•C C( (MO m'iii, die il lipo sia consideralo come niodalilii del yrado d'inlossicazioiw!, ed il lipo con- tinue siccomc la massiraa inaiiifeslazione dell' azione del lossico. Tipo coiilinuo, egli segue a dire, die Vi'iinto da una causa specilica, cede ad uii eroico tullo special; (pial e la diiiiiiia. L' A. non avrehbe niai polulo giungere allc sopra indicate considerazioni, se non dopo lo sludio snlla nalura dcd lossico paludico siciliano, quindi ei ne dinio- slra la prohaliile esislenza, ne descrive la genesi, i tempi quiindo si esala, il Irasporlo a diverse distanze, la viru- lenza die assume, i caralleri, e le pro|)riela die lo di- sliiiguono , la sua successiva azione sul sangue , sul si- slema nervoso, e sopra i tessiiti. E , poiclie a bene slabilire la diagnosi , e la lera- pea d'nii inalore vale inollo la denoininazione siguilicaliva della causa , e del fondo , ossia localitii del inorbo nel corpo, cosi I'A, lia sosliUiito al lermine febbre interuiil- lenle, rislrello ad una sola delle forme e dei lipi da Ini slabilili, il nome di iiutlnllia pdludica, o di mttlallia di intossicazinne paludicu. Tullo cid egli espone nel proe- niio di qnesla (piarla memoria; poi delinea la (isionomia dcir iulossicazione j)aluslre di Sicilia nelle varie slagioni — 10 — dell'anno, cd espone i suoi rapporti con I'cvoluzionc del miasma , e coi mczzi ambienli ; per la qual cosa gii e d'liopo partirc il lavoro in vnri arlicoli per lo migliore svilii])po deir idee. ]\el primo descrivc la fisionomia della malallia paludica estiva, e fa rilevare che in Giugno co- mincia a rcgnare Tendemia delle malallie paliidiche ; da- poiche sin d'allora Ic fcbliri si nioslrano benigne, sem- plici, inlcrmitlcnli, e raro compariscono Ic perniciose. A mela di Lugiio prepoiiderano le fcbbri perniciose sopra le benigne con forte reazione circolatoria , ed as- sociandosi allc dettc fcbbri benigne la serie de' fenomeni morbosi gastrici, intestinali, biliosi, i quali sono I'cspres- sione del clima caloroso e dell' estiva stagione , si veg- gono apparire le febbri semplici mascbcratc colle forme di febltri complesse. A lal epoca il tipo fcbbrile si muta, e da inlerniittcnte passa a remiltente, ed a continno. Tal- volta la febbrc paludica perde la modalita reazionaria , e si presenta con lutli i caratteri adinamici. Fratlanto la continua ininiissione del miasma nel san- guc , oltrc di produrrc la malattia palustre fcbbrile , e quclla afcbbrile, anco della febbre larvata, reca parimenti il disordini! nclle funzioni plastichc , nelle vegetative , e fa che cominci a manifeslarsi la malattia dieiesica. Pure in qucsta stagione non si osservano che le iniziali espres- sioiii della dictcsi significata nel licve , ma generals di- sordinc funzionale, che resta nei cancelli della mediocre salute. IVcl secondo arlicolo 1' Aulorc descrive le malaltie paludichc dell' autunno , c dice die il Setlcmbre , e mela deirOttobre presentano la malattia paludica nel carattere piu pericoloso , ed intenso : allora si vcggono Ic forme anomalc , irregolari , complesse , gli andamenti precipilosi atassici insidiosi alia vita. Le malallie climalcricbe , quali sono il gaslricismo, — H — il biliosismo dal Sctlcmbre alia meta d'Ollohre dominano insienie colla malatlia febbrile, cd in modo piii intenso di quaiito lion lo furono nclla stagione estiva. Siccome del pari in questo breve periodo h\ modalila febbrile e pin incliiiala alia nervosa ehe all' ani^iolcnica , piii all'aslcnica che alia rcazionaria , e vi si osservano tutle le perniciose seniplici, ic quali spcsso acquislano I' andanicnlo irrego- lare, e si nioslrano con frequenza Ic perniciose polimorfe. E siccome nel delto periodo 1' intossicazione del sangne e cresciula , cosi questo non puo sostenere la rcazione nervosa, e dispone il suo sistema aH'cretismo, ed alia raobilita , quindi e ben facile che la pcrniciosa da uno all' allro parosismo cambi di modalita , o di se- de , cosi la perniciosa emelica si puo mnlare in deliranfe, la colerica puo divenirc apoplcttica. In tale stagione si presenlano vieppiii frcquenli le febbri continue paludiche , e le varieta delle perniciose Iclali. Corsa la detla prima meta d'autunno 1' intossicazio- ne paludica apparisce diversa , allora diminuiscono le feb- bri , si fanno piii rare le perniciose , e diflicilmente ca- dono sotto le osservazioni i tipi remittente e conlinuo , sebbene divenlino frcquenti le terzane e le quartane. In questo tempo le forme afebbrili coniinciano , si veggono ovvie le larvale ncvrosicbe , le perniciose congestive , e bcnigne. K in questo periodo cbe la dietesi paludica pre- sentasi piii sviluppata tanlo in quelli gia atlaccati da feb- bre , quanlo in (juelli che si liberarono dal tristo malo- re, ed appariscono le splenopazie e le febbri recidive. E siccome nel medesimo periodo va in aumento la dietesi paludica , cosi le allcrazioni del sangue si fanno piii chia- re . esse vicne a diminuire di globuli fibrinosi , ed albu- minosi, c gli egroti si tingono d'un pallore caralteristi- CO ; allora la recidiva prende maggiore dominio , e si ^2 presenlano con magn^iorc chiarezza la splcnopnzia, I'cile- mazia , I' oinorragia iiiiillipla , c la caci-liossia. L' iiivorno pori^e ijoclio iiialaUio paliitliflic , quindi in nil breve articolo, cd e il terzo dclla presentc Menio- ria , ci dice come sia rara la perniciosa primitiva , ordi- naria la hcnigiia, perlinace anzi doniinanle la febbre re- cidiva, e qnesta ora cotidiana , oia lerzana , ed ora qiiar- lana , soHo la di|)endenza dclla dielesi paliidica , c dei modificalori cosniici della slagione. In iin qnarlo arlicolo tralla I'Aulore della fisionomia della nialaltia paludica in primavera , la qnale si costi- Iniscc di febbri benigne sporadiclie , legillime, ne osser- vansi le febbri perniciose , ne le dielesi paUidiche. Nella seconda parte della Meuioria 1' Aulore Iralta dei rapporli genelici fra 1' intossicazionc , il miasma , ed i mezzi and)ienli: ovc paragonando i falli dclla fisiono- mia deir inlossicazione nelle successive slagioni coi fatli deir evoluzione del miasma , c dell' azione dei mezzi am- bienli rileva un rapporlo di causalita fra la presenza nel- I'aere del principio deleterio , e I'esistenza del morbo pa- Indico : fra la (lualita e quantita di questo misterioso prin- cipio , c le espressioni morbose. Cosi , se la minima azio- ne della spccialila etiologica produce lo stato morboso sporadico, la massima azione da origine alio stalo epi- demico : e sc una fugace impressione sviluppa la febbre benigna , chc sparisce solto I'uso della chinina , un' in- Icnsa modificazione genera la perniciosa letale , c se 1' a- zionc del miasma paluslre segue ad agirc lungamente suir organismo , rcca su di queslo una inlossicazione pro- fonda la quale inleressa le funzioni assimilalrici chc co- sliluiscono la dielesi paludica. Dope lullo cio il Galvagni paragonando in dettaglio di slagionc in slagione i fatli del tossico principio , coi falli della sinlomatica inlossicazione , Irova molle prove — 13 — all' idco , rlic imprcndo a cliinrire, e percio conchiiide iiol iiKtdo scj^iiiMilc : osscrvala alUiiilauu'iite V ('S|)r('ssi()nc deir iiircrmita , dolla (|ii;de e parola, neirevoluzioiio dcllc slaiiioiii dciraiino, si vedo mi rajjporlo fra Tesidazionc della iiialcria paludica , a resisleiiza dolla iiialallia da qiiosla dcrivala: vedesi cliiaro , clio sollo rinfliiciiza dcdla prdiiicssidiic niiiiiia del calorc , e lo sviluppo del miasma Ic loriiR' fchliriii hciiii^nc si miilano in pcriiiciosc, , lo per- niridsc scmplici si fiimio polimorft; : le localizziizioiii di'l- rintossicazioiio divciiijuiio virulcnlc, c mortilcrc; lo fcb- hri rcazioiiarie diveiiyoiio aslciiichc , adiiiainiclii'. tifuidoe, caiii-roiiose ; i li[)i si Irasformaiio da iiileniiillenli in re- milteiili , o coiilinui ; e raiiliimio die nel siio primo mese proscnla la massiiiia cvoliizioiie del miasma , porgo aiico- ra la iiir.ssima osprossioue del morbo iie'reiionieiii febbri- !i, al'clibiili , diolcsici. Circa agli agenii igienici poi osserva I'Autore, chc so mndifiraiH) leiilameiile la costiluzione dei corpi in iiin- do da recnrvi una posiliva asteiiia , or col porlaro il di- sordine morboso nellorganismo, or col suscilare Ic esprcs- sioni gaslriclie, o biliose, in prosieguo divenlano cause polenli die coadiuvano I'azione del miasma. Da cio segue die. a meiile dell' A., csislc uii rapporlo di causa fra il principio lossico aumentalo dai modiiiialori igienici, e tra il I'oiido del morbo , c le variate forim; die prendc. Da- poidie il I'oiido morboso paludico e la stcssa causa chc produce il morbo, o a nicglio dire, Tinlossicazione non (! ehe r iiilrodiizioiic del lossico noil' organismo , e 1' e- slerna manifeslazione del morbo, la quale e molto varia, e poi niollo dijiendc dal grado di tossicita della causa, dalla fjuanlila del lossico ricevuto dall'aggregalo vivcnle. 0 dalla localizzazione presa negii organi. Una memoria si elaborala per laiili fatli raccolli sul iioslro suolo , e bellanienle , cd ingcgiiosamente disposli, — li- ed applicali allc teoriche patologiche del giorno , presenla una carta gcograflco-nosologica dclle malattie suscitate dal miasma paliislrc sollo il cielo troppo caloroso di Si- eilia ; carta cminentementc utile a coloro, che lendono alio studio di sollcvarc I' umanita gravata , e tormentata dai raorbi prodotti da topografiche influenze. § 2." Lo studio dci mostri comparsi in Sicilia ha travagliala la pcnna de'nazionali anatomisti, c fisiologisti; e gli Atti Gioeni contano molle descrizioni di mostri umani ed animali accaduti ncll'isola, anzi vi si distingue un tratta- to di fisiologia tcratologica detto Tcratobia. Tultavia questo studio non c ancora espletato, e la ricerca dei mostri deve farsi piu altcnla per accrescere il patrimonio dell' osservazioni anatomiche , c delle leggi fisiologiclic nell'interesse della teratologia animale gene- rale e topografica. Per tale ragione e slata giudicata di non lieve in- teresse la Memoria del D/ Mario Aloisio portante il li- lolo: « Sopra un Pseudcncefalo uniano con nuovc riflessio- ni suir eliologia generale dei mostri « (1). L'A. premette un' introduzione sulla spcciale in- fluenza delle leggi generali della nalura nella produzione ordinaria de'corpi , e sulla necessita del loro regolare esercizio per la formazione dei corpi organici , e cos'i viene a provare come la loro azione irregolarniente di- relta possa perturliare le forze organiche , e dar luogo ad un irregolare prodotto : da qui le moslruosita , e le anomalie. In seguilo I'A. an lizza e dcscrive il moslro caduto sotio le proprie osservazioni nella sua sfera csterna , e neir interna, e giunto alia parte fisiologica , ed etiolo- gica, presenta un vasto campo di meditazione traltando (1) Lelta nella Seduta Ordinaria del 1 Luglio 1853. ■ — 15 — (lella produzione in gcncrale dei mostri : discute la qui- stioiie nala tin dai tempi di Lamcry de' germi origina- riaincnlc lunstriiosi , o diclro vari rngionamcnli al)l)rac- cia I'opiiiioiK' di Gall c Spurzlioim iiiodincaiidola in parte; in tal modo egii non amnietle la preeslslenza, ne la me- iumiirfosi in lullo il vero senso della parola , ma crede die i i^eriiii csisliino in fatto e non in forma, c die le furze dinamidie siano quelle chc li metlono in molo , e li sviluppano ; or esse possono perverlirsi nelle lore di- rezinni , c pervertirc in conscguenza il loro ])rodotlo ; al loro vario grado d' indebolinieiito , o d' esaltamcnto il noslro Socio assegna successivamente Ic varie classi , gli ordini, le specie, ed i gencri di moslruosita per eccesso, 0 per (lifetto , e ci duole non poterlo segiiirc in queslo ragionalo deltaglio in cui egli sviluppa intercssanli prin- cipi , e applica nuovc spiegazioni. Passando iinpertaiilo a conoscere Ic cause die die- dero liuigo al siio j)sendenccfalo, e ad applicarvi i principi da lui professati, fa precedere un critico esamc dclle opi- nioni piii rilcvanti die sono slate emesse in riguardo al- ia forniazionc dell' ancelalia , e della pseudcncefalia. Indi sludia I'organismo malerno che diede luogo al niostro nelle sue interne condi/.ioni e disposizioni. Trova una nia- dre infermiccia , debole, clorotica a teinperamcnlo linfati- co, erase sanguigna alterata, deficicnza di nutrizione. Con- dizioni siffatte non potevano non influirc sulla vita del nuovo essere , e la forza jilastica depressa non poleva formare uu individuo pcrfello, c bene svilupparlo. iMa gli agenti estcrni hanno niolta influenza su tutte le organizzazioni, cd ecco TAutore passare a rassegna le condizioni esterne in cui si trovava rorganismo ma- lerno in quell' epoca, e trovarle non isfavorevoli ad una energica evoluzione embriogenica ; in cotal modo ando a formarsi un mostro per difetto apparleneule alia famiglia — 16 — de'pseudcncofiili, e al gonero Icrzo psoudenccfnlo j>ro- priamenle dctlo. Ma quali allerazioni presrnlava il inoslro, e come si produssero specilicalameiilc ? Dapprima vioiic a spiegarc Ic al)cri'azioni delia sfera csterna del mosiro acceiiiialo, e riferisce ad un arrcsto di sviluppo avvcMuilo did lorzo al quarlo niese della geslazioiie il iioii esserc rieiilrata la lingua iiella sua cavita; lo scliiacciamenlo della trond)n nasalc ad un arrosto nelle sue successive cvtdu- zioiii dal (piarto al ([uinlo uiese ; gli ucciu sporgeuli in fuori all'oMiquila del piano inferiore deH'orbila, e la le- sla impianlala sul tronco all' innoniiali torsioni della spi- na; lo svihippo de'nitiscoli del cor|>o ad un Irasporlo di forza fornialricc per la Icgcje de' coiii])(insi, ed alia slessa causa rapporta la rilevanle pelugine di die, come lia os- scrvalo IJrecliet, sono riveslili i pseudencefali. liilanlo il mosiro , cssendo fcmina , I' A. ahhraccia la opinionc di Meckel die il sesso feininile e il primo abhozzo, cui puo giuiigere rorganizzazione sessuale, e die il niascolino sia i'ullimo suo conipimenlo. Dagli eslerni perturbamcnti passalo agi'interni esa- mina in prinio il tumore ccrehralc, e allri!)uisce la nian- canza della massima parle del cerehro ad un difello di ulteriori depositi di sostanza uenea snile cellule primili- ve, con le quali luUo il sislema nervoso coinincia a for- marsi, come e slalo provalo da'lavori di Leuwenlioeck , Valentin, Schwann, Venzel ec. e (|ui cila i I'atli osservali da Uedard, IJeudiinali, WelTec, Viel, Galdani, Slalparl, c da [till alli'i, in alcuni dei quali di lulla la massa ce- rebraie non esislevano die il hulbo radiidiano , e i pe- duncoli cerebrali; in allri i lalauii ollici, i corpi slriali, ed i turberculi (piadrigemelli, ed in laliini vedevasi il ce- rebro, c la sua lolale depressionc sulbi base del cranio. lii qiianlo alia sierosila cbe riempiva il vnoto rima- slo nel sacco nieninceo I'A. la ril'erisce ad un cflVllo con- — n — scciilivo (lolla inanoanza del ccrvcllo, siilla ragiono , clic il saiii^iic noil |)()l(!iulo iuilrir(! la iiiassa ccrchralc niaii- caiitc andt) a slahilire I' iisia , di clic sara discorso. A (jiu'sfo pioposilo ril'crisce h ossorvazioiii di .Mai^en- dic per I'idropisia cerchrale, c quelle siil lliildo cefalo-spi- nale di iM()ii>ai;iii e del 1)/ Cavaira eseiiiiile a INirigi iiel \j arreslo di foniiazionc nel cerebro inlanlo iion ap- porlo con sc I'arreslo di forniazionc ncllc menirici, c cpiiiidi I'A. passa a ras,soi<,iia, ed esamiiia nel proposilo le opiiiioiii di vSaiiii-llihiiie, Mayer, Olio, e Dulrochel. Ae 1' esislenza delle nieninci era slala se^uila dall'esislenza della volla eraniana. (piiiidi rapporlando i pensaineiili di (lliaiissier, ed Adelon, rainiii'Mila le alierrazioni clie esislevano nelle ossa del cranio, e lulio lo porla a concliindere, I'idropisia ce- rehrale essere la causa di sifl'alli perlnrbanienli. Scendendo all' esanie della colonna verlehrale fa co- noscere Tinleressc e la rarila del nioslro per 1' esislenza della middll.i spinak, nel nienlre sul ^enere pseudence- lalo mama as.s(dntameiile, il die vicnjili a preslare nuo- vo arifomenlo per rihallere 1' idea delT idropisia cerehrale come causa |)riiniliva di della nioslniosita , coiuiosiache se essa era sulHcientc a dislriiiij^cre il cerebro, dovea cs- serlo ancora per la middlla spinalc. La scissionc poi della spina viene allribuila dall'A. ollre ad una mancanza di sviluppo nei |Uinli di congiun- i^inienlo delle verh'bre, e alia pressione del llnido abnor- inale quivi esislenle, alle conlrazioni spasnioiliclie violenli , a ciii il feto nellulero uialerno andii son^ello. La slessa potenza perlnrbalrice, c I'irrci^olare allac- co (ralcnni niiiscoli di (piesla regione, come I'alrolia. e hi mancanza di allri secondo I'A. aveano rollo lantano- iiismo, e delerminalo Ic iiinormali curvalure della colonna. Cosi Aloisio lermina la sua dolla memoria. die a inio 3 — 18 — credere, fa piii ricco il patrimonio lanto della sloria ana- loinico-teratologica per la rarila del fallo occorso in Si- cilia e posto ad esame, quanlo della Fisiologia generale per la iiovita de' concetli nello spiegamenlo or della cau- sa, ora doiili effelti dell' uniane inoslriiosita. II. IL GEOGRAFO NATURALISTA § 1." L' immaginazione e la penelrazione esser deg- giono doli prime dell' ingegno per colui die scrive le sto- rie civili dei popoli. CoUa prima egli aiiima le ombre de- gli eroi die fiirono, e rappresciila le loro passale azioni, coUa seconda rende ragione della possibilita dei loro falli, e de'motivi per cui Tunc aU'allro successcro. Or queste doti d' ingegno sono anco quelle del vero geologo, il quale lassi a descrivere le prime fasi della nalura, e rende ra- gione degli avveninienli d'essa. E di vero, conviene al primo il vedere come in un (piadro le gesla in cui un segreto molivo , o una pub- blica ragione furono la causa deiravveninienlo; compete al sccondo presentarsi come in un piano le vicissiludini solferlc dal noslro gloi)0 dalla sua geogenica creazione sino all'epoca prcsenle. Cosi lo storico sara per descri- vere come ruoino successivamente sviluppasse il suo in- gegno, la sua mano, e progredisse neU'incivilimento; e cosi ancora il geologo conchiudera come la nalura abbia subito diverse fasi neU'ordine cosmico per cui I'inorga- nico si strinse in inlimi rapporli con I'organico. Fissando la menle a quesli rapporli il dislinlo So- cio Prof. Carlo Gemmellaro presenlava aH'Accadeniia una sua Memoria col lilolo: k Delucidazioni suUa leoria del- r origine dello Zolfo )) (1). Aveva egli allra volla con (1) Lctta nella Seduta Ordinaria del '\ Marzo 1851. — 19 — vari nrgonienli sviliippalo dovcrsi rigiiardare lo Zolfo sic- come una soslanza provcnicntc da organic! avanzi ; ma qiK'Sla tcorica cssondo slala da alciiiii favorevolmoiite ac- colta. c da allri come i|)Olelica rifiulala, cosi torna ogii suir arena dolla IcUcraria lenzonc jtcr nicglio comprovaro le sue gcologiche idee. Tra le ragioni emcsse dai dolli in opposizione alia leoria del noslro Socio si produccva (|nclla del non Iro- varsi rcsti organici nellc miuicre di Zolfo in Sicilia, ovc la mama solforifera avrehbc dovuto presenlarne non po- clii. Ma, avendo il I)/ (laetano INocilo da (lirgcnli pub- blicala una mcmoria al 1852, nella quale descrive molte impronle di pesci, donii di squalo, e legnili Irovati nella mama dello zolfo, ed avendone partecipato gli esemplari al noslro Socio , gli diede campo a ritornare sulla sua leoria, e rihaltere le opposle opinioni, clie lia dinioslrale poco sussislenli, e troppo dehoii per rovcsciare le proprie. E qui ha richianialo I'allenzione de' dolli sulle vc- dule suldimi della geologia trascendcnte, per cui , dalo uno SLniardo sulla massa di materia organica che dovea o .... Irovarsi sospesa ncUe acque nc' prirai giorni della crea- zioiie delle cose, quando la superficic del giobo n' era co- perla, ha fallo rillellcre die la quanlila dello zolfo nelle nostre miniere, la quale a prima giunla pare grandissima, e una massa prcssoche imperceltibilc , valulandosi dalla eslensioue di sua stazione die e un puulo sulla superfi- cic tcrreslre. Poi, esaminate con molta crilica le teoric della de- composizione de' solfali . dell' acque termali , e dei vnl- cani , cbe si olfrono in contrario alia sua opinione, ei con precisione ne dimoslra 1' insussislcnza , e si fa a contbiudcre . die se lo zolfo si considera come soslanza primiliva. ed elemenlarc nella composizione delle rocce presenti , allora non occorre ricercarne 1' origine nelle — 20 — soslanze organichc , o nclla dcconiposizionc de'solfati, o iieir acquc termali , o noi vulcani ; ma sc e iliiopo clie si consideri lo zolfo conic una soslanza la quale dcriva da uii coinposlo ciie si disciolsc nolle fasi della ualura , e nelle \arie epoclie gcologiche, allora nulla si oppone a ponsarc die esso fosse stato un clemenio in combina- zionc esistente nel regno organico , come nel regno inor- ganico ; che anzi ei dice , se io zolfo per la sua analo- gia cogli allri conibustibili che conipongono la crosla del gloLo deve logicamenle ripelere la medesima origine , al- lora esso vanlera lo stesso principio che lianno nelle teo- riche geologiche il fosforo, il carbonio , la legnite , I' asfal- to , c simili. § 1." E menlre il geologo appresla si belle verila al geografo naluralisla siciliano , lo zoologo gii da nuovi ca- ralleri paleolologici per ben dislingucre i lerreni terzia- ri , le formazioni giurassiche, e crctacce dell' isola , dimo- slrandp gli echinidi che si scontrano in quelle slazioni. E il Socio Prof. Andrea Aradas che in quest' anno uncndo un' Appendice (1) alia sua preziosa MonograOa degli Echinidi vivenli , e fossili di Sicilia ha reso alia scienza quesle iniporlaule servizio. Egli in queslo lavoro dispone i gencri e le specie secondo la classificazione di Vgassiz e Desor , quale non aveva seguita nella preio- dala Monografia per mancanza dell' opere opportune. In quesla Appendice si vede aumculalo il calalogo degli echinidi siciliani di Iredici specie, una delle quali e al lutto nuova nel corpo della scienza ; esse restano compresc in Ire famiglie , c spartite in undici generi. (\') Appendice prima alia Monografia sugli Ecliinidi viventi, o fos- sili di Sicilia; del Prof. A. Aradas; lelta nella Seduta Ordinaria det 26 Gennaro 1854. — 21 — (-osi lu'llii niinii>lia ticllc Cidnrili il goiierc Ciphosoma conta la specie (jii)liosoms scjildhis, Ijaniarck; il genere (jolopijijus la spe- cie Culopijuus ('.(duinlmrius, Agass; Cidopufjus ucqualis, Aradas; il genere Ananchik's la specie AiuinchUes se- miyJdlndus, Lamarck. Le I'rasi diagnosliclie dei generi e (pielle delle varie specie sono foggiali! dalla i)enna dell'Anlore niollo cliia- re e dislinle , e le osservazioni inleressanti suH' elii e la variela della specie , non die le dilTerenze dei caralleri tlislinlivi lanno il niiglior pregio dell A[)pendice in di- scorso. § ^." II nalnralisla in Sicilia li spiiioli hasici da dar liioijo alia forinazione dci dode- caedii l)i|Mraiiii{laii hasali , c qiiesli stessi orislalli riunili in j»iccoli amniassi olobulari, o glubuliformi, o in inain- niolloni a suporlicie scagliosa serpeggianlc. Descrivcndo ia PhUlipsilc di I'alagonia ei fa parola di qiiolla delle no- slre lave otiiec, la quale presenla ora la f'urnia d'lin pri- sma basalo a sei facce , ora di piii prisini retlangolari Icrminali in iin pniito ove s'incrociano gli angoli solidi, menlre i prisini riunili si conforniano ora a foggia di niaminclloni, ora di globeltini, ed ora di globuli. In se- guilo dice il Socio Geninicllaro deHM««/cj'we della qua- le oltre la forma Irapezoidale, c della ciibo-olloedra uu- mera la vera forma cubica, e quella a troncalure triple derivala dal Irapezoedro, con facce prolungale. II Meso- tipo e analizzato cliimicanienle dairAiitore e lo trova a base di soda giusla le osservazioni di Uufrcnoy, e della forma globulare ed acicolare-radiala. E passando final- menle a descrivcre 1' Auf/ite la moslra in cristalli piccoli di forma Iriiiiiilaria , e triunilaria anamorlica ; quella nel- lo slato emilropico , e quesla , e quella aggomitolali col pi|»erino. Qucsle prime ricerche del Gemmellaro ei dan- no la bella speranza die egli prosegua negli sludi della miueralogia di Sicilia , c qnindi il sicuro argomento di avere nii giorno intcressanli scoperte in questa parte di sloria nalurale siciliana. § a. " 3Ia cio che di piii inleressantc si offre al geo- grafo naluralisla in Sicilia e il poler vedere talvolla d 'un colpo il" occliio quasi la serie d'alcuni cosmici avvenimenti, e |)Olerli conlemplare coi fatli relativi ad ognuno. L'Elna — 24 — e lino (li qnosli punli iiilcressanli neH' isola, il quale cs- sondo iin anlico viilcano ardcnio, circoiidato per gran Iral- lo (la mare vaslo, ed esleso (ireseula airoccliio del goo- logo, del niincralogisla, del holanico, del zoologo nn as- sieme di falli, die fanno holla niostra delle Ibrze oosnii- clic concenlrate in un limitalo silu lorrostre. E lo scrillo del Socio Prof. Carlo riemniollaro soUo il tilolo : « Una corsa intorno all' Klna nell' anno 185:> (l) » par cho tenda a quest' ulilc scopo di volere accennare per somnii capi gli ohhielti die I'Elna pno presenlare al naluralistu viaggiatore il quale, sebbcne di corsa, pure vuole Inlto spiare, e tulto conoscere. Egli in falto percorrc il peri- metro della grande nionlagna cominciando dagli scogli ci- dopei, ovc fa rilevare la differcnza tra lo basalte di que- sli scogli, quello del'e colline d' Aci Trezza , e la lava dcll'ardenle vulcano. Indi passa inano mano a conlenipla- re sulla plaga orientale dell' Etna la forma e la strulUira del monle in quella parte ove si sprofonda la gran Valle del Bove, e dice die qneslo e il lalo ove si vede I'Etna anlico, menlrc I'Elna moderno ei lo ravvisa scorrendo la parte occidentiile, e (piivi osserva le lave piii rnvido piii difficili a divenirc collivahili, c dimostra altresi come un m-m numero di cratcri di cruzione cumulati e ravvicinati tra di essi costiluiscano la somma di questa gran parte dcU'Elna. Egli dimostra ancora die una formazione ter- ziaria di gres ed argilla circondo per quattro quinli la base del monte quando fu sotlomarino , e che al riliro deir acque le sue lave banno grado grado occupato quel- lo emerso terziario terreno. Volendo raijionare delle differenzc tra le lave del- lElna anlico e quelle dell'Etna moderno, rAuforc presenta il quadro della vegelazione sulla giguntosca nionlagna , (1) Leila nelia Sediila Ordinaria ilel 20 Novembrc 1853. — 25 — e fa conosccro como la riccliozza dci vegclahili sin sopra il vclnslo IciTono , e la scarsezza tli quesli bcii si rilcvi ncl lalo inodiTiio. K"li (li hello acoloijichc idee fa hrillarc lo scrilld ad iililita di coloro, die voi;liono soiitirL' iiioilo avaiili iicllc cose vidcanoloi^khe. Ma cerlo una lale 0|)e:'a riusciva fa- rile a! iiosiro scrillorc nicrilissiiiio , clie sidia cosliliizioiie fisica dcirKliia aveva [Jidjljlicalo uii sai^gio iic'iioslri Alii, ovc si nolaiiu acccniialc le parli , i prodolti , la sluria di esso. III. IL GEOGRAFO MATEMATICO § 1." E hen vero , die lulle Ic scienzo iimanilnric Iianiio nil vincolo, ed uii ranporlo di coiinossioiie per ciii le line colic allrc si soslengono , e si ap|)Oj'jiiano ; ina e poi cerlo die ogni scienza forma tin i>rii|)po . ed lui cenlro S[)ecialc, clie si diparle e s'irradia in alcune bran- clie dello sciltile , per ciii un legamc piii inlimo e piii slrclto si slabiliscc Ira una parle , c I'ailra dciriiniano sapere. Tra qneslc seienzc si fa liiminosa e dislinia la g'eoi>Talia: essa quanliiiKpie si divida in bolanica, zoolo- gica, niineralogica, idrografica, aslrononiica, medica, ci- vile, e simile, Inltavia nelle sue numerose j)arli si coii- giungc ed amioda in un punlo, cioe in quello della geo- grafia matemalica, perdie quesla, delerminaudo i rapporli degii aslri co'vari punli terreslri , e merce I'opera del calcolo fissando i pmili della terra che il geografo per- corre, fa che per essa lulli i rami della geogralia lisica come raggi ad un cenlro , come ruole ad un perno sii d'essa si aggirino. Or segne da un lale principio die se lulli i rami della geogralia sono ulili, ollre modo neees- saria e la maleiualica, ed io in alio pregio ho lennlo in quest' anno accadciuico i lavori matemalici dei nostri Sod 4 — 20 — Caklarera e Zurria, perche i loro scritli lendono alio scopo (li rciulcrc servigi alia geografia malematica. 11 travaglio del Caldarcra, in fatlo, tcndc alio scopo d'aiulare un ingegnere geografo , qiiando per caso sia privo di strunicnlo gradualo, e solo possegga un orolo- gio rcgolalo a tempo sidereo, ed inlanto dchha conoscorc con ispcditczza c prccisione la laliludinc del liiogo ovc si trova, I'aziniulo terrestre riferito a queslo medesimo sito, e I'cquazione del suo orologio. Ed il Caldarcra, conoscendo clie piii forniule e piii strumenti sarebbero neccssari al geografo niatcmalico per giungerc a! triplice scopo , prescnla una formula die , sola , breve e scmplice , suppliscc alia mancanza degli strumenli gradual!, ed alle varic formulc di cui dovrcbbe far nso I'accennalo geografo. Supponc pero die I'osscr- valore conosca le dedinazioni , c !e ascensioni relte di (juallro aslri, e di questi combinati a due a due il tempo cbe s'iiiipiega da ciascuuo onde arrivare a due vcrlicali differenli. i\e il Caklarera presenta all'uopo questa sola lor- niula, ma significa un metodo breve come si possa rac- cogiiere quella serie di osservazioni, per Ic quali si coni- pensano gli errori inovilabili nell' impicgo della sua for- mula, ed addila le circoslanzc in cui alcuui errori deri- vali dalla mancanza di conipetenti osservazioni danno delle quanlita da trascurarsi (\). § 2." IV'on iiieno intercssante al geografo matenialico e la Memoria del Socio Zurria per le varie risorse cbe essa offrc neH'analisi. In essa 1' Autore si propone « La determinazione (1) Sulla determinazione delle latitudini ed azimuti degli og- getti terrestri. e Tequazinno dim orologio clie va a tempo sidereo: Leila nella Seduta Ordinaria del 26 Dicembrc 1853. 27 (t de' coclTicienli nolle forimilo a dilTorenzc diffcrenziali « cd npiilicazioiii di esse alia valnlazione in prodotti in- « finili (l('i,d' inlcjiTali Kurcliani {I). A tale scopo egli si sforza in primo luogo asse- gnarc il Iciniino gencralc, lanio dolla formula die rap- piTscnta lo sviiiippri delle diffcrcn/.e in funzionc dclle de- riyalc diirerenziali, ipianto di (piclle die nascono dallo svilnppo delle derivale dilTerenziali in funzionc delle dif- ferenze; quale formula egli fii naseere da un leorenia svi- lujipalo nei suoi Esercizi di malemalica sublime. Trovato questo Icrmine generale nella formula di- rella, lo applica ad ogni valore inlero o fratio, posilivo, o uegativo dell' indite della differenziazione. In (pieslo ul- timo caso non solo deduce il termine generale della for- mida esprimenle I" inlegrale sigma in funzione ddl'inle- gralc ordinario , e ddle derivale differenziidi : ma qudii ancora dei mimcri di Hernonlli altesa la relazione die haniio eo' coellicienti della formula precedente, cd i nu- meri anzidelli. Ap|)litando il Sodo Zurria la mcdesima formida di- rella alia ricerca della differenza ad indice fratio ddle lunzioni polenze , vien mano mano ad esprimcre gl'inle- grali euleriani di 1/ c 2." spede in prodotti infinili , e dopo varie applicazioni si riduce a quella della relliOca- zione della Lemniscata. Alia line il valente matemalico si inlraltiene nel mo- strarc le dcganti , ed eslese applirazioni del suo tcore- ma per assegnare i coellicienti indicati ; e fra le allre apjilicazioni ancora dimosira , come si possa la merce d" csso leorenni dimoslrare quello del Vernier, si impor- tanle nella leorica degl" integrali definiti. Sono quesli i lavori geografici dei Gioeni di cui la (1) Lelta nella Sedula Ordinaria del 30 Apriie 1854. " — 28 — Pntria , la Sicilia , 1' Eiiropa , il tlollo niondo farii nogff aniiali dci l<'ni]>i semprc tosoro. Ed or qiial clono , (nial preniio coiniiarliro ad uoniini si laboriosi od insigiii? Ad iiomini si coslanli ne'lravaifli scionlififi ? Sigiiori , i>ii alleti in Olirnpia chc a forza di siidoro c di stenlo avevano riporlalo il iirinialo , e Ira gli ap- plaiisi 0 gli cvviva del grcco eiiUisiasiiio erano condolti a pie dcirnra nel teinpio di Giovo riccvcvano in premio del loro Iravagiio una fronda d' iilivo , una corona d' al- loro: ben da cio si rileva, chc non il valorc del premio spingeva I'aninio greco al cinienio, alia piigna , alia corsa, ma I'onorc della rinomanza , 1' amor della gloria. Cosi del paro a voi o Giocni ; a voi Galvagni, Aloisio , Gem- mellaro Carlo, e Giorgno-Gaelano ^ a voi Aradas, Diiin- di , Caldarera , Zurria , io non presenlo qnesl' oggi in dono delle voslre hienbrazioni scienlifiche , die solamenle la slanipa dcllc voslre 3Iemoric nel 30." volume dcgii Alii Accademici. E tenue il dono ! E anzi iiullo il com- penso ! Si , ma voi Iravagliasle per I'onore , c Iravaglie- rcle per la gloria del Corpo Accademico, del qnale siele niemliri onorali. In qnesla guisa praliiarono i noslrl col- leglii , chc ci precessero nel seggio da noi oggi occiipalo. Mirale , io non menlisco , sono ancora calde le ce- neri di qiiallro noslri Soci spcnli in quest' anno accade- mico , essi furono scmpre zelanli per Io bene del sajiere, e del luslro accademico , dal giorno in cui vennero ani- messi nel seno della dolta assemblea , sino all' islanle della morlc. I nonii di iXiccolb Anzatone , Gregorio-Barnaba La- Via Casinese , Gaspare Gainbino, Francesco Palerno-Ca- stello dovranno scolpirsi nel niarmo , e durare ad clerna ricordanza del noslro Corpo scienlilico. iVe qui voglio piii far parole del sommo Prol'. ('ar- melo Maravigna . il cui elogio scrissc e oraniai iin anno — 20 — coil niolla iiiacslria o scicnza il suo succcssore al poslo Gaelano-riiorgio (Icmnicllaro (1); mi feriiio piuttoslo iiella riconlanza cli coloro, die in quest' anno ai iioslri sguardi si rilrassero. La-Via fii imo tra' |»oclii t-hc il gran progcllo iilca- I'ono . e conipirono della nostra (lioenia. Kgli eiihe soiu- ma atliludine per lo studio deile cose nalurali , (piiiidi coir istruzioni di Uecupcro e (liocni fisso la nienle alia "coi'uosia , ed alia uiincralo"ia di Sicilia , scrisse delle 3Ieniorie "eoi'iiosliclio illnstrando i dinlorni di Mcosia sua palria , e di Somnialino , si forni di bella coliezione di crislalli di zolfo , di slronziana sulCata , di ccleslina . di csleri luinerali e nazionnii , c d'una Ibrina non volgare di crislalld di zoll'o fece dono alia scienza. Iiidi voisc la nienlc alle leorichc agricole , e vari opnscoli eniise di geoponico argomenlo , alia fine voile cdinpilarc un corso elenienlare d" Agricollura leorico-pra- lica e di I'aslorizia , giovandosi dell' anticlie jtraticlie di Sicilia , c delle novelle teoriclie di (piesla scienza , ma s|)e(ialmonle lenne dietro alle opere del Re , di Paolo Iialsanio , del podere Irutlifero di S. (Mainie , e d' altri agronomi siriliani. Qucsli eleiiienli jioi ridusse a forma di Catecliisnio, e per tralti lo piddtlicii uel Giornale Siciliano lEiupedo- cle. In quesli giorni die I'Euroiia si muove dovunquc al melioramenlo dei campi, e la Sicilia nianca di buoue opere di agricollura elemenlari, il cennato lavoro dell'e- simio F.a-Via fu |)ress(> uoi ricercalo, e bene arcolto. ^e minor lod(! si acquistd nella scienza agricola IVic- colu Aiizalone discepolo anialo dell' econoniisla. ed agro- uomij Paolo IJalsamo , ei ne" propri lalil'ondi voile speri- mentare quanle leorie nella scienza agricola aveva appa- ll) Lotto nella Scdiila Orilinaria del 14 Agosto 1853. — 30 — ralo, cd anziche scrivere l)ellc pagiiii di preccUi e tcori- cho, consegno alia carla preziose iiicniorie di risullamenti ])ratici geoponici ollciuiti sulle tcrrc feraci della Sicilian L'opcra einedila, ma noi non possiamo Irasandarc un nierilo , quand'anco fosse occnllo, c nasiosto. Gaspare Gainbini discepolo dc'nialemalici piii dislinti ne'primordi di (picslo sccolo viveiili in Sicilia fu un in- gogno dislinio nolle scienzc esatle. iVninialo sempre del dcsiderio del bene insegno c diresse niolli giovani nolle matonialiclie pure, e niisle. Egli a soniiglianza di Socra- le ami) sempre elie allri scrivessc i snoi ponsieri, anzi- che la sna penna li poncssc sulla carla ; e zelando sem- pre per lo puhhlico bene, travagiio per la palria nell'in- teresse scienlilico. Di nienle sublime, e con molla scienza di Sloria , Filosofia, cd AgricolUira Francesco PalernJ)-Gaslello Du- ca di Carcaci In uno dei lanli , che coll' innci'no c col denaro concorse nei primordi doll' Accademia Gioonia alio slabilimento dell' onorevolo assemblea. Molle opcre scrissc Francesco delle quali alcune sono pnbblicate per le slampe, allre restono tuU'oggi inedite. Gli Aui Gioe- ni conlengono di lui alcune poche [)agine dogne della pill grata memoria ; ivi egii presenla un progello di la- vori scienlifici ad esegnirsi dai Gioeni volendo illustrare i prodolli del silo nalalo. Qneslo progello ntilissimo per la saggezza dell' idee , fu adottalo , ed e slalo in gran parte escguilo. Egli si fece a promuovere lo slabilimento d'una sala di lellura pei Gioeni , no scrisse gli slaluti , e ne forni in buona parte i mezzi. La-Via, Paterni), Anzalone , Gambini saranno nomi onorati negli annali dell' Accademia Gioenia. Fu La-Via che Ire Memorie consognii no'volnnii degli Alti ; che nolle cariche di Diretlore del Gabinollo, di Sogrolario Gene- rale, Membro del Comitato, e Socondo Direltore dell' Ac- — 31 — cadcmia niostro sonimo zcio , sinccro aniorc per esse. Fii il Oamhini die da .Mcnihro del Comitalo , e da Cas- sieiT diedc la |.iii l.clla piova di seiililo affoUo per lo (iorpo Accadeinico Ibgyiando uii rej-olanienlo aniininistra- livo, die liillora si inaiiliene |)er la sua esallezza, c sempli- :ii ; ' ,1 . , < > HjEiDorroidura morbus hoc modo fit: quum bilis aul pituita ad vonas recti inlestini decubuerit , sanguiiicm qui in vcnis est calcfacit. Calesceiiles autem ■vena; ex vi- cinis Tcnulis sanguinom attrahunl; et ubi rcplenlur interna sedis pars intumo?oit. el capita vcnarum supercminent. Hipp, de H«5i. n." 1.° Ij azioxe (Idle sostanze che anno influenza slimolanle sul- lapparccchio inlcslinale , e parlicolarmcnte sul rello , a prodiirrc gli emorroiili e iin fallo sanzionato dalla espe- rionza nicdica di lulli i sccoli — bilis aul pituita ad ve- nati recti inloslini — samiuincm qui in venis est ca- lof'acU e qiiesto chc lo illiislrc padre dclla Mcdicina, guidato dalle sue idee non esclusive di uniorisnio disse per I'azionc slimolanle delia bile c dclla ^)//»//a, pub in gencrale protlaniarsi , come si c proclaniato per tulle quelle soslanze chc vanno a slimolarc e ad irrilare tali organi. Se adunqne nelle vicende dei lem[ti tin'aliiludine sociale inlroducesse !o ahuso d' una soslanza di simile azio- uc, a priori polrebbe slabilirsi che alle solTerenzc emorroi- — 36 — darie questa novella vita sociale dovrebbe soggiaccrc, e se la osservazione la esistenza d' un grandc luimcro ne addimoslrassc , sarebbe argonicnto mollo logico supporre una causa di lal falta, se niai non si fosse conosciuta. Questa ultima ipotcsi a d\ nostri si e orniai realiz- zata: il numero degTiiidividui che da incomodi emorroi- darj vengono travagiiati e imnienso ; anzi io dico puochi esservene del sesso niaschile, a contare dallo incomincia- nienlo della gioventu , che non ne avverlano i sintonii o locali 0 geneiali, e non ne sperinienlano i multiforini di- slurbi che dessi apportano nella espressione funzionale di ogni sistema ed apparccchio della econoniia uniana viven- te (1). La praltica medica tutto di lo conferma : cbiun- que la filosofica e salulare arte esercita da esatta e lo- gica osservazione guidato, a potuto agevolnienle osservare lunghissima serie di falti di moltc nialattie del cervello, dello apparccchio respiratorio , del digestivo , dell' uro- poelico c del genilale ancora, disparire c risolversi su- bitoche un disingorgo sanguigno . sia spontaneo , o proc- curalo dair arte, dai vasi emorroidarj si e avverato (2): (1) Hipp. lib. l." predict, pai;-. 170 et lib. de coac. praenot. — Dizion. des siienc. medic, loin. 20. pag. 392 cap. 1. — Alib. Nos nalur. pag. 312. gen. 9. Spec. 1."— id", pag. 773— Andral Pliat. interii. pag. 20. — Grisoll. pag. GOI. torn. 1.° (2) Hipp. lib. de coac. priftiiot. n.° 3." — id. lib. de Judical, pag. 1()0 n." 10.— id. apbor. G. e 20. sect. 2." — id de morb. popular, sect. 2." num. 6. |)ag. 144. — id. ib. lib. 4." a'grol. Al- cipp.— id. apbor. 4.° sect. G."— id. lib. 2.''pra'dict. n." 3G p'ag. 174. Ncl tempo in cui io 6 avuto il bene di seguire nella Clinica il Professore di Fisiologia Sig. Micbele Fallica, o'veduto un individuo alia eta di circa anni 28, di temperamento misto di bilioso e sangui- gno, di costiluzione forte e robusla, soggetto ad emorroidi, cssere stato sorpreso da uno sconcerto talc nelle facolla intelletlive, cliema- niaco polea dirsi. Questo disturbo funzionale del ccnlro enccfulico nella parte sol- tanlo dellc sue funzioni uniniali sviluppatosi , si manifesto poco dopo — 37 — (ii) prova ov'ulonlomoiile qiiei dislurbi esscre grandcmenle iiilUioiizali, 0 del lullo maiilcnuli c prodolli dalla irrila- zioiie, c (|iiiiuli dalla iporcmia del suddt'lli yasi. I'll cITcllo cosi gcncrale c coimiiK;, die divieiie cau- sa i»oi d" iiiiiiiiiierevole tiirba di orgaiio-palie , non die d'uiia polilbriiie feiionieiiia palologica siippoiic, come dis- si, a v\'^u\- di Idgica, ullre a liille ([iielle cause enunicra- leci dagli aulori d' (tgiii ejioca , un' allra causa in allora iioii esisleule c da clie essa a agilo iiiosservala , die lo a reso generale e counine ai iiostri leiii|)i : causa, die a uiio credere e 11 risullalo deirazioiie di una soslanza, di cui, |)er capriccio e liizzarro spiiilo di luoda si abusa , e conliiiuauienle spiega la sua iiilluciiza suirorganismo vivenle : causa la di cni azione lisiologica, giusla le os- servuziiuii del piii dassici scrillori di T('ra[)eulica, di Ma- leria Medica c Farniaco-dinamica e di iialura sliiiiolanlc ed iirilaiilc sill lubu gaslro eiilerico: causa in soniiua die sola mi sembia capacc, se lual non mi a|)p()ngo , di ren- der ragione, e dclla generalilli d'un talc cfl'ello niorboso a nostra epoca, e dclla dclcniiiiia/.ione di csso, anclie in coloro die j)er ragion di ela, di temperamenlo , di costi- liizione ec. ad allre lualallie van disposli. (Hi anlichi e nioderui scrillori di Medidna, per ([uanlo io lie sappia, ci an parlalo di tale organo-palia (I). Ma lU'lla porifcria del sisleina nervoso sensitivo c niotore: quindi coii- viilsinni cloniflio tnniclic c di niiiii fonna svariala o diversa . s'l ijp- ncr.di . clic [liirziidi: cd aiirlic anivu siiio alio slalo pcrfetto di rala- Icpsia. Kii ciiiatd dal sapiciile sopriulcltd I'rallico per iin generoso saiassd rapiliare clit' fc pralticarc dai vasi ciiiorroididi L. A. {]) (ili (Miiorroidi irianunai soiio stall cos'i (011111111 tome al d'l di o^iji . iniptTocclii"' . se lalimi scrillori aniirlii di Mi'dirina pailano di inolli casi di omorroidi, cio b, perclii'' cosloro alliiluiiruiio alia jiarola L'lnorroidi il siiriiilicalo di (|iialiiii(|e ilnsso di sariiiiic. Kscluso Ilippofralc f (ialciio . clif inlt'nili'\aiio per eiuorroidi quelio clic si iiilende appn i iiioderni Medici, f;ii altii la pensarono — 38 — non ne anno cspressala la niiilliplicilk dci casi; nenime- no ce ne an falla conosccre la i'lx'qncnza nci giovani ap- pena iiscili dalla piibcrla , cosa facile ad osservarsi ai nostri giorni: essi anzi ci avvisano la virilila malura es- sere propria alio sviluppo di laic affezioiie — — his qui hanc lelalem excessorunl (la giovcnlii ) haeinorroides, scriveva il Veccliio di Coo (1) ; ed a queslo principle confcrmalo dalla cspcricnza , e dai lumi dclla Fisiologia pel prodoniinio di sviluppo dello apparcccliio gaslro-en- terico, suoi annessi, e delle viscere tulle dello addomc in quesla cpoca di vila, fecero eco gii scrillori d'ogni scuo- la, e d'ogni cpoca. Lc azioni traumaliche sulla regionc anale, i violenli si'orzi ncU'aUo della defecazione, quando vi sono delle co- stipazioni oslinale, la slazione allungo suila commoda, lo abuso dei clisleri eccilanli, lo uso dci draslici, e piii di ogni allro dello aloe (2), gringorghi del fegalo, la equi- tazionc, c luUi quci nicslicri , al di cui cscrcizio una vila sedcnlaria fa d'uopo, sono lc cause piii niarcalc, clie gii come sopra diss! : difaiti Arislolile paria di eniorroidi della bocca (de part. anim. iih. 2.°^, Celso, Moscliione, Aezio, Paolo di Egina parlano di emonoidi dellutero c della vcscica ec: iin passo di Aspa- sio ra|)porlalo per Aezio iic coiiliene una esiilln desrrizione, Areleo ft Cello Aiireliano jtarlano aneoia di emoiToidi (icirulem e dclla ve- soica : allii posleiiori a Galeno sino ad epoca non iiiollissimo lon- lana da noi cosi ancora opiiiarono (ved. diz. des scienc. medic, lom. 2." pag. 441. Che quesl'alTezione sia stala rarissima nei giovani ce lo awisa I'Alibcrt. nella sua Nosologia Naturale pag. ST.i. (1) Hipp, aplior. 30 seel. 3.' — Frank G. P. de lioin. cur. niorb. trad, di Mare. lib. VI. fascic. VH pag. 112. — Alib. oper. cital. pag 373. — Dizion. des scienc. medic, lom. 2.° pag. 491. — Andral. Ciris(dl. oper. cil. ib. (2) Dizion. des scienc. medic, lom. id. ib. — Alib. oper. ci- lat. — Andral. Grisoll. id. ib. n — 3!> — scritlori liilti di coso incdiche concordcniPiile enuinorano per la iiatoi^onia ciiiorroidaiia. Ma (|ii('slc cause, cho anno seniprc esislito, e non son r cITcllo dcir nso di niiovi cosliinii o niczzi inlrodolli nella ninaiia socicia possoiio roiidcrc ragioiie di qncllp duo circoslanze die da non guar! si sono maniCeslaU.', ri- uardanli gli eniorroidi : cioo, fpiasi i^cncralila di essi , e svilu|)[)() assai piii |ircroc(! iiei giovani , od aiitlie in laluni non ancor uscili dall' cpooa dcila puhoila ? So dessc fossoro causa di (picslo iinnicnso aunionlo di nu- niei'O , c di quosia marcaliilissima vaiianle neH'opoca di sviluppo, pcrclie osscrvarsi cii) ora e non jiiia ? II rap- porlo di causaiila cogii cllVlli e mclalisii anicnle insepa- rahilc : nnove cause inipoiiano nuovi eil'clli, e viceversa. Or sc "ii CMMorroidi si cilV'lluiscono in ina""ior numcro air c|)0ca nostra, e quosto nuniero cresce di piii in piii: se essi si sviliippano piu j)r('coccmcnle di quanlo ai tem- pi doi nostri piidri; a cio die in allora nou esisleva, e quindi nou poleva usarsene ; ma die a noslri tempi ne andiamo lornili a dovizia, ed in ogni di piii se ne abusa, id lahacco fumalo dove a mio credere altrihuirsi. II lahacco dun(|ue fumalo consideralo quale causa polentissima fra Ic allr(; die ])roducono gli eniorroidi, c piu pro|)ria ora a reiidorii generali e coimini, e I'assunlo die veiigo a solloporre quest' oggi alio esanie della voslra alia ed erudila iiilelligenza , o Sod jdedarissimi , e die imprcndo a provare sorretlo dagli argonienti die niano mano mi Id a svilujipare, e spallcggialo dalle osservazioni die mi sono sludiato di fare durante il corso di mia me- dica carriera. lo preseulerd queslo lavoro diviso in cinque jiarli o paragrali. I." Parlerd della conlemporaneita dello abuso del labacco fumalo col predominio ddle affezioni cniorroidali: — 40 — ilonde un cerlo rapporto di causalila e di effelto tra di essi. 2," Tratlero dell'azione fisiologica del tabacco sul tubo gaslro-enlcrico, iion che del suo iiso medicinale in talune inalallie ondc prodiirre al par dci draslici potente derivazionc nello apparcccbio teste ceniialo: quindi la sua proprieta d'azione a piodiirre gli emorroidi al par degU altri drastiei , ai quali Irai primi esso deve appartenere per la sua azionc acre e purgaliva. 3." Faro rilevare cbe il funiar tabacco per I'analo- gia che a col nielodo di ollencrsi la nicotina ne rendc pill attiva I'azioiie, e lo usarne in tal niodo e necessario alia palogenia deiraffezione di cui e discorso. 4." Faro presenli a voi tuluiii falli all' uopo osser- vati, e qualche argomento die ne sorge. S." Riassumero in breve gli argonicnti per lo avanli svHuppati, e le osservazioni rapporlale, onde Irarne quella conclusionc che sarii per sorlirne. , . ;":■ ■ § 1-" Prima che lo intraprendenlc Genovese avesse sco- verto la classica terra cbe die i natali all' ininiorlale Wa- syncton cd alio illustre Frankiin , la Nicoliana Tabacuni non potea conoscersi in Europa esscndo essa indigena della sola America. INicot ne iinportava dal Portogallo la semenza in Francia nel secolo XVf, ed il Cardinal Tor- nabuoni nel XYII alia Italia nostra la fea conoscere. Da questa epoca in poi grado grado se ne rese co- raunc la collura e I'uso. La Terapea ne saggio I'azione in vantaggio della unianita soffercnte , e spcrimenlatela proficua in laluni casi di nialallic , la Materia illedica nello elenco dellc soslanzc medicinali la rearistrava. II capriccio dell' uomo per un bizzarro spirito di mo- — 41 — da la inlrodnsse ncl corredo di lulle quelle soslanzc , die tin hisoj-no fallizio, ed il lusso fa usarc a discapilo sovenle dclla ninaua salute fondandosi sul falso princinio di inio utile iniinayginario. Da l»el priiicipio come suole per ogni cosa avveui- re, I'uso ne lii discrete, ed in quest' ultimo modo d'usarne poi vale a dire liimato, in falune classi d'individui sola- nieiite circosciitto. Difatti nel temjio clie la prima volla sotto il reffno di Luigi XIII in Francia se ne uso, fii la so- la gente di marina die radilii qual mezzo prolilatticn va- levole a guarenliria in qualchc modo dagrincommodi ai ((uali per lal maniera di vivere va disposla (1). In progresso di tempo il lusso , die contra In pro- pria vogiia , e cpiasi direi per uno alleltamenio iiinanna- lore, slravagante e hi/.zarro risullato d'un (also |nsto , Irascina la nmaiia famiglia al patimento , a poco a poco lo inlrodnsse (pial mezzo di |)assa-tcmpo, e non ando guari <• he lo diiriise per ogni dasse socievole, c per un catlivo ahilo gli ft occuparc il posto di mezzo necessario alia vita deir uomo di cilia : ciascnno conosce bene la innu- morevolo (piantila di foglia di labacco die si consuma ogni di per sirari. 3Ientre di questa sostanza in tanto modo si abusa; quasi pan passo si sono osservati gli cmorroidi piu fre- (pK'iili dogu'epoca, ed ancbe direi ijenerali. Voi vete- ram iiello esercizio ddia Professione Medica , me"lio di me avcle osservalo nel corso di voslra carriera, e sotto I proprj oedii avotc vediito aiimenlarsi di luimero i casi delia siiddeiia alFezionc in rapporlo diretlo , ed a misura die 1 al)uso del labacco fumato si e accresciulo. In colpo d'occbio siii mezzi di cui la sociela a nsato ATII ACC. vol.. XI. ,■ — 42 — varci nessuna cosa a fronle del tabacco fumalo esscre di pill coniune e gcnerale uso; e siccomc ora piii clic niai coimini si osservano gli cinorroidi dovcndone riccrcarc la causa di queslo dippiii dcH'allrc epoclic , niuna senibra puotersene rilrovare apprczzabile ai noslri mczzi d'inve- sligazione , clic sempre vigcnle, sia capacc di produrre un tale effelto in permaiicnza , fuorche il tabacco (iiina- to — Diinquc , si per la conteinporaneita doUo ahiiso di csso com'e slato dctlo, con (juesto ccccsso di sviluppo ncl nuniero delle affezioni emorroidaric , clie per I'azio- ne di tal causa che da non guari cosi generahnenle a agito, c che dcvc iniportarc necessariamente un cffetto qualunque, prescindendo per era dell" azione purgativa acre del tabacco sul tube gastro enlerico, non disconvie- ne ad una chiara niente pensare suUa probabilila di tal causa a produrre gli emorroidl. § 2." Se dalle teste delle ragioni una fondala probabilila si deduce ad cssere 1' uso gcnerale del tabacco funiato causa di rcnderc cosi frequenti e comuni gli emorroidi; r azione purgaliva ed acre di csso ce no da una ragio- nevole cerlezza. II labacco, oltre 1' azione ch' csercita sul sislema nervoso, come osserva ElmuUcro (i), Tulpio (2) Me- rat e de Lens (3) , Orlila (4) , cd allri luminari della (1) De IVicot. cap. 3. (Ji 2.° pag. 33. (2) Tulp. lib. 1." cap." 6. —Bonnet, sepulcret. 2.° lib. 4." ^ect. ult. (3) Dizion. des scienc. medic, torn. 54. pag. 19. e scgucn. (4) Tosicol. gen. torn. 2." pag. 206 c seg. — 43 — scicnza (1), o siill' appnroccliio iiro poclico (2), conic si assiciiro il prccilalo (hfila siii cani, e 3Iclier e Bouflet iiof>li oporai iiiipi('i>nli allc nianiralliire di esso in Parigi. iiclla oriiia dci (]iiali i priiicipj allivi nc rinvoiinoro , a un'azionc pnri>aliva cd iirilaiilc come liilli i purgaiiti draslici , alia ciii ciassc scinhra dovcr apparloncrc per la sua azioiic acre c piirgaliva aiicora : azioiie da tulli gli scrillori di .Mcdiciiia in esso rinveiuila, e chc non puo essere nicssa in Corse per lo efTcUo chc produce essen- do ingcrito ; azionc die al par di essi deve esercilarsi sul rello , c(jine ne fan prova i poiuli ed ii tcnesmo die in conscguenza all' animiiiislrazione di esso per nso in- terno iiisieme agli alUi fcnomeni si nianireslaiio (3^. Raniazzini (i) rapporla il caso di una giovane che mandij niollo sanguc dai vasi cmorroidarj per essersi se- duta su d'un padiello di labacco in corda. — Orfda , Krodie , .Macartney osservarono cvacuazioni sanguinolenli dair ano nei cani soUoposli alio uso inlerno del labac- co (5). La polvcre di esse in pomala si uso slrofinala (1) Miirr. apparat. niodic. torn. 1.° pag. 089. — Mcol. Mo- iinrd — del Tal)acco — (liiilio Cesare Lampii!,nion. Punctiir. — Tabac. (iiiiiiii. G. Fiiic. Sollorranca pag. 520. ec. (2) De le em])oisf)iiiu'in. par la iVic. — Toxicol, gencr. — Di- zion. dcs sricnc. medic, loni. l\'i. id. ibid. — Rosiiin. Manual, di Rimed, niiov. pag. !(."i. — Raiiia/.z. dc morli. arlif. trad, di Fou- rcrois. pag. 104. — .Maiig. liiliiiol. Pliarnuic. lom. 2. pag. lI'iO. (3) Una sostanza clio ingcrila produce pondi , dejezioni alvine sanguiiuilenii ec. non vi a didd)io die apjiartenga alia classe del polenli drastici. ed ii al par di questi un'azione sul rello (ved.sullo assunlo liarb. Irallat. Kleniciil. di mater. Medic, pag. 533. a 535j. IVon So come autori di lanui ilhislre e di merilo coniniendevo- lissimo ai)liiafio potiilo opiiiarc il labacco non aver quest' azione forte purijali\a; ilninrntri' ([uale eH'ctlo della sua azione fisiologica essi ci ra[iportaiio la diarrea. (4) Oper. cilal. iiiid. (5) Orfila loxic. gen. — 44 — .sullo adtlonic onile produrrc offelli piirgalivi (I) — La (Iccozioiic ed il fumo in ilisleri vince le costipazioni-in- tfsliiiali. — I'lilissinio riesce dollo stesso modo usato nelle asfissic onde sliinolarc griiilcsliiii, c siiscilarc quelle forze sincrg'iclic chc i nuiscoli addomiiiali ini|)iegano lunge dalla influcuza voliliva nell' alio della defccaziouc ; c ([uindi per (picslo islcsso consensus d' azioiic muovcrc le conlra- zioni del diafiamnia e del muscoli del lorace che inser- Yono alia respirazione — Utile nelle paralisie, uellc apo- plessie e nel letargo , per la forte derivazione che pro- duce suirapparecchio iiilestinale (2). Oui nionla niollo far rilevare che I'azione terapeu- lica di esse essendo succedanea in (piesti ullinii casi mor- bosi alia gomma gulla alia scanimonea c ad allre sostan- zc di analoga azione, che non fa d' uopo ccnnare; c cio non essendo che per la derivazione polenlc e forte che producono sul tubo inleslinale; derivazione dovula sola- nicnle ai droslici , come ciascuno di talune nicdiche co- nosccnze fornilo ben conoscc ; non put) disconvenirsi in lal caso, che il tabacco abbia un' azione draslica essen- do analogo a quello dei sopradeUi farniaci lo scopo te- ra])eulico per cui e stale adibilo, e (piasi idenlico il ri- sullalo niedicinale chc se ne a otlennlo. L'Ippocrate In- glesc lo sperimento prodcuo nell'ilco (3) — .itertens nella passione iliaca che vale lo stesso (4), c cio senza dub- bio , non solo per la sua azione antispasniodica , nia bensi ancora per la sua polcnle azione a muovere le con- trazioni peristallicbe degrinleslini (,i). (1) Dizion. des scienc. med. arlic. compil. par Jleral. torn. 54. pag. 202. (2j id. ib. (3) Sydhen. Oper. pag. 533. a 006. , (4) Dizion. cit. toni. sopracit. paij-. id. (5) Andrni. patliol. inter, pag. 41. — Dizion. citat. id. ib. — 45 — A froutc (li lali espcricnze .siill'azionc fisiologica del tabacio c dclla iiulicazionc di csso in inolli casi di nia- lallie (|iial loiW- |)ui iiaiilc , proclainala da iioniiiii d'illu- sln; lama iicllc iiiciliche sciciize, I'azione piiigaliva di iialiira draslica . |)er(Iic inilantc , di esso non niio met- Icrsi ill lorsf!. II l)isogiio di and:iro al cosso siil)itoche . la iiialliiia mollo j)iii, si i'mna drlla I'oi^lia di qiiesla piaiila c ill) fallo ch(! |)u6 agcvoliiKMilc (|iiasi da chicclicssia os- scrvarsi, e clio nu'llc (iior di diibhio la siiiiiditala azione. Lo soslaiiz(! draslitlic , •', io aloe piii d' Oi^iii allro sono causa di einorroidi giusia Ic opinioiii di IJodorico Fonzcca , Stiial , llildebraiul (1) , Andral (2) , (Iri- solle (3) : opinioiii sanzioiialo dalla csperionza di luUc le cpoclu' incdiclii' ; e di eui ogiuino non pui) dul»|jiarne addcnlrandosi colla monle nella inliina aziono di suddettc soslanze : opinioni die cliiare om('ri;(»no dallo inipiego di esse a ricliiainar gli einorroidi ; opinioiii inline chc anno riccvulo r iilliino snggello di verilii (piaiido sono stale conrcrniJile dalla espericnza e del fallo. nniiqiie se il ta- bacio a nil' azione piirgaliva draslica ed irrilante , coin'e slalo provalo , ed i drastici sono causa polenle di einor- roidi coin' e di fallo ; il labacco e causa polenle ancora di enioiroidi , c (piindi I'abiiso generale di esso deve ne- cessariaineiile apporlare niollissiiui casi della suiudicala affezione (i). (I) Ilizinn. cit. torn. 20. jjiig. 491. c seg. (2j Dizion. Sdjirac. pair. id. (3j idii). (4) Do|)(icli(' io uvea quasi compito il presenlc lavoro, scar- tabbollando la i^raiido npi'ia dcHWlilnTl, siillo arlicolo IKTinopinclis lluoiitt lilfdvai ciMiiiiila di viiio la idea , the liiUi' (luclle soslanze iii'lla di ciii ((iiiipdsizione ciilra il taharco iiiijcrile son causa di cnioiToidi. }]\ iicide 1' aninio clic (piesta idea nella quale io mi sono a|)pesanlilo in quesla niia scrilla , la ritrovo ccnnata da uno scrit- lore di si imponenle fania, qual s'e I'Alibert. — 46 — I principi , che se iie immellono conlinuamenlc per via della rcspirazione, quando tal soslanza c funiata, dcn- Iro il noslro organismo , devono spicgarc per la conli- nuita di sua azionc , abusandonc , !a iiiniienza purgaliva irrilante, che loro e propria, siigi' inlosliiii non cscluso il rello ; essi devono portarci iin conUiuio slimolo , die essendovi causa di afllusso, vi detcrmina dcUe congeslio- ni 0 delle ipcrcuiie; val rpianlo a dire, produce il pri- uio grado di evoUizionc palologica euiorroidalc , se non gli cmorroidi slessi. !\e la introduzione delle niolecole del labacco per via della rcspirazione, deve porlare dtd^biezza su laref- fello ; impcrocche e doninia di Terapea clic talune so- stanze die agiscono suU' organismo vivenle , siano pur- (Talive 0 d' allra azione bisognano pria esserc assorbite , per qualunque via siano stale inlrodoUe , e passarc nel lorrenle dei fluid! per spiegnre la loro azione; e cio che in generalc per luUi gli ailri farninci sii la! riguardo si sa ^ per la soslanza in osnnic i sopracilali Urodie , Ma- carlncy , ed Orfila ci fan conosccre , che qualunque sia la forina e la via per la quale essa nella cconoinia vi- venle s' inlroduca , 1' azione n'e scnipre idenlica {I). E poi nolo a chiunque abbia idee di scienze niedi- che , con quanta atlivila e pronlezza agiscano Ic sostanze per via della rcspirazione. Oucsla e una delle ragioni che , ollre a quelle che in queslo seguente paragrafo saro per dire , ci addila perchc queslo cITello si inanifesia in coloro che usano della foglia di lal pianla funiandola. (1) Opcr. cilal. ill id. — il - § 3." Lo iiiipioiiare in clistori il fuino del tabacco onile oUciicro j^li c'll'olli |mo[iij di osso , mi fa siipporrc die in lal niodo i princijil liilli da cui 1' azione della pianta dipciulc pill die in oj^ni allro si svilnppano; o non e lun- i;i il pcnsurc, die da ([ueslo j)rincipio i Chiniici ii piii modcrni dovellcro parlire , onde nictlere ad esccuzione iin nictodo nuovo per ollenere lo alcaloide di quesla pian- ta , iiierce il I'unio die si esala da essa per una lenla (■oinl)uslione. La nivotina , annunziala per la prima volla da Vau- ipielin nel ISO!) (1), ma die non pole oUenersi da co- sUii nello slalo di piirezza , seoperla non a ijnari da l*ossell (' Ueiinan , e successivamenle sludiala da Bou- Iron , Ilciuy , e AVocler , e il piincipio organico vci>c- lalc del Taliaico, a tui setondo la opinione del Clieval- lier dcir (Irosi , del Rosbiiii , e del Liehig (2) se ne deve riferir la propriela d' azione narcolico-acre ; pro- pricla d' azione, die lorna nieniio, a mio credere, diia- mar , narcolico-draslicn per gli dlelli irrilanli c purgali- vi die produce sul luho gaslrico-cnlerico. Lo osservazi(tni ddl'Orfila sniravvelenanicnlo per la nicolina ; la opinione del Moral e del I)c Lens (3) r azione del fumo usalonc per disleri, come 6 dello, ci mellono a queslo riguardo fuor d'ogni dubbio. — Quindi (1) Clicvallicr Manual, del Farmac. torn. 2. pag. 57. (2) ill. ib. — Oros. Farmacolnfr. leor. e pratlic. torn. 1. pag. 719. — Kosliiii. oper. cilal. il). — Licbig cilato da Rosbin. op. cilat. (3) Mcrat. arlic. del dizion. di scienc. medic, torn, citat. pag. id. — Merat. c de Lens, dizioii. de Malier. medic, tom. 2. pag. 434. — 48 — quel modo d'uso, die in niaggior quanlita , e quasi iu lolalila i principi altivi della pianta in. parola fa svilup- pare, e senza Icma di orrarc il mezzo per ecccllenza pre- possente a produrre assai piii pronunziali cffeUi. Qucsto mezzo cos'i energieo c la lenta comlnislionc, die se ne fa in funiandola ; impcrocdie c([uivale , come sopra ccnnai, al melodo col quale il surriferilo alcaloidc da laluni si otlicne : « Prcsenlcmenle la si prepara ( scrivc ii Rosl)ini (1) sulla nicotina) con un melodo mollo pill semplice ; consistc a fare arrivare il vapore del tabacco nell'acqua acidulala d'acido solforico, si pro- duce henloslo un solfalo di nicolina » : ed Orosi (2) rapporlando suU'assunlo la osservazione di Melscns die ritrovo la nicolina nel liquido empireumatico, die si ac- cumula in fondo ai canndii ddle pipe , scrive : die fa- ccndo passare il funio del lahacco a Iravcrso acqua aci- dulala trovasi in quesla Irallenulo quell' alcaloide » — Non e diiaro dunque, dielro lali conoscenze, die la mac- china dci fumalori di labacco diviene un rccipiente, ove la nicolina e gli allri principi die alio slalo moleculare si esalano yanno a dcposilarsi inspirali essendo insieme air aria? Una soslanza di tal falla nell' organisnio vivenle per questa via inlrodolla spiega queU'azionc die I'e propria; c quanlunque per la poca quanlila die dicesi imniet- lersene (3) , e per la legge di abiludine die i uoslri tessuli organici acquislano alia di lei azionc conlinuala , non possa vedersi qucllo elTello lossico , die una mag- giore quanlila produce in un' organisnio non avvezzo a tale azione; pur tuUavolta, il conlinuo abhenche lieve sli- (\) Oper. citat. pag. id. (2) Oros. oper. cilal. pag. id. (.'5) Ved. la not. alia pag. 04. del Rosbin. — 49 — mulo ncllc vie inloslinali dal sno principio acrc-draslico apporlaU), ncccssariainoiilc deve dctcrniinarvi grndatamcn- tc iin alHusso caparc di far niaiiiCcslarc nella parte la piii dcclive ed eslreina deirappareceliio iiilesliiiale lafTezione in parola. E per quest' allra ragione die ne sono trava- gliali i fiiinalori di tal soslanza , e non qiielli che in al- Iro iiiodo nc iisano (I). Appieno sendjra esserc slalo provato il mio assiinlo per qucste sole ragioni : ma per non togliere ai falli quel posto imporlaiile die nelle scien-ze natnrali si occupano; e ])er non liar nioslra di disconvonire dal vantaggio che la Filosofia Mcdica dei noslri tempi a porlalo nella soien- za cliiamandovi la slalislica, come mezzo hrillanle di prova di tutlo cii) die si asserisce; lidalo nella corlese ed in- dulgenle voslra udienza, o Soci Illiislrissinii , a rappor- tar mi accingo in qnesto quarto paragrafo laluni I'atli da me osservali, cIk; a tal ricerca mi spinsero, ed in que- sto nuovo peusaincnlo mi confermarono. § 4." Degno di lulla allcnzione e riguardanle direttamentc al subjjietto di cui e parola si e un falto osservalo da (1) In Prussia c neilc allre cilia di Alemagna il fiiniar la- bacco iiei lorali piiblici, ove la frequcnza popolarc i"' nmlla vcnne proiliito; come del pari si proilii dalle noslre loi;i;i di pidiblica liJiie- ne ; e cio per i danni e i disturbi die tal fumo apporia a coloro che non fiimalnri doveann ro?pirarne I'aria intpiiiiata. Ora , a co- loro die anno qiiaklie preilisposizioiie aiili eniorroidi, sia per la ela. sia ]ip1 teinperanionlo. s'l per niostioro o jirofcssionc, non die per lullaltre cause!, il rospirar in laliini luoylii di conversazione una al- niosfera di nicolina (mi si permella la cspressione) ])i'r lo immenso numcro dei sicari die vi si consumano, sarebbe ])ossibile di appor- larc qualdie inllnenza , che servirebbe di roncansa alio sviluppo deiraffezionc eniorroidale? AITl ACC. NUL. XI. 7 — so- me in persona del Signor A. B. dotalo di leniperamento bilioso-sanniiigno e di media cosliluzione. Costui dalla sua giovciilii uso di sicaro ; porgiunlo alia eta di circa 28 anni ejjhe non dubbi segni di emoiToidi ; e di falti non corse giiari cbc il flusso sanguigno di essi manife- stossi. Da qiiesta epoca in poi sino al presenle, ch'e pcr- venulo alia virili[a confermala, n'estato spcsse bale tra- vaglialo ; c quanliinquc avesse manlenula esalla igiene nei cibi, e nolle bevande, pur Uilla volta non avea potulo riu- scire giamniai a procraslinarne la ricorrenza, a diminuirne la inlonsita, ad abbreviarne la durala. Avendomi egli con- sultato su di cio, lo invilai io, a scconda delle mie idee, ad allonlanare I'uso del labacco bimato. — A quesla mia igienica prescrizione ed alle mie manifeslategli idee, ri- lornando egii coila menle al tempo Irascorso, mi disse : aver senipre sperimcnlalo, cbe tulte le volte che piii del consnclo fiimalo avesse, la comparsa degli emorroidi era immiiienlo; e che non polea capire in sua mcnte pria di era, die il bimar tabacco fosse stato quello a cui si do- vea accaggionarc la oslinazione della sua alTezionc cmor- roidale. Messa ad esecuzione da lui la mia igienica prescri- zione , si e osservalo di fatlo allontanarsi la emo-prat- lica alTezione, ed esscre mono inlensa , e di minor du- rala tulle le volte cbc di raro si e manifestala. Una volta pero che all'uso del sicaro voile tornare , alio istante si vidde apparire la emoprallia. P. li. faccnte uso di sicaro ed avenle un lempera- menlo mislo di sanguigno c nervoso, ed una media co- sliluzione , alia eta di anni 2^) fn corrello da emorroidi non diflluenti ; di quando in quando ne fu travagiialo sino all'ela di anni 28; a quesla epoca di vita lascio I'uso del fumar labacco, od a un anno che piii non ne soffre. — •»» — Quasi lo slesso risnllnlo b su di me osservalo; ini- porocclie scorre or ben Tiinno (val qiiaiilo a dire alia ela di aiiiii 2i) clie didla niedesima alTezioiic sono slalo iiisii^iiilo , e soiiza duhhio pel sicaro di ciii io ahiisava. Oiule sceinarsi quei disliirbi ruiizionali genorali da tale afFc/.ioiie apporlalimi , non die la iiiciile piacevole scrie di fpielli locali o hisognalo inoderar I'liso del lahacco fii- malo, e di falli meiio fre(jueiili si avvcrano in nic gli einoiToidi di (piniilo prima. K iiolabih; in (piesli casi rapportali ehe (pianlnn(pie una predispusizione niaggiore vi si acqiiisla a leiiore cbe pill nella cla s'avanza ; pure la causa che li fomenlava cessata o dimiiiiiila d'agire, reffello ne cessava ancora 0 nc era diininuito. Credo far cosa nlilc alio scliiarimenlo di qualche dnbbio, ed al desiderio di labino cbe desidera piii falti ed osservazioni circoslanziale di siinil falla per la con- fernia di (juesle ehiinciale idee , il rapjiorlare qnello cbe b rilevalo nella inda"ine accurala falla su d'allri due in- dividui soggelli alfalfezione emorroidale. II jirinio di niestiere barbiere , di anni 22 d'ela , di lenqterauienlo liiifalico bilioso, corrcllo dalla enioprac- tis linens , sin dalla ela di anni 20 ; avea fallo per lo avaiili , c fa Inltora non pooo uso di labaceo fnnialo. Coslui luUc le voile cbe eccede di funiare il nuniero di sei sicari, cb'e I'ordinario, a senipre osservalo la enio- prallia con |)iu inlensila svilnpparsi, durarne piii allungo il corso, ed esserne i)iii avvicinale le ricorrenze. 11 secondo di professione (lonlabile , di circa anni 28 di ela, di hMnperanienlo linfalivo-nervoso da emor- roidi eiecbi alTello, a osservalo, cbe nella slagione inver- nale in cui jtiii uso fa di sicaro, la comparsa della lu- mefazione delle vcnc emorroidali e piii ravvicinala; men- ej9 ■"" %jt^ "~^ Ire nei tempi eslivi c!ic poco o nienle ne usa passano Ire e quallro mesi taliiiie fiale scnza csserne affctlo. II padre tlella Medicina (1) scrisse: gli einorroidi essere nnn rari nelle reyioai meridionali. Ciasciino di (juesla massinia ippocralica ne conosce la vcrita ponendo mente alle affezioni gastro-entcriclie, die in tempo di esla si producono, si per I'azione del calore suUo esterno in- tegumenlo e per la sinipalia di esso colic mucose ; ehe per tult'alire ragioni the non monla cennare, pcrclie da ogni cullore di cose Mcdiche conosciiite. Ora; se in qucsto individuo I'alTezionc eniorroidale si sviluppa piii frequente nello inverno, die nella esta , quantiinqiie la slagion hriimale non sia propria a I'avo- rirne lo sviluppo, e gioco-l'orza , a mio credere , allcn- zion meltcndo all'uso del sicaro die qnesli fa nell'anzi- della slagione, ammellerc la polentc influenza del labacco fumato alia prodiizione di tale organo-palia. Parecdii siniili falli si potrebbcro addurre , ma non disgrado mi par tralasciarli per amor di brevila ; niol- tissimi se ne polrcbbero rinlracciarc in coloro die all'af- fezione in parola van soggelli ; ma a chi riman dillicolta ad ammcllere queste niie idee, resti la cura d'allre sin- cere ed imparziali osscrvazioni ; imperocche qiiesli fatti solamentc sembrano baslevoli a provarc, non solo I'azione del tabacco fumato ad apportare gradatainente gli einor- roidi ; nia bensi ancora che esso vi agisce qual causa occasionale o dcterminanle del flusso o dei tuniori in co- loro che ne soffrono, quando vorrebbero ritornare all'uso del sicaro se 1' anno lascialo , oppure ollrepasserebbero il limite delia quanlila che son abiliiali consuniarnc. Tra 100 individiii di sesso maschile, della elii quasi di 30 a 50 anni , di diversa coslituzione e lempcramen- (1) Hipp, dc aer. aes. et loc. — 53 — lo , tulli chi pill chi mcno faccnti uso di labacco fuiiia- to, mi e vcnuto fallo di osscrvarc senza alciino spirito di prcvcnzione o di parle csservonc 90 Iravagliali da emorroidi. Alio iiicontro in allri 100 dclla islessa ola e delle islessc condizioiii iisiologichc dolali non nc o po- tulo osscrvarc die il nuinero di circa Id correlli dalla islessa alTczionc. A die allribiiire la maggioranza dei casi nei pri- mi , cd il piiocliissimo mimero nei secondi , essendo lutlo (|uasi ill jiarilii di circoslaiizc, si ncgli uiii , die ncgii altri , sc iion clie alia niaiiicra d' uso dclla soslaiiza nien- lovala di cui si piacciono qiielli, c ne son qucsti lontani? iVci giovani ajipciia uscili dalla i)iil)erla , per quaiito mi e stalo dalo iiil'orinnrnicne in coioro die non fiiinauo lahacco , sciihcne b duralo molla faligu a rilrovarnc un luinicro siillicicnlc , mi sono assicuralo nissuno di loro soflVinic. Ill qiidii pcrb die nc limiano, sempre in parita di circoslanzc non rara mi c vciiiito I'allo di conslalarnc r esislcnza in alcuiii ; cd in allri iiicominciarsi a moslra- rc la prodroinica fcnomciiia eiiiorroidaria. Se ci lacdamo per poco a considcrare la rara o niuna esislcnza di siflalla afTczionc nei cullori dei noslri caiiipi ; noi la rilrovcreino di fallo, c diiunque vuole pub bcii osscrvarlo. Ill cssi pcrclie la infliienza malcfica del hisso e quin- di d' una vila mollc ed oziosa, I' uso generalc dclla so- slaiiza in parola non vi a |torlalo , sc ne va per la nias- siiiia parle csenle qualunque ne sia rela, la cosliluzionc il tempcramento. AVlla genie di marina , eve , come lien si sa da ogmiiio (piasi s' usa del tabacco fnmalo , lo sviluppo del- r aflczioiic cmorroidale si osscrva jiari die in lull' allra dasse d' iiidividiii , non oslanle die vi si mena per la coiidizionc propria del meslierc un genere di vila a cui — S4 — necessariaracnlc va unilo iin esercizio niuscolare diverse e svarialo. Rivolgcndo Ic mire di nosira altcnzione sulle doiine delle iioslre cilia , Ic quali , ollrc die per le ragioni fi- siologiche apparleneiili al sesso come Monlegne, Aliberl, Culleii (1) ed allri sommi Prallici opiiiauo , devono an- dar soggelte alia congestionc dei vasi cmorroidali ; ne solo per queslo ma heiisi ancora pel genere di vila se- denlaria die desse vi menano , come beii si avvisa rHoffman (2) ; pure si osserva a di noslri conlro le |»o- tenti ragioni ed osservazioni di qiiesli sommi ; ragioiii ed osservazioni che sorgono dal I'alto e dalla espcricnza, gli uoniini in parila di circoslanze cssernc incomparaliil- nienle piii affelli di esse. Qiial ne sarebbe mai la causa, se noil r abuso die si fa dagli uni del fumar labacco , menlre dalle altre appo noi non se ne usa ? f; 0 RIASSlJfiTO E CONCLISIONE Se la conlemporaneila di abuso quasi generale del labacco funialo colla mulliplicila dei casi di eniorroidi ci porta a vederne un cerlo rapporlo di causa e di elTello; perclie non esistendo prima lal causa a tal grado , lo ef- fello di ciii e discorso non si era manifeslalo quale al di d'oggi pill frequenle e quasi generale; — I'azione pro- pria c iisiologica della soslanza ccnnala — 1' applicazione di essa qual drastico purgante in Mcdicina , — i sinlomi gaslrico-inleslinali, e le lesioni analomichc per la sua at- tossicazionc apporlale , ci confermano nella possibililii di (1) Dizion. dcs scienc. medic, torn, cilat. pag. citat. (2) id. ib. — 5j — Inl fallo, aiizi nclla ccrlezzn di doverne cio immancahil- mciile avveiiire. L' (ISO del lahacco fiimnio poi per la volalilizzazione dci siioi priiuipi allivi , o della iiicolina , niorce la lenla comhiislioiic , cosa die rilovasi dal iiuovo niclodo sopra- eilalo j-iiisla il rodiii'e. L'averc tal soslanza fiimata acceleralo la delcrinina- zioiie del lliisso eiiiorroidale in lalnni die ne suffrono , c do in ration dirella del maiiniorc o ininore uso di essa — la niinorazione nel grado , e nella diirata, c I'al- loiilaiiainenlo nella ricorrenza di della oniopalia, a teno- re die di lal soslanza I'uso se ne a niinoralo , o allon- lanalo : — lo esseisi osservalo in lalnno 1' allezionc; ina- iiifeslarsi jiiii frecpienlcmenle ncllo inverno die nella esla, (pianlniupie (piosla , e iion (piello sia propria a favorirne lo sviltip[)0 ; c cii), sccondo me, perdie nella slagion del freddo da costiii si usa di sicaro , e non nei lempi eslivi ; — il rilrovarne iiiiineiiso nuiiiero d'iiulividni affelti Ira fpielli die luniano, nienlre Ira colore die non fuina- iiu pnodiissimi, ed in niwnero assai ininore : — !o esser- nc csenli i giovaiii , die non ne fanno uso , nienlre in eoloro die ne iisaiio Inhini easi sc ne osservano: — il non sollViriie ragricollore die inahila i noslri villaggi, |)erdie di tal soslanza in simil niodo non iisa — rosser- varsi laic alTezione non rara nella "cnle di marina , die quasi liilla la uso di sicaro , beiidie per lo svarialu suo eserdzio mnscolare dovrelibe esserne poco o nieiile Ira- vagliala, — ed il risullarne piii frecpienlemenle ed in piu immero alTelti gli uoniini, die le donne , (juanlunqne que- — 5G — stc ullime , c parlicolarnienio quelle dcUc noslre cilia , per le sopra ccnnalc ragioni dcvono piii spcsse fiale cs- serne affelte , porlano chiaranicnlc a stahilirc : il tabacco fumato esscre. la pia polente causa , e forse la sola die ni nostri tempi a rcso coinuni gli emorroidi. Signori , quando Ic teorie sorgono dai liUti c que- sti nou disscntouo dalle teorie, la vcrila senibra esserue il risullalo immancabile. Quesla o cercato io conseguirc, e mi lusingo di avcrla oUenuta. Sla nel voslro esatto e dolto giudizio, a cui la somnietto ramnielterla o riget- larla , indicandomene in quest'ullinio caso , per mia istru- zione , Ic ragioni clic dalla vostra illuminata intelligenza possono rilrovarsi , cd i fatti in conlrario , die la crudita e sapicnte voslra espericnza abbia potuto osservare. Se del tuUo non abbia io poluto riuscire nello sco- pe propostomi , pure non b dubbiezza che sara per farsi buon viso dalla voslra indrdgcnza a queslc mic poche idee , prima indagine eliologica sulla quasi generalila di quesla inlercssante e comune alTezionc. SULLA STRLTTIIM CONO DEMONTI ROSSI E DE'SDOI MATERIALI MEMORIA LETTA HELLA SEDUTA ORDINABIA DEL Dl 20 DICEMBRE 1854 ATll ACC. vol. XI. \ i:: >: r s^aaii siia^tsaisaii DEL COlO DE' I»0\TI ROSSI E DE' SIOI BLITERIALI I L Geologo chc riguarda la crosla del Globo soUo una Tisla aslronomica , c noii vi trova clie lo effclto dc' fe- nomcni del condensamenlo di una A'cbulosa , o di una porzioncella scinlillata dal Sole , pel passaggio di un co- incta, si sludia a conoscere in grandc quesli fcnomeni no' gru|>pi c nclle catene dcUe niontagne , ncgli avvalla- inenli do'lcrreni, nella profondila de'mari, nella varieta delle formazioni delle roccc , nella loro stratificazione nella loro polcnza ed ostensione. Occupato dcUa grandez- za di qnesle trascendcnli lonsidcrazioni , riguarda come sccondarii fenonieni i soUcvamenli e gli abbassanienti par- ziali del suolo, i tremnoti , Ic enizioni vulcaniehe; quan- do pen* ha lissalo le sue idee sulia gcogonia , c con uno sguardo lisico si volge alia conoscenza della natura e strullura delle rocce della scorza lerreslrc : qiiando piii davvicino si pone alio esanie de' fenonieni vulcanici e dei — 60 — loro cffctti , allora ogni monlagna , ogni valle, ogiii spia- iiala , ogni roccia , divicnc oggello di accurala osscrva- zione , di niiniila riccrca, di proionda iiicdilazione per Ini. Lo innalzanienlo di uii cono di ertizione, chc av- vierie soUo agli occlii suoi slessi : la csplosione dc'malc- riali sviscerati dagli abissi di un focolarc , clic si ciiimi- lano inlorno ad una infoiala apcrlura del suolo: lo sgorga- nicnlo di un (iume di fusa rovcnlc lava , chiamano il gco- logo alia spiegazione di leggi fisiclic , chc di poco rilie- vo apparivano quando soUo allre viste contcniplavasi la crosla del Glubo; ne basla una sola osscrvazionc a dcler- niinare la qualila di un fenonieno , csalla per (pianlo ella si fosse , ehe spesso niolle circostanze si Irascurano di grave inleresse la prima volla , o per essere slate Ira- vedule o ncgiellc, o perclie sopra di altre si e niaggior- nienle fissala 1' allcnzione. Cosi noi , cui tante e lanle voile e loccalo parlare dell' Etna e de'suoi fenomeni, sia- nio obbligali a lornarvi alUa volla, ne senza la convinzione di non aver per anco esaurilo il subiello. Diniorando per qualclie tempo in iXicoIosi, nello scor- so aulunno , i Monti rossi vicini ban richiamato ancora una volla la mia allcnzione , c mi banno preslalo argo- mento d'inlratlenervi oggi , illuslri Socii , sopra laluni parlicolari rigiiardanli i loro maleriali. II i)iii Icrribilc ed il piii famoso , ncl tempo stesso, iiiccndio dell' Etna , e slalo , senza dubbio , qucllo del 1669 ; leriibile percbe con una correnle infocala di piii di un miglio di Ironic, c di dodici miglia di corso, di- strusse nudli liorenti villaggi c lerlilissime conlrade, mi- nacciando di se|>pellire anche la cilia di('alania; famosa perche avvenula in cpoca quando maggior alleiizione pre- stavasi a' fenomeni naUirali , c colUira maonjore comin- ciava a diffondcrsi in Sicilla ; e quindi da scrillori palrii ed esleri fu que!!' incendio annunziato al mondo. . — 01 — In vcrilii, so fonnidahili sono i rcnomcni di qiicslo vccchio viilcano , aiKlic (iiiando avvciigoiio nolle |)iii alte snc rci^ioni , |u'r Ic scossc di Ircmuolo cIk' 1' a(c()ni|ia- j^nano , e per le ai'cne die sparine s(i[)ra le l)iagge eir- convieine, laiilo pin Ireniendi ricscono qnando le eruzio- ni snicedono ne' hassi snoi lianelii, popolali di horgalc e di al)ila/ii)iii , e eoverli di rigogliosa ve!>('la/.i(tiie. Sono scorsi oraniai cenlo oUanlaein(|ue anni dacclie la oruzione del 1G(I!), per iin sollerraneo corso di ro- ver.lo lava di hen eiiiqne miijlia , venue ad ajirire anipia vorai^ine presso .\ieolusi , d' oiide Ira yii orrori didle IVa- j^orose es|)l()si(>iii etl i perenni gclli di scorie e di arena, venne fnori i|nel vaslo liningiori pero , piii prossime alia origine della lava, sollevando in aria nuvoloiii di vapori cariehi di arenc e di scoric, andavan formando cpiel gran cralere, che si conosce sotto il nome di M. Rossi. .Mi sara (pii perniessa una breve digressione sopra queslc bocche di I'lioco e scissure di siiolo, cbe prccedono, seniprc da alto in basse, lo sgorgo della grande eruzionc. Soiio queslc la vera e convincenle prova in contra- rio dellc leorie che ammellono tante verlicali conuinica- zioni col focolarc vukanico , per quanti sono i coni dclle eruzioni nc' fianclii della niontagna. Questa idea pub sussisterc soltaiilo per que' craleri che si trovano a niolla distanza uno dallallro, in Icrreiio nou vukanico ; ed io ho consenlilo {■I) che la rupc della Motta quella di Pa- Icrub ed il cono del craterc del 3Iojo fossero indipen- denli dalla gola principale dellKlna; ina tuiti qiielli che in grande nuniero si alzano sopra il corpo di questa nion- tagna non possono considerarsi come verlicali , indipen- denli comunicazioni col I'ocolare; imperocchc bisognereb- be suj)|)orrc crivellala la niassa dell' Etna da tanti con- dotli vertical!, per cui i niateriali dellc eruzioni s'iiilrn- ducuno e si versano al di I'uori, senza disordinare I'an- (i) Safrgio siilla cosliluzionc fisica deirElna. Alii Giocn. vol. 3." Scr. 2/ p. 57. „. _ , - — 64 — (lamcnio di allri condolli, pronti a riccvorc viilcaniche in- Ibcalc malcrie; c qucsli condoUi, ollrc a cio, dcvono cs- scrc cosi spessi e vicini fra loro, da formare tanli coni di cruzioiie, prossiini gli uni agli altri, come li veggifi- ino iK'lla parlo occidciilalc c nioiidionalc dcllKlna; senza suppoiTc qiu'Sti \(M*licali condolli iioii polrelibcio , i so- stenilori dello indipendciili cnizioni , spiegare come in ognuiia di rpicslc, non succeda sollevamonio di siiolo , e rovcsciamcnto del lerreuo vicino, die dovrehhc infallibil- mcnle avvcnire , se la forza dclla eriizione dovesse la prima volla farsi stiada a Iraverso una crosla di polcnte strato lerroslrc. Oiicste leoric cosi svaniscono alia prc- senza de' falli. Sin dal 180!), come piii d'una volla lio io ripetnlo, il niio fralcllo 3Iario Gemmcllaro, gia socio di ({uesto I'ispcUahil collegio, fn il primo a slaMlirc die le laterali ernzioni dell' Etna , si dovevano alle inliltrazioni del matcriale lavico per le laterali lendilure, caverne c gallorie comunicanli colla gola principale della monlagna; c cio dielro lanle e tanlc prove dclla comparsa di fen- diture e bocehc di esplosioni daH'aUo verso il basso, che ban preceduto 1' aperlura del suolo , eve si »; nnalmcntc slabilila la eruzionc collo sgorgamenlo della lava (1). E dopo di quella pubblicazione, nclla quale fra gli allri esem- pii si adducono qucUi della ernzioue de' 3IonU rossi, mi e toccato di verilicar cio nelle susseguenti eruzioni del 181i. 1819. 1832. 1838. 1843. 18j2, non solo, ma esaminando altre anliche correuli , ho trovato in effetlo quanlo dal mio rispellabil fralcllo si asseriva. Ed in quc- sla do Monli rossi, ([uel che la sloria ne racconla si puo verificare anche oggidi, per mezzo delle lante bocche di esplosioni, die da quel craterc andando verso la cima del- I'Elna si vanno inconlrando. (1) Mem. della Eruz. dell' Etna del 1809. Messina per Nobo- lo, 1810.— Nota 8.-" — 6S — La slruUura di qiicslo bocche e quasi la stessa; prc- sciitamlo esse Ic paroli tuUc di scorie aiiiiiionlifcliiale una siiHallra inlorno alia bocca vcrlicalmenle , da renderla come tin jxjzzo, piii die come iin cralerc, di varia spes- sezza cd a slrali; colla dilTerenza, che ove esse caecia- vaii fiiori scorie ed areno, ivi una clevazione formavasi a yiiisa di colliiiella lulla di scorie e di ijrossulane arcne formala, come nella fossa ddlc Colomhe , noil' allra vi- ciiia proprietii di iin Aiuore da Mcolosi, in (piolla di Tif- fone c di .Mazzajilia ; ove pert) il solo vapore lacevasi stra- da allraverso il sopraslanle lerreno, ivi le parcti delle boc- che sono cosliluile da'inaleriali dello slesso lerreno, e po- cliissime sono le scorie dovule alia soU(t|iosla infocala cor- renle ; come son qiieiU^ nel Irrreno di lava presso la IS'o- cella di proprielii del mio fralello Carmelo (lemmellaro. In altri liioiihi il solterraneo passaggio della lava e palesalo da fendiliire di suolo di cui le pareli si vcg- gono alterale dalla nscita degli infocali maleriali ; e di qnesle e luU'ora visibile qiiella |)rohiiigata per circa qnal- Iro miglia, presso 3lascaliiria, della li ravoli. Talche non riniane piii dnbbio a slabilire per certa la tcoria del mio fralello, cio e a dire die in lulie I'Eru- zioni deir Kliia il maleriale lavico s'inlroducc scmpre nella gola prind|iale del vulcano , c colle scosse de' Iremuoli che nc accompagnano lo innalzamenlo , si aprono delle laterali fendiliire, o gallerie e caverne sollerranee, per le (jiiali inlrodiK-eiidosi la lava, si fa slrada per quel fiance della monlagna Iin dove dnra il sollerraneo condollo , o fill dove non Irova un oslacolo al passaggio, ed ivi vien fiiOri con liilli i fenomeni della eruzionc. Toriuuido a'.)/. 7/o.s-.s/ iioi sappiamo in generate quel die avviene in una ernzione , c poca differenza piii) no- tarsi lie' fenomeni di ogiiuna. Le esplosioni sono inler- millenli: il vapore rumoreggiando caccia in alio scorie in- ATTl ACC. VUl. XI. 9 — 66 — focalc c nuvoloni di arenc, die van catlcndo ovc il vcnto Ic spins;e , sompre piii niiniilc conic piii si allonlanano dal cralere; ma intanlo ogni nuvoloiic clic scarica le sue arene forma uno slrato dislinlo, lasciando cadcre in pri- ma qnella piii grossolana e posanlo, c gradalamcnie poi la pill fina, per cui il nuvolonc cIk; segue deposila ia piii grossolana sopra quella piu sollile dello slralo inferiorc, e ne marca I'altezza ; e cosi grado grado lulla la niassa deir arena si va slralilicando , come pub ben osservarsi allorche si cava una fossa nell' arena di jXicolosi , lulle le voile clic ne vicn lalenlo. Kel modo stesso si dis|)ongono le masse scoriformi e le arene, clie cosliluiscono il cra- lere ; non perb negli islanli dclla veenienza della eruzio- ne, perclie allora la cadula dalle masse infocale , quasi senza inlerruzione, non da lenipo clic Ic scorielte e le arene si deposilino gradalamenlc a formare gli slrali , ma si mescolano luniulluariamcnle colic scorie e con Ic masse; quando poi va cessando la forza delle esplosioiii, allora il cono del cralere si forma a slrali a mantello, c I'ossa- lura di masse c di scorie viene inlcramenle coperla. Ne' giorni della mia fanciullezza i M. Rossi appari- vano lulli di minulc arene formali, ne scorie o masse si osservavano al di la de' conlorni della oriijinc della lava: sollanlo uclla cinia del bicorne si scoprivano ammassa- mcnti di maleriali piii consislenli, formali, come or ora direnio, di un conglomeralo di scorie leggierc c di arenc fine; in oggi quesli ammassi piu e piii si vanno scopren- do, come Ic arenc die li coprivano sono Iraltc giii dalle acque e da'venli; c per cui io dcduco die ne' prinii leiii- pi dclla cessazione della eruzionc, lulla la massa dc'ilion- ti rossi doveva comparire forniala di sole arene. In que' giorni la disccsa del cralere era per noi una delizia; le noslrc calcagna infossavano ncll' arena soUo ai nostri salli, ed impedivano die la precipilala corsa riu- — f)7 — scissc |)(Ticolosa in iin piano inclinalo Ji 150 jfradi; oggi (lie r arena rnanra, il Inl'o the vesle la niassa del nionte, a i>iiisa (li nianlello , c seoperlo verso la cinia c rCnde dilliiile se iion pericolosa la discesa. Or, visilando atlenlanienlc (pies[o cralerc dal lianco (li inezzogiorno , v' e inollo da osservarc da parte del i;e()l()L"0. Ouivi il cono rovcscio anleriorc e ridotlo a meno di iin lerzo ; lalehe soniii^lia piii ad un'avvallanienlo del bi- corne, eiie ail una sezione del eralere; non dinieno, qiian- do allenlanienle si osserva dalla parte di |»onenle e di Icvanle, a' due termini delia cnrva , una specie di rialto si scoriae di nialeriali piii eonsislenli, forniante dne scliic- nc diveri;eiiti dalia base, e vanno a terniinaro colie due cresle del bicorne; di niodo clie il eralere da (piesto lato offrc Taspello di un canalc inelinato abpianto indielro, piii anipio dalla parte .suj)eriore, e ])iu sirello all'injjiii. Esse e Inllo di arena di Sforie d'ogni grandezza fornialo , le quali sono linle di color rosso di ocra, piii die di giallo; cio elie lia fallo dare a qiieslo cratere il nonie di .1/. rossi. Dielro di ijueslo canale, si aprono due coni rovcsci; il priuio piii anipio e piii prol'ondo d(^l secondo , per cui tntio il iiionte dalla parte di traniontana viene ad essere di un lerzo piii basso, di quaiito lo e ncl bicorne. Que- st! due coni sono lin'ora tiitii di arene c minute scoriet- le ; il piii grandc bensi ne'suoi orii comincia a mostrare il conglonieralo simile a quello delle cresle del bicorne. Lo esame di (picsto conglomerato nierita tutla la di- ligenza possibile, percht; dee servirc a riscliiararne la en- gine , e dare s|)ieganienlo ncl Iciiipo slcsso di qualclie fenomeno delia ernzione. .\oi lo abbiamo cliiamalo info , perclii; ne ha liillo raspetlo; tanto perclit; un tritnme serve di pasla a'I'ranliimi delle scorie leggierc e di pezzelli di lava compatla, (pianlo — 68 - perche nello ammassanienlo coniparisce come slralificalo; se logli le verc cresle del bicorne ove si Irova luimillua- riamonle ayjilonicralo. La sua pasla e di iin Irilume di lava allcrata con franluiiii di pirossene, insoluhile nel- I'acqua, e cosi cocrcnle da rosislere a'colpi di niarlcllo pill dcUe slcsse scorie. Ancorche aii^glomerasse in ogni ma- niera pezzi di scorie e di lave coinpallc cd allerate, pu- re, ove resla solo per qualdie Irallo, assume sempre una disposizione slraliforme, di spessezza non piii d'una linea ordinariamenlc. Ollre allc scorie ed a'roUami di lava, racchiiule anchc ammassi di arena grancllosa, scabra e sempre misia alio slesso Irilume della pasla, die lo invesle in tiilli i punli e gli da un colorilo paglino , die varia poi in giallo o in bianco sporco. II colore predominanle peio c scnza dubbio il rosso, il quale e dovulo ad una ocra di ferro; che dal rosso sbiadalo passa per gradi al rosso jiiii ca- rico, c poi al rosso brunaslro. Egli e nolabilc , che inenlro lutti qucsli colori ab- bondano nella cresta del bicorne di levante, in qiiello di ponenlc il paglino ed il giallaslro sono dominanli ; e quivi il tufo e pill abbondanle, e le sue slralificazioni, piii po- lenli. I)i|)piu, menlre in Inlla I'arena de' conlorni di iM- colosi , i crislalli isolali del pirossene si possono a do- Tizia raccogliere, e che sono pero lulli a suporficie sca- bra, (piasi vcslili d'una laminella scoriacea , sul bicorne di ponenle dii 31onli rossi il pirossene isolalo si Irova ni- lido e lucido nelle sue fascelle , in mezzo al Info color paglino che in quel silo e quasi faliscenle , ed ha per- dula qnella aderenza che ne forma allrovc una solida roc- cia. Neir opposlo bicorne il pirossene isolalo nilido e ra- rissimo, e se qnalch' uno sc nc vedc, e quasi sempre al- leralo o in franlumi. Fuori di queslo lufo di grana piii o meno fina, che — 69 — agglulina scoric c pczzi di lava, lullo I'iiilicro cono de'iW. rossi , non proscnia masse di lave a giiisa di boinhe di vario forme, sc iioii iiilonio, alia parte di mezzoj^iorno, d'oiide sii;(tri;() il liiiine di lava clic fece lanlo i>iiaslo iiella piai,fg!a meridioiiah! deirKtiia, sino al mare di Calaiiia; il riinaneiile maleriale solido de'.W. rossi e tiillo formalo di scoric di varia !;raiid('zza, rossaslre, e di i;liiaja spon- giosa ed as|ira, colorala aiiclTessa di tulle le gradazioiii del rosso c del giallo sino al pagliiio cd al biaiico-spor- (0. Oiicsli ammassanieiili di scorie si scoproiio sollaulo iiella parte anleriore del coiio. Le due eresle del hicornc merilaiio allenzione au- di'esse. In (piella di levanle il tnfo e jdii grossolano , scahro , pieno di S(ori(^ e di |)ezzi di lava piii o meno allerala, colorato in rosso hruno e screziato di mille al- Iri (dldri; (pi(llo del iiicorne di poncnlc e di grana piu lina, aniiiiassato a giiisa di poti-nle slrato ipiasi isolalo, die menlre lornia parle del margine siiperiore del cra- Icrc di mezzo , c del canale anleriore di sopra menzio- nalo, sorge poi did piano indinalo dell" iino e dell' allro cono inverso a gnisa di rnpe. II colore della parte su- periore e jiagliiio die passa al bianco sporco, con poche scorie, ed abbondanle di pirossenc isolalo nilido, cbc fa- cilniente dalla massa si dislacca, per esserc il Info quasi faliscenle; vi si Irova pure il ferro digisto ollaedro , in niinutissimi crislalli e laniinelle; nel pello perb e ne'fian- dii della ru|)e, il colore e rossaslro, ed i materiali sono pill scoriloiini. Talclie la difTerenza di slrnlUira (Idle due ereslo dd bicorne e manil'esla ancbe ayli occhi deijli im- perili ; mollo piii die esse fonuano la parle piii alia del niarqinc di uno slosso cralci-e. Finalmenle 1' Atacamile si Irova ap|iunlo wa' Manli rossi nel punlo ove si riuniscono le due acdivila del bicorne. Or tulle (pieslc circoslanzc die si verificano ne' M. — 70 — rossi ci diiamano a Icnlarnc iino spiogainenlo, al quale mi accingo con argomeiili, Iralli sollanlo da osscrvazioni su' fenomeni dellc cnizioiii in gcMUMalc. Non e siato niai poslo in duiihio lo slalo di fusione dolia nialoria lavica , che dal focolarc del vnlcano vienc riversala o dal soninio cralerc o da un pnnlo de'lianihi dclla montagna , in forma di liquido igneo torrenle. In (]U(dlo slalo di fnsionc Inlla la pasta della lava e pene- Irala dal fnoco clie nc allcra le molocolo, o fa loro sii- birc una modificazionc, cd anclic una inlicra allorazionc; per cni la roccia ilie si fondc ncl focolare non e piii la stessa, qnando e cangiala in lava. Cosi il hasallo , al- laccalo dal fuoco mula la sua pasla compalla in velrosa: il pirossene cd ii felspafo comi)inali in massa, nioUendo in liherla i loro clenifnli discinlli dal fnoco slesso , si rappigiiano in crislalli isolali, c si goniilolano fia la pa- sla dclla lava; la cjualc vcnula fiioii dal vnlcano si pre- senla sollo un aspcllo diverso dalla niadrc roccia ; con una diffcrenza pero, che se meoo inlcnso e slalo il ca- lore, nicno allcrala si manifesla la roccia , e la lava di poco differisce dalla nalura e dalla forma prismalica del vero hasidio; cd all'inconlro qnanio piii violonio e il fuo- co lanio |)iu si Irasforma, ed una roccia lulla dilfcrenle ne nascc. i\oi osserviamo infalli, che Ic prime lave del nosiro Etna sono nieno velrose c scoriformi delle piii rc- ccnli, e non han perdulo del luUo la forma prismalica; nienlr(^ quelle posleriori , quanlo piii si allonlanano dal- Tepoclic anliche lanlo piii velrose, scorilicale cd informi si fanno. Vero c che quesla marcalissima differenza pno al- Irihnirsi all'cssere le niodcrne lave originale non gia da hasallo, ma d' anliche lave stesse allaccale nuovanienle dal fuoco vnlcanico , e qnindi non prodoUe dalla sola inlen- silii di qucslo fuoco ; ma non si pui) negare pero che — 71 — qucslo polcnlissinio iinnile opcri scinprc jtiii grandi al- lerazioni iicllc rot'oe qiianlo inaggiore e la sua iiilcnsita. Molli ('S('iii|ilari ci |)i'('slaii() i cialcri del noslro Kliia, di rocce il di ciii iiiicico iiioslra la iialura di una lava coni- palla con dislalli di pirossonc c fclspalo inalterali, mcu- Irc il rcslo della niassa si vcdo caiigiala in una roccia (juasi Icrrosa c lalisccnlc, S|)t'Sso anclie spongiosa, e lal- volla polvernlonla , ininiczzo alia (piali; conscrvano lutta- via inlalla la loro iiiinra i ininorali ciislallizzali. Alia inlonsita del fuoco si unisco pure la iunga sua pcrniancnza : od a (picslallra circnslanza allrihuir dob- bonsi lutle quelle allcrazioni clio soffrc la lava nello stato di rnsiouo ; come a dire la vili'ificazione, il vaiio grado di scoi'ilicazione, la fnsione velrosa, che giungc a riduria a scorrerc slalatiSicamente, e spcsso ancora in soUili Dla- incnli , cho si agglonierano como lanli goniiloli sul jjiano ove percolano; e la inliera allerazione della pasta, die dir si polrelilie (piasi c(ilci)Hila , coni'c qnella or era nicn- ziouala die lalisconlr; e jtolverulenta divienc. E tornando a'fenomeui della ernzioue, la materia la- vica fusa eiilro il focolare delvulcano, non pu(» i»er sola espausione del calorc , soUevarsi sino all' apertura della gola del cralere die rare volte; ed allora quasi nessuno de' grandi lenonieni della eruzione si uianiresla, traune di qualche sollevamento, quaudo la lava non iscaturisca dalla gola del vnlcano; cos'i e avvennio nelle antiche rocce pi- rogenidie, le (|uali per sola es|)ansione di calorc si son fatta strada atlraverso della crosia del (Hobo, ed ban pro- dotto il sollevanienlo e la dislocazione degli strati delle sovraincoinbenti rocce. I fenonieni pero delle eruzioni e diiaro die sono dovuti all'allra |)0tente causa, come piii d'nna volla mi e toccalo provare, nelle niie mcnioric di argomenlo vulcauologico (1). (I) Sa'cr;ileri di sollevamento e di eruzione ec. ec. ec. — 72 — Alia forzn del vapore e tiitlo dovulo quanlo si os- serva in una oruzionc. IVoi non cntrcrcmo nclla ricerca della originc di queslo agcnle, nol focolarc del vnlcnno, ncssuno pno nogarno la presenza ncUe crnzioni ; sc poi I'acqua vi poncira per sollerranei nieali die lian conimu- nicaziono col mare: se proviene da inlerni serbaloj di cssa fralle cavila della scorza terreslre, poco rileva il saperlo, menlre la siienza non ha in cio allro bisogno chc assi- curarsi del conlallo deU'acipia colla infocala massa del I'ocolare ; e su di cio non cade argomcnlo in conlraiio. Ridolla I'acqua a vapore , cd accrescendo di due niila voile quasi islaulaneamenle il suo volume, non so- lanientc solleva in alio il maleriale lavico die si oppone al suo sviluppo, ma lo allacca in ogni nianicra ; ed a sc- conda dello slalo in cui quel maleriale si trova, lo porla seco sollo varic forme; sminuzza, slritula riduce in [tol- vere quella parle della infocala massa , clic avendo piii dimoralo sollo la inlensilii del fuoco e ridolla quasi ad una calcinazione , c la porla seco fuori dalla gola del vulcano in forma di cenerc grigiaslra , o Ijiancliiccia ; Iri- tura la parle scoriacea e semivelrosa rigellandola in for- ma di arena di varia grandczza, sino a piccole scoriclle: ne slrappa della scorie leggcre e nello innalzamenlo della lava anclic masse interc ne dislacca, cil informa di bom- be e di pesanli cilindri le fa caderc alia base del novello cono di eruzione. Quesli fenomeni si ripelono |)er tullo il tempo , dello incendio ; il quale perdura (inche havvi hel focolare iiialeria lavica allaccala dal fuoco , e spinla in fuori del vaj)orc. Abbiamo cosi, in ogni eruzione, gcllo di cenere e di minulissima arena ne' primi islanli, (piando la violenza del vapore c massima, per I'oslacolo die gli presenla la lava slessa, die esso va spingendo in alio , ed e allora che pill gagiiardamcnle la sminuzza c la slritola ; seguo- — 73 — no Ic arcne piii grosse c le scorie, e grado grado poi lo masse di luaggior volume , le qiiali vaii cadendo al- loriio la hocca chc! da uscila airiiifocalo lorrenle e van formaiido il cono del niiovo cratcre. Esso qinndl c co- sliliiilo deirammassamenlo di lull! quesli malcriali, Uimul- liiariameiile incscolali. Succcde |>ero spesso, e polria dirsi quasi sempre, die noil una sola Iiocca si apre nel piincipio della eru- zione; se nc vcgguno ora una, ora due, ora |)iii ancora in alio da onde sgorga la lava , e da quesle non vengon. fuori die arene, c piccole scorie sollanlo; menlre le mas- se |)iu volnuiinose sono cacciale da (piella die e coinunc alio sgorgo della correnie ; per cui i coni di quesli altri cralei'i, ccssala ia eruzione, si Irovano ahbondanli di sco- rie e di pndie arene, (piello peri) dove ha |)rindpal po- slo rineendio si va I'ormando un' ossaUira di masse di ifrossa mole di scorie di ogiii grandezza, die 1' arena va agglomerando e finisce col coprirle inleramenlc. Or, ne"J/. ro.ssi lulli qiiesli I'alli sono palesi, (co- me in ogiii allro de'lanli coni di eruzione sparsi su'liaii- chi (lell'Elna) ed evidenti in modo, die ognuno, benche non inleranienle al falto di fenomeni vulcanici, sen per- suade ad una seiii[)Ii(e osservazione. Tre crateri, come abhiam dello, ne formano la mas- sa. .\on inliero e ([uelllo d'innanzi, donde ebbc origine la lava; profondo e sj)azioso quello di mezzo, alquanlo pill piccolo quello di dielro. Un'altra profonda bocca si apre a jioca dislanza dal cono de'31. Ilossi, delta Fossa dcllf coloinhc; e molle ailre conlar se ne possono pin alio dielro M. Fusara , le quali seguono la slessa linea verso la cima deH'Klna. II primo mezzo cralerc e lullo pieno di scorie, di malcriali di grossa mole di masse, di lave coinpalle e pesanli, e di bombe, le (piali nella mas- sima parte lianno la figiira fusiforme, con una s[)ocie di ATTI ACC. VOL. XI. 10 — 74 — crcsla che va direttamenle clall'uno all'allro apice (1) : li duo allri sono di arene e di piccole scoric. Le arene poi the venncro fiiori da qiiolla onizionc sono sparse so- pra nil' area che circonda i M. rossi per piii iniglia di eslensionc. Ci resta a ragionnre hrcvenicnte sopra la formazione delle cresle di lufo del bicorne , vale a dire di qiiello die agglonicra Ic piccole scoric ed i pezzeUi di lave com- patle ill lino, c quelle di grana piii fina abbondante del nitidi crislalli di pirossenc nell'allro. Si e osservato che le cencri e le minute arene, pro- vano la violcnza del vaporc che allacca la maleria lavica incandescenle nella gola del vulcano , c quindi esser le prime a caderc nel principio della cruzione. 3Ia qui, nei 31. rossi, il lufo che di ceneri e di arene e forniato si trova nella scorza superiore del bicorne ; pare cosi che esso e slalo formalo al lermine della cruzione , quando il vapore non e piii della slessa inlensila, ed ha scemalo di molto la sua violenza; si e pero anche conslderalo che quanto plii a lungo e reslala la lava esposla all'azione del fuoco, lanlo piii allerata e scomposla diviene, e fa- (1) La coslante crosla scabra di quoste bombe, che da un'apice alFallro, a guisa di spina, si solleva sopra la meiio riivida super- ficie dol leslo del corpo di esse, lia fallo nascere il ponsierc d'in- daganie la origine e darne una spiegazione. lo penso che essendo qiieste masse una pnrzionc della fusa lava die viene dalla gola del vulcano , e che il vapore va strap- pando, spinle in alto con inoto rotatorio vengono ad assuniere la figura fusiforme, ossia di due coni riuniti per la loro base e lermi- nali dagli apici ; e lasciano scabra sollanto quella linea inarginale che si forma quando il moto rolatorio ha ccssato di agire siilla pa- sta nudle, perche grado grado si e raflVeddala , ed lia lasciato ivi la porzione che non ha poluto contornare. Potrebbe ancbe avvenire ([uando i pezzi di scorie vengono fuori in forma di falda , che rotolandosi sopra se stcsse nella caduta la- sciano scabro il marsine ch'e restalo all'infuori. 7«I cilc ad cssor finissimamcnlc slrilolafa ; rosi e naluralc il deduiTO, clie sicronic T ultima niassa del iiialcriale lavico e stata nel foioloracc piii a lunno csposta aira/ione del fuoco, cssa e slala ridotla a quello slato di calcinazio-' ne, in ciii veiiiiiaiiio caii^iale le siiperficie di quei pozzi di lave die soiio slali Imiganienle a coiilallo del fuoco iic'craleri ; cd il vaporc ha poUilo allaccaria c porlaria in alio, senza Msogno di eslrema forza, in minnia arena e cenere , anclic (piando era niinore la di liii inlensifa. II celehre Spallansani spiegava felicemente il Irovarsi tanlo grande qnantila di |)ir()ssene isolalo nell' arena di IVicolosi ,, rigellata appnnlo dalla eruzioiic de'.V. rnssi , diiendo « die siccoiue il I'uoco avea coinpeuelralo la massa d«lla lava, ed il vapore avea ridotlo ad arena ed a pic- cole scorielle la pasla di essa, il pirossene die avea re- sislilo al liioco reslava isolalo, hendie vestilo da una pa- tina seniivelrosa di fusa miniilissima arena, ed in tal inodo rigellalo dal cralcre , inimezzo allc arenc ed al minulo rapillo scorifurme, nel quale pur qnaldie crislallo di pi- rossene si trova lullavia atlaccato. ^el modo stesso si puo spiegare il rinvenimento del pirossene nitido isolalo nel tul'o (Id liicornc oecideniale ; con la difTerenza die la la- va, da ciii quel Info proveniva era quella come alihiam dello, pill scomposla cd allerala dell'allra sollanio fusa, clie il vapore riduceva ad arena ed a scoric ; e quindi il pirossene ne usciva nilido non essendo ne fusa ne ve- Uosa la massa die lo conleneva, ma ridolla sollanio ad una specie di cenere compalta. 3Ia [terclie queslo Info a pirossene isolalo si Irova amniassalo assai piii nel bicorne di ponenle, ed in iscarsa dose in quello di levaiile, ovc allinconlro abbonda I'al- Iro pin grossolano pieno di scorie e si vagamenle colo- ralo ? ^011 e diflicile spiegar qneslo fatlo , se si rifletle che Ic arcue e le scorie nel nionicnlo die vengon fuori — 70 — dal cralere co'nuvoloni del vapore die Ic spinse, cedendo alia forza del vcnlo die domina vaiino a caderc dal Into opposlo del suo solTio; per cui i coni di quesli craleri lion sono quasi iiiai di iiiassa iiguale e di uijiiale altezza di niargini. Cosi, per cagioii di escmpio , la Calvarina allissiiiia ncl iiiargine di Icvante del suo cralere uiostra, die durante quclla eruzione spirava quasi coslaulemenle il venlo di poncnle ; lo slcsso diniostrano Serrapizzula, S. Nicola, Gervasi, cc. cc. AH'inconlro M. Pcliisi) M. Pileri sono piii alii nel iiiargine di ponenle , perdie il venlo opposlo dominava nel tempo die forniavansi quel coni; c per non dilungarnii, e una prova del solo donii- nantc soifio di tranionlana il cralere di M, Arsn , i di cui margini sono di uguale allezza a levanle ed a po- nenle, pcrciie quel venlo spirava frammezzo alia colonna de'nialeriali lanciati dalla esplosione , ohhligaiiddli a ca- derc, dalTuno e dalTallro lalo. — Taldie guardando sui niargini di lulli i coni de' craleri di eruzione die in lanlo nuniero si alzano sopra i liaiidii ddi'Elna, ])uo ognuno conoscere sollo quale spirar di venli furon'cssi aniniassali. Tale si e lo spiegamenlo die dar posso , co' mici scarsi lunii de'fenonieni die presenla oraniai il cralere de' M. Rossi , il quale merila aiicora 1' allenzione del vulcanologisla, finche non sarii grado grado sliguralo del suo vulcanico orroroso aspello , dalla induslria agricola die allignar vi fa a poco a poco gii allteri a frullo e la vigna, risarcendo in parte i vicini abilanli da' danni dalla eruzione prodolti. PnOSPETTO DI ill not I ilill NIOLLUSCHI, CIRROPEDI, ECHINODERMI ED ALTRI ZOOFITI VIYENTI E FOSSILI DELIA SICILIA corr UlfA RCOVA DISTBIBCZIOIVE GEOGBATICA DI QurSTX AITIHAU PER SERTIRE DI BASE AllA FAlJfA GESEBAIE ED AHA PAIEOMTOIOSU SICUIASE per il socio attiro PROF. WDREA AMDAS lello nolla scduta ordiuuria del 22 fobbraro 1835' ATTI ACC. VOL. XI. 11 Iti ,i(iO^'!j;.Oi. Af.i.iu:- r[ r:\ i. :i,'):iv'. ;. ' k ;:;: v.:. ' r; .:?!;i/!' Quid potui feci, faciant meliora potenlcs. SIaiuuie. r \J\ somina de' falli diligenlemcnlc osservati , accurala- mente descrilli e bene coordinali costiluisce, o Signori, il hasalc di onni scienza di osservazione. L' iosierae dei priiicipi dai falli dedolti, tra loro con nesso filosofico le- gal! ed armonizzanli, forma il oorpo teorico della scienza incdesinia. Laonde raccogliere i falli, coordinarli e ridurli a priiicipi goncrali, ccco le Ire operazioui principal! che concorrcr debbono alia coslruzione dello edificio scienti- Gco. Or a raccogliere i falli c dcscriverli e nccessaria r opera di niolli : cd avvegnache a cio fare fia d'uopo di un lalenlo di osservazione non comune, pure molli pos- sono a lal fine riuscire ; saper coordinare pcro i falti spella a pocbi, ed il ridurli a principi gcnerali a pocbis- simi, e son dcssi gli uoniini di clevalissinio ingegno, do- lali allamente della facolla di ben giudicare, di aslrarre e di generalizzare ; a nieglio dire gli uouiini di genio. — 80 — Applicando al fallo quesle idee general! cd univer- salnientc note, c pcculiarmente a qiianto si c operalo in fallo di zoologia appo noi , Irovianio die molle scoverle si son falle a queslo riguardo da'siciliani zoologisti, niolti fatli nuovi sono slali descrilli : ma giacciono divisi, iso- lali, sparpagiiati. Pero, in lale slalo rimanendo, qual pro per la scicnza? A dirlo francamenlc o nullo, o pochissi- nio. E scendendo a piii minuli particolari , in nialacolo- gia, pill chc in ogni altro ranio della scienza zoologica, si sono i naluralisli siciliani versali: eppure la sola opera del Philippi splende, o Signori, di cliiara luce neH'orbc letlerario ; c perclie? Forse per il niimcro delle specie in queir opera regislrale? Nonimai ; perclie di specie se ne sono scoperle da' nialacologi noslrali piii di qnanlo egli ebbc la forlnna di rinvenirne, non lasciando di trar pro- fillo dall'opera del Poli, dal calalogo del Cosla, e dalle nienioric del Bivona ; ne per la eslensione dell' opera , la esallezza delle descrizioni, o per altre parlicolarita di nii- nore ifliporlanza; die, quesli son pregi, invcro, e pregi grandissimi : nia non risicde in essi il nierilo principale di quel bel lavoro ; pinltoslo si dee a lui laude somma e nierilala per aver sapiilo coordinare i falli malacologici da allri svariatamenle ed isolalamenle osservati, ed averli giudicali con sana crilica , e per avere i niollusclii lulti vivenli e fossili da lui riporlali , geograficanicnle dislri- builo, Iraendo da quesla dislribuzione delle deduzioni ini- porlanli non solo per la zoologia siciliana , ma per la scicnza in generale eziandio. Si scorge adunque cbiaramenle, il percbe tanii Invo- ri di malacologia siciliana venuli in luce dopo la pnbbli- cazione della opera del Philippi non abbiano allirato, qnan- lo essi merilerebbero, I'allenzione de'doUi: cioe, jier es- ser divisi, isolali, non coordinati: percbe non I'ormano nn quadro generale, perche, diro cosi, non hanno prospclli- — Si- va. Dale ad cssi una disposizioiic armonizzanlc; logatcli, cioe, insieinc ; asseslatcli bone, poneiuloli in inlimo rap- pni'lo IVii I(»i'o; collocaloli sccondo il i^inslo ])iiiil() di ve- dula ; I'd allora vi daranno un rcsullalo chiarissiino ed utile al lempo stesso per la scienza. Kcco cio , 0 Sigiiori , cIk; non si e fallo siiiora in nialacoloi^ia ed in allri rami di zooloi^ia niizionale: cd ecco (|uaiilo si desidora , c gioco-forza e die si faccia, non solo per r anlidello , ma per lanio allre hiionissime ra- gioni . die io scendo a molivare. K statu gia dcllo, (lie, ])OSiia alia pidihlicazione del- la fauna dci mollnschi della Sieilia del naluralista di Cassel, niollissime specie nnove del Intlo , o niiove par I' isola nostra, sono slate rinvennte e descrilte da' molaeolo"i no- slrali, e (piesle descrizioni rilrovansi in varii fogli pcrio- dici, in rislrelte e staceatc monogralie, ed in opuseolelti di mole pircolissinia clie andranno a smarrirsi sicnramen- te, e (jiiindi senz' ordinc e senza classilicazionc. Fa d'uo- jto (huupie riunirle Inlte fra di esse ed a cpielle descrilte dal Pliilippi, e giiidicarle nellanienle e rieisanienle. Arjogi a cio , die dei molkisdii fossili della isola nostra il lodalo IMiilippi enumero (pielli sollanto che nel lerreno lerziario si rilrovano. )Ia, non si avendo qnesla sola forniazione in Sieilia, hisogiiera leiier coiilo di ([uelli aiicora die in allii terreiii rinveiiyonsi. Kd ecco un'allra iinporlanle agginnzione da farsi. 