DOSSO TENTA DUCCO ARL arte er mie INTE oe a PARTNER NEVER Re PORRO VIT DIL da RR MT NSOE NERO PRE IE OTTO de teti e ch lare Spie EIA IRR E ani & Ùu pi) ni (330009 ti? Paiprntse VII ISIISI pisa] pia Ne sens semiglio es'elatan arresi PA; pra Adrara, S-ES-N LO, 5 I È COMPARATIVE ZOOLOGY, * = în in | Atex-Agassiz. | " Eibwarp of the Museum | OF AT HARVARD COLLEGE, CAMBRIDGE, MASS. Founded dp private subscription, im 1861. PNANISINSSINSINAINA Deposited by ALEX. AGASSIZ. No, (HH 4H1/ era e 4 9. U D] be ki. tI aÈ Uni n / o SMIL ST ì U DIC ua (a a E, di id DI) ‘ i i PIO é es ANNUARIO DEL MUSEO ZOOLOGICO DELLA R. UNIVERSITÀ DI NAPOLI ANNO |. » ANNUARIO DEL MUSEO ZOOLOGICO DELLA R. UNIVERSITÀ DI NAPOLI PER AGHILLE GOSTA PROFESSORE DI ZOOLOGIA E DIRETTORE DEL DETTO MUSEO ZOOLOGICO — CO—r—————————_—m6 ANNO |. CON TRE TAVOLE Dt) NAPOLI STAMPERIA PISCOPO Largo Avellino, n.° 7: Sm1862. RUNTA TINA PREFAZIONE Fu dal primo momento in cui veniva a noi affidata, con l'insegnamento della Zoologia, la Direzione del Museo Zoo- logico di questa Università, ben sentivamo tutto il peso che da un tale uffizio ci veniva, meno pel non lieve lavoro cui andavamo incontro, che per la grande responsabilità scientifica, che su di noi gravitava. Il quale peso se è sempre grave in simili casi, lo diveniva assai maggiore per noi, avuta considerazione allo stato in cui si trova- va il Museo, del quale assumevano la direzione. Nulla di meno ci consagravamo animosi al difficile compito, nella grande fiducia, che il nostro buon volere e l’attività del lavoro cui siamo già da lunga pezza abituati, secondati dalle buone intenzioni del Governo Italiano, avessero potuto metterci nella posizione di elevare il Museo Zoologico al grado convenevole, perchè rispondesse al lustro che l Uni- versità Napoletana dovrebbe rivendicare , e che star do- vrebbe a cuore di ogniuno, nel cui animo le politiche in- novazioni non han distrutto l’amore del proprio paese. Per adempiere intanto il meglio che si potesse al nostro uffizio, e dividere in certa guisa la responsabilità Lo e che sopra di noi gravitava, pensavamo non esservi altro mi- glior mezzo, che quello di render di ragione pubblica, da un lato tutti i movimenti che in detto Museo hanno avuto luogo dal giorno in cui venne a noi confidato, le modifiche che si arrecano alle diverse collezioni, le specie di animali delle quali si arricchisce; dall'altro, le osservazioni scienti- fiche e i lavori zoologici a’ quali esso può porgere occasio- ne. Un tal pensiero abbiam creduto effettuarlo con la pubbli- cazione di un Annuario del Museo Zoologico, che venisse diviso in due parti distinte , delle quali la prima ammi- nistraliva comprendesse tutto ciò che ha rapporto all’an- damento materiale del Museo; la seconda fosse tutta scien- tifica, e racchiudesse quelle osservazioni che avremmo po- tuto: fare nel corso dell’anno per effetto dello studio degli oggetti stessi del Museo. Essendo quindi compiuto il primo anno della nostra gestione, diamo alla luce il volume primo di detto An- nuario. ]}l quale se per avventura si presenta assai scar- no, non è nostra colpa. Nè ciò è valuto a farci arre- stare nel nostro proponimento ; nutrendo fiducia che la magrezza di questo primo anno possa essere compensata . dagli anni avvenire, ne’ quali ci auguriamo che una mag- gior abbondanza di materia renda le pubblicazioni assai più voluminose. Gennaio 1862. PARTE PRIMA. Bi nella breve prefazione abbiamo annunziato, lo scopo che ci proponiamo nella parte prima di questo Aunuario, si è quello di render di pubblica ragione gli aumenti che annualmente si van facendo nel Museo, e le modifiche che si arrecano nell’ordina- mento delle collezioni diverse in esso esistenti. Perchè però si potesse di tali cose giudicare, sarebbe indispensabile far co- noscere lo stato del Museo nell'epoca in cui ne venne a noi aflidata la Direzione, onde poter avere l’ elemento necessario per istituire un confronto tra il passato e l'avvenire. Sarebbe stato quindi mestieri dare in quesio primo anno una minuta descrizione delle condizioni nelle quali le collezioni giacevano nel novembre 1860, qnando ne venne a noi fatta la consegna, insieme all'elenco degli animali trovaii nel Musco, onde servi- re di punto di partenza. Ma ciò, come è chiaro, avrebbe ri- chiesto un lavoro non facile a compiersi in breve tempo, so- prattutto a causa delle numerose lacune esistenti nella deter- minazione degli oggetti. Nondimeno cercheremo supplire a tale bisogno premettendo un cenno storico, nel quale, dopo alcune notizie relative alla istallazione del Musco, consagreremo quello che sulle condizioni e sui bisogni di esso abbiamo esposto in varî rapporti ufliziali, principalmente vell’ ultimo del 30 set- tembre 1861 indirizzato al Rettore della Università. ArtICcOLO 1.° Cenno storico sul Museo Zoologico dell’Università di Napoli. Il Museo Zoologico della Università di Napoli, rimasto in- forme, estremamente povero e mal collocato per lungo tempo, a fu provveduto di moltiplici oggetti poco innanzi al 18/5, epoca in cui venne trasferito nella gran sala, ove attualmente ritro- vasi, bere adornata, corredata di stiglio di legno-noce elegante più di quel che la bisogna richiedeva, benchè non in tutte le sue parti ben accomodato all’ uso cui destinavasi, e per lo quale I’ Università spendeva circa dugentomila lire. Se però è molto da lodare per questo lo zelo e le premure di chi allora di- rigeva in Napoli la Pubblica Istruzione, è da vituperare non poco il non aver consagrato una almeno egual somma per corredarlo di oggetti, che lo avessero reso ricco tanto, quanto elegante. Sic- chè il Museo mostravasi (ed in ciò forsi è da addebitarne parte della colpa a chi ne aveva la direzione scientifica) ben fornito in animali che avessero potuto allettare l'occhio e la curiosità comune, come Uccelli e Conchiglie principalmente di terre straniere, e sprovveduto quasi del tutto in quegli altri che potevano più ri- chiamare l’attenzione dello scienziato. Dal 1845 al 1860 non sa- premmo con precisione additare di quanto si fosse accresciuto. Certo è che la sua povertà in animali delle classi inferiori, e di parecchie ancora superiori, si osserva tuttavia, come può rile- varsi da quel che andremo a dire qui appresso. Della quale miseria non ispetta a noi indagar la cagione. Dobbiam solo con- fessare non esser noi del numero di coloro, che di tutti i di- fetti delle amministrazioni sono usi addebitarne la colpa al Go- verno. Certo che ciò non può dirsi nel caso che ci occupa. Nei quindici ultimi anni l'Università ha speso pel Museo Zoo- logico (dedotto lo stipendio del cusiode) ben quattordicimila lire. Se solo una terza parte si fosse impiegata in acquisti, certamente il Museo si sarebbe trovato meglio corredato; mentre per opposto se qualche aumento sensibile vi è slaio, questo è provenuto da doni ricevuti. Infatti, molti imporianti Uccelli ed alcuni Pesci stranieri vennero al Museo da Principi della Fa- miglia allora regnante, e molte rare conchiglie parimenti eso- tiche furon donate dal defunto professore Stefano delle Chiaje. Volendo riassumere perianto in breve la esposizione dello Sp > stato del Museo, in quanto a numero di specie di animali esi- stentivi nel novembre 1860, si può essa ridurre alla seguente rassegna. Mammreri. Specie dugento , ripartite con disugual pro- porzione fra i diversi ‘ordini. I Roditori ed i Marsupiali vi son meglio rappresentati; per lo contrario i Ruminanti son rappre- sentati da specie del solo genere Antilope. Di Pachidermi i soli generi Dicotyles ed Hyrax, e di Cetacei un solo, De/phinus. De’ rimanenti ordini poche le specie, e pochissimi i generi. Non Sirenidei, non Tardigradi, non Solipedi. UcceLLi. L'è questa la classe nella quale il Museo è me- glio provveduto. Ve ne ha novecentoquaranta specie ; fra le quali pochi dei primarî generi mancano. Molte delle specie straniere all'Europa rappresentate da numerosi individui, men- tre delle indigene parecchie si desiderano. ; Rermizi. Il numero totale delle specie è di men che cen- to. Scarseggiano soprattutto i Chelonî, di cui abbiam trovato sole sette specie, comprese le comuni nostrali. Awrisi. Sole sedici specie, le quali, ad eccezione di po- chissime, come il Proteo, sono le comunissime dell'Europa tutta, od almeno di queste provincie meridionali d’Italia. Non vi ha alcuno de’ tanto importanti generi stranieri all’ Europa. Pesci. Questa classe, che avrebbe dovuto offrire almeno una collezione completa delle specie del nostro Mediterraneo, non ne contava nell'atto della consegna più che centoventi specie, delle quali, sedici di mari stranieri, tre di acqua dolce, un centi- vaio del nostro mare. i Animani Articocati. La intera estesissima sezione degli Animali Articolati può dirsi che mancava totalmente. Dappoi- chè di Crostacei vi ha solo una trentina di comuni specie ; quattro di Aracnidi; e della numerosissima classe degl’ Insetti quel pochissimo che esisteva è in tal condizione, da non poter fare parte di un pubblico Museo. Motrtuscai. Di Molluschi conservati in alcool vi ha pic- Ann. 1. 2 22 col numero, mancando moltissimi di quelli del Mediterraneo ; e molti ancora essendo in tale cattivo stato di conservazione, da esser necessario sostituirvene altri migliori. Non così per le conchiglie, di cui vi ha ricea collezione, contandovisi poco oltre a duemila specie. Da ultimo, per gli animali delle classi inferiori il Museo possiede pochi Anellidi, pochi Elminti, pochi Echinodermi, ed una ottantina di polipai. Mentre tali cose noi esponevamo a chi di dritto fin dal primo momento in cui dovemmo assumere la Direzione del Museo (1), e ripetevamo ancora più recentemente (2), non man- cavamo di esporre in pari tempo quali erano i bisogni più ur- genti del Museo; additando in generale, che sarebbe stato no- stro desiderio elevare almeno proporzionalmente le collezioni di tutte le classi di animali al livello eui trovavansi quelle de- gli Uccelli e delle Conchiglie : ed esprimendo ancora la .ne- cessità di avere principal cura a formare collezioni complete degli animali cle abitano in queste meridionali provincie d’I- talia, sia nell’arido suolo, sia nelle acque del mare che le ba- gnano, sia nelle altre dolci che le solcano, o vi formano laghi. Le quali cose non potendosi ottenere con le meschine somme assegnate ad annuale dotazione del Museo (3), era mestieri che una somma eccezionale (che proponevamo non minore di duca- ti tre mila) venisse destinata ad un primo ampliamento, e che (1) Rapporto del 2 dicembre 1860 al Vice-Presidente della Come missione provvisoria della Pubblica Istruzione. (2) Rapporto del 30 settembre 1861 al Rettore della Regia Università. (3) La dotazione annua netta del Museo Zoologico è di ducati du- gentonovantadue , dai quali dedotti ducati settantadue par stipendio del custode, restano per spese di manutenzione, preparazione ed acquisti ducati dugentoventi. Nell'anno decorso 1861, in seguito a nostro rapporto, stando a Segretario Generale della Pubblica Istruzione in Napoli il sig. Imbriani, vennero straordinariamente accordati altri ducati cento. ELENA innoltre venisse accresciuta l'annuale dotazione da servire per successivi acquisti. Il primo voto è stato gia esaudito; chè, grazie al zelo ed alle provvide cure del Rettore di questa Università sig. Giuseppe de Luca , secondato dalle simili intenzioni del Ministro di Pubblica Istruzione sig. Francesco De Sanctis, tra le dotazioni straordinarie fatte a tatti i Musei e Cliniche, una cifra di dieciassettemila lire è stata destinata per questo Mu- seo Zoologico. E noi siam certi che ove non s’ incontreranno opposizioni intorno al modo da noi proposto per lo impiego di detta cifra, potremo con essa ottenere lo scopo che aveva- mo a cuore. ArricoLo 2.° Aumenti del Museo da novembre 1860 a dicembre 1861. Perchè si possa giudicare se doviziosa sia stata la messe degli oggetti, dei quali abbiamo arricchito il Museo durante i quattordici mesi decorsi dal novembre 1860 a tutto dicembre 1861, fa mestieri metterla in rapporto con la somma spesa. Devesi adunque conoscere, che per puro acquisto di animali la cifra impiegata è stata di soli ducati 169: 95 (1). (1) Sommando le spese tutte fatte pel Museo nei quattordici mesi, si ha una cifra di ducati. . . . 158. 89 Da questa cifra si debbon sottrarre : Per stipendio al Custode, mesi quattordici (dedotti giorni otto di sospensione ) Me er 824A0. Per spese di manutenzione, materiali per prepa- razioni, boccacci di cristallo, basi di legno, trenta sca- tole di cartone a libro per insetti, apparecchi diversi tassidermici. . . pigie SS40.9E Per vari libri indispensabili a tenersi ad ‘uso esclu= Egeo Mineo e en Se e A6-00 277.34 277.34 Restano per spese di acquisti . A di de è Da questa cifra di ducati 181. 55 dedotti ancora per teste di varî vertebrati preparate per la collezione craniologica necessaria alle dimostrazioni nell’insegna- mento, e varie spese per trasporto di oggetti ricevuti Mindunen 0, ; A see 11.60 Restano per acquisto di animali, . . . . + 169 90 181.55 Con tale somma il Museo si è accresciuto di un vistoso numero” di specie di animali, siccome rilevasi dall'elenco che ne diamo quì appresso. Certamente i Zoologi si meraviglieranno vedendo com- parire in tale elenco varie specie comuni abbastanza, soprattutto delle indigene. Ma questo stesso fatto servirà a dare più chiara idea delle condizioni indecorose, nelle quali il Museo si tro- vava nell’epoca del passaggio della Direzione. Ed in quanto alla sproporzione che si osserva nel numero di specie delle diverse classi, vuolsi ricordare che esso, generalmente parlando, è, come era mestieri, nella ragione inversa di quello che già si trovava nel Museo. Da ultimo avvertiremo esser nostro intendimento che l’e- lenco che andiamo a dare riunisse ancora una utilità sotto il rapporto de’ reciproci scambii di oggetti, proposti a Direttori d’ altri Musei Zoologici. Per la qual cosa verranno con ispecial segno additate le specie delle quali conserviamo individui rad- doppiati, da poter offrire in cambio di oggetti che al Museo mancano. ELENCO DELLE SPECIE DI ANIMALI IMMESSE NEL MUSEO da Novembre 1860 a tutto Dicembre 1861. IN. B. Le specie precedute da * mancavano nel Museo: quelle senza * vi esistevano, ma rappresentate da individui o in cattivo stato: di conser- vazione ; od unici, Le specie precedute da = son quelle di cui si conservano individui disponibili da poter offrire in cambio ad altri Musei. Mammiferi * 1 Cercopithecus ruber, Desm. Senegal 4 (1) * 2 Felis pardalis, Linr. Amer. mer. 1 (1) Il numero che si segna è relativo agl’individui messi nelle col- lezioni , indipendentemente dagli altri che possono esservi duplicati. — 13 — 3 Erinaceus europaeus, Linn, Napoli * 4 Plecotus auritus, Linn. id. Uccelli * 5 Buteo communis, Gmel. Napoli * 6 Columbalivia, Lin.var pavonina (1). id. 7 Ardea alba, Gmel. juv. id. * 8 Fuligula clangula, Bechst. id. Rettili 9 Testudo graeca; Linn. Napoli * 10 Emysaurus serpentinùs, Linn. Amer. mer. * 1/1 Staurotypus odoratus, Latr. id. * 12 Pentonyx capensis, Dum. Bi. Cap. B. Sp. * 13 Homaeopus areolatus, Thund. id. * 44 Cryptopus granosus, Schòpt. Gange 15 Boa constrictor, Linn. (2). Brasile 16 Tropidonotus natrix, Linn. Napoli 17 Zamenis viridiflavus, Lacep. id. Amfibii 18 Bufo vulgaris, Daud. Napoli Pesci a) Preparati a secco. * 49 Cernua gigas, Bronn. Mediterr. 20 Serranus hepatus, Linn. pullus. id. * 21 Pelamys sarda, B/. id. * 22 Mugil capito, Cuv. id. * 23 Labrus merula, Linn. id. (1) Vedi la parte seconda. (2) Ne esisteva altro individuo piccolo in alcool. = a è PENE VAS * 24 Crenilabrus lapina, Riss. 25 Salmo fario, Linn. * * 26 Phycis tinca, Linn. 3) Conservati in alcool. * 27 Trigla lineata, Linn. * 28 —. aspera, Vin. 29 — obscura, Zinn. 30 — corax, Bnp. * 31. — 2 * 32 Oblada melanura, Cuv. 83 Bops salpa, Linn. 34 Pagrus vulgaris, Cuv. 35 Sargus Rondeleti, Cuv. * 86 Naucrates ductor, Raf. 37 Micropteryx Dumerili, Riss. 38 Zeus faber, Linn. pullus. 39 Trachypterus taenia, Schr. * 40 _ filicauda, n. (1). Labrus merula, Linn. * 44 — festivus, Riss. * 42 — psittacus, Riss, 43 Crenilabrus tigrinus, Riss. * 44 —_ ocellatus, Forsk. Val. — varietas. * 45 —_ massa, Riss. * 46 Callionymus maculatus, Raf. SE —_ dracunculus, Linn. * 48 —_ ? 49 Tripterygion nasus, Riss. 50 Blennius ocellaris, Linn. (3) Vedi la parte seconda. Mediterr. Volturno Mediterr. Mediterr. id. “id. = a bo HI Il Il * »* x * » * * . Lal * — 15—- 54 Blennius galerita, Art. Mediterr. 52 Centriscus scolopax, Linn. id. 53 Leucos rubella, Bp. Volturno. (Leuciscus dobula? Fn. Np.) 54 Belone rostrata, Fader. Mediterr. 55 Grammiconotus bicolor, n08. (1). id. 56 Goniosoma argentinum, O. Cost. id. 57 Gadus minutus, Lin. id. 58 Leptocephalus pellucidus, Riss. id. (Lept. Rafinesqui, Fn. Np.) 59 Pleuronectes citharus, Raf. id. 60 — arnoglossus, Raf. id. 61 _ Boscii, Riss. id. 62 Solea lutea, Riss. id. 63 Plagusia picta, n05. (2). id. 64 Lepadogaster adherens, Rafin. id. junior, var. id. 65 _ Gouani, Lacep. id. 66 Branchiostoma lubricum, O. Cost. id. Insetti Coleotteri. 67 Cleonus clathratus, Oliv. Oriente 68 Hypsonotus clavulus, Germ. Brasile 69 Larinus buccinator, Oli». Orano 70 — onopordinis, Fab. Barberia 7A — ursus, Fab. Bona 72 Heilipus multiguttatus, Fab. Cajenna 73 Ambates apricans, Zerbs. id. 74 Homalonotus deplanatus, Sa//0. Brasile * 75 Madarus quadriplagiatus, Zac. Cajenna (1) Vedi la parte seconda. (2) Id. PoaR >NWYa Ut dd 0EAWNERE è WPOMVMON > 4 do 76 Baris nitidus, Dej. 77 Centrinus politus, Germ. * Ltd UL; * 79 Conotrachelus irroratus, Dej. 80 = inexplicatus. Ortotteri. * 81 Blabera grossa, TAunb. * 82 — pedestris, Serv. * 88 — reflexa, Thund. 78. —. sanguinicollis, Germ. 84 Brachycola sexpunctata, Thund. * * 85 Corydia petiveriana, Linn. * 86 Phoraspis pallens, Serv. * 87 — ? * 88 Gryllus? ? * 89 Odontura punctatissima, Serv. * 90 Pterolepis armillata, Serv. * 94 Meconema varium, Serv. 92 Prosopia granulata, Klug. 93 Acridium ? Nevrotteri. * 9/ Libellula umbrata, Linn. *95 — fusca, Ramb. *.96 \— coerulans, Rambd. *97 — î * 98 Ascalaphus longicornis, Linn. . * 99 Bittacus tipularius, Latr. Imenotteri. * 100 Sphex sumptuosa, n0b. (1). *101 — chlorargirica, n0d. (2). (1) Vedi la parte seconda, (2) Id. Brasile id. id. Cajenna 2 Brasile id. id. id. Ind. or. id. ? ? Ital. set. id. id. Brasile Indie Brasile id. id. id. Ital. sett. id. Brasile id. è NIN dà rà a 29 dI CO «a sà » > ® 9 è —- sè «è * 102 Pelopoeus fistularius, 77. Brasile * 403 Ammophila abbreviata, Fab. id. * 104 Enodia pubidorsa, rob. (1). id. * 4105 Chlorion azureum, Linn. China * 4106 — lobatum, Fad. id. * 107 Pompilus atramentarius, K/. Brasile * 4108 Priocnemis flavus, Fab. Ind. or. * 109 Pepsis Reaumuri, D7/8. Amer. mer. * 110 — floralis, Lep. id. * 414 Tachytes labiata, Fab. Brasile * 1412 Palarus ? Isol. Maur. * 4413 Scolia glabrata, K{. Nuov. OI. * 4154 — ? ? * 445 Campsomeris ?_ ? * 116 — ? Giava * 4417 Mutilla americana, Fab. var. (2). Brasile * 1448. — diadema, Fab. Cajenna * 1149 — excoriata, Zep. Giava? * 1420 — cardinalis, K/. Messico * 121 Methoca ichneumonides, Latr. Ital. sett. * 122 Oecodoma cephalotes, Fab. Brasile * 123 — atrata, Fab. id. * 424 Formica 2 id. * 125. — ? id. * 126 — ? id. "427 — ? Bombay " 128 Eumenes ? Giava? * 129 — ? Brasile ‘130 — ? id. * 131 — 2 id. ‘132 — 2 id. * 133 — T; id. (1) Vedi la parte seconda. (2) Differisce dal tipo per la fronte priva di macchia. Ann. I. 3 N NE e CES e ene <= Ce e re CE 134 Eumenes ? 135 —_ ? 136. — 2 137 Polybia liliacea, Fab. 138 Polistes distigma, K/ug. 139 —. instabilis, Lep. 140 -— calcusii, Zep. 141 — 2 112 — ? 