- dat + ALT ae È dati D& prg ogg eE fi pata rnegra oe t LA E EI ®% CORI | Pa RARO. * TP qu AAA a ; r It RARO ei POTE retti CRE + cade Watt ida ARL PRA a IA n cali tarsia) VIAL EUGG è HE Qt | CR RANE TT ASH Wluss De RUEaRazo ua nai La avra O RE Ria CNTAII CANI 00 nl ii gt PASTI ee de rr N04 dé‘ p° fr VA le. PRIN : Ì scr A IL v) dd sli ati \A "© nda (IL ì ppt nr ; Lidi Al LU NQ \, 1) È $P.d.°* 24 >» 1 TIA A EST ‘4 ay SL ALIA do A pers Sl AATAIATÀ HA sot l Via ID ap +9 Y @ 91 \ Il Mi ici pr MAZARL TAN AL ARAN HFTITT prrnaq PARRA [HO GRIN sive yen? menill}i 1 bi MERA ARTAA O» AL LATI] RI LI “ ALI da STE: so VAT ili ALZI NE Ml NERA RANA META, guenti MA] ppt Lil f LL IAT Moerretta TN pic LITI. "raffit | bd Tea °° a_i i) LEPRI DL n° DÀ VOCI AVIDO i Vani TT PISA 9, I TE, VENRETOZA SUNT ci ag iù | saga ftrrnani If. I] bi V 4 Vu Ma La I rar LIPR v. 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Va iu legga PERITI, Intl a av II ESA i e VA i “ Paroo - VALI n SAVUL de ve RATTI TANT SM AAA Wi pi e ALI PASTI SERI saga eg AANA TAI a TIP svartl no RA Ro I U AU gna ves, ita Aptaso } ! pervr” ps DPI PAT YO, SNONONTTA TTI srébyi ; GR SETA SITTI ur» " = n ET TTT: to MSI <> IIa È: CL) sosta sN ar il get MOGLI N SACRI VO gl Wi «UT . IT dad DAL POLIS SEN Ren LA TL AUOTII DS A (TÀ na E = RIOT MAELem Sapio mie mrmaii etiaica "rovini; { \ fine 4 Ai x SO UT È 3 E da o AN, Mata Add 03505 (UT RstCI GUAIO Pod SE ALI val > Mn, PALLITIEL ATI TEITI{(I1 LAUT TIAUT IU 9 Met nen. y x Veg ci AL di Ti Sa - ail n SVOGALOAt) fi9O nm AR A - ; 0g dgr 9. BEL FETTA TO LATINI PRI PE, 4 AS JI "aux K fr. My "a Î "alta dui C. D.: Indice -decimalo, 5o(062 (45.421). "VAFFAIA ATTI SOCIETÀ DEI NATURALISTI DI MODENA Serie III - Vol. XV. - Anno XXX. 1896-97 IN MODENA COI TIPI DI. G. T. VINCENZI FE NIPOTI Librai-Editori sotto il Portico del Collegio 1 898. sont ls lr ris e AUG CHI Heft | CARI C. D.: Indice decimale, 506 (454). ACHE DELLA SOCIETÀ DEI NATURALISTI DI MODENA Serie III - Vol. XV - Anno XXX. 1896-97 IN MODENA PRESSO G. T. VINCENZI E NIPOTI Tipografi-Librai sotto il Portico del tollegio IiSIO SÌ LOT RENDICONTO DELLE ADUNANZE ADUNANZA GENERALE DEL 26 APRILE 1396 Presidenza del Prof Dante Pantanelli Presidente. La seduta è aperta alle ore 11,20. Presenti Chistoni, Della Valle, Mazzetti, Mori, Namias, Pantanelli, Picaglia e Zannini. Letto ed approvato il verbale della precedente tornata il Presidente commemora con opportune parole i compianti colleghi Prof. Dott. Cav. Curzio Bergonzini e Prof. Dott. Comm. Eugenio Giovanardi ricordandone le pubblica- zioni ed il valore scientifico. Il Segretario riferisce intorno a due lavori presentati e cioè: Fiori Prof. Andrea <« Revisione delle specie del Genere Abax » e Moretti-F'oggia Dott. Amalia < Piante spon- tanee del Bosco Fontana presso Mantova >». Di tali lavori si de- libera la pubblicazione negli Atti. Intorno alla gita annuale sono messe innanzi tre proposte :s una che ha per obiettivo « I Sassi della Rocca » — la seconda « S. Martino ed il Lago di Garda » — la terza « Curtatone e Montanara ». Dopo breve discussione è accettata 1’ ultima, e viene delegata la Direzione a. stabilire il giorno e le modalità della gita. Dai Soci Pozzi, Picaglia e Goldoni viene proposto a Membro Ordinario il Sig. Rangoni-Macchiavelli Marchese Giu- seppe che viene accettato. Aperte poi le urne per la nomina della Direzione e fatto lo spoglio delle schede dai Soci Namias e Picaglia, sono riconfermati E) Se, ;l Prof. co ObustONt | . a Segretario il Prof. Lurer PICAGLIA ad Archivista V Ing. Luigi Pozzi Cassiere il Dott. Lurei MESSORI. La seduta è tolta alle ore 12,20. IL PRESIDENTE DANTE PANTANELLI. | CURZIO BERGONZINI Il Prof. Curzio Bergonzini sorti i natali in Modena il 29 Marzo 1851: ultimati con lode gli studii classici, si inscri- veva nel 1867 alla nostra Università e nel 1873 riportava con plauso la laurea in medicina, presentando bellissima tesi sul- l’ elmintologia. Appena laureatosi, nello stesso anno fondava la Società Me- dico-Chirurgica di Modena, della quale fu più tardi Cassiere e Bibliotecario. Prima, Astante dell’ ospedale (1875), poi Assistente del Prof. Alessandro Puglia nella Clinica Medica (1876) e successivamente Medico condotto della Compagnia di Carità per la città di Modena (1877) egli disimpegnò questi incarichi con generale soddisfazione. Fu più tardi Assistente alla Cattedra di Zoologia ed Anatomia comparata (1877-81), ed ebbe in quest’ occasione a sostituire più volte il Prof. Carruccio, titolare di quello insegnamento, con pieno gradimento del Professore e della scolaresca; e col Professore stesso e collo scrivente cooperò allo studio e riordinamento delle collezioni. Colla venuta del nuovo insegnante di Zoologia, Modena si ebbe pure un giornale di medicina, che il Prof. Carruccio seco trasportò da Firenze la Rivista di Scienze mediche e naturali (già chiamato La Sardegna medica e più tardi Lo Spallanzani): nella redazione di questo giornale fu collaboratore indefesso il Bergon- zini, il quale vi pubblicò numerosi lavori originali e molte re- censioni. Conseguita nel 1881 presso la nostra Università la libera do- cenza in Anatomia comparata, vi tenne un corso di Istologia nor- male e comparata, il quale fu frequentato volontieri e con assiduità SS sn £ dalla scolaresca, che grandemente profittava degli insegnamenti da lui dati con molta ‘chiarezza e con vedute scientifiche ispirate a moderni concetti. La libera docenza in Anatomia comparata gli valse l’incarico dell’ insegnamento di Anatomia Pittorica nel R. Istituto di Belle Arti (1882), come le molte sue pubblicazioni di medicina e pato- logia gli valsero più tardi quello dell’ insegnamento della Pato- logia generale nella nostra Università (1889). Ingegno pronto, versatile, egli aveva larga coltura e teneva dietro con amore ed assiduità ai progressi delle discipline scien- tifiche; della conoscenza delle matematiche e della fisica si giovò in moltissime sue pubblicazioni e gli tornarono di grande utilità allorquando, intento più che altro ad aiutare la Scuola normale « Tarquinia Molza », egli assunse l’ insegnamento delle scienze fisiche e naturali in quell’ Istituto. Nel 1876 entrò nella Società dei Naturalisti di Modena della quale diventò poi Segretario dal 1888 al 1891. Nel 1892 fu nomi- nato Membro dell’Accademia Modenese di Scienze, Lettere ed Arti. . Fece poi anche parte dell’ Accademia fisico statistica di Mi-_ lano, della Anatomische Gesellschaft, della Società Italiana di Scienze Naturali e dell’Associazione Medica Italiana, della quale ultima Società fu anche Segretario. Prese parte attiva alla riunione dei Naturalisti Italiani a Va- rese (1878) e a diversi congressi dell’Associazione medica, anzi in quello di Modena copri la carica di Segretario generale. À ri- meritarlo poi dell’ opera intelligente da lui spiegata in tale cir- costanza il Ministro Guido Bacelli, a cui erano ben noti i meriti scientifici, l’ attività, lo zelo di Curzio Bergonzini, lo fece nomi- nare Cavaliere della Corona d’ Italia. Nè solo dimostrò I’ operosità sua nel campo scientifico, che «anche nelle amministrazioni pubbliche egli portò un contributo di saggi consigli, volti a pratici ed efficaci risultati. La Società Operaia lo ebbe a membro del Consiglio e della Direzione ed ivi apportò serie riforme; come pure di molto gio- vamento alla locale Congregazione di Carità trovò 1 opera. sua, allorchè, nominato Consigliere di quel caritatevole Istituto, compilò e fece approvare un ben inteso regolamento ospitaliero, ispirato a moderni concetti e a sagge norme economiche. Nè di minore utilità riuscì il suo ingresso nella Giunta del Municipio di Modena (1892-95), di cui fu più volte Consigliere . (1889-95). Come Assessore alla pubblica Igiene egli, si può dire, — VR creò l’ufficio locale d’igiene, al quale stava per annettere un ga- binetto bacteriologico cui poi avrebbe dato quell’ indirizzo pratico che la competenza speciale per gli studi fatti gli suggeriva. Impiantò anche presso l’ Ospedale congregazionale un Labo- ratorio di microscopia e chimica clinica, al quale accorrevano per esercitarsi molti studenti, ed a cui ricorrevano volontieri i medici per analisi ed osservazioni microscopiche le quali nel 1891, am- montarono al numero considerevole di 675. Assai colto e dotato di grande memoria egli poteva dirsi una biblioteca ambulante di medicina, ed agli studiosi suggeriva le monografie da consultare apparse sui giornali medici molti anni avanti. Il latino, il greco e diverse lingue moderne conosceva assai bene e di queste si giovò nei suoi studî. Collaborò in parecchi giornali cittadini politici, letterari ed umoristici serivendo articoli di vario genere, e fu anche poeta facile e gentile. Ma la sua attività fenomenale, e come altri disse quasi mor- bosa, gravemente gli andava logorando il sistema nervoso; si che egli ferito nell’ amor proprio da responsi che lo colpivano, ben crediamo a torto, e come pubblico amministratore e come scienziato non potè resistere ai disinganni e miseramente in breve volger di giorni moriva (7 febbraio 1896) dopo aver smarrita quell’ intel- ligenza che in ogni circostanza aveva dimostrato così lucida e ben equilibrata. ; Ogni ceto di cittadini ne pianse la morte immatura che fu vero danno per la nostra città: e a perpetuarne il ricordo valga meglio di ogni altra cosa la serie varia e numerosa dei lavori da lui pubblicati nei venti anni di sua operosa vita scientifica. L. PICAGLIA. — VI — BIBLIOGRAFIA Sovra un mezzo pronto per fissare le linee nello strumento del,Marey — in « Rivista di Scienze Mediche e Naturali » An. XI — Modena. Tipografia Vincenzi, 1873, (p. 340 e seg.). x Sopra l’ anestesia locale mediante l’acido fenico, l. c., An. XII., 1374, ( p. 118-123). Della microscopia delle urine, l. c., (p. 145-159; 193-214). Sull’ esame degli espettorati — Studî teorico-pratici, 1. c., An. XIII, 1879, ( p. 316-825; 350-383: 459-462; 490-501; 539-547. Sopra un caso di obliterazione della vena cava ascendente — Osservazioni e considerazioni cliniche, l. c., An. XIV, 1876, (97-107). Resoconto degli ammalati curati nella clinica medica diretta dal Prof. Alessandro Puglia, 1. c., (p. 337-348: 383-396; 433-440; 490-497). Un caso di malattia del Meniére — Nota, l. c., An. XV, 1877. ( p. 321-330). Resoconto degli ammalati curati nella Clinica medica della R. Università diretta dal Prof. Comm. Puglia nell’anno scolastico 1876-77, I. c., 1877, (p. 385-393; 433-442; 481-500; 529-540). Alcuni usi terapeutici del cotone — Nota, in « Lo Spallanzani, Rivista di Scienze Mediche e Naturali », An. VII, 1878. Modena, Tipo- grafia Vincenzi, 1877, (p. 111-115). Dermatite cangrenosa disseminata — Nota clinica, 1. c., (p. 307-312: 367-880). Contribuzione allo studio istologico del sistema osseo nei Vertebrati (c. 1 tavola) — in « Annuario della Società dei Naturalisti di Mo- dena », Serie II, An. XII. Modena, Tipografia Paolo Toschi e C., (7-26). I Bacteri — Studio, 1. c., 1879, An. XIII, (p. 19-100). Sulla struttura istologica della mucosa stomacale ' del Myoxus avellana- rius L. — Nota, Il. c., (p. 127-129). Nuovi studi ed esperimenti sui Bacteri, l. c., (p. 161-179). I Bacteri — Studî critici sperimentali, in « Lo Spallanzani &, « An. VII, (p. 239-296; 349-355). Alcuni dati statistici sulle malattie acute manifestatesi nei Soci della Società operaia di Modena durante l’ anno 1877, 1. c., 1879 (p. 244-252). ATO Digi ae Sul modo di agire di alcune cause che ritardano la putrefazione — Studî sperimentali, l. c., 1880, An. IX. (p. 272-283). Sulle glandole salivali degli Helîx — Osservazioni, l. c., (p. 406-411). Di alcune questioni che riguardano i Bacterii e i loro effetti sull’ orga- nismo — Nota sperimentale, l. c., 1881, An. X, (p. 180-183). Intorno all'influenza dell’acqua potabile nella genesi della febre titoidea, 1. e., (p. 70-84). Singolare affezione dei peli del labbro superiore, l. c., An. X, (p. 361-363). Nuovi studi sperimentali sopra la presenza dei Bacteri nei terreni vegetali — Lettera alla Direzione dello « Spallanzani », l. c., (p. 601-606). Sopra un nuovo Bacterio colorato — Nota, in < Annuario della Società dei Naturalisti & », An. XIV, (p. 149-188). Sul Mioxus avellanarius e sul letargo dei Mammiferi ibernanti — Nota, I. c., (177-204). . Sopra un cranio di Odobdaenus rosmarus Malmg. esistente nel Museo di Anatomia comparata della R. Università di Modena — Nota (ec. 1 tavola), 1. c., An. XV, (p. 218-232). Sopra un caso di agarofobia, in « Lo Spallanzani » An. XI, (p. 64-68, 130-134, 197-200, 288-292, 379-383, 493-496, 535-598). Catalogo dei Protozoi raccolti nel Modenese con appendice sui Flagellati, in « Atti della Società dei Naturalisti di Modena » — Rendiconti delle Adunanze, Serie III, vol I, 1882, Modena, Tipi di G. T. Vin- cenzi e Nipoti, 1883, (p. 19-28). Sinossi delle lezioni di istologia comparata generale tenute nella R. Uni- versità di Modena, in « Lo Spallanzani &, An. XI, (p. 288-292; 319-383; 483-496; 535-558 ). Sull’ uso del cloralio e del fenolo nella tecnica microscopica — Nota, l. c., An. XII, 1885, (p. 196-200). Caso di cisticerchi multipli in una donna — Nota, l. c., (p. 316-320). Introduzione allo studio dei Bacteri — Nota, l. c., (524-557) — L. c., An. XIII, 1884, (p. 20-41). Osservazioni sulla vita e lo sviluppo di alcuni Protozoi (c. 2 figure), in « Atti Soc. Nat. Mod. », Memorie, serie III, vol. II, An. XVII, (p. 1-13). Catalogo dei Protozoi raccolti in Modena e suoi dintorni del Dott. Curzio Bergonzini, 1. c., (p. 71-80). 4 Intorno ad un caso di Cisticerchi multipli in una donna, l. c., Rendiconti delle Adunanze, Serie III, vol. I, 1882-83. (p. 79-81). Sopra alcune particolarità della’ struttura microscopica della pelle del glande (c. 1 figura), 1. c., vol. II, 1884-85, (p. 158-164). Sulla struttura dello stomaco dell’A/lcedo hispida e sullo strato cuticolare (corneo) del ventriglio degli Uccelli — Nota, l e., Memorie, Serie III, vol. IV, An. XIX, 1885, (p. 1-13). Sopra l’uso dell’ atropina in alcune affezione degli organi respiratorii, in « Gazzetta degli Ospedali », 1885, (n. 39). RR Sopra una tenia Scolichiala 1. e., Rendiconto delle Adunanze. — Spora II, vol. III, 1886-87, (p. 45-49). L’ LI dell'anatomia nelle arti figurative — Discorso letto in oc- casione della premiazione degli Alunni del R. Istituto di Belle Arti — Modena, Tip. Vincenzi, 1886. Sopra una tenia seghettata — Comunicazione, in « La Rassegna di Scienze Mediche, Organo ufficiale della Società Medico Chirur- gica di Modena » An. I, Modena, Tip. G. T. Vincenzi e Nipoti, 1886, ( p. 309-313), Sulla struttura della pelle del glande, l. c., (p. 15-21). La riproduzione cellulare (Carcinoma — Scissione diretta — Gemma- zione) — Lezione, l. c., An. II, 1887. (p. 249-257). Contributo allo studio della spermatogenesi. nei Vertebrati — Nota, in < La Rassegna ecc. », An. III, 1888, (p. 337-345; 419-425; 462- 468 ). Contribuzione allo studio della spermatogenesi — Nota (c. 5 figure in- tercalate nel testo), l. c., (p. 62-68). Spermatogenesi in alcuni Mammiferi — Nota (c. 1 tavola), in « Atti Soc. Nat. Mod. », Memorie, Serie III, vol. II, An. XXII, ( p. 122-144). Sulla ricerca dei bacilli tubercolari negli sputi —, Nota, in « La Ras- segna &., An. IV, (p. 49-52). Sulla respirazione ad aria calda coll’ apparecchio di Weigert, l. c., (p. 264-267 ). Contributo allo studio dei microbi nelle nefriti — Nota, l. c., (p. 394-401). Contributo allo ‘studio della struttura e delle alterazioni extravasali dei globuli rossi del sangue — Nota (ce. 1 tavola), in « Atti Soc. Nat. Mod. », Serie III, vol. VIII, An. XXIII, (p. 140-173). Bacteri riscontrati nelle acque della Salsa di Nirano, l. c , 1390, (p. 65-68). Sopra alcuni metodi di colorazione multipla in istologia — Nota, l. c., vol. IX, An. XXIV, ‘p. 59-62). Contributo allo studio della struttura e delle alterazioni extravasali dei globuli rossi del sangue — Nota, (c. 1 tavola), in « La Rassegna &, An. V, (p. 1-17; 49-61). Studi bacteriologici sull’ influenza — Nota, l,.c., (p. 115-124). Contributo sperimentale allo studio dei mezzi che l’ organismo oppone all’ influenza, l. c., (p. 951-568 ). Tie convulsivo e paramioclono multiplo — Nota, l. c., An. VI, 1891, (p. 20-34). Sopra i così detti organismi caratteristici del cancro (Corpuscoli fuesina di Russel), 1. c., (p. 97-106). Sul valore antisettico e sull'azione fisiologica del violetto di metile — Studio sperimentale, l. c., (p. 133-161). Osservazioni sugli annessi fetali di due embrioni umani di 13 e 15 mil. limetri di lunghezza — Nota, (c. 1 tavola), 1. c., (p. 373-388). Sull’ azione preventiva contro il carbonchio del siero di animali immuni — Nota sperimentale, l. c., ( p. 437-444). ia : — Ueber das Vorkommen von granulierten basophilen und acidophilen Zellen im Bindegewebe, und ueber die Art, sie sitehtbar zu machen in « Anatomiseher Anzeiger Centralblatt fiir die gesamte Wis- senschaftliche Anatomie-Amtliches » organ der Anatomischen Ge- sellschaft, VI Jahrgang, Nr. 20-21 — Jena, Gustav Fischer, ( p. 595-600). I Micrococchi — Saggio di ordinamento e diagnostica Bacteriologica, in « Memorie della R, Accademia di Scienze Lettere ed Arti in Mo- dena », Serie II, vol. VIII, Modena, coi Tipi della Società Tipo- grafica, 1892, (p. 359-408). Tavola statistica degli esami chimici, microscopici, bacteriologici eseguiti durante l’anno 1891 nel Laboratorio di microscopia e chimica di- retto dal Dott. Curzio Bergonzini. in « La Rassegna & >, An. VII, (p. 46). Contributo allo studio delle cellule eosinofile — Nota, l. c., (105-118). Sopra un ascesso flemonoso da pneumococco — Nota, l. c., (158-162). Della reazione inflammatoria dei tessuti in rapporto all’infezione — Note sperimentali, l. c., (237-244). Sulle forme degenerative dei globuli rossi e bianchi del sangue — Nota, l. e., (p. 455-462; 509-516, 525-351). Dell’ azione dei micrococchi piogeni e del Proteus vulgaris sulla reazione dell’ urina — Nota, l. c., An. VIII, (p. 137-166). Sopra un caso di elefantiasi — Note istologiche, (c. tavola ), 1. c., 1893, (p. 196-299). Alcune osservazioni sul fungo della tricomicosi nodosa, (c. 1 tavola), in « Atti Soc, Nat. Mod. ». Serie IIL vol. XIII, An. XXVII, 1894, (p. 1-15). Sopra un caso di elefantiasi delle piccole labbra — Nota, in « La Ras- segna » An. IX, (p. 1-7). Sulla struttura istologica delle piccole labbra e del clitoride — Nota, (c. 1 tavola ), l. c., (pi 103-109). Sull’ infarto bianco della placenta (c. 1 tavola), in « Memorie R. Acc. Se. Let. Art. Mod. », Serie II. vol. X, (p. 229-259). Contribuzioni allo studio delle origini e dello sviluppo dei Cisto papil- lomi ovarici semplici, 1. c., vol. XI, 1895, (p. 271-298). Studi sperimentali sull’ emissione del calore nel corpo umano, l. c., (p. 359-408). Bergonzini e RoncHi dott. Ianazro — Due casi di sifilide costituzionale curata colle iniezioni di Calomelano e a tenuissime dosi, in « Ri- vista Sc. Med. », An. XII, 1874. { p. 3518-22). — e Pozzi Ing. Carro — Contribuzione alla Fauna entomologica nel Modenese. in « Annuario Soe. Nat. Mod. », Serie II, An. XII, 1378, (p. 1683-74). | — e'Prcagcra Lurer] — Psittaci posseduti dal Gabinetto di Zoologia della R. Università di Modena, 1. c., 1878, (p. 191-192). = Ue — e Pozzi Ing. CarLo — Sul passaggio della Vanessa Cardui nel Mo- denese -— Nota, l. c., An. XIII, 1879, (p. 141-144). — Passaggio di Farfalle, in « Il Panaro Gazzetta di Modena » An. XVIII, n. 171, 23 Giugno 1379. [— e Carruccio Pr. Antonio] — Un insetto roditore della vite, l. c., An. XX, n. 124, 6 Maggio 1881. — e Tonini dott. GuerieLmo — Intorno ad alcune inoculazioni bacteriche nell’ organismo animale — Ricerche sperimentali, in « Lo Spal lanzani >», An. XI, 1882, (p. 651). — Intorno agli effetti di alcune inoculazioni bacteriche nell’ organismo animale, 1. c., An. XII, 1883, (p. 14-27). — Osservazioni alla nota del dott. Petrone « Ricerche sperimentali sulla setticemia », l. c., An. XII, 1884, (378-79). — e A. Roviani — Sui benefici effetti della Cairina nella pneumonite — Nota, l. c., 1884, (p. 216-229). — e Rriccarpo Frianani — Sul valore comparativo di alenni antisettici — Nota sperimentale, in « La Rassegna & », An. I, (p: 345.355; 398-403; 450-457; 511-514; 537-547 ). — e Srmonini Dott. Lranpro — Sul valore antisettico del iodoformio — Esperienze ed osservazioni. l. c., An. III, 1888, (p. 49-56). — e BoseLtini Pier Lopovico — Le scoperte recenti sulla istologia dei centri nervosi — Lezioni del Dott. C. B. raccolte dallo studente B. P. L, l. c., An. VIII, 1893, (p. 273-282). — La struttura istologica del midollo spinale secondo i recenti studi sul sistema nervoso centrale — Lezioni c. s., l. c., (401-407). — e A. Boccorari — Igiene, in « L’ Appennino modenese descritto ed illustrato (con 153 incisioni, carta geografica, ed 1 geologica) — Rocca S. Cassiano, Licinio Capelli Ed., 1395, (p. 126-139). — e Baccarani Umperto — Della Struttura istologica del cervelletto — Lezione del Dott. C. B., libero docente d°’ istologia raccolte da B. U., 1. c., 1394, An. X, (p. 197-201). Comunicazioni presentale alla Società Medica ed alla Società det Na- turalisti di Modena (1) e pubblicate in sunto nei Processi verbali. Atrofia gialla del fegato -- Avvelenamento per petrolio — Avvelena- mento per semi di ricino — Ernie scrotali — Frattura del-cranio — Idrotorace destro con pericardite pseudomembranosa emorragica Mancanza congenita di movimento in tutti i muscoli della fisono- mia — Mania religiosa con pneumonite — Rammollimento cerebrale — Ristringimento intestinale per entero-peritonite — Studii fisico- microscopici sulle putrefazioni — Sulla tisi polmonare — Tempe: (1) Le comunicazioni fatte alla Società dei Naturalisti sono contrassegnate col segno *. RIN ratura delle malattie 'febrili — Tetano spontaneo — Tumore cefa- lorbitario con esoftalmo — Valore della Uroetrina nelle urine — Valore diagnostico del Nitrato d’ Urea, 1873-74. Cloralio come topico sulle piaghe — Commozione del midollo spinale — Ferita penetrante nel cavo pleurale — Osteoplasma nell’ omero e nella scapola, 1874-75. i Sul Iaborandi, Osservazioni fatte nell’ Ospedale di Modena, 1875-76. Nefrite parenchimatosa, 1876-77. Contribuzione all’ istologia comparata del tessuto osseo — Risposta agli appunti critici sulle diagnosi di dermatite cangrenosa 1877-78. Dati statistici sulle malattie acute manifestatesi nei membri della Società Operaia in Modena nel 1377 — Sulle fibre perforanti delle ossa — Un caso di Taenia mediocanellata, 1878-79. * Alcune considerazioni sul movimento delle amibe. — * Sopra un feno- meno riproduttivo della ,Stylonichia pustulata. — * Sulle vorti- celle, 1881-82. Sull’ efficacia del jodoformio nelle malattie dell’ apparecchio respiratorio (in collaborazione col Dott. Guglielmo Tonini), 1882-83. Sopra un caso di catalessi e sui fenomeni ipnotici presentati da un in- ferma, (in collaborazione col Dott. Gaetano Bruni}, 1883-84. * Donna affetta da cisticerco. — Un caso di sordità verbale 1886-87. Alcune osservazioni sull’ esistenza dei microbi nell’urina normale — Re perto istologico di un cilindroma — [Un caso di] Setus inversus cordis, 1888-89. GA Colorazioni multiple in istologia — Studi sui microbi nelle nefriti, 1389-90 Sull’'immunità artificiale, 1891. Della reazione infiammatoria dei tessuti in rapporto all'infezione. 1391-92 92. (G.). EUGENIO GIOVANARDI. Nacque Eugenio Giovanardi il 19 giugno 1820 nella villa suburbana di S. Faustino su quel di Modena da onesti e poveri campagnoli, i quali coll’ operosità e col commercio sep- pero poi procurarsi onorevole agiatezza. i Compiuta l'istruzione diremo così classica sotto i Padri Ge- suiti, i quali tenevano l’unica scuola pubblica che allora fosse a Modena, passò all’ Università dove si dedicò agli studi medici. Secondo la legge d’ allora limitati erano i posti disponibili in ogni facoltà e si conquistavano con esame comparativo; ora per il felicissimo risultato dei suoi esami nella classe filosofica, egli fu inscritto all’ Università senza bisogno di esame d’ ammissione, onore a ben pochi concesso. In quei tempi nei quali solo il parlar di libertà era delitto, gli studenti universitari, suddivisi fra le principali città dello Stato estense, vivevano sotto la custodia di speciali delegati in case apposite chiamate Convitti e con speciale uniforme. Di Convitti legali eranvene parecchi nello Stato; un solo Convitto per i medici Francesco IV aveva istituito a Modena ed in quello percorse i suoi studi superiori il nostro Giovanardi, il quale nel 1846 riportò la laurea — unanimiter ei cum acclamatione — a pieni voti con lode come or si direbbe. Le disposizioni governative non consentivano allora al lau- reato il libero esercizio di quella professione, e occorreva un corso pratico, alla fine del quale dovevansi dare esami che il Giovanardi superò pure con onore — unanimiter et cum acclamatione — nel 1847. Gli incontestabili meriti del Giovanardi attirarono su lui 1° at- tenzione del Governo, ed ecco a questo proposito quanto serive il « Foglio di Modena » sotto la data del 22 luglio 1847 (n. 609): (ARE —- XV — « Cose di Patrio onore. — L’A. R. del regnante Francesco V, venuta in cognizione che il distinto allievo della medica facoltà di questa R. Università degli studi Sig. dottor Eugenio Giovanardi di Modena è fornito di particolare disposizione ed attitudine agli studi anatomici, come ne fanno prova le molte e belle prepara- zioni da lui eseguite e che conservansi nel patrio museo d’ ana- tomia, si è degnata con grazioso e venerato chirografo del 5 cor- rente mese ordinare all’ eccelso Ministro di pubblica economia ed istruzione, che il nominato giovine sia per due anni almeno man- tenuto a carico del pubblico erario in Bologna, sotto la direzione del valente professore di anatomia comparata cav. Antonio Ales- sandrini, onde si perfezioni negli anatomici studi. « La celebrità del maestro, il cui nome in fatto specialmente di anatomia è sempre celebrato, ed alle cure del quale viene af- fidato il Giovanardi, il sentimento di gratitudine d’ altra parte, del quale deve essere questi compreso verso la Sovrana munifi- cenza, sono argomenti che fanno concepire una fondata lusinga di bella riuscita nello stesso giovine; e così Modena che non ebbe l'onore di possedere il prof. Alessandrini oriundo modenese, potrà un giorno fruire de’ talenti suoi luminosi colle cognizioni che sarà per trasfondere nel Giovanardi. — Prof. GADDI ». I torbidi che nel principio del 1848 scoppiarono in ogni parte d’ Italia ed anche a Modena gli impedirono di proseguire gli in- trapresi studi. I liberali modenesi ottennero dal Duca di poter armare una Guardia Civica, mentre i rovesci subiti dall’Austria lo costrinsero a partir da Modena, lasciando una Reggenza coll’in- carico di preparare liberali riforme. Frattanto fu istituito dalle Guardie civiche un provvisorio Governo, furono armati milizie volontarie, e a similitudine delle altre città fu anche a Modena formato un battaglione universitario, nel quale il nostro Eugenio, di recente tornato a Modena, venne acclamato ad ufficiale insieme a molti professori universitari. Intanto il Governo provvisorio continuando l’opera del Duca lo mandava a Bologna con sussidio di 80 lire mensili, onde com- piere gli studi di Anatomia comparata già intrapresi, pei quali mostrava singolare disposizione; serbò egli fino all’ ultimo particolare amore a questa disciplina, tanto che non volle cedere al Museo di Zoologia ed Anatomia comparata della nostra Università alcuni preparati da lui eseguiti su animali; altri. preparati esistono nel Museo Anatomico di Bologna e questi egli compì sotto la direzione del prof. Alessandrini che lodò molto la singolare disposizione del- i alt hraltteo SOT ARE - A — XVI — i l’ allievo. Il Giovanardi profittò molto delle lezioni dell’ Alessan- drini, e per lui serbò sempre profondo affetto e singolarissima considerazione, sicchè poi più tardi toccatogli in sorte di aprire con un suo discorso l’anno accademico, volle tessere l’ elogio del valente scienziato, del venerato Maestro. i Nelle mediche discipline due erano le laurea che si consegui- vano; in Medicina propriamente detta l’una, l’altra in Chirurgia maggiore, chè ai Chirurghi minori o flebotomi non davasi laurea, ma semplice diploma d’ abilitazione, il quale ottenevasi assai facil- mente dopo un corso pratico. Giovanardi lasciato il corso di Ana- tomia comparata nella Università di Bologna volle completare il corso medico e nel 1850 riportava la laurea in Chirurgia maggiore all’ unanimità e con lode. Dal 1850 al 1859 si dedicò all’ esercizio della professione me- dico-chirurgica, ed ebbe fama di valente; ma però non abbandonò i suoi prediletti studi, sinchè avendo le disfatte patite dagli Au- striaci nei piani lombardi costretto il Duca a ricalcare la via dell’ esiglio egli fu dal Farini, eletto Dittattore per le Provincie Modenesi, nominato dapprima Chirurgo maggiore della Guardia Nazionale e più tardi, ricompensa di lui più degna, sostituito alla cattedra di Anatomia generale. Nel 1860 dal governo italiano fu nominato Prof. di Anatomia patologica, ed ebbe ‘anche l’incarico dell’Anatomia topografica e la Direzione delle esercitazioni pratiche sul cadavere, e più tardi anche quello dell’ insegnamento della Fisiologia insegnamento che egli disimpegnò gratuitamente. Nello stesso anno fu anche nomi- nato Perito ordinario della Curia criminale di Modena. Venuto a morire nel 1876 il suo venerato maestro ed amico Paolo Gaddi, dalla .cattedra di Anatomia patologica passò a quella di Anatomia normale, disciplina questa alle sue aspirazioni ed ai suoi studi più adatta. Finalmente nel 1876 venne incaricato della Medicina legale allo studio della quale con molta passione erasi dedicato fin dai primi tempi ne’ quali era stato assunto a Perito giudiziale. Fu settore anatomico pronto, brillante, finissimo; insegnante chiaro, ordinato ed efficace; investigatore acuto e paziente; perito giudiziale abile e perspicace, lavoratore indefesso e fortissimo sino agli ultimi giorni di sua vita. Era Membro della R. accademia di Scienze Lettere ed Arti di Modena (1863), della Società Italiana di Antropologia ed Etno- grafia di Firenze (1872), della Società dei Naturalisti di Modena Va (1874), della Società Medico-chirurgica di Modena (18374) e della Associazione Medica Italiana (1881). Fu Preside della Facoltà medica del nostro Ateneo pel triennio 1889-92 e Presidente della Società Medico-chirurgica di Modena per ben 