f m^ cicc c C(i:€Mm:pmjM<^M'^^} (mk:fJ'-c iil^.A-y. Ill D £ 1 1' H U D E !I I i 6 1 0 E N 1 1 DI DI CATANIA TOMO XYI. C A TAXI A DAI TOKCHI DI PIETRO GIUNTEVl lS4l Dei SocJ elelli net decimosesto anno Accademico NOME, COGNOME, GRADO GIORNO E PaTRIA ACCJDEMJCO DI ELEZIONE Profess. Mellone da Napoli Soc.Corrisp. i4.MV.l83g K Filippo Lebas Paricji » )) Gasperin Pari di Francia Parigi (C T> Holt Machensie membro della Socield Asiatica di Londra (( (( Prof, Luigi de Ruggero Napvli ct J Aatonio Claudia Valeri Farsailles a C Madama Rosa Valeri Far- sailles fL « Dolt. Giuseppe Grasso-Ca- copardo Messina (( « Federico Calliaud Nanles « (( Monsignor D CelesUno Co- Soc. Onorar. « de Arcivescovo di Pa- trasso € K Cav. Francesco Corigliano Napoli « I A T T I DI SGIEn^ZE I¥ATURALI VOLUME XVI — SE.MESTRE I. ELOGIO DI si^i3]?j3 i^iTAat) 5ii23a2rt» PRINCIPE m SPERLINGA MANGANELLI SOi:il) ATTIVO dell' ACCADEMIA CIOENIA DI SCIEMZE NATLKALI EC. EC. RECITATO DAL SOCIO ATTITO, E PRCSIDENTE DI DETTA ACCADEJIIA GAT. ?F.i.lTC3.SC0 LOGEHOT ]«ELLA SEDCTA ORDI\ABIA DEL DI' 27 GIIGAO 1839 ^rninttssimi ^$n Adempio un dovprc imposlomi dallo Slatuto dclla noslm Accadcinia consaoraiido un (iore alia mcraoria dello egregio beneraerilo socio ordinario Giusoppc Alvaro Pateniu principe Spcrlinga j\Ian- ganelli. Voi che avclc voiulo si grandcraente ono- rarmi, chiamandonii ad occupare ii posto di socio ordinario c di Presidenlc di (picsla insignc Acca- doniia, in rinipiazzo doll' illustrc defonlo, vorrclc, spero, dognarc del vostro bonigno couipalimoiilo Ic poclic parole clio sccvre di ogni apparalo di clo- (jiiodza saro a pronunziaro in (iiiesta seduta per Iribularo un tcnuc omaggio al noinc di lui. Mi accorgo ])cnc chc qucslo nome ba gia commosso gli animi voslri, pcroccbe lulli eravalc Icgati al ^ . . ; . mio prcdccossorc con i vincoli dolla piii inlima amicizia, della piu vcrace riconoscenza. A ragiori dunqiic ne deplorate altamcnle la pcrdita, a raj^io- ne ne siele ancora e ne sarele sempic doloiitissi- nii. Ed in vcro 1' Accadcmia Gioonia ba pcrduto nel principe di Manganelli un socio affezionato , zelanle c tulto intento a prnomuovorc in ogni guisa i di lui vantaggi. Del sue allaccamcnlo ver- so questa insigne societa diede egli mille e niille pruove, e molte allre ne avrcbbe date se la ineso- I'abile morte non avcsse troncalo immaluramente lo stame della di Ini vita. Pcce egli pcro abba- stanza per meritarsi la vostra indelebile gratiliidi- ne; ed io di qiicsto saro oggi 1' inlerpeire fedele. Giuseppe Alvaro Paterno nacque in Catania addl 26 agosto dell' anno 1784 da Antonio Alva- ro Paterno Petroso principe di Sperlinga Manga- nelli, e da Corradina Paterno Castello. Primogoni- to di una nobile e ricca famiglia non poleva ri- cevere cbe la piu accurata cdueazione e la istru- zione la piu coinplela. Gli farono quindi assai di buon ora prodigate le piii vigile cure. Apprese dapprima i rudimenti grammaticali dal Sacerdotc Francesco Russo , indi le belle Icl- lere dal Canonico Donienico Strano, e dal profes- sorc Canonico Giovanni Sardo. Fornili gli studii scolastici fii v.igo di islriiirsi in divcrsi rami di scienze naturali , c studio quindi cbimica e sloria nalurale presso i nostri egregii socii jn-ofessori Carnielo Maravigna, cd Abbate Francesco Fcrrara. Nel 1824. I'ondatasi 1' Accadcmia Gioenia ven- uevi ascritlo nel numero dei Irenta socii atlivi or- dinarii , e di questo tilolo fu egli fasloso sincbe visse. Nel i833 poi per comun voto, anzi per ac- 5 clainazione gli venne conferilo il titolo di prcsidenle dell'Accademia di cui si rose ben degno, promo- vcndo in qualunqiie circoslanza i vanlaggi di que- sla illusLre corporazionc. Varii lavori scicnlifici e lellerari dicde alle slampc il principe di MaugancUi. La piii positiva delle sue fatichc fii pero ceilo la inemoria suUa irrigazione doi campi che altorniano il Siraeto letla in qucsta Accadcmia ncUa scdula ordinaria del ly febbraro 182a. Non potcva cgli scegliere un ar- gonienfo di niaggiore utilila. II Simeto, il piu grande fiumc della Sicilia traversa nel suo corso • prima di gctlarsi nel mare Jonio una parte del territorio di Catania, c proprianientc una parte della cosi della piana^ di quclla piana cbe forma la prima ricchezza di questa bella e ferace provincia, inon- dando , direi ' quasi 1' Isola tutta della piu estesa produzionc di grani. Ma questa produzione e su- bordinata sempre alia maggiore, 0 minore quan- tila di piogge cbe cade, e quesle per cause anco- ra non ben conosciute sono divcnule fra noi piu rare, 0 meno copiose da mezzo secolo a questa parte. Spesso quindi le piu belle speranze di una ubertosa ricolta falliscono, i campi si veggono de- serti ed inariditi, e gli agricoltori ridotti in uno sfalo di deplorabile raendicita. Or quel tesoro di acquc cbe perdcsi in mare quasi inosservato e negletlo, quel Simeto cbe solo si conna come cau- sa di pcrdile , e di danni , quando per la plena delle sue acque trabocca nei circostanti campi e r inonda e devasta, non potrobbe invece servire alia irrigazione dei fertili terrcni cUc traversa? non 2 6 potrebbe rcnilere immulabile, ccrla, \ abbondanza e r uberla di quelle licolte cbc formaiio una dellc principali sorgonli della riccbezza doU'lsola? Yiag- giandosi per la intora Eiiropa cd in Italia prin- cipalmente nella Lombardia, quanli vantaggiosi ri- siiltamenli non si osscrvano prodotti dalla irriga- zioiie ? Non solo i flumi nia qiialunqiie piii piccolo rigagnolo si fa scrvire a quell' uso. Cbe se nellc parli scltentrionali 1' irrigazione e quasi necessaria, quanto non lo deve esscre poi nelle meridionali, in Sicilia precisamente, cbe qua- si con r Affrica confina 1 Ed ecco lo scopo cbe si prefigge nella sua memoria il principe di Manga- nelli. Egli propone il tentativo delle irrigazioni con le acque del Simeto. Descrive quindi il cor- so e la pendenza di questo fiume, i campi sotto- posli al suo livello, il metodo da pralicarsi per la loro irrigazione , la quanlila delle acque necessa- rie , la lore sufiicienza in ogni stagione c final- inente il mezzo di csecuzionc piu facile ad oltcne- re lo intento , facendo ammontare secondo i suoi calcoli alia quantita di circa seimila saline Ic lerrc che potrebbero rendersi irrigue. Queslo dollo la- voro del Manganclli non appena fu pubblicalo per le stampe nel prime volume degli alti deU'Acca- demia, che riscosse i piu generali applausi, c gli encomi i piii lusingbieri. Vi si amniiro la somma utilita deir argomenlo accoppiala alia profonda co- gnizione di agronomia e di fisica , cd una serie accuralissima di osservazioni ed indagini sullc cir- costanze di fatto, e di localita congiunla ai calco- li malematici piu esatti su i risuUamenli infallibili da doversene oltenere. Per lacere di tanli altri, si 7 sa Lcnc qiial favorevolc giudizio no porlarono i due piu famosi gioinali d' Italia, 1' Aiitologia di Firenzc, c la Bibliotcca ilaliana di Milano. Queslo nllimo giornale cennarido 1' utile chc derivercbhe dair csscrc raesse a pi-odtlo le acque noii solo del Siinelo ma di tutti gli altri fiuini di Sicilia sccou- do il progclto del noslro socio , cosi si esprinic: (c Riprodotte allora vedrebbonsi quelle ubertose « ricolte di cui gli anticlu ci ban tramandalo le (( memorie , e cbe a giusta ragione formano la « nostra ammir'azioDe. I cercali , il riso, la bam- c; Lagia , le crbe, le piante lussureggercbbcro nei (( campi ove or non sono die feral paludi. inu- < lili rive, stcrili baize, abbandonale loire. La co- « pia di foraggio nulrirobbe numerose groggi, cd c armenli , lalte piu abbondante e piu carico di (( burro darebbono le vacclie. Si molliplicherebbero c le tanlo rare cd erine case ruslicbc , accrescc- « rcbbcsi il iiumcro dellc Cilta e la popolazione , « si pcrfczionerebbono le arli , a nuova vita ri- ft nascerebbe il comnicrcio, c lulti quel bcni ri- (( doaderebbcro a quel pacsi cbe dall' agricollura (( provcngono e die iin tempo innalzavano la Si- . (t cilia suUa Grecia islessa c su tutte le colte na- ■» zioni x . Da qucstc parole puo rilcvarsi di Icggicri di quale alta importanza si e riguardato il divisa- moulo del principe di IMauganclli. Delia sua mcmoria si sono riprodotte sin ora cinque edizioni, c quel die e piii, il provvido R. (joverno ha dcguato di tulla la sua attenzione lo utile progotto die vi si contieno, e per Sovrano incarico se nc e varie fiate occupato il Consiglio 8 generate di questa Provincia, non die il Pxeale I- stitiilo d' incoraggiamcnto per la Sicilia. E da spe- rarsi clie 1' arginazione del Simelo e 1' irrigazione dc' campi die Iraversa sara fra non guari osegiu- la nierce la sovrana inunificenza del Re N. S. (u. G.) Quando quesle acqiie, ora infrultuose , sa- ranno Utilizzate e rese proficiie, quando rese irri- gue le terre della plana di Catania, oltre alia co- rnune ricchezza che sara per risidlarne, sara allon- ianalo ogni timore di careslia da cui e stala spe- zialmente negli andali tempi la Sicilia tutta niinac- data per causa di siccita non difficili a verificarsi in un clima caldo, allora certo fra le benedizioni che da ogni parte s' innalzeranno al benefice Mo- narca che ci governa da padre, non vi sara chi non ricordera con dolce commozione il nome del principe di Manganelli, di colui che fu il zelantis- simo 8 caldissimo promotoredi questa utile intrapresa. Ua altra meraoria lesse il Manganelli in que- sta Accaderaia nella tornala del 23 agoslo i836. Conteneva un rapporto suU' esecuzione del progotto della irrigazione dei campi che altorniano il Si- meto, ed un cenno sulla nuova strada dacostruir- si da Nicolosi alia Grotfa delle Capre ossia degli, inglesi. Nella seconda parte di questa sua raeuio- ria da conto 1' autore che fra le diverse opere pubbliche, cui crasi accinto come Intendenle della provincia, una se ne era compita che avca strello iegame con le accademiche occupazioni, e che gio- vava oltrcmodo a facilitarle. « L' Etna, egli disse, « e il principale obbietio che noi ci siamo pro- (( posti, quel vaslo campo di profonde osservazio- . . 9 , (( ni . ili accurals liccrdie c di laboriosi stiidii (( in ogtii ranio dello fisichc scicnze. L' accesso a (( ([iH'slo niaraviglioso vidcano e sfalo sin ora (( aioHo diflicile e pcnoso; slrade malagevoli ban (c fatlo oslacolo alle noslre impazienli brame non « solo, ma a quollc eziandio di tulli i doUi eu- « ropci e di luUi gli cslori cbe sono slali vagbi di (( conlemplar da vicino il sorprendente speltacolo di (C questo grandiose fcnomcno. Ansioso di promuo- (C vcrc i progressi dclle scicnze naturali ncU'atlo cbe (( bo provvcdufo air utile dei miei amminislrali, bo « io resa rotabile la strada cbe vi conduce da Ca- « tania per Gravina, Mascalucia e I\rassannunziata « sioo a Nicolosi cbe locca il pnncipio della re- (( gione nemorosa , e cbe si eleva sul livello del (( mare all' allezza di 2128 picdi parigini. Ne t debbo ora facervi cbe , quanlcvolte mi verra « fatto, io bo in animo di prolungarla sino alia K Grotta dclle Capre 0 Grolla degl' inglcsi, dalla K quale per le disastrosc cd ardue baize cbe s'in- «; conlrano non e piu possibilo conlinuarla sino al t piano del lago su cui si innalza 1' ullimo cono t del craterc. )) Or del progello di quesia strada egli Iratta nella sua intercssantc mcmoria.Ne indica la traccia, la lungbezza e 1' altczza sul livello del mare dei diversi punti cbe tocca; enumera poi Ic principali curiosita naturali cbe si possono osserva- re percorrcndola , e le varie piante cbe vegotano Inngo il suo corso. Cos'i con tutlo 1' animo suo idca- va, 0 vagbeggiava la esecuzione di una strada cbe avrcbbe mandate i-icuramente ad cfl'etto, se il tempo e le circoslanze gUelo avessero permesso ; e que- fO sla opera sarebbe divenuta fatnosa nei fasli dclla scienza perche tutta diretla a facililarc le riccrche degli scienziati cosi nazionali, che esteri. Una >via rotabiie in vcro portata all' altezza di Sogo picdi parigini sopra il livello del mare puo dirsi cbe non esisle in Ilalia. Solo nelle Alpi vi lia quella del Sempionc e 1' allra dello Spliigcn cbe sono piu alte trovandosi la prima a GgSS, e la seconda a agijS piedi parigini sul livello del mare. Verrebbe poi ad essere ad una elevazione maggiore delle piu alte montagne della Sicilia, ed avanzerebbe di 11576 piedi parigini il Vesuvio. Auguriamoci che il nobde divisamento dell' autore, dcgno in tulto dello stato progressivo della nostra civilta, non va- da fallito . Cbi scrive queslo pagine e compreso del vivo dcsiderio di secondare 1' idea gcnerosa del principe di MangancUi, c porra ogni suo studio od ogni possibile impcgno per vedcrla compiula. Una terza meraoria vulcaoologica ci Icggeva air Accademia nolla lornata do' la aprile iSSy. Avova egli visilalo dapprosso, c con pericoloso co- raggio ncF 18 19 1' ernzione succedula in quell' an- no dal gran Cratere del monlc; dclla quale no a- veva egli nolalo i fcnomeni tulli, noncbe le pro- diizioni saline ed allro, cbe in quella csplosione veuivano niano mano a formarsi. Or sulla forma- zionc, allora osservata dell' idrocloralo d' amnio- niaca , prodotto vulcanico abbondcTole, anao con ispccialila in delta mcmoria prcsenlare alcune sue idee conlro la opinione del Pilla di BI." Abicli o di allri ; c con modo felice egli parlo , conie gli elemenli dell' amraoniaca ripeler si debbano con giusta ragione dall' azofo dell' atmosfera e dall" i- // drogciio (lalla deconiposizione doll' acqua, e iion f^ia dalle soslanze organiche animali o vcgclali , clio poclic 0 nullc rinvonir si possono in quolla prol'oiida infocala bolgia nello inie viscere del Viil- cano. II fonomeiio dell' cruzione e fenomeno gran- dioso dove molle soslauze si decompongono e si ricompongono, e dove 1' eleltrico, 1' agcnte sublime, svolge la sua iriassima influenza tulta. Cosl il Maa- ganelli spiegava la forraazione della base dell' i- drocrolalo d' Ammoniaca efflorescenle, non ponen- dosi in quislione 1' esisleuza riconosciuta dell' acido idroclorico . salificalore. L' Accademia dei Zelanli di Aci Realc avea inlilolalo al jManganelli 1' illuslrazione di una me- daglia leontina inedita scritla dal doltor Mariano Riggio, e lo aveva ricbieslo di un parere. Fu sol- lecito egli d' inviare a quella Accademia la sua ri- sposla, con la quale approvando la illuslrazione da- lavi dal dotlor Riggio, relaliva a slabilire die la delfa mcdaglia, cbc prescnta dal drillo la (esta di Palladc galeala cui sfa dietro un grano d' orzo in- scrilla aEONTINO, dal rovescio uu pogaso volan- te, sia stala coniala dopo la pace concbiusa con Gela r anno quarto dell' otlantesima otlava- olim- piaJc fra Siracusa e Leonzio; con cbe acijui- slando la prima nuovo diritto di Melropoli avea co- raunicalo i proprii siniboli alia seconda, approvando, io diccva, qucsta illuslrazione la conforta con allri esempii presi dalla storia anlica di Sicilia, v<\ av- valorali daU'autorila dei sommi scritlori Tucidide e Diodoro. Quesla risposta del MangancUi fu in- serila nel numero decimo del giornale del Ga- binelto letlcrario della Accadeniia Gioenia. K /2 nel fascicolo numero imdccimo dello stesso gior- nale fu stampata un'altra lettera iudiritta dal no- stro socio a S. E. il Tenenle generale Marchese Nuuzianlo, con ia quale, prcsa occasionc dall'avor dovuto dislribuire , ai piu disliiili scienziali di Ca- tania r opuscolclto suUe nuove ed anliche lerme di Torre Anuuuziata, felicita il Nunzianle per la avventurosa scoverla di quelle acque miuerali c pel magnifico slabiliinento fallo coslruire in quel loca- le per uso di delle salutari acque, analizzale ac- curataniente dal cliiarissimo prot'cssore Ricci , e lo encomia pure per avere introdollo nel regno uno dei piu belli ritrovati della fisica meccanica , la trivellazione del suolo , e per gli altri divisamenti di pubblico vantaggio operali in Calabria , in A- bruzzo, in Basilicala c nell' Isola di Vulcano. Un allra utile falica del Blanganelli, non do- ve lasciarsi dimenticala. Gli veniva rimessa ofii- cialmente una operetta sulle malaltie dei bacbi da seta per diffonderne la conosccnza in questa pro- vincia , ove la induslria scrica forma una delle principali sorgenti di riccbezza. II Manganelli scri- veva uu sunlo di queslo traltato , lo dava alle slampe, e lo diffondeva dovunquc per istruzione dei suoi amministrali. Quesle produzioni da lui dati alle stanipe gli iTierilarono molli tiloli Ictterarii. Fu cgli quindi successivamenle nominato a socio corrispondente del- la Realc Accaderaia delle scienze e del reale Islituto d' incoraggiamento di Napoli, della Senkerbergiana di Fraacofort sul Bleno, della imperiale e reale so- cieta Arelina di scienze lelterc cd arti , della i3 Accadomia agraria di Pcsaro, dclla rcalc Accadc- mia di scienzo lellero cd arli di Palermo, dell" Ac- cadcmia dei Zclanti di Aci Rcale, c di mollc allre. Fatto un ceiino della di liii vita lelleraria , dovrci ora pariaro della di lui vita pubblica ; iva su questa parte mi limetero solo ad cnunciarvi i posti da lui occiipali. Diio cpiindi clie nclla car- riera amminislrativa foce cgli i piii rapidi pro- gressi. Nel i8i5 fu Scnatore di questa Cilta, nel 1818 Dccurionc, indi Consiglierc del Consiglio ge- neralc degli ospizii; nel iSaX Patrizio di Catania; nel 1 827 Dircttore dclla rogia posta. Disimpegnava da quattro anni colla massima lode la interessanlc carica di Patrizio, allorclie dalla munificenza so- vraua fu clcvato al posto d' Intendcnte dclla pro- vincia di Messina, e conteporaneamente S. M. si degno nominarlo Gentiluomo con csercizio dcl- la sua Real camera. Appeua im anno resse qucila provincia quando per cifctto di Sovrana degnazio- ne veniva traslocato con lo slesso carattere nclla provincia di Catania. Ritornalo cosi alia sua pa- tria vi fu cgli riccvuto con la piu festiva acco- glienza, e fu lieto principalmente di poter sedere lii nuovo fra voi nel suo posto di socio ordinario , clie avea desiderato cd otlenuto di conservare j)ar- » i56 ) non furono os- i6 99 11 ) servati «7 97 3i 0 iiS iS 9« i§ E i3i 19 91 S 167 20 102 33 26 45 25 42 0 III 21 89 34. 26 29 25 33 E lOI 22 io3 34 26 46 25 69 0 80 23 93 32 26 3o 25 5i E no 24 102 34 26 II 25 SO ii4 25 97 32 26 6 25 59 E 95 26 lOI 3o 26 II 25 7 E 112 27 94 3i 26 10 25 6 E 112 28 io5 3i 26 47 25 60 E l52 o9 91 26 26 4 25 4o SE 1 54 ■ So 9^ 36 26 44I23 47 E i38 Si 106 32 I26 46[25 E 9° 32 101 35 ,26 4()'25 60 E io3 33 106 32 26 3i'25 4o E 9' 34 94 3o 26 43 25 2 E 128 35 96 35 26 3925 68 E i^? 36 93 24 26 n|25 63 E 37 9i 34 26 4721 II SE 120 38 «9 85 33 26 3o35 II SE 129 Medio 3o 26 3i 25 45 E 112 3l (i3) Questo falto medesimo oltralpe annnnzialo da Mario era siibbiclto per me d' un lavoro accadcmico alia Cioenia ved. att. v. lij. p. (i4) Le prodiizioni in latina favHla duo volumi sorvanzaiio chc in non gnari divorranno di pubLlico coiito ; pero se ne tra- scrive qnalcheduna sollaoto. PROSE LATINE Nella Cisterna comiinale di Nicolosi. Ferdinando i Siciliarum Rege Stepbano Sammartino Sancti Marlini duce primo provinciae praefeclo Rcgia largUale accopla oboisquc PP. BB. cmendicatis Aquae ne deficercnt potius quam domos terremolu quassas sarciri expetcntes Paupcros et inopcs banc sibi cdificanint Anno Domini MDCCCXVIII Ipsoque bumanissimo Sanimarlino leges in bee verba sunt sancitac I. Mullis aquatum propcranlibus, qui prior Cisternara advenerit baurilo. II. Divilibus opulenlis quibusque sunt Cisfernae aquae bauslus denegalor. III. Animaba nuraquara buc potum appcllifo. IV. Sordes nee aliud quid<(uam injcito, neve aquas vi(ia(o. V. Siqua damna aevifas inferret, quominus aquae cobiberi nequirent, Pubbco acre sicnt inslauranda. VI. Inscio inviloque Sindaco nibil molilor. VII. Secus si quis faxit ei lege muUator. 38 Nella Strada di Massanunciala ADgustam anteliac semilam, latisimam nunc cocqualam viam, Nicolosenses pro se quisque stravere. Anno Domini MDCCCXIX. EPIGRAMMI Per r apertura del Duomo restaurato dal vescovo Deodalo net i8oz Panditur augusti expoliti janua Templi. Quo pie conduntur Martiris ossa Civis. Hoc subeat Siculus, subcat clarus advena Templun Adiniretur opus quod nitet omne novum. Veslibulum non anle exlructum, nunc marmorc septum Videt, et ut Praesul prodigus ista jubet. Liraina cum strato, parictes, tccta, saccUa Albario ac flavo jamque colore micant. Omnia iraaginibus, vorax quae tempus cdcbat, Pictoris docta sunt renovata raanu. Araquc vitro lucens forma est pignusque futurae, Auro quae et gcmmis, splendida, dives erit. Sedque tholum slruxit sublimi culmine Praesul Ut jam taclurus sydera summa putes. Unde late specfans farra noa fecunda colonis Indignante malo jodicc, nulla petit. Quin nova suppcdilat sulcis mandanda poractis Farra e longinquo liliore parta, gratis. Quare agile o Gives, Templum subealis apertum, Suprcmum pura mcnte adorale Deum. Virgineamquc bonam Agathae sub nomiue nostram Poscite propitiam, Pontificemque senem. . ^9 Nel riiralto di Raimondo Plalama Qui facile cxlinctos depinxit carmine vivus Exlincluni vivus pingere ucmo valet. Per Napoleone a S. Elena Corsica cui cunac , solium cui Gallia, regnum Cui Europa, rupcs career ct urna fuit. Inciso nella propria spada Quisquis es accinclus qui me spcctabere Mavors Noa nisi jare gcres, non nisi hoaore leges. Nella cintura di delta Ut latro sic cautus precingitur ense viator, Ille sed insidiis, hie sibi portal opem. In un silo della sua vigna Hoc quodcumque vides, quam maxima vinca laela esl Ante abilera Marium, lucus ct berba fuit. Atque ubi nupcr ducia bee firma sedilia in orbera Prospicit uude bcrus , procubucrc boves. Murus crant vepres: saxo nunc arduus alto Invito cxurgit Principe, meta locis. Hinc viclus abiere feri: nunc insila pomus Nunc dulces cerasi, persica, pruna, nuces SoUo al riiralto di un fanciidlo del suo cognalo D.r Domenico Galvagni Fralribus ut cunctis peril hie toner: improba Clolbo Pondera falali non ligat uUa colo. 4o Nam paler arte potens pliocbea, slamina Parcas Ducere longa jiibet: rumpere ducta negat. Per lo stesso Abstulit infantem medico mors dira parent! Jndignala sibi tot rapuisse viros. Net Mausoleo del vescovo Deodati Conrado Deodato S. Janaarii ordinis equiti torqnato, raagnilico, prudenti atque incorrnplo Pontifici Catanensi, qui templum hocce praestantins perfecil, inopis egenis paiiein ct veslem praelmit, pael- las espositas tecto certoqne victu servandas sluduit, panperes ne a foeneratoribus denutati atque divenditi constiliiit. MouumeDtam iioc civibus eioptantibus positum anno MDCCGXXVII. iVe/ Mausoleo da alzarsi al vescovo Ventimiglia SALVATORI VENTIMIGLIA Pontifici priranra Catanae, poslea Nicomediae Archiepiscopo, qaod majorum gloriam virtutibns sustinuit, Ecclesiara calaneiisom celebrera et claram sapientia reddidit, iiteras stadiorum collegiis excifavit, bo- nis moribus cives atque dioeesanos imbuil; Cemmas calanensiura Nn- mini snspondit ut civitas, si qiiando in aerumois, assumeret; librog sibi jucundos et chares qnos habuit innumeros delectosque studiosis aperiendos catanensi Atheueo posuit, doiiavitque porpetuo; Hospitium quo pauperes excipereiitur slatuit, idemque liberahssimus haercdem testainento reliquit, Monumentuni et piguus araoris beueliciorum me- niores Catanenses. anno (iS) Memoria dell' ernzione dell' Etna avvennta nell' anno 1S09. di Rlario Geniraellaro; ebbe questa due cdizioni la prima a Mes- sina la seconda in Catania. Memoria dell' eruzioue dell' Etna avve- nuta nell' anno 181 1. Giornnle dell' cruzione dell' Etna avr venuta al di sy maggio 1819 Gatania dalla Stamperia dei Kegi Studi. (16) La Biblioteca universale di Gincvra vol. xij. num. i Setlembre 1S19 pag. 3o cos'i dice di Mario. Get honime modeste cl rempli dcs liimicrcs qni a nne connoissance parfaile de I" Etna se rend par sa graiide hos|)italitc et par sa honiietelt'eilremeraeut agrcablc el utile aiix voyagcHrs et a ceux qui out un but scientifiqno. (17) Gourbillon iiella sua opera Voyage crili 9- iiisi jare nisi jure »» )» M 17- uude herus unde herus ji 24. „ 20. qnos habait quoB habuit 7> :i V )' studiosis s'adiosis I .... '^^.. Sl'lEGAZlOXi: UK I.OCAIJ l>y.SC!KlTTl "liyJo/iogrcaic^ civile FenJitiire f^lxazt.ake' dcM«^r.a/voi:ay, d^^fcriOe^ e<:i vil^rpj-eialz^ £^.S<,'cu} iirris/jOJid^nCe lioti^j- AJVrO^V/lVO S<^MJL4^ Zit 7.fri PER l' anno XV. DELL'ACCADEMIA GIOENIA DI SCIENZE NATURALI LETTINEILA TORNATA ORDINARU DEL DI 1 6 UAGCIO l83g. DAL SEGRETARIO GENERALE P. D. GREGORIO-BARNABA LA -VIA PBiOBE cassim:se @® ®® @@@®®@^@®@@s®@®®©®@©®@ Bes ardua reluslis novilatem da- re,novis auctorilalem, obsoleti's nilorem, obscuris liiccm, fasli- di'ti's (jraliwn , dubiis fidem , omnibus vera naluram, et nulii- ra' sua! omnia. Plinu II. praefatioad Vespasianum. Uovendo in quest' annua solcnne adunanza espor- re in bella moslra i lavori da voi doUamenfe sosle- nuli, io non Irovo cspressioni, che piu giustamcnle vi convongano di quelle, die il Naturalista Romano appose allc sue dolte investigazioni. E di vcro, Grnalissinii Accademici , sc gloriosi inai sempre sono slali gli aniii aulecedenli , se voi guidali dalle osservazioui e dall' espericnza accre- scosle col ])roprio mcrito 11 palrio decoro , e lungi dair oocupar\ i di vani c frivoli argomenli all' ulUe ed al vcro i voslri Ira vagi i diriggcndo , i fenomeni pill occulti della nalura. in plena luce espooeste omnibus naluram., el nalurcv suce omnia ; T auno - 4 - XV. scgna per voi 1' epoca la piu distinta nei fasti deir Accaderaia Gioenia. II nuraero.lavarieta. erimportanzadeivostristudi somprcppiuTi accresce I'uaivcrsaleapprovazione.irEtna primo scopo delle vostrcricerclie, die eruttadal somrao crateretorrenlidilava, somrainistra nuovo maleriale per ]e voslre profonde investigazioni, c 1' Augusto Fer- DiwNDo II. nostro adorato Sovrano , il cui saperc rende preziosi i suoi beneficj, clie visita la vostra Accadeniia, ed onora di sua sacra persona le vo- stre adunanze dona alto compenso alle faticlic da voi sostenute, ed incoraggia le nuove da sostenere. Fii in tale gloriosa circostanza, che il socio attivo prof. Carlo Gommellaro lesse il siio Cenno suW erii- zione dell' Etna del 2 arjosto. Egli dnpo i dovuti oraaggi al Clemenlissirao Sovrano diede un succinto ragguaglio di quella piccola ma sijigolare eruzione, che iscevra delle solite convulsioni vulcaniche , e delle ordinarie esplosioai e getti di arena, manife- stossi al vertice del suocraleie. La lava, die ne sca- turi corse da prima verso mezzo giorno, miaaccian- do di sepellire la casa inglese, e la torre del filo- sofo, ma per \ ostacolo di altra antica corrente ri- volgcndo il siio corso si dircsse verso la valle del Love, c dopo il cammiuo di tre miglia circa si e- stinse, seguitando pero nell'altura 1' effervescenza vul- canica sino al mese di novembre. Del modo poi come vcnne fuori quella lava seppe trarne TAulore molle utili geologidie conseguenze, tcndenti a rasso- darc le idee sulla facolla, coUa quale possono le rocce pirogcniche inalzarsi dal fondo della scorza tcrrestrc, attraverso di altre slabilile rocce per sola espansionCi ed cffcrvcsccnza. scnza lo accompagna- menlo dcgli ordinarl fenomcni delle criizioni, lo chc sembra dovcrsi allribiiire alia forza del vaporc i. AU'imporlanza di (ali utdi tcoric . e di si ac- curate osscrvaz ion i voile il soc. allivo prof. Mario .Musii- jneci unire la pralica la piii spcrimenlata, c ragio- nando Sopra I alliludine delle malcric vulcaniche alle arli sussidiaric dell' ArchileUura dimoslro, die la raaggiore o minore vetrificazionc subita da quelle malerie nella fusione in ragionc dogli ossidi nielal- lici in essa conteuuti, rcndeale piu o meno idonee alle onnigcne coslruzioni a prefercnza delle silicee, e delle alhiminee, le qiiali per la via umida noa possono csserc atfaccale facilraente dalla calce al pari delle malerie vulcanizzate. Esaminali gli anticbi e modcrni processi ceracnlizi osservo con la scoria di Vi- truvio e di Plinio. come la cbiniica negli andali tempi abbia sapulo prontlarcdcllcscienze esaltcinprodelledi- ficatoria nella cui applicazione si tenne sempre mac- stra. Opportune annolazioni dihicidano meglio que- sto interessante lavoro, cbe dall'Autore fu trallato brevemente per ofRciosila rispeltosa -. E parlando di prodotti vulcanici occorre qui raramenlarc quanlo scriise il socio corrispondenle 1, I>cllo nella tornala orJinaria dol di 3 ollobre 1 838 , alia prescnza di S. K. II. Ferdinirdo II. nostro Aagasto Monarca. 2, Memoria lella nella seduta ordinaria del di 6 luglio i83S ove intcrveooc S. E. il Duca di Laurenzana Luogotcflente genera- te di S. M. in Sicilia, AUi ACC. V. AT/. 2 — 6 — Porapeo Intcrlandi e Sirugo Sopra i terfeni di Lo- gniiia^ Aci-Trezza e Castello. Comincio il giovane gcologo a nofare con esatlezza ie gcognosliche con- dizioni di quci luoghi e si fcrmo ad osservare Ie particolarita, cho offiono nella loro struttura Ie col- line basaltiche di Trezza , e di Aci-Castello , ed i basal ti primaticci, e globulosi degli scogli de' Ciclo- pi, del littorale di Yasarello , e della rupe di Aci- Castello. Confermo egli quanto sopra questi luoghi scritto avea il see. Geramellaro, e passo indi a ra- gionare sulla formazione di lutto quel littorale, che distinse , in quello che al tcrreno basaltico si ap- partiene, ed in quello die alle lave dell'Elna e do- vulo. L' isola de' Ciclopi gli offii un bel campo di geologiche osservazioni sia per la giacitura dellanal- cimite, sia per lo ammassamento del materiale mar- noso, die ne costituisce la superficie, sia in fine per Ie qualita delle cristallizazioni de' materiali che con- tiene, e di cui rapporto il uovero corredato di no- iizie storiche sul loro rinvenimento «. Ne del solo regno inoigauico vi occupasfe in quest'anuQ, ornatissiniiAccadeniici, ma della botanica, e della zoologiaancora. Lulivo dell' Etna richiamo I'at- tenzioue del soc. corrispondeute Yincenzo Cordaro Cla- renza, il quale con i lunii tratti dalla sloria, e dalla botanica ingcgnossi a mostrare, che 1' ulivo siccome e indigene dell' Africa, cos'i lo e ancora della Sicilia; indicando da prioia dietro Tavilorita de geoponici i I, Lctta cella seduta ordiDaria del di i4 fehbrajo iSSg. piu rinomali qual sia il Icrreno addelto perclie vegeti rigoglioso, passo a far renumerazione di iulie quelle varielii dcW olea europcra cha siiH'Etna si rinvengo- BO, quali sono la diypeles^ la slemphijlades o con- tia di Plinio, la raj'anoides. la gcrgemino. la crJi- slefanos e l albicjera di Columella e di Plinio. Riv giooo nioltissimo del pregio in cui erano gli ulin appo tutte le nazioni, e fatla lenumerazione delle diverse maniere di propagarli sfabili il migliore, ed il piii nalurale esser quello per semi. Tenne discorso suUa cullura c suUc malattie e disastri a cui va sog- gello Tulivo, e sulla nefanda pratica di flagellarlo con perlicbe per fame cadere il frulto , e cbiuse quel sue lavoro lutti enunciando i difelti dcU' olio, ed i rimedi dagli anliclii adopcrali per corrcggerli o e- vitarli '. La flora de' dinlorni di Avola occupo del pari il nostro soc. onorario Giuseppe Bianca, il quale in una prima memoria , clie contiene i prolegomeni deir opera, fe precedere alcunc nolizie sulla variela di grandezza, colore, odore, vestito , durata ed ef- fiorescenza tra le pianle del lerritorio di Avola ^ e quelle delle allre regioui di Sicilia , passo alia de- scrizione topografica di quel paese di cui imprende ad indicare le piante, clie in tre regioni divise, in collinc, pianura niedilerranea , e pianura marittima; comincio dalle prime , clie disse uniformi nella na- lura del terreno, sia che si vogliano continuazione I, Memorin letta cell4 tornata ordiaaria del 29 novcm. iS3S. — 8 — de' colli Ujlei, o pure sezionc di qiielli, e fra le nu- mcrose pianfe , die cola si osservano di labiale , e di gramigue, ci trovo ancora la plumbago eiiropcea^ la viandr agora ojficiiiarum, la slernbergia lulea^ ed il colchicum Citpani. Quesle colline siiddivise in pia- nure siipcriori, niido roccie, pendt, e valli , ed in ciascuna di queste moslra come la iiatura vi prodi- go un carattere poco alterabile. Passo indi alia se- conda divisione tuUa per la maggior parte dalla mano dell'iiomo induslrioso collivala, ed ivi il man- dorlo , la vigna, il pesco vi stanno indigene , e vi prosperano il thimns capitatus^ il th. nepeta^ il cha- mcerops humilis^ Wpolerium spinosum. E finalnienle percorrendo la terza divisione della pianura marilli- ma, che situo a linca dclle spoiide del fiume Cassi- bili,vi scorse '\\ chenopodium fruticosum ^ \a frait- kenia intermedia, fr . pidverulenta^ ed alle sponde del fiume suddctto il pancratium marilimum^ il seseli tortuosiim. Avvicinandosi al marc suddivise quesla terza parte in iscogli, e fondo marino; rinvenne nei prinii la cistoseira barbata , il fucus thamariscifo- lius^ e ncl secondo la caulinia oceanica^ la cimodo- cea equorum^ e di ogn' una delle su indicate regioni scrisse conipiuto catalog© di tulte quante quelle pian- te che cola si rinvengono '. II soc. Gemmellaro, die sin dal iS3!5, avea preso parte alia cojupilazione della zoologia del golfo di Catania, ed un primo saggio date ne avea con I, Memoria letla nella tornata ordinaria del i4 marzo i83(). — 9 — la sua mcmoria siillo condizioni ^colci^iclic di quel liKoralo, divideiido da poi con allri Soci queslo in- tcressante lavoro presc per se la descrizione do' zoo- fili; c dclio spiigoe ragionando quindici specie iie descrisse tulte al nostro golfo appartencnli, quali si fiirono, la spumja officinaliti^ la carioso^ la liclie- nifonnis^ la bijssoides, la incruslans , la pala , la liirbinata^ la inlestinalis ^ la basla^ la virgultosay la dicoloma^ la semi-liibulosa^ la sliiposa, la clalhnis^ c la panicea. Addito di ogn' una di esse il luogo nalale, e fcce conosccre come talune di quesle spe- cie, che a clirai ben diffcrenti, c longinqui da' no- stri sono slate riferitc dai naturalisli, vivono pure nel nostro golfo, e principalraente nel litlorale vul- canico, che forma parte della base racridionale del- I'Etna I. Su di alcuni Cruslacei Bracbiuri nuovi, o poco conosciuti, scoperti nel golfo di Catania una raemo- ria ci lesse il coUaboralore AlessandroRizza, i quali si apparteugono al gcnerc cleisloloma di De-llaan, cd inaciis di Leach. La specie del priino che clei- stoloma Gemmellari ei cbiamo e rimarcbevole per csscrc stata la prima specie . che si conoscc nelle aequo del medilerraneo, dapoicbe il generc fu ve- dulo per la prima volta da Savigny nell' Egitto, c; da Dc-Haan nel Giapponc. Le altrc fre specie sono del gencre inacus di Leach, che da lui inacns co- I, Memoria lelta nella scdala dei 24 giugQo i83S. 10 munisshnus, inacus affims, ed inacus Cocco furono denominate, lo che fece per la difl'erenza de' carat- teri, che in ogn' una di queste specie nuove ha bea dislinlo '. Ad infiorare poi di un bcl serlo la zoologia nel ramo della malacologia il soc. corrispondenle D. Giacomo Maggiore Cassinese analizzo I'apparec- chio digeslivo di laluni gasteropodi del genere bulla di Linneo, e cosi dietro la scorta del sommo Cuvier giunse a delerminare le fisiologiche abitudini di quel moUusco. Le osservazioni eseguite sopra un venlri- glio della bulla lignaria sono attissime a far cono- sccre lo scopo della natura nella spcciosa costruzicv ne dcllo slomaco di quei gasteropodi, i quali dotati di un apparecchio trituratorio fornilo di tre ossicini bon bene lo inipiegano a macerare i gusci , e le nuraerose conchiglictte, che formano il loro princi- pal e nutrimento 2. Ne di qiiesto lavoro solamenle Ei ci fo dono, ma per raostrare il progresso della zoologia presso noi di unita al soc. attivo dott. Andrea Aradas voile corapilare un calalogo ragionato di conohiglie fossili, e vivenli che esistono nelle loro ricche collezzioni , lavoro peculiarmente direlto a mostrare le specie che vivono nel golfo di Catania, e nei dintorni di que- sta citta. Di talc fatica si son lette finora due rae- raorie, e poiche gli Autori hanno scelto per norma la classificazione del Cuvier modificata dal Sander- 1, Memoria lelta nella sediita del 2 5 agosto i838. 2, Memoria lelta nella tornala ordinarla del 28 aprile i838. I I # Rang, liaa passalo per ora a scrupolosa disamina le prime due classi de' molluscbi, e parle della terza, o per dir meglio i cefalopodi ^ i pleropodi cd alcuni gasteropodi^ rilcvaudo le pecclie degli anlichi e mo- dcrni inalacologisU in fallo a detcrininazione di spe- cie. L' istiluzione poi del confronlo delle specie fos- sil! Sicilianc con la detcrminazione del sito di lore rinvcniracalo reude ulile e vaulaggioso qucsto la- voro I. Di una farfalla incdifa dei contorni dell' Etna ci fecc grazioso dono il nostro soc. corrispondente pro- fessore Oronzio Gabricle Costa, e ne acconipagno la •descrizionc coa accuralissima figiira indispensabile per la esatfa conoscenza di qiicsti esseri. II lepidol- tero di cui c parola si appartiene al gcnere noclua e con precisione al solto gencre eriopus^ onde erio- pits elnea ha voliito il Costa denominarlo ; trovasi ., rinselto nelle faldc racridionali dell' Etna, e preci- saraente noi siti non raollo elevati 2. E passando dagli animali invertcbrali alio stndio de' verlebrali, il soc. atlivo dott. Giuseppe AntonioGal- vagni continuando i suoi sludi suUa zoologia del- r Etna lesse una scltima meraoria Sin mammiferi I'u- minanti del monte. Disse da prima clie i ruminanli sono I'ordinc il piii naturalc del regno animale, ed esposla r effigie anatomica dcgli animali lulti , che formano Tordiue sn indicalo, ci fcce conoscere la . \ i.Lctta nella sedvita del d'l 3i gennaro, e i4 marzo i8"f), 2, S«Juta ordinaria del i4 febbraro ibS^. — 12 loro fisiologia speciale IrattonenJosi a Iiingo sul fe- noincno della ruminazione. Descrisse iiuli il daino, il capriiiolo, la capra, la pecora, iie rilevo in ogni iudividiio le caratterisliche speciali , cbc qiiesli aai- iTiali presentano nei dintorni di Mongibello, e chiuse tjuci siio lavoro cou vcdulo gcucrali di zoologia fi-, losofica ' . Ma r uomo e il piimo ancllo delle opere di na^ iiira, cd it fine delle scienze nalurali; tutto per lui e sialo creato dallEnte supremo, e tullo in di lui vantaggio devc ritornare, dapoiche vana e la gloria eve r ulilita non siane il segno. Aniraato da tale principio il soc. altivo Galvagni continuando la sua Storia nalurale jisiologica ^ emedica del villagese del- I'Elna presenlo la sloria naturalc delle malattie a cui quegli abilanti van soggelti : fece egli rilevare da prima le poclie malattie, che soffre I'uomo della natura, e quelle che travagliano I'uomo della scienza, e considorando il villagese dell' Etna paslorc ed agri- cola ne' vari gradi d' inciviliraenlo , cnuncio che a poche malattie va cgli soggctlo. Passo poi a dclineare la storia gencrale dei morbi, le cause general! da cui posson derivare, gli organi ovc ban la lor sede, le forme sotto le quali manifestansi, il corso, la du- rala, c gli effetti della medicatura, che si adopra. Tratlo della cibaria, che siegue I'Etnicola come causa di malattie, e due nuovo ue descrisse provcnienti la prima dall' abuse dcli'opunzia che caUisjJermofdon I, Seduta ordinaria del i4 aprile iSSg. i3 nomino, c la sccor^da neurosi gua(jlionare dallo istcn- lanco uso del vino, c dclie uve mature cagionata, Esaminalc le malaltic , clic provcngono dalle profes- sioni cbc csercila rEtnicola,di alcuni distuibi morbosi clio solfrono i paslori per circtlo della doposiziono de' vcrmi negli occhi, nelle orcccbie, e nclla bocca, clie fa una specie di niosca dcUc vivipare di Lin- nco lungamente parlo; e cliiusc quella sua mcnioria dicendo, cbe I'liomo Mongibellcse di pocbi morbi e Iravagliafo, i quali generalmente parlando poco de- Iriniontoapporlano alia sua salute, c pcro rclfigiefi- siologica deU'Etnicola con 1' effigic patologica si an- nodano insicme a convincerci, cbe oltromodocgli figu- ra fra i [X)poli cbe si avvicinano alia perfelta salute, e I'Etna altrcsi pompeggia fra ic clevazioni le piu sa- lubri della terra '. II soc. atti\ 0 dott. Euplio Reina del pari Icssc una sua racmoria sulla niorle apparenlc di un fanciullo, e sulla tracheotomia adoprata per ricbiamarlo alia vita. Egli dopo di avere esposto il gravissimo pc- ricolo di cpicllanimalalo niostrando la sua fclice m.i- Jiiera di opcrare nol libcrarlo, corrcdo il suo scritio di molle patologiclie riflessioni relative airassunfo. Cbiudendo cosl il conipcndio dcllc voslrc faficbc Accadcmicbc, lo quali per fcsattezza delle osserva- zioni, per I'utilita delle scoperte, e per I'applicazio- ne air umaiio vaniaggio dovula laude , e ])ubblica riconoscenza vi ban nieritalo, io avrci posto Icrminc al raio dire, se non dovessi per ua moraento ratlri- I, Momoria letta Delia scdula del 27 dicembrc i^3S. - a - slarvi cennando le perdite, che non ha guari abbiam fattc. Noi pagavamo appena un debito di duolo e di riconosccnza alia memoria degli illustri socl cav. ca- nonico Giuseppe Alessi, e dott.Rosario Scuderi Bonac- corsi, e condegni elogi pro ferivan si da' soci dott. An- drea Aradas i, e dolt. Paolo di Giacomo Castorina 2 che ne riinpiazzaroao il vucto, quando la falce ine- sorabile di morte ci tolse il soc. attivo canonico Fran- cesco Gramignani, nclla bella stagione di una vita bene impiegata. Questo accademico profondo nelle inatemaliche discipline, e negli studi di amcna let- teratura, era distinto vicppiii per la modestia del ca- ratlere, per la rctlitudine dcllo spirilo, e per 1' inge- juiita del suo cuore , qualita insigni che ornavano del pari Testinlo Scuderi Bonaccorsi. JVe rainor perdila e stata per noi quella dcllo ottirao soc. Mario Gcmmellaro, il quale sebbene per inolivi di salute avea lasciato il posto di soc. at- tivo, ed a quello di soc. onorario era passato , pur non di mono mostrossi scmpre dcUa nostra Accade- inia tenero c zelante. Dell" Etna scrutalore diligen- lissiino alio sane teorie su 1 vulcani uni le osscrva- zioni le piu csalte, e varie eruzioni accurataraente ne descissc. Affabilo con tulti ed ospitale ollremodo era il direttore di quanti insigni natiiralisti corrcva- >io da ogni parte a visitare quel famoso vulcano. Amico ingenuo e fedele tutte seppe in se riunire I, Letto rella sedula ordiiiaria del 26 lugIioi838. 2j Letto Delia seduta oidinaria del g aprile iS38. 1 5' «|U('llc tloli cbc rendono I'uomo apprczzabile sulla lorra. Tali si fiiroiio Gramignani c Goinrncllaro in <|iiesli uUimi mcsi tolti per scmpre allc noslre adu- nanzc; i soggoHi clic nc rimpiazzoranno il posto proimnziandoiie doviili clogi saprauno meglio farvi couosccre i prcgi die li dislinscro. Adempito (jucsto Iristc iddcio io vi csorlo ora, ornatissimi Accadomici, a continiiare con zelo la vo- slra inlrapresa camera, ed a nianlencr scmpre quel Concorde fervore al sapere, clie fin oggi vi lia frut- lalo libri , corrispondcnze cd encomi dalle piu di- slinle accadeniio del globo. L'Augusio Feudinando II, cbe palerDamcnle ci regge ba animato con bcncvole miinificcnlissimc csprcssioni i voslri lavori. Diriggcfe i voslri studi come per lo iuuanzi all' auraento del- le scienze , ed alia lore applicazionc al comuno vanlaggio, onde corrispondere da fedcli, ed utili sud- dili a lanla Sovrana Clemenza. .*^. OSSERVAZI0i\I VOLCAXOLOGIOIH SULLE ESISTENTI IN MASCALUCIA VOLGARMENTE CUIAMATE LETTE DAL SOCIO CORRISPONnENTE DOTTOR ANTOiMNO SOJLMA DA MASCALUCIA lELLA SEDUTA ORDINABIA DELLI I | LrCLIO iSSg ^lli Jcc. F. xri. @^^®®@®®®®®®@®®©®®ss®@®®#® ,, Principal ciira dell' uomo 6 rivedere quel che si e ,, falto , per Gsniiiinaro quello che si piio fare ,,. ItAiLLY , Sloria dpjl' astronomia Iradotla e compendiata da Milizia. Reassimlo ge- cerule pag. 270. Uassano 1791. La decoitverte dc la virile est le seul objcl cles nos iravaux academi e (i) Qucsli cspcrimcnii sono slati escgniti alia presenza del sig. prof. D. Francesco Fulci onorc e sostegno della scaola di medicina in Sicilia. Alt. Ace, Vol. xri. 6 4-2 — ponendo raenle altresi alia costante legge scoverta da Cay Lussac, che tuUi i gas si dilatano per ogiii gra- de del termomelro cenligrado di 0,00875 ne dedussi, che qualtio libre di quest' acqua esperimentale alia temperalura di 22, 5. C. e solto una media pressio- ne laccUiudono cenliraetri cubici 33,46 corrispoadeali ad once 3,36 cubicbe siciliane. In proseguiraento dclia incominciata ricerca feci evaporare a scccbezza in vasi di vclro ad iin mode- raio calore libre quallro di questa niiuerale; il residue ben asciutlato che ne raccoisi pesato con una esatta bilancia , risullo di peso acini 187 : moslravasi leg- giermente igrometrico uon raandava odore alcuno, ed avea un sapore di sale ; tenuto in digeslione per al- quanle ore in alcool pure, diede una soluzione colo- rita ed un sediraenlo che separai da esso liquido , il quale con 1' evaporazione arlificiale a siccita lasciom- rai un residue di acini 16 solubile in acqua slillala. Ottenuta intanto la soluzione acquosa di queslo secon- do residue e resa chiara , medianle la filtrazione , diede con la soluzione di nitrato acido di argenlo un precipitate di acini 34 di clcruro di argenfo, in cui esistono acini 25, 6122 di argente , ed acini 8,887 di cloro. Quindi spogliate il rimasto liquido dell' ec- cesso di questo nitrate, per 1' intermezzo del gas idro- gene solforato, V ossalato di ammoniiica vi produsse, gettato in questo liquido, un secondo precipitate bian- co; ficalmente separate da questo precipitate il liquo- re seprannotante , e trattato con fosfato di soda am- moniacale, ebbe luoge un terze precipitate bianco. Le quantita rispettive di questi due ultirai depesiti, m'in- dicarono che nella soluzione alcoelica esisteano aciai — 4-3 — 6,5 di cloruro di caloio , ed acini 5, 796 di cloru- ro di magaesio, fatla astrazione della perdila di aci- ni 3, 704.. Riconosciula per si fallo niodo la nafura delle sostanze ciie si disciolscro dalT alcool puro , impresi ad analizzare 1' allra porzioae o l' indicalo sedimento che era di acini 171. Ed a tal uopo fallo digerire per qualclie tempo in alcool di densita di 0,900 cor- rispondenlc a 26 gradi dell'areomelro, ne oLIenni un residue di acini 2*3, su di cui soprannolava un liquo- re Icggermcnte colorilo. Qucslo ultimo evaporate di- ligeulemciile a seccbezza lascio un residuo di acini i4.5 dolato di un sapore piaccvole di sp.Ie , il quale discioilo in acqua slillala ofibrse colla soluzionc di ni- trato acido di argento, un prccipilato che quasi inlie- ramente scioglievasi nell' ammoniaca. Da somiglievoli cspcrimcnli, mi assicurai che F aczidcUo ultimo resi- duo dcgli acini il['6 era un cloruro di sodio mislo a considerevoli traccic di un ioduro alcalino che io ri- Icnni per ioduro di polassio. In quesla seconda espe- rienza aggiungcndo acini aS a quest' ultima soslanza salina, si vede che la perdila e slala di acini 3. Rivolgendorai poi all' analisi degli acini 23 della soslaoza che uon fu disciolla dall' alcool , mi avvidi clie porzionc era sohibile nell' ac(pia slillala, coucios- siacchc gellala in quesla, formossi un sedimento, ed il liquore prese uu colore brunastro. Vcrsalo in esso una soluzionc di cloruro di hario , generossi nn leg- giero precipilato di solfalo di Barife , cio era ind'zio dcir esislenza di un solfalo nell' acqua in quislione. Per conosccre la nalura, e la quanlila di queslo sol- falo, feci cvaporare a seccbezza ii rimasto liquore, e - M- couvenevolmente calcinare il residno; esaminala quin- di la sostanza calcinata , riavenni risultare di acini 2,25 di ossido di magnesio. Questa quantila di ossi- do esisteva unita coa I'acido solforico nell'acqua oii- nerale in esame. A determinare la natura cbimica deU'ullima por- zione riraasta, che non venne allaccata daH'alcool ne tampoco dall' acqua , rai volsi a Irallarla con eccesso di acido idroclorico dikilo , la viva effervescenza che suscito , e argomcnlo che 1' anzidetla sostanza nella raaggior parte al genere de' carbonati appartenesse. Pero filtrata la soluzione acida, ottenni sul filtro aci- ni 2, 5 di acido silicico , mescolato a poca quantila di materie organiche , indi fatta evaporare a siccita questa ultima soluzione , depose mediante alcool de- bole acini 0,90 di solfato di calce. Separato questo sedimeoto il liquore acido alcoolico rimasto , trattato con idrosolfalo di ammoniaca , e poscia con ossalato ammoniacale mi diede due diversi precipitati; i quali dopo una scrupolosa analisi riconobbi provenienti di acini 4-, So di bicarbonalo di protossido di ferro , ed acini 7,54. di bicarbonato di calce, esistenti in solu- zione neir acqua minerale in discorso. Calcolate le quantita rispeltive delle soslanze ria- venute in questi ultirai esperimenti , e chiaro che la perdita e stata di acini 4,7^- Dalle fin qui esposle esperienze puossi conchiude- re , che libre quattro di acqua rainerale solforosa in esame contengono. Gas idrogeae soiforato once cubiche si- ciliane 336=acini 0,86 — 45 — Cloruro di calcio 6,oo « ili rnagnesio •^^79 I di sodio 1 45,00 loduro di potassio Iracce non poche Solfalo di calce 0,90 Acido silicico = a, So Solfalo di magnesia 6,36 Bicarbonalo di protossido di ferro . 4,5o K di calce 7>54- Perdita ii,45 propriety' MEDICINALE Dellc csperienze precedentemente esposte si rica- va , chc le acque Qiincrali in csamc debbonsi anno- verare fra le acque minerali solforose fredde, epaliche dcgli anlicbi, le quali raccbiudono dello zolfo piove- nienlc dalla parziale decoraposizioue coutiauata del gas idrogene solforalo. Or c insegna la terapea die lo zolfo applicato sulla pelle Iravagliata da empctiggini , ed allre ma- laltie culanec , nc aumonta il processo flogistico , fa- cendo divcnire piu sensibili e rosse le parti dermoi- dali affoltc da quesle raalattie. Ed e pur vero che soUo I'uso inlcrno dello zolfo, le forze digestive acqui- stano maggiore energia , il calore animale e piu ia- tenso, il polso diviene piu frequenlc, la traspirazione cutanea si accresce , e finalmenle le secrezioni lutte divengono maggiormente attive , e le sostanze segre- gate esalano un odore di uova pulride cioe di gas idrogene solforato. Dal chc primariaraente ne couseguita come i' an- — 46 — tica e giornaliera espericnza ci dimosira, che le acque solforose in disamina iinpiegate esternaraeute per lo zolfo libero, e quello coinbinalo con 1' idrogene, che conlengono ncUo slalo di estrema lenuila, si rendono giovevoli per dissipare le cosiddelte raalallie Erpeliclie e Psoriche, ed allre infermita della cule. E qui e da nolare che il perspicace professore D.r D. Carmelo Russo , nel corso della sua j)ralica ha guarito molte peitoue con 1' uso cslerno di quesl'acqua. Come an- cora mi do I'animo soggiungere, che uel breve eser- cizio della mia pratica niedica, mi venne fatto di os- servare non pochi individui altaccali da quesle ma- lallie riacqoislare la pcrdufa salule , con T uso non iuterrollo in hagno di quesia minerale. E volendo iinperlanlo dare spicgaraento dell'azio- ne dellacqua, di cui e parola in quesli morbi, giova qui accennare che taluni raedici sono di avviso, che lo zolfo ne opera la guarigione, dislruggendo gli aca- ri della scabbia , che nclle puslole di certe regioni della pelle, tal fiala annidansi : ed alcuni altri riten- gono per cerlo, che la sopra indicala soslanza ha la Yirtii di fare svanire le sopradetle infermita per la propriela che possiede di combinarsi con le raalerie alcaline che si e rredulo esislere in quesle malattie. Ma puossi pensare che lo zolfo rialzando alquanlo la energia delle funzioni dell' organismo , e piu ancora esercilando una spccifica azione, sul lessuto della pel- le, dandole una nuova maniera di essere , alirellasse in tal modo il terraine del trovaglio morboso. In secondo luogo, considerando che lo zolfo am- ministralo internamenle per lo corso di qualche tempo gode di una speciCca proprieta di eccitare vivameole -hi - il polmone, cd it sistema irrigntoro, a sognoche puo dar luogo a qiialche emorragia di spiito sanguigno. Da cio si compicudc che la ulilita clio reca lo zolfo adoprato per uso inlerao \a molte affezioni morbose croniclie del polmone , decsi alia forza di cui e do- lata questa sostanza, di eccitarc di iin modo partico- lare gli organi respirator!. Laonde l' acqua di cui e pnrola, al pari di lanle acque solforoso si per lo zol- fo die raccliiiule e per altre sostanzo die vi si rin- vengODO, c iililissima per dislruggere i calarri croni- ci, e le lossi umide. II dolto cd il melodico Barbier nella sua materia medica facendo discorso dell' uso delle acque minerali solforosc , in tal modo si espri- me: « queste acque convengono ncgli anlichi calarri crouici , nelle tossi umide stimolando dolcemenle di una raanicra continua gli organi polmonali , correg- gono il rilasciamento , il rainmolliinento del tessuto lore , dissipano la congestioiie saiiguigoa , di cui i polmoni sono la sedc . e frcqucnlemenle arrivano a ricbiamarli alio stalo naturale. Per dimoslrare poi che Ic nO'ilre aequo valgorio molto in queste informila , rai e buono rapportarc cbe il saggio vecch'O pralico il fu D.r D. Giuseppe Barbagallo, di Aci Catena, so- veule lo prescriveva ad individui affctli di broDchili cronicbc e ne ottenea non pochi felici risultaraenli secondo che egli afTormava. Finalmente, giovano mol- lo per dissiparo le diverse aflezioni scrofolose, gl' in- duramenti del fegato. della milza, il reumatismo cro- nico, non solo per lo zolfo che contengono, ma altresi per i diversi cloruri ed ioduro di potassio particolar- mentc. Ed alia fine a niettcr in sodo quanto raeglio si puo i salutari elfelli di quesla rainerale e utile — 48 — tender manifesto die 1' illustre professore di Giacomo ha felicemenle osservato in piu di diversi cast quello cbo mi e paruto importante qui ferinare. E per amor del vero , mi e mestieri avverlire cbe questo dollo professore avendo riguardo die fiior di Catania a po- die Icghe di distauza abbiarao un potenle farmaco per guarire molte raalaltie , non solo ba saputo va- lerscne con mollo vanlaggio nella sua esperta prati- ca , ma ben anco uon ba Iralasciato esserne promo- tore fra noi, e dalla cattedra spezialraente. Se questa nostra acqua dunque deesi annoverare fra il genere dell' acque niinerali solforose, cui si at- tribuiscono degli anlicbi e raoderni medici, virtu me- dicinali possenti per curare un gran numero di raa- laltie , puossi con filantropico spirilo rivolgere a sol- lievo della sofferente umanita. Voglia il cielo cbe accresciute e variate le espe- rienze cbiraicbe e medicbe delle quali ho volulo oc- cuparmi, secondocbe le deboli mie forze comportaro- no , Irovassero i medici una norma sicura per ben usare di un' acqua solforosa , cbe a pocbe leghe di dislanza da Catania feliceinente si ritrova. ^O";- DELLB COiVCHIGLIE YIVEIVTI E FOSSILI DI SICILIA ESISTENTI NELLE COLLEZIONI OIL DoTTos ANDREA ARADAS ■ deli,'estihto ABAM D. EMILIANO GUTTADAURO casimsb MEMORIA III. SEGUITO DEI GASTEROPODI LeUa nella seduta or dinar ia del it Luglio t8Zg. 10 I Jtt. Ace. VoL xri. ^«^®@®®®s®®®®®®®®®®®@®®®$® GENERE VIII. ELICE {Helix Lk.) L' autorc del sisteraa della nalura per nulla pro- fitlando dellc osservazioni di Wiiller e di Adanson a- veva compreso n el gen ere Elice delle conchiglie lerre- stri, fluvialili ed ancora marine. Bruguiere il quale sta- tu! il gcncre Bulimus, Lamarck i generi Ciclostoma, Acalina, Linneus, Melania , Auricula Ampullaria ec. Draparnaud che creo a spese delie elici di Linneo e dpi genere Bulimo di Brugviere i generi Succinea , clausilia, vitrina e Physa, Monifort, Cuvier, Leach ec: hanno apportato al genere elici di Linneo delle rao- dilicazioni importantissime , ma 1' illustre Ferussac e slaio il primo che dopo uno studio accuratissimo delle elici, ha proposto una classificazioae raclodica di que- slo genere mollo esalta nella sua opera generate dei molluschi lerreslri e fluvialili. 11 genere elice e sparso in tulte le parti del raon- do , il pill ricco di tutti , e comprende delle specie nninerosissimc ed assai ricercalc nei gabinelti. In Si- cilia questo genere e anclie il piu abbondanle in ispe- cie, e nelle noslre coUezzioni noa iscarseggia. — 52 — ELICE VERMICOLATA {E. VERmcvLATA) L. H. testa siibglobosa^depressiuscula^imperforala^ clbido grisea vel pallide J'ulva^ siibfasciata^ punctis lineolisqiie albis niiimnis adspersa\ spira brevi , la- bro maigine inlerioie albo^ subrejlexo Lk. Lk. VI, 2, p. 68 — Lin. Gm. p. 26 j 6 — Drap. p. 96, t. 6, f. 7, 8-Fcr. t. 37, e t. 39, f. 5, 6. Var. (a) hivenis pallida aul alba, minus de- pressa, et gracilior. a. (b) Penitus alba. c (c) Penitus J'ulva sed pallescens. (( (d) Alba transverse Jidvo-fasciata. apertura alia quasi 2 Un. e larga 3. Abita questa rara elice ne' dinlorni di Castiglione aH'orientc dell' Etna , ritrovata dal detto Sig. Buda, e finora non 1' abbiarao rinvenuta nelle allre regioni del nionte. Una varieta piu piccola a color bianco lordo ne abbiarao avuto da Caltagirone , ma sempre sfornita deU'animale, cbe ancora non abbiamo vedu- to. Collez. (G. A.) SPECIE XSVI. ELICE SERPENTINA {H. serpentina Per.) //. testa orlnculato-dcpressa^ suhperforata^ tenuis (j/abriit8cida^ albida . maculis minimis , rnfofuscis , inaequalidus, crcberrimis^ seriatim cinia , spira re- tusa , columella rufa ; labro margine subrejlexo Lamk.-Pliil. p. 128. Questa elice, secondo la descrizione che neTail celebre Lamarck c orbicolare, dcpressa, delicata, qua- si perforata, biancastra , cinla di piccole raaccbie di un giallo fosco , ineguali , spesse, in serie disposte ; -76- colla spira troncata , il colonnello giallo , il labbra col margiuG infcriormente piegato. II Sig. Fiiippi ba trovato ne' dintorni di Paler- mo, c rarissimamente, una specie del tutto simile al- ia raeatovata, ed infalti col nome sudetto , abbenche dubbiosaraeate si e determinato appellarla ; dapoicbe gl' individui da esso lui riavenuti baa tutti i carat- teri descrilti da Lamarck, ad occasione del colonnello che ba trovato bianco , le raaccbie pallide e di mi- nor numero , il labbro inleriorraente marginato , ca- rattere dal prelodato Lamk non riferito. Anche noi nella nostra plaja abbiara rinvenuto due individui i quali appartengono indubitatamente alia specie in csame, ma ne differiscono per il lab- bro interiormente marginato, e per una certa solidi- ta di tessitura cbe presentano , lunge d' esser tenui , siccome rapporta il sig. Lamarck Differenziano ezian- dio dagl' individui raccolti dal Sig. Pilippi per ave- re il colonnello giallo, e per esser sufficientemente forniti di maocbie , e di un color giallo fosco. Noi crediamo cbe i noslri esemplari , come ancora quell i del Sig. Pbilippi siano varieta della specie descritia dal Sig. Lamarck Le maccbie son disposte in serie , d' nn color piu scuro le inferiori e di raaggior numero , talcbe formano quattro fasce nel giro inferiore e tre negli altri. II piu grande de' dui individui cbe possedia- mo e ia diametro linee 8 ^ , ed in altezza linee 3 -. ''Collez. (A.) — 77 — SPECIE SXVM. ELICE SNODATA {II. solutj Ziegler) II. testa conico-globosa., imperforata., nilida^ zo- nata (rarius alba)^ labro albo., extenso., subrejlexo. Phil. p. 129, t. VIII, f. i5. Concliiglia conico-globolare, eleganlina, imperfora- ta, nitida, di un bianco lordo; ornata di tre 0 quat- tro fasce olivastre non cosi larghe come si scorgono nella fig. del Filippi troppo favorita dal disegnatore; con aperlura quasi circolare a labbro pronunziato , esteso , ripiegalo allinfuori, bianco. Spira costituita da sei giri , di cui 1' ultimo e grandissimo , e al di sopra striato longitudinalmenle e trasversalmente a sirie rare e visibili ad occhio armato, il resto de'gi- ri decrescoao gradalamente , e 1' apice ne e biondo e liscio. Presenta qualche variela rara tutta bianca 0 laltea. Abita vicino Palermo , e Castelbuono , non comune ; 1' individuo donatoci dal gentile Sig. Gar- gotta da Termini e alto 7 ^ lin. largo 7 - lin. Collez. (G.) SPECIE SS.VSII. ELICE DI PARLATORE ( H. Parlatoris Bir. ) //. testa parva , fulva , supra plana., punctu- lato-scabra , sublus convexa, late umbilicata , pilo- sa; aperlura subrotunda; labro simplici acuto. Biv. L' occhio gior. n. 9, maggio iSSg f. i — idemGwr/?. lelt. Palermo n. 198, f. 3, a 6. Var. (b) testa parviore^ supra convexi'uscula. » Conchiglia piccola , di color leonine , sopra piana punleggialo scabra , soUo convessa , larga- mente ombelicata pelosa ; aperlura quasi rotonda , labbro semplice aculo » Noi abbiamo adoltala per quesla e le altre specie nuove scoperte in Palermo la descrizione del Bivona figlio , percbe non potea farsi migliore. Dee notarsi in quesla specie ollre il colorilo, la pelurie alquanto folia e lungbeita massi- me Dclla superficie superiore , se non cbe quesla se ne trova talvolta fornila in parle o interamenle per r allrito colle pielre solto le quali il moUusco cam- mina e ricovera , allora si scorge meglio la scabro- sita di detla superficie piana od un p6 convessa, nel- la varieta (b), scabrosila forse forrcata da' peli tron- chi. Abita nel monle Cuccio ed in quella di Busam- bra solto le pietre ed in Mililcllo alia porla del Prin- cipe , dove r abbiamo rinvenula in copia in novem- bre. Diaraelro 2 lin. ^ altezza 1 lin. Coilez. (A.G.) ELICE DI GRJNJTELLI (H. Granatelli Bir.) H. tesla minima^ umbilicata , corneo-ritfescan- te , conico-depressa , apice obtusa , loncjitudinaliter elegantissimeque striata , striis valde conspicuis , albidis ; anfractibus quatuor convexis^ medio spinis acutis^ a striis longitudinalibus oriundis, instructis, apertura rotunda ■, labro simplici acuta. Biv. V oc- chio giorn. p. 66 , f. 2 — Idem Giorn. lelt. Paler- mo, n. 198, f. 7, a b. — 79 — jConchiglia piccolissima, ombelicata , di colore corneo-rossasiro, conico-dcprcssa, all'apice ollusa; gi- ri della spira qualtro convessi , tollo il primo , ele- gaDtemente striali per liingo , con le slrie elevate , biancliiccie , muiiite nel mezzo di spine acute; aper- tura rolonda , labbro semplicc aculo j JIoUo vicina la prcseote specie alia h. aculeala Mull, riportala dal Drap. pag. 82, t. 7, f. 10, 11, pure ne e di- stintissima per essere la forma di quest'ullima globo- so-conica a giro ultimo grandissimo in rapporto agli allri Ire, Irasparenle , a spine recurue , ad ombelico assai aperto ; e piu la differenziano i caratteri del moHusco, cbe iion bene si couoscono ncUa elicc mul- leriana. Si rinviene nel monte Busambra e lungo il fiume Oreto sotlo il Parco spesso attaccata s\\ Jrim- do ampelodesmos^ donde sono i nostri individui do- natici dal precitalo Bivona ; e rara. Diaraetro ed al- tezza 4 lin. Collez. (A. G.) SPECIE SSX. ELICE DI GEMMELLJRO {U.Gemmellaru N.) II .subcompressa^ longitudinaliter slriala umbilicata\ alha.fidvoj'asciata.fascis maculisfulvissaepe interru- pltscompositis; apertura ovala^ labro inferne reflexo^ umbilicum non peniliis obtegente^ albo intus margi- nalo; spira brevi^ depressa^ anfractibus 4-^ laevi- tur subcarinatis ^ superne planulatis primo excepto. Questa elicc e quasi compressa, per lungo stria- ta, ombelicata, bianca ed ornata di fasce giallo-scu- — So- re, risultanti da una serie di maccbie cbe non con- servano sempre fra loro la uguale distanza. L' aper- tura e ovata col labbro inferiorraente piegato , ma cbe non giunge a nascondere 1' orabelico , il detto labbro col margine interiore e tulto bianco, la spira breve , scbiacciala con qualtro o cinque girl carena- ti, superiormente appianalo ad eccezione dell'uUimo. Questa specie rarissima e stata da noi rinvenuta una sola volla nella plaja di Calania ; e 1' abbiamo intilolafa in moslra di noslro senlilo rispetto airillu- stre Professore Carlo Gemmellaro, Altezza h. lin. i, larghezza 9 lin. -f Collez. (A.) ELICE CI NT ELL A {H. cintella Drjp.) IL testa orbiculata subdepressa^ subumbilicata cornea^ tenuis subdiaphana^ ultimo anfroctu carina alba cinto ; subtilissime striata; spira promimila ; apertura subtetragona^ labro sitnplici. Drap. pag. 99, t. vi, f. 28 — Giialt. t. 2 , f . A? Payr. p. 100 — Lk. vi, 2, p. 91. Coucbiglia sottile quasi trasparenle , orbicolare quasi conica , cbe pelia forma della sua aperkira e la forte carena potrebbe andar riposla fra le Cara- colle di Lk. distinguesi pelia fascia bianca che cin- ge la carena delF ultimo giro ; il suo colore e cor- neo cbe da nel biondo; la spira poco prorainente e quasi conica ad apice aculo ba cinque giri conlinui e poco convessi ; sparsa di strie sotlili oblique ine- guali, mostra un' apertura non semilunare come nel- — 8i — la figtira di Drap. ma quasi tclragona. Noi ne abbiani rinvenulo un'individuo in vicinanza di Caltagirone nel- la Villa Madowia delta Fia a due iniglia della citta prcsso un f'cnlc d' acqua dolce in una valle ombrosa; allri due nei dintorui di Agosta, Sara quesla specie forse rara in Sicilia come in Corsica. E giusto av- vertire cbe il signor Drap. cita una figura del Gual- tieri da noi ripoilala dubbiosamente, percbe non so- raigliante. Forse egli si allenne alia diagnosi /^ualte- riana per ollre analoga, bencbe brevissima. Altezza 2 lin. 7, largbezza 3 f; altezza dell' a- pertura i liu. largbezza della slessa 2 lin. Collez. (A. G.) SIPEC3E xxxn. SLICE MARGINATA {H. limbata Drap.) H .tenia globoso-conica.perforala^sub — carinala; carina alba; sublililer striata^ cornea; d/apliana^ te- nui; aperluia seifn'lunan\ perislomate evasato^ subie- Jlexo., margine inleriove albo. Drap. pag. 100, t. VI, f. 29. Concliiglia globiilaro ed un p6 conica , ad omhclico slreLlo ; di un corueo cbiara o giallastro , assai soltile trasparenle e finalraenle sirialo per lun- go. Spira fornila da sei giri poco convcssi , 1' ul- timo de' quali e quasi carenalo , ma a carcna ollu- sa e dislinta da una slriscia bianca elcganle , cio die la ravvicina alia h. cinctella a carena piu acu- ta. Apcrlura scrai-ovale arrolondala fornila di un lab- bro aculo un po ripicgato all' inserzicne del colon- Atli ylccad. V . xfi. 11 — 82 — nello suir ombelico, cui socchiude, e di uq raargine interne bianco. Specie rarissima, oude abbiamo rin- venulo un solo esemplare alia plaia del nostro golfo, Altezza 3 lin. f, larghezza 5 lin.; allezza della apert. 2 lin. |-, larghezza 2 lin. 5-, CoUez. (A). ELICE PRETEST J (H. frjetextj Jan.; H. testa subglobosa^ imperforata^ nittda^ alba^ labro lata, protraclo , subrejlexo. Pbil. p. 129 , t. VIII f. 12. Jan. Calal. rerum nat. (i83o). Conchiglia quasi globulare, senza ombelico, ni- lida, quasi ia tutio simile alia h. hortensis., ma bian- ca o lattea, col labbro largo disteso, e piu solida. Fi- lippi la dice rara in Palermo ; Jan la raccolse in Messina; a noi un solo iudividuo ne dono 1' ornatis- simo Sig. Gargolta. Altezza 6 lin., larghezza 9 lin. Collez. (A.G.) SPEOE S.1.1.IV. ., ELICE CONIC J {H. Conic a Drap. ) H. testa conica., trochiformi ., umbilicata., cari- natOf oblique slriala^ alba., fasciata., vel maculata, anfractibus rolundalis ; apertura depressa , labro ximplici., intus marginato — Drap. p. 79, t. 5, f. 3-5— Z/^. VI, 2, p. ^i—Phil. p. iH—ff- trochoid des Poirel. Conchiglia piccola, onica^ trochifornie; di un co- — 83 — lor pallido , ornata spesso di fasce fosche da una A due, oppure di maccliie pallide piu chiuse irregolari e loDgiludinali , sollilmente ed obliquamenle striata , ad ombelico non raollo largo, ma profondo. Giri da cinque a sei , arrolondili, divisi da una sutura poco prol'onda, carcnati; carena marcala da una linea bian- ca. Apertura depressa a labbro semplice , interior- mente marginato. II Filippi crede identica la var. aspersa di maccbie, e non fasciala, alia /*. calenata Pareyss. Si rinviene in copia nella sabbia della plaia di Catania. Altczza 2 lin. |-, larghezza k I'D- r; altczza dcir apert. i lin. ^, larghezza della stessa 2 lin. Collez. (A. G.). ELICE PEREGRINE {H. Peregrin j Rossraasler;? H. testa subdepressa^ umbilicata. cornea^ sub- diaphana, longiludiualiler. oblique ac eleganter stria- ta., anfractibus ^-6, rolundatia. sutura profunda di- visis; apertura oblique subovata., labro simplici. IN on avendo potuto consullare 1' opera del Si- gnor Rossmasler , ci siamo conlcniali star sulla fede d' un insigne zoologisia che ha dclcrminata la pre- senle specie , cui abhiamo apposlo la frase che le apparlienc — Conchiglia niollo rassomiglianle alia h. cellaria per la forma depressa, ma non ha il Lucido di qiiella, 6 piu soltile, trasparcnle, longiludiualnien- le striata; i giri sono arrotondati e divisi da profon- da sutura ; ha un ombelico alquanto largo e profon- — 84 — do. Apertura obliqua e quasi ovale, a labbro sem- plice; cornea , senza macchie. Si rinviene raramente da noi in siti elevati, aridi, solto le pielre. Altezza 2 lin. larghezza 3 lin. ^, CoUez. (A). . .;,■ SiPECIE XXXVI. ELICE SPORCJ (H. Conspurcata Drap.) H. testa parva , subdepressa , umbilicata^ longi- iudinaliter striata^ albida vel maculala.^ qiiandoque pilosa^ sed saepius glabra; anj'ractibiis rotundatis , sutura profunda dtvists; aperliira suborbicolari^ la- bro simplici. — Drap. p. t. 7 f. 23 ih, 25 — Gualt. t. 3, f. 2. Conchiglia piccola, compressa, massime nell' in- fanzia, mediocremenle ombelicata, ornala di slrie lon- giludiuali e di peli molli, slegati, e ricurvi , di cbe manca spesso essendo adulta; bianchiccia 0 maccbia- ta , e piu spesso gialla ; a giri rofondati e divisi da profonda sutura ; apertura quasi orbicolare a labbro semplice. Essa presenta qualcbe varieta nella dispo- sizione delle maccbie, spesso bianca con I'apice oscu- ro, ed or superiormente raggiata e al di sotto fa- sciata. Larghezza 3 lin. altezza 1 lin. ^,Collez. (A.G.) SFECllE XX1.VII. ELICE DI MANDRALISCA {H.Man on ausci BivJ H. testa parva , globoso-conica , imperjbrata , — 85 — temii^ fragili. pellacida, cornea; aperlura depressa; labro simpiiii. aculo. t Coi)cliii;lia piccdla, ^[lohosooonioa, iiiiporfora- f la, tonne, rra;;ile, lin;ula color ili coriio, apcrla- ( ra doprossa, labbro seiiiplice, aculo. ))Z^/y.Gior.lett, n. 198, f. 6 a, b. Specie riiivenula rol vivciile dal Signer Bivona figlio luogo il fiume Orolo allaccata s\^ Arundo am- pelodesmos. L' animalc c fosco , linoare col piede JuDgo quasi due linee , co' Icniacoli aiileriori poco promidenli, i posteriori iiinghi mezza linca. Dedicata al Sig. Enrico Piraino Ikrone di fllandalisca perche malacologo anche egli. Noi doLbianio i Boslri indivi- dui al delto Sig. Bivona. Altezza i lia y larghezza i lin. \. CoUez. (A.G.) SPECIE XXXVIJI. ELICE STRIGATA (H. stmgata Mill.) II . testa or biculalo depressa , umbilicata , ele- ganler striata , albida , lineolis , maculisve pallide rujis picta^ spira plamdata labbro tenui subrejlexo. Laml;. vi, 2, p. 89 — Gm. p. 2632. Concbiglia orbicolare, schiacciafa aIquanto,on)be- licala , clegantcniente striata, biaochiccia , ornala di linoe o maccbie di color rosso pallido, le quali ordi- nariamonle sono disposle in modo da formar quatiro fasco. Spira appianata; apertura depressa a labbro le- nue quasi piegalo. Trovasi nolle vicinanze di Palermo. Altezza 4-5 bn. largbezza fino a 10 lin. Coi- lez. (A. G.j — 86 — SPECIE S55I5. HELIX HORTENSIS ( Elice de' gurdwi Mull.) H. lesta subglobosa^ imperforata^ glabra^ sub- diaphana^ colore varia^ nunc uaicolore^ nunc diver- sissime fasciala^ labro margine interior e alboi Lamk. Helix iiortensis — Miiller. Verm. p. 52 n. 24.T- Gralt. hid. test. pi. f . f. Q. Helix nemoralis. var. petite litree. Brard. Hist, des Coqu. p. i5. — Var. B. Dillw. Cat. t. 2. p. 9^2. Helix fvsca Poir. Coqu. Prod. p. 7/. n. j. L' unico esemplare di quesfa specie da noi rin- Tenuto nella Plaja di Calania ci presenla una forma ad iin di presso globosa , impcrforala , liscia , quasi diafana, senza niaccbie, di un color bianco pallido ; il labbro col margine inlerno bianco. — Diamelro 7 linee, Collez. (A. G.) SPECIE SL. ELICE DELLE ERICH E (Elix ERicETORUAf Mull.) //. tesla orbiculato-depressa , lats umbilicata , striata, albida., rujo aul Jusco J'asciata., labro s?m- plici — Lamk. ri. 2 p. 84- — Drap. />/. 6.j. 16. tj — Phil. p. f33. n. 28. Conchiglia orbicolare, alquanto scbiacciata, lar- gamente ombelicata, striata, biancbiccia , ornata di fasce rossastre o foscbe; aperlura quasi circoiare. coJ labbro interiormenle marginalo, fosco, bianco o vio- laceo. Si rinviene in Sicilia nei luogbi secchi e raoa- tuosi. Diamelro 8 lin, Collez. (A G.) -87- SPECIE XLI. ELICE DE' CESPUGLI ( U. Cespitum Drap. ) H. testa orbiculato - convexa, subdepressa^ la- te umbilicata^ tenuiler striata^ alba aut lutescente fusco—fasciata^ spiva subprominula; labro simplici. Larak. fi. 2 p. S4- Drap. pi. 6 f. i4. iS. Hfi'z./.T FASCiOLATA — Poir. Coqu. Prod. p. jg n. fo. — Poll Test. t. 3 p. 33 fig. Sy. 58. Desh. Encycl. tnelh. vers. t. 2. p. 2/6. n. 2X. — Des Moul. Cat. des Coqu. p. /o. n. /S. ec. ec. Conchiglia orbicolare-convessa , quasi depressa , largainenle ombelicala, soltilmenle striata , bianca o giallognola, ornata di fascie di color fosco; colla spi- ra alquanto promiaente, e col labbro semplice. Rin- viensi ne' dintorni di Catania, ma rarainente. Diam. 7 lin. Collez. (A. G.j SPECIE SLO. ELICE JP/CINJ (H. jpiciivA Larak.) H. tesia spinujlobosa. siibriis valde convexa , umbilicala., minutissvne striata, alba ; spira apice fusca; labro tenui., acuto. Lamk. coll aggiunte di Desh. e Blilne Edward. /. 8 pag. i4.. n. f02. — Desh. Encgcl. meth. vers, t. 2, p. 121. n. 4o. — Mich, compl. a Drap. p. 33 n. S3, pi. to. Jig. g. to. Conchiglia quasi globosa, al di solto sommamen- te convessa , ombclicata , sollilissimamenle striata , bianca ; la spira coll' apice fosco ; il labbro sottile , acuto. Si rinviene rarissimainente nella Plaja di Ca- tania. Collez. (A. G.) t? \ : ." ■:■'.. A IV A L I S I FISIC0-C[I1M(CA SOPRA 1.' ^CQTJA S^I^TA M E K O R I f . DEL SOCIO d' gaetano de gaetam LETTA NELL\ TORXATA DEL 29 AGOSTO iSSg. Jui Jccad. y, xri i a Ij essere stala benigoamente accolla, da voi chia- rissimi accademici , la rnia memoria su 1' acqua mincrale di s. Venera il Pozzo e 1' amichevol spin- la di proseguire in tali inleressanli ricerche, fattami dal benemerilo Regio Prolomedico Generale Profes- sore Antonino Di-Giacomo secondo Diretlore della Gioenia, rai ban impegnalo a dar opera ad un secondo lavoro sull' acqua minerale cbe rinviensi ia vicinanza di Catania, delta 1' acqua Santa. Di essa gia occupavasi con saggio avvediinen- to ncl fine dello scorso secolo 1' egregio Professore di cbimica in questa Regia Universifa degli sludii? dollor Giuseppe Mirone de Pasquale ; ma ben puo avvisarsi ogn' uno, cbe detto lavoro non possa in- leramenlc stiraarsi porfelto, conciosiacbe la cbimica odierna apprestando ora vieppiu de' mezzi di ricer- cbe analiliclic, ed additaiido process! piu brevi ed — 92 — cconomici, non solo ha reso piu agevole la ricerca della chimica condizione delle acque minerali , ma altresl ci da dei risullaraenti alquanto piu esatli di pria, per lo che la medicina ne rilrae maggiori vanlaggi nell' applicazione delle stesse al traltaraen- lo delle malaltie. CoDvinto di quesla vcrita, ingegnato mi sono compiere alia meglio questo mio cbimico Iravaglio, che mi do I'animo soltoporre al vostro sano giudi- zio, illuslri socii. ARTICOLO I. Cenno Topografico Prima che io csponga le principali propriela fisiche e chimiche deU'Acqua-Santa di cui e discor- so, e di stabilire le quantitii proporzionali delle so- slanze che tiene ia soluzione, parmi opporluno pre- inellere una breve topografica descrizione del luogo in cui serge quesl' acqua minerale. Ed a tal' uopo avaoti ogni cosa cade in accon- cio osservare, die non molto lungi ed al Sud-Ovest da Calania in un orlo di propriela de' Duchi di Carcaci, e che \a. parte della conlrada delta della Limosina, sorge sopra un lerrazzo 1' acqua di cui e parol a. II fonle ha due palmi circa di diamelro cinio di nial accoiice mura, appresenia alquanto un fe- nomeno mollo simile a quello de' pozzi arlesiani. L' aoqua , cbc vi scalurisce inlroducendosi in un acquidollo a bella posta costrullo va in un serbalo- -93- io, donde all' irrigazioae del soUoposto terreno de- stinasi. Oiial si fosse la priniitiva nakira geologica di quel Icrreno iion puossi a prima giunla investicare, poicbe sodomesso da iiiollo lempo ad una coUura non inlerrolta si e Irasformalo in un terreno die La nuovc propricla acquistale. Ma mi vien falto di vedere nei confinanli terreni e nei monlicelli die Io coslcggiano per Est cd Ovest, far esso seguito alle prossunc coHine tcrziaric di gres c di argilia , lanlc volte descritlc negli Alii dell Accadeinia Gioe- nia. BIollo sono Io pianto che rinvenni altorno il fonle, e lungo i' acciuidollo suddello come I'anagal- lide azzurra anagallis coendea , 1' arone maculalo arum maculalum^ K acaiilo branca-ursina acanthus mollis^ il sanibuco ebbio sambucus cbuluSy il con- volvolo campanella convolvulus saepium^ la torlola ruvida cerinthe aspera ^ il geranio coraune gera- nium rotundi folium ^ la dmicioUa felida ballota foelida , la fumaria rossa J'umaria officinalis , la scerardia de' campi sherardia arvensis , 1' adianlo capclvcncre adianlum capillus veneris, il papavero rosolaccio papaver rhoeas , il sio a foglie larglie sitim lalij'olium ed ailrc pianle. Mcnlre allcndca alia riccrca di questi Tegela- bili non polea rilenormi di ammirarc il rapido in- cremenlo non solo dolle anzidelle pianle come an- cora di quelle irrigate con quest' acqua minerale. Or Irovai argomonto giusla 1' esperienze di fisiologia vegelale eseguile dali' illuslre Theodore de Saussure a condiiudere che 1' enuncialo feuoraeuo vegetabile — 94- — allribuir parlicolarraente si debba all'acido carboni- co che queir acqua liene in soluzione, poicbe i ve- getabili succhiando con 1' eslremila delle loro radi- cole, I'acqua che raccbiude quell' acido trovano ab- bondaolemente nella stessa una soslanza cbe per forza chimico-vitale decomposla somminisira a loro il principale elemenlo nulrilizio. Ed allora rai cor- sero per la raente le parole che 1' esimio Professor Cosenlini molte fiate ha dalla caltedra pronunzialo: Lo accrescimento de' vcgelabili sla per dir cosi ia ragion dirella dell'abbondanle acido carbouico da essi assorbilo. ARTICOLO n. Proprietd Jisiche Quest' acqua come afferma il surriferilo di Mi- rone era a' suoi tempi dotata di ua sapore acidolo e piccante, e mandava agitata entro convenienti va- si un odore di polvere di arcobugio, ma sottomessa ad attenta investigazione nulla di simile mi ofFerse, conciosiache saggiala nella sorgiva mcdesima non e acida ne piccante, a menoche posta in immediato conlatto con 1' olfalto emana un leggcrissirao odore che si avvicina a quello del gas solfido idrico. Ella e poi limpida e cristallina, si beve senza produrre ira- pressione molesla veruna, esposta per qualche tem- po in vasi aperti somminisira un picciol sedimento giallo rossastro, simile a quello di cui son ancora vestite le pareti del fonte e quelle dell' acquidotto , un gorgoliamento ella oQre come I'autore citato af- — go — ferma avverarsi di conlinuo scbhene ai noslri di ha luogo a varii inlcrvalli di tempo, ed in un modo assai lento; la sua Icmperalura esperimenlala in va- rie ore del giorno 1 1 aprilc c 20 raaggio dell' an- no scorso, clevavasi fra 21, 5 gradi del lermome- tro Cent, mentre qtiella dell' alinosfera non ollre- passava il grado 22 dcllo slesso struraento ; il siio peso specifico alia lemperatiira di 24. C. sla a quel- lo dell'acqua slillala :: i,uoi4: i. ARTICOLO III. Piopieta chimiche. §. /. Natura dell'acqua in esame. 1 . Saggiala presso la sorgiva medesiraa con la lintura di Laccamuffa , e qiiella di petali di viole non allcrossi in nessiin conlo. 2. Piccola qiianlila di acqua di calce diede luogo ad un Icggiero inlorbidamento, che dilegos- si coir addizionc di nuova quantila di acqua mine- rale. 3. Esperimenlala con soluzione di nifralo ar- genlico doposilossi un precipilalo solubile quasi per inliero ncirammoniaca. 4.. Colla soluzione di idrocloralo acido di ba- rilc si vide Icggicrraente intorbidare deposilaudo dopo qualclic tempo poca qnantiia di una sostanza che Don veunc allaccata dell' acido nilrico. 5. La soluzione di ossido potassico fe nascere ua precipilalo, poscia fillralo il liquore e ridotio a -96- . siccila, oltenni una soslanza che parle gelfala su i carboni incadescenli non offd indizio di deflaga- zione e il reslo miscliiala cou limaliira di rame sollo r azioue dell' acido solforico concenlralo non diede luogo a svolgimenlo di vapori nilrosi. 6. Evaporalone a sccchczza una sufficiente quantila in convenienli vasi e ad un fuoco raode- rato, divisi il residuo in qualtro porzioni, le quali Iratlate con diversi reatlivi, mi diedero a divedere i risullamenti che seguono. Una prima quanlita messa sotlo 1' azione del- r acido solforico diluto sprigiono dei vapori, che raccolli sopra una carta bagnala aspersa di amido non manifeslo indizio di iodio. Un'allra porzione mescolala con ossido polas- sico idrato non fe' avverlire nessun odore ammonia- cale ne manco produsse densa nube bianca avvici- nandole un velro bagnalo con acido idroclorico. La terza quanlita Irattala con acqua pura rima- se discolfa in parte in essa, la quanlita poi residua venne attaccala dall'acido nitrico lasciandone intatta piccola porzione che si disciolse in una calda solu- zione acquosa di ossido potassico. Finalmente 1' ultima porzione fortemente riscal- dafa si sciolse in parte in alcool a 3o B. =0,878, di densita indi portato a seccamento il liquore alcoolico lascio per residuo una soslanza dotala di un sapore di sale comune. 7. La dissoluzione di cianuro ferroso potassico e quella di cianuro ferrico potassico non portaro- no cangiamento veruno versale separatameule in quantila diverse di quell' acqua acidolala prima — 97 — con clorido idrico ma esponondo in vaso apcrlo di velro all' aria libera una siifficicnlc cjiianliki di essa c lralta[ido con acido idroclorico lo spontaueo do- posito no nacqnc una dissoluzione die per mezzo del liquorc di cianuro fcrroso polassico gencros- si islcnlanoain^nlc un prccipitalo blii. Un somiglic- vole prodotlo oUcnni Iraltando prima con ranzidello acido e poi col cianuro ferroso polassico, il deposito cho formasi bollendo per qiialchc Icmpo una con- vcnicule quanlili di quell' acqua: come allrcsi so- raiglievoli risullamcnli mi offri la materia giallo rossaslra cbe si rinviene alle parcli del foule e lungo Tacquidolto. 8. La dissoluzionc di ossalato amraonico ver- sata neir acqua di cui e parola la intorbido irame- diataracntc dcpositandosi dopo breve tempo una so- stanza solubilc ncU' acido idroclorico. 9. La dissoluzionc di fosfalo sodico che rac- chiude dell' ammoniaca vcrsata ncl liquido cbiaro cbe rimase dal preoedente cspcriraonto , manifesto un sensibilc intorbidamenlo. 10. Aggiungendovi dell' ammoniaca liquida ad una sufficienlc quanlili di qucsla minerale, c messa in disparle, per (jualcbe tempo (juesta miscela, vidi formarsi in fondo del vaso un deposito , cbe lava- to c trattalo con soluzione di ossido polassico, po- scia fillrata quesla dissoluzionc alcalina e posla in conlatlo con cloruro ammonico nou ofl'ri verun pre- cipilalo. Dagl' indicati csperimcnti islituili a seconda dcllc odiernc conosccnzc cbimicbc, c ripetute piu voile, ricavasi con tulla probabilila cbe 1' acido car- Jlli Accad. V . \ri. id ~ gS - bonico il gas solfido idrico, il cloro, l' acido solfo- rioo, r acido silicico 1' ossido sodico ferroso calcico e magnesico sono i principii mineralizzanli I'acqua di cui ci occupiamo. § 2. Esame dello slato di combinazione delle precedenti sostanze. Venendo ora all' esame dello stalo di combiaa- zione in cui le soslanze anzidelte esistono nell' a- cqua in quislione e utile osservare , cbe I'esperi- rnento secondo, intrapreso nel paragrafo primo di queslo articolo cbiaraniente dimostra ch' essa contiene in soluzione acido carbonico. Ponendo menle al leggierissirao odore quasi simile a quello dell'uova fradice cb'emana quest a minerale, ed altresi alio espcrimenlo 3, descrilto nello stesso paragrafo primo, si desume cbe contiene essa acqua gas solfido idrico. Per aver conoscenza dello slato di combinazione delle sostanze fisse mi fu d' uopo eseguire altri saggi. Primariamenfe feci vaporare a seccbezza una sufQciente quantita di queir acqua , il residuo cosi ottenulo non si disciolse tolalmente in acqua stillata , la por- zione insolubile venne aitaccata quasi intieramente dair acido idroclorico dando luogo ad una viva ef- fervescenza, ed in questa guisa mi convinsi cbe la natura cbimica di questa soslanza al gencre dei carbonati insolubili appartener dovesse. Per deter- rainare quale fosse la natura delle basi cbe sono unite air acido carbonico , posi in esame la teste enunciata soluzione, sottomettendola successivamente — 99 — air azionc, prirao doll' ammoniaca, indi dcH' ossala- to ammoQiaco ed alia fine del fosfalo ainmonico con ccccsso di base: la nalura chimica del Ire di- versi e peculiari prccipilali otlenuti , m' iudicarono che r ossido forroso calcico c magnesico Irovausi unili a quell' acido. Mi vcnnc puranco fallo di os- servare, che la poca quantila della soslaoza mesco- lala ai carbonali, la quale non si disciolse nell' aci- do idrocloiico si scioisc in una calda soluzioiie di ossido polassico. Da qucsla cspericnza argomenlasi che r acido silicico forma parte delle sostanze mine- ralizzanli 1' acqiia in discorso. Segiiitando 1' incoininciafa ricerca feci evapo- rare a siccila ad iin calore moderalo il liqiiido che racchiudca la porzione del residiio solubile m acqua slillata , dappoi Irallando coa alcool a 3o Baume la soslanza rimasla , mi avvidi che porzione resto disciolla. Intanlo la porzione insolubile falla discioglicre nell' acqua slillata soniininistromrai per mezzo la soluzione di acctato baritico uti discreto prccipitato; cvaporato a siccila il liquore sopranno- tante e calcinato il residuo nel crogiuolo di plalino il nuovo prodotto che otlciuii lo feci disciogliere neir acido idroclorico diluto. Questo fluido trattato con soluzione alcoolica di cloruro platinico mi die- de un picciolissimo prccipitato , il liquore rimasto feltrato c convcnevolmente concentrato col raffred- damcnlo mi olfri crislalli aranciali di cloruro plati- nico sodico. II liquido alcoolico poi ridolto a siccila rai prescnto una soslanza che era dotata di un sapore di sale comunc c sotlomesya all' azioBe di speciali 100 reattivi la riconobbi esserc cloriiro sodico, Qiiindi da lullo cio ebiararacnle rilcvasi cbc Ira raltre so- stanze saline sciolte nell' acqua niinerale in esame, annovcrar vi si dee il solfato potassico , il solfato sodico cJ il cloruro sodico. §. 3. Esame quanlilativo delle precedenli sostanze che trovansi in soluzione ill una determinala quantiia di acqua mincrale Pcrvcnulo agli acccnnati risiiUamenli mi rivol- si a determinare la quantita di ciascbeduna delle delle soslanzc , c pero calcolata da prima le quan- tita dcU'acido carbonico e del gas solfido idrico mi ingegnai di valutare quella delle allre, e percbe tra queste sono allre insolubili nell' acqua c neU'alcool, ed allre solubili in acqua semplicemente , ed allre solubili in acqua ed in alcool : in allre tanti parli divisi il mio lavoro. Sostanze gassose. — A determinare su le prime la quanlila dell' acido carbonico libero, volli trasfe- rirmi su la faccia del luogo della sorgiva , e quivi messi libre quallro dell' acqua minerale in disami- na a boUire in un raatraccio di velro cbe feci co- municare con una boccia cbe conlenea soluzione di cloruro calcico amraonico , otlenni nel corso della cboUizione tutto 1' acido carbonico , cbe polea ren- dersi libero , il quale come e nolo appropriandosi r ossido calcico cadea al fondo del vaso nello slato di carbonalo calcico. Raccolto il precipilato oltenu- to e ben diseccalo peso acini 7 , 6 in cui vi esi- — lOI slcano acini 4-, 278 di ossido calcico cd acini 3,3-i r di acido carbonico , qucslo ulliino noii Uillo dcesi riguardarc alio slalo hbero iu queli'aciiua poiciit; la (jLiautilii dei divcrsi carbonali che depositaronsi dii- ranlc 1' abollizione , chiaramento mostra cbe qiicsli sail csislcaii nclla mcdcsima ncllo stalo di bicarbo- nali. Laonde calcolala diligcntcmentc la quanlita de- gli aozidctli sali considcrali ncllo stalo di bicarbo- uali, mi convinsi cbe libre quattro di acqiia mine- rale iu csame atlinta da recenlc prcsso la sorgiva mcdcsima racchiiidono 0, 4-3 di acido carbonico li- bero capace di occiiparc alia Icmpcraliira di 2 i , 15 centimclri cubici 12,94. corrispondenli ad once cu- biche siciliane i,3o supposta la pressione atmcsfcri- ca cm 76. Ondc poi valiilare la quantiUi del gas solfido idiico , Irattai giusta gli ammaestramenti di Guibourt ( I ) altre quallro libre di acqua mineraie attinla da rcccnle, coUa soluzione di nitrato argcn- tico adopcrando quanlo il bisogno ne csigeva, rac- collo il precipilato lavalo e raesso in contatto con I'ammoniaca liquida, mi avvidi che tenuissima por- zioDc di qucslo precipilato divcnuto ncro non ven- ue allaccalo di qucslo alcali , perleche la quantila deiranzidelto rcslo non disciolto deU'ammoniaca es- scndo in picciolissima dose m' impedi calcolare il peso della mcdcsima. Soslanzc fissc. Rivolgcndorai all' analisi quan- titaliva delle soslanzc fisse, mi fu mestieri cvapora- (i) V. Dictiooaaire de MeJeciae et chirurgie pratiques v. 6, pag. 499- 102 re ad un dolcc calore libre 82 di questa acqua ininerale, posto io disparte il deposilo die durante I'evaporazioae forinavasi, ridussi la raedesima a per- fetla siccila , dopo mescolato questo residuo coa lo anzidelto deposilo. Traltata la miscela con acqua slillala, scorso qualcbe lempo si disciolse in parte in questo fluido , raccolto sopra un feltro la quantila insolubile e diligentemente levata,la esposi aU'azio- ne di un leggiero calore a fine di privarla dell' ac- qua, in queslo slalo non offri ne odore ne sapore, e si ridusse di peso acini 62. Sostanze insolubili. L' acido nitrico versato su questi acini 62 vi cagiono una viva effervescenza lasciandone inlatla poca quantita, la quale ben lavala risuUo di peso acini !\.^'j. Essa discioglievasi in una calda soluzione acquosa di ossido polassico , in se- guilo questa soluzione alcalina trattata col cloruro ammonaco, abbandono la soslanza silicea che tenea in soluzione apparendo solto forma di gelatina. Ri- tornando al liquore nitrico appcna acido ne operai in parte la decomposizione per lo intermezzo del- I'ammoniaca liquida, la quale produsse un precipi- tato cbe lavalo si disciolse interamenle in acido idro- clorico poscia il solfo idralo ammonico, unilo giu- sta il bisogno, con I'accennata soluzione mi ofirl in fondo del vaso una sostauza, cbe raccolta su di un feltro lavata con cura la esposi posla in un cro- giuolo di Platino ad un forte fuoco. Disciolto in acido idroclorico il prodotio oltcnulo e trallalo il nuovo liquore col succinalo ammonico apparve un precipilalo cbe calcinate frasmulossi in acini 6,8 di ossido ferrico. II fluido cbe rimase di questo espe- lOj rimenlo non intorbidossi sollo 1' azione del carhona- to polassico. Cio cscgiiito vcrsai nclla soliizionc nilrica spo- gliala dell' ossido ferrico , del liqiiore di ossalalo ammonico in qiiella quaulila neccssaria per calcola- re lullo r ossiJo calcico; 1" ossalalo calcico otteniito la^alo cd arrossito in adallalo crogiuolo mi diede acini 3i5 , 5 di carbonalo calcico. Per esser cerlo chc in questo nuovo prodollo non vi fosse qualclie frazione di carbonalo slronlico chc in lali casi suol csistervi, feci Irastormare quel carbonalo in nilralo neulro il quale ridollo ])en secco discioglievasi in- leramenle in puro alcool; da questo esperimcnto nc dedussi cbe in 33,5 acini di carbonalo calcico noa esisleva traccie di carbonalo slronlico. II liquido so- prannolanle all' ossalalo calcico evaporalo a siccila lascio un residuo cbe forlemenle calcinalo trasmu- lossi in acini 4-, 5, di ossido raagnesico. Quesli cd allri soraiglievoli esperiraenli mi of- frirono argoraenlo di riguardare le quanlita dclle soslanze insolubili composle non calcolala la perdila del niodo che segue: Acido Silicico .... acini 4-i 700 Carbonalo Ferroso .... c 9,93o J Calcico .... t 33,5oo t Magncsico ... 18, 290 Soslanze solubili riconosciulc per si fallo modo come le rispcllivc quanlila dellc soslanze insolubili, rai accinsi ad csaminare quelle solubili. Per dar fi- ne a lullo cio, feci evaporare a siccila ad un raodc- ralo calore la soluzione in cui si conleuevano le soslanze solubili. II residue oUcnulo essendo prima — 104 — ben disscccalo venne Irallato con alcool a 3o B. dopo alquaalc ore cbe quesla raiscela si era Iralte- nuta su le ceneri calde , osservai formarsi un sedi- inenlo il quale raccollo su di un feltro lavato piu fiale con alcool di eguale densila di quello accen- nalo , indi ben diseccalo si ridusse di peso acini 1 5, 8 fatlo cio lo disciolsi in acqua slillala , la so- hizione acquosa cbe otlenni Iratlala con soluzione di acetato acido Barilico in sufficiente quantita fe nasccre bentoslo un prccipitalo di acini 22 , 5 di solFato Baritico. Evaporato a siccita il liquore rima- sto mi presento un residuo cbe cadde leggermente in deliquescenza a contallo dell' aria. Infuocato coa diligenza e Irasformato in questa guisa in carbona- lo , lo disciolsi in acido idroclorico. Intanto ridotla a seccbezza questa soluzione cloridrica raise a nudo un residuo cbe si disciolse in alcool 3o B. Trattato il liquore alcoolico con soluzione spiritosa di cloru- ro platinico mi offri un prccipitalo, il quale lavato con alcool diluto e bene asciuttato peso 0, 7 di a- cino. La soluzione rimasla evaporata a siccita som- minislro un residuo cbe prima infocato ed indi sciolto in acqua stillala dicdc luogo ad un liquido cbe I'ellralo cd evaporato a seccbezza lascio un re- sidue aveute le proprieta di cloruro sodico. Questo sale dissoccato ad un forte fuoco si ridusse di peso acini i i . Si ricava di quesli esperimenti cbe in lib. 32 di acqua di cui e parola vi si trovano disciolte oltre le prccedenti soslanze. . Solfato potassico .... acini o, 2D « Sodico . . . . J i3, 38 non calcolala acini 2, 17, di perdila. — io5 — Tenulo proposilo del niodo onde mi adoporai a deterrainarc le quaniila rispoltive dolle soslanze insolubili soliibili nell' acqua, cd insoluhili nell' al- cool mi resla calcolare la qiianlila rispclliva delle sostaDze solubili neli'alcool di dcnsila 0,878. Laon- de portala a scccamento la soluzione alcoolica di cui si e iatto parola in principio del IrallamcDto delle soslanze solubili oUenni un residue cho ben infocalo lo trovai di peso acini 23, 6. Porzione di questi acini 23, 6 portata alia bocca deslava un sa- pore di sale , oltre cbe decrepitava al fuoco , allra porzione degli stessi disciolti in acqua slillala e Irat- tata la dissoluzione col nitrato argentico fcce succe- dere un precipilato solubile nell' amraoniaca. Per valulare la quantila di queslo cloruro con maggio- re precisione lo disciolsi in acqua stillata, e col con- corso di una soluzione di nitralo acido argentico ol- tenni un precipilato di cloruro argentico cbe bene asciuttato peso acini 4-8i9- H liquore che resto spo- gliato prima dell' eccesso di queslo nitrato per mez- zo del gas solfido idrico lo feci evaporare a siccita, il residuo mediante la calcinazione veone intieramen- te decomposlo, mescolato poi il nuovo prodotlo con una data quantila di carbonato ammonico, ed csposlo ad un forte fuoco Irasmutossi in acini 18,2 di car- bonato sodico. Onde e cbe questi esperimenti mi fe- cero conoscere cbe gli anzidelti acini 23 , 6 essere cloruro sodico. E cbiaro da questa analisi die lib. 32 dell' a- cqua minerale in esamc nel luogo dclla sorgiva rae- desima conlengono con tulta probabilila. AuiAccad.V. \ri. 14. — io6 — Acido carbonico libero Solfido idrico Iraccie Acido silicico Bicarbonalo ferroso i' calcico c raagnesico Sclfalo potassico . c sodico Cloruro sodico acini 3, 44 4,70 i3,77 5 1, 02 12,08 00,25 s i3,38 « 23,60 Don tcnulo coato di piccola quantila di perdita. 