•- ^ —wMa 141*1 FOR THE PEOPLE FOR EDVCATION FOR SCIENCE LIBRARY OF THE AMERICAN MUSEUM OF NATURAI HISTORY : ATLANTE ORNITOLOGICO Uccelli Europei 1. Aquila reale (rf- semi-ad.). 2. Aquila reale (2 giov.). 3- Aquila imperiale (ad.). 4. Aquila imperiale feiov.). 5. Aquila reale (e? ad.). Ulrico Hoepli, Editore, Milano. Atlante ornitologico - Sq^ì (^} ya. mio affetto, della mia gratitudine per i li esempi da essi offertimi. per la tenerezza prodigata al- l'unico figlio in ogni ora della vita. oh 5si, miei adorati, ear palese ed eterna la vostra virtù, il cuob vostro! 13 Otì E. aeeh;o.vi degli Oddi. +x . TPrefa^zionje Nel settembre /DUO il nostro valoroso Editore comm. lirico Hoepli m'invitava con h più cortesi parole, a compilargli un lavoro siili' Ari/aiuto Europea, che illustrasse le specie ili uccelli elie vivono od appariscono entro tali confini, serbando perii un'impronta che ren- desse il libro accessibile a' pili e ili uso popolare. A questo uopo egli acquistarti il diritto di riprodurre le tavole dell'opera « Die Vogel Europasn del signor Arnold, le quali, te- nuto anclie il debito conto dell'esiguo prezzo del volume, sono in generale belle e somi- glianti; '. Lara, della Scuola degli Artigiani in Padova, la cui arte di disegnare s'armonizza alla piò scrupolosa esat- tezza. Il comm. Hoepli poi, vigile sempre a mantenere l'alta reputazione meritata dalle sur pubblicazioni, mi autorizzarli ad ornare il lesto di mi merose figure schematiche, che furono pure commesse al sullodato Prof. Lara. Mi accinsi tosto all'impresa con grande ardore, sennonché un viaggio scientifico in Sardegna, Che durò oltre due mesi, la sospese: ed altra sosta ebbe a subire, quando reca- tomi a prender parte al Congresso Zoologico Internazionale di Berlino ed imbattutomi nei Colleghi delle precedenti Adunanze di Cambridge, Parigi, Serajevo etc. con alcuni di essi peregrinai a risilarc i Musei e Ir Raccolte prirate della tierinnnia. Perciò non mi fu pos sibile conseguii re il manoscritto prima del Xorcmhrr IDDI . dopo oltre sei mesi di faticoso lavoro, che tale infatti può. senza iattanza, giudicarsi per l'enorme letteratura sull'ar- gomento e il numero delle specie e delle sottospecie, (oltre 600), che ducetti illustrare e som- Diariamente deserirere. Mi agevolarono questa impresa, soverchiamente ardita, è mestieri confessarlo, e le ricche mie Collezioni e la mia biblioteca, le quali io cominciai a mettere insieme, con cero entusiasmo, fin da qua mio non coniarti che quindici anni, e seguitai poi pazientemente ad accrescere per più che tre lustri, lino ad oggi; mi aiutarono ancora le visite fatte ai mag- giori Musei d'Europa; i parecchi miei viaggi scientifici ; la corrispondenza coi più noti Or- nitologi, a molti dei quali sono legato di cordiale amicizia; una fila insomma (mi si lasci correr la frase) quasi esclusivamente vissuta mi .Mondo Oniitico. ;•/,'/:; izione Certamente è lungi da me la presunzione di aver fatto ninni completa, ma è altret- tanto viva la speranza ili aver fedelmente rappresentato' a qual punto oggi si trovi V Ornito- logia Europea e d'aver impresso al mio lavoro un carattere, quanto almeno ho più saputo, moderno, sì che esso apparisse ni corrente della Scienza. Non seguì una classificazione affatto recente e ne esposi le ragioni nel relativo Capi- tolo ; omisi per brevità i nomi classici delle lingue più note i dialettali italiani <■ In sino- nimia scientifica, limitandomi a citare quando diversificavano, i nomi adottati nelle Open sull'Avifauna locale dal Conte Salvadori e dal Prof. GiglioU, due astri fulgidi del sapere ornitologico. Molti Ornitologi mi hanno grandemente aiutato, sia coll'invio delle loro pubblicazioni, sia colla loro autorevole panda o colf illuminato consiglio; in mando a tutti una viva pa- rola di ringraziamento; ma doveroso e gradito mi torna ricordare in modo speciale i seguenti: Inghilterra : //. E. Dresser; E. Hartert; A. Newton; Udii. W.Rothschild;R. B.Sharpe. Norvegia: K. Collett. Francia: L. Bureau: f Barone d' Hamonville ; Oh. r. Kempen; A. Suchetet. Austria-Ungheria : S. Brusina; C. Hellmayr; L. Lorenz con Libumau; -/. von Madaras:; 0. Eeiser ; V. Tsclvusi zu Schmidhoffen. Germania: Conte di Berlepsch; /«'. Blasius; <>. Kleinschmidt ; A. Eeichenow. St;iti Uniti d'America: L. Stejneger. Italia: (/. Damiani; E. 11. GiglioU; G. Martorelli; Conte V. Salvadori; G. Valimi. Termino quindi col rivolgere le espressioni della mia ricoiiosccir.a al solertissimo coni m. Hoepli, clic ha in ogni inailo, con ogni largliezza cooperato alla fortuna del libro. Se questa non sarà per corrispondere a' comuni sforzi, la colpa non sarà eerto di Ini : sarà tutta mia. e, militi: (Moìiselice), lo gennaio 1!>0'J. E. Akrigoni degli Oddi. INDICE (tEXERALE DELLE MATERIE Dedica Prefazione Posizione delle tavole colorate Indice delle figure intercalate nel testo A. - Struttura esterna degli Uccelli B. - Penne e loro struttura . a) Aberrazioni di colorito b Muta .... e) Pterilografia Mimetismo .... Dimorfismo .... Ibridi ..... Femmina in abito di maschio. Teratologia .... Lunghezza della vita negli Uccelli PARTI' c. I). E. F. e;, il. La Distribuzione Geografica degli Uecell ■'. Trentino e" Dalmazia •r Veneto Lombardia ■ V) Piemonte .'/'! Ticino . h>) Nizzardo V) Liguria V) Emilia e Marche . ni ' Toscana *') Roma . »') Napoli e Italia mi !»' Sicilia . 9'J Malta . r'j Sardegna '') Corsica oridii mule Pag. 1 is 152 ivi » L57 159 i v i ivi . 160 » ivi » 161 » 162 ivi k;:; . 1 64 • ivi » 165 PARTE SECONDA. Indice Sistematico dogli I cecili Europei descritti nel presente lavoro Cenni descrittivi ed osservazioni sugli Uccelli Europei . Indice generale .......... Errata-Corrige .......... l'ini. III-XXV 1-547 549 567 POSIZIONE DELLE TAVOLE COLORATE Tavola I Pag. Frontispizio li 8 Parte II ]]] . 16 IV . L'I V . 32 VI . IO VII . 48 » Vili 56 IX . 61 X 72 XI . 80 XII . ss XIII 96 » XIV. 101 XV . 112 XVI • 120 XVII . 128 XVIII » 136 XIX. 114 XX . 152 KXI. 160 XXII 168 XXIII 17»; XXIV 181 XXV 192 Tavola XXVI Pag. 200 Parto I] XXVII 208 XXVIII 216 XXIX 224 XXX 2:;2 XXXI - 240 XXXII 248 XXXI II 256 XXXIV 264 XXXV 272 XXXVI 280 XXXVII 2Ss XXXVIII » 296 XXXIX 304 XL 312 XLl 320 XLII 328 XLIII 336 XLIV 344 XLV 352 XLVI 360 XLVII » 368 XLVIU 376 XLIX » 384 1 392 [NDICE DELLE FIGURE INTERCALATE NEL TESTO PARTE PIUMA. 1. figura schematica del corpo di un uccello, per mostrare cenni' le sur parti sou nella terminologia ....... 2. forme principali ili becchi ...... '■'. Tarli del becco. ........ 1. Ala
  • .... 50 iri 00 ivi o:i iri i;i 65 iri 66 no 70 112 IM'H I i IG1 1:1 INTERCALATI NEI rESTO XV11 82. Ala «li Lanius excubitor major, gr, nat. ...... 83. Testa ili l'uni* communi), gr. nat. ....... XI. Testa di l'itrns ittunltiiius. gr. nal. ...... 85. Testa o collo di Saxicola melatioleuca, mas. ad. in prim., gr. nat. 86. Testa e collo di Saxicola melanoleuca occidentalis, mas. ad. in prim., 87. Becco Muscicapino (da Sharpt ....... ^ Hocco Irrticefttlino (ila Sharpt i ...... . 89. Becco Filloscopino (da Sharpe). ....... 90. Becco Locustellino .......... 91. Testa 'li Icrocephalus aqiiaticus. gr. nai. ..... 92. Testa di dcrocephalus sohoenobaenus , gr. nat. .... 93. Testa ili Motacilla citreola, gr. nat. ...... MI. Testa ili Motacilla campestris, gr. nat. ...... 95. Piede ili Antimi pratensis, gr. nat. .... 96. l'iede di Aniluts triviali», gr. nat. ..... M7. Groppone e sopracoda di Antlius pratensis, ingrand. ms. Groppone e sopracoda di Anthus cervinus, ingrand. 99. Parte apieale di una lunga cuopritrice inferiore della coda dell' Anthus 100. Piede di Anthus Eichardi, gr. nat. ...... 101. Piede di Anthus campestris, gr. nat. ...... 102-103. Cranio di Bmberiza, a) visto dal disopra - b) visto lateralmente 104-105. Cranio di Fringilla, a) visto dal disopra - b) visto lateralmente 1 oti-107. Cranio di Coccothraustes, a) visto dal disopra - b) -visto lateralmente 108. Testa di limheriza schoeniclns palustri), mas. ad. gr. nat. 10M. Testa di Embirìza schoeniclns intermedia, mas. ad., gr. nat. . 110. Testa di Emberiza schoeniclns tValloni, mas. giov., gr. nat.. 111. Testa di Pyrrhula pyrrhula, gr. nat. ...... 112. Testa di l'urrlttila pi/iihiiln tttropaea, mas. ad. .... 113. Ala di Coccothraustes coccothraustes, gr. nat. ..... 114. Testa di I. uriti curvirostra, gr. nat. ...... 115. Testa di Loria curvirostra pityopsittacus, gr. nat. .... 116. Becco di Corvus frngilegus, circa ' gr. nat. . 117. Becco di Corvus corax, circa " gr. nat. ..... 118. Becco di Corvus corax tingitanus, circa '/ gr. nat. 110. Becco ili Corvus cornix, circa '/o gr- Ullt. ..... 120. Becco di Nucifraga caryocatactes pachyrhynchus, circa ' , gr. nat. . 121. Faccia inferiore della coda della strssu. per mostrare l'estensione del delle timoniere, circa '/, gr. nat. ...... 122. Becco di Nucifraga caryocatactes leptorhynehus, circa lL gr. nat. . 123. Faccia inferiore della coda della stessa, per mostrare l'estensione del delle timoniere, circa '/a gr- nat- ...... 124. 'Testa di Garrulns glandarins, tipo chiaro), circa ' gr. nat. 125. Testa di Garrulità glandarius, (tipo scuro), circa '/., gr. nat. . 126. Testa di Syrrhaptes paradoxus, circa ! gr. nat. .... 127. Piede dello slesso, circa ' , gr. nat. ...... 128. Testa di Caccabis saxaiilis, circa "'/;, gr. nat. ..... 129. Testa di tur, uhi* ìaxatilis chukar, circa gr. nat. 130. Testa di Caccabis rufa, circa '/ì gr- na*- ..... 131-132. Cuopritrice mediana alare di Perdix perdix, gr. nat. a) mas. ad. - !>) testo furono omesse le due lettere a e 6) . 133-134-135. Fig. 1. Coda (parte apieale) di Tetrao hybridus (femmina). - Pig apieale) di Tetrao urogallus (femmina). -Fig. 3. Coda (parto apieale 6 femmina), per mostrare la differente forma (da Xttnnitinu' 136. Testa di Tetrao urogallus, mas. ad., circa '/j K1'- ":lt- 137. Gallo cedrone (maschio), durante la sua estasi voluttuosa 138. Meleagris gallopavo, mas. ad. ........ rvinus. ingrand bianco ali ali apice apice femm. ad. (nel 2. Coda (parte i Lyrurus letrix Pag. 112 136 173 iri IMS 200 208 iti iti 22 I iti 231 ili 232 iti tri Ìli 252 iti ili 267 ili ivi 290 ivi 2M7 301 ivi 311 313 ivi 314 317 iti iti iti 321 iti 331 iti 335 iri 336 iti 349 X V 1 1 1 ATLANTE OKNITOLOGII 0 139. Testa e collo
  • minili limiti (MANDIBULA INFERIOR O MANDIBULA), lo spazio intercedente tra le due mandiboli dicesi fessura della bocca <> boccale, o apertura iltl liccro (hiatus rostri) e va dall'apice del becco all'angolo t'orinato dalla base delle due mandibole : esse talora sono ambedue mobili i Pappagalli), ma di solito ciò non si avverte che nell'inferiore. Il becco (importantissimo per la sistematica i serve come bocca e come organo prensile (mano), cioè per prendere il cibo, in- trodurlo nella cavità boccali', spelarlo, infran- gerlo, inoltre in talune specie, come la lìec- caccia, agisce anche (piale organo de] tatto, mentre in altre, che lo hanno finissimo e sottile. la. si può dire, la funzione di ago per cucire ed intessere i materiali filiformi, con i quali compongono l'artistico nido (Basettino); esso è più o meno conico e termina in punta, di solito corneo o duro, in un solo od in più pezzi i Procellaria) e questi pezzi in dati generi (Fra- tercula, etc.) cadono parzialmente nella inula .autunnale delle penne, venendo riassunti in pri- mavera, formano quindi parte della livrea nu- ziale e costituiscono un carattere sessuale secon- dario, questi becchi si chiamano caduchi o decidui. Talora il becco è di costituzione molle, come il cuojo, e termina in dati generi in un' « unghia » cornea, più 0 meno distinta e curvata (Anitra, Pellicano, etc.), od è rivestilo da una pelle molto vascolare, nervosa e sen- sibile alla sua estremità, nel «piai caso serve quale organo del tatto per cercare i vermi sulla terra i Beccaccia), o può presentarsi duro e resistente all'apice, mentre la sua base è molle, tumida e carnosa, come nei Piccioni e nei l'i\ ieri. 1,'ti li fnlecii (raMPHOTHECA) è il totale integu- mento del becco, che può essere intero od a a pezzi; rìnoteca (rikhotheca) <• quello della ma mi il iola superiore e ij li il li il ini (gnathothei I l'altro dell'inferiore. Gero (cera, ceroma), chia- masi la cute di solito colorita differentemente, che riveste la base della mandibola superiore I Rapaci), e un integumento simile ad una grossa membrana e può essere talora fittamente copei ta di penue (Pappagalli) : nello Stercorarius si noia una falsa cica, (piando non esiste celti si dice che il becco è nudo .albi base; essa non è mai presente nella mandibola interiore. Tornio, (TO- mii m) e il margine delle due mandibole, quello della superiore detto tornio mascellare (tomium maxillare), quello dell'inferiore tornio man- dibolare (tomii u mandibi i w;i Angolo della bocca o punto commessurale (commissura), è il punto ove si uniscono le due mandibole alla base lateralmente; il margine della supe- Partì del bi eco. /. apice del l" i co riore da alcuni viene chiamato RICT1 - e tomia quello dell'inferiore, sicché dal loro complesso risulta la commessura della lincea o angolo GI< 0 superiore ed un intacco corrispondente nell'in- feriore (Averla, Tordo. Rigogolo). 3. Tipo leu il irosi re 0 sottile, CO] beCCO piccolo, sonile ed una apertura boccale poro estesa (Picchio imi nitore). \. 'Tipo curvirostre o curro, col becco di tipo tenuirostre, ma curvato (Bampichino), 5. Tipo acutirostre o acuto, col becco piccolo e molto appuntito ( Fiorrancino) . 6. Tipo conirostre o conico, co] becco fatto a cono (Passero). B - Uccelli d'acqua. 7. 'Tipo longirostre o lungo, becco lungo, molle e con spaccatura poco estesa (Beccaccino). 8. Tipo pressirostre o compatto, becco duro, leggermente analogo al conirostre (Pi- viere) . 9. Tipo cultirostre o tagliente, becco duro, appuntito, col dorso grosso e rotondo ed il mar- gine tagliente (Airone). 10. Lamellirostre o lamelloso, becco tor- nito di dentellature simili a denti, o di lamelle sui lati del becco (Anitre). Tale classificazione è però affatto artificiale, ed a questo proposito ricordo, come cultrato possa dirsi tanto il becco dell'Airone, quanto quello dello Storno, e come quindi convenga indicare la precisa forma del becco sotto i relativi gruppi e non attenersi alle grandi linee generali, che possono svisare facilmente la verità. 11 becco ofl're casi di dimorfismo sessuale in riguardo alla sua forma (Pellicani e Poldnella ili unirci: così le caruncole o rigonfiatine nelle Galline sono proprie ai maschi soltanto e man- canti nelle femmine e le differenze sessuali di colore sono in generale comuni (Merlo, Ger- mano reale). (Mi-Uccelli non offrono un naso propriamente detto, esso è rappresentato dalle narici (nakes), che internamente si aprono nella superficie su- periore della bocca, mediante due fessure, e ta- lora una soltanto; le narici si trovano inserite sulla, mandibola superiore, talora nella mem- brana cerosa, ma in generale sono collocate plesso alla base ed allora sono basilari o sub- basilari; laterali, se sui lati, mciliinie, se circa sulla metà del becco; terminali, se all'apice i Ipterige): superiori, se sulla parte superiore del becco; mari/inali, se presso il tornio; cul- minali, se sul culmine, noi qual caso possono essere riunite in un solo tubo (Procellaria). Sono situate in una depressione rotonda (fossa nasale) od allungata (solco nasale), di solito si presentano aperte, o talora chiuse, o semichiuse da una membrana. Possono essere nude (nudai;). ovvero più 0 meno nascoste I il' IAK| da penne molli, o seiolo>e e rìgide, clic proiettano nella stessa direzione delle penne della testa od in si oso opposto, antrorse, ad esse si dà il nome di auto i VNTIAE) e possono l'ormare due ciuffi sui due t'ori nasali, o abbracciare con uno solo per intero la base del becco; le narici sono •pervie (nares perviae), quando la loro apertura è esterna; impervie (NARES IMPERVIAE), (pianilo non ne presentano; talora, uccelli della stessa specie lianno le due l'orme a differenti età (Ma- rangoni). Se sono comunicanti ed offrono un solo t'oro, che attraversa il becco, si dicono per- forate, ed imperforate, se tra esse esiste un setto nasale. La loro apertura esterna può essere ili l'orina lineare o intonila ed allora si presentano Oblunghe, elittiche, orali ed orale: talora sono concave o prominenti; se olirono un orlo molto prolungato o soprastante si chiamano tabulari. e duplicate se. essendo tubolari, lianno due aper- ture all'estremità ili ciascuna, l'aloni osservasi una scala nasale, che sovrasta l'omonima aper- tura (Gallina), o che presenta uno spazio piatto come un tetto ('Torcicollo): considerale in di- rezione del culuiiiie, le narici possono dirsi J)n- rallele od oblique. Una membrana ne restringe l'apertura, e la cinge da tutti i lati, o po- steriormente, o la sovrasta; essa può presentarsi nuda (Bigogolo), pennuta (Merlo d'acqua), fatta a colta (Fagiano) o piami (Cicogna), se è ri- coperta da una polvere bianca dicesi farinosa ( Piccione). Entro il becco troviamo la lingua, organo di grandezza e di forma assai variabile. Consistenza della lingua: Carnosa (Anitra), molle O cartilaginea (dallo), scuriosa ( 'l'orilo). -Figura della lingua : Depressa: cilindrica: tiilailare (TUBULOSA); htm- brieiforme (lumbriciformis) ; rotonda .• filiforme. "Estremità della lingua: Acuta (ACUTA); lanceolata (LANCEOLATA), Se foggiata a lancetta; bifida (bifida), se l'apice è diviso iu due da una intaccatura (Corvo); setolosa (setosa), se fornita di setole, (piando queste sono curvate all'indietro dicesi uncinata (uncinata), e «piando disposte a ciutt'etto pen- nelliforme (pennelliformis), se dirette all'in- nanzi e parallele pinniforinc (pennacea); la- cerata (lacera), se divisa in più strie longi- tudinali (Pecca fichi ') ; saclliforntc (SAGITTATA), se a triangolo; rotondata ; troncata : smarginala, se presenta intaccature. Dimensioni della lingua: Prece, se più corta del becco ; mediocre, lunga e lunghissima (cfr. becco). VII, w tNlTOl 0G1I 0 Movimenti dritti lingua: Per i movimenti, la lingua si distingue in estendibile (extensilis), se può essere iu parte protesa inori della bocca; vibratile (vibratilis), quando pini venir spinta con forza fuori della bocca. Superficie della lingua : \ii'lu: papillosa, gè fornita di papille; ner- vosa (nervosa), >-e spigoli prominenti corrono pei unta la sua lunghezza; lacera, se tagliata irregolarmente e piumata; ciliare (cimata), se fornita «ti peli rigidi <> di setole; dentellata, se Cini lamelle 0 proiezioni, simili il (lenii, nelle sue parti laterali e l'apice conico (i,amelli- ROSTRES). Nella testa ilo^ii uccelli distinguiamo le se- guenti parti: Pileo (pileus), la parte superiore dalla base del becco alla mica, diviso a sua volta in fnmir (frons), parte anteriore del pileo, vertice (vertex), la pane media dello stesso; occipite (occiput), la posteriore: nella regione laterale della testa noto, le ritinti (lores), lo spazio tra l'occhio e la parte laterale basilare del becco, che può essere nudo (Podicipes), coperto di setole [Falco) <> di penne (Pemis); la regione oftalmica o periorbitale o perioculare phthalmica), lo spazio d'attorno l'oc- chio, diviso in regione sopra-orbitale, r. post- orbitale, r. ante-orbitale, r. in/ra-orbitale ; lo Spazio Orbitale (ORBITA), lo spazio circolare del tutto prossimo all'occhio sia. pennuto [penne ciliari), sia nudo; la regione auricolare o paro- lirti (regio parotica), lo spazio d'attorno l'o- recchio, che e di solito situato un po' al disotto ed ali 'indietro dell'occhio : le tempia (TEMPOR l ), lo spazio tra l'occhio, il vertice e l'orecchio, non ben distinto dallo spazio post-orbitale : le guancie (GENA), lo spazio tra la base del becco, la fronte e l'occhio. Nella parte laterale della Icsla s'aprono n'ii occhi, essi si dicono laterali se sono situati sui due lati della stosa, cioè uno sul sinistro e l'altro sul destro, come nei Falchi e nella massima parte degli I cecili, talora sono inseriti mollo all'indietro I Beccaccia), sono anteriori, se aperti sul lato anteriore della testa, e se guardano quindi ambedue in avanti come nei Rapaci notturni e nelle Miitnitlli. Come prominenza, diconsi incassati mici u cavi) nei Rapaci diurni; sporgenti (eminentes), se sporgono molto -ni pia Iella testa, come nei Rapaci notturni n incassati o superficiali (si perfn iales), se allo -lesso livello (Iella lesta come negli A titillili, (ic. L'occhio ha ire palpebre, l'ima superiore, l'altra inferiore, la terza detta membrana militante (membrana 8X< citans), es^a e trasparente e biauco-avgentina, per mezzo di contrazioni del muscolo piramidale viene spinta obliquamente -lilla superficie .'intcriore dell'occhio, ed in dati casi serve a moderare l'eccessiva luce solare | Rapaci notturni). (■li Uccelli non hanno orecchie esterne a padiglione, come quelle dei mammiferi : ma esiste un t'oro auricolare, aperto di solito in si- tuazione postero-inferiore all'occhio e coperto in generale di penne con struttura speciale, a barbe molli e decomposte (cuoprilrici aurico- lari), certamente così formate per non intral- ciare di troppo la percezione dei suoni : il meato auricolare è nudo negli avvoltoi e nello si ruzzo: la Beccaccia ed i Beccaccini hanno il t'oro auricolare sotto gli occhi o non all'in- dietro di essi, ed alcuni Rapaci notturni of- frono padiglione esterno, cioè una ripiegatura più o meno prominente, che agisce come una valvola. La testa ed il collo di molti ucci Ili >i presen- tano nudi del nulo o parzialmente, ma ciò non significa che manchino all'atto le penne, bensì che la copertura e t'ormala di filopiume, e • degli Avvoltoi; anche la gola olire nudità . che alle volle l'ormano sacchi golari (Marangoni) 0 borse mollo estese (Pellicani). Talora le an- zidette parti sono ornato di ciuffi t'orinati di penne, semplici. 0 speciali. 0 sono fornite di creste, di coma, di verruche e di caruncole. che costituiscono le parti aecessorù della testa e del collo, tra le quali distinguiamo le seguenti : Ciuffo, detto anche impropriamenteerestejè un complesso di penne pili lunghe delle altre cir- costanti, che -i trovano sul pileo 0 sulla nuca e che possono venir rialzate dalla volontà del- l'animale, e qui incidentalmente nolo. come tutti e,ii uccelli nei II enti di eccitamento possono ci igere le penne della testa cono a piccolo cintili, anche se esse non sono allungate; le penne del ciuffo ponno essere di struttura connine, od allargate ed allungate, o presentare una tes- situra speciale, i ciuffi possono essere aperti o chiusi a gUÌBa di ventaglio e le penne sparse qua e là irregolarmente od in file mediane e trasversali od a complesso globulare, situate nel mezzo della lesta come nella Cincia col ciuffo, sul vertice, sulla fronte o sulla nuca ; la loiiua più comune e quella di tipo occipitale ; se il ciuffo e pieghevole dicesi pi.icatilis ; nel pili dei casi esso e semplice e tilt riti it ni, ma in alcuni uccelli caduco e temporaneo offrendo un carattere tli stagione I Phalacrocorax gracu- Uis); alni sono doppii e temporanei e costi- tuiscono carattere di livrea o di sesso, come i .< cornei li » nel maschio dell'Allodola gola gialla, mi w :\ ICO il collaretto esteso sulla gola e sul davanti del collo eil i ciuffi auricolari «lei Combattente <■ così via; i dopiti ciuffi laterali non sono però Sempre decidui, come osservasi nei cosi delti «corni» (PENNAE AURICOLA tMES) dell' Al- locco selvatico, e speSSO sin (imposti di penne, ulne che allungate, singolarmente > liticale quanto a struttura. Così negli Uccelli di Rapina notturni ed in qualche alno genere, la parte anteriore della testa ha le penne molli foggiate in modo da tonnare un cerchio tacciale del lo disco o cerchio (ZONA I Ai lAI.Is), esso è com- pleto se è tanto alto al disopra die al disotto degli occhi (Syrnium), incompleto nel caso op- posto {Curine), tali piume sono molli, decom- poste i' setolose: altre volte le. penne della, gola e del davanti del collo l'orinano compiei i collaretti elle sono temporanei (Combattente). Mustacchi o baffi o basette (MTSTACES), sono penne di tipo ordinario o setole rigide inse- rite sui lati delle guancie verso lineili del collo (regione o linea inalarci, anche a ino' di due macchie (viTTAJB GENALEs), e che danno lisio- noniia speciale all' uccello (Basettino, Fal- cone). Barba (barba), ciuffo di peli (penne modificate e ridotte) o di penne pendenti in- serite alla base della mandibola interiore (Av- voltoio degli agnelli), o sulla gola, o sulla parte anteriore del collo e del petto. Conni (COKNU), processo corneo di una qualsiasi parte della testa, p. es., il corno frontale della Pa- lamedea, o lo scudo o placca frontale del l'olio sultano e della Folaga. Verruche o papille (pa- im i. lai;), piccole escrescenze carnose nude si- tuate (pia e là sulla testa ; caruncola (< \uuncula), pure escrescenze carnose di varia forma e con- sistenza, che si trovano sulla cera, sulla parte superiore della testa, sul le palpebre, sul collo,etc; barbiglioni (p alea), caruncole allungale e pen- denti, attaccate sulla mandibola interiore e sulla gola {Calli/*). Cavezza (capistri ih), è la parte anteriore della lesta tutt'attorno al becco, così distinta quando presenta tinte che si staccano notevol- mente dalle circostanti e formano uno spazio differenziato (Cardellino), come la parte supe- riore della testa (pileo) può offrire uno spazio scuro e di tinte differenti dalle circostanti, che si dice calotta e che forma un carattere dia- gnostico importante (Capinera). Sopracciglio o /'amia sopracciglia/re (supercilium o fascia si - PERCILIARIS), si chiama una banda, di solito di tinta chiara, che dalla base del becco, passa sull'occhio e termina sull'orecchio, ossia costitui- sce il bordo laterale del pileo ( Lui). Nella testa, oltre al sopracciglio, notiamo talora anche làscio mediane e laterali e piii precisamente ricordo: la linea mediano longitudinale, che corre sulla parie mediana del pileo. dal culmine alla nuca. eche spesso è colorita vivacemente ( Fiorrancino) e le linee longitudinali laterali, cioè quella tra il sopracciglio e la mediana (Pagliarolo) e la stria laterale che può essere lorale, se e sulle redini, trasversale, se attraversa gli occhi, post- orbitale, se -i estende solo al di là di essi ■. le dette fascio, se strette, diconsì Strie 0 strisci, , gè larghe haiitlc o l'osi ie. Il Collo sembra un cilindro ; esso varia gran- demente in lunghezza, a seconda del numero delle vertebre «die lo formano, non è mai molto cono, ma almeno abbastanza lungo pei toccare co] becco la glandola uropigea (efr. p. 12) e sem- bra che la sua proporzione stia in rapporto colla, lunghezza delle gambe, e chi' tale dimen- sione sia necessaria per poter con esso toccar terra per procurarsi il cibo: pelò vi sono ec- cezioni, come nel Citino che ha collo lunghissimo e gambe molto corte. 11 collo e assai mobile. esso imo essere contratto e spinto all'innanzi con mirabile forza e celerità, in grazia di spe- ciali muscoli e di ossa particolarmente costi une. talora è in parte nudo o coperto di penne filiformi e setolose, 0 fornito da altre piume orna meli tali, come ciuffi lineali (Serpentario), od allungale, oil a barbe disunite, che si riscontrano sulla regione della gola, del collo e dell'alto petto (Garzette); di rado il collo è caruncolato. Nel collo distinguiamo: la -parte anteriore e la posteriore; ed in quest'ultima la cerner (CER- vix) o parie superiore del collo, la parte più alta del collo che confina coll'occipite e si dice anche regione cervicale; la nuca o rei/ione mi- etile (mia) detta anche alto collo, la parte del collo che confina col dorso; aiuhcnio > w i in - Min), è la mediana tra la nuca eia cervice. I .a porle anteriore del collo: si divide in inculo (MEN- IMI), che è la parte nuda o pennuta, situata tosto all'indietro dei due rami della mandibola inferiore: lo spazio tra esso e la gonide (punto di congiunzione dei due rami) è dello spazio in- tcrrainalc (cfr. pag. '■'■): gola (GULÀ), e la por- zione inferiore del collo, che conlina col inculo ; gozzo (.in.ri.iMi, la. parte pili bassa de! collo che sta tra la gola od il petto e dicesi anche doranti del collo, come alla, gola ed al gozzo sì da il nome generale di gola, da ciò macchia o spazio giugulare gola. Il Tronco è di forma ovata, talora si pre- senta, molto compresso (Aironi) o assai de- presso (Anitre); in esso distinguiamo una re i/ione dorsale o Superiore (NOTAEUM) ed una reni ni le od inferiore m. \ mi: ali li) . Comunemente Atlante ornitologico. — hiu I 10 \ Il \\ tNl rOLOGK " parlando, si dice il disopra ed il disotto o ;/«- streo, intendendo col primo le parti superiori e coi secondi le inferiori e. quantunque arbi- traria, e divisione affatto indispensabile; so noi immaginiamo una linea che dall'angolo del becco corra sui lati del cullo e sui Banchi lino sui lati della base della eoda, la parte del Corpo clic sia al disopra di tale linea, com- presa la superficie superiore delle ali e della coda costituisce le partì superiori od il cosi delio disopra, mentre quella che sta al disotto. compresa la superficie inferiore delle ali e della coda, costituisce le parli inferiori od il così deito disotto e gastreo. Né il notaeum, né il GASTRAEl M sono mai nudi, soltanto il ( . \ > ri: \ i i m in certi uccelli, durante l'epoca delle cove. pre- Senta qualche ]iaile nuda o semi-nuda, dovuta al l'alto clic i delti uccelli si strappano il piu- mino e le penne pei nascondere le uova o pei rendere morbido il nido, lalma invece sono le penne che si consumano sull'addome pei- lo sfregamento palilo indio stare accovacciati a covare: lauto il GASTRAEUM, che il NOTAEUM presentano treni anteriori e posteriori di penne ornamentali o porzioni coperte di penne em- bricate, eie. Nella regione dorsale ad pie tro- viamo: il dorso (dorsum), che sarebbe lo spazio 'dal collo alla base della coda, ma propriamente s'intende la porzione alla del tronco, che confina col collo; la schiena o regione interscapolare (in- i i i:-i miiii m), la regione del tronco (die giace Ira le ali; tergo (TERGI MI. o basso dorso, la regione tra la schiena ed il groppone; groppone (i rofygii m), la parte estrema posteriore del tronco (die confina col sopracoda, i suoi fian- chi, detti lati del groppone, talora pre- sentano penne specialmente modificate; sopracoda è la parie più est rema del tronco, che confina colle cuopritriei su- periori (lilla coda, eolle ((itali spesso si confonde o s'immedesima, e risulta con- tiguo alla base della eoda; per munitilo s'intende il dorso, le scapolari e le ali piegate, specialmente quando tali parti offrono tinte unite e speciali come uei Gabbiani, ma talora invece mantrUti è sinonimo di tlnrsa ; sjHilUi (humerus), e la regione laterale del tronco contigua al collo, alla schiena ed al petto; davanti alle spalle si trovano talora gruppi di penne detti spallacci (hTJMKRALIA), che sono collocati propriamente sui lati del petio e coprono l'angolo dell'ala, quando essa è aderente al corpo, ma si riscontrano in poche specie di uccelli (.1 rrfi Nella regione ventrale troviamo anzitutto : il GASTRAEl M. (die, oltre ad essere lo spazio in- feriore del tronco (dal collo alla coda), si consi- dera anche per tutta la faccia inferiore del corpo, dal mento alla coda; il petto (pectus), la parte che copie in sterno e giace tra il collo e l'addome, diviso in alto petto o parte anteriore tiri /itili), ed in liasso petto o parte posteriore od inferiore del petto; ascelle • \\n i \i . i due lati del petto, cioè la parie sii nata presso la base dell'ala; ipocondrio (hypochondrh m), la parte la lei. ile del tronco situala tosto al di sotto dei lati del tergo e del groppi e (die arriva sino alla parie posteriore del petto e dell'addome; ad- dome (abdomen), la regione media del gastreo tra il petto ed il sottocoda; èpigastro (epiga- stri! mi, la pane alta dell'addome contigua al l'eli": ventre (venter), la parte media dell'ad- dome contigua al sottocoda ; sottocoda (i rissi « . la parte estrema del gastreo contigua alla base della coda, e che confina colle cuopritriei in- feriori della slessa, con le (piali talora si con- fonde e corrisponde al sopracoda ; lati della testa, tirili! titilli. i'lr.. sono le parli laterali di tali regioni; fianchi (ima), pure gli spazii laterali tra la regione dorsale, il petto e, l'addome; A Li ili un I Ci'ello. 1. Remiganti primarie - 2. Remiganti secondarie - 3. Penna spuria l. Cuopritriei primarie superiori - "•. Ala bastarda ■ n Grandi cnopri trici secondario - 7. Cuopritriei mediane se iarie superiori - s. Piccole cuopritriei secondarie superiori ■ 9. Remiganti cubitali o terziarie. calzoni (femorali a), quelle lunghe penne, pen- denti e pili lunghe (lidie altre, piantale sul lato esterno delle ".ambe di eerti uccelli, ed in al- cuni gruppi molto sviluppale (Falchi, l'urlili). I.e Ali degli recelli rappresentano in essi gli aiti anteriori, ossia il braccio umano e come esso orinino la parte prossimale (braccio), il cui osmi dicesi murra, la parie media (avam- braccio), con due ossa che sono il radio e Vitina, e la parte disiale (mano) con varie ossa, e che e una mano imperfetta, ove notiamo, a varii ITLÀNT] "KMTOLOGICO 11 gradi
  • varia assai nelle dimensioni, si dice penna spuria o jiniiid bastarda 8e misura un terzo o meno della -J , talora è metà (li essa, tal'all la molto lunga o invece rudimentale, piccolissima, imperfetta (obsoleta) e può confondersi con una cuopritrice, tal' altra sarebbe mancante. A distinguerla, il Savi dice, che, se è una cuopri- trice, avrà la sua pagina inferiore appoggiata sulla pagina superiore della seguente remigante; che se invece è una remigante, avrà la sua pa- gina superiore appoggiata sulla inferiore della più prossima remigante, ina a me pare che non si possano mai confondere. Alcune famiglie di Passeracei (Fringillidae, Motacillidae. Hirundi- nidae) sono caratterizzate da nove remiganti 1"' (Oscines novempennatae - Passeresfringilliformes). ammettendosi che la penna spuria o 1 ' remi- gante primaria manchi; in realtà però sembra ch'essa sia sempre presente, ma si offra affatto rudimentale, imperfetta, stretta, rigida, e del tutto nascosta dalla sua più lunga cuopritrice. ciò che renile impossibile vederla dal di sotto, ed il carattere così enunciato sorse in l'ausa dei pochi individui osservati dagli Autori, come accade sovente; sicché di regola, in quelle fa- miglie, nelle quali si suppone manchi, invece nove sarebbero le primarie con completo svi- luppo e la spuria, o 1", o 10a sarebbe ridotta ad una penna di minime dimensioni, nascosta dalle 1'' cuopritrici e dal vessillo esterno della 2a remigante primaria e talora misurerebbe meno di ni. 0,UI003 in lunghezza totale; ed in generale si intenderebbe significare ciò, quando si dice che la penna spiniti è mancante. Le Cuopritrici (tectrices) sono le penne de- stinate a coprire e rafforzare la faccia superiore ed inferiore dell'ala, e si possono paragonali' alle cuopritrici della coda, ma ne differiscono, essendo di regola forti e resistenti; esse si sud- dividono in cuopritrici superiori ed inferiori, e quelle in due gruppi, cioè (A) quelle che s'inseriscono sulla mano ornitica (PINION) e coprono le basi delle primarie remiganti, e (JS) quelle che coprono la base delle remiganti se- condarie, e la parie dell'ala, sovrastante, quindi abbiamo : A -Cuopritrici primarie superiori, dette anche cuopritrici superiori licite remiganti pri- marie, o cuopritrici maijijìori esterne, s'inseriscono sulla mano ornitica. coprono la base delle pri- marie remiganti e sono in due serie, la seconda delle (piali più piccola e sempre nascosta dall'ala bastarda. />' - Le cuopritrici della seconda ca- tegoria, del te cuopritrici seco mia rie superiori s'in- seriscono sull'avambraccio e sono divise in tre categorie: a) - grandi cuopritrici secondarie su- periori (tectrices m ijores o pteromata), dette anche semplicemente grandi, maggiori o pri- marie cuopritrici, sotto il quale ultimo nome pos- sono confondersi con le cuopritrici del gruppo -I. sono le più grandi e posano in gran parte sulla base delle remiganti -' . offrendo caratteri speci liei importanti per le tinte e perle fascie api- cali e basilari, che talora presentano: />) - cuo- pritrici Mediane secondarie superiori (TECTRICES mediae o pula), dette anche semplicemente cuopritrici mediane, o cuopritrici secondarie sono quelle che coprono le grandi cuopritrici e stanno tra esse e le piccole : e) - piccole cuopritrici secon- darie superiori (tectrices parvae), dette anche cuopritrici piccole, o minori, sono più serie di piccole penne inserite in modo da coprire la base delle cuopritrici secondarie e la porzione più an- teriore dell'ala : le cuopritrici dell'omero I termine poco usato) sarebbero serie di piccole penne in- serite al di so; ira dell'omero, non sempre presenti, molto sviluppate nelle Anitre, nelle quali pos- sono facilmente distinguersi dalle scapolari, con le quali vanno sovente confuse; il paraptero (PARAPTERUM) o penne scapolari, sono lunghe penne che originano dall'omero e si dirigono verso la parte posteriore del tronco, sono più 0 nicno allungate, e coprono in varia misura l'ala. quando è chiusa; per eamptei'io (camptekium), si intende quella rivestitura di piccole penne che nasconde il margine anteriore dell'ala, spe- cialmente sull'angolo anteriore (lidia stessa ; an- golo dell'ala (flexura alae), è l'articolazione del cubito col cor] io ; margine dell'ala (margo alai.), è la serie di piccole penne che coprono il solo spigolo anteriore dell'ala ; specchio (spe- COLUM), è una. serie di penne sopra e sotto l'ala, che offre, nella parte esposta, colore ben distinto dalle circostanti e più che altro si ap- plica allo spazio lucido, metallico, e talora a riflessi che giace, a forma di parallelogrammo, sulle remiganti secondarie delle Anitre; ditto spazio può essere anche di colorazione ordinaria. ed esteso pure sulle stesse porzioni, o su parti leggìi incute più larghe (Averla maggiore) o sulla base delle remiganti (Stercorario), ed in altre parti delle ali. tanto nella faccia superiore che nell'inferiore; nella superficie inferiore delle ali troviamo le sue cuopritrici inferiori (TEC- TRICES INFERIORES), che si dividerebbero in primarie e secondarie, come per la faccia supe- riore, iliache per maggior comodità si chiamano cuopritrici inferiori delle ali, faccia inferitile dille ali. o disotto delle ali; ascellari (axillares), si dicono quelle penne inserite presso l'artico- lazione dell'ala col corpo, sono le più interne, le più lunghe e relativamente rigide, ed in alcuni gruppi (Anitre) presentano speciale sviluppo. Ul.wil ORNITOLOGICO L3 ('unir forma, le Ali (remiganti) possono essere appuntite (aci i ae), quando alcune remiganti -olio assai piu lunghe delle altre; rotondi (rotundatae), quando esse decrescono gradual- mente in lunghezza; pinniformi (pinniformes), cioè molto compresse a guisa ili paletta e co- perte ili penne ili apparenza squamosa : come dimensioni, brevi (bretes), Be chiuse e piegate (st;itn ili riposo) giungono con l'apice sui lati del groppone (Strolagfte) ; mediocri (mediOi ki - . quando raggiungono la base della coda : lunghe (longae), quando ne sorpassano la base; lun- ghissime (longissima e), so ne oltrepassano l'a- pice <• talora anche notevolmente I Fregata i : inol- tre possono essere larghe .1 irgae); ristrette (an- GUSTAe), etc. ; come superficie, quasi piane (fere n.AN \k), convesse superiormente (superne C0NVE3 \i:), concave inferiormente ( inferne con- 1 lvae), quando le remiganti sono formate in inolio elio l'ala ne risulta fortemente convessa al disopra e concai a al ili sotto, onde gli Uccelli, elevandosi a volo, fanno uno strepito sensibile come nelle Staine. Si dicono ali volatili (vo- latii.es), se le remiganti sono lunghe ed atte al volo, inette (ineptae), se imperfette, molli e non adatte al volo: tubercolate (tuberco- LATAE), se fornite di uno o più tubercoli nel- l'angolo anteriore; spronifere (calcaratae), se nella stessa regione hanno due 0 più sproni. La coda ornitica nulla ha da che fare con quella dei mammiferi, sempre parlando degli uccelli viventi; essa non ha scheletro osseo, nò rivestimento cutaneo, e non è organo prensile 0 adattato pel nuoto, ma risulta semplicemente composta di penne sostenute dalle ultime ver- tebre anchilosate dette il portacoda e fornita alla sua base di una gianduia speciale, delta uropigea (elaeodochon). Tale glandola semina a due lobi od a t'orina di cuore ed è costituita da molti follicoli, 0 tubetti contorti, che si riu- niscono assieme, l'ormando all'esterno una pic- cola, apertura fornita di uno o più pori come t'ossero piccoli capezzoli, questi pori secernono un ti nido grasso che può o essa dare nat m allunile od essere spremuto, anzi, quando gli uccelli vo- gliono rendere impermeabili le loro penne pre- inolio col becco la glandola e ne levano delle goccio con le quali ravviano, spalmano e lubrifi- cano le loro penne, in modo che ha luogo il fe- nomeno dell'acqua che non bagna, ma che <• corre giù .>. La detta glandola e mollo s\ iluppata negli Uccelli aquatici e nel gen. Pandion, è piccola negli reeel li terrestri ed, a quanto pare, manca negli 8truzei, nelle Otarde, nei Pappagalli, etc; essa è talora esternamente fornita di un anello pennuto, alla cui presenza o mancanza si diede notevole calore, anche pei glandi divisioni or- nitiche (cfr. Olassifieaeione . Nella cnda troviamo le cuopritricii ri e le timoniere ri i i ri< i s . Le cuopriMci difen- dono e proteggono la base della coda, Bono molli, ed in ciò differiscono da quelle delle ali: vengono divise in superiori ed inferiori, a seconda che sono inserite nel notaei u 0 sul CASTRA KUM; le ciiupril riti inferiori ditta inda o sottocaudali (tei crii er si bi m uai.es) sono di solito piii molli e più grandi, in generale 1 arrivano alla metà della coda, ma talora toc- cano quasi il suo apice, si chiamano anche alle \niii-. pei- brevità, sottocoda ; le cuopri- ina superiori dilla coda 0 sopracaudali un 1- SUPERCAUDALES), sono più resistenti, talora molto culle, lal'allta enormemente svi- luppale, come nel Pavone, nel quale le penne maestose, che si chiamano di solito coda, altro non sono che le cuopiitiici superiori assai al- lungate e ehe coprono la colla in limilo che que- sta appare nulla, anche esse >i chiamano talora sopracoda e non si distinguono dalle penne del groppone, però tanto le cuopriMci inferiori che le superiori variano notevolmente di forma. ili dimensioni e di struttura, «rune nelle cuo- pri Ilici, cosi nella vera coda 1 timoniere) abbi.- una faccia superiore ed una inferiore, che ta- lora non hanno eguale colore. l'ano eri 0 (PA- RACERC1 M) e il complesso di penne inserite sulla parte bassa del groppone, quando esse coprono del tutto, o «piasi la superficie >upe- riore della coda. Le timoniere o uh ici ( 1:1. n.-n 1-:. dette anche penne della eotla. sono penne grandi e robuste, Ialina rigide, o molli e piccole, il cui vessillo esterno è più stretto dell'interno, con l'ecce- zione delle due mediane nelle quali talora e I eguali : esse Mino inserite a paia uno sull'altro in modo che il centrale è il più alto e giace coi suoi vessilli sulla prossima penna
  • . rinati - . con uno spigolo sulla su- perficie anteriore, sulla posteriore od in una delle laterali: per V integumento, mulo (\i pi - . 86 I \i Sono ne peli, ne penne: coperto (TECTUS), se rivestito di peli 0 di penne più o meno perfette, se queste sono Setolose si dice irsuto (niK-i rus) ; se lanuginose e molli, la- noso (LANUGINOSTJS), Il Podio consta di aero- podio i M ROPODI1 Mt. che e la superficie supe- riore di tutto il podio, di solito scudettata ; la palma I PALMA | ne e l'inferiore; pici no PTERNA), la porzione della palma sotto il poliamo ed è spesso prominente. Negli Uccelli viventi i diti non sono mai più di quattro, e questoè il caso più comune, talora ve ne sono tre. due nel solo Struzzo: però nelle specie Europee il loro nu- mero va da tre a quattro e gli uccelli tutti sono digitigradi, cioè camminano esclusivamente con i diti, eccello il Pinguino che tiene il tarso a terra ed è il solo planHijnnlo. (sembra che lo siano talora anche le Strolaghe e gli Svassi); quando manca un dito, esso di tegola è il po- steriore, eccetto nel gen. Geyx ed Alcyon, nei quali il dito interno è rudimentale e cos'i di- cesi per quello interno nel gen. Ckolomis; nello Struzzo manca il posteriore e l'interno. I diti sono composti delle seguenti parti: acrodattilo (ACRODACTYLUM), è la superficie superiore di cadaun dito; ipodattilo (hypodactylum) ne è l'inferiore, e si presenta a granulazioni picco lissime e talora anche a tubercoletti o /ilari; paradattilo (paradacttlum), ni' è la parte la- terale, se e distinta per qualche particolarità dall' ipodattilo ; le falangi (phaj lnges), sono gli articoli dei diti; il ri:oiiie!iin (RHIZO- nii ini M), e la falange estrema che porta l'un- ghia e lilari (TYLARl), si dicono le piccole ri- gonlintiire, come a tubercoletti. che SÌ trovano stili' ipodattilo sotto le falangi dei dil i : per la direzione i diti sono anteriori, posteriori. 0 salili: anteriori (ANTICl), quelli diretti all'in- Ili vi [.ANTE ORNITOLOGI! 0 Piede Bindattilo ( 1 Danzi, talora Io Simo timi (Rondone) ed il pol- lice è il più interno, altre volte due sono ri- volti all' innanzi e, (lue all' indietro (Picchi) e costituiscono il piede sigodattilo, i due rivolti all' indietro sono il pollici' e l'esterno, tranne nel gen. Trogon (pollice ed interno), il più cl insistente (insistens), quaudo è inse- rito sul tarso al disopra del loro livello, nel piinio caso tocca terra anche per tutta la sua lunghezza, nel secondo col solo suo apice, (piando non la tocca adatto dicesi remoto. (rEMOTUS), masi usano anche i molli elee, ilo mi insistente ; li. dito interno, indice 0 seeonilo dito (internus, index), ha sempre tre giun- ture (tranne nel gen. Ceyx ed Alcyon) ed è quello situato sul lato inter lei piede: e) dito mediano o terzo dito (medius), ha di solito quattro falangi, talora tre [Rondone), è quello che sta tra, l'esterno e l'interno ed è in ge- nerale il più lungo di tutti : ti) dito es'ei no. anulare o quarto dito (externus, anularis) ha di solito quasi sempre cinque falangi, può averne (piatirò (Succiacapre) otre (Rondone), ed e quello che giace sul lato esterno del piede, esso e l'interno sono in generale sub- eguali od eguali, ma. quando non lo sono, di solito l'esterno è il maggiore dei due: il dito mignolo umano non è rappresentato nella classe Ol'nitica. Riguardo a lunghezza e grossezza i (liti si distinguono in brevi (BREVES), se più (•orli del tarso; mediocri (MEDIOCRES), se sub- eguali; lunghi o lunghissimi, se più lunghi di esso; deludi (ni cu I - i, -e molto più sottili del tarso; robusti ;\ w.inii. sedi poco più sottili; sono liberi ( ricini i. se separati dalla base al- l'apice; collegati (colligati) o riuniti, se i diti sono legali assieme da una membrana estesa uà gli anteriori, dicesi allora che il piede e palmato (Anitre) ed in tal caso il dito po- steriore può essere libero (ANATINAE) o munito Piede «li Man ca >■ l.\\ V11XJK). l'ini.- ili Fuligula fuligxila (Fri. ii. i i.i\ u i. di un lobo membranoso (Fuligulinae), talora la palma di un dito è più eslesa che quella di un altro (Sterna); se il posteriore s'attacca anch'esso con membrana agli anteriori, dicesi che il piede è totipalmato o stegano (Phalacrocorax), le mem- brane o palme pos- Pied< totipalmato ( Phalacrocorax). sono avere il loromar- gine apicale munito di intaccature ed al- 1 loia diconsi incise ; gei»lJCOÌ%rttó,SEMICOL- LIGATI, sono i diti (piando parzialmente muniti di membrane, che se sono estese solo alla base del piede, esso dieesi pohnolo allo base e se sino a metà lunghezza semipalmato; abbiamo inoltre che i diti olirono talora membrane laterali espante sui lati soltanto e che lasciano i diti semi- liberi, quando esse hanno intaccature presso a poco eguali in numero a quelle delle falangi diconsi piedi fessolobatì o piiiniiti Folaga); quan- do non hanno smargina- tura, lobati i Svasso); nei diti dei Galli di mon- tagna troviamo come frangie tagliate a den- tellatura acuta, che sono prodotti di sostanza cornea e si trovano inseriti sui lati dei diti e questi premi i allora il nome di peninoti o seghettati (serrati). Ri- guardo la podoleeo od integumento i piedi ed il tarso possono essere: sendeltiili (SCI TEIXATl), se coperti di lamine abbastanza grandi, qua- ! Piede lobato I Si -ISSO) \ Il INTE ORNI rOLOGK 0 17 tirate e talora embricato, cioè .soprapposte le uno allo altro collo estremità e coi margini laici ali ; (niellati (anulati), quando hanno una fila longitudinale ili scudetti, ognuno dei quali k Piede pettinato [Gallo cedrone), cinge il tarso; clipeati^ ctpeati), quando coperti di lamine abbastanza grandi di figura pentagona oil esagona; squamosi (sqi unni, quando co- perti ili piccole lamine, di solito rotonde e squamiformi ; reticolati (reticolati), quando rivestiti di piccole lamine disposte come le maglie di una rete, non embricate e di solito trS ...... _ &} 3tcl i ; \\t \ i irsi degli Svassi. Il tarso può essere scudettato anteriormente, reticolato sulla por- zione laterale e posteriore o interamente reti- Colato e COSÌ via, come pure può presentare inte- gumento differente da quello del piede, cioè questo BCUdettatO, quello retico- lato, eie. le espressioni anellati, clipeati, Stivalati si usano poco nella terminologia italiana e si dice piuttosto tarso coperto di scudetti esagonali, pentagonali, lami- nari, ite., adoperando il significato, an- ziché il nome che lo designa. L'inte- gumento delle appendici pelviche è in parte nudo ed in parte piumato, e le penne hanno Struttura dilli unti' da quella del petto, raramente sono lunghe [cal- zoni) ; la tibia è in generale piumata nella parte alta, e talora anche in tutta la sua lunghezza, il tarso di solito e nudo, ma talora può essere piumato (pLUMOSl S , CO me nell'Aquila, anche sul piede, ed allora si dicono calzati (densi pennati) come nel- l'Allocco e nel Lagopus; calzarli rni), sono penne lunghe, simili a quelle dell'ala, cui so- migliano in struttura, in grandezza e nel lato di inserzione, che crescono sui piedi ili certi uccelli, come il Piccione trombettiere e la Gal- lina di Bantam, e che S inserite sul lato esterno di quelli. Per l'e- quilibrio, i piedi si pos- sono dividere: in centrali ed eccentrici, sono centrali od in equilibrio (i entrali, AEQUILIBRES) , quando so- no situati nel mezzo del- l'addome, in modo ehi- il tronco vi stia sopra «piasi orizzontalmente ; sono 1 1 centrici o non in equili- brio (EXI I VI RII I, \\ ERSI . quando si trovano inseriti molto all' indietro \ cimi il sottocoda, in modo che Diagramma del rivestimento cutaneo del tarso (da ', non potrebbero sostenere a, Forma reticolata [Piviere) - 6, seudettata e reticolata [Piccione) - <■. a squammee il tronco se cs>o, il collo a lamine [PetUroeto) • d, tarso scodettato, laminiplantare (Mimi mie) • lt-4t diti - „ i.. .,,♦.. ,.,.,, .... ..,.. jt* ni jii. ,' e i.i loia iioii.i\*s,Mio '/■*, laiso - Mei, .', ' dito (tal tarso ;ill apice dell mietila. posizione verticale. I Piedi negli Uccelli s > costituiti favore- volmente alle loro abitudini, e come li/iu si possono così scindere : Tipo Accipitrino, piede potente, con unghie torti, acute e curvate ( Astore). Tipo Rampicante oscansorio, piede zigodattilo, con ipiattroditi.o tre, mancando il pollice, allora il dito anteriore esterno e invece posteriore e Ver- satile, unghie bene sviluppate e curvate (JPiechio). esagonali; stivalati (caligati), quando coperti di grandi lamine senza frequenti divisioni, perciò né scudettati, nò reticolati; granulati (granulati), quando le reticolazioni hanno la l'orina di prominenze, che sombrano gl'anellini e che rendono talora ruvida la superficie dei piedi, se tali ruvidezze sono molto palesi si dicono scabrosi (scariosi) e se raggiungono un grande sviluppo, seghettati (SERRATI), come la Atlante ornitologico. — Parto I. 18 Ali. ANii ORNITI ILOGICO Tipo Insessore o appollaiatore, pollice lungo e bene sviluppato, gli altri «liti sono liberi dalla base i Passeracei). Tipo Ttaszolatore o rasore, piede grosso, con pollici- elevato ed unghie corte e poco appun- tite t Gallinacei). Tipo Grallatore •> cursorio, piede con minimo potere ili prensione, pollice ridotto od elevato, (arso allungato (Grallae). Tipo Natatorio o nuotatole, piede palmato del latin (stegano), semi-palmato o fesso-pal- mato (Uccelli acquatici); vi sono inoltre le sud- divisioni in ambulatorio, gressorio, etc, tutte distinzioni die un tempo offrivano grande va- imi- pilla sistematica, ma che oggi sono quasi completamente abbandonate. Unghie (unguis); ciascun dito è terminato ila un' unghia che è cornea, più 0 meno ap- puntita e curvata all'apice, talora, il pollice uè è privo od essa è rudimentale; sono ottuse negli Svassi, poco appuntite nei Gallinacei, assai adun- che e talora per dir così retrattili nei Rapaci, straordinariamente allungate nei l'olii sultani; lineila del dito pollice è spesso la più grande : prendono il nome dal dito cui appartengono, cioè: 1.' unghia = unghia del l.°dito; 2." un- ghia unghia del '-'." dito, etc. D'inverno in certi Gallinacei (Lagopus), esse raggiungono grande sviluppo, questi allungamenti s pero perduti per cambiamento di stagione e si può dire per effetto meccanico. fonie forma, le unghie si distinguono in de- presse, compresse, rotonde, bislunghe, lesini/ormi, cilindriche, cioè cave internamente, convesse o tubuliformi esternamente. Ter direzione, esse sono diritte, adunche o curiate [adunci (')]; se terminano in un uncino rivolto all'ingiù, ricurve, che si usa anche nel significato di adunco, ma. nel vero senso della parola, quando l'uncino è rivolto all'in su. Per Vapice pos- sono essere aguzze, acute ed ottuse. Talora presentano uno spigolo dorsale; quando il mar- nine è distinto dal resto della loro superficie, si dice che sono marginate (marginati) e crenate (crenati), se il margine è intaccato; pel margine interno l'unghia del terzo dito può essere dentellata <> pettinata, serratus (Suiti. Anl<. Ciò succede nei Passeres ed in molti altri Nidicolae, cioè in lineile specie che nidificano in lincili e clic quindi non abbisognano di un abito di nido. In generale si può dire che negli Uccelli die costruiscono nidi imperfetti, i gio- \ ani sono coperti di piumino caldo e fitto, in quelli che costruiscono nidi più adatti, i piccoli sono in gran parte nudi, ma il letto su ini giacciono è morbido e caldo. Nei Pas- seres e negli PsiTTACl specialmente, le Neos- sottili, per quanto strutture complicate, cre- scono soltanto in poche regioni, più che altro sulle parti della testa e sui tratti delle spalle e di Ila colonna dorsale. Snsseguentenientc. esse appaiono all'estremità dell'ala futura e delle timoniere, e sono largamente distribuite sulla regione ventrale. Nei Martini ■pescatori, nei Picchi, e probabilmente in altre Picarie, le Neos- sottili sono quasi del tutto mancanti, l'er re- gola tale piumaggio è più distintamente svi- luppato nei NlDIFUGAE e, come e naturale, si mostra più resistente in quelli che di buon'ora sono adatti ad una vita aquatica, esso risulta sviluppato al tempo della nascita nei Ratitae, (!.m. linai;, Spheniscidae, Anseres. Pai.mii'k- DES, PhOENICOPTERIDAE , COLTMBIDAE, La- RIDAE, LlMICGLAE, PlEROCLIDAE e CtRALLAE, come negli ÀCCIPITRES o StRIGIDAE tra i Nn>i- COLAE, mentre del resto è molto scarso o man- cante nei Pelarci, negli Herodii e negli Ste- GANOPODES, lilialmente nei Megapodiidae le Neossottili cadono piima che gli uccelli sgu- scino dall'uovo, cos'i che essi nascono co- perti di un piumino di seconda generazione. Non vi è dubbio che le abitudini dei nidiacei, ed altre circostanze, sono strettamente connesse con la condizione del primo piumaggio e che questo considerato come generalità, può essere solo usato con grande riguardo quale carattere tassonomico, mentre le parti che lo costituiscono, le stesse Neossottili. sono di gran lunga meno adulto e quindi occorr caratteri più sicuri ( Newton \. Le penne degli uccelli, tranne poche ecce- zioni, sono colorite o per semplice pigmento o per tinto ottiche, che riflettono contro una base di pigmento scuro 0 per lineilo e per queste : di regola gli uccelli meridionali sono ili tinte più vivaci dei settentrionali, come i diurni dei notturni. I colori si dividono in tre gruppi : a) calori chimici <> ili assorbimento .■ &) coloii di struttura obiettiva : e) calori ili struttura sog- gettiva a metallici. 1. / calori chimici o di assorbimento sono sempre dovuti a materia colorante, clic può esistere in forma di pigmento, o di soluzione dilt'usn. e -olio colori clic non cambiano per effetto di luce; cito i principali: la zoomela- nina, cioè il nero animale ; la eooneritina, cioè il rosso della ('minga, del Fenicottero, del- l'Ibis, delle pelli nude attorno agli occhi dei le ti annidi, et e: la Xoo.raiitinta. il giallo : la Tura- rimi fu scoperta nel 1867 (l) da ('lunch nelle penne delle Musopaghae, che se bagnate dalla pioggia o messe in bagno perdono il color rosso, ma lo guadagnano quando sono asciutte; il color bruno è composto di l'OSSO e di nero, il bianco non e colore : le penne sono opache se la superficie è ruvida, lucide se e piana e ripulita. 2. 1 calori di struttura obiettiva sono quelli prodotti dalla combinazione di un dato pi- gmento con la speciale struttura ili parti senza colore soprapposte. Vi appartengono il violetto ed il blu. quasi sempre il verde e spesso il giallo. '■'■. / colori metallici, prismatici o di natura soggettiva, hanno le stesse variazioni di quelli dell'arcobaleno, cioè variano a seconda della luce e dello sguardo dell'osservatore. Si tro- vano sulle barbole senza ciglia e mai nelle penne nascoste da altre. Le aberrazioni di colorito sono casi semi- patologici, nei quali il colorito si stacca dal tipo normale, che offre ordinariamente la specie : essi si presentano ad epoche indeterminate della vita dell'animale e durano tutta la vita del- l'animale stesso, o un periodo più o meno lungo. Si chiamano anche TSterocrosi e possono essere simmetrici ed asimmetrici riguardo alle aree oc- cupate, intaccando sempre le porzioni eguali o differenti nelle singole specie. Eccone le mo- dificazioni principali : Albinismo, bianco, causato dall'assenza di pi- gmento colorato e prodotto sempre da una lesione locale della sostanza delle penne, infatti le barbe e le barbicelle si presentano svasate e la loro so- stanza col tirale 1 ut la . contoi la ed acca\ aliala qua e là, sicché le penne appaiono consunte e rovi- nate. Leucoeroismo, è l'albinismo perfetto con l'iride rossa; geraiocroismo, è l'albinismo per effetto di età; allocroismo, <■ l'anomalia che offre il bianco a disegno di tratti o macchie: clorocroismo, Cioè il bianco è a tinte -lavate o sbiadite ; spesso l'albinismo quando e parziale i'i fi, il. franti., pp. 027 0 Ili L8«fl 22 ATLANTI". ORNITOLOGI! 0 può cessare e L'animale ritorna al tipo di co- lore Dormale, o d'un Matto, o per il leu to effetto delle mute, come nelle nro- ed uropterozona- lurr da me osservate uei giovani della Menda menila. Melanismo, e causato da una sovrabbondanza di pigmento nero e L'animale perciò diviene di tinta mia o più cupa dell'ordinario; può essere completo, o parziale ed essere combinato colla varietà albina. Talora si presenta con tipo costante, come nel Beccaccino comune (Gallinago Sabinei) , nella Quaglia (Synoecus Lodoisiae), nell'Allodola, etc., alle volte si ot- tiene artificialmente nutrendo Cardellini, Ciuf- folotti, etc, con canapuccia, pepe di Cajenna, eie. Aeianismo, è l'anomalia nella (piale le penne da velili divengono gialle, è spesso accompa- gnato dall'albinismo, come nel Parus major <• /'. caeruleus, ebe si presentano del tutto bianchi anche sulle ali e sulla coda, eccetto sul tronco clie è di un liei giallo canarino (anomalia com- pleta). Eritrismo o isabellismo, e l'anormale tinta iiissigna od isabellina, parziale o totale, che colora le penne, talora si ottiene mediante la somministrazione di cibi speciali, o per la. materia colorante della Rubici tinctoria, etc. Nel Brasile si usa tingere le parti verdi della testa delle specie del geli. GhrySOtiS con le se- crezioni cutanee del Bufo tinctorius, in tal modo esse divengono gialle, talora si nutrono uccelli con sangue di qualche pesce siluroiile o con radici colorate di date piante (Danein) , ed in tale modo si ottengono altre variazioni. Questecontraffazioni non sono ignorate in Europa, a tutti è, nota la famosa Emberiza scoiata, Bo- iiiniii in Bp., le varie colorazioni dei Canarini ot- tenute nei più differenti modi, alimentandoli con pepe di Cajenna. la cui capsicina li rende aranciato-cupi. Colorazioni accidentali transi- torie sono le tinte aranciate die si trovauo sulle parti inferiori delle Anitre e che sembrano essere effetto di bagni in acqua ferruginosa o di sfregamento contro erbe sulle quali si po- sano, Od una delle tante a/ioni dei pigmenti ordinari ; la tinta gialla del mento e della gola nella Sylvia atricapilla dovuta al polline dei fiori che sfrega, volando, etc. Muta o cangiamento dell) penne, è la perdita delle vecchie penne, Bpesso consunte ed inde- bolite dall'uso e dal tempo, e la crescita di altre all'atto nuove, che le rimpiazzano ed al quale fen eno ogni uccello va soggetto almeno una volta all'anno ; è un fatto della più alta im- portanza, della più vitale conseguenza ed il più pericoloso sforzo al (piale la vita di ciascuno e esposta. Quantunque gli uccelli, pel processo della muta, siano dotati di una grande energia fisica, pure talora riesce loro fatale ed e più facile, come molti Autori asseverano, ch'essi stiano più giorni senza cibo, piiillostochè pos- sano superare il pericoloso stadio. Le penne, in casi che vedremo più avanti, cadono un po' per volta, e gradualmente sono rimpiazzate, di modo che l'uccello e sempre coperto e può \ olare. idi uccelli che cambiano una volta all'anno si dice che hanno muta semplice, quelli che cangiano due volle clic la loro muta e doppia. Muta semplice o autunnale, e la più completa e generale: quasi lutti gli uccelli ne vanno soggetti ed essa di solito comincia appena ter- minata l'epoca delle cove ed ha periodo vario di un mese o più. La muta autunnale ha luogo di solito in agosto; un caso isolato e quello offerto dalle Rondini e dai Rondoni, i quali, (dine e da gran tempo noto, mutano una sol volta nel nostro mezzo-inverno (febbraio), e ciò succede anche nei Rapaci diurni, general- mente parlando. Muta ■primaverile, è il secondo cambiamento delle penne, che avviene prima della, stagione di primavera ed avanti l'epoca delle cove; non pochi uccelli vanno soggetti a tale muta, che può essere completa, (piando si cambiano tutte le penne, 0 parziale, se la muta è estesa a regioni parziali soltanto, come la Tic hodroma, che cangia le penne della gola da bianche in nere, le penne speciali ed i collaretti dei Combattenti, i treni anteriori delle Herodias, ed altre penne piti 0 meno ornamentali, che costituiscono caratteri sessuali maschili e che si rannodano coi pro- blemi della selezione naturale. Molti sono gli Uccelli che hanno doppia unita, più o meno totale, e. talora indio stesso genere, una specie ha semplice muta ed un' altra doppia, ad esempio la Sylvia simplex, la .V. curruca e la N. Sylvia dicesi l'abbiano doppia e la S. atri- capilla semplice; sembra che anche parecchie specie di EMBKRIZINAE presentino muta, sem- plice ed altre doppia, ma il problema è in gran parte ancora un'incognita. Muta regressiva, e il cambiamento di penne che offrono i maschi di molte specie di Aualiuac e di alcuni altri gruppi, mediante il quale, al- l'epoca delle cove e di solito durante le Stesse, si BVestonO dell'abito brillante, assumendone uno fosco, molto simile a quello delle fem- mine; questo fenomeno viene spiegato dal l'alto che le Anitre, le, (lidie ed i Cigni perdono d'un tratto le remiganti e divengono impotenti al volo, mentre negli altri uccelli ciò avviene MI \\ I I "KN ,OGH ' ' 23 di solilo gradualmente e senza togliere questa importante funzione all'animale, quindi, se u\ es- sero il piumaggio brillante usuale, sarebbero esposti a molti pericoli, mentre invece pelle loro tinte passano inosservati; le femminenon hanno, come si capisce, tal muta. Il periodo della mula regressiva dina un paio di mesi nel Germano e fino a sei nella Marzajola, e gli adulti, che « vanno in una eclisse » come dice il Water- ton, vengono di solito ritenuti giovani dell'anno e sono generalmente rari nelle Collezioni ; altri invece ritengono che questo abito particolare sia una livrea [indetti va pei loro viaggi ili ritorno verso il sud, cosa poco probabile, perchè al- lora anche nel viaggio di ritorno verso il nord per la stessa ragione, dovrebbero riassumerlo. I.a muta regressiva delle Anitre è un accenno alle Mute addizionali, di cui il più bell'esempio è offerto dalla Pernice bianca o Lagopus mutus il quale presenta una muta dopo la stagione delle cove (grigia), una verso l'inverno (bianca) e finalmente una terza di primavera nella «piale l'abito è più distinto, ma tutti questi cambia- menti non riguardano sempre le remiganti e le timoniere. Muta ruptila, è il fatto mediante il quale cadono i margini consunti e disseccali delle barbicelle che frangiano le barbe, rimanendo sulle stesse i soli segmenti basilari e dando così un'apparenza più vivace alle penne che colorano, ciò succede di primavera in molte specie come nel Fringuello, nella Passera, etc; «piesto è un fatto di muta addizionale, come pure il fenomeno dell'intensificazione del co- lorito, che avviene senza mutamento delle penne stesse. Lasciando da parte la questione dei piumaggi incompleti, e guardando alle leggi che gover- nano le mute in quegli uccelli, che presentano abito primaverile distinto dall'autunnale, noi troviamo (coli' esclusione degli Tnsessores) che il cangiamento ha luogo in tre modi, cioè: 1.° Per una muta quasi completa. 2.° Per una muta parziale, nella «piale le vecchie penne d'autunno sono rimpiazzati' dalle nuove primaverili e da molte di quelle autun- nali, che cangiano colore. 3." Per un nuovo e completo ricolorimento delle penne di tutto il piumaggio, poche di esse essendo mutate o rimpiazzate dalle nuove primaverili ('). Riguardo agli abiti, abbiamo i seguenti tipi principali : (') Millaib, I. «;.. On ih, ehangeof Birdt ta Spring Più- maye without a MouU, with pi. Dell'I&ùr, L8ft6, pp. 451-457. Unto, o piumaggio, o livrea da nido, si dice quella Che riviste l'uccello sino a che è rimane nel nido negli inetti, <> sino all'epoca che spun- tano le vere pinne nei precoci. Primo abito è quello assunto appena caduto il piumino da nido. Abito d'autunno è quello rivestito d'autunno. Abito di primavera o di nozzt ì- quello as- sunto in primavera o per muta ruptila o per mula primaverile, o per intensificazione di co- lme, molli uccelli però non hanno abito di nozze speciale. Abito d'estate, o post-nuziale, o estivo tempo- raneo è quello assunto dai maschi delle Anitre per mula regressiva o quello dio offrono le Per- nici bianche dopo l'epoca delle cove; talora si chiama cosi anche l'abito primaverile consunto o prossimo a venir cambialo, perchè alle volte il logorìo delle sue penne modifica distintamente il colorito ordinario. Tra gli uccelli, alcune specie impiegano pochi mesi a rivestire l'abito degli adulti, che vieni assunto nella loro prima muta autunnale; altre invece lo rivestono nella, pi ima primaverile; mentre altre ancora non lo raggiungono che nel secondo o terzo anno od in un numero maggiore di anni, nel qua! caso abbiamo tanti abiti differenti quanti sono gli anni nei quali hanno luogo questi cambiamenti, e quante le mute, cui la specie va soggetta (abito incom- pleto, di semi-adulto, di nozze nel 1° anno, ad. di' 2 anni, ili .'.' anni, e cosi via). Alcune specie nou nidificano che a sviluppo completo, la maggior parte nella primavera susseguente alla loro nascita, altre nidificano ancora nel- l'abito semi-completo, come il Codirosso spaz- /.acumino (Buticilla titis) ed il Ciuffolotto roseo (C. roseus), altre finalmente dopo qualche mese dalla nascita : però si osservano nei Palmipedi (Anatidae) e nei Trampolieri (Numenius e Tringae) numerosi branchi composti di soli maschi adulti, che risiedono durante i mesi estivi lontani dai loro sili di riproduzione e che non nidificano, come avviene anelli- nell'Estuario Veneto d'attorno a Venezia polla Manin pe- nelope, pel Numenius arcuatus e per la Tringa minuta. '/'. alpina, etc. 1 giovani di molte specie non cangiano le penne delle ali nel 1 ' anno di età e quindi presentano muta parziale nello stesso periodo, però nelle tipiche GrALl invi , che volano molto precocemente, le remiganti primitive Bpesso vengono mutate, prima che siano cresciute di un terzo, e prima che l'uccidili abbia raggiunto la Statura completa sono rimpiazzale da altre, che sono quelle dell'adulili. Se il piumaggio dei due 24 \ I I IUTE ORNITOLOGI! 1 1 sessi differisce, il giovane assomiglia alla madre, .-«■ questi) è più vivacemente colorita del padre, il giovane ass iglia a questo : se gli adulti sono eguali, il giovane è differente, ad es. il Cigno bianco ha i giovani semi : ma vi sono eccezioni come il Corvo nero, i cui giovani sono nevi; quando gli adulti all'epoca delle nozze offrono colorito differente da quello invernale, i gio- vani di solito sono intermedii; a ciò fa ecce- zione il Fanello. 11 maschio è in generale più grande della femmina, però in molti gruppi questa ha dimensioni maggiori ed i giovani sono più piccoli degli adulti. Un tempo si credeva che le penne fossero le sole parti dell'integumento soggette a can- 4. affatto differente (Bureau), fatti osservati anche nei gen. Ghimerina, Ombrìa e Simoì-Jiynchus. Finalmente sono casi a tutti noti, quelli delle ap- pendici frontali della Folaga crestata e della Volpoca che sono più grosse e sviluppate di primavera, che d'autunno. Salvo rari casi, le penne in generale non crescono ovunque egualmente sul corpo or- nitico, ma su alcuni tratti definiti, oltre i quali ve ne sono altri nudi o coperti di piu- mino, e queste forme ed il loro sviluppo sono differenti e di vario genere. Lo studio di tali fatti dicesi pterilografia ed il processo in se stesso è detto la pterilosi ili una data specie; da ciò si esclude allatto quanto riguarda il piu- l'terilii della superficie dorsale e addominale di un Rondone {Apui apuft). (Da Nitach). Fig a - Superficie addominale. Fig. /' - Superfìcie dorsale. 1. Pterilio dorsale o spinalo - -. Pterilii dell'omei Iella spalla 3. Pterilii del femore o della coscia - i. Pterilio cra- niale o della testa - 5. Pterilii alari <> dolio ali • ti. Pterilii caudali o della onda ■ 7. Pterilii ormali o delle gambe - 8. Pte- rilio addominale o dell'addome. giamenti regolari e periodici, ma già il Nilsson (182S) fece conoscere che, in date epoche, le unghie di alcune specie di Tetraouidi si allun- gavano smisuratamente! (inverno) per cadere o consumarsi in altre (primavera), ciò che si ac- certo avvenite regolarmente (Bresser); cosi fu osservato che all'Organetto cresce straordina- riamente il becco d'estate, raccorciandosi d'in- verno, quando cioè si ciba, di semi duri | Gloger); il Pellicano bianco dell'America settentrionale, durante la primavera, per circa due mesi, polla una strana appendice cornea sul culmine, che poi perde (Palmer e Eigdway), e finalmente ab- biamo il fatto notevolissimo del l'olcinella ili mare che dopo l'epoca delle cove perde la guaina cornea del becco, le escrescenze sotto e sopra, l'occhio, meni re altre parti si atrofiz- zano e tutto il becco assume una lisonoinia mino. 1 tratti definiti sui quali crescono le penne furono detti pterilà dal Nitzsch(l) o « foreste di penne » 0 tratti 0 pterilii, e APTERIA apterii, quelli nudi e clic separano i tratti tra essi, l'ochi uccelli hanno il loro corpo parimente ed ovunque piumato, come il Tucano, il Pin- guino e lo Struzzo, sui quali i tratti non esistono 0 sono assai difficili a trovarsi, però gli embrioni di Stilizzo strano pterilii bene definiti; essi sono sempre più distinti, quanto gli uccelli sono più altamente caratterizzati. I tratti sempre pie. senti negli l 'cecili sono i seguenti: di II tratto illusili,' o spinale, esteso dalla. I i Pttrilographiae t viuin, pars prior, p. 11, 1833 ; lo stesso, n det Pterjtlographie, hrsg. v. Burheistbr i.to m, 10 Kplil. Balle, 1840. Pterylography, franti, by P. 1. Sclatek, fTith appendice by Bartli i i (wwi Si latbh Gol. LO plat,, I don. Ra\ Sor.. 1807. \ I I Wll. ORNITOLOGICO 25 parte posici ime del collo (nuca) alla glandola uropigea, la cui forma varin grandemente. h) Il tratto dell'omero o della spalla, è pic- colo, con poche modificazioni ed attraversa L'omero, comic una l'ascia di penne rigide. <■) il tratto addominale, diesi estende dalla gola alla base della coda e varia .-issai nella l'orma. il ) Il lr ■ !■>•.. V Dict. oj Birdt, \i]>. 572 575 Ficaliii E., Zoologia g parto I. pp, 697-734 (1 Distant, L„ Mimicry nello Zoologici, L899 e 1900. Atlante ornitologico, — Parto I. 26 ATLANTI-; ORNITOLOGI" 0 difeso. agli Sparvieri <■ ad alcuni Gallinacei è, in qualche modo, un fatto di vero mimetismo. Ma il più convincente, tra i pochi conosciuti, è quello ricordato rurale, che si trova in alcuni uccelli come lo Storno, il Pappagallo, il ciuf- folotto e l'Uccello motteggiatore, deve necessa- riamente esser collocato in una categoria del tutto differente da questi casi biologici. Esso è un risultato diretto e volontario ed appar- tiene al mimetismo in senso letterale e non figurato. Tale facoltà semina esser dovuta all'istinto del diletto particolare, e non allo scopo di qualsiasi funzione vantaggiosa < Encycl. Brit.). D. - Dimorfismo, Dimorfismo, è il fenomeno pel quale indi- vidui della stessa specie olirono differenze di colore costanti e più o meno considerevoli, tali differenze non obbedendo a coudizioni lo- cali od accidentali. Questo fenomeno si pre- senta sotto due aspetti, cioè le differenze sono dipendenti dal sesso ed in questo caso i carat- teri sessuali secondarii del maschio e della femmina possono essere differenti sotto molli aspetti ed abbiamo il dimorfismo sessuale, o questo fenomeno si svolge indipendentemente dal sesso, ed allora si chiama dimorfismo spe- ri lira propriamente detto. I casi di dimorfismo sessuale negli Uccelli sono tanto comuni, che si può dire costitui- scano la regola. Questa forma di dimorfismo si manifesta sotto vari aspetti, il più frequente e (piello della colorazione generale, i cui casi si presentano in (piasi tutte le specie, poi nelle differenze della forma e dello sviluppo di certe parti del piumaggio come ad es. nelle penne del dorso dei maschi del Pavone, nelle timo- niere del Fagiano di monte maschio, ctc. Sono poi casi di dimorfismo sessuale gli sproni sul tarso o presso l'angolo dell'ala, le appendici e caruncole del becco, le borse primaverili del- l'Otarda, etc. ; infine noto il dimorfismo ses- suale dovuto alla stalura. In generale il maschio è più grande della femmina, però in alcuni gruppi di Gallinacei e di fiatiti questa è mag- giore di quello, ciò che si volle spiegare col t'aito che tali uccelli sono poligami ; cosi è ben conosciuto che nella gran parie dei Rapaci le femmine sono di statura più elevata dei ma- schi, ciò che non si sa come spiegare; mentre invece eguale fatto viene offerto da varie Li- mici >i, ai: [Limosa, Phaìaropus , etc), dalle Rhynchaee, dalle Tiirui.r, le femmine delle (piali sono anche più vivamente colorite dei maschi, e ciò si vuol spiegare coli' asserto che questi ultimi attendono (piasi completa- mente alle cure dell' incubazione a preferenza di quelle. I casi di dimorfismo specifico sono in gene- rale poco comuni e punto accertati. Citerò come il piti noto quello del Labbo, nella (piale specie, il maschio scuro si trova appajato colla femmina chiara o la femmina è scura ed il maschio chiaro, e piti raramente ambedue i genitori sono eguali di colorito; poi l'altro dei Corvi neri e cenerini, che si appaiano in quei distretti frequentati da entrambe le forme, ma molti Autori li considerano invece buone specie, e quindi ne ritengono ibridi i prodotti. E. - Ibridi. fluido, è l'animale nato dall'unione di due selvatico» sono molto rari e quasi sempre individui appartenenti a specie differenti inter infecondi, si riscontrano più facilmente nei se e talora, ma più raramente, appartenenti Palmipedi (Anatidae), nei Passeracei i Frin- a due generi, anche molto disparati. In generale ijilla eoelebs /■'. montifringilla, fli'rundo ril- essi assomigliano ai genitori ed allo « stato stica X Cheliilmi urliica, etc.) e nei Tetiaonidi 28 \ i i \M I ORNI COI.OGII " Cetrao urogallns < T/yrwrv» tetrix, etc). A parecchi ili essi fu dato rango e Dome spe- cifico, così dicasi del Teirao medius t T. wro- gallus o /,. tetrix), della Fuligula Homeyeri (Nyroca ferina e X. nyroca, etc.). Il loro immero non è molto elevato, tanto più che pa- recchi uccelli, che si ritengono ibridi, non lo Bono ail'aiiD. affatto I- che non è sempre facile il deter- minarli esattamente. [1 signor A. Suchetel (')ha pubblicato un importante lavoro sull'argomento, lavoro informato a larghe vedute, ma le cui deduzioni non .sono sempre le più accettabili. F. - Femmina in livrea di maschio. In parecchie specie di Uccelli, ma special- niente nei Gallinacei (Tetrao urogallus, Lyrurus tetrix, l'iiAsiAMD ai . etc.) e nelle Asaiihai: (Anas boseas, etc.), si osserva il fatto notevole che le fémmine, invecchiando, divengono inette a generare ed indossano, in questo caso, una livrea eguale, in tutto od in parte, a quella dei maschi, modificando anche la voce, ciò che succedo soltanto in quelle specie, nelle quali essa è differente, a seconda del sesso. Questi uccelli si riconoscono tosto all'esame anatomico, esternamente in alcune specie ( V. urogallus, /,. tetrix) la slatina è ottimo carattere; altre volte non è facile identificarli, perchè lo stesso piumaggio che partecipa dei due sessi si po- trebbe scambiare con livree incomplete e gio- vanili, sicché conviene tare un esame acculalo. Però questi casi sono piuttosto rari negli uc- celli domestici e rarissimi in quelli che vivono allo stato selvatico ; oltre clic nelle specie già citate, l'osservai anche nella Passera {Passer Italiae) ed il soggetto e nella mia Collezione G. - Teratologia. La Teratologia e lo studio che tratta delle deviazioni dello sviluppo normale dell'embrione, ovvero è la scienza che Concerne le anomalie e le mostruosità, le quali sono sempre dovute a modificazioni dello sviluppo embrionale ('). Per citare qualche esempio, dirò coinè il feno- meno delle ire gambe sia piuttosto frequente, il terzo arto soprannumerario non e completo, uè presenta diti perfetti ed è inserito sulla. colonna vertebrale, sulla pelvi, usui femore di una delle gambe normali (.1 nitrii , Gallina, Pas- sera, ite); quello delle quattro gambe si pre- senta ben piii di rado {Gallina. Piedone, Ora. Passera, Cardellino, etc.), come pure si riscontra assai raramente l'anomalia delle quattro ali (Rondone). Ricorderò ancora pulcini di Gallina con due becchi, tre ali e quattro gambe, di dea, di 'Piccione e di Fagiano con due becchi " con due teste, etc. ; s'intende però sempre che le mostruosità si riscontrano piii facilmente negli Uccelli domestici che in quelli selvatici, ciò che e troppo naturale. ii Dareste, C sur i" production artij dee monatmiosité», Patìs, is~7. Gerì ich i. ì>ie Entete- dei /'"/>/>< i>" /":' den h'òht ' n Stuttgart, 1883 Batrson, Material» /"/■ '/<< study i i 'i (') Les hybrid. à Vétat muvage (1890 1897) e stigli ibridi italiani \i Bono parecchi lavori miei o ili nitri Ornitologi (Moschen, lini Fiume, Ninni E., Martorelli I i Vedi min memoria in proposito, Atti Soc. lini. Se \"i. Milano, 1888. vii \M I ORNI I ÌI( 0 29 H. - Lunghezza della vita negli Uccelli. Circa la lunghezza della vita degli Uccelli, poco o nulla sappiamo «li quelli che vivono allo sialo selvatico, ma molti ili cs>i clic si ten- Cacatua 81 anni Oca 80 » Cigno 70 » Corvo imperiale CO, 50 » Gufo reale iìs » Airone (i0 » Helotarsus 55 » Coracopsis 5 1 » (iunior 52 » Diomedea 4G » Gabbiano reale 44, 21 » Pellicano 41 » Tortora e Gru 40 » Beccaccia di mare .... 30 » Gallo 30, 25, 24 » gono in domesticità, ci offersero i limiti d'età piii 8 variati, e qui ne cito alcuni: Germano 29, 22, 10 anni Eni lì 28 » Nibbio 27. 21 » Rusignolo L'."> » Passera solitaria. 24 » Marangone e Cardellino 23 » Fischione 23, 18 » Cazza 21 » Canalino e Merlo 20 » Ciuffolotto 19 » i rracchio 17, 18 » Moriglione 17, 13 » l'anello 17 » Tordo bottaccio . . 17. 1 5 » Combattente .... 10 » etc.(l). (') Glumi J. II., Un the comparative (igea io nhich Birds live, IbU, 1899, pp. 19-42. 'AA"-V,«( La distribuzione geografica degli Uccelli. Per distribuzione geografica degli organismi e nel caso nostro degli Uccelli, s'intende il modo secondo il quale le specie i generi, etc. sono distribuiti nei vari paesi del Mondo e lo studio della distribuzione geografica, detta an- che Geografia o Corologia zoologica o Zoogeo- grafia o C'oro/oologia, mira a far razionalmente conoscere come le specie si diffondono da plaga a plaga, o sono disseminate nelle varie parti del Mondo all'uopo diviso in Zone, Regioni, Sot- II Mondo (da Sharpe). toregioni, Provincie, etc: ma non fissando tali porzioni geograficamente parlando, cioè a base di latitudine 0 di longitudine, di palli acquee o di terra ferma o di divisioni politiche, ma solo dal punto di vista zoologico, cioè guar- dando e determinando le varie Regioni del Globo in conformità ai varii aspetti della vita animale, che in esse si agita ed a tutte le que- stioni che con essa hanno attinenza. Si devono a Buffon le prime argomentazioni in proposito, ma esse sono cosi vaghe da non potersi oggi seriamente considerare. Per trovare un serio conato di Geografia zoo- logica conviene salire al 1858, nel quale anno \ [ I \M | 0RNIT01 OGK 0 :;i P. L. Sclater pubblicò uno schema, che se- condo me è il più semplice, ma il più completo ed il più aduno di quanti vennero dopo. Egli (livide il Mondo in sci Regioni Zoogeografiche dette A : licione Paleartica; B) Regione Etio- pica; I Regione indiana; l'i Regione Austra- liana; E) Regione Neartica; F) Regione Neo- tropica; ciascuna di esse si differenzia in un modo affatto marcato, quantunque le distinzioni non si eguaglino e non siano sempre ili eguale importanza. Senza entrare nel dettaglio della questione, ricorderò solo i lavori di tic insinui Naturalisti inglesi, l'Huxley, il Wallace ed il Newton, spiegando poi dettagliatamente il piano dello Sclater. Il Prof. Huxley ( ) divise la Terra latitudi- nalmente e non in senso longitudinale, conio aveva fatto lo Sclater. ed anziché sei. 6ssò quattro Regioni Zoogeogratiche, clic sono: r - Regione Arctogaea (Regioni Indiana. Etiopica. Paleartica e Neartica di Sclater,. 2" - Regione Austro-Col umbiana (Regione Neotropica). 3'' - Regione Austràlasiana. 4:' - Regione tltHu Nuova Zelanda (Porzione della Regione Australiana di Sclater). Il Wallace nel suo lavoro principe (') seguì le vedute dello Sclater con lievissime modifi- cazioni. Il Prof. Newton ('), preoccupato dal fatto che l'Avifauna della Nuova Zelanda offre fot ine della più alta importanza, la staccò come zona. e osservando che nell'Alaska, di area Neartica, d'estate arrivano numerosissimi Passeracei di assoluto tipo Paleartico, riunì le due Regioni Neartica e Paleartica di Sclater in una sola delia Holartica, proponendo le seguenti sei grandi divisioni : ì. 'Regione della Nuova Zelanda \ dette comples- •_'. Regione Australiana i sivamente ; Notogaea :;. Regione Neotropica 4. Regione Holartica ."i. Regione Etiopica (i. Regione Indiana I dette comples- sivamente 1 Arctogaea Egli notò poi come le differenze offerte dalla Regione della Nuova /.elauda con tutto il resto del Mondo non sono soltanto piii notevoli, ma assai più essenziali di quelle presentate da tutte ' 6 voi. II. pp. 130-H5 : lì,. Ibis, L891, pp. .M4-557. i i /'/"•-. / !. Soe., 1868, pp. 313-319. p) The Geografi ; vnl. Lon- don, ì -;>;. i Dictionary o/ flirds, pp. 313-31 le altee Regioni componenti il Mondo i insieme. Tornando al piano di Sclater, dirò in qua] modo egli divida le sei Regioni Zoologiche da lui lissatc notando anche i tipi principali dai (piali \ anno caratterizzate e fermandomi spi mente sulla Paleartica, che e la piii importante pei noi. racchiudendo L'Europa. Ricorderò prima come altri, accettando pure queste divisioni, pro- posero [Trouessart) di completarle, aggiungen- dovi altre due Regioni, cioè la Polare Artica e la Polare Antartica, che in realtà si mollo razionali, ma non dal lato ornitologico. I. Regioni Paleartica (Europa compren- dendo anche L'Islanda e le Spitzbergen, le Isole Atlantiche dille Azzorre, delle Canarie e di Madera, l'Africa al nord del Sahara (eccettuato Tripoli e l'Egitto), l'Asia al nord dell'I inalaia e dell'Oceano Indiano, comprendendo L'Afga- aistan, gran parte del Baluccistan, l'Asia Minore e la Siria (eccetto la Valle del Giordano) ; dal- l'Imalaia, dirigendosi verso est, abbraccia la Cina al nord del Bacino dello .lang-tse-kiang, il Giappone settentrionale e le Isole Kurilii. Questa, che è la piti grande delle Regioni Zoogeografiche, è per noi la più importante, comprendendo essa L'Europa e gli animali che più ci interessano : e si divido in tre grandi sotto-regioni : a) Sottoregione Europea \ Europa al nord dei Pirenei, delle Alpi, dei Balcani sino al Caucaso e L'Asia al nord delle sue parti cen- trali sino al mare di Bering, le Isole del Giap- pone e le Kurili); colle due Provincie "Europea e Siberiana orientale. tt) Sottoregione Mediterraneo-Asiatica detta anche Mediterraneo-Persica (Europa al sud dei Pirenei, delle Alpi e dei Balcani sino alle Pro- vincie dell'Amili-, le Isole Atlantiche sopram- menzionate e l'Africa settentrionale, eccetto Tripoli e l'Egitto); colle provincie Mediter- ranea, Mediterraneo-Persica . Imalaiano-Oauca- genci i aitano indigeni, ed alcuni di questi potrebbero innalzarsi al giusto grado di famiglia [Euryceros, Phìlepitta, Mesites). III. Regione Indiana o Orientale (l'India al sud dell'Imalaia e l'Asia orientale al sud dello Jang-tse-kiang con le Isole meridionali del Giappone, l'Arcipelago Indiano e le Isole di llalì. di Borneo e le Filippine), si divide in due grandi sottoregioni: a) Sottoregione Indo-Cinese (Penisola del- l'India, ossia la Regione Indiana al nord della Penisola Malese). h) Sottoregione Malese o Indo-Malese (La Regione Indiana al sud del Tenasserim, con le Isole dilla Sonda e le Filippine, eccettuato Celebes e le Isole ad est della linea di Wal- lace, che corre tra Bali e Lombock). Tipi speciali: Pavone, Argo, Polypectron ed altri Fagiani, Buceri Asiatici. Martini pescatori dai brillanti colori, LlOTRICHIDAE, PrCNONO- T1DAI'.. EURYI.AEMIDAE, PlTTIDAE, Ile. IV. Regione Neartica (l'America setten- trionale circa sino al Tropico del Cancro in pianura, ina molto più all'in giù verso sud nelle Montagne dell'America centrale, le P.ei- niuile e le Aleutine, però queste, Come anelli l'Alaska, si riannodano molto da vicino alla Regione Paleartica). Non si potè razionalmente dividere questa Regione in sottoregioni e perciò si fissarono sette provincie, che SODO così stabilite: a) Provincia /Iella California (California, Oregon e lo stretto tratto tra la Sierra Nevada ed il Pacifico). I>\ Provincia degli Alleghany (Stati Uniti ad est del Texas e quindi verso nord più o meno vicino alla linea ilei 100° di long. OCC e la regione sud-occidentale del Canada. e) Provincia délV Uaska (America Russa). i/i Provincia del Canada (Canada, eccello la regione sud-occidentale). e) Provìncia ilei Texas (Texas e le parli adiacenti della Regione Neartica. tra. le pro- vincie della California e dei Monti Alleghany). /') Provincia della Groenlandia, a) Provincia delle Bermude. \ Il INTI ORNITOLOGICO 33 La regione Neartica è molto povera in fatto di Uccelli ad essa speciali, ha rilevanti tratti ili somiglianza culla Paleartica e possia dire che circa un terzo «lei suoi generi (unitici sono comuni ad ambedue, Qui le Mniotiltidae rappresentano le Sylviidae del Mondo Amici e clinic tipi speciali abbiamo l'Uccello motteg- giatore, il Piccione migratore e pochi Uccelli Musei, e mentre L'Alaska ha grandi affinità coli' Avifauna Paleartica, la Groenlandia ofl're l'ornic del tutto circumpolari e le Bermude mino frequentatissime come stazione di passo e ili riposo pegli Uccelli, che, dal Labrador e dalla Groenlandia, vanno ;i svernale in paesi più tem- perati. V. Regione Neotropica (Tutta l'America meridionale, l'America centrale, il Messico me- ridionale [escluso l'altopiano centrale], le An- tille, le Galapagos e Isole Falkland). Questa Regione si suddivide in sei sottoregioni, che non sono del tutto bene distinte, ed esse sarebbero : a i Sottoregione della Patagonia (La Terra del Fuoco ed il continente verso nord un ]>(>' più a settentrione di Bahia Bianca dal lato orientale, e a una linea clic corre quindi il nord-ovest, ad est di Mendoza fino alle Amie; comprende anche le più alte giogaje delle Ande a nord dell'Equatore e le pianure ad ovest delle Ande, da Truxillo verso sud e le isole di Chiloe, Wellington e le altre situate dietro la Terra del Fuoco). b) Sottoregione ilei Brasile (Il continente .•ni oliente della sottoregione della Patagonia sino ;i Foiosi e quindi il nord-est, a sud ed a est del versante delle Amazzoni sino alle (bei del Paranahyba). n Sottoregione delle Amazzoni (Bacino delle Amazzoni verso est sino al suo tributario Ilual- laga, dalle loci del quale i suoi confini passano obliquamente ed irregolarmente alle boccilo dell'Orenoco). AniL'iMii Degli Oddi, Oli Uccelli e V Iffricoltura, 1892. potente: l'aumento delle imposte; e il rettilineo, le livellazioni, gli atterramenti, i sovesci die- dero aria, luce, orientazione, fecondità al terreno; (piando l'ontano, la glediscia, o il bianco spino continuamente potati, sostituirono le fitte siepi e gli alberi a mezz'aria successero a quelli di alio fusto per sostenere la vite : quando dap- pertutto si aprirono ampie strado, si diffusero lo strepito delle vie l'errale e il ronzio delle macchine agrarie, e si costrussero nuove case; (piando finalmente la facilità delle comunica- zioni e l'applicazione costante di rimedi a in- sorti flagelli e la coltura intensiva spinsero le accresciute popolazioni rurali nel turbinio della vita e del lavoro, è naturale che i nostri ospiti alati abbandonassero stazioni, che più loro non offrivano copia di alimento, tranquillità di di- mora, agi per la, riproduzione. Scendiamo a qualche esempio. Abbondavano le quaglie; foriere della pri- mavera, dopo il lungo tragitto arrivavano e disperdevansi nel verde dei nostri frumenti. Là, ne interrotte, né molestate si compivano le lotte dei loro amori, le cure della nidificazione e degli allevamenti. Ora il rullo per compri- mere il terreno e l'erpice per agevolare le con- cimazioni chimiche scorrono >u quei campi, pili tardi una turba di fanciulli intenti alla, cima- tura o alla, .scerbatura, li attraversano e se oggi la l'alce o la mietitrice recide quel grano, do- mani l'aratro ne disfa le stoppie. Il povero uccello si rifugia nel vicino medicaio o nei granii urrhi, ignaro che la persecuzione non cessa perché la falce sega periodicamente il primo ed è continuo l'accesso dell' uomo per 1. sfioriture e le sfogliature nei secondi. Cos'i all'apertura della, caccia poche (piaghe ci e dato ritrovare nelle limitate coltivazioni del miglio e del panico. Altrettanto avviene alla capinera, all' usignolo, al canepino, alla sterpazzola e a quella miriade di beccliilini, insettivori per eccellenza. Stalle le antiche siepi, non opportune le sostituite ceppaie, perche rade o tosato dal l'orbicione. cercheranno un asilo sull'acero e sui tralci delle viti ohe ad esso si maritano; asilo che loro renderanno impossibile le ripetute solforazioni per l'oidio, cui si avvicendano le irrorazioni delle miscele cupriche per la peronospora . Ter- VI l \\ l i I iRNITOLOGICO 35 ciò troveremo questi sublimi cantori rifugiati nei giardini delle nostre ville e ne avvertiremo un numero maggiore fino in quelli delle città. Manca al tordo il folto cespuglio, alla tor- tora t'eccelso frondeggio, l'annoso tronco al picchio, alla starna la bassa macchia, al pas- sero il muro diroccato, alla rondine la tranquilla trave, mancano a tutti La pace e il riposo. In tali circostanze, io non vedo speranza di rimedio. Non lo cercherei in fatto nelle tilan- tropiche proposte di alcuni ninnolili ; mentre riterrei poro saggio seguire il consiglio della Soeieia Agraria di Gorizia di conservare gli al- beri cavi perchè vi nidifichino gli uccelli, o l'alno del Dott. Carlo 1,'uss di piantare fruttai per attrarre gli inselli e tornir loro copioso cibo. o quello del Prof. Aitimi, che, anche non am- messa l'utilità, trova doverosa la conservazione di questi esseri pel pregio estetico, pel piacere che ci procurano col canto, coi costumi, col vago loro aspetto ; sublime poesia che si schianta davanti l'arida prosa dei multiformi balzelli. Ed ora. se siccome spero, valsi a convincere che la diminnizione dei nostri uccelli stazionali debba ascriversi più che altro alle mutate con- dizioni, nelle quali noi li costringiamo a vivere, spero mi accorderete elie sarà vano il chiedere al rigore delle leggi i provvedimenti ; mentre e assurda ritenere che le leggi umane possano alterare l'ordine della natura. Veniamo alla seconda tesi: gli uccelli sono i nemici dell' agricoltura. Qui gli agricoltori concordi grideranno all'e- resia e dopo (pianto si è detto e si è scritto, questo grido sembrerà giusto. Ma l'opinione generalmente invalsa, contro la quale oggi io lotto, ha un fondamento positivo 1 E dessa il risultato di ripetute osservazioni, di ponderate meditazioni del naturalista spassionato, che in- terroga la natura per strapparne i secreti ; o non e piuttosto una teoria, che emerse spon- tanea dalle prime e superficiali osservazioni .' Diradati gli uccelli, aumentati gli insetti; dunque utili i primi, non c'è dubbio! Questo concetto nelle appendici dei giornali, nelle pub- blicazioni d'occasione svolto sotto le t'orine più vaghe, s' insinui) facilmente nella molti- tudine che preferisce il dilettantismo alle aride verità della scienza e in quella degli agricoltori, sollecitandone la proverbiale inerzia. Nulla di- l'atti rimane loro a l'are; il Governo, il solo Governo possiede il talismano. Promulghi una legge di caccia improntata a generale e indi- stinta severità ; protegga tutti gli uccelli, ces- seranno tutti i flagelli, che stremano o annien- tano i prodotti del terreno; forse le crittogame -ti --i . gli -tessi oidii. la peronospora, la rug- gine, il carbone, la bolla e perchè non aggiun- gono le gragnuole, lo spossamento del Minio e per ultimo le ta-se ,' (ih! se il Governo l'accogliesse quest'idea; meglio ancora se abolisse tutte le reti, se vie- tasse almeno per un dato corso d'anni tutte le eaccie, anche quella del fucile, la fertilità delle line sarebbe assicurata e non ne risen- tirebbero danno che quei pochi, i quali sprecano tempo e forze in un esercizio crudele, strascico di antichi tempi: la violenza del folle. l'ilo ragionare in lai guisa chi ignora che il lagno della diminuizione degli uccelli data dai tempi più remoti, dacché esso provocò in Fran- cia le leggi eliciate di proibizione abolite dall'Assemblea Nazionale e nello BteSSO Pie- monte quelle di Carlo Emanuele (1660), che vietavano perfino il tiro al volo: chi non ri- flette che se la comparsa degli insetti dipen- desse da questa diminuizione. dovrebbero au- mentale costantemente, anziché variarea seconda degli anni in Egitto, in Persia, in Sardegna, nei paesi insomma, ove sempre vissero e vivono numerosissimi e non molestati gli uccelli, non abbonderebbero quanto, e inolio più che da noi, di ogni sorta gli insetti, ripetendosi pe- riodicamente le più grandi devastazioni ; chi non considera che le uccellande Italiane acca- lappiano in maggior parte i migratori, per cui sopprimendole noi faremmo l'esclusivo vantag- gio dei nostri alleati e non alleati ili oltr'Alpe e di oltre mare, ammettendo l'assurdo che gli uccelli di passo siano una ricchezza, anzi una proprietà internazionale: privando le nostre mense di un cibo eletto, e ciò che è più, i meno abbienti di un Alimento carneo sanissimo a teuuo prezzo: spegnendo un'arte che occupa molte braccia, che anima varie industrie: chi dimentica che la caccia, e maggiormente quella col fucile, è un esercizio igienico, ricreante, che aumenta la vigoria, strappa alla vita molle, effeminata, oziosa della città la nostra gioventù, che essa data in Italia da epoche antichissime, coinè ne fanno fedi- gli storici colle descrizioni dello sterminato numero d'uccelli che si im- bandivano nei pranzi Romani ; chi insomma con imperdonabile leggerezza si arrabatta in una questione complessa, in cui la scienza, il commercio, l'igiene, il diritto pubblico, il di- ritto privato, l'agricoltura, l'estetica confondono problemi ardui a risolvere. -Meraviglia che uomini seri siansi lasciati travolgere in quella corrente d'idee e non solo scrittori, ma benanche osservatori, giova però rimarcare che questi ultimi erano ornitologi, 36 ATLANTIC ORNITOLOGI! ' I per cui il soggetto fu considerato in modo unilaterale. Ma quando se ne occuparono gli entomologi, vale n «lire quella classe di natu- ralisti, che devono considerarsi i veri compe- tenti in argomento, la cosa unito totalmente di aspetto. La memoria pubblicata nel Bollettino del Comizio Agrario di Parma nel dicembre 1868 dal Prof. Camillo Rondani fu un avve- nimento, essa contendeva la decantata utilità degli uccelli. Venne alla luce sotto i più infausti auspici. Le Associazioni agrarie sorte appena, propu- gnavano presso il Governo coll'entusiasmo della gioventù, col fervore della convinzione questa utilità; i naturalisti raccolti nel Congresso di Vicenza (') tacevano voti acciocché pel vero interesse dell'agricoltura si prendessero in seria considerazione quegli aspiri, confortava l'affi- damento clic lo stesso Ministro avrebbe acce- duto a quel voto. Stesa da tu tt' altri, quella memoria sarebbe passata conio una leggerezza, o piuttosto come un'assurdità; ma il nome del valentissimo au- tore, noto per gli studi profondi sui ditteri, si impose; sorse il dubbio e si procedette ad un esame coscienzioso dell'invalsa dottrina e nei lavori accuratissimi dei più noti naturalisti, tra i quali emergono quelli del Lessona, del Ca- merino e del Passerini, l'asserto del Rondani trovò conferma; su questo risultato io chiamo l'attenzione. Cominciamo dagli uccelli. A circa 130 sale il numero delle specie ila- liane, dal quale detratte le accidentali 14ti. ri- mangono -N4, o sedentarie o estive, o invernali 0 di passaggio, divise nei seguenti ordini; 28 Rapaci, 14 Picarie, 129 Passeracei, 4 Colombe, 1 •_' Gallinacei, 52 G ralle e 45 Palmipedi. Ammessa pel momento la teoria dell'utilità, mi conforta il rilevare che nemmeno i suoi più convinti e fieri segnaci la sostengono in via generale ; per cui a rendere breve e chiaro il uno contraddittorio procederò per esclusione e la fonderò sopra solida base, prendendo a guida le più diligenti analisi sul contenuto dei ventrigli. Dei Rapaci nei Diurni si comprendono i cru- deli divoratori di animali utili e degli stessi uccelli, né il Biancone che distrugge gli Ofidii, il Falco grillaio. o il falco cuculo clic si nutre r i L:i n 'si che iost* d ■. iì li- -< < pi i circostanze personali ululili ingrata. Giovane ;n>|ii»LrL'i:iin su l:ìh<1ì/ì. anziché su ratti, al Congresso di Vicenza e parlai e scrissi in senso oppnsto. mi simli e l'esperienza posteriori mi convinsero dell' errore. A solo scopo iti bene, por quanl i costi, compio il dovere di confessarlo. quasi esclusivamente di Acridii basteranno a convincere che questo sottordine debba essere protetto. Fra i Notturni, non trovo die l'As- siolo asserito insettivoro per eccellenza, del resto questi abitatori delle tenebre e pei loro costumi e pei" la pessima qualità delle carni si Intelailo da loro stessi. E qui ricordo un fatto sul Barbagianni, il decantalo ingoiatore delle talpe e dei topi. Vedutolo confitto stilla putta di una stalla, mossi osservazione su ipic- sto vestigio di barbarie, mi fu risposto die quel predone aveva in poche notti distrutto pressoché tulli i Piccioni di una prossima co- lombaia e die si erano quasi esauriti tutti i mezzi di pazienza e di astuzia prima di giun- gere ad ucciderlo. L'anno dopo, un eguale massacro si ripeteva a mio danno. Né le quattro specie (di cui una sola stazio- naria) delle Colombe, né le dodici dei Gallina- cei, talune razzolai rici. tutte cibantisi a pre- ferenza di grani, di frutti, di erbe o di gemme, giovano alle coltivazioni. Abitatrici dei paduli e delle riviere, le dalle prendono svariatissimo il nutrimento, alternando pesci e loro uova, rettili, molluschi, crostacei, erbe, vermi acquatici e insetti: ma tanto questi molti, ciune quei pochi, quali : la Pernice ili mare, il Cavaliere d'Italia, la Pavoncella, la Squatarola, il riviere, il Corriere, il fratino, il Croccolone, il Beccaccino, il Frullino ed altri, maggiormente insettivori, nessuno o scarso van- taggio ponno portare all' agricoltura pei luo- ghi ove abitualmente dimorano. Per lo stesso motivo non interessa l'ordine dei Palmipedi, particolarmente acquatici ; dove fra i Marangoni, le Berte e le Polcinelle di mare: fra gli Smerghi, i Beccapesci, le Ron- dini di mare, i Mignattini e i Gabbiani che alimentassi i primi esclusivamente, i secondi preferibilmente di pesci ; fra gli Stercorari e i L alibi, che assalgono anche i giovani uccelli, annoveriamo le Oche granaiuole dannosissime per le notturne devastazioni dei frumenti e non degna di speciale riguardo, la Gavina, che. sballata dalle burrasche, svolazza sui campi lavorati per beccare i lombrici nei ri -centi sol- chi dell'aratro. Or dunque circoscritto il tenui a due soli ordini : le Picarie e i Passeracei, osserverò che fra le Picarie devono eccepirsi il Gruccione, che distrugge e il Picchio, che perseguita le tipi; e fra i Passeracei: il l'xccofrosone, i Tordi, il Rigogolo, che preferiscono le frutta e prima di tutti gli Storni, i cui branchi devastano le vigne: perché prediligono le gemine, le bacche ed i semi: il Frosone, il Crociere, i Ciuffolotti, ai i. \vi i: iiiini fOLOGICO 17 l'astuta Gazza sturbatrice dei nidi, la G-hian- daja ed i Coivi, pertinaci razzolatola uri semi- nati: perchè abitano lo paludi: la Cannatola, il Cannareccione, le Salciajole, i Forapaglie, i Pagliaroli e il Beccamoschino. Ed ora ci avviluppiamo in una (lolle più acri contese, trattando ilei granivori: lo Lodole e lo Fringillide (Alaudae e Vringillae) . I pro- tezionisti, non paghi (li notale elio saziano ili insetti i nidiacei (ciò che è un fatto), esagerano asserendo clic i semi che beccano siano d'erbe infeste ai campi. Me ne appello al giudice più competente e imparziale quel villico che, sva- niti tutti i mezzi, smette la coltivazione del frumento nel (-.-impiccilo aderente allo stallile padronale 0 alla chiesa pel danno che le chias- sose inquiline di quei tetti uli apportano quando, presso alla maturazione, che (' anche l'epoca più fervida delle loro riproduzioni, spiccano le [•ranelle e piegano i culmi su cui si posano. Ma sarà inutile; tni ripeteranno i racconti su Federico 11, che sprigionò legioni di passere nella guerra ai nemici (lei suoi fruiteti, sulla introduzione e sulla protezione del vivace uc- cello in tanti paesi, (piale prezioso alleato; ritornelli che si abusano per rendere brillante la questione a tutto scapito della sua serietà. Quantunque sia insetticida, nella sola epoca delle nidificazioni ed abbondi di specie stazio- narie, io voglio molto concedere ammettendo che questo gruppo di uccelli colla vicenda delle due nutrizioni vegetale e animale adegui la sua azione in guisa da renderne, sotto il punto di \ isla agrario de' miei oppositori, inditierento l'ef- fetto. Eccoci ridotti ad un numero limitato d'uc- celli veramente insettivori, vale a dire a poche l'icario e dei Passevacei alle varie specie dei Becchi-gentili. Considerato che non forniscono certo il maggior contingente alla stazionarietà, essendo molti di passo e parte estivi o inver- nali soltanto, che parecchi non sono incolpevoli perchè ghiottissimi di frutta, conchiuderemo che questa utilità, in tante lingue sublimata, dovrebbe per lo meno rimettersi nei suoi giusti confini. Ma per provare che non utili, ma danni, all'agricoltore ne ridondano passiamo a parlan- dogli insetti. È sbagliata la credenza che l'equilibrio nella serie dei viventi debba mantenersi colla lotta di due classi ; ciascuna (è legge di natura) lo trova in sé stessa e 1" intervento dell'essere estraneo sbilancia questo equilibrio. Nel caso nostro esso basa nella grande divisione degli insetti in erbivori e carnivori ; mentre se lo Sviluppo degli erbivori è legato si rettamente colle vegetazioni, per cui l'aumento delle specie nolo, o la comparsa delle sconosciute si sp colla estensione e colla intensità delle coltiva- zioni in uso. e colla introduzione di nume, la diffusione dei carnivori è in L'apporto diretlo col numero di questi erbivori. Ignara o in- curante la generalità non bada all'accennata divisione e tanto meno ai grandi benefici del parassitismo; quindi, considerando indistinta- mente nemici tutti gli insetti, ritiene non poter trovar*! che fuori di questa classe, in quella degli uccelli, il provvido, il potente ausiliario per contenderne i danni e per distruggerli. Sarà facile dimostrare che s'inganna. L'insetto litofago o erbivoro nelle sue me- tamorfosi vive pressoché sempre occulto, co- stretto a cercare i mezzi di esistenza o sotterra nelle radici e nei germi, o nel gambo e nel seme della pianta, 0 sotto la corteccia dei tron- chi e delle ramificazioni degli alberi, o nella corolla del fiore, o nella polpa del frutto ; 1' insetto carnivoro spazia, assiduamente inse- guendolo e cacciandolo dovunque. I. 'uccello. per (pianto sia penetrante il suo sguardo, per (pianto siano potenti i suoi modi di locomo- zione e di preda, non può servirsene general- mente che all'esterno e quindi nei voraci suoi pasti ingoierà un numero assai superiore di insetti carnivori che di litofagi, e a presceglierli assieme ai parassiti, lo persuaderanno inoltre il sapore delle carni, la mancanza di potenti difese, quali gli involucri, le squame, quei l'orli aculei, quella facoltà di schizzare umori viscidi e fetenti che proteggono questi carni- vori. Ripetuti esami sul contenuto dei ventrigli degli uccelli constatarono che (piatirò quinti degli insetti, che si rinvennero, appartenevano ai parassiti e solo un decimo agli erbivori. In insigne naturalista, il Canterano, vi trovò sem- pre numerosissimi i coleotteri, l'ordine che fornisce i maggiori e migliori alleati all' agri- coltura, e in relazione considerabile le larve dei lepidotteri. Ora se noi dovremo occuparci (piasi esclusivamente dei Becchifini che non razzolano, e, come si asserisce, per legge di conservazione devono giornalmente ingoiare una quantità di insetti eguale al peso del loro corpo, enorme sarà il danno che nelle proporzioni suindicate da tanta ingordigia deriverà ai prodotti del terreno. È una verità che trova conferma in molti l'alti. Quell'attento e coscienzioso osservatene, che è il prof. Mariacher. il quale per formarsi un esatto criterio del soccorso degli uccelli osò re- carsi, all'apparire insolito di un insetto, nella regione infestala, (piando nel Issi, a Ca\a- zuccherina in Provincia di Venezia la Pirale invase le vigne, di dueceiitoquaTantasei stoma- 38 \1 I \NTK ORNITOLOGICO clii esaminati, appena in trenta rinvenne, e in esigua quantità di quei bruchi e si elie vi aveva Compresi, olire lo Passere, alile Specie e che correva l'epoca delle nidificazioni. Allorché un eguale flagello Ini colpito la Francia puossi ritenere che sii uccelli contra- starono ad arrestarlo : mentre durò eguale tre anni, scorsi i quali, la sparizione del lepidottero, avvenuta ad un tratto, si attribuì alla inaspettata comparsa di numerosi parassiti elle lo aggredi- rono. ■< Quando due o tre rondini (li. rustica), « scrive il dott. Antonio Roster, girano tutto il « giorno attorno ad un granaio ingoiando centi- « naia di Bruchiti, che uscendo dalle faseolacee, « ivi raccolte, minacciano la campagna, si l'en- « dono senza dubbio utilissime, ma se una di que- « ste rondini, strisciando sulla via polverosa, in- « goia un Ophion, un Ielineumon, un Campo- <• plex od un Mierogaster si oppone cnergica- « niente coi fatti a coloro die la chiamano « utile e questo accade si può dire giornalmente, « perchè dove sono battaglioni di larve dau- « uose, ivi accorrono numerosi gli Imenotteri « parassiti per deporre le uova su quelle larve « e gli uccelli, non mancando mai a quei son- « tuosi banchetti offerti con tanta frequenza « dalla natura, con due colpi di becco fanno « e distanno la loro riputazione. E più sotto « Dove non sono che Effìmere « e Tipularidi e Coretre e sciami di minuti « Ditteri, che salgono con una danza continua « fra i salici e i tamarici delle praterie, accor- « reranno e Rondini e Mignattiui e Muscicape « ed Usignoli ; ma le medesime Rondini deci- « meranno il giorno dopo gli Apiarj i più for- « niti e i Mignattini rovineranno diecine di « larve di Odonati, e le .Muscicape e gli Usi- « gnidi si ciberanno di ragni utilissimi e di « Imenotteri parassiti. Così il Merops e il Cypse- « Iits colla medesima voracità colgono al volo « le vespe, le api ed i Philantus e le varie « specie di tignuole | Tinnì, Galleria) che colle « loro elaborate gallerie minano gli Apiari ». Nell'Ausilia, inferiore, dove una legge rigo- rosa impone al frutticoitore di sbrucare ogni anno le piante, sono copiosissimi gli uccelli insettivori ; mentre scarseggiano in altre parti dell'Impero, nelle quali è parimente diffusa la coltura dei pomari e quella legge non è in vigore. La natura governa forse con eguali regole i passaggi e le soste, degli uccelli e la comparsa e lo sviluppo degli insetti, od è in potere del- l'uomo ordinarli in maniera che dalla loro coincidenza derivino i benefici vantati ! Astruso è il tema delle migrazioni, sono instintive e qualunque si addentri in questo studio ricono- scerà che lo stato meteorico e termico influi- scono potentemente e, più che il cibo, la sicurezza del riposo. Se il vento e le pioggie continue obbligano i pennuti a mutare sovente le linee di passaggio, quale fidanza potrà riporsi nel loro intervento? Quanto meglio che gli agronomi convertis- sero questo patrocinio a favore di alcuni mam- miferi e di alcuni rettili : i pipistrelli, il topo ragno, il riccio, le lucertole, il rospo, le sala- mandre, la raganella ed altri, la cui opera proficua si ricambia con innavvertita o barilaia persecuzione. Termino con una spiegazione : io non sono il nemico degli uccelli; tutt'altro, ne riconosco i ineriti e i pregi ; quindi difenderò sempre e premurosamente le restrizioni che si propo- nessero per tutelare la loro conservazione. Ma non è in nome dell'agricoltura che le invoco e lo scopo che mi prefiggo, è di rimuovere il le- gislatore da questo falso concetto, preoccupato dalle tristi conseguenze .1 cui esso trascinerebbe. Sapendo come il mio amico Prof. Alessandro GMgi, nome noto favorevolmente agli studiosi, si era in modo particolare occupato, con intelligenza ed amore di Naturalista, sulle relazioni tra gli Uccelli e l'Agricoltura, Io pregai di stendermi mi articolo col risultato delle sue ricerche, articolo che rispecchia la posizione scientifica odierna dell'importante questione e che sono ben lieto di riprodurre nella sua integrità, mandando, anche pubblicamente, i mici vivi ringraziamenti al gentile Autore. Su//' azione degli Uccelli in rapporto alV Agricoltura. Se gli uccelli siano 0 non siano utili all'uomo ragione dol prolungato (libali ilo stia nel fatto, nei riguardi dell' agricoltura, è questione da che le due parti hanno lino ad ora discusso lungo tempo dibattuta. Io credo però elio la sopra un falso terreno. ATLANTE ORNITOLOGI! 1 1 39 Da uu lato ehi non possiede L'abitudine della osservazione accurata propria del naturalista, vedendo i propri campi devastati dagli insetti, e vedendo come questi siano divorati dagli uccelli, per una serie di grossolani ragionamenti giunge a chiedere L'abolizione della caccia. D'altro canto L'entomologo, rinchiuso nella cer- ehia di studio dei suoi piccoli favoriti, vede nell'uccello che li divora un odiato nemico e nel parossismo dell'entomofilia, ritiene che gl'insetti siano sufficienti a mantenere in natura L'equilibrio degli organismi. Vi è chi ha recentemente alleluialo die ove tulle le specie di uccelli sparissero ad un trailo dalla superficie terrestre, il numero degli in- selli litofagi non risentirebbe che un aumento poco notevole e forse insensibile, perchè al dif- fondersi di una specie nociva segue il diffon- dersi di altre specie d'insetti parassite di «niella, che la riducono in breve periodo al primitivo sialo d'indifferenza nei rapporti colla vegeta- zione. Fino a che la questione si dibatte fra or- nitofili ed entomotìli, fino a che si deve giu- dicare in modo assoluto se gli uccelli siano utili o dannosi, e se gl'insetti parassiti di altri insetti siano sufficienti ad impedire o ad arre- stali' la diffusione di specie nocive, la risposta non solo non è facile, non solo dipende dal punto di vista dal quale si parte, ma essa è necessariamente erronea. Nel congresso Zoologico nazionale tenutosi a Napoli nell'aprile del 1901, la questione fu trattata in modo elevato; vi presero parte al- cuni fra i più emenenti zoologi italiani, i quali alleluiarono solennemente trattarsi di una que- stione biologica complessa, a risolvere la quale occorre tener conto di un numero grandissimo di fatti, spesso in apparente coutradizione fra loro. Se io volessi anche brevemente tratteggiare i complicati rapporti che esistono fra le piante e le loro clientele di animali, uscirei certamente dai limili impostimi, ma non posso fare a meno di ricordare qui il classico esempio di Darwin sul cielo biologico svolgentesi attorno al trifoglio. Fecondato dai bombi il trifoglio ha un mor- tale nemico nel topo campagnuolo che di- struggo i nidi dei suoi pronubi ed ha dei potenti alleati nei falchi, nelle civette e nei gatti che mangiano i topi. Il lettore acuto comprenderà senz'altro che simili cicli si svolgono intorno a ciascuna delle piante coltivate, e che la utilità indiretta di un animale dipende non soltanto dalla eliminazione che egli fa di puri e sem- plici litofagi, ma dalla protezione involontaria ed indiretta esercitata sui pronubi. Un altro esempio di mollo interesse atto a mo- strale la complicazione di questi rapporti, ci è dato dal inolio eoi quale bì propaga il vischio. In raccoglitore di rischio vede facilmente mila tOl'dela (Turdms VÌSCivorus) un nemico che man- gia le bacche «hi lui cercate: non pensa pero elle senza quegli uccelli il vischio perirebbe, poiché sono essi che lo propagano a glandi distanze, mediante la defecazione dei semi in- digeriti, che restano attaccati ai rami per opera degli escrementi liquidi. ciò premesso, passo a riferire le principali obbiezioni portate dagli entomologi particolar- mente, contro gli uccelli. Se si dà uno sguardo alle specie che vivono in Italia, si troverà, essi dicono, che molle sono granivore e perciò dannose, alcune vivono nelle paludi e sono indifferenti; fra le specie insettivore molte sono di passo eil hanno scarsa importanza e le altre... che l'anno lo altre? Mangiano spesso insetti utilissimi, ento- niofagi come i mantidi, endofagi ed entomopa- rassiti come gVicneumoni. In una recente in- chiesta sul contenuto degli stomaci di alcuni vertebrati è fatto carico ad una rondine, se non erro, di avere mangiato un icneumone, insetto utile. Non pensava forse lo zoologo scrivente che gl'icneumonidi sono fra i più frequenti e nume- rosi imenotteri e che troppo sarebbe che a queste velocissime bestiole, le sclilupfwespen dei te- deschi, non capitasse mai di rimanere preda «li un uccello. Inoltre, quando uu uccello mangia un insetto carnivoro, prima di affermare se il primo ha fatto un'opera buoua o cattiva, bisognerebbe sapere se l'insetto era a sua volta divoratore di insetti utili o nocivi. E «piando si pensi che la mantide per esempio, dopo le nozze divora il proprio marito, sarà permesso all'ornitologo di dubitare che un uccello compiti grave danno ingoiandola. Ma oltre agli insetti, l'agricoltura ha molto, anzi moltissimo a temere dalle chiocciole e dai topi : quelle sono raccolte con cura dai galli- nacei e dai piccioni, questi sono preda dei ra- paci e dei corvidi. La distinzione degli uccelli in insettivori e granivori è un errore. Uccelli assolutamente granivori non ve ne sono, giacché il regimi' alimentare varia col variare dell'età e delle stagioni e nel periodo giovanile tutti gli uccelli esclusi i colombi, compresi i gallinacei ed i passeri, sono eminentemente insettivori, sia perchè grani non possono ancora digerire, sia perchè abbisognano di sostanze animali per sviluppare il loro organismo. iO MI. w I I OKNITOI.OGICO Stabilito che tutti gli uccelli divorano insetti, chiocciole <• topi quando possono, restano due obbiezioni principali da risolvere ancora. Quali sono i rapporti fra gli uccelli insetti- vori ed i pronubi delle nostre piante coltivate, dei quali pronubi è oggi indiscutibilmente rico- nosciuta l'enorme importanza? La risposta è facile. So nella natura selvaggia, troviamo clic molle piante annoverano i loro pronubi fra i coleotteri, i (litteri. i rincoti ed alcune anche fra le chiocciole e gli stessi uccelli, è certo che la grande maggioranza «lei fiori sono visitati e fecondati dalla famiglia dolle api, antoflle e pronube per eccellenza, munite d'organi speciali per la raccolta del polline. Ma le numerose specie di apiarii sono provviste altresì di par- ticolari organi di difesa ed offesa ; clii abbia una certa, pratica di questi animali, sa come sia cosa tutt'altro che agevole avvicinarle e come siano temute dai nostri volatili domestici. In- fatti uccelli eminentemente api veri costituiscono eccezioni: il gruccione (Merops apiaster) ed il falco pecchiajuolo (Pernis apivorus) . Queste spe- cie sono inoltre divoratrici di vespe, annoverate fra gli insetti dannosi . Ma gli uccelli insettivori sono dannosi par- ticolarmente (piando distruggono insetti nocivi. Questa obbiezione è seria, considerando l'au- torità di chi la sostiene; nondimeno essa e pa- radossale. Trae origine dalla considerazione che al diffondersi eccessivo di una qualunque specie d'insetti, corrisponda, analoga diffusione di specie parassite di essa. Poiché i parassiti sono generalmente più prolifici delle vittime, alcuni entomologi affermano che quel preda- tore, uccello, rettile o carabo, il quale non distinguendo fra vittime immuni ed infettate, sceglie una, di queste, reca, un gravissimo danno, perchè per ogni insetto nocivo che di- strugge, ingoia con esso tutte le larve di pa- rassita die contiene. A questa obbiezione fu risposto da altri non meno autorevoli zoologi. che tenuto conto delle uguali probabilità che ha il predatore di divorare insetti nocivi immuni od infettati, non è a, temere clic l'azione del predatole intralci quella del parassita, ma piut- tosto le siti di efficace aiuto. Inoltre se vi sono casi in cui sarebbe assurdo contrastare la glande efficacia dell'azione dei parassiti. \<- ne sono altri molti in cui l'azione di questi e nulla, perchè essi stessi non scelgono sempre vittime immuni : quando più di un individuo depone le uova sulla stessa preda, questa e insufficiente ad alimentare tutti, determinan- dosi in tal modo eolla morte dilla vittima, quella dell'intera colonia parassita. A molte obbiezioni risponde l'esempio della biologia del Leucospis giga*. K questo uno fra i più grossi endofagi ed e parassita della Gka- licodoma mura/ria, frequentissimo ed utilissimo pronubo, il (piale depone le uova ili una cella piena di miele. p( 11 tei lamento chi lisa da, un grosso strato di fango. 11 parassita colla, potente lerelua perfora, la cella, della vit- tima e \i depone un uovo. E assodato clic molte uova possono essere deposte, forse da più di un Leucospis, nella medesima cella della Chalicodoma, ed è altrettanto assodato che la prima operazione eseguita dalla larva di Leu- cospis schiusa prima delle altre, è di distrug- gere tutte le uova, della, sua specie dalle (piali nascerebbero dei terribili concorrenti. Appare dunque chiaramente come sia mal basato un dibattito consistente nell'affermare da un lato l'utilità dei predatori negando quella dei parassiti, dall'altro l'utilità dei parassiti negando quella dei predatori. Ambedue queste categorie di animali possono recare grande aiuto all'uomo nella lotta contro gl'insetti nocivi. La schiera dei predatoti, co- stituita, in grandissima maggioranza dagli uc- celli, per le considerazioni esposte più su. riesce di incalcolabile aiuto all'uomo nel periodo pri- maverile, quando cioè la. vegetazione è nel suo pieno sviluppo, (piando gl'insetti che vivono a sue spese sono nella maggiore atti\ ita. e (planilo gli uccelli nidificando sono costi etti a man- giare inselli, non solo perche questi sono ne- cessari all'alimentazione della prole, ma, anche perchè frulli e semi non ve sono ancora. A questo punto peto gorge un'ultima obbie- zione. A (piai proposito parlare di utilità agri- cola degli uccelli, (piando la loro protezione è resa impossibile dall'agricoltura stessa, (die ne impedisce la nidificazione e li rende più fa- cilmente preda del cacciatore.' quando l'uòmo reso arbitro dell'equilibrio della natura, può a, suo talento modificarlo senza intervento di alile forze organiche naturali ! Queste obbiezioni mostrano solamente che le condizioni dell'avifauna son rese tali dal- l'agricoltura, da. esigere una protezione più ef- ficace di quanto sarebbe necessario in luoghi ancoia, incolli e disabitati. È mio profondo con\ incimento (die non l'agri- coltura, ma l'agricoltore siano nemici della sel- vaggina, (ili uccelli si adattano facilmente alle modificazioni dell'ambiente e ne abbiamo prove nella rondine, nel passero, nelle ci \ il le ed altri, che i dovevano cerio nidificare nelle case (piando queste noti esistevano. Non dirò che l'agricoltura sia proprio tale da favorire l'ao- ATLANTE ORNITOLOGICO II crescimento dell'avifauna, ma anche ni i terreni coltivali vi restano abbastanza olmi, pioppi e quercie a disposizione degli uccelli che amano nidificare in alto, ed abbastanza siepi e fossetti per quelli che nidificano in iena. E con tutta la distruzione che se ne fa oggi, sono convinto che la selvaggina sarebbe ancora numerosissima se contadini e ragazzi non guastassero siste- maticamente le nidiate. Quanto all'equilibrio della natura, mi preme osservare che l'uomo agisce molto moderata- mente su di esso. L'uomo modifica, estendendo una coltura, la qualità della vegetazione, fa- cendo prosperare una sola pianta dove prima ne venivano cento. Egli favorisce indirettamente tutta la clientela di parassiti e niufualisti della specie coltivata, ma su queste clientele egli non ha che un'azione molto limitata. Provveda adunque a che sia mantenuto nell'agricoltura L'equilibrio speciale occorrente alla prosperità di una data pianta e poiché le circostanze vo- gliono clie l'uomo, predatore per eccellenza, eserciti una azione notevolissima contro i pre- datori, mentre poca ne ha contro i Litofagi, moderi quella sua azione nel proprio interesse. Per concludere, io credo che nella questione della protezione degli uccelli, sia non solo permesso ma doveroso l'opportunismo. Oggi l'uomo renile nulla eil inefficace L'opera dei predatori schiacciando il carabo, impalando il rospo, uccidendo la serpe e gli uccelli. Que- sti costituiscono, come ho detto, un'enorme maggioranza fra i predatori, ed il loro numero è al disotto di quanto sarchile, necessario a mantenere l'equilibrio in quella categoria di organismi ohe immediatamente ne dipendono. Nel senso di permettere che i predatori, ossia gli uccelli in prima linea, i rettili e gli anfibi poi, possano raggiungere nuovamente lo stato di equilibrio, io intendo la protezione degli uc- celli. Oggi dunque io mi sento ornitoiilo. pronto a passare all'altro partito quando per i tsulte disposizioni eccessivamente restrittive, dovesse verificarsi l'eccesso opposto. Dal Laboratorio di Zoologia dell' f'nìvrixifii quelli elio (lassano due volte all'anno in determinate epoche {autunno e prima/oera) e per determinati paesi, soffer- mandosi o punto o poco e ben inteso senza nidificare, uè svernare in tali distretti ; uccèlli invernali sono quelli clic non nidificano in un dato paese, ma arrivano nell'autunno per pas- sarvi l'inverno e partire a primavera, mentre yli estivi sono quelli che giungendo di prima- vera, nidificano e ci lasciano all'avvicinarsi dell'autunno. Naturalmente le specie che frequentano d'in- verno le zone temperate sono quelle che nidi- ficano molto da vicino al polo, e ritornando laggiù di primavera fanno perfettamente ciò clic compiono quelle specie che, svernando molto da vicino all'equatore, vengono da noi in pri- mavera; mentre gli Uccelli di passo propria- mente detti, come i nostri invernali, nidificano assai assai da vicino al polo, ma come i nostri estivi cercano il soggiorno invernale molto da, vicino all'equatore, e quindi e piono più lun- ghe migrazioni. di /'cecili ili passo parziale, sono quelli che non compiono vere migrazioni, ma semplici escursioni in grado più o meno visibile, peni se una specie è migrante parziale non tutti i i suoi individui si presentano tali e la ragione di questa diversità di contegno non ci è nota. come anche alcune specie sono migranti in un paese e non lo sono in un altro. Alcuni' specie hanno passo primaverile iti date regioni, mentre l'autunnale si effettua per via differente e vi- ceversa, cosi dicasi per l'Italia àeìVHirundo nifuìa, della Glareola pratincola, etc. che sono molto rare d'autunno, mentre compaiono con una certa frequenza di primavera. La migrazione, come dice il Newton, è uno di quei fenomeni che maggiormente eccitano la nostra curiosità e la nostra meraviglia ed è forse il più grande mistero che si affacci nel Regno Animale, mistero che attirò sempre l'at- tenzione dei più antichi scrittoli e che, nelle sue grandi linee, pilo essere egualmente spie- gato dal più moderilo uomo di scienza, (pianto da un ignorante selvaggio o da un profeta 0 da un poeta dei tempi antichi, tanto e cosi immensa è la nostra ignoranza a tale proposito. Le cause principali che si adducono per le migrazioni autunnali, cioè per quelle dirette al sud. sono la mancanza di cibo e l'inclemenza delle stagioni: in quelle primaverili cioè, nel senso da sud a nord, si vuol vedere un ardente desio di litorno alla vecchia patria ed il bi- sogno della, novella vita. Ed il Wallace (') tentò, in qualche modo, di spiegare come sarchile stala contratta l'abitudine delle migrazioni ed io ne cito le sue stesse parole: «Mi sembra probabile che qui, come in molti altri casi, gli individui più adattati tra i so- pravissuti ( ) mostrino (pianto grande fu la loro influenza. Supponiamo che una data specie di uccelli migranti non possa sicuramente nidi- ficare di regola che in un'area prestabilita e che in seguito, durante una gran parte del- l'anno, essa non possa trovare nell'istesso paese il cibo sufficiente e necessario alla sua esistenza. Ne seguila che quegli uccelli, che non abban- doneranno tale area, soffriranno e poi mori- ranno, ciò che avverrà anche degli altri che non abbandonarono quella località, cui erano giunti pello scopo dol nutrimento. Ora, se noi supponiamo che queste due aree fossero (per alcuni vecchi antenati delle specie ora esistenti) coincidenti, ma die si fossero gradualmente staccate l'una dall'altra per cambiamenti geo- grafici o climatici, noi potremo facilmente ca- pire in quale modo sia al line divenuta eredi- taria, l'abitudine di migrazioni parziali ed in- cipienti in stagioni fissate, e come in tal modo sia venuto a Stabilirsi ciò che noi chiamiamo l'istinto. E facilmente si troverà che ancora esistono varie graduazioni nelle diverse l'arti del Mondo, da una completa coincidenza ad una, completa separazione delle aree di nidili- cazione e di nutrimento e (piando la, conoscenza naturale di un sufficiente numero di specie di uccelli sarà completamente studiata, noi po- tremo trovare i varii anelli che collegano quelle specie che non abbandonano mai una ristretta .ina. nella (piale si riproducono e vivono tutto l'anno e quelle che hanno due aree all'atto se- parate ». Le migra/ioni degli Uccelli hanno luogo anche digiorno, ma precipuamente di notte, special- | i Vat V W9. i i « Survival of (he (Utest ■■■ VII.AS I i: ORNITOLOGI! 0 l:: niente se queste sono seme o burrascose; alcuni si riuniscono in grandi branchi, altri soltanto appajati ; i maschi talora precedono le femmine, e «li solilo i giovani partono prima dei vecchi, eccettuando il Cuculo. Circa al fatto che gli Uccelli siano gli araldi ilei tempo buono o cattivo, ciò è più teoria, che realtà. Pro- babilmente essi abbandonano d'autui paesi già divenuti freddi per le abbondanti nevicate e violenti burrasche, e quindi non è impro- babile ehe questo inilusso -i ripercuota anche in lontani paesi ; quindi se anche dobbiamo ammettere, elio tali grandi movimeuti- siano in parte governati da fenomeni me- tereologici, non ci è giuocoforza presumere elie gli uccelli servano di sicuro baro- metro. Ed è un tallo clic sia bello o sia brutto, sia freddo o caldo le specie partono od arrivano ad epoche lisse e strettamente determinate e se. lo studio delle migrazioni l'osse completo, si po- trebbe stabilire quasi matematicamente il giorno di all'ivo delle singole specie, non di tutte però, e cito pel primo caso il Rondone ed il l'ideine Ila di mare; mentre altre die vengono da più lon- tane regioni non offrono eguale esattezza. Da tempo pure venne notato elle, spe- cialmente nei passaggi di primavera, i brandii composti esclusivamente di ma- schi arrivano prima di (pulii delle fem- mine, cosa facile a spiegare, perchè certamente in epici viaggi di qualche migliaio di chilometri i maschi, come pio fortemente costituiti, potranno attra- versare queste distanze con maggiore fa- cilità ed impiegando quindi tempo più breve. Come è un fatto che gli individui di maggiore statura e robustezza della stessa specie raggiungono il limite più nordico, cui la specie stessa arriva; ed a convalidare ciò cito il fatto dei grandi esemplari di falcone clie si predano da noi soltanto all'epoche dei passi e nell'inverno e che collimano per di- mensioni con quelli clic \Tivono d'estate nella Russia settentrionale, mentre i soggetti che ni- dificano tra noi non offrono le dette dimensioni. Molte osservazioni sulle migrazioni furono lavorile da studi fatti su (pianto accade attorno ai fari. E questo si deve specialmente notare circa i fari delle Isole Britanniche e dell'isola di Helgoland, un'isola remota e meravigliosamente adatta pei osservazioni di tal genere. Queste notizie, le più complete che mai siano stale raccolte, le dobbiamo al signor Giitke, che passò la piii gran parte di una lunga ed utile esistenza in questa piccola località. Egli studiò con la maggior cura i movimenti degli ucci 111 durante il passo ed il ripasso a seconda delle stagioni; a citare qualche l'atto, dirò come egli assc\ eri che talora essi \ ola \ a no in enormi (pian- tila attorno al faro: e in una notte di oltobi e, p. e i Fiorrancini volteggiavano cosi numerosi come i fiocchi di neve in una abbondante nevi- cata... sicché alla mattina seguente formicola- va lappertutto nell'isola; e miai dopo le allodole a miriadi si affollarono per (piani.. notti consecutive d'attorno ai brillanti raggi eli uccelli attorno ni Faro d'Helgpland, in una notte durante lo migrazioni. uhi Qàtke). del l'aro, assieme a quantità non minore di storni ( l'i/rinft). Parecchi Autori (') parlarono diffusamente delle, cosi dette vie seguite dalle colonne mi- granti e le principali pirla Regione Paleartica furono l'issate dal l'almèn in numero di nove e cosi dettagliatamente stabilite: Da prima (A), lasciando le coste Siberiani' del Marc Polare, la. Nuova Zembla e la Russia l'I Palméti, "./. Foglamea fiyttningtvàlgar , ETeleingfoi 1874, colla traduzione in tedesco, Ueber die Zugstrassen der Vogtl, Leipzig, 1876; Eneycl Britann. ..I. D,a III, p. 708; ETomoyer, E. v. . Journ. fiir Ornith. 1876, pp. 387-391 . p, 113; !.. Bteeao, /'.'. Wanderungen der I i 1881; r ,i in ii \ utworl :... Serra E. I'. \ .... II.. ...... i der « Zugttrassen dei' r<: . ' , Blolsingfore a Leipzig, 1882; S,.\ , i |/.iu , / | ,'/'.. >...■ ;,„,,. Voi I/i I I, pp. 234-387) : Ui Zuggtrassen der V'ògel vm euroj Hschen Riti island, II. pp. 291- ::.'.:i (1886), etc H ATLANTE ORNITI >!.< Mi 1< '< i settentrionale, corre lungo la costa occiden- tale della Norvegia fino al Mare del Nord ed alle Isolo Britanniche. La seconda (B), partendo dalle Spitzbergen e dalle adiacenti isole, segue la stessa strada. ma si prolunga sino alla Francia, alla Spa- gna, al Portogallo, giungendo alla costa oc- cidentale dell'Africa. La terza (C), parte dalla Russia settentrionale. attraversa il Mar Bianco ed i grandi Laghi di Onega e I. adoga, corre lungo il Golfo di Finlandia e le parti meridionali del Baltico sino allo Holstein ed all'Olanda, ove si di- vide — un braccio unendosi alla seconda via principale (B), mentre l'altro, correndo lungo la Valle del Reno ed attraversando quella del Rodano, si divide ancora, giungendo al Mediterraneo, ove una strada passa lungo le coste occidentali dell'Italia e della Sicilia, una seconda prendendo invece la direzione della Corsica e della Sardegna ed una terza seguendo le coste meridionali di Francia, e le orientali di Spagna, tutte e tre terminando nell'Africa settentrionale. La quarta (I>). la quinta (E) e la sesta (F) delle linee principali partono dall'estremo Nord della Siberia. La quarta (D), seguendo Lobi, si divide presso Tobolsk, un tratto, divergendo al Volga, di- scende per quel fiume e così passa al Min di Azov, al Mar N'ero, e quindi pel Bosforo e, pell'Egeo giunge all'Egitto, un altro tratto giunge al Caspio pella via del fiume Trai e per di là si porta al Golfo Persico, mentre altri due tratti si perdono nelle steppe. La quinta (E), rimonta lo Jenissei, attraversa il Lago Baikal ed arriva alla Mongolia. La sesta I 1'). rimonta la Lena e, toccando l'alto Amar, arriva al Mar del Giappone, ove si unisce con la Kiitinia (G) e V ottava (0) che partono dalle regioni orientali della Siberia e dal Kamciatka. Oltre questa, la nona (X). partendo dalla, Groenlandia e dall'Islanda, passa per le Far Oer alle Isole Britanniche e fusa nella seconda (B) e india terza (C) giunge alle costo Francesi. Queste, secondo il Prof. Palmèn, sarebbero lo principali vie di migrazione, tutti i corsi d'acqua servirebbero però quali vie secon- darie. Quantunque noi dobbiamo ammirare questi sforzi intelligenti, sentiamo però che sono in gran parto sogni di fantasie immaginose, e che in realtà poco o nulla vi si trova di positivo, e qui tra quegli Autori che, con maggiore assiduita e larghezza di mente, studiarono il complesso problema delle migrazioni degli Uccelli cito il nomo di fàllico Giitke e della sua grande opera ('). L'altezza e la celerità di volo dipendono da molti fattori, quali lo stato dall'atmosfera e del vento, e nolo però che lo colonne mi- granti compiono i loro viaggi ad altezze che l'umano pensiero non creilo possibili e cito il fallo di Tennant ( '), che guardando il sole con un telescopio, vide uccelli che parevano Nibbi, ad un'altezza di parecchie miglia e quello di Sooit ii olio, osservando nella notte del 1!) ot- tobre ISSO la luna con un telescopio, vide colonne di uccelli migranti, che egli presume fossero ad un' altezza varia di uno a due mi- glia inglesi ; tralascio altri fatti che non cito a titolo di brevità ('). Riguardo la velocità di volo degli Uccelli conosciamo ben poco. Una rondine mandata da Roubais a Parigi — 160 miglia — impiegò novanta minuti, ciò che darebbe 106 miglia all'ora! Si citano esempi di Piccioni, che sii traiti di qualche lunghezza, teunero velocità va- rianti da trentasei a ottanta miglia all'ora! il Piviere dorato americano in una sola notte var- cherebbe una distanza pari a 1700 miglia od a questo proposito il signor Ileadle\ dice: « Anche arguendo una velocità di 60 miglia all'ora, gli uccelli dovrebbero volare per 25 ore. ciò che e troppo senza prender cibo » ed ha più che ra- giono!! Giitke, il benemerito ornitologo tedesco, che passò la sua vita nello studio dei costumi dogli Uccelli ad Helgoland , credeva che il Tot t'azzurro orientale potesse lasciare l'Africa sull'imbrunire ed arrivare ad Helgoland nove oic dopo, facondo 1600 miglia durante la stessa notte, come lo Sharpe dice « la quasi mi- racolosa velocità di 1S(I miglia all'ora» [Py- vraft). Circa la, direzione, cioè al modo con cui si orientano le colonne migranti, furono messo in Campo lo ipotesi dell'istinto, di un innato senso di direzione, dell'esperienza, etc ; ma se la migrazione è ancora un mistero, il fatto por cui gli uccelli trovano sempre la loro strada, sia essa attraverso fitte boscaglie, o lande de- serte o mari sconfinati, è ancora il mistero dei misteri. l'i Vie VogehoarU Helgoland, Brannschiroig, 1891, 2ft edi- sione, 1900. i Stray Feathert, III, pag. Ì19. I , Bull, Ruttai a,,, Uh. Chili. VI. pp. 97-100 l , Alien, Bull. Vuttal Ornith. Club, TI, p. 188 : Clmpnian, !.\ dne study of otber partloa. hiriiirs. whether superficial or deop-eoatod, it cali BCarCely fall in tini)' tu cornimi Ufi I" an ornithological arrangement asnearlj trae to Naturi1 as we inay expOCt to aobiOVC ■>. Nl;w min. Gli Uccelli sono ovipari, cioè le uova, lasciano il corpo delle femmine e sgusciano fuori di esso. E novo è il nome dato al gamete femminile che si forma nell'ovario, il quale (uovo), dopo la fecondazione, dà origine ai giovani degli animali. Il numero dello uova, che può deporre un Uccello, è estremamente variabile. Fra essi i più prolifici sono le forme domestiche, clic fu- rono accuratamente selezionate dall'uomo per secoli ed allo scopo di aumentare la. loro ca- pacità ti prolificare numerose uova. Fra queste primeggiano le Anitre domestiche e certe razze di Galline, che da marzo a luglio depongono non meno di 120 uova. Come e nolo esse e quelle di altre specie, (piali il Tacchino, la Gallina fa- raone, la Pernice ed altre, sono grandemente i Il IMI ORNITOLOGI! 0 4 7 ricercate per cibo e rappresentano un rilevante articolo
  • i>i>in segnatura (2) ». Questa è una delle caratteristiche più notevoli nello studio dell'Oologia e si riferisce alla, di- rei quasi, prevalenza delle toppe e delle mac- chiette sottoposte (di solito grigie o porporine), che in quelle uova dove rappresentano una particolarità, sono talora tanto evidenti quanto le toppe sovrapposte e più scure del guscio. Così, ad esempio, pel solo fatto di una tale di- versità delle uova, noi possiamo separare gli Aironi dalle Giti, quantunque in passato fossero sempre classificate assieme, mentre invece i primi depongono uova blu o biancastre immacolate, e nello Gru l'uovo è sempre scuro e « a doppie macchie» Nella massima parte dei PaSSERIFOR- MES od Uccelli appollajatori si deve sempre osservare che, quando le uova sono macchiate, queste macchie sono di doppio genere [Sharpe). Il colore, non è invariabilmente eguale in tutte le uova deposte dalla medesima specie nella stessa stagione, ciò che succede specialmente, come già dissi, in quelle specie che ne depon- gono poche; mentre nelle altre, che ne di pun- gono parecchie, il disegno se non è perfettamente eguale, pure è del medesimo tipo, a ciò però fa (') Coloni, TUuttr. Eggt Brìi. Birda, Imi. p. X, (1856,). I1) Ibi», IsTO. p. 74. l 'all' inglese « iluuble-epottcd eggs » Sharpc). 18 Ali. ANI'ls ORNITOLOGICO eccezione tra altre specie la Passera mattuggia che depone cinque o sei uovi, uno dei quali dif- ferisce sempre assai dai rimanenti della covata. Le uova di talune specie variano di colore al- l'infinito. E l'esempio più luminoso l'abbiamo nell" Uria che depone il suo unico uovo fatto a pera sulla banchina «li una roccia. Dif- fìcilmente due uova di Uria sono eguali in co- lore, il fonilo di tinta varia dal bianco al fulvo- gialletto, al verde, al falvo-rossiccio, unicolore, o più o meno fittamente coperto di macchie e macchioline di varia forma e colore (mia Gol- legione), sicché è impossibile darne un'esatta diagnosi. Il pigmento delle uova eccitò lunga- niente la curiosità dei Naturalisti riguardo alla sua composizione, e generalmente si riteneva una secrezione del saugue o della bile. .Ma nel 1875 il signor Sorby (') trovò, col metodo del- l'analisi spettrale, che esistono sette differenti sostanze coloranti, alla cui mistura in date proporzioni si devono le varie tinte e queste sostanze sono strettamente connesse tanto con l'emoglobina, quanto coi pigmenti della bile. In generale le uova bianche o senza macchie sono depositate nei nidi aperti, ma le eccezioni a tale regola sono così numerose, che nulla di positivo può stabilirsi. Così mentre troviamo elio le Anitre e molli Gallinacei depongono uova uniformi e spesso bianche in nidi aperti, ciò che fanno i Piccioni che hanno pure uova bianche e il Tarabusino e la Quaglia della Vir- ginia, d'altra parte gli Allocchi hanno uova bianche tanto se nidificano nelle cavità, quanto sul nudo terreno o sugli alberi in nidi aperti. Le uova a macchie sono di solito deposte in cavità o nei nidi coperti e ciò a scopo di pro- tezione, ma anche qui abbiamo l'eccezione delle uova blu pallide della Taccola e di tante altre, che infirmano la tesi generale. Le uova per svilupparsi hanno bisogno di un certo grado di temperatura, per mantenere il (piale gii uccelli si posano sopra di esse e fanno ciò che si dice covare. Il periodo dell'in- cubazione varia ed è in relazione con lo stato di perfezione, nel quale nasce il pulcino, quindi massimo pei N'idifughi e minore pei N'idicoli. colla grandezza e vitalità dell'uccello e col clima die con gli abbassamenti di temperatura può ritardare lo sviluppo dell'embrione, special- mente mi primi giorni dell' incubazione. Sembra però che gii Uccelli della Me-sa specie che uidi- licano e presso al polo e presso i tropici abbiano eguale periodo di incubazione. Lo Struzzo cova le sue uova da cinquanta a sessanta giorni, mentre lo Scricciolo dieci giorni soltanto, 36 L'Uccello dello tempeste, 23 la Pettegola, (la 21 a 2:: la Rondine di mare, da L3 a II la Lodola. l.'i la Rondine, Il la Ballerina, da L3 a 1 :< il Pettirosso, 11 il Codirosso. 1 ."> il Merlo. 20 l'Avvoltoio degli agnelli, ete.; secondo Evans (') il minimo sarebbe di 10 giorni (Sylvia Sylvia) il massimo da 50 e 60 (Fitlmarux ue piccole dimensioni, pella sua estrema variabilità di colore, perla grossezza ed il peso del suo guscio, fatti che (osto lo distinguono dalle uova degli altri uc- celli, nel cui nido giace. Semina che ogni Cuculo abiti un' area di distribuzione locale assai limitata e che \i ritorni di anno in anno. Altri uccelli parassiti sono quelli del genere americano Sfolothrus e sembra il Cassidi* orysi- vorus del Brasile. Però, parlando -empie dei Cuculi, non tutti i inombri di questa famiglia sono para-siti, mentre il nostro Cuculus canorus lo è eminentemente, altri costruiscono i loro pro- pri nidi, allevano la prole e si mostrano parenti affettuosi. Un altro fatto strano è lineilo che ci oltre un Cuculo del Nuovo Mondo la Crotophaga ani di Griamaica. Molti individui (probabilmente dello stesso branco) lavorano assieme nella costru- zione di un grande nido, nel quale tutte le femmine della compagnia depongono le loro uova. 11 detto numero è in generale da sei a otto, ma varia grandemente a .seconda degli indi- vidui di cui è formata la compagnia; il signor YV. E. Scott trovò fino a ventuno uova, e sembra che di solito ogni femmina ne deponga due, ma ciò che è ancora più strano è che le uova sono deposte a strati regolari e clic cia- scuno strato è diviso dall'altro da un letto di foglie. Fu osservato come gli strati sono di so- lito due e che il sottoposto è formato di uova infeconde, alle quali gli uccelli col becco uri- navano le concrezioni calcaree da una o da ambedue le estremità. Io ho citato questo fatto, che sembra strano anche tra i più strani. I Megapodi della Regione Australiana nò co- vano le loro uova, nò s parassiti. Essi invece innalzano grandi citinoli di sostanze vegetali e di terra e sotto \i depongono le uova, le quali sgusciano non pel calore sviluppato dal corpo dell'animale, ma per quello che si sprigiona dalle materie che si trovano ammassate nei detti ctunoli, ove fermentano e si decompongono. E siccome i genitori non emano i piccoli nem- meno appena nati, cosi la provvida natura ha fatto in minio che nell'uovo, molto rol inoso, essi possa aggiungere già un tale sviluppo che, quando ne escono, sono del tutto coperti di penne, possono volare per brevi tratti e sembra che. prima di abbandonare il cumulo, godano anche di una considerevole statura. Alcune specie poi depongono le loro uova sulla semplice sabbia calila del lido e di solito sopra il più alto livello comune delle acque ove le alte maree di solito non giungono . i semina che i raggi del sole col loro calore le facciano sgusciare. C e talora i genitori aiutano i piccini, non ancora sgusciati, a rompere le scorze delle uova quando sentono il pigolio dei giovani che vi stanno rinchiusi. In generale i piccoli sono amorosamente nu- triti dai genitori ed è a tutti noto il cosi detto « latte dei Piccioni » che ò un fluido nutriente. - lall'ingluvie simmetrico che questi uc- celli rigettano dal loro esofago e che i nidiacei succhiano 0 introducendo il becco nella bocca di uno o dell'altro dei genitori o viceversa. Di regola gli uccelli allevano una sola covata all'anno, ma altre specie ne fi lue o tre e sembra che le quaglie ad es. nidifichino anche in Africa, dopo di aver passato qui da noi l'estate ('). l'uò dirsi che la costruzione del nido sia come il reale principio della stagione delle cove, dolce lavoro cui non tutte le specie si sobbar- cano con eguale maestria o con pari amori-. Come si sa hi forma del nido ed i materiali adoperati nel costruirlo sono differenti nelle singole specie. Alcune fabbricano nidi chiusi di straordina- ria bellezza artistica, altre piti costruendoli artistici li lasciano aperti, altre non intessono alcun nido o esso ò molto rozzo. Cos'i le Urie (Vriae) s'accontentano di de- pone l'unico novo, senza tetto, nò copertura alcuna sulla nuda superfìcie di un orlo di roc- cia, ove però la sua forma conica gli permetti quell'appoggio necessario per non precipitare. Si (') Consulta in argomi i. Fortpfianxungt- geschichu der gè nmten I Lt i|,/l- 1845; Lefèvre, l '/*,.. des " w/a dei lux d'I ; Hi ivitsrm I lllvstrations oj tt UM Birdi. X'". Kit. :> '. London t , Washington, I ifnrs, Ti aiti • gr. Paris, 1880 Ci PolxHch, ■ ■ a, 1862; Bfidi tei /> lol. Leipzig, 1863 : Wolli ■ " m ■ ■. London, 1864; Seobohm I iure» <>/ ■!•: : molli ai ed illustrazioni di uov&comparver i Proa urlili Xaumannia, uri J nell'iota, nell'opera in corso di stampa Oates, British M"."i>'ii. di cui già ose) ili Atlante ornitologico. — Parte I. ATLANTI-: ORNITOI.OCKXI dice «-In- il Pinguino (Aptenodytes) porti seco l'u- nico uovo in una borsa sotto la pelle del ventre, ricordando quanto avviene nei Kangurù tra i Mammiferi, il Succiacapre (Caprimulgus) e l'Oc- chione (Oedicnemuè) depositano leloro uova sulla iena senza alcuna previa preparazione por pro- teggerle, ma esse sono abbastanze nascoste per l'accurata sedia dell'ambiente e pel loro colorito. Molli Gabbiani e Pivieri depositano le loro uova in una buca poco profonda ed i Piccioni l'anno un nido di stecchi e fuscelli, rozzamente connessi ed intrecciati, (ili Svassi [(Podicipe- / u cementare insieme i fuscelli e le paglie del nido, i nidi glutinosi ilei Balestruccio sono noti a tulli. Alcuni Rondoni, delti Salangane (Collocaliae), però secernono una saliva che s'indurisce rapi- damente e cosi costruiscono unti sorte di nido a coliti di pesce, che è il materiale col quale si tanno «le zuppe di nidi d'uccelli ». Di questi nidi vien tatto un gran commercio tra le Isole dell'Arcipelago Malese e la Cina, ed almeno un tre milioni e mezzo di nidi sono annualmente importati da Borneo in quest'ultimo paese, ove le zuppe di nidi d'uccelli sono considerate una vivanda deliziosa. A Borneo ed in altre loca- lità le caverne, nelle quali le Salangane (Collo- caliae) nidificano, sono affittate agli incettatori per somme considerevoli : ma hanno grande valore i soli nidi bianchi, l'alti cioè di pinti secrezione delle sciandole salivari, I nidi di Nido «li l ras .' Nido ili Balestracelo. imi ai.) radunano vegetali che ammassano ed innalzano su erbe acquatiche nascenti e \i de- pong sopra le uova. Le Gazze (Pica) co- struiscono un nido a cupola, clic intrecciano con spine. Alcuni uccelli tanno uso di lincile mi terreno o ili piccole gallerie (Speotito <■»- nicularia e Topino), cosi il Manin pescatore fodera Iti sua galleria con le spina di pesce che vomita dal suo stomaco, tali gallerie sono pra- ticate non lontano dalle acque, ma talora de- pone le sua uova nelle buche degli alberi disco- sti dalle acquo, come assicura loSharpe; menile il Topino fa come un letto di piume alla line della galleria, ove giace il suo rozzo nido. Il Picchio usti una buca, cito esso stesso perfora in un tronco d'albero. Molti piccoli uccelli sem- brano umettare colla loro saliva, e direi quasi quelle specie, elio frammischiano (nei loro nidi) penne ed erbe non sono apprezzati in commercio. Le glandolo elio forniscono tale secrezione sono collocato come due guancialetti sui Ititi della lingua; queste glandolo non si modificano che nella stagione nella quale gli uccelli fabbricano il nido e la secrezione è un fluido denso e adesivo, come la gomma arabica (Sharpe). Il Fringuello ed il Cardellino fanno nidi aperti mirabili e lo Scricciolo uno a cupola. Alcuni nidi a cupola hanno un tibo cilindrico pendente e cavo internamente e elio l'uccello attraversa per arrivare al fondo dello slesso. Il nostro Bec- camoschino (Oisticola cisticola) scoglio un piccolo lascio di canno clic riunisco, fabbricando nella cavità formatasi il suo piccolo nido di orbe e di piccole canno e foderandolo interamente aitavi i: oi:x li ii 51 di piumino e di pappi limosi; ma tauta mae- stria viene Buporata da quella dell'indiano Or- tìtotomus longicauda che separata una larga foglia, ne cuce mirabilmente insieme i bordi con fibre filiformi e piumino vegetale. I Buceri appartengono a quella categoria di Picarie che di regola non l'anno nido, ma che invece gene- ralmente scavano una galleria nel terreno al- l'estremità della ciuale depongono le loro uova bianche, o le depositano in una cavita degli al- beri. Ora la femmina del lincerò si ritira nella cavita di un albero, l'apertura della quale viene suo ventriglio, questo strato riuscendo formato da una secrezione che proviene dalla glandola del proventricolo o da qualche altra parte del canale alimentare. L'epitelio è spinto fuori in forma di sacco od involucro, la bocca del quale e perfettamente chiusa e riempita col frutto che l'uccello ha mangiato. Questo fatto cosi strano parve a tutta prima anche poco verosimile, ma venne confermato di poi dalle migliori Auto- rità ('). .Semina anche che il maschio dima- grisca per tale fenomeno e non raramente muoia, mentre il piccolo diviene molto grasso ed è V # rl Niilo di Scricciolo. \ ido ili i todibngnolo in gran parte chiusa dal suo compagno con fango, che seccandosi forma un muro solido ed attraverso ad una stretta fessura essa ed i piccoli vengono nutriti dal maschio. Semina che la femmina assista il maschio nel cementare la cavità e nel farsi rinchiudere dentro, come è certo che, se il maschio è ucciso o viene a morire, altri compagni s'incaricano di nutrire la fem- mina ed il piccino. Nella cavità essa può di- fendersi agevolmente dagli attacchi dei ser- penti, che continuamente tentano al nido e nello stesso periodo ha luogo la sua muta, durante la quale essa limane impotente avo- lare, sicché il suo volontario imprigionamento agisce da fattore protettivo. Ma ciò che è più notevole è che il cibo, ossia il frutto, che le vien portato dal maschio, è chiuso in una spe- cie di luista o involucro, che consiste dello strato epiteliale del ventriglio del maschio stesso. Il Bu- cero, a vari intervalli di tempo, non si sa se perio- dici o irregolari, rompe lo strato epiteliale del grandemente ricercato dagli indigeni, come cibo saporito. I Fenicotteri fanno grandi nidi circolari di fango che collocano nelle larghe ed estese paludi ove l'acqua è poco pro- fonda, e la femmina cova le uova accovacciata colle gambe ripiegate (') e non a cavalcioni, coinè si credeva. Anche le ///- rundinidae fabbricano i loro nidi in gran parte col fango, ponen- doli nelle più svariate località. In generale gli uccelli, nei quali la femmina è di colori opachi, fanno nidi aperti, men- tre gli altri che li presentano brillanti od opachi in ambedue i sessi (Marlin pescatore e Nidi» ili ("ann;ii l (') BarUett. rroc. Zani. Sur. l*Ki!>. ime. 14J : Newton, A., Diet ■ ■_* tardi pag. 133 1893-96); Sharpe R. B., Il Bird H -././, pag. iti (1898) . etc. i Chapman, lìrit, 1883, p. 897 i- 1884, p 52 ATLANTE ORNITOLOGICO Rondone costruiscono nidi coperti o fabbricati in <-:i \ i t;i : ialina anche le Bpecie nelle quali la ;/" V. ^£> Nido di Zigolo allo. femmina è di tinto più cupe li fanno coperti, come nel gen. Malurus. Si dice clic la Crotophaga ani fabbricbi nidi in società e che parecchi uccelli posseggano un nido in comune. 1 Tessitori dell'Africa infine presentano il più curioso fenomeno di nidificazioni in massa. Essi formano nidi congregati assieme in gran numero, talora a centinaia, pendenti e con un'apertura simile a quella delle calze per meglio difendersi dagli attacchi dei serpenti. Questi uccelli costruiscono un tetto geuerale che è comune a tutti e protegge 1' insieme dei nidi. Quindi sotto questo tetto e sospeso ad esso for- mano separatamente il loro nido indivi- dualo, collocandoli assai da. vicino reci- procamente. < Igni anno costruiscono nuovi nidi al disotto sospendendoli ai vecchi, sinché il tutto diviene così pesante da cedere ed allora il lavoro viene inco- minciato in una nuova località. I detti nidi servono pelle nova nel periodo degli amori e di appollatojo nel usto dell'anno, essendo anche impermeabili e ben protetti contro il velilo. Come tulli sanno il Cuculo non fabbrica nido, ma depone le uova in quello degli altri. Lo stesso avviene nel Molothms pecoris, mentre il .'/. bonariensis è as>ai irregolare nel suo modo di nidificare. Allo volle alni uccelli presentano lo Btesso fenomeno, e non se conosce la vera causa; così talora si trovarono uova di Fagiani e di l'ernici nello stesso nido (Mirali). In ge- nerale, ma non di regola, ogni specie sempre nidifica alla stessa maniera. Ma sappiamo che gli Aironi (Ardeidak) nidificano sugli alberi 0 sulle canne e negli aperti pantani secondo le circostanze; i Falchi e le Aquile nelle sbalze scoscese od in pia- nura, mentre la Gallinella d'ac- qua (Gallinula chloropus) fab- brica il nido sugli alberi soltanto in quei distretti che facilmente si sommergono. 11 nido più sin- golare è quello dello Scoptts umbretta, una specie di Cicogna di color luuuo che si trova in Africa. Essa fabbrica il nido di stecchi sugli alberi, o più di frequente sulle roccie e talora più nidi si trovano nelle vici- nanze o l'uno presso l'altro. È spesso molto glande e costruito assai solidamente, ogni anno viene aggiustato \ i'iilìcazioni iti Aironi in Influì ■ iti), e. come si direbbe, decoralo dei più svariati materiali e consta di ire camere comunicanti l'ima con l'altra per un sirena porta, nell'ul- MI \\ 1 I ORNITOLOGI» 0 :,:: tima delle quali depone le sue nova, cementando queste camere prima con fango e foderandole con erbe acquatiche, quella di mezzo serve pei piccini quando sono nati e la prima come posto «li guardia pel maschio! (ili assembramenti ili alcuni Uccelli marini o pelagici ('), allo scopo ili nidificare, furono descritti da molti scrittori e costituiscono uno ceano meridionale e nidificano in società : ma probabilmente uno degli esempi più meravi- gliosi di questi assembramenti nel tempo delle cove, è quello che >i nota nelle ]>iniucdce (Dio- medeae). Sulla mula isola di Laysan nel Pacifico il Sii;. Palmer, che si trovava colà allo scopo di raccolte zoologiche pel .Musco Rothschild, trovò la «i ;<>one\ »> di I.a,\ san ( Dionu dea immutabilis) a ìit Nido di Cicoy.ua bianca. stiano fatto della vita ornitica. Le Fregate, ad esempio, che amano il mare aperto, e sono uc- celli di straordinario poterò di volo, si riuni- scono nella stagione delle cove, nidificando in colonie in alcune isole dei Tropici. I nidi sono collocati sugli albori o sui cespugli, ed ambo- due i sessi partecipano alle cure dell'incuba- zione. 1 Pinguini pure si riuniscono assieme in grandi quantità sulle isolctte rocciose dell'O- (') Uccelli pelagici 0 marini per eccellenza sono quelli elio frequentano la regiono dotta Volto mare <> il maio aperto, o man- oceanico <> pelagico, cioè la regione marina propriamente dilla, ad acqua limpida con salsedine gridali mari costante: va dal i li. ovel'acqna ba l'altezza di ebrea 400 metri e pre- senta, considerando la sua superfìcie, li' i i intermedie e il fondo mi abisso. migliaia in modo che coprivano completamente l'isola, i giovani in alcune località « erano tanto fitti e numerosi quanti ne potevano stare in piedi ». Questi uccelli erano straordinariamente domestici ed avevano deposte le uova ovunque dintorno. Qualche idea approssimativa della scena presentata dalla Diomedea bianca a Laysan, può aversi dalla fotografia donata dal Sig. Roth- schild dal Museo Britannico. 11 Sig. Palmer osservò pare una meravigliosa quantità di Rondini di mare scure (Sterna fu- ligi/uosa) all'isola della Fregata Francese presso Laysan, di cui fu pure donata una l'otogralia al Museo Britannico dal Sig. Rothschild. Que- sta stessa specie di Rondine di mare si riunì- 54 ATLANTE ORNITOLOGICO scc in quantità innumerevoli nell'isola Ascen- sion e la •• Wide-awake Fair ». conio è chiamata la località ove nidificano, è stata spesse volte citata nei libri ili Ornitologia. Una delle mi- gliori tela/ioni date in proposito è quella del defunto Comandante Sperling, che trovò come la << Fair » consisteva «li una pianura di 15 acri nell'interno di questa aridissima isola. Egli ilice che nessuna parola può dare un'esatta idea dell'effetto prodotto dalle migliaia e migliaia di questi uccelli ili mare che volavano e gri- llavano sull'arido Ietto ili cenere, i giovani o gli uovi ciano cos'i l'itti sul terreno da essere spesso impossibile il camminare senza pestarvi su, e questi uccelli non depongono che un uovo e lo difendono molto coraggiosamente [Sharpe). 11 mio ottimo amico lì. 15. Sharpe ha proposto (') una classificazione degli Uccelli, nella quale offre una rapida rivista sulle forme del nido, sul numero e sul colore delle uova e saìVTiaMtat ed io Lo trovato interessante il riprodurla: Sottoclasse RATITAE. Nido sul terreno, in una buca poco profonda. Incubazione sostenuta dal solo maschio. Sottoclasse GARIN ATAE. Ordine TINAMIFORMES (Tinami). Nido, una linea sul terreno rozzamente foderata di erbe. Uova straordinariamente lucide e di tinta venie, blu, porporina o bruna. Incubazione sostenuta dal maschio. Ordine GALLIFORMES (Gallinacei). Sottordine Mkgapodii (Megapodi). Nessun nido. Le uova abbandonate sotto cumoli di terra e lasciate sgusciare da se stesse. Austra- lasia. Sottordine Ckaces (Oraci). Nido sugli alberi. Due uova bianche. America meridionale. Sottordine I'iiasiani (Fagiani e Pernici). Nido in una depressione sul terreno rozzamente fo- derata di erbe. Cova numerose, uniformi o con piccole macchie o lineette neve, talora bianche Cosmopolita. Incubazione sostenuta dalla, fem- mina. Sottordine Hkmipodii (Emipodi o Quaglie tri- dattili). Nessun nido. Uova deposte in una de- pressione del terreno. Incubazione sostenuta dal maschio. Europa meridionale, Africa ed India. Sottordine Pterocletes (Ganghe). Nessun nido. Cova in numero di tre, egualmente ro- tonde alle due estremità e a doppie macchie. India. Africa. Asia centrale tino all'Europa me- ridionale. Ordine COLUMBIFORMES (Piccioni). Nido, una rozza piattaforma di stecchi su un ramo e raramente in uu buco o in una fenditura. Due uova bianco-pure. Cosmopolita. Ordine OPISTHOCOMIFORMES (Opistocomi). Nido di stecchi in un cespuglio sopra l'acqua. Quattro uova, fulve, con macchie e macchiette di un bruno-rossiccio, simili a quelle dei Balli. Regioni settentrionali dell'America del Sud, Amazzoni, Guiana, ete. Ordine RALLIFORMES (Balli). Nido di giunchi sulle canne o presso la riva delle acque. Cova da cinque a dieci, giallette o fulvo-giallette. con macchie brune e macchiette sottoposte gri- gie. Cosmopolita. Ordine PODICIPEDIDIFORMES (Svassi). Nido di canne galleggianti sull'acqua. Cova bianche in numero da tre a cinque. Cosmopolita. Ordine COLYMBIFORMES (Strolaghe). Nessun nido. Due uova di un bruno-oliva -cupo o bruno-gialletto, con macchie indistinte nere ed altre sottoposte grigie : deposte sulla terra presso l'acqua. Regioni settentrionali d'Europa, del- l'Asia e dell'America del Nord. Ordine SPHENISCIFORMES (Pinguini). Nido, una ruvida costruzione di erbe su di uno scoglio od in una tana. Due uova bianche. .Mari me- ridionali. Ordine PROCELLARIIFORMES (Procellarie). Nido, nessuno, o uno grosso di erbe. In uovo soltanto, bianco, di solilo deposto in una buca O sotto una roccia. Cosmopolita. (<) Wonderi oj ih, Bird World, pp. 146-159(1898). ATI. W ;SI I. li li 53 Ordine ALCIFORMES (Alche). Nido, nessun,,. 1 ih, o due uova deposte nella spaccatura
  • >\;i da ano :v quattro bianche. Cosmopolita. Sottordine Trochili (Uccelli Mosca). Nido generalmente ili musco, a tazza o sul ramo ili un albero. Dova due, bianche. Principalmente nell'America meridionale, pochi migrano nel- l'America del Nord nell'estate. Sottordine COLII (Colli). Nido, a tazza, ili stecchi, nei cespugli, Cova tre, bianche. Africa. Ordine TROGONES (Trogoni). Nido, nessuni), l'uva da due a quattro, deposte in una linea degli alberi. Africa. India, Regione Indo-Malese. Ordine COCCYGES (Uccelli simili ai Cuculi). Sottordine Musophagi (Musofaghe). Nido di stecchi nei cespugli. Uova tre, verdastro o bianco-bluastre. Africa. Sottordine Cuculi (Cuculi). Nido, nessuno, o uno rozzo di stecchi sugli allieti o una strut- tura a cupola sul terreno. Molte specie paras- site. Cosmopolita. Ordine SCANSORES (Uccelli rampicanti). Sottordine Ramphastides (Tucani). Nido, nes- suno. Cova bianche, due, deposto in una linea dogli allieti. America meridionale. Sottordine Capitones (Capitoni). Nido, nes- suno. Cova da tre a cinque, deposte in una lutea degli alberi o delle sponde. Africa, India, regioni Indo-Malesi, America del Sud. Sottordine Inihcatores (Indicatori). Nido, nessuno. Cova bianche, che si dice siano de- poste nei nidi di Capitoni o di qualche altro Ideilo. Africa, Imalaia. Montagne della Pe- nisola Malese e Borueo. Ordine PICIFORMES (Picidi). Sottordine Pici (Picchi). Nido, nessuno. Uova bianche, lucide, che variano di numero a se- conda dei generi, da uno a dieci, deposte nelle fenditure degli alberi all'estremità di un buco. o nei cumoli delle formiche od anche nei nidi delle vespe. Cosmopolita. Sottordine BUCCONES (BucCOni). Nido, nes- suno. Due uova bianco-lucide, deposte nelle buche delle sponde. America meridionale. Sottordine GALBULAE (Galbule). Nido, nes- suno. Uova quattro bianco-lucide, deposte nelle litiche delle sponde. America meridionale. Ordine EURYLAEMI (Eurilemi). Nido, pen- dente dall'estremità di un ramo, di glande di- mensione, composto di foglie e di ciba. Uova bianche i> fulvo-rosBiccie, fittamente macchiate di bruno-rossi, -rio opaco 0 di nero. India, le- gione Indo-Malese Ordine MENURAE (Uccelli Lira). Nido, una grande costruzione a forno di stecchi e di mu- sco. Un ulivo soltanto, di un grigio-porporino, con macchie di un bruno-porporino più scuro. Australia. Ordine PASSERIFORMES (Uccelli appollaja- tmi). Si ZIONE A. I i-i 1M - Famiglia 1. Corvidae (Corvi). Nido di slecchi ed erbe in un albero o nelle buche. Cova bian- che o verdi-bluastre, con macchie e macchiette nere. Cosmopolita. Famiglia II. Paradiseidae (Uccelli ilei Para- diso). Nido di stecchi su di un albero. Cova simili a quelle del Coivo, ma la tinta di fondo fulvo-rossiccia. Regione Australiana. Famiglia III. Ptilonorhynchidaef Ptilonorinchi |. Nido di stecchi su di un albero. l'o\a verda- stre o bianco-porporine, con molti zig-zags neri. Regione Australiana. Famiglia IV. Sturnidae (Storni propriamente detti). Nido di paglie e di stecchi in un buco. Uova bianche o bluastre. Europa, Asia e Attica. Famiglia V. Eulabetidae istoriti degli allievi). Nido una leggera costruzione di erbe nelle buche di un albero o nei fabbricati. Cova blu-ver- dastre, con macchie porporine. Africa. India, Australia. Famiglia VI. Eurycerotidae (Becchi-blu). Nido ed uova sconosciute. Madagascar. Famiglia VII. Dicruridae (Dronghi). Nido di sottili fuscelli ed erbe nella biforcazione di un ramo, come una culla. Cova bianche o colui salmone, con macchierossiccio-brunastre. Africa, India e regione Australiana. Famiglia VIII. Oriolidae (Rigogoli). Nidi di erbe e di striscio di corteccia, sospesi alla bi- forcazione di un ramo, come una culla. Uova bianche, macchiate di bruno-rossiccio. Mimilo Antico in generale. Famiglia IN. Icteridae (Itteri). Nido spesso molto grande, pendente, di foglie ed erbe, col- locato sugli allieti, nei mucchi di erbe, nelle canne o sul terreno, l'uva bluastre, <> bianche, ti zig-zags e macchie nere e grigie. Alcune specie parassite. America settentrionale e me- ridionale. Atlante ornitologico — Parto I. 58 \ 1 1 wri; ORNITOLOGI! 0 Famiglia X. Ploceidae ( Plocei). Nido, un sacco tonnato di striscio ili foglie ili [ialina e ili erbe, fortemente intessute dagli uccelli, sospeso ai rami degli alluri o fabbricato oei cespugli presso il terreno. Dova bianche, grigie, o porporine, ron macchie verdastre o brune. Africa. India e regione [ndo-Malese. Famiglia XI. Tanagridae (Tanagre). Nido in situazioni svariate, a tazza, di fibre di erbe o licheni, negli alberi o noi cespugli, talora a cupola, o nelle, erbe delle paludi. Uova bianco- bluastre, o verdastre, con macchie e macchiette lirune. America settentrionale e meridionale. Famiglia XII. Coerebidae (Rampichini ame- ricani). Nido, a cupola, di peli e tele di ragno tra due ramoscelli. Uova bianche o blu-verda- stre, con macchie brune o rosse. America me- ridionale. Famiglia XIII. Fringillidae (Fringuelli). Nido di varia forma, di ramoscelli, foderato di penne e spesso di licheni e di musco, in ogni genere di situazione, l'uva varie, generalmente bluastre o bianche, con macchie e linee nere o porpo- rine. Cosmopolita. Famiglia XIV. Alaudidae (Allodole). Nido sul terreno, l'uva bruno-scure o bianche, macchiate di bruno. Cosmopolita. Famiglia XV. Motacillidae (Ballerine e, Pi- spole). Nido sul terreno o sulle sponde o sulle mura. Uova bianche o grigie, con macchie più o meno accentuate brune o bruno-porporine e con macchiette più scure. Cosmopolita. Famiglia XVI. Mniotiltidae (Becchi-fini ame- ricani). Nido, a tazza, di musco, capelli, tele di ragno, etc. Uova gialliccie, con macchie brune, rossiccie o grigie, o con strie, nere. America settentrionale o meridionale. Famiglia XVII. Certhiidae (Rampichini). Nido ili fuscelli con erbe e musco, lana, ite.. Delle lincile, nelle fenditure delle corleccie, etc. Uova bianche, con macchie rossiccie e raramente ne- rastre. Quasi cosmopolita (eccetto l'America meridionale). Famiglia XVIII. Meliphagidae (Succhiatori di miele). Nido di fuscelli o radici, tra le erbe, nei cespugli o sugli alberi. Uova fulve o color di salmone, con macchie e lineette bruno-ros- siccie. Regione Australiana. Famiglia XIX. Nectariniidae ( Net I ari nie). Nido, a borsa, di erbe e radichette, con una cupola proiettante sopra l'apertura. Uova verdastre o grigiastre, con macchie porporine o rossiccie o bianche o con strie e macchie nerastre. Regioni Africana, Indiana ed Australiana. Famiglia XX. Drepanidae (Succhiatori di miele delle Isole llawui). Nido di radici e foglie. Uova non ancora descritte. Arcipelago delle Ilawai. Famiglia XXI. Dicaeidae (Diceidi). Nido, a borsa e a cupola, o di radici e erbe nelle buche. Uova bianche, o rossiccie con macchie brune. Regioni Africana, Indiana ed Australiana. Famiglia XXII. Zosteropidae (Zosteropidi). Nido, a tazza, profondo, di erbe e musco, su di un ramo sottile. Uova di un blu-pallido. Re- gioni Africana. Indiana e Australiana, sino alla Cina ed al Giappone. Famiglia XXIII. Paridae(Cincie). Nidogrande, e, di regola, abbondantemente foderato di penne, nelle eavita degli alberi o dei fabbricati ; in alcuni generi a borsa. Uova numerose, bianche, o bianche macchiate di bruno-rossiccio. Quasi cosmopolita (tranne l'Australia e l'America meridionale). Famiglia XXIV. Sittidae (Picchi muratori). Nido, un rozzo ammasso di erbe, lana, etc, nelle buche degli alberi, generalmente intona- cato dagli uccelli stessi, l'uva da cimine a olio, bianche con macchie bruno-rossiccie. Europa e America settentrionale, India, Cina, regioni Indo-Malesi e Australia. Famiglia XXV. Regulidae (Regoli). Nido di musco sospeso sotto un ramo. l'uva numerose. da cinque a dieci, bianco-fulve, talora con pic- cole macchie rossiccie. Europa, Asia settentrio- nale. America settentrionale e centrale. Famiglia XXVI. Laniidae (Averle). Nido di stecchi, erbe e fibre con lana, grosso di di- mensioni, usualmente negli alberi spinosi o nei cespugli. Cova grigiastre o bianco-verdastre, con macchie e macchiette grigie e nerastre. Cosmopolita. Famiglia XXVII. Artamidae (Artamidi). Nido, una ciotola profonda di fuscelli ed erbe sugli alberi. Uova bianche O verdastre, macchiate di porporino o di bruno-rossiccio, con macchie grigie più chiare. India, regione Indo-Malese, Australia. Famiglia XXVIII. Ampelidae (Iìeccofrosoui). Nido piatto, di ramoscelli e di erbe. Cova bluastre 0 grigie, con macchie grigie o di un In uno-cupo. Regioni settentrionali d'Europa e dell'Asia, America settentrionale e centrale. Famiglia XXIX. Vireonidae (Vireonidi). Nido, una copi>a profonda di foglie, di erbe e muschi in un ramoscello biforcuto. Cova bianche, mac- chiate di nero e di bruno attorno all'est rem ita più larga. America settentrionale e meridionale. \ Ll.AN I I ORNITI ILOGII 0 Famiglia XXX. Sylviidae (Silvie). Nido «li \ arie t'oline, il! erbe, ramoscelli, etc. dova ili diversi colori, un it'orm i o macchiate o marmorizzate. Generalmente ne] Mimilo Antico. Famiglia XXXI. Turdidae (Tordi). Nido ili \ ari materiali, a tazza, sugli alberi o Delle buche. Uova variate, ili un blu opaco o bluastre con macchietto rosse o bruni'. Cosmopolita. Famiglia XXXII. Cinclidae (Merli d'acqua). Nido il Cupola, ili musco, sotto le roccie. 0 alle radici di un albero, dova bianche. Europa, Asia settentrionale e l'Imalaia, Montagne del- l'Anime:! settentrionale e centrale e le Amie. Famiglia .XXXIII. Troglodytidae (Scriccioli). Nido a cupola e rotondo, con apertura laterale, fatto di musco e tappezzato di foglie, in un buco degli alberi o ilei fabbricati, o contro gra- ticci o siepi : in alcune specie sospeso alle canne. Uova bianche, o bianche leggermente picchiet- tate di rossiccio e di grigio. Europa, Asia set- tentrionale e Imalaia, America settentrionale e meridionale. Famiglia XXXIV. Mimidae (Uccelli beffeg- giatoli). Xido di ramoscelli o radiehette, nei cespugli o negli alberi. Uova opache, verde- bluastre, o verdi picchiettate di rossiccio. Ame- rica settentrionale e meridionale. Famiglia XXXV. Timeliidae (Timelii). Nidi variati, o un rozzo nido a eupola di foglie ed erbe sul terreno, o a cupola di musco, etc. Uova uniformi blu-verdastre o fulvo-giallette od oliva, con macchie e chiazze bruno-rossiccie, oliva e grigie. Africa, India, regione Indo- Malese, Australia. Famiglia XXXVI. Pycnonotidae (Picnonoti). Nido di fuscelli, erbe, e musco, fabbricato negli alberi e nei cespugli. Uova bianche, o bianco- verdastre, o rossiccie, macchiate di porporino e di biuno. Africa. India, regione Indo-Malese. Famiglia XXXVII. Campophagidae (Campo- faglie). Xido. una coppa poca profonda, di ra- dici od erbe ed imbottita con fibre vegetali e musco o licheni, l'uva bianche 0 bianco-ver- dastre, con macchie e macchiette brune o por- porine. Africa. India, regione Indo-Malese. Australia. Famiglia XXXVIII. Muscicapidae (Pigliamo- sche). Xido, una rozza struttura di erbe o musco in un buco o sul terreno, o sul ramo di un albero; talora una coppa bella e piccola sopra un ramo. Uova bianche, macchiate di bruno o di rossiccio. L'intero Mondo Antico. Famiglia XXXIX. Hirundinidae (Rondini). Nido di -fango o pagliuzze, sotto i cornicioni 0 nelle soffitte, ritolto e l'alto di creta ; 0 un nido rozzamente tolleralo di erba nelle binile delle grondo 0 sopra u. I i alberi. Uova bianche. 0 bianche con macchie rossiccie. Cosmopolita. Sezione B. Oligomyodae. Famiglia I. Tyrannidae (Tiranni). Nido di varia forma e materiale, ili erba 0 museo, a]ierto o a cupola, sospeso ai rami, o nelle buche, etc. Uova color salmone, con macchie rosse o brune, di un verde-blu uniforme o a zig-zags bruno-rossicci o porporini. America settentrionale e meridionale. Famiglia II. Oxyrhamphidae (Ossiranfidi). Nido ed uova sconosciute. America meridionale. Famiglia III. Pipridae (Pipre). Xido di erbe. capelli, foglie, etc.. sospeso ai rami bassi. Uova due, bianco-giallastre, con chiazze rossiccie o brune. America meridionale. Famiglia IV. Cotingidae(Cotinghe).Nido vario. di stecchi o di erbe nelle buche degli alberi, o di fango e stecchi nelle grotte. Uova di dif- ferenti colori, blu-verdastre o brune, con mac- chie rossiccie, bianche, etc. America meridionale. Famiglia V. Phytotomidae (Fitotomi). Nido di fuscelli e di fibre erbacee nei cespugli. Cova verdi-bluastre, macchiate di bruno. America meridionale. Famiglia VI. Philepittidae (Filepitte). Nido ed uova sconosciute. Madagascar. Famiglia VII. Pittidae (Fitte). Nido globulari' 0 a l'orno, di erbe ruvide e di foglie sul ter- reno, o ili un cespuglio presso questo. Uova bianche, con macchie rossiccie, in numero da quattro a cinque. Africa, India, e Cina, re- gione Indo-Malese, Australia. Famiglia Vili. Xeniscidae (Scriccioli della Nuova Zelanda). Nido a cupola, di musco, tra le radici, o nel buco di un albero, o a bottiglia nelle cavità di un albero o di un edilizio. Uova bianche, o bianche con macchie rosse. Nuova /.elanda. Sezione C. Teacheophonae ('). Famiglia I. Dendrocolapticlae (Dendrocolapti). Nido di varia forma, di fango o di stecchi 0 di altri materiali, spesso di glande dimensione (') Vrackeophonae (o nei o Fratheophoni) è il Dome dato da Giovami] blùller i ibhandl. ET. Ikad. Berlin, Phy$. Kl. 1847, p. 387) al secondo itn"i tre gruppi dei Pabskrim i-I h. hanno la trachea fornita soltanto ili uno o di iluc paja ili muscoli vocolij e di quelli laterali. 60 ATLANTE ORNITOLOGICO su di un ramo, con passaggi ; talora sospeso ad un ramo, o a cupola in un letto ili canne. Uova bianche, fulve o blu-verdastre. America meridionale. Famiglia II. Formicariidae (Formichieri). Nido di radici o fibre e musco collocato nei bassi cespugli, Uova bluastre o bianche o bruno- rossiccie, striale o macchiate di bruno-rossiccio. America meridionale. Famiglia III. Conopophagidae (Conopofaghe). Nido ed uova sconosciute. America meridionale. Famiglia IV . Pteroptochidae (Tapacole). Nido di erbe o musco nelle buche del terreno, o di stecchi ed erba nei bassi cespugli. Uova bianche. America meridionale. Sezione D. Atrichornitidae (') (Atricorniti). Nido ed uova sconosciute. Australia. Lo Sharpe poi osserva che una classifica- zione basata sulla colorazione delle uova, sulla fonila e sull'ubicazione del nido è, del tutto ipotetica, tanto estreme sono le variazioni in molle famiglie ed anche nei generi più affini itilo- se. E ad illustrare tale fatto egli cita quanto presentano le Rondini paragonate coi 'l'opini e coi Balestrucci, i Corvi colle Taccole e varii altri. Notizie sulle Caccie maggiormente usate in I /alili. Le caccie j > i Ti usate in Italia sono le se- guenti : 1 . Caccie colle reti : 1) Il diluvio, rete a sacco di grandi di- mensioni per le Passere, i Merli, i Fringuelli, etc. Essa produce assai usata sul far della notte, lina sola preda imo superare il migliaio. 2) La ragna portatile usata dall'agosto all' ottobre in ispecialità pegli uccelli dal becco gentile (insettivori). ?,) Il paretaio o irli api ile : Reti che sten- donsi nelle praterie aperte per le Pispole, i Fanelli, le Ballerine, le Lodale, etc. In al- cune delle nostre Provincie (Bergamo) si giunge anche ai 4 o 500 uccelli in un giorno, in altre località come nei Patriarcati (Bovolenta, Pa- dova) esse sono pure rimunerative, però raramen- te si arriva ai duecento. Usasi anche sui colli presso i vigneti o tra le piante ombrose in pianura, o in una ricurva aperta montana, non però dominata dai venti, per dove siano soliti a passale gli stormi di uccelli. In quasi tutte le uccellande ni paretajo si pongono altresì dei panioni. E in causa dell7 abbinamento del pa- retajo coi panioni, il Governo suole aggravare il prezzo delle licenze, che di solito concedonsi pel- le semplici uccellande a paretajo. situate lungo i (ìlari e fiancheggiate da pianticelle di gira- sole o di canape, colgono Fringuelli, Fanelli, Verdoni e Cardellini, e nei primi giorni, se I utlo ò bene disposto, si raggiunge tino il cen- tinaio e spesso la cinquantina di individui; in al- tre località, come a Borgoforte sull'Adige, usan- si pelle Rondini e pei Topini, e nell'epoca dei maggiori passaggi si arriva e prenderne anche centocinquanta al giorno. Si adopera pure il paretajo pei Chiurli, por le Pavoncelle, pei Pi- vieri e per i Combattenti, breve la durata del loro uso e ristretto ai siti acquitrinosi. E ri- marchevole come gli astuti Falchi attratti dagli zimbelli che svolazzano, si gettino furiosamente loro addosso e senza accorgersi nò del caccia- tore, né delle refi, si lascino spesso cogliere a questa uccellanda. 4) Lnpantera, colla quale si colgono molte [.oilole e pochi Beccaccini. 5) La ragnaia sui colli ed in pianura, più generalizzata; anche questa presenta il massimo della produttività in Lombardia e sui valichi alpini, ove le prese sono talora favolose. Al- cune di esse (da 5 a 6) che sono nelle più adatto posizioni della provincia di Verona cattu- rano in una stagione circa 5000 uccelli per ca- dauna, dei quali circa 1500 sono 'l'orili, Lunarini, Fanelli, Fringuelli, Tordele, etc, e molti altri uccelletti dal becco gentile, come Beeeajiehi etc. completano il numero. Nella Provincia di Como il Nessi colse nella sua uccellanda 4330 uccelli nel INNI!, 4262 nel 1SS4, 4358 nel INS.", e 3727 nel ISSO ed il Brambilla, offrendo i dati delle ]irese della sua uccellanda in Gallarate (Mi- lano), nota come nel periodo 1792-1886 l'anno (') Questa seziono di Passeracei presenta due paia di eorti muscoli trarltoo-lnonc liliali, cioè un paio infierito sul dorso, l'altro dal lato ventrale e sono quindi àiaerùmyodi. atlanti: ohm ii ii.mai • • GÌ più proficuo M.-i stato il 181!» con 2451 uccelli, ma dalle cifre date .si capisce che o la tesa non eia ben curata <> la posizione infelice; cosi le prese offerte dal Turati pei roccoli e paretaj in Lombardia non oltrepassano i lumi uccelli all'anno, e ciò in un lungo periodo di anni ; mentre il Marchese Honorati a .lesi nel periodo L 843-1885 dà i massimi di 3659 (1851), 3950 (1859), 3845 il sui) o 4888 (ISti:.) uccelli al- l'anno etc. ('). Parecchie di queste ragnaie hanno a qualche distanza disposte delle passate, ossia reti a pa- retaio. La ragnaia generalmente dura fino alla prima metà di novembre. (i. La brescianélla (analoga alla ragnaia), dove usasi lo spauracchio che si innalza e che ha la disposizione della rete, anziché ridonda in quadrilatero col capanno basso, usata in pianura e colla quale si accalappiano in molta parte gli stessi volatili della ragnaia. Essa e poni praticata da noi. 7) La stantia alle quaglie produttiva a se- conda delle località, il cui uso ha principio nell'agosto e dura a tutto settembre; è assai vantaggiosa nei terreni bonificati, ove coltivassi il grano turco ed il sorgo. Oscilla il prodotto annuo dai 500 ai 1000, raramente nei grandi passaggi supera i 1500 individui. 8) Il cerchiello, barbaro sistema adoperato in primavera pei maschi delle Quaglie. Si può calcolare che nella sola Provincia di Padova da dieci a quindicimila covate vadano distimie da questo aucupio e dall'altro della paratella, usato in alcuni circondarii nell'epoca del divieto. 2. Le cacete colla pania. Sono molto usale sia in collina che al piano dai ragazzetti, perchè uniscono hi poca spesa al diletto. Il vischio si estrae dalla corteccia del Viburno del Mattinoli, pianta che trovai cre- scere spontanea tra altro nella zona montana del Veronese e più precisamente a Cavalo di Fumane. I'run, presso Grezzana ed altrove. Le principali caccie colla pania sono: 1) Col palinone, che va unito quasi sem- pre al paretaio. 2) Coi pontoni, usasi colla Civetta per le cimic. i Pettirossi, Codirossi, etc. ?>) Colle frasconaie, pei Tordi. Speciali frasconaie si tendono, quantunque non di frequente, nelle montagne per prendere con lieve spesa buon numero di Tordi ed a questo genere di caccia, pello scopo cui mira. si dà il nome di tordàre al rischio (Veneto). (•) A clii volesse maggiori notizie vedi Giglioli, E. II.. Primo Betoe. etc. III. pp. 41S-WJ (1691). :!. Le caccie ini Inni lungo l< siepi ed i bo- schetti anch'esse pegli insettivori. 11 laccio è un cappio di crine. Usasi nel Trentino, nel Veronese, nell'Udinese etc. e tendisi pei- Uccelletti di piccola mole, pei 'lordi, le l'ernici. le I leccaccie, i Beccaccini eie. men- tre i lacci di ferro si adoperano per acchiap- pare le Volpi, i 'l'assi, le Faine, le l'uzzoli- eie. e pur troppo le povere Lepri, ad onta della proibizione di legge Le uccellande al boschetto usansi di frequente nell'alto Friuli e nel Tre- visano lungo la Piave etc. Sono lacci di crine (die si collocano sopra due fronde o verdi mac- chie di piante potate in forma rotonda e non più alte di due metri. Vi si strangolano gli uccelletti richiamati dal canto degli zimbelli o dallo zufolo dell'uccellatore nascosto. 1. Le /accie colle tagliuole, cogli archetti ed alni ordigni per le Averle e più specialmente nel verno con trappole, tjahhic a scatto (fra le (piali la ritrosa), strage del Eusignolo adope- rata in primavera ; la gagg'ia del I'ettirosso ed altri uccelli, i trabocchetti, le stiaccie, i cuba- toli, usati questi ultimi quasi esclusivamente nel verno se la terra è coperta di neve, e quando il povero stazionario paga colla vita la soddisfazione del più pressante bisogno, il cibo. I montanari Veronesi collocano gran copia di archetti sulle cime degli alberi. Coni] ssi questo barbaro ingegno di un vermene di noc- ciuolo, di sanguine o d'olmo piegato ad arco alla cui estremità si lega una funicella che passa dal lato opposto e finisce a modo di laccio. Vi è inserto un piccolo legno detto ciliare, che lui ficcata in una fenditura una locusta, un bruco od altro. Su di esso l'uccello incauto si posa per beccare e così fa scattare l'arco e vi rimane preso colle zampine. Lo si raccoglie consunto o morto fra i tormeuti. Ben a pro- posito scrive il Tirabosco : Villana invenziun. nli! pio assai Che piacevol e juata a un coi gentile. Con questo modo si fa strage in montagna di Pettirossi, di Codirossi, di varie Silvie o indie pianure di Averle ed altri uccelli di piccola mole. E giacché siamo sul tema della crudeltà, pro- seguiamo segnalando un'altra strage, che si pra- tica anche nel Veneto ai poveri uccelletti. È do- vuta alla gazàra 0 casato da merli, la predi- letta occupazione dei giovani cainpagniioli. Quantunque le prede siano limitate nella par- ticolarità, salgono ad un numero considerevole per la grande diffusione. Durante il verno e maggiormente (piando la tei ra è coperta di neve. 62 ATLANTI (>UXIIuì.u.;i( «i se ne spazza una piazzetta e s' intesse coi vi- mini una rozza gabbia a scatto che vi si so- prappone. Merli. Tordi. Ghiandaie, Fringuelli, Passere, Pettirossi ed altri affamati vi cercano il cibo e vi trovano la prigionia e la morte. Che l'unico mezzo a combattere questi crudeli ÌDganni, la parola del maestro elemeutare uè dissuada l'uso. Guadagneranno l'educazione e l'agricoltura, tanto più che le vittime sono in gran parte uccelli stazionarli. Sono quasi smessi i passerai, quelle pareti bucherellate delle colombaie o delle torrette, che sorgono sui tetti costruite appositamente per attraivi a prolificare le Passere e rapirne poi i nidiacei dall'interno. 5. Le cacete col fucile che si esercitano: 1) Con anni di calibro ordinario per qua- lunque uccello o coli' aiuto delle Civette, dei Falchi e dello specchietto per adescare i pic- coli, o col cane ammaestrato, che è in generale un incrocio fra il barbone ed il bracco, per frullare la selvaggina più grossa. Fortunata- mente è poco in uso nell'ardore dell'estate la caccia crudele all'acqua od abbeveratoio, mentre invece è praticata quella all'aspetto, che si fa alle Tortore sul tramonto nei boschetti, ove si osservò che vanno abitualmente a dormire ed ai Germani ed altri palmipedi dal far della sera fino ad un'ora e mezza dopo il crepuscolo sul margine delle Valli. Una caccia nella quale fanno il proprio no- viziato quasi tutti i cacciatori è quella col ri- chiamo. È un /ischio circuitile o chioccolo, con cui si imitano i cauti del Merlo ed il garrire della Ghiandaia. Questi uccelli non solo, ma tutti gli altri silvani vi accorrono, dando tempo al tiratole cautamente nascosto di colpirli posati sul ramo. 2) Con archibugio da posta o spingarda, canna di calibro grosso che si colloca in appo- sito barchette Caccia vagantiva che si esercita anche di notte, specialmente nei laghi aperti dell' Estuario Veneto. 3) La coccia
  • in parie da argine ed in parte da cannicci [semiarzeràde) come tutte le altre. Ilannnvi pure altre Valli tutte aperte {verte, avèrte), ma non trovo di occuparmene, attesa la loro poca importanza in rapporto alla caccia. l'n lino in figura di cono colla punta recisa, il cui diametro da cent. 80 in bocca, scende allargandosi sino ad un metro, si sprofonda nel fango, assicurandone l' immobilità mediante ferri zancati ad angolo rotto che ne abbrac- ciano l'orlo, infissi in alcuni pali piantati d'at- torno. Si circuisce con un breve tratto di terra, a pia lolcemente inclinato o perso il centro 0 viceversa, dì l'orina rotonda od ovale, pre- munito siigli orli dall'urto continuo del fiotto con pareti di cannicci e che copresi [s'inibari- see), per colare V inganno, di zolle con erbe palustri, tra le quali sono preferite le olive. vendo pel peso fondarle sopra piani e palafitte, pericolo di screpolature nei l'orti ghiacci che Succedono ad alte maree: ecco i danni; ini sono convinto che è preferibile il sistema antico. In quasi tulle lo Valli e' è posto con contro- botte {potè e controbòte), vale a dire clic nello stesso tombolo, (piasi aderenti fra loro vi sono due botti, anziché una. Serviva quesf ultima noi tempi scoisi quando asavnosi i vecchi fu- cili ad una canna od a bacchetta per un cac- ciatore che doveva caricarli e passarli al pa- drone, nonché dargli l'ali' erta. Serve Oggi raramente pei più quando vogliasi godere la buona compagnia di un ospite, sempre per al- cuni onde collocarvi un tiratore di mestiere: nel primo caso 1' amico della controbòte è di continuo esposto al tormento dello incappel- late, vale a diro di vedersi uccidere dall'altro Lago 'l'Ila Passaùra (Valle Zappa), nel cui centro dietro la [ingaa di torni e collocata una botte in mezzo al lago (detto posto ni l(lijo). (Da una fotografia dell'Autore). Botte detta Puntale della Passaùra Doll'omonimo Iago. I Valle /appai. (Da una fotografìa uVU'Autore) Questa isoletta improvvisala che sorge più o meno sul livello dell'acqua a seconda della marea, porta il nome di tómbolo, dall'antica voce IiiìiiÌiii, che significa cumulo o mucchio di terra ; il tino chiamasi botc, ed a preferenza si fa di quercia, di moro o di larice, abbenchè adoperinsi in maggior numero degli arnesi u- sati. fra i quali adatto le botti da olio. Ester- namente si spalmano tutti' di pece. Pochi anni or sono io ho tentato una modi- ficazione in proposito, cioè di sostituire, al le- gno, il cemento; e feci nella mia Valle Zappa una botte di tale impasto. Minore umidità mentre lasciasi sempre asciutta, quando le al- tre devonsi empire almeno per un terzo d'ac- qua, perchè vuote si stapperebbero [saltar sii) nelle frequenti burrasche ; nessuna Spésa di manutenzione, mentre nello altro la durata è limitata e le riparazioni annuali necessarie : ecco i vantaggi; maggior freddo, impossibilità di trasloco, superiore costo d' impianto. Ac- quasi sempre gli uccelli ch'egli ha sbagliali, nel secondo la valentìa del servo mantiene la fama usurpata dall'inesperto padrone (s'et'òpa)! Se in luogo di un' isoletta in mezzo al lago, l'apparecchio sopradescritto si appoggia all'orlo di una barena dicesi puntale, punta, i>mita, e talora botàsso, preferito il primo nelle giornate calme e sereno od anche di Leggero vento con bassa marea [acquarèla); il secondo nelle bur- rasche e nello alte maree {aequa alta) od in circostanze speciali. Ogni posto di caccia ha una appellazione sua propria, talora strana od indecifrabile. {Guzzo de Itatelo, Tajàe, Quarèi) tal'altra traila dalla condizione dei luoghi | Lai/o seco, Seche, l'ali, Tombolili ila giàzzo), o da osservazioni speciali, come la linea abitualmente prescelta dagli uccelli nel passaggio i Passaùra) o dai nomi del sito [Padovana, Oaòma, Manzi, Sa- line), degli uccelli [Oche, Tressòn, Fòfani) o ili pesci [Oràé), del cacciatore 1 Pisani, Haiti- lìl ATLANTE OKNITOU (GICO stella, Labia, Nardin) o da altre circostanze quali il t<'in|><> (Messa di notte), la vegetazione iCaih. Spin, In), la qualità del sito (Gorgo, ('andini. Mandràcio, Gatoléto) e via via. Né è lare che alla 1 1< » t ( o siasi imposto un batte- simo d'affetti (Margarita, Contessa, ete.) deli- cato pensiero che. col risveglio di dolci me- morie, rende j > i 1 1 gradito il divertimento, quasi augurio di successo. Siccome tutti gli uccelli si porterebbero ove non si tira con danno generale, così tutte le Valli della Laguna inedia ed inferiore cacciano in un determinato giorno; esso è fissato, tranne in tempo di ghiaccio, di solito il lunedì ed in tempi eccezionali anche di sabato e dicesi :mno de Irata ; questo però non vale per le Valli della Laguna superiore, ove si caccia più volte nella settimana ed ove trota significa determinate porzioni di Valli. Così ad esempio in Boga vi sono le seguenti Irate : Tómboli. Brusàdi, Toròndole, Piombìse, Marno de canài, Oràe e Conche. In queste si tira per turno lungo la settimana ed è ritenuto dannoso cac- ciare contemporaneamente in tutte, giacché i selvatici se ne andrebbero in mare, non ritor- nando se non dopo il tramonto. Le nostre Valli della Laguna media od in- feriore si dividono, in alte, quelle appoggialo al Novissimo, canale rettilineo che sconfina i paludi salsi dalla terraferma, ed in basse, quelle più vicine alla laguna aperta: sono Valli alte: i Figheri, Pieiim/iii . Ari riti, Morosina etc. : Valli basse: Zapa, Val de Bon, Barenòn etc. Il Cornio, quantunque addossato al Novissimo, protraendosi molto verso la laguna offre i van- taggi delle Valli alte e delle basse. I selvatici, quando il clima è più mite, come nella prima stagione (settembre-ottobre) e neW ultima (mar- zo-aprile) preferiscono le Valli alte, le quali hanno il bitsano o busene, che è una chiavica che dal Novissimo introduce l'acqua dolce per la qualità e freschezza tanto loro accetta, e per dissetarsi e per nuotarvi; negli impaludamenti circostanti sorgono i canneti (vanii) di Annido pliragmitis. Mano mano che il freddo cresce di intensità (novembre-febbraio), gli uccelli si trasportano per la maggior patte nelle Valli basse e vi dimorano. Fino all'ottobre e talora nel marzo od aprile le Valli titano il salpato, del resto il lunedì; in ricorrenza di leste (Natale. Capo d'Anno, Pasqua eie.) si prendono accordi spe- ciali. Nei tempi eccezionali di agghiacciamento (l'acqua salsa, gela- con temperature inferiori a — 4°), lo Valli eli*; hanno sbòe o sbòine, os- sia tratti ove l'acqua non gela (no se ciàpa) o per la correntìa o per un gran numero di uc- celli che coi loro movimenti la tengono con- tinuamente mossa, i cacciatori, per approfittare della singolare fortuna, tirano a volontà, spesso di sabato e poi di lunedì, lasciando in riposo la Valle nella domenica, porcile si ripopoli di selvatici. Il busene è la ricchezza delle Valli alte, la sbòa quella delle basse. Il venerdì o la domenica precedenti, sui porti (passi) del Novissimo si vedono giungere dopo il mezzogiorno le carrozze dei cacciatoli, che là le abbandonano e, scesi nelle rispettive gondole o barche, si sparpagliano per le Valli. Dopo un tragitto che varia da mezz' ora ad un'ora o due secondo le distanze, l'acqua od il vento più o meno favorevoli pei canali elio dividono fra loro le Valli, si giunge al tcrra- Oaeòn di Valle Zappa (proprietà A>>> • D Oddi). (Da una fotografia dell'Autore). pieno (mola) su cui trovasi il fabbricato detto easòn; conservano quest'antico nome, oggi im- proprio, le comode case che albergano i cac- ciatori, in alcune delle quali trovi perfino le stufo, il letto clastico, un bigliardo con piano di lavagna per passare allegramente lo lunghe serate invernali, come in Zappa, e tante altre comodità. Ciascun cacciatore tiene una o più camere, la saletta da pranzo è comune Toccata terra, cominciano le preoccupazioni, dall'una all'altra finestra è un accorrere solle- cito, uno squadrare col canocchiale tulli gli spazi, per capacitarsi quale sia il luogo prefe- ribile pel domani, un assediare di interroga- zioni l'oracolo (omo de easòn, quest' importante personaggio cui ò affidata la custodia e la pu- lizia della casa ove dove rimanere stabilmente, anche per sorvegliare che non si commettano abusi nella settimana o dagli estranei e dagli stessi pescatori, si paga di solito con cinquanta o sessanta lire mensili e qualche incorto) ; con- trollarne con altri il verdetto. Sono un paio 1 I I w I I ORNI fOLOGII 0 ti.", d'ore nelle quali la gelosia senatoria ci opprime. Ma essa svanisce del fcntto all' allegro desco della sera, dupli il pranzo mi il giuoco od alla conversazione, quando lo scilinguagnolo si scio- glie nel miraggio delle dorate illusioni. idi! la cania del domani. Oh! questo cento colpiti ! eterno sogno di rado raggiunto e die domani si compirà ; mentre domani alla stessa tavola, alla stessa ora si lambiccheranno i cer- velli i»i giustificare L'insuccesso, dandone colpa talvolta a tutti, fuorché ai veri colpevoli: L'oc- chio ed il braccio del tiratore. E in quelle valli, e sono le più, dove il Casone dei Pescatori è vicino o promiscuo a quello dei Cacciatoli, vi sono maggiori attrat- tive di svago e maggior vita. Fino a Natale vediamo succedersi e gustiamo anche i va- riati prodotti di pesche stupende, poi godiamo la compagnia dei chioggiotti, questa balda gente di mare. Si scende nella vasta cucina pei sederci sulle banche circolari al camino ad udire le romantiche storie dalla viva voce di Bdilm Nane \ Barba è zio, così poi si chia- mano tutti i vecchi). Si è avventurato nel mare per mezzo secolo, pescandovi per starnare la sua famiglinola, ne ha stidato le più fiere bur- rasche; quante notti, sbattuto in un turbine di venti, di nulli, di onde, solo col suo legno sconnesso lottò per la vita, (piante volte ha provato l'ebbrezza dei ritorni nelle braccia della moglie e dei tìgli, che lo avevano già pianto perduto ! Quale arditezza di similitudini, quanta poesia in quelle descrizioni ! e come è accen- tuato il corruccio che la tarda età gì' impe- disca di riaffrontare quei perigli e lo condanni alla vita per lui tanto arida del cogolante di valle. Che se dispenserai qualche pipa di ta- bacco o qualche litro di vino, Gambiera scena; la giovane ciurma intuonerà i cori interrotti dalle canzonette popolari, dagli inni patriottici e dalle austere cadenze della Norma o del- l' lumini. Ma l'ora tarda t'impone il riposo, ed il si- lenzio, rotto soltanto dal fiotto dell'acqua, re- gna sovrano nelle celle. Qualche ora prima dell'alba, l'assordante tintinnìo della sveglia richiama alla vita e cia- Miino si veste e si appresta. In questo momento avviene la scelta del posto. Due sono le con- dizioni delle affittanze di caccia sopra questo oggetto: 0 giusto fisso o posto in giro. Della prima è inutile occuparsi, la seconda si spiega così che per turno spetta la precedenza della, sciita a ciascuno, la (piale naturalmente si lega alla speranza di indovinare il migliore. E un quarto d'ora di trepidazione generali'. dà ciò dipendendo l'esito della giornata. E la scusa di aver errato (sbaglia posto è la co- moda difesa di cui si abusa per giustificare perfino gì' insuccessi dei tiri. «■li uomini di servizio vanno a preparare il posto, il che consiste nel levar L'acqua dalla Inule con la inastila (piccola mastella di le- gno cerchiata di solito in ferro e provvista di lungo manico), poi pulire il fango con lo seo- rullili ed asciugare perfettamente l'interno con una spugna, nel distendervi attorno a conve- niente distanza gli zimbelli di legno dipinto Gruppo di Uomini di servi/io in un giorno di caccia. (Da una fotografia dell'Autore). {stampi) o di tifa palustre (s. de pavèra) >■ due o più anitre vive (ziògoli vivi, tinnii- ila siògolo, miai ile amare) che legati ad una funicella alla cui estremità è tissa una pietra galleggiano i primi. nuotano le seconde, illudendo quasi fossero stormi di uccelli. Ciò eseguito se uè ritornano al Casone a levare il loro padrone. Fatta caricare la eenìa, una tela di grosso tessuto con saccoccie che porrai a mezzo di uncini nella parie interna all' ingiro della botte per riparare dall' umido le spalle e per comodità del cacciatore, il tanibucchio (stambùcio), una eassetta di varia forma, talora girevole che serve da sedile e dove sono rinchiuse le munizioni di caccia e di bocca, il backetòn, bacchetta diesi usa per far uscire dal fucile qualche cartuccia od altro e i due fucili, scendi allegro in barchetta {siin- iliila o barca , a quatro, imparisài, a mucièti, a grò- péti) giacché allora, abbondano i Germani (Ma sonni), die di solito non vanno in grandi truppe. si collocano in generale sui due Banchi del t bolo, lasciando libero il lato verso mezzodì e l'opposto, ove si distribuiscono gli zimbelli vivi. Ciò si fa. per lasciare libera agli uccelli la vegnìia (il sito dal quale di solito vengono gli uccelli). La vegnùa varia di posizione, da posto a posto. Dalla parte ove i selvatici stanno generalmente più lontani, si mettono pochi zimbelli, concentrando maggiormente la loro attenzione sul lato più stretto, por farli maggiormente piegare da quello. Quanto agli zimbelli vivi, essi consistono in duo o più ani- Ire allevate in domesticità, di solito due fem- mine (ànare) ed un maschio (masorìn), dette complessivamente m/ua de ànare. si tengono nel tassilo (specie di gabbia da trasporto ad una o più sezioni) durante il tragitto dal ca- sone alla botte: qui giunti e legate le gambe con cordila di canape, la si attacca a, corda forcina, cui è annessa una grossa pietra che scende nel l'ondo e si lanciano in acqua ; può sostituirsi la. pietra, infiggendo un lungo palo che sostiene un ovale di legno (cròzzola), su cui riposano quando sono stanche di nuotare. Qsansi solo masorìni e non ànare quando: 1) Vi sono in Valle molte Folaghe o Mo- riglioni o Fischioni, i (piali se sentono il loro grosso e nasale qua, qua, qua sfiancano ed evitano le botti. 2) Nell'wfttnui stagione se vi sono special- mente Folaghe o Fischioni, etc. Si adoperano maschi e femmine in (piantila preferibilmente: 1) In temilo di ghiaccio, se abbondano i Germani e le Alzavole, porcile vi si lasciano allettare (i glie erede). 2) Se vi sono molti Germani, etc. Nelle caccie primaverili non adoperansi molti zimbelli e sempre in maggior numero noi la- ghi di glande estensione. Sulle Folaghe fanno miglior effetto: 1) Cli zimbelli di tifa palustre [slamili de pavèra) coperti di pece (pégola). l'i l'olii di folaga infilzate su di un pic- colo palo, poste in modo che raffigurino l'uc- cello che posa sull'acqua. 3) Anitre vive (sempre maschi), dette l'aliarti ile Labrador (vai: domestica nera del < rerroano). l'or le Anitre in genere (Osèì de Julia) e le Fnligule (Mollassi, anello Osii de pena). Al I AMI l'I.MTOI.OC.ICO 67 ]) Gli zimbelli di legno dipinti (stampi, si . e Lotto di Mita, il signor Bernardo Unse di Padova, il signor Aitino Veronese di Codevigo e molti aldi. I.e giornate più favorevoli alla caccia sono quelle ehe precedono e susseguono unti grande burrasca (òrdene, fortuna), le piowigginose (lispio, lispièto, I. da dossi), di nebbia leggera \ t £9MBi Cumulo »li ghiaccio formatosi nel seminio lss'.i in Vallo Zappa (La«;< della ' tonteasa) por L'aminoatàccbiarBi «li unissi' lastre di ghiaccio sbat- tute <"titro un ridosso da vento molto impetuoso. Ma ima fotografìa dell'Autore). I locatari sono chioggiotti, i quali .alla loro volta tengono in conduzione la Valle dai proprietari (di Venezia o ili Chioggia per la maggior parte) per la pesca e per la, caccia, esercitando direttamente hi prima e sublo- canilo la seconda. <> tino solo assume L'affli tanza e poi cede un numero di posti ad altri, o essa viene Stipulata da vari amici associali; le condizioni reciproche differenziano sempre regolandosi secondo i casi, in alcune Valli tirano anche tersanti, cacciatori da mestiere, cui si accordano dei posti rimasti disponi- bili, coli" onere di contribuire volta per volta il terzo della preda. Originale, caratteristica è la pena che si infligge in Valle pelle contrav- venzioni. Abbenchè differisca allatto nell'applicazione ai cacciatori e agli uomini di servizio porta eguale nome: la tara. Merita davvero descriverla. Quando uno di questi uomini di ser- vizio ommette o trascura qualunque sua incombenza gli si intima ineso- rabilmente la luca. La sera della caccia giù in cucina si colloca in mezzo alla tavola una grossa spugna inzuppata d'acqua. Calati i calzoni al paziente, due suoi colleglli, l'uno so- stenendolo per le braccia, l'altro per le gambe, gli l'anno battere per tre volte sulla detta spugna la tramontana del ventre denudata ! Vi assistono i ((■alitilo), di sereno e sole (lustro) specialmente cacciatori, gli inservienti ed i pescatori, tutti in tempo di ghiaccio, quiete (de calma) pelle e tutti sganasciano dalle risa. Il cacciatore folaghe, volando esse a stento col vento; per le Falli liassc di vento mediocre (ventesèlo, mezzo nulo) e acqua bassa (aqvisiòla, aqua- rèla), per le ali»- quelle di vento forte (òrdene) e grossa marea iaqita alta). Generalmente ogni cacciatore tiene al servi- zio due uomini retribuiti con quattro o cinque lire per Irata e qualche incerto (cena a San Martino, mancia di Capo d'anno, etc). Se si cala un bottazzo percepiscono un soprassoldo (una lira circa), se il cacciatore arriva ai cento, cinque lire (dopar ti ducato), se ai cinquanta, in alcune Valli, due lire (dopar ti int:o du- cato). Varia la durata nei contratti d'affitto e così variano le condizioni. Semino la mercede è in denaro, talvolta con piccole appendici di uc- celli o di polli per feste di Natale. Al cacciatore la nuda abitazione ed i posti, le manutenzioni a suo carico, ed a suo carico il rimanente im- pianto comprese le barche; in generale la forni- tura della legna da fuoco e del vinello pei di- pendenti, dietro un compenso pattuito a parte. invece non incorre nella Ima. che. nel caso che ritorni dalla caccia dopo aver fatto anche un sol colpo di fucile senza un selvatico molto (et xe boaro), un selvatico quindi né un gab- biano, ne un tòtano, un selvatico od una pojana. L'uccise, ma il cane non lo rinvenne, ma l'uomo l'Ita perduto (et sa imbarenà « /<> gò perso), Io ferì, ma fuggì nuotando soli' acqua ni xe andà a beehèto), tutte asserzioni inutili, se non c'è il cadavere ostensibile, se manca il corpo del delitto, taea. L'entità materiale è [loca cosa, limitandosi alla bottiglia da far bere agli amici ed al fiasco (bocdl) di vino pegli uomini, ma l'importanza morale è grave: come quelle macchie congenite che riappariscono tratto tratto, lo sventurato, ritorni in Valle o s'imbatta soltanto nei compagni, è sempre l'a- mico della tata. Quante volte al desco della \ igi- lia l'invitato racconta enfaticamente tutta una leggenda delle sue prodezze e la sera dopo \ i si asside disfatto, meditabondo su questi amari disinganni della vita !! \ I I ,ANTE ORNITOLOGICO I fucili («' «dpi (i s' ci<>]H de Vale) si ado- perano di qualunque fabbrica, ili solito ;i fuoco centrale del cai. 12 a due canne e lunghi (in. 1.40 di cui 0,m80 o 1 m. di canna), per la sicurezza potendo cadere nell' interno della botte e mettere a rischio la vita del caccia- line, perfetti quelli di fabbrica inglese, prefe- riti però i beisi di Inuma riuscita e di costo minore. Le polveri nitro-composte non corri- spondono perchè troppo sensibili all'umidità, eccetto la YValsrode che è eccellente anche pel poco strepito dello sparo; le polveri nazionali più usate sono le seguenti : Vittoria, Milano eoiinoie, polverificio di Tirano e sopratutto il tipo /■'ossami a. 1, etc, la carica da gr. li a s, in generale 7 con gr. 35 di piombo (baimi) comune od inglese temprato del n. 5 ovvero fi, in maggior consumo la cartuccia (cartìieia, fissela, filzèta) rossa della S. F. I. M. di Mi- lano. I selvatici si nutrono di un'erba detta vol- garmente magnaùra (Zostera marina e /. nana), di chioccioline, di semi e le Fuligulinae anche di piccoli pesciolini, si dice, che la magnaùra è la dote delle Valli, perchè ove cresce rigoglio- sa, il selvatico è assai abbondante ; talora i grandi calori estivi od il ghiaccio forte e per- sistente o le balate (valonéa — Vaiolila ntii- cvilaris (Roth.) Ag. forma aegagropila, Agi I laudi) che occupano il fondo di estesissimi tratti lagunari, ne fanno morire una grande quantità. Oli uccelli acquatici si vendono a mazzo o paio (per) che e composto di un numero di- verso di individui, a seconda della grandezza e com'è indicato dallo specchio più innanzi. Sono esclusi all'atto i Gabbiani (gei). Larus) o le Sterne (gen. Sterna ed Hydrochelidon), II prezzo del mazzo che era di Austriache lire 2, salì gradatamente alle 2 italiane e quindi all'odierno da L. 2,30 a L. 3,25. Si calcola che nelle Valli dell' Estuario della provincia di Venezia e di Padova (ettari 30,000 circa) si uccidano dai 25 ai 30,000 mazzi di selvatici all'anno. Anche pei coloro che non sentono questa passione incomprensibile e per inoli i ingiusfi- ficata della caccia, una partita in Valle è di- vertentissima. Signore della, buona, società, gio- vanotti dediti agli ozi cittadini, ricordano con desiderio di presto ritorno la gita in Valle, que- sti specchi d'acqua e questi spazi di cielo in- terminati, le prodigiose piede di pesci e di uccelli ; i modesti convivi, la ospitalità spi- gliata, ma cordiale del cacciatore, i suoi briosi discorsi, le allegre sciate dei nostri Casoni. Specchio degli uccelli componenti il mazzo o paio. — 11 numero scritto a parole indica il numero dei capi delle singole specie occorrenti a l'orinare il mazzo ; ne susseguono i nomi scien- tifico, italiano e volgare veneto; intino è in- dicato il grado di frequenza, beninteso che quest'ultimo s'intende sempre in riguardo alle Valli Salse del nostro Estuario. Ino. Anser anser (L.) — Oca selvatica - Oca gronda — Raro. l 'no (con un 'Alza vola i. Alisei l'abalis ( I. albani) - Oca granajola — Oca, 0. faraonzìna Raro. Due. Anas boscas, L. — Germano reale — Ma- turili [mas.], Auara {fi'iinn.)— Connine. Due. Gen. Urinator (') — Strolaghe /•'"- jouli — Poco comune. Due. Tadorna tadorna (L.) — Volpoca — Chi rso — Raro. Due. Merganser merganser (L.) — Smergo maggiore — Scrotali — Raro. Tre. Dalila acuta (L.) — Codone — Asia (m.), Asiàda (/.), Colami — Comune. Tre. Numenius arcuatus (L.) — Chiurlo mag- giore — Arcana — Comune. Tre. Podicipes cristatus - Svasso maggiore — Carriòla, Cavriòl — Poco connine. Tre. Mareca penelope (L.) — Fischione — dòsso (ni.), Ciòssa (f.) — Comune. Tre. Merganser serratili (L.) — Smergo mi- nore — Sèrola, Speì'ga Poco connine. Tre. Clangala clangula il,.) — Quattrocchi — Campanàio (m.), Qua trini [m.) Poco co- mune (). Tre. Ardea cinerea. L. — Airone cenerino — Sgarzo, Silurilo, Airòn — Connine. Tre. llerodias alba (L.) — Airone bianco mag- giore — Sgarzo bianco — Raro. Tre. Nyroca ferina (L.) — Moriglione — Ma- i/asson, M. dal /'ero. Monàro — Connine. Tre. Fuligula fuligula (L.) Moretta — Pe- iiarui. Hfagàsso penaciòlo (ih.) — Comune. Tre. Fuligula inalila (L.) - Moretta grigia — Mori tini, Magàsso bastardo Raro. Tre. Chaulelasinus streperne (L.) Cana- piglia — Pignòlo (m-), Pignòla (/'). Tresso l'oeo comune. < i i tra completi) nte e adusi. | tu alcune specie, nelle < i nuli le dimensioni dei soggetti maschi offroni tevoli differenze <"n quelle dello femmine e dei giovani, varia il quantitativo per mazzo in rapporto al i o Dette specie sono : Clangula clangula, Fuligula fuligula <■ Mriijiis dlbilìiis l 'oiiie si \ i-ile «tallii specchio della e. clan- gula e della P. fuligula, bc maschi, ne occorrono tir a for- mare il mazzo, se femmine o giovani, quattro ; nel flf. albdlus quattro se maschi, sei Invece so femi bimani. v 1 1 \\ 1 1 ulivi l [CO lic Botaurus stellaris (L.) Tarabuso — Tarabuso, Osilo cavalàro — Poco comune. Quattro. ciangola clangala (L.) - Quattr'oc- chi Campartele [fem.egiov.) - Poco comune. Qnattro. Spatula clypeata (L.) Mestolone Wòfano, Palato Comune. Qnattro. Fulica atra, I.. (') - - Folaga Fòlega < lomune. Quattro. Fuligula fuligula (L.) Moretta Vonii, MagassèU (/. e g.) Comune. Quattro. Mergua albellus (L.) — Pesciajola Muneghète, Ansateti, Pisagù [m.) - Poco comune. Sci. Xottium crocea (L.) - Alzavola ■— Sar- sègna, Sarsegnòla — Comune. Sci. Querquedula circia (L.) - Marzajola ('ripulii, Roclièto — Comune. Sii. Mergus albellus (L.) Pesciaiola .1 n rolèti, Muneghète, Pisagù piccoli < few,. <• giov. — Poco connine. Sci. Squatarola squatarola (L.) — Pivieressa — Sarùsola Poco connine. Sci. Vanellus vanellus (I,.) — Pavoncella - Paonsìna Poco connine. Otto. Himantopus himantopus (L.) — Cava- lier d'Italia — Sgambarlo Poco comune. Dodici. Totauus calidris (L.) Pettegola Tòtano, Totanòn — Comune. Ventiquattro. Tringa alpina. !.. Piova- nello pancia nera Bisegliìn Connine. Nelle Valli a canna ed in parte in quelle d'acqua dolce, che ora eanno scomparendo per le bonifiche, in luogo delle botti, la caccia -i esercita nelle eovègie. Sono nascondigli ili canne palustri, in cui il cacciatore occulta la pic- cola barca, offrono il vantaggio ili buone caccie, uni nessun comodo pel tiro. Non raramente si aspi tta pure il selvatico ni capanno od all'acqua. Caccia alle Folaghe a rastrello o tela. Quando un largo spazio d'acqua è frequen- tato dalle folaghe ila parecchio tempo, vi con- viene nini brigata ili cacciatori. Ciascuno lui il proprio barchette con due uomini, un rema- tore ed un caricatore pel secondo fucile. Si circonda il gruppo degli uccelli e chiudendo sempre più il circolo, vengono costretti a, le- varsi, per passare, o di fianco o sulla testa dei cucciatoli. E un fuoco continuo, perchè le folaghe si rimettono più volte e la manovra si replica. Esige poi molta prudenza e cautela, essendo facile il ferirsi e per la confusione e per la vicinanza delle barelle. Si fanno talora grandi prede e, se la tela è bene organizzata e le folaghe abbondanti, non è raro che comples- sivamente si uccidano più migliaia di uccelli. Cacete di Sardegna. ì. La gita alle Isole ili Mai ili Ventre e Ca- talano (Sardegna occidentale). Trascrivo dal Giornale La Provincia ili Pa- lloni n. 85, 27-'-'S marzo 11101, il racconto, da me steso, della gita che feci alle Isole Mal ili Ventre e Catalano nel mar di Sardegna, dove ebbi la fortuna di uccidere due Gabbiani corsi. « l'n giorno che col mio preparatore Vitto- rio Dal Nero passavo a cavallo nei pressi di Capo Mannii, scorsi un Gabbiano di mediocre grandezza, il cui volo lo differenziava dai tipi piii noti ; esso era ad una lontananza non minoro di treccili Iri ed io gli inviai un colpo a pal- lottola che riuscì a vuoto, ma. esso per l'emo- zione provata schermendosi di qua e di là nell'aria mi lasciò travedere il colore scuro delle zampe e. offrendomi agio di osservarlo (') Cimi sei folaghe si forma il <<<" i Ile - /.ioni provale mi ha procurato il compenso di arricchire la mia Collezione (li abbondante ma- teriale pei prediletti miei stadi ». 2. Le iticele ali' Avvoltoio ('). Gli Avvoltoi, sempre molto rari nel Conti- nente, trovansi frequenti e numerosi in Sarde- gna, ove stazionano e nidificano : tftaasi sempre nelle mie escursioni li ho raffigurati eoi binoc- colo in quei punti neri roteanti a grandi alte/./.e nell'azzurro del cielo. Seppi a Nuoro che una località da essi preterita era la zona clic attor- nia il monte Ortovene alto 1 IH Mi metri e che dista circa quattr'ore a cavallo. Non volli per- dere questa occasione singolare di avvicinarli e cacciarli. Feci il mio piano di battaglia; spedii duo uomini, consegnai loro un cavallo morto coll'incarieo di deporlo sulla spianata di un monte accosto all'Ortovene e vegliarlo lino al mio arrivo contro gli attentati famelici delle volpi, dei cani vaganti dei pastori e dei cor- vi; inoltre commisi loro di costruire alla di- stanza di circa 200 metri un capanno, 0 per meglio dire di avviluppare poche frasche che mi servissero di nascondiglio. 11 di seguente di buon mattino mi vi recai col lido Dal Nero e una guida. Arrivati al piede dell'erta, legammo i cavalli. Dal N'ero prese altra via per cacciare e noi la salimmo. Entrai nello sconnesso capanno, pagai e con- gedai i guardiani della carcassa del eavallo e ordinai alla guida di appostarsi in distanza, pronta ad accorrere tutte le volte che avesse udito un mio liscino di appello. Eccomi solo in quel deserto ! Una carabina Winchester a otto colpi, una rivoltella cari- cate a palla e il cavallo morto miei muti com- pagni ! ! ! Che uggiosa giornata! Finn, lina, ma pene- trante insisteva, lenta come un pianto, la pioggia ; ravvolto nella pelle di capra, inti- rizziva dal freddo; una leggera nebbia velava il panorama. Mi si stendeva dattorno un anfi- teatro di colline; a sinistra accusava appena Illune e Lollove, dall'altro lato più al basso la foresta di Morgoliai; le aride balzo graniti- che celavano le loro cime nelle nubi : nereg- giavano le foreste impenetrabili, ove si all'oliano il noce e il castagno. Nessun pennello può riprodurre l'imponente spettacolo di questa natura, vergine e sei vaggia, nessuna penna de- scrivere le impressioni provate da chi trovossi solitario nella immensità di quei silenzi. Quante, quali svariate idee si successero nella mia mente in quelle quattro eterne ore bo quel greppo contate ! I.a Sardegna, questa nobile iena schiacciata dall'accidia, propria e dall'abbandono altrui: 1' ospitalità COSÌ espansiva de' suoi abitanti. effetto di un carattere ardente che sfrenalo in- duce spesso al sospetto, talora trascina al de- litto, donde lauti sbandali ; la miseria che affligge le stesse zone ov' è mite il clima e le coltivazioni sarebbero riiiiuneratrici, ove i pro- Ci Intondo di parlale del Grifone e dell'Avvilii.. in degli agnolli. L'Autore con due (laide alla cacoia dogli Avvoltoi nei dintorni di Capo Caccia (Alghero). 'I'a una fotografìa dell'Autore). dotti stessi del suolo : l'olio, il vino, il legna- me e (pielli dell'industria : eaccia e pesca, non trovano esito per la mancanza delle comuni- cazioni ! Provava un rivo muso di compas- sione... Volto il guardo alla prossima foresta di Morgoliai, ricordando il racconto recentemente udito dell' uccisione là avvenuta dei famige- rati briganti Sauna e della morte di due sol- dati, ignorate vittime del dovere. - ispezionava le cariche della mia Winchester e della rivol- tella... Indi un pensiero ai diletti parenti e agli .•unici mi rasserenava l'umore. Ma a svagarmi questo Avvoltoio non giungeva mai : COSÌ so- pravvenne la sera e. richiamata col fischio la guida, assieme discesi il munte, spossalo e de- luso, per ritornare dove avevamo lasciati i cavalli e dove trovai il mio padre laico Dal Atlante ornitologico. — Parte I. ATLANTI'. ORNITOLOGICO Nero, che mi attendeva. Egli aveva visitato i dintorni ed ucciso alcuni ('ovvi e parecchi uc- celletti interessanti. Cercammo un posto ìipa- rato, vi alzammo la tenda e accendemmo un buon fuoco per sgranchire le membra indolenzite dal freddo. Riscaldati o rifocillati abbiamo ce- duto alla stanchezza : ci sdraiammo vestiti e il sonno ci colse. All'alba eravamo desìi, l'na giornata fredda, ma splendida; le creste delle montagne illumi- nate dai colori metallici del sole nascente ; argentate, le cime degli alberi dai cristalli della brina. Lasciato il Dal Nero, mi ridussi al ca- panno colla guida, che retrocesse alla nota consegna. Eccomi di nuovo solo a far la guar- dia al cavallo morto. Ma lo spettacolo oggi era smagliante e apriva il mio animo ai più lieti presagi. Infatti, scorsa appena un'ora, mentre stava rosicchiando un pezzo di galletta e del cioccolato, un liscino attrasse la mia atten- zione. Fu l'avvertimento della guida che un Avvoltoio era in vista. Volava lento lento colle lunghissime ali distese e il capo rientrante fra le spalle. Sopra un picco alla distanza di mezzo chilometro, si alzò e mi passò quasi sulla testa, volgendosi in continui giri, ma altissimo. Io non battevo palpebra, stava accoccolato colla carabina pronta nella più ansiosa attenzione. La manovra continuò mezz'ora, egli a roteare,, io a torcermi il collo per seguirne le mosse. Mi si affievolì la speranza. E d'altronde? Ti- rargli no, distava troppo, non 1' avrei colpito e la giornata sarebbesi perduta ; mi armai di pazienza e attesi. Ad un tratto osservandolo in una sua svolta col cannocchiale, m'accorsi che lentamente scendeva, dopo pochi minuti (iilo e con tardi movimenti sceso sulla carogna del cavallo, volto l'occhio irrequieto dattorno, si pose a mangiare. Era un precursore, so- praggiunse tosto un secondo, indi un terzo, un quarto e nel volgere di un' ora ben otto Av- volto] dilaniavano avidamente, contendendo- selo, il carcame. Volli divertirmi qualche tempo, assistendo a quel vorace banchetto, prima di puntar l'arnia sull'individuo più adulto, che colpito stramazzò, e di diriger altri due colpi ai suoi compagni fuggenti, elio per la lontananza riuscirono due salve di buon viaggio. Fui pago: avevo ucciso uno stupendo soggetto, una rara, una inspe- rata ventura mi aveva permesso di avvicinare laiiio questi sospettosi rapaci da poterne osser- vare con tutta calma e attenzione il contegno e le mosse. Montai il balzo e mi avvicinai al morente, che subito mi si rivoltò contro. A schermirmi da quella pericolosa attestazione di gratitudine, che mostrava l'intenzione di darmi, e per non rovinarlo gii sparai a bruciapelo un colpo di rivoltella nell'orecchio »■ cadde. Pesava 15 chili, aveva la lunghezza di un metro e venticinque centimetri e le ali spiegate oltrepassavano quella di tre metri e mezzo. Lo caricai sulle spalle della guida : tornati al posto dei cavalli e le- gatolo alla sella, ritornammo gloriosi e trion- fanti a Nuoro. Altre due volte ho insidiato gli Avvolto]: a Capo Caccia (Alghero) e sui Monti Sinnai nella L'Autore e Vittorio Dal Xero ritornando dalla Bai bagia Oriolai, dopo d'aver ucciso l'Avvoltoio degli agnelli. 1 1 i;i una fotografia dell'Autore). Regione dei Sette, Fratelli (Cagliari). Attratti col solito sistema della carcassa, in entrambi i luoghi prontamente convennero ; per cui se queste, caccic riuscirono per me fortunate, at- tese le prede che ne feci, non mette conto de- scriverle, poco interesse offrendo al lettore. Parimenti dicasi dell'altra al Gypaetus, l'Av- voltoio degli agnelli, specie molto rara e dif- ficile a cogliere, e che io, nascosto sotto un burrone, ebbi la buona sorte di uccidere a volo a Mainogada nella Barbagia Ollolai (Nuoro). ;;. /.e cacete ai Fenicotteri. 