443 —- marginalis, Fab. 144 —. chlorostoma, Lep. 145 — ? 146 — ? 147 Macrocera analis, Lep. 148 Euglossa cordata, Fab. 149 Xylocopa barbata, ad. 150 — : 151 Anthophora ? 152 Dasypoda hirtipes, Latr. 153 Halictus chloris. 154 — diversipennis, Zep. 155 — dimidiatus, Lep. 156 Nomia humeralis, Jur. 157 2 ? 158 ? ? 159 Colletes î 160 Melipona fulvescens, Guer. 1601 — interrupta. 162 — ? 163. — 2 164 Crocisa histrio, Fab. 165 Psithyrus ? 166 Pasites Schotti, Laîr, 167 Phileremus punctatus, Zatr. C. B. Sp. Messico Cuba Brasile China C. B. Sp. Messico Brasile id. id. id. id. id. id. Ital. sett. Brasile id. id. Ital. sett. Brasile id. Brasile Cuba Brasile id. id. Port. Nat. Brasile Ital. sett. id. 2 dà fi O Dà da cà nà 9 sà 9 29 Pa nà 29 è WD è a Wra DI I ILMB 168 Epeolus variegatus, Zinr. 169 Apis ? 170 Megachile ? 471 Anthidium ? 172 Schizocera furcata, Fab. 173 Tarpa cephalotes, Fab. 174 Leucospis intermedia, Spin. 175 Chalcis sispes, Fab. 176 Eucharis cyniformis, Latr. 177 Crypturus argiolus, Ross. 178 Lyssonota verberans, Grao. 179 Pimpla flavicans, Grav. 180 Tryphon elegantulus, Grav. 181 Campoplex pugillator, Grav. 182 Spathius clavatus, /ees. 183 Cardiochilus saltator, Nees. 184 Ioppa 2 Emitteri 185 Tectocoris cyanipes, Fab. 186 Cantao dispar, Stoll. — var. 187 Calliphara nobilis, Fab. 188 Callidea excellens, Burm. == ca var. 189 — Buquetii, Guer. 190 — formosa, Hope. 194 — stockerus, Linn. 192 — /12-punctata, Fab. 193 Augogoris Gomesii, Burm. _ var. 194 Pachycoris Fabricii, Linn. 195 — Schonsboei, Fab. 196 — rubropunetata, Germ. 197 — pinguis, Germ. Ital. sett. Brasile id. id. Ital. sett. id. id. id. Ital. sett. id. d. id. id. id. id. id. Brasile Giava id. id. id. Ind. or. Coromand. id. Ind. or. China Indie Senegal Amer. id. Cajenna Amer. mer. Brasile SN LFPASLWNEPpLPpPAaMP>P 9 > «è «a sà 29 WA > SP Pa = “a 198 Pachycoris ? 199 Agonosoma flavolineatum, Lap. 200 — dichroum, Serv. 201 Psacasta pedemontana, Fab. 202 Tetyra pagana, Fab. 203 Plataspis silphoides, Fad. 204 Chloenocoris impressus, Fab. 205 Odontoscelis signatipennis, Germ. 206 — n.vp. i 207 Erthesina mucorea, Fab. 208 Nevroscia grata, Pal. B. 209 — nubila, Fab. 210 Phloea corticata, Drur. 211 Dryptocephala Brullei, Lap. 212 Eurydema stolidum, Fab. 213 —_ repandum. . 214 Strachia crucigera, Hahn. 215 — histrionica, Hahn. — var. 216 Pentatoma juniperinum, Fab. RI -_ ? 218 — bifasciatum, Hahn. 219 _ ? 220 Eysarcoris decoratus, Ha/n. 221 — trisignatus, Germ. 222 Prooxys victor, Fab. 223 Nezara smaragdula, Fab. — var. torquata, Fab. 224 _ ? 225 Rhaphigaster nigripes, Fab. * 226 Arvelius albopunctatus, Deg. 227 Acanthosoma litaratum, Fab. 228 —_ griseum, Linn. 229 Tesseratoma papillosum, Thunb. Brasile Cajenna Brasile Ital. sett. Nuov. OI. Indie Brasile id. id. ? China S. Doming. Giava Brasile id. Messico C. B. Sp. Giava Messico id. Ital. sett. C. B. Sp. Brasile Is. Maur. Messico Indie Cajenna ls. Maur. Pondichery id. id. Brasile Ital. sett. id. Giava ND p £ è —- —- — Li) N —- è —- È 9 > a» = sà 100 à è è Ao MM > Dai => — 22 — 263 Cicada grossa. 264 265 266 267 268 269 270 271 IT. DITE 274 210 276 DITTA 278 279 280 281 282 283 284 285 286 297 288 289 * 290 291 292 * 293 294 PECE ee e mamnifera, Fab. atrata Fab. virescens, Oliv. 4-tuberculata, Sign. timpanum, Fab. capensis, Linn. nobilis, Germ, villosa. orni, Linn. ? ? ? curvicosta, Germ. maculata, Fab. septemdecim, Linn. incarnata, Germ. ? ciaticola, Genò. cantans. ? Enchophora recurva, Spir. Pyrops candelaria, Linn. Aphaena farinosa, Fab. Lystra Poeocera perspicillata, Fab. nigropunctata, Germ. pulverulenta, Oliv. Dyctiophora ? virescens, Germ. Gayi, Spin. 295 Phenax variegata, Oliv. 296 Cixius pinicola, Duf. Brasile id. China Giava id. Brasile C. B. Sp. Giava Ind. or. C. B. Sp. Napoli Malta Brasile id. Nuov. Ol. China Am. sett. China Is. Maur. Sardegna Affrica Senegal Brasile id. Ind. Or. id. Indie Brasile id. id. id. Chili Brasile S. Scver. GI = dI LI GI — = a 20 DI LO CI = 29 = «a GS Da WON VODA Mi dI 0 4 — 23 — * 297 Cixius serratulae, Her.-Sch. Parigi * 298 Issus coleoptratus, Fabr. id. * 299 Ommatidiotus dissimilis, Fall. id. * 300 Derbe : Is. Maur. * 304 Flata ? Brasile * 302 Poeciloptera phalaenoides, Fab. id. *:308 —_ brasiliensis, Spin. id. * 304 — id. * 305 - ? id. * 306 _ ? id. * 307 —_ pruinosa, Koll. 2 * 308 Membracis carinata, Fabr. Cajenna * 309 - lupata, Fabr. Brasile 340 —_ C-album, Farm. id. SEL — rectangula, n08. (1). id. * 312 —_ foliata, Fabr. Cajenna * 313 — fasciata, Fabr. id. * 314 _ tectigera, Oliv. Brasile È var. (2). id. * 315 — consobrina, mod. (3). id. * 316 _ albidorsa, Fairm. id. SSR —_ lanceolata, Fabr. Cajenna * 318 _ fulica, Germ. Brasile * 319 _ nutans? Germ. id. * 320 _ monoceros, Germ. id. * 321 Pterygia cruciata, Fabr. Cajenna * 322 Oxyrhachis tarandus, Fabr. Ind. Or. * 323 -_ ? id. * 324 — gibbulus 4. C. (4). Sennaare (1) Vedi la parte seconda. (2) Id. (3) Id. (4) Id. D w a 325 Hoplophora pertusa, Germ. 326 Umbonia nigrata, Am. Serv. 027 — reclinata, Germ. var. 328 —_ spinosa, Fabr. 329. - Amazili, Fairm. 380 Ceresa vitulus, Fabr. 331 — ustulata, Fairm. 332 —_ nervosa, Fairm. 333 Smilia vaginata, Germ. 334 — campestris, Farm. 335 Aconophora flavipes, Germ. 996 var. » d9T _ incumbens, Germ. 338 Polyglypta pilosa, Germ. 339 —_ maculata, Burm. 340 Oxygonia alliacea, Germ. 344 Thelia miltoglypta, Fabr. 842 —. expansa, Germ. 343 Hemiptycha punctata, Fabr. 344 — camelus, Kingd. 345 Darnis lateralis, Fabr. 346 — trifasciata, Fabr. *-347€7 — convoluta, Ol. 348 —. limacodes, Burm. 349 Horiola lineolata, Fairm. * 350 Centrotus cornutus, Linn. 351 — flexuosus, Fabr. 39592 — ? 353 Tettigometra obliqua. 354 Dorydium lanceolatum, Burm. 355 Eurymela fenestrata, Zep. Serv. 356 _ ? 357 Aetalion reticulatum, Linn. Brasile Messico id. ad. Brasile Amer. con. Brasile id. ‘d. id. Messico id. Brasile Bogota Messico Brasile Messico Brasile id. id. id. Cajenna Parigi Ind. Or. Indie Parigi Francia Nuov. Ol. id. Brasile DIO MR > n i n n 1I > QI LI CI ped nà CI n 0) D a a È» * 359 — trivia, Germ. * 360 Cercopis heros, Fab. * 361 — ? * 362 — S; * 363 — ? * 304 — ? "365 —. Scachi, Fab. * 366 — 2 * 3607 —. ? * 308 — ? *» 369 — analis, Germ. * 370 — ? " 371 — melanoptera, Germ. *_ 312, ? ? * 3873 Tomaxis furcata, Germ. * 374 — coccinea, Fab. * 375 Sphenorhina rubra, Linn. * 376 Aphrophora ? * 377 Ptyelus lineatus, Linn. * 378 Tettigonia purpurata, Germ. ART) _ 12-punctata, Germ, * 380 _ 5-maculata, Germ. * 381 fasciata, Linn. ind82 — vernicosa, Lep. Serv. * 383 —_ obtusa, Fab. * 384 —_ canaliculata, Fab. * 385 — 4-punctata, Germ. * 986 _ rutilans, Fad. 387 — excavata, Lep. Serv. * 388 _ albipennis, Fab. * 389 — adspersa, Fab. * 390 —_ ? * 391 —_ ? — 23 — 358 Ulopa obtecta, Fall. Ann. 1. Parigi id. China Brasile id. China Brasile id. id. id. Madagascar C.B. Sp. Brasile id. Giava Brasile id. Brasile ? Parigi Brasile id. id. id. id. Amer. mer. Giava Brasile Cajenna Brasile id. a I n I nà RI WIN 0 PA ie agiina 392 Tettigonia ? 393 Rhaphirhinus Fabricii, Sign. * 894 Scaris ferruginea, Fab. * » 395 Gypona glauca, Fab. 396 Penthimia atra, Fab. — v. haemorrhoa, Fab. — v. thoracica, Panz. 397 Jassus ? 398 — È 399 Typhlocyba aureola, Fal. 400 — lineatella, H. S. 404 Psylla fraxini, Fab. 402 Livilla ulicis, Curt. 403 Platymetopius vittatus, Fab. 404 Deltocephalus abdominalis, Germ. 405 —_ pulicarius, Fall. 406 Paropia scanica, Fall. Ditteri 407 Laphria 2 408 Asilus ? 409. — ? 410 Anthrax georgica, Macg. DIA — ? 412 Eristalis ? 413 — ? 414 — ? 415 — ? 416. 2 ANI? 418 Cheilosia subalpina, Rond. 449%, 2 AQ 421 ? 422? Brasile Cajenna Brasile id. id id. Svizzera Parigi id. Londra Parigi id. id. id. Brasile id. id. id. id. id. Jtal. sett. Brasile id. id. id. Is. Maur. 09 «è 2 è è è Wi SÈ N _ _ SV 2 MQ è DM a = a nà nà Và nà to AR Brasile 2 * 424 Brachyglossum erostratum, Rond. Ital. sett. A * 425 Sphixisoma aureo-fasciatum, Rond. - id. A * 426 _ mucronatum, Rond. id. 4 * 427 Zodion notatum, Meig. id. 2 * 428 Sepedon Hofnerii, Fall. id: 4 * 429 Trypeta ? Brasile 3 * 430 — ? id. 2 BerARA ? id. 1 SR? id. 4 ll ERE, id. A Crostacei = * 434 Pilumnus hirtellus, Linn. Mediterr. 2 * 435 Pirimela denticulata, Mont. id. 1 = * 436 Portunus plicatus, Riss. id. 2 * 437 . — marmoreus, Leach. id. 2 = 438 — corrugatus, Penn. id. 2 = * 439 — pusillus, Zeach. id. 2 * 440 — ? id. 1) *451. — ? id. A * 442 — Rondeletii, Riss. id. 2 * 443 Platyonychus latipes, Penn. id. 1 = 444 Carcinus moenas, Linn. id. 2 = * 445 Thia polita, Leach (A). ia. 2 = * 446 Ilia nucleus, Fab. id. 2 = * 447 Gsapsus marmoratus, Fab. id. 2 == 448 Gonoplax rhomboides, Fab. id. 2 = 449 Maja squinado, Latr. id. 2 * 450 Herbstia condyliata, Riss. id. 2 (î) Ne esisteva nel Museo un individuo in alcool col nome d’Ate- locyclus. Ill e Tg asi Test »* * » — 28 — 451 Pisa tetraodon, Leach. 452 — corallina, Riss. 453 Lissa chiragra, Herbs. 454 Acanthonyx lunulatus, Riss. 455 Achaeus Cranchii, Leack. 456 Inachus scorpio, Latr. 457 — ì 458 Macropodia phalangium, Penn. 459 — tenuirostris, Leack. 460 — 3 461 Lambrus angulifrons, Zatr. 462 — ? 463 Calappa granulata, Fab. 464 Dorippe lanata, Linn. 465 Ethusa mascarone, Roux. 466 Pagurus angulatus, Riss. 460T — maculatus, Riss. 468 — : 469 Galathea strigosa, Penn. 470. — squamifera, Leach. 471 Scyllarus arctus, Fab. 472 Callianassa subterranea, Mont. 473 Homarus marinus, Fab. 474 Crangon 2 475 Egeon cataphractus, Ol. 476 Alphaeus ruber, Raf. LTT — Edwardsii, Aud. 478.2 479 Typton spongicola, O. Cost. 480 Palaemon Treillianus, Riss. 481. — squilla, Zeach. 482. — antennarius,. Edw. 483 Sicyonia carinata, Oliv. 484 Squilla Mantis, Fab. Mediterr. id. id. dO RO TDI DI DI DI DI Pi GI DI DI sd DI DI DI DI sd 29 è a MV RONOMOMWONV Il * 485 Phronima sedentaria, Forsk. 486 Araneops diadema, 4. Cost. * 487 Lysianassa spinicornis, 4. Cost. è 488 — filicornis, nod. (1). 489 Gammarus pulex, Fab. * 490 — scissimanus, A. Cost. * 491 — punctimanus, 4. Cost. * * 492 Amphithoe Prevostii, Edw. 493 _ 494 Amphitonotus Marionis, Edw. 495 Idotea tricuspidata, Desm. 496. — atrata, 4. Cost. 497 — chelipes, O. Cost. 498 Anthura gracilis, Mont. 499 Ancaeus forficularis, Riss. 500 Anilocra mediterranea, Leach. 5041 Nerocila bivittata, Aiss. 502 Methocia contracta, A. Cost. 503 Bopyrus ? (2) 504 Nebalia Strausi, Aiss, 505 Notodelphis ? (3) 506 ? (4) 507 Pychnogonum 2 Cirripedi 508 Pollicipes scalpellum, Linn. (î) Vedi la parte seconda. (2) Parassito della Caullianassa subterranea. (3) Entro il pallio delle Ascidie. (4) Con la precedente, semicarinata, A. Cost. . Mediterr. id. Mediterr. > 1 Molluschi a) Conservati in alcool. = 509 Sepiola Rondeletii, Gesn.. Mediterr, 5 = 510 Cymbulia Peronii, Lamk. id. 4 = * 5411 Pterotrachea coronata, Forsk. id. 7 512 Sigaretus haliotideus, Linn. id. 4 = (bl3 Doris ? id. 1 DIL — ? id. 1 515 Polycera ? id. 2 = * 516 Tritonia quadrilatera, Schultz. id. 2 (Trit. thethydea, D. Ch.) 517 Thetis leporina, Linn. dd. 1 (T. fimbria, Lion.) * 518 Antiopa (? Janus, Ver.) (1). id. 1 * 5419 Eolis Scacchiana, Phil. id. 3 = * 520 — aflinis, Gmel. id. 5 = * 521 — 2 id. 6 = * 522 Elysia viridis, Riss. id. 6 (Aplysiopterus neapolitanus, D. Ch.) = 523 Aplysia punctata, Cuv. id. 3 = 524 Bullaea aperta, Linn. id. 10 * 525 Doridium marmoratum, Piss. id. 3 526 Gasteropteron Meckelii, Kosse. id. 4 527 Pleurobranchus testudinarius, Cantr. id. 3 (Pi. tuberculatus, D. Ch. n. Meck.) = 528 Phallusia mammillata, Sav. id. 2 529 Cynthia papillosa, Sav. id. 2 * 590 Ascidia intestivalis, Linn. id. 10 (1) La specie che con dubbio riferiamo alla janus di Verany sembra quella figurata da Delle Chiaje col nome di Evlis carinata, ma non de- scritta, RE = * 534 Salpa democratica, Forsk. 3) Conchiglie. 532 Helix studeriana, Fer. * 533 — lanx, Fer. * 534 — magnifica, Fer. * 535 — caffra, Pf. 536 — polygirata, Born. 537 — haemastoma, Linn. 538 Bulimus fibratus, Mart. 539 —. iostomus, So. * 540 — magpificus, Grat. * 541 —. nigrofasciatus, Pfr. 542 —. perversus, Linn. d. 543 — koxapreganus (!) 544 Cochlostyla cincinna, Sow. 545 — mirabilis, Fer. var. 546 Pupa ovoidea, Brug. 547 Siliquaria anguina, Linn. * 548 Eulima nitida, Lmk. 549 Ovula carnea, Linn. 550 Modiola discrepans, Lmà. (1). 551 Galeomma Turtoni, So. (Ziatella Poli, O. Cost.) 552 Gastrochaena tarentina, O. Cost. (G. Polii, Phil.) » * x »* WAS Anellidi = 553 Aphrodita aculeata, Bast. 54 Polynoe tessellata, nod. (2). * 555 — ? * 556 — ? (1) Nella spessezza del mantello delle Ascidie. (2) Vedi la parte seconda. Mediterr. Is. Seychell. Madagascar id. C. B. Sp. Brasile Ceylan N. Caled. Rio Gian. Brasile Antille Is. Moluc. Valica Is. Filip. - id. Is. Socotor. Mediterr. id. Mediterr. id. id. id. _ —_ ll è 4 È È POS Mia _jS FS ma —_ _— e I REI * 557 Lophonotus Audouini, O. Cost. Mediterri 2 ; 4 * 558 Eunice 2 1 id. 559 Diopatra iridicolor, 08. id. 4 (N. cuprea, D. Ch. 1) 560 Lysidice parthenopeja, D. CA. id. 1 * 561 — torquata, nod. (2). id. 1 * 5602 — ? id. 2 * 563 Alciopa vertebralis, n08. (3). id. A = * 564 Glycera siphonostoma, D. CA. id. 3 = * 565 Siphonostoma diplochaitos, Otto. id. 5 = * 566 Lophiocephalus Edwardsii, O. Cost. id. 2 (Stylarioides moniliferus, D. Ch.) * 567 Amphitritoides rapax, mob. (4). id. 3 568 Sternaspis thalassemoides, Otto. id. 4 = 569 Sipunculus nudus, Linn. id. 2 570 Phascolosoma lima, O. Cost. id. 5 = 571 Pontobdella muricata, Linn. id. 7 * 572 Mizostomum cirriferum, Leuck. (5). id. 1 Echinodermi 573 Holothuria pentactes, Linn. Mediterr. 2 * 574 Synapta inhaerenus, Mull. id. 2 = 575 Asterias rubens, Linn. id. 2 576 — variolosa, Lmk. D. Ch. - id. 1 RUDI, subulata, Lmk. id. 1 = * 578. — angulosa, D. CA. id. A = * 579 — pentacanthia, D. Ch. id. 2 (1) Il nome specifico cuprea trovandosi anteriormente impiegato da Bosc per altra Diopatra dell'America settentrionale, non può conservarsi per la presente. o (2) (3) (4) Vedi la parte seconda. (5) Parassito della Comatula mediterranea. Il til Il il M Al * * — 33 — 580 Asterias bispinosa, Otto, Mediterr. A 081. — minuta, Mull. id. 1 (exigua, D. Ch.) 582 Ophiura laevis, Rond. id. 4 (Ast. ophiura, Linn.—Oph. lacertosa, Lmk.) 583 —. tricolor, Mull. id. 2 584 — pentagona, Lmk. id. 2 585 Comatula mediterranea, Zmk. id. 1 Celenterati 586 Cydippe pileus, Gmel. Mediterr. 3 587 Diphya bipartita, Bor. id. 1 588 — quadrivalvis. de 2 589 Abyla pentagona, Q. G. id. 2 (Diphya tetragona, 0. Cost.) 590 Hippopodius mediterraneus, O. Cost. id. 4 (Zip. neapolitanus, Koell.) Polipi 591 Dynamena reptans, O. Cost. (41). Mediterr. 4 592 Gorgonia juncea, So/and. Quad: 4 Rizopodi 593 Quinqueloculina Akneriana, D'Ord. Mediterr. 1 094 - labiata, 208. id. 1 595 Pleurostomina bimucronata, mod. id. 1 596 Triloculina inornata, D'Ord, id. 4 597 _ ? id. 4 (1) Faun. Napol. Polipi a polipajo flessibile, tav. VIII, f, 2: per errore citata nel testo la tavola III, fig. 2. Ann. 1, b) lati ee In seguito alle specie di animali aggiunte al Museo con gli assegni di cui abbiamo da principio tenuto parola, ci spet- ta registrare alcuni entomati raccolti in una peregrinazione z00- logica, della quale sarà detto nella parte seconda. Tra essi ve ne ha pochi che meritino qualche considerazione. Nulladimeno, poichè forman parte del novello patrimonio di cui il Museo si è accresciuto nel corso dell’ anno, noi, giusta I’ esposto ai: ponimento, li registriamo quì Lie Il * 598 Demetrias atricapillus, Linn. 599 Harpalus 2 600 Quedius molochinus, Grav. 601 Cyphon pubescens, Fab. 602 Apion fuscirostre, Fab. 603 Sitona ? 604 Xylocopa violacea, Linn. 605 Crocisa ramosa, Lep. 606 Hispa testacea, Linn. 607 Crepidodera impressa, Fab. 608 Gastrophysa polygoni, Linn. 609 Coccidula scutellata, Herbs. 610 Arachnocephalus vestitus, A. Cost. 611 Acridium lineola, Fab. 612 Pachytilus cinerascens, Fab. 613 Phaneroptera liliifolia, Fab. 614 Anthophora nidulans, Fab. 615 —_ albigena, Lep. 616 Prosopis variegata, Fab. ‘617 Scolia unifasciata, Cyr. var. 618 Elis interrupta , Fab. (Fem. Scolia sexmaculata. F.) 619 Tiphia femorata, Fab. 620 Bembex olivacea, Ross. 621 Stizomorphus tridens, Fab. 622 Ammophila Heydenii, DaA/b. sa W VE — 35 — * 623 Larra anathema, Ross. 624 Chalcis ? 625 Odontotarsus grammicus, Linz. 626 Ancyrosoma leucogramma, Linn. 627 Aelia Klugii, Hahn. 628 Aeliodes bifida, A. Cost. * 629 Eysarcoris binotatus, Ha/n. 630 Corizus crassicornis, Linn. 631 Camptopus lateralis, Germ. 632 Lygaeus equestris, Linn. * 633 Pachymerus ? 634 Dictyonota crassicornis, Fab. 635 Pygolampis femoratus, 4. Cost. * 636 Hydrometra 2 637 Pseudophana europaea, Linn. * 638 Nephropsia elegans, O. Cost. (4). 639 Cixius stigmaticus, Germ. 640 Hysteropterum immaculatum, Fab. 641 Lepyronia coleoptrata, Zinn. * 642 ? 643 Trypetimorpha fenestrata, 4. Cost. (2). 644 Chrysotoxum italicum, Rond. * 645 _ chrysopolita, Rond. 646 Argyrospyla pandora, Fab. minor. * 647 Milesia crabroniformis, Fab. 648 Micropeza lateralis, Zinn. 649 Gymuosoma rotundata, Linz. 650 Thereva plebeja, Linn. 654 Odontomyia bydropota, Meig. ® o * * » * » * * * (1) Vedi la parte seconda. 2) Id. e o ne nà è fa n nà nà nà | rà a e I DI sà DI a I — 36.— Oltre degli animali di cui il Museo si'è accresciuto per gli acquisti di che si è discorso, parecchie specie si sono an- che aggiunte per effetto delle relazioni aperte con i Direttori di altri Musei Zoologici, ovvero per cambii fatti con privati cultori di zoologia. Il Direttore del Museo di Genova, prof. Lessona, ci in- viava parecchi pesci e taluni Crostacei del mare o del suolo Ligure; fra quali però pochi soltanto giunsero utilizzabili per le nostre collezioni : e sono i seguenti. * 652 Crenilabrus Roissali, Riss. Mediterr. 2 * 653 Blennius basiliscus, Cu». Val. id. 4 * 654 Barbus plebejus, Bup. Lombardia A * 655 Squalius cavedanus, Bnp. id. 1) * 656 Acanthopsis taenia, Zinn. id. 1 * 657 Alausa vulgaris, Cuv. Val. id. 1 * 658 Motella tricirrata, BI. Mediterr. 4 * 659 Raja miraletus, Linr. id. 1 * 660 Penaeus membranaceus, Riss. id. 1 * 661 Orchestia Deshayesii, Aud. Lit. Ligur. A * 662 Apus cancriformis, Schoeff. Liguria 1 * 663 Nemesis lamna, Bonp. Mediterr. 3 * 664 Cecrops Latreilli, Leack. id. 5 Il nostro collega Prof. Guiscardi faceva ancor dono al Mu- seo di alquante conchiglie che vi mancavano del tutto. Esse sono: * 665 Cleodora tricuspidata, Q. G. Messina 4 * 666 Lacuna canalis, Turt. Mediterr. 2 * 667 Balea perversa, Linn. Eur. sett. 2 * 668 Clausilia cattaroensis? Zieg. Dalmazia 4 * 669 — decipiens, Rossm. id. 2 * 670° — dalmatina, Parts. id. 1 * 6741 — conspurcata, Crist. id. 3 *672 — pachygastra, Parts. Is. Meleda 1 * 673 — exarata, Ziegl. Dalmazia 2 * 6074 — albocincta, Pfr. id. 1 Altre specie di Conchiglie Terrestri di europa, e taluni insetti non ovvii della provincia di Napoli riceveva il Museo dal nostro Coadiutore Dott. Giuseppe Palma. * 675 Helix cingulata, Stud. Verona 2 * 676 — Da Campo, Vil. Lombardia . A * 677. — angigyra, Jan. id. 1 * 678 — ? Dalmazia 1 * 679 — ? Ital. sett. 1 * 680 — obvoluta, Mull. Verona 2 * 681. — candidula, Stud. id. 3 682 Clausilia exarata, Zicegl. Dalmazia A * 683° — blanda, Zicegl. id. 2 * 684 — semirugata, Ziegl. id. 1 * 685 — adposita, Parr. Dalmazia 1 * 686 — crenata, Menk. id. 1 * 687 — latestriata, Villa. Lombardia 1 * 688° — Pielzii, Parr. Transilvania 1 * 6689 — imbecilla, Parr. Dalmazia 1 * 690 — lamellosa, Vi//. Lombardia 2 * 699 — albopustulata, Jar. Verona 2 692 — albocineta, Pfeif. Dalmazia © 2 * 6939 — binotata, Ziegl. id. 2 * 6005 — plicata, Drap. Transilvania 2 * 695. — parvula, Stud. Carinzia 2 * 696 — Stentzii, Rossm. Tirolo 1 * 697 Torquilla tricolor, Vill. Lombardia 2 * 698 Chlacnius spoliatus, Fab. Napoli 4 * 699 Harpalus ruficornis, Fab. id. 2 * 700 Eunectes sticticus, ZL. v. griseus, F. id. A * 701 Silpha sinuata, Fab. id. 4 * 702 Hoplia lepidota, 10. id. 4 * 703 Rbhisotrogus ? id. 4 * 704 Apthaxia nitidula, Linn. id. 2 —_ var. minor. id. 2 RARO; Je * 705 Blaps gigas, Linn. * 706 Meloe autumnalis, Oliv. x * x * 707 Mesosa curculionoides, Linn. 708 Clythra taxicornis, Fab. 709 Adimonia littoralis, Fab. 710 Sphex maxillosa, Fab. 7A Myzine sexfasciata, Fab. (Fem. Meria 3-punctata) 712 Macrocera malvae, Ross. 713 Andrena holomelena, Lep. 714 Colletes suceincta, Latr. 715 2 716 Dasypoda hirtipes, Latr. 747 Nomada ? 