0 MATERIALI PER LA COMPILAZIONE DELLA ZOOLOGIA DELL' ETNA DEL D.r GIUSEPPE ANTONIO GALVAGNI Socio attiyo e Segretario di Storia Naturale fanzionante da Segretario Generale MEllORIA SETTIMA SUI MAMMIFERI RUMINANTI LKTTA «BLLA SEDUTA DEL 26 SETTEMBRE iSSg «^®®®®®®®f®##®®€®®®®'S^®®€^ Se un mctodo di classificazione perfetto che la espressione serbasse dei rapporli naturali degli esseri, e una specie di pieira filosofale come Is. Geofroj- Saint-IIilaire lo diccva al cui cercamenlo si consume- ranno invano dcgli sforzi del tempo , e se la Zoo- classia surla nel secolo seslo decirao, progredila mol- tissimo da Ray a Linnco a Cuvier a Blaiaville, noa puo allingere che un metodo d' una perfezion relali- va, riguardo al generalismo degli esseri zoologici , per alcuni ordini pcro del regno animate ha loccato il piinlo culminanle di finitczza , il rango fissando degl' individui che vi si comprendono, le loro affinita organiche e il loro posto nella natura. Tale e 1' ollavo ordine dei mammifen dell' ope- ra di G. Cuvier chiaraalo Pecora da Linneo Bisul- ca da Illigcr , e che a lulla ragione Vicq-d' Azir Ruminanti nomava per la speciale teslura del sislema gaslrico , che slaliiisce la essenziale carallerislica di qucsta zoologica famiglia. E dessa un gruppo di a- uimali il piu nalurale come il piu utile, quello cha 1 10 prestasi moUo alle divisioni rnelodiche delta sciea- enza, e cbe ha conlnbuilo colanlo secondando la po- lenza dell' uomo al progresso della civilizzazione, della agricollura del coraraeicio, come agli avanzi della riccbezza e del sociale benessere. Non osservansi invero cbe delle differenze poco imporlanli in lulti i lessuli degli organismi degli es- seri cbe incbiude , posti a paro fra essi, e i generi cbe si sono fornaati per suddividerli nella parte mag- giore su dei caratleri fondansi di considerazione se- cooda. Pero le distinlive difTerenziali dell' ordine cosli- luisconsi eel non avere incisivi , cbe alia raascella inferiore quasi sempre al numero di olio, menlre in alto da un carello calloso rimpiazzansi; fra gl' inci- sivi e i raolari sla uno spazio vuolo ove in alcun genere solamente uno o due canini rilrovansi. I mo- lari pressocbe sempre in numero di sei daperlullo , banno la loro corona raarcata di due doppie mezze- lune la cui convessila e rivolta all' interno nelle su- periori, nelle infcriori all' esterno. I quatlro piedi lerrainali da due dili si notano, e da due zoccoli, cbe si corrispondono per una fac- cia appiattala di guisa cbe figurano come un unico zoccolo fesso, dietro lo zoccolo vendonsi due piccioli speroni, talvolta vestigi di diti laterali, i due ossi del melacarpo del melalarso sono riuniti in un solo, cbe porta il nome di Stinco ma in talune specie i rudi- menli si trovano dei metatarsiaoi e dei metacarpiaDi laterali (i). (i) Cuvier op. cit. Tol. i. — Ill — Laondc per Irallcgglarne la morfologia generale, & rilcvai-e I'unila del piano di oiuiliira, nelle rasso- rniglianze dclle parli diverse di clie si coslituiscoao , la lesla dei runiinanti c pressocchc in tulli allungata e assottigliala in avanli, gli occbi per lo piu grand! fessi si vcdono, le palpeLre bordale di ciglia, prominente la cornea, la piipilla in parallellogrammo Irasversale ob- bliqiio, e senibrano ben conformali per vedcre di nolle; Ic oreccbie in lutlc le specie selvaggie lungbe in cor- nelli mobili alquanlo si notano; la lingua lunga piaila la faccia superiore sovenle giiarnila \erso la base di numerose papille cornee; la bocca di mezzana gran- dezza, e il labro superiore e nel suo cenlro fesso piii o mcno. II capo degli osteozoari cbe iurnin?no sopra ua coUo si porla di 'ungbezza diversa , secondo quella delle gambe loro; i camelli difallo la giraft'a il la- ma presenlano 1 eslremo di questo doppio allunga- menlo, laddovc i bovi ne olfrono ii minimo. II corpo e denso grossolano, e le forme sono designale secondo I'ampiezza della pelle, cbe pende sollo il collo tal fiala, una giogaia costiluendo come nei bovi; nel gencralismo le spalle slanuo assai slrel- te e la coda in lungbczza varia mollo. Lo gambe fine nclla parle maggiore , i tessuli tendinosi piii abbondanli cbe i fibrinosi, comeche si modificassero nei cammcUi nei bovi , le braccia le coscie sono corle, gli ossi cbe rappresenlano ravan- braccio c la g.iniba mezzanaraenle lungbi. II sislcma piloso presenlasi sollo varie imma- gini nei diversi individui degli osleozoari di che si ragiona, sccondocbe si considerano nello slalo di Da- tura 0 di doaicslicila. — : ;2 — £ tenendo farella deUa mole del ooqi* fin Ba- mioanU del geaere Bore Giraffa Ca~2!!o sono di graodissima taglia, e siedooo posio i:a i p: u forti Pachidermi per qaeslo riflesso ; delle alLre specie la. parte maggiore teogooo media corpoleoza . e pocbe SOD quelle cfae picciole dimensioni dimostraQO. Ma il caraUere differeoziale foDdato, come il pia ^nerale di essi ooosisfe nd meoeanismo di digestio- De, e nella festura d^i oi^ani cbe sarrooo alFeserci- zio di (al faoiiooe, doe loro ha faiio assegnare il ti- tolo di Rununanti. L'appareecfaio gaiLreo di essi e aii.3i coaplica- to . e di qnatlro sacchi lassl ce'.i ru:r;;ce reiicob c — iso abomaio. II mziine e grai si;co o:d-caria- ii: : z . : rotondo proTredalo soveali d' on foodo die 5^::;; a licevere gli alimenli dappdma ; mostrasi la- pezialo di ^dennide poco scabrosa, offienie molte P' e appiattaie: ooufieiie sempre delT eibe dod trop- p: ::7''di{e e Home (i) Fha fzOTalo per melapie- co .1 ua Toco die oasi lenido sette giomi seuza dbada. A qnesfo fnimo e grande stomaco saccede ana cavila piociolissinia f la cni interna manlHana e o- gnalmente resJstente in£tammezzata di picciole papilie. gnamita di nnmero grande di cdlnle qoadrangolari, destdlale soi boidi dte retioolo dicesi. ala immedia- tamente sotto rmificio esoCageo. "'""■'■'i" *? siit^dT 7^? J' — I12 li lerzo slomaco dello 1' omaso il oome rilrae dalle piegbe loDgiludinali iargbe soltili sebbene rudi al loccare, I'abornaso alia perCne cbe paragooar si polrebbe alia raeUi pilorica degii slomacbi uuici, viea riveslilo d' una mucosa inolle , ba forma alluogala , a guisa d'iolestino separa ud fluido cbe liene la pro- priela di coagulare il lalle e apre comunicaDza colla carita precedenle rcerce uo urilicio alquaoto rislretlo. Gli slomacbi summentovali peio differiscono fra loro per lo sviluppo e la disposizione della membra- Da cosliluenle la superficie interna; quella del ru- mine viene coperta di prominenze papillari grosse piu o raeno: quella del reticolo una rele ci offre di piegbe cbe formano per la loro unione numero gran- de di cellule picciole poligonali, nell" omaso Ti slan- Do piegbe piu prominenli e cbe per la rassomiglianza di forma e della disposizione reciproca delle foglie d' un libro banno fallo dare a queslo slomaco il Do- me cbe porta; I'abornaso ci offre ancor delle piegbe ma poco prominenli e numerose assai meno. E lo slomaco e ancor piii complesso nel Dro- medario nel Camello nel Lama nella Giraffa e in generale nei ruminanli privi di corna a delta di Home Olio Daubenlon , cbe il primo slomaco e provveduto di due appendici cellulose , e il secondo una ordi- tura rauscolo-cellulosa peculiare presenla. Occupandoci delle modificazioni funzionali cbe porge quesla famiglia rcamraifera e raellendo parola sulle funziooi di relazione le aziooi dei sensi eslerni Del generalismo non moslransi troppo finite , ma lo odorazione si avvicioa ad esser complela. cbe Ijppa- AUi Jcc. f'ol. XFl. j5 — ii4- — recchio olfattivo e assai coraplicato avendo le cavi- la esteusione moltissiraa , essendo grandi i cornetti sebbene poco suddivisi e prolungandosi i sini alle prorainenze ossee che fanno base alle coma; Le funzioni degl' intelletti preseotano noa molto sviluppamealo , e cio coesiste coUa raassa assai pic- ciola del cerebro loro, comecbe numerose si fossero le circonvoluzioni che alia superficie cerebrale si os- servano. Qui cade in concio meltere ionanzi il pensiere di Gall che la origine della domesticita degli aoima- li dee ripelersi meglio dalle disposizioni orgaaiche che essi presenlan all' educabilila , cbe dall' ialelligenza deir uomo; maggiori conoscenze diffatli abbiamo noi che i nostri maggiori , e tuttavia non ci e riuscito di domeslicare una specie d' aaimali novella; non si e mai riuscito di doraesticare nella classe mammife- ra il Leone la Panlera la Tigre; si e tenlato mai sempre di domeslicare merce i Piccioni domestici quelli selvalici , si sono fatli covare e nulrire per cinque sei anni onde le generazioni seguenti si con- vertirebbero in piccioni domeslici; ma tullo inutile e stato, e non appena avendo libero il passo ai boschi per sempre tornavano. Le funzioni di Locomotilila finalmenle varie nei diversi individui mostransi e alcuni sono rapidi al raoto altri pigri infingardi. Tenendo conlo della funzione di digestione in cclali Piliferi, che comprende la ruminazione uno del feuomeni singolari e interessanti della fisiologia zoo- logica , e da dir che i Ruminanti banno bisogno di pigliar maggior quaotila d' alimenli per quanlo me- — ii5 — no soslanza nulriliva conlcngono, e quesli invece di essere Irilurati del lullo nclla loro precnziono Icggier- mente lo sono mcrce gl' incisivi inferiori, ed il ino- to di torsione che v'imprime la lingua, e cosi gros- solanamenle divisi sono condotti dall' esofago nel famine, ove comiocia ciocche rurainazione si appel- la, esercitando un molo rolalorio il ruraine come lo atlcsla la sua forma globosa; il rumine conlraesi in- di e fa passar successivamente i cibi nel reticolo , die apresi alia parte superiore del ruraine; nel reti- colo s' immiscbiano s' imbevono di succhi maceratori e costituisconsi in picciole pallotlole che nell' esofago tornano , il quale per un antideglulizione riconduce alia bocca , in che a masticazione coraplela si solto- pongono. Poscia son deglutiti di nuovo e in allora li versa 1' esofago a dritla nell' omaso ove giugoe mcrce due colonne carnute , che gli formano , met- tendosi in contrazione in seguilo del canale esofa- geo un canale complcmenlario ; dall' omaso in che la raassa alimentizia comincia a subire la vera Ira- sformazione digcstoria nell' abomaso trapassa ove la sua chiraificazione del tutlo si compie. E qui e da dire suUa discrepanza fra i fisiolo- gi surla intoruo alcuni fenomeni di speltanza al mec- canismo dclla ruminazione. Duverney Perrault (i) so- stengono che i cibi non rurainati o di prima deglu- tizione non vanno che nel primo stomaco; Daubcnton (t) Duverney Oeuvres anatomiqaes t. ii, p. 434. Perraolt Ocarres diverses de Physique et de mcccanique pag. 43o. — ii6 — Camper ( i ) il concetto sorregono cbe porlansi nel primo nel secondo storaaco medesimamente. Per gli aliraenti ruminati o di seconda deglutizione ritorna- no nel primo storaaco a delta di Haller, vanno nel secondo a parere di Duvernej Cbabert Toggia; pas- sano immediatamente nel terzo secondo Daubenton e Camper. Quanto alle parti di poi cbe la rejezione ciba- ria inducono , e il primo stomaco per Duverney , il secondo per Daubenton, il semicanale dell' esofago per Perrault. II solerte Flourens impero dielro vivi- sezioni mollissime, vien concbiudendo cbe sonvi due vie distinte di deglutizione, cosi quella dell' esofago, come quella del semicanale, e i cibi in ragione del- le masse , dei loro volurai , sieguono 1' una o I' al- tra di esse nel primo caso , e quando gli alimen- ti teugono grandi volumi, passano nei due primi sto- raacbi ove s' iramette 1' esofago, nel secondo negli al- Iri due si iragittano lungo il semicanale cbe in que- st' ultimi rendesi. E il vomito e la ruminazione ca- ratteristici degli animali di cbe si ragiona ricondu- cono alia bocca via via e per porzioni regolale i ci- bi grossolani poco divisi dalla deglutizione pn'miera. Dell'ordine dei Rurainanli mancano nei contorni dell'Etnai Camelli le Antilope la Giraffa, esistono po- chi individui del genere Cervo, e osservavisi il ge- nere Capra Pecora Bove cbe prendiamo a descrivere. (i) Oenvres qni ont pour objet 1' hisloire natarel de la physiologic ei ranatomie comparee. Paris i8o3 3 vol. — »i7 — I CERVI Cervus Linn. Diconsi cervi tutti i ruminaoli la cui tesia e ar- mala di coma , ina se escliidesi quella dal Renne le femrainc nc sono prive raai senipre ; la sostan- za delle corna quaado acquista 1' iolero sviluppo e un osso assai denso senza pori ne sini; la figura va- riasi molto secondo le specie e nelia specie stessa secondo 1' eta ( i ) ; non slanziasi nell' Etna 1' Alee Cervus alces il Renne C. tarandus e molte altre specie di cervi e solo soggiornanvi il Daino il Capriuo- lo cbe venghiaino a trallare. IL DAINO Cervus Dama Linn. Fa soggiorno nelle selve mai sempre, presceglie le rimote soliludini che piii ingombransi d' alberi e non isdegna i sili montani. I boschi merigiani della Etna noa ne stanziano alcuno e solo in picciolo nu' inero trovasi in quel di Maletto di Bronte. II Daino dell' Etna dal muso al coccige prescnla langbczza di tre piedi parigini e sei pollici ; I'altez- za dalla spalla al piede d'innanzi e due piedi e due pollici , dai lombi al piede di dietro e due piedi e sei pollici , e mostra piu piccola mole del Cervo co- (i) Cqt. op. cit, V. I, p. 260. — ii8 — mune ; II colore della peluria diversifica nelle diver- se slagioni; nella stale il dorso i fiancbi e il di fuori delle coscie e d' un bruno-fulvo disseminati daperlutto di raacchie biancastre , menlre nei verni sono di colore bruno nerastro ; le naticbe in iutti i tempi si mostrano d' un bianco puro con una lista nera di ciasiuina parte , e la coda mirasi nera al di sopra bianca al di sotto , una linea nera si ve- de lungo il dorso il ventre 1' interno delle coscie ; il disotlo del collo la gola sono biancastre, e la testa il di sopra e i lati del collo come le garabe sono rossaslre. Presenla le corna divergenli, la parte superiore appiatlata d' avanti indietro e dentellala profondamen- te al suo bordo posteriore ; il basso della materia cornea rotondato conduce piccoli pugnali alia faccia anteriore diretta in avanti , e il primo corno non pria del secondo anno apparisce. L' istinto dell' amativita del pilifero di cbe si tratta e pronunziato abbastanza talvolta violento che la femmina disputasi coi raascbi fra cui sorgono sanguinose tenzoni ; si manifesta fin dal suo anno secondo di vita , e delle varie stagioni se ne in- vade dopo grinverni. La gestazione nella Daina otto mesi perdura o poco piu , e i suoi parti sono unici raetfendo al giorno un solo figlio in un anno Mostra sviluppato in un qualcbe raodo 1' istinto dalla sociabilita , s' aggrega iusicme cogli individui della sua specie, vive in truppe pressocbe serapre; e di tal comunanza traggon parlilo quando i boscbi elnei si ricolman di neve onde scalpicciarla e mel- teila in acqua ad avvantaggiarsi per cibo delle pian- le cbc cola sotto si slanno poiche spelta alia classe erbivora ne 1' istinlo dilanialore mosua sviluppato per nulla. Tiene una qualche educabilila , si dimeslica con agevolezza, e vive senza slento soUo questa fog- gia novella. Si cacceggia con braraosia dal mongi- bellese, perche le sue carni sono di squisito sapore, e nei pranzi ollre misura si pregiano. IL CAPRIUOLO Cervus Capreolus Linn. Ha domicilio nella regione netnorosa , e come- cbe si stasse nel folio delle piu fitle raaccbie , ama i luogbi elevali le scoscese le baize , e va a ripire sulle ir[e veKe dei raonti. Manca al tutto nei boschi merigiani deli' Etna e pocbi individui se ne scontra- no nelle selve di Maletto di Bronte. Cresce il Capriuolo dell' Etna all' altezza di due piedi e sei pollici , la lungbezza dal muso all' ini- zio della coda e di quattro piedi , il suo pelame e grigio nel generalismo , ma alcuni individui presen- tano colore rossigno o nerastro, sebbene il disotto del corpo e piu cbiaro del dorso e le natiche biancbe ; in esla la peluria e corta, piu dolce in inverno lun- ga piu folia ma sempre lucida nella. Le corna si elevano perpendicolarmenle sopra la testa, un primo pugnalc ba la faccia antcriore diret- ta in avanti , un sccondo piu alio ha la faccia po- steriore dirella indictro, cadono alia fine deU'autunno dopo la frcga e si rifanno nel verno. 120 Mostra avvenenza nella figura sagacia, vivacea- za , sensibilita , ed e bello della persona. Corre coa velocita di volo , si tiene circospetto al nascondersi che coi tanti giri e raggiri e coi moltiplicati circuiti tornando spesso sopra sue orme , implica soprammo- do r andamenlo di queste e del Irovamento il cac- cialore rende perplesso. L' istinto dell' amativita sigooreggia queslo pili- fero nel noverabre dell' anno , nolandosi coslante in araore e vivendo pressoccbe in maritaggio. La fem- mina perdura gestante poco piu di cinque mesi , e metle basso all' aprile due figli che piu tempo coi genitori rimangono. Nod tiene per nulla dell' istinto dilanialore , ed e frugivoro inleramente cibandosi di gineslre di ce- spugli di rovi , e in primavera raangia i germogli e le verdi foglie pressoccbe d' ogni pianta. Manifesla un qualche vesligio di sociabilita e seb- bene non mai coUegasi ad individui della sua specie, ne come i daini a grandi torme s'aggrega, vive so- lo in sociela di famiglia senzache degli eslranei s'in- tromettessero. Presenla atlitudine all' educabilita, si riducc do- meslico e bene si adalta alle condizioni di yila noa libera. La caccia del Capriuolo dell' Etna si fa dai cac- ciatori di Maletto di Bronle che gli danoo il guasto in varie guise , raa lo inseguono e lo sorprendono con piu facilezza al fioccar dclle nevi. Usasi con pia- cevolezza la came percbe guslosissima e la pelle ira- piegasi ad uffizi vari. 12 1 LE CAPRE Capra Linn. Hanno lo coma direllc in alio c indiclro il racn- to gencralmcQte guci'iiito di liinga barba e il fron- tale quasi sempre concavo (i). LA CAPRA DOMESTICA Capra Ilircus Linn. > Stanzia nei conlorni dell' Elna la Capra dome- slica ordinaria, die come tulle le altre variela di Ca- pre dotncsliclie e quclla di Angora del Thibet di Guinea di Siria d' Irlanda origina dell' Eagro o Ca- pra selvatica. Lc eslensioni illirailale di lerrenl pirogenici re- ccnli che trovansi nel dinlorno di Mongibello rende qiieslo osteozoario ivi comune, a preferimento degli altri punti dell' Isola. Presenla la statura di un piede parigino e die- ci, pollici la lunghezza maggiore dal muso all' inizio della coda e di due piedi quatlro pollici e sei linee e la coda la estensiooe presenla di Ire pollici. II maschio come la fcmmina hanno comuneraen- tc le corna che sono inlernamenle cave esternamenle (i) Cuvicr op. cilat. v. i, p. ayS. J Hi /Ice. Fol. XFI. 1 6 122 — beruoccolule rugose striate ineguali ; presenta- no una ciocca di barba sotto il mento due capez- zoli o grosse verruche che le pendono sotto il colic e una coda assai corta rivestita di pelo. Va in araore la Capra nei coolorni dell' Etna in giugno e viene ai parti dopo mesi cinque di ge- stazione al novembre, raetlendo in luce da uno a tre figli. Proporzionansi quattro mascbi a cento femmine per la fecondazione ; e qui e da meltcr paroia sullo esauriinento a cui i mariti vanno soggetli nogli eser- cizii delta funzione di generazione , che bisognano adagiarsi ai riposi piu tempo e non meno di giorni sessanta , o agli stancati mariti si fan succedere gli altri furiosi e freschi; fatfo che non succede per nul- la air ariele quantunque fosse raolto piu debole. Prendendo conto degli altri istinli che costituiscono la somma delle sue facolta la Capra ama i suoi fi- gli, e educabile, si familiarizza , e sensibile alle ca- rezze, sente benissimo la voce del pastore che la co- manda; poco socievole essendo, malagevole torna a guidarsi e ridursi in gregge, di errare piacendosi so- liuga nei luoghi ermi, inerpicarsi nei siti aipestri nei pcndii sdrucciolenti nolle rupi inaccesse; e nei raovi- menti e agilissima troppo versatile , cammina ferma- si corre salta si avvicina allontanasi ma nella corsa p rapida oltre misura. Tale raammifero da vantaggio e di varie cose. II laite e bellissima vettovaglia come valevole farma- co, e una Capra suU' Etna da oncie trenta di lalte in ventiquattr' ore; il companatico e la ricotta pero che con esso preparansi sono di qualita mezzana e meno quantila ne produce a raffronto di quelli di Pecora. 123 La carne dclle giovani Capre e piacevolissima al gu- sto; c il pelo a inolli usi s' impiega. LE PECORE Ovis Linn. Ilanno Ic coma dirette indieiro c ritornaoli piii o meno all' ionanzi in spirale , il loro frontale e generalmcnle convesso e mancano di barba. Una dellc specie mamraifere inleressanle come utile moUo, che tiene il ceppo dell' agricoltura delk civilizzazione dei popoli , aprendo alle famiglie agli stati , vastissimo campo d' indiislria e la Pecora che rinvicnsi adesso raramente selvalica e che poco su- scetliva dimoslrasi ad insclvalicbire di nuovo. Razzo singolari di pecore che rccaiio infiniti van- taggi per le preziosc lane, stanno nei vari punli del globo e fra queste tolgono preferenza i 77ierinos o Pe- core di Spagna fra cui figurano quelle di Segovia ollromisura pregevoli ; le Pecore inglesi e quelle pe- culiaruienle della Colonia dcgl' inglesi slabilita sulle eosle della nuova Galles mcridionale nella nuova Olanda; indi le Pecore d' Islanda armate in tesla di qualtro sei olio corna, ed in ultimo le Pecore delle Lande quella delta Marscb-scbefe in Germania , le arabiche , e quelle di Egitto rimarchevoli tanlo per la grossa loro coda da ollrepassare il peso di libbre quaranta. In tutto il vasto contorno che fa il conlado deir Etna e per la nafura geognostica del tcrreno come per le erbe che e suscettivo produrre la Peco- 124. — ra e coraiine e la Paslorizia sla in qualche modo di base alle forlune dei Mon/^ihellesi. Iq tutle le citta delle adiacenze del monte , e nei villaggi massimamenle moiti si trovaoo che fan- no delle paslorerie e che bene conoscono l' arte pa- storale. I piu gran proprielari ne banno mille o po- co piu; il generalismo quatlro in scicenlo, ed i pic- cioli, ne lengono da cinqiianla a duecenlo. Sul mongibello Irovasi solo la varieta coraune della Pecora, qualcuna delle Pocore di Barberia, che si alleva a bella posta per dilelto e vi si nota bensi qualche Pecora mistizza che dagli accopiamenti si origina delle due specie summentovate. La Pecora Etnea varia in grossezza secondo la nalura dei paschi di che si nutre ; cosi le Peco- re dei campi di Bronte sono di laglia minore che quelle dell' Etna nieridionale ; e fra queste ad emi- nenza distinguonsi le pecore dei contorni del villag- gio Bonaccorsi sia per la scelta dei paschii o le cu- re che particolarmente i pastori ne pigliano , tutta- via seguendo un termine medio la Pecora dell' Elaa presenta la slatura di un piede e sette pollici , la iunghezza raaggiore dal muso all' inizio della coda e di due piedi e tre pollici, e la coda e di pollici nove. La stagion degli arnori di tale raainmifero nel- le adiacenze di Mongibello e il maggio , pregoante perdura raesi cinque, e i parti in ottobre si avverano dando a luce ordinariamente uno o due figli , nella regione di Bronte pero i pastori fan no accoppiare le pecore in luglio in agosto , onde il parto cada in diccmbre gennaio ; e i mariti si proporzionano alle I2l5 mogli a quallro ogni cento; raostra sviluppato I'islin- lo della iilogenitura la comballivita ben palcse nei mascbi cbe fauno gucira c difeudonsi dal lupo pres- so le femminc cbe son liiDidissimc manca del Inllo; sla privo della dcslruttivila percbe Pilifero erbivoro, del senso dcir asliizia e della circospezione cssendo ani- male innocontc; n)a c sociale ollrcmodo vivendo in Iruppe niai senipre. Le pecore Etnec dimoran nella esta nei boschi alii , e nella Zona scoperta eve Irovano convencvo- le pascolo e in luUo ([uel tempo usano per bevan- da le acque cbe colaiio dalle ncvi inlcnerile dalla sfcrza del sole cbe 1' ingrassano come dai paslori si assenlc; nell' nulunno e aU'lnfreddarsi dell' acre scen- doD nella bassa rcgioiic nemorosa , e vi dimora- no dair ottobre al dicembre al gennaio ; inallora ad evitare i disagi delle nevi dci freddi si porlano nei bassi e calorosi campi salivi ovc Irovano cibo ver- nalc, II mammifero di cbe si favclla rcca ulilila grande a prezzo di facile vilto, in lallc, in carne, in lana, c in allrc cose. Prcparansi i companalici cbe sono materia di pingue negozio; le lane digrassale iterata- menle lavaudole in molli casalingbi lavori s'impiega- no , die si fabbricano gli albagi cosi adalli alia ve- slilura di qiiei tcrrazzani; c il lanificio cbe fassi nei diniorni di Bronte somiglia bene i grossi panni di oltralpe. Da ultimo dallo stereo si cava profitto per concimarc i tcrrcni reccnti vulcanici e dalla pelle si vanlaggia per otri e calzari. 126 I BOVI Bos Linn. Moslrano le coma dirette lateralmente e ritor- nanti verso I'allo o in avanti, a forma di mezzeluoe, e soDO dei grand! animali a muso largo a taglia mera- bruta a gambe robusle ( i ). E a aiettere innanzi la distribuzione geografica delle specie differenti d6l Bo- ve, sembra cbe la zona abitata di questo geoere di animali s' eslende obbliquamente nei sensi dei meri- diani a Iraverso tulti i climi ; due sono propri alia America del nord, il Bove muscbiato per entro il cercbio polare , il Bisone da queslo cercbio sino al 35 grado; due all'Europa /" Auroc e il Toro; qualtro air Asia il Vack il Bufalo arni il Bufalo ordinario e il gran Bufalo fossile ; uno all' Africa auslrale il gran Bufalo del Capo; ciascuna di qucste specie, ec- celte il Toro e il Bufalo dispersi in piu regioni dal- r uomo, resla circoscrilla in regioni limitate si dalle nalurali barriere come da quelle del loro islinto e in ciascuna regione la specie aborigena affella esclu- sivaraente un solo silo ;^2). IL BOVE ORDINARIO Bos taurus Linn. Fra lulti gli animali mammiferi cbe I'uoaio col (i) Cavier vol. i, pag. 278. (2) Desmonlins meaioire snr la distribation gcographlqae des animaux vertebres inoins les oiseaux Journ. de physiol. Fevrier 1827. — 127 — suo irapcro a se resi domi e fra quelli in ispecie die vicniniaggiormenle concorrono a collivare i tcrreni il Bue si ritrova 1' animale cbe gode della piu anti- ca doraesticila. II Bue e 1' animale ulile per eccel- lenza , 1' animale senza cui i poveri ed i ricchi du- rercbbcro molla fatica a vivere, la lerra rimarrebbesi incolla , ed i campi ed anche i giardini si vedreb- bero slerili secchi ; sopra di lui s' aggirano tulti i lavori camperecci , e il piiJ utile dimeslico della villa , il soslegno dei conladini , e forma tulla la forza deir agricolfura , allrevolte faceva tulla la ric- cbezza degli uomini, e lullora e la base dell'opulen- za degli slati , cbe non possono roggersi ne fiorire se non per la cultura dei lerreni e per 1' abbondanza del bestiame (i). Ila per caraltere specifico fronte pialta piu lun- ga cbe larga, e delle corna rolonde situate alle due estremita della linea prominente che separa la fron- le dair occipite. Nei crani fossili cbe serabrano es- ser appartenuti a quesla specie nello stato selvaggio, /' urus degli anticbi, queste corna si ricurvano alio innanzi e in giu; ma nelle innumercvoli varieta do- mesticbe hanno direzioni e grandezze differentissime e talvolta raancan del tutto. II Bove nei dintorni di Mongibello in pocbezza si osserva a cagione degli sterili terreni lavosi e per la niancanza di pascbi adatti ; se ne tengon alcuni per i lavorii della terra , e non Iruppe numerose , a I (i) Duffou p. 2, T. S. — 128 — propagarsi ed accrescersi e per vantaggiare del lat- le, del cacio. Senza questioneggiare sulle specie diverse che slanziano nell' Etna se sono razze dislinte originaria- niente, o dalla nalura dei terreni e dei paschii effet- lo e dei raodificalori speciali di quivi, certo si e pe- ro, cbe tre varieta ne possono distinguere di cui ec- cone il novero e i caralleri differenziali — Bove dei Graniti picciolo assai di corpo , coma corte peluria a foado biancastro ; ba lenue vigoria e relativa alia parva mole cbe un Bove di cotab a tre anni pa- reggia la potenza dinamica d' un Bove d' un anno di quelli del dinlorno mongibeliese ; slanzia nel vi- cinato del villaggio Graniti da cbe piglia nome tra- vaglia nella Plana di Castiglione e Caltabiano — Bo- ve deir Etoa^ — Presenla corpulenza maggiore degli anlidetti, ba stalura di qiiallro piedi parigini, la lua- gbezza dal muso all'inizio della coda, e sei piedi e quat- tro pollici la coda moslra la eslensione di due piedi le coma lungbissirae, e ve ne sono di quelli cbe pre- scnlauo la longitudine di due piedi e quatlro pollici, il fondo del pclame e rosso inlarsialo sovente di mac- chie di vario colore; slanzia propriamenle nei contorni mongibellesi; s' inipicga a due usi dislinti, ai lavorii della terra ma in pocbissimo numero ; a propagarsi soltaulo e questa e la copia maggiore cbe ci forni- sce di latle di caci. I Bovi di lavoro s' invadon d'amore e sgravida- no ogni due anni dietro dieci mcsi di gcslazione , quelli di arraenio pert) a raaggior vigoria nutriliva e non da faticbe infiaccbiti procreano ogni nuovo an- no un vilello, — Bove Modicano — il piu gran Bove — 129 — chc si conoscc in Sicilia, slanzia nella conlea di ]\Io- dica, ia val di Nolo, ma spcsso viene a falicare nel- la Piana di Calania , la sua lungliezza dal miiso al principio delia coda e di selte picdi c sei pollici , 1' allezza di cinque piedi e due pollici , mosria gran corpulcuza clic sogna due e Ire quintali finan- ce nel peso ; c le corna sono picciolissimi corli e il fondo del pelanic olivastro. Ma il loro dell' Etna prescnla raaggior vigoria d' organismo , ha Ic corna piu robuste cd acute il pelanic piu irsulo e le lenzoni fra loro sono violenli che batlODsi accanilamenle spesso ollre qualtore per dispularsi a femmina. 11 raammifero di cbe si favella e il domeslico utile per eccellenza , 1' agricollura il comracrcio lo lien ccme base di primo inlercssamenio ; la lecnolo- gia ne a\ vanlaggia per le corna ed il ciioio la bro- malologia vanla la sua bellissima carne il laUe il burro i caci , e la farraacologia fra i suoi modifica- tori la bile bovina la sugna comprende. E qui eslollendomi a qualcbe rillessione di zoo- logia filosofica, le modificazioni di organizzazione di pclame di laglia die gli animali prcsenlano in do- meslicila messe a paraggio cogli stessi animali alio slalo sclvalico, adcriscono bene alia leorica dell' cpi- gcsi e alle modificazioni dcgli svolgimcnli e della formazione succcssiva dcgli organi sccondo la naki- ra la specie il numero dci modificalori esterni cbe agiscon sopra essi, o mcglio secondo il sistcma del- le rcsislenze condizionali , cbe il noslro regime cco- romico induce; cosi la capra la pccora il bove do- meslici pcrcbe sommessi ad un assieme di modifica- Jtti Ace. Vol. XV I. 17 — i3o — tori special! , dissimili di quelli a che nello slato sel- vaggio soggiacciono una taglia porgono un vario svi- luppamenlo e dei colori nel pelame diversi. E i Ruminaali domestici del canlone dell' Elna aoche le sue parlicolarita ci presentano nel fondo or- ganico loro relative alle condizioni topografiche cli- matologicbe ova si vivono; laddove quesle specie do- mestiche slesse trasportate in America e ridolte nuo- varaente selvaggie in quei vasti deserti subirono tra- sformazioni raollissime secondo quel sistema condizio- nale di resisleoze che quei raodificalori speciali vi ad- ducono e presentano tulte le condizioni organiche fi- siologiche dell' animale alio stalo selvaggio. STLLA DEL SOCIO COURISPONDENTE PADRE D. CIAGOilO MAGCIORE CASINESE LETTA NEtLA SEDLTA ORDINAIilA DEL 20 SITTEMERi; l83g. ®®@®^®®®@@@@@@®®®®®®@@s@®® yUiontm ammalium dis'/ui'siu'onem alque ispet- clionem spernere iiult'ijnum est J'/iilosopho- cum nulla lex si'l milurae , cut 710/1 irisi aliquid admirabile . AmsT. de pari. auim. lib. 2. cap. 5. pacendomi a stuiliare allcnlaraenle le fisioloori- O' chc fuDzioiii de' raolliiscbi , cbe abitaao il fondo del noslro Jouio , ben presto mi avvidi essermi inoltrato in UQ pclago d' inlralciate quistioni cbe sono della massima imporlanza per la slessa fisiologia generale; raa reslai da uua baoda confortato dalla felice mia sitiiazione ia una citla marittima sila all' estremo di un golfo cbe a fonte inesauslo d' infinile ulili ri- cercbe non cbe di comode soluzioni mi si presta : dapoicbe e forza ripelere coH'immortale aulore della Analoinia comparala csser solo riservato agli abilaa- ti delle spiagge manUirae lo scioglimento de' piu aslrusi problcmi zoologici (i). (i) Cavier Anat. comp. lom. V, pag. 170. — i34. — E per verita la prodigiosa generazione de' mol- luschi qual vaslo campo di medilazioni alia mente non apre del naturalista filosofo , o piulloslo quale ineslricabile laberinto non para d' innanzi all' inda- galore fisiologo ? E se l' anatomia aniraale nella ge- nerazione de' bimani de' qualrupedi de' volatili ci sor- prende, di quanti misteri non e riveslita quella de- gli animali molli non bene ancora in tulla I' esten- sione conosciuli? Volendo deterrainare nel modo piu preciso una soslanza animale, cui mi va a genio no- mare coir interprele del peripaletico naturalista Fa- vagine di Aristotile.^ fa di mestieri togliere a guida i canoni di zoologia sperimenlale dal Signor Cuvier stabiliti, e la sua memoria sul Buccino grande {Buc- cinum undaium Lin. e Trilonium undatiim MuIIer) specie appartenente all' Oceano setlenlrionale. In que- sta memoria si trovano cbiaramente descrilti i fo- glictti mucosi annessi alia soffitta della cavila bran- chialc del mollusco , cbe sono meno nuroerosi meno elevali ed assai meno soltili di quelli de' brancbi. )) II loro tessulo, dice 1' autore, e di apparenza glan- )) diiloso , gl' inlervalli ne sono pieni di una gran D copia di mucosita cbe pare da quelli segregata. > lo sospetto cbe questi foglietli producono c formi- » no le capsule piii o meno complicate , nelle quali "i le ova e i piccoli di molti gasteropodi a sifone s stanno per qualche tempo alloggiali (i) )). II so- (i) Mem. sur le Grand Buccin. — i35 — spclto del primo analomista della Francia ha lulta r aria di probabilila: ollreche in corrispondenza di tale ipolesi egli medcsimo uel torno V deile sue lezioni tratlando della generazione do' gasleropodi a sessi se- parali rapporta di avere osservalo nella femina del citato Buccino ne' Cefalopodi nel Polipo e ncl Cala- maio Saggittalo di Lamark una specie di nodo ov- vero uoa glandula , per dove debhono necessaria- menle passarc le uova, che ivi prendono la materia del loro inviluppo. Or dopo le interessanti osservazioni di lui io re- pute inutile qualunque parola sulla ragionevolezza delle sue fondate congellure alToggetto, e sulla ma- nicra di spiegare la I'ormazione dello involucro ovu- lare in taluoi gasteropodi. II percbe passo senza in- dugi'o a far parola della Favagine di Aristotile. Essa vien fornita senza dubbio dalle glandule esistenti ncU'individuo femina del gasteropode, e che terminano il suo ovidulto. Benche di piccola mole in principio prende subito partorita da quelle un prodi- gioso sviluppo per prcstarsi meglio al successivo in- cremento de' piccoli, cui restcrna sua tunica serve a difenderli nella loro vita felale dagli urli e molestie aliene, ed il liquore glutinoso che scrba dentro fa le funzioni di vitello nelT uovo. Giugoe anche talvolta ad apparirc per la multiplicita delle uova del volu- me di un picde e mezzo quadrate , comunque secca e vuota prenda poscia il volume e quasi 1' apparenza delle spugne ordinarie, cioe di mezzo piede quadra- te circa. Non e tampoco a dubbiarc di appartenerc una specie di essa e precisamenle la nostra al Tritonium — i36 — nodiferum Lam. Brogna da noi appellate; benclic i priscbi naluralisli ora 1' abbiano colle pianle da loro delte Alcioni (i), ora co' nidi o colle niccbie di la- luni molluschi, ora colle spugne e la spuma marina confuso (2). lo noD niego Irovarsi in Runfio Ellis Rnorr Planco Argonville qualcbe Iraccia di conoscen- za di siffalte uova, comccbe non ancora bene carat- Icrizzale , percbe infermano di esperimenli le loro conclusioni (3). Ma i Sigg. Ferussac e Bosc chio- sando le parole di Arisloliic mi serobrano gli unici inoderni naluralisli fra la innumerabile turba de fran- cesi , cbe ne abbiano tenulo di proposito discorso , Domando la Favagine I'unomassa inembranosa, den- tro la quale i Buccini raccbiudono le loro ova , e r allro saccbi membranosi ovoidi 0 sferici , lalvolta solilari e per lo piu riunili in una massaj ma pochi cenni e nulla piu (4.). - (i) Ginanni che ne dii nna figura mcno esatta di qaella di Mercato la crpdeva una piauta, e due specie al par d' Impeialo ne ena- merava V. Opere postume Venezia i^SS, lom. H. pag, Sg — - Cosi pare la caratlerizzano i due Baliuini , sebbeae con diverso nome V. in progresso della presenle memoria. (2) Planco e Batarra la dissero Nido di conchirjUe. De Conchis minus nolis pag. 102!^ Fa quest' ultima accezione abbracciata gencralmente fin dai tempi di Dioscoride di I'linio drgli Arabi di Maltioli. V. IMattioli Opera Omnia. Gasp. Bauhini ia Diosc. De mat. med. lib. V. C. 94., pag. gSS. (3) Vedi in fine della Memoria — Argenville ne fa un oscurissimo cen- no cilando Arislolile, di cui traduce la parola Melikaera per la francese Frey, voce antiquala che vale mucthio d' ova 0 umore viscoso. (4.) Vedi Die. classiij. d' Hist. nat. torn. 11, pag. 533 — Star. nat. delle Conc/wjlie, torn. II, pag. 10, - .37 - Scnza cliirar molla falica ho avulo il bene di osscrvarc la noslra prima specie nel primilivo pcrio- do di suo sviluppo in liiglio. Essa adcriva debolmen- Ic a pill corpi marini iu un fondo di 24- piedi cir- ca presso la spiaggia di Ognina : presculava all' infuori una materia memLranosa duUilo di un giallo chiaro a forma cordala depressa nelle piccole borse, che la compongono; ciascuna di qiiestc ben levigala congiiinta per un lalo alle conligue offre pi'ij slrie longitndiuali salienti eleganline , conlienc circa 12 piccolissime larve del Tritoniiim nodiferwn Lam.ap- pena di un cenliraetro in dimensione , nuolanli ia UD liquido mucoso che ne riempie tutto il vuoto; ha dippii nella supcrficie inferiore meno convessa della superiore un foro rotondo del diamolro di un cen- lira. e mezzo, ma luralo 0 coperlo da una sollilissi- ma pellicola , che a guisa di operculo impedisce la effusione al hquido , foro che cerlamenle serve alia cscila del gasteropode qualora sara alio ad aprirlo , e qualora uon avra piii uopo deila lunica eslerna a venir difeso. Or posla a paraggio la prescnle specie di Fa- vagine in qiicslo primo periodo con quclla di un se- condo rinvenula secca nel Museo Biscariano cd in qucllo del mio Monaslero , io non la Irovo cresciula di un pclo nella dimensione dcUe sue borse di un dccim. in lunghczza e Ire qiiarli in iargo: il pcrche scmbrami dover siibirc piccolissimo incrcnicnto alio uscire dal corpo della madre , o rimanere per qual- cbe tempo piu compressa e quindi meno voluminosa dispiegarsi poscia per la sua elaslicila , coDscrvare seinpre la stcssa dimensione, e non mai crescere in Jlli Ace. Fol. XJ I. 18 — i38 — ragione del successive incrcmento del feto , siccoine vorrcbbero laliini aulori da me cilali; o alraeno non doversi inlendere la sua cresccuza in tutla 1' estensio- ne del lermine. Cio non pertanfo non si creda che un solo individno ne possa produrre tanla copia ad onla delia prodigiosa fecondila de' inolluschi da for- mare quesle masse membranose, di cbe ricco si mo- slra il Doslro Jonio; ma piutloslo pii!i individui gene- ranli tulti nella stessa slagione, in primavera, parto- riscono nello slesso sito quella materia naluralmente viscosa , e cosi le borse ovulari deli' uno s' incolla- no perfettamente a quelle dell' allro, come per nastri 0 merletti per usare i' espressione di Knorr. Concios- siache lenlando di separarne alcune sole, e a durar molta fatica per superare la tenacila onde lengonsi fra di loro avviticcbiale; laddove volendone disgiun- gere una manala , lo sforzo non e moUo , giaccbe non e in lutli i punli annessa od incollala al reslo delle borse, come gli alveoli delle api, cui la si pa- ragona da lutti. Di piu la figura dell' esaltissimo Li- ster ce ne mostra piu borse separate e talune incol- lale ad un legno, quasi fosse in quello la copia delle uova caduta, ma a quelle non ista congiunta massa di altre borse. Oltrecbe non sembra probabile un so- lo Tritonio formare una massa, non cbe ugiiale assai pill voluminosa del suo corpo. Un fallo notabilissicno poi coraunicatorai dall' illuslre prof. Costa da Napoli Tale ben a convalidare tale argomento. I marinari di Taranto, esperli nella pesca delle concbiglie, trovano spcsso le uo»a de'Murici in mar grande cosi disgiun- le 8 disparate, le raccolgono e le pongono a inuc- chio in un dato sito di mar piccolo. Cola vedi subi- — iSg — lo concorrcrc Ic fomine de' grossi Muriel per deporvi il reslo dellc nova, i masclii per accoppiarsi cod quelle; e cosi vcngono presi agcvolmeute da pcscatori gii uui e Ic allre. Or alia uoo dubbia luce di quesli falli riesce assai cbiara la inlerprelazione delle paro- le di x\rislolilc , il quale toccaiido della generazione delle Porporc , cosi a precise parole ci descrive la favagine. « Le Porpore in primavera raunandosi a J crocchio fauno cio die Favagine si addimanda , > quesla rassomiglia ad un favo pero non cosi D eleganle ; ma come se inlrecciassero insieme ud > lullo composlo di piccole corlecce di ceci bian- J chi (i). J Passando era a descriverc i piccoli gusci rinve- nuti dcnlro le capsule o borse di queslo secondo pe- riodo io noa posso pria astencrmi dal rapportare ,. cbe bruciata la corteccia di delte borse da puzzo corneo perche vera sostanza animale ; e pure duttile gialliccia somiglianle a scorza di ccci biancbi. Lo larve o concbiglielte cbe vi si annidano denlro della dimensiouc di un cenlira. e cinquanla millim. in lungbczza, di un cenlim. in largliezza so- no csilissinie Irasparenti e tali da moslrare appena gli spccifici caralleri , cbe piu a quel Trilonio le avvi- cinano , cioe 1' ultimo de' due giri appena forraati gibbosissimo il labio deslro rivollo all" infuori , una somma Icvigalczza nel sinislro o nel labro colunibel- lare ; non possono ancora essere apparenli ne nodi , (i) I/ist. Anima/iiim lib. V , cap. XV , pag. ^gG , ctliz. Dasilcae 1539. — i4.o — ne varici, ne canale alia base, essendo questi giusla r esallissime osservazioni di piu naturalisti il rcsulla- to dello sposlaraenlo del collare nel raollusco collo accrescere do' giri della spira , die appena moslrasi ne' giovani lesiacei iu doppio ordine , siccome nei Tritoni onde verge il presenle ragionare. Ke cio dee recare meraviglia , dappoiche il collare de' raolluschi viene col tempo acquislando organi, che danno nuo- va forma al labbro ed aggiungono agli orli prolun- gamenli diversi , siccome in molli giovani testacei univalvi a pello degli adulli e agevol cosa ravvisar- si (.). Non puo tanlo facilmenfe porsi a disamina il momento del parlorlre nel raolliisco , ma certaraenle se ci fosse dale seguire da vicino la natiira in que- slo rairabilissimo processo, bello riuscirebbe il vedere come in forma di liquido assai glulinoso si segre- gano in massa le ove dal gasteropode femina , 1' os- servare poscia come vengono successivamenle spie- gandosi in ragione dello incremento successivo della conchiglia e del piccolo raollusco ivi annidalo , che a foggia di esterno involucro della Favagine inve- stendosi, le fa prender forma di un favo di miele , ed aumenta sempre piu in volume , fincbe giunia r epoca di una qualcbe consistenza e grandezza nel raollusco, fendesi da queslo la fina corteccia o apre- (i) Vedi Brogniart nora. aS. Bullet, della Socield Filomalica di Pa/-iffi—\josc . Slor. rial, delle Concltiglie torn. I, pag. 275, Piacenza 1S22. I — i4i — si r opcrcolo, e vedesi uscirnc per lo forame abbari- donando quell' invokicro , il quale rcso piu leggioro perche vuoto si lascia trasportare a ludibrio delle on- dc semprc agitate, vieae a galla, ed e sbalzalo su per le spiaggc e pe diiri scogli. In questo slato co- raunctnentc lo prendono i nostri marinari, die spoii- sa di piilici di mart lo appellauo perche spcsso vi si atfaccano laluni cruslacei , come la Idotea tricuspi- dala (pulici di mart volgarmente in CataniaJ \ altri pert) lo chiamano Znfia. Questo prodollo animale comune a pii!i generi di rnolliisclii varia nella forma eslerna nel colore e nel- la specifica grandezza; sebbene poi da vari naturali- sti venga indiscrirainatamcnte Favagioe di Arislolile addimandato , ad onta di non esser sempre quello dello slesso gasleropode. lo di falto ne'passati giorni ebbi il bene di osservarne una specie assai vaga, per- che a fornialle o borse concatenate oblonghe e pie- gate a foggia di naslri ricci, a color bianco traspa- rente die passa al biondo cbiaro, assai difTereale da quella teste descritta; la sua mole di poco volume era vuola e quindi non mi presentava gli argomcnti del- la specie di mollusco, cui apparteuer possa: fu pesca- ta nel sito di Punta secca al di la di Aci Reale , dove potrauQO replicarscue le indagini. Oiiclla osscrvala nel .Mediterranco e discgnata da Planco e Balarra, appartenenfe senza dubbio alia Na- tlca inillcpunclala Lam. Coclea piinlala di Planco, die a iiido de' mollusclii speciosamente I' ascrivea , presenta una forma assai piccola ma simile nel colo- iC alia nostra Favaginc , e a borse raeao complicate 1 4.2 — piu aagusle c piu libere (i): le due specie rapporta- te da Imperalo differenziaoo uel colorilo , sebbene a giiidizio di Planco siauo entrambe una sola specie , dair autore una alia Favagine, e l' allra aU'Alcioiiio secondo di Aristotile aggiudicale ; presenla questa ua color nero , una forma inembranacea a forracUe or- dinate a guisa di favo, bcncbe da Imperato la si ri- ponga ne' vegctabili (2);. e figurando in quesla clas- se di esseri per ailora questa specie medesima venne da Giovanni Bauhino Fessicaria marina nigra appel- lala (3). La Spiima jnaris di Dioscaride e di Mattioli si vuole pure eslendere dal Mcrcalo a.\\ Jlcyonium se- cundum degli antichi, e quindi alia nostra avagino, ma non so con quanto senno (4-). In sorama quanti autori ban disegnato la soslanza in discorso altret- fanto ne ban dalo di specie diversa, siccome polra bene osservarsi prima negli addotti bolanici e prischi zoologi, e poscia ne' Knorr (5) Ellis (6) Lister (7) dallo stesso Ferussac citato, e cbe la reputava una parte raembranosa di utero dal gasleropode divelta : (i) De Conclit's minus nolis cap. YItl, IX , pag. 101 , App. lab, Xl, A. (2) Hist. nat. Venctiis 1672, lib. 27, cap. 8. (3) Ilist. plant, lib. 38, cap. 76-77. (4) M elallotliera J'aticana. iiuMiae 1719, rap. 111. pag. 98. (iij J'errinuqen der Jui/en ec. cc. Nuriiberg 1768, pag. IV, Tav. XIX. f. 2, 3, 4, 5, pag- 33, 34.. (G) An Essay tojr arils a Natural History of t!ie corallines arid ol- licr murine productions ec. ec. London i75ij, Plate XX XIII , a, pag. 86. (7) Hisioriae sivc Synopsis methodicae Cotic/iiliorwn. I^okI'im i6S4 lab. S79, 88(. — i43 — talchc possianio conchiiidcrc di csscr comiine a piii gasleropodi e Ibrsc a piii niolluscbi in generale qiio- sta inanicra di gcnerarc ie uova denlro una soslanza pria glutinosa , cbo poscia prcnde insicme un ccrlo volume per lo sviluppo del piccolo iiiollusco , c la larva della concbiglia, onde va qiiello difeso, finche crcsciulo il molle scmovenlc fora la scorza della me- dcsima , cd abhaodona quell' involucro , di cui non lia pill bisogno per la propria conscrvazione, esseudo orniai alto a guardarsi da se niedesimo; appunlo co- me i polli del volalili, cui uscili alia luce non gio- va piu la scorza ovulare cbe 1" in \ estiva (i). Ecco di quanta importanza ricsce all' occbio del filosofo ilkimiuato 1' esatla osservazionc c la minuta analisi do' piu iucalcolabili animali : dapoicbe piu a fondo si sludia il grau volume della nalura , piu ci si aprc 1' incslricabile laberinto de' suoi secreti, e pii'i si alza di quel niislerioso vclo, cui non e dato a raen- le umana tullo ad un Iralto squarciare. (i) Per ie Porpore pei linccini in generale pe" Mitili pelle Naticho ce ne assicura Planco iicl capo citalo, |icl ISuccino ondato, pelie Janline risiilla dalle analoiiiiclie osscrvazioni di Ciivier, per lo Tritotiin val- ga la [ircsenle iiirmorietln; il roslo vcrra fornilo da' zoologisti, clic vorranuo por meiitc alia mirabile gciicrazionc dc' rooUuschi. 4 T ^ I DELL ACCADEMIA GIOENIA DI SCIENZE NATURALI VOLUME XVI. — SEMESTRE II. SULLA U^FLCEIVZA DEL , KE^IS^O OB©^3\riCO NELLA FORMAZIOKE SELLA niElIORIA LETTA NELLl TOnNATA OHDINARIA DEL Dl 2^ NOVEMBRE iSSg. DEL SOCIO ATTIVO PE* (CAELO CEMJMELLAHO Alia mcnte perspicace degli assidiii scrulalori de' nalurali fcnomeui non e sfuggila al certo la par- te esscnziale clie il regno organico ha avuto nella formazione della crosta del Globo. « II geologo ve- dra J dice uno di qiiesti uomiDi illuslri parlando di mollusclii a spoglia calcarea t nella quanlila ionume- revolc di qucsli animali che si succedono di geaera- zionc ia generaziooe nella profondila de' mari , una delle pill ediventi cause dello accrescimento de' con- lincnli )) (i). Un' allro non ineno insigne, cbe vapor (i) lilainville Malac. pag. 8. : . — i!5o — le prime fra' geologi del secolo (i) , ragionando so- pra i cosi detli recinti corallici delle isole asiali- cbe e della Polinesia , crede non esservi formazio- ne anlica di calcario , che agguagliar si possa al- ia cslensione che occupano in oggi i lerreni madre- porici , i quali non consislono die di soli polipaj. Souo circa sei anni cb' io toccai di volo e per inci- denza queslo argomenlo, soslencndo la positiva parle che nella scorza terrestre hanno le spoglie dogli ani- mali ; e chi considera quanta porzione delle rocce calcaree cosliluiscano i resti degli organici niarini, chi riflcUe di quale polenza si fossero i banchi delle li- gniti, e le graudi formazioni del carbone, e quanta superficie del Globo occupino le foresle i boschi e le famiglie tutle vegelabili , non polra non conchiu- dere che in effelto 1' altuale crosla del Globe e for- mata assai piu di terreni nali dal decadimento del regno organico , di quanto da quelli che la nalura bruta ha preparato. Questa proposizione, che a prima giunta potreb- be per avventura apparir troppo ardila, non essendo slala fin'ora che appena in termini generah accen- nala, io penso polersi dimostrare col fatto anche nei terreni di Sicilia, quanfunque assai limitati , se con altenta disamina si anderanno partitamente conside- rando quelle formazioni, che di resli organici abon- dauo in raodo , da non lasciar dubbio sulla origiue loro; e se si fara in seguito un confronto con quel- (i) Lyell Principles of Geology vol. 2 pag, 280. 10 I le chc privo nc sono, e da ben diverse cause addi- moslrano, per allri carallcri, di provenire. Corainciando pria di lutlo dalla siiporficie di que- st' isola Iroverenio che gli alberi, gli arbusli, T erbe ed i miisci ne cuoprono, scnza tema di errare, i cin- que sesli almeno; restandone appona un sesto di nu- da arida roccia priva non che di pianle ma di ler- riccio che dalla loro decomposiziooe o disfacimento e principalmenle formalo. Ne considerevole riesce soltaulo il regno vegetabile per la eslensione di su- pcrficie che occupa, ma per 1' altezza dello slralo che il decadimento ed il cumolo de' suoi resti produce sopra tulta la cennala superficie. lo inlendo , oUre alle piante slesse vivenli, del lerriccio, che cosi iini- vcrsahnenlc sparse in Sicilia, si auraenta ne' boscbi in alto strato da noi dello silcano (i), prodollo dal- la caduta delle foglie c di allre parti de' vegelabili silveslri. •' Scavando suU' alia zona de' pineli dell' Etna tro vasi il lerriccio silvano che poco o nulla contiene di tritume raineralc, ed e intieramenle formalo di resti vegelabili : presenla inollre una sensibile gradazione di compallezza come si va allonlanando dalla super- ficie e si avvicina al suolo che lo sostienc. Soffice elaslica e leggera nc e la prima scorza , ove i fila- menti relicolali delle foglie, gli slecchi, i ramuscelli, gli slrobili, gli amcnli e le scorze di varii frulti sil- vani vi si riconoscono lultora. Come si va cavando (i) Gcmmellaco Elemcnli di Geologia ad nso della R. Universila di Catania, Cap. V, sez. 2. l52 pill addentro i caratteri di quesli resli si van dile- giiando, cd il terriccio divieoe piii bruno nel colore, piu i]mido ed untuoso , e divides! in zolle che of- frono una cerla coerenza di parti. Nel fondo final- mente esso prende un" aspelto di roccia, benclie raol- lo tcnera, cbe poco difierisce dalla torba. Questi Ire strati del terriccio silvano giungono talvolla ad una doppiezza di setle palmi, come assicurato mi sono io slesso; e talvolta ancbe di piu, come mi si asserisce de' boscbi di Caronia. Or se lutto il terriccio di cbe va coverta la Si- cilia, e per cui e cosi fertile ne' suoi terreni, si ra- gunasse in un sol punto, nessuna al certo delle roc- ce di altri terreni giunger potrebbe ad eguagliarne la massa. Ammettendo in fatti cbe il terriccio sicilia- no, r un per 1' altro, formasse sopra la intiera super- ficie dell'isola, cbe a 900 miglia quadrate e compu- tata, uno strato di soli due palmi di altezza , e vo- lendolo cumulare sopra un' area di 5o miglia qua- drate , formerebbe una montagna di 1700 palmi di altezza , lunga dieci miglia e larga cinque : tanlo vuol dire presso a poco la raeta del gruppo delle no- stra Madonie. Dal terriccio passando a' terreni di trasporlo si osserva che prendendo ad esaminare una massa di fango, essa contiene piu di un terzo di sostanza or- ganica, 0 in triturae o in decomposizione: ed il sab- bione stesso de' torrenti, raisto come e sempre a ter- riccio e resti organici, ne contiene circa una oltava, compensando quel cbe manca in talani con quel cbe sovrabbonda in alfri. E tale a dir vero resultar deb- be la quantita di soslanza organica ne' terreni allu- — 2j3 viali quando si riflelle per un raomonto come ven- gono essi formali. Le dirolte o diulurne pioi^ge die cadoQO sopra le terre elevate c sulle montagoe, scio- gliendo in prima il terriccio della superficie e (ra- sporlandolo quindi in mille serpeggianli rivoli sino alia parte piii declive del suolo ove lo acque in in- grossate froscie ragimansi, si va mcscolando ad alira maggior qnanlila, clie 1' abondanle plena frascina da allri puuli, unilamenle al tritume minerale delle roc- ce: e svcllo piii in giu, ove ba maggiore spessezza, sin dal piii profondo suo slralo dal lorbido e ruino- so torrcnte accompagna le zolle erbose, le radici, gli slerpi, gli arbusti e le annosc pianle fin' aofbe dclle anlicbe solve , e spesso gli ovili , le capanue e gli armenti. I bassi cainpi ne vengono inondali. i fiumi s' ingrossano e liaripano, ed il fango e le niinerali e vegetabdi soslanze ed i resti organici si spargono colle acqiie e ciioprono vasle superficie. Or nou son pocbi in Sicilia gli alvei de torren- ti, i lelli de' fiumi, e le basse pianure cbe di terre- no di trasporlo sono coslituiti : e quindi ancbe per questo verso , il regno organico coniribuisce a far j)arte dclla superficie dell' isola. Le paludi e gli sla- gni , il fondo de' lagbi ed i terrcni ordinariamenle inondati in tempo d'invcrno, presi insieme coslituir dcbbono una ben significanle eslcnsione di suolo in- ticramcnte coverfo di vegelabile sostanza. Le brccce ossee, assai piii comuni di cbe gene- ralmente crasi crcdulo appo noi , non presentano se non avanzi del regno animale , misli a qualcbe Iri- lume vegelabile ed a poca sostanza calcarea: cd una Jiti Jcc. rol. XVI. 20 gran parle delle groUe ne' lerreni calcarei banno il siiolo non d' aliro formato che di tali brecce, ed an- clie di ossa sciolte e triturate , che rinnovano alia menle dell' osservatore i cataclismi , che dovellero a tanto Irasporto dar luogo. II mare che rigella sul lido le spoglie de' vi- venli raarini, i fuchi, ed i polipai , conlribuisce an- ch' esso, al dire del Sig. Blainville alio accrescimen- lo de' conlinenli , col sabbione concbigliare , e colla breccia raariiia: il primo, sebbene non mollo frequen- ts in Sicilia , forma tutlavia una parle di superficie del capo di Melazzo ; e non e indifferente il tratto che copre del litlorale di Sciacca e di Girgenli. Ma la seconda , composia di granelli di quarzo, di mi- cascislo, di scislo argilloso e di Iritume di conchiglie marine , di polipai , cd anche di legni , forma dal capo Peloro sino al picciol golfo di Scbiso la base di tutto il sabbionoso litlorale, a meno de' promonlori di S. Andrea, S. Alcssio cd Ail che colle loro coeren- tissimo rocce cadono a perpendicolo sul mare. Que- sla breccia e di tale consist cnza e compatlezza che giunge a prestar oUime pielre da molino. Innollrandoci nelle rocce del pcriodo terziario , non essendo piu dubbia la originc di quelle forma- zioni calcaree le di cui rocce nou oflVono che un triliime di rcsli organici marini da capo a fondo, io rapidaracnte parlero di qucsle rocce in Sicilia. II calcario giurghdena consideralo come la piii rf'ccnle delle rocce terziarie non si riduce che ad una breccia composia di trilume di coralloidi, di oslriche di allre bivalvi, di uaivalvi , ed in taluni sili si so- _ ll)b' — no pure Irovate ossa inticre di aoimali terresiri (r). Rcsli tulli appartcnenli una volla ad esseri vivenli, e die sono il prodoUo di animali segrezioai , che ora in conchiglie, ora in altre spoglie, ora in ossa, ora in madrepore cd iu allri svariali polipaj sono slale modificate. La formazione di questo giurgiulcna in Sicilia non occupa indiffercnle spazio ; sin dal capo Paciiino puo esso accompagnarsi lungo la spiaggia di Avola, e per luKo il trallo del lillorale di Siracusa sino al porto di Agosla. Ricoraparisce tosto a due lali del capo Xifonio, gira ncl golfo di Catania sino all'AgnoneJ Ritorna a raostrarsi in seguito sopra le paludi del Morgo, de" Panlani, ed in continuazione a S. Dcraetrio; gira per Primo sole cosleggiando di la in poi gran parte del lermine mcridionale della Plana di Catania. Nella parte seltentrionale dell' isola si scopre presso il capo Calava sul mare Tirreno, e poscia nei conlorni di Palermo: cosleggia in seguito 1' altro la- lo di Sicilia e presso Trapani , Marsala , Mazzara , Sciacca sopratutto e Girgenti fa fronle al mare e si estendc buon tratto enlro terra. Neir interno dell' isola poi osservando una gra- na piu ruvida e racchiudendo grande quantila di ostricbe e di pcttini s' interna da Lentini verso Mili- tello ; cuopre le altiire di Samhucina Capodarso e Caltanissclta, e per fine anche quelle di Girgenti. (i) II Soc. Cap. Lazerotti ne possiede dnc pezzi da! giurgiulcna di Agosla. - — i56 — Quesla roccia cbo quasi inlieramente di organi- ci puo dirsi formata, ollre alia eslcnsione die occu- pa, come si e rapporlato, e di una doppiczza consi- derevole , e pari a qualunque allra del periodo ler- ziario , meno quella dell' argilla blii, e del calcario Ibleo. La pielra di Siracusa poi, e tullo quel calcario cbe col nome di peltinifero sen glace appoggialo al- ia catena iblea, uon sono in ulllma anallsi cbe am- massi imracnsi di concbiglie e di pollpai triluratissi- mi, e cbe servono di pasta a concbiglie intere e rot- te , a pollpai a crostacei a pesci e ad allri organici raarini. Queste due formazioni intanto comlnciando dalla spiaggla di Avola slno ad Agosia si affacciano per buon Iratto dal giurglulena e van costegglando la catena iblea pel lato di tramoniana e pouenle , vale a dire da Carlenlini slno a Grammicbele : co- stituiscono quasi un terzo di tullo 1' anllco val di Koto, tanto imporla 60 mlglla quadrate in circa, non gia di superficle, ma di solida profondissiraa roccia. lo non vengo ora a soslenere cosi di volo, co- me il calcario di tulla la catena iblea si riduca ad un trltunie di resll organici marlni plii fino, e quin- dl coir aspello dl roccia compalla: cbi ne dubita an- cora non dee allro oprare per fame esperlmento cbe romperne i pezzi ed attenlamente alia Icnle esami- narli , e restera convinlo io spero di uua asserzlone cbe si basa su' fatll. E ben questa la formazione cbe ba presenlato una scrie assai lunga di generi di con- cbiglie blvalvi ed univalvi, di pesci, di crostacei , e dl polipaj: e mai un pezzo se ne dlslacca, senzacbe i fraulunii o le intere spoglie apparlscano alia luce. — 107 — Si dircbbc a prima visla che una roccia piira- mcntc mincraic avviluppassc Ic spoglie degli organi- ci , e clie tull' allro ia pasla si fosse de' rest! gorni- tolali c ravvolli in essa: ma ua' alien lo esame fa lo slo riconoscere che il calcario slcsso che serve di pasla alia breccia non e che ua finissimo Iritume organico : e quasi poca pruova di sua vera origiae polesse prcstare co' Iriturali rimasugli di esseri che furoDO gia vivi , di una enorme quaulila di pclro- leo viene il calcario ibleo investilo ed imhevulo nelle carriere di Vizzini e di Ragu?a: e si lagliano ia og- gi dagli intraprenditori della illuminazioue a gas del- la nostra 31clropoli. Tulla questa formazione inlanto del calcario ibleo, co' preccJeuli peUinifero c giurgiulena, noa sono for- se quelle che coslituiscono la inliera lerza parle di Sicilia? La slessa argilla blu co' suoi gessi, col suo sa- le , col calcario Ijianchiccio, col gres e coUe raarne quanli bauchi di lignite non coutiene essa mai ? E qui passando sopra alle raie idee sullo zolfo, la di cut organica origiue or conlrovcrsa or soslenula dai dolli di Europa, forma soggctto di quesilo lull' ora per lo anno 184.0 e i84.i della socicla olandese di Scien- ze in Harlem; ma che dopo quaoto nc ho dello , e dielro la esposta estcnsione di lerrcni prodotti da sole organicho spoglie non dovrcbbe riuscir moUo dubbia, non e forse la slessa argilla blu raescolata a grande quanlila di resli organici marini ? \ olgcnJoci alle secondarie formazioni , vero e pur Iroppo che poco vi figurano gli organici : ma e quivi per T appunlo che le sorgcnti di pclrolco di — i58 — Pelralie e Nicosia, che le argille bituminose di que- st' ultima, r asfallo di Bocca d' urso si trovano; e se a queste sostanze, che dagli organici in gran raassa sepolti provengono, si uniscono la quantila de'fucoidi nelle marne delta Placa, le amraonili le belemniti le plagiostome ed allre spoglie della formazione giura- frica, froveremo che anche queste rocce ban sofferto la influenza del regno organico, e cbe il solo terre- no di Iransizione e primilivo, se pure puo dirsi con cer- tezza che lo fosse , dclla provincia di Messina cogli scisti, colle puddinghe, colla grawacca, col mica sci- sto e collo gneiss non presentano resti organici cbe le rarissime volte. Quivi quelle rocce nella coerenza delle loro parti , nella cliimica aggregazione , nella struttura raineralogica , ne' componenti crislallini in gran parte , nell' arida superficie negata alia vegeta- zione, negli scoscesi fianchi, ne' piccbi e nelle scabre creste, nelle strette vallate, nelle salite murali e nci balzi perpend icolari , fanno scoprire ad ogni punto un terreno forraalo senza il concorso del regno or- ganico , e forse in gran parte dovulo alia sola po- tenza del fuoco. Bla ultimo braccio della formazione di Calabria non occupa quel terreno in Sicilia cbe la vigesima parte appena di sua superficie. Raccogliendo queste pruove noi possiamo tenere quasi per fermo cbe di tulla quant' c nostra isola, dando due seste parti alle calcaree forraazioni , ed anche una sola a lutti i terreni di trasporto del sab- bione conchigliare , alia breccia marina , agli stagni alle paludi ed a' laglii, al terriccio ordinario e silva- no ed alle atluali famiglie vegetabili, per nulla cal- colando quanta massa di resti organici si raccogliC' — IJCJ — rcbbe dalle rocce (erziarie e scconilarie , avremo al ccrlo mcla doU' isola die Irae oriijine dagli organici cd c forraata da' resti , dal disfacinienlo e dalla de- composizione di qucUi. Appoggiali allc pruove clie quesia ultima parte d' Italia forniscc, si puo piii francaraenle spingere in- nanzi il ragionameuto siillo stalo del resto della cro- sta del Globo. Sfornili dell' appoggio de' fatli i geo- logici ragionari si riducono a mere inutilissime ipo- lesi: ma all' inconlro tutto cio che si deduce da esalle osservazioni , se non c sompre vcro o generalraenle talc, Don nc e almeno moilo discosto. Lasciando perlanlo il rislrello cercbio de' feno- meni cbe un picciol punto delia terra presenta , ed innoltrandoci nclla cslensione de' continenli e delle isole cbe formano la supcrficie della terra, si trovera cbe le stesse formazioui c le circostanze geognosticbe stesse die considerate abbiamo in Sicilia , in campo pill vasto si appalesano ne' grandi terreni ; ma non restano intanto le nostre cbe come in minialura sol- tanto. Cosa sono mai i boscbi dell' Etna e di Caronia rispetto alle sclve calcdonicbe di Scozia a quelle di Ulster in Irlanda , alia Ercinia di Germania , ed a quelle di Pensilvania c di lutta l' america seltcntrio- nalc? Di quale cslensione non sono clleno le torbie- re ncgli umidi e bassi terreni del Nord di Europa e delle allre parti del mondo ? E da noi si ricono- scoDO appcna. Quante vaslc paludi , quanli terreni inondali , quanti cstisissimi lagbi non offrono i due emisferi ? Quaoto non e polcnle lo stralo del terriccio di — i6o — quogli aperli paesi ove I'erbe non vengon diseccate dal sole e si disfanuo morendo sopra le precedenli dive- nule gia quasi melina? E quanto non lo e quell' al- tro silvauo nelle foresle ove piede uraano non enlra, ed ove sono sorii e caduti pel lasso de' secoli le fo- glie delle piante, i rami, i frulti , e le piante stesse silveslri? Le vasle lande coverte di maleriali d' allu- vione, gl' alvei di spaziosi lorrenti , il fondo di ira- measi lagbi, i lelti di grossissimi fiumi , e li Delta che formano e vanno semprepiu ingrandendo alle lo- ro foci, sono per 1' appunlo ne'grandi continenli dei due emisferi , ed ivi si possono con stupore ammi- rare. Non poca porzione della quinla parte del mon- do, io dico la Polinesia, ribocca di isolette madrepo- riclie. Val quanto dire di isole formate soltanlo di materia calcarea segregaia da' piu piccoli ed imper- felti animali; cioe a dire da polipai. E le aslree, le cariofillie , e le madrepore sono giunte ad intral- ciarsi talmente fra di loro, ed accrescere tanlo i ni- di e le ramificazioni loro da formare solida base al deposito di conchiglie di animah marini estinti , di legni, di foglie e di rotlami de' polipai istessi spinli dal mare sopra quella base: e la vegetazione e ve- nuta ad esfendervi il suo impero ed a renders quei recinti veri terreni inlieramente organici. I sabbioni concbigliari cosi scarsi in Sicilia , giungono a formare liltorali intieri in altre parti del mondo (i). (i) De !a Beche 200. Come a S. Ospizio presso Nizza , nelle coste di Sardegna , di Urdevalia in Svezia ec. — iGi — I calcarii del pcriodo tcrziario come i noslri DOn niancano dapcrlutlo ; vi soiio anzi nelle graiidi ed cstesc formazioni giiirassicbe le rocce ooliliclje , rarissime ne' noslri tcrreni sccondarii , e qiicsle slu- pendamculc , e piu cbe allro calcario, non consisto- no che di un' ammasso di piccoli glohicini organici a luoiclic concenlriclic , i cjuali alle uova de' pesci si rassoinigliano, e per cui oolili son detle. Le eslese conlrade clie cuoprono Ic formazioni del carbonc sono di raeraviglia al geologo cbe ne coDsidera la provcnicoza : e uel liflellere cbe svelte, ammassate e compresse foresle, o vastissime torbicre furono un tempo i bancbi altuali del carbone , non piio non coiicbiiidere cbe piu polenle di quel che in oggi non e , si era la forza vegetativa delle prime epocbe della terra. Allre pruore , cbe 1' isola nostra offrir non po- Ircbbe che a stento, nella sua picciolczza , prescnta- no i continenti nol pcriodo secondario colla prcsenza de' grandi sauriani , de' pterodaltiii degli ictiosanri dcUe emidi e di altri aaimali di paludosi terreni ; come se un riliro di actpia lasciato avesse grande porziono della siipcrficie terrcstre in uno stalo di pa- dule e di slagno. In oggi i resti di qucgli animali oollo stralo fangoso cbe li sosleneva , co vcgelabili die lo lapozzavano, c colla lorba cbe vi facea sedi- mcnto ne' fondi , sono coperti da allri terreni e for- niano parte osscnziale della crosla del Globo. Noi ne abbiam riguardalo di volo (in' ora la sola parte solida , la quale non forma che il quinio appena della inticra siipcrficie nel noslro pianela. II mare nc occupa gli altri quallro quinti , e non si Alii Ace. Fol. XVI. 2 : l62 coQOSco di che sia formato il suo fondo, ossia il ri- raaocDle della superficie del Globo. Essa non puo mollo difforire pero nella natura , dalle rocce che restano alio scoperlo delie acque nelle isole e nei conliaoDti. Se per contenere , iofalti , tanli organic! rnarini le rocce del periodo terziario e secondario stimaosi cotue formate in seno del mare , ae nasce per giusta consegiienza che tali esser debbono quelle che oggi ne costituiscono il fondo, dopo il non in- terrotto deposilo di marine sostanze, e per quel Irat- to di tempo che e scorso dacche le teziarie forma- zioni son venule alio scoperto ; con una differenza che le rocce cosi delte primitive, pirogeniche e vul- caniche nude e deserte una volta sotto 1' atraosfera che cinge la terra polranno appena coprirsi di vege- tabili; ma quelle della slessa nalura che sono al fon- do del mare debbono necessariamente veslirsi di ve- getabili rnarini, di resti organici e di immensa quan- tita di sostanza animale piu che d' allro. Inpercioc- che grandi quanto si fossero le quanlila de' material! trascinati dai fiumi, grandissimi i deposili di spoglie di conchiglie: non dovranno esser minori quelli che resultano da' resti degli altri organici che cuoprono 0 che abitano il fondo del mare. Noi non conosciamo di questa enorme massa di acque che quanto puo scoprirsi a poca profondita dei littorali. Delle piante marine abbiam veduto quelle che il mare rigetta sulle spiagge; il mare il di cui movimento nelle piii forli tempeste non si estende piu in gill di quindici a diciotlo piedi , eppero le onde piu violente non possono strappare che le pian- te marine che stanziano sino a quella profondita. Ma — iC3 — cosa sono mai qiicslo ? Sono come le pianlarelle al- pine die si vegguiio nasccre a slenlo sollo le ruinose creste di allissime moDlagne; e valeiidoini di qiieslo esempio diro die 1' idea cbe possiam noi forroarci degli orgauici niarini e quella die si foriiiereblie un uomo il quale, ahitalore sollanlo di alpine confrade, altornialo di gioepri , di lanaceli , di arlemisie , di belule, di larici e di allre piante montane, non puo imaginarc esservi allre pianle fuori di quelle die lo drcondano; egli non conosce nessuna delle frultifere del suolo bealo delle pianure , e delle amene \alli de' bassi lerrcni. Vedra egli volare per 1' aria gli a- voltoj , le aquile , gli sparvieri ed aliri uccelli delle montagne ma ignorcra del luUo quelli trampolieri che vivono negli stagni o gli anscnni cbe passaoo i giorni nclle acque. Vedra la gazella , il camoscio , il daino, la lepra, lo scojaltolo, e non si formera mai idea della ligre, del leone, del camello, della giraf- fa (leir elefanle : ed in ugual modo de' reltili , dei pesci , e degli insclti non conoscera cbe la mcnoma parte ed incomplelissimamente. Non molto dissimile e la nostra siluazione ri- spctlo agli abitatori del mare. Cbe sappiamo noi di animali marini cbe vivono ben' allra vila di quelli cbe si vcggono guizzare alia superficie delle acque , o nudarvi a poca profndila, o affacciarsi lalvolla per scomparire a lungbi-siino tempo? Saranno i soli uuo- talori gli abilanti del mare? La natura cosi varia cosi gcnerosa nolle forme degli animali della terra , della quinta parte del Globo , sara poi cosi limitala cosi austera ne' qualtro quinti della di lui cstcnsio- ne? Le pianle marine si ridurranno solamcnte a fu- — 164- — cbi a flustre , a coralline a gorgonie? Non vi sara una vcgelazione piii sviluppata ove il mare tranquiU io ammeltera un genere diverso di esislenza e di vi- ta ? Che che ne dicano quelli die pretendoao , la gran pressione dell' acqiia e la mancanza di luce es- ser lanto nociva alia vita quanto il freduo e la ra- refazione dell' aria nelle alte regioni dell' alraosfera , hisogna confessare che la natura ci presenta talvolta fenomeni che si stima»ano pressoche impossibili a ve- rificarsi; ed e contrario a lutto cio che vediamo del- le sue operazioni il pensare che il fondo del raare sia sgombro di vegetazione e disabitato di esseri vi- venli. Noi possiamo liberanienle dedurre, dice il sig. De la Beche nelle sue ricerche sulla geologia teore- tica , che come il mare varia nella temperalura e nella sua pressione , e probabilmente nella somma deir aria sparsa nella sua massa, in proporzione alia profondita, cosl le creature marine formate sono per adattarsi alle condizioni solto le quale debbono esi- stere. Ma sia pure come si voglia , da quanto il ma- re senza potersi recare in dubbio presenta di orga- nico puo ben calcolarsi che il suo fondo debbe ne- cessariaraente esser coverto da' resti degli esseri : e basterebbe la sola decomposizione de raorti molluschi e de' pesci , che da tanta quantila di sostanza aoi- male quanto tutta la massa dell' acqua marina ne e infelta, per combinarsi alle spoglie calcari de'viventi marini co' resti della vegetanli faraiglie, e formare non picciola parte del fondo de' mari , baslevole a con- trobilanciare con tutto il resto de' terreni privi di spo- 1 Gj — glic organiche che si afiacciano uudi e deserli fralle iormazioni de' continenti. Che vado io rccando piii fatli ed escmpli a dar luce al mio assuiilo , di liscliiarare cioe c dar piu saldo ap;)oggio ad iiii argomenlo cbe conduce a s(a- bilire una vcrila la quale se non e sfuggita ai saga- ci naturalisli c da me stcsso allra volta annunziala ( Effcmeridi per la Sicilia num. ^G. iSSy.) non e slata pcro con pruovc di fallo dimostrala. Opera e ben quesla di piu inaluro , ed esteso lavoro , a cui mi accingero forse in appresso: mi basta per ora il po- ler non senza fondaniento conchiudere che sia pure di solida roccia miuerale la massa del globe: lo di- moslrino i graniti i porfidi ed i basalti colla loro comparsa altraverso le nelluniche forraazioni : Io di- moslrino le cupole frachiliche, i sollevamenti de' ter- reni e gli ardenti vulcaui che sviscerano dal piu pro- fondo di lore focolari malerie prellamente rainerali. Ma la scorza pero della terra, quella che coUe sue elcvazioni si innalza sopra il livcUo del mare , e quella di quadrupla estensione che le acque ri- ricuoprono, e formata per piii di mela solto la in- fluenza del regno orgauico: vi sono anzi terreni con tale abbondanza di organici che, al dire del cilalo sommo gcologo inglese (i), se i resti ne fossero tolti idalla massa di fossilifcre rocce in generale , tanla somina di maleriali verrebbe a togliersi, ed il volunae relalivo dell' insieme verrebbe lalmente dirainuilo che (i) De la Beche researches in theoretical Geolog. pag. 224. — i66 — in molti casi roccie composle di resti di animali ma- rini principalraenle , scomparirebbero quasi del tutlo. Vi sono ollraccio raoltissimi lerreni che di soli resti or- ganici si veggono costituiti da capo a fondo, e per cLii correltamente il nosiro globo zoo-Jito-ierraqueo ap- pellar si dovrebbe. OSSERVAZIOi\I SOPRA mmm DEL SOCIO CORRISPOiNDENTE PADRE D. FRANCESCO TORNABENE CASINESE liSTTA NELLA TOUItATA DEL Dl 12 DICEMBRE 1 859. ■> *■ OSSERVAZIONI SOPRA GLI ENDOGENI Quantunque fosse utilissima cosa a conoscersi la strutlura dei vegelabili Monocoliledoni a tronco legoo- so, tultavia gli scrillori del giorno non Lanno dura- to ifavagli a pienaraente descriverla; poiche siccome e parere di Alfonso Decandolle, gli endogeni arbo- resccnti sono in tulli i paesi meno comuni degli eso- goni, mancando in molte estensioni della seltentrio- nale Eiiropa: talche i bolanisli ansiosi di osservarli li ban vcduti nelle scrre ova Icngonsi a caro per tagbar- li e sommeltcrli a sperienze diverse. Per la qual co- sa vi sono dei punli conlrovcrsi e dubbiosi che biso- gna ancora conoscere sviluppare e cbiarire (i). (i) InlrnduclioD a I' elade de la BolaDJque par M. Alphonse de Can- dolle pag. Sg. Atli Ace. Fol. XVI. 22 — lyo — II clima della nostra bell' isola porta rigogliose le Jucche le paline i Banani le Agave , die spesso matLirario le loro frulta le quali slanDO ad ornamen- to dei giardioi. Questa posizione felice mi fe veoir pen- siere tutta esamioare accurataraente la organizzazione dei mcQOcotiledoni arborescenti ed erbacei, vederne le funzioni fisiologicbe , e delineare a buono della scienza due quadri uno anatomico od arganografico; r allro fisiologico ; coaiparativi tra gli endogeai ed esogeni. Ad amor del vero impertanfo e da dire, che De- sfontaines (i) dopo Grew e Malpigbi , col viaggio ia Algeri al 1791 primo osservo la discrepanza tra i Iron- cbi di questi due naturali classi nel regno vegetabile incantato della bella vegelazione delle Palme indige- ne e quella meridionale rogiono. Ei significo allora le sue prime idee al sig. Daiibenton (2) cbe poi da lui rese di pubblica ragione (3), furono accrcsciute e con- fermate da Du-Petit-Tbouars. De-Martius facendo ric- ca coUezione al Brasile di Palme descrivevale rainuta- mente, e confidandone 1' esarae anatomico al sig.BIohl videsi la scienza arriccbita di nuove e peregrine co- noscenze (4-). Questo autore a mal dritto rimprovera in molti luogbi al Desfontaines, ma questi e stato ri- vendicato d' Alfonso Decandolle cbe rivangando le (i) WeiD. de ristital., sic pliys. et Hath. I, p. 4-78. (2) Joarnal de Fourcroy 1791., vol. 3. pag. 325. (3) Mem. de r institut. sc. phys. et Malli. vol. 3, p. 4.78. (4.) De Palmarum structura in f. coQ iG rami esatii ed accarati Mu- nich. iS3i. A la snite des graode ouvrage de M. Martius sur les palmiers. — >7' — pcdalc dogli anlidclli scrillori in pocho riglic onuncia i pensaracnli dci diversi scrillori e ie varie doscrizio- ni circa Ic pianto inonocoliiedoni o cndogcni (i). Molli individiii AcWa. Musa paradisiaca-sapientum^ Chamaerops hiunilis , Yucca aloijolia^ Phoenix da- ctylij'era iion die di sud'rulici ed erbe alia classe dei monocoliledoni spcllanli slanno con rigogliosa vege- tazionc nel mio orto bolanico. Tra qucsli una Yucca conlava undici anni, e tenevasi aita dieci piedi cir- ca: ii diamelro del Ironco siiperiore, proso 7 pollici solto la parte aguzza e floresccnte era iPvs' circa (2): la radico era mezzo piede profonda nel diametro di 8 pollici circa, e dal fittonc diparlonsi varie grosse radici dirigenli 1' estreraa loro parle all' almosfera. A quosla Yucca nn giorno tagliai intorno inlorno il tronco nolla profondita di ^'^-^s grossezza rispondente al si- slema fibro-vascolare: ia queslo stale roslo molto tem- po la pianla senza soffcrire deleriorazione alcana. In- di il laglio profondai vicppiu sino ad 1P2' circa, cioe divisi il tronco nella sua grossezza, sino al sislema fibrocellularc; in queslo slalo la pianta sensibilmente appassiva in quella mcla rispondente al taglio, men- Ire era vegcla ncll' allra altaccata al ceppo. Poslo cio cominciai piu scrupoloso lo esame. (i) Op. cit. Bnixelles iSSy p. 33/. (2) I trotichi nc' Monocoliledoni arborescenli variano in grossezza, e DOD haono misura prccisa costanle, matcmatica. — 172 — PARTE ORGANOGRAFICi § I. Radice La radice e coperia di molte squame alterne e soprapposle le une eotro le altre; d' ua colore rosso- fosco: la loro direzione trovasi opposta a quella del- le foglie aeree, cioe rivolte aU'ingiu; il sue ceppo partiscesi ia altre grosse radici cbe impicciolisconsi quaalo piu si profondano in terra e crescono per al- lungaraenlo, come ne' dicoliledoni: esse gettano delle radicelle per ogni senso, Ic quali traggono origine dal ceniro, come vedremo, noa mai da lenticelle co- me negli esogeni 0 dicoliledoni. Queste poi vengono conformale non altriraeati alio esterno che le radici, c lerminano in punle acute contraltili detti spongili. Tagliando orizzonlalmenle circa tre linee sopra del termine una di queste grosse radici, vedesi altac- cato alia scorza ua circolo di bianca materia densa facile a distaccarsi ; questo pezzo della grossezza di mezza linea esaminato a lente di piccolo iograndi- mento vedesi una bianca materia cellulare sparsa ir- regolarmente di puntini biaocbi diafani; proseguendo questi tagli orizzontali , questi punli vedevansi piii chiari ; anzi tra io spazio voto compariva un punto pill denso e bianco: facendo un' altra sezione a cin- que linee sopra la radice medesima , la lente ci av- visava cbe i punti biancbi eran vasi, onde tagliai un pezzo rolondo orizzontale, a modo cbe molti di que- sti vasi isolataraente dal piano del cellulare sistema sporgessero, ed ove stava una radicella, da quel ta- — lyS — glio anco divisa in mela. La lenle ordinaria presen- tava i vasi ben forraali di sislcma cellulare composlo di globuli ovali; pero soKoposto queslo cd i pezzi an- teccdenti ad un raicroscopio armato , il sisteraa cel- lulare vedevasi formato di globuli a parcti poliedri- che trasparcnti, biancbissime, argcutee; si vedeva cbe questi globuli ammassali gli uni su gli allri forraava- no dellc prolubcranze sul piano di quel sistema , e questi eran i vasi cbe mostravansi sotto la ordioaria lente. In queslo mcntrc volli tutti questi vasi nel lo- ro principio conoscere, e vidi, cbe i globuli presen- tavansi , specialmente nel punlo piu viciuo al piano del sisteraa, come punti diafani gli uni su gli altri , attorno dei quali stavauo dei circoli langeuzialruente riuniti a modo di gramaglia di soslanza bianca quasi opaca. Or quanto piu si proseguivaao i lagli, tanlo piu questi punti divenivano seusibili , le gramagliatu- re piu opacbe e visibili; fuicbe le protuberanze delle cellule scomparendo prendevano la forma di rigbe e di vasi lenuissirai. Dopo di cio piacquerai eseguire dei tagli verticali nello restaole della medesiraa radice , c vedeva que' fill rudimentari presenlarsi come vasi punlati sparsi irregolarmente e confusi Ira I'ammasso del sistema cellulare. Bello era vedere I' origine del- la radicella, lo slrifto lognoso di essa serviva come di un doccione al lluido, cbe doveva scorrervi; poicbe la sostanza cellulare della radice era come un (luido cbe dirigevasi per la nuova apcrlura. In essa dapprima i globuli parevano coufusamoutescorrere cd inlrodursi per quel mealo; poi vicino al punlo dell' uscita a diversi fili disporsi, formati da globuli gli uni atlaccali suc- cessivaracutc agli altri , come succcdonsi le protube- — 174- — ranze dei vasi a coroncma\ ed osservava con piacere di nuovo, che posli a diseccar delli vasi e riposti solto il microscopio, lungo quel meato Icguoso pare- vano fili riunili addeusati formaoti udo o piu vasi puntati elaboralori del succo. Queste forme successive cbe prendevano i vasi per arrivare alia loro forma perraanenle si visibile e cbiara , mi animo fiaccare una palma di dodici anni per osservare se allrellanto in quella avveravasi : per la quale cosa laglialo uq pezzo del sue durissimo node vitale e lascialevi allac- cale UD pezzello di radice e di foglie successive ester- ne fiDo alle interne, vedevasi in quel nodo un ara- masso di globuli , i quali della ugual maniera che nella radice della Yucca alcune si dirigevano per la terra in varii gruppi e coslituivano le lungbe fibre radical! , altre dirigendosi in alto formavano le fibre ne' varii sirali del tronco palmizio bon descrilte dal sig. Mohl: fibre composle d' aggruppali vasi puntati Delia radice, di Iracbee nel tronco raidollare. Ripetei 1' esperienze molle volte su i Chamaerops^ le Muse in varie specie di Lilium^ Jconis^ Cyperus ed in tufle ebbi lo risullamento medesimo. Togliendo poi ad esaminare la disposizione delle fibre nella radice della Yucca, vidi, cbe dopo lo stra- to carnoso, cbe succedeva alia scorza lognosa, tulto il sisiema ccllulare era piu fibrose nella circonferenza cbe nel disco; cioe, le fibre crano piii pronunziale e determinate vicino al raggio cbe nel cenlro: o meglio la lenle scorge ad un taglio qualunqne orizzontale o verlicale nella radice , piu fibre alia circonferenza di quanto ne possa scorgere alia parte centrale. Le cellule, cbe compongono lo strato legnoso — lyS — dclla radico, sono rotonde a parete densa, quelle del- la raaleiiii carnosa adcrenti alia scorza rotonde a den- sa parete. Nello slrato fibroso e nel cenlro liualmeate le cellule sono policdriclic, diafane, argenlee. Devesi notare per ultimo, i;he I'iQlroduzione ia qualche piinto della radice di cterogonee malerie terrose non altera la organizzazioiie di quelle. Le radici e radicelle della Phoenix dactijlifera e Chamacrops- huinilis vcugouo orgauizzalc allnmenti. Le ioro libre sono lutte di vasi puolati aderenli per poca raaleria cellulosa, e coperte d una scorza legao- sa coinpisla come la pcllicola dolle foglie di cellule rotonde aderenli a fosco colore. La materia che uni- sce i vasi coulraendoii col desiccar della pianlas'at- lacca fortemente alle fibre e lascia libera la scorza cbe cuopre le radici e radicelle. Nelle radici e radi- celle dei nionocoliledoni erbacei si osservano due pe- rioJi, cioe la gioventu e la veccbiezza; nel primo so- no composte d una epiderrae bianca incolora nell'in- lerno delta terra , colorata vicino al colletto: ia cir- conferenza composta di fibre, ed al centro di sostan- za cellidoso-spugnosa: nel secondo quesla sostanza del centro rilirasi ai lati ed aderisce alle fibre, lascian- do un vuoto 0 canale lungo le radici e radicelle. Si- mile e la slrultura delle radici aelle pianle bulbifere endogeni. Aduuque nclle radici degli endogeni arborescenli, come ancora dei suffrutti e dell' crbe veggonsi. 1 . Cellule tonde , con legnioa a parete densa nella scorza. 2. Cellule tonde, con globuli poliedrici a pare- te fioa trasoarenle bianca nel centro. ~ .76- 3. Cellule rotonde ,' con globuli ovali a dcnsa parete nelle fibre. 4.. Vasi punlali poco pronunziali, e deterrainn- lissirai. § 2. Tronco Esarainala la radice, divisi con taglio verlicale in due parti lullo il tronco della Yucca. La forma d' esso era un cono retto, i cui diauietri lievemente impicciolivansi dalia base portandoci al verlice; come chiaro lo fanno la lunghezza dei due misurati diametri. E per dare maggior precisione all' assunlo per quan- to potei osservare in un pezzo di tronco di 2P2' 3[io in altezza, di gia seccalo, esso aveva alia parte in- feriore un diametro di 3po' 3ii3 ed alia parte supe- riore 2p5 * i 1 5: per tal raaniera in 2P2 ' Sjio la diminuzione in diametro di questo pezzo e i 1 1 1 10. Cio che prima attrae 1' osservatore filosofo in que- sto taglio e r immense numero delle fibre , che per ogni verso , e per tulti i canti si presentano. Per lo che mi diedi sulle prime a vedere il loro principio: e chiaro conobbi provenire tutte dal nodo vitale del- la radice. Indi m' inipegnai seguirle nel loro cam- mino , armalo di una lenle e di temperino. Comin- ciando dalla base segui 1' andaniento di molte fibre svincolandole sempre da quelle che 1' aggiravan e dal sistema cellulare che 1' allaccava ; e vidi , che quanto piu il loro principio nella base era vici- j 1)0 alia circonferenza , tanto piu nel loro prolan- j garaento si trovavano alia circonferenza del tronco , I e quelle ch'erano prossime al disco dope cerlo cam- | niino si curvavano per getlarsi verso la circonferenza, j — '77 — In lal maniora lultc le fibre dei monocoliledoni ar- borcscenli dcscrivono una curva die sembrami una parabola. Giunle queste alia circonferenza s' inlrodu- cono oelie foglie, cslralte queste fibre mi piacque suc- cessivamente per tulta la loro lungbezza solloporle al inicroscopio di^ molti e cbiari ingrandimonli. Li osser- vava subilo cslralte dal Ironco c nella loro parte biau- ca cbe sta dentro il ceppo , ed erano diafani, \ uoti in deulro; nclla parte verde poi. in quclla cioe, sita tra il aicsofillo dolle foglie, erano tiote dalla cromu- la in verde, diafane, vuote in deulro. Quando solloinetteva al microscopio le fibre in- terne dclla circonferenza vedeva, che nelle pareti di esse da\asi indizio di qualcbe punlo scbbene erano delle Iracbee, e tali perfellarneote raostravansi ne' pro- lungamenli delle nervalure fogliose. Ripresc piu volte le sperieuze otteneva lo stesso. I'inalmentc postele tutte a seccare le osscrvai di nuo- vo, ed cbbi il piacere conoscere , cbe le fibre cen- Irali del Ironco e delle foglie erano tracbee o vasi di aria; i vasi pero, cbe comunicavano dalle foglie seccbe al Ironco, erano puntati; cioe tracbee anaslo- mizate in vasi puntati. Rivangando cio che da noi si e detto intorno al principio di lutli i vasi delta radice, abbiam cono- sciulo, cbe sono formali da cellule sopprapposte; cbe i vasi riunili in fascclti formano delle fibre, cbe i vasi sono puntati, e tracbee, e poi queste si Iramu- tano ed anastomizano in vasi puntati. Nclla Yucca le tracbee organizzate vengono co- me quelle della Musa Paradisiaca^ osservate dal sig. Alii Ace ad. Vol- xri. 23 - 178- Chesnaye (i); cioe di molli fili parallelli, che legger- raenle van no aggirandosi a spira per forraare un tu- be o vaso. Bisogoa impertanlo poggiar pensiere alia forraa- zione dei vasi piintati, alia anastomizzazione di questi in tracbee, ed alio ritorno loro in vasi^ puntati. La cellula elemento primordiale della organizza- zione vegetale abbiamo veduto , i. dar priacipio al vaso puntalo. Questo falto distrugge le ipolesi del slg. Rieser , cbe considera i vasi pualati come formati da una tracbea o vaso annulare ( tracbea secondo lui ), le di cui spire, o i di cui anelli sono riunili da una raembrana punlala: il medesimo falto distrugge i pensamenti degli alemaniii Biscboff e Meyeu , cbe giudicavan essere le punte di questi vasi tracce im- pressevi dalle cellule coUaterali o dai fili delle tracbee, come non si accosta molto a quelli del sig. Decan- dolie (2), Rudolpbi, Link, Treviranus , i quali con- siderano questi punti come cellule impianlate in detti vasi; pero conferma con prove di fatto nuove e non conosciute , quanlo scrivono Petit-Tbouars ( 3 ) Schultz (4) Mirbel (5) Lindley (6), cbe consi- derano i vasi puntati modificazioni del sislema cel- lulare. Ed il sig. Dutrocbet con essi in conferma di (i) Annates da Maseum IX, pag. 196. (2) Organogr. veget. pag. 44-- (3) Die natiir der labend. p. 456. (4) Mem. du Mus. XVlll. p. 23. (!)) Introd. to botany. (6) Pliytotoraie von. F. F. Meyen. Berlin iS3o I. vol. in 8. in alemanDo — 179 — cio, dice, aver vedulo delle concamcrazioni mpmbra- noso, cbe dividono trasversalmente i vasi punlali: al- trcllanlo assicura aver vedulo Lindley , lalclic do lia dalo delle figure disegnate del sig. Grilflhs. Inlorno pero alle osservazioni de' delli aulori, e da notare, clie se piu oggi il tempo non e in cui siam ci'ccaraeule obbligali giurare sulle parole d' un prcccllore, consi- glio i bolanisli allcnti scrulalori doUa nalura a dubi- tare assai di lali falti, e supporre d' essere state illu- sioni microscopicbe delle quali non puo alcuno menar vampo andarne esente: i miei falli semplici compro- vano le loro vedute ingegaose e filosoficlie, forse de- rivate da' falli. 