3 lustri. A premiarlo della sua operosità illuminata, dalla benemerenza acquistatasi il Ministero della Pubblica Istrùzione conferivagli, ben meritata onorificenza, l’ ordine equestre di S. Maurizio e Laz- zaro (1873) e negli ultimi giorni di sua vita onoravalo anche della Commenda della Corona d’ Italia. L’opera sua disinteressata prestò anche nelle pubbliche am- ministrazioni; nel 1865 i cittadini lo elessero a Consigliere Co- munale, ed il patrio Municipio lo nominò consigliere delle Opere Pie; fece parte più volte del Consiglio sanitario provinciale e di altre commissioni speciali. Dovunque egli portò attività, illuminato consiglio, giusto criterio, illibata coscienza. Sempre ilare e gioviale, dall'occhio suo traspariva la bontà dell’ anima; ai colleghi fu amico, consigliere; agli scolari padre; con tutti buono, leale, affezionato: a moltissimi giovò, a nessuno per propria volontà mai recò danno. La sua vita si spense il 17 Febbraio 1896: pochi giorni avanti egli lavorava ancora nel suo laboratorio, ed agli scolari dettava bellissime lezioni. La sua morte fu quella del giusto, il rimpianto di ogni or- dine di cittadini lo accompagnò alla tomba. L. PICAGLIA. o EI) BIBLIOGRAFIA Ipertrofia straordinaria del cuore destro, con restringimento agli orifizi del medesimo — Nota (c. 1 tav.) in « Annuario della Società dei Naturalisti di Modena », An. II, Modena, 1867, (p. 122-134). Intorno all’ infanticidio — Osservazioni, in « Eco delle Università - Gior- nale scientifico letterario scolastico », An. 1, n. 14 e seg., Modena Tip. Moneti, 1870. [Descrizione degli avanzi mortali di Lodovico Antonio Muratori], in « Relazione ufticiale del Riconoscimento e del Trasporto delle ossa di Lodovico Antonio Muratori », IX ottobre MDCCCLXXII, Mo- dena, Tip. Lit. e Calcog. Capelli, 1872, (p. 7-8). Per la solenne inaugurazione del monumento al Prof. Paolo Gaddi — Discorso, in « Rivista di scienze Mediche e Natnrali », An. XI. Modena, Tip. Vincenzi, 1873. Anomalia di conformazione con parziale degenerazione del fegato — Nota, in « An. Soc. Nat. Mod. », Serie II, An. VIII, Modena, Paolo Toschi e C., 1874, (p. 107-118). Intorno alla fosetta occipitale media — Nota, in « Rivista & » An. XI, 1875, (p. 1-3). Rapporto fra la forma e le dimensioni di una ferita e lo strumento fe- ritore — Osservazioni sperimentali, l. c., (p. 68-81). Esistenza del foro del Botallo in un adulto — Nota, l. c., ( p. 193-204). Perizia medico legale intorno ad una ferita di un ramo del nervo radiale, l. c.; An. XIV, 1876, (p. 296-301). Percosse sull’ Epigastrio susseguite da morte in donna affetta da tuber- colosi polmonare — Determinazione dell’influenza del trauma sul- l’ esito letale — Perizia medico legale, in « Rivista sperimentale di Freniatria e di Medicina Legale in relazione coll’ Antropologia e le Scienze giuridiche e sociali », An. II, Reggio Emilia, Tip. di Stefano Calderini, (p. 442-448). La prova dell’ orecchio in sostituzione alla prova polmonare — Rivista critica, l. c., (p. 478-485). Su di una frattura del cranio — Nota, l. c:, An. III, 1882. (p. 738-741). Intorno ad alcune importanti lesioni cerebrali, in « Memorie della R. Ti È = dee Accademia di Scienze, Lettere ed Arti in Modena », Tomo XVII, Modena, Società Tipografica, 1877, (p. 17-36). Intorno alla docimasia dell’ orecchio — Osservazioni ed esperimenti, in « Lo Spallanzani Rivista di Scienze Mediche e Naturali », Vol. XV, Modena, Tip. Vincenzi, (p. 1-11; 46-66). Intorno ad un nuovo segno per riconoscere se un feto abbia respirato — Comunicazione preventiva, in « Rivista Sperimentale & », An. III, (p. 738-741). i Intorno agli effetti derivati da percosse sulla regione addominale — Pe- rizia e relazione d’ esperimenti, l. c., An. IV, 1878, (p. 179-187). Elogio di Antonio Alessandrini, in « Annuario scolastico della R. Uni- versità degli Studi di Modena per l’anno accademico 1877-78 », Modena Tipografia e Litografia di A. Capeili, 1878. Intorno ad alcune importanti lesioni cerebrali -— Memorie, in « Lo Spal- lanzani & », An. VII, (p. 97-103; 145-154). Intorno agli effetti derivati da percosse sulla regione addominale — Pe- tizia, Relazioni d’ esperimenti, l. c., (p. 445-456 ). Intorno al nervo depressore del Cyon —- Ricerche anatomiche, l. c., An. VIII, 1879, (p. 96-103). Intorno a un feto trovato morto — Perizia medico legale, in « Rivista sperimentale & », An. V, (p. 392-400). Contribuzione alla Dottrina dell’ infanticidio, in « Mem. Ac. Sc. Let. Ar. Mod. », Tomo XIX, (277-304). Perizia medico legale intorno ad una frattura del cranio, in « Lo Spal- lanzani », An. X, 1880, (p. 261-571). Intorno ad un caso di anoftalmia doppia congenita ( mancanza di nervi ottici, atrofia dei lobi occipitali)(c. tavola ), in « Rivista sperimen- tale & >», An. VII, 1881, (p. 244-250). Iatorno ad alcuni importanti casi di ferimenti — Note di Anatomia e Medicina legale, in « La Rassegna », An. I, 1886, (p. 49-55; 97-105; 168-172; 297-308). Su di una frattura del Cranio — Nota, l.c., An. II, 1887, (p. 1-3). Di un cranio scafocefalo ed ultra dolicefalo, (c, 1 tavola), in « Atti della Società dei Naturalisti di Modena », Serie III, vol XIII, An. XXVIII, 1884, (p. 41-44). Comunicazioni presentate alla È. Accademia di Scienze Lettere ed Arti di Modena (1) ed alla Società Medica di Modena. *# Origine della leucocitosi, 1864. — # Caratteri intorno ad un feto nato vivo — * Caratteri intorno alla morte per soffocazione, 1869. Alterazione dell’ organo uditivo di un sordo-muto — Aneurisma generale del cuore — Anomalia del pneumogastrico — Anomalie muscolari (1) Le comunieazioni fatte alla R. Acc, sono contradistinte col segno *. — Cirrosi e melanosi del fegato — Comunicazioni anatomo-pato- . logiche — Diagnosi della pneumonite — Fegato trilobato — Forme degli angoli nelle ferite penetranti nell’ adome — Sulla leuciemia — Tie doloroso, 1873-74. Apertura del ventricolo del setto lucido — Alcune questioni pratiche di medicina legale — Casi notevoli di emoragie cerebrali — Caso di cisti della milza — Caso di nefrite parenchimatosa superata — # Caso di persistenza del foro del Botaldo in un uomo adulto — Intorno -alla fossetta cerebellare media — Ipertrofa del cuore senza lesioni valvolari — Produzione abbondante di pus — Quattro casi di lesioni cerebrali — Sopra i primissimi fenomeni della pu- trefazione, 1874-75. Anomalie anatomiche — Autopsia di un idrofobo — Casi di morte vio- lenta — Caso di dilatazione dello stomaco — Ferita del nervo radiale e sue conseguenze — Particolarità di struttura di alcuni crani esotici — Valore delle echimosi pleurali nella soffocazione, 1875-76. Anomalia muscolare arteriosa — Altre anomalie anatomiche — Caso di suicidio per appiccamento — Effetti delle percosse violenti nel- l'addome — Emoragia vertebrale fulminante — Infanticidio — Lacerazione della membrana del timpano, 1876-77. i Anomalie anatomiche importanti — Comunicazioni di medicina legale: casi di morte violenta — Intorno ad un nuovo segno per ricono- scere se un feto abbia respirato — Perizia medico legale sopra un caso d’infanticidio — Sulla deflorazione — Note di medicina legale, 1877-78. Anomalie sulla vena cefalica — Cranio platicefalo di un uomo di 21 anni . ‘ — Origine, andamento e terminazione del nervo cremastere ,— Rara anomalia di una vena poplitea — Sullo sviluppo del canale uditivo esterno — Tre casi di frattura del cranio per traumatismo seguiti da morte, 1878-79. Alcune anomalie arteriose della carotide — Sull’ infanticidio (studio di medidina legale ), 1379-80. Anomalie del cervello e cranio di un bambino — Casi di frattura del cranio prodotto da traumatismo — Diramazione dei nervi mediano, radiale e cubitale e modo di distribuirsi alla cute delle dita della mano — Importanti anomalie di conformazione nel cranio di un neonato — Sovra un caso d’ intolleranza del chinino, 1880-81. Anomalie in due crani — Caso di criptorchidia congenita — Cinque casì di criptorchidia — Corde vocali — Del modo di terminazione di arterie e nervi in alcune regioni — Intorno ad una ferita con per- dita dell’ apice della lingua — Sopra alcune anomalie dei vasi dei nervi e delle costole — Sopra le concause di morte nei ferimenti — Studi intorno allo sviluppo delle ossa in rapporto colla medi- cina legale, e allo scopo di stabilire l'età di un individno, 1881-82. ode Posizione dei testicoli in un feto ottimestre — Sperma di un vecchio di 89 anni — Sul modo di terminazione dei nervi cntanei 1832,93. Comunicazioni di anatomia e medicina legale — Considerazioni medico- - legali sopra una ferita del cuore — Sopra una ferita del nervo mediano, 1833-84. Comunicazioni di anatomia e medicina legale — Intorno ad una lesione traumatica dell’ intestino, 1884-85. Anomalia di rapporto fra la vena e l’ arteria poplitea — Cuore di un feto avente una rara anomalia — Di alcune anomalie arteriose — Due casi di anomalie del sistema nervoro — Sopra un caso di rottura spontanea del cuore, 1885-86. Anomalie del nervo sopraclavicolare — Due casi importanti di vizio car- diaco — Ferita riportata da un uomo nella faccia posteriore del braccio destro — Polmoni di un feto nato vivo --- Polmoni di un feto prematuro. — Su di un suicidio mediante arma da fuoco, 1886-37. . Anomalia dell’ apparato joideo — Cranio fratturato d’ un suicida — Due crani di 2 feti immaturi — Importanti anomalie arteriose — Lesioni studiate sul corpo d'un suicida :-— Sulla produzione di soffi sotto- clavicolari —- Un caso di frattura del cranio, 1887-88. Apertura del canale arterioso, del canale venoso, [in un bambino di 19 giorni] — Autopsia giudiziaria [ bimba morta per soffocazione] — Cuore [di un veechio] col foro del Botallo — sopra un caso di suicidio, 1888-89. Anomalie arterio$ìè — Un suicidio per impiccagione, 1889-90. Anomalie sulle arterie della samba — Anomalie delle arterie dell’ arto superiore — Comunicazioni di anatomia — Tre crani di uomini delinquenti, 1890-91. Anomalie arteriose — Infanticidio — Suicidio per impiccamento — Sui- cidio per arma da fuoco — Sui muscoli del martello nell’ orecchio umano, 1392-93. Anomalie anatomiche — Anomalie delle arterie — Comunicazioni di anatomia umana — Comunicazioni di medicina legale —. Sopra una frattura del cranio — Un caso di emiplegia sinistra, 1893-94. Comunicazioni di anatomia umana — Comunicazioni di medicina legale, 1895. — XXI: —- ADUNANZA GENERALE DEL 6 GENNAIO 1897 Presidenza del Prof. Dante Pantanelli Presidente. La seduta è aperta alle ore 10,20. Sono presenti i Soci Ben- tivoglio, Cugini, Fiori Andrea, Generali, Macchiati, RELUCS: Pan- tanelli, Picasta e Rangoni. Letto ed approvato il verbale della precedente tornata il Presidente commemora con acconcie parole il Socio Abate Giuseppe Mazzetti ricordandone i meriti scientifici e le virtù personali. i A nome del Cassiere assente presenta: 1.° il resoconto delle Entrate e delle Spese per il 1896 dal quale risultano: Fi Entrate ro ADI SPESSE E 000 Disavanzo in pareggio L. 27,95. 2.° il Preventivo pel 1897 nel quale le entrate e le spese si bilanciano in L. 450. Tanto il conto consuntivo quanto il preventivo vengono ap- provati. Ricorda poi come per motivi indipendenti dalla Direzione, la pubblicazione degli Atti della Società sia in arretratto di un anno e neanche sia possibile stampare due volumi in un anno; per ciò egli, d’ accordo coi colleghi dell’ Uffizio di presidenza e viste anche le condizioni del bilancio, propone che non sia messa in esazione la quota sociale del 1896, il che viene approvato.. Espone in seguito come nello scorso anno non si sia potuto fare la gita sociale per motivi che qui torna inutile ricordare, spera ciò non avverrà nell’anno corrente, ed a questo proposito si riserva di presentare a tempo opportuno un apposito programma, — XXIII — . Propone quindi, per parte anche dei Colleghi Chistoni e Pi- caglia, a Socio Ordinario il Dott. Carlo Bonacini Profes- sore di Fisica nel R. Liceo Muratori, che viene accettato all’ una- nimità. Il Segretario presenta a nome del Socio Prof. Luigi F'acciolà il sunto di ricerche da lui fatto su alcuni Leptoce- falidi del Mar di Messina, che verrà pubblicato negli Atti della Società. Il Socio Prot. Giovanni Generali comunica le se- guenti due brevi note: 1.° Sulla pneumomicosi aspergillina. L’oca che presenta il caso che ora descriverò era malata da qualche tempo ed era divenuta magrissima. Mentre tutti gli altri organi erano in istato normale, il pol- mone presentava numerosi noduli di forma e volume variabile, di consistenza aumentata. Tagliati i noduli, la superficie di sezione appariva di un colore grigio sporco, con un alone rosso all’ in- torno. In alcuni di questi noduli si notava ora al centro, ora alla periferia come una escavazione, la quale era ricoperta da una specie di muffa bruno-verdastra. Non potendo attendere all’ esame microscopico, ne incaricai mio figlio Dott. Francesco Generali assistente alla anatomia pato- logica, il quale mi diede le seguenti indicazioni : « I noduli, assai resistenti al taglio esaminati al microscopio risultano dovuti a processi di pneumonite fibrinosa e catarrale con prevalenza di questa, determinata in uno speciale parassita appartenente agli aspergilli, 1’ aspergillus fumigatus. All’ esame microscopico si osservarono numerosissimi filamenti di aspergillo negli alveoli polmonali. È per tal modo dimostrato che si tratta di un caso di pneu- momicosi aspergillina degli uccelli; una forma morbosa non infre- quente in simili animali, che spontanea si svolge, in essi e può essere ed è stata anche sperimentalmente provocata. In parecchie specie di uccelli è stata osservata la pneumo- micosi aspergillina, ed anche nell’ uomo. Sembra però che mentre negli uccelli può essere primitiva, nell’ uomo essa sia sempre se- condaria a processi cronici distruttivi del polmone ». Un’ altra oca morta allo stesso proprietario, qualche giorno dopo e che si dubitava affetta dalla stessa malattia, era invece affetta da infiammazione fibrinosa, con grosse pseudomembrane, dei sacchi aerei addominali specialmente del sinistro. — XXIV — 2.° Su un caso di echinococco delle costole. Dal macello fu mandato un pezzo patologico il quale per la rarità del caso merita di essere ricordato. Sì riferisce a un caso di Echinoccocosi, osservato in una co- stola di un bue (settima costola). L’osso nella sua faccia interna presentava, poco rilevate sulla superficie della costola diverse cisti. Tolte queste, si riconobbero, per cisti da echinococco, si rilevò che la costola per l’ estensione di circa 15 centimetri in lunghezza presentava delle irregolari usure dell'osso, dovute alla presenza di varie cisti da echinococco. Una di queste si era sviluppata e approfondita nell’ interno dell’ osso scavandovi una larga caverna. La lamina esterna della costa era in corrispondenza della caverna fortemente assotigliata. È da ritenersi che dette cisti, le quali erano in via di dege- nerazione, si siano sviluppate sull’ osso od entro, senza essere in relazione con cisti del polmone, perchè sebbene anche nel polmone se. ne trovasse qualcuna, in corrispondenza però a quella della costola la pleura era intatta, e non esisteva alcuna aderenza col polmone. i Il Socio Prof. Tito Bentivoglio presenta una breve comunicazione intorno ad alcuni libellulidi da lui raccolti nei din- torni di Rimini nell’ estate dello scorso anno. Il Socio Prof. Luigi Macchiati viene quindi a parlare di una nuova stazione del Nostoc verruccosum (Vauch). La specie in discorso fu da lui rinvenuta a Cuneo. Dopo di aver parlato . dell’ importanza della specie viene a diro come nell’ ispezione dell’ Erbario Crittogamologico Italiano su 6 determinazioni. fatte dai collezionisti 2 sole gli parvero giuste. Le note dai Colleghi Generali, Macchiati e Bentivoglio ver- ranno inserite negli atti. Il Prof Pantanelli presenta una varietà di selce di color miele più o meno carico che trovasi in noduli, assai fre- quente, nelle arenarie del miocene medio dell’ Appenino mode- nese. È criptocristallina ed è ricca di sostanze organiche che cede all’ acqua bollente. Presenta quindi un grosso frammento di legno in parte ri- dotto in schisto, sempre però molto ricco di straterelli carboniosi; le sezioni al microscopio sono state completamente opache. Presenta infine un dente di Diodon che riferisce al D. Scillae (Agassiz-Guiscardi). È la stessa specie che è passata col nome di Phillodus corsicanus (Locard) e D. italicus ( Alessandri). } Y > dI Dopo di c si proced Z oglio delle schede fatto. dai Soci Namias, Picaglia: e ni I 10 riconfermati : ts Hi ’ : @ Pie il Prof. DANTE PANTANBLLI a Vicepresidente il Prof. Ciro CHISTONI a Segretario il Prof. LUIGI PICAGLIA ad Archivista V Ing. Luigi Pozzi ‘a Cassiere il Dott. Lui MESSORI. | IL PRESIDENTE DANTE PANTANELLI. . Il Segretario LuiGI PICAGLIA. | 92. (M.). GIUSEPPE MAZZETTI A S. Martino di Montese, ameno paesello sull’ Appennino Mo- denese, nacque Giuseppe Mazzetti da Paolo e Francesca Zeni il 18 agosto 1813. Suo padre, che apparteneva ad una delle più antiche ed agiate famiglie del luogo, fecegli compiere i primi studi in una scuola la quale esisteva fino a pochi anni fa (1885) presso la plebana e che fu istituita circa il 1600 dalla nobile famiglia Montecuccoli. Di là passò al Seminario di Modena, in cui ottenne la laurea in teologia, nel giugno 1843, con esami supe- rati assai felicemente. L’anno successivo venne ordinato prete a Carpi, e la prima messa celebrolla con molta pompa nel paesello nativo, assai festeggiato da quegli alpigiani. I primi anni del sacerdozio li trascorse studiando la filosofia e la teologia (1) e facendo nello stesso tempo il precettore presso alcune famiglie cui si era legato d’amicizia e che sino agli ultimi giorni di sua vita per la sua franchezza e lealtà, per le sue servizie- voli abitudini, per la bontà dell’ animo suo lo ebbero assai caro. Nato in un paese nel quale — anche per la vicinanza del Bolognese in cui i tentativi insurrezionali contro il governo: papale succedevano di frequente — i ricordi di tempi liberi eransi con- servati assai vivi, e che fu culla di molti patrioti, i quali anda- rono popolando le carceri ducali, può dirsi aveva succhiato col latte principî liberali: ed era cresciuto infatti formandosi un. ca- rattere fermo ed indipendente, sicchè, schivo dal contrarre legami, (1) De suoi studi filosofici e teologici ci restano alcuni lavori inediti e un libro pubblicato nel 1876 « La domanda siamo ancora cristiani? di Davide Strauss, brevemente discussa » in Opuscoli Religiosi, Letterari e Morali. Serie III, Tomo XIII, (p. 359-379), Tom. XIV, (p. 35-56; 193-216; 321-342). Modena dalla Società Tipografica, 1876. — XXVI — giammai volle vincolarsi accettando dalla Curia uffici ecclesiastici ; per il che, quasi tenuto in conto di settario, era dai colleghi e superiori sfuggito, sebbene menasse vita semplice ed austera e le pratiche di buon sacerdote compiesse con zelo esemplare, con pro- fondo convincimento, ma. senza ostentazione. Che appartenesse a Società secrete non si sa e nol credo, ma era francamente liberale e per la unità ed indipendenza d'’ Italia s’ adoperava, tanto che caduto in sospetto della polizia ducale nel . 1859 era stato col Carbonieri e con altri compreso in una lista di proscrizioni; e buon per lui che avvisato in tempo da un amico potè ridursi in salvo nel finitimo bolognese, altrimenti Francesco V seco in ostaggio lo avrebbe tratto a Mantova. Dei primi a sottoscrivere per l’ annessione di Modena al Regno sardo, quando il Re Galantuomo venne a Modena fu dei pochi sacerdoti che in Duomo accogliessero il Sovrano e per il lieto evento a Dio rendendo grazia cantassero un solenne Tedeum, tan- tochè dal Sindaco di Modena ne ebbe poi lode. Amò sinceramente Vittorio Emanuele il quale era per esso un modello di principe e chi scrive lo vide piangere alla notizia della di lui morte: fu uno degli iniziatori del civico Museo del Risorgimento Nazionale ed a chi lo interpellava se avesse nulla a ridire in quanto l’in- vito per la costituzione del Comitato che doveva fondare ‘quel Museo nella ricorrenza del 20 Settembre portasse anche la sua firma, rispose con fierezza maravigliarsi di tale domanda; aveva data incondizionatamente la sua adesione e questo bastava. Se dai clericali e dagli oscurantisti veniva sfuggito e tenuto in poco conto, era invece apprezzato dai liberali; tanto che il Co- mune di Carpi nel 1860, senza egli vi concoresse, avevalo nominato direttore di quel civico Ginnasio, carica che rinunziò poi subito perchè entrato in dimestichezza col Doderlein si era appassionato allo studio della Storia naturale alla quale quasi cinquantenne si dedicò con assiduità e giovanile entusiasmo, occupandosi di geo- logia, paleontologia e paleoetnografia. Il suo primo lavoro fu appunto di paleoetnografia, ed a pub- blicarlo si decise per combattere le deduzioni degli amici suoi Salimbeni e Canestrini intorno all’ origine dell’ uomo (1868). Ma ben presto abbandonò questo genere di studi per dedi- carsi più attivamente a quello della geologia e paleontologia; ed il primo frutto di tali suoi studi apparve nel 1872 nell’ Annuario della Società dei naturalisti di Modena di cui era diventato socio fin dal 1869. AMI Fu pure Membro della Società italiana di Scienze Naturali (1877) e della Società geologica italiana, della quale anzi fu uno dei fondatori (1881). La R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Modena (1892) e quella Pontificia dei Nuovi Lincei (1886) lo vollero onorare della nomina di Socio. Alla vita della Società cui appartenne prese parte attiva; e nel 1871 e nel 1881 a Bologna e nel 1877 a Varese rappresentò la Società dei Naturalisti di Modena, della quale fu anche Biblio- tecario (1878-79). Quasi mai mancò ai congressi e riunioni della Società dei naturalisti di Modena e della Società geologica italiana della quale fu anche consigliere (1895-96). Montese, la sua cara patria, attrasse la di lui attenzione e la geologia e la paleontologia di quel paese illustrò splendida- mente in modo speciale per quanto riguarda gli echini, i quali studiò con molta costanza e con grandissimo amore, in che poi. acquistò una particolare e riconosciutagli competenza. « Ebbe il supremo buon senso — così di lui serive il Pan-. tanelli — di circoscrivere i suoi studi in un campo limitato, in- coscientemente forse, preferendo di essere il primo in un villaggio piuttostochè secondo in una città; gli echini furono gli esseri che studiò a preferenza e li studiò bene, tra questi gli echini terziari ed i viventi, nello studio dei quali non può dimenticarsi il suo lavoro sulla fauna echinologica del Mar Rosso ». Allo Stoppani fu amico carissimo; e quando questi coi cleri- cali intransigenti ebbe a lottare, il nostro Mazzetti scrivevagli continuasse ad occuparsi di geologia che per questa mai avrebbe avuto grattacapi, cessasse una inutile e sterile lotta coi Gesuiti, che gli avrebbero amareggiata fino all’ ultimo istante la vita. Il Manzoni, lo Statuti, il Pantanelli, il Taramelli, il Della Valle e molti altri scienziati italiani e stranieri lo ebbero in sin- golare stima e a lui affidarono la revisione delle collezioni degli. echini da loro posseduti, od appartenenti ai Musei che essi di- rigevano. Questa stima universale ben meritata attirò finalmente 1 at- tenzione dei suoi superiori ecclesiastici che vollero essi pure con ostentazione rendere omaggio al suo sapere e accordargli la par- ticolare loro benevolenza. L’ eco della sua fama giunse anche sulle cime delle native montagne, e l’ ultima volta che recossi a Montese venne accolto con grandi onori, dalle autorità visitato e complimentato e la banda del paese, dandogli una prova di sim- patia, allietò di allegri concenti la sua modesta casetta. delta (iù al 78° anno 3 dui la morte pose fine alla sua ope- osa enna Li in poche ore si spense a Modena il 21 di- #1 L. PICAGLIA. — XXX — BIBLIOGRAFIA Dell' antichità dell’ Uomo e degli oggetti preistorici — Alcune riflessioni in « Opuscoli Religiosi Letterari e Morali », Serie II, Tomo XIII, Modena, Tipi dell’ Eredi Soliani 1869, (p. 356-386), Tomo XIV, (p. 55-71). Dell’ origine dell’ Uomo e della trasformazione della specie — Alcune riflessioni, in l. c., Serie III, Tomo I, 1870, (p. 384-419), Tomo II, (p. 3-26). Dottrina della genesi e tradizioni degli antichi popoli intorno all’ origine dell’ uomo brevemente accennata, l. c., Tomo Y, 1872, (p. 417-48), Tomo VI, (p. 60-79; 247-273). Cenno intorno ai fossili di Montese, in « Annuario della Società dei Na- turalisti di Modena », An. VI, Modena, Tipi Eredi Soliani, 1872, (p. 257 e seg. ). Riflessioni intorno agli oggetti preistorici alla trasformazione della specie e all’ origine ed antichità dell’ Uomo — Modena, Tipografia di An- gelo Capelli, 1873, (p. 188). Catalogo di fossili miocenici e pliocenici del Modenese e suoi contorni raccolti dall’Abate G. M., in « Ann. Soc. Nat. Mod. », An. VIII, Modena, Tipi Paolo Toschi e C, 1874, (p. 151-178). Relazione intorno alla roccia di un ammonite che ha tutto l’ aspetto di una roccia a munmuliti, (c. 2 figure), 1 c., An. XII, 1878 ( p. 17- 20 Proc. Verb.). La molassa marnosa delle montagne modenesi e reggiane e lo Schlier delle colline bolognesi, (e. 3 fig.), lÌ. c., An. XIII, Modena, Tipi di G. T. Vincenzi e Nipoti, 1879, (p. 105-126). Montese i suoi terreni geologici, le sue acque minerali ed i suoi prodotti — Cenno monografico (c. 1 tav.), 1. c., An. XV, 1882, (p. 23-60). Echinodermi fossili di Montese, l. c., 1882, (p. 108-129). Relazione intorno al modo di formazione delle argille scagliose di Mon- tese, in « Bollettino della Società Geologica Italiana », Vol. I, Roma, coi Tipi del Salvucci, 1883, (p. 156-160). NI a Della stratificazione delle argille scagliose di Montese e dell’analogia che passa fra alcuni lembi di terreno di Costa di Grassi nel Reg- giano ed alcuni affioramenti di S. Martino e di Ranocchio nel Modenese, in l. c:, vol. II, 1883, (p.190-192 ). Una specie nuova del Genere Spatangus (c. 2 fig.), in « Atti della So- i cietà dei Naturalisti di Modena », Rendiconti delle Adunanze, Serie III, vot. I, 1383, (p. 126-128). Toxobrissus varians, l. c., An. II. 1885, ( p. 73). Contribuzione allo studio della Geologia delle montagne Modenesi e heg- giane, in « Atti dell’ Accademia Pontificia dei Nuovi Lincei », An. XXXVIII, tomo XXXVIII, Roma Tip. delle Scienze Matema- tiche e Fisiche, 1886, (extr. p. 9). Intorno ad alcuni echinidi dei dintorni di Schio (ce. 1 tavola), in « Me- morie dell’ Accademia Pontificia dei Nuovi Lincei », vol. V, Roma, 1889, (extr. p. 17). Sopra un affioramento cretaceo di argille scagliose in S. Martino di Salto frazione del Comune di Montese — Nota, in « Atti Soc. Nat. Mod. », Serte III, vol. VIII, An. XXIII, 1889, (p. 136-138). Sopra la di icnza dell’ Inoceramo in Montese, l. c., (p. 174-175). Osservazioni intorno al carattere cretaceo del terreno delle argille sca- gliose del Modenese e Reggiano, l. c., Vol. IX An. XXIV, 1890, (p. 41-58). Lettera aperta al Cimone, in « Il Cimone » (Corriere del Frignano) An. II, n. 5, 1891. Modena, Società Tipografica Modenese (p. 18-19). Contribuzione alla fauna echinologica fossile — Una nuova specie di Brissospatangus [B. vicentinus Maz.] (c. 1 fig.), 1. c., vol. X, An. XXV, 1892, (109-111). Per lo scavo di un nuovo pozzo in Modena — Cenno intorno alla fauna e alla flora del sottosuolo di Modena dai 10 ai 21 m. di profon- dità, 1. c., vol. X1, An. XXVI, 1892, (p. 59-73). Echini del Mar Rosso dragati nella campagna idrografica della R. Nave Scilla nel 1891-92, in « Memorie della R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Modena », Serie 2, vol. X, Modena. 1893, (p. 211-228), id., [Comunicazione preventiva], in « Atti Soc. Nat. Mod. », Vol. XII, An. XXVII, 1898, (p. 100). Per la Frana di Lama Mocogno, in «Cimone » etc., An. IV, n. 1(p. 3). Al Prof. D. Enrico Zaccaria, l. e., n. 4 (p. 16). Catalogo degli echinidi fossili della collezione Mazzetti asisomie nella R. Università di Modena, (c. 1 tav.), in « Memorie della R. Ace. di Se. Lett. ed Arti di Modena » Serie II, Vol. XI, 1895, (p. 409-461). Echinidi fossili del Vicentino o nuovi o poco noti, in « Mem. Ac. Nuovi Lincei, vol. X, 1894, (extr. p. 12). Le frane dell’Apennino Modenese — Lettera aperta al popolo frignanese, ai loro comuni, alla loro provincia ed al r. governo, in « Atti Soc. Nat. Mod. », Vol. XIV, An. XXIX, 1896, (p. 1-11). Vol. III, Pisa, Tip. T. Nistri 1878, ini 350- 356). — — Le spugne fossili di Montese — Memoria (e. 5 tav. } de 1879, (p. 57-66). i — e PANTANELLI Prof. Dante — Cenno monografico intorno all Memorie, Serie ITI, vol IV, An. XIX, 1885, (p. 59-96). E AVS LIS (e 1 tavola). I, c., Vol. VI, An. XXI, 1887, (p. TZ. ©) - Modena DS ne È ky BI Al sibaz = 3 ds 3 Ich Ù ©) 3S 3 n dano : ((d) - SS ea 3 PIEZI e] MING: So rc) e dp. MAC Soc. Nat Mod. Atti Soc Nat Mod. I. Bentivo Slo Moon i | | t 10? i w G. Soli inc. e dip. Sit. G. Pizzolotti - Modena 597. T. BENTIVOGLIO OSSERVAZIONI INTORNO ALLE VARIETÀ DELLA SPECIE « PLATYCNEMIS PENNIPES » Diversi naturalisti studiando i libellulidi hanno osservato come la specie Platycnemis pennipes possa presentare due varietà; luna caratterizzata dall'avere l’ addome bleu nel maschio, e rosso verdastro nella femmina, con una linea nera dorsale semplice o doppia su tutti i segmenti e che venne dal Selys prima indicata come varietà « indi dallo stesso naturalista e da molti altri col nome di dilineata — l’altra con addome biancastro tanto nel maschio che nella femmina, con due punti neri alla base del se- condo, terzo, quarto, quinto e sesto segmento e due linee longi- tudinali nei tre seguenti, fu indicata col nome di varietà f indi con quello di lactea. Però Selys, Charpentier, Pirotta, Griffini ed altri accennano in modo più o meno vago alla possibilità che le due varietà siano più che altro prodotte da differenze nell’ età degli individui considerati. Da vario tempo mi occupo di raccogliere libellulidi e la mia attenzione fu più volte fermata sulle diversità che presentavano gli individui appartenenti alla specie Platycnemis pennipes, co- sichè ho conservati tutti quelli che a mio avviso potevano dare campo a qualche induzione per decidere sul valore delle due varietà sopraccennate. Le due tavole che accompagnano la presente nota sono state disegnate e dipinte, dal Prof. G. Soli sugli esemplari freschi da me raccolti; per maggiore chiarezza tutte le parti sono state in- grandite di tre volte e mezzo. Data l'esattezza colla quale gli esemplari sono stati riprodotti non ho a dilungarmi nella deseri- zione dei singoli individui, e quindi accennerò solo ai caratteri più importanti. Esemplare 1.9 — Torace (fig. 1a) di colore giallognolo, late- ralmente con due linee nere lucenti, delle quali la superiore più larga, la seconda nella parte anteriore ripiega un poco in basso; 1 RZ esiste pure una terza linea, ma appena marcata. Tarsi privi di linea longitudinale. L’addome (fig. 12) è di eolore biancastro, nel primo segmento vi è una piccola macchia quadrangolare nera che ne occupa circa la metà anteriore, nel secondo, terzo, quarto, quinto e sesto segmento, verso l'orlo posteriore vi sono due punti neri poco marcati, nei tre segmenti successivi due macchie longi- tudinali nere. Esemplare 2.