3Ia non isla in cio il liillo; conciossiache: presento e vcro il Pliili|)|ii in line della sua opera una distril>uzio- nc i^cogralica de' mollnschi vivenli e fossili della Sieilia; jnirc. (pianle aggiiiiizioiii non dovrdihero farsi a (pieslo piano di geogralica malacologica dis|)osizione ! Varie loca- lila novelle sonosi scoperte dal (lalcara , da mc e da al- lri zooldgi in questi ultimi tem[>i , e consegnenlciiieiile numerose sj;ecie nuove per I' isola nostra, le quali dcMto- — 82 — no trovar posto e venir collocate in talc distrlbuzionc. E chiaro dunque il bisogno di rifonder del lullo quel lavoro. Finalniente noi non abhiamo ancora una Fauna ge- nerale per la Sicilia, ne una Paleontologia sicula, sebbe- ne ci Irovianio in possesso per i luini ed i lavori dello egregio socio |)rof. Gemmellaro di positive conoscenze gcologicbe deH'isola nostra. E veramente, per il manco dei inczzi , e per la deficienza di pubblici musei , di opere air uopo neccssarie, e di uoniini in talc studio vcrsatis- sinii, e cosa dillicile ad oltranza per ora asscguire un tanlo scopo. Ma ove al calalogo de' niolluscbi e dei cirropedi vivciiti e fossili dclla Sicilia si unisse qnello dcgii ecbi- uodernii e di tutli i zooliti siciliani da noi conosciuti, e lulti considerali bcnanco, od almcno esposti secondo le lo- caliia varie in cui si rinvengono, o meglio, in quanto ai fos- sili, secondo i lerreni ai quali appartengono ; si avrebbe in tal caso, sc non una vera e completa Paleontologia si- ciliana, ahneno i principali e piii iinportanti elenicnli di qucsla grandc opera ; cssendo da considcrarsi die la Pa- leontologia francese del Signor U'Orbigny non coniprendc gli aniniali di tutte Ic classi e di tutli gli ordiui , ma sui niolluscbi si versa c gli radiarii sollanto. Dal tin cpii delto cbiaro emerge, o Signori, il bi- sogno di una nnova fauna dei niolluscbi, cirropedi, echi- nodernii ed allri zooliti della Sicilia viventi e fossili , e di una nuova distribnzione gcografica dc'medesimi ; cio che solt'allro torno vuol dire coordinamento dei fatti Zoo- loc'ici osservati e raccolli in Sicilia , coordinamento non o ... dillicile ad ottenersi, non trattaudosi di ridurre i fatti a conscgnenze molto generali , io cbe si appartienc, come bo dctto a principio , agli uomini di altissinio ingegno. E da gran tempo die qnesta idea mi si e all'acciata alia mentc, ed io la mauifestava nel mio prospctlo della Sloria della Zoologia siciliana nel Secolo XIX , c 1' bo — 83 — spesso vnghctrgiala , e piii di una fiala ho fallo il pro- poninienlo di mandare ad eircllo quel niio pcnsicro; pro- poninienlo chc diotro alcune riilcssioni io stesso ho man- dato a viioto piii d'liiia volla ancora. E qucste ridessioni risguardavaiio da una handa la imporlanza e la cslensione della iniprcsa , c dall' alira me medisimo; imperocclie ho credulo le inie forzc iion esser lali da polorla coiidurre a hnc , non essendo qucsli lavori siiciililici ordinaria- mente se non sc il risullamcnto dcU' opera di piu scien- ziali a un tempo. Cio uon di manco osservava con pcr- sevcranza , raccogiieva numcrose osscrvazioni , studiava sur esse, ed accumulava materiali a maleriali, sporando chc allri avesscro polulo con meco collahorare in lanlo divisamonlo. Qncsto soccorso perb mi b mancalo scmpro; e per colnio di disavvenlura il malauguroso anno 18j4 vide mancare dalla Sicilia alcuni dci pochi zoologisli che ci nvevamo, lali che un Calcara. un Cocco, un Testa ed altri. II mio aniicissimo , e noslro hravo socio Gactano Giorgio (Icmmellaro, che io aveva scelto a compagno in tale opera, trovasi hingi di qui, e solto il hel cielo della popolosa Parlenope, onde farsi grande nella chirurgica scienza precipnamenle , non che nella Geologia e 3Iine- ralogia ; e cosi le mie speranze di aliena cooperazione sono andalc a vnolo complelamente. J\on di meno, avve- gnache solo, io mi son' oggi deliheralo a non piii desi- slore da un proponimento le tantc volte formato, comeche per allretlante dislrulto ; e cio non perche I'animo mio trovasi conforlato dalla idea lusinghiera di un premio e di una qnalsiasi riconqicnsa; ne per hramosia di gloria, che, le cose mie non ponno dar nel segno , ma perche suonano ancor forli al mio orecchio le parole del dolto nostro socio Prof. Tornahene, qnando diceva in una delle nostre puhhiiche lornato che i lavori dei zoologi siciliani asseguirehhero Io scopo di vera ulilitu, solo qnando affa- — 84 — sciali e insicmc coordinali, formassero un tulto proficuo per r avanzanicnlo dclla scicnza; c fjueH' uonio, o Signori, parlava a' Giocnii! La niia csilanza , le niie perplcssila, i iniei diibbi allora cessarono, essi dilcgiiaronsi del UiUo dair aiiiino mio per cederc il poslo ad una risoluzione de- cisa, lerina, oslinala pure. IVasca quel che sa nasccrc, la mia opera, dclla quale oggi ho crcdulo niio dehito darvene ragguaglio, e Irac- ciala anzi in gran parte fornila, e vi ho inipicgalo lulte le niie forze per renderla e farla riuscire quanlo piii utile mi fosse stato possihile. Ma qual' e il piano di questa opera? Che cosa essa racchiude? Quale il suo scopo? In quanto alio scopo , essa dovra servire di mate- riale alia Fauna generate ed alia Paleontologia della Sicilia; per tull' altro, ecco quanto e necessario di esporvi illustri Consocii. Pria di tutlo la niia opera prcscnlera un catalogo generate di niolluschi vivcnli e fossili Siciliani. Esso com- prendcra non solo le specie dal Philippi enumerate e de- scrilte, ma quelle lulte eziandio che sono slate in pro- gresso di lempo scoperlo dai malacologisli noslrali , le quali non son pochc, ma piii dclla mcta di quelle. Le specie riportale dal Philippi vcrranno solamentc indicate: perche la fauna del naturalista di Casscl c in mano de' zoologi siciliani e slranieri , e quindi sarehhc quasi una inutile ripetizionc; dcUe allre tulle indislinlamente si no- teranno le frasi diagnostiche laline , le localila , le di- mensioni, e le variela non conosciule, Iralasciando di tra- scrivere le osservazioni in quanto a quelle sollanto che trovansi descritte ncgli alti della nostra Accademia, che fa- cilmenle possonsi ricercare e sludiarc. La descrizione di ciascuna specie sara accuralameule disaminata , ed ove occorrcra il Lisogno modificata, corrella, migliorata. Vi — 83 — si Irovonimio in foiisonuonza dalle niiove osscrvazumi c (lelle aiii-iuiilc iiii])orlaiili. Iiiiiiio del calalogo i;cncralc delle specie inalaeoloi^i- che viveiili c fossili e della liallazioiie jiarlicolare di moHe Ira di esse, Iroverii poslo la loro disposizione o disliihii- zioiie ij(e()ij;ratiea, preseiilaiido le dediizioiii clie si polran- 110 cavaie dal |)arallello clie veirii isliliiilo Ira le specie vivenli e le (bssili, e Ira le fossili di specie pcrdula , e quelle di ciii lullora si riiivcngono iie' liltorali della Si- cilia le analoglie c Ic idenliclie formazioiii. E si puo as- seiire noii essere di gran luiiga superiori |)er nuinero i iiiolliisclii fossili rilrovali dal Pliilippi in Sicilia a ([uelli che si sono scoperli da|)poi: avenilo in considerazione tulle le specie per la gran parte cslinlc ne' noslri luari cLe lurono scopertc in Allavilla dal (lalcara e da me, alle quali Lisogiiei'a aggiungere (pielle tulle da nie descrille tt rinvenule nella conlrada Gvavilelli presso 3Iessina , c le allre delle viciiianze di Floiidia non ancora da me cnunierale, ed allre [lure apj)ar!enenli a differenli localila. Per lal lavoro io non lascero di Irar prolillo dalle osscr- vazioni falle sni fossili delle vicinanze di Cefalu dal IJa- rone di 3fandralisca, dei dinloriu di Yizzini dal Ctv. 1). Vinccnzo Cafici , di Siracusa dal D/ Alcsscndro Hizza , dei conlorni di Caropepe dal P.° Lett. I), (liandjallista Calleranie, dei terrcni di Calalagirone dal Cav. Emnia- nuele Taranto ec. ec. Lc specie scnpcrle da quesli dolli cd ardenli col- tivalori della sloria naliiralc siciliaiia , le quali in parte mi sono slalc conumicale, saranuo da me scrupolosamenle indicate, volcndo che ciascuuo di cssi si abbia la sua |)arle di lode in cpiesto lavoro. Cosi si polra scorgere di leggieri quanlo (juesla novella disliibuzione geograGca sia per riuscire superiorc a qiiella che si trova esposta ATTI ACC. VOL. XI. n« — 86 — iicir opera ilel prof, di Casscl per le nuovc scopcrlo die si sono I'alle sui fossili della Sicilia. Coni])iiiIa la fauna dc' niollusclii vivciili e fossili deir isola nostra, si passcra al calalogo d(!i Cirropedi no- slrali. Quesli non andranno comprcsi Ira i niollusclji; pe- rocehe niollnschi non sono: anzi si e rilcvalo dopo accu- rate indagini e diligenli osscrvazioni die essi appartengono ai Crostacei, e die costiluiscono una sotto classc di quest! animali. Vcro e, die essi lianno una concliiglia ed un nian- lello: ma ue' priniordii della lore esislenza essi son cro- stracei e del lulto crostacei , c vaganli in mezzo alle onde; ed in progrcsso di eta si fissano or per lo mezzo di un peduncolo ed ora immedialamenle ai corpi duri , e cosi or son peduncolali ed or sessili ; e fissati, si sfor- mano, e si cuoprono di una specfe di manlello pressodic alia maniera de' niollusclii , die segrega la materia che dee servire alia costruzionc della concliiglia , risultanle generalmenlc di piii pezzi, rimancndo pure con quelle di loro palte primitive arlicolate ed in grande nuniero, die servono alia prcensionc degii alimenli , e per allri par- ziali movimcnli, e che sono conligurati a mo di cerri , dal die dctti cirropedi , o aventi il picde in forma di cerro. Or quesli animali dall'immortale Cuvier furon col- locati tra i niollusclii, e cosliluivano sccondo lui la sesta ed ultima classe di essi ; oggi pero , come io ho pre- mcsso, formano una sollo dasse dei crostacei. Verranno in seguito Irattati gli cchinodermi o eclii- nozoarii che formano la prima divisione degli oozoarii (I zoofiti. Io lio n'lh dalo in luce nc' volumi della nostra Accademia un iavoro riguardante gii echinidi o ecliino- artrozoarii della Sicilia : e quesli saranno disposli con mi- gliore ordine e secondo una niia propria dassificazione , Mi sara d' uopo aggiungervi la descrizione delle specie spetlanli agli allri ordini , cioe agli cdiino-clmintozoarii — 87 — 0 ololiiric , agii cchino-asterozoarii , o nslcricli, eil agli ccliiiio-crinozoarii o crinoiili die si rilrovano in Siciiia alio slalo lossilo e vivonlc. l)i niolli allri zoolili vivcnli c fossili daro il catalogo con le a|>posilc iloscrizioni, calalogo il quale non polra al cerlo riuscii" coinplelo, pcrclie a cio fare abbisognarchhero |>iii larglie ed cslcse ricorclie ; ina notero luUe quelle s[teiie die mi e accadulo di riiivenire cd osservare, o die sono slate da altri menzionalc, non tralasciando di occu- |iarnii de' rizopodi die forniano il prinio ordine del pro- lozoarii. Ecco quale, o Signori, si e il piano della mia opera. Tihe cssa sia necessaria , almeno per servirc , come ho dello a priiicipio di base alia F'auna generale ed alia I'a- Icuiildlogla della Siciiia , io non ne dubilo ne pnnlo ne poeo. Se essa poi, da lue inlraprcsa ed a fine condotla , sia per riusdrc o |iur no tanlo proficua alia scienza qnanlo necessaria, e qucslo un quesilo chc non locca a nie [di risolvere. Si apparliene a voi ornatissimi Colleghi giudicarc sulla iuqtorlanza e la ulilila del progeltalo lavoro , come idlronde voi medesimi gindichercle dell' opera intern, chc I'ra breve sotloporri) al vostro savio discernimcnto. E sii pubblico il vostro giudizio; il quale se fovorevole , sara |»er nie larga e nobile ricompensa alle niie faliche ; se conlrario, non solo nou mi cagionerii un doloroso penli- nu'nlo, ma mi spingera a far meglio moderando la mia arditezza, e corre!i"en(lo i miei errori. ',..■'( ■ ]_i,. .r FRATTIJRE COMPLICATE NUOVE OSSERVAZIOM E Rll LESSIOXI DEL SOCIO ATTIVO prof. <^uplio Ucina LETTC Jicllc scdulc ordinarie del 12 marzo c 12 aprile 18oS ITTI ACC. VOL. XI. 12 ^VC'J'.; ;ri.j(; ii r ■» arli niolli die Ii ciioprivano. La febbre frallanlo fii moderala ; e solo iiei gioriii vcnlesimo primo secondo e lerzo avvenne nolabiliiu'iile risenlila c fu scguila da enterile. L'iiiferiiio tio inaigrado al qiiinio mesc guari. 11 melodo ciiralivo iiilcrno coiisisle principalinenle nei- I'uso della decozionc di corlice peruviano , dapprima iinito a goccc della misliira aiilifebbrile di (lliilloii, poi al lalle. La piaga era ripulila con decozionc di fiori di eaniino- niilla e ricopcrta con dclle filaccichc spalmate dello bal- sanio di genevieve , alle quali soprapponevasi un calapla- snia anlisellico (1). * OssuRVAz. '.i.' Francesco Zappala di Calania del- I'ela di anni cin complicate . die descrivo, spesso Iki iisato con nolaliilc s-ucccsso ol- trc ai inezzi dai |)roj;rossi lerapculicl sporiincntali ulili in sillalto stato palologico il cataplusinu anliseltico ml conlusiones Dolce't. — De- cile , menlrcche vcrsava in un crogiuolo credendoli ramc inservibiie , un pugno di fulminanli , qncsli accesi nella mano slessa scoppiarono. Quindi le quaUro dila , eccel- lualo il poUice , rcslarono nnililate a meta, tutli gli ossi del nielacarpo e laluni del carpo furono rolle a schegge piccole , e V aponevrosi palmare , i tendini flessori e le arcate palraari deslrulte da ferite clie penctrarono il dorso della mano. L'infcrmo entro nello slabilimcnto poche ore dopo il successo (nel di 27 agoslo ). E primieramcnle si nolo, die al decimoquarlo giorno avvenne copiosa emorrogia dalla palmare profonda, clie ccsso merce la pressione locale; inoltre i due dili mulilali, cioe il minimo e I'an- nulare, riniasero relralli suUa palma, e uon ostante i mezzi adoprat! fii impossibilc rialzarli , esscndo slato deslruUa , come sopra dissi, I'aponevrosi palmare. Egli poi usci dallo spedalc dopo qualtro mcsi di cura ; ed oggi pno oprare talmente, die soffre podiissimo impaccio, II nielodo curalivo non lii dissimile dal precedente ; cioe: anliscUico; meno dei prinii giorni , durante i quali bi- sogno adoprarsi il sanguisugio locale le bagnature fresclie della posca ed i calaplasmi cmollienti. OssKRVAz. 4." Giuseppe Lopresli catanese , dell' eta di anni 52 campagnuolo, di lemperamento bilioso, di buo- na costituzione , alTetlo quakhe volta da I'ebbri gastro- epatiche nel mesc di Agoslo del 1824 fii ammcsso nel- lo spcdale avente una soluzione di conlinuita delle parti nioUi, die occupava tulto il dorso della mano sinistra con- giunta alia fraltura comminuliva della prima scconda c ter- za falange mclacarpiana, ed a fraltura semplice delle al- Irc due falangi del nielacarpo, i bordi di essa ferila erano amniaccali dilaccrali e rovesciati al di fuori; ed altra simile ferila, ma piii piccola, nella palma della mano e coi bordi similmente ineguali ed infossali. Ambedue erano in coniii- — 91 — iiicnzioiic. Iiiollrc liilli i Icndini flcssori t-d oslcnsori co- niiiiii c propri dpi dili, iion (lie i imiscoli loiidiricali od iiilorossci, lo arcale pnlmari vascolari c iicrvoso c Ic apo- iicvrosi ;Miporlicialc c jMuloiida erano deslrulU!. Divorsi lon- dini rininncvano ponsoli tra le ferlle c specialniciile tra •piclla al dorso dolla inaiio. La causa era stalo lo scoppio di nn fiicilc caricalc* a pallinc da cactia, siilla hocca del (piah; trovavasi pog- giala raiizidclla niano; o quindi i proietlili, chc agirono a palla, orano oiitrali dalla paliiia od usrili dal dorso pro- ilucondo il "iiaslo die veiiiio da descrivcre. Animesso I'liilerino nello stal)iliincnlo pronlamcnle si eslrassero Ic sclioggc, la piaga fii ri|iulita con acqiia fre- sca e j)Oco accio, le parli divisc fiiroiio avvicinnle Ira loro merce lisle di lela adcsiva, c le ferilc furono ricoperle con delle filacciclic spalmale con ceralo di Cialeno; cd a (piesle fti so|»rap|)Oslo iin calaplasma emmollienlc. .\('l corso (lella ciira si nolii, che la piaga alia palnia della mano, ove la dilacerazioiie e la perdila di soslanza erano slate assai nieno di quelle deU'allra piaga al dorso, juari pill preslo ; ina la seconda passb al caiicrenismo peri) liinilalo alle soli parti giiaslc; le quali si scpararono di iiiiila alle poche scliegge rimasic aderenti. Inollre vcrso la line di un nicse daHaccadinieiito si forino un'ascesso al lerzo superiore del brarcio, clio interesso la eollularc solto cutanea , e (piesla veiine I'uori cancronata di uiiita alia iiiarria. Frallaiito la piaga sebhene spogliata dall'escare, non- dinianco perdiirava gonlia dolenle e con ahliondanle sup- jiurazione a cagioiie della presenza di qiialclie sdieggia proi'onda, e le lorze deiriiiiermo no risenlivano iiotahilc delriiiienlo. 31a lutto liiu col distacearsi tali corpi estranei. II paziente alia fine del lerzo niese voile I'ar rilorno ATTl ACC. VOL. XI. 13 a — 98 — a sua casa non intcrarncnle guarilo e con inccppanicnto iici niovimenli dellc dita. OssERVAZ. 5." Yiiiccnzo Crivcra da Licodia cainpa- gniiolo dcU'elii di anni 33 circa, di leni|)eranienlo san- guigno-bilioso, di corpo robuslo, addello alia giiardia delle risaie, c qiiindi alTello spesso da nialatlie gastro-cpaliche, da feldiii periodiclie c da cronica pleiirilide, fu ricevuto alio spcdale il di 23 novcnd)re inilleoUocenloqiiarantoUo avente quasi niela della mano sinistra dcslruUa dalla osplo- sione di un fucile da caccia slalo caricalo a palla e a paliine, la di cui canna scoppio Ira le mani del pazienle. (ili effcUi SI dei proiellili come dellc schegge ad angoli aculi dclla della canna I'urono Ic seguenli: lulle le parli molli c dure dei due dili annulare ed auricolare riniasero dilaccrate slrap- pale e Irilatc, lullc le parli niolli del dilo medio furono asporlalc talnicnle, clie le falangi rimasero coperle dal solo periostio , ma il tessuto osseo fii illeso; le parti niolli so- praslanli alle Ire ossa nictacarpiane S|)eltanti ai Ire dili anzidetli erano dilaccrate si nella palma dclla mano come nel dorso , c qucsle stcsse ossa rolle a piccioli fram- nienti, 1 tendini llessori ed cslcnsori comuni scmbravano die avessero sofferlo nieno degii altri lessuli; iniperoche essi Icndini vedevansi sollanlo pensoli Ira il guasto. II pollicc e r indicc di unila alia corrispondenic regione del dorso e della palnia della mano non presentavano lesionc. Cosi il guaslo fii gravissimo nella parte inferiorc o ulnare della mano, nieno grave nella parte media, nicnte nella parte superiorc o radiale. A vista di cib c sul rillesso die conservandosi la parle Sana della mano, die e la piii utile, sarebbe stato un gran beneiicio al pazienle ci limitanimo a disarticolare lutla la parte inferiorc guasla ; e quesla operazione la praticai verso le ore Ire della nolle, vale a dire immedialamenle — 1)9 — nllo cnlrarc il paziciile ncllo spedalc, ft olio ore circa dal succcsso (1). La nolle cirli la passo qniola, e sopravvcnnc folibrc. ma licvo; il calorc si coiiservi) normale si nella incla ri- masta doila inaiio, come in UiUo lo avambraccio. E lale slalo rej^olare si manlcnne sine al scllinio i^iorno. — Al di ollavo si manifcstit un picciolo tiimore vorso il carpo nella rcgione dorsale, con arrossimcnlo dilTuso quasi per tulta la mela inferiore dcllo avambraccio; la feblire lii al- (pianto risenlifa e si agginnse la lossc profonda, dalla quale egii solea di Irecpieule esser affello, sin da quando sog- giacque a grave plucrilidc. Verso il dodicesimo giorno I'escare cominciarono a dislaccarsi e ad ajqtarire la granulazione. II lumore sup- ])uro e le marcc; vcunero fuori parte per mezzo del laglio e parte inlillrandosi nei lessuli guasti del carpo. Dielro a ci(» il guiiliure e lo arrossimento all' avambraccio quasi svanironi) e la lebbre diveime lieve. Al decimoscslo giorno rinfermo fii soprappreso da bri- ridi lun"iii, ebe furono soijuiti da febbre molto riscntita c die nel corso tli essa rilornarono piu volte; la losse divenne piii frequente c piii profonda, la respirazione si fece affannosa, la lisonomia scolorata, intensa la sete; I'ap- petito delle soslanze alimeiilari c le funzioiii escretorie non ebbeio liirliameiilo. I^a |iiaga (raltanlo non niostrava cau- giamenli nolabili, progrendcndo regolarmenle si la granu- lazione, come la snp|turazione al carpo; ed anco i due diti riniasli sani, cioe: il pollice, Tiudice, ed il medio, benclie guasto in parte , presentavano lo slato normale di vilidila A vista di cio al metodo antiseltico inferno si do- (I) 11 fiilto arciiddc vpntiiiiiatlro nii;,Hiii Iiini,m da (lataiiiu; ed im- inedialaTnenlc il dis^naziato (Tivcra ffi (]iiivi traspnrtalo scnza essere 'clla \)\;\'^i\ si nolo, chc I' escarc caiicrenose inlercs- saviino solaiiiciilc laliiiii sirali del coiiuiiic iiileijumciilo •; ma il lo-ssulo dcWc, piiiicijiali arlerio o veiK! iioii clie del inuscoli era saiio. Ossi:nv\z. (i." II di venlinove liiglio 18'i8 fii ani- inesso lU'llo sjiedale (lirnlamo Scicali da Palermo dellela di aimi il eirca,di tem|ierameiilo saiiirano dal dorso alia palma. Tulle Ic [larli molli Inroiio dilacerale, c Ic ossa, comprese quelle del carpo, reslarono lulle Irilale; non rimanendo Sana al- cuna parle dei dili. (lio era ateadnio due ore pria di essere slalo li'as[i()rlalo il pazienle alio spedale ; ed a vista di un guaslo si eslcso e profondo giudicai convenienle pra- licar suliilo rampiilazione nel lerzo inCeriore dello avam- hraceio ; operazione clie repulai lu'elerihile alia disarlico- lazione sul rignardo di essere lesionalo in diverse parli il comuue inlegiinienlo del carpo laliuenle, the non si avrebbe polulo lorinare il leudx) , onde euoprire il nionconc. Inlanlo la [liaga gnari ((nasi di prima inlenzione; ad ecrezionc dclla parle cenlrale die suppuro piii voile. * OssKKVAZ. 7." ('armelo Pulvirenli da dravina della ela di anni diciannovc circa, di tem[ierauienlo sanguigno, di coslilnzione rolinsla, canipagnnolo , non alTello nel cor- so della sua vila da nialaltie dcijne di considerazione, nel mcse di sellembre del milleollocenlo(juaranla(juallro scon- — 102 — piandogii tra le mani un fucilc da caccia alquanlo ruginito e caricalo a palline da caccia chbe il pollice deslro guaslo conic sieguc: luUe Ic parli niolli sopraslanli alia falangeUn (li unita alia mcdesima crano slale asporlale, nieno di la- liine picciole schcgge clie reslavaiio allaccalc a dellc laci- iiie di niuscoli e di ai)onevrosi ; la mcla inferiorc della falange era pure roUa a schcgge, e lalune di esse era- no pcnsolc alio parli niolli dilacerale. Finalniente il dor- so della niano era gonfio cd arrossilo. Si giudici) convenienlc la disarlicolazione del pollice; nia il pazienle non voile acconscniirvi, ne riniancr voile nello spcdale ; ove erasi recalo poco dopo raccadinienlo per consullarci. Quindi cstralle le schegge piii grosse e mcno aderenli lii nicdicala la piaga con ceralo di Galeno , e calaplasnia emmoUienle. E prescrillo al pazienle qual- clie purgalivo, la diela, il riposo ed il sanguisugio locale, fcce egli rilorno alia palria. II giorno appresso venne nuovanienle a farsi visilare; 0 nialgrado clie il di Ini slalo generale e la piaga nio- slravansi in regola, non dinianco lo esorlaninio nuovanienle a rinianerc nello spedalc ; niollo piii perche la dirolla pioggia cadula a lungo in quei giorni cd i venli del nord aveano fallo abbassarc bruscainenlc la lenipcratura almo- sferica, ed egli dovea esporsi agli effelli nocivi del fred- do e deU'uniido duranle il viaggio di — Al docimonono giorno ijravc tlolorc airarlicolazioiic omero-scapolare doslia, corrispdiuloiite alia maiio ainiiialala, moloslava il pazicnle inagi^ionncnlc la nolle; e per iiiilla giovavano i vcsclcatorii al braccio ed agli arli iid'ciiori, ne i siiddriferi c iiii aiilispasinodici veniiio allegj,nuiiieiilo a[)|)orlavano. La liiinua cuoprivasi d'iiilonaco i,nallaslro, I'alvo coslipavasi, riaccendevasi la I'ehhrc; e vomilo di hile e ilcllc bcvaiide, die il pazieiilc inj^oiava, ai;'giiiiiL;c- vasi. Fiallaiilo niaiiifeslavasi lieve siippiirazioiic solto in- lej;iiineiilale sul carpo, die presto fu aperta col laglio, e le furze lisidie e niorall dollo iiifenno luiovanienle depri- nievaiisi; ma la jiiaga progrcdiva alia guarii^loiie. Lo stalo dclla niia salute non mi perniise per quat- Iro "iorni poler visilare lo inrernio ; ed allortpianilo lo rividi osscrvai vasto ascesso iiella sopracceiinala arlico- lazioiic, esloso sino alia faccia interna del lerzo snperiore del braccio, allro jdcciolo ascesso neirarticolazionc del gomito dello slesso arlo desire, o la lieve suppurazionc dell'arli- colazione radio-carpiaiia degenerala in jiiaga cancrenosa. Tali ascessi I'urono aperti snbilo col laglio, e venne luori , sopralnllo dal priino , cli' era il piii esteso e piu prol'ondo , coiisiderevole (pianlita di inarcia nerastra e felida. .\ei giorni conseciilivi il deniagrimenlo dello in- fernio prngrediva seniprepiii ; e gravi dolori in tiille le arlicolaziuni e luiigo la coloniia verlebrale lo tornienta- vano giorno e nolle. A lulto do aggiungcasi rcspirazione dillicollosa, es|)(ilorazi(»ii(' (juasi inipossibilc , ineguaglian- za (lei poisi , lebbre ardenle e jirofiiso sudore ; e linal- nienle al venlesinio ollavo giorno dalio avvenimenlo il pa- zienle cossit di vivere. Fiilla la sezione del cadavere venliqnallrore dopo la luurle (iriniaineiile si osservo : notabile cosiinzione. L'arlo sinislro poi conservava Ic forme normali, il deslro perb , ossia (piello amnialalo , era alrolizzalo. La solnzione di AIII Ate. \Ul. .\1. i4 — 106 — conlinuita alia niano eslcrnanienle era cicatrizzata , cd internamente quasi del liillo riunila. La reciproca arlicola- zionc iiiferiore del raggio e dell' ulna , e di qucsli due ossi col carpo era slala deslruUa da su])purazione can- crenosa, die facea soguilo alia piaga pure cancrenosa suirarlicolazionc radio-carpiana. 1 leganienti, le capsole sinoviali e legamentose , e le fibro-carlilagiui iiilerarli- colari non esisleano piii, restando a nudo e necrosale le facce arlicolari delle due cennale ossa dello avaud)raccio. Inrdlramenlo iiiarcioso si vidde Ira i muscoli dello stesso avandjraccio, esleso per luUo il lerzo inferiore del jnedcsinio. L'asccsso al goaiilo erasi liniitalo al tessulo cellulare soUocntaneo. Qiiello aH'arlieolazione oinero-sca- polarc avea prodoUo eslesissimo cavo , clie inlcressava la sostanza muscolare dcUa estremila scapolare ed ome- rale del muscoli gran pctlorale e gran dorsale, del hici- pite brachiale e del delloide. La capsola sinoviale e le- gamenlosa, la fd)ro-carlilagiue inlerarlicolare e sin' anco il perioslio, clie cuopre la fossa glenoide e la tesla del- I'omero non esisleano piii , e s'l I'una chc I'allra erano necrosale. SuH'articolazionc slernale della sesla costola si rin- venne piccol cavo conlenenlc niarcia biancaslra , coUa deslruzione della capsola, e penelranle denlro le cavila del torace. JXeU'inleriio di qucsle si vidcro le pleuro coslali aderenli alle polmonali, nierce aderenze si forli da irai- tare il tessulo iibroso ; siniili aderenze vi erano anco Ira i polmoni, il niediaslino ed il pericardio. L' ascesso anzidescrillo penetrava entro il parenchima pohnonale , per quella parle del polnione, die sottoslava all' arlicola- zione slerno-coslale dell'anzideUa scsla coslola. Tulla la supcrficie del polnione sinislro era tapez- zala da una sostanza gelaliniloraie ; e la corrispoiidente — 107 — cavita del loracc oonlenova dne lihbrc circa di fluido piirirormc; ed amitidue i poliiioni eraito ncllo slalo di epalizzazioiio hiaiica. II Icgalo si vidde del volume il doppio deH'ordina- rio, od aslciidevasi (piasi siiio a liillo ripocoiidrio siiiistro comprimendo io slomaeo. l\ colorilo esterno lendeva al nerasiro; nello iiiterno la sostanza gialia e la briina s? IrovaioiH) corivcrlilc in uiiiea sostanza omogenea ranimol- lila e nera. La cisle feliea conlcneya hile nera. (irinfc- slini erano flogosali, Lo encelalo cd il niidollo spinale ei'aiio considerevolnionlc rammollili. Osservalo col niicroseopio il sanguc si rinvenne assar lliiido — I gioboli orano nolanii in un sicro aUpianlo giallo, cd il colorilo dei niedcsimi si nelle artcrio come nello venc lendeva al rosso-pallido. § 2." Fratlure compUcale alio mani cagionatc da prqjellili spinti da hocchc a fuuco (1). OssEitvAz. !).° II di 15 sctlcmbre '18i8 fu animcsso Hollo spedalo Salvalorc A'iscoglio di Calania dcirela di annf 23 circa, di Icnipcranienlo linfalico-norvoso, di cosliliizione regolaro, gianiinai ail'ello da ninlallie apprczzabili. Kglr nei coniballinienii di .Messina ebbe aspoiiali dalla niitra- glia mela del dilo medio c (piasi lulto il dilo annulare sinislro. Dal d\ qualtro del meso anzidello, sino airani- niissionc alio spedale noii fu mai medicalo, e dovellc so- slonerc a piedi lutto il via-'ijio da Messina a Calania. 1 oo Visilalolo rinvenni i monconi dellc due anzidcUe dila non (1) Uocdic a fiiocn: il cannonc, I'obfcc cd allii simili armi a fiioco non porlatilf se non con inezzi di Irasporto. — 108 — solo, mn pure liiltc Ic allre dila e la slcssa mano sini- slra c parte dollo avanihraccio cnonncnicnlo gonlii , le piaglic (livaricalo considercvolmciile , straccialc , copcrtc in parle di cscare cancrenose, c dilacoralc maggiormente verso la re"ione radialc di essi dili. La fchhrc era ri- sciUila di troppo, la liiin'ua rossa, inlensa la sole, gravi i dolori in liiUo I'arlo offeso; e, oUrc a cio , il dema- grinienlo , la inappclcnza , e lo abl)allimcnlo dellc forzc faccano dubilare dclla vila del pazicntc. II riposo, la rcgolarc diela , le bcvande acidolate con acidi vegetali, Tapplicazione delle migiiaUc alia mano od alio avand)raccio, le calaplasme enimollienli calmarono siffalto apparalo di fenomcni locali e general!. In segnilo avvenne lodevole snppurazione, si dislaccarono I'cscare, Ic piaglic granularono; ma i due monconi rimasero nota- liilmcnte ingrossali Talc I'elicc andamcnlo ebbc breve durala ; che a vista del mcdcsimo il pazicnle, non ancor gnarito, voile far ritorno a sua casa; ove abbusando di cibi non sani (! di vino, ed cs[)onciulosi alle viccndc almosfericlie senza veruna caulela, nuovamcnle tulla la mano fu presa da flogosi acuta, con considcrcvole aumcnto di volume degii anzidcUi monconi, Le piagiie ritornarono al cancrcnismo, che questa volta minaccio di cslcndersi per tutta la mano; ed allorcpiando lo inl'crmo fu riammesso alio spedalc, ol- Ire ai ccnnali fenomcni locali, non meno allarmanti era- no quclli gencrali; cioc : la febbre , il demagrimento c lo spossanienlo ; a lullo cio sopraggiunse prol'usa emor- ragia dalle collalerali del dilo medio ; ad arrcslare la quale non fu possibile applicare la legaiura; nc la com- ' pressione e gli stitlici poteano essere lollerali a causa dclla grave flogosi; ne giovamento alcuno apporlarono gli acidi minerali adoprati inlernamenle , c le bagnaturc fredde localmenle. Laondc a vista del pericolo di csteso — 109 — cancrcnismo, dci dolori spnsmodici ai due monconi, co- nic anco a jioler mcllerc freno alia cniorragia decisi di- sarlicolaro i monconi anzidolli. Escguita qiiosla opcrazionc si oltenne quasi imme- dialanienle la cessazione si della omoiTagia conic dei do- lori. in csognilo la llogosi non tardi) a vcnir nicno; il son- no lapiiclilo 0 Ic I'orzc rilornarono; cd il pazicnlc guaritosi in hrovc tcni])0 riacquislo una mano, clie poco nianco ad csscredcslrulla dal male, o anipntata, e chc, sobhcne man- canlc di due dili. c slala sempre iililissima al pazicnle. Ossi;rvaz. 10. Giuseppe TrionD dell'ela di anni 26 di teniporamenlo sanguigno, di abilo di cor|>o regolare, soldalo Ira i caccialori del 3" Regginienlo di linea Principe caricando a polvcre un cannonc da 12, queslo eccessi- vauienle riscaldalo dai frequcnli e nuuierosi colpi cli'erano slali lirali, produsse inlenipcslivamenio la conibuslione del carloccio, del peso di quallro libbrc circa, e la esplosio- ne di queslo e del tappo deslrussc la inano sinistra del Trionfi; la quale nello impiignare la mazza di carica era slala csposla la prima alia bocca del cannonc. La forma della lesionc I'u la segucntc: Le dila ad eccezione del pollice , clie rimase pro- fondamenle lacoralo in piu parli, fnrono quasi inleramen- le asporlale , lulle le ossa del melacarpo furono Iri- tale di nnila alle parli molli , le ossa del carpo rolle comminulamenle, e le carni similmenle dilacerale; a dirla in breve gli elTelli fisici del so|iradello carloccio, di uni- la, forse, a dcllc scheggc della niazza di carica furono tali, da scmbrare come sc la mano ranimoUita fosse slata passala sopra un cardo. Aell'allra mano, i polpaslrelli di tulle le dila e parte dei muscoli del pollice e del comune inlegumcnto della corrispondenle rogione dcllo avambraccio furono aspor- lali, e la prima falange deU'indicc fu rolla a scliegge. — no — Di pill ncllti faccia nel collo e nel petto vi orano diverse lacerazioni e scollature , e la cornea deU'occhio deslro era in gran parte squarciata. Appena il pazienle giunsc alio spedale, qiialclic ora dopo deir avvenimento , a vista di siffatlo guasto della maiio sinistra, e degii spasnii orrendi die il pazienle sof- friva escguii pronlamenle ranipiilazione al terzo inferiore dello avanibraccio. Tulte le altre ferite furono regolarmente medicate ; e adagiato sul letlo I'infelicc Trionfi ehbe quiete e dormi. La piaga della operazione guari di prima inlenzione; e nel corso di un niese c mezzo cicatrizzarono lulte le pLagbe. OssERVAZ. 11/ Luigi Cafora dell' eta di anni qua- rantacinque di temperanicnto sanguigno-bilioso di abito di corpo niHScolare soldalo al Reggimenlo He arliglieria contemporaneamente al Trionfi dalla csplosione del me- desimo cannone, chc di iinita a qucsti caricava, ebbe di- strulte anibedne le mani. !\on descrivo la forma dclle lesioni, attesoche in am- bedue le mani erano simili a quelle del sno compagno, vale a dire con tali dilacerazioni slrappamenli e ram- mollimenlo delle parti molli, e con sifl'alta coniniinuzionc delle ossa dei diti, del melacarpo c del carpo da sem- brare pure come se fossero stall passali sopra un cardo. E da notaFsi che nel carpo della mano deslra il guasto era piu csteso c piii profondo di quanto nel carpo della opposta mano ; e cio, forse, a cagione di essersi trovala la prima pin esposla deiraltra alia bocca del can- none, 0 pure di iion essersi ben profilalo I'arligliere ; circostanza , che probabilmente ablwa potuto influire ad esserc stata quasi uguale in ambedue le mani l' azione fisiija del carloccio. Otlre a cfo area il Cafora I'arghe scollature ncUa — m — (accia e laccrazioni nelle palpebre, noUa spalla sioistra , nel pelto e ucl hasso-vcnlro; c da qiiivi eslrassi diverse scliici^ije della niazza di carica spczzala dalla csplo- sioiie (1). Ei>Ii vonne Irasjiorlalo alio spodale di unila al Trion- U, cd a visla di lesioiii si cstese e prol'onde non indii- i;iai ad csci^iiir raiiipulazione al terzo iiiferiore dei due avainliracci. E I'esilo lu aiico fclicissimo; clie il pazlenle |)0(o dopo deir opcrazione oUenne (piasi la cessazione dei dolori alrocissiini; ed a costo di si terribile niuUlazione scampo la vita. §3." Fratlure complicate (die vmni j)rodoUe ilu schiacciamento * OssEiiVAz. 12/ 11 di sci novemhre 1835 fu amraesso ncllo spedale Aiiloiiio liagrimone da Lcnliiii ragazzo di gracile cosliUizionc c di temperanicnto ncrvoso avenle fralliirala rarlicolazionc Ira la prima c soconda falange del dilo medio della mano sinistra, cagionata dallo csservi caduta sopra una pielra grossa c scalira. Le carni vicine alia fralliua crano profondanieiilc lacerate, c le laccra- zioni lendevano alia caiicrcna. Al seslo giorno di falli Ic parli cancrenate caddero di unila alia meta supcriore del dilo; e poscia la piaga si dispose alia granulaziono ; od al vcnlcsimo di il ra- gazzo usci dallo sj)cdal(! sendo da piu giorni guarilo. Ma al lasso di cinque giorni, vi ritorna affelto da (1) Qucslo fallo assicme al primo arcadde in Catania al F. rtf S. Apia, ndla oecasione di t■olobril^^i ilalla Cilta i sulonni fiine- rali al defuiilo Auguslo lie Francesco I. di lelice ricordanza. — 112 — contralliire dolorose nel lalo deslro del dorso e del col- lo, restando poro ncllo slalo ordinario gli arli loracici ed addominali , rarlicolazione dellc mascclle , le f'acolta nientali, ed il dilo nionco. A cio si agi;iunsc dappoi re- spirazione dilficollosa, impcdimenlo alia dogiiilizione, mu- scoli addominali gagliardamenle coiilralli, forli scosse con- vulsive nel Ironco , solToganicnto ncA parosisini del teta- no, ed al cadcre del secondo giorno, nialgrado tutl'i ri- raedi energicamenle appreslati, avvennc la niorlc. Dopo le ore ventiquallro sezionalo il cadavcre rin- venni il dilo miitilalo senza alterazioiic visibilc , la mu- cosa del lariiige, le membrane della midoila spinale, ed il tessulo della slessa nolabilnienle ingorgali di sangue, e un poco di fluido linfalico Ira le meniiigi raecollo. Sarebbe questo il luogo di dcsi-rivere allre osser- vazioni di frallure complicate nelle mani avvenule, e Uille felicemenle guarile (1). Ma siccome quesle non furono SI gravi, come quelle di gia rapporlale, quindi mi aslengo a parlarne di proposilo, e passo ad esporrc le rillessioni segucnli. Ripessioni alio prccedenti osservazioni suUe frallure complicale alle muni. Pria e da considerarsi cbe i casi di sopra csposti sono inleressanli di niollo al noslro oggello ; dapoiche addimoslrano il cancrenismo , che alle lesioni iu di- scorso sopravviene , non esser cosi di frequenlc , come ■ (1) Due Ira le cennatc fratliire complicale consistcvano nella perfnrazione del centro della maiio, caijionala dal passaiiijio di palla di fucile da caccia, ciie iiifranse pure (jualchc fulanye; ed un'allra nella deslriizione del pollice ed in parte deirindice sinistri: prodolla dallo scoppiamcnto di uii simile fucile: ed e da nolarsi die I'emorraJjia in quesl'ultimo caso non pole essere sistila daila compressione ne dagii stitlici ; onde I'd nccessila amputare la mela dell' indice riniasta , dalla di cui arleria lacerata la medesima proveniva. — 113 — da laliini si viiole, una (Idle cngioiii dcIT ijinpiilaziono c a |;ref('n'iiza priniiliva. E tli vcro nei priini Ire si nola, clic ollrc (li osscrc slato cccossivo il i^iiaslo dolle parli molli I) (liirc! coiiiponeiili la mano , qiieslo slcsso e di- sposlo a lavorire il caiiercnisnio pelic minieroso arlirola- ziuiii ravviciiialo Ira loro , pollc capsole siiioviali assai oslcsc, pci coiiiplicali apparecclii lihrosi c pogli ossi spon- i^iusi 0 liR'ili porcio ad esscr picsi da caric. Ma ci.") iion dimaiico . il caiicreiiisnio iion ollrepasso la jiiaga cd i sinloiiii di iclniio no! iSranninn e quci d' iidianiniazione noilo avainjjraccio del l»isiccliia, che avcssoro poUilo fare ci'odcro (III rapido progrcsso del male , cd indiirre un pralico mono accorlo airanipniaziono, svanirono in breve senza lastiar tonseg'nenzc nolabiii. A'e qnesli Ire casi sono i soli cli(! conU'slano s'l feiice andamento nolle losioiii di lal falta nolle mani, die vc ne sono Iropjji di siiiiili. II ddll. Arnal ha ossorvalo a Sainl-dlond 3!) losio- ni del carpo, e del ijiolacarpo od nndici con guaslo piii o mono grave dogli ossi dolle falaiigi, e tulle felicenionle gua- rirono. Diolro a clie egli si esprimo ooile segiienli parole die giova qui rapporlaro. (cOuoslicasi ci dobbono rendore assai circospolti nol Irallamenlo di siilallo lesioni e ci av- verlono a non rcnderci colpcvoli di csserci azzardali a privare grinlermi di un mombro il piu tililo di lulli, che sobbono a prinio aspotlo send)ri jioco cajjace di guarigio- ne puo di sovcnle conservarsi (1). La losione poi d(d l!rannii)o c quelle del Lagrimo- ne 0 dd Pulvironli ci |)orgono il d(!Slro di osservare , die Ic frallure complicalo divongono spesso niorlali per sopravvonnio circoslanz(! ahnosforidie ; dapoidie nei con- uali individui il lolaiio coinciso collo slalo freddo doH'al- (I) .Jdiirnni iiiiivcrsi'l el Iiuljdomud. tie iiicdeciae ct do clii- nirir. jHiit. I. 3. pajr. KJ. IITI ACC. \0L. M. 15 — Hi — niosfera c si cslinsc nel primo dictro a copioso siulore promosso forsc dal cortice e tlal laudano c favorilo dal felice cainhiaiiR'iilo dell' aria nicdcsima. Nel sccondo, poi, maii^radoclie la lesionc era assai nie- no eslesa, chbe a sei^niio il eoiilrario, perclic la prodi- sposizionc del siio iiidividuo alle affezioiii ncrvose pcllo sviluppo predominanle del sislcnia nerveo , I'azione laio- raiile del corpo foritorc, !o slalo iimido e freddo dell'al- inosfera spccialmcnle la nolle ( nieiilre i>iusla le osser- vazioni melereoloiniclic del cliiaiiss. prof. sig. raeinmellaro, dal di 8 ollobre alia prima di novenibrc caddero novo [)ol- lici e sei liiiec di acqua , solliando sempre i venli del nord ) c r essersi trovalo il rai>azzo, usceiido dallo spe- dale e pernoUaiido alio scopeilo , islaiilaiieamenle espo- slo ad una IcniperaUira di gran liinga piii riijida di (piel- la, ove |)ello spazio di venlidue giorni era diinonilo, fii- rono delle cagioni clie iinilaineale concorscro a promiio- vere il telano morlale. TVel IJrannino pero la sua lisica disjiosizione alle crisi, ratnioslora fredda ch' eh be iin fe- lice canihiamenlo, Ic cnre igienielie da liii usale rilorna- to in casa furono delle circoslanze, che conlrilniirono in gran parle a proniuovere la gnarigione. Qnanlo si e dello pel Lagrinione pno applicarsi an- 00 al Pnlvirenli; inipcroehe non solo le diroUe piogge ed il predominio dei venli pure del nord, nia bensi 1' essersi egli esposlo al viaggio a piedi di cinque niiglia circa da un villagio dell'Elna, alio 1088 piedi dal livcllo del mare, sino a Calania, e cio pria di iiscire il sole, allinclie fos- se giunlo alio spedale a tempo opporluno per consullar- ci, furono potenli cagioni che concorscro, dieiro la gra- ve lesione al |)ollice , a dar sviluppo al telano. Aduncpie da quanlo si e discorso sin ' — 180!), con gli altri da Dasillc, Franrois d'Aiixorre, Fou- iiicr— Pcscjiy ni|)|i(irlnlc (1), o colic \»sservazioiii di Dii- imyliTii c di Kiilliiiycr dcscrillc da P.iillard (2); contc- slaiido liitla la innuciiza dell' aria (rcdda iicllo sviluppo del Iclano c la cllicacia di una calda Icmpcraliira a scio- t-licrlo. Ondo in silifalli avvcniniciili iioii ])oca allciiziuno richirdcsi dal ciiraiilc c dal paziciilc ad esscr soileciti di cvilarc la prima c di proimiovcre la seconda. Ollrc a cio la osscrvazioiio rclaliva airanzidcllo Pid- viiciili cdiicom; a diiiiosliarc di iiiiila ad allrc siniili, la iniildila dcirampniazioiie come rimcdio del Ictano Iraii- malico; c confcrma quaiilo faniio rilloKcre Dupiiytren (3) <" )clpcaii (i), |)cr laccr di laiili allri; cioc: die (piesia lcrril)ile allezioiie c ])iiilloslo aggravala clio giiarila coi- I'idilazione di iiii memltro; la quale e d'allroiidc una po- Iciile cagione del male die vnolsi rimediarc. La osservazioiie !)." da a vederc gli cllelli (isici vilali dci |)('zzi dclla iiiilraglia, che per lo piii prodiicoiio fe- nle (Idacerale con asporlazione di parli molli e dure e con fratlura a sdicgne di (jiiesle nllimc, c le consegucnzc gra- vissime di tali I'erite; coiiscgucnzc die polrelihcro com- promellere la viia del paziente o fario rimanere mulilalo, malgradddie la losione noii sarehhe ne molto cstesa, nc mollo eoiiiplicala, se maiicassen) alio ammalalo , come avvcniic alio inlermo di ciii Irallasi nell' osservazioiie in esanic, i niezzi nccessarii ad iiii melodo ciiralivo reo'o- laie e diligeiile ; di lalli nd mcdesimo semhra die per "laiicaiiza di liili mczzi la llogosi divemie (lemmonosa , c niiiiacciava il cancreiiisiiio della iiiliera inaiio. Cio conlcrma , die iiei caiiipi della giierra , ove Ic lesioni (1) Diet. (!(■;« siionc. moilic. art. let. (2) .Iniini. univcrs. ct liclidom. cc. t. 4. (3) l.cziiiiii vociili. Fin-iize IS.'{3. (4) .\otiveau.\ clciiien. do niedec. opcrat. p. 89. — M6 — siniili a qiidla tli cui Irallasi sono frcqiienlissimo , eti ovc i niililari forili non possono avcre oppoiUinamcnle le cure neicssaric ed il riposo l)isog"ncvole , le ampula- zioni nci casi aiialogiii soiio da ado[>i'arsi priinilivanicnlc. Lc ossei'vazioni 10." c 11.° ofTronn cscmpii dci guasli che esiggono 1' ampulazioiic inimedialamciilc anco nella pralica civile. E di vero non esscndovi riniasta nolle niani dei due niililari , dei quali ragioiiasi nolle anzidelle osservazioni, parlc alcuna saiia a ta! grado, da potere far sperare la guarigione, c guarila poi ossere utile ai pazionli, addimoslra die sarcbbe slalo dannosissimo il tem[)oreggiare; dapoidie oglino cerlanionle sard)hero sog- giaeiuli ai dolori alrocissimi od al caiiciMinismo. Or I'ope- razione adoprala subito , logiicndo via le mani , soslilui alio piaglie oslesc profondc dilaccratc e conliiso, piaghc semplici e rogolari ed osonti da spasmi e da pcricoli corti, Ycro si e che uno di loro roslo privo di anibidue quosli niembri si nlili e necossarii , ma iiei casi oslrenii di cui Irallasi vale niogiio vivcre senza mani , die mo- rire con ambidue. IVon dissiniile dalle precedonli lesioni fii qiidla sof- ferla da Scicali e descritla aH'ossorvazione 7." abbenche quosla fosse slala prodoUa da projollili lanciali da fucile da munizione; i quali poio spiiili da vicino producono quasi gii slcssi effelli iisici e vilali delle grosse palle, dapoidie anco essi agiscono a palla grossa; menlre non avendo tempo a dirailarsi forniaiio unico coijio. Per lanlo il guaslo anco fu eslrcmo ; cioe: tolale; e quindi giuslanieiile indicala ranipiilazione priniiliva; la quale, come noi due casi anzidescrilli, sosliliri a piaghe eslesissime irrogolari dilacerale e contuse , piagiie ro- golari 0 semplici. Vasto campo a rifletlere ci danno lc osservazioni 3.° e 8.°; iiiiperoche, malgrado di essere stale il guaslo — in — iille inaiii dci due individiii , die ne fiirono il soggolto , assai mono csloso e complicalo , di (|iiaiiln lo fu iiogli allri inrciini , doi qiiali si (• ragionalo ncllo prccodoiili ossorvazioni, noii diiiiaiico amhidiio soccomheltero a ca- •jioiu! di vasli ascessi eslerni cd iiilcrni. I'^d in vero la soluzioiic di conliiuiila ncl Mcolosi (osservaz. 8.°) era liiiiiUita alia divisionc loiiijiltidiiialo di lessnli apnnovro- lici (' vasiuinii, e di (luakho iniiscolo Iond)rical(\, cd alia IVallnia di una sola falange ; scnza slrappanienli, iic di- lacerazioni ne grave contusione. Laond(^ , come era da sperarsi, lale |)iaga rcgolarmenle si avvio alia guaiigio- ne; ma nel sue migliore andamcnlo inaspellalamcnle so- ])ravvcnncro i sudclli vasli ascessi cd cffusioni ])urulcntc nelle sicrose del lorace, c rinfcrmo se ne mori. Siniil- mcnle avvcnne al Crivera (osservaz. o.°) il quale nial- grado di una piaga Iraumalica die inlcresso meno di mela di una mano, non dimanco fii soprapprcso da niorlali snp- puriizidiii lidiercolari ai poliiioni ; nienlre ncl Urannino , ncl IJisiccliia , ncl Za|)pala , nel Loprcsti e nel Yisco- glio le Icsioni alle ris|)cUivc mani , die per csleiisione , ])rorondila e complicanza, c pel seguilo cancrenismo, non sono paragonahili a (piclla del Crivera, ne anco all'allra dclMcolosi, giiarirono scnza lali luneslissimc conscguenzc. Or sono slati qncsli due casi , non solo , ma pure allri simili, di(! (pii apprcsso descrivero, i quali mi iinno dala occasione a polcr sludiare gli ascessi anzidelli; die |)cr maggiore disgrazia dclla umanila sogliono far seguilo allc Ici'ilc, alle operazioni diirnrgidic cd al jiarlo; e sa- rel)l)(! (|ueslo il liiogo di csporre i mici pcnsamcnli sulla causa |iiii ])rol)id)ile dei mcdcsimi, inlorno la quale, come dissi nclla inlroduzionc, molle tcorie sono slale ]M-odolle. Ma siccomc lali ascessi anco sono sopravvcnuli a lalnni casi di Irallun; complicale agli avambracci, ed agli arli inCeriori die saranno csposti nellaseconda e lerza sczione, cosi, come — M8 — pure per non inlerrompere lungamenlc la csposizionc delle osservazioni, die faniio il soiji^cUo principale del prosenle lavoro, riiiniri) neH'appendice lutli ([ucsli falli, cd csporro ivi alia niei»lio chc sapri), lali miei peiisamenli. Per ora mi l)asta di cennarc, die nci due sopradelti infcrmi, morti di ascessi secondarii alle rcspellivc ferile, si iiolaiio a lulla chiarezza cd esquilibrii nei nialeriali componenli il san- gue e la liiifa, c croniclie alTczioni orgaiiiclie; circoslanze die affallo non si osscrvano negii allri ainnialali pure di gravissinic ferile alle mani. A voler conchiudere dallo esposlo sin qui possiauiu dednruc: 1/' die nelle dodici osservazioni, giii descrille , alibiamo cseni|)i di f'rallure complicale alle niani, die ad- dinioslrano diiaranicnle a ([ual grade di lesione ado- prar si dee I'amputazionc primiliva nelle medesinie ; e quesli sono i giiasli cslrcmi solTerli did Trionii , ( os- serv. 10."), dal (^afora (osserv. 11.°), e dallo Scicali (os- serv. 6.°); 2." abhianio esempii di guasli eccessivi, i quaii aH'opposlo dei primi danno a vederc sino a qual grade di complieazione e sperahilc la conservazione delia niano offesa, e qnesli sono le gravissime lesioni avute dal Uran- nino, dal ISisidiia (osserv. 1." e 2." ) dallo Zappalii (os- serv. 3.")edal Lopresli (osserv. 4.°); 3."d si olTruno risulla- mcnli di fraUure complicale alle mani, i quali diiariscono die sebbeiie lali lesioni in origiiie non Tossero moilo gravi lut- lavia polrcbbcro divenire lali ed esigerc o lamputazionc 0 la disarlicolazione per mancanza opporluna di cura; e questa e la frallura complicala solTerla dal Yiscoglio ( os- serv. {).'), 4." linalnienle ci si presenlano I'alli, i quali con- fermano die a poler sopravvenire alle I'rallure medesinie specialnienle nelle mani conseguenze morlali , e propria- menle il lelano e g!i ascessi eslerni o iiiterni, non fa di bisogno cssere il guaslo eccessivo ; e di quesla nalura sono le lesioni limilalc dei Lagrinionc, (osserv. 12.°), del — 119 — iVicolosi (osscrv. 8.°) c del Crivcra (osserv. 5."). Inollro possiiimo inft'iirne, clie sc tra dodici individui con fral- turc pill 0 mono eslesc , c piii o iiilmio complicalo alle niaiii. so nc sono perdiili lie, i luciio <>ravi , e cio per s(>pravv(Mii('ii/.e oslrancc alia iialiira delict Icsioiii, soprav- venicnzc cIk! come si e dclto sngiiono far scguilo si allc foiilc di i^raii Iiiiij;a mi'iio coinpliralc di (picllc clio, von- >^o da csporrc , come anco alle i^raiidi operazioiii chi- iiiri'iclK', lo |>iu esallnnienle indicalc c pralicato , cd al pailo il pill roi^olaio; poro lale pcrdila vioiic conipcnsata dallo aver poliilo risparniiare rainpiilazione a ciiu|uc in- rcriiii, liii iili olio avi'iili "uasli vcraincnlc cccossivi e pci (piali allrove forse sarcbhe slala giudicala indispcn- sahilc rainpiilazione priniiliva. FUATTIRE COPI.ICATE DELLO AVAHHRACCIO E DEL CiniTO Frutlure complicate dcUo avamhraccio cnyionate da proictlili spinti da armi a faoco * OssEUVAz. 13.° Salvatorc di Maiiro deH'cla di anni 2T circa, di tcmperamcnlo linfalico , di abilo di corpo li'rafilc, alTcllo da cpilossia c da idiolisnio acquisilo, ri- ccvi'Uc una liicilila ncl polso deslro. Le ])allc penclra- rono il radio nel terzo infcrioro c vonncro fiiori dall' ul- na; roslaiulo infranU; a minute; sclioiij^e non solo quoste due ossa pclla eslcnsione di Iro dili Irasvcrsi , com]iresi i loro capi arlicolari inCcriori ; ma piiranro "li ossi della prima scric del carpo; la maggior parlc dei tendini, ad eccczione del lungo siipinatorc , del grande abdullore del — 120 — polllce, dei due eslcnsori del difo medcsinio c del radiaie inteino, rimascro deslrulle. Siiralla losionc era accompa- giiala a grave eniorragia, che svani iiiercc la pressione falla da fdacciclie, Ic qiiali, cstralte quasi tuUe le scliicgge, riein- pivano il vacuo della piaga. Nel corso dclla cura si nolo, oltre al cancrcnismo dei lessuti guasli, che divcrsi ossi del carpo furono picsi da carle, ed a misura che la suppurazione progrediva, cosi le facolla menlali givano acquislando la loro I'orza nalia e quindi 1' infernio ritorno alio slalo di menle sana. Questo pero non pcrduro; dapoidie Irascorse al([uanle sellimane iva sccmando a uiisura che progrediva la gua- rigione ; ed effelluilasi quesla 1' infermo lini di vivcre , malgrado i revulsivi arlificialincnte adoprali (!). OssEr.vAZ. 14/ Antonio Yalenli da Massa->iuiiziala dell'eta di anni 30 circa, canijiagnuolu, di lempeninicnlo linfalico, alTello jiiii voile da I'chhri inleriniltenii lerzia- narie, con oslruzionc al fegalo , soggclto a frequenli epi- stassi , di pelic Una e bianca e sparsa di loiiligiiii , fu amnicsso alia clinica il di 12 fehhraro 18i4, avente nel lei'zo medio dcllo avambraccio deslro nella faccia palmare una ferila di forma circolare, del dianielro di due pollici circa, con orli alquanlo ineguali, conlusi ed inl'ossali , pe- nelranle nel lessulo muscolare, conginnla a gonfiamenlo, tcnzione ed arrossimenlo quasi per Inllo I'arlo ammala- lo, che inollrc era doleiilissimo e pcsanlc , ed a fehhrc e sele intense. Siffatla lesionc era slata cagionata ventiqualtrore ])ria di venire alio spedalc da una fuciiala caricata a palline da caccia e scaricata assai da vicino. (1) Noil fu cscyiiita la sezione ttel cadavoro per essere avveiuila la mortc fuori dello spedale; quindi ignoro (]uaii renuraeui patoloyici oltre di quci sopra notali, acconipagnarono te affezioni menlali negli ullimi "iorni. — 121 — Wcllo anziilf'llo inlervallo di tempo ncssuna mcdicatura era slala adoprala , cd c da nolarsi the malgrado di avcre pcrcorso la lorila lo intcrno dt'Ilo avamhraccio sino al goinilo, liillavia iioii vi era enioiTagia c 1' arleria ra- dialc piilsava regolanncnlc. Dieiro i salassi local i e del mefodo anlifloyislico eslerno ed iiitenio, iioii clie doll' aiiipio sbrii-liarneiilo della fci'lla in varic direzioni, al lasso di venliquallrore si olteiiiic nolahile minorazione dei desciilti sintomi. Qiiindi mi venne fatlo osservare vieniineoijo die noii vi era frallura a schee- ge , e (he una collezione di [udlinc da caccia sollostava alio inlegiimento dell' olecrano. Qnivi al (piinlo ijioriio si fornio iin ascosso, die fu aperlo col liiglio ; e di uiiila alle maroc vennero fuori noil poche delle anzidelle palline. Qnesta aperlura all'ol- lavo j;i(»rno fuampliala, e si viddc die mellea in on cavo esislenle Ira 1' ulna ed il ragoio , prodotlo dal trajjilto dei proiellili : i (piali, allesa la vicinaiiza della fucilala , iiiclic falle sniravamhrnccio e parlc del hrac- cio aiiipulali; c proscgiiiro dopo la narrazione dolle coii- sei^uciizp dcH'opcrazione. EslcrnaiiKMilc nello avambraccio si osscrvo, una pia»[a di (brnia cirtolaro, del diamclro di due poUici e mezzo ciira, a superlieie inejiuale, nera cancrcnosa , comnunii- eaiile coi lessuli iiilerni e i>roiidanle sanie puzzoleule. Quesia piaija era la soluzione di conlinuila di entrata dei |)roiellili. AUra |)iaga di simile forma e nalura, inleres- saiilc il solo inlegumoiilo, sita in vieiuanza deila prece- denlc, Una terza piaga di forma ellillica a superlieie ine- fjnale, cancrcnosa, Innga due poilici circa, larga un pol- liee, i)roi'oiida i lessuli inlerni, posla nell'orlo ulnare in vieinanza deH'oleerano. Di pill , nella faccia anlcriore dello avambraccio la pelle era sparsa di ])icciole macchie , siniili alio vibici , di color violaceo , del diamclro di una lesla di spillo, riu- nile a gruppi. Fiualmenle la mano I'avaudiraccio e la parlc ampulala del braceio crano nolabilmenle gonfii. Falla la sezione del comnnc inlegnnienlo si rinven- ne : 1." il lessulo cellulare adiposo di lullo I' arlo am- jmlalo inlillralo di lluido sieroso , ed indurilo in alcune parli; 2." 11 leiidine del flessore proprio dell' annulare era in parlc dcslruUo, a prelerenza nella sua unione col ven- tre del muscolo, e queslo nella maggior parte era can- crciialo ; i venlri del ninscoli flessori del dito medio erano abjnanlo cancrenali ; 3," al di sollo del rolondo prona- lore , Ira i ninscoli posli sul raggio e snll'ulna, e tra ([uesle due ossa eravi un cavo, interessanle il legamen- lo inlerosseo che anleriormentc conumicava colla piaga csterna circolare sopra descrilla, e posleriomiente coll" al- tra |)iaga di forma ellillica sila snl cubilo. In queslo cavo vi erano alquanle palline , simili a quelle slale cslralle dal — in — niedesimo nel corso dclla cura e della sanie ; 4." il tcrzo siiperiore del raggio era fralhiralo a fratliira scmplice; ri." il lessiilo niuscolarc di UiUi i imiscoli dello avanibrac- cio era rammollilo, di color shiadilo , c sparso d' infd- Iranieiiti marciosi ; 0." il Icssulo dell' arleria brachialc (Ta Iragilissinio, ed il dianiclro di csso rislrcUo ; il nervo ulnare era sano ; e tra lo slesso ed il iiiuscolo ulnare vi erano dcllc palline simili alle anzidelte, frammisle agii avanzi del lapjio. Hilornando ora alia storia conseculiva alia operazio- iic mi fo a dire, rhe la fisonomia del pazieiile poco dope della operazione si ricomposc, Ic giiance mcno rosse, meno pallide le labbra ; il polso pcro proseguiva dure e vi- l)ranle. Al Icrzo giorno della operazione apparivano segni lo- cal! di caltivo augurio ; dapoiche lo apparecchio, che cuo- priva la piaga, era talmenlc inzuppalo di marcia, e que- sta SI piizzolenic , die fii bisogno toglierlo ; c si vidde la superficie di essa piaga coperla di escara cancreiiosa. Al fiiiirc del quarlo giorno nuovanicnle lo inferiiio paliva dolore aculo e peso gravissimo nclla mano e nello avanibraccio, die di gia da piii giorni non esislevano ; e qiicllo che si rese piii riniarcbevole si I'u, clic siffallo pa- lirc non liiceagli conciliar sonno ne giorno ne nolle. Al d"i ollavo le guaiice nnovanienlc si fecero rosse, i polsi divennero duri pieni e vibranli , si accrebbe la scle e si aggiunse opprcssione alia respirazione. A visla di cio , c sni dubbio d' influenza cmorroidaria si adopro il sanguisugio all'ano; ed i fenonieni di cni e parnla vcn- nero meno, di unita al dolore ed al peso all' arln, di gia ampulalo. Air undecimo giorno si crede convcnienle, onde im- pcdire i progress! del cancrenismo della piaga del men- — 12,1 — cone , amministraro, ollre alio hevande acidolatc, la de- cozionc del corlico pcruviano incscolata al lallc di capra. Al dodicosinio gioriio rilonio la cniorragia dal naso, olie si fV'ce sirada aiico jicr la hocca, e malgradoclic fii copiosa, noil diinanco le forze del pazicnle in voce di ri- scnlirnc dclrinuMilo si sollevarono; ed il sanguc era mono fidido e scoloralo, di come lo era slalo |)er loinnanzi. — A (pu'sl'epora Toscara della piaga anzidella eras! dislac- cala del liitlo ; cd il colorilo di essa lendcva al rosso. Uielro la eadula dell' escara si viddc clie 1' eslreniita scgala deir omero reslo a nudo per quallro linee circa. Da ([nesl'epoca siiio al decimonono giorno s"i la pia- ga del moncone, come lo slalo generate deirinfermo pro- ■n-cdivaiH) al mcijlioramcnlo ; I'nso del cortice e del laltc era mollo eiovevole ; la leyalnra dclla bracliialc erasi di- slaccata al deciniolerzo eiorno senza inconvenienle veru- no; la snperlicie did moncone era divenula rossa, grannlosa e mollo sensihile al lallo ; lalnni holloncini carnosi chc sorgevano dalla snperlicie dell' osso , riunilisi a grnppo coslilnirono un corpo a forma di cono colla base snll' os- so, e della hingliezza poco meno di nn j)ollice ; la sen- sazione dolorosa e pesanle alio avambraccio e mano non csislenli, c chc tanlo lornienlava il pazicnle di c nolle, ces- sata del Intlo ; eslinia la febbre, e le forzc e 1' appelilo ritornali alio slalo ordiiiario. .\l vcnlesimo primo giorno la novella produzione a gnisa di cono, di cui bo parlalo, erasi confusa colla gra- nnlazione della piaga, resnllando imica sn])erficie, la quale rimpiazzava le parli mcdli, die erano cadnie cancrenale, c Ira la niedesima reslo comprcsa la cslremila dell' osso s|)orgcnle, come bo descrillo piii sopra. Al venlesimo sellimo giorno la piaga era inliera- menle cicalrizzala; ed il Valenli un mese c mezzo dojio deH'ampulazione, rislabililosi anco dalla convalesccnza, fu — 126 — licenzialo ; ma sfortunalamcDle indugio di alquanli giorni a far ritorno alia sua patria per talune cagioni. Frattanto la di liii moglie fu incolpala, e forsc in- giuslanientc, di uii furlo ncllo spedalc mcdesiirio ; cd egli ne senti prol'ondo dispiacerc ; la sera gli sopravvenne risentitissima febbre , cbe invasc con brividi c fii se- guita da gravi dolori in aiiibidiie i ginocchi , i qnali in appresso gonliarono alquanlo. Acio si aggiiinse tumefazione dolente aU'arlicolazione omcro-scapolare sinistra, respirazio- ne affannosa, decubilo impossibilc in ciascnn lalo. La sii- perlicic della piaga si riapri, e divenne purnlenla c sordida. La febbre inlanlo rinielleva con sudore iintnoso di callivo odore ; ma ritornava verso le ore o niatlutine o vespertine sempre con brividi. -: ' La inappetenza , lo smagrimenio , la maiicanza del sonno a caoione dciijrincessanli e i>ravi dolori ai "inoc- clii ed alia spalla I'accan prevedere la prcssima |)erdita di qneslo disgrazialo; mollo piii percbe la tosse |)rofon- da, la niancanza di sonorila al lalo deslro del pelto fa- cean prognoslicare di nnila alia impossibilila di stare sii I'uno 0 I'allro lalo del torace, una grave malatlia nello inlerno del medesimo; c di falli il d'l 23 aprile, vale a T infillraniciili inarciosi c liiilalici. I cnndili dcironioro crano fralliirali a becco di llaiilo in duo me- lii: una antrriorc , posleriorc 1' allra ; il mcditullio per una corla aslonsionc era stato doslriillo dalla niarcia che vi si era inlillrala. Lo Iro piaghe , una dclle quali era la laccraziono sopra dcscrilla , e lo allrc due le conlroa- p(MlniT , comunicavano con dclle sinuosila , che percor- rcvaiio in Aarii sensi Ira i niuscoli dclla nicla inleriorc del braccio , c dclla niela superiore dello avanibraceio, e riunivansi in un cavo niarcioso, che allorniava la frat- Uira , ncl quale , come pure nelle sinuosila , conlencvasi marcia ncraslra e felida. Finabnonle il lessulo musco- larc vicino alia fraltura era bianchiccio ed indurilo a gra- de laic da slridcre sollo il collello ; e la capsola sino- viale , il legamenlo capsolare c la Gbro-carlilagine inte- rarticolare crano sparse di marcia. ()ssi;r,VAZ. 21.° Alfio IJonliglio calanese deU'ela di anni vcnlidue, tessitore, di tem]>eran)cnto linfalico-nervoso, di otlinia costiiuzionc nou afTcKo giammai da nialallie nola- bili, menlrc Irovavasi poggialo ad un pilaslro , questo prccipila cd il braccio desire ne fii gravcmentc guasto ncl goniilo. Ininicdialamenle airaccidenlc vcnne Irasporlalo il pa- zii'iih' alio spcdale, e pnco dopo bi da me visilalo e lo rin- vciini pidlidd, bagnalo di sudorc freddo, c coi poisi piccioli e celeri. i\cl braccio c propriameule in lulla Tarlicolazionc oiucro-cubilalc vi era considerevolc goniiamenlo; sul condilo cslcrno una I'crita laccrala lunga un pollice e raezzo cir- — 136 — ca , larga quasi un pollice , profonda sino all'osso; c (lalla soluzionc ili conliniiila vciiiva fiiori copiosissima cmor- ragia che era conlribuila mollo a spossarc il pazieiite. La capsola arlicolarc era aperta in conliiiuazione della ferila eslerna; la frallura era a selicggc cd inle- ressava rcslrcmila inferiore deH'omcro od i condili. Sbrigliala la ferila in varie direzioni si vidde che i due pezzi priucipali della frallura avevano sululo un no- labile sposlamento ; mcnlre il pezzo su|)eriore era Ira- sportalo verso il lalo inlerno, e poslcriormenle il pezzo inferiore. Furono eslralle dellc scliogge ; lalune delle quali ap|)arlenevano al condilo esterno ; Le scheggc piii profonde ed adcrenli non polerono eslrarsi. La einorragia cesso merce la compressione dentro la ferila. Al seslo giorno tullo I'arlo era gonfio, leso e do- lenlissinio. Al dodiccsinio giorno era avvenula copiosa suppurazione, e la niarcia era di callivo odore. Si eslras- sero in seguilo delle schegge, e pralicaronsi delle con- Iroaj^erlure; nia non dinianco la niarcia diveniva piii ah- bondanle c peggiorava di qualila. Ed a visla di cio, c della llogosi che proseguiva con considercvolc gonfianicnlo ed arrossinienlo dello avam- Lraccio c del hraccio, non die dell'einorragie die riprodu- ceansi non di raro, senihrava voler sopravvcnirc irrepara- bile cancrenisnio. Ma I'infnso della china e raniininislra- zionc della niistura di Glullon , non che la conseculiva uscila spontanea e la eslrazionc di allre schegge giova- rono SI efficacenienle , che lulli i ccnnali sinlonii vennero iiieno e gradalanienle si eslinsero ; ed i! pazienle quasi guarilo usci dallo spedale il di 12 seltenihre. Peri) li 16 di dello niese vi rilorno per csscre sopravvenuta nuova suppurazione nella piaga, ch'era ([nasi cicalrizzala; ma fu di breve durala ; nientre alia line del uiese anzidello la guarigione fu coiiiplela. 137 Ripoisioni alle prccedenii onservazioni utile frallure complicate ih'llo avambruccio e d-el cubito. Rinclloiulo prininmonlc siille frallure complicalc ilcllo avamliiaccio, c Iralasciaiido allri casi siiiiili ciirali s"i iicllo spcdalc (li S. Alalia cnnio iiolla cliiiica, mi fo a dire col dollor Soinnie: « die le lesioni di lal falla in ([iiesta |)arle doirailo lorat'ico esigono raramenle ram|iulazionc )) (1). \'aI ill vcro, se si lia rii;uardo ai casi osservali dal ccnnalo chirurgo in Aiiversa , in seguilo airiillinio bom- bardaiiuMilo, agli allri rajiitorlali da Arnal (2), cd a quei clie veiigo da descrivere puossi convcnire col parere del ccnnalo Soinme. Ne la sedicesinia osscrvazion(! di so- pra esposla e da occclUiarsi dai casi die possono gua- rire seii/.a anipulazione: die, se qnesla operazione si pra- lico ne fu cagione lo irrogolarissinio apparecdiio ado- pralo da niaiio impcrila die slrangolo la innervazione e la eircolazione dci llnidi ; liislissinie conseguenze delle fascialnre male applicate , die (pii ap|)resso avrenimo hiogo ad osservan^ piii voile. Vi e poi Uilla ragionc a cre- dere, die senza di questo rammalalo polea guaiire non niulilalo; c di riJi ne porge assiciiranza il non essersi esteso il cantrenisnio al di la della lesione; ove puranco liiiiilossi nell'allro caso esposlo alia osserv. 13, rimanendo in ainliedne (niesie frallure complicale sana I'arlicolazione del carpo , nialgiado di esscr viciiiissima al giiaslo. E siffallo andiimcnlo nolasi eziandio nei falli rapporlali da- gli anzidelli doll. Somme ed Arnal ; Ira i qnali nierila parliculare considiMazione la ferila avvenula a Higault, descrilla da quest' ullimo (3) , si peiranalogia della le- (1) fiiorn. cilnto, tonio citato. (2) r.ioin. lit. t. ;{. p. 12. (3j (iioni. c vol. cit. p. 13. ATTI ACC. \0L. XI. 18 — 138 — sione con i ccnnnali duo casi ciirali ncllo spcdalc di S. 3Iarla, come per cssere stata giiidicala dal prof. Dupiiy- Iren grave a lal grado che propose rampiilazione; iiia poi, avcndo egli concepila la spcranza di poter conservare il niemhro guaslo, si astenne di pralicarla ; e riiifcrmo di giorno in giorno migiioraiido ollennc la perfelta consoli- dazione della fralUira. Ne I'osservazione 14.° osta a quanto vcngo da espor- re ; dapoiche se anco in (piesl'allro caso si bisogno ricor- rere aH'ampulazione secondaria , do fii pure [)er cause eslranee alia natura della lesione; la quale non prcsenta, die uno dei piii frequenli cffelli fisici dei projeltili spinli da armi a fuoco e spccialniente delle pallc da fucile; cioe: la quasi perforazione delle carni di un niembro. Lesio- ne, che Tosservazione 13.° ed altri simili casi, clic e- sporrb poco piii innanzi trallando delle frallure compli- cate al cuhito , dimoslrano polersi guarire (1) senza la neccssila di ricorrere all'amputazione. Di fallo nel iioslro infermo randamenlo della me- desima siuo al dodicesimo giorno presenla i fenomeni ordi- narii e comuni alle ferile di lal falto ; vale a dire agli atlravcrsamenti semplici , senza dilacerazioni ., senza per- dila di soslanza, ne conlusione , ne fratlura comminula ; fenomeni die consislono nclla flogosi, nella suppurazionc, nel dislaccamenlo dell' escare , c nello avviauiento alia guarigionc. E sollo queslo riguardo il caso in esamc ha dell'analogia coll' andanienio della perforazione con frat- lura in schegge nello avanibraccio del Lo-Faro (osserv.lS.") (1) Due palle lanciate da un fucile scaricato a breve distanza entrano dal lalo deslio dello scrolo percorrono Ira i nuiscoli del perineo e della nalica profoiidaiiicnte ed escono dalle vicinanze della regione del sacro. L'individuo ijiovine sano e robusto guarisce in pocbc setlimanc. Cio accade al 184(5 in Linguaglossa ; il melodo cu- rativo consisle nel coniballerc la flogosi. — 139 — Cio non dimaiico al Iredicesimo giorno iiol Valciili liillo caiiibia in pegj>io, c lii giocoforza ricorrere all'a- lila/.ioiie del iihmiiImo ; nc (|ii('sla f'li sullicii'iilc a salvare lo iiircniio; il (lualc dopo aver iicrcorso diverse fasi di luiglioramenlo e pei^i-iorameiilo iinalineiile socconil)e sollo g\i ascessi Innlaiii dalla parte ferita ; nieiilre iiel Lo-Faro nessiiiraccidciile iiolaliile viene a Uirharo T aiulameiilo della sii|)piirazioiie, del dislaccaineiilo deU'escare e dclle selieum*. or* Or (hi non vcdc in silTalli cangiamenli della ferila riporlala dal Valenli c negli ascessi conseculivi gii ell'elli di una anlica disorganizzazione del san"'iic, chc durante la vila del pazientc erasi nianifeslata colla eccessiva llui- dilii del niedesiuio? Si consideri in assieme il colorilo della sua pelle, dci suoi capelli e delle guancc; le frc- quenli epislassi; ralihondanza della liid'a c siero osservale nel sangne; la sparnta (|uanlila e picciolezza dei globoli c lo sfoldianieiilu dei niedesimi, e le vihici apparse nello avandjracrio aninialalo e niegasi se si puo , die queslo iluido vilalc era priniilivanKMile e di sua nalura degenc- ralo; c viepiii si allero a cagione delle fidthri Iraumati- che; le cpiali, come ben si sa , sono polcnli cagioni di gravissiiiie allerazioni del sangne mcdcsimo. ]■] (pii sendira all'uopo rillellere , chc , a visla di eii), r iiulividuo di cui IraUr.si , neppure salvare poteasi nierce rani|»ulazioiie jjrimitiva; da|)oiche gli ascessi se- condarii Ionian! alia i'erila , ehe furono la causa prossi- ma della di lui luorle e che manileslaronsi dopo I'ani- pulazione secondaria, sogiiono anco far seguilo aH'ampu- tazione priniilivanienle pralicala, nei casi in cui preesisles- sero vizi eongenili del sangne c della liid'a ; e di (piesia verila si avra luoijo a reslarne del tullo convinli Irat- tando delh^ IraUure complicate del femorc. Oltre a cio, la prima delle descritle lesioni addi- — 140 — moslra la influenza dellc ferilc nellc manifeslazioni dcllo spirilo ; e coincide coi nunicrosi falli rogislrali nelle operc dei Savary, Spurzlieini, Gcoiget, BonsleUen, Dcniangeon, Esquirol, I'inel ec. ec. Esaminiamo ora i cinque casi dellc frallure compli- cate al cul)ilo sotlo I'aspello deirampiilazionc priniiliva; nientre sul prime di essi, spetlanle al Pulvirenli (osserv. n.") si discorrera nuovamcnlc ndV Appendice, altesoche presenia un'altro fallo di ascessi lontani alia ferila, E fuori di duhbio die le frallure complicate alle gran- di arlicolazioni compresa quella del cubilo esigono per lo pill Tampulazione, ed anco immediala. Ma (pieslo pre- cello, dcllalodalla esperienza, debb'esser osscrvalo scrupo- losamenle sopralullo nello esercizio della cbirurgia mili- tare sul riguardo, cbe, come sopra dissi, nelK; ambulan- zc c negii spcdali di prima linca I'ammalalo non [)u6 averc pronlamenle ne conseculivamenlc lult'i soccorsi bisogne- voli e la quiele dello spirilo nccessaria a ben condurre la cura lanlo diligcnlc di lesioni si gravi. Al conlrario nella pralica civile vi e seniprc da sperare; c quivi lale precelto olfrc numcrose eccezioni. Qucsla verila viene confermala dalla osscrvazione vi- gesima prima; la quale presenia Tarlicolazione del cubilo largamenle aperla , e le ossa roUe eslesamcnle ; e cio non oslanle awenne la guarigione. E non sarebbe lungi dal vero il dedurne da si felice resullalo, cbe, allesa I'a- nalogia tra la sopradclla lesione e quella sofferla dal Di- Emmanuele , esposla alia osservazione 19.", anco que- st'ullima sarebbe guarila senza deH'ampulazione, se in- vece di essere slala adoprala la slrclla fascialnra com- pressiva per lulto I' arlo , che senza meno fu cagione potenlissima della flogosi cangrenosa per strangolamenlo alia innervazione ed alia circolazione dei fluidi e quindi dei vasli ascessi diffusi di simile natura , e di tulte le — 141 — allrc conseguonzo, clic rcscro necessaria ranipulazione, fosse sliilo pralicalo un niolodo curalivo raiiioiievolc c (liroUo a prcvoiiirc la flogosi Irnunialica viitlcnla. Ladiide possiaiiio riiiniro (picsli casi , agli allii .simili osscrvali (la Ariial a S. (Hand ; i (piali, conrci^li giiislaiiR'ntc fa ossorvare, dimosliaiio die le frallure complicale delle ar- ticolazioiii aiico i;iiii;liiiioi(IaIi, iinii sniin scMnpro cosi gravi, conic akiiiii aiilori liaiino volulo i>iinlitarlc, c die I'aiii- pulazioiie non c scmpre necessaria (1). La osservazioiie deciniaiiona confcnna quel precello dei prof. Vdpeaii (2) e di Dupiiylien; cioc: die, sc una palla aprc scmplicenieiile rarlicolazioiic sopra iiiio dei siioi piiiili non producendo ndle ossa , die un fracasso niediociissinio, o pure se il cennato projellile si e fallo un canah^ iicllo parii spongiose ddreslreniila ddic ossa, allora , se vena inipicgalo un liallanieiilo convencvolc , potrii snccedere , come; in efli'llo assai spesso avvienc , die si preveira la infianiniazione troppo violenla, la snp- purazione deirailicolazione e ramnialalo guarira perdeiulo pill 0 mcno la liherla deH'arlicolazione (3). Tale in falli si In la lesiune del Sig. Lanfreschi, e tale fu pure non solo I'andamento della medcsima , nia anco il molodo cnralivo. Tnllavia non Iralascio far osser- vare, die al fdice csilo di essa vi alibia concorso, ollre alia pronlezza c regolarila di lale nielodo lo slalo sano dello inferino, e la sua presenza di spirilo. Or quanla iiilliicnza ariccliino I' una e 1' allro alia cura dcllc lesioni in esanie lo dinioslra vienimci'lio la os- servazione relaliva a Pidvirenli ( Osserv. 10.°); in cui a rendere piii diffusa e cancrenosa la llogosi Iraumalica con- (1) f.iorn. citat. T. 3. (2) Nouveaux Klemcnls da Modoc. o|)eratoire. (!{) Trailo tlioor. cl prat, des Llossures par armcs de guerre l)rcin. pari. p. 180. ■ ■• . — 142 — corsero il nietodo curalivo nicnte indicate all' uopo, per csscre stale adoprale larglic liste di tela adcsiva e fascia- lure compressive, c qiiindi strangolalorie (1) lo slato pessimo del sangiie, per vizii congenili ed acquisiti , le allcrazioni croniclie dei visceri addominali c la depres- sione dello spirito, cagionata sopralulto dalla desolaziune avvenula alia sua miiiierosa famiglia. Per tanto e da credersi clie nel Pulvirenli senza il concorso di quesle cause, pur troppo potonti, si sarchbe otteuula la guarigionc, come avvenne al Sig. Lanfreschi, ed al Bonfiglio; cioe: senza il bisogno deiramputazionc ; 0 pure in seguilo di questa operazione, come accadde al Dement e al Ui-Emnianuele. Per allro il guasto nel delto Pulvirenti non fu piii grave di quelle avvenulo in questi ullimi due individui. Killettendo sull' osservazione 17." rclaliva al Dement, possianio stahilire, clic ia questa Icsione non vi era ra- gioue a dilTcrirsi ramputaziene ; dapoiclie il proiettile nen era stale una palla da fucile come uel Sig. Lanfre- schi e nel Pulvirenti; ma un cerpo pesanlissimo c di un volume di gran lunga maggiore di quello dell' anzidelta palla, a superlicic scabhra, lanciato con violenza somma, a dir lutto un pezzo di cannone di ferre da 24 rotto da eccessiva carica. Per lanle il fracasso nell' cstreniita arlicolari dellc ossa del cubile fu assai piii esteso , un maggior numero di legamenti e di parti nielli fnrono gra- vemcnte ammaccalc, rotlc e dilacerate di unita alia cap- sola, tutla I'arlicelaziene fu l.irgamenle aperla, e lo ac- cadimcnto avvcniva in tempo di guerra , vale a dire in un tempo in cui I'infermo non petea avere pronlanienle, (1) Si vegyano g\i elTetti nocivi c spcsso niorlali degli appa- recclii conipressivi o conteiilivi serrali ollre inisiini nel Traile tlieo- ri({. ot prat. ecc. sopra citato p. C3. — 143 — come (li falli non ('1)1)0, i soccorsi ed il riposo bisognc- voli; e (jiwiidi era di ncccssila ricorrorc airampiilazioiie |iriiiiiliva; aiico !>iusla i ])ro(('lli, non solo dci (luliliie (1) l.aricy (2), Slcnncii (3), cd allii cliiinrgi niililaii, ma pure dcllo slcsso Faure (4). K qui vi c lulla ragione a cre- dcro die, se qiiesla openizionc fosse slala ndoprala subilo, lo inlernio avcssc ollenulo la guarigione piii pronlamcnte c scnza incorrere in tanli pericoli. K qni hasia per ora quanio ho dcllo inlorno alia ampulazione nelh; frallure eonq)licalc deH'arlicolazione del cubilo; inenlre piii iinianzi parlando delle lesioni inlcressanli le allre grandi arlicolazioni rilornero a Irallare queslo argomenlo imporlanlissimo. IKATTinK COMPLICATE DHL IsnACCIO E DELLA SPALJLA § 1." Frallure compJicale del Braccio prodollc da projetliU spinli da armi a fuoco e da bocchc a fuoco. OssERVAZ, 22." II di sci aprilc 1849 durante il valo- roso comballimenlo dellc? truppe svizzcrc lungo la slrada clnea in Catania, il tenente del 4.° svizzero Sig. Stiirller vi rimanea lerilo al braccio destro da palla di fucilc da niuni/.ione, tirata a giusla distanza. La lornia della lesione 111 un canale, avendo peii'orato la palla il braccio nel cen- tro (la una part(! all' altra. Quiiidi roniero non fii rotto. (1) On military Siiriicry paij. i. (2) M(Miii)iros (U; ciiiriiruie iiiilit. T. 2. (3) On^'un — solil wuiinils p. 1!)C. (4) Prix dc l'uccu(temic de chiriirgie T. 8. — lU — fe da notarsi inlanlo clie I'azione del colpo fu si vio- lenta die il sig. Sliirller cadde a Icrra quasi privo di sensi. lo vidi il pazienlc la prima volla nove giorni dopo dello avvenimciilo , e trallavasi allora di volersi adoprare r ampulazionc sid rigiiardo, die la Icsionc leiuleva al can- crenismo; iiioilo piii aviilo rigiiardo alle replicale emorra- gie, clie avcano spossato il pazienlc — Rinvcnni allora due piaghc ; una nel mezzo del braccio anleriorincnle verso il lalo inlerno, e I'allra in corrispondcnza di qucsla po- slcriormcnte verso il lalo eslerno; ambcdue di forma ir- rcijolarc, allesocdie erano slale sbri"lialc in varie dire- zioni ; la loro supcrficie era biancliiccia , lardacea , e Iransudava della sanie puzzolenle a lal grade, cbe avea infcllala la stanza (1). Lo specillo inlrodollo per le me- desime pcrcorreva senza verun'oslacolo il canale formalo nel cenlro delTosso dal passaggio della palla. Tullo il brac- cio era gonfio, cd abjuanlo edcmaloso; edema die anco eslendevasi alio avambraccio ed alia mano; la pelle era Icggermenle arrossila e calorosa. \\ pazienlc avea febbre, era pallido, demagrilo, la lingua secca, inlensa la sele; le forze dimesse , a cagionc , come mi si dicea , delle considcrcvoli emorragie,ciic per Ire voile nel corso dei nove giorni erano sopravvcnule. A visla di lullo cio , come dissi, voleasi passare all' ampulazionc del braccio nel terzo superiore. lo lenendo in considerazione il lempcranienlo linfa- lico del pazienlc lendenle alio scrofoloso, opinai che i so- pradoscrilli fcnomeni, cbe addimoslravano |)rossima la dc- generazione cancrenosa della piaga, erano elfcllo piii della (1) Qiieslo militnrc, ili iinilii ad allri ulTiziiili k'r'di , fii ciirato in una delli! stanze dol Monastero dei PI'. BcnedeUini : dai qiiali gli fiirono prodigatc Ic piii diligcnli cure. — ws — allcrazionc congcnila del sangiic e ilella linfa, accrcsciula a causa piu dollo slalo fisico e morale del pazicnte, di qiiaiilo dalla slessa ferila. E sicconie i iiicdesinii fc- iioiiieiii, e a j)ie!'erenza reiiiorragie, eli(! noii pideansi al- trihnire a lesionc arlcriale o venosa di vasi considerevoli, addiiiioslravaiio rlie la siidella allcMa/.ione del saiigiic aves- se poliilo eoiisislere nella dissoluzioiie del inedesimo, dive- nulo assai fluido per niancanza di libbrina, e quiiidi ]»rivo di plasticitii, cosWredei all'iKipo I'liso degii acidi iniiierali, e sopraliilk) della luisliira di (Uiillon ; iiieiilrc la |)iaga niedicavasi con lilacciclic iuziippale della creosote diliiita iiclla acqua semplice, c tullo I'arlo cuoprivasi coii coni- pressc hagnale nella decozione di caniinoinilla di iini'.a a poto aceto. Al lasso di pochi giorni le piaghc ininiulavansi, pre- seiilaiido snperlicie rossa e granulosa , e suppurazione lodevole ; la lingua laccvasi uniida, minoravano la sele e la fehhre, riniellevansi le forze. Dai fori deU'osso distaccavansi piccioli nia nnmerosi frannnenli ossei ; e (piesli slessi fori, avanzandosi la gra- iiulazidiie, reslavano cliiusi da boUoncini carnosi ; cd il sig. Sliirller riacquislava il hraccio dcsiro , guariva del tnllo al lasso di due niesi, e rilornava al servizio atlivo. ()ssi:iiVAZ. 23." Cesare ed l^ninianiiele llusso ragazzi calanesi , I'uno deU'ela di aniii lo e I'allro di anni 13 di olliiua salute, il giorno sei ;iprile 1 81!) Irovandosi nella piazza del Dnouio luentre Catania era hundiardata per la via di mare, da una grossa scheggia di l)oud)a di grandc diamelro (forse di 10 pollici, e quindi del peso di cento libhre, della s|)essezza di 10 linee e cajiace di contenere .') Iil)lire circa di iMtlvere ) furono percossi nelle liraccia, mentre 1' uno tcnea I'allro per la mano; c trascorrendo cssa scheggia Ira i due hracci straccio le jiarli niolli sino agli omeri e li fratluro in IVauunenti. .\el prinio il bicipite ATTl ACC. vol. XI. I'J — 146 — bracliialc, iion csisleva piii, ed il tcrzo medio dell' omero era Iritato; iicl secondo, ollic al cennato niuscolo, era slalo asportato anco quasi liillo il delloide, e 1' omero fracas- sato sino al lerzo superioro. Quesli due disgraziali furouo trasporlali alio spedale a nolle avanzala ; e per tanlo , essendo slali medical! e soccorsi pronlamenle alia meglio die si pole, I'ampulazione, ch'era ricliiesta sollccilamenlc, dovelle poslcrgarsi alia di- maue. E difalli appeua fece i^iorno le prime ampulazioui, che pralicai in quella falale gioriiala, furono per lo ap- punlo quesle. l\el primo la operazione fu eseguila al terzo supe- riore , c nel secondo al collo dell' omero ; cd andjidue guarirono in poclie scllimane. OssiiitvAZ. Si." Pasquale Puzio dell' cla di anui 30, di teniperamenlo linfalico-nervoso, di ollima costiluzione e uon affello giammai da malallie gravi o acquisile, gen- darme a piedi , la nolle dei 2"t gennaro 1848 fii Terito al braccio sinislro da palla di fucile da munizione. II pro- jellile peuelro dalla parle media della faccia anleriore del braccio, ed usc'i dal punlo opposlo; cioe: dalla faccia poste- riore. L' omero fu roUo a scbegge dal passaggiu della palla, ed il pazienle cadde a terra Iramorlito ; immedialamenle fii Irasporlalo alio spedale, subito sbrigliai le due ferite in varie direzioni, c mi accorsi che luUo il lerzo medio dcir omero era fracassalo. A visla di cii) dubbilai se dovea passare all'amputazione; ma lo slalo sano della maggiore estensione dellc parti nudli adiacenti alia frallura , c la costiluzione pure sana dell' organismo deilo infernio mi fe- cero deciderc a lemporeggiare, malgrado che 1' osso era scoppialo, a cosi diria, per si lunga eslensione. In seguilo alio sbrigliamenlo eslrassi le schegge piii grosse e piii lunglu;, e quelle meno aderenli ; e sicco- me il ferilo avea pcrdulo mollo sangue, cosi la medica- — 147 — lura si liinilo , ollro alia convcniontc posizionc dell' arlo offeso, alio jjagiialure dcU" acqua di Ilichtor , cd allc be- vandc acidole. La llocfosi chc sopravvonne fii riscnlitissima ; tutlo il hraccio c parte dello avainhraccio fiiroiio gonlii tcsi arrossili pcsanlissinii e niollo dolciili ; la Icbhrc c la sete craiio iiilciisc, grave la cel'alalgia. Lc sanguisiighc piii voile applicale localinenle, le ca- laplasine cminollienli, i piirgalivi oleosi, la severa dicta, agovolaroiio la siippurazione. La niarcia fii ahbondantissi- nia e di biioiia (pialila , moltc sclicggc picciolc veiiivano fuori da se,allre ostraevansi nierce lc piiizcltc; e tutlo sem- brava avvialo al piii fclite andamcnto , quando al lasso di nil iiicse dallo accadinicnlo, nuovamciilc il braccio riloriio alio slalo aiizidcscrillo, cd i fcnonicni gcncrali si riaccc- scro. La su|)purazione fu di bcl nuovo abbondaiilissinia, lc forze d(!! pazioiite qiicsta volta si fcccro niollo dimcs- sc, c Tappclilo vciinc iikmio, nnzi fuvvi anorcssia; e del- rcmoiTagie al([uaiilo coiisidcrcvoli sopravvcniiero. Inlaiilo crano Irascorsi 40 gioriii da clic riiiferino pcnava , ed io quasi mi pcntiva di nou aver adoprala rainpulazione; lullavia In poslo in opera il nietodo aiilisellico, e a pre- ferenza la china in decozione per rinterno ed eslcrna- nienlc , non die la mislura di Glullon , e la soluzione della creosote sulla piaga , ch'crasi coperla di escara e niinacciava il caiicrcnismo. Talc nictodo nii"liorava la flcnerale condizionc del- ramnialalo, noii die (piclla della stessa piaga: ma la dcnii- Irizionc lro|ip() avanzala liicea Iravcderc ch'egli nou avrcb- be polulo sostcncrsi in vita niollo a lungo. Inlanto I'ani- maniinciilo prosegniva ora piii, nra mcno abboudaulc, era di buona (jualilii, ed or no; c lia le niarcc spcsso ve- nivano fuori delle schcgge. Ad aggravare niaggionnente io slate pcssirao del pa- — 148 — zicnlc concorrcvano frcquenli oppression! niorali , proniossi (lallo slalo in ciii Irovavasi la jiopolazione in qiiei giorni; ina pel decoro di qnosla e di clii allora reggea lo slahili- niento bisogna palesare , die ne questo ammalato , ne gli altri niililari infernii nello spedale niodesimo ebbero a sofTrirc pericoli di vila ; che anzi fiirono Irallati con liilt'i rigiiardi dovuti al lore stalo; tnllavia il Piizio spcsso era immerso in una profonda Irislczza. Fii proposta I'anqjulazione, ma 1' ammalato non voile affallo condiscendervi, forlunalanientc; inentrc al lasso di Ire mesi era giiarilo, sebbcnc col braccio abpianlo de- forme nel mezzo^ cd inceppalo nei libcri movimenli del cubilo. Frattura comjAicaia del braccio jwodotla da schiacciamento. OssERVAz. 25.° Carmclo Mcli ragazzo catanesc, di anni 14 circa, di lemperamcnlo sanguigno-ncrvoso, gua- rito da iin anno di cronica mcscnlerile , che lo alllisse per pill anni e lo rcsc gracilc e pallido , cadde a terra racntre lras[)ortava sulle spalic, falicando da mnrifabro, una grossa pielra; e quesla vcnnc a percnotcre il braccio si- nistro siffallamente, da esscrnc slate gravcmente e pro- fondamonte ammaccale Ic parti molli , e rotlo I'omero ncl tcrzo medio a frattura a bccco di flauto. La estre- mita acuta del pczzo snperiorc di essa frattura laccro le parti molli, ed usci fuori. Poco dopo dcllo avvonimcnio fn ammesso nello spe- dale (il di IG diccmbre 1852); ed immediatamenlc fu reserzionata la eslremila anzidclta ; e ridotla la frattura e adagiato in letlo il pazicnte, I'arto offeso fu posto nella seminessione. Furono applicale numerose mignatle nella — 149 — rcgioiio offpsa, c si poscro in opera bagnature c ciila- plasmc cinollieiili c hevaiidc acitlolate. L'ii»rcrmo la nolle conseculiva ehbc sonno inlerroUo (la hrcvi, ma aculissimi dolori nella lesione ; dolori die inas[»ollalanienle e ncl nieglio deila (piielc la piii sodi- sfacenle lo assalivano in luodo veranienlc spasniodico , ma sempre di hrcve dnrala ; ne giovamcnto alcuno re- cavano gii aiili.spasmodici ed i loipenli eslernamenlc ed inlernameiile adoprali. Cio non dimanco lo slalo della le- sione non i>rcsentava allerazioni apprezzahili ; c tnllo cio sino aH'nndccimo giorno. 3la al cominciare del di deci- mosecondo , il braccio si vidde abpianlo gonCo , tcsa la pclle c sparsa di larghe maccliie color pavouazzo, il do- lorc divonne pcrenne aciilissimo ed esleso lungo la mela superiorc dell' arlo e verso il pello , la febbre inlensis- sima, con calorc brucianle , grave cefalalgia e sole ine- slingnibile. La respirazione si fcce affannosa , 1' evacua- zioiii si sospesero , pocbc le orinc. II calorc generalc comincid ad essere interroUo da sensazione di freddo ; e frallanlo la lesione non offriva fenomeni di cancrenisnio ; soltanlo le macchic cambiavano il colorilo pavonazzo , in (piello di rosso , c lalora scomparivano ; ma per breve tempo , c ricomparivano. Qiicslo apparalo allarmanlissimo di fenomeni gene- rali, elie aveanu principio e parlenza dalla localita, non dnrb clie ([iialiro giorni pcggiorando sempre piu, malgrado i salassi locali c generali, e I'liso del nilro ad alle dosi; ed uneiidosi ai mcdesimi le abberranzc dclle facolta mcn- lali, c la irrogoiarila od inegiiagliimza dei poisi il pa- zicnle lini di viverc al scUimo giorno; dicioUesinio dallo accadinicnio. — !)Ii dnole soninianienl(! di non essere slala osegiiita la sezione del cadavore, e le conveiiienli osser- vazioni suH' inlerno della piaga e principalmeiitc sulle ar- Icrie e vene del braccio ammalalo. i, ,!■■ — 150 — § 3." Fraltura compUcata ddla spalla cogionata da proieUili sjnnti da anna a fuoco. OssERVAz. 26/ Salvatore Licciardello, calanesc, brac- ciale deir eta di anni 42 circa, di teniperamenlo sangui- gno-hilioso , di buona coslituzione e non affello giammai da malallie notabili fu animesso nclla cliiiica ii di 14 set- lembre 1849 aventc n." sei fcrile sparse sulla faccia an- teriore dell' arlicolazioiie oniero-scapolare sinistra, ed al- trc quallro sulla faccia posteriorc della stessa. Tulle di forma circolarc, coi bordi regolari ed infossali nclle pri- me, irregolari e divericali nclle allre. Ad eccczione di due: delle quali una anteriore e poslcriore I'allra, del dianielro ciascuna di un pollice circa, tulle le allre erano del dia- metro di scltc linee ad un di presso*, e tulle erano state prodoltc da palline ( delle in siciliano luparntli ) spinle da arma a fuoco; una, pero, cioe; la piii grande era stala ca- gionala dalla palla cos\ delta macstra. La distanza da una ferita all' allra era brevissima e non ollrepassava un dito e mezzo trasverso. La fucilala era slata tirala da vicino. Le prime ferile dimostravano la entrata dci proietlili , e le altre, ossia quelle posteriori alia spalla, la uscita delle medesimc. Osservalo il cammino inlcrno di esse ferile si rile- v6 che quasi tulle aveano Iraforalo la cslremita omerale della clavicola , e la testa ed il collo dell' omcro da una parte all' allra. Erano Irascorse 24 ore dello avveninicnto quando r infenno fu da me osservalo nella clinica , ed aliora la spalla era gonfia considcrevolmcnle sino alia base del collo dcH'omero, arrossita, immobile, dolcnlissima speciabnenle — 1.vl — ad ogiii licve movimciilo. L'iiifcnuo avea sclc, e la lingua secca. Fiiroiio npplicalo nei coiilorni dclla losionc venli nii- gnalle, si atiopraiono cal,iplasnio eiiiniuilieiili, bevaiuie con acidi voi^olali, si iiso nioila allenzione nella posizione del- r infcrmo siil IcUo e spccialnionic dellarlo olleso c si sbi- giiaroiio lo rcrile in vnrie dirozioni. La llogosi minori) ahpiaiilo; cd esscndosi puliilo csplo- rar nicglio lo slalo delta Icsta dcU' omero, qucsla si trovo rolla a schci'go, c con dclle pcrl'orazioni, spccialnuMilc ncl collo; ma qiiivi scnza sclicggc. Si Irallo se niai conve- niva la disailicolazione; se ne conobhe la indicazione ; raa la fralliira in S(lic"m* dolla eslrcniita omerale dclla da- vicola, cd il rillcllcre chc allri guasli avcsscro j)Otulo csistc- rc ncllc parli coniponcnti la slessa arlicolazione, die avcs- scro poUilo compronicUere I'esilo deH'operazionc, si crede- rono |)olenli contro indicazioni; cd il mendiro lii conscrvalo. Avvenne coj)iosa snppurazionc con inliltranicnli ; I'u- rono fallc dellc conlioapcrUirc; si cslrasscro mollc schcg- gc; ina le suppurazioni c la fcldirc piii o mono prolnn- gale cd intense ccssavano c rilornavano; piii di una volta ia vila del pazienle fu in forsc. L'uso del corlice e deila niistnra di CihiUon inter- uanicntc; le iiiiczioni dclla dccozione delio slesso corlice nclle piaghe, niodificando la quanlila c qualila della mar- cia c soslcncndo le forzc dcllo inlcrnio, linalnicntc appor- tarono la guarigione. A'ondinianco piii di una volla il Lic- ciardcllo I'cce rilorno alio Sj»odal(! a cagionc di nuovc sup- purazioni, chc cessarono colla cslrazione di allre schcgge. Rijles^ioni alk precedenti os»ervazioni sullc frallure complicate del lirarcio c delta spalla. Primanienic la osscrvazione 22.° ofFrc un caso non comune di [icrlorazionc del ccntro di un'osso lungo, ossia — 152 — deU'oniero; mcnlre ordinarianicnle tale elTcUo dcllc palle da fiicilc suolc avvaziontc dicea cli' erano, di unila a lulla la eslcnsionc dcgli arti, inlor|)idile c pesaulissime. Fu adagialo su niorhido IcUo; fu risloralo con brodi caldi ; lo piaglie furono ri|)ulilc con a((|ua e poro acelo tiej)i(li , 0(1 eslralle lc sclicgge nou adoiciili, furoiio me- dicate con lilacciclie spaluiale del ccralo di (laleiio e bene copcrle con coinpresse inzuppale nella niedesiuia posca. La reazione ijenerale nou tardi) a mauireslaisi di unila alia Ilogosi (lell(> |)iaglie, rlie fuo|)rir()nsi di escara caucrenosa. 3lii sopravvenula abbondanle e lodevole sup- purazioiic agevolala dalle calaplasnie eniniollieiili, e dallo inl'uso del corliee peruviano di unila alia niisliira di Glut- lon, I'escara dislaccossi , e coniincio la granulazione. E posle in opera delle laiglie lisle di tela adcsiva , che conconevaiio alia riiinioiie delle j)iaghe , si videio que- sle, e a preferenza (pielle della eoscia sinistra , ov' era la frallnra del feuiore, guarilc al lasso di cinquanla gior- ui. Qtiaiido dei lenonieiii geiierali vennero a turbare si lieto audaiiu'iilo ; dapoielie nuove I'ebbi'i, elie iuvadevano con brividi ed crano couitiunle a losse e a dolori di breve dura la al lalo deslro del pello ed alia s|»alla dello slesso lalo, leiievano il pazienle abballulo c con poeo nppelilo delle soslauze alinieniari. I'] deniagreiido sein|ire piu, fal- tasi conliuua la febbre , frecpienle e profonda la losse , nialgrado i revulsivi cslcruauienle adoprali , e la idro- ATTl ACC. vol. \l. 21 — Ifi2 — gola , ed anco i brodi medicali , 1' infcrmo ccssb di vi- verc il di olio ciiicno dcllo slcsso anno '1849; vale a dire due nicsi dopo la sua oiilrala alio spcdale. Falla la sczione del cadaverc si rinvennc il polmone destro sparso di lid)crcoli suppurali, c di cscavazioni ; c niolla collezionc di niarcia si osscrvo dcniro la capsola arlicolarc della spalla dcllo slcsso lalo; il fcgalo volumi- noso assai piii del naUirale, cd induiilo, ma sonza can- giainenli di Icssulo; Ic piaglic dclla coscia sinisira cica- trizzalc c consolidala merce il consucio callo o porro- sorcoideo, la frallura ; quasi cicalrizzale Ic allro piaghe. § 3." ' ■ ;i'!<,-i Frallurc compUente delta coscia jirodoilc !> da schiucciamenla. OssERVAZ. 31.° Yinccnzo i\. calanosc, dcU'cIa di anni 50 circa, cuoco, non allcllo giammai da maiallic nolabili stando a scdere sollo il forlc S. Acala in Cahuiia ebbe spezzala la coscia doslra daila giaiidc asia dclla baiulie- ra; la quale, monlre qncsia svcniolava , fu spiiinlala da furioso vciilo c sbalzala ollre i parapclli vcniic a ballere a pionibo sulla coscia aiizidclla. . > -mv; II pazicnlo (u liasporlalo immcdialamonlc alio spe- dale, c poco dopo I'u da ine visilalo. Lo rinvciuii slupi- dito; non ricordandosi cosa alcuna del disaslro accadu- logli , del (pialc verun' inlcrcsse nc prcndca. (Hi occhi erano apcrli, dilalale lo pupille, i poisi picciolissimi c con- cenlrali, IVcdda la supcrlicic del corpo, ansanle la rcspi- razione, le forze lisiclie quasi eslinle. — Esaniinala la lo- calila viddi una fcrila nel niczzo dclla rcnione anieriore della sopradeUa coscia, e ])ropiianicnle sul venire del mu- scolo rcllo anieriore , nella direzione Irasversalc , lunga — 1G3 — quasi qnallro dill trasvcrsi, ainpia forsc piii del doppio, allcsocclie fra la medesima iioii solo Irovavasi la cslre- niila superiors dolla IValliira , uscila fiiori per Ire dili Irasvorsi ciiiii, ina pure ijraii parlc del venire del mu- scolo aii/idello. Tulle le parli molli del lerzo medio della slessa coscia eraiio enorinemenle aiiiinaccale, c privc di vila, e neppurc! davaiio sani^iie. A visla dello slalo geiicrale delio inferiiio, clie non pcrniellea sperariie la gnarigionc nepptirc merce I'ampu- lazioiie, e noii csscndosi poUila riinellerc in silo la fral- liira |)er mezzo della esleiisionc c coiiiro-eslensione , li- milai U\ op(M'aziuiii a reserzionare colla sega a catena la cslreniila siiperiore di essa frallura, uscila fuori; c posto in lello il pazienle, e I'arlo nella semi-ilessioiie coperlo di compresse iiiziippale della |)0sca, si I'eeero dei lenta- tivi di rianimare con sirolinazioni e con hevnnde calde le furze ed il calore; ma liillo I'u inulilc; clie la nolle con- scciiliva euli sc ne niori. — Aon fu I'alla la sczionc del cadavere. OssERVAZ. 32.° Concello Sciulo dell' ela di anni 44 calanese, spezza piclra, aflello piii voile da fehhri inlcr- niilleiili lerzianarie , elie lasciarono valida oslruzione al fegalo, il giorno 11 niarzo 18.") I lii ammesso nella cli- nica aveiile (piasi liiUa la coscia desira fracassala da un gran masso di lava, die dislaccalosi dallallo della roc- cia venne a jtiombarc con tullo il suo enonnc peso suH'anzidella coscia. La forma della lesionc si fu la lo- lale alirizione delle parli molli e dure; le prime furono slrac( iiile e dilacerale in lull' i sensi e siflallanienle am- maccale da cssere stale ridolle a guisa di came hollila; I'arleria e la vena feniorah; rimasero comprese in siffalto guaslo, ma fcallaiilo non eravi slala en)orragia. II i'omore era franlnmalo ; e lullo cio cslendevasi da (piatlro dili al di sollo deir inguinc sino allc vicinanze del ginocchio. — 164 — II pazicnle avca g\i occhi apcrli c fissi , Ic pupillc dilatatc, parlava prcslamenlc c mollo c di cose incoercnli poco intcrcssandosi della sua orribile disgrazia. II calore peri) c le forze csislevano presso a poco alio slalo na- turale. A vista di cio Tunica risorsa slava ncll' ampulazione primiliva ; c quindi fallolo appena ristorarc con hevande di acqua fresca, c con della soluzione nclla mcdesinia dclla confezione di alkermes , pralicai quesla opcrazione uelle vicinanze della regione inguinale, facendo comprimere 1' arlcria merce le dila di un aslanle. I,; ) Fatla la legalura dei vasi sanguigni , mcdicala la pia- ga e adagialo in lello il pazicnle si ollcnno, poco dopo, che le sue facolla menlali tornarono alio slalo normale ; e sebbcne verso il dodicesimo giorno alia vasla piaga so- pravvennc abbondanle suppurazione preccdula da febbri risenlilissinie, non di manco le forze si manlennero sem- prc rcgolarnienle c la piaga slessa di giorno in giorno si avviava alia guarigionc ; cd al lasso di un niese per- mellea al pazicnle polersi alzarc da Icllo , e appoggialo alle slampelle passeggiare pella corsia. Ma una lossc lieve sul principio, profonda, e frequenlc ncl seguilo lo lormcn- lava, anco la nolle, di unila a febbre lenla ; le guance si fecero rubiconde; I'appclilo delle soslanze alinienlarie venne meno ; le cavila loraciche davano alia percussione sonorila malla, che poi si perde del luUo ; la piaga, gia prossima alia cicalrizzazione tolale, si fece bianchiccia; la denulrizione era palcse e Icndeva alia consunzione, i spuli erano marciosi, e sopravvenula la diarrea la iliadc dei mali di queslo disgrazialo fu chiusa dalla morle , malgrado i poleiili revulsivi e gli allri niezzi inlernamenle adoprali , avvenula il di 18 aprile 18oI. Falla la sezione del cadavere, forli aderenzc si rin- vennero Ira le pleure polmouali e coslali dell' uno e del- — 1G3 — r altro oavo toracico, cfTusione di fluido puriforme alia ([uanlila di (iitallro lilirc circa nei medesiiiii liirhercoli , snppurali esisleaiio in amhiduc i polinoni e profoiidc esca- vazioni conlcnciili inarcia. Riftessioni alle preccdonti Ofmervazioni mdle fratture deW articolazione ileo-fcmoralc , e dcUa co»da. Le due osservazioni 27/ e 28.' ofTcono guasli cnor- mi air arlicolazionc ileo-femoraie , c possono dirsi il li- po delle Icsioni traumaliche a quesia rcgionc doli'arlo ad- dominalo pellc (piali i'arlo si rcndc impolenlc. E di ve- ro, cosa pralicaie iiel Fiiiocciiiaro (osscr. 27 ) ? die ado- prarc ncl Coco (osscr. 28) ? La disarlicoiazioiic ? sareblie slala iiiiilile allcsoclie il "iiaslo iion si era limilalo al "ran Iroiicalcrc o al collo del fcniorc , come nci casi rappor- tali da Arnal (1) , nci cpiali rcliccnicnle avvcnne la gua- rigionc scnza il hisogno dclla siidcUa opcrazionc ; ma la Icsionc in anibidnc i sudclli individni av(;a ollrepassalo quesle pnrli doll' osso , cd crano slali inlorcssali si la Icsla del femoro, come la fossa coliloidea. La reserzione dclla sicssa Icsla del fcmorc? anco innlilc*, |)oiclie tale opcrazionc non avcsse lollo die mcla del gnaslo, quello spellanle aH'anzidctla lesla ; mcnlre I'allra mcla di perli- ncnza della fossa coliloide sarchbc rimasia ; e qniiidi la nccrosi c la caric sopravvcncndo avcsscro fallo morire gli infcrmi (piasi sollo lo slcsso slalo palologico , a cui soc- comhcUcro. Per allro qucsla o|»crazione pralicala dal Sig. Scntin sul soldalo Lisieiix fcrilo all'asscdio di Anversa da palla di Incilc da niuiiizione al collo del fcmore ed al gran trocanlcrc solamcnle, fu seguila al nono giorno dalla morle .iT I'l^ (1) Journal uiiiverscl ct Hebdomodaire T. 3. pag. 35. — 106 — dcirammalato (1). Ollrc a cio la osscrvazionc 28.' prcscnia un caso del grado piii cniiiicnlc di dcgoiierazionc Iraurnali- ca, a cosi diria, a cui possono giungerc i Icssiili animali sotlo razioiio la piii cnoniic per peso ; e quiiuli per scliiac- cianienlo non solo, ma pure per slrilolamenlo ; allesoche la liinclla del fercolo costruila di grossissiino legno e con- loriiala da diverse strisce di ferro, sopraposlc I' una al- I'allra, schiaccio la coscia, e nello slesso lempo slriscib sulla slessa. Per tanlo qiiesli due casi confermano i precclli di Dupuj'lren ; cioe : clie nci casi di simil falla il solo par- tilo ragionevole a preiidersi si e di pralicar suhilo I' am- pulazione d(d menibro o la reserzioiie deU'eslremila ar- licolari. AIT iiifuori di quesli due inezzi eslrcmi non vi e allra risorsa ; e ranimalalo soccondjera quasi scmpre sollo gli accidenli innamnuUorii i piii violenli. Al conlrario la osservazionc 2!).° rafFDrza le rifles- sioni del Sig. Arnal, dedolle dai falli siniili da liii osser- vali alia convalesccnza di Sainl-Clond ; cioe : die le gua- rigioni delle fraUure complicate al femore cagionalc da palle di fucile non si debhono Icnere come dei casi cc- cezionali ; giusla il parere di Samuele Cooper, Schumu- cker, Gulrliie, Larrey ec; ma al ccmlrario come falli die addimostrano il polere della naUira e dell' arle ad olle- ncre la guarigione delle medesime fraliure. E quiiuli non debbesi adollarc la regola generale slabilila diigii slessi pralici di ampular subilo nei casi, dei cpiali Irallasi ; os- sia di ampulare tulle le volte che il femore e stalo fral- lurato da una palla da fucile. E queslo precetlo, a valermi delle parole dello slesso Sig. Arnal, uu paradosso ridicolo ebarbaro, die anco prosso (I) Trailc llicoriqiie ct pratique dcs blessurcs ec. De M. le baron DupujUen pag. ill. — 1G7— Doi spcsso si scnlc ripolcrc. Laonde ho rcpiitalo biso- gncvolo iiilrallcncrmi iiiiovaiiK'iile sul mcdosiino nelle ri- flcssioiii ijciierali, (lo|)() di avore falln uii paiallolo tra le frnUurc coniplicalc del remoic, c (pielle deHoincro e dclla tibia. Per ora mi fo a eoncliiiidon' coilo slesso Anial , che a no, iion bisogna afl'allo am|)(ilan; in lulli i casi , 1) di rralliirc complicalc del leiiiore no, niill(> voile no » (1). La osseiva/.ione 30" jtossiamo rinniria aile osser- Tazioni 5." 8/ 14.° 17." e 32." conlenslanli lulle la Icn- denza delle ijrandi sohizioni di conlinuila a j)roinuovere gli ascessi Ionian! dalla jiarle i'eiila e scnipic morlali ; pcrloche la niedesinia assienie allc allrc saia discussa neir ap|)endii'e. )la la slessa osscrvazionc 32." di nnila alia 31." pre- scnlano dne casi di gnasli accessivi, prodoUi da cause scbiaccianli a grade laic da inleressarc pure il sislema ncrvoso e a prefcrenza lo enceCalo. Di fallo nello indi- vidiio di cui liallasi alia osservazione 31." si presonlano tull'i lenonK'ni di un' allra conseguenza di silTalli guasli; cioe : lo sIkjkivo ; conscguenza spavenlevole non nieno dci sopradelli ascessi ; dapoiclie anco pella niedesinia I' ar- te e inipolenlc. Foilunalanienle nel Caruso ( osscrv. 32 ) lo slupore ncrvoso si liniili) a poclii I'enomeni cerebrali ; cioe : alia dilalazione delle pnpille , alia lissazione degli ocelli , alia indillVrenza verso la sua disgrazia c ai discorsi incoc- renli ; circoslanza , a inio credere, degna di esserc tc- nuia in considerazione ; da|)oiclie la niedesinia addiniostra chc lo slupore a siniililndine della comniozionc cerebrale polrel)li(! a\cre delle gradazioni ; c quindi nel caso in c- sanie senibra die si losse limilalo al priino grado. K siccome non oslanlc cio pralicai lanipulazionc, la quale lii soffcria (1) Giornalc cit. vol. cil. pag. 39. — 108 — bene dal pazicnle , e gia il moncone polea dirsi guarilo , quando si svilupparono gli asccssi inlerni , cosi il caso in esanie polrebbc conlribuirc a dimoslrarc , so non mi inganno , die Ic ampulazioni primilive potranno pralicarsi senza limore immcdialamenlc all' accadimcnlo , come me- glio fari) osservare nolle rillcssioni general!. La slcssa osservazione poi chiarisce die gli asccssi anzidelli , chc sin' ora nei casi pocanzi ccnnali sopravvcnnero dopo am- pulazioni sccondarie, possono far seguilo anco alia slessa operazione primilivamentc pralicala ; e di cib se ne di- scorrera nuovamenle nell'appendice. .,,, ;;• ,;:, 3333S53:B ®T?32?ail FRATTl'llE COMPLICATE DEL CINOCCUIO E UELLA CAHBA . ;" . .! \, •■ § '1." ;i u; ? i!i UU\:\I -■!.'; Fratlura complicala del (jimicchio cmjUmala ! da proiellile spinlo da anna a fuoco. .•. OssEitVAz. 3.3." Tommaso Previlera catancse dell'ela di anni 30 circa , di ollinia salule fii amniesso alio spe- dale la nolle dei dne Inglio 1840. Avcndolo visilalo rin- vcnni una forila di forma Iriangolare sila nella rcgione lalerale inlciiia del giiioccliio. La soliizione di coiilinuila a forma di lembo Iriangolare avca I' apice verso la lube- rosila della libia, c la base posleriormenle al condilo inler- no di cssa libia, e le diinensioni di essa ferila erano poco meno di quelle di una mano apcrla. II descrillo lembo era rovescialo verso il poplite ; e siccome resullava da lulle le parli molli sopraslanli air anzidella regione del ginocchio , cosi lasciava vedere — 169 — aperla e dilacorala la capsola arlicolare, il condilo inlerno dclla lil)ia doniidalo , scparalo dal rimaiicnle dell' osso c rollo in fraiiimcnli ed in varie dirczioni. Pero le scheg- ge rinianevano a conlallo Ira di esse cd in sito. La causa di silTalla lesione era slalo lo scoppio in pill pezzi di uno di qtiei grossi niorlai di legno, che si usano ])resso noi nellc feslc religiose per lanciare in aria lo razzc, Ic cni lornie e dimensioni erano non me- no di quelle di un'obice da (piallro ; ed era slalo cari- calo siltatlanieule per spingere alia niaggiorc allezza pos- sibile le graiidi razze , qiianto non il solo cilindro si ruppe a selicgge nia [lure si spezzarono i cerclii di I'erro the r allorniavano e lo rafforzavano. I pezzi furono lan- ciali a dislanze considerevoli, ed uno di essi, e propria- nientc di lerro, venne a percuolere sul ginoctliio del I'ri- vilera, che in un haleno fu hullalo a terra privo di sensi e della parola, c jioco dopo fii Irasporlalo alio spedale. A vista della forma parlicolarc della ferila repulai 0|)porlun() cliiudere la medesinia col rinieltere in silo il leniho anzidescrilfo , e lencrvelo nierce lisle di tela ade- siva , Mienlre I'arlo poslo nella semi-llessione era bagnalo per mezzo di conq)resse inzup[»iil(! nella posca, c nunie- rosc niignalte fnrono applicale nella regione offesa. La llon'osi che ne resullJ) In risenlilissimn, iiitensa la fehhro e copiosissima la suppurazione; al dodicesimo gior- no lidune lacinie di leganienli e della capsola arlicolare eonUisa e dilacerala si distaccavano cancrenatc , la me- la della lihro-carlilagiiie inlerarlicolare spettanle all' anzi- delto condilo si separi) |)urc necrosala e in esiralla ; men- Ire il lemho lrian"olare formalo dal comunc inleifumento non solo non mnslrava allerazione di sorla alcuna, ma pure poteasi scostare e rimeltere in sito ogni qual volla Miedicavasi I' inlerno dclla piaga ed cslraevansi le scheg- ATTI ACC. vol. XI. 22 — no — ge , e finalmcnle , avvcralasi la granulazione , si riallac- co ; el' ammalalo giiari al lasso di qiinllro iiicsi. II ginoccliio reslo manranic di Uilto il condilo inlcr- 110 e della tuherosila dclla lihia. Quiiidi il condilo corri- spondcntc del feniore gradalamenlc discesc in giii piii di Ire dila Irasversc per Irovare il pnnlo di appoggio, cd a ca- gione di qucsla obliquila spinsc a poco a poco in fuori Ja estreinila arlicolare snperiore dclla lihia; ed il femore slcsso dovcndo scgiiire la mcdcsima dirczionc venne a for- niare colla liliia un' angolo assai pronnnzialo verso il lalo eslerno del ginoccliio; per lanlo tiillo I'arlo ha dclla simililudine coll'arllo valgo |)cr vizio congenito, ma il pa- zientc cammina hcne scnza appoggio. § 2. [ Fratturc complicate della (jainba eagionate da prnjeliili lanciati da urmi a fuoco e da bocche a fuoco. 