2. IIo vedulo i vasi punlali della ra- dice inlrodursi ncl tronco ed anaslomizzarsi in trachce; queslo fallo e nuovo nella sloria della scienza; poicbe gli aulori moderni tra' quali il Mcyea suppongono, cbe dalle cellule e dalle Iracbee si formino gli allri vasi: come gli anmdari i coroncina degl' Ilaliani i 'punla- li i reiicolati ec. ec; mai pero anno asserilo cbe i vasi punlali si formassero dalle irachee. Nella secon- da parte di quesle osservazioni moslreremo , cbe le funzioni di quesli due vasi conlcmporaneamenle non si oppongono ; ma or diciamo, cbe l' organizzazione delle Iracbee non s' oppone ad essere formate da un vaso punlato. In vero ogni cellula vcdula isolalamente nei ve- gclabili e un globule a donsa parete contenenlc una materia organica dal sig. Turpin delta globulina; lal- cbe puo bene paragonarsi il globulo ad un grano di poll i lie florale, nel cenlro del quale vedesi un punio opaco per dllica illusione, cbe non e un foro secou- do le ullime scoverle del Dutrocbel. Quesli globuli , — i8o — per i raziocini di Alfonso Decandolie, nioslrano die il sisleraa cellulare moltiplicasi, negli organi florali o della riproduzione per aperlura, e negli organi della nulrizione per sottoposizione di allre cellule Ira ua globulo e r allro. Ora nel formarsi uq vaso quesli globuli si soprappongono gli uni sii gli allri, e le pa- reti lore cessano di essere poliedriche acquistando li- scia e densa parete, e sparisce la globiilina: da cio pa- re, che , la globiilina fosse uscita per organizzare i vasi, e siccome i meali intercelliilari risultano dallo accoppiamento delle due raembrane de' globuli ; per- cid vediamo opachi i detti raeali, trasparenli le pare- ti dei globuli. Una tale forraazione de' tubi ci fa vedere, cbe il primo vaso o lubo formalo dai vegelabili e il co- si dcfto vaso puntato. Inlanto una compressione ai poli di esso puo obbligare quesli nieati a toccarsi ed avvicinarsi uelle loro parti opacbe, o gramagliature; o pure una compressione data dalle cellule circostan- ti a tutti i detti cordoni intercellulari nel senso ver- ticale, puo occultare i punti trasparenti del vaso pun- tato, e produrre tanti fili longiludinali parallelli lie- vemente inclinati, lo che fara acquislare ai detti va- si la forma di una Iracbea. Dippiu se cessa questa forza di compressione questo vaso puo riprendere la sua primitiva figura di vaso puntalo. Ed ecco in qual rnodo sopra inalterabili f'atli stabilito , come il primo tubo forraato dalle cellule nel sistema vegetabile e il punlafo, questo compresso forrai una trachea e cessata la compressione e ritornato il vaso per la proprieta elastica di tuKe le piante alia prima posizione rilor- na ad essere tubo puntato. — iSi — Descritia la formazione del due vasi nella Yuc- cay bisogoa conosccre come sono composti e riuiiiti ncl Ironoo di qiiesto albcro, e poi di lulti gli Eodo- gcni. Fatto uu laglio verlicale ncl Ironco di csso ve- diaiuo quatlro circoli coucentrici; il i, esterno d'tina soslanza Icgnosa a color fosco; il 2, di sostaoza pa- renchimalosa a color vcrde aderenlc alia scorza; il 3, fibre IcgQOso; il Ji, celkdoso fibroso. II pritno stralo e la scorza dell' albero formala dair avauzo deile foglie primitive; il secondo stralo e una conliniiazione delle foglie medesirae, ma perche a coverto dell' aria si conservano un poco verdi o colorate in giallo ( per principio d' appassimento). La scorza vieu composta di cellule roloade a parete den- sa , le quali a moglio chiarire Ic idee , sono delle piccole ca\ it;i risnllaoli dall' addensaraento delle op- posle pareti delle cellule. Qucslo sisteraa cellulare di color fosco e legnoso. Non dissimilc della scorza e il secondo stralo colorato del medesimo Ironco, pcro le fibre, die gramagliano e Iramezzano questo sistcma cellulare solloposte al microscopio, veggoosi nella par- te pill vicina al Ironco composle di \asi punlati; cioe di tracliee auaslomizzati in vasi di tal genere. Intanlo quesli due strati non niancano di una cuticola simile a quella cbe osservererao nelle foglie. II lerzo strato e composlo di scarse cellule, d' inliniti vasi puutali ; questi vasi hanno Ira loro una adcren- za talc , die rendosi alquanto difficile distinguerle e scpararle individualmcnte; quesli sono i vasi cbc pri- ma di passare ncllo slralo fibro-legnoso occupando un luogo nol disco del Ironco sono trachce, c passando nolle foglie proscguono nel medesimo slato, ma ana- — l82 — stomizzansi in vasi puntati subitoche la foglia disec- casi, e prende luogo nei due strati legnoso e verde. Qnesli vasi trovansi tal fiata ravvolti con tracbee, con cellule allungate , onde appellai questo strato fibro- legnoso ; esso diseccato acquista una considerevo- le consistenza da sfidare le accelte nelle palnie^ cha- maerops ed allri raonocotiledoni. Questo strato e uni- versale in tulte le pianle monocotilcdoni , ed in tut- ie r epocbe della vegelazione. E circa alia sua consi- stenza osservo , cbe 1' acquista corapita la funzione della foliazione, talcbe dopo avere dissngato il raeso- fillo i vasi tramutansi in altra raaniera di essere e di forma, per compiere altre funzioni. In questa sccon- da epoca il loro diametro non diminuisce, come cre- de Mobl delle palme, piutlosto aumenla; solo si ve- de, cbe i meati intercelbilari s' accrescono e sembra- no nuovi vasi per la loro grossezza , e sono osserva- bili anco a lente di piccolo ingrandimento. II quarto strato finahnente e composto di sisle- ma cellulare a cellule o globuli poliedrici , diafani, biancbi, intraraezzati di tracbee, auastomizzati dai va- si puntati della radice. II sistema cellulare, e si po- co donso, cbe seccato il tronco lascia dei vani da calcolare 1)6 del suo centro pieno di aria; quest' aria e nelle tracbee , della quale esislenza rai cerziorai premendo un pezzo di tronco , ove le tracbee erano collocate dentro de' fori picni di succo per cui com- pressi lo slauciavano in alto , formandosi delle bolli- cine d' aria. Le tracbee della midolla qualcbe volta per quan- to si seguano nel loro cammino , finalmonle confon- donsi denlro il sistema cellulare, mostrando cio, cbe — iS3 — non sono del tullo ancora formate: allre passalo traf- to del Irouco, si getlano o curvansi verso la circon- ferenza e s' inlroducono uellc foglie, ed avvizzite que- stc le Iraclieo passaiio a cornporre i vasi e le fibre del corpo legnoso di quel tronco. Quaiche volta que- ste medesimc Irachee vicine alia base o alia estremi- ta si diriggono in fasci e danno origine a nuovi getti o rami di Yucche; onde vediamo biforcarsi, triforcarsi alia cima, e pululiare alia base. Quest' ulliino fallo a/- viene sempre alle Mnsacee. Nelle piante sulfrulici, come il Cyperus e /' A- conia gii endogeni nei nodi danno nascimenlo ad allri individui, c nelle Aroidee ^ Cannacee ^ Grami- nacee vediamo sopra i nodi accrescere e moltiplicar- si gl' individui, e se i pcduncoli florali anno la rae- desima tessitura organica d' uqo stelo , vediamo lo slesso avvcnire nelle Liliacee. Ragiooando ora circa a quesli quattro strati si vede polerli di leggieri paragonare a qualtro strati del trouco dicotiledone o esogene. E primamenfe la midolla composta di cellule e traclioe e stata ricono- sciuta da Uesfonlaines sino a Mobl negli endogeni come negli esogoni; solo diflerendo in cio, cbe nelle piante endogeni non arborescent! col tempo conlraesi alle pareti del sislema fibroso c lascia nel centro del tronco o caule un vuoto aereo , detlo percio lacuna o cavila aerea. La qual cosa awiene ancora a raol- le pianle ed a molli albcretli dicoliledoni: Ailanthus^ Ficus ^ Sambucus ^ Rosa ^ Dianthus. La Midolla, o il quarto slralo centrale della Yucca prende la for- ma di UQ cono il di cui vertice sta sito nella radice, ■ — i84 — e la base al verlice dell' albero, codo opposto all' ia- tiera forma del tronco. II Duramen di Dutrochet o more del legno nei dicoliledoni viene allaccato alia inidolla, quesla par- te e occupata dal 3, slralo fibro-legnoso nella Yucca ed e la piu dura e compalla della piania; essa tro- vasi ad ua slralo circolare non cosi aderente alia midolla come quello de' dicoliledoni , potendosi senza niolla difficolla separare. Quesla parle e il forte so- slcgno di luUe le piaote, onde vediamo non manca- re nelle piante monocarpiane e policarpiane fanero- garai annue, bienni, o vivaci di qualucque consisten- za e fortezza. Nella seconda parte di qucsle osservazioni farem vedere le funzioni di quesli varii strati e come nu- Irisconsi ed accresconsi in ordine inverse ai dicotile- doni. Ma bastaci or il dire , che non vcggiamo al- burno o raggi midollari nelle piante endogeni arbo- rescenli ; sia riguardando la compattezza del legno , sia il colore, o finaltuente le loro funzioni, vediamo pero la scorza e forsc il liber. La formazione della scorza devesi nei dicotiledo- ci a fasci di fibre stralificati e soprapposli gli uni su gli allri , vcstiti di tessuto cellulare alternativamenle roloudo ed alluugato. Queste cellule , per mie osser- vazioni, sono la disorganizzazione di vasi aerei e suc- cosi ; giacche nei primi periodi le piante a tronco si confondono coH'erbe, e crescendo gellano via la pel- licola, cbe copre il loro caule, e la parle fibrosa vie- ne mano mano per interni e succcssivi strati disor- ganizzandosi , onde le clostre del Dulrocbcl , le cel- lule allungate, Negli endogeni arborcsccnti le foglie — i85 — T7t B B» 3 p = :;• o g !?£-■=. a" 2 = n S g a- =■ -E- c < » a - cn ??P I HH S:2^ ° g ►o n> g a 2.T3 T P a n o g I "I c p P H ^^ 3 '"^ § 2. p 5 5" £, e^ - • 2 C-. g — + 2. 3 5' "■ -I- o < — cr: p 5^ p o a '& a 3 '-■ E^ O o 03 P D o p. S- o fc B 'n p 5n H- B re t"^ o 0? el:) n = p =^g o c p o B p •o H S-3 -1- 2 'rp£: 2 S^o? CM >3 05 B a s. 5 S r QUADRO COMPARATIVO FISIOLOGICO TRA GLI ENDOGENI ED ESOGENl PUN2IONI Sivnici ELEMENTARI ( Estensibilili ( Elasllcila ( Igroscopicila (AnaslomizabiUla [yaswlMO CoKfosK > Eccitttbilita !• Nella CnusCENZi 11. NjSLtA ViGBTAZIOME T.II. BELLA NUTRIZIONE DELLA RIPllODLZIONE Imbibizione Esosmose, ed EnJosmose Cireolazione f }j"P"f«"a ( Liclosa f (Nalurale ,„ , ,,..,. (Artillcialecon la colluraf °^""^° ^"'? ( — IVociTe Cliimificazionc Succlii proprj Prodotti special! Materie minerall — vcgeto-minerali — liquide I — ficolaceo I — gazose ( Sfecrezioni ( Escrezioui Esalazione Cambium ( Kcgolaro Ramificazione( Irregolare ( Forcazione Foliazione **Dilataziouc inDiametro { Es'erno + ( Interno ( Per Islagione Periodica ( ^"""^ ( liienue ( ec. ec. Costanti Fisiche III. NbLLO StILCPPO DELtE Prcphibta' ( Nolle piaute vivaci — semprc verdi — annose fSapore Odore J Colore [Atlraziono jPolarita (Fosforescenza CtimicLe (Magnelismo N, B' Le n«r 1 (Tcrmico laroie segnale con + dinolano non trovanii tra gli Endogcni tali fumioui. LNeLLA FLOnESCENZA iSviluppala Periodica Prima delle foglie Dopo le foglie Dopo lunghissimo tempo 5ui tipo ( J.-^!;- ( Asillare Nel modoj ^''^''^^'''° ( Lomposlo ( Terminale Efemera Equinoziale Meleorica f Diaria Rlensile Annua Bienne ec. ec. / Germinazione / Del seme II. NetLA Fecobdazione ^ Maturazione • / p^i ncricarnio ( Disseminazionc III. Nel Rinmovamenxo fPer inneslo : - *r ^ — Gello + j — Tubercoli f— Bulbi FOLDOUT BLANK r— tlpoli sbocclii dell A.nauvp A^\i^ T?'aillii!ic<'oLo 6/' --POItTO C-TIAXTJB . jSlRAClTSAip:'." a Tr ■/^y,v. ■"""' -'*^'.-.y..r-r SULLE NELLE PALUDI CHE ANNO SBOCCO IN MARK E PaECtSAMENTI NEI PANTANELLI DI SIRACUSA MEMORIA DEL PROFBSSORE MARIO MUSUMECI LKTTA NILLA TORKATA ORDinARIA OIL l5 GMnlHO ]84o. ^iii Acc. V. xn. 2 J ■^. A nostri tempi, in cui Ic nazioni levate a gran nome sono impci^nalc in grandi inlraprese idraulicbe, sonibra elrano clic io ardisca trallare ua tema chc po- Irehhe ripularsi coraiinc; e cio cbe piu sta contro rae si e chc maigrado 1' intima convinzione dclla volga- rilii di tale argomenlo io noa mi desista dal propor- lo al vostro sapere. Egli e cosi , perchc non e mai abbaslauza iuculcato il forte bisogno di mantener sal- do talune vcrita cbe preocciipazioni, rinascenfi sempre, minncciano soffucare, per cui si 6 in certo modo as- Irelti ad impugnarc le pralicbe viziosc, ed in lal gui- sa UQ oggelto di discussione tullo cbe comune puo contenere lalvolta una imporlanza per le rctle dottri- iie. Sc (3 vero cbe in nessun punlo le naturali scienze si collegano cosi slrette, come nelle opcrazioni idrau- licbe, a buon drillo mi sara dalo il riguardare il pre- sente tema , come alicnato al nobile scope di questa Accademia non solo, ma conforme allrcsi alle palerne mire del Re N. S. cslcrnale allorcbe di sua augusia presenza onoro qucslo Islitulo iocoraggiandovi a dare opera non ?lle astralle e gcncrali faticbe, ma si bene alleutili applicazioni.I principii delle scienze cbe da noi — ti)8 - si colli vano con maturita considerati sono una serie di casi ridolla per quanto esscrlo puo in sislema, al quale la conlinuazioue lalvolla relutla, come e nolo, a coloro chc raollo innanzi vi scniono. Qualunque case della scrie quindi puo inlluire a correggere, o man- tenere il sislema. Quesla veriUi si fa iraperiosamenle senlire iieile applicazioni idraulicbe, in cui il piu ele- Tato umano sforzo analitico, le piu accurate osserva- xioni ban dovuto cedere ad esperiraenli novelli, ed il sislema gia falto e slalo costretlo qualche volla anche a piegarsi soUo duro e diulurno tirocinio. Nonein- congrao in proposito lo accennare come I' idraulica era cancellata dall' albo delle scienze al cadere del Romanolmpero: essa videsirislrelta alio esercizio di cie- cbe pralicbe cd al deposito di vagbe ed oscure Ira- dizioni. I quatlro secoli dal XIII al XVI, dei prospe- ri successi dcgl' illuslri Ilatiani nelle coslruzioni som- mei'se di canali navigabili d' inalvcazioni di digbe , baslarono appena a gcUare le nuove basi della scien- za al Galileo ed al Castelli; ed i due successivi secoli sino al nostro Ximenes, ed ai sommi cbe tuUora il nome italiano soslengono , moslrano abbastanza quali faticbe siensi durale a ridurre in sislema il complesso dei fatti. Si e replicatamente veduto come la loro sloria sia il vero nucieo dei precelti, e come un no- vello case accresca la scienlifica suppellellile, e s' in- nalzi lalvolla come propugnacolo coutro le dolle ab- errazioni. Per quanfo dunque il poco di mie forze il com- porta, sollopongo a mature discussion! un argomenlo cbe inleressa le scienze non meno cbe ii pubblico bene. Uno sbocco paludoso in mare della estensione pros- — »99 — siraamcnlc di raillclrcnfalre piedi alle porle di Sira- cusa nominalo Pantaiiclli, inlerccUa nci tempi jemali Ic comiinicazioiii dell' inlcro lalo orientale della Sici- lia con dolriniciilo sifl'allo , clie dalle munificbe cure del noslro Augusto Blonarca si e prescrilta la costru- zione di una sliada a ruola per vinccrc quella di- saslrosa inlcrruzione. La sua corogralia esibita dalia Mappa cbe aoconipagna la presenle niemoria lucide- ra vicmmeglio le cagioni e lo stato della pahuie in una allc osservazioni cbc concorrcr possono a decife- rare il Icma proposlo. Essa viene formala dai Iraripanienli dell' Anapo oggi dcllo fuunc grandc, il quale dopo aver lanibilo le ialde uioridionali, ed orienlali del Lauro , e delie allrc piu alio monlagne del val di Nolo esce dalle loro golc tra Belvedere c Floridia,va a cadere in pia- no di noD lunga cslcnsione, quindi il sue corso non put) vagare per meandri e lunate, ma con alveo de- cisivanienle pronunzialo si gclla nel porlo di Siracu- sa. E' troppo note cbc le acque inalveate dal punio di loro caduta in piano sino alia loro foce sono sog- gelle ad un singolare fenomeno , quello cioe delle escresccnzo dal piiiilo ove comincia a diffcrenziare la loio velocila sino alio sbocco in mare ove inconlra- no la reazione dcllc ondc. A qucsia aggiungendosi la forza dei venti. prccipuamcnle nei lcnq)i forlunosi, Tengono esse aslrellc ad ubbidire alio impulso di op- poslc forzc, 1 una prcraente colla soprincumbenza dei superior! fdoni , T allra repulsiva per 1" azione delle ondc c dei veuti. 11 volume delle aequo inalveale cn- fiandosi gradalamenle pel doppio cd opposlo impul- so. si coulorma iu una curva convcssa , le cui ordi- 200 nate crescendo via Aia dal punlo di cadula iu piano da una parte, e dalla foce dall allra divengono inas- sime prossimamente alia cquidistanza , ed e appunto al lore apice che si effetluiscono le grandi rotto dei fiuini. Questa proluberanza cui glidraulici dan nome di ventre delle piene , si avvera nel Tevere alle vi- cinanze di Roma, neU'Arno in quelle di Pisa, nel- r Adige in quelle di Verona , e nel Po in quelle di Lagoscuro , ed eve maturo esame si facesse al corso del nostro Simefo, si conoscera avere essa luogo ver- so le lerre di Galasso. Senza ripetere le laboriose ap- plicazioni di lanti valentuoraini che si sono sforzati d' indagare le leggi di tale fenomeno, basta riraelter- scne a quelle dello Zendrini, il quale nelle intume- scenze del Po sul calcolo delle forze dei regurgiti, e dei venti procure di fissarne i canoni,econciliareleconlrarie opinioni delCastelli e del Guglielmini(i). Un tale feno- meno non e molto nocivo alle adjacent! campagne allor- quando i fiumi declinata la loro velocita scrpono lunga- mente inaperta pianura, e setalora vi traboccano forma- no delle colmale uliliin terreni per lo piu mareramani. Ove pero i fiumi sboccano vicini dalle gole delle mon- tagnc al mare, la forza premente non lascia loro ab- bandonare 1' alveo, se non per forli reazioni di onde, e di venti , e quindi le loro inturaescenze si effettui- scono in prossimila della foce, Questa e la causa per cui lutte le riviere cbe sono tra i monti ed il mare traversate dei fiumi divengono paludose. Esempio evi- dentissimo ne offre il nostro littorale di mezzogiorno: il Simelo che si aggira per piu di trenta miglia di nieandri e lunate in pianura, quanlunque rompe tal- (i) Leggi e Fenom. delle acq. cor. c. tiu. 20 1—" volla ncUe csorbilanli piene pur tulfavia non forma paludi, mentre il Tcria oggi San Leonardo, traripaa- do ai Panlani, al Morgo, ed a Vaccarizzo produce no- vc miglia di non inlcrroUc maremme. Gli cfl'etti di qucslo fenoraeno sono al noslro ca- so dcgni di osscrvazioae nel corso dell'Anapo: a mil- Ic cinqucccnto piedi dalla sua foce si rcndono sensi- bili i siioi rcgurgiti, i quali si estcndono asccndendo per allri vcnlimila prossiniamente. Trovandosi un este- so Icrreno di dcposili , sulla sinistra vallala per Ira- monlana da immensi baucbi calcari , \i si scaricano le acque cspanse, e vi rimangono impaliidale in una supcrlicie ora di sei , ed ora di dieci raiglia quadra- te, sccondo la minore, o maggior quanlila delle ac- que Iraripale. Esse si scaricano via via al mare nelle vicinanze di Siracusa, ed alia distan/.a di poco piu di un uiiglio dalla focc dell'Anapo e per una larghezza di niille Irentalre piedi a un di presso, la quale for- ma linlerruzione commerciale sopraccenala: interruzio- DC , che e lo scopo di un progello di arte sovrana- raenle ordinato. II volume esubcrante dcile acque es- pansc, cbe Irovasi al pelo basso del marc, facilmcnie sgorga per lo anzidcllo sbocco, ma avvene pero una grande quantila cbe rimane stagnanle, c cio appuuto per clfello dci traripanicnti medcsimi. Questi a raisu- ra che perdono velocita dcpongono successivamcnie le gliiajc cbe sono malerie le piu gravi, e trascina- no loulaniente alia spiaggia le argille le torbe e la bellclla. I filoni depress! non avendo forza di vincere le reazioni delle onde sono aslretti a retrocedere av- Tolgcndosi in mo\imenli vorticosi, ed in questo tardo movimenlo depongono le slesse malerie leggiere. Com-. 208 binale esse colle sabbie formano solidi agglomcramen- ti, cbe si dicono barre, interrimenii, o colmate, che si rinvengono sempre tra le maremme e le spiagge. In fatti nella palude Pantanelli larga circa due mi- glia , selte ottavi di quesla iarghezza vengono ostruiti dalle coltnale , che chiudono dalla parte del mare il bacino della palude , ed un ottavo appena ne forma lo sbocco. Lo sbocco racdesimo e interrotto da lagni e dossi , e cio per effetto dei movimenti delle acque traripate, i cui avvolgimcnli vorticosi forraando tanli coDi inversi e quasi cocleari perforaoo il suolo e vi manlengono la cuora di circa Ire piedi ad una pro- fondita di acque magre , cbe uel uostro caso non e minore di dieci piedi; iu conseguenza di che la par- te superiore della palude tratlo tralto prosciuga a se- gno da rendersi atla a coltura, meutre I'inferiore ri- raane permaneate ristagno. Ecco dunque uno dei piu ulili , ma altretlanto difficili problemi che si offre all' applicazione delle naturali scienze. Dovendosi vincere con opera di arte la poco anzi descritta maremma , la linea direttrice di una tale opera deve essere per il bacino tutfoche prosciugato , o per la foce della palude, ad onta che sia circuita da perraanenti ristagni. La prima e piu agcvolc idea che si presenla e Toperare sul dissecca- mento, e quindi sulla stessa e forza che primamenle cada la nostra discussione. A renderla piu semplice , io premetto di farsi per poco astrazione dello enuo- ciare i divers! raetodi delle costruzioni sommerse , si pcrche i traltatisli nulla lasciano al desiderio sopra tali conoscenze , si perche una saggia scelta di alcuni di essi metodi, ed un sagace raagistero ael praticarii puo 2(|J condtirro con siciirczza alio intcnto. Di lievc fatica « il convincersi clio 1' imporlanza del presente csamc consislc in istabilire quale tlclle due direzioni sia da adoltarsi, osscndo parte subordinata la scella del tne- todo di cc^truzioiie. Vero e clie 1' accurala preferen- za dei melodi socondo i casi adotlata , coucorre va- lidamcnle alio scopo del prngelti , ma gli errori di cosidalla scclta sono riparabili , perclie lo spcrimenlo apertamenle 11 accusa ; ma gli errori cbe loccano il primo concepimonlo del piano di un fallo di arle sono dolla piu alia imporlanza. II prosciugamenlo della parlc superiore del ba- cino della palude suscila naturalmenle una coslruzio- ne in argine , cbe a prima vista dcterminerebbe la dircttrice slradale pei punti segnati (9 9), La eslen- sione del bacino ( 2 ) abbisognevole di tale ope- ra in argine e circa oltomila picdi; la elevazione 0 pelo alto delle acque espanse vicne indicata dalTapi- ce delle colmale , quale e prossimamcnle due piedi, e dieci pollici dai rislagni 0 sia dalle acque magre. E forza dunque per lo mcno elevarc altrct- lanlo r opera in argine per otlcnere una comuuica- zione preservala dai traripamcnli. Quando ancbe que- sta si repuli sufTicienle alio scopo, dovrebbe per ne- cessilii esscr forala da occbi di sfogo 0 arcoponli, per cui sboccar polcssero le escrescenze dell' Anapo. Lo allineamcnto di tale argine deve essere diretto al pon- le ( J ) e nel fondo prosciugato cd in conscguen- za convergenle col flume cd in contraria dirczione delle colmalc c della foce (7) della palude. E cbiaro da Inio dirczione (99) cbe tulli gli arco- ponli iiilorpolali Ira I'assc di qucsla foce ed il Cuuie, Jlti Ace. V. XFJ. 2<> per causa delle convergenze dell'argine, verranno tut- ti iDcidenlalrnente battuli al cosciale deslro, e subiran- no gli effetli medesimi dei deposit! al pari delle col- inate; e cjuindi rimarranno in tiitto, o in parte ostrulti, tranne i soli arcoponti prossimi all' asse della foce Pantaneili, clic soli riccveraono le decorrenze di tut- lo il volume delle acque espanse ; e percio imprete^ ribilraente romperanno 1' argine se sara debole , e se forte cavaicheranno il ponte, se pure non ne scalze- ranno le pile. Nel caso poi che gli arcoponti si co- struissero in isbieco , dando alia lore luce una dire- zione approssimata al possibile all' asse suddeito , gli angoli incidenfali e reilessi dei filoni solto i cosciali I'orjneraono delle cscavazioni vorticose , tendculi a rovcsciare I'intera fondaziono. Qualora poi esso argi- ne sia resistente a segno da lenersi saldo alle piu for- ti intumescenze del fiume , il loro iramenso volunae soinmcrgorebbe le superiori campagne. Questo breve cenno dimosira quanto pernicioso divisamento sia da riputarsi il praticare lavori in argine nel bacino del- le paludi cbe banno sbocco in mare; e quanto sano e dotto consiglio sia qucUo dei piu distinti Tratlalisli nel prescrivcre di non isturbare con qualsisia opera il corso delle espansioni dei fiumi per gli effetli tristis- simi che potrebbero derivarne. Ne I'esempio delle pa- ludi pontine che si vedono iraversate dalla celebrala via Appia, e nel nostro caso. Troppa e la differenza topografica e geognostica di quelle paludi con quella di cui trattiamo; quell' imraenso ricetlacolo di acque ha nel suo fondo perenni scaturigini ed assorbe nel- la sua vastita i pochi inllueuti cbe vi si scariscano ; He il suo poco sbocco in mare proviene dalle forze di grandi Iraripamenli. Troppo rai allonlancrebbe dal nesso delle mie idee lo insislore sopra quanlo bo ac- cennalo, cd a tale oggello rni aslengo parimeute dal gravare di dollrinc qiitsto lavoro, che proposlo come scopo di studio, appresta a cbi cbe sia largo campo di consullarle, ove diflicolla sull'esposto cmergcssero. li'altro progctlo e di trallare la comiinicazione slradale in qtiella parte di paliide ove si efloltuisce lo sbocco in mare (7) detla da ponle di legno a mazzeri. Es- se c largo, come si e delto, milletrentalre piedi, il quale dove coiisiderarsi come foce assoluta dei Pantanelli.Que- slo progelto, dico, incorre duediflicolta: I'una e un lon- do debole sotloposlo di undici picdi alia magra dei ristagni, in cui si manlicne un deposito cuoroso di pii!i di Ire picdi ; la seconda poi e la reazione delle onde che si oppone ai fluenti di scarico delta palude, ed e la causa sempre viva del deposito premenlova- to. Qucsle due diflicolla darebbero quasi I' impron- ta di Icmerilii a quabinque intrapresa alia foce , se un serio scrulamcnlo non valcsse , se non ad intera- menlc dissiparle, per lo mono a mcnomarne di assai la poco felice apparisccnza. Gellare un' opera di arte sopra foudo debole non e nuova e molto meno in- trallabilc improsa: il polcrsi profillare di tullo il Irat- to delle colmato alia s|)iaggia, il considcrare cbe la stessa reazione delie onde non e quella di tempeslose traversie, ma proviene da marosi cbe olTettuirsi posso- no in un porto e cbe qucsla reazione giuoge alle fonda- zioni assai refralta, altesa la spiaggia avanzata mollo coniro la quale rompono Ic onde; lulto cio indeboli- sce lo dillicolla proposle , menire quelle delle argiiie nel bacino della palude poc'anzi addolte iirtano colla nalura e le leggi delle acque correnti, per lo che non avvi arte da cui possano esscr vinte. Serabra diinque col confionto del secondo progetto , che ia soluzioae del problema sia solamcule ridotta alia sagace appli- caziooe scientifica degli opportuni metodi di costru- zione. Non e tnio intendiinento, pcrcbe non degno di questo luogo sarebbe, lo esporre la enumerazione di quel lanti metodi prescritti in lanle dotte opere per le coslruzioni somraerse, qualunque si fosse la natu- ra dal suolo in cui dovessero eseguirsi. Basla solamente in proposilo lo accennare , come diHicolla di simil genere siano stale dagl' italiani ingegni superate in quelle grandi opere cbe le Cilta piu cospicue eresse- ro nei leuipi di mezzo; dalle quali passarono alle piu grandi nazioni cbe oggidi in lali discipline priraeg- giano. Ad accrescere poi la dovizia di tali melodi per le opere elevate in siffalti casi, concorre oggi I'at- tivita delle moderne ferriere, le quali olfrono moltis- simi variati artefatti, di cui l' edificatoria e in circo- stanza di profittar con vanlaggio. II tema semplifi- cato 0 la parte analitica di quesla discussione e vero cbe esclude di preseutarsi I'idea di un progetto; ma e essenziale pero iudigitarne i prmcipi cbe dovreb- bero dirigerlo : Rendere la costruzione innocua al possibile alio sbocco delle acque Iraripale , e di me- nonia resistenza ad iin tempo alia reazione delle on- de ; percbc qualunque ostacolo alia foce ed alia rea- zione , metterebbe in pericolo le barre d' interrimen- to, 0 sia le colmate, e le acque espanse si aprirebbe- ro uno sbocco novello qualunque , e renderebbero cosi inutile 1 opera di comunicazione. Questo stu- dio c la parte dotta dell impresa , questo c 1' oggetlo 2u7 pill abbisognevole di applicazione nel lema proposto. Cosiffalla delicata imporlanza fa si che tali ope- "» siano scmprc sollo la piii ciirala sorvcglianza dei Govern!, altoso die la loio durala interessa le relazio- ni general! dei popoli : le leggi Venele all'assunlo, indi le Balave , e le regie islruzioni in proposito as- senliscono alia nocessila di curare simili operc, la cui conservazione sino dalla piu alia anlichila fu scopo eziaiidi'o di religiosi mislori aH'Egillo. A qiieslo sliidio giova cbianiare in ajtilo la sto- ria dei fatli; e fallo, o caso che sia io cliiamo il pro- spero od infelice succcsso di iin' opera di arte esami- nata con hilte le circoslanze che vi lianno coadjnva- lo; c qiiindi non e incongruo riandare qiiclli che al noslro tema si addicono. Tiilloche 1' alluale gcogno- sia del silo di Siracusa e dinlorni sia idonlica coa quella annolata nelle anliche memorie, liiUi i moder- ni rcgionarii dallo Arezio al De-Non discordano , co- me serapre awiene in tali ricerche, e precipiiamente inlorno al perimelro di ognuna delle quallro sezioni di quella Cilia ; sono concordi pcro nello affcrmare esscre gli attuali Pantanelli laDlica palude Lisimclia. Non e da prelermeltersi che TOrlclio nella carta del la antica Sicilia,ovc da la pianta dcH'anlica Siracusa, col- loca la palude Siraca Ira I'Orligia e TAoapo, e la Li- simelia al di hi delle Epipole, luentrc il silo di quesle due pahidi e lullo al conlrario come vedremo. Va cio detlo aflinche quesla, che puo dirsi traslocazione di no- mi, non induca qualche allro in crrore, come indusse il Bonanni. Avendone la natura raedesrma fissali i limiti, Teal. Orbis lerr. Aniucrp, 1624. niun dubbio rimaneva a riconoscerii : I'Anapo a me%- zogiorno, alte ed immense slralificazioni calcari su cui era la Neapoli c 1' Epipoli per tramonlana, ii porto siracusario a levatile cosliluivano, come oggid'i, if ba- cino della Lisimclia. Alia deslra dell' Anapo sopra gli immediali bancbi calcari era l' Olimpio famoso pel lempio di Giove , del quale tultora ne sorgon colon- ne cbe ne indicaiio il preciso sito. Qiieslo breve cen- no arcbeografico e direlto soUanto a fissare la per- suasioae cbe gli atluali Panlaaelli sono slati seinpre palude anticbissima , e cio cbe piu moDla al nostro scopo si e cbe tanio esse cbe il fiume siano sfati sein- pre lasciali nello siato ioro nalurale. Priiova lumino- sissima ce n? appresla un passo di Diodoro (i) ove aa- nola cbe delle canne paluslri cbe in esse si produ- cevano si servivano i Siracusani per le fornaci da calce, e cbe Dionisio se ne avvalse per le fascine col- le quali foce abbraciare la porta Agridadmia della Neapoli per ealrare a viva forza in Cilta. Cluverio cbe tanlo dottamenle ne scrisse , inteiide sopra ua passo di Marciano Eracleese (2) , cbe la stessa Citla sia dalla sua foodazione abbia preso tal nome per la vicina palude. Cbe cbe sen fosse di tale slorico etimo, certa elia e cbe piij di qualtro secoli prima dell'Era, in tempo della rinomata guerra degli Ateniesi essa era palude. Di molti combattiraenti ivi avveouli fa menzione Tucidide (3) , e cbe la palude sia stata prossima al mare si deduce da quanlo egli lascio scrit- (i) Hist. Univ. lib. XIII. (a) Sic. antiq. (3) Lib. Ti. to della ballaglia navale data nello stesso por(o, dal- lo iPifelice successo della quale furono forzate le na- vi siracusane a dare in secco alia spiaggia, ed i clas- siarii per salvarsi rifuggirono alia Lisiraelia. AUre mi- lilari iazioni rapporta Pliilarco della gucrra medesi- rna (i), c tra quesle la piu al nostro caso serabrami quclla clie (rovandosi gli Alcniesi padroni della Epi- poli, silo occidcniale della Citla fortcmcule munito, sce- scro di nolle nclla pakide dalla parle mcno limosa per rompere la circonvallazione ed il fosso falti dai Siracusaui per difeudere la loro slrada coll' Olimpio , cbe val quanlo dire col raezzogioroo della Sicilia ; e rolti dagli Alcniesi la fossala, ed il vallo, i Siracusa- ni vinli fiiggirono, quelli a deslra verso il fiiime, e quelli a sinislra alia cilia. Per poco cbe si fissi at- tenzioue alia raappa dei luogbi in discorso, non sola- menle apparisce iidenlico silo deH'anlica pahide, ma cio cbe e piii imporlanle il silo medesimo della slra- da, cbe dovea essere sulle colraale della spiaggia, per polersi cffeltuire il vallo ed il fosso, il quale non pole- va aver luogo eel bacino della palude, ne la fiiga siil- la sinistra e sulla deslra poteva avvenire altrimenli , se noQ se per la slrada raedesiraa cbe gli Ateniesi intendevano intcrcettare. Plularco molto sapienle del- lanlica lopografia delle grecbe Cilia colloca I'Anapo a dieci sladii da Siraciisa, s' intende giu dello sladio olirapico cbe val quanlo dire a raille duecenlo cin- quanla passi geometrici, come appunlo oggidi si tro- (i; la Nicii 2 10 va , cioe prossimaincnie ad un miglio ed un quarto da sessaola a grado (i). Ma quello che a mio avviso deve imporre alio universale intendimento dei dolti si e, che due secoli e pill dopo tali fatti attestati da cosi gravi autorila , ([uando rcspirava cioe quelle aure il divino Archime- (lo, il piu gran Genio che per la meccanica e I'idrau- lica applicate abbia veduto I'Universo scientitico, e cbe ammirera fincbe dureranno arti e sapere, si trovasse esistere la palude noadesima. Colui dunque che per lungo tempo rese frustaneo lo sforzo delle armane romano per quella Citta, ove erasi fabbricala una nave da recar sorpresa a Tolomeo il piu inagnifico regnator di queir opoca : nave la di cui raedesiraa graodezza e sontuosila descritla da Ateneo la rende quasi di una esistenza problematica: questa citta, io dico, con un fi- glio di cosi grande valore non si tenne da tanto dal disseccarlti coH'opporre delle forti argiualure ai trari- paineuli del fiume. Con molta precisione ed eloquen- za Tito Livio descrive un'orrida peste nel campo de- gli assedianti cagionala da questa palude (2). Qiiando ancora adottare si volesse il divisamenlo di taluni che il manlenere nello sfalo naturale la Lisimelia era per oggetlo di una militare difesa per la Citta, e pe- ro da considerarsi non essersi cio aweralo, dappoiche abbiamo dalle slorie aver prodotlo essa la protrazione di un assedio, non niai pero lo assolulo abbandono; (i) In Dion. Non so come il Fazello collochi l' Annpo a mezzo miglio da Siractisa (Dec. i. HI), iv) contro s'l forti autorila, e 1' al- tuale gpognosia. (2) jjil). XXIV cap. XX. K dar for/.a a tale argomonto baste- rebbo lo accennare essere slato Arcliimede chiaojato in Egitlo per il prosciugameuto dclle paludi del Delta. — ? 1 1 — ne qiicsto passcggicro vanlaggio era si fallamenle da calcolo, cnde polere cqiiilibrare i danni di una peren- ne e peroiciosa insalnbrila. Palude parimenle famige- rata , ed infesta alia Cilia 1' annola Seneca nella sua consolazione a JIaicia (i). Cos'i abbiamo seguila ]a corografia di qnesli kiogbi per ben dieci secoli delle piu prospero venture di quell' anlica Cilia, del di cui porlo parlando Cicerone (2) lo descrive per lutto 11 suo iutorno perimelro adorno di sontuosi edl- ficli a tal cbe sembrava cinlo dalla Cilia, o a dir me- glio, quasi cbe enlrasse nel seno di cssa. Or In queslo circuilo di cdificali si comprende- rano la foce e le colmale della LisimeHa , e dopo r Anapo era il lanlo celebralo Dascone , quel vaslo canticre da cui uscirono nunierose armate sotlo Dio- nisio Agalocle e Gerone. II passaggio al predeKo canlierc era per lo atlualc ponlc, il quale secondo le fondazioni da me osservale, Irovasi rifabbricalo sopra gli anlicbi ruderi delle pile; per uecessila dunque la slrada doveva essere alle colmate della spiaggia. Le costruzioni sommerse, quail si abbisognava- no sulla foce della Lisiraelia per oltenere la slrada, erano a quel tempi di comunissimo use , e cio cbe piu lorna in considerazione, si cseguivano nel luoghi medesimi; 1' Orligia al dire dello slesso Cicerone era isolala dalle rimanenli sezionl della Citta per mezzo di ua ponle (3;; e Slrabone parla dl opere in argine fi) De Cons, nd M.irc. (2) In Vorr. Oral. V. (3j In Verr. Vi. Jtli Jccad. V. XFi. 27 2 I 2 e ponii che congiungevano la Citfa(i); e I' accural© Mario Arezio afl'erraa esscrsene rinvenule a siioi gior- ni le vestigia prima che Carlo V munisse Siracusa di nuovi baloardi ; ed il Fazello parla pure di una slrada coslrulta di grand! pezzi che menziona essere slata disfatta per impiegarii alle sunnominale fortifi- cazioni (2), quanlunque erri nel crederla la via Elo- rina, la quale cominciava dall' Olimpio e uon mai dair Ortigia. Memorie dunque di grandi coslruzioni lungo la spiaggia rinvengonsi ed in allri luoghi nei quaii erauo frequenlissime e violenle le azioni e rea- zioni delle acque , come al congiungimento dell' Or- tigia , ove incontravansi i flussi e reflussi dei due porti. Memoria pero 0 vestigio alcuno non si rinvie- ne che indigitasse un qualche arlefallo nel bacino della palude; cio induce a credere essersi sempre ri- pulalo uno sconsiglialo divisamento lo ergere opere in argine tendenli a slurbare il corso delle acque espanse dell' Anapo, quasiche siasi voluto dichiarare il bacino della Lisimelia sacro al pari del Delta del- r Egitto , in cui si espandevano le benefiche acque del Nilo. Ravvicinando alcun poco le idee , parmi dimostralo che il discutere qualche comune argoraen- to puo vierameglio afferraire i sodi principii di una scienza non solo , ma far conoscere la necessila di seguire la storia dei suoi progressi nello elenco delle sue produzioni. Se in epoche avventurose, popoli a (1) Geograph. lib. i ia fine, (s) De sita Sic. Fu. De rebns sic. Pan. |5S8. grandi raczzi , posti alio altrito di grandi bisogni , non siansi cio raalgrado abbandonali per occorrervi ad iniprese di agcvole appariscenza , il sano discer- niinento ci porta a suspicare esservi stata una im- porlanle cagione , e quesla stessa si trovera nella scienza medesiraa ; per lo cbe io studio di essa noa deve esser mat disgiunlo dalla sua sloria , cbe cbe sen fosse dogli argomenti croduti o volgari, o recon- dili. Lo andamculo simnitaneo di tale studio vale se non altro ad eliminare qiiella pieoccnpazione funesta al progrosso delle discipline , la quale spesso spesso invade gli spirili piu elevali. Ne mi e d' uopo durare somma falica a rinvenirne gli esempii senza svagarmi dallo alluale argomenlo. Ua dollissimo modcrno idraulico cbe ne ha ri- dotlo a canoni le migliori dottrine , io voglio dire del Mcngoili, ba credulo essero slalo il Barattieri il prime e dopo lui lo Zcndrini cbe abbiano osservalo il poc' anzi descrillo fenomeno delle inlumescenze del fiurai cadcnli in piano, mentre lull' altro appare dal- le esposte osservazioni (i). La conoscenza della Sto- ria di quesla scienza non avrebbe fallo azzardare al Delaislre 1' asserliva cbe i diversi metodi di fon- dare in acqua erano ignoli agli anlicbi, o non ram- mcntati dagli slorici, e cbe quesli metodi furono ri- dolli a periezione nel precedenle secolo dal Labelie, Belidor, Perronet, Blondel, La Voglie, de Cessart(2), nomi illuslri, cari senza dubbio alio esatte conoscen- (i) Idraol. e fis. sper. cap. X. (s) ScieDc de 1' Ing. pag. 66. Lion. iSaS. ze, ma niuno di essi avrebbe negafo la dovuta laude a quel preslanli italiani, die li precessero almeao di qualiro secoli ; e se avesse egli studiata 1' arte negli anticbi inonumenli, si sarebbe convinlo cbe neppiir uno del tanli metodi da lui celebrali , sia slalo o ignofo, o non pralicalo. Si sarebbe del pari astenuto I'insigne storico delle mafemalicbe Montucia dal cre- dere cbe nei tempi in cui fioriva FroBlino ignoravan- si ancora i solidi principii deiia Idraulica(!); e cio si dice, mentre Roma era per cosi dire inondata da fiumi condotli da venli a venliquallro miglia a tra- verso di profonde valii, e di difficili e lungbi trafo- ri di alle montagne, ie cui acque venivano poi di- stribiiite per ogoi dove nei pubblici , e nei privati edificii della Cilta col piii esalto regolamento. Quan- te conoscenze, quanle applicazioni, quanli sperimenti ricbiede un sistema di tal genere ! ne indegoi da sludiarsi in proposito sono gli anticbi corsi dello acquidotto calanese per le acque di Licodia , e di quelle di Siracusa per quelle di Galermo. (i) Hist, des malhem. torn, i, pag. 4."- A vero dire, qiiesta as- scrliva e nala daffl'Ilaliani; ed a mio avTJso appoggio il Montucia ad unsospetto del Castelli (mis. delle aqiiecorr. append, i) che Fron- tino ave?se ignoralo il canone idroaietrico che la velocila sia ia ragione inversa del corpo delle acque ; sulle quali insistette indi il Buteone (mis. delle acqne corn.) non meno che il Poleni (de ■ ' castellis)- Ma ollreche I'intero conlesto del romano scrillore depo- ne in favore delle di lui doltriiie, e la sua inyenzione poi del nno- vo modulo, il qidnario, cennato da VitruTio per nn miglior me- todo neile erogazioni di un' immenso volume di acque per quella popolosa cilia; ci sembra non consentaneo alia ragione il siippor- re in nn direltore di cosi vaslo e complicate sistema di distri- buzione I'igQoraiiza di na priocipio clie e nolo ai piu triviali Fonlanieri. — 9r" — Tolga pero il cielo cbc cosl parlando, io mi fac- cia tale laudatore di andati tempi da incorrere ia opposlo senso Delia sopraccennala prooccupazione; ne tullo cio allresl da me senza ragione vien delto. Quanto piii colebrati sono i libri cLe conlengono co- sifialtc proposte, allretlanto ban possanza di sopraffare la meiilc degli studiosi dell' arle, cbe lorpcndo nello errore della sua sloiia sono di Candida fede trascina- ti a sacrificare talvolta ad idoli di mero fascino. Se una circospelta blandizia pei moderni fa si, cbe non vogliamo credere gli antichi piii di noi in tali ap- plicazioni, ad equita di giudizio non si disdicc per lo meno di equipararceli, maturando i prodolli del loro ingegno e del nostro. Da questo confronlo, da quesla stoiia di falti possono sollanto cmergcre quei sani principii di vero saperc, cbe sono il luminoso sco- pe delle beneficbe mire dello Augusto nostro Monarca, e delle dolte vostre fatiche, e del pubblico bene. SULLA AIEMORIA STORICO-CRITICA-MATEMATICA DI AGATINO Si!\MARTINO LETTA NELLA TORNATA ORDINARIA DEL 26 MARZO iSJ.O. SULLA PORTATA DE'FIUMI WEMORIA STOEJCO-CMTKCA-MATEMATICA PROSPETTO E Li pill di un decennio die la circoslanza porlom- EQi a geltar sulla carta le idee in qiiesla raemoria raccolte sul problema della porlata de' fiumi. Questo problema per quanto utile fosse ed impoitanle , per altretlanlo difficile complicalo e sublime riescc in ri- solversi. I progressi dclla sua soluzione senipre lardi saranno , e limitati: e se slarassi al sommo rigore giammai sapranno toccarvi la mela. La nalura indo- cile e ricalcitrante a questo riguardo, non lascia al- r idroraelra cspcrto e sagacc cbe la debole risorsa di una semplice approssiraazione: e gli alti gcomelri cbe di proposilo vi si son dali , ncl mentre cbe vi han camminalo a passi sempre incerli e a ten tone , ban dovulo restarvi convinti dclle nostra dcboli forze in questo gcnere di riccrcbe. Quindi e cbe 1' idro- metria pralica non puo vanlarsi nelle vie della solu- zione a priori cbe di una forraola a' bisogni ordina- rj dell' industria soddisfacente , e cbe sotlo il nome si conoscc di formola di Eylclwein dal geomelra ale- AU. Jcc. Vol. XVI. 28 — 220 ii ■; manno che emplricamenle ne ha dalo le uUime cor- rezioni ; nel roenlre clie nella soluzione a posteriori € del lutlo sperimeatale, fra i lanti strumenti all' uo- po immagiaali e prodotti , strumenti sempre iaesat- ti , sempre imperfetti e nell' operare difilcili , noa puo in certo moJo utilmeote giovarsi che del inelodo delle asfe ritromelriche; metodo il piii facile e spedi- lo, il pill alio ad applicarsi a'casi in genorale difilcili e bruschi ; raa metodo non raancante esso pure di difiicolla e inesattezze, lasciando tuttora a desiderare comodo e aggiatezza maggiore nell' operazione , coa- fidenza e giustezza ne' nsullati. II raio oggelto ia una questione siffalta non e state che di scorrerne lo stadio che ha corso lino a' nostri ultimi tempi. Mi son dato danque a seguirne con filosofia ed analisi i progress! piu utili e raarcati ; a richiamarne mi son falto e a metterne sottocchio i raetodi piu com- meadati onde si e veduta e discussa. Incominciando dall' analisi ragionata della que- stione, senza punto arrestarmi sul metodo delle tavo- le paraboliche , che non potrebbe tullo al piu appli- carsi con qualchc approssimazione che a' canali di derivazione ; senza trattenermi sul cosiddetto metodo rneleorologico di cui menzione si e fatta in una me- moria suU' irrigazione del Simeto negli alti di que- sta Accademia Gioenia, perche assai congelturale del tutto empirico e di poca soddisfacenza e fiducia , io sono venuto tutto di seguito sopra di quello idrome- trico generalmente seguito, e a fissarne la discussio- ne nella ricerca de' due elementi sezione e velocita media da' quali iuteramente dipende. II primo oiuna spcciale discussione prescnta ; ond' e che passandovi 22 I rapidainenlc ifi sopra , mi son falto a ridiirne al se- contJo r inlcra qiieslioue , clie ho diviso in due par- ti , i' una fisico- nialematica , e sperimenlale 1' allra. Slrada lacendofni qiiindi per la prima parle ho in- comincialo dal far inenzioiie della tcoria gencrale dei fluidi in molo: e siiUe vedule analiliche di Lagrange procedendo, cd a' fluidi omogonei incompiessibili cui r assiinlo apparlicne rislringendoini, vi ho richiamalo Ic eijiiaziont della conlinuila delle forze sollecilan- ti; e racrce di esse la cosiddetta equazione de' fliiidi vi ho delcrminato ; equazione a dilfercnziali parziali di secondo ordine sulla di cui inlegrazione la solu- zionc del problema dell' inUitto si appoggia. L' inlegrazione di qiiesta equazione non e punlo conosciula nello slalo delle conoscenze presenli: eppe- ro neanche lo e la soliizione di cui si Iralla. lo ho fallo vedere a queslo proposito le condizioni analili- che soUo le quali polrebbe essa cffelluarsi: i casi uei quail Lagrange e dielro a lui la comune do' classici banno opinalo potervi avere il suo efi'ello: le ogge- zioni ho ricordalo clie contro quesla opinione ha pro- doUo il profossore Tadini: i lenlalivi che vi si sono applicali : ridoUo a miglior forma il processo analili- co che lo slcsso Tadini nc ha dalo : e porlalo un colpo d' occhio in fine sul melodo generale esallo e dirclto onde sembra di polcrsi trallare. L' inacccssibilc difficolla di quesla soluzione ha condollo il Navicr a proporre delle nuove vedule sul trallamenlo del problema in discorso ; ed indoUo in- sieme i geomelri dal caramino di una soluzione ge- nerale rivolgorsi a qnclla di un genere parlicolarc di movimenlo detlo movimenlo lineare. Dope avere io — 222 -— fatto conoscere cosi di passaggio le idee del Navler, son passato a parlare del la teoria del raovimeato a due coordinate, a cui il lineare appartiene. Quivi a rapportar mi son fallo le opposizioni rnosse dal pro- fessore Tadini conlro la generalita dell' integrale del- r equazione de' fluid! a queslo case Gorrispondenle: son venuto quindi a far parola del metodo che egli \i ha seguilo dalla sua banda: e facendo alia coa- venienza sul soggetlo qualche critica osservazione, soa finito coQchiudendo che 1' ipotesi del movimento li- neare illegillirna pe' fluidi in generale risulta sempre legiltinaa nel caso parlicolare delie aequo correnti che il noslro assunto riguardano. Posta dunque questa ie- gillimita, mi sono iramediatamente porlalo su i pro- gress! della soluzione solto queslo nuovo punlo par- licolare di visla. Ed incominciando dal grande Eule- ro son disceso sulie formole di Chezy e Dubuat, del- le quali la coraposizione ne ho dalo a conoscere; il merito e 1' ulilila ne ho rimarcato. II cavalier Bonati nno degli idroraefri piu esper- ti che vanti la nostra Italia nel reiiolamento de' fiu- mi, diede nel 1784., una nuova teoria sul loro rao- vimento assai semplice ed agevole nello spiegarne i fenomeni. Fedele per quanto rai e stato possibile al- ia successione de' tempi , io ne ho fatto in questo luogo il richiamo ; e l' essere filosofico ne ho fatto conoscere. L' acqua per gli alvei si muove come per piano inclinato; se dunque il suo molo per sua natura accelcrato diviene cquabile, non puo esserlo che per effetlo delle resistenze che va esso incontrandovi; raa noi non sappiamo come cio avvenga: quindi fatta qualche ipotesi , si e alia esperienza rimessa 1' opera 223 di vcrificarla e correggerla. Quolla di Coulomb la pill accolla c distinla , ha prodotlo dalie maui di Girard e Prony una formola per rapprcsentare la Icg- ge di quesle resistenze ; formola che soUomessa di poi air cspericDza , da esso loro e slala verificala e mollo vicina al falto rilrovala ; e rimessa ancor piu sollo r impero di nuovi molliplicali esperimenli , La acquistato un altissimo grado di confidenza, ed e di- venula dice il Maselti , quella onde si deterraina la velocila media delle acque correoli per gli alvei coa molo cqiiabile e permaaente. Veuulo io a far menzione dell' ipotesi da Coulomb proposla , mi feci toslo a rimarcarne 1' uso nelle riccicbe di Girard , che il primo fu ad inlrodurla nel calcolo : e quindi al PrODj vcoendo , mi diedi a reudere conto de' di lui Iravagli. Qucslo illusfre scrillore poggiando e cara- niin facendo sulle vcdule di Girard, uua Icoria fisico- raalcmatica generale e complela produsse sul movi- mcnlo in queslione: ed io nel fame rapporlo ho dalo a conosccrne 1' equazione finale , in ciii quella di Girard e Cbozy sono come casi particolari comprese; r applicazione della sua legge delle resistenze ve ne ho fatto vedere; e il metodo ingegnoso rimarcare oode egli coll' appoggio dell' esperimento i coefTicienti numerici e vcnuto ad assegoarne. Ma quesla (eoria tullocbe elegante ingegoosa sublime , non lascia di mancar di cbiarezza c semplicila. A qucsto proposito quella del Bouali Iradolta per cosl dire in frasi alge- brichc e resa aoalilica dal Venturoli, e da lui appli- cala alio ac([ue corrcnti in tulli i casi , merila qual- che allcnzioiic, coiiducendo dircllauicnle e scnza slea- lo al fine proposlo. Quindi c cbe io mi sia per ua — zai — poco fermalo sopra di essa. Dalle due verila fonda- raenlali di quella filosofica dcU' illiisire idromelra dt Ferrara , lio fallo vedere come ne derivano le due foiidamentali di quella analilica deli' esimio diretlore della scuola idraulica ponlificia; e percio la loro es- senziale medesimezza e idenlita: bo fatto vedere dip- piu come queslo dislinto idraulico partendo e conlo teuendo deli' elfello delle resislenze , sia venulo dalla sua handa ali'espressione analilica della cercala velo- cita ; espressione dico pcro clie egli stesso noa ha saputo in quell' cpoca slessa defiuire se preferibile fos- se, se di maggior coofidenza nelle applicazioni della forraola data dal Prony. Fraltanlo verso quel medesimo tempo (1814., i8i3) quesl' ultima formola ricompar- ve ne' volurai dell' Accademia Reale di Berlino coa coefiicienli numerici novellamente calcolali e maggior- mente rettificali da Eylelwein. Quindi facendo io co- noscere come in ultimo oggetto questo nuovo perfe- ziouameoto della formola, bo concbiuso la prima par- te del mio picciolo scritto , i travagli riferendo della scuola idraulica sopracitala a queslo riguardo eseguiti. Conosciuto il bisogno della velocita nclla stima delle portate, se ne dovelle sentire qucllo della ma- niera onde poterla coooscere. Procedendosi a tale og- getlo dietro a delle assolute e pure teorie, non tardossi a sentire cbe esse riuscir noa poteano di facile risor- sa in oltenerae 1' intenlo. Quindi da questo cammino torcendo, la sirada intentarouo di misurarla nierce r uso di opportuni sirumcnti. Ma nonostante la mol- tiplicita all'uopo inventatane, giammai arrivar si po- te a reslarue conlenli, a riguardo principalraente del- la variazione a cui va essa soggetta. Onde c cbe 220 senza abbandonarlo, rallenlando coleslo caromino, da un' allra banda voltaroosi, alia riccrca reslringeudosi della semplice vclocita media ; e Ja nalura sempro coll' esperienza esplorando, delle leorie sopra d' ipolesi combinarono , cbe colla guida e coi lumi della nie- dcsiina di reltificarc ccrcarouo : dondc 1' insigno for- iriola come dicemmo del gcomeira aleraanoo ue nac- qac. Percorsa dunque la via delle leorie ci restava camminame qiiella della pratica operazione degli slru- mcnti. Qacslo c il soggello della seconda parte di cui atidiamo a dar conto ; soggetio cbe discusso vi abbiarao, soslcnendo sempre e accompagaando il fat- to deir operazione colla face del ragionamento e del calcolo. II gallcggianfe del Caslelli ha dovulo essere il primo strumeato idroraelrico a concepirsi e ad iisarsi. Onde c quello da cui bo io incomiDciato. Senza ve- nire a descriverlo perche molto semplice e conosciu- to, io mi son falto 1' uso a ricordarne ; uso assai li- milalo e ristrello; e a far menzione in proposito soa Yenulo del molinello idromelrico die il Bossut sosti- tuir vi solea all' occorrenza. Incominciando a dubi- tarsi del caagiamenlo della velocita dalla superficie al fondo e dal filonc alle ripe, incomincio anrora a cercarscne il come modificarlo onde ridurlo a questo uopo.Quindi io son venulo a riandarne i pensamenti del P. Cabeo del Baralleri del Lecclii del Cav. Bona- li. Mcnlre cosl si pensava in Italia, Mariotle con altre vedute procedeva in Francia al medesimo fine: e T uti- le idea prodiissc di una niiova specie di galleggianle, cbe in scguilo il Bruiiacci disse galleggianle conipo- sto ; r uso nc adJimoslroj e la leoria matemalica cc — 226 — DC diedc, lo dopo averne esposto la teoria , nolato gl' incovenienli, i difelti nmarcato, son venuto a par- lare di un altro slrumento die molli aulori Lan com- mendalo per le misure in queslione. Questo e il pen- dolo idromelrico di cui se ne dee al Giiglielmini la prima idea. SoUo diversi nielodi di coslruzione e stato queslo struraenlo proposlo. Quello di quadrante idro- melrico dovulo al suo primo inventore, eonsiste in ua quadrante graduate da cui ha preso il norae, e che ba per oggetlo di misurarvi 1' angolo di deviazione del flic del pendolo dalla verlicale , base della sua leoria. lo ne ho fallo conoscere la teoria le iinperfe- zioni le inesattezze: la somraa diffidenza in cui e ca- dulo ne bo fatlo sentire, il generate abbandono. Quin- di ricbiamando cosi di passaggio le raodificazioni che il Ceva il Zeodrini il Ximenes ne hanno proposto , mi e venuto a fermarmi sulla lodevole costruzione che il professor Venturoli ne ba dato indipendentemente dalla raisura dell' angolo di deviazione suddetto. Qui- vi non solo ne bo detlo in breve quanlo ne ba il Venturoli prodotlo, ma ne bo sviluppato nella sostan- za la teoria analilica ; ne ho rimarcato il grado di confidenza che merila ne' risullali. In colesto luogo bo fallo menzione di alcuni slriimenli al Ximenes, al Cav. Lorgna , al Barbanlini dovuli ; strumenli la di cui operazione dipendendo in fondo dall' uso di una palla esposta mercc di un filo flessibile all' urlo della corrcnle, si rapportano in certo modo al pendolo ia discorso. Nella pralica di questo slrumento sono sera- pre da temersi gli etfetli dell" iaipressiooe della cor- rente sul filo sommerso. Onde e che il raedesimo pro- fessore Vcnluroli ba pensalo e proposlo un terzo me-- 227 todo di coslnizione; quelle di cangiarne it filo in una asla cilindrica mobile iuloruo ad un punto fisso; co- slruzionc clic ogli ha classillcalo sotlo il nome di pen- dolo idromclrico composlo. A qiicslo proposito mi so- DO io dalo ad csponie la Icoria, la quale porlando ad ua calcolo assai laborioso e prolisso, 1' uso ne rende peooso e difficile; lanio che mi e serabrata convenevole cosa il fare all' occasione notarc, che il pendolo idro- metrico con qucsla sua nuova forma, nel raenlre che guadagna sugl' inconvenieoli della prima sua costru- zione, perde raolto pcro dalla banda della facilila del- la sua teoria e della sua spedilezza. Prima di lasciare i Iravagli a' quali il Castelli e il Guglielmini aveano dalo ragione, cosa conveniente sembrommi far parola di una raacchina da esso loro usala per andare direltamente alia conoscenza della portala, senza passare per quella della velocita. Que- sta raacchina e il cosiddcllo rcgolalcre, usalo c com- mendalo dal prirao, e dal secondo con delle raodili- cazioni adoUato. In prime luogo di quello del Ca- stelli ho parlalo : e quindi a quello del Guglielmini venule , ne ho dalo la teoria ; rilevate le difficolta, che prcsenla; le raodificazioni ne ho raenzionalo che vi ha proposlo il Prony; il concernenle giudizio che ae ha il Venluroli, proferito e finalmcnle riferendo ho conchiuso, la lodevole e felice applicazione che ne ha falto il valoroso Tadini alia dispensa e misura delle acque correnli. Dopo quesla esposizione slrada mi son falto a parlare di allri diversi slruinenti da divcrsi idraulici insigoi proposli , dei quali ho curato fame vcdere AU. Jcc. Vol, XFI. 29 — 228 — r uso la costruzione i direlli : ed utile cosa ho sti- malo di dare primamente conlezza di una memoria del professore Maselli su i tackimelri idraulici , in- serla nel volume per 1' auno 1824- della raccolta di aulori ilaliani pel molo delle arqiia. Quindi il fi- !o delle idee ripigliando sono a far meuzione venu- to della fiasca idromelrica del Nadi , che portando a' medesimi risullali lanto in acqua correnle quanlo stagnanle , cadde loslo in discredilo e venne scorda- la. Dipoi del tubo ricurvo di Pilot ho falto parola , il quale tulloche raolto in uso sia slalo prcsso i fran- cesi , poca esatlezza promelte e precisione ne' risulla- li. Dopo avere ricordalo diversi allri strumenti , sui quali alia cilala raemoria del professore Maselli ho riuiandalo, mi son falto a parlare della venlola del- 1' abbale Ximenes; a raoslrarne 1' uso e la teoria ; slrumenlo che assai coraraendabile in pralica riuscito sarebbe, se piu seraplice ne fosse T apparalo e meno operoso il maneggio. Quindi passalo sono a discute- re il cilindro galleggianle dal P. Leccbi proposto , e di cui i' idromelra inglese M. Mann ha parlalo come suo proprio : e dopo aver falto io conoscere una macchinetta assai semplice che ho Irovalo rap- porlata nella discussione idraulica della fisica mate- malica dei PP. Cannovai e del Ricco , mi sono io fermato sullo slrumenlo di M. Woltmanu , in Fran- cia conosciulo solto il uome di reomelro. Di queslo slrumenlo la costruzione e la teoria ne ho richiama- to con qnalche dellaglio; 1' uso e le difficolla, I' ap- plicazione e la pralica ne ho fallo rimarcare. Arriva- lo a queslo punto io son venulo a posare per cosid- dire il discorso sull' asia rilromelrica , ultimo degli — 229 — slrumenli clie io ho proso a disciilcri?. La leona di (liifslo slrimionlo c inollo clevala; sublime ne e I ana- lisi da cui diponde: ma la difficolla di inisurarvi I'aa- golo d' incliiiazioiie ond' csso viaggia , ne rende an- cor pill difficile 1' applicazione, priucipalmente quanl do si allcade al somino rigore. Io lio csposlo coa di- scorso raisurato questa Icoria sublime ed elegaote; i- raelodo ondo potersi esegiiire la raisiira di qtiesla ia- clinazione; le risorse onde le difficolla dimiiiuirne ; risoluto dci dubbj che allraversar ne polrebbero Tuso lanlo utile in generate, e Y applicazione alia pralica; ricoidalo inline le sue anoraalie dal fatto speriraenla- lo, allorclie si considera ne' rapporli colla scala delle Telocila dalla stiperficie al fondo. Reso coulo de' principali strumenti usati fioo a qucsli ullimi tempi per la ricerca della porlata dci fiumi , rimaneva il parlare de' metodi onde al fatto applicarli. Qucslo e quello che ho io csposto Io scrit- to concliiudcudo. Fra tulti gli strumenti descritti il galleggianle semplice e il composto solto la costruzio- ne delle aste ritiometriche, sono i due die offrono alia pratica un melodo di applicazione il piu facile c pronto, il piu spedito. Questa verita dall' esperien- za e dalla ragione conleslata, ha fatto die ad essi io mi fossi attcuuto nella scelta dc' metodi pratici con- duccnti all'assunto. Parlando del primo vi ho io cspo- sto il proccsso onde so ne conduce 1' applicazione e r uso che far vi si puo utilmcnte delle formole em- piriche prodotle da' sommi idraulici Duhuat e Prony: le formole stesse vi ho dato insiememente a cono- sccre: la risoliizione vi ho dato infine di alcuni dub- bj che potrcbbcro farsi scntirc ncl fatto dclla ricer- — 230 — ca. Passando al secondo mi son dato a conteslarne la speditezza ond' esso porla al fine proposto ; ad esporne 1' operazione pratica onde precede; a rappor- larne slante 1' importanza di essere dice la cilala scuo- la seraprepiu divulgalo conosciuto promosso, in esem- plificazione la memoria coDchiudendo, un esperimen- to la prova cioe da quella scuola eseguita nel 1821 sul Ironco del Tevere tra ponte molle e il suo in- gresso in Roma: a ridurne inGne a formole simboli- cbe il processo della pratica operazione. Pf.B. Ho premesso al corpo della memoria qnesto prospetio 1° per melteriie sottocchio come in ntia specie di sonfo ragionato e d' intro- duzione il contenuto: 2° per soddisfare aU'articolo 4t deg\i stalufi nel 1824. pubblicati ed a me qual socio corrispondente comauicali dalla stessa Accadetnia, cui ho 1' onore di presenlarla. SULLA PORTATA DE'FIlJiHI MEMORIA .ST(ORICO-CRITI(CA"MATEM1.T11CA. 11 probleraa sulla portala dc' fiumi e un problema di sorama imporlanza ed utilita. La sua soluzione e r argomenlo oode dipendono tuUe le ri<^crche die far si possono sul loro corso: il principio di tutle le uti- lita clae se ne possono ritrarre : il modulo per cost esprimermi di tutte le niisure a prevenirne i disagi di cui soao capaci. La soluzione geoerale di questo problema non si riduce cbe alia delerminazione delia sezione , cioe del profile trasvcrsale dell' alveo , e di quella specie di velocila immaginaria detta media dagF idrometri , la quale supposta in tntti i punti della sezione costante, cguaglia col suo prodotto per essa la risullante di tutto le vclocita efieltive onde i lilamenti aquei inegualmente vi passano. II cammino per arrivare all' ultimo special valore di quesli due cleraeuti della porfata e assai erto e difficile; e tale disgrazialamente lo sara per lungo tralto di tempo ; e Ibrse I'orse per sempre. In qucsla memoria lasnian- do io di parlare del melodo dolle tavole parabolicbc suir incsatla tooria idraulica della parabola fondato , al P. Grandi per quauto io sappia in origine dovu- to , cbe il Bernareggi non e oiolto ba riloccalo , c — 262 — cbe se c per avvenlura ia qiialche modo applicabilc dice il Maselli , alle bocclie di derivaziooe di picco- lissima luce rispelto a'recipienll in cui s'aprono, noa lo e id conto alcuno alle sezioni de' canali o de' fiu- mi : lasciando di parlare di un certo allio metodo che dipendente dalla cadula delle pioggie e dello meteorologico ; die ba proposlo il Bernoulli , usato sulia Senna il Dubual , menzionalo in una raemoria fra quelle dell' Accademia Gioenia suU'irrigazione del Siinelo il Principe Giuseppe Palerno Alvaro, adottato il Cocconcelli in un progello di poule sul Taro; me- todo del lullo empirico, molto congetturale e di poca soddisfacenza e fiducia: lasciando dico di parlare di quesli metodi percbe non fanno al mio preso punto di vista , io mi propongo di raostrare breveraente i progressi piii ulili e marcati di quesfo difficile pro- blema, soUo di quell' aspelto guardandolo che in prin- cipio divisai; di fame vedere con quella sobriela di dire cbe ad una memoria conviensi , i diversi meto- di matemalici e sperimentali onde la severa sokizione se ne e Irallala e se ne Iralta [nelT atluale periodo della scienza. I. La meccanica razionale lultocbe sia da circa un secolo arrivata al piii alto grado di pcrfezioue e semplicita, riniane lullora assai imperfelta per quella parte delle sue applicazioni cbe riguarda i fluidi in movimento. Qiiesta scienza ridolta a due soli princi- pj; r uno relativo al movimento di Iraslazione, ed a qucllo di rotazioue l' ailro , si frova inlimamente le- gata alia malemalica ed alia fisica. Tradolti quesli principj fondamenlali in formole algebricbe , et^egui- sce iutle le sue operazioni con delle pure combina- — 233 — zioai analiticbe: ed imprestali dalla fisica i fenomeni della ualura al suo og^etlo necessarj, vi conipisce ed cffoUiia liille Ic sue riccrclie. Ma la mancanza in matemalica de' me[odi che la queslioae doraanda per r inlcgraziooe delle equazioui, a cui quelle combioa- zioni foodiicono nel rnovimcuto in discorso; e le dif- licolld prossocbe insuperabili, onde tencre esaUo con- to e sotiomoltere a calcolo lo circoslanze fisicbe cbe r accompagnano , fanno che nonoslanle gli sforzi di allissimi iogcgoi, noi fossimo quasi del tulto alio scu- ro delle vere leggi alle quah va esso soggelto. So noi lo sguardo voUiamo al movimenlo delle acque in particolare , fluido sempre soUo gli occlii nosiri e nclle noslrc raani , il piu che ci e conosciuto e fa- miliare, noi noa ci veggiamo piu di gran lunga avan- zali. II movimeulo di questo iluido il piii che da vi- cino c' inleressa , ha in ogai tempo ricbiamato sopra di se la nostra altenzione : si e desso seguito ed os- servalo in lulti gli stall : si e studialo e conlernplalo nei suoi fenoraeni, e dopo piu secoli noi non siamo arrivati colla guida deU'esperienza e del ragionamen- to cbe a riconoscervi le leggi ond' esce dagli orificj de' vasi, quasi ancora reslando nella plena ignoranza di quelle onde si cU'ellua nel gran rocipienle de' ma- rl , ed assai limilali onde conducesi sulla superficie lerreslre. Quest' ultima specie di movimenlo , quello dico delle accpie per gli alvei , come e capace al- lorcbe rogolalo e direlto , di grandi utilila c de' no- siri raaggiori vantaggi ; cosi de' nosiri mall raaggiori quaodo si Irascura e si abbandona a se slesso. Quin- di c di somina imporlanza lo sludiarne gli andamenli ie leggi rinlracciarue. Di tulle le ricerche a qucslo — 234. — proposito la prima e quella di sapere la quantila di fluido cbe in ua dato Cume trascorre. Con questa conoscenza alia raano facile riesce dirigerne c con- dizionarne il caminioo; i trisli elfelti prevenirtic delle inondazioni; usarne ne' divcrsi bisogni; renderli utili al- ia navigaziooe all' agricoUura alle arli. Oud'e che il pro- hlema della portata de' fiumi sia slalo in tuiti i tempi tenulo come il fondamenlale di lutli quelli del loro colanto importanle regolamento. Qiiesto problema noa fu Iratlato che con maniere affalto erronee sino alio Abb. Castelli , il primo a vederlo solto il suo vero punto di vista. Pria di quell' epoca le porlate noa venivano stimate cbe in ragione delle ampiezze sola- mente degli alvei. Fu dopo il risorgimento delle scien- ze che questo illustre discepolo di Galileo , feces! il primo a pensare che la quantila dell' acqua scorrente per la sezione trasversale dell' alveo dee riuscirvi tan- to maggiore quanto piu velocemente vi passa; e per- cio il primo che conobbe il bisogno di un secondo elemenlo fondamenlale nel calcolo delle portate. Quia- di comprovando a posteriori con delle esperienze ese- guite in piccioli canali artefatti la realita del suo con- cetto , anaunzio nel 164.0 , nella sua misura delle acqiie correnli il general teorema , che in un fiurae scorrente con moto regolare e coslante, o come suol dirsi ridolto alio stalo di sua permanenza, le portate delle sue diverse sezioni sono costantcmente le slesse, nonostante la diversa loro grandezza; teorema che di- raostra essere le ampiezze delle sezioni in ragione inversa della quantila del fluido che vi passa, eppe- ro della velocila. Supposto con questo teorema di es- sere le porlale fuuzioai non piu delle sole grandezze 2JJ dclle seziooi, iria di esse insieme e delle velocila, ne venne cbe tulta la difficolla del problema si riduces- se alia riccrca dclla logge onde quesli due elemenli vi coDcorrorio, ed al meludo di calcolarli. II Casleili annunciando 1' esseaziale concorrenza della velocili nella ricerca dcile porlale , ne diviso in generale la Icgge nella rngione delle altezze delT acqiia sul fon- do; legge alia quale il Giiglielnaini soslilui nel 1719 quolla delta ragiou suddiiplicata: ma questa legge per Ic incsallc maniere ond' era slata conchiusa , aspelta- va il fallo dell' csperimento per essere sanzionata e sotlo r una e sotto 1' altra espressione. 2. I fiiimi possono essere liberi 0 impediti. Con- siderando il caso doi fiumi liberi 0 supposti possibil- mcnlc tali, le slille fliiide animate 1' una indipenden- temcntc dall'allra, dalle sole forze sollecilanli, intrin- scca r una provenienle dal proprio peso, ed estrinse- ca r altra da quello delle slille contermini, non pas- seranno pe' diversi punti della medesiraa sezione che con delle velocita decrescent! costanli crescent! dalla superficie al fondo dice il Bonati, secondo che dessa 6 cons'ergente parallela divergenle al medesimo. Con- templando poi i fiumi impediti da resistenze regolari e uniformi, i'altrito e I'adesione del lluido alle pareli dell'alveo, ritardando il moviraenlo de' filelli ad essa conligui, e questo ritardo per F iraperfetla fliiidila co- municandosi dall' uno all'allro filetlo, verra a rallen- larnc via via il movimento dalla superficie al fondo e dal filone alle sponde : e quindi la velocila rego- larmcnlc inegualc ne risullcra sopra i diversi punti dclla sezione. Considerando finalmentc il caso dei fiu- mi impediti da resistenze irrcgolari e difformi, come y^lL Ace. t ol. XVI. 3o — 236 — le irregolarila e le asprezze del lello, i ringorghi, le lortuosila cd allri tali, qiiei filetti si verranno a ral- lentare inegualmenle secondo la varia e diversa azio- ne degl' impediiueDli locali, e la loro velocila relali- va vi riuscira seuza regola e senza legge, Prendendo dunqiie a priori il problema del moviinento dei fiu- nii , si arriva sempre a couchiuderne die i filaruenli capillari del fluido in geoerale si presentano simul- laneamenle ad una raedesima sezione con velocila disuguali. La somma di tulte quesle velocila elemen- lari; o per meglio dire, la loro risullanle, e cbe for- ma la velocila assoliila oode si misura la qiianlil.i di fluido die passa nell' unila di tempo per una data sezione ; la portata fisica io dico di quella localita. Tulta la dilTicolla percio del problema non si riduce cbe alia ricerca di quesla risullanle. Ma come effet- tuarla? Cbi non senle la somma dillicoUa , difficolfa inaccessibile direi, cbe ad un sifFalto punto di vista presentasi? Quello in cui di definire si Irallerebbe le infinite velocila iudividuali degli infiniti fiiamenti fluidi cbe contemporaneamenle passano per gli infi- niti punli della sezione ? E supposta vinla quesla difficolla , come vincerne quell' allra non picciola , proveniente dall' insufficienza de' mezzi a poterle riu- nire e comporre in una ; nella portata fisica? La teoria non sa coi suoi melodi trovarvi una slra- da cbe spunli. La sola espcrienza poira guidare in coteslo cammino: moslrare come si comparte 1' effet- to tolale de' diversi variati impedimenli , non cono- sciuli da noi cbe a posteriori e all' ingrosso : come la velocila procede dalla superficie al fondo e dal filone alle ripe : e come 1" cffetlo risullanle slimarse- — aSy — ne nel suo lullo. Queste ed allre lali non piccole difficolla sono slaie onde gli idromeiri ban doviilo lorccre il cammino: ed iiivece di cercare diretlamen- te la portala fisica median(e la velocita assolula, clie sarebbe la vera soluzione dirella e a priori del pro- blema, si sono dali ad invesligarla iudirettaraenle, e in una maniera raziooalc e nialeraalica. Siipponendo divisa la portala per 1' area della sezione , e cliiaro che avrassi nel qnozienle nna velocila cbe supposla ripchila per luUi i punli della medesima, riprocJurra colla riunione la porlala slessa. Quesla velocila mi- norc della rnassima, maggiore della minima , media dico Ira cpiella del filone e la raseule il fondo e le ripe ; che non ha esislenza reale come la ragione insieme e Tcsperienza c'insegnano che in nn solo pun- lo della sezione, qiiesta velocila ripelo, e quella che gli idrometri si son dati a cercare sollo il nome di velocila media^ onde moltiplicandola per I'area del- la sezione averne una porlala cquivalenle alia vera realc. Quindi il lullo non si riduce che alia deter- minazione di colesti due elementi: area della sezio- ne e velocila media. Ma cio non lascia di presen- tare anch" csso dellc grandi difficolla. Nci canali ar- lificiali la conoscenza della sezione non dipcndo che dalla semplice c uuda mensurazione grafica: in quel- li natnrali ed a (luido scorrenic non e per 1' ordi- nario si facile : bisogna in queslo caso ricorrere a qualche arlificio : ricorrere alle voile a qualche ipo- tesi; condizionarne il caso a de' risullati sollanio ap- prossimali : polrcbbc farsi dipendere pure da teoria ; usarvi della geomelria deilo spazio : ma cio non sa- sebbe cbe una raera spccolazione, un lusso di scien- — 238 — za , una erudizione senza niente potcrne sperare in pro della pralica. Mollo maggiori poi sono le diffi- colla che presenfa la determiuazione della velocila media. Quesla ricerca rimane tuilora senza leoria ri- gorosa e generale , onde effetluarsi a priori; senza melodo sperinienlalo dcciso ed esallo , onde definirsi a posteriori: e resla ancora agli idroraetri un campo aperto onde moslrare ed esercKare il loro genio ia condnrla ne' diversi casi particolari. 3. Le acqiie eorrenti per la superficie lerrestre dalla circoslanza del pendio favorite si riuniscono in massa ; si aprono da se o per opera dell' arte iia cammino e si formano un letlo. Questo lelto, I'alveo io dico, inclinato sempre all' orizzonte, ne rende per la gravila il corso acceleralo ; corso che andrebbe sempre piu accelerandosi se le resislenze che esse vi oppone, non venissero a ritardarnelo. Quesla corabi- nazione di forze acceleralrice e rilardalrici dopo UQ cerlo spazio, fa che il corso dell' acqua divenga uni- forme ed equabile , permanente e perenne: e questo stalo verrebbe costantemente a mantenersi se delle cause esleriori, tali che quelle ne' tratti vicini all'ori- ginc ed alio sbocco , quelle producenti rigurgiti , la confluenza di nuove acque , le epoche del crescere c del loro calare, come I'esperieDza a sufficieoza di- inoslra , non venissero ad allerarveio. Or c questo slato di permanenza che fa d' uopo contemplare on- de riuscire nelle ricerche proposle. E desso quelle in effetto a cui gli idromelri si sono tutli dali a stu- diare: quello a cui ridolti si sono come in bilancia, lutli gli accidenti che possono accorrervi ; tulle le nielamorfosi de' Iralli allerali : quello infine a cui - 239 - mirano lude le leorie suH'assunto immagiaale e pro- dolle. Quindi veneaJo noi della velocUa a tratlare , noa intenderemo parlare die di qiiesto slato, sempre che noQ saremo per avverlirne il contrario. Due soDO i raetodi idromctrici che si possono se- guire : 1' uno a priori I'allro a posteriori. II primo precede piegando i principj scienlifici sul caso spe- ciale del movimonfo proposto , mcttendo a calcolo le circoslanzc fisiclie che lo accompagnano : ed il secondo I'osservazione consul tando e i'esperienza.Non polcndo tenersi conlo delle qnalila fisiclie della que- stione scnza coDsultarne la nalura , il primo cbiaraa in soccorso I' csperienza , e no usa come un sogget- lo sccondario; e il secondo come un soggelto priraa- rio , come di base onde fondarvi : in quello 1' espe- ricnza serve il ragionamcnto e il calcolo; raenlre in queslo e il ragionamenlo ed il calcolo che servono resporicnza; insomma il primo forma una teoria fisi- co-malcraalica slabilila su i principj rigorosi della meccanica , illustrala c rettificata co' fenoraeni del- r espcrienza ; ed il secondo un nietodo cosliluisce lulto sperimentale. Dividero dunque in due parti la proposla discussione. Terro ragione nclla prima dei Iravagli utili falli a riguardo della ricerca fisico-raa- icmatica della vclocifa ; e riscrvero alia seconda il parlare de' nielodi pratici e sperimenlali che vi si rapporlano. — 24-0 — ; PRIMA PARTE RICERCHE FISICO-MATEMiTlCHE SULLA TELOCITA' DELLE ACQUE CORREISTI PER GLI ALTEI. 4-. La teoria del molo do' fluid! e si raancanle ed imperfetla die non da a sperare di poterue otle- nere nell' altuale periodo della scienza alcuna utile cooosceoza. Lagraage nel 1787, ne ha dato nella sua meccanica aualilica una gcnerale. Secoodo le sue vedule subliuii iu oggi generalmeute adotlate , una massa fluida e considerala come ua corpo le di cui molecole sciolle e libere da ogni vincolo di le- nacila, coesistono 1' una iodipendeutemente dall' allra in coatinuifa. Quindi lenendo dielro a' passi della soluzione raalemalica e a priori della questione, noi non seguirerao die queslo punto di visla si generale ed esleso ; punto di vista in cui supponendo ciascu- na molecola elementare soltoposta all' azione di for- ze die la sollc-citano al molo , e rapportandone il raovimento qualunque siasi die ne risulta a tre piani coordiuati orlogonali, si e pervenuto con de' process! piu 0 raeno variati nell' aodameulo analilico a delie equazioni differenziali cbe ne rappresenlano le circo- stanze. Seoza entrare ne' deltagli di colesti process! percbe mollo conosciuti , ci basta d! riferire che di- cendo ?, /j, r, la forza accderatrice la pressione e la vdocila , delle quali ?\'r''\?"'''p\p'\p";v\v\v"; ne significano le component! sccondo le Ire coordi- nate X, y, z: e dicendo q la densita del fluido, se 24-1 — ne Lanno per la soluzione generale del problcma le due equazioai q {^'dx ff'dy -f '" cquazioni delle quali la prima e coraunemente della de/la conlinuitd o allrimenli dal prof. Tadini della inallevabilita della rnassa ; e la seconda delle for- ze scllecilanti. Nclla discussiono analilica di qucsle due equa- zioni, e cbe consisle la leoria generale di ciii si Iralla : e lulla la diiricoUa non si riduce che nello inlegrarle e delcrminarvi le funzioni arbitrarie die il proccsso dcU' inlegrazione vi introduce ; diflicolla grandissiina dice il professore Ycnluroli ; e se sliamo uella somraa genoralila , ancora insupe- rabilc. la cffcllo supposte v'^='V\^ v"=(t>" ^ v"= s t , ,2 ..2 ,,,2 Onde e che la tcoria generale che si e data fi- nora siil inovinienlo de' iliiidi incomplessibili omoge- nei, va soggetta alia eondizione che le due funzioni segnalc con d'i , d[ sieno differenziali esatte ; o che e lo slesso che le due fuozioni * , f abbiano ua esscre efi'ctlivo , e percio capaci di dcterminazione. Quindi avvienc che essa dod appartiene che a que- gli individui di questa famiglia di fluidi pel quali cosiffatta eondizione avra luogo. Or la forza soUecL- lantc 9 fatla aslrazione delle resistenzc , e nel caso in questionc sempre una forza altiva della natura che per 1' ordinario, e specialmcnle per le acque, si slima per la sola gravila ; eppero la funzione f rie- sce in queslo caso sempre asscgnabile. TuUa la dif- ficoUa. dunque non va ridolla che ad esserlo la fun- zione (I) . Lagrange e dielro a lui la comune dei clas- sic! che no haiino parlalo, sono d'opioione che i casi nei quali qiicsla funzione si Irova possibile sono in natura numerosissimi. Ma quesla opinione e slala al- laccala di fronle dal Tadini in una insigne memo- ria da lui pubbiicala sul movimSnlo delle acque cor- renli in Milano nel i8i6; mcmoria ove cgli venne di proposilo con una nola posta in fine, non solo a Ail. Accad. Vol. xvi. 3o — 24.4- — confiilare i varj casi conosciuti che Lagrange il pri- mo avea rimarcato siilla possibilila di quella funzio- ne, e a'quali il Venluroli pensa che riJucansi quelli ordioariamenle occorrcnli iiclla comune idromelria , nia ancora sostiene con energia cbe rarissime volte ])Otra vcrificarsi la volula possibilita relativamenle ai lluidi in discorso. L'esamt* di qiiesta controversia noa put) avere qui hiogo: e noi ci facciamo solo a riflet- tere cbe qualunque ne polesse essere il giudizio che so ne polrebbe porlare in risullalo , basla al noslro assunto quanlo il Tadini slesso ha nella sua discus- sione concbiuso. Egli ha finito di dirvi che quando si tralla delle acque correnli in particolare , acque alle quali ii nostro assunto appartiene, il calcolo del ioro moviraento polra sempre bene istituirsi suU' ipo- tesi che * sia capace di essere assegnata, e che que- sto calcolo potra sempre adotlarsi per la deterraina- zione de' fenomeni principali del lore corse. Ma per la soluzione del problema non basla sa- pere che $ esista ; bisogna ancora assegnarla , infe- grando 1' eqnazione de' lluidi ; poiche e da essa che dipende la delerminazione di v\ y", f", eppero di v; e quindi merce le tre cquazioni del niovimento di cni si parla ■ y — w< la delerminazione di p\ />", />'", eppero di p. In- fanto r iotegrazione di quesla equazione e slata in diversi modi tentata e discussa : ma la difricolla di determinarvi le funzioni arbitrarie che il processo 24-i> — porla ne' risullali, e dalTindole parlicolare della qne- slione dipendono , forma il piu forle scoglio coiilro di cui si vanno uiaggionncnte a rompere e ad arre- starsi tulli i teulalivi. 5. Lagrange dando uella sua Moccaoica anali- lica la teoria di cui e parola , non veuue punio a disculerc dirctlamente e in gencrale quesla inlegra- zioae, non essendovi alcun melodo conosciulo egli di- ce onde vi si possa soddisl'are: e veoeodo pgli a la- lune applicazioni speciali dclla Icoria, non vi La ap- plicato che il melodo d" inlegrazione per approsima- zione ; e cio ancora nell' ipotesi die una delle tre coordinate fosse pirciolissima lapporlo alle allre due, talc che ii caso di una massa fluida scorrente per canali pocbissimo profondi , e quelle in parlicolare del moviincnlo delle ondc. Laplace Poisson e gli al- iri lutti cbc le divisate vedute si son falli a seguire, non souo punlo entrali ad interloquirne. E il Ven- turoli a qneslo proposilo ci dice , die la soluzione di quell' cquazione nou puo coi noli melodi compiu- tamenle elfelluarsi. Paserval ha preso a Irallarla di proposilo: e per quanlo ne rapporla il Tadini, e ar- rivalo con iin melodo assai ingognoso a rappresen- farnc la funzione 4) con una furuiola inlegrale ab- braccianle dcirii arclii di cerchio e delle funzioni ar- bilrarie delle ([uanlili xjtijy — 1; formola per la quale polra vcdersi la A/eccanica Jilosojica di Piony (pag. 34.4. e scg.) Blarinsufficiooza de' melodi conosciuli a riguardo della delenninazionc di colesle funzioni, che vi sono combinale soUo il vincolo del segno inlegrale , c il non polersi altroude eliminarvisi queslo viucolo sen- — 246 — za cbe si fosse prima eseguita quella delerminazione, ne e veniilo cbe nessuna utilita se ne avesse potuto rilrarre , e che fosse cssa riguardala come piu inac- cessibile direi della stessa eijuazioQe che si propone di risolvere. li Tadini venne poi egli slesso a di- scuterla di proposito. Ma egli non si e alleauto che al metodo d' integrazione per approssiraazione da La- grange segiiito; e cbe io vengo brevemente a mette- re soKocchi, usando dei segni cbe bo fm dal i8i4- proposlo in uno Opuscolo siil nuovo algoritmo del calcolo differ enziale^ e adoUato in seguito nelle mie Lezioni di maiematica sublime^ onde produria sotlo uo' espressione piu convenevole ed esalta. In effelto sviluppando raediante la nota formola di Maclaurin la funzione $ (a:, y, c) per s, sene avra 4- ec. ec. ovTero notando con F^ f, A^ B^ ec. i coefTicienli del secondo membro Quindi formandone le funzioni $", $",*:', e soslituen- £ y z doneU'equazione proposla si avra da cui pel nolo principio della separazione delle quan» lilti iodipendenti si avra — 24-7 — eppero esprcssione non dipendente cbe dalle sole due fun- zioni F^ f. Si sviluppino nello stesso modo (juesle due fuu- zioni per y, si avra :(a-,y,o) ( = f) = f ( a:,o J +2/ f^ (1,0 ) -h =^ r ( x,o ) + -• Quindi formando le derivale /^ , i^ , ec : f , i , ec. sostitucndo ed ordinando alle dimensioni ascendenti di y,s si avra * ra-.y,= ) = 3 F( r,o ) + y F^ (*,o) + *- F'^{x,o) + J^/'-' (a-,o) + + sf(a-,o)+ysn (T,o)+-|-V'(x,o)-h• _^^.>(,,<,)_^y/';(,,o)^... -5!r(.,o)-- 2.3 y — 24S — Qucsta formola die rappresenia in ultimo risul- lalo lo sviluppo della funzioue teraovariabile cercala noD e slala discussa dal Tauici cbe con de'segni, r insiiflicicnza deila di cui significaziono c slala da me rimarcala nel tesle citato raio opuscolo, discuten- dovi il bisogoo di iin caogiamenlo nella nolazione lagrangianp, quando dalle fuuzioniunovariabili si pas- sava alle m«ltovariabili;bisogno inteso dal suo mede- sinio aulore, lanlo cbe a cangiarla lo porto in breve periodo di tempo per quattio replicate volte senza punlo oltenerae il proposto fine. Quelle dico di una significazione espressa marcata distinla. Intanlo essa dipcnde dalle due funzioni arbitrarie ad una variabi- le F{x^ o), f (a;, o) e dalle loro funzioni derivate, le quali proveoienli dalla funzione cercala $ , vi so- no incognile. Quindi la ricerca di questa funzione puo ripelersi da questa formola , assumendovi quelle due funzioni come arbitrarie , e cercandovene la de- lerminazione sotlo le condizioni particolari del pro- blema. Ma tutta la difficolta si riduce a qucsta de- lerminazione; determinazione alia quale il Tadini pun- lo non e venuto in compimenlo della soluzione, solo csscudosi contenlato in coocbiudendo, di anounciarne la malagevolczza , e promclterne in altra occasione il melodo ond' egli siasi inollrato ci dice in coteslo ginepraio non senza qualcbe riuscila. 6. lulanto nella discussione critica in cui sia- mo , non sembra fuori proposito il ricordare , che r equazione de' fluidi non e cbe i\n caso particolare deir equazione generale a differenziali parziali di se- condo ordine a quattro variabili — 2^9 — nella quale i cocfTicicnli A^ 7?, C cc. funzioni delle variabili e dei coefTicienli differenziali parziali di pri- ino ordiuo, sono nel nostro caso coslanli , e in par- ticolare i primi lre=i, e gli altri qualtro=o. Ma il raetodo conosciiilo d'iutegrazione per qiiesta equa- zione non e inleramenlc gencrale. Conduce esso un proccsso analilico che va condizionalo alia data di una cerla relazione fra i coeflicienli che nel caso della nostra equazione punlo non si verifica ; e per- cio viene a farci conchiudere che essa neanche sia per quesia banda iolegrabile. Non e n)io oggctlo r enlrare in dcttagHo sulla vcrila di quesia proposi- zioue: potra rilcvarsi nel calcoio di Lacroix (n.y5j7), ove rilrovasi osposto il mctodo in discorso colla pin soddisfacenle cslcnsiooe. 7. L' inaccessibile difficolta di quesia inlcgrazio- ne sembrami che avesse potuto far nascere a BI. Na- vier ridea di cangiar direzione ondc risolvere il pro- Lleraa. In una memoria presenlala all' Islilulo e nel tomo seslo de' suoi Alti inserita Sopra le leggi del movimenlo dei Jluidi^ qiieslo idraulico sommo ha da- te una nuova leoria conducentc a delle formole nuo- ve per riuscirvi. RIa il principio onde 1' ha tirala , ollre di non esserc da lui slcs?o proposto che come una ipolcsi da soUomollersi all'esperienza per la sanzione, non polra a giudizio di M. Agoslino Cauchy, essere convencvolc cho al caso dei fluidi elastici, non mai dc' liquid! a' quali niira. E le formole alle quali e per^enulo , diverse delle ordinaric, sono si compli- cate che nclle applicazioni nuraeriche che egli ne ha fallo per comprovarle a posteriori ^ ha dovufo per otlenerne dei risullati approssimali , accumularvi una 2J0 rnoUiplicila indicibile di supposizioni particolari e di semplicizzaziooi ; moltiplicita che ci mosira la di lai aramirevole attitudine e facilila nel raaneggio deir analisl , ma che ragione uon gli da a pronun- ciare con sicurezza sul raelodo della sua fisica teo- ria. Quindi sembra che questa nuova leoria noQ de=se maggior raotivo di riguardare come meno eni- pirica di prima la condolta e la distribiizione dei fluidi ; proposizione che il Cauchy ha avanzato ia forma di quesito , al quale ha egli risposlo dicendo di non volerne azzardare la soluziooe , e raccoraaa- dando la leltura della memoria a tulte quelle perso- ne alle quali questo genere di applicaziooe interessa. 8. II problema dunque del moviraenlo de'fluidi nel caso parlicolare eziaodio di quelli incomplessibili e omogenei in cui tanlo si simplifica, preso a priori e nella maggiore generalili , e riuscilo finora tra- scendente a' gcometri in darsene una soluzione com- pleta. Quindi c che si abbia dovuto rivolgere il cara- inino; e da quello di una soluziooe generale da pie- garsi sulle diverse specie di fluidi che la nalura ci melle sollocchi , soluzione che ne sarebbe la vera a priori e dirella , si e dovuto venire ad uno piu o meno limitato in ragione della difficoila del sogget- to ; contemplarne i fenomeni proprj e particolari ; e colla guida dell' esperienza e del ragionamento cercar- ne neir indole slessa del caso la soluzione. Ma for- tunatamente awiene dice il sempre lodato Venturoli, che i fluidi de' quali il piu ci interessa conoscerne il movimento, possono quasi lutti ridursi ad un solo e raedesirao genere, che sotto il nome si conosce di movimento lineare. La natura di questo movimeulo 201 e da Iiii siipposia laic, die (ii!tc le slille di una rne- desima sezione vi sono siipposle camrninare alio in- circa con cgua! vclocila e parallelamonle al siio asse 0 dircUricc; e pcrcio piio geonielricainciilo lappresen- farsi col nioviiiiculo di una sezione lliiida cbe pro- cedc Inngo e normalincnlc al medcsinio. In fjuesto gencre diinquc di inovimcnlo liiiscendo nnlla in scn- so Irasversale , e solo edolliva in senso verticale e per Innghczza la vclocila dellc molccole fluidc , ne avvicnc clie possa sempre concepirsi eO'elluato a ve- iamenli paralleli a qiicilo clie passa a piombo per r asse. Onde per essere siipposlo relliliueo 1' asse, co- tesli velamcnti saranno piaui e verticali , e 11 mo- vimcnlo inolccolare percio a due coordiaalc. Ma la ipolcsi polrebbe dirsi col Tadini di un rnoviraenlo sif- fallo su di cui i gcomctri son soliti fondare i lore calcoli, e inesalla e fallacc; proposizionc che la lecria generale c rigorosa del movimenlo a due coordinate addiraoslra a priori. 9. In cffcllo per vcderlo si ricbiami al bisogno qucsta leoria : cd a talc oggello si supponga coslaa- te la coordinala y. L' equazione del fluidi del proble- Dia generale (4-) divicne per queslo caso 'l'^' + *y=o la quale integrata da (raieLezioni t. 2. n. i25.. 127) <\^=.'j(z — xV'—i) + ^( z^xl^— 0 per inlegrale, ab- braccianle le due funzioni aibilrarie ?, 4^, cbe bisogna dclerminare per la picua soluzione del jjioblema, ri- correndo a delle condizioni particolari allroade date, c cbe csso non lasceni punlo di dare essendo un pro- blcma delerminato. Inlanto polrebbe reslringersi 1' in- Jui Accad. Vol. xri. 3i — 232 — determioazione di ques'o risultalo meramente analilico senza parlicolarizzare la questionc, giovandosi di una circoslanza cbe la sua naliira fisica esibisce da una allra banda come una specie di coudizione. Faremo quosto rimarco dopo 1.' iolcra csposizione della sua so- luziono analitica e direlta. ___ Falto per semplicila ;*=? z — sey— i,r/=r: s + a?^ _ i, sara ^ = 'f>p-^^fj; epper6 c/ :=(-—■) ^w ^ (■^) (/^, ov- vero segnale con «, /S le funzioni arbitrarie (-JA di s-^|^_,, (-gl) di z^xV'-i si . d(j SI avra rf4. = a<^;, + /3/"— ^ ) + /3 ( ^— i) =0 N. a(:-Y=|^ir7)-/5( = -h Yil^ITT) =0 cquazioni dalle quali polra dedursi la conoscenza pro- posia delle due fuuzioui a , /3. Slando dielro al punlo di vista preso di mira dal Venluroli onde arrivarvi , si assumi per z una funzione tale ei dice di ;::, clie soslituita in sua vece si veuga a convertire i; — Fs|A37 in z — 'i' z Y'— i ; esupposto die con qucsta sosliluzione M^z-^-Yzy^ — i divengano M\z + Fi z'],^ — i, si avranno le due equazioni trasformate nelle M'. a (= - ^z ?-^^ ) - /3 ( : -i- F, = F"-^ = 0 N. a ( 2 — Y: V— I ) — /3 ( 3 + Yi V— I j = 0 Ponde climinando a se ne a\ ra 1" equazione N. /3 ( z + F, 5 ^^ — I ) - M'. /3 ( = + T- y — i) = 0 200 — che portera alia coooscenza di li. Similmenle assumendo per 2 una funzione di z faleche posta nella prima ancora vi Irasmuti z -\- Fs|A^^ inzAr"^ z'[^^^\\ e supposlo che cou cio M , ;S — Fs Y^^—i divengano M", z — t^ zj^— i; le due equazioni di- verranno M". a{z- F, =7^=T) - /2 ( s+ T. y^^) = o N. a ( = — Y = y— I ) — /3 ( s + T: y— i ) = o fra le qiiali operala 1' eliniinazione di /3 daranno la cquazioDe unica N. a ( = - Y= V~ ) - M". a (5 - F.^ = V- I ) = 0 che ci condiirra similmenle alia ricognizione di a. In falli facendo nella prima deilc due equazio- ni cosi trovale = -}-Y=/^.IIT=K,:4-F,i/^'-^T=K + A!/; eppcro Au = (F,s— Y:)/>'ir; 6 nella seconda :— Yi r.:^=u',;— F s r^7=«'+Au';epper6Au'=(Ys— F^:)^^ sc ne avranno le due equazioni N.,3(u + Aj/) — M'. /3(u)=:0 M". /3 («•+ A u') — N. a («') = 0 alle diffcrcnzc del primo ordinc a coefFicienti cd a djffcrcazc variabili , c col sccondo mcmbro nuUo j — 256 — equazioDi che inlegrate ci manifesteranno coi loro iutegrali le due funzioni in questione. Questo e il processo cbe il Venluroli ha segui- lo neir edizione del 1817 dei suoi eleraenti per la delerminazione generale delle due funzioni arbitrarie completanle la teoria analitica di cui si tralla; pro- cesso che ho io rapporlato seguendolo con qualcbe det- taglio , ondc mostrarne 1' acuto e sagace pensamento deU'aulore; processo dico che egli ha quiudi porlato sul caso speciale del inovimento fra pareti retliUnee ; e che Io ha condotlo a dei risullati da lui prima oltenuli nell' edizione anteriore del 1810, i quali per quanlo egii stesso ne dice, colla permulazione delle coordinale riduconsi a quelli che il Tadini nel 18 16 ha dato con altro melodo nella sua citala meraoria. Ma qucslo scritto non comporta che si scenda a co- tante parlicolarita: quindi vengo al rimarco promesso di sopra che presenla il prospetlo di una nuova e pill semplice soluzione. L'inlpgrale'i' = 'j) (:; — x ^J — i )+4'(i+^ V~) che il processo analitico ci ha dato soUo la for- ma ordinaria di un integrale completo con due fun- zioni arbilrarie , potrcbhe ristringersi nella sua inde- terminazione. II movimento del lliiido e un fatlo fi- sico; eppero la velocita e la funzione * che ne e la misura , deve essere reale. Questa condizione che la Datura fisica del problcma puo csibirci , che non ha avuto parte alcuaa in quel processo , e che percio quell' integrale ne va indipcndente , polrebbe giovarci ad eliminarne gl' immaginarj , e coutribuire cost alia restrizione proposla ; basta svilupparne in serie Ic due funzioni arbitrarie per vcnirne convinlo. s — — 257 — Si chlami dunque al fallo la formola di Taylor che io preodo soUo le forme lagrangiaae: si facci »■ = — xy — I ID y, I = aV — 1 in v}/; e si avra ■ran— I 7— — !"» •r • • ' H- 7 r » 54- — o ST-'-" — I.2..(2K— j) "^ -^l.2..2;{'^ I „2n — I ,, „2n - . . . 7-^__l^' 4.""-'=+ -2_ ^."'S'^^ •••• -r J.u..(2«— i)^ — 1.2..2«^ eppero * = 9 (s — ^ ^'•^) + vKs + x ^ — 0 = ys + 4^= T.2n— IT' — - -.in '^••••±i.2..(2,,-,)(y '=-^'' ^)±7x:i7/''' =+^ =)+■•• II segno superiore e per n pari e 1' inferiore per n impari. Quindi sottoraeUcndo quesla formola alia con- dizione dell' esser reale , e chiaro che la parle im- maginaria dovra anuullarsi da se, che e quanlo dire dovra cssere P^"~'s — A-"— 's = o, cioe 'psn— r- _ ^.sn— i, circoslanza a cui si soddisfa tutlo di seguilo facen- do fz^=^z. Donde risulla die 1' integrale * quale ci e venuto immediataracnte per cosiddire dalle ma- — 238 — ni della pura analisi , c cbe soddisfa come si e so- pra vedulo alia soluzione completa e generale del probleuia , soltomcsso alia condizione dell' esser rea- le clio la sua natura altronde ci offre, si riduce al- r espressione in scrie reale ed abbracciaote una sola funzione arbitraria , serie che posta in frasi simboli- che puo rappreseu tarsi colla formola V" 1.2. .211 ' n = i II segno superiore e per ?« pari e vicevcrsa I'inferiore Quesia formola potrebbe applicarsi similmcnte di sopra alia determinazione dell' equazione del movi- rnenlo molecolare del lluido , determinandovi la fun- zione arbitraria da cui andrebbe dipendenle. Infatti essendo n = i i.2..(2?j — i) ' "' n = i i.2..2« si avra elirainandovi / e riducendo dxU'±. S — y2;i + .W(/. V __^ ^2n=0 n = i 1. 2. .2/2 ' n = i i.2..(2?j — i) per queir equazione. Hesta la determinazione della funzione = C\-^-}-Cost. y^iii Jccad. Foi. XFi. 3« — 260 — Formando con quesla prima approssimazione di 9' nie- dianie la differenziazione il corrispondenle valore di y"'=-^(2Y'* — YY"); e limilando I'equazione al se- coodo frammento di 7j= i, se ne avra -f 2 -j-d( -r—- — )= — 5^ — ^ 2w=o: donde Y(2.3.^'-Y'y"') = C', eppero per una seconda approssimazione. Cosi formando con qiicsto piu approssimato valore di (x-\-z). Osserva egli dippiu che quando quella relazione sara ode passando la slilla da una sezione all' altra po- sleriore, non manterra la stessa vdocila y(=V»'^ + «'"'^), ne la slessa dislanza dall' asse A\ movimento; eppero — 266 — noD procedendo cbe cou velocila varia in qtiantita e ia direzione, ci fa coocbiudere col Tadini cbe qiiella ipolesi e per teoria inesalta e fallace. Ma fortunala- mente quest' islessa ipoiesi che presa a priori noa ha luogo pe fluidi in generate, si trova sauziooata e so- sostenula a posteriori pel caso delle acqiie correnti in parlicolare. E un falto della natura dailo stesso Profcssore Tadini asserito , che in queslo caso , fino nei fenomeni in grande de' fiumi , il moviraeulo del fliiido non discorda da cotesta ipolesi; e cbe le acque fluenli per alvei ed acquidolti, asserisce pure il Ven- turoli , procedono ne' Ironchi non molte irregolari e maggiormente in quelli regolari, come per velamen- ti divisi, eppero con costante velocita ed all' asse pa- ralielanaente. Queslo fenomeno che si verifica ancora nel caso in cui le sponde non sono a pioinbo come per r ordinario avviene ne' fiumi , e appoggialo col fatto sperimentale dal raedesimo Tadini , adducendo egli quello a lal' uopo delle aste immerse nella cor- rento , le quali navigando a corpo drillo e non in banda e senza inclinazione fin dapprcsso alle rive , diraoslrano cbiaramente cbe le parlicelle fluide esi- stenti in un medesimo piano verlicale si muovono come ad esso legate; e percio il fluido allri'iienle non procedere cbe come se rasenle sirisciandosi a de' piaai siffiilti; fatio cbe prova il dissenso della na- tura dico cosi dalla teoria nel caso in queslione. La ipotesi dunquc del movimento lioeare , tullocbe di- seordi in generate dalla rigorosa teoria , non lascia di trovare in parlicolare degli oggelti di applicazio- ne. Questa circostanza unita alia facilita die comu- &ica alia soluziooe del problema , e alia semplicita — 2G7 — e delerminazione de' risullali a cui conduce, ne rcn- de r uso utile c raarcalo; iililita lanlo piu apprezza- Jbile qiianto i risullali porlali a lato dell' esperieoza coutribuire polranno alia spicgazionc approssimala dei fenoraeni del movimenlo iu questione, e portare in concliiusione a dclle conseguenze proficue alia prali- ca. Proseguiamo dunqiie il racconlo critico-ragionalu dei progress! della soluziooe fisico-mateinalica del problema sollo quest' allro punlo di visla. 