11 Fenicottero, all' infuori della Sardegna, in Italia e assai raro. Ignoto quindi a molti, sento il dovere, come usasi in società fra persone civili, di farne la presentazione. Questo uccello bianco, più o meno tinto di roseo, col grosso becco e le lunghissime gambe rosse, colle ali marginate di un rosso sfavillante è il più alto Ali WI'K ORNITOLOGICO 75 dei nostri trampolieri, dacché si eleva perfino a in. L,50. Appartiene alla fauna africana; del- l'Europa non frequenta che le lagune alle boc- che del Rodano in Francia «■ le marismas del G-uadalquavii' in Spagna e vi nidifica. Le femmine depongono due uova sopra un cninolo ili terra, la « - 1 1 ì altezza, a seconda del livello dell'acque, sale anche a 70 cui.: covano posando sul nido colle zampe addoppiate e non a cavalcioni e tuffate in acqua, come general- mente si ritiene, e che constatai erroneo nella \ i-iia che feci loro in Andalusia nel maggio del ISilS. La carne salata, grassa, oleosa non è commestibile; una vera rinomanza gastro- nomica è attribuita alla larga e grossa lingua; essa data dai tempi più antichi e ne troviamo conferma nella descrizione delle isole del Capo Verde (1699) del Capitano Dompier. In Egitto i Fenicotteri forniscono utile og- getto di commercio. Nelle isole dei laghi di Mcnznleh e Matoeotis e nei bassi t'ondi circo- Stanti si stendono delle grandi reti a larga maglia. !'l a le quali se ne collocano alcuni im- balsamati colla lesta sotto l'ala per illudere sulla sicurezza della località ed affidare i bran- chi ad appollaiai visi. Arrivano sul calar della notte e le prese sono copiose^ se questa è senza raggio di luna e tenebrosa. E l'Arabo prole- tario usa altra industria raffinatagli dalla po- vertà: solo, senz' alcun apparecchio, sommer- gevi nottetempo fino alla bocca e copresi la testa d'erbe, indi procede con cauta lentezza tino a raggiungere la. sentinella avanzata (è il fenicottero di vedetta), gli abbranca le gambe e celeramento 1' affonda per impedire clic col grido svegli ed allarmi i compagni. Così avanzando si impossessa d'altri, prima clic la moltitudine si desti impaurita e fugga. E una lotta di dabbenaggine fra assalitore e assalito, cui non si saprebbe dar fede se non ne asserissero la. verità osservatori autorevoli, quali il compianto mioaniicoMacpherson ed altri. I predati o s' ingabbiano per spedirli a rifor- nire i Giardini Zoologici d'Europa 0 si com- pongono eolle ali incrociate sul dorso per esi- tarli ai mercati di Damietta, Materieh e l'orto Said. Ma ho troppo divagato e torno in Sardegna. (ini i fenicotteri arrivano in settembre per riparlile nell'aprile, pochi restano all'estate e non nidificano. Presso Oristano o dattorno a Cagliari la loro prediletta dimora sono quegli stagni, dove l'acqua salata o salmastra costi- tuisce quasi dei piccoli mari di poca eleva- zione e soggetti i più alla marea, o l'acqua dolce espandisi in laghi non profondi e in gran parte ingombri d'erbe o a canneto. È il regno della malaria << intemperia ■> come la dicono i sardi, i quali però confondono colle febbri alile malattie; i dolori reumatici, le congestioni, le dissenterie etc. e narrano che il forestiere col- pili può facilmente soccombere in pocl ma che, superato l'assalto, si acciaia a modo da non temerlo più o in forma molto blanda. Ringrazio vivamente la Provvidenza che mi ha risparmiata l'occasiono di appurare la verità dei due asserii! È uno spettacolo sempre nuovo, sempre at- traente, cui avviene spesso di assistere, il pas- Saggio dei Fenicotteri sulla città di Cagliali. lU-ranilnri allo Stagno ili Sa&su. n< 1 ranvtln -alili. a caccia ili Fenicotteri. (Ila una luti. filini ih 11 Aulinii, quando dallo stagno di Quarta si portano a quello di Santa Grilla od al mare cacciati dal- l' innalzamento delle acque. Sono enormi torme di centinaia, alle volte di migliaia dal volo a cuneo, come quello delle oche, ma meno alto e meno rapido; è un immenso nastro che svol- gisi lento nell'ampiezza del cielo, alternandosi ora bianco niveo, ora roseo, ora rosso sfavil- lante, in guisa da raffigurare una striscia di fuoco. E che tale apparizione torni gradita agli stessi sardi, me lo provano quei famosi fanciulli del tralariliolà, tralai-iliolà che oziano sulla piazza di Cagliari col cestino in testa, in attesa di una commissione e di un soldo, i quali alla vista della (lente tinnitili jCente rossa, come sono chiamati in Sardegna i Fe- nicotteri) si entusiasmano, e prorompono in grida festose. 76 ATLANTI'. ORNITOLOGICO Ma veniamo alle caccie. Si fanno «li giorno o di notte, volli goderle tutte due. ('uccia di giorno. Partii da Oristano eoi fedele l>al Nero, erano le dieei del mattino, l'equipaggio modesto: un carretto, l'unico veicolo adatlo per attraver- sare quelle grandi estensioni paludose ingom- bre di cisti, sopra così dette strade perdentesi qna e là nella campagna, o in terreni inondati d'acqua piovana, nei «inali le ruote si affon- dano fino all'asse; il ligneo sedile, la mancanza di molle, quell'incessante strabalzameli to con- vertivano questo mozzo di locomozione in un vero antidoto contro le indigestioni. Dopo due ore di tale trattenimento, pesti come due mer- luzzi, ci scaricammo in una barca sullo stagno «li Sassu. Era una chiatta con fondo piano per poter tragittare su quei bassi l'ondi. Avevamo sterminati branchi di Fenicotteri schierati da- vanti per oltre un chilometro, il luogo era spianato ed aperto, non un albero, non un ramo. Ai raggi di uno splendido sole meridio- nale, era un arcobaleno dai colori smaglianti, che il continuo movimento rendeva ondeggiante sulle acque glauche dello stagno, camminavano perlustrando i posti meno profondi in cerca di chiocciole, non avvedendosi di noi o non cu- randosene. Ci accostavamo a rilento, attoniti davanti a quella scena, colmo l'animo di stu- pore, di speranza, di trepidazione. Ma giunti a circa 400 metri da essi notammo che la loro quiete turbavasi, a un tratto coi lunghi colli drizzati l'esercito inglese (come qui anche li appellano) s'era messo in allarme; non un mi- nuto da perdere, punto la Winchester su quello clic eccede e lo freddo. Tiro poscia tutti i sette colpi disponibili ; ma senza risultato, abbenchè il Dal Nero e i compagni vogliano assicurarmi che altri ne ho feriti. L'alzata fu generale, strisciarono sull'acqua colle gambe e le ali, come i cigni e le folaghe, ed elevaronsi gra- datamente a grandi altezze per recarsi all'altro lato dello stagno, emettendo rauche grida e volando col lungo collo e le lunghissime gambe distese. Una nube infocala si agita e dilegua nel cielo. Non rimase altro a fare che racco- gliere il morto, un esemplare adulto in superba livrea e riprendere la via di Oristano. Due giorni dopo partimmo perCabras; questa volta a cavallo. La giornata era splendida, soffiava da scirocco un' aria spossante, sul meriggio (piando tutto tace e la natura stanca sembra addormentarsi. Avevamo percorso o piuttosto i nostri rassegnati bucefali aveano calpestato il fanno e l'acqua di mezza strada, che e' imbattei > in una allegra brigata di pescatoli; vestiti alla foggia del paese canta- vano in coro, ora debili ora sonore quelle melodie si spendevano nell'aere senza eco; mi arrestai, contai loro alcune monete invitandoli a replicarle. Era questa la canzone Sarda: Candoa :i sos pes de una roca umbrosa M' incontresi unii dio appoggiatili, Tanti' io una Ae chi testai e festosa Su olo in una valle liat ispiccadu Si parat poi in sa si Iva orrorosa Io su iililn i ' 1 1 osi propaiadu Ispooiomlo B'&uegra congiuntura Pro fogliar d'issa una grata pastura Crederei tradurla così: D'ombrosa roccia al piodo un di sodalo Spiccare il volo fra restosa e Usta Nella valle una silvia eldii io veduto; Poi internarsi nell'orrida foresta, Ove il talco attendea la congiuntura Di far d'essa ghiottissima pastura. Proseguii e giunsi a Cabras, un paese che si presenta pittorescamente con uno sfondo di montagne e rinomato per la bella e robusta popolazione e pel vino prelibatissimo. Simile imbarcazione, eguale manovra, medesima preda: un fenicottero colpito a palla oltre ai 500 metri di distanza. In queste due escursioni quanto mi sono au- gurato il barchette colla spingarda delle nostre lagune ! Caccia di notte. Mi trovava a Cagliari, dalla cui piazza ve- devansi nel prossimo stagno di Quartu San- t' Elena allineati i Fenicotteri. Feci la gita in barca ; giunsi al posto due ore dopo il tra- monto, scesi nei bassi fondi, io munito di cal- zettoni impermeabili, le due guide, che mi accompagnavano seminude : tutti vestiti di bianco, e con benclto bianco del pari. Pazienti, immoti, attendevamo il ritorno dei Fenicotteri, che qui convengono nella notte a pascersi di crostacei, di venni e di sostanze acquatiche : avevamo l'umidità latente sulle gambe, ci cir- condava un'atmosfera mefitica, 'fratto tratto un fruscio d'ali ci scuoteva, vane speranze ! erano oche, moriglioni, morette, anitre d'ogni specie, che a migliaia giungevano, continui tonfi in acqua e l'ischi, sibili, gridi in ogni tono. Pioveva a dirotto. Udii un gracidare pari a quello delle oche, e il sommesso avviso della nitida: Vossignorìa stia attento, arrivano. Dopo brevi istanti due enormi croci si disegnavano nell' aria sulla mia testa, prima che si sper- dessero nel buio del cielo colla maggiore ce- lerilà sparai due colpi a pallottola, sentii lo strepito di (lue cadute, aveva colpito nel segno. ATLANTI'. ORNITUI.IX.ICO 77 Le due guide arditamente si slanciarono nel- l'acqua, raccolsero il primo morto, e durai molta Fatica dal dissuaderle ad inseguire il se- condo che, ferito emettendo grida e sbattendo l'ali, si allontanava, nel dubbio che in luogo del fuggitivo avrebbero preso un bagno che per la stagione <• per l'ora poteva riuscire loro fatale; buona gente che non se ne preoccupava, meno «•erto pel compenso clic per hi soddisfa- zione di fainii cosa gradita ! Col trofeo rientrai a Cagliari. Un'altra spedizione l'ho filila a lìiòla con eguale risultato, impossessandomi di un Feni- cottero. Ina terza a l'ontis fu invece infrut- tuosa. La pioggia e la marea coli' insistente scirocco avi mio alzato il livello dell'acqua, i fenicotteri clic, in onta alle asserzioni di ta- luni Autori, sono poco atti al nuoto continuato non comparvero. Dopo quattro ore di attesa, dovetti persuadermi all' increscioso ritorno. Per altre sei notti ho ritentato la prova, in una sola mi tornò favorevole, anzi con largo ed insperato compenso, avendone ucciso due. fu un brilante doppietto del mio Scott. Conchiudendo rimasi soddisfatto, essendo otto i Fenicotteri che io ho abbattuto e che. pre- parati dal diligente Dal Nero, riportai ad an- niento della mia Raccolta. 4. Cacci*- varie di Sardegna. Innumerevoli i palmipedi in Sardegna, biso- gna vedere per credere ; dattorno a Cagliari e a Oristano in quelle distese, che 1' acqua stagnante sommerge o che ingombra il canneto si odono da ogni parte voli, tonti, alate, ca- priole, grida, mentre nuvole viventi adom- brano il cielo sviluppandosi, attraversandosi, confondendosi, roteanti nell'aria in continue e strane evoluzioni : <■ il carnevale degli acquatici. Transitando una mattina in carrozza col Dal N'ero pel paese di Santa Giusta, avvedutisi del nostro equipaggio, ci rincorsero tre ragazzi gridando : « Vossignoria vuol fare la caccia delle anitre coi /assoni! » Al mio «sì» irrup- pero in un urlo di gioia, in meno che noi dico uno era già salito a cassetto, due appiccati dietro al nostro veicolo, meno male che la mancanza di molle toglieva il pericolo che scattassero; quanta vita traboccava in quei tre diavoletti impregnati d'argento vivo ! In breve ora giungiamo allo stagno di Santa Giusta, un largo specchio d'acqua monotona, stanca, ove pare si rifletta in pieno giorno la luna, presso al mare, però non comunicante con esso, a differenza di quello di Sassù e di Merceddi da un lato, di Mistrcs e di Pontis dall'altro: copiose le anitre, abbondantissime alcune spe- cie: il Moriglione, la Moretta ed altre. Il cir- cuito, costituito da terreni acquitrinosi, e il paradiso delle Pavoncelle, dei Beccaccini, di tutti i Ripari, contermina il lago un fittasi canneto alto olire due metri; è qui che le anitre diguazzano, uscendo sul far di scia quando il lago è tranquillo, avendo sgombrato i pe- scaioli di muggini e di lupi di mare, che tulio il giorno lo solcano sui harchelti o sui fasSOTlì. Mi raggricchiai dietro un grosso cisto. Mon- tati su fasci ili caline e tife palustri intrecciale in maniera da formare una, zattera (sono i fas- soni), quei fanciulli si avventurarono ove l'ac- qua sormonta il metro e, associandosi due cacciatori, penetrarono fra le canne e sparvero. Là con uno strepito indiavolato, con qualche sparata all'aria continuarono a disturbare i sel- vatici per obbligarli a levarsi o shoccare fuori. Si udivano lo schiamazzo e le schioppettate intermittenti, si scorgeva l'agitarsi, il piegarsi delle cannelle e qualche anitra o qualche fo- laga uscire siili' attenti spaurita ed incerta. All'improvviso un forte fracasso manifesta l'al- zata di un centinaio di Morette che si dirigono alla mia volta; sparo, ma le legioni si succe- dono alle legioni, sono parecchie migliaia di volatili, che mi offrono il destro di tirare di- speratamente per oltre un'ora. Il tardo Ger- mano precede il velocissimo Moriglione, le al- legre brigate di Alzavole crepitando seguitano i Fischioni, vengono tutti coscienziosamente a ricevere da me il battesimo di fuoco, indi ronzano ad ali spiegate sullo stagno e si ca- lano nell'acqua morta, ho davanti a me uno strato smagliante direi quasi metallico, i cui variati colori irraggiati dal sole scintillano pel continuo movimento. Fu disdetta che un osti- nato liheccio abbia impedito il volo delle fo- laghe, toltomi quindi il piacere di ucciderne e di adornare lo strato col morbido velluto della loro livrea. Cogli stessi uomini ci portammo a battere collo stesso sistema i piccoli stagni dolci di Palmas e Ponti-flgus. Qui i ragazzi, faceva caldo, gettati gli indumenti e rimasti nel tout-de- méme ereditato da Adamo, si tuffarono lino al petto, era l'unico metodo per avvicinare le folaghe quasi a tiro di bastone e cosi costrìn- gere le riottose a prendere il volo e, trapas- sando le brevi lingue di terra che intersecano il lago, esporle al ben nutrito mio fuoco. Ciò compito, li congedai. Addio bravi ragazzi preoc- cupati più che della misurata mercede, che vi ho concessa, dal desiderio di tentale liuti i mezzi per completarmi il divertimento! Siamo all'atto terzo del dramma, cambia Ts ATLANTE ORNITOLOGICO scena; i tre cacciatori rimasti mi appalesano il loro piano, che accolgo. A scia inoltrata far la posta alle Oche al sud di Santa Giusta verso Sant'Anna in una località, ove ne pascola abi- tualmente un certo numero, e nell'intermezzo cacciare le Pavoncelle. Questi eleganti uccelli smettono la innata diffidenza se avvicinati da una carrozza ed è quindi con tale sistema che nella mia coi due arditi ed infaticabili cavallini, internandomi fra gli sterpi, tirai loro a volo ed a termo. Quale divertimento ! Talora sbuca dal piede del clia- maerops una lepre o un coniglio, talora grida un beccaccino e coi rapidi zig-zags sublima il tiro, e s'ingrossa il carniere, ove il pelo e la penna trovano comune ricetto. Ilo arrischiato anclie un colpo di carabina a 400 metri su cinque Gru, che se ne stavano immote presso un piccolo specchio d'acqua, ma senza risul- tato e intanto annottò. È il momento della posta, la caccia serale al passo, (piando le oche dal mare vengono alla palude in cerca di cibo. La nostra truppa componesi di tre cacciatori, due uomini di scorta e il cocchiere. Mi nascosi fra i giunchi su una prominenza, due cacciatori ai fianchi ma molto scostati, uno dappresso, Dal Nero in calessino a mezzo chilometro di distanza. 11 cielo era sereno, limpidissimo, brillava d'inso- lita luce la costellazione dell'Orsa Maggiore, lontano lontano il cupo rombo del mare, una di (ptelle notti d'inverno delle quali solo i climi meridionali hanno il privilegio, non tirava vento, l'umidità penetrava nel mio abito e mi scor- reva un brivido per l'ossa. Quell'isolamento, quella taciturnità, l'ora m'ingolfarono nella percezione tormentosa del passato: i ricordi di una gioventù ordita di sogni e di speranze, le infauste delusioni che la schiantarono, l'alta sventura che ha tollerato il mio cuore, la con- siderazione che da vario tempo mi aggirava Ira queste arie metitìclie, regno delle febbri le- tali, la carità dei miei Genitori, il conforto di poche, ma provale amicizie, la pace della mia home, il diletto dei miei studi, tante e così svariate memorie rattristavano il mio pensiero. Per scuotermi scambiai alcune parole col cac- ciatore, quando udimmo un fruscio d'ali spe- dito, fu un volo di morette che quasi ci stri- sciarono sulla testa, poi un secondo, poi un terzo e via via, ma l'ordine era il tiro alle oche, non poteva trasgredirlo. D' intorno l'acqua veniva agitata dal piombare delle anitre e grida e liscili, rimanere spettatoli inerti era un vero tormento, <■ in quel tormento ho passata un'ora, (piatilo eterna quell'ora ! È pur vero che la du- rala ilei tempo si misura dalle impressioni che ci colpiscono: mi è volata in un baleno tutta lina vicina notte nel Casino di Sassari in quella festosa ospitalità, tra quelle Donne dai modi squisiti, dagli occhi stellanti, tra quei nobili Sardi, nei (piali ogni gesto, ogni discorso svela L'influsso del loro clima, (pianto più lunga è questa sola ora in maremma! Il cacciatore sonnecchiava, manna forte detonazione ci scosse, sentii tirarmi la l'alila del vestito e sussurarmi <• i CCO le «clic ». Girai l'occhio, nulla vidi, sentii però (pici grido particolare: chec, cine, elice farsi sempre più chiaro e distinsi una nuvola oscura che si avvicinava: una dozzina di oche. Tirammo i «piatto colpi, due tonti in acqua e poco dopo un terzo. Il cacciatore accorse e ne raccolse due, che si dibattevano nell'agonia, l'altra sbattendo l'ali s'involò fra le canne. Mi sono impossessato di due stupendi soggetti dell'Oca granaiola. Sparammo replicatamente ad altri due branchi, ammazzando però un solo maschio. La notte avanzava, erauo le dieci, la mano mi si irrigidì sul fucile, mi colsero la stan- chezza ed il freddo, diedi fiato al corno per chiamare a raccolta. Presso la carrozza trovai i due cacciatori, i quali mi attendevano e mi consegnarono altre tre oche, che avevano uc- cise. Sciolsi la compagnia e tornai col Dal Nero a Oristano, arrivandovi a mezzanotte intronati dai gridi delle anitre. Feci l'inventario: Sei oche. cinquantasette fra anitre e folaghe, una trentina di beccaccini, frullini, pavoncelle, una beccac- cia, un coniglio, due lepri : ecco la preda di questa impressionante e faticosa giornata! La Gallina prataiola, questo saporito selva- tico, oltreché nelle Puglie e in Sicilia abbonda discretamente in Sardegna e predilige i con- torni d'Oristano, ove vive, in branchi di trenta e piìi individui ove staziona, ove nidifica; nella rimanente Italia è rara, di passo regolare nel- l'autunno o nel verno. Ha lento il volo, il nero più o niello intenso si avvicenda col bianco e col lionato a venderne speciosa la livrea: abi- lissima alla corsa, salvasi spesso dall' insidia colla fuga e rende così difficile l'avvicinarla. Un giorno che cacciava nei piani depressi e acquitrinosi dello stagno di Santa • ìiusta le l'n uno dei tanti giorni nei quali ebbi la ventura di ammirare i costumi bizzari di pescatori dalle faccie abbronzate, dalle forme atletiche, di pastori ravvolti nelle pelli e incappucciali, di donne colle ceste in testa di legna affascinata; un nuovo mondo che retrocedeva lamia fantasia lontano lontano in altri temili, in altri luoghi) vidi un gruppo di circa quaranta Otarde minori. ui.wii ORNI i n <> 79 La guida mi disse: «sodo Pidragias • •. che è il nome sardo e aggiunse : «non si abbordauo». Ricordai allora un metodo già adoperato in Al- geria, e volli applicarlo anche qui. Diressi i ca- valli al galoppo in maniera da formare un angolo acuto col punto dove si trovavano gli uccelli e senza perderli di vista, lusingandomi che si na- scondessero nel folto dell'erbe, come aveva letto avvenire. Ma tristo ohe rimanevano immobili, cangiai tattica ed a trecento metri ili distanza descrivemmo un cerchio, restringendolo gra- datamente per chinderli nel mezzo. Neanche questo partito portò l'effetto ; nel secondo giro uno, poi due, indi tutti si levarono a tardo volo per rimettersi ad un chilometro di di- stanza sopra un'altura. Tre volte replicammo il tentativo, tutte tre volte con pari insuccesso; mi accorsi però che era sistematico il loro tra- sferimento da questa a quella località, sempre presso a poco le stesso. Famoso strategico, mutai piano di battaglia: le canne non man- cavano, appiedai, e. occultato di presso al sito donde erano partite, commisi alla guida di re- carsi a cavallo dietro il branco là dove erasi rimesso e con abili e pazienti mosse rilevarlo, dirizzandomelo incontro. «Ho inteso l'ordine di Vossignoria », fu la risposta e s'involò. Da un pertugio, che aveva aperto nel mio agguato, sorvegliava queste otarde ad occhio nudo, prima tranquille e accovacciate, dopo qualche tempo agitate, a rincorrersi, finalmente levarsi, dirigendosi al primitivo punto, precisamente ove io era nascosto ; passarono a trenta metri e due caddero estinte dal mio piombo. Udii uno strepitoso battere d'ali simile al suono di un filo metallico vibrato dal vinto, e questa volta si perdettero nelle nubi. I due esemplari, spellati colla solita accuratezza da Dal N'ero, arricchiscono la mia Collezione. Il giorno dopo mi riportai sul sito; aveva divisato di fare l'esperimento della vacca ar- tificiale per accalappiarne altre : un piano stu- pendamente immaginato e industriosamente ap- parecchiato; sogni dorati, che dileguarono per una semplicissima ragione: mancarono le otarde: la storia del famoso intingolo di lepre che un cuoco, per quanto capace egli sia, non sa ac- conciare se non ha il lepre ! ! I tordi, segnatamente il bottaccio, invadono l'isola; negli oli veti, nel bosco ceduo, negli alti fusti trovansi dovunque ; spaventati si al- zano a centinaia per rimettersi davvicino: si uccidono col fucile: le reti, gli altri sistemi di aucupio ponno dirsi ignoti in Sardegna. All'a- spetto, la sera quando vengono ad appollaiarsi, è la caccia, che prediligono gli isolani. Siede Sassari, ridente citta, nel cenilo di uno sterminato bosco di giganteschi olivi : si parte sul tramonto in allegra brigata, lo schioppo ad armacollo, alla cintura una trentina di cartue- cie e l'impermeabile arrotolato sulle spalle. indivisibile compagno in un clima spesso umido in questa stagione e si mpre incostante. Va- riato, pittoresco il panorama; il glauco degli alberi, 0 si confonde 0 licitino nasconde l'az- zurra volta del cielo: lontano, lontano il maro di l'orto Torres corona e contermina mug- ghiarne l'infinito orizzonte: variato pine il sen- tiero su nuda balza, su viottolo montano. Frequente è 1' incontro di pastori che recansi a passare la sera in città in carretto, a ca- vallo, a piedi, nei nazionali costumi colle Imo donne dai corsetti a color; diversi, ina sempre brillanti e dagli occhi fulgenti, e cani, e man- die di pecore, che ingombrano la via. Ma voi dovete proseguire il cammino, non curanti che di giungere in fretta ove l'uliveto si all'olla ; la via principale fu abbandonata da un pezzo; da una proprietà privata, scalando muretti di contine costruiti a siero, siete passati in una seconda, in una terza fra gli sterpi, sulle spine dei fichi d'India, sempre avanti: l'ansia di giungere a tempo, il continuo tzik, tzik dei tordi vi metton l'ali al piede. Finalmente, ec- coci giunti! Sotto un'annosa pianta o dietro un cespuglio, col guardo vagante sugli olivi dattorno ad attendervi i sopravvenienti. Il sole declina, cominciano gli spari, aumentano, di- venta un fuoco nutrito di fila. Il colpo è dif- ficile : al ramo, attesa la tinta verdognola del tordo confondentesi con quella delle foglie del- l'olivo; al volo, quasi impossibile per la grande rapidità: ostacola in entrambi i casi l'incerta e scarsa luce. Spesse volte un tordo dà celere la rassegna alla lunga stilata dei cacciatori, e Ira la salva dei molteplici tiri, prosegue inco- lume e s'invola, destando il generale stupore. Abbenchè ai soli esperti sia dato raccogliere. e di rado, una dozzina di prede e i più deb- bano accontentarsi di una o due ogni sera, il convegno dei cacciatori è numeroso. Il complesso attrae, affascina ; piacevolissimo poi è il ritorno aggruppati, così i racconti delle singole avventure, e l'ingenua ostinazione di tutti nell' affermare la propria abilità, con- trastata da particolari accidenti. La buona com- pagnia del doti. Ignazio l'iras Solinas. un per- fetto gentiluomo, un apprezzato amico, del quale e della leggiadra sua Dama non dimen- ticherò mai l'accoglienza festosa e cordiale, lar- gamente mi compensò del risultalo di quota parlila di caccia ai tordi, che forse anche per 80 atlanti; orni kh.ogico hi notte nebbiosa e fredda, si compendiò in un unico colpo, che rese vittima un novero mer- lotto! D'altronde, i ioidi sono grassi, bene pasciuti «li mirto e di ginepro, saporitissimi e io feci un bel tratto (forse non volontario) di ca- valleria lasciandoli tutti ;i disposizione dei mici linoni ospiti di Sassari. Ina seconda prova la tentai a Osilo, il paese rimarchevole pei ricchi abbigliamenti delle donne. Partimmo da Sassari in carrozza, ciano meco Dal N'ero, l'auriga cuna guida. Per via quest'ul- tima si rivolge a Dal N'ero e gli dice: « Sci veronese, ti conosco» Dal Nero strabilia. «Molto spesso ti vidi, prosegue, e ammirai i tuoi uc- celli >>. l'ai Nero scoppia dalla curiosità. Allora gli spiega che aveva prestato servizio nella Cavalleria, che era stato di guarnigione a Verona e ricordava quei tempi felici del suo (lassalo. Questo simpatico giovinotto, più ma- gro del veni, ci confessò che trascinava una vita di tartaruga inutile e misera colla pesca vagantiva <• che si era risolto a recarsi nelle miniere d' Igloias per migliorarla, se gli sarà concesso. La caccia fu fortunata per la presa di dodici lordi, ma le mancò il contorno esi- lararne e poetico: la, compagnia dell'amico l'iras Sali il as e l'allegro cicaleccio del ritorno. 11 racconto delle mie caccie in Sardegna è finito; lo suggello ringraziando i linoni Amici, che col consiglio e gli aiuti agevolarono il mio compito ed esprimendo la riconoscenza più viva al mio caro Vittorio Dal Nero, il fido. L'inseparabile compagno nelle ardite avventuro delle mie escursioni ('). Quanti aneddoti avrei potuto narrare, se non avessi temuto di rendermi lungo e noioso ! Quando, percorrendo a cavallo quelle ster- minate lande, per chilometri e chilometri af- fano deserte, incontravamo brigate più o meno numerose di paesani, pur essi montati ed ar- mali tino ai denti, che appena ravvisati ci muovevano incontro, rispettosamente salutan- doci e ci dicevano: «Fa buon viaggio, hai un po' di tabacco?» io rispondevo spiacente di non avere L'abitudine e tiravo innanzi il più delle volte seccato, ma Dal Nero, abbenchè astemio anch'esso, si all'iettava a tornirli di sigari toscani, dei quali precauzionalmente te- ueva piene le tasche e non appena s'erano al- lontanati con alia trionfale, dicevami : <• Anche questa è passata ». i Noi Giornale /--' Provincia di Padova dol marzo*aprile 1901 ho parlato diffusamente delle Caccie al Cervo al Chi^liiale, al Mulìmir r\<. E quella notte, l'ultima di carnovale, che passeggiavamo oziando la deserta piazza di Oristano e fummo avvicinali da Ire pescatori clic ci dissero: « Eh ! venite a liere la Vernac- cia! ». I.i seguimmo, era buio pesto; a poca disianza ci fecero entrare in una cantina sot- terranea, ove erano radunate altre persone e chiusero dietro a noi la porta a catenaccio. Si dovette tracannare qualche bicchiere del vino prelibato e fra gli evviva vollero ricon- durci in piazza. Dal Nero replicavami il ritor- nello : « Anche questa è passata ! ». In famiglia si volle festeggiare il nostro ri- torno in una brigatella d'intimi amici: mio Padre chiese a Dal Nero quale fu l'occasione più emozionante del viaggio. N'ebbe hi pronta risposta: « Non posso dirle la più emozionante, ma posso assicurarla che la più ricreante fu quella di sentirmi, non con uno. ma con tutti due i piedi nel ritorno sul porto di Civitavec- chia ! ». .Ma basta; mi manca 1' ardire di sommini- strare altre dosi del mio sonnifero ai lettori. Finalmente a titolo di curiosità cito la Cac- cia che si pratica ai Falchi col (Info reale, metodo che ora si usa più che altro in Ger- mania e (die nei tempi nudali fu in grande onore in Francia ed in Italia. Allora si usava invi- schiare dei grossi rami d'albero, ed i Rapaci, i Corvi, le Cornacchie, che accorrevano ad am- mirare il Gufo, se ne impiastravano cosi Le ali da cadere a terra impotenti a volale, e in tal modo divenivano facile preda del cacciatore nascosto nelle vicinanze. Oggidì invece si fabbrica una capanna dili- gentemente nascosta e fornita di spiragli per po- ter cacciare fuori il fucile e si ha la cura di sce- gliere unalocalità bene aperta e sforni la di alberi, il cacciatore vi colloca vicino un albero morto e coi rami senza foglie o pianta la capanna nei pressi di quello, il Gufo è legato su di una crocetta alta circa mezzo metro e si porta sul luogo in una gabbia scura. Se non lo si ha vivo, si usano anche uccelli preparati, ma ciò è meno attraente pei Rapaci o meno di- vertente pel cacciatore. In tal modo si uccidono in gran copia Averle maggiori. Corvi, Ghian- daie e Rapaci di ogni genere, eccetto Le Alha- nellc le (piali non sembrano ventre al Culo che sul far di scia. I Culi giovani sembrano più adalli perchè piii vivaci, pili attenti e quasi terrorizzali all'at- tacco del Falco, mentre i suggelli vecchi sono quasi indifferenti e si portano presso le ca- panno (piando s'avvicina il nemico. 1 Rapaci tentano colpire il Gufo sulla schiena, di ferirlo \ I L v\u-. ORNI rOLOGH 0 SI cogli artigli e talora gli colano così dappresso che non si possono accidere senza tema ili ro- vinare il Grafo. In tal modo si catturano Astori, Nibbi, Pojane, Aquile; sembra però che gli A \ voltoj non si lascino tentare dalla presenza del fililo reale. K una caccia assai divertente, ma poco usata chi noi pella grande difficoltà di pro- curarsi i Gufi ('). Classificazione degli Uccelli. Si chiama Tassonomia o sistema quella parte della Biologia, clic cerca di dividere L'insieme degli esseri viventi in raggruppamenti. Il raggruppare idealmente degli esseri dicesi classificare, il risultato del classificare chiamasi classificazione, e i raggruppamenti, che risultano, diconsi classi (in significalo generico) o (jritjijii o assembramenti, si classifica in base a qualità degli esseri classificati e tali qualità, di cui ci serviamo, diconsi genericamente caratteri che significa segno, impronta (Ficaxbi). Gli uccelli noti si aggirano circa sulle tredi- cimila specie e naturalmente si dovettero di- videre in gruppi morfologici, tale fatto si chiama classificazione ornitologica. Nel coordinarli si ricorse ai caratteri esterni ed interni, cercando (pianto piti era possibile di rendere logici quoti gruppi. Noi includiamo il complesso di tutti gli uccelli noti nella sottoclasse Uccelli (Aves) compresa nella classe dei Sanropsidi (SAUROP- sida), che è formata dai Elettili e dagli Uccelli. La sui rodasse è divisa in « ordini », questi in «fa- miglio ». le famiglie in « generi », i generi in « specie»; quando le famiglie sono parecchie si raggruppano in un « sottordine », più sot- tordini in « sezioni », le famiglie in « sotto- famiglie », i generi in « sottogeneri ». Il con- cetto di « specie » fu introdotto nelle scienze biologiche da i • . lìay (inglese, n. 162.S, in. 170E . che fu il primo a precisare i gruppi, a usare un'esatta terminologia e a prendere per base della classificazione zoologica l'Anatomia. Una specie zoologica, è un « gruppo di organismi vi- venti, die differiscono soltanto per caratteri incostanti e sessuali -, questa la definizione; possiamo dire che la specie nel vero senso della parola non esiste, ina ebe noi raggruppiamo sotto questo nome soggetti clic presentano in- ter se gli stessi caratteri, tanto interni chi' esterni, cioè l'insieme di quelle cose che pre- sentano le stesse qualità, ovvero che hanno iìiler se qualità comuni, che possono pro- durre individui simili tra loro, i (piali alla loro volta sono fecondi. Alle piccole variazioni dipendenti da abitudini, ambiente di vita, lo- calità od altro clic emanano da un ceppo pros- simo e, se non del tutto, nel complesso costante e al (piale si connettono con individui intermedi] si diede il nome di « sottospecie », adottando la dicitura trinomia. Oggidì però si moltipli- cano così le distinzioni sottospeciliehe da in- generare gravi confusioni, rendendo meno serie le ricerche scientifiche. E si proposero nomi differenti per indicare le varie modificazioni, che la specie tipo subisce nei varii paesi e si fissarono caratteri troppo fantastici e di lieve momento. « La qual cosa a parer mio (2) non si può coscienziosamente intraprendere, perchè queste modificazioni passano impercettibilmente dall'una all'altra, e per infiniti piccolissimi cambiamenti si svolge e si sviluppa una catena composta di una quantità di piccoli anelli tutti tra loro collegati ». Ed una gran parte di queste moderne distinzioni furono talora stabilite su di un solo soggetto, confrontandolo con qual- che altro analogo di provenienza molto distan- ziata, senza porre attenzione che nei paesi ili- ci A Olii Volesse IlKlL'lii'Ui ci , • 1 1 IJ H 1 ì sulle valli- cat'l sicriio lo seguenti opere: Sforzino da Carcano, F., Tre libri degli Uccelli da preda, nei quali iti contiene la vera ■ Umt dell'arte de? Stroeeieri, 12.° Venezia, 1687 e \-2." Vi- cenza, ltì-"-; Schlegel et Verstor v. Wulverhorst, Traile de Fauconnerie, in-tol. max., avec 17 piche, dont 14 ooloriées, Leiden, imi 1853] Payne-Gallwey, R., il,, Fowleì in Ir. (1882); Bacchi della Lega A.. Cacete e continui degli Uccelli Silvani (1892); Maophereon, II. A. Hiet. > 1897); (miiì r.. cnrri,i. Falconeria, Uccella — u (1901); UillaisJ.G. The Hi/./ Fowlet in Scottano", (1901), et e. Riguardo ai libri ohe trattano Balia Falconeria si imi., dire ohe abbiamo lina vera biblioteca; Schlegel nel buo classico Praia &u l i nerie (1853) enumera 157 lavori scritti in diciannove lingue e l'Harting nella sua Kibliotheca I pitraria (1891), che è m. paziente ed eruditi. Catnloeo dei lil.ti antichi e moderni re- lativi alla Falconeria, quota IV me numero di ;;7s pubbli- cazioni in argomento. A i|uost'nltimo lavoro rimando illettore, che irolesse approfondire le mi. cognizioni in proposito; rie- weirà interessante anche per eli italiani, nmlti dei -inali pro- babilmente ignorano ionie imi pure abbiamo una Biblioteca Aecipitraria, che comincia da Brunetto Latini (147-1) e con tinna -tini ai giorni nostri. t3) M. Pai LUCCI, Fami. Malaeol. Calabro, p. 78 (1879). Atlante ornitologico, — l'arte 1 li SI' vi I \\ ih ORNITOLOGICO termedi si potevano trovare i vari anelli di coDgiunzione e senza riflettere che è colle grandi serie che si devono stabilire le specie. Se molti Naturalisti tenessero a mente il comune detto : ■■ No being on tln's earthly ball ls like another, ali in ali. » noi non avremo a lamentare tante suddivisioni specifiche in gran parte insussistenti, fondate sulle parole jiare, sembra ed altre analoghe e che mettono in non lieve imbarazzo il sistema- tico d' ogni paese. Per la natura generale e ristretta del mio lavoro, io non posso fare uno studio partico- lareggiato e tipico sulle varie classificazioni mano mano proposte dagli Autori, e mi limi- terò solo a citare le principali dai primi tempi sino ai giorni nostri. ARISTOTILE (350 anni prima dell'Era Volgare) nella « Storia degli animali » divise gli uccelli in due grandi gruppi : a) Uccelli dalle dita dis- tjiniite; b) Uccelli dalle dita rìwaite e poi po- nendo attenzione al cibo che mangiano . alla conformazione del piede, del becco od altro, ne fece otto gruppi, cioè : 1. Gampsonyches, corrispondenti ai nostri Rapaci. '1. Scolecophaga, corrispondenti agli Oscines o Cantori, eccettuati il Cardellino, il Lucarino e pochi altri detti Acanthopìiaga e costituenti il 31J gruppo. 4. Senipophaga o Picchi. 5. Perìsteroidi o Piccioni. 6. Schizopoda o Trampolieri. 7. Steganopoda o Palmipedi. 8. Barca o Galline. Aristotile col suo mirabile libro può bene chiamarsi il « Padre della Zoologia ». Plinio (1° secolo dell' Era Volgare) nella sua « Historia naiuralis » adottò in parte la classificazione d'Aristotile, in (pianto riguarda la stinti ma dei piedi, ma s' interessò vivamente dell'ambiente nel (piale gli uccelli vivevano. Divise gli uccelli nei seguenti tre gruppi : a) « Uccelli dalle unghie uncinate » — i Rapaci. b) <• Uccelli dalle unghie lunghe e ro- tonde » - i Gallinacei o coi piedi larghi, piatti e del tutto palmati, come le Anitre e gli acquatici in generale. e) Gli Uccelli non palmati e che hanno potere di canto, li chiamò Oscines, suddividen- doli in Alili* cioè di grande statura e collo- candoli parte i Pappagalli egli Uccelli imitatori. Pur riconoscendo il grande merito di Plinio, dobbiamo dire che il suo celebrato lavoro ha più valore letterario, clic scientifico. Da Plinio tino a Pietra Beton poco o nulla troviamo in fatto di classificazione. Pietro Belon (') divide gli uccelli in sei ordini : n) Rapaci diurni e notturni. b) Uccelli di ripa coi piedi nuotatori. e) Uccelli di ripa coi piedi non nuotatori. d) Uccelli di campagna, che fauno il nido a terra. e) Uccelli che non hanno stabile dimora, ma vaganti. /) Uccelletti che nidificano sulle siepi e nei boschetti. Ulisse Aldrovandi (2) nel primo volume della sua grande opera parlò degli « Uccelli che vivono di rapina », indi dei Pappagalli, dei Corvi e degli Uccelli arlini posti poi da Linneo nel suo ordine delle Piche ; nel secondo tomo trattò dei «Granivori», degli «Onnivori», dei « Verniivori », dei « Baccivori » e dei « Can- tori », chiamò « Polveratori » i Granivori che amano spolverarsi : nel terzo volume infine si occupò dei « Palmipedi » e degli Uccelli di Ripa ». WiLLUGHHY (J), avendo a compagno di studi e di ricerche il Ray, divise gli Uccelli in due grandi categorie a) Uccelli terrestri — b) Uc- celli acquatici e quelli in a1) uncungues (un- ghie e becco adunchi) e a') reotungues (uli- gine e becco diritti), gli uncungues in « frugi- vori», distinguendoli come statura in «grandi», in « piccoli », in « medi » , i rectungues furono suddivisi in riguardo alla forma e struttura del becco, la natura del cibo ed il colore della carne ; da ultimo stabilì due gruppi di Uccelli acquatici, cioè i «palmipedi che nuotano», e quelli delle rive o che se ne stanno non lon- tano dalle acque, dividendo questi e quelli in piii sezioni, delle quali diede le chiavi carat- teristiche. Carlo Linneo (1707-1778) può ritenersi il fondatore della Storia Naturale nel senso mo- derno della parola, ed il suo tempo assunse fisonomia così speciale, che si foggiò all' im- portanza di periodo e fu chiamato « Epoca Linneana », essa va dal 1735 al INDO e com- prende anche i lavori di Daubenton, Brisson, Buffon, Patinilo eie. lutti basati più o meno l'i o/wrr. :. t.ondini, 1676, in Ibi. vi I. ivi 1 ORMTOI.OGIi 0 sul pintio lamicano. La Bua grande gloria con- giste nell'aver «lai <> ordine al caos che regnava a quei tempi, e nell'aver mostrato che an nome non era una definizione. Egli segui il piano Wil- lughby-Ray, migliorandolo notevolmente quan- do se ne dipartì : può considerarsi il fondatore della dicitura binomia; nella quale hawi due no- mi, il primoè il generico, il secondo lo specifico, cioè 'l'urtili* viscivorus, Turdus significa il nome ilei genero ossia del piccolo gruppo cui l'uc- cello appartiene, viseivorus indica quale specie è esso del genere del Turdus. Ciò è simile al nome di battesimo ed al cognome di un nonni, solo die il cognome deve nominarsi pel primo nel tipo ornitico. La prima edizione della sua opera principe, da lui chiamata Systema Naturae, apparve nel 17:;."., ma quella cui si riferivano iu generale gli Au- tori era la dodicesima che comparve nel 1766 o la XIII ' edita nel 1788 a Lipsia sotto la cura di Gio. Federico Gmelin ; ora il punto di partenza pella priorità del nome vien dato dalla X (1758). Nel metodo di classificazione seguì in gran parte il piano Willughhy-Ray, che, come dissi, migliorò d'assai, stabilendo i se- guenti sette ordini (ed. 1735) : 1. Accipitres — Uccelli a becco uncinato, vi iucluse anche i Pappagalli (Uccelli di Preda e Pappagalli). 2. Piene — Piche, uccelli colla mandibola superiore compressa e convessa (Uccelli .Mosca. Upupe, Corvi). 3. Macrorhgnchae — Macrorinchi, uccelli dal becco molto lungo ed appuntito all'apice. -1. Anseres — Oche, uccelli col margine la- terale delle mandibole fornito di dentellature. 5. Scolopaces — Beccacele, uccelli col becco cpiasi diritto. 6. Gallinae — Galline, uccelli col becco curvato a volta. 7. Passeres — Passeri, uccelli col becco conico ed appuntito. Nelle ulteriori edizioni del suo lavoro abolì i Macrorinchi e li riunì agli Seolopaces, for- mando il così detto ordine delle Grallae o Trampolieri. Linneo adottò, in complesso per classificare, i caratteri delle forme senza escogitare il si- gnificato di essi e nemmeno il concetto di clas- sificazione, se ne togli quello di specie, questa rappresentando per lui le unità primordiali ed invariabili del complesso dei viventi ed il si- stema dovendo alla fine arrivare a denominare ed elencare queste singole opere uscite dalle mani del Creatore. Linneo in generale si con- tentava di prendere (piale baso uno o pochi caratteri comi' si sia e. a seconda di essi, ripar- tire in gruppi i viventi. Il su lodo fu dello a ragione metodo artificiale. Buffon (') pubblico, con L'assistenza di Gue- neail de Montbeillard. la -na --tenia Naturale, ove sebbene seminasse spregiare ogni idea di classificazione regolare, pure lascio un monu- mento letterario imperituro. Tei primo ebbe qualche idea della Distribuzione Geografica de- gli Animali e sulla variabilità della specie, in contrasto con le vedute di Linneo, che la lite- in \ :i costante. MOEHRING () divise gli Uccelli in (piatilo classi : 1. Hymenopodes, [menopodi, cine Uccelli colle tibie piumate, coi piedi coperti da una membrana sottile e con alcune dita collegate ( Passeres e Piene). 2. Dermatopodes , Dermatopodi, cioè ec- celli colle tibie piumate, coi piedi coperti di una cute coriacea e rugosa (Accipitres e Gal- Unni). 3. Brachypterae, Brachitteri, cioè Uccelli colle tibie seminude e le ali inette al volo (Struzzi. l>iili. Otarde). i. HydrophyUie, Idrofili, cioè Uccelli colle tibie seminude e l'integumento tarsale fornito di una cute molle e coriacea (Orbi e Trampo- lieri linneani). M. A. Brisson (3) diede anzitutto gran peso al fatto se le dita erano o no collegate in tutta la loro estensione, poi alle dimensioni, fin ina e figura del becco, alla sua nudità alla base. al tarso nudo o piumato, alla distribuzione delle dita etc. e ne formò 26 ordini così chiamati. Ordine 1.° (Colitmbae). » 2.° (Gallinae). » 3.° (Accipitres). » 4.° (Corvus, Pica, Uteri e Uccelli del Paradiso ptni.). » 5.° (Lanius, Turdidae, Cotingae). » 6.° (Buphaga, Stumus). » 7.° (Upupa, Promerops). » 8.° (Gaprimulgus, Hìrundo). » 9.ù (Fringillidae). » 10.° (Alauda, Motacilla, Panisi. » 11.0 (Sitta). » 12.° (Gerthia, Uccelli Mosca). » 13.° (Picus, Psittacits, Tucanus). » 14.° (Rupicola, Merops, Alcedo). » 15.° (Struthio, lìln'ii. Oasuarius). (') Hist. iiat. ginér. et partirvi. 1749-1770. (■') Ariani genera, Bremae, 1752, (■•I limiti,. ,1. inm. e Paris, 1760. 84 Al I.WI I. ORNITOLOGICO Ordine 16.° {Ctis, Cìiwadrius, Haematopus) >> 17.' [Vanellus, Tringa, Platalea, Ardea, Porphyrio). » 18.° (Gallinula, FuUca). » 19.° (Podieeps). » 20. {Uria, Fratercula, Alca). » 21. (Spìtenisous, Oolymbus). » 22.° (Diniiictlea). » 23." [Liirit/ac. Sternidae). » 2i." (Merganser, Anser, Arias). » 25.° {Phalacrocorax, Peleeanus). » 2(>." (Phoenicopterus, Becureirostra). 11 lavoro di Brisson è certamente di grande merito, considerato come di ornitologia descrit- tiva ; ma dobbiamo osservare che le sue cono- scenze si limitavano però soltanto ai dettati dei libri ed alle parti esterne del corpo degli Uccelli. Nella moderna sistematica non si ac- cettarono i nomi specifici del Brisson, quantun- que la sua opera sia posteriore alla X ed. del Systema naturae, pel l'atto che non è Autore di regola binominalista ; sono però general- mente usati i nomi generici da lui proposti, cosa che seguii io pure. G. C. Schaekfer (') divise gli Uccelli in due grandi famiglie. a) Nudipedi, cioè Uccelli colla tibia se- minuda. b) Plumipedi, cioè Uccelli colla tibia del tutto piumata ; suddivise quelli {Nudipedl) in sette ordini, il primo dei quali pello .Struzzo [Fissipedi didattili), il secondo pegli uccelli simili allo Struzzo e pei Trainpolieri a tre dita (Fissipedi tridattili), gli altri ebbero pure per base il numero delle dita e la forma delle loro membrane. Divise i Plumipedi in undici ordini, regolandosi oltre che sui caratteri enun- ciati anche sulla forma del becco, il primo chia- ino col nome di Fissipedi isodattili e vi com- prese i Rampicanti; scisse in otto ordini i due liuneaui dei Passeri e delle Piche. Scotoli (2) studiò l' integumento dei tarsi (podoteca) e separò gli uccelli in due grandi divisioni, cioè quelli che presentano : «) Tarsi (da lui detti Tibie) reticolati. b) Tarsi (Tibie) scudettati. Scisse ciascuna di esse in nuove suddivi- sioni e queste in ordini, mantenne quello lin- neano delle Galline e vi comprese i Colombi, chiamò Breripedi le Rondini ed affini, assem- brò i Buceri ed i Tucani ai Rapaci. LESKE (;| segni Linneo, fondando l'ordine degli / ocelli ad ali piccole coi Brachitteri di Moehring. LATHAM ( ) agli ordini Linneani aggiunse quelli dei Colombi, degli Strussi e dei Pin- natipedi. Ilnwni bre (J) distribuì gli Uccellini dodici cliixsi, mise i Colombi colle Galline, lasciò le Rondini coi Passeri linneani. (imitino Cuvier (l) non solo tenne a base indiscussa i caratteri delle forme, ma iniziò per così dire, la critica dei caratteri stessi. Egli insegnò che i caratteri per classificare non de- vonsi scegliere a caso, come faceva Linneo; ma che vanno prima vagliati e poi considerati, e stabili, ciò che chiamo la subordinazione dei ai intieri e questi distinse in dominatori e su- bordinati; servono i primi, disse, a stabilire i gruppi maggiori e gli altri via via per quelli minori. Insegno inoltre che ì caratteri non de- vono essere soltanto esterni, ma contemplare ogni parte dell' organismo, l'intiero essere; quindi ecco l'Anatomia comparata, che deve considerarsi la base della classificazione ed in ciò consiste il grande progresso, che Cuvier porlo alla sistematica. Egli seguì il piano Linneano, però abolì l'ordine della Picae ed adottò quello dei Rampicanti (Qrimpeurs) proposto da Brisson, collocando le rimanenti Picae nei Passeracei. E nel suo successivo e grande lavoro (6), basan- dosi sui caratteri del becco e dei piedi, divise gli uccelli in sei grandi ordini, cioè : a) Oiseaux tic proie, Rapaci con due fami- glie : a - Rapaci diurni, a - Rapaci notturni. b) Passera ii. e, Passeracei con quattro fa- miglie : 1. TJentirostres, Denti rostri (becco intaccato sui lati dell'apice: Lanius, Tanagra, Tur dm, Syl- via, etc. 2. Fissi rostres, Fissirostri (becco eorto, largo, senza inlacco, fesso profondamente: Rondini, Rondoni, Succiacapre, eie). 3. Oonirostres, Conirostri (becco forte, più o meno conico e non intaccato : Allodole, FriNGILLLDAE, Storni, Corvi. Uccelli del Pa- radiso, etc). -1. l'ciniirtisircs, Tenuirostri (becco debolo, al- lungato, diritto o curvato, senza intacco: Bitta, ('iiiliia. Uccelli Mosca, Upupa, l:)ii- iiiachiis. etc.) cui tiene dietro la piccola di- 1790. (l) Avfemgtgr. dei Waturgeich. Lipsia, 177U. i | Qen. >i". ttf Birds, Lumi. 17S1 e Index Orn. Londinl, (') 1 litri"! . in/ li>*t_ uni. Pragae, 1777. Iti' i'l. I hintli"! [{ali -lmu:ii\ 1771. i » l'ur>i. Natvjrgesch. Gofctingen, L803. (3) Tasch. deviseli. v'ógelkuncU Frank. A. M., 1 810. (') Prodromi'*' Byti. Manin: et Ivivm, Berillio, 1811. i i Man. d'Orntt. Amsterdam. 1815. i i !/..„. d'Orn. '.'.'il Paris, 1820-40. 86 ATLANTE ORNITOLOGICO I ." i ardine Rapaces, Rapaci _." » Omnivores, Onnivori = Coraees. 3.° » Tnseetivores, Insettivori. 4.° » Granivores,GrTaiiìvovi=:Passereaux. 5. ■> Zygodactyles, Zigodattili \ Grim- 6.° » Anisodaetyles, Anisodattili ( peurs 7. » Alcions \'). Alcioni - Alcyons. 8. » Ohelidons, Chelidoni. il." » Pigeons, Colombe. 10." » Gallinacea, Galline. 11." » Alectorides, Alettoridi. = Gralles, partim. 12.° » Coureurs, Corridori. 13.° » Gralles, Trampolieri. 14. » Pinnatipèdes, Pinnatipedi. 15." » PaVmipèdes, Palmipedi. 16. » Inertes, Inetti (Apteryx, Dvonte). Il manuale del Temminek, sebbene non privo di molti difetti, rimane uno dei migliori la- vori Bull' Ornitologia Europea. De Blainville (2) ammise nove ordini, ba- sandosi più elie altro sul carattere delle intac- cature (echancrures) dello sterno, carattere già enunciato da Willughby, ma poi abbandonato dai successivi Autori. Questi sono i nomi dei suoi ordini : 1. Prehensores = Pappagalli . 2. Raptatores = Rapaci. 3. Scansores = Rampicanti. 4. Saltatores Passeracei con due sezioni a) veri, l>) falsi, questi secondi in parte ar- bitrariamente separati dai Rampicanti. 5. Giratores = Colombi 6. Gradatores = Galline. 7. Gwrsores = .Struzzi. 8. Grallatores = Trampolieri / con quattro 9. Natatores = Palmipedi ) sezioni. Questo metodo per quei tempi fu di grande valore e gettò le basi per studi ulteriori e più vasti . Vieii.lot (') adotlò cinque ordini liuneani, riunendo i due delle Pieae e AeiPasseres nell' u- nico detto dei Sylvani (Silvani). 15. MERREM (') studiò accuratamente la ca- (') Neil' edizione del 1815 è scritto llcyotu <* Binanti- ptdes in laogo ili Alciòni e Pinnatipèdet, (-) Prodr. d'une douv. classi! dn Bégn. A nini. Journ. de Phye. LXXXXIII. pp. 252-53,58, 59 (181B) e Bullet. Soe. Phil. Pari» 1816, pag. 110. P) Anali*, ti' un*' nouv. Orn. élém. L816 i- Wouv. Diet. m»i. Nat. 2a ed. art. Ornithologie, 1818. (*) XeBtam. Byet. Nat. Aviinii. dead. BeroHnensi pp. 287- 859, 1812-13 Berlino, lslii. renatura dello sterno, ed il suo tentativo rappre- senta il prillili sforzo latin in analogia cogli si udi moderni, sebbene alcune delle sue divisioni non si possano oggi seriamente accettare. I nomi dei generi sono in gran parte quelli usati da Linneo. ma ne ommise qualcuno (Buceros, Haematopus, Merops, etc). Chiamò Aves cauinatae quegli Uccelli che presentano una carena longitudi- nale e Aves ratitae o Ratiti quelli che hanno lo sterno senza carena, cioè gli Struzzi e simili. Ed i primi (Aves caiunatae) divise in aerei (Aves aereae), terrestri (Aves terrestres), acquatici (Aves aquaticae) e palustri (Aves PALUSTREs) coi seguenti ordini o gruppi : I. AVES CARINATAE. 1 . .1 ves aereae. A) Rapaces — a) Accipitres, Vultur, Falco, Sagitiarius. 6) Stri.,-. B) Htmenopodes — a) Chelidones: a) Chelidones nocturnae, Caprini ubjus. h) Chelidones diuknae, Hi- rundo. b) Oscines : a) Oscines conirostres — Loria, Fringilla, Emberiza etc. b) Oscines tenuirostres — Alauda, Motacilla, Lamine, Turdvs, Paradisea, Oriolus, Gorvus . siila e Certhiae PRT. etc. G) Mellisugae, Trochilus, Certhiae e Upu- pur PRT. 1>) Dendrocolaftae, Virus, Yunx. E) BREVILINGUES, a) Upupa ; 6) Ispida. F) Levirostres, a) Bampìiastus; b) Psittacus. G) Cocctges, Guculus, Bucco etc. 2. Aves terrestres. A) Col li lidia. B) Gallinae. 3. Aves aquaticae. A) Odontorhim in ; a) Boscades — Anas ; b) Mergus ; <•) Phoenicopterus. B) Platyuhynchi — Pelecanus, Phaèthon . I'IiiIiis. C) Aptenodytes. 1)) I'kin Aliai i - : a) CEPPHI — Alca, Collimili PEDIBUS l'M.MATIs ; 6) Podiceps, Columbi PEDIBDS LOBATIS. B) Stenorhi m hi. 4. Aves palustres. \ 1 I INI K "UNI Tlll.iillll (I *7 A) Hi -in "i w -. a) l'n u iridi - Rallus, Fulica, l'arni: V) LlMOSCGAl — Xu- menius, Scolopax, Trmga, Oharadrius, Eeeurvirostra. B) Gkau.ak : (i) Erodii — Ardeae angue in- termedio sellato ; 6) PeLABGI — Cicouia. Mycteria, Tantali pbt. Platalea : e) GrE- iìaxi — Ardeae ceistatae, Gruea etc. 0) 0TI8. II. AVES RATITAE. -- Struthio. Giiavenhorst (') divise gli Uccelli in dieci ordini : 1. Spatriai = Accipitres. 2. I,i rirostri (Tucani, Buceri e Pappagalli). 3. C'araci , 4. Picchi , l'irac linoeane. 5. Tciiiiirastril 6. Passeracci. 7. Gallinacei. 8. Struzzi. 9. Trampolini. IO. Oche. C. Ranzani (2), in un' opera poco nota, imi pure molto esatta e di indiscutibile valore, sulle orine di De Blainville e di Mei-rem e basan- dosi principalmente sulla carenatura dello sterno, divise gli Occelli in due sezioni ed in sette ordini : a) Uccelli aventi lo sterno non carenato. Ordine 1. Ratiti (Eatitae). b) Uccelli aventi lo sterno carenato. Ordine 2. Galline (Gallinae). » 3. Rampicanti (Scansores). » 4. l'a sseri (Passerei). » 5. Rapaci (Eapaces). » li. Gralle (Grallae). » 7. Nuotatoli (Natatores). E nello stabilire ciò, studiò i caratteri dei tarsi, dei piedi e delle unghie, della positura del corpo, dell'impennatura delle tibie etc. L' Heemlniee (;) seguì il suo maestro De Blainville, studiando la struttura dello sterno e occupandosi soltanto di ciò nel classificare gliUc- celli senza curarsi dei caratteri di secondaria importanza sin allora tanto apprezzati; in questa considerazione superò di gran lunga (pianto aveva fatto il De Blainville. Come il Merrera di- vise gli Uccelli in due glandi gruppi OlSEAl \ Ch I ìigé dot tyttem. natwrg. Broslan, 1817. i'i i;i>-m. di Zoologia, tomo III. parto 1.. Bologna, 1821. (l) Rech. Min- Pappar, sttm. dei Oieeaux, v t ti Sor. Lino, di Parigi, VI. pp. 3-83 (1K27). NOEMAUX e OlSEAUX i\n\lir\ t'aiinalar e Bo- titele di Merrem). Divise gli uccelli normali in trentaquattro famiglie cioè. 1. « Accipitres » Accipitres, Linnaeus. 2. « Serpentain Oypogeranus, Illiger. 3. « Chouettes » — Strix, Linnaeus. 4. « Touracos » - Opaetus, Vieillot. 5. « Perroquets » — Psittaeus, Linnaeus. 6. « Colibris » — Trochitiin. Linnaeus. 7. « Martinets » - Oypselas, Qliger. 8. « Engoulevents » - Gaprimuhjus, Lin- naeus. 9. « Coucons » - Oucuhis, Linnaeus. 10. « Couroucous » — Trogon, Linnaeus. 11. « Rolliers » -• Oalgubis, Brisson. 12. « Guèpiers » - Merops, Linnaeus. 13. « Martins-l'iclieiiis » — Alcedo, Linnaeus. 14. « Calaos » - linci ras, Linnaeus. 15. « Toucans » - Rhamphastos, Linnaeus. 16. « Pics » Ficus. Linnaeus. 17. « Épopsides » — Epopsidex, V'ieillot. 18. « Passereaux » — Passeres, Linnaeus. 19. « Pigeons » — Columba, Linnaeus. 20. « Gallinacea » — Gallinacea. 21. « Tinamous » -- Tinamus, Latbaiu. 22. « Foulques » — Fulica. Linnaeus. 23. « Grues » — Grus, Pallas. 24. « Hérodions » -- Herodii, Illiger. 25. « Les ibis et les spatulos » (senza alcun nome). 26. « Gralles » -- Grallae. 27. « Mouettes » -- Larits, Linnaeus. 28. « Pétrels » — Procellaria, Linnaeus. 29. « Pélicans » — Pelecanns, Linnaeus. 30. « Canards » — Anas, Linnaeus. 31. « Grèbes » — Podiceps, Latliam. 32. « Plongeons » — Oolymbus, Lathain. 33. « Pingouins » — ^4/cp. 70 (*) Beitràge tur Kenntnisi ■ Yatttrg', <ì. V'igei (1839). VTI.ANTK lilìMliil.i»;[l o 89 Assimilò alle Anseres il gen. Podoa e Fulica, «■««sì prossimi ai li vii. in vi., rivelò infine le af- finità tra i Phalaropi e le Tringae. 1 lavori del Brandt Mimi i 1 1 1 1 » ■ n ( : 1 1 1 1 i per avere «3gli lissato. quale base principe, li- ricerche osteologiche. Il Nitzm ii ('), «li cui già parlammo, nella sua mirabile Pterylogi'aphie propose una classi- ficazione basata siigli studi pterilografici. Di- vise gli Accipitri s in « diurni >> e « notturni ■■, ed i primi in tre sezioni « Avvoltoj del .Mondo Nuovo» « Avvoltoj del Mondo Aulico » e fieli. Falco «li Linneo. Divisi- i Passeres (« Passeri- na*») in otto famiglie] associò nelle Picariae le seguenti divisioni: Mai IROCHIRES, CuCUUNAE, PlCIN VI , PSITTACINAE, AmPHEBOLAJ . CaPRIMUL- i.invk. TOD1DAE e Lipoglossae ; fece della sottoclasse Ratitae (MeiTein) l'ordine dei Pl.A- irsTERNAE etc. L' opera del Nitzsch fu «Iella piti grande importanza, e possiamo dire che sulla sistematica è imo dei migliori libri che siano stati scritti, ma purtroppo come di tanti altri è un lavoro assai poco conosciuto. MiilXER, il grande anatomico tedesco, stu- diò (') gli organi del canto nell'ordine dei l'as- seracei, che divise in parecchie tribù, e se la sua classificazione oggi non è piatici, ciò non toglie che egli trattasse l'argomento molto profonda- mente e con l'innata perspicacia. Il Cabanis può dirsi l'ultimo sistematico della vera scuola Cuvierana. Egli (3) seguì le, ricerche del Mailer sulla siringe, cui aggiunse quelle sul differente integumento della pianta laisi, che gli sembrava fosse in correlazione coll'organo del canto e del numero delle re- miganti primarie, che crescono sulla « manus » ornitica. Così la « sottoclasse degli Insessori » che era composta di tutti gli Uccelli che si ap- pollaiano sugli alberi, eccettuati quelli di Ra- pina e le Colombe, fu divisa dal Cabanis in quattro « Ordini » cioè : 1. Oscines = Oscines (Miiller). 2. Clamatores = gran parte delle Picariae (Xitzsch), cioè uccelli con piedi di struttura normale e di tipi molto eterogenei Inter se. 3. Strisores, cioè uccelli con piedi di strut- tura anormale. i. Scansores = Grimpeurs (Cuvier) e Zygo- dacti/li (Auct.). Il Cabanis, specialmente con l' istituzione CI Pterylographie, (1840). i i r,h. die bisher vnbekan. typUehen Vertchieden. der Sti/mmorgcme der Paeterinen, 4", Berlin, (1847r i ) «irnitbolog. Notizen, Archic fiir Vfaturgeech, XIII 1, pp. 186-256, 308-352 (18471. dell'i li-dine l >-< ini-, lece opera «li grande valore. «■« iotevole acume calcoli» caratteri che prima d'allora ciano rimasti ignorali o negletti. Tralasciando ora molti alni sistemi di clas- sificazione proposti «la chiarissimi Autori, come il Bonaparte, il Blanchard, il Wagner, vengo senz'alno all'epoca così detta Evoluzionista, cominciando dall' Huxley. Questa «plica, detta anche darwiniana dal principale innovatore e caposcuola, ebbe prin- cipio nel 1858 e perdura ancora. K per mag- giori ragguagli sull'importantissimo tema, con- siglio di leggere gli eloquenti e mirabili capitoli del Professore Newton, che io ho specialmente Studiati e in parte riprodotti. Non è qui il luogo di entrare in dettagli sulla storia del- l'Evoluzione: malo storico di qualsiasi bianca della Biologia deve ricordare la fausta data dell' 1 luglio 1858, nel «piai giorno furono per la prima volta comunicate al Mondo scien- tifico le vedute, ora così celebrate, di Darwin « di Wallace e deve pure rammentare che verso la fine dell'anno successivo comparve la granile opera, detta 1' «Origine «Ielle specie» di Carlo Darwin, che apportò la più grande rivoluzione del pensiero umano nei nostri tempi o forse in qualsiasi altro secolo futuro. La gran parte dei biologi, che erano imbevuti di altri prin- cipi, furono invero e naturalmente incerti ad abbracciare la nuova dottrina, ma la loro esi- tanza fu solo naturale conseguenza «Iella cautela. che ammetteva il loro metodo scientifico. Pochi erano quelli che ritenevano mirabile pensiero l'idea racchiusa nella nuova frase famigliare « se- lezione naturale »; ma anche quelli che avevano fino allora creduto e che ancora credevano nel- l'assoluta santità della «specie », tosto compren- devano che i loro diuturni studi avevano subito un cangiamento, che le loro vecchie posizioni erano minacciato da un pericoloso nemico e che per sostenersi dovevano trovare nuovi mezzi di difesa. Molti coraggiosamente mantennero i loro principi, e per essi non deve esprimersi alcuna parola di rimprovero. Altri pochi pretendevano, quantunque fosse noto il contrario, «die essi avevano sempre parteggiato per la nuova fi- losofia, così completamente essi assentivano che ciò fosse del tutto filosofia e per questi anche una sola parola di rimprovero sarebbe troppo. Altri ancora con seria deliberazione, come tanno gli nomini che desiderano onestamente la verità e null'altro se non la verità, acconsentivano in- tieramente o quasi del tutto ad argomenti, che essi gradualmente trovavano irresistibili. Ma lasciando ila parte le generalità e restringen- doci a- ciò che è nostro argomento, non vi fu itl/iul,' i>niitob>:tic certamente alcun ramo della zoologia come questo, nel quale i migliori ingegni e di con- seguenza i più eruditi lavoratori tosto accet- tassero i principi dell'Evoluzione dell'Ornito- logia e naturalmente l'effetto sul suo progresso fu nettamente marcato ed essa ricevette un nuovo indirizzo. (ìli Ornitologi ora compresero che essi avevano qualcosa dinanzi che era veramente degno di investigazione. Le que- stioni
  • i hilcs. l'ur. 5. Aetomopbae ( Raptores, Cav.) 6. Psittaeomorphae 7. Cocoygoiuorphae 1. Tinamidae 1. Charadriidae 2. Scolopacidae 1. Gruidae 2. 1,'allidae 1. Laridae 2. Procellariidae 3. Colymbidae 4. Alcidae 1 . Arcliaeopterix 1. Struthi.! 1. Rhea 1. Casnariufl 2. I irouiaeus 1. Dinoinia 1 . Api Psophia, Rhi- nochetus Otis, Cariama 1. Auatidae, con l'a- lamedea 1 . Ardeidae 2. Ciconiidae 3. Tantalidae 1. Strigidae 2. Cathartidae 3. Gypaetidae 4. Gypogeranidae Gruppo intermedio : Celeomorpbae (Picidae) Gruppo 1. Cypselomor- phae Gruppo 2. Coraconior- phae ( Passeros) 1. Coliidaè 2. 3. Mnsophagidae Cuculidae 4. Bucconidue 5. 6. 7. lìliamphastidae Capitonidae Galbulidae 8. Alcedinidae 9. Bucerotidae 10. 11. 12. Upupidae Meropidae Moraotidae 13. Coraciidae 14. Trogonidae 1. Trochilidae 3! Cypselidae Caprimulgidae (Phoenicopterns) ATLANTI-: ORNITOLOGICO La classificazione dell'Huxley, fondata prin- Lo Sclater senni i lavori dell'Huxley con cipalmente sulle forme del palato, segnò un notevoli miglioramenti ed aggiunte, ed il se- passo importante nella Storia della Classifica- guente è lo schema «Iella classificazione da lui zione ed i suoi studi furono continuati dal proposta (') : G-arrod e dal Forbes. Classe AVES. Sottoclasse CARINATAE. ORDINE SOTTORDINE FAMIGLIA I. Passeres I. Oseines a. b. e. - '. Podarginae A. Phaethornitliidae B. Trochilinae A. Phytotoruinae B. Anipelinae C. Lipauginae A. Dendrocolapti- nae /;. Auabatinae C. Furnariinae A. Hylactinae B. Eriodorinae A. Bombyoillinae B. Muacicapinae C. Myiagrinae A. Laniidae />'. Malaconotinae A. Gynmorinhae B. Corvinae C. ftarrulinae IL Dendrocittinae /.'. Fregillinae A. Paradiseinae B. Tectonarchiuao C. Glaucopinae A. Ploceinae - B. Spermestinae A. Fringillinae B. Pyrrhulinae O. Coceoborinae li. Emberiziuao a. Geococcyges '). Zanclostominae a. Specie americane b. Specie asiatiche e. Specie africane Al I.AN I 1 <>l;s '.,,|( i, SKKIH oniuM-: SOTTORDINE FAMIGLIA 91. Sylvioolidae 92. Alaudidae - 93. Hrachypo- didae - 94. Meliphagidae - 95. Nectarinidac - 9ti. Dacninidae 97. 99. Certhiidae Timeliidae 98. Paridae 100. Sylviidae SOTTOFAMIGLIA .(. Arremoninae />'. Tlir;iii|iiii:n C. Sylvicolinae /'. Motac-illiiiac «. FormedelNuovo Mondo {Dumi*, etc.) b. Forme del Mon- do Antico (IH- eaeum, etcì .1. Timeliinae /■'. Cisticolinae C. Troglodytinae I). Miiuinae E. Copsychinac A. Sylviinae B. Turdiuae sezioni; ii. Turdiformes b. Lueciniformes Questa è una pallida idea della classifica- zione proposta dal valente prof. Reichenow, che incontrò il favore degli Ornitologi tedeschi e che è fondata su mirabile senso pratico e studio analitico profondo. In America abbiamo la classificazione dello Stejneger, che ebbe a collaboratori l'Elliot, il Barrows ed il Kingsley ed è lavoro affatto ori- ginale, differente da quello dello Sclater, ma non meno ricco di deduzioni nuove e profon- damente studiate. Ecco lo schema dettagliato ('): OTTOCLASSE fcaurtirae Odoutotormae I. Odontohol- cae '. Eurhipidurae SOPRAORDINE I. l'romaeogna- thae II. Impennes III. Euornithes ORDINE I. Ornithopappi(.4r- chaeopteryx, Laop- teryx 1) I. Pteropappi (Ich- thyornis, Apator- nis) I. Dromaeopappi (Hesperornis, etc. i I. Struthiones II. Aepyornithes III. Apteryges IV. Crypturi (ordi- ne Gastornithes) V. Ptilopteri VI. Cecomorphae SOPRAFAMIGLIA I. Strnthioideae II. Rheoideae III. Casuaroideae IV. Dinornithoideae I. (.'olymboideae FAMIGLIA 1. Dromaiidae 2. Casuariidae Spheniscidae ( lo] vmliidae (Podieipedidae, anct.) SOTTOFAMIGLIA ii sin intani Maturai Eittory «Avea» IV., Boston, 1885. Atlante ornitologico — Parte I. 98 ATLANTE ORNITOLOGICO SOTTOCLASSE SOPRAORDINE ORDINE VII. Grallae Vili. Chenuiiiur- phae IX. Herodii X. Steganopodea SOPRAFAMIGMA \ l . i ipisthocomi XII. Gallinae Sottordine I. < rft] linae Alectoro- podes Sottordine II. Gal- linae Peristero- podes XIII. Pterocletes XIV. Columbae XV. Aecipitres II. Beliornithoideae (Beliornìs III. Alcoideae IV. Laroideae V. Proccllaroideae VI. Chionoideae VII. Scolopacoideae VIII.Eurypygoideae IX. Cariamoideao X. Gruioidae XI. Aiihimuideui- XII. Anatoideae XIII. Phoeuicopte- roideae XIV. Ibidoideae XV. Ardeoideae XVI. Pelecanuiduait XVII. Fregatoideao XVIII. PhaStontoi- deae FAMICI.I \ 1. Urinatoridae 2. Alcidae 1. Stercorariidae 2. I.aridae 1. Diomedidae 2. Procellariidae 3. Pelecanoididae 1. Chiunidao 2. Thinocoridae 1. Glareolidae 2. Dromadidàe 3. Charadiiidae 4. Jacanidae 5. Scolopàcidae 6. Oedicnemidae 7. Otididae 1. Enrypygidae 2. Rhinoohetidae 3. Mesitidae 1. Psophiidae 2. Gruidae 3. Aramiilat- 4. Rallidae 1. CnemioTiiithidae 2. Cereop8Ìdae 3. Anseraiiatidae 4. Plectropteridae r>. Anatidae 1 . Palaelodontidae 2. Phoeuicopteridae 1. Cieoniidae _. Scopidae 3. Balaenicipitidae 4. Ardeidae 1. Pelecanidae 2. Sulidae 3. Phalaciocoraoidae 4. Anliingidae 1. Tetraouidae 2. Phasiauidae 1. Megapudiidae 2. Cracidae 1. Dididae 2. Didunouiidae 3. Gouridae 1. Columbidae 5. Carpophagidae 1. Gypogeranidae 2. Cathartidae 3. Faleonidae SOTTOFAMIGLIA \ I 1 \\| E ' IRN1 rOLOGII • I 99 3TTOCLASSK SOPKAORDINE ORDINE XVI. Psittaoi XVII. Picariae XVIII. Passere» 1 SOPRAFAMIGLIA I. Cuculoideae II. Coraeoideae III. Colioideae IV. Alcediuoideae V. Upupoideao VI. Pieoideae VII. Trogonoideae I. Menuroideae II. Eiirvlaiinoideae III. Tyranuoideae IV. Forniicaroideae V. Passeroideae i \mic;i.i \ I. Strigidae 1. Stringopidae 2. Plictolophidae 3. Platycercidae 1. Pali rnitliidac 5. Psittacidae 6. Conuridae 1. Mnsophagidae 2. Cacnlidae 1. Steatornithidae 2. Podargidae 3. Caprimulgidae 4. Coraciidae 5. Leptosomatidiic Moropidae Todidae Momotidae Alcedinidae Bucerotidae Upupidae Irrisoridae BneconidiK* Galhulidae Rhamphastidac Megalaemidai' Indicatori dae Picidae 1. Cypselidae 2. Trochilidae 1. Monuridae 2. Atricliornithidae Xeniscidae Philepittidae Pittidae Tyrannidae Pipridae 6. Cotingidae 7. Phytotomidae, 1. Conopophagidae 2. Pteroptochidae 3. Formicariidae 4. Dendrocolaptidae 5. Furnariidae 1. Alandidae - 2. Motacil- lidae - 3. Enionridae - Timaliidae - 5. Liotri- cbidae - 6. Mascicapidae - 7. Turdidae - 8. Cin- clidae- 9. Troglodytidae - 10. Chamaeidae - 11. Mi- midae - 12. Hirnndinidae - 13. Campephagidae - 1 1 . Diomridae - 15. Ani- soi roj wim.i.ia 1 . Vultnrinae - 2. Aqnilinae - 3. Pan- dioninae - 4. Cir- oinae - 5. Milvinae 6. Polyborinae - 7. Accipitrinao - 8. Falconinae 1. Asioniuae - 2. Stri- li ■ 1. Picunminae- 2.Pi- cinae -3..Iynginae 1. Chaeturinao - 2. Micropodinae 100 ATLANTE i UiNITOI.OGICO SOTTOCLASSE SOPRAORIUXE ORDINE SOPRAFAMIGLIA FAMIGLIA pelidae - 16. Artamidae - 17. Laniidae - 18. Vi- reonidae - 19. Paridae - 20. Oriolidae - 21. Para- diseidae - 22. Corvidae - 23. Sturnidae - 24. Me- liphagidae - 25. Nectari- niidae - 26. I licaeidae - 27. Certhiidae -28. Coe- rebidae - 29. Mniotil- tidae - 30. Tauagridae -31. Plooeidae - 32. Icte- ridae - 33. Fringillidae SOTTOFAMIGLIA Nel 1888 il Prof. Fiivbringer (') propose una classificazione, che si può più o meno adottare, ma che è mirabile lavoro e per indagini e per la sottile analisi. Io la riproduco come le altre. servendomi del riassunto offerto dal Gadow (') ed osservando che il 1888 ha t'ormato epoca nella storia della .Sistematica Ornitica: Classe AVES. I. - Sottoclasse SAURURAE. Ordine Archoruithes . . Sottoriusv: Archaeopterygiforiiies. Stirpe Arehaeopteryges Famiglia Arehaeopterygidae II. - Sottoclasse ORNITHURAE Ordine Struthiornithes . . . Rheornithes Hyppalectryoruithes Sottordine Struthioniformes . Rheiformes .... Casuari ifornies . . Sottordine intermedio : Aepyornithiforuies Sottordine intermedio : Palamedeiformes . [ Anserifonnes . . . Pelargornithes Podicipitiformes. Stirpe Famiglia Struthiones Struthionidae Rheae Rbeidae Casuarii Dromaeidae, Casuarii- dae, Dromornithidae Aepyornithes Aepyornithidae I'ahuuedeae Palaniedeidae \ Gastornithes Gastormtbidae / Anseres o Lamelliiostiea Anatidae Eualiornithes Enaliornithidae Hesperornitlics .... Hesperornithidae r, , u t> t . ^ Colvmbidae Colymbo-Podioipites j Po/ioipiaidae (') Untersuchungeii zur Morphologie unti Sistematila der V'ùgel, Amsterdam (ISs^i. (-) Nature, Voi. XXXIX, pp. 150-152, 177-181 (die. 1888). ATI.ASTK OKNITQ] i".l( il 1(11 Ordine Classe AVES (Continua). I. - Sottoclasse SAURUKAF. (Contìnua). SOTTOR DI N E S l 1 1 : P E Phoenicopteri Polargomithes - Ciconiil'ormee (Continua) Sottordine intermedio : Procellariiformes . Sottordine intermedio : Aotenodytiformes . Sottordine intermedio : Ichtliyornithiforme Charadriornithes .... Charadriiformes. (Aegialornithesi Sottordine intermedio : Gruilbrnies Sottordine intermedio : Ralliformes Pelargo-Herodii. Accipitres //( merohaì pages, Pelar- gokarpages) Steganopodes . Famiglia Palaeodidae Phoenicopteridae Plataleidae o Hemiglot- tides Ciconiidae o Pelargi Scopidae Ardeidae o Herodii Balaenicipitidae Gypogeranidae Cathartidae Gypo-Falcouidar Phaetontidae Phalaoroeoracidne Pelecanidae Fregatidae Prooellariae o Tubinares Procellariidae Aptenodytes o Impeunes Aptenodytidae Ichthyornites \ Iclithyornithidao ) Apatoruithidae Chara- drii Laro-Limicolae . l'arrae Otides. Enrypygae Grues. . . ( Charadriidae ' Glareolidae ( Dromadidae Cbionididae Laridae Aleidae Thiuoeoridae Parridae l Oedicnemidae / Otididae i Enrypygidae } Rhiuochetidae ( Aptoruithidae i Gruidae i Fulicariae. Hemipodii ! Alectorornitbos (G'hameornithesi Apterygiformes Apteryges Crypturiformes Crypturi . Gallitbrmes Gallidae Opisthocomidae < Psophiidae f Cariainidae Heliornithidae Kallidae \ Mesitidae ; Hemipodiidar ) Apterygidae / Dinornithidar Cryptnridae ÌMegapodiidae Cracidae Gallidae o Alec- tiinipodes 102 ATLANTE ORNITOLOGICO Ordine Sottobdink Sottordine intermedio : Coliimbiformea . . Stirpe Sottordine intermedio : Psittaciformes. I Pterocletes J Colnmbae . Famiglia PtcToclidae l'sittaci ÌDididae Colninbidai Psittacidae Coracornithes . . . . (Venflrornilhes) Coccygiformes Coccyges \ MMophagidae • ° j Cnoulidae Stirpe intermedia.: Galbulae Pieo-Passeres , Pico-Passeri f brmes . Makrochires. [ Colii .... Stirpe intermedia: I Bucconidae ) Galbulidae Capi fon idae Rharaphasti- Pici . . ì dae ! Indicatoridae Picidae l Pseudoscines Passeres ! Passeridae o ( Passeres \ Cypselidae / Trochilidae Coliidao Halcyonifbrmes . Trogone» Trogonidae Halcyones ) Halcyonidae ) Alcedmidae Bncerotes J Dpnpidae I micerotidae Meropes Meropidae Stirpe intermedia: Todi Coraciiformes . \ Momotidae / Todidae \ Coraciidae ) Leptosomidae l Caprimulgidae , . . I Steatornithidae ( Podargidae Striges Strigìdae ( 'oraria» Caprimulgi . ATLANTE ORNITOLOGICO in:; E finalmente qui offro la classificazione proposta per la Classe Aves dallo Sharpe nel 1891 (' sottoclassi: I. Sauroxae li. Eatitae III. C'arinatae OKI 'INI I. ArcbaeopterygesfFos- sile) II. Rheiformes Neotro- pica) III. StruthioniformesfE tiopica) IV. Casuariit'ormes (Au- stralasiana) V. Apterygif'oriues (Au- stralasiana) VI. Crypturiformes VII. Gallii'orines VIII. Columbil'onnes (Cosmopolita) IX. Opistbocomit'urincs (Neotropicii i X. Ralliformes (Cosmo- polita) XI. Heliornitbifomies (Neo tropica) XII. Podicipcdiformes (Cosmopolita) XIII. Colymbiforrnes (Artico o sub-Artico) XIV. Sphonisciformes XV. Procellariiformes (Cosmopolita; Pela- gico) XVI. Alciformes (Cir- cumpolare) XVII. Laril'ormes sul TOKDINE I. Dromeae II. Casuarii III. Apteryges IV. Tinami (Neotropica) V. Megapodii (Austra- l asiana e Indo-Malese) VI. Craces(Neotropiea) VII. Phasiani VIII. Hemipodii (Parti sub-temperate e tro- picali del Mondo An- tico) IX. Pterocletes (Parti sub -tropicali delle Regioni Paleartica , Indiana ed Etiopica) X. Geophapes (Austra- lasiana) XI. Columbae XII. Didi XIII. Opistbocomi XIV. Halli XV. Heliomithes XVI. Podicipedides XVII. Colymbi XVIII. Impennes XIX. Tubinares XX. Alcae XXI. Lari (Cosmopo- lita) SEZIONE FAMIGLIA 1. Pbasiauidae (Palear- tica e Indiana) 2. Tetraonidae (Palear- tica e Neartiea) 3. Perdicidae (Cosmo- polita) 4. Numididae (Etiopica) 5. Meleagridae (Near- tiea e Neotropica) Turuicidao Opisthocomidae 1. Gallinnlidae 2. Kallidae 3. Ortygometridae 4. Podicae Heliornithidae Podicipedidae Colymbidae Aptenodytidae 1. Diomedeidae - 2. Pro- cellariidae - 3. Pele- canoidae Alcidae 1. Stercorariidae 2. Laridae SOTTOFAMIGLIA l.ariuae Sterninae Rhynchopinac I1) Vlaseit. Birdt | L891). 104 ATLANTE ORNITOLOGICO SOTTOCLASSE ORDINE XVIII. Cbaradriiformes (Cosmopolita) XIX. Gruitbrmes XX. Pelargiformes XXI. Phoenicopterifor- mes (Parti temperate e tropicali di ambe- due gli Emisferi) XXII. An 8eriformes(Co- smopolita) XXIII. Peleeanii'ormes ( losmopolita) SOTTORDINE XXII. Dromades (Etio- pica e Indiana] XXIII. Chionides (An- tartico) XXIV. Attagides (Neo- tropica) XXV. Charadrii (Co- smopolita) XXVI. Glareolae (Etio- pica ; Mediterraneo- Persica; Indiana e Australiana) XXVII. Cursorii (Etio- pica; Mediterraueo- Persica; Indiana) XXVIII. Parrae (Neo- tropica ; Etiopica ; Indiana; Australiana) XXIX. Oedicnemi (Qua- si Cosmopolita) X XX . Otides ( Parti tem- perate e tropicali del Mondo Antico) XXXI. Grues (Quasi Cosmopolita , però mancante nella Re- gione Neotropica) XXXII. Arami (Neo- tropica) XXXIII. Rbinochetides (Confinato alla Nuo- va Caledonia) XXXIV. Mesitides (Con- finato al Madagascar) XXXV. Eurypygae (Neotropica) XXXVI. Psophiae(Neo- tropica) XXXVII. Dicholophi (Neotropico) XXXVIIII.Ardeae(Co- smopolita) XXXIX. Ciconii (Quasi Cosmopolita) XL. Balaenicipitides (Etiopica) XLI. Scopi (Etiopica) XLII. Plataleae (Co- smopolita) XLIII. Phoeuicopteri XLIV. Anseres XLV. Palamedeael Neo- tropico) XLVI. PhaSthontes SEZIONE FAMIGLIA SOTTOFAMIGLIA Droniadidae Cbiouididae 1. Attagidae 2. Thiuocoridae 1. Haematopodidae 2. Charadriidae 3. Scolopacid; e 1. Plataloidae 1. Ibididae 1. Cnemiornitbidae 2. Anseranatidae 3. Plectroptoridae I . Anatidae Auhimidae Phaetontidae Anserinae Cygninae Anatinae Mergiuae \ i i \M i ORNI rOLOGICO 105 rTOCLASSE OKDINE XXIV. Catbartidiformes Neoge; XXV. Xecipitriformes XXVI. CoraciiformeB XXVII. Trogones (Neo- tropica ; Indiana ; E- li"!' XXVIII. Cocoyges X.XI.X. Psittaciformos Si 'i n >i:i>i\r, XI. VII. Sulae XLVIII. Pbalacroco- races XLIX. Pelacani L. Fresati 1,1. Pseudogrypbi 1.1 1. Serpentari i i Etio- pica) LUI. Accipitres (Co- smopolita l.l\'. Pandionea Quasi Cosmopolita l,V. Striges (I losmopo- lita) LVI. Steatornithes (Neotropica) LVII. Podargi (Austra- lasiana) LVIII. Leptosomati (Lemuriano) 1.1 X. Coraciae (Paleo- geno) LX. Halcyones (( ìosmo- polita) LXI. Bucerotes (Etio- pica; Indiana; Au- stro-Malese LXII. Upupae (Palear- tica ; indiana ; Etio- pica i LXIII. Meropes (Paleo geno) 1.X1V. Momoti (Neo- tropica I.XY. Todi (Antille LXVI. Caprimulgi : Qua- si Cosmopolita l.XVll. Cypseli (Co- smopolita) LXIII. Trqohili (Neo- geno) LXIX. Colii (Etiopica) LXX. Muaophagi I Etio- pica) LXXI, Cuculi L.X.Xll. Psittaoi SEZIONE FAMIGLI \ SOTTOFAMIGLIA Sulidae l 'nalacrocoracidae Plotidai l 'elei lao Fregatidae I Mari tem- pri iti e tropicali ili ambedue gli Emi- sferi) Cathartidae 1. Vulturidae Mediter- raneo-Persica ; Etio- pica ; Indiana) 2. Falconidae 1. Bubonidae 2. Strigidae 1. Nyctibiidae 2. Caprimnlgidae Polyborinae Accipitrinae Buteoninae Aquilina* Falconinae 1. Nestoridae 2, Loriidae 3. ( iyclopaittaoidae i. i lacatuidae 5. Psittacidae 6. Stringopidae Atlante ornitologico. Tallo I. 106 Al I. VNTE ORNITI ILOGK I I SOTTOI LASSI) ukuim: -( ITTI >KDINE XXX. Scansorea XXXI. Picifonues XXXII. Eurylaemi (In- diana e Austro-Ma- XX.VIII. Menurae (Au- straliana XNX1V. Passeriformes (< losmopolita) LXXIII. Rhamphasti- des (Ncotropiea) l.\ \ I V. Capitonea Neo- tropica; Ktiopica ;In- diana) I.XW. Indicatori-* (E- tiopica; Indiana) LXXVI. Pici (Cosmo- polita, ma è mancan- te nelle Regioni Au- straliane) I. XXVII. r.nccones(Neo- tropica) LXXVIII. Galbulae i Neotropica) SEZIONE A. i Iscinea B. Oligomyodae C. Tracheopho uae D. Atriohiidae FAMIGLIA l , ( in \ idae - 2. Para- diseidae - :). Ptilono- rhynchidae - 1. Stur- nidae - 5. Eulabeti dae - li. Euryceroti- dae - 7. Dicruridae -8. Òriolidae -9. Ic- teridae - 10. Plocei- dae - 11 . Tanagridae - 12. Coerebidae- 13. Fringillidae - 11. A — land idae - 15. Mota- cillidae - 16. Mnio- tiltidae - 17. < Vrtliii- il.ir - 18. Meliphagi- dae - 19. Neetarinii- dae - 20. Dicaeidae - l'I . Zosteropidae - 22. Paridae - 23. Re- gulidae - 24. Lanii- dae - 25. Artamidae - 26. impelidae- 27. Vireonidae - 28. Syl- viidae - 29. Turdidae - 30. Cinclidae - 81. Troglodytidae - 32. Mimidae - :ì;>. Time- liidae -34. Pycnono- tidae - 35. Campo- phagidae - :>(i. Mu- scicapidae - :>7. Hi- rundinidae. 1 . Tyrannidae-2. < >xj - rbampbidae - 3. Pi- pridae - I . Cotingi- dae - 5. Phytotomi- dae-6, Philepittidae -7. l'illiilae - 8. Xe- niscidae 1. Dendrocolaptidae 2. Forniicariiilae :s. Pteroptochidae SOTTOFAMIGLIA ATI.AMI ■•RMIoI.OGICO HIT Lo Sliarpe, ì t ■ an recentissimo lavoro (') non ancora compiuto, ha modificato un po' tale classificazione elevando qualche sottordine a ordine, ma le l>asi sono sempre le stesse. La Classificazione qui citata è certamente
  • precoci etc. Infatti si nomina spesso il palato egi cognato (*), saurognato | . schizognato i | e desmognato le narici scliizoi inali | i ed nlorinali I i e molti altri termini osteologi ed anatomici, che trovano spiegazioni Dei testi speciali. Non posso lasciare sotto silenzio la grandiosa opera del Catalogo degli Uccelli del Museo 1 "> i i - tannico, ma siccome essa fu compilala da molti Auioii [Shai-pe, Sclater, Gadow, 8alvadort. Hargitt, Ogilvie-Grant, Saunders), così la Clas- sificazione, che ne risulta, non è opera di uno solo e non è animata dallo stesso spinto. Degli Italiani citerò i lavori faunistici gene- rali del Prof. Ciglioli e del Conte Salvadori. Il primo n ha così divisi gli Uccelli, in un libro (dio tratta però la zoologia in tesi ge- nerale. ORDINE SOTTORDINE TRIBi FAMIGLIA GENERE ì Sanrnrae Archaeopteryx t Odontotorinae Ichtbyornis Baptornis Apatornis i tdontolcae 1 [esperornis Eatitae Struthionidae Rheidae Dromaeidae t Dinornithidae 1 Aepyornithidae Apterygidae Strinino Rhea I iroraaeus ( 'asnai ni- 1 liiinrnis Palapterj s Aepyornis Aptci\ \ t Megalaptoryx Carinatae 1 Iromaeognathae < r> pt uri rinamomorphae Tinaiuidao Tinamus Scbizognathae [mpennes Spheniscomorpbae I'\ gopodes Spheniscidae SpllCIlisCIIS Aptenod] ics t Colymboides Cecomorphae, pt. Podicipedidae (oh mbidae Alcidae Podiceps Colymbus i Alca Utamannia l 'ratercula Tubinares Procellariidae Pelecanoides ( 'ecomorphae, pi. l'iltlinus Procellaria Thalassidi a i iceanites Oeatrelata (') Hand-list of ti, Bi I ' voi. London, 1899-1902 In eorso di stampa). ato, cenando i proci o palatini sono liberi eil il vomere è troncato sul davanti, come la modi- Reazione dell'osso del palato noi Passeracei, negli Eurylaemi etc. nato, quando il vomere consta «li due parti laterali, come la modificazione dell'osso del palato dei Picchi. i , Palato ìehizognato, quando i processi mascello.palatini sono separati «tu una fenditura «lei lelli ed il vo- tii«i«' terminano in punta anteriormente, come la modificazione dell'osso del palato nei Gallinacei, Pivieri, Gabbiani eto. ^ ) /'.//. ito dosmognata, quando i processi mascello'palatlni sono uniti nel centro, direttament 1 indirettamente -il il vomere è talora rudimentale o inolio piccolo, come la modificazione dell'osso del palato nei Bapaoi, Pappagalli, ^u \ rinati, quando le ossa nasali sono ù**t' profondamante, come ai i Pappagalli, Piccioni etc. i i Varici '■ rinati, quando le ossa nasali sono riunite assieme o leggermente Borente, come nelle Galline, Pi {*) Zoologia, U. pag. 59-110 (1886). Le divisioni ohe non sono precedute da alcuna ossei ■ anere famiglie, lineile precedute ila a, b, eie. sezioni. L08 \ ri imi ORKITOLOGICO ORDINE SOTTORDINE 1 RIBÙ FAMIGLIA GENERE l'ricm ] >iomedea ( !a\ iao Stercorari idae Lestris ( tecomorphae, ]>i . i Laridae Sternidae l.arns Rissa i ielastes l 'bcoocephalus Sylochelidon Tbalasseus Gelocbelidoo Onychoprion Sterna Sternula 1 [j drochelidon Rhynchops Limicolae ( llareolidao ( ìlareola il iharadriomorpbae) Scolopacidae Thinocoridae Chionididae Charadriidae Parridae < ledicnemidae Numenius Limosa Scolopax Gallinago , Terekia, Totanns, Actites, Bartrainia, Calidris, Machaetes, Tringa, Actodro- mas. Pelidua, Limicola, Pha- laropus, Himantopus, Recur- virostra Attagis Cbionis Haematopus, Strepsilas, Vanel- lus, Hoplopterus, Cbettusia, Aegialites, Eudromias, Squa- tarola, Cbaradrius, ( ursorius l'arra < ledicnemus Alectorides Otidae otis. Houbara (Geranomorphae) Cariamidae Psophidae Gruidae Eurypygidae Aramidae Cariama Psophia Grns, Autbropoides Eurypyga Aranius Fulicariae Rallidae i Gypsornis, f Aphanapteryx, li ìeranomorphae. pt.) Heliornitbidae Rallus, Ortygometra, Cres, Gallinola, Efydrornia, Por- phyrio, Notornis, | Leguatia, Fnlica Heliornis 1 [emipodii Turnicidae Turili \ Turnicimorphae) Opiathocomi < Ipistll Hlli(l:l<> < Ipisthocomns i Heteromorphae) < ìallinae Cracidae Penelope, i ireopbasis, ( Iras Alectoroniorphae) Megapodidae Phasianidae Meleagridae Numididae Perdicididae Tetraonidae Megapodins, Talegallus l'iiasianns, PaVO, (Ialina, Meleagris Numida r.ilaoorlvx, | Palaeoperdis, Francolinus, Perdix, starna. Coturnis Tetrao, Lyrurus, Bonasa, La- gopus l'trrorli-ti'S Pteroclidae Pterocles i Pteroclomorphae) Syrrbaptes ( iolnmbae < lolumbidae Columba, Tnrtur 1 Peristeromorphael Carpophagidae ( ìouridae 1 lidunculidae ( larpophaga, Treron Goura 1 lidlllll'lllllS mi w 1 1. oimi roLOGii M 109 OEDINE 801 CORDINE I '■ smognatbae TRIBÙ Anseres Cbonomorphae, ;>i. Palamedeae (Chenomorphae, pi. < >dontoglosaae i Amphimorpbae Kerodiones (Pelargomorphae) Steganopodes (Dyspoiomorpbae) Accipitrea i Aetomorphae, pt.) Striges (Aetomorpbae, pi. Paittaci Psi1 tacomorphae) Anisodactylae ( loccygomorpbae, ;//. i l' AMl'.l.l A i Dididae ttomitbidao Anaeridae Anatidae Mergidac < lygnidae Palamedeidae Phoouicopteridae Plataleidae Ibidae I iconiidae Ardeidae Plotidae I >\ sporidae Pbalacrocoiacidae Pelecanidae Pbaetbontidae Fregatidae Serpentariidae l 'atbartidae Vnltnridae Falconidae Bubonidae Strigidae Stringopidae Palaeornithidae Cacatuidae Paittacidae Steatornithidao Podargidae Leptosomidae ( loraciidae Todidae Momotidae Meropidae Irrisi. liil.id l pnpidae GENERE Didns, Pòzopbapa a nia A 1 1 -< i anas, ( !< 1 1 . .|i-i -■ . Bernicla, Ans< i- ca, Tadorna, Anas, Chan- Irlasinns. Spalili;!. Dalila. Mareca, Marmaronotta, Quer- quedula, ( !j anopterua, l-'uli- gnla, Pulix, Bucepbala, Ha- relda, < lidemia, Somati i ia Erismatura Morgue, Mergellua i osco: oba i | gnus Palamedea, Chauna f Palaelodus, f Agnopterns, Phoenicoptcì ns Platalea 'li g .IN. Tantalus i iconia Nycticorax, Botanms, Ardetta, Ardeola, Bubulcus, Egretta, Axdea, Cancroma, Balaeni- ceps PlotllS Pelagornis, Siila Microcarbo, Phalacrocorax Pclei'anus Phaethon Fregata Serpentarina Sarcorhamphns Neopbron, Gyps, \'nlinr, Gy- paetus 1 ircaetua . Nisaetua , Aquila , llali.irtns. Archibuteo, Bnteo, Pernia, Milvns. Cerchneis, Erythropns . Hypotriorcbis , Falco. Gennaja, Astar, Ac- cipiter, Circns, Pandion j Palaeociicus I'hiIi". Asio, Scopa, Athene, Glancidium, Nyctala, Syr- niiiiii. Surnia Strix Stringops Palaeoruis, Dorina-, Trichoglos sns. Eelectus, Melopsittacua, Eupbema, Pezoporus, Aga- pornis Cacatua. Calyptorhynohna, Mi oioglosaa, Calopsitta Platyeercus, Paephotea, Psitta- cnla, Coracopsis, Paittacna, Nestor, Ara. < 'onrjrrjs, ( liry- sotis Steatornis Podargns Leptosomna i loracias Todns Momotns Werops Irrisor Laurillardia 110 ATLANTE OKNITOI.IN UCO ORDINE SOTTORDINE Saurognatbae TRI HI' Fleterodactylae (Coccygoraorphae,jjt. Zygodactylae (Coccygomorpbae, pi. Coccyges (Coccj gomoiphae,j>t. Pici l 'eleomorpbae Macrochires (( \ aelomorphac) Pasaeres (Coracomorphae) FAMIGLIA Bucerotidae Aleedinidae Trogonidae Galbulidae Bucconidae Rhamphaatidao Capitonidae [udicatoridae ( luculidae Miisiipliagidar Picidae Iyngidae Caprimulgidae Cypselidae Trochilidae Hinmdinidao (') Muscicapidae i Laniidae Ampelidao Vireonidae Mniotiltidae Chaniaeadae Aegithinidae < (riolidae Ptilonorhynchidae Artamidae Dicinridae Certhiidae Sitti dae Paridae \ccentoridae Eupetidae Cinclidae Tronglodytidae I >r\'I ridai- Pycnonotidae Sylviidae Xnrdidae GENERE Upupa ;' i ( irj ptornis Buceros, Bucorvua Alrrdu Trogoli, 1 [arpactea Calurus (.alluda Bucco Rbampbaatoa, Pterogloaaua .' Homalopu8,Pogonorhyncbu3, Megalaima, Capito, Indicator Cnculus, Coccyatea, Coccyzna, Centropua, Crotophaga, Sau- rotbera, Coua, Pboenicopbaua ffNecrornis.Turacus,Mu8ophaga Dryocopu8 , Piena, Picoidoa, Geciuus, Picumnua Iynx Nyetibius, Caprimulgus, l'o- da ger Cypselus, Collocalia, Chaetura Pbaethoinia, Troohilus, Oreo- trocbilus, Polytmua, Topaza, Docimaatea, Saphos Hirundo, Cbelidon, Olivicola, ( 'utile Muscicapa, Erytbrosterna, Un- tali* Laniiis Ampelia Vireo Mniotilta Cbamaea Lciotbrix, Timalia Oriolua Clamydera, Amblyomis Artamua Diernrus, Irena, Certhia, Tichodroma Sitta :'| Palaegithalua, Lopbopbanea, P àie, Cyaniates, Parus, Panurus, Acredula, Aegitba- lus, Regulus Accento! Eupetea Cinclus Troglodytea Ciaticola l'\ 'cnonotua , Phyllornis, Po- raatorhinua, Garrulax Cettia, Potamodus, Locuatella, Luaciniola . Calamodua, A- crocepbalus,Hypolais,Phyllo- scopus, Agrobates, Melizo- philua, Pyrophtalma, Curru- ca, Sylvia Pratincola, Ruticìlla, Neraura, Cyanecula, Eritacue, Oreo- i a 0sciNK8 (Acromyody 1. Lutirostres. (-) 2. Dentirostrea (lutto le famiglie Ikro al N\ :; i b! di Beguito). \ I I \N TI. ORNI ["OLI li 111 ORDINE SOTTORDINE TKir.i FAMIGLIA GENERI ciurla. Tnrdus, Menila, Mon- ocola, 1 iromolaea, Saxicola Motacillidae Calobatee, Motaeilla, Bud Ambii*, Corydalla Alaudidae (') i ìalerita, Alauda, A tmanes, ( lalandrella, < itocorj 8, i'alla- sia. Melanocorypha Kinlpcrìziilac Calcarius, Emberiza. Miliaria, Passerina Fringillidae Loxia, Pinicola, Pj rrhnla, Ery- throspiza, Carpodacus, Ae- giothus, Cannabina, Serinns, ( laxduelis, < Ihrysomitris, < 'hlo- roptila, Ligurinus, C so- thraustes, Passer, Petronia. Montifcingilla, Fringilla Ploceidae Plocena TaDagridae Callisto [cteridae Cacicus, Vgelaeus, Quiscalus sturiiiil:i.' | Fregilupus, Falculia, Juida, Euryceros, Bnphaga, Stnr- iins. Pastoi Paradiseidae Xantbomelus, Ma sodia, Pa- radisea, Epimacus Corvidae FxegihlS, l'yrrl ura\. Garru- lus, l'ira. Nucifraga, Lycos, Corvus Promeropidae Neotarinia, Promerops, Dre- panis ( loerebidae i loi reba, Certbiola Meliphagidae Myzomela, Meliphaga, Zoste- rops Pittidae (l) Pitta, Philepitta Oxyrbamphidae i ixyrhampbus Tyrannidac Tyrannns, Muscisaxicola Pipridae Pipra ( lotingidae Tityra, Rupicola, 1 loi inga, 1 >•- phalopterus Phytotomidae l'bytotoma Eurylaemidae Eurylat'inus, ( 'alyptomoua Dendrocolaptidae (6) Geositta, Furnarius, Synallaxis 1 lendrocolaptee Formicariidae Thamnophilus , Formicn ora . Grallaria Pteioptocbidae Scytalopus, Pteroptochus, Trip- fcorhinus Atriohiidae (°) Atrichia Menuridae Menura, fOrthonys {') 3. Conirostres. (-) 4. Oultirostres. ( ■) .">. Tenuirostres. O hi Oligomyodae ' Mcsomyodi, pt.). (i e) T&acheophonae (Mesomyodi, pt.). ('■) d) Pai ìi Ines. DI- ATI.AVI E 0RNIT01 OGK 0 Il Giglioli seguì la sua elaborata classifica- zione anche nei susseguenti lavori che riguar- dano l'Ornitologia italiana ('), beninteso occu- pandosi dei gruppi del nostro paese. 11 Conte Salvadori nel suo ottimo Elenco (:') ha diviso nel seguente modo gli Uccelli Ita- liani : ORDINE SOTTORDINE SEZIONE FAMIGLIA SOTTOFAMIGLIA GENERE Accipitres Vccipitres diurni Vulturidae Gypaetidac Falconidae Vultur,( >togyps, Gyps, Neo- phron ( .\ paetus aquila, Hieraetus, Nisae- tns. Ilaliaetiis. Pandion, ( iircaetus, Archibuteo, Un- ti... Pernia, Milvus, Ela- nuH, Astnr. Accipiter, Mi- cronisua, < ìennaja, Palco, Aeaalon . 1 [ypotriorcliis . Erythropu8, Tinnunculus, ( 'Il VHS Àccipitres noc- Strigidae Stris turni Asionidae Svin inni . Surnia, Nyctala, ( ìarino,Glaucidium, Bubo, Aaio, Scop8 Picariae Zygodactj lae Picidae Gecinua, Picus, Dendroco- pus, Picoidea, Jynx ( 'uculidae Cuculila, ( ìoccj atea, t loccj - /US Anisodactylae ( 'oraci idae Meropidae \ Icedinidae 1 Fpupidae ( loraciaa Meropa Alcedo, Ceryle Upupa Hiautes ( ìaprimulgidae i !j pselidae Caprimulgus ( lypaelus Passeres ( lacinea i isciuos latiro- 8trea liirundinidae Muacicapidae Ampelidae Cheli don, Hiruudo, Biblis, Cotile Muacicapa, Ficedula, Ery- throaterna Ampelia i lacinea dentiro- Laniidae Laniua strea e lacinea acutiro- l'aridae Regulua, Aegitbalus, l'a- atrea Sittidae uurua, Acredula, l'ani*. Lophophanos Sitta i iscines curviro- Certhiid i Tichodroma, Certhia atrea ( lacinea aubuli- Troglodytidae Troglodj tea rostrea ( linclidae ( 'llirlns Turdidae Acceutoriuae Turdinae Syh iinae Accentor Tui'iliis. i ireocincla, Turdu- lus, .Menila, Montieola . 1 iromolaea, Saxicola, Pra- line. .Li. Ruticilla, Cyane- eula. Calliopi' , Iantina , 1 i'i oacus, | .iisriiiia Sylvia, MelizophiluB, Pli.vl- loscopus, Hypolals, Acro- cophalus. Potamodus, Lo- cnsiclla, < lalamodua, Lu- sciniola, Cettia, Aedon ( ) i "'.. Ttal. 1886 .■ Pubi ( ) Elenco l'ec. Itul. 1887. Oì nitologioo Italiano otc. V I I AMI ORNI l"l "'.I' " 113 ORDINE SOTTORDINE SEZIONE 1 WIKU.IA SOI rOFAMIGLIA GENERE < ìistioolinae i liaticola Motacillidae Motacilla, Budj tea, Antboa i iNfiiips amtelli- Alaodidae Alauda. Lulliila, (aderita. plantarea ( Calandrella , Pterocorj ». Melanocorj pha, < Itocorya, Ammomanea , Alaemon , Certliilanda i isciues coniro- 1 i ingillidae Emberizinae l'I i-i't rupi lai ns. Plectrophe- strea nax. Enspiza , Miliana, 1. udienza Fringillinae Passer, Petronia, Cocoo- thianatea, Montifringilla, l'ri umilia, Liguri mis,( 'libi- le >l itila. Cbry som i tris, Car- dnelis, Scrinila, Canmt- iiina. Aegiothoa Loxiinae Pyrrhnla, Bucanetea, Car- podacua, Pinicola, Loxia ( laoinea cultiro- [cteiidae Lgelaena Btrea Sturnidae i iriolidae < 'orvidae Stornila, Pastor Oriolna P.vrrbocorax, Corvua, C'o- loena , Nooifraga, Pica. Garrnlua Colombaie Columbidae Colomba; Tortor Gal li mie Pteroclidae Phaaianidae Tetraonidae Perdicidae Syrrhaptee, Pteroclea Pbaaianua Lagopna, LJrogalIua,Tetrao, Bonasa Francolino», Caccabia. Per- dix, Cut unii x Grallatorea l.imicolae < nididae Glareolidae 1 'liaradriidae Scolopacidae l Hi», Hoiiliara Glareola, Cnrsoriiia Oedicnemna, Vanellria, Ho- ploptrrns. CI iettasi a. Scpia- tarola, Cliaradrina. Eudro- miaa, Aejjialitis. Strepai- las, Haematopua Kecurviroatra,Himautopua, Lobipe9, Phalaropua, Ca- lidris, Limicola, Arqua- tella, Aucylocbeilua, Pe- lidua, Actodromaa, Trin- ca, Machetea, Bartramia, Tringoidea , Bymphemia, Helodroinas, Totaniia.Te- rckia, Limoaa, Kunienius, Sc'olopax, Galliuago, I.ini- nocryptea l'ulicariae Rallidae Palina, C'rex, Porzana, Gal- linola, Jooocicca , Por- phyrio, Eolica Alectoridea Gruidae Gnia, Autbropoidea, Balea- rica Herodionea Ardeidae Ciconiidae Ibididae Anlea, Eerodiaa, Bnbnlous, Ardeola. Ardetta, liotan- rns, Nyotioorax Ciconia, Leptoptiloa Plegadia, Platalea Phoeuicopteri Phoenicopteridao Phoenicopteriis Ari aerea Lamelliroatrea Lnatidae Chènalopex, Anaer, Branta, Cygniis . 1 teiidrory ona . Tadorna, Casarca. Anaa, Chanlelaaiiuta , Mareoa , Datila, Spatula, Qoerqoe- Atlante ornitologico, — Parte I. 15 in \ l I INTE ORSITOl.OfilCO ORDINE SOTTORDINE SEZIONI'. FAMIGLIA SOTTOFAMIGLIA GENERE dilla, Marmaionetta, l'ai lichen, Nyroca, Euligula, Aetbyia, Clangala, llarel- da, Sninati-na, Oedemia, Erisimi! ara . Mergellns , Mergus Steganopodes Polecanidae Phalacrocorax, Microoarbo, Pelecanus, Siila Lougipennes Laridae Sterni nae Larinao Stercorariinae Thalassens, Actochelidon . Sicilia, Sternuta, Onycho- prion, Gelochelidon, Hy- drochelidon Ailflariis , Hydrocolaeua , Gelastes, Larus, Rissa Megalestris, Stercorariiis Tubinares Procellariidae Piiftinus, Procellaria, Cy- mochorea, Oceanites Pygopodes Alcidae Colymbidae Podicipedidae Fratercula, Alca, Loinvia Colymbus Aechmopborns, Podivipes, Tacbybaptes Tale classificazione mentre ha il pregio di essere consona all'attuale stato scientifico, si presenta molto semplice ; io ammetto elio per un lavoro eon speciali intenti anatomici ed osteo- logie] siano preferibili classificazioni stretta- mente basate sull'interna struttura degli re- celli, ma per lavori d" indole generale e direi quasi popolare o ohe illustrano Avifaune locali quella del Conte Salvadori è di ginn lunga ottima e preferibile per chiarezza e semplicità. Ed è perciò che io l'adottai in questo la- voro nelle sue grandi linee con lievi modifi- cazioni riguardo le famiglie e le sottofamiglie, ma tenendo fermi i sette ordini fondamentali e, senza qui riprodurre lo schema, rimando il lettore all'Indice Sistematico, ove il sistema è del tutto sviluppato. Gli Autori italiani tro- veranno che non tutti i nomi da me adottati sono eguali a quelli adoperati dai nostri due migliori Ornitologi; ho sempre cercato di usare il nome che godeva la priorità e, se tal- volta avrò errato, ciò de\esi attribuire alle enormi difficoltà che si incontrano nello stabi- lirla esattamente, ma non all'abbandono di ciò che ogni Autore ha obbligo di scrupolosamente osservare — la legge di priorità — . prendendo come punto di partenza la X edizione del Systema Naturae di Linneo (175S) e scegliendo Autori costantemente binomiualisti ; come è noto, pei nomi generici si scelgono anche quelli di Au- tori non costantemente binominalisti , quali il Brisson. Quando però tali nomi erano diffe- renti da quelli adoperati nelle opere del Giglioli e del Salvadori, li citai sotto quello da me usalo chiudendoli tra parentesi, così i lettori potranno facilmente comprendere di quale uc- cello volevo parlare; nell'Elenco Sistematico poi dopo ogni singolo nome collocai quello del- l'Autore die per primo ebbe a stabilirlo e l'anno nel quale ciò avvenne. Come di leggeri si com- prende per l'indole del mio lavoro io non avrei potuto arricchirlo, come sarebbe slato mio vivo desiderio, di una estesa sinonimia, delle diciture dialettali e di quelle delle lingue più note od estendermi soverchiamente sulle diagnosi, sui dati della distribuzione geografica ete., perchè a tale scopo non sarebbe stato sufficiente un solo volume, come desiderava il nostro editore, ma un'opera di grande mole e quindi di costo rile- vante, ciò die avrebbe svisato l'intento cui si mirava da entrambe le parti. Pei nomi geo- grafici mi sono attenuto alle diciture Italiane dell'Atlante di Habenicht ('). pelle abbrevia- zioni dei nomi degli Autori alla Lisia pubblicata dal Museo di Berlino ( ) e per quelli degli IV- celli Americani alla Lisia edita dall' Unione Ornitologica Americana ('). t'f Habeiilclit, E., Atlante tateoAUe^ Gotha o TorÌDO, luuo. 'i Liste Autor, Zool. Art. dati. 2 ni. Musco »li Bertiiio, 6. i i Inter, 'hit. Un. Check List. - <>iii che superflua, dannosa. Ila nozioni utili sulle malattie, sugli usi, sui nutrimenti, aggiunge particolarità inutili sulle ispirazioni elio fornirono ai poeti, varie citazioni dei passi degli autori, ch'egli addine per qualunque ragione ne abbiano molto o j>oco parlato, ar- ricchisce la sua opera di tavole generalmente scorrette. Se non si può negargli coscienza, bisogna del pari confessare che non ha reso alla zoologia i servizi che prestò alla botanica, pose le fila di un immenso ordito, lasciando ai posteri il pensiero della tessitura, lìeneviso. colmato di onori, la morte lo colse non ancora compito il decimo lustro di età, e fu degno suggello di una vita attivissima spesa pel bene altrui. Avea combattuto accanitamente la pe- stilenza che afflisse la sua patria, prestandovi la sua coscienza e la sua persona; ma in capo a due anni ne rimase affetto egli stesso. Ac- cortosene volle essere trasportato nel suo stu- dio e là neir assettare i suoi libri soccombette. Corrado Gesner è vantato il Plinio della Ger- mania — a buon diritto! Entrambi oltrepas- sarono la sfera dell'umana capacità nell'ideare il progetto, entrambi sviarono nell'esecuzione. ALDROVANDI (1522-1605). Come il peregrino che s? imbatte in persona del proprio paese, che dopo lungo spazio di tempo risente il desiderato suono della patria favella, ad una eguale compiacenza si schiude il mio animo oggi, che nel rifare il cammino precorso dai grandi naturalisti antichi m' in- contro in un nostro Italiano: l' Aldrovandi. Spero che non verrò tacciato d'esagerazione, se asserisco che le opere lasciatili da questo Sommo valgono a rassodarci nell'opinione, che quando sorge un Genio nella nostra terra la sua azione è arditamente spiccata cos'i da pre- cipitare l'avanzamento della scienza o dell'aite a cui si consacrò. L'epoca, sulla quale richiamo la vostra attenzione, è una certo delle più splendide del nostro passato, il secolo di Leone X, allora che i Municipi] Italiani, go- \ il mintisi col reggimento della vera libertà, Com- battevano la lotta generosa del progresso. Quanto tesoro di luminose memorie, quale esempio im- ponente pei posieii! Perdonate questa digres- sione, i'lie un giusto orgoglio Ila originalo. Bologna ha il vanto ili essere siala pallia ad llisse Aldrovandi. Vi nacque da illustre famiglia nella prima mela del secolo XVI (1522). l'i un carattere si latamente vivace, ili una intraprendenza ardila quanto mai. do- dicenne diserta il teiio natale, abbandonando la madre vedova e solo \ iene a Roma. Espa- triato dopo quattro anni, imprende un lungo e disastroso viaggio a piedi per l'Italia, la ["ran- cia e la Spagna. Studia poscia legge e lisiea a Bologna ed a Padova, riede a Roma, coopera Mauro nel lavoro sulle antichità, scrive un Irai (alo sulle statue egli stesso. È un genio che ossesso dal bisog lei lavoro, ansioso lo rena, lo abbraccia con frenesia sotto qualun- que forma gii venga innanzi, presente che un posto insigne gli è riservato, ma quale, ma dove lo ignora; è ciò che si affanna a ricer- care. Lo prime orine nella carriera segnate dagli uomini illustri marcano spesso questo penoso ondeggiamento di spirito, che il con- temporaneo, ignaro della febbre che li assale, giudica erroneamente o pazzia o perplessità. Ma avvicinato l'illustre Rondelet, coll'assìsterlo nel trattato sui pesci Aldrovandi si sente pre- dominare dalla passione per le discipline na- turali; ecco finalmente lo ha trovato, è questo il campo dove quel suo prepotente ingegno potrà spaziare. A I'isa perfeziona sotto il Ghini (grande come maestro, più che come autore) lo studio della botanica intrapreso a Bologna, ove appresso nel 1553, presa la laurea in filo- sofia e medicina, diviene professore prima di logica, indi di filosofia, alla fine di botanica. Liberalmente prodigandovi le avite ricchezze, sorretto dalla munificenza del Senato Bolognese e dagli splendidi doni degli Ottimati Italiani, piantò un giardino botanico, raccolse un granile musco, mise assieme una copiosa biblioteca di libri scientifici. Su queste salde basi ha fon- dato un monumento : la sua Storia Naturale. indici volumi in foglio. Quattro solo (i primi) furono da lui pubblicati, gli altri nove sono postumi, egli li aveva legati, grato delle bene- merenze ricevute e della pensione ottenuta in tarda età, al Senato di Bologna, assieme al Museo, alla Biblioteca, e ad un numero stra- grande di lettere, note, trattati e osservazioni, die si conservano preziosamente in quell'insi- gne Istituto. Discorrendo quii manoscritti ine- diti di architettura, di pittura, di antichità, di musica, di poesia, di arti meccaniche, di cri- tica, di storiti, di geografìa, di proverbi, di 120 ATLANTE OKN] fOLOGICO matematica, ili filosofia, «li medicina, di mo- rale e perfino di teologia, bisogna confessare elio nell'universo scibile Aldrovandi ha lasciato una traccia profonda di una versatilità emi- nente, di una infaticabile operosità, di una eru- dizione prodigiosa, bisogna ammettere eoi Me- rosio che egli fu l'Ercole degli scrittori. È erronea l'asserzione di Lindenio e d'altri sulla miseria che afflisse la sua tarda età, come è falso del pari eh 'ci morisse eieco ricoverato allo spedale. Vi sono biografi i quali, quasi che a costituire la gloria abbisognino ingrati- tudini e persecuzioni, svisano gli avvenimenti a danno della verità, e credono avvantaggiare la fama del lodato quanto più denigrano la condotta dei contemporanei verso di lui. È un tatto die Aldrovandi morì (1605) ricco e colmo d'onori, come è un fatto che la sua figura si rileva' abbastanza nello sfondo dei tempi per- chè non sia d'uopo irradiarla davvantaggio col- L'aureola del martirio. Rare volte accade di poter formarsi un'idea cos'i chiara, tanto esatta di un'Opera, come dalla seguente leggenda dell'Ornitologia tV Al- drovandi : Ornitologia, cioè Delia Storia degli Uccelli Libri XI 1 nei quali si descrivono gli Uccelli, descrìtti si sottopongono figurati agli occhi dei lettori, la loro natura, i costumi e le proprietà per modo si dichiarano, che facilmente (jiii possa trovarsi ciucche occorra dire intorno àgli Uccelli. Pazientate che io vi enumeri le intestazioni di un Capo per provarvi la verità del mio asserto, e precisamente del primo, quello sulle Aquile. Genere, dignità, nomi, si- nonimi, l'orma, sensi, sesso, scili, volo, costumi, docilità, voce, coito, incubazione, generosità, tem- peranza, liberalità, 'pugna, antipatia, predo, ma- lattie, storia, ani/uri, ieroglifici, emblemi, /aride, apologì, uso in medicina, nei cibi, nelle ciiciie. nelle costellazioni, nelle insegne, nelle immagini, negli scudi, nelle armi gentilizie. Novanta pa- gine (formato in t'olio) trattano delle cose enun- ciate. Ora quando vi avrò detto che con mag- giore 0 minore prolissità tutti i capitoli abbrac- ciano i soggetti suesposti, che la sinonimia, è ricca di diciannove linguaggi, che cinqueceu- toottantuno sono gli autori citati, io spero avervi convinto essere compendiata l'opera in quelle parole: che facilmente i/ui possa trovarsi checche occorra dire intorno agli Uccelli. In un lavoro così traboccante di erudizione, al cui confronto la Storia di Plinio è un compendio, nou è a meravigliarsi se abbondano gli errori. Per questi studi giganteschi cusa è la vita ili un Uomo? Per quanto si cerchi sopprimere le lacune, non si vince un ostacolo insormonta- bile: il difetto del tempo; per le condizioni poi ilei secolo nel quale visse, il nostro Alitim- ela impossibilitato di verificare tutto da sé, dovette quindi valersi assai dei lavori altrui. Scendendo al particolare, del Volume Primo citerò a modo d'esempio nelle seicento pagine degli otto Libri, che trattano sui Rapaci, gli Avvoltoj pei falsi caratteri generici; le Averle. questo anello di congiunzione fra due ordini, confuse fra i Nibbi e le l'ojane; il Cuculo co- mune non solo erroneamente specificato, ma ciò che è stiano e che marcherebbe un'imperdo- nabile trascuratezza di analisi, forse per leg- gile somiglianze nell'abito, messo fra i Rapaci diurni, come nei Rapaci notturni, perchè not- turno, il Nottolone; ed il troppo agevole tro- vato di designare coinè ibridi quegli uccelli, che gli erano poco noti e che a prima vista si avvicinano a due gruppi. Divide con altri Au- tori antichi l'errore di ammettere i Chirotteri fra gli Uccelli, abbenchè dia a conoscere di dubitarne dal titolo imposto al Libro IN dove ne tratta (Degli Uccelli di media natura cioè in parte quadrupedi"! in parte uccelli) e dove com- mette un nuovo sbaglio nel collocare lo Struzzo. Fantastico è il Libro X, basta citare la indi- cazione: Degli Uccelli favolosi. Neil Libro XII, considerando clic fu falso il punto di partenza, non dobbiamo meravigliare se è falsa la via che percorse. Vi discorre dei Corvi e degli altri Uccelli, che hanno il rostro duro e robusto, e quindi considerandoli sotto quest'unico punto di osservazione, unisce generi ben differenti, come i Beccofrusoni, i Picchi, i Crocieri, i Ri- gogoli etc. etc. A proposito anzi di questi ul- timi falsifica anche la tavola del nido rappre- sentandolo rotondo, quando invece è negli Au- tori tutti e negli esami diretti, clic ini avvenne di l'are, lo trovai sempre emisferico tessuto sopra una biforcazione. Credetti bene segnalare questo errore, perchè uno dei pochi che s' incontrano nei disegni di Aldovrandi, i quali, inteso sem- ine dogli Uccelli e nidi comuni, in generale sono eseguiti con molta fedeltà. Passando ora al Volume Secondo io mi devo permettere egualmente di annunciare di volo nel Libro XIII (Degli Uccelli polvei'izzatori sil- vestri) quella bizzarra preferenza accordata alla splendidezza delle penne o all'eccellenza delle carni, dal che naturalmente origina un'immensa confusione, quale l'agglomeramento dei l'olii d'India, dei fagiani, degli Urogalli colle Otarde e cogli Occhioni, delle Tei niei e delle Quaglie cogli Ortolani a tacerne tanti altri, qui però troviamo un compenso nella verità delle fa- vole. Fra i Polverizzatori che si lavano (Li- ATI. ANI I ORNITOLOGI) 0 Ili! bro. XV) i Colombi sono assieme colle Passere. Nei Baccivori (Libro XVI) coi Tordi,' gli Storni ed i Prosoni. Noi Vermivori (Libro XVJI) alle Rondini sono associate !<• Pernici ili mare, i Rondoni olle Upupe, le Cincie alle Ballerine, le Maciole alle Capinere, eciò cheè strano com presivi perfino i Ciuffolotti. Chiunque poi esa- ìii ini la disparità delle specie (Silvie, Fringille, LodOle, eie. ele.i disdille nel Libro XVIII, i Canori, dovrà concedermi che L'Autore lo ideò (piale un ripostiglio acconcio a. radunarvi quegli Uccelli che, in una classatone tanto ca- pricciosa, inni aveano' trovato altro posto. In sistema del tulio contrario a quello te- nuto pei dui' primi, addotto l'Autore nella classificazione pel terzo ed ultimo Volume. Si direbbe che quella mente profondissima avesse esaurita tutta la vena della imaginativa, 0 che spossata dall'improbo sforzo di attenersi ad una distribuzione cosi minuziosa e sconnessa, si tosse lasciata vincete dal bisogno di affrettare la line del grandioso lavino. È perciò die noi troviamo due soli Libri: il XIX dei Palmi- pedi o il XX degli Uccelli clic slatino presso le acque. Prima però di emettere questa se- conda opinione, io ho voluto sottopolla al giu- dizio, che meritamente apprezzo, di due scien- ziati miei amici i cui nomi la loro modestia non mi permette di pronunciare". La piena con- fermo., die n'ebbi, valse a diradarmi il sospetto che travolto, come ero, dal vortice di una eru- dizione esuberante e contusa travedessi in Al- drovandi quell'ansia di venirne a capo, che intieramente dominava il mio spirito. Difatti il mio spirito si trovava in questo momento nella condizione di un fanciullo, che dopo avere errato a lungo negli ini ricali sentieri di un la- birinto, siano pure ombrosi ed ameni, si sente sopraffatto dalla penosa impazienza di uscirne. Se fra i Palmipedi nel Libro XIX noi troviamo inclusi dei lobi pedi e dei grallatori, come la Monachina e il Suasso, e sci pei primi le pinne, pei secondi le palme dei diti possono in qual- che modo attenuare L'errore, il solo fatto che abitano lungo le aeque non basta certo a giu- stificare nel Libro XX fra, gli Uccelli di ripa la collocazione del .Merlo acquaiolo, che abita i monti, o di un Alcione o Passero che dire si voglia., qual'è il Martin pescatore. l'assali così in una rapida rivista i tre Vo- lumi dell'Ornitologia, veniamo ad un cenno sull'insieme dell'i Ipera. f; facile, che chiunque interroghi, quanti eb- bero a discorrere dell'Aldrovandi, non sappia darsi ragione di tanta discrepanza nei pregiu- dìzi!; io mi confermo in una osservazione che, ripetutamente verificata mi ha adatto convinto; ed è che la rinomanza degli nomi ni attraversa sovente varie fasi; in vitti l'inviditi la rode; Sopraggiunta la morte, quasi a compenso l'e- sagerazione la ingigantisce: il tempo, quesiti giudico tranquillo, la mette spassionatamente nel vero suo posto, donde non viene tolta che quando dopo molti anni L'esagerarla di nuovo serve ad impicciolire a proprio vantaggio i me- riti di un contemporaneo, o almeno di uno die troviamo a noi più vicino per la via del pro- gresso. Devo citarne un esempio.' Qui me lo otite Buffon, il quale non è forse tanto parco di encomio col creatore delle scienze naturali Linneo, quanto è prodigo collo Aldrovandi ? Dia non mi negherete che la pentiti dell'in- signe francese (anche a sua insaputa, se così vi piaci' ritenere) fosse, guidata da un ecces- sivo amor proprio nel vergare quelle pagine, che magnificando i meriti dei nostri Autori, diminuiscono quelli assai maggiori dello •"sve- dese. Amai inarcare il carattere per lue spic- cante dell'elogio di Buffon, elogio tanto, anzi troppo abusato dagli apologisti più fanatici di Aldrovandi. Sotto l'impero di giudizi così discordi, è ben difficile alla critica serbarsi seria ed imparziale. <'iò premesso!, io entro nieiio liiuliatite nell'argomento, confessando che non intendo di esporre che modestamente e in breve le mie impressioni. È per ine Aldrovandi un pittore felice, ed originale, non è uno scienziato ; perchè la sua opera non è hi storiti dei fatti ; egli non inve- stiga, non analizza, non medita, dipinge. Do- tato di un ingegno multiforme, quindi vero Italiano; non valse ad arginarlo, non seppe dominarne la vasta comprcnsività; e se il genio negli uomini eminenti non è che la pazienza ('), questo dono gli e fatalmente mancato. Aderisco a chi lo accusa di idee vaghe e indeterminate, non però a chi me lo presenta come il sem- plice plagiario di Aristotile, o quello che è forse peggio, come un commentatore che l'o- scura: respingo la taccia che mancante affatto di giudizio e di critica, non avesse altro scopo clic d' ingrossare hi sua opera. Io lo ritengo più credulo che poco curante del vero; panni che per l'analisi gli mancassero il tempo e l'opportunità; alcune osservazioni alle quali volle o potè applicarsi le trovo esatte, conio ad esempio quelle sullo sviluppo del pulcino nell'uovo; non vi vedo quell'abituale inesat- tezza nelle citazioni di cui alcuno si piacque addebitarlo. Finalmente quanto aliti classitìca- (') Wauveuarguoa. Atlante ornitologico. — Parto I 122 ATI.ANTK ORNITOLOGICO zione. lodando i suoi sforzi per tentarla, am- metto il fallo (e chi noi riconosce, e gravis- simo?) di avella basata sopra principi che lo trassero all'innaturale unione di generi dispa- valissiini. ma non lo chiamo in errore perchè in luogo «li attenersi ad un unico criterio, ne ha seguiti diversi. L'accusarlo «li questo è per- donabile appena a chi non vede nella natura che un blocco di domabile argilla, che possa l'uomo a suo talento plasmare, e che non co- nosce quanto essa sia insofferente ai freni dei sistemi scientifici. Davanti l'opera dell'immortale Bolognese io mi sento colpito di ammirazione, come davanti ai nostri antichi monumenti: il tempo li rispetta. scuola ai posteri ed eccitamento! (•LINA (1684). Abbenchè più cinegetica che ornitologica, io non posso esimermi dal raccomandare all' at- tenzione degli studiosi un'operetta divenuta rara e ricercata: l'Uccelliera di Giovanni Pietro Olina Novarese, edita in Roma nel 1684. Le descrizioni delle varie caccie vi sono fatte con molto chiarezza, e quantunque semplicis- sime, la loro lettura non manca di amenità. Da esse chiaramente traspare come gli uccelli fossero allora più domestici che oggidì. La scar- sità delle abitazioni, una popolazione meno fitta nelle campagne e le campagne poco coltivate, e perciò quasi deserte, dovrebbero a prima giunta fai' credere che l'isolamento influisse per rendere gli uccelli selvaggi: ma bisogna invece convincersi che in essi, come in tutti gli animali, predominando il sentimento della pro- pria conservazione, il maggior contatto col- l'uomo non fa che creare il sospetto, raddop- piare l'astuzia, soltanto perchè vi avvertono un nemico. Ho creduto fermarmi sopra questo fatto, segnalato anche dalle osservazioni dili- genti di moderni viaggiatori, che mi prova all'evidenza come gli uccelli non temano la novità, ma l'agguato; poiché è un fatto che ha un'assoluta importanza per chi, al pari di me, trova in loro un ausiliario potente all'a- gricoltura, e cerca assicurarselo, oltreché eoi frenarne la persecuzione insensata, circondan- done di agi la vita. Quanti invece si schierano nel campo contrario, e duolini vedervi natu- ralisti d'altronde i aspettabilissimi, quanti so- stengono essere gli uccelli non solo innocui, ma perfino dannosi ai nostri raccolti, ne esa- gerano la diffidenza, perchè ciò torna a loro vantaggio per combattere, come inutili le ap- plicazioni dei nidi artificiali e quant'altro stu- diosamente si tenta, onde popolare i nostri boschi e le nostre campagne di questi preziosi alleati. Ma io ritorno all'Uccelliera, dove l'i 'lina col suo stile facile e piano piacevolmente m'istruisce e l'occhio si allieta nelle venuste incisioni che l'adornano. Infatti l'autore allo sfoggio di co- noscenze estesissime sulle varie uccellagioni, che con minuta accuratezza mi narra, sul go- verno, sugli alimenti, siili' accecamento, sulle mute, sulle medicine pegli uccelli captivi, sul- l 'acconciare le pelli, nelle descrizioni delle cinquantanove specie, che ha stese, aggiunge osservazioni particolarissime e nuove. Analitica è quella per l'appunto sul pigolìo del fior- rancino, (piasi un ravvedimento dell' averlo confuso col reattino, e fu guida forse ai recenti ornitologi nel creare la tribù dei pigolanti ; veritiera l'altra sull'agevolezza della capinera, penetrante una terza sulla mobilità della man- dibola superiore e sul modo con cui il pappa- gallo si serve della zampa e del rostro. Se addita attività terapeutiche, allora indisputa- bilmente attribuite alle carni degli uccelli, lascia spesso trapelare che dubita della loro efficacia, talora perfino la nega, ciò che è notevole in un giurista, (piale egli era. Davvero che ha saputo spogliare il suo racconto dal prestigio affascinante del soprannaturale, schermirsi dalle attrattive del favoloso, due scogli pericolosi oggi ipiasi inevitabili in quei tempi, nei (piali la scienza era l'ambito retaggio di pochi, ed il suo merito generalmente si giudicava non alla stregua giusta della verità, macoli quella nebu- losa del mistero. Ora devo aggiungere un'ul- tima parola sulle stupende figure a bulino del- l'Uccelliera. Le incisero il Tempesta e il Vil- lainena; dei (piali se nell'ultimo il pregio de] facile intaglio e dell'ottimo disegno rimane alquanto ecclissato da un certo manierismo nei contorni ; il primo si fa rimarcare per la si- curezza del tratto, per la verità delle pose, per una vivacità tale di tocco, che manca il colo- rito, ma non manca la vita, anzi si direbbe che (piasi no spicca anche il moto. Mi accu- seran io lo prevedo, di essermi soperchia- mente allungato nella critica di quel cimelio, che è l'operetta di olina, ma io sono certo che chi, invogliato dal mio elogio si farà a scor- rerla, non troverà esagerato di troppo il biso- gno che provai di renderla conosciuta, compa- tendomi del resto: è nostro Nazionale. GERIN1 GIOVANNI, Storia Naturale degli Ce- nili, voi. 5, con tav. di S. Manetti, L. Lorenzi e V. Vanni. Firenze 17(>7-177ti. Mi Wli 0BNITO1 OGH '• 123 Opera considerevole più ohe :ili 1 <> pelle ta- vole colorate dello quali va adorna <■ che pei quei tempi ivano di rara bellezza, né si deve far attenzione alla positura grottesca ili molti uccelli, porcile in allora si usava prendere come modelli animali imbalsamati e non sog- getti viventi o bene itati. Il testo è in gran parte quello di Urisson {Ornili/. lTiiOj. Diversi Autori e tra questi lo Sliarpe ed il Madarasz hanno accettato alcuni nomi proposti dal (Sc- rini, come quello di Falco mirili US etc: ma io non lio creduto di seguirli, non essendo il Ge- rmi di regola Autore binominalista. RANZAN1 CAMILLO, Elementi di Zoologia, 'Ionio III. contenente la Storia Naturale degli recelli, nove parti. Bologna 1821- 1 s'->6. Ottimo lavoro per descrizioni di livree e di costumi e meno noto di quanto meriterebbe. SAVI PAOLO, Ornitologia Toscana, voi. 3, Pisa 1827-1831. Possiamo dire clic anche oggi quest'opera è la migliore del genere che abbiamo in Italia. Le descrizioni degli abiti, dei costumi, delle caccie etc. sono in gran parte originali, esatte ed in generale inarrivabili per chiarezza e brio, la distribuzione geografica, per sé stessa dilet- tosa, dati quei tempi risulta molto accurata; la classificazione è quella del Temminck [Man. d'Om. 1815). Il Savi descrisse come nuovo il Falco pojana che non è differente, dal /•'. buteo, accennò ad una Sylvia Pajolae che è il gio- vane della Sylvia nisoria, fece pel primo co- noscere la Sylvia (Looustélla) luscinioides ottima specie, hi MotaeiUa cinereocapilla che io misi tra le forme delle M. flava etc. Sorpassando ad alcune piccole mende, l'opera mantenne sempre la sua grande riputazione ed essendo divenuta assai rara, un provvido Editore, il Lemonnier di Firenze, pubblicò un 2" edizione col titolo di Ornitologia Italiana e con prefa- zione del tiglio Adolfo Savi. Ma tanto la 2' edi- zione che la ristampa del 1900 peggiorarono la la, essendosi introdotte specie che non ven- nero colte entro i confini italiani, eliminate altre che dovevano esservi incluse e per nulla corretti i pristini ertoti : fu nude che le nuove edizioni di un'opera di tanto merito come V Ornitologia Toscana di Paolo Savi non siano state affidate a qualche distinto Ornitologo (e non mancava in Italia) come opportunamente fu fatto in Inghilterra pelle varie edizioni dello Varrell, British Hinhed in altri simili casi, ove le ristampe riuscirono sempre di \ ero miglio- lamento. BONAPARTE C. I... Iconografia della l'anna Italica, Uccelli, t. I, pi. 2"; Soma ina- imi, con tav. Le tavole sono bellissime per esecuzione , per rassomiglianza e rappresentano uccelli rari o poco noti. Il Bonaparte incluse tra gli Uc- celli Italiani alcune specie che allora non erano veramente tali, ma che però in parte lo furono poi (Gerthilauda desertorum, Lomvia traile etc) altre sono nominali {Alauda cantarella, Lanu capislratus etc.), poi ad esempio la sua 7'.';»- ber-iza Duraezoi è identica a certi individui dell*/-.', pusilla e dell'/-.', sohoenichus ed il /.«™s Lamìrnischinii al L. gelastes. SALV ADORI TOMMASO, Uccelli nella pt. - della l'anna d'Italia, Milano, 1n7'_\ i 'pera notevolissima, perche dà un quadro (salto e veritiero dell'Avifauna Italica e credo sia difficile condensare in un numero piuttosto] list retto di pagine tutti i dati eccellenti che questo noto Autore offre sulle livree delle singole specie, sulla loro distribuzione geogra- fica in Italia, sui costumi e sullo stato della Scienza Ornitologica in quel tempo, per cui panni indubitato che il lavoro del Salvadori per rigore scientifico superi di gran lunga quello del Savi. Le specie accettate come italiane sono ■ili, ma alcune di esse (Looustélla Jluviatilis, Lotus leucophthalmus etc.) vennero poi susse- guentemente cancellate dallo stesso Autore. E qui sento il piacere di testimoniare il mio sin- cero plauso all'ottimo amico Conte Salvadori, che tra gli Ornitologi Italiani certamente ec- celle per ingegno, per sapere e peli' imparziale giudizio. GIGLIOL1 E. II., Elenco delle specie di Uccelli ehe trovami in Italia etc, Roma, 1881. Lo stesso, Avifauna Italica (per servire all'In- chiesta Ornitologica in Italia), Firenze, 1886. Lo stesso, Avifauna Italica (Primo Resoconto dei Risultati dell'Inchiesta Ornitologica in Italia), Firenze. 1889, 1890, 1891. L' Illustre, Direttore del 1!. Museo di Firenze e Capo dell' Ufficio Ornitologico Italiano nelle suesposte pubblicazioni ha estesamente parlato sugli Uccelli Italiani, i primi due lavori sono originali, nell'ultimo diviso in tre volumi rag- gruppò, coordinandole diligentemente, le no- tizie offerte dai Membri dell'Inchiesta Ornito- logica in Italia, fili studiosi vi trovano molto 124 ATLANTE ORNITOLOGICO o svariate osservazioni più die altro sulla di- stribuzione geografica delle varie speeie e sulle più notevoli catl me avvenute, e invero può dirsi lavorìi completo, Se qualche inesattezza si av- verte nei dati forniti, issa deve attribuirsi alla difficoltà di trovar dovunque corrispondenti coscienziosi e di vera competenza scientifica ed alla quasi impossibilità di indagare in unni singolo caso la verità delle provenienze. I >rl resto l'Ufficio Ornitologico Italiano non avrebbe potuto trovare un Direttori' così zelante ni operoso come il Professore Giglioli e della cui valentìa fa sicura prova 1' inarrivabile Colle- zione t'entrale dei Vertebrati Italiani del R. Mu- seo di Firenze, ove sono racchiusi tanti te- sori e che venne compiuta in un tempo rela- tivamente molto breve. 1/ Elenco comprende 412 specie (per mera dimenticanza venne ora- messa la Terekia cinerea), V Avifauna 44:ì, il primo ed il secondo volume dei Risultati del- l'Inchiesta 450, nel terzo vennero aggiunte il Palco barbarne, la Motacilla fava beano e VApus affini*. Mi associo pienamente al parere dell'Egregio Conte Salvadori nell'escludere dal novero delle specie Italiane il Gaprimulgus asiaticus, VAgelaeus phoenieeus, la Dendrocycna javanica etc. E giacché mi trovo su questo ar- gomento, non posso astenermi dall' accennare a un fatto, che se fosse quale certi sospetti indurrebbero a ritenere, meriterebbe severo biasimo. In Italia ho osservato da vario tempo che vi sono alcune località ove gli Uccelli cosi detti rari siano settentrionali o meridionali, siauo orientali od occidentali sembrano fare a tiara per darsi convegno e queste località par- ticolarmente benemerite sarebbero ad esempio Nizza, Sarzana e qualche altra e tra queste una situata nel bel mezzo della Valle Padana, Non nomino persone, ma con la franchezza riu- nii distingue e con quella pratica che acquistai e come cacciatore e come ornitologo, dichiaro che ho sempre avuto il sospetto che tali sog- getti in quelle località siano bensì comparsi, ma arrivandovi sempre o quasi sempre in pelle. Così io diffido di tutti gli esemplari che vedo nelle Collezioni con quelle provenienze direi quasi prestabilite e ritengo che pur troppo per essi siano stati introdotti nella Scienza errori, che torna impossibile di correggere. Il Griglioli ha pubblicato anche una'lcono- yrafia dell'Avifauna Italica, della quale usci- rono circa fio fascicoli Con 300 tavole colorate, molte delle quali veramente buone, il lesto è in gran parte quello dell'Avifauna Italica (18S6) con l'aggiunta di brevi diagnosi; purtroppo questo lavoro, che sarebbe riuscito un cimelio per la Scienza e per l'Arte Italiana, è rimasto interrotto, lasciando poeo speranza ohe venga compiuto. SALVADORI TOMMASO, Elenco degli Uccelli Italiani. Genova, 1887. Questo Elenco è fatto sul tipo delle Liste pubblicate dall' Unione Ornitologica Inglese e da quella Americana. Contiene brevi sinonimie, il significato, l'origine, e. l'etimologia dei nomi generici e specifici ed alcuni ragguagli sulla distribuzione geografica delle singole specie. La classificazione e affatto moderna e vi spicca dovunque quella chiarezza e quell'esatto di- scernimento scientifico che sono i pregi ili ogni lavoro del Conte Salvadori. Neil 'Elenco il Sal- vadori annovera 512 specie, delle quali 428 se- condo lui appartengono veramente all'Avifauna Italiana e 74, chiuse tra parentesi, egli dichiara ammesse fra le Italiane per errine o senza prove sufficienti. MART0RELL1 GIACINTO, Monografia illu- strati! degli Uccelli di Bapina in Italia. con fotoincisioni e tavole sincromiche, Milano, 1895. Il diligentissimo Prof. Martorelli ha illustrato con molti disegni e tavole da lui ottimamente eseguite i Rapaci Italiani, servendosi del ma- teriale della stupenda Collezione Turati di Mi- lano. E un lavoro di grande utilità allo stu- dioso, ed il miglior augurio si è che tale opera venga, completata per tutti i rimanenti gruppi degli Uccelli Italiani. Queste sarebbero le opere più importanti sull'Avifauna Italica in generale, nuove specie furono aggiunte con semplici note, dal Salva- dori quali il Falco punicus, la Menila torquata al/iistris, VApus a/fnis, la- Motacilla fava lncnm. VAegialitis asiatica, le apparizioni del Sywhaptes pa/radoxuè etc, dal Ninni pella Somalcria spectdbiUs, dal Ferragni pella Sylvia ninni, da. me pella Calliope calliope, pel Unico Unico ilcsertoriim , peli' Aquila rapax , pella. Motacilla citrulla etc. Per Regioni clic quantunque non appartengano politicamente all' Italia, pure da parecchi Autori sono am- messe quali parti geografiche integranti, come il Trentino e la. Dalmazia, abbiamo i lavori dell' Althammer, dell'Unterstefner e di recente gli accuratissimi del mio amico Prof. Agostino Bonomi e ili Oraziano Vallon, pella Dalmazia gii altri del Micliaelles, di Eggenhofifer, del Washington, di Kolomhatovich, dello Scliia- vuzzi e sopratutto del Brusina, che raccolse preziosi materiali pel Museo di Zagabria. Se il ATLANTI-'. ORNITOLOGI! 0 1 23 Trentino lui un'Avifauna prettamente Italiana, la Dalmazia, secondo me, non mio compararsi nei riguardi scientifici al nostro paese, poi solo l'alio che pareccliie specie orientali vi sono fre- ipienti o vi compariscono di tratto in tratto. Il Veneto ciedo sia la regióne d'Italia meglio nota. Quantunque non abbia una propria Avi- fauna locale del tutto esauriente. Esso conta i Cataloghi generali del Martens, del Contarmi, del Nardo e del Ninni ed i parziali del Pollini, del Baseggio, del Naccari, del Catullo, del Perini, del De-Bctta. dell'Arnioni Degli Oddi, del Dal l'ionie, del Valimi, del Tcllini e di pa- recchi ancora. E qui cito alcuni lavori che abbiamo sul Ve- ronese, che è una delle provincie più interes- santi del Veneto, ed altri che olirono speciale importanza. 1. POLLINI CIRO, Maggio al Lago di Garda e al molile llaldo etc, vedi Biblioi/r. E uno dei primi lavori sugli Uccelli del Ve- neto l'atto senza rigore scientifico; dopo i nomi manca perfino quello dell'autore, che io sup- porrei fosse lo Gmelin, dal l'atto che ne adottò la classificazione pegli Insetti (pag. 29). Annovera (pag. 23-24) specificamente diversi il Coìymbus glacialis dal 0. immer, il C. cri- stalli* dall' urinalo)-, scambia (pag. 2(5) il Te- lino francolinus col T. bonasia, chiama il Tur- ilns iliacus Tordo comune o Bottaccio, ed il T. musieus Tordo sassello o Malvizzo (pag. 27). .Non elenca fra gli Uccelli del Garda il Larus riilibiinihis, il Colymbus arcticus e septentrionalis e la sua lista comprende all' incirca 150 specie. È invero l'elenco più misero dell'Ornitologia Veneta, e la mancanza assoluta di notizie sulla frequenza, sulla nidificazione, sul passo od altro, la scarsità delle specie ammesse, lo scambio di alcune lo rendono un lavoro poco apprez- zabile. Dopo questa pubblicazione, comparve un opuscolo col titolo : « Osservazioni di Cenomio Kiiganeo intorno al viaggio al Lago di (iarda etc. del dott. Ciro Pollini. 1817». È un'acre ed astiosa critica, vi si dice che l'opera del Pollini è tutto un plagio; copiato il Catalogo dei Pesci dal Tommaselli e le due specie nuove determinate dal Kenier; quello degli ec- celli compilato dal francese Lorrè e dal Conti etc. E invero una critica poco opportuna e poco commendevole, perchè sente troppo di pole- mici. Nello stesso anno rispóse Deuterio Be- nacense con lo scritto « Rispósta di Eleuterio P.enacense alle osservazioni di Cenomio l'.u- ganeo intorno al viaggio etc, del dott. Cito Pollini. Timepoli, lslT » vivamente ribattendo e contraddicendo le asserzioni del Cenomio. Se trOTO doveróso attenuare il biasimo alle molte imperfezioni del lavoro del Pollini, ri« Sottendo .alle condizioni del tempo remòto in cui fu steso, panni del pari inutile occuparci degli scritti suaccennati che gli successero, nei quali la polemica, anziché ispirarsi alla sco- perta del vero in servizio della scienza, scese nell'ingrato campo della personalità partigiana. 2. VOLTA n s. GIO. SERAFINO, Descrizione »n»8i»o(1883), il De Betta descrive varii casi interessanti di anomalie di colorito osservate in esemplari Veronesi, ed in quello sull'apparizione del Pastor roseus (1876) diede ragguagli dettagliati ed esattissimi su quella straordinaria incursione ed è appena degno di rilievo un errore di distribuzione geo- grafica, laddove dice che é anche specie afri- cana, ciò clic va rettificato nel senso che il F. roseus non si trova che Ira gli uccelli ac- cidentali di quel continente, come lo omette anche lo Shelley nella sua recente opera Lirds of Africa (1896). vii \\ 1 1 cinsi ri un L27 5. SQUARZ0N1 AUGUSTO, L'uccellagione etc., vedi Bibliogr. In quest'illustrazione dell'opera del Tira- boschi, l'A. ha corredato e ote illustrative i imssi relativi agli uccelli, alle piante etc. 1. un libro «*lio si legge volontieri, scritto più pel dilettantismo che pella scienza. Intani con- siderandolo sotto questo ultimo aspetto, si do- vrebbero segnalare parecchi errori, quali ad esempio che alla Cutrettola è riferita la J/<>/<(- cilla alba, alla Calandra la Lullula arborea, che è erroneo V habitat assegnato al l'ansa- monta- mi», dacché tale specie non manca in Sicilia, ed è soltanto rara in Sardegna, mentre che per la Corsica non abbiamo positive notizie, che il Beccafico è riferito all' ffypolais polyglotta, mentre e vero che fra i Beccafici» troviamo confuse varie specie conte le Sylviae simplex, nis. major ed altro. Il Malherbe pub- blicò un plagio dell'opera del Benoit per di più mal copiato e coll'aggiunta di errori ed è spiace- vole che, essendo scritto in lingua francese, gli Autori di oltre Alpe lo tengano ingenuamente per testo. Il Leonardi scrisse sugli Uccelli di Gir- genti ed il Whitaker s'occupò pure di Ornito- logia Sicilia e possiede un'importante Raccolta. Malta fu studiata dallo Schembri e più re- centemente dal YVright, il (piale diede le più complete notizie. La Sardegna infine ebbe una plejade di illu- stratori dal Celti al Kusler, al ('aia. al La Marni ora, al Salvadori, al Lepori etc., il la\ del Conie Salvadori è però sempre il migliore, « Monografie più o meno interessanti, e descri- zioni di specie i\i', o supposte tali, s state pubblicate dal Savi, dal La Mai a. dal (ieuè, dal Laul'ossi, dal De Filippi, dal Ile Leila e da altri, e di tutte sarà l'atta menzione nella Bibliografia. Qui ricorderò le supposte nuove spelinogli autori che le hanno descritte. Il Rafinesque descrisse per nuove it specie di uccelli : la massima parte non sono ricono- scibili, le altre ciano già State descritte, tranne forse una: 1. 2. 3. 4. 5. li. 7. (') Avicula, V. pag. 37 (1901). Atlante ornitologico. — Parte I Falco erythruros = F. vespertinus. Ardea xanthodaetyla = 1 A. gargotta. Ardea lucida = A. ibis. Trinità pietà ! Totanus alareola. Fmberiza atrata = 1 E. eia. Friui/illa oli cacca = 1 Motaeilla erythrowrus = Buticilla tithys. 8. Sylvia fulva = .' 9. Sylvia juncidis. Credo di poter riferire que- sta specie alla Cisticola schocnieola, e se ben mi appongo il nome del Ratinesque, che si dovrà scrivere junci, deve avere la priorità su quello del Temmiuck. 10. Sylvia capinera = Pyrophthalma melano- ccphala. 11. Sylvia xanthogastra = 1 S. hortensis. 12. Sylvia rhodogastra = 1 S. conspicillata. LL Sylvia tordella = 1 S. subalpina femm. li. Sylvia meleuca = ? Pyrophthalma melano- cephala femm. Il Bouelli denominò varie specie italiane, che poi col suo nome furono da altri descritte, tali la Sylvia subalpina, V Alauda calandrella, ed il Turdus Werneri; quest' ultimo fu descritto e figurato dal Gene, ma non è diverso dal T. pallens, Pali. Il Bonelli denominò anebe, ma non pubblicò, una Sylvia fuscieapilla, che poi fu descritta dal Temminck col nome di S. me- lanopogon. 11 Lamarmora ebbe la fortuna di scoprire non poche specie nuove, cioè lo Sturnus uni- color, la Sylvia sarda, la S. conxpieìllata, il Falco (Aquila) Bonella, il Falca Eleonora* e la Sylvia Cettii, ma soltanto quest'ultima egli descrisse, mentre delle prime tre troviamo la descrizione nel Manuel d' Ornithologie del Tem- minck, che conservò il nome imposto dal La Mormora; il Falco Bonella fu denominato e de- scritto dal Temmiuck poco dopo il Vieillot, che 17 L30 A 1 I.ANTK ORNITOLOGICO avevalo chiamato Aquila fasi tata, ed infine il Falco Eleonorae fu descritto dal (iene. Il Payraudeau ha descritto due specie ita- liane: il Larus Audouinii, buona e rara specie, ed il Garbo Desmaresti ('), identico col J'Ita- lacrocorax graculus. Nel 1839 il marchese di Brera e pubblicò la descrizione di un Larus Genei, che circa nello stesso tempo il Bonaparte descrisse col nome di L. Lambruschinii, siuouimi ambedue di L. gelastes. Un Empieo, dolychonia fu descritta dal Bo- naparte nel 1845, e pare che sia da riferire all'i?, aureola, come pure ì'Emberiza Selysii del Verany. Il De Filippi fu tra i primi in Italia a rico- noscere l1 esistenza di due specie del genere Hypolais, confuse sotto il nome di Sylvia hy- polais; egli ne dette buonissimi caratteri distin- tivi, e credendo non descritta una delle due la chiamò Salicaria italica, la quale invero non è diversa dalla Motacilla hypolais, L. Il Lanfossi ha descritto una Sylvia reguloides, che pare riferibile alla Motacilla superciliosa, Gm., ma sopra un individuo, che probabilmente non era stato preso in Italia. Il Contarmi fece menzione, al Congresso degli Scienziati Italiani in Venezia, di un Numenius hastatus, che è varietà del N. ai/piata ; pare inoltre che distinguesse col nome di Larus af- finis un gabbiano, la descrizione del quale e stata pubblicata dal Nardo col nome di Gavia affinis, e che, secondo il Ninni (in Hit.), è da riferire al Larus melanocephalus in abito im- perfetto » (Sedvadori). Recentemente il Prof. Giglioli descrisse, non senza riserve, una nuova specie di Civetta sotto il nome di Alitene Chiaradiae su di un esem- plare avuto dal Friuli e conservato al R. Museo di Firenze e che io ritengo debba riferirsi ad una rara e singolare varietà di colore della co- mune Carine nociuti ('). Per lo studioso dell'Avifauna Europea la mi- glior opera è. sempre 1' Ornithologie Europi \en ne di Degland e Gerbe; certo buono è anche il lavoro del Fritsch, VSgél Europa's; splendide, ma troppo costose le tavole di Gould, Birds of Europe. Così l'oliera del mio grande amico H. E. Dresser, Birds of Europe, che è senza dubbio la più colossale e la più completa, non (') Secondo ino il 0, Desmaresti è la forma meridionale del F. graculus o merita di essere distinta quale sottospecie. (-) Di questa sU'wmìi i-pininne r puro il Chiarissimo Pro- fessor G. Martorolli (Ulteriori ossorv. suir.4. Chiaradiae, Atti Soc. it. Se. Nat. Voi. XLpp. 325-339 (1U02)). e accessibile a tutti pel grave costo. Altri libri utilissimi sono il Check-Lisi del Coues, 2aed., il lavoro dell'Evans Birds (Cambridge Nat. Ilist. Series) The Royal Nat. llist, III e IV, il Dictionary of Birds del venerando Prof. A. Newton ed inlino gli Elementi of Ornitlwlogy del compianto .Mivart. Poi, tra i libri più utili nei riguardi dei vari paesi d'Europa, noto : Gran Bretagna : — Yarrell British Birds, I ' ed . ; Seebohm, British Birds : Sharpe, Handbooh of British Birds; Saundeis, Manual of Jlritish Birds, 2a ed. Norvegia: — Collett, liemarks on the Orniti/. of Northern Xorirai/ ; Collin, Skandinavien Futjle ; Sundevall, Svenslca Foglarne (opera purtroppo incompleta). Russia: — Non esiste alcun lavoro completo ed esauriente sull'Ornitologia di questo immenso Impero, ma molte, pubblicazioni parziali di grande valore come quella di W'right-Palnieii, Finland Foglar (eccellente pelle diagnosi degli abiti di muta estiva delle Anitre) ed altre. Germania: — Naumann, Naturgeschichte der Vo- gel Deutschlands (ottimo lavoro del quale ora (dal 1897) si sta pubblicando in Germania una nuova ed importantissima ristampa, ri- veduta ed in gran parte rifatta dai migliori Ornitologi Tedeschi). Belgio: — Fallon. Oiseaux de la Belgique. Olanda: — Schlegel, Vogels ran Nederlaud. Francia: — Degland e Gerbe, Ornithologie Ftt- ropéenne; Bailly. Ornithologie ile la Savoye; Crespon, Ornitlwlogie du Card e Faun. mè- riti. eie., ilu midi ile la Frutice . Italia: — Savi. Ornitologia Toscana: malgrado i difetti, indietro accennati, anche la Orni- tologia Italiana : Salvadori, Uccelli, nell'opera Fauna ti' Italia .• Giglioli, Avifauna Italica in varii volumi. Spagna: — Arevalo, Aves de Espana; Irbv, Ornithology of Gibi'àltar. Portogallo: — Bocage, Lista de los Ares de Portugàl : Tait. A List of the Birds of Portugàl; Aves de Portugàl, Grecia: — Lindermayer, Vogel Griechlamls. Penisola Balcanica: — Reiser, Vogel von Mon- tenegro, Bosnicn unti Bulgarien (verrà pub- blicato il resto in seguito). Dopo tutto, è indubitato che per chi vuol raccogliere cognizioni estese, per chi vuol fare ATI.AN I 1 ORNI! i.K •' i:;i un importante lavoro conia necessario pò i -cil.ic 1' Ibis ('), questo grandioso Giornale Or- nitologico, il (inule purtroppo, olire alla ilitli- coltà ili ritrovarlo completo, importa una spesa gravissima, del pari può dirsi del Catalogni of the Birds del Museo Britannico i ). Come pine ricordo tra i più importanti periodici ili Ornitologia, ed a titolo di < re e perchè con- tengono articoli notevoli per l' intera Avifauna Europea, i seguenti : Agitila, Zeitschrift f. Ornithologie, Red. v. 0. Herman gr. in 4" in. col. Kpfrt. Budapest, 1 89 i e Begg. Bullettin de la Société Ornithologiqut Suisse, 2 voi. (il tutto pubblicato) 8°, av. plchs. col. Genève, 1865-1871. Bullettin of the British Ornithologist' s Club, ed. by R. B. Sharpe. 8 . London, 1892 e segg. Isis, Encyelopailische/eitsciil't ete.. von L.< >ken, Leipzig, 1817-1848. Journal fii/r Ornithologie, hrsg. v. Cabauis, Baldamus u. A. gr. sJ mil col. Kpfrt. 1853 e segg, Mittheilimgen des Ornithologischen Fereines, hrsg. v. Pel/ehi. Hayek, Knauer, u. Palliseli, I-MI. W'ien. 1877-1892 (il mito pubblio |. .XaiuìKuntiii, Journ. f. Ornith. red. v. E. Bal- daniits. Bd. 1-6 u. Reg. 8°, mit col. Kpfrt. I-VI. Stuttgart uud Leipzig, L850-1856. Qrnis, Zeitschr. fiir die gesam. Ornitb. hrsg. v. lilasius u. Hayek, Band I-Y1II, 8°, ni. Abbili). W'ien, 1885-1892; continuation : Orni», Bull. il. Comité Ornith. intera. Pubi. p. E. Oustalet et de Claybrooke, voi. 1X-XII. uvee plchs. Paris 1897 e segg. Ornithologische Monatsberiehte, hrsg. v. A. Rei- chenow, Merlin, 1893 e segg. Ornithologische Jahrbuch, hrsg. v. V. Tschusi zu Schmidhoffen. Hallein, 1890 e segg. lì/tea, Zeitsehrit't fiir die gesammte Ornitho- logie, brsg, v. F. A. Thienemann, lleft 1 e 2 in 8°, Leipzig, 1846 e 1849. Die Sehwalbe, Neue Folge, Wien, 1898 e segg. Zeitschrift tur die Gesammte Ornithologie, hrag. v. J. v. Madarasz, gì', in 8°, ni. 52 col. Kpfrt. ii. •_' Karten. Budapest, 1884-1887. The Zoologist, London, 1843 e . Ricordo inoltre: Centralblatt, Ornithologie. Hrsg. \. Cabanis u, Reichenow. Jahr. 1876-1882 (tutto il pub- blicato), gr. in 4°, Leipzig, 1876-1882. Congress, Ornithol. Sitzunsberichte d. 1 internat. Ornith. Congresses zu W'ien, 1884. gr. in 1 '. Wien. 1884. — II. Internat. Ornith. - Congress zu Bu- dapest. 2Thle. Berichl u. wissensch. Abhandl. gr. 1. ni. 2 col. u. si-liw. Kpfrt. Budapest, L892. — III. Congr. Ora. Int. l'uri-. I' : Paris. 1901. Jahresberichi il. Beobachtungensstationen il. Vògel Deutschlands f. 1882-1886. gr. 8 m. Karte, Leipzig, L884-1888. Jahresberichi L886. d. Comité 's f. ornithol. Beobachtungsstat. in Oesterrecih. - lugani , hrsg. v. Blasius a. Hayek. 8°, Wien. 1888. Jahresberiehte d. Ornith. Beobachtungs sta- tion i. Konigr. Sachsen. Bearb. v. Meyer u. llelni f. 1885-1894. 10 Abthlgn. g. 8 u. gr. 4. Berlin, L886-1896. Jahresberichi d. Ornithol. Vereins Miinchen l*. ls. 17-1900, 2 voi. 8°. Miinchen, 1899 e 1901. Monatssclirifi des deutsehen Vereins /.uni Sehutze der Vogelwelt, redig. v. E. von Schlechtendal u. W. Thienemann. Jahr. 3-12, gr. 8°, in. zahlreich, 2. Th. col. Kpfrt. Halle. 1878- L887, und Index v. P. Leverkiihn, HaUe, 1888. Dieselbe, Bd. 16-22. 8° ni. col. Kpfrt. Merseb. u. Gera, 1891-1897. Verhandlungen d. Zool.-Botan. 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L'Ornitologo italiano troverà inoltre notizie interi angli Uccelli locali in iBpecial nh.i1.» nel Bollettino del ralieta e mila Rivieta I arali del po- riodo 1881-isyG e neH'Avteulà 1897 eeegg. Non bo creduto di citare VAuk, notissimo Giornale Ornitologico Americano, che non si è occupato che incidentalmente dell'Avifauna E 132 ATLANTE ORNITOLOGICO MATERIALI per una Bibliografia Ornitologica Europea EUROPA IN GENERALE ('). Arnold F. - Die Vògel Enropas. Stuttgart, 1897. Back house J. - Handbook of European Birds, 8°. w. platea, clotli. London, 1890. Baedeker. - Eier ti. Europ. Vògel, fol. ni. 8°. Kpfrt. Iserlolin, 1863. Bonaparte. Principe C. L. - Revue critique de l'Orn.Eur. de Degland, 12mo. Bruxelles, 1850. Bree C. R. - llistory of the Birds of Europe not observed in the British Isles, voi. 4, 8°. London, 1857. Seconda ediz. voi. 5, 8". Lon- don, 1875-1876. Bniim C. L. - Lelirbuch der Naturgeschichte aller europaisclien Vògel, voi. 2, Picc. 8°. Jena, 1823-1824. Degland C. 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Milano, 1894. — Nota sull'Agiata rapax e sul Buteo deser- torum in Italia, Arieula. Ili, fase. 21-22, pp. 125-12S, 1.899. Arrigoni Degli Oddi E. & Leverkiihn P. - Die Orni- tliologische Litteratur italiens wàhrend der Jahre 1891 bis 1893, in Journal fiir Orni- thologie, XLII. Berlin, 1891. Arrigoni Degli Oddi 0. - Deviazioni delle ma- scelle degli uccelli, con tig. Atti Soe. It. Se. Nat., voi. XXV. Mila 1882. Azzi E.. Delor F.. e Camusso N. - Manuale del Cacciatore italiano. Milano, 1887. Bacchi della Lega A. - ('accie e Costumi degli I cecili Silvani. Città di Castello, 1892. Bernini C. - Ornitologia dell'Europa meridio- nale. Parma. 1772-1782, in foglio, con 25 tavole. Besta R. - Sulla deformazione del becco in un J'icus ri ridili. Atti Soe. It. Se. Nat., VO- lumeXXVl, pp. 1 22-124, conflg. Milano, 1883. Brehm A. E. - La vita degli animali. Tradu- zione italiana, Uccelli, voi. Ili e IV. Milano, 1869-1870. (Vedi le note di M. Lessona e T. Salvadori). \ 1 1 \nti (H:\rriii. hck'o l 19 Bolle C. - Bruchstiicke einigei Briefe, nel Jour- nal f tir Ornithnltnjie. 1858, pp. !.".(»- KIT . Bonaparte, Principe C. L. - Iconografia della Fauna Italica per le quattro classi degli ani- mali vertebrati. Uccelli, t. I. pt. 2'. Roma, 1832-1841, con tavole. — Catalogo metodico degli Uccelli Europei. Bologna, 1842. (In quest'opera le specie ita- liane solici segnate con asterisco). Canterano L. - Note Zoologiche. Unii. Mus. Zoo/. AikiI. Torino, voi. IV. n. ti.".. Torino, issi). Carcano da, F. S. - 1 tre libri degli ('cetili da Rapina. Vicenza, 1622. Cattaneo G. - Iu torno ad un caso singolare «li Orimi in uni. Atti Sor. 11. Se. Nat., voi. XXII, pp. 66-78. Milano, 1N79. Comalia E. - Sopra due casi (li albinismo negli Uccelli. Atti Soc. 11. Se. Nat., voi. X, pp. 449-45S. Milano, ISiiT. Dal Fiume C. - Sopra un ibrido naturale ili Murerà penelope e Untila arata (preso nel Veneto). Atti Soc. 11. Se. Nat., < tav. col. Milano, 1893. Damiani G. - Sulla frequenza in Italia della Rissa triiìaeti/la, L. Arirula. anno III, fasci- colo 23-24. Siena, 1899. De Filippi F. - Fauna d'Italia, nell'opera: 1 tre Retini delln Natura, Uccelli, pp. 271-272. Milano, L852. — Il Si/rrliaptrs paradoxus in Italia, nel (liorn. Uff. del "Regno d'Italia, 9 marzo 18(14, e nella Notizia storica dei larari fatti dalla Classe ili Scienze Fisiche e Matematiche tirila ],'. Arr. tirile Scienze ili 'l'orino negli anni isti! e L865, pp. 2 1-27. Dei A. - Sulla possibilità che. le Quaglie covino in Africa anco dopo aver nidificato nella primavera in Italia, nel giorn. Il Libero Cit- tadino, anno XXII. n. 49. Siena, 1887. — Su cinque casi di Brachydactilia negli Uc- celli domestici, nel giorn. L' 'Agricoltore Ita- liano, anno XVI, fase. 195. Firenze, 1890. Fiori A. - Alcuni casi di melanisnto in due specie di Uccelli. Atti Soc. Nat. di Modena, ser. Ili, voi. XIII, anno XXVIII, pp. 87-92. Modena, 1N94. Gene G. - Sulla Iconografia della Fauna Italica di Carlo Luciano Bonaparte, Principe di Musignano. Osservazioni, nella Bibl. Hai., t. 71, pp. 165-:i.">6 (1833), t. 75, p. 13 (1834), t. 77, p. 59 (1835), t. 80, p. 22 (1835), t. 83, p. 376 (1*36), t. 92, pp. 26-174 (1839), t. 95, p. 50 (1839). La stessa opera iu un volumetto. Milano, 1839. Gene G. Storia aaturaledegli animali esposta in lezioni elementari. Opera postuma. Uccelli, voi. Il, pp. 1-230. Torino. L850. (\. Ila parte ornitologica di quest'opera si parla di quasi tutte le specie italiane, e perciò deve essere qui menzionata). Gerini G. - storia. Nat male degli Uccelli, voi. •"'. con tav. col. Firenze, 1767-1776. Giglioli Hillyer E. - Catalogo degli Uccelli os- servati in Italia. Fase. I della Iconografia, etc. l'iato. 1879. — Iconografia dell' Avifauna Italica. Fase. 1-52, con 265 tav. col. foglio, l'iato, 1879-1895. (Quanto ne venne pubblicai pera incom- pleta i. — Elenco dei Mammiferi, digli Uccelli e dei Rettili ittiofagi appartenenti alla Fauna Ita- lica e Catalogo degli Anfibi e dei Pesci Ita- liani. Firenze, 1880. — Elenco delle specie di Uccelli che trovatisi in Italia, stazionarie o di passaggio, colla indicazione delle epoche della nidificazione e della migrazione. Annali di Agricoltura, n. .'iti. Roma, issi. — Notes on the Avifauna of Italy, in Ibis, ser. IV, voi. VI, pp. 181-222. London, Issi. — Avifauna Italica. Elenco delle specie sta- zionarie o di passaggio in Italia, colla loro sinonimia volgare e con notizie più special- mente intorno alle migrazioni ed alle nidi- ficazioni. Firenze, 1S86. — Primo Resoconto dei Risultati dell'Inchiesta (•mitologica in Italia, l'i. I, Avifauna Ita- lica. Elenco sistematico delle specie di Uc- celli stazionarie o di passaggio in Italia con nuovi nomi volgari, e eolle notizie fin qui fornite dai Collaboratori dell'Inchiesta Or- nitologica, con una carta delle Stazioni Or- nitologiche Italiane. Firenze. 1889. — Primo Resoconto dei Risultati dell'Inchiesta Ornitologica in Italia. Pt. II, Avifaune lo- cali, Risultati dell'Inchiesta Ornitologica nelle singole provineie. Firenze, 1890. — Primo Resoconto, etc. Pt. III. Notizie d'in- dole generale, migrazioni, nidificazioni, ali- mentazione, etc. Firenze, 1891. — L'Attiene Cliiarailiar. sp. n. uell' Ariritla. IV. fase. 29-30, pp. 57-60 (1900) e nell'Oro», tonieXI, n. 2-'.',, pp. 237-242, 1900-1902, etc. Mauretti P. - Sopra alcuni casi di scoloramento delle penne in Uccelli nostrali. Atti Soc. It. Se. Nat., voi. XXII, pp. 292-300. Milano, 1879. — Aberrazione nel colorito delle penne in Uc- celli dell'Ordine dei Passeraeei. Atti Soc. It. Se. Nat., voi. XXV. Milano, 1882. 150 ATLANTE ORNITOLOGICO Martens G. V. - Iutieri. 8 Bde. Stuttgart, 1844- isKi. [Die geografisclie Zoologie, pp. 253-502. Vogel, pp. 268-311). Martorelli G. - Sopra un Falco islandieus, Briinn. (err. det.t annunciato per la prima volta in Italia, nello Spallanzani di Roma, taso. V e VI. Roma, 1887. — Sopra alcuni esemplari del gen. Limosa. Atti Soc. lt. Se. Nat., voi. XXXIII. Mi- lano, 1890. — Note Ornitologiche sopra osservazioni fatte nell'anno 1894-95. Atti Soc. It. Se. Nat.. voi. XXXV. Milano, 1895. — Monografia illustrata degli Uccelli di Rapina in Italia. 4°. con 5 tav. col. Milano, 1895. — Le forme e le simmetrie nelle macchie del piumaggio, nel voi. VI, fase. II, delle Me- morie della Soc. 11. (li Se. Nat. e Mus. Gir. tli Stor. Nat. di Milano, con una tav. cro- mol. e zincotip. Milano, 1898. — UEmberiza luteola e la Menila Naumanni in Italia, Arieula. V, fase. 45-46, pp. 131- 133, 1901. — Ibrido probabile di Turdus obscurus e T. iliacus, nell'Orafe, XII, n. 2-3, pp. 229- 231 (1901). Olina G. P. - Uccelliera, ovvero discorso della natura e proprietà di diversi uccelli, e in particolare di quelli che cantano, con il modo di prendergli e mantenergli, con figure. Roma, 1622. — Idem. Roma, 1684. Parona C. & Grassi G. B. - Sovra alcune mo- struosità di uova di Gallina. Atti Soc. It. Se. Nat., voi. XX, pp. 103-124, con tav. Milano, 1877. Parona C. - Alcune particolarità di due indi- vidui AelV Anas boschas. Atti Soc. It. Se. Nat., voi. XIX, fase. IV. Milano, 1877. — Due casi di deviazione nella mascella in- feriore degli Uccelli. Atti Soc. It. Se. Nat., voi. XXIII, pp. 127-134, con tìg. Milano, 1880. — La pigomelia nei Vertebrati. Atti Soc. II. Se. Nat., voi. XXVI, pp. 211-326. con fig. Milano, 1883. Pavesi P. - SulF importanza del melauismo negli Uccelli, negli Atti I. E. Acc. degli Agiati, ser. Ili, voi. I, fase. I. Rovereto, 1895. Pelzeln Aug. v. - (Due Cataloghi con cenni sugli Uccelli Italiani), voi. XXI e XXVI, delle Verhandhingen ilei- K. K. Zool. Bot. Gesellsch. in Wien, 1871-76. Ranzani C. - Elementi di Zoologia. Tomo terzo contenente la Storia Naturale degli Uccelli. Bologna. Pt. I eli (1821), pt. Ili e IV (1822), pt. V, VI e VII (1823), pt. VIII (1825), pt. IX (is-j(ì). Salvador! T. - Lettera intorno al Syrrhaptes paradoxus in Italia, neìVlbis. 1864, p. 228. — Studio intorno agli scritti Ornitologici del Prof. P. De-Pilippi, negli Atti della E. Acc. di Torino, p. 263. Torino, 1868. — Degli Uccelli avventizi in Italia, negli Atti della Soc. Hai. di Scienze Nat., voi. XII. pp. 544-547. Milano, 1869. — Lettera (nella quale vengono contradette alcune osservazioni del Sig. Saunders, rela- tive all'Ornitologia Italiana), nell'i&fe, 1870, pp. 153-154. — Intorno alla Fringìlla citrinella, L., negli Atti della E. Acc. Se. di Torino, voi. VII. pp. 259-264 (1871) ('). — Fauna d'Italia, parte II, Uccelli. Milano, 1872. — Intorno a una specie di Falco nuova per l'Italia. Aiti dell' Acc. di Se. Torino, voi. XIX. Torino. 1884. — La Aegialitis asiatica (Pali.) trovata per la prima volta in Italia. Atti B. Acc. di Se. Torino, voi. XXIII. Torino, 1887. — Elenco degli Uccelli Italiani, negli Annali del Mus. Civ. di St. Nat. di Genova, ser. II, voi. Ili, ed in voi. separato. Genova, 1887. - Il Sinatte in Italia nella primavera del 1888. Boll, dei Musei di Zool. Anat. della lì. Univ. di Torino, n. 47, voi. III. Torino, 1888. — Altre notizie intorno al Sirratte in Italia nel 1888. Boll, dei Musei di Zool. Anat. Camp. li. Univ. di Torino, u. 52, voi. III. Torino, 1888. — Le ultime notizie intorno al Sirratte in Italia negli anni 1888-1889. Boll, dei Musei di Zool. Anat. Oomp. E. Univ. di Torino, n. 70, voi. IV. Torino, 1889. — Il Cypselus affinis in Liguria. Ann. Mus. Civ. St. Nat. di Genova, ser. II, voi. IX (XXIX). Genova, 1890. — Intorno a una Cutrettola nuova per l'Italia. Boll. Mus. Zool. Anat. Oomp. E. Univ. To- rino, voi. VI. n. 101. Torino, 1891. Intorno alla Menila alpestris, Brehm, nel Boll. Mus. Zool. Anat. Gomp. E. Unir, di Torino, voi. VIII. n. 152. Torino, 1893. (') Numeroso notizie intorno all'Ornitologia Italiana sono registrate negli Atti tifila 2a. \illt 5a, 6a, 7a ed 8a Riunione degli Scienziati Italiani, tenute in Torino (1840), in Firenze (18-11), in Lucca (1843), in Milano (1844), in Napoli (1845), ed in Genova (1846). I Sigg. Hollniayr e Tachusi zu S<'lnni- «Uiuilrn (Oni. Jah.br, XI, pp. 5-G, 1900, etc.) parlarono delle Cincie di padule italiano. ATLANTE ORNITOLOGICO 151 Saunders H. - Notes od the Ornithology (>. — Verzeichniss der bis jet/.t in Tyrol beobach- teten Viigel, nella Naumannia, 1857, pp. 392- 104. — Briefliche Mittheilungen, nella Naumannia, 1858, pp. 167-168. Ambrosi F. - Prospetti! delle specie Zoologiche conosciute nel Trentino, pubblicato nella Statistica del Trentino di A. Perini. Trento, voi. I, p. 269, 1852. — Cenni per una Storia del progresso delle Scienze Naturali in Italia. Atti Soc. Ven. Tr. Se. Nat., voi. V, pp. 234-274. Padova, 1877. (Anonimo). - Catalogo di una Collezione degli Uccelli del Trentiuo, s. a. Azzolini L. - Elenco degli Uccelli esistenti nel Civ. Mus. di Rovereto al 31 dicembre 1898. Rovereto, 1899. Bonomi A. - Notizie sugli Uccelli tridentini. Boll, del Natur. e Rivista It. Se. Nat. (varie comunicazioni), I-XIV. Siena, 1881-1894. Idem, neWOrnithologisclies Jaìirbuch (Hal- lein), s. a. — Avifauna tridentina, nel Programma dell'I. B. Ginnasio superiore dello Stato in Rovereto, anno 1883-84. Rovereto, 1884. — Ornituologische Beobachtungs. Stationen in Oesterreich-Ungarn . Wien, 1884-1889. — Calendario ornitologico Trentino, ne]V Agri- coltura, Giornale pegli interessi della classe ru- rale nel Trentino, ser. Ili, anno XVI, pp. 9- 10, 25-28, 42-44, 58-61, 74-76, 95-97, 123-124, 140-142, 153-155, 170-171, 187- 188. Trento, 1887. — Nuove contribuzioni all'Avifauna Tridentina, nel Programma dell'I. E. Ginnasio supcriore dello Stato in Rovereto, anno 1888-1889. Rovereto, 1889. — Materiali per un'AvifaunaTridentina, nel Pro- gramma dell'I. R. Ginnasio superiore dello 8ta- toinRovereto, unno 1890-1891. Rovereto, 1891. — Quarta contribuzione all'Avifauna Triden- tina, nel Programma dell'I. lì- Ginnasio su- periore dello Stato in Rovereto. Rovereto, 1895. — Lo Zigolo dal collaro catturato per la prima volta nel Trentino. Atti 1. R. Se. Lelt. ed Ar., ser. Ili, voi. V, fase. IL Rovereto, 1899. 152 ATLANTIC ORNITOLOGICO Garbari ti. - L'Uccellagione quale viene prati- cata nel nostro Paese. Trento, 1897. Untersteiner. - Aggiunta al Catalogo degli Uc- l'i'lli osservati nel Veneto dal Sig. A. 1*. Ninni, relativa agli Uccelli osservati nel Trentino, nel Commentario della Flora, Fauna e (Ica del Ventiti e dil Trentino, voi. I, pp. 252- 253. Venezia. 1859. Vallon G. - Escursioni ornitologiche nel Tren- tino. Boll. Soe. A, Ir. Se. Hat., voi. XIII. pt. II. Trieste, 1892. DALMAZIA ('). Brasilia S. - Motriocein Pticjega Svijeta. Soe. Hist. Nat. Oroat., anno V. Zagabria, 1890. - Sulle Alche, etc, Boli. Soc. Zoo!. Hai. X. Roma, 1901. Eggenhòffer. - Vogel uni Triest, neH'is/s, 1842, pp. 296-298. Kolombatovich G. - Osservazioni sugli Uccelli della Dalmazia, nel Programma tirila I. R. Scuola superiore. Spalato, 1880-1881. — Catalogus Vertebratorum Dalmaticoruni. Spalati, 1888. - Novi Nadodatci Kraljesnjacima Dalmacije. Spalato, 1S93. - 0 njekim Kraljesnjacima. Spalato, 1895. — Zoologiske Vijesti iz Dalmacije. Spalato, is',16. - Druge Zoologiske Vijesti iz Dalmacije. Spa- lato, 1900. Michaelles C. - Ueber das Winterkleid von Larus atricilla, Temm. {plumbeiceps : Brehra) nebst einigen Bemerkungen iiber die im J In- feri von Triest bemerkten Movenarten, nel- Vlsis, 1829, pp. 12(i'J-i270. Schiavuzzi B. - Elenco degli Uccelli viventi nell'Istria ed in specialità nell'agro pirauese. Boll. Soc. Adr. Se. Nat., n. 1. Trieste, 1878. — Sulla comparsa del Larus tridaetylus, L., in volgare Gabbiano Terragnolo, nella rada di Tirano. Boll. Soc. Adr. Se. Nat., voi. V, n. 1. Trieste, 1879. — Aggiunte e correzioni all'Elenco degli Uc- celli viventi nell'Istria ed in specialità nel- l'agro piranese. Boll. Soc. Adr. Se Nat., voi. V, p. 287. Trieste, 1880, voi. VI, p. 165, 1881, e voi. VII, p. 13, 1882. — Materiali per un'Avifauna del territorio di (') Qualche notizia su^li rjooelli dalmati si trova anche nei due seguenti lavori: Arrigoni Degli Oddi lì. Note Ornlt. sol Muboo Noz. «li Zagabria, Boll. Soe. Zool. TttU. Voi. I, sor. Il, fase. 1-2, pp. 69-81, 1900; Lo stesso Autore, Rimi. Orn. di Serajevo, Orme, pp. 175-182, 1900. Trieste tino a Monfalcone e dell' Istria. Boll. Soe. Adr. Se. Nat., voi. VII, fasci. Trieste, 1888. Schiavuzzi B. - Sulla comparsa di specie nor- diche nella regione Adriatica settentrionale. Zeitsehrift fiir die (itsiniinite Ornitlioloi/ic. I, Jahrg. issi. Budapest, 1884. - Alca tortiti, L. nel golfo di Trieste. Zeit- seìirifl fiir die gesam. ornilh. von /'.' Mu- darti*;. 1 Jahrg. p. 248, 1884, e Miltheil. der ornilli. Verdina in Wien. p. 127. 1884. Idem, Zeitsehrift, etc. Budapest, 1884. — Osservazioni fenologiche e sui passaggi degli Uccelli del litorale Austriaco durante l'anno 1884. Monfalcone, 1885. — Anas boscas anom. Millheilungcn des oruilh . Ver. in Wien. anno Vili. p. 38, 1884, e Zeit- sehrift fiir die gesam. Ornith. di Madarasz, II, p. 53, 1885. — Materiali per un'Avifauna del litorale Au- stro-Ungarico. Boll. Sur. A tir. Se. Nat., voi. X. Trieste. 1887. Washington S. - Ornithologische Notizen aus Istrici], Zeitsehrift fiir die gesam. Ornilh. di Madarasz in Budapest, voi. II. pp. 341- 368, 1885. VENETO. (Anonimo). - Osservazioni intorno all' Ornito- logia Toscana, etc. nella Bilil. Jtnl.. voi. L, pp. 180-194, 1828, voi. LXI, pp. 187-202, 1831, voi. LXVII. pp. 76-83, 1832 ('). Arrigoni Degli Oddi E. - Lettera aperta al pro- fessor E. II. Gigli. di. Padova, 1884. - Note ed osservazioni fatte dall'agosto al di- cembre 1885, specialmente in riguardo al- la migrazione degli Uccelli nella provincia di Padova e nell'Estuario Veneto. Boll. Soc. Yen. Tr. Se. Nat., t. ITT, n. 4. Padova, 1886. - Sul Codirosso nel Padovano, nel Boll, del Nat., anno VI, n. 11, p. 146. Siena, 1886. — Cicogna e Codirosso, nel Boll, del Nat., VII, n. 7. Siena, 1887. — Sulla colorazione a fascio della coda in al- cuni individui giovani del .Merlo nero (Me- nda nit/ra, L. ex Schw.) della mia Collezione Ornitologica Italiana, con tav., negli Atti E. Afe. Se. Leti, ed Ar. di ì'titlortl. letta nella tornata 22 maggio 1887, inserita nel voi. Vili, disp. IV. Atti e Meni. Padova, 1887. (') Ho creduto di dover menzionare anche questo la- voro di anonimo Autore, giacché in esso si parla specialmente degli Uccelli del Veneto. \ n \M i I ii;\i imi 06ICO 153 Arrigoni Degli Oddi E. - Notizie su aldine cat- ture di Uccelli. Boll, del Nat. Siena, 1887. l'asso straordinario di Uccelli. Boll, del Noi. Siena, 1887. ■ — La Lusciniola melanopogon, la Ceiiia Oettii e la Oyaneoula Wolfi nel Padovano. Boll. Nat., Vili. Siena. 1888. — Notizie su alcune- catture di l'ccelli nel 1SSS. Boll, del Nat., IX. Siena. 1889. — Contribuzioni all'Avifauna del Padovano, nel Primo "Resoconto dei Eisultati dell'Inchie- sta Ornitologica in Ito Ho, l't. 1, li, III. Fi- renze, 1889-91. — Notizie sulle peregrinazióni della Ghiandaia (Garrtilus glandarius) in un quinquennio di osservazioni (1885-1889). Boll. Nat., fase. VI. Siena, 1890. — I Cigni del Veneziano. Gozzetta di Venezia, due mini, del febbraio 1892. — Catture di Uccelli negli anni 1890-1891 . Ri- vista lt. Se. Nat. e Boll. Nat., XII. Siena, 1892. -— Su di un Mónachus atricapillus a becco ano- malo. Atti Soc. Yen. Tr. Se. Nat., ser. II, voi. I. fase. I, con tav. Padova, 1892. — La Branta leueopsis nel Veneto, rota orni- tologica. Atti Soc. lt. Se. Nat., voi. XXXIV, fase. I, pp. 117-123. Milano. 1892. — Catture di Uccelli avvenute durante l'anno 1892. L'insta lt. Se. Nat., XIII. Siena, 1893. — Note ornitologiche. Rivista lt. Se. Nat., XIV. Siena, 1894. — La Tadorna cornuta nel Veneto. Spori Il- lustrato. XIII, n. 595, p. 41. Milano, 1894. L' Haliaètus albichila nel Veneto. Sport Il- lustrato, XIII, n. 598, p. 77, 1894. — Materiali per la, Fauna Padovana dei Ver- tebrati, II, Uccelli. Atti Sor. lt. Se. Nat., voi. XXXIV, pp. 367-433. Milano, 1894. — La Caccia ili botte o di valle nelle lagune di Venezia. Sport Illustrato, ed in un Opu- scolo separato di pag. 50. con fig. Milano, 1894. — Le ultime, apparizioni dell' Actochelidon sandvicensis (Lath.) nel Veneziano. Atti Soc. lt. Se. Nat., voi. XXXVI, pp. 17-32. Mi- lano, 1896. La cattura di un Fenicottero nel Veneziano. Atti Soc. lt. Se. Nat., voi. XXXVI, pp. 221- 223. Milano, 1896. — Note ornitologiche per l'anno 1895. Atti Soc. It. Se. Nat., voi. XXXVI, pp. 231-38. Milano, 1896. — Note ornitologiche, nella Eivista 11. Se. Nat., voi. XVII, n. 11. Siena, 1896. — La nidificazione del Mibms migrane, I?. nel territorio Veronese, atti /.'. Ist. IV».. eie. t. IX. sei. VII. pp. 93-114. Venezia, 1898. Arrigoni Degli Oddi E. - Eine Brutstàtte dea schwarzeii Milans bei (Mezzano bei Verona. Journal fur Ornith., XX.IV, pp. 524-587. Berlin, 1898. Lo stesso, tradotto in inglese nello Zoologist, 1898. Notes on some specinicns of Anatidae in the late Count Ninni's Collection in Venice, in Ibis for Jan. 1898, pp. 67-74. London, L898. - Le recenti comparse del Puffinus 2T«/ift(Boie) nel Veneziano. Atti Noe. //. Se. Nat., XXXVII, pp. 21 1-218. 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Milo ail ini sottnfHcialc fittila Marina inglese. Parte Seconda Indici: Sistematico unirne ACCII'ITKKS . . . . Sottordine \< !< IIPITRES DIURNI Famiglia Vulturidae Genere Vultur, Brisson, L760 ..... 1. Vultur monachus, Linnaeus, L766; Avvoltoio i ., mi ii Gyps, Savigny, 1809 ...... •_'. Gyps fulvus (Gmelin), L788; Grifoni . Genere Yeopkron, Savigny, 1808 ..... 3, Neophron percnopterus (Limiaeus), 1758; Capovaccaio Famiglia Gypaétidae Genere Gypactus, Storr, 17M l. Gypaétus barbatus (Linnaeus), 1758; Avvoltoio degli agnelli Famiglia Falconidae Sottofamiglia Accipitkinak Genere Astur, Lacépède, 1801 ..... 5. Astur palumbavius (Linnaeus), L758; Astore 6. Astur brevipes, Severtzow, 1850; J'-imi- levantino i.i Aceipiter, Brisson, I7iiu ..... 7. Aceipiter uisus (Linnaeus), L758; Sparviere Genere Oircus, Lacépède, L801 ..... 8. Circus aeruginosus (Linnaeus), 1758; Albanella . 9. Circus macrurus (S. Gmelin), 1777: Albanella pallidi LO. Circus cyaneus (Linnaeus), 17ii(>; Albanella irate LI. Circus pygargus (Linnaeus), 1758; All'aneliti minore Sottofamiglia Bi tbonutae ....... Cenere Buteo, Cuvier, 1X00 ...... li'. Buteo buteo (Linnaeus), L758; Pojana I2a. Buteo buteo desertorum (Daudin), 1799; Pojana minori L26. Buteo desertorum Zimmermannae (Ebmcke), 1893; Pojan nore dello Zim-mermann ..... 13. Buteo feros (S. Gmelin), 1771: Pojana dalla coda bianca Genere Archibuteo, Brenna, L828 ...... 1+. Archibuteo lagopus (') (Gmelin), 1 7ss ; Pojana calcata Sottofamiglia Aquii.inak. ........ Pag. » IVI » 2 » ivi » :: » ivi » 1 » ivi ■> 5 » li » ivi » 7 » ivi » s » ivi » Q ■/ ivi » 11) •> \\ i >> 11 » IL- » 13 » 1 1 » ivi » 15 » 16 » ivi » 17 » 18 » 19 » 20 ■' ivi » ■_'l O Fata i'i anni* b Orti, boi ,, p I L764J Atlante ornitologico. 23 \ I I. \N 11 ORNITOLOGICI l ( lenei'e ( tenere i ìencrc Genere ( tenere Genere i tenere I .cucii 15. 16. 17. is. L9, l'O. 21. 22. 23. 24. < tenere 28. 30. 31 , 32. 34. 35. 36. 37. 38. 39. lo. 41, 12. 13. 44, in. Iquila, Brisson. min. ....... àquila chrj-saétii6 (Linnaeus), 1758; Aquila reale Aquila heliaca('), Savigny, 1810; Aquila imperiale . Aquila Adalberto', Brehra, 1860; Aquila dalle spalle Inanehe Àquila rapax (Temiuinck), 1828; Aquila rapace. Aquila orientalis, Cabanis, 1 s.", i ; Aquila orientale e formi Aquila maculata (Guielin), 1788; Aquila anatrala maggiore Aquila poraerana, Brehin, 1835; iquila anatrala minore Nisaetus, Hodgson, 1836 ....... Nisaetus fasciatus (Vieillot), 1822; Aquila del Bottelli Nisaetus pennatus (Gmelin), 1788; Aquila minore Haliaetus, Savigny, 1809 ....... Haliaetus albicilla (Linnaeus), 175N; Aquila ili man . Haliaetus leucorypbus (l'aliasi. ITTI: Aquila ili muri- di Pallas Oircaetus, Vieillot, 1816 . Circaétus gallicus (Gmelin), 17s,s; Biancone Milvus, Cuvier, 1 800 ........ Milvus milvus (Linnaeus), 17">s; Nibbio reale Milvus Uniscimi) {-) (S. Gmelin), 1771 : Nibbio Inumi . Milvus aegpytius (Gmelin), 1788; Nìbbio egiziano .Milvus tnelanotis, TemmincL & Schlegel, ?1845; Nibbio dalle orecchie nere .... ... Elanus, Savigni . 1809 Elanus caevuleus (Desfoutaines), I7s7: NibMo bianco . l'cniis. ( luvier, 1 si7 . Pernis apivorus (Linnaeus), 1758; Falco pecchiaiolo Hierofalco, Cuvier, 1817 Hierofalco cherrug(') (J. E. Gray), 1833; Sacro Hierofalco Feldeggi (*) (Schlegel), 1844 (B); 1, unni-in Hierofalco candicans (Gmelin), 1788; Oìrfalco ili Groenlandia Hierofalco islandus (Gmelin), 1788 1 ); Girfalco d'Islanda . Hierofalco gyrfalco (') (Linnaeus), 1758; Girfalco Falco, Linnaeus. 1758 ....... Falco peregrinus, Tunstall, 1771: Faleone . Falco punicus, Levaillant, 1n.">o; Faleone minori Palco barbari», Linnaeus. 1 7 ."> s ; Falcone ili Birberia. Falco subbuteo, Linnaeus, 1758; Lodolaio . Falco Eleonora*, Gene, 1839; Falco della regina Falco aesalon (8), Tunstall, 1771: Smeriglio Tinnuneuhi8, Vieillot, 1807 ...... Tinniinculus vespertillUS (Linnaeus,, 17(ili: Folio euculo Tinnunculus tionunculus (Linnaeus), L758; Gheppio . l'Oli. » » » » » » » » » » » » » » » » » >• » » » » » » » » » » » » » » » 21 22 23 ivi 21 ivi 26 ivi 27 ivi 28 29 ivi 30 ivi ivi .".1 32 33 ivi ivi 34 ivi :;.-. ivi 36 37 38 10 ivi 41 ivi 12 13 41 ivi 45 46 47 ivi 48 'Falco melanaetus, Linnaeus Syst. Vai., !. \>. ■- - i ileo impenalis, lieeli toiii Om. Vaseh., HI, 553, u. 3 (1803-1805). i) Falco migram Boddaerl Cabl d. IM. Eni., p. 21 □ (1783). (:1) Cfr. Dr. Reicheno^ \.. Syst Viste Vogel Deutechl n 33 (lfi I i ■ | / aXco Feldeggii, Schlegel. Pedi Kleinechmidt, O iquila, \ni, p. (1901) ■ i / ■ ' BrUnnich, Orn. bor. (1764). i » Monili Latori dicono che Li nome «li F. I ■ ■■ ■ mimo di F. peregrinus, m.i basta vedore le dimensioni offerte da Linneo (Faun. Suec, ed. r, p. 2] L746) pei convincersi che tale a orto I i .'■ "■ '■- i erronoainonte stampato (cfr. pag IC). ISIMi I -1-1 I M \ l'K 0 Hi. Tinnunculus Nauraanni (Fleischei . 1818; Falco gi-illajo Sottofamiglin Pandionin le . . • • i ienere Pandion, Sa\ ignj . L809 ...... IT. Pandion lialiaètus (Linnaeus), L758 ; Falco pescatore . Sottordine \> CIPITRES N0CTURN1 Famiglia Bubonidae Sottofamiglia Boboninai Genere Bubo, Cuvier, isi? |s. Bnbo bubo (Linnaeus), L758; Gufo troie . Genere Pisoì'hina, Kaup, 1848 ...... 4-9. Pisorhina scops (LinnaeuR), L758; Assiolo . Genere Nyctea, Stephens, L826 ...... 50. Nyctea nyctea(') (Linnaeus), 1758; Civetta delle nevi. Genere Surnia, Duméril, 1806 ...... 51. Surnia ulula (*) (Linnaeus), 1758; Ulula aia. Surnia nlnla capameli (P. L. S. Miiller), ITTti; Ulula «mei Genere Carine, Kaup, 1829 ....... 52. Carine noctua (Scopoli), 1769; Civetta 52«. Curine noe tua glaux (Savigny), 1809; Civetta meridionali Genere Glaucidium, Boie, 1826 ...... 53. Glaucidium passerinum (Linnaeus), L758; Civetta minori Sottofamiglia Syrniinae (s) ........ Genere Asio, Brisson, !7G. Asio capensis (Smith), 1835; Gufo del Capo Genere Syrnium, Savigny, Iso'.i ...... ."p". Syrnium aluco (Linnaeus), L758; Gufo selvatico. 58. Syrnium oralense (Pallas), 1771; Gufo degli Urali .">;>. Syrnium lapponicum (Retzius), 1800; Gufo ili Lapponia Genere Nyctala. Brehro, 1826 ...... 60. Nyctala Tengmalmi (') (Gmelin), 1788; Civetta eapogrosso Famiglia Strigidae ......... Genere Strix, Linnaeus, 1758 ...... 61. stri \ flammea, Linnaeus, I7(iii: Barbagianni Ordine PICARIAE. . ... Sottordine ZYGODACTYL1 Famiglia Picidae Sottofamiglia Picinae ......... Genere Geeinus, Boie, 1831 . 62. Geeinus viridis (Linnaeus), 1758; Picchio verde . 62«. Geeinus viridis Sliarpei (Saunders), ls72; Picchio verdi Olinolo ........ » 19 » ivi » .-,11 » .-,1 » ivi » 52 » ivi » 53 » :,1 » :,.-, » ivi » 56 » ivi » 57 » ivi » 58 » ivi » (il » ivi » 62 » 63 » ivi » li! » ivi » li.-, » ivi » 66 » 07 » liS » ivi » li!t » ivi » 7(1 » 71 » 71' » 7:: » ivi » ivi » 71 » ivi spa- ri Umili Anidri adottano per qnestn specio il 1 'li V*. scandiaca, e 1--1 » pifi .< p iccu< Linneo chiamò Stria seandiaca l'adulto <■ Stria Yyctea il giovani ma siccome entrambi i nomi -1 trovano nella \ edizione (V3 ■ 1 -1 può usai e 1 ano 0 l 'ali ro indifl'ei entem< nte. Surnia ulula (L 1 e S. funerea (L.) Bono sinonimi; Linneo [Syst. Nat, l p, 93, n. 7 ■■ LO, L758) dà loro ■■ 1 l'Eni-opa, pero il Naumann 1 1 -•■ h'.ff Eur.) dice «'li>' Linneo nella Faw diede per habitat alla S. funerea l'Europa i' l'America, <■ che quindi il nome «li 8. ulula > da pn fi (ili corrispondente italiano Barebbe Sirniini e non & eonn ?enno orroneamento stampato {cfr. pa| 11) in scrivo Tengmalmi >■ non tengmalmi, 0(1 in tata sauro va e >tto a pag. 68 iinoa I VI t.ANTI ORNI rOI.OGICO i ienere i tenere Genere Sottofamiglia i tenere Famiglia Sottofamiglia Genere Genere Genere Sottordine Famiglia Genere Famiglia Genere Famiglia Genere Genere Famiglia i Ienere Sottordine 63. Gecinns canus (Gmelin), lTss: Picchio cenerino. Ficus, Linnaeus, 1758 ....... lil. l'icus 111:111 i us. Linnaeus, IT."1-: Picchio nero Dendrocopus, Koch, 1816 . iì.'i. Dendrocopus major (Linnaeus), 1758; Picchio rosso maggiori 65a. Dendrocopus major syriacus (Hempricli & Elirenberg), 1828 Picvliio rosso maggiore siriani ..... 66. Dendl'ocopus leuconotus (Bechstein), 1802; Picchio a dorso bianc 66«. Dendrocopus leuconotus Lilfordi (Sharpe & Dresser), Isti ; Pie chio 11 dorso bianco di Lilford ..... UT. Dendrocopus medius (Linnaeus), 1758; Picchio rosso mezzano 68. Dendrocopus minor (Linnaeus), 1758; Picchio rosso minore 68tt. Dendrocopus minor pipra (l'aliasi. 1831; l'ici-hio rosso minor- silurili no ......... 68&. Dendrocopus minor Danfordi (Hargitt), Iss:;; Picchio rosso mi non di Danford. ....... Picoides, Lacépède, 1801 ....... 69. Picoides tridactyliiB (Linnaeus), 1758; Picchio tridattilo Iynginae ... ...... Ii/u.i, Linnaeus, 1758. ....... 70. Iynx torquilla, Linnaeus, 1758; Torcicollo .... Cuculidae Cucolinae. ......... i'iiciilns. Linnaeus, 1758 ....... 71. Cuculus canorus, Linnaeus. I75S; Cuculo .... Goccystes, Gloger, 1834 ....... Ti'. Coccystes glandarius (Linnaeus). 17.">s; Cuculo dal ciuffo Coccyzus, Vieillot, lslii . 73. Coccyzus americanus (Linnaeus), 1 7 r> s ; Cuculo americano . "il. Coccyzus erythrophthalmns (Wilson), 1811 : Cuculo americani dagli occhi rossi ........ ANISODACTYLT . .... Coraciidae .... CoraciaS, Linnaeus, 1 7 ."> s ....... 75. Coracias garrnlusC), Linnaeus, 1758; Ghiadaja marina Meropidae Merops, Linnaeus, 1758 ....... 7ii. Merops apiaster, Linnaeus, 17.">s: Gruccione 77. Merops persicus, Pallas, 177:; : Gruccione egiziano Alcedinidae ......... Alcedo. Linnaeus. 1758 78. Alcedo ispida, Linnaeus, 17.VS Ceryle, Boie, 1828 . 79. Ceryle rudis (Linnaeus), I7.">S; Upupidae Upupa, Linnaeus. 17.~>s su. I pupa epops, Linnaeus, 175S; Upupa HIANTES Martin pescatore Marlin pescatore bianco e nero Paq. 1 .> Ì\ 1 i\ i 76 ivi (8 ivi 7!l » IVI » SII » ivi » SI » ivi » ivi » 82 » ivi » ivi » 83 » st » ivi » ivi » 85 ,> ivi » ivi » si; » ivi » i\ i » 87 » ivi » ss » ivi >> SII » ivi » ivi » '.III » ivi » ìli » ìlli » ivi » ivi (i) Coraciai garritivi, Llnnaens, Spit. Xal , l ]>. 107 (1' IMiH I -I-I I M MI' 0 Famiglia ( renere Famiglili Sottofamiglia Genere Sottofamiglia Genere < Inlinc Sottordine Sezione Famiglia Genere ( tenere ( tenere ( tenere Famigli!) Genere i tenere i tenere Famiglia i tenere Sezione Famiglia Genere 81 82 83 84 85 85 sii 88 89 90 91 92 93 94 94 95 ''7 98 98 99 Caprimulgidae Caprimulgus, Linnaeus, L758 ..... Caprimulgus enropaeus, Linnaens, L758; Succiacapre Caprimulgus ruficollis, Temminck, 1820; Succiacapi-e dal collo rosso .......... Caprimulgus aegyptius(Lichtenstein), L823; Succiacapre algerino Cypselidae. ....... Ci PSELINAE ......... [pus, Scopoli, 1777 .'...... A|piis melba (Linnaens), L758 ; Rondoni alpino, Apus apns LinnaeuB . 1758 : Rondone .... a. Apus apus ti i ii ìi ti 1 1 ^ (Brel 1855; Rondone pallido Apus afSnis (J. E. Gray), L832 ; Rondone indiano . ('hai il i:in vie ......... Cimi Inni. Stephen s, L826 . ...... Chaetura caudacuta (Lathara), 1801 : Rondone dalla coda spinosa PASSERES OSCINES. OSCINES LATIROSTRES Hirundinidae Clielidon, Unir. Ì822 . ( Ihelidon urbica i Linnaeus lliriiiìilo, Linnaeus, 1758. . Hirundo rustica, Linnaeus. . Hirundo rufula, Temminclì Olivicola, Forster, 1817 . . Olivicola riparia (Linnaens), 1758; Topino. Ootile, Unir. 1822 . Colile rupestri* (Scopoli). 1769; Rondini montana . Muscicapidae Muscicapa, Linnaeus, 1766 ...... . Muscicapa grisola, Linnaeus, 1766; Pigliamosche Ficedula, Brisson, 1760 ....... . Ficedula atricapilla (Linnaeus), L766 ; Balia nera a. Ficedula atricapilla semitorquata (Homeyer), 1885; Balia ean casica ......... . Ficedula collaris (Bechstein), 1895; Balia dal collare Erythrostema, Bonaparte, 1838. ..... . Erythrosterna parva (Bechstein), 1795; Pigliamosche pettirosso Ampelidae .......... Ampelis, Linnaeus, I7cti . ...... . Ampelis garrulus (Linnaeus), 1758; Beccofrusone OSCINES ADUNCTROSTRES Laniidae .......... Lanius, Linnaeus, 1758 ....... . Lanius excubitor, Linnaeus, 1758; Averla maggiore. a. Lanius excubitor major (' ) (Pallas), isll ; Averla maggiori ri Pallas. . . . Lanius meridionalis, Temminck, 1820; Averla meridionale 1 758 : Balestruccio 1 7nS ; Rondine. 1 835 : Rondine rossiccia Pag. 92 » 93 » ivi » 94 » 95 » ivi » 96 » ivi » ivi » 97 » i\ i » ivi » 98 » ivi » ivi >> ivi •> 99 » ivi » ivi » 100 » ivi » 1111 » ivi » 102 » ivi » 103 » ivi » ivi » 1(11 » 105 » ivi » ivi » 106 » ivi » 1H7 » ivi . ivi » 108 » ivi ••> 109 » i\ i » 11(1 » ivi » 111 » li:: » ivi (') Il Coni. Salvatimi od il l'ini', i figlioli adoperarono il nome ili ì . major poi nni tn Botfc ATLANTI-: ORNITOLOGICI I ino. Lanius algeriensis, Lesson, L839 ; Averla algerina 101. Lanius minor, Gnielin, 1788; Averla cenerina . 102. Lanius collurio, Linnaeus, 1 7 r. s : Averla piccola 103. Lanius senator, Linnaeus, L758 ; Averla capirossa 104. Lanius nubicus, Lichtenstein, 1823 ; Averla dalla maschera 105. Lanius isabellinus, Ehrenberg, 1828; Averla rossiccia Sezione OSCINES A.CUTIROSTRES .... . . Famiglia Paridae ........ . . Sottofamiglia Regulinae .......... Genere Beguine, Cuvier, 1800 ........ 106. Begulus regulus (Linnaeus), 1758; Regolo. .... 107. Regulus ignicapillu8(Temniinclc ex C. L. Rrehm), 1820; Fiorrancino Sottofamiglia Parinae ........... Genere Bemieus, Stejneger, issi; ........ 108. Remizus penduliuus (Linnaeus), l7."iS: Pendolino 108 a. Remizus penduliuus castaneus (Severtzow), ls7:l; Pendolino castagnolo .......... Genere Panurns, Kock, 1816 ........ 109. Panarne biarmicus (Linnaeus), 1758; Basettino. Genere Aegithalus ('), Hermann, 1804 ....... 110. Aegithalus caudatus (Linnaeus), 1758; Codibugnolo testabianca . 110«. Aegithalus caudatus senes (Madarasz), 1900; Codibugnolo testa bianca causasico. ........ Ilo//. Aegithalus caudatus dorsalis (Madarasz), 1900 ; Codibugnolo caucasico s, e fanne affini . 119. Parus lugubris, N'aiterei-, 1820; Cincia dalmatina ll'll. ParUS eineliis, Boddaert, 1783; Cincia siberiana Genere Lophophanes, Kaup, 1829. ....... 121. Lophophanes cristatus (Linnaeus), 1758; Cincia col ciuffo. Pag. » » » » » » » » » - » » » » » 11 1 ivi 11.-. ivi 116 ivi 117 ivi 118 ivi ivi 119 120 ivi ivi 121 ivi 122 ivi 123 1 '_' 1 ivi 1 25 » IVI » 1 26 » 127 » ivi » 1 28 » ivi » 129 » i::o » ivi » L37 » 138 » ivi » ivi I1) Il Salvador! Del il Giglioli cosi ohinmarono lo Irò voooliio l'ormo ilo! Codibugnoli Italiani: Aeredvla emulata (110), A. rotea filmi 1. Trbyi (110. IM'H I SISTEMA Famiglia Sittidae ........... Genera Sitta, Linnaeus, 1758 ........ 122. Sitta caesia, Meyer >\ Wolf, lslo: Picchio muratore 123. Sitta europaea, Linnaeus, I T ."■ s ; Picchio muntimi nordico, 124. Sina Ne ayeri, Michaholles, L830; Picchio muratori dalmati no . 125. Sina YVhiteheadi, Sharpe, 1884; Picchio muratore còrso . Sezione OSCINKS CDRVIEOSTRES Famiglia Certhiidae Genere Gerthia, Linnaeus, 1758 ........ 126. Certllia familiaris, Linnaeus, 1758; Rampichino alpestri 126 a. Certhia familiaris brachydactyla (Brehm), 1831; Rampichino . Genero Tichodroma, llliger, lsii ........ r_'T. Tichodroma muraria (Linnaeus), lTiiii: Picchio illuminiti . Sezione OSCINES SUBULEBOSTEBS Famiglia Troglodytidae ........ Genere Anorthura, Rennie, 1831 . 128. Anorthura troglodytes (Linnaeus), 1758; Scricciolo 128 a. Anorthura troglodytes liirtensis (Seebohm), 1884; Scricciolo ili Situili Kilda ......... 128 6. Anorthura troglodytes borealis (Fischer), 1861; Scricciolo isltllltlifo .......... Famiglia Cinclidae Genere Cinclus, Bechstein, 1802 ........ li'it. Cinclus cinclus (Linnaeus), 1758; Merlo acquajolo . 129 «. Cinclus cinclus aquaticus (Bechstein), 1802; Merlo acquajolo nordico ...... ... 1296. Cinclus cinclus melanogaster (') (C. L. Brehm), ls-j:ì; Merlo acquajolo pancia nera ....... 129 e. Cinclus cinclus cashmiriensis (I |d), 1859; Merlo acquajolo asiatico ..... ... Turdidae \' < I \ CORINAK .......... Accentor, Bechstein, 1802. ... ... 130. Accentili' cullali- (Scopoli), 1 Tli'.t : Snri/tnit .... 131. Accentor modulane (Linnaeus), L758; Passera scopajola 132. Accentor montanellus (Pallas), 177ti: Passera scopajola asiatica. 133. Accentor fulvescens, Severtzow, IsT.'l; Passera scopajola bruna. 134. Accentui- ai ri.uularis. Brandt, ls44 : Passera scopajola dalla gola nera ........... TUBDINAE. ........ Turdus, Linnaeus. IT.'iS ...... 135. Turdus viscivorus, Linnaeus, 1758; Tordela .... 136. Turdus musicus, Linnaeus, 1758; Tordo ..... 137. Turdus ustulatus Swainsoui (Cabanis), 1846; Tordo di Swainson . 138. Turdus aonalaschkae l'aliasi (Cabanis), ls4T : Tordo nano 139. Turdus pilaris, Linnaeus, 1758; Cesena ..... 140. Turdus iliacus, Linnaeus. IT.'iS: Tordo sassella 1 •' neic Ma ulti. Leach, 1816 Famiglia Sottofamiglia ( renere Sottofamiglia i renere l'tt,,. 139 » l in » ivi » ivi >> 1 II » i\ i • 142 » h i .•> 1 13 » ivi » IH » ivi » ivi » 1 1.-. » ivi » in; » ivi 1 17 » IVI » lls » ivi » ivi 149 » 150 >> ivi » 151 » ivi » ivi » 152 » 1.-,:: » ivi » ivi » 1.-.4 » ivi >> 155 » ivi » 156 » 157 » 158 » ivi » 159 i | i Profl Salvador] e Giglioli adopoi no U nome di i nu ■ ■ ■ ■. questa sotto \TI. \\ I i i >i:\ ,ini 111. Mei uhi obscura (Ginelin), 1788; Tordo oscuro . 142. Merlila fuscata (Pallas), L811; Cesena fosca 143. Merula Naiiinanni (Temminck), 1820; Cesena di Nanmann 144. Merula rufieollis (Pallas), 177H; Tordo dalla gola rossa 145. Merula atrigularis (Temniinck), 1820; 'l'arilo dalla gola veni 146. Menila merula (Linnaeus . 1758; Merlo nero 1 17. Menila, torquata (Linnaeus) 1758; Merlo dal collare. I 17 a. .Menila torquata orientalis, Seebohm, 1888; Merlo ilul lollan orientale ..... . . 117/'. Morula torquata alpestris (C. L. Brehm), 1828; Merlo dal col- lare meridionale. ........ i, Micie Geociehla, Kuhl, anno? ....... 148. Geociehla varia (Pallas), 1811; Tordo doralo . . . . 149. Geociehla sibirica (Pallas), 1776; Tordo siberiano Genere Monticola, Boie, 1822 ....... 150. Monticola solitarius (Linnaeus), L758 ; Passera solitaria '.."il. Monticola saxatilis (Linnaeus), 17ii(i; Codirossone Genere Saxicola, Bechstein, 1802. ...... 152. Saxicola leucura (Gmelin), 1788; Monachella nera 153. Saxicola leucopyga (Brehui), 1855; Monachella testa hi, min 154. Saxicola leucomela (Pallas), 1770; Monachella dal dorso una 155. Saxicola melanoleuca (Giildenstadt), 1775; Monachella gola nera. 155 «I. Saxicola melanoleuca occidentalis (Salvadori), 1ss7 : Monachella gola nera occidentale ........ 156. Saxicola stapazina (Linnaeus), 17i;ii: Minute/iella 157. Saxicola oenaufclie (Linnaeus). 1758; Culbianco . 158. Saxicola isalielliua. Cretzschmar, 1826; Culbianco isabellhw 159. Saxicola deserti. Riippel in Temminck, 1825; Culbianco del deserto .......... Genere Pratincola, Koch, isiti ........ 160. Pratincola rubetra (Linnaeus), 1 7 r> s : Stiaccino .... 161. Pratincola rubicola (Linnaeus), 17(iii; Saltinpalo 1(51 a. Pratincola rubicola Hemprichi (Ehrenberg), 1829; Saltinpalo orientale .......... ili-.'. Pratincola caprata (Linnaeus), 17(i(>; Sali in pala nera i. cncie Ruticilla, C. L. Brehm, 1828 ....... 16:.!. Kulieilla phoenicurus (Linnaeus). 17.~>N; Culi rossa 163 «. Ruticilla phoenicurus mesoleuca (Ehrenberg), 1829; Codirosso ili Ehrenberg ......... 164. Ruticilla tilis (Scopoli), 1769; Codirosso spazzacamino 165. Kulieilla ochvura (S. Gmelin), 1771: Codirosso ili Gould . 166. Kulieilla Moussieri (Olphe-Galliard), 1852; Codirosso algei-ino . 167. Ruticilla erythrogastra (Giildenstiidt), 1775; Codirosso ili Giil- ilnishiill .......... Genere Cyanecula, C. L. Brehm, 1828. ...... 168. Cyanecula suecica (Linnaeus), 1758; Petf azzurro orientale 168 a. Cyanecula succici cyanecula (Wolf), 1810; PetV azzurro occidentali Generi Calliope, Gould, 1836 ........ 169. Calliope calliope (Pallas), I77ii; Calliope ..... Genere Nemura, Bodgson, 1845 . 17(1. Neiniira cvaniira (Pallas), 177:;; Cod'azzuìTO . Pag. 159 » Hill » liil » ItiL' » ivi » n;:; » h;i li;:, ■> IV] » 166 » ivi » 167 » Kis » ivi » li;:! » 17(1 » ivi » 171 » Ì\ ! » 171' » ivi » 17:'. » 174 » 17:. » ivi » 17li » ivi 177 17s •■ ivi •> ivi » 179 » ivi » INI» » ivi » INI » ivi » ivi » 182 » ivi » 183 » ivi » 184 » ivi 1\HI( I -l»l \.\l \ I li O \l Genere Genere Sottofamiglia i .. nere Genere Genere Genere Erithacus, Cuvier, Imni ....... iti. Erithacus rabecula (Linnaeus), L758; Pettirosso 171 a. Erithacus rabecula nyrcanus I BIau forti), ls7 1 : Pettirosso /» vaiano l i limi, Forster, 1 si 1 172. Aitimi luscinia (Linnaeus), L758; Rusignolo 17l' a. Aèdon luscinia Golzi (Cabanis), 1873; Busignolo ■persiano 17:'.. Ai iiun philomela (Bechstein), 1795; Busignolo maggiore . Svi. \ usai:. ......... Sylvia, Scopoli, 17ii!i ....... 171. Sylvia simplex, Latbaui, 1787; Beccafici) .... 17."). Sylvia atricapilla (Linnaeus), 1758; Capinera . I7ii. Sylvia ui Boria (Bechstein), 1795; IHijia padovana 177. Sylvia orphaea, Temminck, 1815; Bigia grossa. 17s. Sylvia eunuca (Linnaeus), 1758; Bigiarella 17:i. Sylvia Sylvia (Linnaeus), 1758; Sterpazzola 180. Sylvia conspicillata, La Marmora in Temminck, 1820; Steipaz- sola ili Sardegna ....... 181. Sylvia nana (Hemprich ov Ehrenberg), L828; Sterpazzola nana lx'_>. Sylvia subalpina, Bonelli in Temminck, 1820; Sterpazzolina 182 a. Sylvia subalpina mystacea (Ménétriés), 1832; Sterpazzola il Menci ri cs ......... 183. Sylvia raelanocepbala (Gmelin), L788; Occhiocotto 183a. Sylvia melanocepbala momus (Ehrenberg), L829; Sterpazzola ili Lmiimtn ........ 184. Sylvia. Rueppeli ('), Temminck, 1823; Bigia del Riippel Melizophihis, Leacb, 1816 .... . . ls.'i. Mcli/cipliilus iinilaiiis (Boddaert), 1783; Magnanina . 186. Melizophilus sardus (La Marmora in Temminck), 1820; Magna nina saniti ........ Phylloscopus, Boie, 1826 ....... Is7. Phylloscopus Eversmauni (Middendorff), 1851; Luì di Bversmann 188. Phylloscopus nitidns, Blyth, 1843; Lui giallo . 189. PhyUoseopus vi ridano», Blyth, 1S4:'. : Lui verdognolo 190. Phylloscopus sibilator (Bechstein), 17;»:;; Lui verde 191. Phylloseopns trocbilus (Linnaeus), 1758; Luì grosso. 192. Phylloscopus Bonellii (Vieillot), 1819: Luì Manico 193. Phylloseopns rufas (Bechstein), iso'^; Luì piccolo 194. Phylloseopns (ristia, Blyth, lst:ì; Luì sibcriano 195. Phylloscopus proregulus (Pallas), 1811; Luì ili Pallas 196. Phylloscopus SUperciliosne (((melili), 1788; Lui /mestieri! . tìypolaia, e. !.. Brehm, 1828 197. Hypolais hypolaia (Linnaeus), 17.VS; ('tinnì, imi maggiore 198. Hypolais polyglotta (Vieillot), 1M7: Canapino. 199. Hypolais olivetorura (Strieklaud). ls:'.?: Canapino levantino 200. Hypolais pallida (Hemprich & Ehrenberg), 1829; Canapino ehiar ellenico ......... 201. Hypolais opaca (Licbtenstein), 1850; Canapino ciliare iberico 202. Hypolais caligata (Licbtenstein), ls'_':ì; Canapino asiatico. '«;/• ! 85 » ivi » 186 » ivi » 187 » i\ i » ivi » 188 » ivi >> L89 » ivi » L90 » liti » i\ i » 192 » ivi » 193 » ivi » l'.ll » ivi » L95 » ivi » lìti; » IVI » 197 » ivi ■ 198 » ivi » 199 » i\ i » 200 » 201 » 202 » ivi » 203 » 204 » ivi » 205 » ivi » 206 » •_>2 : Eusignolo levantino .......... Cisticolinae .......... Cisticola, Kaup, L829 ........ Cisticola cisticola (Temminck), 1820; Beccamoschino. Motacillidae Motacilla, Linnaeus, 1758. ....... . Motacilla alba, Linnaeus, 17.">N; Ballerina .... . Motacilla lugubris, Temminck, 1820; Ballerina nera . Motacilla melanope, Pallas, 1776; Ballerina gialla . . Motacilla citreola, Pallas, I77ti; Cutrettola lenta gialla orientale . . Motacilla campestri», Pallas, 177*5 ; Cutrettola testa gialla. . Motacilla Bava, Linnaeus, 1 7 ."> s ; Cutrettola gialla n. Motacilla, flava beema (Sykes), 1832; Cutrettola gialla orientale. h. Motacilla Bava borealis, Sun de vali, IMO: Cutrettola capo scuro, e. Motacilla flava cinereocapilla (Savi), ls:ìl ; Cui retiniti capo cenerino . . . . . . Motacilla melanocephala, Lichtenstein, 1X2;!: Cutrettola capinera. a. Motacilla melanocephala paradoxa (('. L. Brehm), 1855; Cu- trettola capinera a sopraccigli bianchi. .... ti. Motacilla melanocephala xanthophrys (Sharpe), L885; Cutret- tola capinera a sopraccigli gialli. ..... Aiilhiis. Bechstein, 1x07 ........ Antlius 1 1 i \ i.-i I i s. (Linnaeus), 1758; Prispolone . . . . . Antlius Gustavi, Swinhoe, 1 sr>7 ; Prispolone di Swinhoe . . Antlius pratensis (Linnaeus), I7r>s: Pispola . . . . . Antlius cervinus (Pallas), IMI ; l'ispida gola rossa . Autlius pennsylvanicus (Latham), 1787; Spioncello americano . Antlius spipoletta (Linnaeus), 1758; Spioncello » ivi » 216 » ivi » 217 » ivi » ivi » 2 1 S » 21!) » ivi » ivi » 22 ti » ivi » 221 » •>VW » ivi » 22)1 » 22 1 » 22.. » 226 » ivi » ivi » 22S 229 » IVI » 2:10 » ivi » ivi » 231 » 232 » 233 » 234 INDICI 5IST1 M vi h 0 \m 288 a. A ii ili iis spipoletta obscurus I I (Latbain), L790 : Spioncello marino Pag. 23 I 233 6. Anthus obscurus rupestris, Nilsson, 1 si 7 : Spioncello marino scandinavo .......... 284. Anthus campestris (Lionaeus), 1758; Calandro. 235. Anthus Richardi, Vieillot, 1818; Calandro maggiori Sottordine OSCINES SCUTELLIPLANTARES Famiglia Alaudidae Genere Mintila, Linnaeus, 1758 ....... 236. Allunili arvensis, Linnaeus, 1758; Lodola Genere Lulhila, Kaup, 1829 ..... . . 237. Lullula arborea (Linnaeus), 1758; Tottavilla .... Genere Galerita, Boie, 1828 ........ 238. Galerita cristata (Linnaeus), 1758; Cappellaccia 239. Galerita Theklae, Brehm, L858 ; Cappellaccia spagnuola Genere Calandrella, Kaup, 1829 ........ 240. Calandrella braebydactyla (Leisler), IMI: Calandrella 241. rullili. lidia pispoletta (l'allusi. L811 ; Pispoletta 241 a. Calandrella pispoletta minor (Cabanis), L850; Pispoletta minore. 2416. Calandrella pispoletta baetica (Dresser), 1873; Pispoletta spa- gnuola. .......... Genere Pterocoì'ys, Stejneger, 1884 ...... 242. Pterocorys sibirica (Gmelin), 1788; Lodola siberiana Genere Melanocorypha, Boie, L828 ....... 243. Melanocorypha calandra (Linnaeus), 176IÌ ; Calandra. 244. Melanocorypha yeltoniensis (Forster). 17li7: t'uh, mini vera Genere Otocorys, Bonaparte, L839 ....... 245. Otocorys alpestris (Linnaeus), 1758; Lodola nula gialla . 24(5. otocorys peniciUata (Gould), 1837; Lodola gola gialla orientale 247. Otocorys bilopha (Temraink), 1823; Lodola gola bianca algerina Genere Ammomanes, Cabanis, 1850 ....... 2is. Ammomanes cinctura (Gould), IMI ; Lodala del deserto minore . Genere Chersophilus, Sharpe, L890 ....... 249. Chersophilus Daponti (Vieillot), 1820; Lodala del Dupont Sezione OSCINES CONIROSTEBS Famiglia Fringillidae. ........ Sottofamiglia Emberizinae .......... Cenere Càlcarius, Bechstein, 1802 ....... 250. Càlcarius lapponicus (Linnaeus). 1758; Zigolo di Lapponia Genere Plectroplienax, Stejneger, lssu . ...... 251. Plectrophenas nivaMs (Linnaeus). 1758; Zigolo della nere. Genere Miliaria. ('. L. Brehm, 1828 ....... 252. .Miliaria calandra (Linnaeus). 1758; Strilloeso .... Genere lùtspha. l'.nnapai'te. ls:;2 ....... 253. Euspiza raelanocephala (Scopoli), lTiiH: Zigolo capinero 254. Euspiza aureola (l'aliasi. 177:: ; '/.aiolo dal collare 255. Euspiza luteola (Sparrman), 17siì: Zigolo dalla lenta aranciata . Genere Emberiza, Linnaeus. 1 7 r> s ....... 256. Emberiza chrysophrys, Pallas, 177d : Zigolo ilal sopracciglio giallo » » 2:;:, » ivi » 236 » 2:'.7 •> i\ i » ivi » 238 » 239 » ivi » 2 m » ivi » 242 » ivi » ivi » 243 » ivi » 211 » ivi » ivi » 2 C » ivi » 2 Ili » 2 17 » ivi » 248 » ivi » ivi » 24!) » ivi » 250 » ivi » 251 ». h i » 2:. 2 » 2.-,:: » ivi » 25 1 » 2.-i :, » ivi » 256 » ivi » i\ i » 2.". 7 » ivi (t, .1. obsevrm U nome nauta (Ini Proff. RnlvaAnri i1 Giglioli per questa Bottoapt XIV ATLANTE ORNITOLI "(• ' I Sottofamigli i (enere i tenere Genere Genere i ìenere Genere < ìenere ( tenere Genere Genere ( ìenere 257. Emberiza citrinella. Linnaeus, 1 7 ."i s -, Zigolo giallo 258. Emberiza cirlus, Li leus, 17(>ii : Zigolo nero . 259. Emberiza hortnlana, Linnaeus, 1758; Ortolano. 260. Emberiza Buchanani, Blyth, 1844; Ortolano dal colli} grigio 261. Emberiza caesia, Cretzschmar in Ruppe), 1826; Ortolano grigi 262. Emberiza eia, Linnaeus, 17(i<>: Zigolo miniano. 263. Emberiza Leucocephala, S. Gmelin, 17 70 : Zigolo nota rossa 2(!4. Emberiza rustica, Pallas, 1 7 7 1 > ; Zi, /alo boschereccio 265. Emberiza pusilla, Pallas, 1776 : Zigolo minore . 266. Emberiza schoeniclus, Linnaeus, 17.">N; Migliarino