118. — jJacobeae, Pns. 719 — ? 720 Abia sericea, Linn. ( dorsalis, A. Cost.) 721 Hylotoma enodis, Linn. 722 Sphixisoma mucronatum, Pond. 723 Myopa ferruginea, Fab. 724 Phasia crassipennis, Fab. 725 Milesia crabroniformis, Fab. 726 — splendida, Ross. 721 Volucella mystacea, Latr, 728 — zonaria, Poda. 729 Eristalis floreus, Fab. 730 Ceria conopsoides, Linn, 731 — vespiformis, Latr. 732 Anthrax hetrusca, Fab. 733 — 734 Argyrospyla pandora, Fab. morio, Linn. 7135 Exoprosopa vespertilio, Zed. 736 Asilus erabroniformis, Fab. id. id. Ischia Napoli id. id. id. id. id. id. id. Ischia Napoli id. id. id. id. pN WEW0OWpSNE pafrtwmwne ii PWVMWMOEFLFpLPFPFPPENecreaors * 737 Bombilius medius, Latr. Napoli 2 * 738 Chrysops caecutiens, Mcig. id. 2 * 739 Haematopota italica, Meig. id. 4 (longicornis, Macq.) * 740 Sargus Reaumurii, Fab. id. 1 * 741 Lomatia belzebul, /a8. id. 4 Da ultimo abbiam voluto ancor noi apportare la nostra pietra al grande edifizio, con le quì sotto segnate specie di entomati, rare nelle provincie napoletane. * 752 Prognatha quadricornis, Kird. Napoli 2 * 743 Rhysodes canaliculatus, O. Cost. Aspromonte 1 * 744 Podabrus lateralis, Linn. Sile 1 * 745 Oedemera melanapyga, Schm. Calabrie 2 * 746 Chrysanthia viridissima, Linn. id. 1 * 747 Avcylopus melanocephalus, Oliv. id. 1 * 748 Mycetina cruciata, Schal. var. Aspromonte A (Eumorphus calabrus, 0. Cost.) * 749 Cerceris tuberculata, Vill. Calabrie 2 * 750 Scolia abdominalis, Spin. id. 1 * 751 Pelogonus marginatus, Latr. id. 1 * 752 Pachymerus unifasciatus, 4 Cost. Napoli 1 * 753 Stenogaster hyalinipennis, A. Cost. id. 1 * 754 Capsus montivagus, A. Cost. Calabrie 1 * 755 Capsus Foreli, Muls. id. 1 * 756 Aphanosoma italicum, A. Cost. id. LI * 757 Halticus albonotatus, A. Cost. Sile 1 * 758 Diraphia limbata, /7aga. Napoli 1 Riassumendo quindi tutti i diversi elementi superiormente riportati, si ha che il Museo Zoologico nel corso de’ quattor- dici mesi decorsi dal novembre 1860 a tutto dicembre 1861 si è accresciuto di 696 specie di animali, così ripartite nelle di- mat groca verse classi; senza tener conto delle molte altre delle quali migliori individui sì son sostituiti ad altri mal conservati. Mammiferi specie 3 Uccelli. » Bb) Rettili. i DAI Pesci. » 49 Insetti. » 479 Crostacei. » 69 Cirripedi. DURA Molluschi in alcool. » 15 Conchiglie. » 44 Anellidi. n 14 Echinodermi, DES Celenterati. pa Polipi. PZ: Rizopodi. DIM 696 ArricoLo 3.° Ordinamento delle Collezioni. Indipendentemente dalla sollecitudine usata onde arricchi- re di nuovi animali il Museo, è stata nostra cura il dare miglior ordinamento alle collezioni : lavoro nel quale ci è stato non poco di ajuto l’opera intelligente del solerte e culto nostro coadiutore Dottor Giuseppe Palma. E dapprima si è preso a dare metodico ordine alla estesa collezione delle Conchiglie; le quali con sistema vecchio, ed indegno di un pubblico Museo, giacevano in scatolette di cartone in tal modo, da non esser = pie sempre facile all’ osservatore nè vedervi i caratteri distintivi , nè conoscerne il nome scientifico. Messe da banda le specie fossili, che trovavausi tramezzate alle viventi, queste si è co- minciato a piazzarle sopra tavolette di cartone, mettendo cia- scuna specie o varietà sopra tavoletta distinta, portante in testa il numero progressivo, rispondente all’ inventario del Museo, ed a piedi la cartella sulla quale è scritto il nome generico e spe- cifico, l’autore, la patria: e gl’ individui fissativi per modo, da poterne con la massima agevolezza osservare i caratteri. Un tal lavoro, tutto materiale, associato all’ altro scientifico della ret- tifica di varii nomi mal appropriati, e dello studio e determi- nazione di non poche specie rimaste indeterminate, richiede tem- po non breve, attesa la vastità di tale collezione. Sicchè nel- l’anno decorso si è quasi compiuto per le specie sole spet- tanti a Cefalopedi, Pteropedi, Eteropedi, Gasteropedi Pol- monati, e ad alcune famiglie di Gasteropedi Pettinibranchi. Abbiamo superiormente accennato il pensiere da noi espres- so in uno de’ rapporti indirizzati a colui che da vicino reg- ge questa Università, di istallare collezioni distinte degli ani- mali tutti che vivono in queste provincie napolitane; almeno per le classi inferiori, a cominciare da’ Pesci. Un tal pensiere abbiam cominciato a metterlo in atto. Nell’ ordinamento della collezione delle Conchiglie, e dell’ altra de’ Crostacei, sempre che il numero degl’ individui ce lo ha concesso, due distinte tavolette si son formate per ciascuna delle specie o varietà che spettasse alle dette provincie ; l’ una destinata per la colle- zione generale, l’altra per la speciale delle Provincie Napoli- tane. Lo stesso abbiam praticato per varie specie di Pesci, di Molluschi, di Echinodermi, di Sifonofori, ec., che abbiam potuto procacciarci dal nostro mare nel corso dell’ anno. Per- tanto uno de’ principali elementi che entrar dovrebbe nella for- mazione di questa speciale raccolta degli animali della Fauna Napolitana, l è certamente una collezione degl Insetti; la quale, come ben si comprende da chi non è estraneo a siffatte fac- Ann. 1g 6 E ora cende, anche col maggior buon volere, non può aversi nè in breve tempo, nè senza grandissimo dispendio. Perchè adunque il nostro pensiere potesse avere nella sua attuazione un facile e pronto sviluppo, non abbiamo avuta difficoltà di offrire of- ficialmente alla Università la nostra Collezione Entomologica delle Provincie Napolitane , frutto di ventitre anni di assidue ed accurate ricerche in ciascuna delle diverse provincie , e la quale racchiude tutte le novità Entomologiche da noi pub- blicate sia nella Fauna Napolitana, sia in altri speciali la- vori, e che oramai han preso il loro posto nella scienza. Se una tale offerta, fatta non senza nostro rincrescimento, come quella che ci priverebbe dell’ elemento che ha formato il pa- bolo principale delle nostre scieniifiche occupazioni, sopratutto negli uliimi dieci anni, ne’ quali non altro ci è stato concesso fuori che il lavorare rinchiusi nel proprio gabinetto, verrà presa in considerazione; nutriamo fiducia che il pensiere d’ istallare una Raccolta zoologica delle Provincie Napolitane potrà effet- tuarsi. In opposto saremo sempre soddisfatti di aver manife- stato il nostro modo di pensare non solo, ma di averlo an- cora messo in atto con quei modi che per noi si potevano. La collezione de’ Crostacei può dirsi iniziata di pianta ; pochissimi de’ pochi antichi elementi avendo potuto essere uti- lizzati. Le specie di grande o mezzana statura, come la parte maggiore de’'Decapodi, alcuni Stomapodi ed Isopodi, sono pre- parati a secco e piazzati sopra lastre di cristallo : le specie minute, come gli Amfipodi, ec., sono in duplice sistema conserva- ti: altri a secco sopra lastrine di cristallo piane ricoperti ed ermeticamente chiusi da altri cristalli convessi; altri in alcool. PARTE SECONDA Da quanto abbiamo esposto nella parte prima è facile ri- conoscere come del moliissimo tempo che consagriamo volen- tieri pel Museo, buona parie sia stato speso e per l’ordinamen- to delle collezioni, e per la determinazione di oggetti trovati non definiii, e per le cure necessarie onde provvederlo di nuove specie; sicchè poco ne è avanzato che avesse potuto im- piegarsi esclusivamenie per lavori scientifici. Nalladimeno sem- pre che ne abbiamo avuia la opportunità, ci siamo occupati della scienza, non senza vaniaggio dello stesso Maseo. Hanno principalmente fissata la nostra aiienzione gli animali marini, sopratuito inveriebrait, de’ quali il nosiro golfo è oliremodo dovizioso , e pe’ quali i lavori lasciaiici da’ nostri predeces- sori non sono fali, da non far sentire più il bisogno di nuovo studio ed illusirazione. E poichè nella storia naturale riescono pressocchè insuflicienii le più minote descrizioni, quando non vengano accompagnaie da fedeli immagini, un abilissimo pit- tore-naiuralisia, il sig. Salvatore Calyò, è stato a proprie spese impiegato a lavorare nel Museo. Nell'anno già decorso varî materiali abbiam preparati, i quali dovran successivamente esser . completati, per potersi readere di pubblica ragione : la qual cosa ci proponiamo fare nell’anno che volge. Non dobbiamo perianto tacere, che un grande osiacolo in noi si frappone per- chè i nostri lavori possano essere proporzionati alle attuali e- sigenze della scienza : ed è la immensa scarsezza di opere, sia- no antiche classiche, siano recenti, delle quali vi ha positi- va penuria, tanto nella grande Biblioteca nazionale, quanto in quella della Università. La qual posizione non la si può al certo ni MSI tollerare sotto un governo che proclama civiltà e progresso, e che quindi si annunzia intenzionato di migliorar per ogui lato le antiche condizioni. Più volte si è fatto sperare che la no- stra Biblioteca Uuiversitaria avrebbe anch’ essa fatto un passo innanzi; ma nulla finora si è realizzato. Per la qual cosa noi non possiam lasciare questo argomento senza alzar viva la voce perchè il chiaro uomo che attualmente regge il Ministero della Istruzione pubblica voglia volgere lo sguardo alla detta Biblio- teca Universitaria, e nel modo stesso che il di lui predeces- sore ha provveduto per un primo ampliamento dei Musei, fac- cia egli per la Biblioteca, assegnando una cifra con la quale questa si renda alquanto meno sfornita in opere sopratutto di Storia Naturale, delle quali si sente maggiormente il bisogno. Ritornando al nostro argomento , tra i diversi materiali scientifici riuniti nello scorso anno , ne abbiamo scelti alcuni brani per pubblicarli nel presente volume, augurandoci poter dare più estesi ed ordinati lavori negli auni avvenire. ArticoLo I. Osservazioni su talune specie di Pleuronettidei. Lo studio de Pleuronettidei del Mediterraneo dal lato zoo- logico ha costituito oggetto di occupazione per pareechi Ittio- logi. Senza rimontare ad epoche molto remote, e stando agli autori recenti che con maggiore specialità ne hanno scritto, ri- corderemo i lavori del Bonaparte (nella Fauna Italica) per le spe- cie dell’Italia in generale; del Risso per quelle speciali de’ mari di Nizza; del Costa O. G. (nella Fauna Napolitana ) per quelle del mare di Napoli, e del Canestrini per quelle del mare di Genova. In seguito di tali lavori parrebbe che dalla loro riu- nione dovesse la Storia Naturale de’ Pleuronettidei del Medi- terraneo risultare talmente illustrata, da rimanere pochissi- mo o nulla a spigolare. Purtuttavia consultando î fatti, pa- eV, re che una tale sentenza non venisse appoggiata. Dappoichè, avendo impreso anche noi a studiare i pesci di questa fami- glia, vi abbiam trovate specie ancor controverse da illustrare, e qualcuna ancora non caduta sott'occhio ad alcuno de’sopraccen- nati Ittiologi. Dalle quali cose abbiamo dedotto che sarebbe stata opera non inutile passare a nuova rassegna i Pleuronettidei del nostro mare. I risultamenti de’ nostri studii saranno resi di pubblica ragione lorchè saranno completati. Per ora ci limitiamo a rischiarare un Rombo descritto da Risso e rimasto sconosciuto e mal apprezzato dagl'Ittiologi po- steriori ; a sciogliere alcuni dubbî messi innanzi da qualche recente scrittore intorno al Monockirus hispidus; ed a descrivere una seconda specie di P/agusia, che in nessun modo può con la Zactea confondersi. Rbhombus candidissimus, Risso. Il Risso nella sua Storia Naturale dell'Europa meridio- nale (1) descrisse ed efligiò un piccolissimo Rombo , che dal colore generale bianchissimo chiamò A%. candidissimus, dicen- dolo a corpo ovato-ritondato , coperto di squame poco appa- renti, a capo prominente, bocea piccola, mascella superiore un poco più lunga della inferiore, gli occhi rilevati piazzati so- pra una medesima linea, la linea laterale diritta. Ed in quanto a colorito, lo dice di un bianco trasparente, orlato nel contor- no superiore d'una linea, rossa carnicina, con cinque macchio- line rosse su ciascuna delle due pinne verticali , dorsale ed anale. ‘+ Gli autori che succedettero, e che si sono occupati dei pesci del Mediterraneo, pare non avessero avuta occasione di osservare alcuna specie riferibile al &/. candidissimus , e te- (1) Zistoire Naturelle de l'Europe merid. Re nendo presente il colore bianco, dubitarono avesse l’ Ittiologo di Nizza voluto descrivere la Plagusia lactea; senza dare al- cuna importanza nè alla forma del pesce, che certo nella Pla- gusia è tutt’ altra che ovato-ritondaia ; nè alla presenza delle pinne pettorali, le quali (almeno quella del lato sinistro) ben si veggono efligiate nella figura benchè grossolana che l au- tore ne porge. Così il Bonaparie, nel suo Indice metodico dei Pesci di Europa, registra il R/omdus candidissimus Riss. co- me sinonimo della P/agusia lactea, facendovi solo seguire un interrogativo. L’ autore dell’ articolo Pesci della Fauna Napo- litana non ne fa alcuna menzione. E più recentemenie il Ca- nestrini con maggiore accorgimento, annunziando i dubbî messi innanzi da altri autori, fa rilevare le diflicoltà che si oppongo- no a riconoscere nel Rombo candidissimo la Plagusia laciea. Noi pertanto, fra soli quattro Pleuronettidei conservati in alcool nel Museo Zoologico, uno ne abbiam trovato col nome di Rhombus candidissimus, Riss. E visti i dubbì precedente- mente elevati sulla validità di tale specie, abbiam voluto stu- diarla con accurattezza, comparandola con la descrizione e con la immagine data della specie in parola dall Iiio'ogo di Niz- za. Dall’ esame fattone abbiam rilevato che, tranne la forma più ritondata del corpo, e la mancanza delle. macchioline e della linea rossicce sulle pinne, conviene esattamente con la descrizione del RR. candidissimus. Se quindi la inesattezza della Ggura del Risso si è voluta esagerare di tanto, da vedervi la Plagusia , a molto maggior diritto noi crediamo riconoscervi il RAomBus che abbiamo sott’ occhi ; la piccola differenza nella forma del corpo potendo ben addebitarsi a poca esattezza della figura, e le macchioline rosse avendo dovuto naturalmente scomparire in seguito alla lunga conservazione dell’ animale nell’ alcool. Per tali ragioni noi crediamo doversi ripristinare qual buona specie il A/onibus candidissimus di Risso, sottraendolo da’ sinonimi della Plagusia lactea. Ed aflinchè gl’ Ittiologi pos: sano meglio giudicare delle ragioni che ci hanno indotti a tàl sn VA conclusione, ed abbiano chiara notizia del Rombo che ritenia- mo pel candidissimus, ne diamo quì appresso una più minuta descrizione, accompagnata da accurata efligie. Corpo ovato-ritondato; stando la massima altezza alla lun- ghezza, esclusa la pinna codale, come uno ad uno e cinque se- sti. Il capo ne occupa la terza parte in lunghezza, stando la di- ‘stanza della estremità del muso al margine posteriore dell’ o- percolo , alla lunghezza totale del corpo come uno a tre. Gli occhi sono poco distanti fra loro, ed il superiore posto poco più dietro dell’ inferiore. Lo spazio anteoculare, calcolato per questo secondo occhio, sta alla lunghezza del capo come uno a tre e mezzo : la distanza fra i due occhi è ‘eguale alla metà dello spazio anteoculare. La linea laterale è un poco inarcata in origine, e quindi scorre diritta fino al peduncolo codale. Le apofisi inierspinose che sostengono i raggi delle pinne verticali, dorsale ed anale, sono nell’ individuo conservato nel- l’ alcool ( probabilmente ancora negl individui freschi ) molto sviluppate, e visibili a traverso de’ comuni tegumenti, sembran- do a primo aspetto far continuazione coi raggi delle pinne me- desime. La pinna dorsale comincia poco dietro la mascella su- periore, e si arresta poco innanzi la base della pinna coda- le; la sua maggiore altezza sta all’ altezza maggiore del corpo come uno a quattro e mezzo. La pinna anale è poco meno alta della dorsale. La codale è posteriormente ritondata; la sua lunghezza sta a quella del corpo come uno a quattro e mezzo. Le pettorali sono piccole, lunghe appena quanto la metà del capo; le ventrali più piccole delle pettorali. Il colore è uniformemente bianco-sudicio, tendente appena al gialliccio. Lunghezza del corpo, esclusa la pinna codale, millimetri cinquanta. Rn Monochirus hispidus. Il signor Canestrini non avendo osservato in natura questo Monochiro, ha mosso dubbio sulla validità della specie; e ciò sopratutto a causa della discrepanza che apparisce tra la de- scrizione datane dal Bonaparte e dal Professore O. G. Costa, in quanto alla pinna pettorale del lato sinistro o cieco: la qua- le pinna dal primo. de’ cennati scrittori dicesi mancare affatto, e dal secondo essere rudimentale. Quest’ ultimo però dice con- sistere « in una espansione cutanea membranosa assai corta, ma » larga, triangolare, terminata da tre filamenti visibili solo ad » un forte ingrandimento ». Dalle quali parole non pare ri- levarsi che I’ autore avesse voluto additare la esistenza di una pinna, fosse anche rudimentale, non avendo caratterizzati per raggi que’ filamenti cui accenna. Pertanto dallo esame di varii individui, altri trovati già nel Museo, indeterminati, altri ricevuti freschi, ben sviluppati, il maggiore misurando 96 millimetri di lunghezza, esclusa la pinna codale, risulta evidente che la pinna pettorale del lato sinistro manca totalmente; e che il Monochiro in parola è ottima specie, distinta per due essenziali caratteri, l uno consistente nell’ as- senza di detta pinna, l’ altro nella speciale forma delle squa- me. Queste, siccome le ha ben rappresentate il Costa O., hanno' forma allungata, ristretta nel mezzo, con la porzione basilare fortemente concava a guisa di un cucchiajo, e l’altra terminata da spine delicate e lunghe più che in qualunque altra specie. Dalle quali due condizioni risulta che la superficie del corpo, mentre vien resa fortemente ispida per le spine un poco ascen- denti, dall'altro, guardata accuratamente apparisce scavata di tante picciole fossette quante sono le squame , a causa della concavità della porzione hasilare di queste. AGI Plagusia picta, nod, Tav. I, fig. 2. P. clongata, latere sinistro seu oculifero saturate griseo- lutescente , irregulariter nigro signato, pinnis sordide luteis 5 radiis omnibus nigro motatis: latere dextero s. caeco albido-lu- ‘tescente immaculato : operculo postice profunde sinuato.