10. L' Eulero dicde riegli Alii dell' Accademia di Pietroburgo per 1' anno 1769 una leoria generate del movimenlo de'fluidi, slabileadovi de' principj cbe Id porlarouo ncl volume delT anno appresso a dare la soluzionc di un gran numero di bellissimi proble- mi sul raovimenlo cbe egli disse liueare. Ma i' Eu- lero noa scrisse cbe nella supposizione dclla fluidila perfella e matematica : ed egli cbe colle forze della analisi era stalo seaipre solito di vinccre le difiicolla le pill inaccessibili , trascurandovi la considerazione delle resislenze fisicbe cbe formano ii piu forte sco- glio della questione , ci ba fatlo pcrdere le risorse ordinarie del sublime suo gcnio , e ci ba reso inte- ramentc inutile il suo travaglio nel fallo delle cose. Cbezy direltore della scuola di ponti c slrade di Frac- cia, fu il primo cbe nella leoria del raovimenlo del- le acque per gli alvei , tennc conlo in una maniera degna di altcnzione di colcsle resislcuze , c cbe apri una slrada percio a polcrvi sorprendere il fallo e spie- garnc i fenoineni. Egli supposla la lolalila delle re- sislenze proporzionalc al quadralo della velocila, cbe e quanlo dire supposle p, j il conlorno bagnalo della sczionc, e la velocila media, cd a un' indelerminata, jtilli Accad. Fol. xvi. 33 — 268 — presa Ha-S" per coleste resistenze ; e quiodi dicendo >-, w, r la kiDghozza del canale , la cadula cioe la differenza di livello del pelo a' punli estremi, il rag- gio medio cioe il quoziente della sezione divisa pel suo coDlorno bagnalo; e conduceodo il ragionamento ed il calcolo col lume dell' osservazione e dell' espe- rimento, pervenne a rappresenlare la velocila media colla semplicissima formola i;=:'\/^; formola ia cui r indelerminata a potra sempre delerminarsi col soc- corso deir esperienza sollomelteudola alia prova di correnli delerminale. Ma quesla formola pero noa e abbaslanza esatta cade poterne sperare de' risullali soddisfacenli alia pralica : 1' ipotesi delle resistenze a cui r aulore 1 ha appoggiata, si trova inesalla, e la determinazione di quell' indeterminala non si e fatta da lui dipendere che da due sole esperieoze, nienle bastevoli a portare ad una convenienle approssima- zione. II. Quallro anni dope Cbezy nel 1779 il Cav. Dubual pubblico il suo egregio lavoro de' Principj d' Idraulica. In questa pregievolissima opera oltre delle tante ulili conoscenze che egli porge sulla dot- trina delle acque correnli per canali , uq segoalalo numero rapporta di accurate esperieoze da lui stesso eseguite in circoslanze variate e diverse. Combinando quest' illustre idraulico i risuUati delle sue osserva- zioni , pervenne a rappreseolarne la velocila media con una formola analilica , che ridolla all' unita di metro si da sotlo 1' espressione. — 269 — Quesia formola assai piu complicala di quella di Che- zy, abbraccia de' radical! cd iin logarilmo neperiano, il quale dice Prony sembra inlrodollo dair aulore piu pel bisogno di soddisfare a delle esperiecze dale che come conscguenza di una leoria propria della natora del caso. Questa formola puo soddisfare ad un iiu- mero raaggiore di falli osservali in caoali di diverse dimeozioDi cd in circostanze diverse di essa ; porta a risullali piu approssimali; e ne e percio di un aso piu sicuro ed esteso. Ma per queslo non dovra sti- iiiarsi come abbasfanza soddisfacente nelle sue appli- cazioni: il melodo piu empirico cbe dommalico code e slala Irovala, la complicazioue della sua coslruzio- ne analilica, non promcUono di aspellarne de' risul- tali sempre approssimali. lolanlo lultocbe il Dubuat non avesse nella riccrca dcUa sua formola dalo a ve- dere di avcrvi tenulo conto ragionalo delle resislen- zc fisiche cbe lanto influiscooo sul movimento dei fluidi , si sa allronde pero cbe egli non ha punlo Irascuralo di sludiarne 1' indole e la nalura. Fra le allre verila idraulicbe cgli ci ba insegnato a questo riguardo che ne' tronchi dei fiumi non mollo irrego- lari la somma di quelle resislcnze cguaglia la quau- tita relaliva della forza acceleratrice; verila imporlan- le nclla doUrina delle acque correnli per gli alvei , e cbe il ragionaracnto conducendo su i passi della esperienza, cgli rese alia ccrtezza di un assioma. Ma il Dubnat non venne a meltcre a profillo quesli suoi travagli ; c I' imporlanle applicazione ne Irascuro in vanlaggio della riccrca cotanlo utile della legge del- le resistenze, e del modo di rappresenlarle malema- ticanieule. La fecondila delle sue ricerche reslo ste- — 270 — rile a queslo riguardo fra le sue mani : ed egli la- scio a CouloQib il fertile campo delle sue specula- zioni a fame la ricca masse. 12. Qui cade opporluoo di far menzione di ua lavoro che nel 1784 il sigoor Teodoro Bonali di Ferrara , uno de' geomelri italiani piu distinli ed e- sperli nella scienza de' fiumi, ha prodotto nel secon- do lomo degli AUi deiia sociela ilaliaoa soKo il li- lolo di Saggio sopra una nuova teoria del movimen- to delle acque pei fmmi; lavoro che per le sue nuo- ve ed importanti vedute, e per 1' accural© esarae che vi si fa de' diversi melodi usati nella pralica per la niisura delle acque in discorso, ha giuslificato I'aUa riputazione che si e acquistata a queslo riguardo. Le idee che egli sviluppa in cotesla insigne produzione, compongono una teoria per quauto semplice, per al- trelanto agevole nella spiegazione de' fenomeni della nalura sul proposilo. Ha supposto 1' illuslre matema- lico di Ferrara che il fluido scorresse senza alcuno impedimenlo pel trallo regolare di un canale: e con- siderando le allezze corrispondenli ad uno stesso piano verlicale delle sezioni di lesla e dello shocco divise in egual numero di parlicelle uguali, ha preso come un principio evidente da se , che ciascuna particella fluida spiccata da una delle divisioni superiori scor- resse sino alia corrispondente inferiore per linea ret- ta. Venendo in seguito alia considerazione delle for- ze operanti il movimento , egli non ne vede solleci- tala ciascuna che da due sole forze; Tuna inlrinseca provenienle da quella porzione del proprio peso , che decomposlo agisce secondo la direzione del mo- viraenlo, e che e proporzionale al seno delT angolo — 271 — della sua inclinazione all' orizzonle , e 1" allra eslrin- seca cbe proviene dalla prcssione dellc molecole con- termini , e che 0 proporzionale alia differenza della colonna fluida die verticalmente la sovrasla e della contermine cbe la precede, cioe al seno dell' angolo d' incliaazione della superficie all' orizzonle. L' azione conlinuaraenle rinnovala di queste due forze e qiiel- la che Icnde semprcpiu ad accelerare il movimento del fluiJo come piu si avvicioa alio sbocco , ed a rendere la scala delle velocila per altezza decrcscente coslante crescenle secondo die esso scorre con super- ficie convergenle parallda divergeale al fondo ; ma ne' Iralti regolari egli rimarca in parlicolare , cbe la superficie del Iluido precede raanlenendosi general- mente convergenle e presso cbe parallela col fondo, eppero quella scala presso cbe coslanle : se cio non si avvera alle voile , non e cbe per opera delle ir- regolarila e delle resislenzc. Quesle idee teorelicbe del Bonali coslituiscono come e facile vedere, il prin- cipio filosofico del movimento lineare descrillo al nu- raero (8). Ma 1' illuslre geomelra nou e venulo pun- to a tradurle in frasi algebriche e a mellerle in e- ([uazione. Egli arrestandosi alia parle filosofica e de- scrilliva della sua teoria , non peoso cbe a corapro- varla coll' esperienza: e disculendo a questo proposi- to i melodi c gli strumenli usali nell' Idroraelria spe- rimenlale, uno suo proprio ue propone nelle cosid- delle yiste ritromctriche ; economico nelle spese ; mancggevole fio nello stalo di plena; superiore a tutli i conosciuli come vcdremo. in consosruirne cou niaggior facilila ed approssimazione il fine proposlo. i3. Frallaoto la pubblicazione della formola di — 272 — Chezy in funzione di una legge delle resislenze, avea dato una forle spiata agl' Idraulici a ricercarne la vera domiDatrice sul raovimento de' fluidi. Delle e- sperienze furoco isliluile a qucslo fine da tutle le parti : e Coulomb as^ai nolo e pregevole in questo genere di ricerche , in una raemoria presenlata alio Istituto di Francia suU' albore di questo secolo, so- slenne e col discorso e coU' esperimenlo die nel case particolare delle acque correnti, uopo e rappresentare colesta legge con uua funzione razionale a due ter- mini della velocita, de'quali 1' uno sia nella semplice ragione di essa, e 1' allro in quella del suo quadrato. 14.. Girard ingegniere in capo di ponti e strade di Francia, fu il prinio ad usare di qucsta legge, e die inlrodusse nel calcolo sotto la espressione anali- lica a{v-\-v'-). Portando egli questa legge nella teo- ria delle acque correnti per canali , vene dclermino la costante arbitraria a uso facendo delle duodeci esperienze lasciate da Cbezy e Dubuat ; e lego cosi in una maniera immediata e diretta la dottrina di queste acque alia sana fisica. Girard sostituendo al movimento del fluido quello ipotetico di un sistema di corpuscoli solid! o pnnti material! pesanti ; tenen- do conto neir aualisi di uo cosiffatlo sistema della .p — g{\z — u,x) — {> — x)P — Ux=zO //Hi Accad. Vol. xvi- 34. — 2-^6 Dale quesle equazioni che formano la conoscen- za foudamenlale della teoria , restava la delermina- zione della fuuzioQe *», introdotta indelerminalamenle nel calcolo per la legge delle rcsistenze. Poggiando cgli dunque su i falti dal ragionamenlo guidali, vie- ne a qucsia ricerca: e a tale oggetlo prende in con- sidoiazioDC la scconda di quesle equazioni , quella della velocila , clie e quella che ne va dipendenle. Quindi nolando che le pressioni P, n sono eguali nei casi ordinarj della idroraelria, la riduce alia e siipponendo regolare il canale, e il movimento ri- dollo alio slalo di uniformila e permanenza eppero (-^) = o, riduce a queslo caso 1' cquazione , che e qucllo (3) , a cui ordiDariamenIc si nipporlano luUe le feorie , e la da soUo la semplicissiina espressione grco = X $ w espressione che abbraccia come casi parlicolari le e- quazioni di Chezy e di (lirard , Iraduceudosi nella prima assumendo per la legge delle resistenze con quelle *t = flD=, e nella scconda con queslo ^e = a(v\-t'). Riflellendo egli in soguilo che la funzione *» puo svilupparsi in una serie ordinata alle polenze ascendenli ed inlere di v , senza venire ad alcuoa ipolesi sulla sua composizione assume *u = o + o'D+a"j)' + o"'»^ + ec., e DC ha requazione f^^:=a-i-a' v-\-a"v'^ + a"t^ -|- ec. A, E quindi conduccndo sempre il ragionamenlo sul fallo , viene a rilevare che ne' casi delle praliche — 277 — delerminazioDi il primo lermine riesce insensibile , che gli altri dal lerzo in poi sono trasciirabili, e chc puo assiimersi percio come una posizione soddisfa- cenle abisogni della pralica v = a' v -\- a" v^. Donde per la soluziooe de'problenii idronielrici che le praliche applicazioni riguardano, I'cquazione -^- =a'y-(- c'r' eqtiazionc cbe si conosce ordinariaircnle sollo il no- me di equnzione di Promj. Per la plena conoscenza e 1' iiso di quesfa for- mola iiopo e delerrniuarsene i cocfficienti «', o' cor- rispondciilemcule al fallo della natiira. Ma pria di inlerloqiiirne giova rimarcare che questa delcrmina- zione iion si appoggia che ad espericnze escgiiitc in caoali impedili da resislcnze regolari sollanlo e uni- form!, e che la legge delle resislenze -(^)+>-('-^)— gw— (P— n) = o alia quale il Prony e slalo portalo dalla sua leoria , e che ridolta all' uniforraila di molo divicne >.{-^) — g<"—(P—n)=o, come e applicabile a' canali scoverli cosi a' lubi di condoUo. Il Prony dope aver- ne falla 1' applicazione al prime caso come si viene di vedore , passu ad applicarla al secondo. Qui le pressioni estreme P, rr che non sono eguali , possono sensibilraenle traltarsi come costauti ; inoltre 1' espe- rienza ci mostra che il movimcnio si riduce pronta- nienle all' uniformila: cd infine che la cadula <•> equi- vale alia difTorcnza di livello fra i due oriGcj del tubo; e cbe Dolale coa A, /i 1' allczza rispelliva del- — 282 — r acqiia preraenle sopra di essi , si La P=gh,n = gh'. Quiadi facendo con lui D egiiale al diametro del lubo, eppero r=~D; ed /= '" ^~ ' (==cosy;y essendo il complemenlo dell' angolo che misura la difFerenra di livello Ira la superticie dell' acqua nel recipiente supcriore e quella nel bacino ioferiore); e sostituendo ne ottenae I'equazione ^g DJ==d v-\-a" v"; equazione che soUomessa al metodo slesso del caso precedenle ed appoggiala alia ij i esperienze falte ia condoUi che variavano Del diaraeiro da c",o3 fino a o'°,5 nella luughezza da 3" o A" fino a 2300" lo porto alia determiDazione de' valori di o' = o, 00017; 0":= 0,0034.2 e con essi all' equazione ^^ Z? 7= 0,000 4 7 y + 0,0034-2 y' cbe da v= — 0,24.885 + V (0,0006 J 92 + 717,86./?/) Qui non e fuori proposilo il rimarcare la con- formita de' risultali a cui qiiesle due formole coodu- cono; conformila che il Dupin ( Mecc. d' arli e me- stieri Fir. 1829) ci raetle sollocchio come una cosa degaa di attenzione. II Prony finalmenle assegna cammin facendo una formola erapirica simile a quella di Dubuat fra la ve- locita media e la superficiale , la preferenza ne ri- — 2S3 — inarca , il paragone nel fatfo no soslione ; e si fa a coraparare fra di loro le dale duo formole pe' canali ed i lubi : qiiivi osservando egli ne' risullali rispet- tivi una leiidcnza all' identitu come le esperienze onde pendevano divenivano piii numerose ed esatle , concepi 1' idea di rappresenlarne 1" uno e 1' alfro ca^ BO con una sola e medesima forraola ; idea die so- stcnula e condolla con delle considcrazioni di fallo lo condusse a concbiuderne che supposlo G=~- o\v. =^DJ , puo assiimersi con tuUa la esaltezza neeessaria alia pralica per questa forraola OjOOoSoagS. 2)-{-o,oo322b'o2. v'' = gG; OVVerO «J = — 0,0469734 + y' (o,oo22o6!5 + 3o4i)47- ^ ) Dopo queslo ravvicinamcnlo e la conchiiisione di quesla formola, di cui si moslra di non inlenderno proporre 1' iiso ne calcoli di applicazione, melte ler- mine al suo lavoro coUa soluzione di alcuni proble- mi di pratica rclalivi a' lubi ed a' canali a pcndio coslanle c variabile. Queslo cgregio lavoro di cui rai son fatto a darne di fnga quesla specie di sunlo ragionalo, oa- de fame scnlire 1' iiuporlanza delle riccrcbe a noslro riguardo e raccomaudarue la leltura , nonoslante la sua pregevolezza per la sublime ed ingegnosa analisi coa cui vi si conduce la parlc fisico-nialcmalica , e la sua ulilila j)er la molliplice variola di applicazio- ni di fallo clio conticne in pro della pralica , non lascia di prcscnlare un tessuto torluoso e complicalo Jlti Ac cad. Vol. \vi. 3i5 — 284. — per quello die riguarda il siio oggeKo principale , la teoi'ia delle acque in raovimenlo. Quel la specie di teoria preparaloria del raovimenlo di iin sislema di corpiiscoli solidi o punli maleriali pesanli, condoUa sempre a fiance e ad essa comparativaracnte , utile al suo aulore in conseguire il fine accessorio e se- condario clie egli se ne avea proposto, sembrami chc gli faccia perdere di quella semplicila e precisione di cui puo esser capace. Qtiindi senza arrestarmi a qualunque altra teorica di non niarcata utilila , mi avanzo a parlare dell' eleganle teoria analilica del movimento lineare dal Ventiiroli discussa , e da lui applicata a tiilti i casi del raovimenlo delle acque ne' suoi cilati Elementi^ ed a camminare il breve sen- tiero che con facilita e direltamenle conduce all'equa- zione istessa di Prony; equazione cbe dopo l' ultima retlificazione e perfezionamento ricevulo per raano di Eytelweiu forma il piu gran passo che si e dato nel- r idrometiia teoretica. 1 6. La teoria di cui vado a parlare non si ri- duce in sostanza (12) che alia traduzione algebrica delle idee ( num. cit. ) richiaraate dal Cav. Bonati. Infatti r idea fondamentale deila nuova teoria da questo illustre idrometra proposta , non consiste che in supporre che il numero delle particelle elementa- ri coraprese in una raedesima sezione fosse per tutte lo stesso ; che e quanlo dire , la raassa fluida che passa per una sezione qualunque normale all' asse del raovimenlo e coslante ed inalterabile; eppero non va slabilita che sul principio dell' inallerabilila della massa , principio che il Tadini ha prcso ed adollato nclla sua teoria analilica del movimento gencralc del — 28j — fluidi, principio dico clio poria a prendere come co- s'.aole la porlala islantanea di ciascuna sezione, Quin- di dicendo s, f le ampiezze di due sezioui qualunqiie; r, c Ic velocita corrispoodenti, se ne avranno r*, cf per le portale; eppcro in consegueuza di colesto prin- cipio r equazione rondamentale vs=cfi donde v = — equazione cbe il Venluroli deduce dal principio del- la continuitij, e dice percio con questo nome. Una seconda idea fondamenlale che riguarda le forze produltive il movimenlo concorre colla prima a forraare la teoria del Bonali: quest' idea ridoUa in frasi algebriche porge la seconda equazione fonda- menlale , che il Veoturoli dice de//e forze solleci- ianli. Infalti si ricbiarni al proposilo cbe la forza jnlrinscca cbe anima secondo quesla teoria ciascuna parlicclla fluida, e proporzionale al seno dell' angolo d' inclinazione della linca di mole all' orizzonte. Quin- di detlo y r angolo cbe quesla linea fa colla verlica- le, ed / la dislanza della parlicella dall' origine del roovimcnio lungo la dircllricc sara gsdl il peso della porlala islanlanea della sezione gsdl cos 9 la parte di esso agente in accelerarla. Inolire la forza cstrinseca e proporzionale al seno dell' angolo d' inclinazione della superficie del fluido air orizzonte, seno cbe e esso slesso(i2) proporziona- le alia did'erenza delle pressioni di due particelle contigue: onde delta p la pressione pella sezione conlerraine anleriore , — 2S6 — e supposlo in generale discendenle il movimenlo ne sara — dp quella differenza, eppero — gsdp la forza estrinseca in discorso. La forza raolrice dunque cbe produce la porta- la islantanea di una sezione sara =_5r5(c//cos? — dp) eppero dividendo per la raassa sdl ne sara \ acceleratrice=^^-^^ — '^°^1~ sal la quale altronde sappiamo essere=-^ quindi sara E chiamando x, z le coordinate orizzontale e verti- cale della molecola si avra dlcos'p=ds Risultalo cbe per essere -^=v dara gdp =gdz — vdv Ma qui bisogna rimarcare che nella ricerca di que- sla equazione non si e contato cbe sulla sola coor- dinala z della molecola senza punto legarvi la di- pendenza del tempo i da cui in generate purancbe dipende : quindi nell'integrarla non bisogna trallarvi cbe z come variabile, prendendovi t come coslante. Le due equazioni trovate e cbe si sono ricerca- le ad oggelio di presentare un punlo di ravvicica- mento Ira la teoria prodotla come nuova dal Bonati, e quella del movimenlo lineare discussa dal Ventu- roli, sono le due equazioni fondamentali onde qucslo - 287 - ultimo slabiliscc la dollrina dclle acque corrcnii in Inlli i casi. Eliminando dalla seconda la velocila v merce delta prima, esse si ridurranno alle due v=— gp=gz—f—- \ 5-+C s dl J s 217s ove p significa la picssione che agisce sul senso del- la dircKrico, e lendc ad acceleraro il movimeulo; e C, c due funzioni arbilrarie del tempo da delermi- narsi solto le condizioni spcciali esibite a tale og- getto dal caso in quislione. ly. I fenomeni delle acque che si niovono per vasi e lubi di ogni sorla e per alvei, appartengooo a questo genera di movimenlo. E il saggio Direllore dclla suola ponlificia di acque e slrade applicaodo quesle due equazioni a' diversi oggelti s'l dell' uno che deir altro caso, ne da la spiegazione con tulta quel- la approssimazione che sperar si puo da ricerche co- lanlo indocili al dominio rigoroso del calcolo , e le leggi ne determina. Senza fermarei sul prirao caso, percbe estraneo al presente assunlo , mi arreslo im memento sul secondo, onde conchiudere sul proposi- to, quello dico di procedere diretlamenle alia ncerca deir equazione di Prooy determinante la velocita. Ri- chiamando dunque a qucslo fine la nota proposizione che stabihsce nel movimeulo in slalo di pcrmanenza la prcssione costante in tutte le sezioni, epper6yf,^j=o; richiamando inoltrc che dz := dl COS p si avra sostituendo , 1' equazione delle forze solleci- tanli solto 1' cspressione — 288 — f/dl cos 1)3 — V dv = 0 Qiicsla cqiiazione suppone il moviraenlo sgombro da qualunque impedimento , c percio non e die mera- mente malcmalica. Quiadi per renderla alio stalo della rcalila fisica vi si dee lencr conlo della forza rilardalrice delle resislenze; resislenze dico pero uni- formi , perche esse sole possooo soUomettersi al cal- colo in generale , non polendo le locali venirvi in cousiderazioue che colT ispezioae delio stesso caso particolare. Significando dunque con E la somma di coteste resislenze , e supponendole date ia peso , ne sara — glidl 1' effetlo istanlaneo, eppero 1' equazione cbc rappresenta 11 movimenlo in questo caso sara ff dl cos o — vdv — gR dl = 0 equazione che pe' trail i di corso equabile , ne' quali Tacqua scorrc mantenendo sezione e velocita costan- le diviene R — cos 9 = 0 ovvero adottando la legge di ProDy(i5), e riflelten- do die nd movimenlo per liibi e canali la resislen- za e reciprocamenle proporzionale al raggio medio r, eppero gR=.-—^ cioe R= — si avra 1' equazione in discorso sotlo la frase a vT a v~ — gr cos (ji = a vT a V^ ^ — = O cbe e quella da !ui dala (i5) Si sa come questo geomelra di ollremonle e arrival© alia delerminazione delle costanti arbitrarie «', c": ma il Venturoli ba araalo meglio ripelerla allrimenti. - 289 - la efTello ha cgli rifletluto clie la causa dello resi- stenze uniforrai dolle acqiie che scorrono per tubi e per canali aperli non proviene che daH'allrito 0 dalla imperfclla fluidila ; e percio non essendo che della slessa nalura non avvi ragione in credere che nei primi agiscano di un niodo e ne' sccondi di un al- Iro. Quindi finlanto che 1' esperienza non diraoslri il contrario ragion vuole egh dice, di aversi come per cosa stabilila che tanlo negli iini quanlo negli altri dcbhano scguire le medosirno loggi , ed esprimersi coUe medesime forraole. Medesimando egli dunque il caso de' canali a qucllo de' lunghi tubi; e da par- te meUendo tulle le allre ipolcsi, si e allemilo come la pill verosiinile a quella adotlata dal Prony nelle sue citale ricerche ; ipolesi che notando con a, /3 due coslanli indelerminale ha scrillo (Elem. cil. 207) sotlo la frase _ 3a »' 3/3 R=z . 1 V 2r iy IT , Con questo punlo di visla rcquaztone^ — 0039=0 diviene fra le sue mani 3 (a^ v^-^-igliv) — !^gr cos y = 0 Quanlunque ei opinasse che i valori a. /S dovessero esse- re per qucslo caso quclli slessi assegnali pe' lunghi tubi, I'rallanto prima di usarnc voile soUomellerli |alla pro- va deir csperimenlo. Quindi sosliluendo nell' equa- zione i valori di a = 0, oo3 ; /2 = 0, oooo4. a quel caso corrispondcnli ; e riducendola cosi all' espres- sione 3(o,oo3 t- -|- ig. 0,00004 1' ) — 4s'' cos p =0 la porlo sotlo il fallo delle due serie di esperienze — 290 — di Bossut e Diibuat, le sole eseguKe iu alvei di corso eqiiabile ed all' uopo di comoda applicazione: e lun- gi d' inconlrarvi delle notabili anomalie non vi spe- rimento die un' assai lodevole corrispondenza di ri- sullati; corrispondenza die sccondo lui riuscir dovra ancoi- pill raaicata , qiiando adotlerassi per la legge delle resistenze la formola „ 3.o,ono86 V- , 3. o,oooi M = — -; ■ ; — -V da lui proposta invece della precedente. lotanto le esperienze prese per prova non essendo cbe relative a' piccioli corsi d'acqua, poirebbero a giusla ragione dar luogo a diibbio cbe la corrispondenza della for- inola polesse non verificarsi con delle altre esperien- ze eseguile in gran canali e ne' fiumi. Onde il Ven- turoli rimetlcodone la decisione a delle prove ulte- riori con maggior accuratezza operate, e in correnli varie e diverse, si e attenuto per la risoluzione dei problemi idrometrici sopra fiumi e canali di corso e- quaJiile alia forraola presa sollo l' anzidctta espressio- ne, cbe risokila per v da «)= — 0,10 + 7/ 0,17 +43Cor cos 9 sentendo di non potersi per allora definire se co'coef- ficieuli dal Prony calcolati preferibile riuscisse e di maggior fiducia nelle applicazioni principalmente a delle correnli nalnrali. iS. La formola di Prony di cui e parola ha ricevnto in segiiilo un niiovo grado di perfeziona- menlo cbe il Ventiiroli punlo non menziona nolla edizione terza (1818) de' suoi Elemenli. Quesia for- — 291 — niola comparve nei volumi per gli aoni i8i4-e i8i5 deir Accademia reale di Berlino con coelTicicnli no- vellamenle calcolali dal geomelra alemanno EyteU Avein. lo non conosco originalraenle e in fonte il la- voro di qiieslo geometra dislioto lavoro gia Iradollo e pubblicalo fin del 1S26 nel tomo 12 degVi y4nna- les des Mines. Solo ne so (Ricerclie geom. e idrom. della citata scuola 1821 ) die egli raccogliendo un numcro di 60 espcrienze eseguitc in grande sul Re- no di Gcrmania sul Veser e sopra varj canali di sco- lo dagli idroinelri ledcschi Brnnings , Funk e AVoll- niann, ed unendole alio 3i usate dal Prony, ne for- mo un fondo in tiillo di 91 apparteneuti a correnli diversissime cd in una gran varieta di accidenli , a correnli dico di cui lesczioni ( )fra i limili o°"i,oi5 a 2600°"! le pendenze (variavano)fra i limili o^jOOoS a 0*^,0 1 le velocila medic( )fra i limiti 0", 1 2 a 2™, 4- e quindi col sislema di qucslo copioso numcro di fatli egli intraprese la rcUificazione della forraola , e per le coslanli «", d' trovo a = o,oeo23Soi22, o" = o.ooSaSSSaS cppero la leggc dcllc risistcnze divenne <1) l> = O,00023S0I22 1: -|- o,oo33Sj526 v' Donde 1' cquazione del Prony soUo 1' espressione -2- — := 0,0002380122 1) -j- o,oo3SS5!}26 1^ y4Ui Ac cad. Vol. xvi. 36 — 292 — che risolula per v da t> = — o,o33i9 + VCOjOoiio'fi + 278,899. ry cosp) ovvero essendo il metro=i epper6y = 9,8088™ » i> — ^0,00002426^1, = o,ooo365543 9 9 si avra la piu seraplice espressione — — := 0,0000243 V 4- o,ooo3655 v' che da t) = — o,o33i9-J- Y (0,0011 + 2735, 656 rcos ) Quando la velocita e assai grande la legge delle re- sistenze $ » = o,oo358 (0,067 V -j- M-) per esservi in tale caso il prirao termine assai piccio- lo in confronto del secondo eppero Irascurabile, di- viene — 293 — *p=o,oo358r'; cioe proporzionale al quadrate del- la velocila la qucslo caso potremo seosibilmente assumere gr cos 8 »^ cppero e = 52 V ;■ coi y : dooJe (3) /»= 52 S V »- co* ^ = 52 5 V^ Per senlire il diverse grado dell' approssimazlone a cui cotesle formole conducono , noo mi sembra fuori proposito il portarle sul fatto di qualcbe appli- cazione : e mi sia permesso percio di soggiungere brevemcnte il segueule rimarco. Le formole di cui si parla non suppongono il movimento per 1' alveo cbe in istalo di corso equa- bile e permaneole. In queslo stalo da sczioni ine- guali non dovranno aversi nel tempo slesso cbe por- tale eguali ; [allrimenti 1' acqua si gonfierebbe conli- nuaraeute e si abbassercbbe , e percio non sarebbe nel supposto stato di permanenza. In siffatfo stalo dunque per averne la porlala basla riconosceria per una sola sezione. Intaolo negli alvei naturali cbe sono i pill comuni, s' inconlraao ordioariamente mol- te irregolarila tali cbe questo stalo di rado vi esisle o poco vi dura. Quindi nelT applicarle a questo caso cbe c qiiollo de' fiumi, uopo e fissarsi ad una sezione libera e viva, ad una sezione dico si regolare e ristretia cbe tulla 1' acqua siavi in mofo, c si lontana da svoltc, da rigurgili c da tutli quogli altri accidenti cbe render vcio polrebbero scnsibilmente alterato. Non e cosi nel caso dogli alvci arlcficiali cbeequello de'canali, e cbe generalmcnte presenlano declivio e sezione regolare — 294- — e costanle : la velocita diviene in essi pronfamenle imiforme , il volume d' acqua scorrenle costaote , e lo stato di permaneDza durevole. Nelle applicazioni dunque al primo caso ci abbisogna la scelta di un troDco assal regolare die un declivio assai unifor- me presenli, che da lorluosila sia sgombro e ringor- gbi , da corrosiooi libero e confluenze , da correoti nolabili dalle rive al fiione , da rotte , da aperture d' argini, da allre simili cause onde il moto ne ver- rebbe sensibiiraenle dislurbalo: in Ironcbi siffalli abbi- sogna dice sopra una lungbezza assai considerabile , di tese I5oo almcno, prendere il profilo di piu sezio- ni, il medio ragguagliarne , il declivio assolulo con accuralezza raccoglierne, onde polerne sperare de'ri- sullati al caso de' canali comparabili. Per quanlo approssimativo voglia qucslo proces- so ripularsi , quando polra essere impiegalo riuscira sempre alle misure direlle superiore; superiorita che va pero sempre piu perdendo come la riunione di cosiffatle circostanze va piu mancando. Le applicazio- ni dunque riuscendo piu semplici e di minore difii- colla ne' canali arlificiali che ne' lelli de' fiurai , noi prendererao di mira il primo caso, e ci proponiamo una delle operazioni idrauliche piu grandi e memo- rabili che siasi mai eseguita ne' tempi noslri, del ca- nale dico dell' Ourcq, a fornire principalmenle dirello di abbondante acqua i quartieri tutti di Parigi. Que- slo magnifico travaglio che cosia alia Francia dap- presso a cinquanta niilioni , non consiste che in ua canale navigabile porlante le acque del fiume Ourcq pel corso di 5io4. tese in nn b.icino slabililo sui (er- rilorio della Villelle ; bacino in cui il livcllo delle — 293 — acque vi si manlicne ad 86 piedi piii alio da quello delle basse acque della Scnna;cla ciii 80000"'^ di acqiia via di un condollo di i'abbrica liingo 23 16 lese cbe scorre manlcneiidosi al medesimo siio livello , sono porlale in zX"' dopo aver conlornalo la parle selten- Irioaale di Parigi sino alia piana di ftloiiceaux, c da cui sono aliraenlali inollrc due navigli cbe vanno in- line ad immctlere nclla Senna, I'uno Iraversando il sobborgo del Terapio, e 1' allro la piana Sainl-Denis sino air enlrala della cilia. Veoendo all' applicazione di un caso eolanto mar- cafo , io impreslo le date in melri di cui abbisogno dal calcolo della cadula cbe M.D'Aubuissoa ne ha prodoUo. Inlanlo i lelli de' canali possono essere sca- vali nel sasso o riveslili di niuratura, e possono es- sere nelle lerre scavati. II fine di ottenervi il massi- mo effello, la raassima porlala dico, ha falto pensa- re di riunire nella sezione la massima area al mini- ino conlorno bagnato ; circoslanza cbe per essere il cercbio quello i'ra gl'isoperinielri cbe abbraccia la maggior superficie , porlerebbc in generate a darvi la figura circolare; ma la difiicolla cbe vi si andreb- be ad inconlrare nella coslruzione e la spesa ne ban- no fallo invece adollare nel primo caso la rellangola, ed cssa per avcrne il niassimo prodollo condizionala ad una base pari a due allezzc; nel menlre cbe nel secondo caso a cui T economia seinpre invila, ne ha fallo scegliere a riguardo della slabilila la trapeziale ad argini inclinali all" orizzonle di 34- ""al piii, e con- dizionala onde il medesimo fine conseguirvi del m.is- sirao pli'cllo. ad un'altezza mela della lariibezza me- dia. Non e die in queslo secondo caso il Icllo del — 296 — canale ia queslione. M. Girard geomelra sommo e distinto ingegniere incaricato dell' opera, porlato dalle circostanze del caso proposto si e fallo a dare alia base inferiore del Irapezio . . . 3", i)o inclinazione degli argioi .... 33° ^2' pendio di essi 2°, 2D lunghezza di essi 2"", 70 base superiore 8"", 00 altezza i"", 5o eppero 1' area 8""i,625 il coQtorno bagoalo 8", 90 il raggio medio 0", 96 Riguardo al declivio o caduta il Girard ba riflet- lulo cbe le piaole aqualicbe cbe nascono nei fondo e sngli argiiii de' canali , aumenlano notabilraente il contorno bagnato e la resislenza; e la porlala percio ne diminuiscono. Qiiindi per compensare quesla dimi- nuzione ba peosalo cbe bisognava aumentare il decli- vio dal calcolo additalo, per averae la giusta voluta. Onde essendo qtielio dalo dal calcolo o",oooo55o2 , ba giudicalo porlarlo nel fallo pratico a pressocbe il doppio e farlo di o^iOooioSG. Ma il noslro caso non e cbe quello del calcolo : e le formole dell' applica- zione proposta non suppongono cbe le sole resistenze generali , le rogolari e uoiformi ; e punlo non teo- gono conlo dell' impcdirnenlo rimarcalo, cbe e mera- menle parlicolare al caso in cui 1' opera e. Quindi per Doi la cadula sara qiiella cbe il calcolo ba dalo al Girard, e cbe quello di D' Aubuisson ba diro cosi sanzionalo; sara dico cosip( = — -) =00589" S9 49 ; ed r cosip = o™) 0000328 — 297 — QuiDdi sostiluendo quesli valori nelle formole di ciii si tralla, ne avremo per I'approssimaziooe di quella della marca (i)--- P(=5y=5.o,3483) =3>o4 della marca (2)---i'(=:5'i; = 5'-o,34.69) =2^992 della marca (3). ••P( = ^y = 5'o, 377a) =3™2d6 Le prime due nou danno la porlata die con una differenza appena moDtaole a dodici millime- tri, nel raenlre clie la Icrza ne aberra da circa ua quarto. Ma qiicsl' ultima non e che pei casi delle grandi velocila; e percio le due prime possono usar- si a piacere Tuna per 1' allra in tutli i casi, e non e cosl Tullima che non puo bene addirsi al caso no- slro, cbe a quel delle gran velocila non apparticne. La porlala diinque del canale in questione dalla formola di Eyielwein definita non ammonia cbe a 3 melri cubi circa; porlala cbe procedenle ed imraessa con una velocila o'°,35 a secondo nel bacino della Vdlelte va quindi a recarsi pel fine proposlo a Pa- rigi ; e cbe corrispondenle alia quanlila effetliva di acqua cbe era in mano percosiddire del Girard a polersi dispensare , ba dovulo oiidc nel fallo pratico verificarsi assoggellarvi il dcclivio ad un aumento come qui sopra riraarcossi. 19. Inlanlo il VeDliiroli cbe ricusalo avea ( num. prec, ) r adozione della formola di Pronj^ sollo la for- ma da lui immcdialamenle data, venue in seguilo di- ce il Cavaliere nella sua Arcbilellura slalica (Firenzc i833), ad illustrarla egli pure sollo 1' espressione da Eyielwein prodolla. Infalli la scuola idraulica cbe egli - 298 - reggea da Direttore in capo, nel volume slesso delle sue Ricerche lesle citate, venne pubblicando una ta- vola cbe supposle dale le sezioni e la cadula, porge il valore del fallore rcos? da ciii dipende , e quello ne esibisce io corrispondenza della velocila media cer- cala da o^iOi sioo a 3", al grade dell' approsiraa- zione di quesl' ullima espressione. Quesia tavola simi- le a quella rbe il Pronj' ba dalo al grado di appros- siraazione della sua formola , e il Venluroli stesso al grado di approsimazione della sua, onde 1' uso faci- lilarsene, e le verificazioni agevolarsene con nuove variate e molliplicale prove, e quindi piu a fondo ri- conoscersi la legge deile acque cbe scorrono per ara- pj letli; qiiesia tavola dico e prccedula da un' altra del pari calcolala alio stesso fiue da quelia scuola, la quale presenla un' utilila forse ancora maggiore: infalti si trovano in essa regislrali in confronlo i risullali del- la formola in discorso non solo con quelli delle 91 espericnze sopradelle ma di allre ancora eseguite nel 181 1 dal Cav. Bonati colle sue aste ritrometricbe sul Po dapprcsso a Lagoscuro in acqua magra media e plena; di allre Ire da Giorgio Bidone eseguite nel 1819 sui canalclli dello slabilimento idraulico dell' Univer- sila di Torioo e nel 25"" volume pubblicate dell'Ac- cademia reale di quella capitale ; e di allre due fi- nalmente dalla slessa scuola cocdolle, 1' una nel 1S20 a Fossa d' albero sul Po vicino a Ferrara , e 1' altra nel 182 r sul Tevere nelle vicinanze di Roma: con questo confronto di un tanto prodigioso numero di verificazioni la formola stabilita si trova maggiormen- te nel falto. Quesli travagli cbe per la loro ulilila danno all" illuElre Corpo cbe 1' ba eseguili ed al capo — 299 — che lo dirigea un litolo di onore, lia impresso Delia formola ud caraltere di gran fiducia e confideoza; e soDO slali da ud altro simile ed aacor piu graode ed esleso seguili. II Prony veoulo nuovamenle nel 1823 sopra di questo argomeolo, riferisce il Dupin nelT opera citala, ha tiralo fuori dal torcbio della reale slamparia di Parigi una memoria in quarto sollo il lilolo di Rac^ colla di cinque tavole. Quesle lavole direlte a facili- tare e abbreviare il calcolo non solo della forraola chi* ba per oggelto il moviinenlo delle acque per canali scoverli raa aocora di qiiella del loro movimeato per condolti, presentano 1' iusieme de' risultali di iGyespe- rienze impiegale a verificarle e stabilirle; e menlro Diirano a fissare una relazione Ira l' uno e I'allro mo- vimenlo, danno ancor piu alia formola di Eylehvein che e il noslro particolare oggello, ud' emincnle sicu- rezza nel fatlo delle applicazioni, una somma confi- deoza Dci risullati. 20. La formola di Prony possiamo dunque con- chiudere che colle nuove corrczioni di Eytelwein for- ma il piu gran passo che si e dato finora deila so- luzioue flsicomaleraalica del probleraa sul moviinen- lo delle acque correnli per gli alvei , ha acqui- stalo on alio grado di perfezionamenlo. Con un lan- to apparalo di verificazioni e di prove e essa dive- nula nella pralica di lulta fiducia per una sirclla e sodilislacenle approssimazione, in quel casi priiicipal- raente ovc la velocila non eccede i Ire mclri asecon- do, cui nionla nelle piene ordinarie: la sua uliliUi nei rapporli di'lle porlalc coi bisogni delle arli e marcata J Hi Accad. Fol. xvi, 3? — 3oo — e decisa, nelle alte piene specialmente ove I'uso de- gli strumenti idromelrici deve per 1' ordinario riuscire impralicabile e sempre incerto; e la scienza del fiu- nii ha in essa il piii slabile appoggio, la sua mag- giore risorsa, il suo piii semplice e sicuro strumento. Tali sono per quanlo io sappia sino a quest' ul- timi tempi i piii utili progressi della soluzione a j»nb- ri del problema proposlo. Venghiamo ora a vederne quelli della soluzione a posteriori^ oggelto della se- conda parte. — 3oi — SECOi\DA PARTJB METODI PHATICO-SPEniMENTALI SULLA RICEUCA DELLA VELOCITa' DELLE ACQDB COnnENTI PER GLI ALVEI. 2 1. Gl'idraulici cammiuaDclo nella ricerca della velocita dcile acque correnii per la via delle puro teorie , presto dovcllero accorgersi clie esse riusciro doveaoo di tarda e insufficieote riiiscila nella soluzio- ne del problema. Qiiindi da cosiffalto cammiuo de- viando doveltero presto rivolgersi a contemplare e a coDsuIlar la natura , a rivolgersi dico a delle teorie sopra i fatli fondalc , a del melodi pratici e speri- meolali, solo usaudo del ragionamento e del calcolo a posteriori in loro ajulo e sostegno. Per quest' al- tra via dunque cammioar si dovea sempre osservan- do , sempre sperimenlaado ed uso sempre facendo di strumeoti , dai quali l' esperienza in generals di- pende e giammai si scompagna. Nella prima parte noi abbiamo baltuta la strada delle leorie sull' espe- rienza basate: noi andremo in quesla seconda qiiella allra a percorrerne cbe gli slrumenti e i raetodi spe- rimcntali riguarda ; die a compire conduce la solu- zione del proposto problema. 22. Ual momento cbe I'Abb. Castelli fece co- noscere il bisogno della velocita nel calcolo delle por- tale , qucllo di un islrumento dovelte principalmente scntirsi per misurarla. I galleggiaoti doveltero essere i primi a prescnlarsi agli occhi degl' idrometri : e fra essi il cosi delto galleggianle semplice, cbe ne e 302 il pill facile ad idearsi e a concepirsi; a polersi alio r.opo applicare. In eflello fu esso il primo cbe pre- seolossi air idea dell' istesso Caslelli e cbe da lui si propose neir Appendice undecima delia sua citala J f /sura delle acque correnti. La coslruziooe di que- s(o slrumenlo e si nola cbe non tnerila special men- zione, non ridiicendo:ji cbe ad una palla, ad un pa- raljelopipedo , o fiuanche ad un cobo di una gra- vita specifica minore dell' acqua. II suo uso cbe si ridnce a uiellerlo in acqua e a inisurarne via di un tTonometro la durafa del viaggio, non e pero punlo generale: esso non ba propnameDle luogo die uelle correnti di raolo equabile e pressocbe orizzoiilali ; nelle correnti in cui il movimenlo libero si Irova e sgombro da impedimeuti ; in quelle principHlmeate dice ove si Iralta di velocila superficiali e del (ilone, al quale il suo molo con quello delle acque combi- nalo preslamente lo riduce. Quindi e cbe il cliiaris- simo abb. Bossut solilo a valersene nelle sue espe- rienze , si vedea spesso coslretto dalle circoslanze a sostituirvene un allro piu convenevole; usando in tal caso per quanlo egli ne dice con lodevol successo , di una leggicrissima ruola di diciotto in veuti polli- ci di diametro csleriore, portanle i5 in 18 palinetle di latla , e libera moventesi sopra un asse assai le- vigato e sottile; ruota cbe il Micbelotti ci ba descrit- lo il primo nel 1767; cbe il Dubuat ba in seguilo classificato sotlo il nome di molinetlo; dall' uno e J' allro usala sollo diverse dimenzioni ; e cbe fra le macbioette idroraetricbe fisse , non vi sarebbe forse di meglio per le misure superficiali , se 1' apparato meccanico onde renderla al fallo , inevilabili non ne — 3o3 — rendesser le allerazioni dell' operazlone , che nelle piccolc correnli i risullali ne sfigurauo, e 1' uso im- pralicabile ne rendono diro cosi ne' grandi finmi. 23. L' uso limitalo di qiiesto galleggianle do- vellc air incominciarsi a dubitare di essere la velo- cita nella sezione variabile e non coslanle, far losto senlire il bisogno di allre risorse onde misurarne gli cffelli la gradazione e la legge. Icifalti il P. Cabeo della corapagnia di GesiJ prese immaolinente a cor- reggerlo nella direziooe di queslo fiue, c lo propose sotlo la coslnizione di un'asla di legno, onde poles- se senlire cosi tulle le impressioni della correnle se- condo I'allezza; coslruzione ctie modifico in appres- so il Baratleri; quindi pure il Lecchi, di cui il Mann ne ripele in Londra quali sue proprie le idee; e fi- nalmcnte il Bonati perfeziono come vedremo a suo luogo. Wentre cosi si procedeva in Italia alia ricerca delle velocila inferiori, Ulariolfe in Francia con altre vedule caraminava al raedesimo fine. Questo illuslre idraulico penso di accoppiare una seconda palla al- r islruraento , e lidurlo ad un sistema di due unite iusieme raerce di un filo flessibile , 1' una specifica- mente piu leggiera e 1' allra piu pesante dell'acqua; tanto clic sommerso la prima galleggiasse in superC- cie, 0 la seconda si profondasse per tulta la lun- gliczza del filo. Quest' idea da lui non porlata al lalto cbe in piccolo corronti e reslata inleramenle sterile per un socolo c piu, produssc dalle mani del Cav. Bninacci un nuovo strumenio conosciuto sotlo il nome di Galleggianle composto: noi ne andiamo a riandarc brcvcmeute la tcoria e 1' uso , cbe ci ne — 3o4- — diede in ud' egregia inemoria fra quelle dell' Isliluto italiano per 1' anno 1806. Posto in acqua questo galleggiante vedrassi ben presto navigarvi con moto cquabile e progress! vo. Quindi significando con z?, i;', u' le Ire velocila, dello strumenlo osservala , superficiale della correnle via di un galleggiante semplice speriraentata , e cercata dello slrato della palla inferiore; significando con G , a' i diamelri delle due palle, che in particolarc mentre ne' piccoli canali basta lo assumerle di appresso a o°,o4., nel Po ova le sezioni sono ampie fino a 5oo metri , si sono dovuli usare per sino a oi^^Vo /;, p' le loro gravila specificbe, supposla=i quella deir acqua /3 un' indeterminala bi avra 1° la forza acceleratrice della palla superio- Te= fia" {v — vf quella ritardalrice della palla inferiore = /3a ^(v — t;")", eppero per esserne equabile il raovimento 1' equazione d\cond\i\one/2{ci(v'—vf—a'Xv — v"y)=o; donde v"= ("^"'^f-""' ; equazione che nel caso pii!i semplice di cui il Brunacci stesso in enunciarne I' uso ha fallo men- zione , quello dice in cui le palle sooo di eguale diametro, diviene t;"= 2y — v si avra 2" il peso della palla superiore =-^, quel- lo deir inferiore = ^^^f^ ; cppero quel- lo deir intero strumento = — (a^+o'^/): , - ., .p a'p + n'p' , donde il suo peso specilico=— ^5 + 0-5 - ~ 3o5 — e quindi aflincbe navigasse sommerso a fior d' acqua che e il modo piii conve- nevole d' usarlo, I'equazione di condizio- ne ^-^^A^= I , cbe nel caso delle pat- le cguali diviene ^(p-{-p)=i: si arra 3° finalmenle dalla prima di quesle due e- quazioni il rapporlo convenevole tra le gravila specifiche delle palle rispello a quella dell' acqua ; e dalla seconda con accorciare ed allungare il filo , che ne lega il sislema, la velocita della corren- te alle diverse sue profoudila ; e peicio la gradazione , cioe la scala delle velo- cita per allezza. Da cosifialte idee facilmenle si raccoglie che queslo strumeulo poco lascerebbe a desiderare se po- trebbe conoscersi precisaoiente la profoudila delTiin- raersione della palla inferiore, eppero delio slralo in osservazione. 31a il filo sommerso non si manliene retlilineo , e vi concepisce una curvatura cbe varia come diversa ne e 1' indole della corrente. Quindi e die la profondila dello stralo non risulla come si suppone dal prodoUo dclla lungbezza del filo pel co- seno deir angolo di sua deviazione dalla verlicale, ma dipende dalla curvaUira incognila di esso , la quale quanlo picciola sia dice il Venturoli , polni sempre raollo svario produrre ; e il mclodo quindi che il Brunacci ha proposlo per la misura di questo angolo quantunquc assai ingegnoso , non risulla nel fallo di alcuna ulilila. Inlauto cg!i asscrisce cbe nel- la pralica si e sempre Irovato quest' angolo di pocbi gradi, picciola la curvalura, c percio 1' uno c 1' altra — 3o6 — trascurabile, e quindi quella profondita sensibilrnenle eguale alia predel'a lunghezza. Ma se cio avra po- tulo aver liiogo ne' piccoli cauali a' quali io peoso che si rapporli quanto il Brunacci asserisce, non po- tra verificarsi nei fiiirai grandi e profondi; in quelli il filo e assai corlo , e percio inlermellendo molta differenza nel peso delle due palle come insinua il Venturoli , e facile produrvi uno slirameoto presso che reltiiineo, e far ciie l' istriimento eretlo proceda; in questi pero pei quali il filo e mollo lungo , noa parmi che esso debba ubbidire sotto l' azione della correnle alia Icnzione della palla inferiore, e Io stesso efTello risullarne; anzi sembra che se ne dovesse age- volare il rompimealo a cui va allronde soggetto; e cosi portare a doversi iogrossare , e a non esserne percio piii trascurabile come insensibile la sua re- sislenza. Polrebbe al filo soslituirsi una verga ia- flessibile e sollile onde prevenirne gli effelli delta curvatura. Ma in questo caso pare non polrebbe Ira- scurart^i 1' irapressione che per parte della correnle riceve. Quindi sembra da quanto si e dello risullar- ne che il galleggianle composlo, utile e commenda- bile ne' piccioli canali, a' quali il suo prirao iovento- re Mariolle Io addisse, punto non Io sia in generale e principalmente a riguardo de' grandi fiumi, come il Brunacci riproduccndolo , teorizzandolo e 1' uso e- slendendone ha volulo proporcelo. 24. Un altro strumcnlo che molli auloii garan- tito hanno per le misure in discorso e il Pendolo Idronietrico , di cui se ne deve al Guglielmini la prima idea. Questo struraenlo proposto quasi conlem- poraneamenle al precedente ed al raedesimo oggetto — 3o7 — di supplire all' insufficicDza del gallogglante del Ca- slelli, DOD coQsistc clic in una palla allaccala ad ua filo sospeso, sccondo il suo prinio invcnlore, al cen- Iro di ua quadranle graduate, onde sommcrsa nella correnle e da essa sporlala , misuiaroe I'angolo di deviazione daila verlicale. JMisuraio qiiesi' angolo si e credulo polersene conchiudcre la ccrcala velocita della correnle. In efletlo supposlo clie T sia r angolo misuralo di ciii si par!a * quelle che il filamenlo fluido correnle ad investi- re la palia fa colla verlicale p il peso della palla V la velocila che essa vi acquisla dippiii supposlo giusla le esperienze ricevule, 1' urlo del fluido come il quadralo della velocila; a un' in- detcrminala significanle la Icgge quaiunquesiasi di quesla proporziooalila , sara au^ la quanlila delT im- pulsionc dalla palla ricevula : e quindi costruendo sulle due forze/j, au- il parallelngramnio corrisponden- le, si avra un Iriangolo avcnle per apgoli * — 9,0 opposli a'lali da queste due forze rappresenlali, Irian- golo cbe dara p:au :: »en($— 9)):ienp,ppper6c = 7' ( — " ^ — ) ^ a sen ($— , se ne avranno le stesse velocila, cd in esse la cercala scala, II me- lodo per ollenerne effeltivamenle le A^O non consiste cbe in combinarla col raelodo pralico di applicare lo strumcnto , cioc in eseguire raedianle csso una serie di esperimenli , profondandone successivameale coq ordine I'asta a diverse profoodila della stessa verlicalc. Queslo melodo secondo prescrive 11 suo autore (Op.cit. n. Sog), si riduce a condurlo in manicra cbe inan- lenendo il punlo di sospensione dell' asta nella stessa. Alti Ac cad. FoL xri. 89 — 3i6 — verlicale, vi si vadi conseculivanienle abbassando di una di due di Ire ec delle parlicellc /2(') coo inco- miuciare da cjiiella del suo picdc; e qiiindi roisiiran- dovi corrispoudeoleraeDle i rispellivi angoli di decli- nazionc s> che va acquislandovi l' asia, e le rispetlive parti m che va lasciandovi fuoracqua, forruaroe una serie r di equazioni simili alia generale Irovata che tuUe le rappreseula ; lalmenlcclie dicendone ;l/(0 il primo rispellivo lermiue si preseulera sollo l' aspetlo •' = » (i) (r) (r) '• = 3 (r) (A (r) r= I T— I Quesle equazioni Irallale coa an melodo di climina- zione daranno le /i(^) , e quiudi aiisiliala dalla nota cqiiazioue i?(') = -y/ 2yA(') , le velocila del fluido alle diverse profondila delle conseculive immersioni della asla , eppeio la scala delle velocila secondo quella verlicale. lulaolo prima di conchiiidere il rimarcare giova che qiiesta teoria dalT islesso Venluroli data nell' ope- ra piij voile cilala, dipende dalla leggo oewloniana del- r iirlo obhliqiio do fluidi; e percio essoodo la velocila della correnle laiilo rapida che desse 9 ]> So", allora non avra cssa piu luogo come nolercmo piu disliu- tamenie qui appresso (33); inconvenicnle dice il suo stesso aulorc a cui potra ovviarsi nella pralica , fa- cenilo vuola 1' asla onde al bisogoo si polesse carl- care sul fallo islesso dell' esperimeulo con dei pioni- bini e reiidcrsi cosi meno sensibile all' impulse della acqua. Queslo slrumcnlo non vi ha dubbio che va e- -3.7- scnte dai tlifelti provcnicnli dalla oiirvaliira e dal tre^ molio del lilo , a' qiiali ii melodo ordinario di co- slniirlo va soggcUo; raa perde inolto peio dalla baa- da dclla sua leoria : il calcolo die essa conduce vi diviene lungo e laljorioso , il quale slanle la molti- plicila delle ripclile opcraziooi all' uopo occorrevoli , sembra cbe debba rerideriie dilficile 1' uso e la pra- tica: c se a quesia dinicoila quell' allra si iinisco di manlenerlo verlicale ed immobile nel processo di taa- ta molliplicila di operazioni, difficolUi veramenle som- ina no' grossi fiumi rapidi e furiosi, pare nonostante cbe abbia sembralo a qiinlcbe idraulico disliulo, quel- lo cbe meritasse fra i conosoiuli la maggior confi- denza degli idromoiri , pure dico cbe bisogiia aspel- tarne la sanzione del fallo sperimciilale, al quale per qtianlo io sappia e slalo poco soltomesso fiuora. Quin- di credo polersi concbiudere perora a qiieslo riguar- do colic idee del Coiile 3Iengolli , quelle di essere desidcr.ibile cbe venisse provato con nn sufTiciente- numero di esperienze , onde polersene il merilo piu foiidalamenle apprczzare. 27. Pria di lasciare le macbinelle idranlicbe a cui il Caslelli e il Gugiiclmiui, fondalori dclla scien- za idraulica naia e crcsciula in Ilnlia , banno da(o luogo, mi sembra convciiionle di far parola dolla ri- sorsa dal prime presa e dal sccondo con delle ma- dificazioni adotlala e scguila , onde andare dirella- mealc alia delerminazione della porlaia. Nei Iralti non mollo irregolari e principalmente in quclli del luUo regolari , la velocila della sezio- ne puo per 1' ordinario contarsi per coslanle; verila cbe presciudendo delle allerazioai da ostacoli accl- — 3i8 — denlali causati , 1' aoalisi dimostra e 1' osservazione coraprova : inollre le acque scorrono per gli alvei colla superficie al fondo parallela , eppero orizzonla- le quando tale vi e il fondo , circostaoza cLie si os- serva costantemente ne' Iratli regolari a sponde pa- rallele e verticali e nello slalo di acque con rnoto {lermanenle e regolare. In un iralto cosiffallo dun- que baslava niisurare la velocila siiperliciale onde pronfamenle averne la portata. Quiudi il Casleili con- cepila r idea del suo galleggiante , e venulo nell' o- pinione cbe la velocila. nella sezione si fosse in ge- juerale variabile, per fame ulilmenle uso dovelte es- ser portato a quell' allra di dare artificialmenle alio alveo quella forma rellangolare, die la nahira ordi- nariaraente ci nega ; all' idea dico di iin regolatore; die e quanto dire, di apporre all' alveo un hreve Sronco di caoale costruilo in logtiame o in rnuralura e in forma rellangola, e far die la massa del fluido futta vi s' inaboccasse e vi scorresse. Ma quest' idea si semplice e naturale , si confaconle al fine propo- slo, non puo risultare si agevole in fallo di pratica. La massa iluida obbligata a rislringersi nei canale del regolalore , perdera il parallelismo delle sue ve- ne: quesic divenendo obblique, verranno ad infletter- si le une contro le altce; la regolarila del movimen- to vi verra allora a mancare; e 1' idea di contare la portata sul prodollo della sezione rellangola per la velocila, non sara piu giusta e permessa. Inollre la costruzione di ua' opera siffatla non puo riuscir ma- negevole cbe per canali assai piccoli: per quelli a gran dimensioni le diflicolla si moltiplicano non solo a riguardo della maQO d' opera, ma ancor della spe- - 3i9 - sa; difficolla. che alia fin fine dovranno di venire co- taulo gigaiilile, che 1' opera uon polra avcre piu liio- go. II Caslelli slesso che col nome di regolalore la disse, cLe 1' uso ne sposo e ne conimeudo, lasciar noa pole di senlirle, contessando che ne' gross! fiumi co- sifTalle spese non sono proprie che de' gran perso- naggi, onde evilare spese ed incoDvenienti maggiori. 28. Dopo del Caslelli 11 Guglielraini si valse pu- re del regolalore per consegiiire il medesimo fine , ma con modi diversi. II Caslelli applicava il regola- lore al cauale che inleslava nella parte ad esso in- feriore : quindi in una delle due ripe presso l inlo- slalura vi disponea immediatamenle se si trallava di UQ piccolo canale, o in quella di un canalello del pari arinalo del suo regolalore e derivalo dal canale supcriormenle al gran regolalore se di uno gran- de si trallava, vi disponea dico un sislema di sifotii tali che 1 acqua supervenienle ne assorbissero men- tre il livello coslante vi si manlenesse: e finalmeule misurandovi I' acqua dala immedialamenle dai sifoni, tullo di seguilo ne conchiudea nel primo caso la por- tala, e nel secondo quella del canalello, colla quale mcrcc il rapporlo delle allczze e larghczze deiracqua scorrcule pc' due rogolalori e la sua nola leggc delle porlale in ragion dupplicala delle allezze e semplice delle larghczze, la portala del gran canale ne delcrminava. Non cosl il Guglielmini : applicava egli una caloralla al regolalore , che scender facea sino ad uno 0 due piedi sollo il pelo, lasciando sol- lanlo aperla una luce rellangola : 1" acqua correndo veniva cosl a gonfiarsi, appoggiandosi supcriormenle alia calcralla fino ad equilibrarvisi e ad acquislarvi 320 per un certo trallo all' iosu superficie permanenle e come slagiiante : con quesla operazione falto «, Sl'allezza e I'area della luce a Y allezza dell' acqiia ad essa sovrabaltente h r allezza dovula ( = -^ (V(«+ «) — ^o^)*) al- ia velocila delT acqua P la porlala del caoale ne risultava cbe I'acqiia del canale a restringersi veni- va; e obbligala a passare sollo il ballente a per qiiella luce come se dall' orificio di un vaso sgorganle, da- va una porlala cbe polrebbe rappresenlarsi colla for- mola analilica a cosiffallo ciso corrispondeole e cbe vi si prendea' per qiiella cercata del fiume Ma queslo molodo ollre le difficolla inerenli alia na- tura slessa della maccbina e comuni at metodo del Cas'.elli, delle allre ne presenla cbe ne reodooo an- cor piu difFieile 1' uso e l' applicazione. II Prony per rendornela superiore in una meraoria cbe diede nel 1 802 sollo il lilolo sur le jeaugeage des eaux cou- ranles , ne propose delle modilicazioni cbe menlre ne prevengono gli inconvenienti, ne rendooo pero si inabarazzaiile la composizione e si difficile la pralica operazione , cbe non e da sperarsene successo. Don- de e cbe il Venluroli si fece a proporvi invece un carlo arlificio cbe applicalo immedialaraenle alia co- struziooc del Guglielmiaiaao ne veoisse a riuscire piu — 32 1 — facile e piu sicura la proposia conoscenza. Qal in- lanlo Don enlriamo ncl dellaglio crilico di una sif- falla queslione , abbaslanza nola e discussa. Poira riascoulrarsi 1' opera cilata replicalamenle di queslo insigoe idraulico per avcroe uua suflicicnle no:izia; opera ove si Iroveranno ritinile le diKicolla del me- lodo del Guglielmini con qiialcbe non dispregevole risorsa per pievenirle; e gl' iocovenienli di q lella del Pronj con delle ulili proposte a poterli cvilare e a suppiirvi. 29. Un applicazioue felice alia dispensa e misii- ra delle acque correnli ha fallo il Tadiui del rego- lalore del Caslclli nella doUa niemoria da noi piu voile cilala. La niaccbina da lui delta con qiiesto nome , in ossequio ei dice dell' inclilo brcsciano pri- mo fundalore della scieoza idraiilica , cbe una per simil uso immaginala ne cbiamo cosi , non si con- pone die di qiiallro parli disliule: 1° da un cana- lello dcrivalo dal caoale maestro nierce una calerat- la con iiiiposla , oride regolarvi la qiiaiilila d' aqua alia dispensa neccssaria ; canalelto da lui cbiamalo bollino , cbe va dirctlamente a colliniare coH' asse del regolatore detlo doccia , e lanio lungo quanlo basli accio l' acqua cbe alia doccia Irasmclle , arrivi al sno sopraciglio, cd ivi placida e tranquilla in su- perficie, vi fonni il genuioo e convencvole baltenle: 2° da una specie d imbulo coperlo, con dclle spon- de circolari ma di gran raggio se soinuio rigore si ricerca , oppure reltilinee se cotanto non se ne ri- chicde; imbulo cbe forma il froule c il prospello di enlrata della doccia , la bocca io dico per cui l' a- cqua vi pcnelra , 1' ordigoo per cosidJiie code vi si — 322 previene la coulrazioo della vena ; 3" dalla doecia; che forma la parte principale della macchina , che ne e propriamenle il misuralore dell' acqua , e che non consisle cbe in un corto e rislretlo tronco di ca- nale con foudo orizzonlale, sponde parallele verlica- li ed egualraenle alle , e costruUo in legname o in muratiira, di pietra ordinaria o di marmo: 4° fioal- inente da una liaversa di ferro o di dure marmo , innalzata sul fondo nella bocca posteriore della doe- cia , e lanlo alia qiianto sufficiente fosse oude 1' a- cqua stando a giusto balfcnle venisse frenala nello sbocco, e cosi soltevandosi sino a livello delle spon- de vi scorrcsse a plena doecia. To non enlro uel rainu(o dellaglio di questa macchina , dei sue uso, de' suoi vanlaggi : sene polra avere un' ampia co- noscenza nella memoria citala. Mi fo soUanlo a ri- rnarcarne cosi di passaggio , che essa non va pun- to soggetta alle difficolla di applicazione al pari di quelle del Castelli e del Guglielmini, riuscendo sem- pre di piccola estensione nel fatlo di pralica a cui va destinata; che in essa sosliene il suo aulore, tut- la cospira alia giuslezza del fine che si propone, rie- sce in (iiKo superiore a qualunque allro mezzo usato finora per la misura e dispensa delle acque; puo loro servire come di modulo e di verificazione ne' risulla- ti , porge infine piena soddisfazione non solo al geo- metra che ce sente 1' efficacia della diraostrazione , ma air occhio ancora dell' idiota compratore che il suo dalo si vede a piena e rasa misura. 3o. A conseguire il inedesirao fine varj e di- versi altri slrumenti si sono imraaginati e proposli. Polrebbe a questo proposilo riscontrarsi una memoria — 323 — del Prof. Giambaltisla Masetli nel secondo volume dell' anao 1824. pubblicata della raccolta di autori italiani sopra il inoto delie aequo , nella quale una eitesa discussionc se ne Irovera. Questo lodevole la- voro va diviso ia tre parli; la prima istorica, la se- conda descrilliva ; la lerza dimoslraliva. Nella pri- ma vi si sieguc 1' ordinc cronologico delle epocbe nelle quali ciascuno slrumento e stalo immagiuato e proposto. Nella seconda quello vi si Irova della suc- cessione degli oggetli a' quali gli slruroeneti vanna desliaati, e al raodo insieme onde vi si applicano: ep- pero essi che dal greco vi sono deili Tachimetri idraulici^ vi vcngono divisi in due generi; 1" uno di quclli per le sole misure superficiali, e l' allro di quelli cbe possono usarsi a qualuuque profondila e cbe si eslendono alia ricerca della scala delle velo- cila e della vclocila media ; generi entrambi divisi in due classi, quella de' fissi e quella de' galleggian- li. Fiualtuente uella lerza parte queirordine progres- sive vi si siegue che si e nella seconda tenuto, espo- nendovisi tutte le teorie analiliche meccaniclie geo- raelriche che se ne sono particolarmenle dale. Qui non ho io tralasciato di proQltare all' opporlunila di questo degno e utile travaglio: e nonostante che noa siami venulo alle mani che scritta questa seconda par- te alia quale solo si rapporla, mi son fatto a giovar- mene , introducendovi alia conveuienza alcune pic- ciole e piu minute notizie che prima non aveva. 3i. Dopo questa specie di digressione brevissi- ma, riprendo il fdo delle mie idee. II Nadi uno ne propose nel 1721 all' occasio- Aiti Jccad. FoL xfi. $0 — 324. — ne di una visita al Po. Queslo strumenio che solto il nome si conosce di Jiasca idrometrica^ noa e che un parallelopipedo rettangolo di latta avente iia pic- ciol foro verso la soramiia della faccia minore , un tubo soltilissimo annesso verlicalmente alia sua base superiore, e un filo il quale passando per di dentro di questo tubo penetrava nell' inlerno della casselta parallelopipeda e veniva ad essere ligata ad una mol- !a, merce di cui si veniva ad aprire o chiudere al bisogoo il detto foro. Sommerso 1' islrumento a di- verse profondita con lenerne il foro direltamente con- Iro la corrente , 1' acqua vi entrava per esse , e dal- la quantila che ve ne entrava , si credeva di poter- sene arguire la cercata velocila.Infalti porlalo I'istru- menlo alia prova dell' esperimenlo nelle acque del Po, fu trovalo che la quantila penetratavene in tempi eguali seguiva costanleraenle la legge della ragione suddiiplicata delle altezze del fiume al di sopra del I foro, e se ne conchiuse che la velocita nel locale in I osservazione seguisse quella data legge. Ma riportalo i r istrumcnto al fallo di nuove prove , trovossi per quanlo il P. Grandi e il Manfredi ne riferiscono , jj che dava gli stessi risullali in acqua slagnante che ' dalo avea nella corrente del Po. Und'e che fu duo- po definitivamente conchiuderne che quella legge del- t le velocita dovesse riguardarsi come viziosa ed erro- nea , che il melodo proposlo dal Nadi come inutile fosse riputato , e l' istrumento cadulo in discredito e ! i rjgeltato. i Noa fu piu felice il risultato della raodificazio- ne che si pretese fare di questo sirumenlo. Per quel- le che il P. Grandi ci ha rapportato, si voile muni- , — 325 — re il foro di un cannellino aJ oggelto che 1' acqua vi enlrasse a guisa di un gello parabolico , e che aodando a percuolcre un'assicella verticalmcnte situa- ta sul fondo della casselta parallelopipeda, dall'altez- za del punlo che ne b'^oava suH' orizzootalc conce- pila pel foro, se ne preleodea derivare la Icgge del- la velocila. Ma la diificollfi di dislinguervi e dcfinir- vi il punto bagaato fu inlesa laato che il nuovo ar- lificio proposto nemmeno fosse portato alle prove , e che il lachimelro del Nadi fosse restalo nella piena dimcnlicanza in ciii era cadulo. 32. M. Pilot ia una memoria fra quelle del- r Accademia reale delle scienze per 1' anno 1732 , r USD propose di un allro seraplicissimo strumeato che il cav. Dubuat lia in seguito perfezionato come egli stesso ci dice , e quiodi usato con successo e utilila. Consiste qucslo slrumento in un lubo ricurvo di velro, che si assicura nella correnle mediante nna macchinclta dal suo autore slesso descrilla nella noe- moria citala. Siluandone la bocca del braccio oriz- zonlale direltamente conlro la direzione del corso del- r acqua , si notera la linea di livello a cui essa si innalzera in quelle verlicale: quindi rivolgendo il lu- bo colla delta bocca dalla banda opposla, se ne no- tera quell" allra a cui l' acqua vi discende : e final- menle Ja diffcrenza prendendo fra le allezze delle due linee di livello, so ne avra 1' altczza dovuta al- ia velocila cercala, e con essa la velocila stessa del- la correnle. Qucslo raelodo di cui e facile rendere ragione , e slalo altaccalo e conlradelto dal Zendrini e dal IMichelolli : ma il Bonali uso facendo di ua lubo di lalla portantc una sottil bacchelta divisa ia — 326 — parti eguali, e galleggianle nel braccio verticale sul- la linea di livello a cui 1' acqua vi si arresla , ad oggelto di poterne senza stenlo raisurare la posizio- ne, dissipo coile sue esperienze le difficolla da esso- loro prodotte. Inlanlo il tubo idromelrico e stato sol- toposto air esarae non solo da' raentovati idrometri ma da piu allri diversi si ilaliani che fraocesi : il Ximenes il Venturoli ed allri in Italia , il Belidor il Gaulbey il Navier ed allri molli in Francia , si so- 110 dati di proposito a ricoDoscerne le qiialila gl' in- conveuienti i difetli : e noi senza venirvi a special discussione, raccogliendo dal quanto se ne e dello e pensalo conchiudiamo, che il piii forte inconvenien- te e forse irriparabile che esso presenla nella pralica applicazione , si e quelle della somma difficolla di polerlo solidaraente slabilire nella corrente. La mac- china onde si prelcnde effelluarlo , allerando senza dnbbio il corso delle acque se mollo solida e coni- posla , fara che le velocita osservale non siano piu quelle che al flume liboro si competono ; ovvero se mollo semplice e poco solida, comunicando colla sua mobilila de' raovimenli di oscillazione all' acqua inte- riore, movimenti dice il Bossul che espongono a de- gli errori sensibili nella slinia delle sue elevazioni , ne le rendera sempre incerle e inesatle. Queslo in- convenienle che riesce lanlo piu grande e raarcato quanlo piu rapida e la correnle , maggiore la pro- fondila cui 1' islrumenlo si fa discendere, perde mol- ta forza nelle tarde correnli : ma in queslo case un altro non meno moleslo se ne va ad inconlrare; in- conveniente che niun buon risullalo ci dk da spera- re dalle indicazioni dell' istrumento : infalti la colon- — 327 — na che nel lubo verlicale inisura I'altezza dovula al- ia vclocila, sara troppo picciola, e percio ogni pic- colissimo errore polra produrre un divario notauile rella misura cercata. Quindi il lubo idroraetrico che per la sua semplicila acquisto una lale confideuza cbe preferilo veniva , principalraenle dagli idromelri francesi, a qualunque altra raacliinelta , oggi cbe se lie sono ricoDOSciuti dice il Maselli, gl' inconvenienli inevitabili e venula di mollo a perderia , e per cni poco usafo si vede. 33. Senza arreslarci suH'Odometro di M. Dubiiis- son, di un allrosimile di W. Brouckeuer, e sopra un istrumcnto a M. Savarien dovuto e dal Ximenes ri- I'erito, perche poco fra noi conosciuti ; senza parlaie del Ciliudro galleggiante di M. Mann inglese per- che dal P. Leccbi anleriormenle proposto, della Pa- lelta idromclrica di M. Gaulhey perche poco giu- stezza promclle ne' risullafi , dell' Animomelro di M. Leslie perche molle difficolla presenta da polerne spe- rare successo ; senza fermarci a parlare del Pcndolo del Ferrari sopra un falso principio foudalo, del Vet- te e del Mulinello del Focacci che positiva conlezza noD ce ne ha dalo ma che si e piulosto atlenuto dal- le esperienze a descrivercenc in un canale artcratlo escguile, della Varvola di Ximenes di cui niuno de- gli idromelri ha parlalo e i di cui gravi inconve- nienli non punlo e nienle combendano; senza parla- re dico di quesli e di altri pari slruraenti cbe di- scussi ho Irovalo nella memoria cilala del prof. Ma- selli , ove risconlrar si potranno da chiunquc il vo- lesse, noi continuamo il noslro cammino, e passiamo a far menzione della Venlola del Ximenes cbe seb- — 328 — bene fosse siata colanto sul principio applaudila, non ha Irovalo ia progresso cbe la sorle medesima di lut- ti gli altri. 34- Di questo lachimetro uso il nostro illustre corapalriolta tanto per la ricerca della legge delle re- sistenze quanto per la misura della velocita. La co- slruzione che egli ce ne ba deltagtiato nelle sue niio- ne esperienze idrauliche rese pubblicbe nel 1780 , non si riduce che ad un albero portante una lastra metallica delta Veniola e da cui 1' islrumento ba preso il nome, lastra cbe si muove liingb'esso sopra due braccioli; ad una rotella fissata in cima col pia- no al suo asse norraale; e ad una picciola fune che accavallala a quesla rotella va a passare per una pu- leggia di rimando , e viene a finire un peso sosle- neudo. II suo uso si riduce a stabilire T albero ver- ticalmente nella correnle aggirantesi sopra due perni fissi, ed in maniera onde la Ventola profondata fino alio stralo aqueo in osservazione, restasse esposta al- ia sua irapulsione diretta , nel raentre che la puleg- gia verra stabilita dalla banda opposta, e nel mede- sinao piano. La sua applicazione inline alia misura della velocita dello strato non consiste cbe in dare al peso in sospensione una lal quantita che contra- bilanciasse \ urto della corrente sulla veniola. Quin- di dicendo. X r altezza dovufa alia velocita cercata della correnle Y , P r area della ventola e il peso in sospensione iJ, V la distanza del centre di gravila di quella e di questo dall' asse di rolazione dell' albero si avra per \ equazioae di equilibrio del sistema - 329 - ySy. — Pr = 0 , ovvero per essere i- = y 2gX 7i?p= — 2ffPr = o: donde v=\ {^rw- ) per la cercata velocila dello slrato aqueo di cui si tratta Questo sfrumento gia conosciuto sollo il nome di Venlola idromelrica sarebbe mollo coinmendabile Del- ia pralica se piu semplice ne fosse 1' apparalo e me- no opcroso il maneggio, Esso si sperimcnta raollo difllcolloso ncirapplicazione al fatlo; assai incerto nei risultati , priDcipalrueulc nelle alle piece ova se ne lia maggiore bisogao , e nelle quali il siio mede- simo aulore ha disperato di poterne far uso c Irarue profillo. 35. (ir inconvcnicnli del quadrante idroraelrico 0 di roolte altrc raacchine, dicono i PP. Cannovai e del Ricco Delia discussione idraulica della loro fisica raatematica, hanno fallo soslituirvi da taluni un gros- so cilindro di iegno leggiero , un poco raeno limgo della profondila della correnle ; armalo in uoa delle basi di varj piccioli pesi capaci a manleacrlo sora- nierso a fior d' acqiia e verlicale ; portanle nel- !' allra noa picciola vcrga , onde sporgendo fuori a- cqua vi moslrasse gli occulli raovimenli della parte sommersa. Esponendo in un trallo mollo regolare direlto e libero alia corsa delle acque il eilindro, ri- pelendo questa operazione or verso le sponde ed or ncl filone ; nolando in ciascuoa operazione delle di- verse stazioDi gli spazj dal cilindro trascorsi in tem- pi eguali , e prcndendo infine di lutti i risultati il medio arilmelico , sc ne e concbiusa la velocila — 33o — media cercala. In queslo metodo io non ravviso cbe la modificazione dal P. Lecchi proposta ia perfezio- nameolo di quello delle aste del P. Cabeo e del Ba- ratteri, che ii Mann pubblico \A auni dopo in Lon- dra come suo proprio ; e cbe il Navier citandolo ^ lungi di riconoscervi 1' invenzione italiana , non ce r annuDzia cbe come inglese. Ma questo metodo cbe ragionalo sembra e concludente quando il cilindro naviga con verlicale posizioae , non ha punlo luogo nel caso conlrario. Infatli ricbiamiamoci cbe il mo- vimenlo del cilindro non e cbe il risultato dell'azio- De simuUanea della forza impulsiva del fluido sopra di esso , della sua spinla cbe lo spinge all' insi!i e della gravita cbe lo lira all' ingiij : nel prirao caso le due ultime di queste forze dipendendo dal suo aa- golo di deviazione dalla vertioale , punto non influi- scono suH'effetlo del raovimenlo orizzontale della cor- reuie che lo investe direttamente e senza scomposi- zioQC alcuna: in tale caso dunque la velocita del ci- lindro non essendo cbe la risullanle di tutle quelle de' filamenli aquei che lo animano dalla superficie al fondo, polra assuraersi per la media cercata, cosa che il P. Lecchi ba comprovalo a posteriori col falto delle sue esperienze eseguite nel canale artefi- ciale del fiume Mazza presso a Gassano con un ci- lindro di o", 3 di diamelro, e di i", 2 di lungbezza. Non e cosi nel secondo cbe obbliquamente viaggia. Quindi tutfo il successo di queslo strumento non si ripete che dalla condizione che esso proceda con po- sizion verticale , o che alineno non ne aberri sensi- bilmente con delle oscillazioni brusche e frequenti : ma cotesta condizione e forse facile a soddisfarsi? e — 33i — cio raaggiormcnie avcndo riguardo alia moUipIicIlii dellc slazioni die il melodo suppone ? La risorsa dal P. Lecclii proposia , di guidare cioe it cilindro cca soUil filo dalla sponda per impcdire che vada a ca- dcre nel filone e conliuuare il viaggio prescrilto, nori ne disUirba forse il movimento libero, e ne altera il risullalo ? IN'on setnbra forse cbo sia osso deslinabile al caso di correnti di poca eslensiooe e di corso pla- cido e lento piulfoslo cbe a dei grao canali ed in plena ? Bla noi parlcrcmo qui appresso dell' ultinio perfozionaraenlo di queslo melodo dafoci dal Booali , dcUa sua tcoria, del suo uso pralico. 36. Di un' allra macbinetta assai semplice si fa pure menzione , e 1' uso se ne rapporta nella citala discussione. Consistc cssa in uu cordoncino lungo 4o in 5o lose, sul quale scorre un tube di velro o me- tallico cbe porta anncsso al suo fusto un emisfero vuolo di legQo. Steso qucsto cordoncino secondo la direzione della corrente onde 1' emisfero ne venga direttamenle invcstilo dalla parte della sua concavita; legato colle sue eslremila a due canapi spiegali ad esso normal- raente a Iraverso dell' alveo ncllc teste del tralto in osservazionc, mediantc qualtro stabili corrisponden- lemenle posti dapprcsso alle ripe ; supposto in fine il lubo prcparato della medesima graviia speeifica dell" acqua , si \cde senza difficolla cbe esso correra colla corrente acquistandovi la sua medesima vcloci- la. Qiiindi osservando la spazio cbe vi correra net lempo di circa 5', se nc concbiudera la media cer- cala. Riconduceodo ii tubo alia testa superiore del tralto merce un sottil filo a cui va ligato onde dalla Jilt Jccacl. J'ol. XVI. A J -532 - ripa condurlo , si ripetcra 1' operazione dopo averne pero rallentato li due canapi , e percio aver falto il cordoncino piu al fondo discendere: conlinuando co- sl via via di piode in piede o di mezzo in mezzo piede di profondila a secouda che 1' iraporlanza delia opera a cui si mira, minore o maggiore accuralezza richiede, si avra una serie di velocita, che ragguaglia- te ne daraoDO la media del velamento aquco verli- cale; volocila che cercala per diversi punli di slazio- ne traversalmenle per largliezza, ed essi piii o meno slrelli come piu o meno bisogno vi ha di giustezza, e ragguagliatine del pari i risultali se ne conchiude- ra la media generale dell' inlero trallo. Non mi ar- resto inlanto a considerare qual potrebbe essereTuso di quesla raachinella ne' grossi fiumi e nelle alte pie- ne. Solo mi fo a riraarcare per quanto rilevar se ne possa dalla semplice leltura di una brevissima descri- zione che essa sembra addicibile piulosto a quel di niezzana grandezza e in corso ordinario che alle gros- se correnli e in istalo brusco ed alteralo. 37. Un allro slrumenlo soUo il nome di reo- melro si Irova rapporlato nella Biblioteca Universale pubblicala in Ginevra (lorn. 6. 1817). L' ingegniere ledesco M. Wollmann ne e 1' au- lore, e che lo ha dalo in un' opera slampata in Am- burgo circa il J 790. Queslo slrumenlo conosciulo in Fraucia dal Gaulhey e d' allri diversi, per quanto il Navier in Belidor ne asserisce in opposizione al pa- rere di Trechsel, e slato leorizzalo in Italia dal pro- fessore Venturoli ed e slalo da lui reso alia maggior semplicila di operazione che la sua nalura comporla. E queslo uno di quegli strumenli che abbraccia nella — 333 — sua coslruzione x\n sislema di ruole denlale ; sislema che un albero gircvole sopra due pernj iDgrana me- diaote una vile perpelua sul suo fusto coslrulta. Un picciol volanle termiualo ncHe sue eslremila da due ali 0 laslrine rellangolari , ed infisso col suo punlo di mezzo ad una delle due punle estreme dell' albero e quello clie csposlo all' impulso della correnle lo meUe in movimento. In effello supposte le due ale obblique all' asse dell" albero , ed in raodo tale clie formino con esso due angoli eguali e volli dalla ban- da opposta cioe come se opposli al verlice , angoli clie dico /; c supposlo l' albero silualo nella correnle secondo la sua dircUrice , e lanto profondalo in es5a quanio vi rcsti sommerso tulto iclero il volanle , ne vcrra cbe le ale ne saranno simullaneamenle peroos- se coQ una medesima forza. Quindi notando con P^ la vclocila della correnle, ne sara / sen/i la sua componcnte nel senso normale al piano ^ dell' ala : inollre nolando con v la velocila acquislala in un cerlo islanle di tempo dall' ala vale a dire dal vo- lanle , velocila cbe per esscre in sent-o normale alio albero si vede facilmente cbe fa col piano y4 della ala un angolo eguale al complemenlo (r/ — /:) dello angolo /; nolandone con v dico quesla velocila, sconi- posla in due allre 1 una in queslo piano , e T allra ad esso normale, ne sara vcos/i: quest' ullima , ep- pero sara f^scn/i — vcos/i la velocila rclaliva oade la correnle invcsle dircUameule l' ala -^{f'senA- — r cos^)' laltezza dovula h a quesla velocila y//i r urlo cbe l' ala vi riceve normalaienle — -i3^ — j4hcos/c la forza acceleralrice normale all' albero. Inlanlo quesla forza corae agisce suU' albero per \ia di una delle due ale , cosi conterDporaneamenle vi agisce per mezzo dellallra: eppero allesa la loro divisala posizione relalivamente all' asse delT albero , DC avvieue cbe 1' una gli comunicbera una quanlita di moviraenlo eguale in un senso conlrario dell' al- tra. Quindi per essere il volanle infisso al medesimo nel punto di mezzo, ne risultera cbe la percossa del- r una e quella dell' altra cospireranno a farlo girare pel medesimo verso ; e la forza acceleralrice cbe il movimento ne animera , sara percio 2.j4licosk. Ma quando quesla forza perverra ad essere nulla, il mo- vimenlo sara divenulo equabile; dunque sara lAh cos k = F ss\ik — 1> cos /t = o, doe F =^vco\.k ]a condizione sotlo di cui I' islrumento acquislera ua equabilila di raolo , cioe un moto regolare e perma- nenle; quello cbe essendo l' effetlo complelo dell' ira- pulsione del fluido ne addimoslraeraisura laquanlila. Quesla concbiusione non ba cbe un essere pu- ramenle matemalico, in quanlo non si e considerata iinora la questione cbe sollo questo solo punlo di visla. Quindi riraane ancora di metlervi in cooside- razione le resistenze fisicbe cbe l' irapulsione del flui- do prova per parle del volanle cbe vi si muove som- raerso , e per esso del meccanisrao dell' islrumento. Significando dunque con Qb il movimenio di queste resislenze con a la dislanza del cenlro di gravila deir ala dall'asse di rolazionc , sara zJahcosk (\\sq\~ lo della forza irapulsiva del fluido; eppero — J35 — zjlahcos/i — Qb la forza efTetliva di 'esso; doncJe si avra ^Jahcosk-Qb = o- eppero ^ =--i^ {vcos/c+\ ^y-^) Hisultalo cbe rappresenla lo stalo fisico di qucllo qui sopra trovato ; c cLe la conoscenza ci porge dclla velocila cercala f' in fiinzione delle quanlita A^ a, k cbe si hanno la prima immedialamcnte dalla coslru- zione del scraplice nieccanismo dell' istrumenio ; la seconda dalla qiianlila di Qb cbe noa polendo ar- guirsi con facililu e giustezza a priori merce la sola conoscenza della sua composizione poira scmpre defi- nirsi medianle una prelimiuare esperienza (Yenluroli op. cil.); e la terza dalla velocila v del volante cbe si avra in conseguenza dell' operazione delle ruole denlalc (luogo cil.), su di cui non entriamo per bre- vita polendo pure vedcrsi nclla cilala meraoria del professore Maselli , operazione cbe dando a cono- scere il numero n delle rivoluzioni da esso falle in un (cinpo determinalo / , eppero lo spazio zarii da esso percorso in questo lempo ne dara la veloci- la f= -j^- Intanlo in concbiusionc di questa rapi- da descrizione conviene rimarcare cbe 1' indole di queslo slruraenlo vuole cbe pria di venire all' ope- razione losse stabilmcnle assodato nella correnle; co- sa cbe si cfTellua medianle un' antenna cilindrica di- visa in parti melricbe e verlicalmcnte pianlala sul londo dcll'Alveo: a qtiesia antenna va legato il te- lajo deir islrtimenlo in niodo cbe possa scorrere lun- go di cssa, e polersi cosi abbassare come alzare se- condo la verticale nclla corronte. Quindi imraaginan- do la massa lluida divisa in lauli slrali , alti quanto — i36 - luDgo il volanle, di sei pollici circa ; o cbe vale lo stesso, dando alle divisioai tnelriche dell' anlenna que- sta lunghezza, e facendovi conseculivamenle scendere di una in una il telajo dell' istrumeolo, se ne avran- no immedialamente le velocila rispellive v del volan- le , c per esse e la formola gia qui sopra Irovala le rispellive corrispondenli /' della correnle; velocita cbe molliplicale rispeltivamenle per 1' altezza di cia- scuno stralo, cioe nella supposta coslruzione per la lunghezza del volanle , se ne avranno le rispettive porlale, e nel loro insicme la folale del caoale. Tulla la difficolla dunque si riduce ia passare dalla cono- sceuza osserva(a di v alia calcolala di F dipendente dalla coDOScenza di Qb ^ che per essere coslanle ba- sla riconoscere come sopra ceunossi via di una sola preliminare esperieuza; esperienza di cui se ne da a conoscese nelle opere citale il metodo di eseguirla , ma cbe il Navier impugna dice il Maselli conlro ra- gione, e che io lascio di rapportare per brevila. Intanto queslo tacbimelro conduce scco per quanlo ne pensa il Navier degli inconvenienli cbe gli son proprj: tale scmbra cbe debba esserne la dif- ficolta di stabilirlo sodamente raerce quell' antenaa nella correnle , difficolla lanlo maggiore quanlo piij grande ne e la profondila e il movimenlo ; lale la supposizione che il volanle manlenesse un' equabilila di inolo per lutto il corso dell'operazione, equabilila cbe la nalura slessa dell'operazione sembra che dovesse alterare. Quindi conchiudo con quanlo oe dice il professore Berlioi luccliese , cbe le dale sulle quali va il calcolo di queslo slrumenlo fondalo, sono niol- to fallaci ed incerle , onde polerne aspellare dei ri- sullati rigorosi e fedeli. - 337 - 38. L' asla rilroraelrica e I'islruraenlo di un uso in oggi il piu applaudilo per le misure in queslione. La leoria cbc 1' aulore ne ha dato non mira direl- lamenlc cbe alia detcrrninazione della scala delle ve- locila dalla siiperficie al fondo. Ma noi vedrerao qui appresso le dilficolla che queslo punlo di vista viene a provarc nel I'alto pralico. II primo esperimcnto leotalo per provocare a posteriori la reale esislenza di qiiesla scala fu quello del Padre Cabeo soprameozionalo, esperimeulo da lui rapporlalo nel prirao libro delle sue Meleore dale in Roma nel i686. L' istrumcnlo onde queslo idrome- tra ferrarese si servl, non consisleva che in un' asla di legno, arraalo in piede di un cerlo peso, e di a!cu- ne vessicbetle in Icsla. Con una laie armalura I'asta galleggianle in acqua Iranquilla con posilura verli- cale, si vedea correre inclinala in avanti nelle aequo correnli ; e dimoslrava cosi che il loro tnolo negli slrali superiori riusciva raaggiore cbe ncgli inferiori; c pcrcio una degradazione facca rilevare di velocila dalla superficic al fondo. Una inodilicazione di asle sifialte, niodificazione donde 1' islrumenlo ne e risulla- to il piu applaudilo ed esiniio di qunnli se ne siano proposli , soQO le asle cbe il Cav. Bonali produsse solto il nomc gia rimarcalo di asle rilromelriche, le quali non ne difforiscono che nelle sole vessichette di cui le lia con giudizio spogliale. In efTollo queslo slrumcnlo non si riduce che ad un cilindro di Ipgno lerminalo in piede di tanto in melallo , quanlo gal- leggi neir acqua slagnaole con posizion verlicale . e non ne sporga al di fuori cbe di o"',6 circa. Dia- inone hre\emenle la leoria. Si scelga un tralto dei — j38 — pill regolari del fiume in esperimealo; e posto ia a- cqua r islrumento , se ne osservera la velocita e lo angolo d' inclinazione code regolarcnenle precede : sopra di quesle due dale poggiando alia delerraina- zione si viene della scala cercata delle velocita. Kel siio procedimenlo 1' asta non e animafa cLe dalla forza inipulsiva della corrente , dalla forza di gravila e dalla spinta dell' acqua sulla sua parte sora- tnersa. Quesle forze agendo in sistema sopra di essa tendoDO a farsi equilibrio , e percio a produrvi uno stato di moto equabile e permanente ed una incli- nazione costante. In questo stato la risultante del si- slema sara nulla ; e nulla sara ancora quella de' lo- ro momenti presi dalla superficic ove 1' asta si ap- poggia inclinandosi. Quindi la teoria di questo siste- ina di forze non si riduce die ad asscgnarne le com- ponenli e i loro raoraenli, eguagliarne rispellivamen- le a zero le sorarae , ad averne cosi due cquazioni, e a definirne merce di esse gli elementi della cono- scenza proposla. Siano dunque ?/, 9 la velocita e la inclinazione osservale dell' asta; siano /j, /, r il peso la lungbezza della parte somraersa e la distanza dal pelo del centre di gravita di essa ; sia v la velocita. della corrente neilo strato per 1' ascissa x contata dal pelo sulla verticaie, e si avra 1° pcosi' per r azione della gravila normale al- r asta; eppero jor cos? pel suo momen'o riferito come sopra al medesimo punto di emersione dal- r acqua , sopra cui tende a farla gi' rare. -339- 2° — pcos? per la spinta deH'acqua norraale al- r asla ed agenle nel suo punlo di mezzo, e percio — p cosy p^j g^^ moraenlo riferito pariraenli ^ di sopra al medesimo puoto di e- mcrsione 3" V — u per I'accelerazione cbe 1' asfa rice ve per parte del fluido nel punlo deH'ascis- sa a", eppero {v — u)cos'i> per la sua componenle normaie al- 1' asla. Ouindi essendo -^ 1' elemenlo loDgiludinale dell' a- ""? , adx sla; a il suo diamelro eppero;— 7!' elemenlo della sua sezione per lungbezza: di piii essendo (v—uYseny j'a]te2za dovuta allaveIocila(y — u) sen?, sara adx{v-jy,en^^ P ^^^^ ^^j fl^ij^ g^pra di quGsl' elc- luenlo, il quale per essere (25.3°) 1' ur(o di una su- pcrficie cilindrica gli ^ di quello della sua sezione longiludinale dara :^-^(v—uysenw, eppero v — u posiliva, cioe acceleralrice; e v!\}j%\ cioe l^=-TT- prossimamenle ..,.,-_. .4 -...—„ di quella cui la precedenle trovala equazione condu- ce; non lascia di portare a dei risultati sempre piu approssiraali di qucUi se ne polrebbero sperare dalla formola del Dubuat. Le formole Irovale vanno indipendenti dalle di- raensioai dclla sezionc ; eppero polendo applicarsi agli alvei di qualuuque forma e grandezza, riuscireb- bero della massiraa utilila, se de' forii dubbj non in- 4.32 — sorgessero sulla cerlezza de' loro risuUati , quando dalle picciole correnli per le quali sono state Irova- te , si passasse al caso de' graa canali specialmenle in plena. Per usarne dunque in generale con sicu- rezza bisognerebbe cbe fossero sempre piu verificale con delle prove ulteriori sopra canali di variata gran- dezza e di circostanze diverse. Ma vedianio intanto r utile servigio cbe possono rendere alls operazioni del galleggiante seraplice ; e il metodo combinalo che ne risulta. Scelto un tratlo del canale convenienle per I'e- sperimenlo, vi si melta in acqua il galleggiante tan- to al di sopra delta sua sczione superiore quanto ba- sti , oude pervenuto in essa vi si trovi gia ridotto sulla linea del filone , e con averne acquistata la medesiraa velocila. Ouindi con un cronoraetro notan- do il numero del secondi del suo viaggio dalla pri- ma alia secoada sezione , e dividendone la lungbez- za data in picdi o in rnelri, se ne avra la velocita media del filone ; velocila cbe soslituita in quelle formole ne daranno la media del velamento verticale di esso. Ripetendo questa operazione per diverse fia- le ; prendendo il medio di tutti i risuUati ; ed assu- mendo coteslo medio per la velocila della sczione media del tratlo, se ne avramoltiplicaodola per la sua area gia supposla conosciula , la portata media del canale nelle adiacenzc di esso. La somma spcditezza e semplicita, di questo me- todo ne rcndono mollo utile 1' uso specialmenle nei casi di correnli bruscbe cd assai alterale. Quindi giova prevenirvi alcune difficolta , ed aggiungere — 4-^3 — qualche riflessione propria ad assicurarlo e promo- verlo. 1° Si e supposla la velocita media del filone per la me- dia della seziooe del Irallo in esperimcnto: questa siipposi- zioiie gia pcrmessa e legitlima ne canali regolari e sim- mctrici, forma una coadizione cbe di rado viene a soddi- sfarsi nel caso di correnli naturali; e percio resla il dubbio se in colcslo caso e in generale fosse , non dico legiUima, ma pcrmessa a consegiiirne de' risul- tali nou rifiutabili. A qiicslo proposito dunque giova rifletlcre cbe in un cosiffatlo genere di ricercbe non si va dielro cbe a delle approssimazioni sollanto gros- solane ; e ad allro non si altende cbe ad evitare le gravi anomalie , quelle cioe cbe conduccndo a delle concbiusioni conlrarie al fatlo, atlraverscrebbero il fi- ne deir esperimenlo; anomalie per altro qnand'ancbe avcssero luogo, difficilmente sfugirebbero alia penelra- zione di un csperto e sagace osscrvalore. 2.° Le formole dalle quali il metodo in discor- so dipende, si e gia qui sopra marcalo, cbe non so- no slate Irovale se non per via di csperienze sopra piccole correnli cseguite; eppero il loro uso natural- inenle porlanle all' incertezza se potessero aver luo- go in generale. Qtieslo dubbio nel nientre cbe nou potrcbbe cadere, riflelle opporlunamenle il Venluroli, cbe sullapplicazione del melodo al caso delle ample sezioni do' fiumi goofj, eppero cbe di viene lanto piu di peso nel falto do' risullali, quanto piij grandi sono le sezioni, maggiori le picne,e raaggiore ancora il bisogoo di ricorrcrvi, non polra con assicuranza risolversiflncbe non saranno esse abbaslanza'verificale. Inlanto sembra cosa utile il ricbiamare in qucslo luogo, quanlo il Ca- — ^o^ — • valieri e il Dupia nelle opere in fine della prima parte citate , asseriscono a qucsto rigiiardo. II primo dirigeDiIosi col discorso alia forraola data in corre- zione dal Prony a quella del Diibuat, ce la propone quale piioto di appoggio del processo piu semplice, meuo ipoletico ne'principj, meno incerfo ne'risultati, e il piu cbe conviene seguire per arrivare al fine proposto nelle opere di arte, come sarebbe por esem- pio nella determinazione della giusta luce de* ponli : e il secondo nell' atto cbe ci assicnra esserne 1' ap- prossiraazione dei-^assai comoda in pralica e soddi- sfacente in Inlti i casi, consigiia ed insinua alle per- sone addetle a' lavori d' industria , di adottaria ed usarne ne" giudizj cbe formar dovranno sulla forza delle correnti, di cui avranno a disporre. 3." Non sembra fuori proposito aggiungere che se non ostante le di sopra considerazioni dar si vo- lesse assai di peso al dubbio in questione , il raeto- do purnondiraeno non lascerebbe di essere in gene- rale della maggiore uliiita : in primo luogo per la sua semplicita la sua prontezza e facilita , non nian- cando ad un abile osservalore di scoprire a traverso della spessa caligine dell' incertezza le grandi aber- razioni de' risultati , di lenerne conto nelle concbiu- sioni, di saperne gli effelti corrcgere , e raodificarle corrispondcntemente al suo fine: in secondo luogo polendo sempre essere di una utile risorsa in lulli quei casi in cui gli altri ractodi incontrano delle dif- ficolta insuperabili ; in quei casi cioe disperati e ri- belli a qualunque altro tratlamonto : in terzo luogo finalmente polendo servire di punto di appoggio al- r idrometra ondfi i suoi concetti appoggiarvi ; le sue — 4S5 — "^ congetlure formare sulla nalura del caso; e quindi ad un partito utile e prudeoziale appigliarsi, in pre- venire un qualche disagio , una qualche opera im- porlanle in proraovere , in soddisfare a un qualche suo impegno. Ma passiamo al secondo melodo proposto , a quello delie asle ritrometriche. 42. La velocila delle acque correnli per gli al- vei come decresce dalla superiicie al fondo, cosi dal filone alle ripe. Quindi oltre di una scala secondo la verlicale di cui si e falto parola, un' allra secon- do la trasversale ve ne ha , che nella giusta slima della velocila media hisogna pure rnellere a calcolo, e che gl' idroraetri trasandati hanno poco considcra- lo. II problema duoque della scala cioe della varia- zione della velocila , preso in tulla la sua estensione e guardato con occhio georaelrico , non ha per og- gello una semplice curva , ma una superficie che dalle intersezioni risulla delle consecutive scale verti- cali per larghezza colle corrispondenti orizzontali consecutive per allezza. In istrelto senso percio e malematicamente non sarehbe un problema di geo- metria a due ma a Ire dimensioni ; problema tra- scendenle e superiore , per la di cui soluzione man- chcrebbero i mczzi e le risorse necessarie. Ma il no- stro assunlo non e si specolativo ed astratto: e tutto speriraenlale. Non si tralla che di caratuinare dietro all' osservazione ed all' esperienza , uso facendo di qualche idoneo strumenlo. II metodo che il primo si presenla a questo punto di vista , sarcbbe quello ia generale d' istituire un sistema di raisure per diversi Alt. Accad, Fol. xri. 44- — 456 — puuli di una slessa verlicale, ripefere quest' operazio- ne sopra uo sislema di verlicali secondo la larghez- za della sezione ; e quindi preodere la media fra le medie di lulte le slazioni , ed averoe la media cer- cala della sezione. 