Bukeddi. FICHES FROM UGANDA 65 CICHLIDAE. |. Paratilapia longirostris, HILG. Jinja, Bululo. 2 2. Paratilapia prognatha, PELLEGR. Kidumino, Jinja, Kakindu. 3. Paratilapia bayoni, bier. Jinja, Bululo. 4 Paratilapia serranus, PrErr. Jinja, Kakindu. 5. Paratilapia guiarti, PELLEGR. Kidumino, Kakindu, Jinja. — Reaches a length of 200 millim. 6. Paratilapia parvidens, sp. n. (PI. I. fig. 1). Depth of body 2 ?/, times in total length, length of head 2 */, times. Head nearly 3 times as long as broad; snout pointed, with nearly straight upper profile, 1 '/, times as long as eye, which is 4 !/, times in length of head, 1 1/, times in interorbital width, and slightly exceeds least depth of praeorbital; jaws equal in front; preemaxillary processes extending to between eyes; maxillary extending to below anterior fourth of eye; teeth very small, conical, in 3 series; 4 series of scales on the cheek, the depth of the scaly part below the eye equal to diameter of latter, Gill-rakers rather short, 9 on lower part of anterior arch, the last large and anvil-shaped. Dorsal XVI 9; spines increasing in length to the last, which measures !/, length of head; longest soft rays !/, length of head. Anal HI 8; third spine longest, a little longer and much stronger than longest dorsal. Pectoral acutely pointed, an Ann. del Mus, Civ. di St. Nat. Serie 3.*, Vol. V (26 Maggio 1911). 66 G. A. BOULENGER 3/, length of head, not quite reaching vertical of origin of anal. Ventral reaching a little beyond origin of anal. Caudal truncate. Caudal pedunele slightly longer than deep. Seales feebly denticu- late, 33 4; lateral lines 2225 Dark brown, a little lighter beneath; a black opercular spot; fins brown, soft dorsal and caudal with series of small round dark spots between the rays. Total length®150 millim. A single specimen from Jinja. 7.Paratilapia pectoralis, sp. n. (PI. I. fig. 2). Depth ot body a little less than length of head, 3 times in total length. Head twice as long as broad; snout with convex upper profile, 1 ?/, diameters of eye, which is 4 */, times in length of head, 1 !/, times in interorbital width, and equals least depth of praeorbital; jaws equal in front; praemaxillary processes not extending to between eyes; maxillary extending to below anterior third of eye; teeth conical, in 5 series, of outer row rather large, the others very small; 6 or 7 series of scales on the cheek; the depth of the scaly part below the eye equal to diameter of latter. Gill-rakers rather short, 10 on lower part of anterior arch, some anvil-shaped. Dorsal XV 11; spines increasing in length to the last, which measures '/, length of head; longest soft rays a little over 1/, length of head. Anal III 9; third spine longest, a little shorter but stronger than longest dorsal. Pectoral acutely pointed, ?/, length of head, not reaching vertical of origin of anal. Ventral reaching origin of anal. Caudal truncate. Caudal peduncle 1 !/, times as long as deep. Scales feebly denticulate , very small on nape and on pectoral region, 37 +=; lateral lines +. Reddish brown above, lighter between two dark lateral bands, the lower of which is the better marked and extends from the opercular spot to above the lower lateral line; a rather ill-defined dark bar below the eye; gular and pectoral regions dark brown; pectorals whitish; ventrals black; the greater part of the anal bright yellow, with three large ocellar spots; dorsal and caudal brown, the latter with the lower corner yellow. Total length 185 millim. A single specimen from Jinja. FISHES FROM UGANDA 67 8. Paratilapia victoriana, PELLEGR. Jinja, Kakindu. 9, Paratilapia gestri, sp. n. (PI. I. fig. 3). Depth of body 2 */; times in total length, length of head 3 times. Head twice as long as broad; snout rounded, broader than long, with rather convex upper profile, 1 1/, times as long as eye, which is 4 times in length of head, 1 !/, times in interor- bital width, and exceeds least depth of praeorbital; jaws equal in front; lips thick; praemaxillary processes extending to between eyes; maxillary extending to below anterior fourth of eye; teeth small, conical, in 3 series, about 60 in outer row of upper jaw; 3 series of scales on the cheek, the depth of the scaly part below the eye equal to diameter of latter. Gill-rakers rather short, 9 on lower part of anterior arch, the longest bifid. Dorsal XVI 9; spines equal in length from the seventh, which measures ?/, length of head; longest soft rays 1/, length of head. Anal II 8; third spine longest, as long as and stronger than longest dorsal. Pectoral pointed, nearly as long as head, not reaching vertical of origin of anal. Ventral reaching vent. Caudal rounded. Caudal peduncle as long as deep. Scales feebly denticulate, 32 =; lateral lines =. Brown above, yellowish below; two dark brown stripes on each side, the upper above the upper lateral line, the lower wider and extending ‘from the eye to the caudal fin; dorsal, caudal, and pectoral brownish, other fins yellowish. Total length 150 millim. This species, named after Dr. R. Gestro, is represented by a single specimen from Jinja. It is allied to P. bicolor, Blgr., and P. crassilabris, Blgr. 10. Paratilapia granti, BLGR. Jinja. ll. Paratilapia retrodens, HILGEND. Jinja. 6S G. A. BOULENGER 12. Paratilapia bicolor, BLGR. Jinja. 13. Paratilapia crassilabris, BLGR. Victoria Nyanza, Jinja, Bussu. 14. Paratilapia chilotes, sp. n. (Pl. Il. fig. 2 Depth of body 3 times in total length, length of head 2 #/, times. Head 2 !/, times as long as broad; ci pointed , n straight or slightly convex upper profile, 1 1/, times as long as eye, which is 4 times in length of head, ae interorbital width, and exceeds least depth of praeorbital; jaws equal in front; prae- maxillary processes not extending to he tween eyes; maxillary not extending to below anterior border of eye; lips very thick, both produced into a globular sweelling projecting beyond the mouth; teeth very small, conical, 24 to 30 in outer row of upper jaw, followed by a few irregularly disposed minute teeth in the middle; 3 series of scales on the cheek, the depth of the scaly part below the eye less than diameter of latter. Gill-rakers short, 8 or 9 on lower part of anterior arch. Dorsal a 9; spines increasing in length to the last, which measures ?/, length of head; longest soft rays nearly !/, length of head. Anil II 8-9; third spine longest, as long as last dorsal. Pectoral acutely pointed, */, length of head, nearly reaching vertical of origin of anal. Ventral Pt. origin of anal. Caudal truncate. Caudal peduncle 1 !/, to 1 !/, times as long as deep. Scales rather strongly denticulate, 31-32 +5: lateral lines Sr Brownish above, whitish beneath; six or seven dark cross-bars, crossed by a dark longitudinal band exten- ding from the eye to the caudal fin; fins brownish, anal with three round bright spots. Total length 98 millim. Two specimens from Jinja. 15. Paratilapia polyodon, BLGR. Jinja. 16. Pelmatochromis cavifrons, HILGEND. Jinja, Kakindu, FISHES FROM UGANDA 69 17. Pelmatochromis spekii, BLGR. Jinja. 18. Pelmatochromis riponianus, sp. n. (PI. II. fig. 3). Depth of body 2 !/, to 3 times in total length, length of head 2 !/, to 2 ?/, times. Head twice or a little over twice as long as broad; snout rounded, as long as broad, with feebly convex upper profile, 1 !/, to 1 ?/, times as long as eye, which is 3 3/, to 4 ?/, times in length of head, 1 to 1 !/, times in interorbital width, and exceeds least depth of praeorbital; jaws equal in front; maxillary extending to below anterior border of eye or not quite so far; teeth conical, in 8 or 4 series, outer ‘ather small, inner minute; 3 or 4 series of scales on the cheek, the depth of the scaly part below the eye equal to diameter of latter. Gill-rakers rather short, 7 to 9 on lower part of anterior arch, the longest bifid. Dorsal XV-XVI 8-10, spines increasing in length to the last, which measures '/, to ?/, length of head; longest soft rays !/, to 3/, length of head. Anal IN 8-10; third spine longest, as long as and stronger than longest dorsal. Pectoral pointed, */, to 4/, length of head, reaching vertical of origin of anal, or a little beyond. Ventral reaching origin of anal or a little beyond. Caudal truncate. Caudal peduncle 1 '/, to 1 !/, times as long as deep. Scales feebly denticulate, 30-33 TE! lateral lines de Brownish, uniform or with 6 or 7 rather indistinct darker cross bands; a dark vertical bar may be present below anterior third of eye; ventrals blackish in the male, at least at the base, yellowish in the female. Total length 140 millim. Hight specimens from Jinja. Closely allied to P. microdon, Blgr. 19. Pelmatochromis obesus, BLGR. Bussu. 20. Hemitilapia bayoni, BLGR. Jinja. 70 G. A. BOULENGER BAYONIA, e. n. Near Hemitilapia, but teeth much larger and fewer, in two series, the outer with very large compressed crowns, with long inner cusp directed inwards and very short or indistinct outer cusp, the inner minute and conical: 21. Bayonia xenodonta, sp. n. (PI. IL. fig. 4). Depth of body 2 !/, times in total length, length of head 3 times. Head twice as long as broad, upper profile descending in an even curve; snout rounded, as long as broad, as long as eye, which is 3 !/, times in length of head and equals interorbital width; jaws equal in front; maxillary extending to below anterior border of eye; 24 teeth in outer row of upper jaw; inner teeth small and few, confined to the sides; three series of scales on the cheek, the depth of the scaly part below the eye less than the diameter of the latter. Gill-rakers short, 9 on lower part of anterior arch. Dorsal XVI 9; spines increasing in length to the last, which measures nearly '/, length of head; longest soft rays a little more than !/, length of head. Anal II 9; third spine longest, not quite '/, length of head. Pectoral acutely pointed, as long as head, reaching vertical of origin of anal. Ventral reaching origin of anal. Caudal truncate. Caudal peduncle a little longer than deep. Scales feebly denticulate, 32-4; lateral lines 7%. Brownish above, whitish beneath, with eight darker cross-bars, traversed by a dark lateral stripe extending from the opercular spot to the caudal; vertical fins uniform brownish, paired fins whitish. Total length 90 millim. A single specimen from Jinja. 22. Haplochromis percoides, BLGR. Bululo. 23. Haplochromis nigrescens. PELLEGR. 1 s Kakindu, Bululo. FISHES FROM UGANDA 71 24. Haplochromis desfontainesi, LACEP. 3ussu, Jinja, Kakindu, Bululo. Some specimens are entirely black. 25. Ha plochromis alluaudi, PELLEGR. Kakindu, Jinja, Bululo. The 20 specimens in the collection show the following varia- tions in the number of dorsal and anal rays. luge, Woyerroyey, 1D VION eos ING) WAL We » NOI Ste Vile SÌ Kakindu PID ZO PAVIA » VITI VARE » ) DID Fe a VG » 5) IDS NZ WO » D OIDs Mie WARY » di ROVE ear IZ » XIII Sio Vit Si Jinja SE ENG 1s AUD A ATE » DIO pare WE UG. » MENSA LITE S a Wee ; SPV iy WO. » 3 SOVIET e INIT, » ) SVI, We 3ululo 3 DID VAL » DL DID el We ie We » DS IDC OLA Te Wal 0) » NEVIO GN VAN Gs » DI ENI DIAZ 26. Haplochromis stanleyi, BLGR. Jinja, Kakindu, Bululo. 27. Haplochromis ishmaeli, BLGR. 3ussu, Jinja, Kakindu, 72 G. A. BOULENGER Three among the smaller specimens (60 to 80 millim. long) from Jinja have eggs in the mouth and pharynx, these eggs measuring 3 to 4 millim. in diameter, 28. Tilapia bayoni, sp. n. (PI. Ill. fig. 2). Depth of body equal to length of head, 3 times in fotal length. Head twice, or a little over twice, as long as broad; snout rounded, with convex upper profile, a little shorter than eye, which is 3 times in length of head, and exceeds interorbital width and least depth of praeorbital; jaws equal in front; maxillary extending a little beyond vertical of anterior border of eye; teeth small, in 5 or 6 rows, outer largest and bicuspid, others tricuspid; 60 to 70 teeth in outer row of upper jaw; 3 or 4 series of scales on the cheek, the depth of the scaly part below the eye about */, diameter of latter. Gill-rakers rather short, 7 or 8 on lower part of anterior arch. Dorsal XV-XVI 9-10; spines increasing in length to the last, which measures 1/,, or nearly !/,, length of head; longest soft rays */, to */, length of head. Anal III 9-40; third spine longest, about */, length of head. Pectoral obtusely pointed, 3],t04/, length of head, not reaching vertical of origin of anal. Ventral reaching origin of anal or a little beyond. Caudal rounded-subtruncate. Caudal peduncle 1 '/, to 1 4/, times as long as deep. Scales feebly denticulate, very small on pectoral region, 30-33 =; lateral lines pasa Back dark olive to blackish, sides brassy yellow to coppery red; a more or less distinet black bar below the eye; dorsal and ventrafs brown to black; anal pink, blackish at the base, usually with two or three large orange ocellar spots: caudal brown or blackish, the lower third often pink. Total length 130 millim. Nine specimens from Kakindu. The nearest ally of this species is 7. martini, Blgr. © 29. Tilapia pallida, sp. n. (PI. Il. fig. 1). Depth of body 3 to 3 !/, times in total length, length of head 2 #/, to 3 times. Head 2 to 2 !/, times as long as broad, upper profile descending in an even, strong curve; snout rounded, as long as or a little longer than eye, which is 3 (young) to 3 */, times in VISHES FROM UGANDA 73 length of head, equals interorbital width, and exceeds least depth of praeorbital; jaws equal in front; maxillary not extending quite to below anterior border of eye; teeth small, in 3 or 4 rows, outer largest, with oblique bicuspid crowns, 30 to 50 in upper jaw, inner conical or indistinctly tricuspid; 3 or 4 series of scales on the cheek, the depth of the scaly part below the eye about ?/, diameter of latter. Gill-rakers short, some bifid, 7 or 8 on lower part of anterior arch. Dorsal XV-XVI 8-10 (usually 9) nearly equal in length from the fifth or sixth, about ?/, length of head; longest soft rays 1/, to */, length of head. Anal HI 8-9 (usually 9); third spine longest, as long as longest dorsals. Pectoral acutely pointed, as long as or a little shorter than head, reaching vertical of origin of anal. Ventral reaching or nearly reaching origin of anal. Caudal truncate. Caudal peduncle 1 1/, to 1 ?/, times as long as deep. Scales feebly denticulate, very small on pectoral region, 30-33 AS lateral lines =. Yellowish or pale brownish, with 6 to 8 more or less distinct dark cross-bars, which may be traversed by a dark lateral band extending from the eye to the caudal fin; fins yellowish or pale brownish, soft dorsal and caudal sometimes with small round dark spots. Total length 90 millim. Numerous specimens from Jinja and from Bussu. One, 38 millim. long, has young in the mouth. Allied to 7. martini, Blgr. 30. Tilapia lacrimosa, BLGR. Bussu, Kidumino, Jinja, Bulalo. Sl. Tilapia nubila, BLGR. Kidumino, Jinja, Kakindu, Bululo. 32. Tilapia macrops, sp. n. (PI. II. fig. 1). Depth of body equal to length of head, 2 */, to 3 times in total length. Head twice, or a little over twice, as long as broad; snout rounded, with slightly convex upper profile, shorter than eye, which is 3 times in length of head, equals interorbital 74 G. A. BOULENGER width, and much exceeds least depth of praeorbital; jaws equal in front; maxillary extending to below anterior border of eye; teeth small, in 3 or 4 rows, outer largest and bicuspid, others tricuspid; about 60 teeth in outer row of upper jaw; 3 series of scales on the cheek, the depth of the scaly part below the eye about */, diameter of latter. Gill-rakers moderate, 10 to 12 on lower part of anterior arch. Dorsal XV-XVI 9-10; spines equal from the 7% or 8", which measures about */, length of head; longest soft rays a little more than '/, length of head. Anal IIL 9; third spine longest, ?/, length of head. Pectoral pointed, */, length of head, not reaching vertical of origin of anal. Ventral reaching origin of anal. Caudal truncate. Caudal peduncle a little longer than deep. Scales rather strongly denticulate, 32-33 77; lateral lines _ Brownish above, whitish beneath, with 7 to 10 rather indistinet dark cross-bars which may be traversed by a dark lateral stripe extending from the opercular spot to the caudal fin; fins brownish. Total length 100 millim. Three specimens from Bussu and one from Jinja. Distinguished from 7. lacrimosa by the larger eyes, the more numerous gill-rakers, the shorter caudal peduncle, ete. 33. Tilapia humilior, sp. n. (PI. III fig. 3). Depth of body 3 1/, to 3 */, times in total length, length of head 3 to 3 !/, times. Head 2 !/, to 2 !/, times as long as broad, upper profile forming an even curve; snout rounded, as long as broad, as long as eye, which is 3 !/, to 3 1/, times in length of head, equals interorbital width, and exceeds least depth of praeorbital ; jaws equal in front; maxillary extending to below anterior border of eye; teeth small, slender, closely set, in 4 or 5 rows, outer bicuspid, others tricuspid; 44 to 54 teeth in outer row of upper jaw; 3 series of scales on the cheek, the depth of the scaly part below the eye less than diameter of latter. Gill-rakers short, 7 or 8 on lower part of anterior arch. Dorsal XV-XVI 9-10; spines increasing in length to the last, which measures '/, length of head; longest soft rays */, to */, length of head. Anal II 8-10; third spine longest, as long as or a little shorter than last dorsal. Pectoral shorter than head, not reaching vertical of origin of anal. Ventral not reaching origin of anal. Caudal rounded-subtruncate. _u FISHES FROM UGANDA ta) Caudal peduncle 1 !/, to 1 #/, times as long as deep. Scales rather strongly denticulate, very small on pectoral region, 32-33 a3 lateral lines a more or less distinct vertical dark bar below anterior third of eye; dorsal, caudal and pectoral fins brown, anal brownish or yellow, with or without two or three ocellar spots; ventrals black in the male, yellow in the female. Total length 110 millim. Six specimens from Kakindu. Well distinguished from most of its allies by the elongate shape of the body, and from 7. pervieri, Pellegr., by the shorter snout, the broader interorbital space, the non-projecting lower 3rown above, whitish beneath; a jaw, ete. 34. Tilapia nigricans, BLGR. Jinja, Kakindu. 35. Tilapia simotes, sp. n. (PI. III fig. 4). Depth of body equal to or little greater than length of head, 2 */, to 3 times in total length. Head twice as long as broad, upper profile forming an even, strong curve; snout broadly rounded, much broader than long, as long as eye, which is 3 1/, to 3 1/, times in length of head, equals interorbital width, and exceeds least depth of praeorbital; upper jaw projecting beyond lower; maxillary extending to below anterior border of eye, or a little beyond; teeth small, very slender, closely set, in 6 to 8 rows, outer bicuspid, others tricuspid; 60 to 80 teeth in outer row of upper jaw; 3 or 4 series of scales on the cheek, the depth of the scaly part below the eye a little less than diameter of latter. Gill-rakers rather short, 8 or 9 on lower part of anterior arch. Dorsal XV-XVI 9-10; spines increasing in length to the last, which measures !/, length of head; longest soft rays */, to 4/, length of head. Anal III 8-9; third spine longest, nearly as long as last dorsal. Pectoral a little shorter than head, not reaching vertical of origin of anal. Ventral reaching origin of anal or a little beyond. Caudal rounded. Caudal pedunele slightly longer than deep. Scales rather strongly denticulate, very small on 706 G. A. BOULENGER pre SEE 395 Iata ines 2123 ‘rey-brow pectoral region, 32-34 +; lateral lines 775. Grey-brown to blackish on the body and fins; traces of black cross-bands and a black bar below the eye may be present; anal frequently with two or three bright ocellar spots. Total length 110 millim. Twelve specimens from Kakindu; twelve from Jinja. Nearly related to 7. nigricans, Blgr. 30. TDilapia variabilis, BLGR. Jinja, Kakindu. MASTACEMBELIDAE. 37. Mastacembelus vietoriae, BLGR. Nakavuggo Ferry, near Kakindu. SILURIDAE. 38. Clarias mossambicus, PETERS. Mpologoma R., Bululo, Kakindu. 39. Clarias werneri, BLGR. Mpologoma R. 40. Clarias alluaudi, BLGR. 3ululo, 4l. Bagrus degeni, BLGR. Lake Victoria. NI ~I FISHES FROM UGANDA CYPRINIDAE. 42. Barbus lobogenys, BLGR. Lake Victoria. 43. Barbus radeliffii, BLGR. Kakindu. 44. Barbus bayoni, sp. n. Depth of body 3 !/, to 3 !/, times in total length, length of head 3 !/, to 4 times. Snout rounded, projecting beyond mouth, 3 to 3 !/, times in length of head; eye 3 /, (young) to 7 times in length of head, interorbital width 2 1/, to 2 4/, times; width of mouth 3 to 3 !/, times in length of head; lips well developed, broadly interrupted on the chin; barbels two on each side, anterior */, to 4/, diameter of eye, posterior nearly as long as eye, the distance between them greater than diameter of eye in the adult. Dorsal HI-IV 9, free edge distinctly emarginate; last simple ray strong, bony, not serrated, !/, to */, length of head; the fin nearly equally distant from occiput and from root of caudal. a I-MI 5; longest ray about ?/, length of head. Pectoral o */, length of head, not reaching ate al. Ventral below anterior rays of dorsal. Caudal deeply forked. Caudal peduncle 1 !/, to 1 */, times as long as deep. Scales finely striated longitudinally , 32-34 ©. 3 between lateral line and ventral, 12 round caudal rali One brown above and on the fins, whitish beneath; scales of young edged with blackish. One adult specimen 640 millim. long from Jinja, and two young (170-255 millim. long) from Kakindu. Very closely allied to B. intermedius, Rupp. 45. Barbus minehini, BLGR Kidumino, Jinja. 46. Labeo victorianus, BLGR Jinja. 78 G. A. BOULENGER CHARACINIDAE. 17. Alestes sadleri, BLGR. Jinja, Kakindu, Bululo. 48. Alestes nurse, Rupp. Jinja. MORMYRIDAE. 49. Mormyrus kannume, FORSK. Jinja. LEPIDOSIRENIDAE. 50. Protopterus aethiopicus, HEcK Mpologoma River. EXPLANATION OF THE PLATES. PLATE I. Fig. 1. Paratilapia parvidens. */,. di » pectoralis. */,. 3. » gestri. °/s PLare II. Fig. 1. Tilapia pallida. */,. 2. Paratilapia chilotes. */.. 3. Pelmatochromis riponianus. */,. 4. Bayonia xenodonta. */,. PLate III. Fig. 1. Tilapia macrops. */,. 9 > bayoni. */;. Bi » humilior. *|,. I. > simotes. */ 14 Annali del Museo Civico. Serie 3a. Vol. V. (XLV.) Mave. Tay NI IN dI N SA SAAS J. Green, del. et imp London, 1, PARATILAPIA PARVIDENS. 2. P. PECTORALIS. 35 PSGESTRIS CAVIALE (XLV.) Vv. Serie 8a. Vol. Annali del Museo Civico. J. Green, del. et imp. London, PARATILAPIA CHILOTES. 2. TILAPIA PALLIDA 1 BAYONIA XENODONTA. 4. PELMATOCHROMIS RIPONIANUS. 3. "ot via III. Tav. Annali del Museo Civico. Serie 3a Vol. V. (XLV.) UCR J. Green, del. et Imp. London, 2. Sb TILAPIA MACROP. 1. T. BAYONI. T., SIMOTES. 4. 3. T. HUMILIOR, * = > n > , ” ~ ' . Le ‘ - - * Peli ri . ni SLIUDIN SUL GRIbTACR IDI peL Museo Crvico pr Storia NATURALE DI GENOVA PEL Dorr. ACHILLE GRIFFINI I Grillacridi appartenenti al Civico Museo di Storia Naturale di Genova sono numerosi, ottimamente preparati e conservati eon quella cura specialissima che tanto distingue questo Museo; essi provengono da molte interessanti località. Parecchi esemplari sono tipi finora unici. Basterà ricordare quelli raccolti in Birmania da Comotto e da Fea, quelli raccolti in varie regioni malesi e sondaiche da Doria, Beccari, Modigliani, Raap, Ferrari ed altri ancora, quelli raccolti nella regione austro-malese da L. M. d’Albertis, da Bruijn, da Loria e Giulianetti, ai quali infine vanno aggiunti alcuni esem- plari delle isole Andaman donati da Giglioli, aleuni del Paraguay raccolti da Boggiani, alcuni di Nossi-Bé, donati da Signoret, alcuni d’ Africa raccolti da Fea e da Bottego. I Grillacridi raccolti in Birmania dal compianto Fea furono determinati da Brunner e da lui pubblicati nella sua magistrale Revisione del Sistema degli Ortotteri (3, pag. 189-191). Gli altri vennero da me studiati in più riprese, col gentile consenso della Direzione del Museo; molti di essi si trovano descritti in un buon numero di mie pubblicazioni (11, 12, 13, 14,15, 16, 17, 18, MO 20 2am 2H, 26). Ultimamente, nelle vacanze di Natale del 1910, ho terminato la classificazione e lo studio dei Grillacridi del Museo Civico di Genova, aleuni dei quali non erano ancora stati disposti in colle- zione, essendo rimasti fin allora conservati con altri Ortotteri in fasi con alcool. Ho pensato pertanto di raccogliere nel presente Catalogo le indicazioni più importanti sulle specie già pubblicate, le cui descri- 80 A. GRIFFINI zioni dovetti purtroppo distribuire separatamente in molti diversi periodici, ed approfitto di quest’ occasione per aggiungere notizie sopra altre specie, descrizioni complementari di specie poco note, aleune nuove sinonimie, alcune osservazioni critiche inedite. Nel presente lavoro infatti, in seguito alla studio di altro ma- teriale esistente nel Museo Civico di Genova, posso indicare che la Gryllacris D’ Albertisi Griff., oltre che nella Nuova Guinea esiste anche in Amboina, che la Gr. ruficeps subsp. malaccensis Griff. si trova anche a Borneo; posso completare la descrizione della Gr. Comotti Gritt. facendone conoscere il g° finora inedito, e la descrizione della Gi. genualis Walk. pubblicando i carat- teri della sua 9 che fin qui era rimasta ignota. Descrivo anche una interessante anomalia presentata da un esemplare di Gr. inconspicua Br., avente una zampa posteriore assai piccola ed anormalmente fatta. Questa anomalia appartiene alla categoria di quelle di cui ripetutamente mi sono occupato in modo al tutto particolare e personale, e che ho sempre sostenuto essere dovute a fenomeni di rigenerazione. Le prove sperimentali finalmente date dal Megusar (') hanno potuto mettere fuor di dubbio |’ esattezza delle considerazioni da me fatte al riguardo nei vari studi che pubblicai, e che ho riassunto in un mio recente articolo (*). : Venendo ora alle nuove considerazioni critiche e sinonimiche, credo miglior cosa il trattarne completamente qui, in prece- denza, onde non dover interrompere poi di troppo e ripetutamente il Catalogo sistematico delle specie appartenenti al Museo di (renova. Frattanto colgo ancora l'occasione per esprimere i miei sentiti ringraziamenti alla. Direzione di questo Museo per le numerosis- sime cortesie sempre usatemi e pei molti aiuti d'ogni genere, coi quali volle incoraggiare i miei studi zoologici. Bologna, R.° Istituto Tecnico, 15 Gennaio 1911. (1) F. MEGUSAR. Regeneration der Fang-, Schreit-, und Sprungbeine bei Auf- sucht von Orthopteren, Archiv. f. Entwicklungsmech. der Organismen; Leipzig. , XXIX Band, 1910. (2) A. GRIFFINI. La rigenerazione delle sampe negli Ortotleri saltatori ; nel Pericdico « Natura », Milano, Vol. II, i941. (0 ©) STUDII SUI GRILLACRIDI PARTE PRIMA NUOVE NOTE CRITICHE E SINONIMICHE SOPRA VARII GRILLACRIDI I. Gryllacris podocausta De Haan, Gr. mutabilis Pictet et Saussure, Gr. parvula Brunner. Ho già in due miei precedenti lavori (*) stabilita, e confermata poi coll’esame dei tipi di Pictet e Saussure, la sinonimia fra la Gryllacris podocausta De Haan e la Gr. mutabilis Pict. et Sauss. Stabilisco ora la sinonimia fra la Gr. parvula Brunner e quella frequente varietà scolorita della Gr. podocausta alla quale ‘avevo riservato fin qui il nome di var. mutabilis Pict. et Sauss., senza notare che gli stessi autori, sia pure senza aver la pretesa di assegnarle un nome particolare, l’indicavano in fine della loro diagnosi col nome di var. pallidior, nome che ha diritto di esser conservato per la varietà e che nulla impedisce di adottare. Accertata frattanto la grande variabilità di colorazione della Gr. podocausta, si confronti ora la descrizione della Gr. parvula runner con quelle della podocausta, della mutabilis, e delle relative varietà. Si vedrà che, provenienza, dimensioni, strutture, linee generali dell’ornamentazione, concordano alla perfezione. Solo si potrà notare che nella descrizione della Gr. parvula si legge che il fastigium verticis supera la larghezza 1 1/, del primo articolo delle antenne; ciò non toglie che esso possa raggiungere anche la larghezza doppia di questo primo articolo, come si riscontra nella gran maggioranza degli esemplari della Gr. po- docausta e delle sue varietà. (1) A. GRIFFINI. Sopra alcune Gryllacris malesi e austro-malesi: Bollett. Mus. Zool. Anat. Comp. Torino, Vol. XXIII, N. 581, 1908. Ip. Ip. Revisione det tipi di alc. Gryllacris di Pictet et Saussure: Monitore Zoolog. Italiano, Firenze, Anno XX, N. 4, 1909. Ann, del Mus. Civ. di St, Nat. Serie 3.°, Vol. V (5 Giugno 1911). 6 82 A. GRIFFINI Concordando dunque tutti i caratteri, passo a stabilire la sino- nimia della specie e della varietà nel seguente modo: Gryllacris podocausta Dr HAan. Gryllacris podocausta De Haan 1842, Bijdr. tot de Kennis der Orthoptera; Verhand. over de Nat. Gesch. der Nederl. over- zeesche Bezittingen, Leiden, pag. 220. — Gerstaecker 1860, Ueber die Locust. Gatt. Gryllacris; Archiv. f. Naturgesch., Band XXVI, pag. 259. — Brunner 1888, Monogr. der Ste- nopelm. u. Gryllacr.; Verhand. K. K. Zool. Bot. Gesellsch. Wien, Band 38, pag. 329-30. — Kirby 1906, Synonym. Catal. of Orthoptera, Vol. II, Part I, London, pag. 140. — — Griffini 1908, Sopra ale. Gryllaer. malesi e austro-malesi; 3oll. Mus. Zool. Anat. Comp. Torino, XXIII, N. 581, pag. 1-2 (cum synonymia et indicatione varietatum). — Rehn 1909, A Contribut. to the Knowl. of the Orthopt. of Sumatra; 3ullet. Amer. Museum Natur. History, New York, Vol. XXVI, Art. XII, pag. 206 (cum notis). — Griffini 1909, Studi sopra ale. Grillacridi del Mus. Nazion. di Budapest; Annales Mus. Nation. Hungarici, VII, pag. 309. — Griftini 1909, Revisione dei tipi di ale. Gryllacr. di Pietet et Saussure; Monitore Zoolog. Italiano, Firenze, Anno XX, N. 4, pag. 109. Gryllacris mutabilis (praecipue var. 1) Pictet et Saussure, 1891, De quelques Orthopt. nouveaux; Mittheil. Schweiz. Entom. Gesellsch., Schaffhausen, vol. VIII, pag. 307-09, Tab. I, fig. 10. — Kirby 1906, Catal..cit., pag. 142. Hanirat: Java (Auctores omnes): Sumatra (Brunner, Rehn). Nora: Specimina melius colorata; capite et pronoto magna parte nigris, geniculis atris. Specie molto comune nelle collezioni, e presentante tutti i passaggi verso la varietà seguente: ‘ Gryllacris podocausta var, pallidior Pier. SAUSS. Gryllacris mutabilis var. pallidior (et praecipue var. 2) Pictet et Saussure 1891, Op. cit., pag. 307 et 309, Tab. I, fig. 10. Gryllacris podocausta var. mutabilis Griffini 1908, Sopra ale. Gryllac. malesi e austro-malesi, Op. cit., pag. 2. — Griffini € STUDIL SUL GRILLACRIDI 83 1909, Int. ad ale. Gryllacr. del Musée Roy. d’ Hist. Natur. e del Musée du Congo di Bruxelles; Atti Soc. Ital. Scienze Nat. Milano, vol. XLVII, pag. 174-75. — Griffini 1909, Studi sopra ale. Grillacridi del Mus. Naz. di Budapest, Op. cit., pag. 308. T. Gryllacris parvula Brunner 1888, Monogr. cit., pag. 341 (Nec Gr. parvula Walker). o. Gryllacris minima (nov. nomen) Kirby 1906, Catal. cit., pag. 142. Hapirat: Java (Auctores omnes). Nora: Specimina minus colorata et minus picta; colore nigro pro- noti et pedum soluto, diluto, vel evanido. Anche la varietà è molto comune nelle collezioni. Il. Gryllacris personata Serville e Gryllacris falcata Brunner. Queste due specie si possono tutt al più considerare come varietà di una sola, e tenendo conto della priorità si potrà dunque tutt'al più considerare la seconda come varietà della prima, benché nella Monografia di Brunner esse sieno collocate molto lontane l'una dall’altra. Si leggano infatti e si controntino attentamente le descrizioni che Brunner dà delle due specie; e si vedrà che l’unica differenza essenziale viene ad essere la mancanza dell’incerta tinta bruna intorno alle venule delle ali nella prima e la presenza di questa tinta nella seconda (falcata ). A ciò potrebbe aggiungersi la maggior brevità dell’ovopositore per la personata, almeno secondo la misura data da De Haan in linee 4 (che corrisponderebbero circa a mm. 8,7), unica misura che si conosca, e che può essere poco esatta, essendo poi d'altronde poco lontana da quella di mm. 11 data per l’ovopositore della falcata. Ma della © descritta da De Haan avremo da soggiungere ancor qualche cosa, notando che essa stessa anzi può appartenere precisamente alla var. falcata. Già nell’introduzione al mio recente Prospetto delle Gryllacris hyalino-fasciatae (1), io avevo espressa la mia convinzione che le due specie: personata Serv. e falcata Brunn. dovevano essere molto prossime, tanto che una varietà da me descritta nel 1908 (1) Atti Soc. Italiana Scienze Natur., Milano, vol. XLIX, 1910. 84 A. GRIFFINI poteva appartenere sia all'una come all'altra. Ora ho ristudiata meglio la questione ed osservo quanto segue: Le due forme, Gryllacris personata Serv. e Gr. falcata Br. provengono dalle stesse regioni, principalmente da (Giava, hanno, si può dire, le stesse dimensioni e gli stessi caratteri di struttura, persino pel nono segmento addominale dorsale del 9 hidentato. La prima descrizione data da Serville nel 1831, della Gr. personata, non fa alcun cenno dei caratteri delle ali. La seconda descrizione, data dallo stesso Serville nel 1839, aggiunge: ailes diaphanes. Ma questo è sempre vero, nelle forme di cui ora ci occupiamo, sieno o non sieno le venule incertamente marginate di bruniccio sfumato, e su tale carattere Serville non dice nulla. Nella descrizione poi di De Haan si legge precisamente: « alarum nervis transversis distantibus fuscis, vix nebulosis ». Quindi vi si parla della incerta tinta bruniccia che circonda quelle venule trasverse; il che potrebbe riferirsi alla falcata Br. Infine, ho avuto occasione di esaminare in diverse collezioni aleune Gryllacris riferibili alla personata od alla falcata, ed ho visto esser molto incostante il carattere delle incerte fascie 0 nebulosità bruniccie marginanti le venule delle ali, tanto che certe volte queste nebulosità si potrebbe dire che non vi sono come si potrebbe dire che però, guardando bene, un po’ compariscono. E però sono portato a stabilire la sinonimia fra le suddette due forme, che tutt’ al più, benchè con poca convinzione, potrò mantener separate come varietà l’una dell'altra nel modo seguente : Gryllacris personata SERY. Tg. Gryllacris personata Serville 1831, Revue Method. des Ins. de |’Ordre des Orthoptéres; Annales Sciences Natur., Paris, Tome 22, pag. 139-40. — Serville 1839, Hist. Natur. des In- sectes Orthoptères, Paris, pag. 395. — Gerstaecker 1860, Op. cit., pag. 273 (cum dubio). — Brunner 1888, Monogr. cit., pag. 359. — Kirby 1906, Catal. cit., pag. 146. 2. Gryllacris personata De Haan 1842, Op. cit., pag. 220 (verisimiliter specimen proximum var. falcatae). Hapitat: Java (Auctores omnes); Amboina (Brunner). STUDII SUI GRILLACRIDI SD Nora: Venulae alarum haud fusco cinctae vel vix nebulosae. Frons, excepto fastigio, aterrima. Specie non comune nelle collezioni, ma neppure molto rara. Gryllacris personata var. falcata BRUNN, T.9. Gryllacris falcata Brunner 1888, Monogr. cit., pag. 341. — Kirby 1906, Catal. cit., pag. 142. — Morton 1908, Récit de voy. à Ceylan et à Sumatra; Bullet. Soc. Vaud. Sciences Natur., Lausanne, 5. S., vol. XLIV, pag. 201. O. Gryllacris personata var. Méschi Griffini 1908, Sopra ale. Gryllacr. malesi e austro-malesi; Op. cit., pag. 7-8. ; Hasirat: Cina, Java, Sumatra (Brunner); Sumatra (Morton, Grif fini). Nora: Venulae alarum dilute sed distincte anguste fusco-cinctae. Frons ut in specie. Anche la varietà ora non è molto rara nelle collezioni, e forse è meno rara della specie tipica. Ne vidi i tipi di Brunner, appar- tenenti al Museo di Ginevra. III. Gryllacris translucens Serville e Gryllacris amplipennis Ger- staecker. La Gryllacris translucens fu descritta da Serville nel 1839 secondo esemplari 9 e 9 di Giava. È una specie abbastanza variabile di colorazione, ed anche alquanto di mole; perciò gli autori che lo seguirono non la identificarono facilmente, anzi ri- masero dubbiosi sul suo vero valore. Così Gerstaecker nel 1860 non si accorse che descrivendo la sua nuova specie: Gr. amplipennis, descriveva ancora l'antica translucens di Serville, e quanto a questa, che dichiarò di non conoscere, soggiunse semplicemente: « Diese von Java stammende « Art scheint der Gr. amplipennis, nach der Beschreibung zu « urtheilen, nahe verwandt zu sein, ist jedoch von geringerer « Grosse und wirde sich durch das nicht braun gefiirbte Mittelfeld « der Fligeldecken, dessen wenigstens Serville nicht erwihnt, « unterscheiden ». Come vedremo invece le dimensioni date del tipo della Gr. 86 A. GRIFFINI ) amplipennis di Gerstaecker, che era una 9, corrispondono hene a quelle delle 9 della translucens. runner, nella sua Monografia, trascurò la Gr. translucens Serv. che solo nomina dubitativamente come possibile sinonimo della amplipennis Gerst., ridescrive invece questa e ne fa cono- scere le varietà, alle quali però non dà un nome particolare. In questi ultimi anni io ho identificata la Gr. translucens Serv., con esemplari provenienti da Giava, |’ ho rideseritia diffu- samente, e ne indicai le variazioni di colorazione. Dapprima la Gr. translucens mi apparve ben distinta dalla amplipennis (1), ma quando conobbi in seguito un maggior nu- mero di esemplari, vi scorsi tante affinità da farmi dubitare che la seconda specie altro non fosse che una sottospecie della prima (*); nondimeno non mi indussi ancora a riunirle in sinonimia. Devo però finalmente riconoscere che questa mia precedente insistenza nel tener separate le due forme dipendeva dal ritener come Gr. amplipennis tipica un esemplare 9 raccolto da L. Fea nel Tenasserim, appartenente al Civico Museo di Storia Naturale di Genova, e stato determinato come (Gr. amplipennis dal Brunner (*). Questo esemplare invece va riferito alla var. secunda di Brunner, mentre la tipica Gr. amplipennis Gerst. concorda colla tipica Gr. translucens Serv. Dopo i più diligenti studi io verrei dunque alle seguenti con- clusioni : 1° La Gr. translucens Serv. e la Gr. amplipennis Gerst. sono sinonime; il colore più o meno scuro dell’ occipite e del pronoto, e quindi la maggiore o minore distinzione delle macchie pallide di quest'ultimo, sono caratteri che variano da un individuo all’altro, pure nelle tipiche Gr. translucens di Giava (*). (1) A. GRIFFINI. Note sopra alc, Grillacridi, Bollett, Mus. Zoolog. Anat. Comp. Torino, vol, XXIII, n. 587, 1908, pag. 4-6. Ip. Ip. Intorno ad alc. Gryllacris del Mus. R. d' Hist. Natur. e del Mus. du Congo di Bruxelles ; Atti Soc. ital. Scienze Natur, Milano, vol. XLVII, 1909, pag. 178. (2) A. GRIFFINI. Sopra alc. Grillacridi di varie collezioni; Bollett. Mus. Zoolog. Anat. Comp. Torino, vol. XXIV, n. 610, 1909, pag. 14-16. (>) Da me ridescritto nel mio lavoro: Sopra alc. Grillacridi di varie collezioni ; Bollett. Mus. Zool. Anat. Comp. Torino. vol. XXIV, n. 610, 1909, pag. 14-15. (‘) Veggasi in: A. GRIFFINI. Nofe sopra alc. Grillacridi ; Boll, Mus. Zool. Anat. Comp. Torino, vol. XXIII, n. 587, 1908, pag. 4-6; e nel già citato lavoro Sopra ale. Grillacr. di varie collezioni, 1909, pag. 15-16. STUDIL SUL GRILLACRIDI 87 2.° Si notano però in questa specie due varietà, di cui luna, di statura alquanto minore, con elitre relativamente meno ampie, proviene da Giava e dall’ India (secondo le indicazioni di Gerstaecker e di Brunner), l’altra, di statura alquanto maggiore e con elitre più. grandi, proviene dal Tenasserim, da Sumatra e da Malacca. 3.° In entrambe le varietà si hanno individui con colore più o meno scuro, con occipite e pronoto più 0 meno intensamente colorati, e colle macchie del pronoto più o meno visibili e distinte. La prima varietà corrisponde alla tipica Gr. translucens Serv., di Giava, con dimensioni che in media sono le seguenti: of Q Lunghezza del corpo. . . . mm. 24 — 25 25 — 27 » del pronoto ala 6 549) 3,0 — 6:8 » dell'efelitee eee 27 — 3h 33 — 95 » dei femori posteriori —» 14 13 — 18 » dell’ovopositore . . » 25 Tali dimensioni sono desunte dagli esemplari da me studiati e descritti e da quelli descritti da Brunner, al quale si devono particolarmente le dimensioni massime. Con questa prima forma coincide perfettamente la vera Gr. amplipennis secondo la descrizione originale di Gerstaecker, il quale appunto ne da le seguenti dimensioni, pel suo tipo © : corpo linee 13, elitre linee 16, ovopositore linee 10; dimensioni corrispondenti rispettivamente a: corpo mm. 28, elitre mm. 34,7, ovopositore mm. 21,7. Siccome il tipo di Gerstaecker proveniva dal Malabar, si può asserire che cogli esemplari di Giava concordano quelli indiani, come già riscontrò Brunner pei suoi esemplari di Madras. La seconda varietà (varietas secunda di Brunner, var. We- yersi Griffini 1909 (*)), appena appena differisce dalla specie tipica per la maggiore statura e pel maggiore sviluppo delle elitre e delle ali, non potendosi tener conto dei caratteri di colorazione che sono in essa gli stessi, egualmente variabili, come nella forma tipica. 1) A. GRIFFINI, Intorno ad alc, Gryllacris del Mus, R, d’ Hist. Natur. e del Mus. du Congo, di Bruxelles; Atti Soc. Ital. Scienze Natur., Milano, vol. XLVII. 1909, pag. 178. 88 A. GRIFFINI Le sue dimensioni in media sono le seguenti: of 9 Lunghezza del corpo. . . . . mm. 25,8 80-35 » del pronoto . . . . » 6 6,3 - 8 » delle velitre "= 2. 2S 35,6 37 - h7 » dei femori posteriori . » 16 17 - 23 » dell’ ovopositore. . . » = 23,5 - 29 Tali dimensioni sono pel o quelle del tipo della var. Weyersi di Sumatra, e per la 9 quelle della Q tipica della var. secunda di Brunner (massime) e quelle delle 9 da me esaminate (medie e minime). Le dette 9 provengono da Malacca e dal Tenasserim. Si potrebbe dunque asserire che la seconda varietà in discorso è propria di Malacca, del Tenasserim e di Sumatra. Ma in un recente lavoro il Rehn (') asserisce che un £ di Sumatra, da lui determinato come Gr. amplipennis corrisponde alla varietà gia- vanese e indiana ricordata da Brunner. Credo però che in realtà si tratti di un © della seconda varietà, di cui Brunner descrisse solo la 9 di dimensioni massime, di Malacca, colla quale il Rehn avrà esitato a classificarlo. La sinonimia pertanto delle due forme verrebbe ad essere la seguente : 5 Gryllacris translucens SERVILLE. J, 9. Gryllacris translucens Serville 1839, Hist. Natur. des Insectes « Orthoptéres » , Paris, pag. 394-95. — Gerstaecker 1860, op. cit., pag. 273. — Kirby 1906, Catal. cit., pag. 141. — Griffin’ 1908, Note sopra alc. Grillacridi; Bollett. Mus. Zool. Anat. Comp. Torino, vol. XXIII, n. 587, pag. 4-6 (cum nova descriptione o’ et Q). — Griffini 1909, Sopra ale. Gril- lacridi di varie collezioni; ibidem, vol. XXIV, n. 610, pag. 15- 16 (cum notis). — Griffini 1909, Studi sopra ale. Gryllaer. del Mus. d’ Histoire Nat. de Genève; Revue Suisse Zoolog. Tome 17, pag. 386. Q. Gryllacris amplipennis Gerstaecker 1860, op. cit., p. 271-72. ') I. A. G. RENN. A contribut. to the Knowledge of the Orthopt. of Sumatra; Bullet. Americ, Museum of Natur. History, New York, 1909, vol. XXVI, pag. 206. STUDII SUI GRILLACRIDI 89 ST, 2. Gryllacris amplipennis Brunner 1888, Monogr. cit., pag. 336-337 (excepta var. secunda). — Kirby 1906, Catal. cit., pag. 141 (partim). Hasrrat: Java (Serville, Brunner, Griffini, Kirby); India (Ger- staecker, Brunner). Nora: Variat occipite castaneo vel plus minusve diluto, pronoto superne nigro-fusco vel castaneo, maculis paucis testaceis or- nato, vel plus minusve pallido et parce nigro vario. Gryllaeris translucens var. secunda BRUNNER. Q. Gryllacris amplipennis var. secunda Brunner 1888, Mo- nogr. cit., pag. 337. o. Gryllacris translucens var. Weyersi Griffini 1909, Int. ad ale. Gryllac. del Mus. R. d’ Hist. Natur. e del Mus. du Congo, di Bruxelles; Atti Soc. Ital. Scienze Natur. Milano, vol. XLVII, pag. 178 (secundum specimen pallidum fere concolor). Q. Gryllacris amplipennis Brunner 1893, Révision du Syst. des Orthoptéres; Annali Mus. Civ. Genova, serie 2.*, vol. XIII, pag. 189 (secundum specimen quod vidi, colore nigricante valde praeditum). — Griffini 1909, Sopra ale. Grillacr. di varie collezioni; op. cit., Torino, pag. 14-15 (cum nova descriptione). — Kirby 1906, Catal. cit., pag. 141 (partim). Hasrrat: Malacca (Brunner, Griffini); Tenasserim (Brunner, sec. typum a L. Fea collectum); Sumatra (Griffini, sec. typum Musaei Bruxellensis). Nora: Statura majore quam in specie typica, elytris alisque magis evolutis. Variat colore eodem modo. Resta ancora a stabilirsi a quali delle due forme vadano pre- cisamente ascritti i seguenti esemplari : a) Gryllacris amplipennis Brunner 1898, Orthopt. d. Malaysch. Archip. gesamm. von Kukenthal; Abhandl. Senckenb. Naturf. Gesellsch., XXIV, pag. 199. (Ex Halmahera). b) Gryllacris amplipennis Rehn 1909, A Contrib. to the Knowl. of Orthopt. of Sumatra; Bull. Americ. Mus. Nat. Hist., New York, vol. XXVI, pag. 206. (Ex Sumatra). 90) A. GRIFFINI IV. Gryllacris plagiata Walker e Gryllacris peculiaris Kirby (= nobilis Brunn. nec Walk.). È La descrizione data da Walker della sua Gr. plagiata, pro- veniente dal Silhet, è abbastanza buona, ed anzi per quanto ri- guarda l'esatta situazione dei disegni oscuri delle elitre è più precisa di quella di Brunner. Questo secondo Autore, come sempre, non tenne conto delle specie di Walker, e incorse così più volte nel guaio di deserivere come nuove certe specie che erano già state descritte, sia pur malissimo, nelle opere del Walker, o di usare come nuovi dei nomi specifici già stati adoperati in quelle opere. Egli, d’ altro lato, fu in ciò seguito dalla maggioranza degli entomologi, poichè invero le descrizioni di Walker sono assai fre- quentemente erronee, incompletissime, o talmente vaghe da ren- dere irriconoscibili le specie che I’ Autore voleva far conoscere. Nondimeno, in questi ultimi anni, principalmente per opera del Kirby che nel Museo Britannico può aver sott’ occhi i tipi di Walker, e per opera del Catalogo pubblicato dallo stesso Kirby, le specie di quell’ antico Autore vanno prendendo il loro posto nella sistematica. Io stesso, come ho pubblicata la revisione dei tipi dei Grilla- cridi descritti da Stal, comunicatimi dal Museo di Stoccolma, e di quelli descritti da Pictet e Saussure, comunicatimi dal Museo di Ginevra, pubblicai anche la revisione di quei tipi di Grillacridi descritti da Walker che mi furono comunicati dal Museo di Oxford. Le specie del Walker dunque oggidi non si trascurano più. Ritornando ora alla Gr. plagiata Walk. del Silhet ed alla Gr. nobilis Brunner nee Walk., di Birmania, già dalla lettura delle loro descrizioni potranno a tutti apparire le grandi somi- glianze che fra di esse esistono, del che io meglio potei convin- cermi esaminando con tutta cura nel Museo Civico di Genova il tipo della Gr. nobilis Brunner. Non volendo però senz’ altro stabilire la sinonimia fra le due forme, dell’ una delle quali fu descritta solo la 9, mentre del- l’altra fu descritto solo il o, e rilevando qualche leggera diffe- renza di colorazione fra luna e l’ altra, considererò la Gr. pecu- liaris Kirby (= nobilis Brunn. nee Walk.) come sottospecie della Gr. plagiata Walk., nel modo seguente : STUDII SUI GRILLACRIDI 91 Gryllacris plagiata \VALK. O. Gryllacris plagiata Walker 1869, Catal. Dermapt. Saltat. Brit. Museum, London, pag. 167. — Kirby 1906, Catal. cit., pag. 141. Hanirar: Silhet (Walker). Nora: Mandibulae atrae. Pedes graciles. Elytra atro biplagiata , seu macula magna atra basali et altera parum ante medium praedita. Venulae alarum anguste fusco marginatae. Pronotum antice et postice atro fasciatum. Femora ante apicem atro fasciata (sec. Walker). Di questa specie finora si conosce solo il tipo. Gryllacris piagiata subsp. peculiaris KIRBY. o. Gryllacris nobilis Brunner 1893, Révision du Syst. des Orthoptères; Annali Mus. Civ. Storia Natur. Genova, Ser. 2, vol. XII (XXXII), pag. 190. (Nec Gr. nobilis Walker). oS. Gryllacris peculiaris (nov. nomen) Kirby 1906, Catal. cit., pag. 144. Haprrar: Birmania, Catcin Cauri (coll. L. Fea, 1886). Nora: A specie typica differt: pronoto concolore pallido, tantum ad marginem anticum utrinque macula perparva atra notato; femoribus ante apicem incertissime dilute brunneis. Aggiungo ora le seguenti notizie intorno al tipo: Il capo è ferrugineo-rossiccio con labbro e mandibole neri, macchie ocellari gialle, distinte, palpi pallidi coll’ ultimo articolo e l'apice del penultimo appena lievemente brunicci; le guancie, dietro gli occhi, sono nerastre, così come nella specie di Walker; le antenne alla base hanno il colore del capo, poscia sono più pallide. Il pronoto ha pubescenza rada ma lunghetta, colore pallido, anteriormente e posteriormente un po’ rossiccio, presenta poi le due macchiette sopra dette, piuttosto allungate ed anguste. Il suo margine anteriore è arrotondato e prominente, il solco anteriore è largo, il solco longitudinale è bene impresso, la metazona è ineguale, col margine posteriore subrotondato, quasi dritto; i lobi 99 A. GRIFFINI laterali sono bassi, allungati, posteriormente un po’ più alti, con angolo anteriore rotondato, margine inferiore sinuato, angolo posteriore inferiormente rotondato, posteriormente quasi troncato, margine posteriore verticale breve, seno omerale poco marcato, solchi e gibbosità ben distinti. Le elitre sono come nella specie, colla prima macchia nerastra alla base, situata un po’ esternamente, cioè verso il margine anteriore, e la seconda verso il fine della terza parte basale, prima però del mezzo della lunghezza totale, situata un po’ verso il margine posteriore. Le venule nella metà apicale delle elitre sono alquanto marginate di bruno, ma diffusamente, così come nella specie di Walker. Le zampe sono pallide, lunghe e gracili; i femori anteriori misurano mm. 12,8, i femori medii mm. 10,8..1 femori posteriori sono pochissimo dilatati alla base. Le tibie anteriori hanno le spine più lunghe sul margine interno che non sull’esterno. Le tibie posteriori hanno una leggera ombra bruniccia sotto la base di ciascuna spina, e di queste ne portano 6 sul margine interno e 7 sull’esterno. L’addome, contratto nel tipo, presenta appena accennate le fascie oscure laterali indicate da Walker. L'ultimo segmento addominale dorsale del g° è convesso, tumido, posteriormente e inferiormente solcato incavato, con due grosse tumescenze inferiori recanti punte lunghe che s’incrociano. La lamina sottogenitale pare semicircolare o più che semicircolare, solcata leggermente al mezzo, con lunghi stili laterali basali compressi. V. Gryllacris fasciata (Walker), Gryllacris fasciata Brunner, Gryllacris nigrata Brunner. Sono certamente tre forme affinissime e con tutta probabilità non si possono specificamente separare, principalmente le prime due, alla seconda delle quali, per strano caso di concordanza, il Brunner, non tenendo conto delle opere di Walker, assegnò proprio lo stesso nome specifico che Walker aveva assegnato alla prima, e ciò ritenendo di descrivere una specie nuova e quindi di stabilire un nome nuovo. Il Kirby istituì pertanto il nuovo nome di Gryllacris bara- mica per la Gr. fasciata Brunner nec Walker: io ritengo però STUDII SUI GRILLACRIDI 93 che si tratti sostanzialmente della stessa specie, sempre dell’ isola di Borneo. Ebbi occasione di descrivere esemplari sia riferibili alla Gr. fasciata (Walker) come alla Gr. baramica Kirby (') e notai la loro grande corrispondenza; quindi, al massimo, si po- trebbe assegnare il nome di daramica ad una varietà della prima specie. Facevo ancor notare a proposito della baramica, come essa apparisse ben intermedia fra la fasciata (Walk.) e la nigrata Brunn., pur avvicinandosi un po’ di più a quella che non a questa. La Gr. nigrata Brunn. è di Sumatra, e forse è la meglio distinta. Tutte queste forme sono piccole, alquanto tozze, colle elitre non superanti o neppur raggiungenti l’ apice dell’ addome, e queste elitre nerastre, con una macchia basale e una fascia trasversale verso il mezzo di color ferrugineo; hanno poi i femori posteriori muniti inferiormente di numerose e fitte spine. Ecco frattanto le indicazioni riferentisi alle tre forme in discorso: Gryllaeris fasciata WALK. 2. Larnaca fasciata Walker 1869, Op. cit., pag. 191. Q. Gryllacris fasciata Kirby 1906, Catal. cit., pag. 140. O, 9. Gryllacris fasciata Griffini 1908, Sopra ale. Gryllacr. malesi ed austro-malesi: Op. cit., pag. 2-4 (cum nova de- scriptione). Hasirat: Borneo (Walker, Griffini); Sipora, insula Mentawei (Griffini). Nota: Pronotum convexum, luteum, incerte nebulosum, sulcis loborum lateralium interdum leviter atratis. Caput luteo-testa- ceum, interdum fronte nebulis maculisque nebulosis piceis praedita. Gryllacris baramica KIRBY. Jo. Gryllacris fasciata Brunner 1898, Orthopt. des Malaysch. Archip. gesamm. von Kikenthal: Abhandl. Senckenb. Naturf. Gesellsch., Frankfurt a. M., 24 Band, pag. 275. Nomen sicut novu meditum (Nec Gr. fasciata Walker ?). (1) A. GRIFFINI. Sopra alc. Gryllacris malesi ed austro-malesi; Op. cit., 1908. Ip. 1p. Stud? sui Grillacridi del Museo di Oxford; Atti Soc. Ital, Scienze Naturali, Milano, vol. XLVII, 1909. 94, A. GRIFFINI IT. Gryllacris baramica (nov. nomen) Kirby 1906, Catal. cit., pag. 140. — Griffin’ 1909, Studi sui Grillacr. del Mus. di Oxford: Atti Soc. Ital. Scienze Natur., Vol. XLVII, pag. 301-02 (cum deseriptione). Hasirart: Borneo (Brunner, Griffini). Nora: Pronotum convexum, circiter ut in Gr. nigratam pictum, seu atrum, macula antica lutea cum medio marginis antici contigua, maculis 2 luteis in utroque lobo laterali, neenon vitta transversa lutea indecisa ad marginem posticum. Caput nigrum testaceo varium. Gryllacris nigrata BRUNN. ST. Gryllacris nigrata Brunner 1888, Monogr. cit., pag. 328. — Kirby 1906, Catal. cit., pag. 140. Hapirat: Sumatra (Brunner). Nora: Pronotum planum, atrum, macula lutea pone marginem anticum neenon utrinque in lobis deflexis maculis minoribus ejusdem coloris. Caput piceum, macula orbiculari lutea et altera in fastigio verticis etiam lutea. Le differenze come dunque si vede sono assai lievi, e dimo- strano possibili transizioni dall’ una all'altra forma. L'essere il pronoto superiormente piano nel tipo della Gr. nigrata, unico esemplare noto, potrebbe anche dipendere da carattere individuale. La struttura delle parti genitali dei 7 è eguale in tutte e tre le forme. Non stabilisco, ad ogni modo, la loro sinonimia, non avendone visti gli esemplari tipi, ma esprimo la mia convinzione che tale sinonimia possa esser dimostrata, principalmente fra le due prime forme, quando si conoscerà un maggior numero di esemplari. VI. Gryllacris heros Gerstaecker, Gr. adjutrix Brunner, Gr. com- promittens Brunner, Gr. athleta Brunner. Chi consideri attentamente le descrizioni che Brunner dà delle prime tre di queste specie, principalmente dopo la rettificazione STUDI. SUI GRILLACRIDI 95 che il Brunner stesso ha fatto nel 1898 (') dei caratteri delle parti genitali del © della Gr. heros, constaterà, io credo, al par di me, che fra le suddette tre forme non appaiono intercedere differenze nè di struttura, nè di colorazione, né di statura, tali da poter essere assunte come caratteri di distinzione specifica. Anzi, volendo con un po’ di precisione esprimere quali sieno le differenze fra quelle tre forme, si resta assai imbarazzati, a meno di cadere in definizioni a base di frasi rette dalle espres- sioni: un po’ più, un po’ meno. Consideriamo anzitutto che quelle tre Gryllacris (Gr. heros Gerst., Gr. adjutrix Brunn., Gr. compromittens Brunn.) pro- vengono dalle stesse regioni e cioè dalle Molucche : Ternate, Am- boina, Buru, Batjan, Halmahera. I loro caratteri generali si potrebbero così esprimere: Corpus statura modica vel magna, ferrugineum vel plus minusve infu- scatum, capite concolore vel infuscato. Fastigium verticis articuli primi antennarum latitudinem 1!/, non attingens. Elytra unico- loria, ferruginea. Alae cycloideae, ferrugineae, venulis transversis nigris, fusco circumdatis, parte infuscata distinete cireumscripta, plus minusve lata. Pedes longi, validi; tibiae 4 anticae solito modo spinosae, spinis perlongis: femora postica subtus in utroque margine spinis 8-12, plus minusve fortioribus. Genitalia co se- cundum typum A Brunneri confecta; lamina subgenitalis g' transversa, margine postico integro aut lobulis duobus brevibus distantibus instructo. Ovipositor 9 modice incurvus, compressus, rigidus, apice oblique obtuse truncatus. Lamina subgenitalis © trapetioidea vel transverse subtriangularis, basi plica lobiformi instructa. Ciò posto, vediamo quali verrebbero ad essere i caratteri dif ferenziali fra le tre forme. Nella Gr. heros, secondo Brunner la statura è maggiore, il ‘apo non è indicato come più scuro del resto del corpo; le ali hanno le fascie seure non molto larghe ed hanno il campo ante- riore ferrugineo senza macchie: i femori posteriori portano da ambo i lati 10 spine robuste. La lamina sottogenitale del o è (1) Orthopteren des Malaysch. Archipels gesamm. von Kiikenthal; Abhandl. Sen- ckenberg. naturforsch. Gesellschaft, Frankfurt a, M., Band XXIV, Heft II, 1898, pag. 275, nota 2. 96 A. GRIFFINI trasversa, col margine posteriore dotato di due piccoli lobuli di- stanti e con stili robusti. L’ovopositore della Q è poco incurvato, La lamina sottogenitale della 9 è trapezoidale, dotata alla base di una piega lobiforme quadrata, e biloba all’apice con lobi ot- tusi e tumidi. Però nella diagnosi originale di Gerstaecker si legge: « Kopt dunkel rostroth », e infatti il capo in questa come in altre specie può presentarsi ora più ora meno oscuro; si legge ancora: « An den Hinterbeinen haben die Schenkel 9, die Schienen 7 kurze Dornenpaare », e infatti il numero e lo sviluppo delle spine dei femori posteriori è soggetto a variazione sia in questa come altre Gryllacris; si legge pure: « Hinterfligel mit tief schwarzen Queradern, welche breit schwarz umflossen sind », « alis late nigro tessellatis », e veramente anche in questa specie le fascie oscure delle ali possono essere più o meno sviluppate; infine la descrizione della lamina sottogenitale della Q è in questi termini: « Quer herzformig, zweilappig, jeder Lappen breit und rundlich. » Le dimensioni che Gerstaecker dà del suo tipo, in linee, sono le seguenti: corpo 17 lin.; elitre 18 lin.; ovopositore 14 lin. Esse corrispondono rispettivamente a mm. 36,8, mm. 39 e mm. 30,3. Le dimensioni date da Brunner sono alquanto maggiori, e infatti si trovano degli esemplari di Gr. heros con elitre lunghe anche oltre 43 mm. Passiamo alla Gr. adjutrix. Tutta la descrizione di Brunner si riduce alle seguenti due righe; « Differt minime a Gr. heroe Gerst.: statura minore, femoribus posticis extus spinis 7, intus spinis 8 minoribus armatis, ovipositore magis curvato. Genitalia haud differunt; gd, 9 ». Le elitre in questa specie sono indicate per la 9 lunghe mm. 38; l’ovopositore è indicato lungo mm. 26. È facile ammettere che questa non è se non una varietà mi- nore della Gr. heros. Veniamo alla Gr. compromittens Brunn. Ben esaminandone la descrizione si giunge a concludere che questa ha il capo tutto ferrugineo, come in generale la Gr. heros, le ali identiche a quelle della Gr. heros, i femori posteriori con 8 spine per parte, il segmento addominale dorsale ultimo del 9? come nella Gr. heros. Solo si constata che è di statura ancor minore della Gr. adjutrix, con elitre nella 9 lunghe mm. 32, ed ovopositore lungo mm. 23. STUDII SUI GRILLACRIDI 97 Inoltre la lamina sottogenitale del suo 3 è indicata come tra- sversa, con margine posteriore intero, e con stili brevi; la lamina sottogenitale della 9 è detta ottusamente triangolare, lievemente smarginata all'apice, e dotata alla base di un piccolo lobo bicipite. Sono questi caratteri costanti? E sono essi sufficienti per di- stinguere specificamente la Gr. compromittens dalla Gr. heros e dalle sue varietà? Ecco due domande la cui risposta io non posso dare con sicurezza. Frattanto la posizione sistematica della GryMacris heros, della Gr. adjutrix e della Gr. compromittens mi pare possa essere come segue : Gryllaecris heros GERST. O. Gryllacris heros Gerstaecker 1860, op. cit., pag. 257-58. ST, 9. GryUacris heros Brunner 1888, Monogr. cit., pag. 355 (sed corrigenda descriptione genitalium 9). — Brunn. 1898, Orthopt. d. Malaysch. Archip. gesamm. von Kukenthal; Abhandl. Senckenberg. Naturf. Gesellsch., 24 Band, II Heft, pag. 199 (et pag. 275, nota 2, cum correctione descriptionis genita- lium gd) — Kirby 1906, Catal. cit., pag. 145. Q. GryUacris piceifrons Walker 1869, Catal. Dermapt. Saltat. Brit. Mus., pag. 180. ©. Gryllacris fuscifrons Walker 1869, op. cit., pag. 170. (Nec Gr. fuscifrons Gerstaecker). Hagrrar: Amboina (Gerstaecker, Walker, Brunner); Ceram, Buru (Walker); Ternate (Brunner). Nora: Variat corpore et praecipue capite plus minusve infuscato, vittis alarum plus minusve latis, numero et magnitudine spi- narum femorum posticorum, ovipositore plus minusve incuryo. La sinonimia colla Gr. piceifrons Walk. fu già stabilita da Kirby, quella colla fuscifrons Walk. nec Gerst., mi fu indicata da Shelford, secondo 1’ esame che egli fece del tipo di Walker. Gryllacris heros var. adjutrix BRUNN. T, 2. Gryllacris adjutrix Brunner 1898, Orthopt. d. Ma- laysch. Archipels ete.; op. cit., pag. 275. — Kirby 1906, Catal. cit., pag. 145. DI Ann, del Mus. Civ. di St. Nat, Serie 3.3, Vol. V (5 Giugno 4911). 9S A. GRIFFINI Hapirar: Insula Batjan (Brunner). Nota: Varietas minime distineta. Statura leviter minore: oviposi- tore magis curvato, spinulis femorum posticorum minoribus. Gryllacris compromittens BRUNN. IT, 9. Gryllacris compromittens Brunner 1898, Orthopt. d. Malaysch. Archipels ete., op. cit., pag. 275-76. — Kirby 1906, Catal. cit., pag. 145. Haprrat: Halmahera (Brunner). Nora: Verisimiliter haud specifice distineta a Gr. heroe: valde similis eius var. adjutrici Brunn. Statura distinetius minore, Lamina subgenitali 7 margine postico sine lobulis, stylis brevibus instructo. Lamina subgenitali Q obtuse triangulari, subtransversa, apice levissime emarginata, basi lobulo bicipite instructa. Passiamo ora a considerare la Gr. athleta Brunner, descritta secondo un esemplare ©, le cui affinità dunque nel gruppo delle fusco-fasciatae sono difficilissime a stabilire, potendone il 9? aver le parti genitali costrutte secondo il tipo A di Brunner, e allora andando la specie collegata al gruppo della Gr. heros, oppure potendone il o aver le parti genitali costrutte secondo il tipo £ di Brunner e andando la specie collegata al gruppo della Gr. fu- scifrons, o infine potendone il aver le parti genitali costrutte secondo il tipo H di Brunner e andando allora la specie collegata al gruppo della Gr. signifera. L’ Autore la paragona e la ravvicina alla Gr. heros Gerst., colla seguente diagnosi: « Differt statura paulo minore, colore fusciore, capite toto castaneo, alis etiam in parte antica fusco ma- culatis, necnon vittis nigris multo latioribus; ovipositore distinetius incurvo ». La lunghezza delle elitre è data in mm. 41 e quella dell’ ovopositore in mm. 29. Queste dimensioni corrispondono al- l’incirca a quelle del tipo della Gr. heros di Gerstaecker; gli altri caratteri potrebbero rivelare un esemplare a colorazione oscura molto sviluppata. Ma, lo ripeto, il tipo è una 9. Un altro imbroglio è portato dalla provenienza di questo, che Brunner indica semplicemente : « Baeroé », Ora questa, studiando i Dizionarì Geografici ed i mi- STUDII SUI GRILLACRIDI 99 gliori Atlanti, come quello dello Stieler, appare essere una località di Sumatra, quindi già discosta dall’ area di distribuzione della Gr. heros e delle forme ad essa prossime. (') Nel 1897, io determinai come Gryllacris athleta un gd ed una 9 provenienti da Perak nella penisola di Malacca, e donati al R. Museo Zoologico di Torino dal Dott. Peracca. Però la strut- tura delle parti genitali del 3 era ben diversa da quella che si osserva nel g* della Gr. heros. Dopo oltre dieci anni d’ inter- vallo, essendomi dedicato alla revisione dei Grillacridi ed avendo acquistato maggior pratica in questa famiglia, della quale passa- rono sotto i miei occhi molti esemplari, desiderai rivedere quel e quella 9 di Perak da me determinati come Gr. athleta, e descritti sommariamente in un mio lavoretto (?), poichè la loro classificazione non mi parve esatta. Il prof. Camerano gentilmente acconsenti a mandarmi in comu- nicazione quei due esemplari che al mio diligente esame risulta- rono essere delle Gryllacris obscura subsp. sumatrana Grif fini 1908. Ora si può domandarsi: anche il tipo della Gr. athleta Brunn., proveniente da Baeroè va riferito ad una varietà della Gryllacris obscura Brunn., oppure ‘esso è altra cosa e va realmente collo- ‘ato presso alla Gr. heros Gerst.? Per rispondere a questa domanda bisognerebbe anzitutto stu- diare il tipo, che appartiene al Museo di Stuttgart, ed in seguito io credo si resterebbe ancora perplessi essendo quel tipo una 9. Quindi per ora lascieremo la Gr. athleta al posto assegnatole da Brunner: Gryllacris athleta BRUNNER. Q. Gryllacris athleta Brunner 1888, Monogr. cit., pag. 355. — Kirby 1906, Catal. cit., pag. 145. Hapirat: Baeroé (Brunner). Nota: Sine cognitione <7, species aegre systemanda; apud Gr. heroem Gerst. tantum fide Brunneri locata. ) A meno che non si trattasse anche in questo caso dell’isola Buru. 2) A. GRIFFINI. Sur quelques Locustides de Perak. Miscellanea Entomoiogica. Narbonne, vol. V, n. 414-42, 1897. 100 A. GRIFFINI Gryllacris athleta (9, 9) Griffin’ 1897, Sur quelques Locust. de Perak: Miscellanea Entomol., Narbonne, vol. V, n. 14-12, pag. 142. — Griffini 1908, Note sopra ale. Grillacridi; Bollett. Mus. Zool. Anat. Comp. Torino, vol. XXII, n. 587, pag. 11. — E = Gr. obscura subsp. sumatrana Griftini 1908, VII. Gryllacris obscura Brunner, Gryllacris larvata Rebn. Fra la Gryllacris signifera (Stoll) e la Gr. appendiculata Brunner, si trova la Gr. obscura Brunner, specie di Sumatra, di Giava, e di regioni vicine, capace di presentare delle varietà rimarchevoli. La Gr. obscura anzitutto ha le parti genitali del o costrutte all’ incirea come nella Gr. signifera, e cioè coll’ appendice del nono segmento addominale dorsale non tanto lunga come nella Gr. appendiculata, nè recante come in questa un lobo apicale obtriangolare così sviluppato. D'altro lato, la statura, la robustezza del corpo, lo sviluppo degli organi del volo, avvicinano maggiormente la Gr. obscura alla Gr. appendiculata. E un altro carattere che avvicina la Gr. obscura a questa seconda specie è quello del colore delle tibie, che per lo più nella Gr. obscura sono oscure, come gene- ralmente avviene nell’ appendiculata. Gli esemplari tipici di Gr. obscwra e delle sue varietà hanno però un carattere che li distingue sia dalla Gr. signifera come dalla Gr. appendiculata, e cioè hanno le ali fondamentalmente oscure, bruno-nere, con solo i centri delle areole ialini o quasi. Non si può tacere nondimeno che si danno casi d’ esemplari nei quali il colore oscuro delle ali è meno esteso, e queste si presentano solo regolarmente e largamente fasciate di bruno seuro sulle venule trasversali e intorno a queste (!). I disegni del pronoto raramente mancano del tutto (var. java- nica); possono presentarsi sviluppati come nella Gr. appendi- culata, negli esemplari tipici (?), oppure il colore oscuro sul (1) Come in un esemplare della var. sumatrara, appartenente al Museo di Bru- xelles, da me descritto nel 1909, nel lavoro: Jntorno ad alc. Gryllacris d. Mus. di Bruxelles ; Atti Soc. Ital. Scienze Natur., Milano, vol. XLVII, pag. 179. (2) Come in un esemplare del Museo di Budapest, da me descritto nel 1909 nel lavoro: Studi sopra alc. Grillacridi del Mus. Nazion, di Budapest: Annales Mus. Nation. Hungarici, VII, pag. 313. STUDII SUI GRILLACRIDI 101 pronoto è tanto sviluppato da render questo quasi totalmente nero-bruno, lasciando di colore pallido solamente la metazona e due macchiette nella regione mediana, una per parte (var. su- matrana). Ciò posto, esaminiamo la descrizione e le figure date dal Rehn della sua Gryllacris larvata, di Sumatra, recentemente de- seritta (7); concluderemo facilmente che questa non è altro che la Gr. obscura var. sumatrana. L'Autore anzitutto abbandona la retta via paragonando la sua specie colla Gr. junior Brunn., forma indiana, più piccola, con capo rotondo dotato di grande macchia ocellare frontale, con di- versa struttura dell'ultimo segmento addominale dorsale del 37, ecc.; è naturale pertanto che rispetto a questa egli ponga in evi- denza parecchie differenze. In secondo luogo l'Autore non ci dà alcun carattere delle ali. Si capisce, è vero, che collocando egli la sua specie vicino alla tr. junior, quesia deve appartenere alle fusco - fasciatae, ma il Rehn non ci dice se le fascie delle ali della Gi. larvata siano ampie od anguste, o se il colore oscuro di queste invada la maggior parte della superficie delle ali stesse lasciando solo pal- lidi i centri delle areole. Gli scrissi or sono parecchi mesi per domandargli degli schia- rimenti su questo argomento, esponendogli le mie opinioni al riguardo, ma non me ne giunse risposta. La sua specie, è facile convincersene, va studiata in confronto colla Gr. signifera, colla Gr. appendiculata, colla Gr. obscura. Le dimensioni, le proporzioni, la tinta scura sulle tibie e princi- palmente sulle tibie anteriori, la caratteristica colorazione del pronoto, la struttura delle parti genitali principalmente del 37, non lasciano dubbio circa la riunione della Gr. larvata Relm colla var. sumatrana della Gy. obscura Brunner. Questo poi, tanto nel caso in cui le ali fossero a fascie oscure, o fossero fon- damentalmente oscure con solo i centri delle areole pallidi, poiché, come già dissi, si incontrano esemplari di Gr. obscura var. su- matrana con luna o coll’altra pittura delle ali. Ma poichè sto criticando gli altri, non devo far a meno di criticare anche me stesso. (1) A. Contrib. to the Knowl. of the Orthopt. of Sumatra, Bullet. Americ. Mus. Nat. History, New York, vol. XXVI, 1909, pag. 207, fig. 27-29. 102 A. GRIFPINI Nel 1908 ho descritta una Gryllacris 7 chiamandola sem- plicemente Gr. signifera var. (*), la quale si distingueva dalle vere (rr. signifera per statura maggiore, per elitre più lunghe, per le tibie superiormente oscure, principalmente le anteriori, pei disegni del pronoto ricordanti quelli della Gr. appendiculata, benchè marcati e relativamente larghi; questo esemplare però non poteva essere una Gr. appendiculata, data la struttura dell'ultimo segmento addominale dorsale concordante invece con quella che si osserva nella Gr. signifera. Lo considerai dunque come una varietà della Gr. signifera (Stoll), alla quale non diedi nome particolare. L’esemplare in discorso era indicato come proveniente da Mindanao. Non sapevo allora e non pensavo che la Gr. obscura potesse presentare qualche individuo nel quale le ali fossero semplice- mente percorse da larghe fascie oscure, invece di essere fonda- mentalmente oscure coi soli centri delle areole ialini. Ora che questo mi è noto, in seguito all’aver riscontrato tale fatto in esem- plari di varie collezioni, attribuisco quel co di Mindanao alla Gr. obscura e credo di non andar errato. Un esemplare completamente simile esiste nel Museo Civico di Genova, proveniente da Siboga, Sumatra, e raccolto da Modi- gliani. Tenendo conto di tutte queste osservazioni, stabiliremo così la sinonimia della Gr. obscura e delle sue varietà. Gryllacris obscura BRUNNER. T, 9. Gryllacris obscura Brunner 1888, Monogr. cit., pag. 353. — Kirby 1906, Catal. cit., pag. 144. — Griffini 1909, Studi sopra ale. Grillacr. del Mus. Nazion. di Budapest; Annales Mus. Nation. Hungarici, VII, pag. 313. IT. Gryllacris signifera var. Griffini 1908, Note sopra ale. Grillacridi; Boll. Mus. Zool. Anat. Comp. Torino, vol. XXIII, n. 587, pag. 10 (specimen alis fasciatis). Hagrrat: Java? Insulae Sundaicae (Brunner); Sumatra, Mindanao (Griftini) (') Note sopra alc. Grillacridi ; Boll. Mus, Zool. Anat. Comp. Torino, vol. XXIII, n 587, pag. 10. STUDII SUI GRILLACRIDI 103 Nota: Forma, statura et colore circiter ut in Gr. appendiculata 3r.; segmento abdominali dorsali 9° 7 ut in Gr. signifera (Stoll). Alae typice fuscae, areolis tantum centro pallido sub- hyalino, sed interdum subhyalinae late fusco fasciatae. Gr. obscura var. sumatrana GRIFF. ST, 9. Gryllacris athleta Griftini 1897, Sur quelques Locust. de Perak; Miscellanea Entomologica, Narbonne, vol. V, n. 11- 12, pag. 142 — (An etiam Gr. athleta Brunner ex Baeroè ?) T, 9. Gryllacris obscura var. sumatrana Griffini 1908, Sopra ale. Gryllacr. malesi ed austro-malesi; Boll. Mus. Zool. Anat. Comp. Torino, vol. XXIII, n. 581, pag. 9-10. — Griffini 1909, Studi sui Grillacr. del Mus. di Oxford, Op. cit., pag. 315. Oo. Gryllacris sp., Griffini 1909, Intorno ad ale. Gryllacris del Mus. R. d. Hist. Natur. e del Mus. du Congo, di Bruxelles; Atti Soc. Ital. Scienze Natur’ Milano, vol. XLVII, pag. 179 (Specimen alis fasciatis). Q. Gryllacris larvata Rehn 1909, A Contrib. to the Knowl. of Orthopt. of Sumatra; Bull. Amer. Museum Natur. History, New York, vol. XXVI, pag. 207-08, fig. 27-29. Hapirar: Perak, Peninsula Malayana, Sumatra (Griffini): Sumatra (Rehn). Nora: Vertex fuscus. Pronotum superne subtotum nigro-fuscum, of metazona tantum et maculis 2 parvis discoidalibus colore te- staceo. Tibiae, praecipue anticae, superne infuscatae. Alae ut in specie sed etiam interdum subhyalinae late fusco fasciatae. raro maculae 2 testaceae pronoti magis evolutae, vittaeformes, et maculae aliae incertae testaceae nebulosae conspiciuntur. Finora nelle collezioni ho trovato più frequente questa varietà che non la specie tipica. Gr. obscura var. javanica GRIFF. I, 9. Gryllacris obscura var. javanica Griffini 1908, sopra ale. Gryllacr. malesi ed austro-malesi: Op. cit., pag. 10-11. Hanrat: Java (Griftini, secundum specimina Musaei Berolinensis et collectionis meae). 104 A. GRIFPINI Nora: Caput et pronotum concoloria, testacea, vel fere concoloria. Tibiae testaceae. Alae ut in specie. Di questa varietà più non ho visto altri esemplari. VIN. Sulla Gryllacris ridicula (Zacher) e sopra una nuova specie affine. In un articolo pubblicato nel Zoolog. Anzeiger del 1.° Giugno 1909 (1), lo Zacher, allora candidato alla laurea in Zoologia, ha pubblicato le diagnosi di alcune nuove specie di Ortotteri saltatori appartenenti al Museo Zoologico di Breslau. Queste diagnosi sono in maggioranza brevissime, di una bre- vità tale che può dirsi incompatibile colle esigenze della più accurata sistematica moderna; esse rivelano la non ancora matura esperienza del giovane autore, la poca accuratezza e probabilmente la sua eccessiva fretta. Per quanto riguarda il o della Dysmorpha obesa Br., che lo Zacher descrive come nuovo, è facile ammettere che egli non ne conoscesse ancora la descrizione che da me ne era stata pubblicata in un numero della Wiener Entomolog. Zeitung (*) uscito appena un mese prima. Così per quanto riguarda le specie del genere Rhaphidophora, egli mostra di non conoscere i miei studì pubblicati negli Atti della Soc. Italiana di Scienze Naturali (*) nei primi mesi del pre- cedente anno 1908, ed ignora quindi le descrizioni da me date. Egli mostra persino di non conoscere il Catalogo del Kirby, pub blicato nel 1906, ed un lavoro di Branesik, del 1897, nel quale è descritta una Rh. papua. Ma per tutto questo vi saranno delle scusanti. Passiamo ora particolarmente ai Grillacridi. Lo Zacher nel- l'articolo suddetto pubblica la descrizione del nuovo genere Scan- dalon (descrizione in 4 righe) e della nuova specie Sc. ridiculum di Sumatra (descrizione in 3 righe). (1) F. ZAacHER. Ueber einige Laubheuschrecken des Breslaner Museums. Zoolog. Anzeiger, Leipzig, Pand XXXIV, N. 11-12, vom 1 Juni 1909. (3) A. GRIFFINI. Jntorno a due Ortotteri saltatori racc. a Sumatra dal Dr. W. Morton; Wiener Entomolog. Zeitung, XXVIII Jhg., Heft IV, 15 Mai 1909. (5) A. GRIFFINI. Sopra alc. Stenopelmatidi e sopra alc, Mecopodidi malesi ed austro- malesi; Atti Soc, Ital. Scienze Nalur., Milano, vol. XLVI, 1908. STUDII SUI GRILLACRIDI 105 Ecco quest’ultima: « Glinzendbraun, Labialtaster mit Keulig verdicktem Endglied. Die Fligeldecken reichen bis zum Ende des 2. Abdominaltergites: 22 mm., Antennen 84 mm. ». Non stiamo a discutere l'opportunità dello strano nome asse- gnato a quel povero insetto. Se ne son visti di peggio! Ma chi ne esamina le descrizioni rimane impressionato per l’imperizia dell’autore. Che di un Grillacride si dia la misura della lunghezza delle antenne, sarà cosa buonissima, ma è pur cosa affatto superflua, sapendosi e risapendosi che questi insetti hanno tutti le antenne filiformi lunghissime, ed essendo difticile il trovare nelle collezioni degli esemplari colle antenne complete: quindi quella misura ha importanza sistematica e diagnostica nulla. Che poi invece non si dieno le dimensioni del pronoto, dei femori, delle elitre, da persona che deve sapere che tutti gli autori accurati, come il Brunner, le danno e vi annettono molta impor- tanza, ciò è difetto assai riprovevole. Il non descrivere organi importantissimi, come il fastigium verticis, i lobi laterali del pronoto, le spine delle zampe posteriori e gli ultimi segmenti addominali dorsali, fin ad un certo punto poteva scusarsi nelle opere del tanto biasimato Walker pubblicate quarant'anni or sono, ma non è ammissibile al giorno d’ oggi. E almeno il Walker indicava il sesso dei suoi tipi e quasi mai tra- scurava l'armatura delle zampe posteriori. In una mia recente Memoria (!) ho lamentato come molti sistematici antichi abbiano lavorato in modo trascurato e superfi- ciale, mandando a noi l’ingrato compito di sbrogliare dei caos sinonimici e di interpretare descrizioni insufficienti, incomprensibili o sbagliate. Duolmi maggiormente il dover ora criticare un autore moderno, anzi un giovane studioso. Constato con piacere che nei successivi lavori il Dr. Zacher è andato assai migliorandosi e che le sue ultime pubblicazioni sono anzi assai interessanti. Quanto all’ articolo che qui gli ho criticato, l’averlo egli pubblicato quand’era ancora studente, potrà certo addursi come prova della di lui allora non matura perizia negli studi sistematici, ma non togliera che se ne devano constatare i difetti. (1) A. GRIFFINI. Note critiche e sinonimiche sopra alc. Grillacridi e Stenopelmatidi descr, da antichi autori. Atti Soc. Ital. Scienze Natur. Milano, Vol. L, 1911, 106 A. GRIFFINI Ritorniamo ora a considerare lo Scandalon ridiculum, nov. gen. e nov. sp., descritto da Zacher. Evidentemente questo non è che una Gryllacris di quelle aventi gli organi del volo assai ridotti. Poichè nel vastissimo genere Gryllacris, come in altri generi di Ortotteri saltatori, vi sono. specie con elitre ed ali lunghe, specie con elitre ed ali corte, specie con elitre ed ali cortissime (Gr. abbreviata Brunn. con elitre lunghe 6 mm.; Gr. Bertrandi Boliv. con elitre pure lunghe 6 mm.), e persino specie con elitre ed ali assai ridotte, rudimentali (Gr. Scheffleri Griff. con elitre lunghe mm. 4,3). Queste ultime si potrebbero tutt'al più riferire al genere Neanias Brunn., se pel complesso degli altri caratteri non appa- rissero essere delle vere Gryllacris (*). Ora lo Scandalon ridiculum Zach., coll’ avere le elitre che giungono appena qll’apice del secondo tergite addominale, non manca per questo di essere una Gryllacris, e per gli altri carat- teri nominati dall'autore mostra appunto di essere una specie del detto vastissimo genere, mentre il ravvicinamento al genere australiano Ametrus è insostenibile. A queste conclusioni io arrivo principalmente in seguito allo studio che ho fatto di un Grillacride di Sumatra, appartenente al Museo Civico di Storia Naturale di Genova, e che sia per la pro- venienza, per la statura, per le elitre quasi rudimentali, come pel colore e per gli altri caratteri, mi parve dovesse corrispondere allo Seandalon ridiculum di Zacher. Ne tracciai una diagnosi e la comunicai al Dott. Zacher pre- gandolo di voler confrontarla col tipo del suo Scandalon ridi culum e di annotarvi a fianco le differenze che avesse a segna- - larmi e le osservazioni che credesse opportune di farmi note. Le due specie risultarono differenti, perchè da quanto appunto mi rispose lo Zacher il suo Scandalon ridiculum ha il fastigium verticis superante la doppia larghezza del primo articolo delle an- tenne ed ha le elitre non tanto rudimentali, lunghe 9 mm. Ra- gione quest’ ultima che meglio ancora induce a considerare quel- l’insetto come una vera Gryllacris. (1) Cid non deve certo meravigliare chi sappia che fra i Sauri vi è qualche genere nel quale si comprendono specie con zampe bene sviluppate, specie con zampe rudi- mentali, e spocie con zampe del tutto atrofizzate. Eppur tali specie passano come congeneri. STUDII SUI GRILLACRIDI 107 Siccome la descrizione da me comunicata allo Zacher è poi ancora quella stessa che do nel presente lavoro della Gryllacris Manteri n. sp., riporto qui le osservazioni che lo Zacher vi ap- pose, indicanti appunto i caratteri che ne distinguono la sua Gr. ridicula, che appare del resto aftinissima alla mia nuova specie: Scandalon ridiculum Zacher - Typus 7, secundum Zacuer: « onertudo, corporis) 28 28 » dell’ovopositore » — 31 Oltre i detti due esemplari esiste ancora una 9, egualmente raccolta a Ternate da Bruijn nel 1875, di colore un po’ più scuro, di statura un po’ minore, colle elitre e l’ovopositore rela- tivamente più brevi, che può rappresentare una variazione di pochissima importanza, riferibile per alcuni caratteri alla var. adjutrix Brunn. e per altri alla Gr. athleta Brunn. Le sue principali dimensioni sono le seguenti: Lunghezza del corpo mm. 38 » del pronoto » 10 » delle elitre » 37,4 » dei femori posteriori » 27 » dell’ovopositore » 27 I suoi femori posteriori hanno inferiormente 9 spine sul mar- gine esterno, e 10-12, un po’ più piccole, sul margine interno. 116 \. GRIFFINI Gr. spec. indeterm. Lascio indeterminato un esemplare 9 proveniente da Port Blair, Isole Andaman, donato da Giglioli nel 1891. Essendo appunto una 9 non posso pronunciarmi con sicurezza sulla sua determinazione sistematica, in questo gruppo delle Gryt lacris fusco-fasciatae, nel quale sono principalmente i quelli che presentano bene spiccate le differenze specifiche. La © in discorso si avvicina, pare, alla Gr. heros Gerst. e ad alcune forme affini, per esempio potrebbe sotto aleuni punti di vista concordare colla Gi. compromittens Brunn., della quale veggasi quanto scrivo nelle pagine precedenti di questo lavoro. Però, data la sua provenienza, mi pare quasi impossibile che possa essere del gruppo della heros. D'altro lato potrebbe avvicinarsi alla Gr. athleta Brunn., specie che io non conosco in natura. Le sue principali dimensioni sono le seguenti: Lunghezza del corpo . . . . . . mm. 36 » del PROLLO 10 SAMI 6 5 a 4 9,5 » delle elitre 2 5 5 A 3 5 » 30 » dei femori anteriori . . . » 13,1 » dei femori posteriori. . . » 23,2 » dell’ovopositore .. . . . » 20,4 Il corpo è robusto, dotato di zampe poco allungate. Il capo è di color castagno, colla sommità della fronte, il clipeo ed il labbro più pallidi, quasi giallastri, i palpi e le antenne di un ferrugineo giallastro. Il fastigium verticis è come nelle specie ora nominate ed ha i lati abbastanza arrotondati, colle macchie ocellari non distintamente marcate, analogamente a quanto si può anche dire per la macchia frontale. L’ occipite è di un castagno intenso. Il pronoto è pubescente, quasi lanuginoso, principalmente oscuro nella parte anteriore, al mezzo, e nei solchi laterali posteriori. Le elitre, piuttosto corte, non raggiungono |’ apice dei femori posteriori; sono poi relativamente larghe, arrotondate all’ apice, testacee alquanto ialine, colle venature dello stesso colore. Le ali hanno le venule oscure e cinte da fascie nerastre molto ben STUDIL SUL GRILLACRIDI 117 distinte e delineate, piuttosto sottili e regolari, numerose, formanti una serie di 8-9 fascie, I femori sono ferruginei, però prima dell’apice lievemente più scuri e nella parte apicale estrema superiormente più pallidi. I femori posteriori hanno 9 spine sul margine esterno e 12-13 sul margine interno, tutte piuttosto piccole, nere nella metà apicale. Le tibie anteriori e medie portano le solite spine, lunghe: le tibie posteriori hanno 7 spine sul margine esterno e 6 sul margine interno, tutte colla metà apicale nera. L’ovopositore è pochissimo incurvato, abbastanza compresso, obliquamente troncato all’apice e quivi un po’ ingrossato prima dell’ estremità. La lamina sottogenitale è trapezoidale, sufticiente- mente allungata, coll’ apice distintamente smarginato e i lobuli rotondati e sensibilmente tumidi; essa ha alla base un lobo sub- quadrato che al proprio apice si fa bilobo. Gr. aethiops subsp. Si-Rambeiea Grirr. TI. Gryllacris aethiops subsp. Si-Rambeica Griffini 1908 (19), pag. 13-15. — Griffin’ 1911 (30), pag. 18. Hapirar: Sumatra. Appartengono al Museo Civico di Storia Naturale in Genova i tre o’, tipi di questa sottospecie, raccolti da Modigliani nella selva Si-Rambéè, durante gli anni 1890-1891. 