—Lon- git. mill. 90. Habitat in Mediterraneo. Mus. Zoolog. Reg. Archig. Neapol. Corpo allungato , stando l’ altezza massima alla lunghez- za, esclusa la pinna, come uno a tre e mezzo. Il capo ne oc- cupa poco meno del quarto, stando la lunghezza dalla estre- mità del muso al margine posteriore dell’ opercolo come. uno a quattro e due terzi. Gli occhi sono tra loro contigui, e l'uno superiore all’altro sulla medesima linea. verticale. La loro distanza dalla estremità del muso, ossia lo spazio anteoculare sta alla lunghezza del capo come uno a quattro e mezzo. I raggi maggiori delle pinne verticali eguagliano in lunghezza un quinto dell'altezza del corpo. Le squame sono oblungo-rettangolari, col margine libero posteriore ritondato, guarnito di spine ben svi- luppate. Di esse squame si contano nella maggior altezza del corpo venticinque su ciascuna serie verticale, e trentaquattro a trentasei su ciascuna serie obbliqua; e centocinque serie nella lunghezza a cominciare dal contorno posteriore degli occhi. L’opercolo nel suo contorno posteriore offre un seno profondo angoloso. Il colore del lato sinistro è grigio-gialliccio inten- so, sparso qua e là di trattolini verticali irregolari ed ine- guali neri assai ben distinti, alcuni de’ quali piegati in zig- zag. Le pinne verticali sono parimente dal lato sinistro di color gialliccio sudicio, ornate in tutta la loro estensione egualmente di tratti neri, tanto su'raggi, che sulla membrana che li congiunge. Ann. I. 7 Ne possiede il Museo due individui identici in tutti i loro caratteri, e poco tra loro diversi in grandezza. L’ indi- viduo maggiore è lungo millimetri 90, non compresi i raggi rappresentanti la pinna codale. Osservazioni. Comunque affinissima sia questa Plagusia alla comune servita di tipo al genere, P. lactea, nulladimeno ne differisce per tali caratteri , che non solo la rendono di- stinta da quella, ma guardandola a primo aspetto, senza por mente a’ caratteri generici, la si potrebbe giudicare una Solca per l'abito e pel colorito. In fatti il suo lato sinistro lungi dall'essere bianchiccio come nella Zactca, olfre quasi le tinte della S. Zucca, con di più i trattolini neri ben distinti. An- che la faccia opposta o destra ha una tinta bianco-gialliccia, che non è nella /actea. In fine, stando ancora ai colori, altra differenza si osserva fra le due Plagusie nella coloritura dei raggi delle pinne verticali, e della membrana che li riunisce. A tutto questo vuolsi aggiungere il corpo proporzionalmente più allungato, e le squame più piccole. ArtIcoLo 2.° Di un piccolo Trachiptero. Le incertezze che tuttora regnano intorno alla validità delle specie di Trachipteri descritte da’ diversi Ittiologi , ed alle differenze che in questi delicatissimi pesci risultar pos- sono dall’ età, dal sesso e dallo stato di conservazione , ren- dono necessario il raccogliere ogni fatto, il quale contribuir po- tesse allo schiarimento «degli svariati problemi. Per tal ragione noi crediamo non inutile la illustrazione di un piccolissimo Tra- chiptero, che abbiamo avuto l’agio di studiare vivo, ed in uno stato di perfetta interezza, e che ci ha data opportunità di no- tare qualche fatto non ancora avvertito. Il quale Trachiptero, | comunque fossimo persuasi che sia un piccolo di specie che — 51 — raggiunge dimensioni maggiori, e che probabilmente progre- dendo nello sviluppo può subire modificazioni in quelle parti appunto, che nella prima età offrono caratteri distinti; nulladi- meno, nella impossibilità di prognosticare quali esser possano tali cangiamenti, si rende anche impossibile il definire la spe- cie di cui debbasi considerare il piccolo. Per la qual cosa, nel darne quì la descrizione, ci vediamo costretti ad additarlo, al- men provvisoriamente con nome speciale, che sarà di Trachypterus filicauda, mob. Pavbl:, fi.9. Corpo allungato , stando la sua massima altezza alla lun- ghezza, esclusa la pinna codale, come uno a quattro. Il profilo dorsale quasi diritto, abbassandosi solo leggermente verso la coda : il profilo ventrale è quasi parallelo al dorsale nella parte che precede le pinne ventrali, ove forma un seno, dietro del quale va gradatamente restringendosi verso la coda, nella quale rimane però distante dalla linea laterale quanto il dorsale. Il profilo anteriore del capo è quasi verticale, formando angolo poco men che retto col profilo del dorso. La bocca è assai pic- cola, e corrisponde al quarto inferiore dell’altezza del capo. La estremità codale, guardata con lente, vedesi distintamente biloba. Gli occhi, proporzionalmente grandi, sono vicini più al profilo anteriore del capo che al dorsale. Il contorno posteriore del- l’opercolo dista dal profilo anteriore del capo per quanto è la massima altezza di questo. La pinna dorsale comincia dall’ e- stremo anteriore del profilo dorsale, e si termina un poco in- nanzi il peduncolo codale. I suoi primi sei raggi, che stanno sulla nuca, sono molto allungati, e costituiscono una. cresta : il primo è lungo circa una volta e mezzo il corpo; i tre seguenti si prolungano in filamenti lunghi tre volte il corpo, senza al- cuna espansione; il quinto è più corto del primo, ed il sesto più corto del quinto. Detti raggi sono tra loro congiunti da membrana, meno i filamenti de’ tre raggi più lunghi, che ri- 2a Manto mangono liberi. Il rimanente della pinna, di cui il primo rag- gio è congiunto da membrana al sesto de’ cervicali, bassa dap- prima, dopo quattro o cinque raggi si eleva, divenendo alta poco meno dell'altezza maggiore del corpo : e giunta a’ quattro quinti si arresta ritondata. Nello spazio compreso tra il termine. della pinna dorsale e la base della pinna codale corre un an- gusto orlo membranoso privo d’ogni vestigio di raggi. Le pinne ventrali sorgono al terzo anteriore della lunghezza del corpo,,. e si compongono di sei raggi, dequali i tre anteriori prolun- gansi in filamenti simili ed egualmente lunghi de’ tre medii cer- vicali; gli altri tre sono corti e decrescenti. Le pinne petto- rali sono piccole, composte di quattro o cinque raggi : la loro distanza dall’ estremità della bocca sta alla lunghezza del cor- po, esclusa la pinna codale, come uno a quattro e mezzo : la lunghezza eguaglia appena la metà della distanza sopra men- zionata. La pinna codale si compone di due porzioni distinte: luna, inserita al lobo superiore del peduncolo codale, si com- pone di sette raggi, de’quali il medio più lungo ed un poco men lungo del quarto della lunghezza del corpo ; gli altri grada- tamente decrescenti ; tutti riuniti da membrana sin poco innan- zi l’estremità. L’ altra porzione, inserita al lobo inferiore, si compone di cinque raggi, de’ quali i primi tre assai più pic- coli di quelli della porzione superiore e graduali; il quarto prolungato in un filamento lungo tre volte il corpo; il quinto lungo un poco più del medio di quelli della porzione supe- riore. Nello spazio compreso tra le pinne ventrali e la origine della pinna codale corre un orlo membranoso senza alcun ve- stigio di raggi, simile a quello che sta dietro la dorsale. Il colore del corpo è argentino uniforme e splendentissi- mo; il capo e porzione del dorso sono sparsi di punti neri ben marcati. Le pinne sono leggermente cerulee, con alcune mac- chie rossicce su la porzione cervicale della dorsale, sulle ven- trali e sulla codale. I tre filamenti sì della porzione cervicale della pinna dorsale , che delle ventrali sono rossicci : quello della pinna codale è ceruleo anellato di nero. [odi i.e Lunghezza totale del corpo, esclusa la pinna codale, mil- limetri ventisette. Osservazioni. La specie, tra le note nello stato adulto, con la quale offre maggiori rapporti il piccolo Trachiptero descrit- to, è il T. repandus, descritto primameute dal Metaxà, e po- scia illustrato ed efligiato sopra individuo interissimo dal Prof. O. Costa nella Fauna Napolitana (1). Da quello pertanto dif- ferisce pe’ filamenti della pinna dorsale e delle ventrali sem- plici, senza alcuna espansione membranosa, e più ancora per la struttura della pinna codale; senza tenere conto del profilo ventrale non così sinuoso. Volendo quindi supporre che fosse un piccolo di quella specie, si dovrebbe ammettere che 1’ e- spansioni de’ filamenti delle pinne si andassero con l'età svi- luppando ; lo chè certo non sarebbe difficile. Ma la struttura della pinna codale, lungi dallo annunziare quella del T. repan- dus, che si compone di raggi tutti eguali e simmetrici, sem- bra piuttosto annunziare, anzi dar ragione di quelle pinne codali anomale ascendenti che sì facilmente si trovano in altri Tra- chipteri adulti. In fatti, ben considerando quella struttura, scor- gesi agevolmente come fin dalla prima età la pinna codale si divide in due metà distinte, di cui quella inserita al lobo su- periore del peduncolo codale segue uno sviluppo normale, mentre per opposto l’altra inferiore cresce innormalmente, ed è in parte atrofizzata. Si può quindi facilmente supporre, che con l’età questa cada, e quella superiore continui a crescere di- venendo obbliqua, perchè non tenuta più in sito da’ raggi del lobo inferiore. Per modo che se nel Tr. repandus adulto la pinna codale fosse anormale, noi non incontreremmo alcuna diffi- coltà a ritenere il Trachiptero ora descritto come piccolo di quella specie. Ma invece tutti gl’ individui adulti del repandus finora osservati presentano la pinna codale eguale e normale. Poste le quali cose, non potendo 4 priori giudicare quali cangiamenti (1) Genere Zrackypterus, p. 11, tav. IX ter. —_ 54 — il progresso dello sviluppo arrechino a siffate appendici, nè conoscerdo alcun Trachiptero che nello stato adulto sia for- nito di un lungo filamento codale, abbiam dovuto contrasse- gnare il piccolo Trachiptero descritto con nome specifico proprio. Lo studio poi di questo piccolo Trachiptero ci ha ri- chiamati ad un esame del dubbio messo innanzi da taluni It- tiologi sul Krohnius filamentosus di Cocco (1), che vuolsi sia il piccolo del cennato T. repandus. Un tal sospetto poteva reg- gere allorquando non conoscevasi la organizzazione di tali sin- golari pesci nella prima età. Ma ora non pare sia più am- missibile. In fatti, la mancanza di pinna anale caratteristica de Trachipteri si anvunzia sin dai primi periodi della vita, ne quali quella è sostituita da un lembo membranoso caduco. Intanto il Cocco descrive e figura nel suo Krolnius una pinna anale più sviluppata della dorsale-(se si ecceitui la porzion cer - vicale ). Innoltre nel Krohnius il corpo si assottiglia poste- riormente in punta acuta, nella quale vanno a confondersi le due pinne dorsale ed anale, senza esservi codale distinta. Tutti questi caratteri son di tale importanza , da non potersi attri- buire alla tenera età. Per la qual cosa noi crediamo che ove la descrizione e la figura del Krofnius filamentosus del Cocco siano, come abbiam ragione di credere, esatte, esso non può considerarsi come piccolo del T. repandus. ArtIcoLo 3.° Di un novello genere di Pesci Esoccetidei. Benchè di assai piccola mole si fosse il pesciolino di cui andiamo a parlare, nulladimeno la consistenza de’ suoi tessuti, la precisione di ogni sua parte e l’abito che da siffatti ele- menti risulta, ci danno ragione a credere ch’ esso non sia pic> (1) Intorno ad alcuni Pesci del mare di Messina, sn colo di specie che raggiunge grandi dimensioni, bensì animale di compiuta o quasi compiuta crescenza. Tutti i suoi essenziali caratteri conducono a vedere in esso rapporti intimi con gli Esocetidei, nella cui famiglia cre- diamo debba prender posto. E poichè non è a nostra notizia che alcun pesce sia descritto cui questo possa assomigliarsi, ne diamo la descrizione e la immagine , perchè gl’ Ittiologi po- tessero averne chiara conoscenza. Genere Grammiconotus (1), nob. Corpus e/ongatum , valde compressum, dorso angusto, li* neari , planato. Caput acutiusculum; ore parvo, mawilla infe- riore supcriorem paullo superante. Pinnae dorsalis et analis si- miles atque opposilae , in corporis parte postica sitae , radiis anticis a membrana conjunctis, simplicibusj posticis diseretis , ramosis , pinnulas formantibus. Pinnae ventrales minutae , in medio abdominis insertae. Cutis pigmento argenteo vestita; squa- mis haud conspicuis. Ne premessi caratteri generici nessun cenno trovasi del- l armatura dentaria , per la ragione, che della sua esistenza o mancanza non abbiam potuto assicurarci. Ci è sembrato in vero vedere nella inferiore mascella alcuni denti minuti e conici. Es- sendo però l’individuo unico, non abbiam voluto sconciarlo per forzare le mascelle e divaricarle onde meglio assicurarci di un tal fatto. Grammiconotus bicolor, nod. Tav. I, fig. 4. G. saturate argentcus, dorso et laterum margine supero angusto et determinato nigro-cacruleis; pinnis dorsali et anali (1) Dalle greche voci 2pammizos lineare, e vos dorso. milo radiis simplicibus octo , totidemque ramosis discretis pinnulas formantibus ; pinna caudali apice emarginata. Long. corp. millim. 40; alt. mill. 5; latit. dorsi. mill. 4 172. Habitat in Mediterraneo. Mus. Zoolog. Reg. Archig. Neapol. Corpo allungato, molto compresso, stando la larghezza al- l'altezza maggiore come uno a sei, e Il’ altezza maggiore alla lunghezza, esclusa la pinna codale, come uno a otto. Il dorso, angusto come lo abbiamo indicato è quasi pia- no , in guisa da formar angolo pressocchè retto co’ due piani laterali del corpo. Guardando l’animale di lato, il profilo dorsale si presen- ta quasi diritto, inclinato leggermente verso il muso, e grada- tamente ancora verso l’ estremità codale; il profilo ventrale cor- re quasi parallelo al dorsale, ascendendo solo verso la bocca, e convergendo col dorsale dalla origine della pinva anale fino alla coda. Il capo occupa poco meno d'un quarto della lunghezza totale. La bocca è piccola : il muso guardato da sopra è ri- tondato , veduto di lato è alquanto aguzzo , la mascella infe- riore superando un poco la superiore. Gli occhi sono propor- zionalmente grandi , il loro diametro orbitale essendo eguale alla metà dell’ altezza maggiore del capo. La loro distanza dall’ estremità del muso, ossia lo spazio anteoculare, sta alla lunghezza del capo come uuo a tre e un quarto; l orbita superiore è quasi contigua al profilo dorsale del capo. L’opercolo è quasi rettangolare. La linea laterale vedesi appena abbozzata : essa scorre di- ritta pel mezzo del corpo. Le pinne verticali ; dorsale ed anale, sono perfettamente simili uguali ed opposte: sorgono al terzo posteriore della lun- ghezza del corpo e si terminano presso l’ estremità della coda. — 57 — Si compongono di sedici raggi, de’ quali i primi otto, semplici e congiunti da membrana, formano propriamente la pinna; gli altri otto isolati, ramificati e successivamente più discosti l’uno dall’ altro, costituiscono altrettante pinnette o false pinne. La lunghezza de’ raggi uguale all'altezza rispettiva del corpo, ad eccezione del primo semplice, che è lungo metà del seguente, ed è un poco arcuato. Le pinne ventrali sono piccolissime, inserite precisamente sulla metà della lunghezza del corpo. Le pinne pettorali, inserite immediatamente dietro il con- torno dell’ opercolo, ed al quarto superiore dell’ altezza, sono piccole, composte di sette raggi, luvghi tanto da raggiungere con la loro estremità il profilo ventrale. La pinna codale è lunga un settimo della lunghezza del corpo, posteriormente un poco smarginata, rimanendo divisa in due lobi ritondati all’ estremità, de’ quali il superiore un poco più lungo. Consta di quattordici raggi, oltre i piccoli superio- ri ed inferiori basilari. Il colore del corpo è argentino ; il dorso ed il margine superiore di color cilestre oscuro: colore che ne’ lati si termi. na bruscamente, facendo un bel contrasto con l’ argentino che succede. Le pinne tutte sono incolori. ArticoLo 4.° Ragguaglio di una peregrinazione zoologica. Con rapporto del 7 giugno 1860 noi proponevamo a chi di dritto, che in cadaun anno, compiuto il corso scolastico, si fosse eseguita dal Professore di Zoologia insieme ai giovani stati più assidui alle lezioni, e mostratisi più trasportati per le naturali scienze, una peregrinazione zoologica, con lo scopo di praticamente ammaestrare î giovani nel campo stesso della natura alla ricerca degli animali di ogni classe, allo studio dei Ann, 1, 8 o ia medesimi, non che alla maniera di conservarli. Al quale pri- mario scopo seguiva ancora un vantaggio pel Museo, nel qua- le sarebbero stati depositati gli oggetti tutti raccolti, che lo avessero meritato. Una tal proposta veniva favorevolmente ac- colta, e quindi approvata da coloro che reggevano allora in Na- poli la Pubblica Istruzione. Le condizioni pertanto di assai po- ca sicurezza personale, nella quale si trovavano in quell’epoca le nostre provincie , non escluse le adiacenze stesse della ca- pitale, c' impedirono di effettuare la peregrinazione nel tempo prestabilito, e di perlustrare i luoghi che avevamo ideati. Nul- ladimeno essa ebbe luogo nella prima metà del mese di set- tembre; e come luoghi meno insicuri si prescelsero le adiacen- ze di Pozzuoli, dividendo le ricerche tra il mare e la terra. Nel primo si ebbe agio di fare osservazioni sopra varî Mol- luschi, Crostacei e Cirropedi che abbondano sulle nostre spiagge, non che intorno le Gorgonie che crescono sopratutto in copia sulle pareti della grotta scavata nel tufo sul quale siede il Laz- zaretto di Nisita. Della seconda poi furono percorsi e ricercati il Cratere della Solfatara, il Monte Nuovo, le adiacenze de’ La- ghi Lucrino, Averno, Fusaro, Maremorto: ne’ quali luoghi tutti si esercitarono i giovani in ricerche entomologiche. E comunque la stagione non fosse stata la più propizia per investigazioni di tal natura, considerate dal lato dell’interesse scientifico, pure in mezzo alla scarsa raccolta, sempre sufficiente per lo scopo pri- mario cui si mirava, non mancarono alcuni oggetti i quali in- teressano la scienza, ovvero con ispecialità la geografia ento- mologica di queste provincie meridionali. Ed in prima vogliam parlare del Cratere della Solfatara. Le specie di Entomati che in questo rinvengonsi non sono or- dinariamente molto numerose ; per compenso però, nella scar- sezza del numero, il più delle volte vi trovi specie che fuori di quel recinto non è facile rinvenire. Ed egli è soprattutto nella Sezione delle Cicadarie, che si offrono tra quelle spon- tanee praterie specie più o meno interessanti. E nella circo- = 0 stanza di cui è parola non è stato smentito il concetto che ne ave- vamo. In effetti ci ha dato una specie, la quale non solo giun- geva a noi nuova, sicchè per questo solo fatto costituiva già un acquisto importante per la Fauna Napoletana; ma racchiu- deva ancora in sè una importanza per la singolare sua orga- nizzazione. In quanto poi all’ essere o no conosciuta nella scien- za, non osiamo con assolutismo pronunziarlo. Solo possiam di- re che nelle opere che sono a nostra disposizione essa non tro- vasi descritta. Per la qual cosa noi ne daremo la descrizione e la effigie chiamandola Trypetimorpha fenestrata , per atten- derne il giudizio degli Entomologi. Oltre la specie menzionata, un’ altra ancora non meno sin- golare, benchè non nuova, ci si presentava, la quale, discoperta già nel medesimo luogo fin da molti anni dal Prof. 0. G. Co- sta, veniva da questi con brevi note indicata nell’Annuario Zoo- logico del 1834 col nome di Fu/gora elegans. In fatti avendo essa una certa affinità con la Fu/gora curopaca, stando alle classificazioni vigenti in quell’ epoca, non poteva meglio che el genere Fu/gora riferirsi. Esaminata però un poco più attenta- mente , e messa la sua organizzazione in rapporto con quella degli altri Fulgoridei, ci è stato facile riconoscere non potersi essa ascrivere al genere Diecyophora Germ.