31a queslo solo non sarebbe ba- stanfe: i bisogni deli' impresa uon si limitano ordi- nariamenle nella pialica alia considerazione del ca- nals in un solo pimlo del suo asse , ma si eslendo- no a quelia ancora delle sue adiacenze , delle quali fa d' uopo couoscere la velocila media. Quindi per consegiiirla conviene ripelere 1' islessa operazioue per diverse sezioni lungo dell' asse; piu o meoo slrelle a seconda del grado di approssiinazione di cui si abhi- sogna ; e quindi prendere fra le medie di tulte le sezioni quelia media , per rappresentarne la cercala dell' inlero tralto in considerazione. Queslo processo pero si vede bene cbe dovra riuscire si laborioso e prolungato, da poter scoraggiare uti osservalore il piu soffereiite , e da slancare uon dico quando si (ralta correnli gonfie ed in pieoa , ma placide ancora e tranquille. II metodo delle aste rilro-nelriclie sembra di andare esente da cotesta inconvenienza. Oltre la predicala sua ulilita sopra qualunque altro, esso alle- sa la goneralita delle sue applicazioni ad ogai sorla di canali di grande eslensione o no , e a luUi gli stati di un corso permanenle eziandio di rapide e fu- riose correnli , gode il vaotaggio di operare il fatto deir esperimenlo in modo prontissimo e semplice, in tempo breve ed approssimativamente. L' uso di ua melodo siffallo e si applaudito merita secondo 1' idea della scuola idraulica cilata , di essere sempre piu promosso combendato e stabilito. Concbiudendo adun- -457 - que qucsia scconda parte del mio assnnlo, e con es- sa r inlero scrillo , mi scinl^ra cosa giovevole doscri- vcrne a mimilo il processo ; moslrarne in dellaglio tullo r andaineulo ; ed esemplificarne alia convenien- za le diverse parli con una delle prove da quella scuola cscguile nel 1821 sulie acque del 'J'evere Ira Ponle Mulle e il loro ingresso in Roma. II primo passo , il passo preliiniiiare della pro- posta operazione si e la scella di un Irallo di c;ina- le il piu dnllo e regolare cbe il case presenla. II fionali lo ha disegnalo come sopra nolossi , da 200 a 60 tese di iungliczza. Ma il sig. Cozzi dircllore della prova da uoi presa a cilare , e che molio si era secoliii esercilalo nella pralica del metodo, con- [dotlo dalie circoslaiize locali non lo prese in questo Icaso die di soli meiri 60. Fissalo cosi il Irallo dell' esperimento se ce mi- Isurino le due eslrerae sezioni. II raelodo ordinario di guirio non si riduce che a fame Iravcrsare I'acqiia Iriva da im forle canapo diviso in parli mclriche , e scaudagliarne il fondo pe' diversi piinli di divisione. iFormalo cosi il disegno della sczione con maggiore niinore approssimazione secondo il maggiore o mi- Inor numero delle divisioni , approssimazione cbe po- Irebbe sempre piu serrarsi merce 1' inlerpolazione , se 16 Irovera con alcuno dc' melodi conosciuli la super- icie. Qnando la larghczza della sezione permetle que- sla operazione, di slcndere cioe il canapo divisalo , allora uu ,ollimo parlilo sarebbe qucllo di giovarsi del nolo mclodo di Tomraaso Simpson che M. Leve- que ucU'esame marillimo di Juan, c Prony nella sua archileltura idraulica rapportano combendando ; me- « 4-38 -^ todo conducenle ad uaa forraola che delta S la su- perficie cercata, « la quantila di ciascuaa delle par- ti metriche del canapo , supposle per preparazione ia numero pari, eppero i punli ia cui esso va diviso in numero imparl n (=2r -f- i); ed i/„ le profondila corrispondenteraenle rilevale via dello scandaglio, che figuraoo come se ordinate della sezione , noi mettia- mo sotto r espressione ^mbolica Qiiesla formola non puo applicarsi pero alle dale della prova in considerazione, nella quale il process© meno geomelrico e regolare, e stato dall' iugegaiere esecutore combinalo nel suo piano di operazione col fallo fisico deir esperimento. In effello considerando r ampiezza superficiale delie due sezioni come rispet- tivamenle divisa nei punti di passaggio delle asle , se ne scandagliarono le corrispondenti profondila , le quali prese per ordinate venivano a rappresenlarle co- me divise in lanli quadrilateri meno uno quanlo il numero di quel punti. Quindi prendendo fra le or- dinate deir una e le corrispondenti dell' altra sezione le medie, si considerarono come ordinate della sezio- ne media dell' intero trallo , ordinate che la faceano come divisa in un egual numero di quadrilateri: as- sumendo in seguito per altezze di questi quadrilateri le ordinate medie fra le due contigue che ne signi- ficavano i rispellivi lali ; per basi le medie di quelle corrispondeati de quadrilateri estremi; e ia fine mol- L — 459 — liplicando ciascuna base per ciascuna altezza corri- spondeule, se ne definirono le arce particolari rispet- tive , che sommale iasieme quella ne diedero della sezionc media del trallo. Tale fu il processo di quel- la prova per quaalo ne riguarda la parte geometri- cal processo che volendo rappresenlarsi similmente di sopra con una formola simbolica, basta significare con ;/^, s^ le ordinate corrispondenti delle due sezioni e- slreme '2„, ^'n^ le basi rispellive dei quadrilateri di esse e sene avra ^{y^-\-z) per le ordinate della sezione media -7(/3n+'^',) per le basi superiori corrispondenti dei quadrilateri di essa ^^^(^14- -/i+^Tiii +-nii) per le altezze verticali di qiiesli quadrilateri eppero ^, ('2„+/3'„)(^;, +-/.+yn+. + -a+.) per le loro rispettive superficie; e (inalmente se ne avra 5 = 2 -^ 7 ('2„+'3;)(y„+=„+y„^,+s„^,) per quella cer- oata della sezione media. Con queslo processo da noi condotto con raaniere sim- boliche e che 1' ingegnierc relatore sig. Beretli ha csposto nelle Ricerche della scuola per 1' anno 1821 (pag. 57), fu Irovata l' ampiezza delle due sezioni estremc di mctri 70, Sg e 77, 64; e di metri qua- drati 218, 779 la superficie della sezione media. Designato e ricooosciuto il tratto della prova , uopo e esplorarne il fondo oode prepararvi conve- nientemente le aste. Se la natura del canale lo com- porta, potra passeggiarsi ia barchelta, scorreado del- — 46o — le linee presso che parallele alle sponde; prendendo- vi de' fieqiieiili scaniJagli ; e cosi assicuraiidosi della qualila del foodo , deUuirsi delle asle le lunghezze conveiiieoli, oude non dare in dei dossi die polreb- bero iocoulrarvisi , e calibrarsi onde procedervi coUa necessaria erellezza. Se 1' uso delle barcbe Don potra avervi puiilo liiogo , allora non niancberanno ad un sagace operalore risorse per ollenerue il medesirao fine. Nel caso affennalivo cadde il fallo della prova presa in cserapio: e percio il melodo di giovarsi del- le barcbeite, qiieilo oiide le asle vi furouo regolate. Dodici farono le espericnze nelle quali vouncro po- ste alia prova in dodici punti diversi secondo la largbezza : varia ne fu la liingliczza a seconda della rispelliva profondila corrispondenle alle linee del lo- ro viaiiaio; lunsbezza cbe andaudo da sinistra a de- stra vario da nielri 1,71a inelri 4, 21: la slessa ne fu inline la maniera onde vi furono preparate nelle diverse esperienze ; maniera cbe ad altro non si ridusse die a lener preparati varj cilindri e diver- si di pioppo di 4- decimelri di raggio; inverniciali per sollrarli alTumidila; in parle vuoti per polersi innestare I' uno coU' altro; uno fra essi da service per pezzo di lesta, portanle un' ancoretla di qualtro fill di ferro, onde passando per di sotlo del cordon- cino a bella posta stcso a travcrso della sczione in- feriore , vi s' inviluppassero , vi si fermassero e ve- nissero raccolle; ed uno da servire per pezzo di pie- de, terminanle in un Inbo di lalla, onde al bisogno polervisi dei piombini riporre , e cosi renderle piu o meno gravi afTondale ed erelle. Falle qiiesie prelimi- nari preparazioai si verra al fallo dell' operazione. — ^6i — •rre soli opcralori basleraono a concliiuderia : 1' uno poslo in barcliolla mcllciii in acqiia le asle alquaalo al di sopra cJella prifna sezione , e il piiiilo di pas- saggio per essa ne nolera: iin secondo del pari , ia barcliella oppiire in sulia ripa, 1' atigolo d' inclinazio- ne (3(), 3") ne misiirera, e il passaggio ne aspetle- ra per ia seconda sezione , oppnre per una cjualche ciirvalura ad essa inferiore della ripa , alia quale il filone accoslandosi alia fiofina le condnrra per rac- coglierle: un terzo finalmente da terra ne osservera con un crooomelro il lempo in secoodi del loro ri- spetlivo cammino ; lempo pel quale dividendone la lungliezza corrispondeule dara le velocila medie ri- spetlive, e per esse ragguagliandole la media dell'in- tero tralto e la porlala. Con (ali vcdiile procedettcro in effelto gli ope- raloii dell' esperiinenlo sul Tevere in considerazione. Le asle vi fiirono posle in acqua 1' una dopo l' altra siiperiormenle alia prima sezione; e liUto clie il Bo- nali ne avesse designato la quanlila di ii5 a 20 tese circa , onde perveoirvi coa raolo progressivo ed uni- lorme , con positnra permanenle e costaole , uon ve lo furono clie di 6 melri circa, prendendo pero per oltenerne il medcsimo fine la prndente misnra d' im- mergervele passo passo, e spingcndole obbliquameole conlr' acqua. Jlentre il prime operalorc cseguiva quesla ope- razione ed il punto di passaggio ne nolava pel Ca- nape in parti metricbe , gia sleso seriamente a tra- verso della sezione , il secondo si diede a seguirne dalla ripa il viaggio , e a jnisurarne il tempo ia se- cond!. Le asle lutle eretle vi procedettcro e con po- con- — 4.62 — sUura verticale o poco incliaata in avanti , circostan- za che la ditHcile operazione risparmio della misura deir angolo d' inclinazione , da cui dipeode in gene- Tale il calcolo della velocita: e qnindi potendosi as- sumere in questo caso qiiesta velocita per quell' isles- sa deir asta, ne venne che per averia bastasse il di- videre la lungbezza della traccia pel tempo in secon- di inapiegalo a percorreria : questa operazione potra in continuazione di sopra rappresentarsi con una for- raola simbolica. In effetlo segoate con Mn le traccie delie n aste che corsero; con Tn il tempo corrispon- dente da ciascuna impiegalo, ne sara {R]„: T„) la velocita media rispettiva; eppero: -j 7^+7^ I la ragguagliata fra due traccie tigue: e quindi ~. "x " I 7^+7^' I quella deli'inlero Irallo, cbe raoltiplicafa per la sezione media dan'i la portata me- dia 2.b(n— i) . L n ■'at 1 J J Tale e la rappresenlanza simbolica del proccsso ge- nerale dell' operazione. Alquanlo diverso ne fu pero quello che si tenne in concbiusione dalla scuola. I suoi operalori molliplicando la velocila ragguagliala Ira due traccie contigue per la frazione corrisponden- le deir area della sezione media del Iratlo, ne asse- gnarono la portata particolare , cbe posta similmenlc sollo espressione simbolica si presenla sotto 1' aspetlo — 363 — M M a.S L n nil J e che poria per quella tolale del tratto dell' esperi- meolo alia P=~ I r j!+j!±i](^„+;S-„)(y„+z„+y„^,+.„^,) 2.8 I L n nfi J porlala che diviJcndola per T inlera area della sezio- ne porlo loro ad averne la vclocila media del Irallo. Con qiiesto modo di procedere e colle dale del- r osscrvazione nel volume dclle Ricerche citale, dale che qui DOu si rapporlano percbe superfluo all' assun- lo, fu Irovato che le acque del Ironco del Tevere Id osscrvazione, raanlenendosi per 1' inlera operazione co- slanlemcnle all' allczza di melri 0,78 sul pelo della massima magra, davano per la sua sezione media di melri qnadrali 218,779 "°^ porlala di melri cubi 244iOl)54. a secondo, ncl menlre che correvano coa una Telocila media di melri 1,1 1 3. 4.3. Mellendo teraiine a queslo processo e con esso alia seconda parle della mcmoria ed alia me- inoria tulla , conchiudo che la i'ormola di Eylehvein € la conoscenza piii utile e marcala , la piu soda e piii sicura che ahbiamo sul problema della porlala dei fiumi: il melodo dcllc asle rilromelricbe, melodo il pill generale spcdilo approssimalo , quello die non oslanle le inconvcnicnze di cui non va esenlc, il piu che si applaudiscc fra lulli i conosciuli , che il piu si commenda sulla sua soluzioue pralico-speriuicnlale. FINE j4U. Accad, Vol. xvi. k^ lOICE DELLA MEMORIA SULLJl PORTATA DEI FIUMI Pag. Num. Pbospetto Introduzione: soggetto della discussione: sua importanza ed utilila: idee deJr r abb. Castelli e del Guglielmini . 23-2 i Piano della discussione: velociid media ido a Prima pjrte ; ricerche fisico-matematiche della velociid: equazione J'ondamen- iale die ne risulta 2^0 4- Notizie sull' integrazione di quesla equa- zione: melodo di approssimazione del Prof. Tadini 24^ ^ Melodo esallo e dirello: rijlessioni sul- la determinazione delle Junzioni ar- bilrarie 24S 6 Soluzione del problema proposto da M. Navier 24-g 7 Difficolld della risoluzione generale del problema: sua riduzione del caso ge- nerale del movimento a Ire coordina- te a quello a due coordinale . . 2^0 8 Teoria del movimento a due coordinate: pensieri del Prof. Tadini sulla gene- ralild dellinlegrale che ne risulta: ri- jlessioni concernenii la determinazione delle funzioni arbitrcrie .... 2^f g Progressi della soluzione del problema — 366 — neW ipotesi del movimento tullo in un piano: travagli di Eider o e di Cliezy 26^ to Travagli di Dubuat 268 11 J\uova teoria del cav. Teodoro Bonati 2^0 /2 Legqe delle resistenze di Coulomb . 2jt 1 3 Travagli e formola di Girard . . 2'j2 1 4- Teoria di Prony: sue leggi delle resi- s.'enze: ma formola: vizj del la sua teoria 27^ lo Teoria analitica del movimenlo lineare del Prof. Giuseppe Venluroli: suo ravvicinamenlo a quella del Bonati . 284- 1^ Processo onde con questa teoria piio ar- rivarsi alia formola di Prong . . 28 j // Formola di Egtsl/rein 250 /8 Ricerche della scuola idraulica Pontifi- cia ad essa relative . . . . ■ ^gj /g Conchiusione 2gg 20 Segondj parte: ricerche sperimentali del- la velocitd 3oi 21 Galleggiante semplice: molinetto di Bos- sul ivi 22 Modificazioni che si sono proposte di queslo galleggiante: galleggiante com- posto: sua teoria; uso; e difetti . . 3o3 23 Pendolo idrometrico semplice: sua teo- ria; suoi usi; sue proposte modifi- cazioni 3o6 24- Stater a a molla; e cdstello di orologio dell' abb. Ximenes: statera del cav. Lorgna: contrapeso idraulico del Bar- bantini 3iz 2S — 367 — Pendolo idromelrico compos to . . . 3/3 26 Regolalore deWabb. Caslelli: metodo di usarne 5/7 27 Regolalore del Guglielmini: melodi di applicarlo: cangiamenli proposti dal Prong: opinioni del Fenturoli che lo rigiiarda 3ig Jg Regolalore del Prof. Tadini . . . . 32/ sg Memoria sui tackimetri idraulici del Prof. Masetti 322 3o Fiasca idromelrica del Nadi . . . 323 3f Tubo ricurvo del Pilot 320 32 Nolizie di varj stnimenli idromelrici di di mano in mano proposti . . . 33j J3 Venlola del Abb. Ximenes .... 32S 34 Cilindro gallcggiante del P. Lecchi . 32g 3^ Mdchinetta idrometrica rapporlata nel- la fsica mateniatica de' PP. Canno- vai e del Ricco 33/ 36 Reomeiro di JVollmann 332 3i Aste ritrometriche: costruzione; teoria fisico malemalica ^3j 38 Breve discusslone di alcune dijjicolta che s incontrano nel loro uso pra- tico 344' 3g Piano di applicazione sperirnentale Metodo di applicazione del gallcggian- te semplice ; fonnole di Dubual e Prong 349 *^' Metodo di applicazione delle aste ri- trometriche 3^!> 4^ Conchiusione 363 43 ERRATA r.ORRir.F. DELLA MLMOIUA SULLA PORTATA DEI FllMI ERRORi CORREZIONI pi's- iin 8 28 la sirada la sirada i georaelri II 25 il Venluroli, proferilo ii Venluroli proferilo. 12 5 pel molo .... sul molo a5 24 %"=*;',„'"=*;". »" = *• ,«"■ = *', 42 iG 's *- 45 3o +V- ±V-x 52 I presa prese 6o 1 1 "(t) Hi) 75 5 disiiDio lavoro dislinto; lavorO iia 29 R, V n,r ii3 a n-'^) V(^S^) ia6 '7 a dividere a divedere i3o ai preveoire proveuire MEHIORIA ORITTOGiliOSTI€0-OREOGl\OSTICA I«EI DINTORM DI GASTIGLIOIVE PER L INGEGPIERG CAMILLO BUDA LKTTA NELLA TOBHATA ORDinARIA DEL 26 HABZO l84o- ^li, Accad. Vol. XFi' 4-6 t • . '> ■' 'r '' ^ 1 y, .. E .".: • '.17: ', ."-, • ~ A-'.t \ K ®®®#®^ ®® s®®®®®®®®®®®®®® @f 9 Ija descrizione d'una roccia, che rinvicnsi ne'din- torni di Casliglione , qnarliero il Vecchio Cojame , formera 1' obbielto della niia breve memoria , che sommetlo al giudizio de' savi Geologi. Quesla enorrae massa giace a piano inclinato , in giiisa che supposta uua Tinea orizzontale alia ba- se, formera un angolo acuto , ed oHuso il suo com- plimenlario sopra un seguilo di rocce di gres , e di scislo-argilloso che forma il prosieguo de' dinlorni di Casliglione. La superficie per lo piu obliqua ci ad- dila , che gli slrali si sono sposlati dalla loro primi- tiva siluazionc , e cosi piu , o meno abbassali a sc- conda dell' inferiore terreno che fa di base piii , o meno capacc a sofiVire la pressione della raassa. La roccia di cui ci occupiamo ollrepassa li sessanta me- tri in larghczza , ed allreltaoti in lunghezza; 1' altez- za e indelerminala , pcrche non piiossi distinlamente raarcare la base. L'arle, che ha scoperto d' ordioa- rio alcuni fenomcni curiosi , e nuovi della nalura , strappando dalla delta roccia alcuni grandi raassi da iaservirc alia cooscrvazionc di pubblici edifizj, ci ha - 374 - poslo nel caso di poter rneglio scovrire la slrnttura di quella roccia , la sua cliimico-meccanica composi- zione e la sua primiliva, ed ordinaria posilura , per la qual cosa abbiam credulo pregio dell' opera ver- sare prima d' ogoi allro i nosiri ragionari sulla ma- teria, e qualila dclla pasla, e delie sostanze , che la cosliluiscono (i). Pare d'essere la roccia, di cui parliamo un cora- peslo di primitive materie , che abbiano subilo delle agitazioni in lunghe , e differenti epocbe, in mode , che i graui del quarzo, il mica, I' argilla , e lo sci- sto-argilioso, ed altro, sono slali slrilolati in tale fog- gia , da presenlare una fioa grana talmente raodifi- cata , da riconoscersi ne' caralteri per roccia deposta dalle correnle in serbatojo; e che il vegelabile disor- ganizzalo (lignite) di cui e sparsa , vi si sia deposi- tato pure , come nelle altre rocce de' dinlorni ; sem- Lra esso proven iente dalle parti selvose niolto eleva- te , di cui quelle pertinenze sodo state sempre ver- deggianti ; addimostrando la verila del'a mia asser- tiva, la raodificazione delle delle sostanze, e la ua- tura del sedimento. Pfiacche I'arle avesse apporlalo un qualche can- giaraenlo nella forma esteriore di quella roccia ; si presenlavano alio sguardo di chi s'intralleneva a mi- rarla, dieci strati distinti di una regolarila talmente sorprendente , che il tutto appariva quasi un opera deir uomo. Ed eccoci a descriverli tali quali la pri- (f) Gii nbitanti osano di qncsto maleriale per le costrnzioni, cioc- che riesce nociro essendo piii in parte argilloso, che di areoaria. — 37^ — ma volta sooo stall da me osservali , iacominciaodo dallo siralo iaferiore, e risaleodo al siiperiore. Insorgea dalle viscere dalla terra un banco di gres a fioa grana in gliiline di scisto-argilloso-mica- ceo , color cenerino, passanle al verde, scinlillante, losloccbe replicale voile e percosso con 1' acciarino ; fragile al lallo, di uo incUo circa in altezza ; sopra del quale allro no sequiva di o, o4..5oi™ argilioso- sabionoso-carbonifero-fragilissimo, bigio oscuro, il di cui combustibile diafaiio, irregolare, e sciolto , lerro- so, pulverulcnlo , brucia pronlamenle con fiamma , spandendo uo forle odore di bitumc , denso fumo, e lasciando il residuo d' una scoriacea ccnere , iie sc- guiva il Icrzo di o, 2j8i" di argilla con rari grani di sabbia , colore verde bigio; cosi il quarto , ed il quinto rispclivamenle di o, c^Soi" circa in allezza delle stesse sostanze del primo, atlraversati dagli stra- ti di gres argilloso a lignite, manlenendosi la lignite suUa parte inferiore dell' andamento delle strisce , e conscrvaodo sempre la sua giacilura paralella pel con- tinuo proseguimeolo dcgli strati. Sii qiiosti una striseia osservavasi di o, 1290" circa con delle spczzate linee di materia quarzosa a fina grana , colorile dalla scomposizione delle cbimi- cbe sostanze , da conservarne la struttura dell' anda- mento. Qucsia strati ficazione risultalo dal cbimico-mec- canico congianginiento delle parti , c della influenza degli agcuti fisici prcsentava una disposizionc di li- nee tali , da descriverne quasi regolarissimamente degli angoli interni, ed esterni, loccando sempre col loro vertice Ic paralelle, cbe facevangli d' ipotenusa, — 376 — di base, insomnia a zig-zag, il colore di quesfa slra- tificazione, era bigio-cbiaro, e verde-sciiro-giallo. Sovrapponevasi ad essa un stralo di o, 04301™ circa, ed un'altro della slessa altezza, ed infine allri due, cbe ollrepassavano li raelri due, e 2 58i"all'in- circa dell' ugual pasla , inlerrolti da slralicelli argil- losi, cbe li separavano, Rilornalo a visilare la roccia, dielro cbe V arte ne avea consumala una gran parle dello siralo di- scordanle, lo slalo delle cose non era quello di pri- ma ; ma esso manifesto in piu cbiara guisa , quello cbe io ra' intendo di addimoslrare; Qualtordici strati apparvero invece sovrapposli paralellamente iuno sub- bordinalo all' altro dalle identificbe materie ; raa di una diversa raodificazione. In tre bancbi formali ia una cerla distanza paralelli , si scorgono delle modi- ficazioni di slrisce irregolarmenle diffuse , e delle strutture, cbe presentano 1' idea, corae se delle inlu- nacate rocce di grani di quarzo, rololali dalle acque, fossero stale deposle immezzo alle arene , e sepolte poscia ; in raodo lale cbe rolli dalf arte , 0 da qua- lunquc altra circostanza presentano la strultura delle intunacature. 1 .■ ; . Dovendo era presenlare le mie idee sulla for- mazione di questa roccia , difficile sembra a prima giuuta il poter soslenere un ragionameuto sopra una sola parle di un terreno, cbe esleso deve considerar- si nei conlorni di Casliglione ; abbencbe coverlo da un lalo da' materiali vulcanici dell' Etna , e per gli allri da piu recenti terreui; raa potra valere pel rima- nente della formazione, quanlo saro per dire di que- sta sola roccia. - 377 - I naluralisli piu dislinli hanno spiegalo la for- mazione dclle linee spezzale, nelle materie quasi Inl- te , come avveoirueoti prodolli dal peso sovrapposlo alle liqiiide masse per cui dicon' cglmo « non essen- « do tolalmcale solidala la pasla ne avviene , die « costretta dal peso, che la preme in un piano qiia- « lunque piegasi , e merce le soslanze coloranli sia- « no d'ossido, o idrossido di fcrro prodollo dalla « chimica esptilsione di un coniposlo , che lo con- (( liene, sia dallo disorganizzamenlo de" vegetabili ap- « pare poi a spezzale, o a piegale linee, e che quin- « di YCDgono conchiusi da un nuovo slralo pararel- K le alia base, sopra cui si inalzano. Quesla opinione non puo eslcsamcnle adotlarsi alia roccia , di cui si narra , per essere ella nella raassima parle cosliluila di arenaria , la quale non puo rendersi raai raolle , eduUile da picgarsi per forza alcuna di peso, o di corapressione, che si fosse. Pare piulloslo esser piu probabile, che nell'epo- ca della formazione questa roccia si sia combinala chimicamenle in un piano orizzonlale, e che deposta dalle acque la pasla di gres-argilloso, lungamenle agilalo si sia formalo il primo slralo ; le susseguenli d' epoca, in epoca e da supporsi, che audavano de- posilandosi ; cosi dal licpiido passavano alio slato so- lido, per cui le slrisce, e dal colore, c dalle mate- rie , piu , o incno coloranli ne conservarono sin a noi le vesliggia , influcndovi pure alcune quanlita piu o meao di resli vegelahili a secouda dei casi alluviali , de'lorrenli, e degli agenli almosferici. Un colore bigio-chiaro giallogoolo , ne delerminano la conosceoza della divcrsa slrullura. Finalmcale ua de- — 378 — posito di grauelll di sabbia sul pieno orizzontale, for- aio delle piccole masse coerenli ( cosa , che tutto di possiarao osservare ne' lerreni arenari). Questi si era- no di gia coDsolidati, allorche un nuovo deposito ne scpelli gli inlervalli Ira i' una , e 1' altra pareggian- done r allezza , e ne formo la iinea relta , loccando come secanle I' estrimila delle masse , e coDservando scmprc un' esalla direzione in luUa la roccia , e lo stalo di paralellismo alle linee inferiori; gli altri de- posili possono cousiderarsi come un seguilo di aocu- raoli di grani di quarzo di squamette di mica , e di Iracce di organici esseri del regno fitiologico, pro- dolli dalle acque in agitazione. Cosi ne' deposili , e modificazioni delle slrisce irregolari c da riflcttere die un prodotlo di coti , di frantumi , e roltami e slalo trasportalo dalle acque , e deposlo in quel piano , die poscia sepollo si dalle arenarie qiiarzose , e quindi adesso roUi insierae alio slrato inliero, ove giaccioao, cbe presentano la curio- sa slruUura di masse iotuuacate. La discordanza degli strali poi ci guida a cer- carne , ed invesligarne delle cause , e conseguenzc estrarne concernenli la conoscenza dell' assunto , e degli avveoiraenli in somma di loro discordanza; ed ecco un' altro problema , con la risoluzione del qua- le si delucidano le prove dirclte a meglio scbiarirci il primo caso. La massa della parle del Nord e sospesa in al- io da circa 12 melri , e 0, SiGi^e da Sud Est a piano inclinalo da perdere il suo seguilo uelte visce- re della terra ; gli strali discordanli si abbassano pro- gressivaraenle l' uno , dopo l' allro dallo stesso Sud — 379 — Est , in rapporlo relative al pendio foraiandone dcilc grandinate pure a pian declivio , dopo iin sporlo di due, tre, quallro, o cinque raelri circa; iu niodo clie r ultimo piano, o scaglione fa quasi livello col ler- reno , ncl quale s invisccra ; e 1' allczza d' ogni ira- posta equivalc a o, 5 162 "' approssimalivamcole (1). Egli fa d' uopo coDcludere clie con 1' andaie dei secoli quesia roccia , per ordinaric cause geolo- giche e aodala a cadere dal Sud Est ; restando so- spesa dal Nord , e gli strati per la slcssa ragione si sono discordali ; il ragionamento , gli indizj , e la geognostico-oreognoslica slnittura, ollre alle malerie, cbe le sono subbordinate ci legano a uoa allonla- narci di questo giudizio. II Geologo dunque, che legge nelie masse istes- se , Delia natura medesima , epoca di formazione , Struttiira di terreni, e ne' fossili animali, e vegetabi- li, oegli oggolti d' uraaaa indusfria scorge , e classi- lica i suoi pcriodi , e gruppi , sistemando il pregio deir opera sua ; fissando , e rivolgendo i suoi peue- Iraoti sguardi sul terreno , sopra cui giace la roccia in qiiistione, si limitera a conosccrla come roccia di sedimento sposlala dall' antico sito ; raentre il lelto cbe guarda al Nord e di un ammasso di gres, cora- Latlissimo con gruppi di calcareo, gessoso, tufacco, e di cristalli d' idro solfalo di calce ; i di cui grani di quarzo hanno ordioariamcule 0,00 1792° circa di (1) l/anlore ha voltilo marcare I' csatta dimcn/ione della descril- ta roccia, coDsiderando che ia geologia sembra difficile un regolaraeo- to ros'i sorpreodeDle. — 38o — diameiro , formando delle sfere , e degli angoU so- lid! agglutinali da un cimeDlo , or scistoso, 6d oc calcareo, e quindi susceltibile a sostenere i materiali superior!; qiiando all' in versa della parte di Sud Est, ha per lelto una grande quantila di gres-argilloso , verde-chiaro, giallo oscuro, disseminato di rare sqiia- melte di argentina mica , che bagoato da un ruscel- lo promelte pronto 1' abbassamento. Or se !a massa di cui si narra nel tempo di sua formazione non avesse accumulato le parti compo- neode in un piano orizzontale , le deposizioni noa poteano al carlo raodificarsi in quell' ordine , ad an- goli siraili raccbiusi tra diverse paralelle di una sub- bordinanza vicina di siflatta foggia , che sembra ua opera deH'uomo. Or ammetlendo che la raodificazio- ne si sia sislemala mentre il piano giacea a declivio, come adesso si rinviene (il che e assurdo) i corpicelli, le niolecole , il vegetabile disorganizzafo , soggetlo air azione espulsiva della chimica , avrebbero dovuto portarsi piultosto ad accuraularsi in un serbatojo,che potea essere formato in piani inferior! , o in piccoli bacini, ove andavano le acque a slagnarsi, o a con- giuDgersi a delle altre torrent! per correre, ed a mi- schiarsi a quelle del mare (i). (i) I saggi litologici sono stali dall' aalore identificameQle depo- sitati uel gabiaello deU' Accademia Gioeaia, SULLA AI¥ALISI E PROPRIETA' MEDICHE BELLA VALLE DI S. GIACOMO M £ ill 0 R 1 1 DEL SOCIO GAETANO DE GAETANI LETTA NSLLA TORNATA OROIHARU DEL 20 APatLE iSio Jtti Accad, Vol. xn. ^-j ®®S®®€#®®®®®®®®®@€®@®®@@€)^ Jj acqua acidola della valle di s. Giacomo volgar- mente delta, j4cqua Ardenle, si Irova presso la co- mune di Zaffaraoa Etnea a IVord Ovesl della mede- sima. Essa vedesi venir fuori sotto forma di rivolel- to dal centro di un' alpeslre, e quasi inaccessibilc vallc, la quale adorna di utili alberi e riveslila di ri- denti erbe, cLe coprono le diverse coUine e monla- gne , cbe la forraano: offresi raai sempre sotto una piltoresca veduta. E qui il Mincralogista ed il Bo- taaico raolti oggctti di loro scicntifica applicazioae possono rinvcairvi , dappoichu riniirata questa valle dalla parte del mezzodi scorgonsi scabre rupi forma- te per lo piu di gran raassi di antica lava, che di- venuta polvcrosa la raaggior parte si e trasformata col- Tandarc de' sccoli ia terra atta alia vegelazione, Dal lato opposto le fan seguito massi di lufo vulcanico COQ bloccbi di antica lava , a cui qucllo serve di cemento, da questo sito particoiarmente vedesi scatu- rire la suddetta acqua su di eui cadcndo enormi massi di lava c di tufo , i quali piecipitansi sovente dair alto di quella ralle malagevole riesce scoprirDC — 384 — la sorgenle, Molte sodo le pianle die ivi rinvengonsi con ispezialila si osserva la Lonicera caprifoliiim , la Pleris aquilina, il Tanacetum vulgare, il Soncbus le- nerriffius, il Lylbrum salicaria, la Daphne laureola, piante tiilte clie la maggior parte molto vantaggio arrecano alia medicina. proprieta' fisiche Quesl' acqua nel luogo della sorgiva offresi lira- pida e crislallina, avvicinata all' olfatto non esala o- dore alciino , introdolla nella bocca risvcglia di un subilo una seosazione di un sapore acidolo e piccan- te raolto ioleoso tale cbe noa puossi senza grave ia- comodo traltenersi a lungo ne tampoco inghiottirsi, qiiesla propriela cbe la caratterizza la perde a misura cbe si alloulana dal luogo nalio; esposia per qualcbe tempo in convenieoli vasi aperti si spoglia dcl^suo sapore acidolo , e riducesi polabile; lasciandosi in queslo stalo per molti giorni uon depone sedimento alcuno e proiiicgue a conservarsi limpida e crislallina; la sua lemperalura esperinienlala nella parte piii vi- cina della sorgenle in varie ore del di i4- luglio gia scorso, mi avvidi cbe il lermomelro C. tenuto per qual- cbe tempo enlro quest' acqua segnava i3, 3 mentre la lemperatura atniosferica si mantenea a 24; la gra- vitti specifica di essa alia lemperatura di 26, 5, e ad un dipresso simile a quella dell' acqna stillala. Sono questi i principali caralleri fisici di quell acqua cbe mi viene fallo di osservare. — 385 — proprieta' chimiche Per aver nolizia delle sostanze ch' essa acqua tiene in soluzione, ini fu mestieri soltoporla a pecu- liari esperiraenli, alcuni de' quali volli eseguire, giu- sta il bisogno, sii la faccia del luogo della sorgiva. 1. La lioUira di Laccaraoffa , e quclla di pe- lali di raalva furono arrossite di essa. Queslo feno- nieno non ebbe luogo dopo clic venne boliila. 2. Sollo 1' azione di picoola quanlila di acqua di calce ne segui un iolorbidameDlo cbe isleataoea- nicnle dilcgossi . 3. Adoprala la dissoluzione di nitrato acido ar- geolico perde la sua Irasparenza. 4-. Trallala prima cod alcuoe goccc di acido idroclorico iadi colla dissoluzione di cloruro barilico produsse dopo pochi islanti un leggierissimo intorbi- damento ; queslo feoomeno con maggiore inlensila ebbe luogo dopo che buona quanlita di quesla mine- raie porlala a convenienle concentrazione , Irallossi con i' anzidclli reallivi. !5. ShiTijiata con dissoluzione di ossalalo ammo- nico si vide loggiermente inlorbidare , deposilandosi scorse alquanle ore , un precipitalo solubile nell' a- cido idroclorico. 6. II liquido rimaslo di questo ullinio esperimen- to divcnnc poco chiaro, subilo cbe si tratlo col fosfato sodico cbe conlenea dell amnioniaca. 7. La (inlura alcoolica di Noce di Galla dod vt cagiono precipilalo alcnno. 8. La dissoluzione di cianuro ferroso potassico, messa in conlallo con delerminaie quantila di quesla- — 386 — cqua minerale, sopra di ciii eran versale alcune gocce di acido idroclorico, noti porlo cangiameuto veruno. Da tuUo cio puossi argoTienlare die 1' accjua minerale oud' e parola e miiieralizzala dall' acido car- bonico, cloro, e degli ossidi calcico e magoesica. Avula meole jnipeilanlo cl)e qiianle voile ]e acque miDerali uel loro slalo nalurale conlengono qiiaiche soslanza in qiianlila cosi poca die difficilmenle disco- prir si possa medianle 1' impiego di adallali reallivi, fa di raeslieri inlrapreadere 1' analisi sugli avanzi la- sciali dalla evaporizzazione di una siifTicieiile qiianlita di essa. Laonde crcdei opporluno porlare a seccliezza ad UD moderato fiioco baslaiile quanlila di quell' acqua; soltomesso il residue ad u»' accurals disamina , rai torno facile vedere di nnovo le soslanze gia nolale,, e inalagcvole non mi fa rinveniriie dell'allre. Pri- mariameole lascialo I enoncialo reslo per qnalclie tempo in alcool dikilo di poi fillrala la soiuzione noD diiara , ollenni ima polvere die ben disecca- la divenne dolcc al lallo, ed un liquido alcoolico , die porlalo a seccamenlo lasoio una materia priva di odore, e dolala di un sapore di sale coinone. Sciol- to queslo rcsiduo in acqiia slillala, e saggiala la dis- soluzione col nilralo acido atgenlico ebbe luogo ua precipitato solubile nell' ammoniaca, il liquido sopran- notanle il precipitato suddetto sottomesso a particola- ri investigaziooi cbimiche non offri verun segno di sali a base di ossido calcico, e magnesico. Qiiindi e probabile die il cloro unito al sodio come ordinaria- raente e solilo rinvenire, e uno del priricipii rainera- iizzacli r acqua io disamina. Trallala la polvere aa- — 387 — zidclta con acido idroclorico dilulo ^ vidi susci- larsi una viva effei vescenza , cio eseguilo feci eva- porare a siccila quttta dissoluziooe, e poscia il resto incscolalo ad alcool a 3o, B^ ebbi roodo di separare le soilanze solubili in alcool di quelle cbe noa lo SODO. Iiitanlo il liquore alcoolico evaporalo a sic- cila , mi ofTri ud residuo , clie disciollo in acqua slillala , e ciraenlala la dissoluzione , prima con amniODiaca , poscia con 1' ossalalo ammoDico oj alia fine con foifalo ammonico con eccesso di ba- se, cUeaoi Ire diverse precipitati, il primo de' qiiali disciollo neir acido idroclorico e uoila quesla dis- soluzione con cianuro ferroso polassico , Irasrautossi alio islanle in blu, dpposilando poco lempo dopo una soslanza dello slesso colore. Qiiella porziooo di resto cbe nou veuiic altaccala dall' alcool, lavala replicale voile con alcool dilulo, e Irallala con suffioionle quan- tila di acqua calda, mi prosenio un liquido cbe feltra- to ed csperimenlalo con soluzioiie di ossalalo ammo- nico Icygierineole inlorbidossi; scorse alquaole ore, divenulu limpido queslo liquido decanlalo e qnindi soUomesso all'azicnc di nuovi rrallivi, non diede nessuM indizio di coiilcocrc qualcbe allra soslanza. Rac(;ollo pero cio cbe liniase sul fellro , e po- slo in conlallo con ossido polassico disciollo in acqua slillala calda, non lardo sciogliersi in queslo fluido alcalino. Per lo die ollre le soslanze cui si e fallo parola, conlione la miuerale in csamc solfalo calcico cd acido sdicico. Cousiilcramlo poi agli espcrimcnli precedentemen- te descrilli, torncra facile ravvisare nelT acqua mi- uerale in quislione, tulte quelle soslanze cbe rilro- — 338 — vansi alio slalo libero ed a quello di combinazione . Difalti se V acqua di calce versala in essa atlinla da recente dalla sorgiva medesima produce un intorbi- damenlo cbe beotosto dilegossi, se falta evaporare a siccila si ha un residue composlo di certe soslaoze, alcune, come abbiarn vedulo, solubili in alcool ed in acqua stillala e decomponibili del nilralo acido ar- genlico ; allre solubili con effervesceoza in acido i- droclorico; alcune allre solubili in acqua slillala, ed allerabili dalla dissoluzione di ossalalo aramonico, ed altre finalmente solubili in uua soluzione di ossido potassico. Quiudi e di leggieri il comprendere cbe 1' acqua minerale in esarae conliene acido carbonico libero, cloruro sodico, bicarbonalo ferroso, bicarbona- lo calcico, e magoesico , solfato calcico , ed acido silicico. Esdme quantilativo delle nominate sostanze. Riconosciute per si falto raodo la natura delle sostanze cbe quest' acqua liene in soluzione, mi volsi a deterrainare la quantita di ciascheduna. A tal uo- po introdotte libbre quattro di quell'acqua minerale in un matraccio , cbe medianle un tubo ricurvo feci comunicare con una boccia contenente cloruro cal- cico aramonico, passai a far bollire senza indugio ve- runo presso la sorgiva medesima la quantita di quel- r acqua, dopo quaiche tempo, oltenni nel fondo del- la boccia una quantita di carbooato calcico, il quale - 389 - separafo dal liquido, e diseccalo peso acini 76. Da queslo csperimento si compreDile clie ogni libbra di acqua minerale iu esame dee contcDere presso la sor- giva raedesima la di cui leinperatura oon olirepassa gradi /3 , 3 del cent, acini 8, 3ojiJ di acido car- bonico libero; ma nel noslro caso come ciascbeduno ollimamenle si avvisa, fa d' uopo sollrarre da questa quaulila di acido, quella cbe ban perdiilo coll' ebol- lizione di quell' acqua i bicarbonali esistenli nella me- desima pria di esser sollomessa all' iiidicato esperi- nienlo . Ed affiocbe reslassi convinto dell' enunciata verili'i mi fu meslieri conoscere la quanlila delle so- slanze fisse, cbe una delermlnala porzione di quell' ac- qua ticae in soluzione. Per oltenere queslo mi abbisognu evaporare a siccila ad un dolce calore libre 64. della minerale di cui e parola, la raaleria cinericcia quasi priva di sa- pore e di odore cbe deposilosse diseccata con cura si ridusse di peso acini 4^9, !5. InlrodoUa questa so- stauza in una fiala ripiena per mela di arcool di densila, 0,878 ollenni una dissoluzione alcoolica, cbe falla passare a Iraverso un fellro vi lascio uua so- slanza cbe dopo di esser slala lavala con alcool di- lute e diseccata si trovd di peso acini 4-^, 7- lofan- 10 portala a soccamenlo 1' anzidella dissoluzione alcoo- lica, mi ofTii un resto cbe ben asciutlato ad un for- te fuoco peso acini 2, 6 posti in contallo questi aci- ni 2, 6 ad una snfliciente quantila di acqua stillata, di un siibito vennero attaccali da queslo fluido , la dissoluzione acqiiosa ollenula , Iraliala poscia col ni- Iralo acido argculico diede luogo ad un precipitate di cloruro argeutico, cbe raccolto su di un fellro la- Jili Accad, Vol. xvi. 48 — Sgo — valo e diseccato peso acini 6, ![.. Cio rai die argo- !uento di riguardare con tutla probabiiita per cloruro sodico gli acini 2 , 6 deli' enunciala sostanza. Rac- coUi gli acini 4-3, 7 cbe 1' alcool diiulo non ebbe la forza di disciogliere e mescolati ad una convenieute quantita di acido idroclorico diiulo, ebbe luogo una viva effervescenza , reslando nello slesso tempo la maggior parle in dissoluzione , quesla ridolla a sec- caniento, e incsso il residue oltenulo eulro una fiala, cbe conlenea alcool diiulo caldo, slimai convenevole, alcune ore dopo , far passare a traverse un fellro questo fluido alcoolico, quello che reslo non disciol- to lavato con alcool diiulo ed asciullalo si ridusse di peso acini 8. Ma riflellendo cbe in quel liquore al- coolico vi esisleano unili all' acido idroclorico gli os- sidi ferrico calcico, e magnesico , feci ridurre raedi- anle un nioderalo calore , questo liquido in islalo di slrella concenlrazione, indi diiulo in sufficiente quan- tita di acqua stillata, posi in opera 1' aoamoniaca li- quida per calcolare pria di tullo la quantila dell' os- sido ferrico. Perloccbe versalo questo alcali in quella dissoluzione, diede luogo ad un precipilato giallogno- lo, il quale traltato con acido idroclorico essendo pri- ma ben lavorato trasmutossi mediante il solfo idiato amraonico in solfuro ferrico. Questo solfuro calcinato in un crogiuolo di plalino vi lascio acini 2 , 4- di ossido ferrico. Dopo quesli esperimenti la dissoluzio- ne di ossalato amraonico versala nel liquido, su di cui r ammoniaca non manifesto novella azione fe na- scere un precipitate di ossolalo calcico cbe lavato e calcinato trasmutossi in acini 24- di carbonate calci- co. Per calcolare alia fine 1' ossido magnesico , mi I - 391 - baslo giiista il melodo insegnafo da Cbevallicr Paycn (j) evaporare a seccliezza il fluido, che rimasc dopo qiic- sto esperimenlo ed il residue forlemente calcinalo mi offii acini 3 , 8 di ossido magoesico. Or ponendo mcnle ai risullatnciili teste ollcnuli rilevasi che nelle librc 64. dcir acqiia minerale in csarao vi csislono a- cini 4',8o54. di bicarbonalo fcrroso , acini 34.,4-90i) di bicarbonalo calcico, ed acini 10,21^0 di bicarbo- nalo magnesico. Laonde lenni per fermo clie ogni libra di dctla minerale tienc in dissoluzione. Bicarbonalo ferroso acini 0,0758 » calcico J 0,5389 » magoesico )) o, 1596 Da lutto queslo puossi argomeulare, die ogni li- bra deir acqua in esame nel luogo delia sorgiva me- desima coniiene acini 8,0694. di acido carbonico li- bero, il quale calcolalo in volume sollo la lempcra- lura di i3, 3 riducesi approssimalivamente a 235,693 cenlimelri cubici equivalcnti a 23,64. once cubiche Siciliane. Mi resla raelter in disamina gli acini 8 sii di cui r alcool 0 r acido idroclorico non ebbero azione al- cuoa, messa quesla quantila in una boccia enlro cui versai sufficieotcmente dcU' acqna calda , ollenni un liquido appena inlorbidato , il quale dopo qualche lempo fallo passare a Iravcrso un fcllro vi lascio una materia, cbc ben lavala c disseccata si ridusse di pe- ( ijf Ved. Traile Elcmenl. des Reaclfs par Payen el Chevallier tomo 2 , pag. 298. Paris i83o Manuel Pharinacien par Chevallier tom. J, png. inj. Paris i83i. — 392 — so acini 4-, 6. Quesli acini 4,6 mescolali con calda soluzione tli ossido polassico perderono la loro solidi- la che ria(;quistarono sollo forrna di gelaliua Iraspa- renle , trallando la enuciala soluzione alcalina me- dianle una dissoluzione di cloruro amraonico. II fluido acquoso poi che disciolse porzione de- gli anzidetti acini 8, divenne lorbido fosloche vi ver- sa! non pocbe gocce di soluzione di ossalato amrao- nico. Raccollo il deposito , che forinossi dopo qual- che tempo, lavalo e ben disseccalo si ridusse in aci- ni 3 circa di ossolalo calcico. Qucsti esperimenti di- raoslrano che qiiegli acini 8, risullavano di acido si- licico acini 4-1 6 solfato calcico acini 3,4- La serie degli esperimenti descrilli con lutta pro- babilita affermano che ogni libra d" acqna minerale cui e parola, racchiude presso la sorgiva medesima. Acido carbonico libero acini 8,0694. Cloniro sodico . » 0,04.06 Bicarbonalo ferroso . » 0,0738 » calcico. 3) 0,3389 J magnesico . » 0,1396 Acido silicico . » 0,0719 Solfalo calcico . » o,o53i FaUa aslrazione della per- dita J o,o683 E qui c mio debilo ricondurre alia menle la difficolla , che vi ha sempre mai operando i' analisi quantilativa di quelle acque, le quali noo conlengo- no, che una piccola quantila di principii mioeraliz- .7snli , e sebbene ingegnato mi sodo procedere alia V — jgS — naeglio oei raiei esperimenti con la dovula diligenza afTiQ di non diiuogarmi del vero, pure io uou oiTro i dali cli8 mi vieu fatlo di riconoscere, nel desiderio di delerminaie le proporzioni delle sole sostaoze iis- se che come i risultamenli di un calcolo per appro- simaziooe. propieta' mediche La medicina rigtiarda 1' acque minerali come ri- medii preparati dalle mani della natura per valersene sotlo varia forma in un gran uuraero di pericolose nialaitie. La esperieoza c' insegna che a Irarre maggior profltto dair azione lerapculica vale molto al medico la conoscenza della cbimica costiluzione delle mede- sime. Imperlanlo l' analisi cbimica precedenlemenle descrilla da a dividere che 1' acqua minerale in esa- me conteoga abbondaDleraenle uno di quel posscnli far- niaci, cioe 1' acido carbonico. clic la medicina spesso melle in uso in raoUe gravi inferinila. E di vero posscde questo acido la virlii di rallculare la circola- zione, esliiigucrc la sele, accrcscere la secrezione del- le oriae, percioccbe ulilissimo si e sperimentalo nelle febbri adinamicbo e biliose che raollo vanlaggio si e atnminislrato nelle diarree biliose, nella sele prodolta da irrilazione delle vie alimentari. Si si 1' ulilila che ricavasi adoperando questo acido nelle amenorree, ed in molte affezioni spasmodiche causale da un dislur- bo organico dell' ulero. Egli e riguardato pur anche come un eccelleale diurelico ed ba forza di scioglic- - 39^1 - re la renella quella a preferenza risiiUaDte di fosfalo di calce e carbonalo di calce che generasi negli or- gaoi orinarii. Da liillo cio e chiaro die 1' acqua acidola della valle di san Giacomo satura di gran dose di questo ulilissimo raedicamenlo puossi iropiegare con somma ulilila nelle accennale raalallie e parlicolannenle in quelle che ban slabilito la loro sede negli organi o- rinarii. E per lener di non poco conlo 1' acqua mi- neraie in disamina e ulile render di pubblica ragione i risultamenti felici che taluui de' noslri niedici baa oUenuli sonsministrandola in molle gravi infermita. L' ulluslre regio Prolomedico generale D.r D. Anlo- nino Di-Giacomo ottenne l' anno 1812 soUo il conti- nuato uso di quest' acqua la guarigione corapleta di un' individuo atlaccalo di ostinala Renitide cronica che maoifeslavasi con dolore permanenle alia regione renale sinistra; urine scarsissime e lorbide con depo- silo di moccio rosaceo, a lulto queslo vi si univa la emaceazione e febbre sintoraalica ; da quell' epoca a quesla parte non ha mancato esperimentarla ulilissi- rua nella dialosi litialiche in persone affetle da rioel- la e da calcolelti, nell' erpele e scabie vescicale , in aicune ostruzioni risentite nelle viscere addominali com- pagne ad edema ed itleiizia , nelle febbri sinoche (sioocbus putridis degli anlicbi) spezialmenle nel pri^ mo periodo caloroso. Conla il beneraerilo D.r Galvagni de' buoui eC- felti di questa niinerale in 4- individui che cacciavan della renella composla, in due particolarmenle di fo- sfalo di calce, e negli altri due di carbonate di cal- — 393 — ce. Egli viene d' impiegaria con faus(o evenlo ia due soggetti allaccati di nevrosi dello slomaco caralleriz- zata di una lesione di coulratliiila clie iiidaccva iin vorailo perlinace per niolli inesi. Quesle ed allre simili osservazioni raccolle dai raenzionati professor! addimostrano i gran vanlaggi die trar si possoQO dall' acqaa rainerale dclla Valle di S. Giacomo. '••«#i»4 U) OSSER^JLZIOI^E mESICJL DEL SOCIO CORRISPO.NDENTE DOTT. VITO PAPPALARDO DA RLVSCALUCLA. UTTl KTLtk TOBNATA DEI, 20 AFRILE lS4o. J (I. Accad. Vol. xvi. 4-9 Primoque medendi scientia sapienlian pars liabebalur ; tit et morborum curalio, et rerum naturae content- platio sub iisdem auctoribus nata sit. A. Cornel. Cels. Med. lib. pr. Jli senlenza d' un saggio Palologo francese , die secondo si sludiano le cagioni dcllc noslrc malaltie , seinbra cbe qucsle si veggano accrescere in numero. Or poiche non si polra raai giiignerc a ciirarle feli- ccmcnlc, se non pria si conosceranno bene, si com- prende di icggicri quaoto sia imporlantc ai progress! dell' arte saiularc , cbe i niedici faccian di pubbbca ragione le ossorvaziooi rare, ciic traggono dalla pra- tica. Ecco il percbc , ornatissimi Accademici , questo oggi io v' inlertengo di cose medicbe; ed a voi, che — 4.00 fate parts di si illuslre conscsso , miei confratelli , o inaesiri, presento la sloria d' una tnaiallia, la quale, a mio credere , non isdegnar dovrebbe la vostra at- tenzione nel sommetteria al voslro savio giudizio. 11 sig. G. P. a 43 anoi , di temperamenlo sanguigno con idiosincrasia biliosa . di pelle uti p6 bruoa , cosliluzioue robusla , toccando 1' eta di anni 4-0, fu malmeoalo per lo spazio di mesi 20 da reci- dive di febbre iDlertnillente periodica , suscitata dal miasoia paludoso. Si riebbe finalmeDle in salute, es- sendogli per breve tempo soltanto rimasta una leg- giera irritazione nel fegato; ed indi, ne' cangiaraenli di temperatura, sofTri lieve reumatismo arlicolare. Or negli ullimi giorni dello scorso mese di agosto, dopo essersi esposto ad un ambiente umido , avverti forte dolore vicino I' angolo della mascella inferiore del la- io sinistro, che di giorno in gioroo vieppiii ingagliar- diva; si ebbe cura di raitigarlo con sollrazioni san- guigne locali; con evaporazioni di sostanze emollien- li ; coo blandi revulsivi negli arli ; cd ioternamente coi lassativi, raa senza alcuna utilila.Dopo il setiimo, adoperandosi i pediluvi sinapizzali, si ebbe una mino- razione del dolore; e coraparve sul dorso del piede de- stro piccola rossezza, la quale svani dopo due giorni. Svanita quesla, il dolore alia mandibola di assai esa- cerbossi; le glaodole sottomascellari e la parotide del klo sinistro s' ingorgarono ; e col tatto un liquido flutluanle avvertivasi nel tessuto cellulare della gola, ialche la fisonomia dell' egrolo inoslruosa appariva. L' inlerno della bocca , corrispondente alia guaocia deir istesso lato; la tonzilla e porzione del dietro-boc- ca gonfiaroosi a segoo da readere assai difficile la — 4-0 1 — degUitizione; cd i fluidi trangiigiali rigiirgilavano daf- le narici. Dopo il noiio di , fcbbre con orripilazioni nelle ore vespertine; doloro pidsalivo uelle parli aai- malale; ed alia fine dell' uodecimo si apri uo' ascesso dalla bocca, sgorgando dal dulto di Henone una suf- licienle qiianlila di marcia puzzolente. Perdiiro per tre gioroi qiieslo sco-lo con '.nolto faslidio dell' ara- malalo ; indi si apii altro sbocco di pas dal mealo udilorio esteino deli' orecchia sinistra con lezzo in- sopporlabile. In qiiesto nienlre un' esparto cbirurgo tenio di aprire una slrada al materiale dell' ascesso per le parti eslerne ; ed avendo fatta una profouda iflcisione nella parotide sinistra , non nsci dalla me- desima se non una picciolissiraa quanlita di flnido pnriforme sangninolcnlo; per lo cbe non si ebbe van- laggio dall' oporazione. Durante il travaglio suppura- torio spar'i l' ingorgamento alia gola; ed i gangli sot- lomascellari si rimisero nel loro stato normale. Erano scorsi allri giorni cinque dacclie fliiiva dall' oreccbio a sufTicienza il pas ; nondimeno 1' ammalato avverti dolore pcnetranle nel dielro-bocca , e nel principio deir csofago ; e con pericolo di soffocarsi mando da questi luogbi altra quanlita di pas sanioso , porzioue del quale inavvedutainente egli deglutiva. II giorno dopo, senza precedcre inconvenicnte di sorla, e pro- seguendo 1' ordinario scolo tanlo dall' oreccbio , cbe dal dietro-bocca, fu egli tormentato per quasi un' ora da intenso freddo; indi sviluppossi gagliarda febbre , Del corso della quale si manifestarono coavulsioni ne- gli arti , e particolarmcnte negl' inferiori; sopore ; ed uno stato di apalia ; lingua pero di color ordinario , con poca sale ; ventre molle ; e le funzioni del lubo 4-02 — « digeslivo erano regolari. Alle ore qualtro della nolle remissione di febbre con abbondante sudore, bentosto apiressia, dileguandosi i gravi sialomi. In queslo sla- to si amminislro un lassalivo , il quale ebbe il suo effetlo; e la calma avendo perduralo sin' alle ore ven- ti, tuilo ad un Irallo altro parosismo s' introdusse coa freddo un p6 piu prolungalo di quello del giorno precedente ; indi ricomparvero le convulsioni ed il sopore, e questo accompagnalo da qualche vaniioquio; giacilura siipina in lello, e sornnia proslraziooe di for- ze. La nolle del secondo giorno del raoibo pirelico fu per r ammalalo mollo inquieta; nessun sudore; ne alcuna remissione di febbre , o minorazioue d' inco- raodi. Giunla 1' ora corrispondente al primo access© febbrile , sincope per alquaoli minuli ; poscia ansiela somma ; polsi picciolissimi e frequenli ; pero nessua raffreddaraenlo ; e dopo un' ora di queslo slalo di ambascia, i polsi si rialzarono e ripresero la celerila e frequenza come nelle ore precedenti. La lerza feb- bre si vide sopraggiungnere alia seconda con lipo cosl delto di semilerzana; quesla pcrcorse i suoi sladi col treno piii iraponenle de'sinlomi perniciosi lesle enun- ciali; e dopo T ordinario suo corso, complela apires- sia con profuso sudore cbe Iramandava un lezzo de- ciso di raaroia. In queslo intervallo di tregua si ara- minislrarono acini 25 di solfalo di cbinina , non es- sendovi verun segno da opporvisi , poicbe il lubo alimenlare moslrava Irovarsi in islalo saoo. Giovarai inlanto avverlire cbe lo sgorgo purulenlo, particolar- menle quello dell' oreccbio , perduro sin al principio di queslo giorno; indi a grado a grado si eslinse. L' introduzione del quarto parosismo postergd di piii — 4o3 — ore; e fu assai mite, di breve durata , e si sciolse con sudore; le oriae erano coa sedimcnlo color di matlonc; ed in qucslo stalo furono soraministrali allri acini lo del farmaco anliperiodico. Mentre speravasi vicino il felice termiae del morbo , imperoccbe le funzioni tiiUe dell' economia del noslro araraalalo re- golarmente si esegiiivano ; in un Iratto a quell' ora ordinaria della introdiizione degl' irapari parosismi , diveone egli livido ; le fattczze della sua fisonomia mollo si allerarono; raffreddamento marmoreo dcgli arli si toracici, come addominali; pallor plumbeo del- la faccia ; polsi esili; voce fioca e tremolosa; convul- siooi di svariale forme per lulli i rauscoli della per- sona. Queslo lerribile slalo si protrasse per ben quat- tro ore , ancorche si fossero adoperati mezzi efficaci da poter rialzare 1' cnergia della vila. Poscia i polsi inconiinciarono a svincolarsi ; ed il calore alia pelle ebbe liiogo. Inlanto il quinlo parosismo si sviluppo , acconipagnalo da coma , da sussulli di Icndini , da (pialclic anomalia nei polsi , e da lurbamenlo nelle facolla inlellelluali. Tenuto congresso con alcuni otli- mi medici; Ira i quali eranvi il saggio mio amico D.r E. Duscio, ed il professore sig. Fulci , si opino di farsi una sollrazione di sangue dal capo con rai- gnalle. Fu escguila siffalta prescrizione ; e vi si ag- giunsero pure i scnapisrai ai piedi , ollre di due ve- scicaloi vicino i malleoli interni. II malato deslossi dal suo sopore; la febbre fece I'ordinario suo corso, 6 si cslcse un p6 piu dclle precedenti ; indi successe la rcmissione coo gcnerale ed alituoso sudore , il quale Iramandava il solilo fetore di raarcia. Moslran- dosi la lingua sempre umida , ed il tubo digeslivo — 4o4 — iniente alteralo si amminislro a piu alia dose il sol- falo di chinioa (acini 33). Noadimeno il seslo paro- sismo s' introdusse coa freddo , ma meno intenso; i polsi erano di miglior condizione ; lieve sopore ; e complela surdila; questa al certo non solo dipeodeva dall' udilo rioiasto olluso per V ascesso , ma eziandio dair azione peculiare della chiaina solfala sugli orga- ni deir udito (i). Nella decadenza di quesla febbre , in cui pure fuwi il sudore , si appreslarono oncia una di corlice Peruviano, ed allri pocbi acini di sol- fato , per soddisfare compiutamente 1' indicazione di abballere una febbre assai peruiciosa: Infalli il selti- mo accesso fu di niun conto; le forze erano piu rin- vigorite; ed i sintomi alassici interaraente svaniti. Nel corso deir ottavo giorno V aramalato sent! forle dolo- re nel ginoccbio sinislro; in cui ben anco comparve un leggiero gonfiore; e per poco egli non avvertiva piij dolore alia parte , benloslo perdeva per alcuni minuti conosccnza ; le sue facolta intellelluali si tur- bavano ; e si facean vedere i sussulti de' lendini, ua {remore generale, e le convulsioni. Quesla alternaliva di dolore e di perturbamenti nell' asse Encefalo mi- dollare perduro sin' al nooo; ma scomparso per po- cbe ore qualsiasi incomodo , 1' ammaiato fu assalito da coma profondo, accompagnalo da ranlolo mucoso.. (i) 'Ricerche snll' azione specifica della Chinina solfata sngli orga- ni deir ndito. Memorie due degli ornatissimi consocii atlivi Dr. D. Do- menico Orsino, e Dr. G. A. Galvagni; una ioserita negli atli dell' ac- cademia Gioeiiia. torn. 2. e 1' altra nel Giornale di Scienze mediche per la Sicilia Anno. 2. N. 4- — 4.o5 — Fallegli alcune diraande , tardi rispondeva alle medcsime , ma con chiarczza di mente , e beatoslo ricadeva nel coma; e la di lui fisonomia era inolto scoraposta, e poco differiva da quella degli apopletici. In questo state i'urono messi in pratica esleroa- mente i piu energici revulsivi ; e per uso interno si diedero le polveri del D.r James. Dopo questo trat- tamcnto curativo coraparve nel corso del decimo groa- dante, e generale sadore per 1' ultima volta con alilo I'elido ; e furono cacciate bastanli scariche intestinali COD sonimo sollievo dell' infcrmo. Dall' undecimo al i3° tulto andava in bene; il coma cranlolo mucoso cessati ; la espettorazione facile c di pocbe sostanze viscbiose, ed un movimenlo al polso che appena dir potcvasi febbriciattoia. Inlaoto si avea cura di nutri- re r aramaialo con qualche gelatina vegetale , o di gallelto , noD tralasciando 1' uso di qualche acino di polvere antimoniale. Al i!^ comparve alia faccia una eruzione d' un color pavonazzo , la quale fu dcfinita per crisipela; questa pcrcorse i suoi stadii sin al 17° indi a grado a grado scomparve con desquamazione dcir cpidermide della parte affetta ; in questo tempo si davano soltanto alcune bevande liepide diluenti. Nel corso del .'7° si fece sentire altra volta il dolore nel ginoccbio , ed a sera gagliarda fchbrc sviluppossi; i poisi erano concentrati e mollo frequenti; scte , raa la lingua pero umida; c nessun disordine nel sisteraa nervoso. Nell' introduzione del 18" dolore nella re- gione ombelicalc; e nell' ipocondrib destro; indi sca- riche iotestinali gialle ; e poscia d' un verde cupo; pclle itterica; urine cariche. Si foce uso eslernamenle ^11. Accad. T'ol. xvi. 5o — 4-o6 — i (li calaplasmi emollienli sopra I'addome; ed all' in- ierno si amministrarono gl' involveoti; i miicillaginosi, e r albume d' uovo. Al 19° il dolore nel ventre era niinoralo , ma si faceva senlire a larglii inlervalli il siogbiozzo; propensione a vomito , e soramo disgusto per lo sostaaze animali ; sete nessuna ; febbre meno veeraenle ; disco de' vescicaloi lividello ; ed enizione difter ca alia bocca. Si fecero delle bagoature loni- che sopra i vescicatoi; collo allunie briicialo si deter- se la bocca, secondo i suggerimenli del Bretonneaii, ove csislova la difterite; ed iuternameDte si usarono gl' involventi e i' idrogala. Per 1' aziooe di quesli inezzi terapeutici al 21° giorno l' aramalato assai mi- glioro , la febbre era mite , in buono state la bocca ed i vescicanli; il color della pelle quasi al suo sta- le naturale; le fuuzioni della vita vegetativa riordina- ie; udito buono; ma dolore soltanlo con gionfiamen- to al ginoccbio, e senza alcuna rossezza. Nel quarto settenario della malaltia febbrile finalmeote 1' egrolo eotro in convalescenza; qiiesta fu penosa, poicbe egli Irovavasi spossalo di forze, ed ioappetente , ma a po- CO a poco rinvigoritosi, perfeltamente se ne guarl: e la caduta de' capelli e della epidermide avvenuta do- pe, faceva conoscere il grave malore sofferto. RIPLESSIONI II prime motore di questi disturb! morbosi e sta- te senza verun dubbio I'ascesso, in cui per una di- sposizione particolare del nostro amraalalo si elaboro UQ pus di cattiva indole che poleva dirsi sanie. Que- — 4o7 — sto prodotio di morbosa secrezione (i) , trasportalo nel lorrenle circolatorio per le vie dell' assorbitaealo linfalico 0 venoso (2), ha suscitalo UQ lifo poliforme, di cui teste abbiam dato I' istoria. Cbe gli umori della nostra macchina , e parli- colarmente il sangue per mezzo degli assorbenti pos- sano essere inquinali da principii deleleri , e questi esscre la cagioce di nialattie , egli e ua fatto incon- traslabile, e confermalo da alquanli dolli medici an- licbi , e modcrni. Gli Ippocratici; i seguaci della scuola di Galeno; ed il Boerlioave conobbero questa veritii; sebbeoe niolli di cosloro dell' allerazione dei flnidi fecero abiiso , lalcbc si vide la mediciaa ia- goriibra di teorie assai errouee di uraorismo. Le spe- rienze di Hume , Carmioati , Troja , Spallaozaai , Piorry, NystcD, Hiifeland, e del celebre fossicologisla Orfila sopra alquanti veleni, ed alcuni gas delelerii, iolrodotli nel sangue , ban provalo , cbe questi sono slati la causa di terribili malori. E viemmeglio con- validano il raio ragiooameuto gli esperimenli, ed os- servazioni di Gaspard , di Magendie , di Dupuy , di Segalas, ed allri valenluomiai , i quali avendo injet- talo dcllc soslanze in putrcfazione nella economia ani- malc , quesle ban prodollo raalallie adinamicbe , od ^lassicbe con degeuerazione di umori (i) II giudizioso (t) Fodcre. Essai de Phyologte posilive. Andrnl. Clinique Medicale. (2j L" assorhiniento per le veno e stafo ammesso dagli anlicbi; ed ■Oggi corifernialo dallo sperienze di Ma^ecidio. L' assorbiinento pci vasi linfatici fci slabilito dal Mascagni. (3; \edi le dollc rillessioni tnediclie del bel degno mio amico Dr. A. iionaiino Vilalila, ed alterazinne degli oiuori. Cap. i. Vedi pure Roslaa Cours de Medicine Chinit^ue. Maladies des flaides. — ^o8 — Patoiogista Portal parlando su^li effetti del luefitismo ueiruomo e negli aaimali; cosi in proposito ragiona. Cio cbe reca raeraviglia nello scoprir le cause , che faoQo morire le persone esposte al gas mefitico , e il volume del sangue , e la sua prodigiosa lluidita ; Ed altrove=Questo gas penetra senza fallo nel san- gue raedianle il polmone ; ma forse non e qucsla la sola strada per cui vi si inlroduce. Cio oon e per la loro influenza locale (Roslan parlando di alcuni vele- ni), ma per il loro assorbimento, per la loro azione sopra il sangue, sopra 1' agente nervoso , che queste sostauze distruggono la vita. Dagli avvelenamenli noi possiarao tirare i piia vittoriosi argomenti per 1' alle- razione da' fluidi. Qui souo noti la causa e I' effello; r una e 1' altro sono sommessi alia prova rigorosa deir analisi, e non resta alcuna difesa ai nemici esa- gerati , ed incorregibili di questa verila (i). Haller , Cruveilhier, Fodere, Buffalini, Begin, lo stesso Brous- sais trattando dello scorbuto , Leuret PioUet , Tiede- rnann , Gmellin , Andral , e tanti altri con alqiiaali fatti , e saldi ragionamenli vieppiii conferraano I al- terazione degli umori. I fluidi elaborati nella nostra maccbina, tanlo nello slato fisiologico, quanto abnor- me possono essere trasportali per raetastasi, ossia per via di assorbimento da un luogo in un altro, ed es- sere la cagione di mille disordini. Monteggia ha os- servato che il latte , la bile ec. assorbiti nei loro ri- cettacoli, e trasportali in altre parti vi producono ir- ritazione e flogosi (2). Meckel; e RosemuUer rappor- (i) Oper. cit. Diagnost: special, et different. Des empoisseraents. (2) Monte^ia. 1st. Chirarg. Tom. 1. pag. 36. — 4og — tano falli , in ctii il polmone e divenuto sedc d' iid' deposilo miciilialc di soslanze , che pria si raccoglic- vano in tumori delle parti csteroe (i). Alciini prali- tici hanno vediito in piiorpere deposili latlei; e mi basla citare in appoggio 1' aulorila di Leonessa e di Cotiigno. Nelle suppressioui di orina spesso il sudore 0 le allre escrczioni Iramandano odore urinoso (2). Cliaupart , e Desault banno ossen'ato , dopo 1' assor- bimenlo purulento il pus lornarsi a separare dal san- gue , e depositarsi per orina solto V apparenza di pria , od essere rigeltalo per vomito (3). Molti sono i casi (dice I' illuslre Bicbat), in ciii i raorbi inco- niinciauo da' {hiidi , quando i veieni , ed i principii conlagiosi vengono iolrodotli nel sangue , cd allor- qiiando si avverano gli asorbiraenti di pus dei de- posili eslcriori , e dei focoiari degli orgaci in suppii- razione. Agli occbi di tuUi i medici (Rocbe e San- son) cbe sonosi occupali di anatomia patologica , la prescnza della marcia in un tessulo e la prova con anibigiia d' una infiamraazione sia locale , sia lonta- na ; pcrcbe il pus puo essere assorbito in un allro organo, c solamenle depositalo su queslo ove si rin- viene (4-). Andral cosi all' uopo riflelte. La Chiraica ba recenlemcnte scoperto , che molti materiali delle secrezioni, ed anche raoiti elementi degli organi esi- (1) Meckel. Manual, di Anal. gen. descr. e patol.T. 4- pag. SSy. Roscmuller. Arch, genor. di Medic. T. i. (2) Vedi Osservazione pratica sopra una malaltia di Reni del Dr. Vilo Pappaiardo; inserita Del Gioroale di Scienze mediche per la Si- cilia. Anno I. N. 6. {'i) Trattalo di malatlie chirnrg: Vol. 9. (4) Roche e Sanson A'cuy: Elem. de Path, med: Chiror.- Vol. 2. — 4io — slono tulti format! nel sangue (urea cerebrina). Di un' allro canto alcuni falti farebbero inclinare ad ammeltere , che il pus, riassorbito in un asoesso e portalo nel torrente circolalorio, possa essere qualche volta veramente deposto alia superficie, o nel paren- chima di alcuni organi senza travaglio infiammalorio preliniinare (i). Quicdi resla ad evidenza stabilito , che il pus puo essere trasportato per 1' assorbimeafo nella circo- lazione bello e forraato ; produrre posilivi disturb! Delia nostra macchina; ed essere alia fine cacciato via dalla medesima per mezzo di vari emuotorii , o di qualche deposito. La prima sua azione adunque menlre magognava il sangue del noslro ammalato , fu immancabilmenle nel sistema Eacefalo-nervoso ; ed invece di suscitarsi la febbrc adinamica , o tifoide conlinua , come ordi- cariamente succede dope I' azione delle materie pu- Iredinose , raesse in conlallo coi tessuti vivenli ; nel noslro caso il pus, a guisa de' miasrai paludosi dapprin- cipio fcoe sviluppare la febbre inlermillente a tipo di semiterzana. Ma cio non importa , poiche molle cir- coslanze possono far cangiare il tipo delle febbri , senza cambiarne la loro nalura. Sydenham, Pringle, Huxbam, Pinel, Boisseau 1' banno chiaramenle dirao- strato. Per altro essendo slato leso il sislema cerebro- spinale; queslo (come lo banno asserilo molli uie- dici , 6 parlicolarmente Hoffmann , Sloll , Tissot , i Franck, Amar, Vaidy, Georget, e Rayer (poleva es- sere la causa efiiciente del periodo: E , secondo i (i) Andral Clinique Medicale Torn. 2. Nola.pag.24.. Ed.Bruxelles. — 4- 1 1 — ' ppnsamcnli di Boi'sseau , Goiipil, Bracliet , Roche, \i tlovelle piir conlribuire la coutratta abitudine morbo- sa (lello ainnialalo, per essere stalo gia travagiiato da ostinale recidive di febbre iolenniHeute periodica. Nel prirao scUeQario il luorbo non consislendo se Don in una febbre peraieiosa; ogni accesso della Ttiedcsiiiia ci offriva in rislreKo le apparenze di un vero avvelenameulo ; nel primo periodo cioe 1' incii- bazioue; nel secondo la reazione ; e lo sforzo eliiui- nalore nel terzo periodo, aprendosi il sudore con puz- zo di marcia. Quesle idee soiio idenlifiche a qnellc di Roche e Sanson, i quali considerano le febbri in- lermillenti delle paiudi, oome un attossicaraenio mia- snraiico: Infalli la China-China e sue preparazioni nel noslro caso all' uopo amminislrafo , soddisfecero la doppia indicazione di accessifugo, c di eccellenlc an- lisellico; e quanlunque il Iraltamenlo curativo si avcs- se avuto il piij felice successo , lalche al settimo di gli accessi coi siulomi atassici furono per dir cosi disfalti; nondiraeno il morbo noa cede, e prosegui il suo corse; imperocclie la nalura non si era compiu- tamenle sbarazzala dalTagoate veocfico che circolava nella economia dell' ammalato. Dall' ollavo al nooo giorno I' insoffribile dolore, e la gonGagine al ginoc- chio fecero sospellarc di polersi fare un doposito ia queslo luogo; ma il trasporto dell' azione dinarnica e della causa raorbosa nell' Encefalo resero vana la no- stra aspcllazione (i); ed i raezzi perturbalori, di azio- (i) Morgagni ha osservato che i bagni termali facendo lalvoUa una guarigionc troppo rapida di alcuDc localita, ne nascc 1' apoplcs:iia, Epist. Anat. mcd. ii, § n. 21. — 4.12 — oe incerta secondo il Barbier, le polveri del James, aprirono l' abbondante sudore, ed ii secesso , che fu- rono di sommo giovaraenlo per 1' ammalalo. Posili- va calma si oltenne da questo travaglio depurato- rio degli uraori , frattaolo noa fu sufficiente a ri- darre al niente il morbo ; qiiindi comparve al i4^* r erisipela d' un colore piuttosto sospelto. E qui mi viene in acconcio far cenno d' aver io osservato nel- r autunno del i836, simile fiorilura sulla f'rontc e sul dorso delle mani in vari individui , cbe si erano cibali di carne di bue , raorto da epizoozia; ed ii? alcuni di cosloro pure si sviluppo la puslola maligna. Dalla esplosione alia pelle nel nostro ammalalo noa si ebbe alcun incoDveniente , anzi la nalura ci fece conoscere un allro suo sforzo eliminatore , avvegna- cbe non fosse slato completamenle crilico; come nel- la febbre mucosa adinamica , ben descrilta dal Sar- cone, r erisipela non ba giamraai costituito una erise sufficiente del morbo , dappoiche univasi sempre a quesla eruzione qualcbe allra crilica escrezione. Al 17° si fece di nuovo senlire per poco il dolore al ginocchio; ed al 18° la potcnza morbosa avcndo fis- salo la sua sede nell' apparecchio Gastro-epatico , su- scito in esso alcune allerazioni , le quali abbenche in apparenza gravi non furono di cattivo presagio. L' ipersecrezione biliare (i), manifeslasi non solo nci secessi , ma eziandio alia pelle col produrre 1' ilteri- zia e r eruzione difterica alia bocca, se non coslilui- rono esse sole la salulare crise, mollo pero conlribui- (i) Irritazione serreloria di Itoche e Sanson. Op. Cil: — 4i3 — rono alio scioglimcnio ilcl morLo. Ed in vcro il dol- lo Semejologista Double , parlando de' segni dcdol- li dalle aftc (qiiesle allora si confondcvano colla difte- rile) cosi si esprime. Tiitlavia non si osscrvano nella eta adulta , se non sollo la forma sinlonialica o cri- tica; aucora si vcdono di rado nella pralica coslituire la vera crise; il piu sovcnle esse non faiino che an- Tiunciare lo scioelimenio felice della maialtia. Nel corso dello malaUic acute ( lo stesso osservatore ra- gionando per 1' iltcrizia ) purcbc 1' illerizia abbia una infliicnza vanlagiosa, bisogna cbe essa comparisca do- pe il Iravaglio della cozione , cd in mezzo a lulti i segni di una crisc favorcvole (i). Quindi sccondo lo slalo delle odierne cognizioni palologicbe , e mio awiso , cbe quesli sforzi salutari della nalura , combinali coll' ultimo deposito critico faltosi al ginoccbio, compirono la guarigione del no- stro ammalato. Ho creduto mio debito dare la storia distinla di qucsta malattia , si per essere rara , e si per le sva- riate forme con cui cssa si manifesto per tutto il suo corso; e finalmcntc pel metodo curative, il quale fu coronalo dal piii felice risullamcnto. (i) Doable. Scmeiologic generate. Tom. 3, I i.. , . 'ii; I r: VI! '' 1. I .\ ,'i Xl ELOGIO PROFESSORE DI EC0N05I1A COIDIERCIO ED ACRICOITIR.1 KELLA R. UNIVERSITA' DI CATANIA SCRITTO DAL SOCIO PROFESSORE CAV. A. F. FERRARA Alt. Accad. Fol. .Xll. I Salvadore Scuderi nacque il 7 luglio del 1781 in Viagrandc paese poco dislanle da Catania. Mostro nei primi anni vivace ingegoo facile meraoria indole docile riscrbatezza e gentilezza nelle maniere. Le qua- lita clie ciascheduno di noi riceve dalla nalura e del- le qiiali la sfera di estcnsione delcrminata individual- meale puo tutia aprirsi 0 no secondo le circoslaoze felici o no die seguono la prima cpoca delta vita prodolte sovcnte piu da una sorte caprirciosa che da una ragionata educazione, uel giovanetto Scuderi eb- bero una fortunata influenza cbe ne procuru ben pre- sto lo sviluppo. Girando lo sguardo fra i domestic! rccinli trovo csempj cbe animar lo potevano ai pia- ceri della islmzionc aliorcbe essi avulo avrebbero piu di forza ad attirarlo die le distrazioni dolla eta ad alloulanarlo. Era da una parte Francesco Scuderi zio pateruo uomo di ogni dotlrina antica e modcrna , dislinlo nclla medicina e superiormcnte esperto nello csercizio di essa , profossore primario nclla nostra U- nivcrsita e rispeltabile prclomedico. Zelanle per gli S2 ialercssi della umanila e pieno di quel vigore neces- sario a far conoscere una verila imporlaute , aado in Napoli per sosteuere coo la voce e cou lo scritlo il peasiere che nel vajuolo non doveasi opporre forza a forza ma conveniva altaccarlo iiella sua sorgenle, pensiere al quale iodi per altra via giuuse viltoriosa- menlc il tanlo benemerilo leaner. Miro dall' altra parte Rosario sua fralello maggiore pieno il petto e la mente di filosofia che cammiuava valoroso nella Tia della gloria lelleraria, e che indi segiialossi nelle mediche doltrine levando taato grido in Enropa caa le poche opere che una inorte iramalura lasciogli fa- re. Ebbe finalmente avanti a se Rosario Scuderi suo cugino teste raancato alle lettere e all' Accademia di inoltiplice erndizione di fino gusto nelle arti belle me- riti die lo resero slimabile e che ne fecero amara la pcrdita. Egli in tal guisa nella frequenza e fra i diulurni fatniUari tratteniraenti trovo incitainenti ad istruirsi, e di buoa' ora pote con lo esercizio essere jDtrodotto nella strada del sapere con piii di profitto e con maggiore efficacia che nelle ordioarie scolastiche occupazioni dove i giovani muti rimangooo inerti ed inesercitati. Scuderi trovossi come i giovani greci che avevano le loro scuole nei portici e ncgh orli dove con domesliche consuetudini e con pratiche insinua- zioni venivano deslati i loro ingegni nasceati al ge- nio della sapienza e alio spirito di ogai maaiera di dottrina. Lo zio nel 1790 lo chiarao presso di se in Ca- tania onde sotto i suoi occhi e cou la sua direzione si formasse nei buoni studj elementari base poi di ogni applicazione di esercizio. Tutti li percorse con oUimo successo , ed e da considerarsi che mentre 'S3 Irallcncva la monlc nolla siihliniil.'i delle filosonoii.? dollriue la sua viva iMuriagiiiazione e la sua pronla sensihilila ne mitigavano ed addolcivauo il rigore cci i piaccri della pilUira e dt'Ua inusica per apj)readoe le quali si vide il giovanetto acceso in quel tempo di ardoDte hraina. Dopo il corso elemcnlare d' islruzione il suo ge- nilore uiirando con premura agli onori annessi il foro e la importanle riputazione chc in esso acquista il fermo e saggio soslenilore dei sacri dritti della propricia e delle leggi del giuslo e dell' oneslo fou- damenli di ogni civile sociela voile in esso indiriz,- zarlo. Dopo le Iriennali esercitazioni nella nostra Uni- versita nel 1800 ne ebbe la iaurea dottorale. Si por- Id quiodi a Palermo gran lealro allora di ogni pra- lica forenze e dove la vetusia dell' csercizio facile ren- deva il passaggio di applicaziooe dal generale al par- licolare. I fragori clainorosi del foro , le agilazioni inquiele assidue monotone che lo sostengono, gl' im- pegni di ogni gencre che conviene far valere lo disgu- starono ben presto e lo veggiamo noi nel i8o3 ri- lornato a Catania in seno dei suoi sludj favorili ana-r loglii alia placida sua indole e al pacifico suo carat- tere. Quielo dagli cslerni disturbi e concenlralo nella liberti del domestico studio si diede alia pocsia; era nalurale il credere che la pitlura e la rausica da lui coltivale tralto seco avessero la sorella con la quale legansi con dolci nodi delle lore tenere braccia. La vivacila nalurale lo piego alia lirica e alia dramma- iica. Nel iSo4. avea gia formate il Fingal tragedia di soggctlo prcso da Ossian, e che egli esponer voi- le al giudizio del CesaroUi propagalore del cuUo di u quel Bardo presso di noi. II dotto italiano gli pose avanli molte riflessioni che come egli slesso dice nel- la leltera pubblicata uon erano cenzure di un critico ma osservazioni di un amico che s' iuteressa per I'o- nore dell' allro. Credelle il noslro Scuderi non isbi- gotlirsi ma roodificare il lavoro come era possibile, Dorainalo dal desiderio di fame allre slanciossi verso i Greci e compose TEumenidi, e la Erissena che in- sicrae al Fingal rese pubbliche nel i8i6. Amare censure si elevarono in Italia a loro riguardo ed al- le quali ebbe egli la pazienza di rispondere. Era bea giuslo il rammeulare aocora le gravissime difficolta che seco porta la impresa e come molli validi inge- gni italiani hanno al loro piede falto raiserabili nau- t'ragii ; ma dovea concedersi una coriese lode a chi coraggioso si sforza con ogni modo a superarle. Erella nel 1807 cell' Universila di Catania una Catledra di Economia Commercio ed Agricollura Scu- deri ucl concorso elevossi al primo grado del merito e sail su di essa. Sembro che la scienza aspettato lo avesse pcrche applicasse ad essa lulta la vigoria del- la sua meiile. Nella Prolusione che precedelle il cor- so e che egli disse ai bravi addiscenli assisi inlorno clevato a tulta 1' imporlanza del soggetlo Iraccio loro il piano ragionalo che scguiva nel corso dclle sue lezioni comprcse sotio iino sguardo ordiuato tiriia la estensiouc tlelle Economiche doltrine e addito cou chiarezza i limiti ai cjuali cstendesi il loro vasto im- pero. Egli sin da quel momento oudo secondare le mire dell' illuminalo Governo che con laota saggezza stabilila avea la caltedra per il pubblico insegnameo- lo avvczza la gioventu a ben giudicare iiclla scienza e a saper guidare lo spirifo verso i fonli dai quali emanano le iraporlanii verila. Che le teorie generali le massime dcltale dai Iiuni filosolici le usaoze segiii- te con prospero evcnlo formano soltanlo la parte di- nioslrativa dei caaoni generali dolla Ecooomia Civile e polilica. Essi oUimaraente applicati ai casi partico- lari danoo i dcsiderali prospcri risiilfatrienli. Fa loro in tal guisa ricoooscere cbe lo studio del parlicolare promove l' applicaziooe del carione e lo rende utile. II conimercio di economia utde a an paese sterile e daniioso a uao fertile poicbe toglie le somme dovute air agricoltura. La preferenza escliisiva alle arti e raanifalliire die innalza la prosperita di uq paese ris- tretlo ingralo e medilerraneonoce a uno grande fe- condo c niarillimo. II lusso passivo vantaggioso a una nazione ricca assai rovina la povera. Do sislema clio rondo prospero uno slato in un tempo put) noa farlo in un altro. Porta qiiiiidi i suoi giovani allievi alia neccssita di bene studiare il proprio paese di riaudarc le vicende del passalo per istruire il prcsen- tc e far servire questo di esperto maestro al tempo cbe verra. Nel iSiS ristampo la Prolusione e varie Disser- tazioni ononomicbe rigiiardanti la Sicilia aggiungen- dovenc una miova. Egli diraostro in esse come lutte le sue cure rivolte erano a procurare vanlaggi reali alia sna patria. Pieno di vcro zelo e con in raano le dottrine Ic piu sane in linca di economia annove^ ra in una i mezzi onde nel paese venir proraosse le arti e ie manifatlure cbiamando in ajuto della sua asserzione la ragione e la sperienza. Distingue quelle cbe piu ci convengono e fa conoscere gli slimoli cbe dovrebbcro fomentarle c spingcrle a grande prosperi- la. Per migliorare il nostro commercio interno tutte melle in avanli le disposizioni dei governanti di tulle ne coDsidera gli efletti , e in fine propone quei mezzi energici che polrebbero vincere gli ostacoli che lo inceppano e portarlo svincolato in una profillevoie circolazione. TuUo riunisce allrove per dimoslrare co- me ii commercio esterno anima i'allivita universale come il noslro superfluo acquisla lungi e prezzo e merilo maggiori , e come da tale fonte provengono i uiezzi di facilmente provvedere ai bisogni ed ai piaceri della vita. E quale terra piu che la Sicilia ha maggiori drilli ad un essere comraerciale e quale a manlenerlo con vanlaggio? Tali arlicoli lo condu- cono ad altri ai quali la analogia della materia lo conduce e si vede il professore a scbierare doltrine, Himi pratici, fatti avverati onde giungere ad una e- salla spicgazione degli oggetti che si e proposlo a traltare. Nel 1812 come per un dovere della cattedra pubblicalo avea pareccbie Dissertazioni relative ad og- getti di Agraria. Dato il giuslo valore ai travagli di Balsamo cspoue i metodi piu accreditati dimoslra la influenza dei principj teoretici sopra una pratica pru- denle accorla utile ed egli pieno di quell' entusiasnio cbe suscita ncgli animi il seutimenlo della patria glo- ria fa gli augurj i piu lusingbieri cbe possa di nuo- vo ritornare quella prodigiosa raccolta di prodotti del nostro suolo della quale le storie fanno poraposa ma Don esagerata rimembranza. La favorevole pubblica opinione porlato lo avea nel 1 8 14. ad occupare il posto rilevante di Avvocato deir Erario , con le altribuzioni di giudici in terza istanza del commercio del scrico opificio proprio a Catania di soprainteudenle alia estrazione della soda •^7 capo gia di coDsiderabile traffico c fisco dell' anzien- na vescovile. Lo esercito con decoro per due aoni e mezzo quanto fu la sua durata. Ualo a diverse occiipazioni e fra esse alia am- minislrazioDe dei beni famigliari in fondi di campa- gne coilivale non lasciava pure di formare opuscoH e niemorie e saggi sopra economico argomenlo. Se ne trovano ncgli Alti dei Georgofiii di Fireoze. Ivi pubblico una RJerooria sul retlo melodo di formare il censo slalislico di una nazione cnurnerando i dati ciic condurre sollanlo possauo alia conosceuza di un lale stabiliinenlo , base solida di allri in qualunqiic ben regoiato Govcrno. Evvi negli Annali di Agricollura italiana un allro lavoro sul buon governo che con- viene al naanteoimenlo dei boschi , arlicolo delli piu grande importanza aiiorche si rillelle sullo attuale la- griracvolc dishoscamcnlo della Sicilia ridolla a slen- dere supplicbevoli le mani all' eslero per avere quel- le di cut la naUira taulo l' avea arriccliila. Nel 1820 domandato dall lulendenlc sul piu opportuno metodo di riniondarc i piui alberi taulo connini 6 abbondan- ti suir Etna somministro Ic regole praliclie cbe lolgo- no le parli inuliii e lasciano sano 1' albero. La cir- coslanza gli da I' occasionc di Iraitare la piu sana fisiologia dei vegelabili. Avendo avanli gli occlii tan- ti lunglii tralli di Icrreno covcrli di solida sterile la- va dcir Etna presculo all' Istilulo d' Incoragginmenlo di Napoli dove il Vcsuvio prodotlo ba pure simili mali air intorno una maniera di renderc facilraenle collivabile ogni campo pielroso individuando con cbia- ri dcllagli la posiziouc di ciascbeduuo di essi e la All. Accad. Vol. AV/. 8 varia pcciiliare qualita onde seguira con ollimo siic- cesso le regolo proposle. Nel 1823 trovandosi a Palermo diede ua bello argoiiiento a far conoscere che sapea dividere la sua alleozioue alia calcolalrice ragione e alia inveolrice immaginazioDe senza che l' uua offendesse 1' altra. Pubblico UQ voltimo di poesie liriclic consegno nel Giornaie di Lellere ed Arli per la Sicilia memorie relative ai doveri delta sua callcdra. In quello sulle rendila rurale considera 1' importante piinlo ir> tutli gli aspelli vi associa le idee che vi sono relative e giuDge a quei risullamenti che naturalnienle ne na- scono. Fondafa in Catania Y Accaderaia Gioenia della quale Scuderi riguardar si puo come uno dei piu fervorosi promolori e destiuata al solo oggello di trattare le nalurali scionze e piii le patrie, nella di- stribuzione fra i dotti socj delle classi addelle ai di- versi rami egli prese per se i boschi dell' Etna. la A^arie memorie che lesse dal 1824. al 1828 e gia, pubblicate negli Atti considero I' articolo in tutli i suoi rapporti facendo conoscere quello che vi c e quel- le che vi potrebbe essere. Diede una esatta e circo- conslanziata topografica descrizione dei vasti e variati campi della moulagna individuandone di ciascheduno di essi la naturale qualita e la grandezza di eslen- sione. fTenne conto ben a ragione della elevazione perpendicolare della enorme niassa sul livello del ma- re onde combinandone i passi con la ragione della geografica latitudine si potesse assegnare quel clima che ne risulta suUa di cui influenza debbano stabi- lirsi gli esseri vegelanti dei quali la vita e la pro- sperila ia gran parte ne dipendono. Si Irattiene piu nella rcgione ncmorosa cbe Forma una fascia oriz- zODlale al gran buslo elneo e cbe c precisamenle lo scopo del suo Iravaglio. Enumera gli alberi cbe po- polauo (juclla media clevazione segiieudo il raelodo e la noiucnclalura di Linneo aggiuogendovi la sino- nimia ilaliana e sovcnte la volgare per adaltarsi ad ogoi inlelligenza. Finisce con dare una stalislica dei boscbi elnei alia quale unisce un quadro sinollico ondc procurarne la conoscenza sollo un solo punlo di visla. Corona il lavoro con proporre i roezzi cbe con- durre polrebbero all accrescimenlo dei boscbi dell' Etna. Nello applaudire all' ulile Iravaglio del proFcsso- re ScLideri cbi come me conosce lo sLalo boscoso et- neo non puo Iraltenersi dal formare quel desiderj cbe nascono sempre in ogni animo dirello a prociirare un bene rcale. Ouell' Etna famoso iti ogni lempo per i pcrpclui immcnsi fuocbi cbe lo bruciano fu cgual- meute ammirabile per i vasli suoi boscbi cbe lo co- privano al di fiiori : prcsso i Grcci ebbe il pomposo litolo di selvoao, E da moilo cbe un (ale tilolo si affrella a gran passi a spirare; la regione scoverta destinala prima a quclla sola parle cbe dominala per la sua allczza dalla curva del gbiaccio nutrir non puo alcun csscre vivcnle dopo moilo lempo ba diste- so il suo irapero verso il basso impadrooendosi del- le piu belle conlrade cbe ora scovcrle strappano le lagiiiiie a cbi ie mira. Possaao venir rinvigorile quel- le saggic disposizioni dellale dallilluraiualo Governo, con aci-ompagnarle sevcramenle di ppue e di premj eterni rcguialori dclle azioni degli uomini Irascurati, 0 non al fallo dei loro veri inleressi ! I boscbi cbe prolessero 1' infaiizia dcUc nazioni provcggono ancora 6o a tanli loro necessarj bisogni fra i progress! slessi dello incivilimeulo che li ba pure a cerli riguardi accresciuli. Blirando a tale imporlanza i saggi di o- goi secolo banuo procurato con ogoi cnra il prezio- so uiantenimealo dei boscbi secoudando le idee dei tempo. I sacerdoli del lempio di Vulcaoo e quelli del Die Adrano cbe pure altro tempio avea sopra I' Elaa alimenlavaoo e conservavano inlorno ai loro sa- cri edificj boscbi immensi; la scura profaoa non osa- va avvicinarsi a quei recicti dove una preside divi- nita ne puniva severamente 1' accesso. Nei tempi del- la morale fdosofia cbe conducea gli uomini cod dol- ci senlimenli i boscbi proclamali 1' asilo degli inno- cenli piaceri il pacifico soggioroo di una vita beata furono lasciati stare. Deslo una grande atlenzione a loro riguardo quando la fisica venne ad evidente- mente diraoslrare la loro diretta influenza sulla sta- bilila del clima e sul regolare e consueto andamento delle slagioni deil' anno al quale si debbono i frulti pill cbe alia terra. Finalraente lo economista ne ba fatlo conoscere quei vantaggi che debbono assoluta- mente meritare la pii!i efficace premura per tulto cio che possa riguardarli. Esseri organizzati sono quindi sommessi ad una educazione ragionata cbe molto mi- gliora la loro natura e ne promove un prodigioso accrescimeoto. II saggio agricoltore non strappa Tal- bero dalle radici per cogliere i frutti ma coglie i frutti e lo accarezza e lo cura iu tutti i bisogni. L' albero accresce i suoi prodolli e quando deve morire lascia moiti figli che ben ne ripiaoano la perdita. Scuderi avea da lungo tempo rivoUo il pensiere ad un corso elemenlare della scieuza della quale ne detlava ie lezioni dalla cattedra. II lavoro era ia a- vapli ciiianJo un R. rescrillo del 20 dicembre 1S26 gli pcriiiise clie fosse dedicalo all' aiiguslo noiDe di S. 31. Noil I'll pcrtanlo die ncl 1827 che cgli [)ole pubhlicarlo in (re voliiriii. L' ilkislre Say ne aniiun- zio il mcrilo allor die nella Beveu enciclopedique di Parigi rigimrdo 1' opera come propria a poler concor- rerc ad illuminarc una nazione sopra i suoi veri ia- teressi. E in vorila per poco che si Irascorre si co- iiosce beu presto die il laborioso autore non ba or- dinala la sua opera se non dopo che ba cbiamato ad esamo ogni arlico'.o ed ha poluto legarli tulti coa *[iiei nodi che nascono dai reciproci rapporli , oode risiillariie iin tiillo ragionalo e chiaro. Prendendo le mosse dai priacipj general! che daano origine alia riccbczza nazionale passa al Iravaglio che la forniscc; in esso ricononosce per iinico incenlivo la richiesta degli equivalenti a viceode permutabili. Addita gli oslacoli che si oppongono alia prosperila del Irava- glio e suggcrisce i mezzi di abbalterli proponendo qiiolli allivi rolalivaniente al Iravaglio prodLiltore del quale ne disliriguo T impiego applicalo ad ogni sorte di oggelto. Esaraina il commercio e fa nolare quello che proleggerlo piiu o fraslornarlo. Passando all'agri- colliira conic biion siciliano dopo averne addilalo i numerosi vantaggi ne moslra gli oslacoli che la in- ceppano e i mezzi che potrebbono svincolarla e por- larla ad ainmirabile prosperila in Sicilia. II ferzo volurao c deslinalo a ragiouare sulla po- polazionc dalla quale proviene la massa del Iravaglio e si vcdc il professore averc in giusfo conlo le classi produUrici c bilanciandone il peculiare valore di cia- scbeduno melle avanli un piano slalistico della popo- lazione c slabilisce coq ragioni cbiare quclli cspediecli 62 die conducooo a colpo sicuro a prevcnire gli eslre- mi sia di decrescimento sia di eccesso. Condotli i giovani a uc tale punto della istruzione il professore presenta loro un magnifico piano nel quale si ricono- scono le basi sopra le quali si eleva si consolida il sislema sociale. Conlribuzioni, dazj diretti, dogane, bi- sogni slraordioarj dello slato, debilo piibblico. Egli Iratla cosi iuteressanti argomenli al lume delle piu sane dotlrine e cod quella prudenle avvedutezza che procura il vanlaggio senza danneggiare il giuslo e il conveoiente. Dovca negli allri volumi che seguivano il lerzo unire i caconi della Economia civile quelli dcirAgricoltura ma le dislrazioni avvenule dopo que! tempo e la fermezza della sua salute veaula meno non lo lasciaroDO fare. A visia doi meriti che riuniti erano nella sua persona nel 1828 venue promosso a Consigliere pro- vinciale e nol iSSg a Consigliere d' Inlcudenza in Catania dove trovossi sino al punlo della sua raorle. Gli stessi meriti gli procurarono 1' onore di cavaliere del Real Ordiae di Francesco Primo di gloriosa ricor- danza. Slabilito in Palermo il R. Istituto d' Incoraggia- mento con le diramazioni in ogni capo luogo delle Sociela economicbe egli passo a Presidente iu quella cbe ebbe luogo in Catania tilolo che conservo indi fcempre. Pieno di ardente brama a promuovere la pubblica industria compose e pubblico varj discorsi tendenli a ccsi nobile fine. Premuroso percbe la Isti- luzione avcsse la gloria di un ceito e rapido progres- £0 presenlo al Consiglio provinciale il progetlo di un campo agrario , e al Real Islilulo una ragionata do- manda di mezzi per acquisti di macchine di strumen- 63 li niiovi e di Iil)ri die fan conosccce gli avanzameu- ti dei lumi e nc (rasporlano la couosconza da T un capo all' altro del moodo. Immerso in cosi belle e inoltiplici applicazioni Don lasciu inlaiito inutile quel tempo cbe rimaneagli; puhblicu riscbiarinicnli di oggclti di sociale vantag- gio. Propose il modo piu comodo di organizzare [{■ servizio econoinico della valle di Catania. Diede ua «enno sulla nuova teoria di David Riccard iulorno alia rendila dci Icrreni cbe attacco con i teoremi i pill ricpvuli dai migliori ecouomisti; egli giunse a ri- guardarla come vera falsila volondo considerare la reudita rurale sotto il solo rapporlo della ferlilila na- turale del snolo e alfatlo indipendente da ogni Ira- vaglio della iiiano dell' uomo. Scrisse sul cabolaggio cbe non lia guari agild in diverse guise gli spiriti dei nostri ecouomisti. II professorc Scuderi ebbe raezzaua statura tera- peramcnto nervoso indole vivace. Fincbe il giovanile vigore op|)osc valide forze ai suoi divcrsi Iravagli cousorvo semprc cvvero'Ia sua natuiale luagrezza ma si soslcune vigorosamente seuza cbe il suo corpo das- se a couoscere di risenlirne alcun danno. Nel i834. prese uioglie e non cbbe cbe al peso raaritale si ag- giuogcsse qiiello della cura dei figli. Ma al declina- re della eta un languore raortale comincio ad assa- lirlo e con esso una forte dacisa malinconia. Onde appiestare un polente rimedio a cosi gravi mali lo- glievasi a varj intervalli dal vorlice tumultuoso degli affari e iva a passare qaieti e sercni giorni alia sua villa di Fondachello dono dello zio protomedico. In quel luogo eminenlemente delizioso per la vagbczza dei siti cbe incaQtevoli rendono quelle falde oricalali dellEtna e per la prodigiosa fertilifa d' ogni prodotlo fra i piaceri campeslri e fra la solitudifle arnica del- la Iraoquillita dello spirito se qiialcbe volla rivolgea- si alio studio serio piu spesso invilava a se le care muse delle quali il corleggio couveniva alia posizio- ne del suo aoicno. Gran parte del suoi poelici com- ponimenti furono ivi ideati e scrilti forniando il suo Parnaso ora 1' ombra sileoziosa di un tacilo albero , ora r alio della sua abitazione oel silenzio delle bel- le notli non turbato cbe dal solo lieve susurro della aura della quale gli alberi vicini ne Iradivano il pas- saggio. Fu ivi cbe egli scrisse il suo Inno ad Igia, Riugraziando la Dea della ristabilita saoita le rende o- inaggi di lode e di riconosceaza come alia sola divi- nila cbe addolcisce ogui pena allorcbe se ne ba il favore e cbe sola puo coprire di rose il Iriste scntie- ro della vila. Si ba in questa circostanza una occa- sioue a conoscere cbe sovenle le umane sciagurate disavventure vengono piii dai coslri volonlarj errori cbe dalle lenli inevitabili disposizioni di una cieca sognala sorte. II poela coola nell' inno cbe i favori di Jgia sono prefcribili a lulle le riccbezze dei Gran- di a lutli gli onori a tutte le corone cbe 1' ambizio- Dc la vanita presenlano per sedurre i deboli mortali; e felice soltaulo colui cbe sa guslarne ed apprczzarne le dolcezze. In quello asilo agli acerbi rigori della sua vacillanlc esislenza la beuefica Dea della salule ricevuto lo avca amorosamenle nel suo florido e lielo teuipio. Percbe non conobbc cbe la sua lulelare Igia ricbieda da lui il suo culto in quel soggiorno di de- lizie e di pace? Cbe per conlcutarla era d' uopo ri- nuDziare soleDneiucnle a lutlo cio cbe offender ne poteva i voleri i soli sempre dolci e soavi ? Percbe 65' cbbe ad ioviliipparsi nuovamcntc ncl circolo clie lo- gorava la indcbolila sua niaccliina ? Perclie 1' idea della coDservazione non affacciossi al suo spirilo ? Idea che sollanlo ua' allra di forza maggiore put) ri- durre al siicnzio? Deslinati a correre per vie pc- nose sino all' orlo dell' abisso che deve ingbioltirci , cd esse essendo sempre affollale da spine noa con- viene che ballcre quelle dove le spine sono in minor numero o almcno dove souo iiicno pungenli. In giugno del iS'jg si accrcbbero i sinloini del- la malallia e piu quelli dclle basse viscere e la nia- linconia divenne piu profonda. Si porlo a Fonda- chello, nia il nemico lo seguiva poicbe T allacco era formalc ncl fisico. Ivi cbe lo visilai lullo annunzi'o al luio anitno addoiurato cbe T amico aodava a fini- te. Vollo rilornarc a Calania e quando vide cbe nc ancbe la cilia opponeva alcuna difesa contro i bar- bari rigori del suo deciso dcslino domaodo di rilor- nare a Fondacbcllo ; non era piu tempo. Non il pa- lazzo nou le possessioni non raonli di oro lolsoro mai Ja febbre alio amraalalo padrone. II fatale colpo era al suo colmo. Oppresso da dolori acutissimi e da ogni lorracn- to di una penosa agonia all' aspello del suo fine con- servo ([uclla scrcnila che c ccrlo indizio di una co- scicnza scnza rimorsi. Lullando contra i supplizj i pill duri ai quali cbbe la forza di resistere con co- raggio e con rassognazione malgrado di scnlire i di- ritli ad una piii luuga ela parve penetralo da filoso- fiche cousidcrazioni; forse la sua ragione ricordavagli esser la vita una scena passcggiera , e che la tela . devc abbassarsi sia che rappresenti ua Re o un ple- JU. Jccad. Vol. XFI. 9 38i Osservazione nicdica sopra una malallia rara . . a 397 ELOGI Elogio di Giuseppe Alvaro Paterno-Caslello Principe di Sper- linga Manganelli ..... a l Elogio di Mario GeuuiiolUiro .....»() Elogio del Cav. Salvatore Scuderi .... s 4-9 % [,/..A.