0 Gr. nigrilabris GERST. T, 9. Gryllacris nigrilabris Gerstaecker 1860 (9), pag. 262-63. — Brunner 1888 (4), pag. 354-55. — Brunner 1898 (6), pag. 197. — Kirby 1906 (34), pag. 145. — Griffini 1909 (21), pag. 179-80 (cum notis). — Griffini 1909 (22), pag. 310-11 (cum notis et synonymia). Q. Gryllacris fumosa Walker 1869 (38), pag. 175. — Kirby 1906 (34), pag. 145. Hanirat: Singapore (Gerstaecker); Borneo (Brunner, Griffini); Java (Brunner); Amboina (Walker, Brunner). Gli esemplari di questa grossa specie che io ho fin qui veduti provenivano tutti da Borneo ed erano tutti d'. 118 A. GRIFFINI Anche nel Museo Civico di Genova ne esistono 5 esemplari tutti gd, oltre un sesto o che mi venne gentilmente donato e che conservo in alcool. Tutti provengono da Sarawak, ove furono raccolti da Doria e Beccari negli anni 1865-1866. In alcuni, forse pel lungo soggiorno nell’aleool, il colore nero del labbro è svanito. La sinonimia colla Gr. fumosa Walk., come già indicai, mi fu segnalata da Shelford, in seguito all'esame che egli potè fare del tipo di Walker, nel quale il labbro è nero, nonostante che il Walker l’abbia anzi esplicitamente dichiarato pallido. Gr. appendiculata BRUNN. I, 2. Gryllacris appendiculata Brunner 1888 (4), pag. 352-53, Tab. VII, fig. 44 H. — Krauss 1902 (35), pag. 747. — Kirby 1906 (34), pag. 144. — Griffini 1908 (12), pag. 8-9 (cum notis et descriptione varietatum). Hagrrat: Nias (Griffini); Amboina (Krauss); Nova Britannia (Brunner); Isole Jaluit, Ponapé, Marchall, Arcipelago di Bismarck (Grif- fini, sec. esemplari del K. Zoolog. Museum di Berlino). Specie estremamente prossima alla Gr. signifera (Stoll), della quale potrebbe anche a tutto rigore considerarsi come sotto- specie, non essendo rari i passaggi fra l'una e l’altra. Infatti gli esemplari di Gr. signifera di Sumatra sono già più grossi di quelli di Giava ed hanno i disegni del pronoto meno spiccati; gli esemplari di Gr. appendiculata di Nias hanno i disegni del pronoto affatto incerti e le tibie poi in nessun modo infoscate. Il Museo Civico di Genova possiede appunto della Gr. appen- diculata un of raccolto a Nias da U. Raap, durante gli 1897-98, e che fu già da me indicato nel mio lavoro del 1908, sopra ricordato. Le sue principali dimensioni sono le seguenti : Lunghezza del corpo . . . . . . mm. 30,5 » del *pranuio,. “Seti a a 8 » dellexelitra’s 29.7 =) > so oh 277 » dei femori anteriori . . . » 11 » dei femori posteriori. . . » 19 STUDII SUI GRILLACRIDI 119 Le sue tibie non presentano alcuna tinta più scura di quella del resto del corpo; i disegni del suo pronoto sono assai indistinti. Allo stesso 9? corrispondeva molto bene un altro 9 pure di Nias, appartenente al K. Zoolog. Museum di Berlino. Gr. signifera (STOLI). Gryllus (Tettigonia) signifera Stoll 1813 (37), III Genre, page 26, Plexi aie 50! 2. Gryllacris maculicollis Serville 1831 (1), pag. 139. T, 9. Gryllacris maculicollis Serville 1839 (2), pag. 394. — De Haan 1842 (8), pag. 220. — Gerstaecker 1860 (9), pag. 254. — Brunner 1888 (4), pag. 352. — Krauss 1902 (35), pag. 748. IT, 92. — Gryllacris signifera Blanchard 1840 (3), pag. 30. — Kirby 1906 (34), pag. 144. — Griffini 1908 (16), pag. 9-10 (cum notis et descriptione anomaliae). — Griffini 1909 (21), pag. 179 (cum notis). — Griffini 1911 (31). Hasirat: Java (Auctores omnes); Sumatra (Brunner, Griffini); Borneo (Brunner); Banka (Brunner); Singapore (Gerstaecker , Brunner); Corea (Kirby). Specie frequente nelle collezioni. Come già accennai, gli esem- plari di Sumatra sono alquanto più grandi dei soliti esemplari di Giava, di colore fondamentale inoltre un po’ più carico, e coi disegni del pronoto un po’ meno spiccati. Il Museo Civico di Genova possiede della Gr. signifera tipica i seguenti esemplari: 1g el 9. Buitenzorg, Giava. (Coll. Ferrari, 1874, 1876). 2 Q. Buitenzorg, Giava. (Coll. Penzig, 1899). Possiede inoltre un g di Engano, raccolto a Bua-Bua da Modigliani nel 1891. Questo g corrisponde agli esemplari di Gr. signifera di Sumatra, per avere appunto la statura piuttosto robusta, le zampe relativamente allungate e forti, il capo ed il pronoto con disegni poco marcati. 120 A. GRIFFINI Le sue principali dimensioni sono le seguenti: Lunghezza del corpo . . . . . . mm. 25 » del PrOnoLo re eee e io (5 » delle elitre. . . .. . » 26,8 » dei femori anteriori . . .. » 10,5 » dei femori posteriori...» 18,5. Le fascie oscure delle sue ali sono strette e poco ben delineate. A proposito della Gr. signifera (Stoll), che va considerata come specie tipica del genere Gryllacris essendo stata descritta come prima dal Serville, ricorderò che anche nel Chenu, benchè opera di valore scientifico molto limitato, si legge la seguente osservazione ('): « Gryllacris Serv.- Le Gr. maculicollis ou Gryllus signifera Stoll peut étre pris pour type ». Gr. spec. indeterm. Lascio indeterminato un esemplare Q proveniente da Si-Oban, nelle Isole Mentawei, ove fu raccolto da Modigliani nel 1894. Veramente somiglia assai alla Gr. signifera (Stoll) e potrebbe essere un esemplare completamente scolorito di questa, di colore uniformemente lurido testaceo, senza disegni al capo ed al pro- noto, e colle fascie delle ali strette e poco delineate. Però trattandosi di un esemplare 9 non posso stabilire con esattezza se vada proprio ravvicinato alla Gr. signifera (Stoll) , piuttosto che alla Gr. rufovaria Kirby, a me sconosciuta in natura. Potrebbe forse corrispondere alla Gr. spurcata Walker, la cui descrizione originale assai deficiente non parla di disegni sul capo e sul pronoto, ma parla invece di larghe faseie sulle ali. Il Kirby nel suo Catalogo colloca la Gr. spurcata Walker subito dopo la Gr. signifera, colla quale lo stesso Walker l'ha paragonata. Sarà dunque specie affine a questa; occorrerebbe però rivederne e ridescriverne il tipo. (1) Encyclopédie d' Histoire Naturelle. Annelés. Paris. 1859, pag. 66. STUDII SUI GRILLACRIDI {21 titornando all’ esemplare delle Mentawei, esso ha il fastigium verticis pianeggiante, poco più largo del primo articolo delle an- tenne, senza macchie ocellari, |’ occipite ed il pronoto con nebu- losità indistinte, il pronoto un po’ più pallido ai lati e posterior- mente. Le sue elitre sono piuttosto corte, di un testaceo ferrugineo pallido nella metà basale e poscia gradatamente più pallide ancora, di un testaceo grigio quasi ialino nella metà apicale. I femori posteriori hanno inferiormente 8 spine nere sul margine esterno e fin 11 piccole spine consimili sul margine interno: queste spine sono più robuste verso l'apice. Le spine delle tibie sono nel modo consueto. L’ ovopositore è poco curvo, piuttosto stretto, leggermente in- grossato all’apice e quivi obliquamente troncato. La lamina sotto- genitale è trapezoidale, incisa all’ estremo, coll’ apice dei due lobi tumido; la sua piega basale è trasversale, molto ottusamente sub triangolare, quasi ad arco, molto più larga che lunga. Le dimensioni principali dell’ esemplare in discorso sono: Lunghezza del corpo. . . . . . mm. 25,4 » delSpronGtOe ese 6 » delleselitirey se. see) ee 23,6 » dei femori anteriori...» 8,4 » dei femori posteriori. . . » 14.5 » dell’ ovopositore : . . . . » 16,8 Gr, obscura BRUNNER. Per la sinonimia, le varietà e la posizione sistematica di questa specie veggasi quanto ho scritto nella parte prima. Riferisco ad essa un esemplare o’, del Museo Civico di Ge- nova, raccolto a Siboga, nell’ Isola di Sumatra, da Modigliani. In esso le ali sono semplicemente a larghe fascie oscure come sie esemplare di Mindanao, della mia collezione, che una volta, ‘atto in errore da quel carattere, considerai come Gr. signifera var. Anche per la statura e pel disegno vi corrisponde benissimo. Sul vertice del capo presenta una grande Y nera, a rami molto aperti, col ramo medio giungente fino al mezzo del confine fra il fastigium frontis ed il fastigium verticis. Una ombreggiatura ne- 199 A. GRIFFIN! rastra continua all'indietro questo ramo nell’ occipite, fra i due laterali divergenti. Il pronoto ha il margine anteriore nero al mezzo, e con questo colore proteso alquanto all'indietro, ai lati della regione mediana: i solchi dei suoi lobi laterali sono neri, con questo colore connesso col nero del solco posteriore sito innanzi alla metazona, dal quale poi si dipartono al mezzo due striscie nere volte in avanti, fian- cheggianti il solco longitudinale, dilatate anteriormente ove anche mandano un ramo sottile verso il solco anteriore del relativo lobo laterale. L'orlo posteriore del pronoto è bruno scuro. Il colore generale dell’ esemplare è ferrugineo sporco: le tibie sono indistintamente più scure, i ginocchi posteriori sono ombreg- giati di nericcio. Si noti che |’ esemplare ha soggiornato fino ad ora nell’ alcool. Le sue principali dimensioni sono le seguenti: Lunghezza del corpo (esteso) . . . . mm. 36,2 » del promote. =. te a 7,2 » delletelttrte Re 30,2 » dei femori anteriori. . . . » 11 » dei femori posteriori... » 19,9 » del segmento VIII EE » 6,1 Gr. Giulianettii GRIFF. ©. Gryllacris Giulianettii Griftini 1909 (20), pag. 211-13. Hapirat: Nova Guinea, Moroka. Il Museo Civico di Genova possiede le due © tipi di questa specie, raccolte da Loria e Giulianetti nel 1903. Non conoscendosene il 97, colloco provvisoriamente la Gr. Giu- lianettii in questa posizione, fra la Gr. obscura e la Gr. Bec- carti. Fors’ anche le sue maggiori affinità saranno col gruppo della Gr. punctipennis. Gr. Modiglianii Grirr. 2. Gryllacris Modiglianii Griftini 1908 (19), pag. 11-12. — Griffini 1911 (33), pag. 176. Hapirar: Sumatra. STUDIL SUI GRILLACRIDI 123 Appartiene al Museo Civico di Genova il tipo di questa specie, raccolto da Modigliani nella selva Si-Rambé, negli anni 1890-91. Gr. Beccarii GRIFF. ©. Gryllacris Beccarii Griftini 1908 (18), pag. 230-32. — Griffin’ 1911 (33), pag. 176. Hasirar: Sumatra. Il Museo Civico di Genova possiede il tipo anche di questa specie, raccolto da Beccari sul monte Singalan nel 1878. Gr. genualis WALKER. o. Gryllacris genualis Walker 1869 (38), pag. 179. — Kirby 1906 (34), pag. 140. — Griffini 1908 (18), pag. 229-30 (cum notis). — Griffini 1909 (21), pag. 175. ST. Gryllacris nigrosculata Brunner 1888 (4), pag. 330-31. Hagirar: Java (Walker, Brunner, Griftini); Insulae Batu, Pulo Penang (Griftini). Di questa specie finora non si conobbero che esemplari AE E (I, È a LOS , 4 150 A. PELLOUX casi assumono un colore grigiastro ed anche nero per inclusione di minutissime particelle di galena. Le forme osservate sono le seguenti: b (100) e (001) m (110) n (120) a (010) d (102) 1 (104) o (O11) r (112) @ (411) A (332) TA(221) p (324) y (122) # (124) p (342) La protopiramide (332) è, da quanto mi consta, nuova per l’anglesite e si presenta come una striscia sottile, fra (111) e (221), in due diversi cristalli. L'angolo che questa faccia fa con (001), ricavato dalla media di quattro buone misure, è di 72° 22’, abbastanza prossimo a quello di 72° 17° 30°, calcolato partendo dal rapporto parametrico dato dal Kokscharow ('): OID Ca O7 Son be Mee 23939) Le dette forme danno luogo a combinazioni più o meno com- plesse, che possono raggrupparsi intorno a quattro tipi diversi, e cioè: 1.° Cristalli prismatici secondo l’asse verticale. Nei cristalli di questo tipo, rappresentato dalla fig. 1, le facce predominanti | sono quelle del prisma (110), e su- bordinatamente, della base (001) del pinacoide (010) e della piramide (122); in alcuni cristalli, però, la base è alquanto ridotta ed, in altri, manca il pinacoide (010). Lo sviluppo delle altre facce è alquanto irregolare, variando gran- demente da cristallo a cristallo. E su questo tipo soltanto che venne osservata la nuova proto- piramide (332). Le facce sono generalmente perfette e lucenti; qualche volta però la protopiramide (221) presenta una leggera striatura pa- Fig. 1. (1) Vedi v. Kokscharow — Materialien zur Mineralogie Russland, VI, 369. ANGLESITE SARDA 151 rallela allo spigolo di combinazione con (110) la quale ultima faccia, di rado, si mostra striata verticalmente. I cristalli misurati presentarono le seguenti combinazioni (1): a) (001) (110); (102) (111) (221) (122) (324);: (100) (011) (104) (112) (332). b) (110) (122); (011) (221) (324);; (120) (104) (102) (112) (111) ;;; (001). c) (110) (122); (001) (011) (221) (324);; (104) (102) (112) (411) (332) (124). d) (110) (010); (001) (011) (111);:; (100) (104) (102) (324) (221) (122). La fig. 1 rappresenta la terza di tali combinazioni. 2° Cristalli prismatici secondo la macrodiagonale. Il tipo di questi cristalli è rappresentato dalla fig. 2. Le facce (104) e (001) sono striate paral- lelamente al loro spigolo di com- binazione. Le facce (122) mo- strano in alcuni cristalli delle ca- vità triangolari semplici o multi- ple, a fondo piano e lucente, in altri le stesse facce sono scavate dando luogo a piramidi triangolari negative le cui facce mostrano, alla loro volta, superficie ondulata. Le combinazioni osservate sono le seguenti : a) (104); (122);; (102) (001) (011);;; (111). 5) (104); (122);; (102) (001);;; (100) (011) (120). c) (104); ( i 102) (001) (100) (120) ;;; (011) (010) (111). 3. Cristalli bipiramidatli. Nei cristalli di questo tipo predomina la piramide (122), con facce a superficie ondulata. La base è striata parallelamente all’asse y ed il pinacoide (100) verticalmente. (1) Adottando il sistema seguito dal Sella (vedi Q. Sella « Delle forme cristalline dell’anglesite sarda » Atti R. Acc. dei Lincei, anno CCLXXVI, Roma, 1879, pag. 150) ho separato le notazioni delle forme con uno o più punti e virgole in crdine decre- scente della loro grandezza, 152 A. PELLOUX a Dts ieee La combinazione più frequente nei cristalli di questo tipo è la seguente: (122); (102) (120) ; ; (100) (001) ss; (111) (440) (O11) (104). Assai più di rado nei cristalli di anglesite di Monte Scorra l'abito bipiramidale è dato dal predominante sviluppo di una piramide che, secondo misure approssimative, stante l'imperfezione delle facce, sembrerebbe doversi riferire a quella di simbolo (342). A questa piramide sono combinate le forme: (104) (111) (110) (001). Tutti i cristalli di questo tipo sono neri per inclusione di abbondanti particelle di galena. 4. Cristalli tabulari secondo il pinacoide (100). Sono piuttosto poveri di forme poichè, oltre al pinacoide (100) che è la faccia avente maggiore sviluppo, non vi si osservano che le pira- midi (102) e (011) ed il prisma (110). Le facce del pinacoide sono fortemente striate secondo lo spigolo di combinazione con quello del prisma. Qui di seguito riporto gli angoli misurati su questi cristalli , posti a confronto con quelli calcolati partendo dal rapporto para- metrico dato dal Kokscharow. Valore degli angoli misurati 25 | Spigoli os misurati 55 pa trai ZB Limitt (001) (112) | 9 | 46° 10’ — 46° 18" (001) (111) | 8 | 64°21’ — 64° 28" (001) (332) | 4 | 71°51’ —72° 22" (001) (221) | 10 | 76°.28’ — 760 35 (110) (010) | 4 | 51°50’ —51°54' (120) (120) | 1 = (001) (011) | 6 | 52°11’ —52° 16’ (001) (104) | 10 | 22° 5’ — 22022’ (001) (102) | 5 | 39°21 — 39024" (104) (104) | 1 = (102) (102) | 1 = (001) (324) | 9 | 5d° 11’ — 54°. 23 (001) (122) 12 | 56. 44' — 590 49’ (001) (124) | 2 | 37° 10' — 370 25' (122) (122) | 2 | 53° 29' —53°54 Medie 46° 14° 30" 64° 23’ 30" TPIT 76° 32' 51° 53’ 65° 16° 52° 13° PPE: 39° 23° 44° 25' 101° 13’ 54° 16’ 56° 48" 379 17° 30" 53° 41’ 30° Valore degli angoli | Differenze calcolati 460 14° + 30° 64° 24’ eT | 72° 17' 30" | — 10° 30° 76° 32' — 519 51’ +2 64° 58° 529012 +1 22° 19 —2 39 23’ _ 44° 38' — 13' 100° 54' + 19° | 54° 16° — | 56° 48° = 310/23 — 5030" 53° 26° + 15' 30" n | ANGLESITE SARDA 153 Miniera di Masua. — Da questa miniera, tanto conosciuta per la grande sua ricchezza in minerali di zinco, provengono esem- plari di anglesite ai quali assai di frequente se ne associano altri di zolfo e di cerussite. Tali cristalli tapezzano le cavità della ga- lena mista qualche volta a pirite ed a cerussite compatta ; sono spesso ricoperti da limonite terrosa ed ocracea. I cristalli di Masua, sono meno ricchi di forme di quelli di Monte Scorra presentando solo le seguenti : b (100) c (001) d (102) G (108) Le combinazioni danno luogo a due tipi diversi e cioè a cri- stalli di abito bipiramidale ed a cristalli tabulari secondo (100). 1. Cristalli bipiramidali. — Costituiscono il tipo più fre- quente a Masua. L'abito bipiramidale è dato dal predominante sviluppo delle facce (122). I cristalli più semplici di questo tipo mostrano le sole facce (122) alle quali si associa il brachidoma (011) rappresentato da faccette sottilissime ed appena Visae Questi cristalli raggiungono la dimensione di 1 cent. Più complessi sono invece i cristalli di dimensioni minori (sino a circa 8 mm.), nei quali la combinazione più ricca osservata è la seguente : (122); (111) (100) ;; (011) (102) (110);;; (011). I cristalli sono talora bianchicci, ciò che si verifica specialmente in quelli più grandi. 2° Cristalli tabulari. — L'abito di questi cristalli è del tutto simile a quello del 4.° tipo di Monte Scorra, sono però più ricchi di forme, presentando le seguenti: (100): (110) ;; (102) (011) (122) ;;; (111) (108). Le facce sono perfettamente lucenti e riflettono benissimo dando nitide immagini, ad eccezione della (100) che è striata ver- ticalmente. I cristalli hanno colore grigiastro. 154 A. PELLOUX Gli angoli misurati sono riportati qui di seguito: 1 28 Valore degli angoli misurati | Valore Spigoli SI | =P degli angoli |Differenze}| vag as a 3% Limiti Medie | calcolati 1 © (001) (111) | 4 | 64°23’ — 64°28"| 64° 26’ 64° 24 + 2] (100) (110) | 3 38° — 38°14’ BA sy Soe. og — | (001) (O11) | 4 02° — 52°10' 5297 5! 52° 12’ — 7 (110) (110) | 2 | 104° —104°18'| 104° 9! 103° 42’ + 27’ (001) (108) | 1 —_ llo 35’ lle 36° — I (001) (102) | 3 | 39°23’— 39025'| 390 24° 39° 23 baal (100) (102) | 1 = 50° 36 50° 37’ = (001) (122) | 6 | 56045'— 56°54'| 56° 50" | 56° 48 412% Miniera di S. Giovanni. — Cristalli di anglesite di S. Giovanni furono misurati dal Sella, il quale dichiarò nel suo lavoro (*) di avere avuto in studio esemplari di questa miniera insieme ad altri di Monteponi. ; Nel lavoro del Sella non è però indicata la provenienza dei cristalli a misura che questi sono descritti, poiché l'illustre au- tore si riserbava di farlo nella continuazione del suo studio, che purtroppo non ebbe seguito; e ciò mi induce a riferire quanto sui cristalli di S. Giovanni, fra quelli esistenti nel Museo Civico di Genova, ho osservato. Nella collezione mineralogica Traverso gli esemplari di angle- site provenienti dalle Miniere di S. Giovanni, si distinguono facil- mente dagli altri per essere quasi costantemente accompagnati da cristalli di quarzo. Le forme osservate sui cristalli, sino ad ora misurati, sono le seguenti : c (001) m (110) o (011) 3 (111) 7 (221) p (324) y (122) (') Vedi Q. Sella op. cit. ANGLESITE SARDA 155 L'abito dei cristalli è simile a quello del 1.° tipo di Monte Scorra, però la base è sempre bene sviluppata ed anche le pira- midi (111) e (324) vi sono abbastanza estese, mentre le altre pira- midi ed il brachidoma (011) sono rappresentate da piccole faccette. Le combinazioni osservate sono le seguenti: a) (110) (001) (324); (111) (011);; (221) (122) b) (110) (001) (111); (324) ;; (221) (011);;; (122). Le facce sono nitidissime ed assai lucenti e solo quelle delle piramidi (221), presentando una sottile striatura parallela allo spi- golo di combinazione con (110), riflettono molto male. I cristalli, incolori e diafani, sono spesso costituiti da più individui in accre- scimento parallelo. Gli angoli misurati sono i seguenti: 23 Valore degli angoli misurati Valore Spigoli È E degli angoli | Differenze 33 Limiti Medie SIC 45 delle misure delle misure (001): (111) | 2 | 64° 23° — 640 25’ 64° 24° 64° 24’ — | (O01) : (221) | 3 | 76° 18° — 76° 23’ 76° 20’ 76° 32 — 12’ (001): (122) | 5 | 56°47’ —56°49' | 56° 48’ 56° 48’ ay (001): (O11) | 3 | 52° 9'— 52° 12’ 529 10’ BHO ze — 2’ (OOL : (824) | 4.) 54° 16° — 54° 18° 5417: 54° 167 eh il COLLEZIONI ZOOLOGICHE FATTE NELL’ UGANDA DAL DOTT. E. BAYON. XII (1) ANTHICIDAE (COL. HETEROMERES) PAR M. PIC Si le nombre des espèces capturées par le D." Bayon est peu élevé, par contre, trois espéces nouvelles donnent è ses récoltes un intérét tout particulier; en outre des nouveautés, je puis si? gnaler comme espéce intéressante le Pr. sutwralis Pic (sans bande suturale foncée) et quelques Tomoderus que je crois devoir DE) ‘apporter au 7. Kolbei Pic que j'ai récemment nommé d’aprés un seul exemplaire appartenant au Musée de Berlin (Kgl. Zoolog. Musenm). Voici l’énumération, avee notes complémentaires et descriptions des nouveautés, des espéces recueillies par le D.* Bayon. (1) Collezioni zoologiche fatte nell’ Uganda dal Dott. E. Bayon. I. On a small collection of Reptiles, Batrachians and Fishes made by Dr. Payon in Uganda. By G. A. Boulenger, F. R. S. [Ann. Mus. Civ. Genova, 3.3 Ser., IV (XLIV) 1908, p. 5). Collezioni zoologiche ece. c. s., II. Contribuzione allo studio degli Jehthyurus africani di R. Gestro (loc. cit. 1999, p. 188). Collezioni zoologiche ece. c. s , ITT. On a second collection of Reptiles, Batrachians and Fishes made by Dr. E. Bayon in Uganda. By G. A. Boulenger, F. R. S. (loc. cit. 1909 p. 302). Collezioni zoologiche ece. e. s., 1V. Chrysididae di Giacomo Mantero (loc. cit. 1909, p. 450). Collezioni zoologiche ece. e. s., V. dell’ Uganda di F. Silvestri (loc. cit./1910, p. 457). Collezioni zoologiche ecc. c. s., VI. Pseudoscorpions from Uganda collected by Dr. E. Bayon by Edv. Ellingsen (loc, cit. 1910, p. 536). Collezioni zoologiche eee. ec. s., VII. Buprestidae par Ch. Kerremans (loc. cit. 1910, p. 542). Collezioni zoologiche, ecc., €. s., VIII. Seconda contribuzione alla conoscenza delle Chrysididae dell'Uganda di Giacomo Mantero (loc. cil. 1910, p. 546). Collezioni zoologiche, ecc., c. s., IX. Appunti sui Paussidi di R. Gestro (loc. cit. 1910, p. 550). Collezioni zoologiche, ece., c. s-, X. Nola sulle Hisptdae di R. Gestro (loc. cit. { XLV, 1911, p. 23). Collezioni zoologiche, ece., c. s., XI. Studii sugli /ehiiyurus dì R. Gestro (loc. cit. 1911, p. 52). Collezioni zoologiche, ecc., e. s., XIT. On a third collection of Fishes made by Dr. E. Bayon in Uganda, 1909-1910. (Pl. I-II). By G. A. Poulenger loc. p. 64). cit. Contribuzione alla conoscenza dei Miriapodi 1911, ANTHICIDAE DE L’ UGANDA 157 Pristocyphus (= Hypaspistes Wat.) suturalis Pic var. Victoria Nyanza: Buyuma, un seul exemplaire. Notoxus ?cucullatus Laf. Etant donné la variabilité de certains Notoxus, et le manque de caractéres précis de. certaines deseri- ptions anciennes, il est impossible d’identifier avec certitude cer- tains insectes de ce genre; je rapporte avec doute au cucullatus Laf. les exemplaires variant un peu par le sommet des elytres à peine, ou nettement, testacé, recueillis par le D." Bayon dans l’Uganda, 4 Bussu-Busoga. Amblyderus obscuripennis n. sp. Rufescens, elylris obscuris, antennis pedibusque testaceis, nitidus, longe griseo pubescens. Capite et thorace scabris; capite postice truncato; thorace antice mulli-dentato, dentibus mediis validioribus; elytris postice attenuatis, sat fortiter punctalis. Roux avec les élytres obscurcis, les antennes et pattes étant testacées, brillant, revétu d'une longue pubescence grise, espacée et en partie redressée. Téte et prothorax ornés d’aspérités irrégu- liéres, yeux noirs, téte tronquée postérieurement et un peu élargie en arriére; antennes courtes, gréles à la base avec les derniers articles élargis, subglobuleux ;. prothorax assez court, rétréci en arriére, à peu pres de la largeur de la téte en avant, multidenté antérieurement avec les dents médianes plus fortes; élytres rela- tivement courts, à épaules peu marquées, rétrécis et séparément arrondis au sommet, à ponctuation peu dense, plus forte en avant. Long. pres de 3 mill. i Victoria Nyanza : Buvuma. Cette espéce est des plus distinetes par la coloration foneée de ses élytres et peut prendre place près de sabulosus Pic. Tomoderus Kolbei Pic. Cette espéce, voisine du Avaatzi Pic et en différant par sa téte subtronquée postérieurement et la ponctuation élytrale disposée en rangées assez réguliéres au moins sur le disque, varie un peu par sa forme plus ou moins robuste et la coloration des antennes quelquefois en partie rembrunie, enfin par les élytres variablement obscurcis sur leur milieu et en arriére mais ayant toujours la base plus claire. L'unique exem- plaire qui a servi a la description est robuste, a les antennes jaunatres et le milieu des élytres nettement obscurci. Uganda; Bussu-Busoga. 158 M. PIC Anthicus ugandanus n. sp. Llongatus et angustatus, griseo pubescens, capite thoraceque fere opacis, nigris; thorace postice albido limbato et capite antice rufo maculato; elytris subnitidis, nigris, ante medium et lateraliter albo-flavo ma- culatis; antennis apice compressis, nigris, ad basin testaceis; pedibus pallidis, femoribus pro majore parte obscuris. Allongé et étroit, pubescent de gris, presque mat sur l’avant- corps et peu brillant sur les élytres, en majeure partie noir. Téte robuste, un peu plus large que le prothorax, tronquée et échancrée postérieurement, densément ponctuée, noire mais marquée de roux en avant; antennes longues, minces a la base, comprimées a l’extrémité à peu près comme dans le genre Ochthenomus Laf., noires a base testacée, dernier article roussàtre au sommet; pro- thorax densément ponctué, assez long, modérément dilaté-élargi an avant et droit sur les cotés vers la base, sillonné sur le disque postérieurement, noir avec une bordure basale blanchatre; élytres déprimés, assez longs, subparalléles, un peu plus larges que le prothorax a la base, diminués obliquement en avant, subarrondis séparément au sommet, finement ponctués, noirs avec une macule externe d’un blanc jaunatre placée dans une dépression, celle-ci touchant presque le bord externe mais assez éloignée de la suture, placée un peu en dessous des épaules; pattes courtes, d’un testacé pàle avec les cuisses largement rembrunies; dessous du corps un peu roussàtre, abdomen noir; pygidium un peu saillant, noir. Long. 3 mill. Uganda : Bussu-Busoga. Cette nouveauté, remarquable par sa forme, peut se placer près de inhumeralis Pic, dont elle se distinguera facilement par ses épaules marquées, la base du prothorax blanche, ete. Anthicus floralis L. et var. Vietoria Nyanza: Bugala. Anthicus Bottegoi Pic ct var. Victoria Nyanza: Bugala, Bussu-Busoga. Anthicus biplagiatus Laf. et var. A base élytrale tantot étroi- tement foncée, tantòt rousse et se fondant ainsi avec la macule antérieure de cette coloration. Uganda : Bussu-Busoga. i ANTHICID-E DE L'UGANDA 159 Anthicus Bayoni n. sp. Paulum elongatus, subnitidus, griseo pubescens, niger, antennis ad basin pedibusque pro majore parte testaceis. Capite breve, truncato et thorace dense punctalis, illo antice sat fortiter dilatato; elytris subparal- lelis, fortiter sat dense punctatis. Peu allongé, pubescent de gris, cette pubescence en partie soulevée, courte et peu serrée, à peine brillant sur l’avant corps, un peu sur les élytres, noir avec les élytres parfois vaguement rembrunis, base des antennes et majeure partie des pattes te- stacées. Téte et prothorax densément ponctués, la première grosse, tronquée postérieurement, le deuxiéme un peu plus long que large, fortement élargi-arrondi en avant, à peu prés de la largeur de la téte; antennes peu longues, gréles, très peu épaissies vers l’ex- trémité, noires mais plus ou moins testacées vers leur base; élytres assez longs, presque paralléles, peu rétrécis et subarrondis au sommet, à ponctuation forte, pas très dense; pattes gréles, testacées avec les cuisses plus ou moins obscurcies, parfois aussi une partie des tibias. Long. 3 mill. environ. Uganda: Bussu-Busoga. Très voisin de usambarensis Pic, mais téte faiblement échancrée en arriére, base des antennes testacée, pattes non entierement foncées, ete. Cette dernière espéce figure aussi dans la collection Pic. DESCRIPTION OF A NEW FROG DISCOVERED BY SiGNOR Netto Beccart iy ERYTHRAEA. By G. A. BOULENGER, F. R. S. Kana beccarii, sp. n. Vomerine teeth absent or in two very feebly developed groups just behind the level of the small choanae. Head much depressed, much broader than long; snout broadly rounded, 2 !/, to 3 times as broad as long; canthus rostralis indistinct, loreal region grooved; nostril equally distant from the eye and from the end of the snout; eyes supero-lateral; interorbital space as broad as the upper eyelid; tympanum hidden. Fingers moderately long, with a distinct narrow dermal margin, the tips slightly swollen; subarticular tubercles well developed; first finger shorter than second, fourth slightly shorter than third. Tibio-tarsal articulation reaching the angle of the mouth; tibia 2 !/, to 2 !/, times in length of head and body. Toes rather short, fully webbed, terminating in rather large rounded disks embraced by the web; a broad fold along the outer edge of the fifth toe; subarticular tubercles well developed, very prominent; an elongate, blunt inner metatarsal tubercle, measuring */, to ?/, the length of the inner toe; a narrow tarsal fold. Skin smooth, or with very small, flat warts on the back; a strong fold across the interorbital region and behind the eyes, prolonged on each side to above the arm. Blackish brown above, dirty white beneath; throat and sides of belly spotted or marbled with brown. Male without vocal sacs, with greyish nuptial rugosities on the upper surface of the four fingers. From snout to vent 103 millim. This remarkable frog, of which three specimens were obtained at Filfil ina torrent on the Red Sea slope, is allied to the Asiatic R. kuhliî, D. & B. and the West African 2. crassipes, Peters, in both of which the vomerine teeth are sometimes absent. COLLEZIONI ZOOLOGICHE FATTE NELL' UGANDA DAL DOTT. E. BAYON XIV (1). ON A THIRD COLLECTION OF REPTILES AND BATRACHIANS MADE BY Dr. E. Bayon IN UGANDA. BY G. A. BOULENGER, F. R. S. Like the Fishes, on which I have recently reported, the teptiles and Batrachians in this collection are mostly represented by large series, the number of specimens amounting to about 400 and 300 respectively. But, unlike the Fishes, the collection is deficient in novelties, only a small frog of the genus Rappia calling for description as a new species. (1) Collezioni zoologiche fatte nell’ Uganda dal Dott. E. Bayon. I. On a small collection of Reptiles, Batrachians and Fishes made by Dr. Bayon in Uganda. By G. A. Boulenger, F. R. S. (Ann. Mus. Civ. Genova, 3.* Ser., IV (XLIV) 1908, p. 5). Collezioni zoologiche, ecc.,c. s., II, Contribuzione allo studio degli /chthyurus africani di R. Gestro (loc. cit. 1909, p. 188). Collezioni zoologiche, ecc., c. s., III. On a second collection of Reptiles, Batrachians and Fishes made by Dr. E. Bayon in Uganda. By G. A. Boulenger, F. R. S. (loc. cit. 1909, p. 302). Collezioni zoologiche. ecc., c. s., IV. Chrysididae di Giacomo Mantero (loc. cit. 1909, p. 450). Collezioni zoologiche, ecc., c. s., V. Contribuzione alla conoscenza dei Miriapodi dell’ Uganda di F. Silvestri (loc. cit. 1910, p. 457). Collezioni zoologiche, ecc., c. s., VI. Pseudoscorpions from Uganda collected by Dr. E. Bayon. By Edv. Ellingsen (loc. cit. 1910, p. 536): Collezioni zoologiche , ecc., c. s., VII, Buprestidae par Ch. Kerremans (loc cit. 1910, p. 542). Collezioni zoologiche, ecc., c. s., VIII. Seconda contribuzione alla conoscenza delle Chrysididae dell’ Uganda di Giacomo Mantero (loc. cit. 1910, p. 546). Collezioni zoologiche, ecc., c. s., IX. Appunti sui Paussidi di R. Gestro (loc. cit. 1910, p. 550). Collezioni zoologiche, ecc., c. s., X. Nota sulle Hispidae di R. Gestro (loc. cit. XLV. 1914, p. 23). Collezioni zoologiche, ecc., c. s., XI. Studii sugli Zchthyurus di R. Gestro (loc. cit. 1911, p. 52). Collezioni zoologiche, ecc., c. s., XII. On a third collection of fishes made by Dr. E. Bayon in Uganda, 1909-1910. (PI. I-III). By G. A. Boulenger (loc. cit. 191, p. 64). Collezioni zoologiche, ecc., c, s., XIII. Anthicidae (Col. Heteroméres) par M. Pic, (loc. cit 4191, p. 145). Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 3.8, Vol. V (25 Settembre 4911). 14 162 G. A. BOULENGER REPTILES. CHELONIANS. 1. Cinixys belliana, GRAY. Bussu. 2, sternothozerus derbianus, GRAY. Bussu. 3. Pelomedusa galeata, SCHOEPFF. Bussu, Kabulamuliro. LIZARDS. 4. Hemidactylus brookii, (GRAY. Bussu, Mbale (M.* Elgon). 5. Lygodactylus gutturalis, Bocace. Mbale. 6. Agama colonorum, DAub. Bussu, Kyetume, Kobe, Kabulamuliro. 7. Agama atricollis, SMITH. Bussu. 8. Chamovesaura annectens, BGR. Kabulamuliro. REPTILES FROM UGANDA 9. Mabuia maculilabris, BLGR. Bussu. 10. Mabuia striata, PETERS. Bussu, Mubango. ll. Lygosoma aloysii-sabaudize, PERACCA. Bussu, Kabulamuliro. 12. Lygosoma sundevalli, Sin. Bussu, Lado. CHAMELEONS. 13. Chamozeleoun gracilis, HALLOW. Bussu, Kabulamuliro, Kyetume, Kobe. 14, Chamaeleon senegalensis, Daud. Bussu, Bululo. 15. Chameleon ellioti, GTHR. Bussu, Kabulamuliro, Bukoli. SNAKES. 16. Typhlops punctatus, LEACH. Bussu. 16: 164 G. A. BOULENGER 17. Glauconia emini, BLGR. Bussu, Kampala. 18. Python sebae, Gm. Bussu. 19. Bothrophthalmus lineatus, PETERs. Kyetume. 20. Boodon lineatus, D. & B. Bussu, Lado. 21. Lyweophidium capense, SMITH. Bussu. 22. Hormonotus modestus, 1. & B. Bussu. 23. Simocephalus butleri, BLGR. Bussu. Seven specimens, measuring 1000 to 1420 millim., evidently represent the adult of my Simocephalus butleri, described in 1907 from a single young specimen obtained by Mr A. L. Butler in the Bahr-el-Gazal Province. Two is the normal number of posto- culars; in one specimen a single postocular is present on the right side. The frontal is as long as broad. Ventrals 229-239 in males, 231-239 in females; subcaudals 45-59 in males, 41-42 in females. 24. Simocephalus poensis, SMITH. Bussu. REPTILES FROM UGANDA 25. Chlorophis emini, GTHR. Kabulamuliro. 26. Chlorophis irregularis, LEACH. Bussu, Lado. 27. Philothamnus semivariegatus, SMITH. Bussu. 28. Gastropyxis smaragdina, SCHLEG. 3ussu. 29. Hapsidophrys lineata, Fiscu. Bussu. 30. Rhamnophis jacksonii, GTHR. Bussu. 31. Coronella regularis, Fiscu. Bussu. 32. Seaphiophis albopunetatus, PETERS. Bussu. 33. Grayia tholloni, Moca. Bussu. 34. Dasypeltis scabra, L. Bussu. 165 166 G. A. BOULENGER 5. Dipsadomorphus blandingii, HALLOW. (db) Bussu. 36. Leptodira hotamboeia, LAUR. Bussu. 37. Psammophis sibilans, L. Bussu. 38. Dromophis lineatus, D. & B. Bussu. 39. Dispholidus typus, SMITH. Bussu, Kyetume. 40. Calamelaps unicolor, REINH. Bussu. A female (V. 203; C. 22) measures 980 millim. 4]. Miodon christyi, BLGR. Bussu. 42. Naia nigricollis, REINH. Bussu. The specimens all belong to the typical form. 43. Naia melanoleuca, HaLLow. Bussu, Kyetume. REPTILES FROM UGANDA 44, Elapechis guentheri, Bocace. Bussu. 45. Dendraspis jamesonii, TRAILL. Bussu, Kyetume, Sesse I.“ 46. Causus rhombeatus, LIcHT. Bululo, Lado. 47. Causus resimus, PETERS. Bussu, Kyetume. 48. Bitis arietans, MERR. 3ussu, Kabulamuliro, Kobe. 49, Bitis gabonica, D. & B. Bussu. 50. Atractaspis irregularis, REINH. Bussu. BATRACHIANS. l. Rana occipitalis, Grr. Bussu. 2. Rana mascareniensis, D. & R. Bussu, Kabulamuliro. NI 168 G. A. BOULENGER 3. Rana oxyrhynchus, SMITH. Bussu, Kakindu. 4. Rana galamensis, D. & B. Masindi. 5. Phrynobatrachus natalensis, SMITH. Bussu, Masindi, Mbale. 6. Arthroleptis bottegi., BLGR. Bussu. 7. Rappia marmorata, Rapp. 3ussu, Masindi, Bululo, Kakindu, Kabulamuliro. 8. Rappia bayoni, sp. n. Snout rounded or obtusely pointed, as long as the eye; loreal region feebly oblique, concave; tympanum hidden. Outer fingers one third webbed; toes two thirds webbed. Tibio-tarsal articulation reaching the eye. Skin smooth above, or with scattered small round tubercles; throat, belly, and lower surface of thighs granular; a strong fold across the chest. Pale brown above; a more or less sharply defined, dark brown, white-edged lateral band extending from the nostril, through the eye, to the groin; sometimes a dark brown, white-edged vertebral band; a brown, light-edged band often present along the outer side of the fore-arm and hand, of the tibia, tarsus, and foot; upper surface of arm and thigh brown or dotted with brown; lower parts white, throat sometimes brown. Male with a large gular disk over the vocal sac. From snout to vent 30 millim. Specimens, which I had provisionally referred to R. cineti- ‘wentris, Cope, were obtained in 1906 at Entebbe by Mr. E. Degen. Dr. Bayon’s collection contains numerous specimens from Bussu, Bululo, Mbale, Jinja and Kabulamuliro. BATRACHIANS FROM UGANDA 169 9. Rappia cinctiventris, Copre. Bussu, Bululo. 10. Rappia nasuta, GTHR. ululo, Kabulamuliro. I regard R. puncticulata, Pfeft., and R. papyri, Werner, as colour-varieties of this species, which is widely distributed in Africa. ll. Megalixalus vittiger, PETERS. Bululo. 12. Cassina senegalensis, D. & B. Mbale. 13. Bufo regularis, REUSS. ‘Bussu, Bululo, Mbale. FILIPPO CAVAZZA DEI MUSTELIDI ITALIANI Per molto tempo gli zoologi d'Europa avevano quasi tralasciato di ricercare materiale di studio in fra i mammiferi dei loro stessi paesi, e ciò perchè sembrava loro che la fauna mammalogica di questi fosse già nota. Ora da parecchi anni è avvenuto che naturalisti americani e, seguendo l'esempio, inglesi siano venuti ad esplo- rare le diverse regioni nostre raccogliendovi ricca messe di mate- riale importantissimo. Scoprirono infatti un numero non indifferente di specie e di sottospecie proprie ad esse regioni e alle loro località. Ma dopo il loro passaggio, pare a me, rimanga più da ricer- care ed osservare che prima. La grande maggioranza di tali ricer- ‘atori appartiene infatti a coloro che seguono quella moderna tendenza della sistematica la quale in ogni variazione di forma vuol vedere l'influenza o dell'ambiente, o dell’isolamento, creando di continuo nuove sottospecie o razze geografiche, e ciò spesso senza critica sufficiente, nè conoscenza profonda delle variazioni che in un medesimo ambiente può presentare la specie che si studia. Vediamo che alcune descrizioni di nuove sottospecie dateci da questi naturalisti che raccoglievano viaggiando, sono fondate su di uno o due esemplari, mentre poi la sottospecie viene dichia- rata razza geografica d’una vasta regione. È specialmente importante per lo studio delle variazioni di una specie, l’osservare un gran numero d’esemplari derivanti da un medesimo territorio e conoscere così le modificazioni a cui vanno soggetti gl’individui di quella specie in determinate ed immuta- bili condizioni d'ambiente. Ricavate da un ricco materiale d’un È. 4 MUSTELIDI ITALIANI 171 dato paese, le dimensioni medie, le proporzionalità dei diversi organi, l'ampiezza delle variazioni individuali e la loro direzione, allora solamente si conoscerà la specie tanto da poter studiare esemplari d’altre località e confrontarli coi risultati già ottenuti. Inoltre io stimo che per avere una chiara conoscenza dell’oggetto che in simili casi si studia, sia non solamente opportuno ma indispensabile il seguire un metodo somatometrico; che indicherà la variazione generale e le oscillazioni parziali, ci farà vedere la proporzione reciproca delle diverse parti d’un organismo, e infine, schematizzata nei numeri, nelle proporzionalità e nelle curve, ci darà la visione chiara e sintetica della specie o forma studiata, della sua variabilità, e dell'importanza di ogni sua mo- dificazione. Fra i caratteri da osservare presentano maggiore importanza quelli anatomici (in ispecial modo quelli del cranio); solamente dopo si dovranno esaminare, e con scrupolosa cura, quelli del colorito e della macchiatura che presentano, in quasi tutte le specie di mam- miferi nostrani, una variabilità tanto maggiore perchè spesso non è dovuta che a variazioni individuali. Studiai con simili criteri or son tre anni, i Putorius nivalis L. (') dell’Italia ed ebbi agio di fare osservazioni nuove ed inte- ressanti. Da ciò fui invogliato a estendere tali mie ricerche ad altre specie di mammiferi italiani, ed incominciai quindi a racco- gliere materiale dalle Alpi alla Sicilia e Sardegna, per ogni dove mi fosse possibile. Più facile mi era l’occuparmi dei mustelidi, 1.° perché di questi avevo già studiato alcune specie, 2.° perchè mi era meno faticoso raccoglierne un ricco materiale. E non fu mal scelto il gruppo da studiare, chè moltissimi furono i naturalisti i quali s’occuparono dei mustelidi europei, e non poche di quelle specie e di quelle forme di cui essi parlarono si ritrovano anche in Italia. Fra gli italiani, tralasciando il Cornalia, che compilò un cata- logo dei mammiferi italiani esclusivamente (0 quasi) su notizie bibliografiche, citerò il Bonaparte, il Costa, il Minà-Palumbo, (1) Ricerche sui Putorius nivalis e sui Putorius ermineus d’Italia. - Bologna. Za- nichelli 1908. — Studien uber die in Italien vorkommenden Wieselarten der untergattung Areto- gale - Zoologischer Anzeiger 27 Juli 1909. — Sulla Donnola e sull’Ermellino in Italia - Boll. soc. Zool. Ital. 8 Agosto 1909. 172 F. CAVAZZA il Doderlein, il Sordelli e il Lucifero che parlarono di faune locali dando descrizioni e notizie importanti sui mustelidi (7); di fore- stieri nominerò il Miller e il Barrett-Hamilton, che in diverse regioni italiane raccolsero animali di questa famiglia e ne descrissero forme nuove, e il Trowessart che ne parlò nel suo recente catalogo. Per ognuna delle specie che venivo osservando sceglievo come località principale, come località da cui ricavare il ricco materiale che doveva servire di base, una o due regioni dell’Italia continen- tale che presentassero un ambiente non molto dissimile da quello della maggioranza dei paesi abitati da quella data specie entro i nostri confini. Cosi pel Tasso scelsi le colline dell'Emilia e del Piemonte, per la Martora i boschi delle Alpi Ticinesi e Piemon- tesi, per la Faina, per la Puzzola e per la Donnola le cam- pagne del Bolognese, per l’Ewmellino le Alpi Centrali, e per la Lontra le paludi dell'Emilia. Dopo aver stabiliti sicuramente i risultati ottenuti su questo materiale, feci i confronti e le comparazioni fra questi e quelli che venivo ricavando nei gruppi d’esemplari derivanti dalle altre e diverse parti dell’Italia continentale ed insulare. Non potevo nei limiti di questo scritto esporre i dati numero- sissimi, le proporzioni e i confronti dei diversi individui; per non far quindi un lavoro troppo prolisso ho seguito I’ esempio degli zoologi inglesi, dando la descrizione di ognuna delle specie, delle forme geografiche e delle varietà di mustelidi italiani come se si trattasse di specie, sottospecie o varietà muove. Così potei fare lavoro obbiettivo e non venire tratto in discussioni e confronti che non mi eran concessi dalla brevità che mi ero pre- fissa, e inoltre feci descrizioni che riguardando esclusivamente esemplari italiani, possono venire con utilità confrontate con esem- plari d'altri paesi. Da ultimo ho messe anche le notizie di vita che mi fu possi- bile constatare nei diversi mustelidi entro i limiti d’Italia, e ciò feci perchè assai di sovente accade che si raccolgano e ripetano voci false sulle abitudini degli animali, e perchè ritengo utile co- noscere la vita di una specie in una data regione, avvenendo che (1) Mentre questo mio lavoro sta per venire pubblicato, ne viene alla luce uno del mio amico Prof. Alessandro Ghigi riguardante « Ricerche faunistiche sui mam- miferi d'Italia ». È una importantissima raccolta di dati e notizie che viene, per quanto riguarda i Mustelidi, a rinforzare parecchie mie asserzioni. MUSTELIDI ITALIANI 173 da paese a paese una medesima specie muti modo di vivere e di cibarsi. Ringrazio il Prof. Sen. Camerano, il Marchese Sen. Giacomo Doria, il Prof. Monticelli, il Prof. Carruccio, il Prof. Sordelli, e tutti quelli che permettendomi di studiare il materiale dei loro diversi musei, mi facilitarono grandemente il lavoro ed aiutarono. Sottofamiglia MELINAE. Genere Meles Brisson 1762. Il cranio è compresso e formato a volta; le ossa frontali e nasali hanno la stessa inclinazione. Le frontali presentano creste temporali poco accentuate che terminano nelle apofisi zigomatiche delle frontali; l’apofisi interparietale e la cresta sagittale sono fortemente sviluppate. I denti sono normalmente 38, ma i premolari anteriori sono piccoli e facilmente caduchi, così che spesso il numero dei denti viene ridotto nell’adulto a 34. L'unico molare superiore è molto più sviluppato del dente laceratore che presenta superficie molto espansa. Formula dentaria | 4 1 6 1 LI | {8 9) h 1 6 | MACRO EEA) Le forme sono pesanti, il corpo allungato e depresso; membra brevi portanti cinque dita libere armate di unghie forti; i piedi sono plantigradi (nudi al di sotto) sebbene il modo di camminare sia semi-plantigrado. Il muso è allungato ed aguzzo; gli occhi piccoli; le orecchie medie; la coda breve. Una sola specie è propria alla fauna italiana. Tasso — Meles meles Linn. Ursus meles L. Syst. Nat. I 1748; Brisson, Reg. Anim. 1762; Meles taxus Boddaert, Elenc. Anim. 1785; Blasius, Faun. Deuts. 1857; Meles europaeus et vulgaris Desmarest, 1816 et 1820; Meles meles Barrett-Hamilton, Ann. Nat. Hist. 1899. Il corpo è tozzo e basso, sebbene relativamente allungato. Il muso acuminato si prolunga in una specie di grugno nudo. race FON? RETE 174 F. CAVAZZA Il colorito generale è superiormente grigio, ora biancastro ed i ora brunastro; ciò è dovuto all’esser ciaseun pelo di più colori, cioè alla base bianco o grigio biancastro, nel mezzo bruno-scuro e all’ apice di nuovo bianco sudicio. I fianchi sono sempre più chiari e talvolta lavati di rossastro. La porzione ventrale è bruno-rossastro-scura; il petto, la gola, e le zampe bruno-nere. La testa è bianca (talvolta bianco-sudicia) con due lunghe striscie nere o bruno-nere, che dal labbro superiore passando sul- l’occhio e sull’oreechio, vanno fino alla nuca, dove terminano in una linea nerastra che cinge posteriormente il collo. Il pelo è lungo (specialmente sul dorso e sui fianchi), grosso- lano e ruvido; la lanuggine è bianca o bianco lavato di grigio, è proporzionalmente poca e piuttosto grossa. Le orecchie sono ovali, brevi (meno d’un quinto della testa), di colore bruno-nerastro, con una striscia bianca lungo il margine anteriore e alla cima. Le zampe sono brevi, grosse e piegate all'infuori; la pianta dei piedi è nuda e carnosa; le unghie sono forti, lunghissime e relativamente arcuate. La coda è breve (poco più di un quinto della lunghezza totale), riccamente coperta di peli più spesso bianco sudici, ora lavati di brunastro, ora di rossastro (in certi individui appare scura); è terminata da un ciuffo. Alla base inferiore della coda è presente una glandola che tramanda un odore acre. Cranio compresso e arcuato; la più forte depressione cefalica è circa a metà della lunghezza totale; la cresta occipito-parietale è sviluppatissima nei maschi adulti, e si prolunga poi nella cresta temporale del frontale la quale, suddividendosi, va a raggiungere le apofisi zigomatiche dei frontali, che sono poco sviluppate. Le arcate zigomatiche sono forti e più allargate posteriormente. L’osso del pene è lungo circa 67 mm., leggermente piegato verso il ventre nella prima metà, si piega invece all’ingiù verso l’apice. È irregolarmente allargato all'apice a forma di clava bitor- zoluta, vi sono, sempre alla cima, due ingrossamenti laterali divisi in mezzo da una depressione la quale ha nel ‘suo fondo un pic- colissimo forellino che passa dalla parte superiore alla inferiore Cte TA SS ESE ———_ ** POE ng n RT A n — 1. o tc dell’osso stesso. MUSTELIDI ITALIANI 175 Misure medie in mm. Lunghezza totale Cu S20 On 7770 » della testa Co 1D oOo » » coda of 147 Q 120 » dell’ oreechio GAS EMO) » del braccio CO ON AGS » » piede posteriore g 91 0 78 » » cranio og 130 Oy yi Misure medie in 3600." della lunghezza totale. testa Oo 698 Oe 109 coda gi 645 Q 560 orecchio ow “104 Oy BA braceio CDS O 765 piede posteriore @ 399 364 cranio oe orl O 593 In Italia questa specie presenta una certa variabilità, tanto nelle dimensioni quanto nella colorazione. Ma queste variazioni non sono che leggere forme individuali, né si può parlare di forme locali. Il tasso italiano però appare il più delle volte più vicino pei soli caratteri dell abito al M. meles britannicus Satunin (') che non al tipico M. meles, e ciò perchè nella forma tipica non do- vrebbero esservi tinte rossastre, non testa perfettamente bianca, non coda biancastra, nè lanuggine grigio-bianca. Nel cranio non potei trovare alcuna differenza fra i tassi del- l'Europa centrale e quelli d’Italia. Habitat. — Quasi tutta l'Europa e parte dell'Asia Occidentale. In Europa manca soltanto nelle parti più settentrionali della russia e della Scandinavia e in alcune isole. I Tassi delle Isole Britanniche, della Spagna meridionale e dell'Isola di Creta vennero descritti come altrettante forme geo- grafiche. In Italia il tasso si rinviene ovunque sul continente, manca in Sicilia, Sardegna e Corsica. Dalle Alpi fino al mar Jonio, dappertutto @) Satunin - Mitth. Kaukas. Mus. 1905. II. pag. 290. 176 F. CAVAZZA accade di catturare tassi, ma in nessun luogo lo si può dire abbondante. Tanto sulle Alpi come sull'Appennino sale talvolta a 1500 m. s. m., ma nondimeno egli abita di preferenza le colline e i primi contrafforti tanto delle Alpi come degli Appennini. È quasi scomparso dalle pianure intensamente coltivate dell’ Italia settentrionale; è meno scarso nella pianura toscana, nella Maremma e in tutta la campagna Romana e nel Napolitano; quasi comune in Basilicata e in Calabria. Vive solitario nelle grandi tane a numerose gallerie che si scava in luoghi abbandonati e generalmente esposti al sole. È un animale pigro e diffidente, che passa quasi tutta la vita nella sua tana non abbandonandola che a notte fatta e quando si è ben assicurato di non correre alcun pericolo. Il suo regime ben lungi dall'essere solo carnivoro, è prettamente omnivoro. Infatti, sebbene egli divori i giovani nidiacei e forse anche le uova di quelle specie di uccelli che fanno il nido in terra, sebbene attacchi ugualmente i giovani lepri, le talpe, le arvicole, i topi, le lucertole, le serpi, le lumache e ogni sorta di insetti, pure mangia normalmente le radici, le carote, le barbabietole, il gran- turco, le ghiande, i tartufi, ed è ghiotto di frutta e di uva. Nei paesi nordici cade in letargo al principio dell'inverno per svegliarsi solo al principio di primavera, ma in Italia non ha mai un vero letargo invernale; nelle provincie nordiche ha solo una specie di dormiveglia e in quelle meridionali neppure un accenno al sonno invernale. Non deve ritenersi specie nè dannosa nè utile. Il periodo degli amori pare varii secondo i paesi. Al Nord sembra avvenga l'accoppiamento prima del riposo invernale, così che la femmina partorisce in febbraio 0 marzo; al sud avverrebbe l’accop- piamento al cominciare della primavera e la femmina partorirebbe in maggio e giugno. I piccoli sono da 2 a 4. Sottofamiglia MUSTELINAE. Genere Mustela L. 1766. Il eranio è piuttosto allungato e formato leggermente a volta, ma non compresso; la scatola cranica occupa per lunghezza circa la metà del cranio, lo scheletro della faccia non è corto ma ante- MUSTELIDI ITALIANI 1 AZZ riormente acuminato. Per |’ altezza invece la parte anteriore del cranio è poco sviluppata essendo le ossa frontali e nasali assai poco convesse e i mascellari inferiori non tanto grandi nè arro- tondati. i Le arcate zigomatiche sono medie ed arcuate posteriormente. I denti sono sempre 38 di cui 16 premolari. Sono grandi e forti, ma proporzionalmente assai meno che nel genere seguente. L'unico molare superiore è un po’ meno grande del dente laceratore. Formula dentaria : 1 4 I 6 1 4 | 18 DINE 1 6 | Me 29) 20) La testa è conica, posteriormente allargata ed anteriormente appuntita. Il collo è lungo, ma ben distinto dalla testa e dal corpo. Le forme sono eleganti, il corpo allungato, ma non depresso. Le zampe sono di media lunghezza ed hanno piedi con pianta ricoperta di peli e dita leggermente riunite alla base da una pic- cola pelle. La coda è lunga e molto ricca di peli. Le glandole anali non sono molto sviluppate. Due specie di questo genere sono proprie alla’ fauna italiana. Martora — Mustela martes L. Mustela martes, L. Syst. Nat. 1766; Fr Cuvier, Mamm., pl. 152; Blasius, Faun. Deutsch., 1857, fig. 121, 1922; Martes abietum, Ray. Synop. Quadr.; Gray, 1865; J. vulgaris, Griffith Anim. Kingd. V. Il corpo è allungato, sottile ed elegante, ma non depresso. Il muso è lungo, conico ed appuntito; i mustacchi sono per solito ricchi e lunghi. Nelle martore del continente i caratteri dell’ abito sono piut- tosto variabili e ciò tanto secondo |’ influenza del clima e dell’am- biente, quanto per variabilità individuale. Ann, del Mus. Civ, di St. Nat. Serie 3.8, Vol. V (3 Gennaio 1912). 12 178 F. CAVAZZA Le parti superiori sono normalmente di un color bruno-castano- scuro, che varia però negli individui italiani da un bruno-rossastro vivace a un bruno-grigiastro seuro (circa dal 104 al 90 del Code des Couleurs). La parte centrale del dorso e la hase della coda sono sempre più secure e talvolta presentano peli nerastri. I fianchi sono sempre un po’ più chiari del dorso ed in al- cuni individui lo sono quasi quanto nelle M. foina ; gli arti sono sempre molto più scuri e tendenti al bruno-nerastro. La lanuggine, ricchissima in inverno, è tricolore, biancastra alla base, grigio-rossastra al centro, e bruno-giallastra chiara al- l'apice; in inverno traspare poco sul pelo scuro e lungo che la ricopre, ma in estate, sebbene sia meno ricca, pure traspare sul pelo dando un aspetto più chiaro al colorito generale. La mascella inferiore, la parte anteriore del collo ed il petto fino fra gli arti anteriori, sono occupati da una gran macchia gialla. Il giallo della macchia varia assai, così che a me fu dato vedere individui in cui era quasi bianco, altri in cui tendeva al color carnicino-rosato ed altri infine in cui era giallo aratt age quanto nella M. martes latinorum. Le linee di delimitazione della suddetta macchia sono piuttosto irregolari e talvolta vi sono macchie scure incluse nel giallo. Il colorito delle parti inferiori è come quello dei fianchi, quindi più chiaro di quello delle parti superiori. La coda è del colore del dorso ed è ricchissima di peli lunghi. Il pelo è su tutto il corpo fittissimo, lungo e softice durante l'inverno, meno ricco durante I’ estate, sebbene quasi sempre più che negli individui di M. fozna osservati nella medesima stagione. Le orecchie sono lunghe un po’ meno d’un terzo della lun- ghezza della testa, ad apice arrotondato e leggermente orlato di biancastro sudicio. Le zampe sono di lunghezza media, i piedi inferiormente rico- perti di pelo. Il piede posteriore è un po’ più corto della testa ma è, per solito, più lungo del eranio. La coda misura meno d’un terzo della lunghezza totale del- l’animale. Il cranio è allungato, anteriormente acuminato, colla scatola cranica molto lunga e relativamente ristretta. Sono molto grandi MUSTELIDI ITALIANI 179 le arcate zigomatiche che (specialmente nei maschi) si allargano posteriormente, ma si ristringono invece verso il muso così che danno forma acuminata alla testa. L’ apofisi interparietale e la cresta sagittale sono sempre evi- dentissime nei maschi adulti, e l’ ultima delle due ha seguito nella cresta temporale del frontale, la quale raggiunge la saldatura mediana delle due frontali, poi si biforca arrivando ben chiaramente alle apofisi zigomatiche dei frontali, le quali sono sempre svilup- patissime. Sono evidenti i caratteri sessuali secondari che si riscontrano nel cranio e ciò specialmente perchè la femmina ha sempre poco sviluppate le creste ed apofisi, così che il loro craniv si avvicina, per questa sola ragione, a quello di M. fozna. L’ osso del pene è diritto nel primo terzo della sua lunghezza, poi regolarmente e gradatamente arcuato, termina allargato, supe- riormente fatto a cucchiaio e con un forame ad elissi. Il 3.° premolare superiore ha margine esterno convesso; il mo- lare superiore non lo ha arrotondato. Misure medie in millimetri: Lunghezza totale GUBZZALG Q 660 » della testa GURS OMM93 » » coda ou 230 Q 205 » dell’ orecchio of SEB Or D5 » del braccio Cu 1128 Q 120 » » piede posteriore o 90 ORS » » » anteriore oc 52 OLO, » » cranio oe Sul OMMI Misure proporzionali in 3600."' della lunghezza totale : } g testa 011 O5.02 coda o 1154 O 1087 orecchio eH lyfe) O 4B braccio o 640 Q 648 piede posteriore of 450 O 459 » anteriore g 260 OT 250 cranio ee ays ORS 180 F. CAVAZZA Dalle misure qui sopra riportate appaiono evidenti le propor- zioni di alcune parti del corpo e le differenze di dimensione e di proporzionalità che corrono fra maschi e femmine. Se si con- fronteranno tali misure e proporzioni con quelle della specie M. foina, non sarà difficile vedere chiaramente parecchi caratteri distintivi. Nelle medie su riportate, derivanti dall’ osservazione d’un ricco materiale d’ individui esclusivamente italiani, non ho tenuto calcolo delle martore di Sardegna, che vennero distinte per alcuni caratteri di cui fra poco parleremo. Varieras. — È assai variabile questa specie tanto per la sta- tura, quanto, e principalmente, per la colorazione dell’ abito. In- fatti mi fu dato osservare sulle Alpi, dove la forma tipica è senza alcun dubbio la più comune, una forma che diversifica per essere di colorito evidentemente più rossastro, per avere la lanuggine giallo-bruna che traspare sul pelo superiore, e la macchia del petto giallo-rosato-chiara (quasi carnicina). Tolti due esemplari a macchia ranciata trovati sulle Alpi e che corrispondono quasi alle martore di Sardegna, gli altri, non della forma tipica, hanno alcuni caratteri di colorito intermedì fra quelli della tipica e quelli della latinorwm. Trovai sporadicamente, ma non numerosi, tali individui su tutte le Alpi e nelle regioni prealpine. Questa forma, che ha nel pelo qualchecosa di simile alla faina, è la più comune, anzi quasi esclusiva in tutto il resto della nostra penisola. Man mano che sul continente si va verso sud, diminuisce un poco la statura della martora, così che la media della lunghezza totale di quelle che potei avere dal Napoletano e dalla Calabria non supera i 705 mm. pei maschi e i 650 per le femmine. Le martore di Sicilia sono pure tutte della forma meridionale, cioè col colorito superiore rossastro, e il pelo non molto ricco. Ma per la statura esse non sono per nulla minori di quelle dell’Italia settentrionale e delle Alpi. Fra la forma di martora più comune sulle Alpi, che si ritrova poi verso sud fin sull’ Appennino centrale, e la forma meridio- nale non vi è alcun carattere anatomico distintivo, non una co- stante diversità nelle dimensioni, nè una netta e distinta delimi- tazione geografica, mentre si rinvengono ovunque individui che . | I | MUSTELIDI ITALIANI 181 presentano caratteri dell’ abito gradualmente intermedi, così che è impossibile trovare alcun vero distacco fra una forma e l’altra. È importante l’osservare che questa variazione della M. martes si avvicina moltissimo alla varietà della M. foina descritta dal Barrett-Hamilton come M. f. mediterranea. Ma i caratteri osteo- logici indicano chiaramente, anche per gli individui di Sicilia, che si tratta sempre per gli esemplari nostri, di M. martes. Per le ragioni suesposte nego che si possa distinguere la forma meridionale come razza geografica o sottospecie, ma non credo che sarebbe senza buon fondamento il descriverla come varietà, cioè come uno speciale aspetto morfologico della specie che si ripete con più frequenza in certi paesi, pur non essendo tipo esclusivo nè molto distinto. A tale forma porrei il nome di M. martes var. notialis. Susspecie — La martora di Sardegna fu distinta dalla tipic: M. martes e descritta nel 1904 dal Barrett-Hamilton (') come M. martes latinorum. Potei studiare un discreto materiale di martore sarde e con- frontarlo con esemplari di ogni altra parte d’Italia; da tale osser- vazione mi risulta che la forma di Sardegna presenta i seguenti caratteri distintivi. Il colorito superiore è più bruno-giallastro, la lanuggine è giallo- bruno-sudicia e traspare assai attraverso al pelo scuro; la macchia del petto anzichè esser gialla o giallo-carnicina è color giallo- aranciato vivace. Quest’ ultimo carattere è |’ unico che veramente permetta di distinguere dalle martore del nostro continente e della Sicilia, quelle di Sardegna. E come già dissi anche questo carat- tere mi accadde ritrovarlo in due esemplari alpini. Per le dimensioni e per le proporzioni reciproche dei diversi organi, le martore di Sardegna non sono affatto diverse dalle altre italiane, se se ne toglie la coda che è forse un po’ più lunga (3 255 mm). I caratteri anatomici del cranio sono assolutamente uguali e ciò dico dopo aver misurate, ridotte proporzionali e con- frontate fra loro numerose dimensioni di molti crani tanto di M. martes, come di M. martes latinorum. Pur essendo i caratteri distintivi della M. m. latinorum di non grande importanza, nondimeno la conservo, per ora, come ver: (1) Barrett-Hamilton — Ann. Natural History, 1904, XIII, pag. 389. 182 F. CAVAZZA razza geografica o sottospecie e cid per la sua distribuzione ed esclusività. Se venissero riscontrati normalmente in Sardegna esemplari simili a quelli del continente (') o accadesse di ritrovare, e non per caso rarissimo sul continente esemplari simili alla latinorwm, io riterrei questa forma non più una vera sottospecie, ma una semplice varietà. Habitat. — Quasi tutta |’ Europa, dalla Scandinavia alle isole del Mediterraneo, dalle isole Britanniche al Caucaso; verso Oriente si stende poi fino in Siberia dove viene surrogata dalla MW. sibellina L.; verso mezzogiorno giunge in Europa fino alle isole del Medi- terraneo, e in Asia, all’ Imalaya e al Turchestan. In Italia la martora è distribuita dalle Alpi alla Sicilia, ma quasi esclusivamente nelle regioni montane. In tutta |’ Italia, comprese pure le regioni Alpine, la martora è molto meno numerosa della faina e manca poi assolutamente in tutti i luoghi privi di boschi d’alto fusto e nelle pianure colti- vate. Sulla catena delle Alpi si può ancora dire che la martora non è rara e difatti viene regolarmente cacciata e catturata dalle Alpi Marittime fino alle Cadorine. Nella catena Alpina pre- domina la forma tipica che si stende sporadicamente verso sud, divenendo sempre più rara, fino nelle montagne dell’ Abruzzo. La varietà notialis invece è proporzionalmente molto più ricca d’in- dividui su tutta la catena appenninica e vi diviene quasi esclusiva nell’ Italia meridionale e nella Sicilia. La grande quantità di terreni coltivati, ha in Italia, ridotta di molto l’estensione dei boschi e quindi ristretta quasi ai soli monti, e a non molta parte di questi, l’area di diffusione della martora. Questa specie infatti, diversamente dalla congenere faina, vive esclusivamente nei boschi fitti ed ombrosi e lontano dalle abita- zioni umane. Sulle Alpi, come sugli Appennini, non supera mai la regione selvosa (1800 m. circa) e non raggiunge quindi l’al- titudine della M. foina che si stabilisce talvolta assai più in alto. Nella pineta di Ravenna, in Maremma ed in Calabria dove son ricchi i boschi, giunge la martora fino alle rive del mare. Nei boschi di pianura nondimeno viene il più delle volte sur- 1) Un esemplare sardo del Musco di Firenze è l’unico che io abbia osservato simile ai continentali. MUSTELIDI ITALIANI 183 rogata dalla faina e sebbene le due specie abitino le medesime regioni, pure si dividono quasi sempre il territorio, essendo raro trovare |’ una dove è stabilita TV altra. In Sicilia la martora abita le regioni montane specialmente settentrionali e orientali: la si ritrova infatti nei boschi delle Ma- donie, dei Monti Nebrodi, dell’ Etna e, più scarsa, anche in quelli posti nel centro dell’ Isola. Nell’ isola d’ Elba è scarsa ma in- digena. La Mustela martes latinorum abita quasi tutte le montagne selvose della Sardegna; il Barrett-Hamilton la ebbe dai monti di Nurri, io ne osservai di provenienti dai monti del Gennargentu e da quelli della Gallura. La martora ha ovunque le medesime abitudini di vita, essa è infatti una terribile predatrice ed uccide e distrugge quanto più le è possibile. Il suo nutrimento più comune è composto di Myo- xidi, Sciuridi e Muridi, e degli uccelli che vivono nei boschi, ma essa ha la forza ed il coraggio di attaccare animali assai più grossi e non è raro infatti che uccida le lepri e aggredi talvolta anche i neonati di capriolo. La lestezza con cui si arrampica sugli alberi la rende terribil- mente dannosa agli uccelli che vi nidificano e ai quali essa di- strugge comunemente le covate. Per gli uccelli domestici la martora è molto meno dannosa della faina e ciò perchè di rado si avvicina tanto alle abitazioni dell’uomo; ma quando vi giunge non si differenzia per nulla dalla sua congenere distruggendo quanto le è possibile. Sono dannosis- sime le martore ai fagiani e alle pernici delle bandite. La martora nondimeno non si attiene ad un regime esclusiva- mente carnivoro, giacchè, come gli altri mustelidi, essendo ghiotta di ogni cibo dolce, mangia le bacche che crescono nei boschi e, se giunge in un orto, dicesi che non disdegni le frutta. Il periodo degli amori va, in Italia, dalla metà del mese di gennaio alla metà di marzo e dopo due mesi circa dall’ accoppia- mento, la femmina dà alla luce da tre a cinque piccoli, che par- torisce in un nido di muschio preparato nel cavo d'un albero, o nel nido di uno scoiattolo o d’ una gazza. 184 PF. CAVAZZA Farina - Mustela foina ERXLEBEN. Mustela foina, Erxleben, Syst. Reg. Anim. 1777; Blasius, Fauna Deut. 1857, f. p. 123; Mustela martes, var. fagorum L. Syst. Nat. XII; Mustela fagorum, Ray, Syn. Il corpo ha circa le stesse proporzioni che nella specie prece- dente. Il muso è appuntito e lungo come nella M. martes; i mu- stacchi sono generalmente meno abbondanti. I caratteri del colorito sono assai variabili, tanto per tempo- ranea azione di ambiente come anche da individuo ad individuo. Le parti superiori sono d’ un colore che varia secondo la sta- gione e l'esemplare da un castano-fulvo-chiaro a un bruno-rossastro scurissimo. La parte centrale del dorso e la base della coda hanno talvolta peli nerastri. I fianchi sono sempre più chiari del dorso, gli arti sempre più scuri. Spesso sulle guancie e talvolta sul muso, il colorito tende al giallo-paglia. Il colorito generale appare sempre più chiaro perchè traspare sul pelo lungo e bruno, la fitta lanuggine che è uniformemente bianco-grigiastra. Una gran macchia bianca occupa la mascella inferiore, la parte anteriore della gola e il petto fino fra le zampe anteriori. Questa macchia che è normalmente bianco-candida appare in certi rari individui lavata di giallastro o di grigio. Vidi un esemplare pie- montese che |’ aveva di colore simile a quello della tipica M. martes. Le delimitazioni di questa parte bianca sono molto variabili; e infatti, mentre in molti individui il bianco non contiene macchie o profonde frastagliature, ed ha le linee di demarcazione laterali quasi regolari, pure si rinvengono spesso individui che hanno lo spazio bianco pieno di macchie e d’interruzioni, talvolta così grandi da non rimanere che due striscie laterali bianche. Non è mai regolare, ma sempre ‘un po’ seghettata la linea che divide inferiormente il colorito scuro delle parti inferiori dal bianco del petto e corre fra i due arti anteriori. Anzi le faine delle regioni prealpine e alpine, specialmente MUSTELIDI ITALIANI 185 occidentali, presentano più spesso la macchia bianca regolarmente biforcata verso il basso. Il colorito delle parti inferiori è simile a quello dei fianchi e quindi assai più chiaro del dorso. La coda è più scura dello stesso dorso e ricca di lunghi peli. Su tutto il corpo il pelo è meno fitto che nelle martore, seb- bene sia altrettanto lungo e poco meno soffice. Le orecchie sono lunghe un po’ meno d’ un terzo della testa, triangolari a cima arrotondata. Le zampe sono di media lunghezza, ma forti; la parte inferiore del piede è completamente coperta di pelo. Il piede posteriore è circa lungo come il cranio, quindi meno della testa. La coda, un po’ più lunga che nella specie precedente, misura poco più o poco meno d’un terzo della lunghezza totale dell’ani- male. Mi risulta che quelle del versante nordico delle Alpi hanno coda proporzionalmente più lunga. Il cranio diversifica evidentemente da quello della M. martes, perchè ne è proporzionalmente meno allungata la scatola cranica, ed è più rotondo nella parte posteriore, avendo la scatola cra- nica a pareti più convesse ed il maschio adulto avendo I’ apo- fisi interparietale e le creste sagittale e frontale meno sviluppate e diversamente disposte, giacchè nella faina le due linee di creste sono ben distinte fin dall’ apofisi interparietale nella quale sola- mente sì ricongiungono. Inoltre sono un po’ meno evidenti in questa specie, i caratteri sessuali secondarì che si riscontrano nel cranio. L’ osso del pene è identico a quello della specie precedente, solamente un po’ meno ricurvo. Il 3.° premolare superiore ha margine esterno concavo; il mo- lare superiore lo ha invece convesso e arrotondato. Misure medie in millimetri : Lunghezza totale STI © 670 » della testa e MA Qh) » » coda Ce AAT Qu 230 » dell’ orecchio 93 OD » del braccio GUIDO OQ) litte} » » piede posteriore co 83 Q 79 » » cranio Si 83 Qf i dii cn. 186 F. CAVAZZA Le stesse misure in 3600." della lunghezza totale : testa CA OMEATI coda TFT 1239 D119 orecchio oo Io Q 116 braccio T 625 Q 625 piede posteriore 7 4416 O AAS cranio oo ANG O 1448 Questa specie è abbastanza variabile tanto nella statura, quanto nei caratteri dell’ abito, ma non lo è invece che assai poco nelle proporzioni reciproche delle diverse parti del corpo. Mi risulta che le faine dell’Italia meridionale sono generalmente un po’ più piccole di quelle settentrionali. Inoltre le faine che vi- vono in montagna sono più ricche di lanuggine, presentano pelo più soffice e generalmente più scuro. È pure in individui di montagna che si rinviene la macchia talvolta velata di giallo-rossastro. Le faine italiane sono general- mente più piccole di quelle dell’ Europa Centrale. Habitat. — Tutta |’ Europa centrale e meridionale, mancando solamente nelle parti settentrionali della Scandinavia e della Russia, e in Irlanda. Verso mezzogiorno si stende fino a Creta e, fuori d’ Europa, fino in Siria e Palestina; verso oriente giunge fino alla Cina meridionale. Abita tutta l’Italia continentale, mancando in Sicilia, Sardegna, Corsica e nelle isole minori del Mediterraneo. Dalle Alpi, sulle quali giunge quasi a 2000 metri sul mare, essa può dirsi ovunque comune fino alle Puglie e Calabria. Pare che nel versante nordico delle Alpi e nel Giura essa sia più scarsa della martora, ma certo si è che nelle Alpi italiane e tanto più in tutto il rimanente della penisola, essa è sempre assai più nu- merosa della sua congenere. Sugli Appennini ho potuto rintracciarla fino a 1500 metri sul mare e forse essa vi supera tale altitudine, quando vi siano abi- tazioni umane o boschi. Mentre la martora si tiene sempre discosta dai luoghi abitati, la faina invece si stabilisce di preferenza vicino alle case e spesso dentro le abitazioni stesse (solai, granai). | j MUSTELIDI ITALIANI 187 Per tal ragione essa è molto più nociva agli animali domestici che non la specie precedente. Si nutre più specialmente di rosicchianti minori ( murini e arvicolini) ma non disdegna anche animali. più grossi ed anzi nei boschi di montagna dà di preferenza la caccia agli Sciuridi e ai Myoxidi; alcuni individui attaccano e scannano i conigli, e dicesi, anche le lepri. \ Tutti conoscono le rapine che essa fa nei pollai e nelle pic- cionaie, ma sebbene la faina sia il mustelino più dannoso, doven- dosi attribuire a lei, più che alle puzzole e molto più che alle donnole ed ermellini, le stragi che avvengono fra gli uccelli do- mestici, pure io ben ho potuto stabilire che la frequenza di tali rapine è molto minore di quanto si creda. La faina si arrampica sugli alberi colla stessa lestezza della martora e si rende per questa sua agilità dannosissima agli uccelli che vi nidificano. Alcuni individui sono ghiotti di uova. Nonostante la sua ferocia, talvolta il regime della faina non è esclusivamente carnivoro, giacchè non sono rari gli individui ghiotti di frutta e di ogni altro cibo dolce. Sebbene martora e faina abitino le medesime regioni, pure si dividono il territorio, così che nel bosco dove è facile trovare le prime, sono quasi certamente rare le seconde; così in Calabria, ad esempio, la martora è quasi esclusiva alla regione media e appenninica, mentre la faina è comune nella litoranea. Viene asserito che le due specie di Mustela si accoppiano tal- volta fra loro dando individui a caratteri intermedì che sono atti alla riproduzione, ma io non sono in grado di confermare né di- scutere tale affermazione. Il periodo degli amori corrisponde al febbraio o marzo e la femmina dà luce ai piccoli, che variano da tre a sei ( comune- mente quattro) in aprile o maggio. Genere Putorius Cuvier 1817. Cranio allungatissimo e appiattito; scatola cranica molto più lunga che nel genere precedente, mentre lo scheletro della faccia è corto ed ottuso. Nondimeno anche la parte anteriore del cranio può dirsi assai sviluppata e ciò specialmente per l’ altezza dovuta 188 FP. CAVAZZA alla convessita delle ossa frontali ed alle dimensioni dei mascel- lari inferiori. I denti sono 34 di cui solamente 10 premolari. Proporzional- mente all’ animale i denti sono sempre molto grandi e forti. La formola dentaria è: Oe rer 60 102882 16 OPS. aa 6 P81 ROIS AD 18 La testa dei Putorius è conica ma sempre meno acuminata che nel genere Mustela, mentre il collo allungato assai largo quasi quanto la parte occipitale della testa, fa seguito al corpo così da dare un aspetto quasi vermiforme all’ animale intiero. Le zampe sono corte ed hanno piedi che generalmente appog- giano in terra colle sole dita. La pianta dei piedi è sempre rico- perta di peli. La coda è arrotondata e variabilissima di lunghezza, non solo secondo le specie, ma anche secondo gli individui. Le glandole anali sono assai sviluppate e spandono un odore acre e nauseante. Ammetto tre specie di questo genere proprie della fauna ita- liana. Sottogenere Putorius prop. dett. PuzzoLa — Putorius putorius L. 1766. Mustela putorius Linneo 1766; Putorius communis Cuvier, Reg. Anim. 1817; Puforius foetidus Gray, Cat. Mam. B. M. Il corpo è molto meno allungato che nelle altre specie italiane del genere. Il muso è corto ed arrotondato e porta due mustacchi ricchi e setolosi. Il colore dell'abito appare spesso meno scuro nelle parti superiori che nelle inferiori. Le parti superiori sono di color bruno-biancastro o giallastro; la disuguaglianza ed irregolarità del colore deriva dall’ esser i peli più lunghi, bianchi nella loro metà basale e poi bruno-neri lucenti e dall’ esser questi peli piuttosto radi, mentre la lanuggine che traspare ovunque è bianco-sudicia di giallastro; sui fianchi il colorito è molto più chiaro, trasparendo ancor più il biancastro di sotto. Il colorito delle parti inferiori non si può dire che sia sempre | a MUSTELIDI ITALIANI 189 più scuro giacchè in moltissimi esemplari la parte scura (quasi nerastra) è ridotta ad una linea che corre nel centro della regione ventrale. La gola, il collo ed il petto sono sempre bruno-scurissimi, quasi neri. Il viso è macchiettato di bianco sudicio o di giallo, sugli occhi, ai lati del naso e ai margini delle orecchie. Il mento e gli angoli della bocca sono pure biancastri. Le orecchie sono lunghe un po’ meno di un terzo della testa. Le zampe sono basse e tozze, la parte inferiore del piede non è completamente coperta di pelo. Il piede posteriore è molto più breve della testa. Il colorito del pelo sulle zampe è scurissimo, talvolta quasi nero. La coda è di lunghezza un po’ variabile, tuttavia non supera quasi mai il terzo della lunghezza totale. Il cranio è sempre forte, proporzionalmente corto e molto largo verso la parte posteriore. La depressione cefalica centrale è poco profonda e situata generalmente verso la metà della lunghezza totale. Base della scatola cranica molto sviluppata; cresta occipito- parietale stretta e poco rialzata; cresta sagittale, temporale del frontale e semi-circolare fortemente sviluppate nei maschi adulti. L’ osso del pene è sempre ben sviluppato e grosso;-dopo una lunga porzione quasi diritta, esso si ripiega bruscamente terminando così in un uncino fortemente ricurvo ed appuntito. Misure medie in mm. : Lunghezza totale ao 3590 © 530 » della testa Gh ee ORAS » » coda o 180 O59 » dell’ orecchio A O. 2 » del braccio oe. Ys Q 82 » » piede posteriore g 68 O 59 » » cranio Cr 08 ION Le stesse in 3600." della lunghezza totale: testa MMI) Q 505 coda o 1100 Q 1078 orecchio CAM: Ons? braccia Se 40) OMO piede posteriore 414 O 401 cranio oe TEVA ORAS, F. CAVAZZA 190 Tali misure non sono che delle medie giacchè vi è una varia- bilità non disprezzabile nelle dimensioni di ciascun individuo. E non sono solo i caratteri della dimensione che variano, bensi anche quelli del colorito. Si trovano difatti individui più scuri ed individui più chiari e ciò senza nessuna regola, come ve ne sono che presentano le macchie sul viso assai chiare (quasi bianche) ed altri che le hanno giallo-sudicie. La forma descritta dal Barrett-Hamilton (") come sottospecie e col nome di P. putorius manium non è assolutamente altro che uno dei più spiccati aspetti morfologici che irregolarmente pre- sentano gli individui di questa specie. Di esemplari colle parti superiori nerastre, colle macchie del viso bianche, e con due striscie biancastre partenti fra gli occhi e le orecchie, e congiungentisi sulla fronte, perfettamente corri- spondenti al P. p. manium, ne ho esaminati provenienti dalle Alpi, dal Piemonte, dal Veneto, dall’ Emilia e dal Lazio. Habitat. — L’ Europa temperata dal Sud della Scandinavia fino a tutta la penisola italica e dalla Gran Brettagna al Caucaso, di dove poi si estende all’ Asia Centrale. Gli esemplari della Spagna, della Svizzera (P. manium) e della Russia furono divisi da alcuni autori come forme geografiche. In Italia è specie comune ovunque sul continente dalle Alpi fino alla Calabria e Puglie, mentre manca in tutte le isole. In Sicilia ed in Sardegna si trova il P. furo che vi venne in- trodotto per cacciare i conigli e le lepri. La puzzola è più numerosa delle faine tanto in pianura come sui colli, sui monti (Alpi ed Appennini) giunge fino a 2000 metri d'altezza, ma vi è sempre assai scarsa. Vive nei cespugli, in tane scavate da altri animali o in alberi dal tronco cavo e talvolta addirittura nelle, abitazioni dell’uomo, ma mai molto elevato da terra, così che non si riscontra nelle soffitte. di Vive di uccelli, fors’ anche di uova, di mammiferi minori, di lucertole, di serpi e talvolta anche di rane e di pesci. Ho rinve- nuto nel loro stomaco anche avanzi di insetti (Coleotteri, larve di Rincoti ecc.). (1) Barrett-Hamilton. — Annals Natural History, 1904, XIII. md MUSTELIDI ITALIANI 191 Se la puzzola è veramente dannosa per la distruzione che fa di animali domestici e di certi altri che si possono ritenere utili all’ agricoltura, pure pei nostri paesi si può dire che essa contra- bilancia tali danni cacciando accanitamente i topi, le arvicole e le talpe. Non si arrampica sugli alberi nè è agile quanto le altre specie del genere. L’ epoca degli amori va dal gennaio all’ aprile e due mesi dopo l'accoppiamento la femmina da luce ai piccoli il cui numero varia da tre a otto. Sottogenere Ictis KAUP, 1829. Arctogale Kaur, 1829; Gale, WAGNER, 1841. ERMELLINO — Putorius ermineus L Mustela ermineus L. Syst. Nat. 1766, I, p. 68; Jentink, Notes Leyden Mus., 1900, XII; Barrett-Hamilton, Ann. Nat. Hist., 1904, XII; Cavazza, Zoolog. Anz., 1909, Nr. 18/19. Corpo molto allungato, flessibile, sottile sì da avere un’ appa- renza quasi vermiforme. Il muso non è acuminato e i mustacchi non sono mai molto ricchi. Il colorito generale presenta sempre due fasi nettamente di- stinte, una estiva ed una invernale Nella fase estiva l’ abito è variabile tanto per la tonalità del colorito superiore quanto per la delimitazione fra i due colori. Tutte le parti superiori sono di un colore che varia secondo gli individui dal bruno-scuro e bruno-rossastro, fino al castagno-chiaro e castagno- olivastro. Le parti inferiori sono di un bianco talvolta candido e tal- volta lavato di giallo canarino. Le delimitazioni dei due colori, superiore e inferiore, sono assai variabili e infatti sebbene nella maggioranza degli individui il bianco si estenda fino agli angoli della bocca e che abbracci e occupi uno ‘spazio larghissimo lungo la parte inferiore del corpo, spazio che è delimitato da linee di demarcazione nette, regolari e talvolta rettilinee, pure sono comuni anche individui in cui il bianco non giunge neppure fino alle guancie e che presentano le linee limi- tanti il bianco tutt’ altro che nette e regolari, bensi talvolta frastagliate irregolarmente. 