(Pseudophana Burm.) cui la F. curopaca si appartiene, e dovere indubitatamente co- stituire un genere distinto. Per tanto |’ esame di questa specie ci ha chiamati ad uno studio de’ diversi Fulgoridei della Fau- na Napoletana. Per la qual cosa, nello stabilire i caratteri del nuovo genere, che istituiamo per la £. elegans, col nome di Ne- phropsia , passeremo ancora in rassegna quelli degli altri ge- neri affini di Fulgoridei, onde metterli meglio in correlazione, non ostante che non tutte le specie che agli altri generi si ri- feriscono formino parte dell’attuale raccolta, e quindi della Col- lezione del Museo Zoologico. Dopo il Cratere della Solfatara vogliono esser ricordate le adiacenze del lago detto di Maremorto, ora convertito in Sa- = es lina. Esse sono state da noi in altra epoca per più anni conse- cutivi le mille volte ricercate. Soprattutto le nostre indagini si erano aggirate alle radici delle piante che vegetano presso il muro dal quale per una parte del suo circuito vien cinto, ove fra le molte specie non ovvie, discoprimmo il Fodops curvi- dens da noi descritto fin dal 1838, e che nou altrove sì è po- steriormente rinvenuto. L’ importanza quindi del luogo , e la premura di raccogliere altri individui di quell’ Emittero, onde soddisfare i desiderì di parecchi Entomologi da’ quali ci ven- ne richiesto, ci chiamava a fermarci qualche tempo a ricerca- re su quel medesimo sito. Ma mentre neppure un solo Podops apparve, con maggior sorpresa vi rinvennimo il nostro Py- golampis femoratus , specie la quale, frequente nelle adiacen- ze di Palermo, nella parte continentale era stata da noi tro- vata soltanto nella Valle di Bruzzano nella estrema Calabria. Di essa eranvi individui adulti, ed altri ancor larve, siccome varie larve pur vi esistevavo dell’Oncocephalus squalidus, Re- duviideo non meno raro tra noi, e che neppur avevamo innan- zi in quel sito rinvenuto. Infine l'abbondanza della Scolia unifasciata presso il Litto- rale di Baja ci porse occasione non solo di rettificare quel che nella Fauna avevam detto dell’ hadita: di quella Scolia, ma di ri- conoscere ancora come presso Napoli predomini la varietà con la piccola fascia gialla sul quarto anello addominale dorsale ; mentre dalla Sicilia e dalla Terra d’ Otranto abbiamo in pre- ferenza gl’ individui tipici con l unica fascia gialla sul terzo anello. ArtIcoLo 5.° Di un nuovo genere di Emitteri Omotteri. Genere Trypetimorpha , n08. Vertex planus, horizontalis, marginatus, latitudine paul- lo brevior, antice obtuse angulatus. Frons verticalis, tricarina- RESO ta, latitudine altior. Antennae breviusculae, articulo tertio mi- nutissimo , obconico, secundi dorso verticaliter insidente ; seta longa oblique ascendente. Pronotum latitudine postica paullo brevius, antrorsum angustatum , antice subtruncatum , postice obtusangulo-emarginatum. Mesonotum transversum, postice late rotundatum. Scutellum minutum, patulum, semicirculare. Ely- tra elongata, abdominis apicem attingentia, vel superantia, sub- pellucida, venis tribus discoidalibus longitudinalibus venulisque transversis inlerpositis; margine omni venulis transversis ornato. Tibiae posticae margine postico bispinosae. Vertice piano, orizzontale , di un quarto più largo che lungo, in avanti e ne’ lati cinto da delicata carena ; il margi- ne anteriore avanzato nel mezzo formando un angolo ottuso, i margini laterali quasi paralleli , il posteriore assai leggermen- te arcuato. Fronte verticale, formando angolo retto col piano del ver- tice, più alta che larga, con tre carene parallele, di cui le due esterne marginali: le aje comprese tra le carene esterne e la media alquanto incavate per tutta la lunghezza. Occhi globosi, sporgenti, posti un poco dietro il margi- ne anteriore ‘del capo, in dietro di poco superanti il margine posteriore dello stesso. Antenne inserite immediatamente dietro la porzione infi- ma degli occhi, mediocremente lunghe; il primo articolo assai corto, il secondo più lungo, ristretto dalla parte superiore nel- la seconda metà : il terzo minutissimo , in forma di cono in- verso, ìmpiantato verticalmente sulla porzione ristretta del pre- ‘cedente, e portante una lunga setola obbliquamente ascendente. Clipeo cordato-triangolare, mediocremente convesso. Protorace nel dorso poco men lungo che alla base largo, ristretto da dietro in avanti; il margine anteriore troncato-ri- tondato; i lati carenati, divergenti verso dietro; la base smar- ginata ad angolo ottusissimo, a margini un poco sinuosi. I lobi inflessi raggiungenti quasi la base ‘delle ànche de’ piedi anteriori, inferiormente ritondati. — 62 — Il dorso del mesotorace trasversale, largamente ritonda- to in dietro, con tre carene longitudinali, le quali fanno più o meno esattamente continuazione con quelle del protorace. Scutello piccolissimo ma ben apparente, semicircolare. Tegole alari quasi rettangolari, un poco più larghe che lunghe , a margine posteriore sinuoso. Elitre allungate, raggiungenti od anche superanti l’ estre- mità dell’ addome; più o meno anguste, a lati quasi paralleli, posteriormente ritondate , coriaceo-trasparenti , con un nervo obbliquo che dall'angolo omerale va diritto alla sutura che raggiunge al terzo della lunghezza , limitando nettamente il clavo; questo con un piccolo nervo parallelo alla sutura ; il resto dell’ elitra (il cori0) con tre nervi longitudinali ben ri- levati, quasi paralleli, congiunti tra loro da nervi trasversali; tutto il margine inoltre fornito di altri nervi trasversali formanti altrettante areole, delle quali altre quadrate, altre trasverso-ret- tangolari, altre romboidali. Ali ben sviluppate in taluni, mancanti in altri. Addome robusto, convesso nel dorso parimente che nel ventre. Osservazioni. Considerando la struttura del capo, del pro- torace, non che quella de’ piedi, è indubitato che i maggiori rapporti di questi Omotteri sono con i Cixii. Per l’opposto però la disposizione delle vene delle ali non solo l’ allontana da tutti i Cixiidei, ma se si volesse tener presente il sistema di classificazione stabilito da’ signori Amyot e Serville , essi do- vrebbero riferirsi agli Infericorni Strigimargini, fra quali cer- tamente non trovano analoghi per la generale organizzazione. La quale dovendo a nostro avviso esser sempre tenuta in maggior conto nella determinazione del posto, che un essere qualunque occupar deve nella serie naturale, ci determina a riporre le Tripetimorfe nella famiglia de’ Cixiidei. Avvertiremo pertanto che oltre alla disposizione delle vene alari, il genere da noi stabilito differisce dagli altri affini per la forma del mesono- GR to, e pel piccolo scutello che rimane a scoperto anche quando le elitre sono tra loro ben ravvicinate. La specie che forma il tipo del genere è stata raccolta nella peregrinazione di cui è stato discorso, e perciò conser- vasi nel Museo. Ne abbiamo però , anche delle adiacenze di Napoli, una seconda specie, che conservasi nella nostra privata Collezione Entomologica delle Provincie Napoletane , e della quale diamo anche quì la descrizione, onde render completa la storia di questo novello gruppo generico. 1. Trypetimorpha fenestrata, nod. Tav. II, fig. 1-10. T. luteo-cinerea, fronte et pronoti lateribus fusco notalis; elytris angustis, parallelis, brevissime et parce hirte pilosis, venis discoidalibus valde elongatis; nigris nitidis, venis omnibus pallidis, margine toto pallido, seriatim nigro-maculato; alis nul- lis; pedibus nigro maculatis.—Long. mill. 4. Habitat in Phlegracorum Cratere. Mus. Zoolog. Reg. Archig. Neap. Corpo di color cenerino tendente al gialliccio sporco. Il capo guarnito di peli delicati ma rigidi, poco stivati ; due punti foschi sul margine posteriore del vertice ; fronte con quattro macchioline poco limitate di un colore più oscu- ro del fondo, due al livello degli occhi, due altre presso il margine inferiore. Dorso del protorace con tre delicate carene longitudinali, una media, due marginali divergenti verso dietro, i lati inflessi con macchioline fosche. Il dorso del mesotorace con una carena media che fa continuazione con quella del pro- torace, e due altre laterali obblique meno rilevate che corrispon- dono poco più dentro delle laterali del protorace. Elitre an- guste, a lati quasi paralleli, ritondate all’ estremità, coriacee, trasparenti, con le tre vene longitudinali prolungate pe’ sei set- CRI Dagati timi dell’ elitra: ornate di peli rigidi brevissimi in tutta la su- perficie; nel disco nere, lucide, come verniciate, con alcune delle vene e tre piccole macchie bianche rotondate; di queste, due posteriori allo stesso livello, ed una verso il mezzo della lun- ghezza; il margine tutto intero pallido con una serie di mac- chie fosche entro ciascuna areola; quelle dell’ estremità al nu- mero di tre o quattro più grandi e nere. Piedi finamente pe- lacciuti, sparsi di macchioline nere; le ànche posteriori con una piccola punta triangolare spiniforme quasi membranosa nella loro parte posteriore: tibie dello stesso paio con due spine margi- nali posteriori, l'una più piccola verso la metà della lunghez- za, l’altra più robusta tra questa e l’ estremità della tibia. Nel maschio le elitre superano l'estremità dell'addome, e sono più dominate dal nero, quindi le tre macchioline bianche restano meglio limitate. Nella femina le elitre non superano I’ estremità dell’ addome, il nero è meno intenso, le vene di- scoidali sì longitudinali che trasversali in gran parte pallide, Le ali mancano completamente in ambedue i sessi. Raccolta nelle praterie spontanee del Cratere della Sol- fatara, nel mese di settembre: rara. Trypetimorpha psyllipennis, nod. Tay. II, fig. 11 (elitra). T. alata, elytris abdomen superantibus, oblongo-ovatis, venis discoidalibus dimidium paullo excedentibus : luteo cinerea, fronte pronotoque fusco notatis ; elytris vitreis, disco fuscescentibus , venis pallidis, marginalibus flavescentibus macula minuta nigra terminatis. — Longit. millim. 5. Simile perfettamente alla specie precedente per quanto spetta alla organizzazione generale, e particolarmente del capo e del torace, ron che pel colorito del corpo, e le macchie della fronte, del torace e de’ piedi. La essenziale differenza risiede nella struttura dell’elitre, e nella presenza delle ali. Le elitre sono in ambedue i sessi più lunghe dell'addome, proporzionalmente più larghe, non a lati paralleli, ma un poco allargate dal lato interno o suturale , rappresentando piuttosto un ovale; e sono innoltre più trasparenti. Le tre vene discoi- dali oltrepassano di poco la metà della lunghezza dell’elitra , e sono tra loro congiunte da cellole trasversali molto varia- bili in numero, talvolta due o tre solamente, in altri individui cinque o sei. Le vene marginali sono oblique, sei a sette nel margine esterno, due o tre nell’interno dopo il clavo, e quat- tro altre assai lunghe partono dalle venette di congiunzione delle discoidali, e si portano raggianti al margine posteriore, altre semplici, una o due biforcute : la superficie è perfetta- mente liscia e nuda; sono trasparenti, quasi vitree, nel disco soltanto più o meno fosche; le vene discoidali pallide, le mar- giuali giallicce, finamente orlate di fosco e terminate ciascuna di una macchiolina nera, quasi alla maniera di alcune Psille. Le ali sono più corte dell’elitre e perfettamente incolori. Trovasi nelle adiacenze di Napoli, poco frequente. Con- servasi nella nostra Collezione Entomologica delle Provincie Na- poletane. AnticoLo 6.° Osservazioni su talune specie d’insetti stranieri all'Europa. Noi non disconosciamo le grandi difficoltà che s'incontra- no nel pronunziare un giudizio di novità su specie d’ insetti stranieri all’europa, stante la impossibilità di tutto conoscere quanto si è pubblicato e giornalmente si pubblica in tutto il mondo scientifico : diflicoltà le quali non mancano per molte specie indigene, ma sono certamente molto maggiori per quelle straniere. Per la qual cosa, se diamo la descrizione di alcune specie, diagnosticavdole come non ancora per altri descritte, non lo è certamente senza qualche esitanza sulla loro positiva novi- tà, avendole solo tali giudicate in seguito al riscontro di quelle Ann. 1, 9 — 6060 — opere, non molto remote, le quali hanno con più specialità trattato delle famiglie cui esse si riferiscono. Parimente ci son sembrate non inutili talune illustrazioni a specie già descritte. Sphex sumptuosa, mob. (n. p.?) S. capite thoraceque nigris, aureo pilosis, facie, clypeo, pronoti margine supero, mesonoli linea media vittaque utrinque supra alas, macula irregulari sub alis, postscutello , metanoti vitta utrinque laterali obliqua maculisque duabus posticis ori- chaleco sericantibus ; abdomine testacco-ferrugineo, petiolo ni- gro; pedibus testaceo-ferrugineis, cowis nigris orichalceo serican- tibus; alis hyalinis fere aureo nitentibus, apice dilute fumatis, venis corpoque obscure testaccis, tegulis ferrugincis.— Longit. corp. millim. 18; exp. alar. mill. 35. Habitat in Brasilia. Mus. Zool. Reg. Archig. Neap. È questa specie affinissima alla SpA. ornata, Lep. (1) dalla quale differisce per le ali incolori, trasparenti, splendenti leg- germente di oro, non rosse nella prima metà ; pel picciuolo dell'addome nero. Le antenne sono interamente nere ; il dorso del metanoto finamente coriaceo ; le seconda cellola cubitale delle ali anteriori come nella cennata specie. Maschio. Sphex chlorargyrica, nod. (n. p.?) S. nigra, capite thoraceque aureo pilosis; facie clypeoque orichalceo tomentosis $ pronoti margine supero, mesonoti vitta utrinque sapra alas, macula irregulari sub alis, postscutello, meta- noti vitta utrinque laterali obliqua, maculisque duabus posticis chloreo-argenteo-sericantibus; abdominis segmentis primo secundo (1) Nouv. Suit. à Buff. Hymen. è i ele eati ‘cdi Pi vty:-- Lost fine et tertio margine postico lateribus expanso, celeris margine tenui ventrisque medio obscure rufo-ferrugineis; pedibus rufo-ferrugi- neis, corîs et trochanteribus nigris, illis orichalceo micantibus, femoribus basi postica nigris; alis cinerascenti-hyalinis, apice fumatis, venis carpoque nigricantibus, tegulis obscure testaceis, medio nigris. — Long. corp. millim. 18; exp. alar. mill. 32. Habitat in Brasilia. Mus. Zoolog. Reg. Archig. Neapol. Per la figura della seconda cellola cnbitale delle ali ante- riori, e pel punto in cui questa riceve la seconda venetta tra- sverso-discoidale appartiene questa specie alla sezione medesi- ma della precedente. Le antenne sono interamente nere ; il dorso del metatorace è finissimamente coriaceo. Maschio. Pepsis floralis, Zep. Lepeletier nella sua storia degl’ Imenotteri (1) descrisse chiaramente questa specie sopra individui femine soltanto (2). Nel Museo abbiamo ambedue i sessi, sui quali ci pare poter rilevare alcune note caratteristiche illustrative. Il maschio à le antenne nere col solo ultimo articolo ful- vo-rossiccio ; il mezzo del metanoto , che come dice il Lepe- letier si eleva a schiena d’ asino, è più alto, e le strie trasver- sali sono profonde in modo da generare linee elevate assai mar- cate sopratutto nella parte media e su’ margini laterali, mentre ne’ due avvallamenti che fiancheggiano la parte rilevata si can- cellano sensibilmente : l'addome è oblungo, quasi ellittico. La femina ha gli ultimi cinque articoli delle antenne fulvo-rossic- ci, l addome accorciato ovato-conico. In ambedue i sessi il capo ed il torace sono nero-blù, l’ addome nero cangiante in (1) Nouvelles Suites à Buffon. (2) Loc. cit. HI. p. 490, n. 36. color smeraldo oscuro, rimanendo il margine posteriore di cia- scun anello di color nero intenso. Halictus viridis, Zep. Descrive il Lepeletier col nome di Zalictus-diversipen- nis una specie sopra individui femine (1), e con la sua descri- zione conviene esattamente un individuo parimente femina che si conserva nel Museo Zoologico , se ne eccettui la statura maggiore misurando linee 4 14 in lunghezza (non linee 3 1]2), e l'addome a riflesso cangiante leggermente in blù. Ne abbia- mo parimente parecchi individui maschi, identici perfettamente alla femina, eccettuate quelle differenze proprie del sesso, vuol dire il corpo più snello; più le antenne dal lato inferiore testacee dal terzo al settimo articolo. Lo stesso autore poco più oltre descrive l' /alictus vi- ridis sopra individui maschii, e mentre che si parò alla di lui mente poter nascere il dubbio che questo fosse il maschio del- l’ Hal. diversipennis, egli cercò eliminare tal dubbio pel rifles- so del diverso punto nel quale la prima venetta trasverso-di- scoidale viene ricevuta dalla seconda cellola cubitale: poichè mentre nella diversipennis quella è piazzata in modo da far continuazione con la venetta che divide la seconda dalla ter- za cellola cubitale, nel viridis poi occupa il pesto ordinario che ha negli altri Malictus. Ora osservando i quattro diversi individui che conser- vansi nel Museo, abbiam potuto verificare che la posizione di quella venetta è soggetta a variare. In fatti, in nno sta esat- tamente come nella diversipennis femina, vuol dire fa conti- nuazione con la seconda venetta trasverso-cubitale ; in altri due è ricevuta dalla seconda cellola cubitale innanzi la metà della sua base; in un altro è ricevuta, più abnormalmente, dal ‘ (4) Loc. cit. II, p. 262, n. 23. a principio della terza cellola cubitale. Or se il Lepeletier eli- minava il sospetto che l'Ha/. viridis fosse il maschio del diver- sipennis, noi in seguito delle riferite osservazioni siamo indot- ti a credere, che lungi dall’ eliminarsi il detto dubbio, debba per opposto ritenersi definitivamente come una medesima spe- cie, per la quale crediamo doversi conservare il nome speci- fico viridis, come più acconcio. Enodia pubidorsum, ned. (n. sp.? ) E. nigra, aurco pilosa, facie, clypeo, pronoti margine supero, macula sub alis, alteraque în metathoracis lateribus cinerco-argenteo sericcis: abdomine obscure rufo-ferrugineo, seg- menti primi petiolo maculaque oblonga dorsali nigris; segmen- to secundo macula magna ovato-transversa nigra, pube tenui ho- losericea vestita; segmentis sequentibus dorsalibus mnigris mar- gine postico piceo decoloriz alis cinereo-hyalinis, apice fumatis, carpo venisque nigro-piceis; tegulis nigris : tibiis posticis calus fulvo tomentosis.— Longit. corp. millim. 