1.") Del tcrzo Mipcriorc. OssERVAZ. 34. Una fucilala scaricala da vicino per- foro la ganiha sinistra di Cariiielo Yalciili di Trcmcslie- ri, ragazzo di gracilc corpo, di lemperamcnlo linfalico-ner- voso , di nicsliere vignaiolo. Le pallc enlrarono dalla faccia anlciiore dclla tuhe- rosila della lihia, ed iiscirono dai niuscoli gcinclli. Qiiin- di i medcsimi non solo, ma pure il soleo il poplileo ed il planlare gracilc nc furono enormemenle lacerali ; c la capsola legamcnlosa c la horsa mucosa dell' arlicolazione del ginoccliio rcslarono in parle deslruUc. La forma della Icsionc era qucila di un cavo circo- lare del diamelro di iin pollice ed alquanle linee ante- — ni — rionncnlc , nicnlrc posteriormcnte I'apcrtura era molto pill j>riiiule ed irrcj^olaiissima , onlro cui vi crano (Idle palliiic 0 (Idle sdicjjjic La tiilicrosila ildia llhia iioii ri- iiiasc sollaiito perforata, ma piiraiieo rolla. Al (Iccimose- slo i^ionio , poi , avveniK! fdthre riseiilila die invase con froiido , cd apporlo deliiio iieil' aiiinenlo, onde I'in- fcrmo si al/i) da letlo , si tnlse I'apparocdiio c si era poslo a caiiiiniiiaie , allordie 1' inl'eriniere i^li i;iunsc in soccorso, Dopo qiiaraiilotlore la inedcsima fii seguita da copiosa siippiirazioiie, e di iiiiila allc inarce venivaiio fiin- ri delle schenye. Al dmlicesinio gioriio ehbe liiogo dalla |)iaj>a considerevole emorragia, proveiiienle , forse, dalla lihiale posleriorc , c cessi) per mezzo della prcssioiic siilla cnirale. La pir.jia medesiiiia in segiiilo si dispose alia gramilaziuiie ; ma la sua iieri'clla ciealrizzazioiie iii assai larila , |)er essersi riompilo Iciilamenle il cavo dell' osso, e perclie al seslo mcse hisogiio eslrarsi da (piivi iiii se- queslro. Inlaiilo il ragazzo iisci dallo spcdalc al selliino mese del Uillo guarilo scnza zoppicare. 2.") Del Icrzo medio. OssKHVAZ. 3.')'. II di sci apriie 18'i9 noiranzidetla me- moraliile presa di (Ijilaiiia, e iiel eomballimeiilo hmgo la slrada Eliiea i prodi llliziali sig. cap. Forni , sig. le- neiile Cessari e sig. alliere Hdliicci ehhcro la gamha si- iiislra perforata iiel mezzo da palla di fiicilc da iiiiiiii- zioiie, ma seiiza slatiiiarola, scariealo a dislanza tale die appeiia era eiiiro liro. I'er lanlo gli dTelli lisici non fii- roiio iiiollo eslesi, non dimnneo, sebbene le carni erano perforate , la tibia j)ero nella diaiisi era rotta a sdiegge. Ollre a cid nd ca|)itano Forni nel corso della ciira av- vennero degriiiriltramcnti , chc furono aperti col taglio. — 172 — e nel IJellucci , malgraflo gli shrigliamcnli , la flogosi Iraimialica e la febhre furono laliiiciile risenlile , clie la piaga scnihrava niinacciala da cancrcnisnio, c cib, f'orse, anco a cagionc di cssere slalo Irascinalo dalla palla dcn- Iro la jiiaga un pezzello dci panlaloni di laiia. Laonde fiirono hisognevoli rcplicale voile i bagni locali di acqua liepida cd il sanguisiigio , ollre allc calaplasmc cinol- lieiili. — Vcniili i'liori le scliegge cd il panno sopradct- to la siippurazionc ccsso , e 1' ammalalo guari perfella- nienfc dopo due niesi di cura. Nel si"'. Cessari le scliccije furono iiHmerosissinie e quasi luUo il terzo medio liuiase dcslriiUo; mcnire le carni , couie dissi , erano pcrrorale. Per tanto la llogosi non 111 mono imponenle , di quanlo lo fu nel IJellucci, e niinaeciava la flcbile e I'arlerilc di lulla la gamba ; c cio , forse, per non aver avulo opportunaniciilc i soccorsi cliirurgici, e pralicarsi lo sbrigliauienlo delle due fe- rite. Nondinianco il signor Cessari guari perfellanicnle al lasso di pill niesi (1). OssiiiiVAz. 30. La nolle dci 0 aprile 1819 fu Iraspor- lalo alio spedale un giovine dell' ela di anni 18 circa , di gracile complessione e di cui se ne ignoro il r.ome e la palria avenle quasi lulle le parli niolli della regione anleriore e lalerale della ganiba sinistra fracassale dalla milragiia ; cd era veramenle orribile la dilacerazione con slrappamenli della pclle , dei miiscoli e dei Icndini. 01- tre a cio la frallura del terzo medio della libia e della fibola era comminnla. — I polsi erano picciolissinii e con- tralli, il calore del corpo quasi eslinlo , confuse le men- lali facollu. (1) Quesli cd ullri Ulfiziali fcrili furono ricovrati dapprima nella Case dei PP. Minorili , c da questi reiijfiosi g\i furono prodifrale diligenli cure : ed in seguito nel Monastero dei RR. PP. Bene- dcUini. — 173 — L' ampiilazionc era richicsla impcriosnmenle e suhi- to; |)er iillro craiio Irascorse scllc ore circa da die era slalo ferilo, c qiiindi il i)erderc |iiii leiiipo sarcl)l)e slato lo slesso , clic coinpromellcro vicinaggiornienlc I'osilo di essa c la vila del ])azienle. Ma come fare, se io era ri- masto solo ncllo spedalo c sonza vcriino aiulo! anco (pielli slossi calanosi chc aveaiio Irasporlalo il ragazzo al sudello slaliilimenlo se ii' oraiio alloiilanali per rccarsi a racco- glierc, con raro esenipio di carilii crisliaiia, gli allri fcrili in mezzo agl' inccndii allc milraglie cd ai piii spavcnlevoli pericoli. Aduiupie niedicai alia meglio die potei la vasla piaga , cd il pazienle fu poslo in Icllo , soniniiiiislran- dogli hovande acidolale con addi vegelali, e rimessiTo- perazionc alia diiiiane (i). Di fallo do|)0 le amptitazioni pralicalc ai dne fra- lelli Riisso ( osserv. 23 ) |)assai ad opcrare qucsto di- sgrazialo ; ma con pocliissima speranza di guarigione , allesocdie lo slalo dei polsi , die prosoguivano piccioli, ed il noil csserc rilornalo il colore facean prevedere csi- lo infauslo. E cio avvennc; die il pazienle verso mezzo- giorno spiro. 3.") Ucl lerzo infvriore. OssEBVAZ. 37. Giuseppe Piiglisi, calanese dcU'elh di anni 13, di ollinia cosliluzione fu animesso nello spedale il venlisei del raese gennaro 1818, avenle fracassale tulle le parli moUi e dure del lerzo inl'eriore della gauiha sino alle vicinanze dell' arlicolazione libio-larsiana ; il guaslo era a grado lale , die il piede era quasi pensolo. La (1) Per amorc del vero e {.musIo far conosccrc clie lo alloii- tanamonlo ilallo si)e(]ale ticlle personc di servizio fu a cagionc del fulso tiuiorc di poler cssere iiicendiato lo stesso sUibiliniCDto. — 174 — causa si fu una palla di fucilc da niunizione di unila alia stagnarola, che lo feri un' ora prima di csserc slalo tra- sporlalo alio spcdale incnlre slava per cnlrarc ncll' atrio del CoUegio Cutelli. oi L' ampulazionc imniediala fu Tunica risorsa che re- pulai all'uopo, e clic praticai al lerzo medio; e la pia- ga del moncone guari quasi di prima intcnzione. OssEKVAZ. 38. U ciorno medcsinio vi fu ammcsso nello stesso spedale BcncdcUo Slrano niarinaio calanese deir ela di anni 39 circa, di Icnipcramenlo sanguigno, di huona cosliluzione, ferilo pure ivi. La lesione cagionala anco da palla colla slagnarola consisleva neH'asportazione dclla mcla interna delle carni e della tibia del tcrzo inferiore della gamba sinistra ; cstesa da cinque dila Irasverse circa al di sopra del mal- leolo , sino a queslo , che vi fu alquanlo conqueso. La perdita di sostanza dell'osso si estese anco in parte al les- suto rcticolare, ma il midollo dell' osso non fu scoverlo. Verh nel corso della cura cssciidosi dovuto dislaccare ne- crosato mollo del sudctto tessuto , cosi esso midollo in parte resto a nudo c si distacco cancrenalo. Cib nondi- manco, e sebbcne la suppurazione fu di lunga durala e la piaga pill volte degenero in cancrena , la guarigione av- vcnue perfetla, ma dopo dieci mesi di cura. OssERVAz. 39. Salvalore Lcntini cocchiero dell' ela di anni 2G di huona costitnzione fu ricevuto ncllo spe- dale il di 9 Febbraro 1849 avenlc nclla gamba sinistra una frattura complicata nienic dissimile da (piella sofferta dal ragazzo Puglisi, e prodotta da simile causa. Onde fu di necessila adoprarsi 1' amputazione primiliva c non piii di mezz' ora dopo dcU' accidcnte ; e la guarigione fu pure quasi di prima intenzioue. — llj — f § 3." Fratlurc complimlo alia r/amha carjionaie da schiucciamcnlo. Del lerzo superiore. * OssEitvAZ. 40. Francesco Ferro dell' cla di aniii 24 circa , di tcmporanienlo sanguigno , non alTello giaminai da iiialallie nolahili , soldalo al Rcggimenlo H. llorhone, caddc iiol proloiido pozzo dclia caseriiia la I'alma. Quin- di i due imiscoli pcroiiei della gandja sinistra ed in parte i ventri ed i tendini dei niuscoli anleriori della stessa restarono , insienie ai coimini inlegiinienti ed all' apone- vrosi criirale , lacerati c strappati ; la libia c la libola furono dcnudatc in tullo il lerzo superiore , c rotte a scliegge ill vicinanza della tuberosita e senipliceniente nel tcrzo iiiferiorc. 11 caiicrcnismo clie sopravvenne alle parli guasle fu considerevolc , c la caduta dell'cscare fii seguila da emor- ragia provenieiitc dalla libiale antcriore, cbe riniasla sco- perla nel punto ferito fii facilniente legata. In seguito , le poclie scheggc lutt' ora csistenti cs- sendosi iisala la cura di estrarne la niaggior parte al mo- nienlo die T iiifenno fii ammesso nello spedale , vennero fuori alcunc da so Ira le iiiarcc ed altrc colla eslrazione merce le piiizelte. Cosi il niililarc dopo sei mesi di cura rilornb al servizio altivo. UssERVAz. 41. Lna rota di carro carico passando sulla gainba dcslra di una donna dell' eta di anni GO cir- Cii c di buona costiluzione fracassb quasi la nieta supc- — 176 — riore di essa gamba. La forma della lesione che ne rc- sullo fii la segucnle : il comune inlegumenlo di lullo il ter- zo supcriorc cd in parlc del medio rcslo dislaccalo dal- Taponcvrosi ed asporlalo siffallamenle, che parea opcra- zione falta da maiio analomica. Essa aponevrosi e la so- slanza muscolare solloslanle noii furono lesionale che sul- la libia e fihola per lullo il terzo siiperiore ; ma nel ri- manenle e propriamente nella polpa della gamba iion pre- seiilavano che la sola denudazione. I due sopradelli ossi erano rolle a schegge lunghe larghe ed al numcro iion piii di sei , che inlercssavano lullo il corpo della libia e della libola nel lerzo superiore ed in parte del medio. Qaesle furono cslratle subilo; la pa- zienlc mori di cancrenismo all' undecimo giorno, non es- sendosi volula acccllare l' ampulazione, che piu volte fu da me proposla. ..; 2." ) Del terzo medio * OssfRVAz. 42. Maria Patti, calanese dell' eta di anni sedici di buona coslituzione, di temperamenlo san- guigno, rovescib da un muro assai alto e la gamba de- stra nel terzo medio rimase guasla da siffalla lacerazione che lascib a nudo la corrispondcnte parte della libia della fibola e dci tcndini dcllo eslensore comune dei dili e del tibiale anleriore, c destrutlo I'altro tendine dello eslen- sore lungo deir alluce. Inoltre eran quivi Ic due ossa rolle a schegge , ed il pezzo superiore della fraltura della li- bia era denudato dal periostio pella estensione di Ire pol- lici circa ; lungo la sua supcrficic cranvi diverse fenditu- re, e l' orlo suo rolto ad angoli aculi era a guisa di co- — m — ronn. Perlanlo riflcllcndo chc sifTatli .nngoli pungendo le Ccirni viciiic suscitar potoano o grave iiiliammazione o il Iclaiin, c die difficilmenlc o Iroppo lardi dislaccare o co- prir poloasi s'l considercvole pozzo di osso, ([iieslo si scgo sul iiioiiicnlo 0 si eslrassero cziandio lo allre schen^ije. IVel corso della cura non avvcnne giainmai sinislro accidcnle, i due londiiii dcniidali si dislaccarono cancrciiali, la piaga cicalrizzi* Ix'ne, e la ragazza riacqiiistando gra- dalamenle i'arlicolaziono del larso c dei dili, dopo sei nicsi di dimora neilo spedale iisd guarila senza zoppicamonlo. (IssKRVAz. 43." II di 1!) del niese di aiioslo 1844 fii aminesso nello Spedale Agalino Garozzo, dell' eta di anni "ji laglia-pielra, di lemperamenlo einiiieiilcincnle l)i- lioso, di liiila olivastra , afTclto pin voile da febhri ga- stro-epaliclie e da fehhri iiileriiiilteiili lerzianarie , aveiile la ganiha destra inleranieiite conltisa , eccliimosala in va- rie parli e coiisiderevnlnienle gonlia ed iiilorpidila ; di l)iii lie! lerzo medio eravi larga e prol'onda lacerazione inlcrcssanle a liilla soslanza i lendiiii dcllo eslensore co- imiiie dei dili, dei peroiiei e del tihiale aiil<'riore e con- tfiiiiila a iVallura a liecco di llaiilo della tibia c della fi- bola e con pocliissime e picciolc scliegge. E da nolarsi die r cslreiiiila del pezzo siiperiorc della frallura della ti- bia iiseiva liiori a Iraverso della lacerazione per Ire dila trasverse circa, ed era denudala dal perislio, c die dalla solnzioiie di contiiiuila dcllc parli niolli veniva fuori san- gue iiero e deiiso come pece liquefalla. Inlanlo i poisi crano piccioli e depressi, le forze lisiclie cpiasi eslinle , gli ocelli lissi, la lisonomia scolorala, fredda la siiperficie del corpn, hagnala la fronlc di siidore pure frcddo, c lo inlernio ciarlava, rideva c lenea come cosa di poco nio- nienlo la gravissima Icsione , nella quale non avverliva dolorc ma il torporc pocanzi dello. La causa di laic guaslo avvcnnlo poclie ore pria era ATII ACC. VOL. XI. 23 — 178'— slata r azionc cnormenicnle compressiva e scliiaccianle di due tragraiuli niassi di lava (di quei dcUi di prima classe e die deslinali crano alia coslruzionc della scogiiera del noslro niolo) tra i quali la siidella gaiiiba trovossi, iiicn- tre lino di essi, il supcriorc, rololava suirinferiore, e sic- come eran posli ambidue in un suolo inclinato cosi il pri- nio con luUo il sno peso di piii migliaia di qiiinlali slrinse la gamba sull' altro, rimaslo immobile. A visla di tullo cio limilai le mic operazioni a re- serzionare colla sega a calcna 1' cstreniila del pezzo su- pei'iore della fraltura frapposta alia ferila, allcsocbe fu im- possibile rimcUcrla in sito ; e niedicala la stessa ferila con pannilini spalmali del consiielo ceralo, c coperlo luUo r arto con calaplasma di pane bollito nell' acqua con poco acelo, fu poslo il pazienle in letlo con I'arlo nella semi- flessionc, Al lasso di 34 ore il calore era alquanlo ritornalo, minorato il sudorc freddo e gli occhi, la fisonomia e le facolla mcnlali poco rimessi, lo cbe oUenevasi nicrce I'uso dclle mislure canforale. Laonde il pazienle in taluni in- tervalli racconlava, ma con lerrore, lo accadimenlo, e po- tea manifeslare la sua pena polio slalo dcplorabile. in cui trovavasi immersa la sua numerosa famiglia; e quindi chic- deva aiulo per cssere preslo guarito. Sino alia mallina del sesto giorno lo slalo locale e generale sembrava cbe fosse slalo seguilo dalla rcazione; ma avendolo visilalo al far della nolle del scslo di mi disse a slcnlo : son morto! e dimandalogli il pcrcbe, mi rispose di non saperlo manifeslare, ma di senlire prossinia la sua morle. — Egli era slato assalilo da diarrca, da bri- vidi, e da febbre : I'arlo offeso era divenuto quasi subi- taneamente assai gonfio, di color rosso-fosco, sparso di macchie livide ; cd il piede era livido freddo indolcnle ed csalava puzza cadaverica. — no — Tiillo I'arlo fu haainato or colla sohizionc orlato alio spcdale sedici giorni dopo r accidcnte, ed allora 1' ammarcimenlo era considcrevole, la I'cbhre inlensa, grave il dolore in tiillo 1' arlo , cada- vcrico Tasijello. Le schen'sre erano stale lasciate lutte en- Iro la ferila ; una strelta fascialiira compressiva erasi ado- prata e I'arto era stalo leiuilo nella posizione rella. Tiillo ci(i I'acendo dnhitar lortemenle di non poler egli reggere pill oltre al male fn proposta I' ampnlazione ; ma pria dal I'rol'. (]alcedonio Keina , mio p;idre , chiriiri,'o maggiore dello spcdale, provar si voile la simi-llessioiie. K di I'atlo lal posilnra adoprala e dalo esito idle scliegge e lihero scolo alle marce per mezzo di tagli, divenne lieve il do- — 180 — lore, e I'infermo ebbc quiete e dormi. Ed in tal niodo proscgiicndo, i' ammarciincnlo minoro, le parli molli can- crcnalc e le scheggc rimaslc si dislaccavano da se ; uiio iiilcrslizio di circa (juallro dila Irasvcrsc, clic ne risultava Ira Ic due estremila fralliiialc, dal callo riompivasi c Tam- iiialalo al sollimo niesc usciva dallo spcdale giiarito con zoppicanicnlo Icggiero. OssiiuvAZ. 45.° Carniclo LeoUa calancse dell' cla di anni 14 circa, di gracile coniplessione , affello piii vol- te da fcbbri gastro-epalichc il di 11) g(Minaro 1849 fu ammcsso alia clinica avcnlc tullo ii terzo medio e parte dello infcriore fracassali da schiacciamenlo, avvcnuto poche ore pria dallo csservi cadula sopra una balala di zolfo. Nou indugiai a praticar subilo I'aniputazionc al Icrzo superiorc di essa ganiba, allesoche la parte infcriore dclla stessa riniasta sana di unila al picdc erano pensoli a ca- gione della vastila e profondita dclla lesionc. E pure nial- grado di csscre stala praticata I' operazioue scnza frap- porre tempo, non dimanco il moncone si copri di cscara, che poi si dislacco; c diverse suppurazioni ivi stcsso av- vennero nel corso della cura, clie fu coniplcla al lasso di due mesi circa. 3.") Del terzo infer lore. OssEKVAz. 46." II di 6 novembre 1848 fu ammesso alia clinica Salvatore Puglisi, campagnuolo del comune di S. Antonio, deU'ela di anni 18 circa, di tempcramcnto lin- falico-bilioso, affelto piii volte da nialattie gaslro-epatiche, aventc vasta ferita conlusa e laccrata ; il di cui cenlro era la mela superiorc del malleolo esterno della gamba de- stra ed estendevasi poi in gin verso la rcgione anteriore — 181 — doirarlicolazioiic del plcde, cd in alio occupava il terzo inferiorc dclla gninba. La libia c la fd)oIa erano Iralliirale a nicla dci mal- leoli, e la eslremilii siiiuuiore della rralliira di ciasciiii osso usciva fiiori a traverso la dcscrilla ferila per Ire dila tra- sverse circa od era spofjiiala dal perioslio. I leiuliiii dei peronei erano lacerali, e parte dei venlri degli stessi mu- scoli I'acea ernia Ira la ferila niedcsima. La causa di silTalla lesione si fii I'essere prccipilalo il pazienle da un' albero. IVon essendo slalo giiulicalo convenienle rimcllere in silo reslrcniila della fraltura per esserc priva del pe- rioslio e (piindi dis[)Oslissiina a necrosorsi, passai a re- scrzionarla; ojicrazioiie die rinsc'i spedila, e eoni|dela. Sino al dodicesinio giorno randanienlo locale e gc- nerale noil addiinoslro fenomcni im|ioiienli ; ma a lal'epoca ehlie coininciameiilo febbrc inlensissima , die invadeva con I'rcddo ed era congiunla a selc, a cangiameiilo di colorilo della piaga , che divciiiie sbiadila, e a dolore gravissimo con gonliamenlo al piede deslro. Al decimo quarto gior- no liilla la gamba era edcmalosa, la piaga caiicrenosa e mollo dimesse le forze del pazienle ; c per lanlo si passo airampiilazioue nel lerzo iiil'eriore della coscia. 3Ia ncp- pure (|uesla operazione |)Ole salvar rammalalo ; dapoiche verso il seslo giorno dall' operazione la j)iaga del moncone si fece pure caiurenosa , abbaltnte Ic forze, inlensissima la fcbbre ; a Uillo cio si aii'iriunse in seyuilo vomilo di maleriali biliosi, mateorisnio, dolore verso il lato deslro della regione epigastrica , e finalmenlc la niortc avvenne il di .Il novembre. Falla la sezioiie del cadavcre , quel che si osservb di |)iii iiotabile si fu , un slravaso di marcia di quallro libbre circa accumiilato niaggiormcnte sotlo il fegato ; que- sl'organo voliiininoso assai piii del naturale, e la sua sostauza — 182 — SI alio eslerno, come alio interno alquanto rammollila e di color nercccio. * OssERVAZ. 47. "Una rcligiosa dcU'ela di anni 46 circa di temperamcnlo sanguigno, di ollima cosliUizionc rove- scio da hassa scala, ed il tcrzo inferiore della gamba si- nistra balle talmenle coiilro una pieira, die le parli inolli deila cennata rcgione, cioe i due muscoli pcronei, Testeii- sorc coiminc dci dili, e rctensore proprio dciralliice, ri- inasero lacerali a luUa soslaiiza ; la fibola, poi, fii rolla a schegge, la tibia fraUurala a becco di ilaiilo, amendue in vicinanza doi malleoli, e la cslremila superiore di que- srnllima frallura venne fuori dalla ferila per due pollici circa. E siccome non fu possibile rimelterla, quindi fu di necessila fame la riserzione. Nonoslanle pero una per- dita silTalla ella, dopo sci mesi, senza zoppicamcnlo giiari. * Ussb'itVAz. 48." Sebasliano Signorello di Catania del- I'eta di anni 16 di teniperamento linl'alico-nervoso , di co- sliluzionc gracile, cadde da allissinia fabbrica ; cd il petto r addoniinc e la gandja sinistra vennero a percuolere lal- incntc sii dei sassi , clie taluni tendini del lerzo infe- riore di delta ganiba reslarono lacerati , rolte comminuli- vamcnte le due ossa in vicinanza dei malleoli, e la estre- niila su[)criore della fraltura del grand' osso rimasc fuori della ferila al lato del malleolo esterno , per tre pollici circa. E conunupie furono adoprati lull' i niezzi per ri- metterla, pur ciit non avvenne, onde fu meslieri segaria; locbe si csegui venliquatlr' ore circa dopo 1' enlrala alio spedale c qnarantollore in seguito aH'avvenimento. L'infernio intanlo avea dolentissiuii il [)ello ed il bas- so ventre. II diniane poi si manileslo meteorisnio , lingua rossa e secca, e febbre intensa, ne valsero il salasso ge- nerale e le mignalle sulle parti contuse : cbe aiizi si ag- giunsero iscuria, grave dolore alia pressione suiraddouiiue, — 183 — alTanno, confnsione delle mcnlali facolla, e finalmciile al sel- tiino ijiorno I'anininlato nion. Falla la sczionc del cadavcrc si osscrvo il pcritonco con niacchio rossc-pallido, c nclla sfainlia offesa, ollro alia maiuanza di Ire pollici di libia, gia rccisa, e la frallura a scheggc della libola, si riiiveiinero i leiidini del liingo flessore dell' alliice e del llessore coiiiiinc dei dili divisi a liilla sosUuiza c I'allro Iciidiiic del libiale posleriorc la- ccralo a inela. Riflcssioiii allc preccdcnli ossenazioni suite fratlure complicate del ginocchio c della gamba. La osscrvazione 33." offrc iin caso di frallura com- plicala per una eslensionc considerevole delle parti os- sce, clie eoncorroiio alia slruUura deH'arlicolazionc del gi- nocchio, clic pub appreslare dei lunii alle ricerclie inlor- no la (piistione in esamc sull' anipulazione primiliva. K di vcro se si lia riguardo a die rarlicolazione an- zidella e la piii soggella ad allerazioni niorhosc perico- losissime c spesso niorlali pclla sua coniplicazioiie, o sia : j)ella capsola sinoviale assai eslesa, pei numerosissimi liga- menti die la rinforzano si alio csleriio die alio iiilenio , pellc fibro-carlilagini interarlicolari larglie di Iroppo, pel suo gran volume e per csscrc csposla ad esercizi gravi e compressivi , seiubia a prima visla non polersi disconvcni- re dalla necessilii di adoprarsi uelle fialliirc complicale in- tcrcssanli la niedesima, I'operazione cennala. Pure, riu- nendo la siidolla osservazione alia 34.° si lia che I'arlico- lazioue fii aperta per una considerevole eslensione , iiiolfi iigamenli e piii di mela della libro-carlilagine interarlicolare lurono deslrulli, lullo il condilo inlerno della libia fu eslrat- lo , e clii^ cib lion di niaiico gl' iiireriiii giiarirono senza il bisogno di ricorrere alia iiuililazionc ; e mcllcndo in assicme qucsli due casi ai nove siiiiili osservali da Ar- — 184 — nal, (1) del quali due solainenle richiesero rampiilazionc consecutiva, nc rcsulla che nclla pratica civile 1' ainpula- zione priinitiva nellc fratlure complicate al ginoccliio ha niinierosissinie cccezioni. II sigiior Vclpeau ha dello « che se reslreniila os- sose sono slate scmplicemciite travcrsnlc o rolte da una palla del)be.si tener coiito deMe circoslaiize , vale a dire, che se lo inferino trovasi ncllo slalo di poter esscre nie- dicato con assiduila ed allenzione, se la palla si e linii- lala a traversare il capo deH'omero, il cubito, il larso ec. fracassandone rcstremila arlicolari, senza laccrarc i tcndini o altre parti molli allora la conservazionc del menihro tcntare si dchhe » (2). Or I'applicazione di siffalto lentalivo giusla i f'alti che vengo da esporre senibra nvcre assai piii di eslen- sione, di qnanto le ne da il signer Yclpcau ; dapoiche nei medesimi fuvvi lesione considerevole delle parti molli che concorrono alia formazione dell' articolazione in esame , come gia ho (iillo notarc, e cio spccialmente nel Privi- tera (osservaz. 33.°) E qui cade in acconcio far osser- vare che la lesione soffcrla da qncslo individuo ha della analogia con quclla avuta da un francese cnrato dal si- gnor Uicherand a Parigi ncl quale anco tutto intero un condilo del femore si distacco ; c non dimanco egli , a similitudine dello infcrmo cnrato nello spedale di s. 3Iarta, guari. Oltre a cio vi sono dci pralici i qnali danno a ve- dere che le fratture complicate alia parte media del- le ossa lunghe e sopratutto alle membra inferiori speci- ficalamente alia tibia cd alia hbola , sono pressoche sem- pre un caso di amputazionc. Or sebbcne negare non si puo che il pericolo e quivi grandissimo; dapoiche grandi (1) Gior. cit. t. 3 p. 38. ' (2) Opera cilata p. 90. — 185 — c numorose csscndo Ic schegnc , die , allcsa la durezza tlcH'osso, ne rcsultano daH'azionc di una palla da I'licile, 0 da nil corpo schiaccianlc , gravissimo nc debh'cssere il [)cricoIo , ItiUavia Ic osscrvazioni 3^, 38°, 40% 42% 44% 0 47% chc rcputo di qualehe iniportanza e forse piu di (iiiellc rifcrile da Anial (1) a riguardo della con- sidtTcvole eslcnsione si dclla lacerazionc tlcUe parti iiiolii, come dcllc scliegge dellc due ossa , sc non si vogiiono tciiere come una prova a cio del tuUo contraria, mostra- no, se non m'inganno, chc non hisngna csser prcsli nel risolvorc pcirampulazionc primiliva, ad accezionc doi casi rarissimi die avessoro deiranalogia colla osservazione 41.", nella quale non solo la lungliezza e la larghczza delle sdiegge di ainliedue le ossa della ganiba , ma pure la vasla (Icnndazionc dei muscoli della slessa ridiiedevano rani[iulazionc |)riniiliva; allesocclic I' una e Ic allre addimo- slravano a luUa diiarczza, die gli cffelli vilali si erano eslcsi per lull' i tessuli della gamba slessa. vale a dire dai pill sollili ca|»illiiri dei vasi sangiiigni e linfalici e dei nervi ai pill grossi Irondii degli slessi; c quindi un'alrizione di lal I'alla non polca non esser seguila dalla capillariti- dc dalla llcbilide e dail'arlerilide cancrenose e morlali , e siccome lo slato generale della pazicnlc non avea sof- i'erlo allcrazione apprezzabile, cosi sarcbbe slala oppor- lunamenle iiidicala ranipnlazione primiliva. La osservazione 43." presenla un caso di conlusio- ne al quarto ed ultimo grado, c di stupore nervoso spaven- tevolc; ed lia divorsi pnnli di nnalogia rolla lesione riporlala da un soldalo framese sullo le ninra di Parigi al 1814 (2) c eoU'allro riferilo da Quesnay. Ma nel caso osservato (t) Gior. (il. p. 3"). (2) Vetii il ciliilo Tratlato Icorico e pralico ec. del Barnnc Diipuytrcn p. 133. ATTI ACC. vol. Xl. 2t — 186 — alio Spedale di S. Maria si nola di parlicolarc che la pulrcfazione gcnerale, la quale nei niorli di slupore ncr- voso e spcsso avanzalissinia all'cpoca in cui nei decessi di allre inalallic non c ancora cominciala, crasi gia eslcsa quasi per tutlo il corpo ed era giunla aU'ullimo grado nicnlre rinfermo era luU' ora in vila. Circoslanza che addimostra esislerc nei mcdesimo una pessiina qualila di sangue , da cosliluire una speciale predisposizione a lale precoce e celere pulrcfazione , ed essere slalo colpilo si profondaniente il sistcma nervoso, da essere sopravvcnula I'atassia generale, die deslrusse il principio dolla vila; e quindi era conlroindicala raniputazione ed inulilc qua- lunquc mezzo tcrapculico. La osscrvazionc 46.° offre un'allro caso di ascessi secondarii e lontuni alia frallura coniplicala ; e pcrlanlo di unila ai prccedenti simili casi sara discussa nell'ap- pendice. Finalincnlc la osservazione 48." addinioslra quanlo accorlezza richiedesi nei deciderc peH'anipulazionc nolle fralUire complicale avvenule per cadule dall' alio , dapoicho Ic conlusioni che nc resullaiio al polio od al basso-vcnlre, come noir infermo Signorello , o pure alia lesta compro- niellendo la vila del pazienle possono rendcre inutile ranipulaziono , la quale polrobbe aggravare vioppiii il male delle sopradoUe cavila; c se mai quesla oporazione si repulcrebbe indisponsabile converrebbe fame conosccre pria pel decoro dell' arle la difficilezza dell' esilo felice. ;i,(. ./', ( i ( Sara continuato ) SOPRA liH NUOfO ILBIBO neiGEis SULL'EIWA DEL GE\EltE CELTIS Dl fiiiii^io fiiiieiiE CASmSB Profesiore di Bolanica nella Regis UnivenitA. degli Stndi in Catania, Segretario Generale dcir Accodcmia Gioenia di Sciciuo Malurall DcUa steisa citta ec, ec. LETTA Hella sednia oidinana del 18 GennaTo 1855 della delta Accademia 'ij.;' ''I,! flv^'i t'i:() 11 f Ja Flora d' una ciilla iiazionc piii si sludia , piii offrc \c opporlunila a nuovc riccrchc, c consola lo spirilo dci Lolaiiici colla dolce ricompensa di nuovc osscrvazioni, di ulloriori Irovati. Cii) trac origine , a mio credere , da vari niolivi , e priniieramcnte, porche i bolanici scduli ed allenti a per- correre i canipi di una regionc, sebbene raccolgano quan- to loro s' oIlVc alio sguardo indagatore pure sovenli voile loro non riescc di vedcrc fiorila una pianla, clic in tanli anni per causa niclcrcologica o lellurica non si scliiuse in un silo ; e poi, ne in lulli i nicsi, ne in tulli i gior- ni deir anno un osservalore puo Irovarsi conlcmporanea- incnlc nclle diverse , e niolliplici slazioni clie prcscnla il campo dellc sue riccrchc; e ne conseguila, che ora egli in una slagione vcde cd olliene cib, che uon Irovo , ne raccolse nell' allra , c col moltiplicare i viaggi , e ripe- terli in varic c|iochc , gli si olfrc bene spcsso la sorle di prcsonlare alia scienza novila inleressauli considerale rclalivamcnlc a se slesse, cd alle ulili applicazioni nelle arli, e uc'incslieri. — 190 — Questa e slala in falti la condizionc degli scriltori (Idle diverse Flore. Anlonio Berloioni aiilore dclla dolta e preziosa Flora Italica (I) ci ha prescntato niolle no- vila di cfeneri , e specie rinveniile ne'sili niedcsinii visi- lali da lanli celebri bolanici suoi predccessori , e da lui nomenclali nelia prefazione alia della sua Flora. Michele Tenore aveva friigalo il Regno di iVapoli con diligenza , ne aveva descrille le pianle, con lusso le ave- va lignrale, e pure il Cavaliere Giovanni Gnssone ripas- sando sulle ornie di queU'esiinio , csibi alia scienza nuo- ve specie Irovatc in quel niedesimo regno (2). II llotanicon gallicum del Duhy posfo a confronlo deir lloj'bier de la France di IJulliard (3), della Flore Francoise di Lamarck e I)e-Candolle (4) ofTre cento spe- cie c generi scappali c sfuggili agii scriltori antecedent!. Lo stesso puo dirsi studiando la Flore descriptive et analytique des environs de Paris de' signori Cosson e Germain (o), a confronlo con Yllistoire des plantes del Tournefort(C), e del Bolanicon Parisicnse del Vaillant (7). La Sicilia ebbe ancora dall' esordire di questo se- colo scriltori diversi intenti a raccoglicrc e descrivere (1) Antonii Bertolonii H. D. Flora Italica Bononia; 1833 e se- guenli in — 8.° (2) Flora Napolitana o descrizione dclle piante indigfcne del regno di IVapoli, del Cavaliere Michele Tenore. Napoli 1810 — 15 in — fol. PlantjB Rariores quas in itinere per oras Jonii ac Adriatici ma- ris et per regiones Sainnii ac Aprulii coUcgit Joannes Gussone. Piea- poli 1820 in — 4." (3) Paris 1780 in — f. ■" '-^ ' ' ":\' ' '^■" ■ = * (4) Paris 1805 in —8." . ^ V! ^- .' • ' (3) Paris 1845 vol. 1. (6) Hisloire des plantes qui naissent aux environs de Paris par Pitton I'ourncfort, seconde edition augmenlee par H. Ber. Jussieu , Paris 1725, 1741 vol. 2. (7) Leide 1727 in— f. — 191 — Ic specie indigene nel suo suolo ; ed a laccre de' Cu- paiii , Itoceune , e nonaiiiiu , dci (jiiali a siillieieiiza sla scrillo ni'l inio Quadro slorico dcUa Itotanica in Sici- lia (1) noil |!OSsono Irasaiidarsi i lavori holanici di Ra- niio.s(|iie , sidle |ii;iiile siciliaiie e spccialiuenlc sii quelle dcir Eliia , (|uelli di Uivona-Ileriiardi , tli PresI (2) , e sovra tulli dell' arcuralissinio osservalorc , e diligenlc desciilloie Ciiovaiini (iiissniie , il quale col modesto li- lolo di Sijn<>i)!>is Florae Sicidae (U) lia presenlalo alia repuhldica delle scienze il piii hello esemplare di una flo- ra nazionalc : c pur niolle cose a Ci>li liovale dopo la stampa de' suoi Ire voliinii , sicelie lia doviilo foggiare delle addile, e prepararne iin' allra delle specie raccolle dielro 1' ullinia ajiginnta (4). E a me slesso ahilaloi'c delle falde dell' Kina ncl visilare spesso S|)esso il gran nionle locca vedere qual- che nnova specie per I'innanzi non visla, o non raccolla, 0 non diliyenlenieiile descrilta. E lale e la specie di cui mi accingo prescnlare i della^li. E dessa la Cellis Tournefdiiii LK. chc a causa della sna sliizione , e di alciine variazioni lio volulo ap- pcllare lur. Aclnciisis. Era r Agoslo del 18j4 , c giusla le ohhiigazioni annesse alia mia caiica di Professore della Dolaniea nella R. L'nivcrsila degli Sludi in Calania , mi porlava ad er- (1) Cnliuiia 18il in — S.° pa^. 20,-29. (2) Oiiadro Sldrifo della liulaiiica in Sitilia pai^. 41. 30, 51. (k\) Synopsis Flora-, SicnUc cxhilicns planlas vasculosas in .'^ici- lia insnlisi|ui' adiaceiililnis hue usque detectas st'cunduni sysk-ma lin- ncanum disposilas. Auclorc Joanne Gussone. Neapoli ex Ty|tis Tra- raater vol. 1 1842 in 8; vol. 2 pars 1. ibidem 1843 ;" vol. 2. pars 2. il). 1844. (4) Vcdi il citato Quudro Storico della Dotanica in Sicilia pag. 53, e 54. — 192 — borizznrc sii quel lalo dcU'Eliia die volge al S.S.O., e coniinciando da Uelpasso, Cerza di Chiodo , Ragalna, con- duce alia conlrada Cavaliore , 3Iontc IVcro , c Roverc Orosso ('!). (I) Rcgia Univcrsita degli Studi di Catania — foglio di firma 109, — Calaiiia 23 apriie 1844 — Signore — Dalla Commessione di Piilildica Istru/.ione pel fanjin del 19 corrente n. 342 vicne scritto cos'i — Signore — Ha S. E. il Sig. Minislro dell'Inlerno con Mini- steriale del 1G Marzo or passato n. 203, mi e slato scrilto cio che segue — In conforniita della proposia di cotesta Commessione , aii- torizzo il Professore di Bolanica della H. I'niversita di Catania Padre D. Francesco Tornahene ad erhorizzare in i[nalunque mese dell'anno per lulli i liioglii dei Reali domini, continiiandoglisi , tntti gli averi che gli polrcbbero, secondo i regolamenli spellare se fosse presente, piirclie ne abbia ogni volta il permesso dalla De|)ulazione di quella Univcrsita, e non manclii clii lo supplisca nel corso dcUe lezioni. Lo comunico a lei Sig. Presidente di riscontro al suo rapporto del 9 pas- sato Febbruro — I'd io lo partccipo a lei per 1' nso di risulta ; facen- done coiisapcvole il Professore di Botanica Padre D. Francesco Tor- nahene— II Vicc-Presidente funzinnanlo S. Migliore — Ed io lo co- munico a Lei per la convenientc intelligenza — II Presidente Gran- Cancelliere Gioacchino La-Lumia — Al Sig. Prof. Padre D. Francesco Tornahene Cass. Catania. Commessione della Puhblica Istruzione ed Educazione Carico 1, N. 1435 Prolocollo 2212. Palermo li 1 diccmhrc 1844 — Signore — Da S. E. il Ministro deU'lnterno, mi e stato scritto quanto ap- presso con Ministeriale del 23 iXovemlire or passato — Secondo ha cotesta Commessione proposlo con rapporto de'9 corrente mese, approvo I'assegnamento di ducati 00 all'anno per le botaniche escur- sioni del Professore di questa facoltii della R. Univcrsita di Catania alle ([uali trovasi esso autorizzalo con Ministeriale del 1G .Marzo ul- timo. Coniimico cio a Lei per la sua intelligenza. II Presidente — I). Cillullo Arcivescovo di Adana — Al Signore, Sig. Prof. Padre D. Francesco Tornahene Cassinese in Catania. — Regia Univcrsita degli Studi di Catania Carico 2. foglio di firma 300. Catania 9 dicemhre 1844 — Signore — Dalla Commessione di Pui)blica Istruzione ed Educazione per OIRcio del 1 corrente n. 1435 viene scritto (|uanto segue — II Slinistro dell'Inlerno con venerala Muiisteriale del 23 Novembrc passato Iia scritto quanto segue — Se- — 193 — In (jucsla crborizzazionc inlraprcsi la raccolla di luUe lo specie e varielii di alhcri , cd arhiisli dc' quali fa lesoro l' agricollore clneo , oiule fogi>iare un erbario di cio clic si cosliliiisce la Pomona Elnea ; c pcnsai an- cora di accresccrc la niia raccolla rclalivamenlc alia Li- cheiKiijraphia Sicula (1). Qui . mi c duopo confcssare chc se r inlrapresa della Pomona mi lorno consolanle per la ricca mcssc porlala al mio erbario di novila agricolc, con- solanlissima mi rinsci ([iiella de' Liclieni , clic in luoglii inaspellali linvenni delle S()ecic e dellc vaiiela di Pald- tariae Lecideae e Gmoneae GaHparriniae, piia di quel giorno non niai ossorvale su le slazioni elncc; lalclie nella rislampa della mia LichetKKjraphla Sicula il numcro dei luoghi e delle specie crescera d'assai. E menlre mi faceva lielo per lanlc belle c preziose raccollo , i miei occlu si fissarono ad un albero chc a prima giunla mi colp\ per la sua forma , affallo eslranea a (pianli mai. vidi suU'Elna; e non ancora aveva sleso la mano per eoglicrno nn ramo , quando dal carallcrc del frullo, sebbene \erde in quel punlo ed immaluro, c dal- r abilo giudicai apparlenere al g'oncre Cellis. Solo r uomo della scienza polra supporrc il mio con- lenlo in quell' islanle! Snbilo I'osservai, ne raccolsi belli osemplari , ne descrissi Ic parli , e come di cosa nuova ne diedi avviso agli aniici della scienza de'liori. Descrizionc della nuova Cellis Irovala sull' Etna. condo Iia colesla Cominossionc proposlo con rapporlo dc'9 cnrrente mesc approvo I'asse^iiainenlo di diicali sossaiila all' anno per lo bo- tanicho osciirsioni del Profcssore di cpiesla I'acoltii della H. I'niver- silii di (lalaiiia alle (jiiali Irovasi esso anlorizzalo con Ministcriale del 1() Marzo ultimo. Conuinico cio a Lfi per I'uso di risnlla — Ed io lo eoniunico a lei per la convenienle inleliis^enza. — II Prc- sidcntc (iran-Cancelliere — (1. La-Luniia — Al Sig. Professorc Padre D. Francesco Tornabenc Cass. Catania. (1; Calanae 1849 in — 4. ATTl ACC. VOL. XI. 25 — 194 — CELTIDEAE Duby Bol. Gall. En(llich«!r Norn. Bol. AmentacecB 163 Sec. Cellidm Al|)h. C. Inlrod. a I'elutle de la Bol. Flores jmrvi axillares poly(jmni , monoid , ma- sculi et herviaphrodilL Perirjoniiiin liheriim, campa- nidatum 5 — G parlilum. Stamina 5 — 6 lobis perigo- nialibus opposita , basi adnata. Ovarium unicum , stigma hilobum. Dnipa subsphwrica, monosperma , gla- bra , endospcrmo osseo, exospermo et mesospermo pul- poso. Semen pendulum , embryo curvatus , cotijledo- nes foliacei , condiiplicati , radicula ad hilum eonver- sa. Arbor humilis aut exceha. Folia simplicia, alter- na, stipulata, stipulis deciduis. Celtis Lin. cl alionim. Flores axillares , solitarii , pedunculaii. Ilerm. Calix inferus S — 6 partilus adherens, foliaceus demum albido-scariosus. Cor. o Stamina o — 6 brevia , calir cinis laciniis opposita. Slgli duo albo-pubescentes. Drupa subglobosa aut subtnrbinata, monosperma, gla- bra, exospermo et mesospermo pidposo , endospermo osseo. Masc. Pistillum nullum , reliqua ut in herma- jihrodito. Fructus edulis nigro aut flavo colore donatus , pcdunculatus , solilarius. C. TouRMiFORTii Lli. Encicl. melh. n." 4 pag. 133. Wildenow Spec. Plant. T. 4 p. 2 pag. 994 n,'* 3. C. Foliis obovatis , aut oblique basi truncatis , acuminatis , dentato erenatis , supra glabris , subtus subhirsutis ; j^cdunculis apice subpubescentibus; drupa subglobosa flava. Floret Aiirili, Majo. Arbor 15 — 20 pedalis , ramosa , ramis alternis, — 195 — yldhris , cilimlricis , corlice (jviscn non rimoso ; Ihjno dcnso, (ilho : ramuli vuheoli , erect i , lores, (lUerni. Uailix alba, horizonlalis, rainosa, liijnit duro eldenso. Folia allerna, hasi inae(ju(dia , aliquando suhcorda- ta , adulla aborata ba^i siibdenlala, apice acuminala, serrala, I — 2 poll. lun linens linuji, axillares, raro extra axil- lares. Flares albidi , ealieinis laciniis cnncaris, pu- bescentibus. Sli/li duo , erassi, elomjati, bisidcati, re- voluti , ovariuia excedentes , albo-pnbescentes. Anthe- rae cadncae. Pedanculi, viridcs, axillares, raro ex- tra uxillares , frucla diiplo loiujiores. Drupa sub ora- /« , aul elliptica, busi albo-puberula, prima lata viri- dis , dein cxospcrino , et mesasperma luleo pulposo endaspermo assea riridi , aul rar:) jhirescente , apice acuininala-rotundala, puberala. Ali(juando ovaria 3 — J in eodem (lure, sed unico ianlum fertili. Sv>o>. Celli'S arientalis minar faliis minaribus, et crassioribvs fruitu jlava. Toiirnefort Cor. png. 42. Ejusdem Voy;ig. du Lev. 2 j)ag, 425. ('ellis orienlalis 3Iiilcr did. n." 3. Lotus frurtu exalbido ? Yidgo Caecami vranchi. Clip. ll(jr. Cat. pag-. 115, Lotus aetnensis , mali armenaici foliis , fructu ex alb(dutesce)de suaciori. Ciiji. llor. Calh. pag. 113 Celtis australis L. rar. blulesccns. Cussono Syiiop. Flo- rae Sic. Vol. 2 p. 2 pag. G15. Ii.o.N.Toiinicrorl Voyag. du Levant T. 2 pag.lTO bona. Vai!. .Etm;>sis nohi.s. Arbor lo — J?0 pedes elata; ramis canfertis; (alia (d)orata inferne subdentata; fruetus oralis oiimina dul- cis , et nlulis, nuintiuaiii stijpticus, pulamine ossco vi- ridi , aut raru ulbo-jhivo. — 196 — SiNOiV. Lotus arbor armenaici mali foliis fruclu e luleo- rubro aetnensis. Cup. Panph. Sic. T. 2 t. 480. • -f* Icon. Cup. Panph. Sic. T. 2 t. 480 exempl. Bibl. Bene- diclin. Cass. Calanae. .... NOSTUA. A. Planta habitu suo , foliis et rainis. B. Fructus ovatus peduncahilus magniludine propria. C. Frudiis cum pulpa et putamine osseo. a. Folium magnitiidine propria, basi inacquali, pe- tiolatum , nervatura media inaequaliler posita. h. Fructus pedunculatus , ovatus, maynitudine pro- pria , apice acuminalus. c. Fructus ovatus pedunculatus axillare pedunculo dimidio breviore. d. Fructus ovatus pedunculatus extra axillare. OSSERVAZIONI Qucsl' albcro scopcrto dal celebre Tourncfort ncl Le- vaute porlaiulosi da Tocal ad Angora , fu da lui dcscrilto in modo clegnnle e precise (\). Lamarck nclla Enciclo- pcdia lllclodica gli ha dalo il primo nome specifico di Celtis Tournefortii in nienioria dello scoprilore, con una frase diagnostica poco carnlloristica, ma la descrizione che r acconipagiia non deve biasimarsi. Wildenow coUe sue po- cho parole csprimc con iiiaggiore chiarczza i cnratteri differenziali dclla specie in esanie. Osservando gf individui indigeni dell' Etna , li tro- vo alquanlo dissimili da (pielli descrilli dai cilali aulori; cosi r albcro non giunge che all' altezza di 20 piedi , e (1) Voyag, du Levant T. 2 pag. 110. ' ■ ' — 197 — non mai di 30 c piu secoiido si rapporla da Lamarck , c dal nicdosiino Tournoforl ; \o foglic soiio piii inegiiali di (|uellc Irascrillc e fij^urale ndic opcre dei holanici sul- lodali, il fruUo quasi semprc ovato ed il suo sapore non fu mai slillieo, al conlrario semprc grato, c dolcc: queslc variazioni sono forsc prodoUc dalla slazionc vulcanica? 11 rinvcniinenlo di qucsla bella specie e a niio cre- dere di qualcho inleresse per la flora sicuia; perche, se la prescnza delle due specie di liamerops humilifi L. e liainernps macrocarpa Tin. nclia Sicilia dimoslrano la viciiianza dcila noslra isola con le lerrc africanc ovc cre- sce spontanea ogni paima (\) , oggi la niia Cellis con- fcrma semprc piii qucsla posiliva rclazione geografica. In falli, r Armenia ahilazione della Cdlis Tournefortii, nella sua laliludine media N. c di 32" — 38", e l' Etna nclla sua laliludine i\. conla 37" G.' Ignoro le varie aitezzc a cui giunge neir Armenia la della Celtis , ma sull' Elna la si osscrva da I GOO piedi parigini , sine a 2300 p. p. Cupani nclla sua llidoriu naturae acccnna un Lolo a fruUo gialiaslro, di guslo piii soavc dell' allro a IVullo con colore rosso-hruno trovalo snll'Elna (2), ma dopo quella cilazinnc ncssun holanico vide, e raccolse il Lolo a frul'.o gialiaslro, e lo slesso (Inssone colla sua esimia dilifif<'nza lo riferiscc come varieta della Celtis atislralis L. i7/r. /y. /H/e.scc».s, diccndo avcre per abilazionc la con- trada di llronlc, ma confcssa non aver mai veduta quella specie: Var. h. Uronlc ex Cupani sed non vidi (3). (1) Siijririo di Gcnjirafia Bolanica per la Sicilia por Francesco Tornaiicnc ('.as AUi del 1." Coiigresso dej;li Scienziali Italiani. (2) llorliis (latliolitus aiiclDre Francisco Cupani. Neapoli 1696 pag. Ilo. — .\'cir esemplare del Paitphnloii Siculum a\g\ citato Cu- pani cdiisiTvald nclla liibliolcca dei I'P. liencdelliui di Catania si tro\a la lii;ina del I.<)ti(,< arbor rapporlala dal Cussone ma non si Icgge la stazione Itronte. {i) Gussone op. cit. I. c. — 198 — La scoperla poi di quest' all)cro mi ha colmo di pia- ccrc indicibilc si ncl vedere aggiunto iin novello iiidivi- duo alia Flora di Sicilia , cd una novella variola , clie dair osscrvare la ulilila del suo legno , c le facili applica- zioni clic sc nc jiossono ritrarrc per Ic arli. Esso e bian- co , a tessitura flna , densa , piegnbile nella frcscbezza , duro c forte quando disccca. Considerando le accennalc qualita bo voluto Icntarc r uso del dctto legno per opcre di scultura , e di slru- mcnti agricoli , ai quali usi vienc per grossolani oggetti destinalo dagii clnicoli agricollori. Ouesti distinguono il limjolaro It. Miconilior Franc. Minieucco Sic. in Maschio c Femina,il prinio e la Cel- tis ausiralis h, il sccondo la nostra Cellin Tounicfortii var. II prinio si trova volgare in tutla Sicilia , cd ab- bonda nella parte orientalc , e nicridionale dell' Etna, il sccondo occupa un'arca ristrctta, trovandosi al lato S.S.O. del nionle. Or i contadini dcstinano a foggiar bastoni , travicclli , carboiic, e sostcgni il legno detlo Minieucco maschio, o Cellis ausiralis , er liiicas loiiiiiliidiiia- Ics in scric disposilis, vel irregtdarilor oxiilgenlibus: in 20 202 adullis evanescenlibiis: apice aculo: margine cardinale in- Icrdum recliuscolo: foraniinc parvo liiicare. 2.° IJiicciiuiin Gcmmellari. B. Tcsla ovato-fonica flavesconte; anfraclibns seplem convexiiisctilis iillinio nianno, ad suliiras subplaiuilalis, at- que transverse slriatis: longiliidinaliler plicalis: plicis pa- rum dislanlibus, oUiisis flexiiosis: slriis impressis uilima profunda: ore ovala: labro Icnue simplici. Queslo buccino, pescalo in Aci-Trezza, crcdendolo nuovo I'ho dcdicalo al nicrilevolissimo profcssore Dollore D. Carlo Gcmmcllaro. 3." liuccinum pcdicnhire Lamark vol. X. pag. 177. B. Tesla minima, ovalo-conica, levigala; Hneis al- bidis ct spadicio fuscis eleganler cincla: spira acuta: aper- lura roliindala. Pescalo in Aci-Trezzn, nuovo per la Sicilia. 4." Ciiilon pulchellus Phil. — Vol. II. pag. 83, lab. XIX, fig. M. C. Yalvidis carinalis lenuissimc, lepidotis: arcis me- dcis sulcis ali(piol longilndinalibiis grossis exculplis: lim- bi squamulis luainsculis orizzonlalibns. Nuovo per la Sicilia rinvenulo in Aci Trczza. COXCIIIGLIE FOSSILI 5." Corbula Crispala Scacc. Phil. vol. II. pag. 12 , tab. XIII. C. Tesla ovalo-oblonn^a: transverse slrialo rui?osa : inlus slriis longiludinalibus inscidplis : latere pcslico ro- slrato: eodem super Iricarinalo: callo coclearil'orme in ulra- que valva proligamenlo inlcrno. Qucsta corbula, fossile di Carini , provincia di Pa- lermo, r 6 rapporlata, prima per esscrc nuova per la Si- ciba , secondo per complelare la monca descrizione del • —203 — Pliillppi non pnlcndo qncsli per inlicro descrivcria poi- clio ilclla coiuhij-lia allro iioii ehbo die alcuni fianUimi e inancanlf del roslro. ' 6." Terebraliila roiril)oidea. T. Tosla t'liillico-ioiiilioidca, siipcrne vcl in siimmi- tale oblongala: valva snpeiiori Irisiilcala: infcriori bisul- cala; sulcis laloralibiis ^alv;e infoiiori sliialis : slriis ra- dianlib.is foraminc lolmidalo; inarginibus laleralibus snbli- ncanbtis, vciilralo sub rcliiso. Varicia orbicolaro dclla slcssa. T. Tesia sub-orbicohirc, deprcssa: sulci's divaricalis valva vcnlralc sub aciilis ad pcrifcriam, valva dorsalc sub- l)laiiiilalis. Fossile di Pacbino, c credciidolo nuovo i^li 6 dato il nortie dclla luriiia nenpcalc. 1.° Aminoiiitos k'\i<^nU\ Lanik. pag. 33?,, vol. II. ■'";■ A. Tcsla orbicolaro; anfraclibiis convex'is, Icvi-ralis iiMiino lalissimo; versus perilciiain ulriiKiue declivi •" um- J)Uico proriiiuio. ' Fossile di PacLiuo nuovo per la Sicilia. ' SPiEGA DELLE TAVOLE ' i.u; ■!(iri Tav. I." (1) •'.')-... ..;,- ,.A,.h Fig. I.° Auomia aculcala— «a un escmplare dcirano- mia vc(l,,lo ill lulla la sua graiulozza, levi-ata in ambo le valve— />/> un allro cscniplarc; ncl quale si osscrvano lo val- ve levigale con alcuni acnlci ncl inargine della valva supe- rioro — re anomia con la sola valva superiore aculoata — dd auouua la valva superiore uculeala con pi.cbi aculoi (1) Tufte le iciloro npnslrofalc in questa lavohi indicano la cran- >. , , ...,.; i, .. ;. Tav. Fig. 1." Ammonilcs levis — vednla nclla sua gran- dezza e d'uno dc'suoi lali — aaaaaa vari pezzi dclla con- chiglia levigali rimasli in silo sul modolo, e die ben di- slintamenle s' osservano — a a la conchigiia nella sua pri- ma ela, che si vcdc Sana Icvigala , in parle coperla delle susseguenli concamerazioni — bbbbbbb modoli delle logge alcuni de' quali si vedono rolli — cc pielra rimasla ade- rente con la concbiglia. Fig. 2." Un modolo d'una concamcrazione vedulo dalla sua parle inferiore. Fig. 3.° L' istcsso vedulo dalla sua parle superiore. Tav. III. Fig. l." Corbula crispala — a la valva vedula inler- (1) In tutli quesli escmplari si osserva il forame cssere lineare Iranne qualcuno che si trova un poco rotto ; ed il margine cardinale rello. — 205 — namcnlc — 6 la valva vcdula eslcrnanicnle — c il roslro Iricarinalo — d riinprcssione muscolarc poslcriore. Fig. 2." Terebralula ronihoidea — a \odula dalla sua faccia inlcriore — b dalla sua faccia superiorc — c vedula laleralmeiile — d un pczzo della slessa ingrandito per os- servarnc Ic slric, clie ad occliio nudo nou si vedono. Fig. 3.' Variela orbicolarc dcUa precedcnte — a ve- dula dalla faccia vcnlraic — b dalla dorsale — c laleral- menle. SOS — OliaC;-! (illfi ; V.'.' h ■ .1 .•i]a:)iir Zi^^^/A ^■ .. /' c^.3: ^ntfw^^'.^v/' ' ,-,,,, ■ PARTE POSTERIOUE ,,• A. Comuni inlegumenti coperli di peluggine. B. Tumore ccrcbro-spinale. C. Rimasugli di massa cerebrale amorfi. D. Spina bifida. E. Continuazione del tumore spinalc occupanle 1' inter- mezzo lasciato dalla spina biOda , e che complela il canale rachidiano. F. Radice dei nervi spinali. Per I'esalta descrizione anotomica del pseudencefalo in esame si rimanda il Icllore alia mcmoria chc nc for- mi obbielto, e die sopra trovasi cennala, non prcscnlando le pianco 1' esalta dislinzione delle parli di che e accuralo esame nella memoria. . r^i.f ':ii . n;:j'(i-(, -.■'.il ,l';:K)l :' ... ri-J. .• TavII Tav ] ELOGI ACCADEMICI f I iiiiii DEL PER IL SOCIO ORDIKARIO GAETANO GIORGIO GEMMELLARO ncUa scdula dcIl' Accadcmia Gioeoia il di 14 Agoslo 18S3 trri ICC. VOL. XI. 27 / ■ I ■( I J ALBA del 2i maggio 1831 trovava csanime e frecida la spoglia del noslro Socio Foiidalore, del Professore di Cliimica ncUa Regia Uiiiversila degli SUidi , dell' csiniio Cav. Carinelo 3Iaravigna. Si , o iilustri accadeiuici , la perdila d'un lanlo iiomo e grave per noi, per la patria e per I'isola ; cd io chiamalo quest' oggi ad occupare il suo seggio, io conosccndo la pocliezza di niie forze, nou ardirei pailare di liii , delle sue opcre, del suo raerilo , se gli slaliiti di nostra Accadeinia non me Io inculcas- scro. Carmelo 3Iaravigna nacque in Catania nel febbraro del 1782 da Giuseppe dollore in legge e da Catcrina Fassnri, ed ehbe a caro sin du' primi anni gli sludi. Fan- t'iuilo die tliiari se^ni di die docile mcnle yli fosse stala larga naliira, mostrandosi valevole in ogni buona discipli- na , e di pronto e I'crvido ingcgno. Allora liorivano in quesla clussica terra gli studi — 214 — letlerari e flIosoGci per li due bonemoriti personaggi, Mon- signor Venlimigli.i ed il Principe di Uiscari , die |)regian- doscne, gia avean raccollo fra noi da pnrecchie cilia della Sicilia, non che dalla hclla Penisola il fior dcgrinlellolli. Zappala c Loiigo dollissimi in lingua grcca faccan cono- scere le subliniila d'Oniero, le boik'zzc di Denioslene, le grazic d'Anacreoule. !\el robuslo idioma del Lazio il Pre- vileia, il Sardo ed allri non pocbi aprivano, anzi spiana- vano la via, accio si polessero apprczzarc lulli i prcgi di Virgilio, d'Ovidio, dOrazio, di Calidlo , Tcloquonza dei Ciceroni e il ffiaiide dc'Livi e dc' Sallusli. Tulli la face- vano a gara , alfinclie s'iniilasse la nobile scuiplicila dei classici, rigellandosi il baslaidumc d'.ilira lingua e le slrane gonfiezze degli scrillori del secolo XVII, die aveano siffallamenle svisalo il bdio della nostra eleganle favdia. iVelia fiiosofia finalnienlc, posii in baitdo gli assiirdi prin- cipi dcgli scolaslici, con senno e crileiio inconiinciavansi ad analizzare le facoila inldlelluali c afTcllivc deiruomo, ne pill s'abbandonava la giovcniu in bulia de' principi di quei libii , die per lunga pezza avean lurpalo le ali al genio Siciliano. In queslo slalo di flnrida e generale collura dcllo intdlello umano il Maravigna s' incamininava nello sluilio, e con belle disposizioni d' aiiinio c di nioiile abliiaccib non die lo sludio ddle lingiie, la gi'ografia , la sloria , la fiiosofia, e in luUe niollissimo facea spcrare di se. Fornilo ddle lelleiaiie disci|)liiie vide circia nieslieri incorpoiar (|uesl(! alio sludio ddl(! scienzo, accio per in- tiero le polesse guslare ; imperocdie , come bene avvisa il Cesarolli , le lelleie ban bisogno ddle scienze, ed esse senza il soccorso e I'aiulo ddle prtuK^ , (piiiniunipie in se slesse snblinii, spesso riescono slerili e noiose. Fer- mo ne' suoi pi()|ii»iiiniei!li nulla riinise da qiidhi iiidii- slria e cosliiuza, cbc avca poslo iiegli sUidi lellerari ; e — 215 — accoso qiinl' ora d' amore per le cose naliirali, si foce a sludiarle sorinmciile , the allora per esser l);itnbinc non era raiile, conic a iiosiri giorni , il collivarle. 31a (tloplo- rahilo condizioiie dcil' uniana I'ainigliii !) iioii aveiido avuto in relaj^jrio da' suoi die sola clevalczza di iiicnlc, fu giuoco forza fra non inolto alihaiidonarc gli slndi prcddclli, per darsi , sccondando i volcri palerni , alia ginrisprudcnza , in ciii fn addollori.lo in qucslo illiislre Arcliiginnaslo di Sicilia. iVe in laic canicia fu lardo ; anzi in poco lempo onorossi con pnMiclic aringlie e posca con islampe le- gali (1), die haslarono a rendcilo acccllo non s(do a' lo- gali di (pici lenipi, die lulli il Icnncro in luogo d' ainico, nia aiicora a mcllcrlo in nu.llo favorc di ^lonsiiinor Deo- dali, )'escovo in (lalania, uonio di nobili priiicipi e d'allo sapere. L'ardcnlo hrania di rcndersi conlcmporanoo a Inlli i lempi, lo marldlava. (lunscio die Ic scicnzc Icgali, non ravrdihcro Irallo aH'allczza desiderata , pcrdie non ciiia- malovi da nalnra , lascio i lihri di sua prolcssione , e , comedie I'ossc lias|)orlalo da forza irrcsislibile, sccisc per islrada d' onore le scienze nahiiali. Allora si slrinse in dimeslidiczza , piii die agli allii iiostii dolli, a (linseppe Mironc e a Ciirohinio Hcrnpcio, runo cIk; occiipava orre- volmenle la callcdia , Icggcndo con publico planso Iczioni di diimica, e Tallro , a cui si devoiio le basi del vero inclodo d'inscgnare le scienze nalnrali in Sicili;), i| (pude ediicava la giov(>nlii at niirabile luonisnii) ddl' ininiorlale Linnco con il coilice dv\ siio Sislcma udliirae, e facililava poscia lo sliidio dclla niineralog'ia con le ojxm'c di (]ron- Slcdl, IJrodial c Many , non Irascncando ndle lezioni di zoologsi r (ipcie (Id IJnll'itn , Pcnnaiil, IJrisson ed allri ancora non niiaori di lama. Qucsli due bcnemcrili nalu- ralisli , cui and iva a cuore riiisegnare , non per mcnar vanlo di cio o per vile inlcresse, nia perdie senliviiiio il — 216 — debilo sacro d' adempierne la missionc, scorgendo I'ele- valo ini>egiio e il huon volere di lui, raollo oprarono a spianargli lo spinoso sciiliero, ed amorevolmenle gli addi- tarono le |)iire foiili , da cui doveano derivare le piu ulili cognizioni per il nascenle suo gusto. Localosi ill si vaslo cainpo di sludi , per cui parea die ualura slessa lo avcsse I'allo , con essergli prodiga d' ingegno e dolarlo di quella pcnelrazione necessaria per le scieiize d' osservazione, j)rogrcdi in lal niodo e cos\ ra- pidaniciite da formarsi in poco lempo naluralista. In quel lenipi agilavasi fra'doUi d'Europa la quislione sulla ripro- dnzione delle lesle degli clici. Egli verde d'anni, ma allempalo in isludi , conoscendo le opposizioni d'Adanson (jOUe e Honiare falte alia scoverla deH'illuslre Spallan- zani , voile lenlarc alquanle esperienze , die venendogli lilili c frnllHose, aprirono la sua carriera di scritloie con una lelleia inserila nd Fo(jlio di Scienze LeUere e Arli di iMessina Num. 10, 5' marzo 1803; la quale, abbenche prima produzione , con csallo rapporlo di falli valse a vendicarc la scoverla ilaliana. Correva lo slesso anno, e una esalla lielazionc suW oj'uzione dell' Etna del 1802, ei scrissc, die appena divolgala riscosse in niodo il gene- rale applauso, die lo raffernii) appo noi in fania di dili- genle osservalore , e i naluralisti siciliani concepirono di lui le pill lusingliiere spcranzc. Con il volger degli anni il suo nierito facoasi palese a lulli , poiclie scrivendo non In piii igiioto ad alcuno. Prova inaggiorc ne dicdc nd 180.">, die mancaiido ai vivi il Prol'essore di chiniica , di (|udla scienza ond' egli avea fallo Toggelto de'snoi sludi sjicciali , e vedovala la callcdra , s'accinse coraggiosainenle al concorso — lolto con i pill valorosi , die al cinienlo si esposero — diede nd segno, scrivendo di proposilo con ordine, erudizione e — 217 — scienza — c coronalo del primalo lo scrillo, sc n'ebbe la palma. Uecoralo dolla toga di callcdralico Invoro con I'ar- dorc d' una vera passionc sosleniila dairocccllonza dclie conosccnzc e dal vigorc giovanile. Kicco di solida dot- Irina e dclla cosidelta (lUualita scienlifica incomincio ad insegnarc con belle c dolle lelUire. Svolgova a'giovani allievi le filosofiche vedule di eiiiniica del Lavoisier e Fonrcroy, non trascnrando d'arricchire loro la meiile con Ic scoverle c i lavori di Berlliollet , Klaprolh, Vouquclin , Smitson , Dallon, Uavy, Wollaston , Gay-Liissac e allre cclebrila, clic al lovar del secolo XIX |)orlarono a tale la cliiniica, da farla rignardare da'piii quale scienza sublime. IVe tralasciava d'inliorare le cliimicbc nozioni, chc andava comunicaiido, d'ulili idee ed esalli sperimenli , con usare in ci(» tale nianicra c speditezza cbc si faceva agcvole a tulle le inlelligenze, sonza mica diniinuire a'suoi concetti r iniporlanza scicnlilica , c senza spogliare 1' esposizione della pulilezza del dire. Allcuipando cgli non invcccliiava nogii sludl. Vi ri- corra, Signori, alia niemoria, come sedeva sulla calledra a sellanladue anni, con menle si viva e tenace che nessu- na faliga coslavagli 1' csporrc le rocenli esjterienze sulla polarizzazione lamellare della luce di lliot, I'allre sul cam- mino dcU'elellricila di lJec(juerel, e quelle sulla dislribu- zione della slessa , non lia guari , eseguile da Rose e IJeis. 11 die jiralicava , abbeiiclie Ibsse Iravaglialo da grave malore, per limpegno di lar progredire la giovenlii, che in lui non venue niauco con gli anni. iVe pu() dirsi che, sollo il velo d'amare il progresso della publica islruzione e d' avvivarlo con il i)roprio esempio, ])ralicasse cio a solo scope d'onore, del quale era ardoiilis.simo ; conciosiache ne son prova , c lucidis- sima , le iulercssanli annolazioni da lui I'alle alia Filo- — 218 — Sofia chimica di Fourcroy (2), non die un' opera in Ire volimii, di cui si soiio vediile piii edizioni, die poria il modcslo lilolo di Prime lined di Chimica inorganica (3j, il Trallalo sal Galvanismo e suUa eleUricila metalli- ca (4), e la Nota sulla decomposizione deW ossisolfato di cliinina col fluido elellromelallico ec. (5) , le quali fecc di puhlica ragioiie, seinpiiceiiionle accio se ne fosse re- so agevole lo sludio fra noi , e quasi per voier diffon- dere in niolli , se non in tulli, come sarcl)bc il meglio a desiderare, qnesla inletessanlissima scionza. Gia il secolo XIX s' era inoltralo d'assai, quando la chimica, e con le scoverle inleressanli del Milsdieriich sui corpi dimorfi ed isomorfi, e con i grandi lavori di quel som- mo ingegno di Ijerzelius, avea invaso lalmcnte da cima a fondo la mineralogia, da scancellarle Timproiila di scienza nalurale, facendo i piii lenlennare sii'principi slahilili dal grande fondalorc della moderna mineralogia. Maravigna non Irovandosi alTallo dislollo dagl' incessanli suoi sliidi, imperocclie gli onori e le cariihe gli erano viemaggior- inenle di pungolo a fare, correva mirabilmenle alia gior- nala nella scienza, die profossava con tanlo plauso; qnindi gli veniva facile seguirc lo scienlifico impnlso , die Ber- zelius, IJt'udanl, IJrogniart e allri aveano dalo alia mine- ralogia , e fiancamen'.e s' appalesava Orillognosla con la Reluzione d' ulcune specie minemli recenlemcnle os- sercale nelle rocce devaleani eslinli del val di Nolo a Valuyonia (0), die dava alia luce nd 1826. In que- slo lavoro veramonle , abhendie non desse a vedere , quello ciregli si fosse , imperocdie poco vi si rinviene in iscienza ed erudizioiie; pnre e inleressanle lo scrillo per la topografia de'ruderi di qiici viilcani, die furono , ove illuslia I'analcime cnbo-ollaedro e leucilocdro, la ne- felina primiliva (7), la resinile (8), e si ferma su d'lina specie, che crcde sia la sodalile; la quale dal cb. Covelli — 219 — Irovandosi tult'alira specie, c forse nuova, fu delta Ma- ravi(]nite e poscia alio scoprilore da quel dollo dedicala in arjjomcnlo di ammirazione (9). Pero d'altra mole e grande e V Orillognosia El' nea (10), die gli venne a gcnio di compilare in niolle ineniorie. l\'on ostaiile i difclli pro[)ii del tempo in ciii fn strilla, questa e opera da pregiarsenc grandemente la (lioenia, iie'cui volunii vide priinamenlc la luce, e mostra uno scritlorc di molla dullrina. Uescrive con istrello lecni- cismo c laconicamenlc tulli i minerali conosciuli c alquante specie e molle forme crislallinc On' allora non trovate sull'Elna ; ne si ferma alia semplice cimmcrazione delle specie c descrizione di loro forme, variola, giacilura, rap- porli: ma riunisce in un corpo tulle le scoverlc, le osser- vazioni e le idee di Doloniieii, De Sassoure, Spallaiizani, Vou(iuelen, Moricand , Uecupero, Ferrara, BelTa , Levy, Genimellaro , Mario e Carlo e allri ancora , die lianno speso molle falidie airilluslrazione del gigante Etna ; e su tullo die vi si possa rapporlare paria , discnte con pene- Iraziono tale e crilerio die, hen puo dirsi, sia queslo un lavoro, die durera con non poca gloria deH'aulore. Mi duole iiiollo non possa ridiiamarvi alia mente capo per capo questo iiileressanle lavoro, perclie eslesis- simo, il (|uale venne in parte reassunlo dall'Antologia di Fironze (11) dalla IJiblioleca Ilaliana (12) dal Buliellino (lella Socicia Geologica di P'rancia (13), e con larglii en- comi rammenlalo dal Piila (14) dall' Ardiiac (15) dal Tailliard (Ki) e d'allri dolli iiazionali, non die ollremonlani: nia vi cenno le specie, acciij parlicolarmenle nc conosciate il nierilo e T iniporlanza. Fgli dii lo niosse da' Silicidi , e vi annovera i'o|)ale jalile , la lliomsonite , I'analcime, il niesoli|)o, la cabasia (17), ralhile (18) e come appendice a quesla il basalle , I'ossidiana, la lefrina e la tra- cbilc (19), la mica e la niarna aigillosa 1^20), I'olivina, ATTl ACC. TOl. XI. 28 — 220 — I'augilc, rorniblcnda, la Ircmolile, e fra'Silicidi non bene conosciiili I' herschelite , ch' erroncamenle la crede nefe- lina , e la phillipsile die a lorlo la stima gismondina. Fra'carbonidi parla del nafta , dell'acido carbonico , del carboiialo di calce rombocdrico, deirarragonite, della do- loinile. De' Solforidi rapporla il soll'o, I' acido solforoso , il bisolfiiro di feiro c (picllo magiiclico, il realgar, I'acido solforoso, il gesso, il solfalo di polassa c I'allro di so- da, la nicscagnina, ralliinic e il solfalo di fcrro. Negli Idrogcnidi trascrive ridrog(!ne e I'acqiia. Ke'Cloridi I'a- cido cloridrico, il salgi'inma , ralakamite, il sale aninio- iiiaco, il sale animoniaco marzialc, quello con ranic e un cloruro di ferro calcio c maguesio. Fra'Fosforidi il fosfalo di ferro blu. A' Sideridi rapporla il |)erossido di fcrro I'oligislo, la magnclile, la linionilc. E finalnienle chiude il lavoro con la descrizione di due specie nuove la beffa- nile c la borgianile. Pose liinghe cure nello sludio del solfo e de' mine- rali clie I'accompagnano ne'dcposili de'noslri lerreni slra- tigrafici ; ne potevano fiiggire alle indagini di lui, pcrche il solfo e elemento prinio soUo il lato econoniico, cbe ha poslo la nostra terra in relazione con il moudo comnier- ciale, e inlcrcssanlissimo , del pari che la celeslina e il gesso, per le bellissinic c svariale modificazioni crislallinc, che presenlano. Gia il solfo in Sicilia , per niancanza di guida paleonlologica, abbcnche sia slalo rapporlalo da Hoffmann, Coslant-Prevost, Gcminellaro e Paillelte ora in iin'cla ed ora in un'allra de'due pcriodi sccondario e ler- ziario, pure oggidi gl'illiolili, I'aslerie, I'algheec, sco- verle dal Dollor IVocilo uella gaiiga solUI'era, lianno indollo il Prof. Calcara ad assegnarc ad esso con piii probabilila per giacilura il piano eocene di Lyell; c ban preslalo ma- teria al Prof. Gemmellaro d'avvalorare viemajioiormcnle I'ipotesi di sua forniazionc, non slrana (come ha ridcllo — 221 — (|ualche noslro barhassoro liiifio d'allriii opinionc, perche poven'ssimo e quasi scevro di pro|)ric) ma probabile, cs- scikIo risiillnio di osscrvazioiii inccssanli o sliidi iiidefessi /alii da iioiiio ciii naluia solainciilc c i>iiida. Per trallarc anipianicnle e sollilissimanienlc del sol- fo , dclla slroiiziana solfata c di-I gesso , dnpo molli e inolli nniii di sliidi 3laravigiia no |»uLlic() le rispcllivc Mo- mujvulio, in epoche diverse. IVc e cosa di ncssun coiilo op- pngnare com' egii feee le alliui opinioni e sulla fornia- zionc c sidla giacitura del solfo in Sicilia ; ne lampoco leg'giera la ricerca e lo sludio sii migliaja di lorme cri- slalline, chc ci da insicme alia cclcslina : ma sono ricer- clie veranicnle fiiiissimc, e quasi sfiiggcvoli ad inlellelli non bene assuefalli o da naliira a quello sltidi') iioii dc- slinali, K si la Monofiriifia dcllc forme diversa rhe ojf're il solfo in Sicilia (21), come Tailra inlilolala Momxjra- fia della (Jcleslina di Sicilia (22) serine in pnlilo idioma frauceso, e da lui presenlale alia H. Accademia delle Scienze di Parigi, c al (^oiigiesso Scienlifico di Clermoiil-Fcrrand , sono davvero pregevoli e inleressanli, |)rincipalmenle per la desiiizione delle immense forme crislalline ; e lo sareb- bcro pill con molla gloria dell' aulorc , se in tulle le forme avesse preso la giiisla posizione de'crisialli, e d'al- quanle modilicazioni , chc per li priiicipi crislallograrai non possono esislere , e se i lavori fossero slali accom- pagnali da csalle misure goniomelriche, di chc sono in- lieramenle privi, Peri) qnesli sono nei a fronle dell' im- porlanza e de' pregi delle monoyrafic , die a mala jiena nc allievoliscono, ma non ne dislrndono il merilo; cd io vi fare! alia memoria lelleralnKMile i favorevoli rapporli dei celebri Cordier (23) e Lecotj (2i), se non fossi sicuro che lulli, ardenlissimi d'amor nazionale, li lenghiale in pre- gio, come r universale li conosce. Erano quel giorni di sue luiighissime e alroci soffe- — 222 — renze, c ruomo del genio e dcll'amore per Ic cose na- tural!, credeva ratlcmpcrare rinterno sirazio, volgendo il pensicro agli sliidi dilelli ; cosi egli condusse iin allro la- voro, clic inlilolo Mono(jrafia del solfalo di calce , c/ie trovasi nelle miniere di solfo della Sieilia ec. (25), il quale dal lalo geogonico e daH'orillognoslico ci pare per ogni parte buonissimo. In esso, invcsligando aculamenle il come polessc aver luogo la forniazione del solfo, della slrouziana solfiila e del gesso non die de' carhonali , chc si riuvengono insieme nc'deposili di solfo, dichiara francamentc clie, si trovn forzalo riuunziare a lalune sue idee allra volla einessc nelle precedeiili nionografie del Solfo e Celeslina; e s'appigiia piuUoslo all' idea, die sia- no derivali da sollerranee cmaaazioiii prodoUe dal calore cenlrale. Adolla seguendo il IJescloizeaux (26) con llauy per forma priiniliva del gesso il prisma rcUangolare , anziche con Sorct llesscl e Levy il prisma monoclino; c facendosi alia spccificazionc ddle forme, lulle mirabilmente le descrive, e dellc geomclridie da Ic inclinazioni dclle facce e Ic loro misure. In somina delle Ire Monografic quesla e la migliorc, die abhia dalo per le slanijie Ma- ravigna , ed e niolto dispiacevole , che abbia vedulo la luce dopo la morle del suo autore; imperoccbe noii Iro- vandovisi le tavole delle figure, e non conoscendosi quale sislema di nolazione abbia adollalo, non si sa a quali in- clinazioni di facce dobbansi rapporlare le misure. 3Ia i lavori de' grandi quanio piii crescono lanlo piu aunienlano d'inleressc e di mole. Maravigna quasi non fosse pago d'avcrc illuslralo quesla ullima parte d'llalia d'alcuni de'suoi elemcnlijcon la sua vasla intelligenza a piu sublime sfera voile librarsi — alia geologia. Gia la paleonlologia c la bolanica fossile con le assidue ricerchc c i lavori di Fudisel, Scbloltcini, Blumenibacb, Smitli e Cuvier e Kro- gniart e Broccbi e Auckland e Conybeare aveano esleso — 223 — il loro domiiiio siilla goologia stratif]fraficn; e siccomc i ffeolo"! (le'diie inondi aiilivcdevaiio clie la coiioscenza della fauna c della (lora fossili era il solo eleincnlo , aiizi I'u- iiico, il projii'cssivo sii ciii dovcsse poggiarc la gcologia jtosiliva, la laccaiio a gara nello studio dell' iiiliiiilo regno organico , acciocche con luniinosa fiaccola avessero poluto S()igoIaro Ira'lerrcni Ic medafjUc della natura, e cosi ap- ])reslaie il nialeriaic per la via del progresso. In queslo niovimcnlo scienlilico il noslro Socio, conoscendo I'impor- laiiza e I' inlcrossc dello sludio del regno organico^ fece il polere jter loccarne la inela — si forni un vaslo corredo di sani priiicipi, c VlnlroduzioiKi allc memoric di Muluco- lofjia e Comtiwlofjia Siciliana ec. (27) ci appalesa rjuanto in hreve senlisse iiinair/i in lali conoseenze, e come fosse a giurno dalle scoverle dK^uvier, Lamarck, Drapernaud, lilain- ville, Deshayc, d'Orbigny ecc, non die de'lavori di I'oli (^osla, IJivona e Pliilippi sulle conchiglie e mollusclii della Sicilia. II (hilalofjuc uwlhodiiiiw. des mollmques qu on trouvc en Sicile pnlilicalo a Parigi (28) s'ammira ancora pcrTimitresa ardua di Iroppo, e per la falica maleriale. l>en ^ivoiio e dureranno mai sempre i lavori, clie so- no inserili nella liicisla e nel Mafjazzino zooUxjico (29) direlli dal Signor F. d. Guerin-Meiieville e nel volume Will Serie 1." dcgli alii di noslra Accademia, die fece il .Maravigna meno in scrvizio della Sicilia, die della scien- za ; conciosiache oltrc d' arricchire la nialacologia d' un gran niimcro di specie, Irova mode d' onorare la terra natia spccilicando (pielle specie stesse con il nome di iiostri dolti. Le conchiglie descrilte ndia liivisia zooloyica, trovandosi privc d' opportune osscrvazioni e di figure, di die lia colpa il Signor (Ineriii-Meneville, lian falto diibilarc il cli. Pliilippi sulla loro novila e principalmentc sulle specie del genere Pleurotonia (30). Quest! dulii elevati dal nialacologo di Prus- sia spinscro il Prof. .Maravigna a leggcre in una dell'ordi- — 221 — narie lornale deirAccademia Gioenia la mcnioria inlilo- lala Descrizione (T alcune nuove o poco conosciute spe- cie di conchiglie siciliane (31), in cui riproducc il gia delto in piii voile, vi aggiunge chiarc diagnosi, eslese e sodisfacenli osservazioni , e da d' ogni specie le figure. Le specie sono : 1' Analina radiala , la Pleuroloma Bi- vonae , la Pleuroloma Bivoniana , la Pleuroloma Kieneri, la Pleuroloma Pelilii, i! Ccrilliium Brogniarlii, il Phusus Blainvillii , la Pyrula Borbonica, la Milra Sanlangeli , la Milra Cordierii, il Buccinum Tinci, il Buccinum Folincae, il Conus Grossi , e sono esoliche la Columbella Guerini e la Colund)ella Casani. E se qui cade in acconcio far voli che, a dilcguare ogni dubio sulle descrille conchiglie, se ne occupi lo as- siduo scrulalore della siciliana concbiologla, il Prof. Ara- das, come ha promesso di fare nella pregevolc rclazione de'lavori dcH'anno XXVIII dcU'Accademia (32); possiamo da uu altro canlo francamenle alTcrmarc che nulla occor- re per le specie siciliane del generc Pinna ; imperocche la Blonografia (33) loro non pub affatlo richiamarsi alia no- stra mcmoria , senza che si scnla Yivamente la pcrdila dell'aulore, lanlo e imporlanle il lavoro e bello c ricco in figure, che egregiamenle presentano le conchiglie in luUc le fasi e le grandezze. In quesla monoyrafm , moslran- do la confusione che si Irova nelle specie , espone sag- giamcnte le proprie osservazioni lendenli a delucidare que- slo argomenlo di conchiologia palria. Tralla in ispecie delle varie Pinne, e muove da quella donalagli dal Prof. Aradas , c da queslo , per una di quelle peregrine vir- lu che lo fanno caro a Uilli, dedicala a quesla cospicua Accademia e descrilla con il nome di Pinna Joenia. Parla d'un'allra rapporiala dal Philippi, come idenlica alia Pin- no rudis di Linneo , che fa rilevare con ragioni e falli sia piulloslo una nuova specie , che appella Pinna Phi- — 22S — lippi; e due altre specie nuove descrive , ciii appone il iioinc di Pinna GemmcUari e Pinna Aradafiii. Fa cen- 110 dclla Pinna vilrea di (imeliii , dclla Pinna pelli- nala di Liiiiieo , c deila Pinna truncala di IMiilip[ti; e occiipandosi dclla Pinna nobilis di Ivinneo, fa cliiaramcnle vedorc cnmc la Pinna squamosa di Liiinco , la Pinna viuricaia di Puii c la Pinna mar) dalla liildioleca llaliana (3G) e carallerizzalo co- nic ajroijio dal valenle bolanico IJcrloIoni. IXell' esposi- zionc delle pianlc in esso non viiole segnire, a ragione vcduta , qnesla o (piella classificazione Iralla dalle \irlu ad esse dale , jioiclie spesso solanienle sono slahilile in forza d' ipolesi : ma a scliivarc ogni scoglio con Vagfel , Alston e llrugiialclli |)referisce il melodo alfabclico. Oc- cnpandosi d' un pcrimelro di circa cinque niiglia, e per- — 226 — die presceglie le pianle piii certe e sperimenlalc alia prova clinica , esse sono pochissimc di numero e lulte indicate con il sislema sessualc di Persoon e il melodo nalurale corrello da Richard. Nelia delicala ricerca dclle loro virlii. chiama alia mcglio in disamina e le opinioni degli anlichi e le idee de' modcrni scrillori , non Irala- sciando d' annolarc si le virlii come le superslizioni su d'alcuni vegelali , d'apprezzarne 1' uso piii ragionalo , o d' accomodarne allro piu elficace , con cercarne i prin- cipi cliiniici, die ne cosliluiscono gli elemenli lerapeulici. Dollo in lal modo negli elemenli dc'due niondi-l'or- ganico e I'inorganico-agevolc gli riusciva la spiega de'fe- iiomeni piii grandiosi dcUa Icrra ; impcrocclie Tesalla co- nosccnza degli esseri dclla sfera organica gii squarciava il secolarc velame , die copre 1' ela de' lerreni di sedi- nienlo, e quella dell'inorganico I' illuminava suUa nalura delle rocce pirogeniclie. — E cosi ispiralo dal sanlo amore d' illuslrarc le cose palrie da vulcanologisla slorico, con iin piano UiUo nuovo e originalc, ridusse in una serie di tiivole slnoUiche (37) la sloria deiriniponenlc Elna. Ma- gnifico conccpimento , die uno slorico e naluralisla va- lenle, qual'era il Maravigna , poleva condurrc a Icrmine con erudizione e giudizio, nello scopo di analizzare le mollissinie e svariale cose scrille in luU'i Icnipi suH'Elna, toglicndo r inverosimilc e rapocrifo, trascrivendo il pure ed il cerlo , c sperperando il favoloso , il supposlo, il falso. Con il soccorso dclle conoscenze cliimiclic , del tempo in cui scrisse , s'occupa dell' originc del vulcano; come il filosofo dell' Elna, die liillodi s' era consuniato per conoscerlo, da un esallo prospello gencrale dclla sua topografia della lempcralnra della vegelazione e dell'al- tesza ; nella sloria delle eruzioni , I'immensa erudizione slorica I'illuminava, e ne slabilisce il numero, il corso e le dirczioni ; e nell' enumerazione delle specie minerali 227 — ckimichc suUo, ossa fossili rilrovule in Siracusa ec. imporocclie egli di'ora chimico valeii- le , zooiogo cgregio c geologo csimio , avrebbc fallo — 23i — cosa gralissima alia scienza e alia Sicilia, prccedcntlo di niollissimi aiini lo lliiijard ncllc cliimiche ricerclie siille ossa lossili. Con il nierilo di si imporlaiili lavori, chc lo resero fainoso in Europa, non e a dirsi di quanta eslimazione go- desse nol mondo scienlifico. Ovun(|uc sono in prcgio le scienzc nalurali , cd ovnnqne si coltivano , cgli scambio pcnsieri cd osscrvazioni: n'e prova la corrispondcnza epi- slolare, die ninntcnne con Molloni, Covclli, Monlicelli, Pilla, Gene, Sisnionda, (]alnllo, Gultz, Ruppel, (liierin-Mcneville, Lefebvro, Piiillet, Lecoq, Cordier, IJrogniarl cd allii sommi. La fania die parlava di lui non parve hugiarda allc piii co- spicue Socicla scienlificlic c rAccademia Cuveriana di Pa- rigi, la Socicla Gcologica ed Enloniologica di Francia e quclla de'INaUirnlisli di Lipsia lo ascrisscro per ispontaneo senso d'animirazionc Ira il numcro de'loro nicmbri fonda- lori; della Ucalc Accademia dclle Scicnze e del Pi. IsliUilo d'incoraggiamenlo di Napoli, della R. Accademia di Torino, di Modcna, de'Gcorgoliii di Firenze, de' Lincci di Homa, della 1{. Accademia delle Scienzc c di quclla di 3Iedicina di Palermo, della Socicla di Sloria naliirale del diparlimento della Mosella rcsidenle in Melz, e di quclla delle Scienze Naturali e Medidic di Drusellcs fu socio corrispondenle; o come socio onorario ebhe il diploma dell' Accademia di Agricollura cd Fconomia di Verona, di quclla de'Fisiocrilici di Siena, della Senhenbergiana , de'Curiosi della i\alnra di Francklbrt sul Meno , c di quclla di Scienze Lcllerc e Arii di Padova. II Congrcsso Scienlifico di Francia, dolla riunionc del veccbio mondo, voile nel 1838, radunandosi a Clermont-Ferrand, cbe il noslro 3Iaravigna fosse inlervc- nulo allc sue tornale, facendogliene graziosissimo invito per il Segretario della Riunionc Signor Simon — A quclla im- porlante Asscmblea c alia R. Accademia delle Scienzc di Parigi, ove pria di portarsi a Clermont-Ferrand, era slate — 23:; — acrollo, proscnlo lali lavori , die coiifermarono a qnei dolli ollicmoiilaiii il giido, die correva ili liii; e il 3Iaravio-iia, Sigiiori , alia R. Accadeinia dcllc Scienze in Parijfi , ed el(!ll() a vicc-prcsidenle della Sezioiie di iMineialoj'ia e (Icoloj^ia ill (]lt'riiioiit-F(MTaii(l rappicsciilo scieiitilicameiUc la (lioonia a (ianco de' liroiigiiiarl, de'Cordior, d(!'I)iol, dcgli Arago , de' Leco([ cc. cc. ec. Tornando ricco di "loiia da f|iiol!a missioiie scicn- lidca dicdo allu luco, con rndllo lusso d' odizionc , una eslesa, circoslanziala e dotia lielazione del suo viaggio in Francia al Congipsso Scicnliliro di (llonnonl-Ferrand , tlio gli iiicrilo la .Medaglia in oro del .Merilo Civile delle due Sicilie , in ciii ad onore si leggono le segiienii parole: Curindo Mumvigna pvn iliiicris descriplione ad lilem- ruin convcnluin Aujiuslo Noinili, A. mucccwwiii — e il IS liiglio {IcH'anno 1844 per il nieiilo de' snoi la- vori sfienlilici fii IVegiato dalla (Iroce dell'Ordine di Fran- cesco 1. (/i-7). Si resc 3Iaravigna Ijeneniciito delle scienze, die col- livava con tanlo nome , spedendo in doiio collezioiii di iiii- nerali, di condiiglie e di pianle siciliaiie a mollissinii dolli, a varie Accadeniie cd a cospiciii Miisei di lonlaiie conlrade, ove lengonsi in grandissinio pregio le cose di ipiesla Isola, 0 incoraggiando con generoso pieniio i cnllori delle scien- ze naliiiali v^i-^)- Si rese heiienicrilo del noslro riinnasio e della giovenlii slndiosa, coiiliilmendo con il senno e con la iiiano, come Segrelario (laiicellierc della H. Universilii degli Slndi, alia rorm;.zione de'galiinelli di niineralog'ia, di geognosia, di conchiolog'ia , d' oniilolog'ia e tl' analoniia . e per avere Ibrinalo con proprie spese a [iro drlla giovenlii nil hellissinio e ricco galiinello di sloria iialnrale, die e Slalo lanlo lodalo dalla Power ilal Pilla dal Hone ec. (49) Si rese lienenierilo della [lalria cumniie avcndoia in parte illuslrala con Inngliissinie cd eslese laliglie: e die non ATTI ACC. vol. XI. 30 — 236 — fece, per renders! benenicrilo ilclla Gioenia? I volumi del- la stessa ne parlano E dopo lante glorie egli giace polvere — Avanzato negli anni, la lunga e penosa malatlia, che dislniggcvalo, non valse ad affievolire in lui I'aniore vivissimo per le scienze nalurali, lo zclo per la R. Universilii dcgli sliidi, e per 1' Accademia ; conlinuando in quella Ic lezioni di Chi- niica, e in qiicsla presenlnndo dotli e inlcressanli lavori, fiuche il 23 niaggio 1851, abbracciando il suo deslino, chiuse i lunii per non aprirli mai piu. Si onori quindi di lagrime , c si sparga di fiori la tomba deH'uomo, clic, vivcndo, diedc lustro al paese na- tio, ed incoraggio, niorendo, con gcneroso prcmio i cul- tori delle Nalurali Scienze. i . ,■-!■ ssrsaiB (1) Vedi la Memoria coiitro il Barone Annunziata cd altrc. (2) Filosofia cliimica di Fourcrny con aiinotazioni del Prof. C. Maravigna, (lalania 1811, 3 tomi in-8" (3) La jirima cdizionc fii |niblicata a Messina presso Giuseppe Pappalardo I'unno 1820-1S27; la niigliore e la Icrza, die vide la luce in Calania per 1 tortlii di P. Giuntini I'anno 1845 , esscndo stata correlta c ril'usa dallo stesso aulore. (4) Traltalo del Galvanismo e dell' Elettricita nietallica, Catania 1823 in-4'' (5) Alii deU'Accadcmia Gioenia di Scienze Naturali in Catania, lonio i", seris prima, da' lorchi della R. Universita degli Studi, Ca- tania 1825. (6) All! dcir.\ccademia Gioenia di Scienze iVaturali in Catania tomo 4", soric prima, Catania 1830 — Meiioire pour servir a I'hisloi- rc nalurelle do la Sicile par M. C. Maravigna, Paris chez J. 15. Piail- lierc 1838. (T) La nefetina non si Irova nolle roccc basalticlie di Palagonia, credo clie Maravigna I'abbia e(piiv()cata con la liersdiclite comunis- sima in (]U('lla conlrada^ vedi Meinnria 1 .' Doscrizionc d'alcitne specie mineruU de iidcani e^linli di P(diigoiiin per G. G. Gemmel- laro, Alii dell'Ac^ademia Gioenia di Siienze ^'alurali tomo .X, Serie seconda, Calania 1854 — la memoria '1' e stata lella alia Gioenia e — 238 — sara inscrila, fra giorni, negli Atli della slessa Sociela tomo XII Sc- rie seconda. (8) La retinite e abbondantissima nolle rocce pirogenicbe di Palagonia, da qiialcbe tempo mi sono occupato d(;li'analisi ciiimica di quesla specie, e spero fra non giiari puldicarne i resullali. (9) Vedi la seconda imla della Helazionc d'alcune specie miiie- rali recentemenlc osservale nelie roece de'vidcaiii eslinli del val di Nolo a Palagniiia per il Prof. C. Maravigna. (10) Alti dell'Acc. Gioenia di Scienze Nat. vol. 5, 6, 8, 9, serie prima — fanno seguito aU'Orillogriosia Elnea le memorie segiieiiti : Cenno sul ferro oligislo ollaedrico del Moiile del Corvo up. cit. vol. .\I serie prima — Sulla jalile del basalle della Motia , sulla Iremolite dell'isola de'Ciclopi e siiiridrocloralo d'ammoniaea dell' eriizionc di Bronte net 18:{2 op. cit. vol. XII serie |)rima — Cenno sul solfalo di calce che formasi neirintcrno del cratere dell' Elna , sulla genesi d'altri sali die i\i rinvengonsi ec. op. cit. vol. XII serie prima. (Mi Antologia di Firenzc anno 1828-18:>0. (12) IJildioteca Ilaliana ossia Giornale di Lotlere Scienze ed Arii compdato da vari lelterati , tomo LXX , Wilano 18.33 — tomo LXXVII, 1834 — lomo LXXIX, 1833. (13j liulletin de la Sociele Geologique de France tomo 3 , 1834' Paris. (14) II Progresso, Giornale di Scienze, Lellere ed .\rti — artic. del vol. 2, 3 e 5 Orillognosia c Geognosia in Italia. (15) Ilistoirc des progres de la Geologie de 1834 a 1848 par le Vicomte d'Archiac publico par la societc Geologique de France, tome 1, pag. 533, Paris 1841. (16) Kelazione del viaggio in Francia al Congresso scienlifico di Clermont-Ferrand, pag. 233, Napoli 1840. (11) II Prof. Maravigna dopo il celebre Dolomieu rapporta la cabasia fra le spiscio minerali delle rocce pirogcnicbe d' Aci Trezza ed Aci Realc ; pero per qiianto lungbe e replicate siano slate le mic ricerclic sulla faccia del luoyo, non cbe no' gabinetli di cose no- slrali, esistcnte in Catania, mi e stato impossibile Irovarla in quel- le rocce; quindi divido I'opinione di Moricand (J>iJ)liok'eii('raliii('iit(' nella scienza come uno degli eleinenli coslilufiili le la^e del noslco inonle. (I!() La tracliile . (lie clic ik- al)!)iano detio alciiiii iiatiiralisli. non si trova iiell Kliia. Le lave eiraliclK!, clii^ Irovaiisi nel Trifo- glietto e Zoceoinro, sono ie tracliidtderili del signer Alticli. Questo disliiilissiiiio naliiralista, orciipaiidosi delle recce viilcaiiiijie. (Re- chcirhca »}ir /cs j'oc/ics il'oi-iniiic r<>lcienl le Mnifre ci-iMaUnie de Id Virile . ipie lui a soiimis M. Maravigna, pro- fessenr de diiiiiie el de iniiieralogie a (lalaiie. I'ne analyse axacle de C(! tra\ail ayaiit ('le iinpriiiKM! dans le c inple-rendii (le la S('an- cc (111 6 aoi'il, pn'senl inois, il serail sn])erllu d' en reproduire au- jourd'bui I'e.xtrail (l(''laill(!. .\'ous nous contentcrons d'exposer les reiTiar(|iies siiivantes. Duns 1 iiilroJuclion qui precede la description des formes cri- — 240 — stalltnes, I'aiiteur decrit sommaircment le giseinent du soufre de Si- cile, et rapporle Ics marnes qui en reiifcimeiit les mines aiix ter- rains jiirassiques supcrieiirs. 11 adople ct il appuie de considera- tions interessanles I'opinion des geologues qui penscnt que le sou- fre a ele depose par des omanalions d' acide liydro-sulfuri(iue prove- nant de Tinlerieur de la terre, et qui se sont condense(!s dans les masses, lorsque celles-ci elaient encore molles et inibihees d'eau. 11 donne ensuite quelques details sur I'exlrenie imperfection du pre- cede a I'aidc duquel on cxtrait le soufre de sa gangue, et il rap- porte le mode d'cxtraction oconomi(iue qu'il a propose lors du con- cours ouvert a ce sujet en 1S33 par I'lnstilut royal de Palerme. L'auleur passe enfin a la description des 40 modifications de forme ou de £rreupcnient que ses tongues reclierches lui out fait successi- vement reconnailre parnii les crisleux (|u'il a recueillis dans les nom- breuses en imporlantes exploitations de la Sicile. Le tcxte du nic- moirc est accouipagne de figures propres ;i faciiiler I'intelligence des descriptions. Avec leur secours on reconnait aisement (|u'une parlie des modifications decrites sont nouvelles. On rcgrette senlement que ce travail ne conlienne aucuue mesure dangles pour les nouvelles modifications de forme. L'auleur fait connailre que cette lacune tient a ce que n'ayant eu a sa disposition a Catane qu'un goniometre or- dinare, il a cru devoir supprinier toutes les mesures d' angles qu'il avail prises, altendu qu'elies n'auraient pas cu toule la precision desirable. A son rctour en Sicile, M. Maravigna complellera sfes descri- ptions en faisant nsage du goniometre a riMlexions. Tel qu'il est cependant, le niemoire de M. le professeur Ma- ravigna pr(''senle, a tous egards, un veritable intcrct. Nous pensons que l'auleur nierite les cncourageniens de 1' .\cademie. Inslitut Royal de France. — Academic Royale des Sciences. — Commissaircs — MM. Alex. Brongniarl. — Cordier. rapporteur. ('24) MEssiKiiiis — Vous avez charge M. Tailliand, M. le conite de Laizer el moi de vous rendre compte de plusieurs Iravaux qui vous ont ele soumis par M. le professeur Maravigna , niembre de la Soci(5te gioenienne de Catane el de plusieurs aulres Socieles savantes. Ces travaux ont presque tous rapport u la Sicile et a ses pro- ductions , qui presenlenl, comme vous le savez , nn grand interet aux sciences, et surlout a la g(5ologie de I'Auvergne. En effet, le mont Etna, le plus ancien des volcans connus, fail parlie de cette ile , et, raalgrc les nombreux travaux qui onl 6le publics sur cette — 241 — ciiriciise locililo, nous dovons loiijoui's acciioillir avec em|)i'esscnicnt ccux dun saviinl qui lialiilc la base do cl'Uc inonlaj^ne celebre, et doiit les observations loutcs i)nili(|ues sont par tela nieme pies utiles a constater. M. Mara\i!,'iia s'occtipe d'abord des ridicsses inineralogiques dc TKlna. 11 detrit les iniiH'raiix nonibreux et k's riclies crislallisa- tions (les divers zeolilbes (|ui lajiissenl les eaviles de scs laves. A rappiii dc scs dcscri])lions, le profcsscur sicilien vous prescnte des eiliaiiliilons dos prineipales substances niinerales donl il a parle. Cc Memoire, lon;^ et instruclif, est pen susceptible d'analyse; il nous conduil a un autre dans IcqucI lautcur considcrc les ra|)ports qui existent entre les dillerentcs roclies volcani(pies. prenant encore ses princi|iaux exeniplos snr IKtua: il r.ous (h'crit. tons les cban) Atti ilell Accad. dioenia di Scienze Nat. serie prima, vol. VIII. (id) Alii dell'Accad. (lioenia di Scienze Nat., serie seconda , vol. IV, (VI) OUre de' sopra cennati lavori il Prof. Maravigna puhblico in diverse epoclie i seguenii scrilli geologici : Mcmoria sulla causa de'tukani — ('liurnale di Scienze, Letlere ed Arli |)er la Sicilia N. 3 e 4. — Ccnni ijenlonici sulki primitiia cosliluzione della terra, e dc'suoi rapporii colle allre parli del sisfeina ptanelurio — Gior- nalc di Scienze. Letlere ed Arli per la Sicilia N. VII. — Esanic d'al- cune opinioni del Signor Boubee contenule nelle sue opere litnla- te: Geoloyie jiopulaire el Tubleau de i elal du Globe dans ces dif- ferent (igea — Alii daila Gioenia. serie prima, vol. XII. — Memoria mi rappovli che ]>assano Ira le rocce deli Etna e ml modo di loro eniissione (lella nella sezione di Geologia e Hineralogia del sel- timo CongresM) degll Scienz-iati italiani) Napoli I84,i, in cui avcn- do svolln argimicnli trallali in allri lavori , clic faimo parte costi- luente I'elogio, non ho credulo pro|)rio occuparmene. — II discorso Sui mezz-i che debbonsi adottare dalle »oeiel(i economiche per la promoziune dcliagricollura, delle arti e deli induslria — Gior. di Scienze, Letlere ed Arli per la Sicilia N. 130. — Alcune idee sul metodo d'insegnare. Pndusioni per i anno scolaslico delta R. I'ni- rerfila dcgli ! 'i V\ut:<\ <■■•''. •\]'^'.) ■■ I, i. V! ■ :i '' :'./, • : ,: ,i^ ;) f ,;■!;. ' mk ■■'' -■- .^i' ,| ,iir' .:■, .■■: .1 I : . '!■. ' ;-;miiI ■ . "' ■" . 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XI. 32 i}l''>.'S'"' ■' "^' ■y:oyi-^:' .:o la giitrra lino nt'llc i)iu reniolc regioni, die viiise c domino tullo il mondo, e poi fu vinto c dominalo da se stesso: conohhc le vicende e la sloiia delle anliclie rcpuhblichc d' Italia c deiranlica (Irecia, e nella sua polenle fantasia, clie lispondcva alle is[iirazioni del cuore come eco alia voce, conlcrnplando le gesla di tanti eroi , miro il gran dramma dclli! uiiiane passioni; e vide lo spirilo dell' uo- mo da Sparta a Itoina vinggialore Icrribile , giieriiero , legislalore e fdosofo in ogni luogo , da per tullo alter- rare cii) cli'avea elevato, c da per lullo con la fiaccola e la s|)ada far largo alle verita ed alia sciciiza — Talclie la cclebrc sciiola de' Professori Strano, die fecondo lanti nol)ili iii"eijni, nienava "loria neirannoverarlo fra i suoi disccpoli. — Inqtaro pure i priini eleinonli della lingua (ircca , e si appnifoiKri particolarmente nella Francese , la quale a|)po noi e studio quasi conume. Lasciali aiicor di I'rosca elli quogli sindi lellorari , voile avviarsi in qiidli piii gravi della filosolia, della fi- sica c delle mateniatidie presso il non mai abbastanza elogialo Abate Baldassare Spam|>inato, uomo, direi qua- si, estraordinario jier i moiliplici rami ddlo scibile di cui era profondamciile iiineslro {i). Sotlo queslo egregio (I) Cosltii fii !)oneniorilo cnllorc di svarialo srionzp: cd a yi- rciula lie' divcrsi aiini scidiislici iiis('ijiia\a lo Miili'inaliclie — Al^'e- l)ra , Ciconicliia . (^oiiliiiiililii — la Fisica . la ('iiiniica , la Filosolia, rEconoiiiia polilica . la (ii;oi;ra(ia, la Stoiia, le l.iii}:ue Italiana, La- tina, Iii^Mesc, Frariccsc, e lullo cio con una piocisione , con una ciiiarczza, con nn niolndo die v'incanlavano e clie semll^a^ano es- ser doni esciusivi di lui solo. — La s( iiida dello S|iaiiipiiuito non era di (|iiello, dm") col iVicoliiii. in cui s' avviliscono i i.'io\in('lli per educai'li . c si lof,'lic \i^;ore airinlcllctlo con massiuie d'aliiozione e di paura die allerrano I'uonio col ]ireteslo diniiicdire ch' ci ca- da; ma di quelle die con le piii sa'on esislcvano allora '^Vi altuali Rofiolamcnli I'liivorsilari , i qiiaii ]ircscr'ivoti() di non |)ot(\r?i inconiiiiciare il corso (Icjjli sluili scienlilici nell I'nivcrsiU'i pria deU'c'la di 16 aiiiii. — 254 — COS), conlenlando il desidcrio di niolti, dissipo pure gli errori del volgo superslizioso (1). Ma queslo non era die un lenue saggio de'suoi raolli sludii. Egli s' era fallo innaiizi nellc doUrine fdosofiche ; ed animalo da'suoi zii Francesco e Paolo Slrano e da- gii aniici , coraggioso cd inlraprendeiile com' era , voile aprire iino sliidio di Filosofia per Irasmeltere i principi e Ic teoriclie die avea allinto alia sciiola del siio maestro, con quelle modificlie e quelle innovazioui die credeva or- mai necessarie al progresso della scienza ed al migliora- nicnlo dcir insegnamenlo medesimo. In quel tempo la filosofia in alcune scuolc fra noi, tuttoclie fosse stata riscliiarata da'lumi del Decosiiiis e del D' Agataj, (2) non era ancor tersa intieramcntc dalla rug- ginc della vecchia metafisica di Aristolele e del Wolfio , e non eransi per anco volute acceltare quelle grandi ve- rila die sublinii inlelletti aveano conquislato nclla Francia, neir Italia e nell' Alemagna. IJanditc del tullo non erano quelle scolastidie digression! e solligliczzc , quelle vane formole sillogisticlie e sofismaticlie cspresse in un linguag- gio oscuro ed inintelligibile, die sospingendo la ragione in frivoli artifizi ed in isterili crcazioni della fantasia, som- niergevano le nienti nella piii trisla confusione e nell'in- felice incerlezza. — II Rcguleas pero, faccndo tesoro delle (1) Questa memoria fu iiiviata dall'autorc alia R. Accademia Polorilana di Messina dalla quale riscossc niolli cloi^i : essa fu pub- blicata in Catania dalla stampcria del Senalo nel 1831. (2) Bencdelto Aijata Prof, cliiarissimo di Filosofia nella nostra Universita, sin dal 1786 fu il prirno a far conoscere in Catania le dollrine del Locke, del Condillac , del Bonnet c di tutta la scuola allora liorente in Italia e oltrealpi. — II Decosuiis ( Gian Agostino ) chianiato da Monsignor Ventiniiglia in qiiesta citta , fu sue maestro in tale scienza , e sparse fra noi lania luce di sapere fdosofico in queU'elii illustre e forlunata. (Ved. Percolla — Biogralic degli uomi- ni illuslri Catanesi). — 2S5 — Iczioni dello Spnmpinatn siio nmcslro, ad nscmpio di qiie- sto grand' iiomo c di nllri illiiiniiiiili [jrccoUori , fecc ap- piono conosccrc Ic bellczzc c lo vorita dellc 0|)crft del Ue- gcrando, del Tracy, del Cabanis, del Cousin, del Gioia, del Itini , allor poco men clie ignorale o sprezzate , c di tnlla (piaiita (pielT onniposscnle sciiola filosolica del sc- colo XVIll, c del pi'csenle, clie die vila novella alia col- lura inlelloltuale e morale d'lMiro|ta, c rigenoro rtima- iiila inliera: e col melodo racconiandnlo dalTimnienso IJa- conc, ahhallondo Ic vane aslrazioni doiranlica l^ogica, sve- lando la fulilila del sillogisnio, fallo solianlo per difcndere gli errori piii die |)er indagare il vero, sniascherando la strana favola delle idee innate , c Inllo quel insensalo cor- redo de'solisnii, delle cliiniere faulaslidic e Irascendenlali, onde eccelse lo scolaslicisnio, proscriveiido , iiiscgno i nii- sleri dellc lacollii deH'aniuia, o I'ldeologia, con le dollrine dclla faniosa scnola fisiologica del Gall, IJeclard, Fodere, IJiclial, Hicherand, Georgel, Magcndie, Adelon : talclie la Fisiologia ncl suo studio presc il posto della rancida .Mc- lafisica. — Insomnia I' Ideologia clic il Reguleas dctlava in quel tempo, sgombra di qnella nera caligine chc I'av- volgeva e di tutte le antiche I'ole, era presso a poco la ])arle cbc spiega i giuoclii c le funzioni dclla vila animale della moderna Fisiologia. A tal uopo, allin di far meglio note le ulili c grandi riforme ch'egli avea di gia introdotle nell' insegnamento di qucsla sublime scienza, lesse nclla gran Sala del Pa- lazzo Comunale un suo crudilo Discorso, intitolato ISuovo piano il islruzioiKt d' Idcoloifia sporimenUde, per lo quale fu degnaniente applaudilo da lutla ipiclla numerosa e scclta asscmbica che lo ascoltava, c s' atlirb la gencrale ammi- razionc. Dimoslrarc gli errori delle antiche definizioni in ri- guardo alia ragionc umana, farla consislere ncl felice si'i- ATTI ACC. VOL. XI. 33 — 256 — hippo ed esercizio deUe facoHa inleUelluali; — far re- dere I'inulilila dell'anlica Melallsica ne' qualtro rami che essa abbracciava, cioe, I'Onlologia, hi Cosmologia, la Teo- loi;ia nalurale, e la Psicologia; — far vedere bi scolasli- cita c la fiililila di liillc quelle quislioni the ravvolge- vano iiilorbidandola d' una iiebbia di parole sciiiibarbare e vuole di senso, di vane congeUurc e di problemi d'nna impossibile risoluzione; — dimostrare la falsila dell' Elica trallala da' filosofi aniichi , perebe fondala sopra basi idcali ed aslralte ; ecco in poche iinee il soggello della prima parle di quel Discorso: e lullo cib con uno sviluppo conciso, nia ricolmo di molle sane idee, con una preci- sione ed una evidenza impareggiabile. — Nella parle sc- conda , accennando i primi movimenli falli alia piii felicc e grande rivohizione della Filosofia da lutla quella cele- brala scuola de' fisiologi , ideologisti e palologisli sorti in Eiiropa ne' secoli XVIII. e XIX , si fa a delineare i cardini fondamentali sopra cui dovca camminare I'ideolo- gia che cbiama spcrimenlale , Irallcggiandola in divcrsi arlicoli, ne'quali svolge e dimoslra con bell'ordine le piii stupende teoricbe della moderna Fisiologia. — Con siffatli principii, faccndo riposarc quella scicnza sopra basi solide e rcali , su conoscenze nolomiche , lisiologiche e palolo- giche , da alia medesima una prospelliva lulla novella e pralica. — In essa esaininando le polenze dell' inlcndinienlo e dcir organismo uniano scmpre in islrella relazione fra loro , il vero giuoco delle facolla nienlali e della sensibili- ta , la forza de'sensi, le loro illusioiii, i loro slali di ele- valezza, di dejiressione e di pervcrsionc; ricercando la vera origine delle idee e 1' influenza del linguaggio arlicolalo sullo sviluppo della ragione ; insognando ad indagare il vero con vie praliche e a svelare I'crrore ; analizzando gl'islinli, le passioni e le lendenze che ha I'uomo alia sociabilila, al polere, alia slinia, alle cognizioni ec. , fa . ■ — 257 — conoscere e dcsumcre i piii relli principi d'lina sann Lo- gica , dun' esiilla Idcologia , come ancora del IJrillo di iialura, del Drillo puhblico, del Drillo delle genii, della Polilica, deH'Kliea, della 3Iorale c del Oalaloo, — Oiiindi il IS'uovo piano d Idcoloyia upcrimenlnk' del Hegnleas e, pno (lirsi (rancaniente, nn' (ipera rlic nicrila Telonio e r aniinirazionc de' dolli , poiclie in pnche pagiiie lia di- pinlo , come in nn piccolo (piadio , il vaslo campo dcl- I'anlica Filosolia j)ropriameiilc delta, e fuse, per cosi dire, lulle Ic grandi teorie clie campeggiano in qnesla scienza regina di lulle le altre; perclie lia ofTcrto un modello di un csallo codice (ilosofico di clie allora afTallo si mancava; perclie, non col prcsligio di relorici arlili/.i, ma coU'elerna oflicacia del vero, haiKPi Inlli "Vi errori di-f^li anliclii sen- laslici, e Icnlo riordinarc sopra Itasi iiovellc i rotlami dei sislcmi diversi; e perclie inline, riuiiendo come in un ccn- Iro lulle Ic sue grandi verila , cerco d' annoverarla nolle scienzc di fallo c di espcrimeiilalismo (1). Ma ollrc agli slndi lilosolici, ei sospinlo da irresi- slibile e prepolciile lendenza, addicevasi ancora indcfcs- sameiile alle penose cluculirazioni dell' Analonua presso lo slndio parlicolarc di suo padre Vincenzo, il (piale era allora fiii i priini in (Catania chc collivava ed insegnava siflalle discipline. — In hreve lempo s' impadroni di lulle ic leoriclie e |)raliclie dissezioni analomiche ; e (piindi aprcMulo slndio privalo, levo di se tanla faiiia, da larlo rignardare Ira iioi come uno do' piii insigni cullori di quella scienza. K per dare una prova del sue sapcrc su queslo ranio di sciliile, egli nel '18I54, quando appena loccava il qnarlo (1) Queslo prpfievolissimo Di?corso piibb'icossi in r,nt;ini:i nel 1833 per Ic stniiipc di Finncesco Tuslore. c fu loiliito d;i inoili gior- iiuli naziouuli e slraiiieri, come ancuru da inolii dolli in qiiella scienza. — 2S8 — luslro, puMjlicb per i lipi di Salvalorc La Magna il pri- nio volume della sua opera col lilolo di Lezioni iVAna- tomia uinana, promellciulone la conlinuazione ; volume clie anclie poleva star bene a solo , Irallando della piii Leila c diilicile parte di essa scienza , ossia della nolo- mia gencrule. — Queslo prime lavoro basto per farlo salutare come uno di (luegringegni fclici cbe promettono grand! rcsultati , cd il suo nome sin d' aliora fu rivcrito da lutti i dotti dell' isola. Venulo il tempo di migiiorarc la condizione degli sludi Universitari in Catania, per portarsi specialmente al- cune importanli riforme alia scuola d' Anatomia, per so- vrana disposizione fu ordinato, die la carica di Seltore ana- toaiico fosse esercitata non piii dal niedesimo professore d'Analonua, com' era una volla (1) ma , separandosi, si facesse disimpegnare da un secondo professore. 11 Reguleas, clic ben conosceva se stesso, s' accinse a chieder (|uel poslo con esporsi ad un esame pralico dinanzi la facolla medica dell* L'niversita di Palermo. — Siffallo csperimento, per vile intrigo e per basse inimi- cizie (giacche la dove il genio s' eleva si rizza I' invidia) si disse insulliciente, e quindi si voile far subire un se- condo esamc al candidate. — Gli uomini, il cui caratlere non ha quella lempra cnergica die fa tulto osare e lutto inlraprendere, si spaventano degli oslacoli chc dinanzi ai loro passi frappone liulrigo e 1' invidia, e percio o s'ar- (1) In quell' epoca era Professore d' Anatomia nelia nostra Uni- vcrsilii I'illustre e benemerito Sebasliano IfFanclii, il quale per or- dine Soviano occupava ad un tempo anche la carica di Seltore Ana- tomico. Ma, perciie costui ormai vcccliio ed inl'ermo deil'ela di 11 anni non poteva piii adcmpiere con atlivila al suo ulFicio , e perclie senlivasi di gia il bisogno d' una riforma nelle istituzioni analonii- clie, si crede miglior pailito di soparare queste due caiiche , e quindi dislinlaraente si fecero sostenere da due professor!. — 259 — reslano o rclroccdono. — 3[a il Regiiloas fcrmo e coslan- tc seiiipie iiellc sue dclorminazioiii , tlolalo ila quell" au- dacia pcrseveranle chc giiida al Inion successo , con I'ala- crila della sua inenle c con la coscicnza dc'suoi sludi , non si sniitrrisce ; od affruiilando novelli oslacoli, loUando co'suoi accanili nemici, sccse in ((imslu secondo aringo, c quosla volla , pcrclie fu forza di cedcre al nierilo , chbo la gloria di riporlaine il trioiifo; cosi nel 1836 fu elello a Sclloi-Dinioslralore-Auatomico di quesla 1?. Lni- versila dcgli sludi, coni'ogli sperava , cd addippiii gli si conleri il grado onorevole di Prolcssore interino della rae- dcsinia callodra. Occupala (piclla carica die inconiinciamenlo alio sue Iczioni e dinioslrazioni leisiicndo nell' Anfitealro nolomi- CO , in pul)l)lica c soUmuic ragunanza , un Discorso sullo slalo prcsenle della Nolomia in Catania e sui mezzi di mcliorarla. — Qneslo discorso (dopo breve in- trodiiziono inlorno al prcdominio della Nolonua su tulle je scienze niediclie e lilosoliclic) vien diviso in due parli — AcHa prima , dando un rapido sguardo alle soffcrlc vi- cende dell' Analom\a nelT Kgillo , nclla Grecia , in Homa, neir Arabia sin dalla piii reniola anlicliilii , e scendendo poi a dcsciivernc i priini progredimenli falli in Europa ed in Sicilia dal sccolo XIII sino al secondo XVII, si fa con amena erudizione a svolgere le varie fasi cli' essa ha per- corso in (lalaiiia nel secolo Irascorso e nel presenle, e da slorico crilico ne descrive i progressi e i rilardi e le cause di (pu'sli nllinii. — Nella seconda parle si fa da nolonii- sla lildsofo a proporre i principali niczzi die , a suo cre- dere, faciiitando 1' insegnanienlo e raddoppiando gli sforzi per la collura delle scienze naturali , assicurerebbero la pnl)i)li( a islrnzionc, e per i qnali, i giovani dcdicali alia DKMJiciiia, Irarrebbcro quel vero prolilto c (pielT ulile tanlo branialo pel bene della palria e pel vanlaggio della scien- — 260 — za. — Lo accoppiamenlo dclla teoria alia pralica, I'eser- cizio indcfesso nell' arlc di dissecare e preparare, I'inci- lanienlo de' giovani all' eimilazione co' concorsi, e la for- inazione d' un gabineUo noloinico, ecco i mczzi chc re- pulava iilili e iiocessari pel felice avviamenlo e progresso dell" islriizioiie nolomica , inezzi die dopo (ptel tempo si sono tulli niandali ad effello. Per fine cliiude quel di- scoi'so con csorlare vivamcnle i giovaiil niedici ed cssere assidui c diligeiili nello sliidio dell' Analomia, ed esclama: K Si! so I' opera vostra sapra corrispondcre al noslro de- (( siderio, se le voslre cure ed i Iravagli vosiri saranno « fermi e conlinui, io m' auiifuro die I' Anatom'ia non tar- K dera a fare i piu sollecili progrcdimenti tra noi , c qual (( novella feiiicc risorgendo con piii vaglie scmbianze po- tt tra francamciile dir di se slessa, post fala rcsurfjo! n (1). Finalnienle fii vuola anche la calledra d' Aiialornia per la niorle del Kianchi die Tocciipava. — Allora si vide aperlo dinanzi uii largo orizzonle per il suo avvenire ; e losloclie ne fu ordinalo il concorso, egli, clie avido di rinoiiianza ardeva per niisurarsi seiiipre ncl campo dclle scienze, fu il primo ad iscriversi fra i candidal! ; e franco ed animoso, pieno insomnia di rpiella fiducia die ispira a' sonimi ingegni il senlimento ddie propric forze, scese in quell' arduo ed onorevole cimenlo per conlraslare la palma a' suoi valorosi ed emuli compagni (2). — Serisse (1) Questo enidito Discorso trovasi piibblicalo iiel Giornale del GabineUo Lelterario (lell'Accadcmia Gioenia torn. V. bim. 1. 1836. (2) Tra i candidati in (|iiol concorso Irovavasi 1' esiinio cliinirgo Dr. Eiipiio Reiua, il quale sviluppo con tale perizia lo sue tesi, clie resullo quasi pari al Ilei^ndeas, c percio fu iuvece proposlo ed elelto a Professore di Cliiruri;'ia ed Ostelricia, clie allora vacava in qucsla Regia llniversita, e die oggi sosliene col niassinio zelo e saggezza; talche nelle sue lezioni si fa sempre amniirare per facondia c dot- trina. — Vi era ancora I' egregio Ciiirurgo Dr. Filippo Libra, il quale pure tralto si bene I'argonienlo delle tesi, die in nieriln venne poi eletlo a Professore sosiilulo delta slessa caltedra di Cbirurgia. — 261 — e parlo, — c con gli iippliiusi univcrsali e con 1' unani- mc acclaniazione di iiilli gli esainiiialori, riporlo la vil- loria, — Cosi in (|iiell' cpoca Mkc, nella quale il nostro Giniiasio, (|ii('s!o veluslo tompio dclla Siciliana Sapienza, risplcndca d' iin' aureola di gloria e di luce per un Sam- niarlino, niio Sriideri, iiii Sardo, un Feiraira, un Tcde- schi, un l)i-(iia(oiMo, un 31aravigna, un Genimellaro, un Marlella, un Fulci, un Longo, — (liovanni Reguleas, pur troppo giovane aiieora , s' ebbc quesli i>Tandi ad emuli; ed il suo nonie suoiiit caro c rivcrilo in mezzo a quella elella scliicra di preslanli ingegni die gareggiavano con i pill fantigerali dolli d' ollrcinare. II cuutorso el)l)e luogo ii giorno 24 gennajo 1839, e la tesi die eslcuq)ora!ieamentc in 12 ore gli locco di scriverc , consislcva : Still' avUcoluzioni' de' corpi delle vertebra. — In lal discorso il candidalo dopo un hrcve cenno su i sorjirendenli ginochi della loconiozionc in gencralc, die serve come iiilroduzione , im|)rcnde a Irat- lare il suo U'lna nell'ordine .soi>nenl(': — Dislingiie in esso quallro arlitoii : iwd I" s'occupa dello sdiclt^lro in gcnc- rale e delle sue division! , e fa vedere a qual luogo ap- pnrlcngono i cor|)i delle vertebre Ira loro associali ; — nel 11 spiega die cosa iulendesi per verlebro , descrive la loro sihiazione, il loro nuniero, la loro specie, c fa- cendone una succinla descrizionc , fa rilevare cio che si rigiiarila per corpo di verlebre e (pial e il luogo della loro r('ci[)roca arlicolazione ; — iid 111. osamina cii) die csprinicsi per arlicolazioue e qiiante classi e specie di- verse se lie dislinguoiio nel corpo umano , c qnindi di- moslra a quale di (piesle apparlciiga (piella Ira i corpi delle verlebre; — nel IV. descrive linalinenle in che con- sisle r arlicolazioue di lali corpi; c dividendo (picslo ar- licolo in ciiupie paragrali , parla nel 1." del luodo di unione di quelle parli deH'organismo ucl suo siguiQcalo, — 262 — e nclla sua composizione, e slabilisce a quale classe e spe- cie deve riporlarsi tra le arlicolazioni; — nel 2." sccnde a occuparsi ile'mczzi die traltengouo forma una siffalla unio- ne, ossia de' liqamenli e cartilanini o fibro-carlilasrini che vi conlribuiscono a formarnc parte integrante ; csaniina nel 3." il niodo di loro svilnppamenlo : — nel 4." tralla delle loro modificazioni secoiido Tela, il sesso, il lenipe- ramenlo, la coslituzione, il genere di vila e le principaii anomalie ; — e finalmcnle nel 3." si versa sullc funzioni di quest' arlicolazione. — I prirni Ire arlicoli sono hrevi e concisi, coineche ad allro non mirano die a ben rischia- rare e sviiuppare I'argonienlo; mentre rullimo vien espo- slo dilTusamcnle, formando il soggclto principalc della tesi (1). E di vcro questo discorso, quanlunque eslenipora- neo e scritlo in poche ore, e, a inio credere, una delle migliori produzioni deH'aulore, tanlo per rordinc e la semplice dislribuzione delle materie e per la regolare con- dolla, quanlo ancora per I'opportuna erudizione , per la luaturila e la saggezza del giudizio, e per la schiclla prc- dsione del dire scori-evole, descrillivo e senza studiato ar- tifizio, che formano sempre il caralterc cd il pregio del suo stile. — Esse, scrillo in quelle ore di palpili c di perplessila, in quelle ore solenni in cui I'anima del can- didate ondeggia sospesa tra il liniore d'un falale insuc- cesso , c la spcranza d'un esito felice , niostra I'autore maggiore di se, e vienieglio ribadisce quella cbiara ripu- tazione che correva di lui. Parlare intanto de' niiglioranienti che il Regulcas in- trodusse nello studio di quesla vasta scienza, sarebbc cosa superilua : — le sue varic opere ed i numerosissiini otliini (1) Questo Discorso fu pubblicato nel 1840 pe' Tipi de' Regi Sludi. — 203 — nlliovi clio alia sua sciiola si j)rodussoro, nc sono le piii l)elle 0 ('liiai(! lostinioniaiizo. L'Aiiatoiiua allura in Calania non era vcramcnlc a (|iieirallo I'rado di proni'osso o di poifczioiianieiito in ciii Irovavasi iicllo |)iu ciille Uiiiversilli (riCiiropa, e |)rel(Mi- dciulosi i!is('io 18'iO in ocpasionc del concorso al prc- mio (Iclla inedui^lia d'oio, Icsse iieirAiilitcalio A'olomico, ill piihldica e solcnne raf;iiiinnza , una AUocuzione ayli stndcnli (V Aiidloiina ddla Ii.