199 F. CAVAZZA All’angolo della bocca è il più delle volte presente una macchia di colorito simile a quello delle parti superiori e tale macchia è sempre completamente circondata dal pelo bianco e presenta una regolarissima forma ovale. La coda è di colorito uguale a quello delle parti superiori, ma alla parte inferiore della base presenta talvolta un prolungamento del bianco; la parte terminale è sempre nero-brunastra o talvolta addirittura nera. I piedi sono sempre bianchi e il più delle volte lo è anche una gran parte dell’ interno delle zampe. Il pelo è in tutto il corpo piuttosto lungo e soffice, all’ apice della coda vi è un ricco ciuffo di peli che diviene talvolta lun- ghissimo (fino a 5 cm.). Nell’ abito invernale presenta colorito generale bianco; le parti superiori e la parte anteriore delle inferiori sono candide mentre la parte ventrale posteriore, le zampe posteriori e la coda sono lavate di color’ giallo canarino sudicio. In molti esemplari è presente una sottilissima linea grigio- scura, che partendo dall'angolo interno dell’ occhio si dirige verso l’occipite per 3 0 4 mm. La porzione nera della coda e il ciuffo terminale rimangono invariati. Le orecchie sono larghe, poco prominenti e piuttosto arro- tondate. Le zampe sono brevi ma non tozze, i piedi sono inferiormente tutti coperti di peli, ma non colla ricchezza che ritroviamo negli ermellini dell’ estremo nord. La lunghezza della coda è assai variabile superando talvolta un terzo della lunghezza totale Potei stabilire che la muta, tanto primaverile che autunnale, avviene sempre nello stesso modo; e cioè cambia prima il pelo della parte inferiore del corpo, poi quello dei fianchi e da ultimo quello della parte dorsale e occipitale, così che avviene che molti individui presentano pelo scuro e vecchio sulla linea mediana del dorso mentre quello dei fianchi e degli arti è già completamente bianco. Il cranio è allungato; in proporzione alla lunghezza non è mai molto largo sulle arcate zigomatiche le quali si scostano poco dalla scatola cranica I mascellari inferiori non sono mai molto 3% x a. See OT Pe MUSTELIDI ITALIANI 198 sviluppati, e sempre poco convessi quelli superiori e le ossa fron- tali, così che ne deriva che all’ inserzione del secondo premolare superiore il cranio non è (proporzionalmente) mai alto, mentre poi per la forma fortemente convessa delle ossa parietali esso ri- sulta quasi sempre più alto all’ apertura auricolare. L’ apofisi interparietale, la cresta sagittale e la cresta tempo- rale del frontale sono sempre poco appariscenti. L’os penis è sempre lungo e sottile, presenta una leggera curva a mezzo circa della sua lunghezza e termina quasi diritto e tronco. Misure in mm. : Lunghezza totale da 260 a 388 Q da 240 a 343 i of » della testa Ce 45 > 56 Q » 49) » 50 » » coda of > 65 » 99 Q » 58» 490 » del braccio Co Chas Be Op 076 » Se eplede postage ya wap 28 S45 Ose 270 137 » » cranio CIA OB. bby a WA Da tali misure risulta la variabilità di dimensioni che questa specie presenta in Italia ed è resa evidente inoltre la poca diffe- renza che corre fra i g e le 9. Misure medie in 3600." della lunghezza totale : Lunghezza della testa ot Be Q 589 È » coda ST 906 Q 940 » del braccio SII 821 » » piede posteriore oo 437 Q 435 » » cranio CuO: O 508 Da queste misure appare la proporzione reciproca dei diversi organi e la diversità di tale proporzione fra i o e le 9. Varieras. — La grande variabilità nella lunghezza totale è spe- cialmente dovuta a un piccolo gruppo di individui spiccatamente più piccoli che ebbi da alcune località alpine. Siccome fra tale forma e la forma comune (direi tipica) non vi è un seguito ininterrotto di forme intermedie, ma bensi un gruppo di classi intermedie deserte, e siccome tali individui piccoli presentano anche qualche variazione anatomica nella forma e nelle proporzioni del cranio, Ann, del Mus. Civ, di St. Nat. Serie 3.3, Vol. V (3 Gennaio 1912). 13 NI TEA A ae 194 F. CAVAZZA così separerei questi individui come appartenenti ad una varietà speciale: P. ermineus var. minimus, la cui dimensione totale non è più di 280 mm. nei o e di 250 nelle 9. Habitat. — Tutta |’ Europa media e settentrionale dalle isole Britanniche fino alla Siberia e dalla Francia meridionale alla Lap- ponia ed al Mar Bianco. In Italia è esclusivo alla regione alpina che abita tutta, dalle Alpi Marittime fino alle Alpi Giulie. Nondi- meno è meno scarso nella parte nord-occidentale, cioè a settentrione del Piemonte e della Lombardia. Scese talvolta al piano siechè ne furono rinvenuti individui nel basso Piemonte e nel piano Lom- bardo (fino nel Pavese). Ho rinvenuti in alcuni musei vecchi esemplari che si pretendono uccisi sull’ Appennino (Parmigiano), ma io. non credo che questa specie in tempi a noi vicini si sia tanto estesa nella nostra penisola, verso sud. La varietà minimus è per ora accertata in sei diversissime località delle Alpi: sul gruppo del Monte Rosa, sui Monti d’ Os- sola, al Nord della Valtellina, nel Cadore, nel Trentino (nel gruppo di Cima d’ Asta), ed al Mongioie nelle Alpi nord-occidentali. Credo che ricerche su ancor più ricco materiale mostreranno che si trova localizzata qua e là sui maggiori gruppi di tutta la catena alpina. L’ ermellino vive tanto sulle roccie come nelle praterie e nelle brughiere; nei boschi è sempre scarso. Stabilisce la sua dimora o in gallerie sotterranee, o in vani naturali che si trovano fra le roccie, o in veechi muri abbandonati. Si nutre specialmente di Mammiferi minori, di Uccelli e di Lu- certole, talvolta attacca anche animali assai più grandi di lui, come il Lepre, la Marmotta e qualche grande Uccello. È agilissimo e scaltro ma non può inseguire sempre la sua preda, giacchè non s' arrampica che assai di rado e quasi con stento. Non si può dire che questo piccolo carnivoro sia, nel nostro paese, nè utile nè dannoso agli interessi dell’ uomo. Il periodo degli amori corrisponde al mese di marzo o aprile e due mesi dopo la femmina dà alla luce da 3 a 10 piccoli. MUSTELIDI ITALIANI 195 DonnoLA. — Putorius nivalis Linn. Mustela nivalis Linn. Syst. Nat. Ed. XII, 1766; O. Thomas, Zoo- logist 1895; Barrett-Hamilton, Ann. Nat. Hist. 1904; Cavazza, Zool. Anzeiger 1909; Putorius vulgaris Erxleben, Syst. Reg. == Anim. 1777; Putorius pusillus Fatio ct aliis 1869. Corpo allungato e quasi vermiforme come nella specie pre- cedente. Il colorito presenta generalmente una sola fase, ma nei paesi eccessivamente freddi, o anche eccezionalmente freddi, accade che le donnole cambino il loro abito rossastro in bianco nell’ epoca della rigidità invernale. I caratteri del colorito e della macchiatura, che da molti stu- diosi sono ritenuti assai importanti, presentano una variabilità quasi illimitata ed affatto irregolare, e la loro importanza supera ben di rado quella di un carattere esclusivamente individuale. Tutte le parti superiori sono di un colore che secondo gli in- dividui varia dal marrone scurissimo, ad un color cannella quasi isabellino. Il bianco delle parti inferiori può essere candido ma è più spesso leggermente lavato di giallo rossastro. Nella disposizione reciproca di questi due colori, superiore ed inferiore, si osserva una enorme variabilità; infatti in alcuni in- dividui il bianco è estesissimo, interessa tutte le parti inferiori del corpo e talvolta anche tutti i quattro piedi, presenta margini regolari e rettilinei simili alle descrizioni date comunemente pel P. ermineus, e per la nivalis typica del Barrett-Hamilton; in altri all’ opposto il bianco è strettissimo ora con margini regolari e tal’ altra con margini irregolarissimi e frastagliati, simili cioè a quelli descritti come proprii alla donnola di Sardegna. Finalmente in aleuni individui il bianco è assolutamente interrotto nelle parti inferiori dal colore delle parti superiori. Fra questi tipi estremi, che ritrovai tutti in ognuna delle re- gioni dove raccolsi, rinvenni inoltre numerosissime forme di pas- saggio. All’angolo della bocca può essere presente una macchia scura a ‘725008 | 196 F. CAVAZZA che però è ben di rado circondata da pelo bianco e che appare sempre come un prolungamento del colorito superiore. La coda è di colorito uguale a quello delle parti superiori e solo talvolta la parte terminale di essa è un po’ più scura. I piedi sono ora bianchi ora scuri, e ciò senza nessuna distin- zione di paese. Il pelo è in tutto il corpo piuttosto corto e non setoloso; al- l’apice della coda è talvolta un po’ allungato a ciuffo (fino a em. 3). L'abito invernale che è normale nelle donnole delle alte località alpine ma eccezionalissimo in quelle delle altre parti della nostra peni- sola, è completamente bianco, tolto il sottilissimo sopracciglio grigia- stro e l’apice della coda che rimane sempre invariato per 15 0 20 mm. Le orecchie proporzionalmente più piccole che nella specie pre- cedente. Le zampe sono brevi ma slanciate, i piedi sono inferiormente coperti di peli ma meno abbondantemente che nell’ ermiéneus. La lunghezza della coda è variabilissima e ciò anche propor- zionalmente alla lunghezza totale dell’ animale; talvolta non è che un quinto della lunghezza totale e tal’ altra ne è un terzo. Constatai che la muta avviene sempre nello stesso modo e che questa è identica a quella osservata per la specie precedente; quindi negli individui che hanno mantello invernale bianco si osservano gli stessi stadi di passaggio che nell’ ermellino. Il cranio è diversissimo nei due sessi; nella femmina è lungo, proporzionalmente alle dimensioni dell'animale, e presenta la forma che ho già deseritta parlando del P. erméneus ; nei maschi presenta una forma assai diversa e fortemente caratteristica Il cranio maschile è proporzionalmente corto, largo assai sulle arcate zigomatiche che sono grandi, forti e che si allontanano molto da esso. I mascellari inferiori sono, proporzionalmente, sviluppatissimi e quelli superiori, come le ossa frontali e nasali, sono fortemente convessi, così che ne deriva che all’ inserzione del secondo premo- lare superiore il eranio è alto, mentre poi per la superficie delle ossa parietali appena convesse nella linea mediana, esso risulta sempre meno alto all’ apertura auricolare. I L'apofisi interparietale, la cresta sagittale e la cresta tempo- rale del frontale sono sempre molto sviluppate e quest’ ultima dopo aver seguita la saldatura mediana delle due frontali, si biforca poi bruscamente raggiungendo le apofisi zigomatiche delle frontali. PARA SEPE MUSTELIDI ITALIANI 197 L’ os penis è piu grosso che nella specie precedente, rassomi- gliando a quello del P. putoris. Dopo una lunga porzione di- ritta esso termina sempre con un uncino fortemente ricurvo. Misure in mm.: Lunghezza totale I da 268 a 400 Oda t210a 287 » della testa URN DO RN eS Sunn tS » » coda i poe 100) Da AA (5) » del braccio Oo» Ore OU Q » BI) o) » » piede post. of 28 » 40 QO » ANO » » cranio oar TAN VO n © Bil a ey Misure medie in 3600." della lunghezza totale : Lunghezza della testa ST 360 Q 580 » » coda oe 920 Q 850 » del braccio ofA Q TAO » » piede posteriore 7 392 O 360 » » cranio o. 490 Q 525 Da tutte le misure su riportate, prese solo su individui italiani, appare : 1.° l'enorme variabilità che questa specie presenta nelle di- mensioni ; 2.° la reciproca proporzione, poco variabile, dei diversi organi ; 3.° la grande diversità, tanto nelle dimensioni assolute che proporzionali, fra maschi e femmine. Questa specie, come già è apparso nelle descrizioni e nelle mi- sure, è individualmente variabilissima sicché fu facile, a quei zoo- logi i quali seguono il criterio che in ogni piccola diversità tende a vedere vere distinzioni specifiche o subspecifiche, descriverne delle nuove forme, ora come specie ora come sottospecie. Ben di- ciotto forme di donnola furono infatti sistematicamente distinte e variamente distribuite nell’ Europa e nelle regioni cireumme- diterranee. All’ Italia vennero attribuite il P. boccamela Bech. per la Sardegna, il P. nivalis meridionalis di Costa (!) ridescritto come italicus dal Barrett-Hamilton per l’Italia continentale, il P. nivalis albipedes descritto dal Mina-Palumbo (*) per la Sicilia e di nuovo (!) Costa - Ann. Mus. Zool. Univ., Napoli 1865, pag. 40. (?) Minà-Palumbo — Catalogo dei Mammiferi della Sicilia — Palermo, 1868, 198 P. CAVAZZA descritto dal Barrett-Hamilton col nome di siculus e il P. nivalis subpalmatus Hemprich et Ehrenberg per Malta (*). Dopo un lungo ed accurato studio fatto su più di 330 esem- plari, venni alla conclusione che in Europa esiste una sola specie di donnola, il P. nivalis, e che una sola delle sue forme da me osservate per l’ Europa può essere distinta come sottospecie, pre- sentando tutte le altre una costanza dei caratteri anatomici, una grande variabilità individuale di ogni altro carattere e una irre- golare distribuzione geografica. Le quattro forme italiane che erano state distinte tassonomica- mente, null’altro sono che alcuni degli aspetti morfologici indivi- duali che questa specie ha in gran numero, e che si rinvengono irregolarmente distribuiti sul continente e sulle isole italiane. Nondimeno credetti necessario attribuire maggior valore a due forme che mi fu dato osservare siechè le distinsi una come razza geografica o sottospecie, e l’altra come varietà. Susspecie. — Nelle misure e nelle medie riportate non ho tenuto conto di un certo numero di individui, derivanti dalla ca- tena alpina, i quali diversificano fortemente dalle altre donnole italiane. La loro piccolissima statura avrebbe fortemente alterate le medie della tipica donnola. Io stimo, dopo lunghe osservazioni e confronti, doversi distinguere come sottospecie questa piccola forma e ciò per l’importanza di alcuni dei seguenti caratteri di- stintivi: la statura è molto più piccola che nella forma tipica e mancano le variazioni intermedie fra gli individui più piccoli della forma comune ed i più grandi di questa, così che tali forme ven- gono ad essere separate l'una dall’ altra da parecchie classi di variazione sempre deserte; la reciproca proporzione di alcuni or- gani è assai diversa ; l'abito estivo è di colore superiormente va- riabile, ma la parte bianca è sempre candida e la sua estensione è, il più delle volte, più larga e regolare che nell’ altra; l'abito in- vernale è sempre tutto bianco candido ad eccezione dell’apice della coda; lo scheletro si distingue per la sua sottigliezza e gracilità, per la forma del cranio maschile, che è proporzionalmente più allungato, meno largo sulle arcate zigomatiche, meno sviluppato anterior- mente, più convesso sulla scatola cranica e sempre con creste ap- pena evidenti; il cranio femminile non differenzia quasi nulla dal (*) Ehreberg — Symbol. Phys. 1832. i e Sie è nnt we i Ce . MUSTELIDI ITALIANI 199 cranio maschile sicchè sono molto meno evidenti i caratteri ses- suali secondari. Misure in mm. : da 178 a 210 media in 3600"! somatici RI A ao (li = GAG) DAD RL) lot Tae. Oia sam AD Geshe "OF" 803 » 19» 23° < 399 - Oo 377 » 22» 30 of 548 - Q 560 lungh. totale 3 da 210 a 242 » della testa ot» 35» 40 hy Oy cil eM 9 » del braccio 9 » 34» 49 » » piedeposl. oi» 21» 29 » » aio Ci» dd 97 +© #0 4040 10 +0 A tale sottospecie sopra descritta diedi il nome di P. nivalis monticola. Varieras. — Come varietà del P. nivalis descrissi nel 1908 un individuo di Corsica che presenta parecchi caratteri esterni che fortemente lo distinguono da tutte le altre donnole italiane osser- vate. Il colorito superiore è rossastro come in nessuno degli altri individui di P. nivalis, il pelo è lungo e setoloso, il bianco è allargatissimo e presenta margini regolari ed anzi rettilinei; agli angoli della bocca si trova una piccola macchia seura che non ha affatto la forma che le è propria nella tipica névalis ma quella che ha nell’ ermellino; la coda ha peli lunghissimi setolosi e radi e un ciuffo terminale grandissimo (35 mm.). Questo tipo non è solamente diverso da quello che avevano descritto per boccamela, ma gli è quasi opposto avvicinandosi, pei caratteri esterni, solamente al P. ermineus. Lungh. tot. mm. 323; testa mm. 50,3; coda mm. 82. Se questi caratteri verranno constatati in parecchi altri esemplari della Corsica e vi appariranno normali e costanti, si dovrebbe ritenere questa forma una varietà col nome di P. nivalis var. corsicanus. Habitat. — La donnola abita tutta |’ Europa dalle regioni ar- tiche fino a Malta e dalle isole Britanniche fino al Caucaso. Si trova poi in tutte le regioni cireummediterranee d'Africa e d'Asia e, se non forme della stessa specie, certo specie affinissime si stendono traverso tutta l’ Asia e |’ America del Nord. In Italia è specie ovunque comune, sebbene mai numerosa. Dalle Alpi, sulle quali giunge a 2500 m. s. m., si stende alle estreme parti meridionali del Continente vivendo nei territorì in- tensamente coltivati, come nei terreni incolti; tanto nelle umide o paludose bassure, quanto nei luoghi più secchi; così vicino al- 200 F. CAVAZZA l’ abitato, come nei luoghi i più deserti; tanto fra i sassi e le rupi delle cime, come nei boschi rigogliosi. Nondimeno la distribuzione di tale specie è apparentemente irregolare ed io ho potuto con sicu- rezza stabilire che essa è quasi del tutto determinata e fissata dalla abbondanza o scarsezza di rosicchianti minori (Murini e Arvicolini). Le donnole sono comunissime nelle tre maggiori isole italiane e (se se ne toglie la Corsica) vi sono identiche nè distinguibili da quelle del Continente. La sottospecie P. nivalis monticola è per ora accertata in diversi punti della catena delle Alpi tanto Italiane che Svizzere e Tirolesi. Ne osservai infatti esemplari derivanti dal Monte Rosa, dalle Alpi d’ Ossola, dalle Alpi del Ticino, dalla Valtellina (Gruppo del Bernina), dal Canton dei Grigioni, dalle montagne dell’ Ap- penzel fin verso S. Gallen, e verso Oriente, dalle alte vallate del Cadore (Padola, Misurina). Questa distribuzione fa supporre che essa si trovi in tutte le Alpi e che si spinga poi un poco verso nord senza però abbandonare le alte catene. In alcune località dove si trova la sottospecie si rinviene pure la forma tipica. La donnola si nutre direi quasi esclusivamente di rosicchianti minori (Murini e Arvicolini), in secondo ordine vengono fra le sue prede gli insettivori, (Talpe e Sorci), poi i rettili (Lucertole) e solo eccezionalmente gli uccelletti e i pesci. Senza tema d’ esagerazione essa deve esser ritenuta il più utile di tutti gli animali selvatici dei nostri paesi. Ciò potei evidentemente dimostrare in un breve studio sulla nutrizione di tale specie (*). La donnola è agile e scaltra quanto |’ ermellino, ma essa si arrampica ancor più a stento. Le donnole non hanno un periodo fisso per gli amori ma si accoppiano ugualmente in tutti i mesi dell’anno. Sono propenso all’ammettere che la stessa femmina riproduce più volte nell’ an- nata. I piccoli partoriti variano da 3 ad 8. Sottofamiglia LUTRINAE. Genere Lutra ERXLEBEN 1777. Cranio, proporzionalmente, corto, molto largo e piatto; la sca- tola cranica è molto sviluppata; lo scheletro della faccia è corto (*) Contributo alla conoscenza della vita e delle abitudini della Donnola (Putorius nivalis, L.). — Bollettino Suc. Zool. Ital. — Fase, (I-VI, 1910. | MUSTELIDI ITALIANI 201 e posteriormente allargato; le creste occipito-parietale e interpa- rietale sono larghe, ma completamente depresse. Le ossa frontali sono strette; le apofisi zigomatiche dei frontali poco sviluppate ; le arcate zigomatiche forti ed allargatissime. I denti sono 36, di cui 14 premolari. da molare superiore è grande, quadrato, presenta tuber- coli ed è posto trasversalmente; il premolare che lo precede è di media grandezza. Formula dentaria : E CAI ale Saat ap 18 DR i RS) RO area La testa della Lontra è corta, larga, piatta e anteriormente molto ottusa; il collo grossissimo e tozzo, ma piuttosto allungato (proporzionalmente meno che nel genere pr ecedente), dà un aspetto ancor più vermiforme all’ Sarto Le zampe sono cortissime e molto robuste; i piedi arrotondati e muniti di cinque dita interamente palmate; piedi nudi al disotto; unghia piatte, forti e corte. Coda di media statura, di forma conica, essendo grossissima alla base ed appuntita all’apice. Una sola specie di tal genere è presente in Europa e questa fa pure parte della fauna italiana. Lontra - Lutra lutra - Linn Mustela lutra, Linneo Syst. Nat. 1766; Lutra vulgaris, Erxle- ben Syst. Regn. Anim. 1777; Blasius, Faun. Deuts. 1857. Il corpo è molto allungato, ma proporzionalmente più grosso e più tozzo che negli altri Mustelidi Europei. Il muso è cortissimo e fortemente ottuso, esso porta due mustacchi lunghi e setolosi. Il colorito delle parti superiori è d’un bruno-rossastro uniforme, che però secondo gli individui può essere un po’ più o un po’ meno scuro. Nelle parti inferiori è grigiastro, talvolta un po’ mischiato di peli rossastri; le guancie e la gola sono bianco-sudicie e talvolta anche veramente bianche. La linea di divisione fra il colorito su- periore e l’inferiore è incerta ma mai frastagliata. 202 F. CAVAZZA Il colorito della coda e delle zampe è uguale a quello delle parti superiori del corpo e il pelo vi è ugualmente corto. L'abito dei giovani varia da grigiastro a bruno. Il pelo di tutto il corpo è fitto, uguale, lucido, quasi setoloso, ed aderente al corpo, sotto a questo pelo si trova una densissima lanuggine biancastra, che normalmente viene completamente rico- perta dal pelo bruno e grosso. Le orecchie sono piccolissime, arrotondate e quasi nascoste dal pelo circostante. Le zampe sono brevissime, tozze e forti; i piedi rotondi, infe- riormente completamende nudi, hanno una membrana natatoria che riunisce tutte cinque le dita fino alle unghie che son larghe, ma corte. La coda non misura che di rado un terzo della lunghezza totale; essa è di forma conica, grossa e leggermente depressa alla base, acuminata alla cima. Il cranio è estremamente appiattito e basso ed è molto allar- gato posteriormente; le arcate zigomatiche sono forti e si allargano verso la parte posteriore. La scatola cranica, pure depressa, ha pareti poco curve ed è larga assai. Le ossa frontali sono piccole, fortemente ristrette nella loro parte centrale e presentano apofisi zigomatiche pochissimo svilup pate. L’apofisi interparietale, la cresta sagittale e la cresta temporale si sono modificate in un rigonfiamento largo e molto depresso. L’osso del pene è piuttosto lungo (circa 71 mm.) tozzo e forte; è un bastoncino a sezione triangolare, più grosso alla base e rivolto, alla metà circa della sua lunghezza, verso la faccia ven- trale; solo l'apice è rivolto verso il basso quasi accennando ad un uncino. Ma la parte terminale ha forma rigonfia ed è caratteri stica per esser formata da due prolungamenti arrotondati che assomigliano ai condili di un femore. Misure medie in mm. Lunghezza totale o 1160 9 1065 » della testa GUAI SO) 1310) » » coda o 370 9.335 » del braccio ot 196, 29180 » » piede posteriore 7 120 9 102 » » cranio Gir 220) OF 1s I | | — TITO ep e °° - MUSTELIDI ITALIANI 203 Misure medie in 3600." della lunghezza totale. testa o 449 QO 462 coda SLIDE MOIO braccio ae OUR OL 604 piede posteriore SIT ve Ov Fos) cranio Ge BH ai Bail In questa specie non vi è grande variabilità, così che non ne vennero distinte per l'Europa sottospecie o varietà. Le femmine oltre che più piccole, sono anche generalmente di colorito un po’ più chiaro. Habitat. — Tutta l'Europa, dalla Lapponia alla Sicilia e Grecia, e dalle Isole Britanniche al Caucaso; in Asia giunge fino alla Manciuria e in Africa è limitata all'estremo Nord. In Italia si rinviene ovunque dalle Alpi alla Sicilia, ma non è mai abbondante. Manca a tutte le altre isole. In quasi tutti i fiumi, laghi e paludi del Continente Italiano, abita qualche lontra. Sulle Alpi essa giunge risalendo i torrenti fino a 2000 e più metri, sull'Appennino sorpassa di sovente i 1000 metri. Dalle acque dei più alti torrenti dell’Alpi fino alle paludi del- l’Estuario Veneto; dalle acque limpide dei laghi alpini e appennini fino a quelle melmose delle risaie; dappertutto dove sono pesci, accade di uccidere lontre Nelle provincie più intensamente coltivate e dove non vi sono risaie o serbatoi d’acqua, la lontra è divenuta rara, ma nelle regioni più incolte o in quelle coltivate a risaia, essa è ancora abbastanza comune. In.Sicilia la lontra è ovunque così rara che da parecchi anni più non ne avvenne cattura, e il Doderlein anzi dice che essa non è animale indigeno, ma che vi fu importata dal continente. Io credo che la lontra fosse propria della Sicilia da tempo imme- morabile e ciò per la sua distribuzione sull'Isola. Fu infatti cattu- rata tanto nella parte meridionale dell’isola come sulle Madonie e nei fiumi del centro. Vive solamente in vicinanza dell’acqua, che si può quasi dire il suo elemento. La sua dimora è una tana a più corridoi che essa si scava in prossimità del fiume, lago o ruscello. = 7") ws > eS hl CC —— ri ea, e 0 Pe Seo È. CAVAZZA 204 Il suo cibo si compone quasi eselusivamente di pesci che caccia attivamente nuotando con una lestezza ed agilità insuperabili. Generalmente passa la giornata nella sua tana per uscirne sull’imbrunire e cominciare la sua caccia. È un animale di una voracità straordinaria, sicchè in poco tempo può distruggere delle grandissime quantità di pesce. Nelle regioni dove si pratica la piscicultura la lontra è un vero flagello ed arreca danni incalcolabili. Quando le manca il suo cibo normale, va anche a cacciare fuor d’acqua accontentandosi di uccelli acquatici, sorci e ranocchie. Sul terreno ha un’andatura generalmente lenta e goffa, ma può anche correre saltando abbastanza lestamente. È un animale intelligentissimo e furbo, che si addomestica facilmente. Il periodo degli amori pare sia irregolare variando da gennaio a maggio. Il più delle volte però l’accoppiamento avviene in marzo. Due mesi dopo la femmina partorisce da 2 a 4 piccoli. Bologna, dal Laboratorio Zoologico della R. Università, Luglio 1911. Data An A. PELLOUX CONNELLITE DI ARENAS'IN SARDEGNA In una precedente nota (1), descrivendo i cristalli di spango- lite di Arenas, accennai ad alcuni interessanti minerali che nella stessa località si rinvennero, minerali intorno ai quali mi riservo di dare altre notizie. Posteriormente alla pubblicazione della mia nota ho osservato, su di un esemplare di Arenas, che nel Museo Civico di Genova fa parte della collezione Traverso (*), un altro minerale, e cioè la con- nellite, specie che essendo, al pari della spangolite, rarissima e nuova per l’Italia, credo opportuno di subito segnalare e descrivere. Sembra che alla connellite debba riferirsi un minerale in aghetti di colore ceruleo indicato sino dal 1802 dal Rashleigh (?), in esemplari provenienti da Huel Providence in Cornovaglia, ma il minerale venne soltanto più tardi, e cioè nel 1847, determi- nato dal Connell (4), in base ad un'analisi qualitativa, come un solfo-cloruro di rame con poca acqua, e cristallograficamente de- scritto, nel 1863, dal Maskelyne (?) che lo riferì al sistema esa- gonale. Lo studio della connellite, però non fu completato che nel 1890 dal Penfield il quale ne diede l’analisi quantitativa (9). Gli anzidetti studì vennero eseguiti su esemplari della Corno- vaglia provenienti da diverse miniere di quella regione, dove la connellite sempre associata alla cuprite, ora terrosa ed ora cristal- (1) A. PELLOUX - Spangolite di Arenas e polibasite del Sarrabus in Sardegna. - Annali del Museo Civico di Storia Naturale di Genova. Serie 3°, vol. IV (XLIV), 1909. (?) L'esemplare porta il N. 3608 del catalogo. (5) P. RASHLEIGH. - Specimens of British Minerals selected from the cabinet of Philip Rashleigh. London, p. 2, 1802. (4) CONNELL - Report of the Brilish Association for the Advancement of Science for 1847. (®) MASKELYNE - Philosophical Magazine IV, XXV, 39, 1863. (5) PENFIELD - American Journal of Science, vol. XL, p. 82, July 1890. 206 A. PELLOUX lizzata, per lo più si presenta in sottilissimi aghetti che solo ecce- zionalmente, negli esemplari di Marke Valley, raggiungono la. lunghezza di 4 mm. Il Prior (4) nel 1889 segnalò la connellile tra i minerali del Namaqualand nell’ Africa Australe ed il Lacroix nella sua « Miné- ralogie de la France et de ses colonies (*) » indicò l’esistenza dello stesso minerale fra quelli della miniera di Mouzaia in AL geria. Sia negli esemplari del Namaqualand come in quelli del- l'Algeria la connellite è sempre concomitante con la cuprite. In quelli di Algeria però come ad Arenas, il minerale è anche in relazione con la tetraedrite, poichè la conmellite trovasi nella cavità della baritina lamellare che alla tetraedrite serve di ganga e solo in altre geodi della stessa baritina trovansi dei cristalli di cuprite. L’ esemplare di Arenas cui ho accennato, |’ unico nel quale mi fu dato di osservare la connellite, è costituito da una massa di quarzo cosparsa di cristalli di tetraedrite antimoniale più o meno profondamente alterati in bindheiimite che della tetraedrite con- serva la forma. Nella massa quarzosa si osservano due geodi una delle quali, lunga circa 4 centimetri e larga sino a 2, ha le pa reti formate dalle terminazioni piramidali di cristalli di quarzo su cui si appoggiano piccoli cristalli di cerussa ed altri piccolissimi ma molto nitidi di spangolite. L'altra geode, lunga poco più di 2 centimetri e larga sino ad J, è invece completamente tappezzata di cristallini di assurrite sopra i quali se ne vedono alcuni di spangolite è delle rosette formate dagli aghi divergenti di un minerale azzurro cupo con riflessi verdastri che non ho esitato ad attribuire alla connellite. Sia nelle geodi come nella massa del- l'esemplare, si osserva inoltre la flworite, che si presenta in eri- stalli esaedrici bianchicci di '/, cent. di lato con gli spigoli modificati da (110) e poca linavite; non la più piccola traccia di cuprite. La paragenesi della connellite con la spangolite, sebbene assai rara ed interessante, non è nuova, i due clorosolfati di rame essendo già stati insieme osservati dal Miers (*) su di un esem- plare della Cornovaglia conservato nel Museo dell’ Università di Gottinga. (1) Prion - Mineralogical Magazine 8, 182, 1889. () Vol. IV; p. 239. @ Miers - Min, Magazine, vol. X, n. 48, p. 273, 1893. a -—— dI e eS ie. a ee ele CONNELLITE DI ARENAS 207 Il minerale di Arenas riscaldato nel tubo chiuso svolge acqua ed il vapore che se ne ottiene ha reazione acida, al cannello fonde facilmente in un globulo bruno colorando la fiamma in azzurro; fuso sul carbone con soda ed umettato con acqua dà sulla lamina d’argento una macchia nera di solfuro d’argento. È insolubile nell’ acqua ma facilmente solubile negli acidi cloridrico e nitrico. La durezza del minerale è un po’ superiore a 2, la polvere verde-azzurra. Malgrado l’ estrema piccolezza dei cristalli che misurano in dl domi del microscopio-goniometro, determinarne le forme. Queste consistono nei due prismi (1010) e (1120) più o meno sviluppati ma costantemente terminati ad una estremità dalla piramide esa- gonale di 2.° ordine (1121) che è nuova per la connellite. Per contro non si ha traccia in questi cristalli di Arenas, della piramide di 1.° ordine (1011) nè della piramide diesago- nale (11. 2. 13. 3.) osservate per la prima volta dal Maskelyne, media di mm. secondo l’asse verticale, mi fu possibile, valen- e nemmeno della base (0001), riscontrata dal Miers nei cristalli della Cornovaglia. Da una serie di discrete misure ebbi una media di 23° 16° per l’angolo fra (1121) e (1120), valore molto prossimo a quello di 23° 23° che si ottiene col calcolo partendo dal valore € = 1,1562 dato dal Maskelyne e riportato dal Dana (1). Calcolando invece il detto angolo in base a € = 1,3392 dato dal Penfield (?) si oitiene un valore di 20° 28° che assai si allontana da quello più basso da me ottenuto con le misure, valore che fu di 22° 30°. I caratteri ottici della connellite di Arenas corrispondono a quelli sin qui conosciuti. Valendomi del confronto con liquidi il di cui indice venne determinato volta per volta con un totalrefrattometro, ho trovato che gli indici di rifrazione della connellite per la luce del sodio, sono, con sufficiente approssimazione, i seguenti : = 7/05) SS= Alene) ele 3023 (1) DANA - System of mineralogy, 1899, p. 919. (?) PENFIELD - loc. cit., p. 84. 208 A. PELLOUN Dati che confermano quanto i precedenti osservatori , senza determinare gli indici, avevano notato e cioè che la connellite è otticamente positiva e che la sua birifrangenza è piuttosto forte. Anche nella connellite di Arenas il pleocroismo è insensibile, Bordighera, 4 Dicembre 1911. +e 3 LAMPYRIDES DU MUSEE CIVIQUE DE GENES DECRITS PAR ERNEST OLIVIER Correspondant du Muséum d'Histoire naturelle de Paris Lucidota insignita, nov. sp. Oblongo-elongata, nigra; mandibulis rufis; antennis cor- pore vix brevioribus, nigris, compressis, articulis 3-10 valde dentatis; 11 simplice elongato; prothorace ogivali, margi- nibus crebre punctatis, fusco testaceis, duabus maculis luci- dioribus antice ornato, in medio longitudinaliter sulcato, disco laevi, nitido, nigro; scutello triangulari, nigro; elytris prothorace latioribus, oblongis, punctatis, nigris, singulis macula parva oblonga submarginali pallide flava in medio notatis; pygidio nigro, utrinque flavo maculato; ultimo ven- trali segmento cereo, brevi et recte truncato. — Long. 15 millim. Brésil: Environs de Santos (Dr. A. Andreini). Cette belle espéce qui entre dans le groupe de L. flabelli- cornis F. se distingue bien par la coloration des élytres , noirs avec une tache oblongue d'un flave pale attenant 4 la marge externe dans le milieu de sa longueur; cette tache occupe une longueur moindre du tiers de l’élytre et sa largeur n’est pas tout à fait la moitié de celle de l’élytre; elle n’envahit pas le bord marginal qui reste étroitement noir, en outre le pygidium est noir avec une tache fave de chaque coté a sa base, caractére qui la sépare bien des autres espèces aftines. Diaphanes abyssinus, nov. sp. Elongatus, angustus, subparallelus, flavescens; prothorace antice rotundato, crebre punctato, costulato, macula discoi- Ann, del Mus. Civ, di St. Nat. Serie 3.*, Vol. V (20 Gennaio 1912). 14 210 E. OLIVIER dali fusca, plagis vitreis oblongis; scutello subquadrato, fla- vido; elytris prothorace haud latioribus, elongatis, paral- lelis, costatis, rugosulis, fuscis, tenuiter flavo marginatis ; pygidio sinuato, ultimo ventrali segmento recte truncato. — Long. 8-10 millim. Abyssinie; Harrar (Gunnar Kristensen). Flave a l’exception d'une tache brune sur le disque du pro- thorax et des élytres bruns étroitement bordés de flave sur tout leur pourtour. Le prothorax est très rugueusement ponetué sur toute sa surface, sans sur la tache discoidale brune; l’écusson est carré; les élytres rugueux sont chargés de trois còtes bien sail- lantes, la plus interne très raccourcie, les deux autres prolongées à peu près jusqu'à l’angle apical; le pygidium est sinué, presque trilobé; le dernier segment ventral est tronqué ou largement arrondi. Les Ramillons, 8 novembre 1911. Ernest OLIVIER. e. TERMITI RACCOLTE DA L. FEA ALLA GUINEA PoRTOGHESE E ALLE ISOLE S. THowé, ANNopon, Principe E FERNANDO Poo PER F. SILVESTRI La collezione di Termiti fatta da Leonardo Fea nel viaggio che, per sfortuna sua e per sommo danno della scienza, fu 1° ul- timo col quale potè contribuire al progresso delle conoscenze z00- logiche di regioni poco note, comprende 30 specie, delle quali 15 (comprese 2 sottospecie e una varietà) sono qui descritte come nuove : Ecco un elenco di tutte le specie distribuite per regioni: Guinea Portoghese. 1]. Coptotermes intermedius sp. n. 8. Microcerotermes parvus (Hav.). 2. Schedorhinotermes putorius (Sjòst ) var. solidus n. var. 3. Termes bellicosus Smeathm. 9. Microcerotermes dolichognathus sp. n. 4. » natalensis Hav. 10. Eutermes Holmgreni Rosen. 5 » pauperans sp. n. ll. » latifrons (Sjost.). 6.» crucifer guineensis subsp. n. 12. » maculiventris (Sjost.). 7. Hamitermes evuncifer sp. n. 13. Cubitermes bilobatodes sp. n. 14. Mirotermes Ho!mgreni sp. n. 212 F. SILVESTRI Is. S. Thome, |. Neotermes pallidicollis (SjGst.). d. Termes ostentans sp. n. 2. > Gestri sp. n. 5. Cephalotermes rectangularis (Sjost.). 3. Schedorhinotermes putorius (Sjòst.. 6. Microcerotermes parvus (Hav.). subsp. theobromae Desn. Is. Principe. |. Neotermes camerunensis (SjOst.). 4. Coptotermes Sjostedti Holmgr. 2 » Gestri sp. n. 5. Schedorhinotermes putorius (SjOst.) 3. Glyptotermes parvulus (SjOst.). 6. Eutermes latifrons (SjOst.). subsp. insulanus nov. 7. » macrophthalmus sp. n. Is. Fernando Poo. 1. Schedorhinotermes putorius (Sjòst.). 6. Eutermes latifrons (Sjòst ). 2. Acanthotermes acanthothorax (Sjòst.). ne » Doriae sp. n. GE » militaris Hag. S. Eutermellus convergens gen, ct sp.n. 1. Microtermes Feae sp. n. 9. Cubitermes fungifaber (SjOst.). 5. Eutermes arborum (Smeathm.). Is. Annobon, |. Microcerotermes parvus (Hav.) subsp. theobromae Desn. Alla lista o descrizione di tali specie aggiungo in questa nota la descrizione di due nuove (Cubilermes Weissi e Capritermes magnificus), nonchè ne ricordo un’ altra (Crenetermes albotar- salis Sjòst.), per la quale ho creduto necessario stabilire un nuovo genere. Queste tre specie sono del Congo francese, e furono rac- colte dal signor Weiss e a me mandate dal D." F. Santschi. Fam. CALOTERMITIDAE. ], Neotermes camerunensis (Sjost.). Syn. Calotermes camerunensis Sjòstedt, Mon. Termit. Afrika, I, p. 39. er « By TERMITI DELL'AFRICA OCCIDENTALE DA Syn. Calotermes auriceps Sjistedt, Mon. Termit. Afrika, Mp eedi7- » » (Neotermes) camerunensis Holmgr., Termi- tenstudien., If, p. 54. Di questa specie, già nota pel Kamerun, il Fea raccolse yari esemplari di alati, soldati e larve all’ Isola Principe (B. Oeste). Alla descrizione del Sjéstedt si deve aggiungere quanto segue : Q alata. Antennae 18-articulatae, articulo tertio quartum lon- gitudine aequante vel quam quartus vix longiore, vel 19-articulatae articulo tertio quam quartus parum longiore. Miles. Antennae 15-articulatae, articulo tertio longitudine articulo secundo aequali, a basi ad apicem gradatim parum latiore. Long. corp. mm. 11, long. capitis cum mandibulis 5, lat. ca- pitis 2,2, long. mandibularum 1,56, antennarum 2,60, tibiae’ HI 1,60. I soldati di questa specie raccolti insieme agli alati dal Fea, concordano abbastanza colla descrizione del Calotermes auriceps Sjost. anche nelle dimensioni, perciò credo che questa specie, fon- data coll’ esame dei soldati soltanto, si debba ritenere come sino- nima della specie Calotermes camerunensis descritta prima dallo stesso Sjistedt con esemplari alati. 2. Neotermes pallidicollis (Sjost.). Tre adulti ed alcune larve raccolti a Vista Alegre nell’ isola S. Thome. alata con antenne di 19 articoli dei quali il 3.° è poco più lungo del 4.° Questa specie era nota del Kamerun. 3. Neotermes Gestri sp. n. Q Alata. Corpus supra rufo-badium, subtus subochraceum, alis pallide rufescentibus, costa, subcosta, radio et media rufis. Caput (Fig. I, 1) c. !/, longius quam inter oculos latius, suturis subtilissimis, setis nonnullis longis instructum, oculis mediocribus aliquantum prominentibus , ocellis oblique ovalibus oculos fere at- 9214 F. SILVESTRI tingentibus; antennis 18-20 articulatis, articulo tertio (Fig. I, 2) quam quartus parum longiore, mandibulis ctr. fig. I, 3-4. Fic. I. — Neotermes Gestri. 1. Foeminz caput et thoracis laminae dorsuales prona - 2. antennae pars proximalis - 3-4. mandibulae - 5-6. alae - 7. paris tertii tibiae apex, tarsus et praetarsus — 8. militis caput et thoracis laminae dorsuales prona - 9. ejus- dem caput lateraliter inspectum - 10. militis formae typicae antennae pars proximalis - 11. militis ex S.. Thomé (Ribeira Palma) antennae pars proximalis - 12. militis ex Ins. Principe (Roca Inf. D. Henrique) antennae pars proximalis. Pronotum transverse subrectangulare, angulo antico parum ro- tundato, postico late rotundato, aliquantum convexum; meso-et meta- notum postice haud angustata, angulis posticis late rotundatis, mar- gine postico subrecto. Alae cfr. fig. I, 5-6. Pedes tibiae (Fig. I, 7) spinis apicalibus sat attenuatis longis dentibus 4 serratis auetis. Abdomen tergitis et sternitis setis nonnullis subposticis sat longis et aliis brevissimis instruetis, cereis brevibus. Long. corp. cum alis mm 17,5, sine alis 9,5; long. capitis 2.08, LITI e ee TERMITI DELL’ AFRICA OCCIDENTALE 2 lat. capitis 1,43, diametr. long. oculi 0,60, long. antennarum 3,10, alae anticae 15,1, lat. alae anticae 4,2, long. tibiae III 1,70. Miles. Corpus ochroleucum capite ferrugineo, antice badio-fer- rugineo mandibulis nigris. Caput (Fig. I, 8-9) magnum, subrectangulare, e. '/, longius quam latius antice gradatim excisum et medium depressum, man- dibulis quam caput fere duplo brevioribus, dentibus cfr. fig. I, 8, antennis 15-articulatis, articulo tertio (Fig. I, 10) pistilliformi, quam quartus e. 1/, longiore, oculis bene distinetis, ovalibus, cremeis. Pronotum transverse subrectangulare, angulis late rotundatis, parum convexum, margine antico aliquantum sinuato, margine postico subrecto, meso- et meta-notum angulis posticis late rotun- datis, appendicibus alaribus obsoletioribus. Pedes robustiores. Abdomen setis brevibus sat numerosis instructum, stilis lon- giusculis conicis. Long. corp. mm. 11, long. capitis cum mandibulis 6, lat. capi- tis 2,8, long. mandibularum 2, 1, antennarum 2, 64, tibiae IN 1,88. Nympha. Cremea, appendicibus alaribus ochroleucis. Antennae 19-articulatae, articulis 3-7 inter sese parum separatis. Long. corp. mm. 9, append. alarium 2. Habitat. Ins. Principe (B. oeste 100-200 m. */,, ). Variationes. 1. Exempla ex eadem insula (Roca Infante D. Henrique 100-300 m. */m) paullo majora sunt: @ Alata. Antennis 18-19 - articulatis, long. cum. alis 18,5, sine alis 10; long. capitis 2, 1, lat. capitis 1,60, diametr. longitudinalis oculi 0, 65, long. alae anticae 14,9, lat. ejusdem 4, long. tibiae II 1,85. Miles minor. Antennae 16-articulatae , articulo tertio quam quartus parum breviore. Long. corp. mm. 11, long. capitis cum mandibulis 5, lat. capitis 2, 4. Miles maior. Antennae 15-articulatae, articulo tertio (Fig. I, 12) quam quartus longiore et secundo subaequali. Long. corp. mm. 12, long. capitis cum mandibulis 6, lat. capitis 2, 9. 2. Exempla ex ins. S. Thome: Vista Alegre 200-300 m. */mn- O Alata. Antennae 19 - articulatae. Long. corp. cum alis mm. 19; lat. capitis 1,62, oculi diametr. longitudinalis 0,65. Miles. Antennae articulis? (exemplorum omnium articulis ultimis abruptis ), articulo tertio secundum longitudine subaequante. Long. corp. mm. 12, long. capitis cum mandibulis 6, lat. capitis 2,9. 216 F. SILVESTRI -3. Exempla ex ins. S. Thomé : Ribeira Palma. Miles. Antennae 14-articulatae, articulo tertio (Fig. I, 11) quam secundus ce. !/; longiore. Long. corp. mm. 12, long. capitis cum mandibulis 5,5, lat. capitis 2,8. Observatio. Species haec adulti et militis statura praesertim a Neo- termes camerunensis (Sjist.) distincta est. Notandae sunt etiam variationes numerosae militum antennarum articulorum et forma, nee non statura exemplorum ex Ins. Principe (Roca Infante D. Henrique). 4. Glyptotermes parvulus (Sjost.) subsp. insulanus noy. 9 Alata (in alcool). Castanea. Caput (Fig. II, 1) e. */, lon- gius quam inter oculos latius, ocellis parvis, oculos subattingentibus , suturis sat distinctis, antennis 13 - articulatis, articulis 1-7 cfr. fic. If, 2, mandibulis fig. II, 3-4. Fic. I, — Glyptotermes parvulus insulanus. 1. Foeminae caput, thorax et urotergitum primum prona — 2. antennae pars proximalis — 3-4. mandibulae — 5. paris tertii tibiae apex, tarsus et praetarsus; 6-7. alae; 8. militis caput et thorax prona - 9. ejusdem caput lateraliter inspectum - 10. antennae 14-articulatac - 11. antennae 13-arti- culate - 12, antennae 12-articulatee pars proximalis. TERMITI DELL'AFRICA OCCIDENTALE SINT Pronotum quam capitis latitudo (oculis exclusis) paullum latius, angulis posticis late rotundatis ; meso- et metanotum margine po- stico vix sinuato, angulis posticis latissime rotundatis. Pedes tibiae (Fig. II, 5) spinis apicalibus robustis, serratis, tarsi articulo primo articulos 2."" et 3." simul sumptos aequante, praetarsi unguibus sat attenuatis et sat arcuatis. Alae cfr. fig. II, 6-7. Abdomen tergitis et sternitis setis paucis submedianis et setis nonnullis posticis brevibus et brevioribus, pleuris verrucosis et setis minimis instructis, cercis brevibus, crassis. Long. corp. cum alis mm. 9, sine alis 7, long. capitis 1,17 lat. capitis 9,92, long. antennarum 1,52, alae anticae 7, lat. alae anticae 1,7, tibiae IN 1,04. 3 Miles. Corpus sordide ochroleucum, capite ochraceo-ferrugineo antice fusco-badio mandibulis nigris. Caput (Fig. II, 8-9) subrectangulare, c. #/, longius quam latius, crassum, convexum; antice spatio parum pone antennarum libellam incipiente gradatim obblique excisum, labro antice aliquantum angu- stato, antennis 14 - articulatis, articulo tertio (Fig. II, 10) perparvo, a quarto parum distineto, nudo, vel 13-articulatis articulo tertio (Fig. II, 11) ut in antennis 14-articulatis, vel 12-articulatis, arti- culo tertio (Fig. II, 12) quam quartus parum breviore. Mandibulae quam caput c. ‘/,, breviores, dentibus numero et forma cfr. fig. IL 8. Pronotum (Fig. II, 8) duplo, vel parum magis quam duplo, latius quam longius, quam caput vix latius, parum convexum, angulis posticis late rotundatis, margine postico medio subrecto vel vix sinuato; meso- et meta-notum angulis posticis acutis, retror- sum parum productis, appendicibus alaribus brevioribus. Pedes robusti, femoris margine supero bene arcuato ; tibiae spinis apicalibus robustis. Abdomen tergitis et sternitis setis nonnullis brevibus 2-3 seriatis instructis, stilis sat longis seta apicali sat longa et setis aliis non- nullis brevioribus auctis, cercis praeter basim brevissimam latam cetero subconico. Long. corp. mm. 7, long. capitis cum mandibulis 2,97-3, lat. capitis 1,40; long. mandibularum 0,90, antennarum 1, 30-1, 45, tibiae III 1,04. Nympha. Cremeo-straminea, capite cremeo: Antenna 13-arti- culatae, articulis 3-5 inter sese haud bene separatis. 218 F. SILVESTRI Long. corp. mm. 75-8, long. appendicium alarum 1,2. Larva adulta. Gremeo-straminea, capite cremeo. Antennae 13- articulatae articulo tertio vix a quarto distineto. Habitat. Exempla nonnulla in insula Principe ad Roca Infante D. Henrique (100-300 m. */,,) Fea legit. Observatio. Subspecies haec a forma typica, cuius milites tan- tum noti sunt, saltem militum statura parum majore et antennis 12-14 articulatis distincta est. Ran VJINE:RIMSIIEGERTDIAYE: 5. Coptotermes intermedius sp. n. Miles. Corpus cremeo-ochroleucum, capite ochraceo, mandibulis nigrescentibus. Caput (Fig. II, 1) param magis quam ’/, longius quam latius antrorsum gradatim aliquantum angustatum, setis paucis brevibus instructum , labro aliquantum longiore quam latiore antice trian- gulari, antenna 14-articulatae , articulis 1-7 cfr. fig. II, 2, arti- culo tertio perparvo a quarto vix distineto. Mandibulae quam caput 3/, breviores attenuatae , apice acuto aliquantum arcuato , mandi- bula sinistra ante dentem basalem tuberculis rotundatis 3 aueta, cetero margine integro. Pronotum (Fig. II, 3) antice sat profunde angulatim sinua- tum, superficie setis sat numerosis sat longis instrueta. Pedes tibiae spinis apicalibus (Fig. IIL 4) parum longis. Abdomen tergitis setis sat longis 3-4-seriatis brevibus sat nu- merosis, sternitis setis longis posticis, seta nonnulla sat longa sub- mediana et setis brevioribus sat numerosis instructis ; stilis longis subconicis seta longa apicali et setis nonnullis aliis auctis, cercis cfr. fig. II, 6. Long. corp. mm. 4, long. capitis cum mandibulis 2, 08, lat. capitis 1,04; long. mandibularum 0,84, antennarum 1,530, ti- biae II 0, 84. Operarius. Corpus stramineum, capite cremeo. Caput subro- tundum, clypeo parum inflato antennis 14-articulatis, articulo tertio (Fig. II, 9) perparvo vel (Fig. III, 8) quarto subaequali; in exem- plo uno 13-articulatis articulis 1-7 efr. Fig. HI, 7. TERMITI DELL'AFRICA OCCIDENTALE 919 Long. corp. 3, 6; long. capitis 1,10, lat. capitis 1,06, long. antennarum 1,70, tibiae HI 0,78. Habitat. Exempla nonnulla ad Rio Cassine (Guinea Lusit. ) collecta. Observatio. Species haec Coptotermes Sjéstedti Holmer. et Copt. truncatus Wasm. proxima est, sed a prima statura majore, Fic. IN. — Coptotermes intermedius. 1. Militis caput pronum — 2. antennae pars proximalis - 3. pronotum — 4. paris tertii tibiae apex, tarsus et practarsus — 5. stili — 6. cercus — 7. operarii antennae 13-articulatae pars proximalis - 8. operarii antennae l4-articulatae pars proximalis — 9. operarii antennae 1|4-articulatae pars proximalis — 10. Coptotermes truncatus, militis caput pronum — 11. ejusdem antennae pars proximalis. è 29() F. SILVESTRI militum antennis 14-articulatis distineta, a secunda (cfr. fig. III, 10,) militis mandibulis aliquantam minoribus et antennis 14-articulatis etiam distincta est. 6. Coptotermes Sjòstedti HoLMmor. Syn. Termes lateralis Sjistedt (miles). Il Fea raccolse di questa specie 5 operai e 2 soldati nell'Isola Principe (Roca Infante Don Henrique 100-300) m. */n- Il soldato ha antenne di 13 articoli col terzo molto corto e pre- senta le seguenti dimensioni : Long. corp. mm. 3,2-3,5, long. capitis cum mandibulis 1,75, lat. capitis 1,0, long. mandibularum 0,67, antennarum 1,25 tibiae III 0,78. Operaio con antenne di 13 articoli, oppure di 14 col terzo molto piccolo appena distinto dal quarto. 7. Schedorhinotermes putorius (SJUST.) Nella collezione del Fea si trovano esemplari di questa specie delle seguenti località: Guinea portoghese : Bissau; Is. Fernando Poo; Is. Principe: Roca Infante D. Henrique ; Isola S. Thomé e Is. Annobon. Tra gli esemplari dell’Is. Principe si trova una regina di sosti- tuzione, che ha i seguenti caratteri: »ufo-ferruginea, membra- nis pallidis, antennis maxima pro parte abruptis. Long. corp. mm. 16, lat. abdominis 4, long. appendicium ala- rium 2. Con questi stessi esemplari il Fea prese l’emittero Termitaphis subafra Silv. (1) genere conosciuto prima d'allora per una specie della Columbia. (!) Boll. labor. zool. Scuo, Agr. Porlici V. p. 235. se a TERMITI DELL'AFRICA OCCIDENTALE 2921 8 Acanthotermes acanthothorax SJosT. Alcuni soldati (grandi e piccoli) di Basilé (Is. Fernando Poo) ed altri di Rio Cassine (Guinea portoghese). 9. Acanthotermes militaris (HAG.) Tre soldati ed alcuni operai di Basilé, concordanti cogli esem- plari descritti dal Sjéstedt. 10. Termes bellicosus SVEATHM. Una coppia reale, operai grandi e piccoli e un soldato piccolo della Guinea portoghese (Rio Cassine). Il soldato piccolo ha antenne di 17 articoli, dei quali il 3.° è | più lungo del secondo; il capo colle mandibole è lungo mm 5,6. Questa specie, molto diffusa in tutta l’ Africa tropicale, era già ©) nota anche di Bissau. ll. Termes natalensis Hav. Questa specie, diffusa quasi come la precedente, fu raccolta dal Fea nella Guinea portoghese presso Bissau e Rio Cassine. In un nido di quest’ ultima località raccolse anche larve del Carabide Glyptus (sculptilis Brull. ?), specie termitofila ben nota e indicata per lo stesso Termes natalensis pure dal Sjéstedt. Le larve raccolte dal Fea misurano in lunghezza 30-32 mm. e in larghezza massima (al sesto segmento addominale ) 7-8,2. 12. Termes ostentans sp. n. Q Alata. Corpus supra rufo - castaneum, subtus rufo - ferrugi- neum, sternorum parte mediana aliquantum pallidiore , alis fuli- gineis venis rufescentibus. 229 F. SILVESTRI Caput (Fig. IV, 1 et 11) paullum longius quam inter oculos adi it n ee Fic. IV. — Termes ostentans. 1. Foeminae caput lateraliter inspectum - 2. antennae pars proximalis; 3-4. mandibulae — 5. alae superficiei particula - 6-7. alae - 8. tertii paris tibiae apex, tarsus et praetarsus - 9. militis caput pronum- 10, ejusdem an- tennae pars proximalis - 1l. Foeminae caput et thoracis laminae dor- suales prona. (V. pag. 223.) latius, superficie setis sat numerosis brevibus et setis brevissimis erebris instructa , fenestra perparva, macula quam capitis cetera superficies pallidiore cireumdata, oculis sat parvis et sat prominen- tibus, ocellis paullum magis quam eorumdem diametros ab oculis distantibus , elypeo lato, brevi, subrectangulari , paullum inflato, antennis 19-articulatis, articulis tertio et quarto sat longis et sub- aequalibus, mandibulis cfr, fig. IV, 3-4. TERMITE DELL'AFRICA OCCIDENTALE 293 Pronotum (Fig. IV, 11) angulis anticis late rotundatis, dimidia arte postica angustiore, margine laterali subrecto, margine postico (©) (©) (©) Il Fic. IV. — Termes ostentans. medio parum sinuato, utrimque late rotundato. Meso - et meta- notum (Fig. IV, 11) parte postica parum angustata, margine postico arcuatim profunde sinuato, angulis posticis aliquantum rotundatis. Alae superficie (Fig. IV, 5) papillis linearibus crebris aueta ; ala antica (Fig. IV, 6) media et cubitu basi comuni sat longa, ala postica radio et media basi brevissima comuni, venis ceteris cfr. fig. IV 6-7. Pedes longi, tibiae spinis apicalibus longis, preetarsi unguibus attenuatis et sat arcuatis. Abdomen tergitorum et sternorum superficie setis sat nume- rosis brevibus et setis crebris brevissimis instrueta , pleuris setis sat brevibus , tenuibus, aliquantum arcuatis, sat crebris auctis. Cerci breviores. Long. corp. cum alis 30, sine alis 13, long. capitis 2,08, dia- metr. long. oculi 0,54, long. antennarum 3, alae anticae 25, lat. alae anticae 6, long. tibiae II 2,60. 29h F. SILVESTRI Miles. Corpus luride cremeum capite ochraceo vel ferrugineo, mandibulis praeter basim nigris. Caput (Fig. IV, 9) parum longius quam latius angulis posticis late rotundatis, antice paullum angustatum et gradatim depressum labro subaeque longo atque lato, antice angustato subtriangulari, antennis 17-articulatis, articulo tertio (Fig. IV, 10) quam quartus breviore, vel 18-articulatis, articulo quarto quam tertius breviore, mandibulis quam caput c.4/,, brevioribus, gradatim attenuatis apice acuto, breviter arcuato, margine interno mandibulae sinistrae dente magno ante dimidiam partem et mandibulae dextrae dente sat parvo, magis quam idem sinistrae ad basim approximato armata. Pronotum lobis anticis incisura sat profunda separatis; pedum tibiae spinis apicalibus sat longis et attenuatis. Abdomen tergitorum et sternorum superficie setis brevibus 3-4- seriatis et setis nonnullis brevissimis instructa, cercis brevibus. Long. corp. mm. 6, long. capitis cam mandibulis 3,20; lat. capitis 1,60; long. mandibularum 1,30, antennarum 2,34, tibiae III 1,69. Exempla ex Ribeira Palma: long. capitis cum mandibulis mm. 3, lat. capitis 1,50, long. mandib. 1,26. Operarius major. Corpus pallide cremeum capite ochraceo. Caput 1/,, latius quam longius, area parva cireulari pallida sub- mediana, clypeo sat inflato, antennis 19-articulatis, articulo tertio quam quartus paullum breviore. Pronotum lobis anticis incisura sat profunda inter sese distinetis: pedum tibiae spinis apicalibus longis attenuatis. Abdomen eodem militis simile. Long. corp. mm. 4,5, lat capitis 1,56, long. antennarum 1,74, tibiae HI 1,37. Operarius minor. Antennae 18 - articulatae , articulo quarto quam tertius breviore. Long. corp. mm. 4, lat. capitis 1,17; long. antennarum 1, 69, tibiae IIL 1,30. Habitat. Is. S. Thomé: Agua Izé et Ribeira Palma. Observatio. Species haec Termes vulgaris Hay. proxima est, sed militum magnitudine et mandibularum forma bene distineta est. 13. Termes pauperans sp. 1. Rex. Corpus rufo-castaneum , sternorum parte laterali excepta ferruginea, TERMITI DELL AFRICA OCCIDENTALE 295 Caput (Fig. V, 1-2) paullum inter oculos latius quam longum, fenestra macula parva quam capitis cetera superficies parum palli- diore , ocellis sat magnis, ab oculis diametro longitudinali ocelli | distantibus, oculis prominentibus, clypeo brevi vix inflato, anten- nis parte distali abrupta, parte proximali cfr. fig. V, 3, mandi- bulis cfr. V, 4-5. Pronotum (Fig. V, 1) c. duplo latius quam longius dimidia (AGRO: E lh i Psy wl $ pu ee CET eee TM | Fi. V. Termes pauperans. 1. Regis caput et laminae dorsuales prona - 2. caput lateraliter ir- spectum - 3. antennae pars proximalis - 4-5. mandibulae - 6. paris tertii tibiae apex, tarsus et praetarsus — 7. militis caput pronum — 8. militis antennae 16-articulatae - 9. antennae 17-articulatae pars proximalis — 10. operarii majoris antennae 17-articulatae - 11. operarii minoris an- tennae 17 articulatae pars proximalis. parte postica valde angustata, margine postico medio paullum sinuato. Meso- et meta-notum (Fig. V, 1) postice parum angustata, margine postico late aliquantum sinuato. Pedes tibiae spinis apicalibus (Fig. V, 6) longis, attenuatis. Ann, del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 3.°, Vol. V (20 Gennaio 1942). 15 226 F. SILVESTRI Abdomen setis brevioribus et brevissimis numerosis indutum, cercis brevioribus. Long. corp mm. 10; capitis 2, lat. ejusdem 2,08; diametros longitudinalis oculi 0,64, long. tibiae paris tertii 2,60. Regina. Pleurae verrucis oblongis, mediis subeastaneis auctae. Long. corp. ad mm. 100, lat. abdominis 18. Miles major. Corpus melleum capite plus minusve testaceo- latericio vel badio, mandibulis nigris vel corpus cremeo-ochroleu- cum capite ochroleuco. Caput (Fig. V, 7) e. !/, longius quam latius, subrectangulare, antice paullum angustatum, mandibulis quam caput fere duplo brevioribus forma cfr. fig. V, 7. Antennae 16-articulatae, articulo quarto (Fig. V, 8) quam tertius plus minusve breviore vel 17-arti- culatae, articulo tertio (Fig. V, 9) quam quartus breviore. Pronotum lobi antici margine medio paullum vel vix sinuato. Tibiae spinae apicales elongatae. Abdomen setis brevibus et brevioribus parce numerosis in- structum. Long. corp. mm. 6,5, long. capitis cum mandibulis 3,15-3,25, lat. capitis 1,56-1,65, long. mandibularum 1,10-1,17, antennarum 1,60, paris tertii tibiae 1,30. Operarius major. Corpus pallide avellaneum vel pallide mel- leum capite testaceo-ferrugineo. Caput subrotundatum, clypeo parvo, parum inflato, antennis 17-articulatis , articulis tertio et quarto (Fig. V, 10) inter sese longitudine subaequalibus, articulo quinto quartus parum minore. Pronotum lobi antici margine medio profunde sinuato. Long. corp. mm. 4,2 - 4,3, long. capitis 1,47, lat. ejusdem 1,50, long. antennarum 1,80, paris tertii tibiae 1,17. ) Operarius minor. Antennae 17-articulatae, articulis 3.° et 5.° (Fig. V, 11) minoribus, vel 16-articulatae , articulo tertio quam quartus longiore. Long. corp. mm. 3,5, lat. capitis 1,07. Habitat. Guinea Lusitanorum: Bissau, Farim etiam in domis. L. Fea notavit «in casa; uno dei maggiori flagelli della Guinea ». Observatio. Species haec ad Termes transvaalensis Sjòst. aflinis, sed militum statura parum minore, capite antice aliquantum, parum angustato priesertim distincta est. hwo NI ne TERMITI DELL’ AFRICA OCCIDENTALE | 1 14. Termes (Ancistrotermes) crucifer SJOST. subsp. guineensis nov. | Miles major. Corpus cremeum, capite ochraceo-ferrugineo, man- i dibulis nigris. Caput (Fig. VI, 1) c. 1/, longius quam latius, antice paullulum i | ‘ Fic. VI. — Termes crucifer. 1. Militis majoris caput pronum - 2. antennae 16-articulatae - 3. an- tennae 15-articulatae pars proximalis - 4. pronotum et mesonotum - 5. paris tertii tibiae apex, tarsus et praetarsus - 6. militis minoris caput pronum - 7. ejusdem antennae pars proximalis — 8. operarii antennae 16 articulatae - 9. antennae 15-articulatae pars proximalis. 228 F. SILVESTRI angustatum, labro paullum ad basim latiore quam longiore, anti- ce gradatim parum angustato, antennis 15-articulatis, articulis 1-7 ctr. fig. VI, 3, vel 16-articulatis, articulis 4.° et 5.° (Fig. VI, 2) inter sese hand bene separatis. Mandibulae quam caput e. #/, bre- viores apice introrsum valde recurvo, mandibula sinistra dente per- minimo, vix distinguendo. Pronotum (Fig. VI, 4) lobis anticis bene evolutis, acuto - rotun- datis, setis nonnullis longis superis et setis nonnullis brevioribus anticis instructum. Pedes tibiae (Fig. VI, 5) spinis apicalibus sat robustis, praetarsi unguibus sat attenuatis. Abdomen tergitis setis sat longis triseriatis, sternitis setis non- nullis longis posticis, setis nonnullis brevibus et aliis sat numerosis brevioribus instructis, stilis setis duabus longis. Long. corp. mm. 5,5; long. capitis cum mandibulis 2,1; lat. capitis 1,26, long. mandibularum 0,84, antennarum 1,56, tibiae INI 1,17. Miles minor. Caput (Fig. VI, 6) minus quam 7/, longius quam latius, labro vix longiore quam postice latiore, antennis 15- articulatis, articulis 1-7 cfr. fig. VI, 7. Mandibulae quam caput c. 1/; breviores. Long. corp. mm. 4,5, long. capitis cum mandibulis 1,60, lat. capitis 0,90; long. mandibularum 0,75, antennarum 1,52, tibiae IM 0,97. Operarius major. Corpus cremeum, capite ochraceo. Caput subrotundum, clypeo bene inflato, antennis 16 - articu- latis, articulo quarto (Fig. VI, 8) perparvo, vel 15-articulatis articulo tertio (Fig. VI, 9) quam quartus, minore. Pronotum lobis anticis bene evolutis, incisione profunda separatis. Tibiae spinae apicales sat robustae. Abdomen parce setosum, tergitis setis brevibus 3 - 4 - seriatis — et setis brevioribus nonnullis, sternitis setis nonnullis posticis sat longis et setis aliis brevibus et brevioribus parce numerosis instructis. Long. corp. mm. 5; long. capitis 1.46, lat. capitis 1,43, anten- narùm 1,50, tibiae II 0,97. Operarius minor. Corpus cremeo-stramineum, capite cremeo. Antennae eisdem operarii majoris similes, 16-vel 15-articulatis. Long. corp. mm. 4, long. capitis 1.04, lat. capitis, 1,00, long. antennarum 1,50, tibiae II 0,91. Habitat. Exempla nonnulla ad Rio Cassine collecta. Observatio. Subspecies hae a forma typica mandibularum militis majoris brevitate bene distineta est. — TERMITI DELL'AFRICA OCCIDENTALE 999 15. Microtermes feae sp. n. Q Alata. Caput supra fulvo - ferrugineum , clypeo, labro et cetero corpore pallide cremeis, alarum squamis, costa et radio fulvo-ferrugineis parte cetera vix pallidissime isabellina. Caput (Fig. VII, 1-2) superficie setis brevibus sat numerosis et nonnullis longiusculis instructa, oculis prominentibus, ocellis ab oculis paullulum remotis, fenestra nulla. Antennae 15-articulatae articulis 1-7 cfr. fig. VII, 5. Mandibulae cfr. fig. VII, 3-4. Pronotum (Fig. VII, 1) e. '/, latius quam longius angulis posticis late rotundatis, margine postico medio paullulum sinuato, superficie setis brevibus et setis brevioribus sat numerosis aucta. Meso- et metanotum (Fig. VII, 6) postice plus minusve angulatim profunde incisa, angulis posticis acuto-rotundatis. Alae superficie (Fig. VII, 7) setis brevissimis omnino vestitae Fic. VII. — Microtermes Fee. ]. Foeminae caput et pronotum prona - 2. caput lateraliter inspectum 3-4. mandibulae — 5. antennae pars proximalis — 6. mesonotum et metano- tum - 7. alae superficies particula - 8-9. alae - 10. paris tertii tiliae apex,tarsus et praetarsus - 11. cercus - 12. militis caput pronum - 13. idem lateraliter inspectum - 14. antennae pars proximalis - 15. pronoti lobus anticus postice inspectus — 16. militis paris tertii tibiae apex, tarsus et praetarsus — 17. operarii minoris antennae pars proximalis — 18. operarii majoris antennae pars proximalis. 230 F. SILVESTRI et setis brevibus sparsis instructa. Ala anterior (Fig. VII. 8) squama subaeque longa atque postice lata, subeosta breviore plus minusve distineta instructa, radio integro, media ex squama a radio distineta oriente, integra vel ramos duos ad marginem internum emittente, cubito ramos 8 vel 10 quorum 1-2 distales bifurcati sunt, vel non, ad marginem internum emittente. Ala posterior anteriori si- milis cfr. fig. VII, Pedes setosi, tibiae (Fig. VII, 10) spinis apicalibus sat robustis, praetarsi unguibus attenuatis, parum arcuatis. Abdomen : tergita et sternita setis brevibus et setis brevioribus numerosis , pleurae setis brevioribus numerosis instructae. Cerei (Fig. VII, 11) breves et crassi, conici, setosi. Long. corp. mm. 7,3, cum alis Ih, long. capitis 0,93, lat. ejusdem 0,81, long. antennarum 1,7, long. alae anterioris 11,5, lat. ejusdem 3,1; long. tibiae II 1,10. Miles stramineus capite ochroleuco mandibulis rufo castaneis. Caput (Fig. VII, 12) c. */, longius quam latius angulis posticis rotundatis, antice paullulum angustatum, superficie setis brevibus numerosis instructa, labro fere ‘/, longiore quam ad basim latiore, antice gradatim angustato. Antennae 12-articulatae , articulis 1-7 cfr, fig. VII, 14. Mandibulae (Fig. VII, 12) quam caput ec. */,, breviores, gradatim attenuatae, apice introrsum bene arcuato, praeter dentem basalem inermes. ; Pronotum lobis anticis (Fig. VII, 15) bene alan setis non- nullis brevibus et brevioribus instructum. Pedes breviter setosi, tibiae spinis apicalibus (Fig. VII, 16) sat parvis, preetarsi unguibus attenuatis, aliquantum arcuatis. Abdomen tergitis et sternitis setis nonnullis posticis sat longis et setis brevibus indistinete 2-4 - seriatis instruetis, stilis brevis- simis setis tribus longis auctis. Long. corp. mm. 3, long. capitis cum mandibulis 1,62, lat. capitis 0,72, long. mandibularum 0,55, long. antennarum 0, 97, long. tibiae II 0552. Operarius major. Corpus cremeo-stramineum, capite pallide ochroleuco. + Caput parum longius quam latius, clypeo bene inflato, anten- nis 13-articulatis, articulo tertio (Fig. VII, 18) breviore. Long. corp. mm. 3, long. capitis 0,85, lat. capitis 0,74, long. antennarum 0,97, tibiae IIL 0,45. TERMITI DELL’ AFRICA OCCIDENTALE 231 Operarius minor. Corpus stramineum, capite cremeo. Caput subaeque longum atque latum, antennae 13-articulatae articulo tertio (Fig. VII, 17) vix a quarto distincto. Long. corp. mm. 2,7, long. capitis 0,70, lat. capitis 0,69, long. antennarum 0,95, tibiae HI 0,42. Habitat. Ins. Fernando Poo: Musola 500-700 m. */n. Milites tres et nonnullos operarios et alatos L. Fea legit. PT ETTI, IT Observatio. Species haec adultis aliquantum minoribus nec non militum antennis 12-articulatis a Microtermes vadschaggae Sjost. distineta est. 16. Hamitermes evuncifer sp. n. Miles. Corpus cremeum, capite ochraceo , mandibulis praeter basim nigris, abdomine cibi contenti causa cinereo. Caput (Fig. VIII, 1) fere ?/,, longius quam latius, labro gra- SM) Fic. VIIL — Hamitermes evuncifer. l. Militis caput pronum - 2. mandibula dextera — 3. antennae pars proximalis — 4. pronotum — 5. paris tertii tibiae apex, tarsus et praetarsus; 6-7. operarii antennae 15-articulatae pars proximalis. 932 F. SILVESTRI datim angustato, antice subtriangulari, antennis 14-articulatis, articulo tertio (Fig. VIII, 3) quam quartus longiore sed plus minusve indistinete diviso, mandibulis (Fig. VIII, 2) quam caput e. duplo brevioribus, robustis, valde arcuatis, unciformibus, media mandibula dente robusto, crasso, oblique truncato armata, inter dentem et apicem minutissime crenulatis. Pronotum (Fig. VIII, 4) lobo antico medio paullulum sinuatum. Pedes breviter et parce setosi, tibiae spinis apicalibus (Fig. VIII, 5) sat longis et sat robustis. Abdomen setis nonnullis brevioribus et aliis brevissimis in- structum. Long. corp. mm. 4, long. capitis cum. mandibulis 1,85; lat. capitis 1,13; long. mandibularum 0, 68, antennarum 1,32, tibiae II 0,91. Operarius. Corpus cremeum, capite ochraceo, abdomine cibi contenti causa cinereo. z Caput subrotundatum, clypeo bene inflato , antennis 15 - arti- culatis, articulo tertio (Fig. VIII, 6) a quarto bene distineto vel (Fig. VIII, 7) paullum distincto. Pronotum lobi antice margine antico vix sinuato. Pedes tibiae spinis apicalibus sat longis. Abdomen setis nonnullis brevibus et setis parce numerosis bre- vissimis instructum. Long. corp. mm. 4-4,5, long. capitis 0, 91-0, 97; lat. capitis 0,96-1,04, long. antennarum 1,30, tibiae III 0,84. Habitat. Bolama et Rio Cassine (Guinea Lusitan.). Observatio. Species haec ad Hamitermes basidens (Sjòst.) proxima est, sed militum pronoti forma distinctissima ; ab Hami- termes unidentatus Wasm. mandibulis robustioribus, magis arcuatis, dente sinistro aliquantum breviore et robustiore etiam distineta est. Gen. Cephalotermes nov. Q Alata. Caput (Fig. IX, 1-2) parum longius quam inter oculos latius, fenestra elongata, subovali, ocellis eorumdem diametro ab oculis distantibus, parvis, antennis 14 -articulatis , articulo tertio (Fig. IX, 3) breviore, clypeo parum inflato, mandibulis efr. fig. IX, 4-3. Pronotum e. */, antice latius quam longius, partem posticam bet gr = if TERMITI DELL AFRICA OCCIDENTALE 933 versus gradatim parum angustatum; meso- et meta-notum parte postica angustata et margine postico profunde inciso. Alae (Fig. IX, 7-8) squamis parvis, superficie (Fig. IX, 6) tu- Fic. IX. Cephalotermes rectangularis. l. Foeminae caput pronum — 2. idem lateraliter inspectum - 3. antennae pars proximalis — 4-5. mandibulae - 6. alae superficiei particula — 7-8. alae - 9. paris tertii tibiae apex, tarsus et praetarsus - 10. militis caput pro- num — 11. idem lateraliter inspectum - 12. antennae pars proximalis - 13. operarii antennae pars proximalis. berculis 6-7-radiatis crebrioribus vestita. Ala antica radio integro, a media ex squama separato exeunte, ala postica radio et media brevi tractu ex squama unitis. Pedes longiusculi, paris tertii tibiae apice (Fig. IX, 9) spinis duabus armatis. Cerci breviores. 234 FP. SILVESTRI Miles. Caput (Fig. IX, 10-11) magnum, rectangulare, fere duplo longius quam latius, tubo vel ostiolo glandulari frontali nullo, labro breviore, e. !/, latiore quam longiore , parte postica quam pars basalis -parum latiore, margine postico late et parum rotundato, antennis 12-articulatis, articulo tertio (Fig. IX, 12) brevi, mandibulis brevibus, magis quam dimidium caput brevioribus, ro- bustis, apice, sat attenuato, falcato, margine interno dente longo, submediano armato. Pronotum quam caput minus latum, lobo antico bene evoluto, margine antico vix inciso. Cerci breviores. Operarius. Caput rotundatum, clypeo sat inflato, antennis 13-articulatis , articulo tertio breviore, mandibulis eisdem adulti similibus. Pronotum lobo antico bene evoluto, margine antico integro vel vix inciso. Species typica: Zutermes rectangularis Sjòst. Observatio. Genus hoc ad Cylindrotermes Holmgr. militum forma simile est, sed eorumdem capite ostiolo glandulari destituto et mandibulis dente longo armatis distinetissimum est. 17. Cephalotermes rectangularis (SJÒST.) Q Alata. Corpus supra castaneum, subtus rufo-castaneum, parte mediana sternorum 2-5 rufo-ochracea, alis fuligineis. Corpus totum praeter setis nonnullis brevibus, setis brevissimis crebrioribus vestitum. Caput (Fig. IX, 1-2) oculis sat parvis et sat prominentibus. Ala. antica media integra vel ramos duos emittente, cubito ramos 11 emittente; ala postica media integra, cubito ramos 10-11 integros emittente. Long. corp. cum alis mm. 9, sine alis 4,8, long. capitis 0,78, lat. capitis 0,65, diametr. long. oculi, 0,26, long. antennarum 1,65, tibiae III 0,97, alae anticae 8, lat. alae anticae 2. Regina. Pleurae verrucosae. Long. corp. mm. 30, lat. 10. Miles. Corpus stramineum, capite ochroleuco, mandibulis praeter basim nigrescentibus. Long. corp. mm. 4,5, long. capitis cum mandibulis 2,45, lat. capitis 0,97, long. mandibularum 0,73, antennarum 1,25, tibiae IT 0,58. eS n ?AEPIC ACTIV ENT + 935 TERMITI DELL AFRICA OCCIDENTALE Zod Operarius. Corpus stramineum, abdomine cibi contenti causa plus minusve cinereo maculato, capite ochroleuco. Long. corp. mm. 3, long. capitis 0,65, antennarum 1,05, tibiae II 0,59. Habitat. S. Thomé: Agua Izé 500-600 m. 5/ Gli esemplari descritti dal Sjòstedt provenivano dal Kamerun (Mungo). m* 18. Microcerotermes parvus (HAY.) var. solidus nov. Miles. Differt a militibus speciei typicae capite (Fig. X, 1) parum majore, mandibulis robustioribus sed parum brevioribus. Fic. X. — Microcerotermes parvus solidus. 1. Militis caput pronum - 2. antennae pars proximalis. Antennae 13-articulatae, articulo tertio (Fig. X, 2) parvo. Long. corp. mm. 5, long. capitis cum mandibulis 2,40, lat. ‘apitis 0,85, long. mandibularum 0,90. Habitat. Bolama. 19. Microcerotermes parvus Hay. subsp. theobromae Desn. Syn. Termes theobromae Desneux, Ann. Soc. ent. Belg. XLIX (1905), p. 355. © Alata. Corpus supra castaneum, clypeo pallide castaneo, sternorum parte mediana rufescente. 236 F. SILVESTRI Caput (Fig. XI, 1-2) aliquantum longius quam latius, suturis subtilissimis, fenestra parva et quam capitis superficies cetera pa- Fic. XI. — Microcerotermes parvus theobroma. 1. Foeminae caput et thoracis laminae dorsuales supra inspecta — 2. caput lateraliter inspectum - 3. antennae pars proximalis - 4-5. mandi- bulae - 6. alae superficiei particula — 7-S. alae — 9. paris tertii tibiae apex, tarsus et praetarsus - 10. militis caput supra inspecium - 11. antennae pars proximalis - 12. operarii majoris, 13. operarii minoris antennae pars proximalis. rum pallidiore , ocellis parvis, ab oculis ocellorum diametro fere distantibus , oculis bene convexis parum prominentibus , antennis 14-articulatis, articulo tertio (Fig. XI, 3) minimo, mandibulis cfr. fig. XI, 4-5. Pro- meso - et meta-notum cfr. fig. XI, 1. Pedes tibiae spinis TERMITI DELL'AFRICA OCCIDENTALE 237 apicalibus (Fig. XI, 9) sat longis, tarsi articuli secundi apice ali- quantum, articuli tertii magis producto. Alae superficie (Fig. XI, 6) setis sparsis sat numerosis et tuber- culis 5-6-radiatis crebris aucta, venis cfr. fig. XI, 7-8. Abdomen setis brevibus nonnullis et setis brevioribus numero- sis instructum. Long. corp. cum alis 9,5, sine alis 6; long. capitis 0,91, lat. capitis 0,72, long. antennarum 1,44, alae anterioris 8,5. lat. ejusdem 2, long. tibiae III 0,84. Miles. Corpus cremeo-ochroleucum, capite ferrugineo, antice plus minusve badio-ferrugineo mandibulis nigris. Caput efr. fig. XI, 10, antennis 13 -articulatis , articulo tertio cir fips XE AA Pronotum lobi antici margine medio aliquantum sinuato. Pedes tibiae spinis apicalibus robustis. Abdomen setis brevioribus et setis brevibus parce instructum. Long. corp. mm. 5, long. capitis cum mandibulis 2, 60, lat. capitis 1, long. mandibularum 0,98, antennarum 1,35, tibiae I 4,95. Exempla ex Annobon: long. capitis cum mandibulis 2, 50, lat. capitis 0,94, long. mandibularum 0,97. Operarius major. Corpus cremeum, capite ochraceo. Caput parum longius quam latius, clypeo sat inflato, antennis 13-articulatis, articulo tertio (Fig. XI, 12) minimo a quarto parum separato. Pronotum lobi antici margine medio paullum sinuato. Long. corp. mm. 3; long. capitis 1,04, lat. capitis 0,84, long. antennarum 0,97, III 0,58. Operarius minor. Antennae 13-articulatae, articulo tertio (Fig. XI, 13) minimo, a quarto vix distinguendo. Long. corp. 4,5, long. capitis 0,82, lat. capitis 0,78. Habitat. Ins. S. Thomé : Ribeira Palma et Ins. Annobom. Observatio. Exempla descripta ab exemplis typicis statura majore saltem distineta sunt. 20. Mierocerotermes dolichognathus sp. n. Miles. Corpus ochroleucum capite badio-ferrugineo. 238 F. SILVESTRI Caput (Fig. XII, 1) e. 7/,, longius quam latius lateribus subpa- 3 rallelis, labro antice angustato, mandibulis quam caput e. */,, Fic. XII. — Microcerotermes dolichognathus. 1. Militis caput et pronotum prona - 2. ejusdem antenna - 3. paris tertii tibiae apex, tarsus et praetarsus — 4. operarii antennae pars proximalis. brevioribus, forma ctr. fig. XII, 1, antennis 13-articulatis, articulo tertio (Fig. XII, 2) parum breviore. Pronotum lobi antici margine medio parum sinuato. Pedes tibiae spinis apicalibus (Fig. XII, 3) brevibus, sat robustis, tarsi articuli secundi apice aliquantum, articuli tertii magis producto. Abdomen setis brevibus paucis et setis brevioribus sat numerosis instructum. Long. corp. mm. 5,5, long. capitis cum mandibulis 3,18, lat. ca- pitis 1,19, long. mandibularum 1,38, antennarum 1,40, tibiae IN 1,10. Operarius. Corpus cremeo-ochroleucum, capite ferrugineo plus minusve latericio suffuso, suturis pallidis vel capite ochraceo. Caput paullum longius quam latius, clypeo aliquantum inflato, antennis 13-articulatis, articulo tertio (Fig. XII, 3) quam quartus paullum vel parum breviore, Pronotum lobi antici margine medio vix sinuato. Pedes eisdem militum similes. fe, "raf LE LEA TERMITI DELL’ AFRICA OCCIDENTALE 939 Long. corp. mm. 5, long. capitis 1,10, lat. capitis 1,04, long. antennarum 1,30, tibiae II 1,04. Habitat. Guinea Lusitanorum : Rio Cassine. Observatio. Species haec ad Microcerotermes fuscotibialis (Sjést.) proxima est, sed militum statura minore et mandibulis longioribus praesertim distinguenda est. 21. Eutermes arborum (SMEATHM.) Ninfe, operai e nasuti di Basilé (Is. Fernando Poo) presen- tanti caratteri simili a quelli degli esemplari del Kamerun de- scritti dal Sjéstedt. 22. Eutermes Holmgreni Rosen Alcuni esemplari (operai e nasuti) di Bissau, i quali differi- scono da quelli tipici della Liberia per le dimensioni un poco minori : Nasutus major: Jong. capitis mm. 2,34, lat. ejusdem 1,38. Nasutus minor : long. capitis mm. 1,80, lat. ejusdem 0, 81. 23, Eutermes latifrons (SJOST.). Il Fea raccolse esemplari di questa specie al Rio Cassine (Guinea Portoghese), a punta Frailes (Is. Fernando Poo) e a Roca Infante D. Henrique (Is. Principe). I nasuti di Cassine sono appena più piccoli di quelli del Kamerun, hanno il capo lungo mm. 1,98 e largo 1,15, le antenne di 13 articoli col terzo e. ‘/, più lungo del secondo. I nasuti dell’ isola Principe sono un pò più piccoli aventi il capo lungo mm. 1,80, e largo 1,01, le antenne di 18 articoli col terzo poco o alquanto più lungo del secondo. I nasuti di Fernando Poo sono ancora più piccoli ; il loro capo misura in lunghezza mm. 1,75, in larghezza 0,94. In quest'ultima località il Fea raccolse anche alcuni alati, le femmine delle quali hanno il corpo colle ali lung. mm. 15. senza ali 8,2, Vala anteriore lunga 13 e larga 3,8. 24. Eutermes maculiventris (SJÒST.). Bolama (Guinea portoghese). I nasuti sono di due grandezze; i maggiori hanno il capo lungo 1,76, largo 1,09, i minori il capo lungo 1,62 e largo 0,93. 2/0) F. SILVESTRI 25. Hutermes macrophthalmus sp. n. O Alata. Corpus rufo-testaceum, capite rufescente, ventre sub- ferrugineo, alis pallide fulvescentibus. Caput (Fig. XIII, 1-2) ‘/, longius quam inter oculos latius, fenestra magna elongata, ocellis sat magnis, ab oculis paullum distantibus, oculis magnis, prominentibus, clypeo sat brevi et sat inflato, antennis 15-articulatis, articulo tertio (Fig. XIII, 3) longi- tudine quarto subaequali, mandibulis efr. fig. XII, 4-5. Pronotum (Fig. XIII, 1) c. °/,, antice latius quam longius, parte Fic. XII. — Eutermes macrophthalmus. 1. Foeminac caput et laminae dorsuales prona; 2.caput lateraliter in- spectum — 3. antennae pars proximalis — 4-5. mandibulae; 6. alae super- ficici particula; 7-8. alae - 9. paris tertii tibiae apex, tarsus et praetarsus - 10. nasuti caput pronum - ll. idem lateraliter inspectum — 12. anten- nae 12-articulatae - 13-14. antennae 13-articulatae pars proxima. Ss Ter | * oe se |" TERMITE DELL'AFRICA OCCIDENTALE 2/1 postica angustata, margine postico medio vix sinuato. Meso- et meta-notum postice parum angustata, margine postico lato, paullum profunde sinuato. Alarum superficies (Fig. XII, 6) setis sparsis sat numerosis et tuberculis crebris 5-8-radiatis aueta ; venis cfr. fig. XIII, 7-8. Pedes tibie spinis apicalibus (Fig. XII, 9) sat longis et. sat attenuatis, tarsi articulis 1-7 apice infero aliquantum angustato et producto. . Abdomen setis brevissimis et brevibus vestitum. Long. corp. cum alis 12, sine alis 7, long. capitis 0,97, lat. ejusdem, 0,65, diametros long. oculi 0,45, long. antennarum 1,56, alae anticae 10, lat. ejusdem 2,6, long. tibiae paris tertii 1,30. Miles. Corpus ochraceo-ferrugineum, capite ochraceo, naso late- ricio vel badio. Caput (Fig. XIII, 10-11) fere duplo longius quam latius, parte postica bene convexa gradatim parum attenuata, naso (') quam dimidium caput parum breviore, antennis 13-articulatis, articulo tertio (Fig. XII, 13-14) quam quartus aliquantum longiore, vel 12-articulatis articulis tertio et quarto (Fig. XII, 12) inter sese subaequalibus. Pronotum lobi antici margine antico medio vix inciso. Pedes tibiae spinis apicalibus brevibus, tarsi articulis 1-3 apice infero an- gustato elongato. Abdomen setis brevissimis sat numerosis et setis nonnullis bre- vibus instructum. Long. corp. mm. 3,2, long. capitis 1,35, lat. ejusdem 0,72, long. antennarum 1,20, tibiae paris tertii 0,84. Operarius. Corpus stramineum capite ochraceo. Caput ‘/,; latius quam longius, clypeo brevi, inflato, antennis IJ-articulatis, articulo tertio quam quartus paullum longiore. Pronotum lobi antici margine antico paullum sinuato. Long. corp. mm. 4, long. capitis 0,91, lat. ejusdem 0,97, long. antennarum 1,25, tibiae paris tertii 0,80. Habitat. Ins. Principe: Roca Infante D. Henrique 100-300 m. */,,. (1) Naso semper ab antennarum foveae marginis antici menso. Ann, del Mus. Civ, di St. Nat. Serie 3.2, Vol. V (20 Gennaio 1912). 16 2/49 F. SILVESTRI 26. Eutermes Doriae sp. n. Nympha. Corpus cremeum oculis nigris, appendicibus alaribus fuscis. Caput parum longius quam inter oculos latius, antennis 15-arti- culatis, artieulo tertio quam secundus longiore et pone apicem obsolete constricto. Long. corp. mm. 7,5, appendicium alarium 3, tibiae paris tertii 1,82 Miles. Corpus supra ferrugineum, subtus terreo-ferrugineo, capite ochraceo - ferrugineo, naso apicem versus gradatim magis latericio vel badio. Caput (Fig. XIV, 1-2) fere duplo longius quam latius, fronte Fic. XIV. — Eutermes Dorie. 1, Nasuti caput pronum — 2. idem lateraliter inspectum - 3. antennae pars proximalis — 4, tertii paris tibiae apex, tarsus et praetarsus. aliquantum pone antennas valde constricta, naso gradatim attenuato quam caput ceterum aliquantum breviore, antennis longis, tenui- bus, 14-articulatis, articulo tertio (Fig. XIV, 3) quam secundus du- plo vel magis quam duplo longiore. ie TERMITI DELL’ AFRICA OCCIDENTALE 243 Pronotum lobi antici margine antico medio vix sinuato. Pedes longi, tibiae spinis apicalibus (Fig. XIV, 4) sat brevibus et atte- nuatis, tarsi articulis 1-3 apice infero angustato, elongato. Abdomen supra subnudum tantum postice setis nonnullis bre- vibus, sternitis setis brevioribus parum numerosis et setis quatuor sat longis posticis instructis. Long. corp. mm. 5, long. capitis 1,98, lat. 1,04; long. anten- narum 2.70, tibiae paris tertii 1,66. Operarius. Corpus cremeum vel stramineum capite ochraceo, abdomine cibi contenti causa cinereo maculato. Caput vix latius quam longius, clypeo brevi inflato , antennis 15-articulatis, articulo tertio quam quartus paullum longiore. Pronotum lobi antici margine medio vix inciso. Long. corp. mm. 4, lat. capitis 0,93, long. antennarum 1,72, tibiae tertii paris 1,30. Habitat. Ins. Fernando Poo: Basile. Observatio. Species haec ad Huterimes coarctatus Sjòst. proxima est, sed magnitudine, militum antennarum articulorum numero distincta. Gen. Eutermellus nov, Alatus. Caput (Fig. XV, 1-2) 1/, longius quam inter oculos latius, suturis haud manifestis, fenestra magna substraminea, ocellis sat parvis ab oculis parum minus quam ocelli diametros longitu- dinalis distantibus, oculis sat magnis, prominentibus, clypeo brevi aliquantum inflato, antennis 15-articulatis, articulo tertio (Fig. XV, 3) minori, mandibulis (Fig. XV, 4-5) dente externo longiore a secundo incisione profunda separato. Pronotum (Fig. XV, 1) c. ‘/, antice latius quam longius, postice paullum augustatum, angulis posticis latissime rotundatis. Meso- et meta-notum partem posticam versus gradatim aliquantum angu- stata, margine postico aliquantum sinuato. Alae superficie (Fig. XV, 6) pilis brevioribus sat crebris et pilis brevibus sat raris instructa, venis cfr. fig. 7-8. Pedes primi paris, ut ceteri, tibia spinis apicalibus duabus (Fig. XV, 9) armata. Abdomen cercis brevissimis. Miles. Militi nasuto generis Hu/erimes similis, capite (Fig. XV, e” - Ae st. dy PL Qhh F. SILVESTRI 10-11) aliquantum pone antennas parum constrietum, naso longo, 4 gradatim attenuato antennis 13-articulatis. Operarius. Caput rotundatum, clypeo aliquantum inflato, antennis 13 - articulatis , articulo tertio (Fig. XV, 13) minori a Fic. XV. — Eutermellus convergens. 