15 exp. alar. mill. 21. Habitat in Basilia. Mus. Zool. Reg. Archig. Neapol. Capo nero, finissimamente punteggiato; faccia e clipco a splendore cenerino-argentino, e rivestiti inoltre, al pari delle gote, di lunga peluria dorata. Torace nero a superficie fina- mente coriacea : il margine superiore del protorace, una mac- chia sotto ciascuna ala anteriore, ed un’altra nelle pleure po- steriori a splendore cenerino-argentino, e con peluria simile a quella del capo: il dorso del metatorace nel mezzo quasi nu- do, ne’ lati con peluria poco stivata ma lunga cenerino-dora- ta. Addome piccolo, ovato-conico; il picciuòlo delicato, nero; il primo anello dorsale nero nel mezzo, rosso-ferruginoso oscu- ro ne lati, il secondo di questo colore con una grande mac- chia ovata-trasversale nera, rivestita di delicato e breve tomen- — 70 — to color di olio a splendore serico; i rimanenti anelli dorsa- li neri col margine posteriore scolorato piceo-rossiccio. Anel- li ventrali rosso-ferruginosi. Piedi neri: ànche con splendore serico cenerino-argentino; tibie posteriori nella faccia posterio- re-esterna rivestite di tomento fulvo-rossiccio : i tre denti del- le unguiette de’ tarsi ben sviluppati e quasi eguali. Ali cene- rine, trasparenti, con l’ estremità affumicata; le vene ed il car- po piceo-oscuri : le tegole nere. La seconda cellola cubitale delle ali anteriori molto men larga che alta, riceve la prima venetta trasverso-discoidale tra il mezzo e l’ angolo interno : la terza assai ristretta verso la radiale, riceve la seconda ve- netta trasverso-discoidale presso l’ angolo interno. Maschio. Membracis rectangula, nod. (n. sp.?) M. nigra, pronoto valde elevato , fascia antica marginali strigisque duabus posticis inferius ad angulum rectum coniun- ctis, albidis. — Long. mill. 11, Habitat in Brasilia. Mus. Zool. Reg. Archig. Neap. Affinissima è questa Membracide alla M. € - album, dal- la quale differisce per la fascia bianca anteriore del pronoto, che occupa il margine stesso del pronoto, mentre in quella ne rimane distinta benchè vicina; e per le due strisce posteriori che in quella formano quasi un arco di cerchio rivolto in giù, ed in questa che descriviamo sono diritte e congiunte inferior- mente in guisa da formare un angolo quasi retto. Membracis tectigera, var. Differisce dal tipo pel pronoto un poco più prolungato in avanti, e pel suo profilo dorsale posteriormente meno sinuoso. In quanto poi a colorito varia pel bianco del margine ante- riore ora più limitato, ora più dilatato. Membracis consobrina, var. Considerata pel colorito questa Membracide, simiglia com- pletamente alla M. tectigera ; tanto che la diagnosi specifica potrebbe egualmente bene all’ una ed all’ altra applicarsi. Nul- ladimeno confrontate le due specie scorgesi una positiva dif- ferenza nel profilo del dorso del pronoto. Nella tectigera questo si eleva dapprima quasi verticalmente ed indi ripiega- si in dietro, per modo da formare un angolo smussato. Nel- l’altra di cui noi intendiamo parlare il profilo del dorso del - pronoto si eleva di più nel suo mezzo, e nell’ insieme for- ma una curva continuata, o quasi un semicerchio. L’ unico in- dividuo che esiste nel Museo viene dal Brasile. Umbonia reclinata, var. Differisce dal tipo del protorace scavato da punti più grossi e più profondi, e di color sanguigno sbiadito, con le linee gialle quasi cancellate. ArrticoLo 7.° Rivista de’ generi e delle specie di Folgoridei e Dictioforidei dell'Italia meridionale continentale. I confini di diverse famiglie di Emitteri Eterotteri , so- pratutto di quelle spettanti alla sezione degli /nfericorni Ca- - vigeni , non ci sembrano siano stati ancora ben fermati dagli Emitterologi, per non esser questi di accordo su’ caratteri dai quali debbonsi intendere contrassegnate. Nè noi possiamo entra- re in simile argomento, non permettendolo la natura di que- st articolo. Nondimeno, essendo indispensabile additare in qual modo intendiamo circoscritte le due famiglie di cui voglia- mo parlare , onde si abbia la ragione de’ generi che vi com- prendiamo ; diremo che trovando la classificazione delle Fol- gorelle datane dal chiaro Entomologo Spinola (1) la più con- scienziosa, adotteremo questa in preferenza, e quindi per Fol- goridei riteniamo i suoi Fu/goroides, e per Dictioforidei i suoi Dyctiophoroides. Secondo la enunciata classificazione, come parimente se- condo quella de’ signori Amyot e Serville (2), la famiglia de’ Folgoridei non abbraccia alcun genere che abbia rappresentanti in Europa, Nulladimeno noi non esitiamo a comprendervi una delle specie spettanti alla Fauna Italiana. Parimente la famiglia de’ Dictioforidei secondo Spinola racchiuderebbe i soli generi Dyctiophora ed Elidiptera che avrebbero specie europee : a questi un altro ancora ne possiamo aggiungere, affine sotto alcuni rapporti al primo de’ due cennati. Famiglia de FOLGORIDEI Genere Bursinia (3), nod. Caput valde productum, productione tetraedra, lateribus pa- rallelis : fronte tricarinata, carinulaque altera in quavis facie laterali. Pronotum transversum, mesonoto brevius. Elytra abbre- viata, postice truncata, omnino coriacea, obsoletissime reticula- to-venosa. Tegulae elytrorum alaeque nullac. Fra i diversi generi di Cavigeni che l’ europa possiede l'è certamente questo l’ uno de’ più singolari per la conforma- zione del capo; e quello ancora che per la medesima ragione più si avvicina ad alcuni de generi stranieri all’ europa. (1) Essai sur les Fulgorelles— Ann. de la Soc. Entom. de Fr. 1839, (2) Nouv. Suit. à Buff. Hemipt. 3) Dalla greca voce &vpowos coriaceo; per l'elitre interamente co- riacee. cina Sf Il prolangamento cefalico è lungo il doppio della por- zione del capo compresa tra gli occhi, di egual larghezza in tutta la sua lunghezza, e con quattro facce ben distinte. La faccia superiore è per traverso convessa, con una carena media poco pronunziata, e le carene marginali delicate e dirette in fuori; la faccia inferiore o frontale à tre carene ben rilevate, quasi parallele, delle quali la media si continua sul clipeo; le facce laterali sono incavate, ed hanno un’ altra carena, la quale parimente si continua sui margini del clipeo : queste carene late- rali cominciano dalle gote, passano rasente il margine inferiore degli occhi, e si terminano alla estremità del prolungamento cefalico. Le antenne per grandezza e posizione poco differi- scono da quelle delle Dictiofore. Il pronoto è più largo che lungo , un poco più corto del mesonoto ; i suoi lobi laterali posteriormente vanno a poggiare sugli omeri, mancando le te- gole alari ordinarie. Il mesonoto è piccolo, e quasi in forma di triangolo curvilineo , di cui il lato anteriore a curva spor- gente, gli altri due lati a curva rientrante. Le elitre sono am- pie, posteriormente troncate, molto più corte dell'addome, in- teramente coriacee, con leggieri indizîì di rete di vene. Tibie posteriori terminate da corona di spine, senza sperone mobile. Bursinia hemiptera. Tav. I, fig 16 e 417. B. sordide lutea vel luteo-virescens , pronoli ct mesonoti disco tricarinato, lateribus pustulosis; abdomine dorso carinato, segmentis pustulosis; tibiarum et tarsorum spinis apice nigris.— Long. corp. millim. 6: lat. max. millim. 3. Fulgora hemiptera, O. Cost. Faun. Napol, g. Fulgora, n. 2, tav. I, fig. 4. (1840). I lati del pronoto e del mesonoto al di fuori delle ca- rene, del pari che gli anelli addominali dorsali. sono scavati di grossi punti a contorno quasi calloso, dal cui centro si Ann. I. 10 pio eleva un tubercolo spianato. Le elitre sono poco più lunghe che larghe , ciaseuna anteriormente ritondata ad arco di cer- chio, posteriormente troncate per traverso, con l'angolo esterno largamente ritondato, l’ interno quasi retto un poco smussato; interamente coriacee, senza limite tra il clavo ed il corio; esternamente con delicata linea rilevata marginale , e talvolta ancora una simile meno sensibile dal lato interno parallela alla sutura, Raccolta nelle provincie bagnate dall’Adriatico. L'abbiam parimente trovata nella Sicilia, sia nelle adiacenze di Palermo, che sulle medie altezze dell’ Etna. FamicLia DE DICTIOFORIDEL. Genere Dictyophora, Germ. (Pseudophana, Burm.) Caput modice pyramidato-productum ; vertice tricarinato ; fronte quinque carinata , carinis media et externis in clypeum continuatis. Oculi rotundati, integri. Antennae brevissimae. Pro- notum (ransversum , mesonoto multo brevius. Mesonotum fere acque longum ac latum, subtriangulare. Elytra vitrea , venis longitudinalibus pluribus cellulas varias formantibus ; pone me- dium venulis transversis cellulisque numerosis. Tibiae posticae calcare mobili nullo. Questo genere è troppo conosciuto, perchè noi entrassimo in grandi dettagli. Noteremo soltanto, che paragonate le carene frontali della Bursinia e della Dictiofora, vedesi che in fondo sono le stesse, con tal differenza, che nella Bursinia le due ca- rene esterne sono più rigettate in dietro e restano completa- mente nelle facce laterali del prolungamento cefalico; mentre nella Dictiofora stanno più in avanti, e quindi rappresentano i margini laterali della faccia frontale, restando nondimeno un poco più in dietro delle altre esterno-mediane. — 75 — Una sola specie ne abbiamo finora incontrata in queste provincie meridionali d’ Italia, ed è quella stessa diffusa per la più parte di europa. Dictyophora europaea. D. viridis immaculata, elytris hyalinis venis carpoque vi- ridibus, tibiarum tarsorumque spinis apice nigris.-—Long. cum elyt. mill. 13. Fulgora europaea, Lin.— O. Cost. Fn. Nap.— Dyetiophora id. Spin. 1. c.— Pseudophana id. Burm.— Am. Serv. Diffusa per tutte le provincie. Giunge allo stato d’ imma- gine sul cader della state. Varicias rosea, nob. D. rosea immaculata , elytrorum venis carpoque concolo- ribus, tibiarum tarsorumque spinis summo apice nigris. — Long. mill. 11. Differisce dal tipo pel colore sì del corpo intero, come ancora delle vene e carpo dell’ elitre, che in luogo di esser verde, è d’un bel roseo uniforme; colore che si è perfettamen- te conservato anche dopo la compiuta disseccazione dell’ ani- male. Osservazioni. Se i caratteri organici di questa Dictiofora non convenissero completamente con quelli della comune curo- paca , non saremmo stati alieni dal considerarla come specie distinta, tanto maggiormente, in quanto ne possediamo due in- dividui perfettamente identici. Ma poichè, se ne eccettui la sta- tura di poco minore, nel rimanente la differenza consiste sol- tanto nel cangiamento del color verde in roseo, e tali modi- fiche possono ben dipendere da cagioni eventuali, d’ ordinario da un diverso nutrimento; così abbiam creduto non dargli mag- giore importanza, che d’ una distinta varietà. ns Genere Nephropsia,; (1) n05. Caput antice breviter pyramidato-productum; vertice fron- teque tricarinatis, carinis frontalibus in clypeum continuatis. Oculi reniformes, infra sinuosi. Antennae in oculorum sinu in- sertae, minus breves, validac. Pronotum transversum, mesonoto multo brevius. Mesonotum fere aeque longum ac latum, subtrian- gulare. Elytra coriaceo-hyalina , venis discoidalibus longitudi- nalibus tribus apice conjunctis, venulasque ad marginem posti- cum mittentibus; arcolis nullis. Tibiae posticae calcare mobili valido compresso lato , oblique truncato praeditae. Tra i diversi caratteri che distinguono le Nefropsie dalle Dictiofore, quattro meritano principalmente l’attenzione: la forma degli occhi, il numero delle carene frontali , la disposizione delle vene dell’elitre, lo sperone delle tibie posteriori. Gli occhi sono quasi reniformi , nel dorso inarcati, inferiormente sinuosi nella parte posteriore , la quale è meno ampia; ed in quel seno stanno inserite le antenne. La fronte à tre carene, delle quali le due laterali son quelle stesse che separano la fronte dalle gote, e che al pari della media si continuano sul clipeo. Le elitre presentano nel corio tre vene longitudinali che ne percor- rorno quasi i tre quarti della lunghezza, e nel termine sono tra loro congiunte da venette trasversali. Da questa regione partono altre vene che si portano al margine bifurcandosi nel loro cam- mino. Le tibie posteriori, oltre la spatola terminale coronata di denti spiniformi come nelle Dictiofore, hanno uno sperone mo- bile , grande, compresso, largo, troncato obbliquamente. Oltre a ciò, le antenne sono evidentemente più lunghe, in modo da avvicinarle quasi a quelle di alcuni Delfacidei ; il prolunga- mento cefalico è molto più corto, il dorso del protorace è pro- (1) Dalle greche voci vgpos rene, ed wy occhio. lt porzionalmente assai meno corto del mesotorace ; le elitre più coriacee. Nephropsia elegans. Tav. II, fig. 12-15. N. brunnea, capite thoraceque tricarinatis laete viridibus, genis fuscis; elytris fusco-violaceis, pone medium ac in margine postico hyalino-fenestratis, sutura clavi viridi ; venis minutis- sime pallido articulatis , pilis minutis rigidis parce hirtis. — Long. cum elyt. mill. 3 1]2 - 4. Habitat in Foro Vulcani. Mus. Zool. Reg. Archig. Neap. Fulgora elegans, O. Cost. Annuario Zoolog. pel 1834 , p. 82, n. 12. Capo superiormente piano , con tre carene ben rilevate , le laterali convergenti all’ estremità del prolungamento cefalico, il quale è lungo quasi quanto la porzione occupata lateralmen - te dagli occhi, e restringesi gradatamente in linea retta, e non è affatto ascendente. La fronte è ellittica , parimente con tre carene, di cui le laterali inarcate verso fuori. Il secondo arti- colo delle antenne à due anelli rilevati , ornati di spinuzze vi- sibili a forte ingrandimento. Il dorso del protorace è un poco più corto del mesotorace, con tre carene longitudinali, le quali fanno continuazione con quelle del capo, e quindi le laterali divergenti verso dietro; leggermente inarcato : il disco occupato dalle carene è quasi tanto lungo, quanto posteriormente largo : i lobi inflessi inferiormente ritondati. Il dorso del mesotorace è un poco men lungo che largo : ristretto verso dietro , ad estremità ritondata. Le elitre superano notabilmente I’ estremità dell’ addome in ambedue i sessi. Le ali sono poco più corte dell’ elitre. Le ànche dei piedi posteriori hanno posteriormente una spina triangulare minutissima, acuta ; le tibie dello stesso pajo sono nel margine posteriore guarnite di due spine, l'una ARE assai presso il ginocchio, l’ altra alla metà della lunghezza; lo sperone è lungo poco più della metà del primo articolo del tarso. Il capo ed il torace sono verdi ; le gote oscure; le an- tenne pallide con gli anelli coronati di spinuzze neri. Le eli- tre son di color fosco violaceo ; il margine interuo suturale del clavo è verde; il corio à tre spazii incolori , traspa- renti, posti in linea trasversale presso 1’ estremità delle ve- ne longitudinali; altri simili spazii trasparenti stanno sul mar- gine posteriore parimente presso il termine de’ nervi ; questi inoltre sono finamente articolati di pallido , e fiancheggiati d’ambo i lati da puntini trasparenti, da’ quali si elevano al- trettanti peli rigidi setolosi. Ali bianco-lattee. Addome nel dorso bruno, talvolta col mezzo ed i margini rosei : ventre bru- no-gialliccio. Piedi giallicci, con le punte delle spine delle tibie e degli articoli de’ tarsi più oscure. La femmina ha tutti gli anelli ventrali scissi e nel mezzo ristretti per dar posto alla trivella. In alcuni individui il color verde del capo e del torace dopo la morte si conserva inalterato , in altri sì converte più o meno in verde-gialliccio, Genere E!idiptera , Spin. ( Helicoptera, Am. Serv.) Caput antice brevissime angulato-productum; vertice brevi, bifoveolato, fronte clypeoque tricarinatis. Pronotum Brevissimum, anlice în medio productum , postice obtusangulo-emarginalum. Mesonotum rtomboidale. Elytra suborizontalia, sutura incumben- tia, venis longitudinalibus cellulisque numerosis, venisque mar- ginalibus obliquis. Le Elidiptere pel loro abito generale occupano assai bene l’ultimo posto tra i Dictioforidei, avvicinandosi evidentemente a’ Cixiidei, precisamente quando, come noi pensiamo, pongasi alla testa di questi il nostro genere Tripetimorfa. Elidiptera advena. E. pallide testacea,verticis maculis duabus nigris; elytris albi- dis, sub farinosis,venis longitudinalibus testaceo maculatis, punclis- que duobus nigris ad angulum postico-caternum callosum; ve- nis marginalibus fuscis nigrisve ; alis lacteis. — Long. corp. cum elytr. millim. 9-10. Elidiptera advena, (Genè) Spin. Ann. Soc. Ent. Fr. 1839, p. 307, tab. XV, fig. 3. Trovasi nelle adiacenze di Napoli, non molto rara, e nep- pure troppo frequente. Osservazioni. Noi non possediamo in natura le altre due specie aflini descritte da Spinola, cioè la marginicollis della Si- cilia, e la Genei della Sardegna, che il signor Amyot è cre- duto considerare come varietà d’ una sola specie : quindi non possiamo entrare a dare su ciò alcun parere. Assicuriamo sol- tanto che tutti gl’ individui osservati sinora in queste provin- cie serbano costantemente i caratteri di quella chiamata da Spi- nola advena. ArticoLo 8.° Osservazioni sul genere Lysianassa e descrizione di una novella specie. Il genere Lysianassa stabilito dall'Edwards nel 1830 nel suo primo lavoro sopra i Crostacei Amfipodi (1) per una pic- cola specie scoperta nelle acque di Napoli ( ZL. Costae ), e dallo stesso autore meglio illustrato nella più estesa opera sui (1) Ann. des science. Natur, Aout 830. — 80 — Crostacei (1), venne nel 1853 da noi accresciuto di altre tre specie dei nostri mari, descritte nel lavoro sopra i Crostacci Amfipodi del Reguo di Napoli (2), una delle quali, la Lys. spinicornis è stata recentemente rinvenuta ancora nelle acque di Trieste da Grube (3). In tutte le cennate specie le quattro an- tenne sono assai corte. Le superiori più grosse ; le inferiori più delicate, e per lunghezza eguali quasi alle superiori , ov- vero poco più Innghe di queste. Una specie trovata assai ab- bondante nel caduto anno si allontana notabilmente dalle so- praindicate per la condizion delle antenne, di cui rimanendo le superiori quali nelle vere Lisianasse si trovano , le inferiori sov fornite di un filetto capillare lungo tanto da eguagliare lo iutero corpo. Per modo che, ove di siffatte variazioni si volesse troppo tener conto, la presente specie dovrebbe staccarsi dalle Lisianasse per costituire il tipo di un gruppo generico distinto, il quale terrebbe un posto medio tra il g. Lysianassa ed il genere Jelnopus, nel quale tutte quattro Je antenne sono ter- minate da lungo filetto. Nulladimeno considerando che tutto il resto delia organizzazione si presenta perfettamente identico a quella delle vere Lisianasse, noì non erediamo dare alla mo- difica della lunghezza del filetto delle antenne importanza mag- giore di un eminente carattere specifico. Per la qual cosa ri- teniamo la specie che andiamo a descrivere nel genere Lisia- nassa, del quale potrà solo costituire una distinta sezione. Lysianassa filicornis, nod. Tav. II, fig. 18-23. L. antennis superioribus corporis quarto brevioribus, pe- dunculi articulo primo valde incrassato, infra spina acuta ter- (1) Nouvelles Suites à Buffon. (2) Memorie della R. Accademia delle scienze, vol. J: per estratto ancora nel Rendiconto di detta Accademia, 1853. (3) Ausflug nach Triest und dem Quarnero. ° — $1 — minato; inferioribus seta gracillima corporis longitudinem aequan- te; pedibus primi paris manu elongato-conica , unguiculo va- lidiusculo praedita , secundi paris longioribus, gracilioribus , manu ovato-rotundata , setis terminata ; pedibus spuriis abdo- minalibus acque terminatis.— Longit. corp. millim. 10. Antenne superiori lunghe quanto il capo e i due primi anelli toracici; il peduncolo più corto del filetto primario, col primo articolo assai rigonfiato alla base, all'estremità inferior- mente terminato da valida spina che sorpassa un poco la metà dell’ articolo seguente ; questo decrescente in grossezza ; il. fi- letto primario di un quarto più lungo del peduncolo, piutto- sto robusto; il filetto accessorio lungo circa la metà del pri- mario. Antenne inferiori col peduncolo eccedente di poco quello delle superiori; il suo primo articolo assai corto ; il secondo allungato, quasi fusiforme; il filetto capillare, lungo tanto da raggiungere l’ estremità posteriore del corpo quando sono ri- piegate, come l’animale naturalmente le tiene. Occhi assai grossi, verticali, reniformi. Epimeri del primo anello toracico nella parte inferiore dilatati obbliquamente in avanti raggiungendo il mez- zo del margine inferiore degli occhi; quelli del secondo e del terzo anello angusti, alti il triplo della propria larghezza , poco più larghi inferiormente ; quelli del quarto anello infe- riormente ritondati e prolungati in dietro abbracciando quelli del quinto fin presso la metà ; questi un poco meno alti che lunghi, ad angoli iuferiori ritondati; quelli del sesto e settimo anello piccoli, poco più alti che lunghi. Piedi del primo paio corti, delicati, con mano oblungo-conica, terminata da ungbiet- ta ben distinta. Quelli del secondo paio più lunghi e più gra- cili de’ primi, con mano corta, compressa, ovato-ritondata, ter- minata da un fascetto di peli setolosi che aggruppandosi men- tiscono una unghietta. Il primo articolo dei piedi posteriori, ossia del settimo paio, posteriormente un poco arcuato e fina- mente seghettato; inferiormente smarginato ad arco rientrante. Falsi piedi degli ultimi tre anelli addominali terminati tutti ad Ann. 1. 