\ A T T I DI SCIEniZE NATCRALI DI CATAiNIA VOt.iXVII. AT T I DI SGIEIVZE JVATURALI VOL. XVII SEMESTRE I. Hal DELI' ICGADeillA UUMi DI Stti SI21722 £rii^ir:^AM. Dl sSii^ii^Sa TOMO XVII. CATAMA PeB PieTHO GlUNTlNl 1843 r Dei Socj elelli nel decimosetlimo anno Accademico NOME, COGNOME, GRADO GIORNO E P ATRIA Accademico DI ELEZIONE Professose Tgnazio Rozzi da Aquila Doll. Sebasliano Vispear Soc.Corrisp. i8ko 1 da Napoli Prof. Andrea Bivona da « (C Palermo Doll. Ignazio Caccialore « « da Palermo Doll. Gaelano Caccialore «c (( da Palermo Doll. Luigi Oberti da Na- I « poli Doll. Camilla De Tomaso a. I da Napoli Sig. yljredo Malherbe di i. d Mez Prof. Doll. Pasquale Pa- cini da Palermo I « Dollar Giuseppe Macca- K ( gnoni principe di Gra- nalelli da Palermo Cav. D. Giuseppe Damia- ni Sarzana da Marsala c « Eminent. Cardinale An- Soc.Corrisp. gelo May da Roma Dolt. Guglielmo Capozzo da Palermo Dott. Vincenzo Pergola da Palermo Abate Lorenzo Coco e Grasso da Palermo ■ Prof. Webster di Cam- bridge in America Dott. Giuseppe Placenti da Napoli Dott. Alessandro Rizza da Siracusa Dott. Giovanni Rampinel- li da Bergamo Cav. D. Giuseppe Car- bonaro da Napoli Monsig. Domenico Sohto da Napoli D. Giuseppe Nicosia da Chiaramonte Dott. Saver io Schembrida Malta Prof. D. Paolo Sortino da Malta Sig. Giovanni Giamproy da Messina Prof. Antonio Gravani da Bologna Dott. Luigi Giojfre di S. Eufemia in Calabria K « « IS. (( C « « Prof. Luigi de Ruggiero Soc.Corrisp. i84o da Napoli Doll. I'asquale Manfre « « da Napo/i II Conle Francesco Gal- (( K vagni da Bologna Doll. Sebasliano Garvasi (C « da Ferla Doll. Jgoslino Todaro da o: C Palermo Doll. Francesco Longo « CC da Palermo • Padre D. Giovanni Cafici a cc D. Ferdinando de Atm- K tt zio da Napoli Prof. Giuseppe La Cuva (C (( da Napoli Cav. Giovan Ballisla Wi- « « speare da Napoli Prof. Domenico Gaspari- « (( ni da Nopoli Doll. J'elpeau da Parigi K (C Doll. Esquirol da Parigi d (C Doll. Cloqucl da Parigi cc « Doll. Can-on du P'illards « c da Parigi Doll. Jennaris da Parigi « « Dolt. S. M. IV. Piclon a c di Nuova Orleans in yfmerica D.y^ .Si/dneg di miova Yorck « c P'iltore Ghilianida Torino 1 Prof. Giardini da Napoh Soc.Corrisp. i84o Dolt. Emmanuele Japi- « (C chino da FiUoria Dott. S. Furneri in Parigi cr « Sig. E. de Beaumont da Parigi Sig. D. Baldassare Piaz- I « za da Palermo Sig. Calandrelli prof, di I « Astronomia e di Otti- ca in Roma Sig. Jdriano Paillet da « « Parigi Prof. Carlo Vasserini da t l Firenze Prof. D. Jntonino Cala- « « ra Litlieri da Messina Prof. Fortunato Luigi Nac- J 9. cari da Padova Sig. Rajfaele Mastriani Soc.Onorarj (( da Napoli Cav. D. Felice Santan- « •« gelo da Napoli Cav. D. Michele Santan- J (( gelo da Napoli 11 Conte di Thulohoff di « a Russia Giuseppe Russo da Pa- « I lermo Ppe di Galati P. Abate D. Pietro Luigi (C ( Colonna da Palermo D, Pietro Bianchi Reg. (C (( ■i Soc. Onorarj iS4o « (C « « Jrchitetlo e diretlore del scavi di Pompei P. D. Michelangelo Ce- lesta da Palermo II car. s. Fineti da Na- poli CARICIIE A-CCADEMICHE Cav. Giuseppe Parisi Inlcndente della Provincia di Calania primo Direltore. Prof. Mario Musuraeci secondo Direltore. Padre D. Gregorio Barnaba La Via Priore Ca- sinese Scgrelario Geacrale. Doll. Giuseppe Anlooio Galvagni Segrctario del- la Sezione di Scienze Nalurali. Dott. Paolo Di Giacomo Castorina Segrelario dei- la Sezione di Scienze Fisiche. Prof. Francesco Ferrara Prof. Anlonino Di Giacomo Principe di Valdisavoja Prof. Carlo Geramellaro Doll. Anlonino del Giudice Doll. Dpmenico Ursini Merabri del Comitato Gaspare Gambini Cassiere Direllorc del Gabioetlo di Sloria nalurale — So- cio Prof. Carlo Gemmellaro Direlt. dello slampc — Prof. Anlonino Di Giacomo Bibliolecario dcUa biblioleca Gioenia — Socio Sal- valore Leonardi PER L' ANNO XVI DELL' ACCADEMI i GIOEIVIA DI SOEAIZE NATCBALI LETTA BELLA TOUMATA ORDINAHIA DEL Dl l6 MAGGIO l84o DAL SCGRETARiO GENCaALE D. GREGORIO-BARNABA LA -VIA PRIOHE CASSINESK » ®®@®€:/®®5g®^S^^@€^®®®®#^S^B@ Nobis niiractila iiigeiiiosa' fccil nalurn. lit singula qiiidcm quae facit in dips ac piojje oras (|iiis eminicrare valeat"? Plikii Nat, hist. lib. YII c. 2. iTlcravigliosi in vcro sono i fcnomeni gcncrali della naliira. c piu mcra\ igliosi anclie lo sono qucl- li cho. veiliarno nasccre tiilto di solto i nostri occhi, a scoprii'c i ([iiali non avvi mezzo piu valevole di (jiiello dcir istiliizioue dellc scicutiliche corporazioni. A \oi par clic si addicaao, illuslri Giocnii , le cspressioni del naluralisia Romano , a voi chc sem- pre pit! inollrando i voslri passi no' piu rcconditi fe- nomeui dolla nalura, nuovi cd inleressanti scoperti ne avcle in quest' anno XVI di nostra fondazione. Compilar dovendo io ([uindi in qucslo di solcnnc la storia delle vostrc lelteraric falidie mi godc 1' animo nci manifeslare come corrisposlo aAcle air imporlante ed utile obiello di nostra islitiizione. €lic sc non po- (ro riuscire ad esporrc con ordine quei Icmi , die imprcso aveto a trallare, pur tuttavia mi sforzcro di deviarc ii men possibile dagli argomcnti di vosire k doUe occupazioni', faro parola primamente di quelle, che al regDO iuorganico si apparlengono ed icdi air or- ganizzato; e cosi scorger si poira come 1' Accadcmia Gioeuia serr.pre piu progrcdendo nell' aiimcnio delle Scienze Kalurali gloria a voi, rinomanza alia palria, ed ulile alia societa abbia recalo. La Geologia, il di cut obiello si e quello di far conoscere le propriela generali del globo che noi abi- liamo, la Geologia, io dico, e la base dello studio del regno inorganico ; ed il dollo geologo che ha per guida le osservazioni , e lo speriruenlo , nuova luce apporta alia scienza, e piu cerli ne rende i ri- sullamenli. Di tale scienza occupandosi il Socio atlivo Prof. Carlo Gemraellaro, uo argoinenfo geologico imprende a trallare riella sua Meraoria SuW injluenza del re- gno organico nella formazione delta crosla del glo- bo. Fa egii da prima raarcare come illustri geologi abbiano, abbenche di passaggio, accenoato la realla di quella influenza, di cui lo stesso Gemmellaro, so- no circa sei anni ebbe occasione di parlar solamcn- te di volo ( I ) ; ma piu estesamenfe in quella memoria ba fatto conoscere con domeslici eserapi , vale a dire del terreni di Sicilia , come cinque se- sli almeno della superficie dell' Isola sono coperli di vegelabili, e come il terriccio ordinaiio, e quello silvano ne occupano buona porzione. Passando ai ter- reni di trasporto considera , che anch' essi contengo- (i) Alti deir Accadcmia vol. X. pag. 178 5 no per lo mono iin.i fcrza parlc di maloriali orgaoi- ci ; o via via porlaiulo le sue osscivazioni alia, ter- ziaria formazionc, riguarda i calcarii concbigliari co- jne IciTcni quasi inlioramonle organic!: ne e minore la massa dei torrcni soooudari, die conlengono im- mensa qtianlila di rosli di animali, e di vcgelabili ; e la gran forinazioue del caibone rassoda sempre piii i suoi argomonli. llalla Sicilia passando ai corilincnli delie isole corallicbc, considerando 1' alluale fotido di maie co- perlo di spoglie organiclie, e rocando sempre efcnipi di formaziciii di Iciiciii , e disliiigucndo di qucsti quali a sola mineralogica origine si apparlcngono , coticliiudc con molla verosomiglianza, die la scorza della (crra , qiiclia die con le sue elcvazioni s' inal- za sopra il livello del mare , c quclla di quadru- pla oslcnsione die le arqiie ricuoprono, e formala per piu di niela sotio 1' inllucnza del regno organico (i). Vcdonsi in Jlascalucia, villaggio posto nella pri- ma regione dell'Elna, fendilure vulcaniche, detle in quel vernacoio Cavoli. II socio corrispondcnle Dotlor Auloniuo Soiiuna ne forma oggelto di una memoria, die in due parli divide. Descrivc nella prima la lo- pografica sidiazionc di quelle , le quali cominciano ad apparire solljo lo speiilo cratere, detto della Per- riera. c si prolungano, seguendo la direzione da tra- monlana a niczzogiorno siuo ai cralcri csfinti di Gra- viiia ; lormaa esse un cnonne canale lungo 2 23o (i) Mrmoria Ictta nella toroata ordinaria del di a4 Novembre li^St). passi, largo da palmi 3o a palrai 60 siciliani, e pro- fondo palmi 5o; viene egli diviso in due dallo estin- lo cralere di Cicirello ^ ed e in parle spalleggiato dalle lave prodolle dall' eruzione del 14-4-4- iguo- rasil'epoca della coraparsa di tali fenditure, dappoi- che nessuuo dcgli anticlii slorici ce 1' ba trasniessa ; e I'Autore s' iugegna a stabilirnc una, clie fissa po- sloriore alia su iudicala eruzione del i4-44- Esposta cosi la geognoslica costilnzione delle fend i lure passa nella seconda parle alia spiegazione del fenomeno, ii quale dice provegnenle dalla polenlissima I'orza espan- siva delle inalerie gassose ed acqiiee , che per cbi- miche rcazioni sprigionandosi da quell' acceso vul- cano, conquassarono le colonne interne cbe contene- vano la sopraslante terra livellata alia superficie (i). Tra i fcnonieni goologici le acque merilano iin poslo interessante nel regno inorganico , sia che sca- turiscono dalla terra, sia che scorrano alia sua super- ficie. Alio prime rivolgendosi il Socio corrispoadenle Dott, Gactauo de Gaetani lanalisi ci prescnta di due sorgive di acque minerali cbe reslano nel dislrelto di Catania, Tuna al SO. delta X Acqua santa^ c 1' allra air E. Acqua acidola della Falle di S. Giaeomo denominala. Dalo un cenno topografico del luogo ove queste acque si rinvengono, e descrilla nel tempo sles- so le piante cbe vcgetano altorno 1 fonti , e ne' luo- ghi circonvicini, giovaudosi de'mezzi, cbe la uioderna (1) Memon'a letia nella sedufa ordfnaria del di 11 I^tiglio i8Jg. chiniica ci approsla, giiingc a diniostrare chc I'acqua iiiineralc, dolla \ ylcqua iS'a/zto, dall' acido carbonico, dal gas solfido idrico, dal cloro, dall'acido solforico e silicico, dall' ossido sodico, polassico, ferroso, calcico, e magiicsico 6 mineralizzala ; e dopo ripetuti espe- rimenti dolerinina die 82 lihhrc di delta acqua mine- rale nel Itiogo delta sorgcnle coutengoao.: Acido carlionico libero Solfido idrico Iracce Acido silicico Bicarbonato ferroso « calcico (( magncsico Solfalo polassico « sodico . Cloniro sodico acini 3,4.4- » )) 4,70. i3',77. 5l,02. I2,oS. 0,25. i3,38. 23, 60. E r acqna acidola dclla Vallc di S. Giacomo prcsso Zafarana dall'acido carbonico, solforico e si- licico, dal cloro unito al sodio , dall' ossido ferroso, calcico c magncsico e mineralizzala; e quindi dcter- mina che ogni libbra di lal acqua presso alia sua sor- geiite conlicne: Acido carbonico libero Clornro di Sodio Bicarbonato ferroso (C calcico a Acido silicico Solfalo calcico Pcrdila . magncsico acini 8,0694. » o.o4o6. I 0.0758. )) 0,5389. J) 0, 1596. » 0,0719. )) o,o53i. ■% o.oG85. 8 Delle acque poi die fluiscono nella snpcrficie del- la terra, inleressanle lavoro prcseula all'Accadctnia il Socio Onorario Prof. Agatino San Marliiio Paido nel- la sua Memoria Slorico-crit'ca sulla portala deijiu' mi. Incomincia il suo dire I'Aiilore fissando il soggel- to della discussione, 1' importanza mostrandooe , e la utilila ; e dal ragionaniento soslenuto ne prcsenla il piano riducendo U tulto alia riccrca della veiocita media, cbe indue parti dividp, fisico malemalica I'una, e sperimentale 1' altra. Enlra egli nella prima parte richiauiando la leoria gonerale dei fluidi in niovimen- to, e producendoae le equazioni fondamentali della coa- tiuuita e delle forze sollecilanli; si riduce a! caso spe- ciale dei fluidi incomplessibili ed omogenei cui I'as- sunto si appartiene; ne deriva la cosi detla equaz'O- ne cle' Jltiidi., clie a difierenziali parziali di secondo ordine e quella dalla cui inlegrazione i' effelio della proposta ricerca dipende. Qui si da T Autore a di- scutere una si falla inlegrazione: ne produce le con- dizioni alle quali va essa per sua nalura soggetla: ne richiama le opinioni di Lagrange, e di tutli gli Ana- listi, che vi hanno acceduto: le opposizioni concer- nenti del Prof. Milanese Tadini: i fenlalivi che se ne son fatti : l' inaccessibile difficolta di eseguirla nello attuale periodo della scienza. I Geomelri non riuscendo nella soluzione gene- rale del problema furono portati a cercare altra via cangiando , o liraitando il punto di vista onde gui- davansi ; quindi 1' Autore dope aver fatta nienzione delle nuove vedute proposte dal Navier vien parlando del cosi detto moviinento lineare., e per esso di quel- le a due coordinate al quale si appartiene. La teoria analitica di quesfo movimcnlo vien toslo a fissarlo. Vi del egli il processo della soluzione del problema secoudo le lumiiiose vcdute del Prof. Venliiroli : un suo proprio lecdenle a prcvcnire la forte opposizione del cilalo Tadini nc propone : i pensieri del Tadini stesso vi discule col rispello ad un tanlo Analista idraulico dovulo: le sue osservazicni critiche suUa inconvcnienza de' mcdcsirai vi porta: da un colpo d' occbio siilla bilancia del di lui raetodo , e di qucUo del Venluroli ; e dope cosi fatta discussio- ne la di cui imporlanza cbiama del leggitore 1" at- tenzione conchiudc slabilendo, cbe 1' ipotcsi del rao- vimenlo lineare non funzionala a priori dall' esposia teoria pe' fliiidi in generate , e animissibile e soddi- sfacenlc pel caso spcciale delle acque in quistione. 1 Iravagli eseguiti in questa ipotcsi vcngono in se- guilo ad occuparlo . cd incominciando da quclli del grandc Eulcro resiati senza frutto, percbe puramente malematici, viene a qiielli del Direttore di ponti e strade M. Cbczzi, il primo a portar \ idea delle resi- slenze fisicbe nel raovimcnto in quistione, quindi pas- sa a quelli del Did)uat ; da questi alia nuova teoria Tiene del Cav. Bonali uno dei Geometri piu distinti ed esperti cbe 1' Italia vanti ; di poi a quclli di Gi- rard si avanza cbe il primo introdusse nel calcolo la legge delle rcsistcnze di Coulomb ; e finalmenlc a quelli di Prony venendo la teoria ingegnosa ed ele- gante ne cspone , 1' cquazione finale ne rapporta , i vizii ne rimarca. La teoria del Profes. Venturoli non 6 secondo pensa 1" Aulorc cbe la fraduzione algebrica di quclla filosofica del Bonali: quindi viene egli a provare col 2 / 10 fatto questa sua idea, ed aprendosi ivi una strada arriva per essa all' equazione dell' lUustre Prony, che con le nuove correzioai del nuovo geoinetra Eytel- wein forma la piu marcala ed utile conoscenza che r Idrometrla teorico-pratica attualmenle possiede. Qui richiamando egli i pensieri del Venturoli prima e do- po di quesla corrozione, i travagli, i servigii resi sot- to la sua direzione alia forraola della sua scuola per istabiliria , e vie piu rassicurarla , le ultime fatiche dello stesso Prony a suo riguardo, coachiude la prima parte, e passa alia seconda. Nella seconda parte poi I'Autore in un sol tut- lo riunisce tutti gli strumenti Idroraetrici , allrimeati detti dal greco Trachiraetri-idraulici, che si soiio im- maginati e prodotti, e sempre con una concisione di dire, che ad una memoria conviensi, la costruzione ne da, la teoria matematica, gli usi, i difetli. Risale Egli al galleggiante dell' Abate Castelli, il primo struraen- fo air uopo inimaginato , ne riohiama le raodificazio- ni , che ha subito onde estenderne 1' uso e perfezio- narsi. AH' occasione qui fa raenzione del Molinello , che il Bossut solea al bisogno sostituirvi: e delle idee concerncnti parlando del Mariolte viene a far cono- scere l' uso, la teoria matematica, gl'inconvenicnti, i difetli del galleggiante coraposto, che sotto di questo nome il Brunacci classificollo da circa un secolo dopo. Passa egli quindi al pendolo idrometrico, ed incomin- ciando dalla sua prima costruzione di quadrante idro- metrico onde fu proposto dal Guglielmini ne espone r inesatta teoria , le imperfezioni , e le difiicolla che lo accorapagnano ne rileva, c la somma diffidenza in cui e cadttto no rimarca ; comincia menzionando le diverse modificazlonl a cui si e soUomesso , ed a quella si feruia del Prof. Yenluroli proposla , della quale ne da la leoria analilica ; e il grado di confi- denza che mcrila nci risullati, ne moslra. Dopo aver falto cenno di alcuni slriiinenli di minor peso , che in ccrla maniera al pendolo si rapporlano, riene par- lando del pendolo idroinetrico composlo, che all'isles- so Prof, \enluroli si deve, c col maggior laconisrao la elcgaule, ma complicala leoria ne espone; la pro- lissita del calcolo a cui porla no fa sentire, e 1' uso che so nc rendc lanlo penoso c difficile. Qui 1' Au- lore fa una breve digressionc sul Regolatore , che si rapporla immedialamenle al soggetlo dello scrilto, al- ia Porlala , senza inlcrporvi la riccrca della velocila: parla da prima di quella del Castelli e ne moslra lo uso che ci ne fece: viene indi a quella dei Gugliel- mini di cui ne fa conoscere F uso , le modificazioni propostevi dal Prony , il giudizio che ne ha dalo il A enluroli: passa alia felicc applicazione che ne ha fatlo il Tadini alia dispensa e misura delle acque ; e conchiudv) la digrcssione rendendo conto di una rae- nioria del Prof. Rolognese Masetli versanle suU'argo- menlo soUanIo di quesla scconda parle dello scrillo. Riprendcndo indi il lilo delle idee viene descrivcndo la fisica idromclrica del IVardi ; il tuho ricurvo del Pilel sollanlo in Francia applaudilo; la Vcnlola del noslro Xiraenes ; alcuni allri strumenti di raauo in mano proposli, e si ferraa su qucllo di A\"oUuiaan in Francia couosciulo sollo il nome di Rconielro, di cui nc da la coslruzione e la leoria, 1' uso e le difficol- Ja , il melodo e la pralica. Finalmcnlc viene all' a- sla rilromclrica del Cav. Bonali uUimo dei Tachime- 12 tri che ha preso a discutere, e con piu di proposifo. Qui egli espone 1' elegante e sublime lavoro analiti- co , che il sdo autore insieme al Prof. Venluroll si sono sforzati di preparare onde perfezionare questo SI lodevole strumento ; le difficolta che presenla nel fatto deir applicazione, e il modo di prevenirle; dei dubbii risoluti che altrarersar ne polrebbero 1' uso tanlo utile e commendato. Giuiito a questo stato lo Autore gli restava dire in compimeiito del suo assuo- to sul raetodo di condursi nel fatto dell' applicazio- ne: questo e venuto egli ad eseguirc in questa se- conda parte conchiudendo: fra tulti gli strumenti de- scritti, il galleggiante semplicc e il composto sotto la costruzione dell' asta ritrometrica sono quelli che of- frono alia pratica il piu felice e pronto, il piu spe- dito metodo di applicazione: quiadi si e egli attenu- to a questi due, e dopo aver soddisfatto al caso del primo , corabinandovi 1' utile uso che far vi si puo dalle forrnole empiriclie da' sommi idrauiici Dubuet , e Prony viene soddisfacendo al secondo con fame sentire la prontezza onde al fine proposto conduce , r operazione pratica onde procede : e stante la pro- fitlabilita di questo strumento finisce esemplificandolo can una pruova dell' insigne scuola Pontilicia esegui- ta nel 1821 e disponendone per ultimo in formole simboliche il processo dell' operazione onde mettere a colpo d'occhio tutto 1' insieme (i). Ultima parte della Geologia sono i fenomeai (i) Memoria letta nella seduta ordinaria del 26 Marzo iS^o. i3 meleorologici. I nosiri corrispondonli Carmelo Ferlilo- Faro e Mario Dislefano ci ban falto conoscere clie la media annuale temperatura e slala 66,964. Far. pres- so a poco quanto quella degli anni antecedeati il massirno del suddetto termometro di gradi 94 ■> nel inese di luglio spirando il venlo di 0 ed il miairao in gonnajo di gradi 4-2. II Baroaietro corrollo per la solita influenza (erraoraclrica segno nel massimo pol. 30,262 nelio stesso mcse di gennaro ed il mi- nimo pol. 29,4.05 nel rnese di febbiaro, ed il medio inalzaraento calcolato da lutli i medii mensili di pol. 29,817. II massimo inalzamenlo dell' Igrometro av- verossi nel mcse di inarzo segnando gradi 88, il mi- nimo nel mese di giugno in gradi 3o ed il medio annualc vcuue calcolalo gradi b'6,268. II veuto pre- doiniuanle si fu I'ENb] cbe spiro in gennaro, apiile, raaggio, giugno, luglio, agosto; fu interrollo dal NE in febbraro. dal NNO in marzo, dall' ESE in sellem- bre , dair OSO in novembre , e dall' E in dicembre. I giorni lucidi furono 4/, 182 i beUi, 52 i coper li, 73 i piovosi. La pioggia cadala ammonlo a pol. 22 S.''"- raeulre cbe 1' evaporazione si fu di pol. 55 6.''"- (0- '''J ^ •>!■'•" it' -, In nessun ramo di applicazioni si coUcgano tra se laulo streUe le scienze nalurali c le conoscenze geologiclie quanto nellc applicazioni idraulicbe cbe nguardalc ne' loro principii sono una serie di falli , cbe la menle si sforza ridurre a generale sistema, E (i) Rapporto preseatalo Delia scduta Ordiaaria dei 96 Marzo iS4o. 1^ perobfe sonosi raostrate renitenti a piegarsi alle piu siiblimi teorie , si conosce ognora 1' assolulo bisogno deU'analisi de' falti , a fine di coordinarli in modo, che lo spirilo colpisca cio die alia circoslanza par- ticolare si addice per non cedere a quelle pratiche viziose , che abbacinano la coraiine degli ingegni. Quanfo piu sublimi si elevaao le teorie analitiche , altretlanlo si moslra la necessita di cosiffatto studio. I quaUro secoli dal XII al XVI precipuaraenle quan- do gl' illuslri Ilaliani reslituirouo 1' Idraulica all' albo delle scienze , non men che i successivi sino ai no- stri giorni , ban conferraata luminosamente una lale verita. Qiiesla ha date campo al socio attivo Profes. Mario Musumeci di proporre come discussione Acca- demica im importante caso di applicazione. Una stra- da a ruola doveva costruirsi per palerne cure dello Augnsto FERDI:3g. 24 poslo , sentislc come midri lenero affeilo per questa Accadernia di cui ne fu uno de' fondalori , che oc- ciipo con onore, e disinleresse tulte le cariche acca- demicbe , e che i suoi scrilti accrescon pregio alle di lei falicbe (i). Degli altri due Socii pago per ora di ricbiamare su i voslri occbi una lagrima di dolore, ne senlirete ad altro tempo, i dovuli oraaggi di lode da quei Socii , che ne baono riempito il vuolo. lo mello termine al mio dire, Illustri Accade- mici , esorlandovi a conlinuar sempre piu nella cul- tura delle Scienze Na'urali con quel zelo e purita d' intenzione , che vi ban si dislinto appo tulle le nazioni di Eurcpa; sian sempre direlli i voslri studii alio incremenlo della Scienza, ed al bene de' voslri simili. L' Augusto Feudinando II. nostro adorato So- vrano accogliendo benignemcnte le voslre falicbe , nuovi mezzi vi appresla onde escguire le vostre" sco- perle ; continuale da fedeli suddili a corrispondere alia Sovrana Clemenza , e rendelevi sempre piu de- gni della beneficenza Sovrana, e dell' universale ap- pro vazione. (i) Pronanziato Delia sedata straordinaria del di 3o sprite i84o. SULLO SVILUPPO IN SERIE DELLE POTEIVZE DEL R4.DICALE ESPRIjMEJiTE LA DISTANZA MUTUA DI DUE PIANETI DI GIUSEPPE ZURRIA yitii Jccad. V, xyii. j 11 JJa cbe il gran problema dellc perturbazioni pla- nelarie iacomincio per la sua iraporlanza a fissare r atlcnzione dei gcoraclri lo sviluppo dclla fiinziore espriincnic la dislanza miitua di due piancti diven- ne un' argoraento non meno interessantc. Queslo sviluppo, die mi propongo offclluare in serie ordi- nata sccondo i coseni dei mullipU dell' angolo for- malo al cealro del sole dai raggi vetloii do' due piancti e stalo fra i tanli cbe se ne sono occupati, con un raelodo mollo clcganle dal signor Laplace trattalo ncl 15" volume dclla Meccanica Celeste. Que- st' illuslre gcomelra ricbiaraa dal secondo libro del- la sua grand' opera I'cquazione a dilferenze di se- condo ordine cbe csprime il rapporlo tra i coelfi- cienti de' termini formanti lo sviluppo ; ne tratta la soluziono con uii proccsso di analisi molto in- gegnoso dipcadenle dal calcolo intcgrale ordinario; 28 e determinando le due coslanli arbitrarie, contenu- te nel suo integrale, il risultalo ne assegna per mezzo d' una espressione die dipende daU'inlegrale definito d' una trascendenle. Or io Irallando 1' ac- cennato svikippo quaatunque terrd ua melodo tutto diverse di quello dell' autore delta Meccanica Cele- ste^ cio Doudiraeno pcrverro ad un risultato , che e pure espresso per integrali definili , e che con- tiene come un caso particolare quello cbe si trova neir opera citata regislrato. In quesl' occasione ho rilevalo il valore d' una di quelle due coslanli de- terminale dal sig. Laplace essere quatlro voile mi- norc di quello cbe dee risultarne. Facendomi dap- prima ad iudagare donde cio viene, e poi eseguen- do la dcterminazione dclla slessa coslaule con un me- lodo piu scraplice e piii dirctlo di quello cbe si e adoperalo, daromnii ad inlraprendere la valutazione dell'inlcgrale che da quel grande gcomclra non e stata effettuala; perverro ad alcune relazioni degnedi ri- marco tra i primi due coefficienli dei lermini dello sviluppo; e per avere il valore di quesli cocITicien- ti, dalla conoscenza dci quali quella di lulti gli al- Iri si deduce, asscgnero in fine due serie tanlo con- vergcnli che molla abbreviazione apporleranno e al calcolo delle perlurbazioni, e a quello delle Irascen- denti ellillicbe, cui 1' assunlo sviluppo Irovasi oggi inlimamenle legato. Se denotiamo con r cd r' i raggi veltori di due piancli, con o I' angolo formalo da quesli rag- gi al ceiilro del sole, e con D la dislanza mutua de' due pianeli, ollerremo D =y~r '"■ — 2 rr 'cos o -\-r''^ per la rappresentanza analilica dclla fuazione die dovrcmo svilupparc in seric ordinata secoado i co- seni deU'angolo o e suoi mullipli. CoDsiderando co- lesto valore di D como fuuzione de' raggi veltori r cd ;•', c richiamaudoci dalla leoria del movimen- to ellittico che siffalli raggi difforiscono poco dalle dislanze incdie a ed a' de' due pianeti, rappreseu- tiaino la preccdente formola coll' esprcssione D=9 {a + h, a' + h') nella qoalc con h abbiamo significato la differenza tra r cd a, e con li qucUa tra r' ed o'. Se svi- luppiamo rpipslo valore di D secondo le potenze e i prodolli dellc h\ c a lal' uopo ci gioviamo del leorenia di Taylor, avremo z?=,(«,.')+/w^^j + ^^£^) + .... I valori dci cocfTicicnli diffcrenziali cbe sono corapresi in questa formola dipcndono dalle poten- ze decrescenti del radicale V a — 2 ad cos (, -\- a* " Tali polenzc possono rappresentarsi in generale col- la funzione (a' — zaa'cos 0 -j-ci^ ) 3o o pure supposto a > a' , e falto - =a, ( 1 2 aCOS0-\- 0C-) =f(9) colla Per magglore generalita dell' argomento ci da- remo a sviluppare quest' iillima funzione , ponendo a tale effelto 1' equazione f(o)=Y4.(?72,o)+4/(/7?,i)^05 0 -{-••• i'{m^i)cost6+.. nella quale i coefficienli ^ (??z, ?') sono indetermi- nati, e iadipendenti da o. Per avere il loro valore espresso in quantita conosciule moltiplicliiarao suc- cessivamente questa equazione per do , docoso , c/ocos 2 0 , ec. ec. do cos to ^ e quindi integrando tra i liraiti dei valori di o compresi tra o , e la se- micirconferenza r del raggio i ., tutti i iermini del secondo membro , ecceltuato successivamenle il pri- me, il secondo, il terzo ecc. ecc. spariscono, e si oUengono I'espressioni ^" i{o)dQ = l^ (m, g) J: x: i{o) d ocos. o = ^-^ (»2, I ) {(6) do COS.^Q=^-^ (ot, 2 ) r. i(o)do COS 29 = ^ 4/ ( m, 2 ) dalle quali si traggono i valori de' coefficienti 3i vp ( m,{ ) '. valori clicripelondo i da z = o ad ? = « possono luUi rapprcscniarsi coUa formola genera- le rv o pure, mettcndo il valore di f( d ) , colla 2 /• r do cos id ^ ^ ' ' -7 „ (l-2a CosQ + a')"' II mclodo clie veniamo d'lisare onde avere il valore d' un cocfficicnle qnalunquc per inlegrali dc- finili, clie abbiamo soUoposlo alia segnatura del sig. Fourier, fu prodotlo secondo LalanJe dal fa- moso Clairaut nelle mcmorie deU'accadcmia di Pa- rigi per lanno lySjj, quando pose a calcolo le ine- gualla del pianola cbe abiliarno. Qiicslo metodo che dal Poisbon vifiie aliribuiio nl d' Alerabert e che dallo slesso signor Lalande si Irova esposlo in un niodo piii scmplicc non solo nelle citate mcmorie per gli anni 1760, e 1761 all' occasione di sti- inarc le incgualla di Vcnere e di Marie, ma pure rel Icrzo volume della scconda edizione dclla sua Aslronomia (pag. Sgo e seg. ) c quello slesso di cui mollo Icmpo dopo giovossi il prcfato sig. Fou- rier per olloncrc lo sviluppo d' una funzione qua- lunque in serie di scni c coscni d archi mullipli. Qucslo illuslre geomelra seppc peru cosi bene e con lanla elcganza mancggiarlo c fame uso cbe merce le sue imporlanli riccrcbc ollre cbe laic me- todo forma il piii bcllo ornamcnlo dclla sua ccle- l)rc opera sulla Teoria del catenae occupa ancbe oggi un poslo si marcalo cd imporlanle neU' anali- si dell" oquazioni allc diffcrcnziali parziali. 32 Per venire intanlo alia valutazione dell' inle- grale, da cui dipende il valore di v}> ( wz, / ) , e che forma il principale puolo dell' argomento po- rtiamo. 2 cos 6 = a: + x~ ^ ed olterremo 2 cos ZQ = X^ -\- x~ ^ 2 cos ^ 0=. X -\- x~ e percio in generale 2 cosie = x' -\- x~* Dalla prima equazione ricavandosi X = cos & + y^ — I. sen. e si trovera, attenendoci al segQO superiore, do= V^^ Sostituendo i valori di r/o , 2 co*9 , 2 cos /a nella formola espriraente il valore di 4.(^,2), e coasi- derando che ai liraiti 0 , e r di 9 corrispondoao i li- miti I , e — i di a:, s' avra I ., y~^ t-' {x^^x-')dx , f ^ 4- r X[l —a{x-i-X j-i-a } ma essendo l — aix-\-X )+« =— I. ; ■ 3S ed avendosi in generale J + a J— It i atrra dunque '■' ■ «!/(«, J ) = \ — .'-, [(a_^)(.-«x)]« Se nol sccondo lermine di quest' ultima forraola si pone a; = ^ si ricava la rclazione la quale, per esscre indiffcrente al risultato nieltere X in vcce di y, si trasforma in quest' allra /-+! 3;"-'"— ■ a . Per avere adunque ri- sultati reali, come debb' essere , bisogna cbe siffat- ti limiti fossero solamente rislrelti 1' uao ad iC=o, e r allro ad x= a. . Cio poslo, sara a COS. nr ( j."' • '~^Jx , / .\ a COS. UTT \ 7. 0 che e la stessa cosa '^ "^ • \U-x) (i-a m +( — I Questa formola ci da i valori de' coefficienli de' termini che compongono lo sviluppo delle po- lenze del radicale esprimente la dislanza mulua di due piaueti. So in essa si fa m==j^ si olliene la formola ' X ^ ax (,)... 4^a,o=^-f ^ V{i—x){i—a''x) dalla quale posto x=i^i^ , si deduce il risuUato rV i—tx" J o -x a- a V I + TH^ ' che in fondo e lo stesso di quello che si trova dal signer Laplace assegnalo alia pag. SSg del 5° vol. deila Meccanica Celeste. Difatti queslo grande geo- 33 melia sigDificando coa b ^ cio che aoi abbiamo di- segnato con '^(~,i)^ rinvienc da principio ( pagi- na 327 ) una formola dipendcnle da iiitegrah de- finiti, la quale cssendo scrilla secondo la segDalura del sig. Fourier viene rappresenlata da (4.)... 6f=2U.a\ y ^/(,-/')'-^ y.-a' 2 2 + a / Per delerminare la quantita // che funziona da co- slante arbitrarla fa uso del valore di ^ j^ , che e quelle che dee asscgnarsi, tirandolo dallo sviluppo della funzione (5)... (r_a.'>^^)-i(i-..-°^-)-^ rappresentanle il valore del radicale espresso in esponenziali immaginarie; c con un me- lodo mollo iugegnoso olliene ( pag. SSg.) Queslo valore di // soslituilo nclla formola (4.) ci da un risuUato cli' e quallro voile minore di quel- le che abbiamo oUcnuto. Esaminando doude vicnc (ale differcnza c" e facile rilevarc che quel sommo gcomelra invecc di prendere il valore di i> ! ^ da lui dedotlo dallo 361 sviluppo della (!)), sotto la forma * ^ 2.4.-6 22 L ' 3I+> a Jl lo prese sollo la ,(«■) 1.3.5... (22- 2^1 = 2.4..6- . . . 2J L 2« + 2 2 ' J clie lo da quattro Tolte minore. S'e percio che egli otteoue ■ ■ ' T' '2' Zr= — invece di //= — Sostitucndo dunque uella formola del sig. Laplaco quest' ullinio valore di U si rinviene il risultato (0 4«^ r' rf<(i-i')'-^ ' I — a?- che e lo slesso di quello che abbiamo sopra otte- imlo, e die c' indica, come il sig. Plana ha pure rimarcalo, doversi il secondo raembro deU'cqiiazione scrida alia pag. SSg lin. 12 del citato volume del- la Meccanica Celeste raolliplicarsi per 4-; ed. oltre a cio sopprimersi nel radicale formanle il suo de- norainalore il fattore i — f" Non cade qui fuori proposito osservare che per delerminare la coslante invece di adoperare il eo^- (0 ficiente generale ^_l si puo far' uso , come in simi- (°) li casi dee praticarsi , del pfimo eoefricie»te' ^| , «he porta a4 un calcolo piu seraplice e diretto, »7 Difalli nella (4-) facendo i = o, e ponendo i* =i— x si trova 6'? = bC '-"■" Jar (i — jr)(i— a x) ma dallo sviluppo della (5) ottenendosi *^| = «[i+(i)%>+....J ed esscndo Sara pcrcio ,//.[, + (i)V+(^,)V+...]= e quindi r "U_ . II metodo die noi abbiamo fennfo nel tratla- rc r assunlo argomenlo e indipendenle dalla codo- sccnza del valore d' un cocflicienle qualunque b ?. Cio dee ripularsi per cosa mollo interessantepoi- che se sviluppiamo secondo le potenze di a il fatfore (I— a'x)~^ della forraola (2), che nel case di cai si Iralla riu- 3 a scendo sempre— ? — > o",eqaaIcheTona-f!_> i \—a I— a' AttiAccad. F. xvn. 6 38 portaa risultati piu seraplici e piu vantaggiosi di quel- li della (3) ; e qiiindi ci facciamo a valulare tra i designati limiti gl' integrali dei lerraiDi dello svi- luppo, raoltiplicalo ciascuno per 1' allro fallore d X y — ^ troveremo perfeltamente quelle slesso valore di ^i di cui servissi 1' autore della Meccanica Celeste per delerminare la H. Queslo illustre geometra tra- lasciando d' interloqiiire suU' integrazione della sua formola si fa solaraente a soggiungere concbiudea- do il suo scritto , ch'essendo sempre « minore del- 1 unita ivalori di ^(m,o): difalti poslovi 2 = 0 si trova 4.Ko) = 2L.+ ^^^ iTHnVH)^ J o pure come altronde e conosciuto 4i , + (-) „''+(^_LT_2j a"^... J Per venire all' applicazione delle serie che ci troviarao or ora assegnafe ricbiaraiamo dalla Mec- canica Celeste ( lom. i" pajj. 269) che tra i coef- ficienli clc' termini risullanli dallo sviluppo dclla po- lenza — m di I— 2a cos & ■\- a ha luogo la relazione (9)... .;.(^...-) ^ (•""') (''^"^) ^ (»'■'— >)^ 0"4-w-a) g ^L (CT,i-2) come anche quest' altra (.ft)..4C«-}-,,.)^ ('"-''X'-i'^')^^"''')'^'(''"i''"— 0 °'^("'''~' ) w(i— a ) Ira qiiclli dei termini della potenza — m., c — (//?+ 0- Cid iraporia che conoscendo i valori dei coefficien- ti>{'(w,o), ^{m^i) si conosccranno per mezzo di quelle formole, e per esserc in generate i valori di tuUi gli altri. Nella leoria dei pianeli pssendo m=~ ne deriva che bisogua solamentc co- noscere i valori di ^(^,0), ^'(vj i), i quali ci so- no dali dalla sorama delle due serie *a,o) = 2 [ , +(!)%'+ (,;^)%*+(li;|A«+... ] Quesle serie che si dcducono I una dalla (8) e Tal- j^lti y^ccad. Fol. xfii 7 4-2 tra dalla(7)non risultaoo tanlo convergent! che quan- d ) ct e una piccola frazione. Se percio che i geome- tri Tanno uso di quest' altre ^(-^,o)=.[ .+(i)V+(ii)V+(^^)V+.- ] , I , r i.i 2 I 1. 1-3 4 1.3 1. 1. 3. 5 6, "I (_-,x)=-a|^i---^« -^.^-^« _~ .^^__« +... J che convergono piu rapidameale, e cho si ottengono con fare»2 = — j nei valori di 4.(^,0), 4'(OT,i).Asse- gnati prima i valori de' coefficienti 4' (— ^,o),v}/ (— i, i) per mezzo della somma dei primi undici o dodici termini di quest' ultime serie, io che basta uella teo- ria de' pianeti, e dei satelliti, si ottengono poscia i va'ori de' coefficienti 4^(^,0), v^(^-, i), da cui tutti gli altri dipendouo, merce ie note relazioni (12)... v!.(i, l)= , 2, 2 (i— a ) le quali si deducono dalla (10) allorche si pone ??? = — V, e poi successivameale i=o ed 1=1. Co:isiderando che un tale calcolo risulta raolto Inngo e penoso abbiamo tentato trasformare le due serie che ci danno i valori di v|. (4-, 0), 4^ (^, i ) 'in due altre che fossero moUo piu convergenti. Ci trovia- rao avere cio oonseguito rimpiazzaado la prima se- rie per mezzo di ua altra ordinata secondo le potenze del logaritmo iperbolico di 4.3 c trasforraando la seconda in quest' allra (l3)... 4^(i, l)=a[vK^,0).-y— l) in cui y rappresenta una quantila ausiliaria , che vicne delerminala dalla y=(T) • 2 +(34) 3 +(i4:6'^""4+'' Qiiesla serie che ho pure Irasformafo in un' altra ordinala secondo le potcnzo asccndenli del logaritmo neperiano dcUa stessa quantila , puo esprimersi in funzione del coefficiente 4.(^,0) raerce un' espres- sione che merita essere nolata. Difatti moUipHcando \w\ pa.1 il valore di y, differenziando rapporto ad ■J. il prodollo che ne risulta, e delerminando le quan- tila p.q sotto la condizionc di far sparire in tulli i termini i divisori dolle potenze dclla a , troverassi la ciiiiazione differenziale di primo ordiue a coefficicnti variahili che intcgiata ci da a ^ Altenendoci al metodo d' integrare per parti nello efibtluare 1" integrazione del secondo memhro di que- st" ultima equazione, e per seraplicita del calcolo os- primendo con v^ la funzione 4,(7,0), otlerrassi il ri- snllato oh' e molto uotahilc, c ch e scrilto senza costantc arbilraria perche ad «= o corrispondendo y==o, e ,^ = 2 si trova C = o. II valore di 7/ ricavato da quesla cquazione e sostiluito in quello di 4^(1, T ci somniinislra quest' altro risuUato che non e meno notabile. Per avere intanto le serie che ci danno i va lori dei coefficienti 4^(i,o), ^^(p, 1} poniamo a" = I — z e ci proponiamo trasformare la serie generale di cui le proposle sono im caso parlicolare, in una altra ordinata secondo le potenze del logarilmo iper- bolico di z. A lale effeUo facciamo , +.7/'' a^+i>/') a^+3p^ J'-^m'^) «^+- = e per conseguire i valori delle J cbe funzionano da quanlila indeterminate indipendenti da z vi met- tiarao per a^ d\ ecc. i loro valori , cbe in gene- rale ci sono dati dall' esprcssioue a. == (i — £). Cio fatto troviamo, dopo essere stale ^flettuate le riduzioni, il risultato 45 nel quale i valori dclle V " , che sono stale adope- rate per semplicila del calcolo, si deducono dall'e- quazioai /^"Uj/V Ji/U m'''+ m'\ Jlf'+..- ^'>=#V2.V^V 3^/V A^i'U b'j/^+... f-^'U^/Vi^/V io^/V2oJy^V35j/V... ec, ec. equazioni die, forraando i cocfficicnfi delle iJ/le serie dei nuraeri figurali,sono mollo facili ad essere co^lrui- te. Onde coDseguire pero Ja dclerrninazione delle ^ inelliamo nell' espressione prccedente in vecedis il suo valore z=iA-/z4--l zA — \l -+••• ' 'a 2. o espresso dipendentemente dal suo logarilrao neperia- no ; ed eguagliando tra lore i termini ruolliplioati per la medesima poteuza del cennalo logaritmo di s, troveremo e in generale Sostilucndo in queslc formole i ralori delle F . ed ordinando rapporlo alle 7?/, troverassi AUi Accad. V . xvii. 8 4.6 e quindi in generale I' espressione + •] che puo scriversi solto la forma simbolica /"^= -' '"T "7" A3'"±^>1^^ ja cui il segno superiore apparliene a v impari, e r inferiore a v pari. Applicando gli oltenuti risul- tali air espressioni formanli i valori dei coefficienti ■J'CtjO), 4'(i, i) e faceudo lz=\ , olterransi le serie 1. I. 3. S x^—'^-jJ^^^^^^ 4.16.36.64. 4.16. 36. 64.100 I. I. 3. 3. 5. 53 6 1. 1. 3. 3. 5 7. Sg^ '^ 4.i6.36.64.ioo.i44 "''4.i6.3'6 64-ioo.i44"i96 I. I. 3. 3, 5. 5. 7. io33 j,^__.,, ... "" 4-i6. 36. 64-100. i44-'96'a56 47 ^— _! .e 3A T^^g2g^ "''4.16.36.64.. 5'" I. 3. 3. 5. 53 5 I. 3. 3. 5. 7, 593 .^6 , 4-'C-36. 64- 100.6 4-i6.36.64.ioo.i44-7 I. 3. 3. S. K. 7. io33 . 7 J ; i —X'j.-" 4- 1 6. 36. 64. 100. 1 44- '9^-8 le quali ncl mentre die risullaoo piii convergenti di tutle quelle clic si Irovano sopra rapporlale hanno anche il vanlagi^io cbe i coefficicnti dell' una sono Icgati a qiiella dell' altra mcrce un rapporlo ch" e seraplicissimo. Se indichiamo con P il cocfficien- tc die molliplica la polenza 72-j-i di x nella prin^a scric, e con j^ qucllo cbe molliplica nella seconda la potenza cnncsima dcUa stessa quanlila , trovere- rno r esprcssionc Q = — 4(«+i) P per r accennala relazionc. Un' altro rapporlo, ch" e pure marcalo , si puo asscgnare tra i coefficiecli 4'(7iO)t 4'(t) 0 merce la formola die veniaruo di trovare. Difalli inoliiplicandola prima per x", e facendovi poi successivameule ?j=i=2=3=ec. si oUengono 1' equazioui Q'''y.=-A.2P'\ q'" >'— - -4.3y^.^ e<=' >3— - -44/^^^^' ec. x* ec. -A.S/'^'^.^ AS Je qiiali addizionate ci danno A{2P^\-\-^P^'\,^+AP^^^x^+ ) o, cio che torna la slessa cosa, Se ia quesla espressione in vece di >. si mette il suo Talore X = /z = /(i — a ) si ricara e quindi dalla (i3) la relaziooe 4'(|:,l)=.[^4-(a-i)(g)], la quale, cangiando vp(i, o) in P„ , i'Ci, i) in P,, ed a in a., si deduce come caso parlicolare dalla for- mola I — a assegnata dal sig. Legendre ncl sccondo volume dei suoi EsercizJ di Calcolo Integrale. Frattan!o per dare un' applicazione delle serie che abbiamo precedenlcmente assegnafo ci propo- niamo trovare il valore di ^ (ti o) nel caso il piii sfavorevole ch' e quello in cui a. rappresenla il rap- porto della disfanza media di Venere alia dislanza media della Terra. Per queslo caso esseudo ( Mec. Cel. torn. 3. pag. 7/. ) 4-9 a = 0^ 7233 3 23o sara \ = lz = l { I — a^ )= — o, 74'06783 5, 0 qiiiiuli, dopo cssere slate cfTolfuale le sostiluzioni e Ic opcrazioni, ^(^,o) = 2,S86374-. Qucslo risullalo che e stato conchiuso con valulare sollanU) i primi sette termini della scrie (i4.) sino ad otto decimali non difforisce da qiicllo della Mecca- nica Celeste, rapprcseulalo ( Tooi. cil. pag. 72 ) da vP(i,o)=2, 386343, che di 0, ooooS i; differeoza trascurabile, c che quasi s' annulla se si considera ch' esscndo iu que- slo caso ( Mec. Cel. torn. 3. pag. "jf ). vj/f — 4, o)==2. 271591 64- 4- ( — ^, I )= — 0,672 263 2 1 D I si conchiude dalla (11) 4.(-i,o) = 2, 886371. Le serierappresenlanli i valori di ^p (^,0 j, 4'(7,ij, da noi prodollc sollo la forma (i4-), e (i3)risulla- no di f;rande utilila aella valulazione dclle Irasccn- deuli che sono rapprescnlate in gcneralc dalla 21 J X ax trova Difalli sc nella (2) in voce di x si raetle x' si 5o /»i X ax J„ y ( I— a:^)(i— aV ') U Qiiesto risultalo dipende, com' e facile rileva- re, dal calcolo delle /-•I X dx Jo y(.-x'-)(i-aV) che si possono valulare per mezzo delle (i4'), (iS), e di ciii la seconda molliplicala per a e sottralta dalla prima ci somministra ( dxy\i — ax) Tr./i \ ./I \n Altre espressioni piu complicale si possono ancora valutare merce le precedenti. Per farlo vedere fac- ciamo nella — ^ -=\ ^ (i,o)+v},(i^l)coiu+4.(|,2)co4 2«+- V (i — 2a coi «+a ) in cui i coefficieuli vl^(^,2") hanno luogo qualun- qiie siasi il valore di «, ?< = o ed w = )r . Cio fal- lo, otterremo le due serie ri=i>KT,o)+4^(i,i)+- + (i,0+- i:^ =T>^ (^, o)—4' (i, I )+•••+ 4- (i, 0+ - che prima sommale e poi sotfratte ci danno I -a' I — a 5i = vK|,o)+2.^(i,2)+24'(■-,4.)^-• = '^(i, i)-h>Ki,3)-}-vKi,i;)+... Soslituendo in qiiesle esprcssioni i valori de' coeffi- cienli v^ (^, o),v).(^, I ), ec. cc. die in generale ci sono dali dalla ^(i,z)=^ __ W f ^ ' .3. V(' x^'jar e coHsiderando che i valori di / si cstcndono da t=zo ad 2 = 00 si oltcngono i risullali _'^^Jx r rvKi-,0) s: (.-a^x^)V(,_x^)(x-aV) iA^-a'') 8a^ J (I -a"/) a: (/x -V (,_a,^)(,_aV) 4(i-a^) dei quali il secondo molto nolabile ci fa rilevare r inlegrale definilo di quest' ultima trascendcnte po- tersi, quantunquc molto composla, ollere per archi di ccrcbio sotlo espressione fiaila e semplicissima. N.B. Era gia imprcsso il primo foglio dclla prcscnle mc- moria qiinndo mi vcnno nmuinziato die la rorrezione alia formola del sig. Laplace, da me nolala alia png. 36, era slala pure mar- cata dal sig. I'lana. Fu dopo tale iiolizia die io ehbi la premura farno nicnzions nclla pngina dlata, scbene non mi fosse stato indi- cato in quale parte delle sue opere, e in quale occasione questo c- gregio geometra I'abbia nutato. DELLK C01¥CIIIGLIE TIVE.lfTI E FOSSILI DI SICILIA ESISTENTI NELLE COLLEZIONI DEL DoTToa ANDREA ARADE3 E dell' estirto 4B1TB p. EMILIANO GUTTADAURO casdbse MEMORIA IV. SEGUITO DEI GASTEROPODI let fa nella seduta or dinar ta del di 23 a^osio jS4o. iiit. Accad. Vol. xvn. @®®^@®€'®S(i#Sa®S®t®@©3S'B^S® SPECJE XLIM. ELICE J BOuDI ROSSI (II ancarnata jliiil.y //. lesla subylobosa^ depressiuscula^ perforata peUucida , cornea; spira promimda; lahro marcjine ruj'escente^ subrejlexo. Helix incarnala-ViwW. Verm. p. 63, n. aag. — Drop. Moll. ler. pi. 6 f. 3o — Laink. Aoim. saus. Vert. t. 6, p. g: — Mandralisca-Calal. pag. id. CoDchiglia Irovala dal cbiarissinio Barone Maa- dralisca nella montagoa di Grallieri , c iicllla Rocca di Cefalu , e da noi nei dintorni di Mililello. E ad ombelico aperlo , cornea, colla spira proniinenle, al- quanto depressa , e col margine del labbro rosseg- gianle , c quasi ripiegato. Diam. 5 Iin. e '- Collez. (A.G.) SPECIE XLiy. ELICE DEI NEBIiODi {H.Neerodensis Man.) //. tesla diacoidea^ depressa^ solidiuscida^ al- bida unicolore^ aut j'usco-J'asciala^ trasversi/n stria- ta; anfraclibus quiiiis planiusculis , ullimo laeviter carinalo , subliis convexo; aperlnra ovn'i-obliqua , fauce lulenla^ labro acitlo subreflexo ex parte umbi- licum oblegenle. Mandralisca-Calal. dei Moll. Icr. e fluv. delle Madonie pag. 17. Aniinale bianco-grlgio, luUo zigrinalo , con due fasce nerogaole al di sopra; tentacoU superior! lun- — 56 — «i ghissimi , gl' inferiori corti, Muscolo relrattore poco visibile. Concbiglia discoidea, schiacciata, ua p6 solida , bianchiccia, unicolore, o fasciata , ora con due, ora coa tre serie di fasce composte di maccbioline bru- ne iolerrolte , striata Irasversalmenle ; giri di spi- ra 5, un p6 piani , T ulliruo leggermenle carinalo , solto convesso ; bocca ovale obliqua , inlernameDte giallognola; labbro taglienle ripiegato ia fuori vicino r ombelico, il quale ne e in parte ricoperto. Diame- tro i4. linee (ftJandral. O.C.) Trovasi questa specie, cbe noi crediamo ben di- slinla dalla Serpentina e globularis ^ attaccata alle pielre calcaree delle somcnila delle Madonie. Collez. (A.G.) ELICE VIRAMIDATA {H.ptramidata Drap.) H. testa conica , plm minusve depressa , basi lata^ umbilicala^ alba aut Jasciata^ aperlura depres- sa. labro Vitus ma'ginalo ., simplici; vertice Jusco ^ obtuso — Helix pyramidata. Drap. Moll. ec. p. 80, pi. 5, f. 6 — Lak. t. 8. p. 77. — Philip.^. i34- — Mandral. O.C. p. 17. Concbiglia conica, piu o meno scbiacciala, col- la base larga, ombelicala; bianca o fasciata, 1' aper- lura coinpressa , col labbro inleriormente marginato; il verlico fosco ed ottiiso — Varia inoltissiaio per Jo nuraero e la disposizione delle fasce , per la forma piu 0 meno scbiacciata e il colore dell' apertura. Tro- vasi abboudaute aei luoghi maritimi, e principahnen- le nella ptoja ed arena di Calania— Diametro sei li- nee— Collez. (A.G.) SPECIE XLVI. ELICE DI CALCJRA (H.CjLCkRJE No)).; H. testa orbiculalo-subdepressa^ umbilicata^ te- nuis pellucida , cornea; spira oblusa , labro simpli- ci aculo. H. olivelorum Gmel. valde ajjinis , sed minus umbilicala^ unicolor^ apertura ovalo-oblonqa. Conchiglia crbicolare quasi depressa , ombelica- la, fenue, Irasparenle, di color corneo; la spira ollu- sa; il labbro seinplice acuto. Quesia specie, la quale rivieosi nei dialorni di Palermo e precisamenle sul moule Ciicoio , e mollo affine, alia H. Olivelorum , ma ne differisce per le slrie meno pronunziale, le siihire dcgli avvolgimenti mcDO imprcsse , il colore uuiforme, 1' aperliira piu scbiacciata, e 1' ombelico assai piii slrello. Diametro un poHice, allezza 5 linee. Godiamo poler intilolare qiicsta specie al noslro amico Dr. Pietro Calcara esperio mineralogisla e ma- lacologisla palorinilaDO ia alleslalo di verace slima, Collez. (A.G.) SPECIE XLVII. ELICE LUCIDJ {II.NJTiDj Mull.) H. testa orbiculatodepressa, umbilicata^ tenui. — 58 — peUucida , minutissime striata , corneo fusca; labro simplici acuto. II. nitida Mull. Verm. p. 82 n. 234. — Dau- deb. Hist, des Moll. n. 218 — H. nitens. Gm. p. 3633, n. 66 — Helix lucida. Drap. moll. pi. 8 fig. ir, 12—- /T. nitens. Mich, compl. a Drap. p. 44 pi. i5, f. I, 3 — Mandraiisca pag, 21. Conchiglia orbicolare , schiacciala , ombelicata , sollile, trasparcDle raiuulissimaraeate striata , di color corneo-fosco; col labbro semplice acuto. E stala trova- la dal Barone Mandraiisca nelle Madonie conlrada Fol- pignano e Nepilalva — Diaraetro poco piii di 2 liaee. Collez. (A.G.) SPECIE SliYMI. SLICE DI ARADAS {H.jradjsii Mandral.) H. testa globoso-conica , perforata , subtenui , tonqitudinaliter striata, aafractibus senis, rotundatis, fascia uniea brunnea interrupta cinctis; apertura rosea., rotundala , peristomate inlus marginalo , la- ■ bro simplici.— Mandraiisca. Nola di talune specie di Molluschi ec, pag. 6. Coocbiglia globoso-conica , perforata , alquanto sollile, bianchiccia, longiludinalmenle striata; con sei giri di spira roloudali , cinli da una sola fascia bru- na ed interrotta; bocca rossa, deulro margioala; lab- bro semplice. Lunghezza 5 linee ~. Larghezza 4- t* E stala trovata la prima volta dal cbiarissimo fav. de Schwerzenbach da Zurigo, ed indi dall'egrc- cio Barone di Mandraiisca negli orli del panlano del argo presso Messioa. Collez (A.) -59- SPECIE XLIS. ELICE DELLE RUPI {H. rupestris Drap.) H. globoso-conica ^ umbilicaia^ brunnea^ aper- iura rotunda^ labro simplici. H. rupestris. Drap. Moll. ter. p. 82, pi. 7, f, 7 9. — Philip.Eaum. Moll. Sic. p.i3o. — Mandra- lisca. Catalog, dei Moil. p. 22. Concliiglia globoso-conica , ombelicala , bruoa , coir apertura rolonda, e 1 labbro semplice. LuDghezza lin. i. Largbezza i. Trovasi al monte Erice , ed in tutte le rocche calcaree delle Madonie, specialraente sopra Collesano ia Santacroce. Collez. (A.G.) SPECIE L. ELICE MINUTA {H.minuta Villa) H. testa minima , umbilicata , sub-orbiculata , depressiuscula , glabra^ pellucida , nitida; apertura anguste lunata; peristomate simplici acuto. CoDchiglia mollo piccola , ombelicata , quasi or- bicolare ed alquaoto depressa , levigala , trasparenle , lucida , coir apertura streltamente lunata , ed il peri- stoina semplice ed aouto. Trovasi rarauienle nella plaja di Catania] e al- ia - di linca, e larga mezza lioea. " Collez. (A). — 6o — SFEiCIIE lil. ELICE SCHPFERZENBJCH (Yi.scnirERZENBJCBii Calcara) H. testa minuta ^ orbiculata; tenuis pellucida., glabra , corneo-Julva , late umbilicala ; anj'raclibus 3 conoexis, ultimo magno tnjlalo, apertura rolundata palula^ labro simplici acuta. Calcara monogr. dei gea. Spirorbis e ^uccinea. Giorn. Letlerar. n. 226. Conchiglia assai piccola, orbicolare, lenue, pel- lucida , liscia , di color corneo-leooino , con Ire ar- volgimenti di spira coovessi, 1' ultimo dei quali e as- sai ringoofialo; largarnente omhelicala , coll' apertura larghissima e rolondala, ed il labbro semplice ed acuto. Quesla specie raolto affioe alia H. pygmoea di Drap. e dalla quale differisce per la grandezza , la forma ed il numero degli avvolgimenti , e slala rinvenula dal diligentissimo ed egregio Dr. Calcara nella conlrada di Bello Campo presso Palermo, e nel- le vicinanze delle spoode dell' Oreto atlaccata alle pielre. Diaraelro \ di lioea. Collez. (A,) SPECIE UI. ELICE DI CUPJNI (E. cupjni Calcar.) H. testa parva., orb'colato depressa., corneo-ful- va , inferne convexa , late umbilicala , anfractibus 2 3, sutwis impressis., superjicie punctulato-scabra^ subpilosa^f labro team., simplici. Calcara Ceaa. lo- pogr. dei dint, di Teriuini — Paler. i84-2, pag, 32. — 6i — Conchiglia piccola, orhicolare-dcpressa , di color cornco-lcouino , al di sollo couvcssa , e iargamcnto orobelicata ; avvolgimenli di due a Ire, colic sulure imprcsse; la siiporlicie piinlcggiala , ed alquanlo sea- bra e pelosa; il labbro soUilo, e seraplice. Diamelro Vdi linea. Collez. (A.) SPECIE LIII. ELICE MAIUTIMa {^I.maritiua Drap.) H. tesla orbiculnloconoidea^ siibperforata ^ al- bida , Jascis arliculalis Jusco aid nigio tnacttlads cincla; lubro tenui. aculo. II. maiitima. Urap. Moll. pi. !5 , fig. 9 10 — Payr. Cat. p. 100, n. 2oy. — I\]icli. Compl. a Drap. pag. 16, n.)3 — Lamark. cS, pag. 6S, 11. 88. Concljiglia orbicolare, conoidca. quasi ombelica- la, di color biancbiccio, ornala di fasce arlicolale di color fosco o iicro, a labbro delicalo, aculo, 1' ullinio avvolgiuienlo c ordinariamonle alquanto carcoato. Trovasi noa di frequenle uella plaja di Cata- nia— Diamelro 4- I'nee e ^. Collez, (A. G.) SPECIE LIV. ELICE CIJSTA (II. ciNCTA Mull.) II. leala globidosa^ venlricosa, sublus convexa, tmperj'ovata, fuscescenle, zouis duabus tribiisve fusco- Au. Accad. f'ol. sru. 10 — 62 — nigricantibus ciiicla ; spira conoidea , longitudinali- ter , trasversimque striata , aperlura marginibus Jusca. H. cincla. Mull. Verm. p. 58, d. 25 i — Gualt. Ind. lest. pi. 2, fig. B. — Gmel. p. 363o, n. 56 — • Mich. Comp. a Drap. p. 17, n. 22, pi. i4., fig. 2, — Poli Test. t. 3, pi. 54, fig. 3, 4 — Calcar. Sup- pi. alia Eoum. di Filip. pag. 2, arlic. eslrat. dal Giorn. di Scien. lelt. ed art. per la Sicil. CoQcliiglia globbosa, ventricosa, inferiormentecoa- vessa-, imperforala, giallaslra, cinla di due a tre fa- sce di color fosco lendenle al nero ; la spira conoi- dea; longitudinalmente e Irasversalmeute striata, coi- r aperlura ed i margioi oscuri. Si iegge nella citala opera del sig. Lamk. coila aggiuuta dei sigoori Desbayes e Milne Edwards che la specie in discorso e assai couiune in Italia, in Si- cilia ed allrove. Le nostre ricerche ci assicurano che in Sicilia la H. cincta e molto rara , anzi appena della esislenza di essa nel nostro suolo ce ne fa si- curi il nostro amico Dr. Calcara cbe 1' ha trovalo nei dintorni di Palermo sulla montagna di Gallo. (Calc. Supplim. a Philip.) Altezza 9 lin. -7. Diamelro lin. 10. CoIIez. (A.) SiPECIE I.V. SLICE LEV I GAT A (^.glabella Drap.) H. testa siibdepressa, perforata., laevi., cornea., alba vel fuscescente., apertura semilunaris rotundala; labro subemavginato. — 63 — Drap. l\Ioll. p. 102, pK 7 fig. G — ll.rufescen.s- Turlon. Won. p. 67, n. 28, pi. 3 — Mich. Compl. a Drap. p. 27, n. 4-2. Concliiglia poco dopressa, perforata, sottile, Ira- spareule, di un giallo osciiro, levigala; con spira di cinque giri , dei quali l' ultimo quasi carcnato , con fascia biancaslra poco inarcala sulla carcna , conves- so al di solto, 1' apcrUira semilunare, arrolondila; il labbro quasi smarginalo. Trovasi rarissimamente nolla P/a/'a di Catania senza I' ammale. Diam. 2 lin. \. Allczza lio. i \. Collez. (A). SPECIE i,¥S. ELICE CRISTJLLINA (E.cristjllinj Mull.) H. /esfa minima, perforata^ depressa ^ Candi- da^ nilida, dinp liana. H. cristallina. Mull. Verra. t. 2, p. 23, n 228. — Drap. Bloll. p. 118, n. 56, pi. 8, f. i3 a 20 — Mandva. Moll. lerr. pag. 22, n. 28. Coucbiglia piccolina, perforata, schiacciata, bian- ca, lucenle, Irasparente. Trovasi r.'ira nella ploja di Catania, ma abbon- dante nolle Madonie ne' luoglii umidi specialmcnte in VolpignanOy Nepilalva, e Passo di bolte. Diamelro sino a tre linee. Collez. (A.G.) - H- SIPIECIE E,¥EI. ELIC^' DESHJYES {H.deshjyesii Calc.) II. testa ininutissima conico-depressa ^ cornea- fulva anfractibus qualuor convexiusciiUs , longitudi- naliter elegantissinie striato-costulatis , sublus late umbihcala^ labro simplici aculo. Calc. Imparziale anno V, iS^i, i5 apnle n. 7. Conchiglia eslremamente piccola da reodersi ia- osservabile senza 1' ajuto del microscopio , esseodo il suo diamelro non piu di ud quinto di linca; coaica depressa ; di color di corno l(fonino, coo qualtro av- TolgimeDli di spina appeoa convessi, ioDgiludinalmen- te , ed eleganlissirnamcnte striali c coslolati , al di sollo largameute ombelicata, col lai)bro semplioe, aculo, Trovasi a Palermo, uel fiume Oreto., ed in quel silo precisamenle, cbe noiuiuasi Pontedi Corleone. Collez. (A. G.) SPECIE liVIII. ELICE DI FILIPPI (II. Pbilippi Testae). H. testa parva., ofbiculalo — subdepressa , su- perne convexiuscula , sublus subplana , iimbilicata , cornea., subepidermide alba., duriuscula, oblique loii- gitudinaliler tenuite"cque striata ; anfractibus o-6\ npertura ovato-obliqua., subdepressa.^ labro simplici acuta. CoDcbiglia piccola, orbicolare, alqiianto depressa, supcriorraenle uq p6 convessa, al di sollo ombelicata, — 65 — (li color coroGO, e biaaca sollo 1' epiderraide; non moUo delicala, ed oraata di slrie obblique longiludina- li e sotlilissimo; avvolgimpnti della spira cinqiioasei; aperliira ovale obbliqua alquanlo scbiacciala, col lab- Lro soiijplice aculo. Affiae alia h. csllaria questa specie ne diffori- sco pj' caratlcri scgueuti. Piii coavessa al di sopra, iin avvoIgiiiKMilo di piu , iix no leuue e senza la lu- ccnlezza propria di qiiella, gii avvolgimenli gradala- meiile decrcsoeuli; 1 oiiibelico piu strello, F aportura pill scliiacciala. E quesli caratleri sono coslanli. Ci e slala coinonicala come nuova dat cbiar. sig. Tesla, il quale i' ba rinvenulo iie dinloroi di Palermo , e Doi non laidiamo a pnbblicare la di lui scoverla, cbe gli e piacinio veoisse resa di pubblica ragione iu qucslo Catalogo, e con cui ba volulo rendere un Iri- bulo di lode al prof. Filippi da Berlino. Diamelro Iin. A. allezza Jin. I7. Collez. (A. G.) SI?EOE \,W. ELICE DI TERFER {H. TERVEnii Mich.) //. iesla orbicidalo-depressa.perfo'-ata, sirialiila^ nitida^ albida aiU rufa, nUjro vel grineo diverse ma- culata^ aut punclala; anfraclibua quinis cut senis sub- planis^ ultimo ad peripheriam carinato\ apertura se- milunari perislomale inlus albo, uni vel bimarginato^ subrejlexo; apice nigricaiUe. 31icb. Coropl. a Urap. pag. 26, pi. I A, f. 20-22 — Mandr. Nola di alcune specie pag. 7. GoDcbiglia orbicolare depressa, perforata, legger- — 66 — mente striata, bianca o rossastra , ornata di macchie 0 punti neri o grigi; avvolgimenli cinque o sei quasi piani, 1' ullitrio uella perifcria carenalo ; aperlura se- railunare; labbro interoameule bianco, foruito di uno o due niargini , quasi ripiegalo; apice nericcio. Trovala dal Piraino abbondantemeule in Siracu- sa, e da ooi iu Agosta con tulle le variela. Abbia- mo ivi osservalo gl' individui adulli mancar di care- na. Diam, lin. 7 a 7 |, allezza lin. ;> ^. Coll. (A. G.) SPECIE LX. ELICE DI OLIVIER (H. OuFiEm Mich.; H. testa orbiculato convex a , depressiuscula, cornea, pellucida^ nitida^ perforata; rima umbilicali perangiista; anj'ractibus senis convexis\ aperlura SU' brolunda, labvo marginato^ inlus J'usco; exlus albido^ subiejlexo\ apice papillaio. Micb. Compl. a Drap, p. 25, pi. 7, f. 3, 1\ — Mand. 0. c. p. 6. Concbiglia orbicolare coovessa uo po depressa, di color corneo, diafana, lucida perforata; con aper- lura ombelicale slretlissiina; con cinque avvolgimenli di spira convessi ; aperlura quasi rotooda , labbro rnargiualo, ioteriormente fosco , all' esteruo biancbic- cio^ appena ripiegato; apice papillaio. Specie riuuila dapprima dal Drap. alia h. car- thusianella ; ma dislinta assolulamente dal Mich, giaccbe come e facile osservarsi , essa e di quella pill piccola, meno depressa, con aperlura piii rolon- da, colore piu corneo, e piii diafana. Trovasi lungo le sponde dell' Anapo presso Si- - 67 - rarusa, e raramente ne' dinlortii di Calania, noi nc abbiamo rinvcnuli alciini individui nel silo Sciara di Daniele. Diam. lin. 4-^, allezza lin. 2. Collez,(A.G.) SPJECJE liXI. ELICE AFFOLTA (H. Obvolvta Miill.; H. testa or bicolalo plana ^ umbilicata , glabra , corneo—j'iifescente; spira subconcava; aperlura, tri- angularly labro margine albo , reflexo , exlus sinii dislincto. Mull. Verm. p. 27, n. 229 — La Feloutee a bouche Iriangulaire. Geoff. Coq. p. 46, n. 12 — h. bilabiala Ulivi p. 177 — h. trigonop/iora Lk.lourn. d' hist. nat. pi. ^2, f. 2 — h. holosericea. Gml. p. 364-1 — h- obvolula Calc. suppl. a Filippi pag. 3. Concliiglia orbicolare piana, ombelicala, liscia, di color coraeo rossastro; colla spira quasi concava; aperlura triangolare; labbro con margine bianco ri- piegalo, al difuori dislinlo per un seno. Trovasi a Mcssiua ncUc vicinanze del Faro. Noi ne abbiamo rinvemilo (re eseniplari due giovani, ed uno adulto nella Plaia di Catania. Diam. lin. 5, altezza lio. i. CoUez. (A. G.) SPECIE ILXIJ. ELICE B ELLIN A (II. Pulciiella Mull.; //. testa mimitissima ^ orbicolato-deprcssa , umbilicala alba aut cinerea; labro margine crasso.. — 68 — albo^ rejiexo. — ^ Miiller Ferm. p. 3o, n. 282 — k. coslata ejusd. p. 3i, n. 2 33 — /*. pulchella Drap. Moli. |)l. 7, f. 3o-32 — Payr. Catal. p. 102, n. 218 — Mnnd. Catal. p. 23. Coocliiglia piccolissima, orbicolare depressa, om- belicala, biaoca o cinericcia; labbro col margine den- so, bianco, ripiegalo. Trovasi alle JJadonie nell' ex feudo Costa e Co- tnurie presso 1' acqiia del Sawbuco. Diam. non piu di una linea. Coll. (A. G.) SPIEC3E LXiJI. ELICE PIGMEA (//. pygmoea Drap.) H. testa depressa^ umbilicala, subtilissime stria- ta^ supra convexiuscula, immaculala^ cornea fusca; anfraclibus qualuov terelibus; umbilico palenlissimo^ labro simplici. Drap. Rloll. p. i i4, pi- 8, f. 8, g 10 — Mandr. 0. c. p. 23 — Lk. de Desk. t. 8, p. 86. CoDcbiglia piccolissima, appialtila , a spira poco elevata , composla di quallro awolgimenli convessi , finalmenle slriali , I' iiilimo de' qiiali non aogoloso, ne carenalo , ma largsmenle perforate ; 1' apertura quasi rotouda, a bordo destro sollile ed aculo. Trovasi alle IMadonie neil'ex-feudo Zurrica pres- so r acqua del Marchese. Diain. -, di liuea. Coll. (A. G.) SPECIE Lxav. ELICE LENT ICC III A {II. lenticvla Fer.) //. testa orbiciilato-depressa .^ utrinque conve- -69- xmscii/a^ late umbilicata^ pellucida., lonyiludmaliler irr('(jularitcr(]iie striata^ cornea; anfraciibus nep terns subplanis, nllhno carinato; apertiira depressa\ labro simplici^ semirejiexo. Fer. Hist, des BJoll. pi. 66 , f . I — Uelicnjona lenlicula Fer. Prod. p. Sy d. i34- — An cadem? Helix strialnla Lin. Sysl. nat. p. 12^2 — //. slriotula Colard Kiill. de la Soc. Lin. de Bor- deaux t. 4., pag. 98, n. 21 — Mich. Conipl. p. 43 n. 72, pi. i5, f. 1 5, 16, 17 — Carocolla lenlicula Phil. p. i36 — Mand. p. 22 — Lk. di Desb. t. 8, p. 128, n. 211. Piccola concliiglia, mollo appiallila, appcna con- vessa al di sollo, di color cornco; la sua spira c for- mala di cincjue a sci giri slrelli , de' qnali 1' ultimo e angolare alia sua parte superiore; tutta la conclii- glia e striata , ma le sirie sono pi\i marcale nel di- sco inferiore ; nel centre dell' ultimo av\olgimcnto si apre un largo omhelico; 1' apertura e piccola , nssai obbliqua; piii larga clie alta, angolosa laleralnienle, a bordo sotlile cd acuto, Trovasi in tulti i luogbi umidi sotlo le pietre. Diam. 4-5 lin. Coll. (A. G.) SPECIE LXV. ELICE DI GARGOTTJ {II. gargottje Phil.) //. tesla depressa^ supra plana ^ subtus convexa latissime umbilicata, anfraciibus ruia , temiissime granulosa; suturis inarginalis; aperlwa ovalo IriifO- na; labro albo ^ rejiexo ^ basi iiUus incrassafo, ali- quando sub-unidcntato . Desh. Encicl, mclb. Vers I. 2, p. 2l5S — Ca- -76- rocolla ericina Jan et Crist. Cat. p. 2 — Phil. p. \VS , tab. 8, f. 4- Conchiglia orbicolare, carenala, a color di cene- re con macchie fosche , al di sopra piano-convessa , al di sollo coavesso-turgida, senza ombelico, striata a strie lamelliformi, e sollilraente granolosa, colle sutu- re inarginate , e l' apertura ovalo-trigona a labbro bianco ripiegalo , e qualcbe volta i vecchi individui a preferenza offrono alia base del bordo destro una callosila assai doppia a fornaa di dente ottuso. La carena e raolto piu pronunziata nell' ultimo giro de- gii individui adulti. Ivi spesso i giri si elevano piii Heir ordinario, e danno alia concbiglia una forma co- nico-depressa. Secondo Desh. la Car selinuntina Phil, e una varieta della h. scabriuscula^ piu piccola, piii sottil- raente striata, e colla carena meno pronunziata: e le nostra ricerce confermano cio. Trovasi nel monte E- rice solamente. Diametro lin. 11 , altezza lin. /i, Coll. (A.G.) SPiEiCIE !LS.5I¥. SLICE OS CUR J {IlooBscuRATA Porro) H. testa aperta timbilicata, depresso-planhisco- la^ carina depresso-ovata^ nilida duriiiscida corneo- brimnea^ substriata; apertura ovalo depressa; obli- qua lunate ; perislomaie simplici , aculo , repando , anfractibus sex. H. obsciirata: Porro-Frar: Villa disposit: system, ec. pag. 56. — 77 — SPECIE LXXIV, SLICE OSCURATA {II. obcuratj Porr.) //. testa aperta umbilicata^ depresso-planiuscu- la^ carina depresso-ovata, nitida , duriuscula , cor- neo-bniimea ^ subslriata ^ apertura ovalo-depressa .^ obliqua lunata\ peristomale simplici^ aciilo., repan- do; anfraclibus sex. H. obscurala: Porro-Fral: Villa disposit: system: ec. pag. 56. Concbiglia aperlamente perforata , schiacciata e quasi piana, lucida , un p6 solida, di color corneo- scuro , quasi striata; coll' apertura ovale dcpressa, il labro semplice acuto, e con sei avvolgimeDti di spira. Fra i tauli individui della H. Cellaria da uno di noi trovali in 3Iilitello , ne abbiam rinvenuto al- cuni pocbissimi spetlanti alia specie sopra descrilta e Lea coDservati. Ci e sembrata la delta specie una varieta della H. Cellaria., piu schiacciata, piu larga- raeote ombelicata , meno delicala , e 1' apertura piu dcpressa, e piu obbliquamcnte lunata. Diamelro lin. 7 ^ allezza lin. i ~. Coll. (A.) SPECIE LXXV. ELICE BRILLANTE {II. nitens. Mich.) H. testa orbiculato-dapressa., ximbilicata., umbi- lico., pervio. tenuis diapliana^ nitida ^ minutissime^ longiludinaliler striata^ saepius corneo-fusca^ inter- Att. Accad. Vol. sfii. 12 - 78 - dum virenie albida^ sublus pallidiore] anfractibus qua- terms subplanis^ aperlura depressa^ obliqua espan- sa; parislomale simplici aciilo. GoQcbiglia orbicolare depressa ; ombelico assai aperlo ; sottile, diafana, lucente, leggermente striata per lungo, spesso a color corneo-scuro , qualche fla- la di una linla biaoca verdastra; giri di spira quat- tro quasi appianali, piu pallidi al di sotto ; apertura depressa, obbliqua ed eslesa, peristoma semplice acu- te; bordo laterale piu sporgeote del colounellare. E st'ala rinvenula dal B.oe Mandralisca alle Ma- donie , e da noi in Palermo , e nei dintorni di Ca- tania. Diamelro 4 Hn- altezza lin. i \ (i). Collez. (A.G.) GENERE IX- CJROCOLLA Lk. II genere CarocoUa stabilito da Denis Montfort e adoltato da Lk. compreode molle conchiglie le qaali spellavano un tempo al gran genere Eiice di Lin. II Barone Ferussac le ha classale nel suo quin- (i) Chiadendo per ora la enamerazione delle nostre Elici, ci fac- ciamo lecilo inserire dopo piii serie osservazioni e piii atlente inda- gini talune correzioni alia determinazione delle specie anleeedeoli. Le //. Graiiatelli J5iv. /^. Mandralisci liiv. h. perer/rina Rosm. sono perfetlamenle la i" fi. aculeala iVIiill. la 2" h. fuloa Miill. la 3" //. slriolala Pfeiff. Dippiii soggiiingiarao la nostra /(. riirjosa doversi dire ruqosula, giacche era slala descrilta da altri una eiice con quel nome; e finalnieiite e nostra op'oione la h. Grohmanni. Phil, esse- re una vanela della h. serpentina — 79 — (o sotlogoncre dclle clici da lui appelIa(o Helicigona. Ora per noi rilorcauo taliine specie di elici al siio geoere radicale , e uon sono piu carocolie , alteso maggiore esame sopra i caralleri dislinlivi di questo geucre, e dieiro la scoria de piii reccnli malacologi- sli. I caralleri della Carocolla sono: Conchiglia orbi- colare superioriiienle piu o raeno convessa e conica; giri angolari ed aculi; aperliira piu larga che lunga coDligua air asse della conchiglia; bordo deslro quasi angolare e spcsso inferiorraenle deolato. II Signor Lk. conviene che il genere in esame non e al pari di molli allri fissalo con precisione , ma necessario addiviene per istabilire una divisione di pill Ira conchiglie similissime , ii raollusco deile qiiali offre qualche diversita. SPECIE I. . CAROCOLLA ALBELLA {C. jlbella Lk.) C. lesla orbicularis supra plana , sublus con- vexa , late umbilicala , tranverse striata , alba aul lutescente; centra nigricante; labro siniplici acuto. H. albella L. Gm. pag. 36 1 5 — h. explanala Mill!, p. 26 — Planorbis marginatus Chemn. t. 126, f. 1 102 — h. albella Lk. t. 9, p. lig. Specie mollo bella e di forma orl)icolare, bian- ca, superiormenle pianisslma, lale da offrire una su- perficie orizzonlale; avvolgimcnli dcbolmenle distinli ; levigala cd ornala di slrie quasi scancellale; inferior- mcnle convessa , con ombelico largo ed aperlo a se- gno da scoprire lulla la spira ; aperlura quasi alia — 8o — quanlo larga, e quasi roionda, a labbro semplice acu" to; giri 5-6, il primo linlo di colore oscuro. Riporliamo per la prima volla questa specie co- me siciliana perche piu volte riovenula in Sicilia; e perche ooi De abbiamo ua iadividuo trovato neila plaia di Catania. Largbezza lio. 7, aitezza 2; aper- lura larga lin. 3, alia lin. 2 ^. Coll. (A. G.) SPECIE M. CAROCOLLA SCARPELLINO (C. lapicida lA.) C. testa orbiculan , superne depressa , subius convexiore^ late umbilicata, transverse striata^ gri- seo-cornea , maculis rubentibus picta , labiis margi- ne conlinuis^ rejlexis^ albis. H. lapicida L. Gno. p. 36 13, n, 2 — Sjst. p. 124.4 — Lk. di Dash. I. 9, p. i4.8. Conchiglia orbicolare, superiormente scbiacciala, aldisolto piu coDvessa , largaraenle ombelicala , tra- sversalmente striata, di color grigio-corneo, ornala di macchie rosseggianti. Apertura continua a labbri pie- gati biancbi. Siarao i primi a riporlar questa specie come si- ciliana , giacche ne abbiaoao rinveouto ua esemplare nella Plaia di Catania. Largbezza lio. 7, aitezza 3. Coll. (A. G.) GEITERE X. AMBRETTA (succinea Drap.^ Questo genere slatuilo da Drap. per V Amp hi- — 8i — bia ossia I' Ambree di Geoffroy , e per la Succinea oblonga di Sluder, e dal quale queslo ultimo aulore ha Irallo it suo genere Tapade^ cd Ocken il Lucena^ non veniva aramesso.da prima dal Lk. nc dal Fcrussac. II primo di quesli due sommi naturalisli nel genere amphibulima compreodeva le Succince di Drap. ; ed il secondo riunisce al genere Eiice quesle conchiglie, affermando clie gli aniracli delle succinee non otl'ro- no caralleri cosi precisi e singolari da fame un ge- nere disliolo. Onde i qualtro generi Succinea , Am- phibulima, Lucena, e Tapade veagono per lui ridot- te ad un solo sotlogenere di Elici appellalo Cocloy- dra. Come che le noslre osservazioni falle sullo ani- male vivente della Siicc. amphibia Drap., unica spe- cie che ci abbiamo in Sicilia , ci portiuo ad abbrac- ciare 1' opinione di Fcrussac in quanlo alia forma del gasleropode poco differeole da quello delle Elici, pu- re la forma della conchiglia lolalmenle diversa ed allre differenze ci fan no ammeltere il genere Succi- nea tanlo pill che poscia dalle slesso Lk. ed univer- salmenle vedesi ricevulo. SPECIE mivici. AMBRETTA ANFIBIA (succinea amphibia Drap.; S. testa ovato-oblonga , temdssima , pellucida , spira brevi ^ apertura inferne dilatala subverticali. Drap. p. 58, t. 3, f. 22, 23 — Lk. vi, 2, p. ii^—Pfetf. I, p. 67, t. 8, f. :';6-38— /i. putris L.Gm. p.BSSg — Fer. Tableau n.g, t. 12, f. 4--io. Goochiglia ovale alluogala,-delicalissima, traspa- — 82 — rente, colla spira breve, di color giallo cbiaro; aper- tura inferiormeole dilatala, quasi verlicale. Non si rinviene in Catania, ma in Agosta , Si- racusa ec. Altezza lin. 8, larghezza 3 ~. Coll. (A.G.) GENERE XI. TESTJCELLA faure biguet (t) II genere Tcslacella, che ba de' rapporli co'Li- raaci, e colle Parniacelle, viene distinto dalla piccolissi- rna concbiglia, cbe ricuopre 1' eslremita posleriore del- Taniniale. E curioso I'osservare dietro le comparazio- ni fisiologicbe del Cuvier, cbe la cavita brancbiale e sila mollo in avanli nel corpo de'Limaci, Del mezzo in quelio delle Parmacelle , e nella parte posteriore Delia Testacella. Or quest' organo delicato in detli gasleropodi viece difeso sia da uno scudo, cbe rive- ste un pezzo lestaceo, sia da una concbiglia esterna. Cos! per tali riguardi la TeslaccUa fa parle della fa- miglia Limaciens di Lamarck. E pur troppo diffici- le osservare F animate vivenle e conoscerne i costu- rai, giaccbe costantemcnle abila sollo terra , dove si Dutrisce di lombrici. Finora non ci e dato , cbe ri- portante unica specie di Sicilia. (i) L' esserci pervennle lalune specie doj)o la pubblicazione delle Elici. Carocolle, ec. ci ha fallo (osporre a fjuesle i geiieri Testacella e Vilriria , i qiiali doverano precederle : inoltre e giuslo qui avvisare ai leggilori, che noi, attesi i lavori de* piii receiili malacfllogisli , sti- miaoio opporluno addurre qaalche modificazione al metodo di classifi- care del Sander liang. Cosi abbiamo snodalo in generi distiiui piii sotlogeoeri del medesiino. — 83 — SPECIiE SjMCA. TEST AC ELL A A FORMA DI ELMO (T.ujlw- TJDEA FJURB Big.) H. testa minuta^ haliotidea , depressa , supra convexiuscula; strits^ concenliicis ^ arcuatis ^ tran- sversim exarata , spira mmmm , aperLura amptis- sima ova/i, labro sinislro involulo. Four Big. Bull, ties sciec. n. 6i — Drap. 121, pi. 8, f. 43-4-8 — Cuv. Ann. dii Mus. 5, p. 44-0, pi. 29, f. 6, 7 — Lk. t. 6, 2, p. 52 — Calc. Esp. de' BIoll. di Palermo p. 4- — Teslacella europea. De Roissy Buff, de Woil. t. i). Concliiglia piccoliua, eslerna, quasi a forma di orecchio, depressa^ al di sopra un p6 convessa; con rudiracnlo di spira di un giro e mezzo all' apice , con slrie o scgoi di accrescimento Irasversali, arcua- li; aperlura grandissima, ovale, obbliquamenle eva- sala, a bordo colonneilare invoitalo. Rinvenuta da prima in Uslica dal Sig. Andrea Bivona , indi dal Tcsla non lungi da Palermo , e propriaraente sollo monle Cuccio nella via Monle Le- pre, e terra di Gandolfo (V. la Cerere di Paler, n. 3i, anno 1842.) Cbiamasi volgarmenle Tislacella. Lungbczza lia. 4- tj largbezza 2 f. Coll. (A.) 6ENERE XII. FITRINA Drap. Le Vilrine avenli un corpo slrisciante , allua- — 84 — gato , a forma di limace , ma di cui la prioci- pale porzione non ha forma spirale , ne puo enlrare interamente nella concbiglia, e vicioissime alle Elici, formano quasi anello inlermedio tra i Gasteropodi , e rordine de'Trachelipodi di Lamarck. La loro con- cbiglia, cui riveslooo \a parte gli appendici. posteriori del mantello, e piccola, molto sottile, depressa , ter- minata al disopra da breve spira, con 1' ultimo giro grandissimo. La sua apertura e grande, rolondoova- le , a labbro sinislro arcualo , e lievemente piegalo alia parte interna. Esse vivono ne' luogbi frescbi ed ombrati. RITRINJ SPERLVNGJ (F. elongata Drap.) F. testa convexiiiscula^ tenuissima^ diaphana^ Jlavo-rufescenie , anfraclibiis vix duobus , exteriore maximo; apertura obliqua ovatoelliplica , labro in- voiuto, umbilico mediocri. Drap. p. 120, pi. 8, f. ^o, ^2 — Lk. deux, edit. t. 7, p. 729 — Helicolimax elongata Fer. bist. des Moll. pi. 3, f. I — Testacella sicida Biv. f. le tre specie di Parraacelle p. 6 — Calc. Esp. de' Moll, p. 4- — Mand. Cat. p. 12. Concbiglia uo p6 convessa , sottile, traspareote, giallo-rossastra; appena due giri di spira, di cui I'ul- limo e grandissimo; apertura obbliqua, ovalo-elliltica a bordo colonnellare iovollato vicino 1' inserzione , ombelico mediocremenle aperto. Trovasi alle 3Iadonie, nel nionte di Gibilmaona contrada Colombo, in Palermo alle sponde dell'Orelo — 85 — vicino il ponle della Grazia , prcsso Boccr.difaIco ap- po la fonle sollo S. Isidore, ai Colli ec. cc. Appel- lata volgarraenle Babaluceddu. Luoghczza 2 lin. ^, largliczza circa i \. Coll. (A.). SPECIE II. VITRINA DI MUSIGNJNO(F.MVswNJNi Mand.; P^. testa subglobosa^ pellucida^ hijalina, longi- tudinaliter tenue et eleganter striata; anj'ractibus Iribus, ultimo majore, subcarinato^ apertura rotun~ data , spira exertiuscula. Mandral. Nola di lalune specie ec. Gior. letter, n. 23o. Conchiglia quasi globosa, sottilissiina, Irasparen- te , vilrea , ornata elcganteraenle di slrie per hingo; ire giri , 1' ultimo de'quali piu grande , quasi care- nalo; bocca rolonda; spira acuminata. (( Aoiraale bianchiccio , con due linee nerastre in sul collo ; mantello cosparso di raaccbioliDe bru- ne; corpo ancbe raaccbiettato di colore rossastro, co- siccbe, qiiando 1' animale e vivo, la concbiglia sera- bra raarmorata; tentacoli supcriori grossi e scuri, in- ferior! cortissimi ancbe scuri; occbi ucri. j Mandral. loc. cit. II dello Piraino barone di Mandralisca , intitolo al cbiaris. Luigi Luciano Buonaparte Principe di Mu- signano questa Vitriua cbe nnvcnDC uclle allure delle Caronie , nell' exfeudo Lavanchc , sotto il fo- gliame caduto in parti umide. Questa specie e la piu piccola delle Vilrioe conosciule, e sembra afiiac alia f^. siibglubosa di Micb. Att. Accad. I'ol. XV 11. i3 — 86 — Luagbezza della concbiglia 2 lia. largb. i ^, aitezza i. Coll. (A.) SPECIE III. FITRINJDIMJRJFIGNJ(F.MJRAViGNAEn&xiA.) V. testa depressa^ convexi'uscula, ovali, cor- neo-virente^ tenuis m'tida, subpellucida, umbilicata^ longiludinaliter striata^ anjractibus 2 ^, ultimo ma- ximo protractor apertura amplissima , valde obli- qua^ subovata. (C Concbiglia di un verde corneo , schiacciafa , un p6 coDvessa , ovale, sollile , nitida, quasi traspa- reote , ombelicala , loDgiludinalmenle striata , col- le strie piu marcate presso la sutura , e vicino 11 labbro; giri di spira 2 ^, 1' ultimo grandissimo, pro- lungalo; apertura larghissiraa, mollo obbliqua, quasi ovata, modificata dalT' anfrallo, cbe riceve. (( Animale cilindrico-allungato , solto biaochic* cio , sopra grigio-scuro , longitudinalmenle rigato , e solcalo , piede acuto ; tenlacoli quasi conici , i supe- riori lungbi , gl' inferiori corlissitni. L' aoimale co- munque raccorciato , non puo esser cootenuto nella concbiglia. » Mandral. Cat. Cit. p. 11. Non e ad oraellersi una sennata osservazione deir autore teste citato. II carattere dell' ombelico , egli dice , nella presente specie , e nella V. elon- gata le allontana dagli altri assegnati dal Cuv. al genere Vitrina ; onde esse potrebbero costiluire una sezione particolare da riporsi fra le Vitrine e le Te- slacelle. -87- Trovala dal Piraino nclle allure delle Madonie, exfeudo Castellara^ e nella conlrada Passo di botle. Lungbezza 5 inillimelri , largliezza 3 \\ luugbezza deir aperlura 3 ^, larghezza B. Coll. (A.) SPEfflE IV. yiTRINA LUCIDISSIMA (V. pellvcida Drap.; F. testa siibdepressa^ tenuissima, hialina; aper- turn subovata ; anj'ractibus tribus. Drap. p. 119, pi. 8, f. 34-- 3/ — II . petlucida MLill. 21 3, p. ij — - Coclca Geoff. 8. La trasparenle — Lk. vi, 2, p. 53. Concbiglia di iin verdc cbiaro, luceulissiraa, ed assai trasparenle, sollilc e fragile, a slrie leggiere, e cbe si avvicina alia forma de' Nautilii. Spira di Ire giri, di cui 1' ultimo e largbissimo e dilalalo, gii al- tri due piccolissimi : siilura poco profouda ornala di una piccola fascia brunella. Aperlura grandissima , quasi ovale, incavala per la convessila del penultiroo giro; bordo colonnellarc meno sporgcnle cbc il late- rale fornito di uo piccolo margine , ed iucavalo vi- cino r inserzione. Rilrovasi a!le Madonie sollo le foiilie morlc del Fagus Sylvalica e vi e abbondanle. Luugbezza Iin, 2 largh. I i. Coll. (A.) GENERE XIII. PUP J Drap. L' animale di queslo genere differcndo assai po- — 88 — CO da quello delle Elici, il Ferussac ne ha compreso tulle le conchiglie nel suo sotlo-genere di elici dello Cochlodonta. Noi conserviamo per le ragioni indica- te di sopra il genere Pupa del Draparneaud. Una so- la specie siciliana di pupa riporlo il Filippi nella sua Eimmeralio Molluscorum Siciliae , e con dubbio fu da lui delerrainata. II barone Andrea Bivona in una sua monografia di malacolcgia per servire alia fauna Siciliana allre dieci ne descrive; or a tulle le sopradette undici specie allre dieci per noi e pe'lavori del Cal- cara se ne aggiungono, dimodoche possiamo dire ric- co anzicbe povero di specie queslo genere di raoUuschi in Sicilia. SFJECIE I. PUPA AFFINE (P. APFiNis N.J P. iesta conico-cylindrica^ cinered^ laevi^ soli- da; apertiira quinque denlata; margine albo^ vix re- Jlexo. Concbiglia solida e liscia con piu caralleri cbe r avvicinano alia P. variabilis di Drap. raa ne dif- ferisce per la forma assolulamente cilindrica ne' due terzi di sua lunghezza, indi allenualo-acuta, il colore cinericcio cbe passa al biondo , e la disposizione dei 5 denti tulla parlicolare della sua aperlura. Uno di , quesli e silo all' inserzione del margine del labbro drilto , e moslrasi piu degli allri al di fuori ; il se- condo inclinalo a queslo sul labbro sinislro , talcbe essendo alluogali entrambi , sembrano formare un aogolo aculo; due sul colonnello sono appena visibi- li , conligui , acuminati ; il quinlo laminare sla sul -89- labbro deslro di rinconlro a quesli due. Marginc del- i' aperliira bianco, appena rivollo aU'infuori; Del dor- so di queslo margine si osserva ua priocipio di ruga come ucllc Clausilie. Giri di spira 9 piano-con vessi , di ciii i primi 4 sono piu piccoli proporzionalmeute. Trovala da noi fra 1' erbe morte della nostra spiaggia. Lungbezza 3 lin. -, largbezza i y. Col- lez. (A.) SPECIE II. PUPJ AVENA (P. AFENA Drap.; P. testa elongato-conica , striata , riifo-fusca ; apertura septem (aul novem) dentata , tnargine al- bo^ reflexo. Bulimus avenaceus Drug. Diet. n. 67 — P. ave- na Drap. pi. 3, f. A^-X^ — ^^^ vi, 2, p. iio — Des/i. Encicl. met. p. 4^oi — Scacc. Cat. p. 16 — Biv. f. Effemeridi n. 77. Coccbiglia torricciuolato-conica , a sfrie longitu- dinali obblique ineguali , di colore rosso-fosco; spira a 7 giri ncl noslro individuo, ma cbe giungono sino ad 8 , i qiiali crescono proporzionalmente , fincbe r ultimo c quasi mela di tulta la liingbczza. Aper- tura con 7 dcnli biancln seconJo Drap. e Biv. ma alcuoi de' noslri individui ne banno 9, uno sito alia inscrzionc del margine del labbro drilto, gli altri 8 di rinconlro ncllo inlerno dell' apertura , cioe 4. dalla parte del labbro drilto quasi parallelli appianati con i due raedii piu grandi degli eslremi ; degli allri 4 un p6 piu avvicinati il primo scmbra un prolunga- raento di quello sito all' inserzione del marg'iac , il — go — secondo sta sul labbro sinislro vicino a queslo , il , lerzo e silo direltamente all' angolo formalo dal co- lonnello collo stesso labbro sinislro , il quarlo sulla eslremita del delto coloonello, senipre i due estrerai pill piccoli de' medii. II margine de' labbri bianco e rivollo air infuori. La particolarila de' 9 denli ne co- sliluisce una variela. Rilrovasi in Calania raranaenle nella sabbia del- la plaja , in Palermo e piu frequente sui monli Bu- sambra e Bijliemi. Lungbezza 3 lin. largb. nell' ul- timo giro 3 \. Coll. (A.G.) SFiECSE HI, VUPA DI C ALU CRATE {P. gallic ratis Scacc.) P. testa minima^ cylindrical Jlava, sub tent& oblique eleganle^que striata; anfractibus quinque rO' tundatis^ suliiris excavatis; apertura edentula^ uni- dentala^ bidentata^ vel tridentata; margine albo re- jlexo, Turbo Callicratis Scaccbi Osser. zool. pag. 11 — P. Callicratis Ejusd. Cat. delle conchiglie di Nap. p. 16 — Biv. f. op. cit. p. ID. Concbiglia piccolissima, cilindrica, bionda, orna- ta di stria uguali elegauli obblique , e visibili sola- luente ad occbio armalo; con cinque giri rotondali eguali ad ecceziene del primo sempre piu piccolo; J' apertura ora e sfornila di denli , ed ora ne ba da uno sino a Ire. II margine bianco , e ripiegalo al- r infuori. Rilrovala con le specie precedenli fra le erbe — 91 — morle nclla sabbia del liUorale del nostro golfo, do- ve molte specie lerreslri c fliivialili Irascinate dal Si- raelo c rigeltale dalle onde vengono a depositarsi. In Palermo rinviensi sul raonte Catalfano. Lungh. r lin. largb. ^. Coll. (A.G.) SPEOE nv. PUP J GRANO (P. GRANUM Drap.) P. testa cylindracca^ oblonga^ attenuato-acuta^ grisea aut Juscescenie; striis longiludinalibus miiiu- iissimis; apertura qiialuor^ qiiinque^ aut seplem den- iatOy margine albo^ rejlexo. Drap. pag. 63, pi. 3, f. 45-46— Z^. vi, 2, p. no. Concbiglia trasparcnie fosco-cornca, cilindrica per due lerzi di lunghezza, indi va chiudeudo otlusamea- te la spira , con 7 giri convcssi ed obbliquamente striati. Apertura a denti da quallro a sette. Ne' no- slri individui quesli sono sili uno ad ugual dislanza dair inserzione del margine del labbro drillo , e dal 2° deale, che accompagnalo di un 3" ambo piu pic- coli si slanno sul colonnello; di rincontro a questi sul labbro drillo sono allri 4- \. des moll. n. 4-87 — Lk. vi, 2, p. 109. Concbiglia cilindrncca allcnuala c quasi acuta , (iQamentc striata , di un color ceucriccio rosseggiaa- -98- ie con aperlura fornila di 8 denti, e labbro col mar- gine bianco ripiegalo. Rinvenuta msieme alle preccdenti e rara in Si- cilia. Lunghezza ad un dipresso di 3 lin. largbezza lin. I. Coll. (^A.G.) PUPJ JJSCOJSOSTOMJ (P. JNcoNOSTOMJ Lowe) - P. testa ovato-cylindrica^ laeviuscula, corneo- riifescente; spira obtusa\ anfractlbus convex is; aper- ,tura ovato subtvigona unideniata ^ labro albo rejle- xo, antice subangulalo. Lk. di Desb. I. 8, p. 187, n. 4o — Loire Moll, di Madera p. 60, pi. 6, f, 3o. Concbiglia ovale-cilindrica , soUile , trasparente, e di un bruno rossastro , a sirie obblique, raa quasi scancellale e poco apparenti. Aperlura quasi tiiango- lare con un denle silo in vicinanza del bordo desiro, il quale e doppio e bianco, ma noa si riunisce, nel Doslro individuo , a! colonnello in modo da formare un angolo all' eslrenaila aolenore dell' aperlura , es- sendo quesla leggermente arcuala , e lulto il peristo- ma continuo, bianco, solido, ripiegalo. Queste diffe- renze non son tali da farci lenere la pupa per una specie diversa da quella descritla dal Lowe , ma ci lasciano quaicbe dubbio nell' animo , cbe potra dile- guarsi merce le nostre uUeriori osservazioni. Si rinviene colle precedent o nel raedesimo si- lo. Lungb. lio. i, largh. f. Coll. (A.) — 99 — SPEC3E XIV. PUPJ OMBELICATA (P. vmbilicata Drap.) P. testa cylindracea, apice valde obtma^ pel- lucida, cornea; auj'raclibus convexis ■, aperlura se- mi-ovata, tmidenlala; margine rejlexo albido^ latiu- scuto , piano; nmbilico patu/o. Biv. f. Monog. cit. p. II, n, 5, — Drap. p. 62, pi. 3, f. 39-4.0 — Lk. Vi, 2, p. I II — Bulinms muscorum Brug. Diet. n. 63. CoDchiglia cilindracea , molto otlusa all' apice , lucida, cornea; giri dclla spira 6-7 convessi, i primi due assai piu piccoli degli altri , i rjuali crescono gradalameDle, vengon divisi da suture impresse; aper- tura semiovata con un denle di rado bifido site al- r inserzione del labbro drilto, cbe talvolta prolungasi neir interne del colonneilo; peristoma bianco, alquan- to allargato , ripiegato al difuori e piano; ombelico slargato, e patente. (t Animale lineare; dorso color di piorobo scuro, con linea pallida nel mezzo; piede bianchiccio» (Biv. f.) Abbiamo ricevuti alcnni esemplari di cjuesla specie dal cbiar. Bivona da lui rinvenuti a Blaredolce in luo- gbi uraidi. LuDgbezza circa lin, i 7, largbezza 7. Coll. (A.G.) — 100 — PUPJ DE' MUSCI (P. MuscoRUM Drap.) P. testa parva subcylindrica^ cbtusa , pelluci- da^ cornea; anfractibus 5-6 convexis\ sutiiris im- pressis; aperlura unidenlala vel edenlula\ margine albo rejlexo. Biv. Moo. cit. p. 12, n. 7 — Turbo muscorum Lin. p. 36 ti — Helix miiscoriim Mull. p. io5 — Pupa muscorum Drap. p. Dg, pi. 3, f. 26-27, Piccola eoDchiglia quasi cilindrica, lucida, otlu- sa , cornea , piuUoslo fragile; spira di 5-6 giri con- vessi, di cui i primi due assai piu piccoli degli altri; suture alquanto profonde; aperlura semi-ovaia, un p6 siouosa, con uno , o nessnn denle, e quando quesfo esiste, vi e silo di qua dal mezzo del colonuello vi- cino r inserzione del labbro drillo. Margine bianchic- cio, alquanlo ripiegalo all' infuori. Trovala dal Bivo- na figlio nelle vicinanze di Palermo a Maredolce pri- va deir animale. Lungbezza quasi lloea i . Collez. ( A. G.) PUPJ PIGMEJ (P. PYGMOEA Drap.) P. testa valde parva , ovata , pellucida , cor- nea; apertura 4'Vel 5-denlata , latere dextro sinuo- sa; margine rejlexo^ umbilico patulo. Biv. 1. cit. p. i3, n, 8 — Drap. p, 60, pi. 3, f. 3o3i — P'ertigo 101 pygmoea Mich. Compl. a Drap. pag. j\ — Feruss, Prod. p. 64, ec. ec. Concbiglia ovale, cilindrica, lucida, cornea; spi- ra di !\.^ giri convessi, e divisi da suture alquaolo profonde; aperUira del lalo drillo sinuosa, col margi- ne ripiegalo in fuori , e foroila di qualtro o cinque denli , di cui uno piii grande c silo nel mezzo del coloonello, due dal lalo drilto, ed allrellanli dal lalo sioislro; di quesli due ullimi spesso un solo se ne os- serva, l' allro essendo cosi piccolo, cbe quando esisle e sempro silualo inferiorraeole, e si discerne appena; otnbelico slargalo. L' animale assai f'osco. Rinvenula dal Bivooa lungo il fiurae Oreto ap- po il ponte della Grazia atlaccala aW yirundo ampe- lodesmos. Lungbezzaf, di linea , largbezza a propor- zione. Coll, (A. G.) SPECIE %.