1. Foeminae caput et laminae dorsuales prona - 2. caput lateraliter inspectum - 3. antennae pars proximalis - 45. mandibulae - 6. alae su- perficiei particula - 7-8. alae - 9. paris tertii tibiae apex, tarsus et prae- tarsus. - 10. nasuti capùt pronum - 11. idem lateraliter inspectum - 12. antennae pars proximalis - 13. operarii antennae articuli 5-6. quarto male distineto et basi articuli in articulinum obsoletum etiam plus minusve indistinete separata. Species typica: Eutermellus convergens sp. n. Observatio. Genus hoc militum forma ad genus Zutermes aequale, sed imaginis mandibulis et alarum superficiei indumento distinetissimum est. vp TERMITI DELL'AFRICA OCCIDENTALE Qh} 27. Eutermellus convergens sp. n. 2 Alata. Corpus castaneum, capite nigro-castaneo ventre rufo- castaneo, alis pallide fuligineis. Long. corp. cum alis mm. 9,5, sine alis 5,8; long. capitis 0,80, lat. ejusdem 0,70, diametros long. oculi 0,26; long. antennarum 1,40, alae anticae 7,7, lat. ejusdem 2,2, long. tibiae paris tertii 1,10. Miles. Corpus stramineum , capite ochroleuco, naso latericio, abdomine cibi contenti causa stramineo. Caput forma cfr. fig. XV, 10-11, antennis 13-articulatis, arti- culo tertio (Fig. XV, 12) quam quartus aliquantum longiore. Pronotum lobo antico bene evoluto et margine medio aliquan- tum sinuato. Abdomen setis brevibus numerosis et setis nonnullis sat longis instructum. Long. corp. mm. 3,5, long. capitis (cum naso) 1,37, lat. ejus- dem 0,65, long. antennarum 1,30, tibiae paris tertii 0,68. Operarius. Corpus stramineum , capite cremeo abdomine cibi contenti causa cinereo. Caput subrotundatum, antennarum articulis 1-6 cfr. fig. XV, 13. Pronotum lobi antici bene evoluto, margine medio non vel vix inciso. Abdomen setis brevibus sat numerosis instructum. Long. corp. mm. 3,4, lat. capitis 0,70, long. antennarum 1,04, tibiae paris tertii 0,71. Habitat. Ins. Fernando Poo: Basilé 400-600 m. 5/un Gen, Crenetermes nov, Q Alata. Caput (Fig. XVI, 1) parum longius quam latius suturis subtilioribus sed manifestis, fenestra sat distineta , ocellis sat magnis, ab oculis parum minus quam ocelli diametros longi- tudinalis distantibus , antennis 16-articulatis, clypeo magno bene inflato, mandibulis cfr. fig. XVI, 4-5. Pronotum (Fig. XVI, 1) partem posticam versus gradatim pa- rum angustatum, margine postico paullum sinuato. Meso-et meta- notum (Fig. XVI, 1) parte postica parum angustata, margine po- stico, profunde inciso. 2 (i F. SILVESTRI Alae superficie (Fig. XVI, 6) tuberculis parvis crebris 4-6-ra- diatis aucta, radio et media alae posticae brevi tractu, pone squa- mam, comuni, venis omnibus efr. fig. XVI, 7-8. Pedes tibiae primi paris apice spinis tribus, tertii paris (Fig. XVI, 9) spinis duabus armato. Abdomen cercis brevioribus. Miles. Caput (Fig. XVI, 10-41) magnum, cum mandibulis quam ceterum corpus paullum longius, aliquantum (e. 7/,) longius quam latius, antice paullum angustatum, fronte parum supra glandulae aperturam ad clypeum oblique gradatim descendente, Fic. XVI. — Crenetermes albotarsalis. 1. Foeminae caput et thoracis laminae dorsuales prona - 2. caput la- teraliter inspectum — 3. antennae pars proximalis - 4-5. mandibulae — 6. alae superficiei partieula - 7-8. alae - 9. paris tertii tibiae apex, tarsus et pretarsus — 10. militis caput pronum - 11. idem lateraliter inspectum. 12. antennae pars proximalis. TERMITI DELL AFRICA OCCIDENTALE 27 glandula cephalica sat magna, labro transverse subrectangulari, mandibulis quam caput multo brevioribus, gradatim attenuatis, apice acuto, aliquantum recurvo, margine interno praeter dentem basalem inermi, antennis 15-articulatis. Pronotum breve, quam caput minus latum, lobo antico bene evoluto. Operarius. Caput clypeo magno, valde inflato. Species typica : Hutermes albotarsalis Sjost. 28. Crenetermes albotarsalis SJOST. Esemplari alati, soldati e operai di Brazzaville (Congo francese) raccolti dal Signor Weiss e concordanti abbastanza per i caratteri con quelli dati dal Sjòstedt. Debbo però fare osservare che egli dà il labro dei soldati per più lungo che largo mentre in realtà è l'opposto ; credo si debba al fatto di avere compreso nella sua lunghezza la membrana tra esso e il clipeo. 29. Cubitermes fungifaber (SJÒsT.). Esemplari alati, soldati e operai di Punta Frailes (Is. Fernando Poo) concordanti perfettamente con esemplari tipici del Camerun avuti dal Sjostedt. Nella mia collezione ho anche esemplari, che concordano coi tipici, raccolti a Brazzaville dal Signor Weiss. 30. Cubitermes bilobatodes sp. n. Rex. Corpus supra castaneum, subtus rufo-castaneum. Caput (Fig. XVII, 1-2) paullum longius quam inter oculos latius, fenestra depressione parva ovali indicata , ocellis parvis ab oculis ocelli diametro longitudinali distantibus, oculis sat promi- nentibus , antennis 16-articulatis, articulo tertio (Fig. XVII, 5) quam quartus subtiliore sed haud breviore , clypeo bene. inflato postice arcuato, mandibulis cfr. fig. XVII, 3-4. Pronotum (Fig. XVII, 1) fere ?/, latius quam longius, mar- gine postico medio paullum sinuato, angulis posticis late rotun- datis; meso- et meta-notum postice parum angustata, margine postico sat profunde inciso. INS F. SILVESTRI Pedes tibiae spinis apicalibus sat longis et sat robustis. Abdomen tergitis et sternitis setis brevibus 3-4-seriatis et setis brevissimis sat mumerosis instructis, pleuris setis minimis numerosis et setis brevioribus sparsis auctis, cercis brevioribus. Fic. XVII. — Cubitermes bilobatodes. 1. Regis caput et thoracis laminae dorsuales prona — 2. caput lateraliter inspectum — 3-4 mandibulae - 5. antennae pars proximalis — 6. paris tertii tibiae apex, tarsus et praetarsus - 7. militis majoris caput pronum - 8. ejusdem antennae pars proximalis - 9. militis minoris caput pronum - 10, idem lateraliter inspectum — 11. antennae pars proximalis 12. operarii antennae pars proximalis. Long. corp. mm. 8, long. capitis 1, 37, lat. capitis 1,30, long. antennarum, 2,35, tibiae II 1,75. Regina. Pleurae areolis perparvis rufescentibus sparsis setas breviores gerentibus instructae. Long. corp. mm. 22, lat. abdominis 5. ee ae Se” << TERMITI DELL'AFRICA OCCIDENTALE 2/9 Miles major. Corpus cremeum capite ferrugineo, mandibulis praeter basim nigris, abdomine cibi contenti causa cinereo. Caput (Fig. XVII, 7) e. 1/; longius quam latius, crassum, fronte antice supra glandulae aperturam late rotundatim inflata , labro antice profunde sinuato, angulis anticis extrorsum et antror- sum aliquantum productis, antennis 15-articulatis , articulo tertio (Fig. XVII, 8) quam quartus vix breviore, mandibulis quam caput parum magis quam !/, brevioribus, robustis gradatim attenuatis apice bene arcuato. Pronotum lobi antici margine medio paullum sinuato. Pedes tibiae spinis apicalibus brevibus, sat robustis. Abdomen parce et breviter setosum. Long. corp. mm. 8, long. capitis cum mandibulis 4, lat. capitis 1,88, long. mandibularum 1,88, antennarum, 2,38, tibiae II, 1,50. Miles minor. Caput cfr. fig. XVII, 9-10, antennis 15-articu- latis, articulis tertio et quarto (Fig. XVII, 11) longitudine subae- qualibus. Long. corp. mm. 6, long. capitis cum mandibulis 3,50, lat. capitis 1,50, long. mandibularum 1,82, antennarum 2, 34, tibiae II 1,46. Operarius. Corpus cremeum abdomine cibi contenti causa cinereo. Caput subrotundatum, clypeo valde inflato, antennis 14-articulatis, articulo tertio (Fig. XVII, 12) breviore. Pronotum lobi antici margine antico rotundato haud inciso. Pedes tibiae spinis apicalibus sat longis. Long. corp. mm. 3,6, long. capitis 1,10, lat. capitis 1,17, long. antennarum 1,92, tibiae III, 1,30. Habitat. Exempla ad Bissau et ad Bolama collecta vidi. Observatio. Species haec ad Cubitermes bilobatus Hay. pro- xima est, sed meso- et meta-notis adulti postice profundiore incisis et militum mandibulis aliquantum robustioribus et apice magis arcuato praesertim distincta est. 31. Cubitermes Weissi sp. n. © Alata. Corpus castaneum capite clypeo incluso, nigro-casta- neo, sternorum parte mediana plus minusve terrea, alis pallide fuligineis. 950 F. SILVESTRI Caput (Fig. XVII, 1-2) subrotundatum , fenestra depressione parva indicata, ocellis ab oculis ocelli diametro longitudinali distan- tibus, oculis sat prominentibus, antennis 16 -articulatis , articulis 1-7 efr. fig. XVII, 5, clypeo sat inflato, postice arcuato, mandi- bulis efr. fig. XVIII, 3-4. Pronotum (Fig. XVIII, 1) e. */, antice latius quam longius Fic. XVII. — Cubitermes Weissi. 1. Foeminae caput et laminae dorsuales prona - 2. caput lateraliter inspectum — 3-4. mandibulae - 5. antennae pars proximalis - 6. tertii paris tibia tarsus et praetarsus - 7. alae superficiei particula - 8.-9. alae - 10. militis caput pronum -11.&jusdem antennae pars proximalis - 12. operarii antennae pars proximalis. partem posticam versus gradatim magis angustatum, margine postico parum profunde sinuato ; meso- et meta-notum postice ali- TERMITI DELL AFRICA OCCIDENTALE 251 quantum angustata, margine postico medio sat profunde et parum late inciso. Alae superficie (Fig. XVII, 7) tuberculis 5-6-radiatis omnino vestita, venis cfr. figg. XVIII, 8-9. Pedes tibia (Fig. XVII, 6) interne setis numerosis robustis et spinis apicalibus sat longis robustis instructa. Abdomen setis brevibus et setis brevioribus vestitum , cercis brevioribus. Long. corp. cum alis mm. 15, sine alis 7, long. capitis 1,04, lat. capitis 1,06, diametros long. oculi 0,32, long. antennarum 1,95, alae anticae 12,7, lat. ejusdem 3,6, long. tibiae III 1,30. Miles. Corpus subcremeum, capite ferrugineo, mandibulis praeter basim nigris, abdomine cibi contenti causa cinereo maculato. Caput (Fig. XVIII, 10) breve, altum, c. */, longius quam latius fronte antice rotundatim aliquantum inflata et supra aperturam glandularem paullum producta, labro angulis anticis, elongatis antrorsum et extrorsum vergentibus, antennis 15-articulatis, arti culo tertio (Fig. XVII, 11) quam quartus breviore, mandibulis quam caput parum brevioribus gradatim attenuatis, apice bene arcuato, praeter dentem basalem et dentem parvum praebasalem inermibus. Pronotum lobi antici margine medio paullum sinuato. Pedes tibiae spinis apicalibus robustis. Abdomen breviter setosum. Long. corp. mm. 6, long. capitis cum mandibulis 3, 60; lat. capitis 1,75; long. mandibularum 1,75, antennarum 2, 20, tibiae II 1,30. Operarius. Corpus stramineum, abdomine cibi contenti causa cinereo. Japut paullum latius quam longius, clypeo bene infilato, antennis 15-articulatis, articulo tertio (Fig. XVIII, 12) breviore. Pronotum antice vix incisum. Long. corp. mm. 5, long. capitis 0,97, lat. capitis 1,05; long. antennarum 1,56, tibiae II, 1,15. Habitat. Exempla nonnulla Mr. Weiss ad Brazzaville (Gallorum Congo) legit. Observatio. Species haec ad Cubitermes Schereri Rosen proxima est, sed militum capite breviore et mandibulis magis arcuatis bene distineta est. ~ 7 . ed 7° colo. TE MN i MI A | 992 PF. SILVESTRI 32. Mirotermes ITolmgreni sp. Dn. © Alata. Corpus rufo-castaneum, capite supra castaneo, ster- norum parte mediana rufo-ochracea, alis fuligineis. Caput (Fig. XIX, 1-2) e. '/, longius quam inter oculos latius, superficie setis brevibus nonnullis et setis brevioribus numerosis instructa, fenestra pallida elongata, ocellis ab oculis minus quam ocellorum diametros distantibus, oculis prominentibus, antennis 15- articulatis , articulo tertio (Fig. XIX, 3) quam quartus vix vel Fic. XIX. — Mirotermes Holmgreni. 1. Foeminae caput et thoracis laminae dorsuales prona - 2. caput la- teraliter inspectum - 3. antennae pars proximalis; 45. mandibulae - 6. alae supeyficiei particula - 7-8. alae - 9. tertii paris tibiae apex, tarsus et praetarsus — 10-11. militis' caput pronum et lateraliter inspectum - 12. ejusdem antennae pars proximalis. TERMITE DELL'AFRICA OCCIDENTALE 253 paullum longiore, clypeo aliquantum inflato, postice arcuato, mandibulis cfr. fig. XIX, 4-5. Pronotum (Fig. XIX, 1) e. !/y antice latius quam longius partem posticam versus gradatim aliquantum angustatum, angulis posticis rotundatis, margine postico medio haud sinuato ; meso- et meta-notum (Fig. XIX, 1) parte postica valde angustata, angulis posticis longis, acutis ab incisione profunda inter sese separatis. Alae superficie (Fig. XIX, 6) tuberculis 5-6 radiatis crebris aucta, ala antica radio, media et cubitu a squama distinctis, ala postica radio et media brevi tractu pone squamam comuni, venis cfr. fig. XIX, 7-8. Pedes persetosi, tibiae spinis apicalibus (Fig. XIX, 9) brevibus. Abdomen setis brevioribus et setis brevissimis crebris instruc- tum, cercis brevissimis. Long. corp. cum alis 12, sine alis 6,5, long. capitis 0,92, lat. capitis 0,80, long. antennarum 1,90, alae anticae 10, latitudo alae anticae 2,5, long. tibiae III 1,32. Miles. Corpus cremeum capite ochroleuco, mandibulis nigris. Caput (Fig. XIX, 10-11) crassum, fere ?/, longius quam latius, antice parum angustatum, fronte antice supra glandulae cephalicae aperturam rotundatim brevissime producta et setis nonnullisinstructa, labro brevi margine antico plus minusve sinuato angulis anticis valde acutis, mandibulis quam caput c. */,, longioribus, forma cfr, fig. XIX, 10-11, antennis 14-articulatis, articulo tertio (Fig. XIX, 12) quam secundus longiore. Pronotum lobo antico sursum vergente, margine antico medio vix inciso. Pedum tibiae spinae apicales breves. Abdomen parce setosum, cercis brevibus. Long. corp. mm. 4,40, long. capitis cum mandibulis 3, lat. capitis 1,10, long. mandibularum 1,75, antennae 2,08, tibiae II 1,15. Operarius Corpus cremeum abdomine cibi contenti causa plus minusve cinereo. Caput rotundatum, clypeo bene conyexo, antennis 14-articulatis articulis quarto et quinto subaequalibus. Pronotum lobo sursum vergente margine antico late rotundato. Abdomen setis brevibus sat numerosis instructum. Long. corp. mm. 4, long. capitis 0,84, antennarum 1, 32, tibiae IH, 0,85. Habitat. Guinea : Bolama. 254 F. SILVESTRI Observatio. Species haec Mirotermes hospes Sjòst. et M. rotun- datus Silv. proxima est sed militum capitis forma et mandibu- larum longitudine bene distineta est. CL Doct. Nils Holmgren, qui Isoptera magna cum cura studet, speciem hane amice dico. 33. Capritermes magnificus sp. n. Miles. Corpus ochroleucum capite ochraceo, linea mediana dor- suali castanea, mandibulis nigris. Caput (Fig. XX, 1-2) duplo longius quam latius, sat crassum, lateribus subparallelis, supra convexiusculo , apertura glandulari Fic. XX. — Capritermes magnificus. 1-2. Militis caput pronum et lateraliter inspectum - 3. ejusdem anten- nae pars proximalis — 4. tertii paris tibiae apex, tarsus et practarsus - 5. operarii antennae pars proximalis — 6. ejusdem tertii paris tibiae apex, tarsus et praetarsus. perparva, labro angusto, angulis anticis brevioribus acutis, antennis I4-articulatis, articulo tertio (Fig. XX, 3) quam quartus aliquan- tum longiore, mandibulis efr. fig. XX, 1-2. Pronotum lobo antico subverticali margine medio vix inciso, nia” TERMITI DELL’ AFRICA OCCIDENTALE 9255 antice setis brevioribus conicis instructo. Pedes parce setosi, tibiae spinis apicalibus (Fig. XX, 4) sat robustis. Abdomen setis brevibus 3-4 seriatis et setis brevissimis sat numerosis instructum, cercis brevibus. Long. corp. mm. 8, long. capitis cum mandibulis 6, lat. ca- pitis 1,70; long. mandibulae sinistrae 2,40, dextrae 2,14, anten- narum 3, tibiae II 1,56. Operarius. Corpus cremeum, abdomine cibi contenti causa cinereo. Caput !/, latius quam longius, clypeo bene inflato, antennis l4-artieulatis, articulo tertio (Fig. XX, 5) quam quartus param longiore. Pronotum lobi antici margine antico haud inciso. Pedes tibiae spinis apicalibus (Fig. XX, 6) sat longis, tarsi articulis 1-3 apice infero attenuato sat longe producto. Abdomen setis brevibus et setis brevissimis sat numerosis in- structum. Long. corp. mm. 4,6; long. capitis 1,04, lat. capitis 1,17, long. antennarum 1,70, tibiae II 1,17. Habitat. Exempla nonnulla ad Brazzaville (Gallorum Congo ) dom. Weiss legit. Observatio. Species haec ad Capritermes chiasognatho Sjist. perproxima est, sed magnitudine saltem bene distineta est. COLLEZIONI ZOOLOGICHE FATTE NELL’UGANDA DAL DOTT. E. BAYON XV. LIST OF THE CETONIIDAE COLLECTED BY DR. E. BAYON IN UGANDA BY OLIVER E. JANSON The Cetoniidae of Dr. Bayon’s collection, that have been placed in my hands for determination by my esteemed friend Dr. Gestro, comprise forty-three species, thirty-two of these are already known to occur in the West Coast and lower Congo region, thus shewing the very close similarity of the fauna of Uganda to that of West Africa. The high land of the Escarpment is apparently the western boundary of the true East African fauna, and it seems remarkable that the range of searcely any of the species of that region extends into Uganda. The most interesting of Dr. Bayon’s discoveries is a very remarkable new form in the Cremastocheilides possessing six-jointed anterior tarsi. ]. Goliathus giganteus Lam. Mabiro, 1910. Several specimens of the prevailing form in Uganda, in which the elytra are bordered with more or less confluent white spots, often forming a continuos band, at the sides and apex. The males shew variation in size from 65 to 93 mm. in length. A female example, with the white markings extending over the entire disk of the elytra, closely approaches varieties from the Cameroons named undulatus and albatus by Kraatz (Deuts. Ent, Zeit. 1898, CETONIIDAE FROM UGANDA 257 t. 2, fig. 6, 7), as intermediate variations commonly occur and no two specimens are precisely alike, it only encumbers synonymy, and can serve no useful purpose, to attempt to bestowe distinctive names on every slight variation of colour and markings of a well known variable species, as some recent authors have been doing. do . Chelorrhina polyphemus Fas. Vira, Prov. Buddu, December, 1908. Three specimens. 3. Dicranorrhina micans Drury. Bugala, Archipel. of Sesse, December, 1908. Four specimens. 4. Eudicella gralli Buo. Archipel. of Sesse. Vira, Prov. Buddu, July, 1908. Bululo, October 1909. Five specimens, varying slightly in the width and intensity of the green elytral stripes. 5. Eudicella smithi MAct. var. castanoptera nov. Head, thorax and scuteilum olivaceous and more or less tinged with red. Clypeus with the apical horn, in the male, and the antennae castaneous. Elytra rather dull castaneous-red with a small black spot on the shoulders, the base and suture very narrowly margined with dark sea-green and this narrowly bordered with yellow, the extreme outer margin black. Underside olivaceous green, the anterior coxae, the centre of the metasternum, including the mesosternal process, and the sides of the meta-coxae bright sea-green. Legs castaneous-red, the femora tinged with green on the under side, apex of the tibiae and the tarsi black. Form and sculpture similar to those of smithi, but the cephalic horn in the male stouter and with the divergent forks abruptly and obtusely pointed at the apex and not gradually narrowed as they are in smithi, the lateral spines of the clypeus shorter and stouter, the thorax more amply and broadly rounded Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 3.*, Vol. V (30 Aprile 1912). 17 258 OL. E. JANSON at the sides, the dense punctuation of the elytra rather coarser and the regular rows of larger punctures less evident, the meso- sternal process is more produced and pointed at its apex, and the punctuation on the underside is rather coarser. The pygidium has, besides the fine dense granulation, a very distinet transverse and irregular striation which is not present in sméthi. Length of the male, excluding the horn 31-36 mm.; of the female 30-33 mm. Vira, Prov. Buddu. July 1908. The five examples obtained by Dr. Bayon shew no variation in the differential characters given, and, although some recent authors would no doubt regard this form as a distinet species, I prefer to treat it, as well as several of the other named forms, as local races or varieties of smithi. It comes nearest to berthe- randi Fairm., and ‘mmaculata, Heath, but the castaneous colour of the elytra gives it an aspect very distinet from all the hitherto described forms. 6, Coelorrhina quadrimaculata Far. Vira, Prov. Buddu, December 1908. Three specimens obtained by Dr. Bayon, and others sent to me from Uganda, having a decided green sutural border to the elytra and the pygidium wholly or partly green, are similar to examples I have from Dieli, Alima River, French Congo, this form has been described by Kolbe as a species under the name of oberthuri, but the slight distinctions relied upon by him to sepa- rate it from quadrimaculata are found to be inconstant when a large series is examined, so that I am inclined to regard it, and also the glabrata, radei, furcata, ruficeps, poggei and imi- tatrix of Kolbe, and the nyassica of Kraatz, as slight variations unworthy of distinctive names. 7. Neptunides stanleyi Jans. Vira, Prov. Buddu, July and December 1908. Bulobo, October 1909. Bussu Busoga 1910. Seven specimens, varying in colour from deep to pale golden green and coppery. Le CETONIIDAE FROM UGANDA 959 8. Stephanorrhina sp. Uganda. Two female examples in Dr. Bayon’s collection closely resembling guttata, Oliv., but with the pygidium deeply impressed as in excavata, Har., are perhaps referable to newmanni, Kolbe. S. adelpha, Kolbe, of which I have received specimens from Uganda, is not represented in Dr. Bayon's collection. 9. Hecoptoenemis superba GERST. Bugala, Archipel. of Sesse December 1908, Bussu Busoga 1909. Three specimens obtained by Dr. Bayon, and others that I have received from Uganda, have the exposed side of the meta-coxae green, otherwise they agree in all respects with those from the lower Congo region. 10. Smaragdesthes africana DRURY. Bugala, Archipel. of Sesse, July 1908. Bussu Busoga. In some of the specimens collected by Dr. Bayon the elytra have a decided purple sheen, and the punctuation varies in strength, as in the West African examples of this common species. H. mutica, Harold is identical and the name sinks as a synonym, the author compares it, in his description, with what he considered to he africana, but which was evidently the smaragdina, Voet. ll. Plaesiorrhina cineta VOEr. Vira, Prov. Buddu, December 1908. Five examples, agreeing in all respect with those from the West Coast and lower Congo regions. ° 12. Plaesiorrhina ugandensis HEATH. Bugala, Archipel. of Sesse, December 1908. Three specimens, agreeing precisely with co-types of the species, from Masaba, given to me by the late Dr. Heath. 260 OL. E. JANSON This species is most closely allied to cineta, Voet, but appears to me to be sufficiently distinct to be regarded as a separate species. It is certainly not a variety of the South African P. plana, Fab., as stated to be by Moser (Ann. Soc. Ent. Belge, 1907, p. 320). The broader raised side margins of the thorax, the sparse and coarse sculpture of the underside, the black tibiae, tarsi and underside markings, ete., readily distinguish plana from its allies. var. decepta nov. In this variety, which should really be regarded as the typical form of the species, the yellow portion of the elytra is reduced to a transverse band almost similar to that in cineta, but broader and always more or less extended along the outer margin towards the shoulders, which it quite reaches in some specimens, where- as in cîncta the band is generally very narrow and with an inclination to extend posteriorly only. The ground colour of the upperside is either green or brassy piceous. The wide difference in coloration between this variety and ugandensis is apparently constant, as all Dr. Bayon’s specimens, and a considerable number of others that I have seen from Uganda, shew no intermediate phases. 13. Plaesiorrhina subaenea HAR. Vira, Prov. Buddu, 1908. Archipel. of Sesse, 1908. The original examples from Pungo Adongo have a distinet greenish gloss on the upper surface, but this is entirely absent in all the specimens I have seen from St. Salvador, Matadi and Stanley Falls, and also in Dr. Bayon’s examples. 14. Gnathocera trivittata Swen. Bulobo, 1910. Kyetume, Prov. Kyagwe, 1909. Entebbe, 1907, (C. Berti). G. trivittata and afzeli, usually considered as specifically distinct, must either hybridize in certain localities or be merely varietal forms of one species, the only distinguishing character, as far as I can discover, is, that in the latter the pale markings are entirely absent, and in the series of forty examples in CETONIIDAE FROM UGANDA 261 Dr. Bayon’s collection there are all the intergrades, in which these markings are more or less reduced, to connect them, and in Adamua, German Cameroons, from whence several of the inter- mediate forms have been described by Kraatz as separate species, a similar variation oecurs, but it is curious that in an enormous series of both ¢rivittata and afzeli from Sierra Leone, that I had an opportunity of examining, both forms were uniformly constant. Besides these intermediate forms many other variations in size and coloration have been named by recent authors as species, sub-species, local races and varieties, but as the connecting links become known it is found impossible to differentiate them, and the distinetive names therefore become useless, and I believe the synonymy of this variable species will be as follows: With white or pale markings. Without white or pale markings, Legs black. Legs black. trivittata, Swed. v. afzeli, Swartz. elata, Fab. immaculata, Kirby. vitticollis, Kirby. benuensis, Kz. confluens, Kz. concolor, Kz. confinis, Kolbe. latevittata, Kz. intermedia, Schoch. peregrina, Kolbe. variabilis, Kz. Legs red or piceous. Legs red or piceous. v. dorsodiscolor, Voet. v. brunnipes, Kz. trivittatum, G. P. rufipes, Kolbe. aegyptiaca, Kz. apicalis, Kolbe. laevis, Kolbe. brunneum, Kz. immarginalis, Kolbe. rufithorax, Kz. fallax, Kolbe. nudiventris, Kz. mixta, Kolbe. 15. Gnathocera angolensis \VESTW. Kyetume, 1909. One male only was’ met with by Dr. Bayon but I have others collected by Mr. Jackson at Basoga. 16. Stethodesma strachani BAINB. Bussu, 1909-10. Vira, Prov. Buddu, December 1908. Butiaba, 1910. Bugaba, Archip. of Sesse, December 1908. 262 OL. E. JANSON The five specimens obtained by Dr. Bayon agree with others that I have received from Uganda in having the thorax more broadly bordered with red than in West African examples, they are also generally of a shorter and porportionately broader build and the head, underside and legs are wholly, or for the most part, red, but I do not consider that these slight and inconstant distinctions are sutlicient to deserve even a varietal name being given to it. 17. Gametis aequinoctialis OLIv. Bussu Busoga, 1909. Kyetume, 1909. Two specimens taken by Dr. Bayon, like the majority of West African examples, have no white apical spots on the elytra as in Olivier’s type. The fasciolata of Kraatz, with its seven subsidiary names, are apparently mere synonyms. 18. Gametis sanguinolenta OLIv. Bussu Busoga, 1909. Kabulamuliro, 1910. Six specimens, two of them with the thorax more closely punctured and entirely nitid, as in Abyssinian examples, this variety does not appear to have yet had a distinetive name given it. 19. Leucocelis albosticta KoLBE. Bussu Busoga, 1909. Jinja, Busoga, May 1909. Kabula- muliro, 1940. Nine specimens obtained by Dr. Bayon and others from Lake Nakuro, in my collection, I refer with slight doubt to this species. They agree in nearly all respects with Kolbe's description, but in most of them the under parts are spotted with white, as is general in this genus, and the white spots on the thorax are often reduced to two, or even entirely wanting. The colour varies from green to blue, and the size from 8 !/, to 11 mm. in length. 20. Leucocelis plebeja KoLBE. Bugala, Archip. of Sesse, April-July 1908. Bussu 1910. Many specimens, including variations in. colour of piceous and CETONIIDAE FROM UGANDA 263 prassy green, and coppery red, with the elytra light or coppery green, or violet, in some the white spots are more or less effaced. It occurs in Uganda, on the western shores of the Victoria Nyanza and as far west as Mukenge in the southern part of the Congo State. L. ertli, Preiss, from the description and figure, is appa- rently a synonym. 21. Stichothyrea picticollis Kz. }ussu Busoga, 1909-10. Kabulamuliro, 1910. Nimule, June 1910. Numerous examples, several, probably owing to immaturity , of a reddish or piceous colour. The discal white spots on the thorax vary from two to six in number. It was originally described from Nyasaland and I have examples from Londiana in Brit. E. Africa and Nyam Nyam, Central Africa. 22. Pachnoda sinuata Far., var. flaviventris G. P. Kampala, 1908. Mbale, Prov. Buddu, March 1909. Bugala, Archip. of Sesse, December 1908. Six examples of the commoner form with extensive yellow markings on the upper side, two of them approach the type form in having the underside broadly marked with black and no white spots on the pygidium. 23. Pachnoda semiflava Kz. Uganda. N A single example, like others that I have from the Congo, with the clypeus, apex of the pygidium, abdomen and legs red- brown. The markings of the elytra vary, and I believe, with a large series it would be found that semi/fava is only an extreme colour variety of the very common and variable sinvata. 24. Pachnoda tridentata O_iy. Bugala, Archip. of Sesse, 1908. Bussu Busoga, 1909. Four examples. 9264 OL. E. JANSON Pachnoda rubrocineta Hope. o Ul Sesse Is., Victoria Nyanza, October 1908. A single example. 26. Pachnoda marginella Fan. Kyetume, Prov. Kyagwe, 1908. A single example. 27. Rhabdotis sobrina (. P., var. virginea KLUG. Bulolo October 1909. Mbale, Prov. Bukeddi, March 1909. Five examples. This species, usually considered as being con- fined to the eastern parts of Africa, also occurs in the western coast regions and I have examples from the Benue River. 28. Diplognatha gagates Fap. Nimule, 1910. Many examples. 29. Diplognatha silicea Mact. Entebbe, 1908 (C. Berti). Vira Prov. Buddu, December 1908. Bussu, 1909. Four examples. 30. Porphyronota cinnamomea Arz. Kyetume, 1909. Bukole, 1910. Two examples. 31. Chordodera 5-lineata Fap. Bugala, Sesse Archip., Victoria Nyanza, 1908. One female example of this well known West Coast species, and I am not aware of any record of its occurence in any inter- vening locality. CETONIIDAE FROM UGANDA 965 32. Pseudinea marmoratus FAIRM. Vira, Prov. Buddu, December 1908. Two examples. 33. Charadronota soror Kz. Bussu Busoga, 1909. A large male example, apparently somewhat immature, the ground colour being reddish piceous instead of black. 34. Macroma congoensis BATES. Bussu Busoga, February 1909. Four examples, in one of them there is an obscure red vitta on the basal part of the elytra and in another this is prolonged almost to the apex. 35. Cymophorus toganus KoLBE Bugala and Sarinya, Archip. of Sesse, 1908. Twelve specimens, including both the sexes, appear, as far as it is possible to judge from the author’s brief description, to belong to this species. In all of them the disk of the thorax, probably owing to abrasion, is denuded of squamules and exhibits a distinctly finer and more sparse punctuation than in wndatus, Kirby, the base is also rather more regularly rounded and the carina on the pygidium is more acute and prominent at the apex, otherwise they are very like that common South African species. 36. Cymophorus 4-maculatus Rarr. Bussu Busoga, 1909. Five specimens agree in most respects with the description of this species, in one of them the red spots on the elytra are con- fluent as in spiniventris, G. P., but they are easily distingui- shable from that species by the strong strigiform sculpture and abbreviated marginal bands of the thorax. The lateral and apical a Je 266 OL. E. JANSON spots on the elytra are generally united by a marginal band. The rubronotatus, Peringuey is very similar to this species but in my examples, received from the author, the elytra are less closely punetured and have a stronger and more sinuous dorsal costa. 37. Anatonochilus rugosus n. sp. Very similar to A. platycephalus, Bohm., but of a rather narrower form, with the front of the clypeus more broadly reflexed, the mentum plate regularly rounded and entire in front, the hind margin more strongly reflexed and the central point more produced and acute, the prothorax rather less transverse, more closely punctured and with a distinet central suleus on the hinder part, the scutellum more closely and confluently punctured and with narrow smooth side margins, the elytra closely covered with coarse umbilicate punctures, mostly confluent, the interstices for- ming an irregular rugosity over the whole surface and leaving scarcely a trace of the two discal carinae which are present in platycephalus, the pygidium is rather more strongly strigose and the anterior tibiae shew a trace of a second marginal tooth before the middle. Length 15-18 mim. Masaba, Brit. Cent. Africa (coll. Janson). Bussu Busoga, Uganda, 1909 (Dr. Bayon). Both specimens before me are males and have a slight, striated, central impression on the basal four segments of the abdomen. Another closely allied form, from the western side of the Continent, I describe below (1). (1) Anatonochilus angulicollis, n. sp. Like A. platycephalus, Bohm., but with the prothorax broadest behind the middle, the base less narrowed and with the outer angles almost right angles, the reflexed side magins narrower and becoming obsolete in front, the clypeus is shorter, much narrover, has a more marked transverse ridge between the eyes and the front margin almost straight, the mentum plate is much shorter, finely striated and has a more acute central point on the hind margin. The pygidium is very closely strigose, except at the apex where it is nearly smooth. The head aud prothorax are punctured almost as closely as in rvgosus, but there is only a slight indication of a central sulcus on the latter. The elytra have two well marked discal costae and are very coarsely and confluently punctured, but not so rugose as in rugosus. Length 16 mm. Humpata, S. Angola. (Coll. Janson). The form of the clypeus and prothorax, short mentum and strongly striated pygidium readily distinguish this species from its congeners. The only specimen I have seen is a male and has the basal three segments of the abdomen slightly impressed. 7 om ho NI CETONIIDAE FROM UGANDA 38. Coenochilus bayoni n. sp. Similar to C. calcaratus, Westw., but larger, proportionately broader and of an altogether stouter build. The head is more strongly rugose, the central part being strongly asperate. The prothorax is conspicuously broader, being distinetly transverse , very much more closely and coarsely punctured, the basal im- pressions larger and deeper, the lateral margins rather more strongly raised, and the median line less marked. The elytra are without dorsal striae, have the sulci much more feeble and almost effaced, and the punctuation is rather less close. The pygidium is less closely aciculate-punctate, more shiny, and is sparsely clothed with yellowish setae. The metasternum is more coarsely sculptured, and is clothed with long yellow hair. In the male the hind tibiae are short and armed at the apex with a large curved thorn-like process as in calcaratus. The female is very densely sculptured and almost dull on the upperside, the punctures on the prothorax are very dense and become confluent and irregularly strigiform in front; the elytra have, besides the coarse punctures, an exceedingly dense and fine strigiform punctuation which renders them almost opake, the abdomen is convex and very coarsely punctured, the femora and tibiae are closely strigose, the front tibiae are produced outwardly and obtusely bifid at the apex, the hind tibiae are longer than in the male, somewhat prolonged but not armed with a spine at the apex. Length 24-25 mm., breadth at the shoulders 9 mm. Jinja, Busoga, May 1909. Two male and one female examples. 39. Coenochilus tuberculatus n. sp. Elongate and somewhat flattened above; red-brown, shining. Head with a slight, transverse, sub-basal carina, the base sparingly punctured, forehead and clypeus convex and asperate in the centre, a large fovea on each side above the eyes, the clypeus a little widened in front, rather deeply emarginate and rounded at the apex. Prothorax broadest slightly behind the middle where the sides are obtusely angulated, the basal angles almost right angles, 268 OL. E. JANSON the fore part produced over the head and with a prominent marginal tubercle, the entire surface with an even but not very close punctuation which becomes coarser at the sides, a narrow but deep median suleus on the basal half, the side margins reflexed and fringed with reddish hair, the basal marginal foveae transverse and very small. Scutellum confiuently punctured and with a lightly impressed median line. Elytra with a narrowly impressed sutural stria and a similar one a little beyond it, followed by a very broad discal suleus which is confluent at its middle with a shorter outer one, the interstices of the striae slightly convex and with coarse horseshoe-shaped punctures, the sulci with a dense confluent and strigiform punctuation, the sides sparsely punctured. Pygidium convex, densely aciculate, dull and sparsely hirsute, the apical under part shining, sparsely punctured and with a transverse impression on the margin. Metasternum closely strigose and thickly clothed with reddish pubescence. Abdomen strigose at the sides, almost smooth in the middle. Anterior tibiae with a large sub-apical tooth and rather acutely produced at the apex; inner apical spurs of the posterior tibiae long, dilatated and recurved. Length 15 mm. Entebbe, 1908 (C. Berti). A single female example. An allied species from the same district is described below (4). 40. Coenochilus ventricosus GyLL, Kampala, Buganda, April 1909. (1) Coenochilus carinatus, n. sp. In colour and form similar to tuberculatus, but larger and more convex; head similar in shape and sculpture; prothorax of the same form but rather more strongly angulated at the sides, without any tubercle on the apical margin, only a faint indication of a median sulcus, the punctuation much coarser and the basal foveae larger and rounder; the scutellum more finely punctured; the elytra with the striae and sulci less deeply impressed and the interstices scarcely convex, the coarser punctuation intermixed with numerous very fine punctures which render the elytra duller. The pygidium is nearly flat and vertical, very densely aciculate and dull, and has a longitudinal median carina which is most strongly raised at the apex and becomes gradually obsolete towards the base, the apical underpart is polished, sparingly punctured and more convex than in fuberen- latus, and is not impressed; the sculpture and clothing of the underside are similar, but the hind tibiae are furnished with a more distinct sub-apical tooth and their apical spurs are less recurved, the tarsi are also stouter. Length 19 mm. Mengo, Uganda (E. Brown). Coll. Janson. The carinate pygidium and very feebly costate elytra distinguish it from C. pro- pinquus, Peringuey, to which it is nearly allied. I have only seen the female sex. CETONIIDAE FROM UGANDA 269 A single male specimen, that I refer with some doubt to this species, is rather larger than my West African examples, has the prothorax slightly broader behind and the elytra more sparsely and coarsely punctured, and may prove to be a distinct species, but I think it unadvisable to describe it as new upon a single individual. 41. Plagiochilus angustatus Westw. Bussu, 1909. One female example. Cyelidiosoma n. gen. Jody elongate, convex, parallel-sided. Head carinate behind and with a strongly raised transverse ridge in front of the eyes; clypeus strongly deflexed, carinate before the apex, the apical margin emarginate in the centre; antennae rather short, the basal joint dilated and equal in length to the club; mentum sub-quadrate, flattened in front and with the margin rounded, deeply impressed at the basal part, the palpi arising from a deep impression at the sides; maxillae with the galea curved and sub-acute at the apex, the mando without teeth, recurved and sub-obtuse at the apex; third joint of the maxillary palpi about twice the length of the preceding two taken together. Prothorax transverse, convex. Elytra depressed on the disk, strongly deflexed at the sides, without costae. Pygidium sub-orbicular, very convex. Meso- sternal process small. Legs short, anterior tarsi composed of six joints, intermediate and posterior tarsi five-jointed; ungues very small. 42. Cyclidiosoma anomalum n. sp. Elongate, a little narrowed behind. Dull black; prothorax and elytra opake and somewhat velvety and closely covered with large shiny ring- and crescent-form punctures; two small spots near the apex of each elytron, the sides and front of the metasternum and 270 OL. E. JANSON the margins of the abdominal segments dull ashy grey; apex and underside of the club of the antennae red-brown. ) a / 4 3 { (2) 4 5 1. Cyclidiosoma anomalum, twice the natural size. 2, Head, viewed from above. 3, Head, side view. 4, mentum. 5, maxilla. 6, Anterior leg, viewed from below and highly magnified. Head with two large, shallow and almost confluent depressions between the eyes, separated behind, by an obtuse carina, from another slight basal depression, and bordered in front by a highly raised, acute and bi-sinuate. transverse ridge, arising at the front margin of the eyes; clypeus strongly deflexed, slightly impressed at the base, an obtuse reflexed point on each side close to the apex and connected by a slight transverse carina, the apical margin rounded and with a small central notch; the basal portion of the head with very closely placed coarse punctures, the inter- stices forming a net-work pattern, the frontal depressions coarsely and rugosely punctured, the clypeus rugosely strigose. Prothorax very convex, transyerse, sub-elliptical, broadest at one third from the base, where it is nearly half as broad again as long, apical angles sharply produced, the base regularly rounded with the sides, the angles only slightly indicated; the ring punctures are regular on the disk, leaving a narrow smooth median space, and hecome closer and strigiform towards the sides and apex, two slight and closely approximate shiny prominences close to the front margin. Scutellum elongate-triangular, acute at the apex, CETONIIDAE FROM UGANDA 271 closely covered with ring punetures, except along the centre. Elytra half as long again as together broad at the shoulders, slightly narrowed behind, separately rounded at the apex and strongly sinuate below the shoulders, flattened on the disk and strongly deflexed at the sides, the ring punctures, mostly of oval form and arranged in somewhat regular rows on the disk, and beco- ming more confused and strigiform towards the sides. Pygidium transverse sub-elliptical, very convex, with rather closely placed ring punctures, and a feeble longitudinal carina. Metasternum and abdomen with ring punctures at the sides, and an irregular strigiform punctuation in the middle, the former with an impressed median line; prosternal spine long, obtuse and hirsute; mesosternal process small and cariniform; the four basal segments of the abdomen broadly impressed in the centre; the last spiracle placed on a slight prominence in the middle of the sides of the apical dorsal segment. Legs rather short, femora and tibia very densely strigose-punctate, anterior tibiae with a broad rounded apical lobe and three small obtuse teeth, the lower two contiguous, the upper one more remote and situate above the middle; the six joints of the anterior tarsi as broad as long and sub-equal; inter- mediate and posterior tibiae with an acute sub-median tooth, their tarsi five jointed, the joints longer than broad; ungues of all the tarsi very small. Length 20 min., greatest breadth (at the shoulders) 8 !/, mm. Sesse Archipelago, Victoria Nyanza. In adhering to Westwood’s classification and tabulation, in his Monograph of the Cremastocheilides (*), this most remarkable and interesting addition to our knowledge of the group would come next to the South American genus Cyclidius which it most nearly resemble in its elongate and parallel build, form of .pro- thorax, cariniform mesosternal process, minute tarsal ungues, and opake velvety surface. In the possession of six-jointed anterior tarsi it differs, as far as I am aware, from all other known Coleoptera, but, as at present only a single specimen is known, it is of course possible that in this respect it may be an abnormal individual, although from all appearances it has the aspect of being a perfectly normal and natural example. If, upon the discovery of further examples, the six-jointed tarsi should prove (1) Thesaurus Entomologicus Oxoniensis, 1873. 272 OL. E. JANSON to be a natural character of the genus it will be a remarkable fact to have a diversity of from three to six tarsal joints in this one small group of Coleoptera, as we already have a diminution to three in Trichoplus and to four in Cholerastoma (Callynomes) and in some species of Scaptodius. The single specimen obtained by Dr. Bayon, is apparently a male, having the abdomen slightly arched and impressed. 43. Myoderma nigra ARROW. Butiaba, Albert Nyanza. A single example, which I find upon dissection to be a female, agrees in all essential characters with this species, described by Arrow (Ann. Mag. Nat. Hist. 1901, VII, p. 258), from two males from Mt. Cameroons. ALBERTO PELLOUX SOPRA ALCUNI MINERALI DELL'ARCIPELAGO DELLA MADDALENA (SARDEGNA) I minerali che formano oggetto della presente nota mi furono in gran parte comunicati dall’illustre prof. Domenico Lovisato che personalmente li raccolse o li ebbe in dono dagli operai ad- detti alle cave di granito della Maddalena; altri fanno parte della collezione mineralogica Traverso del Museo Civico di Genova e furono donati dai signori Marcenaro, proprietari delle cave, per cortese interessamento del colonnello Messina e del signor V. Ber- toglio. Nel presentare questi appunti sui minerali dell’ arcipe- lago della Maddalena, ringrazio le gentili persone che ne forni- 5 5 5 rono il materiale ed in modo speciale il prof. Lovisato, non solo per la liberalità con cui mise a mia disposizione tanti esemplari accompagnati da preziose indicazioni, ma anche per la pazienza dimostrata nell’ attenderne per tanto tempo la descrizione. I minerali contenuti nelle granuliti della Maddalena attrassero già da molto tempo l’attenzione degli studiosi, sia per gli inte- ressanti esemplari che fornirono alle collezioni, fra i quali in primo luogo vanno ricordati i bellissimi cristalli di microclino, come per le analogie che si riscontrarono fra questo ed i classici giacimenti di Striegau e di Baveno. Frutto di tali studi furono i pregevoli lavori che sui minerali dell’ arcipelago scrissero il Lovi- sato, il Rimatori ed il Riva (*). Nella presente nota mi occuperò (1) 4. D. Lovisaro — La tormalina nella zona arcaica di Caprera. Rend. R. Acc. Lincei, Roma, 1895. di Id. — Il granato a Caprera ed in Sardegna, id, 1896. 4. C. RIMATORI — Sulle cabasiti di Sardegna e della granulite di Striegau nella Slesia, id. 1900. 1. C. RivA — I feldspati del granito di Cala Francese e alcuni minerali che li accompagnano. Rend. R. Istituto lombardo di Sc. Lett., Mi- lano, 1901. 2. C. Rimarori — La prehnite ed altre zeoliti nelle granuliti di Cala Francese. Rend. R. Ace. Lincei, Roma 1902. 2. C. Riva — Le rocce granitoidi e filoniane della Sardegna, Napoli, 1905. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 3.*, Vol. V (10 Giugno 1912). 18 274 A. PELLOUX specialmente di alcuni fra quei minerali che ancora non vennero descritti o che lo furono soltanto in modo incompleto, ricordando però anche, a misura che se ne presenterà l'occasione, gli esem- plari avuti in studio che, per qualche particolarità, riterrò oppor- tuno di segnalare, sebbene appartenenti a specie già descritte. Pirite. — Il Riva osservò che questo minerale è poco diffuso nelle rocce granitoidi della Sardegna e solo lo notò con una certa frequenza lungo le trincee ferroviarie scavate nelle granu- liti presso Sorgono, dove la pirite facilmente si trasforma in li- monite (!). Il prof. Lovisato mi ha segnalata la presenza di questo minerale fra quelli della. Maddalena comunicandomene diversi esemplari. In questi, ed in altri della collezione Traverso, la pi- rite si presenta sia in spalmature sulle pareti della granulite cor- rispondenti a fessure della roccia, come pure inglobata nella roccia stessa, sotto forma di cristalli più o meno profondamente alterati. Non di rado alla pirite è associato |’ epidoto mentre meno di frequente la pirite è compenetrata dalla cadasite di colore giallo- colofonia, zeolite che analizzata dal Rimatori (*) venne ricono- sciuta essere molto ricca in ferro. I cristalli di pirite di Cala Francese sono poveri di forme aven- dovi soltanto osservato: (111), (100) e (210). Tali forme negli esemplari esaminati sì mostrano per lo più isolate e solo rara- mente si osserva la combinazione (100) (111) con predominante sviluppo dell’ esaedro. I cristalli di pirite sono molto piccoli, mi- surando da 1 a 5 mm. di diametro, ed un solo esaedro apparte- nente al Museo Civico di Genova misura circa 1 em. di lato. Sono notevoli alcuni cristallini di pirite tabulari secondo una coppia di facce dell’ ottaedro. Il minerale sembra essere piuttosto raro nelle granuliti della Maddalena. Galena. — La galena è associata in minime tracce alla pi- rite, non presenta cristalli distinti. Piccolissimi frammenti mo- strano al microscopio sfaldature secondo le facce del cubo. Solfoantimoniuro di piombo. — Non mi è possibile indicare con una più precisa denominazione un minerale fibroso, di colore grigio-acciaio, in qualche punto iridescente, che in uno degli esem- plari inviatimi dal prof. Lovisato accompagna la pirite. Il mine- rale di cui si tratta ha durezza compresa fra il 2 ed il 3, la sua (!) Vedi Riva — Le rocce granitoidi ecc. pag. 26. (2) Vedi RimatoRI — Sulle cabasiti ecc. pag. 149. MINERALI DI SARDEGNA 275 polvere è nera, fonde facilmente alla fiamma di una candela ed al cannello si comporta come la jamesonite dando sul carbone, con soda, un granulo di piombo e sviluppando vapori antimoniali. Disgraziatamente il materiale è troppo scarso per un'analisi e mancano cristalli misurabili; non è perciò possibile stabilire a quale dei numerosi solfoantimoniuri di piombo il minerale ap- partenga. Ematite. — Il minerale è già stato ricordato dal Rimatori (*) fra quelli rinvenuti nella granulite di Cala Francese. Dalla me- desima località provengono gli esemplari esaminati, nei quali l’ematite si mostra allo stato micaceo e qualche volta anche in lamelle sottilissime aggruppate come nell’ eisenrose. Assai più diffusa è però l’ematite sotto forma di una patina, di colore che va dal rosso pesco al bruno rossastro, talora con riflessi metallici, patina che riveste la granulite ed i minerali che vi si osservano. Cristalli di quarzo, di microclino, di albite e di epidoto sono talora completamente ricoperti da questo pigmento, ricordando moltissimo esemplari consimili del granito di Baveno ricchi di eisenrham. Il pigmento, che qualche volta si presenta come un feltro sot fice ed untuoso, non è costituito soltanto dall’ ematite, ma al mi- croscopio si rivela formato da scagliette di ematite di colore rosso sangue, a contorno esagonale, associate, ed anche incluse in altre laminette pure esagonali, ma incolore, di un minerale che otti- camente si comporta come una clorite. Magnetite. — Oltre a costituire uno degli elementi accessorì della granulite si osserva la magnetite sebbene di rado, macrosco- picamente disseminata nella roccia stessa sotto forma di piccole masse. Tali masse nelle quali alla magnetite è spesso associata l’ematite micacea, raggiungono in uno degli esemplari esaminati 7 mm. di diametro, hanno struttura minutamente cristallina e non presentano cristalli distinti. i Calcite. — Questo minerale che sembra essere molto raro nella granulite della Maddalena nascondeva, in uno degli esem- plari avuti dal Colonnello Messina, una bella drusa di cristalli di microclino, quarzo ed epidoto. Posteriormente a questo ricevetti dal prof. Lovisato un esemplare simile nel quale, entro la calcite spatica, sono disseminate masserelle ed aghetti di epidoto. (') Vedi RIMATORI — Le cabasiti ecc. (pag. 147). 976 A. PELLOUX Nei due esemplari la calcite non presenta cristalli distinti, ma soltanto facce di staldatura del romboedro (1011) che raggiungono 2 cm. di lato. Apatite. — Abbastanza comune quale elemento accessorio della granulite dell’ arcipelago della Maddalena, |’ apatite venne sin qui osservata soltanto in aghetti microscopici disseminati, non abbon- dantemente, nei minerali componenti di questa roccia. Sembra essere invece molto rara in distinti cristalli poichè, mentre sotto tale aspetto non venne ancora segnalata, nell’ abbondante mate- riale da me esaminato, non trovai che un unico cristallo di apatite. Il cristallo di cui si tratta aderisce ad una faccia (001) di un cristallino di miéeroclinopertite, geminato secondo la legge di Baveno, risultando con la propria base inelinato di circa 30° su quella del feldspato. Il cristallo è incoloro e quasi perfettamente trasparente, misura all’ incirca 1 mm. !/, di diametro e mostra buona parte delle facce della metà superiore e qualche faccia di quella inferiore. Le forme osservate sono le seguenti: © (0001) 7 (1012) a& (1011) y (2021) 22 (1010) s (1121). L’ abito del cristallo è caratterizzato dal predominio della bipi- ‘amide (1011); sviluppo medio hanno la base (0001), il prisma (1010) e la bipiramide (1121), alquanto meno sviluppate sono le facce della bipiramide (1012) e piccolissime quelle di (2021). Tutte le facce, ad eccezione di quest’ ultima, danno al gonio- metro immagini abbastanza nitide e gli angoli misurati corrispon- dono con sufficiente approssimazione a quelli calcolati in base al rapporto parametrico dato dal Koksharow : Ac = MEZ057946008 come si può vedere qui di seguito. Spigoli misurati Medie angoli misurati Numero Valori calcolati (0001) (1011) 10° 20" 5 40° 18° 29" (1011) (OLA) 37° 40’ 1 oo BIS BAS 300 (0001) (1012) 22° 53’ 3 29 59’ (0001) (1121) 55° 43 2 Sie 45° 30” (0001) (2021) B9e "BY | 59° 29° dl MINERALI DI SARDEGNA 277 Zircone. — Anche questo minerale non venne osservato, nelle rocce della Maddalena, che in cristalli microscopici. Il prof. Lovi- sato mi ha segnalato, inviandomeli, alcuni cristallini di zircone che, sebbene assai piccoli, sono macroscopici misurando poco più di un millimetro secondo l’ asse verticale. Tali cristalli sono ada- giati per la zona prismatica su di un frammento di granulite nel quale si osservano anche piccoli nidi di cabasite; il colore dello zircone è grigio-bruno ed i cristalli, allungati secondo l’ asse ¢ mostrano la semplicissima combinazione del prisma (100) con la bipiramide (111). Epidoto. — È un minerale assai frequente nella granulite di Cala Francese e la sua presenza venne già segnalata dagli au- tori che si occuparono dei minerali della Maddalena. Il Riva (*) lo disse abbondantissimo lungo le fessure e sulle superficie di rottura dei cristalli di microclino, del quale minerale ricopre talora le facce con un fitto intreccio di prismetti, ed il Rimatori (2) ha osservato |’ epidoto, in alcuni punti alterato, a ridosso di cristalli di quarzo provenienti da Cala’ Francese. In modo identico si pre- senta l’epidoto negli esemplari da me esaminati nei quali però questo minerale, si osserva anche incluso sia nei cristalli di quarzo come in quelli di feldspato, ciò che dimostra come la sua forma- zione abbia anche in alcuni casi preceduto quella di questi mine- rali. Notevole è un esemplare nel quale grandi cristalli di quarzo affumicati e di microclino sono accompagnati da eleganti ciuffetti di epidoto mentre su tutti questi minerali e sulla roccia si osserva una vernice trasparente formata da globetti di jalite. Un altro esemplare di Cala Francese è interessante per |’ abbondanza del- l’epidoto poichè è costituito da uno strato di questo minerale di circa 3 em. di spessore, formato di prismetti fittamente intree- ciati, strato che è sovrapposto ad un pezzo di pegmatite in parte caolinizzata. In questo esemplare, come in vari altri, l’ epidoto è associato all’ allanite. Molto ricche di epidoto sono delle masse feldspatiche profondamente alterate e di aspetto tufaceo, per le numerose cavità prismatiche lasciate nelle medesime dalla disso- luzione di un minerale probabilmente monoclino o triclino, sulle quali mi riservo di dare ulteriori notizie. Soltanto in uno fra gli esemplari provenienti dall’ isola di Ca- (1) Vedi: Riva — I feldspati ecc. (pag. 142). (2) Vedi: RiMmaToRI — Sulle cabasiti di Sardegna ecc. (pag. 147). 278 A, PELLOUX prera è presente l’ epidoto e questo minerale vi costituisce fascetti flabelliformi di colore verde-erba, impiantati su cristalli di quarzo e di feldspato. Sia negli esemplari della Maddalena come in quello di Ca- prera l’epidoto si mostra in cristalli prismatici sottilissimi, allun- gati secondo l’asse di simmetria e misuranti al massimo 10 mm. in tale direzione. Il più delle volte i cristalli di epidoto sono con- fusamente intrecciati od associati in fascetti divergenti e piuttosto rari sono gli individui isolati, rarissimi quelli limitati da facce ben nette o terminati ad una estremità. Abitualmente le facce secondo le quali i cristalli sono allungati presentano profondi solchi mentre alle estremità gli individui mostrano terminazioni drusiche. Le forme osservate sono le seguenti: c (001) a (100) x (101) 2 (111) delle quali » (101) è molto rara. Gli angoli misurati per I’ identificazione delle forme corrispon- dono con sufficiente approssimazione a quelli calcolati partendo dalle costanti date dal Koksharov: a:b:c= 1,57874 : 1 : 1,80362 B = 64° 36% 50” Su di un nitido cristallino ho infatti ottenuto : Spigoli misurati Augoli misurati Valori calcolati (001) (101) 63° 53’ 63° AQ (111) (111) 1099 34 109° 31’ (100) (101) 31° 38° 51° 49’ I cristalli di epidoto della Maddalena non si prestano però, in genere, ad esatte misure e ciò a causa della forte striatura che presentano lungo la zona secondo cui sono allungati. Sospendendo dei cristalli verdolini di epidoto nel liquido di Rorbach, ho determinato il loro peso specifico, che alla tempera- tura di 16° C è risultato uguale a 3,420. In alcuni esemplari |’ epidoto si presenta come una spalmatura di colore verde-pistacchio distesa sopra la roccia senza mostrare aleuna traccia di cristalli. In un unico campione che proviene da | MINERALI DI SARDEGNA 279 Cala Francese si osservano delle sferulette minutissime di circa !/, mm. di diametro che aderiscono ad un cristallo di. quarzo. Tali sferulette, a superficie vellutata, constano di aghetti divergenti di epidoto di colore bianco verdiccio. Heulandite. — Le zeoliti sino ad oggi trovate nella granulite della Maddalena sono la stilbite, la cabasite, la scolecite e la laumontite. A queste quattro specie che già furono descritte, in parte dal Rimatori ed in parte dal Riva, debbo aggiungerne una quinta e cioè l’ heulandite, avendo osservato questo minerale in uno degli esemplari avuti in studio dal prof. Lovisato e classificati fra quelli contenenti l’epidoto ('). Nell’ esemplare di cui si tratta, unico fra tutti quelli esaminati, |’ heulandite forma un gruppetto di cristalli impiantati sul microclino e sul quarzo ed in parte com- penetrati da aghetti di epidoto; nello stesso esemplare si osser- vano piccolissimi romboedri di cabasite gialla ed i soliti rivesti- menti di ematite micacea. ; I cristalli di heulandite presentano le seguenti forme b (010) c (001) ¢ (201) s (201) m (110) Tali cristalli sono prismatici secondo l’ asse di simmetria e mi- surano circa 4 mm. in tale direzione. Il pinacoide (010), che è la faccia avente maggiore sviluppo, presenta la caratteristica lucen- tezza madreperlacea ed è qualche volta leggermente incurvata, mentre le altre facce sono opache. Di queste il maggiore sviluppo spetta a (201), mentre (001) e (201) sono rappresentate da facce meno estese ed il prisma (110), non sempre presente, mostra facce piccolissime. Gli angoli misurati furono i seguenti. Tali angoli, causa |’ im- perfezione delle facce, si allontanano da quelli calcolati partendo dal rapporto parametrico dato dal Des Cloizeaux (*) : 2D 2 6 SO AOOn gals Whee ey, B= eR Svar a” () Il prof. LovisaTto, al quale ho recentemente comunicata la presenza dell’ heu landite fra i minerali di Cala Francese, mi ha informato di avere già osservato questo minerale, sino dal 1903, in due esemplari della stessa località e di averne raccolti in seguito altri campioni dei quali si propone di fare eseguire un’ analisi quantitativa. Il merito della scoperta spetta dunque all’ illustre professore. (2) Des Cloizeaux. — Mineralogie, 1862, pag. 425. 280 A. PELLOUX Spigoli misurati Angoli osservati Valori calcolati (201) (001) 63° 50‘ 63° 40° (201) (001) 66° 20" 66° (201) (201) 50° 50° 20" (110) (010) 67° 30’ 68° 2 La sfaldatura secondo (010) è perfetta, la durezza superiore a quella della calcite ma inferiore alla durezza della fluorite. Il peso specifico, determinato sospendendo un cristallino nel tetra- bromuro di acetilene diluito con benzolo, alla temperatura di 15°, è risultato uguale a 2,249. Il minerale ha colore giallo-miele e tale colore è dovuto ad un pigmento limonitico che, non essendo uniformemente diffuso, dà luogo sovente a macchiette e nebulo- sità di colore ruggine. Il piano degli assi ottici e la bisettrice acuta sono normali al piano di simmetria ed alla luce polarizzata convergente, sulle la- mine di sfaldatura, si possono osservare delle immagini di inter- ferenza abbastanza nitide. Il piano degli assi ottici, in tutti i eri. stalli esaminati, si mantiene parallelo alla base (001). Alla luce polarizzata parallela le lamine di sfaldatura mostrano una divi- sione in settori con diversa estinzione. In una di tali lamine tale suddivisione è ben distinta ed. i sei settori che vi si osservano sono separati l’ uno dall’ altro da linee abbastanza nette senza che al centro della lamina esista una plaga indivisa. In questa lamina la traccia del piano degli assi ottici su (010) per la luce gialla del sodio, forma nei varì settori, con lo spigolo [001 . 010] nel- l’ancolo ottuso 2, gli angoli seguenti : lai 5 5 lai nel settore corrispondente a (201) angolo + 3° Id. id. (001) id. ()° Id. id. (201) I ARMADI): Come spesso si verifica nell’ heulandite, I’ angolo degli assi ottici dei cristalli di Cala Francese varia non solo nelle diverse lamine, ma anche fra i vari punti di una medesima sezione. Per l'angolo apparente nell’ aria, e per la luce del sodio, ho ottenuti valori compresi fra: Fa = 499.50" e ,E, = 77° Qua MINERALI DI SARDEGNA 281 Il valore di 6 determinato con il metodo dell’ immersione in liquidi di indice noto è approssimativamente uguale a 1,50. Laumontite. — La presenza della laumontite fra i minerali di Cala Francese venne per la prima volta segnalata dal Riva che ne determinò il peso specifico e gli indici di rifrazione ('). Più tardi il Rimatori (*) diede un'analisi di questo minerale ed os- servo che la laumontite di Cala Francese è un prodotto di alte- razione della perthite essendo visibili in aleuni esemplari di questo minerale, un graduale passaggio alla laumontite. Tanto il Riva come il Rimatori osservarono questa zeolite sotto forma di aggre- gati bianchi, a lucentezza sericea, ma sembra non abbiano notato distinti cristalli. In uno degli esemplari da me esaminati la laumontite si pre- senta in cristalli ben conformati, alcuni dei quali misurano circa 1 cent. di lunghezza per 1 mm. di spessore; questi cristalli sono in gran parte terminati ad una estremità ed aderiscono dall’altra ad un frammento di feldspato alterato, il loro colore è bianchiccio, la lucentezza sericea. In un altro esemplare i cristalli di laumontite sono piccolis- simi, misurando appena 1 mm. di lunghezza, ma molto nitidi e quasi trasparenti; stanno annidati in una piccola geode entro la cabasite gialla. Nei due esemplari l'abito dei cristalli è quello abituale della laumontite, è dato cioè dalla semplice combinazione delle due forme: m (110), e (201) Gli angoli misurati su di un cristallino del secondo esemplare furono i seguenti, che pongo a confronto con quelli calcolati, par- tendo dalle costanti date dal Miller per la laumontite e cioè : EEE Ve OL 5906, B = 68° AG’ 15° Spigoli misurati Angoli misurati Valori calcolati (110) (110) 86° 86° 16 (201) (110) 66° 20" 66° 30! (1) Vedi: Riva. — I feldispati del granito di Gala Francese ecc. pag. 143 (18 del- l’ estratto). (2) Vedi: RimaroRI, — La prehnite ed altre zeoliti delle granuliti di Cala Fran- cese ecc. pag. 546. A DESCRIPTIONS D’ESPECES ET VARIETES NOUVELLES DE COCCINELLIDES pu Musée Civigue pe GErNes RAPPORTÉES DE L'AFRIQUE OCCIDENTALE PAR M. L. Fea PAR LE DocrEUR SICARD Epilachna atropos n. sp. Ovalis, convexiuscula, albido-pubescens. Capite thoraceque rufis; antennarum articulis intermediis rufis; palpis maxil- laribus rufis, articulo ultimo nigro; elytris nigris, plaga magna communi, nigro bipunctata, rufa; subtus, cum pedibus nigra. Réguliérement ovale, couverte d'une pubescence blanchatre, et ayant en dessus l’aspect pruineux. Téte rousse, avec les yeux, les mandibules, le premier et les quatre derniers articles des an- tennes, le dernier article des palpes noirs. Corselet roux, à peu près deux fois aussi large que long, droit sur les bords jusqu’au tiers antérieur où il s’incurve légèrement en dedans, les angles antérieurs avancés, arrondis en dehors, les postérieurs obtus, la base légérement sinuée; à ponctuation extrémement fine et dense. Zeusson noir, plus long que large. Elytres plus larges que le corselet à la base, arrondis aux épaules, ayant vers le quart an- térieur leur plus grande largeur, ovalaires, en pointe arrondie obtuse a l’extrémité; a rebord horizontal, un peu élargi en ar- riére du calus humeral, prolongé jusqu’a l’extrémité; à ponetua- tion double avec les gros points très nombreux; mats; à calus huméral lisse, à pubescence blanchatre, courte, leur donnant un aspect pruineux; noirs, avec une grosse tache rousse, commune, plus large en avant qu’en arriére, en pointe sur la suture à ses deux extrémités, concave en avant et en arriére de chaque cote de ce prolongement sutural et étranglée au milieu, étendue du quart antérieur au quart postérieur ou un peu plus, et couvrant, sauf au milieu où elle est rétrécie, à peu près la moitié de la NOUVELLES ESPECES DE COCCINELLIDES 983 largeur, enclosant de chaque còté un point noir juxtasutural au niveau de son étranglement médian et ayant quelque ressem- blance avec la tache jaune prothoracique de l’Acherontia atropos. Dessous noir, sauf sur le prosternum qui est roux et présente une caréne longitudinale. Plaques abdominales dépassant un peu la moitié de l’arceau, en arc régulier en dedans, en courbe très irréguliére en dehors. Pieds noirs, ongles bifides et avec une large dent a la base. Ile Fernando Poo: Moka, 1300-1500 m. *,,. Février 1902. L. Fea. Distincte par sa forme réguliérement ovale des variétés pales de Epilachna Moseri Weise dont son dessin semble la rapprocher. Opilachna Moseri WEIE v. n. ferrum-equinum. Elytres noirs, avec une tache commune en forme de fer a cheval et une grosse tache arrondie juxtasuturale étendue du tiers au cinquiéme postérieur des élytres. Diffère du type par la dispa- rition des taches 1, 2 et 4, c'est a dire de la tache basale et des deux taches latérales antérieures. Ile Fernando Poo: Musola, 500-800 m. */». Janvier 1902. eked: v. n. diluta. Elytres roux avec: 1.° une bordure noire étroite a la base, renflée des deux cinquiémes aux trois quarts, puis à l’extrémité en laissant une bordure suturale étroite, rousse; 2.° une tache ba- sale couvrant le tiers interne de la base dont elle s’écarte pour atteindre, par son angle antéro-interne, le calus huméral; étendue jusqu’au sixiéme de la suture et envoyant sur le.disque de chaque élytre un prolongement qui se termine au niveau du rentlement latéral, ou, dans un exemplaire, se confond avec lui et avec la bordure latérale; 3.° de deux points noirs lun, juxtasutural avant le milieu, l’autre sur le disque, un peu plus rapproché de la su- ture que du bord externe, vers les deux cinquièmes postérieurs ; le dessin est formé par la réunion de toutes les taches claires de la forme typique. Cette variété se distingue de Z. atropos, dont son dessin semble la rapprocher, par sa forme élargie aux épaules, atténuée 284 A. SICARD en arriére et non pas en ovale régulier, et par la position des deux points postérieurs qui sont trois fois plus éloignés de la su- ture que dans l'Epilachna atropos. Ile Fernando Poo: Basilé, 400-600 m. */,,. Aout 1901; Moka, 1300-1500 m. */,,. Février 1902. L. Fea. solanophila Gestroi n. sp. Subrotundata, nigra, tenue, albido-pubescens. Capite, tho- raceque rufis; elytris nigris maculis duabus imagnis rufis signalis; subtus nigra, pedibus nigris. — Long. 0"007 — OP 008. En ovale court, très convexe. Téte rousse, avec l'extrémité des mandibules, le premier article et la massue des antennes (sauf l’extrèmité) noirs. Corselet roux, avec les cotés très finement rem- brunis, transversal, en are de cercle large et arrondi a la base, non tronqué au devant de l’écusson, avec les angles postérieurs obtus; très finement et densément ponctué. Ecusson en triangle allongé, noir. Elytres plus larges que le corselet à la base, arrondis aux épaules, presque droits sur les cétés jusqu'aux trois quarts où ils s'ineurvent pour se terminer en are de cercle large a l’extrémité ; avec une tranche plane étroite, à peu près d’égale largeur de la base a l’extrèmité; d’un noir profond avec deux grandes taches transversales rousses; la première étendue du sixiéme aux deux cinquiémes de la longueur, touchant presque la suture et le bord externe, de forme irréguliére, arrondie à son angle antéro-interne, envoyant en avant un prolongement en dedans du calus huméral, retrécie en dehors, à peu près droite dans les deux tiers internes de son bord postérieur; la deuxiéme également transversale, aussi rapprochée de la suture et du bord externe que la première, étendue des trois cinquièmes au sixiéme postérieur, convexe en avant avec une entaille au bord antérieur, en dehors du milieu, concave en arriére; suture étroitement roussatre vers l’extrémité; Epipleures noirs avec une tache allongée, roussàtre à la base du bord interne. Dessous noir, sauf sur le prosternum qui est roux avec une tache foncée au milieu et sur le milieu des cétés; une étroite bordure rousse au bord postérieur des segments abdominaux. NOUVELLES ESPECES DE COCCINELLIDES 985 Plaques abdominales atteignant à peu près les trois-quarts de l’arceau, légérement sinuées en dedans et en dehors, en ogive arrondie. Pieds noirs. Ile Fernando Poo: Basilé, 400-600 m. %,. Aoùt-Septembre 1901; Moka, 1300-1500 im. ‘/,,. Février 1902; Musola, 500-800 m. “(Mars 190215 Kear Cette espèce est voisine de la Solanophila colorata Muls. dont elle différe par sa forme un peu moins arrondie, son aspect plus mat, les taches (surtout la postérieure) plus transversales et moins étendues dans le sens de la longueur, laissant entr’elles une bande transversale noire plus large; par la couleur du pre- mier article et de la massue des antennes qui sont noirs, tandis que dans S. colorata, ces organes sont entiérement roux; par la couleur des épipleures et de l’éecusson qui sont roux et non noirs; par la teinte de la partie inférieure qui est d’un noir profond au lieu d’ètre d’un brun roussàtre; enfin, par la forme des plaques abdominales qui atteignent presque le bord postérieur de Varceau dans S. colorata, et qui en restent éloignées dans S. Gestroi. Solanopnila insularis n. sp. Subhemisphaerica, rufa pube grisea parce vestita. Ca - pite, antennis, palpis, thorace scutelloque rufis. Elytris rufis, limbo laterali (apice interrupto) maculisque 8 notatis, */,, 1, !,, 1, 1, 2, 1 positis, duabus communibus, maculis tribus externis limbo laterali connexis. Subtus rufa; epi- pleuris rufis (limbo externo anguste nigro) pedibus nigris, femoribus plus minusve rufescentibus. — Long. 0" 0062. Du groupe de S. subsignata Weise et bien distincte de toutes les autres espéces de ce groupe par les deux taches juxtasutu- ‘ales situées: l'une aprés l’écusson et l’autre au tiers antérieur de la suture. Presque hémispherique et couverte d'une pubescence grisàtre, courte et clairsemée. Téte, antennes et palpes roux. Corselet roux avec les angles antérieurs ayancés et arrondis, les postérieurs obtus et peu marqués, la base sinuée et tronquée au devant de l’écusson; ce dernier roux. Elytres arrondis sur les cétés, ayant avant le milieu leur plus grande largeur, a tranche étroite, in- » » io One 280 A. SICARD clinée, prolongée jusqu'à l’extrémité; d'un fauve roux avec une bordure externe et huit taches noires; la bordure commencant brusquement en avant du calus huméral et se continuant paral- lélement au bord externe jusqu’auprés de l’extrèmité où elle se termine brusquement a la partie postérieure de la tache 8, lais- sant l’apex élytral concolore; les taches situées: 1 en arriére de l’écusson sur la suture, commune avec celle du còté opposé, pe- tite, à peine plus large et plus longue que l’écusson; 2 au tiers interne de la base, en carré allongé se dirigeant légérement en dehors, prolongée environ jusqu’au sixiéme de la longueur, 3 et 4 sur la méme ligne transversale, un peu après le quart antérieur; 3 juxtasuturale, formant avec celle du còté opposé une tache commune, arrondie, plus grosse que la tache 1; 4 en forme de bande transversale étroite, liée au bord externe, étendue jusqu’au tiers de la largeur, 3, arrondie, petite, sur le disque, un peu avant le milieu, plus rapprochée de la suture que du bord externe ; 6 et 7 sur la méme ligne transversale après le milieu, 6 en ovale un peu allongé, éloignée de la suture d’une distance égale à son propre diamétre 7, au bord latéral, en ovale transversal, étendue à son còté interne jusqu’au tiers de la largeur, liée par l’externe ala bordure latérale noire; 8 avant l’extrèmité, en forme de bande dirigée obliquement en dedans vers la suture qu'elle n’atteint pas tout è fait. Dessous roux avec le bord externe des épipleures et les pieds noirs, avec les fémurs plus ou moins largement rougeatres a la base. Ongles bifides, à dents à peu prés égales. Plaques abdominales en are de cercle presque régulier, a partie externe plus oblique que l’interne n’atteignant pas tout a fait le bord de l’arceau. Ile Fernando Poo: Basilé, 400-600 m. */,,. Aout 1901. L. Fea. Un seul exemplaire. Solanophila trifoliata n. sp. Subhemisphaerica, convera, rufopubens, fulva, nigrova- riegata. Capile thoraceque rufis; scutello rufo; elytris rufis, margine externo maculisque septem nigris; 2, 1, 1, 1, ss 1 positis, maculis 5 + 1], figuram trifoliatam formantibus. NOUVELLES ESPECES DE COCCINELLIDES 287 Subtus rufa: epipleuris (margine externo nigro excepto) rufis; pedibus nigris, femoribus 4 anterioribus basi plus minusve brunnescentibus. — Long. 0" 006 - 0% 007. Du groupe de subsignata Weise, et bien distinete de toutes les espéces voisines par la tache 5 et !/, qui sont rapprochées et forment une figure en forme de tréfle sur la partie postmediane de la suture. Hémispherique et couverte d’une pubescence d’un rouge jaune. Téte, prothorax et écusson roux, ainsi que les palpes et les an- tennes, avec le dernier article des premiers et la massue des se- conds légérement rembrunis. Elytres plus larges que le corselet à la base, arrondis aux épaules, avec un étroit rebord prolongé jusqu'à l’extrémité, roux, avec une bordure et sept taches noires. La bordure étroite couvrant la tranche et une largeur égale sur l’élytre, égale sur toute la longueur, sauf a l’extrémité où elle sélargit, très légérement, unie aux taches 1 et 3. Les taches di- sposées de la facon suivante: 1 et 2 a la base: 1 dans l’angle humeral touchant la base et le bord externe, couvrant les deux cinquiémes externes de lune et le sixiéme de l’autre, presque carrée, son angle postéro-interne renfermant le calus huméral ; 2 couvrant le tiers de la base, étendue en dedans jusqu’a la su- ture où elle se réunit, ou presque, avec celle du coté oppose, semicirculaire, laissant l’écusson roux; 3 sur le disque, un peu avant le milieu, plus longue que large, deux fois plus rapprochée de la suture que du bord latéral et couvrant le quart de la lar- geur; 4 au milieu du bord externe en forme de large bande, étendue jusqu’au tiers de la largeur; 5 après le milieu, en forme de triangle & sommet touchant la suture et dirigée obliquement en dedans et en arriére; 6 ponctiforme, sur le disque au quart postérieur, & peu prés a égale distance du bord externe et de la suture; 7 commune, à la suture, étendue du quart au cinquième postérieur, prolongée parfois jusqu’a l’extrémité, en forme de lo- sange dont l’extrémité antérieure touche, ou a peu près, l’extrò- mité postérieure de la tache 5, formant avec elle une figure trifoliée. Dessous roux, avec le bord externe des épipleures et les pieds noirs, la base des quatre fémurs antérieurs parfois plus ou moins brunatre. Plaques abdominales incompletes; la ligne des membres en 288 A. SICARD are de cercle à sa partie interne, contigué ensuite au bord posteé- rieur du segment dont elle reste cependant distinete et interrompue au niveau du tiers externe du segment où elle s'incurve légére- ment en haut et devient invisible. ab. n. spoliata, Distinete du type par l'absence de la tache 6; dans cette va- riété la tache 7 reste partois éloignée de l’extrèmité postérieure de la tache 5. ab n. refundata, Quelques unes des taches réunies: soit 1 + 2. Ile Fernando Poo: Basilé, 400-600 m. */,. Aoùt-Septembre 1901; Bahia de S. Carlos, 0-400 m. */,,. Mars 1902. L. Fea. Synharmonia Doderoi n, sp. Ovalis modice convexa, flava: elytris macula longitudi- nali irregulariter arcuata notatis suturam anlice posticeque attingente maculam flavam justasuturalem rhomboidalem includente; vedibus luteis. — Long. 0" 0035. En ovale régulier, modérément convexe, glabre et luisante. Téte d'un jaune roux, 4 ponctuation nette et dense; palpes et antennes flaves, avec la massue antennaire légèérement rembrunie. Mandibules rousses. Corselet roux, très profondément échaneré en avant, 4 peine plus large au milieu que sur les cétés, tronqué a la base, les angles antérieurs aigus avancés, leur còté externe en ligne courbe, l’interne droit, les angles postérieurs obtusément arrondis; luisant, 4 ponctuation plus fine que celle de la téte, Jeusson roussàtre. Elytres réguli¢rement ovales, arrondis aux épaules, ayant leur plus grande largeur après le milieu, en ogive très large et arrondie à l’extrémité; ponctuation nette, simple, dense, plus marquée que celle du corselet; calus huméral très peu marqué ; rebord indistinct; d’un flave jaune avec une grosse tache arquée d’un noir brun partant de l’écusson, fortement échanerée en avant en are de cercle, puis atteignant le calus humeral, presque droite sur son bord externe jusqu'au milieu de sa longueur, fortement dilatée à ce niveau, puis, tronquée postérieurement en joignant la suture qui reste très étroitement brunàtre, et laissant NOUVELLES ESPECES DE COCCINELLIDES 289 une bordure apicale de la couleur fonciére sur le septiéme posté- rieur environ; sa partie interne formant un angle obtus et laissant ainsi un espace en losange de la couleur foncière sur le tiers médian de la longueur. On peut considérer aussi que les élytres sont d’un noir brun avec une grosse tache commune, en losange, sur le tiers médian et une bordure flaves, cette bordure dilatée en forme de petite tache semicirculaire près de l’écusson, droite ensuite jusqu’au calus huméral, è la base, droite ou faiblement élargie d’avant en arriére jusqu’au milieu, brusquement retrécie du milieu aux trois quarts, puis faiblement élargie jusqu'à l’ex- trémite. Dessous d’un roux flave; carènes prosternales petites, presque paralléles; plaques abdominales incomplétes, confondues en partie avec le bord postérieur de l’arceau, avec la partie externe en courbe rentrante, visible seulement au sommet sur le quart po- stérieur. Pieds d’un flave roussàtre. Ile S. Thomé: Ribeira Palma, 400-700 m. */,. Septembre 1900. L. Fea. Un seul exemplaire. Endochilus styx n. sp. Rotundatus, modice convexus, lateribus elytrorum pro- thoracisque declivibus, supra niger; pube lutea densissima late circumcinctus ; sublus rufus, epipleuris pedibusque piceo nigris, tarsis dilutioribus. — Long. 0" 0025 - 0" 003. Arrondi, peu convexe, noir en dessus. Téte enfoncée dans le prothorax qui recouvre la partie postérieure des yeux, avec un canthus très grand, a peine concave en avant et vertical; noire, à pubescence d’un gris jaunàtre, dense. Palpes et antennes d’un brun roussàtre. Corselet a cétés arrondis, lobé en avant, a angles antérieurs indistincts; noir, avec, sur les cétés, une bande de pu- bescence semblable è celle qui recouvre la téte et semblant en étre la continuation, c’est-à-dire atteignant l’angle postérieur de l’échancrure prothoracique. Elytres 4 peine plus larges que le cor- selet à la base, & angles huméraux bien marqués, à large tranche inclinée et couverte d'une bande de pubescence faisant suite a celle du corselet, de méme largeur et de méme couleur, occupant Ann, del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 3.8, Vol. V (30 Giugno 1912). 19 290 A. SICARD vers le milieu le cinquiéme de la largeur d'un élytre, à peu prés paralléle jusqu’a l’extrémité où elle se dilate un peu au niveau de langle sutural. Dessous roux avec les épipleures d’un brun foncé et l’abdomen plus clair. Pieds d'un noir brun avec les tarses d'un brun rous- satre. C'est la premiére espéce du genre qui soit entiérement noire en dessus. Ile Principe: Roca Infante D. Henrique, 100-300 m. */,,. Mars- Mai 1901; Bahia do Oeste, 100-200 m. ‘/,,. Mai-Juin 1901. L. Fea. Scymnus olibroides n. sp. Breviter ovalis; supra flavus, sutura elytrorum leviter brunnea, pube grisea tenui vestitus ; subtus rufus metasterno brunnescente; pedibus flavis. — Long. 0" 001%. fn ovale court, réguliérement arrondi sur les cétés, un peu plus atténué en arriére qu'en avant et ayant la forme générale d'un Olibrus. Téte flave avec les palpes et les antennes d’un jaune pàle. Corselet un peu plus foncé, passant au roussàtre ; elytres d’un Have roussàtre avec la suture très finement brunatre. Dessous roux avec le métasternum un peu brunàtre. Carénes prosternales convergentes en avant et formant un angle aigu; plaques abdominales grandes, leur partie externe a peine indiquée, leur partie postérieure contiguè a l’arceau, mais distinete. Pieds roux. Ile Fernando Poo: Basilé, 400-600 m. *m. Aoùt-Septembre 1904. L. Fea. Plus pale, plus atténué en arriére et plus luisant que le Pullus usambaricus Weise, dont sa couleur le rapprocherait un peu. Sidis luteopictus, Ovalis, modice convexus, griseo pubescens; supra niger: labro flavo; elytris macula magna, lutea, oblonga, antice leviter angustata, ornatis; subtus niger, abdominis apice lateribusque brunneis; antennis, palpis pedibusque flavis. — Long. 0" 0018. NOUVELLES ESPECES DE COCCINELLIDES 291 En ovale régulier et médiocrement conyexe. Téte noire, légé- rement rembrunie en avant avec le labre, les antennes et les palpes d’un jaune pale. Corselet noir, peu brillant, légérement rétréci en avant, base non sinuée, à ponctuation très fine, a pu- bescence grisitre, assez longue et clairsemée. Ecusson noir. Elytres noirs, réguliérement et faiblement arrondis sur les cotés, en arc de cerele très aplati postérieurement; à calus humeral trés petit; marques d'une grosse tache d'un jaune vif, en ovale légérement plus étroit en avant qu’en arriére, couvrant environ les deux tiers de la longueur, également éloignée de la base et de l’extrèmité, et, au niveau de sa partie postérieure, touchant presque la suture et le bord latéral. Dessous noir, sauf sur l’abdomen dont les cotés et le dernier arceau sont brunàtres. Plaques abdominales grandes, contigiies à l’arceau, remontant un peu sur le bord latéral avec lequel elles semblent se confondre. Fossette métasternale oblongue, transversale, profonde et abrupte. Epipleures noirs, étroits, réduits à une tranche mince a partir du 2° arceau abdominal. Pieds d’un jaune vif, les antennes un peu plus pales. Ile Fernando Poo: Moka, 1300-1400 m. ‘/,,. Février 1902. L. Fea. Cyrtaulis puneticollis n. sp. Breviter ovalis, convexus, pube grisea brevissima tenue vestitus ; capite nigropiceo, antennis dilutioribus; prothorace nigro ; elytris rubris limbo laterali (in medio late interrupto) nigro, ornatis; subtus ruber ; pedibus rubris. — Long. 0" 0062. En ovale court, convexe, brillant, couvert d’une pubescence grisàtre, courte et peu dense. Téte d'un noir de pvix avec les palpes plus foncés et les antennes rougeàtres; front convexe, large, rétréci en arriére. Corselet noir, droit sur les cotés, les angles antérieurs avancés, largement arrondis, finement rebordés, les postérieurs obtus, la base en ogive large; a ponctuation assez grosse, superficielle, dense, devenant ruguleuse au niveau des angles antérieurs. Ecusson rougeàtre. Elytres plus larges que le corselet a la base, réguliérement arrondis jusqu’a l’extrémité, munis dun trés fin rebord externe; d'un rouge de groseille foncé avec une bordure externe foncée, mal limitée en dedans, partant de l’épaule, interrompue du quart a la moitié et dilatée postérieurement. 