° — Colore del torace (fig. 24) quasi come nel precedente lateralmente con tre linee nere, le due prime molto marcate, la terza quasi in sfumatura. Tarsi con una leggera linea longitudinale. Addome (fig. 2%) di colore celeste pallido con macchie e punti come nel precedente; però molto più marcati. Esemplare 3.0 — Torace (fig. 3 a) di colore giallognolo - ver- dastro con due linee laterali oscure ben sviluppate .ed una terza poco accennata. Tarsi colla linea longitudinale ben marcata. Ad- dome (fig. 3 b) di colore azzurrognolo, alle due estremità giallo - verdognolo; macchia quadrangolare nera nel primo segmento, due punti verso l'orlo inferiore dei tre segmenti; nel quinto, sesto, settimo, ottavo, e nono due linee longitudinali, che non giungono mai ai due orli; nella parte superiore del quinto vi è anche una sottile linea trasversale nel sesto, quasi nella stessa posizione, due punti. à Esemplare 4.° — Torace (fig. 4a) giallo-rossastro con tre linee nere, delle quali la terza va ad unirsi anteriormente colla se- conda. Tarsi con linea longitudinale ben visibile. Addome ( fig. 4) azzurro colle estremità verdognole, con macchia quadrangolare nel primo segmento, due punti verso la base del secondo, terzo, quarto, quinto e sesto; due linee longitudinali marcate nei tre seguenti. Esemplare 5.° — Torace (fig. 5 4 ) con tre linee longitudinali, la terza si congiunge anteriormente colla seconda, le spazio com- preso fra le due prime è di colore verdastro, il rimanente gial- lognolo. Tarsi con linea longitudinale ben visibile. L’ Addome (fig. 50) è azzurrognolo con macchia quadran- golare nel primo segmento; due punti nel secondo e terzo; alla base dei tre seguenti due punti ben distinti e da questi parte una linea sfumata longitudinale, semplice nei due primi doppia ‘nell’ ultimo; nei tre segmenti successivi le due linee sono assai pronunciate. Esemplare 6.° — Torace (fig. 6 4) giallo- verdognolo con tre linee disposte come nel precedente. Tarsi con linea longitudinale ben marcata. Addome (fig. 60) con macchia quadrangolare nel primo segmento; nel secondo, circa nella parte mediana, due 9 -—- O — punti dai quali partono leggere sfumature; nel terzo, quarto e quinto una macchia nera quasi a forma di cuore che parte dalla base del segmento e che nei due ultimi si prolunga alquanto in due sottili linee, nella parte allargata di ogni macchia vi sono due punti azzurrognoli; nel sesto due linee che toccano . l'orlo posteriore; nei tre segmenti seguenti le due macchie lon- gitudinali molto intense ed alla base di quelle del secondo par- tono due linee trasversali che vanno verso l'esterno. Esemplare 7.0 — Torace (fig. 7a) di colore verdognolo con tre linee nere, delle quali la terza si unisce assai presto alla seconda. Tarsi con linea longitudinale intensa. Addome (fi. 7 b) azzurro con macchia quadrangolare nel primo segmento; due macchie di forma irregolare partono dall’ orlo superiore del secondo segmento e giungono sin presso la base del medesimo; nel terzo, quarto e quinto dall’ orlo inferiore hanno origine macchie nere allargate, con punti azzurri, che terminano con due linee che giungono fin presso l'orlo anteriore; nei quattro segmenti successivi due macchie longitudinali molto intense, che solo nel- l ultimo toccano l'orlo superiore. Esemplare 3.0 e Torace (fig. 8a) con tre linee delle quali l’ultima si unisce anteriormente alla seconda, lo spazio compreso fra le due prime è di colore azzurrognolo il rimanente giallognolo. Tarsi con linea longitudinale intensa. Addome (fig. 8.0) con mae- chia quadrangolare nel primo segmento; nel secondo vi è una macchia di forma irregolare che parte dall’ orlo superiore ed oc- cupa i due terzi del segmento; nel terzo e quarto una doppia linea mediana longitudinale, la quale non tocca 1’ orlo anteriore giungendovi però vicinissimo, ed invece arriva all’ orlo posteriore, ai lati di queste e circa al terzo in inferiore, due diramazioni laterali; nel quinto una macchia quasi come nei due precedenti, ma non arriva all’ orlo posteriore; nel sesto due punti che si uni- scono, per mezzo di due sottili linee, ad una macchia a forma di punto di esclamazione; nei tre seguenti le due macchie longitu- dinail sono assai intense. Esemplare 9.0 — Torace (fig. 94) verdognolo con tre linee disposte quasi come nel precedente. Tarsi con linea molto mar- cata. Addome (fi. 95) azzurro con macchia quandrangolare nel primo segmento; nel secondo una macchia di forma irregolare che parte dall’orlo anteriore e giunge fino quasi al posteriore; nel terzo e quarto una linea longitudinale che tocca l'orlo posteriore e che in basso porta due diramazioni laterali quasi perpendicolari alla sua direzione; nel quinto la macchia è disposta come nel SS a sesto dell’ esemplare precedente; nel sesto due punti in basso ed al disopra di questi, ma staccata, una macchia claviforme; nei tre seguenti la solita linea assal marcata. Esemplare 10.0 — Torace (fig 10a) come nell’ esemplare settimo tranne che lo spazio compreso fra la prima e la seconda linea è di colore verde-cenere. Tarsi con linea molto marcata. Addome (fig. 100) azzurro, alle estremità verdognolo; primo se- gmento con macchia quadrangolare nera; nel secondo una macchia irregolare che: parte dall’ orlo anteriore e giunge sin presso al posteriore; nel terzo, quarto e quinto macchie come nel quarto dell'esemplare precedente; nel sesto come nel quinto del prece- dente; nei tre seguenti le linee longitudinali sono intense e nel primo di questi ve ne sono anche due trasversali. Esemplare 11.° — Torace (fig. 114) giallo- verde con tre linee, l’inferiore si congiunge a due terzi circa colla seconda. Tarsi con linea assai marcata. Addome (fig. 11%) azzurro con macchia quadrangolare nel primo segmento; nel secondo una macchia molto allungata che rimane scoltata tanto dall’ orlo an- teriore come dal posteriore; nel terzo e quarto le macchie come nei corrispondenti dell’ esemplare precedente; nel quinto una grossa linea mediana longitudinale che non giunge agli orli del segmento e che in basso alquanto si spande linearmente; nel sesto due piccole linee longitudinali presso l’orlo anteriore e due grossi punti presso il posteriore; nei tre seguenti le macchie sono molto pronunciate, tanto che occupano una gran parte del segmento. Dall'esame di questi undici individui si vede come oltre le due varietà descritte dai vari autori, abbiamo una serie grande «di modificazioni tanto nelle colorazioni, come nelle macchie carat- teristiche così chè si trova esistere una serie graduale di pas- saggi i quali lentamente ci portano dalla varietà lactea alla bili- neata. Il fatto poi di trovare quasi costantemente gli individui della prima varietà nel principio di primavera e del non trovarne che assai raramente accoppiati, mentre quelli della seconda com- paiono a stagione più avanzata “e con facilità si vedono in accop- piamento, mi fanno propendere a concludere che, più che a varietà, le diverse forme si devono considerare come conseguenze del dimorfismo di stagione che in questi insetti si presenterebbe in un modo molto spiccato. i Correggio - Emilia, settembre 1897. Noa Sa > Gi È re ce Ai TOI PROP DECRETO ITS DATI PRIORE O PRETE REA e t Iial. ZE N Fio atei dele it °L. NAMIAS COLLEZIONE DI MOLLUSCHI PLIOCENICI DI CASTELLARQUATO esistenti nel Museo di Mineralogia e Geologia dell’ Università di Modena Doderlein in molte occasioni aveva raccolto per questa Università un ingente quantità di fossili della classica loca- lità di Castellarquato o meglio della zona pliocenica compresa fra l Ongina e il Chero. Altri fossili della stessa regione fu- rono raccolti dal Prof. Pantanelli e da me personalmente, o furono acquistati in questi ultimi anni dai Pallastrelli di Ca- stellarquato. L’ esame dei molluschi fossili che contiene detta collezione è lo scopo di questo lavoro. Sarà citata la lo- calità precisa soltanto quando le specie sieno in condizioni tali da essere certi della loro origine. Non vi è dubbio che questa classica località meriterebbe tanti parziali cataloghi, anche semplicemente nominativi, per quanti sono i centri di maggiore riunione di fossili, ma se si tiene conto della poca disformità delle condizioni batimetriche nelle quali si. sono depositati i fossili stessi, se una divisione molto dettagliata sarebbe utilissima per criterii biologici speciali, non ha uguale interesse per questioni geologiche propriamente dette. Infatti i giacimenti fossiliferi di Castellarquato sono o littorali, o di mare di mediocre profondità nè arrivano mai a condizioni equiparabili a quelle di certi giacimenti di mare profondo della Toscana ove tutti i fossili si riducono a pochi Pteropodi o a poche specie abissali. rappresentata, © massimo numero dei fossili Gi dato dai” gen de COST Fischer Manuel de Conchyliologie. TA X FRETTEROO AGRA DO: SEI TORA Suri Fam. Teestacellidae. Gen. Glandina Schumacher. Glandina sp. Castellarquato ex collezione. Un esemplare le di cui condizioni poco felici non permettono di designarla con un nome speciale. Pel resto appartiene sicura- mente al genere Glandina e offre rispetto alle specie note, di- mensioni colossali. Fam. Helicidae. Gen. Helix Linn. Helix Brocchii Mayer. ble RUI a Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 251. Castellarquato. DOCH got De Stefani, Moll. cont. nei terreni plioc. ecc. Atti della Soc. Tose. di Se. Nat, Vol. V, fasc. I, pag. 37. Castellarquato. Galactochilus Ex Brocchii Sacco, Moll. terz. Piem., Liguria, P. XXII, pag. 62. Piacentino. Castellarquato ex collezione. : De Stefani cita ancora nel suo lavoro un ZHelix placentina che non conosco, un’ Helix obvoluta, Mill. e una Zyalinia Oli vetorum Gm. che esistono in collezione ma che non enumero rite- nendoli esemplari postpliocenici. Fam. Actaeonidae. Gen. AGetaeon Montfort. Actaeon tornatilis Linn. Voluta tornatilis . . . Brocchi, Conch. foss, sub., pag. 97. Piacentino. Tornatella semistriata Bronn, It. Tert. Geb., P. I, pag. 69, n. 863. Ca- stellarquato. Actaeon tornatilis. . . Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. I, pag. 503. Castellarquato. » semistriatus . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 244, Castellarquato. » » . Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXII, pag. 33. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Fontannes (1) giustamente osserva che quantunque la specie vivente differisca dalla fossile per diversi caratteri che special- mente si concentrano in un diametro maggiore per la specie vi. vente, e nella facile assenza delle strie pet la specie fossile, non si può stabilire una specie fossile distinta col nome di A. semi- striatus; intanto l'assenza delle strie ® facile, ma non costante e anche fra gli esemplari di collezione uno se ne offre uniforme- mente striato, restano quindi soltanto il diametro e caratteri ac-. cessori. Se quindi il nome di semistriatus deve essere impiegato a designare esclusivamente le forme fossili, deve però esserlo come varietà di un tipo vivente che tende ad ingrandirsi. Actacon Woodî May. Tornatella Woodi Mayer, Journ. Cone., Vol. XXII, pag. 309, tav. XI, fig. 2. Castellarquato (1874). Castellarquato ex collezione. Actaeon punctulatus Fér. ( Tornatella punctulata Basterot., Descript. Gol. du Bass. Tert. S. O. de la France, Tav. I, fig. 24, pag. 28). Castellarquato ex collezione. Un solo esemplare, la citazione di Cocconi non può qui trovar posto riferendosi essa soltanto a Maiatico. (1) Fontannes, Moll. Rhòne et Rouss., P. I, pag. 234. A. tornatilis var. somistriatus. gr) PIANE SE ai Nt Pater AB TIL PESI UE EROI ae Ro fp Fam. T'ornatinidae. Gen. Volvula Adams. Volvula acuminata Brug. Volvula acuminata Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 247. Castellarquato. » » Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXII, pag. 42. Pia- centino. Castellarquato ex collezione. Fam. Scaphandridae. Gen. Scaphander Montf. Scaphander lignarius Montf. . Bulla lignaria . . . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 40. Piacentino. » » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 30, n. 425. Castellarquato. » » i Hornes, Foss. Tert. Beck., P. I, pag. 617. Castel. larquato. Scaphander lignarius Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 250. ° Castellarquato. » » Weinkauff, Conchyl. des Mittelm, pag. 193. Ca- stellarquato. » » Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXII, pag. 43. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Gen. Atys Montf. Atys utriculus Brocchi. Bulla striata . . . non Brug., Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 42, tav. I, fig. 6a, db. Piacentino. » utriculus. . Bronn, It, Tert. Geb., pag. 80, n. 427. Castellarquato. » utricula .. Hornes, Foss. Tert. Beck., P. I, pag. 618. Castel larquato. CA Bulla utriculus. . Weinkauff, Concyl. des Mitt. V. II, pag. 190. Ca- stellarquato. » » . : Cocconi, Foss. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 748. Castellarquato.. È Roxania utriculus Sacco, Moll. terz. Piem. Lig., P. XXII, pag. 45. Pia- centino. Castellarquato ex collezione. Gen. Cylichna Lorèn. Cylichna elongata Bronn. Bulla elongata . . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 80, n. 429. Castellarquato. >» conulus... Hòrnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P.I, pag. 620. Castellarquato. i Cylichna conulus. Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 246. Castellarquato. » elongata Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXII, pag. 50. ‘ Castellarquato ex collezione. Cylichna Brocchii Micht. CRA Bulla ovulata? . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 43, tav. I, fig. 8 a, d. Piacentino. » conulus.. . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 80, n. 428. Castellarquato. » Brocchiù. . Hòrnes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. I, pag. 624. Castel- larquato. Cylichna Brocchii Weinkauff, Conchy]., des Mitt., pag. 201. Castellarquato. » » Cocconi, Foss. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 246. Castellarquato. » » Fontannes, Moll. Rhòne et Rouss., pag. 24. Castel larquato. - » > Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXII, pag. 52. Pia centino. Castellarquato ex collezione. Cylichna convoluta Brocchi. Bulla convoluta . . Brocchi, Conchyl. foss. sub., pag. 48, tav. I, fig. 7 a, d. Piacentino. Cylichna convoluta Bronn., It. Tert. Geb., pag. 81, n. 480. Castellarquato. : Ù e (PATO PERI SENI A 3 NOA — ll — Cylichna convoluta Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 246. È Castellarquato. . Bullinella cylindracea var. convoluta Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., Ta) P. XXII. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Questa specie di distingue dalla C. Brocchii per la forma più stretta e oblunga, per la superficie nitida, per l’ apertura stret- tissima. Il nome di convoluta come dimostrano le diverse simonimie del Kobelt, Weinkauff, Monterosato è esclusivo delle forme fossili. La specie corrispondente vivente sarebbe la C. cylindracea Penn. non la cylindrica Brug. Cylichna truncata Mont. Utriculus truncatus Mont. Cocconi, foss. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 249. Castellarquato. Retusa truncatula . Sacco, Moll. terz. Piem, Lig., P. XXII, pag. 40. Pia- centino. Castellarquato ex collezione. Fam. Ringiculidae. Gen. Ringicula Desh. Ringicula buccinea Brocchi. Voluta buccinea . . . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 93, tav. IV, fig. 6. Piacentino. Marginella auriculata (parte) Bronn, It. Tert. Geb., pag. 17, n. 50. Ca- stellarquato. Ringicula buccinata . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 134. Castellarquato. » buccinea. . . Morlet, Monografia Gen. Ringicula, pag. 49. Ba- cedasco. » » +... Seguenza, Ring. Italiane, pag. 25. Piacentino. » auriculata var. buccinea Sacco, Moll. Piem., Lig., P. XII, pag. 21. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Conservo a questa comunissima e tanto discussa specie il nome assegnato da Brocchi, convinto che le profonde osservazioni di ENO ene Seguenza in proposito restino sempre le migliori e cioè che la R. buccinea risulta dall’associazione di molte forme collegate insieme per graduate transizioni, ma che resta un tipo assolutamente di- stinto dalle affini e specialmente dalla R. auriculata. Ringicula Brocchii Seguenza. hRingicula Brocchi . . Seguenza, Ring. Italiane, pag 25. Piacentino. ». » » + Morlet, Monogr. Gen. Ringicula, pag. 48, tav. 8, fig. 2. Castellarquato. » striata. . . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 34. Lugagnano. ». auriculata var. ventricosa Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XII, pag. 25. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Fam. Umbrellidae. Gen. Umbrella Lk. Umbrella Mediterranea Lk. Operculatum Mediterraneum Coccori, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 250. Riorzo. Umbrella Mediterranea . . . Weinkauff, Conchyl. des Mitt., Vol. II, pag. 179. Castellarquato. > » . «= Sacco, - Moll. .terz. Piem., Lig., P., XX pag. 59. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Di questa specie abbastanza rara e fragilissima, la collezione ha alcuni esemplari che coincidono benissimo cogli esemplari vi- venti del Mediterraneo, tranne leggere differenze quali il mucrone apicale meno pronunciato nelle forme fossili che nelle viventi e la faccia interna meno concava. Sage Fam. Teerebridae. Gen. T'erebra Ad. Sottogen. SuBuLa Schumacher. Subula fuscata Br. Buccinum fuscatum .. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 124. Piacentino. Terebra fuscata . . . . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 20, n. 67. Castellarquato. > >. . « «+ Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. I, pag. 129. Castellarquato. » > e var. Cocconi. Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 130. Montezago, Lugagnano. Castellarquato ex collezione — S. M. Maddalena, Stramonte. Sottogen. TEREBRUM Montf. Terebrum neglectum Mieht. Buccinum strigilatum var. . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 127. Pia- centino. Terebra pertusa var. B. . .. Bronn, It. Tert. Geb., pag. 20, n. 68. Ca- stellarquato. » TRCTLE LIRA go Hornes, Foss.. Tert. Beck. Wien, P. I, pag. 132. » ASIA ore STRINGA Cocconi, Moll. mioe. plioc. Parma, Piace, pag. 131. Montezago, Diolo. Terebrum postneglectum . . . . Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. X, pag. 30. Castellarquato ex collezione — Burrone del M. Bertoldo. È logico ammettere con Sacco che avendo Born assegnato il nome di pertusa a una specie vivente questo nome non può essere impiegato nella specie in discorso, e quindi la preferenza deve essere data al Michelotti. Dal confronto poi degli esemplari di Ca- stellarquato con quelli di Montegibbio e Tortona non riesce altret- tanto accettabile l’uso di un nuovo nome, giacchè l unica variante consistente nelle pieghettature longitudinali, più accentuate e fre- quenti nelle specie plioceniche, sembra carattere transitorio. Ù È a Verebrum na Bors. Mineo Chew. S. M. M. Castellarquato ex collezione. fa: Dot Nyst. Terebra duplicata Bronn, It. Tert Geb., pag. 21, n. 69. Castellani (o) » Basteroti Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. Le Rd: 0 | stellarquato. i a È Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., Castellarquato, Diolo, Stramonte. Fam. Conidae. Sottogen. LiTrHOCONUS Morch. Lithoconus Merci Br. Conus Mercati .. . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 140. Montezago, Stramonte. Lithoconus Mercati Sacco, Moll. terz. Piem., Lig, P. XIIL pag. w Piacentino. Castellarquato ex collezione. Lithoconus virginalis Brocchi. Conus virginalis . . . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 59, tav. ur 10. ( Piacentino ). de . . . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 12, n. 5. Castellarano » ; . Cocconi, Moll. mioc. i ide. Parma, Piac., pag. 152. Diolo, S. M. Maddalena. e Ehizoconus? virginalis Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XIIL 2°, pag. 114. Piacentino. SAR Castellarquato ex (collezione: eta nermi alla denominazione generica interrogativa data da Sacco ascrivo senz'altro gli esemplari in esame al Gen. Lithoconus. Sottogen. LEePTOCONUS Swainson. E Leptoconus Brocchii Bronn. Conus Brocchi: 0... Bronn, It. Tert. Geb., pag. 12, n. 7. Castel larquato. » NS PURE E n Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 154. Riorzo, Castellarquato. » canaliculatus . ... Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 154. Castellarquato. » ante diluvianus var. De Gregorio, Studi conc. Medit, pag. 361. "a ; Castellarquato. Leptoconus Brocchi. . . . . Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XIII, pag. 30. i Piacentino. È » var. ex canaliculata Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XIII, pag. 51. Piacentino. | Castellarquato ex collezione. Conus antediluvianis Brug. iS, Conus antediluvianus: . . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 60, tav. IL Sa fig. li. Piacentino. » » . « + Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piace. , Pag. 149. Lugagnano, Montezago, Diolo. Chelyconus ponderosus Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XIII, fig. 2, pag. 77. Piacentino. Castellarquato ex collezione — Stramonte, Montezago. Chelyconus Noe Brocchi. Conus Noe ... Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 62, tav. IIL fig. 3. Di centino. » ponderosus var. ( spira elongata Bronn, It. Tert. Geb., pag. 13, n. 12. Castellarquato. i » Noe... Hornes, Foss. Tert. Beck., Wien, P. I, pag. 28. Castel larquato. » -. >» +.» Cocconi, Moll. mioc. plive. Parma, Piac., pag. 150. Ca: stellarquaro. esa Chelyconus Noe Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XIII, pag. 85. Pia- centino. Castellarquato ex collezione. ei RA Chelyconus bitorosus var. ex ventricosa Sacco. ( Sacco, Moll. terz. Piem., Lig, P. XIII, pag. 109, tav. X, fig. 22.). Conus ventricosus Bronn, It. Tert. Geb., pag. 18, n. 17. Castellarquato. » » Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck., Wien, P. I, pag. 33. Castellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 151. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Per quanto gli esemplari che rappresentano questa’ specie siano in stato poco soddisfacente, tuttavia lasciano riconoscere l'affinità loro col Conus bitorosus Font.. La figura e descrizione di Sacco convengono molto agli esemplari di collezione, seguendo quindi il suo criterio, conviene escludere il nome di ventricosus applicato da Bronn, nè si può applicare rigidamente la sinonimia di Fontannes per leggiere differenze. Chelyconus striatulus Brocchi. Conus striatulus . . . Brocchi, Conch, foss. sub., pag. 63, tav. II, fig. 4. Piacentino. » » . . . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 12, n. 3. Piacentino. Castellarquato. » » . . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 154. Diolo, Riorzo, Stremonte. Conus lineolatus . . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 153. Chelyconus striatulus Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XIII, pagg. 93-94. Piacentino. Castellarquato ex collezione — Stramonte, Riorzo. -La spira più elevata e gli anfratti decisamente scalariformi sono i caratteri sui quali si può basare per tenere distinta questa specie dal C. pelagicus. Il Conus lineolatus di Cocconi, come Sacco osserva, è una varietà di questa specie, ove le strie sono molto accentuate e che esistendo in collezione accenno col nome di var. lineolata Cocconi. Chelyconus pyrula Brocchi. Conus pyrula. .. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 56, tav. II, fig. 8 ( Piacentino ). LARE Conus pyrula . .. Bronn, It. Tert. Geb., pag. 12, n. 9. Castellarquato. » » +... Cocconi, Moll. mioe. plioc. Parma, Piac., pag. 150. Riorzo. Cheliconus pyrula Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XINE tav IN pag. 88. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Riferisco a questa specie due piccoli esemplari ben conservati e perfettamente coincidenti cogli esemplari del pliocene di Siena. Credo inoltre che il C. fuscocingulatus Bronn sia una specie preferibilmente miocenica differente dal C. pyrula, per questo ri- tengo il nome di pyrula. Le forme plioceniche di questa specie si distinguono dalle mioceniche per la spira alquanto più rialzata. Gen. Pleurotoma Lk. Pleurotoma rotata Brocchi. Murex rotatus . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 227, tav. IX, fig. 11. Piacentino. Pleurotoma rotata Bronn, It. Tert. Geb., pag. 45, n. 218. Bacedasco. » » Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck., Wien, P. I, pag. 355. Castellarquato. » » Cocconi, Foss. mioc plioc. Parma, Piac., pag. 53. Lugagnano. Castellarquato ex collezione. Pleurotoma monilis Brocchi. Murex monilis . . . Brocchi, Conch., foss. sub., 227, tav. VIII, fig. 15. Piacentino. Pleurotoma monile. Bronn, It. Tert. Geb., pag. 45, n. 219. Bacedasco. > monilis Hornes, Foss. Tert. Beck., Wien. P. I pag. 358. Castellarquato. > > Cocconi, Foss. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 53. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. E Pleurotoma turricula Brocchi. Pleurotoma turricula Bronn, It. Tert. Geb., pag. 46, n. 228. Castellarquato. » » Héornes, Foss. Moll. Tert. Beck., Wien, P. I, pag. 350. Castellarquato. » » Cocconi, Foss. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 52 Piacentino. “A Castellarquato ex collezione — Riorzo. I molti esemplari della collezione si potrebbero distinguere in una forma tipica ben descritta da Bellardi e in una varietà intermedia carina obsolete denticulata. Le altre varietà accennate specialmente da Cocconi derivano dall’ unione che egli fa della Pleurotoma turricula colla PI. ambigua. Gen. Surcula Adams H. et A. Surcula dimidiata Brocchi. Murex dimidiatus. . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 226, tav. VIII, fig. 18. Piacentino. Pleurotoma dimidiata Bronn, It. Tert. Geb., pag. 45, n. 220. Castellarquato. » » Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck., Wien, P.I, pag. 361. Castellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 54. Piacentino. Surcula dimidiata . . Fontannes., Moll. plioe. Rhòn et Rouss., P. I, pag. 45. Piacentino. Castellarquato ex collezione — Monte Oliveto di Bacedasco, Burrone del Monte Bertoldo, S. Stefano di Bacedasco. Surcula intermedia Bronn. Pleurotoma intermedia Bronn, It. Tert. Geb., pag. 45, n. 221. Castel- larquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 54. Castellarquato. » » Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck., Wien, P.I, pag. 359. Castellarquato. » Serventii . Mayer., Journ. Conchyl., Vol. XX, pag. 272. Ca- stellarquato (1372). SIMO Castellarquato ex collezione — Burrone M. Bertoldo, Strato superiore. È La maggior parte degli esemplari corrisponde alla varietà f del Bellardi ( Moll. terz. Piem., Lig., P. II, pag. 54) Carina magis prominens, obtusa transverse striata ecc. Gen. Genota H. et A. Adams. Genota ramosa Bast. Pleurotoma ramosa Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 48. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Gen. Drillia Gray. Drillia Allioni Bellardi. Murex oblongus . .... Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 223. Piacentino. Pleurotoma oblonga . . . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 46, n. 223. Castel larquato. » obeliscus. . . Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. I, pag. 372. Castellarquato (non fig.). » brevirostrum Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 58. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Drillia incrassata Duj. kaphitoma incrassata Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 68. Riorzo. Castellarquato ex collezione. Drillia obtusangula Brocchi. Pleurotoma obtusangula Bronn, It. Tert. Geb., pag. 47, n. 234. Bacedasco. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 55. Diolo, Stramonte. REMI RELA, Castellarquato ex collezione. I molti esemplari posseduti si riferiscono esclusivamente alla specie tipica: Anfractibus carinatis, postice canaliculati ecc. ( Bel- lardi Moll. terz. Piem., Lig., P. II, pag. 98). Drillia sigmoidea (Bronn.). Pleurotoma sigmordea Bronn, It. Tert. Geb., pag. 437, n. 232. Castel larquato. Raphitoma » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 68, Castallarquato, Bacedasco, Stramonte. Castellarquato ex collezione. Drillia Brocchi (Bonelli). Murex oblungus. . . Brocchi, Conch. foss. sub., tav. VIII, fig. 5. Pleurotoma Brocchi Cocconi, Moll. mive. plioc. Parma, Piac., pag. 57, Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Drillia pustulata Brocchi. Pleurotoma pustulata Bronn, it. Tert. Geb., pag. 47, n. 229. Castel- larquato. » » Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. I, pag. 370. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 56. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Seguendo il criterio di Bellardi comprendo sotto questo nome, ma però come varietà distinta, la P/. cupressina Dod. la quale si distingue dalla £L. pustulata oltrechè pei caratteri accennati da Bellardi (Moll. terz. Piem., Lig., P. II, pag. 105, var. a) per la forma più svelta e la spira più allungata; per gli anfratti meno rilevati, per tutta l’ornamentazione più finamente scolpita. È molto pro- babile che la varietà di Cocconi spira elongata sia la stessa. Tanto la Drillia pustulata come la cupressina sono comuni a Vi- goleno e Castellarquato. Drillia crispata Jan. Pleurotoma crispata Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. I, pag. 369. Castellarquato » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 56. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Gen. Bela Gray. Bela septangularis Mont. Bela septangularis Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 59. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Gen. Clavatula Lk. Clavatula interrupta Brocchi. Pleurotoma interrupta Bronn, It. Tert. Geb., pag. 46, n. 227. Castel larquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 90. Diolo, Stramonte. Castellarquato ex collezione. Per quanto questa specie sia citata per Castellarquato anche dall’ Hérnes, non ho potuto comprenderla nella sinonimia, perché come osserva Bellardi per la specie del Piemonte, trattasi proba- bilmente di specie affatto diversa, e tale diversità appare anche dal confronto degli esemplari di Castellarquato con le figure del- l Hòrnes. Clavatula inornata Bell. (Bellardi, Moll. terz. Piem., Lig., P. II, pag. 161, tav. V, fig. 20). Clavatula inornata Bagatti, Agg. En. Sist. Moll. Parma, Piace, pag. 18, n. 4. Bacedasco. Castellarquato ex collezione. Ri SIE, oi Clavatula Aradasi Bell. ( Bellardi, MolL terz. Piem,, Lig., P: II, pag. 162, tav. V, fig. 23). Castellarquato ex collezione. I molti esemplari classificati con tal nome non trovarono ri- scontro, ma sono da riferirsi alla, Clavatula Agassizii, uno soltanto fu sufficientemente riconoscibile. Clavatula Agassizii Bell. ( Bellardi. Moll. terz. Piem., Lig., P. II, pag. 166, tav. V, fig. 30). Var. A. Castellarquato ex collezione. Quasi tutti gli esemplari corrispondono alla varietà A del Bellardi, cingulum plerumque nodiferum ecc. Gen. Clinura Bellardi. Clinura elongantissima (For.). (Foresti, Cat. Moll. foss. plioc. Bologn., pag. 60, tav. II, fig. 10-13. Pleu- rotoma elongantissima ). Clinura elegantissima Bagatti, Agg. En. Sist. Moll. mioc. plioc. Parma, Piac. pag. 19, n. 1. For. non Forb. Castellarquato. ex collezione. Gen. Pseudotoma, Bellardi. Pseudotoma intorta Brocchi. Murex intortus. . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 220, tav. VIII, fig. 17. Piacentino. Pleurotoma intorta Bronn, It. Tert. Geb., pag. 46, n. 226. Castellarquato. » » Héornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. I, pag. 332, Castellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 47. Castellarquato. Castellarquato ex collezione — Burrone Monte Bertoldo, strato superiore, Stramonte. SNO gua Pseudotoma Bonellii Bellardi. Pleurotoma bracteata Bronn, It. Tert. Geb., pag. 45, n. 215. Bacedasco » » Hérnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. I, pag. 333 Castellarquato. » Benellit. Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 47. Castellarquato, Bacedasco. Castellarquato ex collezione. Pseudotoma brevis Bell. Pleurotoma brevis Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P.I, pag. 333. Castellarquato. ; » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 47, Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. Gen. Dolichotoma Bellardì. Dolichotoma cataphracta Brocchi. Murex cataphractus . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 221. ri VIII, 1 fig. 16. Piacentino. Pleurotoma cataphracta Bronn, It. Tert. Geb., pag. 46, n. 225. Castel larquato. » » Héornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien., P. I pag. 335, Castellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 48. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Delle molte varietà di cui la specie può essere suscettibile accenno a tre: la prima più abbondante in collezione designata dal Doderlein, colle parole: tuberculis crassioribus, carina nodosa trova riscontro nella Var. B di Bellardi (pag. 232), la seconda di Stramonte e intermedia fra la Var. B e C pure di Bellardi, la terza di Monte Bertoldo identifica la Var. A. MQ At I 0A i 40 E Gen. Aphanitoma Bellardi. Aphanitoma labellum Bon. (Bellardi. Moll. terz. Piem., Lig., P. II, pag. 242, tav. VII, fig. 28. Aphanitoma labellum ). Castellarquato ex collezione. ‘ Gen. Clathurella Carpenter. Clathurella emarginata (Donov. ). Murex oblongus. . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 2253. Piacentino. Pleurotoma suturalis Bronn, It. T'ert. Geb., pag. 43, n. 255. Castellarquato. hRaphitoma gracilis Cocconi, En. Sist. Moll. mioe. plioc. Parma, Piac., pag. 67. Piacentino. Castellarquato ex collezione -- Burrone del Monte Bertoldo. Clathurella scalaria Jan. (Bellardi, Moll. terz. Piem., Lig., P. II, pag. 248, tav. VIII, fig. 1). Castellarquato ex collezione. Cocconi cita questa specie soltanto per Majatico (Cocconi, pag. 68). Nella collezione di Castellarquato trovai con tal nome. un solo esemplare che corrispose al confronto della figura e de- scrizioni di Bellardi e Foresti ( Cat. Moll. Foss. Bologn., pag. 69) meglio però alle descrizioni che alla. figura. Esistendo poi nella collezione del Modenese, e precisamente della Cianca di Spezzano, tre individui di questa specie potei meglio estendere il confronto e convincermi della bontà dell’ esemplare di Castellarquato il quale rappresenterebbe il vero tipo della Clathurella scalaria Jan, in cui Yultimo anfratto acutissimamente carenato non ha solchi lon- gitudinali. Clathurella crassivaricosa Bell. (Bellardi, Moll. terz. Piem. Lig., P. II, pag. 254, tav. VIII, fig. 9). RESO Castellarquato ex collezione. ‘Di questa specie abbastanza rara due esemplari del quale uno presenta intatta la varia magna, arcuuta valde sinuosa ac- cennata da Bellardi. Clathurella subtilis Partsch. (Bellardi, Moll. terz. Piem., Lig., P. II, pag. 249, tav. VIII, fig. 2). Clathurella subtilis Bagatti, Agg. En. Sist. Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 19, n. 1. Bacedasco. Castellarquato ex collezione. Gen. Homotoma, Bellardi. Homotoma textilis Brocchi. Pleurotoma textile Bronn, It. Tert. Geb., pag. 48, n. 236. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. La figura di Brocchi (Conch. foss. sub., pag. 216, t. VIII, fig. 14, M. textile) non corrisponde bene alla descrizione di questa specie, perchè gli anfratti invece di essere convessi sono subangolosi, il che fu causa che specialmente Hornes abbia riferito a questa specie la, Clathurella subtilis ( Hornes, pagg. 381, 382, tav. X, fi. 4, R. textilis). Gli esemplari di collezione pur coincidendo colla figura e descrizione di Brocchi hanno gli anfratti come ap- punto gli esemplari del: Bolognese (Foresti, Moll. Foss. Bologn., pag. 63) molto convessi. Homotoma histrix Jan. Raphitoma histrix Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 63. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Il tipo descritto da Bellardi non esiste in collezione va invece accennata una varietà anfractibus scalaratis Dod. distinta pei se- guenti caratteri: costulis trasversis minor interposita, costulae tran- sversae magis spinosae, anfractibus scalaratis. —_ 27 - ‘| Homotoma erinaceus Bellardi. (Bellardi, Moll. terz., Piem., Lig., P. TI, pag. ‘267, tav. VIII, fig. 23. H. erinaceus ). Homotoma erinaceus Bagatti, Agg. Enum. Moll. mioc. plioe. Parma, Piac., pag. 20. n. 1. S. M. Maddalena. Castellarquato ex collezione. . Homotoma reticulata Ben. Murex echinatus . . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 216, tav. VIII, fig. 3. Piacentino. Pleurotoma reticulata Bronn, It. Tert. Geb., pag. 47, n. 233. Castellarquato. Defrancia reticulata . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 59. Bacedasco. Castellarquato ‘ex collezione — Rio dell’ Asse 2.° strato. Homotoma turritelloides Bellardi. ( Bellardi, Moll. terz., Piem., Lig., P. II, pag. 281. H. turritelloides ). Homotoma turritelloides Bagatti, Agg. Enum. Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 20, n, 5. Bacedasco. Castellarquato ex collezione — Riorzo. Homotoma stria (Cale.). Raphitoma stria Coceoni, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 64. Ca- stellarquato Castellarquato ex collezione. Homotoma inflata (Jan. ). Raphitoma inflata Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 64. Castellarquato. = Castellarquato ex collezione — Riorzo. Lù RITA A CL ICONA E di 19 FINA MO Sa Homotoma semicostata Bellardi. ( Bellardi, Moll. terz. Piem., Lig., P. II, pag. 282, tav. VIII, fig. 80. Homo, toma semicostata ). Homotoma semicostata Bagatti, Agg. En. Sist. Moll. mioc. plioc. Parma- Piac., pag. 20, n. 6. Kiorzo. Castellarquato ex collezione. Homotoma purpurea Mont. Defrancia purpurea Weinkauff, Conchyl. des Mittelmeer, Vol. II, pag. 131. Castellarquato. Homotoma > Bagatti, Agg. En. Sist. Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 20. Riorzo. Castellarquato ex collezione. Homotoma, elegans Donov. Defrancia linearis Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 62. Castellarquato. Homotoma elegans Bagatti, Agg. En. Moll. mioc. plioc. Parma, Piac. pag. 20. Riorzo e Bacedasco. Castellarquato ex collezione. Gen. Daphnella Hinds. Daphnella Salinasi Cale. ( Bellardi, Moll. terz. Piem., Lig., P. II, 284, tav. VIII, fig. 32. DapAnella Salinast ). Daphnella Salinasi Bagatti, Agg. En. Sist. Moll. mioc. plioc. Parma, Piace, pag. 21. Chers. Castellarquato ex collezione. Gen. Mangelia Leach. ; Mangelia C'lathrata Serr. Defrancia clathrata Cocconi, Moll. mioc. plioc. Payma, Piac., pag. 60 Castellarquato. Castellarquato ex collezione. SEVTOGLE Mangelia angusta Jan. (Bellardi, Moll. terz. Piem., Lig. P. II, pag. 295, tav. VIII, fig. 40). Raphitoma angusta Cocconi, Moll. plioc. Parma, Piac., pag. 69. Lu- gagnano. . Castellarquato ex collezione. Mangelia longa Bellardi. Mangelia coerulans! Cocconi, Moil. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 65. Castellarquato. > longa . . . Bagatti, Agg. En. Sist. Moll. mioc. plioc, Parma, Piac., pag 21. S. M. Maddalena. Castellarquato ex collezione. È certo che per il tipo generale questa specie è molto affine alla Pleurotoma cerulans Phil. ( Vol. II, tav. 6, fig. 24), dalla quale però differisce sensibilmente specie nell’intaglio. Il nome poi di P. cerulans come Bellardi dimostra non conviene al fossile de- scritto e figurato con tal nome da Hornes. Cocconi riferendosi a entrambi le figure a quale specie avrà voluto alludere ? Mangelia Vauquelini Payr. _Mangelia Vauquelini Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 65. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Gen. Raphitoma Bellardi. Raphitoma vulpecula Brocchi. Murex valpeculus . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 212, tav. VIII, fig. 10. Piacentino. Pusus » . . Bronn, It. Tert. Geb. pag. 41, n. 190. Castellarquato. Raphitoma vulpecula Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 65: Bacedasco. Riorzo. Castellarquato ex collezione. Diga Raphitoma submarginata Bon. ( Bellardi, Moll. terz. Piem., Lig., P. II, pag. 309, tav. IX, fig. 21. R. submarginata ). Raphitoma submarginata Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 60. Castellarquato ex collezione. Raphitoma plicatella (Jan.). (Bellardi, Moll. terz. Piem., Lig., P. II, pag. 307, tav. IX, fig. 19. ER. plicatella). . Laphitoma plicatella Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 64, I Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Raphitoma turgida Forb. ( Bellardi, Moll. terz. Piem., Lig, P. II pag. 312, tav. IX, fig. 25, k. turgida). Raphitoma nana. . Bagatti, Agg. en Sist. Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 22. Marne di Bacedasco. » turgeida Bagatti, Agg. en. Sist. Moll. mioc. plioe. Parma, Piac., pag. 22. Bacedasco. Castellarquato ex collezione. haphitoma tenuicosta Brugn. (Brugnone. Alec. Pleurot. foss. Palermo, pag. 20, tav. I, fig. 17. Pleuro. toma attenuata var. B). Pleurotoma tenurcostata Bagatti, Agg. En. Sist. Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 22, n. 14. Rio dei Vassalli. Castellarquato ex collezione. kRaphitoma hispidula (Jan.). (Bellardi, Moll. terz. Piem., Lig. P. II, pag. 304, tav. IX, fig. 18. kh. hispidula). k. hispidula Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 64. Castel. larquato. Castellarquato ex collezione. TRO A Raphitoma nevropleura Brugn. ( Brugnone, Alcune Pleurot. foss. Palermo, pag. 33, tav. I, fig. 24). Raphitoma proxima Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 69, tav. I, fig. 17-18. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Raphitoma Megastoma Brugn. (Brugnone, Alcune Pleurot. foss. Palermo, pag. 34, tav. I, fig. 25). Castellarquato ex collezione. Raphitoma Brachystoma Phil. (Bellardi, Moll. terz. Piem., Liguria, P. II, pag. 318). Defrancia brachystoma Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma, Piac., pag. 60. Castellarquato. Castellarquato ex collezione — Rio asse. Raphitoma harpula (Brocchi). Fusus harpula ... Bronn, It. Tert. Geb., pag. 41, n. 189. Bacedasco. Pleurotoma harpula Héòrnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. I, pag. 376. Castellarquato. Raphitoma > Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 67. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Raphitoma attenuata Mont. Fusus pentagonus . . . . . Bronn., It. Tert. Geb., pag. 41, n. 191. Castel- larquato. Raphitoma attenuata . . . Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma., Piacenza, pag. 67. Castellarquato sabbie gialle. » Payraudeaui? Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piacenza, pag. 66. Riorzo. Bacedasco. Castellarquato ex collezione. OR Le affinità fra questa specie e la R. Payraudeavi Desh. sono assai spiccate, e tale affinità confermano descrizioni e figure. Però per entrambi le specie mancano buone figure e le uniche che si offrano discrete sono del Filippi ( PI. Payraudeavi Desh. tav. XXVI, fie. 20, PI. ‘gracile Phil., R. attenuata tav. XI, tig. 23). Le distin- zioni esatte riescono difficili, Bellardi nella sinonimia della A. atte- nuata fonde le due specie, e le fa corrispondere al Murex vulpe- culus costis rarioribus di Brocchi; altri autori invece come Cocconi Monterosato ecc. ammettono che Murea vulpeculus var. costis ra- rioribus debba riferirsi soltanto alla PI. Payraudeaui. Della R. attenuata vivente mi sono reso conto esattissimo, e certo i pochi esemplari di Castellarquato corrispondono quasi tutti a questi, alcuni pochi offrono leggiere varianti specialmente sull’ andamento delle costole, e forse questi sarebbero da riferirsi alla R. Payrau- deauvi ma nell’incertezza anzichè sdoppiare gli esemplari preferisco mantenerli sotto il nome unico di R. attenuata. Raphitoma spinifera Bell. (1). Pleurotoma spinifera Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pga. 55. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Distinguunt hane varietatem a £. spinifera. — Testa subfu- siformis, anfractus minus carinati, suturae. minus profundae, costae longitudinales minus prominentes, striae transversae ma- iores et magis perspicuae. Raphitoma columnae Scacchi. ( Bellardi, Moll. terz. Piem., Lig., P. II, pag. 321, tav. IX, fig. 36. A. columnae). » Castellarquato ex collezione. Raphitoma hispida Bell. ( Bellardi, Moll. terz. Piem., Lig., P. II, pag 299, tav. IX, fig. 5. /a- phitoma hispida ). Castellarquato ex collezione. (1) Oltre la forma tipica accenno una varietà degna di nota sub- spinifera Dod. Gen. Halia Risso. Halia helicoides Brocchi. Bulla helicoides. . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 48, tav. I, fig. 9a d. Piacentino. Priamus helicoides Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac, pag. 156. Riorzo, Stramonte. Castellarquato ex collezione. Fam. Cancellariidae. Gen. Cancellaria Lk. Cancellaria cancellata Linn. Voluta cancellata. . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 79. Piacentino. » » . + + Bronn., It. Tert. Geb., pag. 49, n. 208. Castel- larquato. Cancellaria cancellata Hoernes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. I, pag. 317. Castellarquato. > i Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 165. Castellarquato. Rivetia cancellata. . . Sacco, Moll. terz. Piem, Lig., P. XVI, pag. 37. Piacentino. Cancellaria serrata Bronn. Cancelleria serrata Bronn, It. Tert. Geb., pag. 44, n. 211. Bacedasco. » » D'Ancona, Moll. plioc. It., Vol. II, pag. 115. Piacentino. ‘> » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 165. Castellarquato. Diolo. Bonellitia serrata. Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XVI, pag. 43-44. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Cancellaria Bonellîiù Bell. Cancellaria Bonelliù Hornes, Foss. Moll. Tert, Beck. Wien, P. I, pag. 316. Piacentino. PI LIAIO Ai Sa Cancellaria Bonellii D’ Ancona, Moll. plioc. It., Vol. II, pag. 115. Pia- centino. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 166 Castellarquato. Bonellitia Bonellii. Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XVI, pag. 42. Pia- centino. Castellarquato ex collezione. Cancellaria varicosa Brocchi. Voluta varicosa. . . Brocchi, Conch. foss sub., pag. 84, tav. III, fig. 8. Piacentino. » » . + . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 44, n. 213. Castellarquato. Cancellaria varicosa Hòrnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien. P. I, pag. 312. Castellarquato. : » » D’ Ancona, Moll. plioc. Ital., Vol. II, pag. 110. Pia- centino. ». » Cocconi, Moll. mioc. plioc.. Parma, Piac., pag. 166. Ba- cedasco. Diolo. Sveltia varicosa . . . Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XVI, pag. 54 Piacentino. Castellarquato ex collezione — Rio di Montagnano, Bacedasco, Lugagnano, M. Bertoldo. Cancellaria lyrata Brocchi. Voluta spinulosa Brocchi, Conch. foss, sub, pag. 82, tav. III, fig. 15. Piacentino. » lyrata.. Bronn, It Tert. Geb., pag. 44, n. 214. Castellarquato. » >» .. Hornes, Foss. Moll Tert. Beck. Wien. P. 1, pag. 309. Castellarquato. » >». . D'Ancona, Moll. plioc. It., Vol. II, pag. 108. Piacentino. » » .. Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 16%. Castellarquato, Riorzo, Stramonte. Castellarquato ex collezione — Burrone M. Bertoldo, Rio di S. Franca, Bacedasco. Oltre la forma tipica accenno una varietà già detta da Sacco (Moll. terz. Piem., Lig. P. XVI, pag. 59). Sveltia lyrata var. spinu- 10sa e rappresentata anche nel caso in esame da forme giovani., LR rr SI Cancellaria calcarata Brocchi. Voluta calcarata . . . Brocchi, Conch. foss.. sub., pag. 81, tav. III, fig. 7. 1 Piacentino. Cancellaria calcarata Bronn, It. Tert. Geb., pag. 43, n. 201. Bacedasco. i » » D’ Ancona, Moll. plioc. Ital., Vol. II, pag. 107. Pia- centino. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 167, Stramonte, Montezago, Castellarquato. Calcarata calcarata . Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XVI, pag. 33. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Cancellaria hirta Brocchi. Voluta hirta. . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 88, tav. IV, fig. la, 6, pag. 88. Piacentino. Cancellaria hirta Bronn, It. Tert. Geb., pag. 43, n. 205. Castellarquato. » » D’Ancona, Moll. plioc. Ital, Vol. II, pag. 104. Pia- centino. ; » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 163. Solatia' herta. . . Sacco, Moll. terz. Piem., Lig, P. XVI, pag. 28. Pia- centino. Castellarquato ex collezione — Burrone M. Bertoldo. Cancellaria Brocchi Crosse. Voluta piscatoria non Linn.. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 80, tav. II, fig 12. Piacentino. » » var, B... Bronn, It. Tert. Geb., pag. 43, n. 205. Castellarquato. Cancellaria Brocchi... . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 169. Castellarquatoe Solatia piscatoria var. minor Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XVI, pag. 26. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Numerose discussioni furono fatte dagli autori su questa specie, inutile ripeterle, più utile riassumere i punti di comune accordo: Peio PASS Il nome di C. Brocchii proposto da Crosse le spetta perchè il Buccinum piscatorium L. al quale da Brocchi fu riferita questa specie non ha a che far nulla con essa. Ha molta somiglianza colla C. hirta ma ne resta nettamente distinta (D’ Ancona, Fasc. II, pag. 105). Gli esemplari giovani e mezzani differiscono sensibilmente dagli adulti ove l’ornamentazione è più fortemente pronunciata, Cancellaria tribulus Brocchi. Voluta tribulus. . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 32, tav. III, fig. 14. Piacentino. Cancellaria tribulus Bronn, It. Tert. Geb.; pag. 43, n. 203. Bacedasco. » » D’ Ancona, Moll. Plioc. Ital., Vol. II, pag. 102. Pia- centino. > » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 169. Bacedasco, Stramonte, Lugagnano. Sveltia tribulus. . . Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XVI, pag. 63-64. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Cancellaria uniangulata Desh. Cancellaria fusulus . .. Bronn, It. Tert. Geb., pag. 13, n. 204. Bacedasco. » uniangulata Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien. P. I, pag. 307. Piacentino. » » D’ Ancona, Moll. plioc. It., Vol. II, pag. 100. Piacentino. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 169. Castellarquato. Trivia uniangulata . . . Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XVI, pag. 35. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Cancellaria Ampullacea Brocchi. Voluta ampullacea . . . . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 86, tav. III, fig. 9 a db. Piacentino. Cancellaria ampullacea. . . Bronn., It. Tert. Geb., pag. 43, n. 207. 04: stellarquato. —- 30 — Cancellaria ampullacea . . D' Ancona, Moll.. plioc. It., Vol. TI, pag. 95. Piacentino » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 171. Castellarquato. ti igonasfoma ampullaceum Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XVI, pag. 9. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Cancellaria Nysti Hornes. Cancellaria Nysti Hornes, Foss. Moll. Tertiéir-Beck Wien, Vol. I, pag. 306, tav. 34, fig, La d Castellarquato. » » Bagatti, Agg: En. Moll. Parma, Piac., pag. 29, n. 2. Bacedasco. Castellarquato ex collezione. D’ Ancona a proposito della C. Urcianensis giustamente nota che questa ha rapporti d’ affinità colla C. Nysti ma non tali da far ritenere che siano la stessa specie. Gli esemplari di Montegibbio corrispondono meglio alla descrizione e figura dell’ Hòrnes di quelli di Castellarquato ma in ogni modo restano distinti dalla C. Ur- cianensis per la conchiglia di forma turrita, per la diversa disposi- zione-delle strie e costole, per la piccolezza relativa degli esemplari. Gen. Trigonostoma Blainv. Trigonostoma umbilicare Brocchi. Voluta umbilicaris. . . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 85. Cancellaria umbilicaris . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 43, n. 206. Ca- stellarquato. » scabra. . . . D'Ancona, Moll. plioc It., Vol. II, pag. 96. Piacentino. » Pra Cocconi Molli mioe.mParma,BiaeSpas C Montezago. Trigonostoma umbilicare Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XVI, pag. 15. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Come Pantanelli e De Stefani dimostrarono (Moll. plioc. dint. Sien. pag. 116) la figura di Brocchi corrisponde esattamente alla C. scabra Desh. — 38 — Trigonostoma cassidea Brocchi. Voluta cassidea . . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 87, tav. III, fig. 13 a, d. Castellarquato. » » . 3 + Bronn., It. Tert. Geb., pag. 44, n. 209. Piacentino. Cancellaria cassidea H6rnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. I, pag. 682. Castellarquato. » » D’ Ancona, Moll. plioc. Ital., F. II, pag, 97. Pia. centino. Castellarquato ex collezione. Trigonostoma Bellardii Pant. De Stef. Cancellaria umbilicaris (non Brocchi). D'Ancona, Moll. plioc. Ital., Vol. IL. Piacentino. » » » » . Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma, Piac., pag. 171. Castellarquato. Trigonostoma umbilicare var. Bellardii Sacco, Moll.. terz., Piem. Lig, P. XVI, pag. 5. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Questo. nome, venne assegnato da De Stefani e Pantanelli a quelle forme considerate da D’ Ancona e altri autori come O. um- bilicaris, nome che per quanto ho esposto parlando della T'rigo- nostoma umbilicaris Brocchi non conviene a questa specie. Sottogen. MERICA Adams 1853. Merica mitraeformis Brocchi. Voluta mitraeformis . ... Brocchi, App. alla Conch. sub., pag. 478, tav. XV fio. XIII. Piacentino. Cancellaria mitraeformis Bronn, It. Tert. Geb., pag. 44, n. 212. Bacedasco: » » D’ Ancona, Mol. plioe. Ital., Vol. II, pag. 118, Piacentino. » » Cocconi, Moll. mioc. plioe, Parma, Piacenza; pag. 164. Rio delle Ascie, Castellarquato, Diolo. Castellarquato ex collezione. Ps0 10 Re Il tipo di questa specie è evidentemente costulato pel lungo. Sta però il fatto, come Cocconi osserva, che almeno pel Piacentino il maggior numero d’'individui ha costole molto deboli nei primi anfratti, quasi sempre ne è sprovvisto nell’ ultimo che mostrasi anche più turgido. La varietà designata da Cocconi colle parole: Anfractubus converioribus, plicis longitudinalibus obsoletis può essere mantenuta. Oltre questa è facile riscontrare 2 forme; in una le costole pur non essendo molto accentuate sono visibili anche sull’ ultimo antratto, nell'altra le costole sono assai accentuate con tendenza più obbliqua e cogli anfratti quasi per niente convessi. Data però l'instabilità con cui le costole si presentano in questa specie, si può considerare questo fatto come semplice accidentalità di struttura, Sottogen. ADMETE Kròyer Admete Urcianensis (D’ Ancona). (Cancellaria Urcianensis D'Ancona, Moll. plioc. Ital., Vol. II, pag. 117, tav. 12, fig. 4a, db, c.) » Urcenensis. Bagatti, Agg. En. Moll, mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 29, n. 1. Castellarquato. Admete costellifera var. fusoconvera Sacco, Moll. terz., Piem., Lig., P. XVI, pag. 71-72. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Admete triplicata nobis. Testa fusiformis, anfractibus converis, subcarinatis, reticu- latis, costis longitudinalibus sub equalibus et transversis minoribus instructis. Anfractus ultimi converiores, striis interstialibus mu- nitis, columella triplicata, apertura trigona, umbilico subnullo. Oi LL Pro AIA, Conchiglia fusiforme con anfratti convessi subcarinati. Le costole sono di 2 specie longitudinali e trasversali, le longitudinali alquanto ottuse le trasversali notevolmente più esigue, le une e le altre non sono rigorosamente uguali. L'ultimo anfratto sen- sibilmente più convesso degli altri e diversamente dagli altri è munito di strie intermedie che si alternano regolarmente colle co- stole longitudinali e trasversali. In alcuni esemplari le strie sono De (ARESE limitate all’ ultimo anfratto, la columella è triplicata, 1’ apertura tri- gona, l’ombelico quasi nullo, il labbro è sottile, internamente liscio. - Questa specie ha qualche affinità colla C. urcianensis D’ Ancona dalla quale si distingue per gli anfratti non carenati, per la forma della conchiglia meno acuta, per l'andamento delle costole tra- sversali e longitudinali, «che non danno alle maglie della €. ur- cianensis l'aspetto reticolato di questa nuova specie. Fam. Marginellidae. Gen. Marginella Lk. Marginella auris leporis Brocchi. Marginella auris leporis Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piacenza, pag. 104. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Giustamente osserva Cocconi che questa specie non collima perfettamente colla figura e descrizione di Brocchi ( Voluta auris leporis, pag. 94, t. IV, fig. 11 a b) che ebbe in esame soltanto individui di Toscana. L'angolo formato sul penultimo anfratto è assai evidente negli esemplari del Piacentino e questo non appare nè nella figura, nè nella descrizione di Brocchi. Inoltre Brocchi parla di una columella triplicata mentre in tutti gli individui della ‘ collezione esaminati essa è quadruplicata. Fam. Mitridae. Gen. Mitra Lk. Mitra fusiformis Brocchi. Voluta fusiformis Brocchi, Conch. foss. sub, pag. 89. Piacentino. Mitra » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 19, n 62. Castellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 94. Castellarquato, Lungagnano, Castellarquato ex collezione — Rio dei Gatti. SA LI Mitra turricula Jan. Mitra turricula Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 94. Ca- stellarquato, Lugagnano. Castellarquato ex collezione. Mitra alligata Defr. Voluta striatula Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 91, tav. IV, fig. 8. Piacentino. Mitra » —Bronn, It. Tert. Geb., pag. 20, n. 63. Castellarquato. » » Cocconi, Molì. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 98. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione — Rio dei Gatti. Mitra scrobiculata Brocchi. Voluta scrobiculata Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 90, tav. VIII, fig. 3. Piacentino. Mitra » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 20, n. 64. Castellarquato. » » locconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 99. Castellarquato. i Castellarquato ex collezione. Ho distinto i numerosi esemplari della collezione nel modo se- guente: Forma tipica, corrispondente alla fig. 19, t. II, Bellardi (Moll. terz. Piem., Lig., P. V, pag. 7) in cui l’anfratto non pre- senta quasi affatto o molto debolmente traccia di solchi. Varietà A ( Bellardi, pag. 8). Superficie internamente solcata con solchi più grandi, alternati da solchi più piccoli. Varietà B (Bellardi, pag. 9). In questa varietà, che riferisco con dubbio a quella di Bellardi, gli anfratti sono generalmente lisci nella parte mediana e vicino alle suture mostrano solchi, ora accentuati, ora labili, variabili per numero. Noto ancora che la var. B del Cocconi corrisponde alla M. planicostata del Bellardi va RI o UE Mitra transiens Bellardi. (Bellardi, Moll. terz. Piem., Lig., P. V, pag. 62, tav. II, fio. 10). Castellarguato ex collezione. Sulle prime ritenni gli esemplari che ora riferisco a questa specie, forme speciali della M. scrobiculata presentanti solchi tran- sversali punteggiati, equidistanti per tutta l’ estensione della con- chiglia. Il Prof. Doderlein infatti distinse tali numerosi individui col nome di var. striis impressis aegquidistantibus. Cocconi ancora accenna parlando della M. scrobiculata a individui uniformemente solcati. Il ripetuto esame dei moltissimi esemplari m’ induce a ri- tenere questa anzi che varietà, una specie distinta strettamente collegata alla M. scrodiculata da attribuirsi alla M. transiens Bell. intermedia fra la M. exornata esclusiva del Miocene e la M. scro- biculata. Mitra Bronni Michelotti. (Mitra Bronni Bellardi, Moll. terz. Piem., Lig., P. V, pag. 18, tav. IV, fig. 54). Castellarquato ex collezione. Non ho citato Cocconi perchè si riferisce a un solo esemplare del Parmigiano. Nel pliocene Modenese la specie sembra essere meno rara, nella colleziene del Piacentino ho trovato due. soli esemplari, uno dei quali rappresenta la forma tipica, e l’altro la varietà A del Bellardi che si distingue molto dalla prima per la forma degli ornamenti superficiali, pei quali è affine alla M. ele- gantissima propria del miocene. Mitra Capelliniana Cocc. Mitra Capelliniana Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 100. Castellarquato ex collezione. Mitra affinis Cocc. Mitra affinis Cocconi. Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 98, tav. III, fig. 1-2. Castellarquato ex collezione. La 7 Org Mitra Astensis Bellardi. ( Bellardi, Moll. terz. Piem., Lig., P. V, pag. 21, tav. I, fig. 18). Castellarquato ex collezione. Mitra postacuta n. sp. Castellarquato ex collezione. Testa utrinque attenuata, spira valde acuta, anfractus parum converi ultimus prope suturam posticam parum inflatus, dimidia parte longitudine longior. Superficies nitida, sulci trasversi prope rimam decurrentes, plerumque quattuor; os ovale, labrum sinistrum subarcuatum, plicae columellares quatuor, columella suberecta an- tice vix sinistrorsum incurvata. Long. ra Questa specie è molto affine alla M. acuta Bellardi (pag. 53, t. III, fig. 41). Ne differisce per le dimensioni più esigue, per la superficie nitida e per i solchi della base in minor numero sottili ed avvicinati. Bellardi ebbe in esame un esemplare di Tortona simile a quello di Castellarquato che egli rimandò coll’ indicazione affine alla M. acuta. Quest’ indicazione e il confronto colla M. acuta del miocene superiore mi ha persuaso di presentarla come specie nuova per quanto stimi essere la forma di Castellarquato la corrispondente pliocenica della M. acuta di Tortona. Mitra Pantanellii n. sp. Castellarquato ex collezione. Testa subfusiformis, spira ad apicem acuta, anfractus parum converi, marginati, ultimus depressus. dimidiam longitudinem su- baequans, subulati punctulati, parum profundi, prope suturam magis perspicui et contigui; septem in primis anfractubus, decem vel undecim in ultimo. Sulci prope rimam decurrentes, inaequales, crebri, undulati. Superficies tota transverse sulcata. Os ovale, columella ad ‘apicem dextrorsum aliquantum obliquata. Plicae columellares quattuor. Long. 37""%, Lat. 16", La presente specie è molto vicina a un esemplare della colle- zione di Tortona contrassegnato dal Bellardi col nome di M. Si smondae var. C. Questa varietà differisce dalla forma tipica, come 44 — la specie in discorso resta separata dalla varietà del Bellardi per diversi caratteri propri, quali proporzioni, anfratti maginati, di- versa disposizione di solchi e strie. 3 Gen. Uromitra Bell. Mitra cupressina Bronn, It. Tert. Geb., pag. 20, n. 66. Bacedasco. » » Cocconi, Moll. mioc, plioc. Parma, Piae., pag. 101. _ Castellarquato. ICE Castellarquato ex collezione. Specie largamente rappresentata, pei nostri esemplari le figure più addatte sono quelle di Foresti ( Contr. Conch. foss. It., pag. 10, t. I, fig. 3,4, 6 M. cupressina). La forma tipica con individui assai grandi, rispettivaménte a quelli *di Tortona e del pliocene di Siena, collima colle figure citate da Foresti 3,4. Alcuni piccoli individui elegantemente reticolati sembrano avvicinarsi assai alla varietà A del Bellardi-(Moll. Piem., Lig., P. V;. pag. 20,-t& ME fio. 25, a db). Uromitra Ebenus Bell. Mitra ebenus Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 102. Castellarquato ex collezione. Cocconi seguendo il criterio di Weinkauff riunisce col nome di M. ebenus tre specie; a me invece è sembrato meglio seguire il Bellardi che le mantiene distinte; altre due specie quindi sa- ranno accennate a parte e cioè U. plicatula e U. pyramidella. Uromitra plicatula (Brocchi). Voluta plicatula . . Brocchi, Conch. foss. sub, pag. 52, tav. IV, fig. ©. Piacentino. > Mitra » . . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 19, n. 60. Castellarquato. » ebenus var. { Cocconi, Moll. mioc. plioe. Parma, Piac., pag. 102. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. SAM Uromitra pyramidella (Brocchi ). Mitra pyramidella Bronn, It. Tert. Geb., pag. 19, n 61. Castellarquato Castellarquato ex collezione. Ho distinte fra i molti esemplari alcuni che sembrano corri- spondere alla Var. f. Bellardi (pag. 47) e dei quali gli. identici nella collezione pliocenica del Modenese andavano col nome di M. cornicula Lk. Gen. Micromitra Bell. Micromitra obsoleta Brocchi. Mitra obsoleta Cocconi, Moll. mioc. plioe. Parma, Piacenza, pag. 103 Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Gen. Mitrella (Risso). Mitrella turgidula (Brocchi). Bruccinum turgidulum Bronn, It. Tert. Geb., pag. 25, n. 101. Castel- larquato. Columbella turgidula . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 100. » » . Fontannes, Moll. Bhoòne et Rouss., pag. 9-10. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Mitrella semicaudata. Columbella semicaudata Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma, Piac., pag. 108: Castellarquato. Castellarquato ex collezione. — 46 — Fam. Fasciolariidae. Gen. F'usus Klein. Fusus Rostratus Olivi. Murex rostratus Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 208, tav. VIII, fig. 1. Piacentino. Fusus ° Bronn, It. Tert. Geb., pag 39, n. 177. Castellarquato. » » Weinkauff, Conchyl. des Mitt., Vol. II, pag. 105. Castel- larquato. » » D’ Ancona, Moll. plioc. Ital, Fas. II, pag. 126. Piacentino. » » Hérnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. I, pag. 291. Castellarquato. > » Cocconi, Foss. mioe. plioc., Parma, Piac., pag. 45. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione — Riorzo, Burrone del M. Ber- toldo, S. Stefano di Bacedasco, Monte Oliveto di Bacedasco, Rio di Montagnana, Rio dei Gatti. Specie molto variabile; il tipo sarebbe secondo D’ Ancona dato da una forma ad anfratti convessi carenata e ottusamente dentata, mentre secondo Bellardi le forme più acutamente care- nate e dentate segnerebbero una varietà (D’ Ancona op. cit., t. XIV, fig. 8,9). Bellardi invece non considera tale varietà e la fonde coll’altra forma stabilita da D'Ancona, destinandole en- trambi a rappresentare. il tipo di questa specie. E infatti le due forme di struttura sono così comuni e abbondanti si nelle forme fossili che nelle viventi, da poter ritenere come attendibile il giu- dizio di Bellardi, e che la carena più accentuata e i denti più acuti rappresentino soltanto un maggiore e più perfezionato svi- luppo. Dove invece notasi una differenza strutturale degna di nota è in due varietà notate, l’ una dal Foresti nel suo catalogo dei Moll. pliocenici Bolognesi col nome di var. Bononiensis (Foresti Cat. Moll. plioc. Bologn., pag. 32, t. I, fig. 10, 11) che si distingue pei suoi antratti convessi, privi di spine e quasi di carena, l’altra chiamata ante riormente cincta dal Bellardi e Michelotti, poi Va- . rietà BP dal Bellardi (Bell. Moll. terz. Piem., Lig., P. I, pag. 130) — Carina obsoleta — Costae longitudinales in ultimo anfractu nullae vel rarae et obsoletae — e questa sembra essere almeno a giudicare dagli esemplari di collezione la meno comune. Fusus longiroster Brocchi. Murex longiroster Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 210, tav. VIII, fig. 7. Piacentino. Fusus » Bronn., It. Tert. Geb., pag. 39, n. 179. Castellarquato. » » D’ Ancona, Moll. plioc. It., pag. 121. Vol. 1. Piacentino. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 45. Piacentino. Castellarquato ex collezione — Monte Oliveto di Bacedasco, Burrone M, Bertoldo. Non ho citato il Y. longiroster dell’ Hornes poichè trattasi evidentemente di forma diversa da quella del Piacentino, come Bellardi addimostrò essere diversa da quella del Piem. e Liguria. Fusus clavatus Brocchi. Murex clavatus. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 211, tav. VIII, fig. 2. Piacentino. Fusus clavatus. Bronn, It. Tert. Geb., pag. 39, n. 171 Castellarquato. » » D'Ancona, Moll. plioc. It., Vol. I, pag. 122. Piacentino. » etruscus? Cocconi, Moll. mioc. plioc Parma, Piac, pag. 45. Montezago. » clavatus. Bagatti, Agg. En. Sist. Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 12. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. La distmzione fra questa specie e il /. etruscus è nettamente posta da Bellardi ( Moll. Terz. Piem., Lig., pag. 136). Certo che a prima vista molti esemplari di 7. clavatus sembrano allontanarsi dalla forma tipica, ma ciò solo apparentemente. Ritengo probabile che il Y. etruscus citato da Cocconi sia il Y. clavatus e ciò trova appoggio nelle osservazioni stesse di Bellardi, non essersi cioè la forma tipica, del F. etruscus rinvenuta nell’ Italia settentrionale e oltre ciò per l'esame che potei compiere sulla memoria di Pecchioli (4. etruscus ), e pel confronto della forma pliocenica del Y. etruscus esistente nella collezione Pantanelli. HFusus lamellosus Bors. Fusus lamellosus D° Ancona, Moll. plioc. Ital., Vol I, pag. 128. Piacentino. » » Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien. P. I, pag. 289. Castellarquato. ISARITE Fusus lamellosus Cocconi, Moll. mioe. plioc. Parma, Piac., pag. 14. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione -- S. Stefano di Bacedasco, Str. superiore. Gen. Latirus (Montfort). Latirus fimbriatus Brocchi. Murex fimbriatus. . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 211, tav. VIII, fig. 3 Piacentino. Fasciolaria fimbriata Bronn., It. Tert. Geb., pag. 42, n. 199. Castellarquato. » 5 D’ Ancona, Moll. plioc. Ital., Vol. II, pag. 79. Pia- centino. » > Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 92. Stramonte. Montezago, ecc. Castellarquato ex collezione. Per le pieghe columellari ascrivo questa specie al genere Latirus anzichè al genere Fusciolaria. Latirus Lawleyanus Bellardi. Murex polygonus. . . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 209. Piacentino. Fusciolaria Tarentina. Bronn, It. Tert. Geb., pag. 42, n. 198. Castel- larquato. Fasciolaria Lawleyana D' Ancona, Moll. plioc. It., Vol. IT, pag. 81. > » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 93 . Castellarquato. Castellarquato. ex collezione Il maggior numero degli esemplari corrisponde alla seconda varietà del Brocchi ( anfractibus subcarinatis), un individuo che tengo distinto per la grande elevazione dei nodi offre affinità generiche colle Fasciolarie. Tenendo però conto delle condizioni poco felici dell’ individuo e delle osservazioni di Bellardi sull’ in- stabilità dei caratteri del L. Lawleyanus, ritengo utile considerare anche questo esemplare appartenente alla specie suaccennata e forse identificante la var. I. di Brocchi. > x Sa A RE AI RITO NOSTRE ICI Sa: MAGIE Fam. Buccinidae. Gen. Euthria Gray. Euthria cornea Linn. Murex corneus. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 208. Piacentino. PFusus lignarius Bronn, It. Tert. Geb., pag. 40, n. 183. Castellarquato. » » D’ Ancona, Moll. plioc. It., Vol. II, pag. 138. Pia- centino. » corneus . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 48. Ca- | stellarquato. Castellarquato ex collezione — Montezago, Burrone del M. Bertoldo, Stramonte. Euthria adunca (Bronn.). Fusus aduncus Bronn, It. Tert. Geb., pag. 40, n. 182. Castellarquato. » > D’ Ancona, Moll. plioc. It., Vol. II, pag. 139. Pia- centino. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 42. Stra- monte, Moutezago, ecc. Castellarquato ex collezione. Gen. Anura (Bellardi). Anura inflata ( Brocchi ). Murex inflatus Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 203, tav. IX, fig. 6. Castellarquato. » » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 37, n. 166. Castellarquato. Fusus > D'Ancona, Moll. plioc. : It., Fasc. II, pag. 141. Pia- centino. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac, pag. 42. Pia- centino. ‘Castellarquato ex collezione. Oa Gen. Genea (Bellardi). Genea Bonellii (Gene). ( Bellardi, Moll. terz. Piem., Lig., pag. 205, tav. 11, fig. 10a 108). Castellarquato ex collezione. La Pleurotoma Broderipi Grat. che secondo Doderlein e D'An- cona avrebbe qualche affinità con questa specie non mi è nota. Se per la distinzione valgono oltre ad altri caratteri quello importantis- simo, accennato da Bellardi, di avere la G. Bonellii i primi anfratti muniti di coste longitudinali, mentre gli ultimi ne sono affatto privi, l’unico esemplare di collezione collima colla figura e deseri- zione del Bellardi. Gen. Metula. Metula mitraeformis (Brocchi). Murex mitraeformis Brocchi, Conch. foss. sub., Vol. II, pag. 218. Ca- stellarquato. Fusus » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 40, n. 185. Castellarquato. » » D’ Ancona, Moll. plioc. It., F. II, pag. 136. Piacentino. » > Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 43. Castellarquato. » » Hornes, Moll. Foss. Tert. Beck. Wien? P. I, pag. 284. Castellarquato. Castellarquato ex collezione — Rio di Montagnana, Monte- zago, Riorzo, Burrone del Monte di Bertoldo, Stramonte, Rio dei Gatti. Gen. Phos Montf. Phos polygonum Buccinum polygonum Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 125, tav. V, fig. 10. Piacentino. » » Bronn., It. Tert. Geb., pag. 22, n. 81. Castellarquato. » > Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 75. Castellarquato. Dt IZ MITA RT ORA nata ‘ + A \ SI a Buccinum polygonum Hiornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. I, pag. 161. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Gen. Cyllennina Bellardi. Cyllennina Paulucciana D’ Ancona. Nassa paulucciana Bagatti, Agg. En. Sist. Moll: mioc. Parma, Piacenza, pag. 13, n. 2 Castellarquato ex collezione. Cylienina Haueri Michelotti. (Bellardi, Moll. terz. Piem., Lig., pag. 169, tav. X, fig. 22-23 (a d). ‘( Cyllenina Hauert). Castellarquato ex. collezione. Gen. Pisania Bivona. Pisania plicata (Brocchi). Murex plicatus Brocchi, Conch. Foss. sub., pag. 200. Piacentino. > » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 36, n. 162. Castellarquato. » » Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. I, pagg. 245-46. Castellarquato. » > D’ Ancona, Moll. plioc. It., F. I, pagg. 38-09. Piacentino. » > Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pagg. 33-34. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Pisania turrita Bors. Murex plicatus var. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 201. Piacentino. » fHexicauda. . Bronn, It. Tert. Geb. pag. 36, n. 163. Castellarquato. » » . . Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P.I, pagg. 241-42. Castellarquato. » » . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pagg. 29-30. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Pisania fusulus Brocchi. è Murex fusulus Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 30. Ca- stellarquato, Riorzo. Castellarquato ex collezione. Pisania Mayeri Bell. ( Bellardi, Moll. terz. Piem., Lig., Vol. I, pag. 182, tav. XII, fig. 22. Pollia Mayeri. i Pollia Mayeri Bagatti, Agg. En. Sist. Moll. Parma, Piac., pag. 14, n. 4. Stramonte. Castellarquato ex collezione — Marne di Bacedasco, Rio dei Gatti ecc. Pisania exigua Dug. (D’ Ancona, Moll. plioc. Ital, Vol. I, pag 50, tav. 5, fig. 4. Murea eLiguus ). Castellarquato ex collezione. Pisania intercisa Michelotti. (Bellardi, Moll. terz. Piem., Lig., P. I, pag. 172, tav. XII, fig. 9. Pollza intercisa ). - Pollia intercisa Bagatti, Agg. En. Sist. Moll. mioc. plioc., Parma, Piac., pag. 14, n. 2. Montezago. Castellarquato ex collezione. Gen. Jania (Bellardi). Jania angulosa (Brocchi). Murex angulosus Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 202, tav. VII, fig. 16. Piacentino. » » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 36, n. 160. Bacedasco. » » D’ Ancona, Moll. plioc. It., Vol. I, pag. 48. Castel- larquato. (ilagiot ve Pea OE S Murex angulosus Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 40. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. Fam. Nassidae. Gen. Nassa Lk. Nassa clathrata Born. Buccinum clathratum Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 116. Piacentino. » » Bronn., It. Tert. Geb., pag. 22, n. 79. Castel- larquato. Nassa clathrata . . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac. Piacentino, pag. 76. Castellarquato. Castellarquato ex collezione — S. Stefano di Bacedasco, Rio dei Gatti ecc. e Nassa Emiliana Mayer. Nassa Michelottiana Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. ‘7. Lugagnano. Castellarquato ex collezione. Gli esemplari di questa specie andavano col nome di N. Mi- chelottiana, mentre come addimostra la storia della sinonimia la precedenza spetta al nome datole da Mayer. Nassa scalaris Bors. Nassa clathrata var.? Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 76. i Castellarquato. UA Bagatti, Agg. En. Sist. Moll. mioc. plioc. Parma, i Piac., pag. 23. Bacedasco. Castellarquato ex collezione. Ottime per questa specie la figura e descrizione del Foresti ( Cat. Moll. plioc. Bologn., pag. 41, t. 11, fig. 1, 4.). 2 EI, E Nassa serrata Brocchi. Buccinum serratum Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 116, tav. V, fig. 4. Piacentino. » » Bronn., It. Tert. Geb., pag. 22, n. 80. Castellarquato. Nassa serrata . . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 77. Stramonte. Castellarquato ex collezione. Nassa prysmatica Brocchi. Buccinum prysmaticum Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 115, tav. V, fig. 7. Piacentino. » » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 22, n. 78. Castel. larquato. » » Héòrnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. I, pagg. 146-47. Castellarquato. Nassatimata NO Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 78. Castellarquato. Castellarquato ex collezione — Burronefdel Monte Bertoldo, S. Stefano di Bacedasco. Non sono rari fra gli individui di collezione quelli che rag- giungono la lunghezza di oltre 40" accanto ad altri che di poco oltrepassano i 22". Ciò addimostra che alcuni dei caratteri com- parativi posti da Bellardi fra N. limata e N. prysmatica rigoro- samente non reggono. Avendo confrontato molti individui di N. prysmatica, con altri di N. limata vivente mi sono convinto che la separazione deve avere specialmente effetto per l’ angolo spirale meno acuto nella limata che nella Prysmatica, e anche per gli anfratti più lunghi della prima e la sinuosità meno accentuata di quelli dell’ ultima. In quanto alle dimensioni trovasi disere- panza fra i datifdel Bellardi e quelli di Kobelt (Faunae Mollu- scorum Testaceorum maria europaea inhabitantium) che a pag. 45 citando la N. limata Chemn. gli assegna una lunghezza fino a so», mentre Bellardi la limita a 27 e la dichiara rarissima a 32, così per la Prysmatica sono assegnati limiti fra i 20 e 135 soltanto. yi e Nassa musiva Brocchi. Buecinum musivum Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 188, tav. Vidia, iL > » Bronn., It. Tert. Geb., pag. 22, n. 83. Caslellarquato. Nassa musiva ... Cocconi, Moll. mioc. plioce., Parma, Piac., pag. 78. Castellarquato. Castellarquato ex collezione — S. Stefano di Bacedasco. Nassa corrugata Brocchi. cin corrugatum Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 487. Piacentino. » » Bronn., It. Tert. Geb,, pag. 23, n. 39. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Nassa reticluata Linn. Buccinum reticulatum Brocchi, Conch. foss. sub. pag. 113-114, tav. V, fig. 11. Piacentino. » » Bronn., It. Tert. Geb., pag. 22, n. 82. Castellarquato. » » Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck., Wien., P. L pagg. 151-152. Castellarquato. Nassa reticulata . . . Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma, Piacenza. Castellarquato ex collezione. Nassa incrassata (Maull.). Buccinum asperulum . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 117, Rawsevi fig. VIII. Piacentino « ’ . Bronn, It. Tert Geb., pag. 22, n 85. Castellarquato. » incrassatum Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Vienn, P. I, pag. 148, 149, 150. Castellarquato. Nassa Ascanias . . . . Cocconi, Moll. mioc. plioe. Parma, Piac., pag. 80. Cartellarquato. Castellarquato ex collezione. Ho distinto i molti esemplari in due categorie, la prima si riferisce alla forma tipica e contiene individui adulti, la seconda con forme piccole trova buon riscontro nella varietà C di Bellardi (Moll. terz. Piem. Lig., P. III, pag. 100, Nassa incrassata Mull. "7 E Var. C) e l'affinità è specialmente resa evidente per la maggior convessità degli anfratti e per l'andamento obbliquo delle costole nell’ ultimo anfratto. Nassa angulata Brocchi. ( Bellardi, Moll. terz. Piem., Lig., P. III, pag. 105, tav. VI, fig. 22. (a d) N. angulata). Castellarquato ex collezione — Rio Asse. Nassa serraticosta Bronn. Buecinum serraticosta Bronn, It. Tert. Geb., pag. 23, n. 90. Castellarquato. Nassa serraticosta . . Cocconi, Moll, mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 81. Lugagnano Buccinum serraticosta Hòrnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, palo pag. 147, 148. Castellarquato. Castellarquato ex collezione — Burrone del Monte Bertoldo, Rio Asse S.° superiore. Nassa serrula Bellardi. (Bellardi, Moll. terz. Piem. Lig., P. III, pag. 110, tav. VII, fig. 10 a, 5, c). Castellarquato ex collezione. L'esemplare unico venne classificato dietro l'esame del suo identico della collezione di Tortona studiato dallo stesso Bellardi. Il carattere più saliente di questa specie è dato dalle costole tra- sversali che nel punto in cui sorpassano le longitudinali divengono prominenti e acute. Nassa turbinella Brocchi. } Buccinum turbinellus Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 488, tav. XV, fig. 17. Piacentino. » » Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. I, pag. 150. Castellarquato. Nassa turbinella. . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. SI. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Nassa verrucosa Brocchi. Buccinum verrucosum Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 484. Piacentino. Nassa verrucosa . . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac. pag. $1. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Nassa asperata Cocconi. Nassa asperata Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 81, tav. II, fig. 2, 3, 4. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. La figura di Cocconi non corrisponde bene alla descrizione data per questa specie per la quale la forma ovale subfusiforme non è esclusiva. La figura di Bellardi (Moll. terz. Piem. Lig., PI pas lo, piave 19 2,00, 0) (tende ja dare; uni tipo più allungato come realmente è quasi sempre. Gli esemplari di collezione sono molti e ho distinto quelli più lunghi caratteristici per l’ ultimo anfratto poco o nulla ventricoso, i quali forse trovano riscontro nella varietà B di Bellardi. Nassa excigua Brocchi. Buccinum costulatum Bronn, It. Tert. Geb., pag. 23, n. 87. Bacedasco. Nassa costulata . . . Cocconi, Moll. mioce. plioc. Parma, Piac, pag. 83. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Nassa. semistriata Brocchi Buecinum corniculum . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 121. Piacentino. » semistriatum Bronn, It. Tert. Geb., pag. 24, n. 92. Castellarquato. Nassa semistriata . . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac. pag. 33. Castellarquato. Buccinum semistriatum H6rnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien., P. I, pagg. 144-45. Castellarquato. i Castellarquato ex collezione. LU Nassa gigantula Bon. Nassa semistriata var. integro striata Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piacenza, pag. 83. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Nassa pulchra D' Ancona. Nassa Dujardini Desh., Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 86. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. È dimostrato che la Nassa Dujardini (Desh.) è una forma strettamente miocenica che trova la sua corrispondente nel plio- cene Francese colla Nassa coarctata Eichw. Gli esemplari di col- lezione coincidono bene colla descrizione data da Pantanelli e De Stefani per questa specie (Moll. plioc. dint. di Siena, pag. 107 ) soltanto nelle dimensioni segnano un leggero aumento. Nassa mutabilis Linn. Buccinum mutabile Bronn, It. Tert. Geb., pag. 25, n. 99. Castellarquato. » » Hòornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P.I, pagg. 154-155. Castellarquato. Nassa mutabilis. . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piacenza, pag. 86. Lugagnano, Castellarquato. i » Guidottiana Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 98. Lugagnano. Castellarquato ex collezione — Rio dei Gatti ecc. Nei numerosi esemplari di collezione manca una forma tipo che coincida perfettamente colla specie vivente, e della forma tipo manca anche una buona figura. Gli esemplari citati trovano buon riscontro nelle varietà di Bellardi. A C (alla quale corrisponde la N. Guidottiana Coce. ) D » (Bellardi, Moll. terz. Piem. Lig. P. III, pag. 24, 25, 26. Nassa mutabilis Linn.). Nassa obliquata Brocchi. Buccinum obliquatum Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 113, tav. IV, fig. 16 a d. Piacentino. Sarre N: (ed) nl 0 7 4 va ite II | CA Ù rate n. f A BO) ei Buccinum var. spira elongata Bronn, It. Tert. Geb., pag. 25. Castel- larquato. Nassa obliquata . -. Cocconi, Moll. mioc. plioc, Parma, Piac., pag. 37. Castellarquato. Castellarquato ex collezione — Rio dei Gatti. Nassa conglobata Brocchi. Buccinum conglobatum Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 111, tav. IV, fig. 15. Piacentino. » lampas . . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 100, tav. V. fig. 2. Nassa conglobata . . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 88. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Nassa conglobata var. A. Bellardi. (Bellardi, Moll. terz. Piem. Lig. P. III, pag. 83). Buccinum pupa Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 112, tav. IV, fig. 14. Pia- centino. 9 » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 24, n. 95. Castellarquato. Nassa pupa . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pagg. 88-89. Diolo, Stramonte. Castellarquato ex collezione. Nassa turrita Bors. Buccinum pupa var. spirae apice longitudinaliter plicato Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 112. Piacentino. Buccinum conus Bronn, It. Tert. Geb., pag. 21, n. 94. Castellarquato. Nassa turrita. . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac, pag. 89. Mon- tezago. Castellarquato ex collezione. Nassa praecedens Bellardi. ( Bellardi, Moll. terz. Piem. Lig. P. III, pag. 22, tav. I, fig. 17 a d). Castellarquato ex collezione. Come nel pliocene Senese (Pantanelli, Agg. o corr. ai Moll. dadi e plioc. dei dintorni di Siena, Bull. Soc. Mal. It. Vol. X, 1384, pag. 17) nel pliocene del Piacentino questa specie era confusa colla N. mutabilis dalla quale resta distinta pei caratteri accen- nati da Bellardi. Nassa Bollenensis Tournouer. (Pantanelli e De Stefani Moll. plioc. dint. di Siena, pag. 106. N. Bol lenensts. Castellarquato ex collezione. Questa specie rappresentata da un solo esemplare andava in collezione col nome di N. senilis ma però l’ esitanza di Dorderlein nel farne un tipo a parte era rilevato dal seguito della citazione, prox. Nassa Bufo. Col confronto degli esemplari di Siena potei ‘convincermi che trattavasi realmente della N. BoMlenensis. Nassa interdentata Bon. (Bellardi, Moll. terz. Piem. Lig. P. III, pag. 68, tav. IV, fig. 18 a, 5). Castellarquato ex collezione — S. Stefano di Bacedasco. Nassa Semperi Bell. (Bellardi, Moll. terz. Piem. Lig. P. III, pag. 96, tav. 6, fig. 13 a, 8). Castellarquato ex collezione. Doderlein aveva ritenuto questa una specie nuova alla quale assegnò il nome di N. pineata. Gen. Kione Risso. Eione gibbosula Linn. Eione gibbosula Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag 39. Mon tezago, Diolo. Castellarquato ex collezione. MI a Gen. Cyclops Montf. Cyclops neriteus Linn. Buccinum neriteum Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 111. Piacentino. Cyclope neriteum . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 26, n. 103. Piacentino. . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piacenza, pag. 90. Montezago. Cyelops > Castellarquato ex collezione. Fam. Columbellidae. Gen. Anachis (Adams). Anachis Thiara Brocchi. Murex thiara. . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 217, tav. VIII, fig. 6. Piacentino. » » .. Bronn, It. Tert. Geb., pag. 41, n. 188, Bacedasco. Columbella thiara Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P.1, pag. 119. Castellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piacenza, pag. 106. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Anachis corrugata Bon. Collumbella corrugata Hòrnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien., P. I, pag. 120. Castellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 107. S. M. Maddalena, Rio della gatta, Stramonte. » » Fontannes, Moll. Rhone et Rouss., pag. 99. Pia- centino. Castellarquato ex collezione. K necessario ricostruire la sinonimia di questa specie giacchè un primo errore del Bellardi fu conseguenza di molti. Nella Mo- nografia delle Columbelle fossili di Piemonte (1) Bellardi descri- (1) Bellardi, Mon. Columb. foss. Piem., pag. 236, tav. I, fig. 9. Co- lumbella corrugata Bon. ( Mem. Ace. Sc. di Torino, Serie II, T. X, 1849). ROTTO vendo la Columbella corrugata Bon. pose fra i sinonimi di questa il Buccinum corrugatum Brocchi. Nel 1832 lo stesso autore (1) procedendo allo studio generale dei molluschi di Piemonte riconobbe giustamente che il Buccinum corrugatum. Brocchi era una vera Nassa. Il Prof. Sacco (2) ripi- gliando il lavoro di Bellardi ripetè la Columbella corrugata come fu primitivamente intesa da Bellardi stesso, solo cambiò il nome d'autore Bonelli in Brocchi avendo fra la sinonimia trovato il Buccinum corrugatum. Così ne venne una Columbella corrugata Brocchi che rappresentava due specie appartenenti a generi diversi. Cocconi (loc. cit.) ripetè l'errore primo di Bellardi e così Hornes (loc. cit.) se non nella denominazione almeno nella sinonimia. I° signori Hòrnes e Auinger (3) nella loro pubblicazione sulle Colum- belle s'avvidero dell’inesattezza ed escludendo dalla sinonimia il Buccinum corrugatum Brocchi cambiarono soltanto il nome d’ autore Bonelli in Bellardi, descrivendo la Columbella corrugata Bell. forse guidati dal criterio che Bellardi fu il primo a figurare e descrivere questa specie. Dopo ciò presento la specie col nome di Colum- bella corrugata Bon. essendo che Bellardi stesso ammise la prece- denza del Bonelli. Sottogen. StrRoMBINA Méorch. 