° Unii-ciHila dejjU shidi di Culaiiia, iiclla (|iial(! si fa a svolgcre i laiili proi^ressi (lello sciciize nicdiclio od i yraiidi vanlaiji'i clii' la so- cicia 110 lilraova; o nioslrando io <;l()iie di liilli coloro Clio coil |)i()(ill() avcano collivalo lo sciciizo, Ic loUore c le urli, osorla i siiiii aliiovi a scgiiiio gli f'som|)i di quci grandi, per inerilarsi ancircssi onorc e gloria. Per fine, ricordaiido lore i |)riiu'i|)i gcnorali deirAiialoiiua o facoiido una rassegna deilc nialorio die g'ia avcano percorso in <|neiranno, i'incoraggia a sccndcrc aniinosi per cogliero allori ill (piciroiiorovole arena (1). ACI 5I('li e niollo rislrelli. — Lnondo il Reguloiis conosciulo un l.il difollo, e premiiralo dalle in- ccssanli ricliiesle dc suoi discepoli che niangiormoiile av- vcrlivano qiicsia mancaiiza e desideravano percio la p»h- blicazionc dcllc sue orali lezioni , scrissc (|i«eiropera, la quale vcramoiile raccoglie con la massiina peiizia gii elc- nieiili deirAnalomia umaiia in modo die nc facilita lo ap- prendinienlo , nc agcvola la memoria , c ne fa rilevare quclla sublime armonica unila elie si scorge nelle varie parli della nicdcsima; c cosi I'allievo, Irovando spianala la via disaslrosa d'una si ardua scieiiza, nel breve corso d'un anno, pui) vcdcrsi I'ornilo di quelle necessarie cogni- zioni che lulla la coniprendono. Precede all' opera un ben lungo ed inqiorlante proe- niio, dove pria dimosira gli errori , Ic aeree aslrazioni e i falsi sislemi in cui era avvolla I'anlica uiedicina, e poi scendc a rilevai ne i prcgi e i niolli progiessi di cui oggi s'adorna mcrce I' opera de' modcrni ; i qnali , per sola guida delle loro clucuhrazioni aveiido scello i falli, I' os- servazionc fdosofica e I'csperienza, sludiaiio orniai Tuomo neH'uomo slesso. — Fa conoscerc indi I' alto inleressc del- I'Anatomia per lo acquislo deila Fisiologia, della Palolo- gia, della Cliirurgia, della Terapeulica c dell'lgienc, e proclama ch'essa e la base di luUo lo scibile medico, e forma la bussola delle cbirurgiche operazioni. k Tnllc le « scienze anlropologicbe, egli dice, lulle le scienzc nie- « dicbe debbonsi riguardare come rami d' un Ironco co- « mune, cb'e TAnaloniia, ovvero lo sludio deirunmo fi- « sico, da cui lulle ripelono origine, soslegno ed incre- « menlo ». — In seguilo espone dellaglialamcnle il piano della sua 0|)era, e nella maggiore semplicila accennando le malerie di die va a Irallare, addila la slrada a per- corrersi e la mela a cui bisogna giungere c fermarsi. Egli divide in due parli il corso di quests lezioni. — 2G7 — — iVella prima pnrlo s' occiipa (\c\\' Analomia fjenerale, ossia (Icir I'saiiii; dc' sislcmi c do' Icssiili ornaiiici e del- rorcaiiismo in yoiu'ialo : cib die lornia la nialeria del 1." volmnc. — iXcila secoiida parte s'occiipa dclla Noto- mia dcsciitliva^ ovvcro (ieU'esaine dcj^li oigani in par- licolarc ; ciii cIk^ I'orina ii soggcllo del II, e III. lunio. A ciascuno di (piosli la segnire varie lavolc sinolliclic, le fpiali lulle al I\." di 14 riassuniono in niodo conciso e semplicissiino Inllo il cotnpk'sso dclle nialeric clie ahhrac- cia I'inlicra Anlropolonua, e come uno s|)eccliio li rillel- lono in helle forme ciascuna delle ])arli |mu imporlanli di cssa. — ^CIIa classilicazionc, per mcglio adallarsi all'inlel- ligcnza de" "iovani ainnni , soiTiie I'ordinc 1181010^100, e cerca di manleiier semprc quclla conliniiila dcUe parii tanlo ris|)ellala dalla nalnra. Divide e cooi'dina Inllo il nosiro oronnismo in Ire ifrandi classi di a|)par('celii, cioe; in qnei della viUi uni- malc, della vila onjanica, c dclla vila riprodiiUiKa; e con la perizia d'nn valciile pillore descrivondo ininnla- menle lulli i sislcmi, i>li organi, cd i tessnli die con- corrono alia formazioiie del nosiro organismo, cliiude I'o- pera con nna hrcvc nolizia sullc umane moslniosita, la ([iialc compendia lulle le piii inlcrcssanli cognizioni ri- guardanli la Teralologia, Trallando d'ogiii parle del corpo umano , non Ira- sciira di rifcrire i |irincipali sinonimi di essa c le dislinzioni falle da' piii rinomali scritlo'.i , allindic dascuii allicvo possa in ajipresso comprciidere Ic lore 0|iere senza con- londcrsi : procura specilicarne csallamenle le forme e la silnazinne lopogralira per gli nsi cliinirgici ; non Iralascia di far nolaie tnili i caiallcii di lor rispellivo conlrasscgno affiii di polerne poi apprezzarc le anomafie e le lore palolo- gidie ailcrazioni; e con nna rassc"na dclle varie conncssio- III die ognunu manliene colle diverse parli circoslanli, fa — 2G8 — conoscere qiiella prodigiosa armonia chc nclla macchina vi- vcnle flairinsiemc no rcsulla, c calcolare i consensi diversi lendonli all' unila dell' csscre. — l\cl nolare con pjirlicolarila la slruUiira di ciascim orgaiio , distingue i Icssiili |)ropri e le paiii comiini, non clic il modo col quale scand)ievol- menle s' associano per cosliuirli ; e con nozioni hrevi c concise, si fa ad accennare 11 loro modo di svilnppamen- lo, le mulazioni clie subiscono col niular degli anni, co- me pure le loro principali c piii comuni anomalie. — l)e- scrive per il prinio Ic ossa inleniasali sollo il nomc di ossa nasali sopranumeraril , e li la conoscere comuni nella specie umana (1); come del pari nella faccia po- stcriore del corjto delle verlcbre descrive lalunc fosselte ed aperture da nessun allro notomico slalc pria osser- vale , die comunicano con le cellule ossec o diploiclie; (1) Slimo gitisto con questa nnla rammfintare, die il Reguleas e slalo il primo a scoprire I' osso inlernasale nell'uomo (Wmoslraii- dolo neiie piiltbliclie lezioni a' suoi discepoli sin da! 18150, e minii- lamenle descrivondiilo in (|uest' opera Lezioai d' .Inalom'ia umana. Vol. 2. pag. 52 piibblicata gia nel 1843 col noaie d' ossn nasale soprannmerario. Frallanto il Prof. Mayer in una sua niemoria por- tante per titolo: — Sopra un nnovo osso, V osso inlernasale sco- perlo neliuomo, atlribuisce questa scoperla al Prof, di Bon, il quale , con quel solito garbo oltremonlano, vale a dire, senza inca- ricarsi dell' opera del Heguleas, o fingendo di scoiioscerla, se ne Tanlava lo scopritore — Jo voglio credere di buona fede (|uesta specie di negligcnza di ambi quest' illustri Professori ; nia non per queslo debbo lacere, che la scoverla. niollo tempo innanzi del Prof, di Bon, I'avea gia fatta il Prof. Reguleas, equindi a questo, couie il primo, devesi ogni lode e non a quello. II niio amico il Dr. Gaetano Giorgio GemmcUaro, in una Icttera diretla al signer Diretlorc della Gazzclla Toscana delle Scienze Me- dico-Fisiclie , cbe leggcsi inserita nel Giornale del Gabinetlo let- terario deH'Accademia Gioenia Tom. 1. Ser. 11." bim. 6. 1850, incaricandosi di questa quistione, e stato il primo a reclamare con- tro una tale iugiustizia, e a far conoscere come il vero scopritore sia stato il Regul^.as. E questo un omaggio alia verita. — 269 — fosscllo cd aporlurc Ic qiiiili, dice, piii o mono ample ed al iiuiiioro (li due o Ire, veg^^onsi cosUiiileineiile in tulle le ela, ed in quasi lulli ijli aiiiui;di verlehiali, e lurmano uii eaiallcre coslaiile ed iuvariabile delle verlehie luede- siiiie (1). Inolire, siccouie io scopo piii esseiizialc dcirAnalo- niia e (piello di far poi coniprendiM'e e conosccrc le fun- zioiii (tri^iiiiiclie ed i i^iuoilii delia vila, cos'i alia descri- zioue di ciascuu oigano e di ciascuu a|)pareccliio, la egli seguire uu hicve eeiiiio snila loro ris|ielliva I'unzione vera 0 allrihuila, ed in lal guisa conduce gli addisceiili ncl va- Slo cauipu dclla Fisiolog'ia, Ouesl' opera, ch' e (piella di niaggior pondo Ira Ic produzioiii dell'aulore, lia il gran pregio d' essere ne lro|)po concisa e risli'ella, ne Iroppo eslesa e voluniinosa ; nia sli'ingendo niollo in poco, separando cio die coiivc- niva disj^iuugere, essa come in uii gran prospelio unica- meule rilrae (|uegli elenicnli d' Analonua iiecessari ad un gioviiic alunno, die va ad iiiiziarsi nelle niediclic scicn- zc , e senza lasciarlo lioppo digiuno , senza coid'onderlo fra le lenehre e 1" iucerlezza, appieno lo illuniinano e Io ap- pagauo: sicclie per (pieslo lalo, mancaiido allora un' opera di lal geuere, lia il merilo di essere nuova ed ulilissinia. A di pill e pregcvole per la regolarila e la bella clas- sificazione delle inalerie, ove in molle parli e anclic origi- nale; per 1' ordine e la semplirila del melodo, e quel cli'e ])iu, per la diiarezza, la vivacila, e la precisione della parte destritliva, per cui li sembra aver soil' occbio delinealo quel lale tessulc, (piell'organo, (piell'apparecfhio, e par che lo conlenipli e ne analizzi le j)arli , la forma , la slrultura, il silo, c ne ammiri andie Ic funzioni ed i vari giuodii. — Kssa senza didibio , e segnatamcnle la prima (1) Lezioni d'ADatomia umana vol. 2. pag. 16. — 270 — parte, ossia Yanntomia gencrale, c quasi sfornita di luUe quelle iiilercssaiili scoverle moderne e di liille quelle cono- scenzc di cliimica orgaiiica oiide son ricche le opere dei pill receiUi aulori: ma pero avendo riguardo aU'epoca in cui fn scrilla ed alio scopo per cui fii pubblicata, e de- ena d'oi>ni ammirazione. Noil limilavansi iulanlo alia sola Notoniia Ic sue scien- lificlie applicazioni. Ei con la sua vasia nienle seiilivi\si ca- pacc d' aljhracciare e di soslciiere allre faliche ed allri sludi. Profoudo conoscilore di lulle le scienze mediclie, voile die queslo suo sapere non rimanesse sepollo in se slesso, ma clic si vivificasse con la forza della parola comunicandolo agli allri : il perclie dedicossi conlcm- porancamenle a dar anclie privale lezioni di Fisiologia , di Palologia generale c di Medicina pralita , e s'ebbe senipre numerosissima scolaresca. E qui per dare qualchc idea dclla Fisiologia del- tala in quesle sue privale lezioni , diro cli'essa era al- linla dalle operc del Riclicrand, del Magendie, del Ade- lon, del Tliicdimann, o a dir moglio, era un' esalla espo- sizione delle leoriclie di qucsli aulori , e |)rincipalmenle dell'Adelon, pel quale sembrava avere un po' piii di pre- dilezionc, perche forse lo rilencva come il piii saggio ed il pill giudizioso — Eppero la sua Fisiologia era lale quale raveaiio lasciala que' sommi scrillori , val quanlo dire, era sfornila di tulle quelle grandi scoverle e di tulle quelle meravigiiose es|)crienze conquislale da' felicissimi ingegni del Milne-Edward, del liourdacb, del .Muller, del De-Tommasi e da lulla la piii accredilala modcMua scuola de' Tedesclii , de' Francesi e degl'Ilaliani ; ond' essa al- tingendo aiuli dalla Cliiuiica organica, ha cambialo inlie- ramenle aspello, e d'un romanzo qual s' era, e divenula orinai una scienza dimoslraliva ed esalla, una scienza ba- sala sollanto su i I'alli e su le esperienze. — Quindi noi — 271 — che siamo non limidi amici dclla verila c non usi mai a pioijfarc il capo all'adiilaziono, volciulo giudicarlo come isliUiloro di f|ii('sla sciciiza, non csilianio a dire cli'cra in (|nalcli(' niodo relrogrado, o pareva volesse sconosccre Ic sublinii scoverle cd i iccenii lavori falli da niolli nio- dcrni scrillori di ossa. 3Ia (piali, iiildiiio a Paloloi^'ia <;Tnoi'al(' ed a I'alolo- gia inlorna, crano Ic (htltriiic die in quesle private lezioni ei coniunicava a' snoi disccpoli ? Per ris[iondoro conipiiilanKMile a qiiosla parle del no- slro assunio , non possiamo fare a nieno di lermarci al- quanlo a coiisideraie come in (piel tempo in cui egii avea stndialo la .Medicina, il solidismo, I' umorismo ed il dina- misnio, ('iii> da l|)p(i('i':ile lino a noi, liKulificali pin o meno t^ollo divorsi nomi nelle varic scuole dell'Asia e dell'En- ropa, dispniavansi alteriiativamenle il vaslo canipo di que- sta scicnza; c colali Ire sislenii, ciascnno con i snoi segua- ci, per esserc divisi ed isolali scmprc, vi recavano aiicor la liisla confnsionc. E vaglia il vero ; la medicina e stala |)iu d' oijni allra scienza so""ella allc rivoluzioni de'sislemi. — IJale- strata, per cosi dire, da una sella all'altra, Iravcstita in niille e svariate maniere, esposia da cenlinaia di 0|)inio- ni, di dollrinc e di teorie, erranle da una sciiola all' al- lra , iia sul/ilo e leggi e regoic , cd lia assunio niulli- I'ormi aspclli die porlaiio 1' inipronla di Uille le nnme- rosc c dill'erenli scuole, le (piali lianno a vicenda domi- nate il vaslo inipero scientilico. Ogni scienza le lia ini- presso la propria imagine , ogni scuola Ic ha comu- uicalo le proprie dollriiie , ogni filosofo ed ogni me- dico r lia soggiogalo sollo un sislema. Onde, nel corso della sua storia, si vcdc mnovcre incerla e raminga , ed allernalivamenlc assumcre le forme or ddia Cliimica, or della Fisica , or della jMeccanica ed anclic , in lempi ATTI ACC. VOL. XI. 3°i — 272 — assai piii remoli, dclla Mania e dell' Aslrologia, a scconda die I'uno o I'allro ranio di qiieslo sapcre veiiiva piii pro- fondanienle e piii eslesamcnte sliidialo. Frallanlo qucsta scienza, dopo d'avcr percorso il cir- colo di si iiumerosc inelanioifosi e variazioiii, dopo d'aver crrato a capriccio negli aerci spazi deirinimaginazione cd esaurile laiile sorgcnli di crrori, sul iiiiire del XYIII sccolo e air apparire del XIX, secolo ferlilissimo sopra tiilti i preccdenli , di sroporle, di lumi e di i icerclic in oyni ramo dello scibile, in cui tiasciui cioriio s' assicura di novelle vittorie die ruomo riporla sulla naliira, e ad ogiii islaiile incalena un cleiiienlo die pria lo disliugge- va e die ora iie fa striimcnlo di felicila, — qucsla scien- za, io dico , riiinendo le su(! verila fondamcniali sparse qui> e la e foiinaiidone un codice , sembiava s'avesse voliilo atleggiare su le solidc basi dellc grandi ed immu- labili leggi dell' ecoiiomia animale. — Da per ogni dove rAnaloniia, la Fisiolog\a , la Patologia e la Terapeulica facevano progressi eslraordinaii, c la nalura oimai si stu- diava nella nalura stcssa. Ma pcrb in qiieslo felice ed universale niovimcnlo, lo spirito di parlito e la prcvenzionc sorgcvaiio senipre a porre ostacoli al inaggior progresso e perfezionamenlo dclla sdeiiza salulare, e spesso si coniballeva la ballagiia del vero con le arnii dell' errore. In Iscozia s' eleva Krown , cbe abballendo Cullen , fonda la flimosa doltrina dell' eccilabilUu. — Xel seno della Francia sorge un' allra scuola alia cui tesla si pone Pi- nel ; e poi Broussais siio disccpolo, che, facendosene il detrallore, e rovesciando in parte le leoridie del suo mae- stro, ne occupa il seggio : la Fisiologia c 1' Analoniia-pa- tologica n' erano la giiida. — !\el seno dell'Ilalia ne sor- ge un'allra, condotta dal celebre Rasori, il quale, avvcdulosi Gnalmente degli errori e delie assurdila del sistema lire- — 273 — winiano, di ctii ciocamenle avca piia nhliraccialo lo Ico- ric oil i [)riiici|)i, avveilulosi di cssen; llaliaiio, cd llalia- no iiigogiio, depose le altrui divisc per indossare le pro- ])ri(*, e I'oiula la famosa dollriiia del cnnlroslimolo — Nel- r Alemaj^iia , iin medico (ilosofo c lilaiilropo, il rinomalo Sainiiele l[aiiiieiiiaiiii, inleiide al)l)allere "11 abnsi della |»o- lirarnuic'ia , die aiicora in qiiella culla parte d" Kiir()|)a laiilo sccnipio I'acevano dell" arte Irioiifalricc de' inoibi , con elcvarc il sislema dell' Omiopalismo. Ill mezzo a questo avviccndaisi di sistemi e di dol- liiiie in cni allora Irovavasi la medicina in tulla Europa, il Reguleas adun(pic avcva appreso (jnesla scienza. Egli coiioLbe qiicsli sislciiii, esamino le Icone cd i jirincipi clie ogiiiino esallava col proponimenlo di esclude- re lulli gli allri e di dominare assolnlamenle. Conobhc le sediicenli falsilii e Ic cliimerc della scuola Scozzcse, c die il vilalismo era la base del siio anlilo sislema: — co- iiobbe la giandezza e la scmplidla dellc doUrine del Pi- iiel , — le fallaci ed illusive leorie della scuola del A'al-de- Grace, — le belle vcdiile di qnella Ilaliana, e che il so- lidismo forniava il loro carallere : ma nessiina di esse esclnsivamenle lo sediissc. — Si rideva poi dell' Omiopa- lismo , rignardandolo come nn' aberranza , una moiiomo- nia ddlo spirilo umano. — Vide che le sue sollilissime prelensioni c le sue assurdilii, eslese nelle vasle rcgioni del niondo scienlilico, aveano oirerlo rcsullali si poco sod- disfacenli, che queslo folle sislema piginco, fondalo su di una falsa idea della malallia e del medicameiilo , rinne- gando ogni iiozione precisa di palologia , per vagare in un dinamismo iperbolico e Irascendentale , ed in un ein- l»irico noso(ira(ismo, non conlava die uuo scarsissimo nu- niero di seguaci impolenii ed euniRlii: e (piando di lanlo in lanlo vedeva sbiicare nelle nosire eonlrade (pialdie la- nalico cullore di omioparia e I'ar (jualdie inulile lenlalivo — 274 — per introdurrc la sua slrana doUrina , lo giudicava co- me lino slollo inipostore clic, con i suoi mistcri e le sue ciancic, voleva illudcre Ic mciili dcgrignoranli e degl' ipo- condriaci. Finalmcnte in quesii iiltimi tempi s'avvidc clic la Chi- mica-organica era oggello dcgli sliidi di moili scienziali; e per i lumi che queslo ranio d' umano sapere spandea nclla medicina, quesia hen tosto avea cambialo sembian- ze, e la sorgenlc di luUc le infcrmila si ricercava negli umori — che 1' Emalologia occupnva le mcnli dc' piii di- slinti medici francesi , ilaliani e tedeschi; c merce i gran- di lavori di 3Iagendic, di Kaspaill, di Andral e Gavarre, di Rodier e Bcequerel , di Rocli, di Piorry, Dubois, Bou- darch, Bellini e di molli allri, rumorismo sgombro dalle Galenichc ed Elmonziane slranezze, rilornava a signoreg- giare. Quindi s'avvide die una loUa asprissima gia si com- ballea Ira il vecchiume de' medici passali e le novclle pro- spellive dc'moderni ; e spesso dolevasi che quesli due parlili, vcggendo tullo a traverso il velo delle loro pre- Tenzioni , dando 1' imponenle nome di fallo , d' osserva- zione e d' esperienza alio allucinazioni della loro fantasia ed agli errori , ponevano una barriera a' successivi pro- gressi dcHa scienza salulnre, barriera, che alcuni invano lentando di scuolerc , sollo le vesli dell' eclelismo ca- dendo negli eccessi c nell' esclusivo dominio di allri si- slemi, rendevano poi vieppiii insormonlabile. Egli ben s'accorsc che un pregiudizio invadea una classe de' medici moderni — qucllo di credere infal- libili le doltrine umoristichc ; c die un' allra classe piii anlica veniva doniinata da un allro piii funesto pregiudi- zio, quello cioe, di porlare sino alia venerazione le dot- trine degli antichi e principalnienle di Broussais. Talche i solidisli Brousseniani da un canto, facendosi del cada- — 275 — vere un' arma per comljnilcrc su quell' arena , non si volevano allonlanare airallo da cio cli' avea dello il loro ca|)o-scuola credciidolo inconlrasluhilo, c ligollavano come ii:czic, come ulop'ie c come illusioiii, le iiiiiovazio- ni , le esperienze c lulle le scovcrle falle da' modcrni. Gli umorisli niodorni dall'allio caiilo, disprezzando le dol- trine solidisliciic del V\ui. del Val-de Grace, dal baliiar- do delta Cliiniica-orcraiiica comballcvano coll' emalolon'ia e con I'esperimenlalismo su gii animali vivenli. — Conob- be die gli uni consideravano lulle le nialallie ne'solidi, e senza lencr conlo deH'allerazione primiliva de' liquid!, del- r aiidamenlo speciale die quesia condizionc iniprinie su di esse, e delle notabili modilicazioni die apporla alia loro lerapeulica, rigellando ogiii loro spcciOcilii, e quindi ogni rimedio spccilico , non allro vedevano chc flenimos'ia ed irritazione, c di queste I'elemento quantila e non niai delle qnalilii diverse : e gli altri riponevaiio lulli i morbi nei lliiidi, e senza riguardarvi per nulla la pailecipazione dei solidi vivenli, non vi miravano allro die allerazioni, dislurbi e vizi iiella loro crasi c ndia cosliluzione de' loro prin- cipi coniponenli ; ossia delle diverse qualila e non mai delle quanlilii. — Clie i prinii consideravano le malallic co- me locali, e la simullaiieila e la successione de' fenomeni prolologici e lulli i disluibi generali, non essere che il prodoUo delle simpalic , delle irradiazioni e delle leggi di consenso : ed i secondi le rignardavano come generali, c lulle le lesioni orijanidie, lulli i dislurbi locali non es- sere allro cbe una manil'eslazione dell' allerazione del san- gue , come quelle clie contienc (iilli i principii coslitutivi degli uinori, come quello die somminislra e dispensa gli elemenli e le biisi alia lormazionc ed alio sviln|)po del- r organismo inliero; insomnia come il primo ed il piii in- dispensaliile elemenlo delta vila. — 3Iirava egli qnesli eslre- nii, e g'iudicava essere una folba per parle degli ultra- — 27G — moderni credere inlieramente rovcsciale le dollrinc ed il solidismo di IJroussais , e clic cosliii fosse morlo per la medicina : (1) come ancora cssere una grave slollczza per par(c de'Briisscniani non voler riconosccre le scovcrlc della Cliimica-organica e dell' Einalologia, c reslar fermamente oslinali iielle loro illiisioni e nc' loro error! . Or da quanio ahbiain dcUo chiaro si manifesta, che il Reguleas, sin da che Irasse a professarc il ciillo d'Escu- lapio, non Iralascio niai di caniininar quasi d' iin passo co' progress! della seionza salulare ; ed islruilo di liilli gli audaci sislemi clic ad ora ad ora, qua o cola cransi cle- vali e rovesciali con le arnii deU'espericnza c della ragio- ne, informalo appieno di Utile le innovazioiii e de' niiglio- ranienli che di giorno in giorno cssa subiva , sapeva disccrnerc col suo sagace giudizio le piii solide dollrine, e confulare e rihalterc le chimcre e Ic nlo|ue. Nella prima epoca del suo sUidio particolare, dellava le lozioni sopra un manoscrillo die da giovine avea ap- posilamcnle compilalo; ma poi avvedulosi die quelle teo- riclie non piu confacevansi con lo slalo alluale della scienza, faceva servirc di guida a' suoi allievi le opere d' Andral, e di Roche c Sanson , come nieglio adallate all' inlel- ligenza de'giovani. — Nondimcno , per dire tullo schiet- (1) Veraniciite e innegabile die il sistema di Broiissais sia iino tie' pill folli clic abbiano dominalo in iiicdicina , e clic , grazic ai lumi ed alle alluali coiiosceiize , sia giii cadiilo in parlc : ma del pari e innegabile clie non sia cadiilo c iioii possa giammai cadere inlieramente. — II melodo anleflogislico cli'egli introdiissc neile ma- laU'ie del lubo alimenlare, fu iin gran passo clie fece fare alia scien- za, c vivrii come una lestimonianza perenne del suo grande inge- gno clinico. Egli vivra sempre nella Sloria ddlc jlemmasie croni- che, e neWEsaine ddla dollrine mediche. le quali opere, se oggi si sono sperimenlate Iroppo eselusive e sislemalicbe , cio significa die abbisognano d'una riforma : nia esse si sosterranno sempre come un monumcnto eterno ne' fasli della medicina. - • :!. — 277 — lamenle c nulla nnscoiulerc , credo dchilo niio iion lacc- rc che in (luesle snc lozioni moslrava scnipre nnn ccrla inclinazioiio |i('r Ic dollrino del Piiicl e del IJronssais, e sj)(!sso s allonlanava da quelle dell' Andral , qnaiilnnqne stcllo lo avesso per guida a' suoi discejtoli. Kgii allogato Ira i liniili del passalo e del presenlc , se con un occliio gnardava innaiizi , con I' allro si volgeva indielro ; e non sapendosi del Uillo dishrigar dall' anlico per abbracciar il mode.rno , sposava V uiio con I' allro : in gnisa che il solidismo del IJronssais rallenq)eralo aI(|nanlo dall' nnio- rismo dell" Andral, lorniavano la base della palologia che insegnava nelle sue private lezioni. — In esse senipre esor- lava i siioi alnnni di non abbracciare gianimai nessun si- slenia esclusivo, di dillidare di lulle quelle leorie che non islanno in correlazione con I' esperienza del passalo , e qucslo non rannodano al presenle ed all' avvenire; di slar giiardinglii verso lulle (pielle innovazioni che niinacciano r unilii della scienza e con i loro abusi oslano al neces- sario (\ perpeluo progresso di essa , di conlentarsi per ora d' nn eclelisnio moderalo e saggio ; ed allendendo maggiori avanzanieiili e piii nlili risullati dall' Analomia j)alologica , dalla (Miiniica-organica, e dall' Enialologia, ri- volgersi piulloslo alia (]linica come la vera sorgenle inlalli- !)ile della inedicina, iiinanzi a cui cadcno tulli i sislemi, e di collivare piii di lullo la Terapeulica , come lo scopo unico ed cssenziale dell' arle salulare; giacche, diceva, se quella non progredisce, non polranno airallo sperarsi in quesla veri e reali progressi. Nel 'I8!{7 il l{('"uleas fn elello a Socio ordinario della (lonimessione Aaccinica Pr()\inciale di Calania, suc- cedendo cosi all'eslinln sno padre Yiucenzo; c nel 1847 per i lanli servigi preslali in quesla carica, gli si couferi il grado di Socio-Segrelario-peri»eluo. — Dire quali I'u- rono lo zelo e 1' opcrosila con cui allivb senipre i pro- — 278 — gressi della vaccinazione nella nostra Provincia , sarebbe cosa superfliia. I Iteddicond ch'ei>li fece di pubblica ra- gione su qiiesfo imporlanle argonienlo nc fun pioiia fcilc(l). E qui, per fare vicmcglio comprciulcrc )' ulilila e limporlanza di qiicsli suoi lavori, giova raiiimcntare , come in queirepoca , la piii grande e la piii bene- fica scovcrla cbc vanii il secolo Will, la Vaccinia, aveva incominciato a soffrire quegli allaccbi violenli, ohe oggi per nostra massinia svcnlura , si veggono rinnovcllali con inaggior vigoria. — Alcuni mcdici, I'orse deliisi dalla ])ropria ignoranza o da false dolliine , rinnegando I' evi- denza de' falli , c la macslra (ieila verila , rcspcrienza , spavenlali dalla visla di qudlche assallo cbc di lanlo in lanto r Idra dell' Arabia tenlava nellc noslre conlrade , avcano elevalo gravi dubbl intorno la pereniie virlii pre- (1) Ecco quali sono : la Rdazione deW ('pidenua vajuolosa icynala in (kilaniu nd 1S:iS e IS39 , la quale fu letta , funzio- nando oyli da Prcsidontc. alia Coinnu'ssioiic Vaccinica nella seduta ordinaiia del 31 oltolirc 1H:}'J, e fu puliLdicala dal Oioniale il Tro- valore i\" 7 , e 8, cd indi inserita aiudie nel GioriKile di Vacci- nazione per la Sicilia 'foin. 1, — nella Sentinclla del I'eloro fo- glio periodico di Messina anno 1, Trim. 2, N° II. — La Vacci- nia alio prore ossia reddiconto de' lavori vaccinici esegitili in Catania e sua provincia negli anni ISIO, H, e i2. — La Yac- ciuia in pro(iresso , ossia reddiconlo de lavori vaccinici eseginti in Catania e sua provincia negli anni liS'i-3 ISii e ISi.ji. — Red- diconto de' lavori vaccinici esegniti in Catania e sua provin- cia corrente V anno ISid. — Iai vaccinia in conferma, ossia red- diconto de' lavori vaccinici eseguili in Catania e sua provincia negli anni IS'il ISiS e IS'if). quali reddiconti fmono ]irolTeriti in diverse lornalc nel locale della (lonirnessioiie vaceiiiiea. Kssi tro- vansi jtubldicali in vari nnmeri del Supplimento al Ciornale d'ln- tendenza delta Provincia di Catania, e trascrilli nel Oiornale di Vaccinaz-ione per la Sicilia c nella Gazzetla de Saloni, e si nie- ritarono le lodi del /{. Governo. del R. Istiluto Yaccinico Napo- litano, dalla R. Conimessione centrale di Palermo, e da tiilte le allre Coramessioni Provinciali e Distrelluali della Sicilia. ■- — 279 — servalricc della Vaccinia, crcdciulola affievolila, dcfroncrala e temporanea; e la molliludine, qiiesla povera ciec.a, co- strella ad appi^liarsi a rpiclla giiida ciie piii le si olTre licina, proiila seinprc a soifinrc i Irisli siiggorimoiili ed a rispellare le apparenzft de'pregiiidizi, della snperslizione e degli eriori, quasi diineiilica de' Iniili ixMiefici riccviili da mezzo secolo in qua , ricusavasi di piii allingeic il saiulare iniicslo , e nielleva oslacoli alia sua libera pro- pagazionc. In mezzo a tanlo sccmpio di opinioni ardite e prive di fondamcnio , a colanlo tnmullo di |)regiudizi funesli , il Regulcas animalo da scnlinienli magnanimi c da filan- Iropico zelo , j)rocura colla paroia , colla penna e coi falli, d'abhallcrc (|uesli universali pregiudizi ed crrori, e con inslaiicabile allivila diffondcndo il divino rilrovalo deir inimoiiale Jenner, e con reiterali csperimenli conva- lidando la sua croica virlii , si imprudentemcntc conlra- slala e derisa , fa fionle al gran male die di gia sovra- slava air umanilu inliera. A lal One, cgl' invcslilo dal sa- cro niinislero delia propria carica, si giova della pubbli- cazione de' suoi reddiconli ; c quindi per cssi provo che la Vaccinia e evidcnlemenlc non solo il vcro ed il pe- rcnne anlilodo del vajolo arabo, ma e del pari un mezzo opporluno ed clllcace per isnervare la violenza c la ma- Iclica cnerg'ia delle allrc alTezioni culanee ; — provo die essa non e affiillo degencrala ne aflicvoiila nelle sue in- limc propricla per le successive produzioni ed innesli , come pur si prelende^i da molli medici ; — che la virlii preservalricc die possiede sul vajuolo e assolula ed illi- milala come quella del vajuolo slesso ; — die essendo un virus conliujioso non pub perderc giammai la sua pro- pricla rigcneralrice, c dcve conservar perennemenle cguali ed indenlici la cua forza e le sue qualilii specifiche; che la rivaccinazione, offrendo scmpre rcsullali negalivi, e una iTTI iCC. VOL. XI. 3G — 280 — o[)era/i(iiie fiilile e sovcnle dannosa (1) ; c a lal uopo si confoiUi ilolla sanzioiie unanime e Concorde dclla Coni- niessione iiu-aiicala dairAccademia di Mediciiia di Pari- gi, del Coniilalo Ceiilrale di Loiidra, del Collegio Cliirur- gico dcllo slesso luogo, c di moUissimi jircgiali scrillo- ri, fra i quali Sedillol, liurdiii, Giberl, Gendiiii, dc Rcnzi, (\) 111 (|iianlo alia rivaccinazione rcpulata futile e dannosa, io credo al conliaiio non esscr alTallo ne futile ne dannosa, anzi ne- cessaria e lienelica, siiecialnicnte usala neijli anni in cui esisle, di- r6 cosi, quella specie d' inducnza cosliluzionale clic rcnde allivo il conlagio vajoloso , ossia qucllu suscetlibiiila epideniica vajolosa : e cio per le sciiuenli rayioni — Senza entrar nella quislione se la vac- cinia fosse un pieservalivo temporaiieo o perpeUio, c un falto con- leslalo dair csijciienza delle passale epideniie e di quella regnata in (|uesl'anno niedesinui, die niolli individui, s;ia slali rejjolarmente vaccinali, lianno pure suli'ito il vajolo naUiiale acconiiiagnalo da tutto quel teriil'ile tieno di allerazioni e di defoiniila die suolc esso la- sciaie. E pure un fallo coiisacralo dall' esperienza, die molti indi- vidui gia slali vaccinati , cssendosi sotloposli alia rivaccinazione , hanno anco regidarmente suhilo per la seconda fiala la vaccina ve- ra e legillima : lalnienledie da (juesli falli se ne possono dedurre come necessarie consegueiize i segueiili corollari: — 1 ." Clie coniun- que poclii si volessero gli esempi di ri|iroduzione del vajolo natii- rale in colore gia stall legillimaiiieulc vaccinati. pure, esistendo an- che in lal pocliezza , colla rivaccinazione si lia un mezzo energico per vinccre in essi quellu susceltibilila e quella [iredisposizione a subire una tale terribile nialallia. — 2.° die quantunque , come si prelende, la rivaccinazione abbia per lo piu presenlato resultati ne- gativi , ed alibia ripullulalo in colore die per lo avanli aveano sofferto la vaccina simria c non la legiltinia e la vera , pure colla rivacci- zione si ha un mezzo proprio a svelare un tale crrore e a ripararlo. 3.° Ch'essa poi non porta alTalto ncssuna trista conseguenza; giac- clie se Tindividuo clie vi si sollopone non trovasi suscettibile, al- lora 0 si nasce la vaccina spuria, ovvero lotto si aborlisce; ma se all'opposto I'individuo Irovasi suscetlibile malgrado d'aver jiria su- b'llo la vaccinia vera, come lante osservazioni giii provano, essa in lal guisa ne lo garenlisce e lo salva. Quindi per Uitli i riguardi la rivaccinazione e da usarsi sempre , alnieno per la seconda fiata e principalmente in leiupo di dominanlc epidemia, in coloro clic ban- — 281 — (iOrnac, Cronvoillcr, KoriiuilnMi, Gcrnrdiii, I)iiI)ois, cc. — I'rovo ill (iiK! die la vaccinia cd i! vajolo slaiiiio scmpre Ira loro in iici-rclla aniilcsi , e cainmiiiaiio in ragione oppn- sla; sicclic a iiiisiira clio piii eslcsa era slala la vacciiia- zionc iiolla provincia, niiiiore era slalo il laiinero do' va- 110 (illr^'passalo il (Iccciniio , come il solo mezzo pii'i iiolciilc c jiiii liroliciio capace ili fur conoscere la siisccllibilila iriili\i(liiale a siibi- re il vajolo e a vinccrc qiicsta disposizione; c quel ch'c piu. come il mez/.o piu ccrlo e pin opporliiiio di (piaiiinf(iie allro mezzo i,2ie- nieo saiiilario e preservalivo ii varioloide . e in vero un bel rilrovalo allin di soste- nere un'opinione per allro di iiessuna impoilanza : itiacclie oggi da Uilti i medici , Irannc d(d volyo , si sa ben dislin,i;m!re I' una dairalira inalatlia: e poi col raccomandar la rivaccinazione non e clie si vuol lojiliere o sccmare menomamente alia vaccinia la sua benelica ed eroica virlii pri'servalriee d.il vajolo ; nia si vuole oc- coirer(; alia pussibiiila di predi^posizione novella 0 di snseetlibilila indiviilnali! lanlo CDiiiiim; e lanto rrei|iieiile , c riparare alia funesla dilTusionc deir iiillMenza epideiiiica. (llii mai polrebbe conosceri!, e come megiio si polrebbo scru- linarc se un individuo, non ostanle 1' inncslo vaccinico ricevulo, sia per SM-:ce'tibile o no al coiilaLiii) di quel male.* Cbi inai sajirebbe misurar siiio a (|ual lempo qnalcuno polesse esser insnsi-ellil)ile, ed acqiiislare in se^uilo (piella lalab; disposi/.ione ? Qnal mezzo piii cf- licace e piii siciiro, alloii|uando liiinuenza cosliUizioiiale o epidemica vajolosa domina in una conlrada c svilnppa , diro cosi, quella specie d' alliludine e rcnde suscellibili molli individui, per arreslar sin dal suo nascere il furore il' un nioibo si crudcle e si lurido? i\on sa- rebbe forse la rivaccinazione ?.. Cio clie in breve lio dello in ([iiesta iiola , sarii pii ainpia- menle sviluppalo in una niia nieinoria . die spero fra non guar! fare di publica ray:ionc. — 282 — jolosi, fino a che 1' Araba lue era quasi dell' inluUo scom- paisa. Qiiiinia sasgezza, qnanla dollrina , quanta aculezza di rnziociiiio Ci>li non addimoslia in qiiesle mcmorie; — quale zcio , qiial calore in esse non ispiega i)er difen- dere II piii generoso e suhlime rilrovalo die la mcdicina abhia sa|ml() oppnrre alia ferotia d'un moibo colaiilo cru- dele ed indonuibiie ! — IVossnno , ne siam cerli , git sa- pra ncgarc qnel dovulo Iribnlo di riconoscenza e di lode per laiilo bene operalo a pro dell' egra umanilu: e que- slo oiiinggio non polrebbe essore smenlilo ne deriso , perclie e I' eco della verila e della ginslizia. IVel 1843 fn chiamalo da qiiesia illiislre Accademia Ciioenia di scienze naliirali a suo Socio allivo ; e non oslanle le molle e svariale occupazioni a ciii era inlenlo, accrebbe di due dolle memorie di Teralologia i volumi di queslo Coiisesso scienlifiio — La prima e la Descri- zione d'un Viclopo, nrvero d'un moslro umano cido- cefalo ; I' allia la ISarmzUmc d' un caso shujnlare di diplonenesi , oirero d'un moslro umano con'/enilo der- mocimo. — In lulli e due (picsli lavori s' occupa dappri- ma d.ffusainenle della descrizione anutomica de'feli nio- slruosi ; ed indi si versa su delle Cnnaiderazioni fisio- loijiche , ove pnrcamenle e con pr(;f()ndila ad un tempo, esponendo lulli i principi fu/ulamcnlaii die governano I'an- lica c moderna Teiiaologia , parlando delle cause dclle moslruosilii in generale , ennmerando poi quelle alTuienli c |»r()ssinie die aveaiio diilo erigiiie a qnegli esseri de- formi , sceiide a ragionamenli culmi di seniio e di sape- rc , e risolve d' una maniera se non evideiile e sicura , almeiio pr(diabile, verosimile e diiara, gli ardiii problemi inlorno laiialura, il niodo di produzione e le cause di quelle singolari moslruosilii. Quesle memorie , a dir vcro , mi scmbrano molto — 283 — prpgevoli ft slimnblli, lanlo porrlie si versano snpra casi per pill rignnrdi incrilevoli t'oll' allenzione e (leircsanic dei dolli , die prcslimdo elcmciili picziosi c liiiiii siilla ge- nes! douli osscri oniiiiiizzali noiinali ed iiiiiormali , ajj- ciuni'on iiiamiior solidilii airKmbrioiicnesia cd alia Te- ralologui ; (]iianlo per I' esallozza e concisa niiiiiiziosila dc'lla (IcscrizioiK! aiialomica , la quale e Irollofjyiola con uii prniiello cosi deslro e rilovaiilc , die ben diinoslra qual |)(Milo e dollo professorc cgli si fosse. Ke (pii ban Icriiiiiic Ic prodiizinni di liii. IN'(d 1840 die fiiori V KUujio del ConU; iMccolb Tez- zano lello nella gran sala dclla I{, L'niversila per la so- lenne inaii"nrazioiie dv\ iiuovo anno scolaslico 1830-1840 — Con elcniiiile e vinnroso ddlalo (-"li li destiiv(! il Ti!Z- zano qiial professorc (b.llissinio od cbxpicnle , (pial aiilore erudilo e mo un impegno maggiore per lavorire gli amici. Amava egii la giovenlii, c Irovava una delizia nclla compagnia de' giovani suoi allievi, a cui con aporli modi sapeva ispirare la simpalia, la conlidenza ed il rispello : onde vcdevasi ogni giorno lielo uscir dalla Universila o dal Tealro A'olomico segnUo da molli di essi per andar- senc in un suo vicino podcrello, senza quell' aria di va- nagloria c di alTcllala allerigia che suole assnmere la maggior parte dc' maestri di scuola quando s' accompa- gna co' loro disccpoli. — M'lle conversazioni era mollo piacevole e gioviale, cd avea sempre all' uopo Irizzi bril- lanti ed arguti e molteggi graziosi che niuovevano il riso iTTI ACC. vol. XI. 37 — 288 — e rallcgna fra lulli. Egli sapcva si opporlunaniente alla- gliarc il discorso all' indole cd al carallere delle persone con ciii conversava, avea una nianiera si cspansiva e gaia , che Irovossi bene accello ad ogni ragione di ela e di rango sociale. Amico inlimo cd invariaMlc, sprezzava grinvidiosi, i calunnialori c lulla qnella razza malcdclla e pcslifora die con i suoi alili inipiiri innridisco le piii belle soigcnli dclla vila sociale. — Inlegro ed illibalo nc' suoi principi e di una morale inlenierala, Iribulava oniaggio e i'is|)ello al vero nicrilo civile ed all' onesla virlii ; lenea da sezzo le due corligiane dclle anime basse, la vile adulazione e la infame menzogna , sdognava i simuiali , c s[>esso per non incnlire in faccia al sovero liibunale dclla propria coscicn- za , per non sa|)cr comprimere gli sdegni cd i nioli del suo cuorc, per non sapcrc occnllar nulla, o laccr ([ual- che cosa, scmbrava irascibile cd inurbano ; ma in lui era Icalla, era francbezza. Se nclla sua vila sofferse sravi sventure , se il suo cuore f« coljiilo da' piii accrbi dolori (1) , egli forte e rassegnalo in quella sanla rcligionc clie nudriva , picgo la fronlc agl' incscrulabili decreli dclla Divinila ; impcroc- chc , senza le apparciize di que' bigoUi die prendono scandalo di lullo, e senza I' austerilii c la rilros'ia di que' falsi pudici cbe si sconlorcono ad og'ni parola quasi bisce air incanlo , egli ebbe fede di vcro crisliano. IVel- rimmcnso lempio dclla crcazionc adorava qucU'Enle Su- premo, incsauribile sorgcnie deU'essere e dcirinlclligenza, die r universo rivcla alia ragione, che la giuslizia e I'in- forlunio invocano sempre ; ullimo rifugio di (pianli so- pravvissero ad ogni spcranza terrcna , ullimo freno di (1) In breve tempo si vide mancare 11 padre, due dilellissimi fralelli, ed un teneio figlioletto. — 289 — qiKinli innalzaronsi sopra ogni Icrrono liniorc ! II sonti- nuMilo relifjioso, quel riassiiiito siil)liiii(! del peiisioro uma- no , qtieir arcana iiiliiizione ed emaiiazioiie ilello Sjiirilo, qiicir ispira/.ioiie incffaliile doiriiilelligfMiza, clic s'accende neU'eiiliisiasmo per niontarc come una fianuna a Dio , avca nn allare nel sno ciiore, od ei lo senliva nell' aninia. Inollic, I'll senipre diligonle ed csallo neiratlenipiere di oIjI)!!!-!!! a cni era lennlo nel soslcnere le sue cari- die , anzi fii perciJi modello di alaciila a' negliillosi. Tulle le ore del i^iorno ed alcune dclia sera passava oc- cupale 0 a dellar le varie sue lezioni ('!), o a sezionar cadaver! , o a disimpegnar i lavori de' diversi suoi uffi- zi , 0 nel silenzio del proprio gabiiiello a scrivere o ve- gllare su i lihri per ineglio sazi.iro 1' ardore della sua nienlc ; iuiperocclie il Iravaglio scicnlilico sembrava es- ser condizione esseiiziale e quasi necessila al vivcr suo. !•] veranienle egli niollo salTalicava , c forse al di la di (pianlo le forze del suo corpo c della sua mallcr- ma salute polevano comporlare. Consigiialo dagli aniici e da' jiarenli a nicllere uu fieno a lanle inentali occiipa- zioni , egli fu sordo ed oslinalo, c vi perduio di conli- nuo : lalclie, possiam dire die delle sue lanle iuq)robe faliclie e dc' suoi gravi slndi iminaUiramenle fn villinia — Ma I'urse nel sacrario della sua coscienza senliva (juel niislerioso presenlimento , quel sccrelo palpilu , ([ueH' i- Slinlo iiicnniprensiliile die, (piasi voce arcana di Uio, seni- brava avveilirlo la sua vila appressiirsi al lerniine del suo niorlal viaggio ; c qiiindi da buou padre di famiglia si Iravagliava per accumularc que' niezzi die vanlaggiar po- Icssero la condizione economica de' jtropri ligliuoli. — Si, egli auiava svisceralanienle la laniiglia, e loslodie fu pa- dre senli uii dovere sacro ed iniponenle (quel doverc die (1) IN'el corso d'un giorno egli dettava (luatlro lezioni. — 290 — lulli i padri dovrebbero senlire ) di lasciar a' figli un convenevole palrimonio per viverc oncslamenle. Ma era scrilto allrinienli ne' decrcli di Dio : e nell' acerba clii di 44 anni, noii ancor compili , fii assalito rcpcnlinamente da grave morbo nervoso , che sin dal primo apparire gli minaccio la vila. — Ed era in quel giorno di lulto univer- sale (1), nell'ora in cui il sole volge al Iramonto ed abbandona alle lenebre lutta la nalura, allorquando la squilla annunziava il moniento solenne nel quale la sua anima volava all' amplesso del suo Faltorc. Ora cgli non e piu!,..Si, egii, il medico filosofo, il restauralore dell'Analoniia in Calaiiia , il benenierilo Se- grelario Cancelliere della nostra Universila, il voslro in- signe Socio , e sparilo , e per scmprc : — sparito , nel bel mezzo del canimino della vila , quando lanla aureola di gloria gli splendca sul capo ; sparilo, quando ancora lanli allri piii verdi allori poleva cogiiere nel suo aringo scienlifico , e tante care speranze ci faceva nudrire a gio- vanienlo del Ginnasio, ad inscgnamenlo della giovenlii stu- diosa , ad onore della palria — Ma la memoria di lui , come quella del giuslo e del saggio, vivra cerlamente pe- renne nc' cuori di coloro che I'amarono, vivra nelle sue opere , e a Iraverso la nolle e le vicendc de' tempi pcr- verra benedelta alia piu tarda posterila ! ' . -''Il (1) Era il Venerdi Santo 6 Aprile 1855. , . . ..,,v. \> !■ 'i 1 ;. i ; : i 1 , ' -!><: K'l/i/!) '.'■Iji J ~i»"M ii';...;i)ii i; ■>■'•((; .1 ■! "'I ^i-.'ii/i i-'i''. I ( 3Sja>a^!ii IMazionr dci Innaijli svivnli/ici nsnyuUi ni'linnno AAA' del- r AccmUniiin (iioimia di Scienze ndlurali scritla tlal Se- grelario gcncrah' della medesima Francesco Tornubene Casinesc. ....... pay. I Mvnni Cenni sitl Tabacco Fumato comidcv(do qntd causa po- tcnle die ha reso comuiii (jU emonoidi at iiosiri lemid pel socio coUabovatovn dcW Accademia Vioenia Dot. An- tonino liuscemi Baltaglia .....)) 33 Sulla stndlura del Cono dc' Monli Rossi cde'suoi materiali Mcmoria del socio Carlo Gemmellaro. . . » 57 Prospctlo di una miora Fauna del .llolluschi , Cirropedi , Echinodermi cd allri Zoofili rivenli e Fossili della Si- cilia, con una nuoia dislribuzione (jeoyrafica di questi animali. Opera per senire di base alia Fauna gene- rale ed alia Paloontologia siciliana per il Socio attico Prof. Andrea Aradas . . . . . )) 77 SuUe fratture complicate, nuoro ossertazioni c riflcssioni del Socio attiio Prof. Euplio Reina . . . r, 89 Sopra un nuoio albero indigeno suW Etna del genere Cel- tis Mcmoria di Francesco Tornabene Casinese . » IS7 S}i alcune specie .llalacologiche siciliane Jlemoria del Socio corrisponilente Lot. in chirurgia S(dratore Hiondi inse- ri!a nel vol. X. ser. 11." degli .Itli Gioeni — Sunto c ta- vole lilografiche della stessa . . . . » 201 Pescrizione delle due tarole rappresenlanti il Pseudenccfa/o I'mano di ctii traltasi nella .Vemori. lAi'j. ;.v CARICIIE ACCADEMICIIE Per I'anno XXXI. da Liidio 1854 a Giiisno 1855 1. Prinio Dirollnrc-D. Angclo Panchianco Inlendonle della Provincia 2. Secondo Diicltoro-Piof. Dr. Carlo Geminollaro 3. Scjiirelario Cionerale-Prof. Francpsco Tornabene Priorc Casinese i. Segretario di Scienze Natural! - Prof. Giuseppe Antonio Galvagni 5. Scgrotario di Scienze Fificlie-Dr. Blario Di-Stefano 6. Cassiere Dr. Gaelano De-liiitl.mi 1. Direltorc doiie stainpe-Pad. D. Giovanni Cafici Casinese 8. Direltorc del Gabinetto - Prof. Dr. Andrea Aradas. MEMBRI DEL COMITATO 1 . Prof. Dr. Jlicbelangpio Bonaccorsi 2. Prof. Dr. Giusejipe Zurria 3. Dr. Barloidmco Rapi.'.ardi 4. Prof. Dr. Andrea Aradas 5. Dr. Antonino lo Giudirc 5. Prof. Dr. Giuseppe Antonio Galvagni le Miner- vini . . . . )) » 618 » 9 D.' Antonino ISiisco- nii liallii^ilia . Catania )) 619 )) lOD.' (iitisi'iipc Ardini ;■) » 620 » 11 D.' J^iihatoif i>iiiii(li r. » 621 )) 12 D.' AiUdiiiriii Orsiiii Di-fiiactiino . ;) 1) 622 )) 13 D.' Carmelo Sciuto Palli . . . . ;i » 623 » 14 D.' Kiirico liiuiidi . AaiMiii )) 624 » 13 M.' Sinclair I>cvcllc Parii,'i » 625 )) 16 n.' Paoid llciiTtIa Catania )) 626 ), M Piciro S(i\(ilcll() .Modira Socio Allievo Sediila Ordinaria del 21 dello RELAZ10!\E DEI TRAVAGLI SCIENTIFICI DELL'iVCCADElIIA filOEAIA SOIEHZE BiTG&iLT IS eiTlSIl scrilla DAL SEGaETASlO GEIVEBALE DEXLA UEDESIMA Francesco Tornabeiie )'rofc3«iirc (li Bolanira, r Mn(cria Mrdirn nclla R. VniTcrsita dcgU sluiU in Gataaia ; Socio di varic Accademie IVozioDali , cd Esterc. LETT* mik TOMIATA ORDIKAEIi DE 12 LDGUO 1855 ^^^kCs^C^'^^^^-^^^'^c^x^^^--^ Nos nostraque. Orazio — Arte Poat. ^,. Ie Afcadcmie scientiliclie come luU' altri corpi social! vivoiio collo scambio e la concorrcnza dcUc forze d' a»- sociazionc ; sc nou die le prime lianno bisogno di forze iiilellcllive, laddove i secondi han bisogno di forze ma- teriali, e morali giusla lo scopo cui sono direlli. Quelle UMidcndo al progresso scienlifico iion coiioscono altro li- mile clie rumaiio succcssivo sviluppo dclle idee, le quali mai noil si arreslano, anzi sempre saccrcscono, c s'in- gigantiscono quaiito piii si fanno avanti nella ricerca dei iiiKivi priiui[ii , e delle novelle teoriche ; i corpi social! per lo colli rario liamio un termiiie, il quale e riposto nel- i otUiiicrc il line [icr cui Tassociazionc , o la consorleria III slabilita sia iiegTinleressi pubblic! , sia in quell! pri- vali; cosi i corpi scieutilici, e liilt'altri corpi social! cam- ininauo per due vie opposlc , lendouo a due mete diver- se : i corpi scienlilici giungono all' inlinilo , e gli allri <(u-pi social! si fermano dove il proprio interesse e ap- jiagalo. _ 4 — Questo fatlo ideologico clie nascc dalla ualura stessa (leH'analisi dclie cose, oggi si vede attuato dando un guardo ai lavori scientifici dell' anno XXXI dell' Accade- niia Gioenia, la quale, Gssando, giusta il sue principale scopo , le ricerche iiclla Osica di Sicilia , dopo Irenla vo- lunii zeppi di scoperte , d'osservazioni , c di nuove con- siderazioni interessanli al grande niateriale scienllfico; nel 'M° volume allro piii belle prove d'ingcgno presenla alia repubblica delle lettere, e delle naturali scienze. Ed e cosi , die piii io rileggo, piii cor.sidero i la- vori di quest' anno accadeniico, e piu lisso lo sguardo ai volunii degli Alii giocni , meco slesso ripelo : ecco il progresso, ecco le novila senipre crescenli prodolle dai Soci di quesla inclila Accadeniia. E per dare ai medesimi quell' ordine che le niale- rie domandano mi e duopo dividerle in due grandi se- zioni , secondo le parole della mia cpigrafe Nos nnslra- que ; cioe le ricerche fallc dal Gioenio in quest' anno si versano o suU' uomo di Sicilia , o su' naturali prodolli deir Isola. Ne queste ricerche sono di lusso scienlifico , .0 di seniplice profusa erudizione , sono per lo contrario tante soluzioni , e tanti sviluppi di quistioni surte al bi- sogQO di conoscenze richieste dalla scienza quando rivol- o-e'^ lo sguardo all' uomo , o alle cose dell' isola nostra. Sei quistioni in falto par che siano state sviluppate in quest' anno. ' ' Sezione prima suU'uonio di Sicilia. 1." Per quale causa potente oggi sono dilTusi gli Eraorroidi in Sicilia ? 2." Abbiamo una influenza climatica per la malattia endemica gastrico-biliosa ? 3." I fatti clinici di Sicilia possono risolvere la (jue- slione non ancora determinata nella scienza, circa aH'epoca in cui e necessaria I'amputazione nelle fratture complicate? Sozionc scconda siilla topof;rnfia di Sitilia. I." La zooloi^ia c la jdeoiitoloi'ia zoologica di Si- cilia coiiosciiitc liii oiigi possono coordiiiarsi in niodo da oltciieriio una I'anna zoologica siciliana , cd nn bene nollo studio dclla zoologia , e gcognosia di Sicilia ? 2." Vi sono liill'oggi dci nnovi albori suH'Etna ignoli alia scionza? i." Possianio ncl progresso allnale della scienza vul- canologica o dclla cliiniioa dare una spicga piii cliiara relaliva al cono dernziono dc" Monli rossi suirElna. ♦» sidia giaciluia de'crislalli di pirosscne chc ivi abbondano? Ecco lo (piislioni, ft ad un tempo la soluzione data a ciascuno dai giocni clift signiCchero in [loclie linee. SEZIONE PRIMA SI Ll' LOMO DI SlCl 1,1 A § I." Per quale causa polcnlo oa:!*! soiio difliisi gli einorroidi in Sicilia ? La sloria delle malaltie doirisola nostra non e an- cora rodatta . ma dagli storici docunionti si va rilevando , cho. per vaii riniodi dell'igione pubblica inlrodotli , vari nialori si sono allonlanali da noi. Ne voglio chc qui sin- Icnda dc' vanlaggi doll" innosto vaccinico , deH'uso delle lele , (* de" bagni per vedere fugatc da noi le deformita del vajuolo , e Ic sucide e brultc inalattie della pelle e degli ocelli clie Iravagliavano i padri noslri ; voglio che in ([uesto liiogn si inlenda parlare di inalorc fiigalo a di noslri : la rogna inl'alti coniune ai pacsi di Sicilia per r abnso della suscella e oififi sgombrata dal noslro suolo per la sostiluzione faltavi col frutto del Geo d' Lidia. La febbre peleccliiale si Irequente nelle nostre carccri , e la — G — cancrena d' ospcdale si ordinaria ne' nostri puhhlici slabi- linienli d' inlcrmcria sono oramai cose rare per noi , a molivo che la pulitezza , raerazione, c la vittilazione so- no state assai immeijliate in dctli stuhilinienli. Con dolore dobbiamo confcssare inipertanto che, se alcuni nialori fuggirono da noi , allri sono apparsi deri- vanli dalle novelle sociali abitudini , c dalle modernc usan- ze dieteliche. Tralascio di parlare di questa serie di fatli nosologici , per ferniarnii un poco su quel fallo einesso dal D/ Antonino Buscemi Batlaglia il quale all' uso del tabacco fumato con ispecialita maggiore addebita la dil- lusione degli eniorroidi in Sicilia (1). II Socio divide la memoria scritta suH'assunto in cinque parti o paragrafi, ed csordisce con nn'epigrafe Iratta dai libri d' Ip|)ocrate , sul tenor della quale ei si la a dire: cbc , siccoinc le sostanzc sliniulauli al tubo gaslrico sono slate riguardate in tulli i tempi la causa prima degli eniorroidi , cosi ne conseguita cbc un' epoca in cui le condizioni sociali si dispongono in guisa che da tulli ed iudistintamente si faccia abuso d'uua sostan- za stimolante al delto lubo , gli eniorroidi devoiio pre- sentarsi piii frequenli, c comuui. Tale e, egli soggiuu- ge , la condizione dei nostri tempi , in cui piii che noi ciorni scorsi si vede I'abuso di I'umare il tabacco in tutte le classi sociali , quale sostanza esscndo a suo avviso un draslico potente , percio si osserva in tulle le classi la coniparsa degli eniorroidi. Dopo una talc inlroduzione I'A. si fa dislinlaniente a sviluppari! cinque ragioni per cui egli crede essere il tabacco fumato la causa stimolante il lubo gaslrico da cui nasce il fenonieno emorroidario. {I) Del tabacco fumalo considcralo quale causa die ha reso coniuni gli cinorroidi ai nostri tempi. Memoria Iclta iiella seduta or- dinaria del 20 hinlio 1854. i." Egii (lice, (llll^i^lo^ia dolla holaiiica si ricoglie die la iy'icotiitua luhacum L. iiKlijjciia dell' America In Irasportala in Kiiropa da ^icol, c si rose dilTiisa in Ita- lia iicl sccolii Wll I'nniimdosi dalle peisone die [)oleva- no coinprariie la I'oglia ; or I'A. paragonaiido re[)Ocadi tale dilTiisione coii ([iidla in ciii deircnidpraltia si c(Hiiin- cia a porlar lainciilo ne" lihri di medicina come malorc rcso conuinc , rileva die al sec(do XVII comincia a sen- lirsi in Ilalia lo svilnppo deiraflezione emorroidaria ; per ciii con una illa/.ione (piasi loijica s'indnce a |)ensai'e die nd fumo del labacco si Irovi la causa del llusso eiiioi- roidario in parola, 2." II lahacco , ei dice, ha iin'azione pnri>ativa ir- rilanle snl Inlio gaslro-enteiico ; ed essendo lalmso dei drastici secondo I' unanime consenlinienlo dei palolugisli causa d' cmorroidi , (piindi pare giusia conseguenza die il drastico (iimo AA lahacco sia la causa polenlc degli emorroidi. 3. " L'Aulore ad afforzarc la sua opinione ricorrc alia chimica , dicendo, die il melodo hrcve in diimica ad ot- lenerc la nkolina alcaloide dalla iMeotianu tahacum L. consislc neU'avviare colla lenla comhnslioue i vajjoii sciol- li dalla piania in un lid)0 di crislallo die pesca in un re- cipienle jiieno d' acido sollorico , ove si forma un sale di solfalo di nicolina. Ha cio segue die i vapori quali si svobono colla comhnslioue del siyaro ndia hocca de'fu- nialori , jiorlerannno seco non solo il gas delle soslanze inerli , ma allresi (piello ddla nicolinu, quale inlrodollo nelle \ic gaslridie pervicnc al rcllo , c serve di sliniolo a inanirestarc la prima evolnzione palologica eniorroidalc, se uou gli slessi smorroidi. 4." L' A. presenla dei falli dinici per i quali si ri- leva, che alcuni individni desislcndo dall' use del sigaro han cessalo dalla cmoprolli, c, ripigliando I'uso di que- — 8 — slo , sono rilornali al Irislo fenoineno. Indi deduce die in cento individiii die fumano tabacco 90 sono affelli da eiiiorroidi , e die nei giovani iisciti da puberta e rara la eiiioprallia allorquando iion sono abiluati al fumare , ma in essi coniparisce I'affczione cniorroidaria appcna a qiie- sl" use si ven'sono soijeelli. Cosi egli rendc ragione dd pcrcbe i cullori dci cam- pi, e Ic donnc vanno mciio alTclli da qiieslo malore. 3." Epilonando i fall! , cd i rai^ionamenli I'A. con- chiude cbe // tabacco fumalo h il piu poUmte motwo pcrche a iioslri tempi si sia rcso coinunc I'uso deyli E- Morroidi. lo lodo ed ammiro 1' ingegiioso cd aciilo ragionare del D/ IJiisccmi , ma sc il llusso cmoiroidario provicne da ipercmia agli appareccbi addoniinali , pare die polcnti inotivi di simile fcnonieno devono giudicarsi quelle soslan- ze che generano tale iperemia ; quindi pcrche non adde- bilare all' abuso de' vini , e de' cibi composti con soslanze tonidie , eccitanli , c slimolanli la causa prima , c polente della diffusione cniorroidaria in Sicilia? § 2." llibiaiuo uii' iiillucnza diuialica per la iiialallia eudcuiica gasli'ico-Mliosa? E cosa assai voile ridetla nella sloria della natura die I'uomo e Ira gli animali il piii flcssibile airacclima- zione , per cui egli e il cosmopolila per cccellenza , e il vivente di tulle le zone , di Uille le allezze , di tulle le slazioni ; ma sebbenc sia egli si facile alle abiludini, non cessa di risenlire le influenze climalidie della slazione in cui si fissa, e ce ne da prova colle varietii che acquisla nelle forme , nei colorilo della pclle , nello sviluppo delle membra, e nell'encrgia delle parti del corpo. Ne le in- lluenze della slazione si liniilano aU'esercizio normale della — 9 — vilu , ma a quello pure della sua abnormalila , (juiiidi si conosce nella geograCa fisica il hisogno di studiare I'in- fluonza del clinia suiruonio saiio, e suiruonio ainnialato. Spinlo da ([uesle ragioni il Socio I)/ Giuseppe An- tonio (lalvagni dava una quinta Memoria di Geofirafia Medica per la Sicilia trallando dclla nialattia cndeniica hilinHo-fjastricn di eaimi cliinatica (1). L"A. osserva die la forma bilioso-gaslrica si associa a lulle le malallie del clinia siciliauo , c sccondo lui ha una genesi speciale, iin complesso sintomatico carallerislico , uii andaincnlo i)ro- prio, un' individualila predislinla, c domina nell" isola in lulti gli anni , ncllc diverse slagioni , ed a prefercnza nel- I'esta. Essa si |)rcsenla sollo due distinle varielii die so- no ralTezione hiliosa , e la fehhre hiliosa ; la prima e piii generate , piii permancntc , si moslra senza apparalo ieli- hrilc : la scconda si cosliluiscc di febbre , ed e duralura per un dalo l('mj)o nelle sue forme morbosc. L'A. sludia sulle prime i sinlonii , e le sue forme niorbose, le (piali sono assai variale, e fa rilevare le dif- fercnze die presentano nelle slagioni diverse dell' anno , e nelle varie regioiii di Sicilia dalla subalpina alia bosco- sa : nc sludia i caralleri analomid, il corso , la durala, il termine; poi nc significa la eliologia , e fa rilevare die le cause della febbre endemica 'fastrico-biliosa sono mol- liplici , e di diversa iidluenza , sel)i)ene la causa essen- ziale die cosliluisce I'dcmenlo elTicientc del male sia la Icmpcralura calorosa , che lanlo modifica gli organismi , per cui a ragione lale febbre secondo I'A. potrebbe n«- minarsi febbre clinialica ; le cause poi secondarie occasio- nal! aumenlalive sono i modilicalori dimatologici di cal- liva condizione , le Irisli affezioni morali , e siniili. (i) Questa Meinoria fii lella nella tornala Ordinnria del 5 ma^'- gio 1855. — 10 — Si oceiipa in seguilo dclla parle IcrapeuUca, c fissa it inelodo di cura proprio della inalaUia gastrico-endeniica. Passando a trallare dei caralteri dllTerenziali del mor- ho dice esser cosa facile dare il diaoiiostico della fel»bre gaslrica nelle sue forme regolari; ma esser cosa dillicile fare la diagnosi d'alcune special! forme die spesso con- I'ondonsi colla febbre remillenle d' inlossicazioiie paliislre, con alcune forme della pleuropneumonile , e colla febbre tifoidea. Dopo di cib 1' Aulorc si occiipa della palogenesia della malallia biliosa endemica considerandone la sua na- tura , la classificazione , e i suoi caralteri lopograliei in Sicilia. Da questo Iravaglio geografico I'A. deduce che , men- tre gli sforzi della medicina alluale a Parigi lendono a fare rienlrare nclla febbre lifoide le numerose febbri es- senziali ammesse dai clinici antichi quali sono, la febbre inflammaloria , la gaslrica, la mucosa, la biliosa, I'a- dinamica , I'alassica; lo sludio della patologia in Sicilia fa conoscerc al conlrario cbe la febbre biliosa gaslrica sollo il noslro cielo ha un' individualila propria , una causa die si moslra dislinla , sinlomi speciali , una mo- dificazione caratlerislica , ed ha , a dir breve , una esi- slenza propria , ed indipendenle. Ecco i vanlaggi degli studi geografico-medici , essi coucorrono a slabilire so- pra solide basi le dassificazioni palologiche. I mali si nio- dificano sollo i diversi cieli, e i vari climi; la fisioiiomia morbosa si mula , e spesso si osserva che le slessc ma- lallie hanno espressioni diverse ; e per lo conlrario di- verse nialallie hanno le medesimc espressioni da illudere i clinici: cib avviene in Sicilia, ove la febbre biliosa a for- ma lifoidea si classifica per lifoide, c la febbre tifoidea a forma biliosa si confonde colla febbre endemico-biliosa. Dal che ne conseguitn a rello ragionarc del noslro So- — 11 ~ cio , clie la conosciMiza lopogr.ifica della regionc ove il inorho si osserva e una coiulizionc necessariu al diaifno- slico csalto , perclie foniisce i dali ccrli d' una solida elio- logia, d' una posiliva pologencsia , d'una coniplela sinle- matologia. Ogni regionc ha il suo regno morboso, la sua speciale pafniogia ; la palologia dellc region! meridionali non e quclla delle setlenlrionali ; la palologia di Sicilia non e quella di Francia , della Russia; e quando si pre- tende scrivore un' opera di palologia generale hisogna pria arer conoscenza coniplela dei falli lopogralici , dei climi, e delle regioni diverse del giobo. Concliiude I'A. questa sua elaborata mcmoria che la Sicilia , dielro i suoi Iravagli geogTalico-niedici presenla le faniiglie nosologiclie seguenli : la famiglia delle nialat- tie climaliche , quella delle malailie paluslri , quella delk lifoidi, e la malallia endemica dcH'Elna (1). § 3. " I liiUi rlinirl di Sicilia possoiio ri.s(»lvpre la quisllone non au- rora (Iclcrniiiiala nclla sricnza circa aUcpoca In cui e ueccssa- ria iampulazlone nelle Irallurc complicate ? II D/ Prof. Euplio Reina avcva allre volte pubbli- calc dell(! osservazioui relative alle fralUire complicate , inostrando i poclii e rari casi in cui il eliirurgo debba ricorrere aH'asnpulazione dellc parti, cd i suoi scritti ave- vano recato del bene nella pralica civile della chirurgia siciliauii , sicconie asseriscono i periodici dellisola; ma siccoine lull' oggi il Sig. Vidal l)e Cassis, ed altri mo- derni scriltori di chirurgia non credono definita la qui- stione , sc 1' anipulazione nei casi di fraltura coniplicata debba avor hntgo nei soli cainpi di baltnglia, o in (|ue- sli ed in cpielli della pralica civile, cosi il noslro Socio (1) Vedi le prime quatlrd Mcmorie di Gen.r Galvajjni nei Volumi de"li Alii Giooiii. — 12 — con copiose osservazioni viene a soslenere , e defiiiire , che , Iranne alcuni speciali casi , la pratica civile non do- inaiida , non vuolc 1' anipulazione. II Heina chirurgo primario di un Ospedale civico, e niililare, con una estesa pralica civile, Professore di Chi- rurgia ed Osletricia , non clic di Clinica cliirurgica era uel caso di pronnnziare un giudizio csallo fondato sopra lalli bene esaniinali e discnssi. L' opera del Rcina e divisa in sezioni , e quesle in paragrafi ; egli nella prima sezione , e ne' tre paragrali (•he la conipongono Iralla delle fralture complicale delle niani , e nel prinio paragrafo espone di quelle causate da projellili spinli da arnii da fuoco , ove cnumera selle os- servazioni aecadute nella sua clinica. Nel secondo para- grafo tralla delle fratture coni|)licale alia raano cagionale (lai projellili spinli da bocchc da fuoco, e rifcrisce Ire sue osservazioni. Nel lerzo paragrafo discorre delle frallure complicale della mano prodolle da schiacciamenlo , ove al- lega una sola sua osservazione. Alle minule osservazioni , e descrizioni il Socio liei- na fa seguire varie riflessioni di palologia generale per le quali si rileva bene il molivo onde pralico 1' anipula- zione in talimi dei casi sopra indicali. Anzi egli ne emellc i segucnli general! principi: 1." L'arle cbirurgica ha dei casi di frallura complicala alle mani in cui bisogna primi- livamcnle tenlare Y amputazionc come in tre dei casi da lui riferili — 2." Talvolla si prescnlano, dei casi in cui pare assolnlamente necessaria rampulazionc per le com- plicanze con le quali si associa , nondinieno e saggia pru- denza del chirurgo valulare il tempo lino a che sia spe- rabile la conservazione del membro ofleso, come gli av- venne in due dei suoi casi — 3.° Vi sono esempi di frat- ture complicate alle mani , le quali , sebbene in origine non furono gravi , tali pero divennero per mancanza di — 13 — cura opporliina , e qiiindi il chinirgo in qiieslo secondo istniilo h toiiiilo airainptilaziono , ed alia disarlicolazione dcllc parli , siccomc ^\'\ avvonne in due circoslanze — 4." Finalnicnle dicliiara il Hcina chc lalune frallure compli- cate alia niano, scbbcne siamo senza sensihile gnaslo, pure j)Ossoiio divonlarc d' esilo Iriste, ed infolicc , qnan- do a niolivo delta slessa frattura si delermina , o il le- lano , 0 I'escesso inlerno ed oslorno ; come a liii hen successe in tre casi. Allc osservazioni, od alle rillessioni palologichc iini- sce il Socio Hoina la sogiienle gencrale deduzione. Se tru undici individiii con frallure piii , o nieno eslese, e piii 0 mono complicate alle mani se nc sono tre soli pcrduti. i nieno gravi , e se (piesia perdita sia derivata da estra- nea [)rovenienza alia naUira della lesionc , meiitre tale so- pravvenienza suole far seguilo alle gravi Icsioni , e com- plicale , e alio grand! operazioni chirurgiche, le piii bene eseguite ed indicate , e meslieri concbinderc die I'ampu- lazione dei membri offesi da frallurn complicata raramcnte si deve pralicare , tanto piii cbe tra nove non ampulati se ne conlavano cincjue con Icsione , e guasto eccessivo, per i (piali 1' arte , secondo gli attuali principi avrebbe dicbiaralo indispcnsabile rampntazione primiliva. Questa generate deduzione e conforniala sempre jiiii dal nostro Socio nella seconda sezionc delle sue osservazioni , in cui tratla delle frallure complicate dell' avambraccio. Egli di- vide questa parte inleressante dell' opera in piii paragra- li , ma nella tornala ordinaria del 12 aprilc traltenne I'Ac- cademia colla lellnra dei Ire die precedono; cosi nel pri- me ei disse delle frallure complicate dell" avambraccio pro- dotte da projettili spiiiti da armi a fuoco ; nel secondo di quelle cagionale da scliiacciamento ; e nel terzo delle medcsime lesioni cagionale al cubito da projettili lanciati da armi a fuoco , c da boccbe a fuoco. — 14 — Olto osservazioni proprie ha descritle in quest! Ire paragrafi il citato Reina , delle qiiali cinque spetlano al terzo paragrafo , una al secondo , e due al primo , ma tutle unite allc undici della prima sczione confcrmano , die r aniputazione dee praticarsi dal cliirurgo civile nel solo caso , in cui altro scampo ad evitare la raorle non si trova die nella mutilazione del membro offcso. Se la medicina , e la chirurgia scienze umanitarie si appeliano perclie tolgono spcsso dagii artigli di morte le vitlime die sul gran teatro del niondo devono ancor compierc Ic parti di lore missione , qual litolo d'onore dovra darsi a quel cliirurgo , a quel medico , die rido- na alia macchina sociale uno struincnto gia perduto della sua utilita , passalo e diventato forse inutile, forse anclie nocivo ? SEZIONE SECONDA StLLA TOPOGRAFIA DI SICILIA " :;; § 1.° La zoologia e la plconlologia zoologica di Sicilla conosciiite fill' oggi , possono coordhiarsi iii niodo da ollciicrnc una Fauna zoologica siciliana , ed uii bene per lo sliidio della gcologia , e geognosia di Sicilla ? Qucsta bella, ed inlercssantc quistione nclia mcnte deiruomo dotto e un lavoro di minuta , e diligenle col- lezione di notizie , e di fatli die ncl segreto d' un gabi- netto puo in ogni tempo eseguirsi ; ma nella mentc d'un naturalista siciliano e un' opera di mole grandiosa , e un edifizio dedalico , e un labirinlo di cui pare dilficile tro- vare il filo ad uscirnc ; dapoidie un' isola situala sul confine della zona Icmperala , circondata da Ire raari , ciascuno de' quali lia delle correnti lontanc , dominala da — 15 — vari vcnli chc spirano sopra lonlane tcrrc : un' isola for- mula tli vari (ul inlcressanli terreiii, dove calaclismi diversi si inuslrano ad ogni Irallo , quanta varielii di viventi , e di fossili noil ci dove prcsonlare ? E clii raccolse mai qiicsti csscri , clii li studio , e li pose in rclazionc Ira essi ? Vcro die in tulti i tempi r isola del sole vanlit i suoi naturalisli , vide lavori di scienze zoologiche , e paleonlologiclie ; nia quanto non so- 110 questi lavori liinilali ed incoinplcli? Malgrado lulto cio, in tanla dcficicnza di idee , in tanla dillicolla di conoscen- zc , devo confossare , trihular devo un oniaggio alia veri- la , clie in due luslri la Sicilia per 1' opera d'un solo, del solo Socio Andrea Aradas, e al caso di poter dire : conosco assai , c mollo posseggo degli animali viventi , e fossili , ciie il mare e le viseere delia terra mi ascondevano. Qnin- di egli solo, e diro 1' iinico appo noi, poleva elevare la (|uistione e poleva risolverla. Egli in fallo ha prosentato a tal uopo un prospetto d'uiia sua grand' opera die appella nuova Fauna dei niol- lusclii Cirropedi, Eiliinodcruii , ed altri Zoofili viventi e fossili dclla Sicilia con una nuova distribuzione geografi- ca di (picsraniiiiali : opera per scrvire di base alia Fau- na, ed alia Plooiiloiogia Siciliana (1). II Socio Prof. Aradas partendo da quel saggio prin- cipio che i falli cosliliiiscono la Scienza ; e die quando quesli non sono ordiiiali , c ridolli a generali principi non vanno al progresso della scienza medesima , si fa a moslrare die la Sicilia nelle opere dei suoi zoolog;isli ha molli materiali che devor.o coordinarsi quando si ania ri- volgerli a vaiilaggio del sapcre. E sebbene ['opera d'Auiando Filippi sulla Malacolo- (1) Questo Prospetto fu lello ncUa Seduta ordinaria del 22 fe- braro 1855. — 16 — gia e Zoologia di Sicilia prcsciiti molte specie disposle in bcir online , luttavia , dice 1' A. da qucUa puhblicazio- ne fin oggi molte novita sono venule fuora nella Zoolo- gia siciliana, e specialmente nella classc dci fossili in cui ;■! Filippi enumera sollanlo qnelle che ei rinvcnne nel ler- reno terziario dell'isola, Irascurando quelle degli altri ler- reni. E cio die vale nel Filippi principahncnle osservare si e , die la distribuzione gcografica delle specie e piena di iacune e di meude; ma quell' opera, per altro e seni- pre laudevole. Dopo di die il Socio Prof. Aradas dicbiara esserc cosa conveniente ai bisogni scienlifici della Fauna di Si- cilia avere un calalogo di Molluscbi , e Cirropedi viventi, e fossili, d'unita a quello degli Echinodermi, e questo ca- lalogo disposlo geograricamcntc giusla la slazione geogno- slica in cui si trova ogni specie fossile. E sebbenc un laolo lavoro, siccome dissi, dovrebbe esserc la coalizzazione di iiiolle forze inlelleltive, pure il solo nostro Socio con massimo coraggio, e laudevole ala- crila , di gia lo ha animanilo , e lo ha per gran parle foggialo, giovandosi delle sue pubblicazioni falte, e della sua preziosa raccolla die forma uno dei belli gabinclli di Catania. Ecco perlanlo il piano dell' opera con qualche suc- cinlo dollaglio, per quanto rilevasi dal suo prospelto. Presenlera essa suile prime un calalogo generale dei molluscbi e dei fossili siciliani indicando (pielli rapportali dal citato Filippi, ed altri Zoologisli di Sicilia o slranleri, indi seguira la distribuzione gcografica delle slesse spe- cie con utili considerazioni. Dopo questo calalogo comincera quello dei CirrO|)edi i quali oggi formano una solto dasse de'crostacci. Indi saranno enumerati gli Echinodermi , o Echinozoari, poi gli Echiuo-Eiminlozoarii o Ololurie. gli Echiiio-Asteozoa- — n — rii 0 Astcridi , c gli Echiiio-Criiiozoarii , o Criiioidi. Xi delli calaloii'lii sarii uiiila una appcndicc d'alcuiii zoofiti vivciili c i'ossili raccoiti daH'Auloro, fra quali si dirii doi Hizopodi , i quali formaiio ii primo ordiiie dei Prorozoarii. Tulle 1(! specie avranno ciascuiia la frase diajfiiosli- ca lalina , la iiidicazionc de' luoi^hi ovc si rinvciuiero , e quaalo occorre nolarc di pin inleressante , ne si trascu- rcra di presenlare Ic piii acconce osservazioiii geograliclie. Possa lo zelo d' Aradas emulare lulti i Soci a la- vori di s'l hella ulilita scienlifica ! § 2." Vi soiio (iid'oggi do! iniovi allx'i"! siiirKlna igiioli alia scli'iua ? E cosa veraincnlc degna di positiva considerazione, chc Ic iiazioni piii cultc e piii doUe iiclle nalurali siicii- ze , fpialora si sforzaiio dcscriverc , e iiunierare Uilti i nalurali prodolli della propria slazionc geografica; quan- !o pill cercano lanlo piii Irovano lacune a rienq)iri;, sco- pertc a tentare. E per Irasandarc Ic varic nazioni , e taccre dc'di- versi rami delle scicnzc nalurali volgiamo I'occliio alia sola Holanica , v lissianio il ponsiere alia sola Flora fran- ccse ed alia sola Florii di Parigi : quesle ioggiale piii voile dai lenipi di lUilliard (1), Vaillant (2), Tournelorl (3), sin oggi da ahili pcnnc Itille conlengono genori , e spe- cie nuove , considerazioni di luassinio rilievo , c semprc i piii recenli anlori la vincono sopra gli anlecedcnti scrillori. FJa cio segue die non devc recare sorpresa alcuna i\) Hcrbior tie la France Paris 1180 in-f. ^2) Itolanicnn Parisiense Lcide 1721 in-f. (3) llisli)iri' (Ics iiianlcs (|iii naissont aux environs dc Paris . )>ar PiUon Toiirncfoii , scrondc edition aui;umenlee par M. Dern. .lussicu. Paris 112'.'). ou MM vol. 2 iii-12. 3 — 18 — se dopo le bolaniche escursioni falle da molli suH'Eliia, e specialinenle da Rafinesque, Bivona, Presl, Gussone , e da me slesso, oggi prescnto agli occhi vostri un alberetlo di nuova specie non mai osservato da lanli diligenti bo- lanici (1). Per un sacro dovcre annesso alia mia carica di Pro- I'ossore dcUa Bolanica nella R. Universila degli sludi in (^atania io devo in ogni anno eseguire una escursionc bo- lanica ne'domini conlincniali , o Insulari del Regno dcllc due Sicilic , quale escursione e pensalaniente dal saggio govcrno ordinala onde manlenere senipre vivo Timpcgno del progrcsso nei Professori della Bolanica per la scien- za che professano , ed insegnano, e per raccoglicre seni- pre materiali opporluni, accio col tempo e colla diligenle osservazione si possa alia fine elevare il desialo edificio d' una Flora generale cd applicala per lo Regno di Na- poli , e di Sicilia. A lal molivo per la escursione bolanica rclaliva al- I'anno presenlc scolaslico 1854 al 1855 mi porlava nei mesi Agoslo , Sellembre , cd OUobrc del 1854 sulle al- lure del noslro ignivomo monte , e visilava allenlamente le conlrade di liovere grosso , Cavaliers , Monle nero, Sparadrappa, Rayalna, Cerza di chiodo , lielpasso ed ivi faceva Icsoro di crillogami lichenosi , c di fancrogami. I licheni mi appreslarono alcune specie degne d'os- servazione per la slazione in cui vivoiio , e per cui ne terro ragione, riproducendo la stampa della mia Liche- nographia Sicula (2); i fanerognami ollre d'appreslar- (1) Sopra un nuovo albcro indigene suIl'Etna del gcnerc Cel- lis Memoria del Socio Ordinario Francesco Tornabene Cassinese letta nella tornata ordinaria del 18 Genuaio 1835-Vedi il inio Qiiudro ftorico della Bolanica in Sicilia Catania 1847 inlorno ai citati aulori. (2) Lichenographia Sicula Auclore Francisco Tmrnabene, Ca- tinae 1849 in-i." — 19 — mi il l»ol desiro d' oUcnerc dellc rare specie ; mi dicdero la S|)inla a cominciare la raccolla decfii alberi ed alhcrcUi a fnillo dclla nostra montagna ; taklie in poclii anni si avra da me la possibilila a scrivcrc una Pomona eliwa con massinia e hclla csallezza ; ma piu d' ogni altro mi diedcro il piacerc di vedero una specie novella d'albero del genere i^ellis die a ricliiamare il luoi^o della nalia slazionc ho volulo appellare Cellis aelnensls. Alhero the si eleva da 15 a 20 piedi , con leguo duro, scorza bi- gia levigala, c libra bianca: ramoso a rami erelli : fo- glie obovale acuminate dentate lunghe da un pollice sino ad un pollice c mezzo, e lunghe da uno a mezzo polli- ce , allerne , d'un bcl verde. I liori non furono da me tro- vati, perche era elasso il tempo della llorescenza che si avvera in Aprile ; it I'rulto , porlato da bmgo ])ednncolo e solitario , parte era verde , parte giallognolo , della for- ma e grande/.za d'un cece simile a (piello del CelUs aii- stralis , allra specie indigena dcIT Ktna. Gli usi economici di quest' alhero sono intcressanti; dapoiche assai ulilmente s'impiega suM'Klna per lavori d'iii- taglio, di torno , ed a foggiar lo S[)illo dellc bulli, io poi con buon successo vi ho I'allo scolpirc le grandi lellere di cui si fa uso nelle li[)ografie. E pure nel menlre il mio spirito era lieto , e direi prcso da gioia per una tanta scoperta , il mio cuore era Irafillo nel pensare che in quci giorni , in quei momenti la colerica lue uiieleva tnnte vite nella fertile Sicilia , e su di tutlo uel seno dell" infelice mia patria. IJammeuto pure con raccapriccio che quando nelle contrade di Ro- vero Grosso , (lavalierc , e Monlenero, coglieva la cellis volgeva I'orchio verso la linea che si drizza al mio paese natio , e dal conlento passava tosto al cordogiio. E lale ancora era lo slato della mente , e del cuore del IVestore dei naturalisti di Sicilia, del Prof. Carlo Gem- — 20 — inellaro iicgli accennali iiiesi Agosto, Scltcmbre, Ottobre, (jiiando saliva le collinc dci monli rossi siill'Elna per go- (Icre dci fenomeni della ignivonia natiira , c darvi coi suoi scicnlifici lumi iino spicgamcnlo; anch'cgli da quel silo cniincnle , volgeudo lo sguardo a Calania , pcnsava al ga- vazzo die la niorle ivi faceva nel liigiirio del povero, e nol dorato palagio. E da quel silo il Gcmmcllaro propo- ueva , c risolvcva il quesilo di chc or ora diromo. § 3." Possiamo nol progresso altualc dolla soieiiza vulcanologica , c dcUa cliiiuica dare mm spioga cliiara rolaliva al c ono d" crii- zione dc' iiioud rossi suU' Kliia , c sulla giacilura dci ciislalli di pirossene die ivi abbondaiio ? II dislinlo, e non niai abbaslanza comniendevole So- cio Genimellaro rispondeva alia presenle quislionc con una niemoria tilolata: Nuove osservazioni su i monli Rossi (1). Egli , siccome dissi , Irovandosi nogl'indicali niesi in Nicolosi voile con diligenlc csanie visilarc piii voile il vi- cino imponente cratere eslinto dctlo Monti Rossi , eru- zionc del 1609 , ed abbcncbe allra fiala su i generali ne avcsse il dello Socio fallo parola , pure cgli con piacere ed utilmenlc e tomato a discorrerne , poicbe tali sono le jtarlicolarila de'fenonieni vulcanici , cbc non se ne possa dire abbaslanza dall' uonio della profonda scienza. Ed in vero: le nuove osservazioni falle dal Genimel- laro snl lufo che forma le cresle dalla parte piii alia di quel cralcrc , gli ban dato mezzo ivi a dislingiiere varie (pialila di queslo Info ; ed ba Irovalo cbe il |)iu grosso- lano , il quale avviluppati conliene molli frammenli di lava pirossenica e piii abbondanle sul bicorno di levanle, ed air incontro quello di grana piii Una, cbe goniiloia una (1) Lelta nella seduta Ordinaria del 29 Dicenibre 1854. — 21 — maj^gior (luanlilii di pirossone isolalo , Irovasi amniassalo no! lalo clic giiarda |)nn(Milc. Qiicsta riniarchcvolc circo- stanza e slala s|)io<>ala diil noslro Socio diciro pensala con.siderazioiic sii i fonomiMii dell' cnizionc. Assume oi>ii in {'alio , clic la I'lisa niassa lavica ncl focolarc vulcanico, iioii soiamciilc viciic spinla in alio in forma di infocala correnle , ma una i^ran parte d'cssa, per la violcnza dello slesso vapore viene sUilolala e ridoUa ccnere, arena, ra- pillo, seorio , ed in bombe , Ic quali tulte rigeltatc in- lorno alia booca della oruzione, ed ammassalc scmprc piii di momenlo in momento , vanno formando il cono , clie risulla diseoric, rapillo, e ccnere tumulluariamentc am- monticchiali ; siccome pero le ultime a caderc sono le arc- nc pill line , (piesle umide di rapore, agglomcrano tullo cio elie Irovano rigelliilo dalla ernzione , e formano ([uel Uifo grossolano , die in forma di roccc si va scoprcndo nei maci^iii del eono aperlo (piaiido per Tazione dei venli, 0 delle ae(pie sono lolle I'arene minute clic coprono i detti maciiini. II Socio (lemniellaro inollre riflcltc chc la lava quanlo pill c esposla alTazione del fiioco , tanlo pin cangia di strullura, e diviene cpiasi calcinala , allora , ei sogginn- ge , il pirosscnc piii refrallario a quella ignea azionc re- sta isolato , e viene rigellato d' unita alia lava allerata . e ridolta (piasi ad una cenerc, die ammassata poi a gui- sa di strati successivi lia fornialo la crcsla del bicorno occidenlale dei 3Ioiili Rossi, cd ivi il pirosscnc isolato in abboiidanza si rinvieiie. e si raccoglie nitido^ senza alte- razione, e nella sua bella forma cristallina. Ual trovarsi poi il dello pirosscnc in quella sola par- te, pill die in allro piiiilo del cono, il Socio dice die cio fu causalo dallo s|)iro dei venti nell' islante dell' ern- zione , i quali rigcllano sempre da un Into i materiali die forniansi nei tempo dell' ernzione, talclie nc conchiude cho — 22 — il vento di levante dominava quando il materiale della lava allerata veniva fuora dalla gola del cratere. D' altre inlcressanli osservazioni si Irova ricca quella inenioria dirolla a dilucidare sempre piii la teoria dei vul- caiii ardciUi. Signori , lo studio della vulcanologia e lo studio della iiatura die pria di passare alio stalo di pcrpetua morle da uu lanipo di sua massinia vila: si, alia forinazione dei cristalli , e delle rocce , presiedc una vila, conic presic- dc alia forinazione della ccllula vcgelabile , e del globulo aniiiiale. IVel cristallo formato 1' angolo , nella roccia ag- gloinerati i maleriali , la vila cessa dalle sue funzioni; nia nella cellula , e ncl globulo , segue per alcun altro tempo nel suo esercizio, cioe finlanlo che non si dislrugge I'or- gano e 1' apparecchio da cui essi trassero I' origine. Or nella ragion di nalura e di maggiore valore que- sla vitalita impartita agli esseri organizzali o quella con- cessa ai niinerali? o a nicglio dire, e piu iniportanle la funzione vilale concessa per un islanle al crislallo , il quale passa tantosto a giacere pcrpcluamenlc nelle forme acquisilc , o la funzione vilale die gode I'aniniale per un pill lungo periodo di tempo , c die dislruggesi poi con r organismo ? Su di cio non e si facile pronunziare un giudizio. Certo e nondinieno che in noi esseri pcnsauti la vila organica e uu lucido baleno che ci coiiforla per pochi islanli , e quando la vedianio finire ne'noslri siniili divenla pari ad aculo strale, che ci ferisce e ci addolora in tulti i d\. A queste parole che annunziano la brevila di nostra vila, Meritissimi Soci, senza dubbio volgerele il pensiero a cose di nieslizia , e di dolore, cerlo volgerele la menle alio estinto Collega , Prof. Giovanni Ragulcas che iinnia- luramcntc abbiamo perduto , e per cui a tulti e rimasto nil vuolo nel cuore , uu desidcrio nello spirito. Kd io nel — 23 — compoiidiarf! le sue gesla noii faro oggi clie alleslare ncl pubhiico il niio privalo fordoglio. .>'('! 1811 (la A'iiicenzo e (iiovanna Slrano nasceva Giovanni. II goiiitore osperlo nell' arte mtHlica , e dislinlo neir anatoniia avvio di l)uon' ora il fi<>'lio a"\\ sludi della Filosolia , c delle discipline che danno Tingresso nel lem- pio della mediea scienza. II padio , (piasi anlivedesse il progresso del giovane, e la mela luminosa ciii il suo Giovanni tendeva, non ri- sparmio cnre , ne Irasando premiire per Uii. Ne andij fal- lilo nel suo divisanienlo ; dapoiclie vide die giovanissimo si inerilo il serlo della Laurea nella R. Universila di Ca- Umia lanlo in niedicina , quanlo in chirnrgia ; ed i suoi opuscoli di fisiologia , e teralologia lo resero prematura- incnlc anco Socio di varie accadeniie nazionali , cd eslere. Giovanni Itaguleas intanto a somiglianza dei vecchi niedici della Grecia non iscompagno niai la filosolia dallo sludio della inedicina , egli sempre ami) la prima, colli- v6 la seconda. In falto era nel bel fiore degli anni quan- do nel 1838 pubhlicava il suo Nuovo jriano d'hlruzio- ne d' Ideohgia sperimenlale , cd era slcso sul lello di raorte quando rendevasi alle slainpe, il suo Dlscorso in- torno (iH'influcnza che esercilano la morale, e Ic scien- ze sul pviKjresso e I' incivilimento sociale. Zelaule cullore della scienza ippocralica filanlropica- mcnte la esercilava , e da Socio , e da Segrelario della Gommissione Vaccinica della Provincia di (ialania presen- lava cinque lavori relalivi ai vanlaggi , ed ai progressi delta Vaccinia nei paesi alia sua solerzia fidali. Dislinlo, e direi esimio cnllore dell'analoniia uma- na con prove luminose, con eslemporanci concorsi diven- ne pria Dinioslralorc, e poi Professore merilissiino della detla scienza nell' auguslo Giunasio di Calania. Da que- 8to momcnto i suoi lavori , i suoi scritli , le sue opere, — 24 — sono dcgne della celcbrila acquislata. Polrei dire della sua opera Lezioni d' anatomia umana divisa in tre vo- lunii; d'lin Discorso suUo siato presenle deW anatomia in Catania, e suoi me:izi di meliorarla al 1839; po- lrei Car |)arole del Discorso suW arlicolazioyie delle ver- lebre , della Allocuzione agli studenti d' anatomia nella U. Universita deyli studl di Catania ', polrei eslesa- iiienle discorrere della sua Descrizionc dun ciclopo, ov- vero d'un mostro ciclocefalo ; della Narmzione d' un caso sinfjolare di dijjlogenesi, ovvero d'un mostro umano conyenito dormocino, dei suoi Cenni sopra un mostro congenito osservato in Germania, c rapporlalo dalla Cerere di Palermo; d' una Mcmoria inedila sopra un mostro umano anancefalo ; c polrei anco far cenno del suo Elofjio a Niccoli) Tezzano distinto medico del Se- colo AT/, c della Cronolorjia istorica della li. Univer- sita di Catania chc ralTazzonava; ma nulla dirb di tulle ([ucsle, perche i dolti le hanno giudicate , i periodici di Sicilia , c d' Italia le hanno lodale , ed io , e voi le ab- hianio tante volte ammirate ; mi rivolgo piulloslo al Ga- hinetlo analomico , cd all' Anfilealro analomico della mia U. Universita dcgli Sludi, ed ivi osservo il Uagulcas degno del nostro pianlo , e della nostra eterna riconoscenza. Fu- rono da lui in gran parte raccolli i pezzi analomici nel prinio esislenti, fu da lui spinta nel secondo la scienza anatomica presso noi con gl' insegnanienli tcorctici, e spc- rimentali sul cadaverc , ad un grado sublime da emulare le scuole piii celebrate di Italia (1). Ma il Raguleas univa alio studio scvcro la piii gaia anienita , la piii cordiale confldcnza. In tale stato Io am- miro padre della gioventii sludiosa , aniico delle scienze, (1) Vcdi Giornale del Gabinctlo LoUcrario (leU'Accadcnnia Gioc- iiin iViiova Serie Vol. 1." fasc. 6 pag. 461. Catania 1855 in-8." — 25 — c dellc lellere. Ecli c Sei-rctario Cancolliorc dclla R. Uni- versila di Calania , egli e iin privato insegnantc la Fi- siologia , e la 3Icdicina pralica , c quanta Lcncvoglienza, e quanta lode non si trasse or dai propri disccpoli , or dalla scolaresca uuiversilaria , cd ora dai suoi amniini- slrali ? Ma riguardcro io il Profcssore Ragulcas figlio, spo- so , c padre ? Lo considcrcro meinbro della Uecuria di Calania , cunfidonlc dolle famiglic a lui legale per san- gue , ed aniicizia ? IVo , non niai. Io parlo nel lempio del sapcre dove lullo e gravila , c silcnzio ; sc in quc- sti inomcnli dipingerci il inio collega, il mio aniico qual uomo sociale ncllc domesliclic pareli, e ne' pubblici uffi- zii, lirerci dai voslri occlii quelle lagrinie di profondo dolore chc i dolli sanno occullare colic tenebre dclla nol- le, e sanno versare ne' recessi del proprio gabincUo. 3Ia lirianio un vcio alle scene di meslizia , c con- siderianio clio I'inevitabile inorlc ferisce il corpo, e non i prodolli dello spirilo; quindi in vece di rallrislarci pcn- sianio die i noslri nonii , Ic noslre paginc non saranno niai per perire. Si , 0 Soci , avrelc una voce un giorno die parlc- rji di vol e dci voslri aurei scrilti , e piii fortunali del Ragulcas dcniro la lomba vi risiioncra la parola d'un elo- queiilc die iiicglio di iiio dirii di voi, c d<'ilc opcre voslre. Scrivele dunquc , Iravagiialo , che nei campi dclla gloria la fromla del vosiro Icllerario alloro, non si spo- gliera del vcrde chc la rcnde gaia , c la decora. ATTI ACC, VUL. XII. ,v... ,J i|ii'i(; SDLLA CARTA TOPOGRAFICA af. . ,. "lliili BREVI CONSIDERAZIONI SSJi SOCIO ill iiiiiiiiio M!1/ ^"' '''^ATK/n -'Md ' y i«OiSAfi3«l2illO? i'n.-jtK i:ij^,lii:iil,a Oijii.k^ BREVi CONSIDERAZIONI SUllA cum TOPOGRVI ICA MUX CRI1IEA • ■■■*.• tellus glomcrata cogitur unda Kec species sua cuique luanct ; rcrumrjue novatrii £x aliis alias rcparat IValura figuros, OyiD» Metam. lib. \f^. aSi I Ja ciirla dclla Crimea, discgnata a Yolo di uccoJIo dai signori Pli. Ucnoisl cd Eug. Ciccri, pubblicala in Parigi cd in Londra a 10 geiinajo ISoS, benclie falla per ap- pagarc la curiosita deile persone , sa' niovimcnti dcgli esercili in qncU'allual lealro dclla guerra; pure, sc alia csallezza dc' conlorni delia cosla uiarillinia e del silo delle cilia, corrisposlo avcssero la forma c la dirczione dellc monlagnc c dcllc valli cd il corso de'fiumi , po- Ircbhc sempre, I'allenlo cd csercilalo Geologo, riconoscere in quella il Icrrcno alio c basso, cd anclic la nalnra dcUe rocce principali che lo cosliluiscono. Sono lanle le me- morie pidjblicalc sopra il lerrcno di qnesla pcnisola, die una pagina non baslercbbc a cilarne i liloli sollanlo; ma sopralullo i lavori del signor dc Vcrncuillc ncl 1836, del signer Olivicri ncl 1837, del signor Huol ncl 1840 cd — 30 — i signori Dubois de Montprcux , c Lepliiy, accompagiinti da carle loiiogrnfichc c sezioni de'lcrrciii , (1) [lotcvano somminislrarc tali eleinenli agli cdilori di quella carta , da rondcrla ancor piii pregcvolc agli occlii dc' Geograli, e pill iililc a'Gcologi; clie spcsso da poclii dali die puo preslar loro iin discgno , con pesali cd clficaci ragiona- inciili possonsi dedurre coiiseguciizc die vagliono a dar spieganienlo del varialo aspelto dc'luoglii. Ad ogni iiiodo nell'osscrvarla atlenlanicnle Irovo, che non oslanlc una esao'crazione neU'allczza e forma delle nionlagiie, pure a colpo d'occiiio si rilcvano I'alla c bassa parte della penisola; la prima nella porzione nieridionale, uella sctlcntrionale la scconda; e siccomc or era abbiam detto, cbe pocbi dati baslano per dar luogo a geologiche considerazioni, cosl la vista di quella carta mi lia spinlo a fame argomenlo di breve accademico discorso. Comparisce qucsta penisola allaccala alia piccola Tar- laria, I'anlica Tauride, per uirislmodi poca estensione, e poco elevalo, detto di Pcrekop; e di basso tcrreno e (|uivi il conlinente, come lo e per Iramonlana la stessa (Crimea. Gli opposti lidi sono circondali da un' arcipelago di isolate porzioni di suolo , di varie figure , o spesso speciosissime, che Iratlengono con basso fondo un marc morto a modo di palude , per cui mare imlridn viene giuslaiuenle appellato. Una di quostc porzioni, detta fleche da'Francesi, e linikd da'Turchi, nella cosla orientale della Crimea, e iiolevole per la forma di lunga e soliile striscia di ter- ra, clie da Arabat si cslcnde sino a Raniki , cliiudendo una lingua di mar morlo di circa migiia cin(pianta di lunghezza fra essa e la costa della penisola. In Crimea I'alto lerrcno comincia , per |ioucnte e (!) f) Archiac. Ilisl. dcs Progrcs de la Geologic vol. 2. ''-'' — 31 — tranioiilaiia da Scbaslopoli c dalle sponde del lielhcli ; c grado grado va scmprc iniiulzaiidusi, vcrso niozzogior- no, sino alia catena dellc nioiilayiie di Yuila die sovra- slano air alia c scoscosa cosla di Uulaklava siiio ad \lii- stria; si va quiiidi abhassando verso rislnio di Kerlcli , ed alio slrello clie separa (luesla |)enisola dal coiiliiieiilo di Circassia , il famobo liosjbro Cimmcrio ; 11 mare di Azoff, a giiisa di iiii iago, la hagiia [>er levanle: il mar Nero per mezzogioriio e poneiitc. Qiieslo terrene alto c, inollre, Lea determinalo dal corso de'liumi^ clie da csso traggono la loro origine; il Tchernaja, il Belbek e V Alma chc sboccano a poncnle, cd il Salavhir, il quale a Iramontana mette I'oce nei marc di Azoff. Da qnanlo si ricava dalle osservazioni locali de'leste norainati viaggiatori e Geologi, qucsto alto lerrcno , ili lorniazioni terziaric e quaternarie, appoggiatc a qncllo della Greta, giiinge da 2o0 a 2Gj melri; e la succcssionc delle recce si c distinta , presso a poco come segue , cioe: Terrcno secondario della Greta : (1) numniuiilico ini'e- riorc 3Iarne argillose e calcario terziario : caicario piso- litico inferiore: calcario franimentario con pczzi scoriacei di Lasalto ed arenc : calcario pisolitito superiore : calca- rio condiigliarc con ciottoli c sahhia : calcario delle slcp- pe, 0 calc. ponlico del signer La IMaye. Queslo ullinio forma la superficie di lulto il basso suolo di Grimea e della piccola Tarlaria , ed e coverto di polipaj , conic nc'Uecinli corallici del mare del Sud, benclie (jui il piii (1) Oil nil pczzcllo, pen"), dclhi roccia del Feio di Uiilaclin.i. die lio di roct'iUe aviilc jior iiiczzu del niio amico sigiior l(dliot Nasli, si conosce clic il Calc. della Crela dcvc riposarc sul gruppn (liurassico; perclic (|iiet pezzo e di ralcario scniiciistallino cocri-nle, con resti di coralli, c rilcribile at Coralray del tipo d'lnyliiltena, the corrisponde al piano medio di (piel jrruppo. — 32 — I'requcnlc, aiizi prcdoniinanle , si e Y Eschar a lapidosa Pall. Tiillo cio non poleva csprimersi, e vcro, nella car- ta, ma bastava una piu accusala diligcnza, come ho dello, nel conlornar la forma c la dirczioiic dclle monlagne e (Idle valli per rcndcrla di maggior pregio. Non meravigliale, inlanlo, ornalissinii Socii, se dalla ispezione di una caria lopograGca , io mi clevo ad una vista gcneralc, sul marc di Azoff non solo, ma sul mar IXcro e sni Mcdilerraneo : se da quesli poclii dali cerco di dare spiegamenlo dello slrcllo di Kerleli, del fiosforo di Tracia, de'Dardanclli c di molle cosle del Mcdilerra- neo ; voi forsc non udrele cose del lullo nuove , ma il ragionamcnto gcologico proeedera cosi piano ed agevole, die Irovera, Io speco, })oca dilficolla a merilarsi la ro- stra allenzionc cd il vosiro compalimenlo. Lasciamo alia lellcralura le idee die si risvciiliano al nominar di Inoglii laiilo cdehri nella 3Iilologia; il pas- saggio de'Frigii dall'Asia in Europa, seguendo un bove che nuolava allravcrso quello slrello, e moslrava loro il cammino, d' onde il nonie di Uos-foro : Io inconlro di Oresle e di Ifigenia nd Chcroncso Taurico: il soggiorno dclle Amazoni ne'lidi della Palude Meolide e dclla Tau- ride, da cib delte Tauridi : le « Cimmerie romite grol- te » d'onde « lelra od orribile sbucava la nolle » : la famosa spedizione degii Argonauli in cerca del vello di oro ndle contrade di Coico, e tanli e tanli niilici avve- nimenli. II noslro gcologico argomenlo ci porla alle se- guenti considerazioni. L'allo corpo della Crimea, non avendo rapporto col conlinentc dalla parlc della Bessarabia , per la dislanza che ne Io separa per piii di cenlo miglia : non csscndo conginnlo alia Piccola Tarlaria che per un basso terreno e limilalissimo, si vcde bene aver i)iu dirella connessione col conlincnle di Circassia, inlcrrolla in oggi dallo slrello — 33 — di Ivcrlcli, I'd il sigiior I)e Vcrnoiiil, in proposilo, negli opposli lidi (li Kcrlcli c di Tanian lia Irovalo una con- cordanza di roccc, die il man; lia laf^iiato, frn Ic quail e iiolovolc nn do|)osilo snporiorc Icrziario, di piccoli slrali di lerro carbonalo c i'osliilo, di un nielro a due di spcs- sezza, alio slcsso livcllo ne'duc lali di quel bosforo. Prima dnnquc dclla romparsa o dclla forniazionc della parle Lassa, la (liinioa era o una isola di roccc socondario alia base, c sollevala , forse, come ponsa il signer Dubois , nell'epoca qnnlcrnaria ; o, se era una penisola , doveva osserc congiunla alia Cirrassia, c separata dalla Tauride per un canale, cbe j)er la parle del goKo di Kerkinil , mctleva in comunicazione il mar Nero con qneilo di Azolf. La Tauride in ellello non e die una vasia eslensione di slcppc, V (piindi csser doveva un giorno coveria dal ma- re, 0 almeno una eslcsa palndc inlerrotla di stcrili lande. A die si deve I'alluale gcografica condizionc di que- sla Penisola ? Lo slesso signor Dubois lo allribuiscc alia apcrlura de'duc IJosfori neU'epoca slessa di quel sollc- vamenlo; mciilrc il signor llnol credc quell' aperlura do- vcrsi pill loslo ad uno scoscendimenlo della roccia. i\oi tcnleremo di soddisfare a un tal qnesito , cominciando dal dare uno sguardo sulle acqiie che dal conlinente si scaricano nd mar iNero c di AzdIT non Inngi da quella. II Danubio, il Dniester, il Dnieper, il Don, si puo senza lema di esagcrazione prollcrire , cbe portano in quc'mari le ncqiie di ])iii di mcla dell'Europa ; e di quella melii die si carica in inverno di nevi, Ic quali si sciolgono od ingrossano i liumi al principio della slagionc esliva. II Danubio le Irac dal versanle sellenlrionalc delle Alpi elvelidie e rezie; da liillo I'impero Austriaco, dalle monlagne della Scbiavonia della (Iroazia e della Servia , non che da' principali Danubiani , e si scarica nel mar ATIl ACC. VOL. Xll. J — 34 — Ncro, dopo un corso ili 1700 niiglia. II Dnieslcr le ri- ceve (lalla Volinia e dalla Galizia, cd il lorluoso siio corso si cslima di 710 niiglia. 11 Dunicpcr, il Borislenc dello esulc Ovidio, accoglie i coiiniicnli che vengono dalla Po- ionia , c della Moscovia di mezzo , e nieltc focc fra le steppe dclla Piccola Tarlaria nel golfo di Perekop, dopo aver percorso 1140 niiglia; cd il Don, ranlico Tanai , riccvendo Ic acque della gran parte della Moscovia c di- videndo con la Volga il prodigioso nnmcro de'conllucnli Iribnlarii, vienc a scaricarsi lorbido c fangoso nel rincu- lalo golfo del mare di AzolT , dopo aver percorso non nicno di 1200 niiglia. Or, quanlo non dev'csserc il nialeriale clic da qne- sle inlorliidale aequo vienc a deposilarsi presso Ic foci de'fiumi, non solo, ma per gran (rallo nel fondo del mare.'* Sc dianio nno Sifiiardo sJ della del Rio delle Aniaz- zoni , del Missisippi, del Oange, dcll'Indo, del IVilo, del Danubio ec. c clic non sono allro se non nialeriali Ira- sportali da'fiumi, c rigellali cd ammassali dal mare, noi Iroveremo clic isole inlerc se ne son gia formate, c la- lune pill eslcsc della nostra Sicilia. Ke'prinii tempi, poi, del riliro delle acque, quando gran parte del Glolio do- velle rinianere a guisa di nielmosa paludc ; come atle- stano i Sauriani, gli Plerodattili, c lutti gli organici vi- venli in quella cpoca, c de'quali Iroviaino sepolte Ic spo- glie negli anlichi terreni, il nialeriale clie le aequo della supcrficic lerrestrc Irasporlavano nel marc , era di gran lunga maggiorc di quanlo non lo e slalo ne' tempi mo- dcrni; c prova ne abbianio nel confronlo delle vastc lunde e delle sleppe, co'bassi terreni di trasporlo che Icnla- mente si sono ingranditi. Tanto nialeriale Irasporlato nel fondo di un marc, che non fosse in coniunicazionc con la niassa cnormc delle acque deH'Oceano, deve per natural conscguenza solle- — 33 — varc il livcllo gradalamcnlc c porlnr piii innanzi Ic spiaggc niurillimc ; ma coii piu di pronlozza qnando in grniide copia, od in piii hrcvc Icnijio si ciininlasso; per cui nci jirinii lonipi le accpic dovcvan Icndorc a Irariparc c dif- I'ondorsi sulle Icrrc, dopositandovi le nielnie e le arcnc, che Icnevano sospese nel loro inlorhidamento, finclic tro- valo non avessero un pnnto da traI)l»occarc c riunirsi allt^ conipiii^'iie di mare piii esleso. Ed ecen qnanlo ha doviilo avvenirc nel mare di Azoff e nella parlc scllen- Irionale dell' Etisino ; chinso il prinio per 1 islmo della Crimea ov' e oggi lo slrello di Kerlcli , le lorhide del Don erano direlle fra la penisola e la Piccola Tarlaria , e quivi si imivano a'malerinli Irasporlali dal Dnieper, dal Dniester c dalle torjjide del Danuhio, die il mare sem- pre verso quel goll'o spingeva ; per cui si cuniulavano nel canalc clic separava la Crimea dal conlinenle, ed au- dava foriiiaiido nil liasso I'ondo , rlie gradalamente cre- scendo innalzavasi c coprivasi di polipaj e di spoglie di mollusclii , finclic giunlo al livello del mare, togiieva alio aequo deirAzofl' la comunicazione con quelle del mare Nero, Jasciandolc cliiuse come in un lago. E cliiaro che conliiuiando i maleriali di Irasporln dc'finmi a sollevare il fondo del marc , queslo innalza- vasi senipre piu; e menire da una |)arle aiidava occupando Ic l)ass(; landc della Tauride e della Crimea , reagiva , dall'allra, con (orza coniro 1' islmo dal lalo della Circas- sia. I'll ualiirale avvnilainenio, in que'luoghi, poco alio sul livello dclle ac(pie, di deposili tuziarii poco coerenli: una scossa di Iremiiolo: un'ahhassamenlo di suolo, o allro fcnomeno comiine nella crosla del Globo, forsc nou per auco hen rass<'llala, polevano dar passaggio alle ridon- danti acipie del mare di AzolT, e confonderle con quelle dcU'Eusiuo, cresciulo anch'csso di livello per le slesse cause , c per la formazione del ilella del Danuhio ; ed — 36 — aperlo una Tolta il passaggio , il profondo scavamenlo dello strcllo ne era la natural conscguenza. L'urlo, inlanlo, di qucsle piii polcnti masse di ac- que conlro la crosta di Tracia, ed una nalura di rocce non dissiniile da quelle dell'islmo di Kcrlch, polcva faci- lilarc lo sbocco del mar IVero nella Propoiilide, oggi mare di Marmara; cd in effcUo, secondo i signori Boue c Vique- snel, la roccia prin>.ipalc nel bosforo di Tracia e un cal- cario Icrziario, lenero c quasi sciollo appoggialo sii di un'ailro piii solido. Ma aneorclie piii resislenlc fosse slato il tcrrcno, di qucllo del Bosforo cimmerio, pure baslava il menomo nalurale avvallamenlo , per facilitars un pas- saggio aH'impelo del tcmpesloso mar Nero; il quale sin da' pill remoli Icmpi slorici, a causa dclla forza dc's'ioi marosi fu dello Axeno (inospilo), modificato poscia in Eu- xino da'Uomani , e ne'bassi tempi cbbe nome di nero , non gia piil colore, ma pcrche nel linguaggio di quegli Orienlali la parola nero vale mar auxjxiralo, fatalc. II Conle Brocclii , il quale era anch' esso persuaso che la divisione dclla Sicilia della Calabria non nascc se non da un naturalc avvallamenlo fra ic due Icrre, e non gia dal pretcso violenlo distaceo del terrene, fa riflclterc che una simile valle esisle, a poca allezza del livello del mare fra Sanla Eufemia c Calanzaro ; c che se il marc si alzasse per ahjuanti piedi , nno sUnsIIo ivi si fornie- rebbe, pel quale quclla porzione deila Calabria ulleriore resterebbc isolala come la Sicilia (1). Se simile condizione vcrificavasi ne' Dardanelli , si- mile effetto doveva seguirne. II signor VisquencI che da la giacilura delle rocce di qiiello slrello , vi pone per base lo scislo argilloso , sopra di cni riposano le marne secondarie, poi un calcario marino, ed un'arenaria Onal- (I) L'Iride, Giornalc di Palermo, N." V. pag. 193. — 37 — mcnlc, nc cosliliiisce la parte superiorc. Sc dunquc una valle noil prcsontava die uno slralo di qucsta ultima for- mazionc, potcva facihnenlc dar passaggio cd esscre sca- vaia dal marc ap[iena alzalo alquanto si fosse dal suo primo livello. Ne puo servir di ostacolo ad ammcltcr cio la luiiglu'zza dollo slrcllo, potendo cssere, die la Propon- lide per Iramonlaiia, c I'Egeo per mczzogiorno vi aveS' sero per buoii Irallo iiitrodotio Ic loro oiide sin da prin- cipio; cd allora la esuberanza delle nuove acque, poleva senza dovcr superare im liiiigo Irallo di terra , scnvarsi agevolmciilc un passaggio iicl solo punio die divideva i due mari. Oltredie »on e anche diflicile die lo slrcllo esisteva gia prima, ed il mar lA'ero non avea da forniare die il solo IJosforo di Tracia. Da queslo abbassamenlo di aequo , die eraiisi cu- mulate net mar lAcro e di Azoff ne nacque lo stretto di Kerldi, la comparsa dclla parte bassa dclla penisola Cri- mea die aveva rolto lisliiio oricntale, cd un altro, for- malo di materiale di marini depositi , vi si sosliluiva a Tramonlana. Circondato qucsto di banclii isolati e d'iso- lette deilo slesso terrcno, prescnia il cennalo piccolo Ar- cipelago, curioso , anzi cbe no, per la forma di quelle. IV'otevolo pill die altra e la monzionala slriscia di terra, die da Arabat si cslende sino a Yaniki. Qucsta striscia si vcde die resulta da uii cumolo di matcriali sospesi nciracqua, che le onde dell' Azoff dcponcndoli li ammas- savano srlto il soITio di un vcnto costante e pcriodiro di Icvante. ma clic a causa dclla risucca nclla costa di Cri- mea non polevano giungere al lido; e quindi a qualdie distanza |)arallelamente alia costa disponcvansi , lascian- dovi cliiusa la luniia lingua di mar morto , di che si e e falto ccnno. A'ala dagli slessi fenomeni e I' altra stri- sc-a dclla stessa natura ncllo stretto di Kertden dalla parte (L-lla Circassia dclla Chcska ; nc mancano allri eseinpii — 38 — nel Baltico ec. — Gli anlichi popoli ciie vedevaiio iicl lalo oricnlale del Chersoneso Taiirico un gran nuiiiero di ban- clii e di l)assc isolcUc , Ic qiiali manlcncvano un mare niorlo in que'sili, diedcro il iionie di Palude Meolide al mare di AzofF, forse non per anco da loro valicalo; a cib si pub aggiungere che in effeltoi fossili marini d(!l cal- cario dcllc steppe, sono mischiali con quclii d'acqua dol- ce; e presso Tangarog un calcario ninl'eo di non poca spcssezza riposa sul calcario marino , cui la crela serve di base; cio favoriscc I'idca che le aequo di quel mare non fossero slate inticramcntc salse, e giuslilica, in par- te, il nome di palude che gli diedero gli anlichi. Ed ccco come possiam noi dare siiiegamenlo, e ri- sponderc al qucsilo, suU'aUual geografica condizione della Crimea. Cosa avveniva intanto nel Medilcrranco , nel Icmpo che quesli fcnomeni accadevano nel mar l\ero? Se fosse stalo apcrlo lo slrelto di Gibilterra, lo sbocco di quelle aequo non avrebbc prodollo che una limilata c passag- giera inondazionc nolle cosle di quest' ampio bacino; pero v'e tulta la ragione di credere che quel passaggio non esisteva in quell'epoca ; ed in lal caso il Mcditerraneo dovea crcscere di livello, ed occupare i bassi lerrcni dei luoghi circoslanli. D'altrondc, vero e che i fiumi i quali sboccano in queslo mare non sono della potenza di quelli del mar Nero, ma pure il Kilo co'suoi 2000 miglia di corso, il Po co'suoi 420, il Rodano con 400 e I'Ebro con 380 sc non polevan cumulare nel 3Icditcrraneo quei sedimenti, che abbiam considerato di lanla massa nel mar Nero e di Azoff , pure eran scmpre matcriali che anda- vano alzando il suo fondo ; ed il livello di queslo marc era cerlamente piii alto in allora , e doveva per conse- guenza vicppiii innalzarsi all'arrivo di quelle uuove ac- — 39 — que ; e cosi nianlencrsi sc chiiiso perniancva tullavia lo SlrcUo (li Ciihillerra. Qucslo ragioiiaiiienlo avrcbbc Taspello d' una racra ipolosi, sonza una ])iova alniciio die lo rciidcssc ammis- sihilc; 0(1 io siktk rccnrvola, ricliianiaii — hi — slenli servono di base o di punlo di appoggio alle inda- gini del Gcologo, allora gii argomcnli die cgli Iratla ccs- sano di csscre specolalivi , e divcngono poco soggelli a conlradizione, ed evidenli. E noi, die con iiii'ardirc che a prima visla coniparir poleva , direi, insolcnle, abbiamo roUo il Bosforo Cinimerio e (picllo di Tiada , ed apcrlo lo slrello di Gibillerra : cbc abi)iain fallo emergerc piu spaziosa la Crimea: alzalo il livello del Medilerraneo im- boccandovi le acque dell'Eusino , di ciii si e rialzalo il fondo, cbiamando in soccorso del noslro assunlo i male- riali trascinalivi da quallro poleiili liiimi di Europa . . . noi lo abbiam fallo con la fiducia di poler presenlare in appoggio innegabili falli, quali sono il basso lerreno della Piccola Tarlaria c della Crimea , non cbe qiiello presso il de/fa del Danubio e del Nilo , e le paludi alia foce del Po; ed in fine le grolle di IJrecce ossee ad un'al- lezza di piii di trenla piedi daH'aUual livello del mare , ed una iiicavalura nellc roccc della cosla orienlalc di Si- cilia parallela al pelo delie acqne, ad una allezza presso a poco ugualc a quella dclle ccnnalc grolle. Del reslo, il noslro breve ragionamenlo non e che un'annunzio di una idea geologica, deslala dalla ispezio- ne di una carla topografica , nella quale non ci siamo tratlcnuli sulla dislribuzione del suolo secondo la sua geografia polilica; ma abbiamo allcnlamcnle csaminalo il corso dei (iumi, ondc delerminare il terreno alio , e la forma e la direzione dolle valli, per Irarre dalla loro fi- sonomia il carallere dellc rocce delle masse monlagnose; solo caso in cui puo il Geologo , senza recarsi sui luo- gbi, dar saggio dal suo gahincllo dellc priiicipali coudi- zioni di una porzioiie della superficie lerreslre. Tocca ora ad allri il vcrificare in varii punli dei cennali mari, se analoghi falli a qiielli da me recall in appoggio al mio argomenlo , coidermano o riballono i miei pensamenli. (2SS3Er(D SOPRA OSSERVATO XELLO SPEDALE S. UIARCO Dl CATAMA PER ANTONINO ORSINI Dl GIACOMO MEDICO COMPIlATOnE DELIA STATISTICA DEL SIDDEITO STABIUJIENTO , SOCIO CORKISl'OSDE.ME DELl' ACCADEllIi GIOE.\U Dl SCIEME rTAICRAlI EC. Z.£TTO ucUa scduta ordiuaiia del di 17 Gcnnaio 1856 '•i:n\?,Zi^t< (J'»;, '■'.