999 A. SICARD Dessous d’un rouge brunàtre foneé; plaques abdominales en ogive arrondie, atteignant presque le bord postérieur de l’arceau ; pieds d’un rouge brun; tibias coudés au dessous du genou. — 4 Voisin de C. apicalis Weise dont le distinguent sa taille plus. grande, la bordure noire des élytres interrompue seulement au milieu et la couleur des pieds. Congo Francais: Fernand-Vaz, Octobre 1902; Ndjolé, Décembre 1902, L. Fea. Rs ba MISSIONE PER LA FRONTIERA ITALO-ETIOPICA SOTTO IL COMANDO DEL CAPITANO CARLO CITERNI RISUIRPATRINZOO LOGICI PESCI PER D. VINCIGUERRA Il capitano C. Citerni, valoroso superstite della spedizione Bottego, fu nell’anno 1910 scelto a capo della missione incari- cata della delimitazione della frontiera fra l’Abissinia meridionale e la nostra colonia della Somalia. Nell’ eseguire |’ importante missione egli non trascurò le raccolte zoologiche, fra le quali fi- gurano aleuni pesci che io sono ben lieto d’ illustrare. Le condizioni in cui si compié quel viaggio non consentirono più ampie collezioni, nè dettero agio a molte cure nella conser- vazione del materiale raccolto, ma ciò malgrado, questo, per le località donde proviene, non è privo di interesse. Le specie da me esaminate sono 11, tre delle quali da me considerate come nuove; la massima parte di esse fu raccolta nel bacino del Giuba o Ganana, e quasi tutte nel punto di confluenza del tronco principale, quello che dal Bottego fu indicato col nome di Ganale Doria, con l’ Uebi Mana; una sola specie fu presa più in basso, a Dolo, nel punto di confluenza col Daua e altre due assai più a monte, nel torrente Berber che scorre nel paese degli Arussi (Galla) e sbocca nell’ Ueb, tributario di destra del Ganana. Altre due specie provengono dal bacino dell’ Auasc, essendo state ‘accolte nei torrentelli che scorrono presso Addis Abeba o nel corso principale di quel fiume, poco al disotto della capitale etiopica. Dall’ epoca della pubblicazione dei miei precedenti lavori sui pesci dei paesi dei Somali e dei Galla (7) è omai trascorso pa- (1) D. VINCIGUERRA. Pesci d’acqua dolce sped. ital. nell’ Afr. eq., in Ann. Mus. Civ. Genova, vol. XVIII, p. 691-703. Id. Di alcuni pesci raccolti nel paese dei Somali dall'ing. L. Brichetti- Robecchi, ibid. vol. XXXIII, p. 448-455. Id. Esplorazione del Giuba e de’ suoi affluenti compiuta dal Cap. V. Bot- tego. - Pesci, ibid. vol. XXXV, p. 21-60, c. tav. Id. Pesci raccolti da Don Eugenio dei principi Ruspoli nelle regioni dei Somali e Galla, ibid. vol. XXXVII, p. 21-31. Id. Pesci raccolti dal Cap. V. Bottego durante la sua seconda spedizione nella regione dei Somali e Galla, ibid. vol. XXXVII, p. 343-264. Id. I pesci dell’ ultima spedizione Bottego, ibid. vol. XXXIX, p. 240-261. 29h D. VINCIGUERRA recchio tempo e la conoscenza sulla fauna delle acque dolci di quella regione è notevolmente aumentata per opera quasi esclu- siva del Boulenger che con i suoi lavori d'insieme sui pesci di acqua dolce africani ne ha reso possibile lo studio (*). Tra le sue memorie speciali che illustrano i pesci dell’ Africa orientale sono specialmente degne di nota, per quanto concerne |’ Abissinia e i paesi Somali e Galla, quella sui pesci raccolti da E. Degen (*), quella sui risultati ittiologici della spedizione di Neumann e Er- langer (*), e quella sulle collezioni del sig. P. C. Zaphiro (4). Me- rita pure di essere ricordato lo studio fatto da Pellegrin dei pesci della missione Rotschild (°). Ma se tutti questi lavori hanno au- mentato in modo considerevole la conoscenza della fauna ittiolo- gica dei tre bacini interni, il lago Rodolfo col suo tributario l' Omo, il lago Margherita col suo emissario il Sagan, e i laghi Zuai, nonchè di quelli del fiume Auase e dello Uebi Scebeli, per non dire della regione che è in rapporto col bacino idrografico del Nilo, alla quale appartiene il lago Tsana, nulla è stato aggiunto circa la fauna del bacino del Giuba, che resta il meno esplorato fra tutti, ed io mi auguro che spetti ancora a viaggiatori italiani la definitiva illustrazione di esso. 1. Mormyrops deliciosus (LEACH). Blgr. Fresh-wat. Fish. Africa, vol. I, p. 32. M. zambanenje, Ptrs. — Vincig. Ann. Mus. Civ, Genova, vol. XXXVII, p. 353. Un piccolo esemplare, lungo 14 cm. dell’ alto Ganale, feb- braio 1914. Non riesco a contare più di 20 a 22 denti, distintamente fe- stonati, in ogni mascella, mentre il numero minore indicato per quella specie sarebbe di 24, ma è noto che esso aumenta con (1) G. A. BOULENGER. Les poissons du bassin du Congo — Bruxelles, 1901 — The Fishes of the Nile, London 1907 — Catalogue of the Fresh-water Fishes of Africa in the Brilish Museum, London, vol. I, 1909 - vol. II, 1911. ?) Id. Description of new Fishes from the collection made by Mr. E Degen in Abyssinia in Ann. Mag. Nat. Hist ser. 7, vol. X, p. 421-439. (0) Id. Report on the Fishes collected by Mr. Oscar Neumann and Baron Carlo von Erlanger in Gallaland and Southern Etiopia, in Proc. Zool. soc. Lond. 1903, vol. IT, p. 328-334, tav. XXIX-XXXI. (5) id. Gn a collection of Fishes from Gallaland in Ann. Mag. Nat. Hist. ser. 7, vol. XVII, p. 557-566. (©) J. PELLEGRIN. Poissons d’ Abyssinie et du lac Rodolphe (Collection Maurice de Rotschild) in Bull. Mus. Paris, XI, p. 290-298. MISSIONE CITERNI - PESCI 295 l'età e questo esemplare deve considerarsi come «giovanissimo, trattandosi di specie che raggiunge oltre un metro di lunghezza. È assai evidente la marginatura chiara della pinna codale. Questa specie era già stata raccolta nel Ganana a Lugh dalla seconda spedizione Bottego e da me ricordata col nome di zam- banenje Ptrs. 2. Mormyrops Citernii, n. sp. M. altitudine corporis 8 in ejus longitudine, longitudine capitis paullo magis quam 4 in longitudine corporis; oculi diametro 14 in longitudine capitis, 3 et !|o in longitudine rostri; ore terminali, dentibus truncatis, margine undulato, numero 22 in ulraque maxilla, pinna dorsali post initium analis incipiente, nec usque ad extremitatem ejusdem pro- ducta, pedunculo caudali duplo longo quam alto; colore corporis griseo viridi. D222; A236, le lat..7? Un esemplare dell’ alto Ganale. — 28 febbraio 1911. Lunghezza del corpo (senza la codale) mm. 355 Altezza » : 5 E IA Lunghezza del capo. . : eng OD Altezza » è : . 20 Larghezza » È 2 : Sy) eae bam} Lunghezza del muso . ; ‘ AMIR Diametro dell’ orbita . : È QU 6 Lunghezza del peduncolo codale . SABATO o L’ altezza del corpo è contenuta 8 volte e la lunghezza del capo poco più che 4 volte nella lunghezza del corpo, senza la pinna codale. La lunghezza del capo è circa 2 volte e !/, la mag- giore altezza di esso e la sua larghezza i due terzi dell’ altezza ; gli occhi sono collocati nel terzo anteriore del capo; il loro dia- metro è contenuto circa 14 volte nella lunghezza del capo e 3 volte e !/, in quella del muso. Il profilo superiore del capo è leggermente conico; il muso arrotondato e contenuto 4 volte nella lunghezza del capo. I denti sono troncati, col margine ondulato, in numero di 22 (per quanto può rilevarsi) per ciascuna mascella. 296 D. VINCIGUERRA La bocca è terminale. Le squame intorno al peduncolo codale sono disposte in 16 serie. La pinna dorsale è collocata nel terzo posteriore del corpo, comincia sopra il 10.° raggio anale e termina sopra il 28.° Il peduncolo codale è lungo il doppio circa della sua altezza e meno della */, della lunghezza del capo. Lo stato di conservazione non permette l'accertamento del numero delle squame della linea laterale. Il colore del corpo apparisce essere stato grigio-verdastro; più seuro nelle parti superiori che nelle inferiori. Non ho potuto. riferire questa specie di Mormyrops ad al- cuna di quelle conosciute: esso potrebbe essere compreso nel gruppo al quale è ascritto il deliciosus, ma si distingue da questo per la posizione della pinna dorsale, che termina assai prima della fine dell’ anale, lasciando libera una maggiore estensione del pe- duncolo codale; per la posizione relativa della dorsale e della co- dale sarebbe più vicino al gruppo cui appartengono il M. engy- stoma Blgr. e il parvus Blgr. del Congo e specialmente al primo, ma il numero dei denti in queste due specie è certamente minore; egli è vero che quelle due specie sono fondate su individui molto giovani e perciò il numero dei denti potrebbe crescere con I’ età, ma pel momento non può riferirsi ad alcuna di esse, e perciò ho creduto preferibile descriverla come nuova e dedicarla al beneme- rito raccoglitore. 3. Mormyrus kannume, Forsk. Blgr. Fresh-wat. Fish. Africa, vol. I, p. 134. Un esemplare a secco lungo 380 mm. e tre in alcool, il maggiore dei quali è lungo 250, proveniente dall’ alto Ganale, nel punto di confluenza con 1’ Uebi Mana - febbraio 1911. Di questi individui i due più grandi hanno 53 raggi nella dorsale e 19 nell’ anale, degli altri due il maggiore ha D. 59 A. 16 e il minore D. 54 A. 17; essi hanno quindi d’ ordinario un nu- mero di raggi dorsali minore di quello che avviene generalmente in questa specie, il che rende sempre più probabile che 1’ esem- plare dell’ Uebi Scebeli,, raccolto da Neumann e Erlanger e ricor- a MISSIONE CITERNI - PESCI 297 dato da Boulenger con 54 raggi dorsali debba riferirsi pure a questa specie. In questi esemplari la dorsale comincia immediatamente sopra la ventrale. 4. Alestes affinis, GTHR. Blgr. Fresh-wat. Fish, Africa, vol. I, p. 208. Un piccolo esemplare, lungo 58 mm., raccolto a Dolo sul Ganana. Specie gia raccolta nello stesso fiume dal capitano Bottego. 5. Labeo stictolepis, n. sp. L. altitudine corporis 5 et *j, in ejus longitudine, longi- tudine capilis fere 5 et '/, in longitudine corporis (absque pinna caudali), oculi diametro 3 et */, in longitudine ca- pitis, fere 1 et !/, in longitudine rostri, et in spatio interor- bitali; ore infero, labiis incrassatis, rostro verrucis granu- losis instructo, cirris absentibus; pinna dorsali corporis altitudine paullo minor, pinnis pectoralibus ventrales , ventralibus analem non attingentibus ; colore corporis supra cinereo, subltus flavido. 9 ‘lg D. ? =. PARE AS8S PERSE MOV eet le Lato faa (Cico) tr Un esemplare dell’alto Ganale (28 febbraio 1911). Lunghezza del corpo (senza la codale) mm. 304 Altezza » ; È : Hai 58 Lunghezza del capo. ; 3 SR RS Altezza » n 9 È " » 36 Larghezza » , 4 SIINO Lunghezza del muso . : ; Indb 29 Diametro dell’ orbita . 3 : nye 15 Larghezza dello spazio interorbitario . » 22 Altezza della pinna dorsale. 2 eed SOA: Lunghezza della pinna pettorale. DA 298 D. VINCIGUERRA L'altezza del corpo è contenuta 5 volte e !/, e la lunghezza del capo circa 5 volte e !/, nella lunghezza del corpo (senza la codale). La maggiore altezza del capo è poco minore della lar- ghezza e poco superiore alla metà della lunghezza di esso. Il muso è ottuso, coperto di pori, con due piccoli lobi laterali: la sua lun- ghezza è contenuta 2 volte e !/, in quella del capo. Il diametro degli occhi è contenuto circa 3 volte e */, nella lunghezza del capo, 1 e */, nello spazio interorbitale e nella lunghezza del muso. La bocca è collocata nella parte inferiore del capo; le labbra sono entrambe ingrossate e portanti sull’ orlo numerose papille co- niche, e non hanno traccia apparente di altre pieghe trasversali: non si vede traccia di barbigli. La pinna dorsale è un po’ meno alta del corpo, la sua ori- gine ha luogo sopra la decima squama della linea laterale, assai più vicina all’ apice del muso che alla base della pinna codale; essa consta di 12 raggi, dei quali due semplici, non scorgendo traccia di uno anteriore rudimentale; il primo è lungo circa un quarto del secondo che nella sua metà superiore è articolato; gli altri vanno decrescendo in lunghezza e gli ultimi non sembrano più lunghi degli intermedii. Le pinne pettorali sono lunghe quanto è alta la dorsale e terminano a gran distanza dalle ventrali che hanno origine sotto il 7.° raggio diviso della dorsale e terminano a gran distanza dell’ origine dell’anale. Questa, che non presenta traccia di raggio anteriore rudimentale, comincia molto al di là del termine della dorsale, sotto la 27.* squama della linea late- rale. La coda è biloba. La linea laterale è quasi rettilinea; consta a quanto si può giudicare dallo stato di conservazione di 37 squame : la linea tra- sversale è formata da 11 serie di squame delle quali 5 e '/, sopra e 5 e '/, sotto la linea laterale; tra queste e la base delle ven- trali vi sono 4 serie e !/, di squame. Il colore del corpo è grigio-verdastro sulle parti superiori, gial- lognolo nelle inferiori, alla base di ogni squama vi è una macchia bruna molto marcata. Questa specie, nella quale non riesco a scoprire traccie di pieghe trasversali parallele al margine boccale, e in cui non vi sono più di 10 raggi divisi nella dorsale, si distingue da tutte le altre affini per la maggiore lunghezza del corpo in proporzione dell'altezza e perciò ho creduto, almeno provvisoriamente, descriverla come nuova. MISSIONE CITERNI - PESCI 299 Nel Ganale furono raccolte dal Bottego altre due specie di Labeo, una delle quali da me descritta come nuova col nome di L. Bottegi (') e un’altra riferita al LZ. mesops Gthr. (7); questa però non sarebbe secondo Boulenger (*) il vero mesops di Gunther, ma dovrebbe essere riferita al LL. cylindricus Ptrs., sinonimo del Tylognathus cantini Svg., col qual nome io ho pure deter- minato un giovane esemplare dello stesso fiume (4). Quanto al L. Bottegi che non è ricordato nell’ opera di Boulenger, esso, per avviso di lui, dovrebbe servire a riempiere l'intervallo fra i L. Forskalii e cylindricus già così affini uno all’ altro. 6. Labeo Boulengeri, n. sp. L. altitudine corporis 3 et */, in ejus longitudine, longi- tudine capitis 5 et !/, in longitudine corporis (absque pinna ‘caudali) oculi diametro paullo magis quam 3 in longitudine capitis, fere 1 et */, in longitudine rostri et 2 in spatio interorbitali; ore infero, labiis incrassatis, rostro paucis verrucis granulosis instructo, cirris absentibus, pinna dor- sali producta altitudine corporis longiore, pinnis pectoralibus ventralem non altingentibus, ventralibus anmn fere attingen- tibus; colore corporis griseo-flavido. DE See Lo lat 3805 nt = Un esemplare a secco del fiume Berber tributario dell’ Ueb, affluente del Ganana, nel paese degli Arussi Galla - 15 gennaio ASAE Lunghezza del corpo (senza la codale) mm. 225 Altezza » è 3 Be) 60 Lunghezza del capo . ) : Ias Sdi Altezza » 3 : , MM Larghezza » : ; ; Be ei Ay Lunghezza del muso . i SAC) 23 Diametro dell’ orbita. ; ite 13 Larghezza dello spazio interorbitario . » — 26 Altezza della pinna dorsale. 3 Sade ee va) Lunghezza della pinna pettorale. SRO 48 (1) VINCIGUERRA. Ann. Mus. Civ. Genova, vol. XXXVII, p. 358. ?) Id. ibid. p. 361. @) BOULENGER. Fresh-wat. Fish. Africa, vol. I, p. 334. (4) VINCIGUERRA. Ann. Mus, Civ, Genova, vol. XXXV, p. 50. 300 D. VINCIGUERRA L'altezza del corpo è contenuta 3 volte e */, e la lunghezza del capo 5 volte e !/, nella lunghezza del corpo (senza la codale). La maggiore altezza del capo è alquanto superiore alla larghezza e circa °/, della lunghezza di esso. Il muso è ottuso con scarso numero di pori e lobi laterali appena pronunciati; la sua lun- ghezza è contenuta 1 volta e 4/, in quella del capo. Il diametro degli occhi è contenuto poco più di 3 volte nella lunghezza del capo, 2 nello spazio interorbitario e 1 e 4/, nella lunghezza del muso. La bocca è collocata nella parte inferiore del capo: le labbra sono ingrossate e portano sull’ orlo una piega longitudinale; non si-ha traccia di altre pieghe; mancano i barbigli. La pinna dorsale è alquanto più alta del corpo, la sua origine ha luogo sopra la undecima squama della linea laterale, alquanto più vicino all’ apice del muso che alla base della pinna codale; essa consta di 14 raggi dei quali tre semplici, il primo rudimen- tale, il secondo lungo poco più di '/, del seguente che è il più lungo, filamentoso e articolato nella metà superiore; il primo raggio diviso è poco più corto e gli altri vanno gradatamente decrescendo in lunghezza. Le pinne pettorali sono lunghe i */, della dorsale e terminano a poca distanza dalle ventrali, che hanno origine sotto il quarto raggio diviso della dorsale e terminano quasi a contatto dell’ano. L’anale che non presenta traccie di raggio anteriore rudimentale, comincia molto al di là del termine della dorsale sotto la 28.* squama della linea laterale. La codale è forcuta. La linea laterale è leggermente curvata in basso, in corri- spondenza della sua origine, consta di 38 squame: la linea trasver- sale è formata da 15 serie di squame, delle quali 7 e *, sopra e 7 e '/, sotto la linea laterale; tra queste e la base delle ven- trali vi sono 4 e !/, serie di squame. Il colore del corpo è uniformemente cinereo-gialliccio, alquanto più chiaro nelle parti inferiori. Appartiene al gruppo di Zadeo ai quali Boulenger aserive i senegalensis, C. V., altivelis, Ptrs. e Weeksii, Blgr., ma non mi pare riferibile ad alcuno di questi per la forma più allun- gata del corpo, il gran numero delle squame della linea trasver- sale e la diversa colorazione. Ma anche per questa specie il giu- dizio non può essere che provvisorio, dato lo stato di conservazione. Nella speranza però che questa specie possa considerarsi come MISSIONE CITERNI - PESCI 301 nuova, mi è grato imporle il nome del chiaro ittiologo del Museo Britannico, che tanto ha fatto per la conoscenza della ittiofauna delle acque dolci africane. 7. Discognathus Blanfordi, BLGR, Blgr. Fresh-wat. Fish. Africa, vol. I, p. 349. ID. lamta (non H. B.) Vincig. Ann. Mus. Civ. Genova, vol. XVIII, p. 695. Otto esemplari raccolti in torrentelli affluenti dell’ Auase, presso Addis-Abeba, dicembre 1910; il maggiore è lungo 83 mm. È questa la specie più comune in Abissinia, che era stata da Blanford e da me confusa col D. lamta H. B. dell’ India e ne fu separata da Boulenger per i barbigli più lunghi, e la posizione più laterale dell’ occhio. La specie da me descritta come D. Chiarinii ( Ann. Mus. Civ. vol. XVII, p. 696) è stata dallo stesso Boulenger dopo esame dei tipi riferita al D. quadrimaculatus (Rupp.). 8. Barbus gananensis, VINCIG. Ann. Mus, Civ. Genova, vol. XXXV, p. 53, tav. V, fig. 2 e vol. XXXVII, p. 362. — Blgr. Fresh-wat. Fish. Africa, vol. II, p. 37. Tre esemplari dell’ alto Ganale, febbraio 1911; il maggiore è lungo mm. 153. Questa specie sembra caratteristica del bacino del Giuba non essendo finora stata trovata al di fuori di esso. 9. Barbus Hindii, BLGR. Blgr. Proc. Zool. Soc. 1902, II, p. 222, pl. XVI, fig. 4. — Fresh-wat, Fish. Africa, vol. II, p. 56. Due esemplari a secco del fiume Berber, tributario dell’ Ueb, affluente del Ganana, nel paese degli Arussi (Galla, 15 gennaio 1911; il maggiore è lungo 210 mm. Il grandissimo numero di specie di Barbus africani, che ascen- dono oramai a circa 200, ha reso necessario di suddividerle in pa- 302 D. VINCIGUERRA recchi gruppi. Questi individui appartengono alla sezione in cui le squame appariscono segnate da numerosi canali longitudinali e quelle della linea laterale sono in numero inferiore a 30, le labbra non sono interrotte, il terzo raggio dorsale semplice è inspessito ma non seghettato, le ventrali sono inserite quasi al disotto della dorsale e l’ anale non ha più di 5 raggi ramificati e delle due specie ascritte a questa sezione (B. tanensis, Gthr. e B. Hindii, Blgr.) è a questa seconda che devono essere riferiti, anche per avviso del Boulenger che volle cortesemente esaminarli, benchè il corpo apparisca alquanto più allungato e il terzo raggio dorsale meno robusto. Il B. Hindii è stato trovato nei bacini dei fiumi Tana, Athi e Pangani. 10. Clarias mossambicus, TRS. Blgr. Fresh-wat. Fish. Africa, vol, I, p. 232. Cl. Robecchii, Vincig., Ann. Mus. Civ. Genova, vol. XXXIII, p. 450 ; vol. XXXV, p. 30. Un esemplare del fiume Auasc, lungo mm. 298, gennaio 1911. Boulenger, che ha avuto modo di esaminare una ben più larga serie di individui di questa specie che non sia stato dato a me, ha riunito definitivamente il Cl. Robecchii da me descritto col mossambicus di Peters. Le condizioni di conservazione di questo individuo non per- mettono un esame accurato dei caratteri assunti come specifici; mancano, ad esempio, le branchie e quindi non posso contare le bianchiospine; ad ogni modo la minor larghezza della testa e la forma della fontanella occipitale lo farebbero riferire al mossam- bicus, anche se se ne mantenesse distinto il Robecehii. Dal Vin- ciguerrae Blgr., proveniente pure dall’ Auase, si distingue per la distanza della dorsale dall’ estremità della testa che in quello do- vrebbe corrispondere a '/, della lunghezza della testa, mentre in questo esemplare non arriva a !/;. ll. Tilapia nilotica (L.). Blgr. Poiss. Congo, p. 455. Chromis niloticus, Vincig. Ann. Mus. Civ. Genova, vol. XXXV, p. 28:. vol. XXXVII, p. 344; vol. XXXIX, p. 244. Due esemplari provenienti dall’ alto Ganale (Ganale Doria) alla MISSIONE CITERNI - PESCI 303 sua confluenza con I’ Uebi Mana, febbraio 1911; un esemplare più grande, lungo 22 cm. trovato a Durei (settembre 1911), in una pozza d’acqua salmastra, non comunicante con alcun corso d’ acqua. Questi individui presentano fra loro qualche differenza; quelli del Ganale hanno 16 spine e 10 raggi molli nella dorsale e il più piccolo di essi ha 4 spine nell’ anale, mentre |’ esemplare di Durei ha 15 spine dorsali e 12 raggi molli, ma queste non sono diffe- renze che possano avere valore specifico, (perché 4 spine all’anale possono trovarsi eccezionalmente in questo genere) nè riesco a trovarne altre che I’ abbiano. È notevole il fatto della scarsità dei pesci di questa famiglia nell’ Africa orientale, mentre abbondano in quella occidentale e centrale. Del solo iago Tanganica se ne conoscevano nel 1905 (!) ben 55 specie e il numero oramai è di molto cresciuto. (3) G. A. Boulenger, The distribution of African Fresh-water Fishes in Rep. Br. Ass. Adv. Se. South. Africa, 1905, Trans. Sect. D, p. 9. — A List of the Fresh-water Fishes of Africa, in Ann. Mag. Nat. Hist. ser. 7, vol. XVI, p. 36-60. MISSIONE PER LA FRONTIERA ITALO-ETIOPICA SOTTO IL COMANDO DEL CAPITANO CARLO CITERNI RISULTATI ZOOLOGICI UCCELLI PER T. SALVADORI Nell’ occasione di un tracciato di confini fra il territorio spet- tante all’Etiopia e la Somalia Italiana, il capitano C. Citerni, rap- presentante dell’Italia, faceva qualche raccolta di animali e spe- cialmente di uccelli. La missione della quale faceva parte il Citerni partiva da Gi- buti il 20 settembre 1910 e terminava il suo compito arrivando a Brava il 27 novembre 1911. Fu veramente, dopo partito da Addis Abeba il 20 dicembre 1910, che il Citerni cominciò a ‘accogliere i primi esemplari sull’ Auase (20-30 dicembre); poi giunto nell’ Arussi raccolse esemplari nei seguenti luoghi, posti sopra i 2000 metri: Siriè, alto Uebi Scebeli, Gobà, corso supe- riore dell’ Ueb Gestro e Ghigner; più tardi nel febbraio il Citerni era sull’ Uebi-Mana, nel marzo lungo il Ganale Doria e poi a Dolo, dove pare che egli si trattenesse lungo tempo, giacchè trovo esemplari colle date dal 20 marzo al 31 luglio; dal 14 agosto ai primi di settembre il Citerni era a Goriale, e finalmente a Jet dal 16 settembre fino all’ ottobre; di Jet sono appunto gli ultimi esemplari. i Durante |’ itinerario suddetto il Citerni raccoglieva 254 uccelli appartenenti a 155 specie. Nessuna di queste sembra nuova; la quale cosa non è da sorprendere considerando che la regione da lui percorsa, è stata lungamente e diligentemente esplorata da parecchi viaggiatori e naturalisti e specialmente dal Barone von Erlanger, il quale pubblicò numerose note col titolo: Bei- trige zur Vogelfauna Nordostafrikas, mit besonderer Berieksich- tigung der Zoogeographie (Journ. f. Orn. 1904, pp. 137-244; MISSIONE CITERNI - UCCELLI 305 1905, pp. 42-157, 433-499); tale pubblicazione, per la morte dis- graziatissima del Barone, fu continuata, sotto lo stesso titolo, dal prof. A. Reichenow (Journ. f. Orn. 1905, pp. 670-756, 1907, pp. 1-58). Della collezione del Barone v. Erlanger fu piu tardi pubblicato un ottimo ed interessante Catalogo da Carl Hilgert (Katalog der Collection von Erlanger, Berlin, 1908, pp. 1-527); esso mi è stato di grande aiuto per la determinazione degli esem- plari raccolti dal Citerni. Fra essi sono specialmente degni di nota quelli delle seguenti specie : Francolinus castaneicollis, Salvad. Rhinoptilus hartingi, Shell. Otis humilis (Blyth) 9, specie molto rara nelle collezioni. Falco sacer, Gm., che non credo sia stato trovato prima d’ ora in regione così meridionale. Spreo fischeri (Rehnw.), ora per la prima volta raccolto da esploratori italiani. Alcuni pochi esemplari che non ho potuto sicuramente identifi- care, sono stati spediti al Museo Britannico per più esatta determina- zione per opera di W. R. Ogilvie-Grant, al quale rendo grazie. Ho conservato nella enumerazione delle specie l'ordine seguito dal D." Reichenow nella sua opera: « Die Vogel Afrikas ». Torino, Museo Zoologico, maggio 1912. ANATIDAE. l. Anas undulata, DUBOIS. a Auase 25 dicembre 1910 « Iride rosso chiaro » (Cap. C. Citerni). 2. Anas sparsa, A, SM. a Arussi, Bami 4 gennaio 1911 (sopra i 2000 m.) « Iride castagna » (Cap. C. C.). 3. Chenalopex aegyptiacus (L.). Tre ali. Auase, dicembre 1910. a Pulcino, Ganale, 15 marzo 1911. Non è certo che questo pulcino appartenga alla specie indi- cata. Esso ha le parti superiori bruno-chiare con due fascie bianche Ann, del Mus. Civ. di St, Nat. Serie 3.2, Vol. V (30 Giugno 1912). 20 306 T. SALVADORI sulle ali e quattro macchie bianche, due per parte, sui lati del dorso e del groppone; la fronte, le redini, le gote e le parti in- feriori sono pure bianche. PHASIANIDAE. 4, Acryilium vulturinum (HARDW.). a Jet 3 ottobre 1911 « Iride rossa » (Cap. C. C.). 5. Francolinus castaneicollis, SALVAD. Francolinus castaneicollis Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. (2) VI, p. 542 (1888) juv. (Ciar-Ciar). - Grant, Ibis, 1890, p. 350, pl. XI (juv.). - Schaek, Mém. Soc. Zool. Fr. IV, p. 371 (1891). - Grant, Ibis, 1892, p. 44. - Id., Cat. B. XXII, p. 153 (1893). - Sharpe, P. Z. S. 1895, p. 520 (Sheik Moamed, So- mali). - Shell. B. Afr. I, p. 181 (1896).- Grant, Ibis, 1900, p. 335. - Rehnw. Vog. Afr. I, p. 473 (1901). - Neum. Journ. f. Orn. 1902, p. 132 (part.); 1904, pp. 352, 353. Francolinus castaneicollis castaneicollis, Erl. Journ. f. Orn. 1905, p. 146, taf. VII, f. 1. - Hilgert, Kat. Coll. v. Erl., p. 415 (1908). a 3° ad. Barofa (Arussi sopra i 2000 m.) 9 gennaio 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). Esemplare adulto con due grandi speroni in ciascun tarso. Becco rosso minio. Esso somiglia molto al tipo del Fr. bottegi Salvad., ma ne differisce per avere le piume della regione inter- scapolare con larghi margini castagni. Si deve al Neuman ed al Barone v. Erlanger l'esatta indica- zione dei caratteri distintivi fra gli adulti del Fr. castaneicollis e del Fr. bottegi, dei quali il Barone von Erlanger ha potuto raccogliere due bellissime serie. Per le sue grandi dimensioni e per i doppi speroni ai tarsi questa specie ed il Fr. bottegi hanno qualche somiglianza col F. Erckeli. 6. Francolinus granti, HARTL. Due esemplari. ao ad. Dolo? b © ad. Goriale 21 agosto 1911 «Iride castagna » (Cap. C. C.). Questi due esemplari, come i due di Odeuin (Somali) raccolti dal Ruspoli, hanno la parte superiore del dorso decisamente ca- stagna. MISSIONE CITERNI - UCCELLI 307 PTEROCLIDAE. 7. Pterocles gutturalis, A. SM. a Auase 25 dicembre 1910, L’ esemplare suddetto apparterrebbe alla varietà saturatior Hart. 8. Pterocles decoratus, CAB. a, b 3° Dolo 10 luglio 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). 9. Pterocles lichtensteini, TEMM. a, b, e T'S Q Dolo 27 giugno, 6 luglio, 30 giugno 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). COLUMBIDAE. 10. Columba albitorques, Rirp. a Auase dicembre 1910. ll. Columba guinea, LINN. a. senza cartellino. 12. Oena capensis (LINN.). a Auase 28 dicembre 1910 « Iride cioccolatte » (Cap. C. C.). b Ganale 15 marzo 1911 « Iride castagno ». 13. Chaleopelia afra (L.). a Goba 15 gennaio 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). Esemplare colle macchie delle ali verdi-dorate. TBTD'AE. 14. Comatibis comata (RUPP.). a Esemplare giovane, senza le piume lunghe e sottili della cervice proprie dell’adulto; il colore verde cupo delle piume è meno ‘splendente e sulle cuopritrici delle ali mancano i riflessi rameici. 308 T. SALVADORI Le piume del capo, residuo dell’ abito giovanile, sono brune lungo il mezzo e bianchiecie sui margini. 15. Tantalus ibis, Linn. a Dolo 7 maggio 1911 « Iride bianca » (Cap. C. C.). Testa e collo. CICONIIDAE. 16. Leptoptilus crumenifer (Cuv.). a Adulto. 17. Ciconia nigra (LINN.). a Giovane « Iride cioccolata » (Cap. C. C.). ARDEIDAE. 18. Ardea goliath, CRETZSCHM. a Giovane. 19. Ardea melanocephala, Vic. , D Ad. Dolo 3, 10 luglio 1911 « Iride arancione » (Cap. C. C.). CHARADRIIDAE. 20. Cursorius somalensis, SHELL. a Dolo 30 giugno 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). fsemplare non al tutto adulto, alquanto diverso dai due esem- plari della collezione Ruspoli pel colorito più decisamente rossigno, molto. simile a quello del C. gallicus, ma le cuopritrici inferiori delle ali sono di color grigio seuro, e non nere, come nel C. gallicus. 21. Rhinoptilus hartingi, SHARPE? a pullus, Dolo giugno 1911. Esemplare giovanissimo, senza le due fascie nere sul petto, e colle parti superiori di color rossigno-cannella. Tarso 35 mm. 22. Stephanibyx coronata (Bonp.). a Ad. Auase 30 dicembre 1910. » Ad. Dolo 5 gennaio 1911 « lride gialla » (Cap. C. C.). — FI “A MISSIONE CITERNI - UCCELLI 309 23. Hoplopterus spinosus (LINN.). a Ad. Ganale 20 marzo 1911 « Iride rossa » (Cap. C. ©.). SCOLOPACIDAE. 24. Totanus ochropus (LINN.). a Adulto. 25. Tringoides hypoleucos (LINN.). a Adulto. 26. Gallinago nigripennis, Bp. a Auase 26 dicembre 1910 « Iride caffè » (Cap. C. C.). OTIDIDAE. 27. Otis humilis (BLYTH). a 2 Jet 5 ottobre 1911 « Iride giallo-chiaro » (Cap. C. C.). Specie rara, che fu già raccolta nell’ altipiano di Ghilai (So- malia) dal principe Ruspoli. La femmina ha le parti superiori di colore isabellino-arenaceo più vivo che non nel maschio e grossolanamente variegato di nero; tanto il maschio, quanto la femmina si riconoscono facil- mente alle cuopritrici delle remiganti primarie bianche nella metà basale e nere nella apicale. BUBONIDAE. 28. Bubo lacteus (TEMM.). a Dolo ? 29. Bubo cinerascens, GUER. a Goriale ? 30. Pisorhina capensis (A. Sm.)? a Gobà 17 gennaio 1911 « Iride gialla » (Cap. C. C.). Piume del dorso coi margini nascosti di color cannella. VULTURIDAE. 31. Lophogyps occipitalis (BURCH.). a Ad. Goriale 1.° settembre 1911. a a db a a 2 a 2 ao os 310 T. SALVADORI 32. Neophron percnopterus (LINN.). 1910. GYPAETIDAE. 33. Gypaetus ossifragus (SAVIGNY). Giovane « Iride rossa intorno, isabella nel resto » (Cap. C. C.). Testa e piedi. FALCONIDAE. 34. Circus cyaneus (LINN.). Z 35. Melierax poliopterus, Cap. Gobà 17 febbraio 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). 36. Melierax mechowi, CAR. Adulto. 37. Aecipiter tropicalis, CAB. Accipiter minullus tropicalis, Rehnw. Vog. Afr. I, p. 562. Ad. Ganale 17 marzo 1911 « Iride gialla » (Cap. C. C.). 38. Lophoaetus occipitalis (DAUD.). Adulto. 39. Aquila rapax (TEMM.). Esemplare giovane nell’ abito bianehiccio colle piume logore. Esemplare adulto in abito bruno cupo quasi uniforme. Testa bruna. Auase dicembre 1910. Grande esemplare adulto (?) di color bruno-rossigno. Dolo 6 luglio 1911 « Iride cioccolato, spruzzato di bianco (?) » (Cap. C. C.). 40. Buteo augur, Rupr. Adulto. Adulto Arussi (sopra i 2000 metri) 9 gennaio 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). Ambedue gli esemplari appartengono alla varietà nera. MISSIONE CITERNI - UCCELLI 311 41. Butastur rufipennis (SUND.). a. senza cartellino. 42. Helotarsus ecaudatus (DAUD.). a, b Gobà 17 febbraio 1911. Esemplari adulti. Il primo ha il dorso castagno vivo, le pic- cole e medie cuopritrici delle ali grigio-brune, e le remiganti se- condarie nere; il secondo ha il dorso rossiccio-chiaro, le cuopri- trici delle ali più scure, e le remiganti secondarie grigie cogli apici neri. 43. Haliaetus vocifer (DAUD.). a Adulto. Auase 29 dicembre 1910. 6 Giovane. Goriale 13 settembre 1911. 44, Milvus aegyptius (Gm.). a Adulto. b Giovane. Dolo 10 luglio 1911 « Iride cioccolata » (Cap. C. C.). 45. Falco sacer, Gm. a Auase 26 dicembre 1910 « Iride castagno » (Cap. C. C.). Esemplare quasi adulto coi margini delle piume delle parti superiori rossigni; le macchie nere delle parti inferiori sono piuttosto grandi. L’ Auase è forse la località africana più meridionale, ove questa specie sia stata trovata. 46. Tinnuneulus alaudarius (GM.). ao Azanzara (Arussi 2000 m.) 6 gennaio 1911. b Q? Sirié (Arussi 2000 m.) 3 gennaio 1911. Non trovo differenze fra questi esemplari e quelli d’ Italia. PSITTACIDAE. 47, Poeocephalus flavifrons (RiupP.). a Adulto. Qualche piuma gialla sul margine carpale. 312 T. SALVADORI 48. Poeocephalus rufiventris (Rijpr.). Poicephalus simplex, Rehnw. — Madar. Orn. Monatsh. 1912, p. 80. Quattro esemplari. a, 6 So Dolo 19, 21 marzo 1911. eo Dolo 21 luglio 1911. d 2 Ganale 20 marzo 1911 « Iride rosa » (Cap. C. C.). I maschi, specialmente il primo, hanno la testa ed il collo notevolmente tinti di rossigno. 49. Agapornis taranta (STANL.). 3 Esemplari. ad. vb, ce OP an pot. FT juv. Arussi (sopra 2000 m.), Siriè ed Azanzara 2, 6 gennaio 1911. I due esemplari forse maschi giovani, hanno le piccole cuopri- trici inferiori delle ali nericcie, tinte di verde. MUSOPHAGIDAE. 50. Turacus donaldsoni, SHARPE. P. Z. S. 1895, pl. XXVIII. ad. b Azanzara (Arussi sopra i 2000 m.) 6 gennaio 1911. 5I. Schizorhis leucogaster, Rvp. Quattro esemplari. a Bami (Arussi sopra i 2000 m.) 4 gennaio 1911. b, c Alto Ueb Gestro 11 gennaio 1911. a Dolo 5 aprile 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). 52. Gymnoschizorhis personata (RiUPP.). a Adulto. CUCULIDAE. 53. Centropus superciliosus, I. & E. a, b senza cartellini. MISSIONE CITERNI - UCCELLI 313 INDICATORIDAE. 54. Indieator variegatus, Less. a Goba 15 gennaio 1911 « Iride rosa » (Cap. C. C.). CAPITONIDAE. 55. Barbatula minuta, Bp. a Adulto. b, e, d Dolo 2, 16, 17 aprile 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). 56. Trachyphonus shelleyi, Harte. Ibis, 1886, pp. 105, 111, pl. V. a Ad. Dolo 6 luglio 1911. b juv. Dolo 6 luglio 1911. Il giovane non ha il pileo nero come I’ adulto, ma giallognolo con piccole macchie rosse lungo il mezzo delle piume. 57. Trachyphonus margaritatus, CRETZSCHM. a senza cartellino. PICIDAE. 58. Campothera nubica (Gm.). Jinque esemplari, tre maschi e tre femmine. a 3° Dolo 28 maggio 1911. b S° Dolo 6 luglio 1911. e 3 Ganale 10 marzo 1911. d 2 Dolo? e 2 Goba 15 gennaio 1911. L’ ultimo esemplare ha le macchie nere sui lati del collo e sul petto molto più grandi. 59. Campothera neumanni (RCHNW.). Dendromus neumanni Rehnw., Orn. Monatsb. 1896, p. 132. — Neum., Journ. f. Orn. 1900, p. 203, Taf. I, fig. 2. Dendromus nubicus var. neumanni Rehnw., Vog. Afr. II, p. 179. a, 2 Ad. Questo esemplare sembra appartenere alla specie qui indicata, 314 T. SALVADORI e differisce da quelli della specie precedente per avere le macchie nere sui lati del collo e del petto più grandi; anche le piume auricolari sono più nere. 60. Dendropicus hemprichi (H. & P.). a & Auase 20 dicembre 1910 « Iride rosso-chiaro » (Cap. C. C.). 6l. Thripias shoensis (Ripp.). a F Auase 1.° gennaio 1911 « Iride rosso-chiaro » (Cap. C. C.). Specie rara nei Musei. 62. Mesopicus spodocephalus (Bp.). a 3 Ad. col pileo rosso, tranne il margine frontale. Specie rara nei Musei. COLIIDAE. 63. Colius affinis , SHELL. Quattro esemplari. a Dolo 5 gennaio 1911. b Dolo 2 aprile 1911. c, a senza cartellino. Mi sembra cosa dubbia che il Colius affinis sia specificamente diverso dal Colius leucotis. 64. Colius leucocephalus, Ronnw. Sclat. Coliidae, p. 5, pl. f. 1. a. Esemplare adulto, differente dalla figura citata, per avere la gola cospicuamente nera, variegata di bianco. TROGONIDAE. 65. Hapaloderma narina (STEPH.). a 9 Goba 15 gennaio 1911 « Iride giallo-chiaro » (Cap. C. C.). MISSIONE CITERNI - UCCELLI SD CORACIIDAE. 66. Coracias abyssinus, Bopp. a Adulto. 67. Coracias lorti, SHELL Sei esemplari. a Sirié. (Arussi sopra 2000 m.) 2 gennaio 1911. b Alto Ueb Gestro 11 gennaio 1911. e, d Ganale 12, 20 marzo 1911. e Dolo 31 luglio 1911. VE Varia alquanto la tinta del pileo e della cervice, in alcuni ten- dente al verde, in uno (6) all’ azzurro. 68. Coracias naevius, DAUD. a Auase 28 dicembre 1910 « Iride castagno » (Cap. C. C.). b senza cartellino. BUCEROTIDAE. 69. Lophoceros hemprichi, EHR. a juv. 70. Lophoceros deckeni (CAB.). Rchnw. Voge. Afr. II, p. 266. — Erlang. Journ. f. Orn. 1905, p. 441, — Hilgert, Kat. Coll. v. Erlang. p. 320 (1908). a juv. Dolo 31 luglio 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). Esemplare giovanissimo. Il colore grigio scuro del pileo si estende fino al margine frontale, e posteriormente sull’ occipite presenta una cospicua area bianco-sericea ! 4 ecco nericcio, senza traccia di rosso (!!), come nella figura originaria. Avrei attribuito 1’ esemplare suddetto al L. jacksoni Grant, ma, secondo I’ Erlanger, questo è fondato sopra giovani del L. deckheni. Si noti che anche |’ Erlanger ha raccolto questa specie a Dolo sul fiume Djuba, o Giuba. ALCEDINIDAE. 71. Ceryle maxima (PALL.). a Adulto. 316 T. SALVADORI 72. Ceryle rudis (LINN.). a Ganale 15 marzo 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). db. 73. HHaleyon semicaeruleus (Forsk.). a Ad. Dolo 17 marzo 1911. b Ad. Dolo 16 aprile 1911. e, d juv. Dolo 6 luglio 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). 74. Ispidina picta (Bopp.). a Ganale 15 marzo 1911. b, c Ganale 17 marzo 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). d juv. Dolo 1911. MEROPIDAE. 75. Merops apiaster, LINN. a senza cartellino. 76. Merops nubicus, Gm. Sei esemplari. a, b Dolo 20, 21 marzo 1911. c, f Dolo 29 marzo 1911. 77. Melittophagus lafresnayei (GUER.). a Auase 30 dicembre 1910 « lride rossa » (Cap. C. C.). 05 G: 78. Melittophagus cyanostictus, Can. a Dolo 24 marzo 1911. 79. Melittophagus revoili (OUST.). Erl. Journ. f. Orn. 1905, p. 455. a Jet 2 ottobre 1911 « Iride rossa » (Cap. C. C.). UPUPIDAE. 80. Upupa senegalensis, Sw. a senza cartellino. Esemplare adulto colle piume del ciuffo senza macchia, 0 fascia subterminale chiara; le remiganti secondarie non hanno i due terzi MISSIONE CITERNI - UCCELLI DITA basali bianchi, ma hanno fascie bianche e nere come gli esemplari dello Scioa, da me attribuiti alla U. senegalensis. IRRISORIDAE. 81. Irrisor somaliensis, GRANT. Bull. Br. Orn. Club, XII, p. 38 (1901). — Neum. Journ. f. Orn. 1905, p. 195. — Hilgert, Kat. Coll, v. Erl. p. 302. a Ad. Gobà 15 gennaio 1911. Esemplare adulto col becco lunghissimo nero, con breve tratto rosso alla base della mandibola; il pileo e la gola con macchie metalliche bronzate e verdi; dorso e petto nero-azzurro. 82. Seoptelus major, NEUM.? Scoptelus aterrimus major Neum. Journ. f. Orn. 1905, p. 197. a Esemplare adulto di color azzurro-violetto splendente; timoniera esterna con una macchia bianca subapicale. Ala mm. 110. ‘s 83. Rhinopomastes somalicus, ERL. Rhinopomastes minor somalicus Erl. Journ. f. Orn. 1905, p. 461. a Goriale 1.° settembre 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). Questo esemplare rassomiglia moltissimo al tipo del R. cabanise De Fil., ma ne differisee per l’ ala più breve, mm. 96; invece il becco giallo è più lungo, mm. 34. > juv. Goriale 1.° settembre 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). Esemplare giovane, molto più piccolo del precedente e colle parti inferiori brune. È cosa notevole che esso presenti nel mezzo del vessillo interno delle remiganti una piccola macchia bianca, e non potendo supporre che esso appartenga ad una specie diversa, conviene supporre che la presenza di tali macchie sia segno d’im- maturità! Anche l’ Erlanger (1. c.) menziona esemplari che, avendo macchie bianche nel vessillo interno delle remiganti, sono inter- medi fra il R. minor ed il R. somalicus. CAPRIMULGIDAE. 84. Caprimulgus donaldsoni, SHARPE. Bull. B. O. G. IV, p. 29? a 3° Ganale 10 marzo 1911. b 2 Dolo 5 aprile 1911. Il maschio presenta all’apice delle due timoniere esterne una non grande macchia bianca, lunga circa 25 mm. 318 T. SALVADORI CYPSELIDAE. 85. Tachornis laemostigma, Roinw. 'Tachornis parvus laemostigma Rehnw., Vog. Afr. IIL, p. 828 (1905). — Erl. Journ. f. Orn. 1905, p. 672. — Hilgert, Kat. Coll. v. Erl. p. 295 (1908). a Dolo (?). Questa specie si distingue dalle affini pel colore bianchiccio della gola, le cui piume hanno nel mezzo una macchietta scura ben distinta. - Il Barone von Erlanger raccolse numerosi esem- plari di questa specie presso Dolo nella Somalia meridionale. HIRUNDINIDAE. 86. Hirundo melanocrissus (RurP.). a Adulto, simile agli esemplari dello Scioa. MUSCICAPIDAE. 87. Lioptilus chocholatinus (RUPr.). a Gobà (Arussi sopra 2000 m.) 28 gennaio 1911. 88. Lioptilus galinieri (GUER.) Parophasma galinieri Rehnw. a senza cartellino. Io non riesco a trovare differenze generiche fra questa specie e la precedente. 89. Teitrea eristata ((im.). Cinque esemplari. 3 Ad. Goba 15 gennaio 1911. J Ad. Alto Ueb Gestro 11 gennaio 1911. Jsemplari adulti in abito perfetto, cioè col dorso bianco. ce 3° Gobà 15 gennaio 1911. ea Zsemplari in abito di transizione col dorso castagno misto di bianco. e Girma (Uebi Mana) 16 gennaio 1911. Dorso castagno, timoniere castagne parzialmente nere. MISSIONE CITERNI - UCCELLI 319 CAMPOPHAGIDAE. 90. Campophaga phoenicea (LATH.). a 3 Ad. Auase 30 dicembre 1910 « Iride castagno » (Cap. C. C.). LANIIDAE. 9]. Prionops melanoptera, SHARPE. a Ad. Dolo 6 luglio 1911 « Iride gialla » (Cap. C. C.). 6 Dolo 12 aprile 1911 « Iride e margine palpebrale gialli » (Cap. C. C.). e Goriale settembre 1911 « Iride gialla » (Cap. C. C.). Il primo esemplare non ha traccia di fascia bianca lungo Vala, come |’ hanno gli altri due esemplari. 92. Nilaus erlangeri, HILGERT. Nilaus afer erlangeri Hilgert, Orn. Monatsb. 1907, p. 63. — Neum, Journ. f. Orn. 1907, p. 363. — Hilgert, Kat. Coll. Erl. p. 266. a (3) Goriale 5 settembre 1911. b (9) Jet 7 ottobre 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). La supposta femmina differisce dal maschio per avere il pileo bruno-nericcio, anzichè nero lucente. Questa specie differisce dall’ affine N. minor Sharpe per avere la fascia longitudinale sui fianchi di colore molto più chiaro, can- nella, anzichè castagno. 99. Malaconotus approximans (CAB.). Laniarius approximans 0. Grant, Ibis, 1908, p. 287. a Dolo 6 aprile 1911 « Iride gialla col contorno rosso » (Cap. C. C.). Simile ai tipi del M. scioanus Neum., ma colla tinta castagna della regione prepettorale un po’ meno intensa. 94. Chlorophoneus chrysogaster (Sw.)? a Auase 30 dicembre 1910 « Iride cioccolata » (Cap. C. C.). 95. Laniarius funebris (HARTI.). a Gobà 15 gennaio 1911. 6 Dolo 2 aprile 1911 « Iride castagna » (Cap. C. C.). Simili agli esemplari dello Scioa. me. = toni SAP eh ee 320 T. SALVADORI 06, Laniarius aethiopicus (Gx.). a Dolo? Esemplare adulto con lieve tinta ocracea sulle parti inferiori. 97. Lanius humeralis, STANI. a Adulto. 98. Lanius dorsalis, Can. a Jet 7 ottobre 1911. Il Barone von Erlanger ha esattamente indicato i caratteri per i quali si distingue da questa specie il Lanius antinorii, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. XII, p. 316 (1878). 99. Lanius intercedens, NEUM. Lanius excubitorius intercedens Neum. Journ. f. Orn. 1905, p. 228. — Hilgert, Kat. Coll. v. Erl. p. 279. a Ad. Auase 30 dicembre 1910 « Iride castagno » (Cap. C. C.). L’ esemplare suddetto è similissimo ad altri dello Scioa ( Ra- gazzi, Antinori) che ho confrontati con altri tre del Nilo Bianco (Brun-Rollet), i quali hanno notevolmente più esteso il nero all’ apice della coda e specialmente delle timoniere esterne. Un esemplare dello Scioa (Antinori) ha solo una piccola macchia bianca all’ apice del vessillo interno delle due timoniere esterne. DICRURIDAE. 100. Dierurus lugubris (H. & E.) a Goriale J.° settembre 1911 « Iride rossa » (Cap. C. C.). b. ORIOLIDAE. 101. Oriolus rolleti, SALVAD. Oriolus larvatus rolleti Hilgert, Kat. Coll. v. Erlang. p. 23 (S. Somali). a Goba 15 gennaio 1911. b Dolo 29 marzo 1911. c Dolo 7 aprile 1911. d. Simili ai tipi della specie conservati nel Museo di Torino. MISSIONE CITERNI - UCCELLI 321 STURNIDAE. 102. Buphaga erythrorhyneha (STANL.). a Dolo 26 marzo 1911. Db. 103. Spreo superbus (RUPP.). a Auase 30 dicembre 1910. b Goba 14 gennaio 1911 « Iride bianca » (Cap. C. C.). 104. Spreo fischeri (RcHNW.). Hilgert, Kat. Coll. v. Erl. p. 17. Notauges fischeri Fisch. Zeitschr. ges. Orn. 1884, p 335, Taf. 20. a Dolo 19 aprile 1911 « Iride bianca » (Cap. C. C.). Questa specie non era stata trovata prima d’ ora dai viageia- tori italiani. 105. Lamprocolius chalybaeus (H. & E.). Gx ROCs 106. Lamprotornis purpuroptera (RUPP.). a Auase 30 dicembre 1910. b Siriè (Arussi sopra i 2000 m.) 2 gennaio 1911 « Iride bianca » (Cap. C. C.). Esemplari simili ad altri dello Scioa, ed anche ad uno di Antub sul fiume Azzurro (Antinori). Invece i due esemplari della valle di Heuta (Ruspoli), tipi della ZL. viridipectus, sono asso- lutamente diversi e col petto decisamente verde. 107. Cosmopsarus regius, Rcunw. a Goriale 1.° settembre 1911 « Iride bianca » (Cap. C. C.). PLOCEIDAE. 108. Dinemellia dinemelli (RUPP.). a, b senza cartellini. 109. Plocepasser melanorhynehus, RuUPP. a Sirie (Arussi sopra i 2000 m.) 2 gennaio 1911 « Iride rosea » (Cap. C. C.). 110. Hleterlayphantes emini (HARTL.). ao Adulto. 6 In abito invernale. Ann. del Mus. Civ. dî St. Nat. Serie 3.*, Vol. V (31 Agosto 1912). 24 322 T. SALVADORI lll. Sitagra dichrocephala (SALVAD.). a Ganale 16 marzo 1911. b Dolo 20 marzo 1911 « Iride gialla » (Cap. C. C.). Confrontati col tipo della specie, dal quale differiscono pel co- lore giallo del dorso meno vivo e pel colore castagno della parte anteriore del collo più esteso in basso sul petto. 112. Hyphantornis sp. a Siriè (Arussi sopra i 2000 m.) 2 gennaio 1911 « lride rosso chiaro » (Cap. C. C.). fsemplare simile ai giovani ed alle femmine della Hyphan- tornis abyssinica dello Scioa. 113. Quelea aethiopica (SUND.). a Uebi Mana 17 febbraio 1911. 1l4. Pyromelana franciscana (ISERT.). a senza cartellino. Db, c Dolo 16 aprile 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). 115. Kuplectes xanthomelas, RUPP. a senza cartellino. 116. Coliuspasser macrocereus (LICHT.). a senza cartellino. 117. Coliuspasser laticauda (LICHT.). a, b senza cartellini. 118, Steganura paradisea (LINN.). a, b senza cartellini. 119. Vidua hypocherina, VERR a Maschio adulto. b Probabile femmina di questa specie. DI 1 Do DI MISSIONE CITERNI = UCCELLI 120. IXIypochera ultramarina (GxM.). a J Siriè (Arussi sopra i 2000 m.) 2 gennaio 1911 « Iride cioccolata » (Cap. C. C.). FRINGILLIDAE. 121. spinus citrinelloides (RUPP.). a senza cartellino. 122. Fringillaria poliopleura, SALVAD. a Gobà 15 gennaio 1911 « Iride castagno ». Esemplare adulto, simile in tutto al tipo, col quale 1’ ho con- frontato. MOTACILLIDAE. 123. Motacilla boarula, LINN. a senza cartellino. 124. Motacilla longicauda, RUPrP. a senza cartellino. 125. Motacilla vidua, SUND. a Auase 30 dicembre 1910 « Iride rosso chiaro » (Cap. C. C.). 126. Anthus cervinus (PALL.). a Esemplare in abito estivo. 127. Tmetothylacus tenellus (CAR.). a oh Ad. b © Jet 5 ottobre 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). 128. Macronyx flavicollis, Rupr. È a senza cartellino. ALAUDIDAE. 129. Galerida praetermissa (BLANF.). a, b senza cartellini. 324 T. SALVADORI 130. Mira fragilletti, SHARPE. Shell. B. Afr. III, p. 35, pl. 15, f. 1. a Jet 26 settembre 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). Questo esemplare ha le macchie sulla parte anteriore del collo di color bruno-rossigno, laddove nella figura citata quelle macchie sono nericcie! Esso è stato identificato dall’ Ogilvie-Grant. 131. Pyrrhulauda signata, Oust. a,b oS Q Jet 9, 11 ottobre 1911. PYCNONOTIDAE. 132. Pywenonotus sp. a Simile agli esemplari del P. avsinoe dello Scioa, ma alquanto più grande. 133. Andropadus somaliensis, Reinw. Andropadus insularis somaliensis Rehnw. Journ f. Orn, 1904, p. 133. — Id. Vog. Afr. III, p. 410. — Hilgert, Kat. Coll. v. Erl. p. 136. a Dolo 6 aprile 1911 « Iride bianca » (Cap. C. C.). 134. Phyllostrophus strepitans (Rcunw). a Goba 15 gennaio 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). NECTARINIIDAE. 135. Anthreptes orientalis, HARTI. aS Ad. Goriale 19 agosto 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). 136. Chalcomitra hunteri (SHELL.). Sei esemplari. a, bT,d juv. Goriale 26, 27 agosto 1911. ec do Goriale 5 settembre 1911. a, e gd Jet 7, 8 ottobre 1911. ” f MISSIONE CITERNI - UCCELLI 325 137. Cinnyris fazoglensis (HEUGL.). a Esemplare adulto, simile in tutto agli esemplari dello Scioa, raccolti dall’ Antinori e dal D." Ragazzi. Essi hanno le parti su- periori di colore verde splendente, tinto più o meno di azzurro; il sopraccoda decisamente azzurro; la gola alquanto azzurra, infe- riormente di color verde splendente, ed una larga fascia pettorale violetta, marginata inferiormente di nero; i ciuffi pettorali di co- lore arancio. 138. Anthodiaeta zambesiana., SHELL. a,b SI Dolo 2, 4 aprile 1911. e & Dolo 1911. Questi tre esemplari differiscono da quello della specie prece- dente per avere le parti superiori e la gola di color verde splen- dente puro, senza tinta azzurra, neppure sul sopraccoda; la fascia azzurra violetta sulla regione prepettorale non è marginata infe- riormente dalla larga fascia nera; i ciufti sui lati del petto non sono di colore arancio, ma giallo-solfino. Le parti inferiori sono di un bel giallo vivo, senza tinta aranciata. 139. Cinnyris habessinicus (H. & E.). a 3° Uebi Mana 16 gennaio 1911 « Iride cioccolatte » (Cap. C. C.). Db 5° Ganale 17 marzo 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). Il primo esemplare ha l’ addome interamente nero; il secondo invece ha le piume dell’ addome, confinanti col rosso del petto, di color verde-azzurrognolo metallico! 140. Neetarinia erlangeri, Rcunw. Vog. Afr. III, p. 496. — Hilgert, Kat Coll. v. Erl. p. 155. ao Ganale 15 marzo 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). b S° Goriale settembre 1911. PARIDAE. 141. Parus thruppi, SHELL. a Goriale 1.° settembre 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). Esemplare giovane. 326 T. SALVADORI SYLVIIDAE. 142, Dryodromas smithi, SHARPE. a Jet 4 ottobre 1911 « Iride marrone. Tiene la coda eretta e canta molto » (Cap. C. C.). 143. Erythropygia leucoptera (Rotpp.). a Gobà 15 gennaio 1911. b. Esemplari adulti simili ad altri dello Scioa, ma alquanto più grandi. 144, Crateropus squamulatus, SHELL. Rehnw. Vog. Afr.IIl, p. 661, Atlas, f. 2. — Erl. Journ. f. Orn. 1905, p. 737. — Hilgert, Kat. Coll. v. Erl. p. 213. a Dolo 16 aprile 1911 « Iride bianca » (Cap. C. C.). 145. Argya rubiginosa (RiPP.). a Dolo 29 marzo 1911 « Iride gialla » (Cap. C. C.). 146. Geocichla simensis (RUPP.). a Bami (Arussi sopra i 2000 m.) 4 gennaio 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). 147. Turdus abyssinicus, GM. a, b Gobà (Arussi sopra 1 2000 m.) 22 gennaio 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). 148. Turdus tephronotus, CAB. Journ. f. Orn. 1878, p. 205, t. III, f. 2. — Seebh. Mon, Turd. pl. LXX. a Gobà 15 gennaio 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). 149. Monticola eyanus (LINN.). a 3° Auase dicembre 1911. 150. Pinarochroa djamdjamensis, NEUM. Pinarochroa sordida djamdjamensis Neum. Orn, Monatsh, 1905, p. 79. — Erl. Journ. f. Orn. 1905, tav. XX, f. 2. a senza cartellino. Simile agli esemplari dello Scioa. MISSIONE CITERNI - UCCELLI 327 151. Saxicola isabellina, CRETZSCHM. a senza cartellino. Esemplare adulto, notevole per le sue grandi dimensioni e per le redini nerissime. 152. Saxicola pleschanka (LEPECH.). Saxicola leucomela (Pall.). a & Adulto. b © Gobà (Arussi sopra 2000 m.) 22 gennaio 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). La femmina ha il dorso bruno. 153. Sa xicola phillipsi, SHELL. ao Ad. Jet 9 ottobre 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). 154. Pratincola albofasciata (RUPP.). ao Ad. Sirié (Arussi sopra 2000 m.) 2 gennaio 1911 « Iride cioccolata » (Cap: C. Ci) = 155. Cossypha semirufa (RUPP.). a Barofa (Arussi sopra 2000 m.) 9 gennaio 1911 « Iride castagno » (Cap. C. C.). Simile in tutto ad altri esemplari dello Scioa. > ie. NUOVA SPECIE DEL GENERE TANYGNATHUS DESCRITTA DA T. SALVADORI Fra gli uccelli di una collezione, per la massima parte di Selebes, spettante al Museo Civico di Genova ed inviatami per istudio, ho trovato un esemplare del genere Tanygnathus, disgra- ziatamente senza cartellino, e perciò senza indicazione della patria; esso cogli altri di Selebes e taluni della Papuasia, fu inviato molti anni or sono dal ben noto Sig. Bruijn. Al primo vederlo riconobbi che esso non apparteneva a nessuna delle specie a me note ed avendolo inviato a W. R. Ogilvie-Grant affinchè lo confrontasse cogli esemplari del Museo Britannico, egli mi assicura che esso differisce da tutti quelli ivi conservati. Dopo ciò credo di poterlo descrivere come spettante a specie nuova. Esso differisce da tutte le specie congeneri pel colore olivastro-rossigno della superficie inferiore della coda e che tinge anche il collo e la parte superiore del petto. È appunto per differire esso dalle specie congeneri pel colorito della coda che ho designato la specie col nome di Tanygnathus heterurus, noy. sp. Tanygnathus a speciebus reliquis generis Tanygnathi differt colore olivaceo colli praepectorisque et colore olivaceo-rufe- scente faciei inferioris caudae. Viridis, capite laete gramineo-viridi, collo et praepectore olivaceis, plumis posticis interscapulii caeruleo-limbatis; uro- pygio laete caeruleo; alis viridibus, sed margine carpali , tectricibusque remigum primariarum caerulescentibus; mar- gine externo tectricum majorum et mediarum, flavicante, subalaribus viridibus, flavido-olivaceo marginatis; cauda supra viridi, subtus olivaceo-rufescente. Rostro albo. Long. tot. cirea 350 mm.; al. 210 mm.; caud. 150 mm.; rostri culm. 36 mm. Questa specie ha qualche somiglianza col Tanygnathus eve- retti. Torino, Museo Zoologico, 3 Luglio 1912. REP MISSIONE PER LA FRONTIERA ITALO-ETIOPICA SOTTO IL COMANDO DEL CAPITANO CARLO CITERNI RIISTWUIEIRASZINZO O TOGLIGCI LIST OF THE REPTILES AND BATRACHIANS BY G. A. BOULENGER, F. R. S. he Pee WA Chelonia. I. Testudo pardalis, Bell. - Jet (Somaliland). 2. Sternothaerus sinuatus, Smith. - Dolo, Webi Mana. Lacertilia 3. Pristurus percristatus, Blgr. - Dolo, Rahanuin Country. A. Pristurus crucifer, Val. - Rahanuin Country. 5. Hemidactylus tropidolepis, Mocq. - Dolo. 6. Hemidactylus laevis, Blgr. - Dolo, Rahanuin Country. 7. Hemidactylus macropholis, Bler. - Dolo, Rahanuin Country. 8. Hemidactylus ruspolii, Blgr. Dolo. 9. Hemidactylus citernii, sp. n. Head oviform; snout a little longer than the distance between the eye and the ear-opening, which equals the diameter of the orbit; forehead not or but scarcely concave; ear-opening small, elliptical, vertical. Limbs rather short; digits moderately dilated, free, with short distal joints, inner well developed; 4 or 5 lamellae under the inner digits, 6 or 7 under the median. Snout covered x 330 G. A. BOULENGER with large granules, back of head with minute granules intermixed with small tubercles; rostral tetragonal, broader than deep, with median cleft above; nostril pierced between the rostral and 4 or 5 small scales; 8 to 10 upper and 6 or 7 lower labials; symphysial triangular, nearly twice as long as the adjacent labials; four chin-shields, inner larger and forming a long suture behind the symphysial. Back with 14 or 16 longitudinal series of very large, trihedral, strongly keeled tubercles narrowly separated from one another by fine granules; these tubercles as long as broad or a little longer than broad; ventral scales small, smooth, roundish, juxtaposed or subimbricate. Male with an angular series of 6 or 7 praeanal pores. Tail cylindrical, above with imbricate keeled scales and transverse series of large keeled, pointed tubercles, beneath with a series of transversely enlarged shields. Pale reddish brown above, with chocolate-brown spots forming transverse series; a brown streak on each side of the head, passing through the eye; limbs and tail with dark brown cross-bars; lower parts whitish. From snout to vent 32 millim.; tail 35. Several specimens from the Rahanuin country. The nearest allies of this new Hemidactylus are H. gracilis, Blanf., from India, and H. oxyrhinus, Blgr., from Socotra. 10. Lygodactylus capensis, Smith. - Dolo, Rahanuin Country. 11. Platypholis fasciata, Blgr. - Rahanuin Country. 12. Holodactylus africanus, Bttgr. - Rahanuin Country. 13. Agama vaillanti, Bler. - Rahanuin Country. 14. Agama cyanogaster, Rupp. - Hawash R., Webi Mana. 15. Latastia longicaudata, Reuss. - Dolo. 16. Latastia boscae, Bedr. - Dolo. 17. Eremias smithii, Bler. - Rahanuin Country. 18. Eremias sextaeniata, Stejn. - Dolo, Rahanuin Country. 19. Mabuia planifrons, Ptrs. - Hawash R. 20. Mabuia megalura, Ptrs. - Webi Mana 21. Mabuia striata, Ptrs. - Hawash R. 22. Lygosoma sundevallii, Smith. - Dolo, Rahanuin Country. 23. Ablepharus wahlbergii, Smith. - Dolo, Rahanuin Country. 2h. Chalcides bottegi, Blgr. - Addis Abeba. A young specimen, with 22 scales round the body. MISSIONE CITERNI - RETTILI 331 Rhiptoglossa. 25. Chamaeleon senegalensis, Daud. - Addis Abeba, Dolo. 26. Chamaeleon bitaeniatus, Fisch. - Addis Abeba. 27. Chamaeleon affinis, Gray - Webi Mana. Ophidia. 28. Typhlops unitaeniatus, Ptrs. - Dolo. The three specimens in the collection agree in every respect with the typical form, even in the light markings on the head, but the yellow vertebral stripe is absent, the body being uniform black. I regard them as a variety for which I propose the name ataeniatus. 29. Eryx thebaicus, Reuss. - Dolo. 30. Zamenis smithii, Blgr. - Dolo, Rahanuin Country. 31. Zamenis citernii, sp. n. Snout obtuse, feebly projecting. Rostral nearly twice as broad as deep, just visible from above; internasals as long as the prae- frontals; frontal broader than the supraocular, nearly twice as long as broad, longer than its distance from the end of the snout, as long as the parietals; loreal a little longer than deep; one praeocular, not reaching the frontal, with a small subocular below it; two postoculars; temporals 2 + 2; eight upper labials, fourth and fifth entering the eye; five lower labials in contact with the anterior chin-shields; posterior chin-shields as long as the anterior and separated from each other by two series of scales. Scales smooth, in 21 rows. Ventrals not angulate laterally, 195; anal divided; subcaudals 87. Reddish brown above, sides grey with small black spots; head and nape grey-brown above, shading into blackish on the upper lip and on the sides of the neck; a whitish bar before and an other behind the eye; anterior ventrals white with a black edge, posterior and subcaudals dark grey with a white edge; end of tail pink. Total length 540 millim.; tail 145. A single specimen from Dolo. 332 G. A. BOULENGER 32. Philothamnus semivariegatus, Smith. - Dolo. 33. Homalosoma lutrix, L. - Webi Mana. The single specimen is referable to the var. abyssinicum, Blgr., but the frontal is considerably longer than broad, and the suture between the internasals is as long as that between the praefrontals. 34. Dasypeltis scabra, L. - Addis Abeba. 35. Hemirhagerrhis kelleri, Btter. - Dolo, Rahanuin Country. 36. Anoplorhinus nototaenia, Gthr. - Dolo, Rahanuin Country. 37. Rhamphiophis oxyrhynchus, Reinh. - Dolo. 38. Trimerorhinus tritaeniatus, (thr. - Addis Abeba. 39. Psammophis punctulatus, D. & B. - Dolo. 10. Psammophis biseriatus, Ptrs. - Dolo, Rahanuin Country, Webi Mana. 41. Causus resimus, Ptrs. - Rahanuin Country. h2. Atractaspis microlepidota, Gthr. - Dolo. Batrachia. I. Rana beccarii, Bler. - Addis Abeba. A single specimen, measuring 130 millim. from snout to vent. 2. Rana nutti, Bier. - Addis Abeba. 3. Rana mascareniensis, D. & B. - Webi Mana, Hawash R. 4. Bufo regularis, Reuss. - Dolo, Webi Mana. >. Bufo taitanus, Ptrs. - Rahanuin Country. ANOFTALMI DELLE ALPI APUANE DI CESARE MANCINI Già da parecchi anni percorrendo le Alpi Apuane con scopi puramente alpinistici, avevo il desiderio di visitare qualcuna delle numerose caverne che ivi si trovano per cercarvi insetti, ma una visita completamente sconfortante che feci nel 1903 alla grotta d’ Eolo: presso Levigliani mi fece abbandonare I’ idea. La scoperta dell’ Anophthalmus Andreinii Gestro, presso Castelnuovo Garfagnana mi invogliò di ritentare la prova ed infatti l’anno scorso visitai la Grotta dell’ Uomo Selvatico presso Foce di Mosceta, visita ben più fortunata della prima perché riuscii a catturare alcuni esemplari di un piccolo anoftalmo che subito credetti una nuova specie. Ritornatovi quest’ anno in maggio e giugno e visitando pure altre grotte ritrovai lo stesso anoftalmo nella grotta del Buggine presso Cardoso ed in quella del Fonta- naccio presso Pizzorno. Questo anoltalmo non è altro che una forma locale dell’ A7- dreinii Gestro e dal quale lo sì può distinguere solamente per la statura alquanto minore, variando essa da mm. 41/, a mm. 5 !/,, mentre che l’Andreinzi tipico varia da mm. 5!/, a 61/,. Ma nella grotta del Fontanaccio, oltre all’ Anophthalmus Andreinii, ebbi la fortuna di catturarne un altro ben diverso dal precedente e da tutti quelli che si conoscono e che mi accingo a descrivere dedicandolo al carissimo amico dott. Alessandro Brian, che mi fu compagno nella esplorazione delle grotte Apuane. Anophthalmus Briani nov. sp. A. Doriae proximus, sed statura multo majore, capite 9 latiore, antennis longissimis ultra */, elytrorum extensis, thorace brevi et lato, angulis anticis rotundatis, posticis 334 €. MANCINI rectis, elytris subparallelis et tenue striatis, humeris fortiter rotundatis et retrorsum declinantibus, facillime distinguitur. Long. 7!/, - 8!/, millim. Questo anoftalmo si distingue facilmente da tutti gli altri italiani per la sua maggiore statura; senza dubbio fino ad ora esso è il più grande che sia stato preso da noi, sorpassando notevolmente in lunghezza, anche alcuni esemplari di altre specie esistenti nel Museo Civico di Genova e nella collezione dell’ amico A. Dodero che hanno eccezionale statura. Si avvicina all’A. Doriae, ma da esso facilmente si può distinguere per la maggiore larghezza del capo, che raggiunge quasi la larghezza del torace e per la forma del torace stesso un poco più allungata ma meno sinuosa verso la base e cogli angoli posteriori retti. Ma altre differenze più marcate e più tipiche in questa nuova specie sono: la grande lunghezza delle antenne (6 mm. circa) le quali raggiungono o sorpassano di poco i */, delle elitre, il 4.° articolo delle antenne 6 volte lungo quanto largo nella sua parte mediana e gli omeri molto arrotondati tanto da sembrare che gli stessi sfuggano verso I’ indietro. Le elitre inoltre sono subparallele con le strie poco marcate. Nessuna diffe- renza ho notato nei tre punti piliferi che si trovano sulla terza stria. Questo anoftalmo fu da me raccolto in 6 esemplari nello scorso maggio e giugno nella grotta del Fontanaccio, la quale si trova lungo la Turrite Secca ad un’ ora circa a valle di Isola Santa; vive nella parte completamente oscura della caverna, nei tratti in cui vi è fango non eccessivamente bagnato ed ha movimenti velocissimi. Genova, Agosto 1912. alati Va MOLLUSQUES TERRESTRES ET FLUVIATILES RECUFILLIS PAR M. L. Fea PENDANT SON VOYAGE “A La GuINEE PORTUGAISE ET À L’ILE pu PRINCE PAR LOUIS GERMAIN INTRODUCTION. Il ya quelque temps déjà, M. le Docteur R. Gestro, sous- directeur du Musée Civique d’histoire naturelle de Génes, m'a confié l'étude des matériaux malacologiques recueillis par L. Fea au cours de ses yoyages 4 la Guinée portugaise et a l'Ile du Prince (Golfe de Guinée). La collection réunie par L. Fea est assez considérable. Elle renferme presque exclusivement des Mollusques terrestres et flu- viatiles dont l’étude fait l'objet de ce Mémoire. Quelques espéces marines s’y trouvaient mélées. En voici la liste avec Vindication des localités. Yetus proboscidalis de Lamarck (') Rio Cassine (Guinée portu- gaise); janvier 1900, un exemplaire. Littorina angulifera de Lamarck (*) Bissau (Guinée portugaise) ; fevrier 1899, quelques specimens. Ostrea parasitica Gmelin (*) Rio Cassine (Guinée portugaise) ; mars 1900, deux individus. (1) LAMARCK (DE). — Annales Muséum hist. natur. Paris, vol. XVII, p. 60, n. 10; et Hist. natur. animaux sans vertébres, VII, 1822, p. 333, n ° 21 ( Voluta proboscidalis). (2?) LAMARCK (DE). — Hist. nalur. animaux sans vertébres; VII, 1822, p. 54 (Phasia- nella angulifera). C'est le Littorina ahenea de REEVE (Conchol. Iconica,; 1857, pl. III, fig. 15a, 15c. (5) GMELIN. — Systema naturae; Ed. XIII, 1790, p. 295 C'est le Gasay da’? ADaNSON ( Vo- yage Sénégal; 1757, p. 196, pl. XIV, fig. 1 (Ostreum Gasar). 336 L. GERMAIN Tagalus angulatus Sowerby (') Bissau (Guinée portugaise); fe- vrier 1899, nombreux échantillons. Solen guineensis (Gray) Hanley. Ilha do Principe; juin 1901, un seul exemplaire. Les Mollusques terrestres et fuviatiles récoltés par L. Fea forment deux lots inégaux. Le premier est constitué par les espéces — peu nombreuses — recueillies sur les bords du Rio Cassine, ou aux environs de Bissau et de Bolama, dans la Guinée por- tugaise. Le second, de beaucoup le plus important, renferme le riche matériel réuni a l’Ile du Prince. * * L’île du Prince appartient a un petit archipel du (rolfe de Guinée dont l’intérèt est considérable au point de vue zoologique. Cet archipel se compose de quatre iles: San-Thomé, le Prince, Fernando-Pò et Anno-Bom. Liile du Prince n’a que 151 kilométres carrés de superficie. Malgré ces dimensions exigiies, elle possède de véritables mon- tagnes aux pentes boisces, couvertes d'une yégétation luxuriante et coupées d’innombrables ruisseaux. Le sommet le plus élevé at- teint.825 métres. Enfin l’ìle est entourée d'une quinzaine d'’ilots de très petites dimensions, le plus grand (ile de Caroco) ne de- passant pas trois hectares. Les naturalistes n’ont que rarement l’occasion d’étudier des récoltes malacologiques faites dans les iles du Golfe de Guinée. Aussi leur faune reste-t-elle encore peu connue. De Fernando-Pò, la plus grande de ces iles, nous ne connaissons qu'un fort petit nombre d’espéces (?). Un seul travail de A. A. Girard a été publié sur Anno-Bom (*). San-Thomé, plus souvent visitée par les natu- ralistes, notamment par F. Welwitsch, H. Dohrn, Barboza du Bocage, Greef, Moller, Fortunato de Castro, F. Newton, Ch. Gravier, (1) Sowersy in REEVE, Conchol. Iconica, 1874, pl. VIN, fig 37 (Solecurtus angulatits). C'est le Solen Tagal WADANSON (Voyage Sénégal, 1757, p. 255, pl. XIX, fig. 4). 2) GIRARD (A. A.). — Description de deux £wnea nouveaux de Vile Fernando-Pò: Jornal sc. mathemat. phys. e natur. Lisboa; 2.° série, II, 1822, p. 242-244, pl. I. () GIRARD (A.-A.) — Mollusques terrestres et fluviatiles de Vile d'Anno-Bom; Jorna/ sc. mathemat. phys. e natur. Lisboa; 2° série, IV, 1894, pp. 198-208, pl. I. MOLLUSQUES DE L’ AFRIQUE OCCIDENTALE 337 a été l’objet d’un assez grand nombre de mémoires malacologiques de Morelet (1), Crosse (*), Greef (*), Martens (+) Nobre (°), A. Girard (5), L. Germain (7). Enfin l’île du Prince, tout d’abord explorée par Rang (1829), puis par de Folin (1846), Dohrn (1865) et Fr. Newton, l’a été de nouveau par L. Fea en 1901. Les récoltes de ces différents voyageurs ont été étudiées par Rang (*), Morelet (°), Dohrn (!°), Tryon ("), Heynemann (*), Crosse (**), mais surtout A. Girard ('*) qui a publié, sur la faune malacologique des iles San-Thomé et du Prince, un très intéressant mémoire, malheureusement inachevé. Les abondants matériaux réunis par L. Fea complètent l’oeuvre de ses devanciers et apportent, en dehors des espèces nouvelles dont on trouvera plus loin la description, d'intéressants documents sur les relations faunistiques de Vile avec le continent atricain. (1) MORELET (A.). — Mollusques terrestres et fluviatiles (du voyage du Dr. Fr. Wel- witsch) Paris, 1868, 102 pp., 9 pl. color. (2) Crosse (H.). — Faunule malacologique terrestre de ile de San-Thome; Journal de Conchyliologie ; 3° série, VIII, 1868, pp. 125-135; et: Nouveau Catalogue des Mol- lusques terr. fluv. San Thome; zd,; XVIII, 1888, pp. 13-30. (5) Greer (R.). — Uber die Landschneckenfauna der Inseln Sào Thomé; Zoolog. An- seiger ; 1882, pp. 516-521. (i) MARTENS (Dr. E. von). — Landschnecke der westafricanischen Insel S. Thome; Thyrophorella; Sétg. ber. d. Gesellsch. Naturf. Freunde Berlin, 1886, p. 76. (°) NOBRE (A). — Noticia sobre as conchas terrestres e fluviaes racolhidas por F. Newton nas poss. portug. da Africa occidental; O Jistitulo; XXXIII, 1886, pp. 399- 403. — Conchas terr. e marinh. recol. A. Moller na ilha S. Thomé; Bol. da Soc. Geogr. Lisboa; 6° série, 1886, pp. 213-227. — Contribuicòes para a fauna malacol. ilha S. Thomé; O Instituto, XXXVIII, 1891, pp. 932-935. (9) GIRARD (A. A.). — Révision Mollusques: Muséum Lisbonne; V-VI. Révision faune malacologique iles San Thome et du Prince; /orza/ sc. mathem. phys. e natur. Lisboa ; 2° série, II, 1892, pp. 242-247; et III, 1893. pp. 28-42 et pp. 95-114; pl. I. (7) GERMAIN (LOUIS). — Mollusques terrestres recueillis par M. Ch. Gravier a Vile de San Thome (1906); Bulletin Muséum hist. naturelle Paris; XIV, 1908, pp. 55-62, 4 fig. dans le texte. (8) Rana (S.). — Description des Coquilles terrestres recueillies pendant un voyage a la cote occidentale d’Afrique et au Brésil; Annales sciences naturelles, XXIV, 1831, pp. 1-63, pl. I-II. (#) MORELET (A.). — Sérzes Conchyliologiques: 1% livraison, Cote occidentale d’Afrique; Paris, 1858, pp. 1-34, pl. I a NI. (1°) DOHRN (H.). — Die Binnenconchylien von Ilha do Principe; Malakozoolog. Bldtter; XIII, 1866, pp. 116-135, Taf. V. (4) Tryon (W. G.). — Description of a new species of Columna; American Journal of Conchology. ; II, 1866, p. 297. (2) HEYNEMANN (F. D.). — Die Nacktschnecken von der Prinzeninsel; Ma/akozoolog. Blitter ; XV, 1868, pp. 32-39. (5) CrossE (H.). — Faune malacologique terrestre et fluviatile de Vile du Prince; Journal de Conchyliologie, 3° série, XXVIII, 1888, pp. 296-304. (4) GIRARD (A. A.). — Loc. supra cit. ; 1893 et 1894. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 3.3, Vol. V (15 Settembre 1912). 2 do nc tas is =, Me RI Pi 338 L. GERMAIN * La faune malacologique de Vile du Prince se fait remarquer par un assez grand nombre d’espéces qui lui sont spéciales. Cepen- dant ces espéces appartiennent, pour la plupart, à des genres dont les représentants sont nombreux, a la fois dans les iles voi- sines (Fernando-Pò, Anno-Bom, San-Thomé) et sur le continent africain. Un seul genre, appartenant 4 la grande famille des Achati- nidae si largement développée dans l’Afrique tropicale n'est actuel- lement connu qu'à l’île du Prince: c’ est le genre Colummna (!). Quant aux espéces particulières à l’île rentrant dans des genres africains, elles ont, presque toutes, leurs représentants dans |’ Afrique équatoriale. C'est ainsi que les Ennea, les Nanina, les Rachis, les Subulina, les Opeas, ete., appartiennent a des séries large- ment répandues en Afrique et peuvent étre considérées comme des espéces représentatives. Il est d’ailleurs très probable que beaucoup de ces Mollusques seront retrouvés en dehors de Vile du Prince, comme l’a déjà été, notamment, le Rachis Burnayi Dohrn. Inversement, des espèces africaines seront encore décou- vertes dans Vile: c'est ainsi que L. Fea y a recueilli le Pseudo glessula fuscidula Morelet. En résumé, les Mollusques les plus caractéristiques de Vile du Prince sont les Columna, le Bocageia lotophaga Morelet, les Streptostele et l’Ennea Joubini Germain. Cette dernière espèce appartient au petit groupe très spécial des Sphinctostrema jusqu'ici inconnu en Afrique (*). La faune de l’ile du Prince présente de nombreuses analogies avec celle de San-Thomé ; mais, dans cette dernière ile, les Lnnea sont absents, les Rachis et les Nanina sont plus variés (*) et (1) Remarquons en passant que le genre Strepfostele, autrefois considéré comme spécial à Vile du Prince, est répandu dans une grande partie du bassin du Congo. D’autre part, le Columna Hainesi Pfeiffer, a été signalé à Grand Bassam et au Cap des Palmes, mais ces indications ont besoin d’ètre contròlées. (2) L’autre espèce connue, l’Ennea (Sphinctostrema) Bocagei Girard, vit dans la petite ile d’Anno-Bom. (5) Parmi les Nanina un petit groupe, composé des Nazina hepatizon Morelet, et Nanina Welwitschi Morelet, est bien spécial. Je l'ai distingué sous le nom de Thomeonanina. MOLLUSQUES DE L’ AFRIQUE OCCIDENTALE 339 les trois genres Thomea, Pyrgina et Thyrophorella y sont localisés. Mais les deux iles possédent des éléments communs apparte- nant aux genres Streptostele (Str. Moreleti Dohrn), Achatina (Ach. bicarinata Bruguière), Succinea, Stenogyra, etc..... Le genre Bocageia est commun aux deux faunes mais les espéces sont plus nombreuses à San-Thomé et il faut rechercher leurs analogues (') dans les iles orientales d Afrique (Iles Comores, Mayotte), fait absolument inexplicable dans l’état actuel de nos connaissances faunistiques. Ajoutons enfin que les Melampus (Melampus flavus Gmelin, Mel. pusillus Gmelin) vivent à la fois dans toutes les iles du Golfe de Guinée, sur les cotes occidentales d’Afrique et aux Antilles. Malgré les différences qui viennent d’étre signalées, il est incontestable que la faune des iles du Golfe de Guinée se rattache très étroitement a celle de l’Afrique équatoriale et qu'elle a la méme origine. C'est encore une faune où dominent les Enneidae et, surtout, les Achatinidae et qui prolonge, tout naturellement, celle qui peuplait l’ancien continent Africano-Brésilien. _ Le tableau suivant résume nos connaissances sur la faune ma- lacologique terrestre et fluviatile de l’Ile du Prince. En outre, il met en evidence les analogies et les différences que cette faune présente avec celles du Continent africain et des iles voisines. Dans ce tableau, le trait vertical | indique que le méme genre et la croix —-|- que la méme espéce se retrouvent dans la région considérée. (‘) Notamment les Bocageia comorensis Pfeiffer [Proceed. z00l. society, 1855, p. 2114 (Achatina comorensis)|; Bocageia monacha Morelet [Journal de Conchyliologie ; 1885, p. 290, p!. XIV, fig. 7 (Achatina (Homorus) monacha)]; Bocageia cornea Mo- relet [Journal de Conchyliologie ; 1877, p. 335, pl, XII, fig. 9 (Achatina cornea)]; etc. 340 L. GERMAIN NOMS DES ESPÈCES de I'lle du Prince Ile de Fernando-Po de San-Thomé d’Anno-Bom | Occidentale Afrique Sn“ == = —n | Veronicella myrmecophila Heynemann Dendrolimax Heynemanni Dohrn Vitrina dumeticola Dohrn Ennea sorghum Morelet Ennea crystallum Morelet Ennea (Sphinctostrema) Joubini (ermain Streptostele fastigiata Morelet Streptostele Folini Morelet Streptostele Moreleti Dohrn Streptostele Feai Germain Trochonanina aglypta Dohrn Trochonanina Folini Morelet Rachis Burnayi Dohrn Rachis eminulus Morelet Achatina bicarinata Bruguiére Pseudotrochus alabaster Rang Columna columna Muller Columna Leai Tryon Columna Hainesi Pfeiffer Bocageia lotophaga Morelet Subulina striatella Rang Subulina angustior Dohrn Subulina Feai Germain Subulina Newtoni Girard Subulina Moreleti Girard Opeas Dohrni Girard Opeas Crossei Girard Opeas Greef Girard Opeas pauper Dohrn Opeas subpauper Germain Pseudoglessula fuscidula Morelet Succinea concisa Morelet Neritina afra Sowerby Melampus flavus Gmelin Melampus pusillus Gmelin Truncatella princeps Dohrn ttt + ++ —++4++++4 MOLLUSQUES DE L’AFRIQUE OCCIDENTALE 341 Au terme de cette introduction, je suis heureux d’adresser mes meilleurs remerciments a M. le Doct. R. Gestro, sous-directeur du Muséum Civique d’histoire naturelle de Génes, qui a eu l’ama- bilité de me confier le matériel réuni par le voyageur L. Fea. Ce matériel était, d’ailleurs, en excellent état de conservation et avait été recueilli avec le plus grand soin. Aussi est-ce avec un réel plaisir que j'ai dédié la majeure partie des espéces. nouvelles au dévoué voyageur-naturaliste L. Fea. Paris, 25 juin 1912. 342 L. GERMAIN Famille des STREPTAXIDAE. Genre Streptaxis Gray, 1837 (1). Streptaxis Troberti Petit. 1841 Helix Troberti PETIT, Revue magasin zoologie; p. 100. 1842 Streptaris Troberti PreIrrER, Symbolae ad histor. Heliceorum ; ep: a0: 1848 Sireptaxis Troberti PreIrFER, Monogr Heliceor. vivent.; 1, p. 10, n.° 20. 1853 Streptaris Troberti PreIrrER, Monogr. Heliceor. vivent.; Il, p. 288, m:°823; 1859 Streptaris Troberti PreIrFER, Monogr. Heliceor. vivent.; IV, p. 333, nice"Sa; 1868 Streptaxis Troberti PFEIFFER, Monogr. Heliceor. vivent.: V, p. 447, n.° 49. 1885 Streptaxis (Odontartemon) Troberti Tryon, Manual of Conchology ; 2.° série, Pulmonata; Il, p. 75, pl. XV, fig. 57. 1889 Gonaxis Troberti BouRGUIGNAT, Mollusques Afrique equatoriale: p. 133. Le test de cette espèce, d’un jaune clair subtransparent, est orné, en dessus, de stries légèrement lamelleuses, obliques, assez réguliérement distribuées. Le dernier tour ne présente, en dessous, que des stries extrémement fines, serrées et d’une médiocre ré- gularité. Les dimensions de l’ombilic varient un peu suivant les indi- vidus; mais il reste toujours bien nettement ouvert en entonnoir. Longueur: 10-11 millimétres; diamétre maximum: 6-6 !/, mil- limétres; diamétre minimum: 4-4.*/, millimétres; hauteur de l’ou- verture: 3 millimétres; diamètre maximum de ouverture: 3-3 !/; millimétres. Bords du Rio Cassine (Guinée portugaise); 1. avril 1900 (L. Fea). Quelques exemplaires. Bolama (Guinée portugaise); 6 novembre 1899 (L. Fea). Un specimen. (1) Gray (J. E.). — London's Magazine; nouy. série; 1, 1837, p. 484: et Symopsis of the Contents of the British Muséum ; 1842, p. 90. MOLLUSQUES DE L’AFRIQUE OCCIDENTALE 543 Famille des ENNEIDAE. Genre Ennea H. et A. Adams, 1855 (!). Sl. — Enneastrum Pfeiffer, 1855 (°). Ennea (Enneastrum) capitata Gould. 1843 Pupa capitata Goutp, Proceed. Boston Society; 1, p. 158. 1853 Pupa capîtata PFEIFFER, Monogr. Heliceor. vivent.; II, p. 551, n.° 161. 1885 Ennea (Gulella) capitata TRYon, Manual of Conchology ; 2.° série, Pulmonata; I, p. 96, pl. XVII, fig. 70. 1889 Enneastrum capitatum BouRGUIGNAT, Mollusques Afrique équato- riale; p. 127. 1911 Ennea (Enneastrum) capitata GERMAIN, Bulletin Muséum hist. natur. Paris; p. 231. Le test, peu brillant, subtransparent, est d’un jaune pale, par- fois légérement ambré; le péristome est d’un blane pur, brillant. Contrairément à ce que l’on observe souvent chez cette espéce, les stries sont ici fines, irréguliéres, obliques, un peu plus fortement accentuées au voisinage des sutures. Il ne s’agit évidemment ici que d’une variation locale 4 sculpture moins accentuée que chez le type. Longueur: 10-11 millimétres; diamétre maximum: 5 1/15 !/, inillimétres; diamétre minimum: 4 #/,-5 millimétres; hauteur de ouverture: 3 !/, millimétres; diamétre maximum de l’ouverture : 3-3 !/, millimétres. Bords du Rio Cassine (Guinée portugaise); 18" avril 1900 (L. Fea). Ennea (Enneastrum) sorghum Morclet. 1848 Pupa sorghum MoRELET, Revue magas. zoologie; p. 354. 1853 Pupa sorghum Preirrer, Monogr. Heliceor. vivent.; Ul, p. 535, no 38. 1858 Pupa sorghum MorELET, Series Conchyliologiques; I, p. 27, n.° 27, tab. Il, fig. 10. 1866 Ennea sorghum Dourn, Malakozool. Blitter; XI, p. 132. (!) ApaMs (H. et A.). — Genera of recent Mollusca; arranged according to their organization ; février 1855, p, 171. (2) PFEIFFER. — Ma/lakozool, Blitter; 1855, p. 173. , 7. of. ae ORO ala ahh L. GERMAIN 1868 Ennea sorghum PFEIFFER, Monogr. Heliceor. vivent.; V, p. 453, n.0 17. 1885 Ennea (Uniplicaria) sorghum Tryon, Manual of Conchology: 2.° série, Pulmonata; I, p. 91, pl. XVII, fig. 45. 1888 Ennea sorghum Crosse, Journal de Conchyliologie: XXXVI, p. 299, n.°6. 1893 Ennea (Uniplicaria) sorghum Girarp, Jornal sc. mathemat. phys. e natur. Lisboa; 2.° série, II, p. 39, n.° 1. La figure donnée par Morelet est parfaitement exacte, si l'on en excepte toutefois le coloris qui est un peu trop violemment teinté de rouge; par contre la description laisse 4 désirer, aussi Dohrn (!) a-t-il eu parfaitement raison de la corriger et de la compléter. Le test des exemplaires recoltés par M. L. Fea est d’un corné pile, transparent; les premiers tours montrent de fines stries longitudinales assez obliques; les autres tours sont ornés de stries obliques, bien espacées, un peu fortes et très élégamment burinées. Les sutures sont nettement marginées. Longueur totale: 5 millimétres; diamétre maximum: 3 milli- métres; diamétre minimum: 2 */, millimétres; hanteur de l'ouver- ture: 4 /, millimétre; diamétre de l’ouverture: 1 !/, millimétre (*). Ilha do Principe; Roca Infante D. Henrique; 100-300 métres; avril 1901 (L. Fea). Deux échantillons. L’ Ennea sorghum Morelet, est une espéce spéciale a l’ile du Prince. Elle y semble rare: seuls, jusqu’ ici, de Folin et Dohrn avaient pu la recueillir. Elle vit sur les pentes des collines, cachée sous les feuilles mortes. Ennea (Enneastrum) erystallum Morelet. PI. IV, fig. 7-8. 1848 Pupa crystallum MOoRELET, Revue, magasin zoologie; p. 354. 1849 Pupa hyalina PFEIFFER, Zeitschr. fiir Malakozool.; p. 52. 1851 Pupa crystallum MoreLET, Journal de Conchyliologie; p. 194, pl. VI, fig. 15. (1) Donrn (Dr. H.) — Die Binnenconchylien von Ilha do Principe: Ma/akozoo/. Blatter, XII, 1866, p. 133. Dohrn a, notamment, parfaitement observé la suture mar- ginée et crénelée et les caractères de l’ombilic et de l’ouverture. «... Sutura submarginata, crenulata; . .. circa perforationem subcompressus: apertura axi parallela, truncato-ovalis, pariete aperturali dente parvulo minuto; pe- ristoma simplex, undique expansiusculum, marginibus callo tenuì junctis ». (?) Ces dimensions correspondent exactement à celles données par Dohrn dans sa description rectifiée : « Long. 5, diam. 2/3; ap, diam. 11/9 mill. », MOLLUSQUES DE L’ AFRIQUE OCCIDENTALE 345 1852 Pupa hyalina Kuster in MARTINI ct CHEMNITZ, Systemat. Conchyl. Cabinet; n.° 148, taf. XIX, fig. 1-3. 1853 Pupa crystallum P¥EIrrER, Monograph. Heliceor. vivent.; Ml, p: 534, n.° 5: 1856 Ennea crystallum PFEIFFER, Malakozoolog. Blatter; p. 61. 1858 Pupa crystallum MoRELET, Séries Conchyliologiques ; I, p. 27, n.° 26, taf. Ill, fig. 5. 1858 Ennea crystallum H. et A. ADAMS, Genera of recent Mollusca; Il, p. 171. 1866 Ennea crystallum DoHRN, Malakozoolog. Blatter; XUI, p. 132, n.