  • s ; l'ussero oltremontana l'asser Italiae (Vieillot), 1817 : Passera .... . l'asser liispaniensis (Temminck), 1820 ; Passera sartia l'asser montanus (Linnaeus). 1 7 ."■ s : Passera mattnggia Petronio. Kaup. 1829 ....... Petronia petronia (Linnaeus). 17(i(i; Passera logia . Monti fringilla. C. L. Brehm, 1828 . Montifringilla nivalis (Linnaeus), L766 ; Fringuello alpino. a. Montifringilla nivalis alpicola (Pallas), 1811 : Fringuello alpin caucasico ......... Fringilla, Linnaeus, 1758 ...... . Fringilla coelebs, Linnaeus, 1 7.">s : Fringuello . Fringilla spodiogenys, Bonaparte, 184] ; Fringuello algerino . Fringilla montifringilla, Linnaeus. 175S; Peppola Carduelis, Brisson, 17(10 ...... . Carduelis carduelis (Linnaeus). 1 7 ." n : Cardellino Carduelis caniceps, Vigors, 1837, Cardellino dell'Imalaia . Cltriisoinitris. Boie, 1828 ....... . Chrysomitris spinus (Linnaeus), 175* ; Liicarino. Chloroptila, Salvadori, 1871 ...... . Chloroptila citrinella (Linnaeus). 1766 ; Venturone . a. Chloroptila citrinella corsicana (Kònig), 1899; Venturone mi ridionale .... .... Serinus, Kocli. 1816 ....... . Serinus serinus (Linnaeus), 17-66 : Verzellino Serinus canarius (Linnaeus), 1758: Canario . Serinus imsillus (Pallas), IMI : Verzellino dalla fronte rossa Ctinnaliìna, Brelim, 1828 ...-•• . Cannabina cannabina (Linnaeus). 1758 ; Fanello Cannabina flavirostris (Linnaeus). 1758: Fanello nordico . Aeanthis, Bonaparte, 1850 ...... . Acantbis linaria (Linnaeus). 1758; Organetto . a. Aeanthis linaria rufescena (Vieillot), 1818; Organetto minori l>. Aeanthis linaria exilipes (Coues), 18(11 : Organetto di Coues Pijrrlinla, l'.vissiin. 17(10 ....... Pyrrhuln [(.urinila (Linnaeus), I75s; Ciuffolotto maggiwe . l'ti 7 268 269 270 L'71 272 •_'7:; 274 275 270 277 278 270 279 280 •JM 282 •js:: 284 285 285 285 2 SC, . Pag. 25 S » 259 » 2(10 » 201 io » ivi » ivi » 262 » 263 » ivi » 264 le » 267 » i\ i » 268 » ivi » 26(1 » ivi » 27(1 » 271 » ivi » ivi » 272 » 273 » ivi » ivi » 27 1 » 275 » ivi » 276 » ivi » 277 » ivi » 27 s » ivi » 279 » ivi » 28(1 » ivi » 281 » 282 » ivi . ivi » 28:: » 28 t » ivi » 285 » ivi » 289 » ivi IMilc I SIS1 HI VI l< O \\ Genere i renere Genere ( renere Sottofamiglia Genere Genere Sottofamiglia Genere Sottordine Famiglia i renere Genere Famiglia Genere Famiglia i nuore i renere 286a. Pyrrhnla pyrrhnla enropaea (Vieillot), 1816; Ciuffolotto. 287. Pyrrhula Cassini (Kami). 1869; Ciuffolotto di Cassin Erythrospiza, Bonaparte, 1888 ....... 288. Erythrospiza githaginea (Lichtenstein), 1823; Trombettieri 289. Erythrospiza sanguinea (Gould), L837 ; Trombettiere dalle ali rom Carpodacus, Kaup, 1sl".i ........ 290. Carpodacus erythrinus (Pallas), 1770; Ciuffolotto scarlatto 291. Carpodacus roseua (Pallas), I77f>: Ciuffolotto roseo . 292. Carpodacus rubicillus (Giildenstadt), 1775; Ciuffolotto roseo cau- casico ........... Finirò!, i. Vieillot, 1807 293. Pinicola enucleator (Linnaeus), 1758; Ciuffolotto delle pinete Uragus, Keyserling .^ Blasius, 1840. ..... 294. Oragus sibiricus (Pallas). 1771: Ciuffolotto roseo siberiano COCCOTHBATJSTINAK ......... Coecothraustes, Brisson, L760 ....... 295. Coecothraustes coecothraustes (Linnaens), 1758": Frosone . Chloris, Brisson, 1 7<>o ........ 296. Chloris chloris (Linnaeus), 17:>s: Verdone .... LOXIINAE ........... Loria, Linnaeus, 1758 ........ •J07. Loxia curvirostra, Linnaeus. 17."is; Crociere .... •_':i7 K. Loxia curvirostra pityopsittacus (Bechstein), L802; Crociere delle pinete .......... L'ii7 b. Loxia curvirostra rubrifasciata, Bonaparte ^\ Schlegel, 1850; Crociere dalle /a.srie rosse ....... l'US. Loxia Rilasciata. Brehm, ls-_'7: Crociere fasciato OSCINES CULTIROSTEES Sturnidae sturnus, Linnaeus, 1758 ........ 299. Sturnus vnlgaris, Linnaeus, 1 7 ."• s : Sturilo. .... 299 a. Sturnus vnlgaris purpurascens (Gould;, 1868; Stormi porporino . 299 6. Sturnus vnlgaris Poltoratskii (Finsch), 1878; Storno •porporino ili h'inseh .......... •_'!(!! e. Sturnus vnlgaris caucasicus (Lorenz), 1887: Storno porporino caucasico .......... 300. Sturnus unicolor. La Mannoia in Temminck, ÌSI^II; Storno nero "Pastor, Temminck, 1815 . 301. Pastor roseus (Linnaeus). 17.">S; Storno roseo .... Oriolidae Oriolus, Linnaeus, 17tiC ........ 302. Oriolus oriolus (Linnaens), 1758; Rigogolo .... Corvidae Corvus. Linnaeus, 17.">s ........ 303. CorvuS frugilegUS, Linnaeus. 1758; Corro .... :uil. Corvus corax, Linnaeus, 1758; Corro imperiali 304 a. Corvus corax tingitanus (Irby), 1874; Corro imperiale africano . 305. Corvus monedula, Linnaeus, 17.">S; Taccola .... 306. Corvus cornix, Linnaeus, I7."is : Cornacchia .... :!07. Corvus corone. Linnaeus. 17."is: Cornacchia nero Vucifraga, Brisson, 17(io ........ '".'/• 289 » 290 » 291 » ivi » ivi » 292 » ivi » 293 » 29 l » 295 » ivi » 296 » ivi » ivi » 297 » ivi » 298 » ivi » 299 » 300 » ivi ::oi » 302 » ivi » 303 » 304 » 305 » ivi » 306 » 307 » ivi » 308 » ivi » ::tiii » ivi » ivi » :;m » ivi » ;iii » ivi » 318 » ivi » ::i l » 315 » ivi ATI.ANTK ORNITOLOGI! 0 308. Nucifraga caryocatactes (Linnaeus). 1 7.">s : Nocciolaja Genere Pica, Brisson, 1760 ......... 309. Pica pica (Linnaeus), 1758; (!a::: Gracchio corallino ::1 1. Pyrrhoeorax pyrrhoeorax (Linnaeus), lTlili; Gracchio Online COLUMBAE . Famiglia Columbidae ..... ... Genere Coluniba, Linnaeus, 1758 . . ..... 315. Collimila livia. Bonnaterre, 1790; Piccione selvatico . )!1(>. Columba oenas. Linnaeus, 17."is ; Colombella .... MIT. Columba palumbus, Linnaeus, 1758; Colombaccio Genere Turtur, Selby, 1835 318. Turtur turtur (Linnaeus), 1758; 'l'urloni ..... ■ '■\\K Turtur orientalis (Latliam), 1790; Tortora orientali . :'.'J0. Turtur douraca, Hodgson, 1N44: 'l'orioni dal collare 321. Turtur scnegalensis (Linnaeus), 170IÌ ; Tortora egiziana 322. Turtur cambayensis (Gmelin), 1788; l'orioni indiana Ordine (fALLINAE ... . . Famiglia Pteroclidae Genere Syrrliaptes, Illiger, 1811 . 323. SyrrhapteB paradoxus (Pallas), 177)!; Siri-atte .... Genere Pterocles, Temrainck, 1815 ....... :!'_'!. Pterocles alcliata setarius (Temminck), 1815; Grandula medi- terranea .......... 325. Pterocles arenarius (Pallas), 1 7 7 ."> : Ganga .... Famiglia Phasianidae .......... Genere Tetraogallus, Cray, 1833 ........ .".'_'iì. Tetraogallus caucasicus (Pallas), 1811; Tetraogallo del Caucaso. 327. Tetraogallus caspius (S. Gmelin), 17*1; Tetraogallo del Caspio. Genere Caccabis, Kaup, 1829 ........ 328. Caccabis saxatilis (Wolf & Meyer), 1805; Coturnice. 328a. Caccabis saxatilis chukar (') (Gray), 1829; ('iiil.or 329. Caccabis ruta (Linnaeus), 1758; Pernice rossa .... 330. Caccabis petrosa (Gmelin), 1788; l'irniir sarda Genere Francolinus, Stephens, 1819 ....... 331. Francolinus francolinus (Linnaeus), 17li(i: Francolino 'mi. 316 » 318 » ivi » 319 » ivi » :;-_Mi >> ivi 321 » 322 .» ivi » ivi » ::•_<:: » ivi » 324 » ivi » 325 » ivi » 326 » ivi » ivi » ::'_'7 » ivi » ivi » 328 » ivi » ivi » 329 » ivi » 330 » ivi » ivi » ::::i » 332 » ivi » 333 » ivi » 33+ » ivi » ivi » :::;:, » ivi » 336 » ivi » :ì:;7 » ivi (') Il nome ih C. ehvkai b pag. 336j Hnon i va corretto con C chvlar IN -I-I I M V Genere i leu ere i ìeuere Famiglia Genere Famiglia Genere Genere Genere (tenere ( li-dine Sottordine Famiglia Genere Genere Genere Famiglia Genere Genere Genere Famiglia Sottofamigli Genere 332 335 336 337 338 339 340 34 1 342 343 343 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 a Perdix, Brisson, 1 7 »»o ....... Perdis perdis (Linnaeus), 1758 ; starna .... Coturnix, Moehring, 17.">l'. ...... Coturnix coturnix (Linnaeus), 1758; Quaglia Phasianus, Linnaeus, 1758 ...... Phasianus colchicus, Linnaeus, I7."is; Fagiano . Turnicidae Tumix, Bonnatorre, L790. ..... Turnix s\ h alien (Desl'ontaines), 17.s7 ; tanaglia tridattila . Tetraonidae Lagopus, Brisson, lTiio ..... Lagopus scoticus ( Lai liam ). 1783; Pernice di Scozia. Lagopus lagòpus (Linnaeus). 1758; Perniee Manca nordica Lagopus inittus (Montili). L776-1786 ; Pernice bianca Lagopus rupestris (Gmelin), 1788; Pernice bianca delle roccie Lagopus hyperboreus (Sundevall), 1838; Pernice bianca della Spitzbergen. ........ Lyrurus, Swainson, 1831 . .... Lyrurus tetrix (Linnaeus), IT.'ìS; Fagiano ili manie . . Lyrurus Mlokosiewiczi (Taczanowski), 1 s 7 ."> ; Fagiano di monti del Oaucaso ...... Tetrao, Linnaeus, 17.">s .... . . , Tetrao urogallus, Linnaeus, 1758; dalla cedrane a. Tetrao urogallus uralensis (Nazarow), 1886; dalla cedrini degli l'rali. ...... Tetrastes, Keyserling & Blasius, 1850 .... . Tetrastes bonasia (Linnaeus), 17.">N; Francolino di manie . . Tetrastes griseiventris, Menzbier, 1880 ; Francolino di manie orientale ......... (tRALLAK ltmicolae Otididae. Otis, Linnaeus, 175S ....... . Otis tarda, Linnaeus, 17.~>S; Otarda ..... . Otis tetrax, Linnaeus, 1758; Gallina pratajola . Honbara. ltonaparte, 1831 . Honbara andulata (Jacquin), 1784; Oubara . Houbara Macqueeni (J. E. Gray), 1833-1834; Oubara asiatica Oedienemus, Temminck, 1815 .... Oedicnemus oedienemus (Linnaeus), 17,"j8; Occhione . Cursoriidae Pluvianus, Vieillot, 1816 . Pluvi anus aegyptius (Linnaeus), 17.">S; Piviere egiziano Cursarius, Latliam, 17110 ...... Cursorius gallicus (Gmelin), 1788; Corrione biondo . Glareola, Brisson, 1760 ....... Glareola pratincola (Linnaeus), 17ti(i; Pernice di mare Glareola melanoptera, N'ordinami, 1842 ; Pernice di mare orientale Charadriidae HaKMATOI'ODIN.W. ........ Ilaematopus, Linnaeus. I 7 ."• S ...... ag. 338 » ivi » 339 » 340 » 341 » ivi » 342 » ivi » ivi » 343 » ivi » 344 » ivi » 345 » ivi » 346 » ivi » ivi » 317 » ivi » 348 » 349 » 350 » ivi » 352 » ivi » 353 » ivi » 354 » 355 » 356 » ivi » 357 » ivi » 358 » ivi » 359 » ivi » 360 » ivi » 361 » 362 » ivi » ivi » 363 \ l'I. \N I I. ORNI rOI.OGICO 355. Hacmatopus ostrilegus il). Linnaeus, 17.">s: Beccaccia ili mare Genere Arenaria, Brisson, ITiiti ....... 356. Arenaria interpres (Linnaeus), 17.">n: Voltapietre Sottofamiglia Charadriinae Genere Hoplopterus, Bonaparte, L830 ...... 357. Hoplopterus spinosus (Linnaeus), 1758; Pavoncella armata Genere Vanellus, Brisson, 1760 ..... .;.".s. Vanellus vanellus (Linnaeus), L758; "Pavoncella Genere Chettusia, Bonaparte, 1841 ...... 359. Chettusia gregaria (Pallas), 1771 ; Pavoncella (irei/aria 360. Chettusia leucura (Lichtenstein), ls2;i; Pavoncella s; Corriere americano . Genere Aegialitis, lìdio, 1822 ..... :;iii;. Aegialitis asiatica (Pallas), 177:'>; Corriere asiatici) 367. Aegialitis hiaticula (Linnaeus), 1758; Corriere grosso 368. Aegialitis duina (Scopoli), 1786; Corriere /limilo 369. Aegialitis alexandrina (Linnaeus). 175S; Fratino Sottofamiglia Himantopodinae ........ Genere Himantopus, Brisson, 1760 ...... :'.7(). Himantopus himantopus (Linnaeus), 17,".s; Cavalier d'Italia Genere Eecurvirostra, Linnaeus, 1758 ...... 371. Recurvirostra avocetta (Linnaeus), 1758; Avocetta Sottofamiglia Totaninae ......... Genere Numenius, Brisson, 17(ii> ....... 372. Numenius arcuatus (Linnaeus), 1758; Chiurlo maggiore ::7:'.. Numenius tenuirostris, Vieillot, 1 si 7 : CMurlotello . :;7t. Numenius phaeopus (Linnaeus). 1758; Chiurlo pinolo 375. Numenius borealis (Forster), 1772; Chiurlo piccolo eschimese Genere Limosa, Brisson, 1760 ....... 376. Limosa lapponica (Linnaeus). L758; Pittima minore. :\11. Limosa limosa (Linnaeus), 17."iS; Vittima reale Genere Macrorhamphus, Leach, 1816 ...... 378. Macrorhamphus griseus (Gmelin), L788 ; Piro-piro dal /ietti rossiccio ......... i '■ lolaniis. Cuvier. 1800 ...... 379. TotanUS fuscus (Linnaeus). L758 ; lutano moro ::si». Totanus calidris (Linnaeus), 17(Ui; Pettegola 381. Totanus stagnatilis, Bechstein, Ino:'. ; Albastrello 382. Totanus flavipes (Gmelin), I7ss: Albastrello americano Pilli. 363 » 364 » ivi » 365 » ivi » 366 » ivi » 367 » 368 >> i\ i i y ivi » 369 » ivi •> 370 » ::71 » ivi » 372 » ivi ■ :;7:; » ivi » :;7I » ivi » Mò » 376 » ivi » M77 » ivi » :;7s » ivi » :;7'.i » ivi » ivi » :;sn » 381 » 382 » 383 » :;m » ivi » 385 » 386 o » 387 » ivi » 388 » 389 » ivi » 390 i ') //. oetralegue A nei. i i Le citazioni ( Via • adrim più viali ■ un-, i pi i i' e gè d] i" Loril '. 370, :ì71 «■ 372 vanno corrotto con C. api icai iue, avendo io adottato quest'ili IMMI l -l-l! IH i tenere ( tenere I .elicle i teneri Sottofamìglia Genere i tenere Genere Totai) U6 littoreus (Linnaeus), 1758; Pantana . 384. Totan uà glareola (Linnaeus), L758; Piro-piro boschereccio 385. Totanus ocbropus (Linnaeus), IT.".--: Piro-piro culbianco 386. Totanus solitariu8 (Wilson), 1813; Piro-piro solitario Tringoides, Bonapai'to, 183] ..... 387. Tringoides bypoleucus (Linnaeus), L758, Piro-piro piccolo 388. Tringoides maculari us (Linnaeus), 1766; Piro-piro macchiato Terekia, Bonaparte, l vi--. ...... 389. Terekia cinerea (Giildenstadt), ITTI: Terechia . Pavoncella, I. cucii, 1816 . 390. Pavoncella pugnas (Linnaeus), 1758; Combattente Bartramia, Lesson, 1831 . 391. Bartramia longicauda (Beckstein), L811; Piro-piro coda lunga Tringinai ........ Tringites, Cabanis, 1856 ...... 392. Tringites snb-ruficollis (Vieillot), 1819; Piro-piro fulvo ('tilii/ns. Cuvier, 1800 ...... :;:•:;. Calidris arenaria (Linnaeus), ITiiii; Piovanello intintalo Tringa, Linnaeus, 1758 ...... 394. Tringa minuta, Leisler, 1812; Gambecchio. 395. Tringa minutilla, Vieillot, 1819; Gambecchio minore. 396. Tringa Temmincki, Leisler, 1812; Gambecchio nano. :;'.t7. Tringa maculata, Vieillot, 1819; Gambecchio dal petto fasciato min ritinto ......... 398. Tringa acuminata (Horsfleld), 1821; Gambecchio tini petto i>' sciato siberiano ....... 399. Tringa fuscicollis, Vieillot, 1819; Gambecchio americano ino. Tringa maritima, Briinnick, 1764; Piovanello violetto 101. Tringa subarcuata (Giildenstadt), 1774: Piovanello . Hi'.'. Tringa Canuti, Linnaeus. L758 ; Piovanello maggiore 103. Tringa alpina, Linnaeus, 175S; Piovanello pancia nera (.cuci e Limicola, Kocb, 1816 ...... lui. Limicola pygmaea (Beckstein), 1802; Gambecchio frullino Sottofamiglia Scolopacinae ........ i. cuci e Scolopax, Linnaeus, 1758. ..... 105. Scolopax rusticula, Linnaeus. l7.Ys; Beccaccia . Lenire Gallinogo, Leacli, 1816 ...... 406. Gallinago inedia (Frisck), 17ii:;: Oroccolone Ki7. Gallinago gallinago (Linnaeus). 17;.s; Beccaccino Genere Limnocryptes, Kaup, 1829 ..... 408. Limnocryptes gallinula (Linnaeus), 1766; Frullino . Sottofamiglia I'iialaropixak . ....... (■cuore Phàlaropus, Brisson, 1760 ..... 411'.». Pkalaropus lobatUS (Linnaeus), 17">s ; Fnltiro/io ti becco sottili Genere Orymophihis, Vieillot, 1816 ..... 410. Crymopkilus fulicarius (Linnaeus), I7.">s: Falaropo a becco largo Sottordine ITLK'ARIAE Famiglia Rallidae Genere Eallus, Linnaeus. 1758 ...... 111. liallus aquaticus, Linnaeus, I7.">s; Porciglione . Genere Orex, Becbstein, 1803 ...... '«'/. 391 » 392 » » 394 » ivi » 395 » ivi •> :;'.Hì » ivi » 397 » 398 •> 100 » ivi » ivi » 1(11 » ivi •' 102 » ivi » 403 » ivi » 404 » 105 » 4ll(i » ivi » IH7 » 108 » ivi » 1011 » no » ivi » ni » ivi » 412 » 4L? » ivi » Il 1 » ivi » 41.-, » 416 » ivi » 417 » ivi » lls » ivi » 419 » ivi » 120 » ivi Atlanti "l 'litologico. ;4 \ I I \vi I. i n:\i rOLOGH 0 tanni ili li Sìlice 412. Cres cres (Linnaeus), 1758; III- ili Quaglie Genere Poi-zana, Yieillot. lsiu ....... 413. Porzana porzana (Linnaeus), 1700; Voltolino +14. Porzana intermedia (Hermann), L804; Schiribilla grigiata . 415. Porzana parva (Scopoli), 1769; Schiribilla Genere Gallinula, Brisson, 17(i(i ....... 410. Gallinula chloropus (Linnaeus), 1758; Gallinella d'acqua . Genere Porphyriola, Blyth, 1N49 ....... 117. Porphyriola Alleni (Thompson), 1842; l'olio sul/, ino dell'Alien i ■ciicic Porphyrio, Brisson, 1700 ....... 418. Porphyrio caeruleus (Vandelli), 1707: Pollo sulla no . 419. Porphyrio porphyrio (Latham), 1700; l'olio sultano dalla schiena verde ......... 420. Porphyrio poliocephalus (Latham), 1802; Pollo sultano indiano Genere Fulica. Linnaeus, 175N .... 421. Fulica atra, Linnaeus, 1 75s : Folaga 422. Fulica distata. Ginelin, 17NX; lutinoti crestata Sottordine ALECTORIDES Famiglia Gruidae ....... Genere Grus, Pallas, 1760 ..... 4l':;. Grus grus (Linnaeus), 1758; Gru Genere Sarcogeranus, Sharpe, L893 424. Sarcogeranus leucogeranus (Pallas), 177:1: Gru b\ Genere Antigone, Reichenbach, 1S52 ..... 425. Antigone collaris (Boddaert), 17s:i; Gru antigonc Genere Anthropoides, Vieillot, 1816 ...... 42li. Antliropoides virgo (Linnaeus), 1758; Damigella ili Numidia Sottordine HERODIONES Famiglia Ardeidae .......... Genere Ardea, Linnaeus, 1758 ..... 427. Arfea cinerea, Linnaeus. 175* ; Airone cenerino 428. Artica melanocephala, Vigors & Children, 1826; Airone i collo nero ......... 129. Arde;) pui'purea, Liunaeus, 1760; Aironi rosso Genere Herodias, Boie, 1822 ....... 430. Herodias alba (Liunaeus), I75N; Airone bianco maggiore . 431. Herodias garzetta (Linnaeus), 1706: Gai-setta . Genere Bubulcus, Bonaparte, 1854 ...... L32. Bubulcus lucidus (Kafinesque), 1810: Airone guarda-bum . Cenere Ardeola, Boie, 1822. ....... 433. Ardeola ralloides (Scopoli), 1760: Sgarsa ciuffeito Genere Ardetta. G. K. Gray, 1842 ...... 434. Ardetta minuta (Linnaeus), 1700: Tarabusino . Genere Botaurus, Brisson, 1700 ....... t35. Botaurus stellari* (Linnaeus), 175S; Tarabuso . 4:ì0. Botaurus lentiginoSOS (Montagu), 1813; Tarabuso americano Genere Nyctieorax, Rafinesque, 1815 ...... 437. Nyctieorax nyctieorax (Linnaeus), 1758: MHirora Famiglia Ciconiidae Genere Ciconia, Brisson, 1760 ....... 138. Ciconia ciconia (Linnaeus), 175!S: Cicogna Manca . Pag. 121 » ivi » ivi » 122 » 12:: » ivi » 121 » ivi » 125 » ivi >> 420 » ivi o » 127 » ivi » I2s » ivi » ivi » 420 » ivi » 430 » ivi a » ivi » C'.l » ivi » ivi » ivi » 4S2 » ivi » 433 » / 434 » ivi » 135 » 436 » ivi » 137 » ivi » 138 » ivi » 139 » ivi » 44(1 » ivi » 441 » ivi » 442 » ivi » ivi » il:: » ivi IN Slsl I M M H ■• Famigli* ( lenei e i r eri ere SnltiHiline Famiglia i renere ( tedine Famiglia Sottofamiglia i tenere Sui tofamiglia Genere i reneve i tenere Sottofamiglia Genere i renere i renere Genere I renere Genere Genere i renere 139. < ' i«-<«n in nigra (Linnaeus), 1758; Cicogna nera . Ibididae Plegadis, Kaup, 1829 440. Plegadis faleinellus (Linnaeus), 1766; Mignattajo Platalea, Linnaeus, 1 758 ..... 441. Platalea leucerodia, Linnaeus, 1758; Spatola . PH0ENIC0PTER1 Phoenicopteridae ...... Phoenicopterus, Liunaeus, L758. .... 4 il'. Phoenicopterus roseus, Pallas, isll : Fenicottero ANSERES Anatidae .... .... Ctgninae. ...... Gygnus, Bechstein, 1809 ...... 143. Cygmis cygnns (Linnaeus), I75s; Gioito selvatico 144. Cygnus Bewicki, Varrell, 1830; Ciano minore . 445. Cygnns olor (Gmelin), 1788; Ciano reale . A\-l RINAE ........ ci,,,,. Boie, 1822 446. Clien byperborens (Pallas), ITiiT; Oca della neve minor 447. Chen nivalis (Forster). 1772; Oca della neve maggiore Anser, Brisson, 1760 ...... Us. Anser anser (Linnaeus), 1758; Oca selvatica t49. Anser albifrons (Scopoli), 17(i>»; Oca lombardella 450. Alisei- erythropus (Linnaeus). 1758; Oca lombardella mino 451. Ansei- fabalis (Latham), 1 7 s 7 ; Oca granaiola . 152. Anser neglectus, Sushkin, 1895; Oca granaiola orientale t53. Anser brachyrhynchus, Baillon, 1833; Oca dalle stampe i Branta. Scopoli, I7C1I ...... 4.")4. Branta leucopsis (Bechstein), 1803; Oca faccia bianca 455. Branta bernicla (Linnaeus), L758; Oca colombaccio . 156. Branta ruficollis (Pallas), 1769; Oca collo rosso A SATINAI".. ........ Tadorna, Fleming, 1822 ...... +57. Tadorna tadorna (Linnaeus), 1758; Volpoca Casarca. Bonaparte, 1838 ..... 458. Casarca casarca (Gmelin), 1788; Casarca . Alias, Linnaeus, 1758 ...... 459. Alias lioscas, Linnaeus, 1758; Germano reale . lùniciia. Bonaparte, L856. ..... 400. Eunetta falcata (Georgi), 1775; Ah, imi,, forestiera . Chaulelasmus, G. K. Gray, 1838 .... 461. Chaulelasmus streperus (Linnaeus). 1758; CanapigUa Marie,,. Stephens, 1n'_'4 ...... 402. Mareca penelope (Linnaeus), 1758; Fischione 463. Mareca americana (Gmelin), 1788; Fischione americano Xeiiiiiin. Kaup, 1829 ..... 404. Xettium formosum (Georgi), 1775; Alzavola asiatica. Ki5. Xettinm crocea (Linnaeus), 1758; Alzavola 166. Xettinm caiolinelise (Gmelin), 1788; Alzavola americana 1 infila. Stephen», L824 ■a,,. 1 1 1 ■ ivi » 115 - ivi » 447 » 1 18 » A i » ll'.i » ivi » ivi » 15(1 » 451 » ivi » 452 » ivi » ivi » 15:; » 15 1 » A i » ivi » 155 » A i » ivi » 456 » ivi » 457 » ivi » 158 » ivi » t59 » ivi » 160 » ivi » 462 » ivi » ivi » 4 fi:ì » ivi » ivi » 164 » 165 » ivi » ivi » ICC •• ivi » 167 » ivi » ivi » 168 » Ili'.» » ivi ATLANTE OKNIT01 CM31CO 167. Datila acuta (Linnaeus), 17.">S; Codone .... Genere Querquedula, Stephens, 1 S2+ ..... 168. Querquedula circia (Linnaeus), L758; Marsajola 169. Querquedula discors (Linnaeus), ITiìiì; Marsajola dalle ali blu Genere Spalala. Boie, 1822. ... ... ITO. Sputala, clipeata (Linnaeus), 1758; Mestolone Genere Marmar ometta, Reichenbach, 1852 ..... 471. Marmaronetta angustirostris (Menéfcriés), 1832; Anatra manna rizzata ......... Sottofamiglia Fuligulinae ......... Genere Netta. Kaup, isnv) ....... 172. Netta ratina (Pallas), 177:ì; Fistiane turco Genere Nyroea, Fleming, 1822 ....... 47:!. Nyroea felina (Linnaeus), 1758; Moriglione 474. Nyroea nyroea (Giildenstiidt), 17(1!» ; Moretta tabaccata Genere Fuligula, Stephens, 1824. ...... 1 7 r> . Fuligula marila (Linnaeus), 1758; Maretta grigia 4711. Fuligula fuligula (Linnaeus). 17(i(i: Maretta Genere Clangula, Leach, 1819 ....... 477. Clangula clangula (Linnaeus). 17.">N; Quattr'occhi 478. Clangula islandica (Gmelin), 17ss; Quattr'occhi islandico . 479. Clangula albeola (Linnaeus), 1758; Genere Harelda, Stephens, 1 sii 1 . INO. Harelda liyemalis (Linnaeus), 17."iS Genere Histrionicus, Lesson, 1828 . 4SI. Histrionicus histrionicus (Linnaeus). Genere Oidemia, Fleming, 1S22 . 482. Oidemia nigra (Linnaeus), 1758 183. Oidemia fusca (Linnaeus). 1 7 r. s 4S4. Oidemia perspicillata (Linnaeus) (/rande ......... Genere Heniconetta, G. K. Gray, isti». ..... tsr>. Heniconetta Stelleri (Pallas), 1769; Edredone di steller . Genere Somateria, Leach, 1819 ....... 486. Somateria moltissima (Linnaeus), 1758; Edredone 187. Somateria spectabilis (Linnaeus). 17,'iS; Uè degli Edredoni Sottofamiglia Erismaturinaf. ........ Genere Erismatura, Bonaparte, ls;{2 ...... 488. Erismatura leucocephala (Scopoli), 1769; s: Peseiajola Genere Lophodytes, Reichenbach, 1852 ..... 490. Lophodytes cucullatus (Linnaeus), 175S; Smergo americana Genere Merganser, Brisson, 1760. ...... 491. Merganser merganser (Linnaeus), 1758; Smergo maggiore. 192. Merganser serrator i Linnaeus). 1758; Smergo minare Sottordine STEGANOPODES Famiglia Phalacrocoracidae Genere Phaìaeroeara.i\ Brisson. 1760 ...... 493. l'iialacrocorax carilo (Linnaeus). 17.".s: Marangone Quattr'occhi americano Marcita codona . ■-), 17f>s ; Morella arlecchino Orchetto marino Orco marino . 17'iS : Orco marino dal becco . l'aq. 469 » 170 » ivi » 171 » ivi » i\ i » 172 » i\ i » 17.". » ivi » i\ i » 171 » ivi » 17:. » ivi » 170 » ivi » 477 » ivi » 178 » ivi » 179 » ivi » 180 . ivi » INI » ivi » ivi » 182 » ivi » 183 » ivi » ivi » tsi » 185 » ivi » 186 » ivi » ivi » ivi » IS7 » ivi » ivi » 4SS » ivi » 189 » ivi » 190 » ivi I N !•[■ 1 -I-I I M ITICO 194. Phalacrocorax graculus (Linnaeus), 1766 j Marangoni col ciuffo settentrionale ......... 194 a. Phalacrocoras graculus Desmaresti (Payraudeau), 1826; Maran- gone col ciuffo meridionali ....... 195. Phalacrocoras pygmaeus (Pallas), ITT:!: Marangone minori Famiglia Sulidae . Genere Sula, BrissoD, 1760. .... ... 196. Sula bassana (Linnaeus), 1758; Svia . ... Famiglia Pelecanidae Genere Pelecanus, Linnaeus, L758. ...... hit. Peleoanua onocrotalus, Linnaeus, 1758 : Pellicano 1:98. Pelecanus roseus, Gmelin, 1788; Pellicano minore 199. Pelecanus crispus, Bruch, 1832; Pellicano riccio Sottordine LONGIPENNES Famiglia Laridae Sottofamiglia Sterminai ....... • Genere ffydroehelidon, Boie, L822. ...... 500. Hydrochelidon hybrida (Pallas), 1811 : Mignattino bigio . 501. Hydrochelidon nigra (Linnaeus), 1758; Mignattino . 502. Hydrochelidon Gssipes (Pallas), IMI : Mignattino ali bianchi Genere Gelochelidon, Brehm, 1831 ....... 503. Gelochelidon anglica (Montagli), 1813; Eondine di mare rampe nere ........ Genere Hydroprogne, Kaup, 1829. ....... .".ni. Hydroprogne caspia (Pallas), IVVO; Eondine ili mare maggiore. Genere sterna, Linnaeus, 1 7 r> s ..... . .mi.".. Sterna hirundo, Linnaeus, 1758; Eondine ili mure . 506. Sterna paradisea, (') Briinnich, 1764; Eondine ili mare coda lunga ."■ut. Sterna Dougalli, Montagu, 1813; Eondine di mare di Mae Dovgall 508. Sterna cantiaca, Gmelin, 1788; Beccapesci . . . . 509. Sterna maxima, Boddaert, 17t;:i ; Eondine ili mure maggiwe americana .......... :>lo. sterna media, Horsfield, 1820; Eondine ili man- ilei Eùppel .MI. Sterni) fuliginosa, Gmelin, 1788; Eondine ili mure scura . 512. Sterna minuta, Linnaeus, 1766; Frittiteli" . . . . Genere Anous, Stephens, 1826 ....... 513. Anous stuliilus (Linnaeus), 1758; L'inuline di mure stolida Sottofamiglia Laminai-: .......... Genere Xema, 1, cucii, 1819 ......... 514. Xema Sabinei (.1. Sabine), 1818; Gabbiano ilei Sabine Genere Eliodostethia, Mac Gillivray, 1842 ..... 515. Rhodostethia rosea (Mac Gillivray), 1824; Gabbiano dalla cuneata ......... Genere Larus, Linnaeus. 1 7.">s ....... ."■li;. Larus ininiitus. Palina, iTTii: Gabbianello MT. Larus ichthyaétus, l'allas. 177:'.; Gabbiano ilei Pallas .Ms. Larus melanocephalus, Natterer, 1818; Gabbiano corallino 519. Larus philadelphia (Ord), 1815; Gabbiano ilei Bonaparte. Pag. IM ■tuia » 192 » ivi ■• 1'.):; » ivi » ivi » Hit » ivi » \\ i » 195 » i\ i » 196 » ivi » ivi » 197 » ivi » ivi » I!IS » ivi » ivi » 499 » ivi » i\ i » .Min » .-,(11 » i\ i >. ivi » 502 » ivi » ivi » 503 » i\ i » ivi » .MI! » ivi » ivi » .-,11.-, » ivi » ivi » 506 » ivi •> .MIT » ivi (') Secondo SannAers (Cat. IKrdi Brit. llru. XXV. p 82.1! levi criversi *S mraih mieli, Ora. fior. p. -IH i [ìornholni no. 152, adulto. ATLANTE ORNITOLOGICO 520. Larus riilibundus. Linnaeus, ITtili: Gabbiano comune 521. Larus gelastes, Tbienemann, 1 s : : s ; Gabbiano roseo 522.. Larus marinila, Linnaeus. L758 ; Mugnaiaccio . .">!':!. Larus fuscus, Linnaeus. 1 T.'.s : Zafferano .... 523> ........ 530. Rissa tridactyla (Linnaeus), 1758; Gabbiano tridattilo Famiglia Stercorariidae Genere Megalestris, Bonaparte, 1856 ...... 531. Megalestris catari liactes (Linnaeus), 17lil>: Stercorario maggiore Genere Stercorai'ius, Brissoo, 17(50 ...... 532. Stereorarios pomatorliinus (Temniinck), L815 ; Stercorario me: :. l-.ANITINAE ......... Oceanites, Keyserling & Blasius, 1840 .... 538. <»eeanites oceanicus (Kuhl), 1820; Uccello tifile tempeste ame- ricano ......... l'elatjoti roma. Reichenbacli, 1852 ..... 539. Pelagodroma marina (Latham), 1790; Ueeello delle tempesU fregata ........ Famiglia Puffinidae. Sottofamiglia Pukiininak ......... Genere Puffinus, Brisson, 1760 ....... 540. l'ulìinus gravis (0' Reilly), 1818; Berta dell'Atlantico 541. Puffinus Kubli (Boie), 1NX". : Berta maggiore . r. 12. Puffinus anglorum (Ray), 171:; : Berta minore nordica 542 a. l'ulìinus anglorum yelkouaa (Acerbi), 1827; Berta minore 543. l'uttìnus aaglovom, Gould, ls:;7 ; Berta minore tosco 544. l'ulìinus grisella (Gmelin), 17SS : licita grigia . Sottofamiglia Genere Genere ".'/• 508 » 509 » ivi » :.l(i » ivi » .-,11 » ivi » .-.1- » 514 » ivi » 5 1 5 » ivi » ivi » .-.ili » ivi » 5 17 » ivi » ivi » 518 » ivi » 519 » 520 » ivi » 52] » ivi » ivi » ivi » .".22 » IVI » 523 » ivi » ivi » ivi » :.2l » i\ i » ivi » ivi » ivi » .V2.-. » ivi » 526 » ivi » ivi (') A pag, 511, linea 34 il nome .li /.. caehinnam v:. (sorretto /.. a. cnchinnans. I\|i|i I -l-IHIlllni I .nini Sottofamiglia Genere famiglia Genere Sottordine Famiglia Genere 548. 549. Genere Oeeirelaia, Bonaparte, 1855 ...... 545. Oestrelata liaesitata (Kuhl), L820; Uccello delle tempeste <"l cappuccio ......... ."ili;. Oestrelata brevipea (Peale), ists; Uccello ii- in Temminck, L828; THomedea dalli ciglia nere ......... PYGOPODES Colymbidae Colymbus, Linnaeus, L758 ...... Colymbus septentrionalis, Liunaeus, 1766; Strologa imi uhi Colymbus arcticus, Linnaeus, 1758; Strologa mezzana Colymbus glacialis, Linnaeus, L766 ; Strologa maggiore Colymbus Adunisi. G. R. Gray, 1859; Strologa dat he<irr<>io . Podicipes griseigena (Boddaert), L783 ; Svasso dal collo rosso Podicipes cristatus (Linnaeus), 1758; Svasso maggiore Alcidae Ali inai: .......... Alca, Linnaeus. 17.">S ....... Alca inipennis. Linnaeus. L758 ; .1/'" maggiwe Alca torda. Linnaeus. 1758 : Gassa marina Alle, Link, 1806 Alle alle (Linnaeus), 1758; Gassa marina minore Uria, Brisson, 1760. ....... Uria trofie (Linnaeus), 17lit> ; Uria ..... l'via Bruennicbi, Sabine, 1818 ; Uria dal becco grosso Uria grylle (Linnaeus), 1758; Uria nera .... Sottofamiglia Fraterculinae ........ Genere Fraternità. Hrissou, 17tit). ...... ."ili."). Fratercula arctica (Linnaeus), L758 ; Polcinella di mare . Famiglia Genere Famiglia Sottofamiglia Genere Genere Genere 550 551. 552. 553. :.:,1. ."i .") Ti . 556, 557, 558, 559. 560. 561, 562 563 564 Pag. » IVI » 528 » ivi » ivi » ivi » .-.'-".1 » ivi » ivi » 530 » ivi » 531 » ivi » ivi » 532 » ivi » 534 »> ivi » 535 » 535 » 536 » ivi » 537 » ivi » 538 » 539 » ivi » ivi » 540 » 541 » ivi » ivi » 542 » ivi » :,4:; » ivi » ivi » 545 Ordine ACCIPITRES - Rapaci. Becco di tipo accipitrino perfetto, eorto, robusto, col culmine fortemente arcuato in basso, tornito alla base di cera nella quale si aprono le narici; redini di solito coperte parzialmente di setole e non di vere penne; ali grandi di dieci primarie bene sviluppate; gambe coperte di penne; tarsi intieramente od in parte piumati; forti, raramente molto lunghi, reticolati, scudettati o a granulazioni rugose; piedi forti; diti grossi in numero di quattro, il posteriore più grande di tutti e rivolto all' indietro, i laterali più o meno riuniti alla base col mediano, l'esterno riunito e non versatile o libero e versatile; unghie acute, di solilo molto curvate, mira- bilmente atte ad afferrare, offendere e difendere, mobili ed in generale retrattili. Piumaggio rigido, talora molle, opaco o poco brillante: sessi con poche ec- cezioni simili di tinta, la femmina di regola maggiore in statura del maschio, i pulcini inetti e coperti di piumino, anche gli adulti hanno il corpo coperto di piumino. Si dividono in duo grandi sottordini: Rapaci diurni e Rapaci notturni. Sottordine ACCIPITRES DIURNI - Rapaci diurni. Manca il disco facciale completo; narici di solito nude. Becco col margine della mandibola superiore intaccato o festonato, sinuoso, non intero; occhi laterali, più o meno infossati; cera nel più dei casi molle e scoperta o in parte coperta dai peli delle redini; orificio auricolare di solito piccolo; piedi editi in generale nudi; tarsi talora intieramente piumati; pollice rivolto all'indietro, dito esterno di solito non versatile; piumaggio in generale rigido e resistente, fornito di più mino in ogni età. Hanno abitudini diurne. Sono uccelli di grande potere di volo che in generale non compiono lunghe migrazioni, ma più specialmente si spostano qua e là in cerea di cibo, i giovani viaggiano più degli adulti, però molte specie sono essenzialmente migranti; il loro piumaggio è oltremodo variabile, e vanno soggetti a numerose varietà Atlante ornitologico, 1 ATI.ANTK 0KN1T< >I.< )< i l( '(> locali, climatiche, melaniche ecc., sicché il gruppo è uno dei più difficili a stu- diarsi: il loro nutrimento è quasi del tutto animale e di solito il rifiuto vieni' poi ricettalo in t'ornia. di una pallottola. Sono cosmopoliti, risultano maggiormente distribuiti nell'America meridionale, scarseggiando nello isole del Pacifico. Le 400 specie note si scindono in tre grandi famiglie ed in 80 generi, un quarto dei quali è rappresentato in Europa. Famiglia VULTURIDAE - Vulturidi. Testa nuda o rivestita di piumino colla parte superiore coperta in parte di rade piume rigide, giammai di vere penne; bordo della mandibola superiore sinuoso; cera di regola nuda, non coperta di setole e generalmente molle e carnosa; occhi laterali ed a fior di testa, coda di 12 a 14 penne; tarsi reticolati: diti nudi, l'esterno non versatile, unito all'interno da una membrana; unghie non aguzze e poco ricurve. Comprende questa famiglia dieci generi con circa 2f> specie delle quali tre soltanto si trovano in Europa. Vivono di solito in società, nutrendosi di animali morti, di biscie, di lucertole e talora d'insetti di vario genere. Sono uccelli dal volo lento, ma forte e resistente e possono imprendere lunghi viaggi in cerca di cibo; frequentano le località montuose, le campagne alberate ed anche le pianure sterili, s'internano entro le città dei paesi orientali, ove apportano notevole utile, cibandosi di carogne e dei rifiuti abbandonati sulla strada. Fabbricano il loro nido od area sugli alti alberi, sulle nude roccie o nei vecchi fabbricati, deponendo un uovo o due di forma allungata, il cui colore va dal bianco al bruno-rossiccio-vivo con o senza macchie. La questione se essi nella ricerca del cibo siano guidati dal senso della vista o da quello dell'olfato fu per lungo tempo discussa ed ec- citò sempre il più vivo interesse tra gli Ornitologi. Oggi però prevale l'opinione che ciò sia dovuto alla loro acutissima vista. Talune specie hanno abitudini sedentarie e se migranti, si presentano il più delle volte erratiche; i giovani diversificano nelle tinte dagli adulti, ma i sessi sono simili nel colorito e la loro muta è semplice, la femmina ha in generale mag- giore statura del maschio, ma vi sono eccezioni a tale regola. Genere VULTUR, Beisson, Becco robusto, diritto alla base, subeguale alla testa, colla mandibola supe- riore festonata sul margine e adunca all'apice; narici rotonde, aperte nella parte anteriore della cera nuda; occhi mediocri, non infossati: ali lunghe, ottuse colla .",' e 4 ' delle remiganti primarie le più lunghe, la la molte breve: coda rotonda di 12 penne; calzoni mediocri; tarso robusto, subeguale o più corto del dito me- diano senza unghia, piumato nella metà superiore, reticolato nell'inferiore; diti quattro dei quali uno volto all'indietro, l'esterno unito col medio alla base da una piccola membrana. Testa piuttosto piccola, coperta in gran parte di lanugine e di fitte piume setolose sui lati delle redini sino all'apertura auricolare e posteriormente oltre VII VVI 1. IIIÌSITil K II L'occhio, collo in parte nudo, colla pelle ('orinante pieghe trasversali; corpo mas- siccio, voluminoso. I. Vultur monachus, Linnaeus, Avvoltoio. l'I'.w. Ili, &g. 2 o Tav. XLVIII, fig. 2]. Cera carnicino-cerulea; piumaggio bruno-nero-opaco o lucido più cupo sulle remiganti e sulle timoniere; parti inule della testa e del collo carnicino-livide coperte da una lami-ine nero-scura che forma un ciuffo sull'occipite; sui lati del collo un collare di penne lunghe dirette all'infuori ed all'insù; spallacci grandi, formati di penne lunghe ed acuminate; coda arrotondata; piedi celestognoli (ad.). In generale più bruni cella regione lanuginosa della testa meno estesa (giov.). Lunghezza totale da l."<><> a l,m20; becco da 0,"'088 a 0,m097; ala da 0,m760 a ii. 830; coda da 0,m355 a 0,'"410; tarso 0,m115; dito mediano senz'unghia 0,m125(1). Questa specie abita l'Europa meridionale, l'Africa settentrionale-orientale e l'Asia centrale sino all'India ed alla Cina. In Italia è discretamente abbondante in Sardegna, manca in Corsica, molto rara si presenta in Sicilia, sul continente è di accidentale comparsa e fu colta in Liguria, in Toscana, nelle Marche e presso Piacenza, fu trovata in Gamia ed è specie rara, ma sedentaria in Dalmazia. Ni- difica in febbraio sugli alberi, raramente sulle roccie, deposita un uovo e molto raramente due, così fittamente macchiati di rossiccio-cupo da sembrare per intero di questo colore. (ili individui provenienti dalla Sardegna e riferiti dal Cara all'Africano Oto- gyps auricularis (Daudin), altro non sono che V. monachus col meato uditivo dila- tato soverchiamente per difettosa preparazione. Le affermazioni poi della cattura di esemplari di quella specie nella Spagna e nel mezzodì della Francia meritano conferma e non sono basate sufficientemente per ammetterla tra le Europee. Genere GYPS, Savigny. Becco forte e robusto, subeguale alla testa colla mandibola superiore unci- nata; narici strette e verticali, mule, poste presso il margine anteriore della cera, pure nuda; testa piccola, essa ed il collo in parte coperti di fitto piumino bianco; collo ornato nella sua parte bassa da un collare di penne semi-lanose (ad.) o di vere penne allungate (giov.); ali lunghe colla 4a remigante primaria la massima, la la molto breve; coda leggermente graduata di 14 penne; calzoni me- diocri; gambe e piedi molto grossi e forti; tarso reticolato nella sua parte supe- riore e piumato nell'inferiore, più corto al dito mediano senz'unghia; diti lunghi, (') Quando non è indicato, o non vi siano osservazioni in proposito, s'intende che la statura minore e ilei maschi e la maggiore delle femmine e che la differenza tra le due ;■ data dai soggetti intermedi, perchè naturalmente ne tutti i maschi, né tutte le femmine hanno dimensioni matematicamente identiche, quanto dissi s'intende solo pei Rapaci; mentre del rimanente posi due dimensioni soltanto quando esse variavano cosi tra individui della stessa specie, da tonnare duo estremi, come primo misi quel dato cui giunjre il più ferali numero dei soletti della, specie della quale si parlava, ed è semplicemente per questo che talora si trova indicata in primo luogo la lunghezza massima e talora la minima. ATLANTE ORNITOLOGICO l'esterno unito col mediano alla base da una piccola membrana; unghie forti, poco curvate e quasi ottusi'. Questo genere consta di sette specie sparse nel Mondo Antico e delle quali una sola abita l'Europa. 2. GypS fulvus ((Ì.MELIN), Grifone. [Tav. Ili, fig. 1]. Estremità delle penne arrotondata; testa e collo coperti di piumini) bianco che sul collo forma un folto collare costituito di penne semi-lanose bianche legger- mente isabelline; colorito generale di una tinta caffè e latte più cupo sull'alto dorso, più chiaro sulle cuopritrici medie e piccole delle ali, le grandi colla base scura ed un largo margine grigio-bianchiccio; parti inferiori più chiare, eccetto il gozzo che ha piume fittissime marrone-cupo; remiganti e timoniere bruno-nere; coda leggermente graduata (ad.). Estremità delle penne acuminata. Collare formato di vere penne lunghe, acuminate bruno-fulve, bianchiccie soltanto nel loro centro; tinta generale più accesa, colla parte mediana delle penne bianchiccia a guisa di siria longitudinale chiara (giov.). Lunghezza totale da 1,"'00 a l,m25; becco da 0,'"073 a 0,'"080; ala da 0,m720 a 0,n,750; coda da 0,'".'!00 a 0,m320; tarso 0,'"095; dito mediano s. u. 0,m125. La femmina è di poco più piccola del maschio. È specie accidentale nelle parti settentrionali d'Europa e ne abita costante- mente le porzioni centrali e meridionali, nonché l'Africa settentrionale sino al Sudan. In Italia è comune in Sardegna ed in Sicilia, trovasi pure sulle Alpi del Nizzardo e del Friuli e sembra vivesse un tempo anche in quelle del Piemonte. E di casuale comparsa nel resto della Penisola, credo però non vi sia provincia d'Italia ove non siasi mostrata ed in generale le sue comparse avvennero dopo violenti bufere. Fabbricano il nido in febbraio sulle roccie, depongono un solo uovo bianco- sudicio talora con grosse macchie fulviccie o vinate. I soggetti colti in Sardegna ed attribuiti dal Temminck e dal Cara al 0. Kolbi (Daudin) devono riferirsi a questa specie e cosi il G. occidentalis del Bonaparte e del Salvadori altro non è che un sinonimo della presente. Come ben nota que- st'ultimo Autore, l'Avvoltoio indiano del Savi è un semplice Grifone, sebbene non vi corrisponda la sinonimia ed il (ì. occidentalis dello stesso Autore è l'adulto di questa specie. II (4rifone di Spagna infine fu distinto dallo Sharpe col nome di G. hispanìolensis, ma gli Autori sono concordi nel non ammetterlo quale buona specie. Genere NEOPHRON, Savigny. Becco sottile più lungo della testa, rivestito sino a mela lunghezza della cera nuda, coi margini della mandibola superiore leggermente sinuosi, uncinato alla punta e coll'apice della mandibola interiore ottuso; occhi non infossati: narici mediane, allungate, orizzontali; ali lunghe, appuntite, 1" remigante primaria molto breve, la 4a la massima; coda cuneata di 14 penne; piedi piuttosto sottili; tarso ATI. AMI. "i:\IHil.nGICO ivii.-, .lato più corto del dito mediano; diti anteriori riuniti da una membrana; unghie ottuse. Parie anteriore della testa sino oltre l'orecchio e sola inule, la regione po- steriore ed il collo coperti di penne lanceolate. Statura relativamente piccola; corpo snello, colorito uniforme, biancastro negli adulti, bruno nei giovani. Si co- noscono quattro specie appartenenti a questo genere, una delle quali è propria anche all'Europa. 3. Neophron percnopterus (Ltnnaeus), Capovaccaio. [TAV. Ili, 6g. 5 e 6J. Biancastro più e meno gialliccio od isabellino; parte anteriore della testa e gela nude e gialle, penne occipitali Lunghe e lanceolate; remiganti primarie nere, le secondarie con la base cenerina, talora nerastra {ad.). Bruno cenerino uniforme; parte nuda della testa e gola carnicino-livide qua e là coperte di lanugine ne- rastra; cuopritrici alari marginate di fulvo (giov:). Nello stadio intermedio il piu- maggio è fulviccio sul groppone e sulla coda, cioccolata-nerastro sulle lunghe penne del collo, a tali tinte si mescolano sovente le incipienti penne biancastre dell'abito degli adulti. Lunghezza totale da 0,'"700 a 0,"800; becco da 0,'"058 a 0,'"06(.i; ala da 0,'"4GO a 0,m498: ceda da 0,m200 a 0,m228; tarso 0,'"075; dito mediano s. u. 0,m085. La femmina è più piccola del maschio. # r ' f f f f f ; ì J "x J*e,mrf* Testa di N. percnopterus. Piedi» di N. percnopti i ■«.«. Abita l'Europa meridionale, l'Africa e la sottoregione Mediterraneo-Persica, accidentalmente fu preso in Inghilterra, nella Norvegia ed in Germania. In Italia è specie poco comune, ma sedentaria nel Nizzardo, nella Maremma Toscana, al- l'Isola del Giglio, nella Campagna Romana ed in alcune provincie meridionali come a Taranto, in Basilicata e finalmente in Sicilia ed è strano che manchi in Sardegna. Comparve a Malta, in Calabria ed io ne ebbi uno dal Vicentino, l'unico, a quanto sembra, preso nella Valle Padana. Si riteneva fosse specie non migrante, ma ora è noto che in certi distretti della Svizzera e della Savoja arriva di marzo, ripartendo nell'autunno dopo le cove. ATLANTE ORNITI >!.' «i:li '■ > 5 Nidifica «la maggio a luglio sulle sporgenze delle roccie, nei vecchi fabbricati e più di rado sugli alberi; deposita uno o due uova bianco-sudicie quasi interamente rupi aie (li macchie rossiccio-vive. Famiglia GYPAETIDAE. Gipaetidi. Becco subeguale alla testa, robusto, col culmine rialzato, a margini diritti o leggermente sinuosi, fortemente ricurvo all'apice della mandibola superiore, occhi grandi, poco infossati; la cera, le narici, ovali ed allungate, la base della mandi- bola inferiore e le rediui sono coperte di penne setolose, come grossi peli, che sotto il mento si foggiano a pizzo diretto all'innanzi; ali lunghe ed acute colla .">' re- migante primaria la massima; coda di dodici penne, lunga, cuneata; calzoni ampi e pendenti: tarso robusto, più corto del dito mediano, piumato di solito sino ai diti che sono squamosi coll'esterno riunito alla base col medio da una membrana; unghie ricurve, ma poco adunche. Testa e collo ricoperti di penne con quelle delle guancie e della parte ante- riore della testa corte e quelle dell'occipite e della regione dal collo aU'ingiù lunghe ed acuminate. Statura elevata; corpo allungato e massiccio; piumaggio forte e re- sistente, ma poco variabile di colore; sessi eguali, adulti differenti dai giovani, il piumaggio completo degli adulti viene assunto dopo vari anni di età. Questa famiglia consta del solo genere Gypaetus ed è l'anello di congiunzione tra i Vulturidi ed i Falconidi, se ne conoscono due specie, delle quali l'Europea è ben nota col nome di Avvoltoio degli agnelli. Esso abita le più alte montagne, ove si nutre di carogne, di ossa e meno comunemente di carne viva, sembra però che molti fatti che si raccontano in argomento siano esagerati e che il medesimo attacchi animali viventi solo se stimolato da una fame eccezionale. Vi sono però attesta- zioni positive che esso talora assali fanciulli. Naumann ricorda il fatto avvenuto nel- l'Oberland di Berna nella persona di Anna Zurbuchen di Hachbern, fanciulla di tre anni, che venne salvata a tempo dal padre, però ferita al braccio ed alla mano sinistra e che venne in seguito chiamata Lammergeier Anni. È notissima la sua abitudine di prendere le ossa e lasciarle cadere da una grande altezza perchè si frangano contro le roccie e poterle mangiare più facilmente (piando sono spez- zate, ma non sembrano troppo veri i racconti che esso si getti contro gli animali che si trovano sull'orlo dei precipizi per farveli cadere dentro. Non ha il volo pesante dei veri Avvoltoj, ma invece esso è agile e leggero e si riconosce tosto, quando rotea, pella coda lunga e cuneata. Voracissimo, mangia grandi (pian tità di cibo in una volta, potendo poi rimanere digiuno per vari giorni; costruisce il rozzo nido sui greppi più dirupati dei monti, nei siti più impraticabili e sel- vaggi ; la femmina vi deposita un solo uovo, raramente due di un bianco-sudicio con macchie gialliccio-rossiccie. Genere GYPAETUS, Storr. Ila i caratteri della famiglia. A LI. A S I I OBN -'"■li O 4. Gypaétus barbatus (Linnaeus), Avvoltoio . Astore. [TAV. V. fig. 5 e <3J. Iride giallo-aranciato vivace; guancie grigio-bruno-cupe; sopraciglio, redini e nuca bianco-grigiastre; parti superiori grigio-plumbeo-scure colla coda terminata ili bianco e attraversata «la quattro fascie di un bruno più cupo; remiganti pri- marie con fascie Maire; pani inferiori bianche collo stelo delle penne a lai- he fascie trasversali bruno mie, eccetto sul sottocoda che è immacolato (mi.). Iride giallastra; parti superiori grigio-brune con Larghi margini bianco-rossicci o fulvi; Le inferiori di un bianco-fulvo, talora molto acceso, marcate di grandi e Larghe mac- chie a goccia od allungate bruno-cupe; ceda bruna con cinque fascie più cupe e l'apice biancastro (giov. . Lunghezza totale da 0, 180 a 0,m650; becco da 0,ro030 a <».: 040; ala da 0,m290 a 0, 370; coda da 0,m200 a O,"1^."»: tarso da 0,m065 a 0,m085; dito medio s. u. da 0,'"04r> a 0,'"055. Varia assai nelle dimensioni. Abita l'Europa centrale e meridionale, l'Africa settentrionale-orientale, la Siberia sino all'Imalaia ed al Giappone. In Italia è specie sedentaria, ma rara, un pò meno infrequente durante l'epoche del passo, nidifica certamente in Sicilia, in Sardegna ed in parecchie altre località. Una specie affine che ha le stesse dimensioni dell'Astore, ma ne è distinta pel colorito scuro della testa e pella tinta delle parti inferiori, nelle quali la co- lera/Jone cupa è disposta a macchie e non a fascie trasversali, abita l'America settentrionale e venne trovata finora tre volte nelle Isole Britanniche, cioè una volta nella Scozia e due nell'Irlanda, essa è nota col nome di A. atrieapillus Wilson) o Astore americano. Il Saunders lo esclude dalla lista Britannica e cosi il Dresser dall'Europea, è ammesso pella < Iran Bretagna dallo Sharpe, sicché la sua inclusione nell'Avifauna Europea è per lo meno poco sicura. 6. Astur brevipes. Severtzow, Astore levantino. Iride gialla; colorito generale di un grigio-ardesia, nerastro sul dorso, pallido all'apice della coda; i lati della faccia ed il collo cenerino-pallidi; gola biancastra; parti inferiori bianche fittamente fasciate per traverso di un fulviccio delicato; cuopritrici inferiori della coda bianche; timoniere attraversate da cinque fascie bruno-scure, poco appariscenti o mancanti sulle due centrali e sulle due esterne (ad.). Iride bruno-nerastra; parti superiori bruno-cenerognole con le penne mar- ginate di rossiccio più accentuato sulla testa; nuca macchiata di bianco: un di- stinto sopraciglio e lati della testa bianchi striati di grigio-bruno; gola bianca con strie nere sul centro; gastreo bianco con larghe macchie bruno-rossiccie a goccia sul petto, ovali sui fianchi, a fascie sul basso petto, lanceolate sui fianchi, meno numerose sul sottocoda; coda bruno-cenerognola terminata di fulvo- rossiccie e traversata da cinque fascie nerastre (giov.). Lunghezza totale da 0,m337 a 0,m392; becco 0,'"022; ala da 0,'"224 a 0,' '232; ceda da 0,'"172 a 0,m177; tarso 0,'"040; dito mediano s. u. 0,m029, Il primo esemplare di questa specie fu preso nella Serbia i Museo Britannico), poi sette ne ebbe dal Montenegro il mio amico prof. Brasilia e sono conservati nel Museo i tlanti Reggio Calabria, è un maschio giov. Lo Strickland asserì che a Malta com- parve L'africano Melierax gabar (David.) o Gabar, ciò fu indicato anche pella Spagna e pel Portogallo, ma sono fatti che meritano conferma. Genere ACCIPITER, Beisson. Piede di A. nisus, -jB Ha i caratteri del genere Astur, ma il tarso è gracile, lungo e sottile, i diti lunghi e scudettati su tutti i lati, il dito mediano senz'unghia è più del doppio (0,m037) del culmine misurato dall'angolo anteriore della cera all'apice del becco (0,m016). Nelle abitudini somigliano agli Astori, ma sono ancora più fieri, più coraggiosi e dotati di maggiore attività, sicché, quantunque di piccola mole, non si peritano di assalire Per- nici e giovani Fagiani. Depositano da quattro a sette uova bianco-bluastre macchiate di rossiccio più o meno vivace. Si conoscono quarantadue specie di questo genere. 7. Accipiter nisus (Linnaeus), Sparviere. [Tav. V, iig. 7, 8, 9 e IO e Tav. XLVIII, fig. i}. Occipite bianco; parti superiori di un grigio-bluastro-cupo leggermente tinto di brunastro sulla coda che è attraversata da quattro fascie bruno-nerastre e terminata di bianco; guancie fulvo-rossiccie cogli steli bruno-chiari; mento e gola bianchi leggermente rossicci cogli steli bruno-rossicci: resto delle parti inferiori bianco con fascie trasversali bruno-fulve o rossiccio-fulve più o meno distinta mente sfumate od incorniciate di cenerognolo; fianchi fulvo-vivace; sottocoda di solito non fasciato (mas. ad.}. Simile; ma il rossiccio- fulvo delle parti inferiori è limitato ad uno spazio spesso indistinto sui fianchi; le fascie sono più numerose brune o bruno-nerastre (femm. ad.). Parti superiori brune con Larghi margini rossicci; spazio auricolare bruno-rossiccio; occipite e sopraciglio bianco misto a strie nerastre; parti inferiori bianche con strie trasversali nerastre dalla gola al petto e da questo all'ingiù con strisele allungate bruno-nerastre miste a macchiette rossiccie; timoniere bruno-cenerine con cinque fascie più scure e l'apice bian- castro (semi-ad.). Fondo di tinta delle parti superiori bruno-rossiccio coi margini rossicci estesi anche alle timoniere, che portano quattro t'ascie brune poco distinte; mento, gola e guancie bianco-cenerognole con piccole strie brune; resto del ga- streo bianco-gialletto collo stelo delle penne nero e macchie a goccia bruno-fulve o rugginose sbiadite; sottocoda di solito immacolato (giov.). Lunghezza totale da 0/"300 a 0,"'400; becco da 0,"'<»i;> a 0,m022; ala da 0,m205 a 0,'"2:")0; coda da O/"140 a 0,"'195; tarso da 0,m05_! a 0,m061; dito mediano s. u. da 0,n,036 a 0,m041. Le femmine sono assai più grandi dei maschi ed è specie eminentemente vi i \vn: ORNITOLOGI! 0 11 variabile nelle dimensioni, nel numero delle fascie sulla coda e nel colorito, per mi andrebbe studiata meglio su materiale di varie provenienze; gli individui di mag- giore statura furono distinti dal Bekker l) col nome di Falco nisus major dando ai più piccoli lincilo ili Falco nisus minor; inoltre il primo era caratterizzato dal tarso due o tre mm. più Lungo, da] tono di tinta più cupo sulle parti superiori e meno fulvo nelle imi rimi, da sette a otto zone sulla coda in luogo di cinque a sci. (Ili individui di grande statura non sono che femmine il cui colorito è variabile; sembra (die esse quando sono mollo vecchie divengano sterili ed indossino una livrea semi-maschile, che si può così brevemente descrivere: Parti superiori di un grigio-lavagna, più cupo sulla testa; parti interiori ed ascellari tinte di rossiccio, cosi le guancie che hanno lo stelo delle penne grigio; la gola mostra strette strie bruno-fuligginose ed il resto delle parti interiori fascie trasversali bruno-fuliggi- nose, le penne del petto sono ornate di due fascie, una delle quali più stretta dell'altra e non sempre presente. Questa specie abita la regione Paleartica, arrivando d'inverno fino all'Asia ed all'India. Lo Sparviere di Tunisi fu distinto dall'Erlanger col nome di A. pu- nii ns, l'altro di Madera dallo Sharpe sotto quello di A. Granti. In Italia è ovunque uccello sedentario e comune, nidifica specialmente nelle parti settentrionali, ma è più abbondante all'epoche del passo e nell'inverno. Il mio amico Rev. Kleinsch- midt ha recentemente distinto col nome di A. nisus Wolterstorffi gli individui sta- zionari di Sardegna e ciò su di un esemplare avuto da Lanusei nel dicembre 1900. Lo Sparviere di Sardegna avrebbe statura minore, tinte più chiare sulle parti inferiori, più cupe sulle superiori e formerebbe parallelo notevolissimo coll'.l. Granti. Io possiedo larghissime serie di Accipiter d'Italia e delle Isole, compresa la Sar- degna, e sono dolente di dire che non approvo punto le deduzioni del chiaris- simo ornitologo Tedesco. Le anomalie albine sono rarissime in questa specie. Genere CIRCUS, Lacépède. Becco più corto della testa, piccolo, compresso, colla mandibola superiore curvata dalla base e leggermente festonata sul suo margine tagliente; cera estesa e molto appariscente; narici ovali senza escrescenza cornea, in parte nascoste da piume setolose che coprono anche le redini: occhi molto infossati: ali lunghe e strette che giungono in generale all'apice della coda colla la remigante primaria di solito molto corta e la massima oscillante tra la 2H, la 3a e la 4' primaria; coda lunga, quadrata e subrotonda; tarsi quasi interamente nudi, lunghi, retico- lati nella parte posteriore e scudettati nel resto; diti piuttosto corti, non molto differenziati, il medio molto più corto del tarso, esso è unito alla base coll'esterno da una membrana: unghie leggermente curve e molto acute. Piumaggio molle e di colorito variabile; forma allungata e gracile, ma slan- ciata; testa piccola fornita di un collaretto di penne fitte e piccole a forma di disco facciale incompleto, a somiglianza di quello dei Rapaci notturni, che si (') Teutscht Uni. Ileft iii. pia. 1, 2, 3, 4, 5 (e. 1800). 12 ATLANTE ORNITOI.Oi ili e ( estende tra le due regioni auricolari passando sotto la gola; calzoni bene svilup- pati, sessi differenti negli adulti e questi differenti dai giovani: pulcini coperti di piumino ed inetti. Questo genere quasi cosmopolita consta di 18 specie, quattro delle quali abi- tano anche l'Europa. Frequentano le aperte pianure, ma più che tutto le paludi e le località acquitrinose, nutrendosi di piccoli mammiferi, di uccelli specialmente se giovani o feriti, di rettili, di pesci e di uova di uccelli. Il loro volo non è alto se non quando migrano, del resto è lento, ma sostenuto, fanno grandi giri circo- lari poco discosti dal terreno in cerca di preda, molte specie però imprendono lunghissimi viaggi. Nidificano sul terreno, costruendo il grosso e rozzo nido sopra un rialzo di terra frammezzo alle acque e intessendolo di canne e di erbe palustri, vi depositano da tre a cinque uova bianco-bluastre senza macchie o macelliate di bruno-pallido. 8. Circus aeruginosus (Linnaeus), Aìbanélla.. (Falco di padule). [Tav. Vili, fig. 1. 2 e 3]. Disco facciale foco sviluppato; 1' remigante primaria assai breve, ■'!'' e 4" li mag- giori; coda senza, fascie ed uniforme nel colorito. Parti superiori bruno-cupe con margini rugginosi più o meno apparenti e molto accentuati sulle cuopritrici alari; testa, gola e collo bianco-rossicci con fitte strie longitudinali bruno-nerastre; resto delle parti inferiori rosso-fulvo più o meno vivace, uniforme o con strie bruno-nerastre; cuopritrici delle remiganti primarie, remiganti secondarie, sopracoda e coda grigio-azzurrognolo uniforme {mas. ad.). Co- lorito generale bruno-castagno con riflessi porporini, più chiaro sulle parti infe- riori, talora con margini lionati o rossicci più accentuati sul dorso e sulle cuo- pritrici alari; pileo tino alla nuca e gola bianco più o meno giallognolo o fulviccio, taluni esemplari offrono di tale tinta il petto, le cuopritrici piccole delle ali e più di rado il centro dell'addome (fen/n/. ad. e giov.). I giovani nel primo abito sono di un castagno-nerastro-scuro ed uniforme, smorto o con riflessi, e con poche mar- ginature di un nocciola-castagno acceso sul dorso e più che tutto sulle cuopri- trici, di tale colore è pure la fronte ed un grande spazio sull'occipite {giov. 1" abito). L'iride in questa specie e nelle Albanelle è in generale gialla negli adulti e bruno- cupa nei giovani, dico in generale perchè talora trovansi anche giovani coll'iride gialla. È specie molto variabile di colorito, sicché non è facile trovarne due del tutto eguali, presenta una varietà dimorfica scura e nerastra che s'incontra non vara- mente in Turchia e nel Caucaso, ma la coda è sempre di un grigio-azzurrognolo. Conservo da Reggio Calabria un consimile soggetto nerastro colla fronte, il mento, il basso petto' e l'addome biancastri; le timoniere, le remiganti secondarie e le cuopritrici delle remiganti primarie grigio-azzurrognole. Lunghezza totale da 0,m48Q a 0,m520; becco da 0,m030 a 0,m040; ala da 0,ffi410 a 0,m435; ceda .la 0,m250 a 0™275; tarso da 0,'"082 a 0,m090; dito mediano s. u. da 0,m038 a 0,™046. Abita l'Europa temperata e la Siberia, pollandosi d'inverno nella Cina, nel- l'India e nell'Africa settentrionale. In Italia è ovunque specie comune, stazionaria \ M \\ I 1 ORNITOLOGICO 13 ed anche di passo. Frequenta Le località ricche di paludi ed è specialmente ab bondante d'inverno, però gli individui nel caratteristico abito di maschio adulto sono rari, specialmente nelle provincie settentrionali. Nidifica ovunque siano lo- calità adatte. 9. Circus macrurus s. Gmelin , Albanella pallida. (Circus Swainsoni. Smith). |Tav. Vili, Bg. 7. 8 e 9]. Disco facciale distinto; i' remigante primaria piccola, la intaccatura del suo ves- sillo interno corrisponde all'estremità delle primarie cuopritrici esterne o la supera di poco (meno ili 0,m010); -' remigante molto più lunga della 5" {io media 0, 038), di- stintamente più corta della I' (in media 0,m012); 3a remigante la massima e più lunga della ■!' di circa 0,m010; vessillo esterno della ~> primaria intero e senza smar- ginatura. Parti superiori cenerino-chiare più pallide sul vertice, scure e coi centri delle penne bruni sull'occipite, periate sul collo, sulle medie e piccole cuopritrici e sulle remiganti secondarie interne; sopracoda bianco con fascie cenerine strette, ma distinte; parti interiori bianche, immacolate; remiganti primarie nere nel terzo apicale, bianche nel resto; timoniere cenerine disopra, biancastre disotto con sei o sette fascie poco distinte cenerine (mas. ad.) Parti superiori di un bruno-cene- rino o di un bruno-chiaro miste a rossiccio colle piccole cuopritrici marginate di giallo-ocra, dello stesso colore ed immacolate le parti inferiori o bianche con macchie centrali brune; coda fulvo-rossiccia con cinque fascie trasversali brune (femm. ad. e giov. i. Lunghezza totale da 0,m405 a 0,'"445; becco da 0,' <>l>4 a 0,m030; ala da 0,m320 a d.'.iTO; coda da 0,m220 a 0,m235; tarso da 0,m065 a 0,"'070; dito mediano s. u. da 0,'"030 a 0,,!,037. Le femmine ed i giovani sono molto variabili di tinta e si confondono spesso con quelli del C. cyaneus e del C. pygargus, i caratteri dati in testa alla specie servono a distinguerli a priori, pur- ché l'individuo abbia raggiunto il completo sviluppo delle penne delle ali e quindi nel massimo numero ' 4 u dei casi. L'Albanella pallida abita l'Eu- ropa orientale e temperata e l'Asia, Qi portandosi d'inverno nell'Africa, nell'India e nella Cina. Essa fu rin- venuta ovunque in Italia compreso il Piemonte (mia Collezione), in generale è poco abbondante, quantunque più facile ad aversi delle due specie seguenti e trovasi con maggiore frequenza nelle provincie meridionali ed in Sicilia; la riterrei sedentaria, però si presenta anche migrante e ne ricevetti molte di Calabria in aprile e maggio. Nidifica, ma non abbiamo notizie positive, sappiamo però che si trova tra noi in ogni stagione. Ala di C. macruruSj ■ 3." 1 i ATI.ANTK ORNITOLOGICO IO. Circus cyaneus (Linnaeus), Antonella nule. [Tav. Vili, fig. I. 5 0 6]. Disco facciale distinto; 1' remigante primaria come nel G. macrurus; 2a remigante distintamente più breve della 5a {in media 0,m012) e multo più breve della I' {in me dia 0,m030)\ I' remigante la mussiti/a e più lunga della 5" ili circa 0,™010; vessillo esterno della 5' primaria smarginato; statura maggiore del C. macrurus. Occipite bianchiccio con macchiette centrali bruno-fulve: parti superiori, testa, collo e petto cenerino plumbeo talora periato, più chiaro sulle cuopritrici delle ali; resto delle parti inferiori, calzoni e sopracoda bianco-uniforme, talora con piccole macchie ovali ocraceo-pallide, mancanti sul sopracoda; remiganti pri- marie dalla la alla 6a nere, più ciliare all'apice, nella faccia inferiore nere dal- l'apice sino oltre metà lunghezza; coda grigio-cenerina coll'apice biancastro e qualche fascia sulle timoniere laterali, spesso incompleta e poco apparente {mas. ad.). Parti superiori bruno-cenerine marginate di fulviccio; testa, collo e parti inferiori o fulvo-rossiccie con larghe macchie brune longitudinali o rosso-ocracee, senza macchie; sopracoda bianco con qualche macchia bislunga fulva: timoniere con cinque bande brune su fondo fulviccio sfumato di cenerognolo sulle due mediane e colla fascia subterminale più larga (femm. ad. e giov.). Lunghezza totale da 0,'"470 a 0,m550; becco da 0,m024 a 0,m031 ; ala da 0,m350 a 0,'"410; coda da 0,m225 a 0,m250; tarso da 0,'"062 a 0,'"076; dito mediano s. u. da 0,'"034 a 0,'"041. 5.1 4. ::. ■» ~^H 1. Ala di G. cyaneus, '/:-• 'l'est. i ili 0. cyaneus, vista di l'accia, e di liane», ' . Abita le parti settentrionali d'Europa e dell'Asia, svernando nelle regioni me- ridionali dei due continenti, si trova anche nel Nord dell'Africa, In Italia è specie stazionaria e di passo, non egualmente distribuita ed in generale poco abbondante, più comune nelle Isole e nelle provincie centrali e meridionali. Nidifica. II. Circus pygargus (Linnabus), Albamélla minori. | Circus cineraceus (Montagi fl. [Tav. IX, Bg. 1, 2 e 3]- Disco facciale distinto; V remigante primaria piccola^ la iuta, totani del suo ves- sillo interno supera da 0,m025 a 0,m030 l'apice delle primarie cuopritrici esterne; i':i \ I [. \ N tNITOLOGIi 0 1S remigante un po' più breve {'ina 0,m010) della / e molto più lumia della :'>'' {in me din 0,m050); ■'<" remigante la mussi mu <■ piu lunga della I dì circa '>,<>l<>: vessillo esterno della ■">' remiganti intero, senza smarginatura ; statura minore del C. maCTurus. l'arti superiori, testa, collo e petto cenerino-plumbeo più chiaro sul groppone e sul sopracoda; timoniere dello stesso colore, uniforme sulle due mediane e con fascie brune o rossiccio rugginose sulle laterali; resto delle parti interiori cenerine chiaro coi fianchi, l'addome ed i calzoni sparsi di macchie rossiccio-marrone centrali, Larghe ed acute di forma; remiganti 1" nere per intero nella l'accia superiore, le secondane con due fascie aere trasversali l' un a esposta subapicale, l'altra ba- silare nascosta dalle cuopritrici maggiori (mas. ad.). Parti superiori grigio-brune quasi senza macchie o solo con macchie estese alle piccole cuopritrici alari (femm. ad.) o con larghi margini rosso-fulvi (giov.); ultime sopracaudali bianche miste talora a macchie rugginose; fronte, vertice e base del collo fulvo, bianchiccio sull'occipite, il tutto con macchie nerastre allungate; parti inferiori bianco-ros siccie con macchie longitudinali rosso-brune (femm. ad.) o rosso-fulve uniformi e di solito senza macchie (giov.); timoniere grigio-brune con cinque fascie di un bruno-nero che volge al fulviccio sulle laterali (femm. ad. e giov.). Varietà metanica. Di un grigio-bluastro più o meno cupo e nerastro con riflessi verdastro-porporini; coda uniforme senza fascio e di tinta più chiara. I soggetti nei quali il fenomeno non è perfetto, presentano parziali colorazioni di tipo usuale. Lunghezza totale da 0,'"400 a 0,'"440; becco da 0,m024 a 0,'"030; ala da 0,m355 a 0,"'385j coda da 0,m216 a 0,m232; tarso da 0,'"056 a 0™060; dito mediano s. u. da 0;'"027 a 0,n,030. Abita le parti temperate d'Europa e d'Asia, portandosi d'inverno nell'Africa. nella Cina e nell'India. In Italia è uc- cello di passo e parzialmente estivo, ni- difica anche nella Valle l'adatta, ma è più distribuito nelle provincie meridionali, Ala ,]l c- pygargus, ' . mentre in alcune delle nord-occidentali è rarissimo, è abbondante all'epoche del passo primaverile in Liguria, in Cala- bria ed a Malta, sembra assai scarso in Sardegna e può dirsi da noi la specie più rara del genere Circus. È strano il fatto del soggetto ricevuto dal Giglioli nel gennaio dal Veneto, il che indicherebbe essere uccello stazionario, avendone io avuti da marzo a novembre. 5.a j. ' Sottofamiglia BUTEONINAE, Buteonini. Becco mediocre coi margini della mandibola superiore sinuosi, capo -rosso; cera in parte coperta di peli sui lati; tarsi di solito in gran parte nudi, piuttosto alti, più corti della tibia, non reticolati, ma squamati posteriormente; gambe e diti piuttosto brevi; dito esterno riunito al mediano da una membrana alla base; unghie adunche. Piumaggio variabile; sessi eguali; forma robusta e tozza. Questa sottofamiglia consta di sedici generi e circa settantacinque specie più o meno autentiche, di queste soltanto due, con due altre sottospecie, riunite in un solo genere, abitano l'Europa. Hi ATLANTK OENIT .l'i» Genere BUTEO, Civili;. Becco debole e piccolo, più corto della testa, appena Festonato; testa subro- tonda; cera nuda, coperta di peli sui lati; occhi poco incassati: narici verticali, ovali non esposte, coperte in parte dai peli delle redini; ali subeguali alla coda, ll remigante primaria corta, 4;i la massima; le quattro prime primarie con una marcata intaccatura nel vessillo interno Q); coda piuttosto grande, troncata; tarsi piuttosto, lunghi, scudettati e piumati solo sul davanti della parte superiore; dito esterno unito al mediano da una piccola membrana, questo più lungo dei due laterali, unghie mediocri, adunche. Piumaggio opaco e molto variabile. (Questo genere abbraccia trentatre specie, delle quali parecchie sono, a mio vedere, semplici sottospecie, sparse su tutto il Mondo, eccettuata l'Australia. Sono uccelli estremamente variabili di colorito e che offrono non poche difficoltà al sistematico. Abitano tanto il monte che il piano, i boschi e le pianure alberate, hanno volo pesante e si nutrono più che altro di piccoli mammiferi, di rettili e d'insetti e meno comunemente d'uccelletti, che non inseguono a volo. Nidificano sugli alberi o sulle roccie, occupando talora i nidi abbandonati da altri uccelli e depositano uova bianco-bluastre con macchie di disegno e colorito molto variabile. La muta è semplice. 12. Buteo buteo C2) (Linnaeus), Pojana. (Buteo vulgaris, Lkach). [Tav. IV, fig. 3, 4 e Tav. XLVIU, fig. 3]. Colorito generale bruno superiormente col margine delle penne più o meno rossiccio; gola bruna, bianco-gialletta sul margine delle penne; petto ed addome bianchi leggermente gialletti o con macchie longitudinali brune, talora così nume- rose sull'addome da formare una grande fascia scura, o con fitte fascie brune trasver- sali; coda con dieci o dodici bande trasversali brune disopra, bianco-grigie di- sotto {ad.). Colorito generale bruno più pallido, parti inferiori bianco-giallette mac- chiate di bruno (giov.). Butto mutans, Vieillot. Parti superiori di un bruno-ferruginoso con le penne della testa e del collo marginate di bianco; gola e gastreo bianchi con macchie longitudinali brune, quasi nulle sulla gola, numerose e larghe sul petto, più strette sul basso petto, rade sull'addome e cordiformi sul sottocoda; coda attraversata tanto disotto, che disopra da ventiquattro fascie eguali, alternate grigie e brune, faccia inferiore della stessa bianco-grigia. Buteo fasciattcs, Vieillot. Parti superiori bruno-scure, bordate di bruno chiaro sulle scapolari, sulle cuopritrici alari e sulle remiganti secondarie; sola bruna e \ui multi soletti clic esaminai, non ebbi a ritrovare la ,V primaria con intaccatura. (') Ilo accettato tale dicitura seguendo gli Autori Inglesi e Tedeschi più accreditati, i quali si hanno tatto scrupoloso dovere di non venir meno alla rigida osservanza della legge di priorità e ciò quantunque Linneo avesse scritto: « .Xomìins specifici vocabula non ni composita, nominibus generici» similia». (Boukgi tGS n . Method. conchyol. denomin., pag. 63). Tav. 3. 1. Grifone. 2. Avvoltojo. 8. Awoltojo degli agnelli (ad.). 4. Awoltojo degli agnelli (giov.). 5. Capovaccajo (.ad.)- 6. Capovaccajo (giov.). Ulrico Hoepli, Editore, Milano. IT] \N n "i.'N .' IGICO 17 bianca, davanti del collo con tacche trasversali bianche; Lati e porzione alta del petto 'li un bruno-cupo uniforme, base del petto ed addome striati trasversalmente di bianco e di bruno, ciascuna penna ha cinque bande bianche e cinque brune; sottocoda bruno-rossiccio con linee trasversali di un bruno più cupo, coda attra- versata ut-ila sua faccia inferiore da nove bande grigie e nove brune, La bruna preapicale almeno doppia in Larghezza delle altre. Buteo pojana (Savi . Penne del pileo, della cervici- e del collo bruno-chiare all'apice, bianche alla base e sul margine; resto delle parti superiori bruno-chiaro cangiante in paonazzo, col margine delle penne ceciato-sbiadito ; gastreo bianco ceciato con una macchia apicale bislunga scura, meno apparente sulle penne della linea mediana, quelle del sottocoda immacolate e con una macchia subcordata nerastra; coda bruno-chiara con sedici a diciotto l'ascie bruno nere e bruno-chiare che lungo lo stelo ^^''^C "T^--. volgono al ceciato-lionato. \ Lunghezza totale da 0,'"545 a 0,m660; becco •. da O; 040 a 0,ni048; ala da 0,'"400 a 0. 44u: coda da ' -| (i. L'I.", a 0/ L'iu: tarso da 0,ra072 a o. 085; dito me- diano s. il. da II.1 dio a 0,m046. <,iue>ra specie è di colorito cosi estremamente variabile, che si può dire difficile il trovare due Testa di /; ,,„,, jetti di tinta eguale. Il" descritto le principali varietà di piumaggio, che da taluni Autori, e tra questi il Savi, vennero elevate al rango di specie distinte. I.a Pojana abita 1 Kuropa occidentale e verso oriente si incontra co] U. ìmim desertorum. In Italia è ovunque comune, sedentaria e nidificante; più abbondante d'inverno per l'arrivo di numerosi soggetti Nordici; gli individui residenti in Sardegna sono leggermente più piccoli e più rossicci e con molta probabilità in- termedi tra il B. bilico ed il /.'. buteo desertorum. Il B. buteo va anche soggetto a varietà albine e se ne trovano talora di un bianco più o meno puro ed immacolato. Le specie americane li. lineatus (Gmelin) e /;. borealis (Gmelin) furono colte in Inghilterra, ma pare che le informazioni su tali catture non siano del tutto attendibili, né il Dresser le ammette tra gli Uccelli Europei, né il Seebohm ed il Saunders tra i Britannici. 12". Buteo buteo desertorum Daudin), Pojana minore. Colorito generale bruno-nerastro con tutte le penne largamente marginate e terminate di fulvo-rossiccio-vivace. tranne sul groppone che è unicolore, tali mar- gini sono più larghi sulla testa, sul petto, sui fianchi e specialmente sui calzoni, che sembrano del tutto rossigni; penne del sopracoda rossastre all'apice e sul ves- sillo esterno; timoniere di un rossigno-fulvo-acceso misto a brunastro, che forma varie bande poco regolari ed una larga fascia subapicale brunastra, fi terminale è fulvo-rossigna (femm. mi. Foggia, 2-2. II. 1899). Più pallido degli adulti, special- mente sulle parti inferiori; coda con tinte rossigne ed in generale con tredici fascie [giov.). Atlante ornitologico. 3 1 S ATLANTIC ORNITOLOGICO Lunghezza totale 0,m520; becco da 0,m030 a 0,m040; ala 0, 375; coda 0,m190 ; tarso 0,m072; dito mediano s. u. (),'"():;r). Questa sottospecie è assai variabile di colorito e talora identica al II. buteo dal quale si distingue pelle dimensioni sempre decisamente minori, pei colori ]iiù rossigni specialmente sui calzoni, sul .sopracoda e sulla coda, le cui fascie in ge- nerale sono da nove a dieci e nei giovani sino a tredici, talora esse mancano completamente od è solo presente una larga banda subapicale nera, la tinta fulva è allora assai vivace. Ho constatato che il carattere del dito mediano eorto e grosso offerto da parecchi Autori è poco apprezzabile, ciò che può dirsi anche rispetto al Lanario (Hierofalco Feldeggi [Seni.]). Questa sottospecie abita il sud-est dell'Europa, l'intera Africa e l'India; nell'Europa occidentale è avventizia, ma fu rinvenuta tanto nella Spagna e nel Por- togallo, quanto nella Penisola Balcanica, quindi non è fatto straordinario se com- parve anche tra noi. Nulla posso dire sulla sua distribuzione in Italia, due esem- plari che il Martorelli le riferisce e che provengono dalla Sardegna si conservano nel Museo di Milano, essi hanno le seguenti dimensioni: maschio giov. ala 0,m360, illumina giov. ala 0,m380, io credo che essi appartengano alla forma Sarda e non al B. buteo desertorum propriamente detto. Io conservo nella mia Raccolta i seguenti soggetti Italiani: quattro femmine, cioè due da Foggia e due di Sardegna, maschio e femmina da Reggio Calabria, una femmina da Roma avuta nel giugno ed una femmina da Padova. Il loro co- lorito è assai vario, le dimensioni delle ali oscillano da 0,m350 a 0,'"380, tre di essi hanno la coda fulva unicolore e vivace con una fascia subapicale larga e nera, gli altri la portano fasciata su fondo rugginoso, eccetto uno di Roma che la tiene eguale a quella di un B. buteo tipico. Avendo esaminato e possedendo larghissime serie di li buteo i:n 1 TOI-OGICO 19 apicale e lo spazio intermedio è rossiccio-chiaro o rossiccio gialletto; coda ros- siccio-fulva vivace, le timoniere centrali rossigno-chiare marginate ili bianchiccio con una larga banda subapicale e da due a quattro fascie più strette, le timoniere esterne col vessillo esterno bruno-nerastro tinto di grigio o di rossigno-bruno, l'interno rossiccio con fascie trasversali bruno-nerastre su tutte le penne, la fascia terminale molto più larga, gli steli bianchi (Bogdanow). Lunghezza tei,-. le (>. T> n >; becco 0,m032; ala 0,m370; coda 0,m200 ; tarso 0,n,070; dito mediano s. u. 0,m034. Secondo me questa non è che una t'orina nord-orientale e rossiccio scura del /;. buteo desertorum ed a ciò mi convinsi maggiormente dopo aver veduto il tipo di Ehmcke nella raccolia Kleinselimiilt a Yolkinaritz ; è quindi da chiamarsi sem- plicemente /•'. des( rtorum Zimmeriinutiitii •:, parecchi Autori Mussi ed alcuni occidentali, come lo Sharpe, la reputano buona specie e le assegnano quale patria la Russia e la Transcaucasia. Cosi il lì. Mi m tursi, Bogdanow viene considerato dallo Sharpe e dal Madarasz buona specie il cui habitat si estenderebbe nel S. E. dell'Europa, il I M'esser dice che non può separarsi nemmeno (piale sottospecie. Le differenze tra questa t'orma ed il B. desi rioni w Zimmermannae mi parvero cosi di poco momento da non po- tersi ammettere quali specifiche e tutt'al più anche questa Pojana potrà esser divisa (piale sottospecie col nome lì. desertorum Menetriesì o Pojana minore del Ménétriès. 13. Buteo ferox (S. Gmelin), Pojana dalla coda bianca. l'arti superiori brune coi margini delle penne rossiccio-ocracei ; bruno uniforme sul basso dorso e sul groppone; testa e collo bianco-rossigno con una stria scura sullo stelo; sopracoda e sottocoda fulvo-rossigni, le maggiori sottocaudali brune; petto, addome e fianchi fulvo-rossicci con macchie lanceolate brune; remiganti primarie brune, bianche alla base; coda bianco-rossigna ; le due timoniere laterali esternamente lavate di grigio e talora con una macchia bruna presso l'apice (ad.). Il rosso-fulvo volge al bruno-deciso; la testa ed il collo sono sparsi di molte macchie brune sul centro delle penne; coda rossigno-pallida con fascie trasversali di un rossiccio più cupo (giov.). Lunghezza totale 0,'"700; becco 0,'"04:7; ala 0,ffi500; coda 0,m250; tarso 0,m090 dito mediano s. u. 0,'"040. Anche questa è una specie sempre molto variabile di colorito, ma la -rande statura, la coda lunga, il tarso assai lungo e le dita grosse e brevi in confronto col tarso la rendono facilmente distinguibile. Abita le regioni sud-orientali d'Europa, l'Africa nord-orientale, spingendosi sino all'India nord-orientale. In Italia è specie affatto accidentale, ne comparve un individuo in Liguria [Museo di Genova), due a Girgenti (Museo di Firenze) due a Reggio di Calabria, ed uno a Foggia (questi tre ultimi sono nella mia Col lezione). Sembra che un altro individuo colto nel maggio 1900 a Reggio Calabria sia andato perduto ('). (') Avutila, 1900, pag. 76. 20 ATLANTI-, ORNITOLOGICO Genere ARCHIBUTEO, Bkehm. Ha i caratteri del genere Buteo e se ne distingue prin- cipalmente pei tarsi piuttosto lunghi e piumati, eccetto che posteriormente sulla linea mediana (pianta tarsi,. Piumaggio variabile, biancheggiante negli adulti, mor- bido e fitto; calzoni bene sviluppati. Questo genere abbraccia quattro specie, delle quali una sola è Europea. Abitano principalmente le aperte pia- nure e si nutrono più che altro di piccoli mammiferi, di uccelli, di rettili ed eventualmente di pesci. Nidificano sulle roccie o sugli alti alberi, depongono da due a quattro o cinque uova bianco-bluastre molto variabili di colorito. 14. Archibuteo lagopusi1) (Gmelin), Pojana calzata. [Tav. IV, tìjr- 5 e 6]. Tarsi piumati sino all'inserzione dei diti nella parie anteriore e laterale. Parti superiori brune miste a spazi bianchi e fulvi; testa, collo, una fascia sul petto e sottocoda di imbianco striato di bruno-scuro; basso addome bruno-scuro; coda bianca alla base delle penne, cenerognola e rossiccia nella metà apicale delle stesse, ove talora si notano quattro o cinque fascio scure, l'apice è bianco preceduto da una distinta fascia subapicale nerastra (ad.). Più brunastro; parti inferiori più striate di bruno: coda meno bianca alla base, brunastra verso l'apice ove manca la banda subterminale (giov.). Lunghezza totale da 0,m500 a Ó,ffi575; becco da 0,nl036 a ().'"( >4i> : ala «la 0,m200 a 0,ra250; coda 0,m220; tarso 0,m075; dito mediano s. u. 0,'"040. È specie estremamente variabile di colorito ed io non sono lontano dal cre- dere che i soggetti di tinta molto scura siano dovuti al fenomeno del dimorfismo, anziché all'età. I sigg. D. Urban e Mathew figurano nell'opera The Birds of Devon un esemplare del tutto nero con vivaci ritiessi porporini, caso giudicalo estrema- mente raro. La Pojana calzata abita le parti settentrionali d'Europa e dell'Asia, nonché l'Alasca, discendendo verso Sud all'avvicinarsi della stagione fredda. In Italia è specie di comparsa rara ed irregolare durante l'inverno, ma fu presa ovunque, anche nelle Isole; sembra trovarsi più facilmente nel Veneto e ricordo le sue numerose comparse d'attorno Venezia nel freddissimo inverno 1879-80, nel dicembre 1899 e nel febbraio 1900, quando le vidi io stesso inseguire le Anitre ferite dai cac- ciatori. Non nidifica in Italia. L'esemplare riferibile all'Americano A. Sancti-Johannis (Gmelin) colto nel Devoushire settentrionale e citato nello Zoologista), altro non erase non una va- 1 1 | BkUnnich, (ini. Bor. p. I. 17CI |. i L876, pag. isi i ,. is70. ATI.ANTK OKNITOI.OOICO 21 rietà della presente specie, giova perù ricordare che non tutti gli Autori an tono la validità specifica della t'orina Americana, che andrebbe quindi chiamata A. lagopus Sancti-Johannis (Gm.). SOTTOFAMIGLIA AQUILINA E. Aquilini. Becco piuttosto lungo, di solito forte, a margini sinuosi od intaccati; ali grandi; tarsi grossi e robusti o sonili, rivestiti di penne lino all'inserzione dei diti o invece più o meno nudi; dito esterno non versatile ed unito al medio da una membrana basilare. Questa sottofamiglia comprende cinquanta generi con circa duecentocinquanta specie sparse per tutto il Mondo. Lo studio di questo gruppo fu ed è tuttora dei più complessi ed incerti pel sistematico e la validità specifica di parecchie forme, finora ritenute linone specie. non è del tutto sicura. Genere AQUILA. Bkisson. Becco più corto della testa, forte e curvato dalla base, assai uncinato all'a- pice della mandibola superiore, margini della stessa festonati; cera nuda, solo parzialmente coperta dalle setole delle redini; narici laterali, ovali, inclinate, di- rette all'indietro ed all'ingiù, esposte, talora rotonde e verticali; ali grandi e lunghe, colla quarta remigante primaria in generale la massima; coda grande, rotondata; calzoni di solito sviluppati; tarso ricoperto di piume tino ai diti, in parte nudo e reticolato sulla taccia posteriore; diti forti e reticolati, scudettati sulla porzione apicale, dito esterno unito alla base col mediano da una membrana; unghie grandi, acute, uncinate e forti. Corpo robusto, statura varia; penne del collo acuminate; adulti eguali, ma differenti dai giovani: nidiacei coperti di piumino ed inetti. Il genere Aquila comprende quindici specie sparse nel Mondo Antico, peto VA. chrysaetus si trova anche nell'America settentrionale, sebbene alcuni conside- rino differente questa forma sotto il nome di A. canadensis, Cassiti. Le Aquile sono i più potenti tra gli Uccelli Rapaci, vivono sulle alte montagne o nelle grandi foreste e si nutrono in generale di preda viva e sanguinante, talune piccole specie anche di rettili e di insetti, il fatto che esse attacchino bambini non è del tutto sicuro. Di solito cacciano sole, ma talora ne furono vedute a due; il loro volo è agile, elevato, grazioso, innalzandosi e discendendo fanno dei grandi semicerchi, talora colle ali aperte, quasi immobili, scoperta la preda vi si gettano conno colla celerità del fulmine. Fabbricano un indo mal connesso sulle roccie o sugli alluri e lo intrecciano di rami e di stecchi, foderandolo internamente di musco, di penne. di lana, ecc.; depositano poche uova di fondo di tinta bianchiccio più o meno bluastro con grandi macchie cenerine o rossiccio-scure. Le Aquile difendono di solito energicamente il loro nido e molti sono gli accidenti patiti dai maldestri che, senza la dovuta prudenza, tentavano di involarne le uova od i pulcini. 22 ATLANTE ORNITOI.OOII '( > 15. Aquila chrysaètus (Linnaeus), Aquila reale. [Aquila]. [Tav. I, fig. 1, 2 e 5]. Colorito generale bruno-nerastro con leggeri riflessi porporini; penne della nuca e della parte posteriore del collo lanceolate bruno-dorate; remiganti nera- stre; coda brunastra alla base, nerastra all'apice, attraversata nel suo centro da una larga fascia grigia; calzoni bruno-scuro uniforme {ad.). Coda bruna verso l'apice, nel resto bianca, sicché la fascia risulta molto larga; base delle penne bianca, ciò che è più visibile sul gastreo; calzoni con macchie bianche {giov.). Lunghezza totale da 0,m900 a 1,'"00; becco da 0,m060 a 0,'"072; ala da 0,m600 a 0,'"720; coda da 0,m300 a 0,m350; tarso da 0,m098 a 0,m100; dito mediano s. u. da 0."'110 a 0,"1 '_'(). t 1 1 1 1 1 1 ( 1 — yi , i Me^i- w/. • Testa ili A. chryiaetns. Piede ili -/. ohryeaetus. Abita l'Europa, l'Africa giungendo all'Abissinia, l'Asia sino all'Imalaia, la Cina, il Giappone e l'America settentrionale sino alle montagne del Nuovo Messico. È sedentaria sui monti più alti dell'Italia continentale e delle Isole, ed è abbastanza comune in date località (Valtellina). Durante le migrazioni, nell'autunno o nel- l'inverno, e di consueto per l'imperversare di forti burrasche o per la caduta di abbondanti nevicate, qualche individuo, per lo più giovane, scende in basso e se ne catturano nelle pianure, nelle valli e nelle paludi. Nidifica di marzo e d'aprile. Parecchi Autori distinguono due specie di Aquila reale. L'ima detta A. chry- saètus presenta il petto rossiccio colle penne strette e lanceolate e la base di tutte le penne comprese le ali e la coda non è mai bianca, le timoniere sono macchiate di bruno-cenerognolo che a grado a grado sparisce, la metà apicale è di un bruno uniforme e sarebbe la forma settentrionale; la meridionale fu detta A. fulva o .1. iidbilis e non ha colorazioni rossigne sul petto, le cui penne seno ottuse ed abbastanza larghe, la metà basilare delle piccole penne sul corpo sa- rebbe bianca, mentre quella delle remiganti e timoniere nell'adulto sarebbe simile a quella della specie precedente, ma invece variata di tinta più chiara e di bianco- puro. Secondo il Severtzow tre sarebbero le forme tipiche dell'Aquila reale e cioè: a) A. fulva (L.), il giovane ha la base della coda bianca, ma questo carattere sparisce con l'età e la coda è scura nell'adulto. \ I r.ANTl OKNI M'I'i'.lHi 23 b) A. chrysaetus {L.), il giovine non ha la base della roda bianca, essa è scura come nell'adulto. e) A. nobilis, l'ali., il bianco alla base della ceda è permanente, si nel gio \ .me che nell'adulto. UÀ. Barthelemyi,Ja,ubert,è un' A. chrysaetus con Le scapolari più o meno bianche. Queste forme e quella nota sedo il nome di A. ilaplianea, I Iodismi non sembrano rappresentare specie distinte, o sottospecie o varietà, ma pare costituiscano e rappresentino semplicemente Le varie livree indossate dall'. I. chrysaetus nei diversi passaggi dall'eia giovanile all'adulta. 16. Aquila Meliaca, s.vvigny, Aquila imperiale. I Aquila mogilnik, Strickl. ('), A. imperialis (Bckst. ]. [Tav. I. lì-. 3 « IJ. ('(intoniti dell'ala si-uro, spalle in 'parte bianche (ad.); aspetto striato (giov.) 02). Tinta dominante bruno-nerastra; testa e parte posteriore del collo di un gial- Liccio-biancastro, talora fulviccio; basso collo rossiecio-gialletto; scapolari in parte bianche, in parte brune; parti interiori bruno-nerastre (ad.) Apparenza striata; parti superiori bruno-chiare, col centro delle penne fulvo; basso dorso, groppone e so- pracoda fortemente lavati di fulviccio; coda bruno-uniforme coll'apice bruno- biancastro; mento, gola e talora i calzoni, il tarso ed il sottocoda di un giallastro uniforme, resto del gastreo d'aspetto striato, colle penne acuminate giallastre nel centro, bruno-scure sul contorno; ali con tre fascie fulvo-chiare; coda bruno-uni- forme coll'apice bruno-biancastro {giov.). Lunghezza totale 0,'"790; becco 0/"064; ala 0,m575; coda 0,m310; tarso 0,m088; dito mediano s. u. 0,m062. Abita l'Europa sud-orientale sino all'Asia centrale, l'India settentrionale e la Cina e non venne mai trovata sino ad ora in Italia, quantunque parecchi Au- tori, cominciando dal Savi, ve l'abbiano annoverata, basando l'errore su individui dell'. 1. chrysaetus. Non posso omettere però che al Museo di Firenze vi è un ma- schio giov. che il Giglioli ritiene preso a Firmo presso Castrovillari in Calabria. nel settembre 1898. 17. Aquila Adalberta Bkehm, Aquila dalle spalle Manche. Contorno dell'ala e spalle bianche per intero (ad.); aspetto uniforme (giov.). Parti superiori brune di terra d'ombra, col dorso più cupo e l'apice delle sopracaudali biancastro; gastreo terra d'ombra uniforme, rossiccio sulla, gola e sul collo; coda di un grigio-chiaro, picchiettata di bruno, color terra d'ombra nel terzo apicale e terminata di grigio (ad.). Apparenza uni fornir; parti superiori bruno-rossiccio-chiare qua e là miste a bruno-scuro e di un giallo-rossigno sul Ci Lo Sharpe [ llaml-lhi Btode, I. pag. 261 (1899)] motte VA. mogilnik, Gm. tra i .sinonimi del- l' A. bifasciata, I. E. Gray. I i \un ho trovato apprezzabile il carattere del numero delle scaglie sull'ultima falange del dito mclmno fissato in numero di tre peli' Aquila reale, di 1 e 5 peli' Aquila imperiale, non avendolo riscon- trato costante. 24 ATLANTE ORNIT GICO groppone e sul sopracoda; remiganti e timoniere senza fascie trasversali; c'uopri- trici inferiori delle ali giallo rossiccie; gastreo bruno-rossiccio uniforme e legger melile striato sul petto che è fulvo-chiaro con poche penne marginate di bruno; coda grigio-rossiccia, marginata e terminata di bruno; remiganti e timoniere senza fascie trasversali (giov.). Lunghezza totale 0,m830; Lecco 0,'"078; ala 0,m620; coda 0,m350; tarso 0,m105; dito mediano s. u. 0,'"065. Abita la Spagna, il Portogallo ed il nord-ovest dell'Africa, è accidentale nella Francia occidentale. Questa specie rimase confusa coll'.l. heliaca sino al 1860, quando venne de- scritta dal Brehm sotto il nome di A. Adalberti e nel 1872 dal Dresser sotto quello di .1. leucolena. 18. Aquila rapax (Temmtnck), .\ii/■ sulle scapolari superiori; parti interiori bruno-fulviccio scure colle penne del petto e dell'addome più cupe nella parte centrale; timoniere di un bruno quasi uniforme, macchiettate di grigio e terminate di fulviccio {ad.). Colorilo generale fulvo-ocraceo qua e là sfumato di cenerino-rossigno-gialletto sul collo e sulla gola, cenerognolo sulle penne che marginano l'ala, si dal lato interno che dall'esterno; molte penne specialmente sul collo, sulle cuopritrici alari, sul petto, sui lati e sui fianchi in parte fulve lavate di cenerino sulla linea centrale, in parte cioccolata-brune con riflessi porporini (particoloured feathers), ciò che dà una fisonomia speciale a questo uccello; parti inferiori più chiare delle superiori; timoniere brunastro-cenerognole, terminate di fulvo (gioì-.). Lunghezza totale 0,m800; becco 0,n,046; ala 0,ra545; coda 0,m25O; tarso 0,'"080; dito mediano s. u. 0,m062. Abita l'Africa. In Europa è rara nella Spagna meridionale, finora non sembra comparsa in Francia, i due esemplari, che vennero citati dal Degland come colti nella Camargue, erano invece due .1. Aduli» -rli ; venne trovata in Bulgaria, in Turchia ed attraverso la Russia sino all'Asia centrale ed all'India nord-occiden- tale. In Italia comparve una sol volta nel novembre 1898 a Cagliari, è un indi- viduo giovane che fa parte della mia Raccolta, un secondo maschio ad. preso, a quel che pare, a S. Antioco pure in Sardegna nel marzo 1 8 7 ( > sarebbe conser- vato nel Museo di Firenze. ai S'arili verticali ed orali . 19. Aquila orientalis. Cabanis, Aquila orientali <■ formi affini. A. orientalis, Cabanis. Bruno-scuro uniforme con uno spazio uucale fulvo {ad.). Il 1° piumaggio è bruno di terra macchiato di fulvo-pallido sul basso dorso, sulle scapolari mediane, sulle cuopritrici mediane e piccole delle ali. sul petto e sul- l'addome; le grandi cuopritrici alari e le remiganti secondarie hanno estese mac- ìav. 4. 1. Aquila di mare (ad.). 2. Aquila di mare (giov.). 3. Pojana. 4. Pojana (varietà). 5. Pojana calzata (2 giov.). 6. Pojana calzata (o* ad.). Ulrico Hoepli, Editore, Milano. UI.vmi e "i:\ITOLOGICO 25 chic apicali fulve, cuopritrici superiori ed inferiori della coda fulve. Dopo la 1 muta le macchie fulve 'li tutte le penne spariscono più o menu, con l'eccezione di quelle sulle grandi cuopritrici alari e sulle remiganti secondarie. Dopo la 2 mula il piumaggio diviene quasi uniforme, ma le doppie fascie attraverso le ali e le traccie di fulvo sulle cuopritrici della coda esistono sino alla 4° mula, culla quale l'uccello assume l'abito di adulto {giov. . A. infasciata, J. E. Gray. Bruno di terra con doppia fascia sulle ali e le cuo- pritrici superiori ed inferiori della coda fulve; le remiganti primarie, le secondarie e le timoniere senza fascie {ad.). Bruno di terra con la doppia fascia sulle ali, ma senza le macchie uelle altre parti del corpo; il 2° piumaggio è macchialo di fulvo; dopo la 3" e 4 muta l'uccello addiviene colorito più uniformemente ed assume il suo piumaggio di adulto, mantenendo soltanto le due fascie sull'ala giov. . . I. Glitschi, Servertzow. Bruno di terra con una banda liticale fulva ed una fascia trasversale di un fulvo-pallido sul basso dorso; le remiganti primarie, le secondarie e le timoniere fasciate ad.). Il 1° piumaggio di quest'Aquila è quasi per intero di una tinta bruna di terra uniforme con macchie apicali fulve su alcune delle più grandi cuopritrici alari: remiganti secondarie e timoniere ter- minate dello stesso colore; timoniere fulve, le più esterne fasciate irregolarmente di bruno; però la fascia lineale fulva e quella di un fulvo-pallido attraverso il basso dorso si manifestano con la 3a e la 4" muta (giov. (Menxbier). Lunghezza lutale da 0,m555 a 0,m660; becco da 0,m066 a 0, 072; ala daO,m215 a 0,m350; coda da 0,'"()70 a 0,'"080; tarso da 0,'"090 a 0™098; dito mediano s. u. da (i. (MIO a 0,n'066. Queste tre forme dell'Aquila orientale sono confinate alle steppe della Russia sud orientale, dell'Asia centrale e non sarebbero mai comparse in Italia, quan- Becco di A. maculala, '/2, Becco di A. orientalis, '/2- tunque un soggetto da me ucciso in Sardegna nell'inverno 1901 presenti i carat- teri dell'.!, orientalis, per cui sembrerebbe accidentale nell'Isola. VA. Infasciata poi, sotto il nome di A. nipalensis, Hodgson, fu elencata dal Gi- glioli tra gli Uccelli del nostro Paese su di un esemplare conservato al Museo di Genova; il Salvadori però non è di tale parere, dicendo che la sua provenienza è incerta e che in ogni caso dovrebbe essere riferita molto probabilmente alla forma occidentale, cioè all'-l. orientalis. Le forme dell' J. tuinitnhs anzidescritte sono molto simili interse, ma parecchi Autori e tra questi il Severtzow e lo Sharpe recentemente le considerano specie distinte; io posseggo materiale troppo scarso per interloquire in questione, ma Atlante ornitologico. ± L't) ATLANTI < il, -MITOLOGICO ricordo come Autori competenti le ritengano più che altro varietà climatiche da riunirsi sotto l'unica specie A. orientalìs. In Narici orizzontali e rotonde. 20. Aquila maculata (Gmelin), Aquila anatrata maggiore. | Aquila clanga, Pam... A. naevia, Schrenck]. [Tav. II, fig. 1 e 4]. Ali che distintamente non raggiungono l'apice della coda. Colorito generale bruno-nero-uniforme, talora con riflessi porporini sulle parti superiori; penne della parte posteriore del collo e della nuca leggermente ros- siccie; coda senxa fascie, ma con vestigio di tinte grigie sul vessillo esterno negli individui più vecchi (ad.). Colorito generale più chiaro; scapolari, grandi e medie cuopritrici delle ali con larghe macchie ovali di un fulvo-bianchiccio all'apice delle penne, le piccole cuopritrici le hanno a forma di goccia, quelle del grop- pone sono più grandi e (piasi triangolari; gastreo nerastro, brunastro sulla gola con macchie ocraceo-brune sul centro delle penne del petto; addome ocraceo (piasi uniforme: cuopritrici superiori della coda bianche, le interiori fulvo-ocracee; coda nerastra uni fornir, terminata di fulvo-bianchiccio (giov. i. Lunghezza totale da 0,m650 a 0,'"710; becco da O^óO a 0,m062; ala da 0,m505 a 0,m560; coda da 0,m220 a 0,m250; tarso 0,'n100; dito mediano s. u. 0,'"065. Abita le parti meridionali d'Europa, le settentrionali d'Africa, l'India, l'Asia cen- trale e nord-orientale. In Italia è specie di comparsa irregolare e non tanto rara nel- l'abito giovanile, rarissima in quello di adulto coll'eccezione della Liguria, ove sarebbe di passo quasi regolare di primavera e nell'ottobre e novembre: fu presa ovunque tranne a Malta, io ne ebbi di Sardegna, ove pareva mai comparsa, avrebbe nidificato quasi di certo a Modena, sul Pavese, in Toscana ed in Sicilia, quindi dovrebbe trovar posto tra le specie irregolarmente estive. Costruisce il nido sugli alti alberi. UÀ. fiilirsrrus, J. E. ; tarso 0,m095; dito mediano s. u. 0,ra093. Abita le contrade bagnate dal Mediterraneo, estendendosi dalla Spagna verso Esf tino all'India. In Italia è specie stazionaria in Sardegna, ove e discretamente comune, meno abbondante si presenta in Sicilia, rara nelle provincie meridionali della penisola, accidentale altrove, cioè in Toscana ed in Lombardia [mia Collezione). Non venne presa finora nel Veneto, L'esemplare citato dal Perini dovendosi ri- ferire ali*. 1. chrysaetus. (ili adulti col gastreo quasi del tutto bianco sono molto diffìcili ad aversi anche in Sardegna. \>H ATLANTE ORNITI D.OOH O 23. Nisaètus pennatus Gmelin), Aquila minore. I Aquila pennata (Gm)., Hieraetus pennatus (Gm.)]. [ Tav. II. Bg. 6 e 7]. a) Tipo chiaro. Froiiic biancastra; mustacchio bruno-nerastro; parte supcriore e laterale della testa e del collo giallo-fulve con tacche longitudinali brune ; parti superiori bruno- opache con margini bruno-chiari; spallette bianche; parti inferiori bianche più o meno rossiccie con dei piccoli tratti bruni sullo stelo delle penne e special- mente su quelle del petto e dell'addome; coda bruna disopra, biancastra disotto, con bande brune trasversali (ad.). Fronte biancastra; un mustacchio sviluppai is simo bruno-nerastro: parti superiori come gli adulti, ma più lucide; spallette di un bianco-puro; le parti inferiori giallo-rossiccie con dei tratti bruni sullo stelo delle penne (giov.). b) Tipo seuro. Simile all'adulto del tipo chiaro: parti inferiori bruno-fuligginose o bruno- nerastre con tratti longitudinali più scuri sullo stelo delle penne (ad.). Fronte biancastra; un mustacchio assai accentuato bruno-nerastro; parte superiore e laterale della testa rosso di ruggine vivace con tacche longitudinali brune; parti superiori come negli adulti, ma più lucide: spallette bianco-pure; le inferiori bruno-fulig- ginose con dei tratti più scuri sullo stelo delle penne (giov.). Lunghezza totale da 0,m490 a 0,"'540; becco 0,m040; ala da 0,m355 a 0,'"410; coda 0,,n19r>; tarso 0,'"060; dito mediano s. u. 0,m0G.r>. P.rchm divise l'Aquila minore in due specie, A. pomata o tipo chiaro, A. mi- nuta o tipo scuro, quest'ultima era distinta dalla prima pelle tinte cupe, pella mancanza di spallette bianche e pella statura minore. Ora è perfettamente asso- dato che esse formano un'unica specie e che noi ci troviamo dinanzi ad un sem- plice caso di dimorfismo, offerto anche da varie specie di Rapaci, come il Falco Eleonorae, Gene, il Cinti* pijtjargus ed altri, e possiamo concludere col Bureau che il N. pennatus presenta il tipo chiaro ed il tipo scuro indipendenti da vere ano- malie di colorito, che la livrea dell'uno e dell'altro viene rivestita indifferentemente dai maschi e dalle femmine e che gli individui delle due forme si accoppiano assieme; sui nidi si trovano di solito individui di un solo tipo, ma talora sono anche frammischiati, il loro piumaggio si modifica parallelamente con l'età, ma i cambiamenti sono più accentuati nel tipo scuro; i soggetti dei due tipi nel pas- saggio all'età adulta si modificano, conservando il carattere loro proprio (Bureatt). Abita l'Africa, l'Asia centrale, l'India ed in Europa, la Russia meridionale, la Turchia, la Penisola Balcanica e la Spagna ed è strano che sia così rara in un paese intermedio, quale l'Italia. Da noi può dirsi accidentale, quantunque sembri capitare più facilmente in aprile e nell'ottobre, fu presa nelle provincie settentrio- nali, in Liguria, in Toscana e presso Roma e finora mai nelle regioni meridionali e nelle Isole (l). (') Se ben ricordo, ael R. Museo ili 'l'orino esiste un individuo ili questa specie proveniente dalla Sardegna. ATLANTE ORNITI JI.Cn . I' 0 29 Genere HALIAÉTUS. Savigny. Becco subeguale alla testa, molto forte, diritto alla base, curvato dalla cera all'apice in t'orina di un profondo uncino; redini coperte di setolo piuttosto corte; cera seminuda, bene sviluppata, concolore o quasi col becco ; narici grandi, ovali, perpendicolari; ali ampie che giungono quasi all'apice della coda, 1° remigante primaria brevissima, 2" minore della .">', r la massima; coda, cuneata o legger- mente rotonda; tarso piumato nella sua parte superiore, poi nudo < scudettato, coi lati e la parte posteriore reticolata; diti divisi, l'esterno versatile; unghie; forti, unci- nale, solcate di sotto, con quella del dito mediano più lunga ili tutte. Statura elevata; colorito generale bruno; penne della testa e della parte po- steriore del collo allungate ed acuminate; calzoni mediocri. Questo genere abbraccia nove specie sparse su tutto il Mondo, delle quali due sono anche Europee ('). A differenza delle vere Aquile, esse abitano i grandi fiumi, le coste del mare, i laghi o le località non lontane dalle acque; si cibano di pesci e di uccelli acquatici e non sono molto coraggiose, ne assaltano mam- miferi maggiori di un coniglio. Nidificano sulle roccie o sugli alti alberi, depo- nendo due o tre uova bianche qua e là macchiate. 24. Haliaètus albicilla Linnakis, Aquila di mare. [Tav. IV, fig. 1 è 2]. Becco giallognolo; colorito generale bruno coi margini delle penne più chiari, testa e collo di un grigio-giallognolo; coda bianca, senza macchie e leggermente gra- duata (ad.). Becco bruno; piumaggio bruno su fondo fulvo-giallastro ; testa, collo e calzoni bruno - uniformi ; timoniere variegate grigio- bianchiccie a zig-zags grigio-brunastri, brune sul margine (giov.). Lunghezza totale da0,m900 a l,m05; becco da 0,'"078 a 0,m086; ala da 0,m645 a 0,m750; coda 0,m290; tarso 0,'"105; dito mediano s. u. 0,'"090. Abita l'Europa, l'Islanda, la Groenlandia od il Nord dell'Africa e dell'Asia, da dove si reca a svernare nella Cina e nell'India. L'Aquila di mare sarebbe uccello più che altro di passo irregolare in Italia, vi compare specialmente d'autunno o nell'inverno, meno difficile a trovarsi è nel Veneto, ove talora qualche esemplare sverna negli estesi paludi dell Estuario; gli adulti sono sempre più dif- fìcili ad aversi dei giovani. Sembra non rara in Sardegna, colà ed in Corsica non Piede di //. albicilla, (') L'Haliaetu» le licori pluiliix (L.j venne più volle citato per l'Europa, scambiando per esso individui inolio vecchi dell'//, albicilla. L'II. leucocephaliu abita l'America del Nord. 30 ATLANTE ORNITOLOGICO è improbabile possa nidificare : se ciò si avverasse positivamente, andrebbe inclusa tra le specie sedentarie. Nidifica in marzo. 25. Haliaètus leucoryphus (Pallas), Aquila di more di Pallas. Becco corneo- verdastro ; testa e eolle giallo-rossiccio-vivace, più pallido sul mento e sulla gola; parti superiori brune di terra d'ombra; parti inferiori ros- signo-brune, più cupe sul sottocoda e sui fianchi; coda bruna alla base ed all'apice, bianca nel centro (ad..). Testa e collo fulvo-bruno-cupo, striato di bruno-rossigno ; parti superiori bruno-scure, colle penne del dorso più cupe alla base; resto delle parti inferiori di un bruno-fulvo più chiaro, le penne sul petto sono terminate di bruno-bianchiccio; coda uniforme bruno-scura, lavata di grigiastro (giov.). Lunghezza totale 0,m820; becco 0,'"068; ala da 0,m560 a 0,m620; coda 0,ra300; tarso 0,ni095; dito mediano s. u. 0,m093. Abita le regioni dal Mar Caspio all'Asia centrale, l'India ed il Burina. In Europa si trova nella Russia orientale, in Crimea e secondo Farman fu osservata anche in Bulgaria. Genere CIRCAÉTUS, Vieillot. Becco più corto della testa, robusto, curvato fino dalla base, non intaccato, soltanto appena festonato; occhi grandi e molto infossati: narici ovale-allungate, perpendicolari, coperte di setole lunghe e rigide; redini fornite di piccolissime penne e di lunghe e grosse setole; ali grandi, lunghe, con le quattro prime remiganti primarie profondamente intaccate nel vessillo interno; la la remigante primaria .Mila, la .">' massima: coda grande, quasi quadrata; tarso alquanto lungo, esile, nudo, tranne che nella parte più alta, più lungo del dito medio, esso ed i piedi coperti di grosse scaglie esagonali; diti corti, forti colle unghie robuste, acute e poco curvate. l'està subrotonda, grossa, coperta come il collo di penne lunghe ed acuminate; occhi splendenti; calzoni mediocri; statura piuttosto elevata; colorito variegato. Questo genere consta di sei specie sparse in Europa, nell'Africa, nell'Asia e indie Isole della Sonda. Hanno le abitudini delle Pojane e si nutrono principalmente di rettili e di piccoli mammiferi. Nidificano di solito sugli alberi, sugli arbusti e sulle roccie, deponendo un solo uovo bianco colla superficie ruvida. 26. Circaétus gallicus (Gmelin), Bianconi. | Tav. II, li-. 5]. Tarso e diti nudi, reticolati, coperti di grosse squame scagliose, esagonali. Iride giallo-vivacissima. Fronte e redini biancastre sparse, come i lati della testa, di setole nere, che formano un folto sopraciglio; base di tutte le penne bianca: parti superiori bruno-grigie, più chiare sul margine delle penne, nere sullo stelo, con splendore porporino sulle scapolari e sulle cuopritrici alari; parti inferiori bianche con numerose macchie centrali larghe e longitudinali scuro-rossiccie, \ 1 1. vm i ORNITI ICO 31 trasversali e più rade sul basso addome; talora i calzoni ed il sottocoda sono immacolati, come puro altri soletti, ohe sembrano molto vecchi, mostrano il gastreo quasi del unto bianco-immacolato; coda superiormente bruna, terminata ili bianco e con tre fascie trasversali bruno-nerastre, biancastra di sotto Cuopritrici alari col margine più pallido; gola e petto bianchi con macchie bruno- rossiccie centrali ed allungate sullo stelo, ma più o meno numerose a seconda degli individui: fascio sull'addome più larghe (ffiov.). Lunghezza totale da 0, 650 a 0,m700; becco da 0,m050 a 0,ra057 ; ala da 0,m540 a 0, 570; coda 0,m280; tarso 0,ra085; dito mediano s. u. 0,m055. ''*> resta ili C. gallicus, ' . Piede ili C. gallicns, ' . Abita l'Europa centrale e meridionale, l'Africa settentrionale e l'Asia centrale, estendendosi fino a Timor e Flores. In Italia è specie abbastanza comune, sparsa ovunque anche in Sardegna, ove perù sembra essere più rara. È sedentaria, ma anche di passo, che effettua più che tutto nel marzo e nel settembre, allora si può dire comune in Liguria. Nidifica. Genere MILVUS, Cuvier. Becco un po' allungato, diritto, molto adunco, curvato dalla base fino alla pice, non intaccato, ma leggermente festonato; narici ovali, oblique: redini o cera coperto di piccole penne setoloso; ali appuntite, lunghe, la la remigante primaria corta, la ."> e la f le più lunghe; coda lunga, più o meno forcuta; tarso corto, debole, piumato nella metà superiore, nudo e coperto di larghe piastre nella parte basilare anteriore, la laterale e la posteriore rivestite di fine reticolazioni; diti corti e forti, il mediano più corto del tarso e più lungo dei diti laterali, l'esterno leggermente versatile, unito col mediano alla sua base; unghie moderatamente acute, lunghe e curvate. Forma allungata; statura piuttosto grande; colorito costante; testa appiattita, , r dominanti f>< - : coda fulva, molto forcuta. Iride giallo-pallida: penne della testa acuminate bianco-cenerine, con una stria longitudinale nera su cadauna penna; parti superiori bruno-nerastre, fulve sul margine; parti inferiori e cuopritrici alari fulvo-accese, con una larga macchia centrale nerastra lungo il mezzo delle penne; coda fulvo-accesa, le timoniere la- terali brunastre sul vessillo esterno, con macchie trasversali nerastre poco accen- tuate sull'interno ad. . Iride bruno-cenerognola ; penne della testa arrotondate fulvo- chiare, marginate di bianco e senza macchie centrali nere; colorito generale meno vivace; penne del dorso marginate di bianchiccio: strie sul gastreo più strette: coda bruno-cenerognola debolmente fulviccia [giov. . Lunghezza totale da 0, 650 a 0, 710; becco da 0. - : "44: ala da 0. - 515; ■oda, timoniere esterne da 0,n,320 a 0. 350, timoniere mediane da 0,m240 a 0,:'2*0: tarso 0,ra050: dito mediano s. u. 0,*!-: - Becco ili M. Apice della coda ili M. milru», '/<• Apice della coda di .1/. lcoi Abita l'Europa meridionale e centrale e d'inverno l'Africa settentrionale. In Italia è specie abbondante e comune nelle Isole e sul versante Mediterraneo dalla Toscana in giù, raro ed estivo nell'Italia settentrionale. Nidifica, talora fram- misto al M. Ttorschun. Dall'Italia settentrionale migrano tutti alla fine di luglio e nell'agosto, ma anche nelle parti centrali e meridionali si notano individui che partono dopo le cove. 1. Falco pecchiaiolo (a* ad.). 2. Falco pecchiaiolo (5 semi-ad.). 3. Nibl 6. Astore (giov.). 7. Sparviere ( o71 ad.). 8. Sparviere (cf Ulrico Hoepli, Editore, Milano. eale. 4. Nibbio bruno. 5. A ..). 9 e 10. Sparviere ($). ni \\ ri ORNI DOLOGICO 33 28. Milvus korschun (S. Gmelin . Nibbio bruno. IMilvus migrans (Bodd.), M. niger, Bp.; Nibbio nero], [Tav. V. 6g. Color dominante bruno-scuro ; coda bruna con fascie nerastre, poco forcuta; Intra riero. [ride giallognola; penne «Iella testa bislunghe ed appuntite di un bianco leg- germente fulviccio, lavato di bruno stille cuopritrici auricolari; tutte Le penne della testa con una stretta fascia centrale nera; parti superiori bruno-cupe, collo stelo delle penne nero e l'orlo fulvo-rossiccio; le parti interiori fulve accese, tranne il sottocoda che è di un f ulvo-rossigno ; una larga stria bruna bordata di grigiastro sulle penne del petto, più stretta e che occupa solo lo stelo, e quindi senza bordo, sui calzoni, sui fianchi e 3ul sottocoda; cuopritrici alari bruno-cupe, collo stelo nero ed il margine fulvo; di sotto delle ali scuro; timoniere con fascie nerastre indistinte su fondo bruno-scure, quasi nero sulle penne laterali, che tendono al l'ulvo- bruno all'apice {ad.). Iride nocciola; colorito generale più cupo con margini ful- vicci e l'apice delle penne ceciato, molto esteso su quelle della testa e del collo; timoniere terminate di f ulvo-rossigno ./ Lunghezza totale da 0,m610 a 0,m640; becco da 0,m038 a (V045 ; ala da 0,m440 a 0,'"475; coda da O,"'2f)0 a 0,'"280; tarso 0,ra045; dito mediano s. u. 0,m043. Abita l'Europa centrale, la meridionale e l'Asia centrale, svernando nell'A- frica. In Italia è specie di passo ed estiva, non egualmente distribuita, general- mente rara coll'eccezione della Campagna Romana, del Veronese, ilei 1 lassa nese e di diverse località delle Alpi Venete e probabilmente di parecchie altre Pro- vincie; nidificò anche nel Pavese e ciò avviene di certo nelle grandi boscaglie degli Appennini e delle Alpi. Nidifica in maggio e riparte in luglio ed agosto. 29. Milvus aegyptius (Gmelin), Nibbio egiziano. Color dominante bruno-scuro; rodo bruna noi fascie nerastre, poco forcuto; Inerti giallo. Molto simile alla specie precedente, anche nel colorito, ma il becco è giallo; testa leggermente più rossiccia e coda un po' più forcuta. Dimensioni eguali. Questa specie abita l'Africa fino al Madagascar e venne catturata qualche velia nel sud-est d'Europa e precisamente in Grecia, nelle Cicladi, in Turchia, in Un- gheria e nella Germania. Ma non fu mai presa finora in Italia, però venne citata dal Giglioli nell'Elenco del 1881; egli stesso poi corresse l'erronea asserzione e sembra, secondo il sullodato Autore, che la sua cattura, a (pianto pare, avve- nuta in Dalmazia, sia poco attendibile. 30. Milvus melanotis. Tkm.mim k <£ Schlegel, Nibbio dalle orecchie nere. Come il M. korschun; base delle remiganti primarie bianca a furino di specchio sullo faccia inferiore delle ali. Simile al M. korschun dal quale si distingue: pei margini delle penne della testa e del collo bruno-rossigni e non bianchi; pelle cuopritrici auricolari bruno- Atlanle ornitologico. 5 .",1 MI \M I ORNITOLOGI! 0 scure, nerastre sul margine supcriore: pelle parti interiori più pallide e menu rossiccie: pel vessillo interno delle remiganti primarie bianco alla base e che t'urina uno spazio cospicuo a specchio sulla superficie inferiore delle ali, infine pel becco bluastro. Lunghezza totale 0,' 630; becco 0/"040; ala 0,!l 178; coda 0,m245 ; tarso 0,m050 ; dito mediano s. u. 0,m046. Abita l'Asia settentrionale fino al Giappone, l'Imalaia e sverna nell'India e nel Burma; in Europa si trova in Russia nei governi di Perni, di Ha. di Oren- burgo e negli Urali {}). Una specie affine a questo genere, VElanoides forficatus (L.) o Nibbio a coda di rondine, fu citata nei Cataloghi Europei come presa, in Francia e nelle Isole Britanniche. Però, trattandosi di catture molto antiche, gli Autori non sono con- cordi nell'ammetterla nelle liste Europee. Essa ha il capo, il collo, il basso dorso, il groppone e le parti inferiori bianche, tutto il resto nero-porporino o verde, le cuopritrici superiori delle ali bianche alla base, grigio-verdi nel resto, le ali molto lunghe e la coda assai forcuta colla timoniera esterna lunghissima. Abita le parti me- ridionali del Nord America, portandosi d'inverno nell'America centrale e meridionale. Genere ELANUS. Savigny. Becco piuttosto piccolo, leggermente festonato, coll'apice fortemente uncinato ed appuntito e la mandibola superiore curvata dalla base: narici ovali, in parte coperte da setole; ali lunghe e grandi, sopravanzanti la coda, colla 2:i e 3a delle remiganti primarie le più lunghe: coda corta, (piasi quadrata; gambe e piedi l'orti; tarso leggermente più lungo del dito medio s. u., piumato sul davanti per circa :ì'1 della sua lunghezza, reticolato nel resto; diti forti, grossi, reticolati, l'esterno non versatile, unito alla base col medio da una piccola membrana; un- ghie moderate, acute e curvate. Colorito delicato bianco e cenerino di vario tono; dimensioni piuttosto piccole; forma elegante; testa leggermente rotonda e coperta di penne usuali. Questo genere consta di cinque specie sparse nell'Africa, nell'India, nelle Isole della Sonda. nell'Australia e nell'America, una di osse giunge talora in Europa. Hanno abitudini crepuscolari e si cibano a preferenza di pipistrelli, di piccoli mammiferi, di insetti, frequentando i siti alberati e boscosi; nidificano sugli al- beri, ove fabbricano un rozzo nido di stecchi riuniti, foderandolo nell'interno di peli e di radici e depositandovi parecchie uova bianco giallognole con macchiette rossigne. 31. Elanus caeruleus (Desfontaines), Nibbio Manco. Iride gialla o rossa: spazio perioculare e palpebre nere; parti superiori gri- gio-piombate, leggermente brunastre sulle due timoniero centrali; fronte, redini, guancie, sopraciglio, lati de! collo, ascellari, parli inferiori e timoniere laterali bianche, tinte di cenerino sui fianchi; piccole e inedie cuopritrici alari nere ad.). , Molto l'neilineiite questo Nibbio od il precedente non sono che l'orine locali del Nibbio brillìo. Ali imi ORNI rOI-OGIi 0 35 [ride bruna; parti superiori cenerino-brune con un largo spazio apicale bianco- cenerognolo o fulviccio; coda della stessa tinta, biancastra nel vessillo interno delle penne; parti inferiori bianche, coi lati del petto rossastri e strette strie ili egual colore nella parte centrale dello stesso e sui Banchi ; cuopritrici alari come Dell'adulto, ma terminate di fulviccio giov.). Lunghezza t.-iale 0,' 305; becco 0,' 029; ala 0,' 268; coda 0,m128; tarso ". <> dito mediano s. u. 0,'"0:;o. Abita L'Africa settentrionale, la Palestina, l'India. Ceylan e la Penisola Malese. In Europa giunge talora nella Spagna e nella Grecia e sembra essere stato preso in Irlanda, nel Belgio, in Francia ed in Germania. Non è mai comparso in Italia, quantunque il Malherbe asserisca che è di passo in Sicilia, ciò che non venne confermato e certamente ebbe erigine da inesatte informazioni. Genere PERNIS, Cuvier. Becco piuttosto lungo, sottile e, debole, mediocremente curvate dalla base, coi margini taglienti della mandibola superiore ne festonati, né intaccati, ma quasi diritti; cera grande e nuda; narici ovali, allungate, oblique; redini fittamente coperte da penne piccole, rigide e scagliose come quelle della faccia; ali grandi e lunghe, cella, r remiganti.' primaria certa, la 3 e 1 le più lunghe ed i vessilli interni delle quattro prime primarie profondamente intaccati: coda grande, lunga, tron- cata: tarso corto, più lungo del dito mediano s. u., piumato Della metà superiore, nel resto a fine reticolazioni poco sporgenti; diti mediocri, separati alla base, il mediano più lungo dei laterali; unghie sottili, mediocremente curvate ed acuminate. Testa un po' piatta: calzoni mediocri; forma allungata: taglia moderata; piu- maggio consistente ed assai variabile. Questo genere consta di cinque specie sparse nel Mondo Antico. Sono uccelli meno coraggiosi della Pojana e si nutrono di piccoli mammiferi, di rettili, d'in- setti e specialmente di api e di pecchie, essendo avidissimi delle larve e del miele. Costruiscono il nido sugli alti alberi con stecchi male intrecciati o s'impadroni- scono di quelli abbandonati da altri uccelli: la femmina vi depone due uova, di solito giallette o rosso-mattone nella tinta di fondo con macchie rosso-mattone o rosso-vivo. L'incubazione dura tre settimane. 32. Pernis apivorus (Linnaeus), Falco pecchiajolo. [Tav. V, Bg. 1. -2 e Tav. XI. Vili, fig. 8]. Redini e fronte fittamente coperte ili penne rigide ni n scaglie, mancanza assoluta ili srtiiìr al/11 Imsr ilil becco; tutte le penne colla base bianca, talora per lungo tratto; iride gialla più o meno aranciata o limone o bruna. Testa e lati della stessa di un cenerino-bluastro pallido; parti superiori bruno- scure, con riflessi porporini e le ali coll'apice nerastro; parti inferiori bianche con qualche macchia bruna sui fianchi e talora sui lati del petto; coda con numerose e strette fascie scure indistinte e tre 0 quattro larghe e scure, specialmente larga e nerastra la preapicale, apice biancastro (n/ns. mi.). La testa come il precedente, però le redini e lo spazio perioculare di un cenerino-bluastro pallido; cervice e nuca 36 ATLANTE ORNITOLOGICO bruno-scure col margine delle penne bruno-rossiccio, talora vivacissimo; parti superiori come il maschio o lavato di cenerognolo o più tendenti al rossiccio; parti inferiori bianco-fulviccie con numerose fascie di varia forma bruno-scure o Derastre o fulvo-accese così fìtte da coprire quasi del tutto il bianco; talvolta la nula è bianco-fulva debolmente striata di bruno, e le fascie sul petto obliterano completamente il bianco e formano uno spazio scuro (femm. ad. e probabilmente il ma- schio idi// del tutto adulto). Testa e collo bianco-gialli con macchie centrali brunastre; parti superiori bruno-scure variate di bianco colle remiganti e le cuopritrici termi- nate di biancastro; parti inferiori bianco-gialle, unicolori sulla gola e sul sotto- coda, nel resto ornate di strette strie centrali allungate di un bruno più o meno nerastro (giov. . Parti superiori di un bruno-cioccolata più o meno cupo, talora quasi nero con una stria centrale nerastra sullo stelo delle penne; ali e coda più cupe del consueto; la base bianca delle penne è in alcuni individui assai distinta ed estesa, sicché traluce qua e là; gli individui adulti mostrano la testa tinta di celestognolo, mentre i meno vecchi hanno il petto e l'addome --> più chiaro e le strie centrali nerastre limitate o Ék \ più distribuite (tipo scuro). "\ Lunghezza totale da 0,móbO a 0,'"620; becco da 0,m034 a 0,"'042; ala da 0,m400 a 0,'"450; coda 0,245; tarso 0,'"048; dito mediano s. u. 0,'"045. E specie che varia assai nelle dimensioni, ma ■' più che altro nel colorito e tali modificazioni sem- brano avvenire senza mute complete; io credo Testa eli /•. apioorus, ' . che il Falco pecchiaiolo al pari di altri Rapaci presenti fenomeno di dimorfismo e che nella fase scura oltreché giovani, si trovino anche soggetti del tutto adulti; ricordo in- fatti di averne osservati di simili, e precisamente uno al Museo di Zagabria, che ritenni allora una semplice livrea giovanile. Se ciò si potesse sicuramente assodare, i giovani della forma scura avrebbero la testa uniforme col resto; negli adulti invece essa sarebbe di un cenerino-bluastro-pallido ed il piumaggio più cupo e con mag- giore intensità di riflessi porporini, le varie tonalità di tinta sarebbero proprie agli stadi intermedi. Nelle descrizioni da me offerte ho cercato di citare i principali abiti, ma la cosa è bene intricata, trovandosi diffìcilmente due Falchi pecchiaioli eguali. Abita l'Europa e la Siberia occidentale, eccettuato l'estremo Nord, sverna in Africa. Per l'Italia è specie poco comune e di passo, più abbondante in quello primaverile, è comune allora in Sicilia, in Calabria ed in Liguria; fu trovata anche in Sardegna. Nidifica, ma piuttosto raramente, ciò avvenne di certo nel Veneto e forse nel Piemonte, da dove tanto il Giglioli che io ne avemmo in giugno e dove è frequente nel passo autunnale, come mi consta /Ir visu. In Calabria sene uccidono molti nell'aprile e nel maggio, ma difficilmente si possono avere, essendo ricercatissimi pelle loro carni assai grasse e saporite. Genere HIEROFALCO, Cuvler. Becco corto, fortemente convesso, ricurvo fino dalla base e grosso; mustacchi stretti o quasi nulli; narici ovali e con un tubercolo anteriore; ali acute, lunghe, mi \Mi 0RNIT01 "meo 37 ma che non giungono all'apice della coda, distanza tra gli apici delle remiganti primarie e delle secondarie eguale a mela o a più della metà della coda; la 2 remigante primaria la massima: coda larga, lunga, enneata: tarso sempre più lungo del dito mediano s. u., piumato Dei i/s antero-superiori, finamente reticolato sul davanti: dito esterno ed interno eguali; unghie grosse, grandi e robuste. Colorito chiaro variabile; t'orma tarchiata e robusta; statura piuttosto rile- vante. Questo genere consta di IO specie, che sono sparse in gran parte dd M lo, mancando nell'Africa meridionale, nell'Oceania e nell'America meridionale; alcune di esse sono confinate alle più alte latitudini. Aiutano più che tutto le aperte pianure e sono uccelli sanguinari, arditi e robusti. In molti paesi si usano pella Falconeria e nell'India con successo per la caccia alla Gazzella, all'Otarda ed alla Gru. Nidificano sugli alberi o sulle nude roccie, senza fabbricare nido, e se lo costrui- scono, esso è rozzo e voluminoso: depongono due uova bianche macelliate di un rossiccio di vario tono. 33. Hierofalco cherrug (J. E. Okay, Sacro. [Falco saker o sacer . Gm., Gennaja o Hierofalco saker Gm.) |. [Tav. XI. vii. Kg. 3]. Distanza tra gli apici delle remiganti primarie e delle secondarie (maschio, 0,mlSf>; femmina, 0,m200) eguale a 2/3 circa della lunghezza della coda maschio, 0, 240; femmina 0,m260). Testa e collo bianchi senza macchie, la fronte e la gola con piccole mac- chiette brune, centrali, lanceolate: occipite tinto di rossiccio; dorso bruno leg- germente cenerino, talora tinto di rosso ruggine verso il groppone con le penne a larghi margini rossicci o nocciola ; ali come il dorso con larghe marginature rossiccie o nocciola e macchie ovali e fascie trasverse rossiccie sulle secondarie, sulle scapolari e sulle maggiori cuopritrici; mento, gola, sottocoda, penne del tarso e della tibia dal lato interno biancastre immacolate, col resto delle parti inferiori biancastro con macchie nere rotondeggianti sul petto, allungate sull'ad- dome e sui fianchi; coda grigio bruna, biancastra all'apice, timoniere centrali uni- colori, le laterali con numerosi spazi ovali bianco-fulvicci, che disotto sembrano fascie; piedi giallastri (m/.\. Testa bianco-fulviccia più chiara sulla fronte e coti macchie brune centrali, fitte, più numerose sulla regione inalare, ove formano due mustacchi ben distinti, ma piuttosto ristretti; parti superiori bruno-cenerine molto più scure degli adulti, con larghi e spiccati margini di un rossiccio jiiii o unni* chiaro ed estesi su tutte le penne; tinta delle parti inferiori bianco-fulviccia immaco- lata come gli adulti e con macchie longitudinali brune sul petto, sull'addome e sui fianchi, esse in queste due parti sono talora così fitte da nascondere il fondo di tinta chiaro; timoniere centrali di solito senza macchie, le altre con numerose macchie di forma ovale di un bianco più o meno puro e che disotto sembrano fascie; piedi bluastri {giov.). i.\!i.i.i\ Sy»i Sui. I. [i. 27::. 1888 ex Iiri«s. scrisse sacer, ma «leve esser scritto saker, essendo nome arabo e non latino. \ ri. ami: ORNITOLOGICO Lunghezza totale da 0,n 1=80 a 0,m520; becco da 0,m030 a 0, 036; ala da 0,' 365 a 0," 120; coda da 0,,n240 a 0,m260; tarso 0,m060; dito mediano s. u. 0,m050, diti laici-ali eguali in lunghezza; 2" remigante primaria la massima: 1" più corta della ."> ' e più lunga ^ della 4l, però mai più di 0,'"005. " '>~€P> ^ Sacro ha la fisonomia affatto distinta dal X-; Falcone, quantunque gli assomigli talora in gio- ventù. La sua forma è però piuttosto tozza e molto B forte; il becco grande e fortemente convesso; il 'i mustacchio molto più strette, .piasi Invisibile negli adulti; la coda molto più allungata e con macchie resta di //. cheirug, ' . rotondeggianti e grandi, eccetto sulle due timoniere mediane; le zampe grosse e robuste col farse ( i. "010 più lungo del dito mediano senz'unghia ed i diti laterali eguali in dimensioni o tutt'al più l'esterno più lungo dell'interno di uno scudetto; infine la tinta è diffe- rente, sempre più chiara di quella del Falcone e con notevoli margini rossicci o nocciola sulle parti superiori. Esso abita l'Europa sud-orientale, non è raro in Slavonia, si trova falcia in Croazia (Brusitia) e presso Vienna, nell'Asia si estende sino alla Cina e al- l'India nord-occidentale. In Italia è specie di comparsa irregolare, fu presa un po' dappertutto, ma specialmente nelle provincie meridionali ed in Calabria: l'ebbi in giugno da Pontebba. È uccello raro ed in generale ritenuto rarissimo, ma lo è meno di quanto si credi/: possiedo undici soggetti avuti dal Veneto alla Sicilia ed alla Sardegna. Una specie affine detta II. milvipes, .leni., sulla cui validità specifica vi sono molti dubbi, vive nell'Asia dal Tibet alla Mongolia ed al Nepal e fu presa presso Tifiis nel Caucaso; essa ha le parti superiori rossiccie a fascie brunastre e la coda egualmente fasciata e non a macchie ovali. 34. Hierofalco Feldeggi (Schlegel), Lanario. [.Falco Feldeggi, Sem.., F. lanarius, Sem... Gennaja Feldeggi iSchl.)]. [Tav. VI. 6g. 2 e 3]. Testa e nuca rosso-fulve con macchiette scure sul vertice e sulla parte bassa della nuca-, separate dal biancastro della fronte da una fascia a semicerchio bruno- nera: mustacchi ristretti neri e cosi una fascia dall'angolo posteriore degli occhi ai lati del colle: dorso bruno-nerastro, grigio- plumbeo sul groppone e sul sopra- coda; queste parti e le ali fasciate trasversalmente di cenerino-grigiastro; parti inferiori bianco giallette con una tinta rossiccia sul petto, immacolate sulla gola e sul collo, con strie allungate sull'alto petto e piccole macchie a goccia bruno- nerastre che assumono la forma di fascie sui fianchi e sulle cuopritrici inferiori delle ali; timoniere bruno-grigie con nove a dieci Larghe fascie trasversali bruno- scure e l'apici' bianchiccio ad.). Pileo nerastro, più chiaro sul margine delle penne; nuca rossiccia sul margine, nerastra sul centro delle penne; dall'angolo posteriore dell'occhio min linea nerastra che passando sui lati della nuca raggiunge la parte bassa posteriore del collo; baffi ristretti bruno-nerastri; parti superiori ed ali bruno-cenerine col margine indistintamente più chiaro; parti inferiori bianco- MI INT1 ORNI rOLOGH 0 39 giallette senza macchie sulla gola, sul ''"ilo e sul sottocoda, nel rimanente con macchie centrali allargate all'apice delle penne, che talora obliterano la tinta chiara di fondo e che sulla parte laterale delle penne dei fianchi e dei calzoni presentano spazi rotondi più o meno allungati ed affatto particolari; angolo dell'ala di solito bianco; timoniere, le due centrali cenerognolo brunastre con lasci. ■ ab bozzate, Le altre bruno-rossigne coll'apice bianco-ceciato e macchie ovali sul ves- sine esterno e fascie fulve chiare sull'interno (giov. . Lunghezza letale da 0,' 150 a 0,m500; becco da 0,m026 a 0,m032; ala da 0,m306 a 0,m342: da 0,m329 a <>.! :;77: ceda 0,m170; tarso da 0,m044 a 0, 058; da 0, 046 a 0,,n053; dito mediane s. u. da 0,m043 a 0,m051; da 0,m046 a 0,"'0:>1. Piede di //. Feldeggij Piocl« di P. peregriniu, '/b. Ala, 2n remigante primaria massima, 1 ' più corta della 3a e più lunga della 4" (il secondo carattere non sempre costante). L'H. Feldeggi adulto è facilmente riconoscibile dal /•". peregrinus pella testa rosso-fulva, pel mustacchio corto e stretto e per l'assenza delle fascie trasversali nerastre sull'addome e sui calzoni; da giovane si può talora confondere col Sacro e col Falcone. Dal primo si distingue pella forma più esile, il becco meno grosso; i tarsi più lunghi e meno grossi, il dito mediano in proporzione più grosso, inoltre la colorazione scura della parte pesici ime del collo si prolunga in modo sui lati dello stesso da formare un facsimile di mezzo collare ben distinto; poi la linea nerastra, che, partendo dall'angolo posteriore dell'occhio si dirige sui lati del collo, si unisce indistintamente in basso sugli stessi al mustacchio, abbracciando uno spazio bianco con penne scure sul centro, tale spazio è formato dalla regione auricolare e dai lati del collo, questo è carattere ottimo anche per distinguerlo dal Falcone; mancano i margini rossigni o nocciola sulle parti superiori, i diti sono sempre gialli ad ogni età; dal Falcone è distinto, oltreché pel carattere prima accennato, pel fatto del mustacchio ristretto e corto, pel dito mediano più eorto del tarso, pei laterali eguali od al più l'esterno eccedente l'interno di un solo scudetto, mentre nel Fa leene è più lungo e se alquanto corto, supera sempre l'in- terno di almeno due scudetti, poi i giovani da me esaminati avevano la tinta delle parti superiori uniforme e scura, senza le marginature bianco-fulviccie o ros- siccie così cospicue nel Falcone, la cui tinta di fondo è sempre notevolmente più chiara. Le distinzioni offerte da alcuni Autori e che riguardano L'estensione del bruno sotto gli occhi, la gola striata, l'angolo dell'ala bianco, la 1 e 2° remi- gante intaccata sul vessillo interne, le differenti dimensioni delle remiganti, la ferina delle macchie del sottocoda, i diti corti e grossi, specialmente il mediano ecc. IO \ Il Wli ORNITOLOGICO sono caratteri differenziali di poco valore, perché non si riscontrano eguali in tutti i soggetti. UH. Feldeggi abita le regioni circummediterranee, estendendosi sino alla Persia ed al N. E. dell'Africa. Fu trovato, od anzi descritto, su esemplari di Dalmazia, si riscontra nell'Erzegovina e nidifica nel Montenegro. In Italia è specie rara, presa nel Veneto, nell'Auro Romano, nelle Puglie ed in Sicilia. Secondo il Giglioli, sarebbe stazionaria nel distretto di Modica (Siracusa) e nell'Agro Romano e nidificherebbe di certo in ambedue le località. È però rara e talora più difficile ad aversi, se- condo me, del Sacro. 35. Hierofalco candicans ') (G-melin), Gvrfako di Groenlandia. Becco giallo, bluastro all'apice; tinta di t'ondo tanto delle parti inferiori, che delle superiori bianca a tutte le età, fianchi senza t'ascio trasversali. Bianco- puro unicolore sulla testa e sulle parti inferiori, talora con piccole strie nere sulla nuca; dorso, groppone ed ali con macchie subapicali nere a forma di V più o meno numerose; remiganti bianche con macchie nere nel vessillo esterno e macchiette nell'interno; coda bianca m/as. ad.). La femmina ad. è più cupa di colore. Bianco con strie brune di forma irregolare ed allungata sul gastreo e sui fianchi; redini e lati della faccia con macchiette allungate brune; timoniere. bianche, fasciate trasversalmente di nerastro {giov.). Lunghezza totale 0,m582; becco 0,'"036; ala 0;"318; coda 0,"'250; tarso 0,"'07.V. dito mediano s. u. 0,'"066. Abita le estreme regioni Artiche e la Groenlandia, qualche individuo arriva accidentale nell'Europa settentrionale, giungendo verso sud sino al versante fran- cese dei Pirenei. Non venne mai preso in Italia. 36. Hierofalco islandus (Gmelin), Girfalco d'Islanda. [Tav. VI, rig. 1 ]. Becco bluastro; fianchi con strette fascie trasversali più o meno regolari: fondo di tinta delle parti superiori grigio-cupo a tutte le età. Testa bianco-sudicia con strie nerastre lungo lo stelo, strette sulla fronte e larghe sulla nuca; parti superiori di un grigio-bruno-cupo colle penne fasciate e terminate di bianco più o meno fulviccio e spesso irregolarmente: remiganti bruno- scure macchiettate di bianco-fulvo; gastreo bianco, unicolore sulla gola e sul mento, nel resto con macchie allungate, centrali bruno-nerastre che terminano a goccia all'apice di alcune penne; fianchi con fascie trasversali bruno nerastre. abbastanza larghe: timoniere cenerognole a fascie nerastre, bianche all'apice (ad.). Testa biancastra con fitte strie allungate, centrali nerastre ; parti superiori bruno- cenerognole con macchie ovali bianche sulle cuopritrici della coda, delle ali e sulle scapolari e coi margini delle penne biancastro-grigi ; parti inferiori bianche, immacolate sul mento, sulla gola e sul sottocoda, con fascie allungate bruno nerastre nel resto, che sui fianchi si dispongono a fascie trasversali [giov.). ' II Falco rustieului, !.. min i- probabilmente un Girl'alru, ina mu varietà albina (lolla l'ojana. Tav. 6. 1. Girfalco d'Islanda. 2. Lanario (<». Abita L'Islanda da dove s'allontana ben di rado, giungendo nelle [sole Bri- tanniche e sul continente Europeo più scarsamente dell'i?, candicans; fu preso aneli'' nella Svizzera Fatió). In Italia comparve una sola volta, un esemplare giovane venne ucciso il 15 gennaio 1880 dal ('unte Labia nell'Estuario Veneto presso Ve- nezia, mentre volava frammisto a parecchi Archibuteo lagopus in una giornata molto rigida. Esso fa parie della mia Collezione. 37. Hierofalco gyrfalco (Linnaeus), Gfirfalco. Becco bluastro, nero all'apice; t'ondo di tinta delle parti superiori blu-grigio (•un larghe fascie trasversali lavagna-cupe. Redini e fronte biancastra; testa grigia, macchiata di nero sullo stelo; parti superiori a fascie alternate blu-grigio e lavagna-cupo, più pallide sul groppone, sul sopracoda e sulla coda: parti interiori bianco-cenerognole immacolate sulla gola, con strie longitudinali nere sul petto, allargate verso l'apice delle penne e che si dispongono a fascie trasversali sull'addome, sui fianchi e sulle ascellari {ad. . Testa bruna, macchiata di bianco-fulviccio sul margine delle penne; tinta gene rale delle parti superiori bruno-lavagna con margini e macchie biancastre e fui viccie e con chiazze fulviccie sulle scapolari, sulle cuopritrici alari e sulle remi- ganti specialmente dal lato esterno e più accentuate sul sopracoda; parti inferiori bianche con macchie centrali brune su ciascuna penna: timoniere bruno-cupe con bande irregolari fulviccie. Lunghezza totale da 0,m506 a 0, '530; becco 0,m033; ala da 0,m366 a 0,m380; coda 0,m255; tarso 0,'"074; dito mediano s. u. 0,m064. 11 Grirfalco nell'abito giovanile è «piasi irriconoscibile dai due congeneri, in quello di adulto sembra un grande Falcone senza l'ombreggiatura nera verso l'apice della coda; e cpii giova notare che la validità specifica dei tré Girfalchi è da molti Autori contestata ed infatti, anche a mio veliere, esse non sono che raxxe Inculi di un tipo unico ///. gyrfalco). Abita l'Europa settentrionale, la Siberia e l'America nordica dall' Alasca alla Baja di Hudson. Non venne mai preso in Italia. Genere FALCO, Linnaeus. Becco fortemente intaccato su ambedue le mandibole e fornito di dente sulla superiore, corto, forte, curvato dalla base e grandemente uncinato all'apice; con- torno dell'occhio nudo: narici rotondate, munite di un tubercolo centrale; pochi peli alla base della cera; ali acute ed appuntite che talora sorpassano l'apice della coda, colle remigami primarie molto più lunghe delle secondarie, la 1' ole due prime soltanto sono intaccale sul vessillo interno, la 2:i è di solito la mas sima; coda di media lunghezza e generalmente rotondata: tibia molto più lunga del tarso; tarso breve, sempre i>iii eorto del dito mediano s. ti. e più o meno forte. piumato nella parte antero-superiore e reticolato nel resto; piede robusto; diti allungati e sottili, forniti di grossi tubercoli al di sotto, il mediano subeguale o A.tìant\ ornitologie**. C 12 Ali. AMI'. ORNITOLOGI! 0 più lungo del tarso, mai più corto; dito esterno riunito al mediano da una raem- brana interdigitale alla base e sempre pia lungo dell'interno; unghie forti, lunghe e ricurve. Piumaggio rigido; taglia relativamente forte; mustacchi in generale distinti ; corpo di solito massiccio, ma slanciato: sessi simili: i giovani differenti dagli adulti. La specie del genere Falco, in numero di trentasette, sono sparse in tutte le regioni del Mondo coll'eccezione delle artiche e delle Isole del Pacifico. Esse abitano tanto le aperte pianure, quanto i boschi e sono sanguinari per eccellenza, attac- cando uccelli e piccoli mammiferi, dei quali fanno loro principale nutrimento. Per questo istinto e pel loro volo potente furono impiegati molto proficuamente nella Falconeria. Altre specie però si nutrono d'insetti e sono in generale di piccola mole. Nidificano sulle roccie o sugli alberi, costruendo un rozzo nido di stecchi ammassati ed intrecciati e foderandolo di lana e di musco, depositano parecchie uova di un colore vario, ma per lo più bianco-sudicio o rossastro o verdastro macchiate di rossiccio-aranciato o di rossiccio-scuro, qualche specie nidifica in buche senza costruire un vero nido. Anche sulle specie di questo genere gli Au- tori non sono concordi, e sulla validità specifica di parecchie non fu ancora pro- nunciata l'ultima parola. 38. Falco peregrinus, Tunstall, Falconi. | Falco communis, Gm. | | Tav. VI, Big. 4 e 5 e Ta.v. XLVIII, fig. .", |. Testa e cervice nero-azzurrognole ; guancie, cuopritrici auricolari ed un grande mustacchio nerastri; un tratto bianco tra la parte posteriore del collo e le cuopri- trici auricolari; resto delle parti superiori grigio-azzurrognolo con fascie trasversali nerastre, la tinta di fondo più pallida sul groppone e sul sopracoda; le inferiori bianche, unicolori sulla gola, tinte leggermente di rosso-vinato e sparse di macchie nere a goccia sul petto, bianco-grigie con numerose fascie trasversali nerastre sull'addome, sui calzoni e sul sottocoda; timoniere grigie con nove larghe fascie trasversali ne- rastre, l'ultima subapicale più cupa e più larga in modo da formare un'ombreg- giatura distintissima, coda terminata di bianco; piedi gialli {ad.). Parti superiori bruno-nerastre senza fascie e con margini bianco-fulvicci o rossicci, un largo mustacchio nero-brunastro; parti inferiori fulviccio rugginose, senza macchie sulla gola, con macchie allungate brune sul mezzo delle penne nel resto, che sulle cuopritrici inferiori della coda e delle ali assumono l'aspetto di fascie trasversali; coda bruno-chiara lavata di cenerino-plumbeo, coll'apice bianco-sudicio e nove a dieci fascie fulviccie spesso interrotte (jgiov.). Le tinte rossiccie sul petto variano assai di intensità e talora colorano molto vivacemente anche parte del gastreo, così le macchie sul davanti del petto sono più o meno cospicue od anche mancanti sulla parte alta, il mustacchio nero che spicca assai sulla tinta uniforme della gola è alle volte molto largo ed esteso su quella e quindi lo spazio chiaro tra la detta parte e la posteriore del collo si porta più o meno all'insù, inoltre varia assai nelle dimensioni. Su questi carat- teri, resi più costanti e più accentuati nei vari paesi ove vive il Falcone, come tipo principale, si fondano molte altre forme consimili che vennero distinte coi nomi di F. mélanogenys, dould (Australia), F. anatum, Bp. (America), /•'. minor, Bp. Ul \\ I I "K\ [I 0 43 (Africa), /•'. leucogenys, Brehm, /•'. cornicum, F. griseiventris età, e che da taluni Autori vennero ritenute buone specie, da altri riuniti' in tutto od in parte sotto il F. •peregrinus. Lunghezza totale: maschio, 0,o,420; femmina 0,m490; becco: maschio, 0,n,028, femmina 0,m036; ala: maschio 0,m320, femmina 0,m380; coda: maschio 0,m142, fem- mina 0,m185; tarso: maschio (V040, femmina 0,m050; dito mediano s. u.: maschio 0,ro045, femmina 0,ro060. La 1 ■' remigante primaria più corta della 2" che è la massima, ma più lunga della 3" e molto più Lunga della 4a. .Muta l'intera Europa, l'Asia, l'America setten (rionale, d'inverno l'Africa e L'India. In Italia questa specie è stazionaria ovunque, ma poco comune e più facile ad aversi al tempo dei passi. 'l'auto il F. Brookei, Sharpe, preso in Sardegna che il F. leucogenys del Piemonte [Menxbier) vanno riferiti a questa specie ; noto però come il /•'. Brookei, fosse da alcuni Autori attribuito al /•'. punicus^ ma, avendo esaminato più volte a Londra quei soggetti, essi mi parvero Falconi del tipo proprio a quelli che vivono nelle nostre grandi Isole e nelle provincie mediterranee ed a questo proposito osservo come tali Falconi andrebbero studiati più accuratamente, il loro tipo mo- strando differenza con quelli settentrionali e con quelli della cesta Africana me- diterranea. Testa di /•'. peregrinili, '■ . 39. Falco punicus. Levaillant, Falcone minore. [Falco minor, Bp.; Falcone tunisino]. Piumaggio identico a quello del F. peregrinus, se ne distingue pei seguenti caratteri: forma più tarchiata, statura più piccola coi piedi in proporzione più grandi; uno spazio iitgginoso distinto sulla nuca, colle penne rugginose anche alla base; parti superiori assai meno fasciate che nel Falcone: uno spazio assai esteso bruno-nero-lucido dalla base della mandibola inferiore alla regione auricolari», sic- ché non vi sono mustacchi, ma il nero di essi è fuso col nero delle guancie e della regione auricolare come talora nel /•'. peregrinus, ma più specialmente nel- l'australiano 7'1. mélanogenys; aspetto delle parti inferiori assai più fosco; le fascio sull'addome più avvicinate; dimensioni generali minori: il tatto della 1' remigante primaria più corta della .">' non è costante, l'ero secondo il Gurney il maschie giov. del F. punicus somiglia tanto alla femmina del F. barbarus, ed egualmente la fem- mina del F. punicus tanto al maschio giov. del /*'. peregrinus che la sola constata- zione del sesso, fatta colla dissezione, può illuminare sull'esatta identità specifica. Ecco le dimensioni offerte dal Gurney stesso: Maschio: ala da 0,m286 a 0,m296; tarso da 0,m038 a 0,m045; dito mediano s. u. da 0,m045 a 0,m051. Femmina: ala da 0,m330 a 0,m337; tarso da 0,'"04ij a 0,'"051 ; dito mediano s. u. da 0,'"Or>l a 0,'n054. 11 Falcone minore o Falcone tunisino abita le contrade occidentali bagnate dal Mediterraneo, tanto dal lato Europeo che dall'Africano. In Italia lo si trova in Sardegna ed in Sicilia, fu colto in Liguria ed anche in Calabria e si suppone U ATLANTE ORNITOLOGICO possa essere discretamente abbondante lungo Le scogliere delle nostre Isole del Mediterraneo, ma poco o nulla si sa della, sua frequenza e della sua distribuzione geografica, data la grande difficoltà di procurarsene e l'altra enorme di esatta mente determinarli. Questa non è certamente una buona specie, ma una sottospecie del /•'. peregrinus, però io non potei stabilire ciò del tutto sicuramente non avendo materiale sufficiente, tanto più clic i così detti F. punicus di Sardegna sono forse differenti da quelli autentici dell'Africa mediterranea, e devono riferirsi alla forma insulare del /•'. peregrinus nota sotto il nome ili /•'. Broókei. Se ciò fosse assodato. i Falconi minori italiani dovrebbero chiamarsi F. peregrìnus Broókei (Sharpe). 40. Falco barbarus, Linnaeus, Falco ili Ba/rberia. Molto simile al Falcone ed al F. punicus dai quali differisce per dimensioni minori, pelle parti superiori più chiare e più grigie, pella nuca rosso-rugginosa macchiata di nero, pel gastreo gialletto tinto di rossiccio colla gola ed il petto unicolori e xrir.a macchie, pei fianchi ed il basso addome debolmente striati per traverso di nerastro, cioè con fascie più piccole ed in minor numero; da giovane è molto difficile l' identificarlo ; esso però ha il color rossiccio, macchiato di nerastro della cervice molto più esteso che nei giovani F. punicus, inoltre pre- senta il vertice unicolore coi lati del capo ed i mustacchi molto più larghi ed oscuri, nel F. barbarus il mustacchio è discretamente sviluppato e copre in parte le guancie bruno-nerastre miste a rugginoso; il F. barbarus avrebbe le ^mar- ginature rosso-ruggine o nocciuola delle parti superiori più cospicue e le macchie sul petto e sull'addome più piccole e meno larghe che nel /•'. punicus, finalmente nei giovani di quest'ultima specie le cuopritrici inferiori della coda portano fascie trasver- sali molto larghe e spiccate, mentre nel F. barbarus esse sono ridotte a macchie ri- strette e piuttosto angolari sul centro delle penne e che qua e là si fanno trasversali. Lunghezza totale 0,ffi328; becco 0,m029; ala da 0,m283 a 0,m304; coda 0,m120; tarso da 0,m037 a 0,m044; dito mediano s. u. da 0,'"045 a 0,'"048. La femmina è più grande del maschio. Abita L'Africa sino alla Senegambia, spingendosi verso Est all'India nord-occi- dentale. In Europa sembra essere stato preso nella Spagna, in Francia. nell'Olanda, in Dalmazia ed in Croazia. L'esemplare colto in Croazia, che io già illustrai, è un giovane individuo affatto tipico e si conserva nel Museo di Zagabria, quello preso in Dalmazia è andato perduto. Le catture del F. barbarus citate pell'Italia sem- inano invece spettare tutte ad esemplari del F. punicus, sicché tale specie an- drebbe esclusa da quelle del nostro paese, però recentemente (1891 1 il Giglioli c'in- forma che un bellissimo individuo preso a Malta nel L885 è conservato nella Raccolta del Dresser, ove lo vide pure il Salvadori. Nel lì. Museo di Firenze esiste un /-'. bar- barus, avuto in camino dal Museo di Norwich, colla scritta: mas. mi. 1850,? Malta. 41. Falco subbuteo, Linnaeus. Lodolai». [ Hypotriorchis subbuteo (L.)]. 1 Tav. VI. ftg. li o 7 e Tav. XLVIII, lig. 6]. l'arti superiori scuro-nere con ridessi bluastri; le gote ed un largo mustac- chio neri: parti inferiori bianche, immacolate sulla gola e sul collo, giallognole ATLANTE ORNITOLOGICO t."i sul petto, sull'addome e 9uj fianchi che sono percorsi da strie centrali allungate nere, più Larghe su quest'ultimi, calzoni e sottocoda di un fulvo-vivace uniforme ed immacolato; remiganti primarie con faseìe sul vessillo interno ; ali che giungono all'apice delia coda ad.). Parti superiori grigio -nerastre con margini giallognoli più ii menu grigiastri; due macchie rossiccie sulla nuca; gote e mustacchio neri; parti inferiori bianco-giallette con oumerose macchie aere, centrali, allungate pre senti anelli- sui calzimi e sul sottocoda <40. Questa specie abita le contrade circummediterranee e d'inverno l'Africa orien- tale e risiila di Madagascar (Shciì-pe). In Italia essa è sedentaria ed abbastanza comune sugli isolotti del Toro e della Vacca all'angolo S. 0. della Sardegna, sembra trovarsi su parecchi altri punti delle coste di Sardegna e della Corsica: inoltre il Giglioli l'incontrò all'isola Lampione al Sud di Lampedusa e venne presa accidentalmente a Malta,, in Sicilia, in Calabria ed in Liguria. Il F. Eleo norae, che venne citato pel Veronese dal Perini e dal de Betta, è il giovane del /•'. /« regrinus. Una specie affine il F. concolor, Teimn. comparve, secondo il Temminck, in Dalmazia ed in Grecia, ma egli non offre dati sicuri. Esso abita l'Africa nord- orientale verso Est sino alle coste dell'Arabia e verso Sud giunge al Madagascar. 43. Falco aèsalon, Ttjnstall, Smeriglio f}). [Falco I i t h o falco, Gm. |. | Tav. VII. fig. le.']. Parti superiori cenerino-bluastre con strie longitudinali nere sullo stelo delle penne; coda dello stesso colore, bianca all'apice con fascie incomplete ed una di- stinta zona subterminale nera; base del collo e nuca rosso-fulviccie macchiettate di nerastro; mustacchi quasi nulli; fronte, gote, lati del collo e sopraciglio bian- chicci con macchie bruno-nerastre; mento e gola bianchi; parti inferiori di un bianco- rossiccio più o meno vivo con macchie bislunghe nerastro-rugginose, molto strette sui calzoni, i quali hanno inoltre la tinta di fondo più accentuata; ali circa un terzo più corte della coda (ad.). Parti superiori grigio-brune con larghi margini fulvo-rossicci e fascie dello stesso colore specialmente sulle scapolari, con macchie fulve sul vessillo esterno delle remiganti primarie e fascie incomplete sull'interno; mento e gola bianchi; parti inferiori bianco -fulviccie con macchie allungate bruno-rugginose più larghe sui fianchi, più strette sui calzoni; timoniere bruno- cenerine (un sette fascie fulviccie, la subterminale nerastra e l'apicale bian- chiccia (giov.). Lunghezza totale da 0,m260 a 0,m305; becco da 0,m020 a 0,m026; ala da 0,m210 a 0™235; coda 0,'"125; tarso 0,m035; dito mediano s. u. 0,"'0:ì2. Abita l'Europa ed il Nord dell'Asia, svernando nelle parti meridionali di questi due continenti e nell'Africa settentrionale. In Italia è specie di passo ed invernale, di arrivo in settembre e nell'ottobre e di partenza nel marzo-aprile; non è co- mune in Sicilia, discretamente abbondante in Sardegna, ma in generale è poco frequente e non parimenti distribuita. La sua nidificazione da noi non è accertala. nò probabile. tallio esislr un giovane falco, ucciso nelle vicinanze ilei Folte ilei Marmi presso Viaieggio, ohe a prima rista sembra un /-. Eleonorae, ma che è invece un vero /■'. tubbuteo. La statura e pero più rilevante speeialnieiite riguardo al lieeco. la tinta delle parti superiori molto pia scura e (inolia del gastreo di un rossiguo chiaro; non lui alcun dubbio sulla sua identità, ma è un soggetto veramente notevole. (') Lo Shaki-i-:. Ihuuì-lhl of Birdi I, pag. 275 (1899) adotta il nome /•'. merillua (Gbbini) che io i alluperò, non essendo il (Jkkini ili regola Autore lunominalista. \ 1 1 \\ 1 1. ORNI i [CO 17 Genere TINNUNCULUS. Vieillot. Becco abbastanza grosso, uncinato all'apice con un dente ili solito ben di stinto; narici, spazio attorno all'occhio e redini come nel gen. Falco; ali appun tite, strette, subeguali alla coda; coda abbastanza lunga, subquadrata o rotonda, piut- tosto flessibile; tarsi piumati sul terzo antero-superioro o poco più e nel l'osto reticola ti o subscudettati; diti piuttosto deboli e corti, coi laterali (piasi eguali ed il mediano s. u. un po' più lungo di essi e di solito molto più corto del tarso; dito esterno unito al mediano da una membrana abbastanza sviluppata; unghie mediocri, for- temente uncinate, ma relativamente deboli. Taglia di solito piccola; corpo piuttosto slanciato: calzoni bene sviluppati; piumaggio piuttosto molle; abito degli adulti dissimile in riguardo al sesso e diffe- rente da quello dei giovani. Questo genere consta di circa trenta specie sparse in quasi tutto il Mondo. Essi sono veri Falchi, dalle abitudini in generale eminentemente migratorie, riu- nendosi in grandi branchi all'appressarsi dell'inverno per portarsi in paesi più meridionali. Si nutrono di uccelletti ecc., ma alcuni fanno loro cibo principale* locuste ed altri insetti. 44. Tinnunculus vespertinus (Linnakks), Fulco cuculo. [Falco vespertinus, l... Cerchneis o Erythropus vespertinus (L.); Barletta |. LTav. vii, ttg. :;, ì e ."> |. Colorito generale cenerino-bluastro-cupo, più chiaro sulle remiganti primarie e sulle parti inferiori, eccetto le penne dei calzoni, del basso addome e del sotto- coda fulvo-rosse; becco celestognolo coll'apice nerastro; cera, piedi e palpebre rosso- vivo; unghie bianco-giallette {mas. ad.). Parti superiori di un cenerino-plumbeo con Larghe fascie trasversali nerastre: testa fulvo-rossastra ; fronte, gote e gola bianco- fulviccie; parti inferiori rosso- fulve di vario tono, più vivace sul petto e sui fianchi, il rosso-fulvo è unicolore o con poche macchiette allungate nerastre; timoniere grigie coll'apice tinto di biancastro, con una larga fascia subterminale nerastra e otto a nove fascie pure nerastre (femm. ad.), l'arti superiori grigio-brune coll'apice delle penne grigiastro; le inferiori bianchiccie collo stelo nero e macchie centrali bruno-nere poco distinte;coda con fitte fascie cenerognolo-biancastre; unghie bianche o rossiccie (giov. d'aut). Nella primavera susseguente il color dominante è il piombato più chiaro sul petto e sull'addome con gli steli neri, esistono traccie più o meno apparenti di tinte fulve sul petto, sul sottocoda e sui calzoni e le timoniere hanno le fascie biancastre e scure più visibili e regolari. Dice il Martorelli che i giovani nel primo abito d'autunno si possono confondere coi giovani del Lodolaio e dello Smeriglio, ma che si conoscono tosto pei caratteri delle unghie bianche o rossiccie. del piede piccolo dai diti brevi e del color giallo-vivace delle parti nude. Lunghezza totale da 0,m280 a 0,m310; becco da 0,'"018 a 0,"'0i'l ; ala da 0,m240 a 0."'265; coda 0,m122; tarso da 0,m025 a 0,m028; dito mediano s. u. da O/'Oi'l a 0,m026. Questo grazioso Falchette abita l'Europa centrale, la nord-orientale e l'Asia |s vii \\|] ORNITOLOGICO Minore, svernando nell'Africa sud-occidentale; è poco abbondante nella Spagna. In Italia è uccello principalmente ili passo primaverile, nell'autunnale può dirsi raro; è più distribuito nelle provincie meridionali che non nelle settentrionali, ove in alenne è quasi sconosciuto, così è comune nel Friuli e raro nel Veneziano. Non sembra che abbia mai nidificato in Italia ed è eminentemente insettivoro. 45. Tinnunculus tinnunculus (Linnaeus), Gheppio. | Falco tinnunculus, L., Tinnunculus alaudarius [Gm.), Cerchneis tinnunculus (L.) I- [Tav. VII, Bg. 8, 9 «■ Tav. XLVIII. Bg. 7 ]. l 'ui/h/'i nere. Fronte lionato-chiara; testa e nuca di un cenerino-piombato con mia st'iiina tura f'ulviceia ed una stria nerastra sullo stelo delle penne, negli indi- vidui più vecchi manca la velatura t'nlviccia ed il fondo di tinta è più cupo: unte ed un mustacchio ben distinto leggermente più cupi; dorso, scapolari e cuopritrici rosso- mattone vivace con grandi macchie triangolari nere sulle sca- polari e assai piccole sulle, minori cuopritrici; groppone, sopracoda e coda di un cenerino-plumbeo, questa con una larga fascia subapicale nera e l'apice bian- chiccio; parti interiori isabellino-chiare immacolate sulla sola, sui calzoni e sul sottocoda, con strie centrali nere sul petto, più grandi e lanceolate sui fianchi e sul basso addome; remiganti secondarie interne castagne (mas. ad.). Differisce dal maschio pella testa rossiccio-fulva con macchie centrali nerastre e talora sfumata di grigio; pelle parti superiori rossigno-nocciola fasciate di nero sulle scapolari e sulle cuopritrici alari e con macchie più numerose sul dorso; pel groppone nocciola e lavato di bluastro nei vecchi individui; pella coda nocciola con nove a undici fascie trasversali e non sempre complete nere, l'ultima delle quali è sub- terminale e molto più larga, infine l'apice è bianco-fulviccio (femm. ad.). Le parti nude, cioè cera, piedi e diti sono giallo-aranciati negli adulti. Parti nude giallo pallide; somigliano alle femmine ad., ma le parti superiori hanno le penne con larghi margini bianco-rossicci e le macchie nere sono nel complesso meno decise igiov.). Lunghezza totale da 0,ra325 a 0,m360; becco da 0,'"021 a 0,m026; ala da 0,m240 a 0,ra275; coda da 0,m160 a 0,'"180; tarso da 0,hl042 a 0,ra050; dito mediano s. u. da ", ii: io a 0,'"035. Abita l'Europa e l'Asia settentrionale, svernando nell'Africa e nell'India. In Italia è specie ovunque comune e sedentaria, abita anche entro le città, sulle toni, sui campanili e nei vecchi ediflzi. Gli individui sedentari di Sardegna sono di sta- tura leggermente minore e di tinte più cupe, ma sono differenze di lieve valore e non reputai necessario di dar loro nome speciale, quantunque pensi che questo non tarderà a venire! Nidifica; questa specie si presenta anche di passo d'autunno e di primavera ed è in generale più abbondante da noi durante l'inverno. Ila abi- tudini carnivore. 46. Tinnunculus Naumanni (Fleischer), Falco grillqjo. | Falco cenchris, Vum.. Tinnunculus tinnunculoides (Natt.), Cerchneis Naumanni Fi.eisch.); Grillato]. | Tav. VII. iig. (i e 7 |. l'ntlliii biancastre o giallette; sempre distinto dal precedente pella statura mi- nore e pelle unghie biancastre o giallette. 11 mas. mi. presenta il grigio della testa lav. /. 1. Smeriglio (giov.). 2. Smeriglio (o" ad.). 3. Falco cuculo (tf ad.). 4. Falco cuculo ($ad.). 5. Falco cuculo (giov.). 6. Falco grillajo ($). 7. Falco grillajo (e? ad.). 8. Gheppio (o" ad.). 9. Gheppio (J). Ulrieo Iloepli, Editore, Milano. UI.WM. 0BNIT0L06IC0 t9 pili chiaro e ili solito senza gli steli scuri; il mustacchio assai meno accentuato; inoltre ha il dorso, lo scapolari e lo cuopritrici alari rosso inaitene vivace senza macchie nere; li' parti inferiori rosso-vinate, cenerino sui lati del petto, giallette sul basso addome e sul sottocoda con poche e piccole macchie nerastre ovali sull'addome e sui fianchi; le remiganti secondarie grigio-bluastre marginate di rossiccio-biancastro. La femm. mi. è più piccola ed ha le unghie biancastre o giallette; colorito più chiaro, le macchie e le fascie sullo parti superiori più fitte. La. V remigante primaria è subeguale o più lunga della '■'<'. raramente più cena, ma sempre più lunga che noi '/'. tinnuneulus. Lunghezza totale da 0,ffi280 a 0,m315; becco da 0,m017 a 0,m020; ala da0,m240 a 0,m255; coda da 0,in142 a 0,m158; tarso da 0,,n030 a 0,'"O.H4; dito mediano s. u. da 0,ra024 a 0,m026. Abita le contrade bagnate dal Mediterraneo fino all'Asia centrale ed alla (ina, sverna nell'Africa e nell'India. In Italia è specie di passo ed estiva, ni- difica in Sicilia, in Sardegna, nelle provincie meridionali e forse anche nelle centrali; in parte sverna in Sicilia ed in Sardegna, sicché colà vi sarebbe sta- zionaria, almeno parzialmente. Non è ovunque egualmente distribuita, ina sempre più comune nel mezzodì d'Italia che nelle parti settentrionali, anzi in alcune delle Provincie nord-occidentali è quasi sconosciuta, sarebbe abbondante in Sicilia. Sottofamkìlia PANDIONINAE, Pandioniìii. Narici non coperte di setole; manca il disco facciale; diti liberi, non congiunti da membrana alla base, l'esterno interamente versatile, squamine dei diti spini- formi : tarsi mediocri: piumaggio compatto ed impermeabile. Questa sottofamiglia, consta di due generi con sei specie più o meno buone, delle quali una sola si trova anche in Europa, il gen. Polioaètus abita la sottoregione Indo-Malese. Genere PANDION, Savigny. Becco forte e grosso, più corto della testa, festonato, rialzato sul culmino, fortemente uncinato; cera in parte scoperta, in parte coperta alla base dalle se- tole delle redini; narici nude, oblique, oblungo-ovali; ali molto lunghe e strette che oltrepassano la coda, questa grande e troncata; gambe grosse ed alquanto lunghe con piedi robustissimi ed i diti completamente liberi; tarsi piumati sul lato supero-anteriore e coperti nel resto di piccole scaglie rotonde all'apice od embricate dall'alto in basso, le scaglie della parte posteriore del tarso sono em bricate in senso opposto; diti coperti di scaglie e di tre o quattro grosse placche nella porzione preunguinale, colla faccia inferiore dei diti guarnita di piccoli nodi a rugosità spiniformi; dito esterno del latin versatile, subeguale in lunghezza al mediano questo, senza unghia, più corto del tarso; unghie grandi, forti, molto uncinate. Mancano i calzoni; le penne del capo e del collo sono lanceolate ed allun- gate; il capo sottile; le dimensioni mediocri; la forma allungata; il piumaggio compatto, impermeabile: i sessi eguali: i giovani differenti dagli adulti. Atlante ornitologico. 1 50 ATLANTE OR.MTlll,l (GICO Si distinguono tre specie di Pandion; alcuni Autori, e torse più a proposito, le riducono sotto l'unico tipo principale /'. haliaétus (L.), mentre altri accettano il P. leucocephalus, Gould dell'Australia, rigettando l'Americano P. carolinensi 's (Grmelin . Il Falco pescatore si nutre esclusivamente di pesci, che prende anche tuffandosi sott'acqua ed è raro ed accidentale nelle regioni povere di vaste superfìcie d'acqua : vola a mandi altezze, ma quando è in cerca di cibo rotea continuamente poco lontano dalla superficie delle acque e non appena scopre la previa vi si getta ad- dosso di botto, sommergendosi, ed afferratala. con grandi spirali ritorna alla primiera altezza. Dicesi che talora rimanga affogato, vittima della propria avidità. Nidifica sulle rocce o sulla nuda terra, preferendo però gli alti alberi ed il nido è un rozzo intreccio di stecchi, foderato di musco nella sua baso interna: vi depone tre uova di solito biancastre macchiate di rossiccio. 47. Pandion haliaétus (Linnaeus), Falco pescatore. [Tav. 11, (ig. 8 e Tav. XI. Vili, Hg. 1 J. Pènne della lista e del colli) distintamente lanceolate. Una fascia che dagli occhi scende sui lati del collo, riunendosi sul dorso e parti superiori bruno-scure, più chiare sul margine delle penne : occipite e parte alta del pileo bianche con macchie longitudinali brunastre; linea post-oculare che si dirige verso la nuca, gran parte della testa, gote e parti inferiori bianche; petto sparso di macchie brune piti o meno fulve che formano una larga banda; coda grigio-scura senza fascie o con le stesse poco apparenti ed estese di solito sul vessillo interno (ad.). Testa e collo bianco-fulvicci con macchie centrali ne- rastre molto fitte sul vertice; fascia che dall'occhio si dirige verso il dorso, parti su- periori ed ali bruno-nere con margini bianco-gialletti o rugginosi, mancanti sulla fascia oculare; parti inferiori bianche, talora leggermente fulviccie; alle volte sul davanti del petto vi è uno spazio molto cospicuo ed esteso, tal'altra imperfetto, di tinta fulviccio- vivace; coda grigio-bruna con sei fascie bruno- cupe ii/inr.K Lunghezza totale da 0,m560 a 0,m610; becco da 0,m042 a 0,'"04U; ala da 0,m500 a 0,m538; coda da 0,ra205 a 0,ra225; tarso da 0,m060 a 0,ra070; dito mediano s. u. da 0,m045 a 0,'"050. Considerando le tre forine di Pandion riunibili sotto questa specie, il suo Inibitili sarebbe quasi cosmopolita, altrimenti il /'. haliaétus abiterebbe l'Emisfero Orientale, il /'. carolinensis l'America del Nord, ed il /'. leucocephalus l'Australia. In Italia è specie poco comune, ina nemmeno rara, più frequente e sedentaria nelle Isole di Sar- degna, di Corsica e di Montecristo ove nidifica, sul continente appare di tanto in tanto di primavera e d'autunno, e non consta nidifichi. Ai tempi del passo viaggia ed allora compare qua e là, ma non sembra imprendere vere migrazioni. Piede ili /'. haliaétus, 7ju. VII \ N 1 I ORNI l"l .' »■!' 0 51 Sottordine ACCIPITRES NOCTURNI - Rapaci notturni. Becco corto, accipitrino, col margine della mandibola superiore di solito intero, circondato alla base di piume setolose dirette in avanti; narici grandi e coperte di piume setolose; occhi molto grandi, diretti in avanti, chiusi in un cerchietto di piume setolose, sormontati da un arco sopracigliare e contornati di cerchi com- pleti sui lati del capn formati da piccole piume speciali; orecchie esterne assai grandi e tornite di un opercolo o padiglione mollile, alquanto simile alla conca auricolare dei mammiferi; ali grandi colla prima remigante primaria di solito dentellata esternamente; coda coita, in generale di dodici penne; tibia il doppio in lunghezza del tarso; tarsi e diti più o meno piumati e talora piumati anche per intero; quattro diti, due diretti in avanti e due all'indietro, l'esterno versatile e più corto del mediano, il posteriore di media lunghezza, non elevato; unghie molto Lunghe e curvate, acutissime, quella del dito mediano spesso pettinata. Testa molto grande e larga; piumaggio morbidissimo e vellutato, tornito di piumino ad ogni età; sessi (piasi eguali, la femmina è di solito di statura mag- giore del maschio; le tinte sono opache e protettive, egualmente diffuse e non a spazi in contrasto ed offrono notevoli difficoltà per una esatta diagnosi. Questi uccelli hanno abitudini notturne, salvo rare eccezioni, possedono vista adatta pell'oscurità, soffrono dei raggi solari, ma è inesatto che durante il giorno non vedano affatto. Hanno volo del tutto silenzioso, ciò che si deve alla struttura molle del loro piumaggio; si nutrono di piccoli mammiferi, di uccelli, di rettili, di pesci e più di rado d'insetti e cacciano di notte, protetti dall'oscurità, come i carnivori. Dopo il pasto, come altri Rapaci, rigettano in una pallottola rotonda ossa, penne, peli ed altre sostanze diffìcili a digerirsi. Passano le giornate nascosti nelle sof- fitte, nei siti diroccati, nelle fitte boscaglie, nelle buche degli alberi, nelle caverne, uscendone al cader del giorno. Pongono il nido nei loro nascondigli diurni; esso è rozzamente intessuto di stecchi, talora depongono nelle buche degli alberi senza nido alcuno le loro uova di solito bianche e subsferiche in numero da tre a sei. Mutano una volta all'anno, in generale nel luglio ed agosto, sicché d'autunno il loro piumaggio è brillante e di primavera consunto. Si conoscono all'incirca :-?(.K) specie sparse per tutto il Mondo, parecchie delle quali non meritano il rango specifico. Conchiudendo, possiamo dire che i Rapaci notturni assomigliano al Oircus pel disco facciale, all'Aquila pel tarso piumato, al Pandion pel dito versatile (Seebohm). Famiglia BXJBONIDAE, Bubonidi. Margine posteriore dello sterno profondamente fesso, con due o più intacca ture; clavicola libera, non fissata alla carena dello sterno ; dito medio sempre più 52 ATLANTK ORNITOLOGICO Lungo dell'interno e col margine interno delle unghie non pettinato. La testa è talora provveduta, su ogni lato della fronte, di pennacchi frontali composti di un ciuffo di penne più o meno allungate ed erigibili. sterno ili dsio otna (Eubonitiae) sterno
  • '. bubo ed invece fulvo-giallette nel />'. turcomanus; inoltre le cuo- pritrici inferiori delle ali sono a fascie trasversali nel />'. I>uhi> ed uniformi nel /.'. turcomanus. Non tutti gli Autori sono concordi circa la validità specifica ili questi due Gufi asiatici. Il lì. turcomanus abita la Siberia sud-occidentale, il Tur- cheatan, il Tibet e lTmalaia. Il lì. ascalaphtis, Savigny, che è proprio dell'Africa settentrionale. Cu eitalo eome preso nella Spagna (Lilford), in Sicilia (Temminck, Bonaparte e Malherbt . in Sardegna (Malherbé) e presso Sorrento {Saunders), ma tali informazioni sembrano molto dubbiose, sicché, fino a nuova conferma, è da escludersi dalle specie Europee. Genere PISORHINA ■ , Kaup. Becco abbastanza lungo, molto curvato dalla base col margine della mandi- bola superiore festonato e quello dell'inferiore intaccato; cera piccola; narici pie cole, rotonde, non rigonfie; esse, la cera e gran parte del becco nascoste da piume setolose; ciuffi abbastanza larghi ed allungati; dischi facciali piuttosto grandi, incompleti sopra gli occhi; conca auricolare assai piccola e senza opercolo; ali molto lunghe, subacute, non più lunghe di 0,'"2?>8 che arrivano all'apice della coda la quale è mediocre, rotonda e composta di penne molli; tarso più lungo del dito mediano, rivestito di piccole penne sul davanti; diti spesso nudi, l'esterno versatile; unghie piccole e mediocremente adunche, quella del dito posteriore la massima. Testa piuttosto piccola, fornita di due ciuffi di piume abbastanza cospicui; occhi piuttosto grandi; statura piccola; forma snella ed elegante; la remigante primaria dentellata su lungo tratto; calzoni poco sviluppati; sessi eguali; colorito simile a quello del gen. Caprimulgus; piumaggio molle, abbastanza lungo. Sono uccelli migratori, nel senso lato della parola; si cibano in gran parte d'insetti; una sola specie è propria all'Europa, essa è ben nota pel suo canto che odesi spesso nelle notti d'estate e che si può ripetere colla parola chiù, donde il suo nome ben conosciuto in molte delle nostre Provincie. Questo gè nere consta di ottanta specie, alcune delle quali non offrono validità specifiche rilevanti e sparse per tutto il Mondo, eccetto l'estremo Nord, il lato sud del- l'America meridionale e la Regione Australiana, sembra perù che abitino la Nuova Zelanda. Un adottato il gen. Pisorkina, Kaup (1840) anziché Scopa, Sav., 1*09, perchè esso dianzi venne usato dal Briinnicfa 1 7 7 '_' i per un pesce, ed il munì' EpkiaUes, Keys-Blas, (1840 era stato adoperato in Entomologia, se la memoria non mi inganna. \n w il ORMI ili 0 55 49. Pisorhina scops Linnaeus), Assiolo. | Ephialtes scops i. . Scops giù (Scoi*.)]. [Tav. \. dg. 2], [ride gialla; ciuffi mediocri, rossicci sul vessillo esterno dello penne, grigi sullo stelo; dietro la regione auricolare una t'ascia semilunare nera marginata di bianco- fulvo; dischi facciali interrotti sul margine interiore-, faccia grigia macchiata ili bruno e di fulviccio; piumaggio generale cenerino-chiaro lavato di rossiccio più o meno vivo e fulviccio, con strie Longitudinali bruno-nere sullo stelo di ogni penna, miste a lineette trasversali ed a punteggiature o tini zig-zags dello stesso colore e con macchie o spazi grigio-chiari o biancastri, questi sono più accentuati sulle sca- polari esterne che sono nere all'apice e formano uno spazio alare e sulle cuopri- trici medie e grandi, che presentano macchie bianche sul vessillo esterno; parti inferiori dello stesso disegno, ma più variate di bianco e di fulviccio; mento bian- castro; remiganti primarie sul vessillo esterno a fascio trasversali regolari bruno- rossiccie macchiate di biancastro, sull'interno quasi uniformi bruno-rossiccie, eccetto sul margine, che è fasciato; tarsi piumati fulvo-aranciati con piccole li- neette centrali allungate bruno-nere; diti nudi, squamati. Vi sono individui for- temente lavati di rossiccio, altri più di grigiastro e poca dif- ferenza esiste coi giovani dell'anno, che però di solito sono meno rossicci. Lunghezza totale da 0,m152 a 0,m205; becco da 0,'"012 a 0, oi;,; ala da 0,m145 a 0,'"170; coda da 0,'"Htif> a 0,m072; tarso da 0,m024 a 0/"028; dito mediano s. u. da 0,"0lf> a 0,'"018. Abita l'Europa centrale e meridionale, giungendo acci- dentalmente nella settentrionale, e l'Asia centrale, migrando d'inverno nel Nord dell'Africa fino alla Senegambia e al- l'India settentrionale. In Italia è specie abbondante, sopra- Te8ta dl ''■ ""'"■ tutto, come estiva, arriva in marzo ed in aprile, riparte in settembre e nell'ottobre, sverna a Malta ed in Sardegna e talora nelle provincie meridionali e centrali, sicché può dirsi scarsamente sedentaria, non venne mai trovata d'inverno nella valle del Po. Nidifica in maggio e nel giugno. Dubbiosamente venne asserito che una specie Nord-Americana la Pisorhina usili (Linnaeus), ora stata colta due volte nelle Isole Britanniche, ma le notizie sono troppo vaghe per ammetterla. Genere NYCTEA. Stephens. Becco (piasi del tutto coperto da penne setolose, mediocre, curvato dalla base, col margine della mandibola superiore e quello dell'inferiore intaccato; narici grandi, ovali, non rigonfie; cera corta; disco facciale molto incompleto; apertura auricolare piuttosto piccola, senza opercolo; ali subacute, mediocri, colla 1" re- migante primaria dentellata esternamente, la 3" la più lunga, la 2" e la 4 eguali, le ali non giungono all'estremità della coda; coda rotonda e di media lunghezza, ampia, colle cuopritrici inferiori che quasi ne toccano l'apice; tarso più corto del 56 ATLANTI ORNITOLOGICO dito mediano con unghia, tarso, piedi ed in parte anche le unghie coperti da lunghe penne fitte e molli; unghie mediocri, acute, abbastanza ricurve. 'I"esta grande e grossa senza ciuffi apparenti, in taluni esemplari del tutto mancanti e, se esistono, sempre molto brevi; occhi mediocri: calzoni molli ed assai sviluppati; piumaggio uè troppo molle, né troppo rigido colle timoniere e le re miganti resistenti: statura elevata. Questo genere consta di una sola specie che abita le più alte latitudini imi' . diche, ove frequenta le località più aride e desolate, spoglie di qualsiasi albero, portandosi raramente nelle foreste; caccia più che tutto di giorno ed ha quindi prevalentemente abitudini diurne: si nutre di piccoli mammiferi e più che altro di Lemmings, che segue nelle migrazioni. Nidifica sulla nuda roccia o talora nelle buche e deposita da quattro a cinque uova, alle volte tino a dieci, ovali e di un bianco-puro. 50. Nyctea nyetea (Linnaeus), Civetta ', la 3° e -T subeguali e le più lunghe, le tre prime col vessillo in- terno intaccato; coda lunga, cuneata, cioè colle penne graduate, le laterali arro- tondate e le due mediane acuminate; tarso piuttosto corto, più breve del dito mediano, esso ed i diti fittamente coperti di penne mediocremente allungate; unghie me- diocri, curvate, acute. Testa mediocre, piuttosto stretta, piatta, senza ciuffi; occhi un po' piccoli: Tav. 8. 1. AlbaneUa (tf ad.). 2. Albanella ($ ad.). 3. Albanella (cfgiov.)- 4. Albanella reale (e? ad.). 5. Albanella reale (9 ad.). 6. Albanella reale (giov.). 7. Albanella pallida (tf ad.). 8. Albanella pallida ( J ad.) 9. Albanella pallida ((? giov.) Ulrico Hoepli, Editore, Milano. \ I I \\ I I OENJ rOLOGII 0 ■>' calzoni mediocri; piumaggio abbastanza lungo e molle colle remiganti e Le timoniere discretamente rigide, penne mediane della coda più molli; statura mediocre. Queste Civette hanno abitudini del tutto diurne e cacciano solo durante il giorno, sono coraggiose ed il loro volo silenzioso è però sostenuto <• rapido. Non a torto gli Inglesi le chiamano Haivk Oivls, paragonandole all'Astore, di cui hanno in parte le abitudini ed il grido acuto e t'urto. Si nutrono di uccelli, di piccoli mammiferi ed anche d'insetti, prendendo di solito la preda a volo; uidiflcano nelle buche degli alberi; deponendo da tre a sette nova bianco scure, un po' arrotondate. Si conoscono due specie, una dolio quali Europea, l'altra dotta S. doliata (Pali.) abita la Siberia, il Kamciatka e l'Alasca; una forma poco differente dalla specie Europea vivo in America, da dove talora giunge accidentalmente nelle Isolo Bri- tanniche. 51. Surnia ulula (Linnaeus), Ulula. | Surnia funerea, Dum. |. [Tav. IX, fig. 5]. Becco giallo-chiaro; iride gialla; testa Inaino nerastra con fitte macchie bianche che quasi obliterano la tinta scura, fronte e nuca quasi intieramente bianche; cuopritrici auricolari bianche d'argento terminate di nero, tale tinta torma una t'ascia a mezzaluna, che corre dal margine posteriore dell'occhio fino al posteriore della regione auricolare a guisa di disco facciale, che non è presente; un anello oftalmico ed una macchia davanti agli occhi neri: colorito generale delle parti superiori bruno di seppia con fascie bianche; scapolari bianche sul vessillo esterno in forma di spazio distinto sull'ala, macchie bianche ovali sulle grandi cuopri- trici alari e sulle mediane; gola ed alto petto bianchi separati da una fascia bruno scura; resto del gastreo bruno con strette fascie brune trasversali, più larghe sul sottocoda; remiganti bruno-cenerognole con fascie bianche e l'apice pure bianco; timoniere molto lunghe e graduate bruno-cenerognole con nove strette fascio trasversali di un bianco sudicio (ad.). Testa bruno-pallida colle penne strettamente terminate di bianco-sudicio; mancano quasi del tutto le macchie ovali bianche sulle cuopritrici ed il bianco sulle scapolari; le fascie sulla coda sono di un bianco- brunastro e quelle sulle parti inferiori tinte di biancastro: l'ascia pettorale poco distinta; in generale il colorito chiaro è meno puro e lo scuro più cupo [giov.). Lunghezza totale da 0,m354 a 0,m367; becco 0,m023; ala da 0,m226 a 0,m232; coda da 0,"'17.7 a 0, 190; tarso 0,m025; dito mediano s. u. 0,m027. Questa specie abita le estreme parti nordiche dell'Europa e dell'Asia occi- dentale, svernando nella Russia centrale e visita irregolarmente d'inverno le Isole Britanniche, la Danimarca, la Germania settentrionale, è accidentale in Polonia, in Austria, nella Francia settentrionale e nella Svizzera; non comparve mai in Italia, ma il Bonaparte l'annoverò sotto il nome di 8. funerea tra quelle (die vi capitano raramente d'inverno, senza però offrire dati positivi. 51 a. Surnia ulula caparoch (P. L. S. Muller), Ulula americana. Distinta dalla S. ulula per le tinte delle parti superiori più cupe, specialmente sul dorso; pel bianco della gola meno scuro; pelle fascie scure sulle parti infe- AtUmte ornitologico. 8 58 ATLANTE ORNITOLOGICO riori più larghe e di un bruno-vinato o di un bruno-castagno; la statura, secondo lo Sharpe, è maggiore nel maschio che nella femmina. Lunghezza totale: maschio, 0,m382; femmina, 0,m355. Abita l'America Artica, spingendosi d'inverno sino alle parti nordiche degli Stati Uniti, è accidentale nelle Isole Britanniche. Alcuni Autori considerano la presente quale specie distinta, ma io ritengo debba considerarsi una forma della S. ulula. Genere CARINE, Kaup ('). Becco curvato dalla base, forte, abbastanza alto, colla mandibola inferiore intaccata all'apice; narici coperte da piume setolose, ovali, rigonfie e aperte sul margine anteriore della cera, che è corta; conca auricolare larga, subrotonda col- l'orificio piccolo e senza opercolo; disco facciale non bene definito col collaretto incompleto e sviluppato sopratutto sui lati; ali grandi e rotonde, colla la remi- gante primaria dentellata esternamente, allungata, poco più corta della 2a e sub- eguale alla 6a, 3a e 4 ' quasi eguali e le più lunghe; le quattro prime col vessillo esterno smarginato poco distintamente; coda mediocre, leggermente rotonda; tarso lungo, interamente coperto di penne corte anche posteriormente, abbastanza ele- vato, un po' più lungo del dito mediano con unghia; diti parzialmente squamosi, coperti di rade setole; unghie forti, curvate, acute. Testa rotonda, grande, schiacciata, ma senza ciuffi; corpo accorciato e mas- siccio; occhi grandi e gialli; calzoni nulli; piumaggio molle e corto; remiganti e timoniere abbastanza rigide; taglia piccola. La specie di questo genere in numero di sei abitano le regioni Paleartica, Etiopica ed Indiana, due di esse s'incontrano nei limiti Europei. Sono rapaci di abitudini eminentemente notturne e quando escono di giorno, sembrano stupidi e meravigliati; si nutrono di piccoli mammiferi, di uccelletti, di biscie, di rane e d'insetti; il loro grido è triste e riscalda la fantasia del popo- lino, che li ritiene apportatori di disgrazie. Le Civette nidificano nelle soffitte, nelle buche degli alberi, delle roccie, nei luoghi disabitati etc, senza fabbricare nido, ma accumulando stiacci, peli, pezzi di carta e deponendovi sopra poche uova bianche e rotonde in numero da quattro a cinque. 52. Carine noctua Scopoli), Civetta. | Athene noctua (Scop.) |. | TAV. X, flg. 7 |. Becco verde-giallastro; iride gialla; parti superiori di un cenerino-bruno- olivastro più o meno rossiccio, con macchie subrotonde bianche più o meno ful- viccie, ben distinte sulle scapolari e sulle grandi cuopritrici delle ali, disegnate a fascie sul sopracoda e più o meno nascoste dalle penne soprapposte, il bianco (') Ho adottato il nome Carine, Kaup 1829, anziché rpiello ili Athene, Boie 1822, perchè questo era stato già usato dall' Hiibner nel 1816 per un genere di Farfalle ITLANT] ORNITOI OGICO 59 più esteso sulla nuca, sulla porzione Laterale e posteriore del collo; penne della faccia e del sopraciglio biancastre, nerastre verso L'apice delle penne; guancie biancastre striate di nericcio; mento e collo biancastri, con una banda bruna sulla gola ; Le parti inferiori bianche con strie centrali allungate, brunastre e fascie trasversali, indistinte sui fianchi; remiganti brunastre con macchie bianco-fulviccie sul vessilln esterno e fascie trasversali sull'interno ; timoniere brunastre, Mancasi re all'apice e con quattro fascie trasversali bianco-brunastre ; diti grigio-biancastri Testa di C. nootuu, ' Piede di C. nociva, '/3. rivestiti di radi peli (ad.). Colorito più opaco; macchie bianche sulle parti supe- riori meno accentuate; macchie allungate delle parti interiori più allungate e la- vate di rossiccio. Lunghezza totale da 0,,n240 a 0,'"250; becco da 0,'"014 a 0,m017: ala da 0,m160 a 0,'"180; coda da 0,m080 a 0,m088; tarso da 0,m030 a 0,m035; dito mediano s. u. «la <),'"020 a 0,m026. Questa specie abita l'Europa centrale e meridionale, portandosi accidental- mente nella settentrionale. In Italia è specie abbondante e sedentaria, eccetto a Malta, ove è rara e di apparizione irregolare; in alcuni paesi delle provincie settentrionali migra d'inverno. Nidifica in maggio. È molto usata nel Veneto, in Lombardia, nella Toscana, nel Romano, in Sicilia etc. per la caccia degli uccel- letti e delle Allodole in particolare. Il GiglioliC) ha recentemente descritto una nuova specie di Civetta sotto il nome di Athene Charadiae, sopra di un solo soggetto avuto dai monti del Friuli. È un po' più piccola della C. noctua e vi predominano le striscie e le macchie in dire- zione longitudinale anziché trasversale, inoltre appare più macchiata; il colore delle parti cupe del piumaggio è di un bruno-bigio-scuro e mancano le tinte fulvo-rossiccie; l'iride è bruno-cupa quasi nera. Lo stesso chiarissimo Autore la de- scrive come nuova specie, non nascondendo però fortissimi dubbi in proposito. Di recente ho veduto a Udine un soggetto consimile, che il signor G. Val- lon trovò egualmente sui monti del Friuli in un nido di C. noctua che conte- neva quattro nidiacei, tre dei quali di C. noctua, il quarto della specie detta A. Chiaradiae ('-). Io ho lungamente studiato lo strano individuo e se devo mani- festare la mia opinione, francamente ritengo che non sia una buona specie, la statura, la voce e la fisionomia sono di C. noctua, come lo sono il becco, le zampe ed il portamento. Riguardo alla tinta, il colorito generale del gastreo si può dire (') Avicula, pag. 57-60 (1900); Orafa, XI. no. 2, 3, pp. 237-242 (1901). (■) Vai.lon O., Nota int. alla nuova specie di Civetta scoperta nella provincia del Friuli, diti dee. ili Udine, Sor. Ili, Voi. Vili, e Ora. Jahrb. XII. Heffc G (1901). 60 ATLANTE ORNITOLOGICO rassomigli assai a (inolio di C. nottua, solo il l'ondo di tinta è bianco e le strie scure più ristrette sono maggiormente appariscenti sulla colorazione più chiara; Le principali differenze appaiono sulle parti superiori, ove la tinta chiara, anziché a Ala (li Caline uncina. spazi trasversali, si palesa quasi ovunque in senso longitudinale, come di estese orla- ture die s'allargano qua e là. specialmente sulle ali e sulla coda. Sicché i caratteri più notevoli sarebbero la differente disposizione delle macchie e delle fascie sulle Ala di Alimi,- Chiaradiae. parti superiori ed il colore dell'iride. Per l'iride non saprei dare un'esauriente spiegazione, sebbene altre nidiate di specie, anche ben differenti, offrano talora individui con occhi a vario colore inter se, ciò che venne più volte osservato; polla differente disposizione delle macchie e delle fascie ricordavo al signor Vallon come anche il così detto Synoecus Lodoisiae presenti macchie dirotte in senso opposto a quelle della C. coturnix, sicché per me VA. Chiaradiae è una semplice varietà di coloro per quanto singolare, e due sarebbero i soggetti noti, l'uno nel Museo MI INTE ORXITOI.OMCO GÌ di Firenzi' ed il secondo ancora in possessi, de] signor G. Vallon, ebbi occasione di esaminarli entrambi Lungamente e li trovai identici 52". Carine noctua glaux Savigny), Civetta meridionale. \ Athene persica Virili..), A. glaux (Sav.); Civetta minore]. Differisce dalla C. noctua per la tinta delle parti superiori più pallida e di un bruno-rossigno e per le strie longitudinali delle pai-ri inferiori più dilavate e rossigne su fondo di un bianco più puro. Innli re. secondo lo Sharpe, il margine interno dell'ala è molto pallido, la 1 remigante primaria ha quattro fascie tra- sverse sul vessillo interno e quelle delle altre penne sono molto larghe, mentre india C. noctua il detto margine è di un bruno molto cupo, le fascie nella r re mi-ante sono tre e quelle delle altre più strette. Statura eguale o leggermente minore. Abita questa sottospecie le regioni Africane bagnate dal Mediterraneo, estenden- dosi fino all'Asia eentrale: in Europa si trova in Grecia, in Turchia, nel Sud della Russia e molto dubbiosamente nella Spagna, nelle Baleari, nel Portogallo e nella Francia meridionale. Non comparve mai in Italia, quantunque sia stata indicata per Malta e con dubbio pella Sicilia, e l'errore pare fondare su individui in abito rossiccio della specie comune. Gli Anturi sono concordi nel riferire, come già dissi, la Strix meridionalis del Risso trovata a Nizza ad una varietà rossigna del Syrnium aluco. U Athene glaux Savigny) non è ritenuta da molti Autori come specie distinta. ma forma o varietà climatica della C. noctua, i giovani delle due specie sono iden- tici; cosimi sembrano di poco momento le differenze date pell'.I. noctua meridio- nalis, Schlegel rappresentata da individui di C. noctua di tinte grigio-brune secondo alcuni o rossiccie secondo altri; ma io non possiedo materiale sufficiente per de- finire tale questione. Genere GLAUCIDIUM. Bore. Becco piuttosto grande, torte, curvato dalla base, ove è in gran parte coperto di pilline setolose, col margine della mandibola inferiore intaccato; narici pie-cole, rotonde, nascoste da piume setolose; cera corta; disco facciale quasi del tutto mainante; conca auricolare piccola, subovale, senza opercolo; collaretto poco s\ i luppato, eccetto dietro le guancie; ali corte, larghe e rotondate, la distanza tra esse e l'apice della coda più lunga del tarso; la la remigante primaria dentellata esternamente e ben più corta delle secondarie che sono lunghe, .1.4 e 5 sub- eguali, 4" la più lunga, le tre prime smarginate; coda molto più lunga della meta dell'ala e debolmente rotondata; tarso più lungo del dito mediano, fittamente co- perto di piccolo penne; diti coperti di piume per la maggior parte lunghe e se tolose: unghie sottili, lunghe, curvate ed acute. !.'■ 'in'- ;ili figurate appartengono :i due individui della nidiata rinvenuta dal Bignor Vallon ani monti ili-I Friuli. (il' ATLANTE ORNITOLOGICO Testa appiattita senza ciuffi, arrotondata e relativamente piccola; occhi piccoli; calzoni mediocri; piumaggio abbastanza lungo e molle; remiganti e timoniere piut- tosto rigide; statura molto piccola, talora mediocre. Trenta specie circa compongono questo genere, una sola delle quali abita l'Europa, le altre sono sparse per tutto il Mondo, eccetto l'Australia. Hanno abi- tudini quasi del tutto notturne e raramente si vedono durante il giorno, cacciano di solito sul crepuscolo, quantunque uccelli piccoli, sono assai rapaci, violenti e coraggiosi, ma punto timidi anche dell'uomo. Depongono poche uova bianche in una buca degli alberi senza fabbricare nido, né alcun letto per deporvele. 53. Glaucidium passerinum (Linnaeus), Civetta nana. | Civetta minore |. [Tav. X, fig. 8]. Becco e iride gialli; parti superiori grigio-brune più o meno rossiccie, sparse di fitte macchie rotonde bianco-sudicie disposte talora a mezzaluna sull'occipite e sempre a strie trasversali sul dorso, sulle scapolari, sulle cuopritrici alari, sulle remiganti, sul groppone e sul sopracoda; faccia cenerino-bruna con numerose macchiette bianche; sopraciglio ed uno spazio a mezzocollare sulla gola bianchi ; parti inferiori bianco-argentee con macchie allungate longitudinali brune e fascie bianchiccie su fondo bruno sui lati del petto; timoniere bruno-rossiccie con cinque fascie trasversali bianche; tarsi e diti rivestiti di fitte piume setolose, biancastre o cenerine con rade macchiette scure. Lunghezza totale da 0,'"132 a 0,m162; becco 0,n,015; ala da 0,m108 a 0,"'llf>; coda da 0,'"060 a 0,"'0(J9; tarso da 0,'"021 a 0,'"020; dito mediano s. u. da 0,'"015 a 0,'"019. Abita le Alpi orientali ed attraverso le parti centrali sino alle regioni più nor- diche d'Europa e la Siberia, manca nelle Isole Britanniche. In Italia è specie molto rara e di comparsa accidentale nelle Alpi della Lombardia, del Veneto e del Trentino, ove però secondo il Bonomi sarebbe sedentaria nella foresta della » Parisa » presso Folgheria. Non nidifica da noi, per quanto si sa, ed il limite più meridionale di riproduzione fu trovato a Olii nella Stiria. I due G. passerinum citati dal Doderlein (fide Benoiti e dal Saunders come presi in Sicilia e conservati a Catania sono riferibili al brasiliano G. pumilum 'Temili.) specie venuta d'America ma in pelli', quindi il G. passerinum deve scom- parire dai Cataloghi di quell'Isola. II Madarasz, nel suo recente lavoro sull'Ornitologia Ungherese ('i. distingue la forma Ungherese o meridionale dal Glaucidium passerinum del Nord, sotto il nome di G. setipes, che cosi caratterizza: Glaucidio passerino Linn. simile, sed striis fu- scis iilnloiiiiiiiiUlins distilliti*, a colore albo iiiai/is discrrtis, plumibus iiusitlihns obscu rioribus, digitisene brevibus et parcius plumosis, fere setosis diversum. Le dimensioni sarebbero le seguenti: Lunghezza totale da 0,'"160 a 0,m170; becco 0,"'01T>; ala da 0,'"096 a <).' 107 ; coda da 0,m065 a 0,'"070; tarso 0,'"020; dito mediano s. u. 0,m015. l'i Magyarorszdg. Madarai. V, pag. 203-204 (1900) \ il \\ :m i • > i .... i . o In Italia io ho trovato entrambe le forme, giacché di due esemplari Veneti presi nel novembre, uno apparterrebbe al G. setipes, l'altro al 0. passerinum. Il primo ha i «liti poco piumati, ma un po' ]>iù di (incili figurati dal Madarasz, clic li avrebbe quasi nudi e le penne sono più setolose (die nei soggetti Scandinavi. Piede ili '■'. pai xi rimini, un po' ingrandito. Piede ili Gr. ìetipes, un po' ingrandito. F.eeone le dimensioni: ala 0,ra110; dito mediano senz'unghia 0,'"014. Del resto trovai individui di Scandinavia che avevano quasi pari le tinte dell'addome e quelle delle penne nasali: i diti solo erano un po' più brevi e più fittamente piumati ('); mi sembra poi che tali distinzioni specifiche siano di poco momento e credo che il G. setipes, anziché come specie, tutt'al più forse potrà accettarsi quale semplice sottospecie col nome di G. passerinum setipes. Sottofamiglia SYRNELNAE, Sirniinae. Genere ASIO, Brisson. Becco allungato, molto curvato sino dalla base, col margine della mandibola superiore quasi diritto e quello dell'inferiore appena intaccato all'apice; cera grande: narici ovali, aperte in parte nella cera ed in parte sul becco, nascoste da fitte piume setolose; disco facciale completo e ben distinto: conche auricolari grandi, munite di un opercolo semicircolare e membranoso; meato uditivo asimetrico e mediocre; ali lunghe, colla 2a remigante primaria di solitola massima, la 1' den- tellata per intero, la 2" solo verso l'apice; coda mediocre, troncata; gambe e diti piumati, questi fino all'anello antiunguinale o talora parzialmente nudi, il mediano senz'unghia più corto del tarso; unghie lunghe, acute, adunche, piuttosto sottili. Iride generalmente gialla; testa fornita di due ciuffi più o meno allungati; calzoni abbastanza sviluppati; statura mediocre; piumaggio abbastanza lungo e morbido; colorito piuttosto costante. Alcune specie di questo genere hanno abitudini migratorie ed oltre che ci- barsi di piccoli mammiferi e di uccelli, non sdegnano gli insetti, ma il loro nu- trimento principale sono i sorci. Se ne conoscono quattordici specie sparse in tutto il Mondo, eccetto l'Australia, si trovano anche nelle Isole Sandwich (A. acci- pitr/iiiis). (') Ho osservato che anche i soggetti nordici del /•'. imito hanno le gambe e i «liti piii fittamente pinmati degli individui meridionali. li I ATLANTE ORNITOLOGI! 0 54. Asio otus Linnaeus), Gufo comune. [ Otus vulgaris. Fi km.: Gufo |. [Tav. IX. Bg. 7 |. Iride giallo aranciata; ciuffi lunghi e grandi neri, sul margine esterno fulvi, bianco-grigi sull'interno; disco tacciale bruno-gialletto; le penne dal lato interno dell'occhio nere; penne del collaretto bianche alla base, scure all'apice; parti superiori grigio-lionate o grigio-biancastre con larghe strie longitudinali bruno- nerastre e numerose macchiette bruni trasversali, tali tinte si dispongono qua e là a zig-zags, più appariscenti nella metà apicale delle penne sul dorso e sulle cuo- pritrici delle ali; mento biancastro: parti inferiori giallo-lionate con larghe fascie longitudinali ed altre frasi-ertali ma più strette nere; fianchi, basso addome e calzoni immacolati: penne del petto in gran parte bianche con una linea centrale nera sulle penne e pochi zig-zags trasversali : ali e coda a fascie bruno-grigie e bruno- scure e tinte giallo-fulve negli interspazi. Si trovano individui di tinta più rossiccia o più chiara e grigio-biancastra. Lunghezza totale da 0,m350 a 0, 380; becco 0,m025; ala da 0,m310 a 0,'"330; coda da 0,m135 a 0,m150; tarso da 0,'"041 a 0,'"044; dito mediano s. u. da 0,m030 a 0, 032, Abita l'Europa, il Nord dell'Asia fino al Giappone, la Cina, l'Imalaia e il nord- ovest dell'India. È stazionario ovunque in Italia, ma più abbondante quale uccello invernale e di passo. Nidifica certamente nell'Italia settentrionale e centrale ed in Sicilia; è in generale poco comune. 55. Asio accipitrinus (Pallas), Gufo di patitile. LOtus brachyotus Forst.), Otus accipitrinus (Pall. |. [Tav. IX. flg. 8]. Iride gialla; ciuffi assai corti, del color della testa, poco distinti, situati in alto sul davanti dei dischi facciali; occhi circondati da uno spazio nero: disco facciale bianco-fulvo misto a strie nere: penne delle parti superiori bruno-nere largamente marginate sui lati di fulvo-chiaro e con spazi bianco-giallicci sulle cuopritrici alari; mento bianco; parti inferiori giallo-fulve con sole strie centrali, longitudinali bruno-nere, strette dal basso petto all'ingiù, mancatili sui calzoni e sul sottocoda; remiganti fulve a fascie ed apice bru- nastri; timoniere bianco-fulve con sei o sette fascie scuro-nerastre e terminate di bianco-fulvo. Le macchie strette, allungate sul sottocoda e sulle cuopritrici in- feriori delle ali non sono speciali alle femmine, ma un semplice segno di immaturità. Lunghezza totale da0,m370 a 0,'"390; becco 0,,n025; ala da 0,' 316 a 0, 336; coda da 0,m135 a 0,m155; tarso da 0, 035 a n. oli: dito mediano s. u. da 0,m028 a 0,m032. resta Hik.occipitri .' . Questa sPecie V;| soggetta a notevoli variazioni di colorito del tutto indipendenti dalle località e che si osservano specialmente nel tono chiaro o scuro delle tinte di fondo. Tav. 9. 1. Albanella minore (o" ad.). 2. Albanella minore (giov.). 3. Albanella minore (2). 4. Civetta delle nevi. 5. Ulula. 6. Gufo degli Urali. 7. Gufo comune. 8. Gufo di padule. Ulrico Hoepli, Editore, Milano. WLANTB ORNITOLOGI* 0 65 Abita quasi tutto il Mondo, eccetto l'Australia, si trova però alle isole Sand- wich. In Italia è specie comune più che altro ai tempi del passo e uell'inverno, taut 'Ile paludi, che uri campi alberati e nei boschi di 1 itagna. Nidifica noi Veneto, in Sicilia ed in altre parti. È migratoria in modo inarcato. 56. Asio capensis (Smith), Gufo del Capo. Iride bruno-nerastra; ciuffi molto corti; attorno all'occhio uno spazio piumato nero; disco facciale brunastro, macchiato di rossiccio-gialletto poco accentuato; parti superiori bruno-scure tinte di cioccolata e con zig-zags stretti ed indistinti brunastri, più accentuati e commisti a macchie sulle cuopritrici delle ali: parti inferiori bruno-ocracee pallide con fascie, macchie a zig-zags fulvo chiare e ta- lora biancastre; petto con fascie di tal colore; basso addome, sottocoda e gambe di un fulvo-gialletto immacolato; remiganti primarie pialletto-rossiccie con l'apice a fascie trasversali bruno -nerastre, alcune delle più interne e le secondarie esterne per un grande spazio bianche all'apice; timoniere, le due centrali bruno- cupe con tre fascie basilari distinte e due terminali poco accentuate di un fulvo- carico, le altre terminate di bruno-fulviccio : diti ili solito midi limisi del tutto. Lunghezza totale da 0,m340 a 0,m355; becco 0,m028; ala 0,m295; coda 0,m150; tarso 0,'"037; dito mediano s. ti. 0,'"030. Piede di A. otus, al vero. Piede di A. capensis, al vero. Questa specie abita l'Africa tropicale e settentrionale, mostrandosi acciden- talmente nella Spagna e non venne finora inai riscontrata in Italia, Genere SYRNIUM, Savigny. Becco curvato dalla base, piuttosto corto, distintamente più breve della testa e compresso, col margine della mandibola superiore intero e con quello dell'inferiore leggermente intaccato; narici grandi; cera piccola, più corta del culmine; conca auricolare breve, ovale, cassa ossea dell'orecchio simmetrica sui due lati, apertura auricolare larga e fornita di un grande opercolo semilunare; cera, narici e parte del becco coperte di penne setolose; dischi facciali rotondi, grandi e completi; ali ottuse o subottuse, piuttosto corte, larghe, che non arrivano all'apice della coda, remiganti piuttosto molli, le due prime remiganti primarie piti o meno Atlante ornitologico. 9 66 k.TI VNTl ORNITOLOGI! •• distintamente dentellate; coda molto lunga e alquanto molle: tarso subeguale al dito mediano con unghia, diti piumati fino alle unghie e coperti di penne setolose o nudi del tutto; unghie lunghe, curvate, acute, scanalate di sotto. Testa -lande, gl'essa, rotonda e senza ciuffi; occhi piccoli, rispettivamente all'animale; calzoni mediocri; piumaggio lungo e assai molle: statura grande o abbastanza grande; sessi simili: i giovani se coperti di piumino bianco, lo tengono soltanto per brevissimo tempo; forma robusta, resa voluminosa dall'abbondante piumaggio. Il Syrnium è notturno nelle sue abitudini ; nidifica nei siti più disparati, nelle foreste selvaggie, ma furono trovate le sue uova perfino nei campi alberati in pianura, in montagna, in padule entro le buche degli alberi e nelle tane scavate dai cenigli. Anche questi Gufi, oltre di essere carnivori, mangiano insetti. Si conoscono 31 specie sparse per tutto il Mondo, mancano però nella regione Australiana e nel Madagascar; tre di esse abitano l'Europa. 57. Syrnium aluco (Linnaeus), Gufo selvatico. [ Allocco']. [Tav. X, fig. 3 e 4]. l'arti superiori cenerine più o meno grigie o rossiccie con una larga fascia longitudinale sullo stelo di ogni penna ed altre trasversali strette ed ondulate bruno nere, con spazi bianchi sulle scapolari esterne e sulle cuopritrici alari esterne, ec- cettuate le piccole; ampi cerchi facciali biancastro-rugginosi sulle penne centrali. bruni variati di fulvo e di bianco sulle laterali, tali colorazioni foggiate talora a cer- chi concentrici d'attorno l'occhio; mento bianco-rossigno; fondo di tinta del gastreo bianco o fulviccio, di disegno eguale a quello delle parti superiori; remiganti primarie bruno-chiare con fascie bruno-scure sulle esterne e con sei larghe bande trasver- sali brunastre a zig-zags scuri agli apici, con le due prime penne dentellate sul bordo esterno, tale carattere talora si estende anche fino alla 5a; coda brunastro- rossiccia o cenerognola, biancastra all'apice e con zig-zags bruno-cupi, fascie larghe, più o meno regolari, in numero di sei sulle timoniere - .<•- •"»r^»v laterali; tarsi e diti piumati, questi sino all'anello preungui- ,• ~^V naie; dito mediano più lungo dell'interno. Lunghezza totale da 0,m380 a 0,m425; becco 0,,n026; ala ■ \ da 0,m260 a 0,m310; coda da 0,m165 a 0,'"190; tarso da 0,m040 a 0, 050; dito mediano s. u. da 0,'"030 a 0,ra032. 1 nidiacei non sono coperti di piumino bianco che nei primi giorni di vita, poi di piumino cenerino chiaro con fa- Tosta di S. aluco, ' . scie trasversali ondulate brune e rossiccie coll'apice bian- chiccio, presentano due tipi di colorazione, cioè l'ondo di tinta grigio 0 rossigno-rugginoso sempre chiazzato e varialo di biancastro e di bruno. Questa specie presenta casi di dimorfismo spiccato sotto più aspetti e più che altro si trovano oltre il tipico descritto: a) individui di un fulvo-rossiccio di vario tono col disegno normale con- servato e che furono attribuiti a livree femminili, ma a torto non esistendo dif- ferenza fra i sessi, quantunque tale abito sia più frequente nelle femmine. MI Wl I oi;\i ini. ni. li i> 07 b) individui di un colorito scuro, talora bruno-cioccolata o bruno aero, nei quali il disegno Dormale traluce, mentre uei più completi e scuri la tinta è uni- forme ed il disegno del tutto scomparso. Questa specie abita l'Europa e i paesi circummediterranei; in Italia è ovunque stazionaria ed anche di passo, manca in Sardegna ed è rara uelle Provincie me- ridionali ed in Sicilia. È però dappertutto poco comune e non egualmente distri Unita. Nidifica. La stri.r meridionalis del Risso è probabilmente riferibile alla forma rossigna di questa specie, quantunque l'Autore le asse-nasse occhi gialli 58. Syrnium uralense (Pallas), Gufo degli Urali. I Allocco dell' little ]. [Tav. IX, fig. 6]. Becco giallo; iride nocciola-cupa: parti superiori bianco-grigie col bianco più o meuo puro e chiaro, ed una larga macchia bruno-nerastra longitudinale cen- trale sulle penne e spazi biancastri grandi ed accentuati sulle scapolari e sulle grandi euopritrici; le penne del dorso spesso più scure e con t'ascio trasver- sali dello stesso colore scuro, sicché la colorazione chiara si dis| > qua e là a grosse macchie; cerchi facciali bene accentuati e completi grigio-bianchicci collo stelo delle penne nerastro e con macchie rugginose d'attorno all'occhio; collaretto bianco, nero sulla linea centrale delle penne e macchiato di bruno-fulviceio, in certi soggetti alcune penne del tutto nero-lucenti; parti inferiori bianche qua e là giallette con larghe strie centrali longitudinali bruno-cupe, più scure sul petto, sul basso addome e sui fianchi; remiganti primarie bruno-grigie coll'apice bianco- fulviccio e con larghe fascio brune; coda graduata, lunghissima, le due timoniere centrali eccedono le laterali, di un grigio-bruno con fine macchiette biancastre a zig-zags e con sei o sette fascie indistinte, più accentuate sulle laterali: penne dei calzoni biancastre uniformi o macchiate di brunastro. Anche questa specie offre differenti toni di tinta, in alcuni individui il colorito scuro specialmente sulla testa è nerastro e lucido ed il soggetto è nel tutto più scuro: abbiamo casi di dimorfismo come nel S. educo, cioè di tinta scura, talora nerastra più o meno fuligginosa e nei più completi il disegno normale è scomparso, né essi sono rari ove la specie è comune. Lunghezza totale da 0,ra550 a 0, '696; becco 0,,n035; ala da 0,m380 a Q,m398; coda da 0,'"270 a0,'"2iS0; le timoniere laterali di 0,m038 più corte delle mediane: tai-so da 0,in055 a 0,m063; dito mediano s. u. da 0,'"040 a 0,m0r>0. Abita il Nord dell'Europa e la Siberia, d'inverno si porta verso Sud * giunge tino nella Stiria e nella penisola Balcanica: ma forse nidifica ed è specie stazionaria in Croazia ed in Slavonia, ove è però più comune d'inverno [Brusina) e dove si tro- vano anche facilmente individui della forma scura. In Italia é specie accidentale e molto rara, è strano che fu presa soltanto due volte e ambedue nell'Udinese ilsT'.ie 1898, lì: Museo ag. 71(11. 70 ATLANTI OUXITOLOGICO facciale un ciuffo di piccole penne rigide molto larghe; non esistono ciuffi erigi- teli sui lati della testa; apertura auricolare con un opercolo bene accentuato; diselli tacciali più o meno perfetti e sempre presenti; tarso e diti mai coperti per intero di penne. Questa famiglia consta di due generi, uno dei quali il genere Strix è rappre sentato in Europa, l'altro Scelostriz è composto di due specie ed abita le parti meridionali d'Asia e le isole della Honda, si distingue per i dischi facciali incom- pleti e frequenta le praterie di densa vegetazione. Genere STRIX, Linnaei rs. Becco diritto alla base, fortemente curvato verso la punta, molto compresso, col margine della mandibola inferiore intaccato e quello della superiore (piasi diritto; cera corta; narici ovali, oblique, esse, la cera e la base del becco in gran parte coperte di penne setolose; disco facciale grande e quasi perfetto, solo ri- stretto al di sotto degli occhi verso il becco; collaretto composto di penne corte, arrotondate all'estremità, disposte in più file l'ima dietro all'altra che formano un cordone di penne di apparenza scagliosa, che contorna la testa, come un circolo completo, rientrante sulla fronte e che termina alla base della mandibola inferiore; conca auricolare rotonda, estesa, fornita di un grande opercolo o coperta di penne setolose, rigide; ali lunghe ed ampie, arrotondate che oltrepassano la coda; lae 3a re- migante primaria eguali e di poco più corte della 2a che è la massima, bordo esterno della la dentellato; coda corta, quasi quadrata; tarsi lunghi e sottili, circa il doppio in lunghezza del dito mediano senza unghia, ricoperti di fitto piumino sino a Vi lunghezza e poi di piumino setoloso fino all'origine dei diti: diti reticolati, coperti sul disopra di poche setole col posteriore versatile, il medio e l'interno di pari lunghezza; unghie lunghe e scanalate di sotto, molto arcuate ed acute col margine interno di quella del mediano seghettato. Testa liscia senza ciuffi; occhi piccoli; taglia mediocre; forma allungata; piu- maggio molle: remiganti rigide; timoniere piuttosto molli. Le specie di questo genere hanno abitudini del tutto notturne e non escono dai loro nascondigli che al crepuscolo, per rientrare all'alba. Passano il giorno nei luoghi diroccati, nelle soffitte o nelle buche degli edifici e più di rado in quelle degli alberi. Si nutrono di ratti, di piccoli mammiferi e d'uccelli e, se vicini ad una piccionaia, tanno strage di colombi, recandovisi di continuo e distruggendo più che altro i giovani. Il loro grido fu paragonato in qualche modo al russare di un uomo. Depositano da tre a sette uova bianche, senza fabbricare nido, nei luoghi che abitano durante il giorno e siccome le uova sono deposte ad intervalli, così il piccolo Barbagianni è anche nato da più giorni, quando altre uova non sono ancora sgusciate. Il genere Strix è cosmopolita e le sue forme, che lo Sharpe recentemente (1899) stabilisce in numero di 26 specie, sono oggetto di vivo dibattito tra gli Ornitologi, molte sembrando doversi ascrivere a semplici varietà, dovute a modificazioni lo- cali o climatiche; una sola abita l'Europa. ATLANTE ORNI rOLOGICO 1 I 61. Strix flammea. Uvwfis, lUirl>« ir Lunghezza totale da 0,m350 a 0,'n410; becco da O^OSO a0,m036; ala da 0, 280 a 0,'"305; coda da 0,'"102 a0,'"ll 1; \ ... , tarso da 0,m05" alla base, il 4° rivolto all'indietro ed eguale al 3°; unghie forti, ricurve, quella del dito interno la minore. Colore dominante verdastro con scarse tinte rosse; statura mediocre. Hanno abitudini anche terrestri, ma però sono eminentemente arboricoli. Questo genere comprende 17 specie sparse nella regione Paleartica e nell'Indiana. 62. Gecinus viridis (Linnaeus), Picchio verde. [Tav. XXVI, flg. 13 e 14]. Redini, penne nasali, parte anteriore della faccia e contorno degli orchi uni; pileo, testa e mustacchio rosso-eramswzo-brillante, il mustacchio bordato ili nero; parti supe- riori di un verde-oliva, giallo-brillante sul groppone e sul sopracoda; le inferiori bianco-giallette con macchie e fascio scure sul basso addome {mas. ad.). Mustacchio nero e meno largo (femm ad). Sopraciglio e mustacchio di un nero-cupo macchiato di bianco-olivastro; la tinta rossa sulla testa è leggermente aranciata e non colora che l'apice delle penne: tinta verde meno brillante e sparsa di macchie biancastre; numerose macchie brune e bianche sul gastreo (giov.). Lunghezza totale 0,'"310; becco 0,'"040; ala 0,m160; coda 0,m110; tarso 0,m027. Abita l'Europa fino al 63° di latitudine, trovasi pure in Persia, nell'Asia Minore e sui monti Urali. In Italia è specie comune, sedentaria e nidificante, rara in Sicilia e mancante in Sardegna ed a Malta, ove, come si sa, non vive alcun Picchio. Va soggetta a varietà albine e melaniche ed una bellissima è di un bianco canarino col pileo rosso. 62". Gecinus viridis Sharpei (Saunders), Ticchio verde spagnuolo. Simile al G. viridis; faccia grigia tranne uno macchia nera sitili redini, mustac- chio scarlatto senza la bordatura nera {mas. a. major tipico nelle regioni già indicate. Due specie Nord-Americane dette I). villosus (Linn.) e D. pubescens (Linn.) sembrano essere state prese molti anni or sono in Gran Bretagna, ma il Saunders nel suo eccellente Manuale (1899) non le ammette tra le Britanniche ('). 66. Dendrocopus leuconotus (Bechstein), Picchio a dorso bianco. [ Picus leuconotus, Bchst. ]. [Tav. XXVI, flg. 3 o I |. Parte superiore della lesta fino alla nuca rosso-scarlatta; nuca nera; lati della faccia e del collo bianchi; una fascia nera parte dalla mandibola inferiore, passa sotto la regione auricolare, si allarga poi portandosi all'indietro senza però riu- nirsi alla nuca, ed un'altra discendendo corre sui lati del davanti del collo e del petto; parte alta del dorso e groppone neri; parte bosso del dorso bianca attraversata anteriormente da una fascia bianca; lati del petto e fianchi rosei striati di nero (mas. ad.). Testa nera; strie sui fianchi più cupe e più numerose (femm. ad.). Testa rosso-pallida, nera alla base delle penne (mas. giov.). Nella femmina il rosso è più pallido, più giallastro e meno esteso, i fianchi grigi con strie più larghe, la tinta rossa dell'addome e del sottocoda sostituito da rosa-pallido (femm. giov.). Lunghezza totale 0,m260; becco 0,'"030; ala 0,'"144: coda 0,'"099; tarso 0,"'o21 . (') Il Dendrocopus numidicus (Malherbo) fu riluto pclla Spugna (A. Itrehm) o come preso nel 1*61 vii-ino a Miinstei (Aitimi); abita Tunisi, Alacri ed il Marocco; credo conveniente attendere prove più si- curo per ammetterlo nell'Avifauna Europea. Si distingue dal l). major pei statura minore, per una fascia rossa sulla gola marginata di nero negli adulti o con macchie» di quest'ultimo colore nei giovani. 78 ATLANTI". ORNITOLOGI! 0 Questa specie abita l'Europa continentale e, attraverso la Siberia meridionale, si estende sino alla Mongolia. La sua comparsa in Italia non è del tutto certa, sembra stato preso nel Trentino e due volte in Liguria, gli altri soggetti citati sotto tal nome erano invece riferibili alD. leueonotus Idlfordi (Sharpe & Dress.). Il Salvadori non l'ammette tra le Italiane, bensì il Giglioli che cita un quarto esem- plare preso in Toscana; la sua presenza tra noi non sarchile del resto fatto molto straordinario. 66 a. Dentlrocopus leueonotus Lilforcli (Sharpe & Deesser), Piccino a dorso bianco di TAlford. \ Picus leueonotus. Bp., aec Bchat.) e Auct. [tal. (partii»), Picus Lilfordi (Sharpe & Drkss.); Picchio ili Lilford, Picchio dalmatico | Simile al precedente; testa rosso-cremisina; una fascia nero-bluastra molto più larga parte dalla mandibola inferiore e si dirige all'indietro sui lati del collo, discendendo su quelli del petto, un braccio di questa si stacca all'indietro della regione auricolare, dirigendosi verso la nuca, ove si riunisce: dorso nero colla parte bassa dello stesso ed il groppone alternati ili fascie nere e bianche, sopracoda e parte bassa del groppone neri; strie dei fianchi più larghe ed estese sui calzoni : cuopritrici inferiori delle ali più variate di nero. Lunghezza, totale 0,'"270; becco 0,m032; ala 0,m145; coda0,m105; tarso 0/"021. Abita la penisola Balcanica, la Dalmazia e l'Asia Minore. In Italia è specie accidentale e rarissima, colta però a più riprese in Toscana ed in Liguria, una volta presso Ancona e presso Pinerolo in Piemonte. 67. Dentlrocopus medius (Ltnnaeus), Picchio rosso mezzano. [Picus medius, L>. ; Piccato mezzano']. [Tav. XXVI, lig. 8 |. Fronte cenerino-rossiccia; penne lunghe ed affilate del pileo, vertice ed occipite di un bel rosso brillante; nuca e parti superiori nero-lucide; lati della faccia e del collo di un bianco più o meno puro: dai lati del collo una Larga fascia nera, che esten- desi sui lati del petto; dietro le cuopritrici auricolari corre un braccio di tale fascia, che talora giunge fino alla nuca: penne «lei fianchi rosa con numerose fascie longitudinali bruno-nerastre (mas. ad.). Penne della testa meno lunghe ed affilale: rosso dell'occipite leggermente giallastro (femm. mi.), ('cine gli adulti: rosso della testa meno puro e commisto a nero; remiganti primarie terminate di bianco (giov.). Lunghezza letale 0,m22O; becco 0,m021; ala 0,ml 22; coda 0,m080; tarso 0,m020. Abita L'Europa occidentale-centrale fino al Caucaso e verso Nord fino alla Finlandia. In Italia è specie stazionaria, ma rara: fu trovata nelle provincie sei tentrionali, in Liguria, in Toscana, nel Romano e fino in Sicilia. Nidifica, i giovani si confondono col I>. major, ma in questa specie l'occipite è nere e non rosso ed i fianchi bianco-fulvieci uniformi senza strie o con le stesse poco apparenti, mentre sono Larghe e su fondo rosa nel I>. medius. lina sottospecie poco dissimile delta D. medius Saneti-Johannis Ulani'.) vive nell'Europa sud-orientale (Serbia, Turchia', nel Caucaso, nella Persia e nell'Asia vn.ANi i: ORNI rOLOGICO T:i Minore, è distinta da] l>. medius per statura minore, pelle parti inferiori
  • . minor: fronte bianca; basso dorso e groppone bianco-puri senza fascio o con deboli indicazioni di esse: parti inferiori bianco-pure ed uniformi: talora il sottocoda ha piccole macchiette nere; statura maggiore. Lunghezza totale 0,'"164; becco 0,'"018; ala 0,'"095; coda 0,'"06b' ; tarso 0,m0 1 5. Abita la Russia settentrionale e la Siberia fino al Giappone ed all'Isola di Bering. 68 A. Dendrocopus minor Danfordi (Hargitt), V'urino rosso minore di Danford. Simile al 1>. minor: un ramo della stria che parte dalla mandibola inferiore circonda la parte posteriore della regione auricolare e si unisce sull'occipite: parti inferiori più scure e con maggiori stonature; i calzoni ed i fianchi con fascie trasversali scuro-nere. Lunghezza totale 0,'"135; becco 0,m016; ala 0,m086; coda 0,m048; tarso 0,,n014. Abita la Turchia, la Grecia, l'Asia Minore ed il Caucaso settentrionale. Un altro Picchio Americano il Colaptes auratus (L.) è stato colto nelle Isole SO ATLANTI. ORNITOLOGI! 0 Britanniche, ma il Saunders non lo ammette nel suo ottimo e recente Manuale. E, sulla sua autorità, lo eseludo da questo lavoro. Genere PIC01DES, Lacépède. Becco più corto della testa, piuttosto sottile ed appuntito, allungato, coi solchi laterali collocali assai vicino al bordo della mandibola superiore, i cui margini Laterali sono rettilinei; narici coperte di fitte penne setolose; coda cuneata, sub- eguale al tronco; tarsi scudettati, rivestiti di piume circa sino a metà lunghezza: diti in numero di tre, due rivolti in avanti ed uno solo e lungo diretto all'indietro, pollice nullo. Statura mediocre: piumaggio bianco e nero: il giallo rimpiazza il nero sulla testa dei maschi; sessi e giovani differenti. Questo genere composto di dieci specie abita L'Europa centrale e settentrio- nale, parte dell'Asia e l'America settentrionale; una sola specie si trova anche in Italia. 69. Picoides tridaetylus (Lixnakis), Picchio tridattilo. [ Picchio ti tre dita, Picchio u tridattilo]. | Tav. XXVI, eg. 11 e 12 ]. Tre diti, dei quali uno ricolti) all'indietro. Fronte e sopraciglio nero-blu e bianco; parte superiore della testa gialla all'apice delle penne, che sono bianche nella loro parte mediana, sicché appaiono le due tinte; Iati della faccia e nuca nero-blu; dalla mandibola superiore parte un mustacchio nero-blu, che si dirige sui lati del collo: una fascia dello stesso colore circonda l'occhio, le orecchie e termina sulla spalla, una terza bianca parte dalle redini, colora le guancie e ter- mina sui lati ed infine una quarta pure bianca parte dall'angolo posteriore del- l'occhio, si estende al disopra della regione auricolare e termina posteriormente sui lati del collo, riunendosi alla nuca; dorso nero, col coltro Inauro puro: i lati del- l'alto petto con larghe strie allungate nere: fianchi e sottocoda con larghe fascie tras- versali nere (mas. ad.). Testa di un nero-blu-lucido, cogli apici delle penne della parte anteriore bianco-argentee, manca il giallo (femm. ad.). Le penne nero-blu qui sono brune, le macchie allungate sul centro del petto e dell'addome nero-opache; la tinta gialla sulla testa meno estesa nei maschi, bianco argentea meno appariscente nelle femmine [giov.). Lunghezza totale 0,m210; becco 0,'"030 : ala 0,m130; coda 0,'"085; tarso 0,m022. I soggetti Italiani, come quelli della Svizzera, hanno le parti inferiori assai più variegate di nero ed il dorso presenta tinte nere bene sviluppate, che talora assumono la l'orma di fascie. La forma, che abita la Siberia settentrionale e cen- trale, il Kamciatka ed a quel che pare la Lapponia, fu distinta col nome di /'. tridaetylus crissoleucus (Bp.), ''ss'1 presenta i Lati del petto con poche e strette fascie nere, i fianchi ed il sottocoda hanno rade macchie nere, ed il bianco del dorso poche fascie nere. La tinta generale è più chiara. Secondo il Eteichenow (*) litt. .tv. Sharpe, llund-ìhl, II, pag. 216 1900 . l'av. li *stfT 1. Nocciolaia. 2. Ghiandaja. 3. Gracchio corallino. 4. Gracchio. ■"). Gazza. 6. Taccola. 7. Corvo. 8. Cornacchia nera. '.<. ;ua. Ulrico Hoepli, Editore. Milano. vn.wn ORNITOLOGICO vl il P. Iridactylus della Norvegia sarebbe pure distinto e ad esso spetterebbe il Dome di P. septentrionalù, Un'Imi <> più a proposito quello di P. tridactylus septentrionalis. Concludendo, gli Autori ammettono due forme Europee di /'. tridactylus, cioè: a) forma settentrionale o /'. /. sr/itn/fn'owìlis, bianco del gastreo più puro, fianchi con un minor numero ili strie. li) t'onna meridionale o /'. t. alpinus, bianco del gastreo menu puro e al- quanto sudicio, fianchi eoo un maggior mimerò di fascie. Nell'asiatico P. t. crissoleucus il bianco è ancora più puro e più esteso, e, secondo Menzbier, la statura è minore. (Questa sarebbe la t'orma (die vive in Lapponia. Sottofamiglia [YNGXNAE, Tjngini. Becco eorto, debole; narici coperte parzialmente da una membrana senza piume setolose; ali corte; coda lunga, arrol lata, a piume non rigide, ma molli; diti in numero di quattro. Sessi (piasi simili; piumaggio molle ed opaco come i Succiacapre, ma eolle ali lasciate come i Picchi. Hanno le altitudini dei Picchi, ma non s'arrampicano che raramente, non potendo come essi usare la coda per sostegno e non praticano fori snidi alberi, avendo il becco troppo debole, ma come quelli si nutrono di formiche, di in- setti e di larve, e talora si vedono saltellare sul terreno in cerca di formiche; nidificano nelle buche degli alberi, che non si scavano, ma scegliendo quelle già praticate da altri uccelli, senza fabbricar nido e deponendo varie uova bianche e lucide. Hanno il potere di allungare il collo, e di torcerlo in modo singola- rissimo, tenendo il corpo immobile, ciò che tanno specialmente quando sono distur- bati. Questa sottofamiglia comprende il solo genere Iynx. Genere IYNX, Linnaeus ('). Becco più corto della testa, senza solchi laterali, diritto, quasi conico: narici basilari, in parte coperte da una membrana; lingua lunghissima, vermiforme, retrattile senza setole, coll'apice corneo e piatto; ali moderate, piuttosto corte; coda rotonda di 12 penne ordinarie, col paio esterno piccolo; tarsi forti, scudet- tati, piumati in fronte sino al disotto della giuntura; diti quattro, due in avanti riuniti alla base e due all'indietro, liberi, col 4° rivolto all'indietro e più breve del .">"; unghie mediocri, acute, soleate lateralmente. Si conoscono quattro specie del genere /////.*• disseminate in gran parte della regione Paleartica e dell'Indiana, una sola di esse giunge in Europa, 70. Iynx torquilla, Linnaeus, Torcicollo. [Tav. XIII, flg. 4 e Tav. L, flg. 1 a J. Testa e nuca grigio-chiare alla base delle penne, con una lascia trasversale nera presso l'apice, preceduta da altra marrone: sul centro della nuca e sul dorso (') Linneo gerisse Iynx (1758) e Vun.r 1 7»>f> ■. m:i, coinè osserva il Sonile vali, de\e eoiieji^iTsi COI) Iynx. Atluni> 01 nitologico. 1 1 82 ATLANTF. ORNITOLOGICO una larga estensione di penne nere nel centro, con cospicuo margine e contorno rossastro, ciò che forma uno spazio ben distinto; due altri spazi longitudinali consimili sulle scapolari; dorso, groppone e sopracoda misti di grigio e rossiccio con leg- geri zig zags nerastri; gastreo bianco-gialletto, con fascie nerastre, clic verso l'ad- dome assumono la t'orma di macchie triangolari; timoniere grigie con zig-zags nerastri e quattro o cinque bande ben distinte nere più o meno lucide {ad.). Nelle parti superiori prepondera il grigio sul castagno, lo spazio dorsale è quindi più appariscente; parti interiori tinte di giallo-fulvo più accentuato e colle fascie meno numerose e decise igiov.). Lunghezza totale 0,m175; becco 0,n,013; aia 0,,n082; coda 0,m070; tarso 0,m018. Il Torcicollo va soggetto all'albinismo, ma raramente. Questa specie aiuta tutta la regione Paleartica, svernando nelle parti meri- dionali. In Italia è specie estiva e nidificante, comune; arriva di aprile e parte a settembre, non pochi individui si trattengono durante l'inverno nelle nostre Provincie centrali e meridionali, per cui sarebbe anche uccello sedentario. Nel Veneto l'uccisi due volte in dicembre. Famiglia CUCULIDAE, Cuculiai. Becco mediocre, conico, arcuato, dilatato alla base, un po' allungato; narici basilari, scoperte; regione perioculare di solito in parte nuda; ali (remiganti pri- marie) e coda composte di solito di 10 penne, questa talora di 8 ; gambe rivestite di penne; tarsi corti e deboli; diti zigodattili coll'interno versatile. Questa famiglia ha distribuzione cosmopolita, e consta di 6 sottofamiglie con circa 17 generi e 75 specie. Sottofamiglia CUCULINAE, Ouculini. Coda di 10 penne colle cuopritrici che non arrivano a metà della sua lun- ghezza; ali lunghe. I Cuculi frequentano i giardini, i campi alberati e le boscaglie; sono insettivori ed in parte anche mangiano frutti; volano con eleganza e rapidi là. assomigliando allora un po' allo Sparviere anche pelle ali e la coda lunghe. Sono migranti e mutano due volte all'anno. Si dividono in 42 generi ed ab- bracciano circa 170 specie sparse in tutto il Mondo. Talune specie non fabbricano nido, né covano le uova, ma hanno abitudini parassite; altri fabbricano il nido sugli alberi e sono molto amorosi della loro prole. Genere CUCULUS, Linnaeus. Becco piuttosto corto, mandibola inferiore diritta, la superiore leggermente intaccata verso l'apice e col culmine alquanto curvato; apertura del becco grande ed estesa fino sotto gli occhi; lingua cotta: contorno dell'occhio poco denudato; ATLANTE < (UNITI >L< IGICO 83 narici rotonde, basilari, con un orlo rilevato; nessun ciuffo; ali allungate, che giun- gono al di là della metà della coda; remiganti primarie in numero di LO pe ■ colla 3" remigante la più Lunga e la 1 più corta della primaria più interna; coda allungata a ventaglio, quadrata di li» penne, colle quattro mediane quasi eguali; tarso corto, acudettato, piumato sino a metà Lunghezza e subeguale al dito esterno: piede piuttosto corto e debole con due diri volti in avanti e due al- l'indietro, pollice corto, l'esterno anteriore il più lungo. Sessi quasi simili, giovani differenti; tinta grigia predominante negli adulti. Il genere Cuculus abbraccia 10 specie sparse su tutto il .Mondo, la Polinesia eccettuata. 71. Cuculus canorus. Linnaei s, Cuculo. |Tay. XXIV, fig. 5 e 6 e Tav. L, dg. 26], Parti interiori di un cenerino-piombato più cupo e bluastro sul groppone e sul sopracoda, più pallido sulla gola e sull'alto petto; resto del gastreo bianco con tascie regolari nerastre, più fitte sul petto che non sull'addome e sul sotto- coda: coda graduata nerastra, macchiata irregolarmente di bianco sullo stelo, sul margine ed all'apice delle penne (mas. ad.). Tinta cenerina menu pura, base della gola lavata di rossastro (fauni, ad.). Parti superiori bruno-cupe con lascio trasver- sali rugginose ed alcune penne traversate o fasciate di bianco; una macchia bianca sulla nuca e talora una seconda sulla fronte; parti inferiori bianche lavate di ocraceo e con fascie nerastre; timoniere a fascie rugginose e nerastre e con macchie bianche all'apice, sul bordo e lungo lo stelo (giov.). Parti superiori a fascie nere e rossiccio-cannella; groppone e sopracoda cannella-vivace e di solito uni- forme: gastreo bianco-ocraceo con fascie bruno-scure; timoniere a fascie rossiccio- cannella e nere e con una larga banda nera subapicale (fase epatica). Lunghezza totale 0,ra340; becco 0,'"021: ali 0,m230; coda 0,'"175; tarso O."'0l - Abita l'intera regione Paleartica, migrando d'inverno fino nell'Africa meridio- nale e nell'India ed attraverso la sottoregione Malese sino all'Australia. K uccello estivo e comune in Italia, arriva d'aprile e riparte d'ottobre. Si riproduce ovunque dalla metà di maggio al luglio. Si sa che il Cuculo non fàbbrica nido, né cova le proprie uova, ma le colloca nel nido di un altro uccello scelto a bella posta e sembra che pre- scelga di metterle in quei nidi che contengono uova simili alle sue, che sono molto variabili di colorito, deposita solo un uovo, talora due in ciascun nido e sembra che la femmina del Cuculo deponga tre, quattro e fino venti uova in un periodo di parecchie settimane. A spiegazione di tale fatto si cita la grande scarsità di femmine, che offre questa specie in riguardo del numero dei maschi ed il fenomeno che le uova di Cuculo sono depositate a notevoli intervalli, questi due fatti realmente difficultano la cura dell'incubazione. Le uova di Cuculo fu- rono trovate nel nido di più di cento specie di Uccelli (Passeracei, Ita lupicanti, Colombi e forse la Gallinella d'acqua ed il Tuffetto). Il giovane Cuculo viene cosi allevato dai nuovi parenti ed essendo vorace e bisognoso di molto cibo, scaccia i compagni dal nido o ne getta le uova se non sono ancora sgusciate, ciò che succede talora nel terzo giorno dalla nascita, quando è ancora nudo e cieco o alle volte più tardi. Talora due uova di Cuculo sono depositate nel medesimo 84 1TLANTE ORNITOLOGICO nido, ma non però dalla stessa femmina, allora quando i due piccoli sono nati, sorgono fiere contese, sinché il più torte a colpi d'ala e col groppone ne scaccia il più debole. Le uova di Cuculo sono molto piccole, data la sua mole e variano assai di colori', di solito di un bianco-grigiastro macchiate di fulvo-verdastro o blu-pallido, o verde-bluastre, o bianche, o grigie macchiate «li rossigno, etc. Genere COCCYSTES, Gloger. Becco mediocre con entrambe le mascelle leggermente curvate in basso, apertura dello stesso moderata: narici basilari, ovali, non marginate, colla parte superiore chiusa da una membrana; contorno dell'occhio in gran parte nudo; un ciuffo sulla testa; ali che non giungono alla metà della coda; remiganti pri- marie in numero di dieci. .'V e 4:' subeguali e le più lunghe; coda di 10 penne lunghe e graduate: tarso lungo e forte, più lungo del dito esterno anteriore, piu- mato nella sua parte alta, nudo all'indietro, coperto sul davanti di quattro scu- detti grandi e di tre inferiori più piccoli: quattro diti, due anteriori e due all'indietro. Sessi (piasi simili, giovani differenti dagli adulti. Questo genere cousta di sei specie, che abitano l'Africa e l'Asia tropicale, una di esse arriva sino nell'Europa meridionale. Non fabbricano nido, ed anche in tal rapporto hanno le abitudini del gen. Cuculus. 72. Coccystes glandarius (Lixxaeus), Cuculo dui ciuffo. Testa, suoi lati e nuca di un cenerino-chiaro con lo stelo nero, le penne molto lunghe e formanti un ciuffo che cade all'indietro; parti superiori cenerino-brune, macchiate di bianco all'apice delle penne delle ali e sulle cuopritrici della coda: gastreo bianco, tinto di cenerino sui fianchi, di lionato sulla gola e sul petto; coda molto lunga, graduata, biancastra all'apice (ad.). Ciuffo corto o quasi nullo, testa nero-lucida; le macchie bianche sulle parti superiori leggermente lionate; si no- tano tinte fulvo-vivaci sul collo e sul petto (tjior.). Lunghezza totale 0,m415; becco 0,m026; ala 0,m215; coda 0,m220; tarso 0,ra032. Abita il Nord dell'Africa e l'Europa sud-occidentale, spingendosi verso est fino alla Persia e giungendo talora nell'Europa centrale. In Italia è specie di comparsa accidentale e molto rara, che trovasi più facilmente in Liguria ed in Sicilia, comparve nel Napoletano, nelle Puglie, nel Romano, in Toscana e presso .Mantova, nel Veneto è rarissima, non venne mai colta in Sardegna. Sverna nel- l'Africa tropicale. Genere COCCYZUS, Veeillot. Becco lungo circa quanto la testa, curvato ed appuntito all'apice; un piccolo spazio nudo attorno all'occhio; narici basilari, elittiche, esposte; ali rotondate, al (pianto appuntite all'apice, la .'!' remigante primaria la più lunga, 1 e 2" corte; coda di 10 penne, molto graduata, poco più lunga delle ali; tarso nudo, non più lungo dei diti. MI \N I I ORNI rOLOGICO 85 Testa senza ciuffo; penne tibiali complete; piumaggio opaco; sessi simili, i giovani differenti dagli adulti. Questo genere consta di sci specie sparse nell'America, eccettuate le estreme latitudini, due di esse giungono accidentalmente in Europa. Sono uccelli insettivori di abitudini migratorie, non parassiti, ma fabbricano il nido, deponendo uova verdastre che essi stessi covano, mostrandosi poi assai amorosi della prole. 73. Coccyzus americanus I.ixx.\ii>. Cuculo a/mericano. Becco, mandibola superiore gialla alla base, bruna nel resto, l'inferiore gialla colla punta bruna; lati della fronte, della testa e d'attorno al becco oliva-grigia- stri; guancie bianche; parti superiori e cuopritrici delle ali brune con riflessi me- tallici olivastri; gastreo bianco, tinto di grigio sul collo; remiganti brune, tinte di castagno, che è più vivace dal lato interno delle penne; coda, molto graduata, nero- bruna con una larga t'ascia apicale bianca ad.). Becco giallo; manca il castagno sulle ali; coda grigiastra di sotto, fascia apicale più ristretta (giot>.). Lunghezza totale 0,m303; becco 0,'"023; ala 0,'"149; coda0,m157; tarso 0,' 027. Abita l'America settentrionale-temperata, la centrale e la meridionale, giun- gendo d'inverno tino all'Argentina. Accidentale in Europa, venne preso sei volte nelle Isole Britanniche, un soggetto comparve nel Belgio, due in Francia ed uno in Italia nell'ottobre 1883 in Piemonte, esemplare che si conserva nel R. Musco di Firenze. 74. Coccyzus erythrophthalmus (Wilson), Cuculo a me riamo dagli occhi rossi. | Coccygus erythrophthalmus (Wils. : Cuculo americano occMo-rosao]. Simile al precedente del quale ha la statura; becco nero, bluastro alla base della mandibola inferiore; circolo oftalmico rosso-scarlatto; parti superiori con ritiessi di color rame sulle ali; il castagno sulle ali manca quasi del tutto ed è solo accentuato sul vessillo esterno alla base delle remiganti; coda più dilavata di colore, cogli apici bianchi molto stretti e preceduti da una banda subapicale nero-scura. Abita le regioni orientali dell'America del Nord, giungendo d'inverno sino alle isole Trinità e Cuba, alla Colombia ed al Perù orientale. Accidentale in Eu- ropa, uno fu ucciso in Irlanda nel 1871 ed un secondo presso Lucca nel 1858; questo è conservato nel R. Museo di Pisa. Sottordine ANISODACTYLI - Anisodattili. Diti tre in avanti, tutti più o meno riuniti alla base, il quarto sempre rivolto all' indietro nelle specie Europee. 86 ATLANTI ..i:\i i,,i n,,ir,, Famiglia C0UACI1DAK, specie, sparse nelle parti temperate e tropicali del Mondo Antico. Abitano le campagne alberate ed i boschi, nutrendosi esclusivamente d'insetti, di rettili e di piccoli mammiferi. Nidificano nelle buche degù' alberi o delle case in rovina o disabitate, fabbricando un nido di radici e di stecchi, ove depongono varie uova di un bianco lucido. Genere CORACIAS, Linnaeus. Becco duro, robusto, arcuato, più lungo che largo, nudo alla base, leggermente uncinato, apertura larga; narici oblique, a metà coperte da una membrana piti mata; redini limitate sul davanti da un citi Ilo di setole rigide; spazio post-oculare nudo: ali lunghe, con 10 penne primarie, delle quali la L,:| e la .'! ' le più lunghe; coda piuttosto grande, di 11' penne; tarso più corto del dito mediano con unghia, a scudetti larghi sul davanti e reticolato all'indietro coi diti liberi, tre rivolti sul davanti ed uno all'indietro; unghie robuste. Questo genere abbraccia undici specie, che abitano l'Europa, l'Africa e l'Asia centrale tino all'India ed a Celebes: una sola di esse giunge in Europa. 75. Coracias garrulus, Linnaeus, Ghiandaia marina. [Tav. Xltt. Bg. L']- Fronte, parte anteriore del sopraciglio e mento di un bianco-grigio; testa, collo e parti interiori blu-pallide, qua e là verde-mare; gita ncie, regione auricolare e gola blu pallide con lineette centrali blu-chiare, talora argentine; cuopritrici blu-verde pallide, quelle lungo il margine alare blu d'oltremare; dorso e scapolari nocciola- cupe; groppone violetto-porporino scuro e blu-chiaro; le due timoniere esterne un po' più corte delle altre, con una macchia apicale nero-blu (ad.). 11 verde tinto di gialliccio, il dorso meno vivace e misto a verde; le parti intcriori /issai più pallide, brunastre sulla gola e sull'alto petto con strie longitudinali verdoguolo- bianchiccie; penne esterne della coda più corte delle altre e senza macchie api- cali igiov.). \ 1 1 \\i i 0RNI1 [( 0 87 Lunghezza totale o. ;;40; becco O/'ol-s; ala 0,' L92; coda 0,m130; tarso 0,m022. Vive nell'Europa e nell'Asia centrale e meridionali', si estende verso est fino al Kaseniir ed all'India, nord-occidentale, sverna nell'Africa. In Italia è uccello estivo, (die giunge in aprile e nel maggio e parte in settembre, raro nelle parti sei tentrionali, poco comune indie centrali, piuttosto abbondante in Calabria ed in Sicilia; in Sardegna sarebbe scarso e mancante in Corsica. Nidifica. Non ho citato il C. indicus, Linnaeus tra gli uccelli Europei perchè l'unico soggetto registrato come tale e conservato nel Collegio Bebck a Costantinopoli non f'n ucciso in Europa, ma sulla costa asiatica del Bosforo ('). È specie che aiuta l'India, estendendosi verso ovest tino alla Persia ed all'Arabia. Famiglia MEROPIDAE, Meropidi. Becco subeguale alla testa, affilato, curvato, appuntito, col culmine munito di un solco rialzato e mal definito; lingua lunga e lanceolata; narici basilari, in parte o nel tutto coperte di penne setolose; ali lunghe e appuntite, colla la remigante primaria di solito corta e stretta; coda di 10 penne, colle due centrali spesso più lunghe delle laterali ed acuminate; tarsi corti e deboli. Forma slanciata; colori brillanti; penne del petto, in alcuni generi, molto al- lungate e pendenti; la muta è semplice, i giovani nascono inetti, gli adulti sono simili Inter -se e differenti dai giovani. Questi uccelli hanno in parte abitudini sedentarie, altri sono migranti, fre- quentano i giardini ed i siti alberati, mangiano esclusivamente insetti che pren- dono a volo; nidificano nelle buche delle roccie o nella rena, scavandosi essi stessi il foro e vi depositano poche uova rotondeggianti di un bianco-puro, senza costrurre alcun nido. Questa famiglia abbraccia cinque generi con 35 specie, sparse nelle zone temperate e tropicali del Mondo Antico. Genere MEROPS, Linnaeus. Becco allungato, leggermente curvato, tetragono, appuntito all'apice, col cul- mine elevato, apertura del becco larga; narici ovali, basilari, in parte coperte di peli diretti in avanti; ali lunghe di 10 primarie, la la rudimentale, la 2" la mas sima e subeguale alla .">" ; coda abbastanza lunga, quadrata e tornita di li' penne, colle due centrali appuntite e che sorpassano notevolmente le altre; tarsi scudet- tati; diti piccoli, tre sul davanti ed uno all'indietro; il mediano unito all'esterno con una membrana fino alla 2a articolazione ed all'interno fino alla 1', il poste- riore colla base dilatata; unghie sottili, curvate ed acute. Questo genere dai brillanti colori consta di 17 specie, che abitano l'intero Mondo Antico, tranne le latitudini nordiche, due di esse giungono anche in Europa. ') Ibis. 187U, pag. iì:ì. 88 ATLANTI ORNITOLOGICO 76. Merops apiaster, Linnaeus, Gruccione. ( Groitaione, Mi ropi |. [Tav. XIII, iìl Fronte bianca, die sfuma in blu d'acqua marina ed in verde smeraldo; testa, mica, parte posteriore del collo e dorso di un marrone castagno vivo, fulvo-gialletto sulle scapolari, a guisa di due bande; groppone blu e verde gialle; sopracoda verde; gola giallo d'oro, limitato in basso da una banda nera: gastreo verde-blu; coda verde mista a blu, colle due timoniere mediane appuntite ed eccedenti (mas. ad.). Tinte meno vivaci: testa e dorso lavati di verde; le due penne mediane della coda più corte {fetnm. ini.). Tinta pallida: manca la fascia nera sulla gola (giov.). Lunghezza totale 0,'"290; becco 0,m031; ala 0,m145; coda, timoniere mediane 0,mllf); le due penne centrali eccedono le laterali al massimo di 0,m030; timoniere laterali 0,'"090; tarso 0,m012. Abita l'Europa meridionale e parte della centrale ed è accidentale nelle re- gioni settentrionali, si estende fino all'Asia centrale e d'inverno migra in Africa e nell'india nord-occidentale. In Italia è uccello estivo, comune nelle provincie centrali e meridionali e nelle Isole, raro nelle settentrionali. Nidifica comunemente nelle parti centrali e meridionali, ma di rado nella Valle Padana. Arriva in aprile e nel maggio e riparte in settembre. 77. Merops persicus. Pallas, Gruccione egiziano. L Grottaione egiziano ]. Fronte bianca, che poi sfuma in blu; sopraciglio e striscia sulle guancie blu di turchese; redini nero-verdone, che si estendono in una fascia che abbraccia l'occhio e termina poco dopo; parti superiori, petto ed addome di un verde-glauco, bluastro sul sopracoda; guancie di un blu-chiaro, separate dal nero dello spazio auricolare da una linea bianca; mento giallo; gola rosso-mattone; le due timoniere centrali ec- cedono le laterali (mas. ad.). Bianco della fronte e blu del sopraciglio più ristretti (femm. "5; timoniere laterali 0,m100; tarso 0,m012. Abita l'Africa e l'Asia lino all'India nord-occidentale. Accidentale in Francia, nella Grecia e nella Russia meridionale: in Italia è specie rarissima, venne presa in Liguria, nel Barese, a Malta e forse in Sicilia. La citazione del Dubois(') sulla cattura di un M. viridis, Linnaeus ('') in Si- (') Bev. , 1SS7 questo esemplare dm rebbe riferirsi al '/. viridissimut, Swainson, ohe egli crede diverso dal >/. viridis, Linnaeus. Il prii aiterebbe l'Africa, l'altro l'Asia me- ridionale. I-'. 1. Tordela. 2. Tordo. 3. Tordo sassello. I. Cesena. 5. Merio dal collare. 6. Merio fà* ad.). 7. Merlo ($). 8. Rigogolo ((? ad.). 9. Rigogolo DIrico Uoepli, Editore, Milano MI l\IK OBNITI li 0 89 cilia, basa certamente su inesatte informazioni. È specie che abita l'Egitto e l'Africa nord orientale Sno alla Senegambia e l'Asia attraverso la Persia fino all'India, e non pare sia mai comparsa in Kuropa. Famigj i\ ai.< IEDINIDAE, Alcedinidi. Becco diritto, subtetragono, appuntito, più Lungo della testa, col culmine spia- nale o leggermente rotonde: apertura larga, lingua acuta e brevissima; narici basilari, coperte di piume: ali alquanto lunghe, leggermente rotonde, di 10 pri marie; coda composta di lo a 12 penne, talora eguali e corte o molto lunghe e eolle due mediane eccedenti le laterali; tarsi deboli, eorti, reticolati, coperti ili pelle molle e nuda: diti anisodattili, deboli e corti, col 4" unito al '.',"' per più di metà della sua lunghezza, il 2" al 3° nel sito terzo basilare, il pollice corto, piatto di sotto, il dito interno sempre corto, talora rudimentale o mancante. Colore vario, talora opaco o vi predominano il blu-metallico, il verde, il ca stagno; forme massiccie: sessi simili, i piccoli nascono nudi e completamente inetti: cangiano le penne una volta all'anno, talune specie peto hanno doppia muta. Nidificano nelle buche e depositano uova bianche, quei generi che hanno abi- tudini (Inviali le collocano in fori scavati nell'arena in prossimità delle acque, gli altri nelle buche degli alberi. Alcune specie si cibano eslusivamente di pesci, altre di insetti, di molluschi terrestri e di rettili. Questa famiglia abbraccia l".i generi con circa 200 specie sparse per tutto il Mondo, comprendendo anche i Dacelonini (Daceloninae della Regione Indiana. Genere ALCEDO, Lixnai.i s. Becco più lungo della testa, robusto, quasi diritto, compresso, largo e forte alla base; testa con un ciuffo poco sviluppato; narici basilari, semichiuse da una membrana; lingua carnosa, brevissima; ali piuttosto corte, rotonde, di 10 remi- ganti primarie, 2a e 3a le più lunghe: coda molto corta, di dodici penne; -ambe nude sopra l'articolazione del tarso; tarso alquanto corto; diti piuttosto corti, tre an tenori uniti alla base, uno volto all' indietro e leggermente più corto dell'interno; unghie arcuate ed acute. Questo genere consta di 10 specie, che abitano gran parie del Mondo Antico, mancando nell'Australia, nella Polinesia ed in America. 78. Alcedo ispida, Linnaki s, Marlin pescatore. [Piombino, Uccel Santa Maria], [Tav. XXIV, lig. 10]. Redini ed una fascia che avviluppa l'occhio nere; un ciuffo corto sulla testa nero-blu, tinto di lapislazzoli verso l'apice delle penne; dorso, groppone e sopra coda verde-celeste di lapislazzoli; una fascia sopra le redini, regi auricolare. lati della faccia, petto e parti inferiori di un castagno-vivace; guancie ed una mac- Atlante ornitologico. 12 HO ATLANTE ORNITOLOGICO chia sui lati del petto di un blu-carico; uno spazio sui lati del collo e gola bianco- fulvi; cuopritrici delle ali verde-nerastre, terminate di blu di lapislazzoli (mas. ad.). Cuopritrici delle ali verde-oliva; penne sul davanti del collo e del petto margi- nate di bia n castro-cenerognolo; gola e gastreo bianco-fulvicci igiov.). Lunghezza totale 0,'"180; becco 0,'"035: ala0,'"080; coda0,m035; tarso 0,m009. Il Martin pescatore abita l'Europa, l'Asia settentrionale, l'India, il Burina, la Cina, la Malesia, le Molucche, le Filippine e le Isole della Sonda, però nell'Isola di Flores i Indie or.) vive una specie affine VA. floresiana, Sharpe, e nelle Mo- lucche si trova anche VA. ispidoides, Lesson, etc. In Italia è specie ovunque stazionaria e comune, però migra parzialmente d'inverno dalle provincie set- tentrionali, portandosi nel sud della Penisola e nelle Isole. Nidifica da aprile a giugno. Genere CERYLE, Boie. Becco robusto, più lungo della testa, assottigliato fino alla punta, col culmine carenato, compresso sui lati, apertura del becco grande; narici basilari, colla membrana nasale corta; ali mediocri, piuttosto lunghe e larghe, la 1" remigante primaria molto corta, 3a e 4a le più lunghe; coda piuttosto allungata e legger- mente rotonda; tarsi scudettati, assai corti e robusti; piedi corti, deboli, coi tre diti anteriori riuniti alla base, il posteriore volto all' indietro; unghie compresse, acute, arcuate. Piumaggio poco brillante, bianco e nero; testa ornata di un ciuffo; dorso grigio o verde senza blu; sessi differenti. Questo genere consta di 10 specie, che abitano i paesi Mediterranei, la Re- gione Etiopica e l'Indiana, portandosi fino al Giappone, e l'America. 79. Ceryle rudis (Linnaeusi, Martin pescatore Manco e nero. Parti superiori nere, macchiate e variate di bianco; un tratto bianco dal becco fino alla regione auricolare, passando al disopra dell'occhio; penne della testa al- lungate a ciuffo; parti inferiori candide, con due fascie nere attraverso al petto, l'ima larga, l'altra stretta; remiganti e timoniere nere con macchie bianche (mas. ad.). Petto attraversato da una sola banda (femm. ad.). Come la femm. ad., parti supe- riori molto più scure; macchie nerastre sulla gola; fascia sul petto grigiastra, marginata di nero (giov.). Lunghezza totale 0,'"269; becco 0/"054 ; ala0,ra134; coda0,'"090; tarso 0,'"0 10. Abita le contrade orientali bagnate dal Mediterraneo tino alla Persia e l'in- tera Africa. Questa specie fu citata senza fondamento per la Sicilia dal Malherbe, ma fino ad ora non venne trovata in Italia ('e per l'Europa comparve in Grecia ed in Turchia, ma vi è specie rara. (') Nella Raccolta Magni Griffi composta, per quanto so, di esemplari colti in Liguria, esiste un C. /»rfis eolla data 1867, Bocca di Magra . esso è passato ora con molli altri al R. Museo Zoologico Ali \Mi ORNITOLOGICO '.' 1 Due esemplari dell'affine C. aleyon (Linnaeus) furono presi in Irlanda, ma l'Autore Inglese più moderno, che è il Saunders, non L'ammette nella sua lista; un terzo sarebbe stato ucciso in Olanda presso Arnheim nel dicembre L899 (*). Abita il Nord-America, arrivando d'inverno fino alle Antille. Anche una specie del gen. Haleyon e precisamente L'jET. smyrnensis (L. com- parve nelle Liste Europee. Questo uccello abita gran parte dell'Asia, estendendosi verso oriente fino alla Cina, verse occidente alla Siria, verso sud sino alle Isole Andamane; venne trovato a Lenkoran nel Caucaso (Radde), due altri soletti rebbero stati veduti Lungo il Reno, uno dei quali dallo stesso Alt uni - . Credo pru- dente attendere prove più sicure per ammetterlo tra le specie Europee. La sua statura oscilla- tra 0,m284 e 0,m288. La testa, il collo ed il gastreo sono di un bianco- rossiceio-cupo; il mento, la gola, il gozzo ed il petto bianchi: il groppone ed il sopracoda blu di lapislazzoli; il mantello, le spalle e gran parte delle ali di un blu-scuro; il becco ed i piedi rossi. Famiglia UPUPIDAE, Upupidl Becco più lungo della testa, sottile, arcuato, molto compresso ed ottuso al- l'apice; narici aperte, rotonde, basilari, seminude; lingua corta, triangolare, col- l'apice ottuso; ali rotonde, di 10 primarie, la 4a e la 5" le più lunghe, la la metà in lunghezza della 2n ; coda di 10 penne, più lunga delle ali, leggermente cuneata e quadrata all'apice; gambe rivestite di penne; tarso piuttosto corto, ma più lungo del dito mediano; diti, tre diretti in avanti, il quarto pure ben sviluppato e volto all' indietro, il dito esterno unito alla base col mediano. Piumaggio opaco, senza lucentezza metallica; pileo ornato di un lungo ciuffo, formato di due serie longitudinali di penne, che sono erigibili a ventaglio; sessi eguali, adulti e giovani poco differenti di colorito; mutano due volte all'anno, in marzo e nel settembre. Questa famiglia contiene il solo genere Upupa con sei specie sparse nella re- gione Paleartica meridionale, nell'Africa, nel Madagascar e nell'Asia, ove si esten- dono fino al Giappone ed a Borneo. Frequentano i giardini e le boscaglie non lontane dai campi coltivati e dalle pianure ed emettono un grido strano e monotono, che si riproduce con bu, bu, bu, bit, bu e che ha riscaldato talmente la fantasia popolare da farli considerare uccelli di triste augurio; volano a scatti, battendo spessissimo le ali. Nidificano nelle buche degli alberi senza far nido e lasciando accumulare nello stesso gran copia di escrementi, che esalano un forte fetore; le uova sono allungate grigio-verdastre, macchiate di grigio-scuro. di Roma. Il mio amico Conte di Carpegna mi ha gentilmente favorito nn Elenco dei detti soggetti, ed io non ho mancato di citarli nel mio lavoro ma con le maggiori riserve, perchè dubito fortemente del- l'esattezza di tali notizie e perchè temo che la buona fede del Magni Griffi sia stata più volte sfrattata. E ciò mi semina tanto piti palese, (piando si pensi che nel solo anno 1869 egli avrebbe avuto la Sylvia Hinp- pelli, Tenni)., il Turila* ustulatue Swainsoni (Cab.) e la Plerocoryt < sibirica (Gm.), ciò che mi pare troppo fortuna ! ! l'i Aquila, p. 194 (1901 1. (;) Naomann, VSgél Deuttchl. voi. IV, pp. 360-3b'l, nuova ediz. (1901). 92 ATLANTE ORNITOLOGICO Genere UPUPA, Linnaeus. Ha i caratteri della famiglia. '- ' 80. Upupa epops, Linnaeus, Upupa. [Bubbola]. [I'av. XXIV, fig. 7 o Tav. L, tìg. 3]. Ciuffo sulla testa isabella-carico, con un grande spazio apicale nero ed alcune penne ornate di una macchia preapicale bianca; dorso e parti inferiori isabelline, vinate sul petto, biancastre sull'addome, con strie brunastre sui fianchi; groppone nero, marginato di bianco-fulviccio ; sopracoda bianco-perfetto; ali a fascie bianche e nere : coda nera con una fascia bianca trasversale nel centro, più larga sulle timoniere esterne (ad.). Becco e ciuffo più corto, strie brunastre dei fianchi più sviluppate igiov.). Lunghezza totale 0,m260; becco da 0,,n050 (ad.) a 0,'"035 {giov.); ala 0,m145; coda 0,'"100; tarso 0,'"021. Abita la regione Paleartica, dall'Inghilterra e dalla Scandinavia fino al Giap- pone, alla Persia ed all'India centrale, è accidentale alle Spitzbergen, migra nell'autunno in Africa sino alla Senegambia. In Italia è specie estiva, abbastanza comune, d'arrivo in marzo ed in aprile, riparte da settembre a ottobre e nelle parti meridionali anche in novembre. Vi è molto da dubitare sulla notizia che nel I '.arese sia specie stazionaria. Nidifica. Sottordine HIANTES - Ianti. Diti anteriori liberi o con una membrana interdigitale: dito posteriore (pol- lice) assai corto, diretto in avanti od opposto e versatile. Famiglia CAPRIMULGLDAE, Caprimulgidi. Testa grande, depressa; becco molto piccolo, spianato alla base, legger- mente uncinato e contornato di setole assai sviluppate; occhi molto grandi; na- rici basilari, con un bordo rialzato, talora tabulari; apertura del becco molto grande ed estesa fino oltre la metà dell'occhio; ali più o meno lunghe ed appuntite, di 10 primarie; coda con 10 timoniere; tarsi in generale molto corti, nudi o piu- mati; piedi assai piccoli; diti tre rivolti in avanti, talora con un numero inso- \ I I WTI ORNITOI OGII 0 93 lito di falangi, il mediano unito ai laterali da una membrana; unghie lunghe, non retrattili, con quella del dito mediano spesso pettinata. Giovani inetti, ma coperti ili piumino; piumaggio molle e morbido, di tinte opache, sessi e giovani quasi eguali; mutano due volte all'anno in primavera ed in autunno. Questa famiglia è composta di 19 generi, comprendendo anche L'Americano Nycfflrius, Vieill. dall'unghia del dito mediano non pettinata, ed in tutto una no- vantina di specie sparse indie regioni temperate e tropicali del Mondo intero. Frequentano le aperte campagne e le boscaglie, raramente escono di giorno, ed hanno abitudini notturne o crepuscolari coinè i Rapaci notturni ai quali assomi- gliano per il piumaggio molle e vellutato, per il volo silenzioso e di solito per il colore protettivo: alcune specie si presentano migranti, portandosi al Sud d'au- tunno; sono eminentemente insettivori e all'oliano la preda volando e tenendo aperta la larghissima bocca. Non fanno nido, ma depositano sulla nuda terra e di solito frammezzo ai cespugli due uova di coloro vario e spesso protettivo. Per Le altitudini ed il colorito dettero luogo ai più strani pregiudizi del volgo. Genere CAPRIMULGUS, Ltnnàeus. Becco molto piccolo e corto, flessibile, allargato alla base, compresso al- l'apice: mandibola inferiore coli' apice rivolto all'insù e che tocca quello della superiore che è adunco, base del becco circondata da setole dirette sul davanti, dietro il punto di contatto degli .apici delle due mascelle un meato ben distinto; apertura del becco larghissima, estesa al di là dell'occhio; narici basilari, membra- nose, coperte di piccole penne; ali grandi di 10 primarie, la 1" leggermente più corta della 2,s che è la massima; coda di 10 penne lunghe e leggermente rotonde; tarsi molto corti, piumati nei due terzi superiori; piede piccolo e corto; diti tre rivolti in avanti, dei quali il mediano più lungo dei due laterali, che sono eguali, l'interno unito al mediano da una membrana e munito di quattro falangi, il quarto rivolto all'indietro; unghie piccole, curvate all' infuori, quella del dito mediano pettinata sul margine interno. Questo genere consta di 42 specie, tre delle quali giungono più o meno re- golarmente in Europa. I Succiacapre hanno l'abitudine di cercare gl'insetti frammezzo gli armenti, questo costume fece nascere ai pastori l'idea che essi succhiassero il latte delle capre, e da ciò il loro nome ripetuto in tutte le lingue. 81. Caprimulgus europaeus, Linnaeus, Succiacapre. | Nottolone']. l'I \v. XXIV. fig. 8. e Tav. L. Bg. 1 &.]