<:: -«€^^€l«€iSIf3«:il!i©«s®"- Origo, progressu* et quieqind ineit certi medici- ne, obfcrTaliooibus mngna ex parte debetur. Basliti, Op. omoia medico-practiea, Caput II, P. 3. \U^\ (lelle prove incontrastabili dogli ulili aviinzainenti die la I'alolog'ia lia (alio iii quesli iillimi lempi, si e ccrlo la sloria dei casi di iiioccio c di faicino osservali dai nioderni presso riionio. lAoi dobhiamo alio si)irito aiiali- lico dei iioslri coiitemporanoi la coiioscenza di lullo (piello die e rclalivo a cpiesla malallia, la quale, come si sa, fornid seinpre per lo passalo roggello degii sludj e dclle dispute dei soli veleriuarj. IVon souo dil'alli die pochis- sinii anni , dacclie la Irasmissione del iiioccio c del far- ciuo dai solipedi all'iionio e slala veramenle riconosciula; oggi la scieuza segna gia nei suoi liliri (juesl'allra nia- lallia Ira Ic piii lerrihili die alTliggono la specie uniana. Frallaiito, o illuslrissinii socj , essa nou era stala ancora tra noi vcdula : io non so aliiieno die allri niai abbia presso di noi fallo conuo di inoccio o di farcino osscrvato qualche volla iiciruomo. I\on tornerii quindi inutile, a inio credere , se essendomisi presenlalo pochi mesi or sono un caso di moccio aculo in un giovane — 46 — niililare niorlo nello spedale S. 3Iarco, io Icnlassi que- st'oggi (li csporne al voslro cstcso sapcre i sinloini, cio die io non ho potulo prima d'oggi adcmpirc altese le faliclic, allc quali Io slato della puhhlica salute mi lia obligalo pria di lullo sodisfare. Mi duole pero die io non possa del pari prcsenlarvi il risullalo dcU'aulopsia cadavcrica , la quale per un accidcnle da me imprevisto non pole eseguirsi. E quesla una circoslanza di piu, per- che io ridiieda pria di lullo la voslra indulgenza, di die spero mi sarele corlesi, mirando piu die allro Io scopo die mi sono prcflsso , il quale si e quelle appuulo di richiamarc rallcnzionc dei noslri pralici sopra quesla ma- lallia , die non gia per la sua rarila y ma per le sue forme molto insidiose si lenne occulta lanlo tempo agli ocelli di tulli. ..;,::;,.,-,,;; • 0.;.. sasaaii ■■■ ■■ II raese luglio del 1853 enlrava nella sala dei mi- lilari dello spedale S. Marco un soldato del 2" squadro- ne del 1" hallaglione dei caccialori a cavallo. Esso no- mavasi Enrico Luciano , contava circa 27 anni , ed era di lemperamenlo linfalico mislo al nervoso , di stalura piutloslo alia e di oltima complessione. Aveva quasi sem- pre goduto per Io avanti una buona salute , e non era mica soggello ad alcuna nialallia organica ; sicclie da 7 amii era slalo diianialo al scrvizio mililare nolle noslre Truppe, ed era stato in breve deslinalo come maniscalco alia cura dei cavalli ammalati. lu queslo periodo di tem- po esso aveva sofferto talune ulcere al ghiande ed una blcnorragia acuta sifilliticlie, cui dopo una seniplice cura locale non erano nullameno seguili altri sintomi. Nel di 4 luglio Irovavasi ancora a quarliere , quando comincio a scnlire verso il lalo deslro del pello un lieve — U — (lolore , clic perdiiraiulo cosi tiillo quel ijiorno , si fece nella nolle iiisoppnrluhilo per inoilo, die rindomani qucl- riiifelice noii poleva piii racilmeiilo |)ieslMrsi agli uflicj del siio niesliere. Le kiu; ginste sense iicm valsero peri) a convineen^ da prineijtio i siioi siiperiori , i (pinli ere- deiido cli'c'siinulassc , onde rispanniarsi alia I'atica , lo caeciaroiio snhiln in pri«iioiie. Ma iioii si loslo essi si avvidero del veio , jioiciic nell' islesso gioriio gii eiilro con lengieri brividi la fehbrc , clie cede 1' indomani con poco siidore, nieiilre il dolorc essendo diveiiiilo niaggiore, si appliearoiio al pello cpiallro mignalle. Ael giorno 1 rammalalo venne iiivialo alio spedale, e vi fu animesso la sera nella niia visila allc ore ventuno c mezzo circa. Ksso non lagnavasi allora die del dolore, il quale risedeva nel pello, appiinlo verso il lalo desiro e parli- colarmenlc scllo la nianuuella ; nia non anmentava ne con la pressione , ne coi niovinienli res|iiralorj forzali. Non vi avea losse , e neppure Ic grand! inspirazioni c lipe- lulc nc eccilavano; rammalalo assicurava di averc avnlo brividi e lebbrc la sera precedenle: a quell' ora inlanlo i poisi erano poco Crequenli larglii c molli, c la tempc- ratnra della pelle (juasi all'ordinario. Ael reslo non sof- friva nulla , Ic fimzioni inleslinali erano in regola, la lin- gua uniida e nella ; onde a comballere il dolorc , clie solo moslravasi da piii giorni oslinalo, sebbenc piii mile, si a|)prK'ava al hraccio un vescicalorio e si somniinislrava inolire per I'inlerno la soluzione del larlaro slibialo. (lii) non perlanio la sera veniva la I'ebbie coi bri- vidi; r indomani i pclsi moslravansi Inllora I'requenli cd assai pieni, e I'ammalalo lamcniavasi piii forlemenle del solilo (lolore al pello e di lieve ceralalgia. Prescrivevasi quindi in (|uella mallina una mislura col nilralo di po- lassa a dosi anlircunialiche, c nella dirella idea di cor- reggere Tallivila del sislcma circolalorio, cavavansi dalla — 48 — mcdiana del braccio once dieci di sangue , che formava dopo qualche miniilo uii grumo piiiUoslo denso, coverlo in gran parte dalla colenna inflammatoria, e poco siero. Tali sintoiiii non declinarono tutlo quel di, ne il giorno !) che seguiva , ncl quale si aggiunsero le frizioni con la pomala di belladonna sul luogo del dolore, a scemarne I'intensila. Nella maltina del giorno 10 queslo parve alia fine miligarsi, ma i poisi Irovaronsi ancora febbrili e pieni, e niollo incliinevoli alia durczza, e ramnialato cominciava a solTrire un nuovo dolore, die sin d'allora per la prima volta moslravasi suirarlicniazione femoro-tibiale-sinislra. Un allro salasso dal braccio dava aliora olt' once circa di sangue, di cui il grunio ben fermo coprivasi nuova- menle di colenna alia superficie: proseguivasi intanto la somminislrazione del nitro a forle dose per lo interno. Dopo cio la reazione febbrile segnava all' indoniani una marcata rcmissione nei sinlomi generali e il dolore tora- cico svaniva , mentre qiiello arlicolare , vencndo sempre in aumcn[o, fissavasi del luUo al ginocchio, c produceva in esso un lieve ingorgamenlo edemaloso , in guisa che la mallina del giorno 12 senza piu dimorare vi si ap- plicarono alTiiUurno olio mignalle, e sin d'allora i poIsi pcrdellero mano mano la loro pienezza non solo, ma la loro frequenza, e il 14 la febbre e il dolore c 1' ingor- gamenlo del tullo si crano diggia allonlanali. I'ur nondimeno 1' ammalalo non risanava: un allro apparalo di sinlomi ben loslo annunziavasi. Da due gior- ni esso avverliva sete, le evacuazioni inteslinali coniincia- vano a divenlar Iluide, e la lingua si moslrava bianchic- cia. In tale slalo di cose si era sospcso I'uso del nilro e non si occorreva die con la densa mucilagine di gomma draganle. I\el giorno IS", dodicesimo di malallia, verso il mez- '/od'i r ammalalo avverli qualche brivido e calore alia cu- — 49 — Ic , (lolcvai^Ii il capo , la solo aumenlava , la febbre in sonima iiiiovaiiieiilc si sviliijtpava c aggiiinjjovasi ai sinlo- mi locali sojjra dcscrilli. Si apriva in lal modo, o Sooj ornalissimi, la sccna pill Iristo del inorbo. I'cri) sino alia inallina dol 17 quasi i nKMlcsiini sinlomi sei'iiirono. La fobitrc voncndo mostro i primilivi carallori angiolcnici, Ic pidsazioni arlcriali era- no a! solilo ainpi(!, pione, non ccdovoli , I'ainMialalo do- levasi per lullo il corpo, nelle giunlure, o niollo piii in quelle dei mendjii supcriori ed inforiori ; a slcnlo esso poleva avviciiiare il suo braecio alia niia niano per io ta- starnc i polsi. Nulla inlanlo di nuovo avvcniva rijifuardo alio slalo dello vie inlcslinali , solo I'addome nioslravasi un po' leso da' gas, le cvatuazioni al nuinero di due o tre il giorno erano alquanlo lluide e giallaslre, o la lin- gua uiiiida, Le facolla inlellclluali pareano sane: I'amma- lalo scndirava iulerossarsi nioIlo del suo inconiodo c rac- coniaudavasi spcsso alia mia assislenza , pure nioslravasi quelo, c rispondeva piullosto bene c a proposilo alle niie doniandc. A giudicare da' sinlomi scorgevasi dalla lungi che Io slalo febbrile non era mica legalo dirctlamentc ai nuori dislurbi delle vie gaslro-inleslinali; per Io contrario sup- ponevasi che la febbre , riapparendo qiiesla volla senza mnlar di naiura, veslisse piulloslo la forma arlrilica e co- slituisse luUavia il principalc elemenlo morboso. Non di- parlendoci percio dal mclodo lino allora lenulo si loglie- vano nuovamenle in quella mallina dal braecio dell' am- malalo allrc once selle di sangue, il quale formava allora un grumo mono denso e quasi privo di colenna e pocliis- simo siero, e si rilornava inollre alia somminislrazione del nilralo di polassa nelle solile dosi, sciogiiendolo nella mucilagine di goninia draganle, di cni facevasi uso, per accomodarlo cosi alio slalo dellc vie addominali. ATII ACC. VOt. \11. 1 — 50 — Ma le cose aiularoiio a male in segiiilo. Tultoclie la sera i poisi pareano piii molli c piii ccdcvoli , la pclle era umida e ranimalalo assai quelo; piii lardi la fehbre ingagiiardiva, c i sintoini lulli si locali die gcnerali acqui- slarono in breve un maggiore inlcresse. La nolle vi eh- hero vanilotpij c I' indoniani, cioe ncl giorno 18, ollre a die i primilivi dislurbi funzionali seguilavano, sinlonii nuo- y'l e di non poca imporlanza si aggiunsero. L'andamcnlo del male aveva gia fallo prescrivere in quella niallina r applicazione di dne vescicaloij agli arli snperiori, c si era nuovanienle sospcso I'nso del nilro, alleso die le eva- cuazioni inleslinali piii freqiicnli crano divenule, e la lin- gua, sebbene lunida, scnibrava assai piii sordida del solilo. In quella slcssa niallina del giorno 18, dopo qnin- dici di nialallia, c dodici di niia osscrvazione, snccedea per la prima volla una piccola cpislassi da anibedue le narici. La sera laluni piceoli punli rossi e proniincnli , simili in tnllo a (pielli die annunziano il vaiuolo o la va- ricella, moslraronsi sul collo, snlle braccia c sul viso del- r ammalalo ; nella nolle 1' epislassi ricomparvc e duro in gran copia, i vaniloqnj furono conlinui, le evacuazioni in- leslinali frequenli, verdaslre, fclide, la sclc divcnne inlen- sa, il venire si fe' tnrgido, pieno di gas e la lingua si copri di una palina assai densa c biancliiccia. Air indoniani nel 19 i piccoli punli dcU' cruzione occupavano gia il Ironco , c principalnienle le sue parli anleriori e snperiori, e vedcansi pure, ma in scarsissimo numero sugli arli inferiori. Essi erano piii conllucnli e assai piii dislinli alle braccia e sul viso , e molli aveva- no comincialo a formare lalune puslolc piccole, simili ad una testa di spillo. L' ammalalo inlanlo scoraggiavasi, le sue forze lisidie e morali erano abballule, il sno sguardo era slupido, aveva di conlinno callivi jircsenlimenli, e non faceva die raccomandarsi sempre alle niie cure. I suoi — 51 — polsi avcvano perdnlo que' ciirnllcri angiolcniei, c mostra- vansi nllora piii IrcMnicnli, piii piccoli, ma rcgolari. ]\on era |»iii tliibbio insomina per tali sintomi, che la malallia lasciava la forma reiimalica , c prendendone un' allra [liii grave miiiacciava pronlnmenle la vila dciriii- fcrmo; c noi avevamo abliandonalo di giii sin dal giorno prpcedcnie, come dissi , 1' usn del nilro , limilandoci a quello della imicilagine di gftmma dragaiile, cui quel sale si era aggiunlo. Onella mallina si prcscrissc invecc la gclaliiia di tapioca con acido idroclorico, che 1' ammalalo preiidea con |)iacerc per la scle dalla quale vcniva tor- meiilalo. Allri due vescicalorj si apriroiio agli arli infe- riori. iVullo per allro polcvasi fare a mio credere, che in un modo migliore valesse a correggere i sinlomi, at- teso lo slalo delle vie gastriche e la forma del male: poi- che in (|uaiilo alia diagnosi io pensava allora , con gli allri, che la malaltia poleva hen riguanlarsi come una febhrc lifoide, c tulli i sinlomi per me lo indicavano; perb il fcnomcno dell'eruzione, di cui non avcva poluto anco- ra fissare la naliira, lencvami lullora in dnbhio e maleon- tcnlo del mio cindizio. L'n allro sintomo inlerressanle in qucUa sera ci venne annunzialo dairinfermo: dolore e difficolla neiralto della deghilizione. Oueslo nei prinii islanli, a dire il vero non lissb medio la mia allenzione, e fu da me calcolato quale uno dei fenomeni nervosi che trovavansi allora in isccna. Cosi proseguivasi quel giorno. A'ella nolle il disor- dinc delle facollii inlellollnali nuovamcnle si accrebbe. Nel corso di cssa 1' ammalalo fu in preda ad un delirio pla- cido e conlinuo, che lo faceva ondeggiare fra Ic idee del passalo. La sua agilazione morale lo spingeva di tratto in Irallo ad aizarsi, e a cammiiuire, e crecleva o di dire 0 di far qualthc cosa , ma siccome le sue forzc fisiche a tanlo non baslavano , esso sedcvasi spesso a luczzo il — 52 — lello, e gridava conlinuanienlc ora prcjifando, ed ora ini- nacciando dolccmenlc colui, al quale s'iiiiaginava vicino. TuUo il reslo dei sinloini scguilava , il niclcorismo , la diarrea, la selc iioii cedevano, anzi la niallina del gioino 20 , Icrzo di eruzione , la lingua nioslravasi sordida e mollo asciuUa, e I'amnialalo giaceva sul dorso piivo af- fallo dcUe sue forze muscolaii. Nell' ora della visila, verso Ic ore 12, d'llalia, il delirio pareva quasi ccssalo, I'ln- fermo voleeva allonilo il suo s^uardo alle noslre doman- do, concepiva luUo, e ris|)Ondcva quasi sempre a propo- silo e senza laiilo esilaic : csso laguavasi molto del do- lore e della difiicolla nel deglulirc, i callivi preseiilimenli in riguardo alia sua guarigione non lo abhaudonavano , i suoi polsi erano al solito frequenli, piuUoslo piccoli, e r eruzione aveva acquisUUo caralleri assai piu dislinli e pill chiari del gioino innanzi. Le pustole vedeansi bene sviluppale c della grossezza di un piccolo grano di pcpe; occupavano ancora a pre- fcrenza la faccia, il pello, il venire c gli arli superior!, e poclie nc esislevano su quelli inferiori e sulle parli po- steriori del tfonco. Erano rolonde, globulosc, non ombi- licale, e moslravansi ripienc di un uniore sicro purulenlo torbido e bianchiccio. Venivano allorniale da un' aureola rossa piulloslo anipia, e il lessulo sopra cui quesla rise- deva era ispcssilo e un po'duro alia pressione dclle di- ta: e' pareva che il derma ed il lessulo cellulare sollocu- laneo ne fosse del pari inleressalo. La disposizione poi ne era disordinala: talune puslole erano assai vicinc Ira loro, ed allre lonlane; in altri punli della pelle princi- palmenle alle braccia , vedeansi niacchie semplicenienlc rosse e senza sviluppo di puslole. Secondo il niio avviso tali caralleri non erano al carlo quelli del vaiuolo, cni da principio pareano avvi- ne sapeva io riferirli ad alcuna dclle eruzioni — 53 — propric dclla lifoidc, alia quale ancora fissavami. L'aiii- inalalo |)rosci>iiiva Uillavin lo slesso nielodo di cura: aijc- giungevaiisi Ic irizioni con la pomala canforala alia spina del dorso. Fii in cpiclla sera pcru verso le ore 21 nella iiiia yisila, clie laceiido molla allenzione ai sinlond tulli della malallia io Irovavanii senipre piu inibarazzalo nel mio giiidizio; era inlenlo ai caralleri parlicolari coi (juali r enizione nioslravasi, ed osscrvava come laiune Ira le puslolc, anzi luUe rassoniigliavano mollo a quelle descrille dagli aulori nell' Eclima ; quando mi surse in pensiero , (he una simile eruzione solea quasi sempre rinconlrarsi nel inoccio; sospellai quindi delta forma del male : lulto corrispondeva ; la niia |)rima idea si fu quella di ricer- care nellc narici cio cli'esisleva: esse erano al di denlro rosse cd asperse in I'ondo di un muco deuso c giallaslro. Allora il doiore e la diHicolla nel doglulire, sebbenc nulla polei osservare nella dielro-bocca, erano per me un segno inlercssanle; inlcrrogando liuidnieiilc rinfernio se si fosse mai avvicinalo a qualclie cavallo ammaialo, seppi da lui die egli era maniscalco, e che avea mcdicalo fra mezzo agli allri un cavallo che trovavasi affcllo dal moccio da j)iii teuq)o. i\on esilai a conchiudcre dopo cid, die (|uello si fosse un caso di moccio aculo, e che quel disgrazialo non aveva male prcsagilo la sua niorle quasi inevilabile; c pcnsai allora pria di luUo di lorrc I'ammalalo dalla sala comune dei niJlitari per purlarlo in una delle slanze aeparalc (1). Allorche queslo intanlo avveniva le sue facolla in- lellelUiali non inoslravansi uran fallo disordinale. Ad on- la degli allri siulomi che non cedevano in quel giorno , (I) Trovavasi con inc in quoila sera ad assistcre fra g\\ allri alia iiiia \\mU\ 1' ospcrto fjiovane Giuseppe liiccioli da Asaro. sliiden- Ic allura in inediciiia di 3.° anno. Feci scrivere a lui sul fotjiio del diagnoslico la parola inocciO acuto. — 54 — 10 notava a qiicH'ora chc sebbcne ogli poco parlassc e a rilcnlo, pur lullavia non si sviava niai nelle sue idee, 0 (lavanii Ic piii imporlanti nolizie sul conto deiia sua nialallia, di cui comprendova luUa la gravila. Ma piu lardi c assai piii preslo che nol giorno innanzi i dislnrbi nervosi si aniuuiziarono , e UiUa la nolle di iiuovo I' in- fernio fu inquielo , e in preda alle piii grandi allucina- zioni dclla mcnle. Nel giorno 21, diciollosimo di nialaltia , quarto di eruzionc, il ninco affacciavasi gia dalle narici : esse era jnirulenlo ginlliccio e della consislcnza del mclc, la diar- rea e la difficolla ncl deglnlire crano crcsciulc, la faccia era un j)o' edematosa , e le palpebre princi|talmenle vc- deansi rigonfiate e rosse. Tullo il resto dci sinlomi pro- scguiva , e lo slesso uielodo di cura per rinlerno e ie iniczioni con creosote per Ic narici vcnncro prescriltc al- rfimmalato (1). IVella sera i polsi si fecero piii piccoli, irregolari, e nclla nolle sopravvenne al dclirio la dispnea. AH'indoniani la proslrazione dcllc forzc era eslrcma, i caraltcri chc I'eruzione aveva prcsenlato non erano dif- ferenli. Le puslole erano di venule Lcn grandi , simili ad un piccolo cece ; occupavano lulto il corpo e niolto pill il pello, la faccia e gli arti snperiori , ove polcvasi sopralutlo notaro come lalune di esse aggruppale tra loro c quasi fuse , risedevano sopra una inacchia rossa della pcllc, nienlre niolti punli di quesia nelle niedesime regioni erano rossi, liniilali, ancora scnza puslole, e toc- (1) Intervennero nella visita di quella niallina come al solito , cd osservarono rammalalo il Regio Proloniedico Domenico Orsiiii , mio padre, medico m3gij;iore dello Spedale , ed il prime medico pra- tico DoUor D. Prospero J{iccioli. Fra gli oUimi giovani die assistevano alia visila, erano pre- senti : il Dotlor Sanloro Mirone da Viagrande , Gaetano Leoiiardi da Pedara , Luigi Longo da Nicolosi , sludenti allora in medicina di 4" anno , ec. — S3 — candoli, il lessiilo solloslanlc era rcsislciilc , e dolova al- quanlo. Lc i)al|)el)rc nnii orano gonfic c rossc cgualmcu- te, la (loslia lo era piii ilolla siiiislra, c qiiindi la faccia avcva |»i'r(liiU) la sua siininelria; lo scolo |uiriil('iilo del naso sceiideva da ainbo i lali lino a mela del labhro su- periore e !a lingua era socca. L'auuiialalo iion |iot('va piil deglulire, tenlava spesso di aizarsi a scdcre, ma nou reg- gevasi, c quindi ricadcva sul lello. In lale slalo esso Iro- vavasi la matlina di quel giorno. INella sera finalnienlc la dispnea cresceva , i polsi si perdevaiio, riiiferiiio enlrava toslo in agonia, e la niorlo verso I'un'ora della nolle, nel dccinu) nono giorno di nialattia , poncva un termine a queslo lagrimevole quadro di sinlonii. Mellere oggi in forse la Irasniissione del nioccio e del farcino dai solipedi all' uomo, sarebbc lo slesso che sconosccre lo slalo alluale della Palologia. Non e quindi del niio assunlo dinioslrare lale argomenlo, die trovasi nella scienza deliiiilo, e cbe viene gia a coniprovare appo noi I'esperienza. Dacelie il sig. Lorin nel 1811 annunzio il jirinio I' esenqiio di lale coniunicaziouc (1 ) , una ven- lina di casi erano slali rapporlali fiiio al 1830 da diversi aulori in epoclie diirerenli : nia lo spirilo osservalorc dei inoderni non era slalo ancora colpilo dalle immense no- vila , cbe casi simili dovevano in breve presenlarc alia scienza. In segullo allorcbe nel 1837, merce gl'inleressanli (1) Joiiiiiiil. de iiicd. diir. ct iiliarm. >'cl 1810 Wahlinger aveva gia (iello die iiisofjna adoporar nioila cura neirapriie i cadaver! dei cavatli iiiocciosi. Questo pen") non prova abluislanza , dice il Sig. Bouillaud in una sua nola, clie egli abbia osservato falli analogbi a qucllo del bullor Lorin (Nosogr. mod. T. II, P. 374). — S6- lavori del sommo Raycr (1), rallcnzione dei pralici fis- savasi alio sliidio di quesla nialallia ; I'osservazionc non tardo a dinioslrare, chc lale Irasmissione era un fallo non solo, ma chc qiieslo male piii terribile die la Rabbia, la Puslola maligna, il Carboncbio, vedcvasi troppo spesso ncH'uomo, e faceva vittimc in ogni anno (2). Gli esempj crcbbcro allora a misura die I'cspericnza istriiiva, c si sa dio dopo i lavori di Vigla (3) e di Tardien (4), i casi ricevuti nclla sdcnza scgnavano gia, nel breve periodo di sellc anni, un numero assai significanlc. Fino al 1843 quesl'ullimo aulorc conlava 132 casi di moccio e di far- cino osservali prcsso Tuomo, coniprcsi que'pocbi anlece- denli alia daborata memoria del Sig. Rayer. Da qndia epoca a noi, i nuovi casi che i niodcrni pralici non si sono slancali di anniinziare Uillo di feddnientc , c chc noi Iroviamo in gran parte regislrati negli annali della scicnza, formano ancora un numero non racno considerevole. (iio prova ccrlamenlc che se la comunicazione del moccio e del farcino alia specie umana e oggi una verita daH'espericnza ben confermala ; e pure da un allro canto indubitabile die quesla malatlia, la quale ha csislllo sem- pre nei Solipedi, passo lanlo tempo inosservala neU'uomo, e inganno quindi per lo passalo I'allenzione di tanli ce- lebri mcdici. A^encndo oggi riconosciuta essa cancella un gran numero di errori , che crano allora necessarj , e sparge molla luce sopra laluni punli oscuri e dubbj della Palologia. "^ ; , , , (1) Dc la morve et du farcin cliez riionime. Mem. del' Acad. Roy. de Med. Paris, 1837, T. V, p. 625. (2) Valleix, Guide dti med. prat., deuxieme edit., T. V, p. S51. Grisoile, Traile eleinen. ct prat, de patliol. interne, sixieme edit. T. II, p. 91 ; 1855. (3) De la morve aigue chez I'hommc, These, Paris 1830. (4) De la morve et du farcin chroniqne chez riiommc, Paris 1843. — 57 — E sollo lali riguardi die cssa lia forinato I'oggelto (Idle pill positive ricerclic (le'modorni, c nossiino ignora cio, die ill iin breve spazio di lonipo essi liaiino operato. E sollo tali riguardi aneora, o Socj nierilissimi, die io noil mi soiio aslcnuto di solloineltcrvi la sloria di iin case, die schheiic jjcr lanli diCelli sia indegno ddia voslra sag- gia allciizione, pur nondiineno non manca di (juoH'iitilitii, di(^ pud avere raiinunzio di uu csenipio di queiia falale inalaltia, la quale, nientre non c tanto infrcquenle a ve- dcrsi aUrovc ncH'uoino, non veniva tullavia presso di noi aneora rieonosciuta. Scendiamo fratlanto aH'csanie del falto, die ho ar- dito quest' oggi presenlarvi. CA\e esse si fosse un caso di moccio acuto , a lue iion corre alcun diihbio, c sebbene i spgiii analomici ci inancano, pure i siiitonii e la causa, die furono si evident!, diiaranientc cc lo dimostrano. Pare ([ui uecossario lissarc pria di liilio le piii in- (ercssai)ti ronsidcrazioni, o alinciio le |»rincipali dislinzioni slabilile dai inoderni Ira il moccio cd il larciiio. Trala- sciamo di dire di tutle le varie oj)inioni soslenule da- gli aulori suirassunlo. Una ddle piii grandi , una delle pill imporlaiili qnislioni insorle nella scienza , ossia I'iden- tita del nioecio e del fiircino presso I'uomo e presso gli nniiiudi SolijXMli, Irovasi oggi quasi del tiillo defiiiila. I fatti, che provano ipiesl'altra verilii in quesli ullimi, sono assai numerosi c ccrti, c non fa d'uopo ripelere qui le esperienze a tale oggello oseguilo nella scuola di vctcri- naria di Liono [I), quelle riforile da Coleman, AVliile (2), Abilgaard, Wiborg, (lerard (3) e tanlc allre nclle quali si e sviluppato il moccio, inoculando 11 farcino, oppure viceversa. (1) Coinpto rendu dcs Irav. dc I'Ecole vcter. de Lyon, de 1839 a 18V0. ( licciicil do mod. votor: 18. an. 1841 ). (2) Diclion. ahiogo dcs Scionc. mod., P. 289. (3) Roc. do mdd. vcler. , t. IV, p. 296; 1821. ATTI ACC. vol. XII. 8 — 58 — Ncll'iiomo qucsla nialallia passando per conlagio di- retlanienlc , c siicccdciHlosi in csso I'lina aU'allra for- ma (1) , tuUi i casi di semplice Irasmissionc di inoccio e di farcino , siiperficialmenlc rigtiardandoli , sarcbbcro certo anclic in csso allreUanle prove della lore idenlila: ma accelliamo un po' i dubhj clie spinscro ii signor Tar- dieu a domandare giuslamcnte su cib, se il semplice ca- rallcre conlagioso basla per alTcrmare la nalnra idenlica di due malallie in due individui di specie differcnle (2). TuUc Tespcrienze mollono fuori luogo la qneslione ri- guardo alia causa, c tuUi oggi ne convengono : giacclie non solo la conlemporanca csislenza del moccio e del farcino presso uomini contagiali da un animale alTcUo dair una sola di qucsle due forme (3) ; ma lo sviluppo del solo farcino ncgli animali dielro I'inoculazione del pus proveniente dal semplice moccio neH'nomo, oppurc quello del solo moccio per I'inoculazione del semplice farcino , cio die viene parlicolarmenle conq>rovalo dogli esperimenti di Andral (4), Laudouzy (S), Bcrard, Leblanc (C), Roux, Lclenneur , (1) ed allri, ad evidenza ci moslrano che tanto il moccio, quanlo il farcino, sono prodoUi da causa imica e da un virus speciale idenlico, die puo svilnpparsi sponlaneamenle presso i Solipedi , e che si Irasmelle da questi alia specie umana. Inlanlo riguardo alia nalura del sintomi , lo studio comparalivo ci offre lalune diversila , die inservono a di- slinguere il moccio dal farcino nell'uomo, e nci Solipedi; (1) Benird, Accad. di Med. sed. 2 nov. Parigi 1841 . Deville, Revue mod. avril, 184i. Gujon, Accad. di Med., sed. 24 Liiglio 1843, ec, (2) Op. cil. pag. 18. r3) Vedi la iiola n. 1. (4) Accad. di mcd. , sed. 5 Febb. 1839. ' (5) Accad. di med. sed. 9 Luglio 1844. .' • (G) L' experience, t. 5. p. 149. (7) L' experience, t. 5. p. 292. . ' '' — 59 ~ ma esse non valgono forse a dislnignornc I'idcnlila. Mi si ])crinclta a quoslo luogo, ondn aiiclic servire scmpre me- glio alia (liiigiiosi da lue slabilila iiol caso , di ciii fo pa- rola, di csaminarc rapidanicnlc, c di riuiiirc (pri i prin- cipali carallcri difFerciiziali , the formano il moccio ed il farcino neiruomo, e nogli aiiiniali siiddelli. I'resso quest' ulliini alio slalo aciilo il moccio, piii frcqticiite iiei niuli c negli asiiii , clic ncl cavallo, si pre- senta coslaiilciiiente con liilti i caraltcri dclla piii violeiila inKamiiiazioiic spocifica dclla mucosa nasalc, c dcll'infe- zione scllica, cioo : limiofazioiie , iilcerazione e qiialche volla cangrona dolia piluilaria, cruzioiie di piccoli tumori ciilaiu'i , collezioni cd iiiiillrainenli piirulenli , scolo aljbon- danlc c piindoiilo o saiiguiij;iio dalle narici, ingorgamcnio dnloroso dellc giaiidole sotto-masceilari , il quale iiou e gia da riguardarc come inlicranieule consecutivo alia le- sionc delle fosse iiasali : allcso die auclie nclla forma cro- iiica , die suol essere di raro setoudaria , c dove i me- dcsiuii siiilomi in modo |)iii Iculo c piii insidioso si mo- slraiio, cosliluisce il feiiomeuo primilivo con die si annun- zia (piasi scmpre la malallia. In cssa peio tale ingorga- mcnto piglia un parlicolare sviluppo , acquisla una du- rezza eccessiva , c si moslra ordinariamentc da un solo lalo, in vicinanza dell'osso mascellaro , ctii aderisce for- temenle. Suol essere inolire in corrispoiidenza alio scolo iiasale , il quale sieroso in princijiio, ed in seguilo pu- rulenlo, ollVe le mcdesime spccinlila, prescniandosi piii spesso iiel lalo sinislro, anzidie iiel desiro (1): menlre le idccrazioni non mancano in qucsla forma , anzi scen- dono non di raro fino al laringe, la trachea, i bronchi e loro fa soguito assai spesso la necrosi c la perforaziooe delle ossa del cranio, c della faccia, ollre i sinloini ge- (1) TariliciK Op. cil. P. 20. , .... .., , ^;., . ! ., — 60 — nerali d' infczione, che piii o ineno lenlanicnle meltooo ua termine alia malallia. Nclla specie umana 11 moccio , si alio slalo acuto, che alio slalo cronico , conserva del pari la niedesiina predilczione per le fosse nasali, c in essa la nalura sel- tica della malallia e assai piu niarcala. Le csulcerazioni, e qualclie volta la cangrena della piliiilaria, lo scolo pii- rulenlo dalle narici , i dolori ailicolari e iiiiiscolari, gli ingorgameiUi o liiil'alici o sanguigni c purulenli , difTusi 0 circoscrilli nelle varic regloni del corpo , un' cruzionc speciale alia pelle , sono i sinlonii che , secondo i nii- gliori pralici niodenii , di iinila al dislurbo conseculivo di lulte le funzioni , cosliluiscoiio i caralleri del moccio aculo ncir uomo. Nella forma croiiica , di ciii la scieu- la noil possiede ancora che pochissimi casi sludiali prin- cipalmcnle da Tardicu , che ha illuslralo di mollo que- sla parle della Palologia , 1' eruzione della forma acuta alia pelle, e i lumori mancano; ad epoca inollrata pos- sono nianifeslarsi ingoigamenli edemalosi agli arli infe- rior!. Tullo il rcslo dei sinlomi esisle , e licne un cor- so assai lenlo, un aspello quasi lalenle , che si avvici- na a qucllo della forma cronica del moccio nei Solipedi : poiche lolli i dolori muscolari ed arlrilici nell' uomo, e r indurimenlo glandolare negli allri, si pub osscrvare che le csulcerazioni nclla mucosa del naso , lo scolo sehbe- ne poco ahhondanle dalle narici , piii freqncnle nel lalo sinislro anziclie uel doslro (1), e quasi Ic medesime le- sioni, i medesimi dislurhi d' infczione e di delerioramen- to generale nello slcsso modo si palcsano. In quanlo al farcino nell' uomo la prcsenza dei lu- mori suppuralivi , dogii ascessi llemmonosi , dei dolori muscolari ed arlrilici , e dell' eruzione, che esso ha co- (1) Tardieii Observ. et recliercli. nouvel. sur la niorve cliron. et les ulcerat. morveuses. ( Arcli. geiier. do nied. dec. 1841.) — Gl — mune con il moccio, formaiio i carallori dcllo slalo acu- te ; mentre nella forma cronica le ulcere fislolosc iucu- rabili c la necrosi delle ossa, consoculive ai lumori , la febbrc plica, il marasmo, lullo anclic annuiizia 1' iiifozio- nc purulcnla in jireda alia quale 1' aminalulo si eslingue. IVello slesso modo |»rcsso i Soli[iedi il farcino aculo, clie va uiiilo quasi senqirc con il moccio , si moslra all' or- dinario cou un' cruzione di piccolissimi tumori , die ri- coprono la supcrlicie del corpo, c cbe assai rapidamcn- le uccidono ranimalc, apporlando i mcdosimi siulomi di sellicismo , cbe il farcino acnlo ncU' uomo (1). Nello slalo cronico pcrb esse ci offre lalune specia- lila niorbosc , cbe sono luU'affiillo carallcrisliebe. Oui lo ingorganienlo del sislema linfatico forma il sinlomo prin- cipale della malallia. Queslo non e piii limilalo alia ma- scella iiifcriore , come nel moccio ; si eslcnde per tutlo il corpo 0 sollo la forma di senqilici lumori , o di cor- dc e di nodi soUoculanei , i quali risullano dalia lunic- fazione dei gangli , e dall' infiammazione dei vasi linfa- lici , c delle vene superliciali; e in quesl' ullimo case succcdono spcsso effiisioui sierosc , e possono sopravve- nire ingorgamenli eslesi nei membri , cbe formano po- scia ciii , cbe i velerinarj banno disliiilo tol nomc di Elefa'iziasi. Un allro siulomo s" e 1' cruzione di [)iccoli lunicrelli soUoculanei o supcrficiali , cbe a guisa di lu- bercoli si aprono, c cosliluiscono ulcere, ciic ricopronsi di crosle c di vegelazioiii fungose ; hirdacee c di calli- vissimo aspcllo. Tali parlicolarila disliiiguono invero il farcino dei Solipedi da <|U('lio dell' uomo , siccbc molli vclcriiKMJ, Ira'cpiali lliiilrel d' Arbuval, banno con.side- ralo il farcino nei Solipedi , come una malallia assolu- (1) Teissier, dc la niorve cl dii farcin consid('rds sous Ic point de Mie de la doclrinc de la diathese imrulenle (Hoc. de lucd. vet., p. 63 , 10 aunee JS39 ). , . — 62 — lamcnle cruUiva (1). II Sig. Tardicii, die si e piu di qualiinquc allro Ira' modcrni fissalo sopra qucsll caralleri rclalivi, da pure iin peso a quesla diversila dei sinloini, c sehbcnc egli non osi con cio comballere dircllanienle r idenlila del nioccio e del farciiio, fa |)iirc osservare che i lumori , che si sviluppano qualciie volla nel Icssulo cel- lulare, e simuiano gli ascessi imillipli, sono lumori gom- niosi, die possono inflaniinarsi, e quiiidi snppiirare (2). Da liiUo cio puossi alia pur fine conchiudere che se il nioccio riguardo alia causa e inlieranionlc idenlico al farcino , lo e pure riguardo alia natura dei siiilonii , 0 ainieno in quanlo al priucipio fondanienlale di quesla malallia, cioe I'infezione sellica e generale degli uniori: bisognerebbc cschiderne in parte il farcino dei Solipedi nclla forma cronica; nia cio pub forse noii lorre nulla alia spccificila della malallia. Egli e ben ccrlo in Palo- logia che una sola causa pub dar luogo ad cffelli assolu- lanienle diversi , slando cib anche in ragione delle con- dizioni deH'individuo. Nolle nialallie spccifichc perb, ove le forme niorbosc sono delerminalc , le variela, con che tali forme ci si presenlano, non ci aulorizzano del lullo, io credo , a riguardare come non idenliche quelle che , dipendendo dalla medesima causa, non devono senza dub- bio le loro coslanli differenze , che alle condizioni indi- Tiduali ed organiche dell'individuo ammalalo. E cosi che ncir uomo la sifillide , lolta anche dai sinlomi primilivi la blenorragia ed il bubbone , cib che non c ancora , checche ne dica Ricord , nclla scienza da tulli slabili- to (3), le ulcere, le placche niucosc, le sifillidi ec. sono (1) Diction, dc med. et de chir. veterin. T. II , p. 4 , Pa- ris 1827. (2) Op. cit. p. 23. (3) Potrci qui rifcrire qucilo die mi c venuto fatto notare , riguardo a cio, neilo Spedale cliiriirgico di S. Maria, ossia : che — G3 — forme delerminale o diverse dclla nicdcsima malallia, e ccdono (lifalli al mcJcslmo Iraliamcnlo. Come il moccio quiiuli dilTcrisce dal farcino per la prcscnza (U'lle Icsioiii , die nioslransi coslaiilcinenlc per cngioni liillora a iioi sconosciule iiclla mucosa del naso, come siiilomi divcrsi c caralleristici si prcsciilano in cia- sciina dcilo forme acute e croiiiche del moccio, non che del farciuo; cos\ j)Uo dirsi per le medesime ragioni il farcino cronico dei Soiipcdi dilferisce in parte audio iiella natura dei siulomi , senza percii) lasciare di essere con- tagioso c , quel die e |)iu , di Irr.smeltere tulle le allre forme ddia malaltia, vale a dire di essere a queste pu- re idenlico nella sua csseuzialila. Oueslo ran[ionamenlo non ammellerehbe nl ccrlo piii duhhj se la lerapeulica, die e lullora Ijamljina su qucsto arlicolo , Irovaiido lo spccilico del moccio, ahbia anclie Irovalo quello del far- cino : ma cio luttora ci manca. Senza piii dilungarmi mi permclto richiamare qui di volo alia vostra menle , o illustrissimi Socj, un' altra quislione non raeno imporlaule, die agitavasi non e gua- ri nella scienza, e die riguarda diretlameiite il mio as- suuto. Dielro laiili (iitli raccolli e numerose esperienze eseguile , non era al cerlo da mellere piu in forse il un buon niimoro tr;i" niililari infornii culjiili dalla sifiliiilr', coslilu- zionaic , piiiu ii);\liii('nl(^ dalle ciiizioni siteciliclie alia pelle , e dui diildii iiHisc(daii ; mi lia assiciirato di noii uvor sidlerlo altro sin- toino inimilivo die un solo huhlionc. >on ho niancato di riccrca- re sc aldiia osistilo uUera o aU'ano o in ullri puiiti: mi si e ri- sposlo semiirc iiejialivauicnlo. Mal{,'rado cio io non credo insislere intanlo conlro 1' auloriU'i di Ricoiil. oiidc allencrnd a ([uella di Vidal, Lafrnean , Dannies ec: giarche inancaini (iiiella toiivinzioiie , die c il risidtato dell'os- servazione dirella, non avernio |)olnlo aurora l■o^lpI■o^a^e a nie stes- so, per lo incMo dell' inoenlazioue , (juunlo at di d'ogjji vieac sla- liililo da (juet celebrc aulorc. — 64 — contagio del moccio e del farcino nei Solipcdi e nel- r uonio. In qucslo evidentcmcnle csso forniava la causa unica della malallia: e lo stesso puo dirsi dclla Irasinis- sionc avvcnula per effcllo di avvicinanicnlo dell' uonio al- r uonio , di cui la scicnza possiedo parccchi casi , che sono stall annunziali da Girard (1) , Bruscli (2) , Be- rard (3) ed allri. Tulli gli aulori avevano ammesso che r infezionc e 1' inocnlazione sono i due modi, nei quali il conlagio si verifica. Oggi anzi si sa, die alia inocu- lazione possono succedcre sinlomi locali speciQci , die forniano due variela del farcino , introdolle nuovamenle oella scienza da Tardieu col nome di Angioleucile e di Ulcera farcinose. Pur luUavia e curioso osscrvare, die sino a pochis- sinii anni addietro i velerinaij , e i niedici dellc scuole pill dislinle, levavano le opinioni piu opposle al conlagio della sola forma cronica di quesla affczione, e principal- raenle del moccio , scnza negarlo alle allrc , menlrc i piu de'casi dclla Irasmissione nell' uonio polevano rapporlarsi a quesla forma nei Solipedi : cio die dipende dal perche quesla forma essendo suscellibile di durare Iroppo a lun- go conlagia piu facilnienlc un raaggior nuniero d'indivi- dui. Sarebhe lungo e noioso I'esporre qui lullo quello, die si e dclto su cio. Quesla idea non forma oggi piu oggello di quislione. I falli rifcrili da tanli vclerinarj , principalmenle da Gerard (4), Palron (Ji) e Leblanc (6) nei Solipedi , i nuovi casi assai numcrosi annunziali da •■ (1) Revue med., t. 2, p. 9G ; 1826. • ■•< rt (2) London mod. gaz., t. 2G, p. 183. . , ■ ■;.•:,;••; '■■■' (3) Luogo tit. ■ " ;■. (4) Rec. de med v(5ler. , p. 532; 1828 " ■ ;iii'' .u (5) Rec, luogo cit. ' ■ (6) Des diverses esp^ces de morve et de farcin, considerdes comnie des formes variees d'uue meme alfection generale conta- gieuse; 1839. ' i — 65 — tanii allii aiilori noiruonio, non clie (|iicllo da mc doscrillo, soiio liilli rclalivi al coiilaj>io dclla ruriiia croiiica del moc- cio, c del larciiio, c cancellaiio quell' errore a lorlo so- stemilo lu'ila scienza. Daila sloiia de'siiiloini iiifalli, clie io ollenni lanlo i^ew- lilmcnle per io mezzo del Sig. Capaldl, (lapitaiio dello Squadrone, ciii rinfermo appartciieva, piiossi nlevare clie il cavallo, clic Io avea tonlagialo, Irovavasi alTcllo dal nioceio e dal faiciiio croiiico. Ael nicsc Gennaro ulliino esso avcva coiniiicialo a preseiilare uiio scolo abbondante e ])iiiH(islo sieroso dalTiina delie iiarici , oioe della dcslra, ma noil aveva aiicora moslralo allri carallcri pro|)rj della malaltia : aiizi Io scolo si era sospcso, ed il cavallo era slato di gia repiilalo come giiarilo. Le nolizie relative a quest' epoca soiio per me uii po' oscure, c non mi e ve- nulo fallo coiioscerc cib, che io avrei desideralo rignardo alio slalo antecedenle della salute doiranimale.^ IVegli ul- timi giorni di Aprile esso peri) mostrava ringorgamenlo sottoiiiascellar(! verso il lalo dritto, e dopo pochi giorni 10 scolo nasale si affacciava ncl medesiino lato, e divc- niva in breve assolutamcnte purulenlo. Dopo nn mese e mezzo circa , numerose esulcerazioni occupavano la piu parte della mucosa nasale nel lato corrispondente, e rin- gorgamenlo ghiiidolare avcva acipiislato i! volume di una pcra J era duro, ed aderiva all'osso masceilarc. IVel medesimo tempo lahini tumori , da quindici a vcnli, sviluppavansi sul collo e la scliiena, e sulla gfop- pa pure verso il lato dritlo. Krano pinllosto piccoli, ed il piu "rande non uuiianliava il voluinc di una noce; mo- slravaiisi duri, isoiali, dislauti: costituivano iusomma quella Ira le numerose varieta arbitrarie, slabilile da' vetcrina- rj ncl larrino, iiilesa col nonie di farcimt volanU; (1). 11 cavallo I'raltanlo non avea molto deterioralo , esso mo- (I) llurtrei (l'.Vri)ovul, op. cit. T. II. p. o. J. ATTI Ate. VOL. XII. 9 — 66 — slravasi pigro, il pelo avea perdulo il siio lucido, ma lo appelito e Ic forze conscrvavansi tuUora , quando ncl gior- no 3 di Agoslo , in seguilo del Hillo, die ne provava il conlagio, c di iin dcUagiialo rapporto scrillo da'3Iedici dello Spcdale , cd inviato al Govcrno , vcnne prestamenle ucciso. I sinlomi , die moslrava il soggclto deila mia osscr- vazionc, non crano , a niio credere, iiicno aulenlici di quelli, di cui ora ho parlato. Siille prime il diagnoslico non poleva esscre die cquivoco. I caralleri di iin vero rcumalisnio aeulo, die forniano ordinariaiiieiile nnclii del moccio e del farcino nel loro principio , scmbrava costi- Uiissero in un primo pcriodo lulla la inalatlia. Ne a cio in- fluivano solo i dolori ai muscoli della parele dritta del pello e delle arlicolazioni , mollo piii di quclia femoro-li- biale sinistra, ove avveniva ringorganienlo cdemaloso; la esislenza del vizio sifillilico, da podii anni acqiiisilo e non bene ciirato, le impressioni del frcddo iimido , cui Tamnialalo diccva esporsi di conlinuo nel siio nicslicrc nii- litare, forinavano le cause prcdisponcnli ed occasionali di laic rcumalisnio, die quale sccondario, ossia dipendenle dal vizio sifillilico vcnne allora da noi riguardalo. Oltre a cio il carallcre dei polsi, pieni, resistcnli e rcazionari, la prescnza dclla cotenna infiammaloria nel sangue, eslrallo ncl primo c nel secondo salasso , cio che nei prinii pe- riodi del moccio c del farcino avviene (I) , conlribnivano ad ingannarc vieppiii il noslro raziocinio ad onla deU'csa- me pill allcnlo e delle piii ininule riccrclie. Per lali ragioni , sebbenc la malallia non fosse S(!m- plice a noslro inodo di vedere , e la flogosi non fosse franca, come dicono i nioderni; il niclodo che poleva applicarsi allora si era I'anliflogistico : e noi adoperani- ino pcrcio i salassi generali, ollre quello locale, e Ic po- (1) Rayer, Opera cilala. . V f : . — m — zioni col nilro , di ciii con mollo profillo ci serviamo scnipre ncllo Spcdale in siinili casi, alia dose di due draniinc in oj;ni v('nli(jnallr'orc fiuo al lolale aldjalliincnio dclla rdjhie. Aon dico dcirapplicazione del vescicanle al braccio , c del larlaro slibialo ocl prime giorno sommi-' nislralo airinlernio, per le nicdcsinic indicazioni , aticora pria die il dolore loraeico svancndo allatcasse I'arlicola- zione del i^inocdiio, cio die pure in un modo assai par- ticolare suole verilicarsi nel inoccio aculo (1). Andic in (juesl'epoca la piccola fcbhre , die sin dal giorno '» , soUo la lornia reunialica acconipagnava il dolore del pello, fa- cendo le sue esacerhazioni la sera con brividi , c lascian- do (piasi lihero ranimalalo nella nialliiia con poco sndore; serviva d' eleniento iniporlaiile al noslro crilerio intorno la nalura ddia iiialallia. Allordie (inalnienle i sinlonii flogislici acquistarono il lore |)ieno sviliij)po, non solo il carallerc dei poisi, il dolore, riiig(irj>anienlo arlicolare, la |)resenza della co- tenna iniianiinaloria nel sangiie , la quale sc non e sem- pre respressioiie della llogusi e di grande risorsa, quan- do corrisponde al reslo dei renonieiii niorbosi, non solo le circoslanze relative alle cause della malallia, da noi supposle; ma sopralullo il nolabile migiioranienlo olle- iiulo dieiro i due prinii salassi generali , e quello locale, per cui liilli (piesiiilomi svanirono, sembrava confermare mollo pill insidiosamenlc la diagnosi, che era stala da noi slahilila. Aiidie percio nel secondo |»criodo del male, cbe pub diiamarsi sellico o lilbideo, non oslante cbe i distiirbi inleslinali avessero gia comincialo ad annunziarsi la riconqiarsa della febbre in un modo violenlo, co'primi caralleri, eioe dolori a lulle le arlicolazioni , principal* menle a ([udle degli arli superiori , c pienezza dei poIsi, (I) Tardieu, Manuel de Path, ct de Clin, nicd., p. 606, Pa- ris 1848. .i::> : ruiu i ) — 68 — iiOn ci fcccro esilare in principio a cavare niiovameiile il saneuc dalla vena del Lraccio. Quesla volta pcro i sinlomi non ccderono ; al con- Irario i licvi dislurhi ncrvosi pei quali applicaronsi i due vescicalorj allc btaccia, non chc quclli dellc vie addo- minali , presero , come allora dissi , un aspcUo serio , e complicarono la ninlallia : cbbi cosi 1' occasione di com- provarc anch' io in qucslo fallo , eio die avvisa Ilaycr nel trallamenio del nioccio acuto in rignardo al salasso, il quale, egli dice, se allovia o togiie i doloii dei niem- bri, non deve incoraggiare percio a riconervi in quesla nialallia, ove invecc di produrre giovamenlo, sopravven- gono spesso segni di cangrena locale dielro Y applica- zionc delle mignalle, c di slupore e di proslrazione cslre- nia dope il salasso (1). TuUi i sinlomi , clic allora mano mano si svilup- parono, rassomigliavano mollo a quelli di una (ebbrc li- I'oide : la diarrea , il nictcorismo , 1' epislassi , 1' aria di slupore, Tabballimenlo, i vaniloquj, il dclirio nella nolle feccro cangiare infalli la nostra diagnosi , e noi , allon- tanando 1' uso del nilro e dei salassi , applicammo non solo gii allri due vescicalorj alle ganibe , nia sonimini- slrammo del pari la gelalina di lapioca con V acido idro- clorico , ncir inlenzione di correggerc appunlo il scllici- smo degli umori , chc per la nalura dei sinlomi si ma- nifeslava. Cade qui in acconcio osservare, die lale ana- logia del moccio aculo con la febbrc lil'uidc non e nuova a vedersi. La maggior parle dei casi riferili dagii aulori sono slali in principio sconosciuli , c mpporlali senipre 0 al vajuolo , o piii spesso ad una febbrc lifoidc ordi- naria , oppure insolila in qualche niodo nella sua for- ma. Tale era la diagnosi , chc lo slesso Rayer slabili- va nel primo caso di moccio aculo da lui osservalo, con- (I) Opera cit. . . . ■ - GO - sideranilolo in priiicipio come apparlciionlo ad una for- ma rara dclla fcbbro lifoidca. Talc quella dol valoroso clinico, il Sig. Hiiiiilliiud , il qnalo non ifiudicava diver- samcnlo in iin |)rinio caso ed in nn sccoiido ancora, con- siderandoli in i)rinti|)io amhoduc conic nnn ordinarj cpcni- pj dclla nicdcsinia f'cbbre (1). Polrci qin cilarc nn gran- dc nnincio di lalli , nci qnali Trousseau , Bcrard , Ja- dionx , Legal c laiili allri lianiio Inlli pin o nieno con- fuse coniplelanienlc in principio il nioccio aculo o con il vajnolo , o con la fehltrc lil'oidc , o con altra forma niorbosa non bene delerniinala. Cio imporia scnza dub- bio la dillicolla del diatnioslico chc e in csso per la fa- cilila ad esserc sconoscinio almeno nei snoi prinii perio- di, c quindi la necessila di lissarc ancor j)iu I'altcnzio-i no in siniili casi , chc I'osservazione puo non Iroppo di raro j)resenlarci. Fiiio a che siiilonu pin special! non apparirono io riguardava appunlo la nialallia , come una febbre lifoi- de, e sebbene il dolorc cd il gorgoglio dclla fossa ilia- ca deslra , die non c poi coslanle , la sudamina o 1' e- ruzione carallerislica di quesla febbre , le pelccchie o le escare mancassero , a dire il vero io non cominciai a dnbilarc, anche per la forma rcumalica die avea pre- cedulo , se non quando, avvenula I' eruzionc alia pclle, i caralleri die ne bo descrillo erano un po' marcali per polerli sconoscerc c ravvicinarc al vaiuolo. Si sa infalli die quesla eruzione , die nianca cccczionnlinenle , lolla la lesione delle narici forma, a comunc senlire dci pra- lici , il pill prczioso carallere dislinlivo del nioccio acu- lo , non die del farcino , dalla febbre tifoidc: e piu di un autorc , tra' quali Ijouilland, allorche i sinlomi rcla- livi alia mucosa nasale nou sono slali ben cbiari, sc ne (1) BouiUaucK Nosojrr. med. T. IL p. 382; 1846. — 70 — sono servili a diagnoslicare il nioccio aciilo , cio cbe in segiiilo r aulopsia cadavcrica ha beii coiifcrmato. NeU'esempio da me riferilo, tuUochc la sczione del cadavere non avesse avulo luogo, puossi adunque a buon drillo ripelere die esso si fosse slalo uii caso di moccio aculo. i\on solo il dolorc niiiscolare del pello , quclli arlicolari , niolto piii qiicllo del ginoccliio, i sinlonii li- foidei , r eruzione speciale alia pellc formarono i carat- teri coslituenti la malallia ; ma la Icsione della mucosa iiasale , la quale invase scnza dubbio la dielio-bocca, di onde il dolore e la dilTicoUa nel doglulire, la presenza del muco purulenlo iiellc narici, cbc fluiva sollo la for- ma di scolo sul labbro supcriore uella vigilia della mor- le , ringnrgamenlo erisipelaloso della faccia nelle regio- ni palpebrali, die forma ancbe uno dei sinlomi caralle- ristici del moccio aculo (1), unili tulti alia causa pro- duUiice del male ossia il conlagio, nou mcllono ccrlamen- le dulibio alcuno sulla natura , c sulla forma del caso , che bo avulo quest' oggi I' onore di sollometlervi. Ilicercando quale frallanlo dei due modi di trasmis- sione iicl noslro esempio fosse avvenulo , io posso assi- curare di avere osservalo allenlamenle le dila e le maui lulle deir ammalalo. Esso non presenlava lacerazione o ScorlicaUira veruna nella pdle : ma puossi da cib con- chiudere, cbe la midallia fu comunicala per semplice in- fezione ?, Nelle informazioni da nie ricevulc mi si dice- Ta die egli nou adoperava molle caulele nel medicare il cavallo moccioso , e quindi non pare difficile cbe avesse polulo porlare le sue mani infelle verso il naso , o so- pra qualcbe allro punlo privo di epidermide. Non si svi- Ijipparono perb sinlomi d' inoculazione in qualcbe parle del corpo, ne quclli relalivi alia j>iluilaria furono sin da principio apprezzabili per I' infcrmo , il quale non si (1) Tardieu Op. cit. p. 606. . : < — 71 — lagnb mni di dolorc , o d' incomodo nclle n■:■ \ yji' i't, ; ; > ' ESPOSIZIONE DI 1 CASO DI ESTRlORDmilli FECOBITi lllECRE 0\TERO ni YE\TIDIE GRAVID A\ZE GEIIELLE SUCCESSIVE PBB |JaoUi Ufvrctta (6iuffnDa DOTTORE IS CniRlRniA SEtlA FACOI.tA JIEDICl DI CATAM.4, SOCIO CORBISPOTOEIfTE DElL^ACCADEaiA CIOEMA DI SCIE.\ZE HATIRAII EC. LETTA nclla sedula ordinaria dclla mcdcsinia il di 21 fcbbraro 1856 in Ajrwo •; n :ii/;i';,.iri,!i; ;:i':) '■!;.':-; ,;;.; r;:, ■ i'oS' a'iii'RiiHi '' '' i!? i[ i:; Liceat paulispcr hie varins nafurE leges contciupluri. Holier Element. physioloQ. T LTTOcio clio cade solln la sfora doi noslii pcnsi , iion c clic il coiiii)lcsso (k'gli alii iiieiciili alia naliira od al modo di csscrc dci divcrsi corpi clic forniano il g-lobo chc al)iliamo , alii cosliliicnli Ic funzioiii dci incdt'simi clic rcgolalc! da laliiiio leggi jiarlicolari o gcnorali cosli- liiiscoiio f|iiclla coordiiiazioiic c qiiclla aniioiiia clie rin- viciiosi iiella iialnra inliora. L'lionio frr.Uaiilo ha scinpic rivoilo lo niiri' di sua iiilolligTrza alia ossorvaziono di ([uoslc; leggi , 0 noil jxilciuldic liillc (•oniidcssivaiiioiile sludiaro , lacciulono (kllc (iivisidiii a sccdiida la roiio- scciiza dci Icm|)i , cd a qiicsla a qiiclla hranca di sapcrc addiccudosi , concorrc alio iiialzamoiilo del graii- dc cdilizio dcllo scibilc , con nicHoic in fonliihiilo il rcsullalo di sua osscrvazionc rclali\o a (luclla branca di sapcrc. Cosi io scgncndo Ic liniiinosc ornic voslrc, n il- luslrissinii Accadeiiiiti , non incilc mi son rimaslo alia ri- cerca di iin (alio, clie alia voslra inUlligcnza ospoucndo — 78 — pub arrccarc qualchc vanlaggio al progresso dellc scicnze, quale diviso rivolgerc Ic sue uiirc ctl i suoi sforzi que- sla dotla Asseinblea. Ed in vcro nou mollo comuni e fre- (|ueiUi essoiulo i casi di eslraordinaria fecondila muliebre, ho credulo non di leggieri ulilissiuio soUo i rapporli scicn- lifici die un simil fallo non si fosse giaciulo nclla polve- re deli'ol)l)iio, ma bensi reso di ragion pubblica niellen- doio nel canipo vaslissimo dclle scienze aiilropologiclic , non per V esciusiva rarila di esso, nia onde cosi segucn- do aninioso i consigli del Principe Ira i fisiologisti, non reslarc occullo alia scienza un caso importanle sollo niol- ti riguardi. Difalli egli e fuor di dubbio , che la generazione negli orgaiiismi snperiuri im|)lica un maggior nuniero di conlrasli , c che , in ragione della complessivila organi- ca sempre crescente , il prodoUo di quesli esscri scni- pre pill noi)ile induce in generale niaggior dispendio da parte deirorganisnio materno , in guisa che puossi ben conchindere coll' illuslre lisiologo aleinanno che I'inlensila della forza procrealrice sla in ragione inversa della sua estcnsioiie (1). Per lali ragioni c per allre ancora il caso, su cui ho Tonore inlralleacrvi si rendc cerlanienle inleressante; la scienza frallanlo non si Irova intieramenle sprovvisla di simili falli. La nalura a quando a ([uando fra i colanti svariali fenonieni che prcsenia non ha niancalo di offrir- ne alle vedulc del fisiologisla : pur non di nianco liccat paulisper hie varias naUirai leges conlemplari. Laonde scendo a darvi la succinla isloria di quesla donna fecondissinia, che con lutla attcnzione ho avuto I'a- gio di osscrvare. (1) liurdac, Trail, di fisiolog. comparala vol. 2, pag. 445. — 79 — STORIA Agala Orasso da Calaiiia di aniii liS circa, di coii- dizionc sociale picbca, di tcmporameiilo iinralico sani^iii- gno, di cosliliizioiic alliva (Hccaniicr), di nuiscoli sviliip- pali e pin^iii, di hassa stalura , avoiilc una pclvc larga, di Liiona saliilc ahiliialc, allevala sin deila nascila da una capra, mcsli iiala il dccinio aiuio di sua da di abbondante scolo; voiiiic (la mo il Id diccndjic del IStil , peiclic Ira- vagliala da una considcievolc voniica esislenlc accanlo il capczzolo della nianiuiclla sinisira (1). Esscndo rilornala in scguilo jicr csscr da nie mcdicala, mi diicse un gior- no se polcva salassarsi; io risposi per la ncgaliva, giac- che Irovavasi allora gravida a niio crcdore di circa sci mesi. A tai delli clla soiridciulo soggiunsc: io son di Ire mcsi circa, o le mic gravidanzo tulle, die ainnuuilano a diciollo, sono slate seuii)re geuielle si C(»l prinio couipa- gno, come con (pieslo sccoiido. Io rimasi pion di nieravi- glia a (piosta sua asscrziouc, non die il Sig. Carnielo Her- tucci c uiio I'ratelio AKio licrretla die Irovavansi |)resen- li, e fii allora die, credeiido (piosto un fallo, come Io e degno di aniiunziarsi, la ridiiesi di narrarmi liilla I' isto- ria (lei siioi parti , e d'iiidicninii aiicora le persoiie clic I'assislirono, cd a prei'erenza la Icvatrice (2), di ciii pcro mi disse die jiodiissime voile ehlie il soccorso per la sua cslreina iiidigenza. I^•ls^d iiidi alia iiarraliva del fallo co- nic siegue, heiidie pri»o (Idle rispetlive epodie, giacclie e proprio della genie di siiiiil I'alla diiuenlicarle. IVou avcva ancora conniiuto il lerzo liislro di sua (1) (^lu'slii consMloiov()l(> verruca giiisla i precoUi dell' arte hi (la me feliceiuentc estirpiila. (2) La Icvalritc aveva nome Orazia I'uglisi, essa iiiori il liS49. — 80 — ela quando essa andb a marilo, c dopo il corso di Ire niesi inanifeslo tuUi i scgni della prima geslazioiie. In lale circostanza le faceva gran peso lo sviluppo ccccssivo del- I'addonie, clic simulava al terzo nicsc quasi ii periodo del sesto. 11 nono alia fine ebbe Itiogo il parlo felicissiino di due niaschi, i quali vissero uno cinque anni, e 1' allro Ire uiesi. Peri) non erano aneora oUrepassali i Ire mesi, allorclie avvcrli i sinlomi prodronii di una seconda gra- vidaiiza, simile circa alio sviluppo dell' addomo alia pri- ma, cd al nono niese sgravossi parimenlc di due bam- bini un niaschio, cd una femina che vissero il primo due anni, e 1' allra cesso di vivcre all' eta di quasi cinque luslri. Finalmenle tenendo scniprc 1' andamenlo dellc prime, una nuova gravidanza die' luogo ad uu lerzo parlo fe= lice di due maschi, i quali non vissero piii di 48 ore. Era appunlo il periodo quadrimeslre della quarla gcsla- zioue, (juando a caso Irovossi presenle in un omicidio, e quella orribile visla produsse in lei lale Irislissinia im- pressione morale, die nc procaccio dopo il corso di al- cune ore 1' aborlo di due masclii non solo , ma in se- guilo di cib lullo il rcslo dellc gravidanzc sino alia sedi- cesinia furono seguile senipre da aborli di Ire a qual- Iro mesi. Cosi la quinla a Ire mesi di due maschi, la sesta al lerzo mese di due maschi, la sellima al lerzo mese di un maschio ed una I'cmina, 1' ollava al lerzo mese di due maschi. La nona, la dccima, la undicesima, la duo- dicesima, la Iredicesima, la quallordicesinia, la quindice- sima e la sedicesima finirono lulle, come ho dello, con gli aborli di Ire a quallro mesi (1). (1) rurono present! in cinque aborli Agala Garozzo ed Agata Caslorina da Catania. — 81 — Esseiulolc iiilnnlo morlo il maiilo a c|ucsl' opoca, rimasc vedova per lo spazio di aniii 4 circa , c passo poscla ad un sccondo nialrinionin. A capo di oUo mcsi iiigiavidii la docimascllima vnlla , c porli) a ('(impimeiili) il parlo di due bainliini iiiio nia- scliio niorlo, ed un' allra (eniina die vive lull' Oi^gi. A que- Sla i;i'avidan/a fiiialiii3, ed un secoiido ancora di circa ire mesi di due uiasdii, die forma appunio la gravidaii/a ventesiiiia , il li aguslo (lello slesso anno. I carallcri die allora pold rilrarro dai proflolli in amhciliu' 1(^ occasion! i'liioiio i .sci'iienli: due I'cli niasdii ddla liiiigliezza quasi da ire a (pialiro pollici, del peso di duo once circa , sviliippali nornialinciile, con parli scssnali diiarissinv,'. In (]Ui!i)lo agri!iviiiii»|ii I'clali, la [ila- ccnla senipre unica ed un po' voluminosa nioslrava nel ceniro, dislanli I'uno dall'allro quasi due jiollici , due punli d' immense vascolarizzazioni , ove allaccavansi i due cordoiii omlii'llicali ; ramnios iuriiiava iin iiivolucro Speciale ai due feli, e la cadiica ed il corion erano co- nuini ad enlramiii. Eldii la piemiiia di chiedere alia nia- (I) (;i(M( liiiii) Viuliilii Siiiiiiij or noil c jiiii . ('(I io 1' ;iiiniiiizio col conlo^lio (li un mto aniiio. rimaslo csscndo \illinui in (liarre il 2 seltenilu'c del ISrio . sollo linlluonza tlcl inicidiule niorlio Indiano. ATri ACC. VOL. XII. 11 — 82 — (Ire sc ill tutla In scrie degli aborli , la sccondina avcva nioslralo senipre siniili carallcri : essa mi risposo affcr^ nialivamcnle, laiilo negli ahorli, qiianlo nci parli a Icrminc. Lc allro due gravidanzc furono da mo pure consta- lale, cioe la veiiliinesima, alia quale sogui I'aborlo di due masclii aU'epoca di tre mesi e giorni quindici, il 6 feb- braro del 18S4, e I'lillima la quale lini pure coll' aborlo di due mascbi al periodo di piii di due mcsi , il 12 a- goslo dello slosso auuo. I due feli nou die gi'iuviluppi felali moslrarono oeui volla "li slessi caralleri da me sud- descrilli; se non che e da dire die iiol primo di quesU due aborli, io obbi I'agio di osservare a lempo i due feli e rimarcarue le parlicolarila, mcnlre nel secondo ossia ueU rullimo uon ebbi la fortuna di fare allrcllanlo : giacche csscudo slalo diiamalo troppo tardi, la pnlrcfazioue d'as-» sai inollrala mi imped'i di disliuguere ogni cosa. La ma- dre pero e le donne del viciualo, cbe I'assislirono, mi as- sicurarono die i due feli crano masclii non solo, ma a- vevaiio moslralo come per lo iunauzi uuica secoiidina. REASSUNTO DaU'esposlo fin qui puossi alia fine conchiudere: ' 1. Cbe qucsia donna fecondissima nel corso di vcn- tidue anni circa ebbc vcnlidue gravidanze , e che qucsle furono lulte coslanlemcnlc gemelle. 2. Cb' clla si ebbe in un primo malrimonio, ncllo spazio quasi di anni quat- tordici, i primi Irenladuc figli, dei qiiali sei furono vi- venli e lullo il reslo aborli, e due sempiiccmenlc fcmine. 3. Che nel secondo malrimonio nel corso di anni qnallro ne ebbe allri dodici, cioe una fcmina vivcnle lull'oggi e gli allri undici mascbi, uno dei quali a lermine morlo, e lullo il rimanenle aborli. 4. Clic in lullo le prime Ire gravidanze e la decimasellima furono seguile da parlo fe- — 83 — lice a lermiiic , niciilre le allro dicioUo finirono con gli aborli di Ire a quallro mcsi all' infuoii dell'iillimo che fu di due mcsi e j^ionii. o. Clic in rif,niardo al scsso Ire ill lullo Curono le fcininc, delle qiiali due sole vivcnli ed a lerniine , ed una di anni quallro circa vivcnlc fin oggi, e quaranluno i luasclii, dei quali cinque a lerniine, morli aH'cla di Ire a cinque anni, iino a lerminc niorto, e Uillo il reslo aborli di Ire a ([uallro luesi. C. Final- menle e da osservare che ogni nuovo concepimenlo non ollrepassava i quallro mesi, da che era avveuulo il parto 0 pure r aborlo prccedenle. Ecco, 0 Soci ornalissimi, in breve I'isloria del caso cslraordinario di fecondila mulicbre, che ho slimalo me- rilevnle d'esservi annunzialo, ondc sollomcllcrlo al voslro csallo giudi/.io. Kd in vero la coslanza dcllc gravidanze geiuello, non die la loro mulliplicila non sono dei falli forse iiidinVreiili al voslro siipei'e. Eccilando la niia cu- riosila essi non liaiino lasiialo i vari rami dollo scihile iiniano , tra lulto pill die Ic allre la scieiiza the ci islriiisce sul- la forniazione e lo sviluppo compiulo iiormale cd iiinor- male dell' iioiiio, e slala hersaglio allc ipolcsi inmiiiiere- voli, clie i dolli in ogni lenipo crcarono, lenlando di pe- nelrare i niisleri meravigliosi della gencrazioiic. E di vero in un'epoca tanlo lonlana dalle acciirale ricerche c dalle minute osservazioni die il progresso delle Fisiologichc dol- trine lia recalo al d\ d' oggi nolle spiogazioni dci falli, questo piinlo oscuro della scienza a malgrado di lulli gli sforzi adoprali, era alTallo privo di luce. 3Ia oggi grazie ai lavori di Ilygmore, Plazone, Re- gnier, De Graaf , Valenlin , Vallisncri, Cosle, Bernhardt, Sdnvand, Muller, e di tanti allri moderni, che chianiando in ajuto la micrografia hanno illuslrato colle loro invc- sligazioni anolomiche c fisiologiche questa hranca di uma- no sapere , pare die la t^elosa nalura ci abbia almeno concesso di sollcvarc (pialche lenibo del velo, con cui ci nasconde giau parte delle sue verita , e sia al fine piii sgomhro e piii apcrto il senlicro , die ci conduce alia spiegazione dci fenomeni embriogeuici. Impertaulo e pre- gio (leir opera che io cennassi suU'assunlo taluni casi ana- loghi, dei quali molli autori Ian parola. II noslro siciliauo Cangiauiila rapporla ncl suo tral- talo di Embrioneuia sacra il soiinente I'allo « loanna Pan- cica in Agrigentiua civilate circa An. lo.'»0, sepluaginta Ires filios Iriginla parlibus procreavit (1). II Fuornier nel suo trallalo dei casi rari in medicina cosi si esprimc sull' assunlo. « L' esempio piii sorpren- denlc che sia giunto in mia nolizia si e qnello di una contadina russa , la quale in venliquatlro parti ebbe cin- (1) Canjiiamihi, l']nil)iing-. Sacr. lib. II, Cap. XXII. Ycd. Faz- zello. Slor. di Sic. lom. II. pag'. 88. — 83 — quanlascUc figli , die tiilli vivevano iicl 1755. Ella nc niise al moiulo (|iialIio in ogni jtarlo per qiiallro (ialc, Ire in selle c liiUo il roslo I'liroiio i>i'iiic!li « (1). IJurdac la pu- re niciizioiic (•( iiic una donna liicdo al niondo ([iiaranla- quallri) handiini, cine Ircnia in nn prinio nialriinonio c qnat- lordici in un sei-ondo (2). iVon parlo dci I'alli ra|)porlali da Arislolilo , Frank , di Dciiiani rilcvanli m , ma clic noii sono da conipararsi ai prinii. I! case in cranio (piindi garei>giaiulo ooi digi^ia cennali nierila ad ogni rigiiardo che vcnisso corrcdalo di (pialclic rillessione. Addcnlrianioci nclla parle Fisiologica : abhenche come ho dcllo a poclii e ccncesso penctrarc negli o- sciiri lahcrinli dell' Kmbriogenia, senza die s'imhallesse in fpialdie niodo nclle iiiolosi e nclle inccrlezze; cio non di maiico mi ingcgnerii in guisa accii) il mio ragio- namenlo nella spiega del lallo in esamc sia consenlanco ai priiicipii su lali leoriche emanali da' piii commendevoli auluri. Mcllianio a monlc le ipolesi die Ic poclic conoscen- ze ariolomidie e la mancanza delle lisioloijidie osserva- zioni avevano fallo einellere sn (pieslo riguardo ad Empe- docle Topinione, die assicurava avvcniro le gravidanze gemclle |)ci- I'alihondanza e distensione dello sperina (3), ad Asdcpiaile die I' allriliniva alia naUira del medesiino paragonandolo a (piel grano d'Orzo die |)roduce due o ire oi'dini di spiglic (i), non che ad Erasistralo che lo (1) Francesco Fiiornicr , Dei casi rari in Medicina vol. I. pag. i'i3. (2) Hurdac. Tratt. di Fisiolojr. cniiiii. vol. II. pag. i43. (.'$) Kinpedoclcs aliiiii(i;nilia si'ininis el distensione, duos tresne infantes cnncepi dicil. (i) .\s(iepi;ides id ipsiiin natur.E seiniiiis ascribit; nam ad hor- dium reperiliir (puid diKiriiiu et triurn (irdiniirn spicos gijjnit, ita fcr- tilissima exeat ipiud duos piuresquc fa;lus procreul. — 8G — riferiva al prendimcnlo della inalricc (I), ed agli Sloici che alia vulva divisa in duo loculi ruddehilavano (2) : cio essendo non solo un lambiccarini il ccrvcllo di Iroppo, e nulla spiegare, nia ben anco un lediare Ic voslre nienli con abbandonali principii di anli(piale dolliine. Monla bensi dare un colpo d' occbio al vaslissimo campo in cui novella luce ban gellalu nn Prevosl e Du- mas , mcrce Ic loro accurate osservazioni islologichc conslalalc da Baer c comprovalc da quelle di Valcnlin , Purckinjc, llenle, Biscbolt, Muller , onde animellere coi medesimi che il germe esisle in fallo e non in forma , come credevano i preformisli; nc die la sola nialeiia sia sullicientc a formare un nuovo individno molamorlizzandolo, perclie essendo sempre I' alto generalore solloposlo all' in- fluenza della vila, (piesta niellendolo in molo lo sviluppa. Passando sollo silenzio le vcdule niorfologicbe cd organologiclie dell'ovclo, imperoccbe sarebbe lo slesso cbc dilungarnii da vanlaggio, o ornalissimi Accademici, cre- do necessaria cosa passare alia disamina delle parlico- larila del caso in esamc , le quali alia spiega di esso pongono luniinoso argomenlo, o per meglio dire formano la base, su di cui se ne crige il Icorico svibippo. Im- pertanto uopo e far cenno del Durdac su di lali malerie, il quale ha conslalalo due ovoli nel medesimo vescicolo Graafiaiio, circoslanza, dice lo slesso aulore, « che spie- ga come Heusmann non abbia Irovalo die sei vescichelle scoppiale in una scrofa sebbene la malricc conlencssc nove (1) ErasislraUis in appreliensionem malricis causam refert iit in brulis quoqiie conlingil: nam eornm ulcrus cum bene purgaUis fue- rit ad conce|iien(lnni semen disccndit. (2) Sloici vulvas dicunt liab(!re loculos cum igitur in duos se- men incidciit geminos, cum in tres abiorit Irigeaiinos fuetus. Ved. Galen, de Hist. Pbilosopb. pag. III. r — 87 — cmbrioni (1). Viardcl osscrvo (|iiiillro emhrioni iiniani ia nil solo ovolo (2). IJiscliolT, pai'laiulo ilalla iiiaiiiera di comportarsi gii ovoli ncllc giavidaiize miilli|)lc, dice aver vcdnio iiclli' coiiii^lic due (ivoli iicl nicdesinio rescicolo Tiraaliaiin; iioa die le osscrva/ioiii di llaer nolle caniic , di IJidder nelle vacclie, di Uelioii negli iiccelli e precisa- inonlc nelle galline: cosa die e slala da cliinnquc osscr- vala (3). Tali iiileressanli scoveric , ahltenche in esseri infe- riori, cd i piincipii emessi deirallnale lisiologia, nicllen- doli a condnnlo ai dali priniaii die il noslro caso ci ofTre , ci porlano per qiianlo e possibile a darne la se- j;ucnle spiegnzione. Cosi adniupie slaliilili essendo qnesli due principali caralleii nel niio coso : la ooslanza ddle concezioiii seni- prc gemdic , senza sproporzione vcruna dci feti , e il carallere niorfi)logico degl' iiivilnppi I'elali, cliiaiainenle rilevasi la (^oesislenza di due emiirioni in nn ovolo, o a nieglio dire la esislenza dei rndimenli di dne esseri in lino inviinppo ovarico o voscicolo firaafiano ; cio die ginsla qnanio siil proposilo ne dice I'oslelrico (>lievclle IIo-< norc fonnerehbe la seconda nianiera delle gcnielle gravi- danze (i). l\e qnesli csempii soli, o Signori, pongono Incc alia spiega di esso, ma hcnanco la microgralia enihriogenica, la (\\\n\('. pieiianienle ci insegna die la genesi di siniili iiivilnppi si lira dalle parli eoslilueiili I' ovolo. Da si falti principii ddremltriogenia ])arleiido agevole si ridnce lo sviluppo delle nuilliple gravidanze gemelle da me esposle. (1) Biirdac opcr. cit. (2) Oliscrv. siir In |)rnliq. dcs acoouclicmcnt pa^. 113. (It) Vod. BisrliiilT. Ovdiiij;-. animal. (4) Cliovclle Honore, Trait, accouchement pag. 225. — 88 — Le ovaje per un ccccsso di polonza dinamica originaria- nienle ivi rcsidcnlc due ovoli foriiiiivaDO in un solo vcsci- colo Graafiano , i quali con conuini invilu[t])i , come io !i osscrvai, dando iiicrcmeiilo ugiialc ai due csscri die vi si contcnevano , formavano le gravidanze geniclle. ISe di ailro niodo cio poleva avvenire allesocclie coiiiuni esseiulo gii inviluppi non puo mica ammellersi, come dicova Ilal- ler : « Causa mulliplicis faclurae vidclnr (piaerenda nu- iiiero vescicoiai'um , quae codeni lenipore , in codcm ova- rio malurae, et ad efficicndum corpus lutcnm idonce fint cc. (1), non polendo mai sein|>re la cnergia della forza fornialrice essere ucualc c coslanle , e I'anlaiionismo di- naniico spesso accadendo in guisa da Sj)i'oporzionare I'ti- gualc sviluppo in uno dei due esseri , e dar luogo cosi ad un fenomeno anonialo o leralologico. Ne lampoco come Ilippocrale opinava , cioe al bilohanicnlo dcH'nlcro, da- poiclie le accurate riccrclie dciranalomico iN'apolilano Gal- ti , c posfia quelle di Eisimnnn , IJauino , Litre , Saba- lier (2) lianno cliiaramente diujostralo die tale confornia- zione anatoniica ha niostrato spcssissinio il fenomeno della snperfclazionc , e non qncllo pero ddle gravidanze multiple : e il mio caso specialmente non puo riferirsi a questo bilohamcnto d'utero , poncndo mcnte alia cost.inlc contemporanea maturila di cssi ovoli , alia forza forma- trice die costantemcnie ha accompagnalo i due embrioni nello slcsso grado di forza, ed alia coinunanza degl'in- \iluppi felali , i quali mostralo avessero allri caratleri e non qudli die io passcro a descrivcrc. La placenta era unica avente immense comunicazioni vascolari e precisaiiicnte nei Ironchi ombdlicali, ove inseri- (1) Halter clement, pliisiolog. torn. X. lib, XVI. pag. 224. (2; Yedi Pasqualone inanuale di medicina legale toru. 2 , pa- gina 19. ,. .;-,n,;-):'i-. v . : r — 89 — vansi i due cordoni del prodollo, cio clic pure hanno os- servalo Smollio, Levrel. Sulzor, Descrmeaux, Volpeau (1). La fadura cd il forion crano conuirii ai du('f<'(i, monlre r amnios (urniava loro nil involncro spcciale: csso lira iiiliilli saa ijencsi dalla loglicUa interna dolla vescicola blaslo- derniica. li cdiioii jiero era uiiico, liaeiido sua uiigiiic dalla zona Irasjiareiile doll' ovo ovarico e |)recisanicnlc dalla meinbrana vilcllina dclia logliella eslerna della nic- desima vescicola hlasloderniica , la quale saiehliC slala doppia se la cadula di due ovoli avcsse avnlo luo^o, ab- beiiclie viceversa nei casi osservali da Oiazio darnieri Boivin , IViemycr, IlalliM- (2) si e coiistalalo conie I' am- nios Coniiava nn iiivolucro coinune anco nei casi di gra- vidanze geinelle uniclie , ove si pensa la cadula di due ovoli. Ma dondc la multiplicila di queslc gravidanze ? IVella donna die fa lesi di qiiesla niia scrilla e innegaliile un cccesso di poleiiza dinamica dell' a])pareccliio genilale ; e quindi la precoce ed ahboiidanb! app;iriscenza in lei del flusso nieslriialc ail'eta di aiiiii dieci, in cui cssa la prima volla In mcslruala. La ineslruazione "iusla le osservazioiii di Pancliel (dc Rouen) Hacisborscki, Hubert, Lee, el'espres- sione della cadnta deijli ovoli nello slalo di maturila. Dun- que qucslo slalo di polenza dinamica, die a com|)imento porld gli ovoli nei periodo deli'ela noii ordinaria, pro- scgnendo ad essere nello slesso grado per I'appresso, il fenonicno (b^U'esistenza di due ovoli in nn solo vescicolo Graaliaiio addiisse. In quanlo alle gravidanze poi Ic quali tulle furono segnile da aborli, non fa d'liopo die io mi affalidii di Iropjio a riiilracciarne la causa, poiclie e agevoleil rilrovarla (1) Vcd. Vclpeau, Art. del parli Parigi torn. I. pag. 303. (2) lliiller. Oper. litat. lom. X. . ,. . ,..>;,: ATTI ACC. VOL. Xll. ** — 90 — nclla niulliplicila tlci feli, come ben ci avvisa il Cangiamila col (lire: faeluum mulliplicilas cum dilTicilius naliira ad perfeclioncm pcrducal uhi siiil plures cc. (1), c cio per la poca niilrizioiie clie due ossori possono averc dall'or- ganismo malerno , e iu quesla donna mollo piii, avendo essa per la sua miserajjile condizioiie una poco nulricntc alimonlaziono, incapace quindi di sostencrc la buona ma- nulenzione della propria vila e quella ancora dei prodoUi del sue concepinienlo. Ailres'i non poco a cib iidluiva la causa morale clie delermino il i)rimo aborlo , di cui so- pra feci cenno , la (juale prodiicendo un disUirbo nell'in- nervazione locale, in essa lascio una cerla suscellibilila ; dilalli quasi allorche la gravidanza perveniva al pcriodo della prima 1' aborlo avveravasi. Tiene un ullimo poslo, in seguito alia disamina delle parlicolarila in parola, I'essere quasi tulli masclii i pro- dolli da colei concepili , ad eccczione di Ire fcmine, clie furono semprc compagne ad un maschio. Cio ben si spie- ga, secondo la (ilosolica senlcnza del Meckel, col grade di cccessiva vilalila dcllo a|tpareccbio gcnilalc della don- na in esame: cssendo secondo il prelodalo scriltore il scsso mascolino il prodoUo drU'energia |)iu dicliiarala delle me- tamorfosi organiche. Tralascio di rifcrire sull'assunlo le ipolesi di Atkermann, (2) e quella di Knox (3), non che i suggerimenli, non comprovali dal I'ullo, di Ilurat e Ve- nclle (4), baslando cio, onde maggiormenle spcrperarc quelle (1) Canninmila, Embrio^fpn. sacr. (2) Ai'kcrmann ciede die remlirione non lia snllc prime sesso, e clie qiieslo vienc determinalo (luU'enibriotrofo abboiidanle piii o ineno d'ossiijene. (3) Kuox dice cbe il gcrine cnnlicne ijli clcnienli dei due sessi e la scssiialilii dipende dalla preiloniinanza di iiiio di essi. (i) Hurale e \'enolle alliibiii\aii(i avvcrarsi il sesso mascolino. uierce luso di uii' aliuicnla/ioiic nulriliva. , — 91 — prische dollrinc, clio in tempi non molto rcnioli regnava- no, ed a norma tlci qiiali Iluckc, Millot fiirono i primi a credere rlie I'ovnjo deslro conlcnessc i gernii dei ma- sclii e qucllo sinislro i gcrmi deile femiiie; principii clie ladelont il primo ad evidcnza diinoslro assiirdi. Qiu'Slo adunquc, o henemerilissimi Accadcmici, e il ragioiiamcnlo die la pochczza del mio ingcgno ha polu- lo in qiiaklio modo abbozzarc, e parnii il piu conscnla- noo ai principii ombriogenici ammessi oggi nella scienza. IJelio ollroniodo si addimoslra ii considerare come la prov- vida nalura si piacc a qnando a qiiando darci un lampo dclla sua polcnza. E forse cio un rcsullalo di quella leg- ge di compenso slaliiilo ncll' ordine di essa ? sarebbe qucslo un riparare alia niancanza dcgli uniani individui apporlala no! niondo per le donne slerili creandone delle allre proliliche, come cliiaramcnio lo dimoslrano le stali- sliclie aH'unpo formale dal Sussniilch, da Hawkins e quelle di llediu? (1). II caso da me osservalo ben mi avveggo, o Signo- ri, avrcbbe abbisognalo di una j)iii diffusa spiega ; ma a cbe occuparvi davvanlaggio di lalune idee di cui zcp- pe sono le pagine dei moderni endjriogenisli ? a die ricliiamare alle voslre menii quci principi, die sempre slaniio |)arali innanzi la voslca memoria e die formano parle del vaslo corredo delle voslre scicnliliche conoscenze? Mi e gralo si , Tavervi oggi csposlo un caso non mollo ordinario ad osscrvarsi nella scienza , cennando di volo (pialdie idea siilia spiega di esse. Cii) mi basla , se non mi ingaiino ad olteiiere presso qiieslo dollo Consesso, merce il voslro cdiiipaliinciilo, il vanlo di avervi io presenlalo I'e- lemeiilo di una rarn osservazione scienlifica sopra il rife- rilo caso di eslraordinaria fecondila niuliebre. (I) Vcd. Burdac, oper. cit. torn. II, pag. 431. :i 0 :■ '>-.'; n i.ff! :>ti(t*;'. ' 1' ' ii ;/ .'. 11' :;■•(; . i! ■'. .1/; 1 ■ ^''\l -■.: : H.i ■ ' ■ '-■'. ■ M ( ■I ;ii>'- 5a]ii5H(D32^ SILL A INOMEACLATURA CHIMICA DEI S(£>aa ©iiiB^aa^ S3 Qii-Baa^ra PROFESSORS DI FISICO-CniniCA NEL COllECIO CVTELLh SOCIO ATTIVO DELL'aCCADEJIU r.IOENIA LETTA Delia sediila ordinuria il di 21 febbngo 1856 ATTI ACC, TOl. XH. IS f:i La nomenrlatura sistematica e per se stessa I'esprossionc d'liiia leoria complcia . . . II cangiamcnio di nomonclalura lungi di nuocere , e al contrario iin mezzo di pill, per facililare il cammino delle idee. liERZELirs. Tral. di chim. lorn. I. I L liiiguaggio c uiio di quell'instinlivi doni, che la Prov- vidonza ha volulo comparlire all'iiomo. La zoologia ci fa conoscere, die taluni aniinali con parlicolarc niodolazionc dclla loro voce, e mcdiante spe- cial! azioiii appalosano i loro l)isogni; ma qiiesle riguar- dar si dclthoiio coilegale ai loro bisogni primilivi, e noii mai aicliileltale dalla facolla di aslra/.ione di cui son privi; i'acolla , die colaulo separa e subliina 1' uoino da- gli allri aniinali. L'uonio con parlicolari segni pno manifcstarc i suoi senliinculi, i suoi pensieri, rappresenlare nella sua nienle svariale idee, e lullo cio, cli' e vanlaggioso ed utile alia sua esisleiiza. Ki rol concorso di qncsli segni si rappresenla la slo- ria di hilli i tempi, genera svariale idee cd ac(|uisla nnove conoscenze, c molto estende il palrinionio delle scientiG- — 96 — che cognizioni, trasnicUciulolc in tal gnisa alia tarda po- slerita. Or avvengache il lingiiaggio e rimmaginc del falli, c qiiesli lanio niiiggiormciile si apprcndono qiianlo i se- giii, die adopransi sono scmplici, nnaloglii, ed cppressi- vi; pur tuUa volla pcrclic ai olleiiga inliera cslesa co- nosceiiza di qucsli falli, giova niollo, che le osservazioni c gli cspcrimciili da che ossi provcngono fosscro slati con liiUa accuralozza eseguili. Senza duhhio i falli hcnc osservali, I'esporicnze con lulta accuralozza iiianeggiale, accrescono di niollo i pro- eressi dellc umanc conosccnze. Consullando la sloria dellc fisiche scienzc si conoscc , che in chimica Ic osservazioni c 1' cspericnze iiilrnprcse nelle scorse epochc iiialaniontc fallc c senza melodo in- Irapresc, feccro riniaiierc q\iesla scienza ncllo slalo sla- zionario, conlrihuendovi non poco le snpjjosle congetlurc degli alchiniisli. Ma sciolla dai lacci di (piesli c lenendo per gnida I'esalla osserviizione e per direllrice la ragionc raccoisc inollissiini nlili jirodolli c vanlaggiosc scoverte. Inlanlo (Injlon 3Iorvean il primo, insienie ai signori Lavoisier, IJerliioilel e Foiircroy sUidiando le scoverle chi- miche, che i loro indefessi lavori aveano dalo alia luce, e lullo quello, che di ulilc e vaiilaggioso regislralo rin- vcnnoro iiei vccchi lihri di chiniicii d<'i'li Arahi cd in quelli di Slahl , di Scheole , di Blacquer e di Pricslley, ohhligali si videro ahbandonare Tanlico lingnaggio, per- che jiieno di |)arole liglie dell' arhilrio , c di iuisc simi- liludirii , soslilnendone un'allro, die nioslra i falli quali nalnralmenle suno; onde la chimica adollando queslo lin- gnaggio conla posilivi progressi. Ma sicconic nella dcnominaziono di quasi lulli i com- posli vi si discopre una corla iniperfezione, che sovcnle rende poco inlelligihile, la nalura, la coniposizione e spe- — 97 — cialiiicnle Ic qiianlila ])r()|)nrzioiiali di ciii son (pielli co- sliliiili, im|)('il('zi()iii, die liii (>fii;i le liCormc a lal iiopo escjiiiilc «ral(Hiaiili dolli cliiiiiici noii liaii Idllo di mezzo; credo o|t|t()iliiii() sollomcllcie alio sciiolo cliiiiiiclic cd a voi soeii oiiialissiiiii laliini iiiiei peiisieri, i (|iiali niiraiio a moslrare a iliiaie nolo iion die racceiiiiale iniperfe- zioni; nia allresi a dar i iiiczzi |)er evitarle, propoiiendo lalniie iiovelle coiiveiizioiii ylossologidic semplici, hrcvi e lilosofidie, Ic (piali , se nial non mi avviso , liducono maggiormciilc lecnico precise Tadultalo diimico liiiguaggio. I3IPEH1EZI0M GLOSSO-aililUClIE Tenendo disoorso sidrimperfczionc della cliimira no- mendaliira cade in accoiicio far paiola, die somiiii dolli nclle ioro opere ])arlaii() ddie laciine del diimico liiiguag- gio; ed il liegiiaidl iioii solo riguarda difellosa la iiomen- claiiiia degli ossidi e di allri rumposli, ma eziaiidio cspo- iieiido (piclla degli acidi scrive la senleiiza die siegne : Les exemples epic nous venous de ciler, el la discussion (pii les accoiiinagiie, suniseiil |i()iir iiioiilier eomhien ces recles soul insullisaules el deletliieiises el Cdiubieu il est a desirer (pi'oii les melli? hienlol en liarmonie avcc I'elat acUiel de iios coniiaissances. Fraltanlo per ridiirrc piii fermo I'argomenlo in esa- me parnii opporliiiio espmre alcpiaiile leggi, die regolaiio Ic comliinazidiii diiiiiidie. Tulle le cdmliiiiazioni lian luogo fra nn picdol nu- nicro di elenienli. La iialura non si presla com racilmenle a formare prodolli, chc ollre|)assaiio un nudliplo di (pie- sli elenienli , cioe die risnilaiio di un gran numcro di corpi semplici. La scienza ci moslra, die si pnssono ri- diirre da (piallro a cincpic classi quasi lullc Ic couosciulo coniposizioiii. — 98 — La prima racchiude le combinazioni binarie cioe for- niale di due clemenli, cosi gli ossidi nel regno inorganico, gli olii essenziali nel regno organizzalo. La scconda comprende le combinazioni ternarie, cioe a dire di tre elemenli, I sali e molli composli organici apparlengono a qiiesia classc. La lerza conta quelle formate di quaUro elemenli. Taluni sali niinerali c mollc soslanze organiche |)Ossono servir di esempio ; bens'i quesla classe non e lanlo ricca come le prime due. La quaria cioe qtiella che ei fa conoscere lutli i composli a cinque elenieiili e rara. 11 regno inorganico cc ne offre pochi csempii, al conlrario il regno organico. La quinla, che racchiude le combinazioni a sei ele- menli, conla pochissimi esempii. Ma quello che maggiormenle inleressa conoscersi e, che gli slessi corpi elemeulari oppure composli combi- nandosi in diverse quanlila proporzionali , conscrvando senq)re la legge binaria, lerlaria e qualernaria elc. dan luogo ad un immonso numero di prodolli dolati di pro- priela diverse di quelle delle parli loro cosliluenli. Iiifalli consullando i libri dei moderui chimici os- serviamo; che lulle le indefesse fiiliehe loro niirano spe- cialmenle a farci conoscere, che I'inlicro progresso chi- mico dei noslri giorni consisle nello studiarc ed esperi- menlarc come gli elemenli semplici della maleria rilro- vandosi a conlallo, sollo I'azione di diverse polenze, com- binandosi in delerminale (pi'inlila per !o piii pro|)nrzionali , pervengono a dar nascita a conq)OSli divorsi, che offrono parlicolari propriela, da cui rilragonsi ulili e vanlaggiosc applicazioni. Gli esempii qui ap|)resso nolali rendono piii evi- denle I'avviso supcriormenle espressalo. Azoto 173,00 -i id. -+ id. -i id. -+ id. -4 Mercurio 2500,00 -+ 12o0.00 -t- Cloro 443.20 id. — 99 — PRIMO ESEMPIO - i1) 100 = 273,00 prolossido di azoto 200 = ,"?73,00 doulussido di azolo 300 = 47.";, 00 iifido rizoloso 400 = "i/.t.OO iicidd ipoiizolico 500 = G7,"(,00 ucido azolico SECOPiDO ESENPIO Ossigene 100 = 2600.00 prolossido di mercurio 100 = 1330,00 deulossido di mercurio TERZO ESEMPIO liame 30:i.00x2 = 1234.40 prolnclnruro di rame 3!)3,C0 = 838,80 diulocloruro di raiiic QUARTO ESEMPIO Ferro c Solfo 330,00 -+- 200 = 330.00 protosolfuro di ferro id. -+- GOO = <)30,00 persolfuro di ferro Qiiesia k'ggc lia luogo non solo tra i corpi scmplici; nia cziaiulio regola Ic tombiiiazioiii , clic si I'unno Ira i corpi coiiiposli. QUIMO ESEMPIO Acido Solf." Potassa 300.00 1000,00 Acido carb.'" 380.30 = 1089.30 solfato di poln??a 380,,.3O = l.-i8'J,30 soHalo acido di polassa SESTO ESEMPIO Potassa 27:;, 00 -4- 38!».30 = 804.30 carbonalo nculro di polassa 273,00x2 -+- 589,30 = 1139,30 bicarbonalo di polassa — 100 — Or premessi i menzionali fnlli fa meslieri porre in esame le dcnomiiiazioiii di alquanli composli, le quali ci moslrano cliiaraniciile riniperfezionc del cliiniicolinguaggio. II Polassio con 1' ossigcnc forma trc ossidi nomi- nali sollossido di polassio il primo, prolossido di polas- sio il secondo , e perossido di polassio rullimo. Dalla denominazionc dei trc accennali ossidi possiam com- prendere solamcnle la nalura e la coniposizione di cssi; ma ncssuna idea possiamo acquislare relalivanicnle al nu- racro dcgli cquivalenli di ossigeiie e di polassio, die co- sliluiscono i sojiradclti ossidi; nc pure si comprcnde in quale rapporlo quesli due corpi semplici si sono combi- nali per dar nascila agli ossidi, di cui e parola. II cloro con 1' ossigcne forma selle combinazioni , cioe I'acido ipocloroso, I'acido cloroso, I'acido ipoclorico, I'acido clorico , I'acido pcrclorico, I'acido cloroclorico , e I'acido cloroperclorico. I prinii cinque sono il prodollo dell' ossigene col cloro; il primo dei due ullimi riguardasi come il risullato della combinazione dell'acido cloroso con i'acido clorico, r ultimo la combinazione dell'acido cloroso con I'acido perclorico. Dalla denominazionc dei suddelli acidi non possia- mo primieramenle comprendere se il cloro e slato aci- dilicalo dall'ossigenc o daH'idrogenc , adollando la dot- trina degli ossidi acidi c quella degl' idracidi; quantun- que r ossigene e slalo riguardalo I'acidificante per eccel- lenza, come avverlono taliini cliimici, e non e difficile ap- prendere la vera coniposizione di qucsti acidi; pur lulta volta molto gioverebbc specificarne I'acidificanle. Ma le denomiiiazioni dei due ullimi non preccdute 0 scguilc da ncssuna convenzionale parola non ci annun- ziano affallo la loro coniposizione. Ed in vero quale espres- sione o parola ci svcglia nella menle, che Tacido cloroso — 101 — unilo con Tacido clorico dii nnscita all'acido cloroclorico, die I'acido cloroso unilo con I'acido pcrclorico forma Tacido clorojicrdnrico ? Per lo clic le conosccnze, clic possonsi rilevarc dalle denominazioni di quesli due acidi sono in- coniplclc 0 conlnsc. Inollrc coiivinii dall'osporicnza , clic gran vantaggi rilrae il cliimico apjircndciulo dalla scmplice denoinina- zionc, la iialiira, la comjiosizionc , gli c(piivalenli , e Ic rclalive (|nniitila dcllc paili cosliluenti un coiiiposlo, pos- sianio ajxTlanienie soslcncre , clie la nonicnclatura (legli acidi ill discorso vi nioslra la naUira di essi, ci annun- zia conliisamcnle la coniposizionc loro, ma non ci dicliiara, gli ('([uivalcnli c Ic rclalive (juanlila dclle parli cosliluenti gli slessi. I'sando le preposizioni ipo ed ipcr si romprende in gcncrale, clie una maggiorc o niiiiorc quiinlila di ossi- gcno 0 di cloro, insieme condjinandosi, costiluiscono la- luni dcgli accciinali acidi relalivamcnle ad allri, die for- niali dcgli slessi priiicipii porlano la slessa dcnominazione. Quale segno significalivo indica, die le succennale parole dinolano piulloslo le quanlila di ossigcne e non del clo- ro? iVcl caso die deblionsi ril'erire all'ossigenc moslrano ellcno gli equivalcnli, e le quanlila proporzionali diesso? ccrlanienlc die no. Tralascio di far ccnno dei nomi di allri coinposli nella denoniinazione di cui si le"c;c non solainenle le men- zionalc impcrfczioni, ina eziandio un senso lullo arLilra- rio relalivamcnle alia composizionc loro. Cosi il carlionio e r ossigcne cnlrando in comliiiiazione generano alquanli acidi, cioe I'acido ossalico, Tacidu mclassalico, Tacido ro- dizonico, i'acido croconico, e I'acido inellilico. Siffalle de- nominazioni ci avvisano sidamenle la nalura di qiicsli, ma non mai la coniposizionc c gli c(|uivalcnti di ossigcne c di carbonio, die concorrono per formarc gli acidi suddelli. ATTI ACC. VOL. XII. , 14 — 102 — Le denomtnazioni di Inlli i succennati composti ci fan aperlamcnle ccmoscerc rimpcrfezione della cliimica no- nienclalura, die oggidi cone nellc scuole, e ciascheduno pienamenle piio restar convinto consullaiulo quelle di tulli i composli foggiale sugli slessi principii giossologici. RIF0IJ3IA DEL CIIIMICO LIIVGUAGGIO. Esponendo Ic basi convenzionali della menzionala ri- forina e vanlnggioso primariameiUc premellere il signifi- calo dellc parole ossido, base, sale, poiclie c'annnnziano delle class! di composli, chc raccbiudono per dir cosi lo insiemc della cbiiiiica scienza. L'ossigciie reslaiido coinbinalo con un corpo sem- plice, vi forma gli ossidi, i qiiali possono offiire i carat- leri degli ossidi indiffercnli , di qiiclli , che si ritengono per ossibasici, oppurc dar luogo a composli dolali delle propricla apparlenenli agli acidi. Gli ossidi melallici classificansi in Ossidi indiffeienli — basici - — acidi — salini II pcrossido di sodio e di manganese appartcngono alia prima classc. II protossido di polassio c quello di ferro alia seconda. L'acido antimonico e 1' acido molibdenico alia terza. II bismulalo di bisniuto, I'anlimonialo di protossido d'anlimonio alia quarla. Acidi. Sono propriela caralleristicbc degii acidi, ar- rossire la linlura di lornasole, unirsi alle basi e formare dei sail, esposli alia pila porlarsi al polo posilivo. Sono pure riguardali per allrelanli acidi le combinazioni dello zolfo, del silcnio, del lelluro, del cloro, del bromo, del — 103 — Duoro, dcH'iotlio con ridrogcne. Quindi i>Ii acidi, che han per acidificaiilc Tossigciio si iiomiiiniio ossi-acidi; gli allri prendoiio il iiomc di soU'o-acidi, cloro-acidi; cosi I'ossi- gcne iiiiilo aHazolo da nascila all'acido azolico, il cloro combiiialo con I'idrogone, foiina 1' acitio cloridrico. Base. Uii gran nnniero di ossidi niolallici dolali della propricla di iinirsi agli acidi e gcoorarc i cosi delti sali , dicesi base. Alquante comhiiiazioiii forniale di solfo, di teliuro , di silenio, di cloro, coii parlicoiari niolalii, ic (piali co- sliluiscoiio dei siill'iiri, dci cloruri nielallici riguardansi per allrelanle hasi ; poiclie, analoganicnle alle ossiiiasi, si uni- scono ad allri sulfiiri e ad allri cicruri. Sali, Si noniina sale la condjinazionc di nn acido con una base. II sale neulro e cpiello, che non offre j)ropriela apparlenenli ne all'acido, ne pure alia base, di cui e fornialo (1). II sale acido e quelle, die conlicne niaggiore cpian- tila di acido rclalivamenlc a quella del sale neulro. II sale basico e quello, die conlienc niaggiore quan- tila di base relativainenle a quella , die conliene il sale neulro. Iiiollre le coinbinazioiii di due solfuri, di due clo- ruri fra di loro riguardonsi come sali. Idlanlo delerniiiiala la si"!iificazionc delle inenzionale parole, cade a proposilo ridurre alia inente le priiicipali couvenzioni slabililc ncl piano di nomenclalura, che oggi si parla ndle scuole; e qnindi trascrivere quelle, die da iioi s'inlende slabilirc , oude nienlio conoscersi il vanlaij- (I) L (jucsta r ()i(liiKiii;i osprcssione, clie si u?a netle scunic per ilcsiiiiuin; lu iioiitriilil;i di un sale (|iniliiii((iic ; ma 1 chimici riguur- diuulo non csaUa I'azione, clie i soli csercilano su i reallivi colorati, dclcnniiiano piiillosto la nonliatila di cf-^i mcltcndo in calcolo 11 rap- porto dull' ossiyone dcllo utido aH'ossiycue dulla base. — 104 — gio e la supcriorila, clie se ne ricava facendo uso di que- ste ullinie. i. Si chiama ossido il prodollo della comhinazione deir ossigcne con un corpo sciiiplicc qualuncpie, signiG- cando ocllo slcsso tempo Ic quanlila di ossigeiie, clic cia- scliedun ossido conliene con le parole jn'oto, deulo, trllo, penta. 2. Si da la dcsinenza in oso ad un acido, clie con- liene niinore quanlila d' ossigcne di un'allro, e la desi- iienza in ico ad un acido, clie conliene maggior quanlila di ossigcne del prinio. 3. Si adoUa la dcsinenza in ilo per tulli i sali, che ritengono per acido qucllo, die leriiiina in oso e la dc- sinenza in alo per Uilli i sali, clie conlcngono 1' acido, clie terniina in ico. I sali acidi si annunziano con la prcpo- sizione sopra; i sali basici con quclla di soUo, precedendo ambedue al nomc gencrico del sale. Si fan Icnninare in uro lulle Ic conibinazioni non os- siffenalc dai niotalloidi fra di loro. o di un mclalloide con un inctallo, esprinicndo ncilo slcsso tempo le quanlila del primo clenienlo con I'aggiunla delle parole proto, deiUo, penla ale. NOVULLE CONVENZIONI GLOSSO-CHIMICllE 1. In ogni denominazione di un composlo qualunque dee leggersi ciascbcduna sua parte cosliluenlc, usando le parole significative dei componenti di esso. 2. Con le parole o&si, clori , iodi, hromi, solfi, idro etc. cbe accom|)agnano un composlo qualunque s'in- tendc niostrare, che i' ossigcne, il cloro, formano parte co- sliluenlc di esso. 3. Si adolla la dcsinenza in ico per ogni sorla di composlo, sia che appartenga agli ossidi, agli acidi, ai sali, non die ai composti non ossigenali. — 105 — 4. Con Ift parole bi, Iri, tetra, penia etc. die pre- cedono o soi,Miilniio i com|)Osli di (]ii;ilim(|tio naliiia cssi siano, s'liileiulc! iioii solamonlc csprinic lo qiiniilila dcler- miiialc (lollc |ta!ti cosliliicnli di qiicsli ; m'allrosi raf- feriiiarc c tlctciminarc la condi/ionc della composizione fonnala dcjfli slessi clcniciiti per Id piii in proporzioiii di- verse; c (piaiile volte ncssuiia dcllc; iiieiizioiialc parole ac- coiiij)agiia nil coniposlo quahmcpic, allora s'inlende, che queslo risnlla di nii oqiiivalciile di un corpo conibinato con un etpiivalcnie di iin'allio. 5. Tnlli i^li acidi di (|iialnnqne sorla essi siano pren- dono, come si dissc, la dcsincnza in ico precediili seniprc niai dalle parole ossi, clovi , etc. se V ossifjene o il c7oro sono gli acidilicaiili, non Irascnraiulo niellere innanzi o far segnire a qnesle parole quelle di bi , iri, Ictva etc. per riteuere presoiile il nuniero degii cquivalcnli dell' acidifi- canle c del radicale. 6. Non si ainmctlono sali con la dcsinenza in ito, come non si connscono acidi con quella in oso. TiiUi i sali, qiialnnque sia il loro genere prendoiio la desinenza in aid. Per coiioscere la coiidizione dell'acido e quella della hase , basta agginiigere alia douominazione salina le parole In, Iri, lelra, etc, che risp^sUivamcnle fau parte di ambedne, le quali [larole cspriinono nello stesso tem|)0 secondo il liiogo, che occupano, grecpiivalenli dei corpi semplici , die coslilniscono Tacido e la base. 1. l*er I'ar comprendere die uu sale e acido oppu- rc basico , la denominazione di esso porta in mezzo, se il sale e acido , le parole bi, (ri, acidn; se peri) e ba- sico la slessa denominazione , cli' esprime it sale ncutro tcrmiua con le parole bi, tri, basico; sigiiilicando in tal guisa il immero maggiore degli e(piivalenti dell' acido o della base, relalivanieiilc a quel die conliene il sale neutro. 8. Si adolla la desinenza in uro per il primo ele- — 106 — mcnto elcUro-positivo alia pila di tutli i composli Lina- rii iion ossigenali, rilcnendo scmpre il secondo clcmento clellro-noiralivo la desiiicnza in ico ; aggiungciulo alia denoniiiiazionc degli acccnnali composli le parole hi, tri, tetra, clc. Ic qnali preccdendo la dcnomiiiazione espri- inono gli eqiiivalciUi del primo clomcnto , seguitaiido qiie- slo ultimo , dinolano gii equivaieiili del secondo clemcn- lo; e nel caso che ncssiina dellc succennale parole ac- compagna quesli composli, s'iiiteiide esser cosliluili di uii solo eqiiivaleiile combiiialo con un'allro di diversa naUira, come si slabili nelia rcgola generaic. 9. Per designarc il nnmero dcgli equivalcnli della animoniaca, die fa parte di alquanli composli, s' aggiunge inline dclla complessiva denominazione le parole bi , tri, alculino. iO. Si nofa generalmente nelle denominazioni il nn- mero degli equivaleiiti dciracqua, clie fa parte d' un com- posto quulunque quando il dimanda il bisogno; allora si usano sempre le parole bi, Iri, idralo. Volondo sigiiilicare, die nn composlo non contiene acqua, la denominazione del composto si fa seguirc dalla parola unidro. ■ ' DIllClDAZIOM AL PRKCEDEME CAPITOLO Per (jli ossidi e yli acidi. ... L'azoto c r ossigene entrando in condjinazione dan luogo a due ossidi, il primo nominalo prolossiilo di azoto, il secondo dcntossido di azoto. Qucste denominazioni ci dinolano la natura e la coniposizione dei menzionati com- posli. Pero dcnominandoli secondo le proposle novellc con- venzioni vien cbiamalo il primo ossiazolico, perclie for- mato di uno equivalenle di ossigene c di un eqnivalenle — 107 — i\\ azolo; I'allro hiossazolico [xm-cIic cosliliiilo di diio equi- valciili ili ossii^ono c di un equivalciile di azolo. in gui- saclie si ac(|iiisla osalla conosconza non solo della na- liira 0 com|)(»sizione del composlo, ma allres'i si ha son- za slcnlo della niciilo I' assoliila conosccnza dcgii cqni- valciili do' due acconnali corpi scnqilici , die coinhiiian- dosi hail dalo luogo ai ineiizioiiali coiiijiosli , cib che noil \mh ollcnersi con ie parole prolo, deiilo. poiche non si perviciK! a coiioscerc sc iiulicaiio la (piaiilila di ossi- gcne 0 (piella dell' azolo, e ncl case, che debbonsi liferire air ossigene ci aiinmiziano iiidelcrminalanienle lo quanlila di qucslo nielalloidc. L' azolo prosegiiondo a conibinarsi ad allri cquiva- lenli di ossigeiie da iKi.sril;i all'acido azoloso, all' acido ipoazolico, all' acido azolico. Oiiesle denoiiiinazioiii non ci preveiigoiio dclhi coniplela coniposizionc dei composli in discorso; all' inconlro dcnoniinandoli sccondo qnello, che si e osjioslo iiel novello piano di riforma. Dnpoiche 1' a- cido azoloso preiide il noinc di acido Iriossiazolico, I'a- cido ipoazolico (piello di acido Iclraossiazolico , c i' aci- do azolico chiainasi acido |)cnlaossiazolico ; dalle quali dcnominazioni rilevasi agcvolnienle, che nel prinio 1' os- sigcnc sla per Ire equivalenli, ncl secondo per qnaliro, neH'ullinio per cin({ue, e ciascliednn acido conliene un solo (Mpiivalcnle di azolo. Mediante la desinenza in oso ed in ico, e la pacola ipo si ap|)rende solanienle la na- Uira, c Ie condizioni delle quanlila indelerminale di ossi- gcne, ma non Ie assolule (pianliia proporzionali, cioe il numero dcgli equivalenli di qucslo inetalioidc. Pet sail L' acido solforico si conibina al prolossido di po- tassio, r acido solforoso al prolossido di sodio, 1" acido — 108 — azolico al protossido di mcrcurio cd al dculossido di queslo slcsso niolullo. Ua qucslc combinazioni nc nascono i seguenti sali: II solfalo di protossido di polassio, il solfllo di prolossido di sodio , I'azolalo di protossido di merciirio, linalnicnle I'azolalo di dculossido di mcrcurio; i quali sali nella proposia riforma prendono il noine di triossisolfato di ossipolassico , il sccondo biossisolfalo di ossisodico , il lorzo pcnlaossiazolalo di ossibinicrcurico, r ullinio pcnlaossiazolalo di ossiniercurico. Qucsla ullima nonienclalura chiaramenle ci moslra la nalnra, la coniposizionc, c gii ccpiivalcnli dci coniposti binarii, die si soiio combinali per formare i sali sopra- dclli , dichiarandoci ncllo slesso tempo il numcro dcgli equivalenli dci corpi scmplici, die formano I' acido e la base; di modo laic clic , dcnominando il primo sale Iri- ossisolfalo di ossipolassico si ba conoscenza di uii com- poslo salino perche lermina in alo, il quale risulla di un equivalenle di acido Iriossisolforieo, e di un equivalenle di base ossipolassico; cbe I' acido di queslo sale e com- poslo di Ire equivalenli di ossigcne, e di un equivalenle di solfo, e r ossido di un equivalenle di ossigcne, e di un equivalenle di polassio. Inollre nella dcuominazione del secondo sale si legge, cbe esso risulla di un equivalenle di acido biossisolfori- co composlo di due equivalenli di ossigcne e di un equi- valenle di solfo , c dclla base noniinala ossisodico com- posla di un equivalenle di ossigcne c di un equivalenle di sodio. La dcuominazione del terzo sale ci fa conoscere cs- ser queslo conq)Oslo di un equivalenle di acido pcnlaos- siazolico , c di un equivalenle di base ossibimcrcurico ; avverlendoci parimcnie, cbe il primo di qucsli due cor- pi biuarii cioe I' acido e formalo di cinque equivalenli di ossigcne c di un equivalenle di azolo, mcnlre I' allro cioe — 109 — la hast; e forinaln di uii eqiiival(Mile di ossigcnc c di due cqiiivak'iili di iiic'rciuio. Dalla deiioiuinazione dell' ullinio sale , si apprcndc facilniciilo , die iiii e(|uival(Mite di acido pt'iilaossiazolico si t' coinhinalo con iiii e(|iiival('iilc di base ossiiiicrciirico, la (|ii,iJo c foriiiala di iiii e(|iiivalenlo di ossigcnc od iiii equivalciilc di nicrcurio. Frallaiilo si coiioscc , chc I'acido solforico si coni- l)ina a doppia dose col piotossido di polassio, foriiiaiido iin sale acido noiiiiiialo suprasolfalo di prolossido di po- lassio. IVella slessa giiisa il j)rolossido di nicrcurio si coinhina a doppia dose con I'acido azolico, I'oimando un sale basico , cbe piglia il nonic di sollo azolalo di [iro- lossido di nicrctiiio. L' ciiuncialc denoniinazioni saline ci svegliano iiella nicule la nalura , e la conii)()siziuiic di quesli composli prevenendoci , cbe 1' acido nel primo , e la base iiel secondo rilrovasi in occcsso scnza dclcritii- nare la ipiaiilila di aiubcdu(! rclalivanicnlc a quclla del sale ncuUo. Nel piano della proposia riforma, il primo di quesli sali riceve il noine di Iriossisolfalo biacido di ossi|)olas- sico, il secondo di |)enlaossiazolalo di ossibinicrcurico bi- bnsico, dal die e facile com]irenderc, die inlroniellendo ncl mezzo della deiiominnzione salina la |)arola biacido , cd enniiciando in line dell' nllima denominazionc salina la parola biliasico , si apprende senza slenlo menlalc lu condizione dci succcnnali composli salini , e gli equiva- lenti deir acido c della base , i (piali fan parte di essi. 1/ iinione di due sali noininahi sali; dopjiio, cos'i la allnme ordiiiaria formala dalla combinazione del solfalo d' (tssido di allnniinio c del solfalo di prolossido di |)0- lassio iiiglia il nome di solfalo doppio d'ossido d' allu- niinio c di prolossido di jiolassio. Siiralla denominazione lion ci m.uiilesia se uno di loro e acido el' allro e nello ATTl CC. vol. Xll. 14' — 110 — slalo neulro. Or secondo la sliil)ilila riformn pinlia il no- iiic (li Iriossisolfato Iriacido ili liiossihialliiiiimico e di triossisolfalo ossipolassico. Chi iion comprcnde con qncsia denoniinazione la naliira, la composizione od nllresi i ri- spellivi cqiiivalcnii del cori)! scmplioi, chc foiniano quoslo doppio prodotlo salino? I'lirliilla volla coiisiderando, (lie I'adollala nomciiclaliira , e cpiolla die s'liiluiide prnporre iiomiiia qiiesia doppia composizione con una Innj^a diccria, die polrehbe slancare la menic , giova piiilloslo servirci dclla denoniinazione einpirica cliiaiiiandoia ailunie ordi- naria. Qucsla prevenzione si propone non solo per lo men- zionalo coniposlo, ma eziandio per luUe allre simili coin- posizioni. PEI COMPOST! BINARII NON OSSIGENATl. • ■ '■:■: Mr I ,,| II cloro si coniiiinn al mercnrio formando due pro- dolli, lino si nomina prolocloriiro di inerciirio , l' allro deuto cloruro di mercnrio. Anibediic nella projiosla rifor- ma si aniuinziano con la denominazione clornro bimercu- rico il priniO;, perclie fornialo di mi e(piivalenle di cloro c due eipiivalenli di mercnrio, I'allro cloruro merciirico, percli' e il prodollo della unioiie di nn eqiiivalenlc di mer- cnrio ed tin equivaienle di cloro. l{:isla qm^slo solo cscm- pio per servire di norma per allri composli, die appar- Icngono alia calcgoria dei composli binarii non ossigenali. '' ' ' • COMPOSTI AMMO.MACALI. II protocloruro di solfo si combina all' ammoniaca formando il cos\ dello protodnrnro di solfo ammoniacale. Senza dnbbio si acqnisla magiiior conosccnza di osso de- nominandolo clorobisolfi di azolurolriidrico bialcalino ; dal — ni- che e facile approndcrc, csser foinialo il composto in osa- me di cloruro hisolfoiico c di azoliirolriidiico ; queslo iilliiiio (Milranilo nclla coinposizioiic p(iliiS-.illi[liolMllico . rnossMiibisiiiulico . iriossibiaiiliiiiojnco Ossiraiiicico . Ossibiriiiiicico Itiossiraiiii'ico Tclraossilriiiranico . Triossibiuraiiico Ossiinolihdciiico Ossibimcrcurico lOsjJiucrcurico . . I'.iiii CO. R' 0. KO^ . X\' 0^ . C'O^ . Mn^ 04 Mno' . Pb- 0. Pb' 0. Bi' 0^ . SI' 0^ . Cii 0. Cu- 0. Cu 0' L^ 04 , V 0' . MoO. ng- 0. ■|nsO- \: ^.,y^ — 112 — ACIDI AiiJo sulfuioso. . . Acido biossisolforico. . . . SO'. Acido SDlforiro. . . Acido Iriossisolforico. . . . S 0' . AriJo iposolloroso . Acido biossibisolforico . , . s=o» . Acitlo iposuMorieo. . Acido penlaossibisolforico . . S=05 . Acido soUiposolforico. Acido penlaossilrisolforico . . s^o^ . Acido ponliilionico Acido pcniaossipenlasolforico . S^ 0' . Acido idrosoH'orico Acido sollidrico S H. 1 Acido broiiiidrico . . Acido In'oniidrico BH. Acido cpliijodico . . Acido cplaossiodico . . . . 107 . Acido iodico . . . Acido penlaossiodico . . . . 105 . Acido fosforoso. . . Acido Iriossifosforoso. . . . Ph 0^ ! Acido fosforico. . . Acido penlaossifosforico. . . Ph 0' Acido foslalico . . . Acido dccalriossiliifosrorico. . pi,3 0'3 Acido cnrbonico . . Acido biossicarbonico . . . . CO' . Acido ossalico . . . Acido Iriossibicarbonico idralo. C'03, HO. Acido mesossalico. . Acido Iclraossilricaiboiiico . . c^o*. Acido rodizomco . . Acido cplaossiepta carbonico Iri- idrato C7 07, 3H0. Acido croconico . . Acido lelraossipenia carbonico idralo C5 04, H 0. Acido mcllilico. . . Acido Iriossitolracarbonicoidralo C' (P . HO. '*' ' Acido cianico . . . Acido ossicianico idrato . CjO. HO. "■\H Acido fulrniiiico . . Acido biossil)icianico . . . . Cr 0' , /i Acido cloroso . . . Acido Iriossiclorico Clo3 . (f Acido floiico . . . Acido peiilaossiclorico. . . . Cl05 . ■>. Acido perdorico . . Acido epiaossiclorico. . . . Cl07. 1 1 Acido cioroclorico. . Acido dccalriossilriclorico. .,,. dccaeptaossitriclorico '. CP 0'3 Acido cloropcicloiico. Acido CP O'; r Clorato di protossido di polassio . . . Aiolalo di prolossido di polassio . . . Azolilo di prolossido di polassio . . . Ipoclorilo di [)rolossi- do di polassio . SALI Ponlaossicloratodi ossipolassico. Pcnlaosslazolato di ossipolassico Triossiazolato di ossipolassico . Ossicloralo di ossipolassico . . CI05 , KO. 1 0 AzO' , RO. AzO^ , KO. , ■.-r,,. CIO, KO. .■)'i •I'l (1) La denominazione di fpicsli due iilliiiii acidi mi o parula la mi- gliore, poiclie, sebbciie non si abbia con cssa la conoscenza doi com- posli , ch(^ forniano gli slessi si ollione tpicllii dci corpi seniplici e gli oquivalciiii di qucsli, chc cosliluiscono gli acidi in discorso; regola, cbe piio adollarsi per allri composli. — 113 — Eptniodnto di prolos-l ......,-.. ;i, ,.i .1 ;. !•% .... sido di poliissio. . Eptnossiodato di ossipotossico . Se.-iquicarboiialodipru Biossi carlionalo lii acido di os- to.s.sido di polassio . sipolas.'iico bihasico Pcnlaossirosfalo di ossipolassico Iribasico Pcniaossiazolato dilriossibiferri- co, Triossicromalo biacidodi ossipo- las.sico Fo.sfalo di prulossido di pola.ssio basicu . Azolalu di .sf'Squiossi- di) di forro . Bicioiiialo ili prolossi- di) di piilassici . (lailiunali) di doiilussi- d(i di ranio iii'ulio MoLifiislalo di protos- sido di sudio Borald di piolossido di sodio Cloroidralo di ammo- iiiai-a Sulfldralo di aininonin- i;a Biossicarbonato di ossirameico. Pcntaossifosfato di ossisodico . Exossiboralo di ossisodico . . Cloridralo di o/olurolriidrico . Sollidralo di azolurolriidrico . COMPOST) NON OSSIGENATI 107, mtV.i.-iir'MM (CO')»,(KO)* Ph05 , ( KO )3 AzQs , FC 0^ . (€r03 y , KO. CO" , Cuo. Pho' iVao. B0« , Nao CIH, \J.IV . SlI, AzIP . .1 lun Bisolfiiro d'idroiiciio .'Bisolfuioidiico Fosfiiio d' idioijcnc ^'assoso .... Fosfiiro d'idrogoiif li- qiiido Fosl'iiro d" idiogeno solido . . . - . Azoliiri) di solfo . Piolociiiriiro di solfo. Spsi|tiis(iiriiro di sla- giio Prolorloruro di ^iili- iiionio Pcrcloiuro di anliiiio- nio Dculoioduro di incrcu- rio . . : . . . Fosl'iirutriidrico Fosliiro biidrico . Birosfiiriiidrico . AzoliLicili'isull'oriro. OlorurobisoH'orico . I'risolfiirobislannico . Tricloiurobiaiiliiiionico . Penlaclorurol)ianlimonico Judiiiii nu'rriiiico C3IVIP0STI DIVERSI (ii.';(;!)ii-|''l S'H. PhH3 . • PliH' . Ph'H. AzS3 CIS' Cl^ Sb' , Cl» Sb- I Hg. Pcrcloniro di solfo ani-l iiioiuaialc. . . . r.lori PbO' , ( PbO )■ f- Le riforme che ho crcdulo dicevole porlare nella cliimica nomenclalura credo, senza duhbio , che rendera pill agevole lo sludio della chimica; niedianle le quali per- verra la giovenlu sludiosa parlicolarmenle ad apprendere con facilla i falti tulli della menzionata scicnza. Frallanto queslo raio lavoro , qualimque esse sia , che io oggi sollomello a vol socii pregevolissimi dimanda il voslro consuelo compalimcnlo. RELAZIOAE GKOCAOSTICV SLLllE ilLLE TERRIf iBf i CHE Si ESTENDONO AD OCCIDENTE Dl CATANIA LeKa ncUii sodula onlinaria M 11 llarzo 183G dell' Accadeiuia Gioeuia di Scieuzc \alurali dal Socio Corrispondente Carmclo 6rinto-|Jatti inCECnERE CIVILE -ol;.:h''-' ci '!''i;/ij' .I I 9iuii (Ornatissinn a ^Acciik ]M>r opera di laliini iiisii>ni iioslri Concillaclini, caldi ainalori ilollc Scieiizc .\aliirali , iiil(!.si a proiiuio- vcriie i progrcssi, fu erclla qucsla nostra Accadcinia, lo studio dolla Cicologia, od in |)arlifoIur mode dolla Gco- gnosia, occiipi), sin d'allora la nioiilc do'|)iii dislinli I'ra i (liociiii ; lainiciitechc, nicrce i di loro lanli lavori cd indcfessc i; accurate osservazioni pralicatc in varii luo- glii dcirisola nostra, possiam dire di cssere dessi i pri- nii riuscili ad al)i)oz/.are ed ordinare sccondo i progressi dclla Scienza il ([uadro generale d(,'ila (leognosia di Si- cilia. Ouadro, die con i vostri successivi lavori , Socii Preelarissinii, avolc di giii di niano in inano (piasi por- lato a conipiinciito , c per |)iii luuglii linito siiio ne'jtiii niinuli dellagli ed accessorii. I'ero i gruppi di colline, cos'i dettc dolle Terrefnrli, the per piii niiglia si esleiidono ad occidente di Cata- nia— su la geognosia dellc quali , quest' oggi 6 lonore d'inlraltcncrvi — sia i)er la loro nalura , sia per la loro — 'M8 — lopografica posizionc relalivamonle al gran cono doU'Eliia c(l alia Piaiia, conio. pure alia eslosa forinazioiic alia quale ap|)arlengoiio, iion isfuggirono alio vosire sagaci invcsti- gazioiii. E ili voro, niolli cccellenii lavori riguartlaiiti ie colline siulclle an successivameiile arricchilo i iioslri alii accademici (1). Pure credo di non addirsi a vana falica , se mal- grado di cio vciigo ad offrirvi Ic mie goognosticlic os- scrvazioni ivi pralicalc; avciido io avula in (|ucsle unica- menle la niira di coniprenderc in uno quanlo spella alia Gcofjnnsia di qucsle I'eraci colline, c sommellervi in se- guilo il risnitalo di allre non iiuilili osscrvazioni. La Gcognosia delle Colline delle To.rreforli, scmhra non oflrire nolabili parlicolarila , clic quolla delle rinia- nenli colline della stessa formazione clie costiluiscono la falda nicridionalc dell' Etna ; se nonche Ie jirime non an quasi giammai suhita veruna niodificazione prodolla dai fcnonieni del prossinio vulcano; laddove Ie allre, in epo- clie diverse e successive, vennero in parle co[)erle o nio- dificale dalle niolle correnli di lava erullale dal cralere j ! ; 1 ■■■ :. , , .; : :....-, i. ' . :: ; > , (1) Molli an scritto su la Gcognosia delle 'ferreforti. Varie notizic ci sono slate tia piu tempo date dal nostro dollo Prof, di Geologia signer Carlo Gemmellaro ne'stioi tiiultiplici lavori. — Condizioni ijeologiche del Iratio terrestre dell FA na. Alti dell'Acc. Gioe. Vol. 1. — Ce)ino Geologico sid terreno della Plana di Catania, ivi vol. Xlll, pag. Ml. — Su la coslihizione fisica dell' Etna, ivi vol. Ill, ser. 2 — Sai/gio di Slorin Fisica di Cata- nia— ivi vol. V, ser. 2. E come apparlenenti ([iiesle colline alia formazione di gres ed argilla clie cotanlo predomina in Sicilia, so- no slate pure dal suUodato nostro- Professore ne'suoi Eleiiienti di Ceologiu , per cio die Ie rigiiarda indicate , pag. 1,32. Ed iiifine pailicoiari dellagli si anno neila elalioiata Meinoria Su la Foasa della Cvetu del sigiiur Pomjjeo Interlandi e Sirigo. Atti dell' Ac. Gioen. vol. XIJI, pag. 207. Ml !il ri'l Mi: . :^:l".,!l l.''H>l n.' !■• .-ir — ■ ( l .''.i .' u;. , i ■) . . — MO — supotiorc, 0 da craleri aperli alia base in scno alia slessa forniazioiie, E si e parlicolarmenle su di qucsto breve trallo di lorreno, non aiicor briilUilo da corrcnli vulca- niclio, chc si n'slringoiio Ic iiiie (j(iuliidar(t e le diramazioni meiidioiiali di Monta I'o. II lorrenle cosi dello del Sordo , che scende dalle colliiie (Id (Uirdillo per la parle orienlale , segnciido pure la direzione di Slid , serve a limilare le diramazioni di Mould Pb c Curdillo. Finalmenle qnello cosi dello della Cuba die Irae origine dalle (aide occidenlali del Curdillo ATrl ACC. VOL. XII. !•> -122 — scoiTC iiella direzionc di Siul Esl, c riiinendosi in iino col prccedenlc, vanno a confluire nel cosi deUo lonenle Bollacilo die va a scaricare Ic sue acqiie nclla Plana di (lalania (1). Formalo sollo 1' impero delle acqno, qneslo lerreno di grnppi di collincllc c di avvallamenii, non e slalo, al pari del rinianenle die cosliluisre la laldi nieiidionale deil'Elna, come di sopra b cennalo, in epoca veruna co- pcrlo 0 modifR'nlo da enizioni vnlcanidie. In quosle col- line invano si ricercano dal Geologo qnclle siiinilicanli ino- dilicazioni, die nolle allie le qnali iiandiegiiiano il gran cono dd vnlcano nel mode il piii pronnnzialo si mani- feslano. 31a esse porb, offrono tnlte (pudle variola di snolo proprie da' lerreni di sedimenlo sucossivamonle lormali; niodilioali in sognilo da gonorali c parziali allnvioni , cd in ogni lonq)o soggotle a spediili agrarie collivazioni. Onesle colline sono di lerziavia fhrmazUme, ed ap- parlengono pe' depusili inferiori al (jruppo sopmcrelaceo del signor De-Ln-lteedic (epoca del lerreno Purigino) od al Pliocene del signor ryoll. II lerreno pliocenico alliimenle dello suhappennino niollo esleso in Sicilta Ira i lorreni lorziarii, e qnello sul quale non pnb nascere discnssione alciina per la sua de- lerminazione, allesodie si nioslra (piasi senipre con iden- lici caralleri lanlo iiiinerologici die palenleologici. s;)' (1) I loiTpnli dello Spirdo e del Sordo si riuniscono nclla fonhada dcnoiiiinula Seriaci, e dnpo breve Irallo vanno ad iinirsi al lorronle i>io|iiiiiiiu'nlc d(!llo ISollociln, clie Irac origine dalle Siele di Molla Saiila Anaslasia e di Mislerhiaiico, il (|iiale iiilersecando, dope di essersi ad esso riiiiiili i jiroioiloiili . la slrada pniviiitiale di Ca!la;iiroiic per la I'iaiia nclla coiHrada detla dello I'aline , va u scaricare le sue atque iiul I'aiilano di Calania. ' ,' i; :m — 123 — Qncslo loiTdio , proso in iiinssn , si ossorva niollo sviliippiilo iicl liilo nicridioiialc delT isola , e the addcn- Inisi per iikiIIc niii^lia di cslciisioiK! verso la parle ccii- Irale della slessa. ]•] considcrandolu iiel l)r('ve Irallo in esa- me presenla una cslesa forniazione di arfjilla niisla a yres icrzUtr'ui , elie (dTre \\n>\W varidii di eolorilo e di cdni- jiosi/ione, inrcnorinenlo alia cpialc slii a giacero Winjilhi blu pluslica. Al di sopra di (pieslo Icrrcnn si eslende per gran Irallo ii lerreno allurittic (inlivo o dilluKiale , die pre- senla varie deposizioni di tiolloli per lo piii di gres ler- ziario e di arenarea ; ed inline il lerreno alluviole mo- (lerno elie olTie laliine vaiiclii per la iiaUira v. la nieseo- lanza de inaleriali da' (piali risnila. E l'nc(!n(loei a considerare , ])er prime, il lerreno inlV- riore 0 yj//oct'«/c» die eosliUiisce le e(dline in parola, pre- senla, conie 0 cennalo, dne deposizioni le (|uali niareano talvolla una dislinla separazione Ira di loro, c lal allra van •iradalanienle a coiifonilersi ; delle ipiali due deposizioni argillose, qnella dcH' argilla di color liln i)ionil)ino , elie sla a giaccre iiifi rioriuenle, e la doniinanle. La roccia dell' argilla l)ln di (piesla I'ormazione, dc- signala in geognos'ia eon 1' adicHlvo di plaslica, e aNpianIo quarzilera , e con i-, i — 126 — liiic, era ilolla Imigliczza