° 16. 1869 Ennea crystallum HEYNEMANN, Nachrichtsbl. d. Malakozool. Ge- sellsch.; p. 178, Taf. I, fig. 4 (radula). 1885 Ennea (Nevillia) crystallum Tryon, Manual of Conchology ; 2.° série, Pulmonata ; I, p. 92, pl. XVII, fig. 50. 1888 Ennea crystaltum Crosse, Journal de Conchyliologie; XXXVI, Ds 298) Deno. Ce trés bel Ennea qui, « avec son animal d'un rouge corail et sa coquille cristalline, se détache comme une pierre précieuse, sur le fond noir des plantes mortes, où on le trouve caché » (!) est assez répandu dans l’ile du Prince, où il a été recueilli par tous les naturalistes qui ont voyagé dans ces parages (de Folin, Dohrn, Newton, Fea). La taille de la coquille atteint 8 '/, millimétres de longueur pour 4 millimétres de diamétre maximum et 3 8/, millimétres de diamétre minimum. L’ ouverture mesure 2 !/, millimétres de hau- teur sur 2 millimétres de diamétre maximum (?). Le test, d’un corné très clair, plus pàle et absolument transpa- rent au dernier tour, est bien brillant. La sculpture est délicate ; les premiers tours sont à peine striés, les autres présentent des stries longitudinales irréguliéres, obliques, un peu espacées, plus nettement accusées aux sutures qui sont marginées et suberénelées. Pfeiffer a signalé une variété minor ne possédant que 7 tours de spire (le type en a 8) et mesurant seulement 6 4/, millimétres de longueur pour 3 !/, millimétres de diamétre (8). Les jeunes possèdent une coquille trochoide-tectiforme en dessus; les sutures sont nettement marginées et subcrénelées; l’ouverture, (‘) DoukN (Dr. H.). — Die Binnenconchylien von Ilha do Principe; Malakozoo/og. Bldtter, 1866, p. 132: « Sie lebt unter faulenden Pflanzenstoffen, und nimmt sich unter der schwarz fauligen Substanz mit ihrem Korallenrothen Thier und der glan- zenden Schale wie ein Edelstein aus ». (®) Le type décrit par MoreLET ne mesurait que 7! millimétres de longueur pour 3 !/s millimétres de diamétre. (5) PFEIFFER (L.). — Monographia Heliceorum viventinum , III, 1853, p. 534 (Pupa crystallum, [3 minor), ~~ ew ee 346 L. GERMAIN vaguement subquadrangulaire, munie parfois d’une angulosité rela- tivement prononcée sur son bord externe, est absolument dé- pourvue de la dent lamelliforme que l’on observe chez les individus adultes. Cette dent n’ apparait qu’assez tard; elle manque encore chez les jeunes ayant atteint déjà 5 !/, et méme 6 milli- métres de longueur; elle se dessine nettement quand le péristome commence è s' épaissir; la coquille mesure alors de 6 !/, à 7 mil- limétres de longueur. Ilha do Principe: Roca Infante D. Henrique; 100-300 métres; 1.7 mars 1901; avril 1901 (L. Fea); nombreux exemplaires. Ilha do Principe: Bahia do Oeste; 100-200 métres; 5 juin 1901 (L. Fea); quelques specimens. § I. — Sphinetostrema Girard, 1894 ('). EFnnea (Sphinctostrema) -Joubini Germain, nov. sp. ©). PI. IV, fig. 13-14-15. 1912 Ennea (Sphinctostrema) Joubini GERMAIN, Bulletin Muséum hist. natur. Paris, n.° 5. Coquille imperforée, subeylindrico-ovalaire, fortement atténuée vers la base; spire composte de 8-8 !/, tours conyexes à croissance lente et assez régulière, séparés par des sutures bien marquées et submarginées; dernier tour étroit, médiocrement convexe, descen- dant dans le voisinage de l’ouverture, fortement comprimé latéra- lement, muni du còté columellaire d’ une dépression semicirculaire relativement profonde, n’atteignant pas, en hauteur, le tiers de la hauteur totale de la coquille; ouverture oblique, très resserrée par les sinuosités du péristome, en forme d’Y a branches un peu courbées, bordée par un péristome subcontinu, complétement dé- taché sauf a langle columellaire, fortement épaissi, blanchatre ; bord externe avec une sinuosité médiane profonde; bord columel- laire trés fortement incurvé; deux dents internes, la supérieure (‘) GiRARD (A, A.). — Mollusques terrestres et fluviatiles de 1’ île d’ Anno-Bom (Golfe de Guinée); Jornal sc. mathemat. phys. e natur. Lisboa, 2.° série, IV, 1894, p. 206. (2) Espéce dédiée a M. le Dr. L. Jounin, professeur au Muséum d° histoire nalu- relle de Paris et 4 l'Institut Océanographique. MOLLUSQUES DE L’ AFRIQUE OCCIDENTALE 347 beaucoup plus longue que l’inférieure, se traduisant au dehors par deux sillons blanchàtres sur la face externe du dernier tour; une lamelle pariétale saillante longuement prolongée a l’intérieur de l’ouverture qu'elle divise, dans ses deux premiers tiers anté- rieurs, en deux compartiments latéraux à peu près d’ égale largeur. Longueur totale: 5 !/, millimétres; diamétre maximum: 3 mil- limétres; diamétre minimum: 2°*/, millimetres; hauteur de 1’ ou- verture: 13/, millimétre; diamétre de |’ ouverture vers le milieu de la branche montante de |) Y: 1/, de millimétre. Test solide, 4 peine translucide, très peu brillant, jaune clair un peu ambré aux tours supérieurs. Tours embryonnaires avec des stries extrémement fines et délicates; autres tours ornés de petites cotes lamelleuses, saillantes, trés obliques, subarquées, 4 peu prés réguliérement distribuées. Au dernier tour, ces cdtes s'arrétent à la dépression columellaire où elles sont remplacées par de fines stries irréguliéres et subparalléles au bord de 1’ ou- verture. Enfin, entre les cétes lamelleuses, on observe de fines stries paralléles aux sutures et qui, le plus souvent, ne s’étendent pas sur tout l’ espace compris entre deux cotes successives. Cette remarquable espéce ne peut étre rapprochée que de l Ennea (Sphinetostrema) Bocagei Girard (*), de Ile d’Anno- Bom (Golfe de Guinée), mais elle s’en sépare, en dehors des caractéres particuliers de sa spire et de son ouverture, par sa belle ornementation sculpturale, |) Ennea Bocagei Girard, étant entiérement lisse. Il est également curieux de faire remarquer les analogies que l’Ennea Joubini Germain, offre avec quelques espèces de la Chine, notamment les Ennea strophioides Gredler (2), Ennea micro- stoma Millendortf (°) et Ennea Kermorganti Ancey (4) (?). Ilha do Principe: Roca Infante D. Henrique; 100-300 métres; avril 1901; un seul exemplaire (L. Fea). (1) GIRARD (A. A.).— Loc. supra cit., 2.° série, IV, 1894, p. 206, n.° 3, PI. I, fig. 5-7. (?) GREDLER. — Jahrb. d. deutschen Malakozoo!. Gesellschaft, VIII, 1881, p. 118, taf. XVIII, fig. 24. (Pupa Strophioides). @) MOLLENDORFF (Dr. O. F.). — Materialien zur Fauna von China; Jahrb. d. deutschen Malakozool. Gesellschaft, p. 277, n.° 3, taf. X, fig. 10. Décrit précedemment par MOllendorff sous le nom de Pupa microstoma (Jahrb. d. Malakozool. Gesellsch. ; VII, 4881, p. 314). (5) ANCEY (C. F.). — Le Naturaliste ; 1881, p. 373. ©) Il est fort probable que ces trois Exnea appartiennent à une seule espece. 348 L. GERMAIN Genre Streptostele Dohrn, 1866 ('). Sa; Sireptostele fastigiata Morelet. 1848 Bulimus fastigiatus MORELET, Revue et magasin zoologie; p. 352. 1851 Achatina fastigiata pe Frrussac et DesHAayYESs, Hist natur. génér. et particul. Mollusques: I, p. 188, tab. CXXXVII, fig. 4-6. 1852 Bulimus fastigiatus PreirreR, Bulim. in MARTINI et CHEMNITZ, Syst. Conchylien.-Cabin.; n.° 119, Taf. XXXII, fig. 3-4. 1853 Bulimus fastigiatus PrEIFFER, Monogr. Heliceor. vivent.; Ul, p. 391, n.° 561. 1858 Bulimus fastigiatus MoRELET, Series Conchyliologiques; 1, p. 16, mee Oo Mateo etl Paes: 1859 Bulimus fastigiatus PFEIFFER, Monogr. Heliceor. vivent.; IV, p. 453. n.° 672. 1866 Streptostele fastigiata Dourn,. Malakozool. Blatter; XIU, p. 130, n.° 13. 1866 Streptostele fastigiata PFEIFFER, Novitates Conchologicae; fase. XXVI, p. 315, n.0 428, Taf. LXXVI, fig. 6-7. 1868 Streptostele fastigiata PrEIFFER, Monogr. Heliceor. vivent.; V, p. 457, sees 1855 Streptostele (Elma) fastigiata Tryon, Manual of Conchology; 2.° série, Pulmonata; I, p. 108, Pl. XX, fig. 74. 1888 Streptostele fastigiata Crosse, Journal de Conchyliologie; XXXVI, p. 298, n.° 2. : 1893 Streptostele fastigiata GIRARD, Jornal sc. mathemat. phys. et natur.; 2.° série, II, p. 98, n.° I. , La collection réunie par M. L. Fea renferme une jolie série d’exemplaires de cette espéce spéciale a lile du Prince. Son polymorphisme est assez étendu et porte principalement sur la forme générale. Voici, tout d’abord, un tableau donnant les prin- cipales dimensions d’un certain nombre de specimens: Longueur | Diamètre Diamétre Hauteur Diamétre totale maximum minimum de ouverture | de l’ouverture 20. mill. 6 mill. 5 mill. 6 mill. 33/, mill. 21 » 6 i. SVE FS Paty oS Sha Pek 22 » (ORI 5 83 6 » Slee Resa, 7 » Ge > 67). > Di le. DS RETI, i > 6%, » 7 » 39, >» 24 » 7 » 6 » 7 » 4 » 24 » Blea II TOS la EN SASA PA], » FAI CAREY celo 7 » 4 » 29 (2) » 2 » ? » ? » ? » (1) DourN (Dr. H.) Die Binnenconchylien von Ilha do Principe; Malakozool, Blatter, XIII, 1866, p. 128. (4 Cette dernière mensuration est donnée d’après A Morelet (Séries Conchylio- logiques, ete., I. 1858, p. 16). MOLLUSQUES DE L'AFRIQUE OCCIDENTALE 349 On voit, en examinant ce tableau, qu'il existe des individus présentant un mode elata assez net, tandis que d autres mon- trent une coquille d’allure beaucoup plus ventrue. Mais ces deux types estrémes étant reliés par de nombreux intermédiaires, il est impossible de distinguer utilement des variétés. La forme de l’ouverture varie également d’ une manicre no- table suivant les individus considérés par suite de la sinuosité plus ou moins accentuée de son bord externe. De plus, le péristome est encrassé à un degré variable et les bords de l’ ouverture sont réunis par une callosité blanche parfois presque nulle. Le test est un peu brillant, d’apparence cristalline, subtrans- parent et d’un jaune clair parfois presque incolore, d’autres fois teinté de brun. Les premiers tours de spire sont finement striés et montrent, à un fort grossissement, quelques rares stries spirales très irréguliéres localisées au voisinage des sutures; les autres tours sont ornés de stries longitudinales inégales, obliques, ar- quées, irréguliérement distribuées, plus denses et plus fortement marquées aux sutures qui sont nettement crénelées. Les jeunes présentent la méme ornementation sculpturale que les adultes, mais leur coquille est, proportionnellement, bien moins allongée. De plus, |’ ouverture est plus réguliérement ova- laire, son bord externe n’étant pas encore arqué en avant comme on l’observe toujours chez les individus arrivés à leur entier déve- loppement. Enfin la columelle n’est jamais tronquée a la base, quelque soit le degré de développement de la coquille. Ilha do Principe; Roca Infante D. Henrique; 100-300 metres; let mars 1901 et avril 1901; nombreux specimens (L. Fea). Ilha do Principe; Bahia do Oeste; 100-200 métres; 5 juin 1901 (L. Fea). Streptostele Folini, Morelet. 1858 Bulimus Folini MorELET, Séries Conchyliologiques; 1, p. 16, n.° 11, PINI: 1866 Streptostele Folini DoHRN, Malakozool. Blatter; XII, p. 131, n.° 14. 1866 Streptostele Folini PrEIFFER, Novitates Conchologicae; fase. XXVI, p. 316, n.° 429, Tab. LXXVI, fig. 8-9. 1868 Streptostele Folini PFEIFFER, Monogr. Heliceor. vivent.; V, p. 458, n.° 3. 1885 Streptostele Folini Tryon, Manual of Conchology; 2.° Série, Pul- monata; I, p. 108, PI. XX, fig. 72-73. 350 L. GERMAIN 1888 Streptostele Folini Crosse, Journal de Conchyliologie; XXXVI, p. 298, n° 3. 1893 Streptostele Folini Girarv, Jornal sc. mathemat. phys. e natur. 2,° Série, Ill, p. 99, n.0 2. Certainement très voisine de l’espéce précédente, auquel il faudra peut ¢tre la reunir quand on aura des matériaux suftisants de comparaison, elle s'en distingue surtout par sa forme plus allongée, la spire étant plus acuminée et composée de tours un peu moins convexes. Le test montre les mémes caractères sculpturaux, mais les stries sont plus fines, plus serrées, tout en restant, d’ ailleurs, aussi irréguliéres. Longueur totale: 16-17 millimétres; diamétre maximum: 4 */,-5 millimetres. § 2. Streptostele Feai, Germain, 200. sp. ('). PI. IV, fig. 11-12. 1912 Streptostele Feat GERMAIN, Bulletin Muséum hist. natur. Paris; n.° 5, fig. 60. ; Coquille imperforée, longuement turriculée; spire composée de 7-8 tours, les premiers assez conyexes, les derniers à peine con- vexes; dernier tour médiocre, cylindroide, subconvexe, n’atteignant pas le tiers de la hauteur totale; sutures linéaires dans une di- rection ascendante, très nettement marginées; sommet obtus; ou- verture très étroitement et irréguliérement allongée dans une direction oblique, longuement et étroitement anguleuse en haut, bien arrondie en bas, bords marginaux réunis par une callosite d’un blanc jaunacé; bord columellaire tordu et épaissi; péristome épaissi, un peu réfléchi, fortement arqué en son milieu. Longueur: 6-6 #/, millimétres; diamétre maximum: 1 ?/,-1 °/, millimétres; diametre minimum: 1 '/,-1!/, millimétres; hauteur de |’ ouverture: 1 !/, millimétre; diamétre maximum de l’ouver- ture: 1/,-5/, millimétre. (1) Espèce dédiée au voyageur L. Fea. POS J rr ta MOLLUSQUES DE L’ AFRIQUE OCCIDENTALE 551 Test translucide, brillant, d’un corné clair, un peu jaunàtre; premiers tours garnis de stries fines et deélicates; autres tours ornés de stries plus fortes, obliques, irrégulières et serrées, souvent anastomosées, plus accentuées près des sutures. Cette espéce très caractérisée se rapproche surtout du Sdepto- stele Moreleti Dohrn (*), mais elle s’ en sépare : Par son dernier tour proportionnellement plus petit; par son ouverture de forme’ trés différente, beaucoup plus étroitement al- longée, avec un bord externe plus sinueux; par sa columelle plus tordue; enfin par sa sculpture particulière. Ilha do Principe; Roca Infante D. Henrique; 100-300 métres; avril 1901; quelques exemplaires (L. Fea). () DOARN (Dr. H.). — Die Binnenconchylien von Ilha do Principe; Ma/akozoo/. Blatter, XIII, 1866; p. 132, n.° 15 (4), Taf. V, fig. 17-19 (Streptostele Moreletiana). S LI ila s".4 ) 6 SC Te ee A 352 L. GERMAIN Famille des HELIXARIONIDAE. Genre Thapsia Albers, 1860 ('). Thapsia indecorata Gould. 1850 Helix indecorata GouLp, Proceedings Boston Society; Ul, p. 194. 1853 Melia: indecorata PFEIFFER, Monograph. Heliceor. vivent.: Ul, p. 50, n.° 141. 1859 Helix indecorata PrEIrrER, Monograph. Heliceor. vivent.; IV, p. 25, n.° 146. 1868 Helix indecorata PFEIFFER, Monograph. Heliceor. vivent.; V, p. 69, n.° 184. 1868 Helix indecorata MorELET, Mollusques voyage Welwvitsch; p. 45. 1886 Nanina (Thapsia) indecorata Tryon, Manual of Conchology ; 2.° série, Pulmonata; Il, p. 126, pl. XLII, fig. 97-99. 1907 Thapsia indecorata GERMAIN, Bulletin Muséum hist. natur. Paris: XII, p. 344. 1907 Thapsia indecorata GERMAIN, Mollusques terr. fluv. Afrique centrale francaise; p. 612. 1912 Thapsia indecorata GERMAIN, Bulletin Muséum hist. natur. Paris; XVII, n. 5. Ce Thapsia est bien reconnaissable à sa forme générale net- tement conique en dessus, et à son dernier tour fortement élargi et toujours comprimé, ce qui lui donne une apparence carénée. L’ ombilic est trés étroit, partiellement recouvert par la patule- scence du bord columellaire. ; La spire montre un polymorphisme relativement étendu. A cote d’exemplaires assez élevés (rapport ae = 100) » que Von peut considérer comme appartenant à une mutation alfa, il en est d’autres (mutation depressa) beaucoup plus déprimés, puisque le rapport E nest que a. Il existe (ailleurs, entre ces deux types extrémes, tous les intermédiaires. Chez les formes depressa le dernier tour est plus fortement comprimé et l’ ouverture plus oblique avec un bord extérieur mieux descendant-convexe. Le test est corné fauve (*), transparent, plus brillant en des- sous qu’en dessus. Sa sculpture est très délicate. En dessus la (£) ALBERS (J. Cnur.). — Die Heliceen nach natiirlicher Verwandtschaft system. geordnet, Edit. von MARTENS, 1860, p. 56. (Thapsia). (?) La figure donnée par Tryon dans son Manuel (Voir ci-dessus, a la synonymie) est certainement mal coloriée. MOLLUSQUES DE L’ AFRIQUE OCCIDENTALE 355 coquille est finement réticulée: les stries longitudinales, fines, irréguliéres, obliques et souvent anastomosées sont coupées de stries spirales trés fines, très serrées, inégales et souvent ondu- leuses, les ondulations étant de faible amplitude et assez rap- prochées. En dessous, la sculpture présente la méme disposition générale, mais les stries longitudinales sont plus accentuées et surtout beaucoup plus irréguliérement distribuées. Voici les dimensions principales de quelques individus: Diamétre maximum 10 mill. 10 mill. 9°/, mill. 9 ?/, mill. Diamétre minimum 9 » Qh ot Pee Scie Hauteur 6 » Dufay LE O LIES tos Diamétre maximum de l’ouverture 51/,> DI ei EE SIAE Hauteur del’ouverture 4 3/, » Ae te A. » 4 » Bolama (Guinée portugaise); 6 novembre 1899; nombreux échantillons (L. Fea). Genre Trochonanina Mousson, 1869 ('). Trochonanina (Trochozonites) Folini Morelet. 1848 Helix Folini MoRELET, Revue et magasin Zoologie: p. 352. 1853 Helix Folini PFEIFFER, Monogr. Heliceor. vivent.; II, p. 57, n.° 170 (excl. synonym. Helix talcosa Gould). 1858 Helix Folini MoRELET, Series Conchyliologiques; I, p. 13, n.° 5, Dia eaticns. 1866 Nanina Folini Dourn, Malakozoolog. Blatter; XII, p. 120, n.° 3. 1868 Helix Folini MoRELET, Mollusques Voyage Welwitsch; p. 56, n.° 9. 1881 Trochomorpha (Nigritella) Folini PrEIFFER, Nomenclator; p. 80. 1885 Rhysota (Trochozonites) Folini Tryon, Manual of Conchology ; 2.¢ Série, Pulmonata; Il, p. 51, pl. XXIV, fig. 98. 1888 Nanina Folini Crosse, Journal de Conchyliologie; XXXVI, p. 300, no Il. 1896 Trochozonites Folini D’ Aly, Mollusques terr. eau douce Kame- roun; p. 47. Les nombreux specimens de cette belle espéce recueillis par M. Fea sont en parfait état de conservation et permettent de dé- crire la sculpture avec une grande exactitude. (1) Mousson. — Journal de Conchyliologie, 1869, p. 330. Ann. del Mus. Civ. di St, Nat. Serie 3.*, Vol. V (15 Settembre 1912). 23 a aed.’ = ee ee lita ni 354 L. GERMAIN Le test, subtransparent, est d’un roux fauve ou d’ un rouge brun relativement foncé, assez terne en dessus, bien brillant en dessous; la caréne du dernier tour est assez souvent colorée en jaune verdatre. Les tours embryonnaires montrent des stries spirales bien accentuées, réguliérement espacées, coupées de stries longitudi- nales beaucoup plus fines, perceptibles seulement a un assez fort grossissement. Sur les tours suivants, on constate la présence de stries pliciformes saillantes, très obliques par rapport aux su- tures (!), bien espacées et garnies de poils roides, légèrement recourbés à leur extrémité et disposés réguliérement en trois rangées spirales sur chaque tour. En dessous, la sculpture est extrémement délicate: les stries longitudinales, fines, obliques et irrégulières sont coupées de stries spirales seulement perceptibles 4 I’ aide d’ une forte loupe. La taille des exemplaires du Musée de Génes est assez consi- dérable puisqu’ ils atteignent les dimensions suivantes : Longueur: 10-11 millimétres; diamétre maximum: 11-12 millimétres; dia- métre minimum: 10 !/,-11 */, millimétres; diamétre maximum de l’ ouverture: 6-6 !/, millimétres; hauteur de I’ ouverture: 3 */,-6 millimétres. ha do Principe: Roca Infante D. Henrique; 100-300 métres; 1 mars 1901, et avril 1901; nombreux exemplaires (L. Fea). Ilha do Principe; Bahia do Oeste; 100-200 métres; 5 juin 1901; quelques specimens peu adultes (L. Fea). Le Trochonanina Folini Morelet, est une espèce répandue, i Vile du Prince, au milieu des collines hoisées où elle vit sous | les feuilles mortes. Sur le continent, elle a été trouvée dans ‘ I’ Angola (Welwitsch), le Gabon et le Kameroun (Dusén, Sjéstedt). Dans cette dernière région, a cété de I’ espéce telle qu'elle a été décrite et figurée par A. Morelet, vit une variété plus déprimée et à caréne plus saillante décrite par le Docteur E. von Martens sous le nom de 7rochonanina percarinata (è). @ Ces sutures sont nettement canaliculées ainsi que Dohrn (Die Binnenconchylien von Ilha do Principe, Malakozoolog. Blitter; XIII, p. 120) l’a indiqué le premier. (?) MARTENS (Dr. E. von). — Monatsber. Berlin, 1876, p. 256, Taf. I, fig. 16-18. Il est évident que cette coquille ne peut étre spécifiquement séparée du Trochonanina Folini Morelet. On doit, par suite, la nommer: Zrockonanina (Trochozonites) Folini Morelet, variété percarinata Martens, Owe MOLLUSQUES DE L) AFRIQUE OCCIDENTALE Oo”) Famille des BULIMINIDAE. Genre Rachis Albers, 1850 (!). Rachis Burnayi Dohrn. 1866 Buliminus (Rachis) Burnayi Dourn, Malakozoolog. Blatter; XIII, p: 124, nie 75 Lats V, te) 1113: 1868 Bulimus Burnayi PrEIFFER, Monograph. Heliceor. vivent.: VI, p. 45, n.° 345. 1881 Bulimina (Rachis) Burnayi PFEIFFER, Nomenclator; p. 284. 1888 Buliminus (Rachis) Burnayi Crosse, Journal de Conchyliologie ; LOO Joy, BO, alk Ie 1893 Buliminus Burnayi GIRARD, Jornal sc. mathemat. phys. natur. Lisboa; 2.° série, II, p. 30. 1896 Rhachis Burnayi pv Amuy, Mollusques terr. eau douce Kaméroun; p. 58. Tous les specimens récoltés par M. L. Fea sont ornés de deux bandes brunes au dernier tour: |’ une exactement carénale, l’au- tre infracarénale située a environ 1 1/, millimétre de la première. Tandis que certains individus ne possédent que cette seule orne- mentation picturale, d’ autres sont agrémentés de deux ou trois rangs de taches brunes ou rougedtres disposées en dessus de la bande carénale. Les deux premiers rangs sont formés de taches petites dont |’ ensemble rappelle les bandes interrompues si fré- quentes chez les Helix (Tachea) nemoralis Linné et Helix (Tachea) hortensis Miller. Au dernier rang, les taches sont beaucoup plus grandes et souvent disposées en \/ horizontaux (<). Les bandes et les taches sont aussi visibles 4 1’ intérieur de l’ou- verture que sur le dernier tour. Le test mince, fragile, absolument transparent, est de couleur paille claire. Le sommet, trés brillant, est brun-rougeatre. Le sommet est lisse; les premiers tours sont ornés de stries fines, délicates, obliques et serrées; les autres tours montrent des stries plus grossiéres, très obliques, inégales, coupées de stries spi- rales trés fines, serrées et onduleuses. (1) ALBERS (J.). — Die Heliceen nach nativi, Verwandts. system. geordnet, 1850, p. 182, 356 L. GERMAIN La taille reste petite dans les exemplaires étudiés: Longueur totale: Os) onl: 15 mill. 15 !/, mill. iamétre maximum: 5‘ » QIl/ » Diamétre maximu HA DIETA 10 Diamétre minimum: 45/, » (ho PT 8 » Hauteur de ouverture: 5 » 8 » () » Diamétre maximum de l’ ouverture: 3!/, » 5 » S45) 2 Les exemplaires types, décrits par Dohrn, atteignent jusqu’a 19-20 millimétres de longueur. D’'après d’ Ailly, le Rachis Burnayi Dohrn, pond une qua- rantaine d’ ceufs. Ils sont de forme sphérique et mesurent 1 !/, mil- limétre de diamétre. Primitivement découverte a |’ Ile du Prince où elle rampe sur les feuilles des arbres et des arbustes, cette espèce a été retrouvée au Cameroun (Dusén; Y. Sjéstedt) où elle n’ est pas très rare sur les feuilles des Cacaoyers (Theobroma cacao) et des Bananiers (Musa paradisiaca). Ilha do Principe; Roca Infante D. Henrique; 100-300 métres; avril 1901; quelques specimens (L. Fea). Ilha do Principe; Bahia do Oeste; 100-200 mètres; 5 juin 1901; quelques individus (L. Fea). Rachis eminulus Morelet. 1848 Bulimus eminulus MoRELET, Revue Magas. Zoologie; p. 353. 1853 Bulimus eminulus PFEIFFER, Monogr. Heliceor. vivent.; I, p. 393, n.9 570. 1858 Bulimus eminulus MoRELET, Séries Conchyliologiques; 1, p. 14, D'EATSTDI Ll. tip. Ge 1866 Buliminus (Hapalus) (}) eminulus Dourn, Malakozool. Blatter; MIU: 126) 10208: 1868 Bulimus eminulus MoRELET, Mollusques Voyage Welwitsch; p. 61. 1872 Bulimus eminulus MorELET, Ann. Mus. Genova; lll, p. 197, n.° 13. 1874 Buliminus (Hapalus) eminulus JickeLI, Fauna d. Land-und Sùsswasser-Mollusk. N. O. Afrik; p. 103. 1881 Bulimina (Hapalus) eminula PFEIFFER, Nomenclator; p. 299. (1) C'est dans le texte seulement, que Dohrn (/oc, supra cit., 1866, p. 126, ligne 10) rapporte cette espéce au genre Hapalus. iii — MOLLUSQUES DE L’ARRIQUE OCCIDENTALE 357 1888 Buliminus (Rhachis) eminulus Crosse, Journal de Conchyliologie ; XXXVI, p. 302, n.° 18. 1893 Buliminus eminulus GIRARD, Jornal sc. mathem. phys. e natur. Lisboa; 2.° série, lll, p. 30. 1896 Hapalus eminulus vp’ ALLY, Mollusques terr. eau douce Kaméroun; p. 59. Le seul specimen récolté par M. L. Fea est bien typique , mais de petite taille: longueur: 11 millimétres; diamétre maxi mum: 6 millimétres; diamétre minimum: 5 millimétres. Le test est mince, ambré, assez brillant, bien transparent; il est orné, sur les premiers tours, de stries longitudinales extrémement déli- cates et, sur les tours suivants, de stries mieux marquées, très obliques, assez serrées, un peu plus accentuées au voisinage des sutures. Le Rachis eminulus Morelet, ne vit pas seulement 4 Vile du Prince où il a été recueilli par Dohrn; on le connait également au Gabon et dans |’ Angola (Welwitsch), au Cameroun (Dusén) et méme, d’aprés Morelet, (') en Abyssinie. Ilha do Principe; Roca Infante D. Henrique ; 100-300 metres; avril 1901 (L. Fea). () MoRELET (A.). — Notice sur les Coquilles terr. et d’eau douce Cotes Abys= sinie (Voyage de M. M. Antinori, Beccari et Issel mer Rouge et pays des Bogos). Annali Museo Civico Genova ; III, 1872, p. 197. 358 L. GERMAIN Famille des ACHATINIDAE. Sous Famille des ACHATININAE. Genre Achatina de Lamarck, 1799 (1). Sous-Genre Archachatina (Albers, 1850 (*)) Pilsbry 1904 (°). Achatina (Archachatina) bicarinata Bruguicre. 1792 Bulimus bicarinatus BRUGUIERE, Encyclopédie méthodique; Vers: |, p. 359. 1819 Helix bicarinata pe FéRrussac, Tableaux systématiques animaux Mollusques ; p. 49. 1822 Achatina bicarinata pe LAMARCK, Hist. natur. animaux sans ver- tébres; VI, part. I, p. 129. 1831 Helix bicarinata RANG, Annales des sciences naturelies; XXIV, pp. 23, 0:0 10; 1848 Achatina sinistrorsa PFEIFFER, Monogr. Heliceor. vivent; Il, p. 248, micwl3: 1849 Achatina bicarinata REEVE, Conchologia Iconica; V, pl. V; fig. 17. 1851 Helix bicarinata DE Frrussac, Histoire génér. et part. Mollusques; pl. CXXVII. 1855 Achatina bicarinata Kùster in MARTINI et CHEMNITZ, Systemat. Conchylien-Cabinet; taf. XV, fig. 3-4. 1866 Achatina bicarinata Dourn, Malakozoolog. Blatter; XMI, p. 121, n.° 4. 1868 Achatina bicarinata MorELET, Mollusques Voyage Welwitsch; p. 64. 1868 Achatina bicarinata Crosse, Journal de Conchyliologie; XVI, p. 133. 1876 Achatina bicarinata PrelrFER, Novitates Conchologicae, p. 313, pl. LXXVI, fig. 1 (var. carnea). 1882 Achatina bicarinata (sinistrorsa) GREEF, Zoologischer Anzeiger; Vi .p- 19203 n°948: 1888 Achatina bicarinata Crosse, Journal de Conchyliologie; XXXVI, Ds 20) AO, 1893 Achatina bicarinata GIRARD, Jornal sc. mathemat. phys. natur. Lisboa; 2.° série, II, p. 109. 1905 Archachatina bicarinata Pinspry in Tryon, Manual of Conchology; 2.° série, Pulmonata; XVII, p. 107, n.° 1; pl. XLVI, fig. 4 et pl. XIX, fig. 27. 1908 Achatina (Archachatina) bicarinata GERMAIN, Bulletin Muséum hist. natur. Paris; XIV, p. 60. (1) LAMARCK (de). — Prodrome, 1799, p. 75; et Systéme animaux sans vertèbres ; 1801, p. 90. (*) ALBERS. — Die Heliceen ; 1850, p. 189 (în part.). (*) Pruspry (H. A.). — Manual of Conchology ; 2.° série, Pulmonata; XVII, 1904, p. 104. è MOLLUSQUES DE L’AFRIQUE OCCIDENTALE 359 Cette trés belle espéce est commune dans les points humides et boisés des iles San Thomé et du Prince. Elle grimpe sur les tiges des arbres et des arbustes. Les jeunes ont une coquille relativement mince, subtranspa- rente, plus fortement maculée de flammules brunes qui, chez les individus adultes, ne subsistent guére que sur les 4 ou 3 pre- miers tours de spire. De plus, la sculpture granuleuse est beaucoup plus accentuée et plus réguliére et les stries spirales, serrées, fi- nement plissées et inégales, sont bien nettement marquées, méme au dernier tour. Enfin la coquille est, proportionnellement, beaucoup moins allongée (longueur: 58 millimétres pour un diamétre ma- ximum de 42 millimétres). L’ Achatina bicarinata Bruguiére, a été trouvé dans a peu prés toute l’ ile du Prince: Rang le signale dans les bois qui cou- ronnent les sommets des montagnes du milien de l’ ile; de Folin sur le piton granitique qui domine la baie de Santo Antonio ; Dohrn dans les montagnes boisées et d’un accés difficile de la partie meridionale de l’ile; enfin F. Newton, dans la région Nord Est de l’ile. M. L. Fea la récolté sur le Roca Infante d. Hen- rique, entre 200 et 300 métres d’altitude. (Mars 1901). Genre Pseudotrochus H. et A. Adams, 1855 ('). Pseudotrochus alabaster Rang. 1831 Helix alabaster RANG, Annales sciences naturelles; XXIV, p. 20, n° 9, pl. I, fig. 2-2.2 1837 Chersina alabaster Beck, Index Molluscorum; p. 74, n.° 3. 1838 Achatina alabaster pe LAMARCK, Hist. natur. animaux sans ver- tébres; Ed. II (par Deshayes), VII, p. 312. 1842 Achatina alabaster REEVE, Conchologia systematica; I, pl. CLXXVII, fig. 9. 1848 Achatina alabaster PreIFFER, Monogr. Heliceor. vivent.; Il, p. 247, DICO: 1849 Achatina alabaster REEVE, Conchologia Iconica; V, pl. 1X, fig. 28. 1851 Achatina alabaster pe FeRUSSAC et DESHAYES, Hist. natur. géner. et particul. Mollusques; p. 150, pl. CXXIV, fig. 7-8. 1855 Pseudotrochus alabaster H. et A. ADAMS, Genera of recent Mol- lusca; Il, p. 135. 1856 Perideris alabaster SHuTTLEWORTH, Notitiae malacologicae; 1, p. 77. 1858 Achatina alabaster MoRELET, Séries conchyliologiques; I, p. 21. () Apams (H. et A.). — Genera of recent Mollusca, II, février 1855, p. 135. 360 L. GERMAIN 1866 Perideris alabaster Donrn, Malakozoolog. Blatter; XII, p. 123, n.°. 5. 1868 Achatina alabaster MORELET, Mollusques Voyage Welwitsch; p. 74. 1888 Achatina alabaster ViGNON, Bulletins société Malacologique France; NO DOS. mou: 1888 Perideris alabaster Crosse, Journal de Conchyliologie; XXXVI, POOL, ele: 1893 Perideris alabaster KoBELT in MARTINI et CHEMNITZ, Systemat. Conchylien-Cabinet; p. 26, Taf. Il, fig. 2-3 et Taf. XI, fig. 5-6. 1893 Perideris alabaster GirARD, Jornal sciencias mathemat. phys. natur. Lisboa; 2.° série, Ill, p. 37, n.° 1. 1904 Pseudotrochus alabaster Pirsery in TRyon, Manual of Conchology ; 2.° série, Pulmonata; XVI, p. 221, n.° 1, pl. XVI, fig. 70, 71, 73 et 74. Cette espèce bien connue est de forme assez variable, la co- quille étant plus ou moins nettement conique en dessus et les tours de spire plus ou moins convexes. De plus, |’ ornementation picturale comprend, soit une seule bande carénale étroite, d’un brun jaunàtre; soit une bande carénale plus large et une bande supracarénale étroite continuée en dessus; soit enfin, plus rare- ment, cette dernière disposition augmentée de 3 ou 4 bandes infra- carénales de méme coloris que les autres. Les specimens rapportés par M. L. Fea correspondent tous è la figure 72 (Planche 16) du Manuel de Tryon, ec’ est-à-dire qu ils sont tout è fait coniques en dessus et munis d’une seule bande carénale (ne dépassant pas 41!/, millimétre de largeur maximum) d’ un beau jaune brun brillant. Ils mesurent: longueur: 31-32 millimétres; diamétre maximum: 17-19 millimétres: dia- métre minimum: 16-17 millimetres; hauteur de l’ouverture 14 %/,-15 millimétres ; diamétre maximum de |’ ouverture: 9-9 1/, millimetres. Le test est solide d'un beau blane a peine corné, non bril- lant et légèrement subtransparent. Il est orné de stries fines, obliques, un peu onduleuses et irréguliéres. La columelle blanche, un peu brillante, est lavée de jaune chez quelques specimens. Le Pseudotrochus alabaster Rang, est une espèce particu- liére à Tile du Prince. Morelet la signale également dans |’ An- gola où elle fut autrefois recueillie par le Docteur Welwitsch (*), (1) MORELET (A.). — Mollusques terrestres et fluviatiles (du Voyage du Doct. Frie- derich Welwitsch exéculé par ordre du gouvernement portugais dans les royaumes d’ Angola et de Benguella); 1868, p. 74: « Cette coquille... vit aussi sur le continent; elle a été recueillie par le Dr. Welwitsch non loia de Quicuje, dans le district de Loanda ». =~ MOLLUSQUES DE L’ AFRIQUE OCCIDENTALE 361 mais il est possible qu’ elle y soit introduite. A I’ ile du Prince, ce Mollusque yit en abondance dans les bois et les plantations de Cafeiers où il rampe sur les tiges et les feuilles. ‘Ilha do Principe, Roca Infante D. Henrique; 100-300 metres; {°° mars 1901 (L. Fea). Ilha do Principe, Bahia do Oeste; 100-200 métres; 5 juin 1901 (L. Fea). Genre Columna Perry, 1811 (’). Columna columna Miller. 1774 Buccinum columna MULLER, Verm. terrestr. et fluo. historia; MI, p. 151, n.0 341. 1784 Limax flammeus Martyn, Univers. Conchol.; Il, pl. 122. 1790 Helix columna GMELIN, Systema naturae; Ed. XIII p. 3653, n.° 122. 1790 Helix pyrum GMELIN, Systema naturae; Ed. XII, p. 3665, n.° 204. 1792 Bulimus columna BRUGUIÈRE, Encyclopédie meéthodique; Vers; I, p. 332, n.° 5l. d 1798 Helix Lister? BoLTEN, Museum Boltentanum; p. 108, n.° 1393. 1811 Columna grisea PERRY, Conchology, or natur. history of shells; pl. 51, fig. 6. 1811 Columna marmorea PERRY, loc. supra cit.; pl. 51, fig. 7. 1817 Columna flammea SCHUMACHER, Essai nouv. système vers testaces ; p. 188. 1819 Helix columna DE FÉRUSSAC, Tableaux systématiques anim. Mol- lusquess n.° 367. 1822 Lymnaea columnaris DE LAMAROK, Hist. natur. animaux sans ver- tébres; VI, part. II, pag. 159, n.° 1. 1825 Achatina columnaris DE BLAINVILLE, Manuel de Malacologie ; p. 456, pl. 40, fig. 3. 1831 Helix columna Rana, Annales sciences naturelles; XXIV, p. 34 se ee 1834 Achatina columna Voier in Cuvier, Das Thierreich; II, p. 99. 1837 Columna columna Beck, Index Molluscorum; p. 76, n.° 1. 1842 Achatina columnaris REEVE, Conchologia systematica ; Il, pl. CLXVII, fig. 14. 1848 Achatina columna PreirreR, Monogr. Heliceor vivent.; I, p. 268, n° 74. 1849 Achatina columna REEVE, Conchologia Iconica; V, pl. XI, fig. 38. 1851 Achatina columna DE FéRUSSAC et DESHAYES, Hist. natur. génér. et partir. Mollusques; Il, p. 168, pl. CX XII, fig. 9-10. (1) PERRY (G.). —Conchology, or the natural history of shells ; 18411, | 1. LI. lors. sala di iti ear oa wo SISSI + 362 L. GERMAIN 1852 Spiraxis columna SHUTTLEWORTH, Mittheilung. naturforsch. Gesell- schaft Bern; p. 208. 1853 Columna flammea PFEIFFER, Monogr. Heliceor. vivent.; Ill, p. 468, MISA 1858 Achatina columna MorELET, Séries conchyliologiques; p. 25. . 1866 Columna flammea Dourn, Malakozool. Blatter; XI, p. 124, n.° 6. 1888 Columna flammea Crosse, Journal de Conchyliologie; XXXVI, p. 300, n.° 13. 1893 Columna flammea GIRARD, Jornal sciencias mathem. phys. natur. Lisboa; 2.° série, II, p. 109, n.° 1. 1905 Columna columna Pirsery, Manual of Conchology ; 2.° série, Pul- monata; XVII, p. 121, n.° 1, pl. XLVI, fig. 5-9. Cette remarquable espéce, très commune dans les bois mon- tagneux de |’ Ile du Prince, varie dans d’assez grandes propor- tions tant au point de vue de la forme générale qu’ au point de vue des ornementations sculpturale ou picturale. Voici d’abord les dimensions principales de quelques exem- plaires provenant de deux localités différentes : 2 Longueur Diamétre Diamétre | Hauteur de | Diametre Localités totale maximum | minimum | l’ouverture MARIANO 56, mill. | 15 mill. | 14 mill. | 19 mill.| 9 mill. Roca 65!/, » 16 » 141/, » 21 » 10 » mane 685, » |16 >» | 14%, > |20 > | 9%, > E; 73 » | 171,» |14%,» |201, > | 9%» i 6, air e aaa Henrique 7 sS 16 Da 153), » 93 A 10. & 78 » 18 » 151/, » 22 » 10 » 61 mill. | 15 mill, | 14 mil.|21 mill. | 9 mill 65 » 16/, » 15!/, » 20 » 10 » 713] 20 » 18 » 24 » 127), > Bahia 7 » 118 » | 16%, > |23 >» | 104), » do (72/2 19 SS ese oh | Pee ee | Oeste 13 2 oh Vl 20005 Levees) bl eo ysam 743), > |20° » |17, > |2t >» IND » 18 » 16 » 23 » 84 » |215,> |191/, » | 25%), > MOLLUSQUES DE L’ AFRIQUE OCCIDENTALE 505 On voit, en examinant ce tableau, qu'il est des exemplaires particulicérement ventrus et d’autres trés notablement plus allongés que le type moyen. Dans ce dernier cas, les tours de spire sont souvent plus convexes. Bien que le dessin pictural soit à peu prés constant on observe de nombreuses différences individuelles portant sur la largeur re- lative des flammules et |’ intensité de leur coloris. Les jeunes in- dividus ont souvent un test vert olive, sauf sur les premiers tours qui sont colorés en brun rougeàtre. L’ intérieur de l’ ouverture est toujours d’un bleu brillant sur lequel les flammules se détachent par transparence. Le test montre deux ordres de stries longitudinales obliques, arquées, relativement fortes, très irréguliéres; des stries spirales fort variables en nombre et en importance suivant les échantillons étudiés. En général ces stries sont localisées dans les */, supé- rieurs de chaque tour, mais il est des individus où elles couvrent tous les tours, méme le dernier. Deux autres Columna, qui n’ont pas été recueillies par M. L. Fea, vivent à l’ ile du Prince. Toutes deux se distinguent du Columna columna Miller, par leur columelle qui n'est pas cal- leuse et dont la spirale d’ enroulement est bien plus étroite, de telle sorte, qu’en regardant par l’ ouverture, on ne voit qu’ un demi-tour de spire, tandis qu'on en apercoit plusieurs chez le Columna columna Muller. Mais, tandis que le test de l’une est complétement lisse (Columna Hainesi Pfeiffer (!)) le test de l’autre est finement décussé (Columna Leai Tryon (*)). La valeur réelle de ces trois espéces n’ est pas encore bien établie; cependant A. Girard considére le Columna Hainesi Pfeiffer, comme parfaitement caractérisé (*). Commun è l’Ile du Prince, le Columna columna Miller, a également été signalé sur le continent (Cap des Palmes, Grand Bassam), mais cette indication reste encore douteuse. Ilha do Principe; Roca Infante D. Henrique; 100-300 métres; 14 avril 1901; nombreux specimens (L. Fea). Ilha do Principe; Bahia do Oeste; 100-200 meétres; 5 juin 1901; nombreux exemplaires (L. Fea). 1) PFEIFFER (L.). — Malakozoolog. Blitter ; III, 1856, p. 256. (1) (2) TRYON (W.). — American Journal of Conchology; 11, 1866, p. 297, pl. XX, fig. 4. (5) GIRARD (A. A.). — Jornal sc. mathemat. phys. e natur.y 2.° série, 1893, p. 110. 364 L. GERMAIN Genre Limicolaria Schumacher, 1817 (*). Limicolaria kambeul Adanson. 1757 Le Kambeul Avanson, Hist. natur. Sénégal; Coquillages; p. 14, Dials hoa. 1791 Bulimus Kambeul BRUGUIÈERE, Encyclopédie méthod.; Vers; I, p. 322, n.° 40. 1815 Pythia flammea OKEN, Lehrbuch der Zoologie; p. 321. 1819 Bulimus Kambeul DE LAMARCK, Hist. natur. animaux sans ver- tébres; VI, p. 121, n.° lo. 1831 Helix Kambeul RANG, Annales sciences naturelles; XXIV, p. 42, n.° 19 (part.) (excl. plur. synonym). 1837 Limicolarius Kambeul Beck, Index Molluscorum; p. 60, n.° 4. 1838 Bulimus Kambeul De LAMARCK, Hist. natur. animaux sans rer- tebres; Ed. Il (par DESHAYES); VII, p. 227, n. 15 (excel. synonym.). 1842 Bulimulus Kambul Gray, Figures of Molluscous animals; p. 116, pl. LXXIV, fig. 3. 1848 Bulimus Adansoni PreirreR, Monograph. Heliceor. vivent.; Ul, p. 179, n.0 485 (part.; excl. synonym. Cailliaud, cic..... A 1851 Bulimus Kambeul pe FERUSSAC et DesHAYES, Hist. natur. génér et partic. Mollusques terr. fluv.; II, p. 109, pl. 141 A, fig. 1-2 (seulement). 1886 Limicolaria Kambeul JousseAUME, Bulletin Société szoologique France; XI, (tirés a part, p. 5). 1890 Limicolaria Kambeul DAUTZENBERG, Mémoires Société zoologique France; Ml, p. 130. 1904 Limicolaria Kambeul Pitspry in Tryon, Manual of Conchology; 2.° série, Pulmonata; XVI, p. 251, n.° 7, pl. XXIV, fig. 4. 1907 Limicolaria Kambeul GERMAIN, Mollusques terr. fluv. Afrique cen- trale frangaise; p. 482. Le Limicolaria kambeul, tel qu'il a été figuré par Adanson, est une espéce répandue dans une grande partie de |’ Quest Afri- cain, principalement dans la Guinée et le Sénégal. Mais son do- maine s’ étend bien au dela de ces régions, puisque MM. Chevalier et R. Chudeau l’ont rencontré, au cours de leurs différentes mis- sions, dans le Soudan francais (a travers la bouche du Niger) et jusque sur les rives Nord-Est du lac Tehad. L’ exemplaire unique recueilli par le voyageur L. Fea est bien typique. Il atteint 86 millimétres de longueur pour 47 !/, milli- métres de diamétre maximum et 38 millimétres de diamétre mi- nimum. Son ouverture mesure 42 millimétres de hauteur sur 22 millimetres du diamétre maximum. (‘) SCHUMACHER. — Essai d'un nouveau système des habitat. des vers testacés; 1817, p. 61 et p. 200. MOLLUSQUES DE L’ AFRIQUE OCCIDENTALE 365 Le test, qui est épais et solide, présente des stries longitudi- nales médiocres, irréguliéres, 4 peine obliques, crispées aux sutures, coupées de stries transversales peu nombreuses, assez fines, et presque localisées dans le haut des tours. Farim (Guinée portugaise), 4 mai 1899 (L. Fea). Limicolaria numidiea Reeve. 1848 Bulimus numidicus REEVE, Conchologia Iconica; V, pl. LIII, fig. 351. 1853 Bulimus numidicus PFEIFFER, Monogr. Heliceor. vivent.; III, p. 386, n.° 540. 1855 Limicolaria Numidica H. et A. ADAMS, Genera of recent Mollusca ; Diwlso: 1856 Limicolaria numidica SHUTTLEWORTH, Notitiae Malacologicae; p. 44. 1858 Bulimus flammeus MoRELET, Series Conchyliologiques; p. 17. 1859 Limicolaria numidica PreirrER, Monogr. Heliceor. vivent.; IV, PROZIA: 1866 Achatina (Limicolaria) numidica MARTENS, Malakozoolog. Blatter; XIII, p. 105, Taf. IV, fig. 5 a 8. 1874 Limicolaria flammea var. numidica JicKELI, Fauna d. Lana - und Sitsswasser — Mollusken N. O. Afrik.; p. 159. 1877 Limicolaria flammata PFEIFFER, Monogr. Heliceor. vivent.; VII, p. 269. 1893 Limicolaria numidica StEARNS, Proceed. Unit. States national Mu- seum; XVI, p. 327. 1894 Limicolaria numidica KoBELT in MARTINI u. CHEMNITZ, System. Conchyl.-Cabinet; p. 75, Taf. XII, fig. 7-8; Taf. XV, fig. 3-8. 1896 Limicolaria numidica D’ ALLY, Mollusques terr. eau douce Kame- roun; p. 7d. 1904 Limicolaria numidica Pirspry in Tryon, Manual of Conchology ; 2.° série. Pulmonata; XVI, p. 260, pl. XIX, fig. 1-3. 1911 Limicolaria numidica GERMAIN, Bulletin Muséum hist. natur. Paris; n.° 4, p. 235. 1912 Limicolaria numidica GERMAIN, Bulletin Muséum hist. natur. Paris; n.° 4. Comme tous les Limicolaria, celui-ci montre un polymor- phisme étendu. Mais, tandis que ce polymorphisme porte généra- lement sur la forme de la coquille, il se fait également sentir ici sur la décoration picturale, ce qui montre le peu de valeur des espéces uniquement basées sur la coloration. Le type tel que Reeve l’a figuré est relativement rare dans le matériel réuni par M. L. Fea; par contre, la variété 6 de d’Ailly (pallide, rufo-picta) est fort abondante. Sur un fond jaunatre, plus ou Me CASE 3060 L. GERMAIN moins lavé de rougeàtre, les Hammules, toujours étroites, se détachent en brun clair. D’ autres specimens assez nombreux ne montrent plus aucun dessin: leur test est d’un beau jaune légèrement rougedtre, subtransparent; ils correspondent a la variété 6 de Shuttleworth (unicolor, pallida). Dans ce dernier cas, la coquille est toujours beaucoup plus mince que chez les individus à colo- ‘ation sombre (*). Il existe d’ ailleurs de nombreux intermédiaires entre ces différents modes d’ ornementation picturale et certains individus n’ ont que de rares flammules étroites qui se détachent a peine sur le fond de la coquille. La columelle varie, le plus souvent, du violet foncé, au violet lilas clair; très rarement et seulement chez les échantillons unicolores 4 épiderme trés pale, elle est blanche ou blanchàtre. La sculpture est de méme trés variable. A cété de specimens nettement et réguliérement réticulés on en observe très facilement d’ autres qui présentent seulement des stries longitudinales plus ou moins fortes. Les sutures sont également crénelées et marginées à un degré différent suivant les échantillons considérés. Voici les dimensions principales de quelques uns des specimens récoltés par M. L. Fea. Longueur | Diamétre | Diamétre | Hauteur de | Diameétre | ture du test le maximum | minimum | ouverture |maximum de tota nd 1 l’ouverture 441), mill. | 21 mill. | 18'/, mill. | 20 mill. | 10° mill | a peine flammulé 48 » 23 » 20.8 » 201), » ll » unicolor 49 0213/00 LOR eae Nat oe L'ON unicolor 49 » 22 » 19 » 21 » 10 » flammulé 51 » 23 » 20 » 207]. » 10*/, » 4 peine flammulé 53 » 25 » 21 » 201/, » ll » flammulé 53 » 26 » 2i » 201/, » ll » flammulé 54 » REA 21 » (a PA ll » unicolor 56» 24 » AE 22415 > ll » unicolor 56 » 25 » 21 » | Pe |g? 12 » flammulè (1) D'ArLLy, — (Contributions connaiss. Mollusques terrestres eau douce Kamé- roun; Bihang T. K. Svenska Vet. Akad, Handlingar ; XXII, part. IV, 1896, p. 76) a également observé ce fait, mais encore plus accentué, chez les Limicolaria numidica Reeve, du Kaméroun: « Ainsi, par exemple, les exemplaires clairs et les exemplaires unicolores de Bonge sont excessivement fragiles, et bien que parfaitement adultes et munis d’oeufs, minces comme du papier». MOLLUSQUES DE L’ AFRIQUE OCCIDENTALE 367 On voit, par ce tableau, qu’ un grand nombre des exemplaires ont une spire relativement plus haute que celle du type de Reeve. C'est là un fait qui s’ observe très fréquemment lorsqu’ on étudie une longue série d’ échantillons de cette espéce. Les jeunes ont une coquille proportionnellement plus courte (un exemplaire mesurant seulement 34 millimétres de longueur à 194/, millimetres de diamétre maximum) et leur dernier tour montre une angulosité médiane nettement indiquée. Le Limicolaria numidica Reeve, rampe souvent sur le sol, mais il se plait également sur les feuilles et les branches des ar- bustes (Canna et surtout Musa d’ espéces diverses). Bissau (Guinée portugaise), 1899; exemplaires jeunes (L. Fea). Bolama (Guinée portugaise), 6 aout 1899, décembre 1899; co) nombreux specimens (L. Fea). 3068 L. GERMAIN Sous Famille des STENOGYRINAE. Genre Bocageia Girard, 1893 ('). Bocageia lotophaga Morelet. PI. IV, fiz. 5-5. 1848 Bulimus lotophagus MorELET, Revue et magasin zoologie; p. 352. 1851 Achatina lotophaga pe FERUSSAC et DESHAYES, Hist. génér. et par- ticul. Mollusques; II, p. 189, pl. CXXII, fig. 15-17 (juv.). 1853 Achatina lotophaga PFEIFFER, Monogr. Heliceor. vivent.; Ill, p. 490, n.° 58. 1858 Bulimus lotophagus MoRELET, Séries Conchyliologiques; 1, p. 15, n2.9) ple Lig. 7 1860 Achatina (Homorus) lotophaga ALBERS, Die Heliceen (édit. MARTENS), p. 200. 1866 Stre ptostele lotophaga Dourn, Malakozool. Blatter; XUI, p. 129, n.° 12. 1868 Streptostele lotophaga PFEIFFER, Monogr. Heliceor. vivent.; V, p. 457, VU 1885 Streptostele lotophaga Tryon, Manual of Conchology; 2. série, Pulmonata: I, p. 108, pl. XX, fig. 69. 1888 Streptostele lotophaga Crosse, Journal de Conchyliologie; XXXVI, EZIO 1893 Bocageia lotophaga GrrarDp, Jornal sc. mathemat. phys. e natur. Lisboa; 2.° série, II, p. 100, n.° 1, pl. I, fig. 10. 1905 Trichodina (Bocageia) lotophaga Pi.sery in Tryon, Manual of Conchology; 2.° série, Pulmonata; XVII, p. 191, n.° 11, pl. LVI, fig. 18-19-20. 1905 Bocageia lotophaga Piuspry in Tryon, Manual of Conchology; 2.° série, Pulmonata; XVII, p. 216. C'est avec raison que A. A. Girard a créé pour cette espèce le nouveau genre Bocageia. La columelle, très obliquement tron- quée chez les jeunes et continue avec le bord basal de louverture chez les adultes, éloigne le Bocageia lotophaga Morelet, du genre Streptostele, où Dohrn l’avait à tort classé, pour le rapprocher des Achatinidae de la sous-famille des Stenogyrinae. L’examen de la machoire, qui a pu ¢tre fait par A. Girard confirme ce rappro- (1) GIRARD (A. A.). —Révision des Mollusques du Muséum de Madrid; V. et VI. (Ré- vision faune malacologique iles S. Thomé et du Prince; A) Mollusques terr. et fluviat. Jornal sciencias mathemat. phys. e natur, Lisboa; 2.° série, III, 1893, p. 100. MOLLUSQUES DE L’ AFRIQUE OCCIDENTALE 369 chement: la radula rappelle surtout celle des SuduZina et, notam- ment, celle du Subulina striatella Rane ('). Tous les exemplaires récoltés par M. L. Fea sont jeunes. Leur taille varie dans les proportions indiquées au tableau suivant: Longueur Diamétre Diamétre Hauteur Diamétre totale maximum minimum de ouverture | de Vouverture 13 mill. 7 mill. 6 */, mill. 7 mill. 3 */, mill. BREE) Gre E> OP in be 7 VIS: 08° 16 » Tle 8 7 > TREN A ess ll 3a, 17 » 8 » Ut PARSO) a » 3) E 18 » 8 ah » 7 aR Be 7 “Is >. 3 HE >, ln» Sete o> Tet > 8 » 4 » 20 » SI 8 » 8 » 4 » Pe se To Baa aa de 21 as » 8 ae » 8 » 8 - » 4 » On voit que les individus sont d’autant plus globuleux qu’ils sont plus jeunes. Tous, à TP état de développement où j’ ai pu les étudier, ont encore la columelle nettement tronquée. Le test est très brillant, soyeux, subtransparent, d’ un jaune verdàtre, d’autant plus teinté de vert que les individus considérés sont plus jeunes. Les premiers tours de spire, légèrement ochracés, sont ornés de fines stries longitudinales assez serrées. Sur les autres tours, on observe des stries beaucoup plus fortes, ayant l’aspect de petites cotes, presque réguliéres, médiocrement obliques, affaiblies a la partie infracarénale du dernier tour et disposces avec la plus grande élégance (pl. IV. fig. 6). Les jeunes ont une coquille entièrement transparente, d’un magnifique jaune verdatre. La forme générale est plus ventrue et le dernier tour montre une carène notablement plus accentuc; la columelle, qui est blanche, est obliquement tronquée. La scul- pture est la méme que chez les individus adultes, mais elle est plus délicate, les stries qui ornent la partie infracarénale du der- nier tour étant, notamment, beaucoup plus finement marquées. (1) La machoire du Bocageza lotophaga Morelet, est mince, arquée, « Sans prolon- gement médian, garnie de cétes nombreuses excessivement fines ». La radula a pour formule (19 + 15) + 1 + (15 + 19) + 103. Elle a été figurée par A, A. Girard (Jornal sc. mathemat. phys. e natur. Lisboa, 2.° série, 111, 1893, pl. I, fig. 10). Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 3.*, Vol. V (15 Settembre 1912). 24 » Cee, Ea 370 L. GERMAIN Le Bocageia lotophaga Morelet, est une espéce particuliére A l’ile du Prince où elle a été découverte par le Marquis de Folin et retrouvée par F. Newton. Ilha do Principe; Roca Infante D. Henrique; 100-300 métres; le" mars 1901, nombreux exemplaires; avril 1901, quelques spe- cimens (L. Fea). Genre Subulina Beck, 1837 (!). Subulina striatella Rang. PI. IV, fig. 1-2. 1831 Helia striatella RANG, Annales sciences naturelles; XXIV, p. 38, n° 15. 1839 Subulina striatella Beck, Index Molluscorum; p. 77, n.° 3. 1853 Achatina striatella PreIrrER, Monogr. Heliceor. vivent.; II, p. 500, me) IBD 1855 Subulina striatella H. et A. ADAMS, Genera of recent Mollusca; p. 110, Tab. LXXI, fig. 3. 1858 Achatina striatella MorRELET, Series Conchyliologiques; 1, p. 26. 1859 Achatina striatella PFEIFFER, Monogr. Heliceor. vivent.; IV, p. 616, nieall9: 1866 Stenogyra (Subulina) striatella DourN, Malakozool. Blatter; XIII, Danley 0:10: 1868 Achatina striatella MoRELET, Mollusques Voyage Welwitsch; p. 79. 1868 Achatina striatella PrEIFFER, Monogr. Heliceor. vivent.; VI, p. 236, mols: ; 1882 Achatina (Subulina) striatella GREEF, Zoologischer Anzeiger; V, p. 519, n.° 5. 1888 Stenogyra striatella Crosse, Journal de Conchyliologie; XXXVI, p. 25, n.° 15 et p. 302, n.0 19. 1893 Subulina striatella Girarp, Jornal sc. mathemat. phys. e natur. Lisboa; 2.° série, III, p. 103, n.0 1. 1906 Subulina striatella PiLsery in Tryon, Manuai of Conchology; 2.° série, Pulmonata; XVIII, p. 75, pl. XI, fig. 89-92. 1908 Subulina striatella GERMAIN, Bulletin Muséum hist. natur. Paris; XIV, p. 62. 1908 Subulina striatella GERMAIN, Journal de Conchyliologie: LVI, p. 104. 1912 Subulina striatella GERMAIN, Bulletin Muséum hist. natur. Paris; XVIII, n.° 4. (1) Beck. — Index Molluscorum ; 1837, p. 76. MOLLUSQUES DE L’ AFRIQUE OCCIDENTALE 371 Jai précédemment indiqué (!) les caractéres qui séparent le Subulina striatella Rang, dune espèce voisine, le Sudulina angustior Dohrn (*). Je n'y reviendrai done pas ici, me con- tentant seulement de donner quelques indications sur les particu- ° larités présentées par les échantillons recueillis par M. L. Fea. Voici d’abord les dimensions de quelques uns des specimens de l’ Ile du Prince: Longueur totale: 15 1/, mill 1470 mill 170 mill 170 mill 18° ill. Diamòtre maximum: 4 4/, » LR Hyd AP], » RI MAS Diamètre minimum: 4 » 4 » Lo» L » Ie Longueur totali 18» 48%/, » 19 ae 022 To eae VARI) Diamètre maximum: 5 ‘/, » ey De 6 » 6'/, » Diametre minimum: © > a ea 5) » Diga Daily ba Ceux de Bolama ou de Bissau, dans la Guinée portugaise, ont les dimensions suivantes : mill. mill. mill. mill. mill. Longueur totale: = 13 #35) UU) 15 16 Diamètre maximum: 44/, 7 4 4 4 4], Diamètre minimum: 4 ari 30 SEA On voit que les exemplaires recueillis dans la Guinée portu- gaise sont de taille relativement petite, cette espèce atteignant facilement de 20 à 22 millimétres de longueur dans l’ouest afri- ‘ain. Par contre, leur test est plus foncé, d’un brun roux plus sombre et leur sculpture plus fortement burinée: les tours sont ornés de petites cétes lamelleuses, obliques, subégales et régulié- rement distribuées. J’ ai représenté (Pl. IV, fig. 1-2) un individu de Bolama qui rappelle tout a fait la variété striata Lea (*), par son ornementation sculpturale. (1) GERMAIN (LOUIS). — Mollusques terrestres et fluviatiles recueillis par M. A. Chevalier a la còte d’ Ivoire, Journal de Conchyliologie LVI, 1908, p. 106. () DouRN (Dr. H.). — Die Binnenconchylien von Ilha do Principe; Malakozool. Blitter ; XIII, p. 127, n.° 11. Stenogyra (Subulina) angustior). () Les specimens ainsi marqués d’un astérisque ont été récoltés a Bissau (Guinée portugaise). (4) LEA (I.). — Proceed. Americ. philosoph. Society , 11, 1841, p. 31. (Achatina striata). Ainsi que le rapporte W. H. Dall (in: Pilsbry, Manual of Conchology, XVIII, 1906, p. 77) la coquille de Lea est jaune verdatre pale « pale greenish-yellow like S. ocfona »; les exemplaires récoltés par M. L. Fea ont, au contraire, une teinte sensiblement plus sombre que le type figuré par Rang. 372 L. GERMAIN Les individus de 1 Ile du Prince ont tous un test corné clair, subtransparent, plus ou moins ambré. Leur sculpture est normale. Au point de vue de la forme générale, on observe de trés nom- breuses variations suivant les localités où les individus ont été récoltés. Tandis qu’ une colonie entière ne montre que des speci- mens étroitement allongés, les échantillons d’ une colonie voisine sont beaucoup plus courts, avec un dernier tour plus ventru- globuleux. Ce polymorphisme peut également porter sur la scul- pture, sur le mode de troncature de la columelle; etc... .; et, ainsi que le fait très justement observer A. Girard, qui a observé les mémes variations étendues chez les échantillons de cette espéce provenant de San-Thomé, « à moins de eréér une variété pour presque chaque groupe d’ individus récoltés dans les localités pré- citées, je trouve préférable de ne pas les spécifier, ce qui serait d’ ailleurs une tàche difficile à cause des passages insensibles entre chacune d’ elles » (1). Bissau (Guinée portugaise); janvier 1899; quelques échan- tillons (L. Fea). Bolama (Guinée portugaise); 6 décembre 1899; quelques spe- cimens (L. Fea). Ilha do Principe; Roca Infante D. Henrique; 100-300 métres; 1. mars 1901; nombreux individus (L. Fea). Ilha do Principe; Bahia do Oeste; 100-200 métres; 5 juin 1901; nombreux exemplaires. Subulina Feai Germain, 20v. sp. (*). 1912 Subulina Feai GERMAIN, Bulletin Muséum hist. natur. Paris; n.° 5, fig. 61. Coquille de forme subconique élevée; spire composée de 9-10 tours médiocrement convexes a croissance lente et très régulière; dernier tour peu développé, assez convexe, avec une angulosité médiane reste d’ une caréne assez nettement développée chez les (1) GIRARD (ALB. A.), — Révision des Mollusques du Muséum de Lisbonne; V. et VI. Révision de la faune malacologique des Iles St. Thomé et du Prince. A) Mollusques terrestres et fiuviatiles: Jornal sciencias mathemat. phys. e naturaes Lisboa ; 2° série, II, 1893, p. 103, (2) Espéce dédiée au voyageur L. Fea. MOLLUSQUES DE L’ AFRIQUE OCCIDENTALE 373 jeunes; sutures profondes; sommet obtus; ouverture petite, peu oblique, ovalaire-arrondie, anguleuse en haut; columelle forte- ment tordue, très obliquement tronquée a une faible distance de la base; péristome simple, tranchant. Longueur totale: 16 (17 /,) millimetres; diamétre maximum: 5*/, (6*/,) millimétres; diamétre minimum: 57/, (5 %/,) milli- métres; hauteur de l ouverture: 4'/, (5) millimétres; diamétre de l’ ouverture: 3 (3) millimetres ('). Test épais, solide, un peu pesant, non transparent, d’ un corné yerdatre peu brillant, orné de stries fines, délicates, serrées, irréguliéres, obliques, notablement plus accentuées près des sutures. Les jeunes different des adultes par leur forme encore plus réguliérement conique, par leur dernier tour nettement caréné et par leur test plus mince, mais déjà solide. Cette curieuse Subuline est remarquable par .sa forme générale réguliérement conique et, surtout, par son test épais et solide. Elle ne peut étre rapprochée que des Subulina striatella Rang et Subulina angustior Dohrn, mais elle se sépare facilement : de la premicre, par sa forme générale, sa sculpture et la nature de son test; de la seconde, par sa spire conique et non subulée, ses tours bien plus convexes et son test épais et solide, méme chez les individus n’ ayant pas encore atteint leur entier déve- loppement. Ilha do Principe; Roca Infante D. Henrique; 100-300 métres; avril 1901; quelques exemplaires (L. Fea). Subulina Newtoni Girard. 1893 Subulina Newtoni Girarp, Jornal sc. mathemat. phys. e natur. Lisboa 2) série Uy pelOl nico. Apo ne. lle 1906 Subulina Newtoni Pirspry in Tryon, Manual of Conchology; 2.° série, Pulmonata; XVII, p. 75, n.° 3, pl. XI, fig. 87. Je rapporte a l’ espéce de Girard une coquille jeune, de 7 tours de spire presque plans, 4 croissance lente et réguliére, séparés par des sutures bien marquées et obliquement linéaires. Le dernier tour est, proportionnellement, un peu plus développé que dans le (!)\Les mensurations entre parenthèses ) correspondent a un second individu. v A A VI a ere 374 L. GERMAIN type décrit par Girard — qui comporte 9 tours de spire — ce qui tient a |’ état jeune de |’ animal. L’ ouverture est ovalaire, légérement oblique, la columelle arquée, trés obliquement tronquée et le sommet obtus. Longueur: 10 millimétres; diamétre maximum: 34, milli- métres; diamétre minimum: 3 millimétres; hauteur de |’ ouver- ture: 3'/. millimétres; diamétre maximum de l’ ouverture: 2 mil- limétres. i Le test, très finement strié, fort brillant, absolument tran- sparent, est d’ un beau jaune légèrement lavé de verdàtre. Les caractères de cette Subuline correspondent done parfaite- ment a ceux assignés par A. Girard a son Subulina Newtoni. Ilha do Principe: Roca Infante D. Henrique; 100-300 métres; avril 1901. Un specimen (L. Fea). . Genre Homorus Albers, 1850 ('). Homorus involutus Gould. 1843 Achatina involuta GouLp, Proceed. Boston Society Natural History; I, p. 158. 1846 Achatina Fraseri PrEIFFER,-Symbolae histor. Heliceor.; Ul, p. 90. 1847 Achatina Fraseri Pauuippi, Abbild. u. Beschreib. Conchylien: II, p. 216, Achat. taf. I, fig. 6. 1848 Achatina Fraseri PrEIFFER, Monogr. Heliceor. vivent.; Il, p. 263. 1849 Achatina Fraseri REEVE, Conchologia Iconica; V, pl. XVI, fig. 71. 1849 Achatina involuta REEVE, Conchologia Iconica; V, pl. XVII, fig. 88. 1850 Subulina Frasert ALBERS, Die Heliceen; p. 195. 1853 Achatina involuta PrEmwrEeR, Monogr. Heliceor. vivent.; Ul, p. 500. 1855 Subulina Fraseri H. et A. ApAMS, Genera of recent Mollusca; Il, p. 110. 1855 Achatina involuta PFEIFFER in MARTINI et CHEMNITZ, System. Con- chyl.-Cabin.; p. 343, taf. XXXVII, fig. 21-22. 1860 Glandina (Varicella) involuta ALBERS, Die Heliceen (Ed. E. von MARTENS), p. 3l. 1868 Achatina involuta MorELET, Mollusques Voyage Welwitsch; p. 80. 1881 Stenogyra (Subulina) involuta PrEIrFER, Nomenclator Heliceor. vivent.; p. 325. 1893 Subulina involuta MARTENS, Mittheil. aus d. Schutzeber. ; VI, part. III. 1896 Pseudoglessula involuta pv’ Aiwuy, Contrib. Mollusques terr. eau douce Kaméroun; p. 109. (') ALBERS, — Die Heliceen; 1850, p. 196. MOLLUSQUES DE L'AFRIQUE OCCIDENTALE erie) 1905 Homorus involutus Pirsery in Tryon, Manual of Conchology : 2.° série, Pulmonata; XVII, p. 150, n.° 28, pl. LIX, fig. 70-71. 1912 Homorus involutus GERMAIN, Bulletin Muséum hist.natur. Paris; n.° 4. Les grands specimens ont jusqu’a 15 tours de spire, mais, le plus généralement, on compte de 12 à 13 !/, tours. La croissance est lente et réguliere, les tours restant peu convexes. Dans les exemplaires de très forte taille (longueur: 32 à 35 millimetres), le dernier tour est, en largeur, moins développé que les tours immeédiatement supérieurs. Ce dernier tour est toujours anguleux, mais |’ angulosité carénale est particuli¢rement nette chez les jeunes qui ont la forme générale d’ un trone de cone trés allongé. or . » . ava . 4 . Longueur totale: 3) mlb 2G nb BO ime AS I: Diamétre maximum: 7 ~~ » 7 » 64/, » Gaia Diamétre minimum: 64/, » Co) 64/, » 1) "la » Hauteur del’ouverture: 6*/, » DIE 6 » De » Diamétre de ouverture: 3°/, » 34/, > Sio SIE Le test est brillant, transparent ou subtransparent, d’un corné ambré aux premiers tours, marron-chàtain clair — parfois rou- geàtre — sur les tours suivants, avec des fammules obliques, étroites, d’ un fauve clair, particulibrement visibles aux derniers tours. L’ intérieur de 1’ ouverture est d’ un violacé brillant. Bissau (Guinée portugaise) janvier 1899; quelques specimens (L. Fea). Bolama (Guinée portugaise), novembre-décembre 1899; nom- breux exemplaires (L. Fea). Genre Opeas Albers, 1850 (). § 1. Opeas Dohrni Girard. 1893 Opeas Dohrni GIRARD, Jornal sc. mathemat. phys. e natur.; 2. série, I, p. 105, pl. I, fig. 14. 1906 Opeas Dohrni Pinspry in TRYON, Manual of Conchology; 2. série, Pulmonata; XVII, p. 142, n.° 7, pl. XV, fig. 63. (1) ALBERS (J.). — Die Heliceen nach natiir!. Verwandts. System-geordnety 4850, p. 175. 376 L. GERMAIN Cette petite coquille rappelle beaucoup, par sa forme générale et sa coloration, certaines variétés de |’ Opeas gracile Hutton (*), Le test de cette espéce, qui compte de 5 4 7 tours de spire relativement convexes séparés par des sutures profondes, est mince, assez solide, subtransparent, médiocrement brillant, d’ un jaune verdàtre un peu plus foncé au sommet. Les premiers tours montrent des stries longitudinales extréme- ment fines et délicates, les autres tours sont ornés de stries plus fortes, irréguliéres, relativement espacées, obliques et onduleuses. Quelques rares exemplaires, pour le reste absolument identiques aux autres, présentent, au dernier tour, quelques fines stries spi- ‘ales particuliérement visibles aux environs de |’ ouverture. Ilha do Principe: Roca Infante D. Henrique; 100-300 métres ; avril 1901 (L. Fea); nombreux specimens. L’ Opeas Dohrni Girard, vit également à l’ ile de San Thomé où il a été découvert par F. Newton sur les collines du littoral du Nord-Quest. Variété conoidea Germain, 70v. var. M. L. Fea a recueilli deux specimens de cette variété qui dif- fére du type par sa forme générale plus gréle, plus longuement conique; par son sommet moins obtus et par ses tours de spire moins convexes. Le test est de la méme couleur, mais plus dé- licat et plus transparent. Ilha do Principe: Roca Infante D. Henrique; 100-300 métres; avril 1901 (L. Fea). Deux exemplaires recueillis avec Opeas pauper Dohrn, Ennea sorghum Morelet, Subulina striatella Rang (jeunes) et Swecinea concisa Morelet. Opeas pauper Dolirn. 1866 Stenogyra (Opeas) pauper Dourn, Malakozool. Blatter; XII, p. 126, no 9, taf. V, fig. 14-16. 1868 Bulimus pauper PreirreR, Monogr. Heliceor. vivent.; VI, p. 103, n.° 893. (1) Hurron. Journal asiatic Society of Bengal; III, 1834, p. 93 et M (Bulimus ? gracilis). MOLLUSQUES DE L APRIQUE OCCIDENTALE 377 1888 Stenogyra pauper Crosse, Journal de Conchyliologie; XXXVI, DarSO2 Ano 1893 Opeas pauper GIRARD, Jornal sc. mathemat. phys. e natur.; 2.° série, METRI ZI 1906 Opeas pauper PILSBRY in TRYON, Manual of Conchology; 2.° série, Pulmonata; XVIII, p. 142, n.° 6, pl. XV, fig. 62. Les échantillons types décrits par Dohim sont striés et leur coloration est d’ un blanc corné: « Testa .... striata, albido- cornea, tenuis, diaphana, cereo-niîtens;....». Ceux récoltés par L. Fea présentent quelques caractéres assez différents. Leur test est, le plus sonvent, encrouté par un enduit limo- neux qui le fait paraitre d’ un brun rougeitre assez clair. La co- loration cornée claire, lavée de verdàtre réapparait d’ ailleurs lorsqu’ on enléye le dépot et le test redevient légérement brillant. La sculpture est constituée par des stries longitudinales obli- ques, onduleuses, plus accentuées que ne V indique la figure 16 (pl. V) du mémoire de Dohrn, assez serrées, un peu crispées aux sutures et a peine atténuées aux environs de |’ ombilic. Longueur: 5-6 millimétres; diamétre maximum: 27/, - 2 '/, millimétres; diamétré minimum: 2 - 2!/, millimétres; hauteur de VP ouverture: 1 */, - 2 millimétres; diamétre maximum de l’ou- verture: 1 - 11/, millimetre. Ilha do Principe: Roca Infante D. Henrique; 100-300 métres; avril 1901; quelques specimens (L_ Fea). Opeas subpauper Germain, 7200. sp. Fig. 1-2 (dans le texte). 1912 Opeas subpauper GERMAIN, Bulletin Muséum hist. natur. Paris; iota Coquille subconique, élargie a la base; spire composée de 6 tours assez convexes, à croissance d’ abord lente et réguliére , puis assez rapide aux deux derniers tours; dernier tour grand, dépassant un peu la moitié de la hauteur totale, bien convexe- arrondi, présentant son maximum de développement en largeur au niveau de P ombilic; sutures bien marquées, sublinéaires dans une direction lésérement ascendante; ouverture latéralement oblique, subpyriforme-allongée, longuement anguleuse en haut, 378 L. GERMAIN bien arrondie en bas, n’ égalant pas, en hauteur, la demi-hauteur totale de la coquille; bords marginaux rapprochés, réunis par une Pg Fig. 1. Opeas subpauper Germain, nov. sp. Ilha do Principe: Bahia do Oeste, 100-200 métres (L. Fea); exemplaire type, vu du còté de l'ouverture; x 11. Fig. 2. Opeas subpauper Germain, nov. sp. Le méme exemplaire, vu de còté; x 11. très faible callosité blanchàtre; ombilic large (son diamétre ma- ximum dépasse ‘/, millimétre), profond, évasé en entonnoir; bord columellaire droit, à peine réfléchi sur |’ ombilie; péristome simple. Longueur totale: 6?/, millimétres; diamétre maximum: 31), millimétres; diamétre minimum: 2//, millimétres; hauteur de l ouverture: 2°/, millimétres; diamétre maximum de I’ ouver- ture: 1‘/, millimétre. Test subtransparent, un peu mince, d’un marron jaunatre clair non brillant. Tours embryonnaires garnis de stries longitudinales fines et délicates, coupées de stries spirales plus fortes, espacées, réguliéres; autres tours ornés de stries longitudinales assez sail- lantes, sublamelleuses, fortement obliques et onduleuses, serrées et irréguliéres, 4 peine atténuées prés de I’ ombilie. MOLLUSQUES DE L'AFRIQUE OCCIDENTALE 5979 Comparé a Vl Opeas pauper Dohrn, l’ Opeas subpauper Ger- main, s' en sépare très nettement: Par sa forme générale différente; par ses tours de spire plus convexes, & croissance plus rapide, le dernier étant, proportion- nellement, plus développé (il dépasse la demi-hauteur totale tandis qu il n’ atteint que le tiers de cette hauteur chez |’ Opeas pauper Dohrn); par la forme particuliére de son ouverture; enfin par sa sculpture caractéristique. Ilha do Principe: Bahia do Oeste; 100-200 métres; 5 juin 1901; un exemplaire adulte et un specimen jeune (L. Fea). § 3: Opeas Lemoinei GERMAIN ('). 1912 Opeas Lemoine? GERMAIN, Bulletin Muséum hist. natur. Paris; n.° 4, p. 130, fig. 59. Coquille très allongée-conique; spire composée de 10 tours médiocrement convexes, à croissance lente et réguliére, séparés par des sutures profondes; dernier tour médiocre, ne dépassant pas le tiers de la hauteur totale; ouverture ovalaire-allongée, a peine oblique, anguleuse en haut, réguliérement convexe en bas et extérieurement; bord columellaire droit, réfléchi sur un ombilic réduit à une fente étroite. Longueur: 11 millimétres; diamétre maximum: 2 °/, milli- metres; hauteur de l’ouverture: 2 */, millimétres; diamétre de l’ouverture: 1 '/, millimétre. Test assez solide, subtransparent, jaune corné; premiers tours ornés de stries longitudinales fines et irréguliéres, les autres avec des stries longitudinales plus fortes, obliques, onduleuses, très irréguliéres, saillantes aux sutures qu’elles font paraitre légère- ment crénelées, coupées de rares stries spirales fines et irrégu- liérement distribuées. Cette espéce se rapproche surtout de l’ Opeas Hamonvillei Dautzenberg (*), du Sénégal. Les deux coquilles sont remarquables (1) Je suis heureux de dédier cette espece à mon collégue et ami, M. P. LEMOINE, bien connu par ses beaux travaux géologiques. (®) DAUTZENBERG (PH.). — Mémoires société zoologique France, III, 1889, p. 130, pl. I, fig. 7a-7b. (Slenogyra Hamonvillez). 7 fa eo 380 I. GERMAIN par la présence de rares stries spirales très fines, mais 1’ Opeas Lemoinei Germain, se distingue de l’Opeas Hamonvillei Daut- zenberg, par sa sculpture longitudinale plus accentuée et par sa forme générale beaucoup plus allongée-conique, avec des tours de spire plus nombreux. L’ Opeas Lemoinei Germain, a été découvert, par M. E. Duport, aux environs de Konakry, dans la Guinée francaise. Bissau (Guinée portugaise); 1° mars 1899; quelques exem- plaires (L. Fea). Genre Curvella Chaper, 1885 ('). Curvella Gestroi Germain (°). Fig. 3 (dans le texte). 1912 Curvella Gestrot GERMAIN, Bulletin Muséum hist. natur. Paris: Ls) Coquille subperforée de forme ovalaire un peu ventrue; spire composée de 6 tours convexes à croissance d’ abord lente et ré- guliére puis rapide au dernier tour; dernier tour très grand, un peu atténué dans le bas, bien convexe, n’ égalant pas tout a fait 9 de la hauteur totale de la coquille; sutures bien marquées, sublinéaires; ouverture ovalaire-oblongue, un peu pyriforme, an- guleuse en haut, arrondie en bas, atteignant presque la demi- hauteur totale; bords marginaux éloignés, non convergents; bord columellaire subrectiligne, légérement réfléchi sur l’ombilie; péri- stome simple, tranchant. Longueur totale: 5 millimétres; diamétre maximum: 2 4/, mil- limétres; diamétre minimum: 2'/, millimétres; hauteur de I’ ou- verture: 2‘/, millimétres; diamétre maximum de l’ouverture 1 ‘/, millimétre. Test mince, fragile, subtransparent, corné blond pàle; pre- miers tours ornés de stries longitudinales trés fines; autres tours présentant des stries relativement fortes, subcostulées, obliques , les 7 (1) Cnarer. — Bulletin société soologique France; 1885, X, 48, 49. (= Hapalus ALBERS, Die Heliceen, 1850, p. 140; non Hapalus Billberg, 1820). È (2) Espéce dédiée à M. le Doct. R. GestRO, sous-directeur du Musée Civique d' histoire naturelle de Génes. MOLLUSQUES DRL’ AFRIQUE OCCIDENTALE 381 notablement arquées, plus accentuées prés des sutures, un peu attenuées dans la région de l’ ombilic. Fig. 3. Curvella Gestrot Germain, nov. sp. Bords du Rio Cassine, Guinée portugaise (L. Fea); exemplaire type; x 20. Bords du Rio Cassine (Guinée portugaise), 1° avril 1900. Un exemplaire (L. Fea). ; Genre Pseudoglessula Boettger, 1892 ('). Pseudoglessula fuscidula Morelet. Pl. IV, fig. 9-10. 1858 Achatina fuscidula MoRELET, Series Conchyliologiques; 1, p. 26, Mee 25, Die Loe. 9: 1868 Achatina fuscidula PFEIFFER, Monogr. Heliceor. vivent.; VI, p. 238, meee. (1) BOETTGER (Dr. O.). — Neue Stenogyren aus Westafrika und ein neues Apero- stoma aus Honduras; Nachrichtsblatt d. deutschen Malakozoolog. Gesellschaft, XXIV, 1892, p. 202. ace STE 382 L. GERMAIN 1881 Stenogyra (Subulina) fuscidula PreleFER, Nomenclator; p. 328. 1896 Pseudoglessula fuscidula WALLY, Mollusques terrestres eau douce Kaméroun; p. 106. 1904 Pseudoglessula fuscidula Pitspry in Tryon, Manual of Concho- logy; 2.° série, Pulmonata; XVII, p. 160, n° 3, pl. LXI, fig. 98. 191) Pseudoglessula fuscidula GERMAIN, Bulletin Muséum hist. natur. Parts: nA, pe eats Je rapporte sans aucun doute à cette espéce quelques échan- tillons recueillis & Vile du Prince par M. L. Fea. Ils présentent bien tous les caractéres assignés par Morelet à son espéce mais ils ne sont pas adultes. Les individus arrivés à leur entier developpement atteignent 11 millimétres de longueur et possédent 9 tours de spire; ceux récoltés par M. L. Fea n’ ont que 7 tours de spire et seulement 7'/, millimétres de longueur pour 25/, millimétres de diamétre maximum et 2 ‘/, millimétres de diamétre minimum ('). Leur ou- verture mesure 2 ‘/, millimétres de hauteur pour 1 '/, millimetre de diamétre maximum. Le test, typiquement couleur de cire tirant sur le vert, est ici recouvert d’ un épiderme terne d'un brun assez foncé, rougeatre au sommet et qui se détache facilement aux environs immédiats de l’ ouverture. La sculpture des premiers tours est assez fine; celle des autres tours. est formée de petites cotes longitudinales irréguliéres, assez espacées, obliquement arquées, plus serrées vers |’ ouverture et beaucoup moins accentuées au-dessous de l’angulosité du der- nier tour. Les jeunes ont une coquille peu différente de celle des adultes; elle est seulement plus subulée et relativement plus étroite Ilha do Principe: Roca Infante D. Henrique; 100-300 metres; avril 1901 (L. Fea); trois individus. Primitivement découverte au Gabon par L. de Folin (in: Mo- relet), cette espéce a été retrouvée par Dusén et Sjoestedt au () MORELET (A.) assigne 4 son type une longueur de 8 millimètres et un dia- métre maximum de 3 millimétres. (Séries Conchyliologiques comprenant l'énumération de Mollusques terrestres et fluviatiles recueillis pendant le cours de divers voyages, ainst que la description de plusieurs espéces nouvelles ; 1, 1858, p. 26. . MOLLUSQUES DE L’ AFRIQUE OCCIDENTALE 383 Cameroun (in: d’ Ailly) et par le lieutenant Lamolle sur la fron- tiére francaise du Liberia (in: Germain). C est la première fois qu'elle est signalée a l’ Ile du Prince. Genre Glessula von Martens, 1860 (!). Glessula laevigata Pfeiffer. PI. IV, fig. 3-4. 1854 Achatina laevigata PrEWwrER, Proceedings zoological Society of London; p. 294. 1854 Achatina laevigata PrEwrER, Novitates Conchologicae; 1, p. 32, n.° 54, taf. VIII, fig. 6-7. 1859 Achatina laevigata PreirrER, Monogr. Heliceor. vivent.; IV, p. 607. 1868 Achatina laevigata MorELET, Mollusques voyage Welwitsch; p. 77. 1881 Glessula laevigata PrEIrvER, Nomenclator Heliceor. vivent.; p. 330. 1895 Homorus laevigatus KoBELT in MARTINI et CHEMNITZ, System. Con- chylien Cabin.; p. 110. 1910 Glessula laevigata Pinspry in Tryon, Manual of Conchology ; 2.° serie, Pulmonata; XX, p. 106, n.° 87, pl. XIV, fig. 9, 11 et 12. 1912 Glessula laevigata GERMAIN, Bulletin Muséum hist. natur. Paris; no 5. Cette espéce varie dans sa forme générale: a coté d’individus nettement ventrus, on observe des specimens dont la spire est plus haute, plus élancée, le sommet restant toujours obtus. Voici, exprimées en millimétres, les principales dimensions d’un certain nombre d’ exemplaires : Longueur Diamétre Diamétre Hauteur Diamétre totale maximum minimum de ouverture | de l’ouverture 13 +), mill. | 5 4/, mill. 4], mill. | 5 %/, mill. | 2 4/, mill. 13 » DELI » 5 > 5 » Pia) gi 13 > 5 » A > Dice Para 68 IE » DIGI » 4 3], » 5 » | Bish » Wee 32 Ae. 4 » 5 » Bee 5 12 » 4 » 5 » Ae la Be Sì NPS ey DO 5 » 5 » Bs oY (1) MARTENS (Dr. E. von) in ALBERS, Die Heliceen, Ed. 2; 1850, p. 254. (= Electra ALBERS Die Heliceen, 1850, p. 194; non Electra Lamoureux; 1816). 384 L. GERMAIN Le test est, le plus souvent, entiérement transparent, d'un jaune verdatre assez pale, très brillant. Quelques specimens sont plus fortement ambrés, mais restent toujours aussi brillants; ce sont ordinairement les plus agés. Les premiers tours sont très finement striés; les autres montrent des stries 4 peine plus fortes, serrées, irréguliéres, obliques, coupées de stries spirales rares et trés irréguliérement distribuées. Les sutures sont toujours marginées. Bolama (Guinée portugaise); 6 novembre 1899, 6 décembre 1899; nombreux exemplaires (L. Fea). Bords du Rio Cassine (Guinée PRES 1° avril 1900; quelques beeen (L. Fea). Ve ta a LA MOLLUSQUES DE L'AFRIQUE OCCIDENTALE 385 Famille des SUCCINEIDAE. Genre Succinea Draparnaud, 1801 (1). Succinea concisa Morelet. 1848 Succinea concisa MORELET, Revue et magasin zoologic; p. 351. 1850 Succinea spurca GouLD, Proceed. Boston Society ; Ul, p. 193. 1853 Succinea concisa PFEIFFER, Monogr. Heliceor. vivent.; Il, p. 11, n.° 25. 1853 Succinea spurca PFEIFFER, Monogr. Heliceor. vivent.; MI, p. 12, n.° 26. 1854 Succinea concisa PFEIFFER in MARTINI u. CHEMNITZ, Systemat. Conchyl.-Cabinet; p. 46, taf. IV, fig. 44-46. 1855 Succinea concisa H. et A. ADAMS, Genera of recent Mollusca; Il, p. 128. 1855 Succtnea spurca H. et A. ADAMS, Genera of recent Mollusca; Il, p. 129. 1858 Succinea concisa MoRELET, Series Conchyliologiques; I, p. 11, n.° 2, pl ill, fis. 7. 1866 Succinea concisa DoHRN, Malakozoolog. Blatter; XII, p. 133, n.° 18. 1868 Succinea concisa MoRELET, Mollusques Voyage Welwitsch; p. 44. 1888 Succinea concisa Crosse, Journal de Conchyliologie ; XXXVI, p. 303, nio 22. 1894 Succinea concisa GIRARD, Jornal sc. mathemat. phys. natur. Lisboa: 2.¢ série, IV, p. 208, n° 1. 1896 Succinea concisa v’ ALLY, Mollusques terr. eau douce Kameroun; pil. Les caractéres de cette espéce, qui vit dans toutes les regions comprises entre le Gabon et le Cameroun, sont insuffisamment précisés dans le travail de Morelet. D’ Ailly, qui a eu a sa dispo- sition plus de deux cents specimens conservés dans l'alcool, a très heureusement complété la description originale (*). Ses observa- tions concordent d’ ailleurs parfaitement avec celles que j'ai pu faire sur les exemplaires recueillis par M. L. Fea en des localités très diverses. C'est ainsi que Morelet donne à son espece de 3 a 4 tours de spire. Je n° ai jamais pu en compter que 2 '/, ou 3, bien que (1) DRAPARNAUD (J. R.). — Tableau Mollusques tevrestres fluv. France ,; 1801, p. 32 et p. 59, (2) AlLLY (A. pd’) — Contribution connaissance Mollusques ferrestres eau douce Kaméroun; Bihang T. K. Svenska Akad. Handlingary XXI, part. IV, 1896, pp. 114-115. Ann. del Mus. Civ. di St, Nat. Serie 3.°, Vol. V (15 Settembre 1912). 25 386 L. GERMAIN les échantillons soient adultes, et mesurent jusqu’ à 6 millimetres de longueur. Le test, ainsi que le fait remarquer d’ Ailly, est presque toujours recouvert d’ un enduit limoneux. Cet enduit recouvre a peu près entiérement la coquille, mais ils’ épaissit considérable- ment par endroits pour former « trois hautes carénes spirales paralléles a la suture » ('). Cette disposition si singuliére, que l'on observe facilement chez nos exemplaires, a également été rencontrée par d’Ailly chez tous les specimens qu’ il a pu examiner « quoiqu ils proviennent de localités assez distantes l'une de l’autre, Bibundi et Bakoti étant situés sur la cote, Ekumba-N’ dene à en- viron 35 kilométres dans I’ intérieur du pays ». Sous cet enduit, le test apparait transparent, d’ un corné- jaunatre clair. Les stries d’accroissement sont parfaitement vi- sibles; elles sont obliques, serrées, irréguliéres, coupées cà et là, de rares stries spirales peu marquées. Bissau (Guinée portugaise); janvier 1899 (L. Fea). Bolama (Guinée portugaise); 6 novembre 1899 (L. Fea). Ilha do Principe: Roca Infante D. Henrique; 100-300 métres; avril 1901 (L. Fea). (‘) AinLy (A. D'). — Loc, supra cit.,; 1896, p. 115. eras! = La MOLLUSQUES DE L'AFRIQUE OCCIDENTALE 387 Famille des AURICULIDAE. Genre Melampus Denys de Montfort, 1810 (!). Sale Melampus sensu stricto. Melampus (Melampus) flawus Gmelin. 1791 Voluta flava GMELIN, Systema naturae; Ed. XI, p. 34-36, n.0 5. 1792 Bulimus monile BRUGUIERE, Encyclopédie méthodique; Vers; 1, 195 GR eet O: 1839 Conovulus flavus ANTON, Verzeichniss; p. 48, n.° 1776. 1844 Auricula monile Kusrer, Auricul. in: MARTINI et CHEMNITZ, Sy- stemat. Conchyl. Cabinet; p. 30, taf. IV, fig. 7-9. 1856 Melampus flavus PrEIRFER, Monographia Auriculaceorumi p. 21. 1866 Melampus flavus DonRN, Malakozoolog. Bidtter ; XII, p. 133, n.° 19. 1888 Melampus flavus Crosse, Journal de Conchyliologie: XXXVI, p. 303, no 23. 1896 Melampus flavus vp’ ArLry, Mollusques terrestres eau douce Ka- meroun; p. 116. Quelques exemplaires de cette espéce tres répandue. Ils ont jusqu’ a 10-11 millimétres de longueur pour 7-7 '/, millimetres de diamétre maximum et 6-61/, millimétres de diamétre minimum. Leur test est brun roux assez brillant, surtout du coté de I ouverture, avec trois étroites bandes spirales plus claires se dé- tachant peu sur le fond de la coquille. Les stries longitudinales sont fines, irréguliéres, obliques et serrées; elles sont coupées par des stries spirales encore plus fines et presque uniquement loca- lisées au voisinage des sutures. Ilha do Principe: Bahia do Oeste; mai 1901; une dizaine de specimens (L. Fea). Melampus (Melampus) liberianus H. et A. Adams. 1854 Melampus Liberianus H. et A. Apams, Proceed. zoological Society of London; p. 12. 1854 Melampus obovatus H. et A. ApAms, Proceed. zoological Society of London; p. 12. () Monrrort (DENYS DE). — Conchyliologie syslématique et classification systém. des coquilles ; 1810. +0 TASSE 388 L. GERMAIN 1854 Melampus obovatus PreElrFER, Novitates Conchologicae; 1, p. 26, taf. VI, fig. 10-12. 1854 Melampus Liberianus PrEIFFER, Novitates Conchologicae ; 1, taf. VI, fig. 13-14. 1856 Melampus Liberianus PFEIFFER, Monogr. Auricul.; p. 23. 1856 Melampus obovatus PFEIFFER, Monogr. Auricul.; p. 46. 1878 Melampus Liberianus DonrNn, Jahrbicher d. deutschen Malakozool. Gesellschaft; p. 151. î 1896 Melampus Liberianus pv’ AruLy, Contribut. Mollusques terrestres eau douce Kaméroun; p. 117. Les plus grands exemplaires ont 14 millimétres de hauteur, 9 millimétres de diamétre maximum et 8 millimétres de diamétre minimum. Le test est chàtain olivàtre, plus ou moins foncé, le plus sou- vent orné de 3 bandes jaunàtres plus claires. Ces bandes, qui sont parfois absentes, varient d’ ailleurs comme nombre (on en compte de une a quatre) et comme largeur. L’ intérieur de 1’ ou- verture est violacé, brillant, avec une étroite zone claire sur le bord extérieur. La sculpture est formée de stries longitudinales fines, serrées, irréguliéres, coupées de stries spirales subonduleuses plus ou moins marquées suivant les échantillons. Le Melampus liberianus H. et A. Adams, vit au Liberia, a la Cote d'Or, au Cameroun et méme au Sénégal ainsi quien font foi quelques exemplaires des collections du Muséum d’ histoire na- turelle de Paris recueillis à Dakar par M. Delaunay en 1882. Bissau (Guinée portugaise) ; janvier 1899; nombreux specimens (L. Fea). Bolama (Guinée portugaise); 6 aout 1899; nombreux échan- tillons (L. Fea). § IL Tralia Gray, 1840 (’). Melampus (Tralia) pusillus (imelin. 1791 Voluta pusilla GueLIN, Systema naturae; Ed. NI, p. 3436, n.° 7. 1792 Bulimus ovulus BRUGUIÈRE, Encyclopédie methodique; Vers, 1, p. 339, n.° 71. (0) Gray (J. E.). — A manual of the land and fresh-water shells of the British Islands ; 1840. MOLLUSQUES DE L AFRIQUE OCCIDENTALE 389 AP ere. 1844 Auricula nitens Kuster, Auricul. in: MARTINI et CHEMNITZ, Sy- ¢ stemat. Conchylien-Cabinet; p. 18, taf. Il, fig. 11-13. n 1853 Conovulus pustllus FoRBES et HANLEY, British Mollusca; IV, p. 197. i> 1855 Tralia pusilla H. et A. ApAMs, Genera of recent Mollusca; Il, p. 244, pl. LXXXII, fig. 8 1856 Melampus pusillus PFEIFFER, Monographia Auriculaceorum ; p. 46. 1866 Melampus pusillus DourRN, Malakozoolog. Blatter ; XII, p. 133, n.° 20. 1888 Melampus pustllus Crosse, Journal de Conchyliologie; XXXVI, ) Pp: 803), 0824. 1896 Tralia pusilla p’ AILLY, Mollusques terrestres eau douce Kameroun; p 118. é Je signale ici cette petite espéce des Antilles, bien qu’ elle n’ait pas été rencontrée par M. L. Fea, parce que Dohrn (’) l’ indique comme trés abondante sur tous les points de la edte de l’Ile du Prince. Le Melampus pusillus Gmelin, vit également en Afrique, où Dusén |’ a recueilli, au Cameroun, dans les cavités des tufs basaltiques de la cote. Il y habite en DUNIENIS du Me- lampus flavus Gmelin. CILS OO ee ia ME (1) DoHRN (H.). — Die Binnenconchylien von Ilha do Principe, Malakozoolog. Bitter, XIII, 1866, p. 133. IL. GERMAIN Famille des CERITHIDAE. Genre Potamides Brongniart, 1810 (’). SU: Tympanotomus Klein, 1753 (°). Potamides (Cympanotomus) fusceatus Linné. 