1852. Strombina subulata (Brocchi). Murex subulatus. . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 219, tav. VIII, figo. XXXI. Piacentino. Fusus politus . ... Bronn, It. Tert. Geb., pag. 40, n. 186. Castellaquato. Columbella nassoides Hornes, Foss. Tert. Moll. Beck. Wien, P. I, pag. 1935 Castellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 108. Bacedasco, Prato Ottesola, Diolo, ece. Castellarquato ex: collezione — S. Stefano di Bacedasco S.° su- periore, Rio dei Gatti. (1) Bellardi, Moll. plioc. Piem., Lig., P. III, pag. 64. Nassa corrugata Brocchi. (2) Sacco, Moll. terz. Piem, Lig., P. VI, pag. 59. Anachis corrugata Bon. non Brocchi, Tav. 7, fig. 81 a, d. (3) Hornes-Auinger, Gaster, ersten undzweit Mioc. Medit. Stufe, F. II, pag. 103, tav. XI, fig. 8 a, d. Columbella corrugata Bon. non Bellardi. È talia & Lo Strombina. controversa Seg. (nome emendato). ( Columbella Bellardit Seguenza, Studi strat. form. plioc. It. Merid., Boll. Com. Geolog., 1875, pag. 276). » subulata. Cocconi, Moll. mive. plioc. Parma, Piac., pag. 107. Bacedasco, Stramonte. Castellarquato ex collezione. Pantanelli e De Stefani pur giustamente stabilendo i caratteri proprii alle due specie S. controversa e S. subulata, dapprima confuse, commisero l’inesattezza di riferire la Columbella subulata Bellardi al Fusus aculeiformis Michelotti (Michelotti Foss. mioc., pag. 282. Fusus aculeiformis Lk.) (Pantanelli-De Stefani Moll. plioc. dint. Sien., pag. 209 Strombina aculeiformis). Ora il Fusus aculeiformis Lk. non esiste, poichè essendo la specie del Lamark vivente, per nessun motivo può riferirsi all’ attuale in discorso. Seguenza compreso l’ errore sostituì il nome di Bellardii a quello di subulata Brocchi sfuggendogli però che il nome di Columbella Bel- lardii era stato anteriormente impiegato dall’ Hòrnes (1. c. pag. 123) per un'altra specie. Dovendo escludere il nome di aculeiformis e Bellardii chiamo la presente specie Strombina controversa. Fam. Muricidae. Gen. Typhis Montf. T'yphis fistulosus Brocchi. Murex fistulosus Brocchi, Conch foss. sub., pag 182, tav. VII, fig. 12 a, db, c. Piacentino. » » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 34, n. 144. Castellarquato. (Typhis) Murex fistulosus Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien., P. I, pagg. 261-262. Bacedasco. Typhis fistulosus D’ Ancona, Moll. plioc. It., Vol. I, pagg. 52-53. Pia- centino. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 28. Stra- monte. Castellarquato ex collezione. Sg T'yphis tetrapterus Bronn. Murex ( Typhis) tetrapterus Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien. P.I, pagg. 265-264. Castellarquato. Typhis tetrapterus Weinkauff, Conchyl. des Mitt., Vol. II, pag. 83. Ca- stellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 23. Stramonte, Lugagnano. Castellarquato ex collezione. Murex erinaceus Linn. Murex erinaceus Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 181. Piacentino. » » Bronn, Ital. Tert. Geb., pag. 34, n. 146. Castellarquato. 5) » Héornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien., P. I, pagg. 250, 251. Castellarquato. » » D'Ancona, Moll. plioc. It., Vol. I, pag. 12. Piacentino. » » Weinkauff, Conchyl. des Mitt. Vol. II, pag. 94. Castel- larquato. i » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 24. Ca- stellarquato. Ex collezione Castellarquato. Ritengo il Murex Sowerby molto affine al Murex erinaceus, ma meno comune di quanto si crede almeno pel pliocene del Pia- centino. Certo le forme tutte della collezione sono da riferirsi al Murex erinaceus. Soltanto Cocconi cita un esemplare del Murex Sowerby di Montezago, va però tenuto conto che la determinazione è stata fatta dietro la scorta di un solo esemplare. Murex lassaignei Basterot. Murex Lassaignei Cocconi, Moll. plioc. Parma, Piac., pag. 29. Castel- larquato. Ex collezione Castellarquato. La diagnosi chiara e semplice data dal Basterot per questa specie non trova figura che le convenga cominciando da quella del Basterot stesso che è insufficiente. Le descrizioni degli autori successivi quali specialmente Bellardi e Hornes accennano alla forma tipica della conchiglia, ma più alle molte varianti della LS FIERA medesima. Hornes aggiunge alla descrizione una figura che per l’ultima varice fortemente dilatata, come l’ autore stesso conviene, rappresenta un eccezione. D’ Ancona conformandosi ai criteri ge- nerali esattamente descrive la specie (D’ Ancona Mol. plioc. It., Vol. I, pag. 15, t. III, fig. 6a, è) ma anche la sua figura per la prominente costa longitudinale da cui è attraversata e da me rico- nosciuta in un solo individuo non può essere presa a tipo. Cocconi infine aggiunge particolari utili solo per riuscire a nuove distin- zioni e varietà, dopo questo ritengo che gli individui esaminati sieno molto vicini alla forma tipica la quale forse trova il più conveniente commento nelle parole del Fontannes, e pei caratteri generali la più fedele riproduzione nelle sole figure 6 a, d, d dello stesso autore. (Fontannes Moll. pliocenes de la valleé du Rhone et du Roussillon vol. I, pag. 7, t. I, fig. 6 a, db, b Murex Lassaignei Bast. var. Ariesiana Fontannes). Come appare dalla citazione l’autore considera una varietà la quale però non si allontana dal tipo Basteroti che per la denticulazione del labkro, avendo 4 denti invece di 5-6. Murex Jani Doderlein. Murex Pseudo-phyUopterus Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 25. Lugagnano Val d’ Arda, Ex collezione Castellarquato. Bellardi (Moll. terz. Piem., Lig., Parte I, pag. 73) descrive esattamente questa specie, contrapponendola però al Murex scala- riodes Blainv. e al Murex distinctus. Jan, sospetta molto che dessa altro non sia che uno stadio giovanile o una deviazione del Murex Jani. L'esame comparativo di molti individui esclude tale dubbio e fa ritenere il Murex Jani una specie distinta. I caratteri diffe- renziali posti dal Bellardi in confronto al Murex scalarioides sono : A) mancanza di finissime strie trasversali. B) varici molto sporgenti compresse, a foggia di lamina, acute al margine. C) coste più piccole ed inuguali. La mancanza di strie non mi sembra buon carattere poichè esse esistono anche nel Murex distinctus e sono pure ammesse da D’ Ancona (Mol. plioc. Ital., Vol. I, pag. 17 Murex pseudohylopterus. non Michtt). Restano quindi caratteri distintivi le varici taglienti e le coste più piccole ed inuguali. SUE O Murex spinicosta Bronn. Murex spinicosta Bronn, Ital. Tert. Geb., pag. 34, n. 142. Bacedasco. » » Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien., P. I, pagg. 259-60. Castellarquato. » » D’ Ancona, Moll. plioc. It., Vol. I, pag. 19. Piacentino. » > Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 25. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione — Bacedasco, Riorzo. Murex torularius Lk. Murex cornutus. . . . . Brocchi, Conch, foss. sub., pag. 177 (non Linn.). Piacentino. » brandaris .... Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 177 (non Linn.). Piacentino. >» trunculus. .... Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 173 (non Linn.). Piacentino. >. CORNUIUS i Bronn, It. Tert. Geb., pag. 133, n. 140. Castel- larquato. » brandaris .... Bronn, It. Tert. Geb., pag. 133, n. 141. Castel larquato. » » . + «+ «+ Hoòrnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien., P. I pag. 298. Castellarquato. » pseudo-brandaris D’ Ancona, Moll. plioc. It., Vol. I, pag. 20. Piacentino. » bdrandaris . ... Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac, pag. 26. Castellarquato. Castellarquato ex collezione — Monte Bertoldo, Rio dei Gatti, Montesago, Rio di Montagnano, Stramonte. L’accuratissima discussione di Bellardi ( Moll. Piem. Lig., Vol I, pagg. 51, 52, 53) pone fuor di dubbio che la specie : proteiforme originò disparati criteri e specie erronee. Una forma tipica esiste attorno alla quale si raccolgono le secondarie strettamente connesse. Quando si è notato come già fecero Pantanelli e De Stefani ( Moll. Plioc. dint. Siena, pag. 19) che gli individui giovani somigliano al vivente M. brandaris più degli adulti, torna inutile e brigoso tener dietro alle anomalie più o meno interessanti di struttura che imporrebbero altrettante varietà. EZRA IMA I et, ri: ES QNT Murex absonus Jan. Murex saxatilis Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 180. (non Linn.). » » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 25, n. 152. Castellarquato. >» absonus. Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien., P.I, pag. 222. Castellarquato. » >». D'Ancona, Moll. plioc. It., Vol. I, pag. 22. Piacentino. » » . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 28. Ca- stellarquato. Castellarquato — Montezago, Burrone del Monte Bertoldo, Rio dei Gatti. Murex distinctus Jan. Murex distinctus . D'Ancona, Moll. plioc. It., Vol. I, pag. 25. Castel- larquato. » scalaroides Weinkauff, Conchyl. des. Mitt. Vol. II, pag. 92. Castel larquato. > distinetus . Cocconi Moll. mioc. plioc., pag. 29. Castellarquato. » » . Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien., P.I, pag. 247. Castellarquato. Ex collezione Castellarquato. Murex conglobatus Michelotti. Murex pomum . . .. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 179 (non Linn.). _ Piacentino. » » .... Bronn, It. Tert. Geb., pag. 34, n. 148. Castellarquato. » canglobatus. . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma Piac., pag. 51. Castellarquato. » Pecchiolianus Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 32. Lugagnano. Castellarquato ex collezione. Fra i numerosi esemplari due attirarono specialmente la mia attenzione per essere distinti coi nomi di M. trunculus Lin. 0 M. Tapparonii Bell. Dietro esame ho ritenuto dover escludere tali nomi e incorporare i due esemplari nel M. Conglobatus rife- rendomi a quella varietà di Bellardi che trova riscontro nel M. Pecchiolianus D' Ancona. Secondo l autorevole parere di Bel- AIAR lardi la forma tipica fossile del M. trunculus Linn. non è per anco conosciuta, e il Murex trunculus citato da D’ Ancona deve riferirsi al M. Tapparonii che non riconobbi negli esemplari esa- minati. Cocconi ripete la citazione del M. trunculus riferendosi a quella di D’ Ancona, ma pel diametro diverso degli esemplari e per dubbi che allo stesso autore sorgono, non sarei lontano dal credere che anche in questo caso si tratti di una varietà del M. conglobatus. Murex rudis Borson. Murex rudis Hoòrnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. I, pag. 674. Ca- stellarquato. i » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 32. Castel: larquato. » » D'Ancona, Moll. plioc. It., Vol. I, pag. 33. Castellarquato. Castellarquato ex collezione — Kiero, Gropparello. Murex truncatulus Foresti. (D’ Ancona, Moll. plioc. Ital., Vol. I, tav. 5, fig. 5 a, d). Murex truncatulus Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 32. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Per la figura quella di Foresti è da escludersi: è strano come questa specie che pur si presenta con sufficiente abbondanza nel pliocene sia poco ricordata, come sembra pure strano che essa sia stata confusa col Murex trunculus dal quale la distinguono forti differenze. Gli esemplari di Castellarquato furono compresi da Do- derlein colla denominazione di Murex trunculoides denominazione da abbandonarsi per essere stata anteriormente impiegata da Pusk. Murex cristatus Brocchi. Murex cristatus . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 182, tav. VII fig. 15. Piacentino. Cancellaria cristata Bronn, It. Tert. Geb., pag. 42, n. 200. Castellarquato, Murex cristatus . . Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien. P. I, pag. 244. Castellarquato. » » . + D’' Ancona, Moll. plioc. It., Vol. I, pag. 36. Piacentino. ii Ri E EEE i 5) MAE: ap, . Da, SORA CI td egg Murex cristatus . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 33. Castellarquato. » » . . Weinkauff, Conchyl. des. Mitt., Vol. I, pag. 89. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione — Riorzo, Bacedasco. Murex funiculosus Bors. Murex craticulatus var. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 499, tav. 16, fig. 3. Piacentino. MISS ANTO Bronn, It. Tert. Geb., pag. 36, n. 156. Castel- larquato. » fumiculosus . .. D'Ancona, Moll. plioc. It., Vol. I, pag. 88. Pia- centino. » > . . + Cocconi, Moll. mioe. plioc. Parma, Piac., pag. 33. Castellarquato. i Ex collezione Castellarquato — S. Stefano di Bacedasco, Monte Bertoldo. Per quanto questa specie corrisponda alla var. striiîs tran- sversis eminentioribus, costis crispatis descritta dal Brocchi non si può risconoscere che rappresenti una specie distinta dal M. cra- ticulatus; molto affine invece al Murex multicostatus, affinità spie- gata da D’ Ancona, Pantanelli e De Stefani. Murex scalaris Brocchi. Murex scalaris Bronn, Ital., Tert. Geb., pag. 36, n. 158. Castellarquato. » » D'Ancona, Moll. plioc. It, pag. 40. Piacentino. » D Cocconi; Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 36. Castel larquato. > » . Hérnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. I, pag. 240. Ca- stellarquato. Ex collezione Castellarquato — Riorzo. D’ Ancona opportunamente distingue in questa specie due forme, una tipica disegnata nella figura 6, tav. 7, l’altra come varietà alla figura 5 della tavola stessa la quale presenta tutti i caratteri del tipo ma con proporzioni più accentuate di diametro e rilievo. uo Murex imbricatus Brocchi. Murex imbricatus Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 198, tav. 7, fig. 13. Piacentino. » » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 36, n. 157. » » Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien., P. I, pag. 239-40. Castellarquato. » > D'Ancona, Moll. plioc. It., Vol. I, pag. 41. Piacentino. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 35. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione — Montezago ece. Murex craticulatus Brocchi. Murex craticulatus- Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 195, tav. 7, fig. 14. Piacentino. » » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 35, n. 155. Castellarquato. » » Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien. P. I, pag. 235. Castellarquato. » » D'’ Ancona, Moll. plioc. It., Vol. I, pag. 42. Piacentino. » ’ Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 85. Castellarquato, Montezago. Fusus » Weinkauffi, Conchyl. des Mitt. Vol. I, pag. 101. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione — Monte Oliveto di Bacedasco, Montesago, Rio di Montagnano. I molti esemplari trovano collocamento fra la forma tipo — che sembra essere quella figurata dal D'Ancona, (op. cit. tav. 6, fig. 4-5), forma non tanto ventricosa, avente la parte superiore degli anfratti declive e a carena accentrata — e la varietà chiamata da Cocconi : anfractubus rotundatis, costis crassioribus. Pochissimi esemplari trovano riscontro nella figura, 3 tav. 7 del D'Ancona stesso, che distinguesi dalle forme suaccennate per maggior convessità degli anfratti, maggior profondità di suture, maggior gonfiezza del- l ultimo anfratto, mancanza della carena. Murex polymorphus Brocchi. Murex polymorphus Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 206, tav. 8, fig. 1. » » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 35, n. 153. Castellarquato. SRTITTS AS Murex polymorphus D’ Ancona, Moll. plioc. It., pag. 44. Piacentino. >» » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 86. Castellarquato. Ex collezione — Rio di Montagnana, S. Stefano di Bacedasco, Montesago, Monte Bertoldo. Specie abbondantissima e molto variabile. Il maggior numero degli ‘esemplari corrisponde alla 1.* varietà del Cocconi: Costis longitudinalibus numerosioribus spinis fornicatis ecc. varietà che nel nostro caso assume l’importanza di forma tipica. Oltre questa, esistono due varietà pure frequenti ma meno comuni e cioé: Var. A. Varices subnullae, costis transversis simplicibus mu- ticis Dod. Var. B. Spira brevior, anfractus ultimus ventricosior, varices numerosiores Bellardi (Moll. terz. Piem., Lig., Parte I, pag. 108) (Var. A). Murex bracteatus Brocchi. Murex bracteatus Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 199, tav. IX, fis. 3. Piacentino. i » rotifer .. Bronn, It. Tert. Geb., pag. 37, n. 165. Castellarquato. » bracteatus D' Ancona, Moll. plioc. It., Vol. I, pag. 45. Piacentino. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 37. Ca- stellarquato. Ex collezione Castellarquato — Bacedasco, Riorzo ecc. Murex squamulatus Brocchi. Murex squamulatus D'Ancona, Moll. plioc. It., pag. 46. Piacentino. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 39. Castellarquato. Ex collezione Castellarquato. Gli esemplari numerosissimi sono intermedi per diametro fra le misure date dal Bellardi, Long. 15m Lat. 61m, e quelle date dal D'Ancona 1887. Murex Campanii Pant., De Stef. ( Moll. Dint. Siena, pag. 91). Murex Hornesi Cocconi, pag. 31. Piacentino. — 02 — Castellarquato ex collezione — Stramonte. Coincidendo perfettamente gli esemplari di collezione con quelli del Senese, classificati da Pantanelli e De Stefani, ho ritenuto giusto mantenere anche uguale sinonimia per gli esemplari del Piacentino. La questione si riduce puramente al nome, giacchè nel- l'essenza la specie rimane tale e quale fu descritta dal D’ Ancona (Mol. Plioc. Ital. Vol. I, pag. 30 Murex Hornesi). Murex vaginatus Jan. Murex vaginatus Jan., Cat. rer. nat. in Museo Cristofori et Jan. ext, pag. 11, n. 27. (in D'Ancona, Moll. plioe. It., Vol. I, pag. 46). Ex collezione Castellarquato — Bacedasco. Specie ben distinta per la sua forma fusiforme e per la carena munita di spine assai acute. All’infuori di Jan non è citato dagli autori pel Piacentino, Cocconi e Héòrnes lo citano del Parmigiano nelle marne inferiori plioceniche. La specie esiste abbondante in collezione e a conferma che anche nel Piacentino è facilmente rinvenibile tengo alcuni esemplari raccolti di recente a Bacedasco. Per la sua forma caratteristica è specie facile a descriversi e figu- rare. Fra la figura dell’ Hornes, t. 23 fig. 131 e quella del D'Ancona t. 3, fig. 3 sembrami più fedele quest’ ultima. Gen. Purpura Brug. Purpura striolata Bronn. Purpura striolata . . Bronn, Ital. Tert. Geb., pag. 26, n. 106. Castel- larquato. » haemastoma (in parte) Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 91. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Credo che nella sinonimia di Cocconi debbasi leggere Purpura striolata Bronn. non d’Orb., anzichè il contrario. Purpura striolata Bronn. e P. haemastoma L. sono due specie distinte per notevoli e note differenze. Non dando Cocconi ne dimensioni ne descrizione, è arduo decidere se si tratti dell’ una o dell’altra specie. Però una citazione della figura che Bellardi e Michelotti danno per la P. hae- POR II SES RS mastoma — citazione ripetuta con riserva da Bellardi per la P. strio- lata — fanno ritenere essere probabilmente la P. haemastoma di Cocconi la specie in discorso. Purpura Haemastoma Linn. e (Foresti, Moll. plioc. Bologn., pag. 90). Castellarquato ex collezione. Per questa specie la collezione offre un solo esemplare e non intiero. Appariscenti la superficie nodifera e le proporzioni. Per l’identificazione mi sono giovato di due esemplari della collezione pliocenica Pantanelli e di individui viventi del Mediterraneo. Purpura Hornesiana Pecchioli. Purpura Hornesiana Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 90, 91. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Non avendo per questa specie a disposizione figure e descri- zioni mi valsi pel confronto di alcuni esemplari della collezione Modenese e di Siena trovando solo che questi ultimi hanno minori dimensioni dell’ unico esemplare del Piacentino. Gen. Acanthina Fisch. Acanthina monacanthos Brocchi. Buccinum monacanthos Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 107, 108, tav. IV, fig. 12. Piacentino. Monoceros monacanthos Bronn, It. Tert. Geb., pag. 26, n. 104. Castel- larquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 91. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. SANA ) Fam. Tritonidae. Gen. Triton Montf. Lriton nodiferum Lk. Murex tritonis. . .. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 205. Piacentino. Tritonium nodiferum Bronn, It. Tert. Gel., pag. 31, n. 128. Castellarquato. Triton nodiferum .. Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien., P. I, pag. 202. Castellarquato. Tritonium nodiferum Weinkauf Conch. des Mittelmeer, Vol. II, pag. 76, Castellarquato. Triton nodiferum . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, piac., pag. 69. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Triton Olearium Linn. Murex doliare .. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 186. Piacentino. Tritonium doliare Bronn, It. Tert. Geb., pag. 31, n. 129. Castellarquato. Triton doliare . . D’ Ancona, Moll. plioc. It., Vol. I, pag. 77. Piacentino. » » . + Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma; Piae., pag. 70. Castellarquato. » olearum. . Bagatti, op. cit., pag. 15. Stramonte. Castellarquato ex collezione. Fra i molti esemplari di tutti i diametri sono interessanti alcuni giovani individui che come descrive Brocchi non mostrano vestigio della varice laterale accentuatissima nelle forme adulte. Triton distortum Brocchi. Murex distortus. . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 188, tav. 9, fig. 8. Piacentino. Tritonium distortum Bronn, It. Tert. Geb., pag. 32, n. 133. Castellarquato. Triton distortum .. D' Ancona, Moll. plioc. It., Vol. I, pag. 72. Piacentino. » » . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac, pag. 70. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. RT Triton affine Desh. Murex pileare. . . .. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 184. (non Linn.). Piacentino. >» entermedius . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 139, tav. 7, fig. 10. Piacentino. Tritonium corrugatum Bronn, It. Tert. Geb., pag. 31, n. 132. (non Lk.). Castellarquato. » » var. @ Bronn, It. Tert. Geb., pag. 32 Triton corrugatum . . H6rnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien., P. I, pag. 206. (non Lk.). Castellarquato. DIA MESI D’ Ancona, Moll. plioc. It., Vol. I, pag. 74. Pia- centino. » PA Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 71. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. È bene notare che il M. intermedius citato da Brocchi si rife- risce alle forme giovani di questa specie. In quanto alle figure mi sembra assai buona quella data dal D’ Ancona (Mol. Plioc. It. Mobelbitay. 9, ig. 6a 0). Triton Apenninicum Sass. Murex reticularis . . . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 192. Piacentino. Tritonium Apenninicum Bronn, It. Tert. Geb., pag. 32, n. 134. Castel- larquato. Triton Apenninicum .. Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 71. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Comunissimo. Doderlein nota le seguenti varietà: creberrime tuberculata, mediocriter tuberculata, rarituberculata, striis et tu- berculis rarioribus. Triton Heptagonum Brocchi. ( Triton Heptagonum D'Ancona, Moll. plioe. It., P. I, pag. 76. Piacentino). » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 72. Diolo. Castellarquato ex collezione. Non è citato pel Piacentino, e la stessa citazione del D'Ancona — 76 — è discutibile dato che egli si riferisce al Brocchi e Bronn che non ammettono questa specie che nel Parmigiano. Triton tuberculiferum Bronn. Tritonium tuberculiferum Bronn, It. Tert. Geb, pag. 32, n. 133. Castel larquato. Triton tuberculiferum . ..D’ Ancona, Moll. plioc. It., P. II, pag. 67. Piacentino. » tarbellianum ... Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 72. Castellarquato. . Castellarquato ex collezione. Triton Doderleini D° Ancona. (D’ Ancona, Moll. plioc. Ital., P. I, pag. 68, tav. 9, fig. 3, a, d). Castellarquato ex collezione. Questa specie importantissima non è segnata da altri autori per Castellarquato. Gen. Persona Montf. Persona tortuosa (Bors.) Murex cancellinus. . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 192, non Lk. Piacentino. Tritonium cancellinum Bronn, It. Tert. Geb., pag. 31, n. 131. Castellarquato. Triton tortuosum .. . D' Ancona, Moll. plioc. It., Vol. II, pag. 70. Pia- centino. Persona tortuosa. . . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 73. Diolo, Montezago. Castellarquato ex collezione. Gen. Ranella Lk. Ranella reticularis Linn. Murex reticularis Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 192. Piacentino. » gigantea . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 33, n. 137. Castellarquato. SAR, para Murex reticularis Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. I, pag. 212. Castellarquato. >» . gigantea . D'Ancona, Moll. plioc. It., Vol. II, pag. 60. Piacentino. » reticularis Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 74. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione — Stramonte. Ranella marginata Mart. Buccinum marginatum Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 109, tav. IV, fig. 71. Piacentino. Ranella marginata .. Bronn, It. Tert. Geb., pag. 33. n. 138. Castel. larquato. » » . +. Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P.I, pag. 215. Castellarquato. » » . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 74. Castellarquarto. Castellarquato ex collezione. Ranella nodosa Bors. Murex rana . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 190. Piacentino. Ranella nodosa D’ Ancona, Moll. plioe. It., Vol. II, pag. 62. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Fam. Cassididae. Gen. Cassis (Klein). Cassis crumena Brug. Buccinum plicatum Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 104. Piacentino. Cassis plicata . . . Bronn, It. Tert. Geb, pag. 28, n. 108. Castellarquato. » crumena . . Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. I, pag. 181. Castellarquato. » » . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 111. Diolo, Stramonte. Castellarquato ex collezione, DATORE Gen. Semicassis (Klein). Semicassis intermedia Brocchi. Bueccinum intermedium Brocchi, Conch., foss. sub., pag. 103. Piacentino. Cassis intermedia . . . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 28, n. 109. Castel larquato. » vartabilis. . . . Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. I, pag. 177. Castellarquato. » » . . + «+ Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 109. Castellarquato. Castellarquato ex collezione — Montezago. Semicassis laevigata (Defrance). Buecinum areola . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 105. Piacentino. » saburon Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 105. Cassîs texta . . .. Bronn, It. Tert. Geb., pag. 27, n. 107. Castellarquato. » saburon .. Hornes, Moll. Foss. Tert. Beck. Wien, P. I, pag. 178. Castellarquato. » » . . Cocconi, Moll. plioc. mioc. Parma, Piac., pag. 110, 111. Castellarquato ex collezione — Burrone Monte Bertoldo, (Strato superiore ), Rio dei Gatti, Stramonte. Fra le Cassidee offre il materiale più abbondante di collezione. Defrance riconobbe per primo che le Semicassis di questo tipo del Piacentino non: potevano identificarsi con la C. Saburon Brug., e così le due specie, C. striata, C. lacvigata delle quali la striata precede la laevigata. Bronn riunì le due specie in una assegnan- dogli il nuovo nome di C. texta, più tardi nell’ Indicator paleon- tologicus tornò a riprendere per entrambi le specie il nome Saburon mentre Brocchi aveva riservato tale nome alla. forma chiamata da Defrance striata, e riferiva al B. areola la C. laevigata. Dopo Bronn il nome di Saburon fu usato da tutti per designare en- trambi le forme. Cocconi notò le differenze fra le formi viventi e quelle plioceniche, Sacco le conferma, e ritorna alla laevigata Defr. facendo della striata una varietà. Le differenze segnate da Sacco e il ritorno all’ antico nome sono esatti, ma non è ugualmente accettabile che la forma striata debba considerarsi neppure come varietà, dal momento che gli ig E individui giovani della laevigata sono certamente striati. Come anomalie poi vanno considerate tutte quelle forme varicose (Var. varicosa auct), giacchè il fenomeno è dovuto al non avere l’ani- male disciolto il proprio peristoma nei successivi accrescimenti ed essendo del resto comunissime le varici nelle Cassidee. Così tutte le altre varietà e subvarietà stabilite per questa specie possono essere accettate come utile mezzo di descrizione ma non sembrano aver valore che indichi costanza di forma. Gen. Morio (Montfort). Morio Echinophora Lin. var. Placentina Defr., Sacco. Buccinum echinophorum Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 102. Piacentino. » diadema . . . Broechi, Conch. foss. sub., pag. 102. Piacentino. Morio echinophorus. . . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 28, n, 112. Castel- larquato. Cassidaria echinophora. Hornes, Foss. Moll. Wien, Vol., I, pag. 1834. Castellarquato ecc. > » . Cocconi, Moll. mioe. plioc. Parma, Piac., pag. 112. Riorzo, Castellarquato. » » . Weinkauff, Conchyl. des Mittelmeeres, Vol. II, pag. 48. Castellarquato. Castellarquato ex collezione — Riorzo, S. M. Maddalena, Ba- cedasco 3.° strato superiore, Rio dei Gatti. Assumendo come fece Sacco a punto di partenza per questa specie le forme provviste di 5 cingoli nell’ultimo anfratto, si viene a constatare che: nei tipi pliocenici non si riscontrano mai 5 cingoli nodiferi, ma bensi 4 segna il massimo numero, e da questi poi si passa a forme intermedie con ‘3, 2, 1 (come negli individui giovanissimi rappresentanti il B. diadema Brocchi). Il confronto esteso oltre 50 esemplari delle diverse collezioni plioceniche del Museo convalidò tale osservazione. Le forme a 4 cingoli nodiferi sono i rappresentanti tipici del pliocene, identificano la Galeodoea Echinophora var. Placentina Defr. citata da Sacco a pag. 57 e si avvicinano più di tutte le altre forme alla specie vivente nei mari attuali, dalla quale tuttavia si scostano pei seguenti caratteri. Conchiglia meno globosa, anfratti maggiormente declivi e carenati, columella più contorta, e pel rimanente sia rispetto allo spessore dell'intera conchiglia, sia pei tubercoli più acuti tutto accenna a condizioni di vita che resero possibile una più robusta costituzione. Assumendo le forme a 5 cingoli come punto di partenza è bene dire, che anche nelle specie viventi questo numero è raro a tro- varsi. Senza questo particolare sarebbe forse stato più opportuno controssegnare questa forma con nuovo nome specifico anzichè farne una varietà della Echinophora, attribuendogli la specifica- zione Placentina del Defrance, per quanto non pubblicata secondo le regole della nomenclatura. Non l’ho fatto per non introdurre un nuovo nome per una forma troppo nota, e quindi non suscet- tibile d’ equivoci. Molte delle varietà citate dal Sacco trovano riscontro nelle forme provviste di meno di 4 cingoli quali Photriseriata la Sub- seriata ecc. Morio rugosa Linn. Buccinum tyrrhenum Brocchi, Conch. foss sub., pag. 104. Piacentino. Morio tyrrhenus. . . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 29, n. 113. Castellarquato. Cassidaria tyrrhena . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 112. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Da un solo esemplare è rappresentata questa specie in colle- zione. L'individuo ben conservato e sviluppato appartiene a quelle forme che il Bronn indicò col nome di var. } (nodis omnino de- stituita) e che Brocchi accenna vagamente. Nell’ accuratissima rivista critica, che su questa specie è fatta dall’ Hidalgo (1), è tenuto conto dell’incostanza o no con cui le nodosità si mostrano in questa specie. Già Linneo notò che quando i nodi esistono formano un cingolo ben distinto sulla 6.* stria d’ogni anfratto. VOL AORINM da 4 4 ua s “ Li b DICI +d i Mr Anche nelle forme viventi questo fatto è comune come è pure comune la completa assenza. Nella nota dell’ Hidalgo ancora sono esposti i caratteri che distinguono questa specie dalla Morîo Echi- nophora colla quale fu da molti autori scambiata, e le ragioni per cui sulla sinonimia del Chemnitz debba prevalere quella di Linneo essendo Cussidaria tyrrena Chemn. = M. rugosa Lin. e avendo la pubblicazione di Linneo (1771) preceduto quella di Chemnitz (1778). (1) Hidalgo, Molluscos Marinos de Espana, Portugal, ecc. ( Cassidaria rugosa, pagg. 5, 6, 7, 8). Madrid, 1870-82. Fam. Doliidae. Gen. Dolium (Lk.). Dolium Stephaniophorum Font. Buccinum dolium . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 99. Piacentino. Pyrula cingulifera Bronn, It. Tert. Geb., pag. 88, n. 173. Castellarquato. Cassidaria fasciata Cocconi, Moll. mioc. plioc.t Parma, Piac., pag. 112. Castellarquato ex collezione. Questa specie è stata posta da Fontannes (1) fra le Galeodee col nome di Galeodea Stephaniophora Font.. Sacco (2) ha preferito di collocarla in un genere a parte, Eudolium nome emendato per il Doliopsis di Monterosato. Tuttavia la forma in questione differisce pei caratteri generici dal D. crosseanus Monterosato, tanto è vero che lo stesso Sacco ha fatto del genere Eudolium 4 sezioni, fra le quali l’ultima alla quale apparterebbe questa specie meriterebbe almeno un nome sottogenerico speciale. La forma descritta da Fontannes è munita di 2 cingoli tubercoliferi. Fontannes stesso avverte che questi 2 cingoli possono ridursi a uno solo. Fra le molte forme di collezione si hanno tutte le varietà possibili da quelle mutiche alle altre con 2 giri di tubercoli; è quindi a credersi che questo elemento variabile non costituisca una speciale diffe- renza. Sacco ne fa 2 specie; la cingulata che riferisce al D. Stepha- niophorum Font. e dove pare che i cingoli possano essere anche più di 2; quella priva di cingoli che riferisce all’ Ed. fasciatum (Pyrula Bors.). Indipendentemente dalla descrizione di Fontannes è da osservarsi. che esiste già un Dolium fasciatum Lk. corri- spondente al Buccinum fasciatum Brug. ed un Buccinum fasciatum Lk. che non è la medesima specie. Gen. Malea (Valenciennes). Malea denticulala Desh. Buccinum pomum . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 101. Piacentino. Dolum pomiforme +. Bronn, It. Tert. Geb., pag. 21, n. 74. Castellarquato. . (1) Fontannes, Mollusques Pliocenes de la valleé du Rhòne et du Roussillon, Vol. I, pag. 101. Parigi, 1879-1882. (2) Sacco, Moll. Tert. Piem., Lig., P. VIII, pag. 2. SET Dolium denticulatum Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 113. Piacentino. ì Malea denticulata. . Fontannes, Moll. plioc. du Rhòne et Roussillon, pag. 104. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Sacco (1) osservando che esiste un Dolium denticulatum Quoy. anteriore a Desh., ne potendo accettare il nome di pomiforme Bronn, ha creduto tornare al nome stabilito da Brocchi per una forma giovane di questa specie chiamandola Malea orbiculata (Brocchi). Per quanta venerazione si possa avere verso il fondatore della malacologia fossile terziaria, questa non deve giungere al punto di consacrare per la specie adulta un nome creato per una forma giovanile tanto più poi che la forma adulta ricevé da Brocchi il nome di B. pomum L. Il Dolium denticulatum Desh. è specie troppo conosciuta, perchè, si debba, attertendosi rigidamente alle buone regole della nomenclatura abbandonare per un nome poco conosciuto non esattamente impiegato. Se poi non si voglia tener buono che il genere Malea, può essere considerato come distinto nella famiglia dei Dolidi e non un sottogenere dei Dolium, e si voglia abban- donare il nome di Desh., si dovrebbe sempre per legge di priorità preferire il nome subdenticulatum D'Orb. Pirula undata Bronn. Bulla ficoides . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 47, tav. I, fig. 5. Piacentino. Pyrula undata Bronn, It. Tert. Geb., pag. 38, n 168. Bacedasco. Castellarquato ex collezione. Il Cocconi cita questa specie solo come caratteristica delle marne di Tabiano. Pirula intermedia Linn. Bulla ficus . . . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 46, var. cauda repanda, apertura effusa. i » » ....Bronn, It. Tert. Geb., pag. 38, n. 171, var. stréis © ‘nterstitialibus solitariis. Ficula intermedia Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 115. Castellarquato. (1) Sacco, Moll. Tert. Piem. Lig., P. VIII, pag. 18 e seg. DIRO Castellarquato ex collezione — Montezago, Monte Oliveto di Bacedasco, (S.° superiore), Kiero ecc. Gen. Pirula Lk. Pirula Geometra Bors. Bulla ficus. . .. Brocchi, Conch. foss. sub, pag. 46. Piacentino. Var. II. » » (var. f striîs interstitialibus nullis) Bronn, It. Tert. Geb., pag. 38, n. 171. Castellarquato. Pyrula geometra Hbornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. I, pag. 272. Castellarquato. Ficula geometra. Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 114. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione — Monte Oliveto di Bacedasco. LI La varietà II accennata dal Brocchi è quella che ha la base più allungata e stretta in modo da formare un canaletto. Fam. Cypraeidae. Gen. Neosimnia Fischer. Neosimnia spelta Linn. Bulla spelta. . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 45. Piacentino. Ovula. » ... Bronn, It. Tert. Geb., pag. 17, n. 46. Castellarquato. » >... . Hrnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. I, pag. 6. Castellarquato. » » ... Weinckauf, Conch. des Mittelmeer, Vol. II, pag. 4. Birostra spelta . Cocconi, Foss. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 164. Montezago, Riorzo. Ovulu formosa. . Bagatti, Agg. En. Moll. Parma, Piac., pag. 28. Ca- stellarquato. Neosimnia spelta Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XV, pag. 64. Pia- centino. Castellarquato ex collezione. Neosimnia passerinalis Lk. Bulla birostris. .... Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 44. Piacentino. Ovula passerinalis. . . Bronn, It. Tert. Geb.. pag. 17, n. 47. Castel. larquato. — 84 — Ovula adriatica . . . . Weinkauff, Conch. des Mittelmeer, pag. 2, Vol. I. Piacentino. » passerînalis, . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 163. Lugagnano, Diolo. Ovula adriatica . ... Bagatti, Agg. En. Sist. Moll. Parma, Piac., pag. 28. Castellarquato. VII LIA NE SIANO Bagatti, Agg. En. Sist. Moll. Parma, Piac., pag. 28. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Gen. Cypraea Lin. Cypraea physis Brocchi. Cypraea physis Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 52, tav. II, fig. 3. Pia- centino » » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 15, n. 28. Castellarquato. > » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 158. Ca- stellarquato. » » Fontannes, Moll. Rhòne et Rouss., P. I, pag. 108 Ca. stellarquato, Stramonte. Castellarquato ex collezione. Questa specie resta assolutamente distinta dalla C. Pyrum colla quale molti autori vollero fonderla. Le differenze principali che separano le due specie sono esattamente descritte da Fontannes (eccito): Cypraea pyrum Gmel. Cypraea porcellus Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 59, tav. II, fig. 2. Piacentino. i » O Bronn, It. Tert. Geb., pag. 15, n. 30. Castellarquato. » pyrum. . Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien P. I, pag. 67. i Piacentino. » » .. Coeconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 157. Diolo, Stramonte. Castellarquato ex collezione — Stramonte. Cypraea elongata Brocchi. Cypraea elongata . Brocchi, Conch. foss. sub, pag. 51, tav. I, fig. 12, a, d. Piacentino. fi Me; SEO Cypraea rufa ... Bronn, It. Tert. Geb., pag. 15, n. 27. Castellarquato. » elongata . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 159. Montezago, Diolo. Zonaria? flavicula Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XV, pag. SIREat centino. Castellarquato ex collezione. Cypraea globosa Dry. Cypraea globosa Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 157. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. Cypraea fabagina var. amygdalum Brocchi. (Zonaria fabagina var. amygdalum Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XV, paso nta va Si) Cypraea amygdalum Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 157. Castellarquato. i Castellarquato ex collezione. Cypraea inflata Brocchi non Lk. Cypraea inflata . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 52. Piacentino. » utriculata Bronn, It. Tert. Geb., pag. 15, n. 32. Castellarquato. » inflata . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 160. i Lugagnano. Zonaria? flavicula Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XV, pag. 81. Pia- centino. Castellarquato ex collezione. Cypraea longiscata Mayer. ( Cypraea longiscata Mayer, Journ. de Conchyl., Serie III, T. XV, pag. 66, tav. II, fig. 2. Castellarquato 1878). Castellarquato ex collezione. Enumero di questa specie due esemplari che si distinguono dalla C. elongata per la forma della conchiglia più stretta e degne oblunga, e più di tutto pei bordi che nella specie in esame sono entrambi dentati, mentre nella Cyprea elongata uno soltanto offre tale caratteristica. Gen. Trivia Gray. Trivia Europaea Mont. Cypraea pediculus Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 49. Piacentino. » coccinella Bronn, It. terz. Geb., pag. 16, n. 43. Castellarquato. » europea . Hérnes, Foss. Moll. Tert. Beck, P. I, pag. 73. Castel. larquato. i Trivia europaea var. cocinelloides Sacco, Moll. terz. Piem., Lig, P. XV, pag. 47. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Trivia affinis Dug. Cypraea dimidiata Bronn, It. Tert. Geb., pag. 16, n. 44. Castellarquato. » affinis . . Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck., pag. 72, P. 1, tav. 8, i fig. 14 a, db. Trivia affinis . ‘ . Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma, Piac., pag 162. Diolo, Montezago. Castellarquato ex collezione. Trivia sphaericulata Lk. Cypraea sphaericulata Bronn, It. Tert. Geb., pag. 16, n. 42. Castellarquato. Trivia sphaericulata . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac, pag. 161. Stramonte, Riorzo. » > . Sacco, Moll. terz. Piem, Lig.,, P. XV, pag. 48. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Questa specie fu da alcuni autori ritenuto uno stadio adulto della 7. europaea, colla quale ha molta somiglianza, ne differisce essenzialmente pel diametro maggiore, e pel maggior interstizio offerto fra le singole costole che sadornano la superficie. LI RO Gen. Erato Risso. Erato laevis Don. var. cypraeola Brocchi. Woluta cypraeola Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 95, tav. IV, fig. 10. Piacentino. Erato laeris . . . Hornes, Foss. Moll Tert. Beck. Wien, pag. 80. Piacentino. » s... Cocconi, Moll. mioc, plioc. Parma, Piac., pag. 105. Castellarquato, Riorzo ecc. Castellarquato ex collezione. Gli esemplari di collezione coincidono perfettamente con quelli della collezione Pantanelli e colla figura del Fontannes (Moll. Rhòne et Rouss., pag. 107, tav. VII, fig. 4). La dentatura e spes- sore del labbro esterno sono subordinati allo sviluppo, e così avendo moltissimi individui, alcuni presentano il labbro dentato e sono i più adulti, i più giovani non mostrano alcuna dentatura ne spessore rilevante. Fam. Strombidae. Gen. Strombus Linn. Strombus coronatus Def. Strombus fasciatus Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 173. Piacentino. » coronatus Cocconi, Moll. mioe. plioc. Parma, Piac., pag. 159. Castellarquato. » » Héornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 188. Castellarquato. » » Sacco, Moll. terz. Piem., Lig. P. XII, pag. 8. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Fam. Chenopodidae. Gen. Chenopus Phil. Chenopus pes pelecani Linn. Strombus pes pelecani . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 172. Piacentino. Rostellaria pes pelecani Bronn, It. Tert. Geb., pag. 29, N. 118. Castel- larquato. Sugo Chenopus pes pelecani . Hbrnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 197. Castellarquato. » » » . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 155, 156. Castellarquato. Castellarquato ex collezione — Stramonte. Chenopus Uttingerianus Risso. Rostellaria Uttingeriana. Bronn, It. Tert. Geb., pag. 30, n. 119. Castel- larquato. Chenopus Uttingerianus . Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XIV, pag. 24. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Fam. Cerithidae. Gen. Cerithium Adanson. Cerithium varicosum Brocchi. Cerithium varicosum Bronn, It. Tert. Geb., pag 49, n. 240. Castellarquato. » » Cocconi, Foss. mioe. plioc. Parma, Piac., pag. 176. Castellarquato. » » Fontannes, Moll. plioc. Rhòne et Rouss., pag. 165. Castellarquato. i » » Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXII, pag. 14. Piacentino. Castellarquato ex collezione — Bacedasco, Monte Bertoldo. Cerithium vulgatum Brug. Murex alucoides . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 233. Piacentino. Cerithium vulgatum Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 388. Castellarquato. » » Weinkauff Conchyl. des Mitt, Vol. II, pag. 154. Ca- . Stellarquato. > > » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 174. Castellarquato. » » Sacco, Moll. Tert. Terz. Piem., Lig., P. XVII, pag. 7. Piacentino. BIIRg N Castellarquato ex collezione. Le varietà di questa specie sono numerosissime, quasi tutte hanno però un valore relativo. Dando uno sguardo soltanto alle più importanti è facile per esempio rilevare che le varietà minuta e pulchella sono stadii giovanili delle adulte spinosa e tuberculata. Risulta poi evidente che la forma tipica di questa specie è data da individui muniti di cingoli più o meno nodosi. Accanto a esem- plari di simile struttura noto, perchè esistenti in collezione, le varietà distinte dal Filippi coi nomi di modulosa pei tubercoli ottusi, e di gracilis per la forma snella e acuta che ripete con più esigue proporzioni la struttura della varietà nodulosa. Ho trovato ottime pel confronto di questa specie le figure del Fontannes Moll. Plioc. da Rh6ne et Rouss., tav. IX, fig. 8, 10. Fra le varietà devesi annoverare anche il C. alucastrum che . Cocconi ha eretto a specie distinta. Cocconi, op. cit., pag. 175. C. alucastrum. Cerithium crenatum Brocchi. Murex crenatus .. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 238, tav. X, fig. 2. Cerithium crenatum Bronn, It. Tert. Geb., pag. 49, n. 241. Castellarquato. » » Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 409. Castellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 177. Montezago, Bacedasco. Castellarquato ex collezione — Montezago. Cerithium doliolum Brocchi. Cerithium doliolum. . . . Bronn, It. Tert Geb., pag. 49, n. 242. Castel- larquato. » » +... Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 393. Castellarquato. > >»... Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 175. Bacedasco, Lugagnano ecc. » mediterraneum Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Polo 176. Bacedasco, Lugagnano. Castellarquato ex collezione. Questa specie fu controllata sopra esemplari della collezione Pantanelli del pliocene Senese, ove sembra essere assai abbondante. Gli individui del Piacentino posseduti in collezione sono scarsi e Deo pochi gli integri. La non molta frequenza di questa specie nel Piacentino è pure accennata da Cocconi. La figura dell’Hornes è certamente affatto da escludersi nel caso in esame. Del Cerithium Mediterraneum ho un solo esemplare ma non esito a riunirlo al C. Doliolum. Cerithium Europacum Mayer. Cerithium minutum ? . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 48, n. 238. Castellarquato. » > . Hòrnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 391. Castellarquato. » Europaeum Mayer, Journ. Conchyl., Serie III, T. XVIII, n. 1, pag 89. Bacedasco. Tav. 41, fig. 8,.9. Castellarquato ex collezione. Gli esemplari del Piacentino abbastanza abbondanti e belli differiscono da quelli del Senese e dalle figure del Mayer per la forma più tozza e ventricosa, ma per gli ornamenti uguali e per la diagnosi stessa del Mayer, testa plus minusve ventriosa, non è possibile la minima indecisione per questa variante. Cerithium neogenitum Mayer. Cerithium neogenitum Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 177, tav. IV, fig. 12, 13. Castellarquato ex collezione. 1 Innegabilmente questa specie è molto affine al C'erithium va- ricosum Brocchi, specialmente negli individui giovani. De Gregorio (Studii su talune conchiglie Mediterranee viventi e fossili — Bull. Soc. Mal. It. Vol. X, 1884, pag. 116) è d’opinione che il Cerithium neogenitum altro non sia che il varicosum. Disgrazia- tamente non pare che il C. neogenitum di Mayer sia stato pubbli- cato, ma per quanto si può giudicare dalla descrizione e dalle fiwure del Cocconi resterebbe una specie distinta. Nè in ogni modo io con soli 2 esemplari potrei arrogarmi di mettere le cose a posto. Gen. Potamides Brongniart 1810. Potamides bicinctum Brocchi ? Murex bicinetus . . ... Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 243, tav. IX, fig. 13. Piacentino. — IL — Cerithium bicinctum. . . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 49, n. 245. Piacenza. » pictum . .. . Hérnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 395. Castellarquato. » bicinctum. . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac , pag. 178. Bacedasco. Tiarapirenella bicinceta. . Sacco, Moll. Piem., Lig., P. XVII, pag. 60. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Ho innanzi a me parecchi esemplari che colla denominazione comune di Cerithium pictum Bast. sono in parte ascritti a Vi- goleno, e in parte a Castellarquato. Per le ultime opinioni che concordano sulla natura miocenica di Vigoleno, non è compito mio trattenermi su tali esemplari; solo limitandomi ad osservare quelli di Castellarquato, dirò che questi individui mi sembrano es- sere forme giovanili di quelli di Vigoleno, e che entrambi corri- spondono fino ad un certo punto alla denominazione di Cl. pictum. Questa specie ha realmente un valore molto discutibile, e la de- serizione del Basterot creatore della specie, non lo ha certo aumen- tato. ( Basterot, Bassin Tert. S. O. de la France pag. 57. C. pictum). Quella del Locard pure spesso citata (Locard, Tert. de la Corse, . pag. 91. C. pictum?) è interrogativa, e si basa su un solo esem- plare. Dopo questi criteri, C. pictum e C. bicinctum, si scambiano nei diversi autori e le proprietà caratteristiche dell'uno sono asse- gnate all’altro; la breve diagnosi del Brocchi invece pel C. dicin- ctum è chiara, e da questa derivarono certamente le poco chiare del ©. pictum. Sacco mantiene ancora la distinzione delle specie, mostrando però come parecchie sinonimie del C. pictum debbano ascriversi al C. bicictum, e così la descrizione dell’ Hornes dei C. pictum, viene attribuita al dbicinctum, benchè sia accennato ai fascis longitudinalibus rutilis una delle caratteristiche essenziali del pictum. Da ultimo poi Simonelli nei suoi appunti sopra la Fauna e l’età dei terreni di Vigoleno (Simonelli, Sopra la Fauna e l'età dei terreni di Vigoleno. Soc. Geol. It. Vol. XV, pag. 303 ) cita il solo Potamides bicinctus, e ammette probabile che a questa specie debbano riferirsi le citazioni di C. pictum Bast. Con ciò non intendo escludere in via assoluta la possibile esistenza del C. pictum, solo credo tale designazione di difficile e prudente applicazione per la mancanza di una buona descrizione. Frattanto coll’interrogativo ascrivo gli esemplari di Castellarquato al P. bi- cinctus per non aver potuto in essi nettamente scorgere, quelle strie intermedie fra luna e l’altra serie di tubercoli, strie che SE sembrano avere abbastanza valore caratteristico, mentre poi nella diagnosi citata dell’ Hòrnes pel C. pictum non si parla affatto di esse, e pel dubbio che anche questa specie sia strettamente mio- cenica. Potamides Giulii De Stefani. ( De Stefani, Icon. nuovi. Moll. plioc. Siena. Boil. Soc. Mal. Ital, Vol. XIV, pag. 227, tav. XI, fig. 33, 35. Potamides Giuli. Cerithium tuberculiferum? Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 177. Potamides Giuli. . .... Sacco, Moll. Piem., Lig., P. XVII, pag. 43. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Questa specie andava in collezione col nome di Cerithium tricinctum; del confronto colla figura e descrizione di Brocchi dubitai di tale classificazione e infatti confrontando i pochi esemplari con altri della collezione Pantanelli del Senese, li trovai diversi dal vero C. tricinctum e coincidenti invece col Potamides turbinatum Brocchi della stessa collezione. Tale nomenclatura poi non essendo più esatta per le ulteriori osservazioni di De Stefani la sostituî col nome di P. Giuliîù — Forse a questa specie si deve attribuire il C. tuberculiferum di Cocconi. Il C. tricinctum è citato da Cocconi (pag. 179) ma solo per località miocenica. Gen. Cerithiopsis Forb. et Hanl. 1849. Cerithiopsis tubercularis Mont. Cerithiopsis tubercularis Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma, Piac., pag. 143. Riorzo. » » Sacco, Moll. Piem., Lig., P. XVII, pag. 66. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Di questa elegante e piccolissima specie che costituisce il tipo del genere esistono in collezione 3 esemplari. RP 9 a E "CIR IR | 3 i A 9 RA a ARE n Le N EGR, Gen. Cerithiella Verr. 1382. Cerithiella Genei (Bell. Micht.). Cerithiopsis Genei Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 143, Castellarquato. Cerithiella » Sacco, Moll. terz., Piem., Lig., P. XVII, pag. 69. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Cerithiella Manzoniana Cocconi. Cerithiopsis Manzonianus Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma, Piae., pag. 143, tav. IV, fig. 1, 2, 3. Bacedasco. Cerithiella Manzoniana . Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XVII, pag. 70. Piacentino, Bacedasco. Castellarquato ex collezione — Bacedasco. Anche nel caso in esame si tratta di frammenti ben conservati. Gen. Bittium (Leach.) Gray 1847. Bittium spina Partsch var. eriliore subulata Dol. Bittium spina Bagatti, Agg. En. Sist. Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 29, n. 3. Bacedasco. » » Sacco, Moll. terz. Piem. Lig., P. XVII, pag. 41. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Il Prof. Doderlein trovando qualche differenza fra gli esemplari di Castellarquato e quelli figurati dall’ Hornes, aveva tenuto di- stinto questa piccola specie col nome di C' coarctatus; un attento esame mi ha convinto che non vale il merito di elevarla a specie distinta, tutt'al più tenendo conto di leggere varianti può essere considerata come varietà, Bittium scabrum (Olivi). Cerithium scaber . Bronn, It Tert. Geb., pag 51, n. 263. Castellarquato. > scabrum Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 412. Castellarquato, REI Cerithiopsis scaber Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 142. Castellarquato, Bittium reticulatum var. pliolatreillit. Sacco, Moll. Tert. Piem., Lig., P. XVII, pag. 30. Piacentino. Castellarquato ex collezione. La maggioranza degli esemplari appartiene al tipo comune ben conosciuto; tre esemplari erano classificati col nome di Oeri- tiopsis ferrugineus, in due riconobbi la struttura solita e li riunii agli altri numerosi del Bittium scabrum, in uno riscontrai caratteri buoni differenziali che consigliano almeno di tenerne conto come varietà, colla denominazione di var. exferruginea Sacco ( Moll. Piem., Lig., Parte XVII, pag. 39, tav. 2, fig. 107). Cocconi (Moll. mioe. plioc. Parma, Piac.) mantiene il Cerithiopsis ferrugineus come specie autonoma, ciò che parecchi autori posteriori hanno dimostrato poco attendibile e fra questi Sacco, che rivendicando il nome di reticulatum al Bittium scabrum, fra le varietà pone anche l’exferruginea equivalente al Cerithium ferrugineum Brug. L'esem- plare che ho accennato, si distingue più che per la grossezza dei tubercoli, pei cingoli in numero di 3, invece che 4 come comune- mente si osserva nel Bittium scabrum, e per questo mi convinco di trovarmi precisamente di fronte al tipo che Cocconi classificò come Cerithium ferrugineum, per le tre serie di linee punteggiate gra- nulose, che come egli stesso scrive girano sugli anfratti. Brocchi però colla sua varietà cingulis quinque punctato granosis dimostra di aver trovato egli. pure nei numerosi esemplari del Bittium scabrum anormalità (Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 246, Murex scaber var. B) e afferma altresì che il numero dei cingoli, benchè da Bruguiére sia ritenuto invariabile in 4 accade non di rado di vederne tre negli anfratti più prossimi all'apice della spira. Gen. Triforis Desh. Sottogen. MowopWorus (Grillo 1877). Monophorus Bartalinii Pant. De Stefani. (De Stefani, Icon. nuovi Moll. Dint. Siena, Boll. Soc. Mal. It., Vol. XIV, pag. 228, tav. XI, fig. 46). Castellarquato ex collezione. Il rappresentante di questa specie in collezione è un ma- è MSc gnifico frammento, nel quale sono evidentissime le granulazioni e le altre caratteristiche, per cut questa specie merita di essere di- stinta dal M. perversus. Monophorus perversus L. Cerithium granulosum Bronn, It. Tert. Geb., pag. 51, n. 264. Castel larquato. » perversum + Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 415. Castellarquato. Triphoris perversa . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 180. Castellarquato. Monophorus perversus var. adversa (Mont.) Sacco, Moll. Piem., Lig., P. XVII, pag. 64. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Fam. Vermetidae. Gen. Vermetus Adanson. Vermetus arenarius Linn. Serpula arenaria... .. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 31. Piacentino. Serpulorbis polyphragma Bronn, It. Tert. Geb., pag. 65, n. 340. Castel larquato. Vermetus urenarius. . . . Hòrnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 454. Castellarquato. » OGASi Ea Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 196. Lugagnano, Stramonte. Lemintina arenaria. . . . Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XX, pag. 10, 11. Piacentino. Castellarquato ex collezione — Monte Bertoldo. Vermetus intortus Lk. Serpula lumbricalis var. B Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 462. Piacentino. » TIA! AREA CAGARE Bronn, It. Tert. Geb., pag. 130, n. 740. Ca- stellarquato. 1 Vermetus intortus. . . ... Héornes, Foss. Moll. Tert Beck. Wien, pag. 485. Castellarquato. » ira Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 196. Piacentino. A — 96 — i Vermetus intortus. . .... Fontannes, Moll. plioc. Rhòne et Rouss. i pag. 202. Stramonte, S. M. Maddalena. hi Petaloconchus intortus . . . Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XX, pag. 78. 1 Piacentino. di Castellarquato ex collezione. Gen. Bivonia Gray. Bivonia triquetra Biv. (Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XX, pag. 13, tav. II, fig. 1). | Castellarquato ex collezione. | Gen. Tenagodes Guett. Tenagodes anguinus Linn. + Serpula anguina . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 29. Piacentino. » » . + Bronn, It. Tert. Geb., pag. 129, n. 737. Castellarquato. Stiliquaria anguina. Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 487, 488. Castellarquato. » » . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 197. Lugagnano, Diolo, Stramonte. Tenagodes anguinus Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XX, pag. 17, 18. Piacentino. Castellarquato ex. collezione. Fam. Turritellidae. Gen. Turritella Lk. Turritella tornata Brocchi. Turbo tornatus .. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 156, tav. 6, fis. 11. Piacentino. Turritella tornata. Bronn, It. Tert. Geb., pag 53, n. 269. Castellarquato. » » . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 189. Haustator tornatus Sacco, Moll. terz. Piem, Lig, P. XIX, pag. 25. Piacentino. RR Ln Castellarquato ex collezione — S. Maria Maddalena, Monte- zago, M. Bertoldo. Gli esemplari sono tutti di grandi dimensioni. La variabilità della specie entro una cerchia assai limitata di caratteri consiglia di accettare pochissima varietà, e piuttosto considerarle come sem- plici anomalie. Forse le varietà scalariformis e subscalariformis del Cocconi, avrebbero buoni dati di struttura, ma nessuno degli esemplari esaminati mostra tali caratteri. Turritella vermicularis Brocchi. Turritella vermicularis Bronn, It. Tert. Geb., pag. 54, n. 278. Castel. larquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 139. Rio della gatta. Haustator » Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XIX, pag. 21. Piacentino. Turritella » Hérnes, Foss. Tert. Beck. Wien, pag. 423. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. lurritella triplicata Brocchi. Turritella incrassata Cocconi, Moll. mioc. Parma, Piac., pag. 190. Ca- stellarquato, Lugagnano. > triplicata. Weinkauff, Conchyl. des Mitt, P. II, pag. 321. Ca- stellarquato. Haustator triplicatus Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XIX, pag. 27. Piacentino. Castellarquato ex. collezione. 