\m. PUPA DELLE RUPI (P. bupestris Biv.) P. testa ajlindraceo-conica ^ rufescente , stria- ta vel riigoso-striata ; anfraclibus convexis , sutura profunda divisis; apertura Iridenlata; margine vix rejlexo — Bidimiis rupeslris Pbil. p. i4-ij tab. 8, f. i8 — Biv. f. I. c. p. 9, n. 4-- Var. (b) testa parviore , conica; apertura uni- dentata vel edentula. Concbiglia cilindraceo-conica , rossasira , piu o Jit, Accad, VqL xfii. i5 102 meDO fosca, sfriala o rugoso-striata secondo i diversi liiogbi dovG abita, a sirie approssimate obblique; spi- ra con giri convessi, divisi da sulure molto incavate; apertura con tre denli, due sul coloonello, ed il ter- zo di rioconlro sul labbro drillo, il quale non osser- vasi lalvolta dislinlameute ; qualcbe fiala l' apertura presenla un sol denle sul colonnello; margioe rivoUo appeua all' infuori. La variela (b) piii piccola , di forma conica, con 5 giri di spira , e con V apertura fornita di un denle sul colonnello o senza alcun den- le apparliene alia stessa specie perche ne ha tuUi i caralleri, e Bivona ne ha osservalo identico I' anima- le. II Filippi , che la disse un Bulimo , e Bivona f. cbe le diede un silo piu analogo alia sua forma, as- sicuraoo trovarsi questa specie dovuoque in Sicilia allaccata alle rupi , raa noi possiamo asserire non a- verla Irovata mai ne' nosiri dinlorni forse perche le noslre rupi son volcaniche e non calcaree , essendo spesso quesle ullime soggiorno idonco e proprio di alcuoi molluscbi lerrestri, come per noi fu detto. Lunghezza lin. 2, largh. -|.; la var. (b) e luu- ga lin. I i, Coll. (A. G.) SPECIE xyra. PUPJ LESINIFORME {P. subulata Biv.) P. testa cylindraceo conica ^ subulata^ striata^ corneo-Jlavescenie , anfraclibus sex canvexis ; sutU' — io3 — ris impressis , apertura roLundata , sex septem vel octo-denlala; margine rejlexo. Biv. f. 1. c. pag. i i. n. 6. Conchiglia ciliodracco-conica, lesiniforme; slriala a sirie fiuissime cguali obbliquc , di color corneo o bionda quaiido e priva dell' auimale; spira di 6-7 av- Yolgimeuli convessi, gli ullimi Ire 0 qualtro quasi u- guali; suture improsse; aperlura rolonda coa 6-S,denti di cui UDO pill graude e silo sul colonnello, due dal lalo del labbro siuislro, gli altri due dal drillo ; so- venle si osserva allro piccolo dento all' inserziooe di queslo labbro ; margine ripiegalo un p6 all' infuori. Aoimale sopra fosco soUo cenoriccio, con inaccliie o punle ddulo-foscbi disposli per serie al margine del piedc. Specie descrilla dal Barone Bivona f. e da lui rinvenula nelle vicinanze di Palermo lungo il flume Oreto vicino il ponte Cunigghiuni frammezzo aW'yin- trapogon hirtum. Noi 1' abbiamo pure rinvenula nel- r erbe raorle della plaja^ e ne' dinlorni di Blililello coir animale. Lunghezza lin, i f, larghezza \. Coll. (A.G.) SPECIE MS. PUPA Pica N A (P. PvsiLLA Biv. f.) P. testa valde parva , ovalo-conica , apice ob- iusa , corneorujescente ; anfraclibus 4--S convexis , suturis impressia; apertura sex vel septem dentata, — io4. — latere destro sinuosa; margine rejlexo. Biv. f. I, c. p. i^, "• 9 — P- antwertiginis Drap. pi. 3, L 32-33 var. minor? CoDchiglia piccolissima ovato-conica , oUusa alio* apice, corneo rossastra; spira di 4--5 giri convessi coa le suture impresse ; aperliira dal lalo drillo siuuosa con 607 denti variamenle disposti ; margine ripie- galo in fuori. Animale fosco. Dubitiamo col Bivona se mai la presente descrilla da lui sia una specie i- dentica alia varieta rainore della P. antivertigo di Drap. giacche confrontando la specie di Drap. coUa presente , noi vi osserviamo taiune visibili disparila ; cioe la P. pusilla Biv, e piu allungala , Y apertura di essa non ha quel piccolo Lordo soramamente dril- lo, e i denti disposti come nella P. antivertigo. Cio pero non toglie che le due specie siano vicinissime. Rinvienesi jungo il fiume Oreto vicino il ponte della Grazia. Lungliezza quasi meta di una linea, ColL (A.G.) SPECIE SX. PUP J CONTORT J (P, coNTORTA Calcara; P. testa cylindraceo conica , striata , corneO' cinerascente; aufractibus plano-convexis; ultimo an-- ie jinein nolabiltler contorio ; apertura alba , octo- dentata , margine crassurculo subrejlexo. Gale. Ef- fem. scient. per la Sicil. n. yij, p. loi. — 100 CoDchiglia cilinilraceo-conica, otfusa all' apicc di color cornco die da nei cincriccio, sirialo pe lo lun- ge elegantemeiilo, con le strie obblique sotlilissime ; spira di 8 giri piano-convessi , T ultimo notabilmcnte contorto quasi una linea prima del suo lermine ; a- perlura con 8 donli ; uno assai grande silo sulla la- mina del colonnello all' ioserzione del labbro drillo , e che si prolunga nello inferno delTapertura , dove avvena di cosla allro piu piccolo ; inollre lungo il margiue siiperiore della lamina stessa alcnne piccole pieghe ; gli altri sei denti vicino il margine dell' a- perrlura, tro dal laio sinislro dispos'.i per serie, c tre dal dritto. Margine bianco, un p6 erasso, e ripiega- lo alio infuori. Si rinveunc ne' din'orni di Palermo giusta 1' as- serzione del Sig. Domenico Testa. Lungbezza circa lin. 3. SPECIiE XXI, PUPA SEGJLE {P. sECALE Drap.) P. testa cylindrica , aculiuscula , umbilicala , striata , pallide cornea; apertura semptemdenlala ; labro vix rejlexo , dentibus in latere dextro qua- iuor ^ in sinislro tribus ^ supremo^ in anfractu pe- nuhimo silo maxima. Phil. p. i38 — Drap. pi. 3, f. l^^-So — Biv. f. loc. c. p, i6 — Desk. Eacyc. raelh. Vers. t. 2, p. 4oi — ec. Conchiglia clliadrica, gradalaoicDle allenuala ia — io6 — ua apice alquanto otluso di color corneo pallido, lu- cida; spira con 8 giri moUo convessi tenuissimamea- le slriati; apertura coa sette denli come nella P . ave- na., ma diversamente disposti, giacche in questa spe- cie quatlro soao dal lato destro, tre dal siaisiro , e di questi I' ultimo e piu graode e sito nel peaulti- mo giro. looltre differisce dalla P. avena per essere mollo piu gracile, e di colore pallido. Draparneaud dice essere la pupa secale piu crassa dell' avena ; e fornila di piegbe piu rilevate , 11 cbe non corrispoode esattamente cogli esemplari siciliaai osservati dal Filippi , cui dobbiarao queste osservazioni, onde egli coachiude: e forse questa una specie diversa piu gracile? Rinvenuta dal Filippi ne' dinlorni di Trapani. LuDgbezza lin. 2 7, largbezza appena i (i). (i) A complelare e rendere piu ulile il noslro lavoro abbiamo pure riporlato le descrizioni di queste due ultime specie siciliane, come- che esse non siano ancora neile nostre coliezioni. — Come ancora cre- diamo giusto qui confessare di esserci sempre giovali degli ntilissitni lavori del fiivoua f. e del Calcara percbe ritroviamo esalte le lore de- scriziooi. A T T I DI SCIENZE IVATURALI Vol. XVII. - Seuestre II. ALCUM GEivnri SULLA imFiAmmAmmmB DEL PROFESSORE GIOV. BATTISTA QUADRI LETTI KELLA. TOSNATA OBSINABIA DEL 4 NOT^MBSK iS^O-i Jit. Accad. Vol. xrii. i6 «#^$»#»9»»##»»»»#»##»#»»»# Appena uscito Jalla Universita , mi teneva sicuro polersi da rbe troncare qualunque' iafiammazioae per mezzo del salasso , o dei minorativi coaosciuti sotto nome di conlrostinaolaali , e tale opiaione era sosle- nuta dai raigliori maesiri e serabravami foadala e sulla cogaizione patologica del raorbo , e sopra UQ volgare discorso cbe da lulli si ripeleva; meatre i pill iocreduli andavano diceodo polersi restringere il valorc doir arte inodica a pochis-si'ne cose , oioe a Ironcare le malattie di perioJo ra'idianle la china, a guarire la sifilide per via del mercurio ed a vincere le iafiarmiizioai per raezzo del salasso. Addiveoae pero cbe datomi all' esercizio della medicioa hen sel- le anni prima di poternai credere Oculista , vale a dire verso il i8o3 , conobbi coa inia sorpresa cbe vi sono iofiaminazioni le qiiali per aieote cedoao al salasso , e cbe la sifilide talvolla s'inaspriscc e peg- giora usando il mercurio; lo che mi allontano dal- la professione di medico. lo gia avea cominciato a dubitare di queste verita fia da quaodo atteotissima- meole mi regislrava i casi di persone curate dal Rug- gi in Pavia , e dal Rasori in Miiaao , ove ad onta delle copiose e ripetute sagnie , e de' conlrostimo- lanti i piu efficaci, vedevasi progredire I'iufiamraazio- zione in un modo sorprendenle : anzi in mollissimi casi di pleurissia da me osservali nella Clinica di Pa- via e nel grande Ospedale di JMilano , il male cre- sceva, e se calmavasi qualche volla ritornava poi ad infierire, e le morti erano frequenlissime, quantimque il Rasori col la sua eloqueoza, e con lanle buone ra- gioni persuadesse i clieoti a largheggiare neil' uso dei salassi e dei minoralivi, Disguslalo da colanta incerlezza mi limitai per qualche anno ai lavori deiia notomia, che io professa- va neU'Universila di Boiogna, e soltaoto dopo lunghi sludi , avendo cominciato ad inlraprendere le cure degli occhi, sono slato indollo a pensare, che polen- dosi da noi vedere in questi organi superficial! , e trasparenti in fino al foodo , avrei potulo ricoooscere r utilita dei raelodi curativi, e per via di allentc os- servazioni sarei giunlo a poter giudicarc della conve- nienza di essi, e forse un giorno avrei porlato a tut- ta la medicina quelle raassirae , che prima avessi spe- rimentato nelle cure dei mali d' occhi. Con quesla lusinga, quantunque occupato nolahilmcnte dalT oflal- miatria, continuava ad esaminare con diligenza le cu- re dei miei colieghi , e prima di tutto ho verificalo lo raaravigliose cure operate dal Giannini e dal Dot- lor Agostinelli in Milano ed in Bassano , per mezzo — Ill — dci bagal freschi e senza salassi, nei casi di tifo pe- teccbiale e di febbri biliose , malallie die anno sedc Del basso venire e nel cenlro nervoso del Capo , e nc ho dato conto al pubblico io uoa mia memoria stampala 1' anno 1829. Poi nel 1828 seguilando le pratiche del Dollor Cimone all' Ospedale di Pozzuoli conobbi la possibilila di curare le plurissie felicemenle e senza il salasso per via dell' aconite , lalcbe pubblicai per le slampe altra memoria la quale vence subilo dopo divulgala dai miei colleghi in Germania , in Inghilterra , non ehe in Francia , tradolta nelle varie ioro lingue ; e dicbiarai fin da quell' epoca, che avrei ripreso I'eser- cizio della medicina, avendo fioalmenle in poler mio dei mezzi lanlo sicuri, ondc curare le citale infermi- ta del pello e del basso venire , con probabrlilu. di successo, e senza far uso di salassi, ma per prooede- re cliiararaenle secondo gli aweniiuenli per cui ho dovulo convincermi , che lalune iDfiammazioni noa cedono alle cavale di sangue ; narrero ora con raag- gior precisione, come anciasse la cosa. Fin da quando presi a curare I' oflalmo-bloDor- rea grave, c principainienlo nell' epideniia doll' anno 1811, io visitava allora 4-<'o oflalmici al giorno, poi- cbe diieceulo e 4o, mi venivano alfidati dcI deposito generalc dcU armala, circa 120 nel reclusorio, e piu di DO venivano alia clinica, senza poi (ener conlo di molli , die io medicava nella Cilia . e Ire qiiarli al- mono di quesli erano affelti dalla oflalmo-blennrrea , cbiamala dai francesi oflalmia Ggiziana, infiamtnazio- nc clio fill dai suo cominciare lia sede in tiilla la c'oiigiiiuliva e nelle glandule nieibomiaue; e poicbe — 112 — slifatta iofiammazioQe mostravasi ribelle a tutt'i i mezzi usitati fia d' allora , e progrediva siao a dl- struggere noa di rado gli orgaai altaccati. Assicura- forai per via deile ispezioni oculari, e di buone mi- croscopiche osservaziooi falte nei cadaveri , che tutto il male riducevasi ad uaa pieaezza dei vasi sangui- gai e sierosi , i qnali aurueatati di calibro erano ri- pieoi di globi sangiiigoi , che circolavaoo in essi , volli far pruova dei coalrosliroolanti , del salasso ia ua raodo ardito ed efficace, oade iavesligare fino a che punto si potesse coa tali mezzi giovare; e pre- scelti fra i tniei infermi dei giovaoi robusli e saoi di corpo, soao aadato gradatarneale aurneolaado I'uso di tali mezzi , di modo cbe ia piij di ua caso si giunse ad applicare da 32 , fino a 54 raignatte in sole 4-8 ore nei contoroi degli occhi , e si fecero al ieiipo stesso larghi salassi dal piede , dal braccio , dalla juguiare , e si taglio aache l' arleria temporale in ffiialclie caso; ai qiiali mezzi combinati assieme , si aggiugneva la dieta rigorosa , le bevande nitrate , la digitate purpurea, le polveri del Fraock, e tartaro emetico , ed anche 1' acqua coobata di lauro-ceraso in dosi alquaolo copiose, ue per alcuno di tali rirae- di si vide raai tronoata iafiammazione , e se pure calraavasi per pochi hlanU dopo le sanguigae , ri- prendeva tosto il suo vigore ordioario, e la gonfiezza cd il rossore della congiuntiva persisfeva, e la secre- zione purulenta delle glandoie si vedeva serapre co- piosa ; e noa di rado il male propagavasi alle parti pill profonde , esalceraudo la cornea, iofiammaodo r iride, o la coroidea , ed anche il vilreo per modo che r occhio cadeva in suppurazione e si dislrugge- i — ii3 — va, De mai la detia iDfiaDDinazione vedevasi mioorata solfo le cilate cure , sc abbrcviafa la lualaltia , sic- ccme da principio io mi era lusicgalo e persisleva almeno 4o gicroi o due nesi , ed ancbe un' sddo , preseElacdo qualcbe volta una calma, cbe ci riempi- va di belle sperauze , e sviluppaudo in seguilo roci- dive, cbe la reDdevano piii lalale e durevolc. Sicco- noe Dei primi sperinienlali io avea applicalo le san- guisugbe ai conlorni di ambedue gli occbi , ed avea tallo eseguire i salassi al braccio ed al piede da ca- daun lato,ODde poi avere uua prova maggiore della icflucDza dei salassi, 6 volulo applicare le sauguisu- ghe dal lalo deslro sollaulo e lasciare 1' allro occhio senza vuclameDlo di sargue locale; e ad onia di va- ric applicazioni di migualle e di varj salassi falli dal late nicdesimo, si e oolalo chiaramcDle, che rinfinm- Boazione progrediva egualDnenle uell' occbio deslro , conie Dcl siuislro. Dope la quale pruova , cbe puo riguardarsi come ub eapei wieiititm ciucis^ e di cui bo dalo coDto nel quarto Aoli.me dcllc luie annota- zioni pralicbc, bo dovulo audar persuaso, cbe il sa- lasso noD giova a troncare le iufianiniazioDi della coDgiuntiva, e delle sue glandule. Bia piu sono s ato luaraviglialo uel dover curare I'lrilide ddcrniinala da interne cagioni , slanlccbe 1' iritide Iraumalica erasi pill parle da nie curala leiirrncnle (cr via di r pe- lutc sagnic locali, e qufsta iuvrce resisleva al sa as- so , ed impervcrsava piu cbe mai, ne pole vedersi Ironcala se non quando opporluiiamcnie obbi rici rso alia pomala del Cirillo per fnzioni sui piedi, ai Ifgni I indiaoi o alia cbioa ed all arsenico; avendo riguardo i alle ccndizioni speciCcbe da cui era soslenuia 1' in- — 1 14. — riammazione. Qual maraviglia per rae vedersi curata un' altra iDdammazioae cosl atroce come e 1' irilide senza salassi, e per via della china data internamett- le , o del sublimato! Mi correvaao tosto alia mente le pleurissie curate iofelicemeate dal Rasori , e dai suoi seguaci , le quali imperversarano ad oata dei salassi copiosi , e se pur cedevano per pochi istaati riprendevaoo ostinatameDte , e portavano o la morte o la tisichezza; ed a quesli casi iofelici, io opponeva le felici guarigioni di taole pleurissie curate in Pozzuoli seuza il salasso dal Dotlor Ciraone. Laoode nelle mie lezioni alia Uaiversila di Napoli dopo aver esposto le tanle pruove di fatlo sulla iasudicieaza del salasso , imitaodo il penetranle ingegno di Browa, che solea dire oppium mehercide non sedal, nel calor del di- scorso mosso da tanle ragiooi io sclamava , dunquc il salasso per dio non vale a froncare I' vifiamma- zionel Ma per ridurre a maggior precisione il mio discorso , diro che il salasso non vale a troncare le infiaramazioni, poiche il suo elfelto noa e proporzio- nalo alia quantita dei salassi , ed anzi vi sono in- fiammazioni che i^rl perversa no solto 1' uso dei niede- simi 'e dei controstimolanti , e quando pur riesce di qualche litilita, non serve che di palliativo, e mode- ra per brevi istanii 1' afflusso del sangue nell' orga- no infiaramato. Sono pero da eccettuarsi i casi d' in- Bammaziooe traumatica in cui arreca una utilita raa- nifesla, ie qualche altra infiaraniazione, come sarebbe r oftalmia reumatica semplice e la scrofolosa, nelle quali un' uso moderato del salasso puo riuscire di raolta utilita , ma deve accoppiarsi ad altri rimedj. Dopo le citate osservazioni ho dunque fatto uso raot- deralissimo dei salassi , e del mclodo deprimente e siam giuDli per cosi dire in porlo dopo die sul na- scere e sul Icrminare dclla oflalmo-blenorrea si e im- piegalo il niio Laudano couceiilrato , e nello stadio aculo grave , ed aculissimo si e applicalo il nilrato di argeiilo e piu spesso i' acelato di piompo , o ia soluzione della pielra del Saitilyves , ai quali rimedj locali si aggiiinse ramiuinislrazione delle medicine in- terne a norma dello slalo della persona, e dei veleoi specifici ; ma in qiiesti iiUirai tempi abbiamo irapie- galo con vantaggio il Collirio di Luxor negli slali aculi , che erano i piu difiicili a curarsi ; ecco per qua! mezzi senza ricorrere al salasso abbiamo vedulo cessare c Ironcarsi la oflalmo-blenorrea. Abbiamo poi Fcduta troncala 1' irilide soslenula da cagione inlerna per mezzo delle medicine cilate piu sopra , e senza il salasso , che aozi peggiorava fino alia distruzione deli'organo, quando ricorrevasi a sifFalli mezzi, e per la maggiore evidenza raccontero cbe 1' oflalmo-ble- Dorrea e i' iritidc, sono le due inGammazioni le quali si erano vedule progredire sollo i miei occbi con tale oslinazione, ad onta dell' evacuazioni sangiiigne , cbe i soldali nei prirai anni mi dicevano: dubilo che le voslre sanguetle^ Signor Dotlore , mi abbiano piu iirato il sangue agli occhi^ perche dopo i lanli sa- lassi sto peggio di prima. E similmenle eerie don- niciole dopo avcrmi presentalo i lor figliuoletli teme- vano i frcqucnli salassi, e desiderose di garenlire i lore occbi dall' ardire cbe mi infondeva uno sludio profondo, 1' cscmpio dei maestri, e la mia ela aocor giovanile; e mi dicevano: Signor mio cessale di prescrivcre sangmtte per caritd: abbiamo vista., che — ii6 — tirano piu il sangue agli occhi. Ma allenlo sempre ad imparare dai lalli senza prevenzione , aocorcbe avvisato da geiile volgare, non ad allro mirando che a soccorrere gli infelici ho abbandonalo quelle pra- liche pericoiose, e vidi 1' oflalmo-blenorrea cedere fe- liccmcnle all' uso dei rirnedi locali citali p:ii sopra , e di cure inlerne appropriate, e i' irilide delermtiala 0 soslenula da cagione iolerna mirabilmente ciirarsi applicaodo ai piedi la pomata del benemerito nosiro Cirillo, ancora nelle persone che inai eraoo stale in- felte dalla sifilide ; e solamente fu d' iiopo curare la medesima infiammazione con rimedi adattati allorche veniva soslenula dalla idrargirosi , o dalla precedula azione de' iniastni paludosi, che nel primo caso i le- gni indiaui hanno portalo la guarigiooe , e nel se- condo i preparali di china o quelli dell' arsenico sono stall cfficacissimi , ed in tutli quesli casi il salasso non veuQC pralicato , o fu adoperalo sollanlo come pallialivo, per dar tempo alle medicine di potere agi- re. A quesli falti si aggiunsero molli altri nei quali ebbi il piacere di curare proolamente la infiamma- zione delle toDsille senza cavale di sangue applican- dovi una >oIuzione alluminosa , ed in allri 6 curalo 1' infiammazione delle gingive con rairabile successo applicandovi 1' acqua di rose uaila al nilralo di po- tassa , ed alio sciroppo di gelse nere. In raolti casi lio curalo la infiammazione dell' organo della voce pronlissimamcQle ordinando per bocca il succo di Framboise , e per ben Ire voile posso dire d' aver Ironcalo sul nascere la tisi Iracheale per via del ci- lalo rimedio; e luUe qucsle varie iufiammazioni ven- nwo da me curale seuza il salasso , quanlunque le — J17 — cilalc medicine sembrano ai noslri filosofi ed ai mo- dern! cbimici di quasi nessnna eflicacia , coinc sem- Lreranno foisc inelTicaci i fiori della Querqiiera Ge- nista Zeiqiieras Linn, medianle i qtiali posso dire di aver riracsso ncl primilivo slalo la voce di due delle prime canlanli di Eiiropa, La Fudor, e la Ilonzi , e dopo quelle lanii allri canlanli die doniandarouo il irJo consii;lio . Ma sc le cilate infiammazioni si fau- no tanto piu ril>elli , qiianio piu vuuisi lar^heggiare coi salassi, e se cedono pronlamenle ai cilali nmedi, cbe adoperai con IVliciia in tm gran numero di casi^ parmi giusto il concliiudcre cbo le iiiriammazioui iion debbano dal medico riguardarsi come semplici irrila- zioni del sislcma irrigalore; ma clie in lulle , ed al- meno nclla massima parte, il sistcina dei vasi sangui- gni si Irova allerato per una accresciula azione ner- vosa, e cbe le noslre cure debbono esser dirette piiit- loslo a ri«|)ris(inare la sanila dei nervi, cbe a vuoiare i vasi sanguigni , e sierosi morbosamenle ripieni di sangue. Ho raccollo buon nuraero di fatti e di ra- gioni alte a meltere in raaggior lumo quaoto bo as- serito , e mi occupo a registrarli ondc rinnovaro su quesli dati la teoria della infi^iuinazione, la quale fioora era Iroppo imperfelta , rendeva la pratica incerta e pericolosa. Non voglio per allro cscludcrc interamen- le I'uso dei salassi o doi deprinicnli delle nostre pra- ticbe , cbe anzi in laluni casi bo Irovalo di grande ulilita c principaluicnlc nolle ofta'mie scrofolose, e nelle irilidi dipendcoti da cagiooi Iraumaticbc , ossia da fcrilc, in queste il salasso c per rae 1' ancora sa- cra; ma ne faccio un uso mnJcratissimo c me ne asiengo ccllc allrc infiammazioni, c dico, poicbc in — ii8 — tali casi l' ulilila mi e riuscita cosi potenle, cbe non vorrei , ne potrei trascurarne 1' uso , 1' aver dovuto abbandonarlo nelle iDfiammazioai sopra accennale, fa cbiara pruova, cbe noa bo agito con prevenzione, e cbe solameole bo dovuto cedere alle praove dell' e- sperienza. Servira tullo questo a dimoslrare, cbe nella pra- lica della mediclDa non bisogna troppo generalizzare, e devesi slare alle prove di fatto, ue affidarsi a quel rimedi , i quali sembraao indicali dallo sfalo patoio- gico degli orgaai ; percbe vi e il slstema nervoso , clie io cbiamo il sistema animatore , e questo agisce per via di forze , le quali sfuggoao ai nostri scusi ; ne si puo mpderare la sua attivila se non per via di soslanze , le quali abbiano una forza elettiva su certi orgaai ; forza , cbe in opposizione alle generali vedule pubblicale dai Brawniani, e dai controstimoli- sli , si e dovuto ricouoscare dai medici piii illustri usciti dalle lore scuole, e cbe si e dimoslrata effica- ce per lante maniere dai BufFalini , dai Puccinolti e da ailri moderai Italiani. SOPRA DI ECCEDENTE VOLUME MEMORIA. DEL BOTTOR GIUSEPPE ANTONIO GALVAGNI SOCIO ATTITO SEGRGTARIO ALLl SEZIONE DI STORIl MTtJIULE rUNZlONANTK DA SEGBETABIO GENERALC: Letia Ttella iornata dei sg novembre iS4o. Jit. Jcchd. rol. XVII. 1 8 :.u iviakru^i *^iisli &\i, \^)S Mh^'i^ .WW. ®®®@®®@®®<§@®@©©@^©#®®#(i®@# Geouine obiervalioucs supt . vera artis noslrae fuDiU- Bieula — Sisco. Oe la Medicina il giogo delle aulorila , le (eori- che false bandeodo , sull' osservazione e 1' espericnia si fouda , e se la grande opera delta sua evoluzioae dagli albori priniieri al secolo deciraonoDO , in cbe brilla di vivo splendore, c avvenuta e per i fall! sem«- pre avvcrra , il clinico corre il dovere non fraudar la scienza di essi , in ispezieila dove del peiagrino teDcndo ioduziooi ulili porgooo , e al vero progrcsso polrebber giovare. Fermo in taolo pensiere divisai, qoo sarebbe da omellersi, la oarraliva singolare d' una pielra biliare luago gl' inlestiai scappala per prenderuc il mcglio possibile di coaosceoza , e fra i materiali riporla d&- stinali qiiaodochesia a foroir il lor cooliageole alia coordinazione dei fatli delle leoriche piij posilive, sul- I« patologia delle lesiooi di s2crczioae del fegalo. — 122 — I. L. oltre il 5o anno, a teraperamenlo sangui- gno nervoso, idiosiocrasia epalica, di abilo di corpo grassd , seguendo vita sedenlaria e dieta di sostanze animali, ma sempre a fiorila salute, di dolore raole- stavasi aiU' ipocondrio desiro, che s' estendea all' epi- gastric, e liiDgo le cosle alia spalla corrispondenle, di eofiagione all' addome, febbre aosieta sete vivissima lingua copeila di gialla paoia, gusto perverlito all' a- marizie voinito di bile stipsi tenace giallura di tulta la dermide. I medicanti diagnosticando il morbo per acuta apatite prescrivevano raetodo abirritante , flebotomia di una libbra, sanguisugio epatico profuso, bagaature Jopicbe di posca, lassativo di polpa di cassia. II mor- bo pero alle raedicazioni oslinalo, inacutivasi ollremi- sura, la febbre diveneado ardflissima correva a graa passi il suo corso, la lingua insecohiva, la sete avaa- zava, la cute moslrava giallura piu intensa , sangiie sterraioato dagl'intestini appariva, e I'epalalgia salen- do altissima acuzie , suscitava i crampi le couvulsio- Hi, e r egrota alia disperazione Iraeva sudando gros- se gocce di freddo sudore. In tante dubbiezze diagnoslicbe che s igaorava se r infermila si coslituiva d' un epato-enterite , di calcolo biliare , o d' una colecistite , s' incalzava nei presidi terapeutici , iteravasi una seconda saogiiigna , ^i pralicava ua sanguisugio morroidale, operavasi ua bagno; ma la paziente Iranquillandosi con breve po- sa, tornava alio stesso soffrire, e il dolore sopragraa- de, la piressia calorgsa, la sterrainata emorragia, in- fraleiido le forze e squilibrando l' innervazione conli- nua, a brevi iatervalli la facean sincopizizare, e mo- — 123 — stravano il morbo poco curabile, e colle posse di far morire. Di lal guisa 1' ollavo giorno segnavasi , e men- tre r egrola al cesso sedeva mandando scaricbi pro- fusi di sangiie, senle riimore nel vaso, ed ecco scor- gere un cslranco «;be alia sua espulsionc allutiva il trisle corredo dei moibosi feDomeoi, I' epalalgia inle- ratncole cedeva , minuiva la correnzia sangiiigDa , la febbre la gialliira offrivan salulevole mutaraento di beue in meglio, e la salute rimelteasi in men di sei giorni. Era r estraneo ua Calcolo biliare d' un pollice e due linee di diametro , in peso due dramme ed acini venti , a figura pressorrbe sferica , superficie bernocoolula , di color giallo ocra , sapore insipido , senza aderire alia lingua , a consislenza facilmenle polverulcnla , cbe si aliacca alle dila , e le linge in giallo, ad ordilura tunicala , e moslrandosi solubile neir alcool bolleDle , nclla soluzione di prolossido di potassio, fusibile al calore, decoinponibile ad un alta teroperalura , dando delle soslanze animali a prodol- to , e sciogliendosi inlerameule coll* acido cilrico e rappigliandosi poscia in soslanza gialla o crislallizzata di apparenza adipocerosa , composlo giudicavasi dallo egregio noslro socio Gaelano Mirone di raolla quan- tila di coleslcrina, picciola parle di carbonate calcico, picromele, muco addurito, materia colorante. ■ E percbo 1' osscrvazione non puu ristarsi al pu- re empirismo , cbe una dollrina la spinge mai sem- pre a coordinarne i prodolli , bisogna leorizzare il fallo anledelto, a fissaroe il valore scienlifico. E di- cendo primamente del niodo di formazione del cal- 124 — colo,, siecome la secrezion billare ha per fattori fao- zionali e il saogue e 1' orgaoo epalico , cosi in essi ricercare bisogna la cagione delle modificazioni in quest' umore avvenule, d' onde il calcolo origino. -r Ragionando del sangiie son da leoersi per con- dizioni cbe induirono a colal malallia , T eUv adul- la, il sesso donnesco, l" abilo di corpo grasso, la vi- ta sedenlaria, 1' epoca delia menespausia dell'egrola, le quali modifieando I'esercizio delle fiinziooi assimi- latrici , la cbilificazione, la emalosi , la funzione del depuralori , la nulrizione misero un dalo all' idroge- nesi del cbilo del sangue fluido universale, cbe sem- pre nei morbi primilivaoieole o secondariamenle mo- difleasi. II fegalo inlaoto comecbe non mostranle distuE- bo morboso alio scrulinio clinico, ina iperallivo nelle sue azioni zoocbimicbe come 1' idiosiocrasia lo mo- strava agendo sopra un sangiie cosi modificalo di crasi separava una bile non sana per la ualura ^ per la quantila dei suoi principj immediati, la qual& muovendo lenlainenle neli' apparecchio escrelore cosi Dei piccioli dulli come nel canale epalico eislico, e nella cislifellea raccoglieodosi, e talvolla dimoranda a dilungo , priva della parle pia liquida cbe il mq- strao dissolvenle ne forma , principj conteneodo con- crescibili tendenii a crislallizzarsi , e non nelle fisJQ- logicbe proporzioni , si precipilarono quesli per la loro poco solubilila costituendosi per le leggi della zoocbimia in concrezion calcolosa , e la pietra or- divasi nella compage del fegalo, la quale falla da pocbe raolecole pria formavasi il nucleo indi, e per i^ali successivi venae mano mano ingrossandosi. «— 125 — Ma con probabilismo fu all' addentrarst nel ca- nale coledoco, die i gruppi morbosi slaluenli la sua foTjna sintomalica si producevaoo, e la nevfalgia pe- rtcula , e la profnsa eraorragia , e T ardilissima pi- rcssia. Pero la maiallla riducevasi alia sola iesione di secreziooe della bile, die produsse ii calcolo, il qua- le suscilo un irrilazione siolomalica poliforme, nevral- gica, emorragica, inflaranialoria , nel canale coledo- co e per coolinuanza analomica forse nel duodeoo, ma setnpre dinamica id dipendenza della causa cbe la produceva, diguisacbe cessava I' aflligenle sinloma- tistno come il calcolo veniva fuori. Cosi il fallo aatedello e le iodu/Joni probabili che da essa si Iraggooo, vanuo a vanlaggio dell' umo- risnjo razionale del gioroo dall' osservazione dime- siralo, cbc talvolla i iluidi allcrali si aolaoo primili- tamenle , senza ancora raoslrarsi i solidi affelti ; a quel posilivo uaiorismo ove solto uu regime diete- tico fisiologico senza irrilarsi il sislema digestore ne iM6e r allerala cbilosi , seoza Uirbarsi i solidi del ^brfone, accade un emalosi morbosa , e si produce sibbene una bile non sana nel fegalo lullocche i so- Hdi di quivi dod aprissero segni di posi(ivo malore. E volendo classare , la pielra biliare dai ca- ratlcri fisibi che presenla , polrcbbe perlcnere al se- condo ordine dei calcoli biliari lamcilosi, calcoli fel- lei lamelluli di Waller i quali posseggono ua aodo, sopra cbe la soslanza della scoiza si depone siralo per siralo; e. per la sua composizione cliimica coQ probabilismo spella all' ordine dei calcoli biliari di cbe la colcslcriua oe forma il coslilulivo e il mag- giore eleuienlo. 126 La rarila dell' avvenimenlo foccflndo alciin cbe di singolare dimoslra fra i pochi casi coogeneri negli annali della medicina serbali , die se si osservarooo alia dissezione necroscopica nel parenchiroa del fega- to eulro la cistifellea , o»ia cisli distiule dei calcoli cpalici biliari del volume d' iin uovo di Colombo da Reulmann Stalpart-Vanderviel Greisel, o calcoli ollre ccnio e mille di numero da Thilesius Hunter Baillie Storck, rarissimi sodo i faili della categoria eve il il noslro caso comprendesi, d' uo calcolo cioe di tan- la grandezza che aprissi via distendendo eDormemenle il canale coledoco senza produrre perforazione o flem- mazia peracula da cagionare la morle, dappoicbe non SI losto la pieira biiiare veniva fuori cbe il treno dei morbosi fenomeni inferamente si dissipava. In tal modo la medicina come le scienze posi- tive ed esalle muovendo con passo sicuro nella via speriraentale , e raziooale mai sempre di falti d' in- duzioni arricbisce cbe conlribuiscono al reale pro- gresso non allrimenii nei suoi libri scrivea il grande Sydenbam , Seclusis pralicis observaliouibus id quod vel mibi vel alii cuilibet, pro ralione habetur, nihil fortassis erit aliud , quana raliouis umbra aut pbaD- tasma. TOFOGEAFIA H£BI€A DI CATARTIA f 0 MATERIALE PER LA SUA COMPILAZIONE DEL DOTTOB GIUSEPPE ANTONIO GALVAGNI SOCIO ATTIVO SEGRETARIO ALLi SEZIONE Dl STOUU NATURILK PnNZIONiMTK DA SEGBETAKIO CENEKiLE Letla nella tornata dei z8 gemmio /84/. Alt. Accdd. Vol. xrii. iq Si quia ad nrbem perrenial cireomspi- cere oportel rjus silum quomodo sci- licet ad veoloi et soils exorlus jaceat . . . ac simul quo modo babeat cir- ca earn acquae . . • terra eliao ipsa coosiderandia— Hipp.de aere loc.et aq. Abitalore di tutte le regioni del globo dei climi delle vario zone , delle valli e marerame , delle gio- gaie dei piani, cosi dei villaggi come delle popolose cilia , r uomo 1' utile il disavvaataggio fruisce di si variato soggioroo , e la sua efligie di salute di ma- lattia DO riceve caratteristica iniproota. SuU'equalore a sislema nervoso esallalo, raolesla- si di dermopazie di nevrosi di lesiooi gastro-enlericbe ▼arie; laddove sui poli soffre gli effelli del freddo eccedentc; di costa alia palude a detcrioralo orgaai- srao egrota dclla malattia iDiermitleole, per entro la valle a ipersviluppo dei biaacbi (essuli della scro- fula aaimorba , sigaoreggiato dal leiDperameuto sao- — i3o — guigno sul monte, di lesloni acute travagliasi; al vil- laggio uom di natura a vigoria esuberanle, per intem- perie climatologicbe inferma, per cibaria agresle, alia cilia uom di scienza esposto a condizioni d'almosfera di veltovaglie non sempre felici, all' emanazione mol- liplice surta dall' assembramedto degli aoimali degli uomini , dai luoghi di lavoro , ove i prodoUi delle arli si formaoo , Iravagliato dall' esercizio delle arti medesime, privo spesso degli effelli salubri della luce del moto, presenia infievolita lestura , e di numerosi inali travagliasi , diguisache a ragione dir si polreb- be gli umani organismi modificaDdosi nei vari sili es- sere immagini del trallo del globo ia cbe stanziano, la salute come la malaltia veslirvi fisionomia speciale, e ogni contrada presenlare i suoi morbi. II Clinico quiodi corre bisogno i caratteri iave- sligare fisico-raorali del popolo , e la somma delle cose nel paese ove V arte di guarire professa a me- glio stenebrare la genesi oscura dei mali , la forma propria cbe vestoa cola , e a fissare una piu utile ierapeulica; e come il geologo la lisioDoraia dei ter-- reoi Iratteggia, e quella delle piante e aniraali il fi- tozoologisla, I'anlropologista filosofo studiar dee I'uorao della palrta sua , e 1' influsso potente sovresso delle circostanze esteriori di quel mondo ambiente; essea- docclie ciascuna nalura di paese modifica la costitu- ziooe umana predisponendola a malori diversi , di- sforma le raalatlie le piu ovvie improntandole diversa sembianza, e delle infermita speciali presenia, di cbe Ja cagione rilrovasi sotto una dipendenza permanea- . lemenle locale. Slando su questo pensiere enlrava in divisamea- — i3i — lo per quanto la mia pochezza il consenle quel piu e quel raeglio di falli ammauire spellanti la Topogra- fia medica di Calania mia palria di elezione , muo- vendo dal soleune apolegoaa, che se la ricerca delle yerila scienlificlie 1' osservalore inleressa che a scin- dere il velo s' impegna di che nalura si vesle, 1' in- dagine delle verila scienlifighe ulili spellanti ad igea e subbiello frulluoso di maggiore momenlo , poiche con tal mezzo s' altuliscono i mali, e sana e lougeva si rende la vila. E ad aprire un metodo a cosiffatta compilazione di fatii, mi veniva talenlo occuparmi dappria deH'in- dagine delle cause nosogeniche in lulli i modiBcatori oalurali che circuiscono 1' uom di Catania , sludiare di poi la palogenesia nell' esercizio fuuzionale dello stesso e il movimento gencraie del popolo, da ultimo la raalaltia medesima ir conoscendo le immagini pe- culiari che vesle, i rapporti di causalila coi movcnti da che in geucsi viene, la sua piii utile terapeulica. MEMORIA PRIMA HICERCHE DELLE CAUSE DI MALATTIi NEI CORPI NATUBALI CHE CIRCUISCON l' UOM DI CATANIA Catania, chiara per leltere per vetusle membran- ze, e cilia posla iufra il grado 32, 33 di longitudi- ne, 37, 38 di latiludine boreale, nel centre del lato orientale dell' isola , suit' ima falda etnea , alia riva del Jonio ; e solto 1' infelice prodigio di terremoli , peslilenze , eruzioni , aliagameali fiumaDJ , sorge su tante rovine piu nobile e vaga. — l32 — Siedendo in grembo a spaziosa planura che da eslovest chioasi appena , e da norle a raeriggio , distesa piu che allrameDle in forma irregolare ba gi- ro pressoccbe di sei ruiglia, longiludiDe poco nien di due da nordsud, da eslovest di quasi due miglia, e da diritte vie molli parlila si vede. Ma gode essa silo felice , aroeno orizzonle pro- spetta, sollo bellissiino cielo , a setlenlrioue graodeg- gia 1' Etna come maestosa piramide , or fosca or biancbeggiante di neve, ricca di anoose selve, ador- 1)3; di frulleti di vigue, e iieta di abilaziooi diverse; ad ovesl sudovest di colli ameoi s' abbella , d' alberi di verzura veslili , di spazi largbi ad uberloso lerre- co , lussureggiaoti di fioila cuitura , cbe mostrano ogni maniera di civaie di biade prati piogui , forag- gi , dove ii Simelo d' attoroo serpeggia; a sudest le acque jouie D)iraDsi terse cerulee che specchio vi fanno, e vi rumoreggiano ai piedi , e ad est nordest vegelaziooe rideote si osserva per dirsi a ragione te- Der oel calanese recinlo amato ricetto Cerere Bacco Flora Pomona. E primamente spiandone il suolo nel prossimaoo pomerio, aozicbe per entro la citta, ove tulto 1' arte sformo, la fallura geognoslica dei lerreni piroide-ter- ziario di varia stesa si fa , or isolati or variamente Gommisli. Coslituisce r ambito superiore del norle , la col- lina deir arenaria parle e dell' argilla terziaria , delle lerre forli , che quasi coperta di lave di varia eta , mano maoo si erge dal lato selteotrionale di Catania, « air allura del Fasaao perrieue seicentolreQtotto pie* — i33 — di sul mare come a quella di S.Paolo duecento pie- di piu alto. La regione piedRmonlana osservaodo, cbiariOcasi tale coliina di quella delle terre forti esser catena , cbe framezzata di poi dall' eruziooe del railleseicento sessaulanove, ne riappare sveslita al poggerello Cifali, al colle S. Sofia, alia rupe Fasano, all' allura Lica- tia , e air est seguendo sino al Canalicchio , resta quando sepellita , dove interrolla da prischi terreni piroidi, come a Novalucello alia spiaggia deU'Ogoina fin oltre Aci-caslello , ove gran tratio palese si mo- stra con natural giacitura, in vari siti griippi di ba- sallo coprendo. Tre correnli piroidi forraano 1' orientale conlor- no; la prima rompendo dal mongibello per lo Fasano tragitta , occupa la soltoslanle coliina , costiluisce il poggio Gioeni , (rapassa il Borgo Monserrato cbiusc d' Asmondo quartieri S.Caterioa Carmine S.Berillo, e entro al mare s'iodirizza la riva facendo di S. Fran- cesco di Paola sino al Gaito. L' altra per li cavoli sbucafa di cosla al paesel- lo Tremeslieri, lungo il Fasaoo scontra la lava anle- detta , e trapassandula nelle acque jonie arriva tra rOgnina il Gaito; e la lerza e la corrente vulcanica dell' Ogoioa e Rotolo. La base merigiana per raela vien fatta dal ma- re, i cui flulti cbiari battuti, quella spianata, lambi- scono , ne qnivi iofracida 1' alga , cbe melterebbe cagione ad eflluvi di ree qualita; e 1' erullate la?e del bicorne ftJonlerosso coslituiscono 1' allra meta e parte deiia spiaggia del golfo dell' arena , di cbe la — i34 — prima di sabbia quarzifera formasi , d' alluviale ter- rea la seconda. Nella base di cbe si favella , in eslensione di mezzomiglio a ud dipresso ma di poca lalitudioe di Doa molta fondura una colleziooe d' acque slagnanti stava di ciii adesso qualcbe vestigio solo ne esisle, per opera dell' arle anzicbe di nalura , e per cura costruita del Principe Biscari Ignazio Paterno Castello a dilelto peschereccio, leneva un fondo di terreni al- luviali , comecbe le raembrature superiori in alcuni siti di terreni pirogeaici erano deli' eruzionc monte- Tossana. Udo slagno era questo cbe si facea di mistione di acqua marina cbe merce un apertura vi ba ingresso ed egresso, d' acqua dolce venula dai cielo, e d' al-- cun rivolello ivi correnle nei lempi piovosi. Questa acqua era nociva ollremodo essendovi in molta parte r acqua marina a corrompersi facile per le abbon- danli materie organico-saline cbe tiene in dissoluzio- ne, e pero nei calori eslivali i suoi influssi malefici estendeansi troppo , e davano il guasto un dl a due quartieri della nostra cilta delti 1' Angelo Custode e S. Cristofalo ebe venner disabilali in parte nolandosi ancora gli avanzi di casamenli diruti dal tempo. II lalo ovest per la parte superiore comincia di Cifali d' arenaria fatto di terziaria argilla , con con- cbiglie marine fossili ; forma indi sbassaodosi la pia- Dura ad ostro di Porta Ferdinanda, i poggerelli del- r acquicella , e un braccio da nordovest maoda for- roante il giogo Maiorana Curia , e a riunirsi s' in- drizza con quelle di Cifali, S.Sofia; dalla Porta Fer- dinanda segue dipoi il terrene argilloso a formare — i35 — r allura Benedelliui, Rccupero, S. Mar(a, Purita, S. Domeoico , Capuccini , orlo di S. Salvatore e S. M. di Gesu. Un maleriale vulcanico melle piede sopra gran trallo del terrcno descrillo , cLe al paese S, Pietro sbucalo scende ad ovcst del colie Giiiff'rida , costes- gia S.Sofia, alia' giogaia di Cifali si bipaitisce; i'oc- cidentale corrente sullo spazio slendesi di Monlesano e Porta ferdinanda, dall' igoivoma fiumana del 1669 sepolla; 1' orienlale apresi via in vicinila del qiiartie- re la Consolazione Capuccini vecchi casino Carcaci e Daniele, baslione dogi' iufelli , spaziasi siil colle are- nario argilloso ove gli edifici ergonsi dei Capuccini S.Agala la Velere Crociferi Gesuili S.Francesco per esle sine alia riva vetusla di Catania , per merigg 10 sotlo r edificalo del seminario dei cbierici, parte del quartiere del caslello , ove a quella del braccio occi- dentalc di Porta ferdinanda si unisce ; del bastione poi degl' infetti per ponente forma il suolo ove sur- gono il raonaslero della Purita S. Maria Benedellini Trinita quartiere di S. Cosmo. E un lelto di arenaria lerziaria sta Ira il Borgo e il convenio S. Domenico cbe alia scoperta si ve- de sulla strada deile fosse al largo del bivio. Ne viene pero i catanesi dintorni in stesa mag- giore essere di materiali piroidi , e cbe Catania po- Irebbe dirsi paese vulcanico, non restando del terre- ne terziario immune d ignivomi eruttamenti, cbe due roiglia quadrate tulte a coltivamento di giardini di agrumi c ortaglie di piante culinari a nordovest della citta. E dalla faltura del suolo passando alia sua ele- y^tt. Accad. Fol. ini. 20 — i36 — vazione sal raare e alia sua giacilura la oitia non e tulla in piano distesa ne tutia all' erla ; e fissare vo- lendo Fe allezze di alcuni punli sopra il maiiuo li- vello per approssimazione slatuire potrebbesi , cbe il piano del Duorao sta quindici piedi parigini sul ma- re mentre la piazza di Porta di Aci ne segna cin- quanla, settaata la Porta Ferdinaoda , cenlotrenladue ii piano del monastero dei Benedeltini , ceutosessanfa la chiesa Santa Marta che e il piii alto punto dclla citla laddove il Borgo ne marca diieceuto. L'ldrografia tratleggiandone, copiose sorgive sgor- gano d' iibere vena, limpide pure, e quella del pog- gio Cifaii , della nipe Fasano dei colli Leucalia Ca- nalicchio Giuffrida , del Piano S. M. di Gesu , che dato umore a varie ortaglie e giardioi , rnesso raoto a piu mulioi , con indefioienle liqiiore continuaoo i loro corsi sine alia citta , e il cittadino ne ulilizza e vanlaggia, a sopperire i bisogni, a uobilitare le sale, ad inacquare gl' intern! giardini. La pochezza dei pubblici font! lo scavo ha de- terminalo dei pozzi, cbe da ovunque si Irovano, cosi sulle lave e il terreno argilloso, come sul fiume Ame- nano; ma di tali acque quella dell' Amenano e piu limpida dell' acqua dei pozzi sulla lava incavali , e assai migliore colesta di quella dei pozzi argillosi; e le cisterne numerose non sono nei quarlieri oortici, vedoGsi , che i cittadini ne usano dove il bisogno viene alio stremo , anteponendo raai sempre 1' acqua sorgiva o di pozzo. II fiume Amenano pero cbe sotto il cataoese fab- bricato inosservato trascorre in ime lalebre dal mon- gibello sommerso, rigoglioso oltre i suoi orli facendo- - i37 - si, e sovracrescendo, Irabocca per la soverchia pieoa, viene all' aperto dall' alveo ove fluiva, e allagameoti recando in vari punti, rende Talmosfera umida trop- po ; e in epoche andate le acque traripale stagnava- no dando genesi ad effluvi di ree qualila , cbe ca- gionavaoo endemie di periodiche pemiciose, epideniie di lifoide appiccaliccia sovente; ne allrimenli nel 1592 accade iG'^g j653 1692 1708, come narreremo ove cadra il desiro di dime, posciache si cbiuse in cana- li, e la cilia preservossi di tanti malori. Per pioggie dirolle av venule al i833 nel gen- naio e febbraio I'Amenano iva in crescimenio, apri- vasi sirada nel quarliere Orfanelli S. Agoslioo nel mulino di Manganelli, e abitazioni diverse uella par- te ovesl della cilia , lo spazio della grotla , e alcun trallo del quarliere del Carmine , vennero in ailaga- menlo; ma fii preso loslo pensiero di lar luUo quan- to la biscgna voleva , e sebbene 1' aria ridondo di umidore a diluogo , e diveone cagione di vari mor- bi sporadici, infermila endemiche epidemicbe conta- giose Don campeggiarono. Sulla raeteorologia del noslro cielo dicendo , di un decennio d' osservazioni del P. Gemmellaro, come di quelle dei Soci Ferlilo Distefano, rilevasi bene le vernale non essere rigide ne d' umidor ridondanti , la lemperalura oscillare fra il I^S e 3o grado fare- citiano , lo slalo igroscopico fra il 56 e 07 media- menle; il dorainanle e il nordovesl , 1' est soffia fre- quenlc , e lulla la slagionc e versatile , cbe per lo spiro vcnloso diverse passasi di dolce acrudalemperie. La stale cogli aliti calorosi faslidiosagginc in- duce , la temperatura 78 gradi segna nel giugno , — i38 — 86 in luglio, 87 all' agosio , e il liiglio e piu calo- roso; r igrometro segoa il grado medio 4-2 nel giu- gno , 47 nel luglio, 55 in agosio; 1' ovest signoreg- gia tale stagione , e dove Irasmoda sebben secco ri- duce eccedente il calore ; raa Test soffia spesso , in agosio il piu coraune si moslra, e per isvegliarsi dal mare piacevole venlicelio si fa, che col Galo la cilia lulla raffresca , la lemperatura differenziando di gra- di dieci fareneitiani duranle i suoi spiri; le nolli per- che sprovvedule di esso calorose si fanno; ma il dol- ce nord cbe sovenli vi sibila, e che dal mougibello discende appiacevolisce quell' aere. Le slagioni di primavera d' aulunno banno Icm- peralissimo cielo; il lermomclro segna 54 nel marzo, 60 air aprile , yo al maggio della prima slagione , 79 V^ ^9 SI'' sellerabre I' ottobre il novembre della seconda lo slatO igrometrico dell' aere marca media- racnte Sy 5i 5o in primavera, 52 53 48 nelT au- lunno; r ovesl r esl signoreggiano la prima slagione, r esl il nordesl la seconda. II caliginoso sirocco impero la primavera mole- sta , e i len)pi vanno umidi allora ; jna e nelle sla- gioni raedie di primavera d' aulunno pecidiarmenle come varia lo spiro dei venii in cui il calore rirau- tasi da bassi ad allissimi gradi, cbe a spazi brevi si trapassa da dolce teraperie a caldi eccedenti 0 a graa- de freddura; pure sommando le lemperalure dei va- ri mesi dell' anno , e fissandone il medio grado, po- trebbesi dire che esclusi pochi giorni nella slagione iemale regna nell' anno lemperatura piullosto calda che fredda. Le pioggie non tornan frequenti , eccetlo cotali — ''9 — cadenli sollo i sofli del greco-Ievaulo , e incalzanli COD grandi sbiiili di vcnlo; rarissima moslrasi la nel)- bia la neve, e qucsla qiiandochesia a uevischio ridii- cesi ; men rara e la grandinc , e gli ac(]iiazzoni di sl^lc die a guizzi di baleui si sociano a tuoai die faono pauroso seulire, ma i giorni sereni lucidi bel- li sono mimerosi di Iroppo, il loro medio ascende a 174 in uii anoo, e slaluiscono bene la dolcezza del- la calanese climalologia. E togliendo a considerare le slagioni in assieme, sembrano irregolari in loro sIcst se nel raodo di successioiie incostauli , cbe spesso il fillo verno in prinmvera rimulasi e per converso. Dalla nalura brula alia viva passaudo , e dalla vegetanle dell' agio del calanese ricinlo muovendo, «' bello alformare cbe sollo cielo tanlo sereno sala- ble , in cliina si lemperalo benigno , sopra snolo di terreno leiziario alluviale , ridondaiile d' acqne pio- vane di copiose sorgive segato, la ferlilila dee slarvi perenne , 1" agricoltuia in gran fiore , e dee avervi ogni genere di piaule doiueslicbe ulili, le dieletiche, le cconomicbe, le fruUifere, le niedicinali. La regione 1' arena nomala feslcggianle si nota di campi pianlati ad alberi frutliferi, a viti ad ortag- gi , ove le piu preziose erbe si allignano ; ad ovest sudovest si spaziano le campagne della Plana sgora- beralc dislcse che corrono mollissime miglia, terreoo uberloso da se senza un palmo di slerile per nalura, o d'incollo per negligenza, da cbe con densila di ri- colta si Irae ogni sorta di biade grani risi canape lino bambagia salsola regolizia olii vini ; il nordovest al- r araenit.i del lerreno , alio zelo dell' orliciiltiira , al- r abbondaDza delle piaule dci frutli , alia deliziosita — i4o — di ogai ragione d' agrurai , pare tulto ua giardino che in graa raaniera crea piacere nei sensi; a norte si vedono piagge colli messi a coltivaraenlo di vigoe di alberi d' ogni guisa, popoiati di molli villaggi che la regione piedemootana dell' Etna fanno, e che per frutti sembrano stanza delta doviziosa pomona. E 1' est coraeche di eruzioni valcaniche ingombro, pure molti alberi liene, e di fatte diverse, e il fico 1' opunzia il mandorlo 1' ulivo delle spaccalure dei mass! edinipi amanlissimi vi prosperano e largamente fruttificano; in tulto i! calauese dinlorno, delle pianle medicinali vi stanno come ne disse il Socio Prof. Maravigna , e per entro la slessa Citta come nel vicino pomerio alberi rigogliosamenle vi vegetano cosi al piano del- la marina del Carmine, sul largo del bivio del forti- DO del borgo, e neglinlerni giardini di che trovasi la piu parte degli edificati fornita. La zoologica natura moiti animali si domestici come selvalici porge , la capra , la pecora , il bove , r asino, il cavallo, il mulo, il porco, alia paslorizia air industria agraria manifalluriera profittevoli tanto, in greggi in armenti popolano l' agro calanese; nu- merosi piliferi selvatici vanno spaziandosi nei carapi come negli ombrosi recessi del bosco; ogni maniera di volalori aleggia sotto quel cieio; piu specie di rettili ne slrascica la terra; molle guise di pesci guiz- zano in grembo le acque salse le dolci; tulle le clas- si dei dermoverlebrati si osservano vi brulicano mol- liplici iosLlti , e 1' ape il baco da seta artataraenle moltiplicansi. Tenendo conto sul fabbricalo di Calania parti- colarmenle, e sulla maniera come le abitazioni sono — lil — tlisposte tra esse , la larghezza dclle strade la dispo- sizione delle piazze , librata coll' altpzza delle fabbri- cbe, e ben acconcia a render la cilia svclla di Irop- po; le vie spaziose ample sono, relic salciale nei Iralli niag2;iori , a lastroni di niiylior vena del pari! del Moiigibello , e al basso cbiiialc" per dar colaraenio alio acqiie , i piani cosi frcqiienli come grandi , gli edi(i«:ali spcsso isolali del tiillo , piii spesso per due lati sollanlo, pressoccbc sempre di lerrazze foruili non si olevaiio molto , clic solto il riguardo dell' igieae pubblica ilella generaie saliile seinbran essere stale falte da senno e la dicbiarazioue del lySS di Parigi dalla Icgge del 1792 confermala , cbe slasluisce la giusta misiira di ampiezza delle slrade di elevazione dei casaineiili cola, mollo ionanli veniva ben dicbia- rala con qiicsto inodo di edificazione nella noslra cilia; pero I' aria e purgala al tullo raovevole cbe i venli quell almosfcra riouovano sempre. La poiizia urbaoa non e per inlero eseguita, le slrade cenlrali si spazzano ma i vicbi i vicolioi non frcquenlemenle, e sporcbi resian talfiala per mole fan- gbiglie pulridilo fogliame; le acque dei lavaloi nelle vie spesso colano , le acque corrotle dei saluraai ed allrellali rivenduglioli nelle slrade si gellano; ne po- lilezza si tiene per le concerie, come ove cadra il de- sire diremo. II quarliere del Corso sta sopra suolo argilloso meglioccbe pirogenico , si fa di casipole basse umide Don aerate imbrattate di lezzo, slrade picciole piene di lelame rcndono quel sito poco salubre. La Givita caotone a livello di mare anon moUa estea- — l42 — sopra base vulcanica, ha fabbriche a guisa d' un in- composla aduoata di catapecchie e tuguri, strette op- presse senza aperture; slrade picciole angusle, avenli molto sozzo impediscono le aeree correnli, e !e lalri- DB 0 nulle 0 malfalle coocorrono a rendere impuro quel luogo , ma eccello si piccioli tratli e qualche allro, angolo roraito, e da coovenirne che la cilia non liene molta immondizia. E qui DOQ e da omellere che nel piano dellaGrotfa acque copioseaccogiievansiquaodo iapioggiacon impeto riversava dal cielo dai torrealelli da! Borgo dai Fasano fluenli , che slargavansi ad arapiezza eccedenle salendoallo livelio da Iraripar enlro le case, e in tempi andati di- cevasi veleggiarvi iu quella congiuntura un ballello per preslare cibaria a quelli che prigionavan le acque. Si vaslo accoglimento facea ridondare quell' acre d' umido, e dove le acquerugiole traevano sino al- I'apriie, la sferza del sole riducendo ad una seccagna quel luogo , svaporava nocivi miasmi , che mettevan cagione a periodiche perniciose benigue; ma come ii meglio si seppe s' imped! che le acque ivi stagnassero sanifico la cilta, ed irono a nulla quelle caltive in- fluenze. Delle abitazioni parlando considerate in loro stes- se , e dei raaleriali che a coslruirli s' impiegano ; di pielre si fanno vulcaniche solide secche incapaci di assorbire umidore , e di otlima malla e il cemento , che preparasi in molta parte colle termantidi deU'Elna; gli apparlamenti aerati spaziosi partili da senno, con buone latrine diguisache ben costrutte gli ediflci nel generalismo si notano e ben costrulti molli pub- blici stabiliraenti il Carcere gli Ospedali il CoUegio — 14.3 — Culelliano il Serainario 1' Islitulo di beoeficenza il Monaslero Beaedelliao la Casa Seaatoria il palagio degli Studi. A diciferare pensalamenle frallaofo lullo il nar- ralo , e ia giusla sliraaliva riporlo , per istatuire le condiziooi che teDgoao ioHusso sulla salubritd di no- stra slazione , vienc in prima cbe ua suolo piroide nella parte raaggiore , terziario in ispazi brevi , che noQ tieae acqiia di sorla , noa porge scoucio alciino a salute , cbe anzi dee tornar vantaggevole alia vi- venza di quivi ; ma il priino piano degli edifizi che si eslolle sopra terren terziario , e umido alquanto raassime nella stagione iemale , cbe per le piogge cadute il suolo circonterinine bibulo, in copia assor- be. uraore , e po; lo tranianda alia terra vicina ; e pero spesso diviene modificator patogenico di ma- lori diversi; e tale sioislro si causa da rnolti faceudo un selcialo di secclie lave nell' irno su cbe 1' edificio serge; ma la parte della citta che elevasi Iroppo sul raariao livello nei gradi vari di saiubriia ba premi- nenza , come nitidamente lo mostraao quei cbe vi metlono stanza. La calaiiese atmosfera ncssun sinistro fornisce alle condizioni di buona valeUidine per quanio dal- r anno rnoleorologico appare; un' atmosfera per ve- ro cbe media lempcratora prcsenla , doici gl' inver- ni, poco iiiuleslc lo slagioni dei caldi, dei veoli som- inossa appiacevulila dagli spiri del frcseo grecale , concorre a coslituire il prosperaniento degl individui cbe la respiraiio; e quanlui)()uc noii polrebbe dirsi umida affalto, o\e sopra le argille si posa , prescnia JU. /head. FoL XV II. 2 1 — fM — un qualche umidore a paraggio di quella ediflcata sul lerreno vulcanico ove asciultore I' aria mostra , e della umidila palesa bensi queila lioea di cilia cui fa speccbio il vicin mare comecbe appena avverli- bile, che le arsicce. lave di cui gli adificali si fanno, r esser selciala della roccia medesima, il prospellare tulla a meriggio , lo assorbooo tosto e lo dissipaoo. Qualora i venti di nordovest nord , spirano se- guilamente nei verni , menlre 1' Etna si rincapella di molte forre nevose , o all' apparire della stagione dei fiori, si staluisce fredda lemperatura ma per ispa- zi brevi e le lesioni di circolazione dell' appareccbio del respirare, i reumaliyrai carapeggiaoo; dove soffia- no i venli frescbi umidi d'est, le malallie periodiche di guise diverse si moslrano , massime nella slagion dei calori , ove 1' avvicendamenlo di lemperalura e Don meno di dieci gradi nel giorno medesimo; sot- to gl' influssi dei venli siroccali umidi caldi, cbe ma- lessere ioducono, gravezza della persona, inatlivifa d' intellello , le malallie pirelicbe del sislema dige- storio nascoDO e le colili; e nelle slali calorose spiraa- do il ponente , comecbe secco e favoreggiator del traspiro alle derraatili alle gastro-enleriti dispone. Ma la versalilila di lemperalura le vicissitudini cli- malologicbe cbe avvengono sovenle nei giorni succes- sivi in tulle stagioni , e nelle medie a preferimea- to, di priraavera d'aulunoo, in cui spesso passiamo dal freddo al calore , dall' umido al secco , e causa d' infermita malaugurose a corso interrailtente o con- tinue cbe colpiscono con generalismo talvolla raolli individui , e una specie di morbo cosliluzionale v> fanno. — ab' — La sua poslura tulla Tolla a guardalura di sole, aperta a vaslo orizzoate , dislcsa in piaao incliDato , splendenle di vivida luce, e veolilala di troppo, con- corre pure a farla salubre , e 1' essere i boschi selte miglia discosli incapaci a farle uraidore , il non tro- varsi raooli propinqui , che rendessero frequenti le piogge , r essere d' acque slagnanli spedila , e desti- tuta nel suo pomerio di fosse d' acque naarcie ripiene, o d' alii muri da far inciampi all' acree correoti , ai lumioiferi raggi , viene a bella evidenza il silo della patria nostra potersi dire nel generalisrao salubre; e il verdeggiar da ovuoque nel perimetro e nell' inter- no di vegelali di prescelle pianle culinari doraestiche, di giardini, di ogrumi, e d'ogni maoiera di frultife- ri alberi rendono 1' almosfera piu pura e sano cibo al popolo danno. AI fabbricato volgendo per seguire la genesi del- la malatlia deir uom di Calania eccetlo pocbissimi punli luilo ben disposlo rinviensi , onde 1' alnoosfera ventilala si teoglii , illuminate le vie gli edifici a vanlaggiar la salute. E qui garba dire d' una noci- vissima usanza in che la palria nostra conguaglia con altrellali cospicue cilia d' Europa , d' abilar loslo le case , die non appena lerminasi la costruzione , noliziarsi locazione di picoiolo prezzo , e volenterosa- mente si corre a mcltervi stanza per nulla calendo deir umidore spcsso di perigliosi cfTetti cagione. Calania quindi per i raodificatori raorbosi che pigliano gonesi nei corpi della ualura , e nel modo di sua cdiGcazionc, scmbra essere salubre , e spedila si trova di condizioni malagurose palogoniche provo- catrici di gravi maiallie endcmicbe cosliluzionali epi. — ae — demiche; dappoiche la faltura geognoslica del suolo non dispone ad acque slagnanti , la meteorologia del suo cielo moslra aria temperata lucenle secca purissi- raa sgornbra di miasmi di effluvi ; la fitologia cosi del pomerio come dell' inlerno di piante verdeggianle dieleliche medicinal! , raegliocbe veieoose , la salute vantaggiano , 1' atmosfera purificano; la zoologia po- chi animali velenosi presenia, moltissimi a servire di scelta cibaria ; e 1' edificafo della cilia ben coslriiito si Irova e compartilo benissimo, onde 1' acre circoli, la luce r illumini , e tornasse 1' alinosfera sanissima. Se ruomo pero e un essere dipendeole del glo- bo cbe abita modificandosi secondo i periodi diurni, annui che percorre il noslro pianela altorno del sole, che gli, dislribuisce il calore , a se tiene slrello rap- porlo colla generale nalura per la influenza cbe ha nei cosliluire la vita, gli elemenli di raolte funzioni for- nendo, I'uom di Catania salutevoli influssi riceve dal Iralto del globo ove siede, e nessuna cagione tI sta di gravi e pericolanii malori. C0I^SIDER1ZI0:\I SULLE NEC LI ESOGENI PER I'KA.NCEUCO TOR\ABK^£ niON*CO CASlMiSE Lelti nelfa tornata or dinar ia del 24 febbraro iS4t. @®®@®®@#®®®®@@#®@@®#®@#®®@ xja moderna Tassooomia Botanica riconosce m ogni famiglia ed in ogoi genere un tipo normale circa la disposizione de' verticilli florali, e le parli o sia pezzi de' quali ciascuDO viene composlo ; talmen- lecbe la variazione dal numero universalmenle cono- sciulo e una abnormalila ed abbcrrazione. Dai piu rimoli tempi si conoscevano i fiori cosl detli Doppii per la loro soprabbondanza di petali sullo slato na- tiirale ; ed i giardinieri spacciavaa fole sul modo di pralicarlo , mezzi adibivaoo a compierlo , e davansi briga a conservare quei fiori cbe lali crano divenuli ora per effelto del caso, ora dell' arle. Pero anziche Iracciare la sloria .di quelli che di lali aberrazioui ed anomalie florali discorroDO, piace- rai solo cennare cbe Linneo Delia sua filosofia , Bo- tanica dalla sezionc 119 sino al i3i paria de' fiori lussuriosi , raolliplicali e doppi ; frova cbe in quesli gli slami ed i pislilli sono semprc sul lipo abberrali, e Rousseau paragoua i fiori doppii ai moslri del re- gao aoiraale. Quando al 1790 Goelbe slabili ia un — i5o — poema delle nuove leorie sulle melamorfosi florali(i). Egli ricoaosceva, che le parti d' un fiore laoto si al- lontanano dalla forma della foglia , quanlo sono pid dislinli di posizione e di vsiio da quesla ; numerava una serie di fiori doppii ove i sepali erano in fo- glie mutate, piu rararnente i petali e gli slami , sic- come ancora le braltee mutate in sepali e pelali: e riconoscendo il fiore , come un organo piu perfetto della foglia, appeilava il primo genere di Irasforma- zione, Metamorfosi descendenie ed il secondo Mela- morfosi ascendente. Queste vedute sublimi furooo con- fermate da Roeper ragionando delle Inflorescenze Del- ia Lionea e nel Bullellino bolanico di M. Seringe; e da Duoal e Moquin al 1826 pubblicandosi un sag- gio sopra lo raddoppiamenlo 0 molliplicazione degli organi florali (2), i quali ollre a'principii sopra espo- sti , conlano una serie di falli ove i verlicelli florali 0 le di loro parti sono raddoppiali ed arrestali ; e questi ora per caso, era d'una raaniera permanenle e coslante; ora per semplice molliplicazione d'un verlicil- lo , ora per trasformazione d' un verticillo in un al- tro. Alfonso Decandolle al iSSy dicbiarava il primo di questi fatti veramcnle niolliplicazione , il secondo Metamorfosi (3). 11 celebre P. Agostino Decandolle gia da gran tempo alia sociela d' Arcueil (4), e nel- (i) Versnoh (lie Metamorpli. dcr Pflanzenzii erklareo. 1790 in in-8. Quest' opera fu nel 1829 IraHoUa da Gingius e slampala in quell' an- no a Ginevra; nel iSSa fu dall' autore accresciula , arricchita di nole e pubblicala a Stuttgarg in 8. {2) Mofitppellier 1826 in-4-- (3) Iiilroduclion a I'eliide de la Bolanique p. 81 ed. Brux.lSSy in-4- (i) T. Ill, pag. 383. — i5i — la sua Teoria elemenlare nel i8i3 (i) gli anlicilati principii riconosceva , ed ivi , siccorne nella Flora IVancese (2), nelle pianle rare del giardino di Gine- vra, e nelle classicbe opere dell' Orgaoografia (3) e Fisiologia vegelale (4.), slabiliva un' allro uuovo prio- cipio J cbe lulli gli orgaoi del fiore sono soggelti a sviliipparsi 0 in nianiera incomplela , 0 a noa svi- lupparsi affallo lendendo ad abborlire^ per cosi dire, loccbe e la causa delle altcrazioni notabili nella si- metria del fiore. Queste degenerazioni, o quesli ab- borti, diceva, succedono or per accidenle in un Go- re amraalalo; 0 coslauleraenle, in conseguenza della disposizione primiliva, e della nalura d' alcuni orga- ni in quella 0 quell' allra specie (5): » di manierache, se un fiore cbc con cinque petali deve porlare cin- que slami ne ba quallro, ed in vece del quinlo a un file senza anlera, o una glandula, 0 un' antera nial conforraala, 0 nienlc affallo, siamo aulorizzati allora, dice Decandolle, ad asserire cbe il quinlo slame e piu 0 meno abborlilo, cbe esisleva nel pia- no p rimilivo del fiore, ma cbe una causa qualunque r a impedito a sviluppare. Si dira cio ancora, tutte le voile, cbe il poslo d' un organo manca, e gli al- Iri sono nello slalo nalurale (6), (i) Paris iSi3 e sec. t'liit. 1S19 in-S. (2) Paris 180IJ nel vol. i. (3j Paris 1 83- vol. 2 in-8. \X) Paris 1 832 vol. 2 iu-8. (d) Alpli. nC. op. cil. pag. 78. (6; DC. Plant, rar. du.jard. de Geneve pi. 2. Alt. Ac cad. Vol. xrit 22 — 1 J2 DecandoUe a slahililo di piii, che gli organi del fiore, i qiiali stanno nel ceniro, sono piu facili ad aborlire di quelli della circonferenza. Cos! coa una vedula singolare egli conclude , che se gli organi femimue e mascbi mancassero coslantemeiite gli uni di slimma gli altri di antera si avessero i fiori costan- temenle sviluppati o ermafrodili, e quesli due aborli costanli combinati in uno, due, o tre individui del- la inedesim;* specie formerebbero le tre classi Linnea- ne Menoecia, Dioecia, e Poligaraia. Ecco lo slalo delle coDoscenze botaniche sulle anomalie florali , dalle quali ognuno puo ben di leggieri concludere, cbe dagli autori si crede in lut- li i fiori indislinlamente potere avvenire una mela- morfosi ascendenle e discendente, un aborto, ed una moltiplicazione de' verticilli florali e de' loro pezzi. Id riflettendo lunga pezza sulle di costoro vedu- le trovo in queste teorie delle lacune, e credo poler conoscere una legge nelle variazioni florali mostran- do, cbe se il caso, o un agenle esterno, o una cau- sa qualunque a noi ignota puo tanto influire sullo sviluppo d' un fiore, che era puo arrestare un verli- cillo 0 uua parte di esso, era sviluppare un altro , era 1' uno nell' altro mutare, cio non puo arbitraria- mente succedere in tutte le classi de' fiori. Poiche se queste abnorraalila fossero a lutti i fiori uguali , al- lora a qual pro la diversa organizzazione di essi ? a che la Datura separare 1' origine d' un verticillo dallo altro? cioe; inserire era alcuni verticilli sul toro, al- Iri sul calice, altri sulla corolla, ed altri formarli li- beri e distinti? Dunque prendendo a considerare le abnormalita — i53 — florali , prosenlcro le raie osservazioni sulle quallro solloclassi dc" fiori Esogeui giusla il sislema dccandol- liano Talamiflori, Caliciflori, CoroUillori, Blonoclami- dei; ivi le abnorraalilA osscrvale dagli aulori moslrc- ro come coafermano i mici principj , ed indi nc de- durro alcune conscgucnze ulili forse pella scienza. PremeUiarao inlanlo , cbe per aborto s' intcnde I'assenza o mancanza d' uoa parle del flora ; cbe la molliplicazione dividesi in tolale e parziafe ; la pri- ma c r addizioDC d' iin verticillo sul numero nclla TassoQomia Botanica assegualo , la seconda c 1' addi- zionc di una parte al vcrlicillo del quale si conosce il aumero preciso delic parli. La melamorfoai e la trasformazione di uo ver- ticillo 0 d' una sua parle, in uo altro verlicillo o in un'altra parte, essa e ascendente o discendente ; la prima e quella in cui i vcrticilli iiifcriori si trasfor- mano nei superiori ; la discendente e per 1' opposto quella in cui i verlicilli superiori si trasformaoo ncgli inferiori; essa di piu c Male e parziale secondocbe i verlicilli inleri o le loro parli vengono trasformati. Preraesse queslc idee dobbiaino rinetlere: i° cbe se un vcrlicillo e congiunlo o suluralo ad un' altro, o pure se la parte d' nn vcrlicillo e altaccata a quel- la d' un altro, subilocbe per una causa qualunque verra a mancare o a mo'.liplicare una parle di que- sto devc tale mutazioce eslcnclcrsi al suo congiunlo; 2° cbe se poi tutli i verticelli ilorali pogginno sopra un puolo raedesimo, sono, per cosl esprimermi , co- me raolli raggi cbe parlono d' un centre , allora la variazione cbe avvicne a qucslo punto o a qucslo ccnlro deve irradiarsi a tulli i vcrticilli con cui e — i!54. — congiunto, e co' quali comunica ; 3° essendo i verti- cilli florali Ira di essi distiuli e separali , e le parii de' verticilli non suturati , la variazione che succede a queste non deve eslendersi a tuUi gli allri , che SODO separali e disgiunti; perche devono paragonarsi quasi a molli individui isolatameDte situati sul mede- simo piano. Queste tre considerazioni, che derivano da prin- cipii filosofici nella fisiologia generate, applicale alle qualiro soltoclassi di cui e parola devono moslrarci il modo , come si presentano le abnormalila florali , e quali sono le parti , che vediarao abnormalizzare. Ne creda alcuno in queslo modo esporre le mie idee sinleticamente, che queste considerazioni sono desun- te da' fatti , che citero , e mentre sono il Gne delle osservazioni ne sono ancora il principio. I . I Talamiflori sono quelle famiglie naturali di cui i fiori anno i verticilli Aorali sepali, petali, sta- ini , carppelle dislinli alia base, e lutti poggiano se- paratamente sul medesimo toro. In questa classe di fiori 1' aborto e la moltipli- cazione di un verticillo intero non dovrebbe seco condurre quella degli allri , perche separali : cosi mancando uno slame , o pure degenerando un fiore colla mancanza dei verticilli feminei o maschi o delle antere o dei stimmi, nessuno aborto dovrebbe segui- re nei sepali e petali , menlre son dislinli ed isoiati ciascuno sul medesimo loro. Infatti alio spesso ho ve- duto nel Tropheulum mqjus^ Delphinium Jjacis-sta- phisagria^ Aquilegia vulgaris^ Ranunculus orientalis trovarsi fiori meguali nel numero degli stami iudica- li nella tassonomia , pero nessuna variazione nelle — i55 — parli (logli altri verticilli florali Lo osservalo. CoIIa rapporla, cbe il Dianhlus chinensis W. (i) sebbcne raddoppiassc i suoi pelali , tultavia luatura i serai , per cui in quesla specie si raolliplica il verlicillo pe- taloideo , e non si alteraoo gli aliri verlicilii , che poggiano sul medesirao toro. Pertanlo siccome slaono allaccali tali verlicilii sul mcdesimo iaiamo , se una causa qualunque per- turba e sconvolge quesla base , la mutazioue si deve eslendere ad alcuni o a tutli i verlicilii che poggia- no su quello; cioe o devono scomparire le carppelle e moltiplicarsi i pelali , o gli slami aver i filamenti abortiti ed i sepali mularsi a forma di scaglie; o pu- re i quallro Terlicilli florali in due o uno mularsi • 0 raaucare tulti. La causa organica forse deriva dal- I'arreslo degli organi, cbe si vedono mancare, o dal- la congiuDzione di questi con quelli moltiplicali; poi- cbe dobbiamo slabilire un' affinila tra gli orgaui ve- gelali ; affinila conosciuta nelle suture florali , cbe quasi tulle le piante ci dimostrano , e cbe forma la base di molte teorie fisiologicbe vegelali secondo le vedute del Decandolle. Quindi ne' Talamiflori varian- do il loro posson le carppelle diventare stami, quesli pelali, e quest' ultimi sepali; o per lo conlrario i se- pali in pelali, in islami le carppelle possono mularsi vale a dire puo succedere secoudo il liuguaggio di Goethe una melamorl'osi discendenle o ascenuenlefa). (i) L' antologista bofaoico T. IV pag. 617 ediz. Torino iSi3. (2) Vcrsiich die Mclamorph , dcr Pllanozenzu crklaren 1790 e i83i in S. DC. Mem. 10 ed Arcucil T. HI Tlicoric LMcment. iSi3. Duoal e Moquin Essai sur les redublcmeul ou mult, d' org. in-4- Mont. 1826. — i56 — la prova di cio nella prima famiglia dei Tala- miflori Ranunculacee bo vedulo la tribu seconda A- nenoee aver 1' Anemone orientalis^ la tribu lerza Ra- nunciilee lo Ranunculus asiaticus , la Iribu quarta Elleboree il Delphinium Jjacis nelle Malvacee lo Hibiscus mutabilis-rasasinensis , raddoppiare i fiori metamorfizando gli slami in pelali ; siccome pure ia quest' ultima tribu V Aquilegia vulgaris doppia, coa- tenere secondo a veduto De-Candolle , due variela ; la varieta A. stellata ove il filo dello slame si Ira- sforma in petalo, e la var. B. corniculata ove I'an- tera si metamorfiza in petalo a forma di corneilo. In sirail guisa bo osservato nella famiglia delle Magnoliacee la Magnolia grandijlora; nelle Papave- racee il Papaver somniferum; nelle Crucifere la Iri- Lu prima Pleurorizee la Capsella bursa-pastoris , nella tribu seconda Notorizee il Cheiranlus cheeri ; nelle Ossalidee /' Oxalis cerniia] nelle Cariofillee il Dianthus cariophillus lulli questi fiori trasforraare gli stami in pelali ed anco raddoppiare i pistilli. Nella famiglia delle Malvacee pero la Lavalera arborca spesso moltiplica i verticilli petaloidei senza alterare mai gli altri. Or iu conseguente di cio che si e esposlo, tulti i fiori, siccome quelli di questa sottoclasse de' Tala- miflori posson subire la trasformazione o melamorfosi totale ascendenle , cioe mutarsi in foglie tulti i ver- ticilli florali ( I ). E se devono ammetlersi de' fiori , (i) Pu6 ollenersi cio anco coll' arte , tagliando alle pianle con gemme buoiia parte di queste, che produrre devono foglie, allora le gemnie floiali muleranno i verticilli proprii in quelli a foglie ; come sperimeulo Duhamel colla rosa. - -sy - che IcDcloDO scmpre alio raddoppiamcnlo come si e oggi slabilito da' bolanici , hisogoa riconoscere che questi appartcugooo ai talamidon ; e sono infalti i generi Diaulhus^ Lavalera^ Nimphea. Dal fin qui dcllo di leggicri couchiiidcsi cbe i fiori doppii de' lalami-ilori, souo melamorfosi dei ver- licelli aflioi o trasformazione dcgli slami e pistilli in pctali 0 di qucsli in qiicili. 2. Dicousi Caliciilori quei vegelabili aventi il loro allaccato al calice gamosepalo , gli slaaii cd i petali riuniti o licvemcnle sulurali (i), che sembrano trarre principio dal calice, ma teoricameiite derivano dal toro, a cui sono altaccali i pislilh". Da cio emer- ge ben chiaro , che sendo dipendenli gli slarai ed i pctali dal calice, se per una causa qualunque viene a lurbarsi 1' ordine c la simelria del verlicillo calici- nare la sua variazione deve eslendersi, e deve risen- tirsi dai vcrlicilli a cui e unilo ; cosi un aborto o una molliplicazione in queslo porleni simile mancan- za o molliplicazione nei verlicilli alTioi e dipendenli; cioe raancando o moltiplicandosi per una causa qua- lunque le carppellc mancberanno i pislilli ; siccome del pari le variazioni ue' due verlicilli pclaloideo e stamineo dovono rispondere vicendcvolraentc. In fatlo Delia famiglia dclle Crassulacee simile legge e co- slanle, nel Sedian heplepeialum Poiret il fiorc man- cando o molliplicando d' un pelalo, scema o raddop- (i) 11 carallore d' esserc coslantcmenle i pclali riunili agli slami nella sotloclasse de' caliciflori, e slalo da noi aggiunlo alia dellniziooe data da Decandolle. — i58 — piasi di due stami costaDtemenle , perche ad ogni petalo rispondoDO due slarai. Nella famiglia delle Rosacee tribu delle Rosee la Rosa centifolia-rubra- alba ec. raddoppiando, si crede da' botanofili mutare gli slami in pelali ; ma e queslo un errore comune conlrario al fatlo da me osservato; poiche si prenda UD Dumero di rose coslantemente semplici , si conli il numero de'loro pelali e de' loro slami indi coU'ar- te rendansi doppie si oUerra allora un numero mag- giore di stami e pelali : solo i filamenti degli stami si troveranno ineguali , siccome ineguali si sviluppe- ranno i pelali raddoppiati. Nella Rosa gallica L. e R. semper-Jlorens IF. R. biferd Pers. R. alba JV. R. centifolia var. hollandica nivea, ho veduto qual- che fiata uo numero sulficiente di petali ; pochi sla- mi e quesli.invisibili , ed un numero prodigioso di pistilii oltre raaniera sviluppali. Cio deriva, perche i pislilli e gli stami, siccome si e delto, pioggianosul loro, e quindi rienlrano ne' principii de Talamiflori ; cioe una variazione al toro puo eslendersi a tulti i verlicilli che vi poggiano. Ma chi sa , se col tempo si togliera la famiglia delle Rosacee dai Caliciflori per trasporlaria nei Talamiflori? Nella famiglia delle Composte Iribu prima Cinaree la Calendola vul- garis e tribu sellima Senecioidee 1' Heliantus anmtus spesso vedonsi raddoppiali nei fiori; ivi si crede che gli slami sono abortili, siccome ancora i pislilli cre- donsi tramulali o metamorfizati in petali; ma cio noa e vero, poiche l' 6 veduto comparire doppii a motivo che le corollule del loro disco prendono la forma li- gulala come quelle della circonferenza , lasciando la caliculala: cosi lo raddoppiamento non e che una va- — lag — riazione di forma ucUa scmplice corolla , e porlano iafallo i pislilli c gli slami riuniti in cilindro. Spcs- so pero , siccome in quesle Iribu i fieri maschi e femmine della circonfercoza nascoDO nel disco , cio sembra una iDoltiplicaziouc al guardo d' un imperilo, ma il filologo vi Icgge una semplice miilazione di luogo nelle diverse corollule androgini o monogini ; e queste variazioni succcdono in fallo sopra i gcncri che rispondoDO alle due soltoclassi o ai due ordiui del sislema scssuale Linneano Voligamia super jlna , e Poligamia j'rustranea. Nella famiglia deile Com- pamdacee Iribu Lobelice vcdesi 1 1 tnpatiens' lobelia raddoppiare cogli slami i pelali, e (jualcbe volla an- co i pislilli. Dal cbe pare concbiudersi ne' Caliciflori avverar- si le inelamorfosi lolali ascendcnli , non raai le par- ziali; cioe passare udo slame in pistillo; siccome pel- lo conlrario non puo succedere una melamorfosi di- scendenle ; cioe mularsi gli slami iu pelali; ma lo aborlo e la molliplicazione d' un verlicillo florale , o d' una sua parle, porlar seco quella del suo congiun- to, come uno slame (luclla del pclalo, o al conlrario un pelalo quella dello slame; o per 1' inliero, la mol- liplicazione 0 lo aborlo d' uno de'due verlicilli con- durre quello del suo aflino. 3. Diconsi fiori Coroiliflori , queilt avcnli il ca- lice libero, gli slami allaccali alia corolla gamopeta- la con r ovario libero. No' fiori di qucsla solloclasse si vcde cbe non puo avverarsi una trasforraazione di- scendenle parzialc o lolale d' un verlicillo; come mu- larsi i pislilli in carppclle , i pelali in sepali pcrcbe JU. Ac cad. f'ul. Mil 23 — i6o — tra loro dislinli e disuaiti : pero siccoine gli stami soDO atlaccati alia corolla , la molliplicazioDe o T a- borlo , parziale o lolale , discendente o ascendenle puo succedere Ira gli stami ed i petali, e Ira questi rOQ quelli; cioe sopra i due verticilli affini , e con- giunli. Iq fatli Agostino DecandoUe racconla aver ve- diilo fiori delta Primula ten's che rispondono alia famiglia delle Primulacee^ i quali in luogo di peta- li , aveano in ciascun pezzo di questo verticillo ua fascetlo di petali, senza che tale molliplicazione alte- rata avesse quella degli allri verticilli florali (i) , e certamenle il numero degli stami trovavasi oltre ma- niera allerato. Nella famiglia delle lasminee lo la- sminium samback bo osservato , che quanto a mag- gior numero di petali tanto a di stami. Dalle quali cose conchiudesi, nei Corolliflori non darsi che aborti e moltiplicazioni regolari di verticil- li , che traggono seco la raaocanza , o 1' eccesso di quelli ad essi vicini o altaccati ; come noo possono darsi che trasformazioni ascendenti totali, e mai par- ziali. 4.. Si appellano fiori Monoclamidei quelli aventi UQ perigonio, che rappresenta 0 il calice o la corol- la o tutti due , a motivo di che il Perigonium in simplex e duplex dal Decandolle e distinto (2). In questi fiori i verticilli florali sono distinli ; quindi le (i) DC. Mem. sar les fleurs doables dans mem. de.lasoc. d'Ar- coeil III pag. 385. (2) System. Nal. Beg. Veget. t. r pag-. 124- ed. Paris. 1818. — i6i — molllplicazioni , e gli aborti sempre sono parziali se- condo il principio da noi slabilito, perche non avea- do sulurc 0 coDgiuDgimeolo , i verlicilli florali noa si possoDO trasformare o metamorfizare tra essi. Anzi finora non mi e slato concesso di vedere un aborlo o una moltiplicazionc, nelle pocbe faraiglie di qiiesla solloclasse ; la qual cosa mi conferma nel principio stabililo. In questa e nelle antecedenli solloclassi la cau- sa de' fiori monoici , e dioici si allribuisce dal De- candolle, come si disse, ad un aborlo, che egli ap- pella degenerazione. Intorno alia causa di tale abor- to costante nulla ancor si conosce , la natura si e coperla d' un velo che invano 6 tentato squarciare , ed anziche verila 6 Irovali sempre dubbii maggiori. I fiori Eudogeni formati sul lipo lernario banno i loro verticilii florali composli di pezzi rispondenti ; pero non mi e riuscito soggellarli alle leggi , alia quali ho creduto slringere i fieri esogeni , che in quesle quallro solloclassi dal Decandoile sono racchiu- si ; forse il tempo e lo studio mi daranno il piacere di conoscere le leggi delle loro mutazioni. Ma biso- gna suddividcre in solloclassi questa seconda classe del regno vegetabile; ed osservare in essa i fiori Ta- lamiflori, Caliciflori, Corolliflori, Jloooclamidei; men- Irc tra i Liliacei vi sono dei generi cui i verlicilli florali presenlano organiz^azione diversa, tali i generi Lilium , Yucca , Polianthes ; ed in fallo il Lilmm album raddoppia il perigonio , e mantieoe costante gli altri verlicilli florali net numero e sviliippo ; il Polianhtes luberosa raddoppia i pelali e scema negli slami , lalclie la raddoppiazione del vcrlicillo peleloi- l62 deo deriva dalla trasformazione di quelle stamineo. A coglier le fila circa le anomalie florali, adun- (jiie non deve ammeltersi con i bolaoici del giorno, die lutti i fiori aborlano o mancano, si moltiplicana e si Irasformano irregolartneiile : die anzi osservano una legge , soggiacciono a regole fisse e costanti ; talmenleche io non credo doversi appellare cotesli falli anomalie jlorali^ ma piuUosto muiazioni regola- ri di forme ^ e deve sludiarsi questa altra parte della Bolanica filosoGca come branca della Teratologia , o scienza delle moslruosita. La conoscenza delle mo- slruosila vegelabili e utilissima nella filoiogia per ia Orgonograjia e Fisiologia vegetale^ siccome fu quel- la delle moslruosita andropologicbe all' j4natomia e Fisiologia umana trascendente; i casi di abnormalita spesso tolgono de'dubbii, sono la sorgente di nuove verila, e come altre fiale scriveva Isidore G. Saint- Hilaire, sono i mezzi piu capaci di perfezionare oggi- di gli studii fisiologici. Or secondo il periodo presenle delle mie limi- tate conosceoze, e del principii attuali della botanica filosofica, opino stabilire: poter succedere. 1. La metaraorfosi lotale e parziale ascendente e discendente ne' Talamiflori. 2. La metamorfosi totale asceodeDte in tutti i fiori . 3. L' aborto e la moltiplicazione parziale e lotale de' verlicilli florali nei Talamiflori e Monoclamidei. 4.. L' aborto e la moltiplicazione parziale e lotale d' un verticillo florale , cbe Irae seco quella d' UQ vcrlicillo affine nei Caliciflori e CoroUiflori. DELLE COl^CHIGLIE VIVENTI E FOSSILI DI SICILIA ESISTENTl NELLE COLLEZIOM DEL DoTioB ANDREA AKADAS E dell' estikto MATE D. EMILIANO GUTTADAURO casweib COMPIL&TO DAL SOCIO ATTITO DoTTOK ARADAS E DAL P. D. GIACOMO MAGGIORE SOCIO COniUSPOMDENTE MEMORIA V. Letta nella sedufa ordinaria del f8 tnarzo fS4f- ■©©©©s®®®®®®®©^®®®®®®®®®®©® SPECIE SXII. PUPA PERVERSA (P. PERyERSA Desh.) P. testa smistrorsa, elongata^ attenuato-conica^ pellucida^ luteo-Juscescente; columella subunidenlata. Turbo per versus L. Gml. p. 8609 — Pupa fra- gilis Drap. p. 68, t. 4-, f- 4 — Ek. vi, 2, p. iio — Pir. Cat. p. 24. — Balea fragilis Gray. Zool. Jour, t. J, p. 6 1 — Clausilia uniplicala Calc. EfTem. scienl. Sic. n. 82 — P. perversa Lk.di Pesh. ec. ec. Conchiglia sinistra, ovvero con Torificio a raan- ca, sotlile allungata , di forma conico-alteDuala , lii- cida , trasparente , di color giallo fosco , striata per lungo; apice poco ottuso; spira di 9-10 giri gradata- mente crescenti ; apertura fornila quasi di un dente o laminella bianca nel mezzo del colonello , peristo- ma un p6 sinuoso, fissura ombelicale obbliqua. P.erciocobe il genere Balea di Leac!; non e am- messo da' zoologi a detla di Desb. e Milne Edwar. dovea alia prcsente specie restiluirsi il nome impostole dal suo prime scoprilore, ma ordinandola fra le Pupc, di cui ba le principali carattoristicbe. Trovasi nci dintorni di Palermo , e nelle alle regioni delle ]\Ia- donie, e prccisamenle nella valle di Nepitalva^ con- Irada Pilati dimmenzu ailaccala. a\ Ei'chen pidmona- rius sopra i troncbi de'faggi giusta le osservazicni del Piraino. Lungbezza lin. 4, largli. i. Coll. (A.G.) — i66 — GEITERE XIII. CLAVSILIA (cLAusiLTA Drap.) II genere Clausilia Irae norae dal pezzo elaslico, che chiude a tuo di opercolo il peDuItimo giro della spira nella conchiglia, qualora il mollusco vuol ser- rarsi denlro : e corneche aacora non si e osservalo tal pezzo in tulle le Clausilie , si argomeota da' ma- lacologisli esislere in taiune specie sviluppato , ed in allre in abbozzo o elemenlare. La conchiglia di que- slo trachelipode, situalo dal Rang tra' soUogeneri del- r elice, e quasi sempre fusiforroe, gracile, ed apice otlusello, con 1' aperlura irregolare, rolondo-ovala, a labbri riuniti d' ogni dove , liberi , e ripiegati aldi- fuori. SPiEICIE I. CLAUSILIA PAPILLARY (CI. papillaris Drap.) CI. testa fusiforjm\ pellucida , longiludinaliter striata^ corneo-fiiscescente; siUuris linea fusca mar- ginatis , papiUisque albis crenulatis ; apertura bi- plicata. Drap. p. 71, t. ^i f- i3 — Lk. vi, 2, p. ri5 — Phil. p. i38 — Ca/c. Bloneg. de' gen. Glaus, a Bui. Palermo i84.o, p. 10 — Turbo bidens Gml. p. 36o() — Helix papillaris MUll. p. 120 — Bui. papillaris Brug. Diet. n. 94.. Conchiglia fusiforme , lucida , striata longitudi- □almeute a sottilissime slrie , di color corneo-fosco , e talvolta cinericcia; le suture hanno un margiue — 167 — COD linea fosca sparsa di papille bianche cquidistanli ed io rilievo ; bocca ovala e iniinita di due pieglie visibili site sul penuUimo giro di spira , e di una allra pioga quasi occulla sila all' angolo cbe fa il coIoDDcllo col labbro. Avvene da noi quallro variela lulle riporlate dal Calcara , la 1° a concbiglia piii strella, la 2" piu rigonfia, la 3° cornco-fosca , la 4' cinereo-sordida. Specie comunissima ovunque in Si- cilia, cbe adcrisce alle mura di lutte le fabbricbe a cemento calcare , e cbe ritrovasi lanlo ne' luogbi u- niidi quanto negli aridi. Lungb. 8 bn. j, largbezza 4 f. Coll. (A.G.) SPECIE II. C LAV SI LI A AFFINE (CI. jffinis. Pbil.; CI. testa fusijormi^ pellucida , cinerea , slriis elevatis^ papillisque albis ad auturam fuscam mar- ginalis ; apertura triplicfla , peristomale dilalalo , subrejlexo. Pbil. p. iSg — Calc. Mon. cit. p. 11. Concbiglia fusiforme, lucida , cinericcia , un p6 pill forteraenle slriala , cbe la prccedenle, ornata di papille biancbe al margine fosco dclle sulure ; spira in lullo simile ed uguale alia CI. papillarc , di cui polrebbe dirsi una variela , apertura coa (re pie- gbc , peristoma slargato e quasi ricpiegato. Le slrie longiludinali sono costanlemeule laraellose , , il cbe puo farla considerare come vera specie di passaggio dalla precedenle alia CI. siracnsana. Si rinvicue in piu sili di Sicilla, come DeU'Elna, Alt. Accad. Vol. xvii 24- — i68 — a ^affadali , e Girgenli. Lunghezza lia. 7 , largh. I ^.Coll.(A.G.) SPECIiE III- CLJUSILI4SIRACUSJNJ(CLsYRAGusANdV\a\.) CI. testa fusiformi^ mjlata, fragili^ pallide ci- nerea , plicis longitudinalibus confertis , lacteis or- nata; apertura S-plicata^ perislomate valde produ- cto, lacteo rejlexo. Phil. p. iSg, t. 8, f. 23 — Calc. Mod. cit. p. 12. Var. (a) Magis injlata^ grandiuscula et gracilior. CoDchiglia piu rigonfia della precedeale , fusi- forme, fragile, a color pallido-cioericcio, distinlissima per le molte strie e piegbe loDgitudiaali , biaacbe , quasi obblique, ed avvicioate, cbe ne adornano con elegaoza i 9 giri della spira. Apice quasi sempre Ironco per la sua fragilila; apertura allungata e qua- si triaugolare , con due piegbe sul margine colon- nellare , e tre piu in fondo alia parte iaierna del labio ; labbro latteo sporgente , e ripiegato in fuo- ri. E notabile in essa come in altre specie un forte restringimento alia gola visibile all' eslerno. La va- rieta fa) cbe ci proviene da Palermo , e assai piu grande, piij rigonfia, ed a labbro piu acuto e fragi- le del tipo. In essa l' apice e sempre rotto 0 raan- cante sino a 2 o 3 giri. Si rinvienc nelle fissure delle rocce calcaree, e precisamente a Monlepellegri- no , a Mondello , a Mazzara in luogbi asciutti ed elevati; e lunga 10 lin. larga 2 -\. Gli esemplari osservali da Filippi e i noslri rac- — iGg — colli in Siracusa , Mililli , e Militello sotlo le pielre sono luDgbi 8 lin. largbi 2. Coll. (A.G.) SPECIE IV. CLAUSILIA CON DUE DENTI {Cl.BiDENs.\)va^.) CI. testa fusiformi sudventn'cosa, corneo-nitida, pel/ucida, anj'raclidus g-io longitudinaliter obsolete striatis , ultimo maqis convexo , striato , apertura ovata^i columella 4-lamellata , clausilio emarginato. Helix bidens.WivW. p. 3io — Turbo bidens. Tab. des Moll. n. 18 — Bui. bidens. Enc. met. — Drap. p. 68, t. 4, f. ^-1—Calc. Mod. cit. p. i3. Concbiglia fusiforme, uq p6 venlricosa, di color corneo cbiaro , lucida , Irasparenle , liscia , e legger- menle siriala. Spira di 9 giri poco rigonfiati, di cui r ultimo e piu convesso, ed ha strie longiludinali piu risenlite; apice oltuso; aperlura ovale poco rislrella al di sopra, con due pieghe sul colonuello, e due allre raeno salienli e piu infossale sul lalo opposlo. Dielro le due pieghe del colonnello avvi allra piega o la- mina piu drilla, a fianco di essa si osserva un ossi- cino alluDgalo, bianco, liscio , elaslico , un p6 con- loroalo in ispiralc, dello clausilio^ il quale si conli- nua in un pedicclio 0 in fina lamella, cbe gira con la spira, e si riallacca iDlernamcnIe sul colonnello al principio del pcnullirao giro (V. Drap. fig. cit.); pe- ristoma bianco ripicgalo, fissura ombelicale poco pro- fonda. Si rinvicne in Palermo nolle carapagne di Ter- rasini , e uoi T abbiamo rinvenuto pure in Mascalu- — lyo — cia villaggio etneo, e suUa spiaggia della Plaja^ ma e ovunque rara. Lungh. 8 a lo lin. largh. 2 ^. Coll. (A.G.) CLAUSILU CON SETTE PIEGIIE (CI. sep- TEMPLICATA. Phil.) CI. testa fusiformi., ventricosa., cornea , medio sublaevi., anfractu ultimo strialo., superioribus saepe ad siituras papillatis , apertura septemplicala , pe- ristomale valde dilalato. Phil. p. iSg, t. 8, f. 2, — Calc. Mon. cit. p. i5. Conchiglia fusiforme, rigonfia, di color corneo, o caslagno, con 10 giri di spira, di cui 1' ultimo ha slrie proDunziate, quelli di mezzo sono levigati , gli eslremi hanno le suture con papille blanche: apice otluso, liscio, trasparente e hiondo. Bocca ristrelta al di sotto, peristoma ripiegalo, bianco, assai sporgente, con 7 pieghe avvicinate fra loro, ma di esse quattro sono pill grandi e visibili. Nella parte posleriore del- r ultimo giro la depressione de' lati fa un rialzamen- lo a un dipresso come nella CI. syragusana. Si trova comunemente in Palermo nelle basse regioni attaccata alle rocce calcaree delle montagne, ed altroYC. Lungh. 10 lin. largh. 2 7. Coll. (A.G.) SPECIIIE Vf. CLAUSILIA PUN TATA (CI. punctata. Mich.) CI. testa fusiformij pellucida , longiiudinaliter — lyi — oblique striata., corneo-fiisca , anfractibus convexis ^ ultimo corrugalo., spiraliter ad suturam unisulcalo; dorsoqiie macula albida semi-lunari ornato; siituris denticulis albis superne nolatis; aperiura ovata] pe- ristomate albo rejlexo, superne siiium simulanle; la- bio uniplicalo; columella bi-lamellala; apice obluso. Mich. Conipl. a Drap. p, 4i>, pi. iS, t'. 26 — Calc. Mod. cit. p. 16. Concliiglia fusiforme , Irasparenle , adorna di slrie longitudinali tenuissimc obblique, di colore bru- no-corneo 0 caslagno; giri di spira 11 convessi, ['ul- timo pill rugoso , e marcalo appo la sulura d' un solco spirale con macchia biaocbiccia semi-lunare (que- sta non e scmpre nei noslri individui ) ; suture coa piccoli denliccUi biancbi o papille allungale cquidi- slanti, c rare; aperiura ovale , peristoma bianco , ri- flesso , formante a! di sopra una specie di seno ; si osservano due piegbo laminari divergenli sul colon- nello, ed una nel labbro colonuellare alia parte inter- na , che corrisponde all' asse della concbiglia. Apice ottuso. Specie raolto affine alia CI. j-plicata ed alia papillaris., ma lollavia distinla da quelle per lo nu- mero di piegbe nella bocca , e per la loro siluazio- ne. Si rinviene spcsso nelle vicinauze di Palermo , ossia in Monlecuccio e Worrealo. Lungb. 7-8iiD. largb. 2.Coll.(A.G.) 6ENERE XIV- BULIMO {BVLiMus. Drug.) II genere Bulimo, che raccbiude mollissimc s{)c- — 172 — cie comprese un tempo nel genere Elice, differeDzia apertamenle da queslo, e dal gcoere Pupa , non es- sendo mai i Bulimi orbicolari, come le Elici, e non avendo uguali i bordi dell' aperlura come le Pupe. A togliere la prelesa esteriore rassomiglianza degli a- nimali perlinenli ai generi Elice^ Bulimo., Clausiliay Pupa \ Jgatina ^ Succinea^ Partula ec. yolula dal Ferussac baslano le diligenli osservazioni e le immen- se ricercbe de' Sigg. Desbayes e Milne Edwards , i quali scrutato miDutamenle il profondo ed interno jDCCcanismo della organizzazione di quelli, concbiudo- no di aver acquistata la cerlezza di esistere in que- slo imraenso lipo di molluscbi terrestri molti generi staluili con senno e con verila, fondati meglio sulla organizzazione degli animali, cbe ne' caralteri esterio- ri delle loro concbiglie. Poscia dalle coslanti modifi- cazioni cbe offrono gli organi della generazione ban sapulo trarre le caratlerisliche genericbe, ed ban ra- gionevolmente fissalo i liraiti tra 1' un genere e I'al- tro. Onde ban proposlo riunire il genere Bulimo al genere Agalina (1). Indotti da iali considerazioni noi seguiamo I' e- serapio del dr. Calcara, il quale ba volulo il primo porre ad effello 1' idea di quei valentuomini nel riu- nire le Jgaline e qualcbe Juricula ai Bulimi ; ma nel toccar di cio , e con .siffatlo inlendimeoto non crediamo in nulla scemare la lode , cbe merita il Calcara per le crilicbe riflessioni onde va corredando le sue raonografie raalacologicbe ; che anzi ci place (1) Agg. a Lamark. t. 8. Moll. p. 219. - .73- adottare la sua divisione di Bulimo a colonnello inlero, truocato, c Bui. a coIoDncllo dcolcllato. Bui. a colonu. Sez. I. Columella basi intcgra. SFE£IE I. BULIMO DECOLLATO {B.decollatus. Brug.) B. Testa cylindrico-lurrita^ tenuissima^ striata^ albida, aut cornea^ apice tnmcata^ consolidala; la- bro simplici. Helix decollata. Gm. Syst. Nat. p. 365 1 — Lisl. Conch, t. 17, f. 12, I. 18, f. i3 — Drap. p. 76, t. 4, f. 27, 28. — Lk. VI, 2, p. 121 — Phil. p. lig, t. 8, f. \k. ConcLiglia cilindrico-torricciuolala, a slrie finis- sinie iongiludinali trasverse , biaucbiccia , 0 a color cameo e lalvolta bionda; apice per lo piu troncato , solida ; aperlura ovale a labbro seroplice. Risso raal conosccndo 1' infanzia di quesla specie, ne costitiii il suo nuovo genere Orbilina. Adulla cresre sino alia lunghezza di 16 lioee e largbezza di 6, ed acquisla in tulto 14. giri , ma nell' infanzia giunia a 6 giri e tulla cilindrica, indi cresce in largbezza , finaltncnle perde 1' apice primicro, che resterebbe inoperoso, percbe non destinalo a ricevere in lutlo il molliisco, il quale fornaasi un aliro apice piano pria di perdere il primo. Si rinviene per tullo in Sicilia sollo le pielre ne' giardini ; alio slato sub-fossile nel Info ralcare di alluvione a Musica di Orfco prcsso Palermo. Coll. (A. G.). — 174- — ■•• SPEMJE II. BULIMO ACUTO {B. jcutvs. Brug.) B. testa oblongo conica acutiuscula soUda sub- perforala , tenuiter striata , alba , out strigis longi- tudinalibus^ fascisve rufis picta^ anfractibus conve- xis, suturis dis tine lis., aperlura subrolunda^ simplici. Turbo Jascialus. ?ea. Brit. Zoo. t. 82, f. 129 — Ifelix acuta. Miill. et Gral. p. 366o — B. acuius Drap. p. 77, t. Ai f- 29, 3o — Lk. vi, 2, p. laS— ■ Phil. p. i4o — Calc. Mod. cit. p. 27. Conchiglia di forma allungala conica un p6 a- cuta air apice, solida in eta adulta, quasi ombelica- la , a strie longitudinali sottilissime ne' suoi 10 girl di spira assai convessi , e con suture dislinte profon- de; negli esemplari giovaoi e visibile la carena del- r ultimo giro; aperlura quasi rolonda, a labbro sera- plice, e poco ripiegalo verso ii foro ombelicale: spe- cie variabilissima per colorito , giacche ora c tulta bianca, or cinericcia, or bionda; ora e sparsa di fa- sce rosse e di strisce longitudinali fosche , e quesle e quelle or piu larghe ora raeno , or continue , or interrotle, talcbe il Calc. ne enumera 9 varieta. Si rinviene ovunque nella piana di Catania , e per tutto in Sicilia in maggio e giugno con V ani- male altaccafa ai cauli delle piante in luoghi aridi c ne' terreni cretacei; sub fossile come il Bui. prece- dcnte si trova in Palermo. Lungbezza da 7-10 lin. diametro dell' ultimo giro largo 2 lin. Coll. (A. G.). - 17^ - SPECIE III. BULIMO FENTROSO (B. fentricosus. DrapJ « B. testa ovalo-conica, basi venlrwosa, alba aut cinereGy anfractibus coarclalis; tabro lenui acuto. Drap. p. 78, t. 4-.5 f- ^' 1 32 — Calc. Mon. cil. p. 29. ConcLiglia ovalo-conica , un p6 ventricosa alia sua base, cod giri rislrelli, oode differisce dalla specie precedeote: dippiu e loogiludinalmente slriala; aper- lura cosi alia ciie lunga, e mullo obbliqun, con lab- bro lenue ed acuto. Simile nel colorilo alia delta spe- cie, e si rinviene negli stessi sili, il die ci da qualcbe sospello di esserne una variela , mollo piii che quei priini caratteri non sono baslevoli gran fallo per co- stituirue allra specie, ma tuttavia vogliamo unifor- marci a Drap. LuDghezza 5-6 linee , largbezza 2 \. Collez. (A. G.). SPECIE I¥. BVLIMO TUBERCOLATO(B.TUBERcvLATus.lntL) B. testa ovalo-oblonga , albido-cornea , umbili- cata , semipellucida ; aperlma ovala , peristomale lacteo rejlexo , labio aa anyubtm super iorem unitu- berculato. B. pupa Brug. Enc. mei. t. i, p. 34.9 — Phil- p. i4.o, t. 8, 1". 21 — Piraino Cat. p. 28— (ulc. Jtt. Accad. Pol. XV 11 20 — lyb — Mod. cit. p. 3o — Turton Zool. Jour. t. 2, p. 363, pi. i3, f. 4- Conchiglia ovato-oblunga, ad orabelico visibile , quasi lucida , con 7 giri di spira contigui, e finissi- inc^mente slriali, ultimo giro larghissimo, apice oliuso; colore rosso -corneo 0 biondo , e talvolla cinereo- bianchiccio, o bianco-corneo; apertura, che uguaglia la spira in meta di sua lungbezza, dilatala alia base ■ con peristoma latteo ripiegalo, a iabbrc colonnellare continue, tenue, fornilo di un callo o lubercclo ol- iuso latteo air angolo superiore. Avvi qualcbe varieta di forma piu piccola, e ri- slretla, altra senza tubercolo , ed aitra variaale per colorito, or bianco lutto, or corneo bianco. Gomuaissima in Sioilia nelle parti montuOse, e ne' terreni argillosi, dove pure si rinviene sub-fossile, come in Palermo e Callagirone. Lungbezza 7 lin. -, larghezza lin. 3. Collcz. (A. G.). SPECIE ¥. BVLIMO RADIATO (B. detritus. Desb.) B. testa ovato-com'ca^ perforata^ glabra minu- ttsshna, striata , alda, strigis longitudinalibus cine- reis aut fuscescentibus picla; aajraclibaa convexm- scidis'j labro simplici aut bast rejiexo. Helix detrita. Miill. Yerm. p. 10 \~~Gml. p. 366o — B.radiatus. Brug. Diet. n. 25 — Drap. p. 73, t. 4, f. 21 — Calc. Bloo.cit p. 3i — Z/^-, vi,2,p. 122. Concbiglia ovato-conica, ad ombelico stretlo, so- lida, liscia, bianco-cinericcia, ornala di finissima slrie — ni — longitudinali, e con fascc fosce, o giallastre pure loa- gitudinali uella spira composla di 7 giri un p6 coq- vcssi, c rigonfi, di cui T uUiiiio 6 piu grando; apicc olluso; apcrlura ovale , rislrclla al disopra, cd obbli- qua, labbro seraplice 0 ripicgalo alia base, e vicino il colonnello. Specie mollo affine alia precedente , rua differl- sce da quella per la sua grandczza, 1' asseoza del Iti- Lercolo nella bocca , e le sirlscc raggiaoli , che la fecero dire But. radialns dal Brug. i\ol iolanto vo- gliaino con Desb. resliluirle il nome dalo da Miill. a toglicre sernpre gli eqiilvocl che ne sorlircbbero. Si rinviene frequcnicrnenle ne' Icrreni argillosi di Sicilia e nelle vicinanze di Palermo. LuDgbezza i i lin. largbezza 6 Coll. (A. G.). SPECIE Vfl. BULIMO GRANO D ORZO {B. obscubvs. Drap.) B. testa parvula , ovato-oblonga , glabra , cor- neo-Jiiscescente ; apeitura ocata; labro margine re- Jlexo^ at bo. Helix obscura. l\ii';ll, Vor. n. 'J02 — Gml. pag. 366 1 — B.hordaceus. Brug. Diet. n. 62 — Lk. vi, 2, p. 125 — Drap. p. 74, t. 4-. f- 23 — Piraino Cat. p. 28 — Calc. moil. cit. p. 32. Conchiglia piccola, ovalo-oblunga, liscia di color corneofosco ; osc urala dalla lerra , onde sta sempre sporca , trasparcnte e pcco hiciiia qiialora si pidisce; niarcala di slric longiludinali poco saglienli; spira com- posla di G-7 giri assai rigonli, il quarto e piii groi- - 178 - so de' prccedenli , il che rende la conchiglia un p6 ventricosa; apice ottusetto; apertura ovale anziche no peristoma bianco slargalo e ritlesso; fissura ombelica- le moUo obbliqua. Specie comune nelle monlagne delle Madonie , nella valle di Nepitalva sollo il fogliame de' faggi , e sollo le pielre umide. Lunghezza lin. 3 |, larghezza i j-. Coll. (A. G.) SPECIE ¥M. BULIMO A FORMA DI CILINDRO (B.ctun- DRACEUs. Calc.) B. testa parva. cylindracea, apice obtusa^ lae- VI nitida , alba , subdiaphana ; anj'ractibus qiiinque plants , suturis vix impressis^ apertura rolundatay labro simplici. Calc. Moo. oil. p. 33. Concbiglia piccoia, a fornaa di cilindro , ottusa air apice, liscia, nilida, biaoca, quasi Irasparenlej spi- ra di 5 giri molto fra loro avvicinati e piani coa suture appena impresse ; apertura rolonda picciola a labbro semplice. Specie rinvenuta dal Calcara vicino il ponte di Corleone, e mollo rara. Lunghezza 3 lin. larghezza ^ lia^ Coll. (A). SPEWE VMS. BULIMO DI COLLIN? (B. collinz? Mich.) B. testa ovato ventricosa, perforata, subtilissi- — 179 — me striata , pellucida , nitida , corneo-fuscescente ; anjraclibus ^6', uHtmo maximo, convexo; apertura ovata , peristomate simplici , aculo , apice obtuso. Mich. Coiiij)!. a Urap. p. ^g, t. ij, f. 4.»- Concbiglia ovata venlncosa , perforata, soltilissi- mameDle striata per liiogo, bianca; spira di 5-6 giri di cui r ultimo e molto pia grande e convcsso; aper- tura ovata a labbro semplice, inlerioruienle raargina- to. Quest' ultimo caratlere ed il colore sorabrano dif- ferenziare questa specie dal B. CoUini di Micb. di cui le abbiamo dubbiosamente attnbuilo il norae; ma ove si rifletla che ii nostro iodividuo e stato riiive- Duto sub-fossile solamente ueile colline argillose di Aci Castello, e gli esemplari di Micbeaud furoiio Iro- vali frescbi ne' boscbi di Verdun sulle cortecce dcgli alberi, sparira cerlameate ogni ombra di dubbiezza sul- la ricoQOsceaza dellaspecie.il suo apice e pure ottuso come quelle di Micb. e la grandezza e a un diprcs- so la stessa. LuDgbezza lia. 6 .^, largbezza 3 |. Coll. (A). SPECIE IX. BULIMO QUASI DIAFANO {B. subdijpujnus Biv. f.) B. testa parva, Jlavidula^ aitcmiala, cijlindra- cea^ apice oblima; anjraclibus sepiem. coiwexo-pla- nis , labro incrassato. Biv. f. Nuovi moll, terresl. di Palermo. Giorn. iett. n. 198, p. 20 — Calc. Mon. cit. p. 32 — Pupiila lineala: Pfeiffer. — Cycl. lineu- tum. Porro — Fr. Villa Disp. sjst. p. 29. i ^ i8o — Conchiglia piccola bionda e talvolta color di corno, di forma allenuala, cilindracea, oltusa all'api- ce, quasi diafana spira di 7 giri convesso-piani; aper- tura quasi ovale a labbio seniplice ingrassalo, Trovasi vicino ii ponte della Grazia ne' dintorni di Palermo. Luoghezza 2 lin. allezza dell' apertura ~ lin. lar- gh. i. Coll. (A. G.). Sez. 2. Columella basi truncaia. SPECIE X. BULIMO BRILLJNTE (B. lubricus. Brug.) B. testa parva^ ovato-oblonga^ laevi^ nitidissi- ma, corneo-fulva; apertura ovaia, labro simplici. H. subcyliiidrica. L. Syst. p. 124.8 — Gml. p. 3652?