. Testa e parti superiori di un grigio-cenerino e brunastro a zig-zags sottilissimi e con grandi macchie allungate nere sul centro della testa ed una ristretta lungo lo stelo delle penne sulle parti laterali della stessa; dorso e groppone con una stria nera, allungata e più larga sulla linea mediana; parti interiori a zig-zags brunastri, 9+ ATLANTE OUNITOI.OGICO grigi e fulvicci e cou grandi macchie bianco-fulviccie sui lati della gola; le tre prime remiganti primarie con una macchia bianca sul mezzo del vessillo interno, le due timoniere esterne da ogni lato colFestremità bianca (mas. ad.). Colori più scialbi; mancano le macchie bianche sulle remiganti e sulle timoniere esterne (fri/ut/, ad.). I giovani sono più opachi di tinte, ma hanno le macchie sulle remi- ganti e sulle timoniere (che mancano anche nelle femmine giovani) di un fondo di tinta più rossigno. Lunghezza totale 0,m280; becco 0,'"009; ala0,'"198; coda0,'"145; tarso 0,'"014. Abita l'Europa fino al 63" di lat., la Siberia meridionale e l'Asia minore, sver- nando nell'Africa. In Italia è specie estiva, abbastanza comune, arriva d'aprile e nel maggio, ripartendo in ottobre. Nidifica, e fu asserito che sverni in Sardegna, tatto che non venne poi confermato. Il signor Hartert (J) ha distinto una forma del C. europaeus, che presenta statina minore ed ali, anche in proporzione, più corte e la chiamò C. europaeus meridioiialis, essa fu elevata al raugo di vera specie dallo Sharpe (2) e dal Madarasz (3), ma l'IIar- tert anche in un susseguente lavoro (4) la ritiene semplice sottospecie e cosi l'Er- langer (5). Abita l'Europa meridionale ed il Nord dell'Africa e nidifica sempre al di qua dell'Equatore. Sarebbe molto cupa di colorito nei paesi occidentali (Spa- gna), distintamente più chiara a Tunisi, ad Algeri e nei paesi orientali (Grecia). Ma si presenta sempre assai variabile nel fondo di tinta, mostrando notevoli pas- saggi al tipico C. europaeus. Ala 0,"'180; coda 0,"'135. Anche in Italia ho trovato soggetti con queste dimensioni. 82. Caprimulgus rufìcollis, Temminck, Succiacapre dai colio rosso. [Nottolone a colture rosso]. Parti superiori di un grigio-cenere chiaro, a zig-zags trasversali grigio-rossa- stri e con fascie longitudinali nere sulla testa, sulla nuca e sul groppone, quelle della testa bordate di fulviccio; attorno al collo itti largo collare rosso-castagno, molto distinto sitila p(t iti- posteriore /lilla stesso e macchiato di itero; le parti inferiori a fascie alterne ed irregolari giallette e nerastre; sulla gola due grandi macchie bianche, più ac- centuate che nel C. europaeus; macchie sulle remiganti e sulle timoniere come nel C. europaeus, ma presenti anche nella femmina (ad.). Generalmente più pallido; macchie sulle remiganti e sulle timoniere meno accentuate {giov.). Lunghezza totale 0,'"298; becco 0,'"012; ala0,ra202; coda0,m165; tarso 0,'"0 19. Il collare rossiccio, e talora dorato, rende subito riconoscibile questa specie. Abita l'Africa nord-occidentale, la Spagna ed il Portogallo ed è accidentale in Francia, in Inghilterra ed in Dalmazia. In Italia è specie pure accidentale e molto rara, presa soltanto una volta a Trapani ((!) e due volte a Malta nel 1860 e nel 1865, questo secondo si conserva nel R. Museo di Firenze. (') Ibis, L896, p. 370. ì Band-List lì., II. p. 87 (1900). Uagyaror. Mintami. V, p. 182 (1900). //,/. li, ,,,,,■!, VSg. l.uf., V, p. 57(1897). ■ loiirn. Jiir Ornili,.. XLV11. p. 519 (1899). (' i -tri, . Il, pp. 102-103 (1898). ATLANTI'. ORNITOLOGI' 0 95 83. Caprimulgus aegyptius (Lichtenstein), Succiacapre algerino. [ Vottolone del desi rio]. Parti superiori ili un isabella-chiaro a zig-zags estroni finissimi grigio-isabellini, fulvi e nero-bruni con macchie nerastre sulle parti superiori della testa e sulle sca- polari, ove sono più larghe: parti interiori molto più pallide con due macchie bianche sulla gola; addome di un grigio-isabella con strette fascie, unicolore soltanto nella sua parte più bassa (ad.). Lunghezza totale 0/"267; becco 0,'"008; ala 0,m204; coda 0,m140; tarso 0,m023. Abita l'Africa settentrionale fino alla Nubia e parte dell'Asia, dal Caspio al Baluccistan. Accidentale in Europa (Inghilterra ed Helgoland). In Italia comparve tre volte a Malta e due in Sicilia, cioè a Girgenti senza data e nel 187'J a Mo- dica; questo ed un secondo, proveniente da Malta, sono conservati nel R. Museo di Firenze; la cattura di Girgenti non è del tutto sicura, la notizia è riportata dal Doderlein, ma il soggetto non venne preparato. Sembra che un esemplare di C. asiatieus, Latham, sia stato ucciso presso Genova, esso si conserva ora al R. Museo di Firenze. Ma anche, a detta del Salva dori, tale notizia non offre sufficienti garanzie. È specie propria all'Asia e che finora non comparve in Europa. Famiglia CYPSELIDAE (l), Czpselidi. Becco corto, depresso, uncinato, largo alla base, senza setole; apertura del becco larghissima, estesa fino oltre gli occhi; testa ed occhi mediocri, questi incas- sati e sormontati da un opercolo di penne; ali assai lunghe, appuntite, di 10 primarie, le secondarie assai corte; coda di forma variabile, composta di 10 penne; tarsi nudi, corti e forti, talora piumati; piedi corti, diti di solito robusti, separati, quasi eguali, tre sul davanti, il posteriore più o meno diretto in avanti od all'in- die tro e versatile: unghie compresse, forti, curvate. Giovani inetti e nudi: fu asserito che mutano due volte all'anno di primavera e d'autunno, ma invece pare assodato che la loro muta è semplice e che ha luogo nel nostro mezzo-inverno, cioè di febbraio; tinte piuttosto scure, miste a bianco, senza colori metallici; sessi e giovani eguali o con lievi differenze. Questa famiglia contiene circa 75 specie, che abitano tutto il Mondo, tranne le latitudini più settentrionali e le più meridionali. Conducono vita esclusivamente aerea e hanno potere di volo straordinario, assai di rado si posano sugli alberi o a terra. Si nutrono quasi esclusivamente d'insetti, che cacciano volando. Fre quentauo i monti, le estese pianure, talune specie abitano entro le stesse città. Questa famiglia por legge di priorità dorrebbe chiamarsi Apidae o Apodidae, ma Biccome ciò potrebbe generare confusioni con altri gruppi d'animali, ln> preferito ritenere il vecchio nome ili Cypte- lUlar, scartando anche lincilo ili Micropidae o Micropodidae. 96 atlanti; ornitologico Sono migranti e d'autunno vanno verso Sud. Nidificano in differenti maniere, na- scondendo i nidi nello buche delle roccie, dello case e nelle eaverne o fabbrican- doli qua e Là appesi come quelli delle Panyptilae e delle Collocalìae <> Salangane, (die sono anche mangerecci, pendio fatti quasi esclusivamente di unisco o di simili sostanze agglutinate con una secrezione salivare modificata, emessa dallo glandole salivari grandemente sviluppate. Sottofamiglia CYPSELINAE, t e stato ucciso il li luglio 1890 nello vicinanze di Roma, Atlante ornitologico. 1U 98 ATLANTE ORNITOLOGICO Sottofamhìlia CIIAETURINAE, Chetarmi. Steli delle timoniere di solito rigidi e protratti oltre i vessilli: diri con un numero nonnaie di falangi, il posteriore non rivolto sul davanti, ma versatile; tarsi mai piumati. Genere CHAETURA, Stephens. Simile al genere Apus, ali molto lunghe, considerevolmente eccedenti la coda che è corta, quadrata e colle penne terminate da una porzione acuta e nuda dello stelo (coda mucronata); tarsi nudi, più robusti; dito posteriore diretto all'indietro, numero delle falangi normale. Una trentina di specie compongono questo genere, che è sparso nell'America, nell'Africa tropicale, nell'Australia ed in parte dell'Asia, una sola di esse giunge accidentalmente in Europa. 87. Chaetura caudacuta (Latham), Rondone dalla coda spinosa. Fronte, mento, gola e basso addome bianchi; testa, suoi lati e nuca nero-bru- nastro-lucidi; dorso, scapolari e groppone di un bruno-pallido; ali e coda nero- verdastre miste a blu-metallico; remiganti secondarie interne coi vessilli interni in gran parte bianchi (ad.). 'Lunghezza totale 0,'"202; becco 0,m009; ala 0,m207; coda 0,,n056; tarso 0,m017. Abita la Siberia orientale, la Cina, l'Imalaia, il Giappone e d'inverno l'Au- stralia. In Europa comparve due volte, quale uccello accidentale, nella Gran Bre- tagna nel 1846 e nel 1879. Ordine PASSERES - Passeracei. Becco di forma estremamente variabile, interamente o parzialmente corneo, mai del tutto membranoso o fornito di cera o ceroma; ali di forma svariata, remiganti 1" da nove a dicci, grandi cuopritrici mai più di metà lunghezza delle remiganti •_". che non oltrepassano il numero di sei; coda molto variabile di forma, di 12 timoniere, salvo casi eccezionali; piede passerino, adattatissimo ad appoggiare sui rami degli alberi, mai zigodattile, ma semipalmato, cioè coi diti riuniti più o meno del tutto alla giuntura basilare; diti in numero di quattro, tre diretti in avanti, il posteriore sempre all'indietro, mai in avanti o lateralmente, sempre pre- sente ed incunibentc. con unghia tiene sviluppata e larga. MI \MI 0BN1 fOLOGICO 99 un uccelli che appartengono a questo grande ordine sono altamente distinti per caratteri anatomici ed osteologici, hanno palato egitognato o passerino, le vertebre cervicali che non oltrepassano il ninnerò di 15, Lo -ionio semplice con ampia intaccatura sul margine posteriore, i lendini della pianta profondi, liberi e molto semplici, il pollice sempre presente; L'apparato musicale più o meno com- plesso e sviluppato, ma sempre presente; i pulcini nascono inetti, ciechi, nudi, e sono nutriti per lungo tempo dai genitori in un nido di sedilo artistico. Si sud- dividono in quattro grandi sottordini, dei quali solo quello degli Oseines o Pas- seiacci cantori è Kuropeo. Questo ordine cosmopolita contiene pili di 5800 specie. Sottordine OSCINES - Passeracei cantori. L'apparato vocale è più o meno sviluppato e consiste di cinque a sette paia di muscoli, alcune specie però non cantano. Sezione OSCINES LATIROSTRES - Passeracei latirostri. Becco corto, largo e depresso alla base, profondamente spaccato: piedi pic- coli, essi ed il tarso talora in parte piumati. Sono uccelli di piccola taglia, cosmo- politi e migratori. Famiglia HIRUNDLNIDAE, Irundinidi. • Becco corto e largo, spaccato fino sotto l'occhio, piatto, fornito alla base di poche setole indistinte e talora mancanti; fosse nasali piccole, narici circolari, talora del tutto aperte o coperte da una membrana; ali acuminate, assai lunghe di 9 primarie colla 1° la più lunga, se non esiste penna spuria visibile; coda in generale di 12 penne, talora forcuta e con le penne esterne filamentose; tarso nudo, scudettato sul davanti, raramente piumato, molto corto; dito mediano riu- nito alla giuntura basilare coll'esterno, alle volte anche coll'interno; diti corti e deboli, colle unghie mediocri ed arcuate. La testa è subrotonda, il corpo riunito, gli occhi mediocri; il piumaggio offre talora tinte metalliche appariscenti; i sessi sono eguali o poco differenti, i giovani dissimili dagli adulti; la taglia è relativamente piccola. Le Rondini sono sparse per tutto il Mondo, se ne conoscono circa 100 specie, si cibano d'insetti, che predano volando; dotate di volo potente, imprendono lun- ghissime migrazioni periodiche, cangiano le penne una volta all'anno di febbraio, e non hanno muta autunnale; sono residenti nei paesi tropicali; compiono le loro migrazioni in enormi branchi; non si posano che di rado sugli alberi, ma se ne 100 AMAMI ORNITOLOGICO stanno sempre librate in aria, eccetto quando dormono o covano, sul terreno cam- minano assai a mala pena e stentano a prendere il volo pel tarso breve. Il loro canio è un semplice cicaleccio, ma alcune specie esotiche lo hanno melodioso. Il nido è composto di fango, di penne, di paglia etc. e lo fabbricano sulle roccie, sulle rive dei fiumi, nelle buche degli alberi, fra le travi delle stanze, sotto i cor- nicioni eie, deponendo uova abbastanza numerose ovali-allungate bianche, imma- colate o con piccole macchiette grigie, brune o rossiccie. Poche specie si trovano in Europa. Genere CHELIDON '), Bore. Becco corto, depresso, rigonfio e largo alla base, colla commessura appena curvata; narici basilari, ovali, semiaperte; ali subrotonde, che sorpassano di poco la coda; coda di 12 penne, mediocremente forcuta, le due timoniere esterne non prolungate; tarso corto, esso ed i diti piumati, diti piuttosto lunghi, tre in avanti ed uno all'indietro; unghie forti. Piumaggio bianco e nero a spazi; una gran fascia bianca sul groppone, ben visibile quando l'uccello vola. Costruiscono i loro nidi sui cornicioni o sui muri degli edifizi, più raramente sugli alberi e talora sulle roccie, preferendo i luoghi abitati alle campagne. Si conoscono sei specie di Chelidon, una sola nidifica in Europa, tutte abitano il Mondo Antico. 88. Chelidon urbica (Linnaets), Balestruccio. [Tav. XXV, tig. 10]. Becco nero; parti superiori nere con riflessi blu d'acciaio decisi; cuopritrici delle ali, remiganti e timoniere bruno-nere; groppone, guancie, gastreo, piccole penne del tarso e dei diti bianche; fianchi grigi; coda molto forcuta (ari.). Becco giallastro alla base; parti superiori con tinte metalliche più scarse; remiganti secondarie coll'apice bianco; bianco del groppone e del gastreo meno puro, talora gialletto; gola e mento tinti di brunastro; fianchi, ed alle volte il sottocoda, grigio- scuri; coda meno forcuta (giov.). Lunghezza totale 0,"145; becco 0,'"006; ala 0,n110; coda 0,m056; tarso 0,m0 10. Abita l'Europa d'estate, portandosi d'inverno nell'Africa al sud dell Abissinia e nell'Asia fino all'India, ove s'incontra coll'affine C. urbica eashmiriensis iGould). In Italia è specie di passo, estiva, nidificante ed abbondantissima. Arriva di marzo- aprile e riparte nel settembre-ottobre. Sembra non nidifichi in Sicilia e nemmeno vi sverna, come asserì il Benoit. Abita di preferenza le città e le borgate. Va soggetto a varietà albine, quelle intieramente bianche sono molto rare, come pure i-aio è il suo ibridismo colla Rondine. (') Non ho creduto necessario mutare il nome «li Chelidon con quello di Chelidonaria, Reichenow i issiti. Ammesso anche ohe Chelidon, Forster (1817) sia sinonimo di Stronfio (tanto più che venne ado- perato senza diagnosi), miliari» elio si possa prescegliere Chelidon, Boie (1822), ohe ti i stabilito pel Bale- Btruccio e ohe è inoltre ili uso così generale. \ i ■[. w i i ORNI 1 ICO 1"1 Il Giglioli ha citalo come appartenente all'Asiatico C. cashmiriensis, Gould un piccolo Balestruccio preso a Firenze nell'ottobre lxs;> e conservato in quel Et. .Museo, considerato però quanto sono variabili di dimensioni le Hirundinidae in generale, credo di ritenerlo una varietà minore del comune Balestruccio e non un soggetto del Malestruccio del Kascmir (C. urbica cashmiriensis), che è molto affine alla specie Europea e dalla quale sarebbe distinto per la coda meno forcuta e la statura mi nore. Questa sottospecie abita l'hnalaia di estate, scendendo nelle pianure dell'India all'avvicinarsi dell'inverno. Genere HIRUNDO. Linvw i Distinto dal gen. Chelidon pei seguenti caratteri: becco depresso e molto Largo alla base, colla commessura diritta; coda estremamente forcuta di li* penne, colle esterne assai più lunghe delle centrali e più sottili verso l'apice e con un'intaccatura sul loro vessillo interno; tarso debole, nudo, scudettato; diti nudi: unghie mediocri. Statura mediocre; piumaggio in generale nero bluastro di sopra e bianco di sotto commisto a tinte rossigne. Si conoscono circa 40 specie di questo genere cosmopolita, due delle quali si trovano anche in Europa. 89. Hirundo rustica, Linnaeus, Eondme. [Tav. xxv, fig. g « tav. l. Bg. l: -fi- Becco nero; fronte, parte anteriore del pileo, mento ed alta gola di un rosso- mattone; parti superiori ed una fascia che occupa il davanti del collo nere a riflessi blu-porporini o verdi assai vivaci; resto del gastreo bianco, più o meno la- vato di rugginoso, specialmente sui fianchi e sul sottocoda; ali molto più corte della timoniera esterna allungata; coda forcuta coll'esterna estremamente allungata, le due mediane unicolori, le altre con una macchia bianca sul vessillo interno (ad.). Becco nerastro, gialletto all'angolo della bocca; fronte e gola di un rossigno più o meno bianchiccio; riflessi metallici sulle tinte nere, come gli adulti: fascia pettorale nero-brunastra coi margini apicali fulviccio-carichi ; gastreo tinto di rosa-debole o di castagno-rossiccio; ali che giungono all'estremità della coda, remiganti col margine del vessillo interno e l'apice grigiastri; esse nel resto e le timoniere bruno nerastre a riflessi verdi, la coda poco forcuta e quasi quadrata negli indi- vidui molto giovani {giov.). Lunghezza totale 0,'"180; becco 0,n,007; ala 0,m120 ; coda 0,m080 (timoniere la- terali), 0,"'05G (timoniere mediane); tarso 0,'"011. Varia nelle dimensioni, si trovano individui colle timoniere laterali di 0,m136. Va soggetta a numerose varietà albine e quelle del tutto bianche non sono molto rare. Questa specie abita l'Europa verso est fino allo Jenissei ed alla Cina, sverna in Africa al sud del Sahara, nell'India e nel Burina. E uccello estivo e di passo molto abbondante in Italia, vi arriva nel marzo-aprile e ne riparte nel settembre ottobre. Nidifica come i Balestrucci, ponendo i nidi sulle pareti dei muri degli edilìzi o attaccati alle travi dei portici, ed abita di preferenza le campagne. Le pretese ibernazioni di questa specie tra noi meritano conferma. 102 ATLANTE ORNITOLOGICO 90. Hirundo rufula, Temminck, Rondine rossiccia. f Tav. xlvi. Bg. 8 |. Base della fronte, stretto sopraciglio, un mezzo collare sulla nuca ed alto groppone di un rossigno-cannella vivace, che sbiadisce in biancastro sul basso groppone; resto delle parti superiori, sopracoda e sottocoda neri a riflessi porpo- rini e blu d'acciaio; dorso con poche strie bianche, talora indistinte; il nero l'orina come una calotta sulla cervice; gastreo rossigno-isabella, con una linea centrale nerastra sullo stelo delle penne; remiganti e timoniere nere a riflessi verdastri, queste ultime senza macchie bianche (ad.). Tinte rossigno-cannella e rossiccie più pallide; cuopritrici delle ali e remiganti 2° terminate di rossiccio; coda poco for- cuta, 1' timoniera esterna con una macchia bianca alla base (giov.). Lunghezza totale 0,"'180; becco 0,m00l>; ala 0,m130; coda 0,'"104 (timoniere esterne), 0,m055 (timoniere mediane); tarso 0,'"011. Questa specie abita l'Europa sud-orientale, spingendosi verso ovest fino all'I- talia, si trova inoltre nell'Asia Minore, in Palestina, in Egitto, e nell'Abissinia. E uccello raro in Italia ed in alcune provincie accidentale; compare ogni anno di primavera in Liguria, nelle Puglie ed in Sicilia, fu trovato anche a Malta, nel Napoletano, in Toscana, in Piemonte e nel Veneto. E sempre molto più scarso d'autunno, ma non è improbabile che qualche coppia possa nidificare da noi ed io ne ho avuti nel giugno dal Veneto. Il Savi chiamò questa specie //. daurica, Savi (nec L.). h'Hirundo Savignyi, Stephens o Rondine egiziana fu citata dal Bonaparte tra gli Uccelli che sembrerebbe dovessero capitare in Sicilia, il Wright la disse ac- cidentale a Malta ed il Saunders in Sicilia, l'Olphe-Gaillard l'elencò pel S. Got- tardo, ma poi corresse l'errore, Ehves e Buckley per Costantinopoli e poi altri Autori pella Grecia e pel Sud della Russia, ma non consta che tali osservazioni siano fondate. È specie che abita l'Africa nord-orientale e la Palestina e si di- stingue tosto dall'I/, rustica per avere il gastreo, anziché bianco-rossigno, di un castagno-vivace. Quantunque la sua comparsa in Europa sia stata asserita più volte, sembra che sempre venissero scambiati per essa esemplari di IL rustica col gastreo tinto vivacemente e che non si trattasse della vera forma Africana. UH. cahirica, Lichtenstein citata dal Savi è da riferirsi a questa specie. Al Museo di Dublino (Irlanda) esiste una Progne purpurea (Linnaeus) o Bale- st lincio americano ucciso a Kingstown nel 1839 o nel 1840, ed a Norwich (In- ghilterra) una Rondine arborea americana (Tachycineta bieolor (Vieillotn uccisa a Derby nel 1850, ma gli Autori Britannici sono concordi nel ritenere poco certe queste catture. Genere OLIVICOLA, Forster ('). Becco corto, depresso e molto largo alla base, colla commessura diritta; na- rici basilari, semiaperte; ali subacute, subeguali o che oltrepassano di poco la (') Olivicola, Forster, 1817; Colile, Boie, 1822. ah imi ornito] ogico lo:: coda; coda forcuta, però meno del genere ' 'hrliilon; timoniere laterali non molto allun- gate, né sopravanzanti notevolmente le mediane: tarso sottile, nudo, eccetto un ciuf- fettodi piccole penne sulla sua parte posteriore presso il pollice; diti nudi; unghieforti. Piumaggio mollo: parti superiori senza tinte metalliche; timoniere uniformi. Frequentano Le località vicine alle acque e depongono Le uova in piccoli cu- nicoli scavati nei torroni sabbiosi e sugli argini «lei fiumi, esse sono bianche leg germente lucide. Questo genere consta ili 10 specie, alcuno delle quali poco distintamente caratterizzate, una sola di esse nidifica in Europa. 91. divietila riparia Linnaeis , Topino. [Cotyle riparia (L.)]. [Tav. XXV, fig. 12]. Colorito generale delle parti superiori grigio-brunastro più cupo sulla tosta, più chiaro sul groppone; remiganti e timoniere bruno-nerastre; guancie e gastreo candidi, con una t'ascia bruno-scura sul petto ed i fianchi pure tinti di bruno-scuro; remiganti e timoniere bruno-nerastre {ad.). Parti superiori più bru •mi Larghi margini bianchicci o fulvicci; banda pettorale con margini cenerognolo-rossicci o biancastri; fronte e gola talora tinte di gialliccio, con macchiette brunastre, più o meno fitte (giov.). Lunghezza totale 0,'"135; becco 0,'"005: ala 0,ra112; coda 0,'"050; tarso 0,'"011. Questa specie abita le parti settentrionali delle Regioni Paleartica e Neartica, svernando in Africa, nell'India, nel Burina e nell'America settentrionale, giungendo tino al Brasile. In Italia è uccello di passo, estivo e nidificante, ovunque comune, arriva e parte colle specie congeneri. La supposta ibernazione del Topino in Si- cilia, citata dal Benoit, merita conferma. Va soggetto raramente a varietà albine. Genere COTILE, Bole ' . Distinto dal gen. Olivìcola pei seguenti caratteri: Becco leggermente curvato verso l'apice; narici subrotonde; ali subacute, che oltrepassano notevolmente la coda; coda quasi quadrata, con macchie bianche sulle timoniere; tarso del tutto nudo. Frequentano le località montuose, anche in riva al mare ed attaccano i loro nidi semisferici sulle roccie, le uova sono bianche senza macchie. Si conoscono due specie di Cotile. 92. Cotile rupestris (Scopou), Rondine montana. ICotyle rupestris (Scop.), Biblis rupestris (Scop.)]. | 1 a\ . XXV, Bg. 11 ]. Parti superiori bruno-grigie più scure sulla testa, più chiare e con mai-ini bian- chicci sul groppone, ma non sempre egualmente distinti; gola e petto di un bianco- ('; ('olili-, lìnic, 1S2J; /alili*, l, ('ìschi. is:ìt. lieve scriversi Colili1 ita kot(A(£ colei ohe cinguetta o non Cotyle, come molti fanno erroneamente. lui ATLANTE ORNITOLOGICO sudicio, con rade macchiette bruno-nerastre sul melilo e sulla gola; addome bruno- lionato ; sottocoda brunastro con margini bianco rossigni; ali remi;! bruno-nerastre; timoniere con una macchia ovale bianca sul vessillo interno di tutte, eccetto l'e- sterna da ogni lato e le due mediane {ad.). Angolo della bocca pialletto; tinte generali più cupe; penne delle parti superiori con margini rossicci: macchiette sul mento e sulla gola più distinte: gastreo per intero fulviccio o giallo -rossiccio, molto cupo sull'addome; le quattro timoniere mediane e l'esterna senza macchie, le altre con macchie più piccole che negli adulti {giov.). Lunghezza totale 0,m152; becco 0,'"008: ala 0,m135; coda 0,,n063; tarso 0,m011. Abita l'Europa meridionale e le contrade circummediterranee, l'Africa nord- orientale, la Palestina, spingendosi sino al Caucaso, all'Imalaia ed alla Cina set- tentrionale. È specie estiva e di passo nell'Italia settentrionale e centrale, stazio- naria nelle parti più meridionali e nelle isole del Mediterraneo, in alcune provincie comune, ma sempre molto localizzata. Talora si trovano Rondini montane anche d'inverno nelle provincie settentrionali e centrali, ma è un caso raro ed a tale fatto devono attribuirsi le notizie sulla pretesa ibernazione di altre specie di Ron- dini in Italia. Il Giglioli indicò come presi in Italia, ma con riserva, due soggetti della Ron- dine montana minore (C. obsoleta, Cabanis) della vecchia Collezione del R. Museo di Firenze, indicati sulla etichetta come presi in Toscana nella primavera del 18.">1. Il fatto inerita conferma, tanto più che questa specie non fu mai presa in Europa. Abita l'Africa settentrionale, la Palestina, l'Arabia, ed il Baluccistan e si di- stingue dalla ( '. rupestris per la statura minore, pel mento e la gola senza macchie bianche e per tinte più pallide e più grigie. Famiglia MUSCJCAPIDAE. Muscicapidi. Becco piatto, con spaccatura profonda, depresso e largo alla base, un po' uncinato e con un'intaccatura subapicale sulla mandibola superiore, con peli ba- silari più o meno radi, rigidi e sviluppati; natici più o meno nascoste dai peli basilari; ali e coda di varia forma e dimensioni, quelle di 10 primarie con la prima corta, questa di 12 timoniere; tarsi e diti relativamente piccoli e deboli. Testa abbastanza grande; occhi relativamente grandi ; sessi in generale diffe- renti, giovani macchiati. Sono uccelli del Vecchio Mondo ed anche della regione Australiana, i Piglia- mosche Americani spettano invece alla famiglia dei Tirannidi (Tyrannidae) ; hanno abitudini arboree, si nutrono anche di trutta, ma quasi esclusivamente d'insetti, che ili solito prendono a volo con evoluzioni speciali, abitano li' foreste, i giardini. |m>n,'|]|i]iisì spesso sulle alte cime degli alberi e degli arbusti: il loro canto è poco melodico, nidificano sugli alberi e nelle buche degli stessi, il nido è piuttosto rozzo, intessuto di musco, di foglie secche, di Lina, di penne età, le uova nelle specie Europee sono da quattro a sci di un blu pallido senza macchie o con macchiette bruno-rossiccie. Mutano una volta all'anno di autunno, di primavera hanno muta ruptila. 1. Rusignolo. 2. Rusignolo maggiore. 8. Pettirosso (ad.). 4. Pettirosso (giov.). 5. Pett'azzurro occidentale (e? ad.1. 6. Pett'azzurro occidentale (2). 7. Pett'azzurro occidentale (giov.). 8. Codirosso (d" ad.). 9. Codi- rosso (2). 10. Codirosso spazzacamino (tf ad.;. 11. Codirosso spazzacamino (2). 12. Beccafico. 13. Capinera <(? ad.;. 14. Capinera i^l. 15- Sterpazzola. Ulrico Hoepli, Editore, Milano. VII \\ I I OENM «CO 105 Genere MUSCICAPA, l.iww i s. Becco subeguale alla testa, largo, depresso e circondato di setole alla ba <•( impresso ed un po' curvato verso L'apice; narici Laterali, basilari, nascoste par- zialmente dalle piume frontali setolose: ali Lunghe, appuntite, ben più corte «Iella coda, la 1 remigante primaria molto corta, la 2 poco più corta della 3a, I e f>\ .">:i la massima; coda ampia, quadrata o Leggermente smarginata; tarso eguale o poco più lungo del dito mediano; unghie lunghe, arcuate, acute. Sessi simili; uova macchiate; tinte generali grigiastre (ad.); i giovani avanti la prima muta sono macchiettati. Questo genere Africano consta di sei o sette specie, delle quali una sola ni difica in Europa. 93. Muscicapa grisola, Linnaeus, Pigliamosche. [ Butalis grisola L. |. [Tav. XXV, ag. 2 e Tav. XLIX, fig. 63 |. Fronte e testa gialliccio-brunastre sul margine delle penne, col eentro delle stesse bruno-nerastro; parti superiori di un grigio-bruno volgente al rossigno; gastreo bianco-gialletto, col centro delle penne scuro sui lati della gola e sul petto e tinto di bruno-rossigno carico sui fianchi; ali e coda brunastre leggermente verdognole, colle cuopritrici alari marginate di rossigno-gialletto (ad.). Parti supe- riori giallo-fulviccie con margini bruno-nerastri; ali bruno-cupe, colle piccole cuo- pritrici macchiate di fulviccio nel eentro, le altre con larghe orlature bruno-fulve; gastreo bianco, con margini bruni sulle penne del petto e della gola (gìov. . Lunghezza totale 0,'"155; becco 0,ra011; ala 0,'n091; coda 0,m058; tarso 0,m013; dito mediano e. u. 0,'"013. Abita l'Europa, spingendosi verso Est sino al Turchestan, sverna nell'Africa fino al Natal e nell'India nord-occidentali'. In Italia è specie di passo ed estiva, comune, nidifica ovunque, arriva d'aprile e riparte di ottobre. .Secondo il De Ro- mita essa sarebbe invernale nelle Puglie, ciò che sembra poco probabile. Genere FICEDULA, Bmsson. Eguale al precedente; becco diritto molto più corto della testa; tarso più Lungo del dito mediano con unghia. Sessi spiccatamente differenti in colore; uova immacolate: livree variate di nero e di bianco con uno o due specchi bianchi sull'ala: nidificano specialmente nelle buche degli alberi a differenza delle Must irti/itti -, che costruiscono il nido nelle biforcature dei rami, nelle buche dei muri e nei cespugli. Atlante ornitologico. 1 1 106 ATLANTE ORNITOLOGI! 0 94. Ficedula atricapilla (Linnaeus), Balia nera. [Muscicapa atricapilla, L. (')]. | Tav. XXV. fig. 3, 1 e Tav. XLIX, fig. 64 ]. l'arti superiori nere miste a grigio sul groppone, con due piccole macchie bianche sulla fronte ed uno spazio bianco piuttosto piccolo sull'ala, formato dagli apici delle cuopritrici mediane, dalle grandi cuopritrici e dalle remiganti 2e spe- cialmente le interne, che sono bianche quasi del tutto; gastreo bianco; timoniere nere, colla laterale esternamente marginata di bianco (mas. ad. in prim.). Parti superiori grigio-brunastre; fronte fulvo-accesa; parti inferiori fulvo-pallide, bian- castre sul centro della gola, bruno-fulve sui fianchi, candide sull'addome, sui cal- zoni e sul sottocoda; lo spazio bianco sull'ala come nel maschio, ma meno distinto; margini delle 2" interne bruni e così gli apici delle grandi cuopritrici (femm. mi. in prim.). Tinte meno pure; macchia sulla fronte meno distinta; il bianco del gastreo tinto di fulvo {mas. mi. in aut.). Più rossiccia che di primavera {femm. ad. ili aut.). Parti superiori con macchie subapicali fulvo-pallide, più piccole sulla testa; gastreo bianco-opaco, lavato di fulviccio sul petto e colle penne marginate di bruno- cupo (giov.). Lunghezza totale 0,m152; becco 0,'"007 ; ala 0,"'080; coda 0,"'052; tarso 0,'"01 75; dito mediano e. u. 0,m015. Abita l'Europa, sverna in Africa sino alla Senegambia. In Italia è specie co- mune, di passo ed estiva, nidifica certamente nelle provincie settentrionali e cen- trali, tanto sui monti che al piano; giunge nel marzo-aprile e riparte da agosto a ottobre. 94 a. Ficedula atricapilla semitorquata (Homeyer), Balia caucasica. Distinta dalla F. atricapilla per aver un mezzo collare che si estende solo sui lati della nuca, ma che non si unisce posteriormente; coda nera, timoniera late- rale bianca con una grande macchia terminale nera sul vessillo interno, la 2'1 bianca con una macchia apicale nera, estesa su ambedue i vessilli (mas. ad.). Sta- tura della F. atricapilla. Questa Balia fu distinta come specie dall'Homever, ma le differenze spe- cifiche non sono del tutto sicure: anche il Dresser dice che le femmine talvolta mostrano tinte bianche più cospicue sulle ali e sulla coda della F. atricapilla, e che tal' altra non sono riconoscibili. Sapendo come la /■'. atricapilla varia di colorito, è forse più opportuno ritenere la Balia caucasica una forma climatica locale, ma io non possiedo in proposito il materiale necessario. Abita la Russia meridionale, il Caucaso, spingendosi verso est sino alla Porsia, verso ovest fino alla Turchia, al Montenegro ed alla Dalmazia. (') Dovrebbe adottarsi il nome di /•'. atricapilla, Brisson, 1760 anziché quello di /*'. atricapilla (L.) 1766, ma i moderni Autori nou accettano elio i nomi generici proposti dal Brisson e non gli specifici, non essendo Kgli di regola Iti 1 dualista, atlanti: ornitologico 107 95. Ficedula collaris Becustkin), Baita dal collare. [Muscicapa collaris, Bchst.]. [Tav. XXV. iig. 5 e 6]. l'arti superiori nero: un largo spazio sulla fronte, un grande collare sulla nuca, un largo e cospicuo spazio sull'ala ed un secondo più piccolo, formato dalle basi delle remiganti 1°, e gastreo bianco-candidi; groppone bianco e nero; timoniere nere per intero, di rado il margine esterno della laterale è bianco (mas. mi. in prilli.). Molto simile a quella di /•'. atricapilla, dalla quale è distinta pello spazio bianco alare più grande, essendo la tinta bianca estesa anche alla base delle remiganti le, e pel tarso più corto (femm. mi.). Degland poi offre come carattere specifico della presente specie, apprezzabile a qualunque età, il tatto che la la remigante primaria è del doppio più corta della 2" e questa eguale o più lunga della 5"; mentre nella /■'. atricapilla, la 1' sarebbe del triplo più breve della 2:l e questa molto più coita della .">' e più lunga della 6a, inoltre in primavera la femmina della /•'. collaris avrebbe anche un debole accenno di collare sulla nuca. Lunghezza totale 0,m135; becco 0,'"008; ala 0,'"084; coda 0,m054; tarso 0,'"0165; dito mediano e. u. U,'"014. Abita l'Europa centrale e meridionale, giungendo verso al nord sino in Da- nimarca, nelle Isole Britanniche e nella Svezia meridionale, si trova anche nel- l'Asia occidentale e sverna in Africa. In Italia giunge alle epoche della Balia nera, della quale è più rara, specialmente nelle Provincie settentrionali; si incontra con più facilità nelle meridionali (Puglie e Sicilia). Nidifica sui monti (Salvadori . Genere ERYTHROSTERNA, Bonaparte. Differisce dal gen. Muscicapa pei seguenti caratteri: Becco diritto, un po' più corto della testa; setole alla base del becco poco numerose, sempre meno di sei; 2a remigante primaria molto più corta della -5a; coda piuttosto allungata; rarso piuttosto lungo, più del dito mediano con unghia; nessuno specchio bianco sull'ala. Sessi differenti, maschio adulto colla gola e il petto rossicci; uova macchiettate; pongono il nido nelle biforcature dei grossi rami. 96. Erythrosterna parva (Bechstein), Viglia/mosche petti/rosso. [Tav. XXV, fig. 7 e 8 e Tav. XLIX, iig. 65]. Parti superiori cenerino-rossiccie, sfumate di bluastro sulla testa; redini bianca- stre; gola, collo e petto di un rosso-arancione-vivacc, resto del gastreo bianco, sfumato di fulvo-acceso sui fianchi e sul sottocoda; remiganti bruno-scure, le 2° marginate di bruno-rossiccio; timoniere, le quattro centrali bruno-cupe, le altre in gran parte bianche (mas. ad.). Come il maschio; testa bruno-uniforme; gastreo bianco, lavato decisamente di gialletto-rossiccio sulla gola, sul collo, sul petto e sui fianchi ft mm.ad.). Parti superiori grigio-brune, macchiate di rossigno: gola grigio-fulva; fianchi tinti di un fulvo più vivace del petto, che è sfumato di brunastro; cuopritrici alari 108 ATLANTE ORNITOLOGI! 0 terminate di fulvo-rossigno; le 2° con larghi margini fulvo-rossicci; coda come il ma- sehio (giov.). Lunghezza totale 0,m120; becco 0,ni008; ala.0,m065; coda 0,' 052; tarso 0™0176; dito mediano e. u. 0,m012. Abita l'Europa centrale e sud-orientale, spingendosi sino al Turchestan, è ac- cidentale nelle regioni settentrionali ed occidentali d'Europa, e torse nella Spagna, sverna nell'Africa settentrionale e nell'India centrale ed occidentale. In Italia è specie molto rara ed accidentale, fu trovata più volte in Liguria e nel Veneto, due volte in Piemonte e forse in Lombardia, ma sono dubbie le asserzioni in proposito of- ferii' dal Kolombatovich pella Dalmazia e dall'Eggenhóffer per l'Istria. Famiglia AMPELIDAE. Ampelidi. Becco corto, largo alla base, quasi diritto, forte e depresso con una intac- catura distinta all'apice della mandibola superiore che è curvato, angolo della bocca senza setole: fosse nasali larghe; narici basilari, ovali, esposte, sormontate da una larga membrana, in parte coperta di fitte penne vellutate rivolte all' in- nanzi; ali lunghe di 10 remiganti primarie, ovvero di 9 distinte, essendo la la spuria e molto corta, 2a la massima, 3a subeguale alla 2a; secondarie interne con una macchia rossa sul vessillo esterno e collo stelo prolungato in appendici cornee rosse simili a ceralacca rossa; coda di 12 penne, corta, quasi quadrata, colle sot- tocaudali molto lunghe e che quasi raggiungono l'apice delle timoniere; piedi deboli, diti forti; il tarso scudettato sul davanti, più lungo del dito mediano con unghia; unghie mediocri, acute, arcuate, con un solco laterale. Sessi simili; timoniere terminate di rosso o di giallo; testa ornata di un bel ciuffo di penne molli, erettili; piumaggio assai molle; giovani striati sul gastreo e senza le speciali appendici cornee; corpo tozzo. Poche specie, confinate nelle porzioni nordiche delle Regioni Paleartica e Near- tiea, costituiscono questa famiglia, che riposa su di un solo genere. Abitano i boschi di pini e di larici, sono gregari e migratori e talora, congregati in grandi masse, si abbandonano a lontane escursioni; non hanno canto melodioso, sono silenziosi e cinguettano soltanto, sono domestici e poco scaltri, sicché si uccidono facil- mente; si nutrono di bacche, di frutti molli od anche di insetti; mutano una volta all'anno di autunno; il loro nido è a forma di imbuto aperto, collocato sulla biforca- zione degli alberi, e tessuto di musco, di penne, di erbe secche, di licheni etc; de- pongono ila 5 a 7 uova di tinta varia dal bianco al verde mare nel colore di fondo con piccole e grandi macchie a zig-zags bruno nerastri e violetti. Genere AMPELIS, Linnaeus. Ha i caratteri della famiglia. Si conoscono tre specie; una nidifica anche in Europa, VA. cedrarum, Yieillot abita l'America del Nord e VA. japonicus (Siebold) il Giappone. MI \N I I "KM rOLOGII o 109 97. Ampelis garrulus (Linnaeus) (•), Beccofrusone . [Tav. xviii. li-. i, e Tav. \i.ix. fig. 62]. Una stretta fascia sulla li-onte, che avviluppa l'occhio e continua sui lati della cervice e gola nero-vellutate: un abbondante ciuffo sulla cervice; colorito gene- rale cenerino-roseo, castagno-vivace sulla parte anteriore e laterale della lesta, tinto di grigio sul groppone e sull'addome; sottocoda castagno-acceso; cuopritrici primarie aere con larghi apici bianchi, Le remiganti 1" nere, talora quadrate col vessillo esterno largamente terminato di bianco; le 2e grigie con una ombreg- giatura subapicale nerastra, esternamente bianche all'apice, collo stelo un po' dilatato verso la porzione apicale in appendici allungate rosso di lacca vivace; coda con una larga fascia subterminale nera ed una larga apicale giallo-canarino e nei vecchi individui sottili appendici rosse [ad.). Più pallido, bruno-oliva-cupo con le penne marginate di bianco-brunastro; ciuffo più breve; manca la tinta nera sulla gola: gastreo iùlvo-grigio con strie allungate gialliccie; addome uniforme e più cupo; sulle secondarie mancano gli apici bianchi e le appendici rosse, o sono sol- tanto estese su cinque penne (giov.). Lunghezza totale 0,m193; becco (V'oli'; ala 0,m116; coda 0,m075; tarso 0,m022; dito mediano con unghia 0,m021; lunghezza totale della femmina 0,m185. Abita il Circolo Artico di ambedue gli Emisferi, migrando verso Sud d'inverno e giungendo (in Europa accidentalmente fino in Francia, in Italia ed in Turchia. In Italia è specie di comparsa irregolare nell'inverno, l'esemplare più meridionale noto sarebbe quello citato dal Costa, preso nel isi)(.t sul Gargano. Talora arriva in grande abbondanza come nel 1873 presso Venezia, ma in generale è molto rara e non si mostra che a larghi intervalli, anche nell'Italia superiore. Sembra poco attendibile la cattura dell' A. cedrorum, Vieillot in Inghilterra; questa specie abita l'America settentrionale e si distingue dal comune Beccofrusone pel sottocoda biancastro, e per la mancanza di bianco sulle ali. Sezione OSCINES ADUNCIROSTRES - Passeracei dal becco adunco. Becco più breve della testa, alquanto compresso, robusto, quasi diritto ed adunco con intaccatura e dente ben distinto, un po' simile a quello degli Uccelli Rapaci, dal quale differisce tosto per mancanza di cera; ali mediocri o piuttosto corte; coda spesso lunga e stretta; dito esterno unito alla base col mediano; unghie larghe, curve, acute e forti. Sono Uccelli cosmopoliti, di taglia piccola o mediocre, carnivori, raramente frugivori e di abitudini crudeli. La sola famiglia dei Laniidi (Laniidae) è rappresentata in Europa. (') laiiius garrulus, Linnaens, Syst. Val., I. p. 95 (1758); tmpelit garrulus, Gmelin, Syst. Ai//.. I, p. 83*. n. 1 i 1788). 110 ATLANTE ORNITOLOGICO Famiglia LANIIDAE, Laniidi. Becco più corto della testa, quasi diritto, compresso, alquanto adunco, forte- niente dentato ed uncinato, mandibola inferiore più corta della superiore, acuta e rivolta in su all'apice; narici ovali o rotonde, velate di peli o di piccole piume; ala di 10 remiganti primarie, di solito subeguali alla lunghezza totale della coda, la la molto corta; coda rotonda o graduata di 12 timoniere; tarsi in generale piuttosto deboli e sottili, scudettati sul davanti ed esternamente, eguali o di poco più lunghi del dito mediano con unghia; diti quasi liberi, i due laterali subeguali; unghie forti ed adunche. Piumaggio abbastanza molle; occhi grandi; statura relativamente piccola; testa grossa; pel piumaggio si possono dividere in due sezioni, nella prima i sessi sono simili ed i giovani poco differenti, le tinte grigio-bluastre immacolate con zig-zags nerastri sul gastreo, le ali e la coda nere variate di bruno ed una fascia nera attraversa l'occhio; nella seconda le femmine differiscono dai maschi e as- somigliano ai giovani, il piumaggio è di più colori ed i giovani presentano sempre (uscii' trasversali. Sono uccelli d'indole solitaria, fiera ed insofferente, sempre in lotta tra loro, prepotenti coi più deboli, capaci di mettere in fuga uccelli molto più grossi, come i Corvi ed anche i piccoli Falchi; e rappresenterebbero i Rapaci tra i Passeracei e per costumi e per analogia di carattere. Sono carnivori, nutrendosi d'insetti che infilzano non raramente sulle spine, lasciandoli poi lentamente morire, più di rado si cibano di piccoli mammiferi, di uccelletti, di rane e di frutti. Il loro canto è una nota rauca e stridula, ma alcune specie cinguettano abbastanza melodiosamente; mutano una volta all'anno in primavera e migrano col piumaggio consunto, talune specie hanno una seconda muta autunnale, spesso parziale; non sono eminente- mente migratori, ma verso l'inverno si dirigono al Sud; frequentano i luoghi ar- borati e le foreste, e costruiscono sugli alberi un nido rozzo e grande, composto di radici e di fuscelli e foderato di lana, di peli e di penne e vi depositano da 4 a il uova bianco-rossigne o verdastre con macchie e chiazze grigio-rossiccie o brune, che talora si dispongono a corona attorno all'estremità più grossa. Sono uccelli del Mondo Antico e dell'Australia, poco rappresentati nella regione Neartica, discre- tamente nella Paleartica, se ne conoscono circa 250 specie più o meno bene di- stinte e distribuite in molti generi. Genere LANIUS. Linnaki s. i Becco corto, forte, diritto alla base, leggermente curvo verso l'apice con un dente prominente e a intacco bene distinto; base del becco circondata di setole; la remigante primaria corta, la 3a di solito la più lunga; piedi forti; unghie ar- cuate e robuste. Si conoscono circa 50 specie di Lanius, sparse nel Mondo Antico e nell'Ame- rica settentrionale. Nove di esse si mostrano anche in Europa. mi w ;\n. •!..». li i) 111 a) Specie a colori inni) variati, grigi e Manchi con scarsi tinte nere; sessi simili, giovani poco differenti. 98. Lanius excubitor, Linnaeus ('), Art rio maggiore. [Tav. XXIV, Sg. 1. e Tav. XLIX, fig. 58]. Fronte e sopraciglio biancastri; parti superiori, compreso il groppone e il so- pracoda, cenerino-bluastri; redini ed una fascia attraverso l'occhio e che termina sulle cuopritrici auricolari nere; parte delle scapolari e gastreo bianchi; due spazi bianchi sulle ali formati dalla base delle remiganti 1" e delle secondarie, eccetto le tre più interne; cuopritrici alari e remiganti nere; coda nera sulle due penne centrali, le altre bianche e nere (ad.). Parti superiori blu-cenerino-pallide lavate di bruno-fulviccio, specialmente all'apice delle penne, ciò che è più distinto sul groppone, sulle cuopritrici alari e sulle remiganti; lascia oculare bianco-nerastra; centro del basso addome e sottocoda bianchi, resto del gastreo cenerino-fulviccio con strette fascie trasversali grigio-scure; coda e remiganti come negli adulti (giov.). Lunghezza totale da 0,m245 a 0,m265; becco 0,'"018; ala da 0,m105 a 0,m115; coda da 0,m110 a 0,'"120; tarso 0,'"028. Il giovane di questa specie assomiglia un po' a quello del L. minor, ma ne è sempre bene distinto pella statura maggiore, poi pella la remigante che è larga, rotondata all'apice e più lunga delle cuopritrici superiori delle remiganti pri- marie di 0,m010, mentre nel L. minor essa è stretta, appuntita e subeguale alle dette cuopritrici, inoltre nel L. excubitor la 2a è ben più corta della 3a che è la massima, mentre nel L. minor è subeguale. Abita l'Europa settentrionale, portandosi nelle parti meridionali all'avvicinarsi dell'inverno. In Italia è specie di passo ed invernale, però sarebbe da ammettere tra le sedentarie, giacché nidifica certamente sui monti del Veneto (mia Colli '.ione) e secondo il diligentissimo Mazza nel Pavese e nel Trentino (Bonomi). È però uccello in generale poco abbondante e rarissimo nelle provincie meridionali e nelle Isole. Il L. excubitor I Tomi -gerì (Cabanis) è intermedio tra il L. excubitor major ed il L. leucopterus, Severtzow; è un uccello di colorito chiaro con due specchi alari molto grandi ed estesi alla base delle remiganti primarie e delle secondarie, essi sono continui quando le ali sono a metà chiuse e formano quindi allora uno specchio unico, le timoniere esterne sono in gran parte bianche, il groppone bianco o biancastro. Abita il Caucaso. Tutti i così detti L. Homeyeri, che esaminai, colti nelle regioni occidentali di Europa, altro non erano se non veri L. excubitor con accenni più o meno sensibili al L. excubitor major. E certo però che il L. excu- bitor Homeyeri cova nei paesi dell'Europa orientale bagnati dal Volga, spingendosi nel Turchestan e nella Siberia occidentale. Giunge talora in Ungheria (Osato), nella Frisia orientale (Jacobi). nell'Olanda (Knaut), nell'Assia (Erlanger), nell'Assia Re- nana (Kleinschmidt) ed in altre parti della Germania. (') Paro che la descrizione che Linneo dà del suo L. excubitor (1758) sia riferibile all'Avella mag- giore di Pallas (L. excubitor major), se così fosse il L. excubitor major (Pallas 1811 sarebbe da chiamarsi /.. excubitor, Linnaeus, 1758, e nell'Averla maggiore converrebbe cercare il nome più vecchio della si- nonimia, che parrebbe essere quello di L. rapar. Un'Imi. 1854. 112 \ [ I V\TI ORNITOLOGI! O Due specie poco conosciute e molto rare, il L. Qrimmi, Bogdanow ed il L. fu- nereus, Menzbier, sembrano trovarsi negli estremi limiti orientali d'Europa (Cau- caso, un esemplare del /.. fumreus, che sarebbe la forma del deserto del L. excu- Ala ili L. excubitor, grandezza naturale bitor, tu ucciso presso Arcangelo (Collezione Henke), il L. Grimmi sarebbe la forma deserticola del L. rln/iuis, Swainson, Ala (li L. excubitor major, grandezza naturale. l'.cco la descrizione del /.. < himmi adulto e del maschio ad. del L. funereus. L. ''ninnili (ad.). Parti superiori di un grigio molto pallido, lavato di isabellino; redini bianche, con una macchia preoculare scura: basso groppone e cuopritrici superiori della coda bianco-isabelline ; scapolari bianche; cuopritrici inferiori della coda bianco- lune; resto del gastreo bianco tinto di rosa (Oadoiv). Lunghezza totale 0,m228; becco 0,'"019; ala 0,m106; coda 0,'"10.r); tarso 0,'"028 [fi nini. m/.ì. Tav. 16. à* ^pi^pr^p^j^-w 1. Bigiarella. 2. Bigia padovana (ad.). :i- Bigia padcn ma giov.). 4. Bigia grossa. 5. Canapino maggiore. H. Lui verde. 7. Uif bianco. 8. Lui grosso. 9. Luì piccolo, li). Lui forestiero, li incino. 12. R 13. Scricciolo. 14. Cannareccione. 15. Cannatola. 16. Cannajola verdognola, r ito di autunno). 18. Pagliarolo (abito iti primavera). [lirico Hoepli, Editore, Milano. ATLANTI ORNI! 1ICO 11"' Abita il Turchestan, giungendo fino nel Baluccistan. L. funereus (mas. ad. . Colorito generale di un grigio Lavagna pallido, che volge al grigio fulvo al- l'apice delle più grandi scapolari e sulle piccole cuopritrici alari; il dorso tinto di brunastro; le più lunghe cuopritrici della coda terminate ili nero; una strei tissima banda frontale, redini e regione auricolare nere; remiganti nero brunastre, colla porzione basilare delle primarie bianco pura, che forma uno specchio alare cospicuo; mento bianco-sudicio; gastreo biancastro tinto di vinate più o meno ean nella: il davanti del eolio, il petto e l'addinne con strette strisele trasversali; i lati ed i fianchi di un vinato-pallido, quelli lavati di grigiastro (Dresser). Lunghezza totale 0,ra220; becco 0,m020; ala 0,m129; coda0,m127; tarso 0,ra025. Abita il Turchestan. 98". Lanius excubitor major (Pallas), Averla maggiore di Pallas. Differisce dal /-. excubitor per dimensioni maggiori, per avere il groppone e il sopracoda differenti dal dorso e di un bianco leggermente cenerino; esiste una sola fascia bianca sulle ali formata dalla base delle remiganti primarie, le secondarie es- sendo nere per intero, il bianco sui vessilli interni delle remiganti secondarie nel disotto è assai meno pronunciato. Lunghezza totale 0,m280; becco 0,'"01<); ala 0,m121; coda o. li'.".: tarso 0, 019. Secondo alcuni Autori il L. excubitor major (Pallas, 1881) sarebbe eguale al L. excubitor borealis (Vieillot, 1S07) ed al L. borealis europaeus (Bogdanow, 1831 ; ed in tale caso il nome di L. borealis (Vieillot, 1807) godrebbe del diritto di prio- rità. È certo che se non identici, questi Lanius rappresenterebbero tutt'al più lievissime variazioni geografiche del L. excubitor major, ma la questione è cosi complessa ed intricata, che ho preferito ancora il vecchio nome stabilito dal Pallas, anche perchè esso è in generale più noto. Il /.. excubitor major, conside- rato in senso lato, avrebbe distribuzione geografica molto estesa. Abita l'America settentrionale e la Siberia fino al 65" di lat. Nord e in Europa nidifica nelle parti settentrionali, giungendo fino alla Lapponia. D'inverno in Asia si porta sino al Turchestan, in Europa sino alle parti orientali e centrati e di rado nelle occi dentali, arriva verso Sud sino all'Alta Italia, oltrepassando raramente gli Appen- nini. In Italia il L. excubitor major è piuttosto raro, specialmente nel tipo puro. È più facile trovare individui nei quali il groppone ed il sopracoda sono concolori col dorso e che presentano inoltre il colorito delle parti superiori più cupo, il bianco sulla coda meno esteso, la statura leggermente minore, l'ala da 0,'"110 a 0,'"115. Questi soggetti sono forse ibridi del /.. excubitor col L. excubitor major e rappresenterebbero verso Sud la forma tipica nordica. Firenze, secondo le mie osservazioni, sarebbe la località più meridionale, cui questi soggetti speciali sa- rebbero giunti in Italia. 99. Lanius meridionalis, Tkmmim ik, Avérla meridionale. Un sopraciglio bianco, fronte, parti superiori cenerino-piombato-cupe, con le scapolari in parte bianche; cuopritrici e remiganti nere, sull'ala uno specchio ri stretto bianco formato dalle basi delle remiganti 1'; una l'ascia dal becco alla re- Atlantc ornitologico. 15 114 VII.WTF : coda 0,m116; tarso 0,ro029. Abita le contrade cireummediterranee, ma sembra mancati' sulla costa Afri- cana, è sedentario nella Francia meridionale, nella Spagna e nel Portogallo. È specie accidentale in Italia, fu trovata nel Nizzardo ed in Liguria, ma anche in To- scana, nell'Umbria e nel Romano. È molto rara e si mostra d'inverno. La comparsa dell'Americano L. ludovicianus, Linnaeus nelle Isole Britanniche, anche a detta dei più noti Ornitologi Inglesi, merita conferma. 100. Lanius algeriensis. Lesson, Averla algerina. Parti superiori grigio-lavagna-scure, colle scapolari più chiare e largamente marginate di bianco; remiganti primarie nere colla baso bianca, che forma uno specchio alare molto distinto e quasi triplo in grande* xa di tintilo del L. meridio- nalis; una fascia dal becco attraverso l'occhio sino alla regione auricolare nera; gastreo grigio, biancastro sulla gola, sulle guancie, sull'addome e sul sottocoda (ad.). Colorito generale delle parti superiori bruno, qua e là grigio; gastreo grigio, con lineette brune trasversali a zig-zags sul petto e sui fianchi, gola ed addome bian- castri (giov.). Lunghezza totale 0,'"235; becco 0,'"014; alaO,m110; coda 0,m098; tarso 0,n,025. È specie facilmente riconoscibile pelle tinte delle parti inferiori grigie e non bianche (L. excubitor), né carnicine (L. meridionalis); il giovane è sempre distinto per il becco molto forte ed i tarsi grossissimi, nonché per tinte molto più cupe. Questa specie abita l'Algeria, la Tunisia, ed il Marocco. È accidentale in Italia, un esemplare venne colto a Scandicci (Firenze) il 2 luglio 1892 ed è con- servato nel R. Museo di Firenze; un secondo, preso nel maggio 1882 nei Vosgi (Alsazia), è ricordato dal Blasius (l). Non conosco altre catture europee. 101. Lanius minor, Gmelin, Averla cenerina. [Tav. XXIV, 6g. I, e Tav. XL1X, Bg. 61 J. Fronte, una fascia che parte dal becco ed attraversa l'occhio, estendendosi lino alla regione auricolare nere; parti superiori di un grigio-cenerino-cfàaro; le inferiori bianche, tinte di rosa sul petto e sui fianchi; ima fascia bianca sull'ala formata dalla base delle 1" remiganti, le secondarie nere ad . Fronte bianco-ful- viccia: una fàscia dal becco fino alla regione auricolare bruno-nerastra; parti su- periori più cupe, biancastre all'apice delle penne, con una l'ascia subterminale nerastra; gastreo fulvo-gialletto, tinto di cenerino sui fianchi; apici biancastri delle cuopritrici alari e delle remiganti molto larghi (giov.). (') Blasins, W., Verein fiir Naturg. tu Brannsohweig 15 Okt. 188") e Braunschweig. Anzeig. Nr. 254, Tom 29 (Hit. 1885. ATI \\ il OEN] rOLOGIi o 115 Lunghezza totale 0, 208; becco 0, 014; alaO, 116; coda 0,m095; tarso 0,m025. Abita l'Europa centrale e meridionale e l'Asia occidentale, svernando nel- l'Africa. In Italia è uccello comune, di passo ed estivo, arriva in aprile e parte in settembre. Nidifica (piasi dappertutto, nel maggio e nel giugno. Questa specie è facilmente distinguibile in "uni eia per la 1 remigante pri- maria molte più eorla cfr. /.. excubitor), mene di un terzo «Iella 1" secondaria; da adulto la fronte nera è tm carattere assai importante. li Specie a colori variati, bianco, nero e bruno-vivace; sessi differenti, femmine distinte dai giovani. 102. Lanius collurio. Linnakis, Averla i> invia. [Tav. XXIV. fig. 2, e Tav. M.IX. fig. 60]. Una stretta fascia frontale, una seconda dal becco attraverso l'occhio sino sulla regione auricolare nere; cervice, nuca, groppone e sopracoda grigio-bluastri; dorso e scapolari marrone-nocciola; gastreo bianco, tinto di carnicino sul petto e sui fianchi: remiganti 1° nere; coda nera sulle timoniere centrali, con stretto apice nerastro, le laterali bianche, con una larga fascia preapicale e gli steli neri (mas. ad.). Cervice grigio-plumbea; nuca e groppone sfumati di brunastro; dorso brunastro- marrone; gastreo bianco-sudicio, con numerose striscie semilunari brunastre, estese anche sul petto e sui fianchi; coda nero-brunastrasul disopra, grigia di sotto, coll'apice biancastro (femm. ad.). Parti superiori rossiccio-noceiola-brune, con fascie trasver- sali nere ed ocracee; gastreo bianco-fulviccio, con fascie semilunari brunastre più o meno numerose sui lati del collo, sul petto e sui fianchi; coda bruno-rossiccia, marginata di marrone-nocciola, coll'apice bianco-rossiccio ed una striscia preapi- cale nerastra [giov.). Lunghezza totale 0,'" 180; becco 0,'"()13; ala 0/"090; coda 0,m075; tarso 0,m022. Questa specie va soggetta a varietà albine ed isabelline, ma i perfetti leu- cocrostici sono molto rari: le femmine vecchie talora presentano il piumaggio del maschio. Abita l'Europa centrale e meridionale, verso oriente fino al Turchestan, sverna in Africa. In Italia è specie comune, di passo, estiva e nidificante, arri\ a nel maggio e riparte nel settembre e nell'ottobre. Poche sono le coppie che nidificano in Si- cilia, ciò che trova analogia nella Spagna, ove si dice che questo uccello non covi affatto, ma sia solo di passaggio. 103. Lanius senator. Linnaki s, Averla rapi rossa. [ Lanius auriculatus, P. L. s. JIììi.i.kr: L. rufus, Gm; (') ]. [Tav. XXIV, tig. 8, e Tav. XI. IX. Bg. 59]. Fronte ed una larga fascia che attraversa l'occhio, copre la regione auricolare e termina sui lati del collo e dorso nere lucide; cervice, nuca ed alto dorso rosso-ca- stagno-vivace; groppone cenerino, bianco nella parte bassa, sul sopracoda e nel- i'i Lanius sena t or, Linuaens, 17."s ; L. auriculatus, I'. !.. S. MiSller, 1 TT t : : /..rufus, Gnielin, L788. 110 ATLANTE OKNITOT-OGICO l'intoro gastreo; scapolari bianche; base delle remiganti 1" bianca, che forma uno specchio distintissimo; timoniere nere, le centrali del tutto, le altre bianche alla base ed all'apice mas. ad.). Come il maschio, ma le tinte sono più opache, il mar- rone della lesta e del dorso commisto a penne brunastre; le tinte nere lavate di brunastro (femm. ad.). Molto simile al giovine del L. collurio, ma più chiaro spe- cialmente sulle parti superiori; sempre però facilmente distinguibile al fatto che la base delle 1° è bianco-rossigna e forma uno specchio sull'ala, clic manca af- fatto nel L. collurio (giov.). Lunghezza totale 0,'"195; becco 0."'015; ala 0^098; codaO,m075; tarso 0,m024. Questa specie va sospetta a varietà albine, le perfette sono molto rare. Abita le parti centrali e meridionali di Europa, verso Est sino alla Persia, sverna nell'Africa. In Italia è uccello di doppio passo ed estivo, abbondante nelle Provincie meridionali e nelle Isole, ove è la specie più comune, piuttosto scarso anche nelle parti centrali e più che altro nelle settentrionali, così nel Trentino è la più rara delle quattro specie che vi giungono di solito. Arriva da aprile a maggio e riparte nel settembre, nidificando specialmente nelle provincie meridio- nali, in Sicilia ed in Sardegna ('). 104. Lanius nubicus, Lichtenstein, Averla dalla maschera. Parti superiori nero-lucide; un largo sopraciglio, fronte e scapolari bianche: una fascia nera dal becco attraverso l'occhio fino sulla regione auricolare; gastreo bianco, tinto di gialletto sul collo e sul petto e di rosso-rui^inoso sui lati del petto e sui fianchi; remiganti le bianche alla base, in forma di un grande specchio alare (ad.). Le parti nere sono grigie; il sopraciglio è più marcato; la coda è quasi senza tinte bianche (giov.). Lunghezza totale 0,'n174; becco 0,"'0ir>; ala 0,'"089; coda 0,'"086; tarso 0,'"021. Questa specie abita l' Europa sud-orientale e l'Asia Minore, sverna nell'Africa nord-orientale; comparve nella Turchia Europea e nella Penisola Balcanica, ma è molto rara ed accidentale. 105. Lanius isabellinus. Ehkenberg, Averla rossiccia. Parti superiori rossiccio-brune vivaci ed uniformi ; fronte e sopraciglio bianco- gialletti; una stretta linea alla base della fronte ed una larga fascia dal becco attraverso l'occhio sino alla regione auricolare nere: dorso bruno-rugginoso; ga- streo bianco, tinto di fulvo-rossigno sui fianchi e sul sottocoda; base delle remi- ganti 1' bianca, che forma uno specchio alare; coda fulvo-vivace colle due centrali lavate di brunastro (ad.). Bruno-gialletto sulle parti superiori, con fascio trasver- sali brunastre; le inferiori bianco-giallette, con pochi zig-zags trasversali scuri [giov.). (') Il min amico O. Kleinschmidt (19011 ha tentato di separare il Lanius collurio ili Sardegna, che avrebbe lo parti inferiori pili bianche od il marrone «lei mantello più estoso; c>jli crede inoltro che il /,. eeuaior di Sardegna sia invece il /-. badius dell'Africa occidentale, per cui tale specie (t) sarebbe, se- condo Ini, da includere nell'Avifauna europea. vi I \\ I 1 i >K\I l< HCO 117 Lunghezza totale 0,m177; becco 0,m016; ala0,m086; coda 0,m081 ; tarso 0,m024. Abita gli Orali, verso Esl sino alla Mongolia, verso Sud sino all'Africa nord orientale fu trovata nei governi di Perni e di Orenburgo ed un esemplare fu eolio ad Eelgoland coli. Oàtke). Nidifica nel Turchestan, sverna nell'India, nella Persia, nell'Arabia ed in Abissinia. Una specie di un genere affine, il 'rrlrphonits erythropterus Shaw), fu più volte citata senza sicure garanzie tra gli Uccelli di Europa. Sarebbe comparsa nella Spagna, ma per quanto so essa non è citata in alcun lavoro Ornitologico Spa gnuolo (Scntnders), né l'ebbero il colonnello trby, né il compianto Lord Lilford; il Degland la citò polla Bretagna, e certo per errore di nome il Dubois tra quelle che capitano nelle Isole Britanniche. Essa abita L'estremità meridionale dell'Africa (Colonia del Capi' . Sezione OSC1NES ACUTIROSTRES - Passeracei dal becco acuto. Becco di varia forma, spesso conico, corto, diritto e forte: narici coperte da penne o da peli rivolti in avanti; lingua spesso setolosa all'apice: 1' remigante primaria corta; unghia del dito posteriore adunca. Vivono in branchetti; si nutrono specialmente d'insetti, non sono migranti nel vero senso della parola; depongono molte uova, collocandole nelle buche degli alberi o in un nido di squisita perfezione artistica. La famiglia Paridae è larga- mente rappresentata in Europa. Famiglia PARIDAE, Paridi. Becco compresso, forte e diritto, molto più corto della testa; narici basilari o laterali, nascoste da fitti ciuffi di penne; lingua setolosa all'apice; ali mediocri, di 10 primarie, la 1" molto più corta della 2a; coda di varia forma e lunghezza, colle timoniere né rigide, né acuminate; tarsi piuttosto corti, più lunghi del dito mediano con unghia; diti mediocri, riuniti alla base. Piumaggio molle, in generale brillante colle penne del groppone allungate e così quelle della testa, che sono talora disposte a ciuffo; statura di solito piccola o minima: sessi eguali, giovani poco differenti: mutano una volta all'anno. Sono uccelli attivi, petulanti, sempre in moto, che non paventano la presenza dell'uomo; si nutrono di insetti, ma sono omnivori e d'istinti crudeli, alcune specie furono vedute assaltare uccelli feriti o presi nelle reti; abitano i boschi, i giar- dini, specialmente ove sonvi conifere, poche specie sono paludicole: hanno l'abi- tudine di attaccarsi ai rami degli alberi, rimanendone sospesi colla testa all' ingiù, da ciò il loro nome di tiuspaisons ,• cantano abbastanza melodiosamente; soppor-' tano grandi freddi e non' sono strettamente migratori, ma più che tutto erratici, compiendo i loro viaggi in branchetti; costruiscono nidi assai artistici, finamente intcssuti, o di forma usuale, o fatti a borsa con un foro laterale e che sospendono 118 ATLANTE ORNITOLOGI! 1 1 sui rami o sullo canne, altri nidificano nelle buche degli alberi, che si dice sca- vino da se stessi; depongono molte uova fino a 20 e allevano più di una covata all'anno. È una famiglia di distribuzione quasi cosmopolita, composta di circa 90 specie sparse più clic altro nelle parti settentrionali del Mondo Nuovo e dell'Antico e mancanti nella Regione Neotropica e nelle isole del Pacifico. Sottofamiglia REGULINAE, Rególini. Becco subulato colla mandibola superiore leggermente intaccata e la base contornata di rade penne di struttura speciale, delle quali una lunga nasconde par- zialmente ciascun foro nasale: coda leggermente forcuta: tarso coperto anterior- mente da una sola squama e lungo più del doppio del dito posteriore senz'unghia. Fabbricano nidi sospesi, hanno statura minima e la testa è ornata nel centro di un ciuffo di penne brillanti (Regulus). Secondo il Gadow due generi compon- gono questa sottofamiglia, il secondo dei quali, detto Leptopoecile colla specie unica L. Sophiae, Severtzow, abita l'Asia centrale: nel dare i caratteri della sottofamiglia, considerai il solo genere Europeo. Genere REGULUS, Cuvtce (l). Il gen. Regulus consta di circa sei specie confinate alle parti settentrionali e temperate della Regione Paleartica e dell'America settentrionale, estendendosi verso il sud sino al Messico. Nelle isole Canarie, nelle Azzorre ed a Madera vivono tre forme poco differenti dal R. ignicapillus, che, secondo alcuni Autori, godono però rango specifico. Depositano da cinque a dieci uova d'un isabellino-rossiecio o di un bianco crema, con una corona di macchie scure attorno all'apice più largo. 106. Regulus regulus (Linxaeus), Regni». I Regulus cristatus, Vikii.i..]. I'Iav. XV, Bg. li', e I'av. XLIX. fig, 171. Fronte bruno-grigiastra; parte superiore della testa gialla, tinta di color au- rora nel centro, limitato sul davanti e su ciascun lato della stessa da una fascia nera: sopraciglio grigio-oliva; parti superiori verde-olivastre, rossigne sul grop- pone e sul sopracoda; gastreo oliva-gialliccio; due fascio bianche sull'ala, formate dall'apice delle cuopritrici medie e delle grandi (mas. ad.). Manca il giallo-aurora sulla parte centrale della testa, che è tinta di giallo come le due fascie laterali (femm. ad.). Manca il giallo sulla testa che è tinta, come la nuca, di un nero-bruno 'misto ad oliva; gastreo grigio, tinto di fulviccio sull'addome e sul sottocoda [giov.). l1) Regulus, Cuvior, L800 e Koch, 1816). vn.wn: ORNITOLOGICO 110 Lunghezza totale O/'O'.iS; becco O,'"'»"*; ala o, n.'.l; coda 0, 038; tarso 0, 018; dito posteriore s. u. 0,"'oof>. Abita tutta l'Europa fino al Circolo Artico e L'Asia temperata verso oriente fino all' Amur, d'inverno si porta verso sud, compiendo parziali migrazioni. In Italia è specie comune e stazionaria, vive sui monti d'estate e discende al piano il' inverno. Nidifica. Il passo, che è aumentato anche da individui di oltr' Alpe, ha luogo nell'ottobre-novembre e nel marzo-aprile, viaggia in branchetti. Alleva due covate; il nido assai artistico è subsferico, intessuto di musei., sostenuto da pic- cole radici e sospeso di solito sotto l'estremità di un ramo di pino o di altro sempre\ orde. Secondo Oh. L. Brehm (') tre sarebbero le specie Europee di R. regulus, che io cito a titolo di cronaca. a) R. septentrionalis. Regioni settentrionali di Europa. Lunghezza totale 0,m106; becco 0,'"010; coda it.'iil 1: tarso 0,n,017. Groppone verde-puro; strisele nere della testa strette; tinta gialla sulla testa chiara: t'ascio sulle ali bene accentuate. b) /.'. crococephalus. Regioni centrali di Europa. Lunghezza totale 0, 087; becco 0,'"0081; coda 0,'"036; tarso 0,'"0168. Groppone verde-giallognolo; striscie nere della testa larghe; tinta gialla sulla testa più intensa che nel R. septen- trionalis. e) //. chrysocephalus. Regioni orientali di Europa. Lunghezza totale 0,m081; becco 0,'"006; coda 0,m031; tarso 0,'"01(5. Alto dorso misto a grigio; groppone verde; tinta gialla sulla testa vivace; fascie sulle ali leggermente sbiadite e meno di- stinte che nelle due precedenti specie; macchia nera alla base delle remiganti secondarie di forma rotonda. 107. Regulus ignicapillus (Temminck ex C. L. Brehm . Fiorrancino. [Tav. XV, fig. 11, o Tav. XL1X, tìg. 16]. Fronte ed una t'ascia su ogni lato della testa sino presso all'occhio bianco- grigie; centro della testa giallo-aranciato, incorniciato sul davanti e sui lati da una banda nera, limitata a sua volta da una larga fusi-in bianca u sopraciglio; re- dini, mustacchio ed un tratto attraverso l'occhio neri; due fascie sulle cuopri- trici, come nel R. regulus, ma molto più distinte: parti superiori nero-giallastro- vivaci- gastreo bianco-gialliccio; sui luti del collo uno spazio verde-dorato (mas. ad.). Eguale, manca il giallo-aranciato sostituito da giallo chiaro e brillante (femm. ad.). Tinte generali più pallide che nell'adulto; manca il giallo sulla testa e le fascie nere che lo limitano sono di un grigio-verdognolo; le fascio sui lati della testa. meno accentuate giov.). Lunghezza totale 0,m105; becco 0,'"008; ala 0,'"065; coda 0,m040; tarso 0,'"020; dito posteriore s. u. 0,m006. Questa specie è facilmente distinguibile dalla precedente pel largo sopraciglio bianco e lo spazio giallo-dorato sui lati del collo, inoltre le parti superiori hanno tinte molto più vivaci. Abita le parti temperate e meridionali di Europa, estendendosi verso nord (') Unni!. Nat. Vinj. Deutschl. pp. 47'J-IS1 is;;i . 120 MI vmi ORNITOl OtìH 0 sino al Fallico. l'Asia Minoro e l'Africa settentrionale. In Italia trovasi ionio il precedente, ma è mono abbondante, sebbene in Sicilia ed in Puglia sembra av- venire il contrario. Nidifica, Amori Britannici dicono che la cattura dell'Americano lì. cakndula [L avvenuta nel 1852 in Inghilterra merita conferma. Eisso ha la cervice scarlatta, a tinte nere sulla tosta. - rrOFAMIGUA FARINAI", l'nriiii. Becco conico, colla mandibola superiore non intaccata e la baso contornata di penne, che nascondono del tutto le narici, ohe sono rotonde e senza opercolo coriaceo; coda di solito non forcuta, di varia t'orma e lunghezza; tarso scudettato, meno del doppio del diro posteriore s. u. llocano il nido, salvo eccezioni, nelle buche degli alberi: la testa è spess ornata di un ciuffo; la statura e piccola, - specie compongono questa sottofamiglia, cJ - arsa in Europa, nell'Africa e nell'America settentrionale sino al Messico. Depongono numerose uova di colore variato, a seconda del genere cui appartengono. Genere REMIZUS. STI v Becco conico, più eorto della testa, diritto, acutissimo all'apice: narici sub rotonde, assai piccole, nascoste da penne rivolte in avanti: lingua setolosa: ali piuttosto corte. 1 remigante primaria cortissima ed eguale alle cuopritrici le, la •_'' e subeguale alla 7*, la 4* la massima: coda mediocre, troncata o forcuta; tarso scudettato. poco più lungo del dito mediano senz'unghia, i tre diti anteriori subeguali; unghie piuttosto grandi, assai gì ss subadunche, 3 atura piccola, senza ciuffo. \>:tano le località paludose, fabbricano splendidi nidi a fiasco, che attaccano alla estremità di un ramo pieghevole, muniti di una o più aperture superiori, vi impiegano nel costruirle i pappi lanosi del salice, di tifa pai. - ,i riuni- > on finissimi filamenti di varie - depongono quattro o cinque uova bia- ss . macchiate di bruì) - s otto specie, più o meno buone, appartenenti a ques ve. sparse nel Mondo Antico e nell'America del Nord. Due — - trovano anche in Europa. 108. Remizus pendulinus Link - iloìino. tkatas pendulinus I S I Fronte e una - o all'occhio, che s'allarga appena oltrepassatolo nero-profonde; s e nuca bìaa gnole; dorso e scapolari di un - - " - • - nome «li hV«ù Hi ii; Pi I. Forapaglie. 2. Forapaglie macchiettato. 3. Salciajola fluviatile. 4. Salciajola. 5. Forapaglie castagnolo, b Passera scopajola (ad.). 7. Passera scopajola (giov.). 8. Sordone. 9. Stiaccino (q* ad.). 10. Stiaccino (9) II. Saltinpalo (/< unii. . UU (1804 : tipo Pipra Teuropaea Acredula, sp. La de- scrizione dei caratteri generici e molto chiara e non lascia alcun sospetto che il nome Aegìihalus sia .slato fondato pei nostri Codibugnoli; ma non È del pari certo se la descrizione del tipo corrisponda al caudatus od al rosetu, e quindi il nome di europaeus deve sparire llelhnayr, in KM.). MI Wll ORNITO] OGN 0 123 alla base, l'esterno più lungo dell'interno, il posteriore forte con l'unghia distin- tamente uncinata. Piumaggio assai molle: tinte predominanti nere e bianche miste a roseo; penne della testa leggermente allungate, e quelle della fronte che si avanzami sul becco. Fabbricano un uido sferoidale od ovato che attaccano ai rami, e vi depositano numerose uova bianche con macchie di un rossiccio vivace. E un genere del tutto Paleartico, composto di sedici specie all' incirca, alcune delle quali assai affini tra esse. a) Senza macchia nera sulla góla. NO. Aegithalus caudatus Linnaeus), Codibugnolo testa bianca. [Tav. XVII, fig. 10 e li e Tav. .MIX. fig. L'I/, |. Testa per intero bianco-candida; parte posteriore del collo e regione inter- scapolare nero-profonde; scapolari e lati del mantello di un roseo-carico; resto del dorso vinato e nero, predominando la tinta nera; cuopritrici alari e sopracoda nere; gastreo bianco-candido, sfumato di ametistino sui fianchi e sul sottocoda; remiganti nerastre, marginate di bianchiccio sulle 2e, quelle interne bianche con una stretta stria centrale bruna; timoniere nere, le tre paja esterne con larghi margini e gli apici bianchi; circolo oftalmico giallo-canarino (ad.). Contorno dell'oc- chio rosso-carico; centro della testa con una fascia bianco-cenerina; fronte, lati della testa e parti superiori di un bruno-nerastro-opaco con larghi apici bianchi sulle scapolari, sui lati del dorso e talora sul centro dello stesso; bianco del ga- streo meno puro (giov.). Nei soggetti più adulti lo spazio bianco sulla testa è più largo, ed i lati neri si presentano come due fascio, che marginano il centro chiaro. Lunghezza totale 0,'"160; becco 0,'"00(i : ala 0, 063; coda0,m098; tarso 0,'"017. Questa è la specie tipo descritta da Linneo; essa abita l'Kuropa settentrionale e giunge d'inverno sino nelle contrade Mediterranee, verso est si estende attra- verso la Siberia >' > fino al Giappone settentrionale, surrogata nelle porzioni meri- dionali dello stesso dall'ai, e. trivirgatus (Temminck & Schlegel). In Italia è specie di comparsa invernale secondo gli Autori, che non sono concordi sulla sua fre- quenza. Le notizie che abbiamo sono in fatto poco sicure; ma posso dire che nel Veneto trovai questo uccello in ogni stagione, che vi è comune e nidificante, seb- bene d'inverno sia più abbondante per l'arrivo degli individui nordici migranti. 110". Aegithalus caudatus senex (Madakasz), Codibugnolo testa bianca caucasico. Simile air.4. caudatus, differisce pel dorso grigio; pella fronte, la regione paro- tica ed occipitale tinte di fulviccio appena visibile; è distinta dall'.!, e. caucasicus pella fascia laterale della testa del tutto mancante. Lunghezza totale 0,m155; becco 0,'"006; ala 0,'"063; coda0,m095; tarso o.".n,s. ii Scebolmi distinse gli esemplari siberiani col Dome di .1. e. macrurus, essi presenterebbero la coda più lunga di (inolia dell'ai, caudatus; anche in molte parti d'Europa trovai Codibugnoli culla coda molto lunga, ed r perciò clic non accetto tale separazione. 124 \m\ll. ORNITOLOGICO Questo Codibugnolo e VA. <■. dorsalis furono recentemente (listimi dal Madarasz e divisi dall' l. caudatus, sicché coli' A. e. tephronotus e colT-4. e. caucasicus sarebbero cinque le forme ili Aegìtkalus viventi nel Caucaso. 110 /'. Aegithalus caudatus dorsalis (Madarasz), Codibugnolo caucasico dal dorsonero. Molto affine ed assai simile all'.l. e. caucasicus e facilmente distinto pel dorso nero; differisce d&U! A. e. roseus per la fascia Laterale della testa scura, pei lati del dorso e le scapolari grigio-biancastre. Lunghezza totale 0,ffi135; becco 0,m006; ala 0,m061; coda 0,m080; tarso 0,ra017. Abita il Caucaso [Madarasx) ; questa sottospecie, secondo Hellmayr, non è suf- ficientemente distinta, ma riferibile ad esemplari multo scuri di tinta dell'-l. e. caucasicus (in liti.). NO'. Aegithalus caudatus roseus ' (Blyth), Codibugnolo rosa,. Redini, penne alla base del becco e centro della testa di un bianco-puro limitate sui lati della stessa da una fascia di un nero-puro, che si estende sino alla nuca e si unisce alla tinta nera dell'alto dorso e della regione interscapolare; /«isso dorso rimilo con 'pochi Imiì/ neri; cuopritrici alari nere, le grandi terminate di bianco e lavate di roseo; sopracoda nero; gastreo bianco con poche macchie brune sul petto e tinto di vinato, specialmente sui fianchi e sul sottocoda; anello oftalmico aranciato (ad). Somigliano a quelli dell', 1. caudatus (L.), ma hanno le ali e la coda più corte (giov.). Lunghezza totale 0,ro165; becco 0,'"008; ala 0,n,062; coda 0,'"088; tarso 0/"018. Abita l'Inghilterra, la Francia, il Belgio e la parte occidentale della Germania {Salvadori). I soggetti britannici sono di tinte più cupe e di minore statura; quelli germanici intermedii collii, caudatus, come ad esempio quelli dell'Assia (Berlepsch), del Salisburghese (Tschusi) etc. In Italia sarebbe la specie più rara del genere, di comparsa invernale e non nidificante. NO '/. Aegithalus caudatus macedonici^ (Salvador! iS I iresser), Codibugnolo macedonico. Simile alT.I. e. roseus, ma le bande nere sui lati della testa sono più cospicue, più larghe ed estese alla base del becco e sulle min//; gastreo bianco, coi lati della gola striati di grigio; pila macchiata di grigio; una stretta banda nerastra attra- versa il petto. Lunghezza totale 0,m140; becco 0,'"007; ala 0,,ll002; coda 0,m089; tarso 0,'"015. Abita la Grecia e la Penisola Balcanica. 110'. Aegithalus caudatus Irbyi (Sharpe .V Dresser), Codibugnolo grigio. Statura minore dell'^4. C roseus; fronte ed una stretta fascia sul centro della testa bianca, più o meno macchiala di brunastro; sui due lati della testa una larga (') Nanmanu (Vogel Deutschl. 11. pag. 242, nuora edizione 1898) chiama questa sottospecie col nomo di .1. e. vagane i Latham). un usti ornitoi "'.li o 125 fascia aera che si estende dall'occhio alla mica, uve si unisce ad una piccola linea che limita molto marcatamente la nuca dal dorso; dorso i/i un cenerino-piombato chiaro; regiont scapolari vinata; cuopritrici alari nerastre, le più grandi interne lavale di bianco-grigio; sopracoda nero, con gli apici delle penne grigiastri poco appariscenti; gastreo bianco, tinto di vinato debole sui fianchi e più vivace sul sottocoda, talora con poche macchie brune sul petto; anello oftalmico aranciato (ad.). Simile a quelli dell'.!, caudatus, ma più piccolo (giov.). Lunghezza totale 0."'110; becco 0,'"007; ala 0,m058; coda 0,'"08r>; tarso 0,'"0 IT. E la specie più comune del genere in Italia, di doppio passo e stazionaria, specialmente nelle provincie centrali e meridionali e anche in Corsica; si sup- poneva che appartenesse a questa la forma clic vive in Sicilia, e che venne re- centemente separala. Nel Veneto è abbondante; abita anche la Francia e la Spagna, e tu scoperta in quest'ultimo paese. 110/. Aegithalus caudatus caucasicus (Lorenz), Codibugnolo caucasico. Simile ali". I. e. Irbyi; cervice bianca, colla fronte tinta di bruno-rossiccio; dorso grigio-lavagna-pallido, più cupo nella por/ione alta dello stesso; regione scapolare grigio-biancastra; sopracoda grigio, tinto di roseo; gastreo bianco, tinto di grigio sui lati del petto. Lunghezza totale 0,m134; becco 0,'"007: ala 0,m062; coda 0,'n083; tarso 0,'"0 Iti. Abita il Caucaso. NO'/. Aegithalus caudatus siculus (Whitaker), Codibugnolo siciliano. [Tav. XI, VI, fig. 3]. Molto simile alì'A. e. caucasicus, dal quale è distinto pelle ali <• la coda più corte, i lati bruni della testa non sono cosi scuri e la stria bianca lungo il centro della cervice, cosi ben marcata nellM. e. caucasicus, è molto meno pronunciata, le penne essendo parzialmente striate di bruno; contorno dell'occhio giallastro (Whitaker). Lunghezza totale 0,'"127; becco 0,m006; ala 0,"'0ó7; coda 0,'"073; tarso 0,'"01.~>. Questa sarebbe la forma sicula dell' A. e. Irbyi, recentemente distinta dal Whi- taker. abiterebbe la Sicilia e sarebbe l'unico Aegithalus che si trova nell'Isola. E qui ringrazio il ben noto Ornitologo J. Whitaker, che fu tanto gentile di offrirmi due bei esemplari della nuova forma da lui descritta. b) I Ti/a macchia nerastra sulla gola. 110/. Aegithalus caudatus tephronotus (Gunther), Codibugnolo turco. Cervice bianco-cenerognola; lati della testa nero-lucidi, in modo da formare due bande laterali dalla parte anteriore dell'occhio alla nuca: dorso blu-grigio- chiaro, alquanto variato di bianco nella regione interscapolare; cuopritrici alari nere, le più piccole lavate di grigio, le grandi interne e le mediane brunastre. con margini stretti e pallidi; sopracoda grigiastro; gastreo biancastro, con iuta grami, macchia nerastra sulla gola; lati del collo grigi striati di nerastro; fianchi e sotto- coda lavati di ametistino; remiganti bruno-cenerognole, col margine esterno grigio; L26 ATLANTI-: iHÌNIlDMliai'il timoniere nere, le centi-ali marginate esternamente di grigio, specialmente verso la base, le tre paja esterne con larghi margini e gli apici bainchi [ad.). Lunghezza totale 0,m120; becco 0,m008; ala 0,' 063; coda 0,m071; tarso 0,m018. Abita la Etumania, la Turchia. l'Asia Minore e la Persia. Sicché nove sarebbero le forme Europee del gen. Aeijilltnhis. che si possono così brevemente distinguere, sempre parlando degli individui adulti: A) Senza macchie nerastre sulla gola. a1) Testa senza fascio brune laterali. «'-'(Testa bianco - pura ; dorso nero; regione scapolare tinta di rosa (.1. caudatus). I>~) Testa bianca, fronte, regione parotica ed occipitale tinte leggermente di fulviccio; dorso grigio; regione scapolare grigio-biancastra (A. e. senex). b1 1 Con una larga fascia bruna su ambedue i Iati della testa. e2) Alto dorso e regione scapolare nere; basso dorso vinato, con pochi tratti neri; redini e base del becco bianchi [A. e. roseus). (Ì-) Parti superiori come nell'-4. e. roseus, le fascie brune sui lati della testa molto più larghe ed estese sino alla base del becco e sulle redini (A. e. rnacedonicus). < - Dorso cenerino-piombato-chiaro; regione scapolare vinata {A. e. Irbi/i). /"-) Dorso grigio-lavagna-pallido; un'ombreggiatura nera sull'alto dorso; regione scapolare grigio-biancastra; ala 0,'"0(>2; coda 0,m083 (A. <•. caucasicus). //-) Simile; ali e coda più corte; ala0,"'0ò7; coda 0,"'073 (A. e. siculus). fi) Dorso nero; regione scapolare grigio-brunastra (A. e. dorsali?). B) Con una macchia nerastra sulla gola (A. e. tephronotus). Anche nello stadio adulto si trovano numerosi individui intermedii, ciò che fa supporre a casi di ibridismo tra forme tanto vicine; i giovani sono indistinguibili inter se, soltanto quelli delle forme di statura maggiore si distinguono dai con- generi di dimensioni minori; le macchie sul gastreo e le strie scure che talora si dispongono a corona sul petto sono semplicemente effetto di gioventù e di livree incomplete e non servono per distinzioni specifiche, eccetto nel caso dell'ai, e. tephro- notus. Questo è uno dei generi nei quali i sistematici « separatisti » hanno avuto maggior agio di scapricciarsi nel formare tante specie e sottospecie simili, cosi difficili ad identificare e sul cui valore specifico vi sono i maggiori dubbi. Genere PARUS, Linnaeis. Becco conico, più corto della testa, appuntito, leggermente curvato sul cul- mine e compresso, mandibola superiore di poco più lunga della inferiore, con in- taccatura poco apparente o mancante: lingua setolosa: narici basilari, piccole, rotonde, senza opercolo coriaceo, coperte, come la base del becco, dalle penne seto- lose della parte anteriore della fronte, che sono rivolte in avanti: ali con 10 remiganti primarie, la 1 ' piuttosto corta, meno della metà della 2a, 3a, 4il e 5a le più lunghe; coda corta, quadrata o leggermente arrotondata; tarso scudettato, più lungo del dito mediano con unghia; piedi grandi e forti; unghie mediocri, subadunche, ap- puntite, acute. vi I w il ORNI COI OGICO 1-7 Piumaggio molle; penne della testa spesso allungate o rilevate a ciuffo; piu- maggio brillante nero, blu o giallo od opaco; spesso osservasi uno spazio chiaro sulla nuca ed una banda longitudinale mediana sull'addome. Sui in uccelli sei leni a i'i o parzialmente migranti, se ne conoscono circa 60 specie, alcune delle quali poco distinte, sparse nell'Emisfero settentrionale e specialmente nelle Regioni Paleartica, Neariica ed Orientale, scarseggiano nell'Etiopica; nidificano in buchi di varia sorte e depositano da ■< a 12 uova bianco pure, immacolate o i-nn macchiette bruno-rossiccie o bruno scure. a) Senza ciuffo; calotta blu <> bianca; frinite e sopraciglio bianchi; spazio nucale chiaro; banda addominale scura, incompleta (gen. CYANISTES, Kaup). MI. Parus caeruleus, Linnaeus, Cimi/mll/i. LCyanistes caeruleus (L.)]. [Tav. XVII. Bg. 7 e 8 e Tav. XUX, fìg. 23 |. Penne del pileo lunghe ed erigibili blu-azzurre, che t'ormano una calotta az- zurra circondata da una fascia bianca; una banda che dal becco attraversa gli occhi e si unisce ad un'altra sulla parte alta della nuca, che discende allargandosi sui lati del collo e si attacca ad una grande macchia quasi triangolare, che oc- cupa la gola ed il mento di un blu-azzurro; spazio nucale bianco-grigio; fronte, gote, regione auricolare ed una fascia che, come dissi, cinge il blu del pileo bianche; dorso e groppone verde-giallastri; resto del gastreo giallo-cenerino, con una fascia azzurra sulla linea mediana del petto; centro dell'addome bianco; ali e coda blu, con una fascia apicale bianca che forma una banda trasversale sulle grandi cuopri- trici alari e sulle 26 interne; coda quasi quadrata [ad.). Tinte generali più cupe; pileo nero- verdastro ; parti bianche della testa e delle ali tinte di gialletto; gola nera mista a giallo; gastreo giallo-limone (valde gìov.). Lunghezza totale 0,'" 135; becco 0,'"011; ala 0,m065; coda 0,m055; tarso 0,m016. Va soggetta a varietà albine, isabelline ed acianiche, una curiosissima presenta il dorso, il petto e l'addome di un giallo-canarino e tutto il resto bianco-candido. Abita l'intiera Europa ed è rimpiazzata nel Marocco dal .". ultramarinus, Bo- naparte, nelle Canarie dal /'. tenerifae, Lesson, dal P. ombriosus, Meade-Waldo e dal /'. palmensis, Meade-Waldo, tutte forme affini. In Italia è specie sedentaria, comune e nidificante; però è più abbondante durante i tempi del passo e nel- l'inverno, manca a Malta; ed in alcune provincie settentrionali è precipuamente uccello estivo; frequenta più il monte del piano. 112. Parus Plcskei. Cabanis, Cineiwrélla di Pleske. Simile al /'. caeruleus, dal quale è distinto pei seguenti caratteri: Pileo blu-chiaro, formante una calotta; dorso cenerino-bluastro: gastreo bianco, tinto leggermente di giallastro sul petto e sui fianchi; timoniere blu, con stretti apici bianchi ed il vessillo esterno delle laterali pure bianco; coda quadrata. Dimensioni del /'. caeruleus. Abita la Russia settentrionale e più che altro i distretti di Mosca e di Pietro- burgo; un individuo colto a Liegi (Belgio) nel 1878 è nella Raccolta del compianto mio amico il Barone Edm. de Selys Longchamps. IL'-- iiumi ORNITOLOGI! 0 Riguardo la validità specifica del Parus Pleslcei, ecco quanto mi scrive recen- temente (21) ottobre 1901) il mio amico dr. Eellmayr: 11" esaminato circa otto esemplari del P. pleskei e li trovai corrispondere nei caratteri principali colla descrizione del Cabanis. In seguito vidi due soggetti della varietà da me chia- mata pallesce?is (•/. fiir Ornith. 1901, pag. 17.V. È difficile il dire con precisione se questa «specie» sia o no un ibrido tra P. caeruleus e cyanus. Argomenti favore- voli all'ibridismo sembrano essere il fatto della grande rarità della specie», la circostanza che essa si trova soltanto nei distretti, ove vivono il P. caeruleus ed il P. cyanus, e le sue variazioni ili colorito e di dimensioni. In questo caso il sig. Th. Lorenz (Vogél (ics Moslcauer Govemm. pag. 93) inclina a considerare i ti- pici pleslcei (più simili al caeruleus; con la calotta azzurro-bluastra, una macchia gialla sul petto e scarse tinte bianche sulle ali) come ibridi di caeruleus maschio e cyanus femmina; e la mia var. pallescens (con la calotta grigio-bluastra, mac- chia gialla sul petto appena indicata, tinte bianche sulle ali più estese) come ibridi di caeruleus femmina e cyanus maschio. Ma io non sono del tutto del suo parere; e ritengo il P. pleskei una specie molto antica, che sta per estinguersi; mentre le specie (geologicamente) più recenti (caeruleus e cyanus) tendono ad esten- dere la loro distribuzione. I tipici pleskei quindi devono essere considerati come gli ultimi rappresentanti di una specie, che in tempi remoti aveva distribuzione molto estesa, e la mia var. pallescens ([naie ibrido tra il tipico pleskei ed il cyanus ». 113. Parus cyanus, Pallas, Cinciarella azzurra. [Tav. XVII, fig. !•]. Testa e parti inferiori bianco-candide, con una piccola macchia bluastra sul centro del petto; una fascia dal becco all'occhio, diesi congiunge ad una banda lineale blu-scura; dorso e groppone blu-grigio-chiari; una larga fascia all'apice delle cuopritrici alari, margine delle grandi remiganti, apice delle 2°, la timoniera esterna per intero e le altre nella parte terminale bianche; base delle cuopritrici alari, centro delle remiganti e il resto delle timoniere di un blu-violetto; coda rotonda (ad.). Testa brunastra, colle tinte bianche Leggermente gallette anche sul gastreo, redini e fascio attraverso gli occhi, che non si uniscono alla banda nucale, di un grigiastro senza lucentezza, metallica; le tinte libi e bianche mono pure (giov.). Lunghezza totale 0,m135; becco 0,m009; ala 0,mO68; coda 0,'"070; tarso 0,m016. Abita la Siberia meridionale, le parti centrali ed orientali della Russia eu- ropea e venne colto quale uccello accidentali: india Svezia, in Danimarca, nella Germania, in Polonia e nell'Austria. Il Dr. Uhtersteiner citò questa specie come presa a Striglio di Valsugana nel Trentino, su asserzioni di cacciatori. Tale notizia me- rita conferma, quantunque la sua cattura da noi non sarebbe latto molto eccezionale. b) Senza ciuffo; calotta nera; fronte nera; mancanza ili sopraciglio; spazio nu- cale presente; limala addominale scura, compiila (gen. Parus, Linnaeus). 114. Parus major, Linnaeus, Cinciallegra. | Ta\ . XVII, ag. 1. e Tv\ . xi.tx. fig. 19]. Una linea dalla mandibola inferiore che passa sotto l'occhio, guancie e re- gione auricolare bianco-argentine; resto della lesta, lati del collo, mento, gola, v. Js \ir I. Cinciallegra. 3. Cincia mora. 3.1 ol ciuffo. 1. Cincia bigia. 5. Cincia alpestre. 6. Cincia dalmatina. 7 Cinciarella (ad.). 8. Cinciarella (giov.). 9. Cinciarella azzurra. IO. Codibu bianca (ad.). II. Codibugnolo testa bianca (giov.). 12. Basettino itf ad.). L3. Basettino (J). 14. Pendolino. 15. Pi muratore, le. Rampichino. I Irico Horpli, Editore. Milano. \ i I IHTB ORNITOLOGICO 1 '-"-1 una larga banda longitudinale sul centro del petto e dell'addome nero bluastro- lucenti; sul centro della nuca uno spazio bianco, susseguito da un tratto giallo- citrone, che sfuma col verde-giallo del dorso; cuopritrici alari cenerino-bluastre, le grandi terminate da una cospicua fascia bianco-gialletta, che forma una banda trasversale sull'ala; groppone e snpraeoda grigio-bluastri ; lati ilei petto ed addome gialli: basso addome bianco; timoniere grigio-bluastre cogli steli ed il vessillo in- terno neri, l'esterna è bianca all'apice e sui lati (ad.). Colora/ione generale molto pallida: guancie e regione auricolare variate di gialliccio; la fascia addominale longitudinale nera mancante od appena accennata sull'addome; tinte nere meno lucide e miste a grigio sulla noia {giov.). Lunghezza totale 0,m160; becco 0,'"011; ala0,n,074; coda 0,m068; tarso 0,'"021. La Cinciallegra va soggetta alle stesse varietà di tinte del P. caeruleus, col (piale si è incrociata per quanto so una sol volta, e l'esemplare, colto nel L 892 sul Padovano, offre caratteri intermedi assai distinti (mia Collezione); le anomalie di tinta e le teratologiche sono piuttosto rare in questa specie. Abita l'Europa verso est attraverso l'Asia fino al Pacifico, la Palestina, la Persia e l'Asia centrale: a Cipro è rimpiazzata dal /'. ajihroih/tes, Madarasz. nella Cina e nel Giappone dal /'. minor, Temm. e Schl.; dal P, einereus, Bonn, e Vieill. nell'India; dal /'. boìcharensis, Liclit. nell' Afghanistan e nel Turchestan. In Italia e specie comune e sedentaria; di autunno ne arrivano molte d'oltre Alpe e sver- nano tra noi. E accidentale a Malta. Nidifica ed alleva più di una covata all'anno. Il Blasius ha citato, sull'autorità di C. L. Brehm, il P. minor tra gli Uccelli d'Europa, ma non dice ove sia stato colto. e) Testo talora fornito ili ciuffo; ridotta nera; fronte e sopraciglio mai Inanelli ; spazio nmaìe chiaro presente; lima addominale mancante (gen. PEKIPAKUS, Selys). 115. Parus ater, Linnaeus, Cincia mora. [Tav. XVII, fig. 2. e Tav. XLIX, fig. 20]. Una linea che parte dalla mandibola inferiore e si dirige verso l'occhio, guancie, regione auricolare e lati del collo bianco-puri; un grande spazio nucale bianco; resto della testa, due fascie che limitano lateralmente la nuca e si dirigono sui lati del collo ove s'allargano, mento ed un largo spazio sulla gola di un nero-blu profondo e lucido; ali attraversate da due bande biancastre, formate dagli apici delle medie e delle grandi cuopritrici delle ali; dorso cenerino-piombato chiaro; groppone e sopracoda bruno-fulvo-olivastro; gastreo bianco, tinto di gialletto sul- l'addome e di fulviccio-olivastro sui fianchi, sul basso addome e sul sottocoda; timoniere nero-cenerognole, leggermente sfumate di olivastro; becco nero (ad.). Tinte nere più opache; spazio sulla nuca, guancie e le due fascie sulle ali col bianco sfumato di gialletto; dorso oliva-cupo; gola lavata di olivastro; gastreo gialletto; fianchi più bruni; becco giallastro alla base della mandibola inferiore (jgiov.). Lunghezza totale 0,m125; becco 0,'"009 ; ala 0,m060; coda 0,'"04ii; tarso o.'ois. Abita l'Europa e la Siberia settentrionale, rimpiazzata a Cipro dal /'. cypriotes, Dresser, in Algeria dal /'. /< udoci, Malherbe, nella Siberia orientale e nel Gfiap pone dal /'. pekinensis, David, che ha un ciuffo mediocre, nell'India e nel Tur- chestan da forme affini. È accidentale nella Gran Bretagna, ove vive una sotto- Allante ornitologico. 17 1 30 MI \\ i 1 ORNITI fi .... i . 0 specie molto simile. È specie comune in [talia, dimora sui monti nell'estate e di- scende al piano d'autunno, quando molti individui arrivano pure d'oltr'Alpe per svernare; è meno abbondante in generale delle precedenti, però in alcuni anni è comunissima; ebbi esemplari anche dalla Puglia, ove pareva non giungesse e dalla Sicilia, uve si dice sia rarissima [Boderlein). Nidifica ed alleva più eovate nella slessa annata. 115 a. Parus ater britannicus (Sharpe «V Deesskr), Cincia moni britannica. simile al P. uti r. ma distinto pel dorso grigiastro, fortemente lavato di oliva- giallastro; groppone fulviccio-cbiaro; fianchi e basso addome tinti più vivacemente. Dimensioni del P. ater. Questa sottospecie vive nelle Isole Britanniche, arrivando nella Scozia sino al Sutherlandshire e Caithness, manca nelle Isole Shetland. Orkney ed Ebridi. Parecchi Autori sono concordi nel non ammettere la Cincia britannica come distinta dalla specie Europea; a questo proposito il diligontissimo Saunders dice ohe quantunque alcuni individui offrano tinte differenti sul dorso, altri sono in- termedii ed altri principalmente di Scozia, ove è uccello comune, sono affatto si- mili ai tipici P. ater continentali. E nel materiale che esaminai, ho trovato che tali osservazioni sono del tutto esatte, ma siccome gli individui provenienti in pelle dalle Isole Britanniche sono in preponderanza di colorito leggermente diffe- rente, così io accetto il /'. britannicus, Sharpe Dress. come forma sottospecifica del P. ater, Linnaeus. Nel Caucaso vive poi una l'orma intermedia tra le due sunnominate, che fu distinta col nome di P. Michailoivski, Bogdanow, venne trovata anche nella regione del Transcaspio, ma sembra essere eguale al P. phaeonntus, Blanford della Persia. Ha statura maggiore (lunghezza totale 0,m130) ed offre il dorso di un bruno-oli- vastro-pallido, più dilavato sul groppone. Testa senza ciuffo; calotta nera o bruna; fronte e sopraciglio mai bianchi; manca tu spazio chiaro minile e la Unni addominale (gen. Poecile, Kaup). 116-118. Parus palustris. Linnaeus, e forme affini. [ Tav. XVII, fig. I e 5, e Tav. XL1X, Bg. 22]. l ii tempo le così dette (lucie di padule (') o Cincie bigie si trovavano riu- nite sotto il nome di /'. palustris, Linnaeus: ma quando ebbero il sopravvento gli studi ornitologici più accurati ed anche un po' di mania di dividere e suddividere le specie in una quantità di torme climatiche e regionali che il più delle volte non sono apprezzabili che nel solo piumaggio primaverile completo e di Cresco mutato), si trovò la necessità di scindere il tipo Linueano in tre grandi gruppi, ognuno dei (piali è tipo di molte tórme e sottoforme più o meno valide, anche diagnostica- mente parlando. Dò qui anzitutto la diagnosi del vecchio tipo Linueano. ove sono I! nome
  • Il Rev. Kleinschraidl (' invece considera in massa il ^•miv Europeo l',,,,,!, e ne fissa quattro o cinque specie: a) Parus einctus, Boddaert, Europa nord orientale. In Parus lugubris, Natterer, Europa sud orientale. e) Parus afpms Bianchii, Zarudny & Harms, Russia settentrionale, forse ibrido del /'. einctus e P. borealis. d) Parus montanus ) Vere Cincie di padule distribuite in < masi tutta e) Parus communis] l'Europa. Il /'. borealis ed il /'. montanus non sono specificamente distinte, ma sotto- specie della stessa specie, ossia di ciò che egli chiama dello stesso « orbis formarum ». L'« orbis formarum ■ del /'. communis ha molte forme geografiche: Europa N. E. — uccelli grandi e chiari. — P. e. meridionalis. Germania centrale — uccelli più piccoli e più scuri. /'. e. subpalustris. Germania occidentale e Francia uccelli ancor più piccoli e più scuri. - /'. e. longirostris. Inghilterra -uccelli più piccoli e più scuri. — /'. e. Dresseri. P. e. com- munis e /'. e. subpalustris sono quasi lo stesso, borealis, salicarvus, rhenanus, e cesi di seguito. L'< orbis formarum » del /'. montanus offre quasi le medesime differenze, ma nella Svizzera le differenze geografiche (del montanus montanus) sono meno accen- tuate (che quelle del communis). P. m. salicarius, P. m. accedens e /'. m. mitrimi* sono certamente lo stesso uccello, soltanto con differenze individuali. Le differenze dei vari tipi geografici sono spesso riconoscibili in belle pelli di individui molto vecchi: i giovani e le femmine sono meno differenti e per apprezzare tali diversità sono necessarie lar- ghissime serie (in liti.). Lo Stejneger (2) ha diviso il P. palustris {borealis tipico) della Scandinavia in due sottospecie, cioè P. Collctti, che abita la parte occidentale e più specialmente la Norvegia occidentale e P. borealis della Scandinavia orientale, entrambe del gruppo P. borealis, che egli riconosce. Eccone le differenze: P. Colletti. i l'arti superiori della testa e nuca . . nero-scure senza lucentezza Dorso grigio di fumo Margine esterno delle remiganti 2e . . come il dorso, ma un po' più chiare Sottocoda grigio-fumo, come il dorso. 1'. BOKEAUS. Parti superiori della testa e nuca . . nero-brunastre Dorso grigio-fumo pallido Margine esterno delle remiganti _' . . biancastro Sottocoda biancastro. i'i in liti. VJ die. limo. i Knr. Marah-Tits, Proceed. Un. St. Nat. Mite., pp. 71-76 (1888;. VI 1. \N I I ORNITOLOGICO In tutti gli esemplari osservati nelle varie parti della Scandinavia, egli non trovò la più piccola differenza costante. Però il mio amico R. Collett mi informa (in litt.ì che il /'. Colletti è tutt'uno col P. borealis tipico o P. borealis borealis, e la distinzione non venne aeeettata dagli Autori. Concretando dirò come io ammiri la pazienza certosina di questi Chiarissimi Autori, ina aggiungo altresì che io non ne divido con pari slancio le idee; che il suddividere le torme settentrionali dalle meridionali o le occidentali dalle orien- tali più vivaci di tinte, più chiare o più scure, etc. si possa ammettere, passiamo pure oltre, ma il creare tante suddivisioni, che gli stessi Autori dichiarano im- possibili a riconoscersi, se non si tratti di individui di tresco mutati e di completo sviluppo, è un sottilizzare la scienza, che crea molti e gravi imbarazzi al siste- matico ed ammette anzitutto la necessità di possedere un materiale cosi esteso di libri e di esemplari che non tutti possono procurarsi. 10 ritengo che si possa dividere il gran tipo Linneano P. palustris in tre specie, sempre in riguardo alle forme Europee: P. communis, Baldenstein o Ciucia bigia; calotta aera con lucentezza bluastra, coda non graduata. P. montantis, Baldenstein o Cincia bigia alpestre; calotta nera con o senza lucentezza brunastra, coda graduata, timoniere larghe. P. borealis, Selys o Cincia bigia settentrionale ; calotta nera senza lucentezza, coda graduata, timoniere strette; forse questa Cincia è tutt'uno col P. montani s, od almeno le differenze tra essa ed il P. communis sono molto più rilevanti che non quelle col P. montanus. 11 P. communis sarebbe la forma meridionale, il /'. montanus quella dell'Europa centrale, il P. borealis della settentrionale, parlando naturalmente in linea generale, e, pur riconoscendo che queste tre specie offrono lievi differenze climatiche e re- gionali, trovo che esse non si presentano sempre costanti e non credo quindi di ammettere le sottoforme, sulle quali mi sono estesamente dilungato. ■msPn Testa ili /'. communis, grandezza D atarale. Testa di /'. montanus, grandezza naturale. In Italia abitiamo, a quel che pare, le tre specie; una delle quali probabil- mente avventizia. Il /'. communis è abbastanza distribuito (quelli dell'Alta Italia. /'. e. Tschusii; quelli al di là dell'Appennino. /'. e. italicus), però poco abbondante, sedentario ai monti d'estate, da dove discende nel verno; sarchile raro nelle Provincie meri- dionali, ma l'ebbi da parecchie località e l'uccisi in Sardegna. Il /'. monili nus si trova certamente sulle Alpi, ma non ho materiali sicuri; Tav. 18. 1. Beccofrusone. 2. Storno roseo (ad.). 3. Merlo acquaiolo. 4. Ballerina (mi.). 5. Ballerina (giov.). 6. Ballerina nera. 7. Ballerina gialla (e? in abito di primavera). 8. Ballerina gialla (Ji. 9. Cutrettola gialla (0* in abito di primavera). 10. Cutrettola gialla (a* in abito d'autunno). 11. Cutrettola gialla (2). 12. Pispola (in abito di primavera). mrìlM Hocp,. ],,ijtmv m&no UXANTI OHM COLONICO L37 ne ricevetti da Pontebba ed il detto esemplare fu riferito da Hellmayr al /'. m. iiioiitmiiis e dallo Tschusi al /'. m. ttstdmilis o /'. m. accedens. Dirò come Tschusi opini clic tale specie si trovi sulle nostre Alpi, probabilmente sotto La sottospecie P. m. tinnì hi a tts e /'. in. accedens. Del /'. borealis dirò che due esemplari di Nizza e di Corsica della mia Col lezione sono indistinguibili da quelli di Norvegia, essi furono veduti anche dallo Tschusi e da Hellmayr che vollero esaminare la mia ricchissima serie di /'. pa It/stris Europei. Sicché dunque questa specie ci giunge nelle migrazioni o vive in piccole colonie. Semina che in alcuni paesi europei, ove le tre specie si trovano assieme, il P. borealis nidifichi sempre sui sempreverdi e fabbrichi da sé stesso le cavità, ove depone le uova; mentre il P. communis ed il P. montanus non Io collocherebbero mai nei sempreverdi ed adoprerebbero qualunque cavità abbandonata, anche i materiali impiegati nella eostruzione del nido sarebbero differenti e cosi il loro canto. Non dò i caratteri delle tre specie, giacché con quelli enunciati nelle pagine precedenti si possono ottimamente riconoscere. Quantunque la sinonimia di tutte queste forme e sottoforme sia molto intri- cata, pure sembra che il P. fruticeti, Wallengren corrisponda al complesso delle sottospecie del P. communis, eccettuato il P. e. communis; ed il P. aVpestris, Railly al complesso di quelle del P. montanus, il P. m. montanus eccettuato. Ma come ripeto ciò non è del tutto sicuro, i caratteri offerti essendo troppo vaghi. 119. Parus lugubris, Natterer, Cincia dalmati ita. [ Poecile lugubris Xatt.)]. [Tav. XVII, fig. 6]. Parte superiore della testa soltanto sino alla nuca, parte più alta della regione auricolare, gola, davanti del collo e parte più bassa delle guancie di un nero- fuliggine-cupo; resto delle parti superiori bruno-cenerognolo, piuttosto pallido; re- gione auricolare, lati della faccia e del collo biancastri, questi (del collo) lavati di bruno-cenerognolo; resto del gastreo bianco, tinto di bruno-cenerognolo sui lati dell'alto petto e dei fianchi; cuopritrici alari, eccetto le piccole, e coda bruno- chiare, marginate esternamente di bianco (ad. in prim.). Tinte generali delle parti superiori più cupe, con le penne marginate di bruno-oliva; parti nere della testa volgenti al brunastro; lati del petto, fianchi, margini delle grandi cuopritrici alari, delle remiganti 2e e delle timoniere bianco-fulvicci (ad. in aut.). Tinte generali delle parti superiori e della gola bruno-olivastre-sbiadite, più scure sulla testa; regione parotica, Iati del collo e gastreo bianco-sudici, lavati di brunastro; grandi cuopritrici terminate di bianco; remiganti e timoniere brune, con margini fulvi (giov.). Lunghezza totale 0,m150; becco 0,m012; ala 0,n,077; coda 0,,n063; tarso 0,'"0 19. La femmina è un po' più grande del maschio. Abita l'Europa sud-orientale, verso ovest sino alla Dalmazia, alla Bosnia-Er- zegovina ed alla Grecia, si trova anche in Palestina. Sembra poco sicura la sua frequenza presso Trieste accennata dall'EggenhCfer e dallo Schlegel e coni indetta dallo Schiavuzzi, però vi compare di tanto in tanto e sarebbe connine attorno a i'hmi ornitologico. 18 138 ATLANTI': ORNITOLOGICO Spalato (Kolombatovich). È dubbia la sua comparsa nel Veneto, nel R. Museo di Firenze si conserva un esemplare avuto da Nizza nel 1878, cattura strana. 120. Parus cinctus, Boddaert, Cincia siberiana. Calotta di un bruno-cupo, estesa fino all'alto dorso; regione auricolare, lati della testa e del collo bianchi; resto delle parti superiori, scapolari e cuopritrici alari bruno-gialle, leggermente rugginose; gola bruno-nerastra, colle penne della sua parte più bassa marginate di biancastro; gastreo rugginoso-pallido, col petto ed il centro dell'addome biancastri; remiganti nere, col margine esterno bianco; timoniere nere lavate di grigio, col margine e l'apice delle laterali biancastro (aiì.i. Parti superiori più pallide; il rugginoso appena accentuato e tinto di grigiastro; calotta meno estesa e di una tinta più opaca, come il nero della gola: gastreo di tinta più dilavata (i/ior.). Lunghezza totale 0,m131; becco 0,'"010: ala 0,m071; coda0,m070; tarso 0,™018. Questa sarebbe la forma nordica del /'. lugubris ed abita la Lapponia, le parti Artiche della Scandinavia e della Russia, spingendosi verso est sino allo Jenissei, d'inverno discende verso sud senza oltrepassare la Finlandia, ove giunge di rado. Nella Siberia orientale, dallo Jenissei al lago Baikal, vive una t'orma affine detta P, obtectus (Cabanis). Genere L0PH0PHANES, Kàtjp. Ha i caratteri del gen. Parus, ma la testa è sormontata da un ciuffo cospicuo di piume lunghe ed acuminate; la base del becco non presenta penne setolose; manca lo spazio nucale chiaro e la fascia longitudinale sull'addome; esiste un collare auricolare; il dorso e le ali sono scure senza tacche; la coda subrotonda o leggermente forcuta. Questo genere comprende parecchie specie, che abitano l'Europa, l'Asia fino aU'Imalaia e l'America settentrionale fino al Messico. I Lophophanes hanno le abitudini del gen. Parus; nidificano nelle cavità o nelle fessure degli alberi, ma occupano talora i nidi abbandonati da varie piccole specie di uccelli ed anche quelli delle gazze e dello scoiattolo. 121. Lophophanes cristatus (Linnaeus), Cincia col ciuffo. [Tav. XVII, rig. 3 o Tav. XIJX, &g. 21 a]. Base della fronte biancastra: fronte, testa ed occipite neri, coi margini e l'a- pice delle penne di un bianco-grigio; le penne dell'occipite allungate, lanceolate e formanti un lungo ciuffo; redini e regione parotica bianco-brunastre; lati del collo e guancie bianco-cenerine; dietro la regione parotica una fascia semilunare nera, che con un braccio arriva alla parte posteriore dell'occhio: gola nera; nuca cir- condata da un mezzo collare nero, che si unisce al nero della gola; parti supe- riori cenerino-rossiccie; petto biancastro, resto del gastreo tinto di rossiccio-pallido, più vivace sui fianchi; remiganti e timoniere luunonerastre, col margine esterno vi I \ vi I ORNI I Il 0 1 :'''-' olivastro (ad.). Ciuffo più curio; parti nere della testa variate di grigio; gastreo più CUpO ('/""'•)• Lunghezza totale 0,m116; becco 0, 008; ala 0,ra064; coda 0,n,052; tarso 0,m019. Abita le boscaglie ili conifere sui munti dell'Europa dalla Scandinavia al Me diterraneo. In Italia è stazionaria nei boschi più elevati delle Alpi, non vive sugli Appennini, né in Sicilia e uemmeno in Sardegna. Scende al piano molto di rado. Nidifica, allevando due covate all'anno. Lo Stejneger ha distinto la Cincia col ciuffo della Germania e dell'Ungheria da «incile che abitano il nord dell'Europa, queste sarebbero più grigiastre e le chiama col vecchio nonio di L. cristatus, quelle più brunastre e di statura leg- germente maggiore e dà loro il nome di L. cristatus mitratus, anche il Brehm ne aveva tatto una sottospecie col nome di Parus mitratus. Secondo Naumann tre sarebbero le forme europee del /'. cristatus, cioè: a) Parus cristatus cristatus (Linnaeus, 1758); Europa settentrionale ed oc- cidentale. b) Parus cristatus mitratus (Brehm, 1831); Europa centralo e meridionale. e) Parus cristatus brunneseens (Prazàk, 1897); Europa occidentale (questi sa- rebbero distinti pel colore delle parti superiori di un caffè-cupo). Non ho materiale sufficiente per stabilire se realmente esistano diversità tra queste forme, che non sono accettate dagli Autori più competenti. Il L. Incoiar (Linnaeus) dell'America settentrionale fu incluso dal Brehm e dal Gould tra gli Uccelli d'Europa, quest'ultimo anche lo figurò, dicendo che un esemplare fu colto in Russia, ma trattasi certamente di qualche equivoco. Famiglia SITTIDAE, Sittidi. Becco forte, cuneato, mai dentato, talora intaccato, appuntito, compresso, subeguale alla testa, colla mandibola superiore diritta, o (piasi, e l'inferiore rivolta all'insù nella metà apicale; lingua acuta, cornea, coll'apice troncato e setoloso; narici rotonde, senza opercolo e seminascoste da penne setolose o con opercolo ed esposte; ali piuttosto lunghe, di 10 remiganti primarie colla la spuria, 4il e 5a le più lunghe; coda di 12 penne, corta, flessibile, quasi quadrata o rotonda: gambe corte e forti: piedi grandi: tarso scudettato sul davanti, più corto del dito me- diano con unghia: diti lunghi, il posteriore molto forte, l'esterno più lungo del- l'interno, riunito alla base col mediano come l'interno, che ha la membrana più estesa; unghie grandi, molto curvate, uncinate, compresse. Testa abbastanza grossa; corpo compresso; piumaggio compatto; sessi simili o poco differenti; mutano una volta all'anno. Come i Picchi si arrampicano e s'aggrappano sugli alberi, ma sono più agili e destri, potendo star fermi, camminare e discendere colla testa all'invilì, ciò che quelli non fanno, non si servono della coda quale appoggio, ma bensì dell'unghie potenti e dell'intero tarso, sul quale si sostengono. Sono sedentari ed insettivori, ma si nutrano anche di frutti duri, come noci e nocciole, che fissano nelle fenditure delle scorze degli alberi e poi spaccano col forte becco, mangiandone il contenuto; vanno in piccole brigate, strepitando continuamente e sono sempre in moto. De- 110 \ I I \\ I I ORNITOl OGII 0 pongono da quattro a sci uova bianche, macchiate, e le collocano in un nido sullo roccie o più spesso nella cavila degli alberi, restringendone il t'oro con fango. Questa famiglia comprende tre o quattro generi con circa trenta specie, che sono distribuite per tutto il Mondo, eccetto la regione Xooiropica ed Etiopica. Genere SITTA. Linnaki s. Becco quasi cuneato, inai dentate, né intaccale, colla mandibola, superiore diritta; narici seminascoste e senza opercolo cutaneo; coda certa e quasi quadrata; dito posteriore con unghia subeguale o più lungo del tarso e del dito mediano con unghia. Colori prevalenti cenerino-bluastro, chiaro sulle parti superiori: testa senza strie; gastreo bianco o rossiccio. Uova bianche, macchiate di rossiccio. Questo genere abbraccia circa 20 specie sparse in Europa, in Asia ed in America; quattro delle quali nidificano in Europa. 122. Sitia caesia, Meyer & Wolf, Picchio muratore. [Tav. XVII, li. !."> <■ Tav. XLIX, Bg. 25]. Parti superiori e le due timoniere centrali di un cenerino piombato lucido e brillante; le altre timoniere nere, terminate di grigio e con una macchia subapi- cale bianca nelle due o tre esterne: redini nere, clic continuano in una fascia attraverso gli occhi e che termina sui lati del cello; guaneie e mento bianchi; gastreo rossi gno-cannella, colle penne ili i fumiti in parte cannella cupo <• vivace e quelle del sottocoda bianche, col margine ili un cannella vivace (ad.). l'arti superiori più cupe e le interiori dilavate: tinte bianche del incuto e delle guaneie mene pure e meno estese; talora lo spazio apicale grigio delle timoniere esterne è meno puro e la- vato di bianco (giov.). Lunghezza totale O/'lóO; becco 0,'"017; ala 0,m082; ceda 0,m048; tarso 0,m019; dito mediano e. u. 0,'"018; dito posteriore e. u. da 0,'"018 a 0,™020i Abita la (Iran Bretagna, la. Scozia meridionale (manca in Wanda), l'Europa centrale e meridionale al Nord sino al Baltico e lo Jutland, ove s'incontra colla 8. europaea (L.), all'est sino all'Asia minore ed alla l'alesi ina. In Italia è specie abbastanza comune, sedentaria e nidificante, si trova più frequentemente nei boschi di montagna che al piano, manca in Corsica, in Sardegna ed a Malta, l'ebbi una volta dall'Elba. Nidifica in aprile e maggio. 123. Sitta europaea, Linnaki s, "Picchio muratore nordico. Simile alla precedente, tinta delle parti superiori più chiara; parti inferiori bianche per intero; fianchi ili un cannella vivace; sottocoda bianco, con l< pruni larga- mente marginate ili cannella vivace. Lunghezza totale 0,m152; becco 0,'"018; ala. 0,m089; coda 0,m050; tarso 0,m020. Questa specie abita la Scandinavia e la Russia settentrionale, spingendosi at- traverso la Siberia lino al Kameiatka ed al Giappone. Il suo limiti' meridionale europeo è la Danimarca, ove s'incontra anche la S. caesia. Nella sua larga distri- ATLANTI OBNITOLOGK 0 l'I buzione geografica olire indivìdui intermedii o che presentano lievi differenze e che furono suddivisi in sottospecie, come la S. uralensis, Lichtenstein ed altre. I dati caratteristici offerti daJ Picchio muratore nordico mi parvero sufficienti per considerarlo buona Bpecie; però non tutti gli Autori sono della stessa opi- nione, ed a tale riguardo ricordo qui le divisioni recentemente proposte dal si- gnor Ilart'TtC.1) pelle Sittae europee: a) Sitta ■umilimi i mulinili : Scandinavia, Russia settentrionale (gli esatti con- fini geografici della sua distribuzione mi Bono sconosciuti . b) Sitta europaea Homeyeri: Prussia orientale, Polonia, etc. (si dice che anche in Danimarca si trovi simile forma . e Sitta europaea caesia: In generale l'Europa occidentale, centrale e meri- dionale. (I soggetti delle regioni meridionali e quelli dell'Asia Minore dovrebbero re meglio studiati). d Sitta europaea britannica: Comune in Inghilterra, più rara nella Scozia, mancante nell'Irlanda. Si distingue pel gastreo di tinte più pallide <■ per il becco che, in generale, è sottile e più appuntito. 124. Sitta Neumayeri. Michahelles, Picchio munì imi dalmaiino. Parti superiori e le due timoniere centrali di un cenerino-pioni 1 iato, quasi come nella S. caesia; redini ed una fascia più. larga, che passa attraverso l'occhio e si dirige sui lati del collo nere; timoniere laterali bruno-nere, la più esterna con una macchia apicale rossiccia sul vessillo intèrno e la base dell'esterno rossiccia sul margine; resto del gastreo bianco-puro, tinto ili rossiccio-pallido sull'addomi <■ iti ■ turiti -i ,in,i sui fianchi i- sul basso addomi sottocoda rossiccio, con una larga mac- chia centrale di un grigio-blu-cupo; timoniere laterali bruno-nere, le più esterne con una macchia apicale rossiccia sul vessillo interno e la base dell'esterno ros siccia sul margine \ml. . Tinte più pallide; il tratto nero attraverso gli occhi più sbiadito e brunastro giov. . Lunghezza totale 0,'"140; becco 0, 020; ala o, -OTO; coda 0,m051 ; tarso 0, 023. Questo Picchio muratore fu trovato dal Saunders nella Spagna (?) ed abita tutta la Penisola Balcanica e l'Asia minore, verso est fino all'Afganistan; non è specie Italiana, ma fu citata dal Bonaparte, -otto il nome di S. syriaca, in base ad un individuo preso sopra una nave, che ava dalla Dalmazia alle nostre coste, il Malherbe la notò tra gli Uccelli della Sicilia senza serie garanzie ed il lii.-lioli l'incluse tra quelli della Dalmazia, che egli considera nelle terre della lumini hi Italiana. Nidifica sulle roccie. 125. Sitta Whiteheadi. Shaepe, Picchio muratore corso. [Tav. XLVT, ti;:. 12], Parti superiori di un blu-ardesia pallido: cervice, mirti, redini ed una fascia che attraversa gli occhi ed occupa la regione auricolare nere: sopraciglio e lati delia testa bianchi, resto dei gastreo bianco, più o meno lavato di eenerognolo- | Hartert, E., Misceli. Not. on Palaeartic Hir.ls, Noe. Zool. VII, •!<•'•. 1900, pag 142 ATLANTE ORNITOI.OOICO fulviccio; timoniere mediane blu-ardesia, macchiate di nero presso l'apice, le altre nere terminate di bianco, ciò che è più esteso sulle due esterne [mas. ad.). Tinte più scure; cervice e tratto dell'occhio di un grigio-ardesia cupo, tinto di nerastro .[timi/, ad.). Lunghezza totale 0,'"121; becco 0,m015; ala (VOTI: coda 0,m065; tarso (V020. Abita le foreste di conifere delle alte montagne della Corsica, ove fu scoperta dal Whitehead nel 1883. È specie affatto localizzata e molto rara nelle Collezioni. Tre soggetti sono conservati nel R. Museo di Firenze ed una coppia, proveniente da Vizzabona, fa parte della mia Raccolta, l'iene il tipo della & Krueperi, Pelzeln della Siria, della S. ri/Iosa, Verreaux del Nord della Cina e della Mongolia orien- tale e della & canadensis, Linnaeus (l) dell'America settentrionale. Sezione OSCINES CURVIROSTRES - Passeracei dal becco curvo. Becco più o meno lungo, sottile, appuntito, arcuato; lingua scariosa, bifida ed acuminata; lr' remigante primaria mediocre; coda spesso robusta ed appuntita; tarsi coperti di scudetti o di squamine; dito posteriore fornito di un'unghia grande ed arcuata. Sono uccelli di piccola statura; di solito rampicanti, sedentari o parzialmente migratori, si nutrono d'insetti: nidificano nelle cavità o nelle fessure degli alberi e delle roccie, e sono quasi cosmopoliti, mancando nell'America meridionale e nella Nuova Zelanda. Famiglia CERTHIIDAE, Cerziidi. Becco debole, compresso, non intaccato, né tornito di peli alla base, subeguale o più lungo della testa, acuto, arcuato, appuntito; lingua scariosa, cornea, coll'a- pice bifido, lanceolato o acuminato; narici nude, basilari, bislunghe, in parte co- perte da una piccola membrana a volta: ali rotonde, con 10 primarie, la T' me- diocre e larga, più breve della metà della i'1; :'.', 4 e 5" le più lunghe; coda subcuneata o troncata, di 12 penne, leggermente arcuate, molli o rigide, acuminate ed appuntite all'apice; tarso scudettato o coperto di una squamma, più corto del dito posteriore con unghia e subeguale al mediano. L'esterno più grande dell'in- terno e riunito, come questo, al mediano fino alla la articolazione; unghie tutte molto lunghe, curvate ed acute, quella del dito posteriore la massima. Piumaggio molle e fitto; testa mediocre ; colorito bianco e bruno-rossiccio con macchie più chiare (eccetto nel gcn. Tichorfrontn); muta semplice; sessi e livree di stagione poco differenti. Sono piccoli uccelli, sempre in moto ed irrequieti, che abitano i boschi; s'ar- (') Siila canadensis — lìrissou, 1760 — Linuaeus, 17GG. \ I i. ani i. 0EN1 COLOGH 0 143 rampicano continuamente sugli alberi o sulle roccie, ed a tale scopo (incili che hanno la coda rigida l'usano quale sostegno come i Picchi, ma non procedono colla lesta all'ingiù come le Sittae; si nutrono d'insetti e di larve che trovano nelle fes- sure degli alberi o delle roccie, ove pure nidificano, deponendo numerose uova macchiate di rossiccio nel geni Certhia, immacolate nel gen. Tichodroma. Non sono migratori; né cantano; vanno in piccole compagnie assieme alle Ciucio o ad altri piccoli uccelli. Quattro generi con circa l'o specie compongono questa famiglia, due dei quali non sono rappresentati in Europa. Genere CERTHIA, Linnaki s. Ha i caratteri della famiglia: becco subeguale alla testa, arcuato; lingua acumi- nata all'apice: coda subcuneata, colle penne acuminate e rigide; tarso scudettato; unghia del dito posteriore più lunga delle altre. Questo genere abbraccia quattro specie, due delle quali abitano l'Europa. Si arrampicano e nidificano sugli alberi. 126. Certhia familiaris, Linnaeus, Rampichino alpestre. [Tav. XVII, lig. 16, e Tav. XLIX, ng. 26] ('). Sopraciglio, dalla base del becco fino oltre l'occhio, bianco-puro; fronte fitta- mente macchiata; parti superiori brune, lavate di fulviccio e con una stria cen- trale sulle penne bianco-sudicia o gialletta; groppone e sopracoda rugginoso-vivi; cuopritrici superiori delle ali nerastre, con una macchia terminale bianco-gialletta: cuopritrici inferiori delle ali, margine delle stesse e gastreo bianchi, col basso ad- dome ed il sottocoda tinti di rossigno-chiaro; remiganti attraversate da una fascia bianco-fulva a metà della loro lunghezza; timoniere acuminate di un rossiccio-can- nella (ad.). Tinte più pallide; parti superiori lavate di una tinta giallo-rossigna : becco poco lungo e quasi diritto (fjior.). Lunghezza totale 0,"T38; becco 0,'"015; ala0,ul065; coda 0/"064 ; tarso 0,'"016; unghia del dito posteriore 0,'"009. Abita l'Europa e forse parte dell'Asia nord-occidentale. In Italia è sedentaria sulle Alpi, ne ebbi però anche dalla Toscana, quindi forse vive sugli Appennini e questa sembra essere la forma della Corsica. È di solito poco abbondante. Ni- difica dall'aprile al maggio, ed alleva due covate. Questa specie fu suddivisa da vari Autori in parecchie sottospecie, così fece il Rigdway per i soggetti inglesi che chiamò C. britannica, distinta pel colorito più cupo, specialmente sul gastreo. Gli Autori Inglesi non accettano tale distinzione, anzi l'Hartert dice che le Certhia locali non sono che C. brachydactylae, questo Autore adottando la nomenclatura trìnomia ammette cinque forme in Europa, cinque in America dal 50° di hit. Nord sino al Messico ed al Guatemala ed un numero ben maggiore in Africa (2). (') Le figuro citate rappresentano realmente il Rampichino alpestre ed il suo uovo e non si rife- riscono al Rampichino, come è scritto sotto le tavole colorate. i i 11 signor E. Hartert (Xov. '/.ool. IV, pp. 138-139, 1897) cosi si esprimeva nel 1897 oirca la C.f. britan- nica (Ridgway;: Abita le Isole Britanniche: Inghilterra, Scozia, Irlanda e Isola di Man. Qnesta è oerta- 14+ ATLANTE ORNITOLOGI! O 126^. Certhia familiaris brachydactyla (Bkehm), Rampichino. [ Certhia brachydactyla, Br.]. E distinta dalla C. familiaris per statura minore; becco più lungo; sopraciglio meno accentuato: colorito della fronte uniforme; colorito delle parti superiori più scuro; gastreo bianco solo sulla gola e sul petto, nel rimanente bianco-rossigno, tinto di brunastro-rossigno, più vivo sui fianchi; cuopritrici interiori delle ali e margini delle stesse biancastri, con macchiette nerastre o rossiccie: unghia del dito pollice più corta. Lunghezza totale 0,'"130; becco 0,'"01f>: ala0,m058; coda 0,m055; tarso 0,'"014: unghia del dito posteriore 0,'"007. Abita l'Europa temperata, l'Algeria e l'Asia occidentale. In Italia è uccello sedentario e comune, mancante in Sardegna ed a Malta; nidifica dall'aprile al luglio, allevando più covate. Secondo le mie osservazioni, questa specie sulle Alpi si trova mista alla C. familiaris come è noto, ma ne sarebbe più frequente. Sembra che la C. familiaris prediliga i boschi di pini e la C. f. brarhi/ilncti/ln quelli a foglie caduche; però dovunque in Italia ed anche nell'Europa centrale le due forme vi- vono assieme. Genere TICHODROMA, Illigee. Ha i caratteri della famiglia: becco più lungo della testa, sottile, poco ar- cuato; lingua lanceolata, coll'apice bifido; coda quadrata, colle penne arrotondate all'apice e molli; tarso coperto da una larga squamma; unghia del dito posteriore molto più lunga delle altre. Tinte generali grigio-ardesia, con le ali rosse e nere e le timoniere laterali macchiate di bianco. Questo genere abbraccia una sola specie, che s'arrampica sulle roccie più nude e sulle muraglie, sulle quali s'attacca colle unghie, ma non vi cammina sopra e di rado va sugli alberi; nidifica nelle fenditure delle roccie e dei muri, deposi- tando uova bianche, senza macchie 127. Tichodroma muraria (Ldjnaeus . Picchio murajolo. [Tav. XXV. fig. 1, e Tav. XI. IX, fig. 27], Parti superiori grigio-ardesia-chiare, tinte di rossigno sulla testa e sulla nuca, più scure sul groppone, quasi nerastre sul sopracoda; mento, gola e davanti del collo di un nero- cupo; resto del gastreo cenerino-scuro, colle penne del sottocoda terminate di biancastro; cuopritrici alari in gran parte rosso-cremisine, così gran parte del vessillo esterno delle remiganti, che sono nere nel rimanente, coll'apice mento la sola specie ili Rampichino che si trova nel Kfgno Unito. 11 Rampichino inglese digerisce dalla C. familiari* familiaris dell'Europa occidentale pel colore fulvo aranciato del groppone più esteso e leg- germente più aranciato; il tono generale
  • .".: «-oda 0,m038; tarso 0,m020. Abita l'Islanda e le Isole Far Oèr, ove il Fischer la scoperse nel 1861. Alcune specie del genere Africano Pycnonotus, Kuhl (famiglia Pycnonotidae comparvero nei Cataloghi Europei, e precisamente le seguenti: /'. xantkojnjgits (Ehrenberg), citato dal Krfiper come di comparsa annuale nelle Isole Cicladi Grecia). .Ma tale asserto non venne più confermato; abita la Siria e la Palestina. /'. eapensis (Linnaeus), citato dal Newton come colto in Irlanda nel gennaio 1838, ma gli Autori si accordano nel ritenerlo fuggito di gabbia, data anche l'epoca di cattura. Abita il Sud Africa. /'. barbatus (Desfontaines), citato dal Temminck come comparso nella Spagna meridionale, notizia che sembra erronea. Abita l'Africa nord occidentale dall'Al- geria al Marocco fino al Gabun, e sembra molto abbondante a Tangeri, ma min consta abbia mai passalo lo Stretto. Sicché, tino a prova contraria, le specie ilei gen. Pycnonotus devono cancellarsi dalle liste Europee. 1 1S ATLANTI ORNITOLOGI! " Famiglia CINCLIDAE, Cinclidi. Becco mediocre, sottile, più alto che largo alla base, un po' rivolto all'insu, gonide convessa, culmine leggermente concavo, compresso, rotondo all'apice, con la mandibola supcriore leggermente curvata all'estremità; base del becco senza setole; apertura molto stretta; narici laterali, lineari, basilari, in parte coperte da, una membrana; ali corte, lunghe, rigide, concave, con IO primarie, di cui la 1 è spuria, .">' e r le più lunghe; coda di 12 penne, quadrata, corta, in gran parte nascosta dalle proprie cuopritrici; gambe piumate sino all'articolazione tibio-tarsale, die è nuda; tarso coperto da un grande scudo e da due piccoli alla base, più lungo ilei dito mediano con unghia, questo è riunito alla base coll'esterno, i dui- diti laterali eguali; unghie robuste e ricurve. Piumaggio opaco, lucido, compatto, impermeabile, col corpo fittamente co- perto di piumino; corpo grosso; abitudini terrestri e semiacquatiche; muta sem- plice; statura picei da o mediocre. Questa famiglia comprende un solo genere con 12 specie, più o meno valide. delle (piali quattro sono Europee; si trovano sparse nell'Europa, nell'America set- tentrionale e centrale, abitando le Ande dell'Equatore, il Perù e la Colombia. Stanno lungo i corsi d'acqua chiara e corrente delle montagne e camminano facilmente anche sott'acqua in cerca di cibo, che consiste di sostanze animali, come insetti acquatici, uova di pesce e molluschi; il canto è mediocre; fabbricano un nido singolare a cupola, con un foro laterale, poco differente da quello degli Scric- cioli, coi quali hanno comuni molti caratteri, vi impiegano musco, erbe secche e foglie e lo collocano sotto le roccie e fra le radici delle piante, depositano da G a 7 uova bianche. Genere CINCLUS, Bechstein. Ila i caratteri della famiglia; sono uccelli sedentari, (die viaggiano parzial- mente all'avvicinarsi del freddo, ritornando alle vecchie dimore in primavera; nei vari paesi che abitano formano razze poco dissimili e che parecchi Autori innalzano al rango specifico. 129. Cinclus cinclus (') (Linnaeus), Merlo acquajolo. | Cinclus menila (Schaffkii), C. aquaticus, Savi |. | Ta\ . WIII. Bg. 3 |. Testa, cullo ed alto dorso di un bruno-rossiccio chiaro; basso dorso, groppone e sopracoda di un cenerino-piombato-chiaro, con larghe marginature bruno-nerastre: (') Linneo chiamo Sturami limimi un Merlo acquajolo che, secondo alcuni Autori, sarebbe la forma melauogasler. Ciò non è improbabile, perchè questa è la forma predominante in Scandinavia ed è facile clic l'Anton se le specie comuni SU materiale locale, l'ero le sur panile sono: t , uhi alba : fumiti MI \\u ORNITOLOGI» 0 I 19 niellili, -ola, alio pi •tin e su ui lati bianco argentei : una Larga banda sul basso petto e sull'addome ili un rosso mattone; fianchi e parte più bassa dell'addome cenerino piombato-cupi, con l'apice delle penne brunastro, quelle del sottocoda quasi ne rastre, con l'apice bianco-rossiccio (ad.), l'ani superiori simili mi appena Legger mente più chiari'; Le tinte rossastre e Le scure del gastreo, con margini api cali biancastri, eccetto sulle penne dei fianchi; il bianco meno puro e tinto ili gialletto; remiganti 1° con margini stretti bianco-sudici, più larghi sulle 2° (giov.). Lunghezza totale 0,ra198; becco 0,in017; ala 0,m087: coda 0,m055; tarso 0,m028. AMia L'Europa meridionale, versi» oriente fino alla Grecia ed alla Turchia; si trova anche in Algeria. In Italia è specie sedentaria e non rara Lungo i torrenti dell'alta montagna; d'inverno scende in basso, ma ili rado giunge in pianura, si trova talora in quel tempo nell'Estuario Veneto; e non pochi giungono dal Nord e sver- nano tra noi. Nidifica due volte da marzo a Luglio. 129». Cinclus cinclus aquaticus Bechstein), Merlo acquaiolo nordico. | Cinclus aquaticus, Bechstbin |. Colorito delle parti supei'iori decisamente più scuro e nerastro; lime brune della tosta e del collo più cupe e meno estese verso il dorso ; bianco del gastreo che in taluni soggetti si estende meno in basso; rosso del basso pelle meno vi- vace e meno protratto sull'alto addome, (die è bruno-nerastro sino al sottocoda; fianchi assai meno grigi (ad.). .Sono simili a quelli del C. cinclus (giov.). Lunghezza totale 0,"T77; becco (V'olii; ala 0,m090; coda 0,m054; tarso n.!lloi>7. Abita l'Europa eentrale e occidentale, cioè la Francia, la Germania, L'Olanda od il Belgio; e nei Carpazi, nei Pirenei e indie Alia' e rimpiazzato da] C. cinclus; la t'orma Britannica tu recentemente distinta dallo Tschusi in liti.) col nome di C. cinclus bntannicus ed uno dei tipi è nella mia Raccolta. 129/'. Cinclus cinclus melanogaster (C. L. limimi. Merlo acquaiolo panda nera. Distinto dal 0. cinclus pel colorito della testa e del collo bruno-cupo, quasi come nel G. e. aquaticus; si può dire che il suo colore sia di tono intermedio tra i due: gola ed alto petto bianco-sale; parti inferiori più cupe, specialmente sull'ad- dome; parte inferiore del petto nerastra o nera del tutto ed i fianchi tinti di un grigio-lavagna-cupo; talora il petto olire una debole tinta rossigna mila sua parte bassa (ad.). I giovani sono eguali a quelli delle due specie precedenti e. secondo il Seebohra, i suggelli molto giovani delle tre specie avrebbero L'addome nero o nerastri.. Lunghezza totale 0,m190; beco 0,'"016; ala 0,m090; coda 0,m050 ; tarso O,"^. Abita la Scandinavia e la Russia settentrionale, fu collo accidentalmente nella Gran Bretagna, in Danimarca, nella Germania settentrionale e nell'olanda. È specie accidentale in Italia, presa in Toscana e nel Veneto. Si riteneva che la ninni: abdomen femtgineum ; juniori ari album. Questa diagnosi può adattarsi a nati' lo tre forme più comuni in Europa, e min >■ improbabile che Linneo descrivesse il suo Slurniis ciucliu bu materiale nini solo Scandinavo, ma ili altre parti d'Europa, corue apparirebbe tUtll'ftait/ai che oltre. Se si dovesse chia- mare C. cinclus il '.'. ••. melanogaster, allora al ''. cincillà spetterebbe il noi li C. <•. albiaollu i Virilio!'. 150 ATLANTI ORNI! [< 0 forma della Corsica l'osse questa, ma è certamente distinta; un esemplare che io vidi appartenente a Mr. Sapsworth Duer misurava: ala 0, 081; becco O^Olò; tarso 0,m028; le tinte delle parti superiori e del gastreo erano un po' meno scure di quelle dei soggetti nordici, sul petto si notava una tinta rossigna. Se questa sottospecie1 /".s.sr costimi/1, io proporrei di distinguerla col nenie di Ce. Sapsworthi. l'are che alcuni esemplari della Valle del Lui;', nei Pirenei, e dei Monti Can- tabrici siano riferibili al C. einclus, ed altri a questa t'orma o ad una molto affine, che si presenta più pallida sulla testa e sul collo, col gastreo più pallido e bru- nastro, le ali sarebbero più piccole ed il Dresser la distinse col nome di Oinclus melanogaster pyrt naieus. 129'. Cinclus einclus cashmiriensis (Gould), Merlo acquaiolo «sia/ivo. Parti superiori di tono più pallide, col bruno della testa esteso più in giù verso il dorso sino alla regione inter -scapolar -e; porzione scura del gastreo più cupa e più brunastra; fianchi senza tinte grigio lavagna. Lunghezza totale 0,m185; becco 0,,n019; ala 0,m086; coda i>.'"oi;.".: tarso 0,m029. Abita il Caucaso, l'Asia minore, la Persia, portandosi verso est tino alla Mon- golia Cinese (M. Famiglia TURDIDAE, Turdidi. Pecco quasi diritto, di solito tanto alto che largo alla base, sottile, depresso, colla mandibola, superiore un po' curvata e in generale con una leggera intacca- tura subapicale; base della mandibola superiore fornita di setole; narici basilari, ovali, non coperte dalle penne frontali, che giungono soltanto sino al loro bordo posteriore; ali più o meno corte, di 1(1 primarie, la corta e spuria, 2° più corta della 4'; coda poco allungata, di solito di 12 penne; tarso più o meno robusto, scudettato, ma di solito coperto sul davanti e di dietro da una larga lamella, in luogo dei piccoli scudetti: diti piccoli o mediocri, liberi dalla base, specialmente l'interno, l'esterno riunito al mediano sino alla giuntura basilare; unghie mediocri, arcuate, quella del pollice la massima, ma più corra del dito stesso. Piumaggio ordinario e molle; sessi di solito simili: giovani ili generale mac- chiati, ma, dopo perduto l'abito d'infanzia, di poco differenti dagli adulti: hanno muta semplice autunnale ed allora Tallito di primavera e assunto pel lento logorio delle porzioni terminali dei vessilli e per le tinte che si tanno più vivaci, o in- vece la muta è doppia, autunnale e primaverile. Sono uccelli di solito migratori; cantano più o meno melodiosamente; le uova sono poco numerose uniformi o macchiate; riguardo l'Europa questa famiglia, che ha distribuzione geografica quasi cosmopolita, consta di quattro sottofamiglie. (b II Cinclus Pallosi, Temili, sembra essere stato veduto in grande quantità ad Helgoland nell'au- tunno 1847; nessun esemplare venne però ucciso. E di tinta caffè-cupo, con le ali eia coda nero-bru- nastre. Lunghezza totale 0,m200; becco 0,m014; ala 0,ra090; coda 0,™053; tarso 0,»>>030. Abita la Si- beria orientale, il Kamcialka e le . Mentine, il Giappone, la Cina e le Indie. V.TLANTK ORNITI SICO 1 •"' 1 Si (TTOFAMIGLLA ACCIAI'i IRINAE, Accentorini. Becco quasi diritto e acuto, ili solito più largo che alto alla base, e coi bordi rientranti; ali mediocri; piedi abbastanza robusti; tarsi scudettati; giovani mac chiali. Due generi, con circa 20 specie, compongono questa sottofamiglia, rhe è propria della Regione Paleartica e dell'Australia. Sono piccoli uccelli, insettivori e granivori, alcuni abitano i Luoghi alberati, nitri i rocciosi e muli; fabbricano un uido intessuto piuttosto grossolanamente, voluminoso e aperto, che collocano nei cespugli poco elevati o in qualche cavità del suolo o delle roccie; cantano bene anche d'inverno j camminano salterellando; sono stazionari, ma all'approssimarsi del freddo discendono verso sud, compiendo parziali migrazioni; il piumaggio è simile nei due sessi, i giovani nel 1° abito sono leggermente differenti dagli adulti. Genere ACCENTOR, Bechstein. Becco forte, diritto, Lungo, compresso, largo alla base, alquanto conico, ap- puntito, colla mandibola superiore che sormonta l'inferiore e Leggermente intaccata all'apice; base della mandibola superiore con setole poco apparenti; narici basi- lari, oblique, lineari, semichiuse da una larga membrana; ali più o meno rotonde, colla la remigante primaria corta, 3° e 4' Le massime; coda abbastanza Lunga, (piasi quadrata; gambe forti: tarsi piumati nella parte più alta, più lunghi del dito mediano con unghia e coperti sul davanti di scudetti Larghi, il dito esterno riunito col mediano alla base; unghie forti, curvate, con quella del posteriore molto più lunga delle altre e subeguale al dito stesso. È un genere Paleartico composto di dieci specie. a) Ali appuntite ni allungate, eolle remiganti secondarie \>iìi corte ih III' l ; abita Ir roccie iil i luoghi scoscesi, nelle mi cavità nidifica (gen. A.CCENTOR, Bechstein 130. Accentor collaris (Scopoli), Sordone. L Accentor alpinus, Bkchstein |. [Tav. XVI, Bg. 8]. Parti superiori cenerognole, leggermente lavate di brunastro, più scure sulla testa e sulla fronte, col centro delle penne nerastro più Largo ed apparente sul dorso, ove i soli margini sono cenerino-gialletti ; groppone di un cenerino-gialletto più uniforme: cuopritrici medie e grandi delle ali e le primarie remiganti con una macchia apicale biancastra; mento e gola bianche, con macchiette terminali ne- rastre a scaglia; petto ed addome di un bruno-cenerino, questo Lavato di rossiccio, coll'apice delle penne biancastro, preceduto da una fascia preapicale nerastra poco appariscente; lati del nnpu e fianchi rosso-mattone uniforme; parte bass,-i dei fianchi rosso-mattone, col centro delle penne nerastro e i margini bianchicci; sottocoda 152 ATLANTE 0RN1T0 l< •• bruno-nero, con Largo margine bianco; remiganti co] margine esterno rossiccio e l'apice bianco-rossiccio; cucia bruno^nera, col margìm esterno olivastro-gialliccio e l'apici cenerognolo-rossiccio (ad.). Parti superiori più marcate ili rossiccio; gastreo biancastro-fulviccio, con larghi centri bruno-cupi sulle penne (giov. . Lunghezza totale 0,'"185; becco 0,'"01o; ala 0,m 105; coda 0,,n065; tarso 0,m025. Abita l'Europa meridionale dalla Spagna alla Grecia, all'Asia minore, al Cau- caso ed alla Persia; giungendo accidentalmente nelle parti nordiche dell'Europa centrale e nelle Isole Britanniche. Recentemente il Sordone, clic vive nella Peni- sola Balcanica, t'n distinto dallo Tschusi col nome di .1. e. Reiseri. Esso ha tinte più chiare; le parti superiori ed il pileo sono grigi, senza ombreggiatura bruna. Il suo habitat sembra estendersi dalla Dalmazia e dal Montenegro alla Grecia ed alle Alpi della Transilvania (x). In Italia il Sordone abita lo Alpi e gli Appennini, ove è stazionario e nidifica nelle parti più elevate, d'inverno scende all'ingiù, ma arriva di rado al piano; fu colto all'Elba, in Sardegna ed in Sicilia. Alleva due covate da maggio a luglio. A questa specie deve riferirsi il Freddolotto di Radicofani, descritto nel 1814 dal Paldacconi sotto il nome di Turdus migratorius. b) Ali piccole, rotondate, con le remiganti !" lunghe quanto li 1'' ; abita i cespugli ni i siti alberati, ove pone il nido (gen. Prunella, Vieillot). 131. Accentor modularis (Linnaeus), Passera scopatola. [Tav. XVI. lì;;, (i o 7 o Tav. XL1X, fig. 1 . pag. 131 L901). 1. Calandrella. 2. Calandra. 3. Zigolo di Lapponia Ce/1 ad.)- 4. Z,.. 5. Zigolo della neve Strillozzo. 7. 2 giallo i J i. LO. Zigolo nero (a* ad.). 11. Ortolano (o*). 12. I Hoepli, Editore, Milano. A I l.\N II. ORNITOLOGI! 0 L53 132. Accentor montaneilus Pallas), Passera scopatola asiatica. Cervice bruno-grigiastro-scura, limitata Lateralmente da una fascia nera, che' è seguita da un Largo sopraciglio fulvo-ehiaro, il quali' parte dalla base del liecco e si dirige sui lati del collo, passando al disopra della regione parotica; questa, le redini, le penne sotto e attorno l'occhio nere; Lati del collo grigio cenerini; dorso rossastro, col mar-ine delle penne più pallido ed il centro bruno-nero; aroppone e sopracoda di un bruno-uniforme; gastreo fulvo-ocraceo, che degrada in biancastro sull'addome; lati del petto e fianchi bruno castagni, macchiati longitudinalmente di bruno- rossiccio m/.). Tinte generali più pallide: sopraciglio e gastreo biancastri, con sfu- mature e macchie brunastre sulla gola e sul petto [giov.). Lunghezza totale 0,'"151; becco 0,'"011: ala0,m075; coda 0™080; tarso 0,m019. Abita l'Asia centrale ed orientale e la parte meridionale della Russia Europea, ove forse nidifica; fu preso verso occidente lino a Vienna. Accidentale in Italia; un esemplare venne colto a Udine nel 1884 (II. Musco ili Finir.:), nn secondo, che sarebbe stato ucciso in Liguria nel 1863, era nella Raccolta Magni Griffi (E. Museo ili Iìumn), finalmente una femmina di questa specie sarebbe siala presa nell'au- tunno 1901 sul Veronese e farebbe parte della Collezione del signor Conte Car- tolari di Verona (V. Dal Nero, in litt.). Il Temminck certo su erronee informa- zioni citò questa specie come frequente nel Napoletano e, sulla fede del Perini, fu ricordata di comparsa nel Veneto dal De Betta e dal Ninni. Ma il soggetto del Perini era un A. atrigularis, che il Perini ebbe in pelle da Vienna. 133. Accentor fulvescens, Severtzow, Passera scopatola bruna. Cervice bruno-nerastra vivace, con una stria laterale nerastra, seguita da una fascia sopracigliare bianco-fulvicda, che parte dal becco r termina sulla nuca; redini, lati della testa e cuopritrici auricolari nere; dorso bruno-cenerino-pallido, col centro delle penne più cupo ed uniforme sul groppone e sul sopracoda; mento, gola e centro dell'addome biancastri; guancie e resto del gastreo di un fulvo-gialletto, la- vato di grigio-bruno sui fianchi, che sono uniformi o col centro delle penne scuro ad.). Lunghezza totale 0,m139; becco 0,m013; ala 0,'"077; coda0,m066; tarso 0, 020. Abita l'Asia centrale dal Turchestan al Kascmir settentrionale, fu colto una volta nel Caucaso. La tinta dei fianchi lo distingue tosto dall'. I. montaneilus. 134. Accentor atrigularis, Brandt, Passera scopatola dalla gola nera. Cervice bruno-cenerina, limitata da una stretta fascia laterale nera, seguita da un largo sopraciglio fulvo- biancastro, che parte dalla base del becco e va fino sui lati della nuca; resto delle parti superiori cenerino-brune uniformi, col dorso elesca polari bruno-nerastre sul centro delle penne; redini, lati della testa, porzione poste- riore delle guancie, regioni' parotica e gola nere; lati del collo cenerino ardesia; parte anteriore delle guancie e gastreo fulvo-vivaci : addome bianco; sottocoda cenerino: fianchi bruni, con strette strie centrali bruno-nerastro-pallide (ad. . Atlante ornitologico. 20 L54 \ n. imi. ORNITOLOGI» O Lunghezza totale 0,'"1 10; becco 0,'"013; ala 0,'"075; coda0,'"068; tarso 0,m021. Abita l'Asia dagli Urali al Turchestan orientale e dagli Aitai al Pangiab. Comparve in Russia nel governo di Orenburgo nel 1885 e nel 1887-88, anzi in quest'ultimo anno (1888) ne Cu osservato un branco di oltre 150 individui. Sottofamiglia TURDINAE, Turdini. Becco sottile, insettivoro, compresso, tanto alto che largo alla base, non sempre fornito di setole nella porzione basilare e con una leggiera intaccatura subapicale; penna spuria sempre presente, talora molto piccola e sempre più corta e più stretta della 2a; tarso coperto di un solo scudo allungato e con due o tre scudetti sopra i diti, questi abbastanza forti; testa arrotondala. E una sottofamiglia composta di circa 150 specie sparse su tutto il Mondo, eccetto la Nuova Zelanda, e più specialmente distribuite nelle regioni tropicali; abitano i boschi; si nutrono di insetti, ma mangiano anche bacche e frutti; sono erratici, migratori ed in gran parte gregari; fabbricano rozzi nidi sulle biforca- zioni dei rami, talora cementandoli con terra bagnata, deponendo da 4 a 6 uova verdastre o bluastre, immacolate o macchiate; alcuni cantano melodiosamente; camminano saltellando ed imprimendo bruschi movimenti alla coda. In alcuni generi i sessi sono eguali, in altri molto differenti; i giovani sono macchiati di sotto e di sopra e perciò diversificano dagli adulti; hanno muta sem- plice d'autunno, i giovani cangiano Ir prime nell'anno prima ili migrare e assumono l'uliiti) degli adulti, mentre la livrea primaverile è prodotta dalla semplice abrasione degli apici delle barbe dei vessilli, e non da muta. Genere TURDUS, Linnaeu.s. Becco mediocre e quasi diritto, convesso al di sopra, colla mandibola supe- riore poco curvata ed intaccata presso l'apice, e fornito alla base di pochi peli; narici basilari, ovali, in parte nascoste da una membrana; ali acute o subacute, mediocri, abbastanza larghe, che arrivano alla metà della coda, la penna spuria molto corta, 2a primaria più corta della 3'' e della 4a, che sono le maggiori; coda troncata, abbastanza lunga, di 12 penne; tarso piuttosto lungo, di poco ecce- dente il dito mediano con unghia, l'esterno riunito con esso alla base; unghie piuttosto forti. Gli adulti sono macchiati sul gastreo e di tinta uniformo sulle parti superiori, i giovani nel 1° abito, che dura pochissimo, presentano macchie anche sul disopra; i sessi sono simili, la femmina è soltanto più pallida del maschio e di solito ha il mento e la gola striate, i giovani prima di migrare vestono un abito eguale a quello degli adulti e se ne distinguono pelle cuopritrici alari, che hanno macchie apicali poco distinte e pallide. I Tordi abitano tutte le regioni, eccetto, si può dire, l'Australiana e la sottoregione Indo-Malese, e sono più largamente rappre- sentati nella Neotropica; in generale sono cantori per eccellenza. \ 1 1 \vi i 0UNIT01 OfllCO 155 135. Turdus viscivorus, Linnaeus, Tordda. j Tw. XII, Bg. 1 o Tav. XI. Vili. Bg. 23 |. l'arti superiori bruno-grigio-olivastre, più chiare sulla testa, volgenti all'ocra ceo sullo scapolari, sul basso dorso e sul groppone; nessun .sopraciglio; cuopritrici alari grandi e medie con una macchia apicale grigio-biancastra; gasi reo bianco, timo di l'ulviceiu. specialmente sul petto, sull'addome, sui fianchi e sul sottocoda, e con piccole macchiette nere triangolari sull'alto petto, ovali sulla parte bassa dello stesso e sull'addome e che si allargano notevolmente sulla parie centrale del peite, vai fianchi e sul basso addome; porzione mediana dell'addome e calzoni biancastri; timoniere cenerino brunastre, olivastre dal lato esterno, con una macchia bianca all'apice delle laterali sul vessillo interno; ascellari e cuopritrici inferiori delle ali bianche (ad.), l'ani superiori con gli apici delle penne in gran parte nera- stri, lime di ocraceo gialletto e con fascie Longitudinali di eguaJ colore; cuopritrici alari con larghi spazi a pi cali od una macchia triangolare terminale gialliccia; gastreo tinto vivamente di giallo-ocraceo e con macchie meno numerose (giov. nel /" abito). Lunghezza totale 0,' 295; bocce 0,m021; ala 0,ra145; coda 0,' 105; larso 0,m0.;.'.. Abita la regione Paleartica ad oriente sino al Lago Baikal; d'inverno giunge nei paesi Mediterranei, Dell'Africa settentrionale, nell'Asia minore e nella Persia. Questa specie nidifica pure nell'Imalaia, discendendo a svernare al piano T. Hodgsoni, Homeyer), ciò che avviene anche, ma raramente, nel Nord dell'Africa. In Italia è specie stazionaria, nidifica ovunque, ma più che altro sui monti, di autunno molti ci arrivano dal Nord per svernare o di passo; allora è più comune, però non è mai abbondante. Alleva due o tre covate da febbraio a giugno. La Tordela va soggetta a numerose anomalie di colorito e più di frequente al melanisnio, a tali fatti si devono i supposti ibridi col Merlo, incrocio che invece è molto raro. 136. Turdus musicus, Linnaeus, Tordo. [Tav. XII. fi;;-. L' o Tav. XLVI1I. fig. 21]. Parti superiori oli va-br uno-cupe; redini e sopraciglio poto distinto e ristretto iti mi bianco-gialletto; cuopritrici auricolari bruno-ocracee; cuopritrici medie e grandi delle ali internamente bianco-scure, esternamente ocracee, le più interne con una macchia apicale bianco fulva; gastreo bianco, tinto di gialletto sui lati del collo e sul petto e di fulviccio-oliva sui fianchi; gola bianca nella parie centrale, con macchie triangolari sui lati e (die si allargano notevolmente sul petto, ove sono o triangolari od ovali e si fanno allungate sui fianchi; centro dell'addome quasi immacolato; cuopritrici inferiori tirile a li ed ascellari aranciato vive; coda di un oliva-bruno, lavato di rossiccio .,uì. i. Parti superiori bordate di rossiccio, penne della testa e del dorso con tinte bianche nel centro delle stesse; redini e fascia sopracigliare di un fulvo-ocracco vivo; gastreo più intensamente lavato di ocraceo, con le macchie più rade e più piccole (giov. uri l'abito . Lunghezza totale 0,m247; becco 0,'"017; ala 0,'"llf>; coda0,m088; tarso 0,'"030. Abita la Regione Paleartica occidentale, estendendosi verso esl sino alla Val- Lata dcdlo Jenissei, divenendo sempre più raro nelle regioni orientali della Siberia. Nidifica ovunque in Europa, ma in special modo nelle parti centrali e settentrio- nali; svernando nelle meridionali, nel Nord dell'Africa, nella Palestina, in Egitto 156 ATLANTE ORNITOLOGICO e più di rado nella Nubia e nell'Arabia. In Italia è dappertutto molto abbondante all'epoche del passo; quale uccello invernale è molto copioso nelle provincie cen- trali e meridionali e nelle Isole. Nidifica sugli alti monti, più che altro nella Valle Padana dall'aprile al luglio, allevando due covate; ma come estiva, è specie ovunque piuttosto rara. Il Tordo va soggetto a numerose anomalie di colorito e s'incrocia col T. iliaeus (Collett); sembra perù che il Turdus illuminus, Lòbenstein, descritto dal Mcvos, sia L'ibrido '/'. iliaeus X T. pilaris. 137. Turdus ustulatus Swainsoni (Cabanis), Tordo di Swainson. [Turdus Swainsoni, Cab.]. Parti superiori, ali e coda con color/ di un bruno-oli ni , ijna <■ Hi verdastro; redini, circolo afidi inico, lati della testa e del collo ocraceo-accesi ; gola biancastro-ocracea, limitata da un mustacchio brunastro; petto di un ocraceo-acceso, con poche macchie triangolari, estese anche sui lati della gola, sulle guancie e sulla parte più alta dei fianchi, resto del gastreo bianco, tinto di oliva-pallido sui fianchi; ascellari e cuopritrici inferiori delle ali fulve, lavate di bruno {ad.). Parti superiori con mac- chie giallastro-rugginose sullo stelo delle penne e l'apice scuro (giov. nel 1" aiuto). Lunghezza totale 0,'"182; becco 0,'"012; ala U,"1UU; coda 0,'"070; tarso 0,n,027. Aiuta l'America nord-orientale, spingendosi verso oriente sino alle Montagne Rocciose, nidificando al Nord degli Stati Uniti e svernando dalla Vallata del Mis- sissipi fino al Panama ed al Perù; fu trovato qualche volta nella Siberia orientale. Accidentale in Europa, fu preso nell'Holstein molti anni fa {Musco i/i Amburgo), a Namur nel Belgio nell'ottobre 1847 (L'oli, de Selys-Longehamps), ad Helgoland nel 1869 {Coli. Gatké). In Italia vennero catturati tre esemplari, colle seguenti date: 18-UJ presso Genova (H. Museo di Firenze), 1878 presso Rovereto (/. lì. Musco di Ro- vereto), ed uno nella Collezione Magni-Griffi colto in Liguria (Cara* \i), il (figlioli non lo vide quando visitò quella Raccolta, questo esemplare è ora nel R. Museo di Roma e porta la data « 1869, Sarzana » (Conte di Carpegna, in liti.). Il 2 novembre 1901 fu ucciso nell'Isola d'Elba un piccolo Tordo che, esami- nato dal Prof. Martorelli di Milano, fu riconosciuto per un Turdus Aliciae. Il Turdus Aliciae sarebbe una sottospecie del Tordo di Swainson e secondo i sigg. Baird, Brewer e Ridgway(1) ne differirebbe pei seguenti caratteri: « Statura maggiore, becco più lungo ed ali specialmente più grandi. Dorso di un oliva più verdastro. Petto e lati della testa del tutto senza tinte fulviccie, od appena indicate sull'alto petto. I caratteri principali si riscontrano sui lati della testa. Qua e là non è manifesta la stria chiara dalle narici all'occhio e si distingue appena l'anello chiaro attorno all'occhio, l'intiera regione essendo oliva-grigiastra, con leggiere strie chiare sullo stelo delle cuopritrici auricolari. I lati del corpo, le ascellari e le tibie sono grigio- olivastre, senza le tinte fulviccie che si notano nel T. Swainsoni, Questa sottospecie (-,) abita l'America nord-orientale fino sulle coste dell'Oceano (•) X.-Am. liirds, I, p. 11. (2) Alcuni Autori considerano il Turdus Aliciae, Baird comò buona specie; altri quale sottospecie col uome di Turdus swainsoni vai. aliciae, C'oues (1872) o T. ustulatus aliciae, Coues (1885). ITLANT1 0RNIT0L06K 0 157 Artico, nidificando in quantità straordinaria alle bocche del Mackenzie e del Cop- permine, svernando ;il sud sino a Costa Rica. Fu colta in Siberia a nord di .Ja- kutsk e nella Penisola dei Ciucci, ma non fu, a quanto pare, catturata nella Re- dimii- Paleartica occidentale, a meno che non siano ad essa riferibili o nel tutto ud in parte i soggetti del T. itstulatus Swainsoni presi in Europa. 138. Turtlus aonalaschkae Pallasi : (Cabanis), Tordo mino. I Turdus Pallasi. Cab., T. nanus, Ari.. J. l'arti superiori di un bruno-oliva sfumato «li rossiccio; circolo oftalmico bruno-cupo groppone e cuopritrici alari rossiccie; gastreo bianco, lavato ti i fulvo-pallido sul petto, sul sottocoda e di bruno sui Banchi; guancie, lati della gola, del collo e del petto con macchie ben distinte, subtriangolari, brunastro-cupe; fianchi olivastro-pallidi, coll'apice delle penne bruno-pallido; cuopritrici inferiori delle ali ed ascellari bianche debolmente fulviccie, in parte lavate di bruno; ceda di un bruno-rossiccio vivo ■" (Naumanri), ad Helgoland nell'ottobre 1836 {Coli. Gàtke), nella Svizzera {Museo ili Strasburgo), presso Vienna nel L846 Thienemann), ed in Italia a Genova, nell'anno L854 circa (//. Museo ili Fi renxe). Le catture avvenute nella Svizzera, presso Vienna ed a Genova sono molto dubbiose. Il Turdus olivaceus, Linnaeus dell'Africa meridionale, fu citato dal De Filippi come comparso in più esemplari presso Brescia nel 1843, la qual cosa poi fu ri- petuta dal Bonaparte e dal Degland e Gerbe. Questa specie va però cancellata dal novero delle Europee, ed a questo proposito il Conte Salvador] .'-', ha tornito eccellenti motivi. Cosi il Turdus barbaricus, filato dal Iìis>o pel Nizzardo, è ancora un'incognita, certo trattasi di qualche sbaglio di specie ed ali/uni Autori giunsero fino a intravedervi ['Oriolus oriolus (Linnaeus). Il Turdus migratorius, Linnaeus comparve più volte nei Cataloghi Europei come presso in Irlanda, presso Dover, ad Helgoland, presso Vienna e Ilei lino ed in Boemia, perù parecchi degli Autori più noti non lo ammettono pel latto notorio che molti Tordi migratoli sono portati in Europa, come uccelli di gabbia. Abita le regioni settentrionali dell'America del .Nord. 11 T. migratorius, che l' Ab. Baldacconì trovò in Toscana e descrisse sotto tale nome, come dissi, altro non è che V Accentar collaris, ciò che riconobbe per primo il Bonaparte. (') 11 Seebohm (Cai. Birih III il. Mus. V, pag. 199, 1881) ha esaurientemente spiegato come è meglio adottare il nome «li T. l'allll. Magni-Griffì, ora nel li. Museo ili Roma), un altro soggetto preso, a quel che pare, in Toscana, è nel Museo Civico di Milano, ma non esiste né data, né località di cattura, un quinto fu ucciso presso Roma nel dicembre 1898 (R. Museo di Roma), infine si avrebbe il soggetto con- trastato del Musco di Rovereto cfr. .1/. ruficollis). 146. Menila menila Li.waki s . \ferlo nero. [Turdus merula, L., M. nigra, Leach: Merlo], [Tav. XII. ti;;, 6, 7 e TaV. XI, Vili. fig. 28]. Colorito generale nero-lucido, comprese le ali e la coda, che temi., no al bruno; becco e palpebre giallo-aranciate (mas. od.)- Colorito generale delle parti superiori bruno-nerastro, lavato di oliva-scuro, più chiaro sulle ali. e di nero-bruno sulla coda; redini ed un sopraciglio distinto più chiari; gola lavata di rossiccio, più vivo sul petto e con macchie longitudinali nerastre: addome grigio-cenerognolo, più chiaro sullo stelo delle penne; sottocoda nero-brunastro; becco nerastro (femm. ut/.). Invecchiando la femmina diviene più grigia, specialmente sul gastreo ed il becco volge al giallo (femm. multo vecchia). Superiormente bruno-rossiccio, con una linea allargata rossigno-pallida sullo stelo di ogni penna; grandi cuopritrici terminate di rossiccio-pallido; gastreo bian co-rossi gno; la gola macchiata di bruno-nerastro, coll'apice delle penne cenerognolo; alto petto e lati con fascio bruno-nerastre; nei maschi le tinte predominanti sono il bruno ed il grigio-pallido; nelle femmine il rossigno ed il castagno-pallido (giov. nel 1° abito). Lunghezza totale 0,m270; becco 0,'"029; ala 0,m127; coda0,m105; tarso 0,'"027. Questa specie va soggetta a numerose anomalie di colorito; sono noti gli in- dividui a spazii od a toppe bianche, quelli intieramente bianchi, i lionati ed i cene- K'.l ATLANTE ORNITOLOGICO lini, questi forse sono i più rari; col nome di Merlo montano poi, fu distinta una varietà che presenta le redini, i lati della testa, il gastreo e le cuopritrici infe- riori dello ali di un bel rosso-mattone, si trova più di frequente in Toscana, tale anomalia venne osservata tanto nei maschi che nelle femmine, e si capisce che in tal caso quelli assumono il piumaggio di queste. In due precedenti lavori ho parlato lungamente di una varietà, che presenta questa specie di solito nel 1° stadio giovanile. Essa consiste in una fascia bianca più o meno pura che attra- versa in alcuni esemplari la sola coda, in altri anche le ali. Questa anomalia ha in generale un periodo breve, apparendo per decolorazione e scomparendo per annerimento delle parti chiare, quando però si nota nel periodo adulto sembra persistere più a lungo. Il T. Menegaxxianus del Perini non è altro che un maschio non del tutto adulto del Merlo nero, di tinte nerastre coi margini delle penne più chiari, ed il becco scuro; essi nidificano a terra e sono quelli che gli Uccellatori chiamano comunemente Merli terragnoli o di passo. Il Merlo abita tutta l'Europa verso est fino al Turchestan, ove s'incontra colla M. ni. ninni imi (Seebohm), l'Africa settentrionale, la Palestina, l'Asia minore e la Persia. In Italia è specie stazionaria e molto comune; più abbondante all'epoca del passo in ottobre e novembre e nel febbraio e marzo per l'arrivo di individui nordici, che svernano più che altro nell'Isole e nelle provincie meridionali e cen- trali. Nidifica da marzo ad agosto, allevando due o tre covate all'anno. 147. Menila torquata (Linnaki s , Merlo dal collare. [Turdus torquatus, L.; Merio col petto bianco]. [Tav. XII, lig. 5 e Tav. XLVIII, fig. 27]. Tinte generali di un nero-bruno-cupo, penne delle parti superiori e delle in- feriori con un margine strettissimo, indistinto e più chiaro; sulla parte anteriore del collo un mezzo collare di imbianco quasi puro, esteso da una spalla all'altra; ali e coda con distinti margini bianco-grigi; cuopritrici inferiori delle ali ed ascellari bruno-cenerognole, marginate strettamente «li bianco-sudicio (mas. ad. . Collare di un bianco più sudicio; le tinte di fondo di un tono brunastro, an- ziché nero-bruno: gola, petto ed addome con margini bianchi [f&mm. ad.). Tutte le marginature larghe e distinte bianche più o meno lavate di ocraceo; col- lare quasi invisibile nelle femmine; nei maschi esso è cenerino-cupo alla base, marginato di bianco-ocraceo all'apice ed ovunque sfumato di bruno nei ma- schi (giov.). Lunghezza totale 0,'"300; becco 0,m02ì; ala 0,m135; coda 0,ml 15; tarso 0,m033. Abita l'Europa settentrionale, e d'inverno visita più o meno regolarmente i paesi Mediterranei e l'Africa nord-occidentale. Sebbene raramente, fu trovata d'e- state nella Spagna e nell'Italia e forse nidifica, quantunque quegli esemplari po- tessero passare l'estate senza nidificare, come talora avviene in altre specie. In Italia è uccello di comparsa piuttosto rara ed irregolare durante la stagione fredda, più numeroso quando l'inverno è rigido e più che altro capita nelle provincie settentrionali. Sembra stazionario sulle Alpi Piemontesi, giacché io ebbi individui uccisi a Lanzo in aprile e nel maggio ed i giovani nell'agosto ; quindi parrebbe nidificare tra noi. Va soggetto a varietà albine ed isabelline. ATLANTI ORNITOLOGI) '• lli."i 147". Merula torquata orientalis. Skkiihiim. Merlo dal rullare orientale. Simile alla M. torquata, col bianco delle .ili di un tono più puro e molto più esteso, specialmente sulle grandi cuopritrici, delle quali occupa l'intero margine; mancano i centri bianchi sulle penne del gasi reo. coinè nella .1/. tort/ nata alpestris, esse souo invece strettamente marginate di bianco e quelle del sottocoda hanno un distinto tratto bianco sullo stelo; le ascellari sono (piasi del tutto bianche e quindi la tinta chiara è molto più estesa che nella vera .1/. I. alpestris. Lunghezza totale 0,m295; becco 0,'n022; ala 0,m140; coda 0,inl 10; tarso 0,m032. Abita il Caucaso; fu trovata anche in Ungheria (Mai/mas-.) e forse questa sarebbe la forma che vive in Persia. Non ho mai veduto in Italia una M. t. orien- talis tipica; ma soggetti di M. torquata con le ascellari in gran parte bianche e colle marginature alari larghe cosi da costituite un cospicuo bordo sulle grandi cuopritrici, anziché una debole frangia, si trovano anche in Italia ed io ne conservo uno da Trento, preso nell'autunno 1898. 147 b. Merula torquata alpestris (C. L. Brehm), Merlo dal rollare meridionale. | Merula alpestris, C. L. Brehm], [Tav. m, vi, fig. 7]. Distinta dalla .1/. torquata per la colorazione nera di fondo di un tono più brunastro, per le marginature delle ali più larghe, per avere la parte centrale basilare di molte delle penne dei fianchi, del petto e dell'addome bianca, tali centri sempre presenti e inolio accentuati sulle sottocaudali, che hanno inoltre un largo mar- gine apicale bianco. Di primavera i margini delle penne del petto e dell'addome sono sempre presenti, mentre mancano (piasi del tutto nella M. tort/autu tipica; d'autunno, quando si osservano anche nella .1/. torquata, in questa forma sono molto più larghi; ascellari scure, con marginature bianche. Lunghezza totale 0,m300; becco 0,m022; ala 0,"140; coda 0,ml 12; tarso 0,m033. Si osservano individui intermedi, probabilmente prodotti da ibridismi delle due specie. Abita le regioni alpine dell'Europa centrale e meridionale, ove nidi- fica, scendendo al basso d'inverno, ma compiendo migrazioni più ristrette della .1/. torquata e fu trovata anche nell'Asia minore. In Italia è uccello comune e stazionario sulle Alpi del Piemonte, della Lombardia e del Veneto, ove nidifica regolarmente, scendendo un po' più in basso nell'inverno, ma è sempre rara al piano. Fu osservata nidificante anche sugli Appennini, ma non comunemente e verso il sud diviene sempre meno abbondante. E più frequente alle epoche del passo; nidifica dal maggio al luglio, allevando talora due covate. Do qui brevemente la chiave sinottica delle tre forme del Merlo dal collare: .1/. torij/iatn, marginature bianche sulle cuopritrici alari quasi mancanti; penne del gastreo, compreso il sottocoda coi centri scuri; ascellari scure, con uno stretto margine bianco. M. t. orientalis, marginature bianche sulle cuopritrici alari assai larghe; penne del gastreo coi centri scuri, eccetto il sottocoda; ascellari quasi bianche. M. t. alpestris, larghe marginature bianche sulle cuopritrici alari; penne del gastreo coi centri bianchi, ascellari scure coi margini bianchi. 160 ATLANTE ORNITOLOGICO Genere GEOCICHLA. Kiml1). Becco piuttosto forte e subeguale alla testa, più o meno fornito di peli alla base, talora depresso e corto; penna spuria molto corta; ala piuttosto rotondata; un carattere importante e sempre presente in questo genere è dato dal fatto che la parte basali- del vessillo interno delle 2' e di molte dille 1' è bianca o bìaneo-fnl- riccia e in contrasto col bruno del resto delle penne; le ascellari presentano tinte dif- ferenti dalle cuopritrici inferiori alari, e tanto queste che quelle hanno la parte basale differente dall'apicale, sicché se le ascellari sono scure alla base e chiare all'apice, le cuopritrici sono l'opposto e viceversa, ciò però non è sempre costante; coda quasi quadrata, di dodici o quattordici penne. I sessi sono eguali o differenti ed i giovani macchiati, il piumaggio varia a seconda delle specie, in modo che parecchi Autori « separatisti » ne fecero argo- mento di molti generi affini, la maggior parte dei quali non è Europea. Sono Tordi che se ne stanno più sul terreno che non sugli alberi; in generale sedentari!, però alcune specie, come la G. varia, imprendono lunghi viaggi. Abitano l'Australia. l'Asia, l'Africa, qualche specie l'America del Nord, e non giungono che acciden- talmente in Europa. a) Piumaggio lunulato, con macchie e fascie caratteristiche sulgastreo; presentano lunule più o meno distinte anehe sulle parti superiori ; sessi eguali (gen. Okeocincla, Gouldi. 148. Geocichla varia (Pallas), Tordo dorato. ITurdus varius, Pall., Oreocincla varia (I'all.)]. [Tav. XIII, fig. 9 1. Parti superiori e piccole cuopritrici alari bruno-ocracee, con fascie circolari nere estese anche sul margine apicale, collo stelo ed un'ombreggiatura subapicale di un ocraceo più chiaro, questa più sviluppata sulla testa e sul dorso; cuopri- trici grandi e mediane internamente di un oliva-bruno-cupo, bruno-ocracee dal lato esterno, le le cuopritrici coll'apice nero; gastreo bianco leggermente fulviccio, lavato di bruno sui lati del petto, con una fascia subterminale bruno-giallastra ed una larga apicale, semilunare nera; mento, gola, centro dell'addome e sottocoda immacolati o quasi; cuopritrici inferiori delle ali nere, terminate di bianco; ascel- lari bianche, terminate di nero ; una fascia bianca, più u meno fulviccia, attraversa la faccia inferiore dell'ala ed è estesa alla base dei ressi/ti interni dille remiganti; remi- ganti brunastre, colla parte esterna fulvo-ocracea e l'apice nero; timoniere i/nat- tordici, le quattro centrali di un bruno-uniforme, le altre bruno-nerastre con gli apici ciliari e biancastri nelle esterne (ad.). Lunghezza totale 0,m320; becco 0,'"025; ala ()/"lf>0; coda. 0,'" 120; tarso 0,m033. Questa specie abita la Siberia meridionale-centrale e la sud-orientale, il (ìiap- (') Fide Seoliolun. Non si s:i ove il Iv ulti adoperasse tale nome, elio certamente e anteriore a quello di Oreocincla, Gould 1837. \ I I \\ i i. ORNI COLOGICO 167 pone e la Cina Bettentrionale; sverna nelle parti meridionali di questi due ultimi paesi, a Formosa e nelle Filippine. In Europa è specie accidentale, ma è il 'l'orde Siberiano che vi giunge più facilmente; fu preso nella Scandinavia (4 volte), nelle Isole Britanniche (IT volte, ad Helgoland (11' volte, nel Belgio e nella Vallala del Reno (11 volte), in Francia (4 volte), in Austria (2 volte), etc. In Italia è molto raro, ma comparve almeno dicci volte, eioè nell'ottobre 1854 a Borgo Valsugana nel Trentino (/. li. Museo di lionnto), nel 1861 ad Arco sul Garda Althammer), nel 1863 uno venne trovato sul mercato di Genova Museo civico ili Milano], nell'ottobre 1870 presso Genova {Museo civico di < intorni, nel- l'autunno 1870 presso Roma (R. Museo di Rama), nell'ottobre 1873 in Toscana (!>'. Museo ili Firenze), nell'autunno 1885 all'Isola d'Elba (Martorelli), nel no- vembre 1889 presso Siena (Brogi), nel 1897 (?) a Foggia (Avicula, I, pag. 84), inoltre nel Museo di Roma si conserva un esemplare avuto da Tor S. Lorenzo Agro Romano) nel dicembre 1890 ed un secondo che faceva parte dell'antica Collezione Lezzani, colto certamente nella provincia ili Roma (Conte di Carpegna, in lift.)] la cattura di Foggia sarebbe poco accertata ('). La 0. dauma (Lath.), che abita l'Imalaia e l'India sino al Tenasserim, com- parve nei Cataloghi Europei per un esemplare colto ad Helgoland. esso però era stato invece acquistato dal negoziante Brandt di Amburgo ed è riferibile alla 0. llrinri, Cabanis (Sharpe), specie che abita l'Australia nord-orientale, un secondo venne colto presso Vienna (Pelxeln), un terzo nel 1854 presso Savona (Qiglioli). Però tali catture sembrano offrire garanzie poco sicure, e la specie non è da accettarsi, per ora, tra le Europee. Si distinguo dalla lì. varia per statura mi- nore, mentre la coda ha 12 timoniere in luogo di 14. b) Un sopraciglio più o meno il istinto; le parti inferiori nel maschio mi ulto sono uniformi ; sessi differenti (gen. GEOCICHLA, Kulll). 149. Geocichla sibirica (Pallas), Tordo siberiano. [Turdulus sibiricus (Pali..), Turdus sibiricus, Pallas, Tordo o Merlo ili Siberia]. Parti superiori di un grigio-lavagna-cupo, e più pallido sul margine delle penne; sopracoda concolore; testa, redini e regione parotica quasi nere; un largo sopraciglio bianco dal beerò alla nuca; gastreo grigio-lavagna-cupo, col centro del petto e del- l'addome bianco e le sottocaudali terminate di bianco; vessillo esterno delle re- miganti primarie uniforme dalla base all'apice; ascellari bianche, coli' apice lavagna; i uo/iritrici inferiori delle ali lavagna, coli' apice bianco; faccia inferiore delle ali con una larga fascia bianca, formata dalle porzioni basali delle 2° e di molte l1'; le due ti- moniere centrali eguali in colore al dorso, le altre nere marginale, esternamente di lavagna, e le due laterali con largo apice bianco (mas. ad.). Parti superiori di un bruno-oliva, tendente al lavagna-cupo sul basso dorso e sul groppone; so- pracoda bruno-oli ni; sopraciglio più stretto bianco-fulvo; gastreo bianco-ocraceo, più vivace sul petto, con macchiette scure sulla gola e fascie subterminali nera- stre sul davanti del collo e sul petto, parte bassa di questo ed addome bianco; l1) Recentemente (line gennaio 1902), il Prof. E. H. Giglioli ebbe In fortuna di acquistare in carne sul mercato di Firenze uu esemplare di cjuosta specie (Contessa M. di San (Jiorgio, in liti.). L68 ATLANTE ORNITOLOGICO ali e coda bruno-rossiccie, le due timoniere esterne con una macchia apicale bianca; ascellari bianche, coll'apice bruno; cuopritrici interiori delle ali brune; fascia sotto l'ala bianco-fulviccia {frinii/, ad.). Cuopritrici alari terminate di giallo- ocraceo (giov. nel 1° abito). Lunghezza totale 0,m228; becco 0,'"022; ala 0,m118; coda 0,'"090; tarso 0,m028. Abita le vallate dello Jenissei e della Lena (dal 90" al 130° di long. Greenwich): svernando nella Cina, nel Giappone, nel Burina e nelle Isole della Sonda, e verso sud fino a Giava. È accidentale in Europa; fu presa una o due volte nelle Isole Britanniche, circa dodici volte in Germania, due volte in Olanda, una volta nel Belgio, in Francia ed in Bulgaria. Il Giglioli la citò dubbiosamente tra le italiane su di un soggetto colto nel 1878 a Grosseto (Toscana), ma poi corresse egli stesso Terrore, dicendo trattarsi di una strana anomalia di tinta della M. menda; sicché questa specie va cancellata dalle Italiane. Genere MONTICOLA, Boie. Becco forte, allungato, più lungo della testa, diritto, mandibola superiore senza intaccatura e un po' arcuata verso l'apice; apertura del becco con setole poco ap- pariscenti ; narici basilari, rotonde e in parte fornite di peli ; ali moderate, acute, la la remigante primaria molto corta, la 2a di solito subeguale alla 3a, che è la più lunga; coda quadrata, con le penne rotonde all'apice; tarso di poco più lungo del dito mediano con unghia, coperto da una grande squamma e con quattro scudetti nella parte inferiore; piedi piuttosto forti. Forma l'anello di congiunzione tra i Tordi e le Monachelle; le femmine differiscono dai maschi e portano fascie sulle parti inferiori, tranne in una specie; il becco ed i piedi sono quasi sempre neri; le cuopritrici inferiori della coda blu o castagne; hanno abitudini più o meno migratorie. Si conoscono circa 10 specie appartenenti al Mondo Antico, delle quali due sole nidificano in Europa; frequentano le nude roccie; sono uccelli attivi e solitari; alcuni grandi cantori: si nutrono di insetti, e di rado di frutti; nidificano nelle buche dei muri o nei crepacci delle roccie, deponendo da quattro a sei uova blu-verdastro-pallide, raramente macchiate di bruno-pallido. 150. Monticela solitarius i1) (Linnaeusì, Passero solitaria. I Monticola cyana I. |. [Tav. XIII, fig. 6 e 7 o Tav. XLVIII, iig. 22]. Colorito generale grigio-blu-cupo, tinto di lapislazzoli sulla testa e sulla gola, più cupo sulle redini; cuopritrici alari ed ali bruno-scure, col vessillo esterno blu e l'apice bianchiccio; petto, addome e fianchi di un blu-cupo, con margini apicali bianchi, poco accentuati sull'addome e sul sottocoda; coda blu-brunastra [mas. ad. inprim.).Di autunno le tinte sono meno pure; le penne del dorso, dell'addome e (') Turdus solitarius, Linnaeus, Syst. Xat., I, pag. 170 11758: Habitat in Orienti-}; T. cyanus, Liunaeus, Syst. JS'at., I, pag. 296 (1766: Habitat in llaìiae, Creine rupibus). 1. Fanello ; tarso 0,ra027. Anita l'Africa settentrionale e la Palestina. Fu culla una sola volta entro i limiti Europei a Malia aell'aprile 1872 (Wright) e l'esemplare è nel R. Museo di Firenze. b Colorito per grandi mass,', variabile, con tìnti neri saliti testa a forma varia; abita di prefei'enxa le località aperti coltivati od aridi ed anche le rocciosi gen. Saxi- cola, Bechstein). 154. Saxicola leucomela - (Pallas), Monachella dal dorso nero. Testa, nuca, parie posteriore de] collo, groppone, sopracoda, sottocoda, petto, fianchi ed addome di un bianco lavato ili grigio sulla nuca, e talora di fulvo sulle sottocaudali; tutto il resto, comprese le ascellari e le cuopritrici inferiori dell'ali, nero; remiganti bruno-cupe col vessillo interno bianco, le 2" biancastre all'apice; timoniere bianche, le due centrali nere sulla metà apicale, le altre con una larga fascia subapicale nera, e l'apicale bianca e stretta mi.. Tinte nere meno pure; remiganti e cuopritrici alari pallide all'apice e sul margine; penne del dorso e dell'alto petto coi centri più pallidi e l'apice più cupo e brunastro (giov.). Lunghezza totale 0,m160; becco 0,m012; ala 0,'n095; coda 0,m062; tarso 0,m024 Abita l'Europa sud-orientale; non è rara nella Turchia {Elwes db Buckley) e nella Russia meridionale (Nordmann, Jacovlew, Bogdanow, etc); si trova nella Persia, nel Turchestan e nella Mongolia; sverna nell'Arabia, nella Palestina, nell'Egitto, nell'Abissinia e oell'Africa aord-occidentale. In lialia è specie accidentale e ra- rissima, colta tre volte in Liguria, cioè presso Cornigliano nel oovembre 1850 /,'. Museo di Firenze), nel dicembre 1866 pure presso Cornigliano Museo Civico di Gei/uni*, il terzo esemplare preso a Veniarza (? Liguria (a) era conservato nella Rac- colta Magni Griffi ed ora è nel R. Mas,,, ili Unum, ha la data 1862 (Conte di Car pegna, m Hit.). i'i Fìtiflora leueopygia, Brehm, Vogelfàng, p, 225 (1855 Wotacilla pleschanka Lepkchin), 177u. — S. leucomela Pallas), 177o. (3) Probabilmente è Vernazza (Spezia). 172 ATI.AKTK ORNITOLOGICO La S. morto, Ehrenberg è assai affino a questa specie, e ne è riconoscibile a prima vista pel vessillo interno delle remiganti nero e non bianco, sicché la superficie inferiore dell'ala, quando è aporia, nella S. leucomela è bianca e nella S. morto nera, e ciò distingue la specie ad ogni età, gii altri caratteri come del sottocoda, etc. non sono apprezzabili. Abita la Siberia, l'India e la Persia; sverna nella Siria, nell'Africa nord-orientale e si trova pure nello regioni sud-orientali d'Europa (Crimea), ma è più rara della S. leucomela. 155. Saxicola melanoleuca (Gùldenstadt) Monachella nrlattn i"Ol a n;,,«- i .. ih delle Dfau*. ,o, S ri, u, " . f alt°^V 3. Ciuffolotto deUe pinete (e? ad.). 4. Ciuffolotto «!«.). 8. Crociere (cT ad.). 9. Crociere fcf gu>v.). IO. Crociere ($). 11. Verdone (tf« ad.). 12. Verdone (J). Ulrico Hoepli, Editore, Milann. MI IMI 0JRN1T GICO ITT Abita L'Europa, spingendosi molto più al nord della specie susseguente e la Persia; si porla d'inverno nell'Europa meridionale e nell'Africa settentrionale. In Italia è uccello estivo e di passo, nidifica sulle montagne, specialmente delle Provincie settentrionali, da maggio a luglio ed anche in agosto, allevando due co- vate; sembra essere raro in Sardegna, in molte provincie è assai meno abbon- dante del Saltinpalo; ma è specie generalmente comune. Va soggetta raramente alle varietà albine. 161. Pratincola rubicola Lixwi.ts, Saltinpalo. L'I'av. XVI, flg. 11 e 12]. Coda nera anche alla base; groppone e sopracoda bianchi, macchiati di rossiccio. Testa per intero, mento, parte anteriore della gola e del collo, dorso e grop- pone di un nero-profondo e lucido, con margini indistinti rossiccio-ocracei; il nero della parte posteriore del collo, sui lati dello stesso, è diviso da quello della gola da uno spazio bianco; cuopritrici superiori dilla co/In e groppone bianchi, macchiati ili nero; timoniere per intero e remiganti bruno-nerastre, marginate di rossigno; cuo- pritrici superiori delle ali dello stesso colore, colle mediane più interne e le grandi bianche, che formano un grande spazio sull'ala: gastreo castagno aranciato, più chiaro sull'addome, il cui centro è biancastro; ascellari e cuopritrici interiori delle ali nere alla base, bianche all'apice (mas. mi. in pria/.). Parti superiori fulvo-ros- siccie, col centro delle penne nerastro; spazio bianco sull'ala e quello sui lati del collo meno estesi ; un sopraciglio poco distinto bianco-fulviccio; gola grigio-bruna, con una grande macchia nera nel mezzo (femm. mi in j>rim.-. Simile alle femmine; tinte delle parti superiori più nerastre; la macchia nera sulla gola più distinta ed estesa sul mento; lo spazio bianco sull'ala più grande, e quello sui lati del collo tinto di fulviccio (mas. mi. in aut.). Parti superiori bruno-nerastre, con wwa macchia triangolare o allungata sul centro delle penne; spazio bianco sull'ala poco esteso e tinto di fulviccio; gola bianco-sudicia; gastreo isabellino fulviccio, macchiato di nerastro sul davanti del collo, sull'alto petto e sui fianchi; sopracoda rossiccio (giov. -nel 1° abito). Lunghezza totale 0,n,12f); becco 0,'"010; ala 0,'"065; coda 0,'"045; tarso 0,n,021. Questa specie è sempre distinta dalla precedente per la coda sovra e mai bianca alla base; il maschio ad. poi ha la gola nera, e la femmina ad. ha una macchia nera sulla stessa ed il tono generale di colore è più cupo. Abita l'Europa centrale e meridionale e le regioni temperate della setten- trionale, l'Africa settentrionale e la Siberia, fino alla Cina ed al Giappone. Sembra che nelle parti orientali della Russia sul versante del Volga, questa specie s'in- contri coll'affine P. maura (Pallasi dell'India, che ha il sopracoda bianco-perfetto e la base della coda bianca, le ascellari del tutto nere e così le cuopritrici in- feriori delle ali. In Italia è specie stazionaria e comune; migra parzialmente d' inverno dalle provincie settentrionali , coli' eccezione del Veneto. Nidifica ovunque, più comunemente sui monti dal maggio all'agosto, allevando due o tre covate. Va soggetta raramente ad anomalie di colorito. Atlante ornitologico. 'Si 178 Wl \\ ;\l COLOGK 0 161 a. Pratincola rubicola Hemprichi (Ehrenberg), Saltimpalo orientale. Coda bianca alla base; groppone e sopracoda bianchi, macchiati di rossiccio. Simile alla /'. rubicola, ma di tìnte un po' più pallide e eolla coda bianca nei due terzi basilari delle timoniere laterali e nel 1" terzo soltanto sulle due centrali, tutte marginate e terminale di fulvo-rossiccio. Lunghezza totale 0,m119; becco (V'Oli; ala 0,u'072; coda 0,m051; tarso 0,'"022. Il rappresentante orientale della /'. rubicola abita l'Europa sud-orientale e la Siberia occidentale; sverna nell'Africa nord-orientale, sino all'Abissinia. 162. Pratincola caprata iLinnai i s . Saltinpalo nero. Una spazio bianco sull'ala, t'ormato dalle cuopritrici più vicine al dorso; parte bassa del groppone e dell'addome e sottocoda bianco-puri; nel resto nero-lucido mas. ad. in prim. . Tinte nere, marginate di ocraceo-rossiccio (mas. ad. in aut.). Parti superiori bruno-grigiastre, coi centri delle penne più cupi; sopracoda e basso groppone di un bianco tinto di rosso-rugginoso; timoniere bruno-nere; cuopri- trici alari e remiganti bruno-scure, coi margini più chiari: gastreo brunastro, con margini più chiari sul mento e sulla gola, tinto di fulvo sull'addome e con striscie più cupe sul petto; sottocoda bianco; timoniere bruno-nere (femm. ad.)', il giovane, secondo lo Sharpe, assomiglia molto a quello della P. rubetra. Lunghezza totale 0,m137; becco 0," 01 :■',; ala 0,ro066; coda 0,m053; tarso 0,'"020. Abita le regioni fra il Transcaspio e la Persia, l'Afganistan e l'India setten- trionale fino a Giava ed alle Filippine, ed è accidentale nella Russia Europea Mi nxbier). Genere RUTICILLA, C. L. Beehm. Becco .sottile, depresso alla base, compresso verso L'apice, un po' incurvato e fornito alla base di peli abbastanza sviluppati ; narici Glittiche, piccole, basilari, superiori: ali abbastanza lunghe, la remigante primaria corta, poco più lunga delle 1° cuopritrici, 2a eguale alla 6a, 3a di solito la più lunga; coda lunga e leg- germente rotonda: gambe sottili; il tarso non scudettato, più lungo del dito mediano con unghia, coperto sul davanti da una grande squanima e da tre scudetti infe- riormente; unghie mediocri, leggermente ricurve. Sono uccelli di colori vivaci, i cui sessi sono differenti e variegati; hanno le gambe sempre nere e così iu generale la gola; molti presentano il groppone, il sopracoda e la coda colle penne laterali castagne, i giovani sono macchiati; la muta e semplice, completa d'autunno e ruptila di primavera. Si conoscono circa 15 specie di Codirossi, che abitano nella massima parte l'Imalaia e le montagne della sottoregione Mediterraneo-Persica; alcuni sono stazionari, altri migratori. Hanno abitudini arboricole; alcuni amano le località rocciose, ma tu generale i cespugli ed i luoghi coltivati, e sono buoni eautori; si nutrono d'insetti, che cacciano vo- lando; fabbricano il nido nelle buche delle mura o degli alberi, deponendo uova bluastre, talora quasi bianche con rare macchie brune, ma più spesso immacolate. ATLANTE ORNITOLOGI! " ITU 163. Ruticilla phoenicurus ' I.invui-. Codirosso. [Tav. XIV. Bg. 8, li e Tav. XLVIII, fig. 19]. Ascellari e cuoprìtrici inferiori détte ali ili un [uhi, più o numi vivace. Penne nasali, redini, lati della taccia, del collo, mento e gola di un nero-pro- fondo; parte anteriore della fronte e sopraciglio di un bianco-puro; parti supe- riori cenerino-azzurrognole, qua e là lavate di rossigno; groppone, sopracoda e timoniere castagno-vivaci, colle due meditine brunastre, marginate di castagno; cuoprìtrici inferiori delle ali, ascellari e petto di un fulvo-vivace, che diventa più pallido sui fianchi e bianco sul cenili» dell'addome; ali bruno-nerastre, con mar- gini bruno-chiari mas. mi. in prim.). Bianco della fronte e del sopraciglio meno puro e più stretto; parti superiori lavate di un rossiccio più intenso: tinte nere della gola e le vivaci del gastreo marginate di bianco e le ali di nocciola (mas. ini. in uni.:. Fronte ed un tratto dall'occhio al becco rossicci: parti superiori bruno-cenerine, lavate di rossiccio: tinte castagne del sopracoda e coda come nel maschio; gola cenerognola; lati della testa, petto e fianchi brunastri, lavati di rossigno verso l'apice delle penne; sottocoda bianco-fulvo femm. mi. e giov. in ani.). l'arti superiori già Ilo- ocracee, con margini neri; cervice nero-brunastra ; sopra- coda marginato di nero; gastreo giallo-fulviccio, lavato di rossiccio sul basso ad- dome e sid sottocoda e con margini scuri, (piasi nerastri (giov. mi 1" aitilo). Lunghezza totale o," 140; becco (V'Oli; ala0,"07s: eoda0,m059; tarso 0,n,021. Le ascellari e le cuoprìtrici inferiori delle ali sono quasi sempre di mi fulvo più o meno vivace, carattere che dislingue questa specie in mini dà dalla lì. lilis. Abita l'Europa, verso est sino allo Jenissei, nidificando fino al Capo Nord; sverna nell'Africa e nella Persia. In Italia è specie estiva, ma particolarmente abbondante all'epoche del passo; nidifica sui monti delle provincie centrali e set- tentrionali ; pochi svernano in Sicilia ed in Sardegna. Va soggetta a varietà albine e isabelline. 163 a. Ruticilla phoenicurus mesoleuca Ehrenbeeg), Codirosso di Ekrenb&rg. Simile alla precedente, col nero della gola e la tinta grigia di un tono più cupo, il bianco della fronte più esteso; le remiganti secondarie hanno il vessillo esterno, dalla base quasi sino all'apice, bianco, in modo da tonnare un grande spazio chiaro sull'ala (mas. ad.). Simile alla femmina di lì. phoenicurus, ma più scura e grigiastra; intermedia di colore, dice il Seebohm, tra questa e quella di lì. titis femm. ad.). Lunghezza totale 0,ra152; becco 0,m012; ala 0,'"079; coda 0,™061; tarso 0,m021. Abita il Caucaso e l'Asia minore; sverna nell'Arabia, nell'Abissinia e nel Se- negal. In Europa oltre nel Caucaso, ove nidifica, fu colta presso Costantinopoli (Bobson e Museo di Bebelc, America sett.), presso Atene (Coli. Kruper), in Ungheria (Museo di l'est) e a Helgoland (Cali. Odtìce). l'i Pai greco ù qtoivàtùVQOS codirosso (Aristotile). 180 ATLAM tNITOl OGN 0 164. Ruticilla titis Scopoii) ('), Codirosso spazzacamino. [Ruticilla titys o tithys Scop.) |. [ Tav. xiv. fig. io e 11]. Ascellari e cuopritriei inferiori dell* ali lavagna di vario tono, terminate di bianco. Parti superiori di un grigio-lavagna; basso groppone, sopracoda, penne laterali della coda e sottocoda fulvi; le due timoniere centrali bruno-nerastre; redini e gastreo di un bel nero-lucido, col eentro del basso addome biancastro; i lati del corpo ed i fianchi di un grigio-lavagna; le remiganti primarie nerastre, margi- nate di bianchiccio, che è più puro e più esteso sulle 26, ove forma uno spazio alare; ascellari e cuopritriei inferiori delle ali di un grigio-lavagna, terminate di bianco (mas. mi. in prim.). Parti superiori leggermente lavate di rossigno; penne nere del gastreo con margini bianco-cenerognoli; spazio alare bianco più esteso (mas. mi. in ani.), l'arti superiori bruno-cenerognole, qua e là olivastre; tinte ca- stagne più pallide: gastreo come le parti superiori, ma leggermente più chiaro; cuopritriei inferiori delle oli ni ascellari di mi bruno di lavagna (femm. ad. e giov. in aut.). Lunghezza totale 0,m150; becco 0,'"011; ala 0,m088; coda 0,"'0G0; tarso O^'Oi'i'. La E. filini, tiorbe non è altro che il giovane della II. titis, che all'età di un anno può generare, conservando l'abito della femmina. Abita l'Europa centrale e meridionale, verso est tino alla Russia occidentale, ove è poro avventizia; migra d'inverno fino nell'Africa settentrionale. In Italia è specie stazionaria: abita d'estate i monti delle provinole settentrionali, ove ni- difica, allevando da aprile a luglio due o tre covate; d'inverno discende al piano, ma non pochi migrano dalla Valle Padana verso il sud, e allora è abbondante in Sardegna, in Sicilia e nelle Puglie. E meno copiosa della specie precedente, e non ovunque egualmente distribuita. 165. Ruticilla ochrura (S. Gmelin), Codirosso dì GovM-. Simile alla li. titis, ma distinta pel dorso nero (nella fi. titis esso è tinto di rado di nero, e sempre in modo parziale); addome rosso castagno; cuopritriei supe- riori od inferiori dolio ali od ascellari nero, talora variate di castagno (mas. ad.). .Simile alla femmina della li. titis. ma distinta pelle pani inferiori di un grigio meno puro e col basso addome tinto di castagno pallido (femm. ad.). Lunghezza toiale 0,m152; becco 0,'"012; ala 0,m082; coda 0,'n063; tarso 0,U)022. Abita il Caucaso e l'Alia minore; rimase molto tempo confusa colla B. titis, ma ora si sa (die è specie distinta e ciò a molilo degli illustri Naturalisti Russi; essa fu descritta dal Gmelin nel 1774, ed il Gould, ignorandolo, la ritenne specie nuova nel 1855, e la chiamò di E. erythroprocta; alcuni Autori però la considerano una semplice sottospecie della li. titis. ' ■ Uotaeilta lili/s. I.innui-, .s,ht .\«/. I, p. 1S7 (1758), M. )ilm< iiirunis (ì. tOys, Linnaeus, Si/st. V.i/. I. |i. :;:::i (1766); Sylvia tithys, Scopoi.i, .lini. I, p, l.">7 (1769). i Si devi- Bcrivere titis dal greco iixig, efr. inibir, pigolare; e Don tithys, come fece Scopoii, o titys del Dressei e di altri Autori. \ 1 1 \ N 11 ORNITOLOGICO '^' 166. Ruticilla Moussieri (Olphe-Gali.iakim. Codirosso «li/trino. Cervice, lati della atessa e del collo, dorso ed ali nere; una linea bianca attraverso la fronte, che passa sugli occhi e si unisce ad una Larga t'ascia dello strsso colore su ciascun Udo della parte anteriore del dorso; groppone, cuopri trici superiori della coda, timoniere laterali e gastreo di un rosso- araneiato-vi- vace. più pallido sull'addome, specialmente nel centro; uno spazio bianco sulle ali. t'ormato dai vessilli esterni delle penne, che sono bianchi nella metà basi- lare {mas. ini. in pri>H.). Eguale alla femmina della E. phoenicurus, ina più pic- cola; molto più rossiccia sul gastreo, sulle cuopritrici inferiori delle ali. Millo ascellari, e meno sul solo groppone [('min. mi.'. Lunghezza totale 0,m120; becco 0,"011; ala (VOTO: coda n.1 (>!>: tarso 0, 025. Abita l'Europa nord-occidentale, specialmente L'Algeria, la Tunisia ed il Ma- rocco. Un esemplare, preso il 22 novembre 1890 a Nizza (Oal), è nel R. Museo di Firenze. Non so che altri soggetti siano stati colti in Europa. 167. Ruticilla erythrogastra <;t ldenstàdt), Codirosso di OvMenstait. Cervice, nuca ed un grande spazio alare bianco, formato dalla porzione basale delle remiganti l6 e 2" e più esteso sulle secondarie; base della fronte, redini, guancie, lati della testa, gola per intero, collo, alto petto, dorso, scapolari, il resto di die remiganti, cuopritrici inferiori e superiori delle ali di un bel nero-profondo; resto del gastreo, ascellari, groppone, sopracoda e timoniere di un rosso-casta- gno-vivace, colle due timoniere centrali tinte di brunastro (mas. mi.). Di un bruno- cenerognolo, più cupo sulla testa, più pallido sul mento, sulle ascellari, sulle cuopritrici inferiori delle ali e sull'addome; coda rossiccio-brunastra sulle due penne centrali; sottocoda e sopracoda di un rossiccio-pallido; margine delle grandi cuopritrici , e delle 2" interne quasi bianco (femm. ad.). Penne grigio-blua- stre alla base e bruno-giallastre all'apice, sicché il disegno appare tutto mac- chiettato; basso addome, sopracoda e sottocoda di un bianco-fulviccio (giov. se- condo Hend. & Hume). Lunghezza totale 0,'"177; becco 0,'"013; ala 0,m104; coda 0,m080; tarso 0,m025. Questa specie nidifica nei boschi di conifere degli alti monti del Caucaso, del Turchestan, dell'Imalaia fino verso il Tibet e la Cina, e discende al piano du- rante l'inverno; in Europa, oltre che pel Caucaso, è citata dal Conte AUéon pella Bulgaria (Reiser). Genere CYANECULA, C. L. Brettm. Differisce dal gen. Ruticilla per avere la base del becco fornita di peli in piccolo numero e molto corti: narici ovali; ali più corte; quattro scudetti nella porzione inferiore del tarso; dito mediano ben più corto del tarso, che è piuttosto allungato. La gola è colorita di azzurro, ma solo nei maschi adulti e la coda sempre di fulvo alla base; i sessi sono differenti; mutano come i Codirossi; sono cantori abi- 182 ATLANTI ORNITOLOGICO INsimi e fanno intendere le loro melodie anche di notte: abitano i cespugli ed i luoghi alberati, specialmente nelle località paludose od umide: nidificano a terra, deponendo uova olivastro, immacolate: sicché come i Codirossi hanno sessi diffe- renti, ma le uova, il colorito vivace della gola ed i costumi sono più propri degli Erifkaei. Se ne conoscono due torme. 168. Cyanecula suecica (Linnaeus), Pett'azzurro orientale. [Cyanecula suecica, park Auct. [tal.]. [Tav. Xi.vi. ftg. 10]. Il maschio adulto di questa specie è distinto da quello della C. suecica c;/a- necula, per avere una macchia castagna e no» bianca nel centro dell'azzurro del collo. Sembra del resto che i cambiamenti di piumaggio si succedano come nella e. s. cyanecula. La statura è uguale. Si distinguono due forme di maschi adulti: a) Cola e collo azzurri, con una macchia castagna sul centro del collo [C. suecica, Linnaeus, 1758); è la forma comune. b Gola e collo azzurri, con una macchia castagna, circondata da un anello bianco sul centro del collo (C. orientala, Brehm, 1831); è forse una livrea inter- media tra l'età giovanile e l'adulta. La forma orientale del Pett' azzurro abita le parti settentrionali d'Europa e d'Asia, dal Circolo Artico all'Imalaia, In trovata anche nel Kamciatka e nell'A- laska; sverna nell'Africa sino all'Abissinia, all'equatore, e nell'Asia sino al sud della Cina, nell'India ed a Ceylan, transitando per l'Europa meridionale ed orientale, pel Turchcstan e pella Cina settentrionale. In Italia è specie di passo, molto più i-ara della precedente e colta, a quel che pare, (inora solo nelle provincie setten- trionali ed in Toscana; non nidifica. 168'/. Cyanecula suecica cyanecula (Wolf), Pett'azzurro occidentale. [Cyanecula suecica, pari. Ami [tal., C. Wolfi (Bbkhm)]. [Tav. XIV, li;:. •"•, f> <> 7]. Fronte e sopraciglio, talora indistinti, bianco-rossicci ; parti superiori bruno- cenerognolo-olivastre, più scure sul centro delle penne; guancie, mento, gola, petto blu-azzurro-vivace, con una grande macchia bianca d'argento sul centro del collo. sotto l'azzurro una lascia nero-blu, marginata in basso sul [ietto da altra larga e castagna: il resto ilei gastreo bianco-sudicio, lavato di fulviccio sul sottocoda, sulle cuopritrici inferiori delle ali e sulle ascellari; coda cannella fulva nella metà basale, nero-bruna nel resto, marginata e terminata di rossiccio-cenerognolo (mas. ad. in prim. i. Fronte e sopraciglio t'ulvo-accesi; tinta azzurra e le due fascie seguenti con larghi margini apicali bianchi (mas. mi. in atti.). Guancie azzurrognole, (terminate di bianco nell'aiuto d'autunno : centro della gola bianco-fulviccio, limitato sui lati da due fascie brunastre; sul petto tre larghe bande, la prima azzurra, la seconda blu- nera, la terza castagno-vivace, (marginate di biancastro nella livrea d'autunno); coda terminata di rossiccio, nel resto come il maschio ft mm. molto vecchia). Tinte generali come il maschio, un po' più pallide; mento e gola bianco-sudicie nel centro, dalla MI \M i. ORNI rOLOGH '> L88 basi' della mandibola inferiori' parte una stretta fascia, che si unisce ad un mezzo collare che limita il collo in basso, nero-brunastra, bianco cenerognola all'apice delle penne; petto tinto di fulviccio e di brunastro; resto del gastreo fulviccio, tinto di rossiccio sul sottocoda femm. ad. e giov. in aut. . l'aiti superiori bruno- nerastre, con una larga stria centrale longitudinale giaUetta su ogni penna, collo per intero e alto petto ili egual disegno; cuopritrici superiori della coda rossiccie; coda, come nel maschio adulto, ma più pallida (giov. nel I" abito). Lunghezza totale 0,m145; becco 0,"012; ala 0,'"075; coda 0,m060: tarso 0,'n026. Si distinguono due forme di maschi adulti: a '. XVI, p. 132 (8471). 1. Averla maggiore. 2. Averla piccola. 3. Averla capirossa. I. Averla cenerina, a Cuculo 6. Cuculo Upupa. 8. Succiacapre. 9. Storno (ad. in abito d'autunno). 10. Marti) lineo Hoepli, Editare, Milano. MI ANTE oKMTOLOGICO 185 aranciati; remiganti e timoniere nerastre, col vessillo esterno blu-vivacè {mas. ad. . Pari superiori oliva-bruno-chiare, tinte di blu sulle piccole cuopritrici, sul groppone e sul sopracoda; redini, fronte, una striscia attorno l'occhio e gola di un bianco-fulvo; petto bianco, tinto di bruno-oliva, a guisa di una banda; resto del gastreo bianco- sudicio, coi fianchi rossigno-aranciati; remiganti col margine bruno-rossiccio; timo- niere grigio-nerastre, col bordo esterno blu {femm. ad.). Lunghezza totale 0,'"140; becco 0,'"010; ala 0,'"08G; coda 0,m060; tarso O^'Ol'i'. Abita l'Asia, dagli (Jrali al Giappone, e verso sud sino alla Cina e all'India. E di rara comparsa nelle provincie nord-orientali della Russia Europea, dove giunge dagliUrali. In esemplare venne colto in Italia nel novembre 1879 presso Pisa /.'. Musi,, ,li fflrenze); non conosco altre catture europee; debbo però ricordare come nella Raccolta Magni-Griffi vi sia un esemplare, che si dice colto a Limi in Liguria nel 1867, e che ora è conservato nel R. Musco di Roma (Conte di Carpegna, in litt.). Genere ERITHACUS. Cuvier (•). Becco più corto della testa, depresso alla base, ove è fornito di setole bene sviluppate, curvato verso l'apice, che è intaccato; narici basilari, laterali, ovali; ali rotonde, Ìa remigante primaria grande, circa metà della 2a, e che sorpassa le le cuopritrici nella sua metà apicale; 2a più corta deUa 7a; 4a, 5a e 6:' subeguali e le più lunghe; coda stretta ed allungata; gambe lunghe e sottili; il tarso poco più lungo del dito mediano con unghia, coperto sulla parte antero-superiore da una grande piastra ed in basso da tre piccoli scudetti; dito posteriore più forte degli altri, ma non più lungo del mediano. Piumaggio molle; giovani macchiati; sessi simili; adulti colla gola e colpetto rossi; la muta è uguale a quella dei Codirossi. È un genere Paleartico, composto di poche specie e sottospecie, due delle quali europee; sono parzialmente migratori; frequentano i boschi ed i giardini ed anche i luoghi abitati, paventando poco l'uomo; si nutrono d'insetti, che rincorrono sul terreno, tenendo le ali basse e la coda orizzontale; sono ottimi cantori e si fanno intendere anche nelle belle giornate invernali; nidificano al Nord o sui monti nel Sud, fabbricando un nido fatto a sacco, ponendolo a terra o a poca altezza da essa; le uova sono da 5 a 6 di un bianco-rossiccio, con macchiette rosso-scure. 171. Erithacus rubecula Linnaeus), Pettirosso. [Tav. XIV, tìg. 3, 4 e Tav. XLVIII, lig. 18]. Fronte, redini, una stria che si estende fino sopra l'occhio, regione parotica, lati della faccia, del collo, del petto, mento, gola ed alto petto di un rosso-aran- ciato-vivo, marginato di grigio-bluastro dalla fronte fino ai lati del petto; centro del petto e dell'addome bianco; tutto il resto bruno-oliva, cogli apici delle grandi cuopritrici di un fulviccio poco distinto, e più sviluppato, in forma di banda alare trasversale, negli individui dell'anno (ad.). Bruno-ocraceo, col centro delle penne Erithaous da ègìtìanog, uec Erytkacus. Atlante ornitologico. 186 ATLANTE ORNITOLOGICO tendente al fulvo, e molte delle quali hanno margini apicali nerastri; centro del petto e dell'addome di un bianco-sudicio; ali e coda nerastre, marginate di oli- vastro esternamente, e coll'apice delle cuopritrici alari ocraceo-vivace (gioì: nel /' abito . Lunghezza totale 0,m140; becco 0,'"010; ala 0,'"070; coda 0,m060; tarso 0,m025. Questa specie va soggetta a numerose varietà di tinte; se ne trovano di quelli tutti bianchi, colle tinte aranciate presenti o del tutto mancanti, o di normali, ec- cetto nelle colorazioni aranciate, che sono bianche o sbiadite; il tono di colore dell'aranciato varia notevolmente da individuo ad individuo. Abita l'Europa, verso est sino agli' Urali; si trova nelle Canarie, nelle Az- zorre ed a Tenerifìà, ove vive una forma analoga coH'arauciato del petto molto cupo e che venne distinta col nome di E. rubecula superbus (Koenig); d'inverno si porta fino nella Palestina e nell'Egitto, e verso oriente nella Persia e nel Tur- chestan. In Italia è uccello comune e sedentario; nidifica sui monti, scendendo al piano d'autunno, è però molto più abbondante al tempo del passo, pel transito degli individui migranti dal Nord e che in parte svernano anche tra noi. 171 a. Erithacus rubecula hyrcanus iBlanford), Pettirosso persiano. Simile all' E. rubecula; tono di tinta dell'aranciato molto più vivo; groppone non olivastro, ma castagno-bruno; statura talora leggermente minore; becco sempre più grande. Lunghezza del becco dell' -E", rubecula 0,'"010, id. dell' .E. /•. hyrcanus 0,'"014. Abita il Caucaso, estendendosi verso est sino alla Persia. Genere AÉDON, Forster 0). Becco subeguale alla testa, diritto, verso l'apice leggermente curvato ed in- taccato indistintamente, rivestito alla base di peli molto corti; narici basilari, su- periori, rotonde; ali mediocri, la la remigante primaria molto corta, al più un terzo della 2a e circa al livello delle le cuopritrici, 2a più lunga della 6a, 3a la massima; coda ampia e rotonda; tarso lungo e sottile, molto più lungo del dito me- diano con unghia, coperto sul davanti da una squama e da quattro scudetti alla base; unghie piuttosto corte. Giovani macchiati; sessi simili; colori opachi; coda rossiccio-bruna o castagno- chiara ; muta semplice. Abitano i boschi ed i giardini; migrano d'autunno, svernando in paesi più caldi; sono i migliori cantori d'Europa, facendo intendere il loro canto modulato e robusto più di notte, che di giorno; il loro regime è insettivoro; fabbricano nidi aperti, formati in gran parte di foglie e li collocano nei cespugli bassi; vi depo- sitano da 4 a 5 uova di un bruno-olivastro uniforme. Si conoscono poche specie, quasi simili tra loro, che abitano la regione Paleartica. (') Aedon, FoitSTElt, Syn. Cai. lir. li., p. 53 (1814); Luscima, C. L. Bkeiim, Ma, \>. 1280 (1828); Umiliali, BOIE, lui», p. 512 (1831). ATLANTE ORNITOLOGICO 187 172. Aèdon luscinia (Ltnnaeus), Rusignolo. [Philomela luscinia !.. , Daulias luscinia (L.), Luscinia vera, Si so.]. [TAV. XIV, iig. 1, u T.w. XLVIII, 6g. 17]. Prima remigante primaria mediocre, lunga ila o,"1 0152 a 0,m0176, sopravanzante le cuopr ittici primarie. Parti superiori bruno-rossiccie, più vivaci e castagne sul groppone, sul so- pracoda e sulle timoniere, eccettuate le due centrali, che sono leggermente bru- nastre; redini bianco-grigiastre; lati del collo e guancie cenerognoli; gastreo bianco- grigiastro, tinto di bruno sulla parte bassa della gola, sul petto e sui lati del corpo e di fulviccio sul sottocoda (ad.). Più cupo, con una macchia ocracea subapicale su ciascuna penna delle parti superiori e la porzione apicalc più scura: gastreo lavato di giallo-brunastro, più cupo all' apice delle penne della gola e del petto, ciò che forma fascie irregolari; cuopritrici alari terminate di rossigno-ocraceo (giov. nel 1" abitò). Lunghezza totale 0,m160; becco 0,m014; ala 0,'"085: coda 0,'"063; tarso 0,m028. Va soggetto a varietà albine ed isabelline. Abita l'Europa, non giunge però sino alla Scandinavia, e cosi manca nelle Provincie nord-orientali della Germania, si estende ad oriente sino alla Russia, di cui abita le sole parti meridionali; sverna in Africa, spingendosi più al sud dell'Abis- sinia e venne trovato alla Costa d' Oro (Shelley). In Italia è specie estiva e di passo, arriva in aprile e riparte a settembre, nidifica ovunque; ma non credo sverni che assai di rado. È uccello discretamente abbondante e in generale egualmente distribuito; ma sembra scarso nelle Puglie. 172 a. Aèdon luscinia Golzi (Cabanis), Rusignolo persiano. Prima remigante primaria corta, lunga da 0,m0149 a 0,m0164, pari alle cuopritrici primarie. Parti superiori bruno-rossiccie, leggermente più vive sul groppone, sul sopra- coda e sulla coda; redini ed un sopraciglio poco marcato bianco-sudici; becco e coda leggermente più lunghi dell' A luscinia, cui molto somiglia. Lunghezza totale 0,'"1 64; becco 0,'"015; ala 0,m083; coda 0,'"075; tarso 0,'"028. A. I. Golxi becco 0,m017; coda 0,m075. A. luscinia becco 0,'"014; coda 0,'"063. UÀ. I. Golxi, che è il rappresentante orientale dellM. luscinia, abita il Cau- caso, il Transcaspio, la Persia, il Turchestan ed il Dresser la ricorda da Oudh nell'India; secondo il Madarasz sarebbe stato colta presso Banostor in Slavonia nel maggio 1899. 173. Aèdon philomela iBeciistein), Rusignolo maggiore. [ Philomela aèdon (Fall.), Daulias philomela (Bchbt.), Luscinia philomela (Bciist. | [Tav. XIV, ag. 2]. Prima remigante primaria cortissima, lumia ita 0™ 0101 a 0,m0126, non sopravan- zante le cuopritrici primarie, ma più corta ili esse. 1S.N ATLANTE ORNITOLOGICO Eguale alla A. luscinia; distinta pella la remigante primaria assai corta; pella statura maggiore; pelle tinte di solito più cupe, col colorito tendente all'olivastro, specialmente sul groppone e colla coda lavata di fulvo-scuro; parte alta della gola e del petto con macchie trasverse, semilunari, non sempre presenti o distinte. Lunghezza totale C'ITO; becco 0,'"015; ala 0,'"090; coda 0,m068; tarso 0,'n028. Abita l'Europa orientale, la Danimarca, la Scandinavia, la Siberia sud-occi- dentale ed il Turchestan; sverna in Africa. In Italia è specie accidentale e molto rara, spesso si scambiano per A. philomela gli individui di dimensioni maggiori (Icll'J. luscinia; consta presa certamente nella Liguria, a Nizza, nel Veneto e forse nel Trentino, pel qua! paese venne citata più volte, ma sempre, a quel che pare, erroneamente. Sottofamiglia SYLYIINAE i1), Silviini. Becco molto sottile, quasi diritto, talora allargato alla base, più corto della testa, appena leggermente intaccato e curvato all'apice, talora fornito di peli in- distinti o perfettamente sviluppati; narici esposte, o parzialmente sormontate da una membrana, mai fittamente nascoste; ali con 10 primarie, la la talora bene sviluppata, spesso spuria, lunga circa la metà della L'\ che è più corta della 6a; tarso scudettato anteriormente; unghia del dito posteriore poco sviluppata. Testa subrotonda od angolare. I sessi sono eguali in generale, i giovani simili agli adulti o poco differenti e non macchiati, e se gli adulti offrono macchie sulle parti superiori, queste sono meno accentuate nei giovani. La muta è di solito doppia, prima di migrare (marzo e agosto-settembre), l'adulto in autunno è intermedio di colore tra quello di pri- mavera ed il giovane, questo muta nel 1° anno di vita (autunno), assumendo un piumaggio eguale a quello degli adulti, o tutt'al più lavato di gialletto sul gastreo; le mute non cangiano il colore, ma solo il tono di tinta. Sono uccelli di statura piccola; abitano i boschi, alcuni le località paludose e sono insettivori. Questa sottofamiglia, molto numerosa, è sparsa soltanto nell'Emisfero orientale; una sola specie trovandosi nell'Alaska, dove giunge dall'Asia; quasi tutte le specie sono migratrici e poche le sedentarie. Genere SYLVIA (2), Scopoli. Becco quasi diritto, poco più di metà della testa, piuttosto forte, corto, non molto largo alla base, colla mandibola superiore leggermente curvata ed intac- cata presso all'apice, colla base del becco fornita di tre setole e di radi peli, questi (') La Dendroeoa virens (Gnielin, 1788), (lolla famiglia americana delle Mniotii/tidae, venne colta ad 1 (cigolami il 19 ottobre 1858 (Glitke, Vogrlu: p. :i2ii, ls'Jl . Questa specie ha le parti superiori per intero «li un verde-oliva, tinto di giallognolo—vivace ; i Iati della testa, e del collo giallo-vivi; la parte anteriore del collo nera; il petto e l'addome bianchi; le ali attraversate da due fascio bianche; lunghezza totale 0,ni129; abita l'America settentrionale. {') tSylvia, Klein. Mi Wli 0EN1 ti 0 189 poco sviluppati; narici basilari, ovali ed esposte; ali arnie o subacute, la l1 re- migante primaria molto corta, sempre meno della metà della 2a, la •">' la massima: coda di 12 penne, poco graduala, o (piasi quadrata; piedi e tarso forti, questo scu- dettato e un po' più lungo del dito mediano: dita ed unghie corte. Colori prevalenti poco brillanti; ascellari, o bianche, o grigie, o brune, mai gialle; penne della fronte alquanto ruvide e decomposte; coda di solito più corta delle ali in dimensioni, eccetto nella S. melanocepkala (Gmelin). Le specie di questo genere abitano più che altro il bacino del Mediterraneo, e sono sparse nelle Regioni Paleartica, Etiopica ed Orientale. Sono insettivore, ma d'autunno si nutrono anche di bacche e di frutti; sono uccelli mimanti, e di solito cantori di grande merito. Nidificano nei cespugli più o meno bassi, fabbricando nidi a coppa, in generale poco artistici e poco solidi, intessuti di capelli, di piccole radici secche età, deponendo uova macchiate su tondo chiaro. 174. Sylvia simplex, Latham ' , Beccafico. [Sylvia o Monachus hortensis (Gm.), S. o Curruca salicaria (L.)]. [Tav. XIV, fig. 12, e Tav. XLIX. fig. 16]. Parti superiori di un bruno-olivastro, più puro sulle ali, che hanno margini più chiari; regione parotica bruno-rossiccia, cogli steli delle penne più chiari; redini, lati del collo e guancie di un cenerino-ceciato; gastreo bianco nel centro de] petto e dell'addome, ceciato sulla gola, sul prilli e sul sottocoda, bruno-oliva sui fianchi; cuopritrici inferiori delle ali fulvo-vivaci ; coda brunastra, col margine olivastro (ad. . Più cenerino di sopra, più chiaro di sotto (giot\). Lunghezza totale 0,m145; becco 0,"'010: ala 0,m075; coda 0,"'0('.<»; tarso 0,'"020. Questa specie va raramente soggetta a varietà albine od isabelline. Abita l'Europa, il Caucaso, la Persia occidentale, la Palestina, l'Asia minore; sverna in Africa, sino al Capo di Buona Speranza. In Italia è specie molto abbon- dante all'epoche del passo autunnale (agosto-settembre . e assai meno in quello primaverile (aprile). Come estiva è scarsa, ma nidifica in piccolo numero nel maggio sui monti più elevati delle provincie settentrionali. La sua carne è molto prelibata, e di autunno se ne fa strage colle reti. 175. Sylvia atricapilla (Linnaeus), Capinera. [Curruca o Monachus atricapillus (L.)]. [Tav. XIV, Bg. 13, U e Tav. XI. IX, fig. 2]. Fronte e cervice nero-lucide; parti superiori oliva -cenerognole; nuca, redini, lati della testa, del collo e del petto cenerino-piombato-chiari; gola ed alto petto di egual colore, col basso petto ed il centro dell'addome più chiari; fianchi lavati di bruno; cuopritrici inferiori delle ali bianco-cenerognole (mas. ad.). Fronte e cervice rossastro-rugginose; tinte generali dilavate (femm. ad.. Somigliano alle femmine, ma (') Sylvia simplex, Latham. (;.». Syn. Stiiq,!. I, p. 287 (1787) è il nome da adottarsi, giacche quello di Motacilla salicaria. Linnakcs (1758) <• incorretto vedi SeebOHM, Ibis, lt>79, p. 312 e Cat. li. lir. Mus. V, p. 10, 1881; Madarasz, Magyar. Mudar. 11, 67, 1899). 190 ATLANTE ORNITOLOGICO sono più scuri, mancano le tinte cenerine sul collo (gioì-."'. Anche in primavera si uccidono maschi che hanno ancora la testa rossiccia, come le femmine. Lunghezza totale 0,m140; becco 0,m011; ala 0,m070; coda 0,m058 ; tarso 0,'"020. Va soggetta a varietà albine ed isabelline, come si trovano individui a gola gialla, tinta affatto superficiale e dovuta al polline dei fiori, che l'uccello sflora talora con quella parte. Il Landbeck (Vog. Wurtemb., pag. 44, n. 148) distinse col nome di Ourruea rubricapilla alcuni esemplari di questa specie, che presenterebbero la parte supe- riore della testa di color ruggine-cupo (mas. ad.), o semplicemente ruggine (femm.), la statura sarebbe eguale a quella della S. atricapiUa. Secondo me tale distinzione è affatto immaginaria, e deve riferirsi ad individui non del tutto adulti della Capinera. La Sylvia Eemékeni è una varietà melanica della presente specie, che vive a Madera; essa fu illustrata anzitutto dall' Heineken (Zool. Journ. V, p. 75) e descritta per primo dallo Jardine (Edinb. Journ. Nat. and. Geogr, Se. I, p. 243, 1830), sotto il nome di Carruca heineken. Il fatto che i sessi sono differenti nella Capinera consigliò parecchi Autori a collocarla in un genere distinto, detto Mo- nachus dal Kaup (1829). Abita l'Europa, il Caucaso, la Persia occidentale, l'Asia Minore e la Palestina; sverna nell'Europa meridionale e nell'Africa sino alla Senegambia. In Italia questa specie è comune e stazionaria, però non pochi migrano nell'autunno dalle provincie settentrionali. Nidifica ovunque in aprile e nel maggio. Il suo canto è molto dolce e melodioso. 176. Sylvia nisoria (Bechstein), Bigia padovana. [Tav. XV, fig. 2, 3 e Tav. XLIX, fig. 5]. Iride giallo-pallida ; parti superiori grigio-cenerine, più chiare sulla testa, sul groppone e sul sopracoda, più brune sulle ali; penne del dorso, di una parte delle scapolari, del groppone e del sopracoda terminate di bianco, e precedute da una banda subapicale nera; gastreo bianco-cenerino, con fascie semilunari grigio-ce- nerognolo-cupe, ed il centro dell'addome biancastro; cuopritrici inferiori delle ali bianco-grigie, con fascie trasversali grigio-cupe; timoniere cenerino-scure, con uno spazio apicale bianco sul vessillo interno (ad.). Iride giallo-pallida, o talora bru- nastra; parti superiori grigio-biancastre, con margini apicali, indistinti, fulviccio- biancastri, più cospicui sulle cuopritrici e sulle remiganti 2°; gastreo bianco sulla gola e sul centro dell'addome, lavato di fulvo-chiaro sul petto, sui fianchi e sul basso addome; sottocoda fasciato (giov.). Lunghezza totale 0,'"175; becco 0,'"014; ala 0,m088; coda 0,m075; tarso 0,'"024. Questa specie da adulta è sempre distinguibile pelle fascie trasversali sulle penne del sopracoda e del sottocoda e così da giovane; sebbene in questi le fascie del sottocoda si foggino più ad uno spazio scuro sul centro delle penne, e quelle del sopracoda siano formate dai margini apicali fulvicci. Abita l'Europa centrale, meridionale ed orientale, nidificando fino alla Dani- marca ed alla Svezia meridionale; sverna nell'Africa nord-orientale; quelli che nidificano nel Turchestan e nell'Asia centrale, svernano nella Persia. In Italia è specie estiva, comune nel Veneto, nella Lombardia (Cremona), nel Piemonte (To- rino) e su quel di Parma; non è rara in Liguria e nel Nizzardo; altrove è molto \ i i \ s 1 1. ORNI rOLOGICO 191 scarsa o di comparsa accidentale; né fu mai presa, secondo il Giglioli, dalla To- scana in giù. Arriva in aprile e maggio nel Veneto e riparie nel settembre, dopo aver nidificato. 177. Sylvia orphaea('), Tkmui\< k. Bigia grossa. | Tav. XV, Bg. 4j. Iride giallo-languida; fronte e cervice nere di lavagna; parti superiori grigio- cenerognolo-cupe, tinte di brunastro; gola e gastreo bianchi, con una tinta vinato- grigia sul petto e sui fianchi, e cenerognolo-vinata sul basso addome e sul sotto- coda; cuopritrici inferiori delle ali bianco-cenerognole; timoniere bruno-nerastre terminate di bianco e la laterale bianca sul vessillo esterno [mas, ad. . La cervice, e la fronte sono soltanto leggermente più cupe della tinta del dorso (femm. ad.). Parti superiori più pallide; le inferiori più lavate di vinato; iride bianco-gialletta giov. . Lunghezza totale 0,m175; becco 0,"!014; ala 0,'"082; coda 0,"'07l'; tarso 0,m024. La statura maggiore, il bianco della gola e della coda e l'iride gialla, e non bruna, distingue tosto questa specie dalla S. atricapilla. Abita l'Europa centrale, ma più che altro la meridionale; sverna nell'Africa sino alla Senegambia. In Italia è specie estiva e piuttosto comune, specialmente alle epoche del passo autunnale nelle provincie settentrionali e d'attorno a Fi- renze; è poco frequente nelle centrali, rara nelle meridionali ed in Sicilia; sembra mancare nella Sardegna e in Corsica. Frequenta le colline, ove nidifica in maggio e nel giugno. 178. Sylvia curruca (Linnaeus), Bigiarella. [Tav. XV, flg. 1, e Tav. XLIX, fig. 4]. Prima remigante primaria dì poco sopravanxante le cuopritrici primarie; testa non concolore col dorso. Cervice e lati della testa cenerino-chiari, il resto delle parti superiori cene- rino-bruno; redini, lati della faccia e regione auricolare cenerino-scure; palpebre biancastre; un sopraciglio grigiastro, poco distinto; gastreo bianco, tinto di vinato sul davanti del collo e sul petto, di isabellino-cenerino sui fianchi; cuopritrici in- feriori delle ali bianche, con una tinta isabellina sulle ascellari ; ali brunastre, con margini grigio-rossigni; timoniere bruno-nerastre, marginate di bianco-cenerognolo, l'esterna in gran parte bianca {ad.). Sopraciglio più distinto; parti superiori più brunastre, le inferiori meno tinte di carnicino; marginature alari tendenti al ros- signo (giov.). Lunghezza totale 0,'"140; becco 0,'"011; ala 0,'"062; coda 0,,n056; tarso 0,m019. La la remigante primaria più lunga delle cuopritrici le e la testa cenerino- chiara distinguono a priori questa specie dalla seguente, nella quale la la primaria è più corta delle le cuopritrici e la testa è concolore col dorso. (') Alcuni Autori scrivono orphea, dicitura elio sarebbe erronea (cir. Salvador!, Ccc. Ila!.. pag. 128, 1887). 192 \ I l INI I ORNITCH 06K 0 Aliita L'Europa; sverna nell'Africa, in Palestina, nell'Asia Minore ed in Persia. In Italia è specie estiva, ma di solito poco abbondante, tranne nel Veneto e credo in generale nell'Italia superiore, uve non è comunissima, ma nemmeno scarsa nel tempo del passo autunnale. Nidifica in maggio e nel giugno; non è ovunque egual- mente distribuita; cosi è molto rara, nelle Puglie. 179. Sylvia Sylvia (Linnaeus), Sterpazzola. | Sylvia cinerea, Bchst., S. rufa (Bodi>.) ]. [Tav. XIV. tÌR. 15eTAV. XLIX, tìg. 3]. Prima remigante primaria molto più iurta delle cuopritrici primarie; testa concolore col dorso. Parti superiori grigio-rossiccie, leggermente più cenerine sulla cervice e sulle guancie; cuopritrici e remiganti con larghi margini nocciola; gastreo bianco, lavato di vinato sul petto, fulviccio sui fianchi e sul sottocoda; cuopritrici interiori delle ali grigio-sbiadite; timoniere nero-brunastre, coll'esterna in gran parte bruno- biancastra e tutte marginate di grigio-rossigno [mas. mi. in prim.). Manca il cene- rino sulla testa; parti superiori più rossigne (femm. mi.). Testa rossigna, come il dorso, colla base delle penne cenerina e col vinato del gastreo di solito man- cante {ad. in unt.). Più brunastro degli adulti, colle marginature delle ali più larghe e più accentuate (giov.). Lunghezza totale 0,m145; becco 0,'"011; ala 0,m072; codaO,m065; tarso 0,n,022. Abita l'Europa, la Siberia sud-occidentale, la Persia, l'Asia Minore e la Pa- lestina; sverna in Africa sino al Capo di Buona Speranza. Nel Turchestan sembra vivere una specie o forma affine, la S. fuseipilea (Severtzow). In Italia è uccello estivo e molto abbondante, specialmente all'epoche del passo; arriva d'aprile e riparte in settembre. Nidifica dall'aprile al luglio, allevando più covate. 180. Sylvia conspicillata, La Marmora in Temminck, Sterpa; cola di Sardegna. Questa specie è distinta dalla precedente, pelle dimensioni 'issai minori; pel cenerino della testa più cupo; pel carnicino del gastreo esteso sul davanti del collo, del petto e dei fianchi ; pei margini nocciola delle cuopritnei e delle remi- ganti secondarie molto più larghi e distintamente più vivaci; pelle cuopritrici inferiori dello ali e le ascellari rossigno-vinate; pella 1" remigante primaria sopra- vanzante le 1° cuopritrici, e la 2a più corta della 5a; nella S. Sylvia, la la remi- gante è distintamente più corta delle 1° cuopritrici, e la 2a è più lunga della 5a. Lunghezza totale 0,'"125; becco 0,'"010; ala 0,'"058; coda0,m051; tarso 0,ra018. Abita l'Europa meridionale, la Palestina, arrivando verso est fino alla Persia, l'Africa settentrionale e le isole Canarie, Madera e del Capo-Verde (S. e. bella, Tschusi). In Italia è specie principalmente estiva nelle Isole, compresa la Corsica e Malta; s'incontra pure nelle parti meridionali e centrali del continente, raramente in Liguria, ed è accidentale nelle Puglie (De Romita) ed in Lombardia {mia Collezione). In parte è anche stazionaria, ed io ne ebbi e ne uccisi in Sardegna nell'inverno. Nidifica ne] maggio e nel giugno, ed alleva anche due covate; ma è specie gè- 1. Picchio mura. jolo (abito d'autunno). 2. Pigliamosche 3. Balia n 5. Balia dal collare (a* ad.), ti. Balia dal collare ($). 7. Pigliamosche pi pettirosso ($). 9. Rondine. IO. Balestruccio. 11. Rondine montana. 12. 13. Rondone. 14. Rondone alpino. Ulrico Hoepli. editore. Milam». RNITOLOGH 0 193 neralmente poco abbondante, anche perchè vive nel più folto dei bassi cespugli ed è perciò difficile ad aversi. 181. Sylvia nana (Hempricb *v Ehrenberg), Sterpazzola nana. Parti superiori isabelline, leggermente grigiastre, che divengono rossigne sul basso groppone e sulle cuopritrici superiori della coda; gastreo bianco-fulviccio, lavato di fulvo, più cupo sui fianchi e sul petto; cuopritrici interiori delle ali bianco fulviccie; remiganti fulvo-brunastre, marginate e terminate di isabella, le 2e interne lavate di fulvo-rossigno sul margine; timoniere mediane rossigno-fulvo- vivaci, l'esterna da ogni lato bianca, la 2" bianca all'apice, le altre bruno-scure, marginate di rossigno-fulvo-vivace. Lunghezza totale 0,m113; becco 0,'"010; ala 0,m055; coda 0,"'048; tarso 0/"0 17. Le tinte rossiccie e la statura, cosi piccola, distinguono tosto questa specie. Abita l'Africa settentrionale dall'Algeria alle regioni nord-orientali, la So- malia, la Palestina, l'Arabia, la Persia meridionale, il Turchestan, il Transcaspio, l'India nordoccidentale e la Cina occidentale. È specie accidentale in Europa (Russia ed Italia); nella Russia venne uccisa più volte, per l'Italia non abbiamo che l'esemplare catturato nel novembre 1883 presso Cremona (II. Museo ili Firenze). 182. Sylvia subalpina, Bonelli in Tejiminck, Sterpazzolina. Contorno delle palpebre nudo e rossastro, con un anello di penne rosso-mattone; parti superiori e gote di un ceneriuo-piombato-turchiniccio, più cupo sulla testa e sul collo; gastreo cenerino-ametistino, separato dalle tinte delle parti superiori da una linea bianca, che parte a guisa di baffo dalla base della mandibola infe- riore e termina alla spalla; centro dell'addome bianco; sottocoda bianco-carni- cino; ascellari carnicino-pallide ; cuopritrici inferiori delle ali grigio-pallide; ali bruno-scure, marginate di rossigno-gialletto; timoniere brunastrc, la la esterna in gran parte bianca, la 2a e la 3a con una grande macchia bianca terminale, le altre terminate di bianco (mas. ad. in prim.). Parti superiori di un cenerino, legger- mente lavato di rossiccio-olivastro; gastreo bianco-ceciato, più vivace sui fianchi e sul davanti del petto (femm. ad.). Tinte meno pure e vivaci; le parti superiori lavate di brunastro {mas. ad. in aut.). Parti superiori rossiccie, più cariche sulla testa e senza tinte cenerine; ceciato delle parti inferiori di un tono di tinta più chiaro; marginature delle ali più visibili; timoniera esterna brunastra, bianco- brunastra sul vessillo esterno ed all'apice (giov.). Lunghezza totale 0,m128; becco 0,'"010; ala 0,m061; coda 0,'"053; tarso 0,'"019. Questa specie è distintissima nell'abito di maschio adulto in primavera; ma specialmente nel piumaggio consunto (luglio-agosto) e da giovane può talora con- fondersi colla aS. curruca, però oltre la statura minore, le redini che sono di un bianchiccio-cenerognolo delicato e che continuano meno distinte e come un so- pracciglio che sorpassa l'occhio, offrono un buon carattere differenziale con la S. curruca, alla quale talora la S. subalpina, come dissi, assomiglia assai; questa tinta bianchiccio-cenerognola è più manifesta davanti l'occhio, ove notiamo un ciuf- fetto indistinto di piccole penne; le tinte cenerognole, che invadono quelle della testa. Atlante ornitologico. 35 194 ATLANTE ORNITOLOGICO sono più delicate e debolmente celestine nella & subalpina, più cupe e di un ce- nerino più puro nella S. curruca, nella quale inoltre le penne della regione auri- colare formano uno spazio più scuro del contorno, ciò che manca del tutto nella S. subalpina; le penne dei fianchi hanno una sfumatura lionato-chiara, che nella S. curruca volge al cenerognolo. Invece la varia lunghezza delle remiganti non mi sembrò un buon carattere, tranne che nella la primaria, che è sempre più corta che non nella S. curruca; la tinta chiara delle timoniere offre pure un dubbio ca- rattere, perchè di luglio e di agosto, essendo in periodo di muta, non sono sempre o tutte presenti o di completo sviluppo, cosi quello delle peune ciliari rossastre è per la S. subalpina di poca entità, quando i soggetti sono giovani. Abita l'Europa meridionale ed è accidentale nelle Isole Britanniche, l'Asia minore e la Palestina; sverna nell'Africa settentrionale, nel Kordofan, nella Se- negambia e nell'Asia minore. In Italia è specie generalmente estiva e comune dalla Toscana all' ingiù e nelle Isole; nelle parti meridionali è anche parzialmente sedentaria. È invece rara nella Valle del Po, anzi può dirsi quasi accidentale, però dal Veneto e dal Piemonte ne ebbi più volte, anche nel dicembre. Nidifica nelle Provincie centrali e meridionali in maggio e nel giugno, ed alleva due covate. 182 a. Sylvia subalpina mystacea (Ménétriés), Sterpazzola di Ménétriés. Circolo oftalmico giallo-brillante; cervice, lati della testa e guancie nerastre; parti superiori grigio-lavagna chiare; mento ed una linea, che margina il nero delle guancie, bianchi; gastreo bianco-roseo, tinto di ametistino-pallido sulla gola e sul petto, di rossiccio-pallido sui fianchi e di bianco-rossiccio sulle cuopritrici in- feriori delle ali e sulle ascellari; remiganti brunastre, marginate di bianco-bru- nastro {mas. ad.). Bruno-grigio-rossiccia, colla testa più cupa e grigiastra ; gastreo bianco, tinto di ocraceo (femm. ad.). Lunghezza totale 0,ml 19; becco 0,m012; ala0,'"059; coda 0,'"053; tarso 0,m019. Abita il Caucaso, il Transcaspio fino alla Persia ed all'Afganistan settentrio- nale. In Europa non si trova che nel versante Caucasico Europeo e, secondo Pleske, i tipi di Ménétriés provenivano da Saljany, che è il limite più occidentale nel quale questa specie giunse in Russia. 183. Sylvia melanocephala (Gmklin), Occhiocotto. [ Pyrophthalma melanocephala (Gm.)J. Circolo oftalmico rossastro-chiaro; fronte, cervice e regione parotica nero- lucide; parti superiori e fianchi di un bel cenerino-bluastro, più chiaro sul basso addome; gastreo bianco, tinto di cenerino sui lati del petto; cuopritrici inferiori delle ali grigio-chiare; remiganti nero-brunastre, marginate di cenerino-biancastro; coda rotonda, nero-brunastra, esternamente lavata di cenerino, la la timoniera esterna in gran parte bianca, la 2a con una grande macchia bianca apicale, più piccola nella 3a, e talora perfetta nella 4il (mas. ad.). Parti superiori cenerino-rossiccie, tinte di cenerino sul pileo e sui lati della testa; gastreo bianco, sfumato di vinato; fianchi, basso addome e sottocoda di un brunastro-rossiccio; ali e coda più cupe che nel ma- schio, con margini esterni castagno-bruno-pallidi, ed il bianco della coda legger- ATLANTE ORNITOLOGI* 0 195 mente sudicio (femm. mi.). Becco nero, colla base della mandibola interiore più chiara e cenerognola; parti superiori di un rossigno-bruno, più uniforme sulla testa; parti inferiori biancastre sulla gola e sul centro dell'addome, lavate di grigiastro misto a fulviccio nel resto e di bruno-rossigno sui fianchi; remiganti e cuopritrici nero- brunastre, con margini bruno-rossigni su quest'ultime e sulle remiganti secondarie; timoniere nerastre, bruno-rossigne sul margine, coll'apiee del vessillo esterno, quasi per intero, e quello dell'interno, solo verso l'apice, bian castro-cenerognoli; zampe bruno-rossiccie (giov. nel 1° abito . Lunghezza totale 0,'n145; becco 0,'"011; ala 0,n,060; coda 0,n,063; tarso 0,m021. Abita l'Europa meridionale, l'Africa settentrionale e l'Asia minore; in alcuni luoghi è migrante, in altri stazionaria. In Italia è specie sedentaria e connine dalla Liguria in giù sul lato Mediterraneo, dalle Puglie versi, sud sul versante Adria- tico e nelle Isole; accidentale e rara nella Vallata del Po, da dove ne ebbi anche nell'inverno (Veneto e Lombardia). Nidifica dall'aprile al giugno. 183 a. Sylvia melanocephala momus (Ehrenberg), Sterpazzola ili Bowman. Simile alla precedente; ma distinta pel circolo oftalmico giallo; pelle parti superiori molto più pallide; pel gastreo bianco, tinto di vinato sul petto e sui fianchi, senza le tinte cenerino-piombate, che sono estese soltanto sui lati del basso ad- dome (mas. ad.). Più pallida della femmina della precedente specie (femm. ad.). Dimensioni della S. melanocephala. Abita il Caucaso, l'Asia minore, la Palestina e l'Africa nord-orientale, arrivando verso est quasi fino all'India. Fu lungamente confusa colla S. melanotrjihala, di cui ha le abitudini. 184. Sylvia Rueppeli (l), Temminck, Bigia del Eiippel. Cervice, redini, regione perioculare nere; parti superiori e lati del collo grigio- lavagna; mento e gola neri, separati dal nero della testa da un tratto bianco, che parte dalla base della mandibola inferiore e si dirige sulla spalla; gastreo bianco- roseo, tinto di grigio sui fianchi; ali bruno-nerastre, con margini biancastri, che sono più accentuati sulle 2e e sulle cuopritrici; coda nerastra, colla la timoniera esterna in gran parte bianca, la 2" e la .'i:' con una macchia apicale bianca (mas. ad.). Più brunastra; cervice bruno-grigia come il dorso,, ma col centro delle penne scuro: gola e gastreo tinti di bruno-grigio; mancano Le colorazioni nere; margini delle ali bianco-brunastri (femm. ad.). Come la femmina; parti superiori più brunastre; margini delle ali bruno-rossicci; gastreo bruno-grigio, tinto di rossigno (giov.). Lunghezza totale 0,m131; becco 0,"'0H; ala 0,'"069; codaO,m065; tarso 0,™020. Abita la penisola Balcanica, la Grecia e l'Asia minore; sverna nell'Africa set- tentrionale. Comparve tre volte in Italia; cioè uno venne ucciso nel 1869 nel Vallone di Butri presso Lerici (Liguria), si conservava nella Raccolta Magni-flrifri ed ora è in quella del R. Music ili Roma, il secondo, colla data 20 marzo 1882, (') S. Rueppeli, nec Riippelii; Temminck scrisse Ilupellii. 19f) ATLANTE ORNITOLOGICO Glossina (R. Museo ili Firenze), finalmente un terzo venne catturato nel marzo 1898 presso Bari (Museo ili Bari). Genere NIELIZOPHILUS, Leach. Becco alquanto corto, narici longitudinali; ali corte, la 1" remigante primaria più lunga delle 1" cuopritrici, 4a e 5" le più lunghe; coda, come dimensioni, più lunga delle ali, graduata, stretta. Piumaggio molle; giovani poco differenti dagli adulti; sessi eguali. Sono insettivori e si procurano il cibo al volo come le Balie ; due specie com- pongono questo genere, che è distinto dalle vere Sylviae sopra rutto pel carattere della coda. Sono cantori piacevoli. 185. Melizophilus undatus (Boddaert), Magnanimi. [Melizophilus provincialis (Gmeun)]. Circolo oftalmico rosso, cinto di penne rosso-fegatose; parti superiori, lati della faccia, del collo e dell'alto petto di un cenerino-cupo, tendente al rossiccio-olivastro sul dorso; grandi cuopritrici e remiganti bruno-cupe, col margine tinto di castagno- pallido; coda bruno-nerastra, tinta esternamente di grigio, colla timoniera laterale in gran parte bianca; gastreo rosso-fegatoso, cogli apici delle penne del mento e della gola biancastri; centro dell'addome biancastro: sottocoda grigio, coll'apice delle penne bianchiccio; cuopritrici inferiori delle ali grigio-bluastre (ad. inprim.). Tinte più cupe; margini apicali delle penne del mento e della gola più distinti e più bianchi [ad. in uni.). Penne cigliari scuriccie: parti superiori bruno-ciocco- lata, coi margini delle ali bruno-rossastri: parti inferiori cenerine e giallo-lionate, cioè le penne sono cenerino-scure alla base e giallo-lionate verso l'apice; gola leggermente più chiara, e fianchi più scuri igiov.). Lunghezza totale 0,'"132; becco 0,'"009; ala 0,m054; «oda 0,n,06T; tarso 0,'"020. Abita l'Europa occidentale e meridionale, la Palestina e l'Africa settentrio- nale; è stazionario in Inghilterra, ma in continua diminuzione. In Italia è co- mune e sedentario nelle provincie mediterranee e nelle Isole, un po' più scarso in Sicilia; poco comune o raro nelle parti centrali e meridionali sul versante Adriatico. È raro, anzi quasi accidentale nella Vallata del Po, ma conviene av- vertire che è specie molto localizzata, e che vive ove la vegetazione è più densa. Nidifica dall'aprile al luglio. 186. Melizophilus sardus (La Marmora in Tkmmim k . Magnanina sarda. [Tav. XLVl, lig. 4]. .Margini delle palpebre rossi; parti superiori cenerino-piombate, quasi nerastre sulla testa: mento biancastro; gola e collo di un cenerino più chiaro e terminato di bianchiccio, ciò che dà l'apparenza di striature; centro del petto e dell'addome biancastri, quest'ultimo leggermente lavato di vinato; fianchi cenerino-vinati; cuo- pritrici inferiori della coda grigio-scure, terminate di biancastro; remiganti e cuo- pritrici bruno-nerastre, con margini grigiastri: timoniere grigio-cupe, con l'esterna ATI.AN I I ' IBM 1 n ■ I -< (GII 0 197 largamente marginata di biancastro e le altre strettamente di grigio-pallido ; cuo- pritriei inferiori delle ali ed ascellari di un grigio-scuro {mas. ad.). Tinte generali più chiare; parti superiori bruno-rossiccie; redini nerastre; gastreo più uniforme, grigio nerastro, col centro dell'addome biancastro femm. ad. . l'arti superiori bruno-ce- nerognole, tinte di lavagna come nell'adulto; ali e coda più scure, coi margini delle ali più decisi; petto ed addome lavati di un fulvo piuttosto vivo (giov.). Lunghezza totale 0,'"130; becco 0,'"009; ala0,'"058; coda 0,'"064; tarso p,'"020. Abita l'Europa sud-occidentale, la Palestina, l'Algeria e dicesi anche la Grecia. È specie stazionaria e abbastanza comune in Sardegna, in Corsica, in Sicilia, a Pantelleria ed a Malta; sembra vivere in numero ristretto anche in Liguria, ed è noto come fu colta due volte a Sestri. Pare meno abbondante, anche nelle lo- calità da essa abitate, perchè vive nel più fitto dei cespugli. Nidifica in aprile e maggio; ma si presenta anche di passo, giacché sarebbe di solito più copiosa d'estate. Genere PHYLLOSCOPUS ('), Rote. Becco sottile, piuttosto corto, dilatato alla base e fornito di setole, colla man- dibola superiore leggermente curvata, compressa ed intaccata nella metà apicale; narici allungate, laterali, basilari, munite di una membrana, che è parzialmente ri- vestita di piccole penne setolose; ali alquanto lunghe, la 1 remigante primaria re- lativamente grande, la 3a e la 4" le più lunghe; coda di 12 penne, leggermente for- cuta; tarso scudettato sul davanti, esso ed i diti deboli e allungati: unghie ricurve. Sessi quasi sempre simili, giovani poco differenti: tinte generali delicate, verdi e gialle; ascellari ecuopritrici inferiori delle ali gialle: statura piccola; muta semplice. Sono uccelli migranti che abitano le Regioni Paleartica, Etiopica ed Orientale, una sola specie trovandosi nelle estreme latitudini nord-occidentali della Neartica; sono abili cantori ed insettivori: costruiscono nidi subsferici con un foro laterale; depongono uova bianche, con macchie rossiccie. a) Becco largo alla base e alquanto piatto, fornito ili setole basilari assai svilup- pate, (/nasi Muscicapino; mandibola superiore scura, l'inferiore chiara; nel piumaggio non consumato si osservano due fascie alari, di cui la prima distinta, formata dagli apici pallidi delle (/rondi cuojiritrici e la seconda superiore, poco appariscente e farinata dagli apici pallidi delle mediane sottogen. ACANTHOPNETJSTE, Rlasius). (Secboltm). 187. Phylloscopus Eversmanni (2) (Middendorff-, Luì di Eversmann. Parti superiori olivastre, lavate di giallastro sul groppone; un sopraciglio stretto, ma distinto bianco-grigiastro, dal becco ai lati della nuca; gastreo bianco-grigiastre (') Il Pkylloecopus coronatili (Temm. & Sohl.) fu accettato tra gli Uccelli Europei in base ad un esem- plare colto il 4 ottobre 1S-13 a Helgoland. elle san-1. 1.. • stalo ceduto dal signor Kevmers al Brandt di Amburgo (Gatke, Vogelus Helgoland, p. MOT. L891). Questa specie presenta una striscia cbiara e zolfina sulla linea mediana della testa ed estesa sino alla nuca: il gastreo è bianco; l'addome verdastro; lun- ghezza totale 0,'"135; becco 0'»,013 ; ala 0,m059; coda 0,™047; tarso 0,™017. Abita Dasnri, la Corea ed il Giappone; migra lungo le coste della Cina, svernando a Hia\a e aelle Indie. (2) Sylvia eversmanni, Middendorff, Sib. Beiee, p. tTs 1851, nec Bp); PhyUopneutte boreali», l'.la- sius, Saumunnia, p. 313 (1858). 11IS ATLANTE ORNITOLOGICO sulla gola t sull'addome, petto e fianchi lavati di giallastro e di grigio; ali attra- versale da dm [uscii bianco-grigiastre, delle quali una molto distinta sulle grandi cuopritriei, la seconda poco accentuata sulle mediane: ascellari e cuopritrici infe- riori delle ali gialle; becco Aerocefali no. Becco Muscicapino ila Shakpei. Becco Acroee/alino (da Sharpe). Lunghezza totale 0,m120; becco 0,m013; ala 0,m068; coda 0,'"050; tarso 0,m020. Proporzione delle remiganti: 3a e 4a le più lunghe; 2" lunga come o più della 6" e intermedia tra la 5a e la 6a; la spuria e non eccedente le le cuopritrici, e che misura, nella parte esposta, 0,,n0081 negli adulti e 0,m0105 nei giovani. Abita il Fìnmark, spingendosi attraverso l'Asia fino all'Alaska, la Siberia nord-orientale e la Mongolia; sverna nell'Arcipelago Malese, nel Malacca e nelle isole Andamane. Venne colto a Helgoland, in Norvegia e nella Russia, nelle cui parti boreali nidifica. 188. Phylloscopus nitidus, Blyth, Luì giallo. Parti superiori, compresa la cervice, verde-brillanti ; un largo sopraciglio giallo- zolfino, dal becco fino oltre l'occhio; gastreo giallo-zolfo; ali e coda bruno-scure, col margine esterno delle penne verde-chiaro; due fascie sull'ala giallo-pallide, una indistinta formata dagli apici delle cuopritrici mediane, l'altra cospicua formata dagli apici delle grandi; piedi bruni; becco Acrocefalino (ad.). Lunghezza totale 0,m118; becco 0,'"013; ala 0,"'0(51; coda 0,m049; tarso 0,n,018. Proporzione delle remiganti: 2" più corta della fi" e della 8a; 3a e 4n le più Lunghe; la spuria eccedente le le cuopritrici, e che misura, nella parte esposta, da 0,'"0149 a 0,m0152. Abita il Caucaso ed il Transcaspio; sverna nell'India ed a Ceylan. In Europa, oltre che nel Caucaso, comparve in Crimea e forse vi nidifica (Pleslce), un individuo fu colto ad Helgoland nel 1867 (Gdtlce). 189. Phylloscopus viridanus, Blyth, Luì verdognolo. Parti superiori verdi-o/ÙYwfr-o-cupe, più chiare e verdastre sul groppone; un sopraciglio abbastanza distinto giallo-brunastro; gastreo bianco, sfumato di gialliccio e tinto di grigio sul petto e sui fianchi; ali e coda brunastre, col margine esterno verde-oliva, le grandi cuopritrici alari terminate di bianco-gialletto, che forma una sola banda alare trasversale e cospicua; ascellari e cuopritrici inferiori delle ali gialle; piedi plumbei (ad.). ATLANTK ORNITOLOGICO 199 Lunghezza totale 0,'"114; becco 0,m0125; ala 0,m059; coda 0,m051; tarso 0,'"019. Proporzione delle remiganti: 2" intermedia tra la 7il e la 8:( ; :i , 1 e 5a le più lunghe; 1" spuria che eccede le le cuopritrici, e che misura, nella parte esposta, da 0,n,013 a 0,m016. Abita gli Urali, il Turchestan, il Kascmir e sverna nell'India. Compare nella Russia Europea (distretto di Olonez, di Jaroslavl e di Kasan) e questi soggetti furono da parecchi Autori attribuiti al P. plumbeitarsus, Swiuhoe ed al /'. Mid- deiulor/fi, I\leves, che sono del tutto Asiatici e quasi certamente una sola specie; fu colto tre volte ad Helgoland nel settembre 1878, nel maggio 1879 e nel giugno 1880 ed una volta nel Lincolnshire (Inghilterra) nel settembre 1896- {(uhm Haigh). b) Becco più stretto alla base, appiattilo, sottile, con setole basilari abbastanza svi- luppate. Entrambe Ir mascelle ili sul/tu scure, ma l'inferiore in rari casi pallida. Nessuna banda attraverso le ali (sottogen. Phylloscopus, Boie). {Seebohm). 190. Phylloscopus sibilator (Bechstein), Luì verde. [ Phyllopneuste sibilatrix (Bchst.), Phylloscopus sylvicola Moni.), Phylloscopus sibilatrix (Bohst.)]. [Tav. XV, fig. 6 e Tav. XLIX, tìg. 13]. Parti superiori giallo-olivastre, tinte di giallo-canarino, più brillante sulla testa, sul groppone e sul sopracoda; parte anteriore della fronte e sopraciglio, esteso sino sui lati della nuca, di un giallo-zolfino-brillante; lati della testa, mento, davanti del collo, gola, fianchi e calzoni di un giallo-zolfino-chiaro, in contrasto col petto, col- l'addome e col sottocoda di un bianco-argenteo ; ali e coda con margini giallo-zolfo, timoniere bianco-grigiastre sul margine del vessillo interno; ascellari grigio-pallide, cuopritrici inferiori delle ali biaiico-giallette; becco Filloscopino (ad.). Più verdastro; il giallo colora in parte il davanti del collo e del petto (giov.). Lunghezza totale 0,m120; becco 0,m010; ala 0,m072; coda 0,'"050; tarso 0,m019. Proporzione delle remiganti: 2a sempre più lunga della 5a; 3a la più lunga; la la spuria piccola e stretta, più corta delle l6 cuopritrici e che misura nella parte esposta da 0,m00759 a 0,m0101. Abita l'Europa fino alla Svezia, manca in Norvegia; sverna nell'Africa nord- orientale (ove anche in parte nidifica) e nell'occidentale sino alla Costa d'Oro. In Italia è specie estiva e di passo; nidifica in poche coppie nel maggio e nel giugno sui monti delle provincie settentrionali e centrali; è però più copiosa nel passo primaverile che nell'autunnale; ma non è egualmente distribuita, mentre è rara in Sardegna e nelle Puglie e manca in Corsica. 191. Phylloscopus trochilus (Linnaeus), Luì grosso. [Phyllopneuste trochilus (LO |. [Tav. XV, fig. 8, e Tav. XLIX, fig. 11]. Parti superiori olivastre, tinte di giallo sul groppone e sul sopracoda; sopra- ciglio giallastro, abbastanza distinto; gastreo bianchiccio, tinto di giallo special- mente sul collo e sul sottocoda, e con strie longitudinali dello stesso colore sul petto e sull'alto addome; fianchi oliva-giallctti ; ali e coda bruno-nerastre, margi- 200 \ I I 1 N ] I. ORNITOLOGICO nate di giallastro, le timoniere bianco grigiastre sul margine del vessillo interno; ascellari e cuopritrici interiori delle ali giallo-zolfine; piedi bruni ; becco MUosco- pino {ad.), l'arti superiori di un oliva più bru- nastro; sopraciglio e gastreo di un giallo-vivo (giov.). Lunghezza lutale 0,m120; becco 0,m010; ala 0,"06f>; coda 0,m051; tarso 0,m021. Proporzione delle remiganti: 2* più iurta della 5a è nella massima parte dei oasi piti lunga della 6a; 3" e 4a le più lunghe; la spuria piuttosto grande ed arrotondata, più lunga delle le cuopritrici, ma piuttosto variabile nella parte esposta, che misura da 0,'"0096 a Oj1"* > 1 r><. t ; ala molto appuntita. Di questa specie, che talora va contùsa coll'affine P. sibilator, offro in succinto i principali caratteri differenziali. Becco Filloscopino kIu Shakpk). a) Phylloscopus sibilator. Ala da 0,'"070 a 0,m075. Parti superiori di un giallo-olivastro, la tinta gialla apparendo più brillante sulla testa e sul groppone. Sul gastreo la tinta gialla invade il mento, la gola ed il davanti del collo; apparendo meno decisa sui fianchi e sulla parte più bassa del sottocoda, e fa con- trasto con tutto il resto di un bianco- sericeo. Remiganti; la la piccola e stretta, più corta delle grandi cuopritrici esterne delle remiganti primarie, hi 2a sempre più lunga della f>', la 3a più lunga di tutte. In Phylloscopus trochilus. Ala da 0,'"062 a 0,'"068. Parti superiori olivastre, talora con una leggiera ombreggiatura bruno-ver- dastra. Gastreo bianchiccio, tinto di giallo sul collo e sul sottocoda, e striato dello stesso colore sul petto e sull'addome (ad.). < lastreo gialletto, sfumato di fulvo, più de- ciso sul petto e sui fianchi (gior.). Remiganti; la 1" piuttosto grande ed arrotondata all'apice, che eccede di circa 0,m005 l'apice delle grandi cuopri- trici esterne delle remiganti primarie, 2a intermedia tra la 5a e la 6a, la 3a e la 4a le più lunghe. Abita l'Europa fino alla Vallata del Pecciora e dello Jenissei ed il Caucaso; sverna aell' Africa fino al Capo di Buona Speranza. In Italia è specie estiva nelle Provincie settentrionali e centrali, sedentaria od invernale nelle meridionali e nelle Isole. Nidifica in maggio e giugno, tanto sui monti del Veneto, quanto su quelli della Sardegna e della Sicilia; ma è uccello irregolarmente distribuito, che scarseggia sul versante Adriatico, il Veneto eccettuato, e che sempre è più co- pioso al tempo del passo autunnale. 192. Phylloscopus Bonellii (Vieillot), Luì Manco. [ Phyllopneuste Bonellii (Vieill.) ]. [Tav. XV, fiff. 7J. l'aiti superiori di un fulviccio-bruno, che di primavera tende al cenerino-ver- dastro, in contrasto col giallo del groppone e del sopracoda; un sopraciglio più visi- lav. a». 1. Picchio nero (tf ad.). 2. Picchio nero ($>)• &• Picchio a dorso bianco (a* ad.). 4. Picchio a dorso bianco (2). 5. Picchio rosso maggiore (j* ad.). 6. Picchio rosso maggiore (J). 7. Piccino rosso maggiore (giov.). 8. Picchio rosso mezzano. 9. Picchio rosso minore (o* ad.). 10. Picchio rosso minore (9). 11. Picchio tri- dattilo (e? ad.). 12. Picchio tridattilo ( £ ). 13. Picchio verde (o* ad.). 14. Picchio verde (giov.). 15. Picchio cenerino (q" ad.). 16. Picchio cenerino ('' e I' li' più lunghe; 2" più corta della ."> . più lunga della 6a e intermedia ira la 5" e la 7': 5a poco più curia della ."> e della I ; 1' spuria, più lunga delle l6 cuopritrici, ma meno che nel /'. trochikis e die misura, nella palle esposta, da 0,m0152 a 0,m0125. Abita l'Europa sud-occidentale e la Palestina; sverna in Africa, sino alla Nubia ed al Senegal. In Italia è specie estiva, ma più copiosa alle epoche del passo. Arriva in aprile e riparte in settembre. Non è generalmente distribuita e di solito scarsa; è più frequente nell'Alta Italia ed in Liguria, non rara in Toscana ed in Sicilia, rara altrove e specialmente -ni versante Adriatico, il Veneto eccettuato. Noi) fu trovata in Corsica, e indie Puglie {De Romita), e sembra rara in Sardegna. 193. Phylloscopus rufus (Bechstein . Luì piccolo. [Phyllopneuste rufa (Bchst.), P. collybita (err.l (Vieiix. . Phylloscopus collybista fViEif.1 [Tav. XV, fig. :» (■■ I'av. XLIX, iig. 15]. Parti superiori verde-olivastre, appena più chiare sul groppone; redini brunastre; sopracciglio bianco-gialletto; lati della faccia ed una fascia attraverso l'occhio di un oliva-cupo; gastreo bianco olivastro, tinto di gialletto e lavato di fulviccio-cupo sui fianchi: centro del petto e dell'addome più biancastro; ali e coda bruno nera stre, con i margini esterni verde-gialletti; ascellari e cuopritrici inferiori delle ali gialle; piedi nerastri; becco Filloscopi no. Lunghezza totale 0,1" 115; becco 0,'"009; ala 0,m055; coda 0,'"047: tarso 0,'uls. Proporzione tirile remiganti: 2a più corta della 6" e intermedia tra la 6" e la 9 : 3° e 4' le più lunghe; 6a, 7 ' e 8" gradualmente più corte tra esse; la spuria, sopra vanzante di circa 0,"'00ó le l6 cuopritrici e che misura, nella parte esposta, da0,"'0163 a 0,'"0125; ala molto rotonda. La statura minore, la tinta più cupa, l'ala rotondata ed i piedi nerastri di- stinguono questa specie dal P. tmchìlus; inoltre, secondo il Saunders, il /'. trockilus porta i vessilli esterni delle remiganti smarginati presso all'apice tino alla 5 pri- maria, e nel /'. rufus tino alla 6a compresa. Riguardo al /'. rufus sylvestris (Meisner), ecco quanto dice il Nauniann ' : a) P. r. sylvestris: 2a remigante primaria eguale alla 8a; tra l'apice delle ali. allo stato di riposo, e l'apice della coda intercorrono da 20 a 2"> mm. li) V. rufus.- 2" remigante primaria assai più breve della 3a ed eguale alla 7 : tra l'apice delle ali, allo stato di riposo, e l'apice della coda intercorrono 20 nini. Il /'. /■. sylvestris sarebbe intermedio tra il /'. trockilus ed il /'. rufus; confron- tato col P. trorl/i/us, gli adulti avrebbero le parti superiori più cupe e senza lime verdi in generale, il colorito nel tutto più scuro, quello del gastreo meno giallo; (') Naumann. Vog. Min. Europ. II, pag. 108 (^iiuova eilizioue. is;ts . Atlante ornitologico. 26 21 IL' \ il \M I ORNITOLOGICO confrontato col /'. rufus, sullo parli superiori esso apparirebbe più chiaro, cioè di mi bigio-rossiccio, più cupo però sul pileo e sull'alto dorso e sfumato di rugginoso, ciò che sarebbe più visibile d'autunno; inoltro il /'. rufus, di fresco mutato, sa- rebbe tosto distinto pel gozzo ed il petto di un rossigno-gialletto, con le striscio zolfine così particolari alla specie. La grandezza è intermedia tra le due specie, cioè lunghezza totale da 0,,D098 a 0,m102; ala da 0,,n055 a 0,m059; coda da 0,m041 a 0,ra043; becco della t'orma del P. rufus, ma più grosso, più lungo e più largo. Abita gli stessi paesi del P. rufus. Mi sembra inutile aggiungere, come io non creda punto alla validità di questa l'orma. Abita l'Europa, nidificando specialmente verso il Nord, è distribuito verso esl tino al governo di Perm in Russia, ove si trova l'affine P. tristis, Blyth; sverna nella Persia, nell'Asia Minore, nella Palestina, nell'Europa meridionale e nell'Africa sino all' Abissinia ; nelle Canarie trovasi una sottospecie il /'. rufus fortunatus, Tristram. In Italia è uccello stazionario; abita d'estate sugli alti monti, ove nidi- fica nel maggio e nel giugno e ne discende all'avvicinarsi dell'inverno, perù in massima parte sverna nelle provincie centrali e meridionali e nelle Isole, pochi rimanendo nella Valle Padana. Nidifica certamente nel Trentino, nell'Alta, Italia, in Sicilia ed in Sardegna, ed è abbondante specialmente durante il passo e nell'inverno. 194. Phylloscopus tristis. Blyth, I.iù sibcriano. Diversifica dal /'. rufus pelle parti superiori più brune, e di un debole verde- giallastro sul groppone; pel sopracciglio, le gote ed il gastreo più bianchi e pelle tinte gialle sul margine dell'ala, sui calzoni e sulle ascellari; il becco e le zampe sono più cupe, e la statura alquanto minore. Nei cangiamenti, cui questa specie soggiace o per età o per stagione, essa e sempre più cupa e più bruna del P. rufus; becco Filloscopino. Lunghezza totale 0,m101; becco 0,m009; ala 0,ra052; coda 0,m046; tarso 0/"018. La "proporzione delle remiganti è uguale a quella del /'. rufus. È questo il rappresentante orientale del P. rufus; nidifica nella Vallata del Pecciora nella Russia settentrionale, si trova verso occidente sino al governo di Perm; sverna nel Turchestan e nell'India. A questo Luì devono riferirsi i sog- getti trovali dal Seebohm nel basso Pecciora e da lui attribuiti al P.proregulus (Pal- las . In Italia è specie affatto accidentale e molto rara; ne fu colto un maschio ad. nel novembre 181)7 sul Cremonese (R. Museo ili Firenze)^). e) Becco slittili-; mandibola superiore scura. Due fascie attraverso l< ali; ili solito osservasi min stria centrale longitudinale sulla cervice (sottogenere Reguloides, Blyth.). i Set boli ni). 195. Phylloscopus proregulus (Pallas), Luì di Pallas. l'arti superiori di un verde oliva, più cupo sui lati della cervice e giallo-brillante sul groppone, il detto colore ben //istinto da quello del dorso; fronte, un soprac- (') il signor G. Vallon mi avverte (in Un.) di aver acquistato il 5 Dicembre 1001 un individuo