2 soli esemplari che furono confrontati con quelli della colle- zione Pantanelli, distintissimi da quelli precedenti (7. verimicu- laris) pel numero e forma dei cingoli. Sulla opportunità della pre- sente sinonimia si esprime esattamente Sacco (loc. cit. ). Turritella Brocchii Bronn. Turbo imbricatarius. . . . . . . + « Brocchi, Conch, foss. sub., pag. 154. Piacentino. Ure NBroccii eee: Bronn, It. Tert. Geb, pag. 53, n. 275. Castellarquato. FOggiane Tunretella Brocchw.....,., Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 188. Haustator vermicularis var. Brocchi Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XIX, pag. 28. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Turritella tricarinata Brocchi. Turbo tricarinatus . : Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 159, tav. VI, fig. 21. Piacentino. Turritella tricarinata Bronn, It. Tert. Geb., pag. 53, n. 277. Castellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioe. Parma, Piac., pag. 194. Piacentino. » » Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XIX. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Turritella communis Risso. Turbo terebra non L. . ... Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 147. Pia- centino. Turritella terebra . . ..... Bronn, It. Tert. Geb., pag. 53, n. 276. Castellarquato. » COMMUNIS. +. + è è + Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 193. » Ri Fontannes, Moll. plioc. Rhòne et Rouss., P. I, pag. 200. Piacentino. » USE E II Weinkauff, Conchyl. des Mitt., IT, pag. 319. Castellarquato. T. tricarinata var. communis Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XIX, pag.6, Piacentino. Castellarquato ex collezione. Le differenze che separano questa spedia dalla vivente non sono molto rilevanti, tuttavia in quest’ultima si nota una maggior convessità d’anfratti e una maggior espansione della bocca. Le costole poi sono più accentuate nella forma fossile che nella vi- vente, nella quale non è raro trovare individui in cui le costole sono appena percettibili ad occhio nudo. Turritella striatissima Doderlein. Testa clongata pyramidalis, spira producta, apice acuto, anfra- ctibus (16-18) converis, costellis aequalibus et perspicuis (8-9), n 99 striis interpositis undulatis, consertis, vix sub lente perspicuis, tran- sversim sulcatis. Suturae distinctae, sed parum profundae, aper- tura subquadrangularis. Long. 45-50 mm. Lat. 10-12 mm. Conchiglia di forma allungata piramidale con spira ad apice acuto, anfratti (16-18) convessi, percorsi da costicine uguali e distinte trasversali (8-9). Interposte a queste e solo visibili eol- l’aiuto della lente si scorgono altre strie esilissime d’ aspetto ondu- lato, riunite in fasci, raccolte nell’ interstizio esistente fra le singole coppie delle costicine. Le suture che dividono i singoli anfratti sono ben distinte, ma poco profonde, l’ apertura è subquadran- golare. Per la forma degli anfratti e la spira acuminata questa specie si avvicina alquanto alla Turritella communis Risso, dalla quale però si distingue a colpo d’occhio, per la presenza delle costicine trasversali uniformi e regolari, che nella communis sono disuguali, elevate e simulanti veri cingoli; inoltre gli interstizi fra le costole maggiori nella 7. communis non sono mai riempiti da fasci di strie, ma da 10 o 12 strie d’aspetto filiforme senza regolare distri- buzione. In alcune forme viventi della communis il distacco è meno apparente, perchè non esistono veri cingoli ma le costicine sono sempre irregolari di diametro e disposizione. A_ giudicare dai molti esemplari posseduti in collezione la specie deve essere assai ab- bondante. Turritella subangulata Brocchi. Turbo acutangulus. .... Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 151, tav. VI, fig. 10. Piacentino. » duplicatus. ..... Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 150. Piacentino. Turritella subangulata. . . Bronn, It. Tert. Geb.;, pag. 54, n. 279. Ca- stellarquato. » biplicata .... Bronn, It. Tert. Geb., pag. 55, n. 270. Ca- stellarquato. » subangulata. . . Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. I, pag. 429. Castellarquato. » » . + + Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 192. » var. acutangula Cocconi, Moll. mioc plioc, Parma, Piac., pag. 192. Piacentino. » biplicata . .. . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 194. Castellarquato. » Strobeliana . . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 193. Castellarquato. — 100 — Zaria subangulata e var.. Sacco. Moll. Tert. Piem., Lig., P. XIX, pag. 9 e seg.. Piacentino. Castellarquato — Montezago, Stramonte. Gen. Mathilda Semp. Mathilda Brocchîi Semp. i; Mathilda Brocchii . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 133. Castellarquato. Fimbriatella Brocchi Sacco, Moll. terz. Piem, Lig., P. XIX, pag. 37, ' Piacentino. Castellarquato ex collezione. Mathilda Quadricarinata Brocchi. Turbo quadricarinatus . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 160, tav. 7, fig. 6. Piacentino. Turritella quadricarimata Bronn, It. Tert. Geb., pag. 54, n. 281. Castel- larquato. Mathilda quadricarinata. Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 133. Bacedasco, Montezago, Castellarquato. » » . Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XIX, pag. 34. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Fam. Fossaridae. Gen. F'ossarus Phil. Fossarus costatus Brocchi. Nerita costata . ... Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 70, tav. I, fig. 11, a, b, c. Piacentino. Delphinula costata. . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 65, n. 339. Castellarquato. Fossarus costatus. . . Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 468. Castellarquato. » » +... Cocconi, Foss. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 182. S, M. Maddalena. — 101 — Phasianema costatum Sacco, Moll. Tert. Piem., Lig., P. XVIII, pag. 17. Piacentino. Castellarquato ex collezione. oi Solariidae. Gen. Solarium. Lk. Solarium pseudoperspectivum Broce. Trochus pseudoperspectivus . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 141, tav. V, fig. 18. Piacentino. Solarium pseudoperspectivum Bronn, It. Tert. Geb., pag. 62, n. 330. Ca- stellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 144. Bacedasco. » » Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XII, pag. 49. Piacentino. Castellarquato ex collezione — S. Stefano di Bacedasco. Solarium simplex Bronn. Solarium pseudoperspectivum var. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 142. Piacentino. » SRIMPICI A Bronn, It. Tert. Geb., pag. 63, n. 391. Castellarquato. » Det RA OA RIE NE Héowrnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 464. Castellarquato. » IRA PAVESE Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 144. Castellarquato, Stramonte. » DI a Sacco, Moll. Tert. Piem., Lig., P. XII, pag. 45. Piacentino. n Castellarquato ex collezione. Solarium millegranum Lk. Trochus canaliculatus Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 140. Piacentino. Solarium millegranum Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien., pag. 464. Castellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 145. Piacentino. ‘4 4 TIRA — 102 — Solarium millegranum Sacco, Moll. Tert. Piem., Lig, P. XII, pag. 59. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Solarium moniliferum Bronn. Trochus pseudoperspectivus var. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 142. Pia- h centino. Solarium moniliferum ..... Bronn, It. Tert. Geb., pag. 63, n. 334. Castellarguato. » DI LORO CENA Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 467. Castellarquato. » INIT ZA Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 145. Montezago. » » . + « + «+ Fontannes, Moll. plioc. du Rhòne et Rouss., pag. 138. Piacentino. » DI IRA Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., pag. 98. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Solarium semisquamosum Bronn. Solarium semisquamosum Bronn, It. Tert. Geb., pag. 63, n. 333. Castel. larquato. » > Sacco, Moll. Tert. Piem., Lig., P. XII, pag. 51. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Solarium Aragonae Bag. Solarium Aragonae . .. . Bagatti, Agg. En. Sist. Moll. mioc. plioc. Parma, i Piac., pag. 27, n. 8. Castellarquato. I Grano solarium? Emiliae Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XII, pag. 63. È Piacentino. Do Castellarquato ex collezione — Bacedasco. Gen. Toorinia Gray. Torinia obtusa Bronn. Trochus variegatus. . .... Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 143. Pia- centino. on = L Solarium canaliculatum var. Bronn, It. Tert. Geb., pag. 64, n. 386. Ca- stellarquato. » fallaciosum. . .. . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 146. Castellarquato. » IRR EA PROCEE Fontannes, Moll. plioc. du Rhòne et Rouss., pag. 140. Castellarquato. Monnmial abusato i Sacco, Moll. T'ert, Piem., Lig., P. XII, pag. 68. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Fam. Rissoidae. Gen. Rissoia Fréminville. Rissoia auriscalpium Linn. Rissoia auriscalpium. Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 183, 184. Castellarquato. Zippora auriscalpium Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XVIII, pag. 21. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Rissoa Sulzeriana Risso. ( Pantanelli De Stefani, Moll plioc. dint. Sien., pag. 171). Alvania Sulzeriana Bagatti, Agg. En. Sist. Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 29. Castellarquato. Apicularia Sulzeriana var. villalverniensis Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XVIII, pag. 21. Piacentino. Castellarquato ex collezione — Rio Asse. Gen. Alvania Risso. Alvania acinus Brocchi. A ISSORNACIMUSO FANNO . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 184. Bacedasco. Acinus cimex var. Tauroparva Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XVIII, pag. 25. Piacentino. — 104 — Castellarquato ex collezione. Per quanto si tratti di piccola specie e facilmente scambiabile, ritengo che la figura data dall’ Hòrnes per la Rissoa Venus debba riferirsi all’ Alvania acinus, specie affatto distinta dall’ Alvania Mariae (T. Cimex Brocchi). Così pure la figura e descrizione di Fontannes (R. venus) devono riferirsi alla presente specie, alla quale pure come fanno osservare Pantanelli e De Stefani corri- sponde la Rissoa sculpta di Phil. Alvania cimicoides Forb. Alvania cimicotdes . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 186. Castellarquato. Alvaniella? cimicoides Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XVIII, pag. 26. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Questa specie vivente nei mari d’ Europa è affine all’ A. Ze- tlandica dalla quale però nettamente si distingue per la forma degli anfratti gonfia e convessa anzichè angolosa, per 1’ andamento flessuoso undulato delle costicine trasversali che si mantengono rettilinee nell’A. zetlandica e formano maglie più fitte, per la forma della bocca leggermente ovale anzichè rotonda e più ‘spe- cialmente per la forte dilatazione dell’ ultimo anfratto. Alvania Zetlandica Mont. Rissoa zetlandica Bagatti, Agg. En. Sist. Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 29, n. 1. Castellarquato ex collezione. Alvania Thalia Pantan.-De Stef. ( Pantanelli-De Stefani, Moll. plioc. dint. di Siena, pag. 172. A. Thalia): Castellarquato ex collezione. Questa piccolissima specie corrisponde esattamente agli esem- plari di Siena. Questa specie fu pure da molti riferita all’A. Mon- tagui citata anche da Cocconi, ma pare senza molto fondamento: mentre ha più spiccate affinità coll’ A. lineata. S4 ro Ì . an — 105 — Alvania diadema Doderlein. (De Stefani, Annotazioni al Saggio di Conch. sub., Bull. Mal. It., Vol. III, pag. 25, tav. II, fig. 2. Alvania n. sp.). Castellarquato ex collezione. Questa piccola specie ha molta affinità pel diametro e gli ornamenti coll’ A. T'halia Pant. De Stef. dalla quale principalmente si distingue pel reticolato più largo, per le costicine longitudinali più acute e costituenti nodosità più accentuate nell’incontro colle trasversali, per la persistenza delle costicine trasversali anche sul- l’ultimo anfratto. Alvania Aglaia Pant.-De Stef. ( Pantanelli De Stefani, Moll. plioc. dint. di Siena, pag. 173. A. Aglasa). Castellarquato ex collezione. Tranne il diametro che è alquanto più rilevante gli esemplari di Castellarquato coincidono perfettamente con quelli del Senese. Gen. Rissoina D'Orb. Rissoina pusilla Brocchi. Rissoîna pusilla Hérnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien., pag. 558. Ca- stellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 182. Ba. cedasco. » » Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XVIII, pag. 36. Pia- centino. Castellarquato ex collezione — Bacedasco. Descrivendo questa specie nel pliocene di Siena Pantanelli e De Stefani (pag. 175) osservano che nè la figura di Brocchi, né quella di Hòrnes corrispondono esattamente a questa specie; meglio di tutto vi si addattano figura e descrizione di Libassi ( Ale. Conch. Foss. dint. di Palermo, pag. 18, fig. 12. Rissoina Savti) salvo leg- gere differenze consistenti principalmente nella forma della con- chiglia meno tozza, e nel maggior numero di strie trasversali che solcano le Rissoina Savii. Una piccola differenza ancora da no- — 106 -- tarsi fra gli esemplari pliocenici di Castellarquato e quelli del Senese e che in questi ultimi le costicine longitudinali hanno andamento più obbliquo. kissoina Bruguierei Payr. ( Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 958, tav. XLVIII, fig. 5, a, d.). Castellarquato ex collezione. La caratteristica di questa specie è data dal modo con cui si presentano e s'intersecano le costicine longitudinali e trasversali, le prime sono obblique, undulate nell’ ultimo anfratto, e le seconde intersecando queste danno all'intera conchiglia un aspetto cancel- LI lato. Per tali caratteri la specie è nettamente distinguibile dalla i; R. decussata e dalla R. pusilla. Fam. Hydrobiidae. Gen. Peringia Paladilhe. Peringia simplex Fuchs. (De Stefani, Molluschi Cont. pliocenici, Atti Soc. Tosc. Se. Nat., Vol. III, F. II, pag. 320, tav. XVIII, fig. 19). Castellarquato ex collezione. Il cartellino contrassegnava questa specie col nome di Peringia Ulvae, ma non mi è sembrato che la figura data per questa specie ri- spondesse ai nostri esemplari, meglio si addice per le dimensioni più piccole e la forma generale della conchiglia il nome di P. simplex. Fam. Capulidae. Gen. Capulus Montf. Capulus sulcosus Brocchi. Nerita sulcosa. . . . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 68, tav. I, fig. 3 a, 8. Piacentino. — 107 — Capulus sulcosus . . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 205. Castellarquato, Riorzo. Amanthinoides sulcosa Sacco, Moll. Tert. Piem., Lig., P. XX, pag. 41. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Due individui rappresentano questa specie in collezione; uno corrisponde alla forma tipica mostrando fra gli altri caratteri, l’apice rivolto a spirale; l’altro sembra da riferirsi alla varietà stabilita da Cocconi, vertice hamato, in cui l'apice è soltanto unci- nato. Oltre ciò poi mi sembra che la specie tipica abbia le varici più accentuate e che le medesime si prolunghino in modo da ren- dere più dentellato il margine della conchiglia. Capulus Hungaricus L. Patella ungarica . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 20. Piacentino. Capulus Hungaricus Bronn, It. Tert. Geb., pag. 82, n. 439. Castellarquato. » » Hornes, Foss. Tert. Moll. Wien, pag. 637. Castel- larquato. dr » Weinkauff, Conchyl. des Mitt., II, pag. 338. Castel- larquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 203, 204. Castellarquato. » » Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XX, pag. 86. Pia- Piacentino. Castellarquato ex collezione. Gen. Brocchia Bronn. Brocchia sinuosa Brocchi. Patella sinuosa . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 20, tav. I, fig. 1a, d. Piacentino. Brocchia sinuosa Bronn, It. Tert. Geb., pag. 82, n. 437. Castellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 207, 208. Castellarquato. » » Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XX, pag. 39. Piacentino. Castellarquato ex collezione. — 108 — Brocchia sinuosa var. cornaliaeana Coce. Brocchia Cornalicana . ....... Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 210. Diolo. » sinuosa var. cornaliaeana Sacco, Moll. terz. Piem , Lig., P. XX, pag. 40. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Questa varietà si distingue dalla B. sinuosa pel suo minor diametro, e per le sue pieghe continue e regolari che adornano la parte anteriore mediana della conchiglia rendendo così anche in questa parte il margine elegantemente erenato. Brocchia laevis Bronn. Brocchia laevis Bronn, It. Tert. Geb, pag. 82, n. 438. Castellarquato. » » Sacco, Moll. terz. Piem, Lig., P. XX, pag. 40. Piacentino. Castellarquato ex collezione. i Nella Monografia di Biondi ( Monogr. gen. Brocchia. Atti Ace. Gioenia Sc. Nat. Vol. XIX, Serie II, 1864, pag. 212) è riparato alla poca conoscenza che si aveva di questa specie, giacchè Bronn pur riconoscendo nella stessa una forma distinta dalla B. sinuosa non la descrisse. Sacco la ritiene una varietà della sinuosa, e Cocconi non la conosce. Secondo me il dorso levigato della con- chiglia e il margine integro senza frastagliature la distinguono efficacemente. Gen. Crepidula Lh. Crepidula unguiformis Lk. Patella crepidula . . Ì Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 15. Piacentino. » unguiformis. . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 83, n. 443. Castellarquato. » » . . Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck Wien., pag. 629. Castellarquato. Crepidula unguiformis Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac. Castel- larquato. » cochlearîs . Cocconi, Moll. mioc. plioe. Parma, Piac., pag. 202. Castellarquato. Janacus crepidulus . . Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XX, pag. 34. Piacentino. — 109 — Castellarquato ex collezione. La Crepidula gibbosa è realmente una specie distinta dalla C. unguiformis, che non esiste nella collezione di Castellarquato dal museo; la Crepidula cochlearis invece non è che un fenomeno di modellamento, frequente in queste form: parassitiche. Gen. Calyptraea Lk. Calyptraea Chinensis Linn. Patella muricata . . . ... Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 16, tav. I, fig. 2 a, b, c. Piacentino. » sinensis . . . .. .. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 17. Piacentino. Infundibulum squamulatum Bronn, It. Tert. Geb., pag. 83, n. 445. Castel larquato. » laevigatum . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 83, n. 446. Castel. larquato. Calyptraea Chinensis. . . . H6rnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien., pag. 632. Castellarquato. » » .... Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piace. pag. 199. Castellarquato. » squamulata. . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 201. Castellarquato, Stramonte. > Monicit. .... Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 200. Riorzo. » Chinensis. . . Weinkauff, Conchyl. des Mitt., pag. 334. Ca- stellarquato. ? » var. muricata Sacco, Moll. terz, Piem., Lig., P. XX, pag. 30. Piacentino. Castellarquato ex collezione. L’attento esame di questa specie molto discussa e diversa- mente interpretata pone fuor di dubbio che C. chinensis e C. mu- ricata rappresentino la medesima specie, come hanno dimostrato Filippi, Hòrnes, Wood. Le forme depresse schiacciate colla super- ficie a struttura zonata sono le più comuni e abbondanti, e l’ osser- vazione ad esse limitata fu causa d’errore perchè gli osservatori si basarono sulla mancanza o presenza di squame, e sulla forma , più o meno conica. Le forme intermedie invece stanno evidente- mente a dimostrare come dalle forme più piatte si passi grada- tamente a quelle più coniche. Alcuni autori ammisero come ter- mine di confronto la sproporzione fra il diametro della Muricata — 110 — e quello della CRinensis, ma anche questo viene escluso tenendo conto del rapporto di grandezza che naturalmente esiste fra le forme giovanili e le adulte. La C. Monicii e la C. squamulata C. squama, ecc. citate da Cocconi non sono da attribuirsi che a fenomeni d’aderenza, pei quali una specie imita gli ornamenti di un altra. Fam. Xenophoridae. Gen. Xenophora Fisch. Xenophora infundibulum Brocchi. Trochus infundibulum. . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 132, tav. V, fig. 17. Piacentino. Phorus infundibulum .. Bronn., It. Tert. Geb., pag. 61, n. 322. Castel- larquato. Xenophora infundibulum Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 198. Chero, Montezago. » » Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XX, pag. 24. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Xenophora crispa Kéònig. Trochus agglutinans Brocchi, Conch. foss sub., pag. 140. Piacentino. Phorus crispus ... Bronn., It. Tert. Geb., pag. 62, n. 326. Castellarquato. Xenophora crispa. . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 198. Diolo, Montezago, Castellarquato. » » .. Sacco, Moll terz. Piem, Lig., P. XX, pag. 22. Pia- centino. Castellarquato ex collezione. Xenophora testigera Bronn. Phorus testigerus. . Bronn, It. Tert. Geb., pag., 61, n. 323. Castellarquato, Bacedasco. Xenophora testigera Hòrnes, Foss. Moll. Tert. Beck: Wien, pag. 444. Castellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc, Parma, Piac., pag. 198. Bacedasco, | — ll — Xenophora testigera Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XX, pag. 24. Pia- centino. - Castellarquato ex collezione. Fam. Naticidae. Gen. Natica Adanson. Natica millepunctata Lk. Nerita canrena. . . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 65, 66. Piacentino. Natica millepunctata e var. Bronn, It. Tert Geb., pag. 70, n. 369. Ca- stellarquato. » » Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien., pag. 520. Castellarquato. > Sua Weinkauff, Conchyl. des Mitt., pag. 244. Castellar- quato. » ? Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 116. Piacentino. » maculata. . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 117. Diolo. Castellarquato ex collezione —- Rio dei Gatti, S. Stefano di Bacedasco. È certo che la N. millepunetata vivente rappresenta diretta- mente la continuazione della forma fossile, sia col nome di mil- lepunctata, sia con altri diversi. Giusta l'osservazione di Sacco che considera la rarepunctata Sasso — giudicata dal Fontannes e molti altri come varietà della millepunctata — essere la forma più comune di questa specie, non toglie che la millepunctata pliocenica ha caratteri a se, che se non possono servire a distinguere indi- viduo per individuo, ossia i fossili dai viventi, nella media gene- rale costituiscono un insieme, pel quale occorre riconoscere che la fossile aveva attitudini fisiologiche diverse dall'attuale. Variabi- lissima nei suoi caratteri il Sacco ha creduto utile contrassegnare varietà e subvarietà di questa specie con nomi diversi (Sacco, - Moll. terz. Piem., Lig. P. VIII, pag. 43 e seg.). Al medesimo è però sfuggito una particolarità effettivamente assai rara nel plio- cene di Piemonte, assai comune invece e ben marcata in quella del Piacentino, del Modenese, e della Morea e che servi al Deshaies per stabilire la N, cruentata ed anche la N. maculata. Questa SAMI particolarità fu in parte notata dai descrittori della N. millepunctata vivente e fossile, e consiste nella presenza di cordoncini filoformi trasversali visibili sotto la lente. Nel Piacentino è molto ‘comune. una varietà a cordoncini rilevati ben visibili ad occhio nudo e non occorrenti di speciale incidenza di luce, è questa la varietà riferita dal Cocconi (pag. 116) alla N. maculata Desh. In nessun individuo però corrispondente alla descrizione di Cocconi si è potuto ricono- scere la distribuzione dei colori che distinguono la N. hebraea Martyn (vivente = N. maculata) dalla millepunctata, come pare invece trovarsi in Piemonte, e che il Sacco ha riunito alla mille- punctata considerandola come varietà di questa (Sacco, pag. 53. N. millepunctata var. pliomaculata). Nelle forme viventi in ge- nere, mancano i cordoncini suaccennati, e solo eccezionalmente qualche individuo lo presenta, sono invece sempre visibili senza raggiungere l’intensità delle varietà fossili nella N. hebraea. Un altra differenza è a notarsi sull’ opercolo il quale negl’individui fossili è sempre liscio, mentre nei viventi sono spesso rilevate e ta- glienti le successive linee d’accrescimento sul bordo superiore, fatto che si verifica anche nella N. hedbraca Martyn. Il guscio poi della Natica millepunctata fossile, come di tutte le altre plioceniche è sempre senza confronto più robusto anche delle forme viventi, così dicasi delle dimensioni. superiori nelle fossili; è solo dato alla N. hebraca di raggiungere qualche volta le dimensioni della N. millepunctata fossile. Dopo ciò i numerosissimi esemplari di questa specie posse- duti in collezione possono essere distinti in: Forme grandi sprovviste di macchie con funicolo bene o discretamente sviluppato corrispondenti alle 2 subvarietà del Fon- tannes (pag. 111) funiculosa e subfuniculosa. Forme con macchie grandi e rade corrispondenti alla var. f Bronn (pag. 74 maculis maioribus paucioribus = var. Tigrina Defr. raropunctata (Sasso). Forme var. a Bronn, pag. 71 maculis minoribus numero- sissimis. Forme Natica maculata (Desh.) Cocconi, pag. 116. Natica Helicina Brocchi. Nerita Helicina . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 67, tav. I, fig. 10. Piacentino. Natica epiglottina Bronn non Lk, Bronn, It. Tert. Geb., pag. 71, n. 370. Castellarquato, —- 113 — Natica Helicina . Hérnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien., pag. 527. Ca- stellarquato. > » . Weinkauff, Conchyl. des Mitt., pag. 250. Castellarquato. Nerita Helicina . Cocconi, Moll. mioe. plioc. Parma, Piac., pag. 119. Castellarquato, Rio della Gatta, Lugagnano. Castellarquato ex collezione. Su questa specie così ben descritta da Brocchi non può cadere dubbio significato; la mancanza di cordone ombelicale stabilisce perfettamente il gruppo al quale. appartiene. Dove può esservi dubbio e dove i malacologi furono di discorde parere è se debba riferirsi alla N. catena alla N. fusca o alla N. Guillemini. Stando alle dimensioni sempre limitate della N. Melicina dovrebbe essere preferita la N. Guillemini, ma esiste un carattere che la stacca assolutamente da tutte tre, ed è la presenza costante lungo il labbro sinistro di una testa piana limitata da 2 angoli ottusi che accenna l'articolazione di un opercolo, area articolata che non si riscontra in nessuna delle 3 forme viventi e neppure nella N. fusca Blainv. fossile, esistente nel Pliocene piacentino. La N. Helicina era o no operculala ? È probabile, per quanto tale affermazione non sia con- fortata dal fatto d'aver rinvenuto individui di questa specie muniti d’opercolo. Tuttavia avendo trovato alcuni opercoli isolati che in nessun modo possono riferirsi alle specie conosciute, mentre conven- gono perfettamente alla N. Helicina, fanno ritenere che tale oper- colo dovesse differire da quello della Millepunctata, e da quello della Psendoepiglottina per avere il bordo esterno costituito da 5 o 6 linee sottili, granulate. La Natica descritta con questo nome «dal Fontannes (pag. 115) deve riferirsi alla seguente N. fusca, non potendo supporre che a Fontannes sfuggisse la probabile traccia d'un angolo opercolare. L'articolazione opercolare nelle forme preplioceniche è sempre assai più evidente. Natica pseudoepiglottina Sism. Nerita helicina?®.. ... Brn. non Brocchi Bronn, It. Tert. Geb., pag. 71, n. 371. Castellarquato. Natica pseudoepiglottina Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 119. Montezago, Diolo. » epiglottina var. pseudoepiglottina Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., i P. VIII, pag. 58. Piacentino. Castellarquato ex collezione. — 114 — Sacco considera questa specie e le forme affini come varietà della N. epiglottina Lk. È probabile che alcune delle forme mio- ceniche debbano essere riferite a questa specie, ma non potrebbe in nessun modo accettarsi quale forma pliocenica; infatti la forma tipica di Lk. di Grignon, e dei piani sincroni del miocene Francese non aveva opercolo calcare, come facilmente può riscontrarsi per la mancanza d’ogni e qualunque traccia d’articolazione col labbro sinistro della bocca. La specie pliohenica che indico con questo nome aveva un opercolo calcare e per analogia fra le specie viventi dovrebbe avvicinarsi alla Natica Daluynii Payr. Sacco riferendo individui di questa specie e tutte le loro varietà alla N. epiglottina Lk. (Sacco, pag. 57), non ha dato della medesima una descrizione reputo quindi utile farlo: Testa globulosa spira brevis. Anfractus quinque converiusculi ultimus leviter depressus, apertura obliqua, semi lunaris dilatata, in angulo canaliculata, labrum acutum, columella recta, callum crassum, postice et supra umbilicum late expansum, umbilicus me- diocris, funiculus semicylindraceus, parvam umbilici parte oc cupante. Conchiglia globosa a spira breve, cinque anfratti convessi, dei quali l’ultimo mostra vicino alla sutura una leggera depressione; apertura obliqua semilunare, dilatata, canaliculata sull’ angolo po- steriore, labbro acuto, columella retta, callo spesso esteso sopra l'ombelico; ombelico mediocre, funicolo semicilindrico occupante piccolo parte d’ ombelico. Si distingue questa specie da alcune forme della nillepunctata per l’ultimo anfratto meno dilatato, per la forma dell’ombelico che nella millepunctata si presenta più grande e più profondo, rotondo nella sua parte posteriore e subcarenato sulla parte ante- riore del suo contorno esterno, per la forma del funicolo profon- damente discendente nella parete interna dell’ ombilico, per 1’ oper- colo limitato nella millepunetata sul bordo esterno da 2 linee d’ accrescimento rilevate che invece formano una larga doccia nella pseudo epiglottina; le linee di rilievo poi sono molto meno accen- tuate e il solco assai più stretto o profondo. In nessun caso è pro- babile che questa specie possa riferirsi alla N. plicatula Bronn, la quale è probabilmente una millepunctata, | — 115 — Gen. Neverita