  • o alia bra^ia che conlinua ad abbruciarc da se solo finclie si ridnce in ccnere. L' csimio noslro Prol'. Toinabenc , in un suo lavoro presenlalo co' corrispondcnli saggi alia Sczione di IJota- nica nel VII Congresso degli Scienziali Ilaliani in IVapo- li (1) da conlo delle lignili rinvennle in la forniazione argillosa delle colline di Cifali , Fasano , Leiicatea , Fossa della Grata cd Acquicella e che siensi linvenulc a varie prol'ondila in pezzi considcrevoli irrcgolannenle rolli , 0 in piccoli pezzi che ora sono rami inleri , ora franlumi di Iroiiclii ; ed a fallo osservare die i rami sono separali dal Ironco per il nodo vilalc , come per soluzio- ne di conlinnila ; spesso con scorza scrcpolata , dislinla dal legno ; le fibre del Icgno ( ncro c duro ) dislinle , longiludinali , disposli concentricamcnle , cosliluenli slrali separabili , ora ad uno ad nno ora in masse , la forma di (jucsli rami scliiacciala, e quasi bicostala, dcrivando cio della compressionc sofftM-la dal legno allepoca della fossili- zazione; e qualche volla i rami sono curvali , ed i nodi che a osservato alia base di un ramo rollo o abborlito sono disposli giiisla la segnalura della spiralilii stabilila da Brown a "J^. Or i pezzi di lignile da me rinvenuli , ollre un maggiore stalo di carbonizazione, olTrono ben al- (1) Intomo ad nlciinc impronte di foglic e fusli vciictali che Irovansi nella fonnuzioiie dell' argilla presso Cataaia — l\ola del Prof. Francesco Tornabenc. m! -t-..^ ii, ,; — 127 — Iri caralleri c possonsi coiisiderarc come i piii ecccllenli snijiji (he sicnsi liiivcniili in la Icrziaria formazioue delle Tcn't'forli. >i(?l (Ictlo |)0/,/o a circa pal. 00 (met. 22) di pro- foiidila 0 riiivciiiilo noil' ar'nlla laliiiu; iiiinroiilc di foijiic die iioii i) poliilo prccisai'c, e piii sollo ne' liloiicelli del- r arciiarea, I'ra Ic c(tiiclii<;!ic fossili piccciiiialo, niolli ain- niassi di fugiie (ramiiiisU; alia slcssa cd iinbrallale di argilla. La spcssczza di qiicsli aniinassi si era di un' oncia circa — met. 0,02.1 — e cosliluiscoiio una specie di Uirba papi- racea c dc^lla eslcnzioiie siipcilicialc non niai ninggiore di iin paliiio (jiiadralo ; (piaiiUiiHpie nmili di quesli ani- inassi lossoro conlcnuli iieilo slesso filoiicello di sabhia. IJcnclio la forma dcIN; fogiie fosse cpiasi dal liillo sconi- posla molle consorvavaiio ancora il loro iiilorno lessulo. Qncsli pezzclli di lorba in confnso con le conclii- glic fossili siicccmiale si rinvengano piii in abbondaiiza c coulinuilii a misura die piii s' a[)prol'ondisce la roccia del- r argil la. Oncsla formazioiK! dell' argilla bid si eslcnde al di sotio di Inlla la conliada Tcrreforli, e si rinvienc ovun- ([[}{'. cavando a varie profondila. K di idcnlica slruUura, come 0 polulo ossorvari; in iiiolli discavi pralicali per |)0/zi di acipia ; ma in iiinn piinio moslrasi alio scovorlo, Iranne in (pialclic park' dclla cosi delta Fussa della Crcla pel cavo deir argilla e soggiace da per lullo jdl' arenarea argillosa. K qui mi sia peiinesso, o Signori, die io facci ceo ad una idea giii da abpiiiiili anni annnnziala dal non inai abbaslanza encoiiiialo noslro Professoce ne' snoi Ele- mcnli di Gcdloijia (1); il (pialc nella csposizionc del Terrcno Trilonutno di Sicilia osserva, die sibbcne i colli delle Tenajbrli sunu di aietiareu couimislu aH'uigilla pure (1) Pug. 132. '■ 1 I" '• — 128 — dovrebbcro arrollarsi alia formazione dcirargilla blu ; e die come di sopra 6 esposlo, si e la roccia dominanle ; come dietio oculari osservazioni posso asscrire. "''^\ L' ari^ilia di che e parola e assai leiiacc c compalla, riesce mollo cccellcnle alia fabricazione dellc sloviglie e de' material! lalerizi , e dclla quale si fa uso qui in Ca- tania ; quantnnqnc quclla cbe si cava e mollo impura ed apparliene alle dcposizioni supcriori di gres ed argilla ; non avendosi avula cura di approfondirc colanto le cave. Fin qiu la formazione dell'argilla blii. Superiormcnlc alia succennata sla a giaccrc I'argilhi misla al gres lerziario ; e colorala piii o meno in giallo dair idrossido di ferro , ed e rivesiila da lulte le faccie di arenarea dello slcsso colore e ne conliene lalvolta nella pasta ; pcrloche offre non solo qualche variola nel suo co- lorilo ma sibbene nella interna struttura. II suliodato no- slro Socio signor Interlandi nella sua dotta niemoria. Su la fossa delta Crela (1) ne a descrilte le variela quali io 0 da pertutto osservale , perloche dovendole cen- nare preferisco ripetere Ic sue stesse parole : « L' ar- gilla di color giallo a niolta dose di arenarea sia nella superlicie , sia nel mezzo dclla sua pasta ; ma con quesla differenza cbe nella silicifera la sabbia e irrego- larmente alia stcssa frammista , quando in questa si Irova in certi pnnti soitanto e disposia a guisa di pic- coli filoni. Questa, ove die e unita all'argilla blu pare a me che occupi un poslo piii alto , e si presenti in ban- chi per lo piu indiinati cbe orizontali , allorcbe poi non Io sia congiunta nel suo legolare modo di giacimento si osserva ». « La materia caloranle dcirargilla gialla e un idros- sido di ferro cbe comprende tulla la niassa svarialanicnte. (1) Oper. cit. .. . i '' — 129 — Le slriscic di qiicslo melallo iilrossidalo , die la colora- 110, soiio viiglio, e prosenlansi a j;iiisa di una fclUiccia , die nel hasso ilclla roccia vaniio Icggemicnle a svaiiirc. La sua pasta c omogonca, di slruUura compalla, dispo- sla a i>uisa di piccoli slrali e dolala iicllo ronipersi di iin cerlo giado di Icnacila «. (( li' argilla iiiipura per nltiino rnoslra nello insicnie una difleienza dalla prima e daila scconda, perclie piena lulla (li grcs (piarzoso, e rnescolala a nialeriali lerrosi c noil a la pnrezzii di eiilramhi due, sendociie la sahliia e piena di soslanzc elerogenee die ne oceiijjano in Uilti i modi la sua |)asla non le daniio quel colorifo e quclla imiforniila di Icssilnra die iiclle due preccdeiili riiiviciisi >;. I rcsli organici aiiiiuali riiivennli in ([uesla formazio- nc di argilla dal signor Inleriaudi si apparlengono lulle alle s|)eoie snccennatc le quali soiio coniuni alle due de- posizioni argillose. Si rinviene |)ure il legno secco alio slalo di lignile del quale il sigiior Inleriaudi h osservalo ognor vario il inodo di giacilura ; ora sla a giacere in jiosizione orizoii- lale conlornie alia direzione de'biaudu di argilla, ed ora in lull' allra posizione. I signori (iCMiiinellaro cd Inlrrliindi ivi an pure da piii leni[tu riconosciiila la roccia ddia Doloinile, die si rin- viene disseniinalii in rognoni , od in piccoli slrali nello slalo spugnoso, o die e propria di tpieslo lerrcno. Si os- scrva da [icr lullo ovc inoslrasi alio scoverlo la deposi- zioiic di gres ed argilla. Quesla deposizionc argillosa s' eslende da per lullo su quclla dell' argilla bin, e si inosira alio scoverlo iidia Fossa della (Wda e uelle circoslanli colline die per Ira- monlana s' eslenduno sino alio corrcnli vulcanidie, c per niczzogidriio iid predio dell' Kleniosina, di Sangiacouio , [larle di (juello di Ceranii , lionajulo cd in quasi liillc le ATTI ACC. VOL. XII. 17 — 130 — basse colline delle diramazioni mcridionali de' vari j^nippi die lie cosliluiscono il limitc, come pure dalla parte di occidcnte in vicinaiiza delle cosi delle Sielc. Al lerreno lerziario sovrasla il lerreno Dilhiviale o Alluviale antico die s'eslende su i^lre quinli circa della inlera superficie delle Terrcforti. E coslituilo da cioUoli di gres terziario e di arcnarea sciolla. I ciolloli di gres sono di un volume medio uguale ad una lesla uniaiia , (piaiiluiupie se ne riiivengono di un volume mollo consi- dcrevole die giunge a piu palnii cubi. Nella parlc alia del gruppo del Cardillo ne o osservalo laluiii di un dia- nielro medio di un melro circa, e die piu propria menle diconsi bloccbi, i quali cosliluiscono il caraltere dislinli- vo di queslo lerreno. Sono piu o mcno arrolondili e dclla forma ovoidale, qnanlun(|ue molli conservano la forma an- golosa e gli spigoli scmplicemenlc smussali. In qneslo lerreno pure abbondano i ciolloli di quar- zo conipallo impuro, con le variela dclla selce pironiaca^ cornea, niolare, fasciala, ue rari sono quel di quarzo ja- lino di color bianco e rosso , con le variela granulare , lamellare, lalligiiioso o pingue ; ne rari sono que' di dia- spro impuro, di sdiislo micaceo, di granito. Solo i ciot- toli di calcareo si rinvengono di rado ed i poclii che si risconlrano sono del periodo secondario. La sabbia e di color giallo-rossaslro , provenienle dalla slcssa roccia di gres. Le deposizioni di sabbia e ciolloli di queslo lerreno giungono a molli palmi di spes- sezza, e nella parle [liii alia de'gruppi di quesle colline ollrepassano i palmi venli. In laluni punti il gres sciollo acquislala a poco a poco la priniiliva coerenza, forma una roccia piii o me- no compalla, piii o meno solida, di slrullura slraliforine, e lal altra serve di pasta a ciolloli e cosliluisce delle soli- de pudinglie, da servire come oltinia pietra da coslruzione. — 131 — II fcrrcno dilluvinlc si mosira in laliini piiiili alio scovcrlo , ma spesso iiclla [)arlc piii alia dc' gni|>|ti e nel verlicc dellc colline; avcndo le acqiie Irascinali nclla ))arl(! Iiiissa i malcriali clic cosliluiscoiio ii siipcrioro ler- rcno aliiiviaie nioderno clie sovrasla all'anlico o diiliiviale. « INon c di iieve inoiiienlo (scrivea ii sigiior Inleilaiidi ) (1) ancora il dcscrivore il Icrrono alluviale di quesla coiilra- da; il (iiialc prodoUo cssciido dalle alliivioiii o dalle cor- rcnli doi liunii , cose the ai noslri occhi in ogni Icmpo s'osscrvano, dcve iiilercssarc altresi Ic bramc di colore (•lie Ic iialiirali sciciize collivano. A ma""ior bene della stieiiza o crcdiilo , io qiiiiidi al proposilo di classificare il tcrreno alluviale in discorso, in Ire sislemi di deposi- zionc , onde cosi avcre 1' agio di parlare separalanienle di ognnna. 1. Tcrreno alluviale a Cioltoli. 2. Tcrreno alluviale fancfoso. 3. Tcrreno alluviale filoijcne. » II siijnor Inlerlandi (he con somma avvedulezza e ])rofonciO discernimenlo a dislinle le succennate varie de- posizioni del lerrcno alluviale modcrno della Fossa delta CrctaU} a parinienlc per eslcsodescrille, e tuUoche le sue osscrvazioiii limilaronsi in rislrello spazio, pure a polulo nolarle senza conlonderle ; e che per quanlo mi fu dalo nclle mic osscrvazioni di vcdere ovunqne ft rinvenutc le dellc dcposizioni nianifeslarsi spcsso in un modo pur Iroppo cstcso. I depositi di ciolloli del lerrcno alluviale non vanno cscnli di soslanze sahiose e di un cerlo lerriccio. (juesla dcposizione pero che per csleso si mostra alio scovcrlo o cosliluisce per la maggior parte la superficie deile col- (1) Oper. cit. — 132 — line, or flanclicggia I'alluviale fangoso cd or le sovrasla, e spcsso van indislinlamento allcrnandosi. II lerrcno alluviale fangoso, secondo il cennato scrit- tore, costitiiisce un iufo di scdimcnto , composlo di ar- gilln c di snhbia, il quale e di un colore biancaslro die da ncl grigiaslro, friahilc , secco ed a de' crc|»acci nella luassa ; io pero vi 6 osservalo a dippiii un Irilume vul- canico, periodic slropiccialo ndle mani sirilola , ed alia cui nicscolanza e dovulo il grigiaslro del suo colori- lo. Qncllo die si osserva nella Fossa della Creta peril e di niun conto a fronle dclle eslese deposizioni die os- servansi nellc colline di Santotodaro , lo die indussc i! sullodalo scriUore a descriverlo allrinienle e nella giaci- luru e nella eslensione. La sua giacilura non e in liandii di poca spessezza ed eslensione, e non, die alle voile pare elie affelli una cerla siralilicazione; ma sibbene il suo gia- cinicnlo e a slrali sovrapposli, separali da soslanze lerrose sciolle e dal Irilume viilcanico, la di cui spessezza e di un palnio circa — mcl. 0,70 — e se ne osservano molli sovrap- posli. IVella slrada chc dalla Fossa della Crela conduce ai vari punli ddle Tcrreforli , dove si erige il casino del Principe di Cerami, si moslrano alio seoverlo i capi ed i tagli ddle eslese stralilicazioni del Info in paroia, che giun- gono oltre i venii palmi di allezza. La siralilicazione e quasi orizzonlale Inngo la della slrada , laddove sollo il cennalo casino c varianicnle inclinala , simile in lullo a quello dtiW Acquicella. Quesla significante deposizione lufacea sovrasla lal- volla immedialainenie al lerreno lerziario e fiancheggia il dilluvialc; ma e sempre soUoslanle airalluviale lilogene. Finalmcnle quesl' ullimo, fomialo di resli di vege- iabili decomposli misli alia sabbia ed aH'argilla, e che da opera alia signilicanle vegetazione , si eslendc su quasi lulta la superficie delle colline ; ed a sempre maggiore — 133 — spcssezza nolle basse diramazioni , e dove moslravi alio scovorlo i! terrono Icrziario. II terriccio, la sabbia e I'ar- gilla soiio i suoi conipoiieiili , perloche non e conforme nella massa ed e foinilo di molla compallozza. A coiiiplelare in parle qucsto breve cenno su la geo- i^nosia delle Tcrrcforli, varrcbbc aiincno una siiccinta nolizin su lo slato incleorologico dclla conlrada. Di •juaiila iniporlanza cio si fosse in cennando la cosliluzio- no jrcognoslica de' Inoglii , va piii scnlilo cbe dimoslralo; essendo in maggior parte dovule a fenonieni nicleoroio- gici (juelle signilioanli niodilicazioni che lullo di osscr- vianio succedersi su la crosla del globe ; e perclie poi si possa dal "ooIdifQ dar rayione allorcbe ne va inda- gaiiilo la originc ed il modo di lonnuzione. lo peri) non abilalore di quei bioglii , c cbe solo per due anni conse- cuUvi ivi (t dovulo passare parle deiresla ed auliiiino , dillicilmenlc polrei a cio ritiscirc; essendo il risuUalo di lunglie c cotidiane osservazioni, e sfornilo essendo allresi (legli slrnnienli alTiiopo. Pure da (piaiilo mi e slalo dalo sin ora di osscr- vare, c dalle piii precise iiolizie che ivi i» polulo racco- gliere, ril'erendole per cio cbe vi a rapporlo a quelle del iioslro suolo, pfisso ad osporre labun; nolizic. La lenijjeralura media e (piasi qnella della nostra Cilia, eccello (|uelle piccole niodilicazioni dovule alia svol- lezza delle colline. La loro esposizione , la vicinanza al mare, la poca elevalezza su 'I livcllo dello slesso, la lou- lauiuiza da nidiili alii, e I'apricilii delle colline islesse, fan s\ die ivi regiii la leniperalura della nostra Calania. ('!) (1) II clima delle Terroforti come quelle di Catania e piullo- slo caldo ciic lemperato, c qiianlo e slato osservato relativamenle — 134 — I venli doniinanli sono: L'Owest, apporiatore in autunno ed in inverno di piogge e di nembi densissinii. Esso domina quasi la niag- gior parte dell' anno. Bcnefico in primavera', serve a dis- sipare la rugiada e la brina e giova colanlo alia infiore- scenza delle piante; in esla perb e ollreniodo nocivo, es- sendo eccessivanienle caldo, e quando spira a Inngo, nuo- ce allora niollo alia vegelazionc e sopra UiUo alia vile. II Nort-Owest, che siiole spirarc nella slagione in- vcrnale , e eccessivamente freddo , strisciando su le alle montagne dell' isola spcsso copcrle di neve, ma (|nivi non produce i funesli effelli quale dovrebbe, essendo lulto il sislenia delle Terreforti inclinalo piulloslo a Sud — Sud-Est. II IVort-Est, spira pcriodicamenle in esla nelle ore meridiane , c dove ginngc e niollo benefico , lemprando i caiori estivi; in inverno e apporlalore di piogge di lun- ga durala, ed e quelle che assicura le produzioni agrarie. L'Esl S. E. vento uniido , non apporta in inverno che pioggercllc, Ic qnali luiigi di far del bene arrecano posilivo danno alle pianle e specialmenle nella infioriscenza. II Sud Owest doniinaule in aulunno , apporlalore spesso di piogge diroUe ma di breve durala , supplisce lalvolla a quelle di N. E., o di S. S. E,, ed e qucllo che pill di ogni allro conlribuisce airabbondante ricollo delle Terreforti, facendo anlicipare o disporre i lavori agrari priache si succcdano le piogge invernali. alio stato raeteorologico della Citla puo ritencrsi per la contrada delle Terreforti. Per la prima vedi Gemrnellaro Saggio di Sloria Fisica di Catania. Alti Gioen. Vol. IV. Ser. 11. pag. 140. Li sunli delle osservazioni meteorologiclie dell'llniversita degli Sludi. Alti Gioen. Vol. l.\. p. 219. Vol! X. pag. 235. Vol. XI. p. 361. V. XII. p. 413. Vol. Xlll. p. 251. V. XIV. p. 301.— La Descrizione di Galania di F. G. p. 254. — Gemiuellaro— Sul clima di Catania. Alii Gioen. Vol. VI. ,• ;, .,;.::■■ ■'■. ,ii.;: : ';:..;,,;•, ■■■■■ -i'.'> — 13.') — Cio non di mcno quesla conlrada possiamo consi- (lerarla conio la inciio csposta alle ])ioggc in Sicilia; da- |)oirIie solo ivi snccedono quando spiraiio i vcnli di S. 0. — (). — i\. E. — S. S. K. — pure ivi 1' agricollore non riscnto colaiilo i Irisli e(T(!lli dclla siccilii, come nella vi- ciiia piaiia , Irovaiulo scmpre una (pialchc risorsa nellc molli|)lici prodiizioiii arhoree. La (pianlila di piogj^ia clic cade nelle Terrcfnrti puo qiiiiidi considerarsi come qui in (^alania poUici in- glesi 2i,6i0. (1) La neve inGnc , la grandinc , la nchhia, sono raris- sime e quasi sconosciule, e quando si manifeslano sono di brovissima durala. II clima delle Titrreforti, come e facile il concepire, oflVe posilivc variazioni, dovule alia loro posizione lopo- gralica , alia cosliUiziono lisica del siiolo , e dallo slalo melcorologico. iVella primavcra e sonimamcntc salnbre. K sc ovunqne il rinnuvarsi la famiglia de'vcgelahili, pel mo- vimenlo de'succlii nulrilivi, rende pure aggradevoli le piii slerili conlrade, qui ove I'agricollura e colanlo progre- dila, ollVe una Icrra veramcnle di delizia e di incanlo. La liorisceiiza delle molliplici produzioui arhoree, e sopralutlo r anlicipala del man(l()rh) clie scliiude le sue gemme al miuimo innalzamenlo dclla lenqu'ralura , abbella col suu precoce sviluppo la conlrada con la gajezza de'suoi fiori, menlre ne ind)alsania I'aere da perlullo. Queslc colline, in primavcra, coperle di verzura e smallali de'piii lielii e vaghi liorellini, ollVono per ogni dove le piii aggradevoli vedule. Ovuiupie il guardo si raggira, scorge il piii bel [janorania, limilalo, come per incanlo, dalle meraviglie di nalura, vuoi (hdl' Etna, vuoi del mare, vuoi degli eslesi canq>i dclla gran plana. (1) Vcdi la nnta prccedcnlc. ' — 136 — In esla pero il clima delle Terreforii e meno salu- hrc, ma noii nocivo. I calori estivi induriscono a poco a poco la suporficie dcllc colline, e dove moslrasi alio sco- vcrlo il lerreno lerziario apresi con larghe fendilure, dalle qiiali si sviluppano delle esalazioni che viziano la piirezza (loir acre. I callivi mcasmi, clic rendono colaiilo niicidiale il clima dclla vicina plana in esla, non giungono ad in- vadere lutla la conlrada delle Terreforii, e solo al(pianlo la parte bassa mcridionale ; essendoclie nella parle alia vcngono dissipali da'venti di Owest e Nort Esl che soglio- 110 periodicanienle spirare nelle ore noUurne c nieridiane. Le canipagne offrono scmpre pero un as[tello ag- gradevole per le svariale frulla che vcngono mano ma- no a maturazione. Cosi pure in aulnnno. Ma in quesla slagione il clima e alquanlo insalubre. La piii piccola piog- gerella lo rende lalvolla affallo nocivo agii abilanii per le callive esalazioni che si succedono ; cambiandosi tan- losto in vapore, dopo i molli mesi di siccila e dello in- lenso calore che a indurila la crosla del lerreno. Qne- sle callive esalazioni, sviluppausi vie maggiormenle al co- minciamcnlo de'lavori agrarii, pel dissodamenlo dcllc Icr- re : e si e allora che si manifeslano nciili abilanii delle malatlie miasmalichc o paludiche , che prendono lalvolla il carallerc pcrnicioso. In invcrno pero il clima e piu salubre ; e cio do- poche le pioggic sono slale in abondanza e da nou pro- durre piu esalazioni. La neve essendo eslranea a quesla conlrada, il frcddo non e cccessivo , e solo alquanlo spi- rando i vcnli di sellenlrione ; e qnando cessa il loro ge- lido soflio ivi si godono le delizie di primavcra. Tale essendo lo slalo meleorologico delle Terreforii, (m1 essendo come di sopra b esposto, la loro supcrficie — 137 — iin coinposto tli arcnaroa , di argilla c di Icrriccio , rio- scc I'acile il coiicepire la loro susccUihilila a piii sorla di jjioduzioiii. 3Ia [)iii di ogni allra sono nicglio adalte alia collivazione della vile — vHis vinifcra — Ouoslo prezioso arbiislo clie seiiibra ossore indiiieiu) dcllc noslic coiiira- dc, lo sarchhe in parlicolar iiuido dcllc Terreforli. La iia- liira del siiolo, I' apricila, il rlinia, liiUo ivi coiitriliiiiscc a lailo prospcrainciile vcgelarc. Sarcbbe supciiliio ram- niciilarc, ossciulo da luUi coiiosciiila, quale si losse slala inai semprc la collivazione e lii produzione della vile nelle Terrc/'orti. I vini piii sqiiisili , gciierosi e polenli della noslra Siciliii apparleiigoiio a qnesia deliziosa coiilrada. I cercali ivi prosperaiui ei^iialiiienle, ed in parlicolar mo- do il fnimciito dclie qiialilii lorli e dure , che siiolc all- elic eoltivarsi nelle slcsse viijnc. L' orzo cd i Icifunii si . ... seniiiiano pure nelle vigne.E venendo agli albcri da Irul- lo, r Olivo pros[tera a niaravij^flia , crescc giganle e da abbondanli* ed ececllciilc Initio. Si vede egualmcntc allignare (' iiclla sommila dellc colliiie e iiel j)roi'uiido dcllc vallale. il niandorlo , elic da poebi anni jiossianio dire di avere snrrngalo il poslo alia vile. 1/ nbbondanlc ed ec- cellenle Iriillo di quesl' albero a scdoUo 1' agricollorc , e si e vediilo luollipliealo in iiii iiiudo (jnasi eccessivo , j)ar- licolarnicnlc nel griippo di Saiiiolixiavo , dove Ira non gnari si vedraiuio Ic colline eo[)('rIe di boscliclli di man-" dorlo, e die igiiornnlcineiilt! iinpiantalo lu'lle vigiie a ap- porlalo alio slesse una morle preiuaUira. Cos'i |)ure, si ediicano c ciesroiio il pcsco , il fico, r albicocLO, il pcro, il melo, il iiielogranalo, il [irugno, il carnbbo ed allri ricercali IriiUi. il rinveniincnto dell' acijiia a poca prolondilii della siiperlicie, h fallo cuoprire Ic vallale di sigiiilicaiili piaii- lagioiii di agniini, Ic (|iuili, iiella parle bassa dc" griippi, (\o\e Tacqiia si rinvicnc in iiiaggior (pianlilii. van di gior- un ICC. vol. \ri. 18 — 138 — no in giorno moltiplicandosi; lo die a dalo pure luogo ad una significante coltivazione di pianle orlcnsi. RELATIVE AL DISCAVO De'pOZZI PER LA RICERCA DELLE ACQl'E Credo non dovcr lenninarc queslo breve cenno su la Gcognosia dellc collinc dcllc Terreforti , senza som- nieltervi , Socii Ornalissinii , lalune osservazioni die pO' Irebbero considerarsi conic imporlanti , relalivamenle alia ricerca delle acque in quesla conlrada , colanlo necessa- rie per le agricole speculazioni. Lc collinc dellc Terreforti, non offrono cbc in ta- luni punli piccole sorgive nalurali di acqua; (1) inn ovun- que si cavano pozzi, o si pralicano sfori orizzonlali, I'ac- qua spesso si rinvicnc in piii o meno quanlila. Tenula prescnle la lopogralia c la fisica cosliluzionc di quosle coUine , non riuscira difficile conoscere , come le acque sorgive non polran rinvenirsi chc di rado. IVon cosi pe- ro nclle roslanli collinc clie cosliUiiscono la falda meri- dionalc dcU'Elna; dove riempiula, una volla, la valle Ira- sversale che le scparava da quelle vulcanidie acclivila, le acque cbc cadono sul gran cono del volcano, i vapori e la fusione dellc ncvi, dan liiogo a corsi significanli, pe- renni di acque ; lc quali assurbile per infiilrazioni sino ad una cerla profondila , ove esse sono arreslalc dagli (1) IVfil predio deU'Elemosina die forma parte delle basse di- ramaxioni del giuppo di Saiilotodaro, abbiamo iin' acqua minerale , delta Acqtia Santa, cbc ptio arrollarsi alle acidule , bencbe molle allre soslanze essa conlenga. Sorgc a guisa di po/zo artesiano , e rarissinie volte manca , tuttocbe una piccola vena ella si fosse. Una estesa notizia se ne e data nella descrizlone di Catania pag. 263. e deir analisi se nc c traltalo, oltre a quell' antica fatla dal prof. ft. Mirone negl' alii dell'Accad. Gioeii. al vol. XVI pag. 89. — 139 — strati inferiori iinpormcaltili, vcngono a manifoslarsi sbu- cando alia base ; (\ costitiiirc cosi le molte sorgive pe- renni di acqiie. 3la Ic collinc dolle Terreforli , come 6 coniiato dcscrivciuloiio la tO|)ograria, non soggiacciano a ter- rono pill cicvato ; e solo lo piovanc die cadono sii la loro supcrficic , per la natura arenarco-cmjillnsa dcgli strati superior! , vongono in parte assorhite siiio ad una cerla profondita, poco considcrevolc , ove sono arreslate dalla inipcrmeahilita delta roccia dell'argilla blu ; c sic- come quesla costiliiisce Ic deposizioni inferiori delle col- line, I'accpia assorbita per le leggi idroslalicbe di natiira, siegue lulte le pcndenze, e quindi non puo venire nalu- ralnieulc al di fiioii , e cosliluire delle sorgivc perenni 0 lemporanec , ma scorrcndo al di solto va disperdersi nella gran piana. >ion essendo inolire molto eslesa la conlrada in csa- me, nc cotaiito esposta alle pioggic, cd essendonc la sn- porficie dal Intto inegnale , il volume, la quanlita delle acque assorbile non e molto significanle ; dappoiclie tro- vando le piovane da per lutlo una pendenza piultosto ri- pida van ad alimentare i lorrenti e scaricarsi allrovc. Ed applicando qneslc pochc idee alia riccrca delle acque pel discavo de' pozzi , tenendo prescnte quanlo di sopra e stalo esposlo relativamente alia topografia , geo- gnosia c mcteorologia, ne siegue: I. Ovunque si caveranno pozzi non polran rinvenirsi acque in qualcbe abbondanza se il cavo non sara appro- fondito sino alle de|)0sizi()ni dell'argilla blu. II. iVella somniila delle colline essendo maggiore la spessezza delle deposizioni di gres ed argilla, i pozzi sa- ranno di maggiore profondita, non solo, ma I'ucqua non sarii mai in abbondanza nc duratura. III. I pozzi clie si jjraticlieranno dalla parte meri- dionalc, sarau alimentati da maggior quanlita di acque, di — 140 — quelli apcrli nella parle scllcnlrionale ; essendo tullo il sislcma dellc collinc inclinalo a Slid Slid Est, IV. Finalmcnte essendo quesli pozzi alimcnlali dalle j)iovane, le aequo saranno piii o nieno copiose a misiira elie la slagioiie invernale sara piii o meno piovosa o siic- ceda della siccila. Dalle quali osservazioni generali potrebbonsi dediir- le allre, cosi: Essendo varia la compallezza delle dcposizioni su- periori, I'acqua polra lalvolla riiivenirsi nella parle hassa dellc slcsse, ma non sara mai in abbondanza nc diiralu- ra; cosi pure la parle superiorc deli'argilla blii polrii cs- sere dolata di minorc compallezza, e qnindi poco iniper- meabile, le acque allora non polran comparire se non ap- profondcndo piii o meno il cavo ncl dello banco d' ar- gilla (1). E siccomc queslo cosliliiisce il nucleo delle col- linc, un pozzo cavalo nel fondo di una vallala sarii ali- menlalo di maggior quanlila di acque da un allro appro- fondilo alio slcsso livedo cavalo snl verlice o sulle I'alde di una collina, essendo mollo probabile che le acque sic- guoiio sollerrancamcnlc la direzione dcgli avvallamenli ; per !o che pure lalvolla, un pozzo cavalo sull'allo di una collina non dara die poca o nulla quanlila di acque quau- Uinquc avesse una maggiore profondila. Essendo infine quesli pozzi alimcnlali dalle piovane, i! loro discavo dovrii eseguirsi in lempi di siccila, c par- licolarmenle nei mesi di agoslo e sellembrc, priacche si succcdano Ic pioggie invcrnali. L' acqua rinvenula in un (1) L' acqua non si rinvicne mai supcrficialmente al banco del- r argilla lilii, cio non snccede die nelle basse vailalc , c di rado ; ma in lutl'altri punti le filtrazioni dell'ac(jiia si rinvengono appro- fondendo pin o nicno il cavo ; dappoicbe il flnido non circola clic ne' (iloncelli dell' arcnarea , c bisogna inlersecarne niolti per poter (lisporrc di un significanle volume di acqua. — 141 — cavo aperlo nci mcsi di aprilc o niaggio, lulloche in gran copia si manilesli , vena di ccrlo a diniinuirc o sparine affullo ncgii uiliiiii mcsi eslivi ; lo die non avvcrra ope- raiido allrimenlc. L'acqna apparsa in ])riniavcra non po- Irii csscro tlie leniporanea csscndo prodolla dalle inlillra- zioni snpcriori die snccessivanionle vjin a depositarsi ne- gli slrali bassi impernieahili (I). (1) In molli pozzi, dopo un tempo piu o iiieno lungo, rac([ua va sensibilinontc diniiniioiido da roslarno taluni affnllo a sccco, cio a fallo S(is|)(-llaf(' iii'lhi mciilp diVvillici lo csaurimciilo della vena fliiida: ((lu'stii (' un ('ir ^\\-\ ,t)i : i '.:\ .'■ :' "U! ; ■. I," I ' .t>7,r i ! . ,:; .ill, -;. .11/ :. ■ .u ■■! I' r t I DESCRIZIOAE DI ALCLlXE SPECIE MmERALI DEI YULCAOT ESTEfTI DI PALA&ONIA MEHOItlA II. FEB II. SOCIO ORDUTAAIO GAETANO GIORGIO GEMMELLARO Leila Delia scdula ordiuaria del 27 aprile 18S6 li ■ .. liSMC '"""^'^ .mmMjmm nfinm m^aju? .^^t lui^mnEi 0.lj:A'-2lilBO Ofjii*; .,l( t.C't dc.HV ')ii'!(jp, rS lot* <;ni;;fiho (iiiticKi ufiDii (;il'),li '.12/. .'1/. I ' 1/ ;:.j ;'i^. a> i^AL 1854 epoca dclla publicazione d' un niio Icnuc lavoro iiUilolalo Doscrizionc (U alcunc specie minera- li de'vulcani cslinli dl Palaynnia hemoiu.v pitoi.i , io avca hcii conijircso il liisogno di farglicne siicccdcrc un allro; iiiipcrocclie qiuiiil(iiu|iie alcuiii iiiiiicrali di quel ler- reiio fosscro sconscrvali siflallaincnlc da iiou polerii de- Icrminarc, vcdcva di Icggicri chc csscr polcvano lulte al- trc specie da quelle da nie dcscrillo. Da quel tempo avcndo avuto I'agio di jioi'lnrmi [)iii voile a Palagonia, accio po- tessi sliuliarc piii coniodiiniciile i ruderi di que'vulcani, chc una volla liiroiio vivi , e i loro rapporli con il Icr- rcno suhapcnnino del D'Orbigny, non ho Irascurato d'an- darvi spigolaiulo lulle Ic specie niinerali , chc mi e vc- iiulo fallo Irovarc; cd avendole diligenlonicnlc csaniinalc vi ho tiovalo la cabasia, rapohllile, la thomsonilc, il pe- ridolo, rariagonilc, la calcc carhonala rorabocdrica, il fo- — 146 — sfalo ill ferro bin lerroso e la limonilo, di clie qucsl'oggi ho ronorc iiilrallcnervi. l\e credo die qiiesle siano le sole specie, die reslano a dclcniiinare onde aversi uii'esalla orit- tognosia di quell' eslese contrade: ma sono siciiro die ul- leriori riccrclie rarricclieranno d'assai , iinperocche si- n'ora a mala pena se ne sono sUidiali alqiianli punli, che per il laglio della niiova slrada si preslano agevolmenle alle noslre ricerclic. SPECIE VI. ° CABASU Qiiesta specie cliiamata dagli anticlii mineralogisli zeolite cidiica per la sua forma gcomelrica primiliva, die s'avviciiia di Iroppo al cubo, crislallizza nel sislema del romhoedro sollo I'angolo di fli° iC. Essa e ialina, Ira- slucida c spesso presenlasi di color bianco-laUeo o bian- co-rossaslro ; ha la frolliira iiieguale; la luceiilezza vitrea e la deiisila secoiido Piiillips {\) e Keudaiil (2) di 2, 7. E fusibile al cannello in massa biancaslra spongiosa ; soluhile in gelalina negli acidi a caldo. c '.■ ill Le analisi chimidie porlaiio alia seguente formola : -':;■ :- 'f^ 3AlSi^+(Ca,K,IVa)Si'4-6Aq. •.— ^ ■.■.-!■■ Appo noi qnesto mincrale fii rinvcnulo dal Hoff- mann (li) ncUe cellule del basalle di Buccheri con la calce carbonala rombocdrica, ranagonilc e la jalile , e dallo (1) Elementary introduction to the Knowledge of Mineralogy — Third edition, enlarged — London 1823. (2) Trailc cleinenlaire de Mineralogie torn. 2, Paris 1830. (3) Arch, fur Miner, de Rarslen, vol, 3, 1838 — A d'Archiac Histoirc des Progres de la Gcologie de 183i a 1849 torn. 3 Pa- ris 1830. — 147 — Iiilcrlandi (I) in quello di Mililollo. L'osimio Prof. Ma- ravigna lo ra|)[)orla nolle iVcmoric da servire di mate- riuli per la cumpilazione ddl' OrilUujnoski Ktnea (2) conic proprio del hasajle d'.Vci-Trczza c Aci-Rcalc; peri) a dirla cliiaro, nti e slalo inipossihilc polere Irovare la cabasia nolle rocce piiogeniche do'conlorni doU'Eliia, quan- luii(|uo lunglie o rcpliialc siano slale Ic niie riccrohe , lanlo snila favcia del luogo, qnanlo ne'gaLiinclli di cose iioslrali . esislenli in Calania. Ma clie the ne sia dolla sna osislonza ne'lcrreni degli Aci , cssa si Irova bclla e Lnona nolle rocce piroiiionichc di Palagonia e parlicolar- juenle alio cosiddollo porlcUc e po(j(jio pizzalo suprano. La cabasia si vode nolle cellule del busalle rara anzi cbe no in piccoli roinboodri priniilivi Irasliicidi o bianco- opachi con le facce coslanlciDonle slriale da linec paral- lele agli spigoli. Si rinviene ancora, senipre nelle cellule del basallo , in crislalli gomini a loggia di slella , ora soniplici siniili agli aggrn|)panicnli do' crislalli di cabasia di Delsnypon doscrilli dal Levy e rapporlali dal Dufre- noy (3) Tav, 180 , fig. 232 , ora fra loro in aggrup- panienli confiisi. Essa si Irova insicme alia phillipsilc , alia hersche- lilo, al inesolipo e al fosfalo di lorro blu Icrroso. SPECIE MI.' APOFILLITK L'apofillile crislallizza nol sistoma del prisma rello a base qnadrala, in cui il rapporlo d'un lalo sla alia (1) Alii (IcH'Accademia Gioenia di Scienzc iVatur. Scrie 2', vol. i, Catania !8'.'t. (2) Alii dell'Accademia Gioenia di Scienzc Kalurali, Serie 1*, vol. 9, Calania. (3) Trailc de .Mineralogic lorn. 4 Alas, Paris 1841. — 148 — base come 9: 11. E di color bianco, bianco-perllno , bianco-grigiaslro, bbiaslro , rosco c alquanle voile essa e jalina o Irnsbicida; ba la diirczza di 4, 5; rascbia la apalilc; possiedo il clivaggio facilissimo parallelaiiienlc alia l)ase; prcsciila la doppia rifrazione ad un assc, c I' apo- fillilc dcir isola di Ncolsoe e di Faroe la polarizzazione lainellare; ba la dciisila di 2, 20. ; Esposla al caniu'llo sid carbone si sfoglia e si spac- ca ; da acqua con la caicinazione ; e solubilc in gelalina ncgli acidi. Le nnalisi cbimiclie pralicale sino addi d'oggi sul- rapofdlile fanno generalmcnlc adollare la scguenle for- inola : 8CaSiVRSiV16Aq. • I L'apofillile c iia niinerale a quanio mi sappia non rapporlalo fin'ora fra'prodolli d(dla Sicilia noslra. Si pre- senla in gran copia alle pnrlcUe incroslanle il basalle in piccoli crislalli bianco-pcrlini piii o meno Icndcnli al ci- leslre, o di color bianco-sporco pronnnzialissinio, i qiiali sono slriali sulle facce lalerali da lince parallcle agli spigoli verlicali b-a di loro Ici'sjernicnle scoslale. Qucslo ultimo slalo delTapofdlile pare cbe sia il resullalo d' una cbi- mica allerazioiic, die in alcuni a cosi profonda e comple- ta, da lurli dislinijncre dal cclcbre Werner con il nome d' aJbina, e in allri crislalli e scmplicemcnle superucia- le, il die osservasi di leggicri alia scniplicc b-allura , c alia bdlissima iridazione eslcrna die presenlano. I crislalli sono ba di loro accozzali in modo cbe a bella prima viene diOicile delerminarne la forma geome- Irica, ma la merce di forle lenle si vcde cbiaramenle cbe domina in iulli il prisma (|uadralo , avcnle la modifica- zione (a') piii o meno sviluppala , cbe risalla si per la — U9 — propria luccnlczza come per ia inancanza di slrie. Piii fa- cile riesce I'esame {■rislalloi-rafico de'cristalli, clic trovansi nellc cellule del basalle, i quali essendo piii |)ronuiiziali e nicno allcrali dagli agciili esterni vi si preslaiio agc- volmenle. La modificazioiie (o') noii e da laiilo d' obli- Icrare la base de'prismi, Irovaiiilosi in alciiiii indicala e ill allri eslesissiina. Peri) la d' uopo osservare fra j;li esem- plari, die lio roiiore di solloporre al giudizio deirAcca- dciiiia die, abheiidie in geiierale i crislalli d' apofillile siaiio alliiiigali a secoiula I'assc priiicipale , noii podii sono appiallili e si inuslrano in forma labiilare simili a quelli di Finlandia rapporlali dal Dufrenoy (1) Tav. 173, fig. 17G. L'iipofillile a Palagoiiia si Irova sola o con qualche crislullo d'analcime. SPECIE VIII. THOMSOMTE La tliomsonilc cristallizza ncl sislcma del prisma rellangolaie soUo Tangolo di 90" 40', cui il rapporlo d'un ialo della base e all'allezza come il iiumcro 2j: 43. Ila il color bianco-latleo, Iraslucido e qualche voUa trasparen- tc; la fraUura iuegualo; la luccnlczza vilrca; la sua durezza viene ra[)presenlala dal numero 4 , o ; lia due clivaggi facili parallellamente a'piani diagonal! della forma priini- diva; il suo peso specifico e 2, 37. Le analisi cliimicbe di Berzelius (2) Thomson (3) e Rclzius (4) malgrado qualche dilTerenza , dice Dufre- (1) Op. cit, torn. 4 Alias. (2) Inhrosbercht, t. 2. pa?. 96. .ii;fJO {'S) Triiito lie minenilniiie I. \, pag. 31.1. (4) Ehondas, t. 4. pag;. 15i, .-j .qO i., AITI YCC. VOL. XII. 20 — ISO — noy (1) offrono una grande analogia, esse conducono al- ia formola: 3AlSi-+-(Ca,l\a)Si-i-2Aq ' Per quanlo ahhondante si trovi la Tliomsonile nelle rocce pirogeniclic degli scogli dc'Ciclopi, allrellanio e ra- ra in quelle di Palagonia. Dopo lunghc ricerche ho trovalo queslo minerale nel- le cellule del basalle giobolare , che soprasta al ponfe nuovo, in piccolissinii crislalli ordinariamente disposli a mucchicUi, clie solo possonsi ben distinguere con il soc- corso di forte Icnte. Essi sono tanlo piccioii quanlo mi e riuscilo impossibile polcrii delenninare crislallografica- mente; c sarci rimaslo nella incerlezza sulla naluradella spe- cie in esanie, se i suoi caralleri fisico-chimici nou fosse- ro stali siniili a quelli della Ihomsonile degli scogli dei CicIo|)i, su di cui, per la grossezza dc'crislalli, non ca- de dubbio alcuno facilmeule preslandosi all'esarae gonio- mclrico. SPECIE IX. PERIDOTO ; -.;:'!■; irii'ii iJl'iv i ; ('k ':i;;(;;i ;i II peridolo crislallizza ncl sislema del prisma rellan- golare sollo I'angolo di 120" 40" di cui il rapporlo del- lo spigolo della base e all'aUezza come 5: 2. Ila il co- lor verde-giallaslro o verde oliva chiaro; la frallura con- coide e splendente ; la lucenlezza vilrea ; la durezza del peridolo viene rappresenlala dal numero 6, 5; il sue pe- so specifico, 3, 4. E infusibile all' azione del cannello , solubile negli acidi. (1) Op. cil. torn, 3 pag. 485. '■■ •■ ■' .^'^I'l'^^ia ^i — 151 — Le diverse analisi cliimiclic porlano alia scguenle formola, % Si. A Palaijonia si trova la varicla (jlohoUforme del pc- ridolo. Si dislingue cliiaramoiilc c con parlicolarila ncl ba- salle di J^ofjf/io jnzziUo, allc porlcJle e alia conlrada co- siddclla dogli organi, iDcnlre in qnello di liilto allro silo e in niinore copia. L'analisi nieccanica del pepcrino, che si Acde hiiigo la slrada provincialc da Palagonia a Mi- neo, mi lia dalo I' olivina in abbondanza, mostrandosi in briccioli o in prisnii arrololali di color vcrdc oliva cliiaro dclla grossczza di 2 a 4 inillcnielri al niassimo. La superfi- cie dcir olivina e coslanlcmenic allerala e cpiasi Icrrosa, la quale allcrazionc, abbencbe sia snperiiciale e non uniforme, rcsisle a replicate lavalnre. (Hi ailri caratleri non disco- slansi d'assai da qne' dell' olivina, die si Irova nolla dole- rile deir eruzione del 1()6'J dell' Etna, sebbcne lonlanis- simc siano slale I'cpocbe di loro formazione e sollo al- tre condizioni avvenule. SPECIE X* CAIXE CARBONATA ROMBOEDRICA .,i, - La calcc carbonala rombocdrica crislallizza nel si- slema del rond)oedro sollo Taniiolo di lOa" ;>'. Pure e ialina, Irashicida o di color bianco-lalleo, cbc spesso vie- nc pill 0 meno imniiilalo dalle svariale mescolanze cliiini- chc; lia la dnrczza di 3, 7; rascliia il gesso; e carallc- rizzala da Iriplo clivaggio egnabnciile facile secondo lut- te le direzioni; presenla ad alio grado la do|)pia refra- zione ad un assc; il sno peso specifico e di 2, 7. Esposla al canncllo dii la calcc scnza dispcrdersi, oe cade in polvcre; e iiisolubile ncH'acqua; la suluzionc — 152 — azolica precipila abbondantemente con I' ossalato d' am- moniacn. La sua chimica coniposizione e la seguente: CaC". II carbonalo di calce rombocdrico Irovasi in abbon- danza quasi ogni dove esistano il basalte globolare e il pepcrino , ma principalmcnte mi e riuscito Irovarlo in belli e grossi crislalli vicino 1' exfcudo della Calhira al jionte nuovo e alle portelle , con lulli i mincrali che ivi si rinvcngono e piii alia limonitc , cbe coslanlemenle lo incrosla. Qucslo minerale si presenta in forme accidcntali per agglulinazione, in incroslazioni crislalline ed in forme cri- slalline rcgolari. La grossezza dc'crislalli varia da 4 a 27 millimelri — que! piccoli generalmcnte sono traslucidi o di color bian- co lallco, 0 si trovano in migliore slato di conscrvnzione; menlre i crislalli ben grossi lianno mai semprc, ora la supcrficie allerala come se stall cariali, ed ora sono in- croslali d' un leggiero slralo calcarc dipendenle si da qualcbe allerazionc cbimica de' crislalli, come da poste- riore infillramenlo calcare Le forme crislalline rcgolari della calce carbonata romboedrica sono svariale, e quelle che per la conserva- zione de' loro elemenli geomelrici , o dunque per la fa- cilila e chiarezza del clivaggio si sono preslale all' esame goniomelrico lulte possonsi rapporlare a' rombocdri e ai melaslalici. Fra i primi fa d'uopo che v'inlraltenga sulla forma inversa di Hauy carallcrizzala, adollando Ic nolazioni di Levy e Dufrenoy, dal segno (e'). Essa si Irova abbon- danlemenle nell' ex-feudo della callura in grossissimi crislalli allerali alia superficie. La forma cuboide di — 153 — Ilauy , il ctii segno c (e^/j) vion fatto vcdcrla allc por- ielle fra Ic crcpacce del lufo in crislalliizzi Iraslucidi e ben consorvati, cosi vicini gli nni agli allri c disi)Osli rc- golarniontc the e sorprcndciilo il vodcrc come nc incro- stano (|iici polcnli slrati sconvolli dall' azionc della roccia pinlonica. II coiilrnslanle di Ilany carallorizzalo dal segno (c^) e il roiiihoedi'o piii raro , die forse si rinvonga in quoi Inoglii . ed e ordinarianicnie incroslalo dalla limonite. U cquiassc di llaiiy {b') glace in piccoli crislalli seniplici per lo piu fra loro accozzali in raodo clie riesec diili- cile polcrii delorniinarc; essi si trovano ora linli in giallo o in giallo-rossastro daH'ossido di ferro, ed ora incroslali dalla limonile, prcsenlando ancora il bcl caso dell'incrosla- zione crislallina sid romhoedro invcrso. Cib ci fa crede- re, die I' e](^ Ca C'' ;;(:;)';)'!:■•'> i'l 'dos'jitl i»i'"' /^ L'arragonile e una delle specie minerali piii abbon- danti, che si Irovano in que' campi flegrei. Essa giace incaslonala nel pepcrino , che inconlrasi lungo la slrada provinciale dall' cxfeudo della c.allura sino al di la del- le portelle, moslrandosi in masse amorfe raggianli e in nodoli globolari o amigdoliformi. j„;:n;;n .,il'! ciw/oj-.l Iff aa — Essa e di color biaiico-Iallco o hianco-pagliiio uiii- fonne con slrullura Gbro-raggianlc o filjio-coinpalla — le fibre sono oia giosse od ora fiiiissiiiic. La forma librosa a grossi cleinciiti, mi si permelta qiiosla ospressioiic, co- sliliiisce la varieta bncillare drilta e rag<^iaiilo, i cui ba- cilli spesso si vedoiio dulormali per la loro miiliia con- prcssiodo. Lo sue libre elemeiilari dillicilmcntc si dislac- cano per lulla la loro liiiii'liezza, monire vieiic ai^cvole di- viderla in bacilli, chc sono gli iini di!i;li allri scoslali. L'al- tra variola lormala da fibre linissime divergcnli da un |)unto comune ordinariamcnle cenlrale, prescnta spesso sulla su- perficie un prinoipio d' allerazione, e Ic sue Gbre facil- menlc si dislaccano al pih leggiero coipo. E bello osservare la varieta areolarc dell' arragonile csallamenle descrilla da' cli. 3Ionlicelli e Covelli nel Pro- dromo dell' (h'ilto(jnosia Sesuiiuna. Essa si moslra sulla superficie ailcrala de'nodoli d'arragonilc in piccolo areo- le, die a |)rima visla sembra, a'caralleri cslcrni , cbe sia la wavcllilc di IJernislaple nella conlea di Devon. Que- slc [)icc()le arcole i)rcsenlano Ire zone regolarmenle dispo- sle inlorno un asse di color bianco-perlino, die sono, inco- minciando daH'inlerno all' oslcriio, la prima di color bian- co-lalleo, la secoiida bianco-pcrlina e la Icrza simile alia prima , Ic (piali formale di liiiissimi acicoli slanno in lal modo slivali Ira di loro da moslrarsi con slrullura sca- gliosa. Sjiesso abjuante areole sono circoscrillc da uu leggiero slralo di sesiiuiossido di ferro; allora non presen- tano la frallura scagliosa, ma pare cbe 1' arragonile in- comiiici a decomporsi, imperocdie presenlasi a slrullura lerrosa, c le areole facilmenle si dislaccano dall' arrago- nile ganga lasciaudovi de' fori incroslali di sesquiossido di ferro. Essa si troya insieme all'augile e all' olivina gomi- lolala uel pepcrino. 156 — SPECIE XII° — VIVIANITE La vivianile crislallizza nel sislenia del prisma mo- noclino, in cui 1' incidenza dclle faccc lateral! e di 108", quella della base sopra ciascuna d'csse di lOS" 19', e il rapporlo d' uno dc' lali dclla base all' allezza e come il numcro 2S : 29. Essa e di color blu piii o meno cliiu- so, 0 blu indico ; presenla la fraltura splendida; la sua durczza e uguale a 2 ; rascliia il gesso ; ed ba il peso spccifico di 2, 6. Da acqua con la calcinazione ; esposla al cannello la vivianite, come tulli gli allri fosfali di ferro, si fonde in scoria ncra, cbe viene allirala dall'ago; k solubile nel- r acido azolico. Lc analisi chimicbe sono fra loro discordi circa alia formola da doversi dare al fosfalo di ferro blu (1). In Palagonia si Irova la variela polverulenla del fo- sfalo di ferro blu incrostante le cellule e la superficie del basalle. Esso e di color grigio verdastro , blu indico , blu cbiuso a seconda che I'ossido di ferro prenda un grado maggiore o minore d'ossidazione. Si vede in abbondanza con qualche crislallo d' apo- lillite , con la pbillipsitc e con I'analcime sul basalle dccomposto , cbe giace lungo la slrada provinciale al di la delle cosiddclle porlelle. -i •;. u'l'li; 'lu;ii ii;.j,-i:'i !<:i' i^ o'i:"i..i.: : : ■■.•:■:?; i ■. .:.-i,.;'j| (1) Vedi Dufrenoy op. cit. t. 2, pag. 550 a 531. — Gustave Rose Elements de Cristallografie tradiiit deTAlemands par M. Victor Regnault pag. 262 a 205, Paris 1834. — 157 — SPECIE XIIl' FERHO OSSIDATO IDRATO Qiiesla specie e stala da Dufrcnoy (1) divisa dalla lepidokrokitc. Essa non crislallizza ; c bruna con rasura gialla; spesso tale colore s'osserva per mezzo della fral- lura, la cui lucenlczza varia con la lessilura degli esera- plari; la sua durezza e variabile; « il peso specifico dice Dufrcnoy, prova la slcssa variazione della durezza; quelle de' niincrali puri s' eleva da 33, 7 a 34; qualclie Gala discende sino a 30 (2) ». Esposlo al cannello produce una scoria, spesso al- tralla dalla calamila ; solubilc nell' acido cloridrico colo- rendo il liquido di color giallo-rancio. Lc anulisi cliniclic di Daubuisson, Vauquelin e Beu- dant rapporlale dull' illuslre Dufrcnoy (3) porlano alia formula seguenle : Fe' qA. II forro ossidafo idrato si rinviene in gran copia incroslanle il basallc decomposlo chc glace vicino ilponfe nuovo, c psrudomoiTico sul carbonalo di calce roraboe- drico crislullizzalo, cbe si Irova alle portelle. Da ullimo giace in forma di liiborcok'lli con lucenlczza rcsinosa nelle cellule del basulle insicmc alia pbiliipsile, all' analcime ec. (1) Op. cil. torn. 2. (2; Op. cil. torn. 2. (3) Op. cil. torn. 2. ATTI ACC. vol. III. 21 on.iKu flT;.m88o ().'fn:r'i "niz ai.');i'i?; *i ;;v-iiilj v.W''. i\ ;H(ilq . : :i; !;•;;;•■ J ,yij:i';'!i!,!0 -•:■. , .;■;; i. !•! .:';■■:•• 'I ,;.i,;,. iil'd; i:]:/''' ; It.) V, •,,-, jjjj.{) ./.• ' -. • ■[•■•; ,1.' -),:.(. ■ ',!-*: ,'.. ; ,,■, cw''. ■••■'- .» ■ ■»; J- . ■ Ii- .■■\.<:>u',i • '■'■■••\W- FRATTURE COMPIICATE NUOVE OSSERVAZIOM E RIFLESSIOXI DEL SOCIO ATTnO IXTTA Dclla sedula ordinaria del IS maggio 18S6 (Coatianuis&e e Sne — Tedi ToU XI) S'lPA^^Mfl^O) '^■'^'^""f i^JP ■i'lUl'l r-"- ^"i 3! ir-" 'irir>4 OVIi'iA OWii Jatt /jiri^H JjilffH^ /fO'Ki A5CT3J ili'iBE' oi^^fifu {18 l3f) jsl'ifiuifwft ii)iilm fi^oii ( i>* ,tyV' nj^Y — ui'l 0 Jioisaifiiiirjvj) — 161 — FRiTTURE COMPLICATE DELL* ARTICOLAZIONE TIBIO-TARSIANA E di:l PIEDE § 1." Fraltiira complicata dell' arlicolaziane tihio-tarsiayia cmjionala da projeltUe lancialo da arma a fuoco. OssEKVAZ. 4!).* Giuseppe G. calanesc dell' ela di aiini 23, coccliicro, di ollima cosliluzionc, alio enlrare il por- lone del so|)radcllo Collegio Culclli riceve una fucilala nel piede sinislro , e j)iopriiimoiile sul malleolo eslcrno, di fucile (la niiinizlone caritalo a palla colla slagnarola. La palla dopo avere Iraforalo il sudello malleolo e I'osso cal- cagno venue a fissarsi lia il malleolo inlerno e 1' ullimo dci cuniMformi, soUo il coniune inlegnmenlo; e da (piivi fu cslralla schiacciala c doformc. Ollreclie le ossa pelle quali la palla Iraggillo fuiono forale , crane poi rolle a schegge; e quindi nn considerevole nuinero delle slcsse furono eslralle in seguilo alio sbrigliamenlo, pralicalo su- bilo die r infermo in amine.sso alio spedale. Gravissima I'u la flogosi clie sopravvenne , con feb- bre Iroppo risenlila e sele ; gravissimi erano i dolori nella rcgione offesa , niollo piii ad ogni movimenlo ancorche lievc del piede, c co|)iosissima I'u la marcia conseculiva alia su|)purazione. Sembrava chc il pazienle avesse vo- lulo soecombere sollo le I'ebbri e lo spossamenlo. Ma il corlice peruviano ed il lalle, e la mislura di Glullou, le aperlure c conlro-aperlure di diverse sinuosila , coq- corsero di unila alle forze della nalura a salvarlo, — La arlicolazione libio-larsiana rimase aiicbilosala ; ma il G, . . puo camminarc quasi liberamcnlc senza appoggio. iTTI ACC. VOL. XII. 22 — 162 — § 2." . _ , .......... .. . » , _ . .... Frallure complicate delV arlicolazionc libio-tarsiana cagionatc da schiacciamenio. OssEitvAz. 50." Anlonino Furnari da S. Maria di Li- codia, canipagnuolo dell' cla di anni 40 circa, di lempe- ramenlo linfalico-nervoso di huona coslitiizione c die sem- pre avea godulo ollima salule fii amnicsso nello spcdale il di 27 giiigno 183S. Egii avea una vasla piaga per luUe le rcgioni an- teriore e lalerali dell' arlicolazioiie libio-larsiana sinistra, profonda sin denlro la sl(!ssa arlicoiazione, conginnta alia frallura orizzonlale del malleoli , rcslando frapposla tra la sndella ferila la cstremila supcriore di cssa frallura che usciva fuori per due pollici circa del piedc parigino. I lendini dcllo eslensore coniune dci dili, dello esten- sore lungo deH'allucc, del libiale anleriore e dci due pe- ronei, le capsole arlicolare c sinovialc c niolli loganienli libio-larsiani anterior! c lalerali furono lacerali a Inlla so- stanza. L' animarcimenlo era considerevole, e diffondevasi sin denlro 1' arlicoiazione ; la gand)a ed il piedc erano gonfii arrossili dolenlissimi ; rinfernio avea i'ebbre calo- rosa. inappelenza delle sostanzc alimenlari, sudore not- turno e qualcbe volta diarrea. Tulto cio era avvenuto sin da trcdici giorni addic- tro, a cagione di essersi precipilato sull'arlo offeso un ca- vallo, chc sbaizo da un niuro mentrc il Furnari lo caval- cava. E sicconic lo stalo locale e gcncrale pcggiorava sempre piii , cosi era stalo Irasportalo alio spcdale per essere pralicala 1' ampulazione. A visla di quanlo ho descrillo credci convenicnte — lo: pria di luUo shrigliare ia piaga in varie dirczioni , ed cslrarrc le sclicgge piii inohili. Qiiimli osscrvai viemme- glio die il pezzo superiore dclla fijilliira iiscilo fiiori coin- j)roiidcva ia I'accia arlioolare delta liliia, iiieno dei mal- leoli cli' eraiio liinasti in silo , era denudato dal pe- rioslio od in gran parlo ncorosalo. Laoiide lo reserzionai pclla siidclla eslcnsionc di duo |iollici paiigiiii, cd cslrassi allre schcggc picciole spollaiili ai niallc^oli. Lc hevande acidolalc con acidi ininerali e I'infuso della China di unila aila niislnra di rilnllon tosliUiirono gT inl(M'ni rimed!; ed esleinamenlc le calaplasme aiilisellichc c le iriiozioni di si- mile naUira ; ma riloriiala la diarrea , die cpiesla volla iu di pill liiiiga diirala , la ciira iiilorna dovcUc inodili- carsi, sosliUieiulo ai siidelli conipeiisi la geialina vegdale c r ai:(|ua di alhiiinina. AI lasso di |iodie sellimane la slcssa diarrea noii die il sudore nolluriio la felilire e raminarciinenlo vcnivano meno. La piaga cuoprivasi di graniilazionc, die gradala- nienle riempiva il cavo resullalo dalla jjordila dell' osso reseizionalo ed eslrallo a sdiogge ; e progredendo sem- pre |iiu la cicalrizzazioiie il Fuiiiaii giiarilo, ma col piede andiiolosalo , il di 0 ollohre dell' anno sudello facea ri- toi'iio a sua casa. Uielro poi due aniii e mezzo di lompo si riformu lalmeiile I' ailiculazione ccniiala, die il Furnari giunse a valerscne senza ap|>oggio veruno ; e durante lal periodo si avverarono diverse suppurazioni prodolle dalla elimi- nazione di allre sdiegge. OssERVAZ. 51." il di 9 novcmbre 1813 fii ammcsso nclla dinica Henedello Mardiesc di Calania dell' ela di anni UG circa spezza-pielra, di oltima cosliluzioiie e sem- pre di buona salule, avcnlc fracassala la eslremila infe- riore della gamba sinistra non solo sull' arlicolazione li- bio-larsiana, ma pure quasi per lullo il lerzo inferiore. — 164 — La fonna dclla lesionc era la segfuenle : vasla ferila con- lusa e laccrala chc si eslendeva dal nialleolo cslerno a tiiUa la rcgione anlcriore della cennala arlicolazione ed inlercssava a luUa soslanza il comunc inlegumento I'apo- nevrosi la capsola arlicolare i Icganicnli Ubio-larsiani sol- tostanli ed i lendini dci rmiscoli eslensore del dilo gros- so, eslensore connine dei diti, peronei e ilessore comune dei dili ; luUo il tcrzo inferiore della tibia c della fibola compreso il malleolo eslerno e lo aslragalo erano roUi a schegge; allra piii picciola ferila pure conlusa e lacc- rala sul malleolo intcrno inleressanle il comune inlegu- raenlo e I'oponevrosi, e finalmenle considerevole conlusione sulla mela inferiore della gamba slessa. La causa di lanlo guaslo era slalo un gran pezzo di lava lancialo in aria dalla mina , e cadulo a piombo sulla gamba del Marchese che non ebbe lempo ad allon- tanarsi. A visla di luUo cio laluni cbirurgi occorsi deci- sero pralicarsi subilo I' ampulazione. Ma ammesso alia cli- nica mi scmbro polersi ancora sperare , e quindi slabili rimellersi 1' operazione ad allro lempo. Laonde falle delle larghe incisioni in varie direzioni ed eslralle le schegge pill mobili fu poslo 1' arlo nella semi-flessione, si appli- carono numcrose mignalte alle regioni contuse, e la piaga coperla con paniiilini spalmali del ceralo di Galeno a cui si soprappose un calaplasma cmoUienle. La reazione che sopravvenne fii risenlilissima si pella flogosi locale, come per la febbre, che sembravano voler mi- nacciare la vila dello infermo ; ma 1' applicazione di al- Ire miffnatle sulla reeione ammalala riuscirono a calmarle. In seguilo la piaga lendeva al cancrenismo; e per- lanto al calaplasma emmoliicnle fu sosliluilo quello anli- sellico, ed inlernamenle alio infuso della china si riuni il lalle , non Iralasciandosi ne le bevande acidolale , n^ la mislura di Glullon. — Diclro siffallo melodo curalivo si sla- — IGS — bill lodcvolc siippurazionc , c le schcggc rimaste furono cslralle piii ngcvolincnlc. Nol corso (lella ciira novclle suppnrazioni soprav- vcnncro prcccsse da fehhri c dolori accrhissimi ; fciiomcni chc cossarono al dislaccnrsi deH'oscarc, dei leiidini can- (Tonali c dello sclioi;iTc ; Ic quali fiirnno lanlc , quanlo del lerzo infprioro (U'lla lil)in o ilclla (il)ol;i non rimase al- tro die alqiiaiito dolla cresla della libia, c del mallcolo csler- no; dcllo aslragalo non nc reslo parte veruna , del cal- cagno c d(!l mallcolo i;ilrino n(! ninncarouo parlo. Non a\v- iinle in soguiln allrc sisppurazioni il coiisiderovoie cavo rimasto da lania jx'rdila di soslanza cominiio a ricmpirsi di granulaziono, c rilornnlo 1' appelilo dellc soslanze ali- nienlari, 1' iiifermo riacqiiisto le I'orzo, ed il di 17 marzo 1844 fece rilorno a sua casa, seljbcnc la piaga non era del lulto giii.rila. Ma coslrello dal bisogno dovelle rilor- nare alia falica qiitindo la consolidazionc della soslanza clic rinipiazzava 1' osso mnncanle non era del tuUo in- callila. I.aondc la piaga s'ingrandi cd il |)azienle ebbe bi- sogno di guardare il lol!o per piu sellimane; a diria in breve al lasso di un anno a conlare dello accadiinenlo era si perfellamenle guarilo , clie pole cauiniinarc senza ap- poggio vernno. E qui cade in arconcio far nnlarc rhe avvcnne ncl Marcbcse Ira il picde c la gumba sinihlra, qnella forma di deviazione , clic accaddc nel Previlera Ira il ginoc- cliio e la coscia; cioe clie al lalo eslerno niancando la libia del nialleolo dovelle essa scendcre in giu per averc sulle ossa del larso un piinto di appoggio ; ed a cagionc di tale obbliquila spingendo in donlio il calcagno c tullo il piedc reslo (jiieslo ad angolo colla gamba ; e quindi il pazicnie cammina zoppicando; mollo piu perche le dila rimasero immobili. — 166 — § 3." Fraltura conij)licata del piede cagionata da proiettile . ,, lanciulo da arma a /itoco. ;,;. > >.;•) OssEnvAz. 52." I! d\ IS oUobrc 1847 fii ammesso alia cliiiica Gactano I'apa, calancsc dfill' ela di anni 38 circa, pccornjo, avenlc il pieile sinislro liumobilc , gon- fio, (lolcnlissimo, con due piaglie : una sul mallcolo oslcrno e nclle vicinanzc del mallcolo inlerno I'allra. La prima di forma quasi circolarc del diamelro di Ire pollici circa fungosa, penetrava tra le ossa del tarso ; l' allra piu pic- ciola cd irregolarc inlcressava il solo inlcgumenlo ; da ciascuna veniva fuori considcrevole quanlila di marcia di calliva indole. Lo slalo generalc dello infermo non era affallo fa- vorevole ad un felicc csilo della nialallia ; menlre la fchbre calorosissima , la inappelenza dclic sostanzc ali- nienlari ed i lungiii e gravi dolori al piede lo avcano spossalo. Tullo cio era slalo cagionato il di 20 sellcm- bre dello slesso anno da palla di fucile da caccia sca- ricalo alia dislanza di 60 passi circa ; la quale di unila a delle palline aveva colpilo il mallcolo eslerno , die ne era slalo fracassalo , ed eras! inlernala Ira le ossa del tarso , formando la prima piaga anzidcscrilla ; menlre la seconda era slala per effello delTapcrlura di ua'asccsso per inlillramcnlo. La ecccssiva flogosi allora non permise csplorare lo inlerno della prima piaga ; allesocche ogni piu pic- ciolo coulallo dello specillo, cd ogni lieve movimenlo del piede apporlavano dolori alrocissimi. Eppero applicale delle niignalle sulle adiacenzc di essa piaga e minorala la flo- gosi si praticarono delle larglie incisioni per sbrigliaria — 1G7 — c qiiiiidi si polcroiio osscrvarc dcllc sinuosila tra il lar- so, c iiello inlcrno ili esse inollc sclieggc, Poi si venne a capo di polcr eslrnr (pieslo nuM'ct! lo pinzollo, c quasi iiilcro lo scal'oidc fii porlnio fuori; il luallcolo eslerno cd il cuboidc pure fiiroiio oslralli a pczzcUi ; e luimcrosis- sinii frammoiili vciiivnno fiiori fra le marce. Ill seguilo nil I'iPioic si foiini) sul Icrzo ciinciformc, die si apri sjioiitaneaincnlc e dicde csilo a della marcia c da qui I'u cslralla la palla, schiacciala e di forma ir- logolii'c , e 101) ;;()C:i(' schcj^gv; di soslaiiza ossea spoii- giosa. Sopravvciiuc diarrca; ma scnza fcuoineiii appa- renli d'irrilazionc alia mucosa inlcslinalc ; eppcro si am- miiiislro I' inl'uso della china di unila al lalle , die ap- porlaiono giovamcnlo. Kssendosi manifeslalo vaslo asccsso tra il tcndine di achille c hi [ olp.i della gamha , rilonii) la febbre la iiiappeleiiza, c lo spossamenlo ; cd il dolore locale tor- luculava il paziciile. A')or!o poi col laglio siffallo ascesso e venula fuori la considercvolc quanlila di marcia , die conlonea, lo forzo e I'aiijtelito si risiabilirono, ccssarono i dolori, Ic piaglie si avviarono alia guarigioue ed il pa- zicnle usci dallo spedalc guarilo il di 8 diccmbrc 1847 coir arlicolazioiie libio-larsiana ancliilosala , ma gradala- nienle ha riacqiiishTlo tpialclie movimcnlo; o, quindi la loco- mozioue si esoguisce bene seuza api>oggio veruuo. § 3." Frallurc complicate del piede prodoltc da schiacciamcnlo. *OssERVAz. 53." Alflo Napoli, marinaio calancse, del- r ela di anni 17 circa di Icmperamenlo sanguigno, reslo mulilalo della mcla del piede desire da una gomena, — 1G8 — chc slriscianilovi sopra con violenza , sirappb lutle le dila e gran parte del melalarso di iinila all'aponevrosi ai len- dini ed ai muscoli soprapposli. Siffalla Icsione era con- giunla a grave emorragia, die prosegui sino a quando il pazienle venne Irasporlalo alia clinica due giorni dopo r accadulo, ovc a lal' uopo fii adibita la seraplicc pres- sione locale. Malgrado la irrcgolarila della lesione non reputai convcnienle regolarizzaria con una ampulazione parziale, e cio per non diminuire vieppiii la breve eslensione del piede rimaslo, lo clie avesse polulo renderlo inulile alia locomozione. Cio nondimanco I'andamcnlo della piaga non presenlb mai fenonicni imponenli, nieno del dolore e delle conlrallurc spasmodiclie lungo la gamba, che sva- nirono dopo ramminislrazione dello cslrallo della lalluga saliva e delle frizioni della pomala con eslrallo di alropa belladonna. In seguilo le parli cancrenose si dislaccarono, non poche scliegge delle falangi nielalarsiane furono eslralle; ed il giovine usci dallo slabilimenlo al scslo mesc guarito. OssERVAz. 54." Giuseppe Longo calanese dell' ela di anni quallordici, di lemperamenlo sanguigno, di cosli- luzione ordinaria , fii ammesso alio spedale avenle il piede sinislro quasi diviso in due mela Irasversali da un sasso che cadendovi sopra deslrusse e fralluro le parti molli e gli ossi del melalarso, ad eccezione della falange del- r alluce. La frallura era comminula nella lerza quarta e quinla falange e semplice nella seconda. Quindi il corpo schiac- ciante era agilo maggiormente sulla meta esterna del piede, i muscoli del di cui orlo sinislro speltanli all' ul- timo dilo, aveano sofferto nolabilissimo guaslo. Poco dopo al successo fu ricevulo nello slabilimenlo — icn — venncro cslratlc quasi tulle le sclicggc c si rcparo alia eniornigia inorco la fascialura coinpressiva. Al (Iddicesimo giorno la suppurazioiic era lodcvolc , ed in alciiiii pmili dolla piaga , conisjtoiKleiili ai inuscoli intcrossei, si vedea coniinciala 1' adcsione. INcl corso doila ciira non avvcnne in sinislro circo- slanza di sorla, c posso dire di non avere vcdulo in sil- falli gnasti un' andamenlo piii rcgolare di qneslo ; men- Irc il ingazzo alia fine del terzo mesc usci dallo spedale del liillo giiarilo; ma senza poler arlicolare Tullinio ed il pennllinio dilo. OssKitvAz. 55." Un giovine di S. Giovanni di Galermo dell'cla di anni 2G circa, di Icniperamento sanguigno, di ahilo di cor|)0 regolare si conficco ncl piede sinislro un palo di fcrro di grossezza non ordinaria chc lo Ira- fori) dal dorso alia pinnla. OlUe la laccrazionc dci lendini dello cslensorc lungo e breve comuni riniascro rolli a schcgge il secondo ii terzo ed il qnarlo osso del nielalarso, II giovine pero guari pcrfellamcnle dope Ire mesi (1). Ripcssioni alle precedmli o.tservdzioni siiHc frallurc complicate dcU' aiiicolaziouc libio-larsiana e del piede. Le sei osservazioni clie vengo da dcscriverc sono di grande inleressc alle ricerchc sull' ampulazione primiliva pella eslensione delle lesioni avvenule si alle parli uiolli, come alle parli dure deirarlicolazionc libio-larsiana c del (t) Ollrc ai dcscrilli casi sono stall curati nello spcdalc e anco nella clinica allre lesioni al piede prodolte da scliiacciamcnli , o da projclliii lanciali da arme a fuoco; ma siccome quesle consisle- vano in alliavcrsamcnii scmplici dclle parli ni(dli e delle ossa , senza slrappanuMili ne dilaccrazioni no s( lii'i;ye, c le ailre in frallure com- plicate ma parziali e limitale, cosi non ho repulato utile al mio as- sunlo esporle (lui. ATTI ACC. VOL. .\n. 23 — 470 — piede. E per tanlo non solo , ma pure pcUa natura dei tessuli fracassati quasi luUi aponevrolici tendinosi e li- gameiilosi, non che pella slrullura spongiosa delle ossa comprese nel guaslo, sembra che il cancrenismo avesse dovulo rinvenirvi elenienli che agevolano le sue destruzio- ni. Cio non dimanco a siniililudine di quanlo si osservo nellc frallure coniplicale alle mani, la cancrena si limito alle sole parti guaste ; e quindi 1' ampulazione, che a pri- ma visia avesse polulo sembrare I'unico mezzo di salvare gl'infermi, non fu bisognevole. ]\e si felice rcsullalo puo dirsi un' accidentalita , e quindi considerarsi come una eccezionc ; dapoiche anco il signer Arnal a Saint-Cloud osservo simile andamcnlo nelle lesioni di tal falta al piede , ed all' articolazione di questo colla gamba (1). Per lo che egli dice, ed io re- pute air uopo trascrivere le sue parole : k siffatti suc- « cessi comprovano sempre piii i danni delle amputazioni a immediate, troppo leslamente decise » (2) ; almeno, io soggiungo, nella pratica civile. E qui non posso Irasan- dare far notnrc la sorpresa che reco la conservazionc delle membra cosi guaste e specialmente della gamba di G. (osservaz. 49."), a taluni chirurgi che le osservarono e tra quesli al signor Mott figlio , che voile csaminare la lesione del sudelto individuo, e non pole non palesare la sua dispiacenza di avere amputalo subito per guasti in- feriori alia medesiraa. (1) Gior. oil. pag. 35. ' ''•''' (2) Itu — 171 — dell' ESPOSTE OSSERVAZIONI Sl'LLE FBATTCIIE COMPLICATE BEGLI AliTI TORACICI ED ADDOMINALI Riasssiiniendo 1' esposlc osservazioni sullc fralture complicate avvcnule nolle diverse sezioni degli arli toracici ed addoniinali in un modo quanto potcssero valere vie- mcglio al noslro scopo , repiito ulile assegnarc a ciascu- na frallura una topografia, desunla dai caratleri fisici delle ossa coniprcsc nella rrallura; dapoiche senihra die gli scrit- lori i quali si sono inlcressali della quislione suH'ampu- tazione primitiva si siano fissali mollo su i medesimi , onde dccidorc per ralTcrmaliva o per la ncgaliva. Or sic- conic i ccnnali caraltcri possono ridursi a quelli clie pre- scnlano le ossa lunglie, le ossa hrevi e rcslreniila arli- colari cosi assegnaiido a ciascuna frallura una lopografia ne resulla clic possono ridursi a Ire calegorie; cioe: 1" fral- ture complicalc inleressanli le ossa nella loro lunghczza, 2" frallure complicate inleressanli le ossa Lrevi, 3" fral- ture complicate inleressanli le ossa nellc loro cslrcmila arli- colari. Per tanlo le fralture complicate avvcnule nelle diverse sezioni dcllo avanibraccio, del braccio , della coscia e della gamba enlrano tulle nella prima categoria ; le fralture complicate dell' arlicolazione del cubito, della sjialla, della coscia coir ileo, del ginoccliio c dell' arlicolazione libio- larsiana nella seconda categoria, c tulle le fralture com- plicate della mano c del picde nella terza categoria. Po- sto cio passo ad assegnare a ciascuna categoria il numero dellc osservazioni che vengo da descrivcre cd i rcspcltivi rcsullanicnli ; csponendole nel quadro slalislico seguente. RIFLESSIOnil GE^ERiLI v^■4'/.;ll.:■ Dalle csposle osservazioni (1), e dalle rillessioni die se ne sono dcdolte, non clie dai risullamenti del quadro statistico scinhrami polerscne infcrirc. 1 . V andamento dclle fruUure complicate, c/ie avvengono nella pvalica civile, non h dissimile si nelle ossa lumjhe, come nelle ossa brevi e neW eslremita arlicolari. Dapoiclie, come vengliiamo da osservare, i pe- ricoli maggiori o minori dclle dcscrilte vasle lesioni non sono slali Icgali alle Ire anzidcllc parlicolarila delle ossa, ma hensi alia maggiore o minorc cslcnsione dellc slcsse lesioni ; cd un giiaslo niollo esleso si e vcdulo tanlo pe- ricoloso ncH'cslrcinita arlicolari quanlo lo c stalo allro si- mile guasto in uno osso lungo o in uno o piu ossa brevi. Da cio pno dedursene con probabililaclic Ic funeste consegucnzc dellc frallure complicate allc arlicolazioni, (1) Le modesinie sono soltanto quelle curale ncllo spedale da che cominciai ivi il mio servizio. Ma ollre a qiiestc erano slate gua- rite luimerosissime fratture complicate da arme a fuoco e da schiac- ciamento dai fiirono prof. Reina mio padre , e dal dott. 1). Pietro Giullrida allora chirurgo operatore e prof, di clinica rliirurgica. E qui reputo giovevolc far ceiino di altre due fratture complicate della ma- no, die consistevano una nella perforazionc del centro della stessa, cagionata dal passaggio di palla di fucile da caccia, clie infranse pu- re qiialche falaiige ; ed un'altra nella distruzione del pollice ed in parte dell'indice sinistri prodotta dallo scoppiamenlo di un fucile; ed e da notarsi die la emorragia in quest' ultimo caso non pole es- serc sistita dalla compressione ne dagli stittici , onde fii necessita ampulare la metu dell' indice rimasta , dalla di cui arteria lacerata la mcdesima proveniva; esse fratture guarirono a similitudinc delle altre descrittc nella 1." sezione. — 173 — allribuilc alia s[rullura analoniica od allc funzioni di esse sono dipcnclcnli \n\i dal inaggior miinoro di leiidiai, di li- gainenli, di ossa coniprcse iiclla Icsionc, di (|uaiilo daila particoiare disposizione dci incdesiiiii alia spalla, al cu- bilo, al polso, al ginoccliio, al piedo, e clic la IraKura coniplicala ad un'arlicolazioiie s' esij^gc pronlamcnle 1' ain- pulazioiic noil lo c per esserc in (piesla regioiie dell' arlo, lie per essere iiiteressale le capsole sinovialc ed arlicolare 0 I' eslremila arlicolari dclle ossa, ne per essere aperla r arlicolazione, nia perche e laliiienle estesa e profoiida da noil essorvi allro scanipo a salvar lo inlernio. Peri) da talc principio hisogna eccelluarne 1' arlico- lazione ileo-femoralc, nella quale, allesa la profondila ed i rappurli coUa cavilii addomiiiale, gii effelli lisici e vi- lali della causa clie lia prodoUo la Irallura, deggion es- sere pill eslesi e piii gravi di quanto lo fossero in allre arlicolazioui, nialgrado die essa IVallura non sarelibe di niolto coniplicala. Di falto sebliene gli elTelli lisici ca- gionali all" arlicolazione ileo-femoralc nel Finoccliiaro ( os- ser. 27) non lurono piii gravi di quclli avvennli all' ar- licolazione della spalla (osser. 2G), del cubilo ( osscr. 21), del giuocchio (osser. 23), del piede (osscr. 4!)) non di nianco rainmalalo inori di caiicreuismo con inOl- tranienli inlernuiscolari e denlro la cavila addominali;. Intaulo e da rillcllere die le sudelle osservazioni di I'rallure coiiiplicalc alle diverse arlicolazioui, prodoltc da palle da fucile, e lulle felicemcule gnarile, oltrecche diinoslrano non essere nccessaria rampulazionc nclle fral- lurc complicale di lal falla, diiariscoiio pui , che laluiie disarlicolazioni per guasli simili allc niedesime arlico- lazioni, c a prel'erenza a quella deU'oinero, forse si avcs- sero [tolulo rispariniarc; e lale senibra i)oler essere slala la cslirpuzioue dci braccio falta da Larrey ad un soldato svizzero che avea avuto perforato, ma senza fraltura, il collo dcir omero sinislro (1). 2. Vandammlo delle fratturc complicale all' omero ed alle ossa dello avambi-accio non e dissimile da quello delle slesse lesioni ai femori ed alle ossa della gamba. E di vero considerando in assienie le osserva- zioni 22/ e 23/ riguardanli le fratturc compHcate all' o- mero cagionate da proiellili lanciati da arme a fuoco, e la osservazione 29/ relaliva a simile fraltura prodolta da uguale causa al femore , e riunendo a questc le piti imporlanli lesioni della stessa nalura pure al femore de- scrille da Arnal, chiaro emerge che tulte guarirono senza il bisogno deH'amputazione. Aggiungendo, poi, alle me- desime le numerose guarigioni di simili lesioni alle ossa delle gambe si puo stabilire con probabilita, die, siccome il tcssulo osseo agli omeri ai femori alle libie non pre- scnta che pochissime modilicazioni nelle condizioni ana- tomiche, cosi gii effclli Dsici e vilali delle palle da fucile e dci corpi schiaccianti, a dali iiguali di volume di peso e di gravila, deggiono essere non dissimili in tulte e tre le ossa cennate. E (piindi 1' andamcnto delle fratture complicate a dati pure uguali, debb' essere uguale in ciascuno di essi. Per tanto la frattura complicata del femore non merita r amputazione primiliva a preferenza di quella che ha interessalo 1' omero o le ossa della gamba per essere nel femore; ma perche il guasto e si csteso e profondo da esser certa la morte del pazicnte non praticata la muti- lazione. 3. Posto che vi sono delle fratture complicate, le quali richiedono subilo V amputazione , e delle al- ii) Relation cliiriirgicale des journfees de juillet 1830 au Gros- Caillou. Par M. Hippoljte Larrey. — Ha — tre c/ie permoUono di iemporcf/giare, e nacessita ri- cercare e slahilirc a quali comUzioni dehbano esscrc le prime, a (juali le allre. Per i'iungorc a laiilo scm- bra chc la iniglior regola fosse qiiolla di valulare prinia- meiile il grailo di gravila o di compressione con cui a agilo il corpo die a prodollo la lesioiic ; e poi la quan- tita delle parli guasle e di quelle sane. Laonde, se ollre alia frallura con dilacerazioni delle carni e con schegge non vi e sfala compressione laic da prodnrrc la conlu- sione ad ullinio grado, si pno lemporeggiarc ; nel case conlrario, malgradoclie la soluzione di conlinuilii delle parli niolli c dure non fosse mollo eslesa, sarebbc gio- vevole, anzi necessario, ampular sull'islanle; se le parli niolli disorganizzale saranno piii di quelle sane, ancorche Ic parli dure fossero meno lesionalc ranipulnzione primiliva dovra preferirsi ; c viceversa se le jiarli dure saranno assai piii disorganizzale delle carni converra passar pre- sto air ampulazione (1). Se peri) le ossa e le carni guasle saranno in pro- porzione Ira loro , e se le parli sane le ollrepasseranno si polrii sperare la conservazione del membro nella pra- lica civile , nella quale per lo piii le frallure com- plicate sogliono essere a laic grado, e viceversa se le parli guasle ollrepasseranno le sane non vi sara lempo a perdere per 1' ampulazione. La osservaziouc 46" pub invocarsi in appoggio a quanlo si e slabililo inlorno la (f) Iffentre crano sotto i torch! Ic present! osservaz!oni c ridcs- sioni osservai un nomo dell' elii di anni tlO' circa aventc una piaga conlusa c lacerata siil lerzo medio della ^Minba sinistra di breve eslensione e profondita, conj,'iniila alia fialUira in Ire o quatlro poz- zi dolia tibia c della fibola, lunglie (piasi per tutia la estensione del- le sudette ossa. Talune di esse furono eslratte merce larghe e iuiifrhc incisioni; ma lo infermo mori di cancrcnismo a tulta la gamba, per DAu csscre statu praticulu i' amputaziuue primitiva. — 176 — gravissima conlusionc con fralltira limilala ; la osscrvazione 41° in appoggio a quanlo si c delto pelle fiatlurc con mollc sclicgge , e con poca dilacerazione e slrappanicnli di parti nioili ; le osscrvazioni 6/ 10.° H." 2:$." 28." 32.° 37." 39.° c 43." dinioslrano i guasli eccessivi die deggiono amputarsi suhito , e Inlle le allre osscrvazioni chiariscono in quai casi si polra lemporeggiare o evilare la mulilazione. 4. Slahiliia la ncccssUa dell' amputazione sara mollo giovevole praticarla subilo. Dapoiche niercc 1' ope- razionc scniplicizzalo il gnaslo, ossia sosliluila a questo una piaga circolare, uguale c senza slrappamcnli , scnza amniaccamcnlo , ne schcgge , ne emorragie , gli effelli fisici e \ilali del primo vcngono a cedere col loglicrlo ; e siccome i priniilivi effelli vilali sono alrocissinii dolori, spasmodie, peso enornie e lalvolla emorragie infrcnabili, cosi quanlo piii preslo sara lolla la causa di lullocio tanlo nicno soffrira I'organisnio, anco a cagionc dcgli ef- felli conseculivi, e la guarigione sara piii pronla e piii sicura, Basla richiamare alia menle le osscrvazioni 10° 11° e 32° per reslar convinli di lale giovevole resullamenlo dcir amputazione imnicdiala; ed aggiungendo a quesle le osservazioni G° 37° e 39°; conleslanli lulle 1' esilo felice di siffalla operazione pralicala al piii preslo possibile do- po raccadimenlo, con lo inlcrvallo lull' al piii di uu'ora 0 di due ore, si puii concliiudere senza tema di errare, die giiulicala indispensabile 1' amputazione e dovere pra- ticarla subilo , e cli' cssa non aggrava per nulla , anzi allcvia , gli accidcnli priniilivi. E qui cade in acconcio far osservare che siffatlo procello incombe vie piii ai cliirurgi militari, ai quali neilo applicarlo e concessa maggior laliludine dei cliirur- gi civili ; dapoiche i primi nei campi della guerra non — m — l)OSSono averc a loro disposizione e giusla la varicla del- la losione ricliiedc luiri inezzi fisici meccanici terapeu- tici igicnici hisogiicvoli alia (liligciito e luiiga cura di una fralliira coniplitala, lie grinformi , agilati da diverse cau- se niorali, olhligali a dci moviiiiciili di Irasporlo niciile confacenli al loro slato ed ai loro hisogni, coslrelli a dcl- le privazioni, iioii possono giaiimiai avere quella (juiele (|uel riposo e quella igieiic iiidispeiisubili per lesioni , delle quali se ne aggravano gli aculi dolori ad ogni piii lievc nioviniento a causa dei pungiuiciili delle sdiegge e della llogosi. Pelloclie fa incraviglia, sia delto a modo di csempio, come il cliirurgo maggiore del Vascello france- sc il Temeraire, clie fu prcso dngl'Inglesi , abhia jiOlu- lo rimellere alio arrive nel porlo 1' ampulaziiuie iiidi- cala iiuniedialameiite da diverse IraUure couiplicale; ra- gion per cui ebbe a vedere perire tulli gl' infernii duran- te la Iraversala; c similmeiilc accadde ai cliirurgi dell'ar- mala francese uella guerra della iiidipcndeiiza degli slali unili di America; i quali per avere rimesso 1' ampulazio- ne alia cessazione degli accidenli primilivi viddero mori- re quasi tulli gli ampulali coiiseculivamenle. E di vero, se iiella pralica civile malgrado che le complicanze delle frallurc cagioiiale da proiellili lanciali da aruie a fuoco iion soiio si estese e profonde, come quelle cbe avveiigoiio nei campi della guerra, iion dimanco le am- pulazioni secoiularie non sono seguite da successi felici lanto I'requenli (juanlo lo sono le primilive, clic non debba aspel- larsi nella pralica mililarc da una gaiiiba, da un' arlo to- racico fiacassali da palla da caniioiie, da obict', da sdieg- ge di iiiilraglia o di bumba, ed ampulali dopo clie il pazieiile lia sofferto per piii giiiriii gli alrocissimi dolori e lulle le allre consenuenze di una lesione di lal I'alla? consegucnzc che anno spossalo il sislema ncrvoso e ciie iinno alteralo le qualila dei sanguc c della linfa. ^ ilTI ACC. \0l. XIl. 2i — 178 — Rilornaiulo inlanlo all' esposlc osscrvazioni giova qui Icner conlo dei resullainenli dolle amputazioni primilive e sccondarie da me pralicate. Or dal quadro stalislico si ri- leva die tra 8 aiDputali priniilivamenlc ne inorirono 2, e ne soccombctlero 5 Ira II amputali secondariamenle. Qtiesli resullainenli polrebbero sembrare a prima visla Iroppo scoraggianli pellc ampulazioni secondarie anco nella pralica civile ; ma se si rillellera clie quallro degli ampulali secondarianioiiie morirono di asccssi lonlani alia regione forita (osscrv. S.° osscrv. ii' osserv. 17." e os- serv. 16.'), ascessi die sogiiono far seguilo eziandio alle ampulazioni sollecitamenle pralicale (osserv. 32."), cosi non sarebbe fuori di proposilo credere chc, se co- sloro fossero slali ampulali subilo, sarebbero morli pure di ascessi di lal falla ; mcnlre nei medesimi precsisle- vano lulle le condizioni patologiche degli orgaiii e dei fluidi bisognevoli alia prodnzione di lali ascessi. Ed ag- giungendo a cio cbe la morle di un' allro, a cui fu di- sarlicolalo il pollice (osserv, 7.°) avvenne a cagione del letano , die suole pure succedere alle ampulazio- ni primilive, polrcbbesi concbiudere probabilmcnle die nessuno degli ampulali secondariamenle cesso di vivere a causa assolula della tardila della opcrazione, come sareb- be slato il cancrcnismo del moncone, lo spossamcnlo , la consunzione ecc. .^.^ Le vaste denudazioni dei muscoli dal comune iniegumenio, ancorche cnnyhmte a fratlura semplice , e le contusioni ad ultimo grado, ossia con allrizione, sebbene fossero senza estesa fratlura, esigyono spesso r ampulazione anco primiliva. Le due osscrvazioni 41." e 43.° e le riflcssioni cbe ne furono dedolle ( pag. 18o) chiariscono queslo principio. 6." Nelle fratture complicate cagionate da arma a fuoco, 0 da schiacciumento V andamento non e dis- — no — simile. Di fatto in aincnclue quesli gcneri di Icsione il cancronismo si e limilalo nclla |)arlc guasla, e nell' iiiio non mono the ncll' allro ne lleljile si e vcrificala, ne as- sorbimenlo. QuiiKli non e la polvcre da sparo , crcdiila da laltini velenosa , die cagiona la inorle; piii loslo e qiic- sla ellcUo dellc slesse cause |)cr cui avviene alle voile nci guasli prodoiti da scliiaccianicnlo. Laoiide lo uiie non deggiono richiedere piii o niciio dclle allre, a condizio- ni iiguali nella eslcnsione e gravita del guaslo, ralten- zione del pialico sulla risoluzione da prendersi per 1' am- pulazionc ininiediata. Ed in appoggio di cii) si polcssero rilenere i rcsullamenli delle osservazioni elie vengo da esporre; dapoiche Ira 21 I'eriti da schiacciamenlo non ne furono anipiitali priinilivamcute die soli due , e (|uallro soltanto dei 31 irallurali da arnie a fnoco ; vale a dire, die il numero degli ampulali ncll' uno e nell' allro genere di Icsioni violcnte non prescnla rimarchcvole variazione, Pero e nella pratica mililare esercilala nci canipi di baltaglia die i diirurgi deggiono lencr prescnle il pre- ccUo Iroppo generalc del Dupuylrcn; cioe: « Che nelle tt frallure comi)licale da arnia a fnoco diffciendo I'anipu- a lazione priniiliva, si perdono piii individui che non si a salvaiio menihri ». E di vcro nci canipi deiia guerra i guasli di cui si Iralla non essendo prodolli da sole palle da fucilc, conic quasi senipre avviene nella pralica civile, ma anco da palle lancialc da caiinoni di divorso calibre, da ohici, da schcggc di bombe ec. devc seguirne che il numero dei guasli eccessivi, che ricbiedono I'ampulazione priniiliva e numerosissinio, niolto piii in rapporto alle sles- se lesioni cagionale da schiacciamenlo; delle quali, ad cccezionc di quelle prodollc dal passaggio dellc ruole dei cassoni, non sogliono avvenirne che rare. ,i Adunqne ii per la vaslilii della lesione , e non per la nalura dell'arnia, die le Irallure complicate da arme — 180 — a fuoco c a prcferenza ila bocclic a fuoco , richicdono (li freqiicnlc rampulazione primiliva; e di cio iic abbia- mo dcgli cscmpj nolle osscivazioni 10." 11/ 18." 23.' dapoiche le vaslc lesioni descrillc ncUe slesse, cagionate da proicUili lanciali da bocche a fuoco, pclla lolale doslru- zione di gran parte di un mendjro ( dclia mano, del cii- bilo, del bracf io ) richicsero I'anipulazione primiliva. E qui rcpulo giovevole far osservarc che gli effeUi fisici e vilali dclla palla da fucile di niunizione, lanciala di unila alia slagnarola, ncn sono dissiniili da quclli di una palla da cannone ec. come Io dimoslrano le osser- vazioni 6." 37." 39."; c quiiidi, come lali, ricliiedono su- bito rampulazionc. Ep|»er6 sono lodcvoii i cliirurgi nii- lilari e a preferenza Ira gli anlichi Duchene, AViscman , Le-dran, Ramby cc. c Ira i piii recenli Larrey, Fercoc, Percy, Masclcl, Gulrliie, Del Signore , Doabourg, Gual- lier Dc Claubry per aver slabilita dai falli raccolli nelle ballaglie navaii c terrcstri la neccssila deH'ampulazione primiliva iiellc frallure complicale da arme a fuoco, e bia- simevoli i eliirurgi civili per valersi di lali falli nella pra- lica civile. E sono spinlo a pensare, se non m'inganno, che il prof. A'eipeau , scbbene rapporla come conlrari al temporeggiamenlo nelle piaglie da arme a fuoco inte- ressanti ossa spongiosc quallro osscrvazioni la di cui fine fu la morte , pur Inliavia non ha provalo nulla in favore del suo assunlo : che le medesime son poche in confronlo di quelle simili gtiarile c dcscrille da Arnal , La-l>aslide, Faure, e delle allre da me csposle nella 1." e nella 6." sezione. 7." Grande influenza spiegano suW andamento delle frallure complicale , anco non mollo ijravi , le condizioni dci fluidi, e le parlicolari predisposizioni alle malallie organichc. Tale influenza tende sopraluUo a delerminare gli ascessi secondarii e Ionian] alia ferila — 181 — ed il cancrenismo. Di fallo nci sello indiviiliii niorli di qucsli ascessi , c dei ([iiali si raniono allc osservazioni 5.° S." ii." n." iU)." 32.° c 4G." la prccsislcnza di ci'oiiiclio epalili c splcnili e di vi/i congeiiili o ac(|uisili del saiiguc e dclla linl'a c cliiarissiina, c la provcnicnza ncl inai^yior niimero di essi (iaila inl'ezione iniasmalica pa- liidosn iHMi animclle voriin duhbio ; infozioiie die piiossi coiisidcrare coiik; iiii veleiio occiillo niesso in azione da- gii eH'clli iiKirali, vilali e fisici dello avvcnimenlo. I'iii voile ho delto die la palologia degli ascessi an- zidclli saiii discussa ncira|tpeiidice; ma per ora mi /6 a ripoler qui, qiianio csposi alia p. 20, cioe: die nei so- pracennali inCcrmi si nola die i^li ascessi alle grandi ar- licolazioni ed ai visccri loracici ebbero liiogo, iiialgrado che Ic respellive lesioiii iioii fiiroiio si cslesc e iirolonde, co- me Id crane in allri ferili, nei quali non oslanle la con- siderevole complicanza ddle frallurc avverossi la giiari- gione. I'oslo cio c da esamiiiare se nei casi di fialliire com|»licale avvenule negl' individui avenli siHalle piedi- sposizioni , si polrebbcro |)revenire gli ascessi in esame niei'ce ranipiilazione priniiliva. Probabilmenle che no; da- poidie ram|iiilazioiie della coscia pralicala iiella persona di Concello Sciulo ( osserv. 32.°) poclii niomenli dopo lo avvenimenlo non impedi , che si fosscro svilnppali gli ascessi ai polnioiii; e quiiidi non puo dirsi die nei Va- lenli (osserv. 14.") nei Pulvirenli (osserv. n,°)cnel Pnglisi ( osserv. 4().' ) accaddero siinili ascessi per es- sere slala [iralicala ranipiilazione piii selliniane dopo I'ac- cidenlc. Per allro anco ncl De-Monl (osserv. 18.') e nei l)i-Eniinaiuiele (osserv. 20.°) la niedesima opera- zione lii esegnila piii sellimane dopo il successo, c non dinianco anibidue gnarirono , nialgrado gli ascessi locali profoiidi con inlillramenti c con degenerazione cancrcnosa, che prccessero la mulilazione. — 182 — ii) i Olire a quesli riflcssi contrari airamputnzione nei casi, di chc trallasi, e da aggiungere, die, se gli ascessi di lale natura pure sogliono far seguilo airampiilazione prati- cala per allrc malallie, non chc al parlo il piii regolarc, co- me niai potrcbbesi sperare die la medesima prevenisse lo sviluppo degli ascessi in esanie ? Si e perlanto die si dovrchbero ricercare allri niezzi, oiide lentare di evilarii s* raai e possibile ; e di cio per lo appunlo mi occiiperb neir appendice ; e sollaiito qui appresso discorrcndo sul melodo curalivo delle frallure in discorso m'inlrallerro al- quanlo su tali mezzi. 8. La emorrafjia nelle frallure complicate sia primitiva o secondaria rare volte obbllga airampiilazio- ne. Di fallo Ira i 58 feriti, dei quali ho ragioiialo nelle os- servazioni, in due solamcnte si e verificala I'cmorragia se- condaria a slalo tale da avcre richieslo I'ampulazione in uno ( osserv. 14 ), e la disarlicolazione in un'allro ( os- serv. 9 ); menlre atlesa la deslruzione della mano, del polso, di una gran parte della ganiba, e sin' anco della coscia, come avvennc nel Coco ( osserv. 28.° ) e nello Sciulo ( osscr. 32.° ), avesse dovulo nianifcstarsi frequen- teraente; c intanto malgrado I'aperlura di considercvoli troncbi arleriosi e venosi e a prcferenza delle Icmorali, 0 a finito da se nel tempo trascorso ad essere traspor- lato r infermo alio spcdale> o pure merce la scmplice pres- sionc locale o sul tronco principalc. Molti sono i fatti che conformano tale ccssazione per lo piu spontanea ; e dci mcdesimi il prof. Velpeau nc ha raccolti cinquantasei in una sua memoria (1), ed il prof. Gutrhic dietro analogbi successi ha conchiuso con dire, che i cbirurgi sono occupati di Iroppo dal tiniorc deir cmorragie (2). i|;i«i-! - ')"'iui)i.i -ji ;)ii!::;mrr. c nt^n^ib (1) Gior. cit. t. 1." (2) On the diseases and injuries of arteries willi tiie operatio- nes required for tlieir cure bis j. j. Guthrie — London 1830. — 183 — Dii lanlo cliiarissimamente riliico die sciizn pria spc- rimeiilarc gli allri luczzi iiidicali per ((Miiiare sidalla einor- ragja, compaj'na per lo jtiii (telle lesioni die ci occupano, sarel)l)e iiii eirore I'ailoprare ranipulazioiie [»cr liherarc rinferiiio dalle coiiscgueiizc della slcssa (1). y. Slabilila la coiiservazioiie del ineiiibro guaslo la prima indicuzione cuniliva consislc nella eslmzinne delle schojifie , nella resczione se ahbisoijndra deU'e- slrcmHa dalla frallara denndalc dul pcriosUo e nella posizione seini-jlessa dell'arto, se la non molta cslen- ziune della piaya perniellera tale posizione; ullrimenli sura poslo orizzonlale ncl simi-canale di lalla. Dapoi- che, siccome la inorle degl' infermi di frallure complicate puol' cssere cagioiiala o dal cancrenisino o dal lelaiio, i proposli iiK'zzi jiossoiio eoiicorrere a preveiiirc quesic fuiie- slc coiiseguenze. Ed in riguardo allesdiegge, ciiiiiruiiie (1) Quoslo poriodo fii si rillo dopnclu"' vidi mnlilnlo dolln avam- braccio deslro iiii' uonio di IcinpciiiiiiL-nto Siinguiuno di cosliliizione rohusla c di perfclta salute: il (|iuiU' da duo palliiie spiule da fu- cile da caccia tdibc due foritc iiollo avaudiraccio in vicinanza dcl- rarlicolazioiie d(dla mano, una dclle quaii oltrepasso a lulla sostan- za la dctia rci^ione cd iisc'i dalla faccia d()rsak', e I' alira s'innllr5 sino al radio ove si arrcsta la palliua. Inlaulo al (piaito gioino dello accadiinciito. diolro laluni sforzi cseiiuili dal paziciile per mezzo del- I'arlo olToso, essendo sopraweiiula iiiedioere eiuoriayia da una dclle due feiile. die cessc inerce lapplitazione del tui iii(|uel, ed a vista die al lasso di allri due jiiorni si fece vedore simile emorairj;ia didro di essere stale tollo it sudello compressore. senza ricercar pria iner- ce delli slirij^liamenli il vaso saMi;uigno da rui proveniva il sang^ue c passare a lei;arl() o a eompriuierlo immedialamentc, scnza adoprare, almerio come N.Mitalivo, mezzo alcuno per ini|icdire la ulteriorc uscita del sarigue si jiasso a sliarazzarsene per mezzo dell' ampulazione del braccio al Icrzo inferiorc. Inlanio fatia la sczionc analoniica dello avamliraccio amjiulalo non si pole rinvcnirc nella radiale nella ul- nare c nella interossca per via auco ddlc iniezioni ajiertura cagio- nata dai proielliii. Forse fu cmorraggia venosao perlransudamenlo. — 184 - ha per cerlo essere Ic nicdesiine corpi eslranei pungenli c laceranli, e quindi cagioiie violcnlissima di gravi dolori, d'iiifiammazione inlcnsa c di Iclnno," ond'e necessila escguir- nc la eslrazionc al piii preslo possibile, pralicaiido delle incision! c dei sbrigliamenli se la necessila lo esigc , ed cvilando a lullo rigorc le laccrazioni cd i slrappamcnli. Bisogna anco resczionarc scnza frapporrc tempo la estremila deila fruUura o ambcdnc qual' ora fosse- ro mollo scabre , o denudalc dal pciioslio ; dapoi- che in qiicslo caso la parle dcH'osso priva del pciioslio passerii alia necrosi ed alia carie ; o quindi le snppura- zioni conseculive e Ic febbri sposseranno raminalalo c com- pronielleranno la di Ini vila ; e nol primo caso gli an- goli pungenli prodiii ranno gli slessi effelli funcslissimi delle scbeggc. A diria in breve quanlo piii saia semplicizzala la piaga, allrcllanlo soffriia meno il pazienlc, la durala dclla cnra sara piii breve, e piii sicuro I'esilo. Le os- scrvazioni 42 47 c TiO." presenlano csempii rimarcbevoli di resozioni della libia , segnilc dalla perfella riprodu- zionc dell'osso asporlalo, c specialmenle I'lilliina che di- nioslra lo rislabilimcnlo a simililudine dellc due prime della eslremila arlicolare dello slesso osso resezionala a nielii. Pcllocbi; quesli falti di unila a lanraltri, clic fanno vedere la regolarc riproduzionc di gran parle di un'osso lungo maucanlc a cagionc della eslrazionc delle scliegge, non solo ci fanno ardili ad inlraprcnderc la rcsezionc di gran parle di un'osso lungo e a prcfereiiza della libia, ma pure ci avverlono che quasi lulle le frallurc compli- cate dellc ossa medesinie guariscono scnza raccorciamen- lo; malgrado considercvolc perdila di sostanza ossea (1) (1) Rioordo qui altri casi di resezione: '1° del tcrzo medio deila tibia di una nobile signora, die precipitando da una carrozza ebbe fracassala la gamba destra e denudala dal perioslio e roUa ad an- — 18.') — c conlcslano vicmmeglio qiianto osservarono i Kordenave IJiclial e Hichcrand sulla roniiazioiie del callo , die iion ii dissiinile di gran lunga dclla cicalrizzazionc dellc par- ti niolli, formaiidosi un lessulo inl(!riiiedio ai pczzi fral- turali, e contradicoiio la ipolesi di laliiiii, cioe: di cssc- re necessario lo scamljicvoie conlallo dci pezzi rolli, on- dc formarsi, dopo di essersi iiifiiinimali c raniinollili , la loro coaiizzazione. Ipotesi da nggollarsi come noii vera pcrclie nei casi di ciii c parola 1' eslrcmila Iralluralc ri- niascro Ira loro nolabilniciilc distanli , c come damiosa alia pralica polendo iiidurrc a fiiiicslissime conscgueii- ze , vale a dire ad adoprare 1' anipulazione , in vece di sosliluire a quesla la resezionc. Rclalivanienlc alia posizione dcH'arlo offcso, special- goli aculi la cslremita siipcrinre della frattura. La resezionc fii pralicala al dcciinotlavo giorno dello nwcnimi'nto, epoca in cui co- minciava la uecrosi deH'osso piivo do! siio invilupiio. Per lanlo fu (li neccssilii rialzare 1' osso da segaisi dal fondo della piiiga : pcdio che mi vaisi di una lista di tela passala a! di sotto dclTosso slesso, mcrc6 la quale lo innalzava irradatanicnlc ogni giorno, sotloponendovi dei piumacciuli di lilacciche. Giunlo al di sopra del livcllo delle carni frapposi a (pieste ed ail' osso una placca di lalta, e merce la sega a cresta di gallo pralicai la resc/.iotie. L' arte, nialgrado la per- dilii (li lanta eslenzionc liella liliia, riinase iielle forme e din7ensioni nonnali , e la Sigiiorina eanirniua seiiza il miniino zoppicamenio ; 2." di tulla Tulna in un'uomo canipagnnolo. aninialala di ostco-sar- conia. La sezione fu fatla in viciiumza dellolecrano, c la estreniita arlicolare carpiana fu disarlicolala. Si riprodusse una sostanza fd)rosa si forle da poler proseguire il campagnuolo a zappare e a pralica- re tutli gli ullici hisognevoli al suo nicsliorc. Da ipiosli falli e dagli altri. (lei (]uali so|ira si (' fntto cenno, scinljra polcrsene inferire clie la ni;iiicai)za di solidila, tenula dal sig. Vidal (a), non e senipre una conseguenza delle resezioni degli ossi degli arli inferiori, c a pre- fcrcnza (lual'ora e stata apjjlicata alleslremita arlicolari. (a) Tratlalo di Palologia cslema cc. di A. Vidal {Do cassis ) p. 1029. ATTI ACC. VOL. XII. 24. — 186 — mcnlc dello infcriorc non repulo bisogncvolc csaniinare se la semi-flessionc e preferibilc alia posizlono oiizzon- tale , 0 viccversa; dapoiclie dai falli , die ho esposlo, ri- levasi che I' una e Tallra sono stale poslc in opera con snccesso nei casi in ciii sono slalc convcnienlementc ado- prale. 3Ia volendo dedurre dai falli mcdesimi la regola da tonersi nel preferire I' una aH'allra , posso dire die, laddove non vi e lensione dei niuscoli per elTetlo di gra- ve conlusione, la posizionc orizzonlale, come quella che favorisce il ravvicinamenlo Ira loro dellc parli divisc, po- trebbe preferirsi; e nel caso conlrario la seini-flessione sa- rebbe piu giovevole pel rilasciamenlo che apporla agli stessi niuscoli. Ollre a cio vi sono degl'individui che per parlicolare disposizione o per abiludine non possono af- fallo assuefarsi ail' una o all'allra posizione; e quindi per non Unbare vieminargiormcnte I'organismo il chirnrgo si dovrebbe adallare alia scella dello infernio. Finalnienlo la prcscnza e la direzione delle schcgge polrebbc concorrc- re a far decidere a quale dellc due si dovrebbe dare la preferenza. SoUo queslo riguardo conviene far osservare che qual' ora la mancanza delle ossa e considerevole la posizione dell'arlo nel semicanalc di lalla e necessaria ; nicnlrc nierce lal posilura la direzione dell'arlo slcsso sara lenula piii regolare. Di fallo e slala quesla la posi- zione delle gambe nelle quali ho pralicala la rcsczione dclla libia (1). ■;;".. ;• ■ ■ '■ ' ■ ;•-• ■ -■ ; ■-' ■ .-^ '• ■■'■■ ■ •■:;•); (1) Essendo diretlo il prcsenle lavoro a disculere a qual gra- de di lesionc nelle frnlture in esame pralicar si debba 1' aini)uta- zione e se conviene pralicaria nello islanle , cosi non ho crediito convenienle inliallencrmi nei dellagli relativi agli apparecclii da ado- prarsi nelle lesioni mcdesime, ne sul metodo curalivo locale: po- lendosi i primi studiar meglio nei Iraltali di patologia cbirurgica, e r allro non solo negli stessi traltali, nia pure nelle osservazioui che vengo da descrivere. i; , ./ , , i;,, , ;; ,:-ni,.:i,i .,. njfj;,. r <. ■ — 187 — 10. // tclano presso noi nnn k a temersi s) di frequente, come in nllre re(jioni avvicne; (\a[)ok\\h qac- sln spavcnlosa affoziono ncl noslro clima rarissimamcnle vcclcsi sviliipparc nolle fralliire coinplicalc. Di fallo tra lo cinquanlollo osservazioiii da me raccolle, iion voleiidone mellci- a calcolo Ic inolle allre di minore eslensione, die lio Iralasriale di descrivcre , due individui solamenle ne furoiio alTelli e ne morirono. Poslo cio sembrami all' uopo far nolare che bisogna usare in sifTalti accadimenli di ttilla 1' allcnzione , oiide non conCondcre i veii sinlomi del lelano , cogli elTelli dello spasmo cagionato dal guaslo; da cui possono pro- veiiirc , spccialmenle nei primi giorni , conlratture nel- I'arlo ofToso c lin'anco ncllo inliero sislcma muscolare, e confiisione (iclle nicnlali facolla cc. Anzi la osservazione 34' ed allre siniili rapporlale da Velpeaii , dimoslrano che grinfcrnii di fiallure coin|)licalc facilmonle possono cade- re nolle affezioni nervose alio rinnovarsi la fobbre suppu- radva. i;. coivcinusiOiVE Lo scope che mi prefissi nei redigcre il presenlc la- voro si fii di concorrcre a ricercarc a qual grado di lesio- ne nolle Irallure complicale adoprar si dobba Tampulazio- no c se conviene far quesla nello islanlc. Avcndo inler- j)ellalo i fatii che mi sono passali sollo gli occhi ho crednlo dcsnmere dagli slessi i capiloli 3." e 4." dclle riflessioni generali; cd 6 in (juesli the si conlione il mio avviso sulla soluzione del sopradolto problenia. Volondo qui rias- sumero il conlonulo nei due ccnnali capiloli, occo quale lie sareblio il resullanienlo: la prima mira del chirnrgo nella cura dello frallurc complicale siano prodollc da arme a fuoco 0 da schiacciamcnlo, e che avvengono nella pralica — 188 — civile, debb' essere il conscrvarc , c quella del chirurgo nei campi di battagiia Tanipularc. II prinio merce la conser- vazione libera dalla inulilazione , ed il secondo merce la mutilazione libera dalla uiorlc. Quindi piii nicnibri il pri- mo conserva , piii ba di inerilo ; quanlo piii 1' altro ne amputa tanlo piii nc ba di incrito, poicbe salva allrellanli individui. Laonde la pralica del primo noii pub csserc iniilala dall' altro; mcnlre quello in una lesione in cui le parti guasle non sono piii dclle sane rimelte I'anipulazio- ne al secondo tempo , e qucslo al contrario in casi si- mili amputa subito ; il primo perb imita il secondo , os- sia anco amputa subito, se le parti guaste ollrepassano le sane: siano guaste per eslcsa frallura e vasta dilace- razione, siano guaste per lievc frallura c grave contusio- nc con attrizione, siano guaste per limitala frallura con estesa asportazione del comune integumento. II cbirurgo civile air amputazione tolalc o di gran parte del mcmbro fratturato pub sostiluire 1' anipulazionc parziale, o la re- sezione di gran parte deU'osso guasto ; il cbirurgo mi- lilarc da questa operazione applicata ai feriti nei campi della guerra non pub rilrarne molto vantaggio , a ca- gione SI della forma cd cstenzionc della lesione , come delle circostanze inerenti alia posizione degli stessi feriti. Sono queste le riflessioni che bo saputo dedurre dai falli ; i quali , se non altro , potranno valere a di- raostrare agii csteri , qual si e 1' andamento delle fral- ture complicate nei nostro dolce e temperato clima. Regia Universila degii Sludi di Catania I^D1CAZ10:>E lopoyraCca DEllK FRATTIIBF, COJIPUCATE C.VISE DELLV MOUTE ft. S Delle ossa lunghc Delle ossa brevi. Dell'eslrcmila arlic- Tolale 1 1 » a. X OSSERVAZW.M La cifra 58 segnala in queslo quadro, mentre le ossci'vazioni dcscritte sono 33, resulla daU'esscrvi ag- giunlc altrc tre osservazio- ni, delle quali una e com- presa neirosservazione 23' c le allre due ncUa os- servazione 33'^ QUADRO STATISTICO Dcllc friiUure complicolc curalc ncllo Spedalc di S.' Maria c nella clinica Cliirurgica dclla Regia I'niycrsila de»li Sludi di Calanii 1 INDICAZIONE lopografica DEllE FBATTHBE COMPLICATE Numcro 1 delle 1 Osservazioni | 1." FRATTURE causale da SCUIACCIAJIEKTO INumero 1 dei 1 Non amputali 1 1 Numcro dc'morti 1 Numcro 1 dcgli amputali a primilivamcnlc 1 2 'o o « 3 .-B o a 'o rs 2 a a 3 2." FRATTIRE causale da ARJIE A FCOCO e da bocche a fuoco S Numcro 1 dei 1 Non arapulali | o '« 2 « 3 Numcro 1 dcgli ampulati 1 primitivamcntc 1 C-i O £ £ INumero 1 dcgli amputali 1 sccoudariamente 1 O a 'o •a 2 o E 3 CAl'SE DELLA MOUlli OSSEBVAZIO.TJ IPer Asccssi sccondarii IPer Tetano a o a '« c Per Sluporc nervuso La cil'ra ri8 s(>gniUa in Delle ossa lunghc. . 31 13 8 3 2 1 3 1 18 12 1 2 )) * 2 3 » 2 1 2 qucsto (piadro, iiiontro lo osservazioni dcscritto sono 33, rcsulla dall'osscrvi ag- giuntc allrc (ro osservazio- Delle ossa brevi. . . IC 4 4 1 n » » » 12 7 2 4 1 1 » 3 2 1) 1 » ni, dcllc quuli una 6 coni- prcsa ncU'osscrvazione 23° c le allrc due nclla os- scrvaziono 33° Dell'cslremilii arlicolari 11 4 3 2 a » - 1 1 7 3 1 1 )i » 2 1 1 n 2 )) » Totale . . . 38 21 13 6 2 1 4 2 37 24 4 6 1 7 3 7 2 4 0 2 ■■^■^ ■■■■■ ^^^^^^" ^^■^" ^^^BIUH ^^■^ ^^^^^^ ■^■■H ^^^^^^ a3a3§l?S33® II Numero S 1 dei 1 Non amputali o a 2 O s 3 Numcro dcgli amputati primitivamcntc t-t O S r3 O a 3 a Numcro dcgli amputali secondariamente o S 'a 13 2 3 Tolale dcllc frallure complicate S = 3 ,^ T3 o £ 13 o a; S 3 12 8 2 11 3 38 41 17 MEMORIA SILLA DIFFMZIOJVE DELIA LICE ; 1)1 PROFESSORE Dl MATEMATICA SLBLIHE AELLA It. IMVERSITA DEOLI STini Dl CATAMA. Letta nella sedula ordinaria di'l di 21 Aprilc 1S.">G ITTI iCC. \UL, Ml '■''rtJf 'i. SlllA hlFIKA/JO^E DELIA LICE. ""', IVTHODIZIOAE i»ppLicA>DO la teoria delle interfcrcnze al principio di Uge- uio, Fresnel nellc Mcmorie dcirAccadcniia dolle Seienze di Parigi per i' aimo 1S2I lia posto a caUcdo con Iclico successo gii elTctli prodotti in liilli i casi dalla dilTrazio- ne. Egli consideraiido ie ondc luminose al iuohilmiIo in cui la luce rasenta i^li orii dc' corpi opaclii iudcliiiili, u passa per iondiliiic nioilo angnsle, o vicnc iiilcrccllala da corpi opaclu di piccola dinicnsione, lia itso mollo soni|dici H'li elcmcnti del calcolo, da cni di|)cnd(! la detonninazionc dogli clVclli di sopra nicnlovali. Sccondn laic pntccdinicnlo Ic ondc s(»no scniprc in lulli i cas^i parzialnicnio inlcrcclla- Ic ; c non dee considcraisi die la jiorzione libera di esse come (piclla clic pntdncc il Icnonicnd dclle (ranjic Allor- che talc Icnoincno vicnc iiroddlht dalla Incc. clic radc nno deiili orIi d un corjio o[)acM, sn[tposlo ahliaslanza csleso, perclie possa Irasciirarsi la luce provcniente daU'allro lato, — 192 — metii di ciascun' oiula ollrepassa il diafiagina ; allorche le frangc sono prodoUe dalla luce che travcrsa una o piii feudilme niollo aiii^usle, Ic onde hanno solamcnle la lar- i>liezza dellc fenditure ; e finalnicnlc allonpiando le frange soiio generate dalla luce interceltata da un corpo opaco di piccolii dimensione. , le onde sono soltanlo diniinuite della larglu'zza del c(»rpo. Posli in tale niudo a calcolo gli effi'tli jirodolli ad una data distanza da' punli liberi delle onde, Fresnel ha ottenuto de' risullanienli, die ha senipre trovalo in un perfetto accordo con quelli dell' esperienza e deU'osservazione. Parlendo da tali |)iinci|>i, c poggiando seniprc sulla teoria delle onde luminose I'illuslre lisico, cni si dee la spiegazione conipleta de' fenonieni della dilTrazione, e per- venuto ad espriniere rintcnsita della luce, prodotta ad una (lata distanza dai punli liberi delle onde , per mezzo della lormula nella quale con a, h si rapprescntano le dislanze del corpo opaco al punto luminoso ed al piano, in cui si ricevc la sua ombra, con >- la lunghezza di un'oudulazione, con f la seniicirconferenza del raggio 1 , e con z la distanza d' un punto qualunque dell' onda incidcnte al punto d' interse- zionc di quesla slessa onda con la rctla , che congiunge il punto luminoso col ])unto, in cui concorrono le risullanti elementari delle vibrazioni dei punti liberi dell' onda an- zidetta. Col soccorso della formula su riferita si delerminano in tutli i casi la posizione e le inlensila relative delle Irange oscure e luminose. Soltanto cambiano in ciascun caso i limiti, tra i quali debbono valularsi le due funzioni Integra- — 193 — li, ila cui (lipoiidc il valorc di It : cos'i so ilcnotasi con r la (lislaiiza del j)iiiilo d'origiiie dci valori di z all' orlo del corpo opaco indclinild, o all' una dcllo due estreniita della piccola Icndiltira o del eoi'ix) ojtaco di [ticcola dimensione, la valulazione de' due inlegrali ne' Ire casi di sopra indi- cati, dove eiretluarsi ncl seguenlc raodo : ncl prinio caso da z = — oc a z=r ; nel secdudo da z = — ( /( — r) a z= r ; nel terzo dal valore de'due intei>rali, preso da ;: = — x. a z = -i-cc devc sotlrarsi (pioll(»,ehc si distonde da -= — {h — r) a - = r,' espriniendd h nel secondo caso la lar- gliozza delia londilura, c nel leizo quella del piccolo corpo opaco. ■ ' Se per scniplicita del calcolo si pone "''^ ""'''' . '\ . ; si ottcrranno le due eguaglianzc /-»4'^^']=\^=||=-/-".T /r z'{a-hb)-\ _i / ah'K p. ti- nelle quali i liniili di v sono quelli stessi di - moltipli- tali per la I'unzione -b) abX Per dare alle lorniule una maggiore seniplicila po- nianio l/2(rt-+-6) ./2(a-(-6) ab\ ' abt. ' a6>. 