  • : ala 0, 053; coda 0, 038; tarso «VOI 7. Proporxione delle remiganti: 2" uguale alla 8a; •"• e 5" uguali; la 1 di poco la massima; 1 ' spuria, sopravanzante le cuopritrici e clic misura, nella parte esposta, da a 0,m0154. Abita, la Siberia orientale, ove nidifica, non fu trovato nelle pani occidentali, spingendosi solo fino alla Lena: sverna nella Cina meridionale e nell'India. In Europa comparve anzitutto nel 1829 in Dalmazia [Saunders), poi a più riprese, e come specie di apparizione autunnale abbastanza regolare, nel distretto di Oren- burgo (Zaroudnoi), una volta certamente ad Belgoland nell'ottobre 1845 ed unse condo, veduto soltanto, nell'ottobre 1875, e finalmente una femmina adulta nell'ut tobre L895 in Inghilterra nel Norfolk (Southivell) ; finora non venne preso in Italia. 196. Phylloscopus superciliosus (Gmelin), Luì forestiero. I Reguloides superciliosus (Gm.), Regulus modestus, Godld]. Colorito generale delle parti superiori oliva-verdastro, groppone e sopracoda quasi concolori, ma leggermente più chiari e verdastri; testa più cupa, nel suo centro vi è una linea verde-gialla scura, punto distinta; piccole cuopritrici oliva- verdastre, marginate largamente di giallastre, le medie e le grandi bruno-scure, verde-giallo dal lato esterno e terminate di giallo pallido, ', 4:| e 5a le più lunghe; la 2ri di solito intermedia tra la 6a e la "', e talora tra la 7 e la 8a; 1 spuria sopravanzante le le cuopri- trici, e che misura, nella parte esposta, da 0,"'012G a 0,'"0139. Abita la Siberia dalla Valle dell'Obi sino al mare di Ochotsk; sverna nella ('ina meridionale, nel Burma e nell'India. È accidentale d'autunno in Europa; venne preso almeno sette volte nelle Isole Britanniche, non meno di ottanta volte ad Helgoland e poi in Danimarca, in ((landa, presso Berlino e Vienna, in Palestina (Tristram) e nel Turchestan (Severtxow). E pure accidentale in Italia, il primo venne preso nel settembre 1847 sul Milanese (Coli. Conte Camozzi), un secondo nell'ot- tobre L893 a Udine (R. Museo ili Firenze), un terzo a Nizza nell'ottobre 1894 [Oal, 20 t atlanti; orni ri >i,ogii o ih -1 /;. Museo 'li Firenze), un quarto nel settembre L897 [iure a Udini' Valimi'. Il /'. superciliosus, citato dal Perini pel Veronese, altro non rappresenta se non individui del /'. rufus. Genere HYPOLAIS ('>, C. L. Brehm. Becco subeguale alla testa, forte, molto lungo, specialmente alla base, ove è più largo che alto, diritto, alquanto compresso verso l'apice, ove è leggermente intaccato, con setole basilari deboli e peli supplementari indistinti; narici basilari, ovali ed esposte: ali piuttosto lunghe, acute, la 1 ' remigante primaria spuria e molto corta, la '.V in generale la massima; coda leggermente rotonda; tarso scu- dettato sul davanti, più lungo del dito mediano con unghia; diti piccoli; unghie corte, ma molto ricurve, specialmente quella del dito posteriore. Abitano più che altro il bacino del Mediterraneo e la Regione Paleartica, ed alcune specie le regioni nordiche dell'Etiopica e dell'Orientale. Amano i boschi, anche umidi, le località acquitrinose ed i giardini; fabbricano nidi quasi sferici, lo uova da 4 a G sono di tinta affatto particolare, cioè violetto-pallide o porporine con macchie nero-porporine; sono più o meno migranti; hanno muta doppia, però i cangiamenti di stagione sono poco accentuati, d'autunno la tinta generale è più grigiastra e non presentano bande alari; i sessi sono simili ed i giovani poco dif- ferenti dagli adulti; sono buoni cantori, in gran parte insettivori e talora si pro- curano il cibo volando. a) Colorito delle parti superiori verde-oliva; gastreo giallastro; roda quasi qua- drata (sottogen. HYPOLAIS, C. L. Brehm). 'Seebohm). 197. Hypolais hypolais (Linnaeus), Canapino maggiore. { Hypolais icterina i Virili,.) |. [Tav. XV, Bg. 5, e Tav. XI, IX, fig. 12]. Parti superiori verde-olivastre, (tendenti al cenerognolo di autunno', le infe- riori giallo, ohe volgono al color limone; bordo esterno delle 2e che tende al gial- letto od al venie uliva: piedi grigio bluastri : becco Acrocefalino. Lunghezza totale 0,m136; becco 0,m013; ala 0,m075; coda 0,m053; tarso 0,™021. Proporzione delle remiganti: l' spuria, appuntita e stretta, che non sopravanza ['apice delle 1" cuopritrici; la 2° intermedia tra la 4a e la 5a, più lunga di queste e subeguale a quelle: 3a e 4a subeguali; la .">' essendo la massima. Questa specie abita l'Europa ed è comune nella Scandinavia, ma accidentale in Inghilterra; sverna in Africa. In Italia è uccello estivo e di passe, comune, arriva in aprile e parte in settembre. Nidifica ovunque, ed alleva due covate. Sembra mancare in Corsica e torse in Sardegna, ed è di sola comparsa autunnale nelle Puglie, sicché non è egualmente distribuito. I.ii [Sysl. .Ve/.. I. pag. 185. 1758) Borisse erroneamente Hippolaìs, esso deriva da bjroAatg, e Tu bene corretto con Hypolais. mi VNT1 OKNI'I U 0 205 198. Hypolais polyglotta (Veeilloi . Cornammo. Parti superiori ili un gialletto-olivastro, leggermente ombreggiato di brunastro; parti inferiori giallo-zolfine; bordo esterno delle 2° che volge al biondo; piedi bruno-pallidi; bei-co Aerocefalino. Lunghezza totale 0,m125; becco 0,'"014; ala 0,m062; coda 0, 050; tarso 0,m021. Proporzione delle remiganti: \' spuria, larga ed arrotondati/ all'apice, e che so- pravanza notevolmente (0,mO0b) le !• cuopritrici; 2" intermedia ira la t; e la 7 . più corta «Iella 5" e di solito della 6 ; •"• e 1 eguali e le più lunghe, la 4° di solito la massima. Offro (ini le differenze, 'die mi apparvero più indicate, adivi dere 1'//. hypolais dall'affine //. polyglotta. a Hypolais hypolais. I> Hypolais polyglotta. Statura daO,m122 a 0,m142, su dodici Statura da 0,m120 a 0,m130, su dodici esemplari. esemplari. Lunghezza dell'ala .da 0,'"071aO,"'080. Lunghezza dell'ala da0,,"0G0a0,'"065. Parti superiori di un verde-olivastro, Parti superiori di un gialletto-oli- (tendente al cenerognolo di autunno). vastro, leggermente ombreggiato di bru nastro. l'arti inferiori di un giallo, che tende l'arti inferiori di un giallo-zolfino, al limone. Remiganti: la la appuntita e stretta, Remiganti: la 1 Larga ed arroton- e (die non sopravanza l'apice delle grandi data all'apice, e che sopravanza note- cuopritrici esterne delle remiganti pri- volmente (0,'"005) le grandi cuopritrici marie, la 2:l più lunga della 5a e quasi esterne delle remiganti primarie. 21 più eguale alla 4a, 3a e 4a quasi eguali, la corta della ."> e di solito della 6a, :ì;' e 3a essendo la più lunga. 4a eguali e le più lunghe, la 4 essendo di solito la più lunga. Bordo esterno delle remiganti se- Bordo esterno delle remiganti se- condarie che volge al gialletto, od al condarie che volge al biondo, verde-olivastro. Abita l'Europa meridionale e l'Algeria, giungendo accidentalmente in Inghil- terra, e irregolarmente nella Fi-ancia settentrionale e nel Belgio; sverna in Africa, fino alla Senegambia. In Italia arriva e parte assieme alla specie precedente, colla quale è confusa; in alcune provincie ne sembra sia più frequente, in altre meno comune (Sicilia e Veneto); mancherebbe in Corsica, in Sardegna ed a .Malta. Ni- difica, ed io la credo ovunque più scarsa della //. Illumini*. b) Colorito i/i in rulr ih Ih parti superiori bruno i grigio; parti inferiori bianchi o bruno-pallide; penne laterali della coda più brevi delle più lunghe da >>.■ 0038 a 0,m0051 (sottogen. Ini'NA, Bonaparte). 199. Hypolais olivetorum Steickland), Canapino levantino. | Canapino (Irgli o/in fi ]. Parti superiori e lati del eolio di un grigio-brunastro, sfumato di oliva, più deciso sul groppone e sul sopracoda, più brunastro sulle remiganti, che sono marginate 206 ATl.AN II ORNITOLOGI! 0 e terminate di bianco-sudicio; sopracciglio indistinto e biancastro; gastreo bianco, lavato ili giallo-fulviccio pallido sul petto e sull'addome e di fulvo-grigio sui fianchi; bec< n Acrocefalino. Lunghezza totale 0,' L52; becco 0,m016; ala 0,m085; coda 0,n,070 ; tarso 0,m024. Proporxùnu delle remiganti: V molto piccola, e che misuradalla giuntura cai-pale all'apice o. o:;hi e più carta delle 1' cuopritrici ili 0, 0055; 2a intermedia tra la 4:' e la 5 e quasi eguale alla 41. la 41 un po' più Lunga; la 3" la massima. Abita la Grecia, le Isole Ionie. l'Asia minore, la Palestina e l'Algeria, fu tro- vata anche nella Spagna {Saunders); sembra svernare nell'Africa centrale. E accidentale in Italia, un esemplare colto nel 1862 a Sarzaha in Liguria è cella Colle/ione Magni-Griffi {Carazxi), un secondo venne preso nel maggio issopi-esso Bari i R. Museo ili Fin n 200. Hypolais pallida (Hempeich & Ehrenberg), Canapino chiaro ellenico. \~ Caneparola forestiera, Campino chiaro |. Parti superiori di un grigio piuttosto olivastre, tinto di rossiccio sul dorso e sul groppone; sopracciglio, poco distinto, bianco-giallo; gastreo bianco-sudicio, candido sulla gola e sul centro dell'addome, lavato di bruno-giallognolo sui fianchi; becco Acrocefalino. Lunghezza totale 0,m130; becco 0,ra012; ala 0,m066; coda 0,m058; tarso 0,"'021. Questa specie va facilmente confusa coli' Acrocephalus palustris, ma se ne di- stingue facilmente pel becco- più depresso, la tinta più cenerognola, mentre VA. palustris ha predominio di colore olivastro, e più che altro pei seguenti caratteri: ai Hypolais pallida. b Aerocephalus ]inìustris. Coda troncata. ('"da graduata. Prima remigante discretamente svi- Prima remigante molto corta, stretta, luppata, simile ad una piccola penna nor- assai acuminata all'apice, e che non 61 male coll'apice Leggermente acuminato, trepassa le grandi cuopritrici esternedelle e che oltrepassa di circa 0,m005 l'apice remiganti primarie. delle grandi cuopritrici esterne delle re- miganti primarie. Remigante 2" eguale alla 6', e più Remigante 2" più lunga «Iella 4:l di corta della I di circa 0,m004; 3" e P ,.jn.a 0,'"005, e più lunga della 6a da eguali e le più lunghe. 0,m008 a circa (V'Oli; 2* e •"■ l in gene- rale eguali e le più lunghe. 11 carature delle relative lunghezze offerte dalle remiganti primarie di queste due specie (e precisamente //. pallida, 3 uali e le più Lunghe, ma più che altro 1. palustris, -2 più lunga della 4' di circa "."005 e della 6 da 0,m008 a 0,m011, 2" ,■ .", eguali e le più lunghe) mi sembrano di poco momento, ad esempio fra i molti esemplari di .1. palustris della mia Collezione, cito un soggetto da Cremona ma - Luglio 1897 (n. 2295 del Cai) > nel quale l'ala sinistra ha la. 2° remi gante più Lunga della 4° di 0,m004, mentre nella destra e più corta di (),'"002, inolile la muta intralcia di molto, potendo facilmente Le penne essere collose o \ i r \\ 1 1 iii:n ,OGICO 207 d'incompleto sviluppo; i caratteri offerti invici- dalla 1 remigante primaria sem brano del tutto costanti. Abita l'Europa orientale-meridionale e l'Africa occidentale; sverna nell'Africa orientale, fino all' Abissinia. E specie accidentale in Italia; due esemplari furono colti nel 1863 lungo la Magra nella Liguria orientale (Coli. Magni- Griffi e E. Mu seo ili Pisa}, un terzo ucciso pure in Liguria è nel Museo Civico di ninniti, un quarto preso nei dintorni ili Pisa è nel II. \Luseo di Firenze, un quinto sarebbe sratu ucciso presso Rovereto nel Trentino, secondo il dr. Untersteiner Bonomi) e finalmente un sesto presso Bergamo ne] settembre 1898 (fidi Brogi . 201. Hypolais opaca (') (Ltnn i:\mi t\). Canapino chiaro illirico. Eguale all'//, pallida; ma è di statura maggiore; il becco più largo e meno depresso; la prima, remigante alquanto più grande e che eccede ili 0,' 0063 le pri marie cuopritriei; le sottocaudali ricoprono appena i - 5 della coda e le ali non arrivano alla metà di questa; mentre nell'i?, pallida le sottocaudali ricoprono più dei 3 della coda e le ali arrivano alla metà della coda, beninteso allo stato ili riposo, de] resto la formola alare è la stessa. Lunghezza totale 0,ra135; becco 0,m014; ala 0,m070; coda 0,m063 ; tarso 0,m023. Abita l'Europa sud-occidentale, cioè la Spagna e l'Africa nord-occidentale (Algeria e Marocco) ; sverna nell'Africa equatoriale occidentale. È affatto acciden- tale in Italia; un esemplare venne colto a Nizza nell'agosto 1863 II. Mn.su/ ili Fin n: i\. 202. Hypolais caligata (Lichtensteuj) 2), Canapini) asiatico. l'arti superiori e lati del collo di un bruno-grigio, tendente al rossigno, più cupo sulla testa, più chiaro sul groppone; sopracciglio fulviccio, poco distinto; gastreo bianco sul mento e sulla gola, tinto di fulviccio-acceso nel rimanente ; ali bruna- stre, con margini bruno- rossicci; becco Aerocefalino. Lunghezza totale O,"i20; becco 0,m012; ala 0,m062; coda0,ra048; tarso 0,n,021. Proporzione delle remiganti: l' spuria, più lunga delle 1'' cuopritriei di (),'"0051; •J ' più corta della 3a ed intermedia tra la ti e la 7 ; 3 la massima. Abita il Kascmir, il Turchestan e la Siberia meridionale; sverna nell'India; In Europa, comparve una volta ad Belgoland Gàtkt e più volte nella Russia set- tentrionale i Weves) e negli Urali meridionali (Eversmann, Meves, iti). Genere ACR0CEPHALUS. Naumann. Becco «piasi diritto, più largo ile1 alto alla base e pialle, cui culmine rial zato, e leggermente intaccato all'apice; setole bene sviluppate e disposte eri/. (') Probabilmente V Hypolais pallida i- il rappresentante orientale e V il. ninna L'occidentale ili mia medesima specie. Xaimiaiin lumini edizione) propone il nome di //. salicaria Pallas . Zoogr. Ross.-Atiat., I, p. 192, N. 127, excl. syn. (1811), mentre il nome del Liclitenstein • del 1823. 208 ATLANTE ORNITOLOGI! 0 zon talmente; ali piuttosto corte, 1" remigante primaria piccolissima, non eccedente le 1'' cuopritrici, elio eccezionalmente, '■'>' ili solito la più lunga; coda di li* penne rotondeggiante o cuneata, piuttosto lunga, cuopritrici inferiori della stessa relati- vamente culle; tarso scudettato; gambe, diti e unghie lunghe e l'orti, queste ab bastanza ricurve. Tinto generali brunastre. Si conoscono parecchie specie di questo genere, che abitano il Mondo Antico e due soltanto l'Australia; in gran parte sono migranti e ottimi cantori; siciliano di insetti; abitano le paludi ed i luoghi umidi e bassi. Hanno muta doppia; i sessi --ono simili ed i giovani poco differenti. Attaccano i loro nidi sferici alle canne e sui cespugli, o li sospendono sulle acque, le uova da I a li sono grigie o verde- grigie nel l'ondo di tinta, con macchie scure più o meno fitte. Non ho diviso i Calamodi dagli Acrocephali, perchè questi due generi si anno- dano strettamente per mezzo di specie esotiche intermedie. al Cervice, Ini i due sopraccigli, con il 'ir o più faseie longitudinali som-: limi, piuttosto stretto alla base, come nel genere Locustella, ma colle setole abbastanza svilup- pate; i-min rinni fornir r i>iiitt. Calamodus schoenobaenus (L.)]. | Tav. XVI, fig. 1 e Tav. XXIX, fig. !» |. Cervice bruno-nerastra sul centro delle penne, lionato-olivastra sul margine, in guisa da formare quattro strie longitudinali sulla cervice; un largo sopracciglio, dal becco fino sopra la regione parotica, bianco-pialletto; parti superiori bruno- Becco Locwtellino. 'l'est:! di .1. aquaiicus gr. n;il. Testa ili -l. «c&oenoftoi »us gr. nat. nerastro pallide nel centro didle penne, lionato olivastre sul margine; groppone e sopracoda lionato-olivastri; ali bruno nerastre, con larghi margini più chiari; gastreo bianco-ceciato, più vivace sul petto e rossiccio sin fianchi, sul basso ad- dome e sul sottocoda: ali bruno nerastre, con larghi mar-ini più chiari: becco Locustellino (ad.), l'ani superiori più rossiccie e cui centri neri più appariscenti; gastreo più vivace: bassa gola, davanti del collo e allo petto con tacche nerastre triangolari (giov.). Alcuni Anturi niuilcrni. hasuinlusi sul latin clic l.i i ascrizione della Molacilla schoenobaenui offerta 'la Linneo Syst. Sui. I. pag. 184, I7.'>si ,. punto esatta, preferisc i adottare pei questo uccello il nome imi recente ili Acrocephalìit (Sylvia) phragmitis, Bchst. (1802). l. Tortora. 2. Colomba» ilombella. l. Gallo di monte (tf ad.). 6. Fagiano di monte (e? •"'< iah" ''' m ' '"''' vii INTB ORNITOLOGI! " 209 Lunghezza totale 0,'"125; becco 0,'"011; ala 0,"'0G4; coda 0,'"(t:»o: tarso 0,ra023. Proporzione delle remiganti: 1 ' appuntita e sottile, più corta o subornale alle 1° cuopritrici; 2a più Lunga della I'; 3" la più lunga [cfr. huscmiola melanopogon iTeinminckl|. Va soggetta a varietà albine. Abita l'Europa e l'Asia, fino allo Jenissei ed il Turchestan Severtxow ; sverna nell'Africa settentrionale e centrale, sino al Damara. In Italia è specie estiva e di passo, molto comune nelle paludi; arriva in aprile e riparte in ottobre. Nidi fica. Sarebbe poco abbondante in Sardegna (Giglioh e rara v nelle l'urlio h* Romita). 204. Acrocephalus aquaticus (Gmelin), Pagliarolo. Calamodyta aquatica (Gm.), Calamodus aquaticus (Gm.)]. [Tav. XV, fig. 17, 18 e Tav. XI.IX. fig. 10]. Due bande bruno-nerastre sulla cervice, il cui centro è occupato da una fascia longitudinale bianco-fulva, un largo sopraciglio bianco-fulvo, dal becco fino alla re- gione parotica; parti superiori lionato-fulvo-grigiastre, col centro delle penne scuro- nero distintissimo, groppone e sopracoda con tali centri meno distinti, ma sempre prese//// e la tinta di fondo più vivace; gastreo bianco, tinto di ceciato, più accen- tuato sul petto, sui fianchi e sul sottocoda e più pallido sulla gola e sul centro dell'addome; becco LoeusteUino (ad.). Parti superiori più grigiastre ; gastreo giallo- fulvo-acceso, biancastro sul centro dell'addome; gola e fianchi con numerose e strette striscie nerastre sul centro delle penne, più cospicue sui fianchi (giov.). Lunghezza totale 0,'"125; becco 0,'"011; ala 0,'"065; coda 0,'"050; tarso 0,'"022. Le tinte della testa e delle parti superiori distinguono a priori questa specie dalla precedente. Un tempo si riteneva che VA. aquaticus e la Sylvia cariceti, Naumann [Isis, p. 785, 1821) fossero due differenti specie; ma ora è noto indubbiamente che VA. aquaticus è il Pagliarolo in abito di autunno e di giovane, e la S. cariceti lo stesso uccello in livrea completa di primavera (vedi tav. XV. fig. 17 e 18). Abita l'Europa temperata ed il Nord dell'Africa; sverna in Africa: è acciden tale nelle Isole Britanniche, ma non giunge nella Scandinavia. Arriva e riparte alle epoche del Forapaglie, ma non è egualmente distribuito; così è comune Del Veneto, in Toscana ed in Sicilia, ove nidifica; è poco comune nelle Marche e nel Piemonte, sembrava mancasse nelle Puglie (De Romita), ma io ne conservo alcuni provenienti da Foggia (mia Collezione); qualche individuo sverna in Sicilia (Do- derlein). È in generale meno comune del precedente. b) Cervice nello spazio tra i sopraccigli uniforme; becco largo alla basi i più ro- busto che ori gen. Locustella, colle setole abbastanza sviluppate; coda quasi quadrata e mediocre igen. Acrocephalus, Naumann). Atlante ornitologico. ~~ 210 ATLANTE ORNITOLOGICO 205. Acrocephalus arundinaceus 'i (Linnaeus), Caniuvreccione. [ Acrocephalus turdoides (Meytsb)]. [Tav. XV, fig. Il <■ Tav. M.IX. fig. 6]. Parti superiori bruno-olivastro-rugginose, più scure sulla testa, più chiare sul dorso, sul groppone e sul sopracoda; sopracciglio indistinto bianco-sudicio; gastreo bianco, lavato di rossigno-carico sul petto e sui fianchi e con poche strie indi- stinte sulla gola; coda bruna, marginata e terminata ili biancastro-rossiccio; becco Acroce fatino ; piedi bruno pallidi (ad.). Più rossastro sulle parti superiori e più chiaro sul margine delle penne; gastreo rossigno-ocraceo; gola biancastra, con strie poco distinte, anche sul davanti del collo; remiganti 1° terminate di biancastro (giov.). Lunghezza totale 0,m195; becco 0,m018; ala 0,m095; coda 0,m078; tarso 0,m029. Abita l'Europa centrale e meridionale e l'Asia occidentale, è rara nell'Europa settentrionale; nell'Asia orientale è surrogata dall' A. orientala (Temminck & Schle- gel); sverna in Africa, sino al Capo di Buona Speranza. In Italia è specie estiva e di passo, comune, arriva in aprile e ci lascia a ottobre. Nidifica ovunque, da maggio a luglio. Abita le paludi ed i folti canneti. Il suo canto è modulato, me- tallico e molto forte, esso si può riprodurre cosi: Kàrr kàrr kàrr, — Dorè ilare dorè, - Karre, karre, karre, — Kai Icei lai lei, -- Karra-lcarraìded (Naumanni. 206. Acrocephalus palustris (Bechstein), Cannatola verdognola. [Tav. XV, flg. 16 e Tav. XL1X, fig. 8 |. Parti superiori grigie, tinte di olivastro; gastreo bianco-fulvìccio vivace, l'ulvo- gialletto sul petto, sui fianchi e sul sottocoda, più scuro sui fianchi, quasi bianco sul mento, sulla gola e sul centro dell'addome: coda graduata, essa e le remiganti di un bruno nerastro-pallido, più sbiadito sulla coda e col margine più chiaro e più <'-teso sulle 2°; becco Acrocefalino (ad. in. prim.). l'arti superiori con una Legge rissima tinta rossiccia, più pallida sul groppone <"/. in aut.). Lunghezza totale 0,m135; becco 0,m013; ala 0,m068; coda 0,m055; tarso 0,m022. Parlando dell'//, ■pallida, diedi i tratti caratteristici e differenziali tra essa eia presente specie, qui noto però come VA. palustris somigli molto anche all'. 1. strepervi e ne offro le differenze principali: a) Acrocephalus palustris. b) Acrocephalus streperus. l'arti superiori grigie, tinte di oli- l'arti superiori olivastro-rugginose, vastro. con la tinta rugginosa più vivace sul groppone. l'arti inferiori più bianchiccie, tinte l'arti inferiori bianchiccie, tinte di di giallastro sul petto, sui fianchi e sul ceciato-vivo sul petto, sui fianchi e sul sottocoda, più scure sui fianchi; 2:| re- sottocoda, piùscuresui fianchi; 2a remi migante in generale più lunga della 4'. gante in generale più corta della 4'. (') La descrizione che Linneo (1758J offre del suo Furihi» ui-midiimi < ■«* e. cosi poco chiara, che alenili Aulori preferiscono chiamai questa Bpecie eoi nomi ili dcrocephalus lacustris Naumann, 1811) o ./. ittr- doides i Meyér, L816 . ATLANII iiKMDH.oKICO -Il Abita l'Europa continentale e L'Asia occidentale, sino alla Persia; è acciden tale nelle Isole Britanniche ed incerta è la Bua comparsa nella Scandinavia. Nell'Alta Italia è specie estiva e comune, vi arriva in aprile e riparie nell'ottobre dopo aver nidificato, nelle provincie centrali e meridionali è fora inulto tara, dico forst perchè è sempre assai tacile, ma specialmente d'autunno, confonderla col co- nnine ed affine A. streperus; l'ebbi dalla Valle Padana, dalla Liguria, dalla Toscana, dalla Sardegna e dalla Sicilia (mia Collezione) (l). 207. Acrocephalus streperus (Vieillot), Ccmnajola. | Acrocephalus arundinaceus (Lightfoot) |. [Tav. xv. fig. 15 e Tay. m.ix. ag. 7]. Parti superiori oliva-rugginose, con la tinta rugginosa più vivace sul basso dorso, sul groppone e sul sopracoda: un sopracciglio indistinto, fulvo-gialletto-pal- lido; gastreo bianchiccio, tinto di ceciato-vivo sul petto, sui fianchi e sul sottocoda, più scuro sui fianchi e più chiaro sulla gola e sul centro dell'addome; piedi bruno- cenerognoli; becco Acrocefalino. Lunghezza totale 0,m135; becco 0,m012; ala 0,ra069; coda 0,m056; tarso 0,m022. M'ita l'Europa, fino alla Svezia meridionale e l'Asia occidentale, sino al Tur- chestan; sverna in Africa. In Italia è specie estiva e di passo, giunge in aprile e riparte in ottobre, è ovunque comune nelle paludi. Nidifica, e qualche individuo pare sverni in Sicilia (Doderlein), ciò che non è certo, perchè venne trovala colà solo fino a novembre ( '-'). 208. Acrocephalus dumetorum, Blyth, Cannajola di Bh/th. Parti superiori bruno-olivastre, leggermente più olivastre sul groppone, e col margine più chiaro sulle cuopritrici alari e sulle 2e interne; remiganti e timo- niere più cupe, con stretti margini bruno-olivastri: gastreo fulvo-brunastro, col mento, la gola, il centro dell'addome, le cuopritrici inferiori delle ali e le ascel- lari fulvo-biancastre; becco Acrocefalino imi. inprim.). l'arti superiori tinte di ros- siccio ((ni. in n/i/.i. Lunghezza totale 0,'"140; becco O,m011; ala 0,'"064; coda (V066; tarso 0,m023. Proporzione delle remiganti: 1" piccola, corta e subeguale alle 1'' cuopritrici; 2" sempre più corta della F>:|, e di solito intermedia tra la 6" e la 7"; la coda è leggermente rotonda. Abita la Russia settentrionale, da Pietroburgo alla Vallata dello Jenissei verso est, e l'Imalaia dal Kascmir al Nepal; svernando nell'India ed a Ceylan. 209. Acrocephalus agricolus (Jeedon), Cannajola ili Jerdon. Parti superiori di un bruno-rossiccio-pallido,più scuro e brunastro sulla testa, più vivace sul groppone; sopracciglio biancastro, abbastanza distinto: gastreo bianco, (') I.' Icroeephàlvi paluttris frulicolvs NTaumann) sarebbe il giovano de.ir.-i. palustri* e non sotto- specie distinta. (*) h' Acrocephalus strepervi hortieolus (Nanmann), che alenili Autori ritengono intermedio tra VA. strepervi e VA. palustri!, aarebbe un puro e semplice A. strepervi. 212 ATLANTI". ORNITOLOGICO tinto di fulviccio-vivace sul petto, sui fianchi e sul basso addome: ali e coda mar- ginate di bruno-fulvo; becco sottile, Filloscopino (ad. in prim.). Parti superiori più rossiccie (ad. in aut.). Lunghezza totale 0."'128; becco 0,'"01 1 ; ala 0,"'0.r>7; coda 0,' 056; tarso 0,'"021. Proporzione delle remiganti: 1" più lunga che nei tipici Aerocephali, lunga come le le cuopritrici negli adulti, ed eccedente le stesse di 0,m0038 nei giovani; 2 in- termedia tra la 6a e la 7a, e più corta della 5a; 3a e 4'' subeguali e le più lunghe; ernia molto rotonda. Abita la Valle del Basso Volga, verso est fino al Turchestan e forse alla Cina. e l'Imalaia dal Kascmir al Nepal; sverna nell'India. Dresser conserva due sog- getti uccisi a Jekaterinburgo, negli Urali Europei, avuti dal Sabanaeff. Genere LOCUSTELLA. Kaup. Ha i caratteri del gen. precedente, ma ne è distinto pei seguenti: Becco sottile e non piatto, tanto alto che largo alla base; setole basilari molto piccole ed indistinte; V remigante primaria assai piccola e di solito non eccedente le le cuopritrici, la 2:' la massima; coda più tondeggiante, con le cuo- pritrici inferiori più sviluppate e di solito più lunghe delle timoniere laterali: tinte predominanti bruno-rossiccie, o bruno-olivastre. Questo genere consta di otto specie, che abitano la Regione Paleartica, sver- nando nell'Africa, nell'India e nelle Mollicene. Sono migranti e mutano due volte all'anno; non cantano melodiosamente; abitano in ispecial modo, ed alcuni esclu- sivamente, le località paludose; le uova, da 4 a 6, sono bianco-rossiccie, fittamente macchiate di rossiccio o di bruno-rossiccio; nidificano di solito non sulle canne, ma nei bassi cespugli a poca altezza da terra. a) Parti superiori ili colore quasi uniforme; tinta della faccia inferiore dello coda {///osi uniforme; becco leggermente ricurvo e piuttosto forte; ali mediocri e sultaciite (ge- nere POTAMODUS, Kaup). 210. Locustella luscinioides, (Savi), Salciajola. | Lusciniopsis luscinioides (Savi), Potamodus luscinioides (Savi)]. [Tav. XVI, fig. 4 ]. l'arti superiori castagno-brune, tendenti all'olivastro, più cupo sulla testa e sulle remiganti, più chiarosul groppone; sopracciglio indistinto fulviccio; gola e centro dell'addome di un bianco-puro; il resto delle parti interiori di un lionato-rossiccio, i Banchi e le cuopritrici inferiori della coda (più lunghi delle timoniere laterali) di un bruno-rossiccio-pallido, collo stelo e la parte apicale delle penne biancastri; coda Imma, larga e arrotondata all'apice; becco Locustellino. Alcuni soggetti presentano macchiette lanceolate cenerino-brunastre, colla punta rivolta all'insù, sulla gola, sui lati e sulla parte anteriore del collo, indipendenti da stagione e da sesso. Lunghezza totale 0,m145; becco 0,'"0 13; ala 0/"066; coda 0,'"060; tarso 0,m023. Abita l'Europa nord-occidentale (Inghilterra), la centrale-orientale, sino alla Russia meridionale ed al Turchestan occidentale, fu colta a Cipro ed una volta in ATI.ANTK ORNITOLOGICO L'I:: Palestina; sverna Dell'Africa, ove però è anche stazionaria <• nidificante. In Italia è specie molto localizzata, comune in alcune paludi del Veneto (Valli del Po, Pado- vano, Veneziano, Veronese) ed in Toscana palude ili Massaciuccoli); altrove è rara ed anche accidentale, ciò che domani potrebbe sembrare erroneo, abitando essa i canneti più folti ed impenetrabili e potendo perciò molto facilmente sfuggire alle indagini più accurate. Arriva di aprile e parte di settembre; sembra stazio naria in Toscana (Gragnani). Nidifica, e cova tanto il maschio, quanto la femmina. 211. Locustella fluviatilis (Metee >v Wolf), Salciajola fluviatile. I Lusciniopsis fluviatilis M. & W. , Potamodus fluviatilis M. & W.)]. t Tav. XVI, lig. 3 ]. Si distingue facilmente dalla L. luseinioides pei seguenti caratteri: Parti superiori bruno-olivastre; le interiori bruno grigiastre, bianche sulla gola, sul centro dell'addome ed all'apice delle sottocaudali, colla gola ed il davanti del collo marcati di tacche brunastre sul centro delle penne, le quali macchie si al largano verso l'apice delle stesse; becco Locustellino. Lunghezza totale 0,m145; becco 0,'"0T3; ala 0,'"070; coda 0,"'0H0; tarso 0,'"021. Abita la Russia, verso nord sino al Ladoga, verso ovest sino alla Vallata del Danubio e forse la Palestina e l'Asia minore; sverna probabilmente nell'Africa settentrionale. Fu asserita la sua comparsa nel Veneto [Contarini), nel Tirolo [Air thammer) ed a Malta (Schembri), ma le prove sono così infondate, che, sino a fatto contrario, è più conveniente escluderla dalla nostra Avifauna, ricordo però che un esemplare del R. Museo di Roma, proveniente dalla Raccolta Magni-Griffi, sa- rebbe stato colto in Liguria alle bocche della Magra nel 1851) ('onte di Carpegna, in h'tt.ì. b) l'arti superiori macchiati', cernir nelle Allodole; faccia inferiore delle timonière uniforme o con apici chiari ed una fascia subterminale nera; lucro piuttosto deboli ed appuntito; ali corte ed acale (gen. Locustella, Kaup). 212. Locustella certhiola (Pallas), Forapaglie di Pallas. Cervice e nuca di un bruno-rossiccio, con una stria centrale distinta, fulvo- grigia; sopracciglio indistinto bianco grigio; dorso e cuopritrici alari di un bruno- ocraceo sul margine delle penne e di un bruno-nerastro sul centro delle stesse; groppone e sopracoda della medesima tinta, ma coi centri più indistinti: gastreo bianco-puro, tinto di fulvo-pallido sul petto e di fulvo-bruno sui fianchi e sul sot- tocoda, le cui penne hanno l'apice biancastro; coda spiccatamente rotonda, bianco- grigia all'apice; becco Locustellino [ad.). Parti superiori nere sul centro delle penne, bruno- rossiccie sul margine; sopracciglio giallo-fulviccio; gastreo t'ulvo-gialletto, zolfino sulla gola, che ha macchie bruno-cupe; talora vi sono strie sui fianchi e sul sottocoda {giov.). Lunghezza totale 0,'"132; becco 0,'"014; ala 0,'"071; coda 0,"'05(i; tarso 0, <»-'■".. Abita la Siberia orientale e centrale; sverna nell'india, a Ceylan, nel Burina e nell'Arcipelago Malese. In Europa ne venne ucciso un soggetto ad Helgoland nel l'agosto 1856 (Gdtke) e prima era stato indicato dal Temmiuck, (piale abitante della 214 ATLANTE ORNITOLOGICO Russia meridionale e, sulla sua autorità soltanto, venne mantenuto nella Lista Eu- ropea, ma la notizia sembra del tutto priva di fondamento. 213. Locustella naevia (Boddaert), Forapaglie macchiettato. [ Locustella rayi. Gould, fidi Bp. ]. [Tav. XVI. Bg. 2, e Tav. XI. IX. fig. 11]. Parti superiori, piccole e medie cuopritrici bruno-olivastre, con una macchia nerastra sul centro delle penne, quasi mancante sul sopracoda; cuopritrici grandi e primarie e remiganti bruno-scure, con margini esterni olivastri; coda di eguale colore, spiccatamente rotondata e col margine oliva-cupo: gastreo bianco senza macchie, ceciato-gialletto debole sui lati del collo e del petto, colla gola ed i fianchi lavati di fulviccio; cuopritrici inferiori delle ali ed ascellari bruno-fulve, quelle della coda molto lunghe bruno-giallette, con una stria centrale bruno-scura: becco Locustellino (ad.). Le macchie nere sulle parti superiori più accentuate; gastreo con una tinta gialletta; gola e davanti del petto con piccole e numerose tacche bruno- nerastre; timoniere più chiare all'apice (giov.). Lunghezza totale 0,'"140; becco 0,m010; ala0,m062; coda0,m052; tarso 0,m020. Abita l'Europa centrale; giunge nell'Isole Britanniche, ma non nella Scandi- navia, dalla Russia arriva al Caucaso, al Turchestan ed agli Aitai, ma forse non sugli Urali, ove trovasi la L. lanceolata (Temminck) e la L. straminea (Severtzow); sembra svernare nell'Africa settentrionale e probabilmente nella Spagna. In Italia è uccello principalmente di passo autunnale e piuttosto raro, compare però solo nelle provincie settentrionali ed è mancante dalla Toscana all' ingiù. Non l'ebbi che d'agosto e settembre. Sembra nidifichi nel Trentino (Bonomì) ed in Lombardia (Bettoni), e che si prenda di primavera anche in Liguria (Luciani), nel Nizzardo e nel Piemonte (Giglioli), sicché andrebbe collocato tra le specie estive, di arrivo in aprile e nel maggio e di partenza in agosto e nel settembre. 214. Locustella straminea (Severtzow), Forapaglie siluriano. Molto simile alla L. viaria, ne differisce polla tinta di fondo delle parti supe- riori più pallida e di un bruno-olivastro deciso, ma più pallido e coi centri scuri meglio definiti, specialmente sul dorso e sul groppone; gastreo bianco, lavato di bianco-grigio sulle sottocaudali, che hanno centri bruno-scuri distinti (ad.). Centri sulle parti superiori più accentuati; gola con macchie bruno-nerastre (giov). Lunghezza totale 0,m112; becco ■' le più Lun- ghe; coda di 12 penne, considerevolmente rotonda: sottocaudali corte; tarso coperto più o meno del tutto da larghi scudetti; piedi grandi, e cosi le unghie, che sono robuste. Le tredici specie di questo genere si raggruppano d'attorno all'Imalaia, una sola abita il Bacino del Mediterraneo ed un'altra il sud dell'Africa. Hanno le abi- tudini dei generi precedenti; le uova sono 4 o 5, bianco-bluastre, macchiate di bruno; abitano le paludi. 216. Lusciniola melanopogon Temmim k . Forapaglie castagnolo. | Tav. XVI, flg. ó]. Un largo sopracciglio biancastro dal becco -ino -ni lati della cervice; testa e cervice nell'insieme nero-scure, con uno stretto margine rugginoso; dorso col eentro delle penne nerastro, poco marcato ed un largo bordo castagno-marrone carico; nuca, groppone e sopracoda castagni; gastreo bianco sulla gola e sul centro dell'addome, tinto di castagno-chiaro sul petto e di colore più cupo sui fianchi, biancastro sul sottocoda; ali e coda bruno-nerastre, con margini castagni (ad. in primi). Marginature più larghe; tinte nere più cupe; il bianco del gastreo più puro ed i fianchi più cupi (ad. in aut.). l'etto con deboli tinte brunastre e piccole strie sul centro delle penne, più o meno sviluppate (giov. Lunghezza totale 0,m128; becco 0,m011; ala 0, 055; coda O,"^; tarso 0,m022. Proporzione delle remiganti: 1 spuria, meno di metà della 2a, misurando 0,' 0152; •_,:' intermedia tra la 8a e la 9a; '■'>', La e .V subeguali e le più lunghe. Questa specie talora assomiglia un po' all'.l. schoenobaentis, ma oltre ad es sere distinta pelle tinte castagne, specialmente sui fianchi e per altri caratteri, ha la la remigante primaria spuria, larga e rotonda all'apice e che sopravanza le 1'' cuopritrici di 0,'"007.:>, mentre nell'.l. sckoenobaenus essa è appuntita, sottile e più corta o subeguale alle L« cuopritrici. tale carattere e quello della proporzione delle remiganti sono ottimi ad identificarle. Abita i paesi circummediterranei, spingendosi fino alla Persia; nell'India noni occidentale si trova solo durante la stagione fredda. In Italia e specie stazionaria 2 Ili ATLANTE ORNITOLOGICO in Toscana, nella Campagna Romana e nel Veneto, non è rara in Sicilia, bensì in Sardegna, si presenta di passo in Liguria. È irregolarmente distribuita e mentre si trova nidificante anche nelle paludi dell'Udinese e del Veronese, è rara in quelle del Veneziano. Nidifica dall'aprile al luglio. 217. Lusciniola Schwarzi (Radde)(1), Forapaglie di Eadde. Parti superiori di un bruno-olivastro, più chiaro sul groppone, con le ali e la coda Inune, marginate di olivastro; sopracciglio ben distinto, che va dal becco alla nuca, bianco-fulviccio; parti interiori di un bianco-gialletto-vivace,più biancastro sulla gola e sul centro dell'addome; ascellari e cuopritrici inferiori delle ali fulve (ad. in prim.) Gastreo più biancastro, tinto di gialletto e di fulviccio sul basso addome e sul sottocoda [cui. in aut.). Parti superiori più olivastre igiov.). Lunghezza totale 0,m140; becco 0,m012; ala 0, 62; coda 0,m052; tarso 0,m022. Proporzione delle remiganti: la relativamente molto lunga, misurando più di metà della 2a, cioè 0,'"022 nella parte esposta; 2a eguale alla 8a, o intermedia tra la 7a e la 8a. All'epoca delle migrazioni questa specie è comune nella Siberia nord-orientali' e nella Dauria e vi è largamente distribuita in autunno; è più rara nell'Ussuria. È probabile nidifichi nei governi di Irkutsk e di Tomsk; parte dall'Ussuria alla metà di settembre (OodlewsM); d'inverno visita la Cina meridionale, il Pegu e le regioni centrali e settentrionali del Tenasserim (Oates), E accidentale in Europa; un unico esemplare fu ucciso nel Lincolnshirc (Inghilterra) nell'ottobre 1848 \Caton Haigh)(2). Genere CETTIA, Bonaparte. Becco mediocre, assai appuntito, diritto, compresso alla base, più alto che largo nella porzione anteriore, tanto alto che largo nella basilare, mandibola su- periore appena intaccata presso all'apice e leggermente curvata; narici oblunghe, strette e basilari; ali alquanto lunghe, 1" remigante primaria assai sviluppata, circa metà della 2a; 4a e óa le più lunghe; coda molto graduata, di IO penne, larghe e rotonde, sopracaudali molto lunghe e rotonde, le sottocaudali giungono alla metà della coda; tarso moderatamente lungo e forte, scudettato, più lungo del dito mediano con unghia; piedi e diti robusti, unghie forti e curvate. Piumaggio decomposto e molle; penne del groppone molto sviluppate; testa rotonda; tinte bruno-rossiccie o bruno-olivastre; la muta è semplice; i sessi eguali ed i giovani poco differenti. Ci Salicaria cantillans (Temminck & Schlegel), ;i]>n. 316. i i Gatke (Vogelw. p. L".U. 1891) cita un soggetto «Iella Lum-iiiiniu /«.«■«(« (Blyth), avuto noli ' in- verno ad Eelgoland. Questa specie abita la Siberia meridionale, dallo Jenissei sino alle rive del Pacifico, è di passo Della .Mongolia, nella Cina settentrionale e forse Del Giappone ; sverna a Formosa, nella Cina meridionale, nel [lumia e nelle Indie. Ila le parti superiori brune; il gastreo biancastro, lavato di ros- signo-olivastro ; la coda è |iiù breve delle ali. Il becco è Filloacopino; le penne laterali della coda circa ii '"(hi., piti brevi delle due centrali; la la remigante quasi metà in lunghezza della 2". '■ r 'li li moi *■ '' ito di prin d'inverno). 7 12 L). MI ISTE ORNITOLOGICO 217 Questo genere consta di parecchie specie, che abitano specialmente d'attorno all'Imalaia, spargendosi nella Regione Paleartica. Frequentano le Località umide e paludose, i margini dei fiumi; sono molto timidi e selvatici; si nutrono d'insetti, che cercano nei cespugli più fitti; hanno canto piace\ ole e mollo sonoro, ma poco variato e lo fanno intendere anche ili notte; il nido profondo ed a tazza Lo fabbricano nei cespugli poco elevati da terra, e depongono uova caratteristiche di un rosso mattone. 218. Cettia Cettii (La Marmora), Busignolo di fiume. I Bradypterus Cettii l.\ Marm.)]. Redini bruno-scure, una fascia bianca a sopracciglio dal becco sino oltre l'oc- chio; parti superiori di un castagno-vivace, più chiaro sulla testa; petto bianco sudicio o gialliccio; gastreo bianco sulla gola, sul davanti del collo e sul petto e di un bruno- vivace sui fianchi, sul basso addome e sulle sottocaudali, queste terminate di biancastro; ali e coda castagno-brune, talora molto scure, col margine esterno più vivace {ad. >n prim.). Tinte meno pure e vivaci (ad. in aut. e giov. . Lunghezza totale 0,m135; becco 0,m012; ala 0,m060; coda CV065; tarso 0,"1022. Abita l'Europa meridionale, L'Africa settentrionale e l'Asia, fino verso il Tur- chestan. In Italia si trova nelle parti centrali e meridionali sul versante Medi terraneo e nelle Isole, ovunque sedentario. È raro nella Vallata del Po, può dirsi accidentale nelle Puglie, in Lombardia, in Piemonte (mia Collezione) e cosi pareva nel Veneto, ove si sa ora che è sedentario nell'Udinese ( Fallon) ed io l'ebbi più volte dal Padovano e dal Veneziano. È specie molto localizzata. Nidifica dall'aprile al giugno. Genere AGROBATES, Swainson. Becco torte e lungo, appena intaccato, curvato e molto compresso verso l'apice; narici ovali, superiori: apertura del becco con poche setole, disposte ori/, zontalmente e senza serie supplementari; ali conia la remigante primaria corta, 2' subeguale alla 3a, questa e la 4" le più lunghe: coda di 11' penne lunghe e molto graduate; piedi lunghi; diti corti e unghie piccole. Una fascia subterminale, scura, trasversale sulla coda, eccetto sulle due penne centrali; timoniere colorite vivacemente; tinte generali rossigne; sessi eguali, i gio vani sono poco differenti e non macchiati. Una specie ed una torma affine compongono questo genere ed abitano la Re- gione Paleartica e l'Etiopica; se ne stanno tanto nelle località umide e paludose che nelle aride, collocano il nido sugli alberi di tamarindo e sui cespugli, esso è forte e grosso, composto di paglia e radici secche e foderato di peli, di lana e di pezzi di pelle di serpi; le uova sono biancastre o grigio bluastre, macchiate di bruno-rossiccio e di violetto-grigio; si nutrono d'insetti e li raccolgono a terra. 219. Agrobates galactodes Tkmminck). Eusignolo ti' Africa. [ Aédon galactodes Temm.) ]. Timoniere centrali e dorso fulvo rossicci. l'arti superiori fulvo-rossiccie, pallide sul dorso, vivaci sul groppone e sul Atlani' ornitologico. 218 ATLANTI''. ORNITOLOGICO sopracoda; un largo sopracciglio bianco-gialletto; gastreo bianco, tinto di grigio fulviccio e di brunastro, lavato di bruno-pallido sui lati del collo e del petto; remiganti bruno-scure, marginate di rossigno e terminate di bianchiccio, colle cuopritrici alari marginate di un bruno-cenerognolo, quasi biancastro; timoniere een- trali rossicci, i-vivaci per intero, le altre dello stesso edere o leggermente più vi- vaci, con una fascia preapicale nera e l'apice ornato da un largo spazio bianco, più esteso sulle esterne (ad.). Cuopritrici alari e remiganti marginate di fulviccio- pallido giov. sec. Dresser). Lunghezza totale 0,"i71; becco 0,m016; ala 0,m089 ; coda (V080 ; tarso 0,m026. Abita la Spagna, il Portogallo e tutta l'Africa settentrionale, dal Marocco alla Palestina; sverna verso sud fino nell'Abissinia ed alla Costa d'Oro; in Europa è accidentale in Francia, in Inghilterra, ad Helgoland ed in Germania. In Italia è specie accidentale e molto rara, citata dal Durazzo pella Liguria, dal Doderlein polla Sicilia e dallo Schembri per Malta, ma non sappiamo se i detti esemplari appartenessero a questa specie od al Rusignolo levantino. Déìì'A. galactodes cono- sciamo i seguenti individui presi da noi: due a Malta nel maggio 1873 e nel settembre 187 4 i R. Museo di Firenxt i, uno nel maggio 1862 a Sarzana (Race. Magni- Griffì,, ora nel R. Museo ili Roma), uno nel maggio 1883 presso Genova [R. Mns<<> ili Firenxe), a Nizza nel 1887 (Museo l'ir, di Nizza), nel Veneto nel 1882 (R. Museo ili Firenxe), e finalmente l'esemplare del R. Museo di Roma proveniente dalla Collezione Lezzani, senza data e località, come tutti i soggetti di quella Raccolta; un individuo sarebbe stato osservato e non preso nel maggio 1897 nel Trentino (Bonomi). 219". Agrobates galactodes familiaris (Ménétriés), Rusignolo levantino. [ Aé'don galactodes, Salvad, pait., A. familiaris (Ménétk.j ]. Timoniere centrali e dorso bruno-grigiastri. Parti superiori bruno-grigiastre, col groppone ed il sopracoda rossicci; gastreo bianco-grigio-pallido, biancastro sulla gola e sul centro dell'addome, lavato di ful- viccio-rossigno sui fianchi e sul sottocoda; margini delle remiganti e delle timo- niere bianco t'ulvieci; le due timoniere centrali bruno-grigiastre talora per intero, tal'altra variate di rossiccio, specialmente alla basi' del vessillo esterno e sul mar- gine; nel resto eguale allM. galactodes. Lunghezza totale 0,'"170; becco 0,ra016; ala 0,m085; coda 0,"'078 ; tarso 0,m026. M il rappresentante orientali' dell' A. galactodes; si trova nella Grecia, verso ovest fu osservato tino a Cattare in Dalmazia (Musei di Serajevo e di Zagabria, lido Brusirla) e verso esl dall'Asia Minore e dal Caucaso sino al Turcliestan ed alla. Persia; sverna nell'India nord occidentale e forse nell'Arabia e nell'Africa orientale; giunse accidentalmente ad Helgoland (Gàtke). E specie molto i-ara ed accidentale in Italia. Ne ebbe cinque esemplari il Giglioli, colti nel Nizzardo dal gennaio L878 al settembre issi /,'. Museo ili Firenxe) ed il Gal dice che vi arriva di autunno e nell'inverno '. . ma che è piuttosto raro; uno venne colto a Sarzana nell'aprile 1864 Coli. \fagni-Gh-iffi), un alito nel 1886 a Udine (R. Museo i/i Fi renxe), due ne ebbi io nel giugno e luglio 1892 dal Padovano e sono nella mia Raccolta. Non nidifica in Italia, e l'asserzione del Seebohm, a questo proposito, basa certo su inesatti' informazioni. vi CANTI OHM ••'.!' 0 219 Sottofamiglia cisti» !< ILINAE, ( Haticolini. Hocco corto ed abbastanza fòrte, appena intaccato e curvato e con rade se- tole basilari; narici ovali, basilari; ali piuttosto corte; coda molto graduata; tarso lungo e scudettato. La muta è doppia; i sessi quasi simili ed i giovani poco differenti dagli adulti; il maschin è sempre più grande della femmina, il giovane assomiglia alla fi mina, ma ha la coda sempre più lunga ; il piumaggio è molle, macchiato; la taglia piccola: sono insettivori ed amano le località paludose. Questa sottofamiglia abbraccia per lo meno quattordici generi con circa cento dieci specie, sparse nelle pani meridionali della Regione Paleartica, Dell'Indiana, nell'Etiopica, nell'Australiana; la sola, Cisticola cuticola (Temminck fa parte del- l'Avifauna della Regione Paleartica occidentale. o' Genere CISTICOLA. K u r. Becco più corto della testa ed abbastanza forte, poco largo alla base, medio- cremente lungo, assai compresso nella metà anteriore, curvato perso l'apice, for- nito alla base di due setole bene sviluppate, ma corte; narici ovali, basilari; ali piuttosto corte, remiganti 2e subeguali alle 1", 1 ' remigante primaria corta, ma larga ed assai più lunga delle le cuopritrici; 2il più lunga della 7;|; la '■'•'. -1 ', 5" e 0a subeguali; coda mediocre, assai graduata e arrotondata; tarso lungo e scudet- tato; piedi mediocri. Sono piccoli uccelletti, sempre in moto ed irrequieti, che amano le località paludose o quelle non lontane dalle acque; sono insettivori ed accalappiano gli insetti sulla terra o tra i cespugli e le canne, sulle quali si arrampicano destra- mente, volando piuttosto a malapena; il nido è fatto a borsa e \ i depositano poche uova di un blu-pallido o biancastre, macchiate di rossiccio. Cantano mediocremente e sono in parte migratori. 220. Cisticola cisticola (Temmenck), Beccamoschino. ( Cisticola cursitans (Franklin . C. schoenicola, Bp.]. Parti superiori nere sul centro delle penne, con larghe strit e margini giallo fulvicci; groppone fulvo-rossiccio- acceso unicolore, le più lunghe sopracaudali col centro nero; gastreo bianco sulla gola e sul centro dell'addome, nel resto lavato di fulvo; interno della bocca nero-woUlto ; ali bruno-nerastre, con margini esterni fulvo-rossicci; timoniere nero-brunastre, terminate di cenerino brunastro, le late- rali di bianco, cui precede una macchia nera subapicale, mancante o meno visi bile sulle due centrali [mas. ad.). Tinte più cupe: gastreo col fulvo più vivo, spe- cialmente sui fianchi; apice delle timoniere cenerognolo, senza bianco; interno della bocca giallastro femm. ad.). Marginature delle parti superiori più chiare, sicché la tinta nera apparisce più distinta, ma meno intensa; gastreo lavato fortemente di fulviccio {ijior.). 220 ATLANTE ORNITOLOGICO Varia notevolmente nell'intensità della tinta e nel tono, alcuni essendo più rossigni, altri più cupi, o presentando la testa brunastra, coi eentri seuri quasi del tutto inauranti : i soggetti di Sardegna e di Sicilia sono più vivaci di colorito dei continentali. Lunghezza totale 0,m109; becco 0,'"009; alaO,'"049; coda 0,'"042; tarso 0,m019. Abita l'Europa meridionale, l'Africa e l'Asia meridionale, sino alla Cina eie Isole dell'Arcipelago Malese. In Italia è stazionaria e molto copiosa nelle Isole e nelle provincie meridionali e centrali, ove non pochi giungono anche d'autunno e vi svernano; è poco comune ed estiva nelle parti settentrionali, tranne forse in Lombardia, ove pare abbondante. Nidifica dall'aprile al settembre, allevando più covate; è specie molto localizzata. Famiglia MOTACILLIDAE. Motacillidi. Becco più corto della testa, molto sottile, quasi diritto, acuto, coll'apice della mandibola superiore leggermente curvato ed intaccato; narici basilari, oblunghe, esposte, coperte da una membrana, che è in parte nascosta dalle piccole penne frontali; ali con 9 primarie visibili, senxa penna spuria distinta, la 1" subeguale alla 2a, le 2* interne allungate, le più lunghe subeguali alle le; coda allungata, di solito subeguale alle ali; piede grande; tarso squamato alV indietro, scudettato sul dannili , più lungo del dito mediano, l'esterno riunito alla base sino alla giuntura basilare col mediano, l'interno libero; unghia del dito posteriore in generale lunga e quasi diritta. Questa famiglia composta di circa 100 specie è cosmopoliti, manca però nelle Isole del Pacifico tropicale; hanno abitudini esclusivamente terrestri, camminano con estrema facilità, ma non saltellano come molli degli Oscines; sono gregari, mi- granti ed insettivori; il loro canto è poco melodioso; tanto le Molari/Ine che gli Authi hanno muta doppia, cioè cangiano tutte le penne nell'autunno prima di viag- giare, di primavera la loro muta è incompleta, perchè conservano intatte le ali e la coda dell'abito autunnale; nidificano a terra, le uova sono poco numerose di fondo chiaro, con macchie e punti grigi, oliva, bruni o rossicci. Alcuni Autori divisero questa famiglia in due sottofamiglie, Motaeillinae ed Anthinae, però i caratteri assegnati non sono del tutto esaurienti, quantunque gli Anthinae formino un eccellente tratto d'unione colle Alaudidae. Genere MOTACILLA. Linnaeus. Becco sottile, circa '/•> della testa, quasi diritto, leggermente intaccato e cur- vato all'apice della mandibola superiore, assai compresso sul davanti; ali mediocri, l!l remigante primaria lunga (piasi (pianto la 2a; la 2, '■'>' e 4' subeguali e le più lunghe, la :V molto più nula, le 2" interne assai lunghe, la più lunga di esse eguale alla T> primaria; coda di 12 penne, molto lunga, più o meno del corpo del- l'animale, quasi quadrata o leggermente rotonda; tarso debole, molto più lungo \ I i. w I I i IRN] rOLOGK i) 22] del dito mediano e scudettato sul davanti: diti piuttosto deboli e mediocri ; unghia del dito posteriore allungata, le altre curii'. Parti superiori uniformi, nere o grigie, colle interi,, ri bianche e culla gola ed il petto aeri, o le superiori oliva-verdastre e le interiori gialle; piedi neri; testa in generale differente dal dorso. Abitano i luoghi coltivati, le rive dei fiumi e le località umide, ed hanno l'a- bitudine di alzare ed abbassare continuamente la ceda, per cui furono detti Codi tremole o Batticode; nidificano a terra o indie buche degli alberi e delle roccie e le uova variano nella tinta di fondo dal bianco-bluastro al bruno, con fitte macchie brune o grigie di vario tono; abitano ovunque nel .Mondo Antico, mancando nel l'Oceania e nell'Australia, nella regione Xeartica ne troviamo una sola specie, (die giunge all'Alaska per il Canale di Berilli;': i sessi in alcune specie sono si- mili, in altre differenti ed i giovani sono differenti dagli adulti. Riunii in un solo i due generi Motaeilla e Budytes, giacché i caratteri fondati sulla colorazione, o sulla coda più o meno lunga del corpo, quasi quadrala o leg germente rotonda e sull'unghia del pollice più o meno allungata ed arcuata som, di poco valore, trovandosi specie che offrono caratteri intermedi, come la .1/. favi ventris, Verreaux, la quale indica che i due generi devono fondersi. Unghia del Calobates melanope (Pali-. |. [Tav. XVIII, fig. 7, 8 e Tav. XLIX, lig. 32 J. Parti superiori di un bel cenerino-chiaro, sfumato di giallognolo- olivastro ; so- pràcoda giallo-oliva, misto a zollino sui Iati; un sopracciglio bianco dal becco fino sui lati della nuca: inclito e gola neri, marginati sui lati da un mustacchio bianco poco distinto, che scende dalla mandibola inferiore, resto del gastreo giallo-cana- rino più puro e vivace sul sottocoda, più cenerognolo sui fianchi; base delle re- miganti 2" bianca, a forma di fascia trasversale sull'ala; timoniere bruno-nerastre, marginate di zolfino, la laterale bianca, le due seguenti (piasi bianche del tutto (mi. in prim.). l'arti superiori con una tinta olivo giallastra; sopracciglio più stretto e fulviccio: mento e gola di un bianco debolmente lavato di giallo-aurora, più in- tenso sul davanti e sui lati dell'alto petto; giallo del gastreo più vivace sul basso ventre e sul sottocoda (ad. in ani.. Tarli superiori cenerino grigie, tinte di olivastro; mento e gola bianco-giallette ; sopracciglio fulviccio: gastreo bianco, tinto di annua vivace sulla gola e sul petto e di zolfino-pallido sul sottocoda: talora dalla base della mandibola inferiore parte una stria bruna, formata di piccole macchiette in- distinte, (die circonda la gola (giov.). Wl.vsu ORNITOLOGICO 223 Lunghezza totale 0,m195; becco u.'-oi:.'; ala0,n,082; coda 0,m102; tarso 0, 020. Le varietà albine in questa specie sono rare. Abita l'Europa e l'Asia sin,, al Pacifico, ma non è distribuita più al nord della Scandinavia meridionale; sverna parzialmente nell'Africa nord orientale e remi-ale, nella Palestina, nell'India, nel Burma e nelle Molucche. In Italia è specie stazio- naria, che nidifica dal marzo al giugno sullo montagne, discendendo d'autunno al piano; si osserva anche di passo dalla metà di agosto a quella di settembre e nella 1' quindicina di aprile; è poco abbondante. Xauniann {Vogel Miit.-Eur. III. pp. 118-123, 1900 distingue, col nome di .1/. boarula menalopt (Pallas), la forma orientale di questa specie. Essa abiterebbe la Siberia orientali-, il Giappone, la Cina e Formosa; svernerebbe nell'India, nel- l'Isole della Sonda o nella Guinea settentrionale; la sua coda sarebbe più corta (Om,089, Dauria (Taczanowski, Sibir. or. p. .".77 . Cosi, secondo tinello che dice \;i,i marni, il vero nome della nostra Ballerina gialla (forma occidentale sarebbe \f. boarula, Linnaeus, Mantirsa plantarum, I. pag. 527 177 li ed il nume della forma orientale M. boarula melanope l'aliasi, Reise Prov. Euss, Eeiches. III. App. p. 696 1776). Unghia del dito pollici allungata e poco ricurva; coda più corta dell'ala in divwn sioni; predominio di Unte gialle (gen. Bi dytes, Cuvier). 224. Motacilla citreola. Pallas, Cutrettola testa gialla orientale. Testa per intero, gola e gastreo 'li un giallo canarino brillante; groppone e dorso grigio- lavagna, separato dal giallo della testa da ww collare minili nero; fianchi grigio- scuri : cuopritrici alari grandi e mediane largamente terminate di bianco, le remiganti 28 con larghi margini pure inanelli: cuopritrici superiori della coda nerastre, colle laterali bianche esternamente, le inferiori quasi bianche; timoniere nero-lucide, le due esterne quasi del tutto bianche: cuopritrici inferiori delle ali bianche, variate di nero alla base ad. in prim.). «Hallo della testa in gran parte nascosto dagli apici delle penne nero-lucidi: fronte e sopracciglio giallo-immaco lato; una t'ascia nera sul margine inferiore della regione parotica; gola con mac- chie nere; i margini bianchi delle ali meno puri: fianchi cenerino- olivastri [ad. in mil.i. l'arti superiori oliva-brunastre, più chiare sulla testa, nerastre sul sopra coda, che è marginato di cenerino e di biancastro sui lati; sopracciglio e fronte giallo-pallidi: regione parotica giallo-pallida, con una linea nerastra -ni su,, inar- gine inferiore: bassa gola tinta di giallo, con macchie di un grigio bruno cupo; gastreo gialletto-aurora, col sottocoda bianco {giov.). Lunghezza totale O,'"170; becco <>.''"< H:;; ala 0,m085; coda 1 1. (is;;; tarso 0, 027. Abita il nord est dell'Europa, specialmente la Russia orientale, tino alla Valle dello Jenissei; vagando dal Turchestan e dall'Asia centrale, verso occidente sino al Caucaso e verso oriente all'Imalaia; -verna nell'India e nella Cina. Fu colto, (piale uccello accidentale, in Germania, ad Eelgoland e nei Pirenei. In Italia coni parve una volta soltanto il 29 aprile 1900 presso Venezia in tre individui, due dei quali sono nella mia Collezioni ed il terzo lo cedetti al /,'. Museo ili Firenze; non è confermata la sua comparsa a Malta Wright), <• l'esemplare citato dal Calvi, come preso in Liguria, deve riferirsi alla .1/. campestris, Pallas. 'l'I 1 ATLANTE ORNITI )l. e » . i< . > 225. Motacilla campestris, Pallas, Cutrettola testa gialla. Parti superiori giallo-olivastre, più ciliare sulla testa e sul groppone; fronte, un largo sopracciglio esteso anche sui lati della nuca, rei ini, parti interiori e cuopHtrici inferiori delle ali di un bel giallo-brillante, tinto di cenerino sui fianchi; cuopritrici alari, le piccole nero-brunastre, marginate di giallo-olivastro, le mediane margi- nate e largamente terminate di giallo-zolfino, le grandi marginate di giallo-cene rognolo (-mas. ad. in prim.). Meno brillante, fronte del colore del dorso (femm.ad. iti prim.). Parti superiori bruno-oliva, tinte di verde-giallo sul groppone; sopracciglio Testa di M. ciireola. Testa ili .)/. campestris. bianco-fulvo o gialletto-pallido; gastreo giallo-olivastro, leggermente tendente al verdognolo, ciò che è più. manifesto sull'addome e sul sottocoda; petto e gola con tinte bruno-fulve (giov.). Simile ai giovani; parti superiori, compresa la testa, più verdastre; sopracciglio più giallo; petto e gola di un giallo-zafferano; talora vi sono macchie poco apparenti sui lati della gola e sul davanti del collo (ad. in aut.). Lunghezza totale 0,m165; becco 0,m012; ala 0,m080; coda 0,m075; tarso 0,m023. Abita l'Inghilterra, il Nord della Francia e la Russia sud orientale fino al Turehestan; sverna nell'Africa occidentale e meridionale e, quelli che abitano la Russia , nell'Africa orientale; è specie molto rara ed accidentale in Italia, venne colta nel Veneto, nel Trentino, in Liguria e forse in Sicilia ed a Malta. Lo credo uccello rarissimo, ed a questo proposito ricordo di aver ricevuto e di aver veduto nelle Collezioni Italiane parecchie Cutrettole a sopracciglio giallo catalogate come M. campestris, ma dall'esame fattone le trovai vere M. /inni, Linnnaeus e altro non erano se non esemplari erroneamente determinati; la VI. campestris distintis- sima nell'abito di primavera, lo è meno in quello d'inverno e meno ancora da giovane, ma dall'esatto confronto che feci tra molle Italiane supposte tali e molte .1/. campestris autentiche di ogni età, ho dovuto convincermi che questa specie giunge in Italia molto più raramente, di (pianto si crede da alcuni. Sono indotto a ritenere ciò anche dal fatto che i soggetti di .1/. campestris presi da noi nel di- stintissimo abito di nozze sono estremamente pochi e così quelli nella livrea di adulti in inverno distinti dai congeneri pelle linfe più verdastre, da giovani, sopratutto nel primo piumaggio, credo quasi impossibile identificarli, come accade in molte forme 1. Slrolaga piccola (ad. in abito di primavera). 2. Strolaga piccola (ad. in abito d'autunno). 3. Uria (ad. in abito di primavera). 4. Uria (ad. in abito d'autunno). 5. Uria nera (ad. in abito di primavera). 6. Uria nera (ad. in abito di transizione). 7. PolcineUa di mare (ad. in abito di primavera). 8. Gazza mai-ina (ad. in abito d'autunno). 9. Folaga (.ad.). 10. Folaga (giov.). [Jh-ico Hoepli, Editore, Milano. VII \\ tNITOLOGII I • 225 del sottogenere Budytes, ma è ovvio che se gli adulti sono cosi rari, i giovani con le maggiori probabilità offriranno analoga distribuzione. Naumann (Vògel Miti. Km-.. Ili, pp., L27-128, 1900) ammette La forma "rei- dentale ed orientale della .1/. campestris, e qui riassumo le sue parole: a) Budytes campestris flavissimus (Blytb . \fagaz. Nat. Hish, VII, p. 342 1834 , Nel maschio la parli" mediana della lesta e la nuca sono di un verde giallo- gnolo vivace, una fascia gialla dalle redini attraverso agli occhi; nella femmina queste tinte sono di un venie bigio; ma uli individui più scuri sono quasi eguali alle femmine di B. flavus. Abita l'Inghilterra, la Francia meridionale, la Spi e la Nubia ,' lllnsi/is). li) Budytes campestris campestris l'aliasi, Reist Rnss. Reich., III. .!/a>~n ventre, bianco-gialletto sull'ad duine e sul sottocoda, bianco più o meno isabella nel resto; sul davanti del collo si osservano talora macchie nerastre (giov. . Situile, ina sempre distinto dal gastreo per intero giallo più o meno vivace (ad. in inv.). Lunghezza totale 0,m170; becco ". "li*: ala 0, 080; inda 0,m073; tarso 0, 025. i ri,, ni. oì nitotoffico. 226 \ I iw ;\i POI-OGII 0 Questa e le forme congeneri vanno raramente soggette ad anomalie albine. Abita l'Europa e sverna in Africa; dalla Siberia nord-orientale alla Cina ed all'Alaska vive una colonia, che sverna udir Molucche. 226". Motacilla flava beema Sykes), Cutrettola gialla orientale. (Budytes beema Syk. : Cutrettola « gote bianche]. Eguale alla M. flava, ma col cenerino della testa e della parte posteriore del cullo più pallido e periato; guancie e mento bianco; regione auricolare in gran parte biancastra, colla porzione più alta nero scura o di lavagna (mas. ad. in prim.). Le Femmine ed i giovani sembrano indistinti da quelli della .1/. flava, ili cui questa forma ha le dimensioni. Questa forma non deve in alcun modo considerarsi quale buona specie, tro- vandosi numerosi soggetti intermedi colla .1/. flava. Rappresenta la 1/. flava nella Siberia occidentale e centrale; sverna nellAf- ganistan e nell'India. Forse giunge nelle migrazioni fino all'Europa occidentale ed al Mediterraneo Sliarpé). 226/'. Motacilla flava borealis b. Sundevall, Cutrettola capo scuro. [Budytes borealis (Sund.); Cutrettola boreali |. Si distingue dalla .1/. flava negli individui tipici pei caratteri seguenti: ness/ni sopracciglio; testa di un grigio più cupo; regione auricolare molto cupa, quasi di un nero-lucido, cosi le redini e le penne davanti l'occhio; gastreo giallo per intero, compresa la gola mas. mi. in prim.). Colorito meno puro del maschio; testa di un cenerino-sudicio; redini e regione auricolare di un bruno-cenerognolo, misto a bianco sulla parte bassa; gola e davanti del collo di un bianco-gialletto, più bril- lante sul resto del gastreo ifemm. mi. in prim. . Dimensioni eguali a quelle della .1/. flava. Aitila le parli nordiche d'Europa dalla Scandinavia alla Siberia; migra d'au- tunno attraverso l'Europa meridionale, portandosi sino nell'Africa del Sud; gli individui che aiutano in Asia svernano nell'India, nel Burma e nella Malacca. 226'. Motacilla flava cinereocapilla (Savi), Cutrettola capo cenerino. \ Budytes cinereocapillus (Savi), B. viridis, (aia. •. Gm.) |. Si distingue dalla 1/ /'. borealis, negli individui tipici, pei seguenti caratteri: Guancie e gola bianche per intero; sopracciglio stretto, esteso o sul davanti o dietro l'occhio, di solilo non continuo e talora mancante del tutto. Parti superiori più chiare «he non india .1/. /'. borealis, del tono di colore della .1/. /luca o di poco più scure (mas. mi. in prim.). Eguale a quella della, .1/. flava, ma colla gola deci- samente bianca (femm. ad.). Eguali a quelli della .'/. flava, ma col sopracciglio niello largo e meno esteso e colla gola tinta di bianco, (die si stacca visibilmente dal colorilo più o meno gialletto del gastreo giov.). , f \/,,l„, ili,, rullìi,. (Imi. lui 1788). \ l I \\ i i ORNI rOLOGH 0 227 Dimensioni della M. flava. Unta i paesi bagnati dal Mediterraneo e talora si trova nell'Europa centrale ; sverna nella Senegambia. Distribuzione geografica in Italia ed osservazioni sulla flf. flava e forme affini. .1/. flava, Specii • -< >n i u 1 1< ' durante le epoche del passo, specialmente nel l'autunnale dall'agosto all'ottobre e meno nel marzo-aprile; nidifica' poco comui mente maggio nell'Italia superiore; sembra svernare in Sardegna {Lepori . M. /'. beema. Questa forma fu trovata ti a più «die altro nella provincia di Bari, da dove il De Romita ebbe i primi nell'aprile 1890; per quanto so, non fu trovata indi' Italia centrale e superiore, sempre parlando di individui tipici; io pure tengo quattro soggetti che snun riferibili a questa forma, che molto facilmente si può confondere colla M. flava. Fu presa anche a Tunisi dal Fraser e questo individuo è nel Museo Britannico. !/. /'. borealis. ('cune la 1/. flava, ma se non è confusa, sembra più si-arsa. specialmente nell'Italia superiore. Non è certo se nidifichi; in Puglia sarebbe più abbondante della M. /'. einereocapilla, ma meno della 1/. flava De Romita). \l. f. einereocapilla. Come la M. flava; nidifica però comunemente maggio nell'Italia superiore, specialmente nel Veneto, in Toscana ed in Sicilia. Non fui capace di distinguere i giovani della M. /'. borealis da quelli delle forme consimili, e mi pare che la descrizione che ne dà l" Sharpe ' sia ben poco differente da quella dei giovani della .1/. flava; la particolarità offerta più marcata sarebbe che la .1/. /". borealis ha il gastreo in gran pari'' fulvo-cenero gnolo, pallido o isabella profondo, biancastro sull'addome e sul sottocoda, mentre india .1/. flava il gastreo sarchile Manco-sudicio, gialletto sull'addome, biancastro sul sottocoda, mi semina perù che tali caratteri non siano abbastanza distinti. giacché si trovano giovani della .1/. flava coi caratteri stabiliti pella M. f. borealis. I giovani della .1/. flava e della M. /'. einereocapilla non sono sempre a prima vista distinguibili, però avrei osservato che in quelli di M. /'. einereocapilla la gola è bianca senxa sfumature gialle, il sopracciglio più stretto e meno puro di colore, in quelli di .1/. flava, anche se la gola è bianca, traluce qua e la. e special- mente sul mento e sui lati delia -ola, qualche indizio di giallo più o meno ma- nifesto; i giovani didla .1/. /'. beema, come dissi, sembrano eguali a quelli «lidia 1/. flava. In (pieste l'orme si trovano notevoli variazioni nei caratteri tipici dei ma- schi specialmente, che si risolvono più «die altro nelle colorazioni della testa; cosi osservai: .1/. flava. Maschio ad. in primavera. a) Mentd bianco ed il resto del gastreo giallo o mento e gastreo gialli - o mento ed una linea lungo le guancie bianchi ed il resto del gastreo giallo. I») Regione parotica cenerina, o con scarse tinti' bianche più o meno distinte india parte bassa, o con una fascia bianca che lambe le guancie; sicché abbiamo teste che presentano una. due o tre fascie, considerata la sopraccigliare sempre presente, quella che lambe le guancie e l'altra sulla parte bas^, , lolla regione parotici. (') Cui. Birda B. M. X, pag. :.l I | 1884 - 228 ati. \\ 1 1 orni roi ogii o .1/. /'. borealis. Maschio ad. in primavera. Sopracciglio nel massimo numero dei casi nullo od incompleto - gastreo giallo per intero, o cui mento bianco, o col mento e la -ola bianchi. l/. /'. cinereoeapilla. Maschio ad. in primavera. Sopracciglio, come dissi, variabile - gola bianca per intero; o solo nella parie alta, cioè sul mento e sulle guancie - regione parotica tinta di cenerino-nerastro o di cenerino-grigio. Oltre a ciò, si notano tinte a macchie più o meno nerastre complete, od in- complete e distinte, talora a semicerchio sui lati della gola e sul petto specialmente nella .1/. /'. borealis, il cenerino è in generale di vario tono, la tinta del gastreo tendente al giallo-canarino, od all'aranciato nei maschi; nelle femmine il bianco è lavato di giallo di vario tono ed intensità e così le colorazioni isabelline e ful- viccie, specialmente sul petto. Inoltre si trovano non pochi soggetti intermedi] sempre di primavera, che partecipano dei caratteri di due specie p. e. M. flava e .1/. f. borealis, M. /. borealis e -1/. /'. cinereoeapilla, M. flava e .1/. /'. cinereocapilla, ciò (die dà a sospettare che tali forme nidifichino in e pagnia e frammischiate pro- ducano ibridi, in fatto la. somiglianza in esse è talora estrema ed allora le diffe- renze si possono apprezzare solo nei maschi ad. in primavera, e beninteso quasi soltanto negli individui tipici. 227. Motacilla melanocephala, Lichtenstein ('), Outrettola capinera. I Budytes nigricapillus, Bp., B. melanocephalus (Lichtenstein . B. Feldeggi (Michah.) |. Simile alla M. /Inni, dalla quale è distinta pei seguenti caratteri: Testa, comprese le redini, la regione parotica e perioculare, i lati e la parte posteriore del collo di mi bel nero-lucido, talora misto ad olivastro; dorso di un verdastro-cupo sul centro delle penne; gastreo per intero di un giallo-canarino o col mento ed una linea lungo le guancie bianchi [mas. mi. in prim.). Cervice ne- rastra, mista a penne bruno-cenerognole; parti superiori oliva-brunastre, lavate di verde e di giallo sul groppone; guancie e mento bianchi, così la gola che è lavata di giallo-pallido; gastreo giallo-pallido e (Inaio, con qualche macchia nera sul petto, che si osserva talora anche ned maschio [femm. ad.). Somiglia a quello della M. /Ima, ma ha la testa più cupa e manca della lascia chiara sull'oc- chio {giov.). Dimensioni della .1/. flava. Abita l'Europa sud-orientale, sino all'Asia centrale; sverna nell'Africa e nel- l'India. In Italia <■ specie di passo, specialmente primaverile, nell'aprile e nel maggio, d'autunno è molto più rara.; si trova abbastanza facilmente nelle Puglie, poi in Liguria, in Toscana, in Sicilia ed a Malta, ma l'ebbi in primavera da tutte le Provincie, eccetto il Piemonte, e talora nel giugno, uno solo d'agosto. Però è in generale uccello scarso ed irregolare nelle sue comparse, eccetto in Puglia ove è abbastanza comune e di passo primaverile costante, ma non si vede d'autunno. Sembra nidificare indie Madonie, in Sicilia. i'j Motacilla melanm ■. jihiilu, l.ii-liiciistrin. Ver/. Donili, p. :sti L823 (fide Sharpi ; M. Feldeggi, Michahelleg, [sia. L830, p. Mi' (fide Salvatori). ATLANTE "UNI hiu >..|. .1 229 227". Motacilla melanocephala paradoxa C. L. I'.kkiim . Cutrettola capinera a sopraccigli bianchi. I Budytes paradoxus, C. 1.. Brehm.]. Differisce dal maschio di .1/. melanocephala per un largo sopracciglio bianco, clic si estende dalla base del becco sino sui lati della cervice; la parte anteriore della cervice è biancastra (mas. mi. in prim.). Dimensioni della .1/. melanocephala. Questa specie abita la Dalmazia, l'Ungheria, la Iiussia meridionale e la Crimea (Sharpe). In Italia comparve d'attorno a l'ari, il de Romita ne ebbe più volte di tipici e di non tipici, cioè col sopracciglio non completo; è molto difficile ad aversi e generalmente rara nelle Collezioni. 227 b. Motacilla melanocephala xanthophrys (Siiakm <'nt rettolo capinera « sopraccigli gialli. | Budytes xanthophrys, Su.]. Differisce dal maschio della .1/. melanocephala per avere un lungo sopracciglio giallo, che parte dalla base del becco e termina sui lati della cervice >nms. mi. in prim.). Dimensioni della .1/. melanocephala. Fu trovata in Dalmazia, nel Caucaso e nella Persia e, secondo Dresser, abita i paesi tra il Mar Nero e la Persia. Un esemplare colto presso Bari è nella Col- lezione del Prof, de Romita, egli ne avrebbe avuto altri ancora non tipici e perciò soggetti dubbi, due di essi sarebbero però tipici. Il Kolombatovich parla di .!/. melanocephalae colte a Spalato che avevano il sopracciglio giallo, soggetti forse riferibili a questa forma. Ho citato tutte le forme europee finora note del gei). Motacilla, seguendo le deduzioni che potei fare sul ricco materiale che ho a disposizione nella mia Raccolta e mi è sembrato opportuno mantenere quale specie la M. melanocephala, e non considerarla quale sottospecie della M. /loro, fatto seguito dagli Autori più accreditati. Riguardo alle due forme della M. mrhmoerphala, non sono lontano dal crederle aberrazioni e non vere sottospecie, ciò che sarebbe anche indicato dalla loro generale rarità: ed un esempio consimile lo troviamo nella M. /Ioni, che presenta individui a sopracciglio talora bianco e talora giallo. Del resto il ge- nere Motacilla in molti suoi tratti è ancora avvolto nel mistero e noto assai im- perfettamente. Nel Museo Nazionale di Budapest vi sono due esemplari che si ritengono di M. taivana (Swinhoe) e che sembrano uccisi in Ungheria presso il Lago di Va- lencze nel maggio 1893. L'Almàsy però dice che furono fatti da pelle e che per questo le penne della testa sono così arruffate, che non se ne può esattamente rilevare il colore, fatto contradetto da Madarasz, il quale assicura che furono uc- cisi dal Prof. Szikla e da lui stesso preparati. È specie asiatica, che mai comparve in Europa; la .1/. taivana ha la fronte grigia: il pileo è verdognolo, come il dorsi >. 230 ATI.AN II I IEK I [I 0 Genere ANTHUS. Bechstein. Ha i caratteri del genere Motaeilla. Tv' remigante primaria corta, ma in alcune specie lunga quanto le r esterne; le i" interne molto lunghe, talora più della 5" primaria; coda mediocre e legger mente forcuta; tarso scudettato sul (lavami, subeguale al dito mediano con un- ghia; diti piuttosto lunghi; unghie mediocri, quella del dito posteriore in certe specie è assai lunga. Piumaggio a macchio; penne della testa concolori con quelle del dorso, col centro scuro ed i margini pallidi; gastreo chiaro o fulviccio, più cupo sui fianchi; uniforme e senza macchie, o striato, o macchiato sui lati della gola, sul petto e sui fianchi, sempre nei giovani e spesso negli aduli i. Sono cosmopoliti, ma mancano nella Polinesia: se ne conoscono 40 specie, sono in parie granivori ed in parte insettivori; alcuno specie amano le pianure, altre i siti alberati. 228. Anthus trivialis (Linnaeus), Prispolone. , Anthus arboreus, Bkchstkin |. [Tav. XIX. lig. 2, e Tav. XLIX, lig. 35]. Parti superiori olivastro-chiare, col centro delle penne nerastro; gastreo ce- ciato, biancastro sul mento, sul centro dell'addome e sul sottocoda, più cupo sui fianchi; lati della gola e del gozzo e petto con numerose macchie disposte a striscie, che si fanno più rade e più strette sui fianchi; centro dell'addome e sottocoda immacolati: ali marginate di olivastro-bianchiccio, cuopritrici medie e grandi ter- minate di biancastro, che font/mio due bande trasversali sull'ala; timoniera esterna bianca, con ima striscia oblunga sul vessillo interno, che non giunge all'apice della penna; cuopritrici inferiori delle ali bianco-cenerognole, talora debolmente lavate di fulviccio; unghia del pollice fortemente curvata e più corta del dito stesso (ad. in prim.). Colorito più carico, anche sul gastreo; margini delle ali più larghi (ad. in aut. e giov.). Lunghezza totale 0,'M170; becco 0,m011; ala 0,m088; coda 0,n,065; tarso 0,m022; unghia del dito posteriore O."'00X; dito posteriore con unghia 0,'"0171. Varia considerevolmente nelle dimensioni, e va soggetto a varietà albine e melamene, ma quelle tutte nere o affatto bianche sono rare. Abita l'Europa centrale e settentrionale fino allo Jenissei, parzialmente ni- difica audio sugli alti monti dell'Europa meridionale: sverna in Africa e nell'India occidentale, ove si incontra coU'al'tine A. maculatus, Hodgson. In Italia è specie che nidifica in maggio sui monti delle provinole settentrionali; invece nelle me ridionali e nelle Isole è invernale; ma è specialmente uccello di passo in prima- vera od in autunno, piuttosto abbondante ed in alcune località comune. 229. Anthus Gustavi. Swinhoe, Prispolone ili Swirilioe. Parti superiori bruno-rossigne sul margine delle penne, col contro delle stesse I unno-nero ed il lato esterno di quelle del dorso e del mantello bianco; cuopritrici ATLANTE ORNI TOLOGICO -'.'<\ grandi e mediane nerastre, còri lai azio apicale di un bianco quasi puro, che forma due bande trasversali cospicue sulle ali; tinta chiara della coda fulviccio brunastra; gastreo bianco, lavalo di fulvo-acceso sulla bassa gola, sul petto e sui Manchi, e con strie nerastre larghe ed allungate sul petto e sui Manchi: remiganti i"' interne con larghi margini fulvo vivaci. Lunghezza letale 0,m145; becco 0,m01b; ala (V076; coda 0™057 ; tarso 0,m024 ; unghia del dito posteriore 0,'"0111. Abita tutte le regioni noni-orientali della Russia Europea, dal Pecciora alla Siberia fino al Kamciatka; sverna nelle Filippine, nel Borneo e nelle Molucche. I soggetti avuti dal Seebohm nel Pecciora furono descritti dal Dresser lsT."> come specie nuova, sotto il nome di A. Seebohmì [A. Ghustavì, Swinhoe (1863) (' . 230. Anthus pratensis (Linnaeus), Pispola. l'I'.u. XVIII, flg. 12 o 'I'av. XLIX; tig. 34]. Parti superiori nere nel centro delle penne, olivastro-chiare sul margine, tali cenrri mancatiti sul groppone e sul sopracoda, che sono di una tinta olivastra uni fonnr; cuopritrici alari mediane con larghi margini bianco-sùdici, che formano Piede ili .1. pvatenHs, gr. nat. Piede ili ./. trivialis, gr. uat. un'unica banda alare distinta: gastreo fulvo-roseo, più pallido sul centro dell'addome e sul sottocoda, queste parti, il centro del petto e la gola immacolate: lati della gola e davanti del petto con macchie triangolari brunastre, disposte a mezzaluna; fianchi con poche macchie brunastre, strette ed allungate; timoniere esterne come néH'A.tri- vialis; cuopritrici interiori delle ali ed ascellari brunastre, lavate di giallo-limone; unghia del dito posteriore più lunga del stesso <■ quasi diritta (mi. in prim.). l'arti su- periori di un bruno più olivastro: gastreo bianco leggermente ceciato, colle macchie sul davanti del petto più larghe ed estese: fianchi olivastri [ad. in (ini.,. Eguale al precedente: leggermente più cupo, avendo i centri delle penne delle parti su periori piti accentuati; parti inferiori più giallette, specialmente sul petto e sui fianchi (giov.). Il carattere delle cuopritrici superiori delle ali. dell'unica banda alare distinta, dell'unghia del dito posteriore e la statura minore rendono facilmente disi ima questa specie (hill'.l. tririnlis. Il l'r.izak cita (Journ. /'. Orn., p. 324, 1 >:< • un esemplare ili questa specie ohe tarebbi stato iiini.it,, ii, .ih, C;ilizin orientale dal collezionista Zadoroznj il IT ottobre 1894. 232 \ I I IMI, ORN n ii La Pispola va soggetta a varietà isabelline, albino e inelaniche, che non sono molto rare. Lunghezza totale 0,m150; becco i)."dll: ala n. 078; coda 0, 063; tarso 0,ID021; unghia del dito posteriore 0,m012; dito posteriore con unghia 0,m020. {èém ^ :c:ìÉk Groppone e sopraeoda ili I. pratensis, ingrandito. Groppone e sopraeoda di ./. cervinus, ingrandito. l'arte apicale di una lunga cnopritriee inferiore della coda ilcir.l. cervinus, ingrandita. Abita l'Europa centrale e settentrionale, sino alla Valle dell'Obi, nidifica anche nei paesi circummediterranei, ma vi è principalmente uccello invernale; sverna nell'Africa nord-orientale, nell'Asia minore ed in Palestina. È specie stazionaria in Italia: nidifica sugli alti monti e anche nelle paludi del Veneto nell'aprile e nel maggio, e talora anche nel luglio. Jla è più abbondante come uccello di passo ed invernale; giunge nell'ottobre e sverna tra noi, ripartendo nella prima quindicina ili aprile. 231. Anthus cervinus (Pallas), Pispola gola russa. | Ta\ . XIX, rig. 1 |. l'arti superiori cenerino-olivastre sui margini delle penne, e quasi biancastre su quelli del mantello, col centro delle stesse nerastro, i detti centri ben decisi anche sul groppone e sul sopraeoda; una l'ascia dal becco sopra l'occhio fino sui lati della nuca, guancie, mento, gola, lati del collo ed alto petto di un fulvo-rossigno-vivace, con macchie nerastre, più o meno numerose sui lati del petto e sulla parte bassa dello stesse: centro del petto, dell'addome e sottocoda bianco-ceciati, colle sotto- caudali più lunghe nerastre sul nutrii delle penne fino limisi all'apice; fianchi bian- co-ceciati, con strie centrali nerastre; una lascia bianco fulviccia, abbastanza 1. Gallinella d'a. . 2. Gallinella oltolino fà" ad.) fi. Voltolili schiribilla 1<>. Schiribilla a \ Il VNTI ORNITOLOGICO 233 distinta sulle ali, tonnata dagli apici delle inedie cuopritrici (mas. ad. in prim.). pracciglio ) >i 11 stretto; tinte fulvo-rossigne più pallide ed estese solo sul mento e sulla gola; davanti e Lati del petto con macchie nerastre, piuttosto numerose f< mm. ni/, in prim.). Si trovano in autunno dei maschi ad. simili alle femmine in abito di prima- vera, ma in generale essi d'autunno ed i giovani sono molto simili all'.l. pra- tensis adulte in autunno, e se ne distinguono: gli adulti, per i margini bian- castri sulle l'enne del mantello; inoltre essi ed i giovani hanno il sopracciglio più chiaro e più che altre il groppone ed il sopracoda con larghe macchie eentrali bruno-nerastre o nere e la tinta di tendo più grigiastra : i margini più Larghi e biancastri sulle penne alari; i centri neri più decisi sulla testa e sul dorso; Le macchie sulle parti inferiori e sui Banchi più numerose e più larghe, talora la gola Ita una tinta t'ulvieeia: inoltre le cuopritrici inferiori più lunghe della coda presentano una lai'ga macchia centrale nerastra lino all'apice delle penne. Anche VA. trivialis offre un accenno a tale carattere, ma e più un annerimento d'attorno allo stelo, che una macchia centrale, allungata, nerastra e decisa. Ad ogni modo le inni, in, centrali sul groppone e sul sopracoda, ed anche quelle sulle Lunghe cuopritrici inferiori della coda, distinguono a /intuì questa specie, in qualunque iiliito. dall'affine .1. pratensis. Lunghezza totale 0,m160; becco 0,n,011; ala 0,m090; coda 0,ra065; tarso 0,m021 ; unghia del dito posteriore 0,'"011; dito posteriore con unghia 0,m020. Questa specie abita i paesi compresi tra la Scandinavia ed il Kameiafka, giunge tino all'isola di Bering, nidificando nelle pei/ioni boreali d'Europa e d'Asia; sverna nella Cina, nelle Filippine, nel Borneo, nel Burina ed in Persia; manca nell'India ed, attraversando l' Europa, giunge d'inverno nell'Africa settentrionale, tino all'Abissinia. In Italia è specie di passo abbastanza frequente nelle Puglie ed in Sicilia: meno abbondante nell'Italia, superiore, la ebbi da tutte le nostre re -ioni in aprile, nel maggio, in settembre ed in ottobre. E strano che, nel Veneto almeno, gli Uccellatori distinguano con nome speciale questo uccello, tanto simile in alcuni abiti al precedente A. pratensis, ciò che è dovuto al suo canto affatto differente. E specie generalmente meno rara di quanto si erede: ma non fu osser vata nidificante tra noi. 232. Anthus pennsylvanicus (Latham), Spioncello americano. l'arti superiori Inaino cupi'. Leggermente olivastre, con centri scuri sulla testa e sul dorso; sopracciglio e gastreo vinati (di prima vera), o fulviccio-pallidi, od ocracei di vario tono, con striscio scure sui lati del collo, del petto e sui fianchi ; penna esterna della coda bianca, eccetto un tratto obliquo seuro sul vessillo interno, In penultima dello stesso colore, imi col tratto scuro più esteso nul. . Lunghezza totale 0,m165; becco 0™013; ala0,m084; coda 0, °076; tarso 0,lu023. (ili Autori Americani (l) considerano questo Spioncello «piale Intona specie sotto il nome di .1. pennsylvanicus (Lath.). (') ./. O. I . cinfh-i.isi. i" ed., pag. 289 (1895;. All'ini:' orniloloffico. 234 ATLANTE ORNITOLOGICO Rappresenta VA. spipoletta nella Regione Neartica- abita l'America settentrio- nale, nidificando nelle alte latitudini, sulle Montagne Rocciose e verso sud sino al Colorado; sverna nell'America centrale, dal Messico al Guatemala. Accidentale in Europa, fu preso due volte ad Helgoland nel novembre 1851 e nel maggio 1858. Le sue catture nelle Isole Britanniche meritane conferma, a quanto assicurano gli Autori Inglesi. 233. Anthus spipoletta i1 (Linnaeus), Spioncello. \ Anthus spinoletta (L.) |. [Tav. XIX, fig. 3, 4 e Tav. XI. IX. fig. olì J. Parti superiori di un cenerino-olivastro, lavato di brunastro sul dorso, col centro delle penne più cupo sulla testa, e specialmente sul dorso; largo sopracciglio bianco- roseo: guancie e gastreo di un rosa-pallido-immacolato; basso addome e sottocoda biancastri; fianchi con strie brunastre; tinta chiara delle timoniere esterne Manca, la seconda con ima macchia apicale e bislunga bianca; cuopritrici interiori delle ali bianco-grigie (ad. in prim.). Tinte delle parti superiori più olivastre; guancie e gastreo per intero di un bianco-sudicio, talora tinto ili gialletto sulla gola e sul petto, e con macchie brunastre, centrali sui lati della gola, sul davanti del collo e sul petto; sottocoda bianco-fulviccio ; tinta chiara delle timoniere esterne bianca [ad. in (t>il. e giov.). Lunghezza totale 0,'"170; becco 0,m014; ala 0,m085; coda 0,m065; tarso 0,m025. Le varietà albine di questa specie sono piuttosto rare. Abita i distretti montani dell'Europa centrale e meridionale e dell'Asia oc cidentale, verso est sino agli Aitai, alla Persia ed al Turchestan; sverna nel- l'Africa settentrionale. In Italia questa specie abita le Alpi, uve nidifica dal maggio al luglio e discende al piano nell'autunno; ma è di solito poco comune, discreta- mente più abbondante come uccello invernale e di passo, d'arrivo in fine di set- tembre e nell'ottobre e dalla 2a metà di marzo alla la di aprile; d'inverno ama le località acquitrinose. Il Prazak(-) ha distinto col nome di A. spipoletta Reichenowi lo .Spioncello dei Carpazi, che sarebbe di minore statura di quello delle Alpi, di tinte più cupe e coi piedi più chiari, se vivo o morto da poco. Anche l'Homeyer ha separato col nome di A. s. carpathìca lo Spioncello dei Carpazi polla schiena cenerognola e lo parti interiori di un bigio di lavagna, leggermente lavato di rossiccio. Ma tanto quella del Prazak, che questa dell'Homeyer non sono buone distinzioni. 233". Anthus spipoletta obscurus (Latiiam, Spioncello marino. Spioncello settentrionale ]. [ Tav. Xl\. fig. •". ]. Va distinto dalla specie precedente polla tinta generale più cupa; pella gola bianco sudicia; pel gastreo biancastro, con macchie fitte e centrali sulle penne; (') Linneo (Syst. Nat. I, pag. 161. 1758) per errori- scrisse spinoletta, invece 'li spipoletta, nomo italiano adoperato in parecchi luoghi per melatesi, invece ili rifinitila (.'etti, Vcc. Sani. p. 159) per indicare varie specie di Pispoli . Mai. zn ein. Ornis Ostgalizions, .Ianni, f. Ora. p. 326. 1897. ATLANTI OEN] I pella tinta chiara della timoniera esterna e 1" spazio apicale della 2' bruni di l'inni) in qualunque età, anziché bianchi; pelle cuopritrici inferiori delle ali 'li un gri- gio-fumo, leggermente lavato di oliva-gialletto ad. in prìm.). Gola lavata di uliva: gastreo oliva, con macchie centrali bruno-scure sul (lavami del collo e sul petto, e striscie dello stesso colore sui fianchi, bianco lavato di oliva-giallastro sull' addome e sul sottocoda; tinta chiara delle timoniere comi di primavera ad. in aut.). Abita l'Inghilterra e le coste occidentali e settentrionali della Francia, e si scosta raramente dalla spiaggia marina. 11 Wrighl a'ebbe uno a Malta nell'aprile lsiiT, fu preso a (ìenova nel marzo 1846, a Carmagnola Piemonte) nel settembre isso ed il Whilehead ne avrebbe ucciso uno in Corsica nel marzo 1883. Secondo Piede di A. Biehardi, ut. nat. Piede di A. campestri^, ut. nat. il Salvadori la presenza di questa specie in Italia deve essere meglio confermata e, secondo lui, l'esemplare di Carmagnola è un A. spipoletta. Io non ne ebbi mai; devo però dire che individui, avuti da Collettori Italiani sotto tal nome, erano appartenenti invece alla forma comune, e solo leggermente più scuri del tipo or- dinario: ad ogni modo, se è specie italiana, sarebbe di comparsa accidentale e rarissima. 233/'. Anthus obscurus rupestris (Nilsson), Spioncello inorino scandinavo. Gastreo vinato uniforme, senza macchie; nel resto simile al precedente {mi. in prìm.. (ili ad. in inverno sono simili a quelli dell'. I. obscurus. Abita le coste marine rocciose del Baltico e della Scandinavia, sino al Mar Bianco; è di passo regolare in Inghilterra, e può dirsi la forma Scandinava del- l'ai, s. obscurus. Alcuni Autori però non ammettono questa distinzione. 234. Anthus campestris (Linnaeus), Calandro. I Agrodroma campestris (L. J. [Tav. XIX, flg. 6]. Parti superiori grigio ceciate, col centro delle penne nerastro, groppone e sopracoda uniformi: redini, sopracciglio e gastreo di un ceeiato-vivace uniforme: pitia 236 IT] \MI ORNITOLOGICO uniforme; fianchi senza strisele; centro della gola pialletto, con qualche piccola tnac chia indistinta sui lati del petto, ed un mustacchio, o talora due brunastri sui lati della gola; ali nerastre, con margini ceciati, inolio larghi sulle cuopritrici e sulle remiganti 2' : le duo timoniere laterali bianco-ceciate, con un tratto scuro sul ves siilo interno ad ogni età (ad. in frinì.). Tinto più pallide; mustacchio quasi invisi bile; tinte ceciate dolio parti superiori più estese e più chiare {ad. in aut). Tutte le ponno delle parli superiori con margini visibili bianco fulvicci; mustacchio poco visibile, e sposso interrotto; gastreo più pallido; polio e davanti del collo con nu- merose macchiette triangolari, od allungate (giov.). Lunghezza totale 0,m170; becco i>;iii;.: ala 0/"091; onda 0,m075; tarso 0,m025; unghia del dito posteriore 0,m010 e leggermente ricurva: dito posteriore con unghia (I.-OIT. abita le località arido dell'Europa centrale e meridionale, verso est sino alla Palestina, all'Asia Minore, al Turchestan ed alla Siberia orientale; sverna india Senegambia, nel Damara, nell'Africa nord-orientale e nell'India nord-occidentale. In Italia è uccello principalmente di passo; comune nell'aprile e nel maggio e dall'agosto all'ottobre. Però nidifica ovunque, in località adatte, nel maggio e nel giugno; dicosi sverni in Sardegna. Non è però specie egualmente distribuita. 235. Anthus Richardi. Vieillot, < 'ala miro maggiore. | Agrodroma o Corydalla Richardi (Vieill.) |. | Ta\ . \IX. fig. 7 |. l'arti superiori nero-scure, col margine delle penne fulvo-cupo; un largo so- pracciglio ceciato- vivace ; redini ed una macchia davanti l'occhio ceciato-pallidi ; guancie bianco-rossiccie, con una linea distinta bruno nerastra, che ne limita il margine supcriore ed inferiore: un mustacchio bruno, dalla base del becco su ciascun lato del cullo; gastreo ceciato, vivace sul petto, che ha macchie triangolari estese anche sui Itili della gola; centro dell'addome pallido, più vivace sul sottocoda: ali bruno-nerastre, con larghi margini ed apici ceciati, qua e là pallidi; codacome nel precedente .1. campestris, ma più grande e colla tinta chiara di un bianco-puro; tarso mollo lungo; unghia del dito posteriore più lunga del dito stesso e poco al- enata (ad.), l'arti superiori con apici biancastri, tono di tinta più rossiccio sulla testa e più chiaro sul collo: margini dello cuopritrici alari di un bianco quasi puro: duo mustacchi ben distinti; sopracciglio, guancie e i-clini biancastri; ga atreo più biancastro, lavato di ceciato sul davanti del colie e sul petto, (dio sono coperti di macchie triangolari brunastre; fianchi con poche macchie centrali, allungate; unghia del dito posteriore eguale al dito stesse (giov.). Lunghezza totale 0,m195; becco o.'oir-: ala 0,m098; coda 0/"085; tarso 0,m031; unghia del dito posteriore 0,m020; dito posteriore con unghia 0,'n0326. \wita la Siberia orientale; sverna nella Cina, nell'India, nelle Molucehe, nel Burina e nell'Africa nord orientale, passando più o meno regolarmente per molti paesi d'Europa al tempo delle migrazioni. In Italia e specie piuttosto rara: ma .die giunge qua e là quasi tutti gli anni nel passo autunnale, fu prese dappertutto tranne in Sardegna. Nel Veneto capita, si può dire, .piasi regolarmente nel set- tembre e nell'ottobre, ma è raro: l'ebbi in dicembre dalle Puglie. Al i. \\ I E 01ÌN .OGII • • 23 i Sottordine OSCINES SCUTELLIPLANTARES Passeracei con protuberanze plantari. Becco siili (•unico, o sonile ed allungato, o curio, più o meno compresso, quasi diritto, o poco curvato; narici mule, o coperte di penne e di peli rivolti in avanti; ali di K> primarie, abbastanza appuntite e grandi, colle 2' interne più o menci ca denti e prolungate, l" remigante primaria corta, o molto corta e talora invisibile; tarso per intero scudettato tanto sul davanti, quanto all'indietro, con un solco prò fonilo lungo la parte laterale interna ed uno leggiero, o mancante sull'esterna; piedi i liocri; unghia del pollice eguale, o più lunga del dito stesso e ili solito diritta. Sono cosmopoliti e di solito migratori; hanno taglia piccola o mediocre; sono granivori e anche in parte insettivori : abitano i luoghi aperti : vivono e nidificano a terra; e non s'appollajono sugli alberi, che raramente. Una sola famiglia compone questo sottordine. Famiglia ALAUDIDAE, Alaudidi. Ila i caratteri ilei sottordine. La muta è semplice autunnale, e Tallito di primavera è rivestito per mudi ruptila; i sessi sono sempre simili ed i giovani differenti e macchiati, ma colla nutra autunnale divengono simili agli adulti. Si conoscono circa ottanta specie di Alaudidae, (piasi tutte confinate al .Mondo Antico. Genere ALAUDA. Linnaeus. Becco corto e sottile, alquanto conico, leggermente compresso sul margine, quasi diritto, colla, mandibola superiore non intaccata e leggermente arenata: narici basilari, ovali e nascoste da penne setolose, dirette in avanti; ali abbastanza lunghe, la 1° remigante primaria sempre più corta delle primarie cuopritrici, talora cortissima e quasi indistinta. :; la massima, la più lunga secondaria più interna più corta delle remiganti le; coda mediocre, leggermente smarginata; tarso poco più lungo del dito mediano con unghia, coperto di penne nella regione superiore ; unghie leggermente curvate e corte, eccetto quella del dito posteriore, (die è mollo allungata e quasi diritta. Nelle vere Alaudae le piume occipitali sono un po' allungate, ma non formano ciuffo: le tinte sulle parti superiori sono rossiccie o nerastre; la timoniera esterna e bianca, col bordo interno bruno. 238 ATLANTE ORNITOLOGICO Abitano le Regioni Paleartica, Orientale ed Etiopica; se ne stanno nei prati, nei luoghi coltivati o nelle località sabbiose ed aride, raramente si posano sugli alberi, alcune specie amano spolverarsi: senio gregarie d'autunno e d'inverno, e vivono appajate d'estate; sono insettivore, ma d'inverno granivore, alcune specie cantano melodiosamente, elevandosi a grandi altezze; nidificano a terra, deposi- tando da :; a 6 uova bianche o bln-verdast re-pallide, con macchiette più o meno numerose, brune di varia tinta e violetto grigie. Offrono il tatto di colori protet- tivi, analoghi all'ambiente, ove vivono. 236. Alauda arvensis, Linnaeuk, Lodola. [Tav. XIX, fig. 8, e Tav. XI. IX, lig. 28]. l'arti superiori di un bruno qua e là rossiccio, col centro delle penne nero, e molte di esse tinte di grigio sulla parte marginale; sopracciglio rossiccio; ga- streo bianco, lavato di fulvo-rossigno su] davanti del collo, sul petto e sui fianchi, con piccole macchie triangolari nerastre sui lati della taccia e della gola, più allungate e distinte sul collo e sul petto, ed a lunghe striscie sui fianchi; timoniera esterna bianca, eccetto una fascia obliqua sul vessillo interno, che giunge quasi all'apice, la 2:i bianca nel margine esterno (ad.). Parti superiori nerastre sul centro delle penne, rossigne sul bordo, con larghi margini apicali bianchi o bianco- ocracei; sopracciglio e gastreo candidi, con una larga banda scura sul collo e sul petto, formata dai centri delle penne brunastri, gli apici essendo rossicci, perciò la detta banda non è continua (tjiov.). Lunghezza totale da 0,'"1H0 a 0,m202; becco 0,'"011; ala da 0,'"095 a 0,'"115; coda da 0,'"060 a 0,'"075 ; tarso 0,'"024; unghia del dito posteriore da 0,'"010 a 0,m018. Abita l'Europa e la Regione Paleartica. In Italia è specie stazionaria ovunque; ma molto più abbondante, come uccello, di passo nell'ottobre, nel novembre e di marzo ed aprile, in alcuni anni il passaggio è straordinario. Nidifica dal marzo al luglio. Sverna ovunque, ma è molto più comune, come invernale, nelle parti centrali e meridionali e nelle Isole. Nelle serie italiane, che esaminai, ho trovato rappresentanti della forma senni, della rossastra e della così detta A. cantarella, Bp. L'Allodola stazionaria è certa- mente un uccello più rossiccio di colore e di statura maggiore (ala da 0,'"100 a 0,'"115), mentre quelle di passo sono più grigiastre e di statura minore (ala da 0,'"095 a 0,'"102); inoltre le Lodole delle parti meridionali e, specialmente quelle delle Puglie, hanno la tinta generale pili grigiastra (A. cantarella), gli esemplari delle forme scure e rossiccie vi si trovano in minore quantità. 'E si- curo chetali varietà nidificano assieme; anche come dimensioni si hanno nume- rose variazioni affatto indipendenti dalle località (cfr. .1. nana, Giglioli). Questa specie va soggetta a numerose varietà teratologiche e di tinta, riscon- trandosi non raramente l'albinismo, l'isabellismo ed il melanismo. Nella Campagna Romana specialmente, ma anche altrove, sembra vivere una singolare varietà della quale ebbi parecchi esemplari. Essi conservano il disegno normale, ma seno interamente di un castagno-rossiccio, coi soliti centri delle penne nerastri, la tinta di fondo volge alle volte leggermente al grigiastro, le parti, che di consueto sono immacolate sul gastreo, hanno la tinta anormale scura senza macchie. Sarebbe mi w il ORNITOLOGI! 0 239 un'anomalia analoga a quelle della Gallinago Sabinei Vìgors)e del Synoecus Lodoisiae Verreaux . Va soggetto a varietà albine, isabelline e melaniche. Abita l'Europa, non più al nord della Scandinavia meridionale, verso est si porta sino agli Urali; sverna nell'Europa meridionale, nell'Africa settentrionale e nella Palestina, nei quali paesi però anche nidifica. In Italia è specie stazio- naria e nidificante, specialmente sui monti; ma è molto più copiosa all'epoche del passo e più che altro nell'autunnale dalla 2" metà di ottobre alla 2" metà di novembre, il primaverile ha luogo nell'aprile; è uccello molto abbondante in Si- cilia ed in Sardegna, particolarmente come invernale t-t. (') Ibis, 1887, pag. 197. Ci La Lullula arborea Chetiteli, Piazak (Ora. Mulinisi*. L895, pag. ll.'Si. trovata in L'njilioria i('o- initiit.» '1Viiio.ii.ti, o l'ondata in di un esemplare sciupato e sbiadito, colto in ostato in terreni sabbiosi (Cfr. Sharpe, Bull. Jiril. Ora. Club, L897, pag. i2). 240 ATLANTE ORNITOLOGICO Genere GALERITA, Bons ('). Differisce dal gen. Alauda pei seguenti caratteri: Becco piuttosto allungato, compresso ed un po' curvato in basso; 1 remi- gante primaria bene sviluppala e subeguale, ma leggermente più corta delle l6 cuopritrici; coda mediocre, quasi quadrata; unghia del divo posteriore piuttosto debole, poco arcuata e poco più lunga del dito stesso. Ciuffo appuntito, conico ed incompleto ; timoniera esterna marginata esterna- mente
  • . La Cappellaccia va soggetta a numerose varietà, riguardo la statura e la tinta: come aberrazioni di colorito se ne trovano di affette di albinismo, di isa bellismo, di melanismo più o meno completo, ed anche di quelle co] becco eccezio nalinente lungo ed incrociato. Abita l'Europa centrale e meridionale: è rara nelle Isole Britanniche, seden- taria nella Scandinavia e nella Russia tino al 60°; sotto forme diverse abita l'area data pel genere, però le tinte variano e nei distretti sabbiosi diveng più ros- signe, il becco e la statura ingrandiscono, ma come dissi, tale genere e la sua Il Boie /'■■.. 1K2X. p. 231) i-i- errore scrisse Galeridu. 1. Corriere grosso (e? ad. in abito di primavera). 2. Corriere grosso (giov.). 3. Fratino. 4. Corriere piccolo (o" ad.). 5. Corriere piccolo (giov.). 6. Piviere tortolino (cf ad. in abito di primavera). 7. Piviere dorato (c? ad. in abito di primavera). 8. Piviere dorato (giov.). 9. Pivieressa (ad in abito di primavera). 10. Pi- vieressa (giov.). 11. Pavoncella (o" ad. in abito di primavera). 12. Pavoncella (giov.). 13. Voltapietre (ad. in abito di primavera). 14. Voltapietre (giov.). Citrico Iloepli, Editore, Milano. \ I I w I I ORNI rOLOGII 0 241 distribuzione sono ancora noti incompletamente. In Italia è specie comune e sta zionaria nelle parti centrali e meridionali <■ nel Veneto, altrove sembra più che altro estiva. Manca in Sardegna ed in Corsica e di solito non è molto abbondante. Nidifica dall'aprile .-il luglio, allevando duo o tre covate. Secondo il Giglioli l'I. undata del Risso sarebbe il giovane di questa specie. I n.i forma rossiccia della G. cristata, delia G. senegalensis o G. e. senegalensis (P. L. S. Moller), distinta per tinte più rossiccie e per le timoniere laterali fulvo rossiccie, fu indicala per le contrade eircummediterranee; si troverebbe in Un- gheria, in Dalmazia, nell'Abissinia, nel Senegal, nell'Asia minore enei Caucaso; il Sharpe però non la distingue, ina ne mette il nenie nella sinonimia della /,. cri staili, altri Autori, e tra questi il Madarasz, la considerano come specie distinta. Esemplari, che vidi, provenienti dalla Dalmazia erano evidentemente più rossicci degli ordinari Europei ed appartenenti, io credo, a questa, torma dio sembra ti" varsi nel Carso presso Fiume (Madarasz). 11 mio amico Prof. Brusina mi diceva, come egli considerava differente dalla G. e. senegalensis la forma di Cappellaccia cdie vive india Dalmazia, nella Croazia e india Slavonia e (die teneva in pronto una comunicazione in proposito, nella quale la distingueva col nome di G. e. balcanica. Secondo llariert (') le seguenti sarebbero le t'orine europee della Cappe] laccia : n Galerita distata cristata (L). Europa in generale. b) Galerita cristata senegalensis il'. L. S. Miiller). Senegambia, Hausa land, secondo Sharpe, Spagna meridionale e Marocco -■ : eguali dimensioni; però più n>>- siccia, più pallida e di un colorito simile alla sabbia; anche il becco è più grande, ma talora anche più piccolo. e) Galerita cristata theklae (C. L. Brehm). Molto piccola ed assai scura di colorilo: petto con strie nerastre larghe e numerose; questa, secondo lo Sharpe, è una buona specie; Spagna meridio- nale e Marocco; sembra spingersi sino a Tunisi (costa), secondo il Whitaker, ma certamente esse non sono tipiche, ma somiglianti alla G. cristata cristata. ili Galerita cristalli caucasica, Taczanowski, Caucaso. 11 Taczanowski (2) ha parlato di una varietà di G, instata, da lui trovata a Lagodechi nel Caucaso e che chiamò ). Differisce dal gen. Melanocorypha pel becco meno conico e meno grosso, colla mandibola inferiore leggermente volta all'in su; narici quasi del tutto coperte da piccole penne; remiganti primarie in numero di 9, mancando o essendo invisibile la prima spuria; coda leggermente forcuta; unghia del dito posteriore leggermente più curvata, meno forte e grossa; piedi e tarsi più sortili. Colore predominante delle due penne esterne della coda da ogni lato bianco, colla base delle stesse scura: cervice e parte delle cuopritrici alari di un rossiccio- brillante. Due specie compongono questo genere, l'ima è europea, l'altra della Siberia orientale. 242. Pterocorys sibirica (Gmelin), Lodala siberiana. | Melanocorypha sibirica (Gm.), Pallasia sibirica (Gm.)"]. Fronte e testa sino alla nuca di un rossiccio-rugginoso, col centro delle penne più scuro e l'apice più chiaro o bianchiccio; parti superiori con larghe strie centrali nerastre ed il margine brunastro-rossigno, qua e là lavato di rugginoso, molto intenso sulle lunghe cuopritrici della coda; cuopritrici alari piccole e l rossieeio- rugginose, le altre bruno-rossigno, biancastre all'apice ed esternamente: remiganti 26 esterne bianche nella metà apicale, nerastre nella basilare, il bianco delle remi- ganti i"1 eil il rugginoso delle piccole cuopritrici formano due spazi sull'ala: guancie e gastreo di un bianco lavato di fulviccio sui calzoni e sui fianchi, con macchiette bruno-nerastre sui lati della gola e sul petto, più rossiccie e più larghe sulla parte alta dei fianchi e più nerastre sulla, parte inferiore degli stessi ; timoniera esterna bianca, eccetto un tratto oblungo scuro alla base del vessillo interno, la 2" è bianca sul vessillo esterno ed all'apice dell'interno, nel resto scura {mas. ad.). Testa bru- nastro-cenerognola, lavata di rugginoso e col centro delle penne nero; colorito del gastreo meno puro, con le macchie più numerose e più decise (die nel ma- schio //' mm. mi e giov.). Lunghezza totale 0,' 185; becco 0,m013; ala 0,ml 14; coda 0,m070; tarso 0,m023; unghia del dito posteriore 0,'"012. (') Il genere Pallasia, Homeyek, is7:;. era stato prima usato in Entomologia e quindi adottai il nome ili Pterocorys, Stejnegek, 1884. \ [ i.a N ;\i rOLOOH 0 2 15 Abitala Russia centrale, estendendosi verso esl fino all'Asia centrale ed agli Aitai, e verso nord fino ad Omsk. Fu presa accidentalmente in Polonia, in G li/.ia. ad Helgolaml, uri lielgio, in Inghilterra; ed in Europa sverna nella Russia meridionale ed in Turchia. In Italia fu celia sette volte; cioè uel novembre 1869 a Trento e nell'ottobre l" bianca all'apice e sull'intero vessillo esterno (mas. ad.). Macchie sul gastreo più pie cole, e di un tono più rossiccio sulle parti superiori [femm. ad.). Più cupo sulle parti superiori, le cui penne sono bianche all'apice e (ulve sul margine; le mac- chie sul gastreo meno distinte Igiov.). 246 viiw citologico Lunghezza totale 0,m200; becco 0,'"017; ala 0,"' 130; coda 0,'"068 ; tarso 0,m028 ; unghia del dito posteriore 0,'"017. Varia molto nelle dimensioni e nell'intensità della tinta; oltre a ciò si no- lani' anomalie di colorito melamene, albine ed isabelline. Abita l'Europa meridionale e le regioni d'attorno al Mediterraneo, verso esl sino alla Persia ed all'Afganistan ; è rara nell'Europa centrale e nella settentrio- nale. In Italia è stazionaria ed abbondante sul versante Mediterraneo della parte centrale e nella meridionale, comprese le Isole; scarsa e di passo alquanto irre- golare nelle Marcile e nella Valle Padana, può dirsi accidentale nelle provincie nord-occidentali; nel Veneto capita quasi ogni anno in pochi esemplari nell'ottobre, nel novembre e durante l'inverno, sembra però stazionaria nell'Udinese; nidifica in aprile e nel maggio. Un'altra specie la M. bimaculata (Ménétriés) o Calandra orientale sarebbe Europea, mostrandosi nelle estreme regioni orientali (Caucaso), ma la cosa non è del tutto sicura; è distinta per la tinta generale più rossiccia, pel mantello più pallido, ma più che altro pel disegno e pel colore della coda, nella quale le timo- niere hanno una grande macchia apicale bianca sul vessillo interno, l'esterna non è del tutto bianca, ma somiglia alle altre ed è bianca soltanto sul vessillo esterno; lo Sharpe, a ragione, dice che la timoniera laterale della M. bimaculata assomiglia alla penultima della M. calandra. Probabilmente la M. bimaculata è una semplice sottospecie della M. calandra. Abita l'Africa nord-orientale sino alla Siria, l'Asia Minore, il Caucaso, la Persia sino all'Asia centrale; spingendosi a Irkutsk ed a Krasnojarsk, e verso sud all'Afganistan ed all'India nord-occiden- tale (Sharpe). b) Vinniaaifnt nero (maschio), fianchi striati di nero (femmina); remiganti _' esterne min terminate di bianco. 244. Melanocorypha yeltoniensis (Forster), Calandra nera. [Tav. XIX, fig. 12]. Tutto nero, con marginature fulviccie poco distinte sul dorso e sui fianchi; apice delle remiganti brunastro (mas. ad. in prim.). Tutte le penne nere, con mar- nini rossicci (mas. ad. in aut.). Parti superiori bruno- ocracee, col centro delle penne più scuro e macchiato di nero sulla cervice; redini e sopracciglio biancastri; ga- streo bianco, fulviccio sulla gola e più vivo sui fianchi; davanti del collo, petto e lati macchiati di nero in senso longitudinale o triangolare, le dette macchie più fitte e longitudinali sui fianchi; coda bruno-scura, coll'apice grigio e con margini rossicci e biancastri sulle laterali (femm. ad.). Lunghezza totale o,'"190; becco 0,n,016; ala 0,u,130; coda 0,'"071; tarso 0,m023; unghia del dito posteriore 0,'"01G. Abita l'Asia cenii ale; migra d'inverno nella Russia meridionale; accidental- mente venne presa nel Belgio (Dubois) e ad Helgoland (Gàtlce). Comparve una sol volta in Italia nel lso.s in Piemonte, l'esemplare non venne conservato, ma ne esiste un disegno del Bonelli (R. Museo ili Torini» che non fu mai pubblicato; un sog- getto, che dicesi collo nel 1868 presso Sarzana, proveniente dalla Raccolta Magni- ti riffi, è nel II. Museo di Roma. ■-> \ ri \vi I, ORNITOl OGH " 2 17 Genere 0T0C0RYS. Bonaparte. Becco piuttosto corto, appuntito, subconico, convesso superiormente, non in- taccato, colla mandibola inferiore arcuata all'in su; ali lunghe ed appuntite di 10 penne, la la primaria minima, spesso mancante, la 2:i la più lunga, la 4a più corta
  • ctt<>: sul sopracciglio due ciurt'etti di penne erigibili allungate nere; nuca bruno-vinata; dorso e groppone bruno-nerastri nel centro cU Ih -penne, bruno-rossigni sui lati ed all'apice, il rossigno più vivo sul groppone; cuopritrici alari terminate di biancastro; resto delle parti inferiori bianco-sudicio, coi fianchi lavati di bruno-rossigno e con strie centrali scure, indistinte sui medesimi; timoniere centrali bruno-vivaci, le altre nerastre, le due esterne marginate di biancastro (mas. ail. in prim.). Tinte più cupe; mancano i ciuffetti, ed il nero sulla testa é meno esteso (femin. ad.). Tinte più opache; il nero della testa marginato di gial- letto, quello del petto di bianchiccio; tinte gialle meno pure; il bianco del gastreo lavato di brunastro sull'alto petto (ad. in aut.). Parti superiori nerastre sul centro delle penne, col bordo brunastro, lavato di rossigno sulla nuca e sul sopracoda; coda come l'ad.; regione auricolare brunastra, lavata di rossiccio; sopracciglio grigio- rossigno; guancie e gola bianco-giallette, leggermente lavate di brunastro; sull'alto petto una macchia nera ristretta, coll'apice delle penne grigio-rossigno (giov.). Parti superiori bruno-nerastre, con macchie rotonde bianco-f'ulviccie. più o meno ocracee (giov. nel 1° abito). Lunghezza totale 0,'"1T5; becco 0™012; ala 0/"110; coda 0,'"0iis: tarso 0,m023; unghia del dito posteriore 0,'"01i'. Abita le regioni settentrionali d'Europa e d'Asia, sino al Mare di Ochotsk, la Groenlandia e l'America Artica: migrando verso sud nell'autunno. In Italia è specie 2 |S Ali. \\ I I. ORNI COLOGICO rara, di comparsa irregolare nell'autunno e nell'inverno; capita più sovente nel Veneto; fu colta parecchie volle in Liguria ed in Toscana ; una volta nel Napole- tano e nella Puglia (maggio)* 246. Otocorys penicillata (Gould), Lodo/a (/ola Umica orientale. Assomiglia alla 0. alpestrù; ma le parti superiori sono più pallide, unifonni sul ilorsi) o appena striate ili inni, le colorazioni gialle della testa quasi bianche; i ciuffetti laterali della, testa molto più lunghi; la linfa nera del petto assai più estesa ni unita u quella della regione auricolare. Dimensioni dell'O. alpestris. Abita la Bulgaria, la Bosnia e, secondo il Brusina, anche la Dalmazia, le parti sud orientali d'Europa e l'Asia minore sino agli Aitai ed al Nord della Cina; nel Tibet vive una forma più pallida, divisa sotto il nome di 0. longirostris, Moore. Questa specie non comparve mai in Italia. 247. Otocorys bilopha (Temminck), Lodola gola bianca algerina. l'arti superiori, coni prese lecuopritrici alari, di un isabella rossigno-vivace, conco- lore ril a ni fornir, tinto di vinato sulla cervice; remiganti bruno-scure, marginate di isa- bella-rossigno e sulla la remigante primaria di biancastro; coda come nell'c. alpe- stris, ma le timoniere centrali del colore delle parti superiori: fronte, sopracciglio, die continua fino sulla nuca, parte posteriore della regione auricolare, una fascia ni ili sutto della stessa e gola bilimbi : sul sopracciglio una fascia nera, che con- tinua sui lati della nuca in due ciuffetti lunghissimi; redini, penne sotto l'occhio, parte anteriore della regione auricolare ed una larga fascia semilunare sulla bassa gola e sul davanti del collo, neri; il nero della regione auricolare non unito a quello della gola e del collo; gastreo bianco, tinto di isabella-vinato sui fianchi: remiganti bruno-scure, marginate di isabella-rossigno, la la primaria biancastra sul bordo esterno (mi.). Lunghezza totale 0,m152; becco 0,'"012; ala 0,m096; coda 0,m061 ; tarso 0,m021 ; unghia del dito posteriore 0,"'0<>7.~>. Abita l'Arabia e l'Africa settentrionale; sembra di accidentale comparsa nel sud della Spagna. ' Genere AMMOMANES ('), Cabanis. Becco abbastanza forte, lungo e subconico; narici rotonde; ali abbastanza lunghe, la 1" remigaute primaria corta, ma molto più lunga delle cuopritrici, 2a più curia della IV, He la massima; coda piuttosto lunga e leggermente smarginala; tarso più lungo del dito mediano con unghia; unghie deboli, poco curvate e corte. eccetto quella del dito posteriore, che è lunga quanto il dito stesso. Tinte uniformi grigie più o meno rossiccie od isabelline. Somigliano alle Ca l'i Per le sottospecie del gen. .immolinone vedi Hartert, Voti. /•><>/., TV, ]>)>. L40-141, 1897. I'av. 32. 1. Beccaccia di mare (ad.)- 2. Beccaccia di mare (giov.). 3. Calidra (ad. in abito di primavera). 4. Calidra (giov.) 5. Piovanello maggiore (ad. in abito di primavera). 6. Piovanello maggiore (ad. in abito d'autunno). 7. Piovanello (ad. in abito di primavera). 8. Piovanello (giov.). 9. Piovanello pancia nera (ad. in abito di primavera). 10. Piovanello pancia nera (ad. in abito d'autunno). 11. Piovanello pancia nera (giov.). 12. Gam- becchio nano (ad. in abito di primavera). 13. Gambecchio nano (ad. in abito d'autunno). 14. Gambecchio (ad. in abito di primavera). 15. Gambecchio (ad. in abito d'autunno). 16. Gambecchio (giov.). Ulrico Hoepli, Editore, Milano. mi xml ORNITOLOGICO '-' l'( landrellae; hanno canto abbastanza melodico, ma monotono; abitano le regioni de- serte e sabbiose della Regione Paleartica meridionale, dell'Etiopica e dell'Orientale. 248. Ammomanes cinctura (Gould), Lodala del deserto minore. Colorito delle parti superiori rossiccio-cenerognolo, più vivace sul groppone, col centro delle penne scuro sulla testa e più deciso sulle cuopritrici alari; gola e guancie biancastro rossiccie, il resto del gastreo fulvo-isabellino, con piccole macchiette brunastre sul petto, rossigno-vivace uniforme sui lati e sui fianchi; remiganti rossiccio-vivaci, con margini più chiari sulle 26, le primarie con una grande macchia subapicale nerastra; timoniere di un rossiccio-isabclla-vivace. con una larga fascia subapicale nera, incompleta e solo estesa sul vessillo interno delle laterali; cuopritrici inferiori delle ali rossiccie (ad.). Lunghezza totale 0,m140; becco 0,'"010; ala 0,,n090; coda 0,n,060 ; tarso 0,n,020 ; unghia del dito posteriore 0,"'007:">. Proporzione dette remiganti: la primaria corta, di 0,'"0051 più corta della 2a, che è di poco più breve della 3a e della 4a, che sono le più lunghe. Abita l'Arabia, verso est sino alla Persia, l'Africa settentrionale e le isole del Capo Verde. In Italia è accidentale a Malta, ove venne trovata dal Wright nell'aprile 1867 (Coli. Dresser); sembra che un altro soggetto vi sia stato colto dallo Schembri, ma ciò non è sicuro. Una specie affine VA. deserti (Lichtenstein) o Lodola del deserto fu citata pella Spagna e pel Portogallo (Degland éb Gerbe), pella Grecia i Ti 'tinnititi ;e Von der Muhle) e pelle Cicladi (Erhardt), ma nessuna di tali notizie è sicura; il Cara l'elencò pella Sardegna su varietà isabelline dellM. arvensis (fide Salvadorii, il Wright per Malta su di un esemplare posseduto dallo Schembri e che, come dissi, facilmente apparteneva all' A. tintinni; sicché la Lodola del deserto è da escludersi per ora dalla lista Europea. Essa è di statura maggiore dell'ai, cinctura, ha le parti supe- riori brunastro-cenerognole, tinte di fulviccio-vinato, più vivace sul groppone; ga- streo bianco, tinto di rossiccio sull'addome e sui fianchi; la proporzione delle re- miganti è differente; le timoniere sono meno rossiccie e non hanno la banda nera subapicale; abita il Nord dell'Africa, la Nubia e l'Abissinia. Una specie del gen. Alaemon, Keyserling & Blasius, VA. alaudipes (Desf.), com- parve più volte nei Cataloghi Europei, ma le notizie sono malsicure per ammet- terla; abita i distretti sabbiosi dell'Africa settentrionale e dell'Asia occidentale; fu citata peli' Andalusia [Schlegel), pella Francia meridionale (Degland & Gerbe, Bar- thelemy-Lapommeraye), pella Grecia (Von der Miihle e Lindermayer), per Candia (Cabanis) pella Sicilia e pella Provenza (Malherbe); ma prima ancora il Bonaparte ed il Temminck la dissero colta in Sicilia, cosa negata recisamente dal Benoit e dal Doderlein. Genere CHERSOPHILUS, Sharpe. Becco lungo quanto, e più della testa, sottile, curvato e discretamente forte, tanto alto che largo all'altezza delle narici; narici ovali; la remigante primaria corta, meno di metà del tarso e più lunga delle 1" cuopritrici; coda discretamente Atlante ornitologico. 32 250 ATI. \MT. OKN1TOLOGICO lunga e quasi quadrata ; unghie corte e leggermente curvati', forti ed ottuse, quella del dito posteriore subeguale al dito stesso. Abitano le località sabbiose e deserte; cantano poco melodiosamente; le uova sono bianco-sudicie, macchiate a vario disegno di bruno. Una sola specie, con una sottospecie compongono questo genere. 249. Chersophilus Duponti (Vieillot . Lodola del Thvpont. Parti superiori bruno-rossiccie o biancastre sul margine delle penne, col centro delle stesse nerastro, quelle della cervice di egual disegno, col margine bianchiccio, che forma una stria longitudinale sul centro della testa; redini e stretto soprac- ciglio bianco-rossicci; una stria scura sui lati della gola, che parte dalla base del becco: gola bianco-pura; gastreo isabella-rossiccio-immacolato sull'addome e sul sottocoda, con piccole macchiette brunastre sulla bassa gola e sul petto, queste macchiette poco distinte sui fianchi; timoniere, le due centrali bruno- rossiccie, col centro delle penne nerastro, le laterali bruno-scure, col margine più chiaro, la la- terale bianca, con uno spazio obliquo scuro alla base del vessillo interno, la pe- nultima col solo bordo biancastro (ad.). Parti superiori con margini isabella-chiari: le macchie sulle parti inferiori più cospicue, basso addome e sottocoda lavati di gialletto {gioì:). Lunghezza totale 0,'"188; becco 0,'"025; ala 0,m100; coda0,"071; tarso 0,n'0i':!: unghia del dito posteriore 0,'"0096. Abita il Sahara Algerino ed il sud della Spagna. Venne citata pella Spagna anzitutto dal Degland & Gerbe e tale notizia è esatta, ma non sembrano del pari attendibili quelle riguardanti la sua comparsa nella Francia meridionale (Degland & Gerbé), nella Provenza (Roux) (sebbene non è certo che la A In min ferruginea del Roux sia la presente specie), nella Grecia (Voti der Muhle) ed in Sicilia (Malherbe). Il Giglioli possiede un soggetto, che sarebbe stato ucciso nel novembre 1900 a Piombino in Toscana (B. Museo ili Firenze). Una forma simile vive nel Portogallo lungo la riva del Tago ; essa fu distinta dal Bocage sotto il nome di C. Duponti var. lusitanica, è più piccola del C. Du- ponti, di tinta grigiastra sulle parti superiori; penne del dorso e cuopritrici alari con larghi margini bianchi; petto, gola e fianchi con grandi e fitte striscie bruno- nerastre. Lunghezza totale 0,™139; becco 0,'"021; ala 0,m097; coda 0,'"060; tarso 0,m027; unghia del dito posteriore 0,'"0090. Sezione OSCINES CONIROSTRES - Passeracei conirostri. Becco più corto della testa, conico, talora un po' compresso, alle volte intac- cato; narici più o meno coperte di piume setolose e corte, dirette in avanti; ali mediocri, un po' allungate, colla 1" remigante primaria sempre una delle più lunghe e rarissimamente spuria; piedi, di solito, abbastanza robusti. Sono piccoli uccelletti, o di mole relativamente piccola; granivori o baccivori, ma si nutrono anche d'insetti, specialmente durante l'epoca nella quale allevano vii \sn ORNITOLOGICO 251 i pulcini; sono in gran parte migratori e cosmopoliti; amano i boschi e le località alberate e nidificano in gran parte sugli alberi, tra i quali vivono. Una famiglia con quattro sottofamiglie sono rappresentate in Europa. Fami.; lia FR1NGILLIDAE, Fringillidi. Becco più o meno del tutto conico, forte, più corto della testa, più o meno convesso e talora così contratto, che i margini sono in parte concavi, questi sono interi o intaccati e le mascelle diritte o incrociate; talora vi sono setole alla base del becco e qualche volta anche molto sviluppate: narici esposte, o coperte di ciuffi di penne rivolte in avanti; ali variabili, di solito lunghe ed appuntite, di 9 primarie distintamente visibili; coda pure variabile, sempre di 12 penne: piede Oscino, tarso nudo, abbastanza robusto, scudettato sul davanti, lamellato sui lati e posteriormente, ove forma un margine tagliente; dito esterno unito alla base col- l'interno. Questa famiglia, composta di 500 specie, è cosmopolita, però manca nella Regione Australiana, ove è surrogata da quella alfine dei Plocenli l'itu-tnliir . Hanno muta autunnale semplice, l'abito primaverile è assunto per muta ruptila e per un rinforzamento nell'intensità del colore; i giovani sono più macchiati e più striati dell'adulto, ma mutano tale abito tosto nel primo autunno; sono granivori, ma si nutrono anche di semi, di frutta e di sostanze vegetali molli di vario genere, come pure nutrono sempre la prole d'insetti; vivono a coppie, e si riuniscono in grandi stuoli al tempo delle migrazioni o nell'inverno; di solito sono migratori; il canto in alcune specie è melodioso; nel gran numero dei casi, se le tinte sono poco brillanti, allora i sessi sono quasi eguali od eguali, se le tinte sono vivaci, i sessi si presentano differenti; costruiscono i loro nidi, di solito poco eleganti, sugli alberi tra i quali vivono. Quattro sottofamiglie sono rappresentate in Europa; ho seguito la classifica- zione ed i caratteri dati dallo Sharpe, aggiungendo la sottofamiglia Loxiihae. Sotti (Famiglia KMBERIZINAE, Kinl» rlxini. Ossa nasali non sporte al di là della linea anteriore dell'orbita: margini ta- glienti della mandibola non contermini, ma che lasciano un'apertura distinta sul margine del becco chiuso, angolo della mandibola al mento molto acuto e marcato; in molti generi osservasi sul palato una protuberanza dura, cornea, saliente e più o meno convessa. Questa sottofamiglia è largamente distribuita nell'America settentrionale e meridionale e nel Mondo Antico; manca nella Malesia, nell'Oceania e nell'Au- stralia. 252 ATLANTE ORNITOLOGICO Genere CALCARIUS, Bechsteix. Becco duro, conico, rigonfio all' indietro, mediocre, con la mandibola superiore a spigolo un po' concavo, alta quanto l'inferiore e non più larga della stessa, coi bordi di entrambe fortemente rientranti e quelli dell'inferiore sinuati; palato senza tubercolo rilevato; narici basilari, ovali, « '■ poste molto vicine allo spigolo del becco, a metà nascoste da piccole penne ; ali mediocri, appuntite, la (l) e 2a primarie le più lunghe, 4:i assai più lunga della 5a ; coda piuttosto lunga e leggermente forcuta; tarso lungo circa quanto il dito mediano con unghia, scudettato sul da- Cranio di Emìeriea. a) visto dal disopra. rt b) visto lateralmente Cranio di Pringilla. a) visto dal disopra b) visto lateralmente. (da Sharpe). Cranio di Cocoothraustes. u) visto dal disopra. b) visto lateralmente. vanti e coperto sui lati da una lamina, che nella parte posteriore forma un margine tagliente; unghie dei diti anteriori corte e leggermente curvate, la posteriore quasi diritta e più lunga del dito stesso. I sessi sono differenti inter se, gli adulti hanno un collare nucale ed i giovani somigliano alle femmine d'autunno; il piumaggio è scuro e piuttosto molle; una sola specie abita l'Europa. Si conoscono tre specie di questo genere, che abitano le parti boreali del- l'Europa, dell'Asia e dell'America. Camminano come le Allodole e non saltellano come i veri Zigoli, e come quelle cantano abbastanza melodiosamente, innalzan- dosi nell'aria; hanno più abitudini terrestri che arboree; si nutrono di grani, di semi e talora anche d'insetti; il loro nido è rozzo e depositano uova di un bianco- sudicio, macchiate di lilla e di bruno- rossiccio. (') Secondo alcuni Autori esisterebbe una penna spuria all'atto piccolissima, che io non ho notato, quindi per la 1" primaria s' intende la normale 2a. \ 1 1 INTE ORNITOI ouico 253 250. Calcarius lapponicus Linnaeus . Zigote di Lapponia. [ Plectrophanes lapponicus L.)]. [ Tav. 20, lig. 3 ]. Remiganti secondarie sempre scure; code .-rum, colla timoniera esterna in .\. Parti superiori nere, con larghi margini apicali bianchi o bianco- rossigni; sopracciglio ceciato-rossigno ; collare poco appaiente e largamente margi- nato di biancastro; fascie nere dei fianchi marginate di rossiccio [mas. ad. in aut.). Mancano le tinte nere della testa ed il collare è quasi invisibile, macchiato di nero e terminato di rossigno; gola e lati della testa di un fulvo-opaco, con macchie nerastre; petto nero, rossigno all'apice delle penne; margini del dorso, delle ali e della coda più larghi e bruno-rossicci Ifemm. ad.). Più opaco di tinta; collare mancante del tutto e cosi le tinte nere (giov.). Lunghezza totale 0,'"150; becco 0,'n009; ala 0,'"096; coda 0,'"060; tarso 0,ra021; dito posteriore 0,'"012, unghia dello stesso 0,'"019. Abita le parti boreali d'Europa, d'Asia e d'America; sverna in Asia sino al 30° di N. lat., nella Cina e in America sino al Kansas ed al Colorado; e mentre le sue apparizioni non sono regolari nell'Europa centrale, si può dire accidentale al di qua delle Alpi. In Italia è specie di comparsa irregolare nel Veneto e credo anche nel resto delle parti settentrionali (Lombardia e Piemonte), accidentale altrove; comparve in Liguria, in Toscana e nelle Marche, da dove ne ebbi uno nel maggio 1883. Dall'Italia superiore in 11' anni ne raccolsi trenta esemplari presi nell'au- tunno e nell'inverno, cioè da novembre a febbraio. Genere PLECTROPHENAX ('), Stejneger. Simile al precedente, ma distinto pei seguenti caratteri: Mandibola superiore con lo spigolo convesso, e più stretta dell'inferiore, coi bordi di entrambe fortemente rientranti; narici quasi del tutto coperte di penne, base del becco fittamente piumata; ali lunghe, che giungono quasi all'apice della coda; coda moderata; unghia del dito anteriore alquanto lunga e curvata, quella del posteriore curvata ed eguale o subeguale al dito stesso. (') Siccome tanto il nome di l'Icctrophanes, Meyer (1810), quanto quello di Ciìdrophantx, Kaup 1 1 s Lì 0 furono adoperati invariabilmente pello Zigolo di Lapponia e pello Zigolo della neve, mentre questi due Zigoti meritano rango specifico distinto, cosi adottai il nome di Plectrophenax proposto dallo Stejneger (1882) pello Zigolo della neve. Gray poi dico che 1" Emberiza nivali* servì a Linneo di tipo del gen. Emberisa, quando scrisse il suo classico Syttema Naturae, ed intatti essa porta il N. 1 tra le Emberitae (ci'r. Linnaeus, Syil. Nat., 1, pag. 176, 1758;. 254 atlanti: ohm i<>i <> <.!.■■■ Piumaggio molle, pallido, bianco e nero negli adulti ; due specie compongono questo genere, una delle quali, il P. hyperboreus, Ridgway, si trova solo nell'Alaska e nelle regioni boreali d'America. 251. Plectrophenax nivalis (Ltnnaeus), Zigolo dilla neve, [ Plectrophanes nivalis (L.), Calcarius nivalis (L.)]. [Tav. 20, tig. 4 e 5]. Remiganti secondarie bianche del tutto (ad.) od alla base soltanto (giov.); sei delle timoniere centrali nere, marginate anche all'apice ili bianco, le tre esterne da ogni lato bianche, con ano spazio nero all'apice del vessillo estinto: unghia del dito posteriore al- lungata, annata, subeguale al dito stesso. Dorso, scapolari e groppone nero-lucidi; ala bastarda, grandi cuopritrici delle ali e remiganti 2° interne nere; le le nere, col terzo dalla base bianco; timoniere nere, col margine e l'apice biancastri; le tre esterne bianche, con una piccola mac- chia nerastra sul vessillo esterno; testa e tutto il resto di un bianco-niveo {mas. ad. in prim.). Testa lavata di rugginoso; tinte nere terminate di grigiastro; cuopritrici alari bruno-nerastre, terminate di bianco; sopracciglio e gastreo di un bianco-sudicio {fé in ai. mi. in prim.). Testa tutt'attorno rugginosa, sopracciglio bianco; penne del dorso e del groppone nere e bianche, più o meno rugginose sul margine ed all'apice; ga- streo bianco, con una fascia rugginosa da una spalla all'altra, non sempre presente; il grande spazio bianco sull'ala lavato di rugginoso {ad. in aut.). Testa nerastra alla base delle penne, fortemente lavata di rossigno all'apice; sopracciglio rossastro indistinto; parti superiori nere sul centro delle penne, con larghe marginature rossiccie; tinte chiare della coda lavate di rossiccio; regione auricolare rossigno- vivace ; gastreo di egual colore sulla fascia del petto, sulla gola e sui fianchi, bian- castro nel basso petto e sul centro dell'addome; cuopritrici nerastre, terminate largamente di bianco, alcune delle medie 2e bianche, con una macchia scura al- l'apice (giov.). Lunghezza totale 0,'"170; becco 0,'"010; ala 0,'"109; coda 0,m063; tarso 0,,n022; dito posteriore 0,'"019, unghia dello stesso 0,'"018. È specie piuttosto variabile di colorito, ma sempre riconoscibile pelle remi- ganti 2e bianche del tutto (ad.), o solo alla base (giov.). Va raramente soggetta al- l'albinismo. Abita le parti Artiche d'Europa, d'Asia e d'America; migrando d'autunno verso il sud sino alle regioni Mediterranee d'ambo i lati ed alle Azzorre, al Tur- chestan, alla Cina settentrionale ed alla Georgia. In Italia è specie di comparsa irregolare; giunge più facilmente (piando il freddo è intenso, ma è piuttosto rara principalmente nelle provincie meridionali, fu perù presa un po' ovunque, eccetto in Sardegna (') edin Corsica. Ne ebbi anche d'estate cioè, uno nell'agosto 1884 e (') Nello Bcorso autunno (1SI01) due esemplari dello Zigolo della neve sarebbero stati comperati sul mercato di Cagliari l'uno dal Bonomi, l'altro dal Meloni. Furono colti alle reti nel piauo di San Sperato presso Cagliari in due successivi giorni e, per l'interessamento del Prof. Mazza, vennero ceduti al E. Museo Zoologico di quella cilta, ove la specie non era rappresentata da alcun esemplare (Monomi, I'., in KW.). ATLANTE Ol;\ .U" 255 due nel maggio dal Piemonte (Moncenisio e dal Veneto (Alpi). Nidifica nella Scozia e nelle terre Artiche, e gli asserti circa la sua riproduzione in regioni meridionali devono riferirsi alla Montifringilla nivalis (Linnaeus . Il P. hyperboreus tu citato dal (ìould sull'autorità del Temminck, come colto in Islanda, ma la notizia non venne confermata. Genere MILIARIA, C. L. Bbehm. Distinto dal gen. Calcarius pei seguenti caratteri: Becco grosso, piuttosto curvato all'in su nella mandibola inferiore, specialmente sulla gonide, mandibola superiore un po' meno alta dell'inferiore, coi bordi di en- trambe fortemente rientranti; palato fornito di un tubercolo molto sviluppato; ali acute, piuttosto corte e poco appuntite; coda mediocre e leggermente forcuta; tarso di solito più corto del dito mediano con unghia. Tinte terree; sessi simili; piumaggio rado; statura abbastanza elevata. La specie di questo genere e degli affini (Emberizae, lùtspixae, etc.) abitano i boschi ed i giardini o i distretti aridi o quelli paludosi ed hanno abitudini ar- boree; non camminano come le specie dei due generi precedenti, ma saltellano; le uova variano nella tinta di fondo dal bianco-rossiccio al bianco-grigio, al grigio- fulvo, con macchie di differente forma brunastre, o talvolta con lineette tortuose scure. 252. Miliaria calandra (Linnaeus) ('), Strillozzo. | Miliaria europaea, Sw., M. projer (P. L. S. Miii.i..)]. [Tav. XX, tìg. 6 e Tav. XLIX. Hg. SO]. Penne delle parti superiori (pigio-olivastre, con una macchia centrale nerastra, meno distinta sul groppone: parti inferiori bianco-ceciate, con macchie nerastre triangolari, scarse sulla gola e più numerose sul petto e sul davanti del collo, al- lungate e numerose sui fianchi; ali e coda nerastre unicolori, con margini lionato- ceciati, qua e là olivastri {ad. in prim.). Tinta marginale chiara delle parti supe- riori più pallida, sicché la nera appare più distinta: il ceciato del gastreo tende al gialletto-fulvo; le macchie della gola sono più distinte (ad. in aiit. e giov.). Lunghezza totale da 0,m180 a 0,,n200; becco 0,'"014; ala da 0,'"088 a 0,m100; coda da 0,n,072 a 0,m079; tarso 0/"026. Questa specie varia assai nelle dimensioni da individuo a individuo, e non sono rare le anomalie di colorito, specialmente quelle albine. Abita l'Europa, più che altro le parti centrali e meridionali, l'Africa settentrio- nale e le Canarie, estendendosi verso est sino al Caucaso ed al Turchestan; sembra che quelli che abitano le regioni orientali siano di tinta più pallida degli occidentali. In Italia è uccello sedentario, comune e molto abbondante, non pochi migrano (') Emberiza calandra, Linnaeus, 8ytt. Sai., I. pag. 176 ( 1 T ."i H ; E. miliaria, Linnaeus, Sytt. Xat., I, pag. 308 (1766J. 256 ATI. \ N I i ORNI COLOGH 0 nell'autunno dalle provincie settentrionali. 11 passo ha luogo dal settembre al no- vembre e nell'aprile. Nidificano d'aprile e di maggio. Genere EUSPIZA, Bonapaete. Becco allungato, compresso verso l'apice, elevato a commessura obliqua, rigonfio al di sopra delle narici; palato liscio o poco convesso; narici in gran parte esposte ali piuttosto corte; coda grande, ampia, unicolore, appena forcuta; unghie me- diocri, poco curvate, quella del posteriore più corta del dito stesso. Sessi differenti, giovani simili all'abito della femmina adulta. Parecchie specie compongono questo genere, due delle quali nidificano nel- l'Europa e due nella regione Neartica settentrionale. 253. Euspiza melanocephala (Scopoli), Zigolo capinero. [Passerina melanocephala (Scop. |. [Tav. XX, fig. 7]. Testa e regione parotica di un nero-puro, talora con margini cenerognoli, spe- cialmente d'autunno; parti superiori di un marrone-chiaro, colle penne terminate di cenerognolo, che si fa aranciato sul basso dorso, sul groppone e sul sopracoda; intero gastreo ed una fascia sui lati del collo, che sale fino alla nuca, di un giaUo- canarino-vivace, con una macchia sui lati del petto ed i fianchi di un castagno- marrone /mi forme e ne n\ a strie scure; ali nerastre, con larghi margini bianco-bru- nastri (mas. ad.). Testa bruna, con strie nere; dorso e groppone di un castagno-pallido e uniforme, seminascosto dagli apici cenerognoli delle penne; cuopritrici superiori della coda lavate di gialletto, le inferiori gialle; gastreo bianchiccio, isabellino- gialletto sull'addome (femm. ad. e giov.). Lunghezza totale 0,m180; becco 0,"'0ir>; ala 0,'"100; coda 0,'"078; tarso 0,m022. Abita l'Europa sud-orientale, la Germania meridionale e la Francia meridio- nale; si spinge verso ovest sino all'India nord-occidentale e centrale, ove anche sverna. In Italia è specie estiva e non molto rara in alcune località del litorale Adria- tico presso Ancona, nel Barese e nel Veneto (Verona e Friuli), capita sovente nel Nizzardo e nella Liguria, comparve anche in Sicilia e nel Piemonte; ma è sempre uccello piuttosto raro. È estivo e comune in Dalmazia e nell'Istria. Nidifica nel maggio; ed in passato era più frequente nei luoghi suddetti del versante Adria- tico, almeno pel Veneto. 254. Euspiza aureola (Pallas), Zigolo dal collare. L Passerina aureola Hall.)]. Testa e parti superiori di un marrone-intenso, col centro delle penne del dorso nero ed il margine cenerognolo; sopracciglio cenerognolo-scuro indistinto; fronte,lati della faccia, regione auricolare, mento e gola nere; resto del gastreo giallo-vivace, con una stretta fascia marrone da una spalla all'altra; basso addome e sottocoda biancastri; fianchi striati di nerastro-rossigno; piccole cuopritrici delle ali grigio- Tav. 33. 1. Combattente (cf ad. in abito di primavera). 2. Combattente ($). 3. Piro-piro piccolo. 4. Piro-piro culbianco. 5. Piro-piro boschereccio (ad. in abito di primavera). 6. Piro-piro boschereccio (ad. in abito d'autunno). Pettegola (ad. in abito di primavera). 8. Pettegola (ad. in abito d'autunno). 9. Totano moro (ad. in abito li primavera). 10. Pantana (ad. in abito di primavera). 11. Pantana (ad. in abito d'autunno). Ulrico Hoepli, Editore, Milano. vii. \s 1 1 OENl i n '• 257 nerastre, le lucilie bianche, che t'ormano une spazio distintissimo sull'ala (mas. ad.). Parti superiori bruno-grigiastre, con strie nerastre sul centro delle penne, testa con una fascia centrale, longitudinale bruno-pallida e leggermente fulviccia; gastreo gialliccio-biancastro sulle guancie, sulla gola, sull'addome e sul sottocoda: [ietto e fianchi con strie numerose longitudinali n< rastre; cuopritrici alari mediane nerastre, terminate di bianco, che forma una fascia sull'ulti (femm. ad. e yiov.). Lunghezza totale 0,'"150; becco u.'iMO; ala 0,'"080; coda 0,m055; tarso 0,""021. Abita la Russia settentrionale verso est sino al Kamciatka; sverna nella Cina, neh" Imalaia e nell'India nord-occidentale, arrivando talora nell'Europa sud-orientale. In Italia è specie affatto accidentale, presa almeno sette od otto volte, cioè uno venne colto nel 1846 presso Brescia (Lanfossì), un secondo in Li- guria [Museo Civico ili (lenoni), due nel Nizzardo e sono i tipi AéH'Emberiza Selysi, Verany (uno di essi, maschio semi-ad., è nel R. Museo di Firenze), uno a Sarzana in Liguria nel novembre 1878 {Coli. Magni-Griflì, sarebbe ora nel R. Museo di Roma colla data 1878, Spezia; probabilmente è lo stesso esemplare), il sesto nell'ot- tobre 1894 sul Padovano (mia Collezione), il settimo nel settembre 1898 presso Ro- vereto (Museo Civico di Rovereto), poi il Sig. Vallon mi diceva di possedere un giovane di questa specie comprato sul mercato di Udine nel settembre 1901, e finalmente anch'io ebbi recentemente un giovane individuo colto alle reti nel novembre 1901 sul Padovano e gentilmente favoritomi dal Nob. Signor Eugenio Crema. 255. Euspiza luteola (Sparrman , Zigolo dalla testa aranciata. Cervice e nuca giallo-aranciate; dorso e groppone oliva-gialli, colle penne del dorso nerastre sulla linea centrale; redini, regione oftalmica ed auricolare, gola e davanti del collo di un giallo-castagno; resto delle parti inferiori di un giallo- vivace; ali e coda bruno-cupe, con margini bianco-isabellini (mas. ad. in prim.). Le tinte brillanti sono più opache pei margini cenerognoli; il gastreo è legger- mente tinto di cenerino (mas. ad. in aut). Parti superiori cenerino-brune, con una linea nerastra sulla parte mediana delle penne; groppone uniforme scuro-gialliccio, giallo nella parte nascosta dalle penne; redini e lati della testa di un bianco- grigio-sudicio; regione auricolare bruno-pallida; parti inferiori di un grigio-rossiccio uniforme, leggermente tinte di gialletto sul basso addome e sul sottocoda (femm. ad.). Lunghezza totale 0,'n154; becco 0,'"014; ala 0,m087; coda 0,'"072; tarso 0,m021. Abita il Transcaspio, il Turchestan, l'Afganistan; sverna nelle pianure del- l'India. Come uccello accidentale, fu preso verso nord sino in Siberia, verso sud sino al Golfo Persiano; comparve due volte ad Helgoland, cioè nel giugno 1860 e un secondo parecchi anni dopo di settembre. Il Prof. Martorelli ( ' I ha recente- mente illustrato un individuo di questa specie, che sarebbe stato preso nell'ot- tobre 1896 a Dervio (Como) dal signor Andreani. Genere EMBERIZA, Linnakus. Ha i caratteri dei generi precedenti e specialmente del gen. Calcarius, ne è distinto pei seguenti: ' i dvicula, VI. pag. 132 (1901;. Atlante ornitologico. . 33 ATLANTE ORNITOLOGICO Margini taglienti delle due mascelle meno rientranti; becco appuntito, colla gonide subeguale al dito posteriore; palato munito di tubercolo; ali piuttosto corte; coda lunga, ampia, poco forcuta e di solito con tinte chiare; unghie dei diti an- teriori curvate, e quella del posteriore più corta del dito stesso. Testa gialla, piccole cuopritrici delle ali bruno-rossiccie, marginate di verde- giallo onas.); testa gialla alla base delle penne che è in parte o del tutto nascosta, piccole cuopritrici alari bruno-rossiccie, con margini giallo-olivastri (femm.); grop- pone castagno. Sessi di solito distinti, giovani eguali alle femmine. Questo genere comprende una trentina di specie che abitano la Regione Pa- leartica, l'Indiana e l'Etiopica, mancano nella sottoregione Indo-Malese e nella Regione Australiana. 256. Emberiza chrysophrys, Pallas, Zigote dal sopracciglio giallo. Cervice e lati della testa neri, con una fascia centrale bianca sul centro della testa; un sopracciglio giallo-limone largo ed esteso; dorso nerastro sul centro delle penne, bruno-rossiccio sul margine; groppone colla tinta rossiccia più accentuata; due bande biancastre sull'ala, formate dagli apici delle cuopritrici medie e grandi; lati del collo bianchi, con poche macchiette brune, poco accentuate; gastreo bianco, sulla parte laterale della gola un mustacchio nero; petto bianco-sudicio, con strie allungate, centrali, nerastre, che formano uno spazio irregolare sulla sua parte anteriore; le stesse più estese, più numerose e più larghe ed a forma di strie sui fianchi, il cui fondo di tinta è fulviccio (mas. ad.). Come il maschio, ma con tinte più rossiccie sul dorso e sul groppone e col nero della testa tendente al brunastro; le macchie delle parti inferiori più numerose e quelle del petto lanceolate ed estese anche in parte sulla gola (femm. ad.). Lunghezza totale 0,'"139; becco 0,m011; ala0;"080; coda 0,'"063; tarso 0,'"019. Abita la Siberia orientale, la Cina settentrionale e la Dauria, ove questa specie venne scoperta dal Pallas. Si ammette tra gli uccelli d'Europa sulla fede di un soggetto preso a Lilla e conservato nel Museo di quella città (Degland), e di un secondo ucciso nella pri- mavera del 1863 nel Lussemburgo (De la Fontaine). 257. Emberiza citrinella, Linnaeus, Zigote giallo. [Tav. XX, fig. S o 9 e Tav. XLIX, tig. 51]. Testa gialla; piccole cuopritrici delle ali bruno-rossìccie, marginate di verde-giallo (mas.); testa gialla alla base delle penne, che è in parie a del tutto nascosta, piccole cuopritrici alari bruno-rossiccie, con margini giallo-olivastri (femm.); groppone castagno. Testa di un giallo-canarino nella metà basilare delle penne, olivastra sui lati, nera nel centro della parte apicale; scapolari, dorso e cuopritrici alari rossigno- nocciola sui lati, nere nel centro delle penne ; groppone e sopracoda neri sullo stelo, castagni nel resto, terminati di bianco-cenerognolo; gastreo giallo, verde-oliva sul davanti e sui lati del collo, con macchiette nerastre allungate sulla gola, nerastre lavate di rossiccio sul petto e sui fianchi (mas. ad. in aut.). Tinte olivastre scom- \ 1 I \\ i 1 ORNITOLOGICO 259 parse, sicché il giallo è brillante sulla testa, sulla gola e sul gastreo: gola imma- colata, con due mustacchi di un castagno-chiaro sui lati; petto e lati con strie di un castagno imi fornir, fianchi con strie nerastre lungo h stelo delU penne mas. ad. in priin.ì. Tinte più opache del maschio in autunno, lavate di verde-olivastro anche alla base delle penne; groppone marrone-fulvo, nero sul centro, cenerognolo sul mar- gine delle prini, friinii. mi.,. \ -invaili assomigliano alle femmine, ma il gastreo è fittamente striato per lungo; groppone come Ir femmine ìt/ior.). Lunghezza totale 0,'"180; becco 0,m011; ala 0,m090; coda 0,'"074; tarso 0,m020. Questa specie va soggetta a numerose varietà albine, ma gli individui del tutto bianchi sono rari. Col nome di E. citrinella var. Brehmi, l'I lunieyer distinse gli individui di questa specie che presentano macchiette rosse come a mustacchio sui lati della gola, essi sono individui adulti e nulla più e si prendono indiffe- rentemente nelle varie regioni abitate dall'i?, citrinella. Invece VE. citrinella Mo- lessoni, Zarudny avrebbe la gola per intero rossa, la testa come i vecchi masi .-hi di E. leucoeephala, soltanto le parti bianche sarebbero rimpiazzate da un giallo- brillante. Individui di questa forma, che abiterebbe la Siberia occidentale, furono presi a Orenburgo nel maggio 1887 e nel maggio 1891 (vecchio stile) etc. Za- rudny dice che questa varietà è connessa con la E. e. Brehmi, e che indiche- rebbe come abbia esistito una prima forma atavica di E. citrinella strettamente affine aìl'E. leucoeephala ('). Abita l'Europa fino all'Obi ed allo Jenissei; spingendosi verso sud al Turche- stan, alla Persia ed all'Asia Minore. In Italia è specie invernale, molto abbondante nelle provincie settentrionali e centrali; è rara nelle meridionali, manca in Sar- degna ed in Corsica; d'estate è comune sui monti delle parti settentrionali e del Trentino, ove nidifica da aprile a giugno; il passo ha luogo nell'ottobre e dalla metà di marzo a quella di aprile, ed in generale è copioso. 258. Emberiza cirlus, Linxaeus, Zigolo nero. [Tav. XX, ti<;. 10 e Tav. XLIX, fig. 52]. Piccole cuopritrid alari oliva-verdognole; groppone verde-olivastro. Redini, sopracciglio, che termina sui lati della nuca, ed una fascia a mezzaluna, che parte dalla mandibola inferiore e passa sotto l'occhio, gialli; testa nera sul centro delle penne, olivastra sui lati ; dorso nero, col margine castagno-vivace; groppone e sopracoda verde-olivastri; piccole cuopritrid oliva-verdognole; gola ed una fascia sotto la regione auricolare nere; parte bassa della gola e lati del collo di un giallo-vivace: petto olivastro nel centro, castagno in basso e sui lati: fianchi oliva-gialli, con strie più cupe; resto del gastreo giallo; sottocoda biancastro mas. mi. in prim.). Tinto di verde-oliva sulle parti superiori ; colorazioni nere della testa con margini oliva-gialli; orli gialletti sul castagno del petto [mas. mi. in aut.). Eguale alla fem- mina della E. citrinella, ma più piccola; groppone e piccole cuopritrid alari di un verde-olivastro: base delle penne della testa nerastra e non gialla, sicché manca del tutto il giallo sulla stessa; tinta gialla del gastreo più debole (femm. ad.). Simili a quelli di E. citrinella, ma tosto distinti dalle tinte del groppone e delle piccole (') Cfr. Pophaiu, H. L., Birds of the Yenisei River, Ibis, July 1901, pp. 453-454. 260 ATLANTE ORNITOLOGICO cuopritrici alari di un verde-olivastro (giov.). I giovani poco diversificano nel fondo di tinta dalle femmine, solo le macchie sul gastreo sono più allargate e più fitte; sicché il colorito oliva-giallognolo è meno appariscente, superiormente il giallo-zolfino, che invade qua e là il piumaggio, non è presente nei giovani, lo sostituisce un gialletto slavato e tinto di fulvo-marrone pure sbiadito; deboli tinte giallette sulla faccia inferiore delle ali e sul sottocoda; cuopritrici superiori della coda olivastre. Lunghezza totale 0,'"165; becco 0,'"011; ala 0,'"080; codaO,m068; tarso 0,m019. Abita le parti occidentali dell'Europa centrale e meridionale, portandosi verso est sino in Crimea e all'Asia Minore; nidifica anche nell'Africa settentrionale, ma vi è più specialmente uccello invernale. Comune e stazionario in Italia; nidifica sui monti nel maggio e nel giugno, sarebbe invernale nelle Puglie; non è però egualmente distribuito e sembra raro nel Trentino, ciò che mi pare strano, essendo comune nel Veronese. Molti giungono nel nord d'autunno e vanno a svernare nelle Provincie meridionali e nelle Isole. 259. Emberiza hortulana. Linnaeus, Ortolano. [Tav. XX, tìg. 11, 12 e Tav. XL1X, tig. 53]. Testa oliva-verdastra; dorso nero sul centro delle penne, bruno-rossiccio sul margine; groppone e sopracoda di un fulvo-rossiccio quasi uniforme, col centro delle penne leggermente più scuro; gola, guancie, penne ciliari e ascellari giallo- limone, guancie divise dalla gola da due mustacchi oliva verdastri; sul gozzo una fascia larga gialliccio-verdastra ; resto del gastreo fulvo-rossiccio, tinto di giallo sul basso addome, petto, fianchi <■ iati senza striseie; ali nerastre, coi margini bianco- fulvicci; la timoniera esterna bianca, eccetto un tratto obliquo nella metà basilare, la 2il bianca nella metà apicale (mas. a. Questa specie va soggetta a varietà melaniche e isabelline, quelle albine sono molto più rare. Abita l'Europa sino al Circolo Artico, ma è accidentale nelle Isole Britanniche; si estende verso est sino all'Asia centrale ed agli Aitai, abita pure l'Asia Minore, il Turchestan e la Persia; a quel che pare, sverna nell'Africa settentrionale e nord-occidentale e nell'India nord-occidentale, però nidifica anche in Africa. In Italia è specie estiva, particolarmente nelle parti settentrionali e centrali, sverna in Sicilia e forse nelle provincie meridionali ; è però molto più abbondante all'e- poche del passo e più che altro in quello autunnale, giunge nel maggio e parte in ottobre; sarebbe raro in Sardegna e non fu trovato finora in Corsica. Nidifica in maggio e nel giugno. \ I I wi'K ORNITI ILOGK 0 261 260. Emberiza Buchanani. Blyth, Ortolano dui collo grigio. Cervice e nuca di un grigio-cenerino, con una stria centrale scura, indistinta e stretta nel mezzo delle penne; redini e mento di un bianco-cenerino; parti superiori bruno-cenerognole con una stria nerastra sul eentro delle penne del dorso; guancie, cuopritrici auricolari, lati della taccia e dell'alto petto cenerini; gola e resto del ga- streo di un castagno pallido, s< n ut strie e con margini indistinti grigiastri; lati del corpo e fianehi brunastri; addome castagno-pallido, bianchiccio sulle cuopritrici inferiori laterali della coda (mas. ad. in prim.). Eguale al maschio, tinte più pallide; regione auricolare bruna e non grigia; gastreo di un castagno-vinato-pallido, eolle penne marginate di grigio-cenerino e la parte anteriore del petto con strette strie scure (friinn. ad. in jirim. i. Gola biancastra; tinte generali rese più pallide dai margini grigio-cenerini (ad. in uni.). Lunghezza totale 0,m164; becco 0,'"011: ala 0,mO88; coda 0,ra073; tarso 0,'"019. Abita il Caucaso, spingendosi verso est sino alla Persia ed all'Afganistan; sverna nei piani dell'India. 261. Emberiza caesia, Cretzschmar (J), Ortolano grigio. Testa e collo per intero, e ima larga banda sull'alto petto di un cenerino-bluastro; redini, una fascia dall'occhio attraverso la fronte, gola, mento ed un mustacchio, che sui lati del collo s'interna nella tinta cenerina, di un castagno-pallido; dorso nero nel centro delle penne, bruno-rossastro sul margine; groppone e sopracoda di un rossigDO-bruno uni forme e coi centri appena leggermente più scuri ; resto del gastreo di un fulvo-rossigno-carico; ali nerastre, marginate di nocciola-chiaro, che forma una larga fascia alare trasversale all'apice delle cuopritrici mediane (mas. ad.). Come il maschio; testa, collo e petto di una tinta più cupa e col centro delle penue nerastro; gola castagno-pallida, con macchiette nere, che sui lati for- mano due mustacchi indistinti; tinte fulve del gastreo più pallide, con strie nera- stre indistinte sui fianchi (femm. mi. e (fior.). Lunghezza totale 0,'"150; becco 0,'"010; ala 0,,n086; coda 0,'"070; tarso 0,'"019. Abita l'Europa sud-orientale, giungendo accidentalmente nella sud-occidentale, l'Asia Minore e la Palestina; migra d'inverno nell'Africa nord-orientale. È specie accidentale in Italia; capita più spesso e non molto raramente nel Nizzardo (Giglioli), fu presa parecchie volte in Liguria, due volte nelle Marche, forse in Sicilia e due esemplari, colti presso Venezia nel marzo 1895, sono nella mia Rac- colta. È specie certamente molto rara da noi. 262. Emberiza eia, Linnaeus, Zigolo maciullo. [Tay. XXI, fig. 1, 2 o TAV. XL1X, H^. 54]. Piccole cuopritrici alari lavagna-bluastre. Vertice cenerino-rossiccio, nero nel centro delle penne, limitato sui due lati da due strie nero-brune, poco distinte; largo sopracciglio cenerognolo-biancastro; una (') Emberiza caesia, Cretzschmar in Btippel, Aliti», p. 17, tav. X, lig. li (1826). 2P>2 ATLANTE ORNITOLOGICO fascia stretta, a guisa di mustacchio, circonda le guancie e la regione auricolare e s'unisce nella sua porzione posteriore ad un'altra, che parte dal becco ed attra- versa l'occhio, oltrepassandolo; guancie, regione auricolare, gola e gozzo di un cenerino leggermente lavato di brunastro; nuca e dorso neri nel centro delle penne, di un marrone-castagno sul margine; groppone rossiccio rivo-uniforme, più pallido e con stretti centri nerastri sul sopracoda; resto del gastreo rossiccio- chiaro, biancastro lungo la linea centrale, con strette strie nerastre indistinte sui fianchi; grandi e medie cuopritrici alari terminate di bianco, a forma di due bande alari (mas. ad. in a ut.). Vertice nel suo centro fino alla nuca di un grigio-bluastro-puro; le fascie nere molto più distinte e di un nero-puro; tinte ce- nerognole di un bluastro-puro, tutto il piumaggio più vivace (mas. ad. in prim.). Come il maschio, ma di tinta più dilavata; testa più giallastra col cenerino na- scosto ed esteso solo alla base delle penne; le fascie sulla testa poco distinte e parzialmente interrotte; tinta cenerina sui lati della testa e della gola coll'apice delle penne rossiccio-brunastro (femm. ad.). Come la femmina, ma colla tinta ancor più dilavata, fascie nere interrotte ed indistinte; gola e lati del collo cenerognolo- rossicci, con poche macchiette triangolari brunastre; lati del petto, petto e fianchi di un castagno-pallido, con strie centrali scure allungate (gior.). Lunghezza totale 0,m170; becco 0,"'011; ala 0,m084; coda 0,'"075; tarso 0,'"019. Le varietà albine ed isabelline di questa specie sono piuttosto rare. Abita l'Europa centrale e specialmente la meridionale, l'Asia Minore e la Palestina; sverna nell'Africa settentrionale. In Italia è specie abbastanza comune, specialmente all'epoche del passo e nell'inverno; è rara nelle parti meridionali e nelle Isole. Nidifica sulle Alpi e sugli Appennini in maggio e nel giugno. 263. Emberiza leucocephala. S. Gmelin, Zigolo gola rossa. [Tav. XXI. fig. 5]. Testa con una fascia bianca centrale o la base nascosta delle penne bianca; basso dorso e groppone castagni. Una fascia bianca sul eentro della festa; fronte e lati della cervice nerastri; redini, sopracciglio, regione oftalmica, mento, gola e lati del collo castagni; una fascia bianco-brunastra parte dal becco e copre la regione auricolare; sotto la gola un mezzocollare bianco; dorso nero nel centro delle penne, bajo-chiaro sul mar- gine; groppone e sopracoda di un rosso-castagno-vivace; ali in gran parte marginate di nocciola; petto castagno-chiaro; fianchi bruno-rossicci; addome bianco (mas. ad. in prim.). Fascia bianca della testa ridotta alla base delle penne e indistinta, perchè nascosta dagli apici delle stesse; mancano le tinte castagne sulla testa e sulla gola: groppone castagno-pallido, con margini bianchicci; gastreo bianco, con macchiette nerastre sul centro della gola e sui lati, qui come a forma di due mustacchi, no- tatisi macchie anche sul petto, le cui penne hanno la base castagno-rossiccia, più larghe le dette macchie e marginate di rossiccio sui fianchi; resto del gastreo bianco- grigio, col centro delle penne nero femm. ad.). Fascia bianca sulla testa tinta di grigio; castagno della gola e del petto con marginature biancastre o giallette; nerastro della fronte più puro (mas. ad. d'ani). Come il maschio d'autunno, ma il bianco sulla testa è solo esteso alla parte basale delle penne e nascosto; gola Ili \MI "KMTOI.OGICO 263 bianca, con macchiette brunastre e con due Larghi mustacchi sui lati della stessa; regione parotica e mento rosso castagni, coll'apice delle penne bianco-cenerino giov.). Lunghezza totale 0, 180; becco 0,'"011: ala 0,m092; coda 0,'"07>; tarso 0,m021. Abita la Siberia orientale; sverna nell'India e nelle regioni orientali d'Europa, mostrandosi accidentalmente nelle parti sud-occidentali. È uccello piuttosto raro in Italia e di comparsa irregolare, più tacile ad aversi di primavera, che di au- tunno o d'inverno; capita più frequentemente nel Veneto e nelle Provincie set- tentrionali, in Liguria ed in Toscana, fu preso una volta nelle Puglie, ma non comparve più al sud. UE. pitkyornis, Gm., citata da parecchi Autori Italiani, è riferibile a questa specie. 264. Emberiza rustica, P.u.i.as, Zino/o boschereccio. Piccole cuopritrici ola ri castagne (mas. ad.), o brune (ferrini, ad.) o castagne, marginate di fui vo-rossigno (giov. ; cuopritrici auricolari brunastre, non castagne: fianchi e petto con larghe strie centrali castagne o bruno-rossiccie. Testa e guancie nere; una fascia indistinta, bianco-grigia nel mezzo del pileo; un collare, tutt'attorno al collo, castagno; un largo ed esteso sopracciglio, gola e centro del gastreo bianchi; dorso rosso-castagno, col centro delle penne nero; groppone rosso-castagno, coll'apice delle penne bianchiccio; lati del petto e fianchi con numerose e larghe strie centrali castagne; ali attraversate da due bande bian- castre, formate dagli apici delle cuopritrici medie e grandi (mas. ad. in prim.). Tinte nere e castagne della testa e del collo in parte nascoste dai margini fulvo-ce- nerognoli; sopracciglio tinto di fulviccio; le due bande alari meno distinte e tinte di fulviccio (mas. cui. in aut.). Bruno-cupa, con strie longitudinali nerastre; testa eguale al dorso; groppone tinto di rossiccio; gastreo bianco-fulviccio, isabella sulla gola; alto petto e fianchi con numerose striscie longitudinali bruno-rossiccie (femm. ad.). Distinti da quelli di E. schoeniclus per una stria poco visibile biancastra sul centro della testa, pel tono di tinta più rossiccio anche sulle strie dei fianchi; esiste lo spazio castagno sulla nuca, ma è lavato di fulviccio (giov.). Lunghezza totale 0,'"145; becco 0,'"010; ala 0,m073; codaO,m060; tarso 0,m018. Questa specie va soggetta a varietà albine ed isabelline, io ne ebbi una del tutto bianca. Abita l'Europa nord-orientale e l'Asia settentrionale, è accidentale nell'Europa occidentale; sverna nella Cina e nell'India. In Italia è specie di comparsa irre- golare e piuttosto rara nell'autunno; fu colta più spesso nel Veneto ed in Liguria, poi nel Trentino, in Piemonte, in Lombardia, nel Romano e nelle Puglie. Questa è la specie chiamata dal Calvi e da altri Autori Italiani E. lesbia, Temminck (nec Gmelin). 265. Emberiza pusilla, Pallas, Zigolo minore. Cuopritrici auricolari castagne; piccole cuopritrici alari bruno-uni fornii, o {argomenti marginate e terminate ili fulvo-gialletto, col centro 'bile penne più scuro. Centra ili Ila arricc castagno-rinato, ani mia banda nera su ciascun lata; sopracciglio. 264 ATLANTI'. OliNITOl.OOICO redini, regione auricolare e mento ili un castagno-vinato; dorso grigio-rossiccio, con una stria centrale nera sulle penne; groppone grigio-rossiccio; gasi reo bianchiccio, con strie nere longitudinali sulla bassa gola, sul collo, sul petto e sui fianchi; due mu- stacchi scuri sui lati della gola {mas. ad. in prim.). Più rossigno, specialmente sulla testa e sui margini delle ali e della coda: gastreo tinto di fulviccio sul petto e sui fianchi, e eolle strie meno accentuate (mas. ad. d'aut.). Come il maschio, ma di tinte più pallide (femm. ad.). Cervice, lati della stessa e parti superiori bruno-castagne, con strie centrali nerastre e bruno-fulve lungo il centro della testa: gastreo per intero bianco, fulviccio sulla gola e sul petto, che sono fittamente macchiati di nero; fianchi tinti di fulvo, e con strie longitudinali nerastre (giov.). Lunghezza totale 0,ra135; becco 0,"'009; ala 0,'"070; coda 0,'"056: tarso 0™018. Questa specie va soggetta a varietà di colorito, che sono perù rare, un po' meno quelle albine. L'È. pusilla e VE. rustica si confondono facilmente cogli individui di piccola statura dell'I?, schoeniclus, non però nell'abito di maschio ad. L'È. pusilla ne è sempre distinta pelle piccole cuopritriei superiori delle ali brune o brune mar- ginate di fulviccio, mentre nell'i?, schoeniclus esse sono castagne o castagne colla base nerastra; VE. rustica è sempre riconoscibile pella tinta di fondo del groppone castagna con o senza margini, mentre nell'UE, schoeniclus essa è grigio-cenerognola, inoltre VE. rustica ha tinte castagne, più o meno accentuate a seconda dell'età, sulla nuca ed in forma di strie sui fianchi. L'È. pusilla abita l'Europa nord-orientale e l'intera Siberia; sverna nella Cina, nell'India, nell'Asia Minore e nella Siria; è accidentale nell'Europa occidentale. In Italia è specie di comparsa irregolare e piuttosto rara al tempo dei passi e specialmente nell'autunno; fu colta nel Nizzardo, in Liguria, nel Veneto ed in Lom- bardia, poi nel Piemonte, nel Trentino, nel Romano e nelle Puglie. Le notizie della sua nidificazione in Liguria (Duraxxo) e dell'essere uccello estivo nel Modenese (Do- derlein) sono inesatte. L'È. Duraxxi (parti)») del Bonaparte è da riferirsi a questa specie, e cosi gli individui citati sotto tal nome pel Veronese dal Perini. 266. Emberiza schoeniclus, Lixxaei rs, Migliarino di padule. [Tav. XXI, iig. 3, 4 e Tav. XLIX, tìg. 55]. Cuopritriei auricolari nere o nere con margini castagni (maschio) o castagne per intero, o castagne colla base più cupa e iterasi ni (femm.); piccole cuopritriei delle ali castagne uni formi (ad.) o castagne, marginate ili rossiccio (giov. . Testa, lati della faccia e per intero la regione parotica di un nero-cupo; uno spazio bianco sul collo, che si unisce alla tinta bianca dei lati dello stesso for- mando un collare; un largo mustacchio bianco parte dalla base della mandibola inferiore e borda il nero del mento, della gola e della parte alta centrale del petto; parte posteriore del collo, sotto il collare, di un grigio-cupo, misto a nerastro; dorso nerastro nel centro delle penne, col bordo ocraceo o bajo; groppone e sopracoda di un grigio-ferro, collo stelo più cupo e nerastro; gastreo bianco, con strie grigie lavate di rossastro; piccole cuopritriei alari di un castagno-uniforme (mas. ad. in prim.). Nero della testa marginato di rossiccio, quello della gola di biancastro; bianco del collare e del mustacchio tinto di cenerognolo-fulviccio (mas. ad. in ani.). 1. Albastrello. 2. Falaropo a becco sottile (ad. in abito d'autunno). 3. Falaropo a beci ad. in abito di primavera). 4. CavaUer d'Italia (ad.). 5. Cavalier d'Italia (giov.). 6. Avocetta. 7. Frullino. 8. ' !>. Croccolone. 10. Beccaccia. 11. Pittima reate (ad. in abito d'autum Ulrico Hoepli, Edi; Milano. ATLANTE ORNI TOLOGH 0 265 Più piccola: testa bruno-rossiccia, con strie nerastre; sopracciglio bianco-t'ulviccio; regione auricolare nerastra, con margini bruno-rossicci, una macchia al di sotto della stessa, le guancie e i lati del collo bianchi; gola bianco cenerognola, con due mustacchi nerastri che si allargano in basso sul collo; davanti del collo e alto petto di un bruno-rossiccio, con strie nerastre: fianchi striati di 1 ir uno-rossiccio (femm. ad.). Come le femmine, ma più pallidi e giallastri sulle parti superiori, colla gola ed il petto marcati di strie scure; fianchi con fitte striscio bruno-ne- rastre i/inr.l. Lunghezza totale 0,'"145; becco da 0,'"008 a 0,'"010; ala 0,m082; coda 0,ni065; tarso 0,m020. Questa specie va soggetta a varietà albine ed isabcllinc. Sotto forme diverse abita l'Europa, spingendosi verso est fino alla N'aliata dello Jenissei e la Siberia sino al Kamciatka, l'Asia centrale ed il Turcliesi.in: sverna nell'India nord-occidentale, giungendo nelle sue parziali migrazioni all'Africa set- tentrionale. La Siberia sud-orientale sarebbe abitata da una forma affine detta E. schoeniclus passerina (Pallas), nel Giappone si troverebbe 17-7. s. pyrrkulina Swinh.). In Italia l'i?, schoeniclus tipica è specie comune, che pare invernale e non nidifi- cante nelle Provincie settentrionali, stazionaria e nidificante nelle centrali, nelle meridionali e nelle Isole; il passo ha luogo nel marzo e nell'aprile e nell'ottobre- novembre; nidifica dall'aprile al luglio, allevando due o tre covate; abita le paludi. Le variazioni dell'i?, schoeniclus, riguardo le dimensioni e il colorito, agita- rono lungamente gli Ornitologi ; molto fu discusso a tale proposito, ma le nostre cognizioni non sono ancora complete. Però sembra assodato che la tipica E. schoe- niclus abiterebbe tutta la regione Paleartica, mentre forme distinte si troverebbero su aree relativamente assai limitate e le loro distinzioni sarebbero più in un pe- riodo di formazione, che del tutto fissate. Stabilito come capo stipite VE. schoe- niclus, si avrebbero, secondo il Reiser, le seguenti forme subspecifiche : Quadro sinottico rielle forme appartenenti al gruppo E. schoeniclus, L. Forme occidentali. Forme orientali. (Brune). (Grigie). E. schoen. aquatica (Savi, fide Brehm). E. schoen. pyrrhuloides (Pallas). In Italia e nella Tessaglia. Nella Russia meridionale. E. schoen. palustris (Savi). Nella parte orientale della penisola Balcanica. E. schoen. intermedia (Michahelles). /■'. schoen. Tschusii (Almasy & Reiser). In Ungheria e nella parte occid. Nella Dobrugia, della penisola Balcanica. sino alla Russia meridionale. E. schocn. ti/pica. E. schoen. passerina (Pallas). Nell'Europa media, Nella Siberia, di passo nella meridionale. A queste l'Angelini, un Ornitologo di non comune senso pratico ed intuitivo, vorrebbe aggiungere l'occidentale E. schoen. Duraxxi (Bp.i fondata sugli individui Atlante ornitologico. 34 266 ATLANTE OKNITOl.OGICO piccoli doli'/.", schoeniclus tipica e VE. schoen. pyrrhulina (Swinh.) del Giappone, na- turalmente forma orientale. Lo Tschusi (in litt.) distingue in Europa le seguenti sottospecie déH'Emberixa schoeniclus: Statura mediocre, colorito generale bruno. E. schoeniclus schoruieìns (L.), stessa statura. E. schoeniclus intermedia (Bp.), becco grosso, della forma di quello del Ciuf- folotto. Statura maggiore, colorito generale bruno. E. schoeniclus palustris (Savi), becco piuttosto grosso, timoniere più larghe. Statura grande, colorito generale grigio. E. schoeniclus pyrrhuloides (Pallas), becco molto grosso, quasi eguale a quello del Ciuffolotto. E. schoeniclus Tschusii (Alm.), statura di una grande schoeniclus, nel resto come l'intermedia. Io non mi oppongo alla scissione di alcune delle sottospecie dell'i?, schoeniclus tipica ed ammetto pure che la cosi detta E. palustris, Savi, debba chiamarsi E. s. palustris (Savi), infatti in larghe serie si possono chiaramente vedere i passaggi dalla specie tipica alla sottospecie. Molti Autori non concordano in ciò, più che altro perchè VE. s. palustris si presenta poco variabile al confronto dell'affine, che si vorrebbe suo capostipite. E su ciò rimando il lettore all'ottimo articolo del mio amico G. Vallon (!). Le E. schoeniclus tipiche d'Italia, che io ho diligentemente studiate su centi- naia di esemplari, ma pur troppo non del tutto definitivamente mancandomi esem- plari di molte provincie, possono suddividersi in due tipi: a) tipo piccolo — b) tipo grande; però le differenze tra questi due tipi non mi sembrano cosi marcate e sicure da meritare di essere descritti come sottospecie, s'intende che i piccoli individui sarebbero le così dette E. s. Duraxxi (Bp.). L'È. schoeniclus Duraxxi avrebbe statura minore, ala in media 0,'"072, tono di colore più scuro e più rossiccio, l'ebbi dall' Udinese e dalle foci del Po. Nelle due forme si trovano individui a tinte chiare o scure, a becco grosso, mediocre o sot- tile, indipendentemente, a quel che so, dalle località. Quelle di becco grosso, dette E. schoeniclus intermedia, fornirebbero ottimo carattere di passaggio alle E. schoe- niclus palustris. Non si deve credere che tutte le /•,'. schoeniclus a becco grosso siano E. s. intermediae, la A'. ■--•. intermedia ha il becco rigonfio e più allungato, colla mandibola superiore più curvata all'ingiù sullo spigolo, e la curvatura all'in su della gonide assai meno sensibile, tutto il becco è distintamente più grande. Se- condo me le vere E. s. intermediae non sono tanto comuni, mentre invece sono più frequenti di tutte quelle a becco mediocre, meno assai quelle a becco sottile, la media essendo per gli individui a becco grosso. Seguendo quanto dice il mio amico Angelini, i piccoli Migliarini di padule do- vrebbero chiamarsi /•'. schoeniclus "Dura 1 1 / -i, adottando il nome di Bonaparte, ma sic- come una delle due E. Duraxxi è riferibile all'i?, pusilla (////<■ Salvadori), sarebbe (') Alcuno notizie intorno alla Sohoenicola 2>al>t8iris (Savi), — .trinila, paj;. 125-130 (1898). (2) o forse meglio Dnrazzoi. \n wti: m:\riMi m..i. ., 267 preferitale (issare mi nome nuovo e più chiaro per evitare confusioni, giacché 17'.'. Durazzi entra nella sinonimia di due specie distinti'. E nel caso che si pò assodare per tali soggetti una validità almeno sottospecilica. proporrei di chia- Testa di E. eohoeniclus palustri) (maschio ad. . ~ Testa di A', schot niclus ititi rmedia (maschio ad. . Testa di /■:. schoeniclus ? Valloni (maschio giov.). marli col nome di E. schoen. Valloni in omaggio ad un ben noto field-ornithologist, che si è reso assai benemerito dell'Avifauna italiana. UE. scoiata (!) è un' JE. schoe- niclus colla gola tinta artificialmente di rosso. 266 a. Emberiza schoeniclus palustris (Savi), Passera di padule. [ Emberiza pyrrhuloides, Bp. (nec Fall.)]. Simile alla precedente, ma di maggiore statura, col becco più grosso, ri- gonfio ed ottuso, un po' simile a quello del Ciuffolotto; parti superiori più pallide che non nell'i?, schoeniclus; penne del dorso in alcuni esemplari con marmili più chiari; groppone cenerognolo-chiaro ; la femmina è sempre decisamente più scura di quella di E. schoeniclus. Lunghezza totale 0,ra165; becco 0,m010; ala 0,n,090; coda0,ra070; tarso 0,m021. Questa forma va soggetta ad anomalie di colorito; ma di solito la tonalità delle tinte varia poco nei soggetti ordinari. Abita le parti occidentali-meridionali d'Europa; è sedentaria ed abbondante in Italia, eccetto forse nelle provincie nord-occidentali, ove sarebbe invernale. Non fu incontrata in Corsica, in Sardegna né a Malta. Nidifica nel Veneto, nel Mode- nese e nell'Italia centrale e meridionale dall'aprile al luglio, ed ama le località paludose. 266 l>. Emberiza schoeniclus pyrrhuloides (Pallasi, Passera