1685 Buccinum fuscum Lister, Historiae Conchyliorum: pl. CXXI, fig. 1-17; pl. CXXII, fig. 18-20. 753 Tympanotonos fuscus KLEIN, Tentamen Method. Ostracol.: p. 30. 1757 Cerithium popel ADANSON, Hist. natur. Sénégal ; Coquillages: p. 152, pl esser al. 1758 Murex fuscatus LANNE, Systema naturae; Ed. X, p. 759. 1758 Murex radula LinnÈ, Systema naturae; Ed. X, p. 760. 1766 Murex fuscatus LinnÈ, Systema naturae; Ed. XII, p. 1225. 1766 Murex radula Linnk, Systema naturae; Ed. XII, p. 1226. 1785 Strombus tympanorum CHEMNITZ, Systemat. Conchyl. Cabinet; IX, p. 193; pl. CXXXVI, fig. 1267-1268. 1792 Cerithium muricatum BRUGUIÈRE, Encyclop. méthod. : Verso pi 490; 27. 1843 Cerithium muricatum DE LAMARCK, Hist. natur. animaux sans vertèbres ; 2.° éd. (par DESHAYES); IX, p. 292. 1843. Cerithium radula pk LAMARCK, Hist. natur. animaux sans ver- tébres; 2.° 6d. (par DESHAYES); IX, p. 293. 1887 Potamides (Tympanotomus) fuscatus Tryon, Manual of Concho- logy; IX, p. 159, pl. XXXI, fig. 34. 1887 Potamides (Tympanotomus) radula Tryon, Manual of Conchology: IX, p. 159, pl. XXXI, fig. 35-36. 1887 Tympanotomus fuscatus Nopre, Fauna malacol. colon. portug. San Thome; p. 8. 1890 Potamides fuscatus DAUTZENBERG, Mémoires Société zoologique France; II, p. 167. 1896 Potamides (Tympanotonos) fuscatus D’ AiLLy , Mollusques terrestres eau douce Kameéroun; p. 121. 1896 Potamides (Tympanotonos) radula vy’ Ary, Mollusques terrestres eau douce Kaméroun; p. 121. 1910 Potamides (Tympanotomus) fuscatus et var. radula DAUTZENBERG, Contrib. faune malacologique Afrique occidentale; p. 72. (1) BRONGNIART. — Annales Muséum histoire naturelle Paris; XV, 1810, p. 367. @) KLEIN. — Tentamen Methodt Ostracologicae, sive disposilio naturalis Cochlidum et Con 'harum in classes, genera et species; 1753, p. 30. to MOLLUSQUES DE L'AFRIQUE OCCIDENTALE 391 1910 Tympanotonos fuscatus HipALGO, Memorias R. Sociedad Espanola d. Historia Natural; p. 521, n.° 30. 1910 Tympanotonos radula HmALGO, loc. supra cit.; p. 521, n.° 31. 1911 Tympanotomus fuscatus DoLLEUS, Mémoires Soc. géologique France ; XVIII, fase. 3-4; p. 36, pl. Il, fig. 14-21. ispéce très commune, dont le polymorphisme est bien connu, et qui vit abondamment dans toutes les eaux saumàtres (lagunes, embouchures de riviéres, étangs, ete....) de la còte occidentale d’ Afrique. C’ est d’ ailleurs une des espéces les plus caractéristiques de ces régions. Les nombreux exemplaires recueillis par M. L. Fea varient du type orné de longues épines au type presque dépouryu d’ épines (Potamides radula Linné) tous les intermédiaires existant entre ces deux formes assez dissemblables au premier aspect. La taille de ces échantillons reste moyenne puisqu’ ils ne dépassent pas 58 millimetres de longueur pour 24 millimétres de diamétre ma- ximum et 20 millimétres de diamétre minimum. Bolama, Bissau, Farim, le Rio Cassine dans la Guinée portu- gaise; nombreux individus (L. Fea). L. GERMAIN Famille des NERITIDAE. Genre Neritina de Lamarck, 1809 (’). Neritina afra Sowerby. 1843 Neritina Afra SowerBy, Concholog. Ilustr.; n° 39, fig. 13. 1843 Neritina Africana RecLuz, Proceed. zoolog. Society of London; p. 198. 1848 Neritina aequinoxialis MorELET, Revue Magasin Zoologie; p. 355. 1850 Neritina aequinoxialis Reciuz, Journal de Conchyliologie: p. 146. 1855 Neritina aequinorialis SowerBy, Thesaurus Conchyl.; Il, p. 520, pl. CXV, fig. 193. 1855 Neritina Listeri REEVE, Conchologia Iconica; IX, pl. XV, fig. 71. 1858 Neritina aequinoxialis MoRELEY, Séries Conchyliologiques: |, p. 29, n.° 30, pl. II, fig. 6 (fig. 9 dans le texte, par erreur). 1866 Neritina aequinoxialis DourN, Malakozool. Blatter; XI, p. 134, Die 23: 1868 Neritina Afra MoreLET, Mollusques Voyage Welwitsch; p. 96, no 76. 1868 Neritina aequinoxialis MorELET, Mollusques Voyage Welwitsch; p. 96, n.° 77. 1879 Neritina Afra Martens Nerit. in MARTINI et CHEMNITZ, System. Conchyl. Cabinet; p. 78, n.° 41, taf. V, fig. 1-4. 1888 Neritina (Clypeolum) Afra Tryon, Manual of Conchology; X, p. 61, pl. XX, fig. 42 (seulement). 1888 Neritina aequinorialis Crosse, Journal de Conchyliologie; XXXVI, p: 303, Mio 25. 1893 Nerztina aequinorialis Girarp, Jornal sc. mathemat. phys. e natur. Lisboa; 2.° série, III, p. 33. 1896 Neritina Afra D’ Ary, Mollusques terrestres eau douce Kaméroun: p: lei Dans un ruisseau de I’ Ile du Prince, entre 200 et 300 métres W’ altitude, M. L. Fea a recueilli un assez grand nombre d’ échan- tillons de cette espéce qui, tous, ont le sommet fortement rongé, la coquille étant souvent réduite au dernier tour. La taille est grande puisque le diamétre maximum de ce dernier tour varie entre 14 millimétres et 18 millimétres, tandis que le diamétre minimum oscille entre 9 */, millimétres et 11 millimetres. Le test est relativement mince, mais solide. Il est d’un brun- roux plus ou moins foncé, parfois presque noir, fond sur lequel (*) LAMARCK (DE). — Philosophie soologique ; 1, 1809, p. 321 (Néritine.) MOLLUSQUES DE L'AFRIQUE OCCIDENTALE 393 apparaissent des taches plus claires, fort irréguli¢rement distribuées et dont la forme et I intensité de coloris varient avec chaque specimen considéré. La partie érodée est d’un gris bleuté avec de larges taches plombées. L’ intérieur de 1’ ouverture est d'un bleu de Prusse brillant, assez clair; enfin le bord columellaire , blane bleuàtre brillant du cété de T ouverture est ailleurs d’ un beau jaune avec une zone orangée bordant le dernier tour. I, opercule présente des stries rayonnantes fines et irréguliéres; il est bleu de Prusse brillant en dessous, souvent jaune orangé ou saumoné en dessus, Les stries dont la coquille est ornée sont trés obliquement on- duleuses, serrées et fort irréguliéres. Le Neritina afra Sowerby, est commun è Fernando-Po et a 1’ le du Prince. Il vit aussi, et souvent en colonies populeuses , dans les ruisseaux de Angola et du Kaméroun. Ilha do Principe: Roca Infante D. Henrique; 200-300 metres d altitude; fevrier 1901; mars 1901; nombreux échantillons re- cueillis dans un ruisseau torrentueux (L. Fea). 3094 L. GERMAIN Famille des TRUNCATELLIDAE. Genre Truncatella Risso, 1826 ('). Truncatella princeps Dohrn. 1866 Truncatella princeps Dourn, Malakozool. Blatter; XII, p. 134, Tice: Encore peu connue, cette espéce, trés remarquable par sa sculpture, a été découverte par Dohrn. Elle habite l’Ile du Prince, où elle vit sur les pierres avec le Melampus flavus Gmelin. Le test du Truncatella princeps Dohrn, est épais, solide, d’un gris rougeàtre; il est orné de cétes assez espacées, saillantes mais émoussées, leur section étant sensiblement un demi-cerele ; ces cotes, plus rouges que le fond de la coquille, sont subverti- cales sur les premiers tours, un peu arquées au dernier tour. L’ ouverture est ovalaire, d’ un rouge-orangé intérieurement ; elle est bordée d’un péristome fortement épaissi et légérement pa- tulescent. Longueur: 6-6 !/,-7 millimétres; diamétre maximum: 21/,-2%/, millimétres; hauteur de l’ ouverture: 11/,-2 millimétres; diamétre de l’ ouverture: 1-1'/, millimetre. . Ilha do Principe: Bahia do Oeste; mai 1901; nombreux exem- plaires (L. Fea). !) Risso (A.). — Z/isfoîre natur. princip. productions Europe mévidionale, environs de Nicey 1V, 1826, p. 174. Annali del Museo Givico. Serie 3a Vol. V(XLY) Tav. IV G. Chivot del & lith. Imp. G. Chivot . 7-8. . 9-10. RO URI MOLLUSQUES DE L’AFRIQUE OCCIDENTALE 395 ExpLicatIon DE LA PLancne IV. Subulina striatella Rang. Exemplaire de Bolama (Guinée portugaise) montrant la sculpture particulierement développée; >< 2 '/,. Glessula laevigata Pfeiffer; >< 2 environ. Bolama (Guinée portugaise). Bocageia lotophaga Morelet. Ilha do Principe: Roca Infante D. Henrique, 100-300 métres d’ altitude; X 2. Dernier tour du méme Bocageia lotophaga Morelet, très grossi, pour montrer la sculpture; >< 7 environ. Ennea (Enneastrum) crystallum Morelet. Ilha do Principe: Roca Infante D. Henrique; >< 3 '/,. Pseudoglessula fuscidula Morelet. Ilha do Principe: Roca Infante D. Henrique; X 5. Streptostele Feai Germain. Ilha do Principe: Roca Infante D. Henrique; X 5 Sd . 13-14-15. Ennea (Sphinctostrema) Joubini Germain. on Ilha do Principe: Roca Infante D. Henrique; X A 5 rere dp 4 396 I. GERMAIN i INDEX ALPHABETIQUE () 2 Achatina. . . . . + p 358 | Bulimina. . . . . p. 355 Achatina alabiaster ae La- Bulimina Bur reas Pfeiffer . » 355 MARC nana » 359 | Bulimina eminulus Pfeiffer. » 336 Achatina bicarinata Bri iguiére » 358 | Buliminus . . . . » 355 Achatina columna Voigt . .» 361 | Buliminus Burnayi ‘Dohrn . » 355 Achatina columnaris de La- Buliminus eminulus Morelet » 336 MALCK 5, a ae ne eee eee Oa Bulimulus ey cea » 364 Achatina comorensis Pfeiffer » 339 | Bulimulus Rombout Adanson » 364 Achatina cornea Morelet . . » 339 | Bulimus . . » 348 Achatina fastigiata de Fé6- Bulimus Adansoni Pfeiffer . » 364 russat . . . +... . + » 348 | Bulimus bicarinatus Achatina Fraseri Pfeiffer. . » 374 Bruguiére. . . . . » 358 Achatina fuscidula Morelet » 381 | Bulimus Burnayt Pfeiffer . » 305 Achatina involuta Gould . . » 374 | Bulimus columna Bruguière » 361 Achatina laevigata Pfeiffer . » 383 | Bulimus eminulus Morelet . » 356 Achatina lotophaga de Fé- Bulimus fastigiatus Morelet » 348 russae . . . . . . . . » 368 | Bulimus flammeus Morelet . » 365 Achatina monacha Morelet . » 339 | Bulimus Folini Morelet » 349 Achatina numidica Martens » 365 | Bulimus Kambeul Bruguiere » 364 Achatina sinistrorsa Pfeiffer » 358 | Bulimus lotophagus Morelet » 368 Achatina striata Lea . . .» 371 | Bulimus monile Bruguière . » 387 Achatina striatella Pfeiffer . » 370 | Bulimus numidicus Reeve . » 365 Archachatina . . . . +» 358 | Bulimus ovulus Bruguière . » 388 Archachatina bicar mula Bulimus pauper Pfeiffer . » 376 Pilsbry . » 358 | Bulimus ? gracilis Hutton . » 376 Auricula. » 387 | Cerithium 7 . » 390 Auricula monile Kiister » 387 | Cerithium mur soa Auricula nitens Kister . . » 389 Bruguiére . . . » 390 Bocageia. » 368 | Cerithium popel Adanson ci. 9 380 Bocageia comorensis | Pfeiffer » 339 | Cerithium radula de Lamarok » 390 Bocageia cornea Morelet . . » 339 | Chersina. È ee’) Bocageia lotophaga Morelet . » 368 | Chersina alabaster Beck » 359 » 392 Buccinum . » 361 | Columna. . . . è 30 Buccinum See Muller 361 | Columna columna Miller <= SER Buccinum fuscum Lister. . » 390 | Columna flammea Shuttleworth . » 361 » Bocageia monacha Morelet . » 339 | Clypeolum . » » (1) Les synonymes sont imprimés en #aliques. MOLLUSQUES Columna grisea Perry . Columna Hainesi Pfeiffer Columna Leai Tryon. . - Columna marmorea Perry Conovulus Conovulus flavus aio Conovulus pusillus Forbes et Hanley . Curvella . ; Curvella Gestroi Germain . Electra Albers Electra Lamoureux Elma . Ennea. Ennea Bocagei Gira Ennea capitata Gould Ennea crystallum Morelet . —_ variété minor Pfeiffer . ; È Ennea Joubini Germain . Ennea Kermorganti Ancey. Ennea microstoma Mollendorfî Ennea sorghum Morelet. Ennea strophioides Gredler Enneastrum Enneastrum Ca Bourguignat . Glandina. Glandina ona Glessula . : È Glessula laevigata Pfeiffer . Gonaxis . Albers. Gonaxis Troberti Boetonional Gulella Hapalus Albers Hapalus Billberg. i Hapalus eminulus Vv Gini Helix . : Helix alaliasion Bane Helix columna Gmelin . Helix Folini Morelet Helix hortensis Muller Helix indecorata Gould. Helin Kambeul Rang Helix Listeri Bolten . Helix nemoralis Linné Helix pyrum Gmelin DE L’ APRIQUE OCCIDENTALE p. 361 | Helix striatella Rang 363 | Helix Troberti Petit . 363 | Homorus. 5 361 | Homorus carole COL 387 | Homorus laevigatus Kobelt . 387 | Limax È Limax anni Macao + 389 | Limicolaria . 380 | Limicolaria Kambeul oi 580 | Limicolaria numidica Reeve. 383 — — var. § dAilly 383 | (pallide rufo-fusca). 4 348 — — var. 8 Shuttle- 343 | worth (unicolor, pallida) 347 | Limicolarius c 343 | Limicolarius Or 344 Adanson Littorina. : 345 | Littorina angulifora He tae 346 marck . SAT Lymnaea a fsa) Tae Fae os 347 | Lymnaea columnaris de La- 343 marek 347 | Melampus . . . .. . 343 | Melampus flavus Gmelin Melampus liberianus H. et A. 343 Adams . 574 | Melampus Deda H Ss A. 74 Adams . 383 | Melampus pusillus ‘@melins 383 | Murex SURE 342 | Murex fuscatus Linné . 342 | Murex radula Linné. 343 | Nanina : 380 | Nanina Folini Tela 380 | Nanina hepatizon Morelet . 356 | Nanina indecorata Tryon. 352 | Nanina Welwitschi Morelet 359 | Neritina . 361 | Neritina aequino. a 353 Morelet. 355 | Neritina afra Sowerby 352 | Neritina Africana Recluz 364 | Neritina Listeri Reeve. 361 | Nevillia . 355 | Nigritella 361 |, Odontartemon 398 Opeas. Opeas Dohrni Gira mae var. conoidea Germain ; Opeas gracile Hutton. Opeas Lemoinei Germain Opeas pauper Dohrn . Opeas subpauper Germain . Ostrea Ostrea parasitica Geta Ostreum . -Ostreum Gasar Perideris Peridiris Dia Shuttleworth Phasianella . Phasianella AMO. ra de Lamarck . Potamides Se Potamides fuscatus inne : Adanson Potamides radula Tryon . Pseudoglessula. var. dain A — vow. = Pseudoglessula fuscidula dna glo » Pseudoglessula CI » £ Pseudotrochus . Pseudotrochus alabaster enc Shc Pupa . Pupa capitata Gould Pupa crystallum Morelet. Pupa hyalina Pfeiffer Pupa microstoma Mollendorft Pupa sorghum Morelet Pupa strophioides Gredler Pythia È Pythia flammea Oken Rachis : Rachis Burnayi Dohrn Rachis eminulus Morelet Rhachis . ; Rhachis Burnayi d Ailly : Rhysota . : : Rhysota Folint Tryon : Solen . ; Solen guineensis Gray Solen Tagal Adanson £ minor Pfeiffer EE L. | Streptostele lotophaga Dohrn. Streptostele Moreleti Dohrn . GERMAIN Sphinctostrema Spiraxis . 2 Spiraxis columna Shuttleworth Stenogyra Stenogyra angustior Sogni - Stenogyra fuscidula Pfeiffer. 7) Stenogyra Hamonvillei Dautzenberg . Stenogyra involuta Pfeitter Stenogyra pauper Dohrn . Stenogyra striatella Dohrn Streptaxis . Streptaxis Troberti Petit Streptostele. 5 Streptostele faetipinta Morelet mode elata. : Streptostele Voi Germain. Streptostele Folini Morelet | Streptostele Moreletiana Dohrn . i Strombus Strombus tympanorum Chemnitz . Subulina. | Subulina angustior alta Subulina Feai Germain . Subulina Fraseri Albers . Subulina Newtoni Girard Subulina octona Bruguière. | Subulina striatella Rang — variété striata Lea Succinea. Succinea concisa Moarelet Succinea spurca Gould . ì | Tachea . Tagalus . Tagalus Angulatus Bower ie : | Tapsia | Thapsia . Thapsia indecorata Gould . mutat. depressa mutat. alta = % © ww 5 » ¥ “ “ yu “x ¥ . 346 » 362 362 370 371 382 379 374 376 370 342 342 348 348 349 350 349 368 351 Bb) 390 390 370 371 372 374 373 371 370 371 385 385 385 355 336 336 352 352 352 352 352 E n rn mm n “di MOLLUSQUES DE L’ AFRIQUE OCCIDENTALE 399 Thomeonanina. . . . ..- . p. 338 | Tympanotomus. . . . . . . ». dt Traliass ce oes » 388 | Tympanotomus fuscatus Tralia pusilla H. et ta Adams » 389 | Nobre E no Trichodina . . . . » 368 | Tympanotonos. . . . . . .>»3 Trichodina iotobnana Pilsbry » 368 | Tympanotonos fuscatus Trochomorpha. . . . » 353 | Fida] cs sno . » 39 Trochomorpha Folini Pfeiffer » 353 | Tympanotonos luscus Klein » Trochonanina.. . . . Sy Se) TUE ak ne nol oe oh on Trochonanina Folini Morelee. » 353 | VACICEHNA IR ica ame ans eee yale — — variété Valuta emer. STE CREA Os percarinata Martens. . . . » 354 | Voluta flava CUL : . » 88 Trochonanina percarinata Voluta proboscidalis Manvensi iio es o NA dep am archon viens) es Ooo Trochozonites . . . . » 353 | Voluta pusilla Gmelin. . .» 3 Trochozonites Round Ailly MORI II INCLUSA Boe le ap eee minuncatelarcwi em oe . » 394 | Yetus proboscidalis Truncatella princeps Donna . » 394 delllamaret tea re eae oo: ee. Me gd Pror. MARIO BEZZI DITTERI RACCOLTI DA LEONARDO FEA j DURANTE IL SUO VIAGGIO NELL’ AFRICA OCCIDENTALE. Parte I°: SYRPHIDAE. Grazie alla squisita cortesia del chiar. prof. R. Gestro ho potuto avere in esame una parte dei Ditteri raccolti dal compianto Fea nel suo ultimo viaggio. La varietà, la ricchezza e la buona conservazione di questo materiale di primo ordine mi invogliano a continuarne lo studio, che spero di poter proseguire nell’avve- nire se mi verrà conservata la fiducia della Direzione del Civico Museo e se mi basterà il tempo. Intanto in questa prima parte sono illustrati i Sirfidi, colla deserizione di parecchie specie nuove e coll’ aggiunta di alcuni importanti fatti riguardanti la distribuzione geografica e la siste- matica di questi ditteri, ancora non troppo bene conosciuti, mal- grado la loro bellezza e vistosità. Pochissime, anzi pressocchè nulle, sono le notizie che si hanno finora sulla ditterofauna delle Isole del Capo Verde e sopra- tutto su quella delle isole Fernando Poo, St. Thomé e Principe: da ciò la grande importanza delle raccolte del Fea, che sarebbe desiderabile vedere tutte illustrate. Ho approfittato del fatto che sto ultimando uno studio su una raccolta di Sirfidi africani del British Museum, per aggiungere in alcuni punti delle notizie utili a completare la conoscenza delle specie esaminate; ma, salvo pochissimi casi chiaramente indi- cati, tutto il materiale illustrato in questa nota fa parte delle ricche collezioni del Museo Civico di Genova, dove dunque sono conservati i tipi delle nuove specie. i A * = DITTERI DELL AFRICA OCCIDENTALE 401 Sono infine assai grato al prof. Gestro di aver voluto accogliere questo seritto negli Annali del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, dove pubblicavo sono ormai venti anni (*) il mio primo lavoro sui Ditteri africani. FAM. SYRPHIDAE. A. Syrphinae. 1. Paragus serratus Fabricius; Kertész, Cat. Dipt., VII, 6 (1910); Brunetti, Rec. ind. Mus., II, 52 (1908); Meijere, Tijdschr. v. Entom., 41, 284, 1, (1908); Becker, Denkschr. math. -naturw. KI. Akad. Wiss. Wien, LX XI. 141,37 (1910); Speiser, Jahrbiich. Nassau. Ver., LXIV, 240 (1911). Isole del Capo Verde: diversi esemplari di Brava, 300 m., luglio 1908 e di S. Thiago, Orgàos Grandes, maggio 1898. Guinea Portoghese: molti esemplari di Bolama, giugno - dicembre. 1899. Questa specie pare originaria della regione orientale, dove la sua diffusione si estende dall’ isola di Ceylon alla Nuova Guinea ; Brunetti lo dice comunissimo in India ed il colonnello Yerbury lo dichiara comune a Ceylon. Dall’ Oriente si estende ad Aden (Verrall) ed a Sokotra (Ricardo, Becker). Il dott. Speiser lo ricorda per la prima volta del continente africano e precisamente dell’ Eritrea, di dove io non lo aveva ancora ricevuto. È dunque assai notevole che le collezioni del Fea dimostrino la sua pre- senza come specie comune nella Guinea Portoghese, stabilendo così in modo sicuro la sua diffusione attraverso tutto il continente africano. Del resto nel British Museum se ne trovano esemplari anche dell’Africa centrale e di Durban. Io ho confrontato gli esemplari africani con quelli numerosi che posseggo dell’ India (Calcutta, Brunetti e Trichinopoly, Caius), riconoscendone |’ identità, che era solo sospettata. Già Brunetti e Meijere ricordano la grande variabilità della specie, che è del resto cosa solita in questo genere. Gli esemplari delle Isole del Capo Verde sono molto più piccoli di quelli della Guinea. L’addome è in tutti assai profondamente punteggiato ; @) Serie 2.2, Vol. XII (XXXII), 18 Marzo 1892, pag. 181-196. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 3.*, Vol. V (15 Ottobre 1912). 26 409 MARIO BEZZI la fronte presenta notevoli riflessi azzurri. La colorazione rossa dell’ addome è ora più, ora meno estesa, spesso mancante del tutto; per cui l'addome varia da interamente rosso ad interamente nero; negli esemplari raccolti dal Fea predomina il colore nero. I piedi presentano le fasce nere più o meno sviluppate, e spesso sono interamente gialli (esemplari dell’ India della mia collezione). Lo scudetto alla base è più o meno largamente nero. I nervi alari sono ora gialli e ora neri. 2. Paragus borbonicus Macquart; Kertész, Cat. Dipt. VII, 4 (1910); Bezzi, Bull. Soc. ent. ital. XXXIX, 20, 73 (1908). Isole del Capo Verde: S. Nicolau, 400 m., novembre 1898 e S. Thiago, Orgàos Grandes, aprile 1898. Isola Principe: Roca Inf. D. Henrique, maggio 1901. Guinea Portoghese: Bolama, giugno-dicembre 1899, comune. Pare che questa specie sia comune in compagnia della prece- dente, di cui presenta in Africa la medesima distribuzione ; di essa io ho dato la sinonimia e la distinzione nei miei Ditteri eritrei, accolte nel catalogo del Kertész. Varia anch’ essa per |’ addome, che di solito è nero con fascia rossa arcuata mediana, ma talvolta è interamente rosso all’ infuori della base. Il Paragus numida Macquart e Becker è una specie certa- mente simile e che ha pure lo scudetto nero; ma ne differisce pel colore dei piedi e pei segmenti mediani dell’ addome che sono liberi, non fusi fra loro. 3. Paragus longiventris Loew; Kertész, Cat. Dipt., VII, 5 (1910); Bezzi, Bull. Soc. ent. ital., XXXIX, 20, 74 (1908); Speiser, Wiss. Ergebn. d. schwed. zool. Exped. nach d. Kilimandj., 10, 5, 114 (1910). Isola St. Thomé: Ribeira Palma, luglio 1900. Congo francese: Fernand Vaz, settembre-ottobre 1902. Guinea portoghese: Bolama, giugno-dicembre 1899. Questa specie è finora ricordata solo della Caffreria, Aden, Eritrea e Kilimandjaro, cioè unicamente della costa orientale; ma è diffusa però anche fino alla costa occidentale, come vedo da esem- plari del British Museum. Pare rara ovunque; anche il Fea ne de DITTERI DELL AFRICA OCCIDENTALE 103 riportò tre soli esemplari, dall’addome bene spatolato. Il suo colorito non varia, mantenendosi sempre completamente nero ; il torace e la fronte presentano però nella femmina dei bei riflessi azzurri. 4. Melanostoma annulipes Macquart; Kertész, Cat. Dipt., VII, 80 (1910); Bezzi, Bull. Soc. ent. ital., XX XIX, 24, 78 (1908): Speiser, Wiss. Ergebn. d. schwed. zool. Exped. nach d. Kilimandj., 10, 5, 117 (1910). Isola Fernando Poo: Moka, 1300 - 1500 m., febbraio 1902, parecchi esemplari. Guinea portoghese: Bolama, giugno - dicembre 1899, comune. Anche questa specie è diffusa dall’ Africa orientale alla occi- dentale, nonchè nelle isole Maurizio, Borbone, Madagascar e Sokotra. Il gymnocerum Bigot ne è certo sinonimo, malgrado nel Cat. Dipt. sia tenuto distinto. 5. Asarcina ericetorum Fabricius; Kertész, Cat. Dipt., VII 95 (1908); Speiser, Wiss. Ergebn. d. schwed zool. Exped. nach d. Kilimandj., 10, 5, 117 (1910). Il Fea ha raccolto 9 esemplari dei due sessi di questa specie così diffusa e variabile. Malgrado il dott. Speiser (1. c., p. 118) si sia dichiarato con- trario al tentativo da me fatto nel mio lavoro del 1908 (*) di distinguere le diverse forme, io ho provato a distribuire questi esemplari secondo il mio metodo, come si può rilevare da quanto segue : A. Forma typica. - Una femmina della Guinea portoghese, Bolama, giugno - dicembre 1899. Questa forma è distinta dai peli interamente neri della fronte nei due sessi, assai più lunghi nel maschio; dal tubercolo frontale sporgente e munito di una macchia nera più o meno larga; dalla base dell'addome larga- mente gialla, perchè il primo segmento ha solo una piccola mac- chia nera, assai più piccola dello scudetto, ed il secondo non ha macchia nera all’orlo anteriore, ma presenta solo una strettissima 1) M. Bezzi. Secondo contributo alla conoscenza del genere Asarcina. - Ann. Mus. nation. Hung., VI p. 495-504, 404 MARIO BEZZI orlatura nera lungo tutto il margine posteriore. Perciò la prima fascia gialla dell'addome non è per nulla divisa, nè presenta il più lontano accenno di divisione. Le ali presentano una tinta grigio-giallognola, che talora è abbastanza infoscata. La fronte della femmina è densamente coperta di tomento grigio, che lascia però trasparire dei riflessi metallici; la macchia tubercolare è larga ed una stretta linea nera longitudinale la unisce alla macchia verticale. B. Var. usambarensis. - Bezzi, |. c. p. 499. Un maschio del Congo francese, Fernand Vaz, settembre-ottobre 1902; pre- senta larga macchia nera tubercolare e il resto della fronte scuro a riflessi metallici; prima fascia gialla addominale incompleta- mente interrotta. Una femmina dell’ isola Fernando Poo, Mu- sola, 500-800 m., marzo 1902; essa ha una larga macchia fron- tale, manca di linea nera longitudinale, vertice con forti riflessi porporini, prima fascia addominale completamente divisa da una sottilissima linea nera; terzo articolo delle antenne largamente annerito. Un maschio della medesima isola, Moka, 1300-1500 m,. febbraio 1902, non ha macchia frontale, per cui la fronte è intera- mente gialla, piuttosto piatta e dilatata, ma con lunghi peli neri; prima fascia addominale ben divisa. Un maschio dell’ 7sola Prin- cipe, Roca Inf. D. Henrique, 100-300 m., Marzo 1901, con larga macchia tubercolare e prima fascia addominale divisa. Tutti questi esemplari hanno le ali abbastanza infoscate ; rispondono bene alla mia varietà colle sue variazioni, sopratutto in riguardo della fronte; si distinguono facilmente dalla prece- dente per la prima fascia addominale. La femmina, non ancora descritta, ha la fronte tutta coperta di peli neri, di color nero, con riflessi porporini presso il vertice; il tomento grigio scuro che la copre è così poco denso da lasciare visibili i riflessi metallici; la striscia nera longitudinale mediana è indistinta; la macchia tubercolare nera è larga; la prima fascia gialla addominale è interrotta. Questa var. usambarensis non può essere la A. punctifrons Austen |Trans. of the Zool. Soc. of London, XIX, 89, pl. II f. 5 (1909)], che pure presenta macchia nera tubercolare, peli neri frontali, prima fascia addominale interrotta ed ali infoscate; nella punctifrons infatti le fascie nere addominali sono più larghe, non dentate nel mezzo (nemmeno la seconda) ed i piedi poste- DITTERI DELL'AFRICA OCCIDENTALE 1405 riori sono in gran parte neri, presentando i femori persino una riga nera. C. Var. africana Bezzi, l. c. p. 499. Un maschio e tre fem- mine della Guinea portoghese, Bolama, giugno-dicembre 1899. Caratteri distintivi sono la fronte piatta, interamente gialla nella metà anteriore, con peli corti chiari o tutti od almeno nella femmina quelli della metà anteriore; prima fascia gialla addo- minale intera od appena con un accenno di interruzione nel maschio. Gli esemplari raccolti dal Fea differiscono da quelli tipici (dell’Africa orientale) per avere la macchia nera del primo seg- mento addominale più piccola, dilatata solo lungo l'orlo poste- riore; il secondo segmento non ha di solito macchia nera ante- riore 0 solo piccolissima e poco sporgente; perciò la prima fascia gialla è quasi come in ¢ypica per niente interrotta, mentre nei maschi tipici è più o meno largamente accennata l’ interruzione. Le specie e varietà africane finora note del gen. Asarcina, aggiungendo quelle recentemente descritte dai signori Austen e Becker, si possono distinguere nel modo seguente : 1. (10). Facies omnino lutea, lineis vel maculis nigris ora- libus omnino nullis, limbo orali antico retro inclinato ; frons haud producta tuberculo antico plus minusve porrecto; antennae basi approximatae, articulis duobus basalibus fere aequelongis, terlio luteo plus minusve infuscato superne ; peristoma angustum, in parte postica nigrum; thoracis dorsi latera ac pleurae late lutea. 2. (3). Oculi maris approximati sed non secus lineam plus minusve longam connexri; abdominis fascia lutea basalis non interrupla, fasciae omnes nigrae valde angustatae ee CUT a NI STA yt: CORTI angustata Beck. 3. (2). Oculi maris late connexi. . . . . ericetorum s. |. 4. (9). Frons semper nigropilosa, pilis in mare longis, el plerumque macula nigra supra antennarum basi ornata, vel basi vel tola nigra; tuberculum supra-antennale valde protuberans. 5. (6). Abdomen basi luteum macula parva nigra tantum signatuin ; fascia prima lutea non neque partim inter- rupta ; alae ex griseo-hyalinae . . . ericetorum typica. yy, 2 we ‘ 1406 MARIO BEZZI ). (5). Abdomen basi macula lata nigra triangulari signa- tum; fascia prima lutea plerumque omnino interrupta vel sallem in medio valde angustata ; alae distinete magis infuscalae. (8). Pedes postici lutei, tarsis tantum paullo infuscatis, femoribus non nigrolineatis; fasciae nigrae abdominales valde angustae; alae ex luteo fuscescentes . AE ericetorum usambarensis. . (7). Pedes postici nigricantes, femoribus nigrolineatis ; fasciae Bo abdominales latiusculae; alae fusciores .. punctifrons Aust. i (A). “Pr ons ae o beni tecta, vel omnibus pal- lidis vel saltem anticis; praeterea frons omnino lutea, lata et complanata, tuberculo supraantennali vix pro- TURTLE a nearer . + . ericetorum africana. . (1). Facies pigvolnense DEI ELMA inferne, plus minusve interdum valde producta limbo orali antico perpendiculari vel antice inclinato; frons complanata tuberculo supraantennali prominente nullo; antennae basi remotae, articulo primo plerumque elongato, tertio plerumque omnino nigro; peristoma latum, in parte postica luteum; thoracis latera et pleurae vix lutescentes ; abdominis fascia prima lutea semper interrupta. . (12). Facies non nigrolineata, inferne tantum ad mar- ginem superum oris macula nigra semicirculari signata; antennarum articuli duo primi fere aequilongi, tertius inferne lutescens; frons macula supraantennali nigra nulla ; Es s/n abdominis satis latae . . . . amoena Aust. 0). ; (AL). Ractes nigr panera Peace articulus primus duplo fere longior secundo, tertius omnino niger. . (14). Facies paullo prominens, limbo oris antico perpen- diculari vel vix porrecto ; linea nigra facialis intermedia superne abbreviata, ultra tuberculum medium producta at antennarum radicem non atlingens . I n 0? eremophila Loew. ) Gli esemp'ari di Moschi, Africa orientale, che nel mio lavoro del 1908, p. 501, ho dichiarato appartenere alla £7or#î, e che il dott, Speiser invece (1. c., p. 119) rife- risce alla eremophila, appartengono alla specie presente. La italiana Zorzi ne è ben distinta per le fascie nere addominali assai più strette e per le ali molto più corte. DITTERI DELL'AFRICA OCCIDENTALE 407 14. (13). Facies conica producta, limbo oris antico valde porrecto ; linea facialis ab ore ad antennarum radicem PROCURANO hen ne rOstratay Wied: (i. Lasiopticus pyrastri Linnè; Kertész, Cat. Dipt., VII, 98 (1910); Osburn, Journ. of the N. Y. entom. Soc., 58 (1910). Isole del Capo Verde: S. Nicolau, 400 m., novembre 1898, una 9. Specie non ancora riportata della regione etiopica propria. 7. Syrphus Feae n. sp. o 9. Niger, plus minusve violacei nitens, oculis nudis, anten- narum articulo tertio elongato, fere triplo longiore se- cundo, nigricante infra plus minusve lutescente, facie lutea nigrovittata, thoracis dorso nitidissimo striis abbre- viatis lateralibus parum distinctis supra alarum radice et altera in mesopleura lutescentibus ornato, scutello luteo vilta lata transversa nigricante fasciato, abdomine angusto lineari nitido segmentis secundo et tertio tamen in medio vitta lata transversa atra opaca cinctis, secundo tertio et quarto macula lutea obliqua ovali utrinque ornatis, pedibus luteis coxis trochanteribusque nigris femoribus tibiisque posticis late nigroannulatis, alis pure hyalinis macula stigmatica lineari fusco-lutescente, nervis nigris, tertio fere recto. Long. corp. mm. 9 - 10. Isole del Capo Verde: Brava, 600-1000 m., settembre 1898; Boa Vista, febbraio 1898 e M. Estancha, gennaio 1898; S. Nicolau, 400 m., ottobre 1898. Questa specie assai interessante, nominata in onore del defunto ‘accoglitore, pare diffusa per tutte le isole del gruppo e piuttosto comune; malgrado i lati del torace e le mesopleure presentino | delle poco distinte macchie giallognole, essa è ancora un Syrphus e non un Xanthogramma. Delle specie descritte nessuna si 408 MARIO BEZZI avvicina, tranne forse il S. interseclus Wied. del Capo; da essa la mia differisce pel colore della fronte e dei piedi, per la striscia nera facciale non abbreviata e per sole tre paia di macchie addo- minali. Una certa somiglianza nel disegno dell’addome si nota col Pseudodoros nigricollis Becker, e col S. cinctifacies Speiser. Capo nero, con riflessi violacei nel maschio; occipite coperto di tomento cenerino che diventa più fitto e quasi bianco verso il mezzo delle orbite posteriori, che sono coperte di fitti peli bianchi, quasi argentini nel maschio; triangolo verticale del maschio con peli neri; occhi del maschio congiunti in una linea lunga come la metà del triangolo verticale; triangolo frontale del maschio giallo, abbastanza sporgente sopra le antenne, nero lucente sulla lunula, coperto di peli bianchi; faccia gialla nei due sessi, fornita sui lati di corti e teneri peli bianchi, con striscia centrale larga, estesa dalla bocca alla base delle antenne, di color nero lucente con riflessi violacei nel maschio, spesso solo ferruginosa e quasi indistinta nella femmina; fronte della femmina gialla solo ante- riormente sui lati, nel mezzo e nella metà superiore nera lucida, con brevi e scarsi peli neri; ocelli ravvicinati, disposti in triangolo equilatero; faccette superiori degli occhi nel maschio appena un po’ più grandi delle altre. Antenne col terzo articolo assai lungo, fatto come in X. aegyptium ; arista giallognola, inserita verso il mezzo del terzo articolo e lunga come esso. Peristoma stretto, ‘nero lucido in tutta la sua parte posteriore, con peli bianchi; proboscide nera; tubercolo facciate poco sporgente. Torace assai lucente, con riflessi violacei più sviluppati nel maschio che nella femmina; è tutto coperto di peli pallidi, che sulle pleure sono più densi e bianchi e disposti a ciuffi sull'orlo posteriore della mesopleura e su quello superiore della sternopleura; la striscia giallognola laterale sopra la base delle ali va dalla sutura al callo postalare, essendovene avanti alla sutura solo una piccolis- sima porzione ; |’ orlo posteriore della mesopleura presenta pure una striscia verticale giallognola, dilatata superiormente. La larga fascia scura trasversale dello scudetto è assai distinta e completa, estesa da un lato all’altro, con riflessi metallici più o meno distinti; i peli sono pallidi, scuri però in corrispondenza della fascia scura. Bilanceri gialli, squame bianche, con frangia bianca. Addome lucente, con forti riflessi azzurri nel maschio; peli brevi, .— ———r—z°-eoc-Z3. rn DITTERI DELL AFRICA OCCIDENTALE 409 neri nel mezzo, pallidi sui lati, quelli della base più lunghi e più chiari; esso è di forma stretta a lati paralleli, appena un po’ più ristretto alla base. Il primo segmento è tutto lucente, immacolato; il secondo presenta una larga fascia nera opaca, molto più distante dall’orlo anteriore che dal posteriore, sui lati della quale ed in contatto col margine esterno ma senza raggiungerlo, stanno due piccole macchie oblique di color giallo chiaro, una per parte ; terzo segmento pure con larga fascia nera opaca e due macchie laterali oblique un po’ più grandi ma sempre assai distanti fra loro nel mezzo; quarto segmento tutto lucente od appena un po’ opaco presso il margine anteriore, con due macchie come quelle del terzo segmento; inoltre esso presenta una stretta orlatura gialla posteriore; quinto segmento assai corto, con stretto margine posteriore giallo. Genitali del maschio abbastanza grossi, di color nero lucente, giallo rossicci alla base, con brevi peli chiari. Ventre nero lucido, giallo verso l'apice e lungo l’orlo posteriore dei seg- menti, con brevi peli bianchi. I quattro piedi anteriori sono inte- ramente gialli, meno le anche ed i trocanteri; i tarsi sono solo un po’ infoscati superiormente; i femori posteriori sono diritti, con largo anello nero occupante tutta la metà apicale ; tibie posteriori con largo anello nero posto un po’ dopo il mezzo; tarsi cogli articoli terminali più o meno neri. Peli brevissimi, chiari; tro- canteri posteriori inermi. Ali col terzo nervo appena leggermente incurvato, quasi diritto; cella subcostale infoscata lungo tutto il tratto posto dopo la fine del nervo ausiliare. 8. Xanthogramma aegyptium Wiedemann. Isole del Capo Verde: molti esemplari di S. Thiago, Orgàos Grandes, maggio 1898; Boa Vista, febbraio 1898; S. Nicolau, 100 m., ottobre-novembre 1898. Isola St. Thomé : Città, novembre 1900. Nel catalogo dei ditteri paleartici (1907) e nel mio lavoro sui ditteri eritrei, io ho considerato questa specie africana come uguale all’orientale sewtellare F., cosa che fu accolta anche nel Cat. Dipt., VII, p. 155. Esse sono invero strettamente affini e distinte ambedue dall’ insolita lunghezza del terzo articolo delle antenne; ma ora che ho potuto istituire un confronto con esem- plari dell’ India e di Formosa, mi sono persuaso che si possono AAO MARIO BEZZI separare bene pel colore dello scudetto e la forma dell’appendice del trocantere nel maschio, come segue : X. scutellare Fabr. Scutellum in medio distincle nigricans; abdominis fascia prima lutea semper, eliam in faemina, divisa; maris trochanteres postici appendice brevi ac crassa aucti et larsorum anticorum unguiculi simplices ac aequales. X. aegyptium Wied. Scutellum in medio dilute infuscatum ; abdominis fascia prima lutea in faemina saepius integra; maris trochanteres postici appendice duplo longiore ac sublili aucti et tarsorum anticorum unguiculus internus apice dilatatus et fere bifidus. Nel Cat. Dipt. sono da riferirsi all’ aegyptium tutti i citati sotto tal nome, nonchè i sinonimi brachypterum Thoms., felix Walk., fuscotibiale Macq., longicorne Macq. e natalense Macq.; anche il senegalense Guérin è da mettersi qui. Recentemente il prof. Meijere (Tijdschr. v. Entom., LI, p. 290) dice che nei suoi esemplari di Giava dello scutellare i tarsi anteriori del maschio presentano la medesima struttura descritta dal Loew per |’ aegyptium. Nei miei esemplari dell’ m- dia e di Formosa trovo invece che sono affatto semplici; è quindi probabile che in Asia, almeno in certi luoghi, le due specie vivano commiste. Gli esemplari originali del Fabricius provenivano dal Tranquebar. 9. Xanthogramma Pfeifferi Bigot. Guinea portoghese : Bolama, giugno-dicembre 1899, un solo esemplare maschio; ma nel British Museum ve ne sono di Angola, Uganda e Nigeria; il Bigot lo descrive di Maurizio e Borbone. Per la forma delle antenne questa specie si avvicina al rotundicorne Loew, di cui ho esemplari nella mia collezione del Natal e di Grahamstown; ma se ne distingue per la mancanza di ogni macchia nera frontale sopra la base delle antenne, per non avere nemmeno una lontana traccia della linea nera facciale e per avere la prima fascia gialla dell'addome non interrotta. Questa ultima nel rotundicorne è invece largamente interrotta nel mezzo; e la linea della faccia, se talvolta è molto sfumata, è però sempre distinguibile. DITTERI DELL AFRICA OCCIDENTALE 411 Bisognerebbe anche vedere se il rotundicorne Loew non sia lo stesso che il Syrphus javanus Wied., di cui Meijere (1 e. LI, 1908, p. 290) dice appunto che ha il terzo articolo delle antenne rotondo, e col quale mette in sinonimia il désténclus Kert. che non presenta linea nera sulla faccia. La descrizione del Bigot si attaglia benissimo al mio esemplare, tranne in un particolare del primo segmento addominale che è detto essere nero, mentre è giallo con macchia nera centrale. Credo tuttavia opportuno darne una breve descrizione. X. Pfeifferi. Nigrum, luteomaculatum, fronte et facie omnino luteis immaculatis, antennis luleis articulo tertio rotundato fere orbiculari supra paullo infuscato, oculis nudis, thoracis dorso nigro nitidissimo virescente lateribus vitta lata integra lutea ornato, pleuris late luteo maculatis, sculello opaco omnino luteo pilis longis nigris hirto, abdominis fasciis luteis omnibus latis non interruptis neque emarginatis vel ultima tantum anguste interrupta, pedibus simplicibus cum coxis omnino luteis tibiis posticis et tarsis plus minusve infuscatis, alis hyalinis immaculatis, linea stigmatica laeviter infuscata, nervo tertio laevissime tantum incurvo. La prima fascia gialla è sempre intera; I’ uliima, cioè quella del quinto segmento, è spesso interrotta nel mezzo da una linea nera. Le tibie posteriori sono spesso annerite alla base ed all’apice, del che si può sempre distinguere almeno un'ombra. I tarsi anteriori ed i trocanteri posteriori del maschio non presentano traccia alcuna delle peculiarità che si notano in aegyptium. 10. Rhingia coerulea n. sp. 9. Coerulea, nitida, facie antennis pedibusque luteis, thoracis dorso scutelloque punctulatis pilis brevissimis fuscis hirtulis, fronte laevi nitidissima, abdomine brunnescenti nitido seg- mento primo obscure luteo, secundo et lertio in medio nigricantibus, quarto fere toto nigro paullisper ad marginem posticum caerulescente, alis hyalinis dilutissime lutescentibus, cellula subcostali per totam longitudinem lutea. Long. corp. 9. 419 MARIO BEZZI Guinea portoghese: Bolama, giugno-dicembre 1899, un solo esemplare. Pare che le specie del genere Rhingia siano molto numerose in Africa; finora ne furono descritte sei, ma qualche altra se ne trova nel British Museum. La specie qui descritta non si può ascrivere nè alla caerulescens nè alla semicaerulea pel diverso colore dell'addome e per quello interamente ceruleo del torace e dello scudetto; inoltre la semicaerulea ha la cellula subcostale completamente ialina. Fronte lucentissima, cerulea con riflessi porporini, liscia, for- nita di brevissimi peli oscuri, di cui solo quelli lungo l'orlo posteriore sono lunghi ed eretti; tubercolo sopraantennale giallo oscuro, con riflessi celesti; faccia gialla assai lucente, come il rostro che è un po’ più chiaro, peristoma grigio oscuro, nereg- giante ; occipite nero; proboscide più corta del rostro, con labelli terminali lunghi ed acuti di color giallo oscuro. Antenne intera- mente gialle, col terzo articolo ovale; arista giallognola, nuda. Occhi nudi, colle faccette tutte uguali. Torace interamente azzurro, lucente; solo una stretta linea notopleurale ed i calli postalari sono giallognoli, questi ultimi scuri nel mezzo; pleure azzurre, lucenti, non punteggiate, colla sutura mesopleurale e la ptero- pleurale giallognole. I peli dei lati sono lunghetti, mentre quelli del dorso sono così brevi da farlo parere nudo. Seudetto assai grande, convesso, in tutto come il dorso del torace; al di sotto fornito di peli chiari piuttosto brevi. Sjuamule giallognole; bilan- ceri infoscati. Addome interamente lucente, quasi nudo, con brevi peli chiari all'estremità ed altri più lunghi sui lati presso la base ; il suo colore pare che abbia subito qualche alterazione, tuttavia non è né giallo, nè azzurro, benchè mostri riflessi metallici azzur- rognoli; verso la base volge più al giallo, verso l’ apice al nero e manca di ogni traccia di fasce oscure opache. Ventre di color giallo scuro. Piedi interamente gialli ; le quattro anche posteriori infoscate ; femori intermedii un po’ infoscati verso la base; tarsi appena più oscuri; pretarso anteriore con piccola strisciolina nera basale. Ali colla cella subcostale di color giallo miele dalla fine del mediastino all’ apice. 11. Graptomyza melanura Bezzi, Ann. de la Soe. entom. de Bel- gique, LII, 381, 25 (1908). DITTERI DELL AFRICA OCCIDENTALE 113 ld Congo francese: Fernand Vaz, settembre-novembre 1902, un maschio. Guinea portoghese: Bolama, giugno-dicembre 1899, un altro maschio. L’ esemplare originario da me descritto era pure del Congo e parimenti di sesso maschile; dubito che si tratti del maschio della mia Gy. pentaspila, di cui è nota solo la femmina. Nell’ esem- plare di Fernand Vaz l’ultimo segmento dell’ addome presenta due striscie’ gialle laterali, che benchè poco distinte, accennano tuttavia alla differenzazione di una macchia triangolare nera me- diana, quale si osserva nei precedenti segmenti. Le specie dell’ interessante genere Graptomyza si sono in questi ultimi tempi molto aceresciute per opera di Brunetti e Meijere che descrissero molte specie orientali; in Africa però se ne contano poche, che si possono distinguere come segue : (2). Frons, thorax et scutellum nigra; abdomen totum caeruleum; pedes nigri, postici partim lutei; alae fusco trifasciatae . . . . . suavissima Karsch. 2. (1). Frons et thorax lutea ad caer luteomaculata ; scu- tellum luteum vel luteomarginatum ; abdomen luteum, nigro maculatum aut lineatum ; pedes anteriores lutei, postict partiin nigri. 3. (4). Frons, thorax et scutellum lutea tota vel maxima parte; abdomen lineis sex longitudinalibus parallelis ni- gricantibus ornatum ; alae fusco trifasciatae ; arisla to- mentosa . . . : . +0. Vittigera Big. 4. (3). Frons et i i OO: scutellum lu- teomarginatum ; abdomen nigromaculatum ; alae fusco bifasciatae. 5. (6). Arista breviter plumosa; oculi hirti; abdomen lineis duabus continuis lateralibus nigris ac praeterea maculis quinque nigris ornatum, una lata trapezoidali in seg- mento secundo, duabus in tertio el duabus in quarto ; alarum fascia externa abbreviata. . . pentaspila Bezzi. 6. (5). Arista tomentosa tantum. (8). Abdomen in segmento secundo macula triangulari, in tertio maculis duabus obliquis et in quarto lineis duabus longitudinalibus brevibus ornatum . A tr eno Die NI 144 MARIO BEZZI 8. (7). Abdomen in segmentis secundo et terlio macula lata triangulari ornatum, segmento quarto omnino nigro . i ad ad eee ree ieee a Ge imelamura) Bezzi Non è improbabile che queste tre ultime specie non siano che diverse forme di un unico tipo. Genere Eristalis sensu lato. Il genere Hristalis, di cui ora comincia la serie, è assai ricco di specie; anche limitandosi a quelle africane, le sole che qui siano prese in considerazione, si trovano caratteri così varii ed intrecciati, che ogni distinzione in gruppi minori riesce difficilissima. Gli smembramenti tentati dal Macquart, dal Rondani, dal Loew e dal Mik sono poco bene definiti; tuttavia io cercherò qui di tenerli onde avere una più facile distinzione delle numerose specie. Perfino il carattere della cella marginale chiusa pare soggetto a variazione; tanto che io qui vi includo una specie con tale cella aperta, che non può ascriversi nè al gruppo Helophilus nè a Prionotomyia. Il nome Senaspis del Macquart, che distingue il più caratte- ristico ed importante gruppo etiopico, deve esser corretto in S/e- naspis, ed è così accolto nel Cat. Dipt. vol. VII; ma essendo esso preoccupato nei Coleotteri, io avevo adottato in suo luogo il nome di Dolichomerus Macquart, che fu poi dimostrato essere perfetto sinonimo di Megaspis. Onde io mi trovo nella necessità di scegliere un nome nuovo per questo importante gruppo, e pro- pongo qui quello di Protylocera nomen novum, in allusione allo sporgente tubercolo su cui sono inserite le antenne. Zeco come io distinguo i diversi gruppi, che in parte prendo come generi (Protylocera, Megaspis e Simoides), in parte come sottogeneri. 1. (6). Oculi nudi; curvatura nervi tertii profunda, acuta, persaepius appendiculata; scutellum magnum, rectangulare, limbo postico cari- niformi; thorax nunquam lineatus. 2. (3). Cellulae subcostalis et marginalis fere aeque longae, pedunculus cellulae marginalis brevissimus (vel nullus quando cellula ista aperta); oculi in mare conjuncti, in utroque sexu maculis rotun- datis pallidis variegati; frons faeminae angusta; triangulum ocel- lare maris valde elongatum:; antennae in tuberculo valde promi- nente insertae, arista nuda praeditae; facies tuberculata; alae per ww ve e 5 DITTERI DELL’ AFRICA OCCIDENTALE AAS totam superficiem breviter eis a saepe maculis fuscis varie- gataeti 0 Se sry ee Pern et) sae ar me E LOLVIOCErA: 3. (2). Cellula marginalis quam subcostalis multo brevior ideoque pedunculo longissimo praedita; oculi immaculati; triangulum ocel- lare maris brevissimum; antennae in tuberculo parum prominente insertae; arista plerumque breviter pilosa, pilis tamen caducis, raro omnino nuda; alae nudae vel locis angustis tantum pubescentes. 4. (0). Oculi in mare conjuncti, areolis superis valde dilatatis; caput magnum, inflatum, fronte in faemina latissima et in utroque sexu supra antennarum basi callo perspicuo denudato praedita ; femora postica non vel viv incrassata; alae omnino nudae, interdum VOLE L ACRI . 5 rs ou) Megaspis. 5. (4). Oculi in mare A ar HIRE Sopa non dilatatis ; caput solitum, fronte in faemina angusta et in utroque sexu non callosa; femora postica crassissima; alae apicem versus late pubescentes, immaculatae. . . . SO Se ie SIMOLdEs: 5. (1). Oculi vel toti vel Sao noi ne Doe curvatura nervi tertii parca, rotundata, nunquam appendiculata; scutellum parvum, rotundatum, limbo postico non carinato ; thorax saepe lineatus. 7. (14). Arista nuda vel brevissime tantum pubescens. 8. (9). Oculi maculati, aequaliter pilosi, in mare disjuncti; thorax CNS ERA IVI OA BUS] OUSe Ons 9. (8). Oculi in mare connext. 10. (13). Oculi superne tantum pilosi, in faemina fere nudi, in utroque sexu maculati, seu punctati seu lineati; thorax saepissime lineatus et facies saepe lineata. ll. (12). Oculé punctis fuscis maculati . . . . Lathyrophthalmus Mik. 12. (11). Ocult lineis fuscis longitudinalibus 8-6 vittati. Eristalodes Mik. 13. (10). Oculi per totam superficiem et in utroque sexu confertim et longe pilosi, immaculati, seu lineis fuscis tantum e pilorum colore orientibus ornati; thorax et facies non lineata . . . Eristalis (1). 14. (7). Arista plumosa; oculi pilosi, immaculati; thorax non lineatus Eristaloides Rond. Protylocera nom. nov. Le specie di questo genere sono caratteristiche della regione etiopica, dove si riscontrano assai numerose e varie. Io credo che fra esse ve ne siano di quelle a cellula marginale aperta e di quelle ad occhi irti, la cui parentela con quelle tipiche è mani- festata dalle macchie rotonde chiare che ne adornano, benchè in modo poco appariscente, gli occhi. (!) Così fu chiamata dal Rondani nel 1844 quella sezione che poi nel 1857 fu arbi- trariamente nominata £yista/omyia ; essa corrisponde al genere Eviops bg 1864 e contiene la specie tipica, £. fezzax. Così pure Zyzsta/oides 1844 si deve usare in luogo di Eristalis 1857. ANG MARIO BEZZI Il Fea ha raccolto cinque specie di questo gruppo, di cui una nuova; credo perciò opportuno dare qui una tavola generale delle forme finora note dell’ Africa. In questa. tavola le specie che io conosco in natura sono contrassegnate con asterisco; i caratteri delle altre li ho desunti dalle descrizioni e dall’analogia. 1. (2). Cellula marginalis aperta, sessilis . . . . . Pr.* aperta n. sp. 2. (1). Cellula marginalis clausa, breviter pedunculata. 3. (12). Alae in medio macula lata vel vitta nigricantibus exornatae. 4. (9). Abdomen vel totum vel apice luteum; tuberculum frontale longe pilosum ; vitta fusca alaris magna et lata. 5. (6). Abdomen omnino luteum . . . . Pr.* xanthorrhoea n. sp. (1). 6. (5). Abdomen nigrum, apicem versus plus minusve luteum. 7. (8). Alarum margo anticus basi infuscatus; abdominis segmenta secundum et tertium margine postico luteo ....Pr.* haemorrhoa Gerst. 8. (7). Alarum margo anticus basi hyalinus; abdominis segmenta se- cundum et tertium omnino nigra. . . . . Pr.* griseifacies Bezzi. 9. (4). Abdomen omnino nigrum ; tuberculum frontale nudum. 10. (11). Macula alaris lata, vittaeformis; scutellum dilute luteum; abdomen cinereo fasciatum . . . . Pr.* aesacus Walk. - (10). Macula alaris parva, non enna diffusa; scutellum fuscum luteo-marginatum ; abdomen omnino nigrum immaculatum Bh Bon Bey EIA NALI IAT Pr.* umbrifera Walk. 12 (3). Alae non maculatae nec fasciatae, vel totae fusco-nigricantes vel totae luteo-hyalinae. 13. (18). Alae fuscae vel nigricantes. 14. (15). Caput. et pedes nigra; thorax pilis confertis luteis vestitus, immaculatus ; alae purpureo micantes. . . . . Pr.* Ellioti Aust. 15. (14). Caput et pedes rufa; thorax niger, striolis suturalibus atro- velutinis ornatus ; alae nigrae. 167). Squamulaeaipae . 7. 2"... t, .) pria pis Walk 17. (16). Squamulae luteae . . . . . . . . Pr. (var.) sulfurata Speis. 18. (13). Alae vel omnino hyalinae vel ex hyalino lutescentes. 19. (20). Caput luteum; abdomen apicem versus luteum. Pr. flaviceps Macq. 20. (19). Caput nigrum; abdomen omnino nigrum. 21. (26). Seutellum luteum vel lutescens. 22, (23). Corpus et pedes omnino bin a scutellum tantum luteum eR A Sar ol & ae MPT NILO Bins 23. (22). Thorax luteo pilosum, in Da te ponica interdum lutescens. 21. (25). Corpus et alae lata; abdomen nigr pio cet nigri. ' Che : a mt * (var.) claricella Speis, 25. (24). Gator Di aise minus SE: Tito is pedes livida Ne a Mat eee re ts ae Te 8. Pr. (var.) * livida n. var. 265. (21) Scuteliim minide GM, Ti II J Pi cupren NANA (1) Questa specie appartiene al British Musewm,e verrà da me descritta in altro lavoro. DITTERI DELL AFRICA OCCIDENTALE NAT 12. Protylocera aperta n. sp. 0. Nigra, breviter fulvo pilosa, facie scutelloque obscure rufescentibus, fronte nigropilosa, pedibus obscure rufescen- tibus femoribus posticis nigricantibus tarsis luteis, alis aequaliler pubescentibus griseis vitta lata fusca intermedia ornatis, cellula marginali aperta. Long. corp. mm. 13. Congo francese : Fernand Vaz, settembre-ottobre 1902; un solo esemplare. Rimasi a lungo perplesso sul collocamento di questa specie. La cella marginale aperta la escluderebbe dal gruppo delle Lri- stalis, mentre tutti gli altri caratteri sono quelli di una genuina Protylocera: così la forma generale del corpo e quella del capo, del tubercolo facciale e dello scudetto, gli occhi congiunti e for- niti di macchie chiare, la sinuosità del terzo nervo profonda, angolare e munita di appendice, la pubescenza completa ed uguale di tutta l'ala, il disegno alare simile a quello di aesacus. Non può essere una 7ubifera per la forma della faccia; da Prionotomyia resta esclusa per la forma dei piedi posteriori e per la stessa ragione non può mettersi in Lampetia ; la forma della terza nervatura la allontana da MaZ/ota ed affini. La deseri- zione che il Bigot dà del suo genere Prionotomyia lascia credere però che esso sia stato appunto fondato su di una specie di Protylocera a cella marginale aperta. Anche I Helophilus extremus del Loew appartiene forse a questo gruppo, ma pre- senta però gli occhi irsuti. Del resto mi pare che in questi sirfidi a cella marginale chiusa si osservi qualcosa di analogo a quello che si verifica negli Asilidi del gruppo Laphystia ed Hoplistomerus, che ora sono aggre- gati ai Dasipogonini perchè hanno la cella marginale sessile 0 corta- mente aperta, ad ogni modo uguale in lunghezza alla sottocostale. Anche fra gli stessi Sirfidi del gruppo Volucella e Phala- cromyta si osservano graduali passaggi dalle forme a. cella marginale aperta a quelle in cui detta cella è chiusa. Ecco ora la descrizione dell’ interessante specie. Capo largo, colla parte posteriore nera, coperta di fitto tomento giallognolo e fornita di brevi peli scuri; fronte di color nero lucido, punteggiata, Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 3.2, Vol. V (15 Ottobre 1912). 27 e » | na a * pa AAS MARIO BEZZI coperta di lunghi e folti peli neri; lunula gialla; faccia di color rosso seuro lucente, molto incavata sotto le antenne, col tubercolo mediano rotondo, ben sporgente, più oscuro delle parti attigue ; peristoma stretto, per cui il capo non è prolungato inferiormente; la faccia è fornita sui lati di peli giallognoli e superiormente è coperta di un po’ di tomento giallognolo. Le antenne sono inse- rite su di un tubercolo un po’ meno sporgente che in Aesacus; gli articoli basali sono scuri; il terzo è piccolo, ovale, giallo ; l’arista è nuda, sottile, giallognola. Occhi grandi, nudi, quasi neri, con macchie chiare rotonde sparse ben distinte; essi sono uniti fra loro lungo una linea estesa come il triangolo ocellare ; le faccette superiori sono appena un po’ più grandi delle inferiori. Triangolo ocellare piccolo, di color nero opaco, con folti peli neri. Torace fittamente coperto sul dorso di brevi e densi peli fulvi, che sulle pleure diventano più lunghi e più chiari e si mescolano con qualche pelo nero in corrispondenza delle pteropleure; la callosità sporgente che sta sotto la radice delle ali è di color nero vellutato. Scudetto con orlatura posteriore ben rilevata, coperto di peli uguali a quelli del dorso del torace ; il suo colore fonda- mentale appare più volgente al rosso. Squamule scure, con peli marginali fulvi; bilanceri gialli. Addome non più largo del torace, tutto coperto di peli fulvi come quelli del torace, peli che sui lati e particolarmente verso l'apice diventano più lunghi e più chiari; il suo colore fondamentale è rosso bruno, assai oscuro, volgente al nero nel mezzo e lungo l’orlo posteriore dei segmenti; genitali piuttosto piccoli, di color nero lucente; ventre scuro, lucente, con scarso tomento grigio e peli pallidi non fitti ma assai lunghi. Piedi di color bruno rosso assai oscuro, che passa al nero sui femori, specialmente sui posteriori; solo i tarsi sono tutti di color giallo chiaro; peli dei femori piuttosto lunghi, gialli; femori posteriori abbastanza ingrossati, ma semplici alla estremità ; tibie posteriori alquanto dilatate, ricurve, con. peli scuri lungo il margine interno e più brevi, fitti e dorati lungo l'esterno; tarsi coperti di peli densi e dorati; unghie rosse colla punta nera; pulvilli giallognoli. Ali con pubescenza e nervature tipiche di Protylocera; la fascia seura mediana traversa tutta l'ala, sfumando però entro la seconda cella posteriore, per cui non raggiunge il margine posteriore ; la sua larghezza corrisponde alla distanza che corre dalla base della cella DITTERI DELL AFRICA OCCIDENTALE NAY sottomarginale alla curvatura della terza vena longitudinale ; la cella costale ne è però libera, presentandosi tutta giallognola fino all’ apice ; appendici venose della curvatura della terza vena e dell’angolo inferiore della cella discoidale lunghe e forti; cella anale assai dilatata; cella marginale largamente aperta. 13. Protylocera griseifacies Bezzi, Ann. Soc. entom. Belg., LIL, 381, 26 | Dolichomerus] (1908). Isola St. Thomé: Molti esemplari dei due sessi di Ribeira Palma, 400-600 m., Agosto 1900, e di Agua Izé, 400-700 m., Dicembre 1900. Isola Principe: Roca Inf. D. Henrique, 100-300 m., Marzo 1901. Guinea portoghese: Bolama, giugno-dicembre 1899. Questa specie fu originariamente da me descritta del Congo ; essa pare molto affine alla Pr. haemorrhoa Gerst. dell’ Africa orientale, data anche dell’ Uganda dalla signorina Ricardo. Benché io non abbia ancora visti esemplari di questa specie, mi pare però che la mia se ne distingua bene pel colore dell’ addome e delle ali. La Pr. nigrita Big., di cui io ho un esemplare di Ambergab, Madagascar del Nord, è molto distinta pel colore nero generale del corpo, meno lo scudetto che è giallo come le squamule, e per le ali diversamente colorate; il von Roeder ebbe perciò torto nel dichiararla uguale alla haemorrhoa. Siccome nel 1908 io ho dato solo una breve diagnosi, così credo opportuno porgerne ora qui una più ampia descrizione. Pr. griseifacies 7 et 9. Nigra, antennis pedibusque obscure rufescentibus, fronte thoraceque griseo-luteo pilosis, scutello cereo, abdominis apice luteo, alis griseo-hyalinis, vitta lata intermedia fusca violacei nitente ornatis, cellula marginali clausa et breviter pedunculata. Long corp. mm. 14-16. Corpo interamente nero, solo un po’ giallognolo lungo il peri- stoma ; occipite con tomento cenerino e peli grigi piuttosto abbon- danti e lunghi; triangolo verticale del maschio nero, con brevi peli neri sul davanti, triangolo frontale invece così fittamente coperto di folti peli giallo-dorati in forma di ciuffo, da non potersi vedere il colore del fondo; fronte della femmina nera, lucente, punteggiata, con corti peli neri in corrispondenza della regione sil a hal) a P P Tie I 1920) MARIO BEZZI ocellare ed una larga zona di tomento cenerino verso il mezzo, tutta coperta di folti peli grigio-bianchi che presso il tubercolo antennale formano un ciuffo come nel maschio; faccia interamente nera, tutta coperta di tomento cenerino anche sul tubercolo me- diano, munita sui lati di folti peli chiari, che sono più lunghi e volgenti al giallo nel maschio; tubercolo antennale molto ‘sporgente, per cui la faccia è molto incavata fra di esso ed il tubercolo mediano. Antenne col terzo articolo quasi rotondo, talvolta inte- ramente nero; arista breve e gialla, grossa. Peristoma stretto, non discendente. Occhi nudi, bruni, colle caratteristiche macchie chiare rotonde; nel maschio sono uniti lungo una linea più breve del triangolo verticale. Torace nero, abbastanza lucente, coi calli omerali di color rosso oscuro, tutto coperto sul dorso di peli brevi, che nel maschio sono un po’ più lunghi e fulvi, nella femmina più corti e grigi; in questa si nota inoltre una fascia di peli neri avanti la sutura e due plaghe laterali pure di peli neri dopo la sutura; peli delle pleure più lunghi, fulvieci nel maschio, grigi nella femmina. Scudetto di color di cera, strettamente nericcio alla base, con orlo posteriore bene sviluppato, tutto coperto di peli come quelli del dorso del torace. Squamule bianche, munite di frangia bianca; bilanceri giallognoli; la callosità sotto la radice delle ali è di color giallo oscuro. Addome nero, lucente, fina- mente punteggiato; nel maschio solo il quarto segmento è rosso o tutto o colla base nera, ed anche i genitali sono completamente rossi; nella femmina è spesso rosso anche l'orlo posteriore del terzo segmento, e poi i seguenti interamente. Ventre nero, rosso all'apice, con lunghi peli grigi. Sul dorso il primo segmento è coperto di fitti peli grigi; il secondo ed il terzo hanno peli grigi nella metà basale e neri e più brevi nella metà apicale, per cui ne risultano quasi delle fasce distinte; il quarto ed il quinto segmento della femmina, il quarto ed i genitali del maschio sono forniti di peli più lunghi e di color giallo dorato. Piedi, di color rosso bruno, colle anche nere e coi tarsi più chiari; essi sono forniti di peli grigi, quelli -dei femori abbastanza lunghi; femori posteriori poco ingrossati, muniti all’ apice al di sotto di un lobo poco sporgente coperto di peli neri; tibie posteriori compresse, appena ricurve, con breve frangia nera sui due lati. Le ali hanno la base leggermente giallognola ; la cella costale è tutta giallognola fino all’ estremità ; la fascia nera è larga, fatta DITTERI DELL’ AFRICA OCCIDENTALE 4921 come nella precedente specie e svanisce nella seconda e terza cella posteriore entrando un po’ anche negli apici della seconda basale e dell’ anale ; cella anale dilatata ; appendici venose bene svilup- pate, quella della curvatura del terzo nervo però spesso rudi mentale. 14. Protylocera Aesacus Walker; Kertész, Cat. Dipt., VII, 207 [ Stenaspis| (1910); Austen, Trans. zool. Soc. London, XIX, 90 pl. HI, f. 6 [Senaspis] (1909); Speiser, Wiss. Ergebn. d. schwed. zool. Exped. nach d. Kilimandj., 10, 5, 122 [Eristalis] (1910). Questa specie è diffusa per tutta l'Africa tropicale, dalla costa orientale all’ occidentale, dove pare però più comune. Nella collezione. Fea si trovano moltissimi esemplari delle località seguenti : Isola Fernando Poo: Basilé, 400-600 m., agosto 1901 ; Punta Frailes, ottobre 1901; Bahia de S. Carlos, 200 m., gen- naio 1907; Musola, 600-800 m., gennaio 1907. Congo francese : Fernand Vaz, settembre-ottobre 1907. Guinea portoghese: Bolama, giugno-dicembre 1899. Gli occhi presentano le macchie caratteristiche ; nel maschio sono uniti per una linea breve, molto più corta del triangolo verticale ; i tubercoli antennale e facciale sono assai sporgenti, il primo specialmente, che è lucente, in gran parte nudo, sfornito del ciuffo di peli che lo copre nella specie precedente. I genitali del maschio sono grossi, rossi, assai prominenti. Ali distintamente gialle nella metà basale; cella marginale con peduncolo brevissimo, talvolta nullo; appendice della curvatura del terzo nervo spesso rudimentale, quella della cella discoidale invece assai lunga. Var. livida n. var., 7 9. Due esemplari dell’ Isola Fernando Poo, Basilè e Musola, differiscono dal tipo per la mancanza della fascia oscura delle ali e per avere il capo e l'addome di color rossiccio livido. Probabilmente si tratta solo di esemplari immaturi e non completamente coloriti. 15. Protylocera umbrifera Walker; Kertész, Cat. Dipt., VII, 208 [Stenaspis] (1910); Austen, Trans. zool. Soc. London, XIX, 91 [Senaspis] (1909). 4929 MARIO BEZZI Isola Fernando Poo: Punta Frailes, ottobre-novembre, 1901, un solo maschio. La specie è deseritta e ricordata'solo di Sierra Leone. È una Protylocera tipica, strettamente affine alla precedente, della quale presenta il medesimo tubercolo frontale sporgente, nudo e lucente, e gli occhi uniti lungo una breve linea. Ne differisce per avere l'addome interamente nero, come pure i genitali del maschio neri; per avere i piedi quasi interamente neri; per le ali non gialle alla base, fornite di macchia scura molto più piccola e non oltrepassante la quarta nervatura longitudinale. Nota. — Della bella e distinta specie Pr. Hilioti Austen 1909 io avevo da lungo tempo nella mia collezione un esemplare di Kikuyu, B. E. Africa, distinto col nome di cyanoptera. Ora dubito molto che la Xylota purpurea del Walker, descritta di patria ignota nel 1849, non sia altro che questa medesima specie. 16. Protylocera Dibaphus Walker, List. Dipt. Brit. Museum, II, 260 [ Xylota | (1849). — rufonasuta Bigot, Ann. Soc. ent. France (7) I. 375, 18 [Eristalomyia] (1891); Bezzi, Bull. Soc. entom. ital., XXXIX, 15, 91 { Dolichomerus| (1908); Kertész, Cat. Dipt., VII, 245 [Megaspis] (1910). — gypsei- squama Speiser, Wiss. Ergebn. d. schwed. zoolog. Exped. nach d. Kilimandj., 10, 5, 123 [ Stenaspis| (1910) e Jahrbiich. d. Nassau. Ver. f. Naturk., 64 Jahrg, 240 [ Sfenaspis| (1911). Isola Fernando Poo: due maschi di Punta Frailes, novembre- dicembre 1901. La specie fu descritta in origine come di patria ignota; il 3igot descrisse la sua dell’ Assinia e lo Speiser la sua del Kili- mandjaro, e colla varietà su/furata 1911 dell’ Uganda, dell’Africa occidentale tedesca e del Congo belga; essa è quindi diftusa, come parecchie altre congeneri, per tutta l'Africa tropicale, dalla costa orientale all’ occidentale, dove pare più frequente. L’ importante e nuova sinonimia che io qui stabilisco è fuori di ogni dubbio, ed è suffragata da un esemplare del British Museum che il signor Austen confrontò con quelli tipici del Walker; le descrizioni del Bigot e dello Speiser sono poi troppo caratteri stiche per non permettere di riconoscere questa distintissima specie, DITTERI DELL'AFRICA OCCIDENTALE 4923 Nota. — Io ho collocato provvisoriamente in questo genere le specie /aviceps e cuprea del Macquart, che stanno meglio in esso che non in Megaspis, ma che sono molto dubbie. Megaspis, Macquart. Le specie africane di questo gruppo sono abbastanza nume- rose, forse ancor più di quelle che si trovano nella regione Indo- Australiana; sono tuttavia ancora poco note, talune difticili da caratterizzare ed altre non agevoli da distinguersi nel sesso fem- minile dalle specie del genere seguente. Offro qui una tavola di distinzione di tutte le specie, compreso il villépes che è meglio collocato qui che non in Simozdes, come è dimostrato anche dalla mancanza di pubescenza alare. 1. (12). Corpus breve et latum, crassum, forma et coloratione ab Er. tenace valde discedens. 2 (9). Abdomen bullatum; thorax et abdomen nunquam atra luteofasciata. 3. (8). Arista breviter plumosa; bullae abdominis magnae, elevatae, distinctissimae. 4. (7). Tibiae omnes basi late argenteo-micantes ; alae picturis nigris determinatis pulchre ornatae. 5. (6). Corpus totum nigrum; segmenta abdominis omnia bulla unica praedita, bullae quidem omnes nigrac; alae basi late nigrae et in medio fascia unica nigra ornatae . . . . . . M. bullata Loew. 6. (5). Caput, thoracis latera, scutellum et abdomen rufo-lutea; bullae tres in abdominis segmento tertio et tres in quarto exrstant, omnes ut reliquae rufae illa segmenti secundi tamen in parte antica nigra; alae basi anguste nigrae et in medio fasciis duabus abbreviatis atris ornatae . . . * E NITRATI IR 7. (4). Tibiae anteriores da GO ina anguslissimae albicantes ; alae in medio macula fusca parum determinata ornatae; corpus nigrum, abdomen plus minusve lutescenti maculatum, bullis nigris praeditum . . . EN bullicera A svi 8. (3). Arista nuda; Giulia Abdo minis. parum elevatae, vix distinctae ; thoracis dorsum vitta antica et postica cinereis ornatum; caput et abdomen lutea; alae immaculatae . . . . . M.* erratica n. sp. 9. (2). Abdomen non bullatum; thorax et abdomen atra, vittis latis transversis luteis ornata. 10. (11). Thoracis dorsum luteo bifasciatum, i. e. ante scutellum quoque vitta lutea augustiori ornatum . . . . . .M.* natalensis Macq. 11. (12). Thoracis dorsum vitta lutea tantum antica praeditum, ante scutellum omnino atrum. . . . .. + .M.* (var.) curta Loew. (!) Questa specie verrà descritta nel lavoro sui Sirfidi del Museo Britannico. 4924 MARIO BEZZI . (1). Corpus magis elongatum, non incrassatum, forma et coloratione Er. tenacem referens. . (22). Tarst postici non abbreviati, longitudine solita; facies lata. . (17). Frontis pili breves, aequales et regulares; thorax in dorso breviter pilosus. . (16). Facies et peristomium lutea; frons nigropilosa; scutellum fusco-vel nigro-pilosum ; abdomen basi distincte luteo maculatum; alae hyalinae... + . . =» ME incisa Wied: }. (15). Facies et per nan nigra 3 Do ons et scutellum luteo-pilosa ; abdomen omnino nigrum; alae lutescentes. . .M.* poénsis n. sp. (14). Pili /rontis longi et intricati;. thorax in dorso pilis longio- ribus tectus; femora postica basi lutea. . (21). Abdominis segmentum secundum forma solita. . (20). Abdomen basi luteo-fasciatum . . . . . M. * fronto Loew. . (21). Abdomen basi omnino nigrum. . . M.* (var.) melas n. var. - (18). Abdominis segmentum secundum sulcis duobus profundis de- cussatis sculptum . . . Lee » M.* ephippiuny n-sp./(2): . (13). Tarsi postici arcani Vignaltudino solita fere dimidio bre- viores; facies angusta; femora postica omnino nigra. . + . M. * villipes Loew. 17. Megaspis erratica, n. sp. 0 Lulea, capite flavo permagno, oculorun orbita poste- riore argentea, thoracis dorso fasciis duabus griseis antica majore postica minore ornato, antennis brevibus nigri- cantibus arista omnino nuda praedilis, pedibus luteis nigromaculatis tibiis basi albicantibus, abdominis segmentis secundo tertio et quarto in medio bulla magna parum elerata praeditis quarum prima lutea in parte antica nigra reliquae vero omnino nigrae sunt, alis omnino nudis hyalinis immaculatis dimidio basali tamen dilule lutescente. Long. corp. min. 12-13. Guinea portoghese: Bolama, giugno-dicembre 1899, tre maschi; nel British Museum si trova del Nyasa e di Madagascar, anche la femmina. Questa specie è ben distinta da tutte le altre africane per la sua arista completamente nuda; essa mostra invece una BRA aftinità coll’orientale M. errans Fabr., che io posseggo di molte (1) Anche questa specie, e la varietà della precedente, fanno parte della colle- zione del British Museum. DITTERI DELL'AFRICA OCCIDENTALE 1925 località della regione indo-australiana. Se ne distingue tuttavia per le antenne nere, per le faccette degli occhi meno dilatate nel maschio, per la diversa forma della fronte e pel differente colore dell’ addome. La M. argyrocephala Macq. della stessa regione, come fu descritta dal prof. Meijere nel 1908, ha antenne nere, ma la rimanente colorazione del capo e dell’ addome assai diversa. Le bolle addominali sono poi in queste specie, almeno in errans, ancora più piccole e meno distinte, pressochè nulle. ¢ Capo interamente di color giallo pallido, volgente al rossiccio lungo il peristoma, coll’ occipite coperto di fitto tomento grigio oscuro e quasi nudo perchè anche lungo l’orlo superiore i peli sono assai scarsi; l’orlo posteriore laterale è largo e di un bel colore argentino splendente; fronte piatta, assai larga, quasi semi- circolare, tutta coperta di folti peli bianchicci, meno che nel mezzo, dove si nota la larga callosità nuda punteggiata, caratteristica pel genere; nel mezzo di questa callosità si nota un’ areola impressa in forma di ocello, che deve essere un poro sensorio; tubercolo antennale non sporgente; faccia larga e piatta, scavata sotto le antenne, inferiormente sporgente ma senza tubercolo distinto, tutta coperta di folti peli bianchicci, meno verso il peristoma, dove è nuda; peristoma largo, ma orizzontale, non prodotto inferiormente; apertura boccale piccolissima. Antenne assai brevi, interamente nere od appena un po’ brunicce, col terzo articolo ovale; arista giallognola, perfettamente nuda. Occhi nudi, imma- colati, ma con tracce di fascie brune orizzontali, colle faccette superiori poco più grandi delle inferiori; superiormente sono di color bruno lucente; nel maschio sono congiunti per una linea lunga due volte il tubercolo ocellare; questo è piccolo, molto sporgente, con brevissimi peli oscuri; è notevole che lungo tutta la linea di congiunzione degli occhi si osserva una fila di sottili peli, eretti e lunghi. Torace nero, opaco, solo un po’ lucido in corrispondenza della fascia nera, tutto coperto di fitti peli grigi; per scorgerne il caratteristico disegno, è necessario guardarlo dal di dietro; sotto la pubescenza grigia e lunga se ne nota un’altra assai più breve e rada, che pare nera. Scudetto grande, con orlo posteriore poco rilevato, coperto di peli come quelli del torace ; è di color giallo oscuro, nereg- giante verso il mezzo. Squame giallognole, opache, con frangia 196 MARIO BEZZI dello stesso colore; bilanceri gialli. Addome breve, giallo, abba- stanza lucido, con corti peli chiari, un po’ più lunghi verso l’apice; primo segmento con macchia scura sotto lo scudetto; secondo un po’ infoscato lungo l’orlo posteriore, dove è opaco, e colla bolla mediana nera ed opaca nella metà anteriore; terzo colla metà posteriore nera e la bolla pure nera ma marginata di giallo posteriormente; quarto nero, più o meno giallo alla base, senza bolla distinta; genitali neri, lucidi; ventre tutto giallo, nereg- giante verso l'estremità. Piedi coi femori gialli, forniti di larga fascia nera preapicale e di peli grigi; tibie biancheggianti verso la base ed ivi coperte di peli bianchi, le posteriori assai larga- mente nere, munite lungo tutto il margine esterno di una frangia bianca, che è nera invece sull’ interno; femori posteriori sottili e semplici; tarsi anteriori bruni, posteriori neri, non accor- ciati. Ali perfettamente nude ed ialine coi nervi gialli ed una piccolissima macchia stigmatica bruna; peduncolo della cella marginale assai lungo; appendici venose della curvatura della terza longitudinale e della cella discoidale bene sviluppate ; cella anale dilatata. La colorazione giallognola della metà basale è ben distinta. 18. Megaspis natalensis Macquart; Iertész, Cat. Dipt., VII, 215 (1910); Speiser, Wiss. Ergebn. d. schwed. zool. Exp. nach d. Kilimandj., 10, 5, 124 {Phytomia) (1910). Guinea portoghese: Bolama, giugno-dicembre 1899, una sola femmina. È specie nota del Capo e della Costa orientale, nonchè del Sudan; la sua segnalazione della Costa occidentale non è quindi priva di importanza. 19. Megaspis natalensis var. curta Loew; Kertész et Speiser IL. ee. Congo francese: Ndjolè, novembre-dicembre 1902, una sola femmina. Questa varietà, che l’ acuto occhio del Loew riconosceva però come buona e distinta specie, pare più diffusa e comune del tipo; essa fu già più volte ricordata anche della costa occidentale, dal Senegal a Loanda. DITTERI DELL AFRICA OCCIDENTALE 4927 20. Megaspis poénsis, n. sp. 9 Tota nigra, antennis pedibusque concoloribus tibiis tamen basi albidis tarsisque luteis, scutello obscure ferrugineo luteo piloso, fronte lata pilis brevibus aequalibus luteis tecta, oculis nudis immaculatis, arista breviter pilosa, alis nudis immaculatis dilute sed distincte lutescentibus. Long. corp. mm. 14-15. Isola Fernando Poo: Moka, 1300-1500 m., febbraio 1902, alcune femmine. Specie assai affine ad éncisa (assimilis=capito), da cui si distingue sopratutto pei caratteri riportati nella tabella. Capo assai grande, interamente nero, fornito solo di una macchia di color rosso scuro al peristoma sotto |’ occhio ; occipite con tomento grigio oscuro, con brevi peli giallognoli lungo l'orlo superiore, coll’ orlo laterale inferiore stretto, cenerino, con peli cenerini più fitti inferiormente; fronte larga, assai leggermente convessa, con fascia scura verticale dove si notano peli scuri, mentre nel resto i peli sono brevi e fitti, di color fulvo; la callo- sità frontale è larga, nera, lucida, punteggiata ; faccia incavata sotto le antenne, con tubercolo largo e depresso, distintamente sporgente; peristoma largo ed abbastanza discendente; antenne inserite su tubercolo non sporgente, brevi, nere, col terzo arti- colo ovale ; arista lunga, giallognola verso la base, con brevi e teneri peli; occhi neri, emisferici ; proboscide nera. Torace opaco, punteggiato, coperto di fitti ma corti peli giallognoli; tuttavia, osservandolo dal di dietro, si scorgono come due poco distinte fascie grigie, una larga posta avanti la sutura ed una più stretta avanti lo scudetto, e la parte nera mediana che ne risulta è un po’ lucente; peli delle pleure più lunghi e più chiari, disposti a ciufti ; callosità subalare di color giallo rossiccio. Scudetto, giallo- gnolo, con orlo distinto, tutto coperto di peli come quelli del torace. Squame giallognole, con frangia concolore ; bilanceri gialli. Addome interamente nero, abbastanza lucente; i segmenti secondo, terzo e quarto portano verso il mezzo una stretta fascia nera opaca interrotta nel mezzo e poco distinta ; i peli sono brevi, di color fulvo chiaro, però in corrispondenza della parte nera sono oscuri e quelli del quarto sono anzi in maggioranza neri; ventre » _- Fs . an >, yo ee, ni 4928 MARIO BEZZI nero lucido, coperto di peli grigi più lunghi. I femori anteriori sono un po’ giallognoli alla base, i posteriori sottili appena gial- lognoli, tutti forniti di peli fulvi; le quattro tibie anteriori sono bianche verso la base, le posteriori però più strettamente, con frangia esterna breve, bianca alla base, gialla all'estremità; tutti i tarsi sono gialli, i posteriori non abbreviati. Ali tutte suffuse di una tinta giallognola assai distinta, spesso rafforzata a guisa di orlatura attorno alle nervature, che sono nere; macchia stim- matica piccolissima; peduncolo della cella marginale assai lungo; appendici venose molto sviluppate; cella anale dilatata. Simoides, Loew. Di questo gruppo non si trovano rappresentanti nelle raccolte del Fea. Con sicurezza se ne conoscono finora solo le specie seguenti: crassipes Fabr. (pachymera Wied), expleta Loew e descendens Beck. L’ analis Macq., che è detto avere gli occhi punteggiati di bruno, è dunque probabilmente un Eristalinus, e sarebbe anzi l’unico rappresentante etiopico di questo gruppo. Lathyrophthalmus, Mik. Le specie africane di questo gruppo, abbastanza numeroso, non sono ancora bene districate fra loro. Offro qui la seguente tabella di distinzione delle specie osservate. l. (4). Tuberculum faciale nigrum, lineis duabus nigris lateralibus concomitatum, ideoque facies nigro trilineata. 2. (3). Scutellum luteo-translucidum ; abdomen nigrum, basi plus mi- nusve luteum, vittis tribus trans -ersis albotomentosis ornatum ; pili totius corporis lutei . . . . . quinquelineata Fabr. 3. (2). Scutellum nigrum; abdomen omnino nigrum, vittis tribus latis transversis nigro-velutinis; pili totius corporis nigri . .amoena Macq. 4. (1). Tuberculum faciale luteum; facies non nigrocittata ; scutellum luteo-pilosum, fascia tamen transversa intermedia pilorum nigri- cantium:; alarum stigma distincte fuscobimaculatum. 5. (6). Femora postica lutea, apice nigro; squamulae pallidae; vittae fuscae thòracis angustae; statura minor; colores pallidiores O RT DI i trizonata Big. 6. (5). Kemora postica nigra, basi angustissime lutescentia; squamulae nigricantes; vittae thoracis latiores; statura major; colores fusciores flaveola Big. DITTERI DELL'AFRICA OCCIDENTALE 1929 21. Eristalis quinquelineata Fabricius; Kertész, Cat. Dipt., VIL, 232 (1910); Speiser, Wiss. Ergebn. d. schwed. zool. Exped. nach d. Kilimandj., 10, 5, 127 (1910). Isole del Capo Verde: Numerosi esemplari di S. Thiago-Praia, marzo 1898 e Pedra Badejo, aprile-maggio 1908; Boa Vista, febbraio 1898; S. Nicolau, 0-400 m., novembre 1898; Ilheo Razo, ottobre-dicembre 1898. Guinea portoghese: Bolama, giugno-dicembre 1899, un esemplare femmina, più piccolo dei precedenti, ed appartenente ad una varietà in cui il giallo della base dell’ addome è esteso come nel maschio, ed oltre a ciò le fasce di tomento bianco sono invece tutte di color giallo, compresa quella del quarto segmento. Io credo però che questo fatto sia da riferirsi a perdita di tomento, per strofinio 0 per umidità, poichè anche presso gli esemplari normali si scorge sotto il tomento delle fasce traccia di una colo- razione gialla fondamentale. La specie è nota della costa settentrionale, del Capo e della costa orientale; non è quindi privo d'importanza il suo ritrova- mento nella Guinea. 22. Eristalis amoena Macquart; Kertész, Cat. Dipt., VII, 211 (1910). Isola Principe: Roca inf. D. Henrique, 100-300 m., marzo 1901. Isola St. Thomé: Agua Izè, 400-700 m., gennaio 1901 e Vista Alegre, 200-300 m., settembre-ottobre 1900. Parecchi esemplari, tutti di sesso femminile, di questa specie che il Macquart descrive dell’isola Maurizio. Corrispondono bene; solo le antenne non sono nere, ma il terzo articolo è gialliccio inferiormente. Questa specie è molto distinta pel colore nero predominante; non può essere però il nigricans, perchè pare che questo manchi di fasce nere vellutate all’ addome, come è il caso dell’ aenezs, col quale è appunto paragonato dal Loew. Le due striscie late- rali della faccia sono ben distinte ; molto. spiccate sono anche le quattro striscie nere longitudinali del torace, che sono intercalate con larghe striscie di color grigio oscuro. L’addome è tutto lucente, meno che in corrispondenza delle fascie nere, dove è opaco. Le 130) MARIO BEZZI macchie scure degli occhi presentano spesso tendenza ad ordinarsi verso la parte inferiore in quattro striscie longitudinali; fatto che costituisce un evidente passaggio al disegno che si osserva nel gruppo Mristalodes. 23. Eristalis trizonata Bigot; Kertész, Cat. Dipt., VII, 242 (1910). Guinea portoghese : Bolama, giugno-dicembre, 1899. Congo francese: Ndjolè, novembre-dicembre, 1902. Parecchi esemplari dei due sessi; ma le femmine del Congo, più grandi e più oscure, sono piuttosto da ascriversi alla specie seguente. Il Bigot descrisse la sua specie del Gabon. 2h. Eristalis flaveola Bigot; Kertész, Cat. Dipt., VII, 218 (1910). Guinea portoghese: Bolama, giugno-dicembre, 1899. Parecchi esemplari dei due sessi; originariamente deseritta del Senegal. Si distingue dal precedente solo pel colore dei piedi e per gli altri caratteri dati nella tabella. Anche il dissémilis di Adams ed il dulcis di Karsch sono specie affini, ma distinte. Nota. Delle altre specie africane descritte del gruppo Lathy- rophthalmus presentano la faccia fornita di tre linee nere, il metallescens, il nitidiventris ed il viridulus; una sola linea nera hanno invece |’ euzonus, il longicornis ed il nigricans. Il melanops (decolor) è probabilmente una Protylocera; l’ haplops deve essere un Eristalis del gruppo tenax; lo sma- ragdinus pare affine ad aeneus; ed infine il myiatropinus Speiser 1910 pare molto diverso da tutti gli altri pel disegno del torace. Eristalodes Mik. Di questo gruppo si hanno in Africa quattro specie: il taentops (communis), che è la nota specie europea; il plurivittata (ae- qualis), che è pure comune; il macrops ed infine il fuscicornis che è distinto da tutti gli altri per avere la faccia completamente nera e tre sole fascie oculari. Tuttavia il numero delle fascie ocn- lari è anche soggetto a variazioni; così in ftaeniops esso varia da 5 a 6 ed in plurivittata da 3 a 4. DITTERI DELL AFRICA OCCIDENTALE 131 Ecco una tavola di distinzione di tutte le specie. 