2(rt-H6) — 194 — e r intensila della luce ne' tre casi di diffrazione potra rap- prcsentarsi, giusta la teoria degriiitegrali definiti, per mez- zo deir espressioni R=zA\J dvcos-^-hJ dccos— ^1 ' r P" zv /*"• Tfv 1" -1-41/ di; sen-K~ -I- / d» sen -^ I > . ■, r /'"■ rj)" pc-m TV- 1' R=iA\J dc COS -5 — hj dvcos-^l - '■ -H/ll / at; sen -5 — Hi tto sen— ^ I > [/*" ttV P "• ZV P'-"' ZV 1 ' 2 / d« COS -^ ^ df cos -^ J dv cos -^j- I r ^ /"= ZV /'"■ TD' T'-"" , ZV' "I -I- 4 1 2 I du sen — / dv sen ^5 / dv sen -5— I • Se si prende per unita la metii del valore die ri- ccve It allorche si considera 1' ondu luiiiinosa come inte- rameiile libera ; ed oltre a cio si sostiluiscoiio i valori , gia conosciuli, dei due integrali defiuiti /*" ZV 1 P° zv 1 J dvcos-^=-^,J di-sen-^^^, le formule precedenti diverranno : [i P"^ zv_ ~i^ r 1 P'" Tv^ 1* V+7„ rfwcos— J-l-|^-^-H^ dyscn-^J . V P" zv /•«—"■ rj)=n" (2) ^=\J dvcos-^-hJ dccos-3-J ■[/" dv sen zv -s: dv sen ^ ] — 195 — I— J drcos-T J (to cos -^- I [/''" TTV f'~'" TV T 1 — / dv sen -^^ / dv sen -^ I . Da (|ncsl(> formulc risiilla diiaranicnlc clic i calcoli, i (|iiali tl«'l)li(ni() islitiiirsi jxt (Ictcniiiiiare in lulli i cusi gli cflblti j)i()(I(illi (lalla diirrazionc ilolla luce, non dipcndono in soslaiiza the dai valori de' due inteirrali J dv cos— , It dv sen prosi tra dati liniili. Fresnel per mezzo del nielodd delle inU'jiiazioni parziali ha costiuilo una 1a\(ila dcvaloii iiu- nu'iici di cssi, calcolata di dccinio in dccinio (mui quallro deciniali per lulli i valori di r , the si dislendono da 1 a '),.'). Kiiii in sci;iiil(» col soccorso di si lalla lavola assegna con |iro(('diiu('nl(( luu^o e pcudso i vahiri di v, che cor- i'is|ioud()n() con a|)prossiniaziou(' ai uiassimi c minimi di luce a liu di deleriuiiiare la pctsiziuue e le inlensita relati- ve delle li'iiniie. II (>ancliy in due iSolo inserle nei Cttnli rest deir Accadenu'a delle Scienze di Parigi per 1" anno 1852 ha (laid in serie 1" esj)ressioni j>enerali de" due in- leji'rali delinili: e ]»er mezzo di esse ha cnnsejjnilo laliiiii risidlanicnii |iarlirnlari die, secondo le sue parnlc. erano slali ollenuti da Fresnel con inajiiiiore pena e minore esaltezza. In (pu'sta Memoria, clie si compone di due Parli, mi proponijK nella jirima d'asseijnare con melcido hreve e fa- cile le due serie ottcuule dair illiislre jicouieira Irancese per calculare i valori de' due inlci^rali delinili : discniero il i^rado d" approssiniazidue. ch" esse sono capaci di som- niinislrare ; e facendone nolare I" ulililii nelT inlenrazione — 11)6 — di due equazioni a differCnziali lineari di sccondo ordine a cocllicieiiti variabili , daro una tavola de' valori nume- rici del due intcgrali, calcolata con sei dcciinali, di ccn- tesinio in centesinio, da v = () sino a t) = 6. Nella se- conda Parte col soccorso de! calcolo iniprcnderb a discu- tere il fenonieno dellc frangc nc' trc casi di diffrazione ; e scnza il hisogno di ricorrere a de' tentativi assegncro di- rettamcnte con pronta facilita i valori di in, clie rendono massima e minima 1' espressione analitica dell' intcnsita della luce. Prendendo per unila dei valori di v, o di m quello die corrisponde al punto, in cui la diirerenza Ira il raggio diretto ed il raggio partilo dall'orlo del corpo opaco risulta egnale ad un quarto di un' ondulazione, ho rinve- nuto die i valori di in, i (pudi rendono massima e mini- ma r espressione della intcnsilii della luce, die rade T orlo d'un corpo opaco indclinito, sono quasi esattamente eguali nel caso del massimo alia radice quadrata de' termini della progressione arilmetica inlinita , . 3 . ii . 10 . 27 . 3o . 8« — 3 e nel caso del minimo alia radice quadrata de' termini di questa seconda progressione ^ _7^ . j3^ . 23 . 3£ . 39 . 8t — 1 2*2 '2 '^'"2''*' 2 " Da tali risullamcnti ho dedotto le seguenti leggi tal- niente prossime al vero, che possono repntarsi come csat- te, e che si ril'eriscono alle frange prodolte dalla luce, che rade 1' orlo di \in corpo opaco indclinito : 1." Le dijfurcnze Ira i raggi direUi, ed i raggipar- titi dall'orlo del corpo opaco, ne' punli di massima, e — 197 — nei punli di minima inlensila snno rcspcllivamenle rap- prescnlale da'lenniid ddla due proyrcssioni urilmelicln' ^ 3>. _nx . m . 27>. . (8j — S()X ~ 8 ■ 8 ■ 8 *"8~- ~8 '' ^ 7>. , ij>.. 23"/. , 3I>. . (S( — I)/. ~T"~8~'~8~- ~8~' 8 ■ 2." Le Inrfjhczzc dcUo (huujo, o la distanzc del piinU) pill brilhinlc di ciascnun jhuvjia luminosa, e del pnnto pill oscitro di cia.scunu fmnyia oscura all est re- mita dcW (iinlini ijcitmelrivd. soiio respellirdmciilc jiio- povzioiKili alia radicc (luadnda de leriniiii delle due pro(jressioni arUmetiche -;- 3 : 11 : I'j : :i7 : ;!.•) : (8i— j), ^ 7 : i:; : 23 : 31 : 39 : (81— 1), 3." (ili (issi Iraversi dclle iperbole , secnndo le (juali si pntpaijano le fratujc luminose e le fmnjje oseii- re, stino pure respetlirdinenle proporzioiidli alhi ruitive (juadndu dei lennini eonipuiienli le due ultime pru- gressioni. (Anne cmiscfiiicnza dclla loiji^e, i;iiista la (|nalc lio rin- vciiulo itnicoilcrc i valori di /«, faro osscrvarc die so \a\- lesso sii|)|M»rsi, cIk; i rajii>i rillessi siill" orlo del c()r|i(t ojia- (•(I proviiKt III! ritanlamciiU) non d' una luozza oiuliilazidiic. come Krcsiicl lia ojiiiiald. ma di ^j, d' (indiilazionc. in laic caso la Icoiia dcH' ('iiiissi((m' si Inivcrchlx' in |)('iit'll(( ac- cords cd ill osalla corrispoiidonza laiitd con la Icoria dcllc oiiduia/.iiMii (jnanlo c(in 1" es|i(,'ricnzc, e io osservazicnii di Frcsiicl. Allorclic la luce Iravcrsa Ic piccole fcndilurc. i va- lori di in. i (piali icndono niassinui 0 minima Icspiessio- ilTI Ate. \0l. .VII 2(i — 198 — nc analitica dell' iiitensita di essa, sono esaltanicnle rap- presenlali dai termini della progressione aritmelica c 2 . c 4 . c 2i con la distinzione clie i termini, i quali dietro la soslitn- zioiie del valore di c risulteranno positivi, possono offrire laiilo dc'niassimi qnanto dc" minimi, mcntrc tntli qnelli che risulleranno negalivi, somminislrano sempre cscltisivamen- tc dci niininii di luce. Oltre ai preccdenti valori di m, che possono esprimersi in generate per mezzo dell' egua- giianza (4) m = — — — '"A 2 c avv(Mie degli allri, inlcrposli tra essi, che soddisfanno pure alia condizionc del massinio o del minimo ; ma (piesti tali valori non ho potuto ottenerli che per approssiniazione. ^'el caso linalmcnte, in cui la luce vicne inlercellata da un cor|io oiiaco di piccola diniensione , i valori di m che si riferiscono ai punli di massima e di minima inlen- sita vengono pure espressi, taluni con approssiniazione, e talun' allri con csaltezza. Quest" ullimi sono gli slessi di ([uelli del caso precedenle che abbiamo rap|)rescnlato con la fornmla generale (4) ; ma con la dislinzione che i va- lori negalivi possono somniinislrare de' massimi e dei mi- nimi, luenlre tulli i valori posilivi offrono semjin! esdusi- vamente de' massimi di luce. Dai risullamenli ottenuli in questi due ullimi casi ho dedotto le seguenli leggi: 1." Le distanze de minimi alia projezione del mezzo della piecola fendilura, jrrodoUi neW omhm (jeo- melrica, e le diskmze dei massimi alia projezione del — 199 — mezzo del piccolo corpo opaio, prodotli pure nelln me- desima ombm, sono respelltLamenle proporzionidi ai termini delle due jiroyressioni ariluwliclie -~p : p-i-i : /)-t-2 : p + 3:... : pn-w, -^ 0 : 1 : 2 : 3 : 4 : ; ,, _ i , nelle quail si rapprcHenla con p it niimero intcro prossimo maggiorc di j- . i." Le trojeUorie, secondo le quuli si propayano le framje oscure ederne, gcnerale da una piccola fen- dHura, e le framje luminose inlerne prodotlc da un piccolo corpo opaco, sono linec rette; e la lanyenle dell'anijolo, die esse formano ni'l primo caso con lo asse della fcndilura, e net secondo con quello del cor- po opaco , proccde respeUivamenle , come i termini delle mcdesime jirogressioni. Tulli i risnlliiiiR'nli, clic Acni^o di lasscifnare, e die li(i cnnspjiuilo col soocorso del calcolo, verranno nel con- Iciiiilo della iiiia Mciniiria mm solo dinioslrali rinorosa- inciilc, ma Ijcnanco com|inivati laiilo coi calcoli quanto con r esj)crieiize e rosscrvazioiii di Fresiiel. PAUTI': P1113IA. § I. VALITAZIOM: I)E(.I.' imkgkali defimti J dv COS -5- ' J (Iv .«cii -^ • Sc si (It'iiola ton y- una qiiaiilila posiliva, e con c la hase do' logarilmi iie|)oriaiii , il valuic deliiiilcgrale de- linito ° c ~ "■' rf-x /■- — 200 — che, posto X in vece di e"""^, riducesi all'integrale eu- leriano di seconda specie viene somministrato, come si sa, dalla formula R appresentaiido pure con a un numero positive, in virtu d'un teorema conosciuto otterremo „ i/zr ~J. i/z: J a e—cj'dx \^x " \/x " Vx ma dunque I . _ — =:c— «* / ■ ' \/x " Va-hx i"'e-^^dx_ I" c-'-^-^dx ^ ^_^^ l^e-^^dx Risolvcndo questa cquazionc rapporto al primo integrale del secondo membro, e sostiluendo in essa il valorc del- r integrale definito dedotto dalla (3), avremo IVc' casi, in cui a rapprcscnta una quanlita alquanto grande, il valore dell' integrale definito del secondo mem- bro j)Otrebbe ottenersi svilup|(ando prima in serie, ordi- nata secondo le potenze positive asccndenti della varia- bile X, la funzioue irrazionale V^-^ — 201 — V, poscia intci-raiido ciascuii Icrniiiie ch^llo sviluppo , molti- plicalo per la riinzione e— a-'dx. Se si clVclliia una talc opcrazione, ed oltrc a cio si ri- chiami die nel caso di / niinioro inlcro c posilivo si ha f , 1. 2. 3.4.... J »'„ a' ^ ' si trovera racilineiilc 1 — 1 2oa I..-?. 5 -h 1.3 (2fla)' 1.3..J.7 (■2aay (2aa)4 Ponondo in (picsta o(piazionc 'x\/—\ in vece di « , espri- mendo Ic funzioni esponenziali imniaginaric in fiinzioni cir- colari, ed in Uiogodii/— i mctlcndo il suo valore dato dair egiiaglianza I/— r==.'-^»^-' ^ oUeiTcnio, paniiionando separatamonlc Ira di loro le quan- lila rcali e le (pianlila ininiaginaric, i due risullanicnti /" (/.r cos aac i/t cos na ( I 1.3.:> 1.3.5.7.9 \ scnaa i , 1.3 1.3..1.7 i al/a \ (2«^r (2«-)^ Y Z"" (/xscna.T I /T cos ua ^ , _ ' •■'5 1.3.. "J. 7 ) ./. ~l7^-y 2^"al/« ■ ( i^y "^ Va^ ""'•! .}■ 1.3.3 1.3..'!. 7. 9 1 77. ^ CC, ,^/o f2aa (iaay (2aa)» — 202 — Se in questi risultamenli si pone a^oo , si otterra la nota relazione ' . • " '• e se si pone « = 1 , fatto per scmplicita del calcolo 1.3 1.3.S.7 A= 1 (2a)' (2ft)4 1 1.3.3 1.3.5.7.9 B = 1 • — ec. 2a {2ay (2a)5 si otterranno le due formule del Signer Cauchy : — — = { — ) — a- ^{B COS a — isena), l/x r ^5^i^ = f^y-a- 1 (A cos «+ B sen a). Queste formule merce la sostiluzione di ' possono scriversi, come ha operate il medesimo geome- tra, soUo la forma (6) I I cos-—dv = iVcos-— hJtfsen— — \ J„ 2 2 2 2 I J scn^^ . (S) — 203 — Qiiosle sorie , dnlla valulazioiio dello <|uali (lipciidc (ju(!lla (k'i diK^ prcccdcnti iiilc^rali dcfiiiili, soiuiiiiiiistraiio per M, N vahiri tanlo piii csalli (juaiilo jiiii i^rnndc e (|ucllo (Win. Kssc soiio scnii-tonvcri^ciili , pcrtlic i leniiini , di ciii trovansi coiistitiiite , dcfrosccndo in |)riii(i[iio sino ad nil dalo liniilc , vanno in segnito aninentando incossante- inentc di valore sino all'inlinilo. Conosccre la loro seini- convoriionza o dclorniinanie il lorniinf piii piccolo, ch'e (|iioll(i cni doljbianio arrcslarci per valulare il grado di ap- prossiniazione , ch'esse sono capaci di soniministrarc cor- rispondenlenientc ad nn dafo valore dim, e una ricerca nlile c inolto interessanle. Si e col soKojiorre al metodo de' massinii e minimi I' cspressione del terniine gonerale deir una e dell'altra serie, die si giunge con soddisCacentc approssimazione alia ricerca di sopra accennala; cosi co- me lio posl(( ad esecnzione in una Mcmuiiu , inseria ne- gli Alii dellAccademia Giocnia per l' anno ISiii all' occa- sione d' aver volulo delerminare il grado d' appiossima- zione, die ttflVe la serie esprimente il valore degliiilegrali dclinili eiileriani di seconda specie, e conic mi pro|»ongo di elTeltiiaic nel seguenle j)aragrafo. Allorclie i valori di m sono piccoli, per ollenere cpielli de' due inlegrali in vece delle lurmule ((ij si possono adoperare, come e slato pro()osto dal Caiidiy , le due serie f- -V I 1 -m' ! V 2 / 1 \ 2 / \ / dr ^cn = m\ - . . 1 • — cc. I J , \;! 2 7 1.2.3 H 1.2.3.4.5 /' clic si ollengono inerce rintegrazione deleniiiiii risnllanti — 204 — dallo sviluppo in serie delle funzioni rv' TV i. ;,-■,' S^"~2~ ' *'°^~F' ' ' ',' secondo le potenzc ascendenli della variabile , molliplicati per la differenziale di essa. § II. DETEBMIiNAZIONE DEL GRADO DI APPROSSIMAZIONE , CUE DA>NO LE SERIE M , N . _ , Se si denota con T^'^ il Iciminc gcnerale della serie M, avremo y,.,_1.3.S.7....(4i-5) ovvero essendo 1.3.5.7....(4.:-5)= 1-2-3.4.3...(4»-5) ^ ^ 2"-M.2.3...(2i— 3) avremo r(ii—i) rc) = 2--3r(2t— 2)m'''-3T"-' in cui abbiamo espresso con i il numero de' termini , in- cluso il primo , e con r(4i — 4), r(2i — 2) i prodoUi conlinui 1.2.3....(4i — :;), 1.2.3....(2t — 3) sottoposli alia segnatura del gamma legendriano. Pren- dendo i logarilmi ncperiani della precedente esprcssione di T('), e lithiamando che dalla formula conosciula (Me- moria cilala ) /— / 1 X '' = °° cos(/h-1)t ir(»0=ll/2r-+-(M— — )1»— n-H 1 //=*_, ^ ^ 2 ^ ■ *=,""""' 2/»(2/t—1 )«'*-■ nella quale i coeflicienii B-xh—% rappresentano i nuraeri — 2o:) — (li ISernoulli , si cava presso a poco ir(4i— 4) = ll/i7-)-(4i— -^)l(ii — 4) — 4i-4-4 ir(2( — 2) = ll/2^-+-(2,- 1)1(21-2) — 2»--'i. si ollcrra 1' espressione Mir 1/2^ (9) 17'i"=:2(i — 1)11(1 — 1) — lm'T-t-212—11—1—^- — • die soUoposla al mclodo dcUa differciiziazione daiii ^li— =2ri"ri(j — 1) — lm'T-)-2121 di "-l_ = 2[I(t— 1) — lm'r-h212|"' di' di i — 1 E poiche per la condizionc de' massiini 0 dc" iniiiinii dchliii porsi -—- — 0, ! di si conscguira 1" efjiiazionc 1(1— 1) — Im' !r-H2)2 = 0 , da (iii si deduce (JO) i=-_-^l. Qiicslo risidlanionlo rciulciido jxisitivo il ((K'Hlciciilc dilTc- rciizialo di sccoiido ordiiu^ iiidica, chc rcsprcssionc del tci- miiic i^ciiiMalc, 7'^'^ divicnc iiiiiiiina per rassegnalo valore di / ,• 0 cio die loriia la slcssa cosa, la divcriiciiza dcila serie 31 si inanifcsla dopo iin luimero / di Icrmiiii (•■•iialc all iiilcro pill ppossmio ad —-—-+-!• ITTl ACC. VOL. XII 27 — 206 — SoUoniellendo ad uii simile proccdinienlo 11 termine generale della serie N, scrilto sotto la forma m- VT o 7-/'' = YjU-l) ^ 2='- = r(2t— l)m'''-'jr" ' si olterra I'espressione (II) l?'/''=(2( — 1)[1(2(— 1) — Im-T-Hl2— I]— 1 dalla quale dcducendosi dr'" '. ' ' -p- = 2r/"[l(2i— I)— lm=r-t-12] , ^F-=--rfr t'(^'-')-'-='^+'^^]-^2?±i ' si rilevcra die il valore di x , die rendc minima la espres- sione del termine generale della serie N, ovvero die il numero de' Icrmiui , dopo il cpialc si manifesta la diver- i^enza di essa , \iene somminislralo nel medesimo modo del caso precedente dall' eguaglianza (12) 9 Per verificare con casi particolari le condusioni, cui siamo jiervenuti, racciamo successivamenle nella (10) , e uella (12) m = 2, »)! = ,">, 7n=:4 : cd oHerremo dalla prima . . 1=4, i=8, 1 = 14. e dalla seconda caveremo t=4. i=8, i=13. • ' — 207 — Qncsli risiillnmonii danno a divodcrc, clio nvA caso di in='l lu roiivcri^t'iiza dell" una c dell' allra srric c(>ssa al quarto tcnnine, per m=',\ all'oUavo Icrniine; c nel caso di jh=4 la f(»iiv<'rj;('iiza della scric J/ Icniiiiia al (l('(iniO([iiailn , c qui'lla della serie .Y al deciniulerzo lerniiue , eunie viene esatlamenle confermalo da' valori de' loro piimi termini caleolali diretlameiite , e registrati iiella scguente tavola per mezzo dim niimero di eifrc signilicative, sullieienti a rendere manil'esla la loro divergciiza: v.viom TERMIiM V.VLORI DE-TEUMI.M 1 di m d e 1 1 e s c r i e HI, JV DEILE SEBIE fl y ■2 1." 0,1 39 1349 0,01-26631 2.° O,O03l)i'3G 0,0012030 3.° 0,0000701 0,0004800 4." 0,0001201 0. 00043 iC 5.° 0,0003188 0,0007018 3 1.° 0.1061033000 0,0037.326300 2 " 0,0003981671 0.0000704114 2.° 0,00001713-21 0.0000033488 4.' 0,00(HK)21.i87 0.0000009923 5."" 0. 0000003-263 0. 0000003166 j 6.° 0,0000002127 0.0000001344 7.° 0,00011(10128!. 0.0000001 1 30 1 8.° 0,0000001080 O.O000OOI113 9." 0,0000001221 0,0000001 42 '(■ 1 4 1.° 0,07937740000000 0.00138314400000 2." 0,00009449000000 O.00O00939SSO0IIO 3.° 0.00000130900000 o.ooooooL'3t;i'iitoo 4.'' OioOOOOOil.i 128000 OJ)0!lOOOn|32(;iO0 5.° 0i0(HUiO(liio:t'.l 'KIHI 0.0001 1001 iiiiii.isTo 6." o!iiOoiiii(iiuiir;o(;i)o O.OOOOIIllOllOJI 1 io , 7.° (I.000IIII(I00{III'.I(;T3 o,oooooooooo',sil 8.° 0,0000001 Mil II lii.'iS I O.0O(K)OiMMI(H»I491 9." O.IN)0(MIIIOIIII(KI'J20 0. 00000000000004 10.° (),OOOO0OO(KHIOi'20 0,0000lM)O00OO309 11." 0, 001 1001 li II II II K 12 iO U.OOIVH)O(HIOO0l96 1>° U, 0001 II II 101 II II II II 68 o.uoooooi 101 1001.30 13." 0,(NH II nil II Mil II HI HO 0.0(KtOOOOOOOOI37 n." 0.(M)000(IOOIHKirj8 0,00(HK)00000014G ! 13." j 0,0(H)00000000160 1 — 208 — Se si sostiUiisce nell' equazione (9) il valore tli ■ ■ ! .'. •• ,■ t=— ; 1- 1 > . ■ ■• 4 0 iiella (H) quollo di m' r 1 l>rccedciiUMnenlc assci^iuUi ; eil iiiili dai logariliiii si lorna alle qiiaiUila, il piii piccolo Icrinine lanto dciriina quaii- lo dcU'allra scric, clic per disliuzionc dciioliamo con la caraltcrislica P, vienc in gcneralc rapprcsenlalo dalla for- mula iinica (13) P = ^• Qucsta esprcssionc nudlo prossima al vero si presta a dclcrniinare con grande i'acililii la niisura del grado di approssiinazione die danno le scrie M, iV. In lalli facen- do successivamente in essa m = t, m=3, ?/j, = 4, si ot- tengono i risultamcnli /' = 0,0001203 7' = 0,0000001088 P = 0,000000000001 309, i qnali, come rilcvasi dalla lavola precedente, non diffe- rcndo che d'lina qiianlila niolto piccola da (piolli otlenu- li direllamenle dalle serie M, IS, danno a divedere die ta- li serie nelcasodiw=2 non possono dare die iin' ap- prossiinazione csalla sino a Ire cilie deciniali, nel caso di = 3 sino a sci cilie, e nel caso di ?h = 4 sino ad un- m — 2on — (lici cilVc (Iccimali. Sc si ;i|t|tli(a allc due scrie /)/, iV il iiiclddo rclalivo alia iloloniiiiiazioiic del valore del reslo, die si Irascura, allorilie si arresla il ealcolo a (]iialsivo- j^lia leiniiiie di eiascima di esse, si ollerra, ((iiiie il Cau- cli^ ha piovah) uella secoiida delle due jYo/e di s(i|)ra ci- tale, ehe tale reslo lisulla seiii|>re niiiiore del lermiiie aii- zidello. (loiuliiuando (|uesla eonclusidne con I" es]iressi(ine (13) cui siauio [tervenuli, ei sarii I'licile rilevare ehe ler- I'orc die si coiiinielle iicl delerniiiiarc il gradn d'approssi- mazioue, di cui sono susceliive le serie 31, iV, e senipre ininore del valore di P, vale a dire si ha senijire , ■, " < — > • i , iu cui iJ rappresenla il reslo delhi serie dopo il uiiuiiuo tei'iniiie sino aHiniinito, ovvero in altri lermini, la soninia della parle diverj^cnle della serie risulla seiiijire ininore del terniine iiiiniino di essa. 1 valori delle due I'lmzidni inlei^rali, di sojira discus- sc, auuienlano e diiniuuiscono a diverse rijires(! c(irris|)OU- denlenieule ai valori di m, e jiercio sono suscellivi di un nuincro indeiinilo di niassiiui e di niininii. i'cr ((inscijuire i valori di m, die soddislauno alia condizioue del niassi- nio, e per delerniinare qnelli die soddislaiMio alia condi- zioue del niininio, ilill'eieiiziaiuu rapporlo ad m le due iiin- zioiii iiilegrali; ed avremo d I dv cos— ^ = cos- ^/ dm 2 dv sen — r- 2 TWl* — = sen dm ■> — 210 — */• dv cos = — rm sen ■ dm' 2 /* TV' ticsen— ^ ^^ — ; ^ = Tmcos — - — • • ) dm' 2 . ' ■' jn^ ■•; ,:.l /(f. Eguagliando a zero i coclficicnti diffcrcnziali di primo or- dine, c soslituendo in qiiclli di socondo ordino i valori di m , die si deducono dalle due eijuazioni cos — — = 0, sen — -— = 0 , risultanti da tale egaaglianza, si rilevera facilmente die la fiinzione J ftoCOS-5- diviene massima corrispondentemente ai valori di mz=\/T, l/f, \/'J, 1/T5 l/(4i — 3), e diviene minima corrispondentemente ai valori di m = |/3", l/r; KIT, I/T3", ....l/(4t— 1) . Similmente, i valori di w^ clic rendono massima la fimzione J dv sen -^ ' sono rappresentati dalle quantila m = 1/2 , l/T, l/'IO , |/U , .... 1/4!- — 2 ) . e quelli che la rendono minima dalle quanlita m = \/T, l/8~, I/I2, l/Tc 1/41. — 211 — li valore di m=^0 sebljciie soddisl'a aU'equazione sen — ;— =0 relaliva alia scccmda funzionc intogralc , inirc aniiullando il cucllicicntc dill'crciizialo di sccoiido oidiiie seiiza loii- dere egualo a zero (|U('llo di Icrzo , iioii oilro per essa alciiii caso ne di niassiiiio iic- di iiiiiiinio. Frcsnel, vedulo randanioiilo dci valori nimicrici dcilc due fiiiizioni iiile- grali, rei^islrali iiella di lui lavdla , lia iKilalo la iinijiriela, di ciii godono , die e qiiella di auiiiontare e diniinuire a diverse; riprese. Ma eiili pero noii lia seijiialalu la lei^ge, con Lui procedoiio i valori della variahile, die .^^oddisi'an- 110 alia coiidizioiie del iiiassinio e del niiiiiiiio. Tale leg- ge , come si deduce dai jirecedeiili risullaiueiili , vieiie esatlamenle esjiressa dalla radice (piadrala de'leriiiini di (pialiro progressioiii ariliueliclie inliiiile. aveiiti 4 per difl'e- renza , e di cui i priiui leiniiiii, scrilli in ordine progres- sivo. soiio respellivanieiile i miineri 1, 2, 3, 4. § ill. IMECRAZIONE DELL' EQIAZIOM A DlFFEREKZIALl U>EAIU DI SECOMIO OIIDIKE d' V ,1.11 in -z -, 1- T' »)r iU=-:m' dm' uin d' A d.\ , , .. , TO h -- HI-' J> ^ 1 dm' dm I'Ell MEZZO DEGl' IMEGUALI DEFIKITI /-TV /•" Ti- de COS —^ > / dv sen -^ Le serie M , IS' discusse iiel jiaragrafo precedente , ollre (lie liaiiiio tra di loro de'reciproci lapporti, posso- — 212 — no es|)rimcrsi per mezzo di eqiiazioni a diffcrenziali linear! (li secondo ordine , I'mtcgrazione dclle (juali polendo ri- sullare utile nelle matemaliche pure ed applicatc , credo cosa cfiovevolc disculerla hrcvementc in ([uesta Memoria. Se per senipliciUi dellc forinule ponghiamo i; ^^^ J dvcoi^^-^ '■'.■ ■'■■' ' = I dr son — — > otterremo merce la diffcrenziazione rapporto ad ni , le due cquazioni dX rm.' dY TW ■ ■ " dm 2 dm 2 in cui soslituendo i valori de' coellicienti differenziali dm dm dedoUi col soccorso defla diffcrenziazione dalle formule di niarca ( 0 ) , oUerrenio • - cos 9 I TmN-i ] sen hi ~'"'V 1 cos = \ ami 2 V dm/ 2 (., diy \ zm' / -, d.V \ zm.HI Ison j -mN-+- 1 dm/ ■> \ dm/ Da quesle cquazioni si deduce di\l \ zm' / -, d.V \ -m' zm' ■ ■ cos = sen •> -) zmN-\ = 0 I dm „ dN zmHI = 1 , dm « —213 — donde oUcnghiaino le due segiienti esprcssioni 1-1—7- " !■••* „ dm iv=— l.iL!' vm dm per le rolazioni, die Icgano tra di loro le serie HI, ^\ Se tra qucsle due ullinie equazioni s'elimina N, si ollerra e se s' elimina M , si conscguira (to) rf/d" c(h» T' );P :V=: 1. Le ausiliaric di (pieste due equazioni difTercnziaii li- ucari cssendo ideiiliidie , vengiuio soddisl'alle dal nicde- sinio sislema d' inlegiali parlicolari. E I'atile indagare che le due fuuziuui soddisfacendo all' equazione differenziale dm' dm che puo riguardarsi Tausiliaria lanto doUa (14) (juanto dclla ( I">) , nc Sdno du(> iiilcgiali parlicolari, i (|iiali molliplicali rcspellivauRMilc per due coslauli arhilrarii; , che denotiauio con C, C , cd iudi somniali, danno il ri- sullanienlo rm' rm' S=C COS -5 HC'sen—T— ATTI iCC. vol. XII 28 — 214 — * per la rappresentanza analilica del siio integrale cornple- to. Se tale risullamcnto viene solloposlo al inctodo della variazionc delle coslanli arbilrarie, si conseguira per I'in- legrale coniplelo della (14) 1' espressione .tf=cos-^^C, —J dm sen— j^JH-sen-^f C, -+- / dmcos-r-j' e per rpiolln della (15) ' ' "' ■'-'•[ A ^cos f ^3 — I dm cos— — j-i-sen — ;— (C* — / *» sen -p in ciii Ic qiianlila C, , 6\ , C3 , C4 rappresentano delle co- slanli arbilrarie. Or siocome esprimendo con ?(m) Tin- tegrale d'una funzione qiialiuupic i(m)dm, si ha 1 .'J i /f(m) (/m^coslantc-i-9(m) r^-.i-l. -^ .■■■■:■■ ■ = eosl.-)-9(0)-!-9(?)i) — p(0) ■ ■ .- = cost. -4- p (0) -+- y^"' f (r) df ^cost.-H / {(v)dv , cosi i dne preccdenli inlegrali polranno scriversi solto la forma J»/=cos!^!- ( C, -fj dv sen l|l ) + sen Ip ( C. +jr"'dr cos^) iV = cos-^-(C3— y dvcos-^)-^-scB--^{C^—J rfcsen— )■ cir e quella sollo la quale ci eravanio proposti di asse- gnarli. — 215 — § IV. TAVOLA DE'vALORI NDIERICI DEGl' IMECRALI DEFIMTl J d^cos^p, J DELIE SERIE M , N. Per renderc agcvolc la dolcrniinazionc dell" iiilcnsita dclla luce nc' fenomeni di difCrazioiie ho coslruilo la se- ijuenle 'favnhi. iiella ([iiale ollre ai vaiori niiiiieriei dei due inlegrali si Irovano pure rei^islrali (|ue!li delle (|uan- lila .1/, iV, che in inulli casi nc rendono piu facili le valutazioni. La Tarola Irovasi caleolala della segiienle nia- niera: da m = Q ad m=\ i valoii de" due iiilej-rali de- linili sono slali delerniiuali per mezzo tielle fornudc di marea (8) ; da m = I ad m = 3 col soccorso delle for- ninle tP zm' --- ^ - -:;— sen mz 2 3 2 dv cos ^ = I dv cos 1 cos - — sen Imz — 2 J, 2 mz 2 dp sen — = / di" sen 1 sen senJmTH cos 2 «/„ 2 mz 2 3 2 che si otlenjjnno , sviIu|)pando in serie col leorema di Taylor, secondo le polenze aseendenti della /^O, 01 le I'unzioni ' ZV dv sen-^ sottraendo I'una dall' allra le due espressioni, dcdotte da ciascuna di esse corris|miideulenieule ai due limili supe- riori in±l, e trascurando i termini, che eslranei alio — 216 — sviluppo in serie della fuiizionc angolare sen hrur risuUano minori d' un mezzo niilionesinio ; c da m = 3 ad m=0 merce le forniide di niarea (6), dctorminando prima i valori di 31 , N per mezzo delle formide (7). Per ollenerc i valori immerici di M , ^' lio teniito un metodo iuverso , vale a dire , per la prima meta di essi lio determinato priinieramente i valori de'due integrali definili col procedimento su riferito , e poscia ho conse- guito quelli di M, N col soccorso delle iormule (1C) TM' /I P" TtV \ vm' /■ 1 P" TV \ yV=cos--^(-^ — J di;cos^j-)-J-sen-^-(— _y rf^sen-^-). lirale dall' ecpiazioui di marca (0). L'allra mcla e stata calcolata diretlamenle per mezzo delle formide (7). Scbbeiic ])er le qiiislioiii di dilTrazione sarei>bc statn sulTicienle di calcolare la Tavola con (piattro cifre deci- mali , pure ho credulo cosa uldc di eslenderia sino a sei cifre per I' inllnenza, che i due inlegrali dcfmili, e le se- rie M, N polrchbero esercilare nella risoluzione delle svarialc qnislioni , che offrono le malemaliche pure ed applicale ; ]ier le quali si richiederebhe una maggiore approssimazione : — 211 — 711 0,(10 0,01 0.02 o,(i:i o,oi 0,0o o,or> 0,07 0,0 0,010(MK» 0,020000 0,030000 0,OiO000 0, 050000 0, 0«(K)00 0, 070000 0, 08W)00 0, (189999 0, 099997 0. 109990 0.119994 0.129991 0.139987 0,149981 0,159974 0,109905 0.179953 0, 189939 0,199921 0, 209899 0,219873 0,229841 0,2398114 0,219759 0, 259707 0. 209(i46 0, 279570 0,289191 0,299101 0,309295 0,319173 0, 329036 0, 338881 0,318706 0.358511 0. 308293 0. 378050 0, 387780 0, 397480 0,0000000 0,0000005 0,0000042 0,0000141 0, 0000335 0,0000654 0.0(MI1131 0,0001790 0,0002()81 0,0003817 0, 0005230 0, 000097 0, 000903 0,0011.50 0,0014.37 0,001767 0,(M)2145 0, (Kt2.573 0, 003052 0, (K)3590 0,004188 0,004847 0,(M).5.573 0, (M)03C8 0,(MI723i 0,008175 0,009190 0,010296 0,011182 o; 01 2754 0,011117 0.01.5574 0.017125 0.018777 0,020.532 0,022390 0.021350 0.ll_'(it31 0.028025 0, 030932 0,033359 — 218 — m 0,41 0,4:2 0,43 0,44 0,45 0,46 0,47 0,48 0,4'.) 0,50 0,51 0.O-2 0,53 0. 54 0,55 0,36 0,37 0,58 0,59 0,60 0,61 0,6-2 0,63 0,64 0,63 0,66 0 67 0,68 0,69 0,70 0,71 0,72 0,73 0,74 0,75 0,76 0,77 0,78 0,79 0,80 in 0,423773 0,421036 0,418331 0,415603 0,412870 0,410136 0,407401 0.404667 0,401935 0,399204 0, 396480 0, 393739 0,391045 0, 388338 0,383638 0,382948 0, 381)266 0, 377593 0, 374937 0,372283 0,369647 0,367033 0,36Hli 0,361817 0,359234 0,356666 0,33Uri. 0,331377 0, 349035 0, 3i6330 0,344062 0,341392 0,339137 0. 336702 o; 334284 0. .331 883 0. 329501 0,327137 0,321791 0,322163 N 0,210737 0, 206264 0,201867 0, 197366 0, 193336 0,189238 0, 1S3210 0,181269 0, 177414 0,173643 0,169935 0,166347 0, |(i2819 0,139369 0,153993 0.132713 0, 1 WK18 0.116313 0,113249 0,149212 0,137263 0. 131383 0,131339 0. 12881)3 0,126109 0,123474 0,120899 0,118381 0,113920 0,113313 0,111161 0, 108861 0, 1(1661 '(. 0,104417 0,102268 0,100169 0,098117 0.096111 0,094149 0,092233 /■ dv cos vv 0,407150 0,416786 0, 426387 0, 433948 0, 443468 0,434914 0, 464373 0,473731 0, 483076 0,492344 0,501552 0,510696 0,319774 0, 528789 0,537711 0, 346363 0,533332 0.561012 0,572602 0,381093 0,389187 0, 597774 0, 605930 0,61il»09 0,621949 0, 629763 0, 037443 0, 644991 0, 632393 0,659652 0, 666753 0, 67371)2 0. 68l»iSI 0,687092 0,693327 0, 699778 0.703812 0,711712 0,717381 0,722843 J ai;sen-g- 0, 033907 0.038380 0,041380 0,044308 0,047309 0. 050564 0, 053896 0,037366 0.060977 0,064733 0,068632 0,072679 0,076875 0,081220 0,083719 0, 090370 0,093178 0,100140 0, 103261 0,110340 0,115979 0,121366 0,127334 0,133232 0,139332 0,145374 0,151974 0,158336 0, 165238 0,172138 0,179176 0, 186370 0, 193720 0,201223 0, 208878 0,216682 0,224633 0, 232729 0,240966 0,249341 — 21fl — . P" zV /•" ZV' m M iV J dv cos— 5- J dv sen -^ 0,81 0,3-20l54 0,090359 0, 728095 0, 257851 0,8:2 0,317864 0,088526 0,733128 0. 266492 0,83 0,315594 0,086735 0.737937 0, 275259 0,8i 0.3133W 0,081985 0,742515 0,284149 0,8a 0,311107 0,083272 0, 746857 0,2931.58 o,8(; 0.308894 0.081.599 0, 7-50958 0. 302278 0,87 0, 306699 O; 07996 1 0.754810 0.311505 0.88 0, 304.S22 0,078365 0,7,58408 0.:!2(:8:t5 0. 8!) 0, 302366 0, 076802 0,761748 0. 3:t0260 0,90 0,300229 0,075273 0.764823 0, 339775 0,91 0,298110 0,073781 0, 767(i27 0.:!49:!71 0,92 0.2961111 0,072320 0,7701.56 o,:!:i!i(il6 0,93 0,293930 0,070892 0, 772405 0,:i(i.s790 0,94 0,291869 0,069194 0,774368 0. :i7KS95 0,95 0, •i8982(> 0,068129 0, 776040 0,388454 0,96 0,287801 0,066793 0,777416 0. 3983.59 0,97 0. 285796 0,065'tS7 0. 778494 0.4(18:101 0,98 0.283810 0.061211 0,779269 0,418271 0, 99 0,281843 0,062962 0, 779738 0, 428260 1,00 0, 279894 0,061741 0,779894 0, 4382,59 1,01 0,277966 0.0(;05i8 0, 779738 0,4482.57 1.02 0, 276052 0.059380 0, 779262 0,458246 1.03 0,2711.59 0;0582K) 0, 778468 0,468213 1,04 0, 272283 0,057123 0. 777351 0.478151 1,05 0, 270427 0,056031 0,775911 0,488046 1,06 0, 268586 0.05W62 0.774144 0, 497889 1,07 0, 2667(i5 0, 053920 0, 772052 0. .507(i66 1,08 0, 264965 0,052897 0,769631 0.517369 1,09 0,263176 0,051900 0. 7668H4 0. 526983 1,10 0,261406 0, 0.50922 0, 763807 0, 536498 1,11 0,2.596.56 0,019966 0,760106 0.545901 1,12 0, 257921 0,(li9030 0. 756(i76 0.5.55179 1,13 0, 256206 0.(l'(811(i 0, 752625 0,564321 1,14 0, 251504 0,Oi722l 0.748249 0, .5733 13 1,15 0,252823 0,046346 0,743557 0,582143 1,16 0.251156 0,04.5487 0,738546 0, 590798 1,17 0, 219.507 0,014651 0.73:1226 0, 599262 1,18 0.217872 0,013831 0, 727.)96 0. 607526 1,19 0.216256 0,013029 0,721666 0,61.5.577 1,20 0, 2l4(i.54 0.0'(22U 0,715437 0, 623399 — 220 — VI M iY J at) COS —^ J at) sen -5- 1,21 0,243072 0,041475 0, 708920 0, 630983 l,-22 0,241501 0,040725 0,702117 0,638311 1,23 0, 239949 0, 039988 0,(i95040 0, 645376 i;24 0,238il0 0,039268 0, 687694 0,652159 1,25 0,236890 0, 038563 0,680091 0, 658654 1,26 0, 235381 0,037873 0, 072237 0, 664843 1,27 0, 233891 0,037199 0, 664146 0,670718 1 l!28 0,232413 0, 036536 0, 655825 0, 676264 1 1,29 0, 230952 0,035890 0,647290 0,681473 i 1,30 0, 229507 0, 035255 0,638549 0, 686332 1,31 0,228072 0,034636 0, 629620 0, 690828 1,32 0, 226653 0,034028 0, 620510 0,691953 1,33 0, 225249 0,033435 0,611240 0, 698698 1,34 0,223859 0, 032852 0,601819 0,7l»2052 1,35 0,222484 0,032283 0, 592268 0, 705007 1,36 0,221122 0,031723 0, 582597 0,707553 1,37 0,219774 0,031179 0, 572830 0, 709687 1,38 0,218438 0,030641 0, 562976 0,711396 1,39 0,217117 0,030119 0, 353062 0,712677 : 1,40 0,215808 0, 029604 0,543096 0,713523 1 1,41 0, 214513 0,029103 0,533108 0.713931 1 42 0,213230 0,028607 0,523106 0,713896 i;43 0,211959 0,028127 0,513121 0,713415 l,4i 0,210702 0,027653 0,503163 0,712486 i;4s 0,209458 0,027191 0,493261 0,711108 1,46 0, 208225 0, 026736 0,483429 0,709280 1 l,^^7 0,207005 0,026299 0, 473694 0, 707004 1 1,48 0, 205797 0,025856 0, 464072 0, 704279 1,49 0, 204601 0, 025430 0, 454589 0,701112 1,50 0,203il6 0, (•25010 0,443262 0, 697503 1,S1 0,202244 0,024601 0,436118 0, 693460 1,52 0,201083 0,024198 0, 427174 0, 688987 1 1,53 0, 199933 0,023805 0,418455 0,684093 1,54 0, 198793 0.023419 0, 409981 0, 678785 1,55 0, 197666 0, 023040 0,401774 0, 673074 1,56 0, 196550 0, 022669 0, 393854 0, 666970 1,57 0,195444 0,022306 0. 386244 0. 660485 1,58 0, 194350 0,021949 0, 378961 0, (>53633 1,59 0, 193265 0,021600 0, 372029 0, 646428 1,60 0, 192192 0,021256 0. 365463 0, 638886 221 — m l.fil l,ti:> l,(;:t l,(i'f 1,03 1 , (u; IJiT 1,(IK 1 , (i!) 1,70 l.Tl l,T.\ 1,74 1,75 1,7(i 1,77 1,78 1,7!) 1,8U 1,81 1,8:2 i,8:j 1,8't 1,83 l,Sf> 1,87 i:8« 1,89 1,90 1,91 1,92 1.9:! 1.91 1,9.3 1,9(! 1,97 1,98 1,99 ■J, 00 M rfi; COS —3- 1 / rf» sen —^ 0,1911->8 (t, 190075 0, I890;!2 0, 1ST999 0, 18(i97() 0,183963 0,1819.39 0. 18.J9(i3 0. 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VOL. 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(i:i (i,(l.i(i.S2t 0,00ll.)(i7 0, 473.391 0, 4.iO 123 3. (il 0, 056121 0,0(l03(ii 0, 482837 0,4462.30 5,65 0,056321 0,000361 0, 492604 0, 444164 .'i.iw; (i,ll.i(iJ22 0, 000538 0, 302385 0,443833 ■ >. ')" (i.ii )(il-':t 0,000335 0,312467 0, 443276 1 ■^'i'* 0,(lolil>2l 0.000332 0,321937 0,448447- 5,69 0, (lo:)'.»2(! (),(;iHi:iW 0, 330(i93 0, 433247 5,70 0,05o828 0, 000346 0, 338439 0, 439328 S,71 0, 035730 0,0003W 0, 344981 0, 467093 5 7-2 0, 053633 0,000310 0, 330048 0, 475698 1 5,73 0, 033336 0.0(K)338 0, 333494 0, 483070 5,74 0, 033139 0.000333 0, 333207 0,494909 5,75 0,053343 0, 000332 0,5.53129 0, 31)4896 5,76 0,033247 0,000329 0, 533235 0,314704 5,77 0,033131 0, 000327 0,349630 0,324016 5,78 0, 03505G 0,000324 0,344424 0, .332326 5,7i> 0,054961 0,000321 0, .337747 0, 3399.32 S,8U 0, 054866 0,001)318 0, 329836 0, 546047 5,81 0,031772 0,000316 0, 520934 0, 3.30608 5,82 0, 034678 0,0110313 0,511389 0, .3.33 481 S,83 0, 03438t 0,(K103IO 0, .301462 0, 334367 S,8i 0,034191 0,0003(18 0,491.304 0, 533827 5,85 0, 054398 0, 000306 0,481847 0,531282 5,86 0, 054305 0,000.303 0,472819 0,547016 5,87 0,031212 0,(M)0301 0, 464724 0,341168 5.88 0,031120 0,000i!l8 0, 437839 0, 333936 5,89 0,034028 0,0(KI495 0.432:J99 0, 323362 5,90 0,053937 0,000492 0, 448.392 0,516330 5,91 0, 053817 0,000490 0,446351 0,5063.36 5,92 0, 033736 0,0110187 0.446332 0, 406371 5,93 0, 033663 0.(i0O4S3 0,448001 0, 486723 5,9i 0, 033373 (l.(M;(riS2 0,431446 0, 4773.30 5,9o 0, 053483 0,UU(llSO 0, 436570 0, 468780 5,96 0,053395 0,000478 0,463198 0,461311 5,97 0, 053305 0,(MK>476 0.471100 0, 433207 1 5,98 0,033216 0,(KMli73 0. 48tH)01 0, 4.30683 I 5,99 0,033128 O.IMIOlTl 0, 4S9390 0, 447899 6,00 0, 033040 0,tHKti68 0,499332 0,44(i960 -.232 — PARTE SECONDA. DISCUSSIONE MATESIATICA. E LEGGI TEORICIIE BELLA DIFFUAZIONE. § I. FRANCE PRODOTTE DA UN CORPO OPACO INDEFINITO. Cominciando a disculcrc il caso , in eiii Ic frange sono gcncralc dalla luce, die rade uno degii orii di un corpo opaco indclinilo, ci propoiigbianio di delerminare i valori di vi, the conispoiuldiio ai puiili di inassiina c di minima inlcnsilii di luce. A lal'nopo formiamo i coollicicnti differcnziali di prinio , e di sccondo ordine dell' espres- sione di li, rapprescnlata dall' equazionc di raarca (1); ed oUerremo Ic due forniule dR dm d' R dm' - = 2co8— — ( — -f- / dvcos——) n 2 V 2 I'o 2 / 2 — 2rmsen -^(-^j — ^J ducos-^-l rm' /I f", TTV \ -l-2rmcos— — ( — -H I dcsen-^-l, Ic quali, poncndo in vcce dellc funzioni integrali i loro va- lori dali dall'equazioni di niarca (G) , possono scrivcrsi sotto la forma = 2 cos 1- 2 sen 2iV , dm • 2,2 d' n dm' (7'ttt' "Wl^ \ sen ^ cos ■^^— - -^-M ]. 2 2 / — 233 — Eguajiliando a zero il cociricicnlc (lifTorenzialo di primo nr- diiu', i valori di m rclalivi ai piiiili di nia.s.siiiia c cii luiuinia inlcusila vcrraniio soniininisUali dall' cquazionc scn-2 HCOS^-=.V, ovvcro, alzando a qiiadrato , dalla ■ . (17) sea rm' = — 1 -4-T* . Per dodurro da qiiesla equazionc ijli acccnnali valori di m J Cacciaiiio iiolarc clic Ic qiiaiitila il/, N, conic risulla dalle rorniuii' (7) , docroscono a niisiira cIk; m aimicnta , cd al idiilrario aiiinoiilano a scconda die m diiniiiuiscc. Ad indaiiai(! i limili . Ira i quali sono coiuprosi i valori di M , iV lion l)isoi«na the porre m = cc , ed m=0 nolle forniu- le (1(1); cd oUerrassi .V = iV = 0 per m = ao 1 i7i=iV=— per )H = 0 . Da qucsli risullanienli si deduce chc lanto i valori di M qnanto (piclli di A sono non niiiiori di zero nc nia<;pori di -1 ; c })crcio 1" cquazionc (17) dovra scinprc dare, qua- luiKjuc sia per esserc il valore di in, sen rm' < 0 ; ma porche possa scmprc soddisfarsi a qncsta condizione, e nccessario die i valori di m sicno luUi > 1 ; c jjoichc per m> 1 risulla ^ una jticcola Irazione, clie puo trascurarsi ill una prima apitrossiniazionc, dunquc lrascuiand(» nel- la (17) la quanlila T% i valori di m, die soddislanno pros- — 234 — siniamentc alia condizionc del massinio e del minimo, pos- sono facilmcnte cavarsi dall' cquazione ' ;. ; : ,'iiui> (18) ~ sen zm^ = — 1 . Con una semplice ispezionc si deduce, die un numero inOnito di valori di m soddislaniio a (|Hcsta equazione , e die laji valori sono r('S|iellivanuMite ei>uali alia radice qua- drata dei termini della [)roi;ressione arilinclica inlinita ^ JJ^. 7 . 11 . 13 . 19 . a— I "=~ "2" • "2" • ~2 ■ ^ ■ T ■ ' ' ' ' 2 Questi termini, sostiluiti in vece di iif nellospressione di niarca (1), determinano con soddisfacenlc apju'ossimazione imassimi, e minimi d" intensitii di luce. A lin di discer- nere Ira i>li assoi^nili valori di m qnolli , die corrispon- dono al massinio , da (pielli die danuo il niiniiuo , dislin- guiamo nel valore generale m =J/ii=i il caso di i numero inipari da quello di i numero pari, cioe facciamo succcssivainente ncll' cs|)ressione del coelficicnte dilTerenzialc di secondo ordine della funzione R ed otterremo i due risullanienli d'R = _ ^l/sIir3x(2-l-;^/|/2 )-4-2 dnu — = -l/8l^x(2 — J7t/2)-+-2. dm' 2?,"t II [)rimo di quesli risnllaiiicnli c evidcnlonionlc noi^alivo ; ed il sccondo, ossoiido scmprc 31 < — , conic per I' iiinanzi abhiamo diiiioslralo, h seinprc posilivo. Da cio si conchiu- de, die linlcnsila dclla luce divione inasslina corrispoiiden- lemcnlc ai valori di (•») «'=\4. v1- vf . v^ -v^-- e divione minima coriispondenlenienle ai valori di (2.) „=v/J, /f, v/|, y/^ y/^, 0 pcicio i valori di vi , relalivi ai |)iinli di niassima, c di minima inlcnsila . soim rcspclli\iini('nl(' ci^nali alia radice quadrala de lermini dellc duo proj^ro^sioiii ariluioliclie: 3 . '1 • 2 . 2T . Si — 0 2 t 7 , . 1"i . 2?. :!i 8t-l Qnosla Icgije si seniplice , con cui procedono i valori di m , 0 cos'i pnissinia al voro . clio scnza orroro sonsibile pu() sliinarsi conic osalia. Inlalli so ci alloiii^liianio ad una a|)|irossiina/i(ine spiiila sino ai diociniillosinii, dio da Fros- nel so rcpulata siinicicnlo per nicllorc in confroiilo i risul- tanionli dolla looiia con (piolli (loircs|ioiioiiza. e dell' os- serva/.idiio . si lilovoiii liiciliiionlo clic il \aloio di .A' risul- tera sonipre doll" oi dine delle (pianlila da Irasciirarsi, ec- cellualo (piollo (lie c(iriis|»oii(lo ai diio primi valori di m, i quali daiiuo respollivamcnlo /Y- =0,0010, A- =0,0002. — 23G — Ma siffalle quanlita, massimanicnlc la seconda , sono cosi piccole , ch' esse pure possono trascurarsi a pelto del- rapprossiinazione , die offre losservazione, cd in confronto di quella chc scalurisce da'calcoli di Frcsncl. Nel caso pero die si vogiia una maf^giore approssimazionc , non liisogna iar'allro die sosliUiire nella (17) il valorc di iVU-alcnlato col yalorc di m, dedollo dalla (18), ed insegiiilo risolvere rapporto ad m I'equazione, die sara per risnltarne. S'e cosi die ])er mezzo d' una seconda approssimazionc , la f[uale polrehbe ripclersi in un modo successivo quanto si vuole , il prinio valore di m risullercbbe 1/1 = 1,2174. : Per determinare inlanlo Tintensila della luce corri- spondcntemcnle ai valori di m, di sopra assegnali , mctlia- mo nelle formule (G) . ed otterremo le due espressioni f^^^^dv sen ^ = y ±4 ^ ^''^'^ ^^' nelle qnali il segno superiorc si riferisce ad i numero im- parl, e rinferiore ad i numero pari. SosIiUiilc qiieste espressioni nella (1), Tintensita dcila luce viene in gene- rale rapprcsculala nel caso del massimo dalla ibrmula — 237 — e nel caso del miiiimo dalla formula R'= (\/T— .yy -^ N' . Per rendcro ai;-ev(»le la dt'lcrminaziono niimerira dei massimi,e de'iniiiiiiii di lure lio eaicohilo col soccor.siMlelle forimde, dale iiella priniii Piirle di (jiicsla 3leiiioria , la sc- giieiile lavola , in eiii oltre ai valori di J/, .V Irovaiisi reyi- slrali (|ii('lli delle due I'liiizioiii iiilegiaii. La tavcda !(i33 0,014039 0,372246 0,392100 t/(ll:2) 0, 131102 0, 007521 0,600418 0,389782 1/(15:2) 0,lIoG3li 0,004813 0,414830 0,421637 \/(ld:-l) 0, 102937 0, 003405 0, 375195 0, 370380 1/(23 ; 2) 0,0936oi 0,002569 0,431961 0, 433594 1/(27:2) 0,08G491 0,002027 0, 302592 0, 359725 1/(31:2) 0, 080751 0,001649 0,4U73l 0, 4H066 l/(3o:2) 0,076016 0,001377 0,334724 0, 532777 1/(39:2) 0,072025 0,001172 0,418243 0, 419900 l/(i3:2) 0,068603 0,001013 0, 349226 0, 547793 t/(" = 2) 0, 0G.iG26 0,000887 0, 432909 0,434223 1/(51:2) 0,003006 0,000785 0,543106 0, 343998 1/(35:2) 0, 060675 0,000702 0,436601 0, 457593 ATTI ACC. \UL. MI. 31 — 238 — Se si sostituiscono i valori di M , N, dedotti da que- sta tavola, neiresprcssione di li, c di //'(p. T.\G e 237), o pure qiielli dclle due funzioni iiilegrali nella (l),i valori di R, 0 dell'intensila della luce, corrispondeiUi ai valori di m, di sopra asseynali , verranuo dali dalla seguente tavola: MASSIMI c lUNIMI DI ICCE Massimo del I.° ordine Minimo del 1.° ordine Massimo del 2." ordine Miiiimo del 2." ordine Massimo del 3." ordine Minimo del 3." ordine Massimo del 4." ordine Minimo del 4." ordine Massimo del 5." ordine Minimo del S.» ordine Massimo del 6.° ordine Minimo del 6." ordine Massimo del 7." ordine Minimo del 7.° ordine VALORI di m l/( 3:2) .l/( 7:2) 1/(11 :2) l/( 13 : 2) 1/(19:2) 1/(23:2) 1/(27:2) l/(3i :2) 1/(35: 2) 1/(39 :2) 1/(43:2) t/(47:2) 1/(31:2) 1/(35:2) IMEASITA della 2, 740379 1, 536653 2, 398343 1,686329 2, 301758 1,743887 2,232119 1,778124 2, 220782 1,801475 2, 198745 1,818691 2, 182178 1,832070 Per paragonare i risullanicnli , regislrali in questa tavola, con quelli ollenuli da Fresnel per mezzo del cal- colo, ho espresso in diecimillesimi i valori di wi, ed ho soppresso le due ullinie cifrc ne' valori di It , o dell'in- tensitii della luce. Cosi ho forniato la seguente tavola com- — 23!) — parativa , in ciii i risiillaiuciili di Frcsnel , o qiiclli ciii sono jxTvcniito, trovansi scrilli j^li tiiii accantit tlcj^li al- tri, allinclie ncHacconlo quasi perfclto, ch' esistc tra di cssi, possa faciliiKMilc avorsi iioii solo una |irova (IcH'csat- lezza (Iclla l('i;i;o, ili supra scj;nalala, devalori ili in, ina pure ossenarsi la notevolc (iiffcrcnza, the passa Ira il nic- todo lacilo (> pronto, con cni ho conscgnilo i^li acconnali vahui,('(l il niolodo lungo c ponoso, con cui cssi sono slati oUcnuli da Frcsnel : MASSI.MI VALOlil di m I.ME.XSITA della 1 C CE e MIM.MI DI LICE Seoonilo i calcoli atluali Sei'ondo i calcoli di Fresnel DIFFERESZA Secnndo i calcoli altuali Secondo i calcoli di Frcsnel 0IFFEBE5Z1 Massimo del 1." online 1,2247 1,2172 -1-0,0073 2, 7406 2,7413 —0,0007 Miniino ild 1 .° ordiiic 1,8708 1,8726 —0, 0018 1 , 3367 1,3570 — 0,0003 Massimo del a." ordine 2, 3432 2,3449 -1-0,0003 2,3983 2,3990 — 0,0003 Minimo del 2." ordine 2,7386 2,7392 —0,0006 1,6863 1,6867 — 0,0004 Massimo del 3." ordine 3,0822 3, 0820 -+-0,0002 2, 3018 2,3022 —0,0004 Minimo del S." ordine 3,3912 3,3913 — 0,0001 1,7439 1,7440 — 0,0001 Massimo del 4." ordine 3,6742 3, 0742 0, OOOO 2,2321 2, 2323 — 0,0002 Minimo del l." ordine 3, 9370 3,9372 —0,0002 1,7781 1,7783 — 0,0002 Massimo del 3." ordine 4, 1833 4, 1832 -+-0,0001 2, 2208 2,2206 H- 0,0002 Minimo del 5." ordine 4,4159 4,4160 — 0,0001 1,8015 1,8014 -HO. 0001 Massimo del 6." ordine 4, 6368 4, 6369 — 0,0001 2, 1987 2, 1983 -+-0,0002 Minimo del 6.° ordine 4,8477 4,8479 — 0,0002 1,8187 1,8183 -f- 0,0002 Massimo del 7." ordine 3,0497 3,0300 — 0,0003 2,18-22 2,1818 -t- 0,0004 Minimo del 7.° ordine 1 3,2«0 3,2412 -0,0002 t,8321 1,8317 -f- 0,0004 — 240 — La Ici^ge con cui proccdonn i valori di m, corrispon- clenli ai punli ili massima e di niininia inleiisila, nc pro- duce dclle altre tiinto ncl iii(»d(» , con cui aninenlauo le diffcrenze de' camniini percursi dai raggi dirclli , c dai raggi parlili dall' orlo del coi'po opaco, concorrcnii nei punli anzidelli, ([uauto ncl modo con cui progrediscono le largliezze delle IVange , e gii assi traversi dclle iper- bole, secondo le (piali le ['range si [)ro|iagauo. Ad indagare lali Icuyi basta lidiianiaie dalla Memoria di Frcsnel le due foi'uiulc (21) •. a. = .\/^ h)bX nellc quali si rapprcsenta con 5 la differenza tra qua! si vo- glia raggio diretio, ed il corrispondcnle raggio |)arlilo dal- I'orlo del corpo opaco, e con x la laighezza delle IVange; le allre lellere avendo la slessa signilicazione, che prece- denleniente e stala loro allriliuita nell' Inlroduzione. Se nelle formnle su rieliiainato si sostiUiiscono i va- lori di 11, 0 di m, relalivi ai punli di massima, e di minima inlensita, rappresenlali dalle due serie (19), e (20), ed espressi in gcneralc con la I'ornuda m =V^. si otlerranno i seguenli risullanuMili, 0 leggi: 1." Le dilferenze Ira i raggi direlli, ed i raggi parliti dall' orlo del corpo opaco, ne' |»unli di massima inlensila sono rapprescntale da' termini della progressione arilnielica 3>. . 11>. . iOX. 27>., (8t— 3)>. — 2il — e nc'piinii di miniina inloiisila da'lermini di qucsta sccon- da progrcssiouc _^^. J3X. 23>. . m . (8i — 1)>. • T" 8 '^S^' 8 • 8 ■ 2." \jC Iar"liez7.(! dcllc riaiinv, ovvcro Ic dislanzc del punto |)iii l)rillanic di ciasciina fVaiii^ia liiiniiinsa al connnc doll" oiiihra fjcdniolrica, |;ro(('d(iiio socoiido la radicc qua- «irala do' Iciiiiini dclla progressioiic aiilnR'tica _^3(a-^b)b}. . \\(n-hh)h}. . 19(a+&)6). . (Si — S)(a-+-b)b>. 4a ■ 4a ' 4a 4a ' e lo dislnnzc del |ninlo ]iiii nsciiro di ciasciina franiiia oscu- ra al iiicdt'siiiio cdiiliiic .sccdiido la radicc quadiala dc ler- iniiii di (jueslallia progrossione 7(a-l-6)6X. l,">(a-t-6)6>.. 2ofa-+-fc)W. . (8t— 1)(a+6)fe>. ia ■ ' la ' ia ' 4o 3.° Sc, facendo rimaiierc coslanle la a, si fa yariare la b, requazione - (22) L 4a J ' dodofia dalla (21) nicdianlc la snsliliiziono del valnre jje- ncialc di iii, lapiircsciila diverse i|ierl)ole, die Iwiiiiio Uilte uno slcssd seiniasse (j iioii Iraverso, cd uii scniiassc j) Ira- verso, 0 iiiuiiagiiiario, espiessi da 9= J, p=-^i/(4t-l)«>. ; e quindi i seniiassi travcrsi dclle iperbolc, secondo le quail si propagaiio Ic Iranyc luniiiiose , sono respellivameulc ~ 242 — eguali alia radice qiiadrala dci termini, componenti la pro- gressione arilmelica ^3aX . llaX _ ^()aX , (8t— 5)aX e quelli dcllc ipcrholc, giiista le quali si ]>ropagano le fran- ge oscurc, alia radice quadrata dc' tcrniiui della progres- sione '^'W' 16 • IG 16 ■ Tulte qiicslo Icggi possono compendiarsi, ed cnun- ciarsi nel scgiienlc niodo: Lc differcnzc tra i raggi diretli , ed i raggi partiti dalPorlo del corpo opaco, ne'piiiili di massima, e iic'punii di minima inlcnsilii sono rospellivamcnie proporzionali ai termini dellc due progressioiii arilmelidie 4-3 : 11 : 10 : 27 : 33 : ....(St— o) , -^ 7 : 13 : 23 : 31 : 39 : .... (8t— i) ; mcnlre le larghczze delle frange, c gli assi traversi delle iperbole , secondo le qnali le frange si propagano, sono proporzionali nelle himinose alia radice qiiadrala de" ter- mini della prima jirogrcssione, c nelle oscurc alia radice quadrala dei termini della seconda progressione. Per mezzo deU'equazione (2i) ci si rende facile para- gonare lc larghezze delle frange, otlcnute precedenlemente secondo la tcoria delle onde , con quelle die si deducono dal sislema deiremissioue, cioe a dire nell'i|)Olesi clic le frange sieno jirodolle dal concorso de' raggi direlli, c dei raggi riflessi sull" orlo del corpo opaco, e snpponendo inol- tre con Fresnel, die i raggi rillessi provino un rilardo — 243 — (I'liiia scniionduhizionc. Sccoiulo (jiicsl' ultima Icnria 1<,' lar- i>li('/.z(\ (lollc IVaiigr sciiki rapiircsciilalc in gcucralc (Fresnel Memoria cilala), dalla foniiula (2.-?) x = V/?^ -6)6 nolla qiialo la lolU>ra d dinola la (liffcrcnza dci oanimini peiToisi dai ra^gi dirclli, c dai rajii-i lillcssi suIT orlo del corjio 0|)aco, the concorrono in iin niedcsinio punlo. Se in Cdnluiinilii di (pianlo aMiianio |)roc('denlenienle acccnna- lo, s'aiinicnia (/ d'uiia niczza ondulazione, vale a dire di !->., la foiuiula precedenle diverra , = \/il 2rf-i-X)(a-H6)6 nolla quale invece di tH sostifncndo siiccessiTamentc prima un imniero pari di semiondulazioni, espresse dai termini dolla serie (24) 0, >., 2X, 3/., 4>., 5X, CX, cc. , e poi im numero irapari di semiondulazioni, giusta i ter- mini della serie X 3X 5X 7). 9X 11>. (25) -q" > V ' "2^ > ■§' ' Y ' "2~ ' *'''■ ' si riloYora, che lo larijliozze delle fran<;o luminose vonj^fono rapprcscnlak' dalla radice quadrala de' termini della pro- grcssione arilmclica (a-+-6)6>. . 3(a-t-6)6X . S(a-+-6)6). . (2t— 1 )(«-4-6)6>. a a a a — 2i.4 — e quelle delle frangc oscurc dalla raJice quadrala de' ter- mini della progressione v ; ;- , *>' ' . 2(a-4-fe)bX _ 4(a-4-6)R . C(a-i-&)6X _ 2i(n~hb)bX Come consogiicnza di qiiesli risullanicnli si deduce, die gli assi Iraversi o immaginarii dellc curve iiiininose souo rap- preseiilali dalla radice quadrala de'tenniui delia progres- sione arilnielica ' ' ^aX _ 3a>. . :>(0. . '. 4 ' 4 ' 4 ' 4 ■ 4 c quolli dolle curve oscure dalla radice quadrala dci ter- mini di quesl'allra ])rogressione 2«>. . M. , Ml. _ 8«X _ 2?flX ~ T~ ■ T~ • ~ • "IT • ■■■■ 4 ■ Sc si paragonano tulii quesli risultauicnii con quelli, che ahhiaino di sopra assegnalo mediaiile la leoria delle ondulazioni, si osservera, clic la leoria dell' emissione ad onia del supposlo rilardamcnlo de' raggi riflessi suH'orlo del corpo opaco, sonmiinislra de'risullamenti piii grandi di quelli, che si ollengono con la leoria delle onde, essen- 1 ,. . ..,,.,.,.(«-t-6)6X do gli uni coslanlemenle niaifi'iori de"[i alln di ^ — , ■ o o~ O 4o nellc quanlila, di cui la radice quadrala rappreseula la lar- ghezza delle frange, e costanlemente maggiori di — nelle quanlila, die solloposte al radicale quadralo rappresenta- no i valori degli assi Iraversi delle iperlwtle, giusla le quali le frange si pr(»|)agano. Volendosi niellere in esalla corri- spondenza, ed in perfello accordo la leoria dell' emissione con la leoria delle ondulazioni, Msogna suppcure die i raggi rillessi suH'orlo del corpo opaco provino un rilarda- — 2i5 — mcnlo non d' una mczza oiiiliilazidnc, ma honsi di Iro ol- lavi d'ondulazioiic. Infatli sc si auincnla d di -^ . la foniiu- la gcnorale (2IJ) divcrra I -=V{ u- T) a ' nclla (jiud(! sosliliioudo siiccessivainciilc in vccc di d iiii numcro |»ari,ed iin miiiicro iinpari di sciiiioiidulaziimi, pro- ccdcnli con online proiiTcssivo, conlbrnionionU! ai Icrnii- ni dclle due serie (24), e (2')), si oUerraiino per le fran- ge luininose , e per le franj^e oscure di (piaiuncjue siasi ordine (pu'gli slessi risullanieiili, die ho per I'innanzi as- segnal(» dipendenlemenle didla leuria delle ondulazioni. Per acccrlarsi se i risnllanicnli dolla leoria aiidavano di accordo con (pielli deirosscrvazionc, Fresncl islitui una serie d'esperieiize. in cni si I'ece a delerniinaic con niolta precisione la lari;iiezza delle franj;e eslerne delle ondjrc, cioe a dire la dislanza del pnnio [tiii oscuro di ciascuna franjjia oiiaca al conline deirond)ra geomelrica. Kgli in seguilo adoUando il valorc di mm X = 0,000638 per la lunghezza d' ondnlazione in una luce rossa oniogc- nea, dallo slesso delenninala dielro accurate esperienze , ha calcolato la niedesinia dislanza niedianle la sosliluzione nella lornuda (^21; de"\al(ui di r, relali\i ai minimi di luce; cd ha Irovalo un |)errello accordo tra i risullamenli della leoria, e ipiclli dell' osservjiziune. 1 valori di c , die ho c(insei;iiilu relalivanienle alia delerminazione de'punii di massima , e di minima inten- sila, allesit (pianlo si e di sojira osservalo, deM)(ino al pari di (juelli di Fresnel condurre ai medesimi risidtamenli; e ATTl ACC. VOL. XII. 32 — 246 — percio potremmo dispcnsarci di effeUuarne Ic corrispondenti applicazioni , se non fosse utile il confermare con casi par- licolari la gran facilila, clie arrcca ncl calcolo doUa posi- zionc delle f range la leggc , sccondo la quale ho trovalo proccdere i valori di v, rclalivi ai ])unti anzidelli. Di falli Lasla sollanlo di sostiluirc i valori di a, h, >. nolle due espressioni ■W' (8t— 5)(a-i-6)6X 4a ■-V (iii--l)(a-t-b)bX la clie , come innanzi ho diniostrato , rapprescntano la prima il lermine generale della larghczza delle frange luminose, c la seconda quello della larghezza delle frange oscure , per dclcrminare la posizione di qual si voglia Irangia lu- minosa, c di qual si vogiia frangia oscura. Sc nell' ultima delle due precedenli espressioni in vece delle quanlita a, h , X, si sostituiscono qnegli slessi dati , di cui servissi I'illustre iisico francese nelle sue cspcrienzC;, il terniine generale della dislanza del punto piii oscuro di ciascuna frangia oscura al conline dell' omhra geometrica risultcra per ognuna delle di lui osservazioui , come trovasi scrilto nella segucnte tavola : — 247 — NUMERO DISTANZV del |iiintij IllSTANZ\ TKIiMINK cnM-RALK ili'iia di^l;ul/.a delle luiiiiiioso corpc) ii|i;iri) del punto pii'i osciiro al cor|Mi iipact) al inii'riiiiiclro di ciascuiia frangia OSSEBViZIO.M 0 vaiurc ili a. 0 \alijre di Ij. al coriliiic dcU'ombra gcoinelrica t 0, 1000 0, 7!)8j T,0897 l/(8f— 1) o o,i9H:i 0, G370 0,G539 (/(8,_1) 3 0, 2020 0, r>'K)0 0,G523 l/(8( — 1 ) 4 0, olOO 0,1100 0,1460 l/>8i — 1) 5 0,5100 0, 5010 0,3980 1/(8/— 1) 6 0,3100 1 , 0050 0,G901 1/(8/ — 1) 7 1,0110 0,1 KiO 0, 143G l/{8/-l) 1 8 1,0110 0, 5020 0,34G2 1/(8/— 1) 9 1,0110 0, 00(iO 0,5Gir. j/(8/— 1) 1 10 1,0110 2,0100 0,9788 |/(8/— 1) 11 2, 0080 0,1180 0,1412 l/(8/-l) 12 2, O08O 0. 9990 0,4885 j/fS'— 1) 13 2, 0080 2, 9980 1,0918 1/(8/- 1) 11 3,0180 0,0017 0,0165 |/(8/ — 1) Ij 3,0180 0, 2530 0,2091 |/(8/— I) 1« 3,0180 0, 3000 0,3049 i/(8/— 1) 17 3.0180 1 , 00:!!1 0, IG17 1/(8/— 1) 18 3,0180 1,998) 0,7278 j/^8/— 1) 19 3,0180 3,(K)20 0,9773 j/(8/ — 1) 20 3. 01 80 3, 9950 1,2168 ^(8/- 1) 21 4, 5070 0,1310 0,1 IGG |/(8/ — 1) ^ 4,5070 1,018;» 0, llGl j/(8/— 1) •23 4, 5070 2, 50G0 0,788G j/(8/— 1) 24 fi, 0070 0,1170 0,1379 j/(8/— 1) 25 G, 0070 0, 9990 0,'*311 1^/(8/— 1) Sc nc" torinini V i-iiancia DIFFERENZA AL CO.\FI>E DELl'OJIBIlA GEO.MKTKICA tra la tcoria delle delle Secondo Secondo Secondo e OSSERVAZIOKl FKMGE OSCCRE i Ciilroli i ealcoli Ic osservazioni rosservazione ainuili di Fresnel di Fresnel riim. mm. 1 1 "ii^SSOi 2,83 2,84 — 1 2 4, 14-29 4,14 4,14 0 3 5,1301 3,13 5, 14 ~1 4 3, 9338 5,96 5,96 0 5 e, G8U3 6,68 6,68 0 2 1 1,7302 1,73 1,73 0 ■2 2, 5327 2,53 2,34 — 1 3 3, 13G2 3,14 3,14 0 4 3, G410 3,64 3,63 — 1 0 4,0839 4,08 4,06 ^-2 3 1 1,7238 1,73 1,72 4-1 ^ 2,32(14 2,53 2,30 + 3 3 3,1283 3,13 3,13 0 4 3,6319 3,63 3,62 + 1 3 4, 0730 4,07 4,07 0 4 1 0. 38(i4 0,39 0,39 0 2 0, 3(i3ti 0,57 0,58 — 1 3 0,70t(4 0,70 0,71 — 1 4 0,8131 0,81 0,82 — 1 5 0,9121 0,91 0,91 « 5 1 1,0530 1,05 1,03 0 ■2 1,3115 1,54 1,54 0 3 1,9088 1,91 1,90 -HI 4 2,2160 2,22 2 21 -hi 5 2, 4835 2,49 2,49 " — 219 — 1JISTA.\Z.V KL'MERO OUDINE DEL PI JiTO Plil OSClllO Dl CIASCC?IA FRAHGU DIFFERENZA Al V^'1'lJ.J l%\-^ dcllc Al C0M1.>E Dtll.'ojlBH. CEOJIETKICA Ira la Icoria (lellc Sccondo Sccondo Sccondo e OSSERVAZIONI FBiRGE OSCDHE i calcoli i calcoli lo osscrvazioni I'osserTazione alluali di Fresnel di Fresnel mm mm G 1 1,8257 1,83 '°l',82 -+•1 2 •2, ii->r, 2167 2; 66 4-1 3 i, Mm 3, 31 3, 30 H-l 4 3,8121 3,84 3,8'f 0 5 l,3l)9i 4,31 4, 31 « 7 1 0, 3800 0,38 0,38 0 2 0, o6V,-2 0,36 0, 57 — 1 3 0, 6887 0, 69 0,69 0 4 (», 7!ti»G 0,80 0,80 0 5 0, 8909 0,90 0,90 0 8 1 0,9159 0,92 0,92 0 2 1,3U)7 i;34 1,35 — 1 3 1 , (KiOl 1,06 1,68 — 2 4 1 , 9:27 J 1,93 1.93 0 5 2,1(118 2,16 2,15 -f-i 9 1 1 , 4858 1,49 1,49 0 2 •2, 1730 2,18 2.18 0 3 2, G9:!2 2,69 2,70 — 1 4 3, 12»i7 3,13 3,12 + 1 5 3, 5070 3,51 3,31 0 10 1 2. 389(i 2,39 2,59 0 2 3. 7907 3,79 3,79 0 3 4, 69i0 4,69 4,68 + 1 4 5, Vt93 5,43 5,45 0 5 C,1124 6,11 6,10 + 1 11 1 0, 3733 0,37 0,37 0 2 0, .54r.7 0, 53 0,35 0 3 0, (>770 0,68 0,68 0 4 0. 78(iO 0,79j 0,78 -f-i 5 0,8816 0,88 0,87 4-1 12 1 l,292i 1,29 1,30 — 1 2 1,8919 1,89 1,89 0 3 2,3427 2, 34 2,'34 0 4 2,7197 2,72 2,71 4-1 5 3,0306 3,05 3,03 4-2 — 250 — niSTANZ.V NUMERO ORDINE DEL rcsTO Piii osciiiio ni cuscuna frajigu DIFFERENZA dclle dclle Al CO|i|FII\E UELt OJIBRA GEOMETRICA Ira la teoria Secondo Secondo Secondo e OSSEKVAZIOHI FHAMCE OSCBKE i calcoli i calcoli 0 osservazioni Tosservazione altuali di Frcsnel di Fresnel mm. mm. 13 1 '2, 8887 2,89 2,89 0 2 4, -2287 4,23 4,23 0 . , 3 5, 23(i3 5;24 3,22 + 2 4 6,0791 6, 08 6,08 0 5 6,8183 6,82 6,80 + 2 14 1 0, 0436 0,0i 0, 04 0 0 0, 0638 0, 06 0,06 0 3 0, 0790 0,08 0,08 0 4 0,0917 0, 1029 5 15 1 0, 5333 0, 55 0, 34 + 1 o 0,8100 0,81 0,80 + 1 3 1,0030 1,00 1,00 0 4 l,164i 1,16 1, 16 0 5 1 , 3060 1,31 1,31 0 16 1 0, 8067 0,81 0,81 0 2 1,1809 1,18 1,17 + 1 3 1,4623 1,46 l,i5 + 1 4 1 , 6976 1,70 1,69 H-l 3 1,9041 1,9a 1,89 + 1 17 1 1,2213 1,22 1,21 -1-1 o 1,7881 1,79 1,78 -+- 1 3 2,2lil 2,21 2, 20 -hi 4 2, 5705 2,57 2, 56 4-1 5 2, 8832 2,88 2,87 -t- 1 18 1 1,9253 1,93 1,92 4-1 o 2,8187 2,82 2.83 — 1 3 3, 4903 3,49 3, 49 4 4,0321 4,03 4,04 -f-1 5 4, 5430 4,33 4,34 4- 1 19 1 2, 5837 2,59 2,38 -t-1 2 3, 7850 3,79 3,78 4-1 3 4, ()869 4,69 4,68 4-1 4 5,4413 3,44 5,44 0 5 6, 1032 6,10 6,09 4-1 — 2:n — IM STANZA NUMERO ORIiINE DKL PIMO PIU (ISCIIIO 1)1 CIASCrUA FRAKCIA r)IFFERENZ.\ dcUc dclle At CO.>H.MC I>1:LI. (IMllliA UtOMKTBlCA Ira la looriu Sccondo Si'coiulo Secoiulo e 0SSERVAZI0.1I t'BAilGE OSCCRE i calcoli attuali i calculi lie (jsscrvazioni ili FresEicI 1 di Frcsncl 1' osservazione mm. „,m mm. 20 1 :i,2io'(. 3,22 3,19 H-3 2 4, 71 --'8 4,71 4,70 -+-1 3 5, 8:t.S7 5,81 5,83 4-1 4 (i, 77.")0 6,78 6,73 -H3 ."> 7, 59'Jl 0, 3880 7,60 7,58 4-2 21 1 0,39 0, 38 4-1 2 0, 3679 0.57 0, 56 4-1 3 0, 7(i;(-2 0,70 0,70 0 4 0,81(ii 0,82 0.81 4-1 5 0, 9i;i7 0,92 0,92 0 oo 1 1,1 80t 1,18 1,18 0 2 1,7279 1,73 1,73 0 3 2, 139(! 2,li 2,13 4-1 4 2, IK'Kt 2,48 2,49 — 1 5 2, 78(i2 2,79 2,80 — 1 ■23 1 2, 08fiS 2,09 2,11 2 o 3.0.>li 3, 05 3, 07 2 ii 3, 7822 3,78 3.78 0 4 4,:i91(» 4, 39 4, 39 0 5 4,9251 4,93 4,90 -+-3 %l 1 0, 3649 0,37 0. 36 4-1 2 0, 3342 0, 53 0. 53 0 3 0,6613 0. 66 0. 66 0 4 0,)768() 0,77 0,77 0 5 0,8614 0,86 0,85 4-1 25 1 1,141)-; l.ll 1,13 4-1 2 1^669") 1,67 1,67 0 3 2,(1671 2,07 2.06 4-1 4 2,4002 2. U) 2,40 0 S 2, 6922 2,69 2,69 0 ~ 252 — ' Sc nella terza colonna Jclla preccdentc tavola si sop- primano Ic due iilliine cifre dccimall, si rilevcra facilmente, die i risullainenli, ciii sono pcrvenulo, coincidono esatta- niciite con (pielli di Frcsnel ; c percio offrono una prova tanto dcU'esaltezza della lei^gc, con cui ho rinvenuto pro- cederc le largliczze delle (range, quaiito del pcrfcUo ac- cordo, c deH'csalla corrispondenza, die nc risullcrebbe tra la leoria delle ondulazioni, c la teoria deU'eniissione, se in quest' ullinia si polesse sup|)oiTe, die i I'aggi rillessi sul- I'orlo del corpo opaco provino, come preccdentenientc mi son fallo a dimoslrare , uii rilardamento di tre oUavi di onduliizinne. Dalla lavola, in cui sono nolali i massimi, e i minimi di luce, si ricava, die il punto di niassima inlensitii piii vicino al confine dell'ombra geomctrica corrisponde al va- lore di »=l/i . e quello di minima intcnsita al valorc di S'epure dimostrato, die i valori di massima intensila di luce sono dali dalla formula ( <-*'-> /{=(i/2"-+-.v)--}-A', ; c quelli di minima intensila dalla formula ; (27) i{'=(\/T—iiiy -hi\' . Or siccomc Ic due quaulilu M, N decrcscono continuamcnte — 2.13 — a misiira clic m aiiiiKMila, cosi no sioiifiie cIr' il valorc di It (iiniimiiscc, e (|iiollu di //' aiinienla a inisura (ho aii- nicnla il valorc di m, cioe a Diisura clio il rai^gio dirello s'allonlana dal coniinc proniclrico; c pcrcio il iiiassiiiio Ira i inassiiiii d" intciisilii di liico torrispoiidc ad iii=:i\',]:i), ed il niinimo tra i uiiniiui ad m=\/(l : "-). I massimi diiniiiiKMido, cd i iiiiiiiiiii aiiiiiiMilando , vaiino ainlx*- duc aiTOslandosi al liiiiile 2 ; la diil'ciciiza Ira iii) jiias- simo (mI iin ininiino (•(iiisccnlivo va coiiliiuiaiiionlo diip.i- niKMido ; lo fraiigc divciigoiio |>iii ravvicinalc; c la luce di- voiKMidi) sciisihiliiKMiU^ iinirormc iiiiisco di oirriro il Iciiunic- no (l('ll(! iVaiijic, idlciiialivaiiiciilo liiiniiiose ed oscurc, die si osservano csleniamenlc allomhra "('oiiieli-ifa. Secondo Ic foriiinio iiciicrali (2(i) , e (27) la luce divcrrcMio iiiii- foriiio, alUirclii" si la /= x, cioe a dire allorelie la liiii- ghezza del raggio dircllo, c qiiella del laggio partilo dall'orlo del cor|io njiaeo , jiiio rigiiardarsi dill'erire Ira di loro d'lin iiiniiero iuliiiilo di seiDioiiduiiizidiii. Per lo clie la d"iio|io c(iiuliiiidere,(lie se il leiKmieiio delle Iraiige cessa di rendersi sensiliile do|to im hreve tnillo, tio deve allriljuirsi airini];eriVzioiie degrislnmienli die si adojie- raiio, ed alia iiR-apacila de'seiisi a poler disliiiguere le piecolissiinc dilTereiize. Fra Inlti i valori di in, elie reiidoiio iiiassinia, e iiii- iiiina la iuiizioMe li, il [)iii piceolo esseiido ra|)|ireseiilato da /H=i/(3: 2), die corrisponde al piiiilo, in eiii la diir<'i'enza Ira il raggio diretio, ed il rag^io partilo dalTor- lo del cnrpo opaco risidla eguale a Ire ottavi d" oiidnlazio- ne, lie ronsegiiila die Ira liille le IVaiige liiiiiiiiose ed osrii- rc qiiella, die Irovasi piii viciiia al cuiiliiie deHoiiilira geomelrica, s'e la I'raiigia IniiiiiKisa di priiiio (inline; e perciii a conlare da (piesla enrva la luce va diiiiiiiiiendo d'inlensila, sia die il raggio dirello si allontani. sia riie es.so s'avvicini al eoiiline geoiuelrieo: ma con ipiesia dil- ATil Ate. VOL. Ml. 'i'l — 23t - fercnza, die nello spazio al di la della curva luminosa
  • ()iio soiumi- nislrali dai lenniui della progressioue arilmelica avenle *"- per dilTerenza, e per lermine generale Fespres- sionc (32) m = ±--. I c Se, come sopra , si denola con i il terminc gene- — 238 — rale della serie dei numcri natiirali da zero inclusive sino airinfinito, Teqiiazione (30) vioiie pure soddisfalta da tutti i valori di m, die si Iraggono dall'eguaglianza (c — m)' »/(==: — U , e che souo in generale rappresenlali dall' espressione c 2t I valori di m , che offrc quosta seconda soluzione , di cui c susccUiva reqiiazionc (30), non esscndo clic qiielli stessi di c — m, dedolli dalla prima, non indicano allro se non die le frange sono equidistanii, e posle con sini- mclria, dall'iino c daH'altro lalo dcirasso della piccola fenditura. la consegnenza hasta dcterminarc la posizione, e I'intensila relative delle frange, prodolle nell' un dei lali, per avere nel mcdcsinio tempo la posizione, e I'in- teusila relative delle frange , che vengono "enerale nel lalo opposto. Oiiindi cssendo indilTerenle attenerci all' una 0 all'allra soluzione, sceglianio la prima; e ci propon- ghiamo ad indagare quali sono fra i valori di m, dati dalla slessa, quelli die rendono massinia lintensila della luce, e quali quelli che la rendono minima. A tal' effetto consideriamo prima il caso in cui risulta -5- > — , e poi quello in cui si ha t; <— , vale a dire prima la na- tura delle frange interne, cioe delle frange generate nella parte illuminata, c poi (piella delle frange esterne, cioe delle frange prodolle nelTomhra gcometrica. Nel caso delle frange interne cssendo posilivi i va- lori di m, e (|uelli di c — m, il coeiricente dillerenziale di secondo ordine (29) merce la sostituzione di c 2i c ii :'■■. m= , c — j« = — -H 2 c 2 c — 259 — verra rapprcsciiluto dalla forimila o' « „ r/ c 2i\^V n 7 tc* /»- + — rt* / 7(2^7) j! ''" '*"' T -^7^ '^'' *'^" ~T )' Cr cos - la quale, nu'ltciido invcce (U'llc fiinzioui inlcgrali i loro iTSjietlivi valori, dodolli dall' cqiiazioni di iiiarca (G), si trasl'orincra in (|tiest' allra ,3.,, ^^=-.„[,„,^.„,^„4(i^|)-_e.4(i^|y] . in cui M, , M^ dcnolano cio die divicne I'cspressione di M, allorclic in vcce di 7/1 vi si sosliliiisce ^ . -t-h— . ' 2 c 2 c Dalla procodciilc formula si deduce , die il seg'no , da cui verra all'ello il coellicicnle dilTcrenzialc di secondo online di M corrispondeulenieiile ai;li assegnali valori di in, di|teude in niodo tale dalla lar^liezza c della piccola fciidilura, die non piiossi denolare in generale, come ab- biamo I'allo jicr lo frani«e eslerne itrodotle da un corpo o|iaco iudefinilo, cpiali sono i valori di »(, die corrispon- dono al massimo , e quali qiielli die daiino il miniino. La dislinzione di lali valori l)isoj;na ripelersi ojjni volla dalla slessa roriiiiila (!{!{) per ciascun valore parli((dare, cIk! si allribiiisce alia lari;liezza c della piccola reiidiliira. Per risolvere la secouda e(piazione di coiidizione (31) rclativamenle al caso di w > 0, melliamo in essa i va- lori di /, e di L esprcssi in funzionc di J/, N; ed ot- torremo (34) scn-l[(c — m)"-Hm'] — cos-^[(c — m)'-i-m'] 4 4 = (.V—iV,)sen^f(c — fn)' — m']— (.»-+-.». )cosI[(c—m)' — m-l , 4 4 — 260 — in cui le quantila M, , N, , denotano i valori di M, IS diclro la sosliluzionc di c — m in vccc di m. Qiiesta cqiiazione, come hen si vedc, e susceltiva di due soliizinni diverse, perciie se si rappresenla con a una delle sue radici, cssa sara pure soddisfalla da c — «. Da cib si deduce, die sc si ha « < — , sara c — «>— , e reciprocanicnlc. Ouesta propri(?la della seconda e(|Hazione di condizione denola, al pari deda prima, che le frange interne sono ecpiidislanli, c posle con simmelria (hdl'una, e dall' altra parte dell'asse della I'enditura. Ouindi polcndo attenerci, a piacere, all' una o aH'altra soluzi(uie, giudi- chiamo convenevide di scegliere la prima, allinche i cor- rispondenli valori di m risullino niinori di — , ed appar- tengano alle frange prodotle nel medesimo lalo , in cui sono generate quelle, alle quali si riferiscono gli altri valori di m, da uoi adotlati nel risolverc \ altra ecpiazione di condizione. Se per semplicila del calcolo si pone -^ *=(A'— iV, ) sen ^[(c— }»)•—«(•]— (.W -+-,?/, )cos ^ [(c— wi)'— m=] , dalla seconda poteuza della (34) si deduce Teguaglianza (3o) sen! [(c — m)'-+-m=] = l — B' , nella quale si ha senipre B <\. Difatti nel caso delle fran- ge interne i valori di m cssendo non minori di zero ne maii'"iori di 4-, nu'^H' th'lle due cspressioui J/-F-J/ , iV— iV,, oltre che sono esseuzialmente positivi, soddisfanuo seni- pre alle due ineguaglianze ' ' ' ■ M^Hh < 1 , il' — ^. < —• — 201 — Cio poslo, so i duo lormiui, coniiKiiiouli il valoro di //, lianiio sogiio coiilrario, si reiulo eviiloiilo, the allosu la iia- tura dollo riinzidiil auj^olari seiio, e coseiio si ha seinpre It < I. So |»oi ^\i accennali duo loniiiiii vorraiino alTcUi dal niodosiino soi^no, si fa osservaro, ciio cii) iion jiinissi avvoran; sciiza (-lio Ic duo lunzioui sono, e coscMio risul- tino con seguo conliario; la (juaic cosa licliiede the sia (c — m)' > >n" -i- 2 , ovvero, oslraondo la radice quadrala, Inollrc siccomc i valori dollo funzioni M, N dccrescono a inisuia clio aumoiilaiio (juolli di m, cos\ si ha la. < nr, y. < y, iu cni M', i>" espriniono i respeUivi valori di M, N cor- rispoudonloinonto al valore di m = \/I= 1.iH2 : ma per lale valore di in si olliono .li'=().2i;() , 1=0,0289, :'i"Ji ' dunquo HI, < 0,21iO, I\: < 0,0289 ; c poicho Ic quaiilila 31, N lianno ^^ per limite su]tenore, nc coiiseguila che iiol caso, di cui si tralla, si ha sonipre .V+.W. < iV-i-0,2l40 < 0,7140 , A— A. > A — 0,0289 < 0,5000 . ATTI ACC. VOL. Xll. 34 — 2G2 — Da queste due ineguaglianze si deduce essere (M-i-lH,)coSy[{c—my — m^] < 0, 7140cos- [{c—mY — nv] ., (/>'— i>',)scn^[(c— m)'— m=] < 0,3000 sen l[(c—m)^ — m»] ; (! quindi, attribucndo ai due lermini il medesimo segno, B < 0,3000 scn-[{c — my- — m'] -j- 0,7IiO cos - [{c—my — m' ]. 4 4 Se si softopone il secondo nionibro di questa ineguaglianza al nielodo do' uiassinii e minimi, si rilcvera ciresso acqui- sla il massimo valore, allorclie si ha r ,, . . 0,5000 sen- [(c — my — m'] — * 1/(0,3000)= -f-(0, 7140)= z,, , , 0.7140 cos — [(c — my — m=]= — - ''' 1/(0,3000)= -H (0,7140)^ ' ma per mezzo di questi risullamcnti si otliene 0,3000scnf^[(c— ?«)'-+-)«'] -t- 0,7140 cos -[(c—m)' — m']=:0,871G, 4 4 dunque C< 0,8716; e percio sia die i due lermini, eomponenli 1' espressione di B, abbiano il medesimo segno, o segno coiitrario, sara sempre B < 1; e quindi, avulo riguardo alia (35), risul- tando sm^[{c—my-\-m']>0, — 203 — sara neccssariamcnlc (36) (c—m)' ^-m' > 0 < 2 , > 4 < 0 > 4i < ii-i- 2 . Per nic/.zd dci liiiiili, Ira i (|iiali (lebbaiio coiiijtreu- dorsi i valori doila iuiizioiic (37) (c—my-^m' , ci si ronde agevolc asscguarc con approssimazionc Ic ra- dici (Iclla (TS). Dilalli se si donolaiin con /, l due limili coiiligiii, Ira i (jiiali c conlcniilo iiiio dc' valori dclla fiin- zioiic (37), si liaiino le due iiicgiiagliauze {(• — my-hm' > I , (c — my-i-m' < V , per mezzo dello fpiali si olliene — — yl/2i'— c • Prcndendo la seniisnmnia di (|ii('sle due espressioni, il va- lore di m |)olra per niia ()riiiiii approssiniazione rappre- seiitarsi con la lurnuda (38): m = — — — t/-^7z:^— -i/2r— c", per I'uso della ipiale e ulile noliU'e , chc siccome i valo- ri della funzionc (^'M) haimo per limili eslreini le due quanlila ^ , c c% cosi il luiiiiiuo valore, che possa al- Iribuirsi al liniile inleriore /, uou polra essere minore di — , ed il niassinio valore, die jiossa darsi al liuiile su- periore / , uou dovrii eccederc c' . Sictlie il uumero delle — 2G4 — inegiiaijlianzc (3G) , chc dehlionsi adoperare per avere le railici dolla (33) , si trova semjire conipreso Ira li- niiti (leterniinali, c conosciuli. Inollrc fra i valori di m, chc si deducono dalla risoliizione di quest' ultima cqua- zione, dchhano scei^liorsi quoUi, die soddisfanno alia (34), perche potra accaderc chc non liittc Ic radici di cssa sicno radici dclla (31). Ed in vcro uii valorc di m per soddisfare a quest" ullima cquazioue devc rendere i suoi due niemhri nou solo idenlici, nia col medesimo segno. Quest' ultima condizione essendo svanila nella (3j) mc- diante l' elevazione a quadralo dclla (3i ), dalla quale e stata dcdolta , nc conseguila die un valorc di in , che soddisla alia (33), puo non soddisfare alia (34); c pcr- cio la prima potra avcrc dcllc radici, chc sicno estranee alia scconda e(|uazione , cui e stata soslituila per sem- plicitii del calcolo. Lc radici dclla prima equazionc di condizione ofTrono pure un nu'zzo facile per assegnarsi con approssimazione alcune radici dclla seconda. Ed in vcro, se dietro la sosti- tuzione del valorc di c si dcducano dalla (32) i corrispon- denti valori di m, c si scrivano in ordinc di grandezza con distingucre quclli che apjiarlcngono al massimo da quclli, chc si rifcriscono al minimo, si |)olrcl)l>e prendere il mezzo aritmclico Ira due massimi , o Ira due minimi conseculivi , tra i quali , se cii) accadc , dec ncccssaria- menle comprcndcrsi una delle radici dclla (33), e riguar- darlo come imo de'valori di m, chc sodtlisfa con apjirossi- mazione alia cnndizione del minimo, o del massimo. In virlii di cio, che precede, dcterminalo prossima- mentc il valorc duna delle radici della (33), lo denotia- mo con «, e nieUiamo nelle sole funzioni angolari, con- lenutc in quest' ultinui C(puizione , m-^n in vece di m, perche le quanlita M, M, , N, N, canddando pochissimo Ira stretti limili possono per ora considcrarsi come co- — 2GS — slaiili ; indi svnliiiaino iii scrie sccondo lo polonzc asccn- (liMili (Iclla u U' ai-(-(Minal(> riin/ioiii, iic liiiiiliaiiio lo svi- lii|)|Mt ai Icriiiiiii iiudliplicali per la |iriiiia |iulL'iiza di cssa; ed ollcrrcmo per la sua delcriniiiazione 1' esprcssionc ,y.. 1— scny — [(.Y — A'.jscnvL — (,l/-4-.l/,) cos4^]' ff(c — 2/«)cos5) — iflcosSv^ — '>sen24/ ' in ciii per somplkila del calcolo s'e poslo 9) = -[(c— »/i)=-Hm=], v{/='-[(c— »«)'—»«'], j3 = c-{3i-h.v.){y—y,) , ■>=-^ (.v-)-.v,-h.v— -v. ) (.v-H.v, — .y-t-.v, ) . Per niozzo di'Ila lonnula prccedonlc calcolalo il valore di n coil pone oilcrrcmo per una scconda approssimazione III = i( -+- »» . Volcndosi una Icrza ap|»r()ssiniazi()iu' si bisognano calco- larc con (pu'st' ulliiiio valore di in Inllo Ic (pianlila clie nc dij»cnd(ui(», <' si ollorra ;;i = UH-)H-»i', in cni ii' dcnola il valore di h, dedollo dalla (IJO) dielrc la sostiliizioue di in = u + n. Queslo melodo d" approssi- mazione polrelthe ripelersi snccessivaniente nn ipialsivo- "lia nuuiero di voile, e so uc ollenanno per /;i dei va- — 266 — Iori,chc soddisfarrannn alia (l}o) con niag£>iorc csattczza e precisionc. In ([uanio riniiarda la dislinziono, sc il va- lore di m, in tale modo deUMininato, appartcnga al inas- sinio, 0 al niiniino, si remle evidentc, ch'csso corrispon- dcra all'nno , o all' allro caso a scconda chc risullera coniprcso Ira due minimi, o tra due massimi consccutivi dclla(32). Se poi tra gii uni, o gii allri, o Ira nn niassinio cd un niiniino possano ooniprcndorsi piii massimi, e mi- nimi , si fa nolare chc silfalla parlicolarila , se ])0lesse accaderc, verrehbe indicala lanto dai limili di^valori della funzione (."{T) (pianlo dai valori di m ded(»lli didhi (32); ed allora sara utile ricorrere al segno , die ac(piista il coellicienle dilTi-renziale di secondo ordine (20), die iiel caso, di cui si tralla, puossi i'a|i[»reseular(', dielro la so- sliluzione degl' inlegrali in funzione di J/ , iV , con la forumla (40) :^=8scip-r(c— m)= — m=] — 2z(c — 2m)scn - [(c — my. — m'j cos — [(c — Hi)'"'""''] 4 4 — 2- (c — 2m) sen- [(c — my — 7/i=]scn — [(c — m)"-t- m'\ 4 4 ■2r(c-±m){3I—M,)scn'I{c — my—m'] 4 -+- t(c — 2m) (j\-t-iV, )scn^ [(c — m)' — m']. Per dctcrniinare la posizione , e Tintensila relative dclle frange eslerne, doe ddic fraiige prodoUe nidrom- bra geomeUica, fa d'uopo ridiianiarc , die in lale caso il raggio direlto, da cui si conlano i valori di v, occu- j)a rapporlo all' orlo della fendilura, al (piale trovansi ri- — 207 — forili, una poslzlnno opposia a (piclla. ciravca fiwiri del- I'oiiilira; c pcrcio hisoi-iiaiKht iiicllrrsi — m iiiv('C(> di ?« nclla rorimila (2), Ic due C([uazi(Hii di condizionc (30), e (31) verranno rospcUivanK'ulc riiupiazzalr; da quosrallrc: (41) senl[(c-i-m)'— Hi»J=0, * (42) I scn-[{c-i-my-i-m']—LcoSjl{c-hmy-\-m']=:0, • nella .soconda dcllc quali per maggiore scuiplicita s' e poslo / ^J dv cos — — J dc cos -5- , ' d» sen ^-- / dv sen -^ . Con un prncodinicnto, simile a (piello adopcralo per la risoluzidiic di'lla (30), si dlliciu' ion liniiila , the i valori di )n, i (piali soddislanno allcMpiazionc (41) veu- gouo sonuninislrati dall' cspressiouc generale (i3) « = -- " •> c chc la stessa ccpiazione yicne pure soddisfiilla da lulli i valori di m, cbe si Iraggono dall' cspressiouc m— — — y Da cio si deduce , clie I'eipuizione (41) ammcUe due so- luzioiii diverse ; e clie le sue radici souo eyuali a ([uclle della i'M)) , prese con segno conlrario. A lin di dislingucre se i valori della prima soluzio- — 268 — ne , cui ci altcngliiamo per Ic ragioni su riferilc , appar- tengano ai punli di niassima, o di iiiiniina intensila, met- tiamo nclla (2'J) — m in voce di m, c fatle Ic convenevoli soslituzioni , c riduzioui, ollerrcnio dm' in cui M, , M, rapprcscntano rcspcttivaniente i valori , clie ricevc la funzionc M, ailorchc in vece di m vi si pone 2i c -11 c m= -, m= H— -; c 2 c 2 ma i valori della fnnzione M diminuiscono a seconda, die aumcnlano quelli di m, dunfpic J)/. > iih , c quindi ■ " . dm' Da cio risulla clie T intensila della luce neH'onihra geome- trica divienc minima corrispondeulemenle ai valori di m, clie vengono somminislrali dalla lorniula generale (43). Ravviciiiando i risullamonii dedolli dalla prima cqua- zione di condizionc lanio nel caso delle frange interne , quanlo in quello delle esierne , si concliiude clie i valori di m, relalivi all'iino ed aH'allro caso, possono csprimersi esatlamente per mezzo della sola formula (32), con la di- stinzione clie per . c > 2i 1=7 essi apparteng'ono alle frange interne, e somniinistrano — 269 — dc' niassimi, 0 do' minimi (liliicc, spcondo clio diolro la sosliluzioiie del valoic [tarticolarc di e, il ((iclliciciilc dif- fcrcn/iale di sccoiulo ordiiic (33) risulla ncgalivo, o posi- tivo; raenlre per c 2i c >j apparlcnjionn alio franco cslcrnc, cd ofTrono sempre csclu- sivamonlo do' minimi di luce. La seconda ocpiaziono di condizione medianic la so- slifuzionc dci valori di /. L in lunzionc di M, N, acquista la forma (44) (i>'-)-yV.)scii^(c-t-2»0 = (.V— .?/,)cos-^(c-t-2m), 4 4 nolla qnale con M,, N,, si rapprcscnla rcspcllivamcnlc cib, clic divongono lo fnnzioni .V, .Y, allorcho in voce di wi vi si mellc c-i-m . INt risolvoro (picsl' ullima oquaziono si fa osservare, elic in virtii dolle ragioni dcUc prccedenlcmcnte esseudo sempre .w— ;W. >o, !y-\-N,>0, Ic radici di cssa dohhono nccessariamente soddisHire alia condizione , clic lo fnnzioni scno, e coseno risnltino am- bedue col niodosimo segno. E poiche per soddisfare a tale condizione si rende necessario che sia - c(c-H-2m)>0<2, >4 4»<4i-+-2, ne conseguila die i valori di in vcngono comprcsi in ge- nerale Ira i limili ^ 2i c m<^'-^' ^ ™< c T- ATII ACC. vol. XII. 35 ♦ _ 270 — Se per avere una prima approssiinazione si prciule la se- niisomma di quesli limili per la rappresenlanza gcnerale lie' valoii di m, si olterra (45) »»=-^s :r' in cui i[ nuniero intero i non potia ricevere un valore mi- nore di — , pcrclie allrinienli il prinio limilc di m risul- Icrcbbc ncgalivo. Per ottenere i valori di //*, con inaggiorc approssiina- zione pongliianio nella (4i) m-i-n in vece di m; indi svi- luppianio in sorie secondo le polonze ascendenti di n tnltc le (pianlila, clic la contcngono; arrostianio lo sviliipi»o ai termini, che sono mollijdicali per la prima polenza di essa, c risolvendo r crpiazione , clie ne risulta, rapporto ad n, troveremo f;'f ''-. Ai[:ii'.iiiii'', t.ii!;;;.:; 'J •;';i:if ■:t'.\ '•; 'rS . .iu - '^ ■,':'';:(; [:■ ' 2{1II—M. )cos ^ (c-h2)re)— 2(/Vh-A'. )sen— (c-4-2m) (40) H = i- ! [r(c-t-2Hi)(,U-4-J/,)-4]sen^(e-+-2»n)H-r(c-(-2m)(iV— iV.)cos— (c-h2m) 4 4 Sc in (piesta formula si sosliluisce il valore di m , rap- prcsenlato dalla (45) , si Irovera I'cspressione i(-Hi ;> '!)';; K (zl±lyM-i- 111. ^-^— iV. )—i nella quale calcolato col soccorso della Tavola , o dclle formule dale nella prima Parle, il valore delle funzioni M, iV dipendenlemenle dall'accennalo valore di m, con- seguiremo per una seconda approssimazione ii-hl c I ' m:= — — H-n. — 271 — Volcndosi una torza approssimaziono si liisofjna calcolare coil (piesl' ii'tiiiKt valoro di m il secoiido iiumiiIji'O del- la (40) ; c dciiolalu cuii n il corrispoiulenlc valore di n si oUerra —-hn-i-ti Qucslo molodo d' appiossimazionc potra replicarsi snccos- sivainciilc (piaiito si viwdc ; c si ollcrraiiiK* scmprc Ic radici della lyii) con niaiiiiiorc csallczza c proeisioiic. Or sc si dcnola con « una s , 0 !^<8. • ■■.i'llVI — 273 — A tal'uopo osscrviamo die la iiinzinnc Q si compone di due laltori variahili, iiiio seinpre cn'sccnle, e I'allro seinpre decicsceiile al crcsccie di m; ma il litio proddllo iiiiii es- sendo suscellivo iie di massinio iie di ininiiiio, ne segue die dovra ('(tiiruiiiamenle ( rescere, o eonliiiiiaiiiciilc decresce- le al crescei'c di in. (liii poslo, eerdiiuniu il liiiiile, verso cui leude la fuiizione Q a uusura die m auiiieiila, allinche iiidipeiideiileineiile da (pialuiKjiie valoie |)arli((ilare di c , e di m, si jiossa perveiiire, se sia possihile. ad una eon- dusione ceiierale iclalivanieiile alia iialura delie liaiiiie , cui ijli anzidelli valori di ni si ril'eriscono. Per soddislare a silTallo scopo mcllianio nell' espressione di Q i valori dell(! luuzioiii .1/, ,V, .1/,, iY, , rappresentali dalle luniiule di niarca (7), e consideriamo 7/i cosi graiidc, die pos- sano Irascurarsl i lerniini m(i]li|di(ali per le poleirze di- scendenli di m, c di in+c, supeiiori alia [iriuia. Cio fal- lo, oUerreino 0 = 2r(2m-t-c)(— +^ -) , • \zin 5r(m-t-c)/ ovvero 2c '>r m m -+- c Questa espressione indiea diiaraniente , die la funzio- nc Q decresce conliniiaiuenle al crescere di m ; die essa tende al liinile 8 a niisura die m s'approssiina alliulini- lo; e die per (pialunque valorc di m delermiuato, e ii-. nito si ha sempre !j>8 : duiujuc • dm' e perciJ) le radiei della(i4)somniinislrnno sempre de'massi- midi luce. Ouesia pioprielii, die lianno le radiii ddla(4i), ci ullre uii allro mezzo per asseguarc cou approssiiiiuzione — 274 — il loro valore. Di falto ognuna di esse sofldisfacendo alia condizione del iiiassiino dec ncccssariamcntc trovarsi com- presa lia due radici conligue dclla (41),che danno sempre de'ininiiiii di luce. Puossi adunque nel caso, di cni si Irat- ta, preuderc per valore di m la semisomma de'valori di m, relalivi a due minimi esleriii conseculivi con porre in ge- ncrale i- ■■>. t^i ;' •: y. ;!•-., ci i; .^, • ,■..:.. . , : 2i-4-l c ' ,' •',■''1 :■■''■ ' ' .■ ■ ..: ••/ '<-i'.,.'SA-i ed in seguilo per mezzo del metodo d'approssimazione , precedentenicnte spiegalo, assegnarlo con maggiore esat- tezza e precisione. In talc caso il valore di?isara dato dal- la formula ■ - . , . che si deduce dalla (46) merce la sosliluzione del precc- denle valore di m; menlre (piello din', n" , ec. dovra ri- pelcrsi dalla slessa formula (40) per mezzo del procedi- meula di sopra inilicato. Se pero la frangia inlerna, piii vicina al conline delTomhra geometrica, risuUa oscura, la prima frangia csterna dovendo csscre luminosa, sarii ncces- sariamcnle coui|>resa tra raccenuato conline, c la prima frangia oscura csterna; e percio il corrispondcnle valore di m essendo niaggiore di zero, c minore del valore di m re- lalivo al primo minimo cslcrno, polra in una prima ap- prossimazioue considcrarsi egualc alia meta di (piesl' ul- timo valore. In tullo oio die precede essendosi conlati i valori di 7/1 (!al raggio dirctlo verso I' orlo della fendilura ; c consideraii come posilivi quelli, die si rifcriscono alle frange interne, debbono per distinzionc riguardarsi co- — 273 — me negalivi qiielli the appartongono alle frangc csterne, per le (piali vcngdiui coiilali in sciiso op|)Ost(i. Da cio coiLsegiie, (he i valori di //( rchilivi a (|ii('st iilliiiie liaii- ge, dielro di essere slali iiiiiiiericaiiieiile detciiiiiiiali per mezzo (U'lle I'ormule precedent!, (htvranno prendersi con se"no ne lllVd. l*ei- applicare I'espressioni general!, cui sianio pre- eedenlenienle pei'veniili, alia delerniinazione nunierica dei valori di m, riconianio ai niedesinii dali, di eni servissi Fresnel, allorthe si lece a delerniinare col soccorso del- I'esperienza, c (leir osscrvazione i niassinii , e minimi di luce, prodotti da una piccola I'enditiira. Tali dali sono i seguenli : MJMERO ik'llc OSSEllVAZlOXl VALORE i!i a VAUiKL di b VjVLORE di h 1 •MO Rim. an mm. 0,3 2 2010 1303 1:0 3 •2010 401 1,0 4 3008 1236 2,0 5 2010 492 1,3 6 2010 276 1,0 Per mezzo della lurnuila generalc data neir Inlrodnzinnc, esprimendo la larghezza h della fendiUira in parli dell' iinila, con cui ho coslruila la Ta- vola de' valori nuinerici delle fiinzioni .1/, .V. e de' due inlegrali delinili, discussi nella prima I'arlc, i valori di es- — 276 — sa, cioe di c, ed i termiiii general! de' valori di m de- dotti soltanlo dalla (32) , risultcranno come segue : 1." osservnzionc, c=l,288, ?)i =0,6440— 1,S528i, ,-, 2.' osscrvazione , c= 1,909, m =0,9343 — l,0476i, 3.* osscrvazione, c=3,OG2, m= 1,3310— 0,6332t, ; i.' osscrvazione, c = 3,783, m=l,8913 — 0,528C» , ■■ 5." osscrvazione, c=4,224, }n=2,1120— 0,4733i, 6." osscrvazione, c=3,391, w=2,C933 — 0,o710t. Se ia quest' ullinie esprcssioni poniamo successivamente j=o, 1 3, 4, cc. , e per ciascuna di esse ci limilianio alio slesso numero di risullamenli, die furono oltenuli da Fresnel, i valori di m, clie in iin modo cosi facile si dcducono dalla so- la (32), e chc soddisfanno alia condizione del massimo, o del mininio , vcrranno cspressi dai segucnli nuineri : 1.' OSSERVAZIOKE Pfumero dci massinii Valori e luijjiiui di m l." massimo -f- 0,6440 l." minimo —0,9088 2." minimo — 2,4016 3.° OSSERVAZIOKE Kamcro de* massimi e minimi Valori di m i." massimo -i- 1,3310 2." massimo -+- 0,8778 2." minimo -h 0,2246 3." minimo — 0,4286 *.» minimo — 1,0818 3." minimo — 1,7330 2." OSSERVAZIOKE Kumero de'massimi e miiitmi Valori di 771 1.° massimo -i- 0,9345 l.» minimo —0,0931 2.° minimo — 1,1407 4." OSSERVAZIOKE Numero dc* massimi c mioimi Valori di m 1.° minimo 1.° massimo 2.° massimo 3." minimo 1,8915 1,3629 0,8343 0,3037 — 0,2229 4.° minimo — u,^ 5.° minimo — 0,7515 — 277 5.* OSSEnVAZIONE C." OSSERVAZIOWE S'uinero dr-'mnssimi Volori Kumcro Ho' m&uimi Vnlorl o miniaii di m c minimi di m 1." massimo -1-2,1120 1.° minimo -(- 2,6933 1.° miniiiio -+- l,C38j 1." massimo -h 2,3243 2." massimo -1- 1,1630 2." minimo -+- 1,9333 3." ni;issimo -l- 0,C!)la 3.° minimo -I- 1,3823 So si pnragoiiaiio (|iicsli risultainciiti con (|iiolli otte- niili 0 < 2 . Cii) posto, faceudo per seniplicitii 4 *TTI iCC. VOL. XII 36 — 27 8 — si rcnde cvidentc , clic in virtii dc' limiti tra i quali devc comprendersi la (.37) le due fiinzioni o , e vf. sono am- bedue niinori di 90"; c die ollrc a cio si ha senipre dunque fra i medesinii limili sara neccssariamente sen 0 > sen 4^ , i.. ',;■ ■ ,'-' ■'^ ■ cos^P > cos 9 ; • . !'■ • •'; •llfl ma, come precedenteinenlc s' e dclto , si ha •■ - . : ^ ,,_, M> N, M, >]V,, ,,, ,,,, ,,.,,j , ; ,,-, c quind '-'• sen vt e pcrcio . . , jV N sen 9 -(- cos 4^ > '-- sen v^ -+- cos 9 . Ua questa ineguaglianza si cava - ' ' N—N, , , sen 9 — cos 9 > — scn^/ — cos 4/ ; sicche per essere sara vie maggiorniente v (•■ - sen 9 — cos 0 > (M-hM,) ( -^^-^ sen v^ — cos 4' '^ \ M-i- in, ) — 279 — ovvcro, cIToltuniitlo lii inolli|ili(;izioiic, ■; .. . i ; (18) sen 0 — cos 0 > ( !\—i\. ) son v}. — ( Hl-^ ,»/, ) cos ^. Da cio si (Icdnee, chc nel cnso di c < 2, il primo nieni- Itro (Icllu f.Ti) risiillii somprc niiiiiiiiorc del scciindo per (pialiiiKjiio vidorc posilivo di m; (! qiiiiidi essa iioii aveii- do iiiiina radico rcnic e positiva , non offre alciin caso ne di niassiino nc di niinimo, o donola clio si lia sol- taiilo iin piinlo di niassima , o di minima inlciisila cor- rispoiidcnle al valorc di m= -^ , chc il solo valore po- silivo di TO, chc per c < 2 ])Ossa (h'diirsi dalla (32). Chc un tale pimlo poi sia semprc liiminoso si prova con fa- cilila ])er mezzo del sej>iienle procedimenio: So nella (4-8) si soslituiscc i! siiperiorc valore di to. c si considera chc in viilii di sillallo valorc risulla iV = .V, , A = y, , si ollerra 2Ia, cos r- sen cos > 0 , 8 8 8 ^ ' 0 poichc si ha 2M, > 2.V, cos ill , con maggiorc ragionc sara 2.'/, -4- sen — - — cos „- > 0 . 8 8 Ma poslo nclla (33; to= !^-, ovvcro / = (). si ollie ^ =J — 2cr f 2.V. -+-scn SLl—cos^—-\, dm' \ 8 8 / ' ne — 280 — (luiujue, avuto riguardo alia precedentc ineguaglianza, sara dm' ft e percio nel caso di c < 2 il valorc di m = -5- rcndcn- do sempre inassima la funzionc li indlca, die in tale ca- so si ha sempre nellinlcrno fascio luniinoso un niassimo di luce , corrispondenle alia projezione del mezzo della fenditura. In virlii del Icorema, clic veniamo di dimoslrare si rende evidcnte che ne'primi due casi deirosservazioni, e deir esperienze di Fresnel, in cui la larghezza della fen- diUira c minorc di 2, non si possono ollenere dclle fran- ge interne, tranne in ciascheduno di essi un massimo di luce nella |)rojezione del mezzo della fenditura, gia I'uno c I'aUi'O ]n'eccdentenientc determinalo ])er mezzo del- la (32). Sicche possiamo dispensarci dall'indagarc se la (35), che adoperiamo in vcce della (34), abbia delle ra- dici rcali e positive ; perche quantunqne ne avesse non potranno soddisfarc alia (34), come di sopra abbiamo dimoslralo. Di fatto nel primo caso deH'osscrvazioni di Fresnel, in cui si ha c = 1,288, H valore di m = 0, 2007 , che ho conseguito con successiva approssimazione , sod- disfa presso a poco alia (35), perche sosliluilo in essa invece di m da 0,9396 = 0,9403, — 281 — mentre poslo nella (34) ilarcbbc, come per I'innanzi ab- biaino acceniialo , ' 0,2401 =—0,2 H4 , la quale cosa e inipossibile. Premcsso lullo qiicsin, passlanio a (leleriniiiarc i va- lori (li III, relalivi ai due iiiiiiiiiii, di so|)ra eciiiiali, occii- paiuloci ill |)iiiiio liioj^o dclla dclcriiiiiiazione del priino, e poi di qiiella del socdiido. 1." Essemlo c= 3,0f.2, ^= 4,087922, c' = 9,37:)844, il valorc di in, di ciii si Iralla , non pui) dediirsi che dalla seconda, o dalla terza copitia dell" inoguagliaiizc di niarca (3(1) , che soiio le side iiiei;iiaj;liaiize , le quali polraiiiio soinniiiiislrare delle radici reali e positive della (35). Sc si adopera la prima delle acceimate due cop- pie, si bisogna sostiluire nella (38) l = ^= 4,087922 , l=G , e se si adopera la seconda, vi si bisogna porrc l=», / = c' = 9,373844 . Per mezzo dclla prima sosliluzioue oUerrcmo m = u = 1,1200, e per mezzo dclla seconda consegiiireino m = i( = 0,l221 . AUenendoci al primo di questi risultamenli, come qucllo cbe trovasi compreso Ira i valori di m corrispundcnli ai 282 due massimi di sopra cennati, ollerremo col soccorso di esso, e dclla Tavola ^ , 9 = 451" 2C', 24 , DI = 0,23fi9 , iV = 0,04R5 , J^= MV ?,(,', no , ^/, =0,IC1j, iY, =0,0128, c — 2w = 0,8100, /3 =0,1437, > =0,8359. Sostiluili quesli valori iicUa (39), si oltcrra n = J!i?_= 0,0567 , .;;ry:;\,-: V :'., .t^ ens -. ' , ;' . .■• m- e quindi ' u \ ' " m = u-i-n= 1,1827 . Toi'iiando a calcolare con ([ucsl' ullimo valore di m tulle le quaiilila dclla formula (I»!)), ollerrassi p = 443" 44', 97 , ,V =0,2475, iV = 0,0436 , ''''; 4. = 95° 59', 07 , M. = 0.1660 , iV, = 0,0139 , c — 2m = 0,6966 , y3 = 0,1 182 , y = 0,8181 . Col soccorso di quesli dati si deduce dalla medesiuia foruiula n' = ~ = — 0,0018 , 36108 • 11 I.-. . 11! e percio il niiuiuio , die si cerca, corrisponde presso a poco al valore di w) = M-t-»n-«'= 1,1809 , '■' ' ' il quale ollrc clie soddisfa prossimaniente aU'equazione ili coiidizione {'M), rende posilivo, come si riohiede, il coelli- cienle differcuziale di secondo ordine (40). L'allro valore di m-.= 0,1221 , — 283 — soltoposlo al uicdcsiino nictodo di approssiniazione, verra espresso con iiiaggiorc esallezza da m = 0, 1 107 , cbe soddisl'a alia (34) , e coiTispuudc ad iin niassiiuo di luce. 2." Avendosi c = 3,783,^ = 7,i:i:J:iU, o'=l'i,31 1089, le radici rcali , c positive dolla (3.")) polranno sollanto ollonersi per mezzo dclla lerza , c dclla quaria coppia dell'iiieijiiagliaiize (3(Jj. lu coiiscgueiiza poslo successiva- mcnte uella (38) / = 8 , r = 10 , /= 12 , r = 14 , la prima dclle anzidellc; cop})ie dara m = H = 0,'J703 , e la sceonda somministrera w=« = 0,1884. II prime valoro di m cssendo compreso Ira i valori di m relalivi ai primi duo massimi della (piarla osservazidiie , giii dclcniiiiiali per mezzo dclla (32) , rappreseiila con approssiniazione il valorc di in corrispoiidenle al miiiimo ricliieslo. l*er ottcnerlo ion ma^i;iore esallezza , c prc- cisione cakoliamo tol soicorso di esso liille le quaiilila, che compongono il seeondo memljio della (39), ed ot- lerremo ,.,._.„ f = 790° 44', 90 , M = 0,28j7 , y = 0,0034 , =0,8992, i quali sostituiti nella (39) daranno "'=-3l4 = -'^'*^««^' e percio si otterra ;• m = M -4- n -h n'= 0,9972 . Questo Talore di m soddisfa con approssimazione alia (34), e rende positivo il cociricicnte difFerenziale di se- condo ordine (40) : dunque esse e il valore di m, rela- tive air allro niinimo, clie ci eravamo proposli di deter- minare. So si sottoponesse al raedesimo procedimento il secondo valore di m = 0,1884, si oUerrebbe con raaggiore esattezza , :, ni = 0,2338 , ; -^ — 285 — cbe soddisfa alia (34), o rcmlc massima 1' csprcssione analilica dell' inlciisila dclla luce. Mi resla di notare, die nel quinto caso dell' osser- vazioiii e deirespeiienzc di Fresnel, in cui la parte cor- rispoiideiilc al cenlro dclla fendidira era occiipala , conie egli lilerisce, da una lari^a slriscia osciua d' una tinta, chc gii senibrava sensibilnienle uniforme, il valore di m=l,lG8, rclativo al niassinio di prinio ordine , corrisponde precisa- menle al lerzo de' massiini di luce , conlali dal cenlro anzidcUo , come vicne indicate dai valori di m, dedotli dalla (152), e dalle; radici della (3'i), die nii jjiopongo asscgnare per mezzo di (pielle della {'Mi) reliilivamenle al caso, di cui si Iralla, ch' e (piello di c = 4, 224. Essendoc = 4,224,'^ = 8,021088,0^=17, 842170, Ic radici reali e positive dclla (35) vengono somuiinistra- te sollanlo dalla lerza, dalla (piaria, e dalla (piinla coppia dcir ineguagliauzc (3()). Poslo adunquo succcssivamenle nella (38) i=-^ = 8,921088, r=10, '■' ' '■' f=12 , l'=M, «=1G , J'=c' = 17,842170 , si otlcrranno per una prima approssimazione i valori VI = 1,71 !8 , m = 0.70oO , m = 0,I1j3 . Fissando 1' allenzionc sul primo di quesli valori, si osser- va cir esso Irovasi comprej^o Ira i priiiii due valtiri di m. dcdolli dalla [M), ccurispondenli I'uiio ad iiii massimo, c lallro ad un minimo di luce. Da cio conseguc che so lac- ATTI ICC. vol. XII 37 — 286 — cennato valorc di m rende massiina I'cspressione analiti- ca dcir iiitcnsila dcUa luce, vc nc dovra csserc nccessa- riamente uii allro, die debba rcnderla minima , e reci- procamenle. Sotloponendo al prccedente mclodo di approssiraa- zione 1' anzidelto valore di m si otlieiie con maggiore esattezza / u .' ; m.t.ihiio.-; ip^ yin m=1,C09j; ma questo valore sosliluilo nclla (34), c nella (40), da .,::.r< [<■■ ; 0,2870 = 0,2868, ,;,.,„_, ,, ,,,,,,„ dm' = — l,S8iG, dunqiie esso corrisponde ad im massimo di luce ; e per- cio 1' equazione (34) dove necossariamcnte avere un'allra radicc reale, e positiva compresa tra =., C'C, k^.-; m = 2,1120, cd m = 1,0993, - " "'" ' cbe corrispondono a due massimi conseculivi. Per de- terininarla prendiamo la semisonmia di questi valori , e pongbiamo - > w= 1,9037; indi con successiva approssimazione oltcrremo m= 1,8421 . Questo valore di m sosliluilo nclla (34) , e nella (40) dara 0,0743 = 0,0733, ' , .; ■ ' '^' ^ •» art- ■ ■■" ' — — = 3, 043o , .. ■ dnv 1 i, • . cioe soddisfa all' equazione (34), e rende positivo il va- — 287 — lore del coefficiciife difTcrcnziah^ di sccnndn ordinc: dun- que csso coiTisixjiidc ad uii iiiiiiiiuo di luce; e quindi il iiiassimo di priino ordinc del (|iiiiito caso doile osserva- zioiii di FrcsncI occupa jirccisaiiiciilc il Icrzo |toslo de'nias- sinii di luce, coiilando dal eeiitro della rendilura. L' esem|)i() prccedonte indica ad evidenza , chc per ino/zo d'liiia coppia dell" iiiojiuai^Tianzc di niarca (150) po- Iraniio lalvoUa ollencrsi diie diverse ladici dclla (3")), ani- hediie niinoridi — , die siano conteniporaneamenle radi- ci della (31). Una lale parlicolarila non dee altrihuirsi , chc ai due valori divcrsi, di ciii Ira due liniili contigui a, e 4/-»-2 e suscelliva la funzionc (37) j)er soddisfar- si alia condizionc, precedenlenienle slabilila, di essere sen — [ ( c — »i )' -+- m' ] > 0 . Di fatli potendosi soddisfare a siffalla condizionc tanlo se si pone (c — m)'-hm' > 4» < 4i + l , fiuanlo sc si fa (c — my-h7n' > U-\-l < ii-+-2 , si rende evidcnle, clie la funzione (37) fra gli acccnnali limiti ufTre due divcrsi valori di m , i quali cnndutono talvolla a due radici diverse della (34). Ouindi pitlendo cio avvenire, giova di rouq>ere rinlervallo tra i due li- niili /, ed / in due parli, cioe porre nella (38) prima /={(• . r=ii -hi , ed indi — 288 — dovendo sempre i valori di I, e di I' andar soggetti al- ia restrizione, gia innanzi acccnnala, affinche i limiti dei valori di m, siano rcali, c positivi. Per dare iin' applicazione di cpicst' ultimo procedimen- to, mi propongo di conscgiure per quest' allra via i due valori di m, rclativi al (puuto caso. A tal' uopo pongo successivamente nella (38) ed ottengo i due valori m = 2,0127, m=l,CiSa, ■.■!.i i quali polrebbero trattarsi col medcsimo metodo d'ap- prossimazione , di sopra adopcralo , per esprimerli con suilicicnte precisione. Ma in tale caso credo utile giovar- nii deU'equazione (34), non solo per avere Ic due radici indipendenlcmente Tuna dall' allra, mix benanco per asse- gnare un metodo, che non dipendessc dalla (33), la qua- le contenendo delle radici estianee alia (3i) , polrebbe talvolta condurre ad un calcolo piii lungo. Se nella (34) si pone ?»-+-« in vece di m, e si svol- gono in serie secondo le potenze di n tutte le quantita, che la conlcngono, si ginngera, tenendo il medcsimo me- todo de'casi precedenti, all' espressione _ 2[cos9— sen9-H(iV— iV. )sen4/— (M+ar. )cosvH ^' ■' '*~ 4scn4/ — r(c— 2))i)[cos9-Hseiifl— (iV+i\',)cosvl.-i-(I/— i»/,)senvl] ' in cui per semplicita s' e posto, come sopra , 6=y[{c—my-\-m'] , 4'=! t(c — wi)'— »«"]. — 289 — Per mezzo di qiicsia espressionc si oUcngono con suc- ccssiva approssiiiiazioiic i valori di m, die snddisfanno dirTllamonte alia {'M). S' c col soccorso di cssa die i due valori di m, qui sopra asseguali, condiitono ai due ri- sullaiMculi 1 ""■''" tn= 1,8423, m= 1,0994, i quali come ben si vede, sono confornii a quelli, che ab- biaino consoguito per mezzo della (35). Se si fosse te- nuto lo stesso melodo i)er delerniinare il valore di m, corrispondeiite al primo niininio della terza osservazione, si sarebberu dedolli dalla (38) i due valori I '• ' m= 1,3335 , m = 0,9283 , 5 quali sniloposti alia formola (4!)) avrebbcro dato rc- spellivaiueule TO =1,1814, m= 1,1794, cioe avrebl)cro ainl)cdue condotto ad una medesinia ra- dice. Aggiungendo ai valori di m, dodolli dalla (32), gli allri valori di //(, dclcrniinali con approssiniazionc, li ri- I'eriauio tuUi all orlo delta f'ciidilin-a con cand)iarli soltan- to di segno, e li scriviaino in online di grandcz/.a uclla seguenle tavola, in cui alibianio ancora uolali (piclli oltc- nuli con InU'aliro mclDdo da Frcsncl. alliiiclic gli nni ]»os- saiio lacilnienle paragonarsi agli allri, ed osservarscuc la dillerenza: 290 — NUMERO VALORI DI m corrisponJi'nii intensitA „ delle A I M A S S I JI 1 0 M I :y 1 .11 1 dei o § conlali daH'orlo gop tlUJiGE UMINOSE DELLA FESDITIIRA MASSIMl 0 MIKIJII DIFFERENZA P^ /^ c ED OSCIUE DI ICCE ^ -' u « ^ contato a parlirc Socondo Seconilo .Secondo i calcoli i calcoli i calcoli alluali DAL MEZZO alluali di Fresnel 1 1. Massimo — 0, GU 1,59729 1. Miiiiiiio 4- 0. 909 ~h 0,913 — 0,004 0,0-28l)7 2. Jliriiiiio + 2, 402 -f- 2,463 — 0,001 0,00192 2 1. Massimo — 0, 9;io 3,02991 1. Jliiiimo 4- 0, 093 -h 0,1 0(i — 0, 013 0,i7o49 2. Miiiimo -f- 1,141 +• 1,142 — 0,001 0,024.i2 3 1. Massimo - l,.-i31 2,.5G679 1. Miiiimo — 1,181 — 1,181 0,000 2,21138 2. Massimo — 0, 878 2,S07G.5 2. Miiiimo - 0, 225 — 0,215 -t- 0,010 0,G8G83 3. Massimo — 0.111 0,G9996 3. Minimo 4- 0,429 + 0,431 — 0, 002 0,147.=)3 4. Minimo + 1,082 + 1,084 — 0, (X)2 0,03802 5. Minimo -1- 1.73j -)- 1,73G — 0,001 0,01291 4 1. Minimo — 1,892 — 1,892 0, 000 1,17430 1. Massimo — 1.3(i3 3,02332 2. Minimo — 0.997 — 0, 998 — 0, 001 2,21348 2. Massimo — 0.831. 2,30.303 3. Jliiiimo — 0. 300 — 0, 303 — 0, 003 0,84331 3. Massimo — 0. 23 i 0,85207 l. Minimo + 0. 223 -1- 0,-239 — 0,016 0,25094 5. Minimo + 0, 732 + 0,739 -H 0,013 0,0798G S 1. Massimo — 2,112 2,03324 1. Minimo — 1,842 1,90736 ' 2. Massimo — l.(;99 1,917.37 2. Minimo — i,(;3s 1,91317 3. Massimo — i,io;; — 1,168 — 0, 003 3,07491 6 1. Minimn — 2, (19.) — 2, 693 — 0, 000 1,44367 1. Massimo — 2, 32:; 2,71993 2. Minimo — 1,934 — 1,951 + 0,003 1,41595 So in lahini dc' siiperiori risullamcnli si osserva una (liffcronza sciisihile rapporlo a (jiiclli di Frcsnel, cio mi seniLra dovcisi allribuiro al niclodo, direi indirolto, di ctii pgii scrvissi; mollo piii clic laic difforenza non si osser- — 291 — va clic in liiliinl di qiici vnlMri di m, i qiiali vaiiiio so«>- ijelli iilla IciijiC vUii lio sojiiialala iicl iircsciilc paraj-rafo, sii (li ciii iKMi |)ii() cadciT (liil)i)io altiiiio, (; clic conduce agcvdimcnic alia dimoslrazicuK! dcllallra If'iii^c, t'nuntiala ncirinliodnzionc, rclaliva alia larj-liczza dcllo iranj^c oscuro t'slernc, cd alia niiluia delle IrajclUtrie, scciMKh Ic qnali esse si pnipai^ano. Per rinvcnirc (|n('srnllima logj^e rifcriamo al mezzo delta Icndilnra. con solliarii dalla mcla di c, \ vnloii di in ('j;|irt'ssi dalla [lil] ; cd ollcnrnio 2i m = c Soslilnilo (pioslo valoro i^encralc di m in vece di r nclia (21), si olterra I'espressionc (50) 2/ I /{a-hb)bX a-= — 1/ . per mezzo della quale si defermina la dislanza al mezzo della projezione Itiniinosa della rendiUiia, de nuLssiini o dei iniiiiiiii diluce, corrispondenli sullanlo agli anzidotli valori di m. (h'a IVa (piesli vaioii abhianio diniuslralo ap- parlenere esclusivainenle ai minimi eslenii (pielli, cJie cor- rispondono a tulli i valori di i maggiori di -7- : adunque so si denola con p il numero inlero prossinio maggiore della quarla parle del ([uadralo di v , i valori die i)isogna- no darsi suecessivamciile ad / per deleniiinare la posi- zi(Mie degii accennati minimi, deldxtno cominciare da p, e procedere socondo i lenuini della jd'ogressione arilnie- lica -■- V '• /*->-' • /' ~*~ - • P -t- '5 ; . . . p -i- (u : nicntre p(;r lulli i valori di / da zero sino a /) — 1 inclu- sive^ i conispuudenli valori di m apparlengono, come pu- 292 re ahbiamo {limostrato, a de'inassinii, oa do' iiiiniini in- lerni. Se si effellua la sosliluzioiie sii indicala, le liii'i>iiez- ze dclle frange oscurc esteriic, cioe le dislanze de" mini- mi esterni delle ombre al mezzo della projezioiie della lenditiira verranno rapprescnlale respeltivamcntc dai ter- mini della progressione arilmelica 2p ./(a-4-6)&X . 2(p-i- l)./(o-f-&)6>. . . 2_(p-i-w)|/(a-t^ (! ' 2rt, * ft ' la i: ^ '1 b)h\ c ^ 2a c ' za V cioe proccdoiio come i termini della progrcssione -I- p ; p -i- I : J) -1- 2 ; p H- 3 ; ... ; /> -+- w . Per determinare I'eqiiazionc delle trajettorie, secon- do le (jiiali si propagano le medesime frange, meltiamo nella (50) il valore di ,./2(a-i-6) abX dato neirintroduzioiie; ed otterremo I'espressione '^& "■• Questa equazioiie, come ben si vede, denota chc i valori di X sono proporzionali ai valori di h; die facendo va- riare b i piinli della slessa intensilii riferili all'asse della fendiliira procedouo in linea rella; cbe le trajettorie giu- sta le ipiali si propagano le I'range oscure esterne , e tutte qnelle I'range interne , rappresentate dalla stessa equazione, sono linec retle ; e cbe la langentc dell' an- golo di queste retle con 1' asse delle Irange , essendo espresso in generale da — , precede come la serie dei numeri natiirali. Da cio si conchiudc clie la tangcnle del- — 203 — r aiigolo formalo con I'asse ddla rcndiliira dalle linee relic, secondo Ic quali si |ir(»|)a<;aiio Ic IVaiige oseurc esleriie,|ii'()(:e(le al pari della larj^liczza dellc slesse (range, come i leriniiii della progressionc arilnu-lica -^p : p-h\ : p + 2 : p-t-3 : ... : p-t-w. Dai siiperiori risiillaineuli si deduce la nolevole consegiieii- za, die |ier liilli' le I'raiige es|)ressc dalla (j1) le iperhole, secoiido le (jiiali i ILsici soglioiio riguardare [)ro|)agarsi le I'raiige, si conl'oiid(iiii) coi loro assinloli, di ciii la (')!), preso I'asse iinmaginario per lasso dclle b, sarehbe I'e- spressioiie aiialilica. Mi\ Ira h; i'raiige interne ra|)|)resen- lale dalla ("il) avvene delle oscnre, e delle luniinose, come per r innanzi ahljiamo osservalo, dunipn; seliltene (>. espri- me senipre nn niiniero pari di semiondiilazimii, non di mcMio il calcido conduce a condiiudere, die 1 e(piazio- ne (51) piio indislinlaniciilc ra|>prcseiilare frange Inminosc interne, come I'range oscnre inlcriie. In qiianlo agli altri massimi e minimi iiiierni, ed ai massimi eslerni, siccome i corrispondcnli \alori di m non possono olleiiersi die con approssimazione, cosi per essi le lei^iii di soiira slahilite. e lulle le coiiseyuenze , die lie ahhiaino dedotle non poliamio csprimersi die con ap- prossimazione. Se si denolano con h. h' le largliezze di due pic- cole teiiditnre , con h , // le dislanze di esse al micro- metro , e con X' , .r' le largliezze di due frange oscure eslerne, corrispondcnli al medesiiiio valore di /, si de- ducono andie (l.illa ('il) le seguenli nolevoli consegucnze: 1." I.c largliezze delle IVannc soiio in ration dirclla delle distanze del diafragnia al micromelro, e in ragionc inversa delle laiiiliezze delle Icndilure: x : x : : hh : hli. 2." Se le largliezze delle leiidilure sono eguali, le ATTI ACC. VIH. XII. 38 . — 294 — larghezze (Idle frangc saranno proporzionali alle distanze (lei diafrao'ma al niicromctro : x : x: : b : h' . 3." Se Ic (lislanzc del diafragma al microinclro sono cguali, lo larghezze delle frange saranno in ragione in- versa delle lari>hezzc delle fendilure: x : x :: It : h. i." Se le dislanze del dialVagma al mieronietro sono cguali , c se sono egiiali le larghezze delle lendiUirc , saranno pure egnali le larghezze delle frange: x = x'. ^." Se le larghezze delle frange sono eguali, le di- slanze del diafragnia al mioromelro saranno proporzionali alle larghezze delle fendilure: h : b' : : h : li. Preniesse (juesle cose, nielliamo nella formula (31) i valori di b, e di li rclalivi ai sei casi delle osserva- zioni di Frcsnel; ed olterrcmo i seguenli lerniini genc- rali delle dislanze dci niassimi , o dei minimi alia pro- jezione del mezzo della feudilura: .■ Ill- . .. :''<\'.ili 1.'' osscrvazione , ,t = 0.787.'?j , ' . , : ,-, 2.'"' osscrvazione, aj = 0,9j89i, . ' • , a- i; , • '.. . i i 3." osscrvazione , a5 = 0,2Sj8i, ..: - ,•• ' ■■ ' i." osscrvazione, a? = 0,3943i, • ' ^ S." osscrvazione , ,T = (>.2027i, '; ■ ; G." osscrvazione, cc = 0,1137j. Se in (juesle espressioni faccianio successivanienle i = 0 , 1 , 2 , a , 4 , cc. , otterremo i risullamenli, scrilli nel segucnle (juadro, in cui ahhiamo puranco regislrali non solo gii allri valori di ac cavati dalla (21) dielro la sosliluzioue degli allri valori di m, conseguili con approssimazione, e riferili al mezzo della feudilura, ma henanco (juelli ollenuti da Fres- ncl lanlo col calcolo (pianlo con I' esperienza e 1' os- scrvazione : 29.') — .MMi:uo DI.STA.NZA (Id DIFFERE.NZA — do lie JIVSSIMI 0 MIMMI AHA PR0JEZI0.1IE O o FOAJ'GE LlHl.llOSi: ED OSCl'RE ili'l intzra UELll EE.WITIIIA TUA LA TEORIA coiilalc a parlire Sccnndo Sccondo Sccondo le C i calculi i calcoli osservazioni l' OSSERVAZIO.'tE DAt »EZZO altuali di Fresuel di FrosiK'l ram. mm. mm. 1 1. M:i~>imo 1, ^Ijiiinio 0, 0000 0, 7873 0,79 0,77 -<- 0,02 ■>. Miniiiio 1,d74G 1,58 1,38 0,00 o 1. M;H>irno 0, (X)()0 ]. Miniiiio 0, il.iS'.l 0,97 0, 8(i -1- 0,11 2. .MlniiJio 1,!M78 1,92 1,88 + 0, 04 3 1. Miissimo 0 0000 1. ^ii[iiii)n 0,1371 0, n 0,1G — 0,02 2. .Mii>^linc) 0, iiiS 2. Mininiu O,oll(i 0,31 0,48 -h 0,03 J :i. .Miisslmo 0, 33(12 '.i. Midinio 0,767i 0,77 0,76 -t- 0,01 i. Miiiiino 1,0J32 1,U2 1,01 -t- 0,01 0. Miiiiiiio 1 , 27'.tO 1,28 1,28 — 0,00 4 1. Miniiiio 1. Mn-^iriio 0,0000 0,3!)43 0, 00 0,00 0, 00 2. .Mlriiiiiy 0, (i(itlS 0,(i7 0, (53 + 0,04 i. M;i>>iino 0,7a8(i ;t. Miiilnio 1.1829 1,18 1,11 + 0,07 .1. >l;i»iiiio 1 , •.>3(;o i. :\liMliiio 1,3772 1,39 1.33 + 0,06 it. Mliiiino 1,9715 1,90 i,')ti 0,00 5 1. Mii^siino 1. Miiiiino 2. )l.i»iiiio 2. Minima 0, oino 0,1193 0,1823 0, 2027 3. Ma:-siiiK) 0, 103V 0,42 0,43 — 0,01 6 1. Miniiiio 1. M.i"inio 0, OOOl) 0,1137 0,00 0,00 0,00 ' . 2. Miniiiio 0,2-7't- 0,24 0,24 0,00 I risiillamonli sciilti in qiu^sl'iillimo quadro, e nel proccdciitc (•(•iirerniano con csallczza ([uanld In) di sopra dinioslrat(»; c (Iciiolaiio ((iiiu? la Icoria lr(t\a>i liciicialmcn- Ic d'accordo ton I'osscrvaziunc, e 1' espericnza , condu- — 296 — ccndo ad esprimere con prccisione ogni particolarita , che offre ii fenonieno dellc frange. Cosi, per esenipio, nel quinto caso delle ossenazioiii di Fresncl i valoii di m, rclalivi ai primi due massimi, ed ai [iriiiii due iiiininii, so- no lalnienle ravvicinati , e talnienle ravviciiialc Ic frange corrispondenii, ed i valori delle fomspoiidcnli inlensila di luce^ che dipingono con esatlezza la singolarila del feno- ineno riferilo da Fresnel relativamcnte a (piella larga stri- scia oscura d'una tinla sensihilniente unlfornie , ch' egli osscnava altorno il centro dclla fcndilura. . ,, § III. FRANCE PRODOTTE DA UN PICCOLO CORPO OPACO. L'intensita della luce, o la risullante delle vibrazio- ni emanate dall'onda luminosa, intcrccUala da un picco- lo corpo opaco, yiene espressa, come per I'innanzi ab- biamo dimostralo, dalla I'ormula di marca (3). Quindi per determinare in tale caso la posizione e Tinlensita relati- ve delle frange differenzianio due volte rapporto ad m la medesima formula, cd otterremo dn dm _= — 2/1 cos^ COS ;^ (c — my I — 2A| sen^ sen -(c — jh)' I ft L2 2^ ^ A L2 2 ^ \ (32) - — !-:= — 2cT/scn — (c — mV — 2c!rLcos— (c — m)' • 1 '^ ' dm' 2 _ 2 ^ ■ > -i-2m7rl\Rcn^ scnl(c— iu)= I— 2mTircos-^ cos^(c — wi)M -H 2 1 cos cos- {c — my\ -t-2lsen-^ sen -(c — m)" I in cui per seniplicitii del calcolo s'e posto i . . i . h - — 297 — ' = 1 — J dv cos -^ J dv cos — ^ ' i— l-y dvsen^—J dr. sen -^ Sfrivciulo il cocllicioiilc dlfferenziale di prinio ordiiic della ruiizionc U sotlo la forma —— ^ — 4 sen- [(c— jn)' — ;/(']>< dm 4 j /sen I[(c— »/»)'-!-'«'] — Lcos J [(c—m)' -i-m']^ , si reiulc cliiaro, chc i valori di ni corris|>ondftnti ai puiili di inassinia, u di iiiiiiiiiia intensila, voiigonu dati dalle due equaziuiii (j3) seni-[(c — m)' — »r]=0, 4 (j4) /scn-[(c — ?n)'-H»H']— icoSy[(c — >«)'-4-»»']=0. * * .., la |)rima delle quali csscndo idcidica alia (30), c suscet- tiva della incdesiina diseussioiK!, cd olTic al pari di essa due soluzioui diverse ; soluzioiii die iiel |)recedeulc para- grafo abbiamo espresso con le fonaulc generali (33) m = — , c 2i . 2c' in cui, come ivi s'e dpllo , possono allrilniirsi ad f tutli i valori, componenti la sorie de'nunieri naliirali da zero inclusive. AUencndoci per le ragioui asseguale nel citato — 298 — paragrafo alia prima soluzione , i valori di m che si de- ducoiio dalla stossa , apiiarleiii^ono a dei iiiassinii o mi- nimi intcrni , o pure a dei massimi o minimi estcrni se- condo clie essi risulteranno positivi o ncgativi , cioe secon- do die risullera 0 pure 2 ^ c Per dislini^ucrc sc i valori positivi di m , espressi come sopra dalla (j.">), si rircriscono al massimo o pure "' '"iiiimo, ponghiamo nell" espressione del cocflicienle dif- iziale di secondo ordiiic (")2) i valori delle quantita in funzione delle cpiantita M, IS, cd avremo al mi ferenzial /, L i ^ = — 2cr(/)/.