  • <;!' <• nastro sul lato esterno delle penne, nei 'asl ro sull'interno e bianco-sudicio all'apice esternamente; groppone e sopracoda di un grigio-brunast ro -uniforme, col margine più chiaro; guancie e gastreo di un bianco-sudicio, col centro delle penne scuro, bruno- cupo sui lati del petto e sui fianchi; sottocoda bianco-opaco, colla base delle penne de- cisamente brunastra; sul gozzo una grande macchia di un giallo-canarino, meno accen- tuata nella femmina; medie e grandi cuopritrici alari nerastre, terminate da una macchia bianca, le dette macchie formano due bande poco regolari sull'ala; timo- niere con una grande macchia rotonda biancastra presso l'apice del vessillo in- terno, meno accentuata verso le centrali (ad.). Manca la macchia gialla sul gozzo; tinte brune più uniformi; parti inferiori più biancastre, con strie brunastre più accentuate (giov.). Lunghezza totale 0,,n150; becco 0,'"013; ala 0,"'095; coda0,m056; tarso 0,m020. Abita l'Europa meridionale e centrale, spingendosi verso est sino alla Siberia orientale ed alla Cina settentrionale, Madera!1), le Canarie e l'Africa settentrio- nale. È uccello stazionario in Italia, specialmente nelle località montuose, ove ni- difica nel maggio e nel giugno; parzialmente migra d'autunno dalle provincie settentrionali e giunge in grande quantità d'oltr'Alpe per svernare nelle parti meridionali e nelle Isole. Genere MONTIFRINGILLA, C. L. Brehm. Becco piuttosto corto, poco più alto che largo e forte alla base, diritto, co- nico, coi bordi piuttosto rientranti e l'apice molto acuto ed appuntito; base del becco senza setole; narici basilari, nascoste dalle penne rigide della cavezza, di- rette all'innanzi; ali lunghe, appuntite, acute, la 2a remigante primaria massima, le tre prime subeguali; coda grande e piuttosto lunga, quasi quadrata o legger- mente forcuta; tarso scudettato e subeguale al dito mediano con unghia; gambe e diti forti; unghie compresse, forti, solcate lateralmente, curvate, quella del posteriore subeguale al dito stesso, leggermente curvata e allungata, essa ed il dito forti. Sessi simili, giovani poco differenti dagli adulti; piumaggio lungo e molle, di solito bruno di vario tono e bianco. Si conoscono 18 specie di Monti fringiUuc, che abitano le montagne più elevate dell'Europa centrale e meridionale, dell'Asia centrale e nord-orientale e dell'Ame- rica nord-occidentale, giungendo sino al Nuovo Messico. Frequentano le località più elevate delle montagne e sono semplicemente erratici, scendendo uu po' più in basso d'autunno, ma raramente giungono al piano; si uniscono in branchetti appena finita l'epoca delle cove; si nutrono d'insetti, di sementi, di granelli; il loro canto è poco armonioso; nidificano nei crepacci delle roccie o sui tetti delle abitazioni, depongono cinque uova di un bianco-puro, alle- vando due covate dal maggio al luglio, la prima delle quali entro i limiti delle nevi eterne. (') La Passera lagia ili Madera sarebbe una sottospecie distinta (Turhimi). Tav. 35. 1. Pittima reale (<.I< 0 -~:; 272. Montifringilla nivalis (Ltnnaeus), Fringuello alpi ho. [Tav. xxi, ag. io]. Testa, parte superiore del collo, lati e regione parotica di un cenerino-ardesia- chiaro, col centro delle penne più cupo ; dorso brunastro, con margini più ciliari; groppone bruno-scuro-uniforme; cuopritrici superiori della coda nere, con margini brunastri, e l'esterne bianche per intero o sul vessillo esterno ; timoniere bianche, con una t'ascia nera apicale quasi nulla nell'esterne, le due centrali ili un nero- uniforme; mento e gola neri; gastreo bianco-gialletto, tinto di cenerognolo e di brunastro sui lati e sui fianchi; tutte le cuopritrici alari e le remiganti i" esterne bianche; ala bastarda nera; 1° cuopritrici bianche, con l'apice nero (mas. ad. in prim.). Tinte generali più slavate; margini più chiari e più larghi specialmente sul dorso; la macchia della gola quasi nascosta dalle larghe marginatura bianche delle •penne; parti inferiori di tinte meno pure (ad. in aut.). Simile agli adulti in autunno; piccole cuopritrici con munii ni bruno-nerastri giov.). Lunghezza totale 0,'"180; becco 0,™013; ala 0,m118; coda 0,m07s : tarso 0,m023. Abita le montagne dell'Europa centrale e meridionale, portandosi verso est sino alla Palestina. In Italia è specie abbastanza abbondante sulla catena delle Alpi e sulle cime più elevate degli Appennini, scende più in basso nell'inverno, giungendo rarissimamente in pianura. Manca in Sardegna ed in Sicilia. Nidifica in maggio. 272 a. Montifringilla nivalis alpicola (Pallas), Fringuello alpino caucasico. Simile al precedente, ma colla testa e la parte posteriore del collo di un bruno- uni forme, concolore col dorso; ala bastarda bianca, come le cuopritrici alari piccole, medie e grandi; statura leggermente minore; becco alquanto più lungo e più grosso. Lunghezza totale 0,'"177; becco 0,'"015; ala 0/"112; coda 0,m070; tarso 0,m023. Abita le alte montagne del Caucaso, della Persia, del Turchestan, dell'Afga- nistan, estendendosi verso est sino ai monti Bei-schan. Genere FRINGILLA, Linnaeus. Becco mediocre, sottile, alquanto lungo e quasi conico, duro, appuntito e leggermente protuberante, mandibole quasi eguali anche d'altezza, coi margini interi, appena rientranti e l'apice della superiore con un intacco indistinti! ; narici ovali, basilari, in parte nascoste dalle penne frontali; apertura del becco diritta e fornita di setole diritte; ali mediocri, acute, la la remigante primaria assai pic- cola, la 2" minore della 3a, essa e la 4' le più lunghe; coda abbastanza lunga e decisamente forcuta; tarso forte, subeguale al dito mediano con unghia, scudet- tato anteriormente e lamellato sui lati; unghie poco curvate e piuttosto corte, la- teralmente solcate, quella del posteriore subeguale al dito stesso. Gli adulti sono differenti ed i giovani eguali alle femmine. Atlante truìtvlogico. US 274 ATLANTE ORNITOLOGICO Si conoscono sette od otto specie appartenenti a questo genere, sei delle quali sono proprie alle isole Canarie, Azzorre, Madera ed all'Algeria, altre due abitano l'Europa, i paesi circummediterranei e l'Asia occidentale. Le specie di questo genere e degli affini frequentano le località alberate di montagna e di pianura; sono granivori, ma d'estate si nutrono di frutti e d'in- setti; alcuni hanno canto potente e melodioso; tranne di primavera, nel resto del- l'anno sono gregari, alcuni sedentari, altri migranti; fabbricano nidi aperti, molti dei quali sono artistici e ben costrutti, le uova hanno la tinta di fondo che varia dal verde-grigio al bianco bluastro, con svariate macchiette brune di vario tono e grigio-pallide e nelle Fringillae, propriamente dette, sono bluastre con macchie e velature bruno-rossiccie. 273. Fringilla coelebs, Linnaeus, Fringuello. [Tav. XXI, tig. 6, 7 e Tav. XLIX, tig. 37]. Groppone venie; fianchi non macchiati ili nero. — Piccole cuopritrid alari bianche; regione parotica e gastreo rossiccio-mattone vivace; dorso e scapolari castagne (mas. 'dà..); piccole cuopritrid alari cenerognole (femm. e giov.). Testa nero- vellutata; parte superiore della testa, nuca e lati del collo di un plumbeo-celeste; dorso e scapolari castagni, più cupi sul centro delle penne, di un gialletto- canarino sul margine; groppone giallo-verdastro; sopracoda plumbeo-ce- lestognolo; redini, regione parotica, lati della testa e gastreo di un rossiccio-mat- tone di vario tono e talora vinato, tinto di cenerognolo sui fianchi ; centro del basso addome e sottocoda di un bianco-fulviccio ; cuopritrici piccole e medie bianche, le grandi nere alla base, bianche all'apice; remiganti e timoniere con margini giallo- olivastri, una macchia cuneiforme bianca sulle due timoniere esterne (mas. ad. in pria/.). Tinte generali rese più opache dai margini apicali cenerognolo-fulvicci del gastreo; testa, collo e dorso sfumati di olivastro; apice delle grandi cuopritrici lavate di gialletto (mas. ad. in avi.). Parti superiori bruno-cenerognole, lavate di giallo-olivastro e di giallo-verdastro sul basso dorso e sul groppone; cervice bruno- cenerognola nel centro, con due fascie laterali più cupe, che si estendono verso la nuca; sopracciglio bruno-cenerognolo, che si allarga sulla parte laterale della nuca; gastreo bianco-cenerognolo, più chiaro sul centro dell'addome e fulviccio sul sottocoda; piccole cuopritrici delle ali grigio-cenerognole, sfumate di bruno, le mediane bianche, le grandi nere terminate di bianco-gialletto (femm. ad. e giov.). Lunghezza totale 0,m160; becco 0,'"012; ala 0,'"085; coda 0,'"070; tarso 0,m019. I maschi adulti in primavera variano sensibilmente nel tono del colore ros- siccio del gastreo, che volge al color mattone, al salmone ed al vinato; anche le femmine talora presentano il gastreo lavato di rosa. Questa specie va soggetta a parecchie anomalie albine ed isabelline, i soggetti bianchi del tutto sono molto rari ; una varietà abbastanza costante, ma rara, presenta la testa ed il dorso la- vati di rossigno su tinta ordinaria; groppone, piccole e medie cuopritrici e una fascia apicale sulle grandi di un bajo-vivace; gastreo vinato-delicato. La varietà acianica completa è bianca del tutto, col dorso e il groppone di un giallo-zolfino. Questa specie s'incrocia colla F. montifringiUa, L., e nascono ibridi singolari, che assomigliano in generale alle due specie, ma hanno il groppone nero alla base delle penne e giallo-zolfino all'apice; le femmine hanno l'abito della F. coelebs femmina, ma ATI.AXTK ORNITOLOGICO le grandi cuopritrici portano una larga t'ascia apiealc f/t Ito-aranciata. Tale ibridismo non è molto raro, ma il più detti volti si scambiano per ibridi semplici anomalie di colorito e perciò diedi la frase caratteristica. Abita l'Europa, verso est sino agli Orali. In Italia è specie comune e nidificante; è però più copiosa all'epoche del passo dalla metà di settembre a novembre, e dal marzo alla prima quindicina di aprile; non pochi giungono dal Nord nel tardo autunno, svernando tra noi e ripartendo in primavera. Nidifica nel maggio e nel giugno, specialmente sui monti delle provincie settentrionali. Le femmine giunge- rebbero nelle migrazioni prima dei maschi, viaggiando in branchi separati. 274. Fringilla spodiogenys, Bonaparte, Fringuèllo algerino. Regione parotica e scapolari di un blu di piombo; dorso giallo-verde-cupo; gastreo rinato-debole (mas. ad.). Redini e fronte nere; testa, regione parotica, lati del collo di un blu-piombo, tinto di rossiccio sulla regione parotica; dorso e groppone di un giallo-verde-cupo; sopracoda grigio-bluastro, lavato di verde; scapolari di un blu-piombo; gastreo vinato- chiaro, tinto di un ardesia-grigio-pallido sui fianchi, biancastro sull'addome e sul sot- tocoda (mas. ad. in prim.). Eguale a quella di F. coelebs (femm. ad.). Lunghezza totale 0,m160; becco 0,m012; ala 0,m087; coda 0,'"072; tarso 0,ra019. Abita l'Algeria, la Tunisia, ed il Marocco. È uccello accidentale nell'Europa meridionale; venne preso due volte a Marsiglia (Degland & Herbe) ed una sol volta in Italia nel dicembre 1895 presso Prato (Toscana), questo soggetto è un maschio ad. (R. Museo di Firenxe). 275. Fringilla montifringilla Linnaeus, Peppola. [Tav. XXI, fig. 8, 9 e Tav. XLIX, Hg. 38]. Groppone bianco e nero; piccole cuopritrici delle ali giallo-lionate ; fianchi macchiati di nero. Parte superiore e laterale della testa, la posteriore e la laterale del collo ed il dorso di un nero-blu, colla base nascosta delle penne bianca; parte bassa del dorso e groppone bianchi variati di nero, specialmente sui lati; cuopritrici superiori della coda grigio-nerastre, terminate di bianco-aranciato; gola, petto e lati giallo-lionato- puri; addome bianco-puro, lavato di lionato sui fianchi e sul sottocoda; i fianchi con macchie rotonde nere; scapolari e piccole cuopritrici di un aranciato-fulviccio, le inedie bianche, le grandi nere, largamente marginate di aranciato (mas. ad. in privi.). Tinte nere della testa e delle parti superiori con larghi margini lionati, talora cosi estesi da oscurare la tinta nera; gastreo più pallido, tinte bianche lavate di lionato, fianchi con numerose macchie rotonde nere ed il lionato più accen- tuato (mas. ad. in aut.). Testa, due fascie sui lati della cervice e schiena scuro- nere, con margini rossicci; centro della nuca e lati della parte posteriore del collo cenerino-lionati; sopracciglio cenerino-rossiccio; gola e petto cenerognolo-rossicci, tinti di lionato-rossiccio; fianchi grigio-rossicci, con le macchie meno accentuate; nel resto come il maschio, ma le tinte sono più pallide (femm. ad. e giov.). Lunghezza totale 0,'n160; becco 0,'"012; ala0,'n095; coda0,"'066; tarso 0,m0 19. 276 ATLANTE ORNITOLOGICO Anche questa specie va soggetti ad anomalie di colorito, che sono piuttosto rare. I maschi ad. in completo abito di primavera sono molto difficili ad aversi in Italia, tutti o quasi tutti presentano rimasugli della livrea invernale, cioè qual- che marginatura lionata sul nero-blu delle parti superiori. Abita l'Europa al Nord del 60° e l'Asia settentrionale, fino al Giappone ed alla Cina settentrionale; sverna nelle contrade Mediterranee e nell'India nord- occidentale. In Italia è principalmente uccello di passo ed invernale, comune, arriva dalla fine di settembre agli ultimi di novembre e riparte nel febbraio e nel marzo. È rara dalla Toscana in giù e non fu trovata in Sardegna. Pare che talora nidifichi nel Trentino (Bonomi), nel Pistoiese e nel Casentino (Giglioli), ciò sarebbe strano, giacché, come dice il Salvadori. tale specie cova raramente al sud del 60° parallelo. Genere CARDUELIS, Brisson. Becco più alto che largo alla base, quasi conico, decisamente compresso sul davanti e leggermente curvato, coll'apice sottile ed acuto, ed i margini leggermente rientranti e undulati, non intaccato; apertura del becco senza setole; narici ba- silari, laterali, rotonde, in parte nascoste dalle penne della fronte; ali alquanto lunghe ed appuntite, la la remigante primaria, quando esiste, atrofica, la 2a la massima, 21, 38 e 4a subeguali e ristrette sul bordo esterno; coda moderata e leggermente forcuta; tarso corto, più breve del dito mediano con unghia, piuttosto forte, anteriormente scudettato, lateralmente lamellato; unghie piuttosto lunghe, quella del dito posteriore subeguale al dito stesso e forte. Piumaggio molle; sessi simili; penne della faccia rosse, corte, rotonde e sca- gliose; petto bianco; ali con tinte gialle; timoniere con macchie bianche. Hanno le abitudini delle Fringillae e se ne conoscono due specie; le uova sono bianche, macchiate di rossiccio o di bruno-rossiccio. 276. Carduelis carduelis (Ldtnaeus), Cardellino. [Carduelis elegans, Btbph.]. [Tav. XXII, fig. 10, 11 o Tav. XI. IX, ag. 446]. Maschera rosso-creiaisiiai ; parte posteriore delta cere ire e lati del collo neri; dorso e lati dell'alto petto di un nocciola-cupo; nessuno spazio bianco sulle remiganti i'1' interne. Faccia e alta gola di un rosso-cremisino; parte mediana e posteriore della cer- vice ed una fascia che da essa discende sui lati del collo, nero-vellutate; lati della testa, regione auricolare, parte posteriore delle guancie, centro del petto e del- l'addome di un bianco più o meno puro; dorso, groppone e lati del petto di un nocciola-carico; sopracoda bianco-fulviccio; remiganti con una macchia bianca api- cale non presente in tutte, eccetto la l" primaria lunga, tutte hanno un largo spazio giallo dalla base a circa metà lunghezza, anche le cuopritrici grandi esterne delle ali sono in parte di tal colore, e la colorazione gialla forma uno specchio alare notevole; timoniere nere, con una macchia apicale bianca indistinta sulle interne, che diminuisce verso le esterne, le due laterali su ogni lato con un largo spazio preapicale bianco sul vessillo interno (ad.). I sessi possono dirsi eguali, perù la ATLANTE ORNITOT.OGICO 277 femmina ad. è sempre distinta dal maschio ad., perchè le piccole cuopritrici alari hanno margini bruno-gialletti, che mancano del tutto in quelle del maschio ad. Mancano il rosso sulla faccia e Le tìnte aere sulla testa: parti superiori brunastro- chiare, nerastre all'apice delle penne; gastreo bianco-sudicio, lavato di brunastro sulla gola, sul petto e sui lati, che sono macchiati di nerastro; macchie terminali bianche delle remiganti e delle timoniere lavate di fulviccio (ffiov.). Lunghezza totale 0,n,140; becco 0,'"013; ala 0/"080; coda 0,m050; tarso 0,'n016. Va soggetta a varietà melamene e più di rado alle albine; però, di solito, la tinta gialla rimane immutata. Il Madarasz descrisse, sotto il nome di C. e. albìgularis ('), una varietà della presente specie che presenta il mento e l'alta gola bianchi e che venne trovata in Ungheria, in Dalmazia e in Croazia Brusi/na), nel Brandeburgo (Schalow) e nelle Isole Britanniche (Sharpe), ma più tardi (1899) passò tale nome (C. albìgularis o WringiUa albìgularis nella sinonimia del C. earduelis. Abita l'Europa, l'Africa settentrionale, Stadera e le Canarie, è invernale in Egitto, e verso est si trova fino in Persia. In Italia è specie sedentaria e comune, il loro numero aumenta grandemente nell'inverno per l'arrivo di numerosi indi- vidui di oltr'Alpe, che svernano tra, noi specialmente nelle provincie meridionali e nelle Isole, giungono nell'ottobre. Nidifica da maggio a luglio, più che altro nelle parti settentrionali. 277. Carduelis caniceps, Vigors, Cardellino dell' I malata. Maschera rosso-cremisina; parli posteriore della cervice e lati del collo seti -.a tinte nere; dorso e lati dell'alto petto cenerognoli; uno spazio bianco sa/Ir remiganti LJ' interne. Faccia e alta gola di un rosso-cremisino; cervice e parti superiori bruno-cenero- gnole, più pallide sul groppone e bianche sul sopracoda; gastreo bianco, lavato di bruuo-cenerino-pallido sul collo, sui lati dell'alto petto e sui fianchi; ali come nel C. carduelis, ma la 2a più interna è quasi del tutto bianca, le due seguenti hanno un tratto apicale bianco sul vessillo esterno (ad.). Eguale a quello di C. carduelis, ma tosto riconoscibile pello spazio bianco sul vessillo esterno delle 2e più interne ((por). Lunghezza totale 0,m139; becco 0,m013; ala 0,'"083; coda 0,'"056; tarso 0,'"015. Questa specie sembra produrre ibridi col ( '. carduelis e colla forma maggiore del Cardellino detta C. carduelis major (Tacz.), che abita ad est degli Urali e che non pare specificamente distinta. Abita le regioni dal Turchestan all'Imalaia e dal Lago Baikal a Krasnojarsk in Siberia; venne trovato nel distretto di Orenburgo (Russia Europea), ove giunge alla fine di settembre od ai primi di ottobre, però sempre come uccello raro e di comparsa irregolare (Za mail noi). Genere CHRYSOMITRIS. Boie. Ha i caratteri del gen. < 'ardadis, il becco è diritto, corto, conico, assai com- presso, sottile e appuntito all'apice e coi margini quasi diritti; narici del tutto (') Natiirhist. Ih/le, ISSI. p. l'I. 278 ATLANTE ORNITOLOGICO nascoste dalle penne frontali; ali alquanto lunghe, colle 3 prime remiganti pri- marie subeguali e le più lunghe, la 2° e la 3B ristrette sul bordo esterno verso l'apice; coda piuttosto corta e forcuta; piedi piccoli; unghie piuttosto corte. Differente ne è il tipo di colorazione (cfr. gen. Carduelis) e cosi i sessi interse, i giovani sono simili alle femmine; colori predominanti verde e giallo, vertice spesso nero; timoniere senza macchie bianche. Le uova sono simili a quelle del Cardellino. 278. Chrysomitris spinus (Linnaeusi, Lucarino. [Tav. XXII, iig. 7, 8 e Tav. XLIX, fig. 44 a]. Coda gialla alla base; fianchi striati ili nero. Pileo, mento ed una macchia sulla gola neri; nuca e dorso cenerognolo-ver- dastri, colla linea centrale delle penne nerastra; groppone e sopracoda, verde-giallo lavato di cenerognolo, colle penne del groppone più cupe sulla linea centrale; cuopritrici alari nere, terminate di giallo-verdastro, che forma una banda sul- l'ala all'apice delle più grandi cuopritrici ; lati del collo, della faccia, petto e lati giallo-verdastri; centro dell'addome biancastro; fianchi giallo-cenerognoli, col centro delle penne nero; timoniere nere all'apice, gialle nel resto, la prima nera esternamente (mas. ad. in prim.). Tinte più opache; penne nere della testa margi- nate di cenerognolo; macchia nera sul mento quasi invisibile (mas. ad. in aut.). Parti superiori di un cenerino-olivastro misto a gialletto, col centro delle penne nera- stro; sopracciglio gialletto; groppone giallo-verdastro, con fitte macchie centrali nere; gastreo bianco, tinto di gialletto sul petto e sui lati dello stesso, con strie allungate nerastre sui fianchi e sul sottocoda (femm. ad.). Tinte generali più bru- nastre; macchie fitte bruno-nerastre, triangolari sulla gola e sul petto ed allun- gate sui fianchi; gastreo più biancastro (giov.). Lunghezza totale 0,'"115; becco 0,'"010; ala 0,"'070; coda 0,m045; tarso 0,'"0 14. Abita l'Europa e la Siberia, fino al Giappone; sverna al sud sino all'Africa settentrionale; nell'India è rappresentata dal ''. spinoides (Vigors). In Italia è specie principalmente invernale, che giunge di solito in ottobre, ma non tutti gli anni egualmente abbondante ed il suo passo (agosto-novembre) è piuttosto ir- regolare. È anche sedentaria e fu osservata nidificante in varie località delle Alpi Venete e Lombarde ed anche presso Firenze (Qiglioli). Nidifica in generale da marzo a giugno. Ripassa a marzo, ma sempre in piccola quantità; di solito è uccello poco abbondante. Genere CHLOROPTILA, Salvadoki. Becco conico, breve, poco compresso e poco arcuato verso l'apice, col mar- gine delle mandibole rettilineo; narici nascoste dalle penne frontali; ali mediocri, la remigante primaria eguale alla I . 2a la massima, 2', 3" e 4a ristrette sul bordo esterno verso l'apice; coda decisamente forcuta; tarso corto, un po' più corto del dito mediano con unghia; unghie allungate, poco ricurve. Sessi simili; giovani differenti; testa senza colorazioni nere; tinte dominanti \ I I \ M I i.i.M ri 'LOGICO 279 verde-gialle e grigie; ali e coda senza spazi chiari o gialli, quest'ultima senza tinta gialla alla base. Una sola specie ed una sottospecie rappresentano questo genere in Europa. 279. Chloroptila citrinella (Linnaeus), Venturone. [Tav. XXII, Bg. 6 o Tav. XUX, fig. 43]. Dorso verde-olivastro, incuto di cenerino (mas. ad.); dorso verde-olivastro, lavato di cenerino, rulla linea centrale tirili penne nerastra (t'emm. ad.). Fronte, parte anteriore del vertice, regione oftalmica ed auricolare, mento ed alta gola di un giallo-oliva-vivace; occipite, nuca, parte posteriore della regione auricolare, parte posteriore e laterale del collo di un blu-ardesia; dorso verde-olivastre, lavato di cenerino e colla linea centrale delle penne leggermente più scura; groppone, sopracoda e gastreo di un giallo-oliva molto vivace; ali e coda nerastre, con stretti margini giallastri; cuopritrici piccole e medie giallo-verdastro-scure alla base, le grandi bruno-nerastre, con un'estesa banda apicale giallo-verdastra, che forma una larga fascia sull'ala; fianchi grigio-ardesia (mas. ad.). Tinte generali più pallide; le gialle sfumate di verdastro e di cenerognolo; dorso verde-olivastro, fortemente lavato di cenerognolo e colla linea centrale delle penne nerastra (femm. ad.). Parti superiori di un cenerino-rossiccio, con una stria nera centrale; sull'ala due fascie giallo-ocracee, formate dagli apici delle cuopritrici grandi e delle mediane; ga- streo bianco-gialletto, con fitte macchie brune, più scarse sull'addome ; remiganti e timoniere brune, con bordi grigi (giov. nel 1° abito). Lunghezza totale 0,'"130; becco 0,'"010; alaO,'"078; coda 0,'"062; tarso 0,'"015. Abita specialmente le località montuose dell'Europa centrale, verso oriente fino al Turchestan. La forma settentrionale del Venturone non sembra nidificare in Italia, ma sarebbe solo di passo e di comparsa invernale nelle provincie setten- trionali ed in Toscana; però, da quando si distinse la forma meridionale o C. ci- tri urliti corsicana, le nostre nozioni in proposito vennero menomate; si crede che sia questa seconda la forma stazionaria sugli alti monti d'Italia e delle Isole di Corsica e di Sardegna. Nidifica dall'aprile a luglio, allevando due covate. Il passo non è regolare ed è uccello poco abbondante; lo ebbi dal Padovano e dal Mila- nese (settembre), dal Bergamasco (ottobri), dalle Alpi orientali e dall' Appennino Toscano (novembre) e dalla Sardegna (dicembre). 279 a. Chloroptila citrinella corsicana (Kònig), Venturone meridionale. Dorso bruno-rossiccio, con la parte centrale delle penne nerastra. Simile alla specie precedente, ma di statura minore; tinte in generale più vi- vaci; cervice, le altre parti gialle della testa, groppone, sopracoda e addome di un verde-giallo tendente allo zolfino e di tono molto più brillante; dorso bruno-rossiccio, colla linea centrale delle penne bruno-nerastra, tali linee centrali più o meno larghe sullo stelo, le trovai indifferentemente negli adulti dei due sessi. Lunghezza totale 0,'"120; becco 0,m009; ala 0,'"060; coda 0,m05:!; tarso 0,'"013. Possiedo nella mia Raccolta un ibrido di C. e. corsicana e Chloris chloris (L.), che uccisi io stesso nel febbraio 1901 sul Gennargentu (Sardegna). Lo Tschusi, che esaminò questo esemplare, condivide la mia opinione. 280 atlanti: oiinitologico Questa forma fu distinta nel 1899 dal Kònig su esemplari di Corsica, e pre- cedentemente (1877) il Dresser aveva figurato la nuova forma, credendo fosse l'ad. in autunno della C. citrinella t1). Del suo habitat poco si sa. Vive certa- mente in Corsica ed in Sardegna, ove 'sembra essere la forma preponderante e stazionaria, scendendo al piano d' autunno e nidificando sui monti, però in Corsica nidifica anche al piano, e probabilmente questo è il Venturone delle nostre Alpi Venete, Lombarde, Piemontesi e di Liguria, si può arguire che sia colà sedentario e scenda al piano d'autunno; mentre la C. citrinella non nidifiche- rebbe da noi, ma ci giungerebbe dal Nord. I Venturoni, come dissi, verso sud sul continente non oltrepasserebbero la Toscana. Ebbi la C. e. corsicana da Ber- gamo (ottobre), da Verona (novembri) e dalla Sardegna (dicembre e febbraio), in que- st'ultima regione mi consta de visu che è comune, ma vi giunge anche la tipica C. citrinella (mia Collezione). Genere SERINUS, Koch. Becco coi lati convessi, anziché concavi come nei generi precedenti, forte, molto corto, subconico, rigonfio alla base e col tornio curvato verso l'apertura del becco e la sua metà distale d'un tratto assottigliata fino all'apice, non appuntito, man- dibole subeguali in altezza, la superiore arcuata, un po' più lunga dell'inferiore, margini leggermente arcuati; apertura del becco diritta, senza setole; narici ba- silari, superiori, subovate e nascoste dalle penne frontali che sono a barbe sepa- rate, ricurve e proiettanti all'innanzi; ali corte, appuntite, la la remigante pri- maria (quando esiste) così breve che è quasi invisibile, 2a, 3a e 4a subeguali, la 3a di poco la più lunga; coda mediocre e assai forcuta; tarso e diti sottili, quello più corto del dito mediano con unghia, scudettato sul davanti e lamellato late- ralmente; diti laterali subeguali; unghie piccole e piuttosto deboli, poco arcuate e solcate lateralmente. Testa relativamente piccola e piuttosto piatta; taglia molto piccola; adulti poco dissimili nei due sessi e giovani di solito differenti da essi; piumaggio misto giallo e verde. Hanno le abitudini del gen. Fringilla; le uova sono bluastro-pallide, più o meno macchiate. Se ne conoscono 16 specie, tutte abitano l'Africa, eccetto una che vive nelle Canarie, una nell'Europa, una nella Palestina ed una quarta fi- nalmente nell'Asia (S. pusillus, Pallas). 280. Serinu? serinus (Linnaeusi, Verzellino. [Serinus hortulanus, Koch |. [Tav. XXII, tìg. i, 5 e Tav. XLIX. fig. 42]. Fronte gialla; dorso lini no, striato di nerastro (mas.); fronti comi' il dorso (femm.). Fronte e sopracciglio di un giallo-canarino; cervice e nuca giallo alla base delle penne, verde-olivastre nel resto, con un tratto centrale bruno-nerastro; dorso e i'j Birdt nf Europe, voi. Ili, tav. Iti7 1.^77 . 1. Cicogna nera (ad.). 2. Cicogna nera (giov.). 3. Airone rosso (ad.). 4. Tarabuso. 5. Sgarza ciuffetto (ad.). 6. Sgarza ciuffetto (- giov.). 7. Nitticora (ad.). 8. Nitticora (q71 di due anni). 9. Nitticora ($ giov.'. 10. Tara- busino (e?)- 11. Tarabusino (J). 12. Tarabusino (giov.). Ulrico Hoepli, Editore, Milano. Mi w 1 I ORNITOLOGI! 0 28] sopracoda di un bruno, lavato di giallo-olivastro, uerastro sul centro delle penne, con l'apice delle cuopritrici laterali della coda bianchiccio; groppone giallo-canarino, con macchie verdastre; due l'ascio giallastre sull'ala piegata, formate dagli apici delle medie e delle grandi cuopritrici; gastreo giallo-verdastro, tinto di bianco- cenerognolo sui lati e fianchi, che hanno numerose strie centrali nerastre; basso addome e sottocoda bianco-gialletti, con macchiette nerastre (mas. ad. in. prim. . Tinte meno vivaci, tranne sul groppone: tosta con marginature bruno-grigie; mar- gini delle ali tinti di t'ulviccio; dorso meno sfumato di giallastro (mas. ad. in aut.). Tinte generali più smorte; parti superiori, compresa la fronte, bruno-scure sulla linea centrale delle penne, con margini più chiari e qua e là giallo-grigiastri; sopracciglio bianco-gialletto ; groppone e sopracoda giallo-zolfini; il giallo del ga- streo limitato alla gola ed al petto e tinto di biancastro, con numerose macchie anche sui fianchi; centro dell'addome bianco-uniforme (femm. ad.). Come la fem- mina; piumaggio più pallido, dominando le marginature bruno-grigie; groppone e sopracoda giallo-zolfini (giov.). Lunghezza totale 0,m114; becco 0™007; ala 0,m070; coda 0,™046; tarso 0,m014. Abita l'Europa centrale e meridionale fino all'Asia Minore ed alla Palestina. e verso nord sino alla Danimarca. In Italia è specie stazionaria, nidifica sui monti delle parti settentrionali e centrali; ma è molto più abbondante alle epoche del passo dalla metà di ottobre a quella di novembre e nell'aprile; sverna più copio- samente nelle provincie meridionali e nelle Isole. Nidifica dall'aprile al giugno. 281. Serinus canarius (Linnaeus), Canario. Fronte gialla; i/orso grigio, striato di nerastro (mas.); fronti come il ilorso (femm.). Sopracciglio e fronte di un giallo-puro; parti superiori bruno-cenerognole, lavate di giallo, col centro delle penne nerastro; groppone giallo-oliva-uniforme; una banda alare verde-gialliccia, formata dagli apici delle cuopritrici mediane, una seconda che inclina al biancastro all'apice delle grandi cuopritrici ; gastreo giallo-dorato- vi vace, più pallido e biancastro sul basso addome e sul sottocoda; fianchi tinti di grigio e striati di bruno-nerastro (mas. ad.). Piumaggio più opaco; tinte gialle assai meno accentuate ; groppone lavato di verde giallo; sottocoda bianco-fulviccio, tinto di oliva-giallo sulla gola e sul petto (femm. ad.). Grigio-bruno sulle parti su- periori, con tinte nerastre e strie poco distinte; due bande alari grigio-giallette formate dagli apici delle piccole e grandi cuopritrici; faccia e gastreo bianco- gialletti, bianco sull'addome, grigio-gialletto sui fianchi e sul basso addome (giov.). Lunghezza totale 0,m127; becco 0,m010; ala 0,'"073; coda0,m058; tarso 0,n,01*. Abita Madera, le Canarie e le Azzorre; un esemplare venne colto nell'ottobre 1883 a Firenze (lì. Museo di Firenze), varie volte fu preso in Inghilterra ed altrove. Gli Autori non sono concordi nel] 'ammettere questa tra le specie Europee e certamente non a torto, giacché molti Canari viventi sono importati dai paesi d'origine e non è improbabile siano fuggiti di schiavitù, essendo specie adatto sedentaria, o può trattarsi anche di veri individui domestici gialli che abbiano per atavismo ripreso il piumaggio tipico, giacché come è noto questo è il capostipite delle numerose varietà dei Canarini domestici. Altri Serini furono presi in Europa. certamente fuggiti di gabbia, ad es. il 8. icterus (Bonnat. & Vieill.) del Madaga scar, colto a Portsmouth (Inghilterra) ed a Verona (mia Collezione), il S. canicollis, Atlanta ornitologico .;i, 282 ATLANTE OKNIT Il 0 Swainson del Sud Africa, ucciso prèsso Brightou (Inghilterra), il S. canonieus, Dresser, ricordato pella Dalmazia (Kolombatovich) ed altri ancora. 282. Serinus pusillus (Pallas . Verzellino dalla fronte rossa. Fronte rossa; gola arni (ad.). Fronte e parte anteriore della cervice ili un rosso- vivace; resto della testa e gola di un bruno-nerastro; dorso e scapolari nere sul centro, con margini giallo- dorati, quelle del sopracoda della stessa tinta, coi margini delle penne più bian- castri; groppone giallo-aranciato; due fascie bianche sull'ala, forniate dagli apici delle cuopritrici grandi e delle medie; resto del gastreo giallo-brillante, colpetto macchiato di nero, i fianchi più pallidi e striati di nero; addome biancastro; coda nera, marginata di bianco-giallastro e tinta di giallo alla base (mas. ad.). Tinte eguali, ma più pallide, specialmente le gialle; rosso della testa meno esteso (femm. ad.). Testa brunastra per intero, con strie centrali scure; fronte tinta di giallo- aranciato; parti superiori bruno-cenerognole, con striscie centrali nerastre; gola e petto neri, con le penne largamente marginate di bianco-gialletto {giov.). Lunghezza totale 0,'"113; becco 0,m008; ala 0,'"071; coda 0,m052; tarso 0,'"021. Abita il Caucaso e la Persia settentrionale, tino al Turchestan; sverna nel- l'Asia Minore, sino al Libano e nell'Imalaia nord-occidentale. Genere CANNABINA, Beehm. Becco duro, compresso, quasi conico, corto, un po' più alto che largo alla base, piuttosto appuntito all'apice, leggermente rigonfio al di là delle narici e a profilo un po' arcuato; apertura del becco quasi diritta; narici basilari, rotonde e più o meno nascoste dalle penne frontali, ricurve, ma non disposte a ciuffo; ali corte, piuttosto appuntite, la la remigante primaria (quando è presente; mi- nima, 2a, 3" e 4a subeguali; coda piuttosto lunga, decisamente forcuta e colle ti- moniere acuminate; tarso corto, subeguale o più corto del dito medio con unghia, scudettato anteriormente, lamellato lateralmente; diti l'orti; unghie mediocri, non dilatate alla base, quella del posteriore più grande e subeguale al dito stesso. Mancano le tinte gialle; colorazioni rosse sulla testa, sul petto e sul groppone, almeno di primavera; sessi diversi inter se e giovani simili alle femmine. Tre specie, due delle quali proprie all'Europa, compongono questo genere, la terza, < '. brevirostris (Bonaparte) è propria all'Asia Q); nidificano verso il nord, mi- grando d'autunno al sud. 283. Cannabina cannabina (Linnaeus), Fanello. I Cannabina linota (Gmelin)]. | Tav. XXII, Sg. 1, 2 o Tav. XLIX, flg. Il J. Dnii) scuro; groppone senza tinte rosse; gola bianca senza min. — Fronte cremi sina; cuopritrici alari castagno bruno-uniformi (mas.); testa e luti dilla faccia ili un ignolo-ceeiato, "in strie centrali scure (femm. e giov.). (') Il Madarasz dice che abita anche il ('.nummi .■ ubo comparve in Ungheria, ITI .wit ORNI 283 Base della fronte bruno-cenerognola, fronte nel rimanente e parte anteriore del vertice di un rosso-cremisino; cervice e nuca bruno-rossastre, con margini grigi; dorso e groppone castagno-bruni, colla linea centrale dolio penne più scura: sopracoda nerastro nel centro dolio penne, con larghi margini bianco-cenerini; gola biancastra, macchiata di bruno; davanti del collo e del petto cremisi, a forma di terrò di cavallo sull'alto petto; centro del petto e dell'addome di un bianco-sudii fianchi fulvo-nocciola; cuopritrici alari castagno-uniformi, solo lo 1" e l'ala bastarda nerastre, col margine bruno; timoniere e remiganti marginate di bianco, le 2r di nocciola mas. ad. in prim.). Tosta e collo ceciato cenerognoli, con strie centrali nerastro; parti superiori più brunastre; petto e fianchi di un ceciato sudicio, stri di Inaino scuro: manca la tinta rossa sulla testa e sul petto (femm. ad.). Tinte più vivaci dell'abito primaverili niglia alla femmina; dorso più nocciola; ver- tice, petto e collo col rosso estoso sulla parte mediana dello penne, ma in gran parte nascosto da larghe marginature cenerognolo-biancastre (mas. ad. in aut.). Somi- gliano alle femmine, ma le parti superiori e le inferiori sono più fittamente striate di bruno-cupo, compresa la parte bassa del petto (giov.). Lunghezza totale 0,m135; becco 0,'"010; ala 0,m075; coda 0,m056; tarso 0,m016. Il Fanello va soggetto a numerose varietà albine e isabelline, ed i maschi molto vecchi talora hanno leggere tinte cremisine sul groppone. Abita l'Europa, l'Africa settentrionale, le Canarie e Madera (C. cannabina nauti, Tschusi); sembra che la. razza Caucasica che si estende nell'Asia Minore e nella centrale sia prevalentemente la C. cannabina fringillirostris (Bp.) di tinte più chiare e colle cuopritrici alari marginate di bianco. In Italia è specie sedentaria, nidi- fica ovunque sui monti, ma è molto più abbondante come uccello invernale e di passo, arriva dalla 1" metà di ottobre a quella di novembre e riparto da aprilo a giugno; alleva due covate; sverna specialmente nello provincie meridionali e nelle Isole, e se ne sta più spesso a terra che sugli alberi. 284. Cannabina flavirostris (Linnaklsi. Fanello nordico. [ Fanello Risica ]. | "Tav. XXII, fig. 3 |. Ali con due [uscir trasversali. — Becco giallo-scuro; testa e petto senza tinte rosse; groppone roseo (mas.); becco giallo; lati della testa e {/ola fulviccio-chiari (femm.). l'arti superiori di un bruno-lionato-cupo, col centro delle pei nero, più distinto sul dorso; groppone roseo, con una ombreggiatura scura delle penne; sopracoda come il dorso, ma più chiaro sul margine; piccole cuopritrici bruno- rossiccie, col margine più chiaro, le medie e le grandi nerastre, giallo-rossiccie sul margine ed all'apice, i detti apici l'ormano due t'ascio trasversali sull'ala; ti- moniere col margine rossiccio, biancastro sullo laterali; lati della l'accia, del collo ed i fianchi gialletto-rossicci, col contro delle penne nerastro, ohe forma poche macchio anche sulla parte centralo della bassa gola e del petto; redini, soprac ciglio e gastreo di un ceciato-scuro, bianco sul centro del petto, dell'addome e sulle sottocaudali, alcune delle quali hanno il centro nero [mas. ad.). Tinte meno pure; groppone come il dorso; parti superiori più chiare; le inferiori più rossigne e con un numero di macchie maggiore femm. ad.). [ giovani sono come le femmine, ma hanno il becco più scuro. ATI. AMI. ORNITOLOGICO Lunghezza totale 0,m140; becco 0,'"ons: ala 0,m075; coda 0, 064; tarso 0,m016. Abita le Isole Britanniche, la Scandinavia e la Russia nord occidentale; di autunno si porta verso sud, giungendo ili rado sino ai paesi Mediterranei. E specie rara ed accidentale in Italia; venne colta, per lo più d'autunno e d'inverno, nel Veneto, nel Trentino, nella Lombardia, in Liguria e forse nel Modenese. Genere ACANTHIS, Bonaparte Ila i caratteri del gen. Cannabina, e cosi ne differisce: Becco molto compresso verso l'apice, che è decisamente assai acuto e sottile, più alto che largo alla base e a profilo rettilineo: narici del tutto coperte e sor- montate da ciuffi di penne setolose; coda abbastanza lunga, molto forcuta, ma colle timoniere poco acuminate; tarso un po' più lungo del dito mediano con unghia; diti piccoli; unghie un po' dilatate alla base e solcate di sotto. Calotta rossa nei due sessi; i giovani simili alle femmine, ma senza calotta rossa; sessi alquanto differenti. Le specie di questo genere abitano i paesi nordici, nidificando di solito nelle più alte latitudini; presentano piumaggi poco dissimili, più definibili come forme dello stesso tipo, che quali specie veramente distinte, per alcune il becco forma un carattere differenziale importante. 285. Acanthis linaria (Linnaeus), Organetto. [Aegiothus linarius (L.)]. [Tav. XXTI, tìg. 9]. Ouopritrieì diari formanti coi loro apici due bande biancastre sull'ala; busso dorso e groppone col cadrò (ielle pome brunastro, ionie il dorso. Base della fronte e redini nerastre; una grande macchia di un rosso-rubino sulla fronte e sul vertice; un largo sopracciglio bianco-gialletto ; parti superiori bruno- nerastre, con margini bruno-chiari o bruno-biancastri, tale tinta più chiara sul groppone e sul .sopracoda, quello distintamente sfumato di roseo; medie e grandi cuopritrici alari terminate di biancastro, che forma due bande sull'ala; una mac- chia nera sul mento; guancie, gola, parte anteriore del collo e petto di un bel rosa-cremisino; lati del petto e fianchi bianco-fulvicci, lavati di rosa e con una stria centrale nerastra; addome e sottocoda di un bianco-puro, talora tinto di rosa; becco giallo coll'apice bruno (mas. ad. in prim.). Tinte rosee «lei groppone meno estese, quelle del gastreo con larghi margini bianco-cenerognoli, che in parte nascondono le tinte rosee; strie dei fianchi meno accentuate (mas. ad. in aut.). Macchia rossa sul vertice più ristretta; tinta rosea del groppone indistinta: gastreo tinto di rosa come nel maschio, ma di tono molto debole: macchia nera sul mento più grande e brunastra (femm. ad.). Tinte generali più rossiccie; testa senza tinta rossa e del colore del dorso; manca il nero sulla gola; gastreo biancastro, tinto di gialletto sull'addome, e col petto ed i fianchi striati giov.). Lunghezza totale 0,m128; becco 0,'"009; ala 0,'"076; codaO,m056; tarso 0,m015. Abita le regioni boreali d'Europa, d'Asia e d'America, presso l'estremo limite mi w ri obki roLOQico 28£ ili'li.'i vegetazione arbore;i; torso nidifica anche nelle regioni alpine dell'Europa centrale. La forma Groenlandica è da riferirsi all'.l. Unaria rostrata, Stejneger. È specie di passo piuttosto irregolare e di solito rara in Italia, ma in alcuni anni giunge abbondantemente nell'autunno e duranti- L'inverno nelle provincie superiori ed anche nello eentrali (Marche). Secondo il Giglioli, non sarebbe mai comparsa dalla Toscana all'inaili, ma io l'ebbi una volta dalla Sardegna <• dalla Calabria e due volte dalla Toscana. Nidificherebbe nel Comasco (Salvadori) e nel Trentino (Bonomi)) ma credo che tali notizie meritino conferma. Una forma sottospecifica detta A. Unaria Eolboelli Brenna) va distinta per maggiore statura, becco più grosso, essa ha le seguenti dimensioni: Lunghezza to- tale 0,m136; becco 0,'"012; ala (V080; coda 0,m060; tarso 0,m01 5; questa sottospecie abita L'Europa settentrionale dalla Scandinavia alla Siberia orientale, ed è acciden- tale nelle Isole Britanniche e nell'America del Nord. Alcuni Autori opinano che l'.l. /. Holboelli sia una varietà maggiore dellM. Unaria e VA. I. rufescens la minore. e che non debbano differenziarsi specificamente. 285'?. Acanthis linaria rufescens Vik.illot. Organetto minore. I Aegiothus cabaret, Salvad., A. rufescens (Vieiia.)]. Simile all'.l. Unaria, ma di statura minore; le due fascie sulle ali, forniate dalle marginature apicali delle cuopritrici medie e grandi, lionato-rossiccie e non biancastre; colorito generale delle parti superiori più cupo e rossiccio; groppone fortemente macchiato di nerastro nel centro delle penne e con scarse tinte bian- che; becco giallo coll'apice nerastro. Lunghezza totale 0,m115; becco 0,'"0086; ala0,'"066; eoda0,'"052; tarso 0,ra013. Abita le montagne delle Isole Britanniche, dell'Olanda, della Germania occi- dentale, della Francia e della Stiria. Giunge in Italia, come la specie precedente, però vi è anche uccello stazionario, giacché nidifica certamente sulle nostre Alpi; nelle sue comparse, alle epoche del passo, sembra inoltrarsi più verso mezzogiorno e compare in Toscana. Le sue apparizioni, come quelle dell'J. liuuriu. avvengono ad intervalli di tre o quattro anni e quando accadono sono assai copiose (Alta Italia). 285/'. Acanthis linaria exilipes (Coues), Organetto di Coues. Cuopritrici ala ri che (ormano coi loro apici ilm bande bianche steli' ala; basso dorso e gropponi ili un Linneo puro, liuto i/i rosi o. l'.ase della fronte e redini nerastre; vertice e resto della fronte rossi; soprac- ciglio biancastro; lati della testa e parti superiori bianco-grigiastre, con strie cen- trali nerastre; basso dorso e groppone di un bianco tinto di roseo-vivace; sopracoda bianco, col centro delle penne bruno; medie e grandi cuopritrici alari terminate di bianco, che forma due bande alari: inculo con una macchia nera; gastreo bianco, tinto di roseo sulla gola, sul davanti del collo e sul petto e con strie nerastre sui fianchi; becco giallastro alla base, scuro di corno all'apice mais. mi.). Più pal- lida; più piccola; maina il roseo sul groppone e sul gastreo {femm. ad.). Lunghezza totale 0,m126; becco 0,'"010; ala 0, "076; coda 0,"'0f)8; tarso 0/"0 14. 286 ATLANTI'. ORNITOLOGICO Abita la Scandinavia, la Russia settentrionale ed attraverso la Siberia giunge al Nord America, che abita intieramente; è citata per l'Ungheria (Madarasz). Un'altra l'urina sottospecifica, detta A. linaria Unnirnianui illolboelli, va distinta per maggiore statura e presenta queste dimensioni: Lunghezza totale 0,m134; becco 0,m010; ala 0,m077; coda. 0,'"058; tarso 0,ra017; essa abita la Groenlandia, l'America nord-orientale e l'Islanda; due esemplari di questa forma furono colti in Inghilterra (Cordeaux, Hancock), quello di Hancock è noto sotto il nome di A. canescens (Bp. , nec (ìould. La questione della validità specifica di queste forme, tra loro così affini, è molto controversa ed intricata. Per citare il Dresser, grande Ornitologo Paleartico, egli riconosce le specie A. linaria, A. rufescens, A. Homemanni, .1. exilipes, pone VA. Holboelli come sinonimo dell'. 1. linaria e non nomina VA. rostrato, perchè non Europea. Lo Sharpe invece nel Catalogne of the Birds of the Br. Mus.Q) le di- vide così: a) A. linaria. b) A. exilipes. sottosp. .1. Holboelli. sottosp. A. Horneinqnni. sottosp. A. rufescens. sottosp. A. n >stmtn (Groenlandia, America N. 0., sembra che qualche esemplare sia giunto nelle Isole Britanniche). Ma lo stesso Autore in un lavoro più recente (2) allarga le sue vedute, ed eleva a rango specifico 1.1. linaria, VA. Holboelli, VA. rufescens, parla casualmente del- l'.1. rostrata pure come specie e non nomina le altre due, non facendo esse parte dell'Avifauna britannica. Riporto le ultime deduzioni del Naumann :ìi sulle varietà geografiche dell'ai. linaria. I. Penisola Scandinava fino al G9° di lat. sud, Finlandia, Russia occidentale e Prussia orientale. Parti superiori grigie lavate di bruno, con macchie nere lungo lo stelo; d'estate più cupo, d'inverno di un bruno-giallo, ma più striato; fianchi con strie distinte, che con l'età sbiadiscono assai. Lunghezza dell'ala maschio 0,m076- 0,'"073, femmina 0,'"074— 0,m071 ; becco non oltre 0,'"010. linaria. tip., Linnaeiis (1758). II. Norvegia, Lapponia settentrionale. Un po' più grande della linaria. Lun- ghezza dell'ala 0, "'OT'.i— 0,"'07f>; becco molto più robusto e più lungo 0,m011—.0,m009; nel complesso anche le tinte sono più distinte, quantunque non sempre. Brehm descrisse per primo questa forma e le altre Holbólli, alnorum che man mano si confondono colla, linaria. longirostris, Brehm (1831). (') Voi. XII, pp. 235-256 (1888 . Handb. Brit. Birds, I, pp. 15-48 l L8SM . i | Vogel Min. Eur. III. pp, 301-312 [1900;. LTLANT1 0KN1 COLOGII 0 281 III. Costa orientale della Groenlandia. Parti superiori molto più cupe dei tipi europei; d'estate quasi completamente aera, senza toni bruni; petto di un rosso molto più intonso. Dimensioni eguali a quelli' déil'Holbolli. Non possiedo materiali suffi- cienti per stabilire a (pialo forma groenlandica si riannodi questa razza. brunnescens, Homeyer (1879). IV. Terre interfluviali del .Maro Glaciale settentrionale. Leggermente più pic- cola delle tipiche lìnariae; becco e piedi piuttosti piccoli, che poro variano; grop- pone noi giovani leggermente striato, negli adulti bianco-puro, nei maschi in abito estivo lavato di rosa-pallido e cosi il petto; dorso (d'inverno) giallo-bruno, con macchio bruno lungo gli steli, d'ostato più cupo; mai però nell'insieme di un nero- uniforme e deciso misto a bianco, ma sempre di un tono bruno-giallo, ben mar- cato sui lati del collo (giovani). Ala noi maschio 0,m077— (V074, nella femmina 0,'"074— 0,'"071; becco OfWSò— 0,m0065. La maggior parte degli Autori riunisce ipiosta l'orma sM'exilipes, cui in realtà assomiglia assai. caneseens, Dybowsky (1868), nec Gould, Bp. & Schl. V. Siberia sud-orientale. Assai simile all' A. linaria linaria, ina distinta pel disegno più marcato del dorso e delle macchie sui fianchi su fondo di un giallo- crema-delicato. D'estate i maschi hanno il rosso più intenso sul petto e sul grop- pone, su quest'ultima parte osservatisi strisele marcate e chiare: becco sottile e slanciato, di varia lunghezza; la mandibola inferiore oltrepassa quasi sempre l'in- feriore, e talvolta fino di 0,m002; lati del collo di un giallo-delicato e nella linaria di un giallo-sudicio. intermedius, Dybowsky (1883). VI. VII, Vili, forme del tutto Americane (senza nome, eccetto il N. Vili, Aegiothus exilipes, Coues (1861). IX. Groenlandia al nord del 69° di lat. N., Isole Jan Mayen, Spitzbergen e Islanda (?); la più grande e la più chiara di tutte le linai im. ( iroppone di un bianco- puro, lavato di rosa nel maschio in primavera, petto di egual colore; fianchi di un bianco-puro, sovente striati di scuro nella femmina. I larghi margini sulle penne, le fascie sulle ali ed i margini delle timoniere di un bianco-puro; i giovani hanno il collo e la nuca lavati di gialletto; becco, come nel Ciuffolotto, corto e grosso, scuro d'estate, giallo coll'apice nero d'inverno; piedi grossi e robusti, corrispon- denti alla grandezza dell'uccello; ali nel maschio 0,'"089 — 0,'"080, nella femmina 0,'"081— 0/"079. komemanni, Hòlboll (1845). X. Groenlandia, lato occidentale al sud del li'.)0 di lat. Nord ed il paese di Martin. • Statura della precedente o di poco più piccola: becco pure grosso; parti superiori però di un tono molto più cupo, con larghe macchie centrali di un nero-intenso; i margini leggermente più chiari; groppone e fianchi con macchie larghe bene distinte; petto e groppone di un rosso carmino-intenso noi maschio d'ostati'. Ala nel maschio 0,m084— 0,m079, nella femmina 0,ra080- 0,n,076; becco 0,m009 0,m008. grbnla?idica, Bonaparte (1857). 288 ATLANTE 01AN1TOI.OU1C0 XI. Alpi (italiane, francesi, svizzere, tirolesi e salisburghesi); notevolmente più piccola della tipica linaria; il complesso delle tinte più vivace; parti superiori bruno-rossiccie; petto rosso-intenso; penne del dorso con macchie centrali molto cupe, quasi nere e stretti margini di un giallo-chiaro; groppone bianchiccio, lavato di un bel rosso e con macchie nere, fianchi col fondo di tinta chiaro, o giallo- rugginoso e striati decisamente; i margini delle cuopritrici alari, che formano la banda alare, quelli delle remiganti e delle timoniere di un giallo-rugginoso, più chiaro sulla coda; becco debole, allungato, cupo d'estate, giallo-ocraceo d'inverno. La femmina non ha rosso sul petto, né sul groppone. Ala nel maschio 0,"'O73— 0,m069, nella femmina 0,n,070— 0,'"066. rufescens, Vieillot (1816). XII. Isole Britanniche. Molto simile alla forma alpina e di eguale statura. È distinta per una tinta generale di un bruno più cupo ed uniforme. Parti superiori bruno-uniformi, le macchie centrali indistinte o sfumate coi margini bruno-scuri. anche i lati del petto e dell'addome sono decisamente lavati di bruno-rugginoso ed hanno macchie indistinte, che scompajono con l'età; il bruno dei margini delle remiganti e delle cuopritrici è più cupo e più accentuato; il becco è più grosso che nella rufescens; petto e groppone del maschio di un rosso-carminio-intenso. Ala nel maschio 0,'"073— 0,m070, nella femmina 0,n'070— 0,'"066. (?) L. flavirostris, Brehm (1823) A citare tutte le opinioni sarebbero necessarie molte pagine e con poco co- strutto, quindi preferisco dire come io ritenga che si possano cosi suddividere i sopraddetti Acanti) is, a) A linaria. sottosp. a1) A. Hoìboclìi. a2) A. rostrata (simile all' .4. Holboelli, distinta per le strie sui fianchi più larghe, pel becco più grosso e più ottuso). a3) A. rufescens. a1) A. exilipes. a5) A. Hornemanni, sicché uno solo sarebbe il capostipite di tutte le forme europee del gen. Aeanthis, considerando che le differenze tra VA. linaria e VA. I. rufescens sono di poco mo- mento, ma però più accentuate di quelle delle tre rimanenti sottospecie col tipo più puro. Come avverti il Salvadori, il nome di Frim/illa borealis, Teinminck nec Vieillot, comparì più volte nei Cataloghi di Autori Veneti e Lombardi. Essa in sinonimia sarebbe riferibile allM. /. Homnnanni, invece secondo probabilità geografiche all'.!. /. Holboelli, però è indubitato che la pretesa Fr. borealis degli Autori Italiani come anche VA. canescens o /•'. canescens, pure citati dai nostri Autori, altro non sono che individui di maggiori dimensioni della A. Intana, sempre interpretando quanto intesero questi Ornitologi, perchè realmente abbiamo veduto che cosa rappresenta la vera F. borealis, e VA. canescens è VA. I. exilipes, sottospecie sicuramente non com- parsa in Italia. \ i um i. orni i" ti o 289 Genere PYRRHULA, Brisson. Becco duro, corto, rotondeggiante, largo e grosso alla base, protuberante sui lati verso la base, ma leggermente curvato sui lati verso l'apice, mandibola supe- riore assai curvata ed ovunque uniformemente, più lunga dell'inferiore che sormonta colla sua parte apicale; apertura del becco leggermente arcuata; narici basilari, subrotonde, completamente nascoste da piccoli' penne setoloso; ali subacute, al- quanto corte, ma più lunghe in dimensioni della coda, la 1 remigante primaria mancante o minima, la 2a e la 3" subeguali e le più lunghe, 2" troncate in forma quadrata; coda moderata e leggermente forcuta; tarso più lungo del dito mediano con unghia, scudettato anteriormente, lamellato lateralmente; diti forti, l'interno più corto dell'esterno; unghie moderatamente curvate, piuttosto corte e solcate lateralmente. Piumaggio molle, testa grossa e rotonda; petto del maschio di solito rosso, grigio nella femmina, ma alcune specie hanno i sessi simili ed allora il petto non è rosso, ma grigio o bruno; statura mediocre. Le specie di questo genere abitano la Regione Paleartica, specialmente le parti nordiche, la P. Cassini, Tristr. dell'Alaska si estende nella zona Neartica. Le uova sono blu-verdastre, con macchie grigio-porporine e bruno-scure. 286. Pyrrhula pyrrhula (Linnaeusi, Ciuffolotti) maggiore. [ Pyrrhula major, Bbehm J. Eguale al maschio della susseguente specie, ma di statura maggiore e più cupo sulle parti superiori, mentre il gastreo ha il rosso più chiaro e brillante; becco più forte, grosso e più rigonfio (mas. ad.). Eguale alla femmina della susseguente specie, distinta pel becco differente e per la statura maggiore ifemm. ad). Lunghezza totale 0,m180; becco 0,"'011; ala 0,m092; coda 0,m075; tarso 0,m020. Abita la Scandinavia e l'Europa orientale, portandosi verso ovest sino alla Polonia e la Siberia; migra verso sud nell'inverno. Il Giglioli cita tre o quattro soggetti conservati nel R. Museo di Firenze riferibili alla l'orma nordica del Ciuf- folotto, ma il Salvadori, riconoscendo che sono esemplari di dimensioni maggiori del consueto, non crede alla bontà specifica del Ciuffolotto nordico. Io ebbi quattro individui perfettamente eguali a quelli di Scandinavia presi sulle Alpi del Veronese, dell'Udinese e del Bergamasco nei mesi di ottobre e novembre. Credo che questa specie ci arrivi dal Nord all'epoche del Ciuffolotto però in minor quantità, e che non sia stazionaria in Italia. 286 a. Pyrrhula pyrrhula europaea (Veeillot), Ciuffolotto. [Pyrrhula europaea, Vikii.i.., P. rubicilla, Kkys.-Bi,. ]. L'I'av. XXII, fig. 12, 13 e Tav. XLIX, fig. 45]. Calotta nera; dorso differente dal (/usino. — Guarnir e cuopritrici alari russi , conte il gastreo (mas.); guancie e regione auricolare cenermo-rossiceìe, rome il gastreo (femm.). Redini, mento e l'intera calotta di un nero-lucido; parti superiori cenerino- Atlante ornitologici'. 37 290 ATLA VI K ( I UNITI ILI IGICO celestognolo-chiare ; basso groppone bianco-candido; guancie, regione auricolare e gastreo, compresi i lati, di un rosso-vermiglione; basso addome e sottocoda bianchi; una t'ascia trasversale sull'ala, formata dagli apici celestognoli delle grandi cuo- pritrici; piccole 2e più interne rosse all'apice e cenerine alla base; timoniere nere a ritiessi, le due centrali e le sopracaudali nero-violette (mas. ad.). Tinte nere della testa meno vivaci; parti superiori di un cenerino-celestognolo-cupo tinto di bru- nastro, specialmente sul basso dorso; guancie, regione auricolare e gastreo di un cenerino-rossiccio tinto di vinato, più vivo sull'addome e sui fianchi; 2e più interne Testa di P. pyrrhula, gr. nat. 'l'osta di P. pyrrhula eiiropaea, gr. nat. cenerino-rossiccie quasi sino all'apice del vessillo esterno; nel resto come il maschio (fonili, ad.). Tinte eguali a quelle della femmina; testa brunastra, come il dorso; colorito generale più cupo e brunastro, specialmente sul gastreo; groppone bianco- brunastro; nelle 2° più interne le tinte rossiccie sono rimpiazzate da bruno-pal- lido (giov.). Lunghezza totale 0,m160; becco 0,'"010; ala 0,m087; coda 0,m070; tarso 0,'"017. Il Ciuffolotto va specialmente soggetto alle varietà melaniche. Abita l'Europa occidentale, verso est sino alla Germania, le contrade Medi- terranee e l'Algeria. In Italia si trova nella regione dei faggi delle provincie set- tentrionali e delle centrali, ove nidifica nel maggio e nel giugno; al sopravvenire del freddo discende al piano, ma giunge assai di rado nelle provincie meridionali e nelle Isole. È di solito poco abbondante, compare più facilmente nel gennajo od alle epoche del passo, che ha luogo dalla fine di ottobre alla la quindicina di no- vembre; il ripasso sembra avvenire nel gennajo. 287. Pyrrhula Cassini (Baird) ('), Ciuffolotto di Cassini. Calotta nera; guancie e euopritrici auricolari cenerino grigli <> brunastre, come il dorso ed il gastreo (ad). Calotta e mento di un nero-lucido; parti superiori grigio-bluastre; groppone bianco; sopracoda e coda di un nero-lucido; piccole e medie cuopritrici come il dorso, le grandi nere con una fascia apicale blu-grigia, che forma una banda sul- l'ala; gastreo cenerino-grigio-chiaro, più pallido sulle guancie, sulla regione auri- colare e sui fianchi; basso addome e sottocoda bianchi (mas. ad.). Eguale, ma più cupa sulle parti superiori; gastreo grigio-bruuastro (fi nini. ad.). ' Pyrrhula coccinea var. Cassini, Baird, Trini*. C'Mc. dead. 1, p. 316 (1869). ati wrr ORN (Gli 0 291 Lunghezza totale 0,m152; becco 0,'"011; ala 0,m087; coda 0,ro071; tarso 0,ra016. Abita la Siberia dagli Qrali all'Alaska, e verso sud fino al Turchestan ed agii Aitai; è accidentale nella Regione Neartica boreale ed in Europa. Un esemplare venne colto a Pietroburgo nel febbraio 1877 Cabanis e tutti gii anni nell'inverno si troverebbe nelle vicinanze di Orenburgo (Menxbier). Genere ERYTHROSPIZA. Bonaparte. Ha presso a poco i caratteri del gen. Pyrrhula: Becco molto corto e grosso, forte, rigonfio, con ambedue le mandibole forte- mente curvate ed egualmente rigonfie e profonde; margini delle mandibole quasi diritti; profilo del becco spianato; narici coperte dalle penne frontali ricurve ; ali molto acute ed abbastanza lunghe; coda corta e un po' forcuta. Tinte prevalenti dei maschi adulti cremisine o porporine; statura mediocre. Abitano le località selvaggie e sterili, a preferenza di quelle coltivate; le uova sono di un nerastro-pallido, con macchie brunastre o rossiccio-brune. Questo ge- nere comprende poche specie, una di esse abita parte dell'Africa e dell'Asia ed arriva talora in Europa, le altre sono asiatiche 288. Erythrospiza githaginoa (Lichtenstein), Trombettiere. [ Bucanetes githagineus Lem.)]. Becco rosso; testa, collo, scapolari, dorso e petto di un porporiuo-vinato al- l'apice delle penne, di un cenerino-brunastro alla base; groppone e sopracoda di un rosa-pallido; regione auricolare e guancie roseo-argentine, resto del gastreo bruno-cenerognolo tinto di rosa, più vivace sull'addome; sottocoda biancastro tinto di rosa, specialmente sul margine esterno delle penne; margine esterno delle remi- ganti e delle timoniere rosa, nel resto brunastre (mas. ad.). Come il maschio; tinte rosee assai più deboli specialmente sulla fronte, sul dorso e sul gastreo (femm. ad.). Lunghezza totale 0,m130; becco 0,'"010; ala 0,m087; coda 0,"'052; tarso 0,m018. Abita l'Africa settentrionale e le contrade Mediterranee meridionali, spingen- dosi verso est, per la Persia e per l'Afganistan, sino al distretto di Dehli nell'India. Accidentale in Europa, ove pare sia giunto nella Francia meridionale (Boux) e nella Grecia I Von der Miihle). È pure specie di comparsa accidentale in Italia, venne presa nel Veneto, in Liguria, in Toscana ed in Sicilia e sembra comparire quasi ogni anno dall'ottobre al marzo a Malta, è sempre però uccello molto raro. Io ne ebbi due dal Padovano e dall'Udinese, entrambi nel mese di ottobre. Ilrrni jiiii fa/ir e i'dìi mi leggero spigolo sul culmine; tinte rosse sulle ali (genere Rhodopechys, Cabanis). 289. Erythrospiza sanguinea (Gould), Trombettiere dalli ali russe. Fronte nera, coll'apice delle penne roseo; parte mediana della cervice nera, come a calotta; lati della cervice, parte posteriore del collo di un fulvo-rossigno; dorso, scapolari e piccole cuopritrici brune di terra d'ombra, queste lavate di roseo, tutte 292 ATI.ANTK ORNITOLOGICO con macchia subapicale nerastra; groppone e sopracoda rosei, le più lunghe so- pracaudali noie, rosee all'apice; redini e penne attorno al becco rosa; gola, lati e fianchi della tinta del dorso, ma più pallida e col centro delle penne più cupo; eentro del petto, addome e sottocoda bianco-rosei; ali con larghi margini di un rosa tinto di rosso-brillante, 2° terminate di bianco : timoniere esterne bianche, le altre bianche terminate di nero, il nero più esteso verso le centrali, che lo sono quasi per intero {mas. ad.). Tinte eguali al maschio, ma più pallide e più opache, le rosee più dilavate; penne della cervice con margini rossigni; gastreo più pallido, colle penne della gola, dei lati e dei fianchi senza i centri scuri, ovvero poco ac- centuati (femm. ad.). Lunghezza totale 0,m160; becco 0,'"014; ala 0,'"105: coda0,'"056; tarso 0,'"019. Abita il Caucaso, da un lato sino all'Asia Minore orientale e la Palestina, dal- l'altro alla Persia ed a Jarkand (Hit me), l'Australia (Sharpe) e forse l'Algeria {Locke}. Genere CARPODACUS. Kaup. Becco conico, alquanto corto e rigonfio, robusto, grosso alla base, col culmine piuttosto rotondo, appena compresso all'apice, profilo assai arcuato, ambedue le mascelle curvate e di pari altezza, apertura del becco quasi diritta, tornio sempre diritto; narici robuste, basilari e nascoste dalle penne frontali ricurve ; ali medio- cremente lunghe, la 1" remigante primaria, quando esiste, atrofica, 3a la massima, 2a, 3a e 4a subeguali; coda alquanto lunga e distintamente forcuta; tarso scudet- tato anteriormente e piuttosto sottile; diti lunghi e sottili, l'esterno subeguale al- l'interno; unghie moderate, curve e solcate lateralmente. Piumaggio alquanto fitto; in gran parte rosso nei maschi, verdastro nelle femmine. Questi uccelli frequentano le colline, le pianure alberate anche se paludose; sono buoni cantori; le uova sono di un verde-blu-cupo, con macchie bruno-nera- stre. Abitano la Regione Paleartica, la Neartica, l'Orientale e le parti settentrionali della Neotropica e dell'Etiopica. .Se ne conoscono 2G specie. 290. Carpodacus erythrinus (Pallasi. Ciuffolotto scarlatto. [Tav. XXIII, fi£. 1 e 2]. Testa e gobi di un rosso-uniforme (mas. ad.). Tinte generali delle /unii superiori bruno olivastre, mi centro delle penne pili scuro; groppone e sopracoda imi formi (femm. ad). l'arti superiori bruno-cupe, coll'apice delle penne rosso, la tinta rossa predo- mina essenzialmente sulla testa ed è più sbiadita sul dorso; basso dorso e groppone di un cremisino-pallido; cuopritrici alari brunastre alla base, rosee all'apice, le grandi e le remiganti col margine esterno roseo e l'apice bianco-brunastro; la tinta rosea sulle cuopritrici forma due fascie sull'ala piegata; gastreo e guancie di un rosso-brillante, tinto di brunastro sui fianchi e di bianco- roseo sul basso addome e sul sottocoda (mas. ad.). Parti superiori bruno-olivastre, uniformi sul groppone e sul sopracoda, colla parte centrale scura nel resto e nerastra sulla testa; gastreo biancastro, tinto di fulviccio sul collo e sul petto, con strie scure sui medesimi e ATI \nti-: ORNITOLOGICO 293 macchie scure sui fianchi; cuopritrici mediane e grandi bruno-cupe, oliva sul mar gine e terminate di bianco-pialletto, che forma due bande sull'ala piegata; ali e coda marginate di oliva-cupo (femm. ad.). Più lavato di gialletto sul gastreo, colle macchie e le strie meno marcale; doppia banda alare gialletta giov.). Lunghezza totale 0,'"140; becco 0,m011; ala 0,'"08*; coda 0,m060; tarso 0,m020. Abita le regioni della Prussia orientale, verso est, attraverso la Russia set- tentrionale e la Siberia, sino al Pacifico, l'Asia Minore e la centrale; sverna principalmente nell'India e nella Birmania; giunge accidentalmente nella Svezia meridionale, nelle Isole Britanniche, ad Helgoland, nella Francia, nella Spagna (Saunders) e nell'Austria. In Italia è specie che arriva irregolarmente, ma di solito, nell'autunno e nell'inverno, fu però presa in molte provincie, mai in Sardegna; è sempre rara, rarissima nell'abito rosso di adulto, in generalo giungono i giovani. Gli individui giovani ed anche gli adulti del C. erythrintts, tenuti in domesti- cità, assumono un piumaggio speciale, che fu descritto sotto il nome di Fringilla incerta dal Risso e questa venne ritenuta per molto tempo buona specie. Ecco i dati distintivi: — Testa e collo di un giallo-dorato o aranciato; dorso-olivastro- giallo, col centro delle penne cenerognolo; groppone e sopracoda di un giallo leg- germente olivastro; due fascie indistinte olivastro-lionate sull'ala; gola e davanti del collo di un giallo-dorato o aranciato; resto del gastreo giallo-olivastro, tinto di cenerognolo sui fianchi e di biancastro sul basso addome. Insomma la F. incerta, detta anche Chlorospiza incerta o Verdone bastardo, a periodo completo offre le parti che nei soggetti ordinari sono tinte in rosso-carmino di un giallo più o meno dorato o verdognolo, dominando il dorato sulla testa e sulla gola ed il verdognolo sulla regione dorsale. 291. Carpodacus roseus (Pallasj, Ciuffolotto roseo. [Tav. XXII, fig. 14]. Colorito generale delle parti superiori roseo, il mantello e l'alto dorso legger- mente più cenerognoli, con larghe strie centrali nere; groppone e basso dorso di un roseo-vivace uniforme; piccole cuopritrici alari di un cremisino-profondo; le me- diane e le grandi bruno-cupe, marginate di roseo e terminate di bianco-roseo, che forma una doppia banda alare; ala bastarda, cuopritrici primarie e remiganti bruno-cupe, marginate di roseo, le secondarie interne di bruno-cenerognolo, bianche verso l'apice del vessillo esterno e simili alle grandi cuopritrici; cuopritrici su- periori della coda di un roseo-vivo, con strie centrali nerastre; timoniere bruno- nerastre, marginate di roseo; pileo rosa-pallido; fronte e parte anteriore del pileo di un bianco-perla-lucido a guisa di banda frontale; redini e penne attorno l'occhio cremisino-vivaci; cuopritrici auricolari e lati della faccia di un rosa-vivace; parte anteriore delle guancie minutamente macchiata di bianco-perlaceo; gola e linea ma- lare con piccole macchiette bianche, che si estendono all' indietro sui lati del collo; parte anteriore del collo e resto del gastreo di un rosa-profondo, con strette linee ne- rastre sullo stelo; centro del basso petto ed addome bianchi; lati del corpo e fianchi rosei, questi con le lineette nerastre sullo stelo più accentuate; calzoni cenero- gnolo-biancastri; cuopritrici inferiori delle ali ed ascellari bianco-cenerognole, tinte di rosa, più distintamente quelle attorno al margine dell'ala (mas. ad.). Colorito generale delle parti superiori bruno, tinto di roseo, le penne del mantello e del 294 ATLANTE ORNITOI.OfnCO dorso con ima larga stria centrale bruno-nerastra: basso dorso e groppone rosei, coi centri scuri poco indicati; piccole cuopritrici «Ielle ali vermiglione-vivaci; le mediane e le grandi bruno-cupe, marginate esternamente di t'ulvo-ocraceo, che tende al biancastro all'apice delle penne; ala bastarda e primarie cuopritrici bruno-cupe. marginate di bruno-pallido; remiganti bruno-cupe, marginate di fulvo-ocraceo, più pallido sulle secondarie, le secondarie interne con marginature più larghe, le più interne hanno il vessillo esterno fulvo-ocraceo; cuopritrici superiori della coda brune, tinte di roseo e col centro delle penne nerastro; timoniere bruno-cupe, mar- ginate di fulvo-ocraceo e leggermente tinte di roseo; pileo bruno, lavato di rosa e con striscie bruno-cupe ed una leggera ombreggiatura perlacea sulla fronte; re- dini fulvo-ocracee; cuopritrici auricolari bruno-pallide, con strie bruno-cupe leg- germente sfumate di rosa; guancie e gastreo di un rosa-pallido o di un bruno lavato di rosa e con strette striscie brune o nerastre, queste striscie più larghe sui lati del corpo, che sono più brunastri; addome biancastro; calzoni cenerini; cuopritrici inferiori della coda bianche, leggermente sfumate di roseo e con strie centrali ne- rastre; cuopritrici inferiori delle ali ed ascellari biancastre, con una tinta vermi- glione presso il margine dell'ala (femm. ad.) {Sharpe). Lunghezza totale 0,m150; becco 0,ra011; ala 0,'"090; coda 0,m068; tarso 0,'"01 9. Abita la Siberia orientale, la Cina ed il Giappone. Questa specie comparve più volte nei Cataloghi Europei, ma quasi sempre con scarse garanzie. Fu citata quale accidentale peli' Ungheria (Temminck) e recentemente il Madarasz la am- mette per un individuo colto nel 1850, poi pella Russia e pella Germania (De- gland & Oerbe, Arnold) e per Helgoland (Blasius). Secondo il Blasius tre sono i soggetti presi nella classica Isola e tutti giovani, io ne esaminai uno quest'anno nella Raccolta Gatke. Sarebbe uccello di comparsa accidentale e molto raro in Europa ('). 292. Carpodacus rubicillus (Guldenstadt), Ciuffolotto roseo caucasico. Testa e gola di mi rosso macchiato di bianco (mas. ad.): parti superiori bruno-ce- nerognole col centro delle penne nero, meno accentuato, o/o presente anche sol groppone e sul sopracoda (femm. adi. Penne attorno al becco nerastre; testa, suoi lati e gastreo di un rosso-scarlatto, con macchie bianche d'argento, più larghe ed estese sul davanti del collo e sul petto; parti superiori e cuopritrici alari di un rosso-cupo, con margini cenerognoli eslesi e prevalenti sulla tinta brillante; groppone e sopracoda di un rosso-roseo- vivace; basso addome e sottocoda rosso-rosei; fianchi tinti di brunastro; sotto- caudali con strie centrali scure e nerastre [mas. ad.). Parti superiori bruno-cene- (') Alenili Anturi accettano Pyrrhula eryllvrina, Temminck, nec Pallas e /'. roma. Temminck, nec I'allas. porche lo duo descrizioni dati' dal Pallas non sono molto chiaro. Questi duo Ciuffolotti talora si scambiano facilmente l'uno por l'altro; secondo il Nauinann (l'iigel Mitl.-Eur., nuova edizione, III, pp. 246-2">5, 1900) queste sarebbero le duo frasi caratteristiche: Carpodacus erythrinus : - Becco molto rigonfio; pileo rosso-roseo, o bigio-verdognolo. Statura di un Fringuello. CarpodaeuB roseus : - Hocco piuttosto convesso; pileo rosso con piccolo macchietto bianco-argentee, o bruno. Statura di una Passera. Ali. \ S I i ORNI COLOGH 0 -'•'•"' roguole, coi centri scuri presenti, ma meno distinti sul groppone e sul sopracoda; gastreo cenerognolo fulviccio, con strie centrali nerastre; sottocoda bianco-fulviccio; ali e coda di un bruno-scuro, con mar-ini bruno-cenerino-pallidi (femm. ad.). Di una tinta di terra d'ombra pallida, qua e là gialletta, specialmente sulle marginature delle ali e della coda giov. . Lunghezza totale 0,'"200; becco 0,'"014; ala < ». Ili; coda o/'O'.ti); tarso 0,m023. Abita il Caucaso, estendendosi attraverso il Turchestan, all'Imalaia ed agli Aitai; non comparve mai in Italia, e nemmeno nell'Europa occidentale. Il G. sinaitieus, Bp., che abita la Palestina, fu citato dal Von der Z\I u lile pella Grecia, ma certamente lo scambiò col C. erythrinus; anche il C. rhodoehlamys (Brandt) venne annoverato pell'Europa (Blasius) senza alcun dato positivo; abita gli Aitai dal Turchestan a Jarkand (Asia). Genere PINICOLA, Vieillot. Becco simile a quello del gèn. Pyrrhula, ma più lungo e più ricurvo, all'in- dentro lateralmente verso l'apice; narici come nel gen. Pyrrhula e cosi le ali, colla 3a e la 4" remigante primaria le più lunghe; coda alquanto lunga e distintamente forcuta; piumaggio molle e fitto; statura piuttosto elevata. Questo genere composto di una sola specie ha molta affinità col gen. Pyr- rhula al quale fu riunito da parecchi Autori, quantunque abbia statura più elevata e differenti ne siano il becco ed il tipo di colorazione. Altri Ornitologi invece lo in- clusero nel gen. Loxia, pel fatto che anche i giovani nelle Pinicolae sono di un giallo più o meno verdastro e gli adulti rossi. 293. Pinicola enucleator (Linnaeus . Ciuffolotto delle pinete. [Tav. XXIII, fig. 3 e 4]. Tinta generale rosso-carmino colla base delle penne di un cenerognolo-vivace, la tinta brillante essendo più accentuata ed uniforme sulla testa e sui lati del ga- streo, che non sul dorso e sul groppone; penne del dorso e scapolari con una fascia subapicale bruno-cupa; cuopritrici superiori della coda cenerognolo-cupe, coll'apice roseo; medie e grandi cuopritrici alari nero-brunastre, largamente marginate di bianco-roseo, che forma due bande sull'ala; fianchi tinti di cenerognolo, più chiaro sul basso addome e sul sottocoda (mas. ad.). Testa, collo ed alto dorso giallo-aran- ciati, colla base delle penne cenerognola, resto delle parti superiori cenerognolo, qua e là tinto di giallo-aranciato e di bianchiccio; due bande bianche sull'ala; gastreo cenerino, tinto di giallo-oliva sulla bassa gola e sul petto (femm. ad.). Come la femmina; tinta gialla sfumata di aranciato, più vivace e più estesa {giov.). Lunghezza totale 0,'"210; becco 0,m016; ala 0,m110; codaO,'"086; tarso 0,m024. Abita le parti boreali d'Europa, d'Asia e d'America; migra verso sud di au- tunno, ma non giunge che irregolarmente nell'Europa centrale. E accidentale e rarissimo in Italia, venne colto due volte nel Trentino (Museo di Rovereto e R. Museo ili Firenze) e due volte nel Padovano (mia Collezione), forse nel Piemonte (Bonelli, Coli, del Collegio dei RR. PP. Barnabiti in Lodi), dubbiosamente in Liguria (Coli, Magni-Griffi, ora nel R. Museo di Roma) e nel Nizzardo (Risso). 296 Vll.wil- ORNITOLOGICO Genere URAGUS. Keyserling iS Blasius. Becco corto, forte, protuberante sui lati, tanto alto che largo alla base, la mandibola superiore più lunga e che sormonta l'inferiore; narici basilari, nascoste da penne rigide e curvate; ali alquanto corte, la 1" remigante primaria minima e acuta, la 4il e la 5a le più lunghe; coiln jiiù h/i/i/n ili Ile ali e leggermente forcuta; tarso scudettato anteriormente, esso ed i diti piuttosto corti; unghie moderate, arcuate e acute. Piumaggio molle; tinte predominanti nel maschio di un rosso-roseo (Dresser). Le specie di questo genere hanno le abitudini ed il modo di nidificare di quelle del gen. Carpodaeus, cui molto somigliano. Abitano i boschetti ed i cespugli lungo i fiumi e sulle colline e sono buoni cantori. Tre sole specie compongono il genere, due delle quali abitano la Siberia orientale, le isole Kurili, la Manciuria ed il Giappone, la terza si trova nella Cina, 294. Uragus sibiricus (Pallas), Ciuffolotto roseo siberiano. Fronte e redini roseo-cremisine; cervice,nuca e collo di un bianco-argenteo, tinto di roseo; sopracciglio bianco-periato; alto dorso rosso-roseo, col centro delle penne scuro e l'apice in parte bianco-argenteo; sopracoda rosso-cupo, conia base delle penne nerastra; basso dorso e groppone rosso-rosei; gastreo rosso roseo, coi lati della testa ed il gozzo bianco-rosei e le penne del collo lanceolate ; addome bianco ; remiganti con largo margine esterno bianco, le medie cuopritrici bianche, le grandi largamente terminate di bianco; le tre timoniere esterne bianche, le centrali nere, con margini bianchi (mas. ad.). Parti superiori bruno-rossiccie, con strie centrali nerastre; basso dorso e groppone più uniformi e tinti di rosa; sopracoda bruno, tinto di roseo; coda bruno-cupa, le due timoniere esterne bianche per intero e la terza in parte; gastreo cenerino-rossiccio, con strette strie bruno-nerastre sulla gola e sul petto; fianchi tinti di roseo e con le strie poco distinte; addome bianco (femm. ad.). Assomiglia alla femmina, ma è più sbiadito e più fulviccio; groppone aranciato (giov.). Lunghezza totale 0,'"170; becco 0,,n009; ala 0,,n080; coda 0,m090; tarso 0,'"016. Abita la Siberia orientale e la Cina settentrionale, arrivando verso ovest a Krasnojarsk, ed il Turchestan. È accidentale in Europa; un branco di circa quin- dici soggetti comparve nel settembre 1882 nel distretto di Orenburgo (Russia) ed una femmina venne uccisa (Menxbier). Sottofamiglia COCCOTHRAUSTINAE, Coccotraustini. Ossa nasali sporte all'indietro al di là della linea anteriore dell'orbita, man- dibola molto forte e profonda posteriormente; angolo della gonide appena indi- cato; palato di solito concavo, non rigonfio; becco estremamente forte, conico, quasi grande quanto la testa, un po' quadrangolare e rigonfio. Questa sottofamiglia manca in Africa ed in Australia, ed è bene rappresen- tata nelle altre regioni del Mondo. Tav. 38. -9 10. ~ 6t^ c___^ 4? \ "^ l JRÉtfÉt I. Mignattino (9 ad. in abito di primavera). 2. Mignattino (giov.). 3. Mignattino ali bianche (cf ad. in abito di primavera). 4. Mignattino ali bianche (9 ad. in abito d'autunno). 5. Gabbianello (ad. in abito di primavera). 6. Gabbianello (ad. in abito d'autunno). 7. Gabbianello (giov.). 8. Gabb'aoo comune (ad. in abito di primavera). 9. Gabbiano comune (ad. in abito d'autunno). 10. Gabbiano comune (giov. di un anno in abito di primavera). II. Gabbiano comune (giov.). 12. Gavina (ad. in abito di primavera). 13. Gavina (ad. in abito d'autunno). 14. Gavina (giov.). 15. Gabbiano tridattilo (ad. in abito d'autunno). 16. Gabbiano tridattilo (giov.) Ulrico Hoepli, Editore, Milano. ATLANTI. ORNITOLOGICO 297 Genere COCCOTHRAUSTES, Brisson. Becco molto forte, quasi conico, diritto, più ulto che largo alla base e molto grosso, ma assottigliato rapidamente verso la punta e col culmine rotondato; le mandibole subeguali in lunghezza, la superiore assai più alta dell'inferiore, i margini rientranti e quello della superiore leggermente intaccato all'apice ; narici basilari, laterali, elittiche e quasi nascoste dalle penne frontali ricurve; ali grandi e acute, mediocremente lunghe, la 1" remigante primaria mancante, 2a, •"> e l subeguali, le primarie dalla 5a in poi al- largate e festonate, con l'angolo saliente all' infuori, le secondarie quadrate all'a- pice; coda piccola, corta e quasi qua- drata; tarso forte, scudettato sul davanti. lamellato sui lati, più corto del dito me- diano con unghia; unghie piuttosto curve, corte e forti. Piumaggio molle e liscio; corpo mas- Ala (li c- coccothraustes, gr. nat. siccio, grosso e corto; remiganti primarie con riflessi metallici e una macchia bianca: statina mediocremente elevata: i sessi sono poco differenti, i giovani ben differenti dagli adulti, ma nell'autunno dopo la muta divengono eguali a quelli. Frequentano i boschi ed i luoghi alberati, sono più o meno sedentari, migrando in masse; sono granivori, ma si nutrono anche di frutti e d'insetti; il canto è assai mediocre; nidificano sugli alberi a rilevante altezza, le uova sono grigie, tinte di verdastro più o meno cupo, con macchie o lineette porporine e brunastre. Si co- noscono tre specie, due dell'Asia, una è propria all'Europa. 295. Coccothraustes coccothraustes (Linnaeus», Frosone. [Coccothraustes vulgaris, Pam., j. [Tav. XIII, fig. 1, e Tav. XLIX, ti;;. l'J |. Medie e grandi ciiopritriai alari terminate di bianco^ " guisa di spazio alare < min ili Inalile traversali. — Cervice giallo castagna; lati del corpo ri miti (mas.); cervice bruno cenerina; lati del cor/in gialletto-ocracei (femm.). Redini e penne attorno al becco nerastre; testa per intero giallo-baja, tinta di castagno sull'occipite e sulla nuca; bassa nuca, lati del collo e alto dorso grigio- cenerognoli; dorso marrone-cupo; groppone lionato, più vivace ed isabcllino sul so- pracoda; mento e alta coda di un nero-vellutato, resto del gastreo ametistino-vinato, biancastro sul basso addome e sul sottocoda; cuopritrici alari nere a ridessi ed in gran parte terminate di bianco ; remiganti nero-bluastre, alcune primarie con uno spazio bianco dal lato interno, esse dalla .">' in poi a l'orma ondulata e come uncinate nel centro, le secondarie quadrate all'apice (mas. ad.). Tinte più pallide ed opache; cervice bruno-cenerina, colla parte posteriore, l'occipite e la nuca di un bruno-ciocc» i latta; gastreo gialletto-ocraceo, macchia della gola più piccola: i fianchi solo leg- Atlantc ornitologico. 298 ATLANTE ORNITOLOGICO germente lavati di amotistino; il bianco delle cuopritrici meno puro {femm. ad.). Testa, gola e lati gialletto-brunastri, colle penne più cupe all'apice; dorso mar- rone, colle penne terminate di nero; groppone fulvo-giallo, nero all'apice delle penne; gastreo giallo-fulviccio, con una fascia apicale nerastra sulle penne; centro dell'addome e sottocoda di un biancastro-fulviccio senza macchie; margini delle cuopritrici bianchi, tinti di fulviccio (givo.). Lunghezza totale 0,'"180; becco 0,ro020; ala 0,'"100; coda 0,'"055; tarso 0,'"02:'.. Questa specie varia da individuo a individuo nell'intensità delle tinte; gli indi- vidui che ci arrivano dal Nord sono sempre più sbiaditi e così va soggetta all'al- binismo, ma i perfettamente bianchi sono molto rari. Abita l'Europa, l'Algeria, spingendosi verso est sino all'Asia Minore ed al Cau- caso, fu trovata anche in Egitto e in Palestina; è accidentale nella Scandinavia meridionale, nidifica in Russia fino al G0° lat. In Italia è specie sedentaria; può dirsi anche invernale, ma più che altro nelle Isole e nelle provincie meridionali, nidifica nelle centrali e più certamente sui monti delle settentrionali, e talora anche in pianura, nei mesi da maggio a luglio, allevando due covate. Effettua il passo dalla metà di ottobre alla fine di novembre e dalla metà di marzo ai primi di aprile. E in generale uccello discretamente abbondante. Genere CHLORIS ('•), Brisson. Becco duro, diritto, abbastanza forte, conico, quasi tanto largo che alto alla base, compresso ed acuto verso l'apice, con una intaccatura apicale indistinta ed i bordi leggermente rientranti; narici quasi superiori, subrotonde e seminascoste da penne rigide rivolte in avanti; ali discretamente lunghe e alquanto appuntite, la 1 ' remigante primaria mancante, 2a, 3a e 4:| subeguali e le più lunghe, la 3a appena eccedente, le secondarie di tipo ordinario, ma coll'apice quadrato; coda al- quanto corta e decisamente forcuta; gambe piuttosto corte; tarso più corto del dito mediano, forte e sculettato sulla parte anteriore; unghie arcuate, acute e solcate lateralmente. Hanno le abitudini del genere precedente. Se ne conoscono cinque specie che abitano l'Asia, una sola nidifica in Europa e nell'Asia centrale; i sessi sono poco differenti e così i giovani dagli adulti, ma colla muta autunnale ne diven- gono eguali; tinte dominanti verdi e gialle; le uova sono bianco-bluastre, con macchie grigie. 296. Chloris chloris (Llnnaeus), Verdone. [Ligurinus chloris (L.)]. [Tav. XXIII, fig. 11, 12 e TAV. XLIX. flg. 18], Timoniere esterne gialle alla base di entrambi i tesatili (mas.), o gialle sul solo ves- sillo esterno i femm.). Parti superiori verde-gialle, lavate di grigio-cenerino, specialmente sulla testa; (') Chloris apud Cuvier, £<<• dnat. Camp. tab. 11 (1800). VII VMI olìSIIiil ..,,!( i. 209 fronte, sopracciglio, dorso e groppone ili un verde-giallo-vivace ; sopracaudali più lunghe grigio-cenerognole; gastreo verde-giallo-brillante. Leggermente sfumato di cenerino, specialmente sui lati del collo e sui fianchi; centro del basso addome bian- castro; orlo dell'ala e vessillo esterno delle remiganti primarie, per un gran tratto della base, del tutto giallo-brillante; piccole e medie cuopritrici alari venir gialle, le grandi cenerino-celestognole, marginate di verde-giallo: timoniere centrali nere, con margini grigi, le altre nere nel terzo apicale, gialle nel resto (mas. ad. in prim.). Numerose marginature brunaatre sulle parti superiori e grigiastre sulle inferiori rendono le tinte brillanti meno apparenti, però il maschio ad. è sempre (list imo per la base gialla delle penne laterali della coda, e pel giallo delle primarie che le nitorii sino allo strln i/i ciascuna penna (mas. ad. in aut.). Più brunastra del maschio; parti superiori bruno-olivastre, col centro delle penne più cupo e lavato di verde- giallo sul groppone; gastreo grigio-cenerino, lavato di verde-giallo; le 1" margi- nate di giallo soltanto nella putir rstm/u del vessillo esterno; timoniere esterne marginate di giallo sul solo vessillo esterno (femm. ad.). Come la femmina; gastreo bianco-gialletto, con numerose macchie allungate centrali nerastre (giov.). Lunghezza totale 0,'"150; becco 0,'"012; ala 0,n,085; coda 0,m0f>5; tarso 0,'"01 7. Questa specie va soggetta a varietà albine, che sono molto rare; ma la tona- lità delle sue tinte varia assai d'intensità e di vivacità; in generalo i soggetti del sud sono più piccoli e più brillantemente coloriti. Abita l'Europa, verso est sino alle regioni nord-occidentali della Persia e del Turchestan. In Italia è specie sedentaria e nidificante ovunque, ma il loro numero aumenta grandemente nell'autunno per l'arrivo di molti individui d'oltr'Alpe, die vengono a svernare tra noi, specialmente nelle provincie meridionali e nelle Isole. arrivano nell'ottobre, ripartendo alla fine di marzo. Nidifica da aprile a giugno, allevando due covate. Nella Spagna sembra vivere una forma più vivamente colorita della tipica e che corrisponde, secondo me, ai caratteri dati dallo Sharpe pel C. chloris chloroticus, (Cab.), cioè: Tinte molto più brillanti e non lavate di grigio sulla testa e sul dorso; fronte, sopracciglio, guancie e gastreo di un giallo-oliva-vivace, e di un tono più giallo e brillante sulla parte anteriore della testa, sul petto e sull'addome; statura più piccola, ala 0,'"072. Questa forma vivrebbe nella Siria e nella Palestina, sver- nando nell'Arabia; un esemplare che comperai a Barcellona mi sembra di tale tipo, però l'Irby non parla di Verdoni speciali trovati in Ispagna ' . Sottofamiglia LOXIINAE, Lossiini. Ossa nasali non sporte al di là della linea anteriore dell'orbita: margini ta- glienti delle mandibole non contermini e che lasciano un'apertura sul margine del (') Un soggetto di Chlorin sinica (L.) fu preso a Copenaghen il 6 novembre 1*92, esso visse in galil>ia sette mesi, mostrandosi di temperamento assai selvatico (cfr. ktmd Andersen, Fidenih. Meddel. iiiilurh. Fumi. Kbhnv. 1893, pag. 166 etc). Questa specie abita la Cina e la Siberia orientalo: non semina trovarsi nel Giappone, ove vivrebbe la C. kauarahilia minor (Schlegel & Temminckt. 11 Verdone siberiano ha il disegno ed il colorito delle ali e delta coda analoghi a ciucili del Cardellino, da cui si distingue pel becco grosso di Verdone, mentre il giallo-vivo alla tinse delle penne delle ali lo caratterizza fra tutti i congeneri. 300 ATLANTK ORNITOLOGICO becco chiuso, con entrambe le mandibole allungate, curvato, più o meno incrociate e l'inferiore più larga della superiore alla base; angolo mandibolare al mento Leggermente accentuato. Questa sottofamiglia è composta di un solo genere con poche specie, che abitano le regioni montane dell'Europa, dell'Asia sino all'Imalaia e dell'America settentrionale sino al Messico. Genere LOXIA, Linnaeus. Becco duro, forte, grosso alla base e molto compresso verso l'apice; ambedue le mandibole falcate e curvate in senso opposto, l'inferiore curvata all'in su, la sua punta incrociando in alcune specie la superiore, che è volta all'ingiù; narici basilari, rotonde, nascoste da ciuffi di penne ricurve e setolose; ali lunghe, che sorpassano la metà basilare della coda, 1" remigante primaria, quando esiste, molto piccola, ma distinta, 2!l di solito la massima; coda corta, forcuta e colle penne acuminate; piedi forti; tarso forte e corto, scudettato sul davanti, lamellato sui lati; diti corti; unghie robuste, curve, acute e solcate. Il becco negli individui molto giovani è di tipo fringìllino, quando l'uccello è sviluppato assume la forma lossiina; i maschi ad. sono rossi con le ali e la coda scure, le femmine ad. ed i giovani olivastri o giallastri con strie scure; la tinta rossa è raggiunta dall'abito giovanile verdastro passando per uno di giallastro, che è livrea temporanea. Le specie di questo genere abitano i giardini, i luoghi alberati, ma più che altro i boschi di conifere, delle quali mangiano i semi, sbucciandoli col robu- stissimo becco, se ne stanno di preferenza sulle cime degli alberi, penzolandosi come i Pappagalli, non sono timidi, ma confidenti ed alquanto stupidi; il loro canto è assai povero di note, ma in alcune specie (L. Infasciata, Brehm) abba- stanza melodioso; sono gregari, talora radunandosi in enormi branchi e compiendo migrazioni irregolari, spinti da inclemenza di stagione o da bisogno di cibo. Ni- dificano molto precocemente nell'anno, talora anche in gennajo; le uova sono simili a quelle del Verdone, ma più grandi; si nutrono di semi, di frutta, di bacche ed eventualmente anche d'insetti. a) Ali st ir. a fascie bianche. 297. Loxia curvirostra, Linnaeus, Crociere. |Tav. XX1I1, fig. 8, 9, 10 e Tav. XI. IX. fig. 471. Eguale alla sottospecie seguente, ma col becco più piccolo, più sottile e poco curvo, coll'apice della mandibola inferiore che di solito oltrepassa il culmine: sta- tura minore, ala in proporzione più lunga. Quantunque il becco varii assai, pure non ho mai trovato individui che lo avessero cosi sviluppato da potersi paragonare al forte e alto della. /,. curvirostra pityopsittacus (Bchst.). Lunghezza totale 0,m170; becco 0,'"018, altezza del becco alla base 0,'"012, larghezza della mandibola inferiore alla base 0,'"010: ala 0,'"100; coda 0,'"061 ; tarso 0,'"0ls. v i i wri: ORNITOLOGI! 0 301 Questa specie, come la susseguente e le congeneri, va soggetta a varietà al- itine, rhe però sono rare; mi è sembrato che in questa Loxia, come nella /.. e. pityopsittacus, il carattere della mandibola inferiore che eccede o meno il culmine non sia assolutamente costante, ma le due forme per le dimensioni del becco sono « priori distintissime. Testa L'està di /.. eurvirostra, ili L. curvirostra pityopsittacus, gr. nat. >;r. uat. Abita le foreste di pini di quasi tutta la Regione Paleartica. In Italia è specie sedentaria sulle Alpi, nidifica forse nel Trentino {Bonomi), certamente nel Ber- gamasco (Arrigoni Begli Oddi) ed in Toscana (Savi), forse nel Modenese (Doderleirì) e nella Corsica (Whitehead). È in generale di apparizione irregolare dal Veneto alla Sicilia ed a Malta, compare più facilmente nell'estate o nel novembre ed in alcuni anni molto copiosamente; nidifica nel febbraio e nel marzo, ma anche in qualunque mese dell'anno. 297 a. Loxia curvirostra pityopsittacus (Bechstein), Crociere dille pinete. [ Loxia pityopsittacus, Bchbt.]. [Tav. XXIII, li». 5. (j, 7 e Tav. XI. IX. 6g. Il", |. Becco molto alto, grosso e ricurvo, apice della mandibola inferiore che non sopravanza di solito il culmine. Colorito generale rosso-cinabro, assai vivace sul groppone, lavato di cenerognolo sulle guancie, sui lati e sui fianchi; sopracoda nerastro, coll'apice delle penne rosso; centro dell'addome biancastro; sottocoda nerastro, con larghi margini bianco-cenerognoli; ali e coda bruno-nerastre, con margini rossicci {mas. ad.). Le parti che nel maschio sono rosse, qui sono oliva - gialle, più zolfine e brillanti sul groppone; mantello più cupo e nerastro, coll'apice delle penne giallo-oliva (femm. ad.). Parti superiori grigio-brunastre, che tendono al gialletto, con una striscia bruno-scura sul centro delle penne ; sopracciglio bianco- sudicio; gastreo bianco-grigio, con strie centrali bruno cupe e lavato di verde- pallido, con poche penne gialle sul davanti del collo e del petto; ali e coda con mar- gini di un verde-oliva [giov.). Sembra che per rivestire l'abito completo degli adulti, i giovani impieghino due o tre anni, in questo frattempo rivestono livree di co- lori intermedii nei quali il rosso e le tinte olivastre e gialle sono frammischiate, ciò che si può seguire facilmente in ricche serie complete e di sicure identificazioni. Analogo fenomeno presenta la L. eurvirostra. La mandibola inferiore, come nei Lossiini in generale, volge ora a destra, ora a sinistra della superiore, ma ili regola non la sopravanza mai. 302 ATLANTIC ORNITOLOGICO Lunghezza totale 0,'"180; becco 0,m021, altezza del becco alla base 0,m015, larghezza alla base della mandibola inferiore 0,'"012; ala 0,'"106; coda 0,'"070; tarso 0,'"019. Questa sottospecie abita le foreste delle regioni circumpolari d'Europa, del Baltico e della Germania settentrionale, migrando verso sud d'autunno, ma giun- gendo raramente al di qua dell'Europa centrale, e, secondo Nordmann, nidifiche- rebbe anche sulle montagne della Russia meridionale. Credo accidentale e molto raro questo uccello in Italia, fu trovato nel Trentino (Althammer), nel Veneto (Giglioli e l'alio»), nel Piemonte (Bonetti), in Liguria (due individui dell'inverno 1851 erano nella Collezione Magni-Griffi (Corazzi), il maschio è nel 7.'. Musco di Roma, la femmina nella mia Raccolta), nel Nizzardo (E. Museo di Firenze) ed in Dalmazia i Kolombatovich). Non è però improbabile che altri individui ritenuti tali siano sem- plicemente soggetti di grande statura della L. eurvirostra, che alcuni Autori consi- derano tutt'uno colla presente specie. Ed a ciò deve attribuirsi l'asserto che la L. e. pityopsittacus nidifichi nel Bellunese (Fulcis, fissi). 297 A. Loxia eurvirostra rubrifasciata. Bonaparte & Schlegel ('), Crociere dalle fascie rosse. Simile alla L. eurvirostra, ma le tinte leggermente più vivaci; apici delle cuopritrici alari grandi e medie rosso- rosei, formanti due bande sull'ala; apici delle remiganti 2" interne rosso-rosei {mas. ad.). Simile alla femmina della L. eur- virostra, ali grigio-nerastre, con le bande piuttosto indistinte e cenerognole (femm. ad.). Simile al giovine della L. eurvirostra; sulle ali due fascie verde-grigiastre. Lunghezza totale 0,m160; becco 0,'"020, altezza del becco alla base 0,'"011, larghezza della mandibola inferiore alla base 0,'"010; ala 0,'"094; coda 0,'"057 ; tarso 0,m018. Questa sottospecie abita, a quel che pare, la Kussia occidentale, da dove giunge sino nella Germania centrale e fu colta anche nella Svezia presso Stoc- colma. Secondo lo Sharpe, questo Crociere altro non sarebbe se non una varietà o stadio adultissimo della L. bifasciata, invece Brehm, Dresser, Pleske e Meves la considerano buona specie, ed io l'ammetto, ma quale sottospecie della L. eur- virostra; è uccello molto raro nelle Collezioni. b) Ali attraversate ilo due fascie bianche, formate dai/li apici delle grandi e medie cuopritrici. 298. Loxia bifasciata, Brehm, Crocieri fasciato. [Loxia taenioptera, Glog., L. leucoptera, Gigl. (neo Gm, i|. Colorito generale rosso-carmino, colla base delle penne scura, il color rosso più vivace sul groppone e sul petto e biancastro sul centro dell'addome; 2° interne {') Loxia rubri/usi iuta, Brehm, in liti, fide tip. & sdii.: Loxia cmiiioxtra rubrifasciata, Bp. A Sdii. Monogr. Lox. pag. 5 (1850). MI \MI OEN1TOLOGII " con largo apice bianco; medie e mandi cuopritrici largamente terminate di bianco, che t'orina due bande sull'ala; sopracoda nero; ali e coda nere, con Larghi margini bianco-rossicci una*, mi.). Colorito generalo giallo zolfino, colla base dello penne nera- stra, più opaco nelle parti superiori e più scuro sullo interiori; duo fascie trasvi bianche sull'ala, formate dagli apici dello cuopritrici grandi e mediane; margini delle ali e della coda giallastri ((ciudi. « <• Tav. XI.1X, iig. 56], Tinta generale nera a ritiessi metallici brillanti, violetto-porporini sulla testa, sulla gola, sulla parte alta del collo e sulla regione interscapolare, verdi d'acciaio sulle scapolari, sul groppone e sulle cuopritrici delle ali, porporino-verdastri sulle cuopritrici, sulla parte posteriore del collo e sul petto, porporini d'acciaio sui fianchi e sull'alto addome; penne della testa, del collo, del dorso e del groppone con piccole macchiette apicali bianche, che si foggiano a margine sul sopracoda ; basso ad- dome e sottocoda nerastri, con orlature bianco-giallette; ali con margini nocciola- gialletti (mas. ad. in prim.). Tutte le penne marginate di bianco, leggermente ful- viccio, cosi esteso sull'alto collo, sul dorso, sul groppone e sulla parte bassa del petto da oscurare quasi del tutto la tinta metallica (mas. od. in aut). orlature e macchiette più estese che nel maschio: riflessi meno accentuati (femm. ad.). Co- lorito generale bruno-fuligginoso, con margini nocciola-rossicci sulle ali e sulla coda; gastreo più biancastro, specialmente sul mento, sulla gola e sul centro del- l'addome e lavato di bruno-cupo; angoli ed interno della bocca gialli (ijior. ori /- abito). Atlante umiloloyico. 3U .'{(Iti ATLANTI-: ORNITOLOGICO Lunghezza totale 0,m220; becco 0,m025; ala 0,m128; coda 0,m066; tarso 0,m028. La vera forma occidentale della S. vulgaris sarebbe cosi sommariamente de- scritta dallo Sharpe: Testa, cuopritrici auricolari, gola, scapolari e cuopritrici alari verdi; fianchi blu-d'acciaio o blu-verdastri; la forma italiana invece ha la testa violetto-porporina, le sole cuopritrici auricolari hanno riflessi verdi estesi più di rado sulla porzione anteriore del collo, il quale di solito ha le tinte della testa, mentre quella verde comincia solo sulla parte posteriore dello stesso. Mai ho tro- vato nei nostri esemplari il vero S. M&nxbieri, Sharpe, che presenta la testa, le cuopritrici auricolari, la gola ed il davanti del collo di un porporino-rossiccio, che volge al violetto sui fianchi; esso abita la Siberia, sverna nelle pianure dell'India ed ha statura maggiore; lunghezza totale 0,228; ala 0,m130. È citato dal Madarasz pell'Ungheria e dal Reiser pella Bulgaria. H. E. Dresser non ammette la validità specifica dello S. Menzbieri, dicendo che la maggior parte degli S. vulgaris da lui avuti e descritti dagli Autori presentano la testa porporino-violetta, anche sulle cuopritrici auricolari e giammai la tinta verde era prevalente. Ed io credo pure che non sia che una forma dello S. vulgaris e che tutt'al più quindi debba chia- marsi 8. vulgaris Menzbieri (Sharpe). Mi sembra che il tipo italiano sia intermedio tra il vero S. vulgaris a testa verde-cupo e lo S. Menzbieri colla testa e le cuopritrici auricolari violetto-porporino. Lo 8. vulgaris, come lo S. unicolor, va soggetto a numerose varietà albine, i bianchi del tutto sono molto rari, non tanto quelli cenerino-periati od isabellini. Questa specie abita l'Europa centrale ed occidentale e la Russia, portandosi verso sud d'autunno sino in Persia, nella Siria e nell'Africa settentrionale. In Italia è specie assai abbondante come estiva, principalmente nelle provincie meridionali ove nidifica copiosamente, come invernale e di passo nel Veneto e nelle provincie centrali, meridionali e nelle Isole ; nidifica in aprile e maggio. Nel Veneto si può ritenere quasi stazionaria, vi mancherebbe dalla fine di luglio a quella di settembre (21 luglio - 21 settembre). b) Penne della testa, del volto e del dorso lanceolate; cuopritrici ola ri porporine. 299". Sturnus vulgaris purpurascens (Gould), storno porporino. Simile allo S. vulgaris; testa e gola porporine; dorso e mantello verdi (Gould nella descrizione originale dice: dorso per intero di un bel porporino); scapolali porporino-rossiccie; basso dorso e groppone dello stesso colore, ma leggermente lavati di blu-acciaio; fianchi porporino-bronzati; cuopritrici alari porporino-ros- siccie. Lunghezza totale 0,'"215; becco 0,u'028; ala 0,'"127; coda . 0,'"06<); tarso 0,'"030. Abita la Dobrugia nell'Europa orientale, Cipro, l'Asia Minore fino all'Afgani- stan e giunge talora sino all'India. 299/'. Sturnus vulgaris Poltoratskii (Finsch), Storno porporino di Finsch. Simile allo S. vulgaris; testa porporina, talora con deboli riflessi verdastri; scapolari verdi; basso dorso, groppone, gola e gastreo porporini; fianchi di un bel porporino-rossiccio, con leggero splendore bronzato; cuopritrici alari violette o por- porino-rossiccie. AI'I.AN I 1 ORNI rOLOGII •■ 307 Lunghezza totale 0, 215; becco i». 030; ala 0,n,124; codaO, 068; tarso 0,m030. Abita gli Aitai sino al Turchestan, verso sud giunge alle pianure dell'India, verso est sino al Caucaso ed anche a Cipro; comparve in Ungheria i \Ladara 299'. Sturnus vulgaris caucasicus (Lorenz), Storno porporino caucasico. Simile allo 8. vulgaris; testa verde-scura; basso dorso, groppone, sopracoda e gola verdi; petto verde-rame; Banchi rosso-porporini; cuopritrici alari violette se- condo il Lorenz, lo Sharpe invece dice che sono di un verde-acciaio cupo col mar- gine esterno porporino, gli esemplari che esaminai combinavano con l'asserto del Lorenz. Lunghezza totale 0,ra215; becco 0,m030; ala 0,m132; coda0,,n064; tarso 0,m030. Abita il Caucaso, spingendosi verso est sino alla Persia. Con analoghe parole, lo Sharpe distinse le tre forme dello Storno porporino che ho citato, egli ritiene buona specie lo S. r. PoUoratskii e lo S. /'. purpurascens, mentre invece considera lo S. r. caucasicus solo sottospecificamente distinto dallo S. r. PoUoratskii. 11 Dresscr ilice che le tre forme sono molto simili, differendo lo S. v. PoUoratskii e lo S. v. caucasicus nell'essere più lavati di verde dello S. v. pur- purascens, il primo avendo il dorso tinto di verde-acciaio ed il groppone porpo- rino, mentre lo S. v. caucasicus ha lo splendore verde esteso all' ingiù del grop- pone. Anche con la limitata estensione che si dà oggi in biologia alla specie, io non inclino a ritenere specificamente distinte le forme dello Storno porporino e perciò riunii sotto il capostipite S. vulgaris lo Storno porporino, quello di Finsch ed il Caucasico, giacché sembra che le modificazioni orientali dello Storno siano costanti ed abitino paesi distinti e sempre esattamente indicabili, mentre quelle che troviamo nei rappresentanti europei dello S. vulgaris sono variabili ed in- dipendenti dalla località abitata, quindi più che altro individuali e ciò /» r quanto oggi si conosce. ci Tutte Ir penne del corpo lunghe, sottili ed acuminate ali e coda eccettuate). 300. Sturnus unicolor, Là Maemora in Temmtnck, Storno nero. [Tav. XLVI, fig. H]. Colorito generale nero cangiante in violetto ed in porporino; timoniere e re- miganti bruno cenerognole, marginate di violetto-verdone sulle 2° e di violetto-por- porino sulle le, le le interne e le 2° con un orlo preapicale nerastro {mas. ad. in l>rini.>. Penne meno lunghe e meno affilate; tinte generali meno vive, coi riflessi meno accentuati e, di solito, con qualche piccola macchietta grigiastra apicale sulle penne della testa e su quelle delle parti inferiori (femm. ad. e mas. ad. in aut.). Fronte e gola bianco-brunastre; quelle del dorso, del groppone e dell'intero ga- streo nere a riflessi e con piccole macchiette apicali biancastre; remiganti bru- nastre (giov. d'uni, in passaggio alla lima completa). I giovani nel 1" abito sono eguali a quelli dello S. vulgaris. Lunghezza totale 0,'"230; becco 0,'"027; ala 0,m130; coda 0,m070; tarso 0,"'<>i".i. Abita la Spagna, il Portogallo, l'Africa settentrionale e la Palestina. È specie 308 ATLANTE ORNITOLOGICO molto abbondante in Sardegna, meuo copiosa in Sicilia, vive anche in Corsica; è ovunque eminentemente stazionaria. Fu presa tre volte in Liguria, e sembra anche a Malta. Genere PASTOR. Tkm.mixck. Simile assai nei caratteri al gen. Sturnus. Becco più corto, più alto e maggiormente curvato, più alto che largo alla base, la mandibola superiore intaccata verso l'apice e leggermente curvata; na- rici basilari, ovali ed in parte nascoste da una membrana coperta di penne; ali come nel gen. Sturnus, ma più larghe; coda più lunga, colle penne in gran parte rotonde all'apice; tarso scudettato sul davanti, lamellato sul resto, nella parte posteriore [pianta) le piastre formano un margine tagliente ed acuto; unghie più curve. Penne del petto allargate; sottocaudali molto più corte della coda; penne della cervice allungate ed appuntite, formanti un enorme ciuffo, che ricade sulla nuca: adulti dei due sessi eguali, tinti di rosa e di nero: giovani assai differenti. Hanno le abitudini degli Storni; si nutrono specialmente di grilli e di locuste; nidificano in colonie e spesso non nello stesso paese dell'anno precedente, le uova sono bianco-bluastre immacolate. Una sola specie compone questo genere. 301. Pastor roseus (Linnaeus), Storno roseo, Tav. XVIII, fig. 2]. Un gran ciuffo sul pileo, testa e collo per intero, gola ed alto petto neri a riflessi porporini: resto delle parti superiori ed inferiori di un rosa-pallido; basso ad- dome, sottocoda, ali e coda di un nero-verdone {mas. ad.). Ciuffo meno lungo; tinte più pallide, coi riflessi meno accentuati (femm. ad.). Senza ciuffo; parti superiori ce- nerino-rossiccie, più biancastre sul groppone; gastreo bianco-fulviccio, più chiaro sulla gola, essa ed i suoi lati con piccole macchie centrali bruuastre, più o meno numerose; ali e coda bruno-scure, con larghi margini bianco-cenerognoli (gìov.). Lunghezza totale 0,,n225; becco 0,m020; ala 0,m132; coda 0,m070; tarso 0,'"032. Nell'abito giovanile questa specie potrebbe alle volte confondersi col giovane dello S. vulgaris, ma il tono di tinta molto più chiaro e le distinte marginature bianco-cenerognole, e noti rossiccie, la caratterizzano a bella prima. Abita per brevissimo tempo, cioè nell'epoca delle cove, l'Asia centrale e la Minore, il sud-ovest d'Europa (Russia meridionale, Bulgaria e Dobrugia) ed alle volte nidifica irregolarmente in altre parti d'Europa, come nella Slavonia, nella Croazia ed in Dalmazia, ove talora si trovano a migliaia durante l'epoca della ri- produzione {Brusina); sverna nelle pianure dell'India, giungendo accidentalmente nel periodo delle migrazioni dalla Scandinavia e dalle Isole Britanniche, attraverso l'Europa, alla Spagna ed al nord dell'Africa. È specie di comparsa irregolare in Italia, di solito giunge nell'estate o d'autunno; è piuttosto rara, un po' meno nell'a- bito di giovane. Talora nidifica ed è nota la grande comparsa che avvenne nel ATLANTE ORNITOLOGICO 300 giugno 1875 a Villafranca (Verona . ove una numerosa colonia di parecchie mi- gliaia di individui arrivò il 5 giugno, compiendo la riproduzione tra il detto giorno ed il 10 luglio, ripartendo giovani ed adulti il 14 dello stesso mesi-. Famiglia ORIOLIDAE, Oriolidi. Becco subeguale alla testa, leggermente conico, abbastanza robusto, curvato, collo spigolo che si addentra un po' nelle penne frontali: mandibola superiore leg- germente curvata e intaccata presso all'apice; lingua un po' cibata all'apice; narici basilari, laterali e nude; ali lunghe, di 10 remiganti Incolla 1 sviluppata; coda quadrata o forcuta, di 12 penne; tarso robusto, piuttosto corto, scudettato sul da- vanti e lamellato all'indietro; diti robusti, specialmente il pollice, che è grande, cosi la sua unghia; unghie robuste e curvate. Sessi di solito differenti ; giovani simili alle femmine; piumaggio, in generale, nero e giallo, o misto a giallo-verdastro. Questa famiglia in gran parte abita il Mondo Antico ed è rappresentata nel Nuovo da famiglie affini; questi uccelli sono insettivori o frugivori, e più o meno migratori: hanno muta semplice; collocano l'artistico nido nella biforcazione di un ramo, le uova sono di un bianco-puro, con macchie bruno-nerastre. In solo genere è rappresentato in Europa. Genere 0RI0LUS, Linnaeus. Becco allungato, conico, curvato e leggermente intaccato presso l'apice; aper- tura del becco con poche setole; narici basilari, laterali, ovali ed aperte in una membrana; in generale un piccolo spazio nudo dietro l'occhio; ali piuttosto acute, la 1 ' remigante primaria corta, circa la metà della 2a, questa più breve della 3", che è la massima; coda mediocre, subrotonda, colle timoniere larghe ed ano fondate; tarso scudettato sul davanti, più corto del dito mediano con unghia; scu detti del tarso e dei diti grandi: unghie arcuate e solcate lateralmente. Il maschio è differente dalla femmina, il giovane simile a questa; le specie di questo genere frequentano i boschi, i giardini ed i frutteti, non amano le piante conifere; sono migratori, insettivori o frugivori; se ne conoscono circa 40 specie, che sono ripartite in Africa, in Asia ed in Australia, una sola nidifica in Europa. 302. Oriolus oriolus ' (Linnaeus), Rigogolo. | Oriolus galbula, L. |. [TaV. XII. Bg. 8, 9 e Tav. XI. IX. 6g. 57 J. Tinta generale giallo-dorata: redini nero-lucide; ali nero-vellutate con uno spazio giallo, formato dalla metà apicale delle le cuopritrici; alcune remiganti le (') Coracias oriolus, Linnaeus, Hyst. Nat., I, p;ij^. 107 (1758); Oriolus galbula, Linnaeus, Sytt. Nat., I, pag. 160 (1766). 310 ATLANTI'. ORNITOLOGICO e 2e terminato di giallo strettamente sullo centrali, a larga fascia sullo altre, la tinta chiara più estesa sul vessillo interno, che non nell'esterno (mas. ad.). Parti superiori e lati di un giallo-olivastro, qua e là velato di brunastro poco apparente; gastreo bianco cenerognolo, sfumato di giallo sul petto, con una linea sottile cen- trale nerastra sulle penne del petto e dell'alto addome: fianchi di un giallo-oliva, con linee centrali scure; sottocoda e basso addome di un giallo-oliva-vivace; ali nerastre, con marginature giallo- olivastre o cenerognole; timoniere centrali giallo-olivastre, lavate di nerasl ro, le esterne nerastre lavate di giallo- olivastro, ed il vessillo interno verso l'apice in gran parte giallo (femm. ad.). Simile alla femmina, ma colle tinte olivastre più spiccate e le gialle più dilavate; gastreo, tranne la gola, con larghe macchie centrali nerastre ed il giallo più pallido (giov.). Lunghezza totale 0,m250; becco 0,,n025 ; alaO,"lf>0: coda 0,'"090; tarso 0,'"023. Varia nell'intensità e nel tono del giallo, che talora è tinto di aranciato, ma l'albinismo è sempre molto raro. Abita l'Europa, nidificando verso nord sino circa al 63° lat., verso est fino al Turchestan russo ed agli Aitai, verso sud-est sino al Golfo Persiano. .Sverna nel- l'Africa meridionale e nella sud-occidentale, in Italia è specie estiva e comune; giunge ai primi di aprile e riparte alla fine di settembre; nelle provincie meri- dionali e nelle Isole nidifica quasi esclusivamente nei 1 toschi montani, nelle altre parti ovunque. Famiglia CORVIDAE, Corvidi Becco forte, più o meno lungo della testa, un po' curvato ed acuto, di solito con un'intaccatura subapicale, il culmine convesso e che non si addentra nelle penne frontali; base del becco fornita di setole rigide; narici coperte di solito con abbondanti ciuffi di penne setolose, dirette in avanti; ali con 10 primarie, la 1* corta, circa metà della 2a; coda di 12 penne, molto variabili nella forma, di solito rotonde, talora eminentemente graduate; tarso scudettato sul davanti, separato dalle lamelle laterali da un solco, alle volte nudo o coperto di piccoli scudetti, più lungo del dito mediano con unghia; piedi robusti; dito posteriore forte e lungo, però più corto del mediano con unghia; unghie robuste, compresse e curvate. Piumaggio opaco od a riflessi, ma non variato (Corvinae), o brillante con pre- dominio di blu e la testa fornita di un ciuffo (Garrulinae). Sessi simili e con can- giamenti di età poco accentuati; la muta è doppia, primaverile ed autunnale. Non cantano ed hanno voce rauca o stridula, odorato e vista acutissimi; abi- tano le località più disparate, non sono in generale propriamente migratori, né gregari, ma alcune specie pascolano, viaggiano e s'appollaiano in masse enormi; non saltellano, ma camminano speditamente; sono onnivori, alcuni eminentemente frugivori o carnivori; il loro modo di nidificare è variato, ma il nido sempre rozzo e voluminoso; le uova bluastre o verdastre macchiettate. Sono cosmopoliti. Genere CORVUS, Lesnaeus. Becco più o meno rigonfio alla base, lungo, forte, compresso, diritto alla base, arcuato verso la punta, che è indistintamente intaccata ed acuto sui margini; na- \ 1 I Wl I ORNI rOLOGIl 0 ili rici basilari, generalmente nasci iste da penne setolose dirette in avanti e che giungono fino alla metà della mandibola, esse sono poste vicino alla parte supe- riore del culmine e non presso il margine inferiore; ali lunghe, che giungono quasi all'apice della coda, graduate, 1 remigante primaria che sorpassa la metà della 2\ 3° o 4a la massima : coda più 0 meno graduata; tarso a larghi scudetti, poco più bilico del dito mediano con unghia, l'esterno attaccalo all'interno sino alla l1 articola <£: zione; unghie forti, acute e curvate. . ^ Piumaggio nero a riflessi; fronte e lati della faccia talora nudi negli adulti; becco e piedi neri; sessi simili e giovani poco diffe- ,. . . , , Becco ili Corvus frugileaus. sriov. renti; statura piuttosto elevata. , » > e r circa ■ gr. n.it. Sono onnivori, si nutrono anche di carne e di pesce; se ne stanno nelle più svariate località ove possono trovar cibo; sono gregari; cosmopoliti, ma mancano nel Sud-America, nella Nuova Zelanda ed in gran parte delle Isole del Pacifico. Nidificano sugli alberi o nelle buche degli stessi o dei fabbricati, negli spacchi delle roccie e depositano uova, che variano dal bianco al verde nella tinta di fondo e qualche volta rossiccio, con macchie verdi di vario tono di colore. a) Becco piuttosto lungo, poco curvato, conico, non adunco; urtili udititi la base del becco, la fronte il mento e la gola sono nudi, senza penne e coperti ili pelle verrucosa grigiastra (gen. TripanocORAX, Sundevall). 303. Corvus frugilegus, Linnaeus, Corvo. [Tav. XI, fig. 7, e Tav. XLVIII, tig. 11]. Colorito generale nero a riflessi metallici violetto-porporini, più vivaci sulle parti superiori che nelle inferiori e di un verde-bottiglia sulla regione oftalmica ed auricolare ed in parte sulle remiganti e sulle timoniere ; la base del becco, la fronte, la parte anteriore delle guancie, il mento e la gola nude, cioè del tutto senza penne e coperte di pelle verrucosa grigiastra (ad.). Tinte opache; parti nude della testa piumate, talora imperfettamente (gioc). Lunghezza totale 0,m490; becco 0,m056; ala 0,m350; codaO,m188; tarso 0,"UV.'. Abita l'Europa centrale e settentrionale, portandosi verso est in Siberia sino alla Vallata dell' Irtysc, l'Asia centrale ed il Turchestan. Sverna nell'Europa me- ridionale, nell'India nord-occidentale e nella Persia; però nidifica anche nel sud dell'Europa (Vallata del Danubio ed Italia settentrionale). In Italia è specie quasi affatto invernale, d'arrivo in ottobre e novembre e di partenza nel marzo e nel- l'aprile, poche coppie nidificano nel Veneto (Ninni); è iu generale uccello abbondante. b) Becco alto e grosso, notevolmente curvato e subegtiale alla testa gen. COEVUS, Linnaeus;. 304. Corvus corax. Linnaeus, Corvo imperiale. Colorito generale nero a riflessi violetti e porporini, specialmente sulle parti superiori; penne della gola lanceolate, biforcate all'apice ed a riflessi porporino- 312 ATLANTE o UNITO Li» ileo vivaci; coda arrotondata, colle due penne centrali più lunghe delle laterali (mas. ad.). Statura minore; tinte più opache; penne della gola assai meno lanceolate (femm. ad.). Più pallido di tinta, colle penne della gola non lanceolate; gastreo, ali e coda lavate di brunastro (giov.). Lunghezza totale 0,m685; becco 0,m073, altezza dello stesso alla base 0,m030; ala 0,m440; coda 0,'°250; tarso 0,'"070. Varia nella statura da 0,'"640 a 0,m730. Abita gran parte dei paesi nordici della Regione Paleartica e Neartica, in America sino alle montagne del Messico e del Guatemala, in Europa fino a quelle del Mediterraneo settentrionale e nell'Asia sino alla linea dell'Imalaia. In Italia si trova sugli alti monti e talora anche in pianura, ma è uccello poco frequente e localizzato, più abbondante nelle Isole; gli adulti sono sedentari, i giovani fanno brevi viaggi. Nidifica da gennaio a marzo; vive a coppie od in piccole compagnie ed ha istinti carnivori. I Sigg. Hartert e Kleinschmidt f1) hanno lungamente parlato delle varie forme del Corvo imperiale europeo e le divisero come segue: a) Forme etiropee. 1. Far Oér (Isole). — Corvus forar varius, Brùnnicli. Lunghezza totale dell'ala 0,'"440. Piedi più grandi degli individui di Groen- landia. Parte basilare delle penne molto chiara e biancastra; penne coi vessilli molto larghi; becco un po' più corto e, di solito, più largo di quello dei soggetti di Groenlandia. Va facilmente soggetto all'albinismo parziale, che si osserva sulla testa, sulla parte bassa del petto, sulle ali e sulla coda. 2. Europa nordica e settentrionale. — C'orai* corax corax, L. Lunghezza totale dell'ala 0,'"450. Becco meno lungo, ma relativamente più alto di quello dei soggetti di Groenlandia. Penne come struttura, colorito e lu- centezza intermedie tra i soggetti di Groenlandia e delle Isole Far Gèi* da un lato e quelli di Spagna e del Marocco dall'altro. Non sappiamo se questa sia la forma dell' Europa meridionale. 3. Atlante. — Corvus corax tingitanus, Irby. Lunghezza totale dell'ala 0,m430 (massimo). Penne molto lucenti con la parte basilare scura o molto scura; becco piccolo, ma alto e curvato, colla parte su- periore (mesorinio) singolarmente rialzata. Penne della gola molto corte, tutte le penne in generale brevi, ciò che si osserva notevolmente sulle gambe. 4. Spagna. — Corvus corax hispanus, Hartert. Lunghezza totale dell'ala 0,'"430 (massimo). Becco grande, alto e molto arcuato all'apertura. Penne corte a vessilli stretti, specialmente visibili sulle gambe. Sta Ira, il C. corax corax e tingitanus, ma è distinto da ambedue pel suo becco molto forte, relativamente alla piccola statura. Altre forme abitano le Canarie (C. forar caiiarifiisis, Hartert iv Kleinschmidt), l'Imalaia (C. corax thibetanus, Hodgson), l'India nord-occidentale fino alla Vallata dell'Eufrate, la Palestina e forse la Grecia (C. corax lawrencei, Hume), il distretto del Sahara (('. corax umbrinus, Sundevall), la Somalia (C. corax edithae, Phillips), il Kamciatka, la Groenlandia, etc. The Brehiu Colleotion, Noi). Zool. Vili. feto. 1901, pagg. 38-48. V &• '/' V ; J* :» ' - « I "o u o O ri O i A SS 1 .3 o O S a > <- OC '- é SI < = ed u •a "o? e al 3 o 3 o CD ► •3 00 0) o O v il. \vi i: OENI i" li " 313 304". Corvus corax tingitanus li;uv. Corvo imperiale africano. Differisce dal Corvus corax per statura minore, pel becco corto, grosso, colla mandibola superiore notevolmente arcuata, pelle ali più corte, pelle penne lanceo- late estese solo alla parte alta de] collo, più larghe e per piccolo tratto biforcute, pella colorazione generale nero-metallica, con riflessi vivacissimi d'acciaio e por- porini. Lunghezza totale 0,'"640; becco 0,m058, altezza dello stesso alla base 0,'"025; ala 0,'"400; coda 0,'"230; tarso (V'Oli:;. Becco di C. corax tingitanus, circii '/2 gr. nat. becco di Corrus corax, circa '/s gr. nat. Abita l'Africa nord-occidentale, le Canarie, le Azzorre e Madera. Sembra sia comparso nella Spagna (Irby), ma tale notizia non è del tutto certa. Fu preso due volte in Sardegna, ambedue a S. Antioco nell'agosto 1894 (/.'. Museo di Firenze) e nel gennajo 1899 {mia Collezione); la combinazione è strana, ma avendone avuti altri dalle stesse località li trovai C. corax di tipo normale o forse intermedio tra le due forme, sicché il C. e. tin; tarso 0,n,035. Abita la Spagna ed il Portogallo, ma non giunge fino a Gibilterra. 320 ATLANTE ORNITOLOGICO Genere GARRULUS, Brissok. Becco più corto della testa, tanto alto che largo alle narici, duro, forte, un po' compresso, diritto alla commessura, acuto sui margini, collo spigolo curvato verso l'apice; mandibola superiore debolmente curvata e che sorpassa l'inferiore, entrambe intaccate presso l'apice, l'inferiore curvata all'in su dopo la gonide; narici piuttosto grandi, basilari, nascoste da penne rigide dirette all'innanzi; ali piuttosto corte, ma come dimensioni più lunghe della coda, rotonde ed ottuse, la la remigante primaria corta e non assottigliata, 4a, 5a e 6il subeguali, una di esse la più lunga; 2e moderatamente lunghe e subeguali alla 2'1 primaria; tarsi scu- dettati sul davanti, lamellati all'indietro, assai più lunghi del dito mediano con unghia; unghie piuttosto lunghe, mediocremente forti, acute, curvate e compresse. Piumaggio abbastanza molle e lungo, talora con tinte brillanti : penne della cervice lunghe ed erettili; gola in alcune specie bianca, in altre nera, ciò che serve a dividere in due gruppi le forme note; sopracoda di solito bianco e le cuopritrici alari a fascie nere, bianche e blu ; sessi simili e giovani poco differenti dagli adulti. Si conoscono 14 specie che abitano la Regione Paleartica, l'Etiopica e l'Indiana. Parecchie di queste così dette specie non souo che forme locali; in questo lavoro, anzi, parlo delle Ghiandaje orientali considerandole tutte sottospecie del G. glan- darius e non feci ciò a caso, ma dopo aver esaminate e vedute larghissime serie colle più differenti provenienze. Frequentano i boschi ed i luoghi alberati e sono timidi e scaltri; si nutrono d'insetti e di frutti, di piccoli uccelli, specialmente di quelli da nido, e bevono le uova degli stessi; hanno grido rauco e forte; il loro nido è una grossa e ruvida costruzione; le uova bianco-grigie o grigiastre, con mac- chie bruno-pallide. 311. Garrulus glandarius (Linnaei rs . Ghiandqja. [Tav. XI, tìg. 2, o Tav. XLVIII, tìg. 15]. Peline della fronte e della cervice nere, marginate di bianco; naca e dorso vinati: gola bianca. Testa coperta da un folto ciuffo; fronte e parte anteriore della testa bianche, lavate di vinato sui lati delle penne, colla parte centrale bianca; penne nasali bianco-rossigne; resto delle parti superiori vinate, più vivaci sulla parte posteriore del collo e con lucentezza grigiastra sulle penne occipitali, tinte di cenerognolo- pallido sul dorso e sul groppone, colla parte più bassa di questo, il sopracoda ed sottocoda bianchi; guancie nere, formanti un mustacchio distinto; gola bianca, resto del gastreo bianco-vinato, lavato di cenerognolo, specialmente sulla linea mediana; piccole cuopritrici delle ali grigio-chiare, lavate di vinato e volgenti al castagno sulle mediane; ala bastarda e le cuopritrici a fascie nere e blu di cobalto a gra- dazione chiara e scura, le grandi cuopritrici nere colle esterne nerastre dal lato interno, esternamente a fascie come le le cuopritrici; remiganti nere, nel vessillo esterne bianco-grigie ombreggiate di cobalto, più esteso sulle mediane e disposto qua e là a fascie, 2e esterne bianco-argentee, ombreggiate di cobalto per più di mi*. ■■■■■ - "o •J? e « ss o» = 09 o 73 O» ce ed a. §2 co O . i£ -e ce) !h w OS .S * O ■< T3 O* rt ^ SI 'E? O) CD e S O . co co O* o e 3 O ci l.wil. ORNITOLOGI! 0 321 metà del vessillo esterno, questo colore è disposto a fascie sulli interno delle quali sono castagne coll'apice nero; coda nero-grigiastra verso La base e con barre indistinte grigie ili cobalto ad.). Tinte eguali, ma meno vivaci (giov.). Lunghezza totale 0,ra350; becco 0,m028; ala 0, 190; coda 0,' L60 ; tarso 0,m045. Questa specie varia assai nelle dimensioni e nell'intensità del colorito, e va soggetta a numerose varietà albine ed isabelline, quelle bianche del tutto sono molto rare; mi pare che i soggetti nordici di regola abbiano tinte più cupe dei meridionali. Abita l'Europa sino al 63° lat. in Russia, verso sud (in Russia si trova sino alla vallata del Volga; nell'Europa sud-orientale vivono forme affini, talora s'in- contra nel governo di Perni e nei limitrofi, ove si frammischia al Q.g. Brandii; Testa 'li 0, glandarius, (tipo ciliare), circa '/., gr. nat. Testa ili 0. glandarius, (tipo scuro i. circa ', gr. nat. manca negli Urali. In Italia è specie sedentaria ovunque, anche nelle Isole; non si trova a Malta. Nidifica tra marzo e giugno ed è erratica d'autunno e di primavera. Avendo riunito numerose Ghiandaje da ogni parte d'Italia, trovai che presen- tano due tipi diversi nei riguardi della tinta della testa, forme che si trovano egualmente nelle slesse località. a) Tipo chiaro. Tinte della testa in predominio bianche. Fronte e parte an- teriore della testa di un bianco leggermente rossigno, con una piccola macchietta nera nel centro delle penne; parte alta della testa con una macchietta allungata nera sul centro delle penne e col bordo molto esteso bianco-rossigno ; lati della faccia e gola biancastri tendenti al bianco-puro; mustacchio un po' ristretto. b) Tipo scuro. Tinte della testa in predominio scure. Fronte e cervice con grandi macchie nere sul centro delle penne, il bordo rimanente ristretto bianco cenerognolo, tinto di vinato sulla cervice: gola e lati della tàccia bianco-cenero- gnoli; mustacchio largo. 311'/. Garrulus glandarius Bramiti (K\ r.i;s\i \xn), Ghiandaia del Brandt. Testa di un rossiceio-vivo, con larghe strù nere; nuca rossiccio eira in contrasto col dorso grigio; gola bianca, /arata ili rossiccio. Simile al G. glandarius; testa e nuca di un rossiccio assai più vivace, con le penne della fronte e della parte anteriore della testa nere nel centro; penne na Atlante ornitologico. il 322 ATLANTE OKNITOLOG1CO sali rossiccio-vive, terminate di nero; dorso e scapolari grigio-cenerognole, quelle tinte di fulviccio sul groppone. Lunghezza totale 0,m350; becco 0,,n030; ala 0,m174; coda 0,ml 57; tarso 0,m039. Abita gli Urali, verso est, attraverso tutta la Siberia, sino alla Cina ed al Giappone, in Europa nei distretti addossati agli Urali (governi di Perni, Orenburgo, Jekaterinburgo, Kasan, Ufa, etc). Alcuni degli esemplari Europei di tale forma, trovati nel distretto di Perni ed in altre provincie, si presentano con tinte meno brillanti dell'asiatico G. g. Brandii e furono descritti dal Bogdanow sotto il nome di (1. li piccoli mammiferi e di uccelletti; la vece è ranca ed aspra; nidificano assai presto nell'anno, deponendo da ."> a ;") uova bianco-verdastre, macchiate di grigio-porporino e di bruno. 312. Perisoreus infaustus (Linnaeus), Ghiandaia di Siberia. Cervice e nuca coperte di un cappuccio bruno-scuro, più chiaro sulla fronte; penne nasali cenerino-fulviccie : dorso e scapolari grigio-cenerognole, lavate di bruno-rossiccio verso il basso dorso; groppone e sopracoda di un rossiccio vivace; cuopritrici e remiganti bruno-scure, tinte in parte esternamente di rossiccio-^ ivo; ti- moniere rossiccio-vivaci, coll'apice grigio-cenerognolo, le due centrali grigio-cene- rognole per intero; lati del collo e gastreo di un grigio-cenerino più chiaro; addome, fianchi e sottocoda castagno-rossicci (ad.). Più opaco di tinte, specialmente nel colore rossiccio (giov.). Lunghezza totale 0,n,316; becco 0,m019; ala o,m142; coda 0,m140; tarso 0,m035. Abita le regioni settentrionali d'Europa, arrivando accidentalmente nel nord della Germania ed, attraverso l'Asia settentrionale, giunge sino al Pacifico. Genere PYRRHOCORAX. Vieillot C1). Becco sottile e stretto, compresso, più o meno arcuato, appuntito: narici si- tuate aU'ingiù più vicine al margine inferiore della mandibola che al superiore, basilari, nascoste da penne fitte e dense; ali graduate, molto lunghe ed appuntite, la la remigante primaria ben più corta della 2a, la 4a la massima, le prime cinque intaccate sul margine interno; coda (piasi quadrata; tarso in gran parte lamellato, più lungo del dito mediano con unghia; diti scudettati, il posteriore grande, l'e- sterno unito al mediano sino alla prima giuntura; unghie forti e molto curvate. Piumaggio nero a ritiessi. Se ne conoscono due specie, che abitano le alte montagne del Mondo Antico e più raramente le scogliere dell'Oceano. Si nutrono d'insetti, di vermi e di grani, ma non sono del tutto onnivori; gregari a tutte le epoche dell'anno; nidificano negli spacchi delle roccie, le uova da 3 a 6 sono verdastre o bianco -candide, con mac chie brune o grigio-porporine. l'i Pyrrhocorax, Vieillot 1816, e secondo Brasilia {liotr. Ptii . Snjeta. pag. LO dell'E, 1890) il Tunstall l'avrebbe istituito nel 1771. 32 1 A 'l'I Wll ORNITOLOGICO a) Becco lungo e arcuato, non intaccato; base della mandibola inferiore piumata; fili ecm imi grosso e piii Iiiiijjo. piedi <■ coda di maggiori dimensioni e dovrebbe chiamarsi P. pyr- rhoconu var. digitata (Hompr. A. Khrenli.i. Si/iiib. piti/*. 1828. i. inutile aggiungere die tali caratteri hanno poro valore, essendo i Gracchi molto variabili nello dimensioni individuali. \n.A\ih ornii ìico 325 in Corsica (Whitehead). Nidifica in aprile e nel maggio. È molto più abbondante della specie precedente della quale scende più facilmente in pianura d'inverno, perù semine irregolarmente. Ordine COLUMBAE - Colombi. Becco coperto nella porzione basilare da una membrana molle, allargato al- l'apice, ristretto nel mezzo; narici laterali, aperte nella prima metà del becco sulla membrana molle e coperte da una vòlta cartilaginea; ali acute, di varia lunghezza; coda di varia t'orma: gambe piumate: tarsi corti, grossi, più o meno coperti di penne; diti quattro, tutti allo stesso livello, tre anteriori liberi, il quarto posteriore piccolo e rivolto all'indietro; unghie mediocri, ottuse. Quest'ordine comprende circa 500 specie sparse su tutto il Mondo; fu diviso in due grandi sottordini Columbae e Didi, questi avevano ali inette al volo, erano uccelli di grande statura e vivevano confinati alle isole Mascarene (Maurizio, Ro- driguez e Riunione), però sono attualmente estinti e non esistono nei Musei che avanzi ossei o riproduzioni, e disegni. Famiglia COLUMBIDAE, Cohmbidi. Becco piuttosto corto, diritto alla base, compresso, coll'apiee leggermente ri- curvo, coperto alla base della mandibola superiore da una membrana molle, sulla quale si aprono le narici: ali lunghe, torti, 2° remigante primaria la più lunga. la la molto più lunga della ('>'; coda leggermente arrol lata, di L2 penne; tarsi corti, di solito meno lunghi del dito mediano, scudettati anteriormente, piumati nella parte superiore per una piccola estensione, che può giungere però sino ai due terzi di lunghezza. Il piumaggio è quasi eguale nei due sessi; essi mostrano tinte metalliche a riflessi sul collo, le quali mancano nei giovani; mutano due volte all'anno, di pri- mavera e d'autunno; sono monogami ed assai amorosi dei piccoli, che vengono curati tanto dal padre che dalla madri', al loro affetto ed alla loro tenerezza, così nota, fa strano contrasto la irascibilità e le frequenti lotte a cui si abbandonano. I pulcini nascono inetti, coperti di piumino giallo e completamente ciechi e sono nutriti Con una secrezione lattiginosa unita a cibo macerato, che i genitori riget- tano dall'esofago e che danno ai piccini introducendo il becco nella loro bocca, questo è il cosi detto « latte dei Piccioni ». che è secreto dall'ingluvie simmetrico. Poche specie abitano l'Europa, mentre invece le isole dell'Arcipelago Malese e l'America ne sono abbondantemente fornite; frequentano i distretti boscosi e :V2('i ATLANTE ORNITOLOGICO rocciosi, come le pianure e le caverne: collocano il nido sugli alberi, sulle roccie od anche a terra, esso è sempre una struttura rozza e semplice, composta di stecchi, depositano due uova bianche, o talora uno soltanto. Genere COLUMBA, Linnaeis. Tarso scudettato sul davanti, reticolato nella parte posteriore, coperto di penne su di un piccolo spazio della porzione superiore, non eccedente la metà dell'esten- sione totale. Color dominante nelle specie europee cenerino-piombato; piedi rossi. Si conoscono circa 60 specie di Columbae, sparse su tutto il Mondo. 315. Columba livia, Bonnaterke, Piccione selvatico. Colorito generale cenerito-piombato-cupo; groppone bianco; collo, gola e petto di un cenerino cangiante in verde e in porporino-metallico; due fascie nere attra- verso le ali; coda cenerina, coli' apice nero; ascellari e cuopritrici inferiori delle ali bianche (mas. ad.). La femmina ad. è di colore più opaco ed i giovani non presen- tano le tinte metalliche. Lunghezza totale 0,m340; becco 0,v"020; ala0,m225; codaO,m125; tarso 0,m029; la femmina è di statura minore. Abita la regione Paleartica occidentale, si trova fino all'Afganistan ed all'India. In Italia è specie stazionaria in Sicilia, in Sardegna, nelle isole del Mediterraneo e lungo la costa mediterranea dell'Italia centrale e meridionale; è dubbia la sua migrazione nel Veneto, ma è stazionaria e comune lungo le sponde alte e roc- ciose del Natisone e sembra essere invernale nel Veronese. Questa specie è il capostipite di tutte le forme domestiche e delle semido- mestiche, note queste sotto il nome di « Piccioni torrajoli», essi talora sono quasi indistinguibili dai Piccioni selvatici, tal' altra offrono il groppone grigio ed allora furono chiamati C. turricola, Bp., nome che va posto tra i sinonimi della C. li ria; quando i Piccioni torrajoli hanno lo stesso abito del Piccione selvatico si distin- guono sempre alla statura decisamente minore. Nidifica nelle buche delle ca- verne o nelle vecchie torri. 316. Columba oenas, Linnaeis, Colombella. [Tav. XXVII. fig. 3]. Distinta dalla C. livia pei seguenti caratteri: statura maggiore; mantello di un grigio più cupo; groppone cenerino; verde-metallico sulla gola mancante; petto rosso-ametistino, senza riflessi metallici; ali con tre serie di macchie nere di varia grandezza, che non (anno no bande regolari; fascia apicale scura della coda più larga; ascellari e cuopritrici inferiori delle ali cenerine (mas. ad.). La femmina è più piccola e di tinte più opache. I giovani non hanno tinte metalliche sul collo e le macchie sulle ali sono appena distinte. Lunghezza totale O/'oGO; becco 0,'"020; ala 0,'"220; coda 0,m125; tarso 0,'"027. vi i \\ 1 1 okm (CO 327 Come il precedente, abitala Regione Paleartica occidentale, verso oriente fino al Turchestan ed al golfo Persiano. In Italia è comune quale uccello invernale e di passo, più che altro durante quello autunnale, nidifica in Sardegna, in Liguria, nel Veneto ed in altre Provincie, però in numero ristretto di coppie. 317. Columba palumbus, Lixnaki s, Colombaccio. [Tav. XXVII, Bg. 2 |. Parti superiori cenerino-bluastre, tinte di brunastro sul dorso: basso collo e davanti del petto vinati; lati del collo di un verde-splendente, con due spaxi a macchie bianche; una fascia longitudinale bianca sulla parte esterna dell'ala, formata dalle cuopritrici alari esterne (mas. ad.). Più cupa e più piccola (fé unii. ad.). Mancano le macchie bianche sui lati del collo (giov.). Lunghezza totale 0,'"450; becco 0,n,024; ala 0,m230; coda 0,'" 160; tarso 0,m030. Abita la Regione Paleartica occidentale, fino al Golfo Persico ed il Nord del- l'Africa fino alle Canarie e biaderà, ove troviamo le specie affini C. tinnì-., lleinek. C. la uri nini, W. B., C. Bollei, Godm. È specie sedentaria nell'Italia meridionale, in Sardegna ed in Sicilia, di passo ed estiva nel resto. È comune e nidifica ovunque, anche nei parchi e nei giardini delle grandi città. Anche il Piccione migratore (Ectopistes migratorius (Linnaeus)) venne colto varie volte in Europa, cioè in Inghilterra, in Francia, etc, ma sembra si trat- tasse di soggetti fuggiti di schiavitù. Abita l'America nord-orientale. Genere TURTUR, Selby. Becco diritto, sottile, coll'apice della mandibola inferiore debolmente curvato, e colla base della stessa coperta di due rigonfiature molli e nude, situate sopra le narici; circolo oftalmico nudo; ali alquanto lunghe e appuntite, la 2a remigante primaria più lunga di tutte, la la un po' più corta della 2a; coda rotonda o qua- drata, composta di 12 penne abbastanza lunghe; tarso piuttosto forte, alquanto più eorto del dito mediano; dito interno più lungo dell'esterno. Tinte prevalenti brune, assenza totale di colorazioni metalliche; collo di solito fornito di un collare nero o con macchie, e colle penne rilevate, come a scaglia. Questo genere comprende circa 30 specie, sparse nelle Regioni Paleartica, Etiopica ed Indiana; esse non differiscono nelle abitudini dai Colombi propria- mente detti, e, come quelli, depongono uova bianche. 318. Turtur turtur (Linnaeus), Tu rioni. | Turtur auritus, Ray., T. communis, Sklby, T. tenera (C. L. Bbehm), T. vulgaris, Eyton]. [Tav. XXVII, flg. 1 |. Testa cenerino-brunastro-viuata; dorso nocciola; scapolari nocciola, nere nel centro delle penne; petto carminio-vinato; sui lati del collo quattro bande oblique, formate da quattro file di penne nere, marginate di bianco; addome bianco; timo- niere grigio-nerastre, terminate di bianco, colle due centrali per intero di un bruno- 328 ATI. avi I. < IRNITOLOGK • i uniforme (mas. ad.). Più piccola e più pallida femm. ad.). Mancano le bande bianche e nere sui lati del collo: colorito gerierale delle parti superiori eenerognolo-bian- castro giov. . Lunghezza rotalo 0,m300; becco 0,m016; ala 0,m176; coda 0,'"110; tarso 0,m020. Abita la Regione Paleartica orientalo, e d'inverno l'Africa fino all'Abissinia e l'Asia lino alla Persia e a Iarkand. È specie estiva e comune in Italia, nidifica ovunque, arrivando in aprile e ripartendo in settembre. In alcune provincie il passo autunnale è meno abbondante. 319. Turtur orientalis (Lathami, Tortora orientale. Simile al '/'. turtur, ma i margini delle penne sui lati del collo sono grigio- bluastri, e della stessa tinta e non bianche sono le cuopritrici inferiori delle ali e la fascia apicale della coda; addome vinato, come il petto; statura maggiore. Lunghezza totale 0,m330; becco 0,m015; ala 0,m180; coda 0,m130; tarso 0,'"025. Abita l'Imalaia orientale tino all'India centrale, la Cina, il Giappone, la Man- ciuria e la Siberia meridionale. Accidentale in Europa (Inghilterra'. Non venne finora mai trovata in Italia. 320. Turtur douraca, Hodgson, Tortora dal collare. [Turtur risorius, Auot. nec L. ]. Testa, collo e petto grigio-vinati; sulla parte posteriore del collo un largo collare nero, parzialmente marginato di bianco; dorso e scapolari di un bruno- pallido; parte bassa del petto ed addome grigi, comprese le cuopritrici inferiori della coda (ad.). Lunghezza totale 0,'"300; becco 0,'"040; ala 0,'"175; coda 0,'" 126; tarso 0,'"023. Abita la Palestina e l'Asia meridionale, sino alla Cina ed al Giappone; si trova anche nelle regioni sud-orientali d'Europa, la località più occidentale, ove si in- contra, sarebbe Mostar nell'Erzegovina (*), ove la vidi comune. È accidentale e molto rara in Italia, se ne conosce una sola cattura avvenuta nel Modenese e l'esemplare è conservato nel R. Museo di Firenze; questa comparsa fu annunciata dal Doderlein, ma il Salvadori non ammette la Tortora dal collare tra le specie italiane, dubitando trattarsi di un individuo fuggito di schiavitù. 321. Turtur senegalensis Linnaeus), Tortora egiziana. Testa, collo e petto di un vinato-vivace, che diviene bianco sull'addome e sulle cuopritrici inferiori della coda: un largo collare sul davanti e sui lati del collo, formato di penne nere terminate di rugginoso; dorso e scapolari di un vinato- Keiser (Ornis Balcanica, II, pag. L42, 1 su li riferisce la Tortora dal collare in parola al T. ri- sorius decaooto, Friv. si adopera il nome ili r. douraca, anziché quello di T. risorius (L.) che pure avrebbe perchè non «i *;, precisamente a quale b] io ili Tortora dal collare sia il licito Dome ap- plicabile. 1. Fischione (o* ad.-). 2. Fischione ($). 8. Mestolone (a" ad.). 4. Mestolone (9)- 5. Fistione turco (e? ad.). 6. Fistione turco ( J ). 7. Moriglione (g* ad.). 8. Moriglione ( J ). 9. Moriglione (giov.). 10. Moretta tabaccata (c? ad.). 11. Moretta tabaccata ($). (lirico Hoepli, Editore, Milano. sii \\i I ORNI MUCO 329 rugginoso; groppone cenerino ardesia bluastro [mas. ad. . La femmina è più piccola e più scura di colorito. Lunghezza totale 0,m278; becco 0,'"o 14: ala0,m139; coda 0,m121; tarso 0,ro020. Abita l'intera Airi. -a, Le Canarie, La Palestina e Socotra. In Europa fu trovata in Turchia e nella Grecia; ma la sua comparsa in [spagna e nel Portogallo non venne confermata. 322. Turtur cambayensis («imelin), Tortora indiana. Come la precedente specie; parti superiori non rugginose, ma di un bruno di terra sbiadito; groppone della stessa tinta e solo più o meno bluastro sui lati. Dimensioni come il T. senegah nsis. Questa specie è propria dell'Asia .Minore e centrale e dell'India. Fu trovata nella Grecia ed in Turchia. Ora è assodato che tanto questa che il T. senegalensis si trovano attorno al Bosforo, ove sembrano essere abbondanti: ma pochi anni or sono ciò non era noto, confondendosi gl'individui del T. cambayensis con quelli del- L'affine T. senegalensis. Ho accennato alle varie Tortore Europee assegnando a tutte rango specifico. e ciò seguendo gli Autori più accreditati, alcune però sono cosi simili Inter se che meriterebbero ili essere considerate se»tplice»/eide quali sottospecie. Ordine GALLINAE - Gallinacei. Becco corto e grosso, convesso ed ottuso, arcuato sul culmine, e colla man- dibola superiore che nasconde l'inferiore; testa talora nuda ed ornata di caruncole o con porri dei più brillanti colori; narici coperte da una lamina subcartilaginea, arcuata, nuda o piumata; ali corte, forti, adatte ad un volo rapido, ma non con- tinuato; coda di varia forma, talora mancante, tal'altra enormemente sviluppata, di solito con più di 12 penne; gambe forti e robuste; tarsi spesso piumati, talora anche i piedi, che di solito sono nudi, scudettati e reticolati e spesso forniti di sproni di sostanza cornea; piedi con tre dita soltanto o col posteriore presente e di varia grandezza e positura. Questo ordine molto numeroso è cosmopolita, ma la gran parte dei suoi gruppi ha aree di distribuzione affatto stabilite; per le razze di polli domestici e per i prin- cipali tipi di selvaggina alcuni offrono un grande interesse, altri come i fagiani, pre- sentano piumaggi di eccezionale bellezza, infine per le loro uova e la carne molto saporita sono assai importanti pell'economia domestica. Vivono di solito in pic- cole truppe e di consueto hanno abitudini terrestri, prediligono le foreste, le mon- tagne nude e rocciose, i campi fertili e coltivati o quelli brulli e sabbiosi; taluni gruppi hanno abitudini migratorie. Vario è il loro regime alimentare e si nutrono di bacche, di grano, di semi, di erbe e d'insetti. Una parte di essi sono poligami Atlanti: ornitologico. 4_» 330 ATLANTE ORNITOLOGICO e presentano grandi differenze nei sessi, altri sono monogami ed in questi i sessi sono uguali o quasi: depongono di solito numerose uova in un nido rozzo o sem- plicemente in una buca nel terreno; strano è il fatto offerto dai Megapodi, forme Australiane, che usano per l' incubazione delle uova il calore svolto da enormi mucchi di avanzi vegetali da essi riuniti. I giovani nascono coperti di piumino e precoci, quindi atti a correre ed a procacciarsi il cibo in poche ore e volano in breve tempo; essi prima della muta autunnale dei genitori cambiano le penne delle ali tre o quattro volte, e le nuove assunte sono sempre leggermente più grandi delle vecchie, che perdono. La muta autunnale è la sola completa; alcuni, come le Pernici, hanno parziali mute primaverili nelle penne della testa e del collo, e così anche il Fagiano di monte (Meves), mentre la Pernice bianca sembra avere perfino quattro mute incomplete sulle piccole penne (Macgillivray). Famiglia PTEROCLIDAE, Pteroclidi. Becco discretamente forte; narici laterali, di solito in parie coperte di piume ed in parte da una membrana; ali lunghe ed appuntite; coda appuntita, spesso colle due penne centrali molto allungate; tarso corto e piumato; piedi con tic- diti soltanto o col posteriore rudimentale; diti di solito piumati. Questa famiglia consta di tre generi con diciassette specie, che abitano l'A- frica, l'Asia e l'Europa meridionale; hanno abitudini migratorie, e frequentano le steppe e le pianure deserte. Volano celeremente; depongono in una depressione sul nudo terreno tre uova macchiate, ed egualmente rotonde su ambedue le estremità. Genere SYRRHAPTES, Illiger. Becco molto piccolo; narici nascoste dalle penne frontali; ali molto lunghe, colla la remigante primaria assai sopravanzantc ed appuntita; coda di sedici penne, curvata, colle due penne centrali allungate e ristrette; gambe corte, dito posteriore mancante; tarso e diti piumati fino all'unghie e riuniti da una mem- brana estesa quasi fino alle stesse, faccia inferiore dei diti rugosa; unghie forti, curvate ed ottuse. Due specie, una delle quali giunge talora in Europa. 323. Syrrhaptes paradoxus (Pallas), Sirratte. [Tav. XXVII, Bg. 8 r Tav. I., fig. 12]. Testa di un giallo-dorato-opaco; mento biancastro; fronte e gola giallognole; dorso e groppone nocciola, fasciato di nero: remiganti e le din- Lunghe timoniere grigio- bluastre; collo e petto di un fulvo-grigio attraversato da un collaretto di penne bian- che, clic hanno una lascia subapicale nera; addome attraversato da una larga banda nera; penne del basso addome, dei piedi e dei diti bianco sudicie (mas. ad.). Testa, Mi \M1 0RNI1 GII 0 '::;1 lati del collo e parti superiori striate e macchiate 'li nero; parte alta della gola [imitata da una fascia nera; timoniere centrali più corte (femm. ad.). Simile alla femmina; le macchie sulle parti superiori bri -nerastre irregolari; apice filiforme della I' remigante primaria e le duo timoniere centrali poco sviluppate giov.). ~:'C> J Testa Piede ili Stjrrhaptei paradoxiis, ili Syrrhaptes paradoxus, circa gr. uat. circa ' , gr. aat. Questi) specie si d ist inaile facilmente in ogni età pelle dita piumate fino alle unghie, pella suola dei piedi callosa, pelle due timoniere mediane che sorpassano di o.'"l.".o le Laterali nei maschi e di 0,m060 nelle femmine. Lunghezza totale 0/ :;40; becco 0,'"010: ala 0,m260: coda 0,m165; tarso 0,'"021. Abita le regioni situate tra Le steppe dei Kirghisi e l'Asia centrale, la Mon- golia e la Cina. Arriva accidentalmente in Europa durante straordinarie emi- grazioni ed in talune regioni (Isole Britanniche, Germania, etc.) passò l'estate, nidificandovi. In Italia è pure uccello accidentale, comparve anzitutto durante le apparizioni del 1863 e del 1864 e furono in allora uccisi dodici individui, poi uno isolato nel 1871. due nel 1876 e finalmente, durante quelle eccezionali del 1888 e 1889, secondo Le notizie diligentemente raccolte dal Conte Salvadori, circa cen- tocinquanta soggetti furono veduti, dei quali ventisette vennero conservati; essi furono colti in gnin parte nell'Italia settentrionale e verso sud fino a Roma; sembra abbiano nidificato presso Padova, e questo sarebbe in Europa il luogo più meridionale di riproduzione, fino ad ora, accertato pel Sirratte. Si vuole che il movente di tali incursioni, che furono abbondantissime in molti paesi d'Europa, sia dovuto ad eccessiva sovrabbondanza della specie nel paese natio. Genere PTEROCLES. Temmim k. Becco piuttosto corto; narici basilari chiusi' in parte da una membrana, che è parzialmente nascosta da penne: ali assai Lunghe, eolia r remigante primaria la massima; coda cuneata di sedici penne; gambo corto; tarsi forti, piumati solo sul davanti; diti nudi, i tre anteriori riuniti alla base da una membrana col po- steriore rudimentale, ma presente; unghie corte, forti e piuttosto ottuse. Si conoscono circa quindici specie appartenenti a questo genere, che hanno le abitudini della famiglia, esse sono sparse nell'Africa, nell'Asia meridionale e centrale e nell'Europa meridionale. a) Specie nelle quali le due timoniere centrali sono allungate e foggiate u filamento, r che (elidami 'più a ninni Ir laterali. 332 ATLANTE ORNITOLOGICO 324. Pterocles alchata setarius (') (Temmncki, annullile mediterranea. [ Pterocles alchata, Bp. & Ami [tal. [nec L.), Grandule"]. Testa e collo di un grigio-gialliccio, rossiccio sui lati; resto delle parti superiori giallo-bruno, con fascie nere e macchie giallo-dorate sul dorso; gola ed una stria dietro l'occhio nere; petto fulvo-castagno, separato dal collo giallo e dall'addome Inalici) da due strette fascie nere; fascia subapicale delle remiganti 2f intinte e cuo- pritrici mediane castagne e fulve; le due timoniere centrali allungate e ridotte a o filamento {mas. ad.). Numerose fascie nere sulle parti superiori; gola bianca, limitata da un follare nero: fascia nera marginale /lille remiganti '- interne e delle cuopritrici mediane separata dalla parte bianca da una larga fascia fulva (femm.ad.). Parti superiori, collo e petto gialli, con numerose fascie nere; addome bianco (giov.). Lunghezza totale 0,'"3ò0; becco 0,'"01f>; ala 0,'"215; coda 0,"' 160; tarso 0,m028. Abita le contrade circummediterranee, estendendosi verso oriente fino a Cipro. In Italia è specie accidentale, trovata nell'Emilia, in Liguria, in Toscana, nel Na- poletano, a Malta e forse in Sicilia. Questa specie fu divisa dalla vera P. alchata Linnaeus) nel 1880 da Bogdanow e nel 1883 da Seebohm, è più brillante di tinta e la fascia subapicale delle cuopritrici è fulva, mentre è bianca nella vera P. alchata, che ha inoltre il petto rossiccio-pallido. Nei cataloghi italiani troviamo sempre il vecchio nome di P. alchata. Questa è affatto una specie asiatica, ma sembra giun- gere accidentalmente nel Caucaso dalle steppe del Turchestan, che pare essere il limite più occidentale delle sue nidificazioni. bi Specie nelle i/unli le due timoniere centrali non sono allungate, in a filamento e sorpassami le laterali solo di poco. 325. Pterocles arenarius (Pallas), Gamia. Testa cenerina; parti superiori cenerine, rossiccie verso la base delle penne, giallo-ocra all'apice; mento e gola castagni, limitata questa da una macchia trian- golare nera, il castagno si estende sui lati del collo « termina in aranciato sulla nuca: petto cenerino-isabella, tagliato a metà da una banda nera; addome nero {mas. ad.). Parti superiori grigio-rossigne, con tratti e macchie nere ondulate; gola bianco-gialla, termi unta ila una /muda nera; penne del petto fulvo-pallide, con una macchia subapicale nera; addome nero (femm. ad.). Lunghezza totale 0,'"340; becco 0,'"016; ali 0,m225; coda 0,"' 123; tarso 0,m032. Abita le contrade circummediterranee lino al Sahara ed all'Asia centrale. In Italia è specie finora mai comparsa, giacché l'esemplare unico sul quale fu am- messa, ch'era quello della Collezione Benoit, era stato acquistato a Parigi; anche il < ; i iaIìoIì ed il Salvadori l'escludono dai loro elenchi ('i; è comune nella Spagna, nel Portogallo e nel Caucaso ed accidentale nelle altre parti meridionali d'Europa. (') Bonasa pyrenaica, Brisson, Orti. I, p. 195, pi. XIX (1760). I'h-nielc* pi/miiiii-us, Seebolnu, Ibis, 1883, p. 26. i i Nel E. Muscu (li Firenze esistono due esemplari di questa specie colla scritta 2 e 6 dicembre 1896, Greto dol Vari), .Nizza \Cul.). \ 11 IMI ORNITOLOGI! 0 :;:;:; Il Frivaldskj ricorda un individuo di Pterocles exustus, Temm. comparso nel 1863 uel Comitato Sproner Ungheria), durante la prima grande immigra /.ione dei Sirratti in Europa. Questo soggetto venne catturato da] signor Aug. Eug. Eannibal a Szauy ed è conservato nella Collezione del signor Edmondo von Buszthj uel Castello di Leka, Comitato di Eisenburg (Ungheria). Questa specie abita l'Africa settentrionale, orientale ed occidentale e l'Asia sud-occidentale, estendendosi verso ovest sino ai Senegal, verso oriente in gran parte dell'India, verso -mi sino al fiume Pangani (Africa orientale), verso nord sino alla Pale- stina ed all'Asia centrale. 11 suo colorito generale è di un rossiccio-isabellino immacolato nel maschio, con macchie nella femmina); l'addome è di un bruno cioccolatta; la pan.- alta del petto è attraversata da una t'ascia nerastra: lo vicl.i della prima remigante primaria è bruno. Famiglia PHASIANIDAE, Fagianidi. Becco robusto, arcuato; narici in parte coperte da una membrana, e mai da pimii; ali piccole, rotonde; coda di t'orma e lunghezza varia; tarsi muli in parte o per intero e spesso muniti di sproni: diti sempre nudi, mai pettinati sui lati; dito posteriore inserito sopra il livello degli altri diti, colla sua falange basilare più cuna di quella del terzo dito. Questa famiglia comprende cinquantanove generi con circa duecentosessanta specie, sparse su tutto il Mondo, eccetto le regioni Artiche. Essa abbraccia anche generi e specie non Europee di particolare interesse e basta citare il Pavone, le cui cuopritrici superiori della coda possono rialzarsi a splendido disco e che forma uno dei più notevoli ornamenti dei nostri giardini, il gen. Numida culle galline di Faraone, il gen. Qallus che nell'asiatico Gaìlus bardava, Temm. ci oft're il progenitore delle numerose varietà di Polli domestici, tanto importanti nell'a- limentazione di tutti i paesi, poi il gen. Americano Meleagris col comune Pollino d'India, il gen. Argus, Phasianus, le Pernici ed i Francolini, animali tutti che of- frono carni saporitissime Genere TETRAOGALLUS. Gray. Becco abbastanza torte, eoll'apice arrotondato: narici coperte da una membrana coll'apcrtura semicircolare; uno spazio nudo dietro l'occhio; ali appuntite. 1 ' re- migante primaria eguale alla 6 . 2" subeguale alla 4': coda lunga, rotondata, di venti a ventidue penne: gambe forti; tarsi eorti, torti e muniti di un grande sprone corneo, piumati soltanto sino alle giunture, il tarso eguale o di poco più lungo del dito mediano con unghia: diti anteriori scudettati, il posteriore corto ; unghie forti, larghe, rotonde e leggermente ricurve. Sessi simili o di poco differenti, statura elevata. I Tetraogalli in numero di (') Ar.H Hmiyariae, pag. 11-! 1 1891 i. 334 ATLANTE ORNITOLOGICO sci specie (Ogilvie Grànf) abitano i distretti montanini della Regione Paleartica orientale, dal Caucaso portandosi verso est fino all'Imalaia. Se ne stanno al disopra del limite di vegetazione nei siti scoscesi e di diffìcile accesso, ove nidificano, de- ponendo numerose uova in un buco nella terra foderato di musco e di penne, le uova sono ocraceo-olivastre, con macchie rossiccie. .Sono monogami e tanto il maschio che la femmina curano i piccoli, che nascono precoci. I Tetraogalli sono uccelli di prezzo elevato e finora molto rari nelle Collezioni. 326. Tetraogallus caucasicus (Pallas), Tetraogallo tir/ Caucaso. Testa e nuca cenerino-rossiccie; una larga macchia sulle guancie, che occupa ambedue i lati della testa e del collo, bruno-cioceolatta; resto del collo e gola bianchi; parti superiori a zig-zags neri e fulvi; cuopritrici e scapolari a larghe macchie fulve e rosso-fulve; bassa gola e petto grigio-nerastri, con margini a fascie e zig-zags fulvicci; remiganti 2° bianche, terminate di nerastro (ad.). Lunghezza totale 0,m610; becco 0,'"040; ala 0,'"266: coda 0,m190; tarso 0,m059. Abita le montagne del Caucaso. 327. Tetraogallus caspius (S. G-melin), Tetraogallo tiri Cappio. Somiglia al precedente specialmente nelle parti superiori; testa, nuca e guancie di un cenerino-pallido, più cupo sulla fascia dei lati della testa e del collo; petto grigio-pallido con una macchia nera su ciascun margine, eccettuate le penne della parte centrale. Lunghezza totale 0,m570; becco 0,'"0?>0; ala 0,'"278; coda 0,'"172; tarso 0,"'0fil. Abita l'Asia Minore, la Persia ed il Caucaso; probabilmente è una forma geografica del T. caucasicus. Genere CACCABIS, Kaup. Becco corto e grosso, coll'apice della mandibola superiore rotondo e ricurvo; narici basilari, coperte da una scaglia cornea e col solco nasale piumato; un piccolo spazio triangolare dietro l'occhio e sopracciglio nudi; ali corte, rotonde, lil remi- gante primaria eguale alla li', la .'»" la massima; coda di quattordici penne, corta e rotonda; tarsi scudettati sul davanti, reticolati posteriormente, muniti di un tubercolo ottuso solo nei maschi; tre diti anteriori riuniti alla base da una mem- brana, il posteriore piccolo; unghie poco ricurve e mediocri. Sessi simili; becco e piedi rossi; fianchi fasciali, a differenza del resto del gastreo; parte subapicale del vessillo esterno delle remiganti primarie fulva. Abitano la regione Paleartica e se ne conoscono sei specie. Frequentano le pianure ed i campi coltivati o le montagne scoscese, sono assai adatti a cam- minare ed a correre velocemente ed hanno volo rapido. Nidificano in una de- pressione del terreno, che foderano con foglie, musco e penne e vi depositano numerose uova fulviecie, macchiate di rossiccio. Le loro carni sono prelibate. VII V\l I o!;N ICO 335 328. Caccabis saxatilis (Wolf . dell'Africa e le Canarie: ed in Europa Gibilterra, uve fu introdotta, e forse la Grecia Lindermayer). In Italia si trova solo in Sardegna, ove è stazionaria e comune tanto al monte che al piano; manca a .Malia, in Sicilia ed in Corsica. Genere FRANCOLINUS. Stephens. Becco robusto, allungato, cello spigolo che s'interna nelle penne frontali; na- rici basilari, coperte da una scagb'a nuda e rotonda; ali corte, rotondate, colle re- miganti 2* lunghe quanto le l1. 1 remigante primaria variabile in lunghezza, 4 . e 6 le più lunghe e subeguali; coda moderata, troncata, di quattordici penne. (piasi nascosta dalle cuopritrici; tarsi lunghi più del dito mediano, senza -prone o da uno a due nei maschi, e ridotti a squamma ovata nelle femmine; diti, tre anteriori riuniti alla base da una membrana, il posteriore piccolo; unghie come nel gen. Caccabis. I sessi in generale simili o quasi, talora però molto differenti; i lati e i fianchi non fasciati, e se lasciati non in contrasto col resto delle parti inferiori. II gen. Francolinus abbraccia una quarantina di specie sparse nell'Africa, a Cipro, nell'Asia sud-occidentale, una sola specie è Europea. Hanno le abitudini delle Pernici ed abitano le località asciutte e sabbiose, come i piani coltivati in prossimità delle acque; non s'appollaiano mai sugli alberi e depositano sul ter- reno, in una laica nascosta e foderata di erbe filamentose, numerose uova bruno- fulve, qua e là macchiate di bianco. 331. Francolinus francolinus Lixnaeus), Fra muli ho. I Francolinus vulgaris, Stephens |. ( Tav. XUV, 6g. 1 j. l'ileo, dorso ed ali nerastre con margini fulvi, macchie rotonde bianche sul dorso e strette fascie alterne bianco-giallognole e nere sul groppone e sul sopracoda; parti inferiori nere, con numerose macchie ovali bianche sui lati del petto e sui fianchi ; una macchia oblunga bianca sulla regione auricolare: un largo collan ca- stagno attorno al collo; gola nera; addome e sottocoda castagni (mas. ad.). Parti su- periori più brunastre, cuopritrici auricolari bruno-nerastre; manca il rolline ed esiste solo una macchia castagna sulla nuca; góla biancastra; gastreo bianco ocraceo, con numerose fascie nere su ciascuna penna; sottocoda castagno, con fascie al- terne nere e bianchiccie (fi mm. ad.). Lunghezza totale 0,m335 ; becco 0,m025; ala 0,m180; coda (V098 ; tarso 0,n,052. Questa specie vive a Cipro, nell'Asia Minore, nella Palestina, estendendosi verso esl tino alla Persia ed all'India centrale. Un tempo si trovava anche nella Spagna Atlante ornitologico. jy 338 ATLANTE ORNITOLOGICO e nelle isole dell'Arcipelago Greco, in Algeria, a Tunisi, ma ora è completamente estinta. In Italia viveva in Sicilia ed in Calabria, nella prima Isola era abbastanza comune e l'ultimo esemplare, di cui si ha notizia, fu ucciso a Terranova nel 1869, mentre in Calabria gli ultimi due sarebbero stati colti nel 1857 a Gerace sul- l'Ionio ('). Fu importata in Toscana dai Medici, ma ora si è estinta. Il Salvadori non è lontano dal credere che tale specie sia stata introdotta in Sicilia da Cipro al tempo delle Crociate, ciò che non è impossibile. Genere PERDIX, Brisson. Becco corto, grosso, colla mandibola superiore curvata all'apice; narici ba- silari, coperte in parte da una scaglia oblunga; un piccolo spazio nudo dietro l'occhio; ali corte, rotonde, la la remigante primaria corta, 4a la massima; coda corta e rotonda, circa metà in lunghezza delle ali, composta di sedici a diciotto penne, col pajo esterno leggermente più corto delle due timoniere mediane; tarsi senza sproni, lisci, forti, quasi lunghi quanto il dito mediano con unghia ; piedi con i tre diti anteriori riuniti da una membrana fino alla prima falange, il poste- riore piccolo; unghie ottuse e curvate. Sessi simili in piumaggio o di poco differenti. Questo genere abbraccia quattro specie, delle quali una Europea, tutte però vivono nella regione Paleartica. Nidificano sotto i cespugli nei campi coltivati, deponendo da quattordici a venti uova grigio-gialliccie immacolate. 332. Perdix perdix (Linnaeusi, Starna. [ Perdix cinerea, Lath. ; Starna perdix (L.) ]. [Tav. XXVIII, fig. 9, 10 e Tav. L, fig. 9]. Tinta generale bruno-fulviccia, con strette fascio ondulate nere: piccole e medie cuopritrici alari e scapolari macchiate di castagno nel vessillo interno e con una stria mas. ad. femm. ad. Cuopritrice mediana alare di /'. perdix, gr. nat. fulva sullo stelo; gola, fronte e sopracciglio lionati; petto cenerino, fittamente striato per traverso di nero, verso l'addome una (/rande macchia castagna a ferro di cavallo; ('j II Marchese Lepri (Riv. Hai. X, 1 890, p. 86) nomina un F. fianoolinus avuto dal l>e I luminici» nel 1889 ed ucciso alle falde del Monto Soratte (a 37 cliil. da Roma), aggiunge elio questo monte è situato presso il contine settentrionali) eolia Toscana, ove i Medici tenevano i Francolini importati dalla Sicilia e che vissero sino alla line del secolo scorso ilTOOl. \ n inte orni roi OGICO 339 fianchi COD strette fascie sullo stelo e larghe bande subapicali trasversali castagne: piedi e iliti grigio bluastri (mas. ad.). Piccole e medie cuopritrici < scapolari in gran parte nerastre, con la stria fulva sulla stelo e larghe fascie trasversali fulve; la macchia sul petto più ri-nviia o mancante del tutto \femm. ad.). Testa e collo per intero grigio-bruni, col centro delle penne percorso da una stria fulviccia, con le penne della testa più cupe e di l'ondo di tinta quasi nerastro; fianchi di un bruno-grigio, con la stria centrale fulviccia più larga; mancano le tinte lionate sulla testa e sulla gola giov. in settembre). Dice lo Sharpe che i soggetti non del tutto adulti hanno i caratteri degli adulti, ma che si conoscono tosto al fatto della 1" remi- nauti' primaria chi' è appuntita in quelli e rotonda in questi, beninteso all'apice. Lunghezza totale 0,m310; becco 0,m015; ala0,ffl150; coda 0,m080; tarso 0,m038. Abita l'Europa e l'Asia centrale, [n Italia trovasi ovunque, tranne nelle Isole, sembra però die abbia esistito in Sicilia; è però più comune nelle parti setten- trionali e nelle centrali. Nidifica ed è stazionaria. Una varietà particolare di questa specie, detta già dal Brisson P. montana, vive nelle montagne della Lorena, fu trovata anche in Inghilterra, essa ha la testa ed il collo rosso-castagni, il resto del piumaggio castagno-cupo, eccetto il basso addi ìd i calzoni che sono bianchi. La Starna va soggetta a varietà albine ed [sabeiline, e sono da considerarsi locali affatto le forme dette P. robusta (Moscai, /'. sphagnetorum (Friesland or.), P. scanica (Svezia merid.), P. lucida (Prussia or.) che vennero distinte dall' Altum nel 1894 quali sottospecie della P. perdix, e cosi potremo dire egualmente di una forma detta P. perdix charrela dal Seoane 1894 ed anteriormente P. hispaniensis dal Reichenow (1892) che vive nella Spagna ed è distinta per tinte più cupe e macchie romboidali d'attorno al collo, sul dorso e sul peno. ichè della /'. robusta, Homeyer, che abiterebbe l'Europa orientale e la Siberia. La P damascena (Brisson), Latham differisce dalla P. perdix per sta- tura minore: piedi e diti gialli ed abitudini migratorie, abiterebbe le Alpi dell' Eu- ropa occidentale, la sua statura sarebbe 0,'"220. Le tre ultime forme sono classate tra le buone specie dallo Sharpe ('). Io non ho avuto a mia disposizione mate- riale sufficiente per studiarle a l'ondo, ma seguendo la pluralità degli Autori non le considero separabili dalla /'. perdine. Genere COTURNIX, Moeiiring. Becco forte, più corto della testa, colla mandibola superiore curvata; testa pennuta per intero ; carici basilari, coperte a metà da una membrana arcuata: ali piuttosto coite, r remigante primaria di poco più corta della 2l ed uguale alla r. 2" e 3" le più lunghe; coda corta, rotonda, quasi nascosta dalle cuopri trici superiori, di dieci a dodici penne molli e curvate; tarso senza tubercolo o spione, piuttosto corto; piedi con quattro diti, il posteriore piccolo e debole, i tre anteriori riuniti da una membrana fino alla prima falange; unghie piccole eleg- germele ricurve. Sessi differenti; ascellari lunghe, bianco-pure. Bandi, of nini*. I. 26 L899J. l'i IO ATLANTI: ORNITOLOGI! 0 Questo genere consta di sci o sette specie sparse nell'Emisfero orientale, si trovano anche in America, ove però furono introdotte. Hanno le abitudini delle Pernici, ma a differenza di queste sono eminentemente migratorie e quando frul- lano non vanno riunite in branchi, ma soltanto a paja od isolate, non riunendosi se non i nidiacei della stessa covata nel primo periodo della loro età. Hanno volo celere, ma non di lunga durata. Sono ad un tempo monogami e poligami ed al- l'epoca delle nozze combattono accanitamente pel possesso delle femmine, delle quali sono poi assai amorosi. Nidificano in una buca- nel terreno, che foderano con erbe sottili, e depositano numerose uova di un giallastro-bruno, macchiate di bruno-cupo. 333. Coturnix coturnix (Linnaeus), Quaglia. [ Coturnix communis, Bonn. |. [Tav. XXVI1J, fig. Il1 e Tav. 1„ fig. 11]. Penne della parte superiore della testa bruno-nerastre, terminate di rossiccio o di bruno-rossiccio, con due fascie laterali ed una centrale fulviccie; colorito generale bruno-rossigno, con fascie e macchiette nere ed una stria sullo stelo ful- viccia; una fascia rossiccia più o meno nerastra che dalle narici passa sulle cuo- pritrici auricolari; mento o gola biancastri, con una macchia nera nel loro centro, susseguita da una fascia di macchie nere e rossiccie spesso indistinte {mas. ari.). Gola e mento bianco-fulvicci, senza la macchia nera; parte alta del petto con nu- merose macchiette nero-brunastre (femm. ad.). Come la femmina; petto con mac- chie nere più numerose e rotondeggianti (giov.). Lunghezza totale 0,'"180; becco 0,n,010; ala 0,'"107; coda 0,m038; tarso 0,m027. La Quaglia va soggetta a numerose variazioni albine, melaniche e locali, queste riguardano l'estensione del nero della gola, la colorazione della stessa e del mento, l'estensione delle macchie nere e le tinte generali più o meno vivaci; vi è poi una forma intermedia tra la C. coturnix e la ( '. capensis, Lichtenstein, che ha lo spazio tra l'occhio ed il becco, i lati della testa, il mento e la gola di un castagno- vivace misto a bianco, colla tipica macchia centrale nera, questa varietà sarebbe più facile ad aversi in primavera. 11 Synoecus Lodoisiae, Verreaux & Des Murs, che venne preso nel Milanese, in Francia, etc, non è che una varietà semi-melanica di questa, specie, la cui colorazione si avvicina a quella del genere australiano Synoecus. ''osi in Ispagna si trova una curiosa varietà semi-melanica. che vive presso Valenza, il cui piumaggio generale è nero nel maschio, con fascie trasversali fulve o rossigne sulle parti superiori e penue bianche sul nero della gola, del mento e sui lati della testa, mentre la femmina ha lo parti inferiori lavate di bruno-fu- ligginoso. La Quaglia abita l'Europa, l'Africa e l'Asia fino all'India. In Italia è specie iva,d'arriv 'Ila seconda quindicina d'aprile e nel maggio, riparte in settembre e nell'ottobre. Non poche svernano nelle parti centrali-meridionah" e nelle Isole, e meno frequentemente nelle provincie sei leni rionali. Nidifica da maggio ad agosto ed alleva varie eovate (] i. (') L'Or/i/j' l'iriiiiiìiiiiiiK iL.) fu colto piti volto qua e là in Europa, ma è specie ohe si tiene molto co- munemente in domesticità o elio si e anche acclimata in parecchie riserve (Inghilterra), Abita le regioni orientali degli stati Uniti dell'America del Noni. mi \\ 1 1 ORNI TOLOGICO 341 Genere PHASIANUS. Lim u:i S Becco moderato, forte, arcuato, mandibola superiore curvata all'apice; narici basilari, coperte da una scaglia cartilaginosa; guancie e spazio attorno agli occhi muli, coperti da piccole papille cutanee e da nule piume : .-ili cune, larghe rotonde, colla 1 remigante primaria certa e stretta all'apice; ('oda da sedici a diciotto penne, molto Lunga, graduata, cuneata, col pajo mediano molto più Lungo dell'esterno; tarsi forti, scudettati, forniti all'indietro di uno sprone acuto nei maschi; diti tre anteriori, uniti da una grossa membrana fino all'articolazione, il quarto volto all'in- dietro e piccolo: unghie mediocri, acute, arcuate. Sessi differenti; se esiste un ciuffo occipitale, esso è molto corto; ciuffi auri- colari assai sviluppati nei maschi. Questo genere comprende ventidue specie, sparse principalmente nell'Asia Centrale fino al Giappone e Formosa, una sola si trova in Europa. Frequentano i buschi che seno circondati da campagne t'ertili, ove si recano in cerca di cibo. Sono granivori ed insettivori; fabbricano una specie di nido in una depressione sul terreno, nella quale mettono assieme foglie secche, orbo. etc. e depongono nu- meroso uova brunastre od olivastre, senza macchie. I piccoli nascono precoci e atti a correre appena sgusciati dall'uovo; i Fagiani sono poligami e combattono fieramente pel possesso delle femmine. Molte specie esotiche, più o meno affini al /'. colrh ini*. I.., furono recentemente introdotte in Europa, esse si incrociano vicen- devolmente, sicché i tipici /'. rolehì'cìis sono oggidì rari nelle nostre foreste. 334. Phasianus colchicus, l.iwu.is. Fagiano. |Ta\ . XXVIII, fig. 7. 8 e Tav. L, fig. 8]. Contorno degli occhi e gote nudi rossi, con un piccolo spazio piumato sotto gli occhi; testa, ciuffi auricolari e collo di un verdone-bronzato; cuopritrici delle ali giallo- rossiccio brune; penne del petto e fianchi di un rosso-aranciato-vivace, largamentt termi- nate ili violetto-porporino-r/ mi <,- groppone e cuopritrici superiori della coda fulvo-rosse, macelliate ili nero e largamente terminate di rosso a riflessi rossi di lacca ; centro il, l basso petto verde-porporino-cupo {mas. ad.). l'arti superiori nere coi margini delie piume rossicci e lavati di vinato sulla parte posteriore del eolio; le interiori fulvo rossiccie, con zig-zags nerastri ed una macchia nera nella parte basilare delle penne femm. ad.). Lunghezza totale 0,m900; becco 0,m030; ala 0,m245; coda 0,m460, timoniere centrali di 0,'"."U(> più lunghe dell'esterne; tarso 0,m068. Questa specie abita le regi,, ni sud orientali d'Europa, come l'Albania, la Ma- cedonia, la ciccia, la Turchia, poi il Caucaso, la Transcaucasia e L*Asia Minore, Che è la sua sera patria. In Europa fu quasi ovunque introdotto e vive protetto nelle bandite, ove si unisce anche allo stato selvatico con specie affini, come il /'. torquatus, ai raramente. 339. Lagopus rupestris (Gmelik ('-'■, Pernice bianca dilli roccie. Simile, secondo Ogilvie Grant, al !.. mutus d'inverno, e d'estati' distinto pel polio sempre fasciato di nero e non bruno-nerastro uniforme come il L. mutus. Secondo lo stesso Autore, le specie o sottospecie nominate L. islandorum e /-. Rei- nhardti, Blasius (1862), /.. Nelsoni, L. atkensis e L. Ridgivayi, Stejneger (1884), /.. insularis, Bogdanow 1884) e /.. Welehii, Brewster iss.v non sono clic forme inseparabili del L. rupestris. Il /.. rupestris ha le dimensioni del L. mutus, di cui è molto probabilmente una semplice fornia locale, ed abita L'Islanda, l'America àrtica ed il Nord dell'Asia fino agli Urali. Vetrao lagopna, Scopoli 17iili (neo Linnaeua). Vttrao lagopiix, l'iiliricius 1780 «o I, immensi. Atltinh ornitologi :'• Iti ATLANTE ORNITOLOGICO b) Remiganti primarie sempre Manche. h~) 11 bianco del vessillo esterno delle ninne esterne della coda copre dimeno i due h r:i della base. 340. Lagopus hyperboreus (Sundevall) (l), Pernice bianca delle Spitzbergen. Questa specie differisce dalle congeneri per una maggiore estensione dello spazio bianco nella porzione basilare delle timoniere; il secondo pajo di esse ha i due terzi della base bianchi, tale colore decresce gradatamente nelle paja esterne ed è confinato al terzo della base nel vessillo esterno del settimo pajo, mentre nel pajo più esterno sono bianchi almeno i due terzi della base (Ogilvìe Grani). Abita le Spitzbergen e quindi non farebbe parte dell'Avifauna Europea, stretta- mente parlando. Genere LYRURUS, Swainson. Becco corto, robusto, curvato; narici basilari, nascoste dalle piccole e fitte penne della membrana nasale; uno spazio seni Unno re nudo sopra l'occhio, coperto da pa- pille rosse; ali corte, rotonde, colla la remigante primaria molto più corta della 2a e media tra la 7:l e la 8:i, la 4" e 5a le più lunghe; coda di diciotto penne, cinta. rotonda, le timoniere esterne lunghe o molto più lunghe delle due mediane e curvati all' infuori nel maschio; tarsi corti, più del dito mediano con l'unghia, piumati per intero, coi diti nudi, pettinati sui lati, i tre anteriori riuniti da una membrana fino alla prima articolazione, il posteriore corto; unghie corte, forti, ottuse all'apice. Ascellari bianche e lunghe; sessi differenti; piccoli precoci. Questo genere consta di due specie, che abitano entrambe l'Europa, il L. ri- ridanus, Lorenz non essendo buona specie. Frequentano le boscaglie delle montagne e non raramente si vedono sugli alberi, sono poligami e combattono accanitamente di primavera pel possesso delle femmine. Il nido è una semplice depressione sul terreno, che coprono con foglie, musco e penne e vi depositano numerose uova giallo- grigie o bianche, macchiate di rosso e di aranciato; la sola femmina cova le uova e poi cura i piccoli; la loro carne è di eccellente sapore. 341. Lyrurus tetrix (Linnaeus), Fagiano di monte. [ Tetrao tetrix, L. ]. [Tav. XXVII, tìg. 6, 7 e Tav. L, fìg. 5]. Nero-lucido, con ridessi porporino-bluastri sul collo, sulla testa e sulle parti superiori; ali bruno-nere, con una fascia trasversale bianca alla base delle remi- ganti 2°, che sono poi strettamente terminate di bianco; ascellari, cuopritrici in- feriori delle ali e della coda bianche; coda forcuta in forimi di min lini, colle timoniere esterne mallo allungate ed assai curvate all'infuori, circa (>,'" lui) pili ìnmjlie delle eentrali ') Tetrao lagojms, Ross 1828 (me Linnaeus). \ I 1 \ N 1 1 ORNITOLOGICO 347 (mas. ad.). Tinte generali fulve con fascie e strie nere e bianchiccie; piume del sottocoda bianche o rossigne, con fascie nere e che sorpassano Le timoniere centrali: petto e fianchi bianchi all'apice delle penne, con fascie rossastre e nere quesf ultime più larghe; coda più breve che nel maschio e poco forcuta {fonili, ad. e giov.). Lunghezza totale 0,'"500 (dal becco all'apice delle timoniere mediane); becco 0, 024; ala i>. 160; coda: timoniere centrali 0,m120, timoniere laterali 0,m235; tarso 0, 048. Talora invecchiando le femmine assumono il piumaggio del maschio, se l'a- nomalia è completa si conoscono pella statura minore, se è incompleta hanno il fonilo di tinta i > i Ti cupo, la tinta nera più marcata e con iridescenza metallica spiccatissima. Questa specie va pure soggetta a varietà albine, dal bianco perfetto ai maschi macchiati di bianco sul dorso e sul groppone, sulle scapolari, quest'ano- malia si trova anebe in Italia, ma è molto rara, mentre s'incontra più comune- mente nell'Europa settentrionale e più che altro nella Scandinavia. Si conoscono ibridi tra questa specie ed il /,. lagopusQ), il !.. mutus, il Tetrastes bonasia ed il /'. col- chieus, ma sono assai iati. Abita L'Europa, L'Asia centrale e settentrionale. In Italia è uccello sedentario e discretamente abbondante sulla catena delle Alpi da Nizza a Udine; si citano cat- ture accidentali nel .Modenese, in Toscana e nell'Umbria. 342. Lyrurus Mlokosiewiczi (TACZANOWSKl), Fagiano di monte dei Citavano. [ Ta\ . MAH. 6g. 6], Nero lucido, con ritiessi di un verde-bottiglia-scuro, comprese Ir cuopritrici inferiori dillo rodo: cuopritrici inferiori delle ali ed ascellari bianche; timoniere esterne cur- vate all'ingiù cedrone tl*." ,r>10; ala 0,m286. Abita la catena degli l'rali. 350 ATLANTE ORNITOLOGICO Genere TETRASTES. Kkyskki.im; ; coda 0,'"140; tarso 0,n,034. Questa specie si unisce rarissimamente col L. lagopus e non si conosce che un solo caso di tale ibridismo conservato al Museo di Upsala; in Italia fu ucciso Il gen. lionata, Stepliona \x\9 è adoperato pel /.'. nmbellus il... del Nord America. vii \\ 1 1 oitNi roLoun " :!.") 1 sul Bergamasco un soggetto ibrido col L. mutus, il solo che finora si conosci, fa parte della Raccolta del Conte Camozzi di Bergamo e venne da me illustrato e figurato nel 1893 ('). Non mi sembra meritevole di distinzione il li. sylvestris del Brehm, essendovi molti soggetti intermedii tra le due forme. Il Seebohm (2) ha parlato di un '/'. bonasia septentrionalis , che si troverebbe nelle regioni settentrio- nali dell'habitat del T. bonasia, sarebbe un uccello di spiccate tinte gl'igie con scarse colorazioni rossiccie e la coda più corta in riguardo alla specie tipica, verso la quale degrada tanto verso E. che verso 0., come fanno molte altre forine Artiche; lo Sharpe l'innalzò al grado di specie distinta. 11 Francolino di monte va raramente soggetto alle varietà albine. Vive nell'Europa e nell'Asia centrale dalla Scandinavia al Kamciatka, al Giap- pone, e verso sud in Europa sino alla Spagna settentrionale ed in Asia alla Cina settentrionale. In Italia si trova ora soltanto sulle Alpi del Novarese, su quelle Lombarde, del Tirolo e del Friuli, ma viveva un tempo in tutta la ('alena: la caccia sfrenata, specialmente coi lacci metallici, lo ha in gran parte distrutto, è ovunque piuttosto raro e sedentario. 345. Tetrastes griseiventris. Menzbier, Francolino ili monte orientale. Tinta generale più scura e più grigia, specialmente sul gastreo; incuto bianco; gola nera terminata ili rossiccio; mainano le macchie bianche salir scapolari, suUe cuo prillili alari e la lunula bianca sotto la gola; penne del petto nero-rossiccie, con l'apice e fascie trasversali grigie; resto delle parti inferiori grigiastro; fascia subapicale nera della coda più stretta e variata di fulvo (mas. ad.). Mento bianco; gola nera, con larghi margini apicali fulvi; penne del petto nere, grigie all'apice con fascie e macchie rossiccie (femm. ad.). Lunghezza totale 0,"':;560; becco 0,'"018; ala 0,m175; coda 0,m114; tarso 0,n,033. Abita la Russia orientale ed il governo di Perni. Ordine GRALLAE - Trampolieri. Becco per lo più lungo, talora corto, diritto, arcuato; narici nude; collo di solito lungo; ali in generale lunghe e strette, talora mediocri, ampie e rotonde, con 20 a 36 remiganti; coda corta, con 12 a 2(> timoniere; tarso lungo e sottile: gambe di solito lunghe e nude al disopra della giuntura tibio-tarsale, colle tibie piumate su varia estensione; tarso lungo e sottile; diti quattro, tre in avanti, riu- niti da una membrana o forniti di espansioni membranose; il quarto dito volto i'i Atti Soo. lini. Se. Nat. XXXIV, pp. 271-280, con tav. col. (1893). (*) Ibis, 1884, i>p. 430. 352 ATLANTI ORNITOLOGICO ali* indietro, alle volte mancante e inserito al livello degli altri o più in alto; lun- ghezza delle gambe, del becco e del collo spessissimo in relazione inter se. Sono uccelli per la massima parte migratori e che. tranne poche eccezioni, non vivono lontano dalle acque; i piccoli nascono inetti o precoci; i sessi sono simili e solo in pochi casi differenti. Questo grande ordine cosmopolita si suddivide in cinque sottordini Limi- colae, Fulicariae, Ahctorides, Herodiones e Phoeriicopteri, tutti bene rappresentati in Europa. Sottordine LIMICOLAE - Limicole. Becco variabile di forma e di lunghezza, quasi sempre sottile, lungo quanto e più della testa, talora ovunque duro e coperto da una pelle molle, membra- nosa e sensibile all'apice; narici in generale aperte nella parte membranosa del becco e sempre nude: redini, contorno degli occhi e testa, salvo poche eccezioni, coperte di penne; ali lunghe, fine, appuntite, con le remiganti primarie strette, rigide, graduate dalla la alla IO'1; coda di solito molto corta, mai lunga, gemi al mente con 12 timoniere, talora con 20 o 26 (Gallinago strini ni, Kuhl); gambe di solito allungate, talora di molto e sottili, di rado assai curie, scudettate e reticolate, le penne arrivano raramente al calcagno; diti corti, gli anteriori riuniti di solito alla base o liberi, raramente lobati o palmati, il posteriore sempre corto, elevato, tornito di una piccola unghia, talora esso è mancante del tutto. Questo grande sottordine è composto di uccelli, in generale di mediocre o di piccola statura, che vivono di solito nelle pianure, nei luoghi scoperti, aridi o sab- biosi, nelle paludi, sulle spiaggie o nelle località non lontane dalle acque. Corrono velocemente ed hanno volo sostenuto e rapido, imprendendo grandi viaggi, riuniti in grossi stuoli; depongono poche uova sul terreno in un rozzo nido od in una semplice depressione; i giovani nascono coperti da piumino ed atti a correre tosto (precoci). Si nutrono d'insetti e di vermi, che colgono sul terreno o entro al fango, sia immergendo il becco, sia facendoli sbucare battendo il suolo col piede; questo sottordine cosmopolita è rappresentato in Europa da tre famiglie con 43 generi e 65 specie all' incirca. Famiglia OTIDIDAE, Ottdidl Becco alquanto piatto, ottuso, curvato verso L'apice; narici ovali e scoperte: penne frontali estese sino al margine posteriore delle narici: ali strette, lunghe ed appuntite, colle remiganti secondarie, specialmente le interne, subeguali alle primarie; coda corta, di Ili a 20 penne, rotondata; gambe piuttosto lunghe, coperte ovunque di reticolazioni: diti molto corti, pollice mancante; unghie piatte con un margine laterale corneo, quella del mediano non pettinata. 1. Svasso maggiore (ad. in abito di primavera). 2. Svasso maggiore (ad. in abito d'autunno). 3. Svasso maggiore (giov.). 4. Svasso dal collo rosso (ad. in abito di primavera). 5 e 6. Svasso cornuto (ad. in abito di primavera). 7. Svasso piccolo (ad. in abito di primavera). 8. Tuffetto (ad. in abito di primavera). 9. Tuffetto (ad. in abito d'autunno). 10. Strolaga maggiore (ad. in abito di primavera). 11. Strolaga maggiore (giov.). 12. Strolaga mezzana (ad. in abito di primavera). 13. Strolaga mezzana (giov.). Ulrico Hoepli, Editore, Milano. \i i w ii oknj roLOGn o 353 Le Otarde sono l'anello di congiunzione dei Gallinacei con i Pivieri. Mutano una sol volta completamente nell'anno, ma le penne del collo e della testa cadono anche di primavera, sicché vi è una seconda muta incompleta. Nidificano in una depressione sul terreno, i giovani nascono coperti di piumino e precoci. Le uova sono olivastre, macchiate di bruno. Questa famiglia quasi cosmopolita comprende 15 generi con circa 43 specie, tre dei quali con cinque specie si trovano più o meno regolarmente anche in Europa. Genere OTIS, Ltnnaeus. Hocco più corto della testa, alto, moderato, spaccato sino sotto l'occhio, diritto. depresso alla base, coll'apicc della mandibola superiore curvato tino dalle narici ed il margine della stessa intaccato; narici laterali, ovali, coperte sino circa a metà del becco da una membrana leggermente piumata alla base, nude del resto e senza solco di prolungamento; penne della bassa gola e del davanti del collo di tipo ordinario, e non pendenti sul gozzo; ali mediocri, alquanto rotonde, subacute, r remigante primaria subeguale alla 2a, ■">' la più lunga: coda breve, rotondata, di 18 a -Ji> penne; gambe lunghe, nude per un terzo al disopra del calcagno ; tarso piuttosto corto, più del doppio del dito mediano con unghia e compreso «piatirò volte circa nella lunghezza delle ali, esso e la parte nuda delle gambe reticolati; diti tre rivolti in avanti, riuniti da una membrana alla base, che continua sul loro margine; unghie corte ed ottuse. Sono uccelli poligami, che combattono furiosamente di primavera pel possesso delle femmine, e che abitano le aperte campagne e le steppe, camminano e cor rono assai speditamente ed il volo è rapido; si nutrono di erbe, di grano e di insetti; volano in generale poco, soltanto quando sono pressati dal pericolo e non trovano più sicurezza nella corsa. Nidificano in una depressione sul terreno, de- ponendo uova di un oliva-brunastro o verdi, macchiate di bruno-scuro. La sola femmina cova le uova e si prende cura dei piccoli. Due specie abitano l'Europa, la terza. 0. Dybowski, Taczanowski, è confinata alla Siberia ed alla Cina e probabilmente non è specificamente distinta. 346. Otis tarda, Lixnaki s, Otarda ('). Un ciuffo dì penne lunghe, sottili, a barbe decomposte sulle guaneie; statura elevata. Testa, lati della faccia, guaneie, gola, gozzo ed angolo dell'ala cenci ini: sul pileo una fascia longitudinale più cupa e che si estende sulla cervice; remiganti 26 interne, medie cuopritrici, resto delle parti superiori, lati del collo e del petto (') È affatto inesatta l'asserzione del Temminck \l»n. Orn. IV, p. 313) ohe in Sicilia vivami Taoobini selvatici (Meleagris galloparo, I... i:^li diede questa notizia anche nella Dalmazia, pero con molte riserve. Io posso assicurare che in questi paesi non vivono Tacchini selvatici e che tale equivoco e derivato in gran parte dal fatto che talora si dà questo nome all' 0. tarda. Circa le cattare europee della 77. gallopavo | ti. americana, Bartr. e della M. mexicana, Gonld avvenute in alcuni distretti, ove queste specie si coltivavano allo stato selvatic istese banditi», e sul modo nel quale tali notizie furono propalate ct'r. Xauniann. 17.7/. Mitt.-Eur., ninna edizione. VI. pp, L87-194, 1 s ; 1 7 . AttanU ornitologioo. 35 I ATI..W I I OHM n il '".li 0 ceciato-lionati, con numerose fascio trasversali nere; le restanti cuopritrici bianche, con macchie cenerine verso l'apice delle penne; remiganti bianche alla base, bruno-nerastre nel resto; parte bassa del collo ed alto petto giallo-rossastri a iiiuiiii di fascia; petto ed addome bianchi {mas. ad.). Più piccola: parti superiori con t'ascio più strette ed avvicinate: mancano le penne a ciuffo sui lati del incuto; una fascia longitudinale nera, con strie strette trasversali sulla fronte e sul centro della testa; gozzo e petto per intero cenerini; lati del petto lionati, con fascie aere trasversali (femm. ad.). I giovani somigliano alle femmine, ma sono di tinte più pallide; bassa gola e davanti del collo fulvo rossicci, con macchiette trasversali scure. Lunghezza totale da l.'l.Mi a 0, 790; becco da 0,m040 a 0,'"034; ala da 0,m640 a 0,m500; coda da 0,m265 a 0,m235; tarso da 0,m150 a 0,m130. Il maschio di questa specie è tornito di un sacco gelare, che è Viene svilup- pato durante la stagione degli amori e che si con- trae . addivenendo insi- gnificante, appena essa e ] lassata. I. 'otarda abita L'Eu- ropa centrale e meridio- nale e L'Africa settentrio- nale , estendendosi sino all'Asia centrale ed al- l'India settentrionale: si Meleagris gallopavo, mas. ad. Testa e collo di 0. telraj . mas. ail. in abito ili primavera, circa gr. nat. mostra accidentalmente nell'Europa settentrionale. In Italia è specie rara, di comparsa invernale e si può dire accidentale; venne presa anche d'estate ed a grandi intervalli un po' dappertutto, tranne in Sardegna. Non nidifica. 347. Otis tetrax, Linnaeus, Gallina pratajola. Un ciuffo completo ili penne allungate sulla mieti e sulla parte posteriore del collo; statura mediocre. l'arte superiore della testa sino alla cervice lionata, macchiata e l'asciata di nero, col vertice più cupo; parti superiori e timoniere centrali lionate a zig-zags irregolari neri e macchie nere sul centro delle penne verso la base, più chiare \I1.\M! ORNITOLOGI! 0 355 e miste a biancastro sulle cuopritrici superiori della coda, le cui penne esterne più lunghe sono bianche o bianche macchiate di nero; grandi cuopritrici delle ali bianche, con fascie nerastre alla base; angolo dell'ala bianco su tutto il bordo; lati della lesta, mento e parte eentrale della gola di un cenerino piombato, li- mitato da una larga fascia nera a V, cui sussegue altra della stessa forma bianca; parte bassa del collo tutto all'intorno, e che sui Lati e posteriormente si allarga ed occupa anche la nuca, di un bel nero-vellutato, limitato esso pure a sua volta da una larga l'ascia semicircolare bianca, che è divisa per mezzo di una stretta banda nera dal bianco del testo del gastreo; ititi del petto come le pani superiori, ma senza macchie nere: lati del basso addome e sottocoda con rade macchie nere; timoniere laterali bianche leggermente fulviccie, macchiate di nero, con (piatito fascie trasversali nerastre, talora mancanti ed indi-tinte (mas. ad. in piim.. Testa nero-lucida, con macchiette e fascie lionate e biancastre; mento e gola bianchi, con poche macchiette nere, limitate da un mezzo collare bianco misto a nero, che raggiunge a semicerchio la regione auricolare; penne della linea centrale del collo lionato-rossigne, con tiuissime macchiette nerastre; penne del collo e lati lionate nel centro, marginate sui lati di nerastro; parte bassa del collo e petto dèlio stesso colore, fittamente attraversate da fascie nere più larghe e meno fitte verso il petto: lati del petto e tutto il resto come il maschio in abito di primavera (mas. mi. inaut.). Simile, tinte generali più chiare ; fascie sulle parti superiori più numerose e con macchie nere più larghe e più abbondanti; cuopri- trici e-t, ■me e penne dell'orlo dell'ala fasciate di nero; mento e parte alta della -ola bianca-tri: collo e petto ceciato-lionati, con macchie e fascie, talora circolari: fianchi con fascie nere, limitate di lionato-debole {femm. mi.), simile, parti superiori con un maggior numero di macchie centrali lionate a goccia, specialmente sul dorso, eguali e molto più visibili sul collo e sul petto, ove si disc-nano a fascie allungate; parti inferiori dal petto all'umili bianche, con macchie e fascio nere. eccetto nella parte mediana; manca il fulviccio della tinta di fondu delle timo- niere laterali igiov.). Lunghezza totale 0,m450; becco 0,m025; ala 0, 250; coda 0,' 105; tarso 0,m062. Questa specie abita l'Europa meridionale, l'Africa settentrionale e l'Asia centrale, portandosi d'inverno nell'India nord occidentale. In Italia e sedentaria in Sardegna, in Sicilia, e nelle Puglie, ove è discretamente comune, nel resto d'Italia è di passaggio irregolare, ma vi compare più che altro nell'inverno ed in qualche provincia imo dirsi affatto accidentale. Però anche in Sardegna si pre- senta di passo ed è più comune quale specie estiva, ripartendo d'autunno. Nidi- fica in mai;'i;'io. Genere HOUBARA, Bonapakte. Ha i caratteri ilei gen. Otis col becco perà subeguale alla testa, abbastanza grosso, molto depresso nei due terzi verso l'apice, diritto, colla mandibola supe- riore intera sul mar-ine e curvata solo verso l'apice; narici quasi mediane, larghe, aperte nelle fosse nasali, che si prolungano in un solco al di là della metà de] becco; ali allungate, sempre più di quattro volte più lunghe del tarso e subottuse. :;;,i; atlante ornitologico Penne della parte bassa della gola e del davanti del cullo molto allungate in modo da pendere all' infuori e da ricadere sul gozzo. Questo genere ha i costumi delle Otarde e si compone di due specie, che corn- ila inno di tanto in tanto in Europa e di una terza //. fuerteventurae, Kothsch. Ilart. propria a Madera e che è certamente una forma sottospecifica. l'urli superiore della testa con un ciuffo mediano erettile, composto dì penne strette ; sui In/i del rullìi un grande collaretto ili 'piume limili. 348. Houbara untlulata (Jacquin), (hibara. [ fllUltl ufi tinnii \. Parte supcriore della testa brune-scura, col centro ornato di un piccolo ciuffo di piume bianche lunghe e pie-aie all'indietro, alcune terminate di nero e di fulvo; parti superiori fulvo-ocracee, con numerose bande scure; collo cenerino- biancastro, tutt'attorno finamente punteggiato di nero e lavato di ocraceo; sui lati della parte bassa del collo una serie di piume lunghe e sottili nere le superiori, bianche le inferiori, pure allungate e cadenti, che formano un collaretto distinto; penne allungate e cadenti della parte bassa della gola e dell'alto petto bianche; petto e gastreo bianchi; timoniere ocraceo-fulve, terminate di bianco ed attraver- sate da cinque fascie nerastre con macchiette scure {mas. ad.). Statura minore: collaretto e ciuffo più brevi (frinii/, ad.). Lunghezza totale 0,'"700; becco 0,m046; ala 0,m360; coda 0,m315; tarso 0,m090. Abita le contrade dell'Africa settentrionale e dell'Asia Minore fino all'Armenia, ed è accidentale nelle regioni Mediterranee Europee. In Italia è specie affatto av- ventizia; comparve due volte a Malta, poi in Sicilia e presso Roma nel 1879 i /,'. Museo ili Roma, Conte di Carpegna, in UU.). 1 soggetti di Houbara, colti nelle parti centrali e settentrionali d'Europa ed i <\uc uccisi presso Roma nel 1859, sono da riferirsi alla specie Asiatica. 349. Houbara Macqueeni (J. E. Gray), Oulara asiatica. | l buia asiatica |. Differisce dall'//, undulata per la parte superiore della testa bruno-rossiccia, con minute macchiette nerastre e con un ciuffo bianco di poche penne terminate di nero; parti superiori con fascie nere meno larghe e meno fìtte; dorso a tini zig-zags neri, in modo che rimangono scoperti molti spazi fulvi: piume allungate e cadenti della parte bassa della gola e dell'alto petto brevi, di un grigio-blua- stro e non bianche; timoniere con tre fascie nerastre e la porzione basilare fulvo- ocracea >i//«s. ini.). Statura minore; collaretto e ciuffo più brevi (fu/////, ad.). Lunghezza totale 0,m650; becco 0,ro040; ala 0,m390; coda 0,m330; tarso 0,m098. Abita l'India nord-occidentale, l'Asia centrale e la Persia; accidentale in Eu- ropa dalla Svezia al Mediterraneo. In Italia ne vennero colti due soggetti nel novembre e nel dicembre 1859 presso Roma, i quali furono prima scambiati per appartenenti alla //. undulata e come tali illustrati dal Diorio e da altri Autori. VII \M I OKNITOI.iMflCO :!"'" Genere OEDICNEMUS, Tkmminck. Becco forte e grosso, più corto della testa, diritto, un po' depresso alla base, colla porzione apicale rigonfia e t'orinante un dertro marcato, la inferiore con un angolo corto e stretto, e la linea eentrale della mandibola superiore elevala; un piccolo spazio nudo dietro l'occhio; cinica nasale grande e coperta da una mem- brana nuda; narici mediane, aperte sul davanti e pervie: ali moderate, le due prime remiganti primarie subeguali, la 2a la massima; le secondarie interne lunghe come le primarie, quando l'ala è piegata; coda alquanto corta, molto graduata, com posta di 11' a 1.") penne, arrotondate all'apice; gambe lunghe e sottili; tarsi abba stanza lunghi e interamente reticolati; tic diti in avanti riuniti da una membrana tino alla seconda giuntura, il posteriore mancante; unghie abbastanza corte, poco arcuate, compresse, quella del dito mediano eoi margine interno ingrossato. Gli Occhioni hanno le abitudini delle Otarde, sono però in parte crepuscolari, si nutrono di vermi, d'insetti, di rospi, etc. ; non tanno nido, ma depositano due uova, e raramente tre, in una leggiera depressione del terreno; i piccoli nascono precoci, coperti da fitto piumino rossiccio con due linee nere sul dorso; questo genere forma l'anello di congiunzione tra le Otarde ed i Pivieri, come quelle ha palato schizorinale, narici olorinali e tre diti, per altri caratteri anatomici si av vieina ai Pivieri, di cui ha eguali uova e lo stesso metodo di nidificare. Si conoscono otto specie di Occhioni, che abitano gran parte della Regione Paleartica, L'Etiopica, l'Indiana e l'Australiana per intero, vivendo nell'America dal Messico, a S. Domingo, sull'Amazzoni ed al Perù. 350. Oedicnemus oedicnemus (Ltnxaei s), Occhioni. LOedicnemus scolopax s. Gmki..), 0. crepitans, Temm.J. [Tav. XXX, iìr. 13 J. Occhi grandi, giallo-dorati; parti superiori di un lionato-brunastro, più vivace sulla testa e con una grande macchia centrale longitudinale nera, che insensibil- mente si unisce alla tinta del margine, tranne sulla testa ove il contrasto è più palese; una striscia biancastra sopra e sotto l'occhio; una macchia nerastra da- vanti all'occhio, la quale continua in una stretta t'ascia nera, che si estende al disotto dello stesso, limitata in basso da altra più larga e bianca, che parte dalla base del becco, e che è divisa dal bianco della gola e del mento da una zona che si dirige dalla base della mandibola inferiore sui lati del collo nera nel centro delle penne, lionata sul margine; grandi cuopritrici delle ali in gran parte biancastre, colla base cenerognola ed una banda subapicale nerastra, mia fascia più i> meno fulviecia attraverso la linea delle enopritrici mediaru bordata ili sopra e i/i sullo ila una fascia nerastra: parte bassa della gola, davanti e Iati del collo lionato-chiari, con una linea centrale nera più stretta sul petto e sui fianchi; resto delle parli infe- riori bianco-giallette, tinte di fulvo sul sottocoda; coda cimenta; timoniere centrali cenerognolo-brunastre, con fascie nere trasversali poco visibili e con una banda subterminale bianca, le esterne a larghe fascie bianche e nere, colle due bande 358 ATLANTE ORNITOLOGICO apicali più larghe verso la penna esterna, che è bianca, coU'apice nero (ad.). Tinte meno pure e più chiare; la fascia alare indistinta: fascie della coda meno distinto e meno regolari; parte superiore del tarso molto ingrossata; becco e zampo meno lunghe [giov.). Lunghezza totale 0,'"420; becco 0,m036; ala 0,m260; coda0,m140; tarso 0,m075. Abita l'Europa centrale e meridionale fino all'Asia centrale, l'India, Burina e l'Africa nord-orientale. In Italia è specie sedentaria nelle provincie centrali e meridionali, di passo ed estiva nelle settentrionali, ove qualche individuo si trova anche d'inverno. Nidifica ed è abbastanza comune. Il Giglioli ha indicato, come preso in Italia, anche l'Occhione del Senegal (0. senegalensis, »S\v.) su di un vecchio individuo che sembra essere stato preso in Toscana circa nel 1841. Siccome la cosa non è troppo sicura e che la forma nord- africana dell'Occhione mai apparve entro i confini Europei, l'ommisi da questo elenco. Abita l'Africa occidentale e la nord-orientale fino all'Egitto, e si distingue per la mancanza della fascia bianca attraverso le cuopritrici mediane delle ali che sono grigie, come le grandi, con fascie centrali nere lungo lo stelo. Famiglia CURSORIIDAE, Oursoridi. Becco di forma molto variabile, spaccato sino sotto gli occhi e colla mandi- bola superiore curvata dalla base; fosse nasali poco sviluppate: ali assai lunghe e strette; coda profondamente forcuta od eguale: tarsi scudettati; diti quattro, tre in avanti, pollice elevato, talora mancante. Questa famiglia abbraccia otto generi con circa 26 specie, che abitano il Mondo Antico, di essi tre hanno rappresentanti in Europa. I giovani nascono co- perti di piumino e sono precoci. Non costruiscono nido, ma depositano l'unico uovo (Dromas) o più uova sul terreno, in una depressione od in una specie di galleria nell'arena, esse sono bianche, con o senza macchie e lini zig-zags scuri. Hanno muta doppia. Genere PLUVIANUS. Viiiu.mi. Becco molto più corto della testa, piuttosto robusto, diritto, allargato alla baso. curvato dalle narici fino all'apice, clic e stretto ed appuntito: apertura nasale Larga e corta, colle narici ovali, rinchiuse in un opercolo; ali munite di un pic- colo tubercolo alla giuntura carpale, non appuntite, lunghe, complete, le remi- ganti primarie non appuntite e che non giungono né al di là del piede disteso, ne all'apice della coda, la la primaria la massima, le remiganti secondarie lunghe come le primarie, le scapolari lunghe e strette; coda quadrata, mediocre; gambe piuttosto lunghe, sottili e nude nel terzo inferiore; tarso scudèttato, di media lun- ghezza; diti in numero di tre sul davanti forti e scudettati, col mediano ben più lungo dei due laterali ed unito all'esterno da una membrana basilare, il poste- riore mancante; unghie l'orti, curvate, col margine interno di quella del dito me- diano non pettinato, ma ingrossato. Ina sola specie, propria all'Africa, compone questo genere. VM. IM I OllH %..c.M 0 '■'•'<'■> 351. Pluvianus aegyptius Linnaei ■-. Piviere egiziano. Parte superiore della testa e la posteriore del cullo, redini, che si prolungano contornando l'occhio e seguitano in una fascia sulla regione auricolare, sui lati del cullo e che termina sul mantello ili un nero verde lucido; le penne del mantello al- lungate e lanceolate in modo da coprire uno spazio bianco sull'alto dorsn e bor- date, da ogni lato della regione, di bianco; dal becco parte una t'ascia bianca che passa sopra l'occhio e circonda la testa, riunendosi alla nuca, con le penne allungate a ciuffo; groppone, sopracoda, scapolari e cuopritrici cenerino-bluastre, le grandi con un largo bordo esterno bianco, che forma uno spazio sull'ala pie- gata; parti inferiori bianche, lavate di fulviccio, più vivace sui fianchi, sull'addome e sid groppone; attraverso il petto una larga fascia nero verdone lucida, che si unisce a quella dei lati del collo: remiganti nerastre alla base ed all'apice, bianche nel resto, le esterne grigie alla base; coda cenerino-bluastra, con una larga fascia apicale bianca preceduta da una stretta nerastra, mancante sulle due centrali [ad.). Lunghezza totale 0,n,210; becco 0,m018; ala 0,m137; coda 0,m060; tarso 0,m033. Abita l'Africa occidentale dalla. Senegambia al fiume Congo e la nord-orientale lino al Delta Egiziano ed è particolarmente comune lungo il Nilo. In Europa sembra comparso nella Svezia (Seebokm) e nella Spagna, da dove il dr. C. L. Brehm (') cita due esemplari, che il Duca di Coburgo-Gotha stesso avrebbe ucciso in un'isola davanti la costa di Spagna. E su tale asserzione l'Arevalo ammette quésta tra le specie Spagnuole, il Degland, il Dresser ed altri Autori frale Europee, ed il Gi- glioli la cita tra quelle clie potrebbero eventualmente capitare in Italia. Genere CURSORIUS, Latiiam. Becco alquanto più corto della testa, col culmine subeguale al dito mediano con unghia, diritto sino alla line della depressione nasale, quindi curvato all'indù su ambedue le mandibole, apice stretto e rotondo; narici laterali, ovali; ali lunghe, piuttosto appuntite, le remiganti primarie appuntite e che non giungono al di là del piede disteso, né all'apice della coda, la 1° remigante primaria e la .". ' sub- eguali ed un po' più corte della 2a, cdie è la massima: coda rotondata: gambe lunghe e sottili, nude sulla parte inferiore .lei tarso, esse ed i tarsi scudettati; diti in numero di tre, tutti anteriori corti e forti, il mediano sempre molto più lungo dei laterali: unghie piccole, sottili, poco curvate, con quella del mediano pettinata sul margine interno. Compongono questo genere cinque specie, proprie all'Asia ed all'Africa, delle quali una compare talora in Europa. Abitano i piani sabbiosi, di solito lontani dalle acque e vivono in piccole compagnie, se inseguiti cercano la loro salvezza india corsa, nascondendosi in qualche cespuglio, anziché affidarsi al volo. Si nu- trono d'insetti e non fabbricano nido, depositando in una piccola buca sul terreno due o tre uova. ('} I. f. <>. 1S.")4, p. 70. .'il', Il ATLANTE ORNITOLOGICO 352. Cursorius gallicus (<ìmelin), Corrione biondo. Parti .superiori, cuopritrici alari e remiganti secondarie interne lionato-isabella; occipite e parte della nuca di un cenerino-bluastro; una macchia nera triangolare sulla porzione alta della nuca; dietro l'occhio una fascia nera, che si unisce in basso sulla nuca; parti inferiori lionato-pallide e biancastre sulla gola, sulle guancie e sull'addome, i cui lati sono in basso lavati di nerastro; le remiganti secondarie esterne nerastre internamente, isabelline esternamente, bianche all'apice; ala ba- starda, remiganti le, orlo dell'ala, ascellari e cuopritrici inferiori delle ali nere; coda isabellina, bianca all'apice e con una fascia subapicale nera, mancante nelle due penne centrali (ad.). Tinte più pallide, con piccole linee brunastre angolari e semicircolari sulle parti superiori, più fitte sulla testa e mancanti sulla parte posteriore del collo, in parte delle sopracaudali e sulle remiganti; un largo sopracciglio bianco-isabel- lino che continua sulla nuca, ove si fonde con quello della parte opposta, qualche macchia nera sulla parte alta della nuca; petto e gola con poche lineette angolari brunastre ; la fascia subapicale nera sulle timo- niere mancante o appena accennata, o poco distinta (giov.). Lunghezza totale 0,m270; becco 0,'"024: ala 0,m165; coda 0,m065; tarso 0,'"058. Abita l'Africa settentrionale le isole Canarie e del Capo Verde, esten- dendosi nell'Asia fino all'Afganistan ed all'India occidentale. In Europa giunge irregolarmente, ma con più facilità nelle parti meridionali e verso Nord venne colto sino alle Isole Britanniche. In Italia capita di tanto in tanto di autunno e di primavera con più frequenza a Malta; comparve un pò5 dappertutto anche in Sardegna, ma è specie rara. 11) l'itilo eli Cursorius gallicus. b) Unghia del dito mediano del piede destro di C. gal- licus, vista dal lato intorno por mostrare le in- taccature (ingrandita). Genere GLAREOLA, Brisson. Becco molto corto, intero, convesso, compresso verso l'apice, colla mandibola superiore curvata sino dalla base; narici basilari, laterali, oblique; ali assai lunghe, le remiganti primarie appuntite e che sorpassano il piede disteso e l'apice della coda, la 1' delle primarie la massima; coda assai forcuta, di li' penne, colla la- terale sopravanzante sensibilmente le altre; gambe lunghe, sottili, nude per uno spazio corto al di sopra del calcagno; tarso più lungo del dito mediano, sottile, allungato e scudettato; tre diti abbastanza lunghi e sottili all'estremità, il poste- riore abbastanza corto e inserito sul tarso, il mediano lungo, unito da una meni- Tav. 46. 1. Francolino (mas. ad.). 2. Quaglia tridattila. 3. Codibugnolo siciliano. 4. Magnanina sarda. 5. Pa (maschio). 6. Passera sarda (mastino). 7. Merlo dal collare meridionale. 8. Rondine rossiccia. 9. Storno nero. 10. Pett' azzurro orientale (maschio). 11. Monacholla nera. 12. Picchio muratore corso (maschio). 13. Uccello delle tempeste. Ulrico Hoepli, Editore, Milano. ATLANTI 0ONI1 HCO 36] brana alla base coll'esterno, l'interno libero; unghie lunghe e fatte a lesina, lineila del mediano pettinata sul margine interno. Le Glareolae in numero di tre specie sono sparse per tutto il Mondo, eccetto l'America; due specie vivono anche in Europa. Sono uccelli migratori, che si riu- aiscono in enormi branchi; hanno il volo rapido e simile a quello delle Rondini. a cui somigliano un po' esternamente e per tal fatto Linneo le aveva riunite ad esse. .Si nutrono d'insetti di varia sorte, che prendono a volo e spesso al crepuscolo, per cui vanno considerate di abitudini seminotturne. Non tanno nido, ma depositano in colonie sulla nuda, terra, le loro uova in numero di due o tre, senza nemmeno scavare una piccola fossa. Abitano le paludi, le spiaggie marine ed anche le lande alide e sabbiose, come le rive dei fiumi, dei laghi e degli stagni; mutano due volte all'anno, gli adulti sono simili nei due sessi e differenti dai giovani. 353. Glareola pratincola (Linnaeus), Pernice di mare. L'I'av. XXX, tìg. 12 ]. l'arti superiori, comprese le cuopritrici superiori delle ali. di un grigio-bruno olivastro più cupo sulla fronte e sulla testa, lavato di rossigno sulla nuca e sul collo; cuopritrici superiori della coda bianco-candide; penne sotto l'occhio bianchiccie; parte anteriore delle guancie e gola di un bel fulvo-gi alletto, circondato da una sirena lascia bianca, che a sua volta è seguita da una seconda larga nera che parte di sotto all'occhio; una macchia davanti l'occhio ed una stretta fascia tra questo ed il becco nere; regione auricolare, parte posteriore delle guancie, lati e davanti del collo, petto, e suoi lati di un bruno-cenerognolo- olivastro, sfumato di ceciato sull'alto addome; il resto delle parti interiori bianco; remiganti secondarie terminate di bianco-cenerognolo: coda mollo forcuta, bianca sulla metà basilare, nero-bru nastra nel resto; ascellari e euopritrici inferiori interne delle ali castagno- fulve, le esterne nerastre, alcune terminate di bianco (ad.). Parti superiori e le in- feriori grigie, con numerosi margini e gli apici delle penne biancastri 0 fulvicci, i detti contorni più larghi sulle penne della testa; tinte olivastre scarse; gola ceciata, circondata da una serie di macchie disgiunte nerastre; alto addome ce ciato; apici delle remiganti secondarie più larghi; coda meno forcuta, più curia. colla tinta nera più brunastra (giov. . Lunghezza turale 0,m225 (dall'apice del becco all'estremila delle timoniere mei liane); becco 0,"'01G: ala 0,m190; coda: 0,'"065 timoniere mediane), 0,"'l 18 (timo- niera laterale); tarso 0,'"033. Abita l'Europa meridionale, sino all'Asia centrale ed all'India; sverna in Africa; compare irregolarmente verso Nord sino alla Gran Bretagna in Europa. In Italia è specie di passo, più abbondante di primavera (die di autunno, ma frequenta sempre a preferenza il versante Mediterraneo, e l'Adriatico soltanto sino alle Puglie ed in parte alle Marche; è uccello estivo e nidificante in Sicilia e forse in Toscana. Nelle provincie meridionali, nelle due Isole meridionali, nelle Marche, in Toscana e Liguria è specie abbastanza frequente, mentre è rara e si può dire avventizia nella Valle Padana. D'autunno è rara e certo in quell'epoca non transita (die par zialmente per l'Italia. Attuate ornitologico, fi 362 ATLANTE ORNITOLOl : li ( i 354. Glareola melanoptera, Nokdmann, Pernice ili mmre orientale. Gli adulti differiscono da quelli della ninnola pratincola per Le ascellari e le cuopritrici inferiori delle ali nere e non castagno-fulve; pelle parti superiori più scure e colla tinta olivastra più viva e tendente al verde-metallico; pelle parti inferiori del corpo di tinte più pallide, coi fianchi più scuri; pella gola meno ocracea e più biancastra; pella parte posteriore e laterale del collo più rossigna; pella testa più cupa e quasi nera; sulla fronte tra l'occhio ed il becco vi è una fascia nera distinta, che forma un grande spazio, che abbraccia la parte anteriore del- l'occhio, mentre nella G. pratincola la fronte è dello stesso colore della testa o di poco più scura e vi ha solo una stretta linea nera sulle redini, di solito quasi mancante e, talora ma non sempre, una macchia nera sulla parte anteriore del- l'occhio (ad.). Cuopritrici inferiori delle ali ed ascellari bruno-nerastre, terminate di fulviccio; nel resto come quello della G. pratincola (giov.). Dimensioni uguali o di poco maggiori a quelle della G. pratincola. Abita l'Europa sud-orientale, svernando in Africa ed è comune nel Sud della Russia e nel Caucaso; verso ovest giunge fino nella Dobrugia ed anche nell'Un- gheria. In Italia comparve una sol volta il 5 maggio 1892 a Bagnolo presso Vicenza, e quest'esemplare è nella mia Collezione. Famiglia CHARADBIIDAE, Caradridi. Palato schizognato; narici schizorinali; testa grossa: occhi piuttosto grossi; becco di forma assai varia; ali appuntite; coda mai molto lunga; gambe mai molto corte; angolo dell'ala talora fornito di sprone; diti con membrana parziale o senza membrana; tarso di solito reticolato, o talora scudettato; dito posteriore presente ed elevato, o mancante. Non fabbricano nido, e si servono di una Leggiera depressione sul terreno frammezzo alle erbe per depositare in generale quattro uova, piriformi e di vario colore, di solito bruno di terra nel fondo di tinta con numerose macchie o linee nere; i nidiacei nascono coperti di fitto piumino di vario genere e colore e sono precoci, cioè abili a correre poco dopo sgusciati. Mutano di solito due volte all'anno nell'autunno e di primavera, ed i giovani nel primo abito assomigliano in generale agli adulti in abito invernale. Questa famiglia è cosmopolita ed ab- braccia più centinaia di specie, circa un quinto delle quali si trovano più o meno largamente rappresentate in Europa. Sottofamiglia HAEMATOPODINAE, Ematopodini. Becco duro, acuto o troncato senza, dertro o rigonfiatura apicale; lossc nasali corte, larghe e poco profonde; gambe corte, forti e brillantemente colorite. Questa sottofamiglia comprende due generi con quindici specie, la cui distri- buzione geografica è per alcune quasi cosmopolita. MI IMI OKS1 l'ol.oi.ll '• 363 Genere HAEMATOPUS. Ljnnaeus. Becco più lungo della testa e del tarso, cu- ccato, forte, stretto ed assai compresso, diritto, ma volto all'in su nella metà apicale, troncato all'apice, le due mandibole di pari lunghezza, con un solco laterale esteso sino a metà Lunghezza india mandibola supcriore ; angolo della gonide assai marcato, situato molto all' indietro presso la base del becco, la sua distanza dall'apice della mandibola inferiore doppia (0,'"070) della disianza tra l'angolo e la base della mandibola stessa (0,"'(K'>»'> i; narici basilari, laterali, lineari, aperte nella mem- brana del solco: gambe di media lunghezza, nude per un piccolo spazio sulla tibia; tarsi forti, reti- colati, più lunghi del dito mediano con unghia; diti tre anteriori, soltanto l'esterno riunito al me- diano con una membrana mediocre, quella dell'in- terno assai piccola. Tredici specie compongono questo genere co- smopolita; frequentano più di altro le coste del mare e le lagune salate; si nutrono d'insetti, di vermi, ma specialmente di molluschi bivalvi, che aprono con l'ottimo istrumento del loro becco cuneato. Volano e corrono con pari celerità, ma il volo non è elevato. Nidificano tra le pietre e nell'arena in una buca che foderano di erbe ac- quatiche, vi depongono quattro uova fulviccie, mac- chiate di grigio-porporino e di bruno-nerastro. Piede di //. ostrilegus. «) per mostrare l'articolazione del tarso o la membrana ilei piede, b) por mostrare la reticolazione della pianta tarsi. (da SharjM ■ 355. Haematonus ostrilegus '), Linnaeus, Beccaccia ili mare. [Tav. XXX 11, li-. 1 o 2]. Becco rosso-arancione, giallo all'apice; testa e collo per intero, dorso, scapo- lari e alto petto di un bel nero a ridessi verdoni o violetti; basso dorso, groppone, sopracoda, un largo spazio sull'ala formato in gran parte dalle remiganti 2e e dalle grandi cuopritrici e resto delle parti inferiori di un bianco-puro; remiganti le nere, con gran parte del vessillo interno bianco, lo stelo bianco nella parie centrale delle stesse e che s'allarga di estensione sul vessillo esterno verso le penne interne; coda nera, bianca nel terzo dalla base [ad. in prim.). Nero meno lucido, quasi opaco e senza riflessi; una macchia bianca sulla gola [ad. in aiti.). Becco rosso- (') Linneo veramente scrisse ostralegus, ma va corrotto con OìlrUegus, ila ostraea (intrica e lii/n = io raccolgo. 364 Ali. ami: ornitologico brunastro; tinte nere lavate di brunastro; una fascia biancastra sulla gola, talora mancante; tinta bianca addossata allo stelo delle remiganti 1' più estesa (gioì:). Lunghezza totale 0,m440; becco 0,' "069; ala 0,m25O; coda 0,m124; tarso 0,m048. Abita l'Europa, estendendosi sino all'Asia centrale; sverna nelle conti-ade cir- cummediterranee, nell'Africa orientale fino al Mozambico, all'Arabia, alla Persia ed all'India occidentale. In Italia è specie rara come sedentaria e nidificante, un po'meno durante il passo e nell'inverno. Nel Veneto è più facile ad aversi di primavera e nelle Puglie d'autunno; un tempo nidificava comunemente nelle grandi paludi d'at- torno a Venezia, ora ciò succede raramente; ne ebbi d'estate anche dalla Sardegna. Un esemplare di Ghionis alba (Gru.) dell'America Antartica fu preso a Car- lingford Longh, Co. Down il 2 dicembre 1892 ed è nella Collezione del sig. K. M. Barrington. Spesse volte giungono in Europa esemplari viventi di questa specie, che provengono dalle Isole Falkland (Saunfars); e perciò essa è da escludersi dalla Lista Britannica e dall'Europea. Genere ARENARIA, BrissonO. Becco più corto del tarso ed eguale alla testa, forte e grosso alla base e che si restringe gradualmente verso la punta a t'orma di cono allungato, rivolto all'in su verso il centro, colla mandibola superiore più lunga e leggermente troncata all'apice; solco nasale non più lungo della metà del becco; narici basilari, laterali, lineari, pervie, piuttosto larghe ed in parte coperte da una membrana ; ali lunghe e strette, subeguali alla coda, appuntite, colla l:l remigante primaria la massima e le 2° interne allungate ed appuntite; coda subrotonda, di 12 penne; gambo piut- tosto corte, nude su di una piccola porzione della tibia; tarsi scudettati sul davanti, reticolati all'indietro, di poco più lunghi del dito mediano senz'unghia; diti tre anteriori liberi e forniti di stretti lobi interdigitali imperfetti, il posteriore arti- colato sul tarso, coito, ma che tocca terra con l'unghia; unghie corte, ottuse, ar- cuate, quella del dito posteriore più piccola, ma più curva, quella del mediano dilatata sul margine interno. Taglia piccola. Due specie compongono questo- genere, delle quali una è cosmopolita, mentre l'altra abita l'America settentrionale. Amano le sponde del mare, specialmente ove vi sono roccie; si cibano d'insetti, di vermi e di piccoli animaletti marini che cercano sotto le pietre, smovendole col forte becco, e da ciò il loro nome ripe- tuto in tutte le lingue. Hanno volo elegante, rapido e compiono grandi migrazioni appajati od in piccole compagnie. Nidificano sulle eoste del mare in una, depres- sione sul terreno clic foderano rozzamente di erbe marine, deponendo quattro uova grigio verdastre, con macchie e chiazze grigio porporine o bruno-olivastre. 356. Arenaria interpres (Linnaeus), Voltapietre. [Strepsilas interpres (L.)]. [ T.w. XXXI, lig. 13 e 11 ]. Parte superiore della testa e la posteriore del collo bianche, con una larga stria centrale nera sulle penne; redini e parte anteriore delle guancie e della cervice i'i Arenaria, Brisson L760 Strepsilas, Uliger IMI. MI w l I ORNIT (.K 0 365 di un bianco-puro, che contìnua in un sopracciglio, il quale s'allarga dopo L'occhio sulla parli' posteriore della regione auricolare e termina sui lati del collo; fronte, una linea che parte da essa e volgendosi passa davanti agli occhi, s'allarga in quadrato sotto t^lì stessi e scendendo poi ristretta sui lati del eolie, incornicia il bianco del mento e della gola e s'attacca ad una grande macchia, che occupa i lati ed il davanti del collo ed il petto, sui cui lati si allarga e sul cui centro si restringe, nere; dorso, ali e scapolari fulve e nere ; basso dorso, groppone e resto delle parti interiori bianche: cuopritrici superiori della coda nere, colle più lunghe bianche, il nero forma uno spazio col inaino del groppone e delle lunghe sopra- caudali (mas. ad in. prim.). 'l'està più scura; tinte bianche e aere meno pure, nero del petto con margini bianchicci; nero del dorso con margini biancastri e rossigni, scarseggiando la tinta nocciola; nocciola delle scapolari meno esteso, più chiaro e misto a biancastro ([riunì, ad. in prim.). Superiormente bruno-scuro-uniforme, con marginature cenerino-brunastre; testa come il dorso; lati della testa, davanti del collo nerastri, con marginature grigiastre; la tinta sema sul petto più estesa sui lati, (die sul centro; penne del dorso, cuopritrici alari e scapolati nerastre, cou scarse tinte fulvo-castagne ; groppone e sopracoda come negli mi. in prima firn: mento e gola bianchi; t'ascia semilunare sui lati del collo tinta di bruno pallido [mi. in nnt.ì. Inferiormente bruno-cupo, con marginature rossigne orossigno- fulviccie, più estese sulle cuopritrici alari; timoniere terminate di fulvo-rossigno; faccia e fascia semilunare sui lati del collo tinte di rossigno-fulviccio giov.). Lunghezza totale 0,m240; becco 0,m022; ala 0,'"141S; coda 0,,n054; tarso 0,m02b. Il Voltapietre è uccello cosmopolita, nidifica nelle alte latitudini boreali del Mondo Antico e del Nuovo, e verso sud in Europa sino alle coste del Baltico (Da- nimarca); sverna lino nelle regioni più meridionali, come l'estremo limite del .Sud- America, il Capo di Buona Speranza e l'Australia. In Italia è specie di passo piuttosto irregolare lungo il mare e le lagune, che abbandona molto di rado. E più facile ad aversi nell'autunno da agosto ad ottobre dal Veneto, e di primavera da marzo a maggio dalla Sardegna, dalle Puglie, e dalla Toscana, in Sicilia, se- condo il Doderlein, sarebbe di passo regolare e talora abbondante nel maggio; il Prof. (ìiglioli ne ebbe uno da Nizza nel dicembre. E specie generalmente rara; in alcune provincic, come nelle nordoccidentali, rarissima. SOTT( >FA MIGLIA C 1 1 A 1 \ A 1 ) li I IX AE, ( 'unni fini. Becco con un dcrtro sempre presente e più o meno cospicuo; tarso di solito reticolato e talora scudettato fcutt'attorno; dito mediano ed esterno riuniti alla base con una membrana, l'interno (piasi libero, pollice alle volte mancante. Questa sottofamiglia cosmopolita consta di ventitré generi con circa sessanta specie. a) Remiganti secondane interne larghe e intonili- all'apice; la distanza dalle più corte secondarie all'apice delle primarie non eguaU alla metà lunghezza dell'ala. Genere HOPLOPTERUS. Bonapaktb. Ila i caratteri del gen. VdneUus, da cui differisce pel becco subeguale alla testa e abbastanza forte; ali colla .". remigante primaria massima, 1" e .">' sub 366 ATLANTE OKXITOLOGICO eguali, la 2 la più corta, le 2C interne piuttosto corte ed eguali alla 7a primaria; angolo dell'ala armato dal lato interno di un acuto sprone, curvo in avanti ed al di fuori; tarso scudettato; dito posteriore mancante. Questo genere consta di tre specie proprie all'Africa ed alle parti meridionali dell'Asia, una di esse giunge talora anche in Europa. 357. Hoplopterus spinosus (Linnaeus), Pavoncella armala. Angolo drìl'aìa armalo di ano sprone lungo ni aiuto, ili color nero-lucente. Nuca con un ciuffo di penne lunghe ed ottuse; parte superiore della testa, dalla fronte alla nuca, mento, davanti del collo, petto, parte alta dei fianchi e del- l'addome di un nero lucente e metallico; lati della testa, del collo e della gola, parte superiore del collo, lati del groppone, cuopritrici superiori ed inferiori della coda, addome e calzoni bianchi; dorso, scapolari e 2° interne grigio-brune, con riflessi porporini; remiganti le nere, le 26 esterne bianche alla base, nere all'apice ; coda bianca nella metà basilare ed all'apice, nera nel resto (ad.). Secondo gli Autori, non vi è differenza tra i giovani e gli adulti, né tra le femmine ed i maschi. Lunghezza totale 0,"'300; becco 0,'"026; ala 0,m215; coda 0,m100; tarso 0,"'0< 14. Questa specie abita l'Africa occidentale e la nord-orientale, estendendosi sino alla Persia; giunge accidentalmente nell'Europa sud-orientale (Grecia, Turchia e Russia meridionale). In Italia comparve accidentalmente a Malta una volta nel- l'ottobre 1865, erano due individui, dei quali uno venne ucciso ed è conservato nel R. Museo di Firenze; fu presa anche a Cattaro nel 1859 e, secondo il Ko- lombatovich, due altri sarebbero stati uccisi lungo il litorale dalmate II Temminck asserì, ma non si sa con quale fondamento, che un esemplare era stato colto in Sicilia. Genere VANELLUS. Brisson. Becco piuttosto sottile, più alto che largo alla base, diritto, solo leggermente curvato verso l'apice, molto più corto della testa, leggermente compresso, cogli apici di ambedue le mascelle duri e cornei e che finiscono in un dertro rotondati»; apertura nasale larga e che occupa circa due terzi della lunghezza del becco; narici basilari, lineari, pervie, aperte nella membrana dell'apertura nasale; ali grandi e lunghe, con un piccolissimo tubercolo, appena pronunciato sull'angolo del- l'ala; remiganti primarie dalla l'alia I leggermente smarginate dal lato esterno, la 1 poco più corta della 2a, 2a, ."•', 4:| e 5" subeguali, la .">' la massima, le se- condarie interne larghe, cogli apici rotondati ed eguali alla 8" primaria; coda larga, piuttosto lunga e quadrata, di 12 penne; gambe sottili, alquanto lunghe, col terzo intcriore della tibia nudo; tarsi molto corti, circa un quarto più lunghi del dito me- diano con unghia, reticolati all' indietro e scudettati sul davanti; tre diti anteriori, il mediano unito coll'esterno alla base da una membrana, dito posteriore corto, pic- colo, articolato sopra il tarso; unghie corte, curvate, sottili, col margine interno del mediano dilatato; testa fornita di un lungo ciuffo occipitale ricurvo. VIIWI1 OKKITOLOGICO Questo genere consta di una sola specie. Le Pavoncelle frequentano le pra tene umide o acquitrinose e le paludi, mostrandosi talora nei prati e uei campi coltivati o lungo il mare: di solito stanno in numerosi stormi ed anche durante L'epoca delle covo si trovano più paia riunite assiemo. Sono uccelli scaltri, diffi- denti e difficili ad avvicinarsi. All'appressarsi dell'inverno imprendono grandi migrazioni, il loro volo è lento, ma sostenuto e talora effettuano i loro viaggi a rilevanti altezze. Si nutrono di vermi, d'insetti e di piccole chiocciole: non fab bricano nido alcuno, ma depongono sulla nuda superficie di una piccola depressione sul terreno quattro uova di un bruno-olivastro, con macchie grandi e piccole bruno- nerastre o rossigne. 358. Vanellus vanellus Linxaki rs . Pavoncella. | Vanellus capella, J. C. Sch., V. vulgaris, Bchst., V. cristatus, M. W. ; Bfa]. | I'av. XXXI, fig. 11, 12 e Tav. L, fig. 16]. l'arte superiore della testa, fronte, mento, redini, gola, parte anteriore delle guancie e del collo, alto petto e suoi lati nero-vellutati a ritiessi verdone-turchini, un ciuffo di penne fine ed allungate sul vertice; nuca cenerino-brunastra; lati della testa, della faccia, del collo e sopracciglio bianchi, con macchie nere attorno all'occhio, che talora formano una stria sotto lo stesso; parti superiori e scapola ri verdi, cangianti in paonazzo e porporino; parti inferiori bianche, colle cuopritriei inferiori e superiori della coda fulvo-lionate; remiganti nero-violette, le tre prime con larga fascia apicale di un grigio-lionato-sudicio ; timoniere, l'esterna bianca, le altre bianche nella metà basilare, nere nell'apicale e terminate di bianco-ful- vieeio mas. ad. in prim.). Ciuffo di solito più corto: tinte più opache, con riflessi meno accentuati; fronte, gola e petto misti a penne bianche (femm. ad. in prim. . Ciuffo più corto; alcune penne delle parti superiori terminate di fulvo; gola e parte del gozzo bianco-fulviccie; penne della larga banda sul petto nero, marginate di bianco-cenerino o di fulviccio (ad. in aut.). Come gii adulti in autunno; nuca ros- signa; marginature fulve sulle parti superiori più numerose; in essi (giovani) ed anche talora negli ad. in autunno le tinte bianche della testa, della -ola e del gozzo sono lavate di rossigno con macchie nere sul sopracciglio, sotto l'occhio e sulle guancie, ove formano due spazi cospicui; una stria nerastra parte di sotto all'occhio, si dirige sulla regione auricolare e formando un mezzocerchio si congiunge alla tinta nera sui lati del collo (giov.). Lunghezza totale 0,m350; becco 0,m026; ala o,'"235: coda 0,'"116; tarso 0,m050; dito mediano e. u. 0,"0.'m. Abita l'Europa e l'Asia settentrionale sino al nord della Cina, al Giappone ed all'Alaska; si porta, all'avvicinarsi dell'inverno, nell'Europa meridionale, nel l'India nord-occidentale, nella Cina meridionale e nell'Africa settentrionale, ose sembra si trovi anche d'estate e nidifichi. In Italia è specie principalmente in- vernale e di passo, abbondante nei siti adatti: la sua riproduzione da noi è un fatto raro, ma nidifica però certamente nel Veneto (mia Collezione) e. secondo il Gigliola, talora in Lombardia e nel Piemonte; di solito arriva in ottobre e nel novembre e riparte di marzo e nell'aprile. ;;iiS \ I i.AM I. OKM Idi, (il. H(i Genere CHETTUSIA, Bonaparte. Ha i caratteri del gen. Vanellus; becco subornale alla testa, tanto larici che alto alla base, compresso verso 1' apice, ove è leggermente uncinato; apertura nasale che occupa tre (piarti della lunghezza del becco; '_):I remigante primaria la più lunga, la di poco più lunga della 3tt, le 2e interne lunghe come la 5" pri- maria; tibia nuda per circa metà lunghezza; tarsi scudettati e di varia lunghezza; unghie sottili, un po' curvate, quella del dito mediano leggermente dilatata sul margine interno. Questo genere consta di due specie. 359. Chettusia gregaria (') (Pallas), Pavoncella gregaria. [Chaetusia gregaria (Pall.) |. Tarso corta, incito del doppio del dito mediano con unghia. Fronte, mento, un largo sopracciglio esteso fino alla nuca, che circonda, e gola bianchi; patte superiore della testa, redini ed una fascia che attraversa l'occhio e l'oltrepassa di un nero-lucido; lati della testa, parte posteriore del collo, guancie e re- gione auricolare di un isabella-pallido; dorso grigio, tinto di brunastro; lati del basso dorso, groppone e sopracoda bianchi; lati della gola rossigno-pallidi ; petto gri- giastro; parte bassa del petto ed addome nero-lucidi: parte bassa dell'addome castagno vivace; parte bassa dei fianchi, taccia inferiore delle ali, sottocoda e cal- zoni di un bianco-puro; remiganti primarie nere, le secondarie più interne e le cuopri- trici eguali al dorso, le secondarie esterne e le grandi cuopritrici bianche; timo- niere bianche alla- base ed all'apice, nere nel resto, le due laterali bianche (ad.). Parte superiore della testa brunastra, con penne bianco-grigie; fronte e sopracciglio, che circonda la nuca, di un bianco-rossiccio; mento e gola bianchi; parti supe- riori olivastro-cupe, marginate di rossigno o di pialletto: parti inferiori bianco sudicie; petto bianco-fulviccio, con margini apicali e macchie centrali nerastre; manca il nero del petto e dell'addome ed il castagno del basso addome (giov.). Lunghezza totale 0,m300; becco 0,m028; ala 0,m205; coda 0,m095; tarso 0,m056; dito mediano e. u. 0,m033. Abita l'Europa sud-orientale (Volga) e l'Asia centrale; sverna nell'India e nell'AlnVa nord-orientale; ed è accidentale in Polonia, in Inghilterra, nella Francia meridionale e nella Spagna. È specie accidentale anche in Italia, ove consta presa sette volte, cioè quattro in Toscana, due in Romagna ed una in Liguria; non è accertata la sua comparsa a Malta. 360. Chettusia leucura (Lichtenstein), Pavoncella a coda bianca. | Chaetusia o Chettusia Villotaei (Sav.) |. Tarso mollo •più lungo, il doppio del dito mediano con unghia. l'arte superiore della testa e la superiore del collo di un grigio-terreo, più pallido (') Chettusia gregaria, Bp., Introd. lùnoi. Uni. l'ir, iislli, ì\cc l'Inni «>iii lìp., con»! scrisse lo Bharpe, Cai. li. /:. Mici. XXIV, ]>;in\ 174 (1896); nella tavola il Bonaparte scrisse Fanellus gregarius. Tav. 47. 1. Aquila rapace. 2. Aquila del Bonelli. 3. Sacro. 4. Falco della Resrina (tipo scuro), ó. Pi-i 6. Fagiano di monte del Cauca- io ad.). 7. Pollo sultano. 8. Fenicottero. 9. Siili Miiauo corso. 11. Gabbiano roseo. 12. Gabbiano dalla coda cuneata. 13. Strolaga dal becco giallo (ad. in al primavera). 14. Alca maggiore. Dlrioo Hoepli, Editore, Militilo. \ ri imi OR» .'».!' 0 369 sulla, fronte e sui lati della testa; dorso, scapolari, le cuopritrici piccole, le medie e le remiganti l" interne grigio terree a riflesso porporino; parie alta della gola, ad- dome e sottocoda bianchi, tinti di isabellino; petto grigio-celestognolo, coi margini biancastri; grandi cuopritrici alari esterne, remiganti 2a esterne, sopracoda e ti moniere bianche; grandi cuopritrici alari interne cenerognole alla base e aere nel mezzo, sicché sull'ala si nota una fascia aera che l'attraversa, distaccandoli grigio dal bianco; remiganti 1" nere; faccia inferiore dell'ala bianca ad.). Margini sulla t'ascia pettorale più larghi; ritiessi meno vivaci (giov.). Lunghezza totale 0,m270; becco 0,m029; ala 0,,n180; coda 0,n,090; tarso 0,m075; dito mediano e. u. 0,'"0;i4. Abita l'Egitto, hi Nubia e l'Asia centrale: sverna nell'India nord occiden- tale. Xe furono colti tre esemplari nell'Europa occidentale, cioè nel 1840 nella Francia meridionale e nel 1864 e 1869 a Malta, quest'ultimo individuo è con servato nel R. Museo di Firenze; è però uccello all'atto accidentale in Italia: venne citato anche polla Russia meridionale. In Remiganti secondarie interne molta lunghe ed appuntite, In distanza lr (Linnaeus), Pmeressa. t Squatarola helvetica !.. |. L T.w. XXXI, Bg. 9, m .• 11 ]. Ascellari nere. Redini, regione auricolare, lati della testa e del collo e partì inferiori nere a (') Linneo (Sy»t. Nat., I, pag. 149, L758 Òhiumo faci, in autunno «Iella l'ivieressa Trinca My»«- Atlante ornitologico. 17 370 ITJ.ANT1 ORNITOLOGICO riflessi; fronte, largo sopracciglio, che discende come una fascia sui lati del collo e che limita ovunque le predette tinte nere allargandosi sui lati del petto, ove tonua uno spazio, fianchi, basso addome, calzoni, sottocoda e cuopritrici intcriori delle ali di un bianco puro; parti superiori nerastre alla base delle penne, qua e là brune e con larghi apici bianchi o bianco-grigi; remiganti primarie nere, con lo stelo bianco su di un largo spazio subapicale; timoniere bianche) con larghe l'ascio nere o nero-brunastre (mas. ad. in prim.). Tinte meno pure: la fascia che circonscrive il nero sui lati delle parti inferiori meno distinta, e le dette tinte nere più bru- nastre e miste a penne bianche (femm. ad. in prim.). l'arti superiori cenerognolo brunastre, con stretti margini apicali biancastri ed una l'ascia subterminale nerastra; sopracciglio appena, visibile; lati della testa e redini di un bianco-puro, con piccole macchiette centrali nere: gola e mento di un bianco-puro: bassa gola, petto e fianchi bianco-cenerognoli, con macchiette e marginature più scure: le fascio della coda un po' più strette (ad. in aut.). Simili agli ad. in autunno; parti superiori nerastre, con numerose macchie gialliccie o biancastre; fascie bianche della coda miste a pialletto (giov.). Questa specie nell'abito giovanile assomiglia all'ad. in inverno ed al giovane del Charadrkis pluvialis (L.), ma si distingue facilmente da esso pelli' ascellari nere e non bianche <• pel dito posteriore piccolissimo, uni presente. Lunghezza totale 0,m310; becco 0/"030; ala 0,'n20r>; coda 0,m088; tarso 0,ra045; dito mediano e. u. 0,m035. Abita le regioni subartiche, ove nidifica ; si porta d'inverno verso sud sino all'Australia, al Capo di Buona Speranza ed all'America meridionale. In Italia è specie di passo ed invernale, non egualmente distribuita: è comune d'inverno nel Veneto, nelle Puglie e nelle Isole maggiori; in abito di nozze è poco frequente ed in tale livrea è più facile ad aversi in Toscana, ne ricevetti però più volte dal Veneto e da oi;'ni parte d'Italia, compresa Malta. Si trattiene nel Veneto dal- l'agosto ai primi di mangio. Genere CHARADRIUS, Linnaeus. Ha i caratteri del gcn. Squatarola, ma il becco è piuttosto debole e più corto della lesta; il dito posteriore mancante, sono presenti i Ire anteriori soltanto. Si conoscono due specie di Pivieri dorati, che si può dire abitino tutto il .Mondo. Frequentano le praterie paludose di pianura e di montagna o i luoghi aridi, amando meno delle Pivieresse le lamine ed il mare. Ma come esse hanno volo rapido, nidificano in latitudini molto settentrionali ed all'epoca delle migrazioni si riuniscono in enormi stuoli. Si nutrono di vermi, d'insetti e di piccole chioc- cioline e le loro carni sono eccellenti; senza fabbricare nido, depositano in una buca sul terreno quattro uova piriformi di un verde-ocraceo-pallido, macchiate di bruno e di rossigno-bruno. In Dito posteriore inanimili. tinniti e l'.iil. in primavera I. helvetica (l. e, pag. 250, I7f.il; quindi questa specie dovrebbe chiamarsi S. In irriii 'io ma per legge ili priorità le Bpetta il nome ili S. iquatarola (1758). vi l.w I E ORNI rOLOGH 0 '■' \ 362. Charadrius apricarius (] . I.inwi i s, Pvoiere dorato. | Charadrius pluvialis, !.. J | Tav. XXXI, fig. 7 e 8]. Ascellari l'in min . Base della fronte, redini, regione auricolare, lati della faccia e del collo, mento, gola, parte centrale del petto ed addome di un nero puro e Lucido; fronte, una macchia sotto l'occhio, sopracciglio, che continua scendendo sui lati del collo e margina tutta la rima nera (N'Ho parti inferiori, allargandosi notevolmente sul petto per poi restringersi sui fianchi dell'addome, e calzoni ili un bianco puro; pani superiori, lati del collo e del petto presso L'ala neri nel fondo ili tinta, con macchie giallo-dorate ed in minor quantità bianche; parte bassa dell'addome bianca, con macchie scure; sottocoda bianco, con macchie nere e gialle sulle penne laterali; remiganti nero-brunastre, più chiare all'apice con una parte dello stelo bianca: ti mom ere bruno-nere, con li tre t'asci e trasversali biancastre tinte di gialletto, più bian- castre sulle due laterali; cuopritrici inferiori dell'ala bianche, macchiate di cene rognolo sul margine della stessa (vias. ad. inprim. . La femmina è uguale al maschio; ma std nero delle parti inferiori si notano penne bianche (femm. ad. in prim.). Parti superiori di disegno eguale, ma le tinte meno vivaci; fronte, sopracciglio iti della faccia bianchi lavati di gialletto, con una stria centrale scura; una fascia scura (die parte di sotto all'occhio e si dirige sulla regione auricolare, che copre; mento e gola bianchi; petto e fianchi di un cenerino-grigio, lavato di gialletto; parte bassa del petto, addome e sottocoda bianchi, colle penne laterali del sottocoda come negli adulti in primavera ad. in aut. e giov.). Lunghezza totale 0,m280; becco 0,m025; ala 0,m190; coda 0, 080; tarso 0,'"041; dito mediano e. u. 0,ra033; porzione nuda della tibia 0,m015. Abita L'Europa e L'Asia settentrionale, ove nidifica; visita d'inverno Le parti meridionali d'Europa, Le settentrionali dell'Africa e l'India nord-occidentale. In Italia è specie di passo invernale ed ovunque comune, che arriva in ottobre e novembre, ripartendo di marzo e di aprile. Non nidifica: ed è poco comune nel l'aiuto di primavera, in tale Livrea è più difficile ad aversi della Pivieressa. 363. Charadrius dominicus (P. L. S. Muller), Pwi&rt orientale. [Charadrius fulvus, Gmelin; Pivieri minore]. Ascellari grigio cenerognole. Differisce dal precedente ri/, pluvialis per statura minore, pelle ascellari e le cuopritrici inferiori delle ali grigio-cenerognole ad ogni eia o stagione; pelle gambe più Lunghe, collo spazio nudo della tibia più esleso; pel tarso più sottile ed in confronto più lungo. Lunghezza totale 0,m235; becco 0,m023; ala 0,m160; coda 0,n,065; tarso 0,m042; porzione nuda della tibia 0,in024 Secondo Linneo il rh. apricarius Barebbe il Piviere dorato in abito 'li primavera ed il Ch, più viali* lo Bteno accollo in livrea autunnale cfr. Linuueus, 8yU. Nat. I. pag. imi apricariun), pag. 161 (pluvialis), i ATLANTI'. i >I!NIT< >I.