1. (6). Facies nigrotrilineata ; oculi vittis fuscis 4-6, rarissime 3 tantum, signati. 2. (3). Oculi vittis fuscis 5-6 ornati; vittae longitudinales thoracis ob- soletae, via distinctae . . . . . . . taeniops Wied. 3. (2). Oculi vittis 8-4 ornati; nora Bie distinctissimae. 4. (5). Vittae nigrae longitudinales thoracis nitidae. plurivittata Macq. 5. (4). Vittae nigrae thoracis opacae. . . . + . macrops Karsch. 6. (1). Facies omnino nigra; oculi vittis tidus tantum ornati; vitlae longitudinales thoracis parum distinctae . . . ‘uscicornis Karsch. 25. Eristalis plurivittata Macquart; Kertész, Cat. Dipt., V, 23 (1910); Speiser, Wiss. Ergeb. d. schwed. zool. Exped. nach d. Kilimandj., 10, 5, 127 (1910). Isola Principe: Roca inf. D. Henrique, 200-300 m., novembre 1901 e Bahia do Oeste, maggio 1901. Isola St. Thomé: Agua Izé, novembre 1900. Guinea portoghese: Bolama, giugno-dicembre. Parecchi esemplari dei due sessi di questa specie che pare più frequente sulla costa occidentale. 26. Eristalis macrops Karsch; Kertész, Cat. Dipt., VII, 224 (1910). Isola Principe: Bahia do Oeste, maggio 1901. Descritto originariamente di Pungo Andongo. È forse solo una varietà della precedente, dalla quale si distingue per le striscie del torace completamente opache, per |’ addome quasi interamente giallo e coi disegni neri molto ridotti ed infine per le faccette oculari del maschio più dilatate. Eristalis Rondani 1844 (Eristalomyia Rond. 1857). A questo gruppo, e non ad altri, si conviene il nome di £r% stalis in senso ristretto, anche perchè in esso sì comprende il tipo tenax. Le specie della collezione si possono distinguere come segue : 1. (2). Oculorum pili partim fusci partim pallidi, vittas quasdam ob- scuras longitudinales efformantes, oculi ipsi tamen immaculati ; 132 MARIO BEZZI curvatura nervi tertii late rotundata; frons foeminae triplo latior ocellorum triangulo . >» . . : IONE 2. (1). Oculorum pili unicolores, fascias non efor nato oculi ipsi contra maculis cinereis parum distinctis variegati; curvatura nervi tertii acuta, interdum appendicula rudimentali praedita ; frons foeminae angusta, duplo tantum ocellis latior. 3. (4). Femora lutea, postica dimidia apicali parte tantum nigra; tibiae pusticae brevissime pilosae, praesertim extus . . . dasyops Wied 4. (3). Femora nigra, basi angustissime lutescentia ; tibiae posticae extus et intus pilis longis confertis nigris plumatae . . plumipes n. sp. Fra le specie etiopiche di questo gruppo pare debba ascriversi anche l’haplops Wied.; la notata Bigot, che ha le ali fornite di una larga fascia oscura, sarà forse una Protylocera. Parmi cosa notevolissima il fatto che le due E. dasyops e plumipes presentino tutti i caratteri delle Protylocera, pur avendo gli occhi brevemente ma densamente pelosi; il peduncolo della cella marginale è anche breve, molto più corto che in tenax; esse perciò in un sistema naturale sarebbero da aggregarsi a quel genere, mentre io qui per comodità le lascio in Yristalis. Il fatto diventa ancor più notevole, perchè la specie che più avanti de- scrivo sotto Mallota è evidentemente un’ altra forma estrema di questo medesimo gruppo. Disgraziatamente di tutte non conosco i maschi, il cui esame verrà certo a portare in seguito nuova luce. 27. Eristalis tenax Linné; Kertész, Cat. Dipt., VII, 238 (1910). Isole del Capo Verde: S. Nicolau, 0-100 m., novembre-di- cembre 1898. 28. Eristalis dasyops Wiedemann; Kertész, Cat. Dip., VII, 216 (1910). Isola Fernando Poo: Bahia de S. Carlos, 0-200 m., marzo 1902. Una femmina, che corrisponde abbastanza bene alla descrizione di questa specie del Capo. Fronte stretta per una femmina, nera lucente al vertice in corrispondenza degli ocelli e sopra le an- tenne; queste sono inserite su di un tubercolo abbastanza spor- gente; tubercolo facciale rotondo, prominente, nero lucido; terzo articolo delle antenne brevemente ovale; occhi con macchie grigie va DITTERI DELL'AFRICA OCCIDENTALE 133 rotonde ben distinte e brevi peli uguali pallidi per tutta la super- ficie. Torace con peli pallidi, grigio opaco avanti la sutura, oscuro ed un po’ lucente dopo, strettamente giallognolo avanti lo scudetto. Scudetto giallo, con peli pallidi al margine, neri nel mezzo ed alla base. Primo segmento addominale giallo-bianchiccio; secondo giallo chiaro, con stretta linea nera basale ed una più larga apicale che raggiunge i lati mentre la prima non li tocca; terzo e quarto neri, coll’ orlo anteriore giallo, sul terzo più largamente che sul quarto; quinto tutto nero. Piedi assai brevemente pelosi. Ali dun grigio jalino coi nervi neri: stigma giallo-bruno; peduncolo della cella marginale breve; curvatura del terzo nervo angolare, con rudimento d’ appendice; cella anale dilatata; cella discoidale con appendice rudimentale appena accennata. G 29. Eristalis plumipes n. sp. +. Nigra, fronte angusta, oculis griseo inaculatis pilis aequalibus pallidis ubique hirtis, antennarum articulo tertio rotundato lutescenti, abdomine luteo-fasciato pilis longis et confertis tecto, pedibus nigris femoribus basi tarsisque luteis, tibiis posticis utrinque pilis confertis longis nigris fimbriatis, alis griseo-hyalinis immaculatis nervis nigris, curvatura nervi tertii profunda persaepius inap- pendiculata. Long. corp. mm, 15-15. Isola Fernando Poo: Moka, 1300-1500 m., febbraio 1902. Guinea portoghese: Bolama, giugno-dicembre 1899. Due femmine. Anche questa specie presenta una straordinaria rassomiglianza con un’ ape. Capo interamente nero: occipite coperto di denso tomento gial- lognolo e con peli pallidi piuttosto lunghi all’ orlo superiore ed inferiore ; fronte stretta, assai lucente e con distinti riflessi azzurri in corrispondenza degli ocelli, poi grigia opaca verso il mezzo e quindi ancor lucente e nera sopra le antenne; i suoi peli sono lunghi e folti, neri, ma divengono più chiari verso i lati della parte anteriore; tubercolo antennale ben sporgente, con lunula gialla e nera nel mezzo; antenne brevi, col terzo articolo rotondo, più o meno infoscato, ed arista giallognola, nuda; faccia nera nel mezzo, grigia sui lati, dove porta lunghi peli pallidi, poco prolun- Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 3.2, Vol. V (15 Ottobre 1912). 28 A POET RE PP dg Pals, ARTI A es n ve “+ ey , 3 br A TRO NRE: ABA MARIO BEZZI gata al di sotto; tubercolo facciale rotondo, largo, prominente ; peristoma stretto, non discendente, tutto grigio. Peli oculari supe- riori un po’ più oscuri degli inferiori, tutti abbastanza lunghi. Dorso del torace tutto coperto di peli lunghi piuttosto densi e di color fulvo pallido; peli delle pleure lunghi e fioccosi; dorso interamente opaco, solo un po’ lucente nella parte posteriore, senza distinto di- segno, tuttavia strettamente giallognolo davanti allo scudetto; pleure con denso tomento grigio, immacolato. Scudetto giallo, bru- neggiante verso la base, coperto di peli come quelli del torace. Squame luride; bilanceri giallognoli. Primo segmento dell’addome di color bianchiccio, immacolato; secondo giallo pallido, coll’ orlo anteriore più strettamente ed il posteriore più largamente neri opachi, rimanendo però sempre giallo alla sutura; terzo nero, con larga fascia anteriore gialla interrotta nel mezzo come quella del secondo e colla sutura posteriore gialla; quarto e quinto intera- mente neri; i peli sono lunghi, specialmente sui lati del quarto segmento dove sono come lanosi, quelli dei primi tre segmenti sono pallidi in prevalenza, ma neri in corrispondenza delle parti nere, quelli degli ultimi due segmenti sono neri meno che sui lati dove sono pallidi; oltre a ciò il quarto segmento presenta una fascia basale di lunghi peli pallidi. Ventre nero, giallo alla base. Piedi forniti di peli piuttosto lunghi, pallidi sui femori e scuri sulle tibie; frangiatura delle tibie posteriori assai notevole; anche le quattro tibie anteriori sono più villose che nel precedente; femori posteriori abbastanza ingrossati. Ali con piccola macchia stigmatica nereggiante e leggermente giallognole verso la base. Nota. — Del gruppo Eristaloides non abbiamo rappresen- tanti nella raccolta; ‘tuttavia il Macquart ha descritto una £. con- vexifacies delle Isole del Capo Verde. 30. Mallota aenigma n. sp. Nigra, abdomine flavo-fasciato, thorace scutelloque fulvo- pilosis, oculis longevillosis maculis cinereis rotundatis passim signatis, antennis nigris articulo terlio ovali elongato, pedibus nigris femorum basi tarsisque luteis, alis cine- reohyalinis immaculatis, curvatura nervi tertii profunda rotundata inappendiculata, cellula marginali late aperta, Long. corp. min. AA. DITTERI DELL'AFRICA OCCIDENTALE 135 Isola Fernando Poo: Moka, 1300-1500 m., febbraio 1902, un’ unica femmina. ‘Questa specie è strettamente affine alle due precedenti e come esse potrebbe stare nel genere Pro/ylocera, cui abbiamo più sopra ascritta un’altra specie a cella marginale aperta. Ma prefe- risco collocarla in Mallota per la curvatura del terzo nervo sfor- nito d’ appendice e per la lunga pubescenza degli occhi e di tutto il corpo; si allontana tuttavia molto per la forma allungata ed acuta del terzo articolo delle antenne. Sarà interessante conoscere se nel maschio gli occhi sono uniti o disgiunti. E poi assai pro- babile che l’ aberrante Helophilus extremus del Loew le sia molto affine. Capo nero; occipite con tomento grigio oscuro, argentino lungo lo stretto orlo orbitale posteriore; peli lunghi e pallidi; fronte piuttosto stretta, nera lucente al vertice e sopra le antenne, larga- mente cenerina opaca nel mezzo; i suoi peli sono assai lunghi, eretti, fulvo-pallidi con alcuni scuri agli ocelli e nel mezzo; tu- bercolo antennale sporgente, con lunula gialla; faccia nera lucente, molto prolungata inferiormente, strettamente grigia sui lati, con radi ma lunghissimi peli pallidi; tubercolo facciale poco promi-. nente, nudo; peristoma stretto, grigio. Terzo articolo delle antenne lungo il doppio dei due primi assieme, stretto, allungato, quasi acuminato; arista lunga, nera, nuda. Peli degli occhi assai lunghi e fitti, tutti pallidi. Torace con lunghi e fitti peli di un fulvo pal- lido, che solo sullo scudetto diventa più vivo; il colore del fondo è nereggiante, opaco, quello dello scudetto giallognolo. Squame luride; bilanceri giallognoli. Addome col primo segmento bian- chiccio, immacolato ; il secondo giallo pallido, con fascia nera lungo l'orlo anteriore non raggiungente i lati ed altra completa non più larga lungo I’ orlo posteriore, separata dalla sutura per mezzo di uno stretto orlo giallo; il terzo colla metà anteriore gialla e la posteriore nera con orlo suturale giallo; il quarto nero, con stretta fascia gialla anteriore; il quinto tutto nero; i peli sono abbastanza lunghi, pallidi, quelli dell’ orlo posteriore scuri e quelli dell’ ultimo segmento quasi tutti neri; ventre nero lucente, giallo alla base. Piedi neri, i quattro femori anteriori opachi, gialli alla base con folti peli fulvi; i posteriori grossi, neri lucenti, appena gialli alla base, con peli pallidi radi e lunghi ed altri più densi e neri al di sotto; tibie anteriori grigie, posteriori nere, ricurve, con A vA eo ee Sai “ È a - ia A a REI Te 136 MARIO BEZZI breve frangia oscura; tarsi gialli, i posteriori non accorciati. Ali coi nervi neri; macchia stimmatica piccola e bruna; appendice dell'angolo inferiore esterno della cella discoidale assai lunga; cella anale dilatata. 31. Tubifera (Mesembrius) strigilata n. sp. 0 ©. Nigra, thorace vittis flavis duabus tantum bene distinctis, abdomine maculis luteis triangularibus lateralibus segmen- torum secundi et tertii vittas integras transversas quandoque formanlibus, scutello luteo translucido, pedibus nigris libiis tarsisque plus minusve lutescentibus, alis ex griseo-hyalinis. ST Oculis in media fronte linea brevissima contiguis, abdominis segmento quarto utrinque foveola laterali luteo- strigilata superne praedito, pedibus obscurinribus, femoribus libiisque omnibus infra pilis confertis lanuginosis lutescen- tibus vestilis, femoribus posticis subtus prope basim in la- tere interno fasciculo conferto elongato pilorum nigrorum praeditis. e Oculis remotis, vitta nigra nitida faciali latiore, tibiis totis luteis, abdominis segmento quarto utrinque basi luteo- maculato. Long. corp. mm. 12-14. Congo francese: Fernand Vaz, IX-X, 1902, parecchi maschi. Guinea portoghese: Bolama, VI-XII, 1899, una 9 alquanto diversa. Questa specie venne da me prima riferita con dubbio alla senegalensis Macq., malgrado le discrepanze che si osservavano colla descrizione originale; ma avendo poi esaminato nelle colle- zioni del British Museum un esemplare di 7. africana Verr., il quale corrisponde molto meglio a quanto dice il Macquart, mi sono convinto che gli esemplari del Fea ne vanno distinti. Le due specie descritte dal Walker coi nomi di sejuneta e Longus non hanno niente da fare con essa. Capo nero, densamente coperto di tomento grigio o giallognolo; triangolo verticale lungo e stretto, nero, tomentoso solo sul da- vanti, coperto di peli neri; margine occipitale fornito di peli piut- tosto lunghi, giallognoli, che diventano sempre più bianchi verso il basso, dove l'orbita è anch’ essa biancheggiante; tubercolo an- DITTERI DELL AFRICA OCCIDENTALE 137 tennale assai sporgente, nero lucido, un po’ tomentoso di grigio sui lati; faccia coperta di tomento giallognolo e fornita sui lati di peli chiari piuttosto corti ; la striscia mediana è lucente, nel maschio però leggermente velata, mentre nella femmina è più larga e ni- tida; la fronte della femmina va leggermente restringendosi verso il vertice, ed è tutta coperta di tomento giallognolo, anche presso gli ocelli, mentre è fornita di una larga macchia nera lucente sopra la base delle antenne; i suoi peli sono giallicci, neri presso gli ocelli; peristoma stretto, nero; antenne interamente nere, con arista nuda giallo-bruna; occhi di color rosso-bruno, immacolati, nudi, congiunti nel maschio su di una linea non più lunga di 1/, mill. Torace con peli giallognoli, lunghi nel maschio e brevi nella femmina; sul dorso si può dire che vi siano solo tre striscie nere longitudinali tutte ugualmente larghe, separate da due strette linee giallognole, la mediana non divisa e le laterali estese fino alla regione notopleurale; solo nella femmina vi è traccia delle striscie chiare laterali; le pleure sono nereggianti, con una striscia verticale di tomento più chiaro attraverso le meso- e sternopleure, che nel maschio è coperta di lunghi peli gialli. Squamule giallo- brune, con frangia giallastra; bilanceri giallognoli. Addome nel maschio egregiamente conico, rivestito sui lati e verso l'apice di lunghi e folti peli giallognoli; il primo segmento è interamente nero; il secondo è giallo, col disegno nero fatto in forma di coppa assai allargato, e di cui i lembi laterali acuminati si spingono fin quasi a toccare i lati tanto all’ orlo anteriore che al posteriore, per cui del giallo rimangono solo due macchie triangolari coi ver- tici affacciati ma distanti; il terzo è giallo con un largo orlo nero posteriore che si avanza a triangolo nel mezzo senza raggiungere l'orlo anteriore; questa macchia triangolare è grigiastra posterior- mente, e di un nero più intenso al margine anteriore; il quarto è di solito completamente nero, e porta da ciascun lato un’areola ovale leggermente incavata, che ha un aspetto assai caratteristico per certe piccole striscioline di peluria dorata che la percorrono longi- tudinalmente. I genitali sono neri, coperti di folti peli gialli. Nella femmina l’ addome è brevemente peloso, colle parti gialle al- quanto più estese, per cui si hanno due macchie anche al quarto segmento; le fascie nere posteriori sono assai larghe e lucenti. Nella femmina di Bolama le macchie laterali gialle del secondo segmento si fondono a formare una fascia continua. Ventre giallo, > ieri Raf cre Li sf el Aci aL ee a ren id k 438 MARIO BEZZI È con macchie oscure più o meno sviluppate. Scudetto con peli gialli, l nereggianti verso il mezzo. Nel maschio i piedi sono neri, le tibie / ed i tarsi anteriori di un color bruno rossiccio assai oscuro; i femori ‘ sono al disopra forniti di brevi peli neri, mentre al disotto sono coperti di folti e lunghi peli gialli lanosi; questi rivestono anche | il lato esterno delle tibie anteriori e medie, ma non si estendono i ai tarsi; le anche medie e posteriori sono pure densamente villose ; j i femori posteriori sono ricurvi, colla spazzola basale di peli neri assai sviluppata; le tibie sono pure ricurve, trangiate di folti ma i corti peli neri; l’-articolo basale dei tarsi assai dilatato e rigonfio. | Nella femmina i piedi sono assai brevemente pelosi ed anche le tibie portano solo corti peli bianchi; queste sono poi tutte di color giallo pallido. I tarsi anteriori sono assai dilatati nei due sessi; i peli globiferi della base del tarso posteriore sono più distinti nella î femmina che nel maschio. Ali di color grigiastro, colle nervature regolari; il nervo trasversale mediastinale o stigmatico è bene sviluppato; 1’ angolo inferiore esterno della cella discoidale è piut- tosto arrotondato e sfornito di appendice, o ne presenta solo un piccolo rudimento. 32. Syritta spinigera Loew; Kertész, Cat. Dipt., VII, 311 (1910). Isole del Capo Verde: S. Nicolau, 0-400 m., novembre 1898 e S. Thiago, Orgàos Grandes, maggio 1898. Parecchi esemplari di questa caratteristica specie a larga distri- buzione geografica, diffusa anche per buona parte d’ Africa. 33. Syritta fasciata Wiedemann; Kertész, Cat. Dipt., VII, 309 (1910). Guinea portoghese: Bolama, giugno-dicembre 1899, molti esemplari dei due sessi. La specie è nota della Nubia, di Aden e di Sierra Leone. Il colore dei femori posteriori varia; ora sono interamente neri, ora con macchia gialla mediana al disotto, ora con la base gialla; ma il colore giallo è sempre oscuro e risalta poco. Isola Fernando Poo: Basilè, 400-600 m., settembre 1901; una femmina di dimensioni maggiori, colla metà basale dci fe- DITTERI DELL'AFRICA OCCIDENTALE 139 mori posteriori di color giallo chiaro e perciò molto spiccante; può forse corrispondere alla Bulbus del Walker. Syritta decora Walker; Kertész, Cat. Dipt., VII, 309 (1910). Congo francese: Lambarenè, novembre-dicembre 1902. Riferisco questo esemplare a questa specie, descritta di patria ignota, sopratutto per le ali che presentano una tinta scura giallo- onola assai intensa e caratteristica. È assai affine alla precedente, dalla quale si distingue per la statura maggiore, per le antenne di color giallo oscuro (in questo esemplare non sono infoscate lungo |’ orlo superiore come nella descrizione del Walker) e pel colore delle ali. Femori posteriori neri, con macchia gialla infe- riore mediana molto oscura, un po’ dilatati verso |’ estremità ed inermi nella metà basale. i L’apice dell’ addome ed i femori posteriori sono lucentissimi ed a riflessi metallici di bel colore. Humerus MEIGEN. Questo genere è largamente rappresentato nella regione etio- pica; le specie sono spesso ben distinte per caratteri assai spiccati 3 e singolari dei maschi. Quelle nota finora si possono distinguere come segue : 4 1. (6). Oculi in mare disjuncti, plus minusve distantes. 2 2. (3). Abdomen maris maculis latis argenteis lateralibus ornatum Ee mia RN iets Clo aan yin ICI ayo tds dI LEDLeUS Walky 3. (2). Abdomen maris lunulis solitis tantum pictum. 4. (5). Lunulae abdominales in medio valde approximatae, saepe in unica fusae; scutellum aureo-pilosum . . . . . . lugens Wied. 5. (4). Lunulae abdominales in medio distantes; scutellum nigropi- LOSE as Wc ee) el everest ara vo pSIsiBezzi. 6. (1). Oculi in mare oi 7. (10). Abdomen vel basi rufum vel fasciis luteis ornatum. 8. (9). Abdomen basi rufum. . . . OCCORSI Ran luna t0sdE Dr 9. (8). Abdomen luteo-fasciatum . . . . . .quadrimaculatus Macq. 10. (7). Abdomen omnino nigrum, Raia albis ornatum. 11. (14). Antennae rufae; femora anteriora plus minusve rufa. 12. (13). Femora basi late nigra . . . . . .erythrocerus Loew. 13. (12). Femora fere tota lutea vel vix intermedia tantum nigroli- NCAR sme ernie AN EI Misa chime AP ati © LXINECCHUSTSPEIS: ee AAO MARIO BEZZI 14. (11). Antennae nigrae, vel obscure tantum rufescentes; femora an- teriora omnino nigra, vel vir summo apice Luteo. 15. (16). Lunulae abdominales extus evanidae, indistinctae. unicolor Loew. 16. (15). Lunulae abdominales completae. 17. (18). Tarsi postici maris simplices, elongati, supra non ciliati; frons faeminae angustissima, vix latior distantia ocellorum basa- lium; oculi nudi ... . . = + Feae ni. sp. 18. (17). Tarsi postici maris AA dilatati, superne nigro ciliati; frons faeminae lata, duplo latior ocellis; oculi hirtuli. 19. (20). Abdomen opacum, duobus paribus tantum lunularum signatum, segmento ultimo toto cano-tomentoso; tarsi postici maris basi tan- tum superne nigrociliati . . . . + +... vestitus n. sp. 20. (19). Abdomen nitidum,tribus ie nah ee lunularum, segmento ultimo nigro nitido; tarsi postici maris adpressi, superne per totam longitudinem nigrociliati . . . .. =... . + . obliquus Fabr. Il Megatrigon sexfasciatus Johns. è molto affine, se pure non appartiene allo stesso genere Humerus; si distingue però facilmente da tutti per le lunule addominali ripetute due volte su ciaseun segmento. 35. EKumerus Feae n. sp. o ©. Niger, punctulatus, oculis nudis, antennarum articulo tertio lato subquadrato nigro extus obscure rufescente, pe- dibus nigris coxis femorum basi tibiis tarsisque rufescen- libus vel rufis, scutelli limbo postico lutescente et luteo piloso, abdomine nigro nilido segmento ultimo haud cano, tribus paribus lunularum albarum in medio contiguis ornato, alis ex griseo dilute fuscescentibus macula stigmatica nigricante, nervo tertio laevissime incurvo. J Oculis linea longa connexis, genitalibus magnis rufe- scentibus, tarsis posticis omnino simplicibus, elongatis, an- gustis. Q Fronte nigra nitida, angusta, distantia ocellorum ba- salium parum latiori, segmento abdominali quarto elongato. Long. corp. mm. 9-9,5. Isola Fernando Poo: Basilè, 400-600 m., agosto-settembre 1901, un maschio. Congo francese: Fernand Vaz, settembre-ottobre 1902, una femmina. DITTERI DELL'AFRICA OCCIDENTALE AAA Specie assai distinta pei tarsi semplici del maschio, per la fronte assai stretta della femmina e per gli occhi perfettameute nudi in ambo i sessi; è giusto e doveroso che anch’ essa venga insignita del nome del suo scopritore. Capo interamente nero; occipite concavo, quasi sfornito di to- mento; faccia breve, piatta, con tomento argentino nel maschio, giallognolo nella femmina; fronte della femmina larga appena quanto circa la metà di quello che lo è nelle specie affini; la metà superiore di essa è nera, lucidissima, sottilmente punteg- giata, con lunghi peli oscuri sul davanti e gialli agli ocelli, la metà apicale è fornita di tomento argentino sui lati e presenta una fascia longitudinale di peli gialli lungo il mezzo; triangolo verticale del maschio stretto e lungo con lunghi peli giallognoli. Antenne assai grandi, in prevalenza nere, solo oscuramente rosseggianti in qualche punto; arista nera, strettamente rossa alla base. Peristoma lineare, per nulla sporgente; orlo orbitale poste- riore assai stretto, quasi nullo; le faccette degli occhi del maschio che son poste in vicinanza della linea di unione sono distintamente più grandi delle altre. Torace fortemente punteggiato, coperto di tomento giallo dorato, che sulle pleure è grigio; manca di peli eretti; visto dal di dietro si notano due strette striscie bianche longitudinali distanti, che cessano però alla sutura o poco dopo. Lo scudetto è come il torace, con pubescenza più lunga; I’ orlo posteriore è assai spiccato, dentellato e pare anche di color giallo- gnolo sotto il denso pelo che lo riveste. Squame di color giallo- bruno, con frangia dorata; bilanceri giallo-scuri. Addome tutto nero lucente e fortemente punteggiato; i peli del dorso sono brevi e neri; quelli dei lati e lungo le lunule bianche sono grigi e più lunghi; le lunule sono tutte assai distinte, collocate assai obliqua- mente, e molto ravvicinate od addirittura in contatto fra loro verso il mezzo; anche quelle dell’ ultimo segmento sono assai spiccate, poichè all’ infuori di esse tutto il resto è nero; ventre grigio; orlo laterale e posteriore del quarto segmento un po’ tendente al rossiccio. Genitali del maschio assai rigonfi, rotondi, lucenti, sottil- mente punteggiati, in massima parte rossi, con leggera pubescenza chiara. Piedi con breve pubescenza chiara; anche rossiccie, più o meno scure; femori neri, più o meno rossi alla base ma sempre strettamente, i posteriori ingrossati, leggermente dentellati verso l'apice; ginocchi rossi; tibie rosse, più o meno infoscate all’apice; a TE II Tee i IR, TI i i DI 449 MARIO BEZZI tarsi interamente rossi, oscurati verso |’ estremità, i posteriori af- fatto semplici, lunghi e sottili, mudi. Ali coi nervi neri; prima cella posteriore con due lobi pronunciati, muniti all’ esterno di appendice; cella discoidale coll’ angolo esterno inferiore arroton- dato, sfornito d’ appendice. 36. Eumerus obliquus Fabricius: Kertész, Cat. Dipt., VII, 316 (1910). Guinea portoghese: Rio Cassine, aprile 1900, due femmine. lo credo di aver interpretato esattamente la specie fabriciana, che vive per quasi tutta l’ Africa commista colla seguente, colla quale è confusa dagli autori. L’ ultimo segmento dell’ addome è in ambo i sessi sfornito di tomento chiaro, per cui le sue lunule risaltano molto, come quelle dei segmenti precedenti. La siruttura dei tarsi posteriori del maschio è poi assai peculiare e molto diversa da quella che si nota nella seguente specie; essi sono compressi e tutti cigliati di nero lungo l’intero orlo superiore. Nell’ India vive una specie affine assai, ma distinta. 37. Eumerus vestitus n. sp. o ©. Nigro-aeneus, punctulatus, oculis breviter hirtulis, an- tennis nigro fuscis vel obscure tantum rubescentibus, tho- racis dorso ante suturam cano lineis inaculisque duabus nigris, scutelli margine postico cinereo-tomentoso, abdomine duobus tantum paribus lunularum obliquarum signato segmento quarto fere toto cano tomentoso nigropunctulato, pedibus nigris geniculis tarsisque rufescentibus, alis ex griseo cinereis nervo tertio fere recto. oS Oculis per lineam longam connexis, tarsis posticis abbreviatis adpressis, articulo tantum primo superne nigro- fimbriato, genitalibus nigris. ; 2 Fronte lata cana nigropunctulata, abdominis segmento quarto brevi. Long. corp. mm. 7,5-8,5. (ruinea portoghese: Rio Cassine, aprile 1900. È la medesima località del precedente, col quale adunque vive commisto e col quale è spesso confuso. Io ho infatti ricevuto dal DITTERI DELL AFRICA OCCIDENTALE 143 signor Becker esemplari d’ Egitto della specie qui descritta, che erano classificati come obliquus. Per quanto affini, le due specie sono certo ben distinte. Capo nero, con tomento cenerino, che lungo il largo orlo orbi- tale posteriore è più denso e più chiaro; peristoma lineare, non sporgente; faccia breve e piana, con fitto tomento e brevi e densi peli, più bianchi nel maschio; triangolo verticale del maschio stretto e lungo, coperto di tomento cenerino meno sulla punta che è nera e con una fascia nera trasversale in corrispondenza dei due ocelli basali; i suoi peli sono in parte chiari in parte scuri; fronte della femmina larga, tutta cenerina punteggiata di nero, con fascia ocellare scura; antenne non molto grandi, col terzo articolo tron- cato all’ infuori, nel maschio spesso un po’ rossiccio o rosso-bruno; arista nera con base gialla. Torace sul dorso con peli grigi eretti, non lunghi; avanti la sutura si nota il caratteristico disegno scuro che spicca fra il tomento grigio, e che consta di due striscie lon- gitudinali mediane parallele distanti, accompagnato all’esterno da una macchia rotonda per parte; pleure con peli chiari. Scudetto come il torace, coll’ orlo posteriore munito di fitto tomento grigio e di lunghi, peli chiari. Bilanceri e squame bianche, queste ultime fornite di frangia bianca. Addome punteggiato, tutto nero e quasi opaco; lunule del secondo e del terzo segmento larghe ed oblique, avvicinate fra loro nel mezzo, assai spiccate, punteggiate di nero; quarto segmento solo con stretta fascia nera basale interrotta nel mezzo, in tutto il resto interamente coperto di tomento grigio e bianco, punteggiato di nero, coll’ orlo posteriore e laterale tendente al rosso; peli dei lati più lunghi e bianchi; genitali neri. Piedi colle anche scure; ginocchi gialli; tibie anteriori e medie gialle alla base, più largamente che le posteriori; tarsi gialli più o meno infoscati particolarmente i posteriori, che sono compressi, corti, con solo il primo articolo munito al disopra lungo il margine di ciglia nere; femori posteriori grossi e corti, seghettati al disotto verso l’ apice; tibie posteriori pure grosse, irte di peli bianchi al pari dei femori. Ali come in Feae, ma più chiare e colla macchia stimmatica meno infoscata. SECONDO CONTRIBUTO ALL’ ORNITOLOGIA DEL CONGO PER T. SALVADORI Il presente lavoro fa seguito ad un altro mio intitolato: Pie- cola collezione di uccelli del Congo (Ann. Mus. Civ. Gen. (3) IV, pp. 320-326). Il sig. M. Ribotti, cui si deve quella collezione, ne ha inviate altre due, le quali contano 103 esemplari, apparte- nenti ad 80 specie. Nella prima vi erano alcune specie rarissime e degne di essere ricordate; quella che ora viene studiata nel presente lavoro, senza contenere notevoli rarità, contribuisce alla migliore conoscenza dell’ avifauna del Congo, contenendo specie che prima non vi erano state osservate. Il maggior numero degli esemplari provengono da Dungu, |, zona della Gherba. Torino, Museo Zoologico, giugno 1912. ]. Turacus leucolophus, HEUGL. Rchnw., Vog. Afr. IT, p. 43. a Adulto. 2. Centropus senegalensis (L.). Rehnw., op. cit. p. 58. a Ad. 3. Coccystes cafer (LICHT), Rehuw. op. cit. p. 76. a Ad. in muta. 4. Cueulus gabonensis, LAFR. Rehnw. op. cit. p. 88. a, b Adulti. Il sottocoda in uno degli esemplari è di color isabella con poche macchie nere, nell’ altro di color più chiaro, quasi bianco con regolari fascie nere. UCCELLI DEL CONGO AAS 5. Chrysocoeeyx klaasi (STEPH.). Rehnw. op. cit. p. 98. a Adulto. 6. Melanobucco aequatorialis, SHELL. Lybius acquatorialis, Rchnw. op. cit. p 119. a Adulto. Questo esemplare sembra riferibile alla specie indicata avendo la fascia a traverso lala di color roseo vivo. 7. Lybius leucocephalus (DE Fit.). Rehnw. op. cit. p. 121. a Esemplare adulto, simile al tipo della specie, conservato nel Museo di Torino. 8. Heliobuceo peli (HARTI). Gymnobucco peli Rehnw. op. cit. p. 138. a Adulto. Zona della Gurba, Dungu. Nella prima collezione vi era un esemplare dell’ affine H. bo- napartei (Verr.). E stata già fatta notare la singolarità del tro- varsi insieme le due specie tanto affini. 9. Traechylaemus purpuratus (VERR.). Rehnw, op. cit. p. 159. a Zona della Gurba, Dungu. Esemplare non adulto, col becco notevolmente più piccolo di quello dell’ esemplare di Uellé. 10. Mesopicus goertan (P. L. S. MULL.). ? Mesopicus goertae centralis Rehnw. op. cit. p. 187. ao Ad. AAG T. SALVADORI |}. Mesopicus xantholophus (Hars.). Rehnw. op. cit. p. 188. a & Ad. Zona della Gurba, Dungu. Mi sembra che questa specie dovrebbe essere compresa nel genere Thripias insieme col 7. namaquus e T. shoensis ('). 12. Dendropicus permixtus (Rcunw.). Dendromus permixtus Rehnw. op. cit. p. 170. a 3 Ad. col pileo interamente rosso. 13. Colius nigricollis, VIEILL. Rchnw. op. cit. p. 203. a, b Adulti. 14. Colius affinis, SHELLEY. Colius leucotis affinis Rehnw. op. cit. p. 205. a Esemplare notevole per avere le cuopritrici delle ali distin- tamente marginate di chiaro. E forse un giovane ? 15. Coracias abyssinus, Bopp. Rehnw. op. cit. p. 249. a Adulto. Non mi sembra che questo esemplare si possa rife- rire alla forma senegalensis. 16. Rurystomus rufobucealis, RcHNW. Op. cit. p. 231. a Ad. () Campothera kasaica (Dubois)! Dendromus kasaicus Dub. Rev. Fr. d’Orn. n.° 22 (1911). Campothera cavoli part. Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. (3) IV, p. 321 (1909), Dei due esemplari da me annoverati nel luogo citato, uno avente il becco più lungo e più diritto, le macchie delle parti inferiori alquanto più volgenti al fulviccio e la superficie inferiore delle ali più rossiccia, forse appartiene alla specie recente- mente descritta dal Dubois. Mi sembra tuttavia incerto il valore specifico della me- desima, siccome i due esemplari da me menzionati sono stati trovati nella stessa località. UCCELLI DEL CONGO 447 17. Lophoceros granti Harr. Rchnw. op. cit. p. 257. — Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. (3) IV, p. 322. a Esemplare adulto, simile in tutto all’ altro da me menzio- zionato precedentemente (/. ¢.), ed allora rarissimo. 18. KHTaleyon chelicuti (STANL.) Rchnw. Op. cit. p. 274. 19. Melittophagus frenatus (HARTI.). Rchnw. op. cit. p. 310. a Ad. Questa specie non è annoverata del Congo. 20. Melittophagus australis (RcHNw.). Op. cit. p. 313. ; a Adulto. Per quanto lievi le differenze fra questa forma ed il MW. gularis (Shaw) esse sembrano costanti. 21. Merops nubieus, Gm. Rchnw. op. cit. p. 329. a Ad. 22. Cosmetornis vexillarius (GOULD). Rehnw. op. cit. p. 371. a 3% Esemplare adulto. 23. Hiirundo rustica, LINN. Rchnw. op. cit. p. 406. a Esemplare in abito imperfetto. 24, Hirundo senegalensis, L. Rehnw. op. cit. p. 415. a Esemplare adulto. ee a ee a AAS T. SALVADORI 25. Batis orientalis (HEUGL.). Rchnw. op. cit. p. 481. a’ Adulta. 26. Terpsiphone cristata (0xM.). 'Tchitrea viridis Rehnw. op. cit. p. 504. a-d. I quattro esemplari che io attribuisco a questa specie for- mano una serie molto interessante. I due ultimi, apparentemente femmine, somigliano alle femmine della stessa specie dello Scioa, ma hanno il sottocoda cenerino senza traccia di rossigno. Il primo esemplare ha il dorso, le cuopritrici delle ali ed il vessillo esterno delle remiganti secondarie bianco; le timoniere sono pure bianche ma marginate di nero, eccetto le due esterne di cia- scun lato che sono nere (una variegata di bianco). Il secondo esemplare, che ha il dorso castagno, è notevole per avere le due lunghe timoniere mediane nere, mentre le timoniere laterali sono nere, tinte più o meno di castagno. 27. Campophaga xanthornoides (Less.). Rehnw. op. cit. p. 524. Campophaga phoenicea Salvad. (nec Lath.) Ann. Mus. Civ. Gen. (3) IV, p. 322 (01). a, b 3 Q. Il maschio nero lucente ha le cuopritrici delle ali di color giallo-arancio. Non riesco a distinguere la femmina da un’altra inviata dal D.r Finsch col nome di C. phoenicea. 28. Andropadus virens (CAss.). Rchnw. op. cit. III, p. 412. a Zona della Gurba, Dungu. Parti superiori verde-oliva; ali e coda bruno-olivastre; mezzo dell’ addome di color giallo-limone, come anche le cuopritrici infe- riori delle ali. 29, xenocichla simplex (HARTI.). Rehnw. op. cit. III, p. 394. a Zona della Gurba, Dungu. UCCELLI DEL CONGO 449 30. Ixonotus guttatus, VERR. Rehnw. op. cit. III, p. 416. a Zona della Gurba, Dungu. 31. Pyenonotus tricolor (HARTL.). Rehnw. op. cit. II, p. 421. a Zona della Gurba, Dungu. 32. Turdus pelios, Br. ? Turdus pelios centralis Rehnw. op. cit. III, p. 690. a Zona della Gurba, Dungu. Simile in tutto all’ esemplare di Uellè, precedentemente anno- verato. 33. Pratineola rubetra (L.). Rehnw. op. cit. III, p. 731. a Zona della Gurba, Dungu. 34. Crateropus cinereus, HEUGL. Journ. f. Orn, 1862, p. 300. 2° Crateropus buxtoni Sharpe, Ibis, 1891, p. 445. Crateropus plebejus cinereus Neum., Journ. f. Orn. 1904, p. 548. — Rehnw., Vog. Afr. III, p. 658. a, b. Esemplari adulti, simili fra loro, e simili al C. plebejus, dal quale differiscono principalmente per la gola più bianca. 35. Motacilla widua, SUND. Rchnw. op. cit. III, p. 296. a Zona della Gurba, Dungu. 36. Parus leucomelas, Riurr. Parus niger leucomelas Rehnw. op. cit. III, p. 541. a, b Adulti. 37. Corvinella corvina (SHAW). Rehnw. op. cit. III, p. 629. a juv. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 3.*, Vol. V (15 Novembre 1912). 29 150) T. SALVADORI 38. Lanius smithi (FRAS.). Lanius humeralis smithi Rehuw. op. cit. II, p. 610. a, b Maschi (?) adulti, colla testa e la regione interscapolare di un nero lucente. 39. Malaconotus olivaceus (VIEILL.). Rehnw. op. e.t. II, p. 601. a Ad. Zona della Gurba, Dungu. Il giallo del petto lievemente tinto di bruno. 40. Dryoseopus senegalensis (HARTI.). Rehnw. op. cit. II, p. 594. a 3 Ad. Zona della Gurba, Dungu. 4l. Dryoscopus hamatus, HARTL Dryoscopus cubla hamatus Rehnw. op. cit. Il, p. 594. a of Ad. 42. Laniarius major (HARTL.). Rehnw. op. cit. II, p. 580. a Ad. 43. Laniarius erythrogaster (CRETZSCHM.) Rehnw. op. cit. II, p. 586. a Ad. 44. Laniarius leucorhynehus (HARTI.). Rehnw. op. cit. p. 573. LS u Zona della Gurba, Dungu. Jsemplare adulto nerissimo e col becco pure al tutto nero. Secondo gli autori, gli esemplari al tutto adulti avrebbero il becco bianco! 15. Nieator chloris (Less). Rehnw. op. cit. JI, p. 554. a Ad. Zona della Gurba, Dungu, UCCELLI DEL CONGO 16. Pomatorhynehus senegalus (L.). Rehnw. op. cit. p. 547. a Zona della Gurba, Dungu. 451 Esemplare non al tutto adulto (o femmina?) col pileo grigio- bruniccio, circondato da una fascia nera sui lati e posteriormente. Becco nero. 47. Sigmodus rufiventris, Bp. Rehnw. op. cit. II, p. 537. a Ad. Zona della Gurba, Dungu. pai Esemplare adulto, simile in tutto alla figura pubblicata dal- l’ Oustalet (Nouv. Arch. Mus. 1879, t. V, f. 1). 48. Prionops poliocephala (STANI.). Rehnw. op. cit. II, p. 534. a Adulto. 49. Oriolus nigripennis, VERR. Rehnw. op. cit. II, p. 661. a 5° Ad. Zona della Gurba, Dungu. 50. Oriolus rolleti, SALVAD. Oriolus larvatus rolleti Rehnw. op. cit. II, p. 659. a Ad. Questa specie differisce dall’ O. brachyrhynchus, molto somiglia, per la forma della coda quasi eguale, nell'altro essa è decisamente graduata. ol. Dierurus coracinus, VERR. Rehnw. op. cit. II, p. 650. al quale laddove a Esemplare adulto colla coda profondamente foreuta e col nero-vellutato del corpo ben distinto dal nero metallico delle ali. 1592 T. SALVADORI 52. Dierurus, sp. a, b, c. Tre esemplari più piccoli del precedente, colla coda meno profondamente foreuta, e col dorso lucente quasi come le ali. 53. Onyehognathus hartlaubi (G. R. Gr). Rehnw. op. cit. II, p. 702. a d' Ad. Buta, agosto 1906. Iride giallo-rossa. Esemplare adulto. 54. Lamprotornis purpuropterus (RiPP.). Rehnw. op, cit. II, p. 710. È a Ad. a. rd) ) Non trovo aleuna specie di Lamprotornis indicata del Congo, e non riesco con sicurezza ad attribuire |’ esemplare soprannove- rato ad alcuna delle specie note. Esso ha grande somiglianza col L. purpuropterus e col L. aeneocephalus, avendo com’ esse il petto di color azzurro metallico cupo, ma ne differisce per le ali più azzurre e meno volgenti al verde. Tuttavia non è improbabile che 1’ esemplare appartenga alla prima specie. 55. Lamprocolius chloropterus (Sw.) Lamprocolius chalybacus chloropterus Rehnw. op. cit. II, p. 690. a juv. Esemplare giovane con le ali, la coda e molte piume del capo e del dorso di color verde splendente; sulle piccole cuo- pritrici delle ali un’area azzurra; le piume delle parti inferiori grigio-bruniccie. 56. Lamprocolius purpureiceps, VERR. Rehnw. op cit. II, p. 685. a Ad. Zona della Gurba, Dungu. 57. H:{yphantornis bohndorflì (Rcanw.)? Ploceus abyssinieus bohndorfli Rehnw. op. cit. 11, p. 58. a, b. Esemplari adulti apparentemente riferibili a questa specie, poco diversa dall’ H. abyssinicus. UCCELLL DEL CONGO 155 58. Malimbus erythrogaster, RoHNw. Op. cit. p. 24. a,b 9 Zona della Gurba, Dungu. Esemplari adulti simili in tutto alle figure di questa specie (Journ. f. Orn. 1896, Tat. IV, (gd 2). Questa specie non si conosceva ancora del Congo. 59. Pyrenestes ostrinus (VIEILL.). Sharpe, Cat. B. XIII, p. 252. — Rehnw. Vog. Afr. III, p. 106 (part.). a. Esemplare adulto col dorso, le ali, il mezzo dell’addome ed il sottocoda neri, mentre la testa, il collo, i lati del petto ed il sopraccoda sono di color rosso-carmino. 60. Pyrenestes coccineus, Cass. Sharpe, Cat. B., XIII, p. 253. Pyrenestes ostrinus part., Rehnw., V6z. Afr. III, p. 106. a 9 Buta, ottobre « Iride rosso cupo ». Questo esemplare è di color bruno-cioccolata, colla testa ed il sopraccoda di color rosso-carmino ; anche i lati del petto sono lieve- mente tinti di rosso. Esso somiglia moltissimo alla figura di questa specie data dal Cassin (Journ. Philad. Acad. I, pl. 31). Questa specie differisce dalla precedente anche per le dimen- sioni molto minori. 61. Uraeginthus phoenicotis (Sw.). Uraeginthus bengalus (!) Linn.-Rehnw. op. cit. 111, p. 207. a 9. 62. Lagonosticta minima (VIEILL.). Lagonosticta senegala (L.). — Rehnw. op. cit. IIT, p. 195. a. 63. Hypochera nigerrima, SHARPE. Rehnw. op. cit. III, p. 246. 5) SUA T. SALVADORI . . 64. Vidua serena (LINN.). Rchnw. op. cit. III, p. 217. i a, bt 9. | 5. Steganura paradisea (L.. Rehnw. op. cit. UI, p. 223. i a Adulto. i 66. Coliuspasser concolor (Cass.). + Rehhw. op.:cit. p. 124, | a Adulto. 67. Euplectes erassirostris (GRANT.)? Pyromelana crassirostris Grant, Bull. B. O. C. XXI, p. 14 (1907) North end of Ruwenzori. a. Esemplare adulto, dal becco notevolmente grosso. Attribuisco l'esemplare alla specie indicata, che ad ogni modo è molto simile all’ £. capensis. 68. Penthetriopsis macroura ((M.). Coliuspasser macroura (sic) Rehnw. op. cit. III, p. 1°8. a, b TT. Dungu, Zona della Gurba. e Congo. Il primo esemplare ha la regione interscapolare quasi intera- mente gialla, gli altri due invece |’hanno quasi interamente bruna. (9. Pyromelana flammiceps (Sw.). Rehnw. op. cit. p. 118. a,b JQ Duneu. Zona della Gherba. ec, ado Adulti. 70. Pyromelana franciscana (ISERT.). Rehnw. op. cit. III, p. 122. ad Ad. 71. Serinus icterus (VIFILL.). Salvad. Ann. Mus. Civ. Gen. (8) IV, p. 325. a. Esemplare conservato nella formalina e quindi di colori molto sbiaditi. UCCELLI DEL CONGO 155 72. Serinus leucopygius (SUND.). Poliospiza leucopygia Rehnw. op. cit. TIT, p. 255. a. 73. Zosterops senegalensis, br. Rehnw. Vog. Afr. III, p. 427. > ssa a, È ’ 74, Cinnyris superbus (SHAW). . Rehnw. Vog. Afr. III, p. 477. a 3° Adulto. 75. Cinnyris cupreus (Si). Rehnw. Vog. Afr. III, p. 475. — Salvad. Ann. Mus. Civ. Gen. (3) IV, p. 326, (Uellé). a 5° Adulto simile all’ esemplare di Uellé. 76. Chaleomitra aequatorialis (RcHNW.). Cinnyris aequatorialis Rehnw. Orn. Monatsh. 1899, p. 171. Cinnyris acik aequatorialis Hartert, Nov. Zool. 1900, p. 50. Chalcomitra azik aequatorialis Neum. Journ. f. Orn. 1900, p. 296. Chalcomitra aequatorialis Rehnw. Vog. Afr. III, p. 464 (1905). Cinnyris senegalensis aequatorialis Neum. Journ. f. Orn. 1906, pp. 254, Tre esemplari: un maschio adulto, un maschio in muta ed una femmina. Tutti tre somigliano molto agli stadi corrispondenti della C. acik Antin. Il maschio adulto ne differisce per avere le piume rosse del collo e del petto con sottili fascie trasversali metalliche di co- lore azzurro-violetto, anzichè verde. Per quel rispetto esso somi- glia ai maschi della C. lamperti, i quali hanno dimensioni mag- giori. La femmina si distingue da quella della C. acék pel colore meno cupo, e meno uniforme, avendo le parti inferiori decisamente giallognole, più che in quelle della femmina della C. lamperti. 77. Neetarinia pulchella (L.). Rehnw. Vog. Afr. 111, p. 497. a, b, c, d. Quattro maschi, due adulti in abito perfetto, e due in abito imperfetto od invernale. _ a Dungu, Zona della Gurba. T. SALVADORI 78. Anthothreptes longuemarei (LEss.). Rehnw. Vog. Afr. III, p. 446. i ad Adulto. 79. Dringoides hypoleueus (L.). Rehnw. Vog. Afr. I, p. 224. b. 80. Pluvianus aegyptius (L.). Rehnw. Vog. Afr. I, p. 150. a Esemplare adulto. MISSIONE PER LA FRONTIERA ITALO-ETIOPICA SOTTO IL COMANDO DEL CAPITANO CARLO CITERNI RISULTATI ZOOLOGICI. NUOVA SPECIE DI PAUSSUS DELLA SOMALIA DI R. GESTRO Al Museo Civico di Genova fu affidata la cura e l'illustrazione del materiale zoologico, che il Capitano Citerni, capo della missione per la delimitazione della frontiera italo-etiopica, ha radunato con grande zelo, recando un forte contributo alla conoscenza della fauna dei bacini del Giuba e dell’ Auasc. Questo materiale, per alcuni gruppi, è già stato oggetto di studio e ne furono pubbli- cati i risultati (4); ma molto resta a farsi e principalmente per la parte più ricca, che è quella che riguarda gli Artropodi. Sono lieto di poter anch'io concorrere, benchè in minima parte, allo studio delle sue raccolte e di attestare pubblicamente al valo- roso esploratore i sensi della mia gratitudine per l’opera prestata a pro’ della scienza. (1) Le memorie sulle collezioni zoologiche del Cap. Citerni sono apparse sotto il titolo generale : Missione per la frontiera italo-etiopica sotto il comando del Cap. Carlo Citerni. Risultati zoologici. Finora sono state pubblicate le seguenti: Pesci, per D. Vinciguerra. (Annali del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, serie 3.2, vol. V (XLV) 1912, p. 293-303). L'autore descrive tre nuove specie: Mormyrops Citernti, Labeo sticlolepis, Labeo Boulengeri, Uccelli, per T. Salvadori, (loc. cit. p. 304-327). List of the Reptiles and Batrachians by G. A. Boulenger, (loc. cit. p. 329-332). Sono descritte in questa nota due nuove specie: Hemidactylus Citernii e Zamenis Citernii. Enumération des Cicindelides par Walther Horn, (loc. cit. p. 461-464). Vi è la nuova Megacephala Citernii. 458 R. GESTRO I Coleotteri della collezione Citerni sono rappresentati da buon numero di specie, delle quali già un certo numero furono ricono- sciute come nuove. Esaminandole, il mio primo pensiero fu di in- dagare se vi fossero i Paussidi, che hanno per gli entomologi tante attrattive e la mia aspettazione non fu delusa, perchè ne trovai due specie, il che non è poco, considerando la rarità di questi in- setti. Una era già conosciuta, cioè il Paussus procerus, descritto fin dal 1867 dal Gerstaecker su esemplari abissini raccolti dallo Steudner e ritrovato poi nel Harrar da Pietro Felter, nome pre- giato nella nostra storia coloniale; l’altra è nuova ed è quella che descrivo nella presente nota, fregiandola col nome del suo scopritore. Paussus Citernii. n. sp. Castaneus, nitidus, pilis tenuibus hirtus, capitis vertice obsolete sparsim punctulato, fronte late concava, concavitate supra carina transversa limitata; antennarum clava ovata, basi antrorsum recte subtruncata, postice in dentem validum, brevem, retrorsum incurvum, desinente, margine antico carinato, modice rotundato, ante apicem levissime late si- nuato, margine postico rotundato, bicarinato, disco supra convexo, longitudinaliter elevato, ad basim foveato, postice oblique sulcato, sulcis quatuor marginem attingentibus, disco sublus, praecipue in medio, quam supra magis convexo, sulcis quatuor laevioribus; thorace profunde transverse dipartito, sulco ulrinque flavo setoso, parte antica breviore, capite aequilata, lateribus rotundatis, parte postica quam antica angustiore sed aliquantum longiore, lateribus rectis, fovea media lata subquadrata, profunde incavata; elytris pa- rallelis, dense punctulatis; pygidio marginato, punctis latis el crebris praedito; pedibus validis, tibiis posticis gracilio- ribus. — Long. 8 millim. Questa specie appartiene alla divisione II, 1, 1a del Wasmann (*), ossia fa parte di quel gruppo di specie che hanno il torace diviso in due parti (II), le antenne con clava lenticolare e il torace (1) Wasmann. Neue Beitrage zur Kenntniss der Paussiden, mit biologischen und phylogenetischen Bemerkungen. (Notes from the Leyden Museum, vol. XXV, 1904, p. 1). NUOVO PAUSSUS DELLA SOMALIA 159 munito di fascetti di peli gialli nel solco trasverso (1) e il capo privo di corno frontale (1a). Il corpo è lucente, di un colore castagno uniforme e munito di peli corti ed eretti. Il capo ha pochissimi punti e poco manifesti; sulla fronte ha una larga escavazione, che superiormente è limitata da una ca- rena trasversale. Le antenne hanno la clava di forma ovale, la cui base è troncata in avanti e termina in addietro con un dente robusto, breve e curvo; il margine apicale è arrotondato; il margine anteriore è carenato, il suo con- torno è leggermente arrotondato e pre- senta, prima dell’ apice, una sinuosità larga, ma poco marcata; il margine posteriore è bicarenato e il suo contorno è fortemente arrotondato; il disco al disopra è convesso e si presenta elevato, specialmente alla base, in senso longitudinale; in addietro si osser- vano quattro solchi ben marcati, diretti obliquamente dall’avanti all'indietro e dal- l'esterno all’interno; questi solchi raggiun- gono il margine e lo intaccano; al disotto il disco è più convesso che al disopra e Parra (CHR sporge maggiormente nel mezzo; i quattro solchi vi esistono pure, ma meno marcati. Il torace è diviso in due parti da un profondo solco trasverso, su ciascun lato del quale esistono fasci di peli gialli fitti; la por- zione anteriore è della stessa larghezza del capo, la posteriore è più stretta e alquanto più lunga dell’ anteriore; la porzione ante- riore è molto trasversa, ha i lati arrotondati, nel mezzo presenta una leggera depressione longitudinale ed ha pochissimi punti mi- nuti; la porzione posteriore ha i lati dritti ed è scavata nel mezzo da una larga e profonda infossatura, a contorno quasi quadrato. Gli elitri sono paralleli e coperti di punti piccoli ed assai fitti. Il pigidio è marginato e scolpito anch’ esso di punti fitti, ma molto più larghi di quelli degli elitri. I piedi sono robusti e hanno le tibie posteriori alquanto gra- cili in confronto di quelle delle altre paia. 460 Rk. GESTRO L'unico esemplare di questa bella specie fu raccolto dal Ca- pitano Citerni, fra l’ottobre e il novembre del 1911, in Somalia, nel territorio dei Rahanuin. Secondo l’ autorevole parere del Wasmann, essa seen avvi- cinarsi al Paussus liber, Wasm.; però ne differisce pel corpo non opaco, per il capo infossato sulla fronte e privo delle due fossette del vertice, per la clava delle antenne quadrisolcata, per — la forte incavatura della porzione posteriore del torace e per varii altri caratteri. MISSIONE PER LA FRONTIERA ITALO-ETIOPICA SOTTO IL COMANDO DEL CAPITANO CARLO CITERNI RISUL TALE ZOOL OGGICK: ENUMERATION DES CICINDELIDES par WALTHER Horn (Berlin-Dahlem) l. Genus Megacephala LATREILLE. * 1. Megacephala regalis Poh. nov. subsp. CITERNII W. Horn. Differt ab omnibus huius speciei descriptis varietatibus statura longa parallela cylindrica, et clypeo et fronte antica lateraliter setis 3-4 ornatis, pronoto supra impunctato, crisla (vix ante sulcum basalem evanescente) epipleuro- pronotali 3 tota dense, 9 in parte media posticaque sat dense punctato-setosa ; prothoracis epipleuris 3° postice mo- dice. dense, 9 vix punctato-setosis; meso-episternis nudis ; meta-epislernis parleque adjacente metasterni coxarumque posticarum 3 modice dense, 2 rarius punctato-setosis (coxis posticis Q nudis); elytris totis regulariter denseque tuber- culis acutis subtilibus (basim versus grossioribus, apicem versus minoribus) occupatis. — Long. 27-30 mm. (sine labro). 1g 9, Dolo (Somalia), II-VII, 1911. La forme grande, avec les élytres longs paralléles et cylin- driques, la coloration générale etc. rappelle beaucoup Meg. Baxteri Bat.; malgré cela je n’ose pas encore d’arranger la dernière comme forme la plus extrème parmi les races de Meg. regalis Boh., be ha = eS: 162 WALTHER HORN car il y a encore un caractére absolu pour distinguer l’espèce de Bates de toutes les races de Meg. regalis Boh.: c'est l’existence des points enfoncés (« puncta setigera ») sur le disque du pronotum de Meg. Baxteri (plus rapprochés du bord latéral que de la ligne sagittale). Le nombre des points enfoncés près du bord latéral du front antérieur est également plus nombreux pour Meg. Baxteri que pour Meg. regalis et leurs races. Au premier coup d’oeil la race nouvelle est remarquable par ses élytres allongés paralléles cylindriques couverts de tubercules réguliers serrés et joliment fins. C'est un vrais plaisir pour moi de dédier cette forme au ce- lébre Capitaine Citerni qui l’a découverte. Megacephala regalis Boh. est une des plus variables espèces de toutes les Cicindelinae, offrant un grand nombre de formes géographiques bien localisées, comme beaucoup d’autres espèces de Carabidae sans ailes (par exemple les espéces du genre Ca- rabus etc.). La « forme de la priorité » décrite par Boheman se trouve au sud du continent de l’Afrique dés les pays de Transvaal et Mani- kaland jusqu’aux pays de Damaraland et Angola. Je donne ici une liste des races décrites: 1) subsp. Péringueyi W. Horn, Trans. S. Afr. Philos. Soc., 1898, p. 305 — patrie: Beira, Tschinde, Nord-est de Rhodesia. 2) subsp. baby W. Horn, Deutsche Entom. Zeitschrift, 1905, p. 159 — patrie: « Africa » sans indication spéciale. 3) subsp. sebakuana Péringuey, Bull. Soc. Ent. France , 1903, p. 338 — patrie: Sebakwe au Sud de Rhodesia. 4) subsp. Ertli W. Horn, Deutsche Entom. Zeitschrift, 1904, p. 432 — patrie: Nord-est du lac Njassa, Kigonsera. 5) subsp. Oskari W. Horn, Deutsche Entom. Zeitschrift, 1904, p. 423 — patrie: Pokodsch et Gelo (Abyssinie). 6) angulicollis Kolbe, Stettin. Entom. Zeitung, 1892, p. 145 — patrie : possession allemande de I’ Afrique de l'Est et Uganda. 7) subsp. Bennigseni W. Horn, Deutsche Entom. Zeitschrift , 1896, p. 56 — patrie: possession allemande de l’Afrique de l'Est jusqu’a Kazungula. j 8) subsp. excelsa Bates, Entom. Monthly Magazine, vol. X, 1874; p. 261 — patrie: Ikutha et possession allemande de l'Afrique de |’ Est. CICINDELIDES DE SOMALIE 463 9) subsp. Neumanni Kolbe, « Ost-Africa » , vol. IV, col., 1897, p. 346 — patrie; possession allemande de I’ Afrique de l'Est. 10) subsp. Hauserî W. Horn, Notes Leyden Museum, 1898, p. 107 — patrie: possession anglaise de l’Afrique de l'Est et Uganda. 11) subsp. Revozli Lucas, Bull. Soc. Entom. France, 1881, p. 101 — patrie: du Nord de Somalia jusqu’au pays des Galla. 2. Genus Prothyma Hope. 2. Prothyma versicolor Dejean subsp. quadripustulata Boh. Les 2 exemplaires (9) appartiennent a la grande forme du nord, avec 2 taches jaunatres au milieu des élytres (l’une margi- nale, |’ autre plus discoidale) Af-goi (Benadir), 1910. Cette race est joliment répandue: elle est connue du pays de Galla jusqu’au Limpopo, de Kassai et de l’île de Pemba. Aussi cette Cicindeline appartient à une espèce très variable. Voici la liste des autres formes nommées: 1) P. versicolor typique (« forma prioritatis ») Dejean, Species Col. vol. I, 1825, p. 37 — patrie: de la Sierra Leone jusqu’ a l’ Abyssinie et Eritrée. 2) subsp. Leprieuri Dejean. Species Col. vol. V, 1831, p. 219 — patrie: du Sénégal jusqu'au pays des Ashantis. 3) subsp. concinna Dejean, Species Col. vol. V, 1831, p. 218 — patrie: du Sénégal jusqu' au Kamerun. 4) subsp. Botlegi W. Horn, Ann. Mus. Civ. Storia Naturale Ge- nova, Ser. 2.8, vol. XVII, (XXXVII), 1897, p. 268 — patrie: du désert des Danakil jusqu’ au pays des Somali. 3. Genus Cieindela L. 3. Cicindela alboguttata Klug, Symbolae Physicae, fasc. IIJ, 1832, p. 2, n. 3, Ce ee 1 exemplaire (9) bleuatre d’ Auase (Etiopia), X, 1910. Cette espéce est connue de la possession italienne des Somali jusqu’a l’Abyssinie et Eritrée. En Asie elle se trouve a Lahadj prés Aden et probablement dans une certaine étendue sur la cote de la mer rouge. 464 WALTHER HORN 4. Cicindela octoguttata Oliv. subsp. rectangularis Klug Symbolae Ply: sicae, fasc. III, 1832, p. 3, n. 8, t. 21, f. 8. 8 exemplaires (9 Q) de Dolo (Somalia: III-IV, 1911) et Auase (Etiopia: X, 1910). Cette race se trouve de la possession allemande de 1’ Afrique de l'Est jusqu'à la Nubie, dans le Yemen et a Lahadj (prés Aden). i Cicindela octoguttata Oliv. type (« forma prioritatis ») vient de l'Afrique de I’ Quest: du Sénégal jusqu' à |’ Angola et Kassai, — des iles de Fernando Po et do Principe. r ALESSANDRO BRIAN DI UN NUOVO ISOPODO TERRESTRE CAVERNICOLO DELLE ALPI APUANE (Trichoniscus Mancinii, n. sp.). (Baw. NG gL)» In seguito a ricerche faunistiche fatte dal Rag. C. Mancini e dallo scrivente, in questi ultimi due anni, nelle Grotte delle Alpi Apuane, si è potuto radunare un discreto materiale di Trichoni- scidi che ho preso a determinare. Mi è risultato da un primo esame che si trova abbastanza comune in quel territorio mon- tuoso, del pari che nel Genovesato, la specie Androniscus den- tiger Verhoeft, mentre vi manca il Trichoniscus pusillus Brandt, che sebbene più raro esiste in talune caverne della Liguria. Nella Tana del Buggine presso Cardoso vive poi accanto al detto A. dentiger, una forma interessante di Trichoniscus che da certi caratteri di struttura affatto peculiari a me sembra nuova. Nella presente nota, mi permetto di descriverla col nome di T. Mancinti, dedicandola al mio compagno d’esplorazione e caris- simo amico Rag. Cesare Mancini. Si tratta di una specie che rispetto agli altri Trichoniscidi viventi in Liguria (per quanto mi consta), si caratterizza subito per le sue notevoli dimensioni, per il suo corpo piuttosto slanciato (la sua lunghezza è di mm. 7 */, circa, la larghezza di mm. 21/3), per l'aspetto poco granuloso del suo dorso (pereion) (!) e per (1) Sono poco evidenti i granuli sul pereion e mancanti nel pleon. Ann, del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 3.°, Vol. V (25 Febbraio 1913). 30 * a “fl 4,0 È dell | i AGG A. BRIAN altre differenze o particolarita di struttura nelle varie sue appen- dici boccali e genitali, che solo esaminando la specie col micro- scopio si possono discernere. La nuova forma si distingue inoltre a prima vista per il suo colore perfettamente bianco, per man- canza assoluta di ocelli. DESCRIZIONE. Tutto il corpo (fig. 1) senza pigmento, semplicemente d’ un bianco latteo. Capo di forma arrotondata, accresciuto lateralmente da due specie di protuberanze epimeriche, appuntite, che nascon- dono la base delle antenne esterne, e che danno alla testa quasi un aspetto triangolare (fig. 10). Ocelli mancanti. Antenne esterne con flagello 10-articolato (fig. 9). Antenne interne tri-articolate con 6 bastoncini sensori al loro termine (fig. 17). Il capo e i segmenti del pereion presentano dorsalmente delle squame con peli, disposte in modo da simulare veri granelli, poco rialzati, disposti in fila, e abbastanza evidenti sul capo e sui primi 3 segmenti. Quattro file di tali granelli (circa 16 granelli per ogni fila) si osservano sul primo segmento del pereion, 3 file sui due seguenti. Nel quarto fino al settimo segmento del pereion mi pare di notare soltanto 2 file di granelli. È bene osservare che di tutte queste file o righe, in ogni segmento, la più evi- dente, cioè con granuli più spessi e vistosi, è sempre quella acco- stata al margine posteriore del segmento stesso. I segmenti post-addominali (o del pleon) sembrano mancanti di granelli e solo presentano sulla parte dorsale brevi peluzzi tat- tili disposti ordinatamente in serie. Mandibola (destra) (fig. 2). Parte distale costituita da un gran dente, attenuato all’ estremità e due dentini accessori. La parte masticatoria è ampia e disposta quasi in senso trasversale al dente, con tre appendici nella parte incavata del dente stesso e con un'altra appendice sull’ estremità esterna della porzione mastica- toria. La prima appendice vicino all’ apice della mandibola è data da una laminetta ovale tutto intorno crenata; le altre appendici gracili, setolose, sono cilindriche a guisa di pennellini allungati e presso a poco uguali fra loro, |’ ultima esterna è alquanto più lunga. NUOVO ISOPODO CAVERNICOLO 167 Mascella del primo paio o anteriore (sinistra) (fig. 4) con esopodite all’ apice 8-dentato; 1’ endopodite all’ apice munito di tre appendici setolose a guisa di delicati pennelli, di cui il terzo, quello più lontano dall’ apice della mascella stessa è più allungato degli altri due. Mascella del secondo paio o posteriore (fig. 6). Appendice allungata, integra nel suo contorno, rotondeggiante sull’estremità libera, bipartita però all’ apice. È munita di peluzzi o setole ante- riormente e attorno sui margini laterali anteriori. Piedi mascellari (fig. 7). Lamina basale dell’esopodite grande, ciliata dalla parte esterno-anteriore : la parte terminale due volte più breve con ciufti setolosi anteriormente e sui lati anteriori. Per l'estremità caratteristica del lobo interno del piede mascellare (appendice masticatoria Racovitza), vedere la fig. 8. Settimo paio di piedi del pereion nel maschio (fig. 18). È foggiato come nei Trichoniscus cioè semplicemente senza quella caratteristica appendice interna colossale del meropodite formante incavo col carpopodite, che distingue solo il gen. Androniscus Verhoeff. Le spine o setole sul propodite sono in numero da 4 a 5. Pleopodi nel maschio. L’ endopodite del primo paio di pleopodi (fig. 13) è dato da un'appendice bi-articolata, costituita da un ampio articolo basale, triangolare, e da un articolo molto sottile terminale che si pro- lunga quasi in linea retta e sembra mozzata all’ estremità. Ac- canto a quest’ appendice ve n’ è un’ altra impari, il pene (fig. 14) che appare tri-articolato di diametro un po’ maggiore, che verosimil- mente segna lo sbocco dei canali deferenti (awsmiindungsschlauch Weber). La forma di questa appendice, piuttosto massiccia in con- fronto colla precedente, termina col terzo articolo (terminale) più breve e più sottile dei 2 primi. L'endopodite del secondo pleopodo (fig. 1%) è un’ appendice quasi forte, robusta, assai più sviluppata in lunghezza delle pre- cedenti appendici, tri-articolata, il cui articolo terminale è di gran lunga più grande e più lungo degli altri due e assume quasi la forma di una foglia allungata a spatola, gradatamente più larga verso l’ apice e foggiata bruscamente a punta. Gli esopoditi di queste due paia di pleopodi si estendono tra- sversalmente come squame più larghe che lunghe, che s’ appon- 7 4,68 A. BRIAN gono a guisa di coperchi sopra il segmento basale degli endo- poditi. Pleopodi del secondo paio, nella femmina (fig. 12). Endopodite chitinoso, conico-allungato, con sommità ottusa , provvisto di qualche pelo. Esso è alquanto più lungo dell’ esopo- dite, quest’ ultimo è a forma di larga lamina trapezoidale con an- goli esterni arrotondati. Pleotelson, con uropodi subconici, gli esopodi grandi terminati da un piccolo fascio di setoline, gli endopoditi più piccoli, gracili e verosimilmente terminati da una setola sola (fig. 16). Dimensioni. Lunghezza totale del corpo mm. 6,5 — 7,75 circa. Larghezza nei maggiori esemplari mm. 2, 50. Habitat. n Nella Grotta del Buggine presso Cardoso (Ponte Stazzemese ) Alpi Apuane. Diversi esemplari raccolti a varie riprese fra il 18 maggio e il settembre 1912. * Genova, Giugno 1912. Annali del Museo Civico. Serie 3% Vol V (XLV) T2v.:VI Brian del. Lit. A. Rossi o Annali del Museo Civico. Serie 3% Vol. V (XLV) Tav. V Brian del. Lit. A. Rossi es 10. ll. 12 13. 14. 15. 16. 17. 18. NUOVO ISOPODO CAVERNICOLO 169 AD ZN NON IRS WG Esemplare di Trichoniscus Mancinii n. sp. D°, X 11,6. Mandibola destra 9, X 71. Mandibola sinistra 9, X 71. Mascella anteriore sinistra 9°, X 65. Estremità dell’appendice esterna della mascella anteriore destra SOI. Mascella posteriore sinistra Q, x 71. Piede mascellare destro Q, x 74. Estremità del lobo interno del piede mascellare 9 (fortissimo ingrandimento). Antenna posteriore o esterna g°, x 25. BEANVAONEZEASZEVAT Testa con antenna esterna o (figura ingrandita). Appendici setolose del lobo interno della mascella anteriore o, X 400. Pleopodo secondo (II) destro visto dal lato ventrale 9, X 78. Endopodite del primo pleopodo (1) o', x 71. Appendice sessuale impari g*, X 71 circa. Endopodite del secondo pleopodo (Il) 9°, X 76. Uropodo destro gd, X 25. Antenna anteriore o interna o (forte ingrandimento). Piede del settimo paio (VII) o', x 50. ALBERTO PELLOUX ly VARISCITE DEL SARRABUS (SARDEGNA) Fra i numerosi minerali di cui recentemente 1’ ing. G. B. Tra- verso ha voluto ancora arricchire la collezione del Museo Civico di Genova, merita di essere segnalata la variscite, specie che, da quanto mi consta, sarebbe nuova non solo per la Sardegna ma anche per l’Italia e che mi fu dato di identificare in un cam- pione proveniente dal Sarrabus. È L'esemplare di cui si tratta venne raccolto presso la località di Gennarella, in territorio di Villaputzu, e faceva parte di un. piccolo masso trovato alla superficie del suolo. In seguito a nuove | ricerche fatte eseguire nella primavera scorsa dall’ing. Traverso, la variscite fu trovata in posto a formare venuzze e noduli nella | roccia scistosa sottostante al detto masso, del quale furono rae- colti i frammenti rimasti. Mentre mi riservo di dare ulteriori notizie sia sulla variscite come sulla roccia che contiene questo minerale, non appena mi sarà possibile di riprenderne lo studio, mi limito per ora a ren- dere note le osservazioni fatte sul primo campione pervenuto al Museo. | a Tale esemplare è costituito intieramente dalla variscite, ed osservato con una lente presenta una struttura nettamente vario- litica, mentre ad occhio nudo appare compatto ed uniforme. La frattura è concoide, la durezza uguale a 4, il colore Dio oi è il verde pallidissimo, e solo in rari punti il minerale assume una tinta più intensa, di un bel verde erba. lu » ® VARISCITE DEL SARRABUS 471 È dalla parte verde chiara che ho prelevato il campione per l’analisi e per la determinazione del peso specifico. Tale colore indica un principio di alterazione del minerale come dimostrano il basso peso specifico, che alla temperatura di 15° centigradi fu tro- vato uguale a 2,47, e l’ analisi quantitativa. ll minerale è infusibile al cannello, arroventato assume una tinta rossastra; nel tubo chiuso svolge vapore acqueo, con la solu- zione di cobalto diventa azzurro: fuso con sodio metallico da la reazione caratteristica dei fosfati. L'analisi quantitativa venne eseguita su gr. 0,624 di mine- ‘ale, rivelando la seguente composizione centesimale (0) che pongo a confronto con quella corrispondente alla composizione teorica (a) (a) (b) P, 0; = 4, 9 DO) VASO RESI 33, 29 12, by = ZA] EO SS Ps 23, 11 100, 00 100, 38 Tale composizione mostra un eccesso di idrato d’ alluminio, eccesso che corrisponde ad una perdita di anidride fosforica, e si avvicina assai a quella della variscite di Encantada (Spagna) la di cui analisi, dovuta al Pisani, è riportata dal Lacroix (1). Mentre non sarebbe stato possibile di trarre dall’ esemplare che prima ebbi in esame una quantità sufticiente per una analisi della variscite di colore verde-erba, che certamente deve corri- spondere ad una composizione più prossima a quella teorica, ciò potrà farsi con il nuovo materiale pervenuto al Museo, nel quale per contro si trova anche della variscite il di cui colore giallastro rivela una alterazione ancor più profonda. Prescindendo dal valore di pietra quasi preziosa che ha la variscite quando è semi-diafana ed assume tinte brillanti, e del commercio che potrebbe farsene qualora nuove ricerche mettessero in luce nel Sarrabus esemplari migliori di quelli sin qui trovati, mi sembra che la scoperta di questo minerale in Sardegna, do- (1) Vedi A. Lacroix. — Minéralogie de la France et de ses Colonies; vol. IV, p. 480. 72 : A. PELLOUX vrebbe interessare anche |’ archeologo, data |’ identità ormai dimo- strata (1) della variscite con la callaite trovata nelle stazioni neoli- — tiche e dell’ età del bronzo della Francia e della Penisola Iberica. — Ciò in relazione al possibile rinvenimento di perle di callaite nei — monumenti preistorici dell’ Isola. GENOVA, 15 Dicembre 1912. @) Vedi A. Lacroix. — Op. cit., vol. IV, p. 485. MISSIONE PER LA FRONTIERA ITALO-ETIOPICA SOTTO IL COMANDO DEL CAPITANO CARLO CITERNI RISULEDABI ZOOLOGICL LISTE DES BOSTRYCHIDES ET DESCRIPTION D'UNE ESPECE NOUVELLE DE CETTE FAMILLE par PIERRE LESNE 1. Bostrychopsis Bozasi n. sp. — Somalie: Dolo, en mars-avril. 2. Bostrychoplites cornutus Ol. — Somalie: Dolo, en mars-avril; Rahanuin, en octobre-novembre. Un exemplaire 9 de cette espéce est remarquable par sa taille exceptionnellement faible (6 millim.). 3. Xylopertha picea Ol. — Somalie: Dolo, en mars-avril. 4. Calopertha subretusa Anc. — Ethiopie: Aouache, en octobre. Be » truncatula, Ance. — Somalie: Dolo, en mars-avril. 6. Sinoxylon ceratonie L. — Somalie: Dolo, en mars-avril. 7. Apate monachus F. — Somalie: Dolo, en mars-avril. 8. Phonapate frontalis Fahr., forma typica. — Somalie: Rahanuin, en octobre-novembre. Bostrychopsis Bozasi n. sp. Cette espéce a été recueillie pour la premiére fois en 1901 par la mission francaise dirigée par feu Robert du Bourg de Bozas. Les deux femelles capturées par cette mission a Imi, sur l’QOuabi Chébeli (Ogaden meéridional) sont conservées au Muséum de Paris. M. le Capitaine Citerni a rapporté un male et une femelle de la méme espéce, pris & Dolo, également en Somalie. Ces deux spécimens font partie des collections du Musée Civique de Génes. 474 1 " P. LESNE Bostrychopsis Bozasi n. sp. — Long. 8.5-10.5 mill. (@? 10.5 mill; 9 8.5-10.5 mill.). t Corps allongé, paralléle, noir, brillant, quelquefois avec les élytres brunatres, la poitrine, l’abdomen et les pattes bruns. Funi- cule des antennes brun; massue rousse. Frange du labre d'un roux ardent. Epistome finement et assez densément ponctué, n’offrant qu'une très fine et très courte pubescence apprimée peu apparente. Aire postérieure du pronotum marquée d’une sculpture a larges élé- ments simulant des écailles imbriquées (7), ou a éléments plus petits a relief plus accusé, simulant aussi des écailles imbriquées ou des grains écrasés (9). Elytres trés fortement ponctués surtout en arriére, le long de la suture, où les points sont énormes, fovéiformes, principalement chez la 9. Ponctuation de la déclivité apicale des élytres plus forte que celle des parties dorsales posté- rieures des mémes organes, les points enfoncés de cette dernière région assez réguliérement sériés. Abdomen d’apparence mate, 2.° article des tarses postérieurs non ou à peine plus large que le dernier. T. Semblable aux males des B. Reichei Mars. (1) et B. ben-~ galensis Lesne (*). Diffère de Pun et de l'autre par la cote légère qui borde le front en avant, alors que chez les 9 des deux espéces sus-indiquées le front est absolument de niveau avec l’épistome et nullement renflé en avant. Différe en outre du B. Reichei Y par ses cornes prothoraciques un peu plus écartées et du B. bengalensis T' par la saillie plus accusée des carénes et des tubercules marginaux de la déclivité apicale des élytres. Q Corps plus court et plus robuste que celui du g'. Front faiblement et obtusément relevé en céte marginale le long de son bord antérieur, granuleux en arrière où il est déprimé, trés fine- ment ponctué en avant, couvert dans toute sa longueur d’ une pubescence apprimée peu dense, uniforme et ne masquant nulle part le tégument, si ce n’ est sur le point culminant de la eòte antérieure. Epistome bien développé, plan (et non pas convexe (4) Cf. Ann. Soc. ent. Fr. (1898), p. 532 et 537. (?) Le 7 du Bost’. bengalensis Lesne est inédit. Nous en parlons ici d’après les 4 individus qu’ il nous a été donné d’étudier et dont voici les provenances: « Indes — orientales » (Coll. Schmidt > Oberthiir); Inde septentrionale (Coll. Gorham > Muséum de Paris); Himalaya (Deutsches entomologisches National-Museum); Inde du Nord-Ouest (British Museum). Sa taille varie de 7 4 11 millimétres. i BOSTRYCHIDES A735 comme chez le B. tonsa Imb. Q), trés finement ponctué, trés brillant et d’apparence glabre, subsaillant au milieu du bord antérieur. Prothorax un peu transverse, arrondi sur les cotes , armé de fortes dents au còté antéro-latéral et, en avant, de deux cornes très courtes munies chacune, sur leur face supérieure, dune dent redressée. Cette dent est située prés de I’ apex de la corne qui est lui-méme garni d’un faisceau de soies écrues appliquées sur la face antérieure de la dent. Pleures prothoraciques fortement ponctués en avant et granulés entre les points. Elytres trés brillants, 4 ponctuation trés forte. Les points enfoncés de la série juxtasuturale, de forme arrondie, sont énormes dans la moitié postérieure de la région dorsale et sur la moitié supérieure de la déclivité. Déclivité apicale des élytres sans calus marginaux; inter- valles des gros points enfoncés de la déclivité plans. Bord apical des élytres légérement rebordé, prolongé au coté inféro-latéral de la declivité par une cote courte en continuité avec le rebord apical (Q d’Imi) ou non (9 de Dolo). Saillie intercoxale de l’abdomen carénée suivant la ligne médiane. Pas de soies dressées au cote externe des tibias postérieurs. Par suite de la conformation du prothorax, cette femelle montre une tendance à V homéomorphisme, tendance que I’ on retrouve plus accusée chez les femelles du groupe Reichei-ben- galensis-confossa. Elle fournit une sorte de terme de transition entre ces derniéres et la femelle hétéromorphe du Bostr. tonsa Imh., et ce fait permet de déterminer d’une manieére trés precise la position systématique de l’espéce décrite ci-dessus. Tretothorax cleistostoma, Lea ‘INDICE DELLE FIGURE NEL TESTO Euglyptonotus Magrettii, Gestro . Ananteroides Feae, Borelli. Dito dei palpi ri Ananteris Balzani, Thor. » » » Ichthyurus Andrewesti, Gestro » » » Antenna Shelfordi » » denticornis » » Carolinae, Gestro. Capo del E, » » Capo della Q Sas: » » Ultimo segmento addominale del § dal disopra . PRAY A Tage Carolinae, Gestro. Ultimo “aaa addominale del 5 dal disotto 3 5 Carolinae, Gestro. Ultimo Ganga addominale della Q dal disopra. Bon 2 SIR Carolinae, Gestro. Ultimo eoirania addominale della © dal disotto . 6 Carolinae, Gestro. Femore LO del ron dome: parte anteriore Carolinae, Gestro. TOOTS anale del on GND parte posteriore c inconspicuus, Gestro. Ultimo segmento pademmnelé del g' dal disopra . . Vee Gestro. Ultimo saint padominale del g’ dal disotto inconspicuus, Gestro. Ultimo seementa addominale della Q dal disopra. . . o | inconspicuus, Gestro. Ultimo anca addominale della 9 dal disotto . Cristallo di Anglesite » » Neotermes Gestri, Sira 4 5 _ Glyptotermes parvulus (Sjòst.) subsp. ione Silvestri Coptotermes intermedius, Silvestri SLA % 9 Y% YY x ¥ SA » % Y x “% Y¥ ri ate n tan © Termes ostentans, Silvestri . . . . . » » » 4 . . . 5 È; Termes pauperans, Silvestri . 4 È g Termes cructfer, Sjòst. subsp. guineensis, Silvestri o Microtermes Feae, Silvestri . Hamitermes evuncifer, Silvestri Cephalotermes rectangularis (Sjòst.) Microcerotermes parvus (Hav.) var. solidus , Silvestri » » » subsp. theobromae Desn. » dolichognathus, Silvestri . Eutermes macrophthalmus, Silvestri . Doriae, Silvestri 4 3 Eutermellus convergens, Silvestri. : 7 Crenetermes albotarsalis (Sjòst.) . 3 5 5 Cubitermes bilobatodes, Silvestri . 5 È 7 5 » Weissi, Silvestri . Mirotermes Holmgreni, Silvestri . Capritermes magnificus, Silvestri. Cyclidiosoma anomalum, Jans. Opeas subpauper, Germain a 2 » » » (di fianco) . 5 5 Curvella Gestroi, Germain . x 3 È 0 Paussus Citernii, Gestro. Antenna PS VE NON MIEI, Eli cei pin UNE POV INS Vi A Ae | Ananteroides (Arachn.) . _ Bayonia (Pisces) . Cephalotermes (Termit.) . Eutermellus ( » ). Crenetermes ( » ). — Cyclidiosoma (Coleopt.) Protylocera (Dipter.) ELENCO DEI NUOVI NOMI GENERICI PROPOSTI NEL PRESENTE VOLUME VIVE TE LI 415 LIND ie R. GEstro. — Contributo allo studio dei Risopaussidi. A. BoRELLI. — Scorpioni raccolti da Leonardo Fea nel- Africa occidentale R. Gestro. — Materiali per lo studio delle Hogan XLII. Alcune nuove Hispidae indiane. » — Collezioni zoologiche fatte nell’ Uganda dal Dott. E. Bayon. . Nota sulle Hispidae . E. Shi — Pseudoscorpions from ina R. GestRo. — Materiali per lo studio degli Ichthyurus. Gli Ichthyurus raccolti in Sumatra dal Dott. Elio Modigliani Alcuni nuovi ine » — Collezioni zoologiche fatte nell’ iam dal Dott. E. Bayon. XI. Studii sugli Ichthyurus. G. A. BoULENGER. — Collezioni zoologiche fatte MIL Wcondo dal Dott. E. Bayon. XIL On a third collection of fishes made by Dr. E. Bayou in Uganda, 1909-1910 (Tav. I, Il, ID). A. GRIFFINI. — Studii sui Grillacridi del Mansel dina di Storia Naturale di Genova E. ELLINGSEN. — Pseudoscorpions collected by eons Fea in Birma . : ‘ 3 E. OLIVIER. — Lampyrides wanes de anna par M. Hans Sauter A. PELLoux. — Contributi alla desi’. dell"Anelesite sarda. I. Anglesite di Monte Scorra, Masua e S. Gio- vanni d’Iglesias M. Pic. — Collezioni zoologiche fatte melipWeanda dal Dott. E. Bayon. XII. Anthicidae G. A. BOULENGER. — Description of a new frog discovered by Sig. Nello Beccari in Erythrea . o . ci IZ » » » » 52-63 64-78 79-140 141-144 145-148 149-155 156-159 160 NES I Soh ee RE G. A. BouLENGER. — Collezioni zoologiche fatte nell’Uganda dal Dott. E. Bayon. XIV. On a third collection of Reptiles and Batra- chians made by Dr. E. Bayon in Uganda F. CAVAZZA. — Dei Mustelidi italiani A. PeLLoux. — Connellite di Arenas in Sardegna E. OLIVIER. — Lampyrides du Musée Civique de Génes F. SILVEsTRI. — Termiti raccolte da L. Fea alla Guinea Portoghese e alle isole S. Thomè, Annobon, Principe e Fernando Poo E. JANSON. — Collezioni zoologiche fatte nell'Uganida dal Dott. E. Bayon. XV. List ofthe Cetoniidae collected by Dr. E. Bayon in Uganda. A. PeLLOUx. — Sopra alcuni minerali dell’ areipelago ‘della Maddalena (Sardegna) . A. SIcARD. — Descriptions d’espéces et variétés nouvelles de Coccinellides du Musée Civique de Génes, rap- portées de l'Afrique occidentale par M. L. Fea D. VINCIGUERRA. — Missione per la Frontiera Italo-Etiopica sotto il comando del Capitano Carlo Citerni. — Risultati zoologici — Pesci . T. SALVADORI. — Missione per la Frontiera Ttalo-Etiopica sotto il comando del Capitano Carlo Citerni. — Risultati zoologici. — Uccelli ‘ T. SALVADORI. — Nuova specie del genere Tanygnainus c G. A. BoULENGER. — Missione per la Frontiera Italo-Etiopica sotto il comando del Capitano Carlo Citerni. — Risultati zoologici. — List of the Reptiles and Batrachians : 3 î C. Mancini. — Anoftalmi delle AM Apuane. L. GERMAIN. — Mollusques terrestres et fluviatiles recuelllis par M. L. Fea pendant son voyage à la Guinée Portugaise et a l’ile du Prince. (Tav. IV) . M. Bezzi. — Ditteri raccolti da Leonardo Fea durante il suo viaggio nell’ Africa occidentale. — Parte I. Syrphidae T. SALVADORI. — Secondo contributo! all’ornitologia del Congo è. GEsTRO, — Missione per la Frontiera Italo: Etiopica ‘sotto il comando del Capitano Carlo Citerni. — Risultati — zoologici. — Nuova specie di Paussus della Somalia . W. Horn. — Missione per la Fr ontiera ‘Italo: Etiopica ‘sotto il comando del Capitano Carlo Citerni. — Risul- tati zoologici. — Enumération des Cicindelides Pag. 161-169 170-204 205-208 209-210 211-255 256-272 273-281 282-292 293-303 304-327 328 329-332 333-334 335-399 400-443 444-456 457-460 461-464 A. BRIAN. — Di un nuovo Isopodo terrestre cavernicolo delle Alpi Apuane (Tav. V, VI). x . Pag. 465-469 A. PeLLOUX. — Variscite del Sarrabus (Sardegna) ; . » 470-472 P. Lesne. — Missione per la Frontiera Italo-Etiopica sotto il comando del Capitano Carlo Citerni. — Risul- ; : tati zoologici. — Liste des Bostrychides et he description d'une espèce nouvelle de cette famille =» 473-475 Li Indice delle figure nel testo. 3 PAIA Elenco dei nuovi nomi generici proposti aa presente volte » 479 1911-13 ANNALI DEL MUSEO CIVICO DI oe Oh baa NAT Urn A LE DI GENOVA PUBBLICATI PER CURA DI G DORIA E R. GESTRO SERIE: 3.7, VoL. V (XLV) G. . GestRo. — Contributo allo studio dei Risopaussidi. . BORELLI. — Scorpioni raccolti da Leonardo Fea nel- LIN: Die CoE l’Africa occidentale . Gestro. — Materiali per lo studio (exe Biante! XLII. Aleune nuove Hispidae indiane. » — Collezioni zoologiche fatte nell’ Uganda dal Dott. E. Bayon. X. Nota sulle Hispidae . . ELLINGSEN. — Pseudoscorpions from ui R. GesTRO. — Materiali per lo studio degli Ichthyurus. Gli Ichthyurus raccolti in Sumatra dal Dott. Elio Modigliani ; Alcuni nuovi rin » — Collezioni zoologiche fatte nell’ teande dal Dott. E. Bayon. XI. Studii sugli [chthyurus. A. BouLENGER. — Collezioni zoologiche fatte nell ui dal Dott. E. Bayon. XII. On a third collection of tishes made by Dr. E. Bayon in Uganda, 1909-1910 (Tav.. I, Il, Il) . : : È . Pag. » » 52-63 64-78 IO o: Pre > 7 ; AWS Ti hy ea ae LIST TAI NADIA PE EMA OT ELIA A. GRIFFINI. — Studii sui Grillacridi del Museo Civico di Storia Naturale di Genova E. ELLINGSEN. — Pseudoscorpions collected by imp Fea in Birma . È : - é , E. OLIviER. — Lampyrides oa de Formose par M. Hans Sauter 5 A. PeLLoux. — Contributi alla n Heth Anelosite sarda. I. Anglesite di Monte Scorra, Masua e S. Gio- . vanni d’Iglesias È 3 : 5 M. Pic. — Collezioni zoologiche fatte nell’Uganda dal Dott. E. Bayon. XII Anthicidae G. A. BoULENGER. — Description of a new frog Aiecuwered by Sig. Nello Beccari in Erythrea G. A. BouLENGER. — Collezioni zoologiche fatte nell’ tends dal Dott. E. Bayon. XIV. On a third collection of Reptiles and Batra- chians made by Dr. E. Bayon in Uganda F. CAVAZZA. — Dei Mustelidi italiani A. PeLLoux. — Connellite di Arenas in Sardeena E. OLIVIER. — Lampyrides du Musée Civique de Génes F. SILVESTRI. — Termiti raccolte da L. Fea alla Guinea Portoghese e alle isole S. Thomè, Annobon, Principe e Fernando Poo E. Janson. — Collezioni zoologiche fatte” nell’ ua dal Dott. E. Bayon. XV. List of the Cetoniidae collected by Dr. E. Bayon in Uganda. A. PeLLOUX. — Sopra alcuni minerali dell'arcipelago Go Maddalena (Sardegna) . A. Sicarp. — Descriptions d’espèces et var i6tés amano fe Coccinellides du Musée Civique de Génes, rap- portées de l’Afrique occidentale par M. L. Fea D. VinciGuERRA. — Missione per la Frontiera Italo-Etiopica sotto il comando del Capitano Carlo Citerni. — Risultati zoologici — Pesci. - T. SALVADORI. — Missione per la Frontiera Tao: Duonici sotto il comando del Capitano Carlo Citerni, — Risultati zoologici. — Uccelli . T. SALVADORI. — Nuova specie del genere FOA > G. A. BouLENGER. — Missione per la Frontiera Italo-Etiopica sotto il comando del Capitano Carlo Citerni. — Risultati zoologici. — List of the Reptiles and Batrachians - MANCINI. — Anoftalmi delle ips ARE GERMAIN. — Mollusques terrestres et fluviatiles cad par M. L. Fea pendant son voyage a la Guinée Portugaise et a Vile du Prince, (Tav. IV) . STG » 79-140 141-144 145-148 149-155 156-159 160 161-169 170-204 205-208 209-210 211-255 206-272 273-281 282-292 293-303 304-327 328 329-332 333-334 335-399 M. Bezzi. — Ditteri raccolti da Leonardo Fea durante il suo viaggio nell’ Africa oecidentale. — Parte I. Syrphidae ; T. SALVADORI. — Secondo canttabuten all’ornitologià del Congo R. GestRro. — Missione per la Frontiera Italo: “Etiopica ‘sotto il comando del Capitano Carlo Citerni. — Risultati zoologici. — Nuova specie di Paussus della Somalia . W. Horn. — Missione per la Fr Ondienai Itàlo:Etiopica ‘sito il comando del Capitano Carlo Citerni. — Risul- tati zoologici. — Enumération des Cicindelides A. BRIAN. — Di un nuovo Isopodo terrestre cavernicolo delle Alpi Apuane (Tav. V, VI) A. PeLLOUX. — Variscite del Sarrabus (Sardegna) P. Lesne. — Missione per la Frontiera Italo-Etiopica sotto il comando del Capitano Carlo Citerni. — Risul- tati zoologici. — Liste des Bostrychides et description d'une espèce nouvelle de cette famille Indice delle figure nel testo Elenco dei nuovi nomi generici proposti nal presente volume Prezzo del presente Volume L. it. 30. . Pag. 400-443 444 456 457-460 461-464 465-469 470-472 473-475 477 479 GENOVA STABILIMENTO TIPO-LITOGRAFICO PIETRO PELLAS FU us 1911-13 Il ULI | 40467