-hi/. ), in cui M, . M„ rapj>resentaiio respollivamente i valori della funzione M corrispondenlemcnle ai valori di 2j _c , 2i ' T ' "* ~ 2 "^ T Essendo le quanlila jl/, , M^ cssenzialmente positive la pre- cedcnte espressione del cocflicienle dillen-nziale di secon- do ordine nel caso , di cui si Iralla, risidla sempre nc- gativa : duuipie i valori positivi di m espressi dalla (53) appartengono csdusivamente a de" massimi di luce. Da cio si lira la uolcvole consegucnza , che ((ualunque siasi la larghezza c del ])iccoIo corpo opaco si ha senq)re un mas- simo di luce nella projezione del mezzo del niedesimo corpo. :.;■;■ ;; ■)].■:. ': .. .':.■:. ; ,V -r,'!:'?'' : — 290 — Per (Iclcrmiiiarc Ira i valori n('i;alivi di /«, clie si dcdiicoiKt aiu-lic dalla (o.'i) , (jiiclli clic (•(iirisiMMidoiio al massimo , c (|iiG) risidlera negaliva , o |)0siliva. Passando a risolverc la scconda c(piazione di eondi- zionc (ji) dislingniamo il caso di in> 0 da qnello di ?« < 0 , cioe delermincrenni jirima i valori di m relativi ai massimi , o minimi inienii , cd indi i valori di in cor- ris[i(»ndenli ai massimi o minimi cslcrni. iNcl prinio caso, sosliliiendo nella ['iV) 1' csprcssioni dellc (pianlllii A, L in lun/.ioiie dcllc (pianlila M, I\\ i valori di /;/ vengono soniminislrali dall' ccjuazione — 300 — (57) (N—N, )seiiy [(c— ?K>— m=]=(,V-+-.V,)co3 3 [(c— m)'— m'l, e nel secondo caso , posto — m in vece dim, vengono dati dair cquazione (58) scn-[(c-}-m)^-J-»r]— cosi [(c-Hw)"-t-m'] 4 4 = (N-hN,)scn~[{c-hmy—m']—{ifI—IH,)cos^[(c-{-my — m'] ■ 4 4 IVella prima equazione si sono esprcsse con M, , N, le funzioni M, iV, allorclie vi si pone c — m in vece di wi, 8 nella seconda cio , die divengono le niedesinie fnnzio- ni , se in vece di m vi si nicUe c-hin. Queste due equazioni , come ben si vedc , sono re- spcUivamenle simili alia (44), ed alia (34) del paragrafo precedente , e pcrcio sono suscettive di due soluzioni di- verse. Ed in vero se si esprime con a una dclle radici della prima , o dolla seconda cquazione , la prima sara parinicnle soddislalla dal valore di m = c — « , c 1' al- Ira dal valore di m = — c — a; e quindi se una delle ra- dici della prima equazione sara espressa da « < -;j-, un'al- tra verra rappresenlata da c— «>-^ , e reciprocamente. Da cio die precede risulla, ch' essendo le due equazioni (53) , e (34) suscettive dclle due soluzioni suriferitc tanto nel caso dim>0, quanto in qnello di hi< 0, le frange interne ed eslerne, prodolle da nil piccolo corpo opaco, sono equidistant!, e poste con simmetria, dall' uno e dal- r altro lato dell' asse , come lo sono quelle , die vengono generate da una piccola fcnditura. IVella scella pero del- r una 0 dellallra soluzione, die ofl'rono le due equazio- ni (57) e (58), ci atterremo sempre a quella , ])er cui i valori di m risulteranno disposti in ordine di grandezza, — 301 — con qnclli dclla (">•>). In lalo inodo nicnfro si nllonirnno i valoi'i (li vi corrisponileiili ui niassinii o iiiiiiiini |)ro(l()tti sollaiito in un lalo dell' assc , si avranno nel mcdesimo leinpo (jiiolli clic ('oriis|i(iHd(ino ai massimi o minimi, die vcngoiio |iro(lolli nel lalo opposlo. Per dcterminare Ic radici della (37) lacciamo os- servan^ die Ic qiianlilii M, jV, M„ N„ cssendo esscnzial- nieiiti! positive , ed avcndosi i valori di m per soddisfare alia medcsima eqnazione do- vranno rendorc conlcmporaneamcnle le due I'unzioni seno, e coscuo con lo slesso segno. Inoltrc esscndo n'—iy. <:M-hM. , e necessario che fosse sen — [(c — m)' — m'] >cos— [(c — hi)"" — '"'1 • 4 4 Ora siccome i valori di m soddisl'anno all' una , ed al- r allra condizione allorche si ha (j!)) {c—my — m' > 1 < 2 , > 3 < 6 ,. . . > 4t-4- 1 < 4»-(-2 . cosi si avra in generale ^ c ii-h2 ^ c ii-h\ nt > — , fn<.— — 2 2c 2 2c e quiiidi jior una prima approssiniazione. prendendo per valure di in la semisumuia do' due liuiili , tra i (juali e conlenulo , si ha i m ">=- — 47-- ATTI ACC. VOL. XII. 3i> — 302 — E utile iiotare , clie i valori di m, relalivi alle fran- ge interne essendo non minori di zero, ne maggiori di — , qiiolli dclla funzione (61) (c — my—m~^ , avuto riguardo alle incguaglianze di marca (39) , nien- trc sono maggiori di 1 , non potranno essere maggiori di c'. Da 4'io si deduce clie se il valore di e h iiguale ad 1, 0 niinorc di 1, I'equazionc (o7) non ha radici rea- li , e })Ositivc ; e percio in tale caso non jiotranno olte- nersi delle frange interne , ecccltualo un massimo di luce nella projezione del mezzo del piccolo corpo opaco, cor- rispondente al valore di m = -^. Dalle cose sopra delte risulla , che se si esprimono con I, Gi\ I' due limili contigui della funzione (01), i valori di in potranno per una prima approssimazione cspri- mersi con la formula , ... , c l-l-l' . ..-'■ in cui al limite inferiore I non deve attrihuirsi un valore minore di \ , ed al limite superiorc I' un valore mag- giore di (f. Quindi conoscinlo il valore di c, sara pari- menle conosciuto il numero delle radici positive della (53) e della (')7j ; e percio il numero delle frange interne, prodolle da un piccolo corpo opaco potra delerminarsi a priori per mezzo del calcolo. Cosi per esempio nel caso di c = 3, le radici reali e positive della (,>3) sono tre , e (pielle della (.>7) due; dun(jue si avranno cintpie frange interne, delle quali sono tre luminose, e due oscure. Yolendosi assegnare i valori di m con maggiore esattezza possiamo giovarci del medesinio nietodo d' ap- — 303 — prossiiiinzionc , osposlo ncl paragrafo prccodcnle , ed ot- tcrreino I' esprcssione 2(ft'— ]V. )— sen(c-2m)— 2(,V-H.V. )cos— (c— 2m) (62) „= i— : i , /Sseii— -(c — 2m)-i-'>cos— ('c — Im) nclla (piale per scniplicila dellc formulc ahbiaino posto /2 = rl(c— 2m).W-f-(3c— 2m).V,], > = t[(c — 2m)iV — (3c — 2w).V. J. Se nella precodcnlc espressionc si soslitiiiscc il valore di m espresso in ijicMicrale dalla (GO) , il valore di n sarii dato dalla formula 2(jY— iV. )scn-^ — 2(jW-4-jV, )co3 — 8 8 [~ 8*-)- 3 / „ Z~. , „ 1 3t r8t-i-3, ~~ TTt 3r -^— (.¥-+-,»/. )-h2c.V, Jsen__u-'[ -^_(i>-i\ )_2cA,Jcos- e per una secoiida approssimazione si oltcrra c 8!-h3 '" = T 4c ^"- Con ([iiosridlinio valore di m ricalcolando il secondo inom- Iji'O (l('lla(()2). ed espriiiu'iidosi con ;t' il eorrispdiidcnle valore di n, si conseguirii per una terza approssimazione c 8i-i-3 '""= 2■~^^"*"'*^"• C cos'i procedendo successivanientc , si olterrii il valore " di m (Oil niaiigiore esattezza , e precisione. I'cr (lisliiiiiuere la nalnra drile rraiii^e corrispondenli alio radici dell eipiaziuno iirecedenlemenlc discussa , ci — 30i — proponghianio di deterniinare il segno del cocfiiciente (lilTorenzialc di secondo ordine di H indipendenlemcnte dai valori particolari delle nicdesime radici. A tal' iiopo ponghiamo nella (32) i valori di /, L espressi in fiinzio- ne di M, IS, ed avuto rigiiardo all' equazione (37), ot- lerremo , falte le convenevoli riduzioni , 1' espressione :8sen' — (c — 2m; - '^i;;!;, i:i'')r dm' 2(if— iir. )sen'^(c — 2«i)j ■x{c—im){ '■'- ■-■ i'-='';' . I- (iV-i-JV.) sen— (c— 2m) la quale, sostituendo il valore di , sen^(c-2m)=2sen^(c-2m)cos-^(c-2m) ! , ., . r iV— iV. -1 cz , o„^ ottenuto per mezzo dclla (37), puo scrivcrsi sotlo la forma dm' L V 111 -h. II, 'J 4 Essendo m<-|-, 3I>M„ N>N, qiiesla espressione e cs- senzialmcnle positiva ; e percio i valori posilivi di m, clic si dcducono dalla (37), corrispondono scnipre a dei minimi di luce : duncjuc ognuno di essi e nccessariamenle contenuto Ira due valori posilivi , e consecutivi di m , espressi dalla (33) , clie danno sempre dei massimi di luce. Da cio consegue die le radici della (37) polranno anche dedursi per una prima approssimazione dalla for- mula . ;■ ■' ■ — 3o:; — c 2i-Hl cir c Tesprcssionc gencrale della scinisomma di due va- lori conseciilivi di w, dediiUi dalla (^JJj. Iiuli per unsi secouda approssiiuaziuiic si ollena c 2i-f- 1 m = -4-n •i c in cui n e dalo dalla formula r(^=^^)(itf-t-itf. )-+-.c-V. chc ahhiamo dcrivala dalla (fi2) per mezzo della sostitu- zione del precedenle valore di m. Se poi si voiiliono i va- lori di m con niaggion^ esallezza si calcolera »', n" , ec. col soccorso della medesima formula (02), come prece- denlemento ahliiamo iiidicato. Adoperaiidosi quest' nllimo melodo per la delcrminazioiie de' valori di m, eonispon- denti ai minimi inlerni , potra prendersi per lalore pros- sinio di /H relalivo airullinio niiiiinio la niela del valore di m, corrispondeute all' ultimo massimo interno , se ac- cade che un niinimo di luce trovasi contenulo Ira I' ac- cennato massimo , ed il conline dell' omlira iieomelrica. Tale valore di m solloposlo poi alia formula [}S'l) verra espresso con magi^idre approssimazioiie. l/ecpiazione (38) essendo simile alia (3i-) del para- grafo |U'('cedenle polra risolvcrsi di'lla slcssa manicra , e col medesimo procedimento. Di fatli e facile provare , chc il secondo memhro della (.t!8) e scnipre minore di 1 sia che i due termini, die lo rompimgono. idihiano il me- desimo segno, 0 segno ciuitrario. Da cio si deduce, che le due funzioni seno , c coseno componeuli il primo mora- — 306 — bro (li essa, dcbbono risullare ambediie positive, o am- bcduc negative; la quale condizione viene soddisfalta, al- lorcbo si ha (e-i-m)'-t-m= > 0 < 2 , > 4 < C , . . . . > 4i < « -h 2. Dair andainento di (lueste inegiiagiianze risidta , che se si denolaiio con /, cd /' due liniili contigiii della funzione (63) ■ (c-hmy~hm' , la quale , come ben si vede , non ha valori minori di c% i iiniiti Ira i (fuali trovasi contcnuto il corrispondente va- lore di m, sono 1 m> — ^-+-~[/n—c' .•>'./■'«.> »»<— T^T*^-''-'''- ., no-j^M^ li; hoi Se si prendc la semisonima di qucste due espressioni , i valori di m potranno dediirsi per una prima approssinia- zione dalla formula gcnerale c 1 I (64) ,, -, m = — — 4-_|/2<_c=-i--j-|/2i'— c , in cui al limitc inferiorc I non deve attribuirsi un valore minore di c"; come pure deve spezzarsi in due parti I'in- tervallo tra / , ed /', allorche la funzione (03) fra due limiti conlii>ni ii, c 4/+ 2 olfre due diverse radici del- la (j8), come abbiamo notalo nel paragrafo preccdente rapporto all' equazione (34), alia quale essa e simile. Per otlenere poi i valori di m, dedotli dalla (64) , con maggiore approssimazione adopercrcmo la formula _ 2[c()s0 — sciiO-i-(ff+JY. )scnJj—{III—llL )cos4^] *■ ■'-^ "~~ 4sen4>-H-(c-i-'2'Hi)[cosO-hsciiO— (/Y— jV,)cos^— (/l/-Hitf,)senvL] — 307 — chc altl)iaino cavata dalla ('iH) col mcdcsiino jjrncodimon- to , con ciii a!)l)iaiiii) dedolla la (i\)) dalla (IJij , od in cui [tcr sonniiicila del calculo s' c I'allo 0 = — [fr-+-)n)'-4-m'J , \l ■= — [(c-T-m)' — III' \ ■ 4 P<»lrol)l»c anclio assoi^narsi per la dclcrniinazionc do' va- Idii di II una foi innia siniil(> alia (I]!)) , iiia a lal' nopu crcdiaiiio di piclorin! la ((I.')) , conic qiicdia die conduce direUanicnIc alie radici della ('iH). Per dislin<;iiere Ira le radici dell' cquazionc, chc vc- nianio di disciitcre, ([nelle die daniio deniassinii. e (|nelle die oll'i'ono de iiiininii , si dispoiiiianu in ordiiie di gran- dczza con le radici della (jli), relalive alle Iraiigc cslcr- ne . |ier le (jiiaii il calcolo da isliliiirsi per I" acceniiata dislinzionc risnila iiioilo piii seni|dice. Iiiili si osservi , se una data radicc della (."J8) Irovasi coii1(miiiI;i Ira due ra- dici della ('i\\) , coriispondenli a due niassimi . o a due luinlnii conseciilivi ; e cosi si renderii facile dedurre, die essa apparleria iiel piiiiio caso ad unminiiiio, e uel sc- condo caso ad nn massinio. Sc peri) Ira due radici coii- scculivc della (.'».'») . cnrrispondeiili anili(!dne a due nias- simi , 0 a due iiiiiiinii , o |iure I' una ad iin inassiniu . c I'allra ad nil iiiininio veiijiano ccnileiuilc piii radici del- la (.'JS) , in lale caso sehlicne polranno. essendo le radici deir una e dell' allra etpiazione scrille in ordiiie di j^ran- de/.za , (lisliiij;iiersi (|ueile . die olTrono de' luassinii , c (pndle chc sonimiiiislrano diMuiniiui , ciJi non di iiieuo sa- rii utile ricorreri! al sciiiio , die pi-eude il coenicienle dif- I'eren/.iale di secondo online I'i'l . il ipiaie aviito rii;iiar- do air e(piazioiie (58) puossi nieltcre dietro la sostituzio- — 308 — nc di — m in vece di m, c dci valori di /, L in fnnzione delle (luanlita M, iV, sotlo la forma =8 sen' — (c-i-mY — m' 1 dm' 4 -1- 27r(c-j-2m)sen '~[(c-i-my — m"]cos ^ [(cH-m)'-(-7n'] 4 4 -H 2r(c-H2m)scn- [(c-i-m)' — m*]sen- (c-^-m)'-^OT'] — 2T(c+2m)(iWH-il!/'i)sen= - [(c-+-?«)' — OT'] '. 4 — 5r(c-t-2m)(iy — i>', )sen — [(c+w»)' — m'] • '■ Questa espressionc, attesa la significazione data alio quan- tila 9 , c v^ nella formula (GjI) , polra scrivcrsi piii facil- mente come segue = 8sen=4' dm' -l-2r(c-i-2m)scn J^[cosO + scnO— (A'— A',) cos 4^— (.W-i-il/,) sen 4^ ]. I valori di m si sono precedcnlcmcnlc contali dal raggio direlto verso 1' orlo del corpo opaco , e si sono considerali come posilivi quelli, die si riferiscono ai mas- simi 0 minimi inlcrni ; dumpie i valori di m , dedoUi dalla lisoluzione della ("jH), a|tparlen('ndo a de'massimi, 0 minimi eslerni, delerminati prima munericamente, deb- bonsi prendcre con segno negalivo, come abbiamo ope- ralo per i valori di m conispondcnti ai massimi, e mi- nimi eslerni, jirodolli da una piccoia fendiUira. Dalle cose di so|)ra esposle si concbinde, die i va- loii di m corrispondenii ai massimi o minimi di luce , pro- — 309 — dotti (la iin piccolo cnrpn opnco. vciiirono osprcssi , co- me iicl caso d' una jjiccola rciiditiira, laliiiii con csallcz- za, c lalnn' allri con approssimazione. I piinii coslilui- scono nna proiircssionc arilniclica, c sono raiiprcscniali in i-encralc dalla lormidii ('i'i). Kssi, dcnolando con p il nnincro inloro prossimo niaggiore di -r- , risuUano posi- livi da (■ = 0 ad i^=p — I inclusive, ed nppartengono ai massinn inlerni ; nienlrc |)cr lulti i valori di / da p in sopra risullano negnlivi, e si rileriscono a de'massinii, o ndninn cslerni secondo clic diclro la soslilnzionc del va- lorc parlicolare di r, il coellicienle dilleronziale di secondo online ("id) risullcra nciiativo, o jiosilivo. Tdi allri valori di m , cioe (pielli die si otleni;(tno con a|»prossiuiazione, venijono somnunistrali dalla lornHda ((iO) , e dalla ((it) con la dislinzi(»ne, che i valori di m dati dalla prima for- mula corrispoiidono ai ininind inlcini. laddove (pielli ea- vali dalla secoiida apiiaiieriauno a dei massimi o mini- mi eslerni, secondo ciie risulteranno disposli nel niodo di sopra indicalo, o |)nre secondo il sej^no iieijativo o |)osi- tivo, da cui sarii afTello il coelliciente dilVerenzialc di se- condo ordine assegnalo nella paj^'. precedenle. Se i valori di m si riferiscono al ceniro del piccolo corpo opaco, (|uelli espressi dalla (jj) veiranno in tale caso rappreseiilali dalla 2» m= — c Ponendo (piesia es])ressi()nc di m in vece di v nella (21) si ollerra la I'ormula (CO) 2i |/(fl-h6)6>. — TK ^ col soccorso della (piale si delerndna la dislanza dei mas- simi 0 minimi alia projezione del mezzo del corpo opaco, AITl Act. >Ul. Mr. iO — 310 — corrisponJcnli sollaiilo ai valori di wi espressi dalla (33). Ora ponendo successivamente nella precedente formula .(. t = 0, 1, 2, 3, 4,...p— 1 , i corrispondenti valori di x si riferiscono ai niassimi iii- tenii; dunquc le dislanze de' niassimi alia projczione del mezzo del piccolo corpo opaco, prodotli nell' ombra geo- metrica , sono respcllivameiitc rappresentale dai termini della progressionc aritmetica 2,/(a-H6)6>. l./(a-^b)bX 2(?)— 1 ), /(aH-6)6>. . "•^ '-^y 2^ -T^ 2^^ ••••• c y 2^~"' cli'e qiianto il dire , procedono esattamente come i termini della progressione aritmetica i '■ • i i; *,• -^ 0 : 1 : 2 : 3 : 4 : . . . : }) — 1 , in ciii j) rapprcsenta, come sopra, il numero intero pros- simo maggiorc di -^ . Se nella (66) invece del valorc di e, espresso in parti deirunila della Tavola, si sosliluisce il sno valorc espresso in parli nielriche, cioe si pone il valore di c in funzione di h, dato dalla , I /2(a-i-b) abX si otterra, come nel caso d'una piccola fenditura, I'cquazione ,,.,s Ob '' ■ (07) ac = — , la quale mentre csprime die le largliezze delle frange relative ai valori di m, dedotli dalla (33), sono propor- zionali ai valori di b, e die le linee, secondo le quali si — 311 — propagano lo niodosimc! fraiij^c, sono relfc, donota hoiiaiico clu! lo i|>crl)olc, j-iiisla Ic quali si consideiaiio muovcrsi Ic fraiii^o, si coiifoinloiio in laic caso coi loro assintoli ; c die la taiigeiilo doll' augolo di qiioslc! roUe con I'asse dollc frange e espressa in generalc da j : ma da / = 0 ad i = p — 1 iiichisivo , 1' otpiazione (07) si riforiscc alio frango Imninoso inlorno, diinque la langonlc doll" angolo fornialo con I'asso dol corpo opaco dallo lineo rotlo, so- condo le quali si pro()agan() Ic frango liiminose interne, procodo pure, come i Icrniini dolla prcccdenle progrcs- siono ariliiiolica. Dalla (07) si rondo ovidcntomonle manifesto, die i valori di x, corrispondonti ai valori di , j^,. 1 = 0, 1, 2, 3, 4, . . . p-l , rapproscntano le larghezze dellc frange linninose interne, ed i valori di ae, corrispondonti a qiiolli di [ i z= p , p_(-i. p_|_2,...p-f-to. si riforisoono a doUo frango oslorno, laluno dollo quali, co- me innanzi s'e osservato, potranno osscro luminoso, e ta- lun'altre oscure, non ostanle che i>. esprime un uunion* pari di sominndulazioni. Iiclalivamonto ai minimi intorni, od agli allri massimi o minimi ostorni lo pr(q)riolii. di sopra dimostralo, nou potranno es|»rimersi , che con ap- prossimaziono, al pari doi valori di //( . da cui dipondoiio. So si donotauo con /(, li lo larghezze di duo pio- coli corpi opachi, con b, h' lo distanzo di essi al micro- molro, e con ac, x le larghezze di due frange luminoso inlorno, corrispondonti al uu'dosiiuo valoro di /. si de- ducono audio (laila (^(»7 ) lo soguonli nolovoli consoguonzo: 1." Le lariihczze dellc franije sono in ration dirolla — 312 — (lello (listanze del diafragina al micrometro, e in ragione iavcrsa dcllc largliczze de'corpi opachi: x : x: : bli : hli. 2." Sc le largliczze dc'corpi opachi sono egiiali, le larghezze delle frange saraniio proporzionali alle distaiize del dialVagma al iiiicronictro : x : x' : : b : b'. 3." Se le dislanze del dialragnia al micromelro sono egiiali, le larghezze delle frange sai-anno in ragione in- versa delle larghezze de' corpi opachi: x : x :: K : h. 4." Se le dislanze del dialragnia al micromelro sono eguali , e se sono egiiali le larghezze de' corpi opachi , saranno pure eguali le larghezze delle frange: x = x'. 3." Se le larghezze delle frange sono eguali, le di- slanze del diafragnia al micromelro saranno proporzionali alle larghezze de' corpi opachi: b : b' :: h : h'. Per applicare le formule j)reccdenli a dei casi parli- colari richianiiamo dalla Memoria di Fresnel i seguenti da- ti, di cui egii servissi per jiaragonare i risultamenti della teoria con quelli deU'espcricnza, e dell'osservazione: NUMERO VALORE VALORE VALORE delle di di di OSSERVAZIOHI a b h nim. mm. iDin. 1 5049 6t5 0,78 o 3047 1213 1,326 3 659S 533 1,322 4 778 553 1,322 Esprimendo la larghezza h del piccolo corpo opaco in funzione di c, vale a dire esprimendo i valori di h in par- ti dell'unila della Tavola, e sosliluendone i corrispondenti risullamenli nella formula (35), si ollerra. — 313 — 1." osservazionc c^ I.SOo , m^0,0y2"> — l,072h', 2.' osservazioiic c=2,520, hi = 1,2C00 — 0,7!i:f7» , 3." osseivazionc c= 3,277, ?/i = l,r.38:; — 0, G103i , 4." osscrvazione c = 4,ll7, m = 2,()o8j — 0,48j8i. Se ill qucsl' ultinie espressioiii si pone succcssivanientc 1 = 0, 1 , 2, 3, 4, cc. , (' poi" ciasciina di esse si limita il iiiiniero dei risultamenli in inodo clie contcngano quelli di Fresnel, i valori jiusilivi di m corrispondenti ai inassiini iiilerni , ed i valuri nogalivi di m, file si rii'eriscono a de' niassiini o minimi estcrni, de- doUi dalla (j')), risulleranno come segue: 1." OSSERVAZIOXE OSSERVAZIONE IVunicro do*Diassin]i e minimi Tnlori di m Numero He* ma&simi c minimi Vnlori di in 1." massimo -(- 0,9323 2." inassimo — 0,I3<)9 1." minimo — 1,2123 2." niiniiiio — 2,2847 3.° massiiiio — 3,3371 3.' OSSERVAZIONE 1." massimo -I- 1,2600 2.° massimo -+- 0,4663 3." massimo — 0,3264 1." minimo — 1,1211 4." massimo — 1,9148 4." OSSEItVAZIOJIE rfumcro dri mastimi e minimi Valori di n» 1,6383 1,0282 0,4179 4." massimo — 0,1924 1." minimo — 0.«(»27 1." massimo 2." massimo 3.° massimo Kumero doi mauimi 0 Duuimi Valori di m 1." massimo H- 2,0383 2." massimo -<- 1,3727 3.0 massimo -t- 1,0869 4.° massimo -t- 0,6011 3." massimo -t- 0,1132 6." massimo — 0,3703 . Se poi si sostitiiiscono i procodonli valori di c nclla (00), e uella (6i), i valori j)0silivi di m, coiiis|)undeuU ai mini- — 314 — mi interni, dcdotii dalla prima, ed i valori negativi di m, relativi agli allri massimi e minimi eslerni, cavati dalla seconda formula, verranno espressi per una prima appros- simazionc dai seguenti nunieri : ..I 1.^ OSSERVAZIOIVE 2.° OSSERVAZIONE IVumpro del tnaseicni c minimi Valori lU 771 Numero dei massitui e minimi Valori di m 1." mininio -i- 0,3304 2." mininio — 0,3290 1.° massimo — 0,9684 . 2." massimo— 1,4381 3." minimo — 1,8286 3." massirao — 2,1673 4." massimo — 2,4771 4." minimo — 2,7389 3/ ossehvaziore NuDiero dci massimi Valori e minimi di m l." minimo -f- 0,9624 2." minimo -1-0,1688 3." minimo — 0,4402 1." massimo — 0,9335 2." massimo — 1,3674 4." minimo — 1,7242 3.° minimo — 2,0423 3.0 massimo — 2,3327 „, i.^ OSSERVAZIONE Numero dei massimi Yalori o minimi di m l," minimo -4-1,4096 1." minimo -H 1,,8763 2." minimo -h 0,7992 2.° minimo -t- 1,3903 3.° minimo -1-0,1883 3." minimo -H 0,9047 4.° minimo — 0,3103 4.° minimo -f- 0,4189 1." massimo — 0,7708 3.° minimo — 0,0620 Qiicsti valori di in sottoposti alio corrispoiulenli for- raule di approssimazione , innanzi assegnale , saranno espressi con inaggiore csaltczza , come trovansi scrilli nel seguente qiiadro , in cui rabbianio disposti in ordine di grandczza con gli altri valori di m dcdolti dalla (riS) , ed in cui abbianio puro rcgislrate Ic corrispondcnii inten- sita di luce , non cbc i valori di m oltenuti da Fresnel : delle FlU.ifGE irjIIJfoSE EI) OSCIHE conlute a jiartirc, OIL MEZZO — 313 — V A I. 0 R I D I Hi rorris|ioii(lciili AI JIISSIII r O Ml .M)(, coiilali (J.iH'oilo Dtl. COIU'O OPACO Secdndi) i cnlioli atluali 1. -Massimo 1. .Miiiimo 2. illassimo 2. Jlinimo 3. IWassiiiio 3. Miiiimo 4. Jlassiiiio 4. Wiiiimo 5. Massimo 5. Minimo 6. Massimo 6. Miiiimo 1- MasMino 1- .Minimo 2. Massimo 2. Minimo 3. Massimo 3. Minimo 4- Massimo \. Minimo 5. Massimo 3. Minimo "■ Massimo C- Minimo 7. Massimo 1- Massimo '• Minimo -• Massimo 2. Mininjo 3. Massimo j 3. Minimo j 4. Massimo 4. Minimo j 5. Massimo ' 5- Minimo j 1- Massimo '• Minimo 2. Massimo 2. Minimo i 3. Massimo I 3. Minimo 4. Massimo 4. Minimo 5. Massimo S. Minimo —0,9325 — 0,478i -1-0,139!) -f-0,3:>t6 -f- 0,9317 + 1,->123 -f-l,VKi9 -1-1,«328 -1-2,1660 -t- 2,2847 +• 2,4806 -(-2,7392 Sccundo i calcoli lii Fresnel DIFFERE.UZA — 0,481 I _ 0,003 -f- 1,833 + 2,733 I —1,2600 -0,8922 -0,893 I -0,4663 i —0,19:16 ._ 0,203 I 4-0,3264 -t- 0,41 71 I -1-0,9361 I 4-1,1211 4-1,3616 4-1,7322 ! 4-1,9148 4-2,0387 4-2,3323 — 1 .6383 — 1,3435 -1,(>282 I —0,7623 i — 0,iI79 t —0,2109 4-0,lil2'(. I 4-0,o<):ty 4-0,7470 4-0,8027 +0,762 — 2,0383 — 1.8193 — 1.3727 — 1,3'»26 — 1,0869 — 0,8748 _ 0 — 0,6(111 — 0,ll7'f — 0,1132 (>,0[31 I -^ 0,010 — 0,002 4- 0,004 — 0, 003 — 0,(KI9 330 — 0,221 — ■0,003 0,010 4- 0, 041 — 0,007 0.003 i.xtensitA (lei "ASSIBI 0 MIJlMl'l DI ICCE Secomlo i calcol altuali 0, 36426 0,03534 0,83105 0, 80408 2, 67278 2,41009 2,6U86 1, 36663 2,19311 2,13218 2, 3,3092 1 , 52095 0,22725 0.01520 0, 33379 0,21455 1,03461 1,04390 2,38181 2, 42926 2,82738 1,37699 1,74933 1,68334 2, 60335 0,14314 0,(K)ilo 0,17626 0, 01963 0,32819 0, 23212 0,82934 0,80836 1,98011 1,97403 0,09328 0,011119 0, 10270 0,012.36 0,1.3879 0,0 W38 0, 233-t8 0, 13184 0. 48178 0,43493 — 316 — II metodo, per mezzo del quale abbiamo conseguito ncl presente caso, e ncgli allri due casi di diffrazioue i valori di m, corrispondenli ai massimi , o minimi di luce, merita di fissare I'atlenzionc per la sua semplicila ed ele- ganza. Esso a parte di risolvere direttamcute la quislio- ne , ch' e quella di determinare la posizione , e V inten- sita relative delle frange , ci ha condotto a delle leggi SI semplici , e si interessauti , che apportauo molta ab- breviazione nei calcoli della diffrazioue. Queste le^ei no- tevoli , c tutte le belle conseguenzc, che ne abbiamo de- dotte , noi le dobbiamo in niassinia parte alia propricta delle due funzioni M, N, di cssere continuamcnte de- crescenti al cresccre della variabile , da cui dipendono. IVon sarebbe stato lo stesso , se si fossero adoperate le due funzioni integrali , le quali aumentando e diminuendo a diverse riprese non ci avrebbero condotto a quelle con- clusioni generali , che hanno I'impronta della certezza, e della cvidenza. La sosliluzione adunque delle due funzio- ni 31, 1\ ai due integrali deliniti ha prodotlo un vantag- gio considerevole , quello di essere giunti facilniente al ritrovamento dcllc Icggi matematiche della diffrazioue. Per determinare la posizione delle frangc , relative air ultimo caso delle nostre precedenti applicazioni, len- ghiamo un metodo analogo a quello , che abbiamo te- nuto per le frange prodotle da una piccola fenditura ; e percio adoperiamo la formula (67) per la distanza dei massimi , e minimi corrispondenli ai valori di in, dedolti dalla (5.')) , e la formula (21) per la dislanza dei massi- mi , e minimi relalivi ai valori di m, oltenuti con apjiros- simazione. Dietro di cio abbiamo conseguito i risullamenti scritti nel seguente quadro di unita a quelli delerminati da Fresnel taulo col calcolo quanto con resperienza, e I'osservazione : — 317 — 1 K NUMKRO IIISTA.NZA 1 2 1 dello DEI MAssmi 0 Misnii AiLA pnojEzro.iEl U'FFEREXZA H> OSC.IIIK „ coiilale a parlirc ?cconEl COKPO OPACO Seconilo ■"» >.« IMllllA Seconilo le q nssorva/ioni o UAL MEZZO 1 cairoii i oalcoli allnali (li FiL'sno 1 ili Frosncl L OSSEHVAZIO.TtE 1 1. Massimo 0,'o0()0 I mm Dim. ~ 1. Miniiiio 2. Massimo 0,-')30 0, 5030 1 0,21 0,23 — 0,02 2. Mininio 0, 5883 3. Massimo 0, 8839 3. MliilriKi l,OII(il 5. lla■i^imo l,ll(i-i 1. Miiiimo 5. Mas>imo 1,-972 1,1535 1,30 1,30 0,00 o. Mininio 1,30130 i. Mimmo 1 , 75(19 5. Massimo 1,9279 5. Minimo 2, 2001 6. Massimo 2,3315 3 6. Hiiiimn 7. Massimo 2. 4258 2,(iil9 2,64 2,64 0,00 1. Massimo 1- Minimo 0,0000 0,1290 2. Massimo 0, 2669 2. Mininio 0,3831 3. Massimo 0. 3338 3. Minimo 0,62i3 0,62 0, 63 — 0,01 i- Massimo 0,8006 ■i. Minimo 0,8ti0 5. Massimo 1,0132 4 '•>■ Minimi) 1- Massimo 1,0675 1,05 1,10 — 0,03 0,0(M)0 1- Minimo 0,l31i 2. Massimo 0, 2669 2. Minimo 0. 3933 1 3. Massimo 0, 5338 3. Minimo *■ Massimo (», 6303 0, 8006 0,63 0,65 0,00 i- Mininio 0,9016 L 5. Massimo 1,0673 — 0.03 5. Minimo 1.1392 1.13 1.16 ATT ACC. Vol. Ill 41 — 318 — ■''~ Nella Memoria tli Fresnel il valore di m, relativo al scsto niininio della prima osservazione si trova notato co- me a|)|»artcnoiilc al (juiiito miiiimo, il valore di in corri- spondciile al sellimo massimo dclla seconda osservazione si trova regislrato come corrispondenle al sesto massi- mo , e ncl qiiinto miiiimo della terza e quarta osserva- zione in vece di frangia eslerna si Irova scrillo frangia interjia. Trascrivendo nei due precedenti quadri i risul- tamenti di quell' ilhistre fisico ho creduto di apportarvi le lievi modilicazioni qui sopra notate , e di porre una linea nella seconda colouna deirullima lavola per dislin- guersi facilmente in ciascuna osservazione le Irange in- terne, e le frange esterue. Le leggi niatenialiclie , relative ai trc casi di diffra- zione , assegnatc nella presente 3Iemoria secondo la teo- ria delle ondulazioai; la Tavola dei valori numerici dc'due inlegrali definili, e delle funzioni 31, N, le quali per la propriela , di cui godono, mi ban condoUo ai piii belli ed interessanti ritrovali; ed il metodo diretto per risolvere I'equazioni, da cui si deducono i valori della variabile , che eslranei alia legge, cbe bo segnalala per gli allri va- lori di essa , corrispondono con approssimazione ai mas- simi 0 minimi di luce , offrono ai fisici , se ben mi av- viso , un mezzo facilissimo per mellere in confronto, re- plicando 1' esperienze, i risultamenti della teoria con quelli deir osservazione. ; -;!"• i ' .■; , 3^32)23^ MAII'lUi: COMKIITE VELLA PKI'SEVTi: MKHOIWl hTRODlZKOE . . • . . . Pilj;. 191 Esjiri'ssioiic ironoralc dell' intensitii dclhi liifc. dala da FrcMKd ' , 192 E!i|ir('ssiiMii |i('r iiilcgrali dcliiiili dciriiilciisila dtdla luce, di'ddlli- dalla roriiiula di rrosiiel, relalivc ai Ire casi di dilTrazidin'. in ciii la luce radc I'orlo dun corpo oparo inilclinild, o (raversa una piccola fendilura. (i vienc iulcrceltala da iin roipd ojiacd di jiiccola di- incnsi(uii' .......)) \9l Eiiuuciazidui' drill' li'"ui nialriiiiiliilii' , ciie per mezzo del calcolo vengono assejrnate nella presente Wemo- ria relalivauu'ute ai tre rasi di dilTrazionc . )) I9t> I. i PARTK PIUMA § I. — Valulazionc de'due inlegrali defmiti /" TV f" Tt' dv cos -5- , J dv sen— 2" I'l. da cui dipend(Ui(i i calcidi della diffrazione . r 199 Forniule e serie di Cautlij, oltenule con nielodo facile "'- c diverse . . . .'■.•. » 202 ^ —320 — § II. — Dctcrminazione del grado di approssimazioiic, clic dan- no le due serie di Cauchy, espressc respeUivamenlc con M, N Pag. 204 Le serie M , N sono somiconvorgenti : detorminazione del nuniero d(!' termini , dopo il quale si nianil'esta la di- vergenza di esse ......)) 203 Applieazione a diversi easi parlicolari. . . » 201 Espressione del termine minimo dell' una , e dell' allra serie. . . . . . . . » 208 La somnia della parte divergente dell' una, e dell' allra serie e niiiKirc del lerniine minimo. . . » 209 I due integral! delinili sono suscellivi dun numero in- linito di massimi, e di minimi valori : legge con cni procedono i valori di //;. die li rend(»no massimi, e legge con cni procedono (pielli , die li rendouo mi- nimi ......... 210 § 111. — Inlegrazione di due equazioni a diU'erenziali lineari di secondo ordine a coeiricienti variahiii ])er mezzo dei precedenli inlegrali delinili . . . . » 2H § IV. — Tavola dei valori numerici de' due inlegrali, e delle serie M , N da m = 0 ad «t=6, calcolala di centesi- mo in centesimo con sei cifre decimali . . » 215 '. PARTE SECONDA DISClISSIOriE MATEMATICA, K LEGGI TEORlCriE DELLA DIFFRAZIOKE. "^ 1. — Frange prodolte da un corpo opaco indefinilo. n 232 Dcterminazione de' valori di m, corrispondenti ai piinti di massima , o di mininia inlensila di luce . » ivi Legge con cui procedono i vahu'i di m. dn; rendono mas- sima r espressione dell' inlensila della luce, e legge con cui procedono qiudii , die la rendono minima . m 233 Calcolo dell inlensila della luce corrispondenlemente ai precedenli valori di m .....)) 238 Tavola com]iaraliva de' medesimi valori di m , e delle corrispondenti inlensila di luce con (jiielli di Fresnel. 239 , ■ Legge con cui procedono le dillerenzc de' cammini per- corsi dai raggi direlti , e dai raggi parliti dalF orlo del corpo opaco ....... 240 — 321 — Legg;c con cui procodono Ic largliczze dcllc frange liimi- iiiisc, (' dcllc Ir.iiigc (isnirc .... Piijr. 241 Li'frjic ciiii ciii |iriicc(l(ino i scmiassi Iravcrsi, o iiiinia- j^iiiaiii dcllc i|icilKdc, jiccdiidii Ic (|iiali si jiropagano Ic iraiigc luiniiiose, c Ic i'iaiif;c usciirc . . ; 242 La tooria doll' ciiiis.sioMe si accorda pcrfcttanu'nie ( fra i liniili d ii|ipi'(i?siniazi(mc dcllc leggi precedcnli ) con qiiclla dcllc (iiidiihi/.idiM , so si su|)i)oiu' the i raggi I'illcssi siiir Olid (Id ( (ir|i(> (ipacd |ii'dviiid iiii rilarda- iiiciito di Ire dlla\i d diiduliizidiic . . . ') 245 Le Icggi iircccdcidi si li'(i\aiid in accordo con 1' cspc- rienzc, c j'osscrvazioiii di Frcsiid. . . 247 k parlii'c dalla IVaiigia liiniinosa di primo online, jiro- ccdcndd vcisd il Cdnline dell' dnihra "Cdnicliica . e pcnclrandd nella nicdcsinia ondira . 1 inlciisila dclla luce dliiiiiiuisrc conliniiaiiicnlc. c nun (dl'ri' alcnn caso nc di inassiiiid, lie di inininid . . . ;) 2.i4 Lcgije con tni decrescc I'inlt'nsila il(dla line ncllinlcr- 110 dcH'onilii'a gcfimclrica ..... 2."»5 § II. — Frange prodolte da una I'endilnra nmlld angusta. ,: 2.'»6 La dclcnninazidne dc' valoi'i di iii . cdiiispondcnli ai mas- sinn o minimi di luce dipende dalla riscduzidiic di <',''.. due c(piazi(jni : la prima si risolvo csallanienlc; cd i valori di m, (.'lie si dcducono dalla slcssa, coslilui- scono una prngressione arilnictica . . . ): 231 Melodi di api)rdSsimazione per lisolvcrc la scconda cqiia- zione ........ 2.'J9 Lc due eipiazidni sono susccllivc di due soluzioiii diver- se, e dcridlarui clie le rrange interne , eil cslcrne sono e(piidi.nersi delle frange inter- ne, eccettualo nii niassimo di luce nella projezione ■ * . del mezzo del medesimo corpo ...» 302 Ilnnmero delle frange interne, prodotte da nn piccolo corpo opaco ( lo slesso puo dirsi per le frange inter- ne generale da una piccola fendilura) si puo deter- niinarc a priori |ier mezzo del calcolo . . » ivi Legge con cui procedono le larghczze delle frange lu- minose interne ....... 310 ■ — 323 — Lo trajoltoric ffiusta Ic (|iuili si propap-ann \c franco Inmi- nose interne, e laliiiie delle IVaiij;e eslenie sia osciire . sia luminose, sono rapiiresentate tla linee rette : leg- ge con ciii procede la tanjienle dell' angnio . die esse i'orniand con I'asse del corpn (ipacci . . I'ag- •''' Applicazidiie delle IdiiiMile Mssejiiiale nel prcsenlc para- ^lal'ii air espeiienze di I'resnel . . . ; "J"- Tavola coniparaliva de' ^alori niinierici di m, relativi ai massimi o minimi di luce, con (pielli di Fiesnel ^l'> Tavola conijiaraliva delle dislanze de' massinii. o niiiii- ini di luce alia pidjezidue del mez/o del cdi'po (ipa- co CUM ((ludle deleiniinale da Fresnel lanto col calco- lo (juanto per nie/.zo dell' osservazione . . » SIT /'i/illl.'f AWERTIME\TO Nell'Introduziono pubblicala ni'ltfiornalc dcll'Accadcinia Gioenia (Vol. III. Fasc. III. — Luglio ed Agoslo 1S.i7) si omise di aggiiingerc. die nel- la progressione rappresenlanle le leggi relalivc alio frange luminoso in- terne, generate da un piccolo corpo opaco, i valori di «-> dovevano pren- dersi da "i= — p ad w = — 1 incliisivameiite. Inolire diciro ulteriori in- vestigazioni avendo Irovato piii rigorosamente , che le Irajettorie dellc frange su riferite, e delle frange opaclie eslerne prodotte da nna picco- la fendilura, sono rappresenlale da linee relte. per tali ragioni ho giu- dicato convenevole di niodilicare rcnunciazione delle leggi rcialive all'u- no ed aU'aUro case nel modo, come trovansi pronunziate ncirattiiale In- troduzione, gia posta in principio delta presenle Memoria. ERRATA Pag. 194 lin. 16 v. v- « 195 « 11 1 0,1 « 202 « ult. T' t3 « 272 K 7 scn^(c-i-2m) . . . sen -|^(c-H2m), « 302 « 8 e 23 reali, e positive . . . positive « 303 « 16 2c ic MONO&RAFIA DELLE SULL' ETNA PER 9aasi33335) ?QSJKia3aKja CA51NESE , I'ROFESSOnE AHA R. rM\TnSITA , DIIIEITOKE DEI B. r.lABDIJiO BOTAMCO DI CATAKIA , SEKBETARIO UE>ERALE UEu' ACCADEJIIA GIUE.MA DI SCIEAZE itAIl'IULI AELLA SIESSi CIIIA EC. EC. EC. ATTI ACC. VOL. Ill «2 / • /I ■ ;1 IXTROniZIOM! I Jv Flora Italicn doscritla dal dislinlo c dollo Conimeii- datorc Anlonio IJcrtoloiii rajiporla sctte specie d'Aspara- gm spontanee in tutta la bella penisola ed isolc adiacenti : sono quesle 1' Aspamiius Icnuilolius LK. Aspar. offici- nalis L. Asjiar. siaher Rom. et Sch. Aspar. albus L. Aspar. aculilolivs L. Aspar. aphijlhis L. Aspar. horri' dus L. (1) I>a Synopsis Florae Siculae puhhiicala dal commcndevnlc (lav. (liovaiini (lussono non iie conla ])iu di sci specie pruprie ed indigene dellisola; cioe IM.s/JO- rayus oljicinalis L. Aspar. tenuij'oliiis \Ai. Aspar. alhus L. Aspar. acatifolius \j. Aspar. (ijilijillus L. Aspar. hor- ridus L. (2) : queslo nunicro nun e sprcgevole posto in (1) Antonii Bertolonii Fbrni Italica Vol. i, pag. 146 c scg. Bono- niae 1839 in-8.° (2) Flordi' Sirular Sipiopsis aurtarp Joanne Gusgone Vol. 1. pag. 419 ct seg. Neapoli 1842, el Vul. 2, par. 2, pag. 81o. Neapoli 1844 iu-S." — 328 — rappnrto alia Flora d' Italia ed allc specie conosciulc nel- la scienza, e rapportatc da Ernesto Tcofilo Steiidel ncUa sua preziosa opera iSomendalor Botunims (1 ) ; ({uiiuli a ine pare cosa degna d'allo iiileresse annunziarc die, crhorizzaudo in diversi anni nei niesi eslivi ed aulunnali suiri<]lna ho aumcnlalo il materiale scienlilico di parec- cliie iiiiove specie nella fclice opporlunila di studiare le ahiliidini, e le forme degli organi vegetalivi e riprodut- livi delle specie dMs^Jomn/Hs spontanec sull'Elna; ne pa- go di cio , differita la pnlihlicazione della presente opera, e reralonii dal diccnibre ISlUt sino al niarzo del 1857 nel eonlinenle della liella llalia, v(dli studiare le delte va- rie specie vive e secclie consullando gli erbarii e le rac- colte di parecolii botanici. l)o[)0 tali esami nel niio lavo- I'o posso esibire, ollrc delle specie dal Car. Gussone dc- scritle, le nuove seguenti : AsjHirafjus Mlncnms , Asp. hrevifoUus ed Asp. Inarimonsis, ed aggiungere due no- velle varieta dcW Aspanujus aculifoUus L. var. b. inter- media var. c. ulbomridis. VAsp. tenuifoUiis chc sino al giugno ISriG non mi fu dalo di trovare, I'oUenni al- ia line dell'autunno di rpieH'anno, c cosi ho formalo nn manipolo di specie utili, ed inleressanti (2). Sono poi lieto chc tuttc queste trovansi adunate e spontanee suirElna; dapoiche una limitala regione, un angolo ristrelto della Sicilia, e direi un punlo dell'lsola, comprende piii spe- cie iV Aspammis di (piante ne vede e ne raccoglie un di- ligenle botanico correndo dalle Alpi agii Apennini che ter- (1) Nomendaior Botanicus sew sipmniiiia plantarum universalis, cnunu'rans ordina aiphabelico nomiiKi atiine synoHima turn gencrica imn upccilica et a Linnaoo et a recciitioribus ile re botanica scrip- tiiribnx piaiitis pliunevogamis imposila. Auctorc C. T. Sleudcl . . . cdi- lio seciinda ex novo etahurata et aucla. SluUgariiae el Tubingae ISil in 8° r Aiilore nipporlii ,"J'J specie conosciulc del genera Asj^aragus. (2) VeiJi la mia Kelazione dei travagli scienlilici per I'anno XXXII dcirAccademia Giocnia 18oG pag. 8-1) ovc iionsiparla di questa specie. — 329 — iniiiaiio alia Iriciispidc c inoiilagnosa Triiiacria (1). Soiio lido alliTs'i pcrciie, sludiaiulo siille S|)ecic iV Aspunuiiifi cliicc ho Irovalo laiilo da |!oI(M' inodillcarc la laniii^lia dcllc A.sintrdiictK', i rarallori dt'l j^ciicic J,syj(//'Oj/(/.s, e da polor portaic (jiiaUhe crilica osscrvazioiic stdli; s|)('cie stcsse dc- scrillc da |)aioc(,lii aiitoii. \/,\ (lis[iosizione i;cogralica di (liicsle s|ieti(' snl iiioiile, c Ic iidluciizc del cicio e del siiolo su di esse daiiiio liiogo a varie osscrvazioni iiilorcssanli sidrai!|di(azioiu' di (jiicslo pianic all'uso ecoiiomico, c me- dico di Sicilia; per la cjiial cosa sollo lali rapiioili il pre.seiilo lavdro, die ho voiiilo appelliire (c 3lonogra(ia del- le specie (lM.s7)«r«f/».s sponlaiiee sidl'Elna » polra divi- dersi in parle Fil(do!^iea, e pnile Fi(oi;rafica ; conipieii- dera ia prima lulte (jiielle osservazioiii lelalive alia lilo- solia deila siieiiza applicala alle specie siiddelle; cttmpren- dcra la seconda la dcscrizione deile parii e dei^li organi, (1) I, a Fliim liracra tlrl sigiior Sil)IIi(ir|i cnnla i spcp. A. anilifo- Uun, A. nplniUii.'i. A. Iiorridus . A. vcriiciUiiliis. I,a Flora ydpnUliina del Cav. Miciii'lr Ti'nore riDla .> spec. .1. (lUiriiialis. A. i^cnbvr. A. acu- lifoUiis. A. Icniiifiilitis. A. nlbus. La Flora hHtriwpngis (^Iscliia) del Cav. Giovanni Gussoiiu rapporta 1 .sjiec. eil niia variola: .1. aculilhlius var. a. Inarimensis. La Flora Uomona del I'rol'. I'ii'lin Saiijininilli rap- porla .■$ spec. J. tcnuifollus, A. (icnlifolins. A. oljiciiuili!!. I.c diverse sjiceic di AaporanUft iiidieale iielle Fliirc dei varii puiili della ])enisiila so- no lulle deseiille nclla Flora Jtulica del lierlidnni. e, stino 7 siiec. .1. h'nuil'oliu!<. A. aculifoliun. A. .sc(//«'c. .1. o/fn-inalis. A. Iwrridus. A. (ilhus. A. ajihiilhia. La Flora Gullira dei tliiarissinii LK. e HC. rodalta da! dislinlo I. E. Diiliy lappurla "i spee. ,1. o//ic/7io/(S , A. nmarus. A. lenuifoliiif. A. iicutil'oliiiA. A. allnis. Sarelilie rnsa ben facile rareoglie- rc ii nnniero ed i noini delle sjieeie di AsparaijlH' delle Flore pii'i accu- rate, e dilit-'enleinente dc.scrille; nia il seniplice annunzio dato saia suf- iiciiiile a Miostrare chc la specie iiii'i connine. e dilVusa nella jiaric nie- ridionale di Kuropa e V A:-)iaraialo i carallcii dclla la- iiiij;lia dcllc AspumijCdP iicl iiiodo |)iii pniprio all'aMto die le piaiilc in essa (•om])rese presciilaiio al holaiiiio , e (juiiidi il genere Aspurufiiis mi seiid)ra doversi lenere per tipo dell" acceiinala raniii;lia , e jiolcrsi iinire il ijc- iiere Itiisciis. (liudico cosa mollo accoiiiia the iielia I'a- niiiilia delle Dioscoreae fossero slali coilocali i generi Ta- mils e Smilii;r , c che dal j^ciiere Asiihailehis si fosse elevala la Ijniiiiilia delle Asphixlvlcne , e ehe a qiiesla si Irovassero iiiiili i geneii OrnitiKjalum , Scilla , Anllx;- ricum. II. II (lenere Aaparafpif; sehhene sin stato dislinio con caralleri chiaii e jireeisi a eoniimiar da Linneo lino ai liU)f>ralisli del giorno, liiUavia ci lascia canipo a far- gli snl)ii'e (|nakhe lieve niodilitazione per renderlo scin- pre pill evidenle nel earallere, e [liii iiileressniite ; cioe nelle proporzioni delle parti del j)erii;"onio che ora sono niiiiali . ora Ic Ire esleriori sono poco jiiii hini;he delle inleriori , e che I'oviirio e seni|)re snhlrijiono, h» slilo ci- lindrico . e lo slinmia Irilido, e credo convenieiile ridire (juanlo I'll osservalo da (pialchc liloj;ralisla, I'rai ipiali da Cosson e Germain ( Sjiiopsis Aiialyli(pie de la Klore dcs Environs de Paris paii'. 2(l.''» ) che il pethiiicolo del iio- re e lo stesso perianzio rislrello in Inho esilissimo sine al nodo in ciii si atlacca al vero |(eduncolo, e da cni si vede dislaccare lacilmente |>er soliizione di conliniiila; (alclie io porlo opiiiionc che il itedimcolo de'liori dellu Aspurofiiis e cpiel lilo che |iarte dallascella delle I'ojilie, e con nil i;iiiocchio ossia nodo soslieiie altro lilo in cni lermina il perianzio, ossia perii;onio esapelalo. — 332 — HI. Positive c rilevanlissinie sono le osscrvazioni a liirsi siillc specie d' Aspamfjus spontance in Italia e Si- cilia, oiule stabilire i caratteri differeiiziali Ira ic specie conosciutc, e le novcUe da me scoperte, (piindi iiiettero ill esanie ciascuna delle dctle specie per raccoglierne i caralleri precisi e distiiitivi, dichiarando, clie a iiiio pa- rere, il prinio carattere delle specie e nelle foulie consi- derate sollo il rapporto della diirezza, hingiiezza, niime- ro, iiguaglianza, o disuguaglianza, e cpiesto a prefercnza dcirabilo dello stclo; un secondo differenziale carattere consistc nella graiulezza delle parti del fiore considerato nel rapporto del tubo , del lembo, e del pediincolo. Ed a recare quella cliiarezza, quale dalla naliira d' iino spe- ciale lavoro si doinanda, e mestieri passare a rassegna le sette specie e le due varieta sulle quali mi e toccato por- lare un esanie accurato , taccndo delle altre due specie sulle quali non ho da aggiungere. *S 1. Frugando neiraulnnuo del 18a4 sulT Etna rac- colsi una specie, che giudicando nuova, volli nominare AspariKjus /E/jjens/s. II Signor Gussonc a cui la mo- strai nel dicembre ISSfi e lebraro 1857 la rilenne con dubhio per V Asparafjus icnuifoUus L. ed io, avendo ri- cevulo da lui gli esemplari deir.i.SjjKoi. Ill 43 — 334 — delle parli del perigonio , e per la maggiore lunghezza, larghezza , c durezza dcUe foglic , e per il poco numero di qucsle, non che per I'abilo dello stelo. § 2. Asparagus ofJicinaUs L. Quesla specie che dovrebhc per I'uso del suo rizoino essere hen conosciu- ta , e forse la piii confusa nelle descrizioni : essa per il siio ])erig()iiio, come si e dello, offre un carallcre, che ben la dislingue dalla s})ccie Asp. tenuifolius L. od Asp. /Etnansis. Devo iiolarc imperlanlo, che aveiulo richieslo ai Sigiiori Prof. Sangiiinclli in Roma , e Gussone in Na- poli eseniplari della S|)ecie Asp. olJicinalis L. da essi de- scrilla , s\ 1" uno che 1' allro lurono generosi nel donarmi degfindividui belli , fiorili , e frullificali ; ed osscrvai che paragonali gli eseniplari del Sanguinelli, e del Gussone con parecchi cli'io tengo, i liori sono conformi, le foglio- line differiscono nella grandczza e lunghezza, lo slelo nella grossezza ; lalche ho credulo conveniente esegiiire le fi- gure dei due differenli eseniplari. A mio credere gii eseni- plari raccolli dai due cilati bolanici sono individui gio- vani e non del lutlo svilup])ali , e consolidali , ahbenche porlassero fiori e frulla, lalche in queslo slalo privi di liori hanno lalvolla rassomiglianza per le foglle e lo slelo con la niia specie Asparagus Adnensis, e con essa I'a- vrei confusi io slesso , se la perseveranle osscrvazione non mi avesse accerlalo che i fiori della specie Aspar. jEtncnsis sono diversi da quelli deW Aspar. officinalis L. Gli eseniplari adulli ed ingrossali dell'As^Jrtr. oflicinalis L. che io lengo , presenlano lale dilTerenza con VAspar. of- ficinalis L. giovane , che oggi ho raccollo , c che i delli dislinli bolanici Cav. Gussone e Prof. Sanguinelli dappri- nia mi diedero, quanlo il Gussone giudicava i niiei eseni- plari adulli una nuova specie che avrebbe appellala Aspa- ragus verticillatus. : ; ^ § 3. Osservando V Asparagus tenuifolius LR. ho — 333 — vediilo, chc qucsla bella specie e spontanea in moUi piinti d' Italia, siccome rapporta il Dertoloni nelia sua /'V. //«- lieu; e spontanea altresi in Sicilia nei terreni raicarci ove fu raccoUa da Tineo e (lussone , e come asserisce que- st'ultimo nella SijnopsiH Fliiiwi Sicuhie V. 2 pars 2, p. Sl.'i. L' esimio hotanico la descrivc con precisione e cliiaiTz/.a , dei^na dclla sua singolare diiiiicnza. Asjxira- gus, caule horbaeeo terete evecto pyvamidato-panicu- lalo , fhliis rapilhirilnis i)i('rmif)iis foscictildlis . jx'diin- ciilis in medio urliciilaUs nulanlilnis , lidm vondlne breviasimo, limbo viulhdieshreriore, jilamenlis (mlliems (jlohosd.s lowje siipei(inlil)Hs — .1. oflicimdis, h. IJii. sp. pi. iiS — Sc. A. Sylvalicus Maid, el Kit. |d. car. Iluiii;'. t. 201 — In maritimis: Vaccarizzo e 3la((lii(mi dcllAiino- ne j)resso Catania, maci^i di Castelhuono (Tin.) — 3lajo, luni(» pci'cnnis. — Ilaltilns oninino |)raecedentis , (Aspar. ollicinalis L. ) a ro romano , i quaii sono al lutto simili a quelli dappoi da mc trovali snll' Ktna , lalche lielamenle ho annoverald IM.s/). leiiiiifolius L. tea ie S|)ecie s|)onta- nee sul terrciKi vulcanico licll' i'itiia. :.' § 4. Asp(ir(i(jiis phjilldcanllnis LK. Questa specie a mio credere nelia parte dei caralleri S|)ecilici mm e slata hen distinta dai holanici , anzi mi pare cssere slata con- — 336 — fusa coi caratteri della specie Asp. acutifolhis L. perche si riponc nella prima per essenziale carattcre aver foglio- lino acule c pungcnli, e lo stcsso caratlere s'asscgna alia secoiula specie , solanicnte si ilislinguc nella prima un mag- gior niimero di foglioline , c minor numero nella sccon- da ; ma tpicslo carattcre e assolutamentc cquivoco , dapoi- che ncir una , e nell' altra specie cpiesto numero e varia- bilc; si crede altresi, clie le Ire lacinie pcrigoniali inter- ne deir Aspar. phyUacanthiis rcstino semi>re chiuse , e quelle dell' Asparmjus acutifolius lulte e sei sempre aperte e rivoltate ; cio e hen anco un cquivoco , dapoiclie ncir una c nell' altra specie i fiori si trovano sccondo r cpoca della lore anlcsi era chiusi , era aperti nelle tre lacinie interne. Dopo serie osservazioni ho potuto stabi- lire i caratteri veramente differcnziali dclle due specie non in cio die ci offrono lo stcio , le Ibglie , la ramifi- cazionc, la indorescenza e frutlilicazionc, pci quali scam- bicrei 1' una coU' altra , ma nelle projtorzioni dclle laci- nie del liore ; poiclie nelV Aspar. phijllacunlhus tutte le sei lacinie sono uguali in lunghezza, e quasi uguali in lar- ghezza; nella specie pero Aspar. aculifolius L. le tre lacinie interne sono piii delicate delle tre esterne , e poco pill brevi di queste. Potrci aggiungere il carattcre del colore clie neW Aspar. phyllacanlhus LR. il fiore e giallo crocco , mentre nell' is^jar. acutifolius L. e giallo pa- glino. E qui cade acconcio nolare che il colore e le pro- porzioni delle parti del fiore nella specie Aspar. acuti- folius L. sono simili a quelle ddV Aspar. brevilblius Torn. Aspar. Inariniensis Torn. Asjmr. tcmiifolius. L. ed alle due varieta Asjjar. acutifolius L. var. b. intermedia. Torn. var. c. alboviridis Torn. § T). Asparagus brevi folius Torn. Qucsla specie da me e stata fondata dopo avere conosciuto che la forma, I'abilo dello stelo, dei rami, dclle foglie di questa pian- — 337 — ta, giudicala dal Cav. Vincenzo Tineo, e ilal Cav. Gio- vanni Gussone, c ila me slcsso allra volla una varicia dcl- lo Asjuir. aculil'olius, sono scniprc coslanii in divcrsi Icr- reni di Sicilia, in divcrsi ])uiili del Hoisno di Aapoli, e ncllo Slalo Honiano, (]iiindi consorvando il nonio di hrc- vifolim assei;nalo alia varicta dal inio dilclto aniiro Cav. Tineo, ho dcnominalo Aspav. brcvifoUus la piiinla indi- cala (1), Credo convcniente nolare che il Prof. Sani>uinclli nel sno Prodronuis Vhtvuo Uimmnw dcscrivendo la spe- cie Aspaiuijus aiulijolius L. ha lenuto prcscnie (juella die noi ora diciamo hrcvifiilius, e cio ho polulo nieglio conoscerc ap|)ena il dello nierilissimo |irofessore nie ne diede n(d iicnnaro 18j7 un hello eseniplarc di quelli da lui usali nel deseriverc la specie in paiola. § (). Asparagus aculilhlius L. Se mal non mi av- viso (piesia specie e il tipo del i^enere Aspamtjus, essa ha un carallerc preciso nella lunghezza ed ugnai;lianza delle foglioline del fascello, che sono piii Innghe dell' /- narhiU'tisis, del temiifolius, e ]»iu hrcvi d'una inelii del- VAclneiisis dell' o//ir/jia/('s, c deH'o/^Ms; si disliiijiue al- tresi dal caratlere della spincscenza. Essa presenla due no- lahili variela seni|)re helle e coslanti : 1" una variela con foijlioline inei^uali dove un fascctlo ha da cinque a selfe foi^lioline: 2" una variela ove i fascetti sono niollo dislanli Ira di loro cioe nascono so])ra lunghi merilalli, e le fo- glioline sono hrcvi cd inei;nali. anclic d'un colore leiij^er- menle vcrde, ed il caulc virgalo c legnoso si vede di co- (I) Vedi la niia Relazione dci Iravagli scientific! per I'anno XXXII (loirAccadciiiia Oinfiiia \r.\s;. 10. Calania IS.'JC in 4." AvcniUi sUidiato nie- glio le specie d' A:<]iur(ifjiis. ed avendune riiec(dlo allrc dupo la puldili- cazioiic della llelaziune. ;,'iiidieai (ippnrlunn niodificare niolle cose nel la- voro presentaUi all' Accadeinia. e quindi pareccliic diversita s'incontrano tra ciu che si legi-'c neiraccennala Relazione, e la descrizione presente. — 338 — lore quasi biancliiccio ; per cui la prima varieta e stala appollala Intermedia, la secoiiila Afboviridis. <§, 1 . Asparayus Inarimemis Torn. Qiiosia specie fii ritenuta per una variola daW Asparafjus aculifolius L. dal Cav. 3Iicliele Tenore dicendola var. Commulala, dal Cav. Gussone dicendola var. Inurimensis ; ma [ler le ragio- ni sopra indicale, cioe, Irovando costanle Tahito, la lun- ghezza delle foglie nei diversi tcrreni di Sicilia, di IVapo- li, d'Ischia, ho volulo rispeltare il nome dalo" dall'im- ])aregg'iabilc aniico Cav. Gussone che ricliiama il silo del- la sullurea isola d'Ischia, e (piindi I' ho delta Asparagus Inarimensis Torn. IV. Passando alia dislribuzione geogralica delle spe- cie iV Asparafpis che si vedono sponlanee sopra 1' Elna, e da slahilire che tulle sono social!, e le nicno comuni sono VAspar. Aelnensis, YAspar. officinalis, YAspar. horridus; quest' ultimo predilige i luoghi onihrosi, pin- gui, e le siepi dei tcrreni calcarei, la quale cosa nou si osscrva per le allre specie che produconsi hene sulle sta- zioni aride, ed ombrose, sebbene la siepe ombrosa sia il sito proprio a tulle le specie iY Asparagus. Se una stes- sa specie nasce in un silo di cui una parte dei rami e difesa dall'ombra d'una grolta, o d'un cespuglio, e I'al- tra e colpita dai raggi del sole, in tale caso la prima e pill scolorata, pih fina, e piu debole ; la seconda piu for- te, pill colorata, piii pungente. Tulle le specie si trovano nci terreni vulcanici, e nei terreni calcareo-arenosi che costiluiscono la base dell' Etna, cosi e bello il trovarle dall' ima vallc siuo alia regione delle colline. Alcuue circoslauze sono da notarsi relative a questa diffusione. U Aspar. horridus trovalo da Gus- sone, Gasparrini in Catania nella stazione vulcanica, si rac- coelie ancora nella stazione calcareo-arenosa, che forma parte della topograGa dclla base dell' Etna ; e trovasi lun- — 339 — {?o la (Iclla formazione calcaroa sino a Fondaco-nuovo , Mililclld, Scordia, ovo tra il calcaroo alloriia la roetia (loi viiltaiii cstiiili ; lo slesso dicasi dollo Aspnr. alhus, dell M.syjfl/'. (iiutil'olius, Asp. ofliciDalis, Asjxir. phijl- lacanllnis. Ciii the mi reca al(|iiaiila sorpresa e il mm Irovarsi suHareiie di .\ieolosi, die sono lapilli prodolli iieir enizioiie del 'I(i(l9, iiiiiiia specie iVAspariujUs, nieiilre altri sili Auloaiiici di (iiieU'ejioca, o d'allra anteriorc, o posleriore ma iion formati di tcrreiio lapilloso-arenoso co- me IJelpasso, Stclla-Aiiii;(nia, 3lascaliuia , S. (irct-orio , IJroiile, Zaflarana, ahhondano dclle specie indicate ; for- se la slazioiie di 2200 picdi parigini sopra il liv<'ll(t ma- riiu), e la slazioiie arenaria Aulcaiiica impedisce il telice sviliippo della pianla; dapoiclie IJelpasso, Bronte, Zaffa- rana , ed i siti indicati restano infeiiori all' accennata allezza. V. Gli usi economici di questo gcnere di piantc non e da disprezzarsi, pcrche coiniinenicnte gli Elnicoli nian- giano lulli i liirioni ossia surculi d'ogni specie, ed e a quesli clu; daiiiio il nonie di .sparui , dagl" ilaliaui spa- rayi, uspurajji, cornida, ed asju'vye dai Irancesi. I piii pol|)osi e doici, ed i piii connini sono gli — sparafp hian- ehi — .sjiarivi ianchi — ossia i surculi dellM.sjJO/'. alhus: aniano poi con prelerenza i surculi deli M.sjJfU". (icutifo- lius, ed Aspar. phylhivanlhm quali tulti ajipellano — sparici niuri, Aspamfji neri, e cio a causa d'essere piu tillicaiili al gusto. Gli Ktnicoli niangiano gli asparagi dal settcnibrc si- no al iiiaizo, s(dtl)eiie nelle reyioni elevate si allunga il o ... lemjto, e sino a liitta la priiiiavera si cogiie e si mangia I'asparagio, lalclie [lui) dirsi die questo cibo manca so- lo qualclie niese alia niensa del ricco ed agiato. A nialgrado di tanto uso le specie sponlanee d'.l- spanujus non si collivano dagli Elnicoli, ne dai sicilia- — 340 — iii , solamente si cura dagii uoiiiini della canipagna, che fanno qucsla raccolta, porrc la pianla alia dilesa del den- le deU'animalc che pascola, del raggio del sole, e di quanlo si O|)pone al inigliore sviluppo dei turioni. Si col- liva qualchc specie esotica per uso di dilelto aiiziche di pubblica ulilita. Le nostre specie si propagano e si dif- fondono qualche volta dai coltivatori prendendo le zoUe coi rizonii e le radici nei inesi diccmbre, gcnnaro , fcb- braro, che dividono e collocano mezzo palino soUerra in luogo pingue ed ombroso. Volendosi jiropagare per semi e meslieri che qiiesti si raccolgano nel novciidjre, e si mellano in terra verso febbraro. Gli Etnicoli non niangiano crudi gli asparagi , ma sempre colli, e cosi divenlano piii dolci, [»iii molli, e pol- posi , li preparano in cento modi , e generalniente qna- Iun(|ne manichcrctlo viene composlo di quesli sempre pla- ce al palato; il manicheretlo sempre che sia di soli asparagi, o di qiiesti uniti ad altre vivande, conserva il gusto speciale dell'asparago. VI. Le ])ropriela mediche generali allribuile agli asparagi sono Tesserc fondenti, lilonlrici, aperilivi, diu- rclici; quest' ultima proprieta e ben dislinta e chiara in tulte le specie d' Asparagus ; perche dopo due o tre ore che sc ne fa pasto un lezzo disgustoso si avvisa nelle uri- ne. Gli Elnicoli osservano che il sapore tillicante e piii pronunziato nel lurione o surcnlo dello Sparagio nero, e la proprieta diuretica e massima nello Sparagio bian- co ; bisogna confessare che poco si curano nell' uso do- meslico c nel farmaceulico di dislinguere la s])ecie offi- cinale dalla bianca, che anzi tirano parlito comunemente solo da qncsla. Le farmacie etnicole usano dcW Asjmrago per la confezione del siroppo dalle cinque radici aperitive, delte radici maggiori, diuretiche, ed impiegano le dette ra- — 341 — dici frcsclic , socomlo il ])roccUo dcllc biionc famiiico- pce (I ). Tiiii volla s' iiii|(i('i;av;iii(» Ic l)ii('(li(' di ([iicsia piiiiila per 1" I'JIctlitnrio hcncdclld. i^'^'^i soiio slalc ri- cliianial(! Ic aniiclie propaiazioiii del siroppo e doH'cslral- to coi primi gclli dci tiirioiii di as|)arai;o, ossia jiiiivaiii gcrnios;!! di asparago (1). S(! vdlcssi per iiii islaiilc iv- iicr didro alle cspcricnzc di IJniiissais e Vaiidiii , lo asparaifo e calmaiilc , ed alto a sedarc le anorniali |)id- sazidiii del ciiore , c diccsi iinpiegatn con jiiii lolico siic- ccsso dclla l)ii>ilale, perclie (picslo nun irrila Ic vie di- gestive, qiiiiidi Vaudin proparava lo estrallo d' as[»arai^o, 0 la pdlvcre dclla sicssa radicc (3). VII. La Chiiiiica non tanlo a porlare la sua aiia- lisi sidle specie d'Asparaijo chc la nicdicina provii d'cs- scre dotale di propricia diiirelica. Ilol)i(|iiel , e Aaiupie- liii ollcmicro iiel 180.') dal siicco dci turioiii dcgli as])a- raiji nil priiicipio azolalo die appcllaroiio asjxinKjina (i). Henry e IMisson vollcro rii^nardarc la idenlita dell' ac- ccnnala suslanza con I'alcaloide trovalo da l{(d»i(picl c Cavcnlu nclla li(piirizia ( (jlycjrrliiza i>labra Ji.) dello iiracili pe- lalis concolore, aut albido et ])e(lunculis concolore, basi gciiiciilaliim. Stamina sex libera biciniis perigonialibus bre- viora iilainenla alba, apice aciiniiiiala, basi paruni dilata- ta ct laciniis perigonialibus basi inscrla : Anlberac pel- toideae inlrorsae llavac biloculares apice acuminalae , basi rotundalae ac leviler sinualae. Pistilluni unum li- berum superuni albidum stauiinibus sub-brevius. Ova- rium album turbinatum, Irisulcatum: stylus brevis, cilin- dricus: stigma trigonum, aut tripartilum. Flores foeminei omnino staminibus deslituti cum ovario ex(piisite trisul- cato. IJacca globosa aut subtrigona ])rimum viridis, delude rubra, aut nigrescens, uni aut trilocularis, olygosperma aut raro duo trisperma. Semen parvum in medio leviler sulcatum s[)liaericum pisil'ormae tosla nigra lucida, uni- bilico et radicula latcralibus, funiculo lenui, flavido con- junclis, radicula acuta ])revis et parva: endopleura alba diaj>bana : albumen album carnosum aut subcorneum ; em- bryo minimus, teres, rectus, albus. Tournef. Instit. 2 tab. lU. Lin. Spec. 12.j7. Lin. Gen. 424 pag. iG8 ed. Scbreb n. 573 curanle Wilde- now T. 2 n. G4fi pag. ITiO. Ilom. et Scbul. Syst. Veg. tom. 7 pag. 320. Endlicber lA'om. liot. gen. n. 1104. Juss. (len.'iO pag. 41. Lamarck lllust. 3 tab. 241). LK. et DC. Syn. Fl. Gall. Or. 17 gen. 210. Encyd. Mcth. ed. Padove. T. 1 pag. 290 Vent. Tabl. 2. pag. 143 Gaert. de Fruct. et Semin 1. pag. ."iS tab. Ifl. U. Brown Prodr. pag. 281, edit. 2 pag.^137. Smith Engl. Fl. 2 ])ag. irv2. Desfontaines Fl. Allanlica pag. 305. Antonii lierloloni Fl. Italica V. 4 pag. 146. Joannes Gussone Syn. — 34:; — Fl. Sifiilac Vol. 1 \)n^. 417, Kmnn. pi. vase, in insula Inarinicn. pai;-. IJ32 j^on. 331. M. Tcnorc Fl. .Xapdl. T. 3 pai;. 314 vl Sylloi>(' paj;-. 113. Scliasl. el 3!aiiii Fl. Horn. IModr. pat;-. 130. Florae IJoin. Proilr. alter and. I'elro Sani;ninolli pag. 202 gen. 143. SECTIO I. I N E R M E S I. Asparofius /Elnemis Torn. Caulis lenuissinius, viridis, laevis, virgaluS;, superne dense ramosus , et foliosns. Folia laele virenlia, faseicu- lala , I'aseiculis paueo-l'oliosis , jirinio (ininiiio selaeeis, deliinc iiiinnle-lincarihus, acutis, ac penc snhpnngentibus, glahris palenliljns: fasoicidi per canleni el ranids sparsi, et saep(! ad ranioruni axillas. Stipula ad basim raniorum inferne spinosnia recta, superne acuta et nieniliranacea, ad hasini Iblioruni alha sulinuMuhranacea, aul nulla. In- lernodia longa, laevia , viridia, lennissinia, aphjlla. Flo- res axillares, solitarii , gemini raro tenii , ])arvi , aibo- flavidi. ill aestivatione cernui, in ilorescentia surrecli, aut erecti. I'erigoniiini sexparlilnm , suhsleilalnni . laciiiiae ae(juales , laliludinc subaecpiales , line(da viridi instru- ctae , lul)0 teniiissinio albo, laciniis aecpiale, ant longiu- sculo ad basim genicnlato. I'cdnnculi breves aecpie ac tuJMis aliti , apicc , seu perigonii basi arliculati. IJacca globosa , saepissinie unilocularis. perigonio persislenle sullnlta. Semen nii'Tum corncum. Floret octobri. ISoME.y siciUM. Spurii'hi jinii — Sparacoyua sar- vagyia. — 346 — ICON. . . , TABIXA 1/ A. Planla liabilii suo |)arliuni longiliuliHC et niagiii- tudine omnino naliirali. Caulis vii'galiis foliosus, folia fa- scieulalo-slcllala jiaiica , a basi ail ai)icein sparsa , 0-7 lin. loiii^a , lineai'ia et acuta, noii spinosa. B. Eadcm plaiita statione luiiiiida et iiuil)rosa orta, quae iiimia exilitale paitium (lii>ii()scilur, ncc varielas dici potest; lolia Icnuissinia , iiliConnia j-G lin. longa , caulis exilis, atque erectus. a. Flos herniaphroditus auctus, sexparlitus laciniae altcrnatim subaequales : stamina sex, pislilluni unicuni, stigma trilidum : tubus laciniis pcrigoiiialibus longior, basi artlculatus , pedunculus bievis. a' a a'. Flores aperti solitarii aut gemini propria ma- gnitudine. a"a"a". Flores clausi curvati, aut surrecti , laciniis subaequalibus. b. Fructus parum auctus cum perigonio persistenlc , laciniis liucola viridi instruclis, tubo pcrigoniali, et pe- dunculo. b'b'b' . Fructus natural! niagnitudine. c. Semen pisiformc, propria niagnitudine, umbilico, radicula , at(pie funiculo. d. Duo laciniae perigoniales una ex cxtcrnis major altera ex internis minor lente \ilrca auctae. e. Pistillum, gcrmine trigone, stylo cilindrico, stigma trifido. f. Stamen valde auctum, lilamenta apice acuta, basi dilatata , anlhcra peltoidea apice acuta , basi sinuata. g. Stamen auctum. h. Caulis virgatus erectus. h' . Caulis ramosus, tenuis. — .-J/iT — /. Stipiila soil sc|uaiiia ad raiiiorum axillas apice acu- minata el scariosa , basi aciila, rocia, spinosiila. pp. Slipiila sen s([iiania ad lolioniin axillas , alba, scariosa, el cadiica. ll.iinTATJO. Aetna, (lalania , llelpasso. ' '• Statio. Ad se|>es el loca unihrosa. Ohsoiratio (Hcofpapliiid. Ad loca vidcnnioa cnlta , niininie vero arenosa et lapillosa. (lalania e liiiiliinis oris Jonii iisipie a-I.'j in lascicnlo. tennissinia , linearia , acu- minata ^ levilei' sulcala, inerniia , llexibilia. in sicco sub- )>nni;enlia , el snbscabrida (i-7 lin. loni;a, 2-puncta lata, (pian(lo(pie rascicnbim pancilidialnni , et caducuni. stipnia alba cartihiiiinea snil'nituin nunc persistenti, nunc caduca. Species ( liji. 11 ), . Pclii-na della facolla d(dle pianlc T. 'I pai>. 307. neiloloni FJ. Hal. T. 4, pag. lis. Tenore Fl. Aa|i()l. 3 j.aj--. 174, el Syl- loge pag. 173 n. i, 13. Sniilli. Engl. Fl. 2 pag. 'l')2 E. Cosson el F. Germain Syn()[)S. Analyl. de la Fl. de J*a- ris pag. 20:)'. Dnhy IJol. Gall. T. 1 pag. 4.j8 n. 1. Pelr. Sangninelli Fl. l{(im. Prodr. pag. 280 n. 747. loria Hurl. I{. PaiKiiniilamis jiag. lo7. Gu.ssone Fl. Sicnlae Prodr. T. 1 pag. 420: idem Synopsis Fl. Sic. T. 1. pag. 417. Aspawfius officinalis « > altilis Willden. ex Sleu- del ed. cil. pag. l.">0. Asjunwius sulirus 31ill. ex Sleiidel I. e. AsiKirdijus A. (I Gmel. sib. nr. I23!L llaller belv. ex Slemlcl 1. c. Aspaidfius marilimiis 3Iill. Anlor. ex Sleiid, Asjxirdiiiis pnislidliis Diimoi'l ex Sicndel I. c. Asjiamnus (hiniricns Fistlic. ex Sicndel. 1. c. AsjidiiKHis fhlii.s filifhrmihus stipululis n. 12339. Hall. Hist. Stiip. lielv. 2 |)ag. 117. AIIl ACC. vol. .VII (5 — 350 — Asparagus Sylvestris tenuissimo folio Cupaiii Ilort. Calli. pag. 24. NoMEN sicuL. Sparacogna fma. IcoNEs. Engi. Bot. V. 5 pag. 339, Flora Uanica Tab. 40S. Plenck Ic. PI. Med. 3. Tab. 272. LK. Ilhislr. Gen. Tab. 249. Aspanujus Mallb. Basilcac 1G74 pag. 373.Tab.n. '1. AspanujO selvalico Durante Herb. Uoni. 1583 pag. 32 Og. Asparaiius maritimus crassiore folio. Zanich. 1st. pag. 24, Tab. 74. Asparagus marinus Ckisius Hist. PI. lib. S pag. 179. fig. Asparagus foliis sativo aemulis brevioribus cras- sioribusgue aculeis exerlis Cupaiii Paiiph. Sic. V. 3 Tab. 121, at in cxenn)lari IJibliotb. IJenedictino-Casinensis Ca- linae T. 3. Tab. 470. . ICONES NOSTRA TAB. VI ET VH. Tab. VI. A. Planta babilu suo locis umbrosis or- ta, tcnerrinia, eximia tenuitate et brevitate partium a na- tiirali specie dixlincta, nee tanicn varietas, quia aclate ma- gis , ac locoruni nalura producla. a. Flos apertus cum pedunculo, limbo scxpartito la- ciniis aequalibus acuniinalis, staniinibus sex et pislillo. a'a'a . Flores iteniini in acstivatione cum laciniis ct tube aequicoloratis, pedunculus nunc cernuus nunc sube- rectus, albidus, fistulosus, apice cum tubo articulatus. b'b' . IJacca erecta cum perigonio persislente magni- tudine natural!, pedunculala; cum tubo et perigonio con- coloribus. ^ , :; . ^ , . > ..wai — S'M — (I. Lacinia naliirali maj^niliulinc, apice subacnla, ba- si Icvilor aciimiiiala. c. Pislillum lrii>()niiin liii'i)iiiatiini stii^iiia liilidiiiii. g. Stamen naliirali inai^iiilndiiic, lilamciita hasi dila- tata, anlhera poltata, hisiilcala acuminata. h. Canlis virgalus, h'. Canlis ramosns subanj^nlalus, lenorrimus ; la- mis allcniis. • /. Slipula ad axillas ramorum, basi acuminata, apice submemi)racea acuminata. in. Foliola 4-9 acuminata, tcnerrima lonjiiludine na- Uirali, ")-7 liu. longa, 1-pun. lata, ad axillas ramorum vol |)eduncnl()rnm. p. Stipula foliorum alba mondiranacea caduca. (/. Flos disscctus ut laciniac . tubus ot pedunculi articnlalio nee non filamentoruu! origo ad basim lacinia- runi ac pistilli epygeni vi(b'aiitur. Tab. VII. /). Eadem plantii omnino ijorlecta parlium longiludine et magiiiludine, ac vivis speciminibus aeipialis. a'a'. Flores in aestivatione axillares gcmini oj)positi, laciniis et tul)0 aeque coloralis, tubus geniculalus, pedun- culus fistulosus I'oliis sublongior. a' a'it' . Flores solitarii axillares in aestivalioiu- nti in praecedenii ana'. a". Flos solitarius nalurali magnitudine iil facilius dicTioscalur. hU). Fructus sen bacca nalurali magnitudine peiigo- nio persislcntc , ac pcduiicnlo subereclo ^»-S-liu. longo. d. Lacinia dixtincla, apice ipiandofjuc rotundala basi acuminata. h. Ciudis virgalus suiilignosns. //'. (laulis ramosns snbangulosus. i. Stipnla ad ramornm axillas basi acuminata sca- riosa, brevis, ajiice membrauacea adpressa acuminata. — 352 — ' mm. Folia fasciculata, foliola 3-9 inaequalia acumi- nata , 3-fl lin. longa, 1-lin. lala. (/. Flos aperlus laciniis stellalis staminibus et pistillo (lixlinclis. ji. Slipula ad folioium axillas albo-scariosa , saepe caduca. Habit. Aetnae ubiqiic , Catania (Gussone) Mister- bianco , Uclpasso. Stat. In arvis et umbrosis locis pinyuibus magis quara arid is. Observ. Specimina primaeva , et loco undjroso orta tenerrima fdiformia et laete viridia ; quae vero annotina aut biennia duriuscula aucla latiludine et longitudine par- tiuni. Species in Tab. VI dipicta a Gussone lAeapoli, et a Sanguinetti Romae sicca mihi data fuere , quae vero in Tabula VII ex vivo de|(rom[>si ut facilius dignoscatur differro inter se non babitu sed partiuni inagniludiue ; ita ul diliiicntissimi observatorcs earuni siniililudineni videant. I BescRiPTio. Radix alba, perennis borizontalis re- pens, librillosa , fibrillae glabrae, longae, albae e rliizo- niatc erunipentes. Caulis caespitosus, quadripedalis et ul- tra longus , primuni surculosus , basi albidus et squamis deciduis sparsus ; superne rubro-viridis , et squamis sti- pulaceis, allernis, gcmmil'eris conspersus; slipula semi-am- plexicaulis , albo-viridis ; deorsum viridis incrassata, linea- ta, acuminata, mucronuiata, acumine rubeolo, moUi, dein duro. Rami conferti, patcnles viridcs autlineares, suban- gulati , tenues et Glirormi , aut snblignosi. Sli|)ula lolia- cea alba, flaccida, aut decidua, scariosa. Folia aut te- nuissima , aut linearia fasciculata , foliola ii-9 subaequa- lia a 5-8 Un. longa sulcata, acuminata, laete-viridia , sub- pungentia, margine subscabrido. Pcdunculi solilarii gemi- ni aut terni , ad alas ranu)rum et axillas foliorum cilin- dnci, fistulosi, albi , nutantes, in florescentia erecti apice — 333 — paruni incrassati, cl cum tubo perigonii arliculali, fnliis Lrevioros. Flores flavocrocoi, licnnaplirodili, raro monoici, pe- rigoniiim s(>xj)ai'liliini lnl)o brcvi laciniis concolorc ; laci- niae coslula viiidiusciila notalac, crecto-palulae, ol)tiisiu- sculae, ali(piaii(lo rccurvao. Stamina sex laciiiianim l)asi in- sci'ta <>( lii'cviora, lilamcnta alhida, hasi ])ariin) dilalala, anlliorac! navescentcs, siilcatac ohovalac, apice acumiualac, et basi sinuatae. Pislilliiin iinicnm all)iim, anibcris brcviiis; ovarium Iricostaliini : sljbis cilindricus brevissiniiis, sligma teniiis- siimiiu lrili(bini. liaeca gb)bosa iiiagniludine Pisi, aborlu iiniiociihiris, saepe trihicularis, b)ciili monospcrmi. Semen nigrum buicbim, semisultalum, radicuhi ad micro|iybim per bniieulum externum tonjuntta : testa nigra, endopleu- ra tenuissinia all)a, diapbana, albumen album, durum, embryo minimus, rectus. i'svs. Turioncs sou Asparofii vulgo dicti comedun- lur; seniina, radices, ct succus ad farmaca diurctica con- bcienda sunt aj>la ; scd Aetnicoli radices Asparuyi nlhi L. in nu'dicinalilms sunimoperc celebrant. 3. .l.s/K/rm/(/.s tcHHilhliiis LK. Caulis berbaceus virgatus erectus |)jramidato-|)anicu- latus, ramis extensis, foliosis tenuissimis, folia lasciculala, setacea, brevia, llexilia, sjtarsa ab axillis ad apicem, ba- si sti])ulala, stipula alba adpressa sursum elongata, deor- sum brevissima et acuta. Flores parvi duo, raro so- litarii, pedunculi medio articulati. IJacca ovoidea oljgo- sperma. Floret scptembri, oclobri. Lamark Die. Fuc. 1 pag. 20'*. Knc. 3Ielli. edit. Pad. T. 1 pay. 2!)I n. DC.' Fl. Fr. V. '» pag. 173 ct Vol. 5 pag. 3()!). Duby IJolan. Call. P. 1 pag. i.'iS n. 3. Ten. Fi.'lVap. T. 3 pag. 311 el Sylloge pag. 177 n. 3. — 334 — Seb. ct 3Iauri Prodr. Fl. Rom. pag. 130 n. 413. Petr. SangiiineUi Fl. Horn, prodr. alter pag'. 280 n. 740. Bert. Fl. Ual. T. 4 pag. 147 n. 1. Guss. Synopsis Fl. Sic. Tom. 2 P. 2 pag. 81S. Asparagus officinalis var. 15. Lin. Sp. pi. pag. 448. Asparafjus officinalis B sylveslris Willden. ex Sleu- del op. oil. 1. c. Asparagus sylvalicus W. R. S. 24 ex Sleiidel I. c. Aspara()us collinus .Ian. var. B. ex Steudel I. c. Asparoiji tcrtium (jcnus sativo simile lenuius ct hrc- vius Caesalp. Dc PI. lib. 3 c. 20 pag. 217. NojiEN sicuL. Sparaco(jna fina. IcoNEs. Asparago selmUico Matth Volgr. 1383 T. 1 pag. 300 fig. bona. i I ICON NOSmA TAB. IV. 'j B. Planta habilu suo et parlibus ex vivo. a. Flos laciniis revohilis, el [)arlibus dixlinctis. a'. Flos solitarius , pcrigonio sexparlilo laciniae ex- ternae Ires laliores , Ires inlernae angusliores ; slamina sex laciniis subaecpialia , ac basi earuni inserla; pislillum unicuni. a"a"a'' . Flores in aeslivalione "emmnla ovoidea tu- bus et pedunculus ultra medium articulati. a'". Flos apice upcrtus, laciniae stamiuibus, et pi- stillo longiusculae , pedunculus ct tubus ultra medium ar- ticulati. h. Bacca cum pcrigonio persislente ct pedunculo ultra medium articulato ; laciniae pcrsistentcs sunt lineola viridi medio notatae. c. Semen nigrum cum funiculo laterali extcrno et radicula. e. Pistillum trigonum, stigma trifiduni. .ri-:-' 3*. ». (J. /'. Sliiniina jtcltoiilea, lilamcnta basi laliuscula, anlherae hasi siiiiialae , apicc aciilac, hilovoolatae. (/. Laciiiiac iiiae(juales, extcriiac majorcs , inlernae minores. h. Caulis virjjiatiis i^^lahor. /*'. IJaniiis viridis viri;aliis, creclus stipulalus. /. Sli|tula siipenie aLimiiiiiifa incinhranafea scariosa, inferno acula duriiiscula. mmm. Folia fascicnlata, linearia, acuminata, niollia 2-3-lineas hiiiiia. IIaoitatw. Bclpasso, 3Iislerljianco, Catania, at rara. Statio. In locis umbrosis deniissis et clalis lotius Aclnae , ncc non in basi cjusdcm extra Oatanara in cai- careo et aronario loco. Dkschii'tio. Radix nudti[dex horizoiitalis librillosa lla- vida crassiiiscida, inl'erne rhizonia intricatnni, diirinsculum et crassiiiscidiim, a quo crunijiiint surrnli tciicirimi . virgali , crcdi, qui niox in caules abeunt. Canlis vir- galus , teres adscendens solitarius aut basi caes|>ilosus , pyraniidalo-|)anicnlatus , inlorne nudus et albus, dcinde rubeolas apice viridis, inlerue s(|uanu)sus; dcinde ad axillas ramoruni et lulioruni squamae abeunt in stijudas. Slipidae alteruae )nend)ranaceae albae scariosac, sursuni acumiiiatae ramis aut caule ad|)ressae, sublus acutae ro- tiiudalae brevissime rellexae. IJaiiii virides ebiiigali aut subaniiulali, aut jjatcntes, aut erccli, Ibliosi a basi ad api- cem. Folia numerosa fasciculala a ")-2(l in fasciculo. le- nuissiuia inermia parum iiiaivpiaiia i;labra in rascimlis alternis viridibns aul laetc viridibus, sub quovis lasciculo stipula allia memliranacea apice ar iiiala sae|)e caduca. l*edun( iili solilarii ant licmini alhi, listulosi, ad axillas foliorum , in aeslivalione mitantes, saepe cum lubo peri- jjonii I'olia superantes. ad conjunclioiu'Ui incrassati cl ar- ticulali. Fiores parvi albo-virescentes, j)ersislenles in llo- — 356 — rescenlia crecli , hcrmaphrodili ant monoici ; perigoniuni sexpai'liliim , laciniae tres extcrnac paruin inajores quam intcrnae, primiiin erectae, dcinde rellexae ac lineolis viri- dibus dorso notalae , oblongae ac suhacuniinalac ; tubus albus capillai'is, laciuiis aequilongus aut paruni superans. Stamina sex ad basini laciniarum inscrta ct sublongiora, fdamcnta alba inferne scnsim incrassata, a|)ice acuminata; antberac pellatac subcordil'ormcs bifoveohUae, basi bilo- bae , apicc saepe acuminatae. Pistilium unicum album , ovarium trigonum ; stylus cibndricus , stigiua trilidum. Dacca globosa grandiuscula , primum viridis dcinde ru- bra? Pericarpium pulposum triloculare, abortu olygospcr- mum ; semen unicum , nigrum unisulcatum, I'uuiculo cx- terno tenui a radicula ad mycropilum. Usus. Ab Aetnicolis una cum aliis surculis aspara- gorum coUigitur ac comedilur. SECTIO 11/ • . ■;.- " ". ■.'.,':',.,■' .Hi: i; iJ ■■ '" -. . . MLCRONATI ' '' •■ ' ■ >-\ :' ■-.'/[ 4. Asparagus phrjUacanthus LK. Caulis viridis virgatus , fruticosus , ramosus , ramis confertis , foliosis a basi ad apicem ; stipula ad basim ramorum inferne spinosa, superne membranacca; acumi- nata; internodia brevia subangulata. Folia fasciculata con- ferta, basi stipulata, stipula squamulosa scariosa, caduca, foliola riridia, accroso-acuminata duas tresvc lineas longa. Pcdunculi axillares albi foliis subaequales , apice genicu- lati cum tubo albo perigonii. Florcs llavi limbo scxpar- tilo aequali, tubus pedunculo aequilongus. Bacca fusca; semen nigrum sj)haericum. Floret augusto, septembri. LK. Encycl. melh. T. 1 pag. 293. n. 13. lib. ;> II". — 3:n — Afiparofiiin hnrrhlus IS. Hcd. ox Siciulel op. cil. 1. c. Asjuniio\v t. 4 |)ai-. l.'.'i. 11. Hi. Lin'. Hurt. Clillorl |>ag. 122. Dosl'. Fl." Alhiiil. T. 1 paj.. .'{(Mi. IJcil. Fl. Ilal. T. 4 paj;. 1.'>3 n. (I , at il)i obscrvat iionicn spe- ciliciiiii ,1. (iphijUi niiiiiiiic ((invciiirc. (iiiss. Prodr. Fl. Sic. T. 1 pag. 422: idem Syiiops. Fl. Sic. T. 1 pai^. 418 n. 4. Asjxiraiius acnloahis tiller Irihus (lul (jUHlnor api- nlt ad ciiiiulcm exorluni (lasji. IJaiili. Pin. 4!M> el Cii- panl suppl. ailcr. jiag. II. Toiiriicrorl Iiislil. jiag. !>00. NoM. SIC. Spar(KO(p}(i niuia, Spariciii niiiru. Ico.yEn. Corruda (dtcra Clus hi.st. T. 2 pay. 178 :i ilorliis Rom. Liber. Sabbali T. 5 Tab. 53. Herba- rium Jlorl. Hom. Lib. Said), (piod asservaliir in IJiiiliolb. Casineiisi S. Aicolai (]alaiiae lii). I p. 71 {\. s. ) Asp(iiii<)us (indadus (dlvr, Irihus aul ipialiiiir spi- nis ad cumdcm cxortum Moris Hist. Sec. 1 tab. 1 lig. 2. AnjHirdfpis sjilroslris — 358 — sexpartito, laciniis aeqiialibus rolundalo-acuminatis, anthe- rac qnandoqiie excrtac. bbhh. Florcs in aestivatione ovales alii pondenles alii erecti, laciniae pcrigoiiii conniventes, tubus et pcdunculus circa medium articulali. cccc. Folia fasciculata 9-15 acuminata, acerosa , lrian"ulala dcnsc-viiidia 2-3 lin. lon"a. (/(/(/. Spinula llava acuta dura in lulioruni exlrcmitate. - . eee. Dacca fusco-nigrescens rotunda, perigonio sex- partito et pedunculo ])cr.sistenlibHS. /'. Flos valdc auclus ; perigonium scxparlitun), sta- mina basi laciniarnni iiiserta, antbcrae pellalae , bisulca- tae, pislyllum turbinalum, tricuspidatum, stylus subcilin- dricus , stigma trigonum. . (/. Lacinia rodundato-acuminata. i'li h. Laciniae aequales. ;■' r r:ii! i. Flos in aestivatione naturali magnitudine, cum pe- dunculo. k. Flos dissectus, naturali magnitudine partium. I. Dacca dissecta subspliacrica m. cum pcricarpio pulposo, biloculari, ioculis mo- nospermis , semina ovoidea. 000. Stipulae ad basim ramorum apice menibranaceo acute jjp. basi acuminalae spinosae. ' Habitatio. Belpasso, Paterno, Catania, Aetnae ubique. Statio. In asperis incullis, frequens ad scpes um- brosas. Observatio Geographica. Ad oras maris Jonii et elata loca Aetnae usque ad 1600 ped. jiarisiens: nura- quam in arenosis i^'icolosi et alibi ad 2000 p. p. Descriptio. Radix percnnis fibrillosa, librillis albo- flavescentibus e rbizomate crumpens, externe crassiuscu- la , caespitosa, intricala, extensa. Caulis annuus ercctus — Xi\) — aut cunaliis, contortus, viri-aliis, fniticosus ohscure-viri- dls , inlcrin' navcsccns lii^nosiis : liimi viridos , aiil aj)ice albidi, allcriii cicrti, el sacpc ((iiilurli aul oloiijiali, stria- ti, sti'iis .s('al)n(li.s; tiirioiics allilcs, hasi alliiili .si|iiaiiin- si, s(|unma alba cadiaa ; siipcrnc virjiali ciccli nildo-vi- ridcs cl .s(|iiaiii().si , sr|iiaiiia ((Micdluri, crassiiiscida, apice sjn'iio.sa dcorsiiiii acnicala, sul)lt'liai>(ma, sliiata. rociirva, persislciUc usque ad ramorum eloni;alioHem, d(Mii(|ue cadu- ca. Folia I'asciculala, fascicnlis conrcilis ali axillis ad api- ceni raiiKii'iini. hasi !S(|uania scariosa alba, cadiica sidlnlta, foli(»la a .'»-2(), 2-l> liu. lon}j;a, a|iicc sj)iuula terniiiiali dnia navcsccnic, in sicco sulcata, scabrida, dense viridia, inae- qualia. Floros crecli rarn solitarii duo raro Ires ad alas lolioinni, odori, llavi, aut sidx roici, basi aiticiilali. cuu) peduuculis, foliis lonf>iores aut subaequales: |teii<>()nium sexparliluni persistcns, laciniac ndundalo-arniiiiiiatac in acstivalione conniventos, "eniinula subovoidea; in Ibuescen- tia laciniae apicc recurvalae, tubus perigonii albns laei- niis e(piilongus , basi arliculalus cum apice |icdiinculi ; pediincnlus Jislulosiis albns. tubo saope aecpiilongus et unicdioratus. Stamina laciniis sublongiora, raro aopiilonga liiamenta alba basi parum dilatata et laciniis inserta; an- tlieiae pcitalae , flavae bisnicatae . pislyllnin uimm sta- ininibns inCerius, uvarium turbinalnm , trigomim, album, stylus ciliudricus; stigma trigouum album. Bacca sphae- rica ant ovoidca fusco-nigra trcs-bis bicnlaris. luculis oly- go-ant-dispermis. Semen ovoideuin medio sulralnm , um- bilicus cum radicula lalerali jier Innicnlnm coujunctus ; testa nigra lucida, endopleura alba diapliana albumea ; album durum : embryo mininms , rectus . acuminalns. I'sis. Turioues alliles , vulgo sinuici niuii. come- dunlur. 0. Aspitrn(jus brcvifolivs Tor. Radix pereimis. Caulis ereclus contortus, confeite — 360 — raniosiis , raniis elongalis , contortis dense foliosis , foliis laseiculalis, hrevissiinis , inininiis crassiiisculis dense viri- dibiis , aculis, S|)inosis. Flores panuli, solilarii aiit gemi- ni ; nunc herma[)hr()dili , nunc monoici; tubus elongatus basi arliculaliis , pedunculus brevis. Bacca sphaerica par- vula , I'usca ; semen sae|»c ununi nigrum. Floret septembri octobri. Aspurufim acidil'oliiis var. b. brevifoUus Tinco ex Guss. Sjn. Fl. Sic. V. 2 pars. 2 addenda ct emcndanda pag. 813 , sine dcscriptione. AsparafjHS acuti foli us noaL. scd Sanguinelti Prodr. Fl. Rom. [lag. 281 n. 748, e\ specimine milii dato. Aspavafius aculifolius L. var. C. I'oliis brevissimis crassis rigidissimis ( lineam longis ) baccis 2 lin. diametri. Ten. Fl.'Weapol. Syllogc pag." 177 n. 4. ;' NoM. Sic. Sjrina jndici nicu. ~, ;. ; /h ; /.>-: ,, ICON NOSTRA TAB. II. ; : A. Species habitu suo, et partium magniUidine propria. a. Flos auctus apertus tribus laciniis exlernis ma- j0ri])us, tribus intcrnis minoribus acutiusculis. Stamina sex laciniis sublongiora , pistyllum unum, stigma trifidum. a' . Flos nionoicus niagnitudine propria. a"a"a". Flores in aestivatione gemmula ovulala, tubo elongate basi articulate, pedunculus brevis. a"'. Flos paruni auctus ac clausus, cum laciniis acu- tis a])icc apertis. b. Bacca sphaerica niagnitudine propria cum perigo- nio persistenle , laciniis lineola viridi instruclis, tubo elon- gate , et pedunculo brevi. b'b'b'. Bacca arcuato-cernua , aut crecliuscula aut crecta , cum pedunculo , tubo et laciniis persistentibus. — 301 — c. Semen nigrum cum I'luiiculo ah umhilico .id i-a- (liculani. (/. Laihiia grandiuscula el niinustula uli in |i('rigo- nio videnlnr. e. Pislyilum trigonuni lurliinalum, sljins unicns, ci- lindricus , slignia liilidiini. /'.(/. Slainina aucla ( iini lilanicnlis Lasi dilalalis, an- llieris |)ella(is, basi sinnalis, apicc acuminalis. h. Caulis viiijaln.s, teres, conlorlus. li . Caulis ranntsus tenuis. I. Stipula raniorum inlcrne acuta , dura, jtungens, snpernc! acnnu'nala uuMuhranacea. mm. Folia I'asciculaln, Lrevissinia lin. unam Innga , pungentia a hasi ad apiceni rainoruni s|iarsa, acerosa. IIabitatio. Catania, S. (iiovanni di Cialernio, Punla, S. Gregorio, Uelpasso, Acireale, nronle, l{aiulaz/(i. SiATio. In locis vulcanicis et argilluso-calcareis nri- dis, et freqncns per umbrosas sepes planae el elatae regio- nis Aelnac. OvsEKVATio GEOGRAPiiiCA. Obvia, ac frequeiitior (piam aliae species. Descriptio. Radix pcrennis librillosa, alba; e rhizo- mate contorlo snballiidd oria , exierne suboarnnsa interne libra lineiiri lignusa instructa: luriones altiles, tenues, in- fernc albidi , el squamis albidis s[)arsi , superne fusci aut rnbeoli, el squauiulis geniinil'eris alternis. carnosis sparsi, deinde Iransennt in ranios el turidnes in caules. Caulis virgalus luseo-viridis, bis aul tripedalis el ultra, con- tortus, congl(d)alus, dense ramosns, raniis (dongiilis. vir- j^atis, fusro-viridibus . conlorlis. dense luliosis nb axillis ad apicein. Slipnla ad raniornni axiiias s;iepe peisislcnlia, inl'erne acuta, dura, erecla. ant recta, superne acnniinala, un'nd)riinacra, (lillliia. Fiilia I'ascii idala gldincinhiln. pan- cil'uliulala, Iria, cpiinrpie, aul sepleui, luscuviridia sublrian- — 362 — gulala , apice accrosa piingontia acuniine flavo , lineam unain longa aut lin. 1 'j.,. Flores herinaplirodili aiit raro monoici , gemini aut solitarii, erccti aut curvati ex folio- rum axillis; laciniae sex iiiaequales, tres exteriiae longiu- sculae , tres internae uiiiiores , albo-llavcscentes, persislen- Ics, labus albus clongatus, laciiiiis dupio longior, l)asi arti- culalus. Pedunculus alhus , hrevis , apice cum lubo arti- culalus ct iucrassalus. Stamiua in liei'mapiiiodilis sex iaci- niis sublongiora ; lilamenta alba basi latiuscula, anlherac flavidac peltoidcac bisulcalac , apice acuminatae , basi si- nualae, pistyUum unum lurbinatuin album, slaminibus in- fei'ius , ovarium triangulatum , stylus ciliudricus brevis, stigma triliduui album. IJacca spbaerica nigrofusca, par- vula, cum perigouio persislente , pericarpium pul|)0sum , uniloculare ; semen unum , albumen durum, album ; em- bryo minimus ; testa nigra Incida semisulcata ; i'uniculum dixlinctum a niicropylo ad radiculam; endopleura alba. IJsvs. Turiones alliles gulose reijuirunlur ac sparici niuri ab aclnicolis dicuntur. 6. Asparayus nculifolius L. Caulis sublignosus I'rutesccns incrmis, angulatns, ra- mis conl'ertis , intricatis, dense foliosis a basi ad apicem, folia fasciculato-plurima , aciformia , inaequalia , pungen- tia , pedunculus in medio articulatus. Flores albo-virides, laciniae perigoniales tres rellexae, apcrtissimae, cxteiiorcs, longiusculae, tres intcriores conniventes, breviuscnlae. Dac- ca fusconigra magna , rotunda, olygosperma. Floret Julio Catanac ac locis demissis, in elalis au- gusto, septenibri, oclobri. Lin. Sp. pi. 4i9 cur. AVildenow T. 2 paij-. 133 n. 12. LK. Knc. melb. ed. Pad. 1784. T. 1 pag. 293 n. 11. DC. Fl. Fr. T. 3 pag. 173 n. LK. et UC. Syn. Fl. Gall. pag. 153 n. 18.37. Duby Hot. Gall. T. 1 pag. 4.38 n. 4. Sebast. et Mauri Fl. Uom. prodr. pag. 130 — 303 — II. 41V. Pet. Sanjjiiinclli Fl. Horn, prodr. alter p.ii;-. 281 n. TiS. I!ert. Fl'. Hal. T. 4 pai-. l.'il ii. .'i idem I'l. (leii. |ia!^. .'»'.'> el Aniacii. ll.il. pai;. IV.") ii. 111. Desl". Fl. All.'] |iai>. :{(M;. Ailidiii Fl.'Ped. 2 paii. KIT n. lino. I'eis. Syn 1 pa-. MO. ."I IJiicliiii-er Fl. .lelidi Veneti jiai-. !>:»! .Hill. liid. n. :'.. Ten. Fl. .\a|i(il. Tmii. .') paj>'. '.]T,\; el Sjilotjc pai;. 177 ii. V. /erapii Fl. Ma- iillieii. 1 paj;'. 7 ii. (12. Seraph, ab I'cna Ilor. I'arKirin. pay. l.'»7. (liiss. Fl. Sic. Prodr. 1 paj*'. 421. Siippl. 1 paj-. l(i:{. Syn. Fl. Sic. T. 1 pa!^-. 417. n. ?, idem Fimiii. Pi. Vase. Inariniensinm j»ai>. 332. Hianca Flora de'dintorni d'Avola — Atli deirAccademia Gioenia T. 3 serie 2.' ir.v^. 70 n. 29.'). AsiKiriKjus uculeutus Sabbati Ilort. lloni. T. 5 lab. 62. Asixivdfius cnrriida Scopoli ex Stcudel op. cit. I. c. AspdriujHs foliis (tculis IJanh. Pin. VOO. Toiirnefort Inst. pay. 300, Cupani llorl. Calliol. pai>. 24 el Snppl. alt. pag. 1 1 , Castelli Ilorl. Mess. pag. 25. Seguecr PI. Ver. j»ai;. 143. AsiHUiifius siikostris Castelli Ilort. 3Icss. pag. 53. Cornida prior Ciasius Hist. T. 3 pag. 77. A.sjuufnii primum (jenus Caesalp. de PI. lib. S c. 26 pag. 217. AspuruyuH corruda Scop. Fl. Carn. T. 1 pag. 248, 11. 417. Corruda Pona 3Iont. Bald. pag. 18. Joan. Bauh. T. 3 |)ag. 726, Aotf. Sic. Spariciu niuru. Ico.\Es. Asj)ara(im foliis acuiis Znnnich. 1st. pag. 25 tab. 176 bona. ' Asparafpis sylveslris aciilontus Mattli. ed. Basileae 1674 pag. 374 n. Ill" lig. non bona. Asparaym pclraous ro//(/f/«. Tabern. Ic. 130. — 364 — Asparagus foliis acutis 3Ioris. sec. 1 Tab. 1 fig. 1 mala. ICON NOSTRA TAD. IV. A. Planta ex vivo dcpicla, nalurali inagnilutline par- tiuni. h. Caulis frulcscens cilindricus. h' . Ramus virgalus, ramulis altcrnis subdivisus. i. Slipula ramoriim basi spina rcllexa, apice mem- branacea acuminata. a'a'a'. Flores monoici aul hcrmaphrodili crecti; la- ciniac sex , trcs externae majores , tres inlernae brevio- rcs; stamina baciniis breviora, aliquando cxerla ; pcdun- cuhis ct tubus foliis cquilongi, aul ])reviores. a'a'a". Flores aestivatione solitarii , geniini , aut Ires, gemmula sphaerica aut ovoidea , tubus liliformis elongatus basi arliculatus, pcdunculus brevissimus. b'b'b' . Dacca apice nutante aut curvala. -J'^ mmm. Folia fasciculata 7-9 inaequalia, acuminata , acerosa, pungentia 4-7 lin. longa. Habitatio. Aetnae ubique, Catania, Aci, Bronte, Ran- dazzo. STATfo. In locis asperis et cultis dcmissis et elatis usque ad 2000 pedes parisienscs. Observatio geographica. Haec magis quani aliae species in SicUia et Aetna dilTusa. Descriptio. Radix pcrennis fibrosa, alba, fibris in- tricatis borizonlaliter diffusis , duris; emissa e rbizoma- te albo , conlorto a quo surculi alliles , caulescentes, squamis ovalis sparsi; squamae apice acuminatae arctis- sime adpressae llavescentes scariosae , deorsum mucro- natae , mucrone longiusculo , carinato , in sicco angulato pungente . reflexo ; ac dein squama ad alas ramoruni abit — 3G3 — inslipulam. Caulis teres duriis, infcrne lignosiis, rubeolus, superne viridis, slrialus, hasi subimdus, ot raro sim- plex, sarmentosus, tres-cjniiKpic-petlal. loni^iis, siirrectiis aut recurviis , coiitorUis, raniosiis, rainis viri>alis coiircilis coni^lobalis ad sepes scaiidenlihiis, raro liorizonlaliter pa- tentibus; rami siipremi luuiKpiam sipiama sti|)iila(('a siif- fulti sed iiudi. Folia n\imerosa ab axillis ranionim ad api- cem, fasciculala, 10-20, dense viridia, riiiida s|iiiia piiii- genti lermiiiala, in arefaclione sulcata, scabrida , inaerpia- lia, tres (piatnor el sex iineas longa, in eodeni fascitido; fascicula allerna, basi ramoriim slipulis ail)0-nHMnbrana- ceis acuminatis caducis instructa. Pedunculi breves, ex alis folionim duo aut tres lislulosi, albidi. i'oliis ultra di- midiuuj breviores, apice eum lubo jterigonii arlic ulati. Flo- res odori, bermaphrodili aut monoici, parvuli liypocraleri- fornies, perigonium apice sexparlituni albo-llavidum ; Ires laciniac exlcrnae raajores, in antliesi reflexae ; tres inter- nae conniventes, ac longitudine, et laliludine extian(liuscu- lis, Irilius inlernis angustiorihus acnminalis, slannna sex laciniis snldongiora et eanun hasi innala . |)islylhini lur- IjinaUini, tnhiis elongatus cilindricns Lasi aiiiculalns, pe- dunculus hrevis et apice incrassatiis arliculalus. a"(i" . Flos ill proanthesi cilindricus, tubus longus, pedunculus hrevis. h. Caulis virgatus suldignosus, siibcilindricus. h' . Caulis raniosus virgatus erectus foliosus a basi ad apiceni. i. Slipula persistens, basi acuta spinosa dura pun- gens apice acuminalo-mcnibranacea. mm. Folia inae(|ua!ia fascicniala tres et qualnor lin. longa, acerosa j)nngonlia cum acnniine duro dixlinclo. Uabjtatio. Catania, IJelpasso, Palerno, Licatia. Statio. In saxis aiidis vulcanicis et per sepes ubi- que Aetnae. Obser. Geograpu. Species parum frequens. Aelnea exemplaria sunt oinnino siniiliinia speciniiiiibns a cl. Gus- sone niilii data ac in insula Inarinu'usi c(dl('cta. Desckii'tio. liadix librosa, alba , borizontalis e rhi- zoniate albo intricalo exlenso orta, a quo turiones altiles infenie albidi S(piauiosi ; squamae membranaceae , al- Lidae; supernc genuuiferae , virides, allernae; gemmae — 370 — deinde abciint in caules, el squamae in slipulas. Caulis SHblii>'nosus erectiis tres ant quatuor pedal, subslrialiis , viridis, raniosus, raniis elongatis, subinlricatis, vii'idil)us foliosis a basi ad apicem, ad axillas folioriiin ali(|nando anjiulosus, ol slipulatus, slipula nicndjranacea dilllua; ad axillas ranioruni slipula persislcns, inferne dura, acuta , punij;eus, rccla, apice llava ; supernc acuminata scariosa raniis adpressa. Folia nunierosa a 10-20, grisco-viridia, fasciculala, iuaequalia, sublriangulata, scabriuscula, tres, quatuor, aut sex lincas louga in eodcm fasciculo, acero- sa, apice spinoso , i»ungentc , duro , Uavido. Flores lier- mapbroditi , aut abortu luonoici, duo. Ires, raro unum , ad axillas foliorum, parvuli, flavidi, in gcinmula cilindri- ci, laciniae sex. Ires externae longiusculae, aperlae, Ires inlernac minores incurvalac, et connivenles ; tubus albus, elongatus , laciniis subduplo longiusculus, basi incrassa- tus et articulatus ; pedunculus brcvis albus apice cum tubo incrassatus el articulatus. Stamina sex ad laciniarum ba- sini inserla et sublongiora ; lilamenta alba basi elargata, antberae llavae pcltalac , basi sinuatac , apice acutae, bi- loculares. Pistyllum unum album, staminibus inferius, ova- rium Irigouum , slylus unus brevis cilindricus , stigma trifiduni. Uacca S|)baerica magnitudine pisi , primo viri- dis delude nigro-i'usca ; pericarpium pulposum , trilocu- lare abortu unilocularc, olygospernium ; semen unum raro duo , semizonatum, ibique sulcatum funiculo tenui albido a mycropilo ad radiculam; testa nigra lucida; cndo|»leura alba, dia])liana ; albumen, album durum, sub-corneum , embryo miniums. Usus. Tnriones vulgo etiam sparici niuri dicti co- raeduntur gulose, quia grata amaritudine palatum tillicant. 8. Aspavafjus albus L. Radix multiplex, crassa perennis. Caulis frulicosus, glaber, angulatus, candidus, contorlus, spinosus ramo- — 371 — sus, rami canditli , crccli , aiil coiilorli, angiilali, ad llc- xuras slipula aniiali ; S|iina valida cloriiiala, Candida, orc- cta aiit rclrofloxa ad axillas. Folia liisciculala pliiiiina , acifoniiia , lri([uelra, liiclo-viiidia, doiiiqiu! doiidiia. Flo- res aibi I'asciculali jirale odori , axillares latiniis palcnlis- siniis. Hacca siiliacrica , parvula, ruhra. Floret sepU'inhri, otiohii. Lin. S|>. \)\. 4i!) : curanlc Wildenow T. 4 pag. '158 n. H: ciiranle (imclin. T. 2 pag. 537 n. 7. DoV. FI, All. T. I pag. :{05. Aacc. Von. 2 paij. 119. Duhy Hot. Gall. T. 1 pag. 4;>S, n. 5. Lamaik.' Fnc. MvlU. T. 1 pag. 2!):5, n. 'lO. Ten. Fl. ISap. 3 pag. 375 ct Syllo- gc pag. 177. Der. ah L'cria Ilor. I{. Panor. pag. 159. Gussone PI. rar. pag. 145 id. Prodr. Fl. Sic. 1 pag. 421 ct Snppl. 1 pag. 103 ; idem Syn. Fl. Siculae t. 1 pag. 417 n. 2. IJianca Fl. de'dintorni d'Avola — Atti deirAccademia Gioenia T. 3. Ser. 2 pag. 09 n. 295. Aspnrafjus ulbiis Tluunb. non Lin. sed A. Thumher- giamis SchuU. Vedi Slciidel op. cit. 1. c. Afipdnifjus aculcis solilariis, ramis anfiulalis, flc- xuosls, foliiH fusciculalis Lin. Sysl. veg. 333. Asparafjus acidealiis spinis honidus Cnp. llort. Calli. ])ag. 24. TourneCort. Ilcrha. in Mnseo 4. Paris, uli relert Gussone Syn. Fl. Sic. 1. c. Tourneforl Inst. R. Herb. pag. 300. Asjmrayus sylvestris minor Caslelli llort. Mess. pag. 25. IcoNES. Cormda tertia Clusius Hist. Plantar, pag. 178. fig. Asparagus acnleatus spinis horridns Moris Sec. 1. Tab. 1. f. 3. Lobelii Icon. PI. fig. 788. Corruda Ilispanicu altera Tabernc. Ic. 140. Aspuranus sijkcstris 3. Dod. Penipt. 704 f. — 372 — Asparagus spinosus Clusii Ger. Hist. ilH fig. Asparagus spinosus Parck. Thcatr. 455 fig. Norn. SIC. Spariciu iancu. Sparacogna ianca. Habit ATio. Actnae nbiqiic, Catania, S. Gregorio, Via- graiulc, Aci, Zaffarana, Bronte, Malctto, Paterno, Belpas- so , TeiTcforti. ■ :^.; Statio. In locis unibrosis et asperis vnlcanicis in ela- tis et (Icmissis, nuniqiiani in arenoso-vulcanicis JXicolosi; in locis pinguibus autein calcareo-arenosis , et argillosis sunt crassiorcs et dulciorcs. Observatio GEOGRAPnicA. Pci' oi'as Jonii usque ad 1600 pedes parisienses. Descriptio. Radix perennis expansa, intricata, con- torta , multiplex , alba : rbizonia multiplex crassum albo- roseuni bis aut tres pedes longuni, pulpa alba , medulla fibrosa, tenaci, dura, ex quo erumpunt quotannis turiones altiles a duobus ad tres pedes longi, inferne candidi, squa- mulosi, squama difllua alba, superne virides, aut albo-viri- des , gemmiferi , dein turiones abcunt in caules. Caulis erectus , teres , inferne obscure-angulosus et sulcatus , pruinoso-albus , contortus 3-4-pedalis , ramosus , ramis ercclis aut flexuosis, confertis, glaucis aut pruinoso-albis, ad angulos et per caulcni spina valida subulata alba ar- matis , quae est folioruni sti|)nla. Folia fasciculata a basi ad apicem ramorum 3-1.5-20 sparsa, filil'orniia, crassiu- scula, triquetra, glabra, glauco-viridia arefactione difHua, primum fasciculata , dein stellata, inaequalia , spinis du- ple et triple longiuscula. Pedunculi foliis axillares , albi breves , apice cum tubo perigonii articulati , incrassati. Flores albi , numerosi , fasciculati valde odori , tubus bre- vis , albus , laciniae sex revolutae albo-rolundalae, dorso costula viridula nolatae. Stamina sex basi laciniarum in- serta , alba , basi incrassata , antherae croceo-fuscae, ro- tundatae peltoideae. Pistyllum unum, album, ovarium tnr- — 373 — Linatiim, stylus hrcvissimus, sligma Irifidum , lacinlis re- curvis. Dacca rubra iua<;uitu(liue pisi, Irilocularis, al)orlu uiiilorularis: p('riciir|)inm roscnni, (Midocarpuni alhiim. So- nu'u unuin, aul duo; tcsla nij;ra , cndoplcura alha, al- bumen durum , corneuui ; semen semisulcalum , luniculo inslruclum a radicuia ad niiscropyhuu ; ond)ryo niininnis. Ikvs. Succo aut decoclione liujus rliizonialis ad liydro- pem vincendura, el urinam promovendam ulitur uhirpic , turiones alliles, dulces comedunUir, ac divcrsa coctioue condiuntnr. }). AsjHirdfjus horridus L. ..,^, ......... -'! Radix perennis, multi[>lox, fibrosa, libris longissimis inlricalis ; oria e rbizouialo albo siddijiiioso conlorlo con- I'erlo, a (pio liuiones crassi allHcs duriiisculi , isli dciii- dc abeunt in caules. Caulis crectus, angulosus ramosis- sinius, viridis , aut fusco-viridis, llcxuosus , rami orccli, aut patcntcs , aut intricali, stipulae ad alas lolionun. et angnlos ramorum inl'erne spina tenui toriniiialae apice meiid)ranaceo-acuminalac. F(dia soiitaria aut Iria , cras- sa, telraj^ona , virenlia , loiij^a, inucronala , [imii^iMilissi- ma. Flores parvi, I'asciculali, luliis lalerales, bracloulali. Dacca fusca. Floret aprili, majo. Lin. Sp. pi. 203, idem curante ^Vildeno\v T. 4 pajj^. Iji n, !."> ; idem cur. (nnel. T. 2 |>ag-. 'M7 n. 12. LK. Knc. 3Ieth. T. 1 i-a;--. 2!I3 n. 12. Desf. Fl. Atl. T. 1 j.aj.. 307. lliv. De'rn. Cent. 2 j.ag. 12 n. 12. Guss. l»rodr. Fl. Sic. T. 1 pa<>. '»-22 et suppl. 1 [la-'. 103. Synop. Fl. Sic. T. 1 pa^'. 418 n. 5. Deri. Fl. Ital. T." 4 pa-. I.'i3 n. 7. ' Aspdrdijiis (ii)lnilliis liiitiriisHs pciddjiiDius. aculoin teliwionis voiiijn'cssis slrialis Lin. Sysl. Veftet. 333. Asixinitiiis hisiiitnirtis aeiileis crassiorihus horri- dus Tonrn. 'U\>[. 3(MK nil ACC. VOL. Ml •* — 374 — Asjmragus sylvestris, sive conuda hispanica IV Clusii loiujioribus aculeis armata Tourn. Herb, in Mus. Hort. Paris ex Giiss. Syn. FI. Sic. loc. cit. Asparagus srjlvestris percrasso et rigido folio acuto nigro. Cup. Hort. calh. pag. 24. IcoNEs. Asparagus sylvestris praecrasso ac rigido folio acuto, coerulea hacca. Cup. Panph. Siculum T. 2. Tab. 160; in exemplari Biblioth. Casinen. Calanae T. 3. Tab. 469. NoM. Sic. Spariciu niuru spinosu; sparacogna sarvaggia. Habit. Aetnae ubique, Catania, Misterbianco , Pater- no , Yiacrande. Static. Per sepes, et pinguia loca, tarn vulcamcae, quam calcareae ditionis quae basini Aetnae circumstant. Descriptio. Radix crassa , subUgnosa , perennis, fi- brosa, alba, multiplex, orta e rhizomate horizontalis pa- tentissinia et quotannis augescit , sursum emillit turiones sen surculos altiles, valde crassos, angulosos , subflexuo- sos inferne squaniosos, squamis elongatis, albis diflluis, gcnimiferis, superne rnbro-aut fusco-virides, deinde gem- mae abeunt in ranios ascendentes , ct turiones in caules , lum caulis angulatus , erectus 2-4-pedal. contortus aut arcualus, extensus. Folia sparsa crassa, solilaria, vel duo aut tria, tetragona , canaliculata , ac nervosa crecta, aut recta a semis ad duos pollices longa , acuminata , glau- co-virenlia , mucronata, pungenlissima, ad basim stipula- ta, slipula albido-scariosa, foliis simillima. Flores pluri- mi fasciculali , bracteati , braclcolis albo-membranaceis ; pedunculati , |)cdunculi breves albi apice incrassati , et arliculali ; perigonium tubo albo , basi incrassato et ar- ticulato; laciniae sex, tres exteriores patentes , tres inte- riores subaequales flavae. Stamina sex basi laciniarura inscrla, filamenta alba, antlierae pellatae flavae. Pystil- — 373 — lum unum albimi , ovarium Iri^onum turbinatum , stylus tilindriius , brcvis , stigma Iriiidum. IJacca cacrulcscoiis aut sublusca, spbaerica uni aut trilocuiaris. Pciuiir|iiiim pulposuni. Semen unum aut Iria; testa nigra, endojilcu- ra alba, albumen durum, embryo minimus. Usus. Etsi turioues sint duriusculi , tamen apices gcmmiferi comeduntur. rtij; mmR) •:i;' TABlLAKim EXPIICATIO TABULA I. ,;■!!. ^i'': ..V. J .A \ ASPARAGUS /ETNENSIS TORN. A. Planta liabilu suo parliiiin loneiliKlinc el iiiauini- tuoinc omiiino natiiiali. Caiilis viri;aliis loliosiis , folia fa- sciculato-slcllala |iaii(a , a hasi ad apiccm sparsa , (i-7 liii. loiiga , liiicaria el aciila, iion Sjiiiiosa. B. Eadoni planla slalione luimida cl iinihrosa oila, quae iiiinia cxililatc |iarliimi dii;ii(is(iliir , iicc variclas dici polcsl ; lolia loiiuissiiiia , lilddiniia .')-(! lin. loni;a , taulis exilis , al(|iic ereclus. (/. Flos liei'inaplirudiliis auctiis , scxpartiliis laciiiiac allcniatiin sidiaeqiialcs : slamiiia sex , pisljiluni iiiiicnm , sligma Iriiidiini : lnl)iis laciniis perigoiiialihus loiiii;ior, l)asi arliiiilatus, pediiiuidiis brcvis. n'a'a' . Florcs apcrli solilarii aiil ijoniini propria ma- {^niUnliiio. u"(i'(t". Floros claiisi ciirvali, aiil surrccli, laciniis subaorpialiliiis. b. Fniclus paniiu auclus turn ])origonio persislcnte, — 378 — laciniis lineola viridi instruclis, lubo perigoniali , et pe- duiiculo. h'h'h' . Friictus natural! niagnitudine. c. Semen pisifornie, propria niagnitudine, unibilico, radicuia, at(pie funiculo. d. Duae laciniae perigoniales una ex externis major, altera ex inlernis minor lenle vitrea auctae. e. Pistj'llum, gcrmine trigono, stylo cilindrico, stigmate trifido. /'. Stamen valde auctnm, fdamenta a|)icc acuta, basi dilatala, antliera pelloidea apice acuta, basi sinuata. (J. Stamen auctum. h. Caulis virgatus erectus. h' . Caulis ramosus tenuis. i. Stipula seu squama ad ramorum axillas apice acu- minata et scariosa, basi acuta, recta, spinosula. pp. Stipula seu S(piama ad foliorum axillas, alba. scariosa, et caduca. , '.'■'n\ ■ (■' 'tj; 'i -•/ , /: :!:;ij;; ;;!■) iiv TABULA II. .-•■'■' i j','v)r. .111! ; - ' ASPARAGUS BREVIFOLIVS TORN. A. Species habitu suo , et partiura niagnitudine propria. a. Flos auctus apertus tribus laciniis externis nia- joribus, tribus interioribus minoribus acutiusculis. Stamina sex laciniis sublongiora , pistyllum unum, stigma trifidum. a'. Flos monoicus niagnitudine propria. a"a"a" . Flores in aestivatione gemmula ovulata , tubo elongato basi arliculato, pcdunculus brevis. ft"'. Flos parum auctus ac clausus , cum laciniis acutis apice apertis. J : .iij ;; !;i« V, b. Dacca spbaerica magnitudine propria cum peri- — 370 — gonio pcrsistenlc , laciniis lincola viridi instruclis, luho I'longalo , el pcdimciilo hrevi. h'Uh' . llacca arciialu-cornua , aul crccliiisciila aiil erecla , cum jiediiiiiulo , liilio cl laciniis pcrsisleiililius. c. Semen nigrum cum funiculo ah umhilico ail ra- diculam. (/. Lacinia grandiuscula ol niiimscula uli in pcrigo- ' nio vidonlur. e. Pislyllum trigonuni lurbinaluni, stylus unicns, ci- lindricus, slignia Iriliduni. f'.ij. Stamina aucla cum lilamcnlis hasi dilalalis, an- llioris pcllatis, basi sinuatis, apice acuminatis. h. Canlis virgalus, teres, contortus. h' . Caulis ramosus tenuis. i. Slipnla ramorum inferne acuta , dura , pungens , supernc acnminala memhranacea. mm. Folia fasciculata, hrcvissima lin. unam longa, pungenlia a Lasi ad apicem ramorum sparsa, acerosa. TABULA III. ASPARAGlfi Vinil.ACANTUtS I.K. .1. Plaiila lialiilu sun, caule, ramis, foliis, lloribus, i't fruclibus nnlurali magiiilndiiic. umin. Flores aperti pendentes aul erccti, perigcniio sexpartilo, laciniis aeipialibus rotundalo-acuminatis, antlie- rae (juandocjiie exerlae. hUbh. Flores in aestivatione ovales alii j)endentcs alii erecli, laciniae pciigonii conniventes, tubus et pedunculus circa medium arlicniati. cccc. Folia fasciculala 9-15 acuniiuata , acerosa . trianiiidala dense-viridia 2-3 lin. loniia. (idd. Spinula llava acuta dura in luliorum exlrcniitatr. — 380 — eee. Bacca fusco-nigresccns rotunda, pcrigonio sex- partito et itcdunciilo persistenliljus. f. Flos valde auctus ; pcrigonium sexparlilum , sta- mina I)asi laciniarum inserla, anlhcrae pellalae, Lisulca- tac, pislillum turhinatuni, tricuspidatum, stylus subcilin- dricus, stii^nia trignnuni. " ,.; (J. Lacinia rodundato-acuminata. k. Laciniae aequales. ' ' i. Flos in aeslivalione naturali niagnitudinc, cum pe- dunculo. ;. . k. Flos disscctus, naturali magnitudino partium. I. Dacca dissecta suhsphacrica .... m. Cum ])ericarpio pulposo, biloculari, loculis mo- nospcrmis, semina ovoidca. 000. Stipulae ad basim ramorum apice membranaceo acute i;>; ]jp. basi acuminatac spinosae. -a • »" TABULA IV. A. ASPARAGUS ACVTIFOLIUS LlJi. A. Planta ex vivo depicta, naturali magnitudine par- tium. h. Caulis frutescens cilindricus. ■ .■*-/ h'. Ramus virgatus, ramulis alternis subdivisus. i. Slipula ramorum basi spina rellexa, apice meni- branacea acuminata. a'a'a' . Flores monoici aut hermapbroditi erecti ; la- ciniae sex tres extcrnac majores , tres internae brevio- res ; stamina laciniis breviora , alicpiando exerta ; pedun- culus et tubus foliis equilongi, aut breviores. a"a"a". Flores aestivatione solitarii , "emini , aut — 381 — tres, ii;ommiila sphaerica aiit ovoiilea , UiLus lililonnis clongatiis Lasi articulaliis |)C(luii(iihis brcvissiimis. bhit'. IJacca pcdiiiiciilo mihiiilc aiil ciirvalit. minm. Folia lasciriilala 7-!) iiiat'cjualia, acuininala, accrosa, i»ungoiilia i-l liii. loiiga. B. ASPARAGUS TENCIFOLIVS LR. B. IManla liaMtii siio ol ]»arlil)tis ox vivo. (I. Flos laciiiiis rcvoliilis, el piirliliiis dixliiictis. a'. Flos solilaiiiis, perii^onio soxparlilo laciiiiac ox- ternac Ires lalioros , Ires iiilcrnae aiij^iisliorcs ; slamiiia sex latiniis subaequalia, ac basi earum insorta; i)isl\lliiiii unicuiii. a"(i"(i". Florcs in acslivalioiic jiciiiimila ovoidoa, tu- bus ct |)0(bincu!us ullra medium arliculali. «'". Flos apice aperlus, laciniae slaminiiius, o[ pi- slyllo lonj^iusculae, pedunculus et lulms ultra medium ar- liculali. b. Kacca cum perijionio jtersislenle ct peduneulo ultra medium arliculalo ; laciniae persislentes sunt lineola viridi in medio iu)lalae. c. Semen niijruni ciuu I'uuiculo laterali exlerno et radicula. e. Pislyllum Iriiioninn, stiiiiua tiiildum. fl. /'. Stamina pelloidea , lilamcnia liiisi laliuscula, autlierae basi sinualae, apice aculae. Iiil'oveolatae. (/. Laciniae inaecjualcs, cxlcrnac majores, internac minores. Ii. (laulis viriiatus ulaber. h' . IJjwuus viiidis viriialus, erectus slipnlatus. i. Slipula superne acuminata membrnnacca scariosa, infcnie acuta duiiuscula. ilTl ACC. vol. .111 49 — 382 — mmm. Folia fasciculata, linearia, acuminata, mollia 2-3-lineas longa. :;..;■ C. ASPARAGUS INARIMENSIS TORN. C. Planta habitii suo, et parlium magniliulinc. a'. Flos apcrtiis trihiis laciniis exlcrnis grandiuscu- lis, tribiis iiilcriiis angustioril)US acuminalis, stamina sex laciniis sublongiora et earum basi innata , pisljilum tur- binatum, tubus clongatus cilindricus basi arliculatus, pe- dunculus brcvis et apice iucrassatus arliculatus. a"a". Flos in proanlhesi cilindricus, tubus longus, |)eduuculus brevis. h. Caulis vir"atus subli^nosus, subcilindricus. h' . Caulis ramosus virmitus crectus foliosus a basi ad apiccm. i. Stipula persistens, basi acuta spinosa dura pun- gens apice acuminalo-membranacea. mm. Folia inaequalia fasciculata tres et quatuor lin. longa, accrosa pungcntia cum acumine duro dixtincto. TABULA V. A. ASPARAGUS ACUTIFOLIUS LIN. Var. B. INTERMEDIA TORN. A. Planta naturali habitu, et partium dimensione. a. Flos apeiius laciniis tribus externis majoribus, in- ternis minoribus, tubus duj)lo laciniis longus, stamina sex erecta , anlliciae pelloideae, pistjllum unum, stigma tri- fidum. a' . Flos apertus ad axillas foliorum, stipula albo-sca- riosa suffultus. . , ...... — 383 — a"a"o''.Flns in aoslivalionc scu in "oinniula. ft'". Flos in gcmniula apicc tiperlus, nalurali inagni- tudine. b. Bacca sphacrica, pciijionio pcrsislcnlc scx-fido, , laciniae in medio linealae , liibiis clungatus , peduncnius brevis. b'b'b' . FriKliis ai'cualo-ccrnui cum lubo pciii^unii Ion- go et brcvi peduncido. c. Semen subs[)hacricuin, cum radicula et I'linicnlo extcrno. d. Laciniae duae, externa major, interna minor. e. Pisljllum turhinalnm tricoslatnm, stigma Irilidum. f.;/. Stamina lilamontis basi eiargatis, apice pella- lis , anliierae acuminalae , basi sinualae. mmm. Folia fasciculata inaequalia acuminata , ace- rosa, dura, pungentia. B. ASPARAGUS ACVTIFOLIUS L. Tar. c. AinoriRiDis torn. B. Planla babilu sno, et parlinm magniludine pro- j>ria. «'. Flos aperlus, ercctus, pednnculus brevis, tubus pcrigonii elongalus, laciniae externae majores, internac pa- rum breviores; stamina sex laciniis parnm Itreviora. a"(i"-.S-liii. longo. (/. Lacinia dixtincta, apicc quandotjuc roluudala basi acuminata. k. Caulis virgatns subligiiosns. /t'. (laiiiis raniosus siibain;ulosus. i. Slipula ad raniorum axillas basi acuminata sca- riosa, brevis, apicc ni('iid)ranacca adprcssa acnniiiiala. mm. F asjsaoa I.MRODIZIOIVE .... . Pas?. 321 I'iirlc Filologica . )i 330 Pars riiyloyrai)liica i) 342 Asi)anigeac » ivi Asparagus ); 344 Sectio I." Inormes )) 345 1. Asparagus Actncnsis . B Ivi 2. Asjiaragiis Ollicimilis . )) 348 3. Asparagus Teuuilblius )) 353 Sectio 11." MucTonati . )i 356 4. Asparagus IMiyHncaiilluis )) ivi 5. Asparagus lir('\ifuliMS )) 359 C. Asparagus Aculifolius ; 362 Var. li. lulcruiodia . )) 366 Var. (]. Allidviridis . )) 367 1. As|)aragus liiariuu'nsis )) 368 8. Asparagus Alhus » 370 9. As|}aragus Hiuriiliis . 1) 373 Explicatio Taluilaruiu . » 377 Tal.ula I » ivi Tabula II )) 378 Tal.ula III )) 379 Tal.ula IV ) 380 Tal.ula V ;; 3S2 Tabula VI ); 384 Tabula VII )) 385 ERRORI CORKEZIONI Pag. 343 lin. 20 Reichebach. K 343 » 22 acquale (( 346 » 26 stigma (( 347 » 32 umido Reichenbach. aequali stigmate humido '/://:/ /^te/r:y S^^7^/a ' a^a/f^ra TM// JtY/^i/f/Af Pie^0 ZJy^/a */h/ rrrn ^r^.?* 7'AI /// /;//// M^AtUM' Pie/rc /^/i/iA'/'/i'nWf'-.^: 77/ /' ■'■^/:->Av /a,^7S4l''a'W*m' /;//'// .4:'f.ti.1'//0 /^i/'t^c y.^zvj/^ at' I ,.-■ ^u.-.'.j z://'W 3^23222 Relazinno doi Travaijli Sfionlifici csopiiiti noil' anno \XXI dcl- I Accatli'niia (iiocniu di Sticnze .\atiiiali in (Catania, scritla dal Scgrotario Gcneralc della niedt-sinia Francesco Tor- nal)pne Casincsc ...... Pag. 1 Cenno sopra nn ca-^o di Moccio acuto neiruomo osservalo nello r«|ic(lalc S. Marco di (laUinia, del Socio corrispondentc An- lonino (hsind di Giaciiino . . . . . » 43 Esposizionc di un caso di Estraordinaria Focondita Miilicbre ovvero di vcnlidiic ■rravidan/o j;oniclle successive, per il Socio corrispondcnle I'a(d(i licrrella GiiiilVida . )) 73 Menioria suiia Aonicndaliira r.iiiinica del !>.' Gactano de Gae- tani, |)r()IVss(]n' di Kisi( i)-' > J? :2si^ ^yE|| JiM 3^^ ^^vK i 9^H i^^^ ^1 » ^mj [1>1>D ^ D L^' .,-.^-^