( KilC'l > Abita le regioni Artiche d'Asia e d'America, portandosi d'inverno fino all'Au- stralia, alla Nuova Zelanda ed all'America meridionale; arriva in Europa solo come uccello accidentale (Isole Britanniche, Helgoland e Polonia). In Italia è specie ac- cidentale, comparsa tre volte a Malta, poi a Reggio Calabria e due volte presso Roma (Conte di Carpegna, in lift.). Non è impossibile che capiti più sovente, es- sendo tacile che venga confuso col Ch. pluvialis, dal quale però è ben distinto. dola inni min: addome solo parxialmentt nero; colorito del piumaggio delle /imi/ inferiori uniforme. Genere EUDROMIAS, C. L. Breiim. Becco alquanto sottile, compresso, lungo circa metà della testa, ambedue le mandibole diritte, la superiore però soltanto sino alla depressione nasale, quindi volta all'in su e leggermente curvata all'apice, che è rotondo ed acuto; depressione nasale estesa fino a l/ì della mandibola superiore; coda alquanto lunga; remiganti secondarie interne lunghe quasi quanto le primarie; gambe sottili, piumate tino quasi alla giuntura tarsale; tarso corto, però più del doppio del becco in lunghezza. reticolato posteriormente, scudettato sulla porzione anteriore; pollice nullo, nel resto come il genere Squatarola. Una sola specie compone questo genere. Abita le paludi e più spesso anche i siti incolti e aridi sulle montagne, i prati elevati e le colline, trovandosi meno frequentemente lungo le coste del mare. Nidifica sui prati di montagna e sulle roccie coperte di verzura, depositando tre uova di un fulvo-chiaro o verdastro macchiate di nero e di bruno-nerastro. 364. Eudromias morinellus (Linnaeus). Piviere tortolino. [ Eudromias morinella (L.)]. [Tav. XXXI, fig. 6]. Fronte e parte superiore della testa di un nero profondo, con margini bian- castri o fulvicci; un largo sopracciglio bianco, che si congiunge sulla cervice a quello del lato opposto; lati della faccia, parte bassa della regione auricolare, redini e guancie bianche, con piccole macchie nere; parti superiori cenerino-brunastre. con larghe marginature lionato-fulve; mento e parte alta della gola di un bianco-puro; davanti del collo di un grigio bruno-gialliccio, separato dalla tinta aranciato-fulva del petto e dei fianchi da una fascia bianca, marginata superiormente di nero; nero il centro della parte bassa del petto e dell'alto addome; remiganti primarie bruno-nerastre, la L" collo stelo bianco, eccetto all'apice; timoniere cenerognolo- scure, nerastre verso l'apice, che è bianco-fulviccio, l'esterne bianchiccie sul mar- gine; basso addome, calzoni e sottocoda bianchi uni. in />riw.<. Margini chiari sulla testa e delle palli superiori di un fulviccio nocciola più deciso; sicché la tinta nera è molte ineiio pronunciata; il bianco del sopracciglio e della l'ascia del petto meno accentuato e fulviccio; fascia sul petto bordata superiormente di brunastro; tinte nere e araneiato-fulve delle parti inferiori miste a penne bianche, o cenerino- brunastre coll'apice bianco, talora a segno (die le tinte nere e le aranciate sono sostituite dalle bianche: fianchi lavati di grigio, e di bruno-giallastro sulle cuopri- \ 1 1 \ n 1 1 orni roLOGii o 873 trici laterali del sottocoda (ad. in aut. . Le marginature e le macchiette appaiate sulle penue delle partì superiori più larghe e che tendono al bianco-ceciato od al iciola-chiaro; sopracciglio fulvo-rossigno; parte posteriore del cullo lavata di rossigno; gola e incuto di un bianco sudicio; davanti del collo ed alto petto grigio- fuliggine, alla base delle penne e sul marcine rossigno-gialletti e divisi a metà da una l'ascia bruno t'ulviccia indistinta; una tinta t'ulviccia sul basso petto, sul- l'addome, sui Banchi o sul sottocoda; centro dell'addome e del sottocoda di un bianco-puro (giov. . Lunghezza totale 0,' 270; becco 0,'"017: ala (V160; coda 0,m075; tarso 0,m037. La femmina è un po' più grande del maschio. Abita le parti settentrionali d'Europa ed il Nord dell'Africa; sverna nelle contrade circummediterranee e nell'Africa nord-orientale, nel Turchestan e nella Persia. Questa specie è di doppio passo ed invernale in Italia; non è egualmente distribuita ed in generale poco abbondante. Arriva in agosto e riparte di marzo ed in aprile, il passo primaverile è più scarso: nelle provincie settentrionali si trattiene solo dall'agosto al novembre ed è più frequente sugli alti monti che non nell'Estuario Veneto o nelle paludi, ciò che succede anche nelle Marche Conti ili Carpegna) e Dell'Abruzzo (Bordi); nelle Puglie è invernale e comune. Genere OXYECHUS. Reichenbach. Ha i caratteri del gen. Eudromias; coda cuneata e molto lunga, più del doppio della lunghezza dell'ala; tarso corto, mai il doppio del becco. Si conoscono quattro specie appartenenti a questo genere, tutte dell'Africa ed una Americana, quest'ultima giunge talora accidentalmente in Europa. 365. Oxyechus vociferus (Lutnaeus), Corriere «intricali». Fronte e una banda sopra e dietro l'occhio bianche ; cervice nera anteriormente, nel resto fino alla nuca di un bruno-vivace; colorito generale delle parti superiori bruno scuro: basso dorso, groppone e sopracoda tinti 'li rossiccic~4sabella-ckiaro; basso collo contornato da una fascia bianca a collare, limitata inferiormente da una banda nera, una seconda l'ascia dello stesso colore sul petto, resto del gastreo bianco; remiganti primarie nere, con uno spazio bianco sul vessillo interno, le L", specialmente le interne, in gran parie bianche; penne della coda, le centrali bruno-cliiare con una ombreggiatura preapicale bruno-nerastra e l'apice rossiccio- isabella, di tal colon le esterne, che sono terminate di bianco, con una l'ascia sub terminale nera (ad. l'arti superiori con margini rossicci; nel resto eguali agli adulti (giov. . Lunghezza totale 0,'"228; becco 0,"'02l: ala o,' "lf><>; coda 0,'"0%; tarso 0,'"033; la femmina è più grande del maschio. Abita le regioni temperate dell'America settentrionale: si porta a svernare nell'America centrale e nella meridionale. Accidentale in Inghilterra, ove venne preso due volte e sembra sia stato colto anche a Madera Africa). 31 I ATLANTE ORNITOLOGICO Genere AEGIALITIS, Boie. Como nel gen. Squatarola; becco molto più corto della testa, alquanto sottile; narici piccole, lineari; remiganti •_"' interne che toccano l'apice della 3a primaria; coda larga, piuttosto corta, colle due timoniere centrali di poco sopravanzanti le laterali; gambe abbastanza lunghe, sottili, nude per una piccola estensione della tibia; tarso reticolato, più lungo del dito mediano con unghia; diti tre anteriori, il posteriore mancante, l'esterno riimito col mediano alla base, l'interno quasi li bero. Statura piccola. Si conoscono circa venti specie di Aegialitis sparse su tutto il Mondo; hanno Le abitudini dei Pivieri, vivono lungo i fiumi, i laghi, nelle lagune e sulle coste del mare ed alcune nelle steppe aride e sabbiose; il loro volo è agilissimo e corrono velocissimamente. Migrano in grandi branchi ; nidificano in una depressione sul terreno, depositando quattro uova gialletto- ocracee, più o meno brune a chiazze bruno-nerastre. a) Una fascia rosso-castagna contìnua su/In parte nuli fiore del cullo, li milititi in bassotta una banda nera (ad. in prim.) o da una banda bruno-cenerognola (ad. in aut.). 366. Aegialitis asiatica (Palla*), Corriere usiti lieo. Becco nerastro; parti superiori, compresa la superiore della testa, grigio-terree, con leggieri margini rossicci; regione auricolare grigia; fronte, un largo sopracciglio, spazio davanti e sotto l'occhio, guancie, mento e gola di un bianco-puro; davanti del collo e parte alta del petto di un rosso-castagno, limitato in basso da una t'ascia nera; resto delle parti inferiori bianche; remiganti primarie nerastre collo stelo bianco; timoniere grigio-terree, con una fascia subterminale scura poco distinta, cogli apici ed il margine esterno della laterale bianchi (mas. mi. in prim.). Più pallida; bianco della testa e della gola meno esteso; fascia bruno-grigia tinta di rossigno sulla parte anteriore del collo, bruno-grigia tinta di rossiccio e non limitata di nero sull'alto pelle femm. ad. in prim.). Tinte bianche della testa, lavate di rossigno- fulvo, quelle delle parti superiori più cupe; banda sul davanti del collo grigio- cenerino-pallida; gola lavata di isabellino (ad. in aut.). Tutte le penne delle parti superiori come gli ad. in inverno, ma con margini fulvo-ocracei più o meno bian- castri; lati della faccia, fronte e sopracciglio tinto di fulviccio; banda sul davanti del collo indistinta fulvo-grigiastra, tinta di rossiccio (giov . Lunghezza totale 0,'"200; becco 0,m023; ala 0,m143; coda 0,'n055; tarso 0,ra040. Abita l'Asia centrale, portandosi a svernare nell'Africa e nell'India occiden- tale; nidifica nel Turchestan. Questa specie si trova non raramente nella Russia meridionale e specialmente d'attorno al Caspio; è avventizia. nell'Europa occi- dentale, fu colta due volte ad Eelgoland nel novembre 1850 e nel maggio 1859 (Coli. Gàtlcé); due volte in Italia, cioè presso Sinigaglia sul Metauro nel novembre 1897 (11. Mnsio ili Firenze) e presso Bari nel novembre 1898 (Race. lì. Istillilo 'Di aito ili Bari), e finalmente un quinto venne catturato in Inghilterra Del maggio 1890 Museo ili Normch). vii \\ 1 1 ni:\ [{ .. Il Giglioli annoveraj tra le specie comparse in [talia, VA. Geoffroyi Wagl.), basandosi mi ili un esemplare del Et. Museo ili Cagliari che sembra ucciso in Sar degna, ma tale provenienza, anche secondo il Conte Salvadori, inni è certa. Questa specie assomiglia all'.l. asiatica, ma la banda sul davanti del collo non è limitata di nero (ad. in prìm. od invece non è completa ni il davanti del collo è bianco come il gastreo, e solo i lati del petto hanno uno spazio bruno (ad. in aut. e giov.). Abita l'Asia orientale e d'inverno l'Africa, l'India e l'Australia, verso occidente consta esser -mia presa nella Siria e mai in Europa. Temminck dire clic VA. mongola l'.tllas) giunge accidentalmente in Russia e die un soggetto fu ucciso presso Pietroburgo, tali notizie non vennero confermate. Alida la Siberia orientale ed il Kamciatka; sverna n< Ile Filippine, nelle Molucche ed in Australia. b) / '//" fascia nera routini/a sul duranti il< I rullo (ad. : ////' steli delle remiganti pri- marie in parte bianchi. 367. Aegialitis hiaticula (Linnaeus), Corrieri grossi,. | Aegialites hiaticola o hiaticula !.. |. lV. XXXI, fig. 1 e l' J. Becco giallo nllii base di ambedue le mandibole. Becco giallo, terminato di nero; fronte, una macchia sotto l'occhio, uno spazio al di sopra dello stesso e della regi ■ auricolare, un largo collare che occupa il melilo, la pda e la parte posteriore del collo di un bianco puro; base della fronte, parte anteriore dei vertice, una fascia dal becco all'occhio od una seconda che dalle guancie passa M.no l'occhio e colora la regione auricolare, cingendo la nuca in modo indistìnto nere; anteriormente sul collo e sull'alto petto una fascia nera, (die s'allarga -ni lati del petto e cinge la base posteriore del collo. separando il celiale bianco dalla tinta dei dorso: parti superiori grigio terreo; pani inferiori bianche; calzoni grigi; remiganti 1'' brunastre, internamente verso la base più o meno bianche, gli steli bianchi in gran parte della metà subapicale, [ale lima torma uno spazio bianco sull'ala, più visibile sulle primarie interne; timoniere grigio terreo, terminate da una fascia subterminale nera e bianche al- la].ice. tale tinta va aumentando verso le laterali, sinché L'esterna e bianca del inno ad. in prini. . 'l'ime meno puro: le nere terminate di cenerino-biancastro (ad. in aut. . l'arti superiori di colore più cupo, con sottili margini biancastri più o meno fulvicci. e talora \ u'eced u i i da una fascia subterminale indistinta nerastra: colorazioni nere mancanti o sostituite da brunastro, con mar-ini bianco-cenerognoli o rossicci; la fascia del collo alle volte interrotta sul davanti; tìnte bianche della testa e .lei collare meno estese, meno pure e (pia e là tinte di fulviccio; la fascia nerastra alla base del collo mancante o, -e esiste, tinta di brunastro [giov.). Lunghezza totale 0,m185; becco 0,'"014: ala 0, li'.".; coda 0,m060; tarso 0,m024. La femmina e un po' più -rande del maschio. Abita L'Europa, spingendosi ad oriente nell'Asia sino al lago Baikal; d'inverno si porta nell'Africa e nell'India settentrionale, è di irregolare comparsa nell'Ame rica nordorientale e sembra anche nell'Australia Oould). In Italia è specie scarsa come stazionaria e nidificante, tanto in Sicilia (die in Sardegna (pianto nel Ve- :!7li ATLANTIi ORNITOLOGICO neto; ma è più abbondante come uccello invernale o di passo e specialmente di primavera,. È abbastanza comune, ma non egualmente distribuito. 368. Aegialitis dubia (Scopoli), Corriere piccolo. [ Aegialites curonica, A. curonicus o Aegialitis curonica (Gmemn)]. [Tav. XXXI, flg. 4, 5 e Tav. L, fig. 15 |. Becco nero, taluni giallo ma salo alta base della mandìbola inferiore; steli delle re- miganti /' scuri, eccetto quello della prima che è bianco quasi /imi all'apice. Simile alla specie precedente, da cui si distingue pei seguenti caratteri: sta- tura minore; un anello oftalmico giallo-brillante; nero del vertice terminato il più delle volte di bianco; l'ascia sul davanti del collo e sul petto più stretta; steli delle remiganti primarie scuri, eccetto quello della la bianco quasi fino all'apice; coda più lunga; becco più sottile e nero, e se giallo solo alla base della mandibola in- feriore; piedi gialli {ad.). Simili a quelli della specie precedente, ma di statura minore; penne delle parti superiori bordate di un ceciato quasi rossiccio; lo stelo della la remigante soltanto è bianco {giov.). Lunghezza totale 0,m168; becco 0,'"014; ala 0,'"112; coda 0,'"060; tarso 0,ra023. Abita l'Europa e l'Asia settentrionale, tranne le parti Artiche e giunge sino al Giappone; sverna nell'Africa, nell'India, nell'Arcipelago Malese, mostrandosi ac- cidentalmente nell'America, dall'Alaska alla California. In Italia è specie sedentaria, nidifica dalle parti settentrionali fino alla Puglia e sembra anche in Sicilia ed in Sardegna. E però più abbondante all'epoche del passo; è specie generalmente comune, più facile ad aversi dell'ai, hiaticula e dell'ai, alexandrina (L.). a) Non esiste la haada nera continua sul/a /iurte anteriore del eolio, ma solo due macchie estese sui lati dell'alto petto (ad.); stelo della I" remigante primaria bianco, eccetto all'apice, quello delle altre primarie bianco nella metà opinile. 369. Aegialitis alexandrina (Linnaeus) Q-), Fratino. [Aegialitis o Aegialites cantiana o cantianus (Latiiam : ]. [Tav. XXXI, fig. 3]. Fronte, un sopracciglio che si estende oltre gli occhi sopra la regione auri- colare, un collare che cinge la base del becco, guancie, cuopritrici laterali della coda e parti inferiori bianchi per intero; redini, parte anteriore del vertice, una macchia sull'alta regione auricolare ed uno spazio su ambedue i lati dell'alto petto, che non forma banda completa, neri; parte posteriore del vertice sino alla nuca lionato-fulvo, colla base delle penne cenerognolo-brunastra ; parti superiori grigio-terree, più scure sullo stelo delle penne, più chiare verso l'apice; remiganti primarie bruno-cenerognole, nerastre verso l'apice e sul vessillo esterno, stelo bianco sino (piasi all'apice nella la e nella mela subapicale delle altre lc; timo- niere, le quattro centrali bruno-nerastre, le seguenti bruno chiare, tutte con gli steli bianchi, le tre laterali bianche; becco e piedi neri (mas. ad. in prim.). Fronte 1 1 ./. cantiana (Latham) 1801. 1. Falco pescatore. 2. Avvoltoio. 8. Pojana. 4 Sparviere, ó. Falcone, tì. Lodolajo. 7. Gheppio. 8. Falco pec- chiaiolo. 9. Cornacchia nera. 10. Cornacchia. LI. Corvo. 12. Gracchio. 13. Taccola. 14. Gazza. 15. Ghiandaja. 16. Nocciolaja. 17. Rusignolo. 18. Pettirosso. 19. Codirosso. 20 a. Stiaccino. 90 b. Culbianco. l'I. Codirossone. 82. Passera solitaria. 23. Tordela. 24. Tordo. 25. Tordo sassello. 26. Cesena, 27. Merlo dal collare. 28. Merlo. Ulrico Hoepli, Editore, Milano. \ I i. ivi I OKN ICO 377 e sopracciglio bianchi; redini Bcure; tìnte lionato-fulve dell'occipite in gran parte cenerino-bruna8tre; le nere della testa e dei lati del petto miste a penne cenerine e con margini bianchicci ifemm. ad. in prim. ed miniti in uni.), l'enne delle parti superiori più scure, con margini stretti apicali cenerognoli o cenerognolo-rossicci; testa, redini, e regione auricolare brunàstre, lavate ili fulviccio; fronte e parti inferiori bianche; spazio dietro al collo bianco-cenerognolo, formante un collare indistinto; spazio sulla parte laterale del petto brunastro, cod l'apice delie penne bianco-cenerognolo; becco e piedi nerastri [giov.). Lunghezza totale 0,m162 ; becco 0,m016; ala0,m112; coda 0, <>;,..: tarso 0, 027. Questa specie abita l'Europa e l'Asia centrale, sino alla Cina ed al Giappone; sverna nell'Africa, nell'India e nell'Australia. In Italia è stazionaria in Sar- degna ecl anche nel Veneto; nidifica.; però si trova ovunque più facilmente durante l'epoca dei passi in marzo e nel settembre. E specie non egualmente distribuita, rara nella Lombardia, nel Piemonte, sembra piuttosto frequente nel Veneto, in Toscana, nelle Puglie ed in Sardegna; ina è sempre poco comune. Se i ni u'amhìi.i a 1 1 1 .M A XTOPODIN A K. lmanlopodini. Becco assai sottile, acuto, diritto o curvato all'in .su a lesina senza dertro 0 rigonfiatura api cale; gambe Lunghe. Questa sottofamiglia consta di tre generi, due dei quali hanno rappresentanti in Europa, il terzo, Cladorhynehus, Gray, con una sola specie, abita l'Australia. Genere HIMANTOPUS. Brisson. Becco 'piasi diritto, lungo il doppio della testa, sottile, leggermente curvato all'apice, tanto alto che largo alla base e che termina in una punta acuta, con un solco sui lati di ambedue le mascelle, che finisce a metà lunghezza; narici lineari, laterali, allungate e pervie; ali assai lunghe, appuntite, colla 1 " remi-ante primaria la massima; coda mediocre, (piasi quadrata, di \'2 penne: gambe molto Lunghe e sottili, colla tibia nuda su mela della sua lunghezza; tarso reticolalo, più del doppio in lunghezza «lei dito mediano con unghia; diti tre, anteriori, il mediano unito all'esterno da una membrana mediocre ed all'interno da una membrana molto piccola, dito posteriore mancante: unghie piccole, piatte, poco curve, ottuse. quella del dito mediano leggermente dilatata sul margine interno. Collo abbastanza lungo; scapolari poco allungate; statura mediocre, con gambe assai Lunghe; colorito nero disopra e bianco di sotto. Questo genere cosmopolita consta di sette specie, delle quali una sola è Europea. Abitano le sponde dei laghi, le paludi, gli specchi d'acqua, le lamine, tanto ove il t'ondo e melmoso quanto dove è resistente, inoltrandosi nell'acqua tino all'al- tezza della tibia. Hanno volo facile e volando tengono le gambe iirote.se molto all'indietro. Nidificano in coppie in una Leggiera depressione del terreno, che foderano con erbe palustri e ove depongono tre o quattro uova t'ulvo-accese, con macchie e chiazze nerastre o bruno-nerastre. Atlante ornitologico. 48 :;7s ATLANTE 0KNITOLOGIC0 370. Himantopus himantopus (Linnaeus), Cavalier ti' Haliti. [Himantopus candidus, Bonkatkurk.]. | Tw. XXXIV, fig. 4 e 5 |. Parte posteriore della cervice e del collo nera, mista a bianco; regione alta del dorso ed ali nero-lucide a riflessi verdoni; timoniere centrali periate, le laterali biancastre; un collare alla base del collo e tutto il resto del piumaggio tinti in bianco, lavato di rosa sul petto e sull'addome; piedi di un rosso-vermiglione (mas. mi. in filini.'. Manca il collare bianco: parte superiore della testa cenerino-brunastra : nuca e parte posteriore del collo fino al basso dorso cenerine, qua e là brunastre; alto dorso e lunghe scapolari brunastre; ali di un nero-verdone, coll'apice delle cuopritrici e la parte interna delle remiganti e le timoniere tinte di brunastro (femm. mi. in prim.). Testa e collo bianchi, spesso con penne nerastre nei maschi e cenerine nelle femmine, che hanno inoltre predominio di brunastro sulle tinte nere (ai/, in ani.). Tinta bruna del dorso e delle scapolari più pallida che nelle femmine; parti inferiori bianche tinte di cenerognolo sul davanti del collo; remi- ganti 2" brunastre coll'apice bianco, così quello delle le interne (giov.). Lunghezza totale 0,"'405; becco 0,"'06f>: ala 0,m240; coda 0,m095; tarso da 0,m124 a 0,'"110. La femmina è più piccola del maschio. Abita l'Europa centrale e più che altro la meridionale, l'Africa, l'Asia cen- trale, l'India e la Cina occidentale: giunge irregolarmente nelle parti settentrio- nali d'Europa e d'Asia, eccettuate le regioni Artiche. In Italia è specie di passo, più facile ad aversi di primavera che d'autunno, ma di solito poco abbondante; nidifica in molte parti, dalla Sicilia alla Toscana ed al Veneto, ma con poca re- golarità; nel passato era specie comune ed estiva nell'Estuario d'attorno Venezia, ora si è fatta rara e nidifica eccezionalmente, così è di comparsa molto rara nelle Provincie nord-occidentali della penisola. Genere RECURVIROSTRA, Linnaki s. Becco lungo, più del doppio della testa, appiattito, decisamente ricurvo, piegato ad arco e volto all'in su in forma di lesimi, sottile, debole, flessibile, mandibola su- periore con un solco nella parte superiore e sui lati dell' inferiore, base dei due rami della mandibola inferiore appiattita; narici lineali, lunghe, collocate sulla parte superiore del becco; gambe lunghe e sottili, nude e reticolate su di una grande porzione della tibia: tarso meno del doppio in lunghezza del dito mediano con unghia: diti tre in avanti, riuniti sino alla La articolazione da una membrana profondamente smarginata, il posteriore presente e rialzato; coda ed unghie come nel genere Himantopus. Corpo depresso; tinte predominanti di solito nere e bianche; piumaggio delle parti inferiori fitto, come negli uccelli acquatici; nuotano con facilità. Hanno le abitudini delle specie del gen. Himantopus, si mettono a nuotare con facilità soltanto quando l'acqua, ove si trovano, polla profondita supera la lunghezza della loro gamba; si nutrono essi pure d'insetti, di chioccioline e di vermi, (die cercano nel fango; il loro volo è lento e piuttosto pesante e volando \ I I \vi i. cm;m fOLOGIi " 379 tengono i piedi distesi all'indietro. Questo genere cosmopolita -i compone ili quattro specie, delle ijiiali una è confinata alle Amie del Chili, cioè la II. andina, l'Ini. & Landb 371. Recurvirostra avocetta . I.innaki -. Avocetta. | Iav. XXXIV, Bg. 6 ]. l'ileo, una t'ascia che si estende dalla cervice sino alla parte infero posteriore del collo, regione alta «entrale del dorso, cuopritrici piccole e medie delle ali e re- miganti primarie nere; scapolari interne variate ili cenerognolo e di bianco, al cime delle remiganti i" più interne bruno-nerastre; timoniere centrali cenerino- periate, tutto il rimanente del piumaggio bianco (ad,). Tinte nere della testa e delia parte posteriore del collo, delle ali e del dorso miste a brunastro, anche al- l'apice delie penne; tutte le tinte bianche meno pure e giallette, lavate di cene- rino sulla parte bassa del collo, sull'alto dorso e sulle scapolari esterne; remiganti 1' in parie biancastre all'apice (gioì . . Lunghezza totale 0,m445; becco 0,n,083; ala 0,m230; coda 0,m085; tarso 0,m085. Abita l'Europa centrale e meridionale sino all'Asia centrale ed alla Mongolia, tutta l'Africa, l'India e Ceylan; arriva irregolarmente nelle parti settentrionali di Europa, ma nidifica ancora in Danimarca. In Italia è specie più (die altro di passo, ma scarsa, tranne nelle Puglie ed in Sardegna, ove è invernale; come sedentaria è molto più rara. Nidifica irregolarmente nel Veneto, però un cinquant'anni fa ciò si compieva con frequenza e regolarità. Sottofamiglia TOTANINAE, Totanini. Becco diritto, o volto all'in su, o arcuato, più lungo della testa; solchi nasali estesi -ino quasi all'apice dei becco; tarsi di solito scudettatì tutto all'intorno; diti anteriori riuniti da una membrana rudimentale, più sviluppata nel dito esterno, né mai liberi del tutto alla base. Questa sottofamiglia cosmopolita consta di 17 generi, con circa 10 specie. Genere NUMENIUS, Beisson. Becco lungo, quasi il triplo della lesta, sottile, molto arcuato a falce e «ur rato all'apice die e duro, mandibola superiore alquanto più Imma dell' inferiore, rotonda press,, l'apice, un solco laterale su ambedue le mandibole, più esteso sulla superiore, per Circa ; , della sua lunghezza; depressione nasale lunga e stretta; na- rici laterali, lineari, lunghe, aperte nel solco nasale, semichiuse da una membrana nuda e pervie: ali moderate, la 1' remigante primaria la massima, le i" interne lunghe quasi «pianto le le; coda subeguale alle ali. roi la. «li 12 penne; tibie nude su circa metà estensione, lunghe, scudettate; tarso molto più lungo del «lite mediano, con scudetti trasversali per circa ' .. sul «lavanti, nel resto ed all'indietro Linneo Syat. Nat., I. pag. L51, 1758 Borisse R. avotetta. ::m) atlanti-: ORNITOLOGICO reticolato; diti tre sul davanti, riuniti sino alla 1" articolazione da una membrana, che poi margina i diti stessi; il posteriore presente, articolato in basso sul tarso e che tocca terra con l'unghia; unghie corte, poco arcuate, quella del mediano dilatata sul margine interno. Collo abbastanza lungo; statura mediocre; tinte generali brunastre o grigie, con strie sul petto, sul collo e sui fianchi e la testa concolore col dorso, o attraver- sata longitudinalmente da una fascia chiara; maschi più piccoli delle femmine, talora rilevantemente. Nove specie compongono questo genere cosmopolita. Riuniti in grandi branchi i Chiurli frequentano le lagune e le coste del mare nell'inverno ed all'epoca delle migrazioni; durante le cove vivono appaiati nelle paludi e negli stagni entro terra. Sono assai timidi, paurosi e difficilissimi ad avvicinarsi col fucile. Il loro suono è un fischio speciale a nota metallica, che si ode a grande distanza. Volano e camminano con leggerezza e rapidità; si nutrono d'insetti, di molluschi, di vermi terrestri ed acquatici. Nidificano in una piccola depressione sul terreno ove fab- bricano un rozzo nido, deponendovi quattro uova di un verde-oliva, macchiate di bruno e di grigio. 372. Numenius arcuatus (') (Linnaeus), Chiurlo maggiore. [Numenius arquata (L.)]. [ Tav. XXXV, lig. 4 ]. Testa nerastra nel centro delle penne, bianco-sudicia o giallo-fulviccia sul margine, colla tinta più chiara sul collo; dorso nero-lucido a riflessi verdastri o violetti, con larghi margini o macchie sullo stesso fulvo-chiare e vivaci, sicché sembra fasciato per lungo e meno per traverso; basso dorso, sopracoda e grop- pone di un bianco più o meno fulviceio. con numerose macchie nerastre sul centro delle penne, più larghe sul sopracoda, ove si dispongono talora a fascia tra- sversale non egualmente decisa su ambedue i vessilli; un largo sopracciglio bianco immacolato o con macchiette nerastre; mento ed alta gola bianco-fulvi; gozzo, lati dello stesso, collo, petto ed alto addome di un bianco più o meno fulvo-noc- ciola, con una stria longitudinale bruno-scura sulla linea mediana delle penne; fianchi nerastri sullo stelo delle penne ed a fascie trasversali brunastre o bianco- fulve; parte del basso addome e calzoni bianco-fulvicci senza macchie; resto del gastreo con strette strie centrali brunastre; timoniere bianco-fulve, talora cene- rognole sulle mediane, con 9 a 10 fascie trasversali nero-brunastre e l'apice bianco- fulvo; cuopritrici inferiori delle ali ed ascellari bianche, il più delle volte im- macolate <"80; giov. 0,,u500: becco » '.'] ; ala 0,m310; » 0,'"300; » 0,m270; tarso 0,m083; » 0,m082; » 0,m079; coda » 0,m120. — La femmina è sempre più grande del maschio. È specie notevolmente variabile ili dimensioni e di colorito, ed io credo che i supposti ibridi di tale specie col X tenuirostris, Vieill. altro non siano clic i gio- vani del A', arcuatus, perchè esso nell'abito giovanile sembra un uccello intermedio tra le due specie anzidette e per tinte e per dimensioni; ad individui di tale specie con leggere modificazioni di colorito è pure riferibile il N. kastata del Contarmi. Questa specie abita I' Europa, spingendosi ad oriente fino al lago Baikal; sverna nell'Europa meridionale, nell'Africa, nella Cina, nell'India e nell'Arcipelago Ma- lese; in Europa nidifica soltanto nelle parti centrali e settentrionali. Il Chiurlo maggiore giunge in Italia nel luglio e vi si trattiene sino ad aprile: perù non pochi riuniti in grossi branchi si trovano nell'Estuario Veneto durante l'estate s, n .a nidi ficnni; io tengo un soggetto avuto dai dintorni di Venezia nell'agosto 1896 ancora in finiti coperto di piumino, ma atto a volare. E uccello comune in tutta Italia, specialmente come di passo ed invernale. 373. Numenius tenuirostris, Vieillot, Chiurìothllo. Testa nero-bruna sul centro delle penne, lionato-fulva o biancastra sul mar- gine; dorso e scapolari nero-brune nel centro, con margini fulvo-grigiastri nella parte bassa delle penne e nocciola-fulvi più o meno biancastri nel resto; basso dorso e groppone di un bianco immacolato; sopracoda bianco, con macchie a goccia o strie sullo stelo bruno-nerastre; sopracciglio bianco ben distinto; gola di un bianco-puro; lati del collo, gòzzo ed alto petto bianco ceciati, coperti da macchie nere allungate ed a goccia sul centro delle penne; basso petto, alto addome e fianchi bianchi, con macchie nere rotonde od a cuore e poco allungate; resto del gastreo e l'accia in- feriore delle ali di un bianco-immacolato; timoniere bianche, con sei fascio trasversali nerastre "7i> a (i,"o'.i(); ala (V '265; coda 0,' 100; tarso 0,m066. I.a femmina è più grande del maschio. (Questa specie si distingue a prima vista dal N. arcuatus per statura minore, pel becco più sottile, per le macchie nere centrali e molto distinte sul sopracoda in contrasto col basso dorso e col groppone, che sono di un bianco immacolato; pelle tinte di fondo della coda bianco pure, con fascio trasversali distinte bruno nerastre; come caratteri accessori abbiamo il sopracciglio bianco e bene accen- 382 ATLANTI'. ORNITOLOGICO tuato, che sembra talora continuare in un collare mal definito che cingerebbe la nuca, le ascellari e le cuopritrici inferiori delle ali sempre bianche; però il primo carattere del rollare non è sempre presente e l'ultimo è talora visibile anche nel X. areuatus. Abita le contrade bagnate dal Mediterraneo, spingendosi irregolarmente nel- l'Europa centrale. In Italia è specie di passo ed invernale; abbastanza frequente nelle provincie centrali e meridionali e molto rara nelle settentrionali, compreso il Veneto. Mi sembra più facile ad aversi nel passo di primavera; pare si ripro- duca in Sicilia nelle paludi del Simeto, il che merita conferma. Nidifica però nella Spagna, nella Ciccia e nella Russia meridionale, oltre che nell'Africa settentrionale: e quindi non sarebbe strano se ciò avvenisse anche in Italia. 374. Numenius phaeopus (Linnaeus), Chiurlo piccolo. [TaV. xxxv, %. 5]. Testa bruno-scura qua- si nerastra con tre fascie, due laterali che partono " dalla base del becco e pas- sano sopra gli occhi e l'al- tra centrale, bianco-ceciate, macchiate di nero-bruna stro sul mezzo delle penne, che si dirigono sulla nuca e quasi la circondano; dorso e scapolari bruno-nere nel centro delle penne a riflessi violetti e fulvicci, più o me- no cenerognoli sul margi- ne; basso dorso e groppone bianco-candidi, con mac- chie nere longitudinali sullo stelo in gran parte coperte dalle penne bianche, le mac- chie sul sopracoda si dispon- gono a fascie trasversali; niente e gola bianchi, con qualche macchietta scura; gozzo, collo, lati e petto bianco-fulvo-ceciati, con li- nee longitudinali nerastre lanceolate sul petto e tra- sversali sui fianchi; addome e sottocoda bianchi quasi del tutto; remiganti 1° bru- no nerastre, con macchie e Fascie biancastre sul vessillo interno; coda cenerino cupa, con '.) fascio trasver- Piedc di .V. phaeopus. a) per mostrare l'articolazione del tarso e la membrana del piede. hi per mostrale ir reticolazioni della planiti tarsi (circa gr. nat.). MUNII. ORNITOLOGI! " 383 sali lniiiic rasile e L'apice bianco; etiopi-Urici inferiori delle ali ed ascellari bianche, con numerose fascie trasversali aere mi. i» i>ri»t.i. Masso dorso bianco, (•(in le macchie scure del unto nascoste dalle penne bianche sovrapposte; pani inferiori con un minor numero di strie e di fascie ad. in aut.). l'arti superiori con numero variabile di macchie biancastre più o meno fulve; l'ascia centrale sulla testa meno distinta; le macchie sul groppone e sul basso dorso assai nume- rose e del tutto scoperte; macchie longitudinali sulle parti inferiori assai nume- rose; timoniere di tinta di fondo più chiara, culla fascia apicale più larga e più bianca; fascie sulle ascellari più incomplete e più rade {r.\ Lunghezza totale mas. 0,m465; femm. 0,m485; becco » 0,,n07(>; » 0,m094; ala » 0,'"240; » 0,'"260; coda » 0,'"105; » 0,m110; tarso » 0,m056; » 0/"060. La femmina è mollo più grande del maschio. Questa specie si distingue facilmente dalla precedente pella stria centrale chiara sulla linea mediana della testa coi lati della cervice bruni, che formano una larga banda su ogni lato della stessa, inoltre pelle ascellari bianche con nu- merose fascie nerastre; è anche un po' più grande di statura quantunque questo sia un carattere poco apprezzabile. Abita la Groenlandia e l'Europa fino alla vallata del Pecciora, svernando nelle parti circummediterranee e meridionali, in Africa, e verso oriente nell'India e nell'Arcipelago Malese. In Italia è specie di passo ed invernale, che giunge in agosto, rimanendo sino ad aprile; non è egualmente distribuita, cosi è comune nel Veneto ed in Sardegna, mentre è piuttosto rara in Lombardia ed in Sicilia. Non nidifica, quantunque durante l'estate se ne trovino numerosi branchi nelle lagune attorno Venezia ('). 375. Numenius borealis (Forster), Chiurlo />i eschimese. Distinto dal A', phaeopus pel basso dorso ed il groppone scuri, come l'alto dorso; pelle sti'ie Longitudinali centrali nerastre sulla bassa pila, miste a numerose mac- chie lame,, late, più distinte sul basso petto e sui fianchi; pelle remiganti primarie bruno-nerastre uniformi, e quindi senza fascio o barre sul vessillo interno; pelle ascellari e per le cuopritrici inferiori delle ali rossiccio-cannella, con fascie bru- nastro-cupe e nerastre (ad.). Le macchie sulle parti superiori come nel A', phaeopus, ma il polio ed i fianchi le presentano lanceolate, più o meno regolari e distinte (giov.) Lunghezza totale 0,m354 (femm.), 0,m342 [mas.); becco 0/"0G3 ; ala 0,m218; coda ((.'"usi ; tarso 0/"046. Aitila L'America settentrionale, sino alla Groenlandia e alle Regioni Artiche; sverna nell'Amerio iridionale; giunge accidentalmente in Inghilterra. (') Secondo I. ili,, ni. Il \ . hudtonicìia, Latti, compare accidentalmente in [spagna, ila dove egli ne avrebbe avuto un individui, nel maggio 1872. ì; specie dell'America Bettentrionale. 38 t ati, ami; ornitologico Genere LIMOSA, Brisson. Becco molto lungo, il doppio circa della testa, più lungo della coda, diritto, più alto che largo alla base, leggermente curvato all'in su, coll'apice duro ed ot- tuso, ma dilatato e le due mandibole solcate su di una lunga estensione, la supe- riore che sorpassa al suo apice l'inferiore; solco nasale stretto e lungo; narici ba- silari e pervie, aperte nello stesso solco; ali acute, appuntite, la la remigante primaria la massima, le 2e interne allungate ed appuntite; coda di 12 penne, corta e qua- drata: gambe lunghe e sottili, nude su più di 1/3 della tibia che è scudettata, come i tarsi i quali sono molto lunghi ; quattro diti, uno posteriore elevato, articolato sul tarso, tre anteriori marginati, riuniti alla base da una membrana, quella del- l'interno piccolissima; unghie piccole, poco curvate, ottuse, con quella del dito me- diano dilatata e talora pettinata sul lato interno. Statura piuttosto grande; testa alquanto piccola; collo abbastanza lungo, ros- sastro negli adulti in abito di primavera; maschi più piccoli delle femmine. Hanno le abitudini dei Chiurli, frequentano le coste marine d'inverno e le paludi durante l'epoca delle cove; nidificano in piccole compagnie e migrano in grossi stuoli e spesso unite alle Tringae. Le uova sono piriformi verdi-opache, mac- chiate di bruno-olivastro. 376. Limosa lapponica (Linnaeus), Vittima minore. [ Limosa rufa, Temminck J. [Tav. XXXV, fig. 2 e 3]. Remiganti 1' interne scure alla base, con macchiette bianche nel inargine interno; usci limi macchiate; coda con fascie regolari bianche e nere; unghia del dito mediano non pettinata. Testa nero-lucida sul centro delle penne e lionato-fulva sul margine, nel collo predomina la tinta lionata; dorso e scapolari nerastre, con margini o macchie ovali fulvo-lionate; basso dorso e groppone di un bianco-candido, con macchie lanceolate nere; sopracoda a fascie bianche e nere o fulve e nere; un largo sopracciglio fulvo, con macchiette nerastre che parte dalla fronte ; redini nerastre e fulve; parti inferiori fulvo-accese, con poche strie longitudinali scure centrali sui lati del collo e del petto; fascie bianche della coda talora tinte di fulviccio; ascellari bianche, con fascio bruno-nerastre (ad. in prim.). Testa bruno-cenerognola, con strie centrali longitudinali bruno-scure; dorso, scapolari e cuopritrici delle ali bruno-cenerognole, col centro delle penne nero e marginature biancastre assai larghe sulle cuopritrici; basso dorso e groppone di un bianco-candido, così il sopracoda che presenta poche macchie angolari scure; coda colle fascie più chiare e le nere leggermente bru- nastre; un largo sopracciglio biancastro, esso, i lati della faccia e le gote con piccole macchie brunastre; gola e mento biancastri; collo, lati e petto cenerini, brunastri sui lati del petto e sullo stelo delle penne; parti inferiori bianche nel resto, con macchie lanceolate brune sul sottocoda e sui fianchi; coda colle fascie bianche più pure e le nere tinte di brunastro uni. in aut.). Testa bruno-scura, marginata di bruno-fulviccio; parti superiori con decisi margini e numerose macchie lionato- • -■'•'<■ m 'F v 8 v •« • •■•■•■ • 10. '•• u. ■ t: • ■ I \ 55. ■ 58. -/;*»>' •7 54. 57. H2. ■5vl !* -• '« **$& 69. 1 a. Passera scopajola. 1 h. Beccafico. 2. Capinera 3 Sterpazzola, 4 Bigiarella 5. Bigia padovana. 6 Cannareccione. 7. Canna- tola. 8. Cannajola verdognola, 9. Forapaglie. IO Pasrliarolo 11. Forapaglie macchiettato. 12. Canapino maggiore. i3. I.D verde. 14 Lu grosso. 15. Lu piccolo 16. Fiorrancino. 17. Regolo. 18. Scricciolo. 19. Cinciallegra. 20. Cincia mora. 21 a. Cincia col ciuffo. 21 b. Codibugnolo 22. Cincia bigia. 23 Cinciarella. 24 Basettino. 25. Picchio muratore. 26. Rampichino. 2i Picchio murajolo. 28. Lodola. 29. Tottavilla. 30. Cappellaccia 31. Ballerina. 32. Ballerina gialla. 33. Cutrettola gialla. 34. Pispola. 35. Prispolone. 36. Spioncello. 37 Fringuello. 38. Peppola. 39 Passera oltremontana. 40. Passera mattuggia. 41. Fanello. 42. Verzellino. 43 Venturone. 44a. Lucarino 44b. Cardellino. 45. Ciuffolotto. 46. Crociere delle pinete. 47. Crociere. 48. Verdone. 49. Frosone. 50. Strillozzo. 51. Zigolo giallo. 52. Zigolo nero 53 Ortolano. 54 Zigolo muciatto 55. Migliarino di padule. 56. Storno. 57. Rigogolo. 58. Averla maggiore. 59. Averla capirossa. 60. Averla piccola. 61. Averla cenerina. 62. Beccofrusone. 63. Pigliamosche «4 Balia nera 65. Pigliamosche pettirosso. Ulrico Hoepli, Editore, Milano. ATI.ANI I OR» h 0 is"' l'ulviccie; sopracciglio più stretto e coperto di macchiette bruno cenerine, come i lati della testa; basso dorso, groppone e sopracoda bianchi, con grandi macchie circolari bruno-cenerognole, talora le penne sono per intero di tale colore; tinte cenerine e bianche delle parti inferiori lavate di fulviccio; lascio della coda bruno- scure e bianco-fulviccie in numero da 7 a 9 (giov.). Lunghezza totale: i>.:;to /;//////.. o.'.'.tid (mas.); becco 0,'"077; ala 0,m205; coda 0,'"0sr>; tarso: 0,m052 (femm.), ,' 205; » 0,'"225; coda » (V'Oso : » O,'"085; tarso » 0,"'07f>; » 0*085. Atlanti ornitologico. 411 386 ATLANTE ORNITOLOGICO Questa specie abita l'Europa centrale e la settentrionale, sino alla vallata del- l'Obi; sverna nei paesi Mediterranei e nell'Africa nord-orientale. In Italia è specie di passo in primavera e nell'autunno, non sverna nel Veneto, né sembra accer- tato il fatto della sua ibernazione nelle nostre provincie meridionali e nelle Isole; secondo il Giglioli si trova a Malta anche nel gennaio. Ne ebbi dal febbraio a maggio e dal 24 luglio a novembre, ma è in generale specie poco abbondante ed anche rara in taluni distretti. La L. Meyeri, Leisl., citata dal Perini, è la presente specie o, secondo altri Autori, la L. lapponica; comunque sia, è nome da mettere tra i sinonimi. Il Martorelli (L) ha parlato di una Limosa, da lui trovata sul mercato di Milano e proveniente da Foggia, che presenterebbe somiglianze colla L. mirar lealandiae (Gray) o L. uropygialis Gould), t'orma che abita la Siberia orientale, portandosi d'inverno in Australia, ove rimpiazza la L. lapponica. Queste due Limosae sono tra esse poco distinte e non è difficile che esemplari intermedi possano giun- gere fino nelle nostre regioni; questo è anche il pensiero del Martorelli, che volle attirare l'attenzione degli Ornitologi su tale probabilità. Il Risso e, forse sulla sua asserzione, il Verany citarono la Symphemia semi- palmata iGin.i tra gli uccelli di passo nel Nizzardo ed il Walleng'ren tra quelli comparsi a Upland nella Svezia r'). Sembra che tali notizie basino su inesatte informazioni e, per ora, tale uccello è da escludersi dalle liste Europee. Abita d'estate le parti temperate dell'America del Nord e d'inverno le centrali e le Indie occidentali. Genere MACRORHAMPHUS, Leach. Becco molto lungo, quasi il doppio della testa, più alto che largo alla base, diritto, sottile nel mezzo, coll'apice dilatato, curvato leggermente all'in su e ru- goso come nel gen. GalUnago, col solco laterale esteso sino quasi all'apice delle due mandibole e quello sotto al becco che giunge alla metà della sua estensione; narici piccole, laterali, basilari; ali appuntite, lunghe, la remigante primaria la massima, le 26 allungate più lunghe della 4a primaria; coda corta, quasi quadrata, di 12 penne; gambe abbastanza lunghe e sottili, parte bassa della tibia nuda per circa ljz di estensione; tarso quasi il doppio del dito mediano con unghia, esso ed i diti scudettati; diti tre anteriori leggermente marginati, l'esterno riunito col medio alla base da una membrana, il posteriore tocca terra con l'unghia; unghie piccole, sottili e poco curve, quella del mediano dilatata sul margine interno. Due specie compongono questo genere, una delle quali propria all'Asia, l'altra giunge irregolarmente anche in Europa. Hanno le abitudini dei congeneri, ma alle praterie acquitrinose preferiscono le lagune e le coste del mare; migrano riuniti in grandi branchi, hanno volo rapido, corrono velocemente ed all'occorrenza nuo- tano con facilità. Nidificano in una depressione sul terreno e le uova sono bruno- (') Nota sopra alcuni esemplari del .urli. Limimi, ute Alti Sor. II. Se. .Vii/., WXIII, pag. 21-40 (1890). (■') Naumannia, 1854, pag. 256. \ i i ISTE 0RN1T01 OGK 0 fulviccio-pallidc e bruno verdastre nelle tinte di fondo, con macchie e chiazze bruno-rossicio scure e bruno \ erdastro pallide, molto simili a quelle del Beccaccino americano (Oallinago delicata (Ord)). 378. Macrorhamphus griseus iìmki.in i, Pvro-pvro dal petto rossiccio. Goda, sur euopritrici, lati del corpo, contorno dell'ala ed ascellari con fase/, cospicue nere Q Inanelli , talora Unte ili fn/en; str/u il, Ila /" remigante Inauro, gli altri scuri. l'arti superiori di un uero-bruno-scuro, con fascio e margini color bajo o bajo- fulvo; centro del dorso bianco; sopracciglio fulviccio; una banda scura dal becco all'occhio; guancie e gastreo di un rossiccio chiaro, con poche mai-chic nero scure, specialmente sui lati dell'alto petto {ad. in prim. . Grigio cenerognolo-uniforme sulle parti superiori e sul petto, senza macchie nere o fulve; centro del dorso, addome, sopracciglio ed una macchia sotto l'occhio bianchi {ad. in aat. . (urne gli ad. in inremo: tinte più cupe, dorso nero coll'apice delle penne rossiccio ed una lascia SUbterminale nera; grigio lavato di rossiccio sulla gola e sui petto mim . Lunghezza totale da 0,m280 a 0,m250; becco 0,m056; ala 0,m082; coda 0,m051; tarso i). 038. La femmina è più grande del maschio. Delle due dimensioni date la più piccola, di 0,m250, sarchile propria alla razza minore o .1/. griseus, mentre l'altra, ili 0,m280, apparterrebbe agli individui della l'orma maggiore, che fu distinta col nome di .1/. scolopaceus (Lawr.). Questa specie nidifica nelle parti artiche della. Siberia orientale e dell'Ame- rica settentrionale, portandosi d'inverno nelle parti centrali e meridionali del- l'America, fino al Brasile meridionale. Accidentale in Europa; una ventina di soggetti vennero presi in Inghilterra, poi comparve in Danimarca, in Picardia ed in Normandia. Genere TOTANUS. < ivikr. Becco di solito assai più lungo della testa, diritto od appena ricurvo, talora colle mandibole volte all'in su, dilatato e molle alla base, appuntito e duro all'e- stremità, compresso, con un solco molto esteso su ambedue le mandibole e l'apice della supcriore inclinato su quello dell'inferiore; narici piccole, lineari, basilari: ali mediocri, appuntite, la 1 ' remigante primaria la massima. 2" interne lunghe ed appuntite; coda piuttosto corta, subrotonda o quadrata; gambe sottili, mediocri, nude circa sulla metà inferiore della tibia; tarso scudettato, appena una volta e mezzo più lungo del dito mediano senz'unghia o appena più lungo dello stesso; diti quattro, uno all'indietro piccolo, elevato, tre anteriori, l'esterno unito al me- diano da una membrana alla base, l'interno quasi lìbero tino dalla base; unghie molto piccole ed ottuse, ma forti e poco arcuate. Collo piuttosto lungo; statura mediocre e forma svelta; livrea talora molto differente tra l'abito di primavera e quello d'autunno. Il genere Tutanns è cosmopolita ed è composto di otto specie, delle quali sei abitano anche l'Europa e una vi giunge accidentalmente dall'America. 1 Totani abi- tano di preferenza le coste del mare e le lagune durante l'inverno e se ne stanno al- :iNN ATLANTE ORHITOLOGICO lora riuniti in grandi branchi; frequentano più specialmente le paludi e gli stagni nell'epoca della riproduzione, quando vivono soltanto appajati. Il loro grido è un fischio assai sonoro e gradito, che emettono con modulazioni nel periodo degli amori, facendo strani movimenti circolari nell'aria anche a grandi altezze. Quando sono feriti nuotano con facilità, e camminano e volano con estrema spe- ditezza. Collocano i loro rozzi nidi sulla terra poco lontano dalle acque, deposi- tandovi quattro uova piriformi, la cui tinta di fondo è variabile e va dal grigio- verdastro al grigio-fulvo, con macchie rossiccie e porporine, lavate di bruno e di grigio di vario tono; essi si nutrono come le Liviosae. a) Basso dorso e groppone bianchi; cuopritrici superiori della coda con fascie più o muto larghe, ma sempre presenti. 379. Totanus fuscus Linxaeis . lottino moro. [ Gambetta fosca ]. [Tav. XXXIII, tig. 9]. Becco lungo; remiganti secondarie con fascie regolari bianche o bruno-nerastre; ti- moniere fasciole; piedi gialli o rossi; statura maggiore. Testa, collo, petto ed addome di un nero-bruno o fuligginoso, con alcune penne qua e là frangiate di bianco; dorso, cuopritrici superiori delle ali e scapolari bruno- nere a ritiessi verdastri, con margini e grandi macchie bianche, qua e là sfumate di fulviccio; basso dorso e groppone bianco-candidi; cuopritrici superiori ed infe- riori della coda a fìtte fascie alterne bianche e bruno-nerastre; remiganti 2e con fitte fascie bianche e bruno-nerastre; timoniere nero-brunastro-cenerognole, con fascie trasversali bianche (ad. in prim.). Testa, collo e dorso grigio-cenerini, con le penne del dorso orlate di biancastro; una fascia dal becco all'occhio bianca ben distinta, una seconda sotto l'occhio e redini bruno-cenerognole; parti inferiori bianco-candide, grigio-cenerognole sul collo e sull'alto petto, specialmente nella parte centrale delle penne; fianchi tinti di cenerognolo, con barre incomplete bianche e grigio- brunastre; sottocoda bianco, con poche fascie distinte e trasversali; dorso, groppone e remiganti 2e come di primavera (ad. in a ut.). Penne delle parti superiori ce- nerognolo-nerastre, con riflessi verdastri sul dorso e sulle ali, il margine delle penne biancastro-fulviccio sul collo e con Atte macchie sul dorso, sulle cuopritrici alari e sulle scapolari; groppone, sopracoda, sottocoda e coda come di primavera, colle fascie tinte di fulviccio compreso il basso dorso; mento e gola biancastri; guancie, lati della testa e del collo bianco-cenerognoli, con macchie molto nume- rose bruno-grigio-scure, il resto delle parti inferiori bruno-nerastro e bianco-ce- nerognolo qua e là fulviccio, le colorazioni disegnandosi a fascie sul basso addome, sui fianchi e sul sottocoda (giov.). Questa specie si distingue in ogni età ed abito dalla susseguente per le re- miganti !'■ non bianche, ma a fascie regolari bianche, e bruno nerastre. Lunghezza totale 0,m325; becco 0/"060; ala 0,m165; coda 0,'"080; tarso 0,058. Abita l'Europa settentrionale e l'Asia; nidifica nelle parti Artiche, portandosi d'inverno nelle regioni bagnate dal Mediterraneo, nella Cina e nell'India. In Italia è specie invernale e di passo, che arriva di agosto e settembre e riparte in aprile e nel maggio, se ne trovano anche di giugno. Non sembra probabile la sua nidifi- ATLANTE ORN .OGICO -s'> catione nel Veneto, che venne asserito dal Contarini e da] Nardo. È uccello piul tosto comune; in talune località (Toscana, Veneto n 'aro anche nell'abito di nozze. 380. Totanus calidris (Linnaeus), Pettegola. | Tav. XXXIII, Hg. 7 «■ 8 ]. Becco nulli; remiganti '- in gran parte bianche o con la bast scura, ma non fa- si ii iti ; timoniere con fascit strette; piedi russi n gialli; statimi minore. Parti superiori ili un cenerognolo-brunastro, più cupo e con margini bruno- rossicci sulla testa, lavalo di rossiccio nel resto, con numerosi tratti nerastri sullo stelo delle penne e macchie nerastre sul margine delle stesse, che qua e là si dis] gono a fascie trasversali, più che altro sulle scapolari; basso dorso bianco. cosi il groppone che ha macchie nerastre e bianco-cenerognole: parti inferiori bianco-cenerognole, immacolate sul centro dell'addome, lavale di rossiccio sui lati del petto e sull'addome e con una grande macchia nerastra bislunga e centrale su cadauna penna, con fascie indistinte nerastre sul petto, ben decise e miste a tacche lanceolate sui Banchi e sottocoda; remiganti 2e, specialmente le interne, bruno-nerastre nella meta basilare, bianche senza fascù aell'apicale ; timoniere la- terali a fascie alterne avvicinati bianche e nerastre, le centrali cenerino-rossiccie con fascie avvicinate bruno-nerastre; piedi rossi {ad. in prim. . Parti superiori senza macchie e di un cenci ino bruno uniforme; gola bianca e così le parti in- feriori, cui lati ded collo e del petto bruno-grigi, con strie nerastre centrali e sui lati della taccia e sulla linea mediana de] eolio e del petto; fianchi e sottocoda con piccole macchiette nerastre, talora foggiate a fascie bianche e nerastre; piedi rossi mi. in imt.ì. Bruno-nerastro lavato di rossiccio e di fulvo, colla testa più scura ed il collo più cenerino e grandi tacche o fascie bianco-fulviccie sul dorso, sulle scapolari e sulle cuopritrici delle ali; gola ed addome bianchi; le macchie sulle parti inferiori più numerose, allungate e centrali, «die quasi nascondono la colorazione bianca sul davanti del collo e sul petto e alle volte sui fianchi e sul sottocoda ed ove talora si foggiano a piccole fascie; bianco delle fascie delle ti- moniere lavato di l'ulviccio; piedi gialli (giov.). Lunghezza totale da 0,m310 a 0,m300; becco da O,'"048 a 0,'n040; ala 0,ID162; coda 0,"'OSO; tarso il, ut*. Abita l'Europa, l'Asia centrale fino alla Siberia orientale: visita d'inverno l'Africa e l'India, spingendosi fino all'Arcipelago Malese. In Italia è specie stazionaria nel Veneto, ove è molto comune e nidificante; nel resto d'Italia è nei elio di passo, svernando più che altro nelle provincie meridionali e nelle grandi Isole, com- presa L'Elba. È abbondante, specialmente di primavera. 381. Totanus stagnatilis. P.i:< iisteix, Albastn/lo. [ l'irn-jiirn gambe lunghe |. [Tav. XXXIV. Bg. 1 |. Becco lungo e sui liti.- remiganti !" interne brune senza fascie, coli' orlo esterno ed il vessillo interno biancastri sul margine; timoniere fasi ini,, t, esterne bianche non fa- sciati- regolarmente, ma macchiate ili bruno sul vessillo esterno; incili verdastri; statura minon ilei ilm- precedenti. 390 ATLANTK ORNITOLOGICO Parte superiore della testa cenerino-periata, col margine lavato ili rossiccio e con macchie ovate nere nel centro delle penne, più ristrette sul collo; alio dorso e scapolari cenerino-periate, vinate sullo stelo e con fascie più o meno numerose e regolari nere e un sottil margine bianchiccio; basso dorso e groppone di un bianco- puro; sopracoda con le penne molto lunghe bianche, con macchie e fascie nerastre; timoniere le tre esterne con una stria ondulata nerastra, di solito solo sul margine del vessillo esterno, le altre con fascie cenerine e nerastre irregolari nelle due centrali; mento e gola bianchi, talora con macchiette; redini, lati della testa, guancie e petto di un bianco leggermente cenerino, con macchie numerose allungate o lanceolate bruno-nerastre, che si foggiano anche a fascie indistinte sui fianchi: resto del ga- streo bianco-puro, con poche macchie sul sottocoda- remiganti 2® cenerino-bru- nastre, col margine interno e l'orlo bianchi; piedi verdastri (ad. in prim.). Parti superiori grigio-cenerognole più cupe e terminate di biancastro, specialmente sulle cuopritrici alari che sono quasi nerastre; fronte bianca, con una piccola macchietta sulla linea centrale delle penne; sopracciglio e gastreo bianchi per intero, con mac- chiette brunastre sui lati del collo, del petto e dei fianchi; remiganti i"1 come nel- l'abito di primavera, ma più cupe (ad. in aut.). Come gli adulti in autunno, ma i margini biancastri sulle parti superiori più larghi (giov.). Lunghezza totale 0,m245; becco 0,'"045; ala0,m130; coda 0,'"060; tarso 0,m053. Abita l'Europa sud-orientale, estendendosi sino all'Asia nord-orientale e giun- gendo irregolarmente nelle regioni centrali e settentrionali d'Europa; sverna nell'Africa, nell'India e nell'Australia. In Italia è specie discretamente comune durante il passo primaverile dal Romano in giù, non è rara neppure in Toscana; invece nel Veneto e nella valle Padana è di comparsa affatto irregolare e raris- sima. D'autunno è dovunque assai scarsa, io l'ebbi nell'ottobre da Massacciuccoli (Lucca). Non nidifica. b) Basso dorso e groppone bruno-scuri; cuopritrici superiori della roda bianche, con le /H'unr più lunghe fasciate. 382. Totanus flavipes (Gmelin), Aibastrello americano. Ascellari distintamente fasciate di bruno-cenerino; piedi giallo-vivaci ad ogni età. Testa e collo di un bianco-grigio striato di nero; parti superiori bruno-nerastre, con macchie bianche e fulvo-giallette, che formano bande irregolari sulle remiganti 2° e sulle scapolari; basso dorso e groppone bruno nerastri, colle pinne marginate di bianco; sopracoda Inauro, eolie penne laterali fasciate di nerastro; coda biancastra, con fascie bruno-cenerine; gastreo bianco, col collo ed il petto striati fittamente di bruno-nera- stro; ascellari bianche, con fascie bruno-cenerognole; piedi gialli (ad. in prim.). Mancano le macchie sulle parti superiori, che sono più scure e marginate di bianchiccio; gastreo come di primavera, colla gola ed il petto lavati di bruno-grigio (ad. in aut.). Le marginature bianche sulle parti superiori bruno-pallide o fulvo-giallette (giov.). Lunghezza totale da 0,'"240 a 0,m225; becco 0,'"040; ala 0,'"170; coda 0,'"061; tarso 0,'"051. Abita l'America settentrionale giungendo d'inverno sino alla Patagonia ed a} Chile; è accidentale in Inghilterra, ove venne colto due volte. ATI.ANTK OBK -'".Il 0 391 c) Becco decisamente rivolto all'in su, un po' alVindietro della sua metàapicale i ciò più distinto nella mandibola inferiore; statura più elevata dei precedenti Totani. (gen. I rLOTTIS, Koeh . Una sola specie. 383. Totanus littoreus ' (Linnaeus), Pantana. I Totanus glottis (JLath.); T. nebularius (Gunn.); T. canescens (Gm.)], [Tav. \.\X1II, ng. 10 é 11J. Testa e collo di un bianco-cenerognolo, col contro dello penne néro-bruno ed il margine bianco; dorso e scapolari con lo stelo e macchie talora molto estese e nu- merose nere, il margine bianco e la tinta di fondo grigio-cenero- gnola; basso dorso, groppone e cuopritrici superiori della coda di un bianco [turo: parti intcriori bianche, cou strie centrali nera stre sulle guancie e sui lati della tosta, o con uumerose macchie ovali od allungate sullo stelo delle penne della gola, del collo, dell'alto petto e dei lati, ove ta- lora, come sui fianchi, assumono la forma di fascie irregolari ; ti- moniere bianche, tinte di cene- rino o di rossiccio sulle due me- diane e con t'ascie irregolari scure, più accentuate sul vessillo ester- no [ad. in prim.). Fronte sui lati che continua in un sopracciglio, guancie, groppone, sopracoda e parti inferiori bianche; parte cen- trale della fronte, lati della testa, del collo e del petto con lineette e macchiette bruno-nerasl re; dor- so, scapolari e cuopritrici alari cenerino-periate, con lo stelo ed una stria submarginale bruno nerastri ed il margine bianco; piccole cuopritrici alari bruno- nerastre, col margine bianco-cenerognolo {ad. maut.). Parti superiori nero-bruna- stre, lavate di rossiccio e marginate di bianco-cenerognolo o di fulviccio; lati del groppone talora sfumati di gialletto; collo con numerose macchie allungate per Piede ili l . Ultori ut, strare In scaletto del tarso, \ iato sul davanti e ili Banco. (') Autori i terni, rome Reichenow, Brnsina, Reiser usano '/'. litlorew (L.) 1758. anziché T. ne- bularim (Gnnn.) 1707. Linneo adoperò anche i nomi di glottis e Manna 17.r>xi, ma le diagnosi sono così poco chiare, che non si sa con precisione quali siano lo specie delle quali intendeva parlare. 392 ATLANTI ORNITOLOGICO bruno-nerastre, che si fanno più larghe e più fitte sul petto, ove colorano un po' la tinta di fondo; basso addome bianco-sudicio, con qualche margine brunastro ed i fianchi macchiati della stessa tinta; timoniere centrali bianco-fulviccie, con fascie quasi ovunque complete e distinte bruno-nerastre, le laterali con fascie e mac- chiette pure bruno-nerastre (gior.). Lunghezza totale 0,m340; becco 0,'"055; ala 0,"'1!>0; codaO,m085; tarso 0,"'058. Abita le parti settentrionali d'Europa e d'Asia, giungendo d'inverno sino al- l'Africa, all'India ed all'Australia. In Italia è uccello discretamente abbondante all'epoche del passo e nell'inverno; non è però egualmente distribuito. Sembra nidificare nel Veneto, ma non abbiamo dati positivi. È certo che in parecchie Provincie si trovano Pantane nei mesi estivi, ma non sappiamo se vi si ripro- ducano. d) Becco corto; coda più lunga del becco, le due timoniere centrali pia lunghe delle altre e sopravanxanti; tarso più laitgo del dito mediano con unghia (gen. Riiyacophilus, Kaup). Una sola specie. 384. Totanus glareola (Linnaeus), Piro-piro boschereccio. [Tav. XXXIII, lig. ó e (ìj. Stelo dr/hi I" remigante primaria Inaiar), gli altri scuri; cuopritrici inferiori delle oli ni ascellari bianche, con poche macchiette o tratti scuri ; timoniere centrali con fascie strette e numerose. Testa bruno-nerastra, con strie longitudinali bianco-fulviccie; dorso nero-ver- dastro-lucido, con fascie e tacche irregolari bianco-grigie o fulviccie su entrambi i vessilli; groppone bruno-nerastro, con sottili margini bianchirci: cuopritrici superiori della coda bianche, le più lunghe a fascie bruno-nerastre; un sopracci- glio bianco poco distinto e macchiato di bruno-nerastro: mento, centro della gola, basso petto ed addome di un bianco-immacolato; collo e davanti del petto bianco- cenerini, con macchie subrotonde brunastre che sui lati assumono la forma di strie centrali allungate, di fascie sui fianchi e di macchie e fascie sul sottocoda; timo- niere centrali bruno-cenerognole con numerose fascie bruno-nerastre, qua e là biancastre e le laterali a fascie nerastre e bianche, coi vessilli interni delle tre laterali bianchi; cuopritrici inferiori delle ali bianche, irregolarmente variate di bruno; ascellari bianche con pochi tratti trasversali irregolari o macchiette bruno- nerastre (ad. in prim.) Parti superiori più pallide e con macchie e fascie più nu- merose e più fulviccie; le inferiori variate di cenerognolo, più pallide sul davanti del collo, sul petto e sui fianchi, che hanno fascie meno numerose; timoniere con fascie anche sui vessilli interni delle prime laterali ; sopracciglio più distinto (ad. in nat.). Parti superiori più brunastre nel fondo di tinta, colle strie e colle tacche meno abbondanti tranne sulle ali e sulle scapolari, esse sono di un bianco-fulviccio e si presentano rotondeggianti ed opposte a due, a quattro, a sei; sopracciglio molto distinto; collo e petto cenerognoli, senza o con poche macchie, ma col centro delle penne più scuro; timoniere fasciate (giov.). Lunghezza totale 0,'"225; becco 0,n,029; ala 0,'"125; coda 0,'"0tJ0; tarso 0,'"038. Questa specie abita l'Europa e l'Asia, portandosi a svernare nell'Africa e nel- Tav. 50. ; -. - - — - • . • • .*• • t •*-"'" $■,&.«" :>«•.- :• t- 23. 2b. .' • - - .• i »» i«>. .'fi*.*; ••>•*.* ' •■\;m:,-ì- > >• la. Torcicollo. 1 b. Succiacapre. 2a Rondine. 2b. Cuculo. 8. Upupa. 4. Callo cedrone. 5. Fabiano t!i monte. K. Francolino di monte. 7. Pernice bianca. 8. Fagiano. 9. Starna. 10. Coturnice. 11. Quagli) 12. Sirratte. 13. Folaga, il Gallinella d'acqua. 16, Corriere piccolo. 16. Pavoncella. 17. Piovanello pancii nera. 18. Beccaccino, in. 1, i ine di mare. 21. Beccapesci. 22. Gabbiano comune. 23. Gabbiano reale nordico. wi.wn ORNJT HCO 393 l'India e giungendo fino all'Australia. In Italia è uccello comune, di doppio passo, non ne ebbi mai Dell'inverno, ma solo Dei mesi d'aprile, maggio, agosto, settembre ed ottobre; fu asserita la sua oidificazione Del Veneto, in Lombardia e forse in To scana, ina mancano fatti concreti nanne che pel Veronese, ove ciò sarebbe in dubbiamente provato (V. Dal Nero). Nidifica verso sud fino nella Vallata del Da- nubio e pare nella Spagna (//. Saunders). Tua sola intaccatura su ciascun lato del margine posteriore dello sterno; becco moderato, non più In mio della coda; tarso appena più In min del dito mediano e. u. (gen. Helodromas, Kaup). Due sole specie, una delle quali è Americana e non giunge che casualmente in Europa. 385. Totanus ochropus (Linnaeus), Pvro-pi/ro culbianco. I Helodromas ochropus (L.)]. | I'av. XXXIII, li-. 4]. Tutti gli steli'delle remiganti scuri ; ascellari e cuopritrici inferiori delle ali nerastre, emi strette fast i e angolari biancastre; metà basilari delle timoniere eentrali bianca, metà apicale con tre o quattro fascù m n larghe e trasversali. Parti superiori olivastro-nericcie, largamente marginate di bianco sulla testa e con macchie numerose biancastre sul dorso e sulle scapolari, che sono tinte di 1. Timoniera centrale di T. ochropus. 2. Penna ascellare di T. ochropus. 3. Timoniera centralo di /'. glareola. I. l'i Dna ascellare di T. glareola. bronzino-olivastro; sopracciglio bianco, con macchiette scure: groppone, cuopritrici superiori ed inferiori della coda, mento e gola di un bianco-puro; collo e petto di un cenerino-brunastro sul centro delle penne, bianco sul margine, sono talora visibili barre scure sui lati del petto; fianchi irregolarmente macchiati di bruno-nerastro; Atlante ornitologico. 50 394 ATLANTE ORNITOLOGICO timoniere bianche con tre o quattro fascie nella metà apicale, che diminuiscono verso le esterne e che in taluni soggetti sono del tutto bianche (ad. in prim.). Testa e collo di un cenerognolo-olivastro uniforme; sopracciglio più distinto; macchie delle parti superiori piccolissime bruno-fulviccie poco apparenti; lati del petto col fondo di tinta cenerognolo olivastro e le fascie poco sviluppate (ad. in aid.). Parti superiori con margini cenerino-olivastri e le macchie bianco-fidviccie, quelle delle inferiori lanceolate e sbiadite; fascie sulla coda più strette sulle penne centrali e più larghe sulle esterne e colla subapicale allargata [giovX Lunghezza totale 0,'"235; becco 0,n'040; ala 0,'" 140; coda 0,'"060; tarso 0,"'0.".4. Questa specie per la presenza di una sola profonda intaccatura su ogni lato del margine posteriore dello sterno, pel tarso più breve etc. fu disgiunta dal genere Totanus e posta nel genere Helodromas, come il T. glareola pel tarso in proporzione più corto del gen. Totanus etc. ne fu diviso e collocato nel genere Rhyacophilus, fatti che ho già citato senza adottarli, data la natura generale del presente lavoro. Abitale contrade settentrionali d'Europa e d'Africa, ove nidifica; sverna nelle regioni circummediterranee, nell'Africa, nell'India e nell'Arcipelago Malese. Questa specie è abbastanza comune in Italia durante le epoche del passo e nell'inverno. Secondo il Giglioli nidificherebbe e quindi sarebbe stazionaria nel Veneto (Perii//), in Lombardia (Ferragni), in Toscana (Scivi) ed in Sicilia (Doderlein), ma queste as- serzioni non riposano su dati sicuri; anzi il Savi, Autore del resto pregevolissimo, dice che questa specie nidifica in località che non sono quelle normalmente citate dagli Osservatori più competenti, egli nota che nidifica sulla sabbia e sull'erba, mentre ciò sembra avvenire sugli alberi. Non ho mai veduto tale specie nei mesi di giugno e luglio, e non so che altri ve l'abbiano incontrata con certezza. 386. Totanus solitarius (Wilson), Tiro-pi n> solitario. Più piccolo del precedente, dal quale è più che altro distinto pelle parti su- periori con macchie più numerose; le cuopritrici superiori della coda non bianche, le cuopritrici centrali e le due timoniere mediane sono bruno-nerastre, queste macchiate di bianco, le cuopritrici laterali e le rimanenti timoniere bianche con larghe fascie nere; ascellari e cuopritrici inferiori delle ali a fascie alternate bianche e nere di pari larghezza; statura minore. Lunghezza totale 0,m188; becco 0,m030; ala 0,m130; coda 0,m051; tarso 0,m028. Questa specie abita le parti settentrionali dell'America del Nord, portandosi d'inverno nelle regioni del Sud-America e nidificando nelle terre Artiche. In Eu- ropa arriva accidentalmente soltanto in Inghilterra, ove venne presa due volte. Genere TRINGOIDES, Bonaparte. Becco flessibile, sottile, diritto, poco più lungo della testa e del dito mediano con unghia e meno della coda, con un solco laterale esteso quasi sino all'apice; ali più corte della coda, colle remiganti 2° eguali alle 1°, la distanza intercedente essendo minore della lunghezza del tarso; coda graduata o rotonda, alquanto ampia mi IKT1 ORNITOLOGI* 0 e lai-ira; tarso scalettato, i li'" re. sidieguale. ne mai più lungo del dito mediano con unghia, colla parte nuda della tibia molto ristretta; dito posteriore piccolo, il mediano unito coll'estemo alla base, l'intorno Libero; unghie piccole, ottuse e poco ricurve; statura piuttosto piccola. Questo genere è composto di due specie. 387. Tringoides hypoleucus i.Linnaki - . Piro-pira piccolo. [Actites hypoleucus !.. |. | Tav. XXXIII, fig. 3 |. Remiganti primarit uniformi; le 2l brune coli' apice e la base bianca, le interne colla tinta bruna prevalente, eccetto la 8" e la 9" che sano bianche quasi per intero e cotta fascia nera non completa. 'l'està grigio-brunastro-bronzata, con una linea eentrale nera sul eentro delle penne; parti superiori bruno-grigie-bronzate lucide, con strie trasversali o grandi tacche a ferro di lancia nere, di egual tinta le scapolari e le cuopritrici alari che hanno t'ascio trasversali uerastre e sono terminate qua e là di biancastro; timoniere: le due centrali di un bruno-bronzato uniforme, le altre terminate di bianco, con strie trasversali nerastro spesso irregolari, le esterne a t'ascio bianche e uerastre spesso irregolari; mento, gola e parti inferiori bianche, tinte di cenerognolo sul davanti del collo e sul petto, che hanno linee brunastre strette e centrali (ad. in pria/.', l'arti superiori talora meno bronzate e più opache, sempre più uniformi e meno macchiate di nero; le tinte del collo e del petto più grigiastre e striate (ad. in aut.). Tinte nere delle parti superiori poco cospicue, consistenti in una stretta t'ascia preapicale bruno-nerastra ed in una. seconda apicale fulviccia o con fascie alterne bruno-nerastre o fulviccie, ciò che è più manifesto sulle cuopritrici alari; lati del petto e collo di un grigio più scuro e più uniforme, ma col bianco del resto delle parti inferiori più distinto (giov.). Lunghezza totale 0,m220; becco 0,m025; ala0,m112; coda0,ro060; tarso 0,m024. Abita una larga area, cioè I Europa e l'Asia settentrionale; sverna nelle regioni Mediterranee, nell'Africa. nell'India e nell'Australia. In Italia è specie più die altro estiva e di passo; nidifica ovunque ed è comune, non pochi rimangono tra noi anche nell'inverno, specialmente nelle Provincie centrali, nelle meridionali e nelle Isole ed anche nel Veneto, ma in quest'ultima parte meno frequentemente. 388. Tringoides macularius (Ltnnaeus), Pinro-pwo macchiato. I Actites macularius il. in. |. Remiganti '-"' bianche, tutte con una larga fascia subapicale bruno-cenerina, pan completa mila 8" e nella 9°, che rimano estesa cieca 0}m020; statara minare. Simile al precedente, ma molto più fasciato di nero sulle parti superiori e con numerose macchie, più o meno tondeggianti, bruno-nerastre sul gastreo (ad. in prim.). Come nel precedente '/'. hypoleucus, ma sempre distinti pel carattere delle re- miganti 2° più interne; della statura minore e della mandibola inferiore gialla per una grande estensione; i giovani non avrebbero inoltre strie scure sulla gola {ad. in aut. e ijior.). 396 ATLANTE ORNITOLOGICO Lunghezza totale 0,m210; becco 0,m023; ala 0,"T10; coda0™055; tarso 0,'"022. Questa specie abita le parti settentrionali dell'America del Noni, migrando d'inverno nelle centrali, nelle meridionali e nelle Indie orientali; giunge acciden- talmente in Inghilterra, ove venne colta più volte, quantunque una sola sia la cattura bene autenticata, e questa avvenne nel 1899 (Saunders)', sembra che un individuo sia stato ucciso nella Baviera Renana nell'aprile 1875. Il Contarmi pel Veneto e l'Althammer per il Tirolo citarono tale uccello come comparso nei rispet- tivi paesi, queste asserzioni furono ripetute da altri Autori, che perciò ammisero il Piro-piro macchiato tra le specie Italiane; però non consta che alcuna cattura sia bene constatata ed è quindi da eliminarsi fino a prova contraria. Anche l'as- serzione dello .Schlegel che una piccola colonia si riproduca nella Valle del Po è erronea, e certo frutto di inesatte informazioni. Genere TEREKIA, Bonaparte. Becco molto lungo, quasi il doppio della testa, più alto che largo alla base, sottile, molto curvato all'in su verso l'apice, che è ottuso, e piegato in basso al- l'estremità della mandibola superiore, solcato su ambedue le mandibole sino a 3/4 della lunghezza totale; narici basilari, laterali, lineari; ali lunghe, appuntite, colla la remigante primaria la massima e le secondarie interne allungate riguardo le lee che giungono quasi all'apice della 4;| primaria; coda corta, subeguale alle ali, legger- mente rotondata, di 12 penne; gambe mediocri, sottili, nude sul terzo basilare della tibia; tarso scudettato, subeguale al dito mediano con unghia; dito interno ed esterno riuniti al mediano da una membrana distinta ed estesa sino alla terza falange, tutti e tre lunghi e con sottili marginature, dito posteriore piccolo, ele- vato; unghie piccole, quasi diritte, ottuse. Statura piccola; tinte opache. Questi uccelli abitano di preferenza le rive dei fiumi, degli stagni e dei laghi, anziché le coste del mare ed hanno le abitudini dei Totani. Le loro uova sono di un fulviccio-pallido, con macchie grigio-porporine e bruno-porporino-cupe. Una sola specie compone questo genere. 389. Terekia cinerea (Gùldenstàdti, Tereohia. | I'iltima nana ]. Becco multa curvato all'in su. Parti superiori cenerino-grigie, con una linea centrale nerastra, die è assai più distinta sulle penne del dorso; le scapolari più interne quasi intieramente nere e che formano due bande distinte sui lati del dorso; lati della testa biancastri, con strie grigio-brune; una larga fascia sopraccigliare bianca; gote, gola, alto petto e fianchi bianchi, con line strie centrali cenerino-pallide e con macchie trasversali più cupe, e biancastre alla base delle penne (ad. in prim.). Tinte meno decise, grigiastro- cenerognole, con margini bianchicci indistinti sulle scapolari e sulle cuopritrici delle ali; mancano i due spazi neri sui lati del dorso e le strie nere sul centro delle penne della testa, del dorso e delle cuopritrici alari; tinte fulviccie margi- ATLANTE ORNITOLOGICO 397 nano le penne del groppone, del sopracoda e le timoniere; le strie sui lati del collo e dell'alto petto nerastre ben distinte mi. in mit... l'arti superiori con mar- gini giallo-rossicci ; penne delle spalle e cuopritrici alari con strie a zig-zags ne- rastri all'apice delle penne; timoniere con poche macchie o fascie rossigno-pallidc terminate di fulviccio-rossigno e con una fascia subapicale nerastra giov.). Lunghezza totale 0, 225; becco 0,m050; ala o;"135; coda 0, 063; tarso 0,'"028. Abita le parti settentrionali-orientali d'Europa e le nordiche della Siberia, ni- dificando indie regioni Artiche; migra d'inverno nell'Africa, indie Indie, giungendo tino nell'Australia. In Italia è specie molto rara ed accidentale ; presa almeno sei volte in Toscana, due volte in Puglia, una in Sicilia ed una volta nel Veneto; quest'ultima cattura la cito sulla tede del Sig. Dal Fiume di Badia Polesine, non essendo stato conservato l'esemplare. Genere PAVONCELLA ' . Leach. Becco diritto, piuttosto sottile, subeguale alla testa, flessibile, dilatato e piatto verso l'apice che è ottuso e rotondo, più alto che largo alla base, con un solco sulla mandibola superiore esteso fino a ' -, della sua Lunghezza; narici ba- silari, lineari, laterali; ali Lunghe, un po' più della coda, appuntite, la la remi- gante primaria la massima, alcune 2e interne molto allungate; coda di 12 penne, subrotonda, mediocre, assai graduata; gambe lunghe, nude su più di '/:» della tibia; tarso scudettato, lungo, sottile, un po' più lungo del dito mediano con unghia; diti tre sul davanti marginati e uno all'indietro corto, elevato, l'esterno unito all'in- terno con una piccola membrana, l'interno libero; unghie mediocri, curvate ed acute. Statura piuttosto elevata; sessi differenti, maschi molto più grandi delle fem- mine; piumaggio assai variabile. Di primavera i maschi hanno la testa ed il collo forniti di lunghe penne a barbe decomposte, che sono erigibili in modo da for- mare un grande collaretto attorno alle dette parti e due ciuffi cospicui a guisa di orecchie sui lati della testa, la faccia è nuda e coperta di piccole papille car- nose di vario colore. Le femmine non hanno collaretto e la loro testa è coperta di penne in ogni stagione. 1 Combattenti hanno le abitudini del gen. Totanus; il loro volo è rapido e di- ritto, ma quando spira vento il collaretto riesce di grande impaccio; il grido, ra- ramente emesso, ù un kack, Icack, kick, ketch I Messeri o turitriht, tu wìht (Saunders); sono poligami, il numero delle femmine è molto maggiore, sorpassando di circa 2/;j ed anche più quello dei maschi; di prima vera all'epoca degli amori i maschi ponendosi su di un piccolo rialzo del terreno col collaretto spiegato combattono fieramente pel possesso della femmina lavorila e, quantunque spinte ad oltranza, le loro lotte sono quasi sempre incruente. Migrano in grandi branchi, ma non nidificano che isolati, collocando il nido, nascosto con somma cura, in località pa- ludose e deponendo alla metà di maggio da tre a quattro uova olivastre o ful- viccie, con macchie e chiazze brune o grigio-porporine. Si nutrono d'insetti, di Pavoncella, Leach, 1816 Machete», Cuvier, 1M7. ::ils ATLANTE 0KNIT01 0GK 0 larve di vario genere, di radici, di erbe acquatiche e di riso. Vivono benissimo in domesticità, sono avidi del pane bollito nel latte e di carne cotta; durante la primavera moltissimi vengono presi colle reti tese in località adatte, in Olanda, in Danimarca, ed in altri paesi settentrionali e da noi principalmente sul litorale Toscano; questo fatto ed il grande commercio che si fa delle loro uova uelle re- gioni nordiche ili Europa hanno grandemente decimato questa specie, che è scom- parsa da molti distretti dell'Europa centrale e settentrionale. Da ciò si capisce che imi) sono i soli Ultimili che distruggono
  • < il< < I Genere BARTRAMIA, Lessox. Becco uguale al dito mediano con unghia, poco più lungo della testa, sottile, diritto, col solco nasale esteso per più di a/3 della lunghezza totale e con una leggera rigonfiatura dertrale all'apice; narici lineari, basilari, molto grandi; aper- tura del becco profonda, estesa fino quasi sotto l'occhio ; ali appuntite, più corte della coda, cioè che non giungono al suo apice, colla la remigante primaria la massima, le 2e interne piuttosto allungate; coda graduata, colle timoniere esterne più brevi delle mediane, molto lunga e composta di 12 penne; gambe alquanto lunghe e sottili, colla tibia nuda su di una estensione pari alla lunghezza del dito mediano con unghia; tarso scudettato, quasi il doppio del dito mediano con unghia e del becco; diti corti, lunghi e sottili, tre anteriori, coll'esterno riunito alla base col mediano, il posteriore elevato: unghie piccole, curvate, ottuse, quella del dito mediano dilatata sul margine interno. Statura mediocre. Una sola specie compone questo genere. Questi uccelli abitano le praterie ed i luoghi elevati, lontano dalle coste del mare; migrano riuniti in numerosissimi stuoli; nidificano nelle praterie e lungo i boschi sul limite degli stagni, in una de- pressione sul terreno rozzamente foderata di erbe acquatiche, ove depositano quattro uova grigio-fulviccie o brunastre, con macchie e macchiette bruno-ros- siccie e grigiastre. 391. Bartramia longicauda (Bechstein), Pvro-piro coda Minga. Actiturus longicaudus (Kciist.); Gambetta americana]. Testa bruno-nerastra, con le penne bordate di giallo-fulvo e macchiate di fulvo- rossiccio; una banda centrale, irregolare fulviccia sulla cervice; dorso, groppone e sopracoda neri; parti inferiori bianche, tinte di isabellino e • striate longitudi- nalmente di nero sul petto e sul collo e con fascie nere a zig-zags sui fianchi ; sottocoda rossastro; remiganti l6 bruno-nerastre all'apice e nel vessillo esterno, bianche con fascie nere nel resto; coda lunga e graduata, timoniere rossigne con bande irregolari trasversali nere ed una terza fascia terminale bianca, preceduta da una subterminale nera e con le quattro mediane fulvo-brune, con fascie nere (di!.). Come gli adulti; le tinte fulve più cupe ; il dorso nero-scuro, con le penne bordate di fulvo; le strie sul davanti del collo e del petto meno distinte (giov.). Lunghezza totale 0,ra280; becco 0,1U029; ala 0,"'164; coda 0,'"084; tarso 0,ni044. Abita l'America settentrionale d'estate e la meridionale d'inverno, mostran- dosi accidentalmente nell' Europa occidentale e nell'Australia. Fu presa nove volte in Inghilterra e tre volte in Italia, una presso Genova nell'ottobre 1859 (R. Museo di Genova), l'altra a Malta nel novembre 1865 (R. Museo di Firenze), la terza presso Tivoli nel novembre 1895 (R. Museo di Roma, Conto di Carpegna, in Hit.). Le altre catture Europee non sembrano del tutto sicure. Sottofamiglia TRINGINAE, Trini/ini. Becco poco dilatato, liscio senza solco mediano e coi solchi della mandibola superiore estesi quasi fin all'apice del becco; coda colle due timoniere centrali ATLANTE ORNITOLOGICO +01 spesso sopra vaozanti le altre e senza fascie regolari; tarsi scudettati tutt' intorno; diti completamente liberi alla base. Questa sottofamiglia cosmopolita comprende 12 generi con circa 24 specie. Genere TRINGITES, Cabanis. Becco molto piccolo e corto, acuto e piuttosto duro all'apice, circa della lun- ghezza della testa e del tarso, sottile, diritto, col solco nasale esteso sui 2/3, con le penne che arrivano quasi alle narici; queste grandi, basilari, lineari; apertura della bocca molto estesa; ali lunghe, appuntite, la la remigante primaria la massima, osserva usi particolari macchiette nere sui vessilli interni delle grandi penile; coda poco lunga, rotonda e con le timoniere centrali più lunghe delle laterali ; gambe sottili e nude per un grande spazio sulla tibia; tarso scudettato, sottile; diti tre anteriori liberi alla base e marginati, il posteriore piccolo ed elevato; unghie pic- cole, sottili e poco arcuate. Il piumaggio d'autunno è di poco differente da quello di primavera; statura piccola. Una sola specie compone questo genere; essa abita più specialmente le rive dei fiumi e dei laghi, i prati paludosi e le paludi, tanto in riva al mare che nell'in- terno delle terre; si nutre d'insetti, di piccole chiocciole, di crostacei marini ed anche di bacche e di piccoli frutti. Le sue uova variano dal rossigno al giallo- vivace, con tacche grandi e piccole bruno-rossiccie di vario tono e dimensione. 392. Tringites sub-ruficollis (Vieillot), Piro-piro fulvo. Parti superiori nerastre nel centro delle penne, con marginature bianche e fulviccie specialmente sulle ali; lati della testa, il collo tutto all'intorno e gastreo di un rossiccio-pallido, con macchie scure sui lati del collo e del petto ; vessillo in- terno delle remiganti l6e delle 26 bianco, esse sono marmorizzate di nero su entrambi i lati del vessillo interno, ciò che è più appariscente dal disotto; cuopritrici infe- riori delle ali biancastre, marmorizzate di nero nella porzione basilare, le interne rossiccie, le ascellari bianche; coda grigia senza faseie, con una zona subterminale nera e gli apici bianchi, le timoniere centrali più scure {ad.). Parti superiori con larghi margini bianco-sudici e fulvicci sul groppone e sul sopracoda; parti infe- riori più pallide e le macchie più piccole, così le remiganti marmorizzate più in- completamente (giov.). Lunghezza totale 0,m202; becco 0,'"026; ala 0,m130; coda0,'"054; tarso 0,m027. Il Saunders dice che questa specie si conosce facilmente pelle belle marmo- rizzature nere su entrambi i lati del vessillo interno delle remiganti primarie, delle secondarie e delle cuopritrici inferiori delle ali; superficialmente essa asso- miglia ad un Combattente, quantunque sia molto più piccola di statura. Abita d'estate l'America settentrionale, nidificando nelle parti Artiche, d'in- verno le regioni meridionali fino al Paraguay. Accidentale in Europa, venne trovata almeno dieci volte in Inghilterra, una volta ad Helgoland nel 1845, in Isvizzera sul lago di Ginevra ed infine in Francia presso Abbeville. Atlante ornitologico. ol 402 atlanti: ORNITOLOGICO Genere CALIDRIS, (uvier. Becco lungo quanto la testa e subeguale al tarso, duro, forte, diritto, sottile e flessibile, compresso alla base, dilatato e depresso all'apice, colla mandibola su- periore solcata lateralmente fino quasi all'apice; narici basilari, laterali, strette, aperte nel solco nasale e coperte da una membrana nuda ; ali mediocri, appuntite, la la remigante primaria la massima, le 2C interne subeguali alle 1"; coda sub- rotonda, senza fascie, di 12 penne, subeguale alle ali, colle due timoniere mediane appuntite, sopravanzanti: gambe piuttosto corte, nude per una certa estensione della tibia; tarsi mediocri, scudettati, più lunghi del dito mediano con unghia; diti tre anteriori diretti in avanti, marginati e riuniti alla base da una membrana brevissima, dito posteriore mancante; unghie mediocri, appuntite, ottuse ed arcuate. Statura relativamente mediocre. Hanno le abitudini delle Tringae e formerebbero, secondo alcuni Autori, come l'anello di transazione col Totani: una sola specie compone questo genere, e ni- difica nelle regioni più artiche, portandosi a svernare verso sud. 393. Calidris arenaria (Linnaeus , Piovanello tridattilo. [ Calidra J. [Tav. XXXII, fig. 3 o 1]. Diti in numero di tre /interiori, il posteriore mancante. Parti superiori, lati della testa, cuopritrici centrali della coda, gola e alto petto neri nel centro delle penne, fulvo-lionati misti a biancastro sul margine; groppone grigio-cenerognolo, variegato di cenerino-nerastro; cuopritrici superiori delle ali grigio-cenerognole, con leggiera tinta fulvo-lionata e terminate di bianca- stro; lati del basso dorso, cuopritrici laterali della coda e resto delle parti infe- riori di un bianco-puro; remiganti 2° in gran parte bianche: coda grigio-biancastra nelle penne laterali, nerastra nelle centrali (ad. in prim.). Parti superiori, lati del collo e del petto di un grigio-cenerino-chiaro ed uniforme, collo stelo delle penne nerastro, marginature apicali bianche più o meno distinte e macchiette nere cen- trali sulla testa; fronte, sopracciglio, redini e intero gastreo di un bianco-puro (ad. in aut.). Cervice nera, con marginature biancastre o leggermente fulviccie; parte posteriore del collo bianco-cenerognola, collo stelo delle penne bruno; dorso, sca- polari, cuopritrici alari interne e remiganti 2° interne nere, con macchie margi- nali e fascie bianche o bianco-fulviccie; basso dorso, groppone e cuopritrici su- periori della coda cenerognole, con una fascia subterminale fulviccia, preceduta e susseguita da una nerastra; redini ed una fascia sotto e dietro l'occhio bruno- nerastre; fronte, sopracciglio e gastreo di un bianco tinto spesso di fulviccio, special- mente sul collo e sul petto e col centro delle penne brunastro-cenerognolo sui lati del petto (giov.). Lunghezza totale 0,m188; becco 0,m025; ala 0,'"120; coda 0,'"054; tarso 0,'"026; dito mediano e. u. 0,'"020. Questa specie abita le estreme regioni boreali, ma non nidifica al di là del ATLANTE ORNITOLOGICO 403 Circolo Artico; migra d'autunno giungendo nell'America meridionale, nelle regioni circummediterranee, nell'Africa, nell'India e nell'Australia, sicché può dirsi uccello quasi cosmopolita. In Italia è specie di passo nel settembre ed ottobre e neU'aprile e maggio, si presenta pure come invernale; è però sempre piuttosto rara ed irre- golare nelle sue comparse, anzi nelle Provincie nord-occidentali può dirsi acciden- tale, mentre sembra più frequente in Sicilia ed in Sardegna. Non nidifica, e sono dovute ad erronee informazioni le notizie date in proposito dal Nardo pel Veneto e dal Cara pella Sardegna. Genere TRINGA, Linnaeus. Becco diritto o appena curvato, compresso alla base, depresso, coll'apice ta- lora dilatato, rotondo e piuttosto ottuso, alquanto più lungo della testa e di solito del tarso, con ambedue le mandibole fornite di solco sui lati; narici laterali, ovali, oblique; ali acute, abbastanza lunghe ed appuntite, la la remigante primaria la massima, le 2e interne strette ed allungate; coda appuntita o quadrata, uni- forme, senza fascie, di 12 penne, colle cuopritrici inferiori e superiori lunghe; gambe moderatamente lunghe, sottili, colla parte più bassa della tibia di solito nuda; tarso scudettato, più corto del becco o di varia lunghezza riguardo al becco ed al dito mediano con unghia; diti quattro, tre di fronte, intieramente divisi alla base, il posteriore piccolo, elevato, articolato sul tarso, raramente mancante; unghie alquanto piccole, curve, ottuse. Livrea primaverile differente dall'autunnale; parte posteriore del collodi un disegno più uniforme di quello della testa e del dorso, coi quali offre un distacco sensibile; statura piuttosto piccola o molto piccola; forme slanciate; collo e gambe corte. Il presente genere fu suddiviso in molti altri affini, facendo attenzione a ca- ratteri di lieve importanza ; in questo mio lavoro riunii sotto il nome di Tringa i generi Aciodromas, Hetervpygia, Arquatella, Aneylocheilus, Tringa e Pelidna, ponendo in testa ai singoli rappresentanti i tratti generici differenziali. Sono uccelli in tutto simili, come abitudini e modo di vita, ai Totani ; di estate si raggruppano attorno le regioni più boreali ove nidificano, abbandonandole nell' autunno e di- rigendosi verso sud riuniti in grandi stuoli. Becco, tarso e dito mediano con unghia circa di eguali dimensioni; cuopritrici su- periori della coda (eccetto le laterali) nere, o di un bruno molto cupo (gen. ACTODROMAS, Kaup). Si conoscono cinque specie appartenenti a questo genere ; tre di esse si trovano e sono proprie anche all'Europa, altre due VA. ruficollis (Pallas) e VA. da- macensis (Horsfield) abitano la Siberia orientale. 394. Tringa minuta, Leisler, Gambecchio. | Actodromas minuta (Lkisl.)J. [Tav. XXXII, lig. 14, 15 e 16]. Timoniere esterne bruno-cenerognole; gambe e piedi neri. Parti superiori nere nel centro delle penne, col margine fulvo-rossiccio e l'a- (HI ATLANTE ORNITOLOGICO pice biancastro, il rosso predominando sul nero; parti inferiori bianche, tinte di cenerino e di fulvo sul davanti del collo e dell'alto petto e con macchiette cen- trali uerastre, più visibili sui Lati; sopracoda aero, marginato di rossiccio; steli di tutte le remiganti 1' in gran parte bianchi; timoniere centrali nere, con largo margine nocciola, le laterali cenerognole, marginate di biancastro; gambe e piedi turi (ad. in prim.). l'arti superiori cenerino-brunastre, col centro delle penne scuro e miste a biancastro sul margine ed all'apice; fronte e sopracciglio biancastri: basso dorso, groppone e sopracoda di un bruno-nerastro; parti inferiori bianche, tinte leggermente di cenerino sulla gola, sul davanti del collo e del petto e di bruna- stro sui lati del collo e del petto: timoniere centrali nero-brunastre, le laterali cenerognolo-brunastre, con uno stretto margine bianchiccio (ad. in aut.). Fondo di tinta delle parti superiori nerastro, coi margini delle penne dorsali rossicci o bian- castri; fronte e sopracciglio bianchi; scapolari con largo margine nero; davanti del collo ed alto petto di un cenerino tinto di fulviccio-pallido, con macchie cen- trali brunastre sui lati; bianco dell'addome alquanto sudicio. Lunghezza totale 0,'"145; becco 0,'"019; ala 0,m092; coda 0,m038; tarso 0,m021. La femmina è un po' più grande del maschio, è del resto specie piuttosto varia- bile nelle dimensioni. Questa specie aiuta le parti settentrionali d'Europa e d'Asia tino al Lago Baikal; migra d'inverno nei paesi circummediterranei, nell'Africa, nell'India ed a Ceylan. In Italia è uccello molto comune alle epoche del passo e nell'inverno; in quest'ultima stagione è sopratutto abbondante nelle provincie meridionali e nelle Isole e poco frequente nella valle Padana. I primi branchi arrivano alla fine di luglio e gli ultimi ripartono nell'aprile e nel maggio; sicché, come nota il Giglioli, questa specie rimane assente dalle nostre regioni circa due mesi. Nel Veneto se ne trovano branchetti anche nei mesi estivi, ma non nidificano; ciò sembra av- venire anche in Lombardia (Ferragni). 395. Tringa minutilla, Vieillot, (Intubiceli io minore. Simile alla T. minuta ma visibilmente più piccola, col becco in proporzione più lungo e più sottile, col nero delle parti superiori più accentuato e predominante sul rossiccio; lati della faccia bruno-scuri, senza traccia di rossiccio; centro del davanti del collo e dell'alto petto di un cenerognolo leggermente rossiccio, con strie e macchie bruno-nerastre ben definite; remiganti nerastre, con lo stelo bianco; gambe di un oliva-bruno (ad. in prim.). D'autunno la distinguono dalla '/'. mimila: la statura piccola ed il bruno-cenerognolo del davanti del collo e dell'alto petto, con macchie nerastre e le strie sullo stelo che formano una banda sul petto più o meno distinta (ad. in aut.). Eguale all'adulto in primavera; parti superiori con margini bianchi sulle penne; davanti del collo e petto immacolati e tinti di ful- viccio (gior.). Lunghezza totale 0,'"127; ala 0,m086; becco, tarso e dito mediano con unghia circa 0,'"020. Abita l'America settentrionale, nidificando nelle parti Artiche; sverna nelle re- gioni meridionali sino al Brasile. Accidentale nelle Isole Britanniche, ove venne colto tre volte; mai comparve sul continente. ATLANTE ORNITOLOGICO 405 396. Tringa Temmincki. Leislee, Gambecchio numi. [ Actodromas Temmincki Li.i-i.. ]. [Tav. XXXII. fig. 12 e 13]. Timoniera esterna bianco-pura; gambe e piedi di un bruno-chiaro. Parti superiori grigio-brune marginate di nocciola-vivo, col centro delle penne nero; mento, parte alta della gola, la bassa del petto e gastreo di un bianco-candido; bassa gola e alto petto di un cenerino-grigio leggermente tinto di rossiccio e con macchiette centrali longitudinali bruno-scure, più visibili sui lati: steli di tutte le remiganti scuri, eccetto quello della la primaria che è bianco: coda bruno-cene- rognola nelle due timoniere centrali, bianca e bruna sulle laterali, colle due esterne bianche del tutto; gambe e piedi di un bruno-chiaro o verdastro ad. in prim.). Parti superiori grigio-bruno-verdastre più cupe e nerastre sullo stelo; gastreo candido, eccetto le parti anteriori del collo e del petto bruno-cenerognole, variate di bianco sul margine delle penne ad. in aut.). Parti superiori di un grigio-bruno-bronzato- lucido, con un margine arcuato subapicale nero, susseguito da una fascia apicale gialletta: groppone nerastro, con l'apice delle penne gialletto; gastreo bianco-se- riceo, tinto di cenerino sul davanti del collo e del petto e lavato di gialletto sui lati del collo e del petto, il cui fondo di tinta è più scuro {giov.). Lunghezza totale 0,'"U2; becco 0/017: ala 0,'"093: coda 0,M,047 ; tarso 0,m0 16. Differisce dalla T. minuta per avere: lo stelo della 1' remigante primaria soltanto bianco e gli altri scuri, le timoniere laterali bianche in gran parte e le due esterne del tutto, statura minore, tarso più corto. Abita le parti settentrionali d'Asia e d'Europa, portandosi d'inverno nelle settentrionali d'Africa, nell'India ed a Ceylan. In Italia è specie di passo regolare, arriva e parte all'epoche della T. minuta, con la quale viene confusa molto facil- mente; sicché si ritiene molto più "rara di quello che non sia realmente. L'ebbi con facilità da ogni parte d'Italia, nel giugno dal Padovano e nel dicembre dal Vicentino, ma è più frequente di primavera specialmente nel maggio. Sverna cer- tamente, più che altro, nelle provincie meridionali e nelle Isole. Becco più corto che nei gen. Tringa e Pelidxa e più lungo di quello del gerì. ACTO- DROMAS; cuopritrid superiori della coda bianche e scure; tarso più lungo del dito mediano con unghia (gen. Heteropygia, Coues). Quattro specie, proprie dell'America, compongono questo genere; tre di esse capitano accidentalmente di tanto in tanto in Europa: la H. Bairdi non comparve finora nella Regione Paleartica occidentale ('), fu però colta, quale uccello avven- tizio, nell'Africa sud-occidentale (Damara). 397. Tringa maculata. Vteillot, Gambecchio dal petto fasciato americano. Distinta dalla T. acuminata: pelle tinte meno rossiccie del dorso, del mantello e della cervice, questa nerastra in contrasto colla parte posteriore del collo bruuo- (') Sembra che un indiridno di T. Bairdi sia stato colto recentemente nelle Isole Britanniche cfr. B. 0. C, XI, p. 27, Heteropygia Bairdi (Cones). 406 \ Il AMI ORNITOLOGICO cenerognola; le macchie sulle parti inferiori sono fitte ed allungate, poco estese sui fianchi e su t'ondo di tinta fulviccio-cenerognolo, che t'orma una banda distinta sul petto; gambe brunastre {ad. in prim.). Più bruno; testa e collo unicolori col dorso; caratteri del gastreo come nella '/'. acuminata (ad. in aut.). Molto più rossiccio dell'"*/, in primavera; scapolari e remiganti 2e interne con margini bianchicci; le strie sulle parti inferiori estese anche sul petto (///«'■. . Lunghezza totale 0,m187; ala 0,'" 132; coda 0,'"043; becco, tarso e dito mediano con unghia circa 0,'"027, col becco ed il tarso di solito leggermente più lunghi. Abita le parti settentrionali dell'America, nidificando nelle artiche; migra d'inverno nelle centrali e nelle meridionali. Accidentale in Europa, venne colto circa 25 volte nelle Isole Britanniche, tanto in autunno che in primavera, e sembra vi abbia svernato; non si conoscono catture sul continente. 398. Tringa acuminata (Horsfiei.h , Gambecchio dal petto fascialo siluriano. Parti superiori fulvo-rossiccie sul margine, col centro delle penne nero, ciò che è più accentuato e brillante sulle scapolari e sulle remiganti 2° interne; groppone e cuopritrici superiori della coda bruno-nere, le laterali fulvo-rossiccie a fascie nere; guancie e gola di un bianco-sudicio, con strie brunastre; petto ful- viccio, che forma una banda pettorali- indistinta, con fìtte macchie nerastre allungate o lanceolate, più estese e molto fitte sui fianchi; resto del gastreo bianco; timoniere cen- trali quasi nere, appuntite e sopravanzanti le laterali, queste bruno-cenerine, col margine bianchiccio attorno all'apice {ad. in prim.). Più brunastro sulle parti supe- riori, senza tinte fulvo-rossiccie od appena indicate sulla testa; penne del sottocoda con una piccola stria centrale nerastra sullo stelo \ad. in ani.). Parti superiori molto più rossiccie che negli ad. in primavera e con margini biancastri cospicui sul dorso, sulle scapolari e sulle remiganti 2e interne; strie delle parti superiori meno abbondanti e non estese sul petto (giov.). Lunghezza totale 0,'"202; ala 0,"' 134; coda 0,"'04f); becco, tarso e dito mediano con unghia quasi eguali cioè 0,'"028, il becco insensibilmente più corto ed il tarso appena più lungo. Abita l'Alaska e la Siberia orientale; d'inverno si spinge fino alla Cina, al- l'Australia ed alla Nuova Zelanda. Accidentale in Europa, venne colta due volte in Inghilterra. Il nido e le uova di questa specie sono ancora sconosciute. 399. Tringa fuscicollis, Vieillot, Gambecchio americano. [ Actodromas fuscicollis (Viexix.)]. Becco corto, ma più lungo del tarso; esiste mia fusi-in bianca completa ira il grop- pone e la coda, formata dalle cuopritrici superiori della coda. Parti superiori bruno-cenerognole, col centro delle penne più cupo; gastreo bianco tinto di grigio, con macchie e strie scure sul collo, sul petto e sui fianchi; timoniere bruno-cenerognole colle due centrali lunghe, acuminate e più cupe, la fascia formata dal sopracoda con poche macchie scure {ad. in prim.). Parti supe- riori grigio-brune senza margini; le strie e le macchie delle parti inferiori meno ac- centuate {ad. in aut.). Come gli ad. in primavera, colle marginature bianche molto MI. ANTE ORNITOLOGICO 407 visibili sul dorso e sulle scapolari; il gastreo come in quelli, ma però tinto di fulviccio (giov.). Lunghezza totale 0,m184; becco 0,m025; ala0,m102; coda0,m043; tarso 0,m023. Abita l'America nord-orientale, nidificando nelle latitudini Artiche; migra nelle parti centrali e meridionali di quel continente e nelle Indie occidentali. Giunge accidentalmente in Europa, venne colta almeno 14 volte nelle Isole Bri- tanniche e mai sul continente; la cattura citata dal Giglioli, come avvenuta in Toscana nel 1835, sembra poco sicura. Becco, tarso e dito mediano di differenti misure; becco quasi diritto; tibie piumate; gambe corte; tarso più corto del dito mediano con unghia (gen. Arquatella, Baird). Si conoscono tre specie appartenenti a questo genere: VA. Coitesi, Rigdw. del mare di Bering e dell'America occidentale, VA. ptilocnemis (Coues) dell'Alaska e VA. maritima dell'Europa e dell'America. 400. Tringa maritima, Brùnxich, Piovanello violetto. [ Arquatella maritima o Pelidna maritima (Brììnn.)]. Parti superiori di un grigio molto cupo e quasi nero a riflessi violetti, colle penne della testa striate di bruno e di fulviccio e quelle del dorso e le scapolari di rosso- fulvo e terminate di bianco-fulviccio; parti superiori tinte di nero-grigio sulla gola, di grigio-chiaro sul petto, con numerose macchie bianche e nero-grigie; nel resto bianco, con fitte strie nero-grigie sui fianchi e sul sottocoda; remiganti secondarie dalla 7a alla 9a in gran parte bianche; timoniere centrali, sopracoda e groppone bruno-fuligginosi; timoniere laterali bruno-cenerine (ad. in prim.). Testa e collo di un cenerino-lavagna; parti superiori nerastre cangianti in violetto, con margini cenerino-bianchicci; penne laterali del sopracoda bianche e nere; mento bianca- stro; petto cenerino-lavagna, con margini bianchicci; resto del gastreo bianco, con larghe macchie sul petto e sui fianchi e striscie centrali sul sottocoda (ad. in aut.). Simile; margini delle penne dorsali e delle cuopritrici più pronunciati e bianchi (giov.). Lunghezza totale 0,'"205: becco 0,m030; ala 0,'"140; coda 0,m054; tarso 0,m022. Questa specie è sempre distinta pel groppone e le cuopritrici centrali della coda nerastre; pelle remiganti secondarie interne in gran parte bianche, special- mente dalla V alla 9a, ciò che è visibile anche quando l'uccello vola, e finalmente per le gambe corte ed il colorito generale opaco. Abita le regioni Artiche d'Europa e dell'America orientale, ove nidifica; migra d'autunno nell'Europa temperata e nell'America settentrionale. E specie di comparsa accidentale e molto rara in Italia; venne trovata nel Veneto, in Pie- monte, nell'Emilia, in Liguria, in Toscana, in Sardegna ed in Sicilia. L'ebbi quattro volte nel corso di dieci anni, cioè nel novembre dal Piemonte, due volte nel maggio dal Veneto e nel giugno dalla Sardegna. Comparve nel Veneto anche d'agosto e di settembre, il che darebbe a vedere che forse vi è irregolarmente di doppio passo. Becco molto curvato, lungo, sottile, appuntito, egualmente largo all'apice che nel centro, di poco più lungo del tarso; tibia nuda su di un largo spazio (gen. ANCYLO- cheilus, Kaup). Una sola specie compone questo genere. lOS All.ANTK ORNITOLOGICO 401. Tringa subarcuata (') (Guldenstàdt), Piovanello; [ Pelidna subarquata o Ancylocheilus subarquata (Gììld.)]. [Tav. XXXII, tìg. 7 e 8]. Parti superiori rosso-fulve, col centro delle penne nero ed il margine bianco- grigiastro, sulle scapolari il bianco è molto esteso ed il nero forma fascie irre- golari; groppone cenerino-brunastro, biancastro sul margine; timoniere cenerino-bru- nastre, colle due centrali più scure: lati della testa e gastreo castagno-fulvi, cogli apici delle penne bianchi più o meno appariscenti; qualche macchia nera indistinta sui fianchi e sui lati del petto; centro dell'addome e sottocoda di un bianco tinto di rosso e con fascie nere; timoniere cenerino-brunastre, le due centrali più scure ed il margine biancastro (ad. in prim.). Parti superiori cenerino-brunastre, pivi cupe sullo stelo e col centro delle penne della cervice nerastro ; sopracciglio, groppone, sopracoda e gastreo bianchi, tinti di cenerino sui lati della testa, sul collo e sul- l'alto petto, i cui steli sono brunastri {ad. vn aut.). Parti superiori nerastro-lucide, con larghi margini bianchi o bianco-fulvicci, più cupi sulla cervice; gastreo come gli mi. in autunno ma lavato di fulviccio, colla tinta cenerina meno cospicua e talnra mancante; becco meno lungo e meno curvato {giov.). Lunghezza totale 0,'"210; becco 0,m040; ala 0,m130; coda0.n,050; tarso 0,"'Ol".i. Questa specie varia nelle dimensioni e nella lunghezza del becco, la femmina è di poco maggiore del maschio. Questo uccello abita l'Europa e l'Asia, nidificando nella Siberia Artica; sverna nell'Europa meridionale, nell'Africa e nell'India sino all'Australia; giunge acci- dentalmente sulle coste dell'Atlantico Americano e nelle Indie occidentali. Le sue uova restarono sconosciute fino al 1897, quando Popham le rinvenne alla foce dello Jenissei presso il Circolo Artico. In Italia è specie di passo ed invernale, molto abbondante. Sverna in Sicilia, in Sardegna, nelle provincie meridionali e molto raramente altrove. Durante l'estate se ne trova sempre qualche individuo nel- l'Estuario Veneto, ma certamente non nidificano. Becco diritto; ih 'stanza tra gli apici dette remiganti _'' intinte e quelli dette pri- marie eguale o più della metà del tarso; coda quadrata, eguale; tarso più lungo del dito mediano con unghia (gen. Tringa, Linnaeus). Due specie compongono questo genere, una delle quali la T. crassirostris, Temra. & Schl. abita l'Asia e d'inverno anche l'Australia. 402. Tringa Canuti, Linnaeus (2), Piovanello maggiore. [ Tringa canutus, L. ]. [Tav. XXXII, fig. 5 o 6]. Parti superiori nere nel centro delle penne col margine o macchie rosso-fulve o bianchiccie; groppone cenerino-brunastro, con una fascia subapicale nerastra e (') Guldenstadl veramente scrisse Soolopax sitimi ; becco 0,m0o4; ala 0,'"112; coda0,'"058; tarso 0,n,025. Questa specie è piuttosto variabile di dimensioni e nella lunghezza del boero, si trovano anche individui mollo piccoli da 0,m160 a 0,'"170 in Lunghezza totale, i quali vennero distinti coi nomi di '/'. torquata, Degland ex Briss.) e T. Schinzi (Brehm), il più piccolo che conservo è una femmina olio ha La statura di 0/n165, il suo becco misura 0,m026. Abita le parti Nordiche d'Europa e d'Asia, uidificando nelle Artiche: migra nell'autunno sulle coste del Mediterraneo e dell'Oceano Indiami. In Italia è specie di passo ed invernale; ma siccome nel Veneto è comune anche d'estate, cosi deve prender posto tra le stazionarie; sembra che i molti soggetti che si trovano dal marzo all'agosto nelle grandi paludi dell'Estuario Veneto non nidifichino, ma io ho un pulcino inetto a volare r coperto di 'piumino, che appartiene indubbiamente a questa specie e che venne colto d'attorno a Venezia il 28 giugno 1895. Lo prese il notissimo cacciatore ed imbalsamatore Giovanni Minotto e mentre lo rincorreva gli volavano intorno il maschio e la femmina di T. alpina. Nidifica in Olanda, in Da- nimarca e sembra nella Spagna (Chapman); ma di solito ciò avviene nelle estreme latitudini nordiche. E uccello molto abbondante in Italia. Genere LIMICOLA, Koch. Come nel gen. Tringa; becco quasi tanto alto che largo alla base, molto largo, depresso e piatto, a foggia di lesina verso l'apice che è ottuso e largo, ma curvato leggermente all'ingiù; coda mediocre, subtroncata, colle due timoniere mediane sopravanzauti le laterali; tarso uguale al dito mediano con unghia e più corto del becco; diti anteriori quasi liberi alla base e solo riuniti da una membrana rudi- mentale, un po' più sviluppata nel dito esterno. Una sola specie compone questo genere. 404. Limicola pygmaea(') (Bechstein), Gambecchio frullino. [Limicola platyrhyncha (Temminck) ]. Parti superiori nere con margini fulvicci e biancastri, più larghi sul dorso e sulle scapolari; un largo sopracciglio bianco dalla fronte sui lati della testa, con pic- cole macchie nerastre; parte posteriore del collo nerastra, con marginature bian- chiccie; groppone e cuopritrici superiori della coda aere, con margini nocciola-fulvi, le laterali bianche con fascie nere; mento, alta gola ed addome di un bianco-immaco- lato; gola, collo, petto e lati bianchi leggermente rossicci, con fitte macchie nerastro liruiie; timoniere nerastre, le laterali brunastre, bianche sul margine e sullo stelo 1 .Kit mi liius pynmin m, linehstein, 180'2, (me Luthani); Vringa plalyrhyncha, Temminck, 1815. ATLANTE ORNITOtOttlCO 411 (ad. in prini.). Parti superiori cenerine leggermente brunastre, più pallide sul mar- gine, talora più scure e nerastre sul centro delle penne; sopracciglio bianco- cenerino; euopritrici come il dorso, ma con numerose marginature bianchiccie; groppone e sopracoda nerastri, con margini bianco-fulvi; gastreo bianco, tinto di cenerino sul collo, sul petto e sui lati e con strie centrali scure (ad. in aut.). Si- mile agli ad. in primavera; parti superiori più nere, con margini larghi biancastri e stretti fulvi; sopracciglio più largo: davanti del collo e lati del petto fulvicci, striati di bruno; timoniere laterali in gran parte bianche sul lato interno (giov.). Lunghezza totale 0,'"1 70; becco 0,m032; ala 0/"100; coda 0,'"040; tarso 0,m021. Abita l'Europa settentrionale e la Siberia: sverna nelle contrade d'attorno al Mediterraneo ed al Mar Rosso, nell'India, nella Cina e nelle Molucche. In Italia è specie di passo piuttosto irregolare, tranne nel Veneto, ove sembra apparire tutti gli anni dal luglio al settembre e nell'aprile; fu trovata inoltre in Lombardia, nel Piemonte, in Liguria, in Toscana, nel Napoletano e nelle Puglie, l'ebbi anche dalla Dalmazia, dalla Calabria, dalla Sicilia e dalla Sardegna, sicché apparve un po' dap- pertutto; una volta si riteneva molto rara, mentre realmente ciò non è esatto, quan- tunque sia sempre in generale uccello poco abbondante. Sottofamiglia SCOLOPACINAE, Seolopacini. Becco con un rialzo mediano elevato, molto molle, flessibile, diritto, più lungo della testa, colla parte distale molle e rugosa, piena di porri e di nervi e che co- stituisce un organo sensibile, eccellente e mirabile, usato per ricercare il cibo sul terreno; occhi grandi, collocati molto all'indietro, orificio auricolare aperto sotto gli stessi; coda di regola non fasciata; tarso più corto del dito mediano con unghia; diti anteriori del tutto liberi alla base e quindi affatto senza membrane. Questa sottofamiglia cosmopolita consta di sei generi, dei quali tre hanno rap- presentanti in Europa, uno di essi è tridattilo, in tutti comprendono circa trenta specie; essi vivono isolati e non si riuniscono mai in grandi branchi come le Tringae ed i Totani. Abitano le paludi ed i pantani, eccetto poche specie che sono proprie ai boschi, né si vedono mai nei larghi specchi d'acqua o nelle grandi estensioni nude, sicché non necessitano di colori protettivi e infatti non abbiamo cangiamenti riguardo la stagione e le differenze sessuali sono nulle ; le loro carni sono eccel- lenti a mangiarsi e la caccia difficile, essendo uccelli molto accorti, di volo so- stenuto, rapido e punto facile al tiro. Si nutrono e si muovono più che altro di notte, camminano e corrono con speditezza; il cibo che cercano sul terreno col lungo becco è composto di vermi e d'insetti; depongono quattro uova piriformi in una depressione sul terreno od in un nido rudimentale. Genere SCOLOPAX, Lixnaeis. Becco elevato alla base, lungo, diritto, subterete, compresso, sottile, molle, colle mandibole munite di un solco esteso quasi fino all'apice, coll'apice della su- periore un po' più lungo dell'inferiore e curvato a leggero uncino, entro il quale s'appoggia l'estremità dell'inferiore; narici laterali, basilari, aperte in una membrana 412 ATLANTI". ORNITOLOGI* 0 nuda, che le sormonta; ali moderate, la 1 ' remigante primaria la massima, 2e più interne eguali alla 5" primaria; scapolari grandi e poco allungate; coda ampia, curta. rotondata, ili 11' penne, collo sottocaudali piuttosto lunghe e larghe, con mac cine apicali bianche sulla taccia inferiore delle timoniero: -ambe piuttosto corte e piumate fino all'articolazione tarsale nella specie Europea; tarso torte, si-iniettato davanti, reticolato all'indietro, più corto del dito mediano con unghia ; tre diti an teriori quasi del tutto divisi, il posteriore piccolo e che tocca terra con l'unghia ; unghie piccole, compresse, acute, quella del posteriore che non oltrepassa il ditostesso. Corpo massiccio, tinte opache; colorazioni nere a fascie trasversali sulla testa e sul collo; statura relativamente grande. Hanno abitudini in parte notturne; abitano i boschi di pianura e di montagna, specialmente quegli umidi e vi nidificano, depositando quattro uova che variano dal bianco-grigio al fulvo-bruniccio, con macchie e chiazze bruno-rossiccie e bruno- grigie, di forma e dimensioni varie. 405. Scolopax rusticula ' , Linnaeus, Beccaccia. [Tav. XXXIV. fig. lOe'l'Av. L,ng.l9]. Pi fronte grigio- cenerina; vertice ed occipite con tre fascie irregolari cenero- gnolo-ceciate e quattro nere, che sono di un bajo-acceso nella parte nascosta delle penne; dorso screziato di ce- nerognolo e di bajo-acceso, con fine strie ondeggianti nerastre; gola biancastra; gastreo grigio- fulvi ccio, fa- sciato trasversalmente di bruno; remiganti l6 nere con macchie ceciate, la 1" primaria uniforme senza macchie sul vessillo esterno; timoniere nere, con macchie apicali grigie sulla faccia superiore, bianco-argentee nel di- sotto e castagne sull' orlo del vessillo esterno; piedi carnicini {ad.). Colorito più cupo e più rossiccio; le mac- chie delle parti superiori cenerognole tinte di bianco-ce- ciato; fascie sul groppone e sul sottocoda più larghe e più distinte; parti inferiori più rossiccie; la ^remi- gante primaria macchiata come Ir altre, anche sul ves- sillo esterno igiov.). Lunghezza totale da 0,m420 (massima! a 0,ln400 | dia) a 0,m340 (minima); becco 0,'"0S0; ala 0,ra195; coda 0,'"090; tarso 0,m038. La femmina è più piccola del ma schio. La Beccaccia, varia assai di dimensioni, si distingue una varietà minore detta Beccaccia scopajóla, che avrebbe statura minore, cioè lunghezza totale 0,m340, ala 0,"i7O. tarso 0,'"o:;;s, in essa il becco ed il tarso sarebbero in pro- porzione più lunghi, i colori più cupi e rossicci, le tinte baje assai vivaci, i tarsi bluastri. Questa specie offre inoltre varietà melaniche, Prima remigante 1 di.v. rusticula, a) adulto, h) giovane. (') Linneo veramente scrisse ruttinola, ma siccome deriva dal latino rnslieulus contadinello, oer- tainentr egli preso abbaglio o dove scriversi rusticula. ATLANTE OTiNlTOT.OCICO 413 isabelline ed albine, quest'ultime sono piuttosto rare; non sono rari invece i sog- getti di tinte più o meno vivaci e con lievi differenze individuali. Abita l'Europa e l'Asia settentrionale fino all'Imalaia; sverna nell'Europa meridionale, nell'India e nella Cina. In Italia è specie comune alle epoche del passo, sverna nel Veneto, ma più specialmente nelle provincie centrali e meridionali e nelle Isole. Nidifica di rado tra noi, si hanno notizie a ciò relative dalla Sardegna, dalla Liguria, dalla Toscana, dall'Emilia, dal Piemonte, dal Veneto e sopratutto dalla Lombardia, ove tale fatto avverrebbe più di frequente. Genere GALLINAGO, Leach. Ha i caratteri del genere Scolopax, dal quale è distinto pei seguenti: Becco molto più lungo e dilatato all'estremità: remiganti 2e interne più lunghe e più strette e quasi eguali alle le; coda leggermente rotonda di 14 (G. gallinago) a 26 \G. sterilirà) timoniere; gambe alquanto lunghe, nude su di un piccolo spazio della tibia nelle specie Europee ed in quasi tutte le esotiche. Piumaggio opaco con poche tinte metalliche; le macchie sulla testa e sul collo longitudinali; remi- ganti le col vessillo interno senza fascie; abitano le paludi ed i pantani e sono gustosissimi a mangiarsi. Questo genere quasi cosmopolita è composto di 22 specie. 406. Gallinago mediai'] (Feischi, Croccólone. [Gallinago major i Gm. )]. [Tav. XXXI V, flg. 9], Testa percorsa sui lati da due linee nero-lucide e da tre ceciate, di cui una centrale e due laterali, che dal becco passano sopra l'occhio, tutte terminano alla nuca; dorso nero-lucido, ceciato-bianchiccio sul margine delle penne; grandi mac- chie bianche apieali sulle penne dell'ala bastarda e sulle cuopritrici superiori delle remiganti le; una larga fascia apicale bianca sulle cuopritrici medie e grandi e stretta sulle remiganti 2e; gastreo fasciato fino al basso addome; la remigante primaria brunastro-uniforme-scura sul vessillo esterno; timoniere di un rossiccio- vivo, con la base e fascie nella metà apicale nere, gli apici bianchi delle penne aumentano di estensione verso le esterne, sicché le 4 esterne da ogni lato sono bianche, eccetto per un piccolo tratto alla base (ad.). Timoniere esterne con fascie su entrambi i vessilli, ma il fondo di tinta è bianco-puro ; tinte generali più ros- siccie (giov.). Lunghezza totale 0,'"290; becco 0,m06ó; ala 0,'"140; coda0,m060; tarso 0,'"040. Abita il Nord dell'Europa fino alla Vallata dello Jenissei; sverna in Africa. In Italia è specie di passo, più comune nel primaverile (aprile-maggio) che nell'au- tunnale (agosto-ottobre). Ha nidificato certamente una volta nel Veneto (Ninni) ed è specie discretamente abbondante all'epoche del passo e rarissima quale estiva. ('l Scolopax media, Friscli. 1763, teste Dresser; Scolopax major, Gmelin, 17 Ut VI'I.ANTK ORNITOLOGICO 407. Gallinago gallinago Linnaeus), Beccaccino. [ Gallinago caelestis (J. S. T. Frknzel), G. scolopacinus, Bp. ]. [Tav. XXXIV, fig. 8, e Tav. I,. Bg. 18 |. Si distingue dalla precedente specie per statura minore, becco e piedi in pro- porzione più lunghi; addome senza fascie e biancastro; ala bastarda e cuopritrici superiori delle remiganti le con piccole macchie bianche; cuopritrici alari grandi e medio con stretti apici bianco-cenerognoli, remiganti secondarie largamente terminate di bianco; 1" remigante primaria biancastra lungo il vessillo esterno; timoniere rosso- fulve, nere alla base e terminate di bianco, con una banda subterminale ondulata bruno-nerastra, le tre esterne a t'ascio regolari nerastre su t'ondo di tinta ros- siccio {ad.). Timoniere esterne l'asciate come nel giov. della G. media, ma il fondo di tinta è rossiccio e non bianco {giov.). Lunghezza totale 0,m275; becco 0,m068; ala 0,m130; coda 0,m055; tarso 0,m032. Abita l'Europa settentrionale e l'Asia; sverna nell'Europa meridionale, nel- l'Africa settentrionale, nell'India e nella Penisola Malese fino alle Molucche. In Italia è specie abbondante all'epoca del passo ed anche come invernale; nidifica talora nel Veneto ed altrove (Liguria), ma generalmente ciò avviene soltanto nelle parti settentrionali; ebbi le uova ed i nidiacei più volte nel giugno, però non tutti quelli che si trovano da noi nei mesi estivi nidificano. Il G. Sabinei (Vigors), che venne trovato circa sessanta volte nelle Isole Bri- tanniche e raramente altrove, è una varietà melanica di un bruno-uniforme-scuro della presente specie; lo Scolopax Brehmi o S, Orchmii è una varietà a 1G timoniere, questa fu ritenuta specificamente distinta anche da parecchi Autori Italiani e detta Beccucci un coda larga o /■'. muto, perchè credevasi che non mandasse alcun grido nel levarsi a volo; in questa specie il numero delle timoniere varia da 12 a 18, ma in generale da 14 a 16, cosi essa è variabile come colorito e statura, ma sono differenze di poco momento. Il piumaggio di primavera e d'autunno, quello di giovane e di adulto sono quasi simili; il Beccaccino va soggetto a varietà albine di tinte più pallide o del tutto bianche ed isabelline, ma sono molto rare. Esso si posa talora sugli alberi, specialmente nella stagione delle cove (!). Genere LIMNOCRYPTES. Kaup. Il margine posteriore dello sterno ha due sole intaccature e non quattro (ge- nere Gallinago)] becco piuttosto corto, molto largo all'apice e strettissimo nel centro; coda di 12 penne, appuntita, cuneata, senza fascie, le due timoniere mediane so- pravanzano le laterali; tarsi più corti; unghie acute. Statura piccola. Una sola specie compone questo genere. (') Secondo Harting ( Handb. Brit. Birds, p. 143) un soggetto di G. delicata (Ordì fu UCCÌSO nel- l' agosto lsi;:s in Inghilterra. K s| ie propria dell' Amerioa settentrionale, ove rappresenta il G. gallinago al «pialo somiglia assai assai, sicché la notizia dell'Harding va accolta con le maggiori riserve. ATLANTE OUNITOLOl . H 0 415 408. Limnocryptes gallinula i Linnaeus), Frullino. [Gallinago gallinula (L.)]. [Tav. XXXIV, fig. 7]. Cervice nera, con macchie e margini rossicci; un largo sopracciglio ceciato dal becco alla nuca; parte posteriore del collo brunastra, macchiata di nerastro e di bianco-rossiccio, t'ormando uno spazio distinto tra la testa ed il dorso, questo nero a riflessi verdi e porporini e tacche allungate di un bajo-acceso, con due fascie sui lati ceciato-lionate, formate dai margini delle scapolari; gastreo bianco tinto di brunastro, con macchiette nerastre sui lati del collo, sfumato di bruno-rossiccio, variegato di nerastro sul davanti del collo, sul petto, sui lati e sui fianchi; sot- L. gallinula melanica, uccisa presso Utliue nel genuaio 1897. (Collezione Arrigoni degli Oddi). tocoda variato di rossiccio e nerastro su fondo bianco ; timoniere appuntite bruno-nerastre senza fascie, ma con largo margine rossiccio (ad. in prim.). Le tinte metalliche e le macchie nere sul petto e sul davanti del collo meno accen- tuate; fascia ceciata sulla testa più vivace; petto e davanti del collo più lavati di rossiccio; fianchi e sottocoda rossicci, col centro delle penne nerastro (ad. in aut.). Gli individui a tinte rossiccie accentuate sembrano essere i giovani dell'anno. Lunghezza totale 0,m200; becco 0,m042; ala (VI 10; coda 0,m050; tarso 0,m022. Questa specie va soggetta raramente alle varietà di colorito; io conservo un individuo che presenta un'intensificazione di colorito simile a quella del G. Sabinei, venne colto nel gennaio 1897 presso Udine ed è il primo caso di tal ge- nere che si conosca (Barret-Harailton, in litt.). Abita l' Europa settentrionale fino alla Siberia orientale, nidificando nelle la- titudini più boreali; sverna nelle contrade Mediterranee, nell'India e nella Cina. tu; LTLANTE 0BNIT0L.0G1C0 In Italia è uccello di passo ed invernale connine, ma meno abbondante del Bec- caccino; arriva di settembre e parte in aprile e nel maggio. Le notizie circa la sua nidificazione nel Veneto e nel Trentino meritano conferma e sono poco pro- babili. Sottofamiglia PIIALAROPINAE, Falaropini. Diti con membrane festonate o intere, come quelle delle Folaghe e degli Svassi, ma più larghe e con dentellature lungo la parte posteriore {pianta) del tarso; tarso scudettato e compresso; dito posteriore pre- sente. Statura piccola; piumaggio molle, ma titto ed impermeabile; abitudini acquatiche; l'abito di primavera è molto differente dall'autunnale e quello dei giovani da quello dc.nli adulti; la femmina è più grande dei maschi e più vi- vamente colorita; ambedue i sessi covatili; la muta è doppia. Tre generi assai affini con tre specie compongono questa sottofamiglia; essi sono sparsi nelle regioni boreali Artiche durante l'epoca della riproduzione, migrando molto al sud all'appressarsi del freddo, due delle dette specie sono anche Europee, la terza è confinata all' America. Hanno le abitudini delle Tringae, dalle quali sono ben distinte anzitutto pei piedi lobati, ma però frequen- tano le coste del mare anziché le paludi entro terra e nuotano con molta facilità ed a ragguardevole lontananza dalle sponde. Fabbricano un rozzo nido presso l'acqua e vi depositano quattro uova piriformi bruno-ocracee, con macchie e chiazze bruno- scure o nerastre. l'ioile ili Pkalaropiis. a) per mostrare l'articolazione ile! tarso e la membrana del piede. b) per mostrare la reticolazione della pianta tarsi. (ila Sharpe). Genere PHALAROPUS. Brisson. Becco più lungo della testa, subterete, sottile, diritto, depresso, come a lesina di- ritta; con un solco poco profondo su ambedue le mandibole quasi fino agli apici, questi (apici) in entrambe le mandibole un po' piegati l'uno contro l'altro; narici basilari, laterali, ovali e con margine sporgente; ali lunghe, appuntite, la la remi- gante primaria la massima e subeguale alla 2:l; coda di 12 penne, graduala ; gambe piuttosto corte, sottili, nude circa nel terzo inferiore della tibia; tarso compresso, dentellato nella sua parte posteriore, più corto del dito mediano con unghia; diti anteriori tre, con membrane lobate e margini smerlati, il posteriore piccolo, com- presso, senza lobo, articolato sul lato interno del tarso; unghie piccole, subadunche, compresse. Becco e piedi neri. Una sola specie compone questo genere. ATLANTE ORNITOLOGICO 417 409. Phalaropus lobatus (Linnaeus), Falaropo a becco sottile. [ Phalaropus hyperboreus (L. . Lobipes hyperboreus i..'|. [Tav. XXXIV, Kg. 2 o 3]. Farti superiori cenerino-piombate, più intense sulla schiena che ha parecchie penne marginate di fulvo-gialletto, come una banda su ogni lato del dorso; grop- pone e cuopritrici superiori della coda nerastre, le cuopritrici laterali a fascio bianche e nerastre; mento bianco e cenerino; guancie e gola di un bianco-puro; lati e davanti dell'alto collo e della parte bassa della gola lionato-fulvi, tale colore esteso e misto a cenerino sulla parte anteriore del collo e dell'alto petto; lati del basso collo e petto cenerini, marginati di bianchiccio; resto del gastreo bianco, cenerino-piom- bato quasi per intero sulle penne dei fianchi; timoniere brunastre (fauni, mi. in prim.). Statura minore; tinte meno vivaci, cosi quelle lionate sui lati del collo {mas. ad. in privi.). Fronte, lati della faccia, sopracciglio, guancie e gastreo bianchi, la- vati di cenerognolo sul davanti del collo, sul petto e sui fianchi; nessuna tinta lionata sui lati del collo, che sono bianco-gialletti; testa, parte posteriore del collo, una macchia attorno e dietro l'occhio e groppone nerastri; dorso nero nel centro delle penne, fulvo- chiaro sui margini (ad. in aut. e giov.). Gli adulti in autunno sembrano avere la testa quasi del tutto bianca, eccetto attorno e dietro l'occhio e la parte posteriore della cervice di un cenerognolo-nerastro. Lunghezza totale 0,m182; becco 0,'"021; ala0,m110; coda 0,m048; tarso 0,UI019; dito mediano e. u. 0,"'021. Abita le regioni Artiche del Mondo Antico e del Nuovo; migra verso sud nell'autunno, giungendo sino al Guatemala, alla Cina, al Giappone, alla Valle del Volga ed all'Europa centrale. E accidentale sui due lati del Mediterraneo e così in Italia, ov'è molto più raro del susseguente; fu preso nel Veneto, nel Pie- monte, in Lombardia, nel Canton Ticino, in Liguria, in Toscana e nelle Puglie ('). Genere CRYMOPHILUS, Vieillot. Ha" i caratteri del gen. Lobipes, ma ne è distinto pei seguenti: Becco corto, ingrossato alla base, spianato e visibilmente allargato verso l'a- pice, che è appuntito come a lancetta, lungo quanto il tarso, subeguale alla testa e col solco molto profondo; tarso corto, eguale al dito mediano con unghia; pollice munito di lobo. Becco giallastro e piedi verdastri. Una sola specie compone questo genere. i') Un individuo dell'americano Phalaropus (Steganopus) Wilsoni, posseduto dal sig. J. Whitaker, sembra essere stato ucciso « vari anni or sono » nel Leicestershire (Isole Britauniche), questo fatto è però negato dal signor Montague Browne (Vertebr. Leicest. pag. 151). Anche il sig. H. Saunders (Man. lirit. Birds, see. ed. pag. 568) riporta tale notizia, senza prestarvi lede. Atlante m > /litologico. I 1 8 ATLAN n ORNITOLOGICO 410. Crymophilus fulicarius (Linnaeus), Falaropo a Invio largo. ( Phalaropus fulicarius (L.)]. Parti superiori nerastre con larghi margini fulvo-aranciati, molto più ristretti sulla cervice; sopracciglio, penne sotto e dietro l'occhio bianche; fronte, redini, mento e parte alta della gola nerastre con marginature biancastre, miste a ros- signo; resto delle parti inferiori rosso-mattone colla base delle penne bianca più distinta sui fianchi, con poche lineette scure centrali sui lati del eolio e del petto e poche marginature bianchiccie; cuopritrici alari cenerino-piombate scure, le grandi con una larga fascia terminale bianca; timoniere bruno-nerastre con mar- ginature fulviccie, le laterali grigio-scure, marginate di bianco (mas. ad. in prim.). Tinte più vivaci; cervice nera; bianco dei lati della testa più puro, nero del mento immacolato; colore delle parti inferiori più carico e più uniforme, anche sui lati del collo e del petto (femm. ad. in prim.). Penne davanti agli occhi; uno spazio sulla nuca ed una linea sul margine superiore della regione auricolare neri; parti superiori e lati del petto di un cenerino-celestognolo, variato di nerastro alla base delle penne e sullo stelo delle stesse; fronte, sopracciglio, resto della testa e gastreo bianchi (ad. in aut.). Parte anteriore della cervice bianco-l'ulvieeia, con una larga macchia a ferro di cavallo nera sull'occipite ed una seconda pure nera attraverso l'occhio; parti superiori bruno-nerastre, con marginature gialliccie; gola ed alto petto vinati; nel resto come gli ad. in autunno (giov.). Lunghezza totale 0,'"200; becco 0,"*024; ala 0,'"lo0; coda 0,1U060; tarso 0,a,021 ; dito mediano e. u. 0,'"021. Abita le estreme regioni Artiche del Nuovo Mondo e dell'Antico; migra verso sud nell'inverno, giungendo sino ai paesi circummediterranei d'entrambi i lati, alla Cina, all'Oceano Indiano, alla Nuova Zelanda ed al Chile. In Italia (l) è uccello accidentale; comparve nell'Istria, nel Tirolo, nel Veneto, in Lombardia, in Liguria, in Toscana, nelle Puglie, nel Napoletano ed a Malta, di solito tratta- vasi di individui giovani che vennero presi dall'agosto al giugno (mia Collezione). Sottordine FULICARIAE - Fulicarie. Becco corto e forte, di rado più lungo della testa, compresso, coi bordi taglienti, diritto o leggermente curvato, col culmine che si interna nelle penne frontali e forma uno scudo frontale corneo, largo e nudo; narici lineari o oblungo-lineari ed ovali, aperte di solito in una membrana prolungata; ali molto corte e roton- date, di 10 remiganti primarie; coda corta, di 12 penne molli, rivolte un po' al- l'in su e colle sottocaudali subeguali; tibia poco nuda e talora con un anello di tinta (') Il Savi (Uni. Tose. Ili, p. lii| chiama questa sni'cir cui nome di Phalaropus lobatus, Tonatali, nec Linnaeus, ATLANTI'. ORNITOLOGICO 419 brillante presso l'articolazione tarsale; diti quattro, tre anteriori, il posteriore in- serito in basso, assai lunghi, liberi alla base e talora marginati o muniti di lobi smerlati e fessi; unghie corte e compresse. I giovani sono coperti di piumino e precoci, alcuni mutano due volte all'anno, altri una sola volta; le penne dei fianchi in alcune specie sono molto lunghe e di tinte vivaci; la testa piccola, il collo medio, il corpo più o meno fortemente com- presso; la statura in generale piccola o non molto grande: il piumaggio imper- meabile, sinché l'uccello è in vita. Sono uccelli eminentemente paludicoli, vivono isolati ove i canneti sono più folti ed impenetrabili coli' eccezione delle Folaghe, che frequentano anche le grandi estensioni d'acqua riunite in enormi stuoli durante l'inverno; corrono e s'arrampicano sulle canne con estrema facilità; hanno volo impacciato e lento, alcune specie sembra non volino affatto, altre invece imprendono lunghi viaggi nel periodo delle migrazioni, volano colle gambe pendenti; sono in parte nuota- tori e tuffatori abilissimi. Nidificano frammezzo alle canne in nidi rozzissimi ed assai grandi, deponendo numerose uova giallastre con macchie scure. Si suddividono in due grandi famiglie Rallidae ed Heliornithidae, la seconda delle quali non è Europea. Famiglia RALLIDAE, Rallidi. Ha i caratteri del sottordine, ed è distinta dall'altra più che altro per spe- ciali modificazioni anatomiche. Questa famiglia abbraccia 50 generi, con circa 200 specie ed ha distribuzione cosmopolita. Genere RALLUS, Linnaeus. Becco più lungo della testa, sottile, appena curvato, stretto, compresso alla base, quasi cilindrico all'apice, col culmine che s'interna un po' nelle penne della fronte, la mandibola superiore ha un solco laterale molto lungo, ben distinto e profondo, esteso sui due terzi del becco; narici longitudinali, lineari, aperte nel principio del solco presso alla base del becco, in parte coperte da una membrana; ali mediocri, concave, la la remigante primaria molto più corta della 2a, la 3a e la 4a le più lunghe; coda corta e che sorpassa di poco le ali; gambe robuste e lunghe, collo spazio presso l'articolazione tarsale nudo e reticolato; tarso scudet- tato, più corto del dito mediano con unghia; diti quattro, tre anteriori liberi dalla base, senza membrana marginale, il posteriore inserito sul tarso; unghie mediocri, poco curve, appuntite. Sessi uguali in piumaggio; cangiano le penne una volta all'anno in autunno, e di primavera assumono l'abito più brillante per muta ruptila; sono eminentemente paludicoli, il loro volo è facile, ma raramente lungo; si nutrono d'insetti acqua- tici, di radici e di semi d'erbe acquatiche; le uova sono rossiccio-fulve nella tinta di fondo, con chiazze e macchie grigie e bruno-rossiccie. Si conoscono ventuna specie di Rallus, il genere è cosmopolita, ma però manca nelle alte latitudini boreali. t20 \ I 1 imi ORNITOLOGI! 0 4M. Rallus aquaticus, Linnaeus, Porciglione. [Gallinella |. | T.w . XXX, Bg. 3 e 4]. [ride rosso-aranciata; parti superiori e Iati del petto bruno-fulvicci, con un grande spazio nero allungato sulla parte mediana delle penne, qua e là la rima chiara è lavata di olivastro; sopracciglio, lati della lesta e intero gastreo di un piombato azzurrognolo, nerastro stille redini ed attorno rocchio, più vivo sul petto; fianchi neri a fascie trasversali bianche, colla porzione apicale delle penne tinta d' isabellino; basso addome fulvo isabella, misto a grigio; sottocaudali nere, fasciale di bianco e terminate di fulvo-isabella, le laterali biancastre: timoniere nerastre. tinte di oliva-bruno sul margine ed all'apice ad. in prim. . Time piombate meno pure e lavate di brunastro nella parte apicale delle penne: mento e gola in parte biancastri; parti superiori più olivastre, coi centri neri più spiccati: fascie bianche dei fianchi lavale fortemente di isabella-fulvo (ad. in colorito cenerino-piombato die continua sui lati della gola, ov'è finamente macchiato di bianco; pani superiori come la cervice, ma con macchiette bianche allungate sulla parte esterna del margine, |>iù accentuate sui lati della nuca, sul dorso, sulle scapolari e sulle cuopritrici alari nelle quali sono marginate di nero, in queste ultime il bianco assume la forma di zig-zags; groppone e sopracoda neri, variati di oliva-bruno e di bianco: mento, collo e petto cenerino-piombati, coll'apiee delle penne olivastro e con macchie bianche poco numerose; addome biancastro; sotto- coda ceciato; fianchi bruno-nerastri alla base, a t'ascio bianche ed olivastre nel resto, le bianche precedute e susseguite da un piccolo orlo nero; timoniere bruno- nerastre nel centro, bruno-chiare, con strie bianche sul margine {ad. in prim.). Becco olivastro; sopracciglio con numerose macchiette bianche, che sono pure numerose sul collo e sul petto; tinte meno vivaci e le bianche sulle parti superiori più numerose •mi. in imi.). Gola biancastra; macchiette bianche più numeros 1 estese anche sulla fronte; groppone più scuro {giov.). Lunghezza totale 0,'"220; becco 0,m020; ala (V'HO; coda 0,m050; tarso 0,'"o:!4. Le varietà albine sono molto rare. Abita l'Europa e l'Asia centrale; sverna nelle contrade circummediterranee, nell'Africa e nell'India. In Italia è uccello molto abbondante all'epoche del passo ed anche come estivo e nidificante, giungendo in marzo ed in aprile, ripartendo in ottobre ed in novembre; qualche individuo rimane anche nell'inverno, special- mente nelle provincie meridionali, in tale stagione ne ebbi più volte e ne uccisi io stesso in varie località. La P. carolina (L.), che si distingue dalla P. •porxana pella faccia nera, fu presa nel 1865 nell'Isole Britanniche, ma il Saunders non l'ammette nel suo recente lavoro sugli Uccelli Inglesi. 414. Porzana intermediai1 (Hermann), Schvr&tilla grigiata. [Porzana Bailloni i Vieii.loii, Ortygometra Bailloni (Vieiixot) ]. [Tav. XXX, tig. 9 e 10]. Becco verde-scuro, nerastro all'apice; cervice nera nel centro, con largo margine castagno-olivastro; nuca e parte posteriore del collo di un castagno (piasi unicolore; dorso, scapolari e sopracoda neri nel centro con orlo di un castagno-olivastro e numerose macchie irregolari bianco-lucide estese anche sul groppone: cuopritrici delle ali castagno-olivastre, nerastre verso la base delle penne, alcune dell'esterne e le grandi con macchie allungate bianche, limitate di nero ; angolo dell'ala e mar- gine isterilì) della 1" remigante primaria bianchi; sopracciglio e gastreo cenerino-ce- lestognoli; basso addome, fianchi, scapolari e sottocoda nerastri, con fascie tra- sversali bianche: cuopritrici inferiori delle ali ed ascellari bruno-cupe, con poche macchie o fascie bianchiccie [ad.). Tinte delle parti superiori lavate di rossiccio; testa come il dorso; sopracciglio e gastreo lavali di rossiccio, con fascie trasver- sali scure sid davanti del collo e sull'alto petto; mento biancastro (giov.). Lunghezza totale (Viso; becco 0,m017; ala 0,u,090; coda 0,"'04 7 ; tarso 0,,n028. (') 11 Ballus llusilhis. Palina ÌTTH e, secondo loSharpe (Co*. />'. Brit. Mue. XXIII, i>ag. 106), la forimi orientale della /'. intermedia il lenii, i. ATLANTE ORNITOLOGICO 423 Abita l'Europa meridionale e la centrale verso est sino al Lago Baikal; sverna nella Spagna, nell'Africa e nel Madagascar. È specie di doppio passo in Italia, ma generalmente poco abbondante. In Toscana e nel Veneto è frequente, non è citata pella Puglia (De Romita) e sembra rara in Sardegna. Nidifica certamente nel Veneto e forse in Sicilia. 415. Porzana parva (Scopoli), Schiribilla. I Ortygometra parva (Scop. ), 0. minuta ( Movi . j. [Tav. XXX, flg. 7 e 8]. Il maschio è distinto dalla P. interinali/) pei seguenti caratteri: Grandi cuopritrici alari senza macchie bianche, o se talora esistono non più di una o due; le macchie sulle parti superiori sono poco numerose e ristrette alle scapolari ed al centro del dorso; angolo dell'ala e margine esterno della la remigante bruno-olivastri; cuopritrici inferiori delle ali ed ascellari uniformi, senza macchie o fascie bianche; fianchi bruno- ocracei quasi uniformi: statura maggiore (mas. ad.). Simile nelle parti superiori, solo di tinta più olivastra e più chiara; redini e sopracciglio di un cenerino-azzurrognolo-chiaro; guancie e gola biancastri; resto delle parti inferiori lionato-chiaro; calzoni e parte bassa dei fianchi cenerognoli, con fascie nerastre e biancastre trasversali; dello stesso colore il basso addome ed il sottocoda, che sono tinti di castagno (frinii/, ad.). Come la femmina; scapolari ester- namente con fascie bianche; lati della faccia, sopracciglio e gastreo bianchi, con deboli margini scuri sul petto; poche macchie apicali e scarsamente decise sulle grandi cuopritrici, sulle cuopritrici l6 e sulle remiganti (giov.). Lunghezza totale 0,m190: becco 0,m018; ala 0,ra105; coda 0,'"050; tarso 0,'"030. Abita l'Europa centrale, la meridionale e il centro dell'Asia; sverna nel Nord Africa. In Italia è specie di passo, più frequente di primavera e meno d'autunno, è anche estiva e nidificante nelle parti settentrionali ed in Toscana; è abbondante. Lo Sharpe ed altri Autori hanno collocato questa specie nel gen. Zapornia, Leach pel fatto che i sessi diversificano distintamente, mentre ciò non accade nella P. porzana e nella P. intermedia nelle quali sono, si può dire, eguali. Genere GALLINULA, Brisson. Becco subeguale alla testa, grosso alla base, poco rigonfio all'apice, molto compresso; mandibola superiore convessa, che forma sulla fronte uno scudo fron- tale, largo, nudo, oblungo, tumido, rotondo posteriormente, mandibola inferiore ascendente; narici lineari-oblunghe, mediane; solchi nasali larghi, estesi sui due terzi basilari del becco; ali abbastanza lunghe, concave, la remigante primaria eguale alla 5a, 2a e 3a eguali e le più lunghe, le 2" più corte delle le; angolo del- l'ala fornito di un piccolo sprone acuto; coda molle, corta, di 12 penne, rotonda e che sorpassa le ali; gambe lunghe, nude, se adettate all'indietro, reticolate davanti su di uno spazio abbastanza esteso al di sopra dell'articolazione del tarso, che è fornito di un anello di tinte brillanti ; tarsi più corti del dito mediano con unghia, reticolati all'indietro sui 2/3 inferiori, scudettati sul davanti; diti quattro, tre an- X2i \ 11. kNTE ORNITOLOGI) 0 teriori ed uno all'indietro, Lunghi, divisi dalla base ed ovunque strettamente mar- ginati: unghie sottili, mediocri e molto acute. Piumaggio impermeabile sinché l'animale è vivo: statura abbastanza elevata. .Mutano una volta all'anno come i Ralli. Vivono in riva ai laghi, nei t'ossati delle paludi e sugli stagni ove la vegeta- zione di canne è più densa, nuotano e si tuffano benissimo e se perseguitati si sal- vano il più delle volte immergendosi sott'acqua. Quando camminano tengono la coda volta all'in su: si posano anche sugli alberi, ove talora nidificano. Fabbricano un nido voluminoso e rozzo, deponendo molte uova t'ulvieeie, marchiate e picchiettate di bruno e di grigio. Otto speeie compongono questo genere quasi cosmopolita, una sola delle quali si trova in Europa. 416. Gallinula chloropus fLiNNAEUS), Gallinella d'acqua. j Sciabica J. lu. W.V Hg. 1. -' e T.w. !.. Bg. L4 !. l'Iacea frontale e becco-rosso arancione, quoto sino a metà lunghezza, verdas misto a giallo nel resto: testa, collo e gola di un nero lavagna: parti superiori bruno- oliva scure, lavate di verde sull'alto dorso e sulle scapolari: parti inferiori grigio-la- vagna, tinte di bruno sui fianchi, che hanno larghe strie centrali bianche, alcune penne dell'addome hanno apici biancastri, più accentuati sul basso addome: cuo- pritrici inferiori della coda: le più corte nerastre, le più lunghe bianche; parte nuda della tibia rossa ad. in prim.). Lamina frontale, base del becco, parte nuda della tibia verdastri: margini bianchì più accentuati sulle penne dell'addome e del bass ventre: tinte generali più bruì' 3 ,d. in atit.). Scudo frontale molto piccolo e verdastro come il becco: parti superiori bruno-olivastre: mantello e remiganti i"' interne rossiccie: mento, gola ed addome bianchi: gozzo, petto e fianchi di uu bianco-gialliccio {gio Lunghezza totale 0, 350; becco, dal margine posteriore dello scudo frontale all'apice, 0,m035; ala 0,m175; coda 0,ra08O; tarso 0.:;iv<>. Abita l'Europa, l'Asia. l'Africa, il Madagascar e l'Isola Maurizio, in Italia è specie sedentaria e comune: nelle provinole settentrionali è anche migrante, giun- gendo in marzo e partendo in settembre. Nidifica due volte all'anno, in aprile o nel maggio ed in gingilo o luglio; è sempre più abbondante all'epoche dei pa — Genere PORPHYRIOLA. Livni . Ha i caratteri del genere Porphyrio, ma le narici sono ovali-allungate e aperte in un solco nasale distinto: piumaggio verde e blu: statura piccola. Le Porphyrìolae hanno in tutto le abitudini delle GalUrmlae e formano l'anello di transazione col gen. Porphyrio. Questo genere consta di tre specie, due Ameri- cane, la terza Africana e che arriva accidentalmente nell'Europa meridionale. Sua. levali. Ir. .1/,/. Tmt. p. 131 (1872 . nome corretto, invece di l'urykijnda, Lìlvth. Co*. &. Min. Js. Soc. 7; coda 0,'"220; tarso 0,'"300. Abita l'Europa sud-orientale (Russia) e l'Asia Minore, giungendo sino alla Siberia occidentale ed al Giappone; sverna nell'India nord-occidentale e nella Cina. Nella Russia europea fu trovata accidentalmente presso Pietroburgo (Pallas) ed in pri- mavera è di passo regolare nel Governo di Jekaterinburgo (Nórdmanrì). (') Cfr. Sharpe, Bulk!, lini. uni. Club, u. VII, p. XXXVII (March 28, 1893J. ATLANTE ORNITOLOGICO 431 Genere ANTIGONE, Reichenbach. Testa nuda, così il collo per metà della sua lunghezza; regione auricolare co- perta da un ciuffo di penne; remiganti 2e interne appuntite, che sopravanzano notevolmente le primarie e prolungate al di là della coda. Tre specie, delle quali una arriva accidentalmente nelle regioni orientali di Europa. 425. Antigone collaris (Boddaert), Gru antifone. Testa e porzione alta del collo nude, granulose di un rosso-aranciato, con pochi peli neri; cervice cenerino-verdastra; un ciuffo di penne grigio-cenerine sulla regione auricolare; un largo spazio di penne bianche divide la porzione nuda del collo dalle tinte grigie della parte bassa del collo e del dorso; nella porzione nuda più bassa del collo un anello nudo aranciato; piumaggio generale grigio-periato, più pallido sul sottocoda; remiganti 2e interne allungate, lanceolate, di un bianco-puro (ad.). Testa e parti alte del collo coperte di penne rugginose; tinte generali grigio- cenerine, lavate di rossiccio (gioì-.). Lunghezza totale l,m105; becco 0,m170; ala 0,n,670; coda 0,m240; tarso 0,m280. Abita Astracan e le coste del Mar Caspio, però come specie di rara com- parsa; è propria dell'India centrale e settentrionale. Quantunque il nome di Ardea anUgone, Linnaeus 1758, sia anteriore a quello di Grus collaris, Boddaert 1787, ho preferito adottare il secondo, perchè ora V Ardea antigone (Antigone antigone, Bp.) è riferita alla forma orientale dell'Antigone collaris. Genere ANTHROPOIDES, Vleillot. Testa piumata interamente ; regione auricolare piumata ed ornata di un lungo ciuffo di penne a barbe divise; piume della base del collo ristrette, lanceolate, allungate e pendenti; remiganti 2e interne mediocremente allungate e lanceolate. Statura mediocre. Una sola specie. 426. Anthropoides virgo (Linnaeus), Damigella di Numidia. [Damigella]. Cervice, nuca, parte posteriore del collo e colorito generale di un cenerino- celestognolo; gola e collo, comprese le lunghe penne appuntite e pendenti sul petto, nero-profonde; dall'angolo posteriore dell'occhio un grosso ciuffo di penne bianche a barbe decomposte lunghe circa 0,™110, che si prolungano dietro la testa; remiganti secondarie interne cenerine, nerastre all'apice, molto più lunghe delle altre e piegate in basso; piedi neri (ad.). Tinte più opache; testa e collo di un cenerino- piombato; remiganti secondarie interne e penne pendenti sul petto più corte; ciuffi sulla parte laterale della testa più brevi e cenerognoli (giov.). 432 AII.Wl'K DHNITOLOGICO Lunghezza totale 0,m880; becco 0,'"060; ala 0,m430; coda 0,m182; tarso 0,' "175. Abita l'Europa meridionale, la Russia e la Spagna; comparve accidentalmente in Francia, nel Belgio, in Olanda, nella Germania, nella Svezia ed anche in In- ghilterra (? aufuga). Si trova inoltre nell'Asia centrale sino alla Cina, svernando nell'Africa settentrionale e nell'India nord-occidentale. In Italia è specie molto rara ed accidentale; venne presa dubbiosamente nel Veneto, nel Piemonte ed in To- scana, e positivamente nel Napoletano, in Sicilia, a Malta ed in Dalmazia. La Bàkarica pavonina (Linnaeus) o Gru pavonina comparve più volte nei Ca- taloghi Europei come presa in Inghilterra, fide R. Gray (? aufuga), poi in Sicilia (Malherbe), a Malta e Lampedusa (Savi e Swainson, noe Wright), ma nessuna cat- tura autentica ha avvalorato tali asserzioni. È specie propria dell'Africa occiden- tale, orientale ed equatoriale, che si tiene in domesticità non di rado, e dove vive benissimo. È tosto distinta per un grosso ciuffo sulla nuca di penne gialle seto- lose, filiformi, collo stelo volto a spira e per le caruncole e le membrane carnose, che porta sulle gote e sulla gela. Sottordine HERODIONES - Aironi. Becco allungato-cuneato, duro quasi dappertutto, coi margini taglienti, ap- puntito all'apice, talora uncinato o molto largo all'apice, largo verso la fronte {cui tirostre); redini nude o piumate; palato desmognato; ossa nasali dormali, schizo- rinali nelle Plataleae; ali ampie, larghe, lunghe, di 10 remiganti primarie; coda corta e quadrata, di 10 a 12 timoniere; piede insessore, cioè atto a posarsi sui rami degli alberi; diti lunghi e sottili in numero di quattro, i tre anteriori con mem- brane interdigitali rudimentali, il quarto libero, decisamente insistente od elevato. Sono uccelli di grande statura, dal corpo compresso, la testa è piumata per intero, colla parte bassa del collo nuda, il becco, il collo e le gambe lunghe; la pterilosi si presenta speciale, perchè alcune famiglie sono fornite di spolverini; mu- tano una volta all'anno, però parziali cangiamenti di penne piccole ed ornamentali hanno luogo di primavera e le remiganti, quando sono fruste, possono essere can- giate ad ogni singola stagione (eccetto durante l'epoca delle cove). I pulcini na- scono inetti e nudi, dimorano lungo tempo nel nido, incapaci di reggersi e di nu- trirsi da sé, cure riservate ai genitori per un tempo considerevole. Sono di abitudini semi-acquatiche e si nutrono di rettili, di pesci, d'anfibi, di molluschi e d'altre sostanze animali, che accalappiano camminando, colpendole col becco robusto; sono spesso gregarii, erratici o migranti. Nidificano in località svariate. Questo sottordine cosmopolita consta di circa 60 generi con 160 specie, esso non è rappresentato nelle estreme regioni Artiche. Famiglia ARDEIDAE, Ardeidi. Becco più lungo della testa, diritto o quasi, cultrato, col culmine rialzato o ro- tondo, intaccato, ma non uncinato sulla mandibola superiore, che è fornita di un lungo ATLANTE ORNITOLOGICO 133 solco; narici aperte in un solco abbastanza distinto, basilari, lineari, comunicanti, pervie; remiganti secondarie interne di solito lunghe come le le ad ala chiusa; coda corta, di 10 a 12 penne, molli e larghe; tibie nude per un'estensione più o meno grande; tarsi scudettati sul davanti e talora all' indietro, ma più spesso re- ticolati all' indietro e sui lati; dito posteriore insistente e relativamente molto lungo, l'esterno con una larga membrana basilare, che è rudimentale nell'interno; un- ghia del dito mediano pettinata sul lato interno, quella del posteriore assai grande e curvata. Testa stretta, allungata, piumata, colle redini nude; gli spolverini raggiungono in questa famiglia il massimo sviluppo in modo che ne sono presenti due o più paja ; i tratti sono di solito molto stretti e si riscontrano sul collo, la regione posteriore dello stesso è nuda in basso, ma coperta esternamente dalle penne circostanti allungate. Questi uccelli hanno abitudini marine, palustri, lacustri e fluviali e sogliono starsene lungamente in piedi posati su di una sola gamba, sicché i loro piedi ed i diti talora si presentano inter se rispettivamente più grandi; alcune specie sono sedentarie, ma quelle che nidificano in regioni nordiche si portano d'inverno in latitudini meridionali; camminano con grande facilità e spesso si inoltrano nel- l'acqua, ove essa non è più alta delle loro lunghe gambe in cerca di cibo; il volo è lento, ma sostenuto e durevole; il loro grido è un forte gracidamento ; nidificano in colonie sugli alberi, sui cespugli, sulle roccie o sulle canne, costruendo un nido rozzo e piatto formato di canne e di stecchi; le uova sono grosse, bluastre o ver- diccie immacolate, di vario numero a seconda della grandezza dell'animale, da due a tre nelle specie j)iù grandi, da cinque a sei nelle più piccole; gli adulti sono eguali nel colorito nel più dei casi e differenti dai giovani, tranne in alcuni generi, come il Botaurus, nei quali sono simili; il colore varia, alcuni sono bianchi, altri cenerini e scuri e portano penne ornamentali sulla testa, sul collo e sul dorso note sotto il nome di « egrette », che in alcune specie forniscono un ricercato oggetto di commercio, ma che sono presenti solo negli adulti in abito di primavera, mancando nelle altre epoche dell'anno e nei giovani. Genere ARDEA. Linnaeus Becco lungo più del doppio della testa, forte, diritto, cultrato, con un solco laterale sul culmine e con un'intaccatura subapicale poco accennata sulla man- dibola superiore ed i margini di entrambe seghettati ; redini e spazio davanti agli occhi nudi; ali moderate, che arrivano quasi all'apice della coda, le prime quattro remiganti le subeguali, la 2:i e la 3a le più lunghe, le tre prime intaccate inter- namente; coda di 12 penne, corta e quasi quadrata; gambe lunghe e sottili, nude sul terzo inferiore della tibia; tarsi scudettati sul davanti, reticolati all'indietro e sulle articolazioni; quattro diti, il posteriore insistente e diretto all'indietro, tre anteriori coll'esterno unito al mediano da una membrana distinta; unghie lunghe, curvate, quella del mediano pettinata dal lato interno. Occipite ornato di un ciuffo con due o tre penne lunghe e strette, alcune penne allungate e filamentose in parte sul dorso, ma più che altro sulle parti anteriori Aliante ornitologico. 55 l::( ATI, A Mi ORNITOLOGICO del rullo, mancanti o rudimentali nei giovani; scapolari strette ed allungate; colorito generale cenerino, bianco, castagno e nero disposto per grandi masse. Questo genere (piasi cosmopolita, coll'eccezione delle estreme latitudini Artiche, è composto di 12 specie, delle quali tre si trovano anche in Europa, una di esse però all'atto accidentalmente. a) Tarso decisamente più lungo del dito mediano con unghia; unghia del dito posteriori distintamente curvata e meno di metà del dito stesso (gen. Ardea, L., secondo Skarpe). Consta dì IO specie ed è quasi cosmopolita. 427. Ardea cinerea, Linnaeus, Airone criteri no. | Airone |. Colorito generale delle parti superiori cenerino-chiaro con le scapolari, le remiganti secondarie e le penne del paraptero molto strette, filiformi bianco- cenerino-perlate; fronte, parte centrale del pileo, guancie, gola e sottocoda bianchi; lati del pileo ed occipite neri, con un ciuffo di penne lunghe e pendenti, due delle quali sono inserite sulla nuca e sono più allungate delle altre, collo bianco tinto di cenerino e con numerose macchie nere sulla linea centrale anteriore; sulle parti inferiori del collo vi sono penne strette, lunghe, penden- Testa di A. cinerea, '/, gr. nat. ti alcune immacolate, altre, e sono le più corte, con macchie nere; gastreo bianco, tranne i lati del petto; due lunghi spazi sui lati dell'addome neri; remiganti le nere; margine dell'ala bianco; cuopritrici inferiori delle ali grìgio- cenerognole (ad.). Tinte generali cenerino-scure ; centro del pileo bianco e cenerino; piume occipitali e le pendenti sul collo meno lunghe; collo e lati del petto cene- rini, quest'ultimi con strie biancastre: parte bassa della gola e davanti del collo con lunghe e larghe strie longitudinali nere; gola ed addome biancastri (giov.). Lunghezza totale l,ra000; becco 0,m122; ala 0,'"470; coda 0,m180; tarso 0,m150; dito mediano e. u. 0,m103. Abita l'Europa, l'Asia, l'Africa e l'Australia, manca in America. In Italia è specie comune e stazionaria, ma più abbondante all'epoche del passo e durante l'inverno nelle provincie centrali, meridionali e nel Veneto. Nidifica in numerose colonie nei luoghi paludosi da maggio a luglio, al complesso dei nidi si dà il nome di garxaie. 428. Ardea melanocephala, Vigoks <$ Childeen, Airone dal collo nero. Colorito generale delle parti superiori nerastro, tinto di cenerognolo sul man- tello e sul dorso, colle scapolari allungate cenerino-periato; lati, parte posteriore del collo e nuca neri, questa con due lunghe penne liticali grigio-lavagna; guancie ATLANTI': ORNITOLOGICO 435 e gola bianche, quest'ultima in parte bianca alla base delle penne con strie e macchie nere nel resto; Lunghe penne del davanti del collo grigio-periate, alcune col centro nero; lati del petto e resto del gastreo di un grigio-cenerino uniforme; cuopritrici inferiori delle ali bianche (ad.). Più brunastro dell'adulto; testa nera; ciuffo occipitale meno lungo; parti superiori brunastro-cenerognole; parte poste- riore del collo grigio-cenerognola; gastreo bianco, tinto di fulviccio sul davanti del collo che ha macchie nerastre e sui lati del petto, che hanno i centri bian- chi (giov.). Lunghezza totale 1,'"000; becco 0,m154; ala 0,"470; coda0,m180: tarso 0,'"173; dito mediano e. u. 0,'"110. Abita le regioni dell'Africa tropicale ed è accidentale sulle coste Mediterranee d'ambo i lati. Comparve una volta in Provenza nel 1845 ed una seconda sul Piccolo Rodano, ma questa seconda cattura è poco accertata; pare sia stato colto anche in Ispagna (Degland). Mai comparve finora in Italia. b) Dito mediano u/olto lungo ed eguale al tarso in dimensioni; unghia del dito posteriore più lunga della metà del dito stesso e solo leggermente curvata (gen. Pyrrhe- rodias, Finsch & Hartlaub, secondo Sì/arpe). Due specie compongono questo ge- nere, la seconda delle quali, detta P. manillensis, venne recentemente distinta dallo Sharpe ed abita l'Asia orientale, la Penisola Malese e le Filippine. 429. Ardea purpurea, Lixnaeus, Airone rosso. [Tav. XXXVI, fig. 3]. Parti superiori cenerino-scure, con le penne allungate e strette di un grigio- biancastro e di un rossiccio-chiaro; pileo nero-verdone, sull'occipite un ciuffo con due o tre penne allungate, sottili e pendenti; cervice e lati del collo rosso-fulvi, con una linea bianca centrale posteriore e due laterali nere; gola bianca; penne della base del collo lunghe, strette, pendenti, bianco-ceciate all'apice, fulviccie alla base, quelle sul davanti del collo rossigno-fulviccie, biancastre sulla linea centrale e con nume- rose e larghe macchie allungate nerastre; lati del petto ed addome castagni, col centro delle dette regioni in gran parte nerastro; coda, fianchi e calzoni rossicci (ad.). Parti superiori cenerino-nerastre, cioè con strie allungate nere e un mar- gine assai largo bajo-lionato vivace; pileo nerastro anteriormente, nel resto ca- stagno-vivo, le due o tre penne occipitali o mancanti o assai corte; collo fulvo- rossiccio-chiaro con grandi macchie allungate nerastre, i lati rossicci senza la stria nera centrale e le due laterali, penne della base del collo dello stesso co- lore, ma più larghe e più corte e cosi le filiformi delle parti superiori, che sono mancanti o quasi; parti inferiori bianco-fulve, con poche macchie allungate ne- rastre (giov.). Lunghezza totale 0,m900; becco 0,m112; ala 0,'"380; coda 0,'"120; tarso 0,'"130; dito mediano e. u. 0,'"130. Abita l'Europa centrale e meridionale, spingendosi fino all'Asia centrale; sverna nell'Africa e nel Madagascar; compare irregolarmente durante la buona stagione nell'Europa settentrionale. In Italia è specie molto abbondante all'epoche del passo e come nidificante in colonie nel maggio e nel giugno, riparte in settembre. Il fatto della sua ibernazione in Sicilia (Doderlein) ed in Sardegna (Lepori) merita conferma. 136 VTl.ANTK ORNITOLOGI) Genere HERODIAS, Boee. Becco lungo, piuttosto sottile, coi margini delle mandibole interi ed mia in- taccatura subterminale sulla superiore; parte nuda della tibia più estesa, pari alla metà superiore della tibia stessa. Color dominante bianco-puro, talora per intero; collo molto lungo e sottile; occipite senza ciuffo, ornato negli adulti in date stagioni di qualche penna stretta, appuntita e pendente che si osserva anche sul basso dorso, cosi il dorso ha un enorme cumulo di penne lunghe a barbe rade e filiformi e con lo stelo lungo, arricciato e volto all'in su verso l'apice; le dette penne ornamentali sono note sotto il nome di egrette ed il loro complesso sulle parti superiori viene chiama tu treno dorsale, tutte queste penne sono mancanti o poco sviluppate negli adulti in abito d'autunno e nei giovani. Queste sono le particolarità che distinguono le Herodias dal gen. Ardea, del quale hanno eguali le abitudini ed il modo di vita. Si conoscono cinque specie appartenenti a questo genere, che alcuni Autori dividono nei due nominati Herodias e Garxetta. a) Becco più '(irto del ilihi mediano con unghia (l)', nessun ciuffo sull'occipite, che porta però alcune penne speciali, fioro allungate ependenti (gen. Herodias, Boie). Genere cosmopolita, composto di tre specie. 430. Herodias alba (Linnaeus), Airone bianco maggiore. ( Egretta alba (L.); Airone bianco, Sgarza"]. Bianco di neve, colle penne dell'occipite ali pianto allungate e quelle della parte anteriore del basso collo lunghe ed appuntite; sul dorso 40 penne (nei sog- getti più completi) con lo stelo lunghissimo, arricciato e rivolto all'in su nella porzione apicale e con le barbe rade, lunghe, filiformi, che si estendono oltre la coda: becco nero; spazio perioftalmico nero-olivastro ; piedi nerastri (ad. in prim.). .Mancano le lunghe penne dorsali o ve ne sono in minor copia; il bianco del piu- maggio leggermente tinto di gialletto; penne del basso collo più corte: becco giallo, nerastro all'apice {ad. in imi. e giov.). Lunghezza totale da l,m050 a l,m120; becco da 0,m120 a 0,m140; ala da 0,m400 a 0,m460; coda da 0,m150 a 0,m190; tarso da. 0,m160 a. 0,m215; dito mediano e. u. 0,m110 (in media). Abita. l'Europa meridionale fino all'Asia centrale e verso sud l'Africa, l'India ed il Burina. Questa specie si è fatta ora scarsa nelle paludi dell'Ungheria, della Dobrugia e di altri paesi orientali d'Europa pell'enorme strage fattane a scopo commerciale. In Italia è uccello di passo invernale, i primi si vedono nel Veneto in agosto e vi si trattengono sino a maggio. In alcuni punti della Laguna di Venezia (Burano) sono abbastanza frequenti; vivono in branchi numerosi, che arrecano no- i \.-i soggetti, che esamina.!, riscontrai inesatto questo carattere dato dallo Sharpe. ATLANTI'. OIÌNITOLOGICO 437 tevolissimi danni alle coltivazioni di pesce; è sempre specie estremamente localizzata, così non è molto rara in Sicilia, in Sardegna e nelle Puglie; altrove, ma sopra- tutto nelle Provincie nord-occidentali, è rarissima. Non nidifica. L'/I. melanorhyncha del Bonaparte, citata da questo Autore tra gli uccelli di Sicilia, deve riferirsi agli individui a becco nero dell'//, alba. b) Becco più lungo del dito mediano con unghia; nessun ciuffo occipitale, ma poche penne speciali, molto allungate e pendenti (gen. Garzetta, Kaup). Due specie, una delle quali [Garzetta nigripes (Temm.)| abita Griava, le Mollicene e l'Australia. 431. Herodias garzetta (Linnaeus), Garzella. [Egretta garzetta (L.ì: Sgarzttta ]. [Tav. XXXV, fig. 9], Bianco di neve con le penne dell'occipite allungate, comprese due lunghe circa 0,'"170, pendenti e lanceolate; parte anteriore del basso collo con penne giallastre lunghe, sottili e pendenti ; sul dorso molte penne con lo stelo lungo, filiformi, con rade barbe e che giungono al di là della coda ; spazio perioftalmico blu-piombato; becco nero, giallastro alla base; tarso nero; diti gialli {ad. in prim.). Mancano le lunghe penne sull'occipite e sul dorso un/, in a al.). Mancano le penne lunghe sul basso collo; diti nerastri (giov.). Lunghezza totale 0,'"600; becco 0,'"090; ala 0,'"290; coda 0,'"100; tarso 0,"'105; dito mediano e. u. 0,'"075 Abita l'Europa meridionale, ove diminuisce sempre più per la caccia spietata, cui vien fatto segno a scopo commerciale; si estende fino alla Cina ed al Giap- pone, all'India e Ceylan, alle Filippine, alla Penisola Malese e a tutta l'Africa. in Italia è specie di passo ed anche estiva; in Sardegna ed in Sicilia sarebbe stazionaria, ma è sempre più copiosa di primavera. Di solito è poco abbondante, in talune delle provincie nord-occidentali rara, comune nelle Isole maggiori ed in Puglia, scarsa nel Veneto. Questa specie può rialzare completamente l'abbondante treno dorsale (Lilford), ciò che non fu osservato nell'I/, alba. UH. xanthodaetyla del Rafinesque e YH. egrettoides del Cara devono riferirsi a questa specie. La Mesophoyx intermedia (Hasselt) fu citata dal Temminck sotto il nome di Ardea intermedia come comparsa in Sicilia, ma tale notizia basa su inesatte informazioni (Schlegel), secondo lo Schembri essa dovrebbe riferirsi nei riguardi di Malta al Bubulcus lucidus, ciò che mi sembra strano, data la differente statura ed il piumaggio di tipo affatto dissimile. La vera M. intermedia abita l'Asia dall'India alla Cina ed all'Arcipelago Malese; ha un ciuffo sulla testa ed un treno dorsale immensamente sviluppati, il piumaggio è bianco col becco nero. Genere BUBULCUS, Bonaparte. Becco relativamente breve, più corto del dito mediano con unghia, colla mandibola superiore ovunque curvata e l'intaccatura subapicale indistinta; por- zione nuda della tibia minore della metà della sua lunshezza. t:'.S ATLANTE ORNITOL* » . K i > Gambe e collo poco lunghi; piumaggio bianco, tinto di rossiccio o d'aranciato in varie parti; le piume dell'occipite, quelle del gozzo e le dorsali lunghe e lili formi; statura piuttosto piccola; becco giallo: sessi eguali, giovani poco differenti. Questo genere consta di duo specie. Hanno abitudini diurne: nidificano in colonie; frequentano le praterie, ove pasturano le truppe di bufali e si posano anello sul loro dorso, nutrendosi degli insetti e dei vermi che quegli animali sco- prono camminando e il nome di Bubulcus deriva da tali abitudini. 432. Bubulcus lucidus (Rafinesque), Airone guarda-buoi. [Bubulcus ibis il'., portóni); Sgarza guarda-buoi ]. Bianco-candido, con le lunghe penne del pileo che ricadono sulla cervice, le lunghe del gozzo e l'abbondante treno ornamentale sul dorso di un rosso-lionate: mento, gola e davanti del collo tinti di vinato; becco giallo; piedi gialli misti a nerastro (ai/, in prim.). Manca il treno ornamentale del dorso; cervice rossiccia: colorito generale bianco-rossiccio (ad. in aut.). Come gli adititi in autunno; pileo, cervice e dorso leggermente fulvicci (giov.). Lunghezza totale 0,m470; becco 0,'"060 ; ala 0,m265; coda 0,m097; tarso 0,m078 ; dito mediano e. u. 0,'"079. Questa specie abita l'Europa meridionale, cioè la Spagna ed il Portogallo; nel Nord fu presa solo in Inghilterra e le sue catture nella Russia meridionale, nella Slavonia, nella Grecia ed in Francia sono assai rare; la vera patria sarebbe l'Africa ed il Madagascar, in Asia si trova fino nelle regioni centrali. È acciden- tale e molto rara in Italia; venne finora colta nel Piemonte, nel Nizzardo, in Li- guria, in Toscana, nelle Puglie, in Sardegna, in Sicilia ed a Malta. Non so però se tutte queste catture siano bene accertate; più volte vidi dei sedicenti V>. lucidus, che invece erano vere e proprie Garzette. Il Giglioli ha citato fra le specie italiane il Guarda-buoi indiano ili. coromandus, Bodd.) su di un esemplare ucciso dal Comba in Piemonte. Però la notizia non sembra del tutto sicura (Salvadori); anche il Malherbe l'aveva indicata, su dubbiose refe- renze, tra gli uccelli di Sicilia. È specie di poco diversa dal />'. lucidus, che rap- presenta nell'Asia orientale e meridionale e del resto non fu mai presa in Europa. Genere ARDEOLA, Bole. Becco diritto, uguale in lunghezza al dito mediane con unghia, meno del doppio della testa, le due mandibole seghettate poco apparentemente nella porzione1 api- cale, coi solchi sulla superiore quasi nulli e basilari; tibie nude sul terzo inferiore; tarso più corto del dito mediano con unghia. Colori dominanti lionato-chiaro e bianco; becco bicolore; penne della cervice strette ed allungate, quelle della nuca ornamentali e pioventi sulla parte poste- riore del collo, che è coperto di piumino; treno ornamentale sul dorso sviluppa tissimo; penne dei lati del collo allargate, dirette all' indietro, quelle del gozzo ornamentali; sessi uguali, adulti differenti dai giovani. Amano le paludi; raramente si posano sugli alberi: hanno abitudini migra- \ 1 1 V.NTE OItNITOLOGICO 139 torie; quattro o cinque specie compongono questo genere proprio al Mondo Antico, di queste una sola è anche Europea. 433. Ardeola ralloitles (Scopoli), Sgwza omffetto. [Tav. XXXVI, fig. 5 e 6]. Collo, gozzo, lati del petto e scapolari di un giallo più o meno dorato, colle penne della testa e della nuca assai lunghe e pendenti sul collo, con stretti margini nerastri che divengono submarginali sulle più lunghe occipitali, le quali sono bianche nel resto; dorso con le penne molto lunghe ed a barbe distinte di un rossigno-arneti- stino; ali, groppone, gola, gozzo, basso addome e coda di un bianco-puro; becco nero nel terzo apicale, cenerognolo-bluastro nel resto (ad. in prim.). Come gli adulti in primavera; lunghe penne del pileo e della cervice meno sviluppate, quelle della nuca come quelle del pileo e non tanto lunghe; cuopritrici alari lavate di ocraceo; dorso, scapolari e remiganti 2e interne di un bianco-gialliccio 'mi. in aùt.). Simili: steli delle remiganti primarie nerastri; coda lavata di bruno all'apice (fjioc). Lunghezza totale 0,'"450; becco 0,m069; ala 0,'"235; coda 0,'"085; tarso 0,'"060; dito mediano e. u. 0,"'070. Abita le contrade del Mediterraneo e l'Europa centrale, estendendosi fino al Mar Caspio e d'inverno l'Africa; è accidentale nell'Europa settentrionale. In Italia è specie di passo, più abbondante di primavera aprile e maggio) e rara di autunno (settembre), tranne in Sicilia (Doderleirì) ed in Puglia (De Romita), ove sarebbe egual- mente comune alle due epoche del passo. Sembra nidificare in Sicilia e nel Piemonte e forse raramente nel Veneto. È abbastanza frequente, ma non egualmente distri- buita ; si presenta più sparsa nelle provincie centrali e nelle meridionali. UÀ. so- loniensis, Gm. citata dal Risso sarebbe riferibile a questa specie (Giglioli) (l). Genere ARDETTA, G. R. Cray. Becco quasi diritto, poco distintamente seghettato, sottile, appuntito, col cui mine intaccato nella porzione subapicale ed un po' piegato all' ingiù; 2:| remigante primaria la massima; coda di 10 penne, molli e corte; gambe corte, piumate fino quasi al tarso; dito mediano con unghia subeguale al tarso. Le Ardettae come i Botauri hanno due paia di spolverini, mentre i veri Ai- roni ne hanno tre; adulti differenti tra loro e dai giovani; piumaggio distribuito in grandi masse; statura piccola: penne dell'occipite allungate in forma di ciuffo corto, appuntito, che non copre la parte posteriore del collo, che è nuda; quelle dei lati del collo allungate, larghe, rivolte all' indietro; quelle del gozzo lunghe, appuntite, pendenti; manca il treno ornamentale sul dorso; corpo molto compresso. E un genere cosmopolita composto di 10 specie, che mancano nell'estremo Nord; sono paludicoli ed hanno abitudini piuttosto notturne, restando durante il giorno nascosti nel più fitto delle paludi; si posano spesso sugli alberi; le loro uova sono bianco-bluastre. (') Il Sutorides virescens IL.) sembra essere stato ucciso una volta nella Gran Bretagna iCìi. Sawle) nell'ottobre 1889. Abita l'America settentrionale, la Centrale, Panama e il Venezuela. 140 \ 11. AMI. ORNITOl OGICO 434. Ardetta minuta l.i\\\i.i>i. Tarabusino. \ Vonnotlo]. | Tw. XXXVI, fig. 10, li e i- |. Partì superiori di un aero-verdone, eccetto la parte posteriore del colio mula, ma nascosta dalle penne laterali isabella rossiccie: le piccole cuopritrici delle ali ce ciato-unicolori; le medie e le grandi lavate di grigio; lati della taccia rossiccio vinati: parte anteriore del collo e gastreo ceciati: lati della gola ed addome bruna- stri: penne dei lati del petto nere nel mezzo, con largo margine ceciato (mas. mi. . Parti superiori nero-brune; le penne del dorso, le scapolari, le remiganti l"1 interni/ castagno-brune, fulviccie sui margini; lati della faccia rossigni, quelli del collo (piasi castagni; gola, collo, petto e fianchi con strie centrali nerastre (femm. (al.). Si- mile; parti superiori più opache e brunastre coi margini più rossicci e più larghi; cuopritrici alari col centro scuro; strie sul gastreo più numerose e più larghe (giov.). Lunghezza totale 0,'"250; becco 0,",04S; ala 0,'"148; coda 0,"'05f>; tarso 0,'"0 l;">: dito mediano e. u. 0,"'04t'>. Abita l'Europa centrale e meridionale fino all'Asia centrale ed all'India nord occidentale; è di comparsa irregolare nell'Europa settentrionale; sverna nell'Africa. In Italia è specie estiva e di passo, abbondante ovunque. Nidifica in maggio e nel giugno. L' Ardeirallus Sturmi (Wagl.) fu indicato dal Bonaparte e susseguentemente dal Degland & (ierbe come comparso nei Pirenei. Tale notizia è certamente infondata: questa specie abita gran parte dell'Africa. Genere BOTAURUS'i, Brisson. Come nel gen. Ardetta. Becco alquanto più lungo della testa, forte, mandibola superiore curvata all'iugiù, con intaccatura subapicale e pettinata indistintamente; remiganti 2° interne lunghe quanto le 1", le tre prime primarie eguali e le più lunghe; gambe di moderata lunghezza; tibia nuda sul terzo inferiore; diti lunghi specialmente il posteriore, che è articolato sull'interno ed insistente; unghie lunghe e forti specialmente quella del dito posteriore, che è molto curvata e subeguale al dito stesso. Collo abbastanza lungo; statura discretamente elevata: piumaggio fitto e molle a tacche, a strie ed a zig-zags scuri; penne dell'occipite allungate, larghe e ot- tusamente quadrate all'estremità; quelle sui lati del collo e sul gozzo molto al lungate, le prime dirette obliquamente all' indietro così da coprire la parte poste riore del collo, che è nuda e solo rivestita di piumino molle, le seconde formano un ampio ciuffo pendente sul petto; nessun treno ornamentale sul dorso. Cinque specie compongono questo genere cosmopolita, una di esse è Europea, una seconda vi giunge di quando in quando. Hanno abitudini più notturne che diurne, cibandosi di notte e sul crepuscolo; paludicoli e indolenti, amano staisene l'i Botaurus, Brisson, L760; nec, Stephene, in Shaw, 1819, ATLANTE ORNITOLOGICO 441 lungamente immobili nel più folto delle canne; i sessi sono uguali ed i giovani leggermente differenti dagli adulti. 11 loro nome deriva dall'ululato che emettono specialmente di notte e sul quale si formularono le più strane credenze. 435. Botaurus stellaris (Linnaei rs i, Tarabuso. [Tav. XXXVI, flg. 4]. Pileo nero uniforme, con le piume più lunghe ed erettili terminate di fulviccio; un mustacchio bruno-nerastro passa sotto l'occhio e inquadra solo lateralmente la gola, che è bianco-gialletta; tinte generali fulvo-ceciate, più vive sul collo con numerose fascie e macchie irregolari scure, più grandi e del tutto nere sul dorso e sulle scapo- lari, bruno-nere sui lati del petto e sulle parti inferiori, rosso-brune picchiettate di nero sulla gola, sulle lunghe penne pendenti sul davanti del collo e sulla linea centrale del petto; cuo- >,„ * pritrici alari a zig-zags neri e bruni su fondo fulvo più o meno rossiccio e ceciato; ala bastarda, 1° cuopritrici e remiganti con fascie a zig-zags bruno-nerastri e rossiccio-scuri (ad.). Le tinte fulve sono meno accentuate e le nere più bru- nastre (gÌOV.). Tosta tli B. stellari*, Lunghezza totale 0,'"710; becco 0,'"070; ala 0,m350; coda 0,m120; tarso 0,'"097; dito mediano e. u. 0,,n120. Abita le parti temperate dell'Europa e della Regione Paleartica in generale, nonché l'India nord-occidentale, Burina ed è di comparsa irregolare nel nord del- l'Europa. In Italia è specie sedentaria nel Veneto, nelle provincie centrali, nelle meridionali e nelle Isole; però è più comune all'epoche del doppio passo. Nidifica ovunque vi siano estese paludi, ed è in generale discretamente abbondante. 436. Botaurus lentiginosus (Montagu), Tarabuso americano. Si può tosto distinguere dal comune />'. stellaris pella sua testa bruno-ne- rastra uniforme; pelle parti superiori bruno-rossiccio-scure variegate ed a zig- zags fulvo-gialletti e bruno-nerastri; pell'ala bastarda, pelle primarie cuopritrici e per le remiganti grigio-lavagna uniformi, coli' apice rossiccio; per la statura minore. Lunghezza totale 0,"'610; becco 0,'"078; ala 0,'"280; coda 0,'"114; tarso 0,'"092. Abita l'America settentrionale e la centrale; dal Circolo polare Artico, ove è però rara, giunge d'inverno fino al Guatemala. Accidentale in Europa. Dal 1804 ne vennero presi almeno trenta esemplari nelle Isole Britanniche ed è strano che questa specie americana fu descritta dal Montagu su di un soggetto preso nel 1804 nel Dorsetshire! Non comparve mai sul continente Europeo e venne colta una volta in Groenlandia nel 1869. Atlante ornitologico. 56 t ti' \ il \\ I I ORNI rOLOGH 0 Genere NYCTICORAX, Rafinesque. Come nel genere Ardea. Becco subeguale alla testa, forte, quasi diritto, solo leggermente curvato verso l'apice del culmine, che ha un'intaccatura subapicale e i margini interi: solchi nasali profondi; tibia reticolata, nuda su di un quarto di estensione; gambe mediocri; tarso subeguale al becco ed al dito mediano senza unghia o di poco più corto, reticolato in gran parte anche sul davanti. Adulti eguali, ma distinti dai giovani; nuca con un ciurlo e fornita di due o tre penne ornamentali, cilindriche, a barbe riunite, pendenti, che giungono talora quasi tino alla base della coda; nessun treno ornamentale dorsale; penne del gozzo allungate e pendenti. Sono cosmopoliti, ma non si trovano nelle alte latitudini Nordiche; se ne co- noscono otto specie delle quali una Europea, sono paludicoli e di abitudini quasi del tutto notturne, da ciò il loro nome Nyeticorax == Corvo di notte). 437. Nyeticorax nyeticorax Linnaei s , Nitticora. | Nyeticorax griseus (L.); Corro di notte |. [Tav. XXXVI, fig. 7. 8 o 9]. Pileo con un ciuffo, dorso e scapolari di un nero-verdone; sull'occipite tre lunghe penne cilindriche, sottili, pendenti, bianche, che nei soggetti del tutto com- pleti giungono anche fino alla base della coda; fronte, sopracciglio, gola e parti inferiori bianche, tinte di cenerino sui lati; ali e coda cenerine, tinte di verdastro sulle remiganti 2e [ad. in prim.). Mancano le tre penne occipitali (ad. in aut.). Ciuffo del pileo e collo nerastri, tinti di lionato sul centro delle penne; dorso e ali ce uerino-brunastre, con grandi macchie a goccia bianche più o meno fulviccie e più distinte sulle cuopritrici; gola ed addome bianchi; collo e petto bianco-fulvicci, con strie e margini brunastri e coi lati del corpo tinti di cenerino; coda cenerina, terminata di biancastro (giov.). Lunghezza totale 0,m580; becco 0,'"077; ala0,ra320; coda 0,'" 110; tarso 0,"'07.r): dito mediano e. u. 0,'"089; dito mediano s. u. 0,'"076. Abita l'Europa centrale e meridionale sino all'India, alla Cina, al Giappone, l'Arcipelago della Sonda, l'Africa e l'America centrale e settentrionale, sino al- l'Equatore ed alla Columbia ed è d'irregolare comparsa nell'Europa settentrio- nale. In Italia è specie di passo ed estiva; nidifica nel Veneto, in Lombardia, nel Trentino ed in Sicilia, ma ciò non succede del tutto regolarmente; è invernale in Sardegna e forse in Sicilia, sicché sarebbe anche uccello sedentario ed è ab- bastanza abbondante, specialmente di primavera. Famiglia CICONIIDAE, Oiconidi. Distinta dalla famiglia Ardeidae pei seguenti caratteri: Becco diritto sulla linea del culmine o appena leggermente curvato: solchi nasali quasi nulli: diti uniti da palme abbastanza sviluppate alla base e che li ATLANTI". ORNITOLOGICO 4J.'l marginano fino alle unghie, ciò che è più deciso nell'esterno; il dito posteriore non insistente, ma elevato al di sopra del piano degli anteriori; unghia del dito me- diano ottusa, intera, non seghettata. Mancano gli spolverini. Appartengono per la maggior parte al Mondo Antico, tre specie su 19 essendo proprie all'America. Abitano le paludi, i prati ed i campi presso le acque, le rive dei fiumi ; abilissimi volatori imprendono lunghi viaggi a rilevanti altezze, soffer- mandosi allora anche in località aride e montuose; sono straordinariamente scaltri e di difficile approccio; collocano il grosso nido, composto di stecchi e di grosse erbe, sugli alberi, sulle roccie, sui fabbricati anche nell'interno delle città e le loro uova sono bianche e ruvide; si nutrono di piccolissimi mammiferi, di rettili, d'anfibi e di insetti. Genere CICONIA, Brisson. Becco molto più lungo della testa, diritto, leggermente intaccato presso l'apice della mandibola superiore, forte, appuntito, conico e duro; narici quasi ba- silari, ovali, inserite longitudinalmente in una piccola depressione allungata nel- l'integumento corneo; redini e contorno dell'occhio nudi; ali piuttosto grandi, un po' più corte della coda, la la remigante primaria più corta della 2a, la 3a e la 4a le più lunghe, le 2e più interne quasi eguali alle 1°; coda corta e leggermente rotondata, colle sue cuopritrici inferiori di tipo usuale; gambe lunghe; tibia nuda per circa metà lunghezza e reticolata tutt'attorno come il tarso, che è lungo; piedi con quattro diti piuttosto corti, scudettati, eccetto alla base che è reticolata, i tre anteriori riuniti nella parte basilare da una membrana fino alla 1" articola- zione e che poi li margina strettamente sino alle unghie, il posteriore elevato poggia a terra soltanto con l'unghia; unghie larghe, corte ed ottuse. Sessi eguali; piumaggio compatto, discretamente fitto; piume del mento che si avanzano in un angolo acuto sulla membrana intermandibolare; quelle del gozzo allungate, appuntite e che formano un ciuffo pendente sul petto. Tre specie, due delle quali nidificano in Europa, la terza nell'Asia orientale. 438. Ciconia ciconia (Linnaeus), Cicogna bianca. [Ciconia alba, Bchst.; Cicogna]. Del tutto bianco, eccetto le remiganti, l'ala bastarda, le cuopritrici primarie e le grandi e le scapolari posteriori di un nero a riflesso porporino o verdone; con- torno dell'occhio, pelle nuda della gola presso il becco, della parte alta della gola, becco e piedi di un rosso-cinabro (ad.). Bianco meno puro ; tinte nere che volgono al nero-scuro e con minore lucentezza metallica; becco e piedi di un rosso-nera- stro (gioc.'. Lunghezza totale da l,m200 a 0,'"980; becco da 0,m190 a 0,m170; ala da 0,m570 a 0,M1530; coda da 0,'"280 a 0,n,250; tarso da 0,m210 a 0,'"185. È specie molto va- riabile nelle dimensioni. Abita l'Europa tranne le parti molto nordiche, estendendosi verso oriente I 1 I ati.an 1 1: onsrriii.oGICO sino all'Asia centrale; sverna oelTAfrica e urli' India settentrionale. In Italia è specie di passo regolare, ritenuta molto più rara di quanto in realtà non sia, per- chè i branchi s'abbassano soltanto di rado. 11 passaggio primaverile è più -■■-^ copioso dell'autunnale, che è sempre ■\ molto scarso. Nel Veneto non è diffi- cile vengano uccise in montagna ed in collina; sembra, che qualcuna sverni in Sicilia e che nidifichino talora nel Ve- neto ed in Lombardia, fatti però che me- Testa ili c. cieonia, circa ' , gr. nat. ritano conferma. Oltre che all'epoche del passo n'ebbi nel giugno e nell'ottobre dal Veneto ed in novembre dalla Sardegna; è uccello in generale poco frequente. 439. Cieonia nigra (Lixxai:i;s), Cicogna tura. [TAV. XXXVI, fig. 1 e 2], Colorito generale nero-verdone cangiante in porporino ed in paonazzo vivaci', specialmente sulla testa e sul collo; addome, sottocoda ed ascellari bianche: redini, circolo oftalmico, pelle nuda della gola, becco e piedi di un rosso-cinabro (ad. . Nero meno lucido e con minori riflessi, tendente al bruno più che altro sulla testa e sul collo, che sono sparsi di numerose macchie apicali biancastre, nonché sul petto le cui penne hanno marginature bruno-biancastre; becco, piedi e spazi nudi olivastri (giov.). Lunghezza totale l,m030; becco 0,'"175; ala 0,m550 ; coda 0,ra210 ; tarso 0,m180. Abita l'Europa, verso Nord giungendo sino alla Svezia meridionale, verso oriente sino alla Mongolia ed alla Cina; sverna nell'Africa, e nell'India. In Italia è specie di passo, ma rara, in alcune provincie anche più della Cicogna bianca. come nel Veneto; è sempre più facile averla d'autunno che di primavera e non è attendibile la notizia alla sua nidificazione da noi. LoSphenorhynchusAbdimii (Lcht.) dell'Africa i\\ annoverato pellaSpagna [Seoant , ma la notizia non è del tutto sicura, come l'altra data dal Costa della comparsa di un Leptoptilus dubius (Gmelin) presso Napoli a Castelvolturno. Ma, come osserva il Conte Salvadori, egli lo descrive di 7 piedi d'altezza con lunghe penne sul petto, che i Marabou non hanno mai in quelle parti, ma solo sul sottocoda ed inoltre se tale individuo fosse stato un Leptoptilus esso avrebbe dovuto appartenere al- l'africano L, erumenifents (L.) e non all'asiatico /,. dubius. Famiglia IBIDIDAE, Ibididi. Becco di forma variabile; lesta talora parzialmente nuda {ad.) o coperta di piumino (giov.); ali più o meno rotondate, con le remiganti 2* interne assai lunghe; coila di 12 penne larghe e corte; tibie nude per un lungo tratto; tarso reticolato, talora scudettato sul davanti; diti quattro, tre anteriori e palmati alla base, il pò- ATLANTE ORNITOLOGICO 445 steriore allungato, insistente e che tocca terra; unghia del dito mediano intera, non pettinata completamente, ma fornita di profonde incisioni laterali. Colore variabile, in alcuni tipi bianco-puro; sessi uguali, giovani differenti dagli adulti; corpo piccolo, gambe e collo lunghi; non sono forniti di spolverini; alcune specie presentano tinte metalliche e brillanti colori; mutano completamente d'autunno, e di primavera cangiano soltanto le piccole penne della testa; la statina è variabile, talora elevata. Hanno abitudini palustri, frequentando però anche le lagune, i laghi ed i fiumi e sono abitanti dei paesi caldi. Si dividono in una ventina di generi con 35 specie, due delle quali si mostrano in Europa. Genere PLEGADIS, Kaup. Becco simile a quello dei Chiurli, lungo e sottile, largo alla base, ovunque arcuato, depresso all'apice, con un solco distintissimo e completo sulla mandibola superiore; narici superiori, basilari, elittiche, strette; nudi il mento, le redini eia parte più alta delle guancie sotto la linea anteriore dell'occhio; ali mediocri, che non sorpassano la coda, la la remigante primaria più corta della 2M e della 3a, che sono le maggiori; coda di 12 penne, mediocremente quadrate; gambe alquanto lunghe, nude nella metà inferiore; tarso scudettato sul davanti, poco più lungo del dito mediano con unghia; diti quattro, il posteriore insistente, i tre anteriori uniti alla base da una membrana, più sviluppata nell'interno; unghie appuntite, aguzze, con quella del dito mediano quasi diritta e con incisioni profonde sul lato interno. Collo lungo e sottile, piume della testa acuminate a ciuffo corto, quelle della nuca strette; statura piuttosto elevata. Tinte brillanti, sessi eguali, adulti differenti dai giovani; hanno abitudini migratorie e vanno riuniti in grandi branchi; nidi- ficano in colonie nell'estese paludi, depositando uova verdi o bianche, macchiate di bruno-rossiccio. 440. Plegadis falcinellus (Linnaeus), Mignattajo. [Tav. XXXV, fig. 6 o 7]. Alto dorso, collo, piccole cuopritrici, scapolari (^tranne all'apice verdi) e parti inferiori rosso-castagne; parte anteriore del pileo, basso dorso e coda color nero- verdone, cangiante in porporino-bronzato e verde (ad. hi prim.). Simile, testa e collo striati di bianco e di nero (ad. in a/ut.). Testa, collo e parti inferiori bruno-nerastre, colle penne della testa e della gola striate e macchiate di biancastro, però meno decisamente che negli adulti in inverno (giov.). Lunghezza totale 0,'"630; becco 0,'"140; ala 0,m310; coda 0,"'l 15; tarso 0,m094. Abita l'Europa meridionale, spingendosi verso oriente sino all'India, la Cina, l'Australia, l'Africa, gli Stati Uniti orientali e Giamaica. In Italia è specie di passo regolare, più o meno abbondante secondo gli anni e non egualmente distribuita; rara nelle Provincie settentrionali, comune nelle meridionali, nidifica in Sicilia e sembra svernare in Sardegna (C'ara, Lepori), la notizia però merita conferma, il Ibi ATLANTE ORNITOLOGICO Conte Ninni n'ebbe uno dal Padovano nel gennaio 1871; è sempre molto meno ab bondante nel passo autunnale. Una specie singolare di questa famiglia apparve recentemente nei trattati di Ornitologia Europea come propria al nostro continente, quantunque ora del tutto estinta; intendo parlare del Comatibis eremita, meglio detto Oeronticus ere- mita (L '. Venne citata da Autori relativamente antichi, quali il Gesner, Albino. Brisson, Jonstonus, Willughby, Barrère, Latham, Bechstein, età, e la specie fu descritta da Linneo (l) col nome di Upupa Eremita Corvus sylvaticus, Gesner e l'habitat: Helvetia. Sembra che l'Ibis dalle guancie rosse abitasse la Baviera, la Stiria, la Lorena, la Dalmazia e sul Lago Maggiore, e che vi sia scomparso del tutto sino dalla fine del secolo decimottavo (1700). Per quanto si riferisce alla Baviera, alla Stiria, alla Svizzera io non posso oppormi alle generali vedute, quantunque trovi strano che un uccello di abitato assai limitato e più che limi- tato, raro nei pochi paesi d'Africa e d'Asia ove venne trovato, fosse anche proprio di regioni cosi lontane, come quelle citate dell'Europa centrale. Pel Lago Maggiore io ritengo che trattisi del Phalaerocorax, difatti tanto colà, che sul Lago di Como, nel Veneto ed a Comacchio si dà il nome di Corvo marino (Sea-Raven) alle specie del gen. Phalaerocorax ed in questo caso al Ph. carbo, che di tanto in tanto compare, specialmente a Comacchio, nell'Estuario Veneto e sul Lago di Garda, e tale nome è in generale noto ai cacciatori. Per l'Illirico (Dalmazia) riferisco le parole del mio ottimo amico Prof. Brusina: Di recente si lesse col massimo interesse il bel lavoro di Rothschild, Hartert e Kleinschmidt, col quale dimostrarono, che l'africano ed asiatico Oeronticus, o Comatibis eremita abitava tempo addietro anche l'Europa, e nella stessa anche 1' « Illirico ». I detti tre Autori dimostrano cioè, che l'uccello descritto e figurato dall' Aldrovandi e del quale dice: Phalaerocorax ex Tllyrico missus. vada cogli altri esemplari, descritti dall'Italia, dalla Svizzera, dalla Stiria, iden- tificato al Comatibis eremita. In base a questo loro lavoro ho rivendicato il Geron- ticus eremita per la fauna slavo-meridionale e ne ho scritto nel giornale letterario- scientifico croato « Prosvjeta », accettando del tutto il loro modo di vedere, che deve dirsi molto attraente. Trovo opportuno qui di aggiungere, che senza pretender punto di sciogliere la questione, oggi sono più propenso a credere, che l' Aldro- vandi ebbe piuttosto dall' « Illirico » il vero e solito Phalaerocorax (2). Al mio modo di vedere si oppone la figura dataci dall'Aldrovandi, dal becco ben più lungo e curvo, dai piedi più alti e senza membrana, dal ciuffo più discendente; ma tutta la figura è rozza ed è perciò dubbio se corrisponda. I disegnatori d'allora spesso copiavano, o ligi si tenevano a figure d'opere anteriori, e ben più di rado tene- vano il modello sott'occhio. È certo che i Marangoni comuni ancora, erano allora ben più comuni sulle coste dell'Adriatico orientale. Il nome usato dall'Aldrovandi meglio corrisponde al Marangone, che chiamasi in islavo, e per meglio dire in serbo-croato Morovran; benissimo vocabolo non punto tradotto, ma volgare, specie a Ragusa, e significa alla lettera Corvo marine). È adunque probabile, anzi vero- simile, che l'Aldrovandi, grande naturalista, primo, dell'epoca sua, in Italia, abbia inteso parlare dei neri corvi marini, comuni sull'altra sponda dell'Adriatico, ed Syst. Nat. I. pag. US. 1758. i i [ntendeai parlare 'tri Ph. gracilini Desmaresti (Payr.), ATLANTE OltNITOLOGlCO 447 abbia avuto modo di procurarsene uno. Questa si è una mia supposizione, ma non avendo ora a mia disposizione né l'opera dell' Aldrovandi, né altre d'Autori italiani coetanei, o posteriori, non sono in caso di dilucidarla. Forse vorrà accin- gersi a farlo qualche collega, il quale potrà disporre dei necessari mezzi biblio- grafici ('). E per parte mia, avendo consultato le opere dell'Aldrovandi e di altri, credo positivamente che il famoso Phalacroeorax ex Illyrieo missus, sul quale si fabbricò tutto un edificio ideale, altro non sia che il Marangone col ciuffo meridionale, comune sulle roccie e gli scogli delle coste ed isole della Croazia, Dalmazia, Montenegro ed Albania. Ecco la descrizione del G. eremita: Piumaggio generale di un verde-rame o verde-bottiglia scuro e metallico; cervice nera; testa e gola nude; penne del collo allungate, appuntite e formanti una specie di collaretto; piccole cuopritrici alari di un bel porporino-rame; becco, gola e parte della testa nude e di un rosso-sangue opaco; gambe di un rosso-sangue-opaco; iride di un rosso-vivo. Lunghezza totale circa 0,'"600; becco 0,'"132; ala 0,'"320; coda 0,m215; tarso 0,m076. Le penne della coda di questa specie sono alquanto caratteristiche, avendo gli apici nettamente acuminati (Dresser). Questa specie abita l'Algeria meridionale (Bon Guizonn sulla strada per El Aghouat, Boghar, Provincia di Bona), il Sahara, giungendo sino al- l'Abissinia (Senafè, Alitalo, Wogara e Hamedo), le coste del Mar Rosso nell'Arabia e Birejik sull'Eufrate ed è generalmente rara nelle Collezioni (a). Genere PLATALEA, Linnaeus. Becco molto più lungo della testa, diritto e molto piatto, tanto largo che alto alla base e più largo che alto nel resto, dilatato a guisa di spatola, mandibola superiore rugosa alla base e con solchi lineari; narici superiori, avvicinate, oblunghe, aperte nel principio del solco e bordate da una membrana; fronte, redini, regione oftalmica e mento nudi, regione auricolare piumata; ali alquanto grandi, la 3a remigante primaria quasi uguale alla 2a, che è la massima; coda corta, di 12 penne; gambe lunghe e robuste, nude nella metà inferiore; tarso reticolato, molto più lungo del dito mediano con unghia; quattro diti, tre in fronte, uniti da una grande membrana estesa fino alla 2a articolazione e col margine profondamente inciso, più sviluppata la detta membrana nel dito esterno, il posteriore un po' rialzato, ma che parzialmente tocca terra; unghie corte, aguzze ed acute. Piumaggio in gran parte bianco, con le penne della testa e dell'occipite lunghe e formanti un gran ciuffo cadente; non vi sono penne ornamentali sul dorso o sul gozzo, ma quest'ultime sono leggermente allungate. Abitano le grandi paludi, gli stagni, le rive dei laghi e dei fiumi, sono uccelli astutissimi ed il loro volo è grazioso e leggiero: si nutrono di rane, d'insetti acqua- tici, di vermi, etc. e si dice nuotino e si tuffino all'uopo. Non gridano, ma fanno intendere un suono strano, battendo le due mandibole l'ima contro l'altra; nidifi- (') Brusina S., «Sulle Alche etc. > , Boll. Soc. Zool. Hai. X, pp. 14-15 dell'E. (1901). ('-') Per maggiori dettagli vedi Kotbscbild, Hartert e Kleiuschmidt, Comatibis eremita, Nov. Zool. IV, dee. 1897, pp. 371-377. HS ATI..W li ORNI M'I OGH 0 ■ cano sugli albori o sul terreno uelle grandi paludi e depositano uova bianco su dicie, con macchie e chiazze bruno-rossiccie. 441. Platalea leucerotlia. Linnakisi1, Spatola. [ Platalea leucorodia, L. ]. L'I'.w. XXXV, fig. 8 |. Candido, i)enne del gozzo tutt'attorno e della cervice giallognole; sulla nuca un Lungo e grosso ciuffo di penne lunghe e spioventi, più corte nella femmina e mancanti negli adulti in autunno; becco largo a spatola nero-lavagna, con l'ascie irregolari nerastre e uno spazio giallo subapicale nella mandibola inferiore; gambe e piedi neri (ad.). Senza ciuffo e senza giallo sulla cervice e sul gozzo; gli steli delle le cuopritrici e delle remiganti ne- rastri e la la remigante esterna nerastra sul vessillo esterno ed all'apice; becco gial- lastro (c/iov.). Lunghezza totale 0,m810; becco 0,'"210; ala 0,n,405; coda 0,m140; tarso 0,'"142. Abita l'Europa centrale e meridionale sino all'Asia centrale, la Cina, il Giap- erodia, '., gr. nat. pone e l'India, spingendosi fino all'Asia orientale. In Italia è specie di passo piut- tosto irregolare e rara nelle provincie meridionali e nelle Isole; sembra di regolare apparizione in primavera nelle Puglie; il fatto della sua ibernazione in Sardegna (Cara, Lepori) merita conferma; altrove è specie accidentale e molto rara. Sottordine PHOENICOPTEM - Fenicotteri. Becco molto largo e forte, nettamente piegato all'ingiù a metà della sua lun- ghezza, fornito di lamelle orizzontali e trasversali su ambedue i margini del becco, che è intieramente rivestito da una membrana; ali mediocremente lunghe, ampie: collo e gambe straordinariamente allungati; tarso tre volte in lunghezza il femore, largamente scudettato, come la tibia, che è nuda su di una grande porzione, tarsi, molto più lungo dei diti ; diti tre anteriori completamente palmati, il posteriore piccolo e talora mancante. Questi uccelli speciali formano un piccolo gruppo proprio dei paesi tropicali e sarebbero come l'anello di congiunzione tra iTrampolieri ed i Palmipedi; il presente (') Linneo scrisse /'. leucorodia, ma Move correggersi con leucerodia da XevneQOÒiòs = Spatola, in Aristotile (Hist. ./». Vili, :i, 12). ATLANTI''. ORNITOLOGICO UH gruppo colla moderna classificazione fu posto nell'ordine delle ( Tienomorphae e vi costituirebbe un sottordine analogo e collaterale a quello delle Anseres. Hanno abi- tudini acquatiche, sono gregarii, migrando in grandi branchi e vivono sempre in colonie anche all'epoca delle cove; frequentano i laghi, le lagune, gli stagni e le coste del mare, sono diffidentissimi e di difficile approccio; volano con facilità, ma faticano a levarsi a volo, nuotano con destrezza, ma soltanto quando l'acqua è più profonda delle loro altissime gambe; i nidiacei diventano precoci in poche ore, nascono coperti di piumino bianco-roseo ed hanno inoltre il becco quasi diritto; fabbricano un nido con fango; nuotano e gridano come le oche; il colorito generale degli adulti è bianco-roseo, tinto di rosso-vivace sulle ali. Famiglia PHOENICOPTERIDAE, Fenicotteridi. Questa famiglia, l'unica del sottordine, comprende tre generi con circa sei specie, proprie dei paesi molto caldi; una sola di esse giunge in Europa. Genere PHOENICOPTERUS, Linnaeus. Becco più lungo della testa, mandibola inferiore più larga e più alta della superiore, che sorpassa le lamelle più basse sui margini della superiore quasi perpendicolare; redini e gola nude; narici sub-basilari, laterali, bislunghe, comu- nicanti, chiuse superiormente da una membrana; lingua grossa e glandolare alla base, coperta di papille curve all'indietro, cartilaginose ed acute all'apice; ali grandi, la la e la 2" delle remiganti primarie subeguali, la la di poco la massima, le 2° interne più lunghe delle le, scapolari lunghe; coda di 16 penne, quadrata; gambe lunghissime e in gran parte nude; diti quattro, i tre anteriori con palme del tutto intere ed incise, il posteriore corto, sottile, libero, articolato un po' più in alto degli anteriori, tutti marginati sino all'apice; unghie corte, ottuse e forti. I piccoli nascono coperti di piumino e capaci di correre e di nutrirsi quasi appena sgusciati dall'uovo; mutano una volta all'anno, il piumaggio perfetto degli adulti è rivestito nel secondo autunno. Questo genere consta di tre specie, che abitano il Nuovo Mondo e l'Antico, mancando nell'Australia; una sola di esse nidifica in Europa. 442. Phoenicopterus roseus, Pallas ('), Fenicottero. [ Fiammante ]. [Tav. XLVII, fig. 8]. Bianco-roseo, più vivo sul dorso e sulla coda che non sulle parti inferiori; cuopritrici alari inferiori e superiori ed ascellari di un rosso di fuoco assai vivace; (') Linneo {Sysl. Nat., I, pag. 139, 1758) descrive una sola specie di Phoenicopterus che chiama /'. riilur, P. ruber, remigibus primoribus nUjris; Habitat in Africa, America, rarivs in Europa. Siccome non si capisce a quale specie volesse alludere, così si preferisce il nome di Pallas. Atlante ornitologico. 57 t.">i> ATLANTE ORNITOLOGI! 1 1 remiganti nere, le 2e interni' rosee; becco roseo coll'apice ed il margine della mandibola inferiore neri; pelle nuda della testa, della gola e piedi rosei {ad.). Bianco-Mviecio, colle cuopritrici ed il dorso cenerino-bruni, con strie brune cen- trali; grandi cuopritrici alari di un bruno-uniforme; ascellari di un roseo-pallido ; becco grigio-roseo alla base, bruno all'apice, piedi lividi o grigiastri (t/ior.). Prima di assumere l'abito del tutto completo il Fenicottero è bianco, colle cuopritrici e Le scapolari di un bianco leggermente roseo alla base delle penne e con una larga fascia apicale nera- stra; parti nude grigio- celestognole. Lunghezza totale da l,m500 a I,m320; becco 0,m145; ala da 0,ra450 a 0,m420; coda 0,m170; tarso . , . v da 0,m350 a 0,m295. I v" '\ In Abita l'Europa meridionale sino all'Asia ceri trale ed al lago Baikal, l'India e l'Africa; è ili .V5 comparsa accidentale in Germania, nella Svizzera e nelle Isole Britanniche. In Europa nidifica sol- / tanto nella Spagna meridionale alle bocche del Guadalquivir, e nella Francia meridionale nelle lagune del delta del Rodano e talora nello stagno Testa di /'. roseus, ei. nat. .. ., , . _ Ti ,. . .. , ,, , di Valcarès. In Italia abita la Sardegna, ove arriva in agosto e nel settembre, venendo dal sud e ne riparte in marzo ed aprile dirigendosi egualmente verso il sud; talora se ne tro- vano anche in giugno, ma pare non nidifichino per la poca sicurezza che possono godere in quegli stagni relativamente piccoli e molto frequentati dai pescatori; è specie comune in branchi assai numerosi negli stagni d'Oristano e di Cagliari. scarsa in quelli del Capo settentrionale; è accidentale nel resto d'Italia, ove però comparve un po' dappertutto. Questa specie fabbrica sulle acque un grosso ed alto nido di fango. Iti sua altezza varia da 0,'"005 a 0,'"060 circa a seconda dell'altezza dell'acqua, vi depo- sita due uova bianche a riflesso verde-bluastro, la femmina cova coi lunghi piedi piegati sotto il corpo e non a cavalcioni sul nido, come fu erroneamente asserito. Cova in numerose colonie alla fine di maggio e, come dissi, i nidiacei hanno il becco quasi diritto. I Fenicotteri si nutrono di minuti crostacei durante il giorno. II /'. erythraeus, I. & E. Verreaux sembra fondato su individui piccoli e di tinte brillantissime della presente specie. Ordine ANSERES - Palmipedi. Becco di varia forma e lunghezza; ali di solito snelle ed appuntite; coda corta o nulla: tarsi in generale corti, più o meno in equilibrio sul corpo, robusti, spesso compressi lateralmente; diti tre o quattro, i tre anteriori e talora il po- steriore riuniti da una membrana intera o lobata. Piumaggio corto, fìtto, lucido impermeabile; ordine cosmopolita. ATLANTE ORNITOLOGICO 451 Famiglia ANATIDAE, Anatidi. Becco più o meno compresso, largo ed appiattito in generale, talora (Mer- ginae, etc.) più o meno appuntito e stretto, col margine munito di lamelle più o meno prominenti e di differente forma e dimensione (Lamellirostres) e coll'apice della mandibola superiore fornito di un'unghia ben distinta; lingua larga e carnosa, coi margini dentellati; ali strette, piccole, acute; gambe corte; tarso reticolato all' in- dietro e di solito anche sul davanti; diti anteriori in numero di tre, riuniti da una membrana completa, il posteriore di varia lunghezza con o senza lobo. Sono monogami, il maschio è fornito di un organo copulatore a larghe spi- rali; tinte variate, talora bianche del tutto, talora con colori metallici; migranti. Questa famiglia, composta di uccelli che hanno abitudini del tutto acquatiche, comprende undici sottofamiglie delle quali sei sono rappresentate in Europa e si suddivide in circa settanta generi con più di duecento specie, che si trovano sparse in tutto il Mondo. Essa è ottimamente caratterizzata nei tre generi ben conosciuti Cigno, Oca ed Anitra. Sono in gran parte uccelli migratori, che compiono lunghi viaggi riuniti in stormi'. Nuotano, si tuffano e si sommergono ed il loro elemento è l'acqua; co- struiscono un rozzo nido che collocano in situazioni svariate, ma di solito non lontano dalle acque, depongono uova di un bianco più o meno puro, ma senza macchie; i nidiacei sono precoci, cioè atti a nuotare appena nati e sono coperti di piumino nella loro prima età. Ommisi dalla lista Europea le seguenti specie: Plectropterus gambensis (L.) o Oca della Gambia (Africa occidentale). Cedrina mosci/cita (L.) o Anitra muta (America tropicale). Aex sponsa (L.) o Anitra carolina (Regione Neartica dal 50" parallelo fino al golfo del Messico i. Aex gale riddata iL.) o Anitra mandarina (Cina centrale e meridionale, Giappone. Anser iiuiirits (Latin) o Oca indiana (Asia centrale, India settentrionale). Cygnopsis cygnoides (L.) o Oca cignoide (Siberia orientale, Cina). Dendrocycna javanica (Horsf.) o Anitra arborea (India, Cina, Borneo, Griava). < 'henalopex aegyptiacus (L.) o Oca egiziana (Africa e Palestina); perchè ritengo che gli individui, che capitano di tanto in tanto in Europa, siano semplicemente fuggiti di schiavitù, essendo queste specie allevate molto di fre- quente in domesticità. Sottofamiglia CYGNINAE, Cignini. Redini nudef1); collo sottile e lungo quanto e più dell'animale stesso; tarso non scudettato sul davanti, ma reticolato tutt'attorno; dito posteriore senza lobo ; sessi (') In tutti j;li adulti (lolle specie note, tranne nella Coscoroba candida (Vieill.) del Chili, del Pa- raguay e dell'Argentina. 152 ATLANTE ORNITOLOGICO simili ii quasi; una muta annuale in autunno soltanto; piumaggio bianco (ad. delle specie Europee) o grigio (giov.). Sessi eguali, giovani differenti dagli adulti. Si, uh cosmopoliti; questa sottofamiglia comprende tre generi dei quali uno Europeo, il gen. Oygnus con tre specie, che si allevano anche in domesticità e che formano uno dei principali ornamenti dei nostri giardini. Genere CYGNUS. Bechstein. Becco grosso, ovunque egualmente largo, depresso all'apice, più alto che largo alla base e fornito di lamelle perpendicolari, con un'unghia grande e rotondeg- giante all'apice della mandibola superiore; narici oblunghe, submediane, laterali; ali piuttosto rotonde, remiganti 2* lunghe e larghe, esse allo stato di riposo rag giungono l'apice delle le; coda corta e rotonda; gambe e tarsi coiti, quelle inse- rite piuttosto all'indietro; tarso reticolato anche anteriormente, più corto del dito mediano; unghie forti ed arcuate. Mutano una volta all'anno d'autunno, i giovani però non cangiano le penne nel primo autunno, ma per abrasione degli apici grigi delle barbe addivengono più bianchi (muta ruptila); gli adulti perdono le remiganti dopo la stagione delle cove ed allora sono impotenti a volare, epoca nella quale ne viene fatta una granile strage itagli indigeni. Sei specie compongono questo genere, tre delle quali sono Europee; vivono nelle acque del mare e durante l'epoca della nidificazione nelle dolci; nuotano e volano con estrema leggerezza, ma non si tuffano e camminano sulla terra con dif- ficoltà; si nutrono di sostanze vegetali, d'insetti, di vermi e di anfibi; migrano riuniti in immensi stuoli. 443. Cygnus cygnus (Linnaeus), Cigno selvatico. 1 Cygnus musicus, Bchst. |. Becco giallo alla base, nero all'apice, il giallo si estende sino all'estremità an- teriore delle mirici e termina in punta; fronte senza tubercoli, le piume frontali l'orinano un angolo acuto; piumaggio bianco [ad.). Grigio-chiaro; becco nerastro alla punta, carnicino-livido alla base (giov.). Lunghezza totale l,m500; becco 0,'"100; ala 0,'"620; coda 0,m230; tarso 0/"l 15; dito mediano e. u. 0,m150. Abita la regione Paleartica, nidifica nella Svezia, nella Russia nord-orien- tale, etc. In Italia è piuttosto raro e di passo irregolare durante l'autunno e l'in- verno, compare accidentalmente nell'estate; talora sverna nel Veneto ed altrove. 444. Cygnus Bewicki, Yarrell, Cigno minori. [Cygnus minor, Keys.-Bjlas. ]. Statura piccola, il giallo alla base del becco non si estende fino atU narici, nel resto il becco è nero; piume della fronte formanti un angolo ottuso; coda di 20 penne; piumaggio bianco (ad.). Bruno-grigio: base del becco giallo-limone, cene- rognolo nerastro nel resto (giov.). ATLANTE ORNITOLOGICO 453 Lunghezza totale l,'"2ó0; becco 0,m084; ala 0,m500; coda0,in170; tarso 0,'"08 1 ; dito mediano e. u. 0,'"11I>. Abita le regioni settentrionali di Europa e d'Asia; migra al sud all'avvicinarsi dell'inverno, giungendo al Caspio, alla Cina ed al Giappone; nidifica nella Siberia artica. In Italia è spe- cie accidentale duran- te l'inverno (Taranto, Toscana, Lombardia e Veneto) ; si può dire finora il più raro Ci- glio da noi (M. asw Becco ili C. cygnus, circa '/* gr. nat. % - gg?s*_ Becco di C. liemcki, circa '/., gr. nat. 445. Cygnus olor (Gmelin), Cigno noie. [Cigno]. Un grosso tuber- colo frontale, redini, base e margine della mandibola superiore, narici, unghia del bec- co e mandibola infe- riore per intero di co- lor nero, resto del bec- co rosso - arancione ; piedi neri; piumaggio bianco (ad.). Grigio-ce- nerognolo, più chiaro sul collo; becco e pie- di piombati (giov.). Lunghezza totale l,m460; becco 0,'"096; ala0,'"600;coda0,m250; tarso 0,'"090; dito me- diano e. u. 0,"'135. Abita la Regio- ne Paleartica, nidifica nella Germania set- tentrionale, nella Sve- zia ed in altri paesi settentrionali ; è stazionario in Turchia, nella Grecia, però, con queste eccezioni, può del resto considerarsi di apparizione invernale nel bacino Becco di C. olor, circa '/2 £?• na* ^>v^àf-.;- (') Un soggetto di C. columbianus (Ord) sarebbe stato comperato a Edinburgo da un pollajnolo dal Macgillivray nel febbraio 1841, e quattro individui del C. buccinator (Eichardson) sarebbero stati uccisi a Aldenburgh (Snftblk) nell'ottobre 1866. Probabilmente tali notizie sono erronee o frutto di inesatte riferte, le due specie sono proprie dell'America settentrionale. l.'it MUNII liKXITOLOGICO ilei Mediterraneo. In Italia è specie di comparsa accidentale e rara nelT inverno e nel lardo autunno, venne presa ovunque dal Veneto alla Sicilia. Questa è la specie più comunemente tenuta in domesticità. 11 G. immutabile, Xarrell, sembra doversi riferire ad una fase semi-albina del Color prodottasi in [schiavitù; esso venne trovato più volte in Gran Bretagna ed una volta in Olanda. Sottofamiglia ANSERINAE, Anserini. Becco piuttosto grosso ed alto alla base; lamelle sul mar-ine della mandi- bola superiore visibili per una grande estensione del tornio o esternamente invi sibili; tornio sinuato, concavo o quasi diritto; redini piumate; tarso reticolato tutto all'intorno; pollice senza lobo; colorito vario, senza tinte metalliche o specchio alare. Sessi simili ; muta semplice, come i Cigni. Questa sottofamiglia consta di sei generi con ventiquattro specie, che abitano specialmente le parti nordiche d'Europa, d'Asia e d'America, il solo Nesochen, Salvad. essendo confinato alle Isole Sandwich. Nelle migrazioni visitano le parti setten- trionali della Regione Etiopica e dell'Orientale. Genere CHEN. Boie. Becco molto grosso, meno lungo della testa, più alto che largo alla base, la- melle visibili per un grande tratto del tornio, che è decisamente sinuato; narici mediane, elittiche, sub-basilari; penne del collo strette, disposte a solchi obliqui e profondi; ali lunghe, colla 2U remigante primaria la massima: coda corta, ro tonda; tibie piumate fino alla giuntura; tarsi reticolati, alti, più lunghi del dito mediano; sessi eguali, adulti differenti dai giovani, quelli bianchi o bluastri colle remiganti 1° nerastre. Hanno le abitudini delle vere Oche; questo genere comprende quattro specie che abitano le regioni Artiche dell'Emisfero settentrionale, due di esse si mostrano accidentalmente in Europa. 446. Chen hyperboreus (Pallas), Oca della neve minori. Piumaggio generale bianco; remiganti primarie grigiastre alla base, nere nel resto, le 1° cuopritrici grigio-cenerine; becco rosso-porporino, con l'unghia bian- castra e lo spazio tra i tornii nero (ad.). Colorito generale grigio-pallido; gastreo bianco-grigio; becco nero (giov.). Lunghezza totale da 0,'"700 a 0,m580; becco 0,m051; ala da 0,m430 a 0,m328; coda 0,m170; tarso 0,ni076. Abita le regioni nord-occidentali dell'America del Nord e le nord-orientali dell'Asia, nidifica nell'Alaska e nell'America artico-occidentale; è accidentale in Eu- ropa (Inghilterra, Norvegia, Russia. Germania, llclgoland, Olanda, Francia, Un- gheria e forse in Grecia); mai comparve finora in Italia. ATLANTE ORNITOLOGICO 455 447. Cheti nivalis (Forster), Oca della neve maggiore. Simile al precedenti', ma di maggiore statura. Lunghezza totale da 0,,n960 a 0,'"760; becco O/'OliT; ala da 0,m442 a 0,m438; coda 0,'"164; tarso 0,'"08:;. Abita le regioni settentrionali dell'America orientale, nidificando nella Baja di Hudson e seguendo le coste dell'Atlantico come linea di migrazione durante l'inverno; sverna negli Stati Uniti d'America, verso sud fino al Texas ed alle Ber- mude ed è accidentale in Groenlandia; i branchi o gli individui migranti si mostrano in differenti località della regione Paleartica dall'Atlantico al Pacifico, così essa è di comparsa più o meno regolare anche in paesi molto distanziati come nella Russia e nel Giappone; non venne mai colta finora in Italia. Probabilmente que- st'Oca non è specificamente distinta dal C. hyperboreus. Genere ANSER, Brisson. Becco piuttosto debole, depresso, ricoperto da una membrana tranne all'apice, che è occupato da un'unghia cospicua, subconico e più stretto verso la punta, coi margini della mandibola superiore dentellati; narici laterali, moderate, oblunghe, mediane ; ali grandi, che oltrepassano la coda, la 2" remigante primaria la mas- sima; coda di 16 penne; tibia visibile per un brevissimo tratto; tarsi reticolati, col dito posteriore libero, elevato; unghie corte, arcuate ed ottuse. Sessi eguali in piumaggio, adulti poco differenti dai giovani, mancanza di tinte metalliche, piumaggio fitto colle penne del collo strette e disposte a solchi obliqui e poco profondi; color dominante degli adulti cenerino, mai bianco del tutto. Unta semplice, come nei Cigni. Questo genere abbraccia dieci specie disseminate nell'Emisfero settentrionale, delle quali cinque si trovano in Europa, nessuna di esse nidifica in Italia. 448. Anser anser Linxaeus), Oca selvatica. [ Anser cinereus, Metter ]. [ Tav. XL, fig. 1 ]. Colorito generale cenerino-cupo, più chiaro a bluastro sul groppone e sulle cuo- pritrici alari; una strettissima linea bianca alla base della mandibola superiore; gastreo bianco nella parte bassa, tinto di cenerino sul davanti del collo, sul petto e sull'alto addome; poche macchie trasversali nere sull'addome; becco "^ cenerino-aranciato, unghia bianca; gambe e piedi carnicini (ad.). Tinte più cupe, mancano le macchie nere sull'addome (gioc). Lunghezza totale 0,in830; becco 0,m063; ala 0,m460; coda 0,m170; tarso 0,'"071. Testa di J. anser, Nidifica nelle regioni settentrionali d'Europa e pare 'U gr- nat. anche in Ispagna, nell'autunno si porta al sud, giungendo nelle regioni circummediterranee dei due lati, nella Cina e nell'India. In Italia 456 \ I I \vi I ORNI rOLOGH " è specie di passo ed invernale, piuttosto rara: arriva in novembre e riparte di marzo, tu asserito che abbia nidificato in Toscana, ina ciò è poco probabile. L'.l. anser è il capostipite di tutte le varietà di Oche domestiche. 449. Anser albifrons (Scopoju), Oca lombardella. [Tav. XL, fig. 4J. l'arti superiori cenerino-brune col groppone grigio-lavagna-scuro, il cenerino delle ali cupo specialmente sulle grandi cuopritrici esterne, che hanno larghi margini biancastri; fronte e base del becco tutt'all' intorno bianche, la tinta bianca non /<"/ ISecco di .1. albifrons. Becco ili .1. erytkropu8. giunge l'altezza dell'occhio sulla parte mediana della testa; parti interiori come nell'ai, anser, ma con le macchie bruno-nere più numerose; becco giallo -aranciato, unghia biancastra; gambe e piedi aranciati (ad.). Più cupo di tinte; mancano le mac- chie nere sull'addome; apice del becco ed unghia dello stesso bruno-chiari ; le penne bianche attorno al becco sono assunte in gennaio. Lunghezza totale 0,'"720; becco 0,'"047 ; ala 0,m4P>0; coda 0,'"152; tarso (V065. Abita la Regione Paleartica settentrionale, nidificando molto al nord; d'inverno migra al sud, giungendo fino all'Egitto e nell'India. In Italia è di comparsa irre- golare e rara nell'autunno e nell'inverno; sembra capitare più facilmente nel Ve- neto ed in Lombardia, non fu mai presa sinora nelle nostre Isole. 450. Anser erythropus (Linnaeus), Oca lombardella minore. [Lombardella minore ]. Come la precedente, statura decisamente minore e becco anche in propor- zione più piccolo; la tinta bianca sulla fronte è più estesa e raggiunge l'altezza degli occhi sulla parte mediana della testa; tinte generali più cupe; macchie ne- rastre sul gastreo più numerose; becco bianco-sudicio, tinto di carnicino-roseo, unghia cornee-pallida {ad.). Simile a quello dell'ai, albifrons, ma distintamente più piccolo (giov.). Lunghezza totale 0,'"500; becco 0,"'0o8; ala 0,'"380; coda 0,'"MO: tarso 0,m060. L'A. erythropus, che è la forma orientale dell'ai, albifrons, aiuta l'Europa sud- ATLANTE ORNITOLOGICO 457 orientale e l'Asia sino al Giappone; giunge d'inverno nell'India, nell'Asia Mi- nore e nell'Egitto. In Italia è di comparsa accidentale e molto rara, venne colta nel Veneto (R. Musco ili Firenze , in Lombardia, in Toscana e presso Romafi?. Museo Zoologico). 451. Anser fabalis (Latham), Oca granajola. [Anser segetum (Gm.)]. [Tav. XL, fig. 2 e 3]. Parti superiori bruno-cenerine, più cupe sul dorso, sulle scapolari e sulle cuo- pritrici alari, che sono marginate di biancastro; poche penne bianche alla base del becco; basso addome bianco, non ri sono macchie nere in alcuna parte del ga- streo; becco nero sai margine, alla base e sull'unghia, giallo-aranciato arila porzione mediana; gambe e piedi giallo-aranciati {ad.). Più scuro e tinto di fulviccio sul collo (giov.). Limg'hezzatotaleO,in850;beccoO,'"056; ala0,'"450; coda0,'n160; tarso 0,m069. Nidifica nella Scandinavia e nelle parti Artiche della Russia e della Sibe- ria; d'inverno migra verso il sud, rag- giungendo le regioni circummediterranee sino a Madera, la Palestina, la Cina ed il Giappone. In Italia arriva nel novem- bre in grandi stuoli, che di solito tran- sitano senza fermarsi nelle provincie set- tentrionali, e che vanno a svernare nelle parti centrali, nelle meridionali e nelle Isole. h'A. arvensis, C. L. Brehm, è fon- data su piccoli individui di questa specie. 452. Anser neglectus, Sushkin, Oca granajola orientale. Becco di .1. fabalis. Becco eli .1. neglectu Color della testa e della parte po- steriore del collo più cupo; parti supe- riori più scure e cosi i margini delle penne cupe del gastreo e dei fianchi; porzione mediami del becco carnicina; piedi carnicini; becco più sottile, unghia più ricurva, lamelle più piccole. Nel resto simile alla precedente specie, della quale ha le dimensioni. Venne trovata finora nella Russia orientale, in Ungheria ed una volta in Atlante ornitologico. -ft Becco di A. brachyrfaynckus. ATLANTE ORNITOLOGICO Bosnia; io citai1) un individuo della Raccolta Ninni di Venezia, colto nel febbraio 1890 Dell'Estuario Veneto, che sembra riferibile a questa specie, della quale non possiedo alcun esemplare tipico. 453. Anser brachyrhynchus, Baillox, Oca dulie zampe rosee. Simile all'. 1. fabalis, dalla quale è distinta per statura minore, pelle bande sul becco, le gambe ed i piedi rosso-carnicini, unghia del becco di un nero più cupo; dallM. negleetus per statura minore, pel becco più corto e più grosso, per le tinte più pallide, colle cuopritrici grandi dell'antibraccio e le carpali grigio-blu chiaro. Lunghezza totale 0,m650; becco 0,m040; ala 0,m400; coda 0,'"1 20; tarso 0,'"0(i0. Abita le parti settentrionali d'Europa; migra verso sud d'inverno fino alla Francia, alla Germania ed alla Boemia; poco si conosce del suo habitat in Asia, ma si sa che comparve nell'India. Non fu mai colta in Italia, quantunque il Wright l'includesse per Malta (crr. det.), la sua comparsa tra noi non sarebbe però fatto straordinario (~i. Ho considerato tutte le specie europee del gen. Anser come distinte inter se. Devo però dire che questa è più che altro una semplice supposizione, perche mi mancano studi accurati in proposito. I soggetti di A. negleetus e di A. brachy- rhynchus sono estremamente difficili ad aversi in buona quantità e con uno o due soggetti non si può stabilire nulla di positivo. Però io propenderei a ritenere buone specie VA. anser, VA. aliti fro/ts e VA. fabalis. mentre VA. erythropus sarebbe la forma orientale dell'ai, albifrons, VA. negleetus e VA. brachyrhynchus due sotto- specie dell'ai, fabalis. Genere BRANTA, Scopoli. Becco più corto della testa, forte, diritto, conico, ristretto all'apice, coli' un- ghia poco sviluppata, ovale, lamelle della mandibola superiore quasi nascoste dal bordo della stessa: tornio quasi diritto; narici mediane, elittiche, poste sulla por- zione anteriore della depressione nasale; gambe corte e forti colla base piumata, inserite piuttosto in avanti; tarso un po' più lungo del dito mediano, reticolato; dito posteriore libero; unghie piccole, ottuse, eccetto quella del dito mediano ro- tondata. Piumaggio eguale in ambedue i sessi, adulti poco differenti dai giovani; penne del collo strette e compatte, ma che non formano solchi. Questo genere comprende otto specie, che nidificano nelle parti settentrionali delle Regioni Paleartica e Neartica; arrivano nelle migrazioni invernali ai confini dell'Etiopica e della Neotropica. Tre di esse abitano anche l'Europa, ove com- parve pure l'americana B. canadensis (Linnaeus), ma sembra trattarsi di individui fuggiti di domesticità. (') Ibis, 1898, p. 173. (2) E. Verreaux cita duo esemplari di Philactt <-/4 gr. nat. Paleartica e della Neartica, migrando verso sud nell'autunno. In Italia è la specie del genere che si trova con più facilità, ma è rara e di com- parsa accidentale, venne colta nelle provincie nord-orientali e sopratutto nel Ve- neto ed anche in Toscana. Gli Autori distinguono due forme di B. bernicla, quella dal gastreo scuro o B. bernicla che nidifica nella penisola Taimyr, nella Nuova Zembla, nella Terra di Fr. Giuseppe e nelle Spitzbergen e l'altra dal gastreo piuttosto chiaro o B.glau- cogaster, Brehm che è propria dell'America Artica, dalle coste occidentali della Groenlandia sino all'Isole Parry. Entrambe queste forme viaggiano assieme alle Ilio ATI.ANTK ORNITOLOGI» 0 epoche delle migrazioni e non sembrano meritevoli di distinzione specifica, tanto più che nella Nuova Zembla si trovano nidificanti anche individui dell'altra forma. 456. Branta rufìcollis (Pallas), Oca rulli, rosso. [ Bermela ruficollis (Pali..)]. Una grande macchia bianca tra l'occhio ed il becco; cervice per intero e parte posteriore del collo nere, il nero della cervice attraversa L'occhio e occupa il mento e la gola; petto ed una macchia triangolare sulla regione auricolare di un rosso- i (istillino circondato di bianco, che limita il castagno sui lati del collo e sulla parte bassa del petto che è nera; dorso, groppone e cuopritrici alari nere, con margini pallidi e bianco-grigiastri; fianchi bianchi, con fascie nere; cuopritrici superiori ed interiori della coda e del basso addome bianche (ad.). Spazio sulla regione au- ricolare di un bruno leggermente rossigno; collo e petto tinti di castagno-fulviccio; addome e cuopritrici della coda bianche (giov.). Lunghezza totale 0,m550; becco 0,m027; ala 0,m360; coda 0,"' 125; tarso 0,m058. Questa specie, essenzialmente asiatica, nidifica nella Vallata dell'Ubi e dello Jenissei e sverna nella Siberia occidentale, nel Turchestan settentrionale e nelle regioni adiacenti all'Arai ed al mar Caspio; in Europa arriva quasi sempre come accidentale e fu trovata anche nell'Egitto. In Italia è la specie più rara del ge- nere, di comparsa accidentale nell'inverno, fu colta due volte in Lombardia (Colle- zione ilei Liceo S. Alessandro in Milano e Raccolta Conte d'Arco) ed una in Toscana (R. Museo di Firenze). Sottofamiglia ANATINAE, Anatini. Becco piatto e largo; lamelle perpendicolari ; redini pennute; laringe for- nita di una bulla ossea nei maschi; tarsi scudettati sul davanti, dito posteriore con un lobo molto piccolo; collo alquanto allungato e sottile; color dominante vario; sessi di solito differenti, colori metallici ornano quasi sempre gli specchi alari (') e nei maschi sovente anche la parte superiore della testa. Questa sottofamiglia comprende diciannove generi con circa 70 specie sparse su tutto il Globo. Vivono quasi esclusivamente sulla superfìcie delle acque, il loro volo è rapidissimo, nuotano con la maggior facilità, ma non smergano che rara- mente e nessuna specie ha abitudini essenzialmente marine. La muta è all'atto speciale. Con una o due eccezioni i maschi sono di colorito molto più brillante delle femmine. Queste anitre femmine hanno una sola muta annuale completa. mentre i maschi di molte specie, quantunque non di tutte, mutano due volte le loro piccole penne. Non appena i giovani sono capaci di volati', la femmina muta tutte le sue penne, cominciando dalle piccole e terminando con quelle delle ali e della coda. La muta del maschio è affatto differente. Quando la femmina inco- mincia a covare, il maschio della più gran parte delle specie ha una muta com- (') l'or speoohio b' intende quell'area colorita in inolio speciale che si trova sull'ala di alcuni uccelli e nelle Anati nae, di solito, sulla porzione distale od esterna delle remiganti secondarie. ATLANTE ORNITOLOGICO 461 pietà e cangia tutte le sue piccole penne in un piumaggio protettivo che somiglia a quello della femmina, cosi che quando esso perde le penne delle ali e della coda (ciò che succede come ultima cosa e siccome cadono tutte in una volta, l'animale non può volare per un certo tempo), esso non si trova esposto ad alcun pericolo, perchè il suo abito non presenta alcuna vivacità di tinte, però egli non porta questa livrea opaca per un lungo tempo, al più quattro mesi. Più tardi in autunno il giovane cangia il suo piumaggio in quello degli uccelli « dell'anno », che in ambedue i sessi assomiglia assai a quello dell'adulto ed i maschi adulti cangiano il loro « abito di muta > in quello gaio di nozze. In nessun caso però (né nel gio- vane di ambedue i sessi, né nei maschi adulti) le remiganti o le timoniere sono mutate in autunno, eccezione fatta alle volte pelle due timoniere centrali, che nell'abito di nozze sono talora specialmente modificate o colorite brillantemente. Vi sono adunque sei tipi di piumaggio per ogni specie di Anitra, oltre quello dei giovani coperti di piumino e sono: 1) giovane in primo piumaggio, nel quale i sessi sono simili, soltanto legger- mente differenti dalla femmina dell'anno; 2,3) maschio e femmina dell'anno, leggermente differenti dagli adulti; 4) maschio adulto in piumaggio ili inulti, di ben poco differente dalla femmina adulta; 5) maxi-liio miai lo in livrea ili noxxe; 6) femmina minila (Seebohlìl). Questo piumaggio estivo che si riscontra nelle Anitre è un fatto notevole e non molto conosciuto, sul quale poco fu scritto e le descrizioni che si hanno sono poco chiare e soddisfacenti. « In primo luogo questo piumaggio estivo non è affatto una livrea singolare; mentre quantunque esso possa apparire prima che i piccoli siano sgusciati, non si mostra di solito che quando la stagione del con- nubio è finita ed è distintamente un « abito post-nuziale ». Esso è principalmente ristretto alla testa, al collo, al petto, alle scapolari, come osservò già Montagu, cioè a quelle porzioni che sono più cospicuamente colorite. Il più importante punto di connessione con questo piumaggio di estate è che la muta annuale delle remiganti non comincia prima che questo piumaggio opaco sia del tutto assunto ed appena che le nuove remiganti sono atte al volo il detto piumaggio opaco, come tutto il resto delle vecchie penne, cade e la muta annuale delle penne del corpo progredisce normalmente. Da ciò si comprende come questo piumaggio opaco permane soltanto durante il periodo nel quale l'uccello è inetto al volo, perchè, come è generalmente noto, le Anitre mutano le remiganti tutte ad un tratto e perdono allora temporaneamente il potere di volare. In questo tempo un piumaggio opaco e non appariscente è senza dubbio e naturalmente importante per rendere l'uccello poco visibile e agisce come fattore protetti co; questa io credo sia la migliore spiegazione della curiosa muta estiva. Dei vari nomi che furono impiegati a distinguerlo, quello di piumaggio di « muta estiva » mi sembra il mi- gliore, giacché esso è nel suo tipo differente da qualsiasi piumaggio noto tra gli uccelli; e, come già fu dimostrato, esso nulla ha da che fare colla stagione nu- ziale, ma è intimamente connesso colla muta autunnale. Infine si può anche dire che le penne di questo piumaggio sono strutture molli ed imperfette come quelle del piumaggio « primo » o « post-nidale » dei giovani uccelli, che è pure un semplice abito estivo temporaneo (Stone). 462 ATLANTE ORNITOLOGICO Gli Anatini si nutrono d'insetti, di semi e di piante acquatiche; nidificano nei prati acquitrinosi e nelle paludi; vivono congregali in enormi quantità impren- dendo grandi migrazioni; il loro grido è aspro e la carne di alcune specie è buona a mangiarsi. Genere TADORNA, Fleming. Becco più largo all'apice che alla base, unghia rotonda, piccola, culmine convesso, lamelle presenti in entrambe le mascelle, più sviluppate però verso l'apice della superiore, più strette e non prospicienti esternamente sull'inferiore; ali lunghe, appuntito; coda leggermente rotondata; tarso scudettato anteriormente; dito poste- riore fornito di una membrana molto piccola; unghie piccole e compresse. Sessi quasi eguali, non hanno la muta come le Anatinae, ma essa è semplice autunnale, sicché il maschio non ha abito di muta estiva; le ali presentano uno specchio distinto; zampe carnicine; angolo delle spalle armato di un piccolo sprone, coperto dalle penne circostanti. Le Tadornae hanno tratti caratteristici con le Oche e da alcuni Autori furono ad esse riunite; due sono le specie di questo genere, la seconda delle quali T. ra- (ìjitìi (Garn.) abita le Molucche e l'Australia. 457. Tadorna tadorna (Linnaeus), Volpoca . [Tadorna cornuta (Gin.)]. [Tav. XL, fig. 7]. Testa, collo e specchio di un nero-verdone lucente; un largo collare bianco at- torno il basso collo; una larga fascia attorno al tronco e cuopritrici inferiori della coda fulvo-castagne; resto del dorso, groppone, ali e fianchi bianchi ; scapolari nere, eccetto le interne bianche; una fascia nera lungo il centro del petto e dell'ad- dome; coda bianca, nera all'apice; becco rosso, con una protuberanza alla base; piedi carnicini {mas. ad.). Simile, tinte meno pure, manca la protuberanza alla base del becco (femm. ad.). Testa e collo bruno-neri; fronte, guancie, mento e gastreo bianchi; becco carnicino (giov.). Lunghezza totale 0,'"G20; becco 0,'"060; ala 0/n340; coda 0,'"128; tarso 0,m053. La Volpoca abita la parte temperata della Regione Paleartica, spingendosi fino al Giappone durante l'estate; d'inverno frequenta il sud dell'Europa, l'Africa settentrionale e l'Asia fino alla Cina, l'India ed il Giappone. In Italia è uccello sopratutto di passo piuttosto irregolare ed invernale, lo si trova da agosto a marzo, ma è in generale scarso; più abbondante nelle saline di Barletta ed in Sardegna, ove è anche sedentario e nidificante (Sorso, Oristano). Genere CASARCA, Bonaparte. Becco più stretto all'apice che alla base, unghia mediocre, culmine quasi di- ritto; lamelle piuttosto sviluppate lungo il margine interno della mandibola su- periore, quelle sul margine dell'inferiore prospicienti esternamente; ali più lunghe ATLANTE ORNITOLOGICO 463 della coda; becco e piedi scuri; sessi differenti; tarso subeguale al dito mediano. Non presenta abito di muta estiva (')• Quattro sono le specie del genere Casarca, che si incontrano nel Mondo An- tico e nella Regione Australiana, una di esse compare in Europa, la seconda C. cana (Gin.) è propria del Sud-Africa, le altre due dell'Australia. 458. Casarca casarca (Gmelin), Casarca. [Casarca rutila (Pall.)J. [Tav. XL, fig. 8]. Colorito generale lionato-acceso; testa e parte alta del collo di un t'ulvo-chiaro, li- mitato in basso da un collare nero; cuopritrici delle ali bianche; cuopritrici su- periori della coda, remiganti le e coda nere; remiganti 26 esternamente di un verdone-porporino e formanti uno specchio alare {mas. ad.). Testa bianco-fulva; tinte generali più chiare; manca il collare nero ( few in. ad.). Lunghezza totale 0,"'600; becco 0,'"044: ala 0,m375; coda 0,m 139; tarso 0,'"057. La Casarca abita le regioni sud-orientali d'Europa ed è accidentale nelle oc- cidentali, si trova in tutta l'Africa settentrionale fino allo Scioa e dall'Asia occi- dentale sino alla Cina ed al Giappone; sverna a Burina e nell'India. In Italia è di comparsa accidentale e molto rara, venne presa in Toscana, nel Romano, nel Napoletano, nella Puglia, in Capitanata, in Sicilia ed a Malta ed una volta anche in Dalmazia sul Narenta; senza quest'ultimo, dieci sarebbero i soggetti catturati finora da noi. Genere ANAS, Linnaeus. Becco non fatto a spatola, largo, lungo quanto la testa, tanto alto che largo alla base e dilatato all'apice, unghia ovato-rotondata; lamelle assai lunghe, trian- golari alla base, solcate verticalmente e presenti in ambedue le mascelle ; narici ovali, subeguali; ali mediocri, che non giungono all'estremità della coda, acute, le due prime remiganti l6 le più lunghe, le 26 interne allungate e piuttosto appun- tite; coda rotondata, corta; tarsi più corti del dito mediano, scudettati anteriormente, reticolati nel resto; unghie piccole, ottuse, arcuate. Sessi differenti in piumaggio. Il genere Anas, colle sue sedici specie, ha una estesissima distribuzione geo- grafica e si può dire affatto cosmopolita, una sola di esse è propria dell'Europa, cioè VA. boscas. 459. Anas boscas (-), Linnaeus, Germano reale. [Anas boschas, L.; Gè mi ano']. [Tav. XLI, flg. 1* e 2]. Becco verde-giallo ; testa e collo di un verde-splendente, limitato da un collare bianco nella parte mediana del collo; petto castagno-cupo; dorso ed addome cenerini, (') Secondo F. E. Blaiiuw (Ibis, 1891, p. 317) la C. tadornoides (Jard. Selby) presenterebbe doppia muta e quindi abito di muta estiva, che verrebbe rivestito alla fine di agosto. (-) Deve scriversi boscas, e non boschas come erroneamente fece Linneo (Syst. Nat., I, pag. 127, 1758). 464 ATI. \v tNITOLOGK 0 con strie trasversali finissime scuro nere; groppone sopracoda e sottocoda nero- bluastri; ali cenerino-cupe; specchio aero-violetto cangiante in verde marginato superiormente ed inferiormente prima di nero e poi di bianco; le quattro sopra- caudali maggiori avvolte a spira [mas. ad.). Becco giallo e nero: parti superiori bruno-scure, marginate di lionato; le inferiori f'ulviccie, cou macchie centrali bruno-nere; mento e gola immacolati; ali come nel maschio (femm. ad. e giov.). D'estate dine maggio-agosto) il maschio assume un piumaggio simile a quello della femmina, è però sempre più cupo di tono ed ha il becco di una tinta verde-gialla [mas. ad. in abito di muta estiva). Lunghezza totale 0,'"600; becco 0,"0r>0: ala 0,m290; coda0,m110; tarso 0,m047. Questa specie va soggetta a numerose varietà di colorito specialmente nelle fémmine, le lionate essendo le meno rare e la leucocrostica la più difficile ad aversi. Si ricordano ibridi domestici con quasi tutte le Anitre congeneri e fra i selvatici noto quello con la Dafila acuta L. crime il più comune, sono molto più rari gli altri colla Manca penelope (L.), col Nettium crecca (L.) e col Chaulelasmtis streperiis (L.). Il Germano ha una larga distribuzione geografica ; abita tutta l'Europa, l'Asia fino alla Cina, il Giappone. l'India settentrionale, l'Africa dalle Azzorre alla Nuliia ed all'Abissinia, l'America dal Circolo Artico fino al Panama ed al Messico. Nidi- fica in tutte le regioni d'Europa, ma in maggior numero a primavera si porta verso il Nord attorno al Circolo Artico. In Italia questa specie è una delle più abbondanti fra le Anitre, specialmente durante l'inverno ed all'epoche del passo; è sedentaria e nidificante dal Veneto alla Sicilia; i branchi migranti arrivano nell'agosto, ma il grosso in novembre e ripartono da febbraio a marzo. Il Savi ha fatto una notevole osservazione sui Germani, cioè che in dati in- verni essi sono attaccati da una malattia che, paralizzando più o meno completamente i muscoli del petto e delle estremità anteriori, li rende inetti a volare. In quegli anni i cacciatori trovavano Germani che appena spaventati pigliavano come al solito il volo, mentre altri, impotenti a levarsi, cercavano rifugio nel folto delle canne o sugli stessi laghi, di modo che, inseguiti o dai cani o dai cacciatori, venivano presi anche con le mani. Tali uccelli esaminati non presentavano anomalie di sorta, solo frammezzo al cibo ingoiato vennero rinvenuti pallini di piombo, alcuni talmente corrosi da essere ridotti in sottili lamine. Ora conoscendo le qualità ve- nefiche del piombo, tanto più se ossidato, e sapendosi che esse producono una specie di paralisi, si venne a dedurre che tale indebolimento provenisse dall'azione dello stesso." Sembra che i Germani raccolgano il piombo sul fondo dei paduli as- sieme al cibo e che il fatto che non tutti gli anni si osservano debba addebitarsi alle differenti condizioni del detto fondo dei paduli, che sarebbe variabile a se- conda degli anni. Il Germano reale è il capostipite delle numerose varietà di Anitre domestiche. Genere EUNETTA, Bonaparte. Becco compresso, poco largo, più corto della testa; penne della cervice e della nuca lunghe, larghe, decomposte e formanti un grande ciuffo, che ricade po- steriormente sul collo; remiganti secondarie interne a forma di l'alce e non di ATLANTE-: ORNITI H.OCilco 1-65 ritte; cuopritrici superiori ed inferiori della coda che oltrepassano e coprono per intero la coda; timoniere centrali che non oltrepassano le laterali. Una sola bellissima specie che abita la regione Paleartica orientale. 460. Eunetta falcata (Georgi), Alzatola forestiera. Cervice castagno-cupa; lati della testa porporino-bronzati, tinti di verdastro sulla parte posteriore della stessa; un ciuffo di penne allungate verdi sulla nuca; un collare nero-verdastro separa a metà il bianco della gola da quello della parte alta del collo; alto petto a fascie semicircolari a guisa di scalette nere e bruno- grigie, come il dorso e le alte scapolari; remiganti 2e formanti uno specchio di un bel verde-metallico, limitato anteriormente e posteriormente di bianco; le 2" più interne lunghe e strette, foggiate a forma di falce, nero-vellutate collo stelo bianco, il margine e parte del vessillo interno grigi; coda nascosta dalle sue cuopritrici (mas. ad.). Eguale alla femmina di C. streperus; ne differisce per avere la porzione visibile delle ultime remiganti secondarie nera con riflessi di un verde-metallico, strettamente terminata di bianco e l'apice delle grandi cuopritrici biancastre, mentre nel C. streperus femmina la porzione visibile delle ultime secondarie è bianco- pura e l'apice delle grandi cuopritrici nero, inoltre VE. falcata femmina presenta le timoniere bruno-grigie, rossastre sul margine, mentre nel C. streperus femmina le timoniere esterne sono biancastre, con macchie irregolari brune (femm. ad.). Lunghezza totale 0,'"480; becco 0,m044; ala 0,'"253; coda 0,n,076; tarso 0,n'034. Abita le regioni orientali dell'Asia ed il Giappone; si porta d'inverno in Cina ed a Formosa. In Europa è specie accidentale; venne catturata una o due volte nella Svezia ed anche presso Vienna nel 1839. Genere CHAULELASMUS, G. R. Gray ('). Becco poco largo, più corto della testa e ristretto verso l'apice; lamelle della mandibola superiore inolio prominenti e visibili al di là delle branche dell'inferiore; re- miganti 26 interne e scapolari appuntite; penne centrali della coda di poco so- pravanzanti le laterali; specchio alare nero esternamente, bianco internamente; sessi di poco differenti; penne della cervice e della nuca piuttosto lunghe e fitte. Le due specie di questo genere abitano l'Emisfero settentrionale, l'ima C. stre- perus è anche propria dell'Europa, l'altra C. Coitesi, Streets, abita le Isole Wa- shington e New York del gruppo Fanning (Pacifico). 461. Chaulelasmus streperus (Linnaeus), Canapiglia. [Tav. XLI, tìg. 5 e 6]. Becco nero; testa e collo di un grigio-rossigno, con fascie nerastre piccole, numerose ed indistinte; alto dorso e scapolari a sottili fascie ondulate nere e bianco-cenerognole; basso dorso, groppone, sottocoda e sopracoda di un nero- (') Chaulelasmus, G. R. Gray, ride Bonaparte, Compi. List B. Eur. & N. Amer. p. 56 (1838). Atlante ornitologico. 59 166 \n w li ORNI COLOGK 0 vellutato; petto nero, con due o tre fascie bianche, semilunari e concentriche su ogni penna, le dette fascie sono più fitte e più strette sui fianchi: medie cuopri- trici alari rosso-castagne; specchio alare nere vellutato esternamente, bianco inter namente; tarsi e diti gialli, con la membrana interdigitale nerastra {mas. ad.). Becco giallo-olivastro; parti superiori bruno-nerastre, con marginature fulviccie più uniformi sulla, testa: collo, petto e fianchi fulvicci, col centro delle penne nere: specchio bianco esternamente, grigio-cenerino internamente ; spazio castagno del- l'ala più piccolo {[finiti, ad.). In estate il maschio assume un abito simile a quello della femmina, ma lo specchio rimane invariato, inoltre il colorito generale è sempre più scuro {mas. ad. in abito di unita estiva). Lunghezza totale 0,m545; becco 0,m045; ala 0,m270; codaCyO^O; tarso 0.m039, È specie che nidifica sopratutto nelle parti più fredde e sub-artiche di Europa, d'Asia e d'America; migra d'inverno verso sud fino all' Abissinia, alla Cina, al Giap- pone e ncir Airi erica settentrionale giunge al Messico. In Italia arriva colle con- generi ed è uccello di passo ed invernale, ma non abbondante; però nel Veneto, in Toscana, in Sicilia ed in Sardegna si può avere facilmente da ottobre ad aprile. Non nidifica da noi, ciò che però succede in latitudini egualmente meridionali, come la Spagna e la Vallata del Danubio. Genere MARECA. Stephens. Becco piccolo, ben più corto della testa e ristretto verso l'apice; lamelle della mandibola superiore appena visibili di profilo; penne centrali della coda acuminate ed estese alquanto al di là delle laterali; tarso lungo quanto il dito mediano; sessi distintamente differenti. Tre sono le specie del genere Mareca, due delle quali s'incontrano nei paesi Europei, la terza M. sibilatrix (Poepping) è confinata nelle parti meridionali del- l'America del Sud. 462. Mareca penelope (Linnaeus), Fischione. [I av. M.II. 6g. 1 o 2]. Becco blu di cobalto, nero all'apice; fronte e vellico ceciati: il resto della lesta e del collo di un fu Ivo -castagno con piccole macchiette verde-bottiglia, spe- cialmente d'attorno agli occhi; mento e gola nerastri; dorso ..,.-■■ e scapolari a zig-zags neri e bianco-grigi; cuopritrici alari 4. ed addome bianchi; petto ametistino; sottocoda nero: specchio / verde, limitato anteriormente e posteriormente di nero e su- periormente di bianco {mas. ad.). Testa e collo bruno-lionati, con fitte macchie nere; parti superiori bruno-nerastre con margini bianchicci, rossastri sulle scapolari; cuopritrici almi Testa di u penelope cenerino-scure, con margini bianchicci: specchio cenerino- mas, mi., ' , gr. imi. sudicio, marginato di bianco; sottocoda bianco a macchie scure i frinii/, in/.). I giovani somigliano alle femmine. D'estate giugno-ottobre) il maschio assume un abito simile a quello della femmina; ma l'ala si conserva come d'inverno compreso lo specchio e le cuopritrici alari, che ^ \T1. ASTIO ORNITOLOGICO 467 rimangono bianche con una fascia nera apicale sulle grandi, le tinte inoltre sono più rossastre che nelle femmine, sul dorso e sulle scapolari esiste sempre qualche linea a zig-zags neri o bianco-grigi (mas. ad. in abito di muta estiva). E specie variabile di colorito e di statura, tali variazioni relativamente al colore sono in generale effetti delle mute. Le anomalie albine si riscontrano di solito sulla testa, ma sono molto rare. Si conoscono ibridi selvatici col(iermano reale, col Codone, coll'Alzavola, colla Canapiglia, ne vennero colti anche in Italia (Museo Currcr ili Venezia, Raccolta dell'Accademia dei Concordi di Rovigo, Collezione Arrigoni degli Oddi), ma sono assai rari. il Fischione è specie Paleartica, che nidifica dall'Islanda al Kamciatka e di solito al di là del 60" lat.; è accidentale nell' America, eccetto dall'Alaska fino alla California lungo il Pacifico. In Italia arriva e parte colle congeneri ed è abbon- dantissima, qualche coppia nidifica, ma di rado; dui-ante l'estate si trovano talora nell'Estuario Veneto Fischioni riuniti in branchi, composti in gran parte di maschi giovani colle euopritrici alari ancora scure, e che non nidificano. 463. Nlareca americana (Gmelin), Fischione america no. Fronte e vertice di un bianco-sudicio, quasi senza macchie; una larga fascia verde, che dall'occhio si dirige sul collo; guancie e collo biancastri, macchiati di nero; specchio alare verde, limitato anteriormente e posteriormente di nero (mas. mi.). Simile alla femmina di M. penelope, ma colla testa ed il collo biancastri mac- chiati di nero {femm. ad.). Lunghezza totale 0,m500; ala 0,m265. Abita il Nord-America, migrando d'inverno fino ali1 America centrale. È ac- cidentale in Europa (Inghilterra e Francia) e nelle Azzorre. Genere NETTIUM, Kaup. Becco stretto, lungo quanto la testa, con l'apice non ristretto, ma alquanto allargato e rotondeggiante, unghia piccola e rotonda, lamelle poco prominenti; re- miganti secondarie interne e scapolari più lunghe e più strette che nel gen. Ma- reca; coda di 16 penne; membrana interdigitale smarginata; sessi distintamente differenti. Questo genere cosmopolita comprende 15 specie, delle quali una si presenta propria anche dell'Europa, mentre altre due vi giungono solo accidentalmente. 464. Nettium formosum (Georgi), Alsavola asiatica. [ Querquedula formosa (Georgi), Nettion formosa (Georgi)]. Parte superiore della testa, la posteriore del collo, gola ed una fascia che dagli uniti ili see udì- sulla stessa e vi si allaccia nere; il nero della cervice dietro l'occhio è mar- ginato di bianco, che giunge fino sui lati della nuca e s'allarga su quelli del collo; dietro l'occhio una larga fascia verde-metallica, che si estende allargata sui lati del collo; basso collo ed alto petto vinati, con macchie ovali nere; sui lati del petto 168 ATLANTE OHNITOLOC.IOO una fascia semiluiiare bianca; specchio verde-metallico, limitato anteriormente da una t'ascia cannella e terminato prima di nero e poi di bianco (mas. ad.). Bruna, con le penne marginate di rossigno; una macchia rotonda biancastra sulla parte an- teriore delle guancie presso la base del becco; ali come nel maschio, specchio colla t'ascia apicale bianco-fulva (femm. ad. . Lunghezza totale 0,m460; becco 0,' 038 ; ala 0,m215; coda 0,"'10G; tarso 0,'"024. Abita la Siberia orientale; d'inverno giunge fino alla Cina, al Giappone e raramente nell'India. In Europa è specie accidentale e rarissima; cinque esemplari furono colti nel novembre 1836 sulla Sauna ad Epervans (Francia), uno dei quali venne conservato {Coli, de Montessus), un sesto nella Manche pure in Francia (Coli. Conti' di SI, ■udì ed una volta in Italia nel 1885 presso Modena (lì. Museo di Firenze). 465. Nettium crecca (Linnaeus), Alzavola-, | Querquedula crecca (L.), Nettion crecca (L.)]. [Tav. XLI, fig. H e 10]. Testa e collo rosso-castagni, con due larghe fascie verdi-metalliche che par- tono dagli occhi e terminano sulla nuca, marginate di bianco che continua poi dall'occhio alla base del becco; petto biancastro, con macchie ovali nere; alcune delle basse scapolari bianco-giallastre, con largo margine esterno nero-vellutato; specchio alare verde-metallico nel lato superiore, nero-azzurro nell'inferiore, limi- tato posteriormente di bianco e anteriormente di bianco-fulviccio (mas. ad.). Parti superiori bruno-nerastre, con margini bruno-rossicci: dorso e scapolari con due fa- scie trasversali strette bruno-fulviccie; parti inferiori brunastre, con macchie scure poco distinte sul centro delle penne del petto, dei fianchi e del sottocoda; spec- chio come nel maschio (femm,. ad.). D'estate (giugno-ottobre, anche alle volte fino a dicembre) il maschio assume un abito simile a quello delle femmine, ma la sta tura maggiore, la tinta più scura uniforme e cenerognola, la mancanza dei mar- gini bruno-rossicci sul dorso e sulle scapolari rimpiazzati di grigiastro e alcune scapolari con largo margine esterno nero lo distinguono a priori (mas. ad. in abito di muta (stiro . Lunghezza totale 0,'"400; becco 0,'"039; ala 0,m180; coda 0,ra080; tarso 0,m028. L'Alzavola va soggetta a varietà albine o isabelline ed anche allo stato sci valico s'incrocia col Germano reale, col Fischione, colla Canapiglia, ibridi noti sotto il nome di Bimaculated Di/eh; Penn., Arias i/toiitnns. Lath., Querquedula glo- eitans, Vig., Bimaculated Tedi, Selby, A. bimaculata, Gra. fide Bp., Q. o Eunetta l>i maculata, Bp., essi però sono molto rari; s'incrocia anche colla D. acuta e dub- biosamente colla Q. circia. L'Alzavola abita l'intera Regione Paleartica, nidificando di solito nelle parti Nordiche e portandosi verso Sud nell'inverno; è accidentale in Groenlandia e nel Nord-America. In Italia è specie essenzialmente di passo ed invernale, abbondan- tissima; qualche coppia nidifica tanto nelle provincie settentrionali che nelle me- ridionali, sicché apparirebbe anche stazionaria. Le prime colonie migranti giun- gono nell'Italia supcriore ai primi di agosto, ma il grosso arriva in ottobre e ne] novembre. Partono in marzo e nell'aprile. ATLANTE ORNITOLOGICO 469 466. Netiium carolinense (Gmelin), Alzatola americana. La femmina sembra eguale a quella del X. erecca, il maschio va distinto dai seguenti caratteri: la linea biancastra che circonda la banda verde sui lati della testa e che passa ondulando dall'occhio alla base del becco è quasi invisibile; le scapolari sono di un grigio-lavagna uniforme e senza bianco; una fascia larga semi- circolare biancastra su ciascun lato del petto in faccia alla spalla, che manca nel X. erecca. Nidifica nelle regioni Artiche dell'America del Nord; migra durante l'in- verno verso Sud fino nelle parti centrali (Honduras e Cuba). Accidentale nella Regione Paleartica, venne colto tre volte nelle Isole Britanniche [John Kraus. Ar- thitr Felloires, Hoivard Saunders). Genere DAFILA, Stephen*. Becco lungo quanto la testa, leggermente allargato verso l'apice, guarnito sul margine della regione apicale .della mandibola superiore di una membrana stretta e molle; culmine del becco quasi diritto; remiganti secondarie interne e scapolari allungate ed appuntite; coda lunga, colle penne centrali molto allungate, acuminate e che sorpassano notevolmente le laterali [mas. ad.); collo lungo e sottile. Tre specie compongono questo genere cosmopolita (si eccettui la Nuova Ze- landa e l'Australia); di esse la T). acuta è anche Europea, la I). Eatoni iSharpe) abita le Isole Kerguelen e forse le Crozette, la D. spinicanda (Vieilloti l'America meridionale. 467. Dafila acuta LinnaeuS', Codone [Tav. XLI, flg. 3 e 4]. Testa ed alto collo di un bruno a ritiessi porporini sui lati della testa e sull'oc- cipite; linea centrale della nuca nera, limitata da due fascie bianche sui lati del collo, che si fondono col bianco della parte anteriore del collo, del petto e del- l'addome; specchio verdone-bronzato, marginato anteriormente di nocciola e po- steriormente di nero e di bianco; coda grigia, senza fascie trasversali, le due timo- niere centrali acuminate, nere e sopravanzanti le laterali di parecchi centimetri (mas. ad.). Parti superiori di un nero-cupo con margini e macchie fulve, che divengono biancastre sul groppone; parti inferiori bianco-sudicie, con strie scure sui fianchi, sull'addome e sul sottocoda; specchio nocciola-bronzato, con macchie nere; timo- niere grigie, con fascie oblique fulve e le mediane quasi eguali alle laterali (ferrini. ad.). I giovani somigliano alle femmine, ma i maschi giovani hanno lo specchio alare dei maschi ad. D'estate (luglio-ottobre) il maschio assume un abito simile a quello delle femmine, ma lo specchio rimane intatto, le timoniere non hanno fascie, mancano le tinte nocciola sulle parti superiori ed esiste qualche zig-zags sul dorso (mas. ad. in abito di mata estiva). ITO ATLANTE ORNITOLOGICO Lunghezza totale 0,m680; bec< ™050; ala 0,m270; coda 0,m170; tarso 0,,n039 ; le penne mediane della coda sorpassano le laterali da 0,ra112 a 0,' 127; è specie piuttosto variabile di dimensioni. Le varietà albine del ('odono suini rare, più frequenti lineile isabelline. Xiditiea nelle parti settentrionali della Regione Paleartica e della Xeartiea: migra d'inverno fino (piasi all'Equatore. In Italia è specie invernale e di passo, giunge eolio congeneri od è ovunque abbondante, parte in marzo e nell'aprile; però in giugno si vedono ancora individui solitari, clic sono pei- lo più maschi. Non nidifica tra noi. Genere QUERQUEDULA. Stephens Differisce dal gen. Nettium pel becco guarnito sul margine della porzione apicale della mandibola superiore di una membrana strotta e molle, esso epuro lungo quanto la testa, ma molto più largo specialmente all'apice, unghia gratulo e larga; cuopritrici superiori delle ali blu o grigio-bluastre. Questo genere consta di cinque specie; una di esse è comune in Europa. un'altra vi è accidentale e le tre rimanenti sono proprie dell'America. 468. Querquedula circia (Linnaeusi, Mwsajola. | Tav. XLI, ttg. 7 e 8 |. Vertice bruno-scuro, limitato da due sopraccigli larghi e bianchi; lati della testa e del collo di un marrone-vinato, con una stria centrale bianca su cadauna penna: parti superiori nerastre, con margini grigio-olivastri; scapolari appuntite, allungate nere, con una stria centrale longitudinale bianca; mento nero; petto fulvo-lionato, con fitte fascie semilunari nere come a scaglie; cuopritrici alari cenerino-bluastro; specchio verde-glauco, limitato superiormente ed inferiormente di bianco (mas. ad.). Simile alla femmina dell' Alzavola, ma il becco è più largo: una tacca biancastra sulle redini; altre macchie più larghe dietro l'occhio; mancano le chiazze rossigne sulle scapolari; lo specchio è cenerino-scuro cangiante leggermente in verdone, marginato anteriormente e posteriormente da due bande bianche (ferrini, mi.). I giovani, se femmine, sono eguali alle femmine ad., i maschi hanno eguale livrea, ma sono tosto riconoscibili allo specchio alare differente. D'estate i maschi per un periodo molto lungo (luglio-novembre) rivestono un abito simile a quello delle femmine, ma t abito