11 Ra Ora egual livello ; gli stiletti più corti dei peduncoli: le appen- dici dell’ultimo anello eccedenti di poco ì peduncoli dei falsi piedi che precedono. Il colore del corpo è gialliccio sudicio: i soli occhi neri. ArtIcoLo 9.° Descrizione di alcuni Anellidi del Golfo di Napoli. Non ripeteremo quì ciò che nell’esordio di questa seconda parte abbiamo dichiarato : e però diciamo solo che de’ vari Anellidi studiati nello scorso anno, unitamente a parecchi al- tri importanti che abbiamo esaminati ne’ giorni già decorsi del- l'anno volgente, ci proponiamo dar più ampio ragguaglio nel vo- lume secondo di questo Annuario. Ora ci limitiamo a dare i carat- teri di pochi soltanto che stimiamo nuovi, riserbaudoci di darne più ampia illustrazione e le immagini rispettive nel luogo indicato. Polynoè tessellata, mob. Corpo mediocremente allungato, stando la sua larghezza, rappresentata dall’ elitre , alla. maggior lunghezza, nell’ animale vivo, come uno a sei, quasi di egual larghezza in tutta la sua lunghezza, composto di trentasei anelli, e ricoperto per intero da quattordici paja di elitre, più una impare cefalica che sem- bra risultare dalla fusione di quelle del primo pajo. Il capo è fornito di cinque antenne, delle quali Ia media impare lunga poco meno dell’elitra cefalica, le due laterali as- sai piccole, lunghe appena metà della media ; le esterne più grosse e più lunghe della medesima. Asportando l elitra cefa- lica veggonsi nel dorso del capo due grandi eminenze mammel- lonari quasi cordiformi, su ciascuna delle quali stanno due oc- chi puntiformi neri ben apparenti, uno presso il margine ester- no innanzi la metà, l altro presso il margine posteriore (1). La (1) Edwards ne ammette quattro piccole, ciascuna portante un oc- chio : noi però tanto in questa, che in altre specie congeneri ne vedia= mo evidentemente due sole grandi portanti ciascuna due occhi. SG POCA tromba, lorchè è completamente svolta, è lunga poco meno del- le due prime elitre, finamente striata a traverso , e terminata da una corona di minuti tentacoli conici. Le mascelle, poste en- tro il suo orifizio estremo e nel mezzo della sua ampiezza, sono al numero di quattro, opposte, due superiori e due inferiori , contigue fra loro, cornee, larghe nel mezzo, ristrette avanti l’e- stremità; questa fortemente piegata ad uncino, in guisa da si- migliare un poco alle mascelle de’ cefalopedi. Innoltre notere- mo che avendo studiato l’ animale vivo abbiamo più volte os- servato che la loro azione è verticale, vuol dire che le due su- periori agiscono contro le inferiori e viceversa, ed in tal di- rezione sono rivolte le loro punte. I primi ventiquattro anelli sono ricoperti dalla prima elitra impare e dalle prime undici paja di elitre pari, alternando re- golarmente i piedi ad elitre, e quelli a cirri; i sei seguenti stan- no ricoperti dall’ elitre del dodicesimo e tredicesimo pajo; altri cinque sono ricoperti dall’elitre del quattordicesimo pa]o; l’ul- timo anello è assai piccolo, quasi a scoperto, e munito di due filetti codali simili a’ cirri dorsali de’ piedi, lunghi quanto una delle elitre isolate. I piedi del primo anello sono forniti di due paja di cirri, uno per lato, grandi poco meno delle antenne esterne, alle qua- li simigliano per struttura, e che si avanzano su i lati del ca- po. I piedi de’ rimanenti anelli ànno il ramo dorsale brevissi- mo e formante un semplice lobo, il ventrale piccolo, inferior- mente sinuoso innanzi l'estremità. I cirri dorsali, ne’ piedi che ne sono forniti, sono molto sviluppati, lunghi tanto da oltrepassare l’ estremità de’fascetti di setole lorchè sono ben svolte, conico- cilindracei; osservati al microscopio veggonsi guarniti di minu- te papille carnose disposte senza alcun ordine. I cirri ventrali sono piccolissimi, non oltrepassando la metà del piede. Le se- tole del ramo dorsale sono corte, quelle del ramo principale assai lunghe Al microscopio sì le une, che le altre veggonsi leggermente arcuate, terminate in punta acuta, ed un poco al- cl Rae largate innanzi l'estremità, col margine convesso fatto fina- mente a sega. L’elitra cefalica è grande, trasversale, in forma di seu- do, sinuosa nel mezzo del margine anteriore, ed in conseguenza biloba, da sembrar risultasse dalle due saldate in una sola. Le rimanenti tutte sono appajate, di egual grandezza dalle pri- me alle ultime, accavalciate le une sulle altre nel senso della lunghezza ed un poco ancora nel margine suturale interno; ognu- na di esse isolatamente è ovato-ritondata. Il colore del corpo è bianco-gialliccio : le elitre appajate sono bianche con una striscia suturale ed una fascia posteriore bruno-gialliccia, per modo che l’ insieme del corpo si presenta _ superiormente bianco con una striscia media longitudinale e quat- tordici fasce trasversali, brune. L' elitra cefalica comparisce nel mezzo rossiccia per la trasparenza del colore de’ sottoposti mam- melloni così coloriti : solo il contorno anteriore è bruno-gial- liccio. I cirri dorsali de’ piedi sono bianchi alla base ed alla estremità, bruni nel mezzo; parimente colorite sono le tre an- tenne maggiori e le due appendici codali. L'individuo più grande nello stato vivo era lungo mill. 30. Trovasi nel golfo di Napoli nelle medesime condizioni delle altre Polinoè, cioè presso le radici di alghe; non è però fre- quente. Noi ne abbiamo avuti tre individui, de’ quali uno più grande in perfetta integrità. Osservazioni. La condizione dell’unica elitra cefalica allon- tana questa Polinoè da tutte le altre finora conosciute , nelle quali le elitre sono tutte appajate : per la qual cosa non sarà forsi male a proposito formare in detto genere due distinti grup- pi © sotto-generi, de’ quali l'uno Polynoè s. s. abbraccerebbe le specie ad elitre tutte appajate; l’altro Monocolea (nob.) ab- braccerebbe quelle ad elitra cefalica unica. Lysidice torquata, nod. Corpo assai allungato, lineare, composto di circa cento ni geo anelli. Capo quasi circolare, col margine anteriore leggermente sinuoso nel mezzo, fornito di due occhi puntiformi posti pres- so la base, uno da ciascun lato, e di tre antenne in forma di foglia di olivo, tutte di egual lunghezza, inserite quasi al livello stesso degli occhi, e superanti di poco in lunghezza la metà del capo, senza alcun vestigio di mammellone carnoso dietro la mediana. Le mascelle cornee, con l’ estremità ripiegata ad uncino, ed acuta. Il primo anello del corpo è quasi quadrato, privo di piedi ; il secondo poco più corto del primo, e pa- rimente privo di piedi; i rimanenti anelli assai più corti, tra- sversali, forniti di piedi; l’ ultimo terminato da due appendici conico-allungate, lunghe quanto i tre anelli che le precedono. Piedi ben sviluppati; il cirro dorsale lungo poco meno del piede stesso nel pieno sviluppo, cilindraceo; il ventrale brevis- simo : il fascetto di setole lungo poco più della metà del piede. Il colore del capo è giallo-aranciato, con gli occhi neri, le antenne bianchicce, le mascelle nere. I tre primi anelli del corpo sono di color rosso fosco o vinoso ; il quarto bianco- ceruleo; i rimanenti rossiccio-pallidi, col canale mediano rosso più o meno fosco. Lunghezza totale del maggiore individuo, misurata sull’a- nimale vivo, millimetri cento. ‘ Osservazioni. La specie cui sembra più avvicinarsi questa da noi descritta, è la L. valentina, dalla quale nondimeno differisce essenzialmente per la forma del capo, non che per la colorazione del corpo tutto affatto diversa. Aggiungi ancora le dimensioni notabilmente maggiori cui la nostra giunge. Vuolsi inoltre notare che i colori li abbiamo trovati costanti in in- dividui di sviluppo diverso da noi osservati. Alciopa vertebralis, nod. Corpo angusto, immensamente allungato, composto di circa centosettanta anelli, de’ quali nell’ individuo integro osservato Ris 0 i primi novanta meglio sviluppati, i rimanenti bruscamente più angusti e piccoli, per modo da sembrare come anelli di so- stituzione ad altri già perduti. Capo più largo de’ rimanenti anelli, a causa de’ grossi occhi sporgenti molto in fuori, for- nito di due piccole antenne inserite alla base di esso e non eccedenti in lunghezza il suo margine anteriore; privo affatto di cirri tentacolari. Gli anelli che succedono al capo fin quasi alla terza parte del corpo sono trasversali , lunghi appena la metà della propria larghezza ; indi sì fanno gradatamente più lunghi, per modo che i posteriori de’ ben sviluppati sono un poco più lunghi che larghi. Quelli infine che costituiscono qua- si l’appendice sono novellamente corti e trasversali. L'ultimo è terminato da due piccoli filetti codali. Il primo anello che succede al capo è un poco più piccolo di quello che gli vien dietro, fornito di due falsi piedi cilindracei privi di setole: tutti gli altri sono forniti di piedi, non esclusi quelli piccoli che costituiscono l’appendice. f piedi sono forniti di un cirro dor- sale, e di un altro ventrale ben distinto, e di un fascio di setole ben sviluppate. Il cirro dorsale ne’ piedi degli anelli anteriori più corti è molto più lungo del piede stesso, quasi il doppio, cilindraceo, un poco rigonfiato alla estremità; ma a misura che gli anelli divengono più funghi, il cirro dorsale de’ piedi corrispondenti si fa più corto, compresso, laminare ed ovoideo, superando appena l' estremità del piede. Il cirro ven- trale in tutti i piedi è quasi lungo quanto i piedi stessi. La tromba, lorchè è interamente svolta, eguaglia in lun- ghezza i primi quattordici anelli del corpo, è cilindracea, po- co dilatata all'estremità. Il suo contorno estremo è una corona di piccoli tentacoli; ed ha inoltre due tentacoli, uno per lato, molto più lunghi e rigonfiati alla base. Il colore del corpo è bianco tendente leggermente al ci- lestre : ogni anello con due macchie nere presso gli angoli posteriori; e gli spazî occupati da queste macchie sono quasi rilevati. Glì occhi sono d’ un rosso wivo. ico 1-30 Ne abbiamo ricevuti due individui, de’ quali uno interis- simo, che conservasi nel Museo, ed un altro mancante de’ tre quarti posteriori del corpo, servito per lo studio. Osservazioni. La grossezza, struttura e posizione degli oc- chi, conducono naturalmente a riferire questo Anellide al ge- nere Alciopa, siccome noi abbiam fatto nel catalogo riportato nella parte prima. Lorchè però si esaminano comparativamente tutte le rimanenti parte dell’organismo, non si tarda a convin- cersi esistervi molte differenze tra l’Anellide servito di tipo al genere e quello non meno singolare da noi descritto. Il nu- mero e posizione delle antenne, la mancanza di cirri tentaco- lari, il numero forma e disposizione de’cirri de’piedi, la forma ed il numero degli anelli del corpo stabiliscono fra i due anel- lidi una linea di separazione assai marcata. Per la qual cosa noi crediamo che la struttura e posizione degli occhi debba oggi servire a caratterizzare una piccola famiglia distinta, de- gli Alciopidei, e che la specie da noi descritta debba esser presa a tipo di un genere novello, che chiameremo Ziocapa, ca- ratterizzato come quì appresso. Genere Liocapa (1), nod. Corpus angustum, valde elongatum. Autennae duo Brevis- simac in capitis parte postica insertac. Cirri tentaculares nulli. Pedes cirris duobus , dorsali ct ventrali, simplicibus praediti. Specie tipo. Lioeapa vertebralis, nod. La piccola famiglia quindi degli Alciopidei avrebbe già due generi ben distinti, A/ciopa e Liocapa, e probabilmente studiando meglio le altre specie dal Grube registrate nel pri- (1) Anagramma di Alciopa. — 88 — mo de’ detti generi (1), si troveranno caratteri organici, i quali imporrauno a stabilirne qualche altro intermedio a’ due indicati. Genere Pallonia (2), nod. L’Anellide pel quale instituiamo questo novello gruppo ge- nerico offre grandissima affinità con le Terebelle ; tanto, che esaminato dopo morte e più ancora dopo conservato nell’ alcool od altro liquido qualunque, non si saprebbe da quelle agevol- mente distinguere. In fatti il carattere organico pel quale in principal modo se ne discosta risiede nella struttura de’tentacoli che partono in gran numero dalla anterior parte del corpo. Questi non consistono in semplici filamenti come all’ordinario, e come nelle stesse Terebelle; ma ànno struttura ed uffizio speciale. Risultano essi da un asse mediano fiancheggiato da due espanzioni laterali parallele, le quali a volontà dell’ a- nimale si spiegano, ovvero si avvolgono sull’ asse mediano. Hanno inoltre detti tentacoli una estensività immensa, e l’ a- nimale li vibra come altrettanti dardi a distanze considerevoli (il quintuplo della lunghezza del corpo, ed anche più), ser- vendosene come di altrettanti organi di adesione e di presa. Lor- chè aderiscono a qualche corpo, qualunque sia il punto della propria lunghezza per lo quale aderiscono, in questo punto le due espansioni laterali si dilatano , e si forma una specie di ventosa : quando per lo contrario restano liberi o contratti , le dette espansioni si avvolgono ed i tentacoli prendono la forma cilindracea ordinaria. Per mezzo di tali tentacoli Vani- male va raccogliendo i granelli di sabbia ed altri piccoli corpi de’ quali si serve per costruire il tubo entro cui abita. Esa- minati al microscopio quei tentacoli, vedesi lungo l’asse me- diano correre un vaso ben distinto, il quale quando il tenta- (1) Die familien der Anneliden. (2) Dalla greca voce xaXAw, che vibra. — 59 — colo è contratto, si avvolge sopra se stesso in continuate spi- rali. Distaccati i tentacoli dall’animale contivuano per più ore ad avere movimenti di contrazione e distensione. Il rimanente della organizzazione si rileverà dalla estesa descrizione che segue, Pallonia rapax, nod. Corpo allungato , nella parte posteriore gradatameute ri- stretto , e ripiegato alla maniera di quello de’ Paguri, com- posto di poco oltre cento anelli, de’ quali venti muniti di pie- di setigeri, altri ottanta e più con semplici appendici carnose senza setole. Il capo nella parte dorsale è un lembo bilobo; nella op- posta presenta l’ apertura boccale, trasversale, cinta da una specie di labbro anteriore ed altro posteriore. I tentacoli sono in numero considerevole (circa una quarantina o poco più ), riuniti alla base in due gruppi, inseriti al disotto del mar- gine bilobo del capo, fra questo ed il labbro superiore. Le branchie, al numero di tre paja , sono impiantate sul dorso de’ primi anelli del corpo, decrescenti in grandezza. Le due anteriori formano due eleganti arbuscelli , partendo da un tronco che si ramifica per dicotomia fino alle divisioni capil- lari: quelle del secondo pajo sono più piccole ; quelle del terzo piccolissime , e consistenti in delicato tronco ramificato ire o quattro volte soltanto. Il primo anello che succede al capo è privo di appendici laterali. I venti seguenti hanno da ciascun lato un piede carnoso, piccolo, in forma di orec- chietta , che porta un fascio di setole. De’ detti anelli i pri- mi tredici presentano tegumenti un poco più consistenti, che formano una specie di corazza toracica , iuterrotta nel mezzo ampiamente dalla faccia dorsale, angustamente dalla ventrale : ciascuno ha una impressione trasversale lineare per la quale sembra risultare da due: gli altri sette hanno semplicemente un cordone trasversale rilevato e più consistente da ciascun la- Ann. I. 12 — 90 5 to. I piedi setigeri partono da una rima trasversale . che ha ciascun anello ne’ due lati, entro la quale sono quasi comple- tamente retrattili. Le setole sono semplici, lisce, diritte, pie- gate ad angolo ottusissimo innanzi l’ estremità, terminate in punta acuta. I rimanenti anelli hanno due appendici laterali carnose in forma di due orecchiette quasi quadrate, prive af- fatto di setole. Il colore del corpo è rosso-fegatoso picchiettato di bian- co : la corazza toracica è carnea, con gli spazî iutermedì di co- lor fegatoso più oscuro e con le macchioline bianche più di- stinte. I tentacoli han color rossiccio articolato di pallido, Le branchie son di color rosso oscuro. La lunghezza de’ maggiori individui osseryati , misurata nella loro piena estensione, è di millimetri centodieci. Ne ab- biamo avuti parimente individui piccolissimi, il cui corpo mi- surava appena dodici millimetri , e ne’ quali i tentacoli si vi- bravano alla distanza di oltre i sessanta millimetri. Essi diffe- rivano unicamente dagl’ individui adulti pei colori più pallidi. Vive ne’ fondi sabbionosi. Abita entro tubo costituito da granelli di sabbia e tritumi di conchiglie impastati dal glutine che l’animale segrega, entro del quale l’animale può ritirarsi completamente. Il tubo de’ maggiori individui osservati è lungo settanta millimetri. Non molto abbondante. N. B. Nel catalogo dato nella parte prima di questo An- nuario al n.° 567 abbiamo indicato questo Anellide col nome di Amphitritoides rapax. Quel nome generico però non sembran- doci acconcio , abbiam creduto mutarlo nell’ altro Pal/onia. Articoro 10.