—//. lubrica. Miill. Ver, p. io4., n. 3o3 — Gml. p. 366r, n. 14.2 — List. An, angl. t. 2,.f. 7, — Achatina lubrica. Micb. Compl. p. 5i — B. lubri- cus. Brug. Enc. met. a. 2*5 — Drap. p. yS , t. 4i f. 24- — Desh. op. cit. ec. ec. Conchiglia piccola, ovale un poco oblunga, li- scia , trasparenle, e lucidissirna, di color corneo-gial- lastro ; strie appena marcale ; spira di 5-6 giri poco rigoufi, apice oltuselto; aperiisra ovale quasi obbliqua, labbro semplice con piccola Iroccalura alia base del colonnello. Queslo ultimo caratlere la coslituisce specie di passaggio dai Bulirai alle Agatioe , e secondo noi dalla prima sezione de' Bulimi alia seconda. — i8i — Specie rara in Sicilia, cbe abila ne' luoghi unii- di soUo i rauschi, e che uoi abbiamo rinveciilo nel- la nostra Piaja. Lungbezza Jin. 2 ~, larg. i. Coll. (A). SPECIE SI. BULIMO DI JLGElil (B. jlgirus. Brug.) B. testa ovato oblong a ^ siiblurrita^ ietmi , J'ra- ffilt, fulva, pellucida^ apice oblusa , tenuiler stria- ta; anj'ractibus convexmsculis; apertura inferius di- latata^ oblonga^ spiram subaequante , columella su- bar-cuala^ bast truncata. Achalina Algira. Desb. Exped. de Morce p. l65 — Phil. p. i4.i — B. Jlgirus. Brug. Diet. peg. 364. — Calc. Mon. cit. p. 33 — Polgphemus dilata- tus. Ziegler ct Jan. Cat. p. 4. Concbiglia ovale-oblunga , quasi lorricciuolala e fnsiforme , lenue , fragile , lucida e Irasparenle , ad apice oUiiso, con sei giri convessi gradalamente cre- scenli , cbe prescnlaoo molle sirie longiludinali finis- sime e rcgolari, 1' ullimo di essi pin graodo; aperlu- ra ovale , dilalala alia base , quasi luiiga quanlo ii reslo della spira; colounello obbliquo, quasi arcualo, trooco alia base; labbro dcslro semplice c lagliente , labia lenuissirao uoilo. Colore verde giallognolo, scIj- bene spoglia della linissima epidcrmide resla bian- cbissima : cosi spesso la si riuviene in esla lungo le strade del bosco elnco in luoglii aridi sempre slorni- ta di animale: di rado abbiauio qucslo osservalo nei giardiai di Calania in aulunno vivcnte fra 1 crbe u- — l82 — mide e vicino le acque, e cosi pure in Mascalucia a 5 miglia da Catania. II suo corpo e generalmente a colore giallaslro scaccalo di strie e puntato in nero come r helix carlusiana , con solcbi profondi nel coUo, e lentacoli ocular! liinghi piu di 4 Hnee. Gli individui giovani presenlano una concbiglia a cinque giri , e la spira si breve da non uguagliare in mela r aperlura. Lungbezza i poll. 4- bn. largbezza lin. 5 ; a- perlura lunga lin. 7 |, larga lie. 3. Coll. (A.G.) BULIMO FOLLICOLO (B. follicvlvs. Calc.) B. testa cylindraceo-turrHa ^ laevi, diaphand^ nitida, apice acuminata; alba aut corneo-lutescente^ anfractibus cunvexo-planis ; apertura basi dilatata^ columella basi cumpressa^ /rmzca/o.Calc.Mon.cit.p.34-. Helix J'l lliculus, Gml. p. 3654 — Physa scaturigi- num. Dnip, p. 5(3, t. 3, f. i4.i i5 — Ferrusacia Gionoviana. Kisso f. 27 — Pupa splendidula: Cosia. p. io^== Achatina folliculus. Lk. vi, 2, p. i33 — Mich. Compl. p. 52 — Phil. p. i4ii t. 8, f. 27 — Pir.Lai. Concbiglia cilindraceo torricciuolata, liscia, dia- i'ana , splendida , acuminala all' apice ; bianca o cor- neo-gialliccia ; spira cosliluila di 5-6 giri piano-con- vessi , di cui 1' ultimo e mollo piu grande degli al- Iri; apertura slargala in giu , e lunga quanlo I ulti- mo giro, labbro desiro semplice, coionnello tronco e compresso alia base. La fig. cil. della sua Physa — i83 — scaturigimim corrisponde bene agU eseroplari giova- ni della presente specie. Si rioviene in geoerale ne' Iiiogbi umidi, e nel- le basse regioni in Palermo a Blonlepcllegrino , Bil- liemi, S. Giro presso Termini, Caslelbuono, e danoi alia Licatia ne' dinlorui di Catania. Luugbezza lin. 3 I, largb. i ~. Coll. (_A. G.) SPECIE XIH. BULIMO AD AGHETTO {B. acicvlj. Drug.) B. testa ininuta, cylindracea^ lereti-actita, lae- vii nilida^ alba; apertura spitam subaequante., co- lumella basi tiuncaia. Helix octona. Gml. p. 3653 — Biicc. acicula. Miiller. Ver. p. i5o — Achatina acicula. Lk. YI, 2, p. i33 — Mich. Compl. p. 53 — Pir. Cat. p. 29 — Phil. p. 142, t. 8, f. 26. — B. acicula. Brug. Enc. met. n. 22 — Drap. p. yS, t. 4-, f- aS, 26? — Calc. p. 35 — Il.piisilla. Scaccbi Oss. zool. p.26. Concbiglia piccolina, cilindracea, acuta, gracile, liscia, nitida, bianca e lucente; spira di 6 giri poco convcssi, apertura ovale quasi lunga quanto il rima- nenlc della spira , coIoddcHo Ironco alia base , peri- stoma scmplice, labbro deslro arcualo. Filippi osserva come gli escmplari siciliani cor- rispondono alia figura di Turton, e si scoslano mol- lissimo da quelle di Drap. e di Pfeiffer , cbe forse sappresenlano allra specie. Bulimo non laulo comune in Sicilia, cbe si rin- Accad. f'ol. XVII 26 — i84 — viene nelle rnonlagne dentro i crepacci delle rocce presso Palermo, Catalfano , Billiemi , Monlecuccio , e negli aquedoUi di Garbonovara alle Madonie. Lungbezza lin. 2 largb ~. Coll. (A. G.). Sez. 3. Cohimmella basi denticulata. SPEOE 5.1¥. BVLIMO PIGMEO {B. minimus. Brug.) B. tesia minima^ ovalo-oblonga , apice odtuso, hevi, diaphana, albida\ apertura ovala^ bi-vel tri- deniata; tabro margine rejiexo. ■Drap. p. 57, t. 3, f. 18, 19 — Desh. in op. Lk. cit. — Helix Carychinm. L. p. 3665,' n. j56 — Carychium minimum Mull. Ver. pag. laS — Mich. Compl. p. 74 — Turbo Carychium. Dilw. Cat. t, 2, p. 880 ■ — Bui. minimus. Drug. Enc. met. — Calc. Mod. cit. p. Sy. Concbiglia raicroscopica di forma ovala oblunga, Irasparente, liscia, biancbiccia, ad apice olluso; spira composta di 5 giri , di cai 1' ultimo e piu grande , gli altri decrescono inseDsibilmente ; apertura ovale fornita alio stato adulto di due o Ire denlelli , uno sul colonnello , uno sul labbro colobneliare , ed uno sul bordo laterale ; peristoma a margine riflesso in fuori. Puo considerarsi secondo Drap. come specie di passaggio fra le Pupe e le Auriculae; nia se il Cal- cara osservo nell' animale di quesla concbiglia 4 ten- tacoli invece di 2, come possiamo enumerarlo fra le Auriculae di Lk,? Noi pensiamo doversene cosliluirc — i85 — un gencre a parte dislinto dal Carychium Miill. che lia due lenlacoli, o conscrvarla iiclla terza sezione dci Bulirai a Colonnello dentato proposla dal delto Cal- cara (coniecbe la conchiglia scmbri scostarsi per po- co da qucJli), e che noi non siamo lungi per ora di adollare , mollo piu che la presenie specie e con si- curezza terreslre, e non litlorale, come le Auriculae. Si rioviene in abboiidaoza suile piante aqiiaticbe del fiume Orcto, ne' luogbi urnidi, e sollo i legni in- fracidali, Lung, i lin. larg. ^. Coll. (A.G.) GENERE XV. ORECCIIIJ (jVRicuLA. Lk.) II gcDcre Auricula che entra nella lerza fami- glia de' pulmonali inoperculali ovvero nelle Auricu- lae Fer., e ben disdnto da Bulimi , ha una conchi- glia ovale piu o raeno acuta ed allungala , di raro cilindrica , una spira che inviluppa da i5-6 giri con- tigui , talvolla poco distinli , e di cui 1' ultimo forma quasi tulla la conchiglia ; hocca allungala in forma d' orccchio , e talvolla slrellissima ; peristoma denso con margine esterno semplice o dentato ; colonnello lortupso solido , per lo piu seoza indizio di fissura ombelicale, fornilo di j-3 coste saglienti, che girano collo sicsso neir iulcrno della conchiglia (V. Rang. iManuel p. ijS.j Le specie couosciute fioora si lianno parte per marine o httorali, parte per lerrestri e flu- viatili , il che niostra non essere abbaslauza nota la loro natura , e le abitudioi. II Sander Rang ne os- servo tahinc nel Brasile, all' isola di Francia, al Ma- — i86 — dagascar respiranli V aria libera, sugli scogli a spiag- gia di raare; noi pari men le ne abbiamo raccolte sul littorale del golfo di Catania. Sarebbero delle specie anfibie? ORECCHIJ DI TOPO (A. mtosotis. Drap.) A. testa oblongo-conica^ acuta-i taeoi, corneo- fuscescente ; aperlura ovata , columella triplicata (rarius biplicala)^ labro tenuis simplici^ subrejlexo. ' Drap. p. 56, t. 3, f. i6, 17 — Lk. VI, 2, p. 14.0 — Phil. p. 43 — Carychium Myosote. Mich. Compl. p. 73. Var. (b) Minor albida., columella biplicala Phil. — Ovatella bidentata. Biv. Nuovi gen. Effemeridi scient. di Sic. n. 2, i832, p. 22, t. 2, f. 10. Conchiglia tenue, oblungo-oonica, acuta, a spi- re breve di 7-8 giri poco convessi , lisci , 0 legger- menle per lungo slriati , con segai di nuovo accre- scimento; aperlura ovale, luoga \ di tulta la conchi- glia, strella; colonnello a tre pieghe, e spesso man- cante dell' ultima piega , a labbro colonnellare tenue unito; colore corneo fosco. La var. (b) e piu picco- la, biachiccia , col colonnello a due pieghe , e sem- bra infaozia della specie descrilla. Mich, la dice terrestre e non marina , noi pos- siamo assicurarla per lillorale , giaccbe si rinviene sempre vicino Catania, Siracusa, Palermo sul lillora- le , benche sia ovunque rara. Lungh. 5 lin. largh. 2. Coll. (A. G.) — i87 — SPECDE. II. ORECCIIUDISAINT-FIRMIN{J.FiRmNii Payr. ) y/, testa solida^ ovato-acula^ jlavescente^ tran- sversim punctalo-slriata , columella Iriplicata , la- bro incrassato bidentalo. Payr. p. io5, t. 5, f. 9, 10 — Desc. del Eg. Coq. t. 2, f. 23 — fliil. p. 1 4-2 — Uvalella jmn- ctaia. Biv. Art. cit. p. ^j '• 2, f. 12; t. i, f. 6. Conchiglia crassa solida ovalo-acula ; giri 7-8 piani, conligui, slriali per Iraverso con le slric ele- ganlemente puolale; aperlura mollo rislrelta, che u- guaglia quasi 7 di tulta la lungbezza , con Ire pie- ghe nel coloonello ed il labbro deslro crasso fornilo di due denti; labbro coloonellare bianco, piegalo al didenlro; colore gialliccio con fascia fosca sila al di- sotto ne' giri superior!, e nel mezzo dell' ultimo giro, delta fascia e poco visibile negli individui detrili. Si rinviene vicino Siracusa, Palerrao , in Cala- nia alia spiaggia delta Armisi^ e piii spesso nel silo detto Grotta pirciata^ sulla lava bagoala dal raare, e sempre a fior d' acqua. Lungbezza 5 lin. ^, largb. 2 7. Coll. (A.G.). SPECIE 115. ORECCIIIJ CONOIDEJ (A. conoidea. For.) A testa conico-lurrila laevissima, lactea^ aper- titra semiovata , columella uniplicala , labro inlux slrialo. — i88 — Phil. p. i4-3 — Fer. tabl. p. 164. — Tur6o co- noideiis. Brocchi p. 660, t. 16, f. 2 — Ovalella po- lita. Biv. Art. cit. p. ^i t- i, f- 7/ '• 2, f. 11. Cocchiglia conico-torricciuolata , assai levigata , bianca ; spira di 7-8 giri un p6 piani , a suture di- stinte , r ullimo giro quasi angolalo ; bocca semiova- le, luDga \ di lutta la concbiglia , a labbro sempli- ce , dentro strialo , crasso verso il colonnello , ed ivi quasi riflesso , lalche forma quasi uDa fissura ombe- lienle; colonnello con una piega alia bocca. Si ritrova vicino Palermo e Trapani, da noi al- r Ognina sulla spiaggia. Lungh. 3 lin. Largh. \. Coll. (A.G.) GENERE XVI. PIAJSORBE (PLANORBis. Brug.) II genera Pianorbe, che insieme ai due seguen- ti coslituisce la quarta famiglia de'Pulmonali inoper- culali , owero i Linneani di Lk., offre la notabile anomalia di avere il mollusco , del pari cbe la con- cbiglia , per lo piu sinistro ; onde gli orifizi invece di esser situali a deslra , come negli allri gasteropo- di , sono a sinistra. La sua couchiglia e a desco , assai soltile, sinistra , fortemente avvolta nello stesso piano; concava dali' uno e I' altro lalo , con la spira rienlrante a giri apparenti di sopra e solto, con aper- tura oblunga ,- lunare , assai discosta dall' asse della concbiglia, con labbro aciito , e senza opercolo. Lo specie' di queslo genere abilano nelle acque doici ; e ve ne ba molte alio stato fossile. Le nostre fioora in Sicilia ascendono a 3 sole Yiventi, - i89 - SPECIE I. PUJSORBE MARGIN JTO(PL complanatvs Desb . ) PL testa dextra^ cornea^ mbopaca^ fusca., u- Irinque concava ; auj'ractilnis , transversim striatis , extimis amplioribus^ carina infer a. Pir. Cal. cit. p, 32 — PL marginalus. Drap. p. 4.5, t. 2. f. ii-ii5 — PhiL p, 1 4. a — PL Carinalus. Cosla p. 107 — Helix complanata. L.Gm. p. 3617. CoDcbiglia destra, cornea, quasi opaca , fosca e talvolla verde al difuori , un p6 concava dall' una c r alira superficie orizzonlale ; striata per traverse ; giri eslerni sono assai piu larghi degli interiii, cd iv e leggermente carenala. Animale neraslro a tenlacol rossi lunglii e molto flessibdi , uscito dalPacqua s ranniccbia dentro la concbiglia, e non esce piu. Specie comunissima in Sicilia; si trova ordina- riaraentc a terra negli orli e giardini, percbe traspor- tata dalle acque doici, onde vengono quelli irrigali. No abbiamo avula gran copia in marzo 18^0 con r animale prcsa in luare vicino la spiaggia, dove la depositava un torrenle gonfiato dalle piogge. Ne ab- bondano Ic acqnc di Licatia presso Catania, dove si rinvicne semprc aderentc alia Cfianlrasia rivularis. L. lippu di funtana in Sic. Allezza lin. i ^, diani. 4- t- Coll. (A. G.) — igo — PIJNORBE SPIRORBE (PL spimbbis. Mull.) PL testa discoidea , utrinque piano depressa , cornea] anfractibus subcontrariis; ultimo obsolete an- fjulato. Mull. Ver. p. i6i — Lk. VI, 2, p. i53 — Pir. Cat. p. 32 — Helix spilorbis. L. Gra. p. 3624 ■i — Le petit planar be a cing spirales rondes. Geoff. Coq. p. 87 — PL vortex var. B. Drap. p. M, t. 2, f. 6, 7. Concbiglia discoidea , dail' uno • e V altro lato piano-depressa , cornea ; spira di 5 giri un p6 piani al disopra , e piu convessi disotto ; 1' ullimo legger- raenle carenato; aperlura ovale poco angolosa, bordo superiore piu avaozato dell' inferiore. Abita nelle acque slagnanli , presso Cefalu ai Mulini , e nel ruscello di Vaccarizzo. Diamelro poco piu di 3 lin. Coll. (A.) SFEOE Ma. PIJNORBE DENTELLATO (PL cri status Drap.) PL testa discoidea , supra plana , subtus um- bilicata^ spira lamellis Iransversis ant striis eleva- tis raris cincta^ carina dentata. Drap. p. -44-5 t- 2, f. 1-3 — Pir. Nola di lalu- ne specie ec. Giorn. lelt. a. 23o, p. 8. Concbiglia discoidea , bruao pallida , moUo tra- sparente; spira di due giri e mezzo , sopra plana , e — '9' — forteraeale ombelicala di sollo; sono notabili alia su- perficie de' giri a quando a quando taluae laraelle o slrie elevale , che fanno dentellala la carina dell' ul- timo anfraUo , e die a ua dipresso assoraigliano la conchiglia al PI. imbricatus. Urap. Abila fra le conferve del fiume Anapo presso Siracusa, dove la rinveonc il bar. Mandralisca. Dia- raetro appena i lin. Coll. (A.G.) GENERE XVII. LIMNEO (lymnaeus. Drap.j II genere limneo ricchissimo di specie, d'onde Irae nome la famiglia ciii apparliene, ha una conchi- glia obluDga, spesso rigonfia al disollo, talvolla tor- ricciuolala, a spira piu o raeno acuta ed allungala , con aperlura piii alia che larga : bordo destro aculo e taglienle, non conlinuo per ragione della oonvessi- ta del precedenle avvolgioiento formanle col suo risa- lire verso il colonncllo e 1' aperlura una piega obbli- qua. Le specie di questo genere slabilile dal Lk. ia buoa numero a spese de' bulimi di Drug, sono difli- oili a dislinguersi , perciocche non si ha per caralte- rizzarle che difi'ercuze di proporzioai nelia grossezza e r allunganaenlo de' giri della spira , differenze che si graduano d' una specie all' allra , e ricscono dif- ficili ad csprimcrsi. I Limnci abilano le acque dolci e Iranquille , dove lalvolta si vcggono , come i Pia- uorbi e le Fise , nuolare alia superficie ifl una posi- zione in versa. Jtl. Jccad. Vol, xyii. 27 iga — LIMNEO PJLUSTRE (L. palustris. Drap.; L. testa elliptico-ohlonga , subturrita , striata , fusca^ imperforata , anfractibus tereiibus ; spira a- perturam superdnte , conico-acuta , apertura ovato- eltiptica — Phil. p. i4.6. Var. (b) media cornea, fusca aut a/zerea.Drap. p. 52, t. 2, f. ^z, t. 3, f. I. (c) minor cornea, pellucida. Drap. t. 3, f. 2. Var. (d) minor, laevis, labro intus marginato. Var. (e) clongata; an nova spiecies? H. fragilis. L. G. p. 3658 — Bucc. palustre. Miill. Ver, p. i3i — BuL palustris. Brug. Diet. n. 12 — H. palustris. Gm. p. 3658, n. i3i — Ejusd. h. corvus. p. 3665, n. 2o3 — L. palustris. Lk. vi, 2, p. i6o. Conchiglia ellillico-oblunga , quasi torricciuolata, finamente striata per lungo, fosra, e spesso ornata di macchie Ibogiludiaali piu dense sia bianchicce sia brune, senza fissura ombelicale; spira di 6 gjri roton- di, cocica ed acuta all' apice, piii lunga dell' sperta- ra, la quale e ovale elliltica, a peristo.iia variabile. Frequenle nelle acque dolci di Sicilia, e princi- palmente in Palermo Siracusa Agosta. Ne couservia- mo num. 4- variefa oltre il tipo lungo lo lin. largo 4-, con r apertura lunga 4- lin- La var. (b) lunga 8 lin. e larga 3 e cornea fosca o cinericcia ; la var. (c) minora di questa e pure cornea , raa piii lucida; la terza var. pure piccola, perche lunga 4 lin. e larga 2 , e liscia ed offre il labbro marginato al - igS - dideniro; la quaria (e) fiaalmeDle lia una spira cosi al- luDgata chc ci da sospelto di noa apparlcnere a que- sla specie, e lunga 8 lin. larga 2 |, la sua aper- tura ovale del luUo simile alia specie tipo e lunga 3 lin. ; ha qualche rassomigliauza col L. Elongatus. Drap. ma il labbro acuto nel nosiro esemplare ne la discosta. Queste due ullirae variela rinvenutc nel pan- tano di Mondello appo Palermo sono scolorite , e non poco delrite. Coll. (A. G.) SPECIE II. LIMNEO FUGGUTORE (L. pereger. DrapJ L. testa ov alo- oblong a ^ tenuis pellucida, longi- tudinaliter striata^ pallide cornea^ anjractibus con- vexis, suturis excavalis^ spira mediocri acuta. Drap. p. So, t. 2, f. 34.-37 — Lk. vi, 2, p. 161 — Pir. Cat. p. 33 — -Phil. p. i4-6 — H. peregra. Gm, p. SGSg. Var. (b) testa cxjlindracea , labro compresso, — Lymn. Gibilmannicus. Cos\a Corrisp. zool. p. r68. Var. {c) testa laliore^ labro porrecto et rejlexo. Var. (d) testa solidiore^ J'usco-ciiierea. Conchiglia ovale obliinga, liscia, lucida e solida, ornala di strie longiludinaii con segoi di accresci- luenlo visibili nell ultimo giro; spira conica acula , fornila di quallro giri e mezzo convessi, di cui 1" ul- timo e graudissimo , con suture profonde ; aperlura ovale allungata ; fissura ombclicale Yisibile negli in- dividui adulti. Abila ue fonli di Gibilmanua , nell' acqua di — '9^ — SambufO in Vaccarizzo, in Jspromonte esfeudo, ec. in Licodia di Paterno nel fonle della slrada vecchia ed altrove. La var. (c) e nolabilissima percbe piu larga delle altre e corta a proporzione con 1' aperlu- ra foruila di un labbro deslro aculo alia parte supe- riore e raolto sporgente, e ripiegato all' ingiu, talche potrebbe sembrare altra specie. Ci e slata comunica- la dal Piraioo e fu rinveniita da lui. Lunghezza 6 lin. largh. 4, apertura lunga lin. 4- i^ larga 3. La Tar. (d) rinvenufd in maggio nel fonte di Licodia e pill solida fosco-cinerea a spira brevissima con i' ul- timo giro assai grande. Lunga 8 lin. larga 3 i, a- pertura lunga lin. 4-, ^. Coll. (A. G.) SFEOE 113. LIMNEO OVALE (L. ovatvs. DrapJ L, testa subampullacea^ cvali^ perforata^ pel- lucida , albida , spira brevi acuta ; apertura ovato- oblonga. Drap. p. 1)0, t. 2 , f. 3o3i — Lk. vi, 2, p. i6i — Phil. p. i46 — Pir. p. 33 — //. teres. L.Gra. p. 3667. Concbiglia quasi ovale, allungala, sottile, lucida, trasparenle , bianca ; spira breve acula , composta di 4-5 giri Gnamenle slriati e convessi , di cui 1' ulti- mo forma quasi tulla la concbiglia, gli allri a pro- porzione piccolissimi ; aperlura ovale slargata in giii e nel mezzo; bordo colonnellare appianalo nel mezzo in parte vicino la piega formala dal colonnello , fis- — igS — sura ombelicale coperla dal labbro destro poco ripic- galo inl'uori. Specie frequenle ne' ruscelli di Sicilia , pressu Cefalii , e nolle acque morle di Sciliato ; in Catania e stalo da noi rilrovalo nel fonte di Daniele, Lungbezza 8 lin. largb. 5; aperlura lunga lin. 5 i, larga 3, ^. Coll. (A. G.) SPECIE IV. LIMNEO AURICOLARE (L.JURicuuRivs.Brap.J L. testa ampullacea ^ ventn'cosa, ovata^ tenuis diaphana^ pallide j'ulva^ aut albida , sir Us longitu- dinalibus^ tenuissimis , confer lis; spira brevissima , acuminata. Drap. p. 4^9, I. 2, f. 28, 29 — Lk. vi, 2, p. 161 — H. aitricidaria. L. Gra. p. 8662 — Biicc. auri- cula. BJiill. Vcr. p. 126 — Bonanni. Recr. 3, f. 54- — List. Conch, t. i23, f. 22 — Born. Mus. t. iff, f. 20 — Bui. auricularius. Brug. Diet. n. \!^. Concbiglia venlricosissima, ovale, sollile, fragile, Irasparente, di colore biondo pallido , o biancbiccia, ornala alia su[)erficie di niolte slrie longiludinali sot- tili slreltissiroe; spira brevissima composia di qiiallro giri, di cui 1' ullimo forma tullo il volume e la obe- siUi della concbiglia , gli allri tre essendo minimi ; apice ottuscllo ; aperlura ovale slargala, rolondn alle due eslremila a bordo colonnellare appianalo nel mez- zo , c come nolla specie procedcnle ; e si conliniia come un fogliello sollile sulla convessila della con- cbiglia, e cuopre col ripiegarsi la fissura ombelicale. — igS — Rinvenula da noi nel Fonle di Daniele colla precedente, e rilrovata fra moUe conchiglie marioe rigeltate sulla spiaggia di Agnone nel temporale di dicembre 184.0 appo la foce del Sioaeto ; in Siciiia noa lanto coniune. Lunghezza iia. 8 ^, largbezza 6, apertura lun- ga 7 lin. larga 4- Coll. (A.G.) SPECIE V. LIMNEO STJGNJLE (L. stagnalis. Drap.; L. testa aoato acuta ^ ventricosa^ tenuis pellu- cidd , longiiudiaaliter subsiriata , griseo-rufescente ; uUimo anfraclu superne sub angulato; spira-conico- subulata; apertura magna, labro repando. Drap. p. 5i, t, 2, f. 38, Sg — Lk. vi, 2, p. iSg — Enc. pi. 4-Sg, f. 6, a. b. — H. stagnalis. L. Gm. p. 3^57 — Bucc stagnate. Miill. Ver. p, 182 — List. Concb. t. i23, f. 21 — -Ze grand buccin. Geoff. Coq. p.'j2^—BuL stagnalis. ^vng. Diet. n. i3. Concbiglia ovale-aciila, venlricrosa e rigonfia, sot- tile lucida , ornala di slrie longitudinali piu visibili vicino r apertura , di colore rosso grigio o cinereo ; spira di 6-jr giri , di ciii 1' ullimo e rigonfio quasi angolato al di sopra, gli allri piu piccoli meno ven- Iricosi allungati vanno a lerminare ad ua apice acutis- simo quasi a forma di subbia; apertura graude, ova- .ie , ottusa alle due estremila , che supera la raeta della luDgbezza della concbiglia, labbro ripiegato alio ingiii 5 a bordo lalerale sotlile taglienle spesso on- — 197 — dalo , bordo colonnellare come nelle due preceden- ti, colonnello a cosia saglienlc spirale. Specie moUo rara in Siciiia, che si rinviene in Agosla, dove riggellala dal mare sul iillorale si rac- Coglie. LuDgh. lin. II largh. 5, Aperlura lunga 5 lin. larga 3 i. Coll. (A. G.) SPECIE VI. LIMNEO MINLTO (L. truncatulus. DesbJ Z. iesta-conica., acuta^ ienui ^ pellucida ^ cine- r'ea^ umbilicala , anfraclibus quinque convexis , su- turis excavalis; aperlura ovala. Drap. p. 53, t. 3, f, S-y — Lk. vi, 2, p. i6% —Phil. p. 1 47- li- limosa. L. Sjst. p. 124.9 — ^• irwicalula. Gin. p. 3tf5pira cortissirna. II Desk, pensa esser quesia una variela piii pic- cola, pill solida del L. pereger. Non dimanco la ri- porla come specie differente , il cbe abbiamo fatto — '99 — pure Doi. Ne possediamo due soli indlvidui rinvenuti sul littorale di Agosla forse trasporlali da' vicini tor- renli. Lungh. 5 lin. largh. 3. Coll. (A). GENERE XVIII- FISJ (Physa. Drap.) II genere Fisa, slabilito dal Drap. e che com- prende specie fluvialili , ha ia generale una conchi- glia sinistra , ovale , allungata , o quasi globosa , li- scia, sotlile e fragilissima, a bocca ovale, un p6 ri- slretta in dietro, col labbro destro acute sollilissimo, il colonncllo poco lorluoso, ma senza piega, la sua spira sagliente e piii o meno acuta ed allungata con r ultimo giro piu grande degli altri insieme. Le sue specie venivano prima confuse colle Bolle linneane , ma ne sono distinlissime per la spira sagliente; han- no de' rapporti co' Limnei , ma i caratleri dell' aper- tura e del labbro destro le scostano da' medesimi. SPECIE I. FISJ DELLE RIFE {Pn. hifularis. Phil.) Ph. testa sinistrorsa-, ovala, injlala^ perforata; spira exerla., acuta., anfractibus valde eonvexis. Phil. p. i46, t. IX, f, I. Concbiglia sinistra , ovale , rigonfia , perforata , colla spira scoverta, che supera ^ della lunghezza e poco acuta, di 5 giri molto coavessi divisi da pro- Aiti Accad. Vol. xru 28 — 200 foDde suture; apertura slargata semiorale coa Hssura ombelicale assai graude. Si riovieoe a Siracusa nel Gume Auapo. Lun- ghezza 7 lin. largh. 4- i- Coll. (A. G.) SP EOE II. FISJ TORT V OS A {Ph. contort a. Mich.) Ph. testa st'm'strorsa, conlorta, ovata, cornea., perforata, nitida, diaphana, longiludinaliter striata; anfraciibus quaternis convexis, ultimo maximo; su- tura profunda; spira brevi, obtusiuscula; perisloma- ts simplici. Mich. Compl. p. 83, t. i5, f. 21, 22— Pir. Nota cit. p. 8. Allezza lin. 5 |, Diam. 3 \. Binvenuta dal Piraino nell' Anapo insleme alia segueate e Mich, assicura rilrovarsi in Sicilia come in Corsica ne' ruscelli proveoienli dalle montagne. Noi accenniamo di volo questa e le due seguenli spe- cie, perche da noi noo ancora osservate. SPECIE MI- FISJ CIANEA {Ph. cyanej. Pir.) Ph. testa siiiistrorsa, imperforata , ovali , te- nuissima^ vitrea diapharta , longiludinaliter valde striata , striis prominulis ; anfraciibus 3 ^, ultimo maximo ventricoso; spira brevissima, ottusa ; aper- tura ovato-oblonga , columella subuniplicata , labro «/w!/?/?a. Pir. Not. cit. p. S.An Ph. contorta iu\ea.^ — 201 — Trovasi in abbondanza ncll' antica fonte Ciane , oggi Pissina, che da origine al fiume Anapo. SSPEOIE IV. FISJ FONTINALE {Pu. fontinalis. Drap.) Ph. testa sinistrorsa , ovc//, diaphaua^ laevi , luteo-cornea; spira drevissima, acutiuscula. Lk. VI, 2, p. i56 — Drap. p. 54., I. 3, f. 8, 9 — Bulla fontinalis. L. Gm. p. 34.27 — Plan, bulla. Miill. Ver. p. 1(1']— -Bui. fontinalis. Brag. Diet. n. 17, LuDghezza 6 lin. Abita nel fiume Orelo, ed e comuDe ne' ruscelli di Palermo secondo 1' asserzione del dello Piraioo. {Not. cit. p. 9). GENERE XIX. CICLOSTOMJ (CrcLosTOMd. Lk.) II genere Ciclostoma ( bocca rolonda) enlra nel VI ordine de' Gasleropodi, ovvero ne'Pulmonati oper- culali di Fer., e nella famiglia 2' — Turbicini — dello slesso aulore. 11 suo aoiraale e a corpo spirale senza coUare ne corazza; La due leDlacoli cilindracei, non appialtiti , oculali alia loro base eslerna. La sua boc-' ca termina con un muso proboscidiforme. Ha una conchiglia conoide , discoide o lorricciuolala , g di forma variabile, ad apice acuto 0 mammellonato, con giri di spira roloDdili; 1' aperlura rolonda regolare , a labbri conliniii, riuniti circolarmenlc e riilessi con r ela. II suo opcrcolo e calcare con accrcscimento 202 concenlrico c 1' apice quasi centrale , esso chiude e- sallamente 1' aperlura. Le specie di questo genere so- 00 lutte terresiri e si distinguono bene dalle Paludi- ne per la ripiegalura de' labbri, che affalto non esi- sle in queste , come in nessuna conchiglia univalve fluvialile. SPECIE I. CICLOSTOMJ ELEGANTE {C. elegans. Drap.) C. testa ovato-conica^ perforata^ striis transver- sis elegantissimis ciiicta, albido-cinerea] anfractibus quinis convexis; adultorum labro margine rejlexo. Drap. p. 32, t. i, f. ^-S— Phil. p. i4.3 — Lk. I. 8, p. 36o — Cochlea iurbinata. Fab. Colura- na de purp. p. i8, ch. g, p. i6 — Turbo rejlexus. Olivi Adriat. p. 170 ec, ec. Concbiglia ovato-conica , perforata , ornata di slrie trasversali eleganlissime , bianca , cinericcia o rossaslra; spira fornita di cinque giri convessi; negli individui aduUi il margine del labbro ripiegato alio infuori. Trovasi frequente in Sicilia ne' lerreni calcarei , e piu in Siracusa Militello Palermo ec; in Callagiroue e piu frequente alio stalo fossile che vivente: non si ritrova in Catania, e precipuamenle ne'terreni vulcani- ci ne essa ne le specie che sieguono. Presenta qual- che varieta di colorito , alcuni individui sono di co- lor fosco, altri bianchi, ve ne ha fasciati ec. Lunghczza 8 lin. largh. 5 i. Coll. (A. G.) — 2o3 — SPECIE II. CKLOSTOMA SOLCJTO (C. sulcatum. Drap.) C. testa ovaloconoidea, lutescente^ carnea, vet rubescente; coslis distantibus spiraliler sulcata; slriis longitudinalibus teniiissimis decussata; aperlura cir- culari ^ recta; labro incrassato simplici; operculo profunde stn'atOi crasso, in medio depresso. Drap. p. 33, t. i3, f. i— Z/. di Desh. t. 8, p. 370 — Phil. p. i4.4- — Cycl. produclum. Turl. Man. p. 94., D. 76, f. 76. Concbiglia ovale conoidea , tinia in rosso 0 in giallo di carne; solcala da cosle distanli lungo la spi- ra, le quali vengono tramezzate da slrie leouissiine loDgiludinali; aperlura circolare rella; labbro ingros- sato semplice; opercolo profondamenle slrialo , crasso e scbiacciato nel mezzo. Somigba a lalune variela della precedenle spe- cie cscluse le nolabili coste, cbe la distinguono. Pre- senta due variela di colorilo, una biancbiccia e leg- germenle giallaslra cbe Irovasi in Palermo ; 1' altra pill solida pii!i grande, rossaslra e lalvolla unifasciala cbe si riuviene allrove. Lunbezza 9 Im. largh. 5 y. Coll. (A. G.) SPECIE III. CICLOSTOMA APERTO (C. pjtulvm. Drap.) C. testa cylindraceo atlenuata., loiigitudinaliler — 204. — striata , striis elevatis confertis , cinereo-fusca; an- Jractibus convexis; labro margine albo rejlexo. Drop. p. 38, t. 1, f. 9-1 1 — Lk. di Desh. t. 8, p. 362 — Jn var. major? Cyd. obscurum. Drap. p. Sg, t. I, f. i3? Des/i. ibid. CoDcbiglia cilindraceo-assolligliala , striata forle- rnente per iungo a strie rilevale e stretle , di color fosco-cinereo , spira di 8-9 giri convessi con suture profonde; aperlura circolare, labbro al margine bian- co ripiegato; ombelico non apparenle; opercoio solti- le e lucido meno grande dell' apertura , ed appena visibile quando \' animate e raooicchiato dentro. Trovasi in Siracusa, Mililli, ed allrove. Laogh. lin. 4. ^, largh. 2. Coll. (A. G.) SiPEJCIE I¥. CfCLOSTOMJMJCCfflJTOfC.wJCDLJTUM.Br&i).) C. testa oblongo-conica^ longitudinaliltr conte- xe striata , serie macularum rubescentium notata; labro dilatalo^ palulo^ piano ^ sive canaliculato. Desk, in Lk. t. 8, p. ^'j'i—Drap. p. Sg, t. I, f. 12 — C. turriculatum. Pbil. p. 144- Var. (b) Peristomate canaliculato Concbiglia alhingalo-conica , convessamente per lungo striata, distinta da una 0 piii serie di maccbie rosse 0 brunaslre , apertura simile alia precedente a labbro slargalo aperto e piano fuori che nella base del colonnello dove vedesi alia parte esterna lieve- meole iutagliato, cio cbe distingue quesla specie dal C. jmtulum, onde Menke (Synop. p. 4o) la confon- — 2o5 — de; spira piu corta di quello coa uu giro di nieno: il doppio ordine delle raacchie. e solamente visibile ne'giri inferiori. La nostra var. (b) ofTre un peristo- ma caoalato profoodameDte io lutta la periferia e con- cavo. Trovasi ne' luoghi dove si rinviene I'aDteceden- le; alle Madonie exfeudo Comimelli. Lungh. 5 lin. circa, larg. 2 7. Coll. (A. G.) SPECIE ¥. CICLOSTOMA PIGMEO (C. ptcsioeum. Mich.) C. testa solida , ovato-com'ca , subperforata , pallide fulvd^ glabra , nitida; anfraclibus quaternis convexis^ sutura profunda; aperlura rotunda; peri- stomale contimto ^ simplici ; apice obtuso; operculo sotido , tinea concentrtca minima constructo. Wich, Comp. p. 75, t. i5, f. 46, 47 — Lfi- di Desb. t. 8, p. 373. Concbiglia solida, piccolissima, ovalo-conica, qua- si perforata, di un giailo pallido, liscia, lucente; spi- ra fornita di 4- g'" convessi , e divisi da profouda sutura; apertura rotonda, peristoma coolinuo, sempli- ce; apice otluso; opercolo solido forraato da strie fi- Dissirae concentricbe. Trovasi rarissimamenle nella sabbia della Plaja di Catauia. LuDghezza poco piu di \ linea , diam. -f- Coll. (A. G.) AlVALISI ORITTOLOGICO-OREOTOTTONI C A SOPRA RINVENUTI NEI DINTORNI DI CASTIGLIONE (i) DEL soao CAMILLO BUDA LETTE NELLi T0RN4TA ORDINAaiA DEL 26 APRILE iS^I. (1) I Saggi correlalivi alia presenlo memoria non che qnclli con- cernenli la geognosia dei terreni, che i fossili circonJaoo, soqo slati dall'autorc alia Gioenia doaati. JlU Accad. Vol. xfii 29 > Che Trinacria Tene melalliche in sono > asconda, e chc la pigrizia o I' ingaoranza a sepolte nelle sue yiscere Ic abbandona. Alessi, discorso alia Societd economics. L' isola nostra sopra ogni allro paese distingue- si per li tanli svariati prodotli del suo ubberloso se- no, quelli cbe periinenza banno colla storia naturale non sono gli ultimi , e per la industria de' suoi abi- tacli , e per le ricercbe luminose de' dolli , cbe con la fiaccola della cbimica si sono fatli arditi nello in- vesligare la strultura di queslo fertile , e benedetlo suolo ; le sue produzioni di ogni sorta banno posle in calcolo , e solloraesscle ad ogni sorla di esame , per la qua! cosa sonosi rilevate, e scoverle delle nii- niere abbondanli. L' aoalisi Orittologico-Oreolotlonica^ la giacitura — 2i0 — di alcuDi fossili , le figure avvenule per ordinarie cause geologiclie , e la geognosia de' lerreni vicini , formeranno obbietlo di mia occupazione. Percorrendo i dintoroi di Casliglione per asso- darmi nelle geologiche ricerche , quanlo di maravi- gliosi oggelli d' istoria naturalc Don eccitaronmi il desiderio d' investigarne de' nuovi, cbe a' gran curao- lo si ascondono , e sino alia superficie si appresenla- no! In un lerreno che al gruppo giurassico si appar- liene, forraando il prosieguo del secondario periodo, si estcnde al pie del monte Tauro , subbordinaio in cerii punli alia terziaria formazione, che forma le al- lure di Calatabiano, di Mitoscio, e Molta-Camastra, ac- cidenlalmenle rinvenni un banco di sotlo-carbonato di ferro ^ cbe a piano inclinalo internasi nella mar- na-argillosa verdastra, e di cui contiguo siegue sulla parte inferiore un deposilo di solj'ato di calce idra- io (gesso) con cristalii diversi; calcareo a roUura con- Goide, compalto, spesso laroellare, giallo-chiaro; rocce di selce-stralificata a slrisce subbordinale in varie parli alia marna-calcare-argillosa color nero-bigio , che alia secondaria formazione si appartiene; e sulla parte superiore prosicgue il seguilo della formazione con spessi gruppi di spato-calcare; rocce di inica-sci- slo a squametle lalcose, unluose al tallo. Questo sol- lo-carboualo di ferro e spesso attraversalo da lorlnose piccole vene di selenite , e forma gli slrati paralelli -della spessezza di o,o4.3oi circa; degli slrali si giac- ciono I'uno sovrapposlo aH'ailro, e formano la mole, che perdesi nelle viscere della terra ; il suo lungo prosieguo puo assicurarsi dai piani inferior! del ter- reuo, che ne addimoslrano la preesislenza; allro dua- 211 quo non rcslereLbe, che disollerrarlo cd assoggellarlo all' analisi cLimica per saperne 1' omogeneila delle parli, che lo cosliluiscono. Dopo replicali csperimenli anco coo la guida del cbiarissimo gcologo Sig. Sar- lorius Barone di Wallersausen Tedesco, cbiamai pu- re r ajulo del dello chimico Sig. Gaetano Mironc, e soUoposlo il dello ferro all' azione dc' chimici agenli, come all' acido-gallico-succinico , e cianoferriiro di polassio si e rilevala chiaramenle I' esilenza del sot- to carbonato di ferro iu abbondanza, e deW ossido di Manganese. Le parti, che lo coiiipoDgono sono : Sollo-carboiialo di ferro 46 a 48 Ferro nalivo . . . 22 ) » Acido-carbonico . . 27 » » Galcc di allutuioa . . 5 i » il reslo manganese . J » » Dielro 1' analisi con i cbimici agenti passai pu- re con la guida di classici aulori a cosi analizzarlo. Esposi il maleriale, in libre Ire circa, invollo in una polvcre di ossido di ferro rosso ^ in fornello , cir- condalo di carbone di Icgno ordinario , e di Icgno di Icrra , vi feci agire la fiamma colT ajulo di due inanlici ; quindi osservando minulamenlc i risullali , conobbi bene come l' ossigeno, e I' acido carbonico, furODO assorbili dai conibuslibili ; il ferro si separo , lasciando sopra una scoria bigia-bluaslra-globulosa , zeppa di maccbie elerogcnce ; riscaldato , e balluto per la seconda volla il ferro ba dalo oucia uoa, ed una quaria circa di ferro nalivo; 1' uniooe di queslo — 212 — maleriale con il manganese fu conosciuto ancora per la prontezza a fondersi, e 1' azione del legno di ter- ra {lignite) fu a preferenza del carbone di legno or- dinario. II risultaio in ferro fu ud solido duliilissi- mo, di color blu-bigio; bisognerebbe esporlo in gran- de al fornello con ballerlo all' incudine per piu di quallro volte; noa mi e lecifo lasciare quesio esperi- roento all' ingegno sagace delle sociela d' incoraggia- menlo. Siccome qucsto melallo e interessante in tutt' i bisogni dell' umano vivere, cosi sembra, che la na- tura lo abbia diffuso per arricchirci , e noi pure ne scorgiamo I'abbondanza in diversi punti del terrilorio di Casliglione, e precisamenle nelle conlrade di Vd- langhe , ( che fa confine a Furnari di Mojo ) nella salila di Orgale , ove fassi vedere in pezzi isolati sulla superficie di un terreno arenario a grossa gra- na, a rotlami di spalo-calcare marna-argillosa e gros- sa lamioe di mica gialla, legali in un glutine di so- slanze argillo-calcaree. Giace abbondante in quesli terreni un' Ocra di ferro , che a credere de' melallugisti , e de' chimici per effetlo della sua separazione coW acido-carbonico sembra arer acquistato una tintura gialla, ed in certi punti conservato il bruno , ciocche fa conchiudere essere stato per effello della preseoza dell' ossido di Manganese^ il quale come gia in parte eliminato dalle acque infiltranli rende la massa nella sua frat- tura interna , ed eslerna di un giallo-scuro ; la sua ordinaria tessitura e porosa, lamellare, sfogliala, in- coereate; spesso e altraversata da resti organici , as- — n3 — sorbe le acque, ed e capace a frangersi oelle dila , allorche s' iramerge nel!' acqua. Le parli componeoli il maleriale , soao : Acqua, ed acido-carbonico lo J Selce argillosa .... • Caico Ossido di ferro . . s di manganese . Quest' ocra puo adollarsi per pillura, ed io aven- dola posto in uso, ne trassi ud giallo-carico, il quale modificai unendolo alia calce-vergine. Ivi trovasi spesso i' idrossido di ferro semi-melalloide di color bill passante al nero, con deposili nella sua frattura di polvere gialla-rossa ; e spesso allraversalo da deli- cati fili di spato-caicare cristallizzato, tracce di ossido di manganese e rotlami di rocce elerogenee; la sua ordioaria Ggura e di un solido esaedro, e la polvere neir interna massa forma una sfera. Un' agglumina- zione di idrossido di ferro granellare, o perossido di ferro, calce fosfata , e marna a dose irtegclare pur? vi predomina , cbe esposlo al carbone ardente Ira- manda una sostanza liquida, e cambiasi in perossido rosso: come ancora la rinvengoasi il sulfur o di fer- ro (pirili) figura sferoidale-bis-lunga , rultura con- coide , sciotiliante toslocbe 6 percosso con 1' acciari- no , color giallo-metalloide ; col ruslicciamento spo- gliasi deir acido solforoso , e rimane 1' ossido di ferro-nero. In un corpo di anlichissima lava erutla- ta dai fiancbi dell' Elna , cbe occupa la vallata di Pietramarina, e precisamente nel fondo del degno — 2l4- — mio amico Sacerdole D. Michele Abate da Casliglio- ne ; si rinviene ud deposilo di ferro-oligislo colore grigio di acciaro aggruppalo in una roccia di lava scoriacea, color blu-rosso; a larainetle delicalamenle figurate, a triaogoli solidi crislallizzati, ed irregolari; internasi con le masse di lava nelle viscere di que- slo stesso inateriale pirogeoico sciollo. CORPI COMBUSTIBILI Zoljo Queslo combuslibile giace all' orienle di Casli- glione uel fondo propriamenle delto Santo-Slasi al Mitoscio alia dislanza di raetri 1077 circa del mare di Taorraina , ed internasi a strati , ed a vene nel solfalo di calce a varii cristalli, e di masse di gesso, dopo il prosieguo di raetri 4o circa di questo solfato di calce idralo, addimoslrasi lo Zolfo quasi alio sco- verto a masse solide, unite ad una pasta di argilla- bigia-verde , allurainosa fragile. E questo rainerale friabile cristallizzato a figure diversamente modificate ed icterminabili ; forma spesso de' cristalli di solfato di stronsiana (celestina) a prisma esaedro, irregola- re , ramificata, slallallitica ec. La sua abbondaoza e assicurata dal tiifo-calcare con zoljo, detto (briscale) dallo gesso zeppo di questa sostanza solforosa , e dell' Ocra iropregnata dallo stesso combustibile nativo. Esso giace in un terreno terziario, ed internasi alia base del colle detto come sopra S. Stasi, cbe forma il principio del fondo Mitogio, i materiali cbe costi- luiscono questo terreno e cbe lo rimarcano dal resto — 2ID — della formazione lerziaria sino al suolo di Casliglione ed al di lu si differiscono dalla tessitura de' granelli di arcDaria del mica, e deilc lamioetlc di mica-scisto talcoso ; sendo questi a grosse lamioe , e grani ; e quelli invece presenlare una piu fina strutlura delle parti compooenii , cbe sembra effetto di piu luoga agitazione. Le acque , cbe scaluriscono dei ruscelli vieini alia zolfara , lasciano nelle sponde lo zolfo dopo aver esalalo il gas idrogeno con oui era com- binato , ed inlonicano , la malma-argillosa giacenle air imboccatura de' ruscelli medesimi (i). Legni di terra. Comcccbe le masse, cbe costiluiscono il suolo ioticro deir abitato Casliglione , e delle grosse nioli , che porlano sulla cima Greche gotiche costruzioni , • come ancora in alcuni punli de' suoi dintorni consi- stano di rocce terziarie^ provenienti dalle primitive formazioni di granelli di quarzo piii o meno a grana fina di mica or altcrato dall' azione atmosfcrica , ed or argentina , e di Felslei {fehpato ) allerando so- (i) Una coppia di maestri murifftbri prctesero scavarc qneslo mi- Derale , perclie eglino fondendo delle masse di gesso per uso di co- struzione, Irovavano delle vono , che si dilakvanc per la massa ; ia modo che dopo la sabita fusione osservavasi pcre lo zoiro nello stato puro ; ma le Icorie , c la pratica non furono loro , di gaida ; dietro aver cavato dalla parte opposta al ^ero silo vociferarono essersi smar- rila la Teoa conduttrice, ed abbaodoQarono 1' iotrapresa opera. j4tU Accdd. Vol. xFJi So — 2l6 pra piani orizzonlali di arenaria-argillosa , bene rile- vasi come quesle elevale rocce con l' andar de' secoli sono slate isolate e soudati dalle terre cbe le copri- vaoo sino alia piu alta retta ; e n' e prova costante il falto che a livello esse coq le masse di Motla-Ca- mastra^ Malvagna ^ ed altre conservano li strati ri- spettivi. SoDO qiiindi lasciate nude ad immensa al- lezza, ed il Jiume Onobola forma il precise soggelto di separazione delle due Catene di Montagoe ; sca- vandosi un' abbassamenlo , e scorrendo sopra un' al- veo di compallissima lava sin presso al mare. Sulla parte superiore di queste masse osservansi ancora al- io scoverto bancbi di Lignite^ die i caralteri presen- tano di carbone fossils; ollrepassando la grossezza di 0,1290 circa, e di lungezza interrolta secondo il iratto orittognostico ove giacciono. Questo combusiibile pure interessanle al com- mercio per le arli, e per gli usi di legni di marina potrebbesi forse a vantaggio cavarsi , se si lentareb- bero i discavi in Castiglione rinviensi gia come opra giacenli nei lelli crizzontali di lerziaria formazione , originali dalle masse , che formano le basi di Taor- mina e Miloscio , sebbene le sue parti, come si e detlo addimostraasi piu agilati ; se contigui al gres- argilloso; si rioviene poliedrico, compalto, grauulare lerroso, nero brillante; (sembra cbe la forma polie- drica e stata prodotta per effelto della raassa cbe so- pra lo preme paralella al resto de'letti oreognostici). Questo combustibile brucia prontaraenfe con fiam- raa , spande un forte odore di bitume , con dense fume nero; lasciando una scoria-cenere, che conlieoe granelli di arenaria, cd argilla abbondante. — 217 — Compouesi di Olio 9 a i5 Carbonio. , .' . . 32 a ^0 — Gas-id rogeno . . 4- » » — Gas-acido-carbonico 5 » s — Ossigeno. . . . )) > » Le masse sodo sempre dopo un'allezza di meiri 4 circa inlerroUi da slrali argillosi; ed in udo slralo inferiore al primo Irovasi qucslo corabuslibiie in uno stalo cbe il carallere assume di j^ntracile , colore nero, opaco, fragile, brillanle, globuloso spesso al- traversalo da fill di carbonalo di calce, forse preve- nienle dalle aequo piovane infillraDli ; giace nello banco argilloso disseminato di Gni granelli di arena- ria verde-giallo-micacea ; facendovi agire /' acido ni- trico ha dalo lenlamenle acido-carbonico ; esposlo quindi a carbone ardenle brucia lenlamenle senza fiarama , senza spandere odore di bitume ne fumo. A questo un terzo stralo piu inferiore ne succede di maggior altezza de' primi cosliluendosi di gres argil- loso a grana piu agilata, cd a slrisco paralelle, lin- Ic forse dalla cbimica scomposiziooe deW olio prove- oicnle dalla lignite a color verdc-neio , bigio-giallo regolarmenle da fame niarcare la slrullura ; la slri- scia supcriore e allravcrsala di laminelle di lignite , cbe giacciono or a piano orizzonlale , or vcrlicale , ed- or piu o mcno oblique ; dolalo di un splendore metallico nero; al fuoco brucia con fiamma chiara , spandcndo un forte odore di bilume. Queslo slralo e coverlo sulla snperGcie plana, e sopra cui premc la — . 2l8 — mole di arenaria di un dsposito di sqiiamelle di cri- stalli di carboDato di calce; sovrapposle le une su le alire, dotale di iia splecdore leggiero, color ceDeri- no-sporco, offervescente con gli acidi. Nel seguilo degli strati piu bassi delle masse , nel siiolo intiero , sopra cut e coslrutto Casliglione , e ne' vicini campi Irovasi a preferenza di qualche altro cantoae della Sicilia la lignite la piu bilumino- sa , la quale lasciasi vedere alio scoverlo abbondan- temente; la grossezza oltrepassa li 0,2981 circa, in- lernandosi per 1' iutieri strati argillosi e giacente nei ierreai arenari-scistosi , cbe al conlatto dell' aria ad- divecgono fragili; raicacee color verde bigio, Trova- si flel suolo, e ne' campi spesso a piani orizzonlali, verticali, ed irregolarraente diffusa con le argiile-are- Barie a fini granelli, laminette di mica-argenlina, che formaco delle aggiuminazioni irregolarmenle uniti da una pasta argillosa, che rendesi friabile al tallo, en- trandovi in maggior dose la lignite ; trovasi per la maggior parte poliedrico, compatlo, squamoso; spesso atlraversalo di linee dischisto; e dotato di un spleadore xnetallico da addivenire capace a subire un poliroen- to ; spesso e opaco-terroso. Brucia pure coo fiamma piu luminosa , e chiara ; manda un forte odore di bitume coa denso furao nero disunendosi in parlicel- li, la sua ceoere e simile a quella del legno ordina- rio, lasciando una scoria silicio-argillosa. Componesi d' olio , di carbonio , ossigeno , idrogeno , e terra , essendo 1' olio piu dell'ordinario. Gli abitanti lo r^ccolgono in quanlila e !o ven- vendono ai ferrai, che 1' usano per focdere f€rro(i), (1) I ragazzi lo slrappano dalle roc'ce, e lo disotterraao. — 219 — abbaDdonando poscia le acquc piovane uncndovi a massa lo trasportano ne' viciui bacini , o alle sponde deJr Onobola, ioveslendolo di altre tualerie , o ridii- cendolo terroso. Non essendonii or proposto di descrivere il rc- s!o de' fenomeni concernenti allri offelli dello zolj'o , del ferro ^ e delle varield di lixjnile di Castiglione, di cui bo acceuoato la giacitura e talune circostanze riguardanli 'a loro natura ; quindi passo a conchiu- dere , cbe nou inlendo dar ragione geologicbe io quanlo alia origine loro: uiolto si e dello sopra laie assunto dagli uomini iliuslri, che sopra I'origiue, e la fonna/jone della crosta del noslro globo ban te- auiO posilivo ragioDaraoDio. Io bo fallo soiamente ri- marcare , cbe in quanlo alia lignite ed alio zolfo , appartenendo essi a qiiella parle del territorio di Ca- stiglione cbe forma il segui'.o della lerziaria forma- zioue, giacendo neli'areoaria e lo .'30^0 alia calcarea, e gessosa del terrene di Mitoscio, cbe occupa le val- late de' lerreui secondari facenti parie del terreno di Taorraina uon presenlano cosa di straordinario , es- sendo come dicesi al loro pasta ; ed io quanlo al ferro appartenendo esso a queila parte della forma- zione secoadaria come sopra si e dello nulla pure mi resta a far m area re. Io ho preteso soltanlo coUa mia descrizione ri- chiamare 1' attenzione de' dolti , c delle sociela eco- Domicbe ancbe sopra quesla parle dell' Isola, per es- sere slata poco osservata, e poco si e t€oula fin' ora in conlo; mentrc essa conlieac all' incootro maleriali utili allc arti, ed agli usi economici, e non eisendo 220 — mollo dal mare lontana potrebbe con maggior van- taggio renders! utile pure al commercio (i). (i) L' arte economica a cni piii compete pno Irovar facilmenfe il mezzo ad eslrarvi I'olio per le illumiiiazioiii, e per altri usi della^vi- ta; essendo all' azione del fnoco, come osserviamo qaeslo liquido con prontezza accendihile, spandendo una lace molto laminosa e di Innga durata. Queslo combustibile in Inghillerra forma l' obbielto di tanta ricchezza, I'orma Tatiima di una inlrepida machina, che ardita s' iuol- tra nel vasto Oceano , ne' fiuini , nelle strade e che secondo i calcoli del Signer Webster, appena potrebbe muoversi impiegandoTi la forza di un gran numero di oomini ; quindici mila machine sono in azioae in quel regno, che prodacono vanlaggiose conseguenze; ma baslareb- be lasciar stupefatto I'uomo sii questa grandiosa costruzione cennan- dogli la sorgente di ricchezze che ricavasi coll' ajuto della chimica da questo prezioso combustibile. La Sicilia racchiade nelle sue viscere in abbondanza questi fossili, ed e una mera uegligenza il nou nsarne. L' illiiminazione di qnesto gas e pure comune divennta presso gli esteri, e lo sard forse in breve presso noi. Boyle, e Hales furono i primi , che viddero gli elFetti di qaesto combustibile. Altre esperienze si replicarono da James Clayton nel lySg; ed in seguito si riconobbe dal prelate di Handaff, che anda- vii a perfezionarlo; qiiando 1' ingegnoso Lebon tel 1789, il richiamo a grau copia. Dopo i di costoro esperimenti, ed usi Mendoch, a Re- druth in Cornayaglia precisameiite nel 1792; e nel 1797 a Old-Cum- nek in Ayrshire, replicarono con esatti reattivi simili esperimenti; tra- scorsero in tanto alquanti anni, che il vanio d' invenzione obliossi nel suo reggiro, e perclie 1' uomo ha istinto d' inalzarsi con delle scover- te, nel i8o3 e i8o4/ si reputo nuova scoverta per Windsor in Lon- dra , ma non lardo pure che gli oslacoli pararonsi dai cullori della scienza; qaando la islancabile sagacita di Lebon, Norlheren e Samoel, Clev pnnendolo in chiaro con delle dotte memorie ed esperienze , si attirarouo la gloria di promuovitore dell' utile sociale, ed il yolgo ve- dendo la vantaggiosa consegaenza offiiva il decantato combustibile al- ia Gran Breltagna, che lo ha oggi reso di comune nso. La Francia, che tanlo dispreggio questa soslanza repntandola no- civa alia re.spirazione de' viventi , vinta al fine dalla csatta dimoslra- zione di Libon, e compagni l' ha posto in tale stalo, che oggi abbrac- ciano a gara T illnminazione di quel genere le piii colte , e piii fio- renti Citla del suo vasto Regno. Dl GEOGRAFIA FISICO HIEDICA SULLE PRINCIPALI ACQUE STAGNANTI DI SICILIA E SULLE FEBBRl INTERMITTENT! A CHE METTON CAGIONE DEL DOTTOR GIUSEPPE ANTONIO GALVAGNI Socio attJTo Segretario alia Sezione di Storia Natarale fanzionante di Segretario generale MEMORIA SECONDA DELLE ACQUE STAGNANTI DEI PRINCIPALI PUiNTl DEL VALDINOTO /^lla nella lomata ordinaria del 27 aprile i84s Valle di Nolo nelle prische partizioni Jrinacrie nomasi il tratlo di terra fra I Imera nieridionale com- preso , il Dillaioo il fiume Simelo ed il mare. La roccia cbe ne fa il fondo e il calcario terziario con- cbiliare compallo a cui in cerli spazi sociasi del cal- care di piii receole data come del calcare arenario alluviale , e fu per altraverso di loro che sbucarono le correnti piroidi iDgombraoti vari luoghi di quella parle dell' isola. A principale raonlagna di quell' acdito primeg- gia raonle Lauro trcmilaoUoceDlo picdi siil marioo livello , che serge come a cenlro cd origine di tulte le allre cbe ramificazioni ne sono. II braccio dirello a Kord-est si eslende per la plana bucchercse, colle- gasi a S. Vencra scende per Pancali verso Villa- smundo , e lermina a capo S. Croce. 11 braccio o- rienlale indirigesi gin per Sorlino monle Buongiovan- Jlli Accad, Fol. xFii 3i 224 ni Melilli , riviene a Belvedere Floridia e la catena Iblea vien formando. Da Gufari il ramo rnerigiaoo coraincia che volge per raonle Casale Buscemi Palaz- zolo s' indirizza alia volta di Nolo. E 1' occideotale per monle Rosso si slunga a Ghiaramonle Ragiisa; e il rorlico in fine per S. Domeoica avviasi a Cailari S. Croce Mililello , che si parlisce di poi per altri pic- cioli rami. Di tal monle originano cinque fiurai dislinti il Teria I'Anapo 1' Abisso 1' Erminio 1' Acale o Dirillo , cbe nelle valli fluiscono separanli le varie braccia di quesla montagna, e lullo il bel fiore delle acqne cbe di cola inlorno dislillano adunano in loro , e falli ad ogni passo maggiori , s' atlorcono in mille serpeggiamenli e segano per le loro vollate le varie terre del Val di Nolo e tulle correndole le irrigano le fecondano. II Teria, detlo fiume di Lenlini, nella valle di • Buccberi lira genesi a nord-est s'avvolge e slriscia per inlorno [1' agro buccberese senza impaludare per nulla, vien giu presso Rizzuolo e fa stagui, bagna la plana di Francofonte di Lenlini , e scorrendo per quella china s' incammina al mare e nel golfo cala- nese si scarica. fntltxin- . L' Anapo da monle Lauro sgorga nella valle di Gufari per trecento polle copiose d' acque limpide pure, scende fra terre biiscemesi e palazzolesi inaffia quelle di Cassaro e Feria ove impaluda arlalamente a coltivare del canape, nel lerrilorio di Sorlino pro- duce maremine per ispazio di piu miglia come nella plana di Floridia in fino al porto di Orligia in cbe va a ricettarsi. —i 22D — L'EIoro, Ahisso, o Tillaro, dcllo slagnnnic da Virgilio ba scattirigine dai fonli delT Ingup alio fal- de di rnonle Laiiro , chinasi per !o giarrataoese e buscerrc-se lerrilorio, parlc il palazzolcse dal notino , ad impaliidaie corniucia fra Ciiirea e JMonlcsano per lo collivamelo del canape, slendesi poscia per altra- verso la piaiia di Nolo e vi slagna a produrre risae, fluisce iufiiio e mclte capo in grcmbo al propinguo mare a capo-Passaro. L' Iniiinio c il qiiarlo iiscilo d' infra i piedi del monle Lauro , prcndc corso in Giarralana ove fa luolle lagune, e slagna nella plana di Ragusa di Co- miso per dar umore alle canapaic e risaie. Oa ultimo r Acalo o Dirillo alT occaso di monte Lauro sorge nei feudi di Caccagorando Uonninga e quivi slagna riducendo lacunoso il lerrcno, torce in- di per lo lerrilorio di Vizzini Licodia , e inaffiali i campi geloi , impaluda arlalamenle fra Villoria e Ter- ranuova per Tagricollura delle bambagie dei risi. Ecco in qual guisa il vallc di Nolo e dai flu- mi venalo ed ecco la bozza delle sue principali acque slagnaoli cosi arlificiali come nalurali lungo Ic spia- nate lambile da essi ; nia ad isloriare poco piu di lale subbiello verro sponcndo alcun die delle acque slagiianli delle terre di Siracusa Francufontc Lcnlini Scordia Comiso Villoria Scicli Nolo e di qualcbe al- Iro colalc. L' agro siraciisano circnilo dalle acque ionie, i colli ibiei, il Cacipari ie Icrre di Tica , in diamclro sedici miglia , a figura eilissoidc di lerreni lerziari fallo, licDC aequo slagnaoli fra cbe Ie saline primeg- giano, la palude Li.^imclia, la Siraca, i IraripamcDli e Ie lacune dell' Anapo. — 226 — Prendendo principio dal fine di Orligia veggon- si venendo di riocontro ad Acradina e Neapoli non piu prisch'e magnificenze ma carapi orlensi cbe cin- que vie in piu spartimenli dividono per 'gli opposli puDti slendendosi , dall' onto di Cerciolo a raeriggio neir agro di S. Lucia persino al vicolo deli' acqua per un miglio qiiadj-alo a un dipresso , per ie acque cbe dal Crimese provengono e per la collivazione dei canapi vi slanno delle esalazioni paluslri. Sooo fornili di alili iniasmalici cosi per le acque che irrigano i terreni ortalizii , come per le fluviali di Sorlioo producenli lacune il Belfonte vicino Bel- vedere al norle, il Matleo pocso (moltepouso) a nord- est , il Caraocino ed ii Galerme da tramootana 07e molini ed ortagli vi slanno in che impuzzoliscon le acque. Emana svaporanaenli effluviali bensi lo spazio cbe sla fra il Marlellilto e Siracusa, fenendovi vicini- la lo stagno Cefalino e alire meremine prodotle dalla esuberanza delle arqiie sorgive, come per lo ramo deir Anapo fluente dal poole delle tavole lungo la slrada di Florid ia, cbe fa lacnne oel corso cbe tiene e per le esalazioni della paliide Lisimelia die dislen- dendosi lungo Iratto infella la via cbe a Siracnsa conduce. Segnendo ad invesligare la media ellisse sino al Cacipari, sooo di aere puro e saliibie cielo da parte ovesl i poderi Monisleri, Cavadonoa, Slratigo, Grotla perciala , sebbene immalsaoisce quosl' ullnno per le evaporaziooi di un vicino padule le cui acque piglia- DO genesi dal foodo Blorlella. 11 fiume Cacipari inlanlo , dai monii Iblei sea- 227 — lurilo dalla Cava grande , serpeggiando per le cam- pagoe mctle foce presso il golfo d' Avola , il liniile formando dellc Siracuse colle lerre avolcsi , il Caci- pari per le lacune die lascia ai lali del suo alveo e cbe sono delle paludi distinle dai suoi IraripameDlL prodolle come per gli slagni arlificiati nel colliva- menlo del canape, e cagione posseole di eflluvi rei. Dal Cassibali a Siracusa segueudo il dinlorno niarillirao e i campi che succedono alle terra raen- lovale atmosfera vilale vi sla per cinque niiglia ; le acque della rinella pcro cbe vengouo appresso, e cbe impigriscoDO per non aver facile correute magagna- no r aere e rendono di rea condizione dieoi pode- ri cbe le limilano da est ad ovesl da uord a nord- ovesL II rimanenle del lillorale per fulla I'isoia finol- Ire al Gammisio e di purissimo acre; ma esso mano roano si vien adulteraodo passando dai fondi ove vi sono slagni prodolti dalle saline come in qiielli in- fellali dagli elfluvl della palude Siraca e della Lisi- melia. La Sirica della il Panlano prospclla a nord esl, mostra livello piij basso dell' Anapo cbe a dcstra vi sla, slendesi ampiamenle allagando nei lempi di acqua niaggiore vaslo terrene non ancor coltivato ; e cir- coDscrilla da undici poderi cinque a levanle due ad occaso, tre a nord-ovest, ed uno a nord, sopra i qiiali non solo raa bensi sopra allri vcnlilrc delle circon- lerraini lerre sparge aliii paluslri cbe divengono vi- ruleuti dove la stale calorosa si nioslra , e quando le lerre descrille a collivarlc dissoJansi. Conlinuo ad Acradina fra l' Anapo e Ncapoli sla — 228 — HO piano esleso d' alquanlo sii che le crescenze fiu- roane le acque venule dal cielo fanno nella slagioae iemale inondazione marchevole , che slazionaria ren- desi, selibene I' arle dei lenlativi abbia fallo a darvi colameoto all' ingiu ; nella slate lanta collezione di fluido vien manco via via riducesi ad una seccagna nella parte maggiore, e pareccbi Iralli reitano aqui- docci melmosi, i quali sollo gli ardori del sole vapo- li infelli Iramandano, che rendono l' aere infame pe- stilenziale, e lo rendevaoo nei tempi andali sibbene quaiido mollissimi Ateniesi ne furono vittima; e que- sta la palude Lisimelia detta Panlanelli dai volgo. Volgesi della parte del maggior porto per sud- est , prospella dall' opposto 1' Epipoli ; da un lato guarda i colli Iblei fra ovest-sud-ovestj, dall' altro verso Acradina dove confiBa per nord-nord-ovest. Discosla per ollre un miglio dalle porle di Ortigia Don r offendono i miasmi per la poslura cbe tiene ; ma i villici di qiiei pantanosi dinlorni risenlouo mi- cidiali influenze nei tempi eslivali a preferimenlo in- cbe si danno alia maciuUazione del canape gia ma- ceralo. L' Agro di Francofonte quasi due miglia si e- slende compreudendo pressoccbe ducento salme di lerre ; e la tenilura geognoslica essendo lerziaria ar- gillosa, vi slauno pbboodauli acque sorgive; come se- dc di acque slagnanli arlificiali debbono considerarsi la lenula di giardinazzi e finoccbiaro a coltivamen- to di canape per la parte maggiore, di blade di or- taglic cbe 1' inaffiano da arque surle daH'exfeudo di pedagaggi dct'o cava di slomaco. Sono coolrade di acque paludosc ripiene le lerre del Bauso^ la tenuta — 229 — di Q'tini; il podere di Carmusilano ioaffiate del liu- me che sorge a Buccberi lulte a collivazione di ca- nape , a giardini e carnpi orlalizii, fii^iiran bcnsi co- me siti di arlificiali marcnune il podere di BerreUa OTe Irovansi gjardiui di mclaranci liiiioui cauipi di canape lerre orlalizie, i fondi dclla plana di Franco- fonle la teniila dclla querela ove collivansi campi ri- si erbe dumesliche lulle irrigate da un braceio del fiutne Buccberi dello Teria. Ollraccio son da marcarsi come sili marcmmani la tenula di lincemi soprano e soUano collivali della guisa medesima e inalliali da acqiie scalurile dal ler- rilorio di Buccberi conlrade del J'rascino. Nei conlorni imperlanio dello sicsso FrancoFonlc abboodanli sorgive cbe da ubere vena in inol[i[)llci sili Tengono fuori; dalla parle di ovesl Irecenlo passi lon- tano una sorgiva si osserva dclla fonlana della vile, che porlasi nel pomerio dell' abilato dal lalo nierlgia- DO, ba dalo molo a due moiini all' ingiu del paese, bagna alcune lerre conlrada Cardisino ove 1' agri- collura ne avvanlaggia per semina di canape a pian- le domcslicbc e che impaludendo svapora malefici efliuvii. Poscia la sorgiva medesima irriga Z?o««« c/Zw/j/a Madiveschi Pelrano ove giardini si fanno carnpi di canape di aria rea per 1' impaludamcnto ivi a\ ve- nule. Allra sorgiva e il fonic dei Canaii discoslo cin- quanta passi dalla coraune dal lalo ovesl la circuisce per norle , inaffia poscia giardini di raelaranci e li- moni , ove ronde insalubre 1' aria , si uuiscc iufuic alia prima e licne il corso racdcsimo. GiardincUi e la — 23o — lerza scalurigioe dall' abilalo duecenlo passi lontana per est, inaffia le lerre detle poggio di Silverio col- tivale a giardini a campi orlensi e di canape, e qui- vi le acqiie stagnando esalano infelli vapon che coin- qiiinano I' aere. Cosi per quanto dicemmo sull' agro francofoDlese polrebbe lenersi a ragione pieno di e- salflzioni paluslri cbe magagnano l' almosfera di quel vaslo diulorno. E le terre Leontine sodo di acque slagDanti ab- bondevoli cosl nalurali cbe artificiali, e delle ultime soprammodo essendo in molli tratli a collivamento di caoapi e risi. Pra le risaie sono da noverarsi 1' ex- feudo Collepi '\a ampiezza olio salme di terra, irriga- lo dalle acque del fiume Pedagaggi e Randacina ; e buona rata dell' eslensione di dodeci salrae bagna- la da sorgive locali. Rappisi ollre i^ salrae di terre, immo'lale dalla fiumara del molioello di Scordia. II Go//c/ spazioso 3o salme a un dipresso, iDaffiale dal fiuine Cacaluppi. Bagnara oltre i4. salme, rexfeudo Sigona ollre 22 salrae venate da sorgive locali; Saa Giovanni 12 salme di terra, /"orcz/o 24. salme inaf- fiale dalle acque della Sigona, il Morgo dieci salme che riceve le acque dal fiume del passo di Agosta. E i campi a collivamento di canape sono pochis- simi e per tali considerare si possono le canapaie delle fiumane Sorlino, irrigate delle acque del fiume della Carrabba^ e le canapaie del feudo Pedagaggi^ bagnalo da acque sorgive locali. Come acque slaguanli natural! nel territorio di Leontino lenersi puole il lago delle Cerziere vicino r Agnone^ qualtro miglia in circuilo, sopra un fondo argilloso, le cui acque dal fiume Damiano provengo- — 23l — no da quelle di S. Leonardo; vi piillulano all' inlor- DO camielli salsalelle lifa le cui foglio inarciscono e si pulrefauno nelT acqiia; nella stale riducesi ad una seccagna, percbc le aequo del fuirne alle risaie s'ira- piegauo, ma pure svapora eiilavi rei clie ammorbano r alniosfera di lullo il diolorno. E ii lerritorio di Scordia di piccola eslensione sebbene noa liene risaie, e in iscarsita il canape il lino collivasi, soprabbondando di giardini di agrumi che di molle aequo bisognaoo , di lerre ortalizie sva- porano efUuvi alia salute nocivi. Ma lasciando i niontagnosi ridossi, e le campa- gne di Ferla Buccberi Palazzolo Buscemi Monterosso Giarrafana Cbiararaonte Vizzioi cbe stanziauo pocbe acque stagnanli oltre le veuulc dalle lacuoe fininanc nelle valli lluenti che precenamn30 di volo nel qua- dro dei fiumi surti da monlc Lauro e cbe tutto il val di Nolo segano e bagnano ; diciamo dolle prin- cipali acque stagoanli cbe nei conladi di Comiso Vit- loria Biscari Nolo Scicli si trovano a venir fino al mare. Ncl lerritorio di Comiso si lengono per liiogbi marosi il podere Cascalana ove surge copiosa scalu- rigine d acqua cbe poco lungi impaluda e usasi a coltivare i cauapi i lini. 11 podere C//a// steso a mol- lissima ampiezza liene acque paolanose venule dallo alto Cbiaramonle, e ncila estiva stagione divengooo sorgeoti d' infctli vapori ; altra cagionc d' insalubrilA nel comisano dinlorno e la fabbrica delta carta dallo abitato oltre un miglio discosta, per la maccraziooe cbe vi si fa dei pannilini per qucUa manufattura im- AU. Jccad. Vol. xvii 32 -— 232 piegali ; (ulli qnei faticafori si Iravagliano della raa- latlia inlermilteule ncll' estiva e auluDoale slagiooe, mol- lissimi si moleslano della febbre cronica recidiva , di crono-splenili , di idroperitonia , che diveogono tal- fiala la malallia della morte. Le terre villoresi il feudo Casfelluccio rinserrano pressocche dueceoto salme iu ispazio, ove artalamea- le irapaludan \e acqiie sgorgale dalle sorgive di cal- tana di Cumiso per la coltivazione dei risi de' caoa- pi ; il feudo Buffa cento salme di terra, e il feudo salina oltre ciuquanla salme, cbe ricevono le acque raedesime e che artificialmente si rendon paluslri per la vegeiazione delle medesime piante; di costa a que- st'ultimo stava la palude Camerina nell' anlicbila co- si rinomata adesso secca del lullo; ma vi si trova pro- pinqua la palude Salitello foniiata dall' accoglimento delle acque piovane dei raonli vicini, esalaule alili infetti. Nella cainpagna Biscari trovasi il feudo Durillo, in ispazio mille sellecento salme di terra; riceve le acque dal fiume di Vizzini , ed essendo a coltivazio- ziooe di lini di canape, diviene cagione di esalazio- ne Djaremmose , e il feudo baudereddo ollre 200 salme , e quello di Cava di BiScari coltivalo della roedesima guisa , sou scalurigi ancora di micidiali miasm! . Volgendo a sud est trovasi lo sciclilano contado che molli marosi preseuta; per due fuuni scgalo di quello di Modica e di quello di Ragusa preseuta lun- go le spianate lambite da essi dei paduli cosi nalura- li che arlificiali; per io Iralto marittimo cominciado da Mazzarelli Donualicata Sampieri Pozzello variepaludi ne — 233 — . o(fre ; la secca cosi volgarmenle nomala , a poca di- stanza fra S.Croce e 31azzareili e lo slagno piu coa- tiguo al mare clio esala clllavi rei, e cbo piu svapo- ra dove il macero fassi dei liui del canape; ie torre di Donnalicala Ire paliidi preseutano, forniale dalle a- cque pkiviali cbe ciascun anno qiiivi si accol"ouo, co- me dalle iuondazioui delle acipie marine, lianno qnal- Iro n)iglia in circuito, ed emanano micidiali miasmi; nei dinlorni di Sampieri pacsello di costa a Scicli ve- desi uu allro slagno marioo di olio miglia in circui- to cbe cflluvi csala; c Ira Sampieri e Pozzello oltre vBDli marosi si nolano che empiooo di miasma quel vasto dinlorno. Nei conlado di Nolo si Irovano in vari sili del- le acque slagnanli , e per i Iraripamenli del fiume Abisso, e per alquanle sorgive locali cbe noa fluisco- no al bosso. Net podere liomisca un padule nolasi occupanle scdici salme di lerra a uq dipresso , che svapora alili pessimi. Nei feudo di JlaQcioi Irovasi il panlano di Morvedda in ampiezza sei salme coslilui- to d' acque salse del mare delie Tonmire di Marza- memi che eaiana ellluvi peslilenziali, perche 1' acqua raaiina piu agevolmenle corrompesi e infraoida, ed e da rilevaisi bensl il paciano del liovele c quello di f^inicari dell' eslensione di dicci salme di lerra e (|uello dclla Marza dodici salme di lerra in grandez- za, di acque marine formali cbe sicdono fra Nolo e Pacbino; o in vicinila di Spaccaforno sou da mem- brarsi la salina della Marza come quelia di 3Iarza- mcnii sorgenli di micidiali miasmi. Con laulo poco averne dcllo mai sempre rileva- si cbe cccello Ie lacune che slanno lungo gli alvei . — 234 — (lei fiurni , e la mofela che dalle saline si esala , la cagione posseote dell'esalazion dei roiasmi e delTaere malsano nella valle di .Nolo iu molla parUi dipende dalle arlificiaii paludi che crea 1' agricolluia nei col- tivamento del canape e riso. II canape infatti che semioasi al cadere di mar- zo sin oltre il dodicesiino gioroo di aprile , e cbe svellesi a raezzo luglio, inaffiandosi ogni quindici gior- ni , la coltura del canape un arlificiale paliide pre- senta cbe dal giugoo ai quindici luglio esala efiluvi pessimi. Cresce 1' infracidar delle acque e la evoluzioa degli effluvi la quantila di fimo cbe nieUesi nel pre- paiare la terra deslinala a lale culUira, il marciraen- lo delle foglie canepine immollale nell' acqiia , e la polvere del pericarpio del canape ove aliogasi il se- me , che produce esalazion rea nell' almosfera spar- gendosi , e cresce i miasmi surti dal suolo cadendo nelle acqne e marcendosi. E un artificiale ed eslesa palude di cbe raolli miasmi s' inalzano e il macero che fassi del canape nelle acque fiumane. Ma dei inoltiplici fomiti di paludosi miasnai e scaturigiue di aere peslifero infarae l' imotiersione o meglio il macero cbe fassi del canape in delle capa- cila cbe i camperecci bunache denominano. Delle poz- ze sou queste di lerra argillosa talvolla sostojuile di pielre calcari , a forma ovale quadrilatera rellangola- re , in largbezza di sei a venli palmi , in allezza di olio , cbe d' acque ripiene vi s' immergono i canapi ad operarne la macerazione. La lunga infusione pero di lali vegetali sostanze nell' acqua esposla al dardeggiare del sole che bol- ^ 23o — lenle la lieno la putrefazionc delcrmina ; 1' acqna iii- verdisce ed infracida , cd osala como peslilentissiino avcrno , cdliivi icfaini chc per grande estensioDC 1" aria inespirabilc lanno. Arrogi a cio cbe moiti iiidividui slanno immersi della persona fino al torace cd al collo in fpjciici calda e pulridissinia accjua a far bco siiccedcre ii ma- cero e pero si coinguinano grandemcnle delle esala- zioni pcstifere ; il nuniero grande di lali pozze die Del solo lerrilorio di Fraccol'onle sono ollrc cento, ge- naralizM la inguinazioa niiasmalica dcH' atmosfera co- sicclie vaslissimo spazio di cielo vieu magagualo in agoslo e iiiela di sellembre. La palude arlificiale risaia clie ba obbicllo il coltivaraenlo del riso e assai piii nociva di quella che arlalamenle delcrminasi a produrre il canape, ed ec- cocci ai dedagli della sua dcscrizionc in Sicilia. A prepararsi acconciamenle la terra fa meslieri in prima saziaria di matnro finio , e imbagnarla e immollaria, e pero i coloni fin dal fobbraio slanno a gambe iguude neH'acqua; dal finire di niarzo allapri- le si semina il riso , e in tal menlre i campcrecci dimorano pure nell' acqua ; comincia a pralicarsi sul giugno cioccbe dai risaiuoli la vicenda si noma, cbe togliosi r acqua alle risaie per dodici gionii , e poi gli si rida nuovaineDle; sull' enlrare di otlobre quin- dici giorni pria di falciarsi la pianla si Icvau le ac([ue c piu Don s' immcttono. II coltivaraenlo di lale pianla pero in doppia fat- la lorna maicfici), e per lo fioililo uuiido a cue i ri- saiuoli si cspongono dimorando soinpre ncH'acijua au- obe nclla slagione iemalc , c pcrcbe cagionc di arii- — 236 — ficiale palude, nociva quando le acque stagoan cola, piu nociva dove ie foglie del riso nelle acque mar- ciscoiio, nocivissima negli spazi che 1' acqua vien tol- ta, e una superficie raelmosa riceve 1' azione del rag- gio di state clie cagiona svaporamenti di micidiali iniasmi; ed emana la terra deiie risiere ancora mici- dialissimi eflluvi doveciie vien dissodaodosi per ripor- la niiovamenle a cultiira di risi o di biade seguendo il melodo della rolazione agraria. Molli risaiuoli ammalano d' inferraita periodiche alquanli nioleslansi di cronicismi , parecchi ne muo- iono , c tutiavia noii poclii si abituaoo alle influenze d' un modificatore cosi emiueotemente nocivo, e seb- beoe nialeficamenle saettali da esso per la polenza dell' abiludioe noa infersuaao sempre; laddove se i ro- busti coltivatori di fnimeuto risaiuoli si fanno , toslo ne ammorbano senza esser escluso laluno, e di perico- lanli raalori talvolta da cagionare la uiorle. Ecco lo scbizzo cbo le mie gite medicbe in val di Nolo, mi ban posto agio di fare sulle acque sta- gnanti di quel tratlo di lerra, ed ecco quivi far pun- lo ai miei Iravagli sulle acque siagnanti di altre re- gioiii deir isola , noo potcodo delle mie osservazioni giovarmi. Possaoo lai pocbi cenni esser sproae e in- centivo ai cliuici sicuU per batterc il calle appena discliiuso , isloriando le paludi delle canapagne adia- ccnli alle patrie loro; dappoicbc il solo mezzo di pro- durre la lopografia delle acque siagnanti di Sicilia, quello si e di fare la narrativa conipleta delle palu- di del contado di ciascun paese. Volgendomi inlaoto a considerazioni generali so- pra Sicilia tutla polrebbe affermarsi cbe non vi slan- — aSy — no graudi paludi, cbe i piii numerosi miasm! dcIl' a- gricolliira provcDgo/io e della collivazioiic del risi dei liai del canape e dal macero iovalso di quest! vici- n!ssiiuo r abilalo. Ma di uu vcnleiinio in (|iio i; me- liorala oramai, e come ie gran uazioni vanla^iiia dei progress! dell' umano incivilimcnio. In Palerno suolo di nalura iimidiccia s' insrol- tavan le acqiie, e cosi vanlaggiavasi d' nn alinosfera piu pura; a Valcorrenle e Carcaci le risaie soslavan- s! , e divelleansi le correnlilive influenze. Mascali il maroso auzini soccava cbe iminalsaniva di miasm! il suo coulado. Leulini incaualava il [iumicello Lisso e Nolo iigual cosa faceva per io fiume cbe accanto le passa e le risiere nel suo conlado inibiva. Prosciu- gava Villoria uo lago dello volgarmcnle della bordo- neria cbe eraanava eliluv! iufami e S. Croce levava uu padule riduccndolo collivabile terra. E i' ottimo Monarca cbe ci governa (D!o guard!) vivendo mai sempre soilecito del pubblico prospera- raenlo , ordinava cbe !l macero dei liu! dei canapi s! facesso se! migiia dell' abitato discoslo , dislanza a cbe gli elfluv! non polrebbero nuocere; Di tal guisa Trinacria di acque stagnant! emondandosi , mctliamo speranza cbe meliorera nelle condizion! dcIl' acre, in pocbe region! non sano e usando i colon! le prccaii- zion! necessarie cbe accomanda la Igiologia (juando respiransi atmosfcre pahistri moltiamo pure speranza cbe saran menomal! grioferm! nclla classc camp.^rec- cia cbe coltivaudo le lerrc si cspongono agl' icfliisii re! del miasma. FINE DEL VOLUME XVII. WAVT3A BTTSBA 0 MATERIALI PER LA COMPILAZIONE DELLA Z00L06IA DELL' ETNA DEL DOTTOR GIUSEPPE ANTONIO GALVAGNI Socio altiyo Segretario alia Seziooe di Storia Nalurale MEMOMA OTTAVA SUI MARIMIFEEI CETACEI LeUa nella seduta ordinaria del 27 aprile fSdt \Aiti Accad. vol, xnr 33 J^®®®®@®®#®®®®®@®®@®®@®@®^; Uno degli ordini fra gli animali piliferi, in cLe ia zoologia filosofica felice si moslra nello sludio del- le analogic generali degli organismi diversi qiiello si k che cosliluisce i Celacei , seguendo il melodo del Barone Cuvier; dappoicclic si vedc cola obe gli ani- mali stabilili orgauicameule sopra un piano comnne, delle differcnze positive uclla niorfologia gonerale pre- senlano , ma delle dlffcrenze d' incguagliauza di svi- liippo anzichc di natura ; c laddovc gli organi del nioviniento e l' assoluta niancanza di n)cn)])ri poste- riori, gli acleriori in nalatoie nnilali, il bacino a Ire ossi vcsligiati ridollo, senza arlicolaziooe colla colon- na verlebrale, e i' cnornic svilu|)po dclia coda coslilui- scono un ammasso di formazioni di organi bizzar- ranienle modificali per clii scopre slranczza c anoma- lia Dclla novila delle cose noo comiirese, c faoiio le racraviglic e sorprendouo l' osservalore ordioario, so- 24-2 — - no ricca materia di positive ricerche, e di considerazio- ni peregrine al cullore deU'analomia trasceDdenle, che con sublime filosofia aielle a disamina i falli i feno- meni della nalura vivente, e cbe concsce quesli or- gaui pigliare un desliuo novello, eolrare in armonie reciprocaroenle necessarie, per guarenlire ralliviladi ciascuua parte, e per assicurare il felice coucorso di tulle impiegale siniullaneamente; dappoiclie e erroneo chiamar coniro nalura ciocche avviene centre la re- gola , e convenire bisegna cbe nulla non e secondo quella di lulto cio cbe presenla il create. E a prpsenlare 1' imiuagine della lore organiz- zazion generale dielre i moderni e Lacepede cbe il prime ii descrisse cea metode dope Gesner Aldro- vando Willagbby Rondelet Arlady Sibbold Linneus Brisson Merlen i Cetacei banno la testa appiattata e prolungata in muse , cbe si unisce al tronce per un cello grosso assai corto ; gli occbi sooo piccelissimi relalivamenle alia lor corpulenza , le oreccbie aperle air esterao con piccioli fori nen banne conca esterna visibile , e la lingua piccela si vede spengiosa. La forma del corpe e in generale cilindrica eliUica , la taglia varia mollissimo, alciini non uiostraoo cbe po- cbi piedi di lungbezza , alcuni ollre cenle ne mo- sLrano, le eslremila anteriori banno i primi ossi rac^ corciali, gli allri appiallati e avviliippali in membra- na lendiuosa cbe a delle vere nalatorie riducesi. Mancano di niembri posteriori, il bacino e ri- dollo a Ire ossi rudimenlari senza arlicolazione colia colonoa vertebrale ; uuo di quesli imparl appresenla i due pubi sulla linea mediana ; i due allri filiformi figiirano gl' ilei e s' arlicolano sull' osso imparl cbe — 2^3 — loro serve d'apgoggio. La colonna verlebralo si pro- luDga poslcrioMricnle in n'.olla Inngliczza assai [)iu cbe presso i inarDiiiifeii il Irouco la coda in un solo e meilcsitiio cono di ciii la puula si Icrniina per na- taloia bilobala ; la pulle denndala si niira di pcli e la configiirazione generale del corpo rassomigjia quel- la dei pesci , uia nelle forme dei principali organi del cercbro del polmoQe del cuore dello stomaco del fegalo dei geuitali, e in luUi i dellagli della inlerioro slrullura sono pcrfellamcnie mammil'eri. A dire suUe raodificazioni cbe il loro esercizio funzionale siibisce, le funzioni dei sensi esterni sono alquanio incomplele, come dal poco svihippo rilevasi della cassa iidiloria, dalla fissila della lingua, e dalla sua ordilura grassosa lardacca , dalla picciolezza dei globi oculari, dal lieve sviluppo dell' appareccbio ol- faltorio , cbe in alciini 1' etraoide e imperforalo del tullo , e per lo cuoio denso guarnilo di denso slralo di grasso; e le funzioni del morale sono appena pa- lesi per quanio rilevasi dalla fisioDomia stupida dal poco sviluppo del ccrebro. La digeslione dei Celacei assomiglia viemollo quella dei Ruminanli; il gran slomaco siicccnfnrialo tiene in serbo e ammollisce gli alimcnli , ed i\i la ruminnzione in qualcbe giiisa rimpinzzasi da umore acre mcrccccbe le carni dagli ossi dividonsi e in soslanza gelalinosa si niutano ; dal primo slomaco parte un canale hingo Ire pollici cbe confina ad un secondo per apcrliira larga di due e mezzo , il se- condo stoiTiaco nel cui inlerno con si vede cpile- lio , 0 globoso celluloso; l' aprimcnlo per cui comu- nica col lerzo e largo ciuque ollavi di pollice; o la — 244 — esigiiila di quesli urifici ha scopo di opporsi che de- gli ossi noD pure disciolli penelrassero nel quarto venlricolo ; quest' ullimo alia perfine la cui aperlura d' enlrala uon e die di Ire ollavi di pollice e cilin- drico luogo quatlordici pollici , ed un lerzo largo di tre, levigalo all' ialerno, e I' uffizio indossa della di- geslione propriamenle della come il quarlo venlrico- lo dei Ruminanli. La funzione del rcspirare , anziche di branchie di organi polmonari si eserce , i polmoni di quest! al)ilatori del mare sono come quelli degli uccelli si- tuali piu addielro che il diafframma. e quest' ullimo per la forza di che si trova fornilo, e per le coones- sioni coi rauscoli addomiuali, agisce con grande ener- gia come potenza ispiraloria, essendo il solo operato- re quasi dell' imraissionc dell' aere cbe il soggiorno abiluale nelle acque rende assai piu malagevole. Ed essendo obbligati i Celacei di venir respi- rando nell' atroosfera alia superficie delle acque , la rigidila della colonna cervicale ha necessilato la si- luaziooe delle aperture respiralorie al punlo piu cul- niinant? della lesta , diguisache nuolando il Celaceo a fior d' acqua , 1' aperlura delle narici oell' alraosfe- ra si Irova , e la lariuge di quesli raammiferi una modificazione speciale presenla ulile al loro vivere aqualico , cbe avanza sino nelle dietro-oarici di gui- sa , da slabilire una immediala comunicanza fra le fosse nasali, e i polmoni indipendeolemente della fa- ringe; e pero posson riempiere la bocca di acqua di cibi senza inlerrompere la respirazione per nulla. L' Emalosi dei fluidi meno alliva in essi si nola , di quanio uei mamraiferi lerreslri , il sangue loro piu — 245 — carico moslrasi di carbonio d' idrogeDe ; ma liene lo stesso calore degli allri niammileri , e la loro circo- lazione e doppia al lulto. La geoerazione e vivipara, il mascbio colla fem- mina accoppiasi e quesla iiua vera laltazione esegui- sce. Ma 1' apparcccbio di secrczione del lalle diffe- renziasi nei mammiferi marioi da quello dei raam- mifcri lerreslri ; percioccbe dielro i Iravagli di Geof- frey Sainl Hilaire (:) si conosce cbe esso e longilu- dinalmente esleso allogato in profondo in una guaina muscolare composla di parli dislinle e disposle liiogo r addome ; e qtiesle parli si fanno d' una glandola sita verso la regione dell' unibeHco , d' una novila orgauica in questo seuso cbe lulle le picciole anfore lallee invece di essere disseminate, nel tessulo slesso della glandola separate ne souo e costituiscono indie- Iro un vaslo serbaloio allungalo, e I'eslrcmila lerrai- nale del seno e profondamcnie, modificala, largamen- le canaliculala , e ridolta si vede all' apparenza al- r uso d' un uretra. Tanle mutazioni nella forma organica , corri- spondoDo necessariamenle a dei cangiamenli nella funzionc e 1' escrezione del lalle differisce di moUo nei mammiferi acqualici , dal modo come succede nei mammiferi acrei; e menlre nei lerreslri verificasi per la succione cbe il neonalo vi effetlua , senza averne parte volitiva la raadre , nei marini 1' escre- fr) Frngmcns sor la slrnclnre ct les nsages des Glandes mamei- iaires des Celaccs par Etienne (jooffroy-Sainl-Hilaire. — 24.6 — zione laltifera e inleramente un alio voloolario di essa la quale conlrae la guaina muscolare che cir- ctiisce il serbaloio lallifero; e viene da cio che i pic- cioli raamroifeii acrei poppano e slanno allaccali lun- go tempo al capczzolo, laddove i piccioli inammiferi mariui non poppano per nulla , ma ricevono il flui- do Diilrilivo a gelli a riprese iu ispazi successivi; e in qiieslo mode verilicasi la lallaziooe nel seno del- r acqua. Seguendo il melodo di Giorgio Cuvier dell' or- dine dei mammiferi Celacei maoca nel mare Jonio che bagna la base dell' Etna la famiglia dei Celacei erbivori , e vi si trovano alcuni iudividiii della fami- glia dei Celacei ordinari che pigliamo a descrivere. FAMIGLIA DEI CETACEI ORDINARI Si dislingono per 1' apparecchio singolare che gli ba dalo il nome comiiDe di sdfliatori. Ii)ghiot- terido colla preda nella loro gola mollo fessa , gran- di volumi di arqiia , bisognava una via a liberarse- ne: passa questa pero allraverso delle narici merce una parlicolare disposizione del velo del palalo , e s' ammassa iu un sacco silualo all' urificio esleriore della cavila del naso da ove e con violenza caccia- ta, per la compressione dei rauscoli polcnli un aper- tura slrella forala al di sopra della lesla ; e in tal niodo quesli gelli di acqua producono che li fanno osservare dai navigalori da luogi. Ld slomaco si fa di cinque e talvolla di selle sacchi dislinli ; invece d' una sola milza ne iengono molle picciole globose ; quelli che baono dei deuli — 2^7 — - si presentano tulli conici somiglianli fra essi , noa inaslicano la cibaria ma la ingoUano rapidaraente. Due piccioli ossi sospesi cclle carni vicino dell' ano SODO i soli vesligi dell' estremila posleriori cbe len- gODO. Molli baoao sul dorso un aletla verlicale di soslanza lendinosa, ma non soslenula da ossi; i loro occbi appiallali in avanli mostrano una sclerotica so- lida deosa, la lingua dei tegumeoti lisci e molli pre- seota (i). I DELFINI Delphinus Linn. HaDDO alle due mascelie denli semplici e quasi sempre coDici. Souo i piu dilanialori , e in propor- ziooe delta loro laglia, i piu crudeli dell' ordiae noa haoDQ iDtesliuo cieco (2). I DELFINI PROPRIAMENTE DETTI Delphinus Cuv. Han no la fronle convessa , il muso formante ia avauti della lesta uua specie di becco piu tenue cbe il resto (3). (i) Cnvier regn. aoiiual. v. i, p. 285. (2) Cot. Qp. cit. v. I, 287. (3j Cuv. op. cil. Alii Acoad, vol. xni 34 — 248 — IL DELFINO ORDINARIO Delphinus Delphis L. II Delfino presenla la forma di due coni, le cui basi soDO abbracciale 1' una conlro 1' allra ; la lesla si termina per un muso dislinlo promioeate oUremo- do , che a contare dalia fronle conguaglia in lun- ghezza il resto della testa , appialtalo di alio in bas- so, rotondato in porzione di cerchio, piegalo alia sua origine , e cbe molti haono paragonalo ad un enor- rae becco di Oca o di Cigno. L' apertura della bocca e Iragrande, presenta due masceile arraate di quaranlaselle deoli rigonfiali ; la lingua di eminenze picciolissime mirasi plena perfo- rate verso la radice a prefer! men to ; i due sfiataloi uniscousi in una sola apertura, il cranio e molto con- vesso, il collo cortissimo. La pelle e lucida dolce al ioccare. Le pettorali sono mediocri lagliate in falce, la dorsale e puotuta assai elevata , e la caudale in forma di mezza luna. L' islinlo dell' amativila e sviluppalo in qualche modo nel Cetaceo di che si tratla, la gestazioue dieci inesi perdura , e il parto metle in luce uno o due figli; r islinlo della filogenitura svilupatissimo notasi- la feraina grand' affezione mostra pei figli , li allatta con cura , e il mascbio vi si lieoe sempre vicino a prestarle aiuto e soccorso. L' islinto dilaniatore vede- si mollo pronunziato , e qaello della sociabilila , che sovenle nuotano a torme , e alcuni zoologi li hanno creduto capaci d' allaccamenio alia specie umana. 11 Delfico ordinario come in lutli i mari sog- — 2^9 — giorna ancora nel medilerraneo e in qiiella parle cbe bagna la base di Mongibello, i'orraa parle dei manomi- feri Eluei e conservasene qiialcuno nci noslri miisei. II Uelfino dell Klna prcsenla la luugliezza di DOve piedi parigini ; la lesla c grossa un piede e dieci pollici ; la grossezza massima dell' addome , e un piede e sei pollici; 1' aperlura delle mascelle e ua piede e Ire pollici; il suo muso a coolare dai froole uguaglia in lunghezza il resto della lesla; la eslen- sione della pinna dorsale e un piede e due pollici ; delle petlorali uc piede ed olio pollici; delle caudali due piedi e cinque pollici. Si osscrva nei noslri ma- ri ma nou con molla frequenza e seropre per acci- dentalismo si preda. Phocena Cuv. Non banno becco naa il muso e corlo o unifor- memente convesso (i). IL PORCO MARINO COMUNE Delph. Phocena Lin. L' insieme di qneslo Celacco prcsenla la Cgura d' un cojio allungalo assai , composlo del suo corpo e della coda , e la tesla polrebbe considcrarsi come uo a'.lro cono cortissimo la cui base e unila a quel- (i) Gov. op. cit. V. I, p. 289. — 25o — • la del primo; le due mascelle ugiiali di luogbezza SODO denudate di labbra e armale di quaraola a cin- quanla piccioli denli taglienli sebbene un poco ap- piallati; la lingua e molie pialla come denlellala sui Lordi ; Y urificio dei due sfiataloi ha forma d' una mezzaluna la cui coovessila e rivolla verso la coda la nalatoia pellorale e siluala assai bassa nell' ioler- vallo cbe Irovasi fra 1' occbio e la dorsale ; la cau- dale presenla due gran lobi incavali; la pelle notasi liscia dolce al toccare. La gestazione dieci mesi perdura, il parlo met- le al raondo uii solo figlio, e i parenli raoslrano una qnalcbe affezion per la prole. Soggioroa a delta di Gerardin in tulli i mari il medilerraneo escluso , nel mare ballico , vicino le cosle della Groelandia del Labrador, nel golfo di S. Lorenzo , in tulto I' oceano aliantico , nell' oceano grande vicino 1' isoia di Gallapos ii golfo di Panama al Messico alia California. Ma il porco raarino comune soggiorna ancora nel medilerraneo e nel mare Jonio cbe bagna la re- gione piedemonlana dell' Elna, sonq comunissimi, van- no in immensi slormi cbe arrivan talvolla a forma- te un quarto di miglio di eslcnsione, e vedonsi al- zare le teste e spruzzar T acqna a grandi distanze dagli sfiataloi ; camminaoo ordinarlamenle oontro il venlo , e i marinari dalla direzione cbe seguono nei loro cammini conoscono il suo spiro; ordinariaraente presenlano la iunghezza di cinque a sei piedi. Ma qui piacemi descrivere un individuo di smisurata gran- dezza e cbe raramente si osserva Irovato ueila spiag- — 231 — gia della arena di Catania nel 1S21, di cui consor- vano lo schelelro ii Professor Gcmmcilaro. La lunghezza del roslro alia coda era di dodici piedi parigini; la grandezza dclla lesta di due piedi, e la grossezza raassima dell' addome di due piedi c e sei pollici ; I' aperlura delle mascelle era di due poUici e mezzo; i deuli superior! al iiumero di ven- tiquallro , gl' inferiori al nunicro di \eutidue; II piu picciolo denfe presenlava la lungbezza d' im pollice e nove linee , di cui la parte smallala era solamenle otto linee , e lulla I' allra si vedeva iiK- pianlata nell'alveolo; il ruaggiore dente presenlava la lungbezza di due pollici e olio linee , di cui la parte smaltata un pollice e tre linee, c tullo il rcsto slava nell'alveolo; la loro forma era conica curva ; si fanno di soslanza ossea delicata quasi papiracea , interamenle vuota, da soraigliarc un cornello, e la so- slanza dello smallo si vede die inlouacava la parte superiore; la larghezza della fronte era di due piedi; la larghezza dello sfialatoio tre pollici ; la lungbezza della pinna dorsale era un piede e mezzo, delle pel- iorali due piedi; la largbezza delle caudali tre piedi; moslrava colore turcliino, die iva sbiadando vicino il ventre; lulla la parte inferiore del corpo era di bian- co perlino. A dedurre qualche illazion dal qui detto , nel- r istoria delle forme eslerne ed interne del mondo zoologico, i' ordinc degli animali Cclacci , ravvalora e conferma piu leggi fondameutaii dell' organizazio- ne vivenle. 1] in primo i membri antcriori dei Cetacei tra- sformali in nalatoie. ma ofrrcnli mai sempre ncl fondo 2b'2 organico , la slniliiira medesima che il braccio del- Fuorao, I'ala del Cbiroplero, la zampa del cane, soHanlo osservandosi 1' oraero, gli ossi dell' avanbraccio accor- ciali, e quelli della maoo appiallali avvilupati in una iiiembrana tendinosa , che non permelte dei moTi- raenli clie nell' arlicolazione della spalla ; i membri aoloriori dei Cetacei trasformali in nalaloie , confer- mano la legge delle analogie , che le Iracce d' un lipo mcdesimo moslransi sempre framezzo le variola iuDumerevoli delT organizazione animale, e che delle leggi comuui derivale d' una stessa causa prima , lianno prodoUo lutle le variela dell' orgauizazione vi- veule. La mancanza assolula di membri posleriori e r incomplelo sviluppo del bacino coincidenle colle enorrae sviluppo della coda presso gli animali , cou nilore conferma la legge del bilancio degli organi , che un lessulo noa puo assumere accrescimenlo sen- zache un allro col quale si trova in rapporto analo- raico per mezzo dei vasi, non decresca nella propor- zione medesima. La couformazione della cavita nasali che sempli- ci canali aquifcri divengono , e che ricbiamano i fori temporaii degli Squali e delle Raie, per i quali r acqua puo venire ugualmeote rigeltala ; la forma deli' occhio appianala in avanli, la cornea plana il crislallino convesso che cosliluisce una ripetizione del- la forma che presso i pesci rivesle ; il non aver or- gani lacrimali come quest' ultimi , e il presentare le palpebre a guisa d' un carello calloso ; la grossa liogua adiposa, quasi immobile, poco alia a far per- cepire i sapori , perche sprovveduta di papille nerve- — 253 — se e die richiama quclla dei pesci ove divieno orga- no d' iogeslionc, e uon di scusazione. La pclle niida mucosa oleosa che a quella degli Sqiiali e delle Raie soaiiglia, lullc qiiesle variola di conforinazione orga- nica che i Cclacci moslraoo prese in assieme confer- maQO quella Icggo geuerale dell' orgauismo vivetite , cbe le formazioni superiori le inferiori ammolloiio in esse, 0 che la classe maraniifera dee ripclcre sempro tulte le formazioui esscnziali , ed il lipo dellc allre class! d' animali piii semplici dello zoologico regno. E la lallazioDO dapertiillo la slessa presso i ler- reslri , come presso i mammiferi aqualici , rigiiardo agli organi impicgali , e alio scopo della funzione , ma presenlante modificazione profouda sollo 1' infltis- SO dei mczzi ove vivoiio cosi diirercali, coino 1' aria e r acqua, che cangia i rapporli di volume c il mcc- canismo dell' azione funziouale di guisa che 1' cscre- zione del lalte alio iuvoloolario nci mammiferi acrei diviene soggello alia volonla nci mammiferi marini , confcrma 1' universale principio d' unila di composi- zione organica , e quello di variela , che gli organi e i tessnli modificansi nclla loro orditura, e nci lore uffizio funziouale , a seconda dei nalurali modifica- tori con cui in conlallo si dehhooo mellere. Cosi come proclamavalo quel filosofo naUiralisla di Geoffroy-Sainl-nilaire unila e diversila nel regno aoimale si rileva raai sempre e sono quesle i polen- lissimi mohili per mezzo dei quali lullo e , c lullo nel mondo organico raaalicusi. FINE DEL, VOLLME XVII. ALLA. MEMORIA DEL CANONICO FRANCESCO GRAMIGIVAIVI SCRITTE DAL CAV. GIUSEPPE PARISI iDteadente della Provincia di Catania Socio altivo e prime Direttore deir Accademia Gioeiiia di delta ciUa ®##®®#®®^@®®®®®®®®®®^M€'®®® Soci Ornatissuu La rimembranza del giusto e sprone a magna- nime opre , quella del sapieate alio incremenlo delle scientifiche cognizioni ; ma qualora ambc le sublimi qualita trovansi in uno riunilc , a progredimento di ogni bene sociale torna pronunciarc il nome di co- lui che in se le cumulava. La lagrima in vero cade intensa dagli occbi suUa sua tomba , c piu se anzi r ora e schiusa, ma il duolo trova sollievo nel pen- siero che V eco ne risuona in molli cuori , e come quell'uomo diviso dalla folia di coloro, Che visser senza infamia e senza lodo debba anche speolo servir co' passali esempli a van- taggio deir universale. La peoosa seusazionc or quiodi che ridcsta il nome di Francesco Gramignani, che \i fu lanlo ca- ro e lanlo avele in pregio, repular la debbo per tal inodo in parle alleviata , e ad inlerlenervi alquanlo di lui dovrei pero sentirrai animo maggiore. Ma il credereste? in me I'animo vien raanco a seconda che pill ia mente volgo ali'impresa. Non e che io vo- lessi addurvi la poca fidanza nelle mie forze ; qua- lunque esse sieno, mi basla averriii dato voi obbligo Analisi oriltoiogico - orcoloKonica sopra alciiiii fossili rinvcmili nci dinloriii di Casliglionc j 207 Memoria di Geografia fisico medica sulh; j)rineipali aequo slagnanti di Sicilia c sullo fel>l)ri iu- lermillciUi a clie melton cagionc (Memo- ria III. .) 221 ELOGIO Poclic parole alia memoria del Can. Gramignani ERROUI CORREZIO.M pag. linca 2i4 20 intormlnabili inilclcrmlnabili til 5 30 aUcrando altcrnaudo ^16 4 rctta Tetia 11 9 sc 6 217 17 a carbonc al carbonc '1»3£K)3£) " ■ M