  • 0 individui comparve sul lago di Massaciuccoli (Lucca); parecchi di essi vennero uccisi e sono conservati nel 11. Musili di Firenze, nelle Collezioni della Marchesa Paulucei, del Marchese Ridolfi,del t'unir Spada, della signorina C, Picchi, Arrigoni Degli Oddi, età; nonostante tale fatto, quando essi ripartirono (agosto) il branco poteva calcolarsi di circa 70 in- ATLANTE ORNITOLOGICO t i 3 dividili, quindi certamente si erano riprodotti in quegli estesi pachili. Poi nell'a- gosto 1893 ne venne ucciso un soggetto a Osimo e cinque a Porto Corsini Ra- venna) nel dicembre del medesimo anno, ed un maschio era stato pure catturato nel febbraio a Maccarese '/.'. Museo ili Roma . Per quanto so questa specie non è mai capitata nella Valle Padana. Da ciò risulta che la Marmaronetta, in altri tempi di comparsa affatto accidentale, ora tenderebbe a farsi specie di appari- zione irregolare in Italia. Si > ttofamkìlia FULIGULLNAE, Fuligulini. Denti laminari su ambedue le mascelle; timoniere normali, da 14 a 18, non particolarmente rigide; tarsi seudettati sul davanti, più corti del dito mediano, in- seriti molto all'indietro dell'equilibrio del corpo: dito posteriore muuito di una larga espansione membranosa posta sul suo lato inferiore. Collo corto e grosso; colori dominanti opachi: mancanza di specchio con splendore metallico; sessi differenti. Questa sottofamiglia comprende tredici generi con circa 36 specie, sparse su tutto il Globo. Uno di essi, che è detto Camptolaimits, Gray, con una sola specie C. labradoritis, (Gmel.), sembra ora estinto; era proprio delle contrade setten- trionali-orientali dell'America del Nord e se ne contano circa 41 esemplari nelle varie Raccolte del Mondo. Le Fuligulinae hanno, a differenza delle Anatinae, abitudini in gran parte ma- rine, si tuffano e possono rimanere sott'acqua lungo tempo. La muta si effettua come nelle Anatinae ed i maschi adulti presentano un abito estivo quasi eguale a quello delle femmine, ma pur troppo i materiali, che abbiamo in argomento, sono troppo scarsi per poterci pronunciare esattamente a tale riguardo. Genere NETTA. Kaup. Becco piuttosto piatto, largo e lungo quasi come la testa: denti e lamelle delle mandibole distinti e prominenti, specialmente sulla superiore: testa coperta interamente da un ciuffo (mas.); specchio grande e bianco; timoniere in numero di ltj. Consta di una sola specie, la X rufina. 472. Netta rufina Palla- . Fistiane timo. [ Branta u Fuligula rufina Pali.. : Callichen rufinus (Pali.. : Germano tur,,,]. [Tav. XLII, tìg. 5 e 6]. Becco rosso-vermiglione, con l'unghia più chiara; vertice ed occipite coperti da un fìtto ciuffo bajo-fulvo; lati della testa e gola bajo-ametistini: linea centrale della nuca, parte posteriore del collo, gozzo, petto e parti inferiori nere: una macchia bianca su ciascuna spalla: un grande spazio bianco-roseo sui lati del- l'addome; specchio di un bianco leggermente roseo, con una banda subapicalo bruno-grigiastra (mas. ad.). Becco bruno-rossastro; vertice bruno, con un ciuffo Atlante ornitologico. 60 474 ATLANTE ORNITOLOGICO corto; parti superiori grigio-brune; groppone tinto di nerastro; parti inferiori grigio- biancastre, tinte di brunastro sull'addome; sottocoda bianco (femm.ad.). I maschi nella muta d'ostato si distinguono dallo femmine, cui molto assomigliano, pel becco rosso-brillante, pel ciuffo bene sviluppato, pel bruno-cupo dell'addome e del sotto- coda mas. mi. in abito ili muta estiva). Lunghezza totale 0,m600; becco 0,m050; ala 0,,n270; coda 0,"'098; tarso 0,"< Un. I /unica specie di questo genere abita la Regione Paleartica meridionale, dal Mediterraneo al Turchestan ed all'India (inverno); giunge accidentalmente nel Nord dell'Europa, e venne presa una volta nell'America settentrionale. In Italia è uccello discretamente comune e nidificante in Sicilia, in Sardegna e forse nella Capitanata e nelle Puglie; nelle provincie settentrionali è accidentale d'inverno ed alle epoche del passo, coll'eccezione del Veneto, ove compare irregolarmente d'attorno a Venezia e più frequentemente nelle Valli delle foci del Po. Genere NYROCA. Fleming. Becco liscio alla base, alquanto corto e largo, stretto in confronto del genere Netta, ovunque egualmente largo; denti non prominenti sulla mandibola superiore; testa senza ciuffo. Vi appartengono dieci specie, delle quali due fanno parte della fauna Pa- leartica. a) Colorita generale grigio; testa e rulla ili un castagno -bajo uri masi Iti ad. (gen. Aktmyia ('), sec. Salvadori). 473. Nyroca ferina (Linnajeus), Moriglione. [ Fulix ferina o Aethyia ferina " Fuligula ferina (L.)j. [Tav. XLII, fig. 7, 8 o il]. Becco cenerino-blu nel centro, urrà nel risto; testa e collo di un castagno-bajo; base del collo tutt'attorno e petto neri; schiena, i/orso, scapolari e cuopritrici, fianchi ed addome a zig-zags cenerino-periati e neri, più distinti sulle parti superiori: specchio cenerino, terminato di bianco (mas. ad.). Testa e collo di un bruno-rossigno, più scuro sul vertice; petto e parte posteriore del collo bruni, coi margini più chiari; dorso come nel muschio, ma più scuro (finn», ad.). 1 maschi adulti in abito di muta estiva hanno le tinte della testa e del collo più pallide, il nero del petto e dell'alto dorso rimpiazzato da bruno-cupo (Salvadori). Lunghezza totale 0,m450; becco 0,m051; ala 0,m230; coda 0,m07.">: tarso 0,m035. Il Moriglione s'incrocia coll'^4. boscas, colla .V. rufina, colla N. nyroca, colla Clangala clangala, etc; l'ibrido colla V. nyroca fu detto Fuligula ferinoides, Bartl. o F. Homi uni. Bad., se ne conoscono circa dodici esemplari conservati nelle varie Raccolte d'Europa, compreso il soggetto colto in Italia (Coli. Arrigoni degli Oddi) ('-'). (') Ayllni», Buie /..;-., isul', |.ag. 5 (vi. I ; Vedi mia Nota, Atti Soc. llul. Se Nat., XXIV, pp. 179-193 (1893). ATLANTE ORNITOLOGICO 475 Abita la Regione Paleartica, dall'Islanda al Giappone; nell'inverno migra verso sud fino al Nord-Africa, all'India ed alla Cina. Il Moriglione è molto abbon- dante in Italia durante l'inverno ed all'epoca dei passaggi; arriva e parte coi congeneri, ma nel Veneto se ne trova qualche individuo anche in agosto. Fre- quenta le acque profonde ed i larghi specchi d'acqua specialmente del mare, delle lagune e degli stagni. Non nidifica. b) Colorito generale linaio; testo, eccetto nella N. Baeri (Radde), intieramente o parxialmente tinta di castagno, specialmente nei maschi adulti (gen Nyroca, sec. Sal- vadori). 474. Nyroca nyroca (Gììlden.stàdt), Moretta tabaccata. [ Fulix nyroca (Gui.d.), Nyroca africana (Gm.)]. [Tav. XLII, fig. 10 e 11]. Iride bianca; testa, collo e parte alta del petto di color castagno, sul collo un collare bruno-nerastro; dorso, groppone e cuopritrici della coda lnuno-nerastre, scapolari di eguale tinta, con punteggiature castagne poco apparenti e talora mancanti; mento bianco; fianchi bruno-castagni; resto del gastreo e specchio bianchi, quest'ultimo bordato posteriormente da una fascia nera a riflesso verdone i mas. ad.). Tinte più opache; testa e collo bruno-castagni ; manca il collare nerastro; petto bruno, col margine delle penne più chiaro; addome bianco; banda terminale dello specchio più opaca (femm. ad.). Nell'abito di muta estiva il maschio ad. si di- stingue dalla femmina per le tinte più lucide e più cupe; testa, collo e petto lavati di castagno, il collare nero è presente, i fianchi castagni; lo specchio di un bianco più puro e la fascia terminale più vivace, inoltre la statura è maggiore. Lunghezza totale 0,"'4:00; becco 0,"'042; ala 0,'"190; coda 0,m065 ; tarso 0,,n029. Io ho descritto speciali individui (') uccisi di primavera e d'autunno che pre- sentavano un bel collare distinto bianco, fatto che si osserva in altre specie come nel ( '. streperus (Coli. Marchese Ridolfi), nel A', crecca (Coli. Arrigoni Degli Oddi) etc. Abita l'Europa centrale e meridionale e l'Africa, migra al sud d' inverno fino alle Canarie ed all'Abissinia, all'India e ad Arrakan. È specie sedentaria e comune nell'Italia meridionale, in Sardegna, in Sicilia ed a Malta, ma in maggior quantità è in generale di passo o d'arrivo in primavera e di partenza d'autunno; oltre che nelle parti citate, nidifica in Toscana, nel Mantovano e nelle Valli del Po; è poco comune nel Veneto, specialmente d'attorno a Venezia. Genere FULIGULA, Stephens. Becco subeguale alla testa, più largo verso l'apice che alla base, ove è rial- zato, largo, corto e molto più arrotondato all'estremità che non nel gen. Nyroca; testa nei maschi adulti nera a riflessi; specchio bianco, terminato di nero nelle specie europee. (') Alti Soc. ltul. Se. Nat. XXXVI, pag. 215-23 con tav. (1897). IVli ATLANTE ORNITOLOGICO Questo genere comprende cinque Bpecie proprie dell'Emisfero settentrionale e della Nuova Zelanda, due di esso sono anche europee, mentre le comparse della F. affìnis, Eytoii e della F. collaris (Donov.) nelle Isole Britanniche non sono ancora positivamente comprovate. ,-i Nessun ciuffo occipitale; dorso < scapolari con sig-xags neri su fondo bianco periato, /i/fi nei maschi adulti, più radi nelle femmim e nei giovani, più o meno distin- tamente accentuati, ma sempre presenti; statura maggiore. 475. Fuligula marila (Liiwaeus), Monito grigia. L Fulix marila (L. i]. [Tav. XLIII, fig. :; e I ]. Becco mollo largo celestognolo, coll'apice nero: testa e cervice di un nero- verdone e senza ciuffo; dorso e scapolari bianco periate a zig-zags neri; gola, gozzo e petto di un nero-puro; specchio bianco, nero all'apice (mas. ad. i. Uno spazio distinto bianco tutt'attorno al becco e sulla fronte, più largo nelle femmine adulte: parli che nel maschio adulto sono nere qui bruno-scure; cosi di egual colore il dorso e le scapolari, che hanno zig-zags bianco-cenerini più o meno apparenti (feinm. ad. e giov.). 1 maschi adulti in abito di muta estiva assomigliano alle femmine, ma sono più cupi di tinta e di statura maggiore. Lunghezza totale 0,m510; becco 0,m045; ala 0,m210; coda 0,m075; tarso 0,m034. Gli esemplari dell'Asia orientale furono divisi sotto il nome di F. mariloides, Vlg. e gli Americani sotto quello di F. neartica (Steju.); sembra però, anche se- condo il Conte Salvadori, che non vi siano sufficienti differenze per una tale se- parazione. Si conoscono ibridi della F. marila colla N. nyroca e colla Clangula clan- gula, ma sono estremamente rari. Abita la Regione Paleartica settentrionale e la Neartica, d'estate fino al 50° lat.; d'inverno migra fino nel bacino del Mediterraneo, nell'Africa settentrionale, nella Cina, nel Giappone, ma è rara nell'India, ed in America si spinge sino al Guatemala. Nell'Italia superiore è specie di passo ed invernale, arriva in novembre e riparte nel marzo, perù non può dirsi di comparsa affatto regolare, ma neppure rara (Estuario Veneto e lago di Garda); diviene sempre più scarsa nelle Provincie centrali ed è quasi accidentale nelle meridionali. Conservo nella mia Collezione quaranta esemplari avuti da Udine alla Sicilia, dalla Sardegna e da Malta. In / inastili adulti hanno un lungo ciuffo occipitale pendente, esso è assai breve, ma presente anche nelle femmine e nei giovani; i tig-xags sul dorso e sitili scapolari del tutto inauranti, sala i inastili athilti hanno tatara punteggiature biancastre indistinte o l'in issi ine. 476. Fuligula fuligula (Linnaeus). Moretta. L Fulix fuligula iL.ì, Fuligula <• Fulix cristata (Lkacii.)]. [Tav. XLIII, Bg. 1 << 2], Becco celestognolo, coll'apice nero; penne della testa erette a lungo ciuffo pen- dente, esse e quelle del collo nere cangianti in paonazzo; schiena e scapolari di un ATLANTE ORNITOLOGICO I i i nero-verdone, finissimamente punteggiate di biancastro poco appariscente; gola e petto neri; specchio bianco, terminato di nero (mas. ad.). Fronte e redini mac- chiate di bianco nelle femmine, talora bianche nei giovani; tutte le parti che nel maschio sono nere qui bruno-nerastre: dorso uniforme; ciuffo più corto, ma sempre presente (femm. mi.). L'abito di inntn estiva del maschio ad. è simile a quello della femmina, ma più cupo nella tinta e di statura maggiore. Lunghezza totale 0,'"440; becco 0,'"042; ala 0;"210: coda 0,'"070; tarso 0,'"030. I giovani di questa specie si possono alle volte scam- . , ... biare per quelli della precedente, che sono però sempre di mag ad y gr. nat. statura maggiore; un carattere ottimo a distinguerli è la tinta delle scapolari e del dorso che è uniforme nella F. eristata, mentre invece nella F. inorila si notano zig-zags bianco-cenerini e bruno-nerastri, che, per quanto scarsi, sono però o qua o là sempre pr/sn/ti. Questa specie s'incrocia molto rara- mente col N. crecca, colla X. ferina e colla X. nyroea. Abita la Regione Paleartica, dall'Atlantico attraverso l'Asia Ano al Pacifico; d'inverno giunge sino nell'Africa settentrionale, nella Cina. nell'India e raramente a Borneo e nelle Filippine: non è certo se nidifichi sugli alti laghi dell'Abissinia, come venne asserito. E specie molto abbondante in Italia, arriva in novembre e riparte nel marzo e nell'aprile; non è difficile possa nidificare, ciò che però non venne accertato sinora. Due specie nord-americane la F. collaris iDonov. e la /-'. afpnis, Eyton, furono incluse nella Fauna Europea senza le dovute garanzie: la prima come colta in Inghilterra (Donoran), la seconda pure in Inghilterra (Thompson) e forse in Olanda (Dresser). Genere CLANGULA, Leach (l). Becco forte e depresso, molto più corto della testa, più alto che largo alla base, depresso e ristretto verso l'apice; margini della mandibola superiore non piegati all'indentro e che nascondono gli apici delle lamelle; remiganti di forma normale; ali senza specchio bianco; coda mediocre, colle penne rotondate all'apice; dito mediano lungo circa il doppio del tarso. Sessi differenti; testa con un ciuffo di un nero-vellutato nel maschio, bruna nella femmina. Tre specie, proprie all'Emisfero settentrionale, compongono questo .nenere. 477. Clangula clangula (Linnaeus), Quattr'occhi. [ Bucephala clangula, (L.), Clangula glaucion, (L.), ]. [Tav. XLIII, fig. 12 e 13 ]. Becco nero; un ciuffo sul vertice, testa e collo di un nero-verdone; una grande macchia roto/imi sulle redini, medie e grandi cuopritrici, remiganti 2° e gastreo f) Clangula, Leach in Roes's, Voy, Discoli. App. p. XLVI1I (1819) (ex Gesner) ITs \TI.\NTK (} UNITO LOGICO bianchi; dorso, scapolari interne, groppone, sopracoda, piccole cuopritrici e remi- gante 1' neri-: scapolari esterne bianche, con un largo margine esterno nero (mas. ad.). Stai ura notevolmente minore; becco bruno-nero, con un tratto giallo presso l'apice; testa e parto superiore del collo bruno-cupe, con un collare bianco at- torti" al basso collo; collo e petto cenerini, bianchicci sul marnine; cuopritrici grandi delle ali talora terminate di nero, che divide in due la macchia bianca formata da esse e dalle remiganti 2°; ascellari brune (femm. ad.). I maschi gio- vani somigliano alle femmine, ma hanno l'ala più bianca e macchiette bianche sulle redini. I maschi adulti in abito di muta estiva si distinguono dalle femmine per statura maggiore e la colorazione dell'ala che non si modifica. Lunghezza totale 0,m520; becco 0,'"036; ala 0,ra230; coda 0,'" 100; tarso 0,'"0:'.l: dito mediano con unghia 0,'"072. La femmina è distintamente più piccola del maschio; ala 0,m195. Si citano ibridi col Moriglione, colla Moretta grigia e colla Pesciajola; questo ultimo incrocio fu distinto come specie e chiamato Mergus anatarius, Eimb., C. angustirostris, Brehm, C. mergoides e Arias mergoides, Kjarbolling. Abita la Regione Paleartica settentrionale, nidificando nelle parti artiche e subartiche, verso sud sino alla Germania ed al Caucaso, si trova anche nel Nord-America; d'autunno migra verso sud sino all'Africa settentrionale ov'è raro, all'India, alla Cina, al Messico ed a Cuba. In Italia è specie invernale, d'arrivo in novembre e di partenza in marzo; nel Veneto è comune, diviene meno abbon- dante quanto più discendiamo verso le provincie meridionali, però non è rara in Sardegna; i maschi ad. sono più scarsi dei giovani, le femmine ad. si confondono con questi. Ne ebbi da tutte le nostre provincie, compresa la Calabria e la Sicilia. 478. Clangula islandica (Gmelini, Quattr'occhi islandico. Testa e parte superiore del collo di un blu-nero metallico, con una grande macchia bianca verticale - triangolare sulle redini; bianco dell'ala formato da due spazii divisi da una breve banda scura (mas. ad.). La femmina è eguale a quella di C. clangala, ma più grande, con la banda grigia sul petto più scura e più larga e le grandi cuopritrici delle ali terminate in generale di nerastro {femm. mi. e giov.). Lunghezza totale 0,ra510; becco 0,'"037; ala 0,m250; coda 0,'"112; 3 tarso 0,m039. I,sl:"1" ;'"'"'"'"'"• Abita l'Islanda; giunge accidentalmente in Europa, cioè in Norvegia ( Cotteti), nel Belgio (Fallon), in Ispagna (Dresser), ma non indie Isole Britanniche (Sharpe). Abita poi l'America settentrionale dalla Groen- landia all'Alaska, svernando nel sud sino all' Illinois etc. 479. Clangula albeola (LlNNAEUS), Quattrocchi americano. Testa e parte superiore del collo di un verde-metallico e porporino-lucido, con un granile spazio bianco triangolare che si estende sui lati della testa dalla parte posteriore dell'occhio all'occipite, ove termina inun ciuffo: scapolari e spazio alare bianchi (mas, ad.) Testa, collo e parti superiori bruno-scure, leggermente porporine; una grande ATLANTE O UNITO LOGICO 479 macehia bianca longitudinale sui lati della testa dalla regione posteriore dell'occhio attraverso l'auricolare fino sui lati del collo (femm. ad.). Lunghezza totale 0,m350; becco 0,n,025; ala 0,m160; coda 0,m072; tarso 0,n,025. Abita l'America settentrionale artica, migrando d'autunno sino al Messico. Accidentale a Cuba (Sai radon'), nelle Isole Britanniche (Yarrell, Cordeaux, R. Gray) ed in Asia nelle Isole Gommander. Genere HARELDA, Stephens. Becco molto più corto della testa e che si restringe verso l'apice; margini della mandibola superiore in parte ripiegati all'indentro, sicché le lamelle sono parzialmente scoperte, unghia fortemente ricurva; testa fornita di ciuffo; spec- chio alare mancante; scapolari molto lunghe ed appuntite (mas. ad.); tarso molto più corto del dito mediano con unghia; piumaggio variato; sessi differenti. Una sola specie propria dell'Emisfero settentrionale. 480. Harelda hyemalis (Linnaeus), Moretta codona. [Harelda glacialis (L.); Moretta pezzata]. [Tav. XLIV, fig. 3 e 4]. Testa, collo, lunghe scapolari e basso addome di un bianco-periato; parti supe- riori bruno-nerastre; lati della testa plumbeo-grigi, seguiti da uno spazio ovale bruno sui lati del collo; dorso, petto ed ali bruno-nere; timoniere bruno-nerastre mar- ginate di biancastro, la tinta bianca aumenta verso le esterne che ne sono invase quasi per intero, le due centrali nere, fine, appuntite, sopravanzanti di molto (massimo 0,'"150) le laterali (mas. ad.). Testa e parti superiori bruno-scure; lati della testa di un bianco-sudicio; uno spazio sui lati del collo bruno-sudicio; una fascia bianca dietro l'occhio; gola e petto bruno- cenerognoli; scapolari e ti- moniere mediane non allungate (femm. ad. e gioì.). Tinta gene- rale bruno-scura, col dorso e le lunghe scapolari con margini rossastri larghi e distinti; lati della testa, fronte e cervice grigio- fuligginosi; basso addome bianco (mas. ad. in abito ili ìnula estiva). Lunghezza totale, comprese le timoniere centrali, 0,n'700; becco 0,'"029; ala 0,'"220; coda: timoniere centrali 0,'"290, timo- niere laterali 0,m130: tarso 0,'"031; dito mediano e. u. 0,'"060. La Testa din H: ''"""«'^ mas. ad., '/, gr. uat. femmina è più piccola del maschio; lunghezza totale 0,™420. Abita le parti Artiche; d'inverno migra fino al bacino del Mediterraneo, al Mar Caspio, al Giappone ed in America sino alle regioni dei Grandi Laghi. In Italia è uccello raro, specialmente nell'abito di maschio ad. ; può dirsi di appari- zione irregolare soltanto nell'Estuario Veneto durante gli inverni più rigidi, compare di solito in novembre e ne ebbi più di venti esemplari, in gran parte giovani; nel resto d'Italia è accidentale e venne colto in Lombardia, in Toscana e nelle Puglie, tengo un soggetto dal Ferrarese e dalla Liguria; non so se sia comparso in altre Provincie. tso ATl.wn; ORNITOLOGICO Genere HISTRIONICUS. Lesson (•). Becco molto più corto della testa e piccolo, assai appuntito all'apice, che è interamente occupato dall'unghia; un piccolo lobo membranoso su ciascun lato del becco alla base della mandibola superiore, le lamelle non proiettano esterna- mente coi loro apici; testa senza ciuffo; remiganti 2e interne arricciate; ala senza specchio; coda molto graduata e composta di 14 penne appuntite; piumaggio a spazii irregolari di vari colori; sessi differenti, maschio brillantemente colorito. Una sola specie propria delle regioni Artiche. 481. Histrionicus histrionicus (Linnakis), Moretta arlecchino. LCosmonetta histrionica (L.)]. [Tav. XLIV. fig. 1 e 2]. Colorito generale blu-ardesia-cupo, tinto di brunastro sulle parti inferiori; una stria dall'occhio ai lati della nuca e fianchi rosso-castagni; linea mediana della lesta blu aera; una grande macchia bianca alla base del becco, che continua in un sopracciglio sui lati della cervice, una seconda invece piccola sulla regione auricolare ed una terza allungata sui lati del collo, ambedue bianche; sulla parte bassa del collo un collare quasi completo bianco, bordato di nero ed una grande mezzaluna bianca bordata di nero sui lati del petto di fronte alle spalle; numerose macchie bianche sulle scapolari, sulle remiganti 2" interne e più scarse sulle grandi cuopritrici; sottocoda nero, con una macchia bianca sui lati; uno specchio porporino sull'ala, formato dai vessilli esterni delle secondarie più corte (mas. ad.). Parti su- periori bruno-scure ed olivastre; parti inferiori più pallide, con fitte macchie bian- castre sul petto e sull'addome prodotte dai margini delle penne; una macchia bianca sotto e davanti l'occhio, un'altra sulla regione auricolare (femm. mi.). Il maschio adulto in abito di muta estiva somiglia alla femmina, ma presenta una grande macchia biancastra sui lati anteriori della testa estesa anche sotto gli occhi: vi sono traccie di bande castagne sulle parti posteriori dei lati della cer- vice; alcune penne nere framezzo il bruno del collo; una stretta banda bianca sui lati della nuca; poche penne bianche, marginate di nero sui lati del petto (Salvadori). Lunghezza totale 0,'"4r>0; becco 0,m026; ala 0,'"200; coda 0,'" 100; tarso 0,m030. Abita l'Islanda e le parti settentrionali dilla Regione Neartica ed il N. E. dell'Asia, giungendo d'inverno al Giappone. È uccello accidentale in Europa; venne colte parecchie volte nelle Isole Britannichee nella Svezia; secondo Degland in Ger- mania ed in Francia, forse nella Svizzera e nel Tirolo {Tschusi). In Italia cono- sciamo soltanto la cattura di due individui giovani, che vennero uccisi dal cac- ciatore Antonio Puppi il 2 marzo 1902 nel Canale di Piove. Estuario Veneto in Prov. di Venezia [OolUxione Arriyoni Begli Oddi). (') Geu. Iliairiiniiru,. i.csmmi, 1828; Cotmoneita, Kaup [1829), ATLANTE ORNITOLOGICO 481 Genere OIDEMIA. Fleming (';. Becco robusto, quasi lungo come la testa, depresso e molto largo all'apice, mandibola superiore rigonfia o gibbosa alla base ; lamelle forti, larghe, molto di- stanti, abbastanza esposte, unghia piatta, molto larga e arcuata all'apice; coda gra- duata ed appuntita; tarsi inseriti molto all'indietro,più corti del dito mediano; sessi di- stinti; piumaggio opaco, nero-cupo nei maschi, grigio-bruno senza fascie nelle femmine. Sei specie, di abitudini prettamente marine e proprie dell'Emisfero settentrio- nale, compongono questo genere, tre di esse fanno parte dell'Avifauna Europea. a) Lunghezza della commessura molto minore di quella del dito interno senz'un- ghia; becco nel maschio adulto molto rigonfio sulla sommità alla base; ala senza specchio bianco (gen. Oidemia (Salvador!)). 482. Oidemia nigra (Linnaeus), Orchetto marino. [ Oedemia nigra (L..)]. [Tav. XLIII, fig. 5, 6 e 7]. Intieramente nero-lucente; becco nero, con una macchia gialla sul centro del culmine (mandibola superiore) davanti alla protuberanza della base del becco (mas. ad.). Bruno-fuligginosa, più chiara sulle parti inferiori; mento e gola biancastri; lati della testa e del collo bianco-grigi, tinti di brunastro; becco nero-opaco senza protuberanza alla base, solo rigonfio alla base della mandibola superiore (femm. ad.). I giovani somigliano alle femmine, ma hanno l'addome più biancastro. Lunghezza totale 0,'"500; becco 0,m050; ala 0,m230; coda, comprese le timoniere mediane, 0,m140; tarso 0,m047; dito mediano e. u. 0,m084. Abita la Regione Paleartica settentrionale verso est sino alla Penisola Taimyr ; sverna sul Baltico e sulle coste dell' Europa occidentale, giungendo accidentalmente sulle Mediterranee; venne preso anche alle Azzorre. In Italia è specie di comparsa accidentale e molto rara ; venne catturata nel Veneto, in Lombardia, in Liguria, in Piemonte, in Toscana, io ne ebbi anche dalla Sardegna, ed è singolare che gli adulti si trovino con più facilità dei giovani. b) Lunghezza della commessura molto maggiore di quella del dito interno senz'unghia; penne della testa estese più in avanti sulle redini che sulla fronte; ala con uno specchio bianco (gen. Melanetta (2) (Salvadori)). 483. Oidemia fusca (Linnaeus), Orco marino. [Oedemia fusca (L.); Germano di mare ]. [Tav. XLIII, fig. 8 e 9 ]. Penne delle redini separate dalla narice da uno spazio ugiuile o quasi eguale alla lunghezza della narice stessa Salvadori . (') Oidemia, Fleming, Phil. of Zool. II, p. 260 (18221, nec Oedemia, Auct., da olòtjfia = gonfiezza, per causa del becco rigonfio alla base. (2) Melanina, Boie, Isis, 1822, p. 564. Atlaìite ornitologico. (il t82 ATI.\N I E ORNITOLOGI! 0 Nero-vellutato per intero: iride, contorno degli occhi, una piccola tacca sotto gli stessi e largo specchio alare bianchi; becco colla porzione basale elevata, ma non t'orinante una protuberanza distinta e coi processi laterali ingrossati della mandibola superiore senza penne, esso è giallo-aranciato-pallido, nero sulle parti rigonfie, sulla linea centrale e sul margine {mas. ad. . Bruno-nerastri, con margini biancastri sul petto e sull'addome; due macchie biancastre, una presso la base del becco, l'altra sulla regione parotica; specchio come nel maschio; becco bruno (fruì ni. ad. e giov.). Lunghezza totale 0,'"580; becco 0,'"049; ala 0,'"280; coda 0,'"092; tarso 0,'"042; dito mediano e. u. 0,m081. Abita la Regione Paleartica settentrionale, giungendo sino alla Siberia occi- dentale; sverna sulle coste dell'Europa temperata, sul Mar Nero e sul Caspio; è ac- cidentale in Groenlandia e nel bacino del Mediterraneo. In Italia è specie di passo irregolare nel Veneto, non rara in alcuni anni specialmente nel novembre; ma siccome frequenta il mare, si uccide di rado; è molto più scarsa nelle provincie nord- occidentali, in Liguria, nell'Emilia, in Toscana e nel Romano. Comparve anche nelle Puglie (De Romita e Coli. Arrigonì Begli Oddi) ed in Calabria {Coli. Ar- rigoni Degli Oddi) ed una volta in Sardegna; non consta segnalata per la Sicilia e per Malta. Gli adulti, specialmente i maschi, sono molto più rari dei giovani. e) l'i uni d< Un testa estese molto più in manti sulla fronte, che non salir redini; lati del becco alla base con parti rigonfie del tatto nude; ala senxa specchio, ad. /// imi.). Remiganti pri- marie scure, strie sulla testa grigio-fulve; parti superiori con margini bianco-fulvi e macchie lanceolate centrali brune (giov.). Lunghezza totale 0,'"360; becco 0,"'0.">7; ala0,m330; coda 0,m140 ; tarso 0,D,I 15; dito mediano e. a. 0,m033. Abita la Regione Paleartica meridionale e centrale, l'Asia, l'Australia, l'Ame- rica fino air Argentina, ma è quasi sconosciuta nel Pacifico Americano. Per l'I- talia è specie scarsa, di passo, ma probabilmente anche estiva e nidificante; è sempre più abbondante nelle parti meridionali. L'ebbi dal maggio al luglio, d'au- tunno è rarissima. Genere HYDROPROGNE \), Kaup. Becco assai forte, grosso, molto più lungo del tarso e brillantemente colorito; remiganti 1° concolori su entrambi i vessilli; penne laterali della coda come nel genere Gelockelidon; coda molto corta, appena più di un terzo dell'ala e poco for- cuta; tarso più lungo del dito mediano compresa l'unghia; piedi neri; grande statura. Una sola specie compone questo genere. 504. Hydroprogne caspia (2) (Pallas), Rondine di mare maggiore. I Sylochelidon caspia o Thalasseus caspius (Fall.); Beccapesci maggiore']. [Tav. XXX VII, iig. 1 ]. Becco rosso; cappuccio nero; mantello cenerino-periato; remiganti le cene- rino-periate cogli steli bianchi, ma senza strie bianche; coda bianca; parti infe- riori candide; piedi neri (ad. in prim.). Testa bianca, variata di strie nerastre (ad. in aut.). Becco giallo e scuro; dorso, ali e coda macchiate di bruno e di nera- stro (giov.). Lunghezza totale 0,'"540; becco 0,"'0"1; ala 0,n,420; coda, timoniera esterna 0,m150; tarso 0,m043; dito mediano e. u. 0,m038. Abita quasi tutto il Mondo, eccetto le Isole del Pacifico, l'America meridio- nale e le regioni artiche. Accidentale e molto rara in Italia, però apparve un po' ovunque, in Sardegna sarebbe meno scarsa e forse nidificante nella parte settentrionale ; l'ebbi in giugno da Capo Caccia. Negli esemplari da me esaminati ho trovato che il tarso è maggiore in lunghezza del dito mediano con unghia. Genere STERNA, Linnaeus. Becco compresso e sottile, più lungo della testa e quasi diritto; penne esterne della coda come nei due generi precedenti, coda corta, più o meno forcuta, in (') Thalasseus. partim, Boie, Isis, 1822, pag. 563; Sylochelidon, Brehm, Vog. Deutschl. p. 770 (1831). (') Ho preferito chiamare questa specie col vecchio nome di Sterna caspia, Palina, 1770, perchè anche quello di S. tsehegrava, Lepechin, 1770, fu stabilito nel medesimo anno e quindi non sono lese, a parer mio, le leggi di priorità e si fanno meno confusioni nella sinonimia. :,oo Ali. \\ Il ORNITOLOGICO -ciiiialo metà <> iiieiio di metà in lunghezza delle ali; tarso corto, eguale o più curte del dito mediano con unghia; statura mediocre o molto piccola. Genere cosmopolita e ili abitudini quasi essenzialmente marine, talune specie frequentano però anche le acque entro iena. Questo genere consta di 33 specie secondo il Saunders, delle quali otto giungono più o meno regolarmente in Europa. 505. Sterna hiruntlo ('), Lt.vvu'.rs, Eondine di man. [Sterna fluviatilis, Vw mann |. | Tav. XXXVII, fig. li. 7 e Tav. I.. fig. 20]. Tarso fiiii lungo del dita mediano senz'unghia. Becco rosso, coll'apice color di corno: testa nera; mantello cenerino-periato; coda bianca, coi vessilli esterni delle timoniere cenerini: gastreo bianco, periato i,i V_^_^? l'arte apicale della 1° remigante primaria. «/ Sterna paradisea, giov. - la Sterna hintndo, giov. - e) Sterna Dougalli, ad. sul petto e sull'addome (ad. in prim.). Maura il cappuccio urrà; testa striata ili bianco (ad. in ani.). Fronte bianca; una t'ascia grigio-scura sulle cuopritrici su- periori delle ali; parti superiori l'asciale e macchiate di bruno-cenerognolo; piedi gialli (giov.). Lunghezza totale 0,m380; becco 0,m038; ala 0,'"280; coda 0,m165; tarso 0,'"021 : dito mediano s. u. 0,m019. Abita la Regione Paleartica temperata, il Nord-America, l'Africa meridio- nale [inverno) e l'Asia. In Italia è specie estiva odi doppio passo, nidifica più che altro nelle parti settentrionali-centrali ed in Sardegna: sarebbe rara nel basso Adriatico, specialmente nelle Puglie; nel resto d'Italia è comune. (') Sterna hirundo, Linnaeae, 17.">s parlim); 8. fluviatilis, Naumanu, 1831. ATLANTE ORNITOLOGICO 501 506. Sterna paradisea ('), Brùnnich, Bum/ine di mare coda lunga. [Sterna hirundo. Buunn. ; Rondine ili mare artica"]. [Tav. XXXVII, Bg. 8, 9 <• 10]. Tarso più corto del dito mediano senz'unghia. Simile alla specie precedente dalla quale differisce inoltre per il becco intie- ramente rosso; per le parti superiori più scure e le inferiori cenerino-periate; le ali sono più corte; coda e più lunga e più forcuta; la 1" remigante 'primaria con la striscia grigia lungo lo stelo del vessillo interno non più larga del vessillo esterno (anatre è ilei doppio più larga 0l ATLANTI-, ORNITOLOGICO ali e sulla cuiia. piombato-scuro sulla gola; piedi rossiccio-bruni (mas. ad.). Più piccola e più bruna (femm. ad.), simile alla femmina, ma ha inoltre una sirena fascia soprac- cigliare bianca ben distinta ed in contrasto colle redini che sono nerastre giov.). Lunghezza totale 0,'"410; becco 0,m056; ala 0, 260; coda0™170; tarso 0,m025; dito mediano e. u. 0,m039. Abita i mari intertropicali del Mondo : comparve una sol volta in Europa, cioè in Irlanda nel maggio 1830 (Thompson) C1); prima però il Temminck aveva vagamente asserito che giungeva talora sulle coste Francesi ed il Risso ranno- vero per Nizza, notizie non ancora comprovale. Sottofamiglia LAR1NAE, Lari ni. Becco colla mandibola superiore più lunga dell'inferiore, sul cui apice s'incurva; narici oblungo-lineari ed aperte; ali piuttosto corte, ma che oltrepassano la coda, remiganti acuminate e forti; coda quadrata o smarginata, di rado forcuta o cu- neata; piedi piuttosto forti, atti a camminare. Il piumaggio è di solito bianco, col mantello e le ali più cupe, alcuni indossano un cappuccio scuro nella livrea primaverile, che è sempre differente dall'ani un naie; i giovani sono macchiati e la loro coda è ornata di una fascia subapicale scura che perdono solo nel periodo completo; sicché gli individui nel 1" abito di nozze hanno il cappuccio scuro e la fascia sulla coda, questo dicasi per le specie che impiegano più anni ad assumere la livrea completa degli adulti, sicché l'ul- timo carattere giovanile che rimane è la fascia presso all'apice della coda. Cosmopolita; sette generi con circa cinquantadue specie compongono questa sottofamiglia. Di essi cinque hanno rappresentanti in Europa, Come le Sterne frequentano le coste del mare, i laghi ed i fiumi; si nutrono di pesce, che acca- lappiano sommergendosi alla guisa di quelle, altri si cibano di sostanze che galleg- giano o di parassiti che trovano sui Pellicani. Tutti nuotano con estrema eie- ai i/.a ; depositano due o tre uova di vario colore sul nudo terreno senza nido speciale, sono gregari e in parte migranti. Adulti simili e differenti dai giovani. a) Coda, forai tu. Genere XEMA, Leacii. Becco alquanto più corto della testa, colla mandibola superiore diritta e cur- vata da oltre le narici fino all'apice; testa fornita di cappuccio e di collare (ad. in pritn.i; coda forcuta; dito posteriore piccolo, libero, elevato. Questo genere è composto di due specie, una di esse giunge anche in Europa. 514. Xema Sabinei r (J. Sabine), Gabbiano del Sabine Becco nero, terminato di giallo; testa e parte alta del collo di un Lavagna-cupo, limitato in basso da un collare nero-vellutato: parti superiori grigio-perlato-scure ; (•) Bircia of Ireland, III, p. 308. (2) Molti Autori scrivono Sabiuii anche pello Scolopax o Q-allinago Sabinei, ma sembrami i>iù giusto Sabinei essendo dedioato a J. Sabine. ATLANTE ORNITOLOGICO ">('>.") coda e parti inferiori bianche; margine dell'ala e remiganti 1" quasi nere, con una larga fascia apicale bianca; piedi neri (ad. in prim.). Simile, fronte e cervice bianche: nuca nerastra (ad. in aut.). Fronte bianco-sudicia; testa grigia, con mac- chie fulviccie; parti superiori cenerino-grigie, con fascie brune e bianco-opache; coda bianca, con una fascia subapicale nera (giov. . Lunghezza totale 0,m350; becco 0,'"025; ala 0,m270; coda 0,ml 10; tarso 0,n,033. Questa è una specie di Imi, Uni circumpolare durante l'estate; d'inverno migra verso sud e si trova sino sulle coste della Francia occidentale. In Europa com- parve nelle Isole Britanniche, in Norvegia, in Olanda, in Francia, nella Svizzera e in Germania ; ma sempre come uccello raro, tranne forse sulle coste dell'Oceano Atlantico in Francia (Bureau) ; è più comune in America dal Circolo Artico fino al Perù ed alle Bermude. Non venne mai colto finora in Italia. b) Coda cuneata. Genere RHODOSTETHIA('), Mac Glllivray. Becco molto più corto della testa, colla mandibola superiore curvata e stretta verso l'apice; narici .sub-mediane; collo fornito di uno stretto collare (ad. in prim.); coda cuneata, le due timoniere centrali circa 0,'"050 più lunghe delle più esterne; dito posteriore molto distinto. Una sola specie. 515. Rhodostethia rosea (Mac Glllivray), Gabbiano dalla cada cuneata. [Tav. XLVII, fig. 12]. Becco nero; testa e collo bianchi; mantello cenerino-periato; remiganti pri- marie come il mantello, col vessillo esterno della la primaria nero; coda cuneata bianca; nel resto bianco-roseo, con uno stretto collare nero; piedi rossi (ad. in prua.). Simile, manca il collare nero (ad. in aut.). Testa e parti inferiori bianche, con strie nerastre attorno l'occhio; il collare è mal definito; groppone con fascie bruno-cupe; coda cuneata, con una banda subterminale nerastra (giov.). Lunghezza totale 0,'"340: becco 0,'"027; ala 0,'"270; coda 0,m133; tarso 0,m031. Abita le estreme regioni artiche dalla Groenlandia all'Alaska; comparve una volta nelle Isole Far Oér (Coli. Benxon), nello Yorkshire (Coli. Milner) ed a Helgo- land (Coli. Oàtke). È specie molto rara nelle Collezioni. e) Coda quadrata. Genere LARUS, Lustnaeus. Becco più corto della testa e del tarso, forte, curvato verso l'apice, due o tre volte più lungo che alto; narici lineari od ovato-lineari ; coda quadrata o quasi; dito posteriore non rudimentale, moderato o bene sviluppato. (') Rhodostethia, J. Mac Gillivray (1842); .avrebbe la priorità il nome di Iìossia, Bp. (1838), ma esso era stato precedentemente (1835) adoperato dall' Owen per un genere di Molluschi. Atlante ornitologico. 64 506 ATLANTE MUNITI ILOGICO Comprende circi 44 specie, delle quali 15 fanno parte all'Avifauna Europea; alcune di esse vi capitano però soltanto accidentalmente. a) Specit che presentano un cappuccio scuro nell'abito di primavera (gen. Gavia). 516. Larus minutus, Pallas, Gabbianello. [Chroocephalus o Hydrocolaeus minutus (Pall.)]. [Tav. XXXVIII, fig. 5, 6 o 7]. Statura piccola, cappuccio nero (ad. in prim.); faccia inferiore delle ali grigio-la- vagna (ad.) o bianca (giov.). Becco rosso-cupo; cappuccio nero: mantello cenerino-periato; parti inferiori e coda bianche; remiganti cenerino-periate coll'apice bianco, faccia inferiore delle stesse di un grigio-lavagna, colle penne terminate di bianco (ad. in pi-im.). Manca il cappuccio; fronte bianca, resto della testa grigiastro (ad. in aut. ). l'arti superiori brune di terra d'ombra, cogli apici delle penne biancastri o grigio-biancastri; una banda bruno-nerastra terminata di biancastro sulle ali, formata dalle cuopritrici e dalle scapolari interne, un'altra di egual colore subapicale sulla coda; remiganti l6ne- rastre su entrambi i lati dello stelo e bianche sul margine interno ed all'apice, la banda apicale più larga nelle interne (giov.). Lunghezza totale 0,m270; becco 0/"026; ala 0,'"220; coda 0,,n100; tarso 0,'"027. Abita d'estate l'Europa temperata e subartica e l'Asia temperata; sverna nel bacino del Mediterraneo. È accidentale nell'America settentrionale (Stato di Nuova York). È specie invernale e di doppio passo in Italia, comune nelle provincie meridionali e nelle Isole, poco frequente nelle centrali, rara nelle settentrionali ; però non è sempre regolare nelle sue comparse. Non nidifica. 517. Larus ichthyaétus, Pallas, Gabbiano del Pallas. | Hydrocolaeus ichthyaétus (Pall.); Gabbiano « tetta una maggiore'}. stnhi ni grande; cappuccio nero (ad. in prim.). Becco aranciato, con una fascia nera sull'angolo della gonide; cappuccio nero lucido, due tratti bianchi semicircolari sopra e sotto l'occhio; dorso, scapolari e cuopritrici alari grigio-bluastre; collo tutt'attorno, groppone, coda e gastreo fino alla gola candidi; piedi verde-gialli ( Hydrocolaeus ridibundus (L.)J. [Tav. XXXVIII, fig. 8, 9, 10, 11 e Tav. L, fig. 22 |. Becco resse; cappuccio bruno-caffè; ali e mantello cenerino-periati; collo tutt'attorno, sopracoda, coda e parti inferiori bianche, spesso tinte di un rosa delicato e temporaneo; remiganti 1° bianche col margine interno e l'apice neri, la 1° primaria nera anche sul margine esterno per 2 3 dalla base; piedi rossi (ad. in prim.). Testa bianca. tinta di grigiastro sull'occipite e con una macchia V nericcia sulla regione auricolare (ad. in aut.). Fronte biancastra; parti superiori brune, con gli apici delle penne bianchicci o fulvicci; coda con una lascia suba- picale nerastra; manca il nero sulla linea interna dello stelo della 2a e della 3il remigante primaria ed Testa «li /.. gelaste», ad. in prim., Testa di /.. ridibundus, ad. in prim., 7s sr- nat- Parte apicale della 1 remigante primaria, -/. gr. nat. a) J.urtts ridibundus, ad. - b) Larus gelasles, ad. è appena accennato nella la primaria verso la base, le tre primarie esterne con una larga fascia nerastra lungo il margine del vessillo interno; le 2e cene- rino-periate, col centro nero e l'apice biancastro; funia inferiore delle oli bianco- grigiastra (cfr. L. canus, L.) (giov.). Lunghezza, totale 0,"oS0; becco 0,MI08r>; ala 0,"'800; coda (),'"1 15; tarso 0,"'<>44. Il giovane di questa specie si distingue sempre da quello del L. melanocephalus, oltre che pel disegno generale differente, anche polla prima remigante primaria che nel L. melanocephalus è nerastra uniforme e con un tratto bianco isolato presso l'apice del vessillo interno, mentre nel L. ridilmmlus essa è nera sul vessillo esterno, all'apice e sul solo margine dell'interno, col centro bianco, eccetto una piccola linea scura lungo lo stelo alla base. Questa specie va soggetta raramente all'al- binismo, ne ebbi uno leucocrostico ucciso nell'Emilia (Coli. Arrigoni Begli Oddi). Abita la regione Paleartica, e d'inverno anche l'Africa settentrionale, il Mar Rosso e L'Asia. E specie molto abl dante in Italia da agosto ad aprile: ci abban- dona nell'estate; nidifica però, ma raramente, nel Veneto, in Lombardia, nel ATLANTE ORNITOLOGICO 509 Piemonte e sembra regolarmente in Sardegna (Bonomi). Il L. cupistratus, Teram. è fondato su piccoli individui giovani del Gabbiano comune e non è una buona specie. Così il L. leucopkthalmus, Lcht. citato dal Temminck per la Sicilia, dal Vian per Nizza, dal Durazzo polla Liguria e dal Von dei* Miihle per la Grecia, ed il L. Hemprichi (Bruch), che si disse colto a Nizza, vanno cancellati dal no- vero delle specie Europee; ambedue abitano l'Africa e parte dell'Asia. b) Specie che non presentano mai cappuccio scuro (gen. Lakus). 521. Larus gelastes (l), Thienemann. Gabbiano roseo. [Gelastes Genei (Brbme)]. [ Tav. xlvii. 6g. 11 ]. Becco rosso; testa bianca; dorso, cuopritrici alari e remiganti 2e cenerino- periate; le remiganti le bianche, nere all'estremità e sul margine interno, la la anche nell'esterno e con una stretta banda estrema marginale sull'interno, che talora è mancante; nel resto bianco-roseo* piedi rossi (ad.). Simile, senza tinta rosea, parzialmente grigio sulla fronte e sulla regione auricolare; bruno-scuro sulle cuo- pritrici, sulle lunghe secondarie e sulle le esterne; una banda subapicale nerastra sulle timoniere; becco e piedi gialli tgiov.). Lunghezza totale 0,m450; becco 0,"'040; ala 0,m325; coda 0,m128; tarso 0,ra052. Questa specie è sempre distinta dal L. ridibundus pella mancanza di cap- puccio (prim.) e nel massimo numero dei casi del nericcio sulla regione auri- colare (aut.), pella testa e pel becco allungati e infine pella la remigante primaria che è bianca lungo il margine interno fino quasi all'apice o con una strettissima banda nerastra poco distinta, mentre nel L. ridibundus tale banda è molto larga, visibile e sempre presente. Abita il Mediterraneo, l'Africa occidentale, il Mar Rosso, il Mar Nero, il Caspio, ed il Golfo Persico. In Italia è uccello stazionario e discretamente abbondante in Sardegna, meno comune in Sicilia; venne trovato anche a Malta, una volta a Reggio Calabria e quattro volte (a) nell'Adriatico (Veneto e Puglie). È incerto se nidifichi (Sardegna) e sembra esser sempre più abbondante all'epoche del doppio passo, che non nell'inverno (Sardegna). 522. Larus marinus, Linnaeus, Mugnaiaccio. [Tav. XXXIX, fig. 3 e 6]. Tarso eguale in lunghezza al dito mediano con unghia. Becco giallo, con l'angolo della gonide aranciato; testa e collo per intero, apici delle remiganti le, delle 2e e delle scapolari che formano una banda alare discon- tinua, coda e parte inferiori color bianco; mantello ed ali di un nero-lavagna: piedi carnicini (ad. in prim.). Simile, becco color di corno; striscie grigiastre sulla parte superiore e laterale della testa (ad. in aut.). Testa biancastra, striata di bruno; tinta (') Larus gelasi,». Tinnii.. Forlpfiang. Tiig. Eur. pt. V p. 22 (1838: ex Lcht.) (i Tre di questi individui sono conservati nella Collezione Arrigoui Digli (Iddi, il quarto in quella del Coiitt Emilio Siimi a Monastier (Treviso). ."illl ATLANTI. ORNITOLOGICO generale bruna, con macchie e fascio di un bruno-cupo, specialmente sul mantello e sul sopracoda; remiganti molto scure, biancastre all'apice; coda tratteggiata ovunque di nerastro e fasciata all'apice pure di nerastro (giov.). Lunghezza totale 0, 700; becco 0,m062; ala0,m500; coda 0. ' i' 1 ."> : tarso 0,m01S; dito mediano e. u. 0,n,074. Questo bellissimo Gabbiano assomiglia da adulto al /,. fuscus, L., da giovane al L. argentatus, Brunn. ed anche al /.. fuscus, ma la statura molto maggiore lo distingue sempre facilmente; l'abito completo di adulto è raggiunto nel 5° anno di età, quindi presenta parecchie livree intermedie. Abita le regioni nord-orientali d'America e le settentrionali d'Europa; d'in- verno venne trovato sino alle Canarie ed all'Egitto. È uccello rarissimo nel ba- cino del Mediterraneo, venne catturato tre volte in Italia ('), cioè un giovane circa nel gennaio 1860 in Liguria (fi. Museo di Firenze), un giovane in Liguria (gennajo 1892) ed un adulto in Sardegna (aprilo 1899), ambedue nella Collezione Arrigoni Begli Oddi. L'individuo ucciso in Piemonte e conservato nel fi. Museo di Tori/io sarebbe un L. argentatus cachinnans (''), più volte gli Autori Italiani ri- tennero giovani del L. rnarinus quelli del L. a. cachinnans; lo Schiavuzzi infine (3) dice di aver veduto volare un L. rnarinus presso Pirano, il 6 marzo 1882 '. 523. Larus fuscus, Linnaeus, Zafferano. [Tav. XXXIX, 6g. 4 e 5]. Tarso distintamente più lungo del dito mediano con unghia. Simile al precedente; statura decisamente minore, tarso in paragone più lungo; piedi gialli; ali corte, però in proporzione più lunghe, colla 1" primaria senza l'a- pice bianco per circa 0,'"070, ma invece nera con una fascia subapicale bianca che è di rado presente nella 2a (ad.). Remiganti di un nerastro-uniforme, senza gli apici bianchi o talora soltanto presenti sulla l'1 primaria {giov.). Lunghezza totale 0,'"510; becco 0,n,052; ala0,m420; coda 0,'"165; tarso 0,'"0i;<;: dito mediano e. u. 0,'"057. Questa specie impiega quattro anni a rivestire l'abito completo di adulto. Abita l'Europa e d'inverno l'Africa, il Mar Rosso ed il Golfo Persico. In Italia è uccello poco comune, quasi accidentale nell'Adriatico, discretamente ab- bondante in Liguria ed in Sicilia; sembra che nidifichi in Liguria. Da giovane >i confonde facilmente col L. a. cachinnans, però la lunghezza del tarso in paragone del dito mediano sono differenti ed ha sempre statura minore. 523 a. Larus fuscus affinis (Reinhardt), Zafferano sibcriano. Simile al precedente, ma decisamente di statura maggiore; tinta del mantello più chiara che nei più pallidi L. fuscus; una barra subapicale bianca sulla la e 2a remigante primaria; vessillo interno delle remiganti di un cenerino-lavagna-scuro (ad.). Il giovane è più pallido di quello del /.. fuscus, specialmente sulle ali e sul dorso. (') Il sig. A. Lucifero (Avicula, p. 139, 1901) ha citato con riserva questa specie per la Calabria. [■) Salvatlori, Tee. Ital. pag. 288 (1887). {') Zeitschr. f. d. g. O. I. p. 102. ATLANTE ORNITOLOGICO ."ili Lunghezza totale 0,n,610; becco 0,'"073; ala 0,ni460; coda 0,"' 163; tarso 0,'"070; dito mediano e. li. 0,m063. Abita la Russia settentrionale e la Siberia; migra verso sud in inverno tino all'India ed alla Somalia. È accidentale in Groenlandia, ad Helgoland, nella Francia sud-orientale, e secondo il Finsch nel Portogallo ed in Olanda; non venne mai trovato in Italia; nel Museo di Zagabria esiste un soggetto riferibile, secondo al- cuni Autori, alla presente specie, ma che io credo un L. fuscus, venne preso a Fiume sul litorale dalmato-croato nell'aprile 1899. La Gavia affìnis, citata dal Nardo tra gli uccelli del Veneto, deve riferirsi ad individui semi-adulti del Gabbiano corallino. 524. Larus argentatus, Brììnnich, Gabbiano reale nordico. [Tav. XXXIX, fig. 1, 2, 7 e Tav. L, lig. 23]. Tarso subeguale al dito mediano con unghia, ma in [letterale itti po' jt/ii lungo del dito stesso; piedi carnicini {ad.). Becco giallo, aranciato all'angolo della gonide; anello oftalmico bianco o di un giallo assai dilavato; testa e collo per intero, apici delle remiganti 2e e delle sca- polari che formano una visibile banda alare, coda e parti inferiori color bianco; mantello ed ali di un cenerino-perlato-chiaro; remiganti le esterne nere terminate di bianco e con uno spazio subapicale nel più dei casi, cenerine alla base e nel detto spazio subapicale ; piedi carnicini (ad. in prim.). Simile, con strie brune sulla parte superiore e laterale della testa e del collo (ad. in aut.). Simile al gio- vane del L. marinus, del quale è più piccolo (cfr. le dimensioni) ed a quello del L. fuscus, del quale è più grande e colle remiganti di un bruno-cupo di terra d'ombra, col vessillo interno più pallido e gli apici biancastri (gior.). Lunghezza totale 0,m610; becco 0,,n056; ala 0,m458; coda 0,'"167; tarso 0,m062; dito mediano e. u. 0,"'066. Varia molto nelle dimensioni e sembra impieghi cinque anni ad indossare l'abito completo degli adulti. Abita il Nord dell'Europa e dell'America; d'inverno giunge fino al Messico da un lato e dall'altro alle coste occidentali della Francia e della Spagna, spingen- dosi verso sud sino alle Canarie. In Italia (l) conosco un soggetto ucciso nel- l'Estuario Veneto (Coli. Arrigoni Degli Oddi) e, se le notizie che abbiamo sono esatte, è specie molto rara ed accidentale; ma siccome gli Autori dicono che viaggiano in gran parte i soli giovani i quali sono identici a quelli del L. cachin- nans, la cosa è molto diffìcile a precisarsi. 524 a. Larus argentatus cachinnans (Pallas), Gabbiano reale. [ Larus argentatus, Anet. Ital. «ec BkSnn., L. cachinnans, Pallas, 1811, L. Michaellesi, Bhuch, 1853, L. leucophaeus, Lcht. 1854]. Tarso snbeguede al dito mediano con unghia, ma in generale itti po' più corto del dito stesso; piedi gialli (ad.). (') Se la memoria non m'inganna, anche nella Collezione Italiana del R. Musro di Firenze si con- serverebbe un L. argentatus, femmina ad. ; questo individuo sarebbe stato catturato il 14 settembre 1882 a Pallanza (Lago Maggiore^ e sarebbe un dono del sig. Butterfleld. 7. X Testa Piede di L. a. cachinnans,
  • 0; ala 0,"'4G0: tarso 0,"'07ri) e sem- brano intermedi di colorito. Abita l'Europa meridionale dal Golfo di Guascogna fino a Madera, il bacino del Mediterraneo, il Mar Nero, il Caspio e il Baikal; sverna nel bacino del Me- diterraneo, nel Golfo Persiano, nel Mar Rosso e sulla costa occidentale dell'Africa fino a Dongola. 525. Larus Auclouini, I'ayraudeau, Gabbiano còrso. Tav. xlvii, fig. io j. Becco rosso con una larga ha min subapicale nera; putii nnlr oliva. l'està, coda e gastreo bianchi; collo cenerino-periato, di un tono più cupo sul mantello, sulle ali e sul groppone; parti inferiori bianche lavate di cenerino-chiaro, specialmente sui fianchi, ove il cenerino è di un tono periato deciso ; le due prime remiganti le nere terminate di bianco, le altre cenerine, nere presso l'apice e terminate di bianco; le 2° come il dorso, ma bianche all'apice (ad.). Parti late- rali e superiori della testa e del collo striate di grigio (ad. quasi completo i1)). L'adulto del L. Audouini è un uccello affatto distinto, esso però assomiglia un po' al L. a. cachinnans ed al L. canus; è più piccolo del primo, maggiore del secondo, inoltre il suo becco rosso-corallo, con una o due fascie nere subterminali è sempre un carattere di alta importanza. Ila i piedi di un verdé-oliva-cupo, talora con una ombreggiatura plumbea; le ali misurano circa 0,'"400 (L. canus da 0,m350 a 0,m380, L. a. cachinnans 0,m445), esse sono molto lunghe in proporzione, così che (') Questo è probabilmente anche L'abito dell'ori, in autunno. ATLANTE ORNITOLOGICO 513 anche a volo facilmente può riconoscersi. Riguardo ai giovani, io li paragonai con (lucili del L. a. cachinnans, ma non con quelli del L. fuscus o del L. canus, dai quali sono affatto distinti per la forma del becco. E qui offro i tratti caratteristici del giovane del Gabbiano reale e di quello del Gabbiano còrso: Larus argentatus cachinnans (giovane nel 1" abito). Larus Audouini (giovane nel 1° abito). Becco nerastro, di color corneo all'a- Becco nerastro lavato di rossigno alla pice, più pallido alla base della mandibola base e presso l'apice del culmine, di color inferiore; esso è più forte e più grande, corneo all'estremità, più sottile ed in pro- con le branche della mandibola inferiore porzione più allungato, con le branche diritte o leggermente curvate ad arco, lo della mandibola inferiore decisamente spazio tra la gonide e l'apice del becco arcuate, lo spazio tra la gonide e l'apice leggermente arcuato, la base del culmine del becco più lungo e più arcuato, la sulla faccia superiore un po' convessa, l'angolo della gonide leggermente indi- cato; le narici allungate, quasi ovali-al- lungate e larghe. Tono di tinta del piumaggio più chiaro e meno uniforme; gastreo uniforme nella tinta, tranne il centro del basso ad- dome che è biancastro. Timoniere bianche alla base, con po- che fascie trasversali nerastre (tranne l'esterna e talora la 2:1); timoniera esterna bianca all'apice e per 3/4 della sua lun- ghezza verso la base e con una larga banda subterminale nerastra; le altre bianche per circa s/4 della loro lunghezza nella 2a e nella 3a delle esterne, e per Va nelle base del culmine sulla faccia superiore più spianata; l'angolo della gonide di- stintamente indicato; le narici diritte, li- neari e strette. Tono di tinta del piumaggio più scuro e più uniforme; gastreo uniforme nella tinta, eccetto l'addome che è per intero biancastro. Timoniere di un bianco-grigio-per- lato alla base senza fascie trasversali nerastre, la tinta chiara è più estesa nei vessilli interni delle penne, le dette ti- moniere sono di un bianco-grigio-per- lato per circa V4 di estensione, la tinta chiara aumenta in estensione fino a 3/4 della loro lunghezza nei vessilli interni di altre, tutte fasciate di nerastro, queste tutte, eccetto nelle due centrali che sono nere tranne alla base, nel resto esse sono nerastre, terminate di bianco-sudicio e con l'esterna di ogni lato marginata di bianco; becco dalla fronte 0,m032; ala 0,'"332 (giovane mas. in T abito, capace di volare, 12 luglio 1901, Isola Vacca (Sar- bande spesso irregolari e sempre più ac- centuate e numerose nelle susseguenti e nelle due centrali, tutte con una fascia subterminale nerastra e l'apice bianco- sudicio; becco dalla fronte 0,m047; ala 0,m392 (giovane mas. in T'abito, capace di volare, 20 giugno 1901, Isole dell'Estuario degna meridionale (')). Veneto C1)). Lunghezza totale 0,'"510; becco 0,n,051 ; ala 0,m400; coda 0,'"165; tarso 0,'n058; dito mediano e. u. 0,'"052. Abita il Mediterraneo occidentale fino a Gibilterra, il Mar Tirreno e l'Jonio; non consta che sia stato mai preso nell'Adriatico. È specie sedentaria sulle coste (') Collezione Arrigoni Degli Oddi. Atlante ornitologico. 65 "il 4 atlanti-: ORNITOLOGI! 0 della Sardegna e della Corsica, talvolta compare su quelle di Sicilia, di Malta all'Isola d'Elba ed una volta Tenne colta anche in Liguria. E in generale poco ab- bondante; aiiiia il mare aperto ed è difficile ad aversi, sicché è specie piuttosto rara nelle Collezioni ('). 526. Larus canus, Linnaeus, Gemina. [Tav. XXXVIII, Rg. 12. 13 e il]. Becco e piedi giallo-verdastri, quello giallo all'apice: testa, collo, codaegastreo candidi; dorso ed ali di un cenerino-perlaio cupo; la prima remigante la nera, più pallida alla base e con un largo spazio subterminale bianco che misura circa 0, 051, le altre cenerine alla base, bianche all'apice, nere nello spazio preapicale, le 2° lar- gamente terminate di bianco (ad. in prim.). Macchiette brune sulla parte supe- riore e laterale della testa e del collo; piedi olivastri imi. in " lat. N. In Italia è uccello di comparsa irregolare e piuttosto rara, tranne in Liguria, ove in alcuni anni è abbondante nel maggio; nel- l'Estuario Veneto è particolarmente raro, si prende con più facilità nel Veronese e nel Vicentino da dove l'ebbi più volle. Compare di solito nell'abito giovanile e non nidifica. ATLANTE ORNITOLOGI! ' > 517 Famiglia STERCORARIIDAE, S(< non iridi. Integumento del becco discontinuo, cioè fornito di cera, sul cui margine an- teriore s'aprono le narici strette oblique ed in parte coperte da uno scudo corneo; apice della mandibola superiore uncinato, come negli uccelli rapaci; coda cunei- forme; diti riuniti da una membrana intera; unghie grandi e forti, decisamente uncinate ed aguzze. Sessi simili, i giovani in generale differenti dagli adulti; le varie specie of- frono un abito melanico, che sembra essere una livrea transitoria normale e che non ha relazione col sesso, gli individui rivestiti dei due abiti si trovano egual- mente nelle medesime latitudini ed anche appajati assieme. Abitano le regioni meridionali e settentrionali del Globo, compiendo migra- zioni abbastanza lunghe nell'autunno e nell'inverno; questa famiglia abbraccia due generi entrambi Europei con sette specie, due delle quali Antartiche. Abitano le coste del mare, i laghi ed i grandi corsi d'acqua; nidificano nelle regioni boreali, deponendo in una depressione del terreno da due a tre uova scure e variegate; si nutrono di piccoli mammiferi, di piccoli uccelli, di pesci, di uova, di crostacei, d'insetti e di solito assalgono le Rondini di mare ed i Gabbiani, cui rubano il cibo talora di già quasi ingoiato e perciò sembrano rappresentare i Rapaci tra gli Uc- celli acquatici ; ma, tranne questa abitudine, assomigliano in tutto ai Gabbiani. Genere MEGALESTRIS, Bonaparte. Statura maggiore, forma robusta; profondità del becco alla base esposta quasi uguale alla lunghezza della cera; coda corta, le timoniere centrali sopravanzanti le laterali di circa 0,'"012; becco e tarso alquanto più corti del dito mediano con unghia i Saunders). Quattro specie, delle quali una sola Europea, compongono questo genere. 531. Megalestris catarrhactes (Linnaeusì, Stercorario maggiore. [ Lestris catarractes (L.) ]. Testa e nuca color terra d'ombra, più chiaro sul collo le cui penne sono acu- minate ed offrono striature giallo-brune; parti superiori bruno-scure, variate di castagno e di bianco; le inferiori castagno-chiare; remiganti le bruno-nerastre, bianche alla base, il bianco forma uno specchio alare specialmente visibile quando l'uccello vola; coda bruno-nerastra, bianca alla base che è nascosta dalle cuopri- trici; le due timoniere centrali appena sopravanzanti le laterali; cuopritrici inferiori delle ali nerastre, talora tinte di rossiccio (ad.). Come l'adulto; penne del collo meno acuminate e con le strie più scarse; penne del mantello con margini rossicci (gioc). Esistono varietà melamene di un bruno uniforme e più o meno nerastro. È specie sempre riconoscibile alla grande statura. 518 ATLANTI ORNITOLOGI! 0 Lunghezza totale 0,m530; becco 0,m061; ala0,m390; coda0,m163; tarso 0,'"070: dito mediano e. u. 0,m076. I'. specie oceanico-artica, che abita l'Europa nord-occidentale e l'America boreale-orientale, giunge raramente durante le migrazioni nell'Europa centrale: venne perù presa anche a Gibilterra ed a Tangieri. 11 Wright l'annoverò per Malta,, scambiandola collo Stercorarius pomatorhinus (Temm. : forse cadde nello stesso errore lo Schiavuzzi, quando citò questa specie per l'Istria, però nel Museo di Zagabria esiste un soggetto colto nell'Isola Curzola in Dalmazia {Brusina). In Italia consta Comparsa una sola volta nelle Valli del Veronese nell'autunno lShi' (lì. Museo di Firenze). Genere STERCORARIUS, Brisson. Statura minore, forma più sottile; profondità del becco alla base esposta de- cisamente minore della lunghezza della cera; tarso di poco più lungo del dito mediano con unghia; le due timoniere centrali sopravanzanti le laterali da O?m075 a 0,'"2.'50 negli adulti {Sawiders). Tre specie che nidificano nelle regioni Artiche e Subartiche e che migrano d'inverno verso sud sino nei mari dell'Africa meridionale e della Nuova Zelanda. 532, Stercorarius pomatorhinus (Temminck) (*), Stercorario mezzano. [ Lestris pomarina, Temm., Lestris pomatorhinus, Temm.]. Statura maggiore a confronto delle due susseguenti specie; becco azzurrognolo, coll'apice nero; testa e gote di un nero-opaco; uuca, mento e gola colle penne acuminate bianche e gialle; collo bianco-gialletto, con numerose fascie bruno-nere estese anche sui fianchi e disposte a spazio sul petto; remiganti 1B nere; timo- niere centrali larghe, rotonde all'estremità, torte verticalmente e che sopravanzano le laterali di 0,'"100; tarso azzurrognolo; diti e membrane interdigitali nere [ad-.). Tinte gialle meno accentuate sul collo; le parti interiori hanno un maggior nu- mero di fascie; cuopritrici inferiori e superiori della coda a fascie bianche e nere: timoniere centrali non torte verticalmente e sopravanzanti le laterali di 0,'"050 circa (semi-ad.). Colorito generale bruno-nerastro sul dorso e sulle ali, che hanno margini apicali rugginoso-rossicci; talora le parti inferiori presentano striscio brune e rossiccie {giov.). Lunghezza totale 0,m430; becco 0,m045; ala 0,m350; coda: 0,'"120 (timoniere laterali), 0,'"179 e più (timoniere centrali); tarso 0,"'05o; dito mediano e. u. 0,m051. Questa specie è sempre riconoscibile alla statura iterata ed atti timoniere cen- trali larghe e rotonde agli apici (cfr. S. crepidatus (Banks) e n. parasitieus (Linnaeus l. Abita le regioni Artiche: migra d'inverno fino all'Australia, all'Africa meri dionale ed al Perù. È uccello piuttosto raro in Italia, ma venne colio ovunque; (') Pomaiorhinns, da tidiki, genit. na/iarog coperchio e j5i£, genit. j5evog oaso, narice, in cmus:i del- l'opercolo che sta sopra li' narici; il Temminck scrisse pomarinits e hi correzione in fatta dallo Sclater {Ibis, 1862, p. 297). ATLANTI'. ORNITOLOGICO 519 compare d'estate e d'autunno, più raramente d'inverno e di solito nell'abito gio- vanile; si trova più facilmente in Liguria e può ritenersi uccello di semplice apparizione irregolare. Non nidifica. 533. Stercorarius crepidatus Banks, Làbbo. [ Lestris parasi fica (Bodd. ueu L.i. Lestris crepidatus (Banks)]. [Tav. XXXIX, Sg. 8 ]. Statura minore; angolo anteriore delle narici più vicino all'apice del becco che alle 1>■• eh sono bianchi: le due timoniere centrali acuminate e che terminano n punta. Testa bruno-nera; guancie e collo tutt'all'intorno di un bianco-giallo; mantello, ■ ili. addome e fianchi bruno-cenerognoli; petto bianco-giallastro; remiganti l" nere, collo stelo delle due prime bianco; penne centrali della coda appuntite e sopravanzanti del doppio le laterali (ad.). I giovani sono più piccoli di quelli del Labbo, di una tinta bruno-cenerognola più scura sulla testa, con fascie bianco-grigiastre sul dorso, sulle cuopritrici della coda e sull'addome, col collo e col petto più uniformi. Lunghezza totale 0,'"370 i sino all'apice delle timoniere laterali); becco 0,"'0.">l' : ala 0,'"320; coda: 0,m150 (timoniere laterali), 0,m310 (timoniere centrali); tarso 0,m042; dito mediano e. u. 0,m038. Abita le regioni circumpolari: migra d'inverno fino allo Stretto di Gibilterra ed in America sul versante dell'Atlantico sino al 40° N. Credo che questa specie sia più rara in Italia dello Stercorario maggiore e meno del Labbo, col quale viene facilmente confusa. Capita d'autunno e d'inverno e conservo dieci esemplari cat- turati nelle provincie settentrionali e nelle Puglie; venne presa anche in Toscana ed in Sicilia e gli adulti sono sempre molto più rari dei giovani. Comparve in gran numero sul (iarda nel settembre 1898 e vi si trattenne circa un mese. Sottordine TUBINARES - Tubinari. Becco colla mandibola superiore uncinata e coll'integumento discontinuo e com- posto di più piastre distinte e separate da solchi profondi; narici esterne aperte in tubi e che si riuniscono più o meno completamente sul lato dorsale del culmine: ali lunghe, forti ed appuntite; coda corta o mediocre, con un numero di penne minore di venti; tarso compresso e reticolato; tre diti anteriori di solito corti, intieramente palmati, col posteriore molto piccolo e fornito di una sola falange, o mancante del tutto. I giovani nascono inetti e coperti di piumino, rimangono nel nido sin che possono volare e vengono nutriti dai parenti; piumaggio compatto; sessi uguali in piumaggio senza livrea di stagione, in alcune specie i giovani sono molle dif- ferenti dagli adulti; mutano una volta all'anno d'autunno soltanto; grandezza variabile, dalla piccola di una Rondine all'immensa della Diomedea, che ha la più (') LaritH parasiticus, L. Syst, Nat. I, pag. 136 (1758) « leotricibns dualms intermediislongiaaimie : Catharaeta paralitica, Briiiin. Orn. Bor. p. 37 (1764) «reetricibus duabus intermediis longissimis > . ATLANTE ORNITOLOGICO 521 grande apertura d'ali che si conosca tra gli Uccelli viventi; all'epoca della ripro- duzione si riuniscono in grandi colonie, deponendo, in buche scavate sul terreno o semplicemente sul terreno, di solito un solo uovo bianco, con macchiette ros- signe verso l'apice. Questo sottordine comprende quattro famiglie con più di cento specie sparse pegli Oceani e per i Mari di tutto il Mondo; sono uccelli di grande potenza di volo e di nuoto, che non si sommergono e che raramente vengono a terra essendo prettamente pelagici: hanno per la massima parte abitudini crepuscolari. Si cibano di materie animali e sono talora così grassi che si usano come lampada, passando un lucignolo attraverso il loro corpo; a differenza dei Gabbiani sono molto si- lenziosi. Famiglia PROCELLAPJ1DAE, Proceliar idi. Narici riunite esternamente sopra il culmine; 2a remigante primaria la più lunga (Salvin). Due sottofamiglie, entrambe rappresentate in Europa, compongono questa fa- miglia. S( >TTOFÀMlGLU PROCELLARIINAE, Procellari ni. Remiganti secondarie almeno in numero di tredici; tarsi coperti di scudetti esagonali sulla faccia anteriore; unghie compresse, aguzze; dito esterno più corto del mediano (Salvin); colorito generale scuro. Comprende tre generi; uno dei quali V Halocyptena, Coues è proprio della costa occidentale dell'America centrale, dalla California al Panama. Genere PROCELLARIA, Linnaeus. Becco molto più corto della testa, piccolo e robusto; narici dorsali; ali lunghe e strette, 2a remigante primaria di poco più lunga della 3a, la 4a più lunga della la; coda mediocre, un po' più corta delle ali, quadrata o quasi; tarso più lungo del dito mediano con unghia, dito posteriore molto piccolo : piedi unicolori. Due sole specie compongono questo genere; l'una la comune P. pelagica, L., l'altra, detta P. tetlujs, Bp., abita le Isole Galapagos e la costa occidentale del- l'America centrale. 535. Procellaria pelagica, Linnaeus, Uccello delle tempeste. | Tav. XLVI, fig. 13]. Intieramente nero-fuliggine, più cupo sulle parti superiori; groppone, cuopri- trici superiori della coda (eccetto all'apice nero-fuligginose) le inferiori, e la base Atlante ornitologico. 6li 522 ATLANTE ORNITOLOGICO delle timoniere di color bianco; una banda bianco-grigia indistinta sulle ali, t'or- mata dai margini delle grandi cuopritrici. Lunghezza totale 0,m180; becco 0,'"014; ala 0/"120; coda 0,m060; tarso 0,'"021 ; dito mediano e. u. 0,'"019. Abita il Mediterraneo e l'Oceano Atlantico settentrionale sino all'Africa oc- cidentale; è specie frequente nel Mediterraneo Italiano e nidificante nelle Isole (Coli. Arrigoni Degli Oddi), rarissima nell'Adriatico, di rado si avvicina alle coste e perciò si ritiene in generale poco abbondante. La Thalassidroma ntrlitensis dello Schembri, trovata a. Malta, è la presente specie. Genere OCEANODROMA, Reichenbach. Becco più corto della testa e poco robusto; ali strette e lunghe, colla la re- migante primaria più corta della 2a e della 3a e subeguale alla 4"; coda lunga e leggermente forcuta; tarso subeguale al dito mediano con unghia; dito posteriore piccolo; piedi unicolori. Tredici specie, distribuite specialmente negli Oceani dell'Emisfero settentrio- nale, compongono questo genere : due di esse si mostrano anche in Europa. 536. Oceanodroma leucorrhoa (Vieillot), Uccello delle tempeste a coda fannia. [Cymochorea leucorrhoa (Virili...); Procellaria « nuin /menta ]. Colorito generale nero-fuligginoso, colla testa e la gola di color piombato e con una tinta brunastra sulle grandi cuopritrici alari, sulle mediane e sul ga- streo; timoniere laterali nero-fuligginose anche alla base, con la parte basilare degli steli bianca; cuopritrici superiori della coda più lunghe bianche, con uno stretto apice fuligginoso. Lunghezza totale 0,m225; becco 0,m019; ala 0/"lf>2; coda 0,'n088 (timoniere laterali); tarso 0,'"023; dito mediano e. u. 0,m024. Abita i mari dell'Emisfero settentrionale tanto sul versante Europeo quanto sull'Americano; compare nelle Isole Britanniche, in Norvegia, nella Erancia, spin- gendosi verso sud sino a Madera. Accidentale in Italia, un soggetto colto nel 1845 a Siracusa (Sicilia) è nel R. Museo di Firenze. 537. Oceanodroma castro (Harcourti, Uccello delle tempeste di Muderà. Simile alla 0. leucorrhoa, ma più brunastra; timoniere laterali bianche alla base per circa un quarto della loro lunghezza, le più lunghe cuopritrici superiori della coda bianche con una larga fascia apicale fuligginosa; coda meno fere/ita. Lunghezza totale 0,m195; becco 0,'"016; ala 0,m152; coda 0,'"078 (timoniere laterali); tarso 0,ra023; dito mediano e. u. 0,m022. Testa di o. 'castro. Abita le Isole del Capo Verde, l'Atlantico meri- dionale verso nord sino a Madera, le Isole Galapagos e le Havaii. Accidentale in Inghilterra (Coli. Boyd Alexander). Prima del 1898 ATLANTE ORNITOLOGICO 523 questa specie era nota sotto il nome di 0. eryptoleucura (Ridgway, 1882) cangiato poi dal Grant in quello di 0. castro (Harcourt, 1851) per legge di priorità. Finora questa specie non venne mai colta in Italia. Sottofamiglia OCEANITINAE, Oceanitini. Tarsi coperti in generale da un unico scudo o da piccoli scudetti trasversali ; unghie di solito molto piatte; dito mediano ed esterno subeguali; remiganti 2e in numero di dieci {Salvin). Consta di cinque generi, dei quali due soltanto sono anche Europei. Genere OCEANITES, Keyserling & Blasius. Becco piccolo e debole ; narici del tutto orizzontali ; ali assai lunghe, colla 2 ' remigante primaria la più lunga e la la più corta della 4a; coda quasi rotonda; scudetti anteriori del tarso quasi indistinti; dito posteriore mancante; unghie aguzze, poco piatte; piedi non unicolori; colorito scuro. Due specie, una delle quali è anche Europea. 538. Oceanites oceanicus(') (Kuhl), Uccello delle tempeste americcmo. [ Oceanites Wilsoni (Bp.); Petrello]. Bruno-nero-fuligginoso, più pallido sulla fronte e sulle parti inferiori; sopra- coda e lati del basso addome bianchi; margini delle grandi cuopritrici alari e delle remiganti secondarie interne bianco-grigiastri; becco e piedi neri, base della membrana interdigitale gialla. Lunghezza totale 0,m175; becco 0,n,016; ala 0,m13o; coda 0,m061 (timoniere centrali); tarso 0,™034; dito mediano e. u. 0,'"028; dito esterno e. u. 0,'"027. Abita l'Oceano Indiano e l'Atlantico fino ai mari del Circolo Artico, l'Australia e la Nuova Zelanda. Accidentale nelle Isole Britanniche e in Francia; comparve una volta (1863) anche in Sardegna (B. Museo di, Firenze). A questo proposito il Lepori, nel suo lavoro sull'Avifauna Sarda, fa la strana supposizione che questa specie possa essere eguale alla P. pelagica, cosa certamente affatto immaginaria. Il soggetto del Museo di Pavia, ritenuto dal Prada di provenienza Sarda, non sembra tale. Genere PELAGODROMA, Reichenbach. Unghie piatte e larghe; la remigante primaria più corta della 3a; colorito chiaro; piedi non unicolori. Una sola specie compone questo genere. (') Procellaria pelagica, Wilson, Am. Om. VII, p. 90, pi. 60, fi■ -^ 0,'"145; tarso 0,'"054; dito mediano e. u. 0,'"070; dito esterno ~-^>j e. u. 0,'"068; dito interno e. u. 0,m061. v-1. ^ Abita esclusivamente il Mediterraneo e l'Atlantico tra Madera e le Canarie, la costa del Massachusetts e le Isole .' „r liat Kerguelen. È comune nel Mediterraneo Italiano, ove nidifica sulle Isole; nell'Adriatico è specie rara nel golfo di Venezia, vi è però di doppio passo e forse la sua rarità è più che altro supposta, perchè vive a più chilometri dalle spiaggie marine e sfugge alle facili ricerche dei cacciatori costieri. 542. Puffinus anglorum (') (Ray), Berta minore nordica. Becco bruno-scuro; parti superiori di un nero-lavagna quasi uniforme; gastreo bianco, con macchiette grigio-brune sui lati del collo e della gola; ascellari bianche anche all'apice e con uno spazio preapicale indistinto scuro-nero; fianchi, e cuo- pritrici inferiori della coda in gran parte bianche. Lunghezza totale 0,'"360; becco 0,'"044; alaO,m23f>; coda 0,'"080; tarso 0,m044; dito mediano ed esterno e. u. 0,'"045; dito interno e. u. 0,'"044. Abita l'Oceano Atlantico settentrionale, giungendo d'inverno verso sud sino a Madera, alle Canarie ed al Brasile. Non entra nel bacino del Mediterraneo, né consta che questa specie vi sia mai comparsa. (') Procellaria puffinus, Temminck (1820), P. Kuhli, Boie (1835). (') Procellaria anglorum, Ray (1713), Bris9on (1760), Temminck (1820), P. pnffinns, Brilnnieh (1764), Linnaeus (1766): per non creare contusioni ho preferito conservare l'antico nome tanto alla Berta mag- giore, quanto alla Berta minore nordica. 526 vn. w n ORNITOLI IGII 0 542". Puffinus anglorum yelkouan ( ! i (Acerbi), Berta minore. f Puffìnus anglorum. Savi a A.uct. li ai.. ]. Simile alla specie precedente, parti superiori più pallide e più brune: ascel- lari brune verso l'apice delle penne; fianchi bruno-scuri, come anche in generale le cuopritrici inferiori della coda. Lunghezza totale 0,'"370; becco 0,m043; ala0,n,250; coda 0,'"085; tarso 0,"'044; dito mediano ed esterno e. u. 0,m059; dito interno e. u. O,"1*»."''.'. Abita il bacino del Mediterraneo ed il Mar Nero, giungendo quale uccello ac- cidentale verso nord fino alle Isole Britanniche. E specie comune e nidificante nel Mediterraneo Italiano, rara neh Adriatico specialmente nel golfo di Venezia, ma è comune nel Quarnero (Brusina) ; ha abitudini quasi del tutto notturne ed è specie molto localizzata. 543. Puffinus assimilis. Gould, Berta minore fosca. Becco nero; parti superiori di un nero-lavagna un po' bluastro; redini, guancie e parti inferiori del tutto bianche; lati del collo ed alto petto cenerini, con l'apice delle penne bianco; cuopritrici inferiori delle ali bianche e così il margine esterno del vessillo interno delle remiganti le, eccetto verso l'apice. Lunghezza totale 0,ni266 ; becco 0,'"035; ala 0,m188; coda0,m066; tarso 0,m036; dito mediano e. u. 0,'"036; dito esterno e. u. 0,,n039; dito interno e. u. 0,m032. Abita i mari dell'Australia e dell'Atlantico, spingendosi verso nord sino a Ma- dera; è accidentale nelle Isole Britanniche, fu il Saunders che riferì a questa specie i così detti P. obscurus (Gm.) che erano stati colti nelle Isole Britanniche. Io conservo un P. assimili* che acquistai dalla Collezione Manxone di Brà, esso è fatto da fresco ed ha la data 5 ottobre 1895 lungo la Stura (Piemonte), un se- condo, che sarebbe stato ucciso ad Oristano (Sardegna) nell'ottobre 1892, è nel I'. Museo di Fin ir.i „■ queste sono le sole catture italiane che conosco. Il vero P. ob- scurus è proprio dei mari tropicali e subtropicali del Mondo intero. Il Risso l'an- noverò pel Nizzardo, il Uurazzo pella Liguria ed il Savi tra gli Uccelli Italiani per la possibilità che possa giungervi, ma probabilmente si voleva parlare del P. assimili*. 544. Puffinus griseus (G-melin), Berta grigia. Becco color di corno; bruno-fuligginoso nelle parti superiori, più cupo sulla testa, sull'alto dorso, sulle ali e sulla coda, con marginature più chiare e poco decise sulle penne del dorso; gastreo bruno-grigiastro, colle pentii più pallide nel centro che sul margine; cuopritrici inferiori delle ali biancastre, rollo stelo scuro. Lunghezza totale 0,'"400 ; becco 0,n'053 ; ala 0,m300; coda n, 076; tarso 0,m0< il : dito mediano ed esterno e. u. 0,'"066; dito interno e. u. 0,m053. Abita l'Oceano Atlantico, dalle Isole Far Oér allo stretto di Magellano, ed il (') Alcuni Autori scrivono, invece di yelkouan = uccello del vento in lingua turca (Acerbi), yelcouan (Sharpe), altri yelkouanua (Salvili). ATLANTE ORNITOLOGICO 527 Pacifico dalle Isole Kurili fino alle Aukland verso sud. Accidentale nelle Isole Britanniche, ad Helgoland, in Francia, nel Portogallo; questa specie non venne mai trovata sinora nel Mediterraneo. Genere OESTRELATA, Bonapabte (M. Becco nero, alquanto più corto della testa, grosso, compresso e fortemente ricurvo all'apice; tubi nasali abbastanza lunghi, colle narici subcircolari e dirette all'in su; ali lunghe, appuntite, sopravanzanti la coda quando sono chiuse, la la re- migante primaria di poco più lunga della 2a; coda mediocre, graduata; tarsi re- ticolati, coi tre diti anteriori ed i piedi di discreta grandezza, il posteriore piccolo, elevato e fornito di una piccola unghia. Trenta specie compongono questo genere, che è proprio degli Oceani tem- perati e tropicali dell'Emisfero meridionale, due delle dette specie arrivano ac- cidentalmente anche in Europa. 545. Oestrelata haesitata (Kuhl), Uccello delle tempeste col cappuccio. Becco nero; parti superiori bruno-fuligginose; cervice nera, che forma un cap- puccio isolato; parte posteriori del collo, redini, cuopritrici superiori della coda e gastreo bianchi; fronte e spazio davanti e sotto l'occhio bianchi, macchiati di nero; coda nera, bianca alla base per due terzi della sua lunghe* :, Linnaeus. I caratteri sono gli stessi della famiglia. Questo genere comprende cinque specie, quattro delle quali si trovano anche in Europa; tre di esse giungono anche in Italia durante le migrazioni. 550. Colymbus septentrionalis, Linnaeus, Strolaga minore. [Strologa piccola~\. [Tav. XXIX, flg. 1 e 2]. Parti superiori bruno-cenerognole, talora con macchie bianche poco distinte; parte superiore della testa con macchiette nerastre su fondo grigio-cupo; lati della testa, del collo, mento e gola dì un grigio-scuro, con una (/rande macchia triangolare castagno-vinata sul centro del collo; nuca, parte posteriore del collo e lati del basso collo nerastri con margini bianchi e in apparenza striati; gastreo bianco, con penne scure sui fianchi e con una fascia di egual colore sulla parte più bassa dell'addome; coda composta di 18 a 20 penne {ad. inprim.). Parti superiori bruno- cenerognole, ciascuna penna con due macchie bianche appajate; lati della faccia, (') Cfr. la Nota a i>ag. 535. 582 ATLANTE ORNITOLOGICO gola e gastreo bianchi: ascellari bianche, col centro delle penne scure; fianchi brunastri, con margini bianchi; fascia sul basso addome brunastra (ad. iti aut.). l'enne delle parti superiori marginate 'li bianco, anziché macchiate (giov.). Lunghezza letale 0,ra630; becco 0,m056; ala (V300; coda 0™059; tarso o.", P. cornutus (Gm.j]. [Tav. xlv, fig. 5 e iì ]. Becco diritto, uno spaxio nudo tini becco all'occhio; remiganti primarie e le tre secondarie esterne bruno-scure. Parti superiori nerastre, con marginature grigie; pileo, mento, gola ed un collare cospicuo color nero; un ciuffo di penne lunghe giallo-lionate dietro ciascun Becco ili /'. auritus, et. nat. Becco di /'. nigricollis, gr. nat. occhio; parte anteriore e laterale del gozzo, alto petto e fianchi di un rosso- castagno; petto ed addome color bianco-sericeo {ad. in prim.). Pileo e parti su- periori nerastre; gola, gote e resto delle parti interiori di un bianco-sericeo [ad. in tini, e giov.). Lunghezza totale 0,m350; becco 0,"'02f>; ala 0,m140; tarso 0,,n042; dito mediano e. u. 0,'"056; dito esterno e. u. 0,'"060. Abita le regioni Artiche; d'inverno migra irregolarmente in Europa, però nidifica nella Scandinavia, in Russia ed in Danimarca, giunse pure in Cina e negli Stati Uniti d'America (in renio). In Italia è specie di comparsa irregolare e rara, rarissima nell'abito di adulto in primavera; venne presa solo nelle parti setten- trionali e nelle centrali; l'ebbi in giugno dal Veneto e dalla Toscana, ma non credo nidifichi. 556. Podicipes nigricollis, Bkehm, Svasso piccolo. L Podiceps nigricollis. Hhkiim, >'™«n dal collo nero']. [Tav. XLV, fig. 7]. Becco limilo all'in su; le quattro remiganti primarie interne, ili un bianco-puro. Testa, collo, petto e parti superiori nere, dietro gli occhi una stria di penne ATLANTE OHXITllI.tKIICO 537 lunghe e sottili giallo-dorate; base del davanti del collo, lati del corpo e fianchi color castagno; petto ed addome di un bianco-sericeo (ad. in prim.). Gli adulti d'autunno ed i giovani sono molto simili a quelli del P. auritus, colla differenza della forma del becco e delle i remiganti primarie interne sempre bianche. Lunghezza totale 0,m320; becco 0,VD025; ala 0,m132; tarso 0,n,043; dito mediano e. u. 0,'"054; dito esterno e. u. 0,m059. Questa specie abita le contrade centrali e meridionali d'Europa, l'Africa fino al Transvaal ed al Capo di Buona Speranza e l'Asia centrale sino alla Cina ed Giappone. Verso Nord nidifica sino nelle Isole Britanniche, dubbiosamente in Da- nimarca; sembra sia accidentale in Islanda, quantunque non abbiamo prove si- cure (Slater). In Italia è specie di passo ed invernale, comune; però nidifica ed è quindi stazionaria in parecchie provincie (Veneto, Toscana, Sicilia, etc). 557. Podicipes griseigena (') (Boddaert), Svasso dal collo rosso. L Podiceps griseigena (Bodd.), Svasso collo-rosso ]. [Tav. XLV, fig. 4]. Parti superiori bruno-nerastre, con una ombreggiatura verdastro-lucida; le penne della cervice considerevolmente allungate a ciuffo; penne delle guancie, del mento e della gola non dilungate e cenerine, tale tinta limitata da una fascia bianchiccia molto cospicua sotto l'occhio; parte anteriore e laterale del collo e gozzo di un rosso-castagno, più pallido sull'alto petto; petto ed addome di un bianco-sericeo, macchiato di cenerino poco accentuato imi. in prim.). Parti supe- riori tinte di brunastro; lati della testa bianchicci, con fascie longitudinali nera- stre; collo cenerino sulla parte anteriore e senza tinte castagne (mi. in aut.). Simile all'adulto in autunno, ma col collo tinto di rossiccio (giov.). Lunghezza totale 0,'"400; becco 0,'"042; ala 0,m182; tarso 0,m052; dito mediano e. u. 0,'"067; dito esterno e. u. 0,'"075. Nell'abito d'autunno e di giovane questa specie potrebbe talora confondersi col P. cristatus, ma la mancanza di sopracciglio e del bianco sulle redini la distin- guono a priori. Abita l'Europa e l'Asia occidentale; migra verso sud sino al Mediterraneo ed all'Africa settentrionale. In Italia è ovunque specie piuttosto rara e di comparsa ir- regolare nelle parti centrali e meridionali ; nel Veneto invece è discretamente abbondante, vi arriva nell'agosto e si trattiene fino in primavera, non è però egualmente distribuita tutti gii anni e sempre difficile ad aversi nell'abito com- pleto di nozze; è pure uccello raro nelle provincie nord-occidentali. Conservo venticinque esemplari colti in Italia, tra i quali uno preso in Sardegna, ove sembrava non giungesse. Non nidifica. 558. Podicipes cristatus (Linnaeus), Svasso maggiore. [Podiceps cristatus (L.)]. [Tav. XLV, fig. 1, 2 e 3]. Penne dell'omero di un bianco quasi /mr<>; piccole euopritrici alari bianche, formanti ami larga ha/ala lungo il mari/ine interno dell'ala. (') Columbus grisegena, Boddaert, 1783, ma va scritto invece griseigena, da griseus = grigio e gena = gote. Atlante ornitologico. 68 538 ATLANTE ORNITOLOGICO Partì superiori bruno-cenerine, tendenti al nerastro; cervice e due ciuffi al- lungati sulla parte laterale della stessa di un nero leggermente verdastro; redini, spazio oftalmico e penne delle guancie bianche volgenti al rossigno, esse sono al- lungate e sottili e formano colle lunghe penne della parte posteriore della testa un collare castagno-fulvo, che è incorniciato di nero dalle penne allungate del collo disposte a collaretto sviluppatissimo; collo e parti inferiori bianco-sericee, coi fianchi tinti di castagno- rossiccio e terminati di cenerognolo-brunastro (ad. in prim.). Simile, i ciuffi laterali ed il collare sono ^ molto più corti ; redini ed una stria sull'occhio color bianco (ad. in aut.). Simile, testa e collo con fascie resta i . entatnt, longitudinali grigio- brunastre; ciuffi laterali e colla- 1 j gr. nnt. ° ° ° retto del tutto mancanti; nel 1° anno d'età le fascie sid collo e sulla testa sono mancanti e tali parti lavate di bruno (giov.). Lunghezza totale 0,'"530; becco 0,m053; ala 0,m190; tarso (V063; dito mediane e. u. 0,'"(i7 1; dito esterno e. u. 0,"'07(>, Abita l'Europa, il Nord dell'Asia, l'India, l'Africa e l'Australia. E uccello co- mune e sedentario in Italia, ma più abbondante durante la fredda stagione. Nidifica ovunque trovi località adatte, sembra che allevi due covate, luna nel maggio e l'altra in luglio. Pare che il /'. longirostris, Bp., citato pella Sardegna, altro non sia che ì'Aech- mophorus major (Bodd.) dell'America meridionale; questa specie va cancellata dal novero delle Europee, perchè l'individuo preso in Sardegna aveva prove- nienza esotica. Famiglia ALGIDA E, Aloidi. Becco corneo, senza lamelle, di forma assai variabile e talvolta fornito di strane appendici e solchi o brillantemente colorite: narici variabili, ma non tabu- lari; redini piumate; ali e coda corte; gambe inserite molto all'indietro ; tarso di solito non compresso lateralmente, più corto od uguale al dito mediano con unghia; diti tre anteriori riuniti da una membrana completa, il posteriore manca, il dito mediano è il più lungo. Questi uccelli hanno forma tozza; nascono coperti di piumino e sono precoci, cioè possono nuotare appena sgusciati dall'uovo; mutano completamente nel set- tembre e cangiano le piccole penne di marzo, assumendo l'abito di primavera. Questa famiglia comprende circa 26 specie sparse pei mari Artici, ove si tro- vano in grandi quantità e dove rappresentano i Pinguini delle regioni Antartiche: sono uccelli essenzialmente gregari e d'inverno migrano portandosi verso sud, ma non arrivano però all'Equatore. Nuotatori per eccellenza, si sommergono per abitudine, volano rapidamente e battendo spessissimo le ali, tranne una specie che è inetta al volo; si nutrono quasi esclusivamente di pesce: depongono da uno a tre uova, senza costrurre nido sulle roccie nude od in qualche crepaccio delle stesse. Alcuni generi (Fraterctda, Lurida, etc), portano sui lati della testa ATLANTE ORNITOLOGICO 539 ciuffi ornamentali, appendici o solchi sul becco coloriti brillantemente e che ca- dono di solito verso settembre, cioè appena finita la stagione delle nozze nello stesso modo col quale gli uccelli perdono comunemente le penne. Vanno talora soggetti ad anomalie di colorito. Sottofamiglia ALCINAE, Airi ni. Inserzione delle penne sulle redini che si protrae almeno [ino al borilo posteriore ilei l'apertura nasale, che è esposta o sormontata e parzialmente nascosta ila dense penne diluiate, che possono estendersi fino al margine anteriore (Ogilvie-Granti. Questa sottofamiglia comprende sette generi con 17 specie, otto delle quali fanno parte anche dell'Avifauna Europea. Non ho creduto di dividere generica- mente in questo lavoro generale le due specie di Alene, ma ne indicherò i tratti caratteristici. Genere ALCA, Linnaeus. Becco alto, piuttosto lungo, fortemente compresso e con solchi trasversali presso l'apice, colla mandibola superiore fortemente curvata all'ingiù ed uncinata presso l1 apice e l' inferiore ascendente sulla sua linea dorsale e concava verso la punta, entrambe coperte di penne nella metà basilare; narici laterali, lineari, mediane, colle aperture in gran parte coperte di penne; ali corte; coda mediocre, cuneata, di 12 o 14 penne; tarso più corto del dito mediano con unghia; unghie ottuse e leggermente curvate. Due specie compongono questo genere, una delle quali estinta da pochi anni. a) Coda composta eli 14 penne; impennatura tra le branche della mandibola inferiore distintamente estesa al di là di una linea verticale tirata ded bordo anteriore dell'aper- tura nasale Statura molto elevata; lunghezza totale di circa 0,m760 (genere Plautus, Brunii.). (Ogilvie-Grantj. Una sola specie. 559. Alca impennis, Linnaeus, Alca maggiore. [Tav. XLVII, fig. 14]. Becco con 6 a 10 solchi bianchi; testa e collo per intero di un nero-verda- stro; una grande macchia bianca ovale sulle redini; parti superiori nere; apici delle remiganti 2" e gastreo di un bianco-puro; coda di 14 penne (ad. in prim.). Simile, mento, gola e lati dell'occipite bianchi (ad. in aut.). Simile, un minor nu- mero di solchi sul becco (da 2 a 3) (giov.). Lunghezza totale 0,'"800; becco 0,'"100 (dalle penne della fronte all'apice), al- tezza massima del becco alla base 0,'"040; ala 0,,n160; coda 0,'"078; tarso 0,'"056; dito mediano e. u. 0,m087. Questa specie, ora estinta, abitava le coste e le isole dell'Atlantico nord-oc- cidentale al sud del Circolo Artico e venne presa inoltre in Francia, in Germania, nelle Isole Britanniche, in Danimarca e nella Scandinavia, nidificava a S. Kilda ")40 ATLANTE ORNITOLOGICO (Scozia : l'ultimo esemplare sarchile stato ucciso, « quel che pare, tra il 1859 ed il lsiin in (iroenlandia, ma la notizia sembra poco esatta [Colliri . Simo circa 80 i soggetti conservali nelle varie Raccolte d'Europa e d'America, cinque dei quali nei Musei Italiani [RR. Musei ili Torino, di Pisa, di Firenze, di Roma (l) e Museo Civico di Milano, nel B. Museo di Bologna esiste un pezzo incom- pleto). Oltre i 79 o 80 esemplari montati, si conoscono da 23 a 24 scheletri più o meno completi, da 850 a 861 singole ossa, due o tre preparati fisiologici e 72 uova (Orieve). Oltre gli esemplari delle Raccolte Italiane, ebbi la fortuna di vedere quelli conservati nei seguenti Musei esteri: Amsterdam, Berlino, Brun- swick, Bruxelles, Cambridge, Dresda, Edimburgo, Graz, Leida, Londra, Newcastle (ove è conservato 1' unico soggetto giordane, che si conosca), Parigi, Braga. Stra- sburgo, Vienna e Coli, del Barone de Selys-Longchamps). Questi esemplari salirono a prezzi favolosi, vuoisi fino a 20,000 franchi; quello comperato nel 1895 dal Museo di Edimburgo raggiunse il prezzo di circa 9000 lire e 1' uovo nell'istesso giorno quello di 5000 lire, l'ultimo uovo venduto a Londra nel luglio 1899 ap- parteneva al compianto mio amico il Barone d'Hamonville e venne pagato circa 8000 lire. Questa specie, per la cortezza delle sue ali rispetto al corpo massiccio, non poteva volare e questa fu la causa principale della sua distruzione avve- nuta nel secolo scorso (1800). b) Coda composta ili li' penne; impennatura tra le branche della mandibola inferiore estesa sino a toccare una linea verticale tirata dal limilo anteriore dell'apertura nasale. statura moderata; lunghezza intuir ili circa 0"', 450 (gen. Alca, L.). (Ogilvie-Grant). 560. Alca torcia. Linnaeus, Gazza marina. [ Utamannia turila L.iJ. [Tav. XMX. fig. 8]. Testa, collo e parti superiori nere, con riflessi verdi; remiganti 2" strettamente terminate di bianco, in forma di una distinta banda trasversale sull'ala piegata; una stretta stria dalla base della mandibola superiore all'occhio (come fosse una piegatura) e parti inferiori dal collo in giù bianche; becco nero, con una banda trasversale arcuata bianca nel centro su ogni lato e due o tre solchi tra essa e l'apice del becco; coda di 12 penne (ad. in prim.). Mento, gola, lati della testa, regione dietro l'occhio e collo bianchi; manca od è incompleta la stretta stria dal becco all'occhio [ad. in aut.). Simile, becco meno alto, nero, liscio, cioè senza i solchi, né la linea centrale trasversale (giov. . Lunghezza totale 0,m400: becco 0,m050 alalie penne della fronte all'apice), altezza massima del becco alla base 0,'"021; ala 0,'"185; coda 0,'"100; tarso 0, '"033; dito mediano e. u. 0,m046. Abita le parti settentrionali della Regione Paleartica e della Neartica; giunge d'inverno verso sud fino al bacino del Mediterraneo ed alle Canarie, ed alla Nuova Inghilterra dal lato Americano. In Italia è specie di comparsa irregolare e piut- tosto rara; in alcuni anni però capita in abbondanza nel Mediterraneo (Liguria. To- i l\>suiiiplari> <'<>ni]>iT:it<> ila S. M. il KV Vittorio Emanuele II nel isti?. ATLANTI'. ORNITOLOGICO ")41 scana, Sardegna) ed è sempre di gran lunga più scarsa nell'Adriatico, special- mente nel Golfo di Venezia e sul litorale dalmato-croato; venne presa in ogni stagione, ma più che altro d'inverno. Genere ALLE, Link. Becco molto più corto della testa, forte, alquanto curvato all'ingiù sul cul- mine, più alto che largo alla base, intaccato presso l'apice di entrambe le man- dibole e con solchi poco distinti sulla superiore; narici rotonde, laterali, basilari e in parte coperte di penne; ali e coda corte, questa arrotondata e composta di 12 penne; gambe inserite molto all'indietro; tarso compresso, scudettato anterior- mente, più corto del dito mediano con unghia; tre sole dita rivolte in avanti e completamente palmate; unghie compresse ed acute; statura piccola. Una sola specie compone questo genere. 561. Alle alle (LlNNAEUS), Gazza marina minore. [Mergulus alle (L.)]. Becco nero; cervice e parti superiori nere, con riflessi verdi; lati della testa collo ed alto petto di un nero-fuligginoso; petto, addome, apici delle remiganti 2C e margini delle scapolari laterali bianchi; coda di un nero-grigiastro (ad. in prim.). Simile, mancano i riflessi verdi; parte bassa delle guancie, lati della nuca, mento, gola, davanti del collo e parti inferiori bianche, quest'ultime macchiate di scuro più distintamente sui fianchi (ad. in aut.). Simile, mancano i riflessi sulle parti superiori; becco più piccolo (c/ior.). Lunghezza totale 0,'"225; becco 0,'"017 (dalle penne della fronte all'apice), altezza massima del becco alla base 0,'"010; ala 0,'"126; coda 0,'"046; tarso 0,'"020; dito mediano e. u. 0,'"033. Abita l'Oceano Artico, spingendosi verso nord sino alla Terra di Francesco Giuseppe, verso est alla Nuova Zembla, verso ovest alla Groenlandia ed alla Baja di Baffin; d'inverno migra verso sud al Mare del Nord ed all'Atlantico, giun- gendo sino alle Isole Azzorre e Canarie (Ogilvie-Grant). Parecchi Autori Italiani hanno citato questa specie come comparsa tra noi, ma realmente ciò non avvenne prima del 1898 nella quale epoca ne fu catturato un individuo a Migliarino (Pisa), esso è conservato nel R. Museo di Pisa (Angelini, in litt.); un secondo che sarebbe stato raccolto morto sulla spiaggia di San Remo il giorno 11 novembre 1889 dal signor Butterfield, è conservato nel R. Museo di Firenze (Giglioli, in litt.) Genere URIA, Brisson. Becco di media lunghezza, forte, diritto, ma leggermente curvato verso l'a- pice della mandibola superiore, appuntito, senza solchi e leggermente intaccato sul margine verso l'apice; narici basilari, laterali, longitudinali, parzialmente chiuse da una membrana che in parte è coperta di penne; ali corte; coda piuttosto corta, di 12 a 14 penne; gambe forti, inserite molto all'indietro; tarso reticolato o scudet- .". 4 -J ATLANTE ORNITOLOGICO tato sul davanti, più corto del dito mediano con unghia; tre soli diti diretti in avanti e interamente palmati: unghie poco curvate. Questo genere abita l'Oceano Artico e le parti nordiche del Pacifico e del- l'Atlantico, consta di sette specie, quattro delle quali si trovano anche in Europa. 562. Uria troile (Linnaeus), Uria. L Lomvia troile (L.)]. | Tav. XXIX, iig. 3 o 4]. Inserzione ilcllr penne sulla mandibola superiore estesa sulla parte basilare del tornio, che resta così coperta. Parti superiori, mento e gola bruno-scure; penne attorno all'occhio e sulla linea a piegatura nella parte posteriore dello stesso nere; parti inferiori dal collo in giù bianco-pure, comprese le cuopritrici inferiori delle ali; fianchi e lati del corpo con strie grigio-scure; becco nerastro (ad. in prim.). Simile; mento, gola, davanti del collo, lati della testa bianchi, con una banda post-orbitale grigio-ne- rastra (ad. in aut.). Simile; parte anteriore del collo e lati dell'occipite macchiati di scuro (giov.). Esiste una varietà detta Uria ringvia, Briinn. o Uria dalla briglia colle penne attorno agli occhi ed una linea stretta dopo gli stessi (come una pie- gatura) di un bianco-puro. Lunghezza totale 0,'"455; becco 0,'"046 (dalle penne della fronte all'apice), altezza massima del becco alla base 0,'"014; ala0,m205; coda 0,'"05.r>; tarso 0,m038; dito mediano e. u. 0,'"055. Abita le parti settentrionali dell'Oceano Atlantico e del Pacifico; migra nel- l'inverno verso sud sino al Portogallo, estendendosi nell'Atlantico sino al 30° e nel Pacifico giunge alle coste della California. Entra irregolarmente nel bacino del Mediterraneo; è specie molto rara in Italia, venne catturata nel Piemonte, nel Veneto, in Liguria, in Sardegna ed apparve finora d'inverno e di primavera. 563. Uria Bruennichi, Sabine, Uria dal becco grosso. Becco più corto, più forte e più curvato che non nell'i/, troile; inserzione delle pinne sulla mandibola superiore non estesa sulla parte basilare ibi tornio, che è mula i1). Simile alla U. troile, testa e parti superiori nero-grigiastre; lati della testa, mento e gola d'un bruno-cioccolata (ad. in prim.). Simile alla U. troile, lati della testa uon bianchi, ma scuri anche sulla banda post-orbitale (ad. inaut.). Simile a quello di U. troile (gior.). Lunghezza totale 0,'"480; becco 0,m046 (dalle penne della fronte all'apice), altezza massima del becco alla base 0,m015; ala 0,'"223; coda 0,'"060; tarso 0,'"040: dito mediano e. u. 0,'"056. Abita l'Oceano Artico e l'Atlantico settentrionale: migra d'inverno in Nor- vegia e più di rado nelle Isole Britanniche. 11 Bonaparte elencò questa specie ('i Secondo il !>.' Stejneger il giovane ili sui mesi di questa specie avrebbe la parie basilare ilei tornio coperta ili in »m ATLANTE ORNITOLOGICO 543 tra le Italiane, senza dati positivi, sotto i nomi di U. arra (Pallasj e di U. Bruen- nichi, Sabine. 564. Uria grylle (Ltnnaeus), Uria ne ni. [Tav. XXIX, flg. 5 8 6]. Becco nero; tinta generale nero-fuligginosa, con ridessi verdi; un grande spazio bianco sull'ala formato dalle medie e delle grandi cuopritrici, queste nere nella metà basilare che è di solito nascosta; parte interna delle remiganti 1°, delle 2e e faccia inferiore delle ali bianche; piedi rossi {cui. in prim.). Parti su- periori nere con margini e fascie bianche; bianchi il groppone quasi del tutto e le parti inferiori; ali come di primavera {ad. in a ut.). Parti superiori di un nero- fumo con pochi margini biancastri, più distinti sulla nuca; cuopritrici delle ali grandi e mediane largamente marginate di bruno-nerastro; penne delle parti inferiori con marginature grigio-nerastre (giov.). Lunghezza totale 0,m390; becco 0,"'0B2 (dalle penne della fronte all'apice), altezza massima del becco alla base 0,m010; ala 0,'"157; coda 0,'"060; tarso 0,"'0:->:> ; dito mediano e. u. 0"',048. A differenza della specie precedente, l'Uria nera depone due uova anziché uno. Abita l'Atlantico settentrionale verso est sino al Mar Bianco, verso ovest sino al Labrador; d'inverno in Europa giunge fino alla Francia settentrionale, ma non venne mai trovata in Italia. Una specie affine abita la Nuova Zembla, le Spitzbergen e le coste dei mari circumpolari, essa viene chiamata U. Mandti, Lcht. ; ha il becco più sottile dell' U. grylle e la base delle cuopritrici alari medie e grandi (che formano il grande spazio alare bianco) più o meno grigia e non nera come nellTr. grylle, statura legger- mente minore. Sottofamiglia FRATERCULINAE, Fraterculini. Inserxione delle penne sulle redini die non giunge al bordo posteriore dell'apertura nasale, la quale è sormontata da una guaina cornea (Ogilvie- Grani). Questa sottofamiglia comprende sei generi, dei quali il solo Fratercula è pro- prio dell'Europa e dell'America settentrionale artica. Genere FRATERCULA, Brisson. Becco molto alto e molto compresso, assai più stretto che alto alla base della man- dibola superiore, con solchi trasversali all'apice della slessa e la sommità del culmine che forma il taglio ottuso di un coltello; narici laterali, nude, semicoperte da una membrana; ali e coda corte, questa composta di 16 penne; gambe poste molto all' indietro; tarso più corto del dito mediano con unghia; tre diti anteriori riu- niti da una membrana completa; unghie ricurve, quella del dito interno molto più fortemente curvata delle altre; non esistono ciuffi ornamentali sulla testa. 5 I I Ali. \NTI-. ORNITOLOGI! ' ' Durante la stagione primaverile (maggio-agosto) si nota un piccolo orlo corneo che abbraccia, come una piccola forchetta, la base della mandibola superiore, ed uno scudo nasale diviso in spigoli e solchi che copre la base del becco, nonché placche cornee sulle palpebre; queste parti sene caduche e l'uccello le perde verso l'autunno come fossero penne, quando avviene la muta completa. Come già dissi durante l'epoca delle nozze (maggio-agosto) le specie di questo genere e di altri, che appartengono alla stessa sottofamiglia (gen. Symorhynckus, Phaleris, < 'erorkyncka etc.), presentano sul becco ornamenti cornei speciali, che cadono nel settembre (piando mutano le penne, offrendo un fenomeno del tutto nuovo ed ignorato prima dei diligenti lavori del Bureau. Il becco in questi uccelli si divide in due partì di- stinte, l'ima anteriore persistente, l'altra posteriore sottomessa ai fenomeni della muta. Quest'ultima, quantunque sembri anche all'esame più attento d'una perfetta omo geneità, risulta dall'unione, dall'intima fusione delle placche cornee che si disso- ciano e cadono dopo l'epoca delle nozze, dimodoché l'uccello diviene allora irri- conoscibile, esse sono analoghe alle parti di una armatura e diversificano a seconda dei generi e delle specie. E sembra che la provvida natura abbia fornito questi uccelli di tali parti per rinforzare e proteggere le porzioni molli, aumentandone la superficie e facendone come un organo potente, un fac-simile di piccola vanga per iscavarsi le profonde tane ove depongono le uova (gen. Fratercula e Lunda , mentre d'autunno un becco semplicemente rivestito di una molle cera alla base è sufficiente alle esigenze della vita. Per limitarci alla specie Europea riferirò (pianto il Bureau dice in riguardo al becco della F. arctica: « La F. arctica adulta in primavera ha il becco elevato alla base, la mandibola inferiore regolarmente curvata dalla base all'apice. Esso si divide in due parti molto distinte, l'ima po- steriore che presenta il fenomeno di muta, l'altra anteriore e persistente. l.° La parte posteriore è formata dall'unione e dalla sutura di nove pezzi cornei, che si disuniscono e cadono dopo la stagione delle nozze. Essi sono: sulla mandibola superiore: Vorletto corneo (a), la coraxxa nasale b), le due lamelle solto- nasali (e) e le due lamelle trasparenti uh che ricoprono la parte posteriore del primo spigolo; sulla mandibola inferiore: le due lamelle cornee (e) e lo scudo del mento (f). 2." La parte anteriore o persistente presenta tre spigoli e tre solchi che si chia- mano, procedendo dalla base all'apice del becco: lc o grande spif/olo (I), 2° o spi golo inni in un (II), 3" o spigolo piccolo (UT); 1° o solco grande (1), 2° o solco mediano (2), 3° o solfo picco In (.'!). In fine il becco termina con una parte liscia, che forma un triangolo a base curvilinea, che chiamo la punta del becco ((/). Alle commessure del becco una pelle grossa, festonata ed a pieghe forma un grande rosone d'un giallo-aranciato. Gli ornamenti delle palpebre consistono in un bordo libero, grosso di un rosso-vermiglione e due placche cornee di un grigio di ferro, l'una supe- riore triangolare, l'altra inferiore allungata. Vediamo ora l'aspetto che presenta l'adulto in inverno, cioè dopo la stagione degli amori. Il suo becco è più piccolo, come troncato anteriormente e sopratutto nella mandibola inferiore che forma una linea spezzata, invece di una curva regolare. Vi si ritrovano le due parti ben distinte che abbiamo indicate nell'adulto in primavera, l'una posteriore stranamente modificata polla caduta dei nove pezzi conici, l'altra anteriore che è rimasta intatta. 1. La parte posteriore ha perduto del suo spessore e della sua consistenza, essa è ricoperta di una grossa pelle clic ATLANTE ORNITOLOGICO 54-5 presenta: sulla mandibola superiore: l'orletto membranoso (a!) e la membrana nasale (b')\ sulla mandibola inferiore: la lamella membranosa (f) ed il mento senza scudo i5: tarso 0.'"027; dito mediano e. u. 0,'"048. A complemento di quanto dissi nei caratteri generici di questa specie, ecco come l'illustre mio amico Dr. L. Bureau descrive il becco della F. arctica adulta di primavera e d'autunno in un lavoro ([) che è rimasto uno dei migliori di questi ultimi anni, mirabile per l'estremo spirito analitico e descrittivo dal quale è animato: Ad. in prim. (maggio-agosto). Becco compresso lateralmente, quasi tanto alto che lungo; mandibola inferiore arcuata dalla base all'apice; un orletto giallastro, corneo, molto saliente alla base della mandibola superiore; regione nasale rigonfia e coperta da una corazza cornea di un bel grigio di ferro, corrispondente ad una porzione consimile della mandibola inferiore; resto del becco rosso-vermiglione, marcato di tre spigoli e di tre solchi obliqui in forma di angolo al loro punto di contatto; il primo spigolo formato di due bande, l'una posteriore giallo-aranciata, l'altra anteriore rossa. Un grande rosone festonato alla commessura del becco di un color giallo-aranciato. Bordo libero delle palpebre rosso-vermiglione; due ap- pendici cornee di un grigio di ferro situate l'una al di sopra della palpebra su- periore, l'altra al disotto dell'inferiore. (') L. Bureau, De hi mue du beo et dea ornemenU palpebrauz da Macareiu arctique e Reeherehet sur la mue du beo dea Ois. de la l'uni, de» Marmonidés. Extr. du Bull, Sue. Zool. de France, 1878 e 1879 con tavole. Atlante ornitologico ftp 546 \ n \\ i i ORNITOl OGH " a, Becco ili /'. arctica, mas. ad. in prim. o durante la stagione delle cove, gr. nat. ni;i Bureau). Parte posteriore decidua. i . Mandibola supcriore : a Orietta corneo- '<- Corazza nasali- - r. Lamelle sottonasali - (/. Lamelle trasparenti. lì. Mandibola infoi ìon - Lamelle cornee - / Scudo del monto. Parte anteriore persistente. I. Grande spigoli» - li. Spigolo mediano - III. Spigolò pie eolo - 1. Solco grande • 2. Solco mediano • '6. Solco pic- colo - ff. Punta del becco. lu <■*■,■ di }\ ar elica f mas. ad. in ani. o dopo la stagione delle cove. gr. nut . da Bum ■. Lamelle cornee (due) Scudo del mento y. Le due placche delle palpebre. ATLANTE ORNITOLOGICO 547 Ad. in a ut (da settembre ad aprile). Becco stretto alla base, troncato ante- riormente e sopratutto sulla mandibola inferiore: regione nasale spianata, mem- branosa, brunastra, corrispondente ad una parte simile della mandibola interiore: resto del becco rosso, marcato di tre spigoli e di tre solchi obliqui che formano un angolo al loro punto di contatto, il primo spigolo senza la fascia giallo-aran- ciata. Uno stretto rosone alla commessura del becco giallo-pallido. Bordo libero delle palpebre incolore e senza placche cornee. Questa specie abita le coste e le isole dell'Europa settentrionale e le parti Artiche verso est sino alla Nuova Xembla, verso ovest sino alla Groenlandia ed all' America nord-orientale, nidificando verso sud sino a Terranova ed alle coste oc- cidentali del Portogallo (Isole Berlengas); giunge d'inverno alle Canarie, entra nel bacino del Mediterraneo e sul lato Americano sino alla Nuova Inghilterra. È di passo irregolare in Italia; arriva talora in grandi quantità, specialmente di pri- mavera, sempre però nel Mediterraneo o nell'Adriatico meridionale; nel golfo di Venezia è uccello molto raro e può dirsi affatto accidentale, venne preso anche a Trieste ed una volta nel Quarnero. Ne ebbi un individuo colto vivo sui Colli Euganei in una località arida a circa 000 m. sul livello del mare {Coli. Arrigoni Degli Oddi). La F. glacialis (Naum.) è una forma leggermente più grande della presente specie, con un becco più forte e grosso e la testa più cenerina, vive nelle Spitz- bergen, nella Nuova Zembla ed in Groenlandia, l'ala è di circa 0,'"175, non sembra specificamente separabile dalla /•'. arctica, alla quale pare, e non alla F. arctica qlaeialis (Naum.), devono riferirsi le F. glacialis citate dagli Autori Italiani ('). (') Degland e Gerbe dicono clic la F. coriiiculata (Nuumann) è comune nelle Spitzbergen ed in Groenlandia e non rara in Norvegia, ma trattasi certamente di un equivoco. Questa specie abita le coste e le isole del Pacifico settentrionale dal Kamciatka e dal mare di Ochotsk all'Alaska ed alla Colombia Britannica, né mai comparve entro i contini Europei. Fine. *\ *;-/>♦-/>;*/ >;*/y.'i^w.M%*>;*/ Indice Generali: 287. 285, 287. 286, Acanthis, '284, 288. Acanthis cxìl i]>vs, 286. Acanthis exilipes Hornemanni . 286. Acanthis Hornemanni, 286. Acanthis linaria, *284, 285, 286, 288. Acanthis linaria allumini, 286 Acanthis linaria brunnesrens, 287. Acanthis linaria canesceus, 287. Acanthis linaria exilipes, *285, 287, 288. Acanthis linaria. gronlandica, Acanthis linaria Holboelli. 286, 288. Acanthis linaria Hol bolli, 286 Acanthis linaria Hornemanni, 2SS. Acanthis linaria hornemanni, 287. Acanthis linaria intermedina, 287. Acanthis linaria linaria. 286, 287. 288. Acanthis linaria longirostris, 286. Acanthis linaria, rostrata, 285, 286, 288. Acanthis linaria rufescens 286, 288. Acanthis rostrata, 286. Acanthis rufescens, 286. Acanthopneuste, 197. Accentar, *151. Accentorinae, *151. 'Accentorini, "''"15 1 . Acccntor alpinus. 151. Accentar atrigularis, *153. Accentor collaris, *151, 157. Accentor collaris Reiseri, 152. Accentor fulvescens, *153. Accentor modularis, *152. 285, Accentor montanellus. i ."•::. Accipiter, '10. 11. Aceipiter Granti, 11. Accipiter nisus, in. Accipiter nisus Wnlterstiulìi. 11. Accipiter pnniciis, 1 1. Accipitres, *1. Accipitres diurni. 1 . Accipitres noctiiriii. *51. Accipiti 'inno, s. Accipiirini, *8. Acredula, 122. Acrocephali, 208. 211. Acrocephalus. *207, 200. Acrocephalus agricolus. *2ll. Acrocephalus aquaticus, 208, 200 Acrocephalus arundinaceus, 210. 211. Acrocephalus dumetorum. 211. Acrocephalus lacustris, 210. Acrocephalus orieutalis, 210. Acrocephalus palustris, 206, *210. 211. Acrocephalus palustris l'ruticolus. 211. Acrocephalus phragmitis, 208. Acrocephalus schoenobaenus,*208, 215. Acrocephalus streperus, 210. 211 . Acrocephalus streperus horticolus. 211. Acrocephalus turdoides, 210. Actites hypolcucus, 395. Actites niacnlarius. 395. Actiturns longieamlus, 100. Actochelidon media. 502. Actochelidon sandvicensis, 501. Actodromas, 403, 405. Actodromas damaceusis, 403. Actodromas luseicollis, 106. Actodromas minuta, 403, Actodromas rulicollis, lo:; Actodromas Temmiucki, 405. Aechmophorns major. 538. Aclcili. 'INO. Acilon l'aniiliaris. L'I 8. Aedon galaetoiles, L' 17. Aedon luscinia, *187, 188. Aedon luscinia Golzi, *187. Aedon philomela, 1*7, 188. Aegialites cantiana, 376. Aegialites cantianus, 376. Aegialites curonica, 376. Aegialites ouroniens. 376. Aegialites hiaticola, 375. Aegialites hiaticula, 375. Aegialitis, *374. Aegialitis alexandrina, : 376. Aegialitis asiatica, *374, 375. Aegialitis cantiana., 376. Aegialitis cantianus, 376. Aegialitis curonica, 376. Aegialitis dubia, *376. Aegialitis Geoftroyi, 1175. Aegialitis hiaticula, *375, 376. aegialitis mongola, 375. Aegithalus, 120, '122. 121. 125, 126. Aegithalus caudatus, 122. 12:;. 124, 125. 120. Aegithalus caudatus caucasicus, 123, 121, *125, 126. Aegithalus caudatus dorsalis, *124. 126. Aegithalus caudatus Irbyi, "124. 125. 126. Aegithalus caudatus macedonicus, *124, 126. ('i Nel presento Indice generale i nomi stampati in qualsiasi carattere, ina preceduti da mi asterisco (cfr. * Agricoltura (V) e >tli Uccelli] si riferiscono alla prima parte del lavoro; tutti «.'li altri xrtt-a asterisco alla Beconda parte. Questi ultimi se stampati in carattere grosso (ci'r. Acanthis linaria) indicano i numi latini prescelti pelle singolo specie o sottospecie, se in carattere corsivo (cfr. Accentorini) i nomi italiani adottati per le specie, sottospecie, famiglie etc. nonché i sinonimi, inlìuc quelli in carattere ordinario (cfr. Acanthis) i latini delle famiglie e di altre divisioni, nonché i sinonimi. I numeri preceduti da un asterisco in- dicano la pagina ove si trova la descrizione dettagliata delle singole specie, sottospecie, famiglia etc, mentre i numeri senza asterisco indicano semplici citazioni ; sicché si può vedere di primo acchito quale nomo sia sinonimo e quale il prescelto ed ove le singolo specie od altre divisioni vennero trattate diffusamente o semplicemente citate. Pel gruppo dell'Aquila orientali*, del Parus palustris o di speciali nomi forestieri conio Bimacùlatku In ck vennero adoperati caratteri differenti; ed il motto (err. det.), che sussegue qualche numero (eli Anthvs obscurvs), trova la sua spiognziono 0 net presente Indice 0 in quello Sistematico 0 iieH'l'àrata-l lurrìgo. -..-.Il VTI.ANT1 i IRNITOl OGN 0 aegithalus caudatus macrurus, 123. Aegithalus caudatus roseus. 121. 126. Aegithalus caudatus senex. il'::. L26. Aegithalus caudatus siculus, *125, L26. Aegithalus caudatus tephronotus. L24, 125. 126. aegithalus caudatus trivirgatus, 123. Aegithalus caudatus vagali». 124. Aegithalus enropaeus, 122. Aegithalus pendulinus, 120. aegithalus roseus, 122. Aegiothue cabaret, 285. Aegiothus canesceiis. 288. Aegiothus exllipes, 2*7. Aegiothus liliali.!. 284. Aegiothus rul'i-scens. 285. Aestrelata, 527, Aethvia. 471. Aethyia ferina, 474. \>-\ galericulata, 451. \r\ spi. usa. 451. ^gelaius phoeniceus, 304. Igricoltura il'), e oli l eet Ili, 5 I . Agrobates. L'I 7. Agrobates galactodes, *217, 218. Agrobates galactodes familiaris, 218. ^grodroma campestris, 235. Igrodroma Richardi, 236. Airone, 4:54. Airone Manco, 430. Airone bianco maggiore, '436. lirone cenerino, 134. Aironi dui collo in in. 134. Aironi' guardo-buoi, *438. ìnnui rosso, 435. Aironi, 132, 139. Alacinoii. 249. Ala. inoli alaudipes, 240. Alauda. 237, 239, 240, 242, 245. Alauda arborea, 239. Alauda arvensis, *238, 249. Alauda cantarella, 238. Alauda nana. L'US. Alauda nudala. 241. Alauda.-. 237, 239, 245, 247. Alandidae, 220, *237. Alo nitidi. *237. Alandola, 243. IHminllil. IL'. Ululili Un minore, 14. Albanella pallida, 14. Allumi Un reale, 15. Albastrello, 389. AlbaSlrellO uiniriiuiio. *390. Alca, 530. Alea, *539, 540. Alca impennis, 530, 539. Alca maggiore, 539. Alca torda. 540. Alca.-. 539. Al.-. -dilli. la.-. MI Alridiuidi. 89. Aleedo, 89. Ah-.-.lo llor.-sialia. 90. Alcedo ispida, 89. Aleedo ispidoides, 90. Alche, 117. \lrlda,-. 530, 538 idi, 538. Ali-ina, -, Ali-ini. *539. \ i dui i\ \ m.i. i llassificaz di . 82. Alectorides, 352, 128. Aleitoridi, 128. Ali, in. 11. IL', 13. forma delle ali, 13. penne delle ali, 10, li. 12. VII.-. *541. Alle alle. 541. Ulocco, 66. Allocco il, ir l'ini, . 67. tlzavola, 167, 168, 170. Alzavola americana, *469. Alzavola asiatica, 107. Alzavola forestiera, *465. Animomanes, L'IN. Ammomanes cinctura. h249. Aniiiiiuiiaiu-s deserti. 249. Irnpelidae, 108 Ainin lidi. 108. Ampelis. 108. Ampelis Irornm, 108, 109. Ampelis garrulus. *109. Ampelis japonicus. l"v. Alias. 163. Auas bimaculata, Iti*. Anas boscas, *463, 17 1. \uas bosebas, -Ili:;. Auas glocitans. 168. Auas inergoides, 478. Anatidae, 151 Anaiidi, 151. Anatinae, Idi'. 162, 17:; Auulini. Illli. Anniia marmorizzata, 172. Inilni. 151. Kit. Anitra arborea, 451. Anitra carolina, 151. Aniirn mandarino, 451. Anitra muta, 451. Anitre, 4(11. Idi. 535. Ancylocheilus. 403, 107. Ancylocheilue subarquata, 108. Anisodactyli, *85. Anisodailili, 85. Anorthuro . 1 Hi. Anorthura troglodytes, ilo. 117. Anorthura troglodytes borealis, •■147. Anorthura troglodytes hirtensis. "147. Anorthura troglodytes pallescens, 147. Anous. 503. Anous stolidus, Anser. 155. 1 18 Anser albifrons. *456, 158. Anser anser, 155, 156, 458. A user ar\ .-nsis, 157. Anser brachyrhynchus, 157. 158. Anser eiiu-reus. 155. Anser erythropus. h456, 158. Anser fabalis. 157. 158. Anser indicus, 151. Anser neglectus. 157. 158. \ns.-r segetum, 457. \n~i-rrs. I in. 150. luserinae, 151 Ansi imi. 151 Antigone, 451 . Antigone antigene, 151. Antigone collaris. 151 . Anlhi. 220. Anthinao, l'l'ii. Antbropitbeeus, 1 16, Anthropoides, *431. Anthropoides virgo, 131 inthus, 230. Anthus arboreus, 230. Anthus campestris. 255. 236. Anthus cervinus. 252. Anthus Gustavi. 230, 231. Anthus maculatila, 230. Anthus obsenrus, 235 err, ilei.). Anthus obscurus rupestris, 235 Anthus pennsylvanicus. 235. Anthus pratensis. 251. 252. 233. Anthus Richardi. 235. 236. Anthus Seehohmi, 251. Anthus spinoletta, 25 I . Anthus spipoletta, 25 1. 255. Anthus spipoletta carpathica, 251. Anthus spipoletta obscurus. 251. 255. Anthus spipoletta Reiebeuowi. 254. Anthus trivialis. 230, 251. 233 A]. lilar. '.'5. Apodidae, 95. A pus, *96, OS. Apus affinis, *97. Apus apus, "97. Apus apus murinus. 97. Apus melba. 00. A. pula. 21 . 51. Aquila, 22. Aquila Adalberti, 25. 21. Aquila anatrala maggiore, 26. Aquila iinntrnin mintili. 20. Aquila llaltli. -lenivi. 25. A. pula Infasciata, 25. 25. Aquila eanadensis. 21. A. [mia clanga, 20. Aquila chrysaé'tus, 21. 22. 27. Aquila dulie spalle bianche, 25. Aquila daphaiiea. 25. Aquila dtl Bonelli, *27. Aquila Desmursi, 27. Aquila tìi mare, 20. Aquila di muli di l'ulUli. 50. Aquila fasciata, 27. Aquila liilva, 22. Aquila l'ilh eseens. 20. Aquila Glitschi, 25. Aquila heliaca. 23, 21. tijiiilu impi riale, 23. Aquila imperialis, 25. Aquila leu. -.il. -na. 21. Aquila maculata, 20. Aquila minore, *28. Aquila minuta. 28. Aquila mogiluik, 25. Aquila na.-via. 20. Aquila ni]. al. -nsis. 25. Aquila nobilie, 22, 23. hjiitln 01 il ululi . 24 . INDICE GENERALE 55 ! AQUILA ORIENTALIS. 24, 25, 26. Aquila pennata, 28. Aquila pomaxina, 26. Aquila pomerana. 26, 27. Aquila rapace, 21 . Aquila rapax, 24. Affittili reale, 22. Aquila Wahlbergi, 27. Aquilinae, *2l. Aquilini, *21. Arcbibuteo 2i>. Archibuteo lagopus, '20, li Arcbibuteo lagopus Simcti-Johan- uis, 20, 21. Arde;.. *433, 434, 136. Ardea antigone. 131 . Ardea cinerea, *434. Ardea intermedia, 187. Ardea melanocephala. 134. Ardea purpurea, *435. Ardea soloniensis, 439. Ardeidae, *432, I 12. Ardi idi. *432. Ardeirallus Sturmi, 4 10. Ardeola, *438. Ardeola ralloides, *439. Ardetta, '439, 140. Ardetta minuta, 140. Ardettae, 139. Arciiaria. "364. Arenaria interpres, 364. Argus, 333. "Aki.su itili: (Classificazione di . 82. Irpia, 7. Arquatella, 103, 107. \i.|iiatclla Conesi, '107. Arquatella marmimi, 407. Arquatella ptilocnemis, 407. Asio. *63. Asio accipitrinus, 63, 6 i Asio capensis, *65. Asio otus, 52, "64, 65. , istilliti. .".;». Astori . 9. Ailort americano, 9. latore levantino, *9. Astur, 8. Astiir atricapillus, 0. Astur brevipes, 9. Astur palumbarius, 9. Athene, 58. Attiene Cbiaradiae, 59, 60. Athene glaux, 01. Atbene noctna, 58, Atbene noctua meridionali*, 01. Averla algerina, *114. Alititi capir ossa, *115. Averla cenerina, 1 1 1. Artriti dalla maschera, *116. Artriti maggiore, *111. Amiti maggiore ili Palla*, 11;;. Attriti meridionale, 113. Amiti piccola, 1 15. Affliti rossiccio, "116. Avocetta, *379. Avvoltoio, *3. Avvoltoio degli agnelli. *7. Aythya, 474. Balearica pavonina, 132. Balestruccio, 1' 0, 101. Balestruccio ami tifanti, L02. Balestruccio del Kascntir, mi. /.Wi<; caucasica, loo. Balia tini collari . "lo". />'(i/i» nera, *106. Ballerina, 221. Ballerina gialla, *222, 223. Ballerina nera, : 222. Uni bagianni, 7 1 . Iittiit Ita, 17. Haiti-amia. imi Bartramia longicauda, 100 Basettino, *122. Batticode, 221. Beccaccia, 112. Beccaccia ili mari . 363. Beccaccia ncopajola, 412. Beccafico, *189. Beccaccino, 1 1 1 . Beccaccino coda larga, 114. li 'tinti nutlo, ili. Hi ci amoschino, 2 10. /;. ci api sci, *50 1 , /;, ccapesci forestiero, 502. Beccapesci inglese, 498. l,i • capesci maggiore, 199. Beccapesci scuro, 502. Becco, l. .".. o. 7. apice del becco, 0. direzione del becco, 0. figura del becco, 0. forma dell'apice del becco, 0. 7. l'iuiiie del becco, 4. integumento del becco, 5. lunghezza del becco, 6. parti del becco, 5. superficie del becco, 0. Beccofrusone, 109. *Bklon (Classificazione di). 82. Bernicla brenta. 450. Bernicla leucopsis, 459. Bermela ruficollis, 100. Berta dell'Atlantico, *524. Berta grigia, *526. Berta minore, 520. Berta minore fosca, 520. Berta minore nordica, : 525. liittiiftiitt, .'in. Bibliografia, 132. ICuropa in generale, 152. Isole d'Islanda e Fiir-< ler, 133. Scandinavia. Danimarca e Spitzberghen, 133. Isole Britanniche. 135. Francia, 138. (Manda e Belgio, Ilo. Svizzera e Savoia. 14 4. Penisola Iberica. 141. Germania e Austria-Ungheria, 112. Penisola Balcanica, 141. Kussia, 144. Italia in generale. 1 18. Trentino, 151. Dalmazia, 152. Veneto, 152. Lombardia, 157. Piemonte, 159. Ticino, 150. Nizzardo, L59. Liguria, 160. Emilia e Marcile. 11. li. Toscana, 161. Koina. 162. Napoli e Italia meridionale. 102. Sicilia, io.;. Malia, 101. Sardegna, 164. l'or-lea. Ili... Biblis, ino. Biblis rupestris, 103. Bigia ili tiiippel, 10.5. Bigia grossa, 101. Bigia padovana, 190. Bigiari Un, *191. BlMACULATED DUCK, 468. BlMACULATED TeAI-, 168. Blomembach (Classificazione di , 85. Tiri i o A 'lassi Reazione di), 88. Bonasa, 350. Bonasa betnlina, 350. Bonasa pyrenaica, 332. Bonasa ninbelhis, 350. Bonasia betnlina, 350. Bonasia eylvestris, 551. IinsNAi erre (Classificazione di , 84. Botanri, 150. Botaurus, 433, 1 10. Botaurus lentiginosus, ili. Botaurus stellaris, *441. Bradypterus Cettii, 247. *Branot (Classificazione di), 88. Branta, *458. Branta bernicla, 150. Branta canadensis, 45S. Branta leucogaster, 450. Branta leucopsis, *459. Branta ruficollis, *460. Branta rntìna, 4 75. *Brisson Classificazione di . 83. Bubbola, 02. Bubo, *52. Bullo asealapbus. 51. BubO bubO, 55. 54. 05. 07. Bubo ignavus, 53. Bubo maximus, 53. Bubo sibiricus, 53. 54. Bubo turcomanns, 53. 51. Bubonidae, 51. lini, niittli. 51. Buboninae. *52. Bubonini, '52. Bubulcus, *437, 438. Bubulcus coroinandus. 138. Bnbulcns ibis. 438. Bubulcus lucidus, 137, *438. Bucanetes githaginens, 204. Bucephala clangala, 4 77. Bndytes, 221. 223. 225. Budyles beeina, 220. Bndytes borealis, 226. Bndytes campestris campestris, 225. Bndytes campestris ilavissimns . 225. Bndytes cinerencnpillns. 220. ATLANTE i>i;\i 1 I' 0 Budytes l^eldeggi, 228. Budj tea Bavus, 225. Budytes melanocephalus, 228. Budytea uigricapillus, 228. Budytea paraduxns, 229. Budytea viridi», 226. Budytea xanthopbrys, 229. l'.i kkiin (Classificazione di), 83 Bulweria, S28. Bulweria Bulweri. 528. Bulweria columbina, 528. Bulweria Mac Gillivrayi, 528. Butalia gl'isola, 10."). Buteo, L6, L'i). Buteo buteo, *16, 17. L8. Buteo buteo desertorum, li. 18, 19. Buteo deaertorum, L8. Buteo desertorum Meuetriesi, 19. Buteo desertorum Zimmermannae. 18, 19. Buteo fasciatns, 16. Buteo ferox, 19. Buteo Meuetriesi. 19. UllteO Illlll.lllS. 16. Buteo pojana, 17. Unirli vulgaris, Hi. Unico Zimmermannae, 18. Buteoninae, *15. Hitteoniiii, 15. Butoridea vireacens, 139. *Cabanis (Classilioasiiouo di), 89. Caccabis, 334 . 337. Caccabia cbukar, 335, 336. Caccabis hispanica, 336. Caccabis petrosa. *335, 336. Caccabis rufa, 335, *336. Caccabis rubi bispanica, 336. Caccabis saxatilis, '335, 336. Caccabis saxatilis chukar. 335. Caccabis saxatilis graeca, 336. *Caccie di Sardegna, 71. 'Cacete maggiormente usate in Ila- li». 60. Cairi o a moschata, 151. Calamodi, 208. Calamodus, '-'un. Cali "bis aquaticus, 209. Calamodus aohoeuobaenus, 208. Calamodyta aquatica, 209. Calamodyta phragmitis, 208 Calai lyta schoeiiobaenns, L'US. Calandra, *245. fai alt tira urrà, *246. Calandra orientale, 246. Calandrella, *242. Calandrella, *242. Calandrella brachydactyla. -li' Calandrella minor, 243. ( ala ndrella minali', 24 3. Calandrella pispoletta. '243, 244. Calandrella pispoletta baetica, 244. Calandrella pispoletta minor, 243. Calandrelle, 248. Calandro, *235. /'ala mira maggiore, *236. Calcarins, l'."ìl'. 255, l'.">7. Calcarius lapponicus, '253. Calcarins uivalis, 254. lai,, ha. 102. Calidris, 102. Calidris arenaria. 102. < 'al Heller rutinus, I ,'■',. Calliope. 183. Calliope, L83 Calliope calliope. 183. Calliope eamtscbatkeusis, ! vii Calobates 222, Calobates nielanope, 222. Camptolaimus, I7M. Camptolaimus labradorius, I7;i. Canapino. *205. lana/lina asiatico, *207. Canapino chiaro ellenico, L'ini. Canapino ritiara iberico, L'ti7. Canapino degli olivefi, 205. Canapino levantino, "205. Canapina maggiore, *204. Canapiglia, '465, 1 67, 168. ( a nari. L'Sl . Canarini domestici, 281. Canaria, L'Sl. ( 'aneparola forestiera, 206. I ani pina chiaro, L'Oli. Cannabiua, *282, 284. CannaliiiKi brevirostris, 282. Cannabina cannabina, 282. Calllialiina cannabina nana. 283. Cannabina flavirostris. '283. Cannabina fringillirostris, 283. Cannabina lincia, l'sl'. Canna pila, L* 1 1 . Ciiiinnjnla di liltjth, *211. Canna jala ili Jerdon, _' 1 1 . Cannajola verdognola, *210. Cannali, rialti. '2 1(1. Capinera, *189. Capovaccaio, ■>. Cappi llarriii, L'IO. L' 1 1 . Cappellaccia spaglinola, l'Il'. Caprimulgidae, 92. l 'api imnlijidi, *92. Caprimnlgus, 54, '93. Caprimulgus aegyptius, 95, Caprimulgua asiaticus, 95. Caprimulgus europaeus. :<:ì. 94. Caprimulgus europaeua meridio- nalis, 94. Caprimulgus rufìcollis, '94 Caradridi, *362. l 'aradrini, 365. Cardellino, *276, L'77, 299, Cardellino dall' luminiti . L'77 Carduelis, *276, L'77. L'7s Carduelia albigularis, 277. Carduelis caniceps. -77 Carduelis carduelis. l'7iì. l'77. Carduelis carduelis albigularis, 277. Carduelis carduelis major, 277. Carduelis elegans, -76. Carine. *58. Carine noctua, 58, 59, 60 Carine noctua glaux. t > l . l'aula il, ah I trilli. 15. Carpoilacns, L'HL'. 296. Carpodacus erythrinus, 292, 293, 294, 295. Carpoilacns rhodochlamys, 295. Carpodacus roseus. *293, 294. Carpodacus rubicillus. 294. Carpoilacns sinaiticns, 295. l 'asarca, I 63. Casarca, iiìl'. hi:;. Casarca cana, 163. Casarca casarca, 163. Casarca rutila, 163. Casarca tailor li--. I 3 Catliaracta parasi tica, 520. < avalier d'Italia, .17*. Centroplianes, 253. Cerobneia Naumanni, 18. Cerchneis tinnunculus, 18. Ccrclnii'is vespertinns, 17. ( lerorbj neba, .'11. Cerfcbia, '143. Certhia brachydactyla, 1 13, III. Certhia britannica. 1 13, Certhia familiaris. 1 13, ili Certhia familiaris brachydactyla. in. Certbia familiaris britannica, 143. Certbia familiaria familiaris, 111. Certbiidae, *142. Cerziidi, \ 11'. Ceryle, imi. Coryle aleyon, IH. Ceryle rudis, 90. Cesena, *158. Cesena di Naamann, ini . Cesena fosca, "Ilio. Crllia, ' 216. Cettia Cettii. 217. Cbactura. 98. Chaetura caudacuta. 98. Chaclnrinac, *98. Cbaetusia, 368. Cbaetusia gregaria, 368. Cbaetusia Villotaci, 368. Cbaradriidae, *362. ( Iharadriinae, :;iì.i Cbarailrins. i!70. Charadrius apricarius. 371. Charadrius dominicus, 371. Charadrius rulvus, 371. Charadrius pluviali», 370 err.det i, 371. Chanlelasmus, l(i.~>. Chanlelasmus Couesi, 165. Chaulelasmus streperus, mi, M65, 17.".. Cbelidon, '100, UH, lo::. Chelidou casbiniricusis. UH. Chelidon urbica, ino. Chelidon urbica casnmiriensis, 100. Cbcbilonaria, UHI. Cbcn. *454. Chen hyperboreus. 154, 155. Chen nivalis. 155. Cbcnalopcx aegyptiacus, 151. I licniiiniirpbac. 449. ( Ihersopbilns, *249. Chersophilus Duponti. 250. Cbcrsopbilus Duponti, cor. iusita- nioa, '-'.Mi. Chettusia, 368. Chettusia gregaria, *368. Chettusia leucura, *368. Cbctlnsia Villotaei, 368. ( h, turini, s98. IXDICIC < il N li; A II- 553 Chionis alba, 364. Chinilo maggiore, *380, 381. Chiurlo piccolo, *382. Chiurlo piccolo . Coccystes, *84. Coccystes glandarius, *84. Coccyzus, *84. Coccyzus americanus, *85. Coccyzus erythrophthalmus, *85. Coda, 13, 14. forma della coda, 13, 14. penne della coda, 13. Codazzurro, *184. t 'odibutjnolo caucasico, *125. Codibugnolo caucasico dal dorso nero, *124. Codibugnolo grigio, *124. Codibugnolo macedonico, *124. Codibugnolo roseo, *124. Codibugnolo siciliano, *125. Codibugnolo testa bianca, *123. Codibugnolo testa bianca caucasico, *123. Codibugnolo turco, *125. Codirosso, *179, 185. Codirosso algerino, *181. Codirosso ili Ehrenberg, *179. Codirosso ili Gould, *180. Codirosso ili Giildenstadt, "181. Codirosso spazzacamino, *180. t 'odir ossone, f169. Coditrèmole, 221. Codone, 1U7 L69, 170. < lolaptes aura tue, 79. Cui, minili. 531, 534. *Collo, 9. parti del collo, 9. Collocaliae, 96. Coloeus, 313. Coloeus monedula, 313. Colombaccio, *327. Colombella. *326 Colombi. ;;j:.. Colombidi, *325. *Colorazione imitativa, 25. » mimetica, 25. Columba, *326. Columba Bollei, 327. Columba laurivora, 327. Columba livia, *326. Columba oenas, *326. Columba palumbus, *327. Columba trocaz, 327. Columba turricola, 326. Columbae, *325. Columbidae, *325. Colymbi, 534. Colymbidae, *531. Colymbus, *531, 535. Colymbus Adamsi. *534. Colymbus arcticus, *532, 533, 534. Colymbus glacialis, *532, 533,534. Colymbus grisegena, 537. Colymbus septentrionalis, *531. Comatibis eremita, 446, 447. Combattente, *398. Coracias, *86. Coracias garrulus, >:86. Coracias iudicus, 87. Coracias oriolus, 309. Coraciidae, *86. Coraciidi, :mì Cornacchia, *314. Cornacchia nera, 314, -315. Corone, 314. Corriere americano, *373. Corriere asiatico, *374. Corriere grosso, *375. Corriere piccolo, *376. Corrione biondo, *360. Cormorano col ciuffo, 492. Corvidae, «310. Corvidi, *310. Corvinae, 310. Corvo, *311. Corro di notte, 442. Corvo imperiale, *311, 312. Corvo imperiale africano, *313. Corvo marino, 446. Corvus, *310, 311, 313. Corvus corax, *311, 313. Corvus corax canariensis, 312. Corvus corax corax, 312. Corvus corax edithae, 312. Corvus corax hispanus, 312. Corvus corax lawrencei, 312. Atlante ornitologico. 55 l ATLANTE ORNITOLOGICO ( on us corax thibetanus, 3 12. Corvus corax tingitanus, 312, *313. Corvus corax umbrinus, 542. Corvus corax varius, 312. Corvus coriiix, 31 l. 315. Corvus eornix Sharpei, 314, Corvus corone, 514. 315. Corvus coroni' orientali», 315. Corvus frugilegus, *311, 315. Corvus monedula, *3J3, 31 l. Corvus monedula collaris, 314. ( lorvus sylvaticus, 446. Corydalla Kiohardi, 236. Coscoroba candida, 4 r. ] . Cosmonetta, 480. Cosruonetta histrionioa, 480. (olile, 102, *103. Colile obsoleta, 104. Cotile rupestris, *103, 104. lui il miri, *335. Coturnix, *339. Coturnix capensis. 340. Coturnix eoinnmuis, 340. Coturnix coturnix, 60, *340. Cotyle, 103. Col vie riparia, 103. Cotyle rupestris, 103. Crex, *420, 421. Crex crex, *421. Crex prateusis, 421. Oroccolone, *413. Crociere, *300. Crociere dalle ali rosse, *302. Crociere ielle punir. *301. Crociere fasciato, *302. Crymophilus, *417. Crymophilus fulicarius, "418. Cuculidae, *82. Cuculiai, *82. C'uculinae, *82. Cuc ul ini, *82. Cuculo, *83, 84. Cuculo americano, *85. Cuculo americano dagli occhi rossi, *85. Cuculo americano occhio-rosso, 85. Cuculo dui ciuffo, *84. Cuculus, *82, 83, 84. Cuculus canorus, *83. Culbianco, *174. Culbianco abbrunato, 170. Culbianco del deserto, *175. Culbianco isàbellino, *175, Curruca atricapilla, 189. Currnca heineken, 190. Curruca rubricapilla, 190. Curruca salicaiia, 189. Cursoridi, *358. Cursoriidae, x358. Cursorius, *359. Cursorius gallicus. "360. ini lettola a gote bianche. 226. Cutrettola burniti , 226. Cutrettola capinera, *228. Cutrettola capinera a sopraccigli bianchi, *229. Cutrettola capinera a sopraccigli gialli, *229. Cutrettola capo cenerino, L'L'Il. Cutrettola rapo scuro, *226. Cutrettola gialla, *225. Cutrettola gialla orientale, *226. Cutrettola testa gialla, "221. Cutrettola testa gialla orientale, 223. i uhi lini, a sopracciglio giallo, 224. t'rviKi! (Classificazione ili1. 84. Cyanecula, *181. Cyanecula orientalis, 1N2. Cyanecula suecica. *182. Cyanecula suecica cyanecula, 1X2. Cyanecula Wolfi, 182. Cyanistes, 127. Cyanistes caoruleus, 127. Cyanopolius, *319. Cyanopolius Cooki, *319. Cygninae, *451. Ctgnini, *451. Cygnopsis cygnoides, 451. Cygnus, *452. Cygnus Bewicki, *452, 453. Cygnus buccinator, 453. Cygnus columbianus, 153. Cygnus cygnus, 452. 4 53. Cygnus inimutabilis, 454. Cygnus minor, 452. Cygnus musious, 452. Cygnus olor, *453, 454. Cypselidae, *95. C'ypselinae, *96. Cypselns, mi. ( > pselus atlinis. 97. Cypselus apus, 97. ( iypselus melba, 96. Cypselus ninrinus, 97. Cypselns pallidus. 97. Daceloniuae, 89. Dacelonini, 89. Datila, *469. Datila acuta, 464, 168, 169. Datila Katoni, 469. Datila spinioauda, 469. Damigella, 431. Damigella di Numidia, 431. Daption capensis, 529. ^Darwin (Opera di), 89. Daulias, 186. Daulias luscinia, 1X7. Daulias philomela, 187. *Dk Blainville (Classificazione di), 86. Dendrocopus, *76. Dendrocopus leuconotus, 77. Dendrocopus leuconotus Lilfordi. *78. Dendrocopus major. 76. 77, 78. Dendrocopus major anglicus, 76. Dendrocopus major rissa, 76. Dendrocopus major major, 76. Dendrocopus major I'oelzami. 77. Dendrocopus major syriacus, :;77. Dendrocopus medius, ;7x, 79. Dendrocopus innlius Saucti-Johan- nis, 78. Dendrocopus minor, ■ 79. Dendrocopus minor Danfordi, 79. Dendrocopus minor pipra, 79. Dendrocopus numidions, 77. Dendrocopus pubescens, 77. Dendrocopus syriacus, 77. Dendrocopus villosus, 77. I lendrooycna javanica, 151 . Dendroeoa rirens, 188. *Desmognato, l'ululo. in7. Indi. 325. I Mnioilismo, 27. Dura a dea, 520. Diomedea, 529. Diomedea dalle ciglili nere, 530. Diumedea exulans, 529. Diomedea melanophrys, *530. Diomodeidae, *529. I limili ih idi, *529. ^Distribuzione geografica degli I e celli. 30. Dolychonix oryzivorus, 304. Dromas, 358. Dromolaea, 170. Dromolaea lencopyga, 171. Dromolaea leucura, 170. Dryocopus martius, 75. Ectopistes migratorius, 327. Edredone, *483. Edredone di Steller, >: 183. *Egitognato, l'alato, 107. Egretta alba, 436. Egretta garzetta, 437. Elanoides forficatns, 34. Elanns, *34. Elanus caeruleus, '-34. l-'niiiliipndini. ''"362. Emberiza, 252, 253, *257. Emberiza Buchanani, 261. Emberiza caesia, *26l. Emberiza calandra, 255. Emberiza chrysophrys, *258. Emberiza eia, *261. Emberiza cinerea, 268. Emberiza cioides, 268. Emberiza cirlus, *259. Emberiza citrinella, *258, 259. Emberiza citrinella, var. lirelnni, 259. Emberiza citrinella Molessoni, 259. Emberiza Durazzi, 264, 266, 267. Emberiza fucata. 268. Emberiza hortulana, *260. Emberiza lesina, 263, 26S. Emberiza leucocephala, 259, *262. Emberiza miliaria, 255. Emberiza uivalis, 253. Emberiza palustri». 266. Emberiza pithyornis, 263. Emberiza pusilla, *263, 264, 266. Emberiza pyrrhuloides, 267. Emberiza rustica, *263, 264. Emberiza schoeniclus, 263. " u t; i , 265, 266, 267. I '.mberiza schoeniclus aquatica , 265. Emberiza schoeniclus Durazzi, 265. 1. mberiza schoeniclus Dura zzoi. 266. Emberiza schoeniclus intermedia, 265, 266. Emberiza schoeniclus palustris, 265, 266. «267. Emberiza schoeniclus passerina, 265. Emberiza .schoeniclus pyrrhnlina, 265, 266. INDICE GENERALE 555 Emberiza schoeniclus pyrrhuloi- des, 265, 266, 267. 268. Emberiza schoeniclus schoeniclus, 266. Emberiza schoeniclus Tschusii, 26ó, 266, 268. Emberiza schoeniclus typica, 265. Emberiza schoeniclus Valloni, L'UT. Emberiza scotata, 267. Emberizae, 253, 255, 268. Emberizae schoeniclus intermediae, 266, 267. Emberizinae, *251. Emberizini, *251. Ephialtes, 54. Ephialtes scops, 55. Erionetta, 484. Erismatura, "485. Erismatura leucocephala, *486. Erismaturinae, *485. Erismat mini, *485. Erithacus, *185. Erithacus rubecula, *185, 1*6. Erithacus rubecula hyrcanus,*186. Erithacus rubecula superbus, 186. Erythropus vespertinus, 17. Erythrospiza, *291. Erythrospiza githaginea, *291. Erythrospiza sanguinea, *291. Erythrosterna, * 107. Erythrosterna parva, *107. Eudromias, *372, 373. Eudromias raorinella, 872. Eudromias morinellus, *372. Eunetta, 464. Eunetta bimaculata, 468. Eunetta falcata, *465. Eurypygidae, 428. Euspiza, *256. Euspiza aureola, *256. Euspiza luteola, "257. Euspiza melanocephala, *256. Euspizae, 255. Falacrocoracidi, *489. Falaropini, *416. Falaropo a becco largo, *418. Falaropo a becco sottile, *417. Falco, *41. 42, 47. Falco aesalon (err. dei.), *46. Falco aiiatum, 42. Falco barbarus, 43, *44. Falco Iirookei, 43, 44. Falco cenchris, 48. Falco communis, 42. Falco concolor, 46. Falco cornieuin. 43. Falco cuculo, *47. Falco della regina, *45. Falco di patitile, 12. Falco Eleonorae, 28, *45, 46. Falco Feldeggi, 38. Falco grillajo, *48. Falco griseiventris, 43. Falco lanarius, 38. Falco leucogenys, 43. Falco lithofalco, 46. Falco melanogenys, 42, 43. Falco merillus, 46. Falco minor, 42, 43. Falco uisus major, 11. Falco nisns minor, li. Falco pecchiaiolo, 35, Ibi. Falco peregrinus. 39, II'. 13, 44, 46. Falco peregrinila Brookei, II. Falco pescatore, *50. Falco punicus, *43, 14. Falco rusticulus, 40. Falco sacer, 37. Falco saker, 37. Falco subbuteo, ti. 45, 46. Falco tinnunculus, 48. Falco vespertinus, 47. Falcone, 38, 39, *42, 43, 44. Falcone di Barberia, 44. Falcone minore, *43, 44. Falcone tunisino, 43. Falconidae, *7. Falconìdi, *7. Fanello, *282. Fanello nordico. *283. Fanello Risica, 283. Fagiani, 341. Fagianidi, *333. Fagiano, *341. Fagiano di monte. *346. Fagiano di monti il, I Caucaso, "347. * Femmina in livrea di maschio, 28. Fenicotteri, *448. Fenicotteridi, *449. Fenicottero, *449. Fetonte, 495. Fiammante, 449. Ficedula, *10o. Ficedula atricapilla, "106, 107. Ficedula atricapilla semitorquata, *106. Ficedula collaris, *107. Fiorrancino, 119. Fischione, *466, 467, 468. Fischione americano, *467. Fistiane turco, *473. Folaga, *428. Folaga africana, 428. Folaga crestata, "428. Folaghe, 416, 4 li 7. Forapaglie, *208. Forapaglie castagnolo, *215. Forapaglie di P alias, *213. Forapaglie di lladde, *216. Forapaglie lanceolato, *214. Forapaglie macchiettato, *214. Forapaglie siluriano, *214. Francolini, 333, 338. Francolino, *337. Francolino di monte, *350, 351. Francolino di monte orientale, *351. Fraucolinus, *337. Francolinus francolinus, *337, 338. Fraucolinus vulgaris, 337. Fratercula, 538, *543, 544. Fratercula arctica, 544, *545, 546, 547. Fratercula arctica glacialis, 547. Fratercula corniculata, 547. Fratercula glacialis. 547. Fraterculinae, *543. Fraterculini, *543. Fraticello, *503. Fratino, *376. Freddoloso ili liadicofani, 152. Fregala, 10... Fregata aquila. 105. Fregilupus varins, 304. Fregilus graculus, 324. Fringilla, 252, *273, 280. Fringilla albigularis, 277. Fringilla borealis, 288. Fringilla canescens, 288. Fringilla coelebs, *274, 275. Fringilla incerta, 293. Fringilla montifringilla, 274, *275. Fringilla spodiogenys, *275. Fringillae, 274. 276. Fringillidao, *251. Fringillidi, *251. Fringillinao, -268. Fringillini, *268. Fringuello. *274. Fringuello algerino, *275. Fringuello alpino, *273. Fringuello alpino caucasico, *273. Frosone, *297. Frullino, *415. Fulica, *427. Fulica atra, *428.- Fulica cristata, *428. Fulica porphyrio, 426. Fulicariae, 352, *4ls. Fulicarie, "418. Fuligula, *475. Fuligula affinis, 476, 477. Fuligula collaris, 476, 477. Fuligula cristata, 476, 477 (') (err. det.). Fuligula ferina, 474. Fuligula ferinoides, 474. Fuligula fuligula, *476. Fuligula Homcyeri, 474. Fuligula marila, *476, 477. Fuligula mariloides, 476. Fuligula neartica, 476. Fuligula ruiina . 473. Fuligulinae, *473, 486. Fuligulini, *473. Fulix cristata, 476. Fulix ferina, 474. Fulix fuligula, 476. Fulix marila, 476. Fulix nyroca, 475. Fulniarinae, *528. Fiilmurini, *52S. Fulmaro, "520. Fulmarus, *528. Fulmarus glacialis, *529. •FiiKiìuiNGEK, (Classificazione di), 100. Gabbianello, *506. Gabbiani, 496, 517, 521. Gabbiano a lesta nera maggiore, 506. Gabbiano comune, *508. Gabbiano corallino, *507. Gabbiano còrso, *512, 513. Gabbiano dalla coda cuneata, *504. Gabbiano del Bonaparte, *507. (0 Fuligula fuligula. 556 \ I i.an DE ORNITOLOGIl " Gabbiano del l'alta». 506. Gabbiano del S. 504. Gabbiano ebttrm o, '515. Gabbiano giamo, ."il 1. Gabbiano islandico, *515. Galdiiano piombino, 508. Gallinomi reale, -"ili, 513. (hthl, inno reale nordico, *511. Gabbiano roseo, *509. iiiil'hiono terragnolo, 516. Gabbiano tridattilo, *516. Galerida, 240. Galerita, 240. Galerita abyssinica, 241. Galerita cristata, 240, 241, 242. Galerita cristata balcanica, 241. Galerita distata caucasica. -11. Galerita cristata cristata. 241. Galerita cristata sencgalensis. 211. Galerita cristata theklae, 241, 242. Galerita macrorhyncha, 241. Galerita manna. 241. Galerita senegalensis, 211. Galerita striata. 211. Galerita Theklae, 212. Gallina pi'atajola, *354. Gallinacei, *329, 353. Gallina*, *329. Gallinago, 386, *413, 414. Gallinago caelestis. 414. Gallinago delicata, 387. 414. Gallinago gallinago, 413. 111. Gallinago gallinula, 415. Gallinago major, 113. Gallinago media. 1 13, 114. Gallinago Sabinei, 239, 414, 11.".. 504. Gallinago scolopacinus, 414. Gallinago stemmi, 352, 413. Galline di Foroonr, 333. Gallinella, 420. Gallili, Ila d'acqua, 83, 124. Gallinula, 12:;. Gallinula chloropus, 121. Gallinulae, 124, 426, 427. Gallo et dinne, 3 1 S . 3 19. Gallo cedrone degli I l'ali. 3 IH. Gallus, 333. Gallus baukiva, 333. Gallus do stieus, 344. Gambecchio, 103. Gambecchio americano, *406. Gambecchio dal petto fasciato ameri- cano, "403. Gambecchio dal petto fascialo sibc- riano, 406. Gambecchio frullino, I IO. Gii mi,, echio minor, . 104. Gambecchio nano, 105. G, imi, ella, 39*. Gambetta americana, 400. Ganga, 332. Garrulinae, 310. Garriti un, *320. Garrulus atricapillus, 322. Garrnlus cervicalis. 322. Garrulus glandarius, *320, 321, 322. Garrulus glandarius Brandti, 321 , 322. Garrulus glandarius hyrcanus, 322 Garrulus glandarius Krinicki. 322. Gai inlns glandarius Sewertzowi, 32 1 . Garzella. 136, 437. Garzi Ita. 137. Garzetta nigripes, 137. Garzella. 138. Gavia, 506. Gavia allinis, 511. Gorilla, "il I. Gazza, *318. Gazza marina. *540. Gazza marina minori. 311. Gazze, 323. Geciuns, *74. Gecinus canus. 75. Gecinus viridis, 74. Gecinus viridis Sharpei, 71. Gelasies Genei, 509. Gelochelidon. 198, 199. Gelochelidon anglica, *498. Gelochelidon nilotica. 19S. Genuaja Feldeggi, 38. Gennaja saker, 37. Geocichla, 159, 166, 167. Geocichla dauma, 167. Geocichla Heinei, 1(>7. Geocichla sibirica, L67. Geocichla varia, *166, 167. Germani. 461, Gt rimino di unire. 481. Germano nule. 163, 164, 107. 468. Germano lineo, 173. Geronticns eremita, 446. 447. Gheppio, ■ IN. Ghiandaia, 320, 321. Ghiandaia a lesta nera. 322. Ghiandaia del Brandt, 321. Ghiandaia dì .sili, rio, 323. Ghianda/a marina, '86. Ghiandaia persiana, -322. Ghiandaie orientali. 320. *Giglioli (Classiricazio li), 107. Ginnico, li. Gir/alea di G meni, india. *40. lini, ileo d'Islanda. 10. Giare., la. *360. Glareola melanoptera. 362. Glareola pratincola, 361, 362. Glareolae, 301. Glaueidium, *61. Glaucidium passerinum. 62. 63, 69. Glaucidium passerinum setipcs, 63. Glaucidium pumilum, 62. Glaucidium setipes, 62, 63. *Gl.OGER (Classificazione di), 88. Glottis. 391. Gol, ho rugginoso, *486. Gracchio, 321. Gracchio corallino, 32 I . Gracula religiosa. 30 I . Graciilns. 32 1. Grallae. *351. Grandule mediterranea, 332. :;GkavkmihKst (Classiliia/Hine di) 87. Grìcbe, 535. Grifone, l. Grillato, 48. G lotto io,,, . B8. Grottaione egiziano, 88. Gruccione 88. Gin,, ione egiziano, 88. Gru, 128, 130. Gru antigone, 131. Gru bianca di Siberia, 430. Gru paronimi, 432. I,, „,. 130. Grillila.-. 129. Gnidi, 129. Gius. 429. I Mais cinerea , 430. Gius collari», 131. Grus eiiininiiiiis, 430. Grus grus. 430. Grus l.illordi. 430. Gufi. 32. Gufo connine, :04. G Ilio del I tipo, 65. Gufo degli l'ralì. 07. Gufo di l.tiji/ioniii, 6S. Gufo ili padttle, 01 . Glifo reale. 32. Gufo selvatico, 00. Gtiiirdti-hmii indiano, -138. Gygis, 197 Gypaetidae, 6. Gvpaetns. -6. Gypaètus barbatus. *7. Gyps, 3 Gyps fulvus. I. Gyps liisjiaiiioleuNis, 4. Gyps Kolln. I. Gyps occidentalis, 4. Un niatopodinae, *362. Haematopus, "303. Haematopus ostralcgus, 363. Haematopus ostrilegus, *363. Haliaetus, 29. Haliaétus albicilla, 29. Haliaetus leuuocephalus, 29. Haliaetus leucoryphus, *30. Malevoli. 91. Malevoli sin.x rnonsis, 91. Halocyptena, 321. Marchia. 179. I lardila glaeialis, 479. Harelda hyemalis, *479. IIawk-Ovvi.s, 37. Ileliornitliiilae, 119. Helodromas, 393. 394. I lelodronias OChropUS, 393. 1 leni. '.niella. 4S2. Heniconetta Stelleri, *483. "Mion.MiNiKUil la.ssirieazionodil, 87. llerodias, 136. Herodias alba, 430. 437. llerodias egrettoides, 137. Herodias garzetta, 437. Herodias melanorhyncha, 437. llerodias xantliodaetyla, 437. lleriiiliimes. 352, 432. Heteropygia, 403, 403. Heteropygia Iiairdi. 405. Hiantes, *92. Hieraetus pennatus, 28. INDICE i.knki; Ali, Hierofalco, ;<~36. Hierofalco candicans, *40, il. Hierofalco cherrug, *37. Hierofalco Feldeggi, 18, *38. 39, 40. Hierofalco gyrfalco. n. Hierofalco islandus, IO. Hierofalco milvipes, 38. Hierofalco Baker, 37. Himantopodiuae, *377. Himantopus. ; 377. 378. Himantopus candidila, 378. Himantopus himantopus, ::7s. Hippolais, 204. Hirundiuidae. *99. Hinmdo, 100, *101. Hirundo eahirica, 102. Hirundo danrica, 102. Hirundo rufula, s102. Hirundo rustica, *101, 102. Hiruudo Saviguyi, 102. Histrionicus. 480. Histrionicus histrionicus, *480. Hoplopterus. *365. Hoplopterus spinosus, *366. Houbara, *355, 350. Honbara fnerteventurae, 356. Houbara Macqueeni, *356. Houbara undulata, *356. *Hu-\i.ey (Classificazione di), 90. Hydrochelidon, *497. Hydrochelidon fissipes, *498, 407. Hydrochelidon hybrida, *497. Hydrochelidon leucoptera, 498. Hydrochelidon nigra, 4:>7. 498. Hydrocolaeus ichthyaé'tus, 506. Hydrocolaeu9inelauocepbalus, 507. Hydrocolaeus minutus, 506. Hydrocolaeus ridibnndus, 508. Hydroprogne, *499. Hydroprogne caspia, *499. Hydrornia Alleni. 425. Hypolais, *204. Hypolais caligata, );207. Hypola'S hypolais. -04. 205. Hypolais icterina. 204. Hypolais olivetorum, *205. Hypolais opaca, *207. Hypolais pallida, *206. 207. Hypolais polyglotta, s205. Hypolais saliearia, 207. Hypotriorcbis Eleonorae, 45. Hypotriorcbis subbuteo, 44. Ibididae, *444. Ibididi, *444. Ibis dalle guancie rosse, 446. *Ibridi, 27. Ictoridae, 304. Icterus galbula, 304. Iduna, 205. *Illigek (Classificazione di), 85. Imantopodini, *377. Impennes, 530. Irundinidi, *99. Ijngini, *81. Iynginae, *81. I£nx, *81. Iynx, 81. Iynx torquilla, *81. Iantina, 184. Iantina cyanura. 184. latiti. *92. Jonocicca, 425. Jonocicca Alleni, Kefcupa, 52. 125. Lahbo, *519, 520. Labbo codaltuitja, *520. Labbi, 496. *Lacépki>e (Classificazione di), 85. Lagopus, *343, 347. Lagopus atkensis, 345. Lagopus hyperboreus, 346. Lagopus iusularis, 345. Lagopus islandormn, 345. Lagopus lagopus, *344, 345, 347, 348, 350. Lagopus mutus, 341, 345. ::i7. 350. Lagopus Nelsoni, 345. Lagopus Reinbardti, 345. Lagopus Ridgwayi, 345. Lagopus rupestris, *345. Lagopus scoticus, *344. 345 Lagopus Welchii, 345. Lamellirostres, 451, Lanario. 18, f38. Lauiidae. 109, *110. Laniidi, 109, *110. Lauius, *110, 113, Lanius algeriensis. ili. Lanius auriculatus. 115. Lanius badine, 116. Lauius borealis, 113. Lanius borealis europaeus. 113. Lanius collurio. '115, 116. Lanius elegans, 112. Lanius excubitor, *111, 112, 113, 114, 115. Lanius excubitor borealis, 113. Lauius excubitor Homeyeri, 111. Lanius excubitor major, ili. 112, *113. Lanius ftmerens, 112, f 1 1 3 . Lanius garrulus, 109. Lanius Crimini, *112. Lanius Homeyeri, 111. Lanius isabellinus, M16. Lanius leucopterus. 111 Lanius ludovicianus, 114. Lanius meridionalis, *113. 114. Lanius minor, 111, *114. Lanius nubicus, 116. Lanius rapax, 111. Lanius rufus, 115. Lanius senator, *115, 116. Laridae, *406. Luridi, *496. Larinae, *504. Latini, *504. Larino, 529. Larus, *505, 509. Larus albus, 515. Larus argentatus, 510, *511, 512. Larus argentatus cachinnans, 510, *511, 512, 513, 514. Larus stridila, 508. Larus Audouini, 512, 513, 514, Larus cachinnans. 511. Larus canus. 508, 512, 513, 53 I Larus capistratus, 509. Larus elmrneu.s. 515. Larus fuscus, *510, 511, 513. Larus fuscus affìnis. *510. Larus gelastes, 508, 509. Larus glaucus, *514. Larus llemprichi, 500. Larus Hntchinsi, 515. Larus ichthyaé'tus. *506. 507. Larus leucophaens. 511. Larus leucophthaliuus, 509. Larus leucopterus, *515. Larus marinus, 509, 510. Larus melanocephalus, *507. 508. Larus Uichaellesi, 511. Larus minutus, 506. Larus parasiticus, 520. Larus philadelphia, 507. Larus ridibundus. *508, 509.514. "I.atham (Classificazione di), 84. Leptopoecile, 118. Li -ptopoecile Sophiao, 118. Leptoptilus, 444. Leptoptilus crumenif'enis. 444. Leptoptilus dubius, 414. ■Lkskk (Classificazione di), 84. Lestris Buffoni, 520. Lestris catarrhactes, 517. Lestris crepi datas, 519. Lestris parasitica, 519. Lestris parasiticus. 520. Lestris pomarina, 518. Lestris pomatorhinus, 518. Ligurinus chloris, 298. Limicola, *410. Limicola pygmaea, *410. Limieolae. *352. Limicole, *352. Lininocryptes, *414. Limnocryptes gallinula, *415. Limosa, *384, 386, 387. Limosa aegocephala, 385. Limosa belgica, 385. Limosa lapponica, "384, 386. Limosa limosa, *385. Limosa melanura, 385. Limosa Meyeri, 386. Limosa novae zealandiae. 386. Limosa ruta, 381. Limosa nropygialis, 386. Limosae, 386. Linaria flavirostris, 288. *Lingua, 7, 8. consistenza della lingua, 7. dimensioni della lingua, 7. estremità della lingua. 7. figura della lingua, 7. movimenti della lingua. 8. superficie della lingua, 8. *Linxeo (Classificazione di), 82. Lobipes (err. det.ì, 417. Lobipes hyperboreus, 417. Locustella', 208, 209, *212, 213, 214. Locustella certhiola, *213. Locustella fluviatilis, *213. Locustella lanceolata, *214. 558 ATLANTI? ORNITOLOGICO Locustella luscinioides, -li'. 213. Locustella naevia, 211, 215. Locustella Raj i, 214. Locustella straminea, *214. Ladola, *238. Lodola del deserto, 249. Lodola del deserto minore, *249. /.,„/„/„ del Dupont, *250. Lodala gola Inaura algerina, 248. Lodala gola gialla, 247. Lodola gola gialla orientale, l'In. Lodola sibcriana. '241. Lodolajo, *44, 47. Lomvia troile, 542. Longipennes, "Uhi. Longipenni, *496. Lophophanes, *138. Lophophanes bicoloi, 139. Lophophanes cristatus, *138, 139. Lophophanes cristatus mitratus, 139. Lophodytes, S4S7. Lophodytes cucullatus, *487. Lossiini, *299, 301. Loxia, 295, *300, 301. Loxia bifasciata, 500, *302, 303. Loxia bifasciata leucoptera, 303. Loxia curvirostra, *300, 301, 302. Loxia curvirostra rubrifasciata, 302. Loxia curvirostra pityopsittacus, 300, *301, 302. Loxia leucoptera, 302, 303. Loxia pityopsittacus, 301. Loxia rubrifasciata, 302. Loxia taenioptera, 302. Loxiinae. 251, 299. I.ararino, x'278. Lui bianco, *200. Lui di Eeersmann, ::197. Lui di Pallas, *202. Luì forestiero, *203. Luì giallo, *198. Lui grosso, I 99. Luì piccala, *201. Luì sibcriana, 201.'. Lui verde, *199. Luì verdognolo, *198. Lnllula, f239. Lullula arborea, *239. Lullula arborea Cberneli, 239. Lumia, 538, 541. ^Lunghezza ch'Ila vita negli Uc- celli. 29. Lusciuia, 186. Luscinia philoniela, 187. Luscinia vera, 187. Lusciniola, *215. Lusciniola fuscata, 216. Lusciniola melanopogon, 209,*215. Lusciniola Schwarzi, *216. Lusciniopsis llu\ iatilis, 213. Lusciniopsis luscinioides, 212. Lycos monedula, 313. l.vrurus, *346, 347. Lyrurus Mlokosiewiczi, ;<347. Lyrurus tetrix, 344, *346, 347, 348, 349. Lyrurus viridanus, 346. Maehaetos pugnax, 398. Machetes, ; ;; » T . Machetes pugnax, 398. Macrorhamphus, *386. Macrorhamphus griseus, *387. .Macrorhamphus SCOlopace-US, 387. Ma gii a il in a, *196. Magnanimi .stirila. 196. Mammiferi, 531. Maialala. 111. Marangone, *490. Marangone cai ciuffo meridionale. 417,' IH2. Marangone cai ciuffo settentrionale, ini. Marangone minare, ' 1112. Marangone nana. 192. Marangoni. 486. Mareca, 'Itili. 467. Mareca americana, *467. Mareca penelope, 464, f466, 167. Mareca sibilatrix, 466. Marmaronetta, 472, 17:i. Marmaronetta angustirostris, *472. Marsupiali, 531. Marlin pescatore, *89, ini. Martin pescatore bianco e nero, *90. Maf.ujola, ITO. Marzajola dalle ali blu, *471. Megalestris, 517. Megalestris catarrhactes, *517. Melanetta, 481. Melanitta, 4SI. Melanocorypha, 214, :215. Melanocorypha bimaoulata, 246. Melanocorypha calandra. 245, 246. Melanocorypha sibirica, 2 11. Melanocorypha yeltoniensis. 246. Meleagris, 333. Meleagris americana, 353. Meleagris gallopavo, 353, 354. Meleagris nrexicana, 353. Melierax gabar, lo. Melizophilus, *196. Melizopbilus provinciali:;, 196. Melizophilus sardus, L96. Melizophilus undatus, *196. Mergansor, *4S7. Mergauser aniericanus, 488. Merganser comatus, 488. Merganser merganser, *488. Merganser serrator, *488. Mergellus alhellus, 486. Merginae, 151, 486. Mergini, 486. Morgulus alle, 541. Mergus, *486, 535. Mergus albellus, *486. Mergus anatarius, 478. Mergus castor, 488. Mergus mergauser, 488. Mergus serrator, 488. Merlo, 163. Merlo acquajolo, *148 Merla acquajolo asiatico, *150. Merlo acquaiolo nordico, 1 IH. Merlo acquajolo pancia nera. 111'. Merla col /iella bianca. 164. Merlo dal collare. 161. Merlo dal ealiare meridionale, 165. Merlo dal collare orientale, *165. Merlo di Siberia, 167. Merlo montano, 164. Merlo nero, *163. Merli di passo, 164. Merli terragnoli, 164. Merope, 88. Meropidae, *87. Mcropidi, *87. Merops, n7. Merops apiaster, 88. Merops persicus, 88. Merops viridis, 88, Merops viridissimus, ss. *Merrem (Classificazione di), 86. Menda, *159. Morula alpestris, 165. Merula atrigularis, *162. Merula fuscata, 160, 161, 162. Merula merula, 158, 'io::, 168. Menda merula maxima, 161. Merula Naumanni, 161. Menda nigra, 163. Merula obscura, 15S». 160, 162. Menila pallida, 100, L62. Merula rufìcollis, 162. 163. Merula torquata, *164, 165. Merula torquata alpestris, 165. Merula torquata orientalis. *165. Mesilldar, ll'S. Mesophoyx intermedia, 457. Mestolone, -471. *Meybb A Woi.f (Classificazione di), 85. Microcarbo pygmaeus, 492. Micropidae, 95. Mioropodidae, 95. Micropus, 96. Migliarino di padiilc. *264, 266. Mignattajo, *445. Mignattino, *497. Migiiuttino ali Inaurile, ;<498. Mignutliiio bigio, *497. * Migrazioni degli Uccelli, 41. Mdiaria. 255. Miliaria calandra, 255. Miliaria enropaea, 255. Miliaria projer, 255. Milvus, *31. Milvus aegyptius, *33. Milvus iiiinus. 32. Milvus korschun, 32, ::::. Milvus melanotis, -33. Milvus migrans, 33. Milvus milvus, 32. Milvus niger, 33. Milvus regalia, 32. "Mimetismo, 25, 26, 27. Mniotiltidae, L88. *Moehring (Classificazione di), 83. Molothrus Cabanisi, 304. Mololhrus (Lampropsar) Cabanisii, 501. Mololhru.s Cassini, 304. Monachella, *173. Monachella bianca e nera. 172. Monachella dal dorso nero. x 171. Monachella gola «era, *172, 173. Monachella gola nera occidentale, *172. INDICE GENERALE 559 Monachella nera, *170. Monachella nera a testa Manca, 171. Monachella testa bianca, '171. Monachus atricapillns, 189. Monachila hortensis. 189 Monticola, *168. Monticola cyana, 168. Monticola erytbropterus. 169. Monticela manillensis. 169. Monticola saxatilis, *169. Monticola solitarius, *168. Montifringilla, *272. Montifringilla nivalis, 255, *273. Monti f ring il la ni va Usai piccia, '-'•■• Montifringillae, 272. Moretta, *476. Moretta arlecchino, *480. Moretta codona, *479. Moretta grigia, *476, 478. Moretta tabaccata, *475. Moriglione, *174, 475, 478. Motacilla, *220, 221, 230. Motacilla alba, *221, 222. Motacilla boarula, 222, 223. Motacilla boarula melanope, 223. Motacilla campestris, 223, *224, 225. Motacilla citreola, *223, 224. Motacilla Feldeggi, 228. Motacilla flava, 224, -225, 226, 227, 228, 229. Motacilla flava beema, *226, 227. Motacilla flava borealis, *226, 227, 228. Motacilla flava cinereocapilla , *226, 227, 228. Motacilla flava leucocephala, 225. Motacilla tìnviveutris, 221. Motacilla lugubris, '222. Motacilla melanocephala, *228, 229. Motacilla melanocephala paradoxa, *229. Motacilla melanocephala xantho- phrys, "229. Motacilla melanope, *222. Motacilla phoenicurus fi titys, 180. Motacilla pleschanka, 171. Motacilla salicaria, 189. Motacilla schoenobaemis, 2(18. Motacilla sulphnrea, 222. Motacilla taivana. 229. Motacilla titys, 180. Motacilla viridis, 226. Motacillae, 220. Motacillidae, *220. Motacillidi, *220. Motacilliuae, 220. Mugnaiaccio, *509. *MiiLLEB (Classificazione di), 89. Muscicapa, *105, 107. Muscicapa atricapilla, 106. Muscicapa collaris, 107. Muscicapa grisola, *105. Muscicapae, 105, 184. Muscicapidae, *104. Muscicapidi, *104. *Narici, 7. Nemura, *184. Nemura cyanura, 184. Xeophroti, -1. Neophron percnopterus, *5. Nesochen, 154. Netta, IT::. 171. Netta rufina, : 17:;. 174. Nettion crecca, 468. Nettion formosa, 467. Nettium, *467, 470. Nettium carolinense, *469. Nettium crecca, 464, *468, 469, 175, 477. Nettium formosum, *467. *Newton (Classificazione di), 94. Nibbio a coda di rondine, 34. Nibbio bianco, *34. Nibbio bruno, s33, 34. Nibbio dalle orecchie nere, *33. Nibbio egiziano, *33. Nibbio reale, *32. ^Nidificazione e noea, 46. Nisaetus, *27. Nisaétus fasciatus, 27. Nisaetus pennatus, '28. Xitzsch (Classificazione di), 87. Nocciolaia, ''316. Nonnoito, 440. Nottolone, 93. Nottolone a collare rosso, 94. Nucifraga, *315. Nucifraga brachyrhynchos, 316. Nucifraga caryocatactes, *316, 317. Nucifraga caTyoeatactes caryoca- tactes, 317, 318. Nucifraga caryocatactes japonicus, 318. Nucifraga caryocatactes leptorhyn- chus, 316, 317. Nucifraga caryocatactes macro- rhynchus, 317, 318. Nucifraga caryocatactes pacliy- rhynchns, 316, 317. Nucifraga caryocatactes relieta, 317. Nucifraga hcniispilus, 317. Nucifraga macrorhynchos, 316. Nucifraga multipunctatiis, 317. Nucifraga relieta, 318. Nncifragae, 317, 318. Numenius, *379. Numenius arcuatus,*380, 381,382. Numenius arquata, 380. Numenius borealis, *383. Numenius bastata, 381. Numenius hudsonicus, 383. Numenius phaeopus, *382, 383. Numenius pygmaeus, 410. Numenius tenuirostris, *381. Numida, 333. Nyctala, *68. Nyctala acadica, 68, 69. Nyctala Richardsoni, 68. Nyctala Tengmalmi, 68, *69. Nyctea, 55. Nyctea nyctea, *56. Nyctibius, 93. Nycticorax, *442. Nycticorax griseus. 442. Nycticorax nycticorax, *442. Nyroca, *474, 475. Nyroea africana. 475. Nyroca Baeii, 175. Nyroea ferina, 171, 477. Nyroca nyroca, iti, : 175.476,477. Oca, 151. Oca a faccia bianca, 459, Oca cignoide, 451. Oca i "Ilo rosso. *460. Oca colombaccio, *459. Oca dalle zampe rosee, 158. Oca della Gambia, 451. Oca tirilo neve maggiore, 455. Oca della nere munire. 454. Oca egiziana, 451. Oca faccia bianca, *459. Oca granajola, *457. Oca granajola orientale, *457. Oca indiana, 451. Oca lombardella. *456. Oca lombardella mintivi. 15ii. (leu selvatica, *455. Oceanites, *523. Oceanites oceanicus, *523. Opeanites Wilsoni, 523. Oceanitinae, *523. Oceanitini, *523. Oceauodroma, *522. Oceanodroma castro, *522, 523. Oceauodroma cryptoleucura, 523. Oceanodroma leucorrhoa, *522. Oche, 454, 462. Occhiocotto, *194. Occhione, *357. Occhione del Senegal, 358. Occhioni, 357. Oedemia, 481. Oedemia fusca, 481. Oedemia nigra, 481. Oedicuemus, *357. Oedicnemus crepitarla, 357. Oedicnemus oedicnemus, *357. Oedicnemus scolopax, 357. Oedicnemus senegalensis, 358. Oestrelata, '527. Oestrelata brevipes, *527. Oestrelata haesitata, *527. Oidemia, *481. Oidemia fusca, *481. Oidemia nigra, 181. Oidemia perspicillata, *482. *Olorinali, Narici, 107. Onychoprion fuliginosum, 502. Orchetto marino, *481. Orco marino, *481. Orco marino dal becco grande, *482. Oreocincla, 166. Oreocincla varia, 166. Organetto, *284. Organetto di Coues, *285. Organetto minore, *285. Or'iolidae, *309. Oriolidi, *309. Oriolus, *309. Oriolus galbula, 309. Oriolus oriolus, 157, *309. * Ornitologia Europea (sguardo sto- rico-bibliografico siili'), 115. Ortolano, *260. Ortolano dal collo grigio, *261. 560 ATLANTE ORNITOLOGI! 0 Orini, uni grigio, 261 . Ortygometra Bailloni, 122. i irtygomel ra minuta, 12:>. Ortygometra parva, 123. Ortygometra porzana, 121. Ortyx virginianus, 340. Ossifraga gigantea, 530. Oscines, *99, 220. Oscines acutirostres, 117. Oscines adunoirostres, *109. i isoinès conirostres, 250. Oscines curvirostrcs. "'142. i (se s latirostres, "99. Oscines soutelliplantares, *237. Oscines subulirostres, x145. Otarda, *3ó3, 354. (Murile, 353. Otididae, 352. Otididi, ►352. Otis, *353, 355. Otis Dybowski, 353, Otis tarda, *353. Otis tetrax, *354. Otocorys, ::~247. Otocorys alpestri». 247. 24*. Otocorys bilopha, *248. Otocorys lungirostris, 248. Otocorys penicillata, *248. Otogyps nuricnlaris, 3. Otus accipitrinus, 64. Otns brachyotus, 64. Otus vulgaris, li I . Oubara, *356. Oubara asiatica, *356. Oxycchus, *373. Oxyechus vociferus, *373. Pagliarolo, "209. Pagophila, *515. Pagophila eburnea, *515. Pallasia, 244. Pallasia sibirica, 244. Pallenura melanope, 222. Palmipedi, 448, 150. Pandion, *49, 50, 51. Pandion carolinensis. 50. Pandion haliaétus, 50. Pandion leucocephalns. 50. Pand ioni mie, *49. Pandionini, *49. Pantana, *391. Panurinae, 121. Pauurus, *121. Panurus biarmicus, *122. Panurus biarmious sibirious, 121. Panurus sibirious, 121. Panyptilae, 911. Paridae. * 117. Paridi, *117. Parinae, *120. Parini, *120. l'arus, *126, 128, 138. Parus affinis Bianchii, 135. Parus alpestris, 137. Parus aphrodytes, 120. Parus ater, *Ì29, 130. Parus ater britannicus, *130. Parus bokharensis, 120. Parus borealis, 130, 131, 132, 133, 134, 135, *136, 137. l'arus borealis baicalensis, 133, 134. Parus borealis borealis, 133, 134. 135, 136. l'arus borealis Colletti, 135. l'arus borealis iliaci iirus. 13!>. l'arus borealis restrietns, 134. Parus britannicus, 130. Parus caeruleus, 127. 128, 120. Parus cinctus, 135, 138. l'arus cinereus, 129. Parus Colletti, 136. Parus communis, 131, 134, 135, *136, 137. Parus comrnunis borealis, 135. Parus communis brevirostria, 134. Parus communis communis, 132, 134, 135, 137. Parus communis crassirostris, 134. Parus communis Dresseri, 132, 134, 135. Parus communis Hensoni, 134. Parus communis italious, 132, 134 , 136. Parus cominuuis lougirustris, 132, 135. Parus communis meridionalis, 131, 134, 135. Paras communis rhenanus, 135. Parus communis salicarius, 135. Parus communis Seebohmi, 134. Parus communis stagnatilis, 132, 134. Parus communis subpalustris, 132, 134, 135. Parus communis Tschusii, 132, 134, 136. Parus cristatus, 139. Parus cristatus brunnesceiis. 139. Parus cristatus cristatus, 139. Parus cristatus mitratila, 139. Parus cyanus, *128. l'arus cypriotes, 129. Parus fruticeti, 137. Parus kamtschatkensis, 134. l'arus ledouci, 120 i ' I. Parus lugubris, 135, 137, 138. Parus major, *128. Parus Micbailowski, 130. Parus minor, 129. Parus mitratila. 139. Parus montanus, 131. 133, 131. 135, *136, 137. Parus montanus accedens, 133, 134, 135, 137. Parus montanus assimilis, 133, 1 '■'< I . 137. l'arus montanus Bianchii, 134. l'arus montali us Klci liscimi ititi, 133, 134. Parus montanus montanus, 133, 134, 135, 137. Parus montanus murinus, 133, 134, 135. l'arus monranus salicarius, 1 :'..'!, 134, 135. l'arus obteotus, 138. Ci .y< <• Pania lendooi. l'arus ombriosns, 127. l'arus palniensis. 127. PARUS PALUSTRIS. 130, 131, 133, 135, 136, 137. l'arus pekinensis, 120. l'arus phaeonotus, 130. Parus Pleskei, '127. 128. l'arus pleskei, 128. Parus pleskei. rur, pallescens, 12*. l'arus tenerii'ae, 127. l'arus nltrainarinus. 127. Passer, *268, 271. Passer domesticus, *269, 270. Passer hispaniensis, -'Tu. Passer hispaniolensis, 270. Passer Italiae, *269, 270, 271. Passer montanus, ■ 271. Passer salicicola, 270. Passer salicicolus, 270. Passera, *269, 270. l'asserti di patitile, "207. Passera di putlule orientale, *217. I', isserà europea. 260. Passera lutila, *271. Passera logia ili Mut/iru. 272. Passera mattuggia, 271. l'ussera oltremontana, *2I>0. Passera sarda, *270. Passera scopajola, *152. Passera scopajola asiatica, *153. Passera scopajola bruna, *153. Passera scopajola dullu dola nera, *153. Passera solitaria, *168. Passeraeei, *98. Passerotti cantori, *99. Passeraeei con protuberanze pitui- tari, *237. Passeraeei coniroslri, *250. Passeraeei dui becco » lesimi. M 15. Passerucei dal becco acuto, s117. Passeraeei dal becco adunco, *109. Passeraeei dal becco coltetliforme, *303. Passeraeei tlttl becco curro, *142. Passeraeei latirostri, *99. Passeres, *98. Passeres (err. del.) cultirostres, *303. Passerina aureola, 256. Passerina eiris, 2fis. Passerina melanooephala, 256. l'astor. *308. Pastor roseus, *308. Pavoncella, 397. Pavoncella, :::>lì7, 369. Pavoncella a cudù bianca, lìti*. l'uroliti liti tumulti. *366. Pavoncella gregaria, *368. Pavoncella pugnax, s398. Pavoncellae, 398. Pavoncelle, 367. Pedionoiiius, 342. Pedionomus torquatus, 342. Pclagodroma, *523. Pelagodroma marina, x524. Pelecauidae, x494. Pelecanitli, 10 1. Pelecanus, *494. Pelecanus crispus. *495. INDICE (iENKli M.L 561 Pelecanus minor, 4115. Pelecanus onocrotalus, mi Pelecanus roseus, 195. Pelecanus tìharpei, 494. Pelidna, 403, 405, 109. Pelidna alpina, 409. Pelidna cìnchis, 40ti. l'clidiia maritima, 407. Pelidna paoinca, 409. Pelidna subarquata, 108. Pelionetta, 182. Pellicano, 1!H. Pellicano minore, 195. Pellicano liccio, 195. Pelviche, estremità, 14, 15, l(i, 17, 18. lisina dell', 15, Hi, 17, 18. integumento dell', 15. parti dell', 11, 15. l'i ndolino, M20. Pendolino castagnolo, *121. Pendulinug, 120. "Penne. 18, 19, 20, 22, 23, 24, 25. aberrazioni di colorito delle, 21, 22. colorito delle. 21. muta delle, 22, 23, 24. pterilografia, 21. 25. struttura delle 18, 19, 20, 21. Peppola, ;:275. Perdix, :;38. Perdix ehukar, 335. Perdix ciuerea, 338. Perdix damascena, 339. Perdix hispaniensis, 339. Perdix Labatei, 335. Perdix lucida. 339. Perdix montana, 339. Perdix perdix, *338, 339. Perdix perdix enarrala, 339. Perdix petrosa, 336. Perdix robusta, 339. Perdix rubra, 336. Perdix rufa, 336. Perdix saxatilis, 335. Perdix scanica, 339. Perdix sphagnetorum, 3311. Periparus, 129. Perisoreus, ':::;22. Perisoreus infaustus, 323. Pernice, 336. Pernice bianca, *345. Pernice bianca delle roccia, '345. Pernice bianca delle Spitzbergen, *346. Pernice, bianca nordica, ::314. Pernice di mure, *361. Pernice di mare orientale. 362. Pernice di Scozia, *344. Pernice rossa, *336. Pernice sarda, *336. Pernice turchesca, 336. Pernici. 333. Peruis, :;."■. Pernis apivorus, *35, 36. Pescìajola, 478, '486. PetreÙo, 523. Petronia, :;271. Petronia petronia, : 271. Petronia stulta, 271. Petrouiao, 271. Pett'azzurro occidentale, *182. Pett'azzurro orientale, *182. Pettegola, *389. Pettirosso, *185. l'I i:ii:ii.i n ii ir. det.)(' laethereus, 195. Pha.lacrocoracidae, :: 489. Phalacri racinae, 489. Phalacrocorax, 446, 117. imi. Phalacrocorax carbo, 146, 190. Phalacrocorax oristatus, 4112. Phalacrocorax Desmaresti. 192. Phalacrocorax graculus, UH . 192. Phalacrocorax graculus crnaticus. 192. Phalacrocorax graculus Desma- resti, 446, III, ; ini'. Phalacrocorax pygmaeus, *492. Phalaropi, 427. Pbalaropinae, 416. Phalaropus, *416. Phalaropus fulicarius, 118. Phalaropus hyperboreus, 417. Phalaropus lobatus, Il 7. 418. Phalaropus (Steganopus) Wilsoni, 417. Phaìeris, 544. Phasianjdae, 333. l'hasianus, 333, *341. Phasianus colchicus, : ; 1 1 . :ii7. l'hasianus Ree vosi, 341. Phasianus torquatus, 341. l'hasianus versicolor, 341. Philacte canagica, 45.S. l'hilannnus alpestris, 247. Phoenicopteri , 352. *44S. Phoenieopteridae, *449. Phoenicopterus, *44il. Phoenicopterus erythraeus, 450. Phoenicopterus roseus, *449. Phoenicopterus ruber. I 19. Philomela aedon, 187. Philomela luscinia, 187. Phylloscopus, *197, 199, 202. Phylloscopus Bonellii, *200. Phylloscopus collybista, 201. Phylloscopus coronatus, 197. Phylloscopus Eversmanni, *197. Phylloscopus nitidus, *198. Phylloscopus plumbeitorsus, 199. Phylloscopus proregulus, *202. Phylloscopus rufus, 201, 202, 2(14. Phylloscopus rufus fortunatus, 202. Phylloscopus rufus sylvestris, 201. Phylloscopus sibilator, ino, 200. Phylloscopus sibilatrix, 199. Phylloscopus superciliosus, "203, 201. Phylloscopus sylvicola. 199. Phylloscopus tristis, 2112. Phylloscopus trochilus, "199, 200. 201. Phylloscopus viridanus, *198. Phyllopneuste ISonellii, 200. Phyllopneuste borealis, 1H7. Phyllopneuste collybita, 201. (') Phdéthon, Limiaeus, nec Phaéton. Phyllopneuste mia. 201. Phyllopneuste sibilatrix, 199. Phyllopneuste trochilus, Uni. Pica, *318. Pica caudata, 318. Pica mauritanioa, 310. Pica pica, *318, 319. Pica rustica, 318. Pieae. 318. Picariae, *72. Picarie, 72. Picchio » dorso Mani o, : 77. Picchio a dorso bianco ili /.illuni. 78. Picchio il Ire lilla, SU. Picchio a tridattilo, sii. Picchio cenerino, *75. Pieehio mezzano, 78. Picchio minore. 711. Picchio murajolo, ;14 1. Picchio muratore, "140. Pieehio muraiole còrso. 111. Picchio murature lìalnialino. 111. Pili Ilio muratoli' nordico, Ilo. Picchio nera. *75. Picchio rosso maggiore, 76. Pieehio /osso maggiore siriaco, *77. Pieehio russo un ;:ano. *78. l'iieliio rosso minore, 711. Pieehio rosso minore ili Itanfonl, *79. Picchio rosso minore siberiano, '79. Pieehio trillatalo, *80. l'iiehio verde, *74. Pieehio verde spaglinolo, -~l. Piccione migratore, 327. Pieeione selvatico, "326. Piccioni torraioli. 326. l'icidae, *73. Picidi, *73. Picinae, *73. Pieini, *73. Picoides, *80. Picoides septentrioualis, 81. Picoides tridaetylus. *80, 81. Picoides tridaetylus alpinus, si. Picoides tridaetylus crissoleucus, 80, si. Picoides tridaetylus septentrioua- lis, 81. Picus, 75. l'iciis leuconotiis. 77, 78. Picus Lilfordi, 78. Picus major, 76. Picus martius, *75. Picus medius, 7S. Picus minor, 711. Pigliamosche, *105. Pigliamosche pettirosso, 107. Pigopodi, *530. Pinguini, 530. 538. Pinicola, *295. Pinicola enucleator, 295. Pinicolae, 295. Piombino, 89. Pioeanello, ::40S. l'ioranello maggiore, 108. Piovanello pancia nera, *409. Pioeanello tridattilo, 402. l'ioranello violetto, *407. Atlante ornitologico. 71 562 ATLANTE (HtMTiH.iii.il " Pipra europaea, 1 2 _' . l'irò i • n ceto, 392. Piro-piro codalnnga, '400. Piro-piro culbianco, *393. Piro pira dal petto rossiccio, 387. Piro-piro fulvo, Ini. Piro-piro gambe lunghe, 389. Piro-piro macchiato, *395. Piro-piro piccolo, 395. Piro-piro solitario, 39 l . Pisorhina, 54. Pisoihina asio, 55. Pisorhina scops, 55. Pispola, *231, 232. l'i" pulii ijolii rossa, 232. Pispole, 234. Pispoletta, 234, 243. Phpoletia minore, 245. l'impulcila spagnuola, 244. l'iiiìmit minore, *384. l 'Minili untiti, lìDt). Pittima reale, *385. l'in, r, dorato, *371. Piviere egiziano, *359. l'iricrr mintili, 371. Piviere orientale, 571. l'iritit tortolino, 872. Pivieressa, f369, 370, 371. riritri, 353, 369, 374. l'irirri titillili. 870. Plaufcus, 539. Piatale;! . 4 17. Platalea leucerodia, *448. Platalea leucorodia, 448, Plataleae, 432. PlectrophaDes, 258. Plectrophanes lapponicus, 253. Plectrophanes uivalis. 254. Pletrophenas, 255. Plectrophenax hyperboreus, 254, 255. Plectrophenax nivalis, *254. Plectropterus gambensis, 451. Plegadis, 1 1"'. Plegadis falcinellus, *445, ■Plinio (Classificazione di), 82, Plooeidae, 251. ritiri-idi, 251 . Plotinae, 489. PlotUS, l!MI. Pluvianus, *358. Pluvianus aegyptius, '359. Podioeps, 555. Podiceps auriliis. 536. Podiceps cornutus, 536. Podiceps cristatus, 537. Podiceps thiviatilis, 535. Podiceps grisnigcua, . >::7 . Podiceps longirostris, 538. Podiceps minor. 535. Podiceps nigricollis, 536. Podicipedidac, 551. Podioipi -iiiiii, *534. Podicipes, *535. Podicipes auritus, *536, 537. Podicipes cristatus, *537. Podicipes fluviatilis, *535. Podicipes griseigena, *537. Podicipes nigricollis, *536. Podilyrnbns, 534. Podilymbus podicipes, 534. 1 •...cilc L30, 134, 135. Poeoile boreali», 130. Poecile lugubri», 137. Poeoile palustris, L30. Pojana, *16, 17. Pojana calzata, 20. Pojana dulia coda bianca, 111. Pojana minore, 17. Pojana minore del Hénétriès, 11'. Pojana minore dello /.'un mi ruttimi, *18. l'tiliiiiil/n ili mine. *545. Poliborini, 8. Polli domestici, 833. l'olii sultani, 125. Pollino d'India, 333. ì'tiiln sultano, 12(5. Pollo siilliinn titilla «riuniti rtrilr. 126. Pollo sultano dell'Alien, *425. /'n//i> sultano indiano, 127. Polioai:ttts, 49. Polyborinae, 8. Porciglione, l'-'O. Porphyriola, ; 121. 125. Porphyriola Alleni, 125. Porphyriolae, 121. Porphyrula, 121. Porphyrio, 121. 125. Porphyrio antiqnornm, 126. Porphyrio caeruleus. *426, 4 27. Porpbyrio melanotus, 427. Porphyrio poliocephalus. 127 Porphyrio porphyrio, I2ii. 127. Porpbyrio Bmaxagdinus, 427. Porphyrio Bmaragdonotns, 126. Porpbyrio smaragnotns. 426. Porzana, *421. Porzana Bai Ho ni, 422. Porzana carolina. 4 22. Porzana fulicula, 421. Porzana intermedia, 122. 123. l'orzanti maxnetta, 421. Porzana parva, 123. Porzana porzana, 421. 122. Potamodus, 212. Potamodus ilnviaiilis, 213. Potamodus luBcinioides, 212. Prai incoia, 1 7ii. Pratincola caprata, L78. Pratincola manrti. 177. Pratincola rubetra, 175. L78. Pratincola rubicola, 177. 17*. Pratincola rubicola Hemprichi, *178. Prispolone, *230. Prispolone ili Stvmhoe, 230. Procellaria, 521. Procellaria anglornm, 525. Procellaria anjinho, 528. Procellaria Bulweri, 528. Procellaria pelagica, 521. 523, Procellaria puffinus, 525. Procellaria tethys, 521. l'imi llaridi, ::521 . Procellariiilac. 521. Procellariinae, 521 . Pinti Hill ini, 521. Progne purpurea, 102. Priin. Ila. 152. Pterocles, 331. Pterocles alcbata, 552. Pterocles alenata setarius, 332. Pterocles arenarius, 332. Pterocles exustus, 333. Pterocles pyrenaicus, 552. Pteroclidae, 330. Pteroclidi, '330. Pterocorj s, 211. Pterocorys sibirica, 91, 244. Puffinidae, 52 I . l'n/liiiitli. 521. Puffinus, *524. Puffinus anglorum. 525. 526. Puffìnus anglorum yelkouan. 526. Puffinus assimilis, 526. Puffinus columbinus, 528. Puffinus gravis, 52 1. Puffinus griseus, *526. Puffinus Kuhli. 525. Puffinus obscurus, 52(1. Pycnonotidae, 117. Pycnonotus, 147. Pycnonotus barbata*. 1 I 7. Pycnonotus capensis, 14 7. Pycnonotus xanthopygus, 117. Pygopodes, 55o. Pyrophthalnia melanocepbida, 194. Pyrrherodias, 155. P\ rrberodias manillensis, 155. Pyrrhocorax, 525. 52 1. Pyrrhocorax alpinus, 524. Pyrrhocorax graculus. 52 4. Pyrrliocorax graculus bimalava- nus, 324. Pyrrhocorax pyrrhocorax. 52 1. Pyrrhocorax pyrrhocorax, var, di- gitata, 524. ' Pyrrlnila, 289, 291, 2115. Pyrrbula Cassini. 289, 290. Pyrrhula coccinea, var. Cassini. '290. Pyrrhula erytbrina, 294. Pyrrbula europaea, 289. Pyrrhula major. 289. Pyrrhula pyrrhula. 289. Pyrrhula pyrrhula europaea. 2sìt. Pyrrhula rubicilla, 289. Quaglia, 340. Quaglia tre ungkii , 5 12. Quaglia tridattila, 512. Quattr'occhi, 177. < inaili' turiti americano, 178. Quattr'occhi islandico, *478. Querquedula, *470. Querquedula bimaoulata, 15*. Querquedula circia, iti*. 170. Querquedula crocea, 468. Querquedula discors. 171. Querquedula (or sa. 167. Querquedula glocitans, 168. Balli, 420, 121. Palli. lae, ll'I. RaZZidi, un. b'allns. 119. Rallus aquaticus. 420. Rallus pnsillus, 422. INDICE GENERALE 563 Rampichino, 111. Rampichino alpestre, 143. Rampichino inglese, 111. Ran/ani (Classificazione di), 87. Rapaci, 1. Rapaci diurni, M . Rapaci ttoltui ni. 51, 53. //e degli Edredoni, 4SI . Re degli Birfer, 484. Re (//' (/»«(///(■, -421 . Recurvirostra, *378. Recurvirostra andina, 379. Recurvirostra avocetta, f379. Recurvirostra avosotta, 379. i;, tinimi, *H8. KejoJo, lis. Regninole, *118. Reguloides, 202, Reguloides Buperciliosns, 203. Regulus, *118. Regulus calendula, 120. Regulus cristatus, 1 L8. Regulus ehrysocephalus, 119. Regulus crococephalns, 119. Regulus ignicapillus, > 19. Regulus modestus, 203. Regulus regulus, 1 18, 1 19. Regulus septentrionalis, 119. Reichenow (Classificazione di), 95. Remiza, 120. Remizus, *120. Remizus pendulinus, *120, 121. Remizus pendulinus castaneus. "121. Remizus pendulinus Raddei, 121. Rhodopecbys, 2(11. Rhodostethia, *505. Rhodosthetia rosea. 505. Rhyacophirus, 392, 394. Rigogolo, *309. Riporre, M47. Rissa, *516. Rissa tridactyla, *516. Roncano, 345. Rondine, ino. ini, 520. Rondine arborea americana, 102. Rondine ili mare, *500. Rondine di muri artica, 501. Rondine ili mari' riniti Imititi, -501. Rondine di mare ilei Mae Doiigall, 501. L'inuline ili more del Riippel, "'502. Rondine di mare maggioi'e, -499. Rondine ili mare maggiore ameri- cana, *502. Rondine di mare piombala, 497. Rondine di mare scura, *502. Rondine di mare stolida, "'503. Rondine eli mare lampe gialle, 501. Rondine ili mare zampe nere, *498. Rondini egiziana, 102. Riluttine montana, lo:;. Rilutimi m&ntana minare, 104. Rondine rossiccia, *1()2. Rondini di mare, 517. Rondone, -97. Rondone alpina. *96. Ruminile eìtiaro, 97. Rondone dalla eoéa apinosa, -98. Ruminile indiano, *97, Rondone pallida, 07. Rossia, 505. Rasi tinaia, M87. Riluttinolo d'Africa. • 217. Rusignolo levantino, *218. Rusignolo maggiore, 1*7. Rusignolo persiano, *187. Rustici. la. Scolopax, I 12. Rutioilla, *178. Ruticilla Cairei, iso. Ruticilla erythrogastra, 181. Ruticilla erythroproota, 180. Ruticilla Moussieri. *181. Ruticilla ochrura, *180. Ruticilla phoenicurus, 170. 181. Ruticilla phoenicurus mesoleuca, 170. Ruticilla tithys, 180. Ruticilla titis, 179, iso. Ruticilla titys. 180. Sacro, *37, 38, 39 Salangane, 96. Saldatola, *212. Salciajola fluviatile, i(213. Sai icari a cantillons, 216. Saltinpalo, '177. Saltinpalo nero, 17s. Saltinpalo orientate, ;;17s. Salvadori (Classificazione di). 112. Sareogeraiuis, Rio. Sarcogeranus leucogeranus, *430. *Saurognato, Palato, 107. Saxicola, *170, 171, 176. Saxicola albicollis, 173. Saxicola aurita, 173. Saxicola deserti, *175. Saxicola isabellina, *175. Saxicola leucomela, 171, 172. Saxicola leucopyga, 171. Saxicola leucura, *170. Saxicola melanoleuca, *172, IT;:, 175. Saxicola melanoleuca occidentalis. 172. 17::!, 175. Saxicola morio. 172. Saxicola occidentalis, 172. Saxicola oenanthe, 173, -174, 175. Saxicola ruta, 172. Saxicola saltatoi', 175. Saxicola stapazina, 172. 173.174, 175. Saxicola stapazina ampli ilciica, 174. Saxicola vittata, 176. Soelostrix, 70. *SCHAWKFER < Massificazione di). 84. Srliirihilla. "42:;. Schiribilla grigiata, 122. iSchizognato, l'alato. 107. Selii:iirinali. Narici. 107. Scliocnicola palustri 8, 2b'ti. Sciabica, 424. Sci.ateh (Classificazione di), 92. Scolecophagus carolinus, 304. Scolopacinae, 'l 1 1 ■ <, tilopat ini, -411. Scolopax, *411, 412. Scolopax acquata, 380. Scolopax Brehmi, 414. Scolopax major. 413. Scolopax media. 1 15. Scolopax i ircliinii. ili. Scolopax rusticula, -412. Scolopax Sallinei, 501. Scolopax subarquata, los. *Scopoli (Classificazione ili . si. SoopS, 54. Scops noi. 55. Scricciolo, 1 io. Scricciolo ili Salila hiltltt, 117. Scricciolo islandico, -117. Sea-Raven. fili. Scrini, 281. Serinns, *280. Serinus canarius, -i'si. Serinus canieollis, 2S1. Serinns canonicus, 282. Serinns bortulanus, 280. Serinns icterus, 281. Serinus pusillus. 280, f282. Serinus serinus. *280. Sgarza, imo. Sgarza ciuffetto, imo. Sgarza guarda-buoi, 438. Stjurzetta, 437. "Sguardo storico -bibliografico sul- l'Ornitologia Europea, 115. SiiARi'E (Classificazione di), 103. Slittini, *188. Sirniinae [err. dei. i, 63. Sitta, *140, 141. 143. Sitta caesia, *140. Sitta canadensis, 142. Sitta europaea, 140. Sitta europaea britannica. 141. Sitta europaea caesia, 141. Sitta europaea europaea, 141. Sitta europaea Homeyeri. 141. siila Krueperi, 142. Sitta Neumayeri, *141. sitta, syriaca, 141. Sitta uralensis. 111. Sitta villosa, 1 12. Sitta Whiteheadi. ili. Sitlidae. -139. Sillidi, -139. Smerliti ami ricanti. 187. Smcriio maggiore, iss. Smertio minore, ISS. Smeriglio, *46, 47. Somateria. - 1SM. Somateria mollissima. ls:;, 484, 485. Somateria mollissima boreali», 484. Somateria spectabilis, 4SI. 185. Sanltnie, -151, 152. Sparriere. lo. Sparviere ili Sardegna. 11. Sparriere ili Tunisi, 14. Spalala, *44X. spatola, *471. Spatula clypeata. 171. Splicnorliynchus Abdiniii, III. Spioncella, -2MI. Spioncello ami ricanti, 233. Spioncella ilei Carpazi, 234. Spioncello mai ina. L'MI. 564 A 1 1, \ NI! ORNITOLOGICO Spiami 11,1 marino scandinavo, *235. Spioncello settentrionale, 234. Squatarola, 369, 370, 372, 373. Squatarola helvetica, 369, 370. Squatarola squatarola, 369, 370. Starna, *338, 339. Starna perdix, 338. Steganopodes, 189. Steganopodi, 189. Si ejnegek Classificazione di .07. Stercoraridi, 51 7. Stereorariidae, 496, 517. Stercorario maggiore, *517, 520. Sin; orario mezzano, 518, Stercorarins, 518. Stercorarius crepidatus, 518, 519 Stercorarius parasiticus. 518, 519, *520. Stercorarius pomatorhinus. *518. Sterna, *499. Sterna anaestheta, 503. Sterna Bergli, 502. Sterna Boysii, 501. Sterna cantiaca. It501. Sterna caspia, 100. Sterna del Riippel, 502. Sterna Dougalli. 500, h501. Sterna Douglasii, 501. sterna fissipes, 498. Sterna Saviatilis, 500. Sterna fuliginosa. *502, 503. Sterna hirundo. *500, 501. Sterna leucoptera, 49K. Sterna inaernra. 501 . Sterna maxima. :502. Sterna media. *502. Sterna minuta. *503. Sterna nilotica, 198. Sterna paradisea. 500, *501. sterna pbiladelpbrà, 507. Sterna sandvicensis, 501. Sterna tschegrava, 499. Sterne, lini, 50 1. Sterninae, 496. Sternini, -496. Sternula minuta. 503. Sterpazzola, *192. Sterpazzola di Mènétriés, 101. Sterpazzola di Sardegna, *192. Sterpazzola mino. K193. Sterpazzolina, *193. Stiaccino, T70. Storni, 308. Storno, *305. Storno nero, *307. Storno porporino, *306, 507. Storno porporino caucasico, *307. Storno porporino di Finsch, *806, Storno roseo. *308. Strepsilas, 364. Strepsilas interpres, 364. Strigidae, *69. Strigidi, 69. Strillozzo, *255. Strix, 7n. Strix acadica, 69. strix Ernesti, 71. 72 Strix flammea. 52, 71. strix flammea Kirchoffi, 71. Strix ineridionalis, 01. 67. Slrolaga dui becco moli". 534. Slrolaga maggitn i . 532. Strologa mezzana, 532. Stridutili minore, 551 . Slrolaga piccola, 53] . -Struttimi esterna, '■',. Stnrnella magna, 304. Sliirniilae, 304. Starnuti. '304. Stnrnus, 305, 308. Stnrntis cinchis, 1 48, 1 lo. Stnrnus Menzbieri, Itoti. Sturnus vulgaris. 305, oc, 307, 308. Sturnus vulgaris caucasicus. *307. Stnrnus vnlgaris Menzbieri, 306. Sturnus vulgaris Poltoratskii. 306, 507. Sturnus vulgaris purpurascens. *306, 5(>7. Sturnus unicolor. 306, 5o7. Siieeinettjiri , *93. Succiacapre algerino, 95. Succiacapre dal eolio rosso, 01. Sala. *493. Siila. *493. Sula bassana. io::. Snliclae, *493. Salidi, *493. SrxnF.vAi.i. (Classificazione di), ss. Surnia, *56. Surnia doliata, 57. Surnia funerea, 57. Surnia ulula, 57. 58. Surnia ulula caparoch. 57. Snspensores, 117. Sitassi, 416, 127. Snasso collo-rosso, 537. Svasso eornato. *536. Svasso dal eolio nero, 536. Scasso dal eolio rosso. 5:17. Svasso maggiore, -557. Svasso piccolo, *536. Syloehelidon, 100. S\ Inelieliilnn easpia. 100 Sylvia. *188, 100. Sylvia atricapilla. 189, loo. 191. Sylvia eariceti, 209. Sylvia cinerea. 102. Sylvia conspicillata. *192. Sylvia conspicillata bella., 102. Sylvia curruca, 101, 193, 194. Sylvia cyaneeula. 183. Sylvia eversmanni, 107. Sylvia fuscipilea, 102. Sylvia lli-iiiekeiii. 100. Sylvia melanocephala. 189, 101. 195. Sylvia melanocephala momus. 195. Sylvia nana, io:: Sylvia nisoria. 190. Sylvia orphaea. 191 . Sylvia, orphea, 101. Sylvia hortensis, 189. Sylvia phragmitis, 208. Sylvia Rueppeli. ■■195. Sylvia ruta. 102. Sylvia Rnpellii, 105. S\ Ivia Ruppelli terr. del. I, 01. Sylvia Riippelii, 195. Sj l\ ia salicaria, 189. Sylvia simplex. L89. Sylvia subalpina. 193, 194. Sylvia subalpina mystacea. 194. Sylvia Sylvia. 102. Sylvia tithys. 180. Sylvia Wolfii, L83. Sylviinae, *188. S\ morhynchus, 544. Syniplieniia semipalmata, oso. Synoecns, 340. Synoecus Lodoisiae, 60, 250. 340. Syrniinae, 52. o:;. Syrniuin. 05. 00. Syrnium aluco. tu. oo, 67. Syrnium lapponicum. 68. Syniinin nebulosnm, 68. Syrnium uralense. 07. Syrrhaptes, *330. Syrrhaptes paradoxus. 330, 331. Vacchini selvatici, 55::. Taeliycineta bicolor, 102. Taccola, *313, 511. Tadorna. ■ 102. Tadorna cornuta, 462. Tadorna railjali, 102. Tadorna tadorna. 162. Tailornae, 102. Tarabusino, '■'■ 1 IO. Tarabuso, *441. Tarabuso americano, :;lll. Telephonus erythropterus, 117. 'Tk.m.mixck (Classificazione Oh, S5. teratologia, 28. Terechia, *396. Terekia, *396. Terekia cinerea. *396. "Testa. 5, 6, 7. S, 0. parti della testa, s, o. letraogallo del Caspio, 55 1. Tetraogatto del Caucaso, '334. Tetraogalli, 555. 334. Tetraogallus, *333. Tetraogallus caspius. 551. Tetraogallus caucasicus. oli. Tetraonidae, 543. Telraonidi. 343. Tetrao, *347. Tetrao bonasia septentrionalis, 551 . Tetrao hyliriilns. 5IS. Tetrao lagopides, 517. Tetra» lago pus, 5 15. 5 10. Tetrao nieilins. 518. Tetrao tetrix, 510. Tetrao urogallus, 5is. ::io. Tetrao urogallus uralensis. 510. Tetrastes, 550. Tetrastes bonasia. 345, 517. 550. 351. Tetrastes griseiventris. 551. Tbalasseus, 49». Tbalasseus cautiacus, 501. Tbalasseus caspius, 499. Tbalasseus medius, 502. Thalassidroma melitensis, 522. Thalassogeronchlororhynchus, 530. Tichodroma, 112, 143, 111. Tichodroma muraria, ili. INDICE GENERALI 565 Tinnunculus, *47. Tinnuiir.ulus alaiularins. IN. Tinnunculus Naumanni. 18. Tinnunculus tinnuneuloides, in. Tinnunculus tinnunculus, 18, 19, Tinnunculus vespertinus. 17. luti inulti. 11)1. Topino, *103. Torcicollo, *81. Tordela, "155. Turili', 155. 156. l'orilo dalla gola min. 102. Z»r:.'. Upupa epops, *92. Upupa Eremita, 1 I 0. Upupidae, *91. Upupidi, !M. Uragus, *296. Uragus sibiricus. 296. Uria, 55 42. Uria, 555, 5 1f. Uria arra, 5 15. Uria Bruennichi. 542, 543. . Uria tini becco grosso, 512. (ria dulia briglia, 512. Uria grylle. h543. Uria Mainiti. 5 15. Triti nera, 5 15. Uria ringvia, 542. Uria troile, : 542. Urinator, 555. Urogallus vulgaris, 348. Utamania('J torcia. 5 lo. Vanellus, 365, *366, 507. Vanellus capella, 367. Vanellus eristatus, 567. Vanellus gregarius, 368. Vanellus vanellus. 507. Vanellus vulgaris. 567. Venturone 279. Venturone meridionale, *279, 280. Verdone, *2!)N. 299. Verdone bastardo, 293. (') \,-<- I l:tlnuillii: 566 \ I i. \vi 1 ORNITOLOGI! 0 Verdoni siberiano, 299. Vi rollili, ,. 280. Verzellino dalla fronte rossa, l'nl'. Vikii.i.ot (Classificazione di), 86. \ it iflora leucopj già, 171 . / blpoca, 162, Voltapietre, 364, 365. i òtti ./i», i. 121. \ 'iillur, 2. Vultur monachus. Vulturidae, 2. Villi aridi, *2. W'ii.i.uiiinn (Classificaz. di), 82. Xenia. 504. X i-m .■ Sabinei. 50 Xemn Sabinii, 504. l'elcouan (Puffinusi, 526. Yelkonanne (Pnffinns), 526. Vunx, 81. Zafferano, ■">I(>. /.ufi tinnii siberiano, 510. Zapornia, 123. Zigodattili, '73. Zigolo boschereccio, 'Ji'ù>. Zigote rallini tu. L'">ti. Zigolo dal collare, *256. /'lattiti dal sopracciglio giallo . 258. Zigolo titilla tenta urani tata . Zigolo della m m . '25 1. Zigolo ili Lapponia, *253. Zigolo iiìalltt. 258. Zigolo tialii rossa, *262. Zigolo minori. l'iì:ì. /il/ala miniatiti. Utìl . Zigolo nero, *259. Zonotricbia albicollis, 268. Zygodactyli, 7:!. ERRATA CORRIGE PARTE PRIMA. L'ag. Ki^:i •.':i n 2 02 II u5 113 IV 12 ll.i IV 31 114 VI 12 Bino a dio osso rimane ila cannicc dopo Perdicirtae aggiungi Turnicidae. sotto il gen. Ooturnìx aggiungi ■ ' gon. Vurnìx. dopo il gon. Hydrockelidon aggiungi il gon, Anous. PARTE SECONDA. Riga :i7 4L' (1868) 1K1 •j:i 1-171 303 24 Passeres culliroslrcs 417 ■_'* Lobipes 4'.'.". :iu «liti quattro assai Larghi Ii.il in sniergano (178É (1847 Osoines oultirostres Phalaropus diti quattro assai lunghi emèrgano, bì tuifano, Smerdare, xmergàrse, l'aiti» degli Uccelli e specialmente delle Fui igulinae e degli Smer- ghi di truffarsi sott'acqua e percorrervi un tratto nuo- tando (voce Venata). Le Ha ;; e t rappresentano il Porciglione mi hi Sciabica, come venne erroneamente stampato 5 % y" o e» AMNH LIBRARY 100037401 ■HL'3