° Osservazioni sulla Diphya quadrivalvis e su’ Crostacei che si sviluppano entro i bottoni delle appendici urticanti L’ organizzazione delle Difie, come di parecchi altri Sifo- .nofori, è stata in epoca recente di molto illustrata. I lavori di — 194 Koelliker, di Leuckart e di Huxley hanno più di ogni altro contribuito potentemente a far progredire le conoscenze intor- no la struttura e lo sviluppo di essi. Nondimeno fra le diverse specie che giungono nel nostro golfo, la Ga/eolaria quadrival- vis ci pare che lasci ancora qualche cosa a desiderare. Per lo che, avendo avuta la opportunità di tenerne parecchi indi- vidui viventi, ci siamo di proposito occupati a studiarne la sua organizzazione, ritraendone fedele immagine. Lo scopo per- tanto di questo articolo non essendo la organizzazione di tali Sifonofori, ci limiteremo a segnare nella spiegazione della ta- vola alcune cose. L'argomento su cui intendiamo qui tratte- nerci l’è un fatto che da nessuno de’cennati autori, nè da altri che fosse a nostra notizia, è stato finora accennato ne'Sifonofori. Nella primavera innoltrata dello scorso anno, avendo avuto nella piena interezza e vivi alcuni individui della cennata Ga/eo- laria quadrivalvis, ci occupammo ad esaminarne minutamente la Toro struttura, onde riconoscervi quanto i sopra lodati natura- listi avevano scritto intorno a tali Sifonofori. E poichè esse vissero intere per ben quarantotto ore , ebbimo agio di stu- diarle posatamente, e ripetere ancora le osservazioni , le qua- li noi facevamo con semplice lente di ingrandimento, dappoi- chè i continui movimenti di rotazione che l’ animale esegue trascinando appresso la lunga colonia di polipi, non permet- teva sottoporli al microscopio. Osservando in tal modo nei momenti di quiete dell’ animale i filamenti che costituiscono l’apparecchio della urticazione, e propriamente i corpuscoli coleriti di un bel rosso, o dottonî, che stanno alla estremità de’ filamenti secondarî , noi vedevamo un movimento come di varie palette che fossero in continua oscillazione, il quale era del tutto indipendente da quello di qualunque altra parte del- l’ animale. E meglio studiando que’ movimenti, ci si presentò immantenente alla mente quello che eseguono i Crostacei ma- crouri con i loro falsi piedi addominali. Un tal fatto fissò tutta la nostra attenzione : sicchè lasciando da parte ogni altra co- ae sa, ci riconcentrammo su di esso. E ripetendo l’ osservazione sopra diversi di que’ bottoni, di cui ve ne ha buon numero, mentre vedevamo costantemente lo stesso fenomeno, potemmo riconoscere essere ivi un animaletto a corpo ovoideo e seg- mentato, il quale con le sue appendici in forma di palette eseguiva que’ movimenti. Riconobbimo allora la necessità di ricorrere al microscopio. Sicchè tagliammo alcune di quelle ap- pendici filamentose co’ bottoni terminali, con chè nè Vl ani- male Difia risentiva alcun detrimento , nè alcun guasto arre- cavasi a que’ corpuscoli , e le sottoponemmo al microscopio. L’ osservazione confermò pienamente le nostre conghiet- ture. Entro que’ bottoni , come entro di un sacco cistico, era un piccolo Crostaceo , nello stato quasi embrionale , co’ pie- di toracici ripiegati contro il petto ed immobili, e con i fal- si piedi addominali in continuo movimento , che era appunto quel movimento che noi avevamo osservato fin dal principio con la semplice lente. Vista allora l’ importanza del fatto noi sacrificammo la Difia onde ripetere tali osservazioni sopra mol- ti individui. E per tal modo non solo potemmo verificare la costanza del fatto, ma in mezzo a’ molti, parecchi ne osser- vammo di que’ piccoli crostacei in grado di sviluppo più in- poltrato, i quali senza aver lasciato gl’ involucri membranosi entro cui erano rinchiusi, mostravano ben distinti i lineamenti del corpo e de’ diversi suoi anelli, i piedi toracici svinco- lati, cd i falsi piedi addominali che eseguivano sempre i soliti movimenti. Ciò posto, due quesiti ci si presentavano naturalmente a risolvere , 1’ uno puramente zoologico , relativo alla deter- minazione del Crostaceo ; l’ altro risguardante.la sua biologia. In quanto alla determinazione zoologica del Crostaceo, è facile cumprendere le difficoltà che s’ incontrano a ben fissar- la. L'abito generale dell’ animale ci porterebbe a vedervi qual- che affinità con le Phrosine : però la struttura de’ piedi non presenta nulla de’ caratteri propri de’ Crostacei di tal ge- ce 90% dere; siccome non ci è permesso vedervi con esattezza al- cuno de’ generi già noti nello stato adulto. Laonde , salvo sempre a ben fissarne le note caratteristiche, noi lo chiame- remo Diphyicola rubens. Relativamente poi alla sua biologia, varii problemi si pre- sentano a risolvere. D’ onde vengono le uova di tali crostacei? In qual modo penetrano in quelle appendici della Difia? Do- po quel periodo di vita abbandonano que’ ricettacoli per di- venire Crostacei notanti liberamente nelle acque del mare ? Vanno essi soggetti a metamorfosi, per modo da doversi con- siderare il primo stato di specie maggiore che poi si pre- senta sotto forme diverse ? La soluzione di tutti questi problemi non può essere che il frutto di lunghe e reiterate osservazioni, se pure potran- no queste condurre allo scioglimento completo di tutti. In quanto ai tre primi quesiti, se dovessimo pronunziare le no- stre conghietture, diremmo esser molto probabile che le uova provengano da fuori il corpo della Difia, e che esse venendo in contatto di quelle appendici vi si fissino, e vi si #ncistino in modo analogo a ciò che avviene per molti animali parassiti, la cui. biologia ben studiata ha arrecato grandissimi lumi sulla genesi di molti di simili esseri. Che poi essi dovessero in seguito divenire Crostacei liberi, sembra doversi con ogni pro- babilità ammettere ; o che voglia supporsi che Il’ animaletto divenuto più adulto laceri coi suoi piedi i delicati invogli entro cui sta rinchiuso, ovvero che sì ammetta che morta la Difia, la cui vita è certamente più labile di quella del Cro- staceo, e seguìto il disfacimento de’ mollissimi tessuti di quelle appendici, il Crostaceo trovasi libero senza alcuno suo sforzo. Oltre a chè sarebbe anche possibile che il piccolo Crostaceo porti seco un qualche .invoglio alla maniera stessa delle Fro- . nime, le quali abitano que’ corpi conosciuti col nome di Botrilli. Da ultimo il prognosticare se vada soggetto a sensibili cambiamenti di forma fuori della cisti, non è cosa possi- Sr bile, dovendo esser il risultato di osservazioni di fatto , e secondo noi sarà sempre il problema più difficile a risolver- si. Ad ogni modo noi non lasceremo di continuare le ricer- che su tale importante subbietto, contenti per ora di avere fe- delmente esposto quel che abbiamo osservato, e di aver ri- chiamata l’attenzione de zoologi su questo novello argomento di studio, ArticoLo 11.° Di un novello genere di Foraminiferi. Genere Pleurostomina, 08. Conchiglia libera, inequilatera, compressa, con tre cou- camerazioni visibili allo esterno, delle quali una occupa per in- tero una delle facce, e le altre due la faccia opposta. Aper- tura piazzata su quest’ ultima in fondo ad una cavità posta nella parte superiore della concamerazione più angusta. Osservazioni. L'abito della conchiglia per la quale fondiamo questo nuovo genere presentasi a primo aspetto simile a quello di alcune Triloculine per la disposizione delle diverse con- camerazioni. Però ne differisce essenzialmente per la posizione dell’ apertura, la quale in vece di stare alla estremità di una delle concamerazioni , sta sopra una delle facce, e proprio su quella nella quale veggonsi due concamerazioni , lontana dalla estremità della conchiglia. Pleurostomina bimucronata, nob. P. testa late ovata, compressa, utraque eaxtremitate in mucronem brevem cylindraccum apico subtruncatum producta ; apertura subbiloba. + Longit. millim. 4 478: latit. 7710 mill. Habitat in sinu Ncapolitano. Mus. Zool. Reg. Archig. Neap. —r 95 —- Conchiglia largamente ovata , mediocremente compressa , stando la spessezza maggiore alla larghezza come uno a due, prolungata nei due estremi in una specie di tubo a fondo chiu- so, e quello di un estremo un poco inclinato in direzione op- posta a quello dell’altro; la faccia occupata dalla cavità unica poco convessa e quasi liscia : nella opposta una delle conca- merazioni è più convessa , l’altra è un poco concava con i margini laterali quasi carenati : l’ apertura piazzata innanzi l’e- stremità di questa concamerazione concava è trasversale, ante- riormente arcuata , posteriormente bisinuosa per due lobi che forma il margine posteriore dell’ apertura. Arricoro 12,° Di due Scolie straniere all’ Europa. Lorquando sono stati impressi i fogli contenenti l’ elenco delle specie aggiunte al museo, avevano sott’ occhio il secondo lavoro del sig. Saussure sulle Scolie, inserito negli Annali della Società Entomologica di Francia, non però l’ altro, pubblicato precedentemente nelle sue Miscellanee Imenotterologiche. Per la qual cosa ci convenne lasciare indeterminate alcune specie di Scolie che avevano nel Museo, e che non trovavamo descritte in altri autori. Ora essendoci pervenuto quel lavoro, del pa- ri che il Catalogo degl’ Imenotteri del Museo Brittannico, ab- biam potuto assicurarci che due di dette Scolie non trovansi descritte. Laonde ci siam determinati darne quì notizia agl’I- menotterologi. La patria di ambedue ci è ignota, essendo sola- mente certi che esse non appartengono all’ europa. In un'altra poi abbiam potuto riconoscere la Elis (Cam- psomeris ) aurea Fab. in virtù delle illustrazioni che il detto autore ne porge. Scolia (Lacosi) urochrysia, nod. S. ferruginca nigro varia, ferrugineo hirta; antennis te- stacco-ferrugineis; fronte, vertice, pronoti lobis, abdominis fa- sciis tribus (in segm. 4-3 ) prima integra postice biloba, secun- da ct tertia interruptis, flavis; valvula anali dorsali tomento ful- vo-aurato vestita; alis fulvo-hyalinis , anticis macula magna ovali saturate violacea marginis costalis apicem occupante, — Longit. corp. millim. 26: exp. alar. millim. 40. Fem. Habitat. ....1 Mus. Zool. Reg. Archig. Neap. Antenne testacee; i tre primi articoli ferruginosi. Mandi- bole grandi, fortemente arcuate, senza denti, furruginose alla base , nere .nel resto. Capo ferruginoso, con peluria rigida del- lo stesso colore ; la fronte, il vertice e la parte superiore del- l’ occipite gialli , lisci ; lo spazio interocellare nero; la fronte con pùnti impressi disposti in più serie quasi regolari ed in varie direzioni. Pronoto furrugiuoso oscuro con i lobi laterali gialli; mesonoto ferruginoso con tre strisce longitudinali paral- lele accorciate nere ; i fianchi ed il metatorace neri : tutto il torace con peli rigidi ferruginosi. Addome oblungo ; punteg- giato : il primo anello dorsale nero con due grandi macchie ferruginose: la peluria rigida di quest’ ultimo colore; il secon- do con una grande fascia gialla posteriormente biloba che ne occupa i due terzi anteriori; il resto nel mezzo nero a_ splen- dore di acciajo , ne’ lati ferruginoso con una macchia nera contigua al rispettivo margine della fascia gialla ; lo spazio occupato dal color nero e furruginoso con peli di questo co- lore; il margine posteriore con frangia corta di peli setolo. sì coricati neri e ferruginosi: il terzo ed il quarto occupati quasi per intero, da una fascia gialla interrotta nel mezzo da una striscia nera ; il margine posteriore con frangia di peli. — 97 ferruginosi; il quinto ferruginoso con frangia posteriore dello stesso colore più lunga che negli anelli precedenti. La val- vola anale dorsale rivestita di tomento fulvo dorato. Anelli ven- trali neri e lisci alla base, nel resto fortemente punteggiati , con peluria e frangia posteriore dello stesso colore. Piedi in- teramente ferruginosi coi peli dello stesso colore. Ali traspa- renti, gialle , quasi a splendore dorato: le anteriori con una grande macchia ovale ben terminata, di color violaceo) oscuro, la quale comincia dal termine delle cellole radiale e cubitali, e si termina all’ estremità dell’ ala; le vene testacee. Femina. Elis ( Campsomeris ) formosella, w08. E. nigra cinerco pilosa, clypei lateribus, mandibula- rum basi externa, pronoti margine antico et loborum limbo po- stico, scutello, metanoti puncto medio bascos, femoribus tibiis- que extus, saturate flavis; abdominis segmentis tribus primis flavis, fascia basali lateribus aucta nigro-cyanea, quarto ni- gro-cyanco margine poslico flavo, cacteris nigro-cyancis nigro setosis ; alis subflavescenti-hy alinis, venis brunneo-ferrugineis. Longit. corp. millim. 16: exp. alar. mill. 24. Assai affine è questa specie alla pulchella Sauss., tanto che a primo aspetto si sarebbe indotto a considerarla come una varietà di quella. Nondimeno i caratteri pe’ quali ne dif- ferisce son tali, da non permettere di confonderla. Molto più piccola della cenuata specie: il clipeo nero nel mezzo, giallo ne’ lati; il pronoto è il margine anteriore, ed ii margine posteriore de’ due lobi, gialli; scutello giallo; dietro- scutello nero : il metatorace è parimente nero, con una piccola macchia nel mezzo della base, gialla: le tegole alari gialle con una macchia nera nel mezzo del margine iuterno ; tutta la fac- cia posteriore del metatorace rivestita di folta peluria bianco- cenerina. I tre primi anelli addominali dorsali gialli con alla base una fascia nero-violacea posteriormente triloba, co’ lobi laterali Ann. I. 13 SERI: (- PSSI più prolungati : quella del terzo anello più larga; il quarto anello è nero violaceo col margine. posteriore giallo intaccato nel mez- zo: i rimanenti anelli nero-violacei con peluria rigida nera. Maschio. AsticoLo 13.° Della varietà pavonina della Columba livia. Tra le innumerevoli variazioni cui i Piccioni domestici vanno soggetti , certamente una delle più importanti è quella della quale qui intendiamo parlare. In questa di fatti non trat- tasi di cangiamenti di colori, ovvero della esistenza di penne su questa o quella parte del corpo ; sibbene di caratteri che hanno più direttamente rapporto con parti organiche. Essa di- stinguesi per l'attitudine della coda a tenersi elevata alla ma- niera di quella de’ Pavoni e de’ Tacchini, le timoniere , ordi- nariamente al numero di ventiquattro; stando non disposte so- pra uno stesso piano, ma sopra due piani*inclinati a schiena d’ asino. Le ali parimente come in quelli prendono una spe- cial posizione con le direttrici inclinate verso dietro. Il colore di questi piccioni è bianco candidissimo. Noi ne abbiamo te- nuti vivi per molti mesi un maschio, ed una femmina per pro- curarne la moltiplicazione, ma non è stato possibile ottenerla. Di questa varietà molti individui han figurato nella ulti- ma Esposizione di Firenze. Sono comunemente distinti in Italia col pome assai acconcio di pavoncelli , dal quale abbiam de- sunto quello tecnico pavonina assegnato a tal varietà. ALCUNE AGGIUNTE. Osservazioni sul genere Nephropsia. Nello esporre i caratteri diversi pe’ quali questo genere .distinguesi ( pag. 76), abbiamo annunziato come per lo svi- luppo delle antenne quegli Omotteri si avvicinassero a’ Delfa- cidei, Ora considerando d’avvantaggio i loro rapporti naturali, faremo osservare come non solo lo sviluppo delle antenne, ma ancora il grande sperone mobile delle tibie posteriori, e gli occhi inferiormente sinuosi son caratteri che consiglierebbero riporre quel genere fra i Delfacidei, piuttosto che tra i Dictio- foridei, coi quali nondimeno hanno maggiore aflinità per l’ a- bito generale, e sopratutto pel prolungamento del capo. Pag. 17 n. 114 leggi Scolia urochrysia, mob. 115 — Campsomeris formosella, nod. 116 — Campsomeris aurea, Fab. Algeria. 35 635 — Hydrometra paladum, Fab. Alla descrizione della A/ciopa vertebralis aggiungi : lunghezza dell'individuo iutero millimetri 110: larghezza maggiore mil- limetri 3. SPIEGAZIONE DELLE TAVOLE Tavola TL. Figura 1. Il R/ombus candidissimus di grandezza naturale. Figura 2. La Plagusia picta, di grandezza naturale : 2 4 una squama ingrandita. Figura 3. Il Trachypierus filicauda di grandezza naturale : 3 4 la coda ingrandita, col raggio più lungo troncato. Figura 4. Il Grammiconotus Bicolor di grandezza naturale; « il suo profilo dorsale, 3 il taglio trasversale ideale; C il capo ingrandito; D la parte posteriore del corpo con le pinne verticali, parimente ingrandita. Favola II Figura 1. La Trypetimorpha fenestrata; ingrandita, veduta di lato ; la linea sottoposta ne indica la lunghezza naturale. Figura 2. Il capo, il torace e la base dell’elitre veduti da sopra. Figura 3. Il capo ed il clipeo veduti di fronte. Figura 4. Un’ antenna veduta di lato. Figura 5. Un' elitra mostrante la disposizione delle vene. Figura 6. Un piede posteriore. Figura 7 e 8. Gli ultimi anelli addominali del maschio ve- duti di lato e dal dorso. Figura 9 e 10. Gli stessi della femina, come sopra. Figura 11. Elitra della Trypetimorpha psyllipennis. Figura 12. La Nephropsia elegans, molto ingrandita; la linea laterale ne indica la lunghezza naturale. — 101 — Figura 13. Il capo, il torace e la base dell’ elitre della me- desima maggiormente ingranditi. Figura 14. Il capo veduto di lato. Figura 15. Un’ elitra per mostrarne la disposizione delle vene. Figura 16. Il capo, il torace e la base dell’ elitre della Bursinia hemiptera, veduti dal dorso, molto ingranditi. Figura 17. Il capo della medesima veduto di lato. Figura 18. La Lysianassa filicornis molto ingraudita : la linea sottoposta ne indica la lunghezza naturale. Figura 19. Il capo veduto di lato maggiormente ingrandito. Figura 20. Antenna superiore. Figura 21. Antenna inferiore. Figura 22. Un piede del primo pajo. Figura 23. Un piede del secondo pajo. Tavola II. La Diphya (Galeo'aria) quadrivalvis, con tutti i dettagli. Figura 4. L'animale di grandezza naturale e qual si osserva tenuto vivo nell’ acqua del mare : @« « i due pezzi del Nectocalice; b origine de’ sifoni centrali (somatociste degli autori ); c corpo allungato, portante di lato un organo d attaccato per un picciuòlo : e e cenosarco o colonia di in- dividui. Figura 2. Una porzione del cenosarco ingrandita. Figura 3. Uno degl’ individui isolato e maggiormente ingran- dito : « il sifone centrale, il quale coi suoi estremi si liga a quello degli altri individui contigui : 4 3 iuvogli cam- panulari formanti l organo di traslazione ; c polipo, che prende origine dal sifone centrale; d vescichetta attaccata per un picciuolo alla base del polipo; e e appendici formanti l’ organo dell’ urticazione. Figura 4. Un pezzo dell’ organo della urticazione : @ « fila- mento primario, fornito alla superficie di piccole eminenze — 102 — portanti una spinuzza articolata ; 3 3 filamenti secondarii, privi di spinuzze; c c bottoni terminali, entro i quali co- minciammo a scorgere i movimenti di palette. Figura 5. Uno di tali bottoni maggiormente ingrandito. Figura 6. Un altro bottone più sviluppato e più ingrandito’, entro del quale abbiamo osservato ancora sotto il micro- scopio i movimenti dell’ animale rinchiusovi, e nel quale vedevamo i lineamenti di un crostaceo, avente il capo ri- piegato contro il petto. Figura 7. Il Crostaceo osservato in altro bottone più svilup- pato, ed avente già tutte le parti ben determinate. Esso rimaneva avvolto da una semplice membrana, la quale come per un funicello era attaccata al filamento accessorio indicato, Figura 8. L'organo rappresentato in sito nella fig. 1 d, mol- to ingrandito per vederne la sua struttura. Di tale corpo non troviamo fatta menzione da alcuno autore, nè saprem- mo indicare l’ uffizio. Figura 9. Un pezzo de’ filamenti secondarì dell’ apparecchio di urticazione, coi canale spirale che vi corre all'interno. Figura 10. La vescichetta indicata in sito nella figura 3 d, ripiena di globetti sferici. Di questa vescichetta , della quale neppur troviamo chiara indicazione negli scrittori, ci è parimente oscuro l’ uffizio. Essa pare avesse qualche analogia con quella figurata da Huxley nel Cudoides vi- treus (4), Figura 11. Estremità del polipo con la sua apertura boccale dilatata. 4 Figura 19. La stessa quando dilata le sue labbra per formarsi a ventosa onde aderire a qualche corpo. l'igora 14. Uno de’ pezzi del Nectocalice , e proprio quello che distaccandosi non trascina seco la colonia di polipi; per vederne i suoi vasì interni. (4) Occanic Hydrozoa, tav. IV, fig. 5-0, INDICE DELLE MATERIE Prefazione . Parte prima Articolo 4.° Cenno storico sl Musco Aogiù nu l'Università di Napoli . . Articolo 2.° Aumenti del Museo da valo 1860 a dicembre 1861. É Articolo 3.° Ordinamento delle din Parte seconda. Articolo 4.° Osservazioni su talune ui Dar dui ronettidei . 5 Alla dn Articolo 2.° Di. un piceno Testtripiero: SMR È Articolo 3.° Di un novello genere di Pesci Esocetidi: Articolo 4.° ae di una peregrinazione z00- lora. , È Rito 5.° Di un nuovo une di Emitteri Omonen Articolo 6.° Osservazioni su talune specie d'’ insetti stranieri all’ europa . Articolo 7.° Rivista de’ generi e ‘delle a Îi Fol- goridei e Dictioforidei dell’ Italia meridionale continentale. . . . deli: rel Articolo 8.° Osservazioni sul genere E e de- 4 scrizione di una novella specie . S Articolo 9.° Descrizione di alcuni Anellidi del Golfo di Napoli. . . a Articolo 10.° Ossorvaziohi culla. Dink quadrival. vis e sui crostacei che si sviluppano entro i bot- toni delle appendici urticanti . b>) e») 2 ivi 43 bh 65 7A na 82 90 — 104 — Articolo 11.° Di un novello genere di Foraminiferi. pag. Articolo 12.° Di due Scolie straniere all'Europa. . » Articolo 13.° Della varietà pavonina della Columba MR AO LA I I EM > Alennefacciunte:oi regi E Spiegazione delle tavole . . . . , . . . . » 9 95 98 99 100 5 Iuav. L. Mi LYRA MANIA at : Ù MISS Tao.l s) è © Dig i st Li MRAZ AA S Calyo' dis. (Imperaly ne GImperato me. Slayo des. vee res I , i ul ao ars a | pre beni va d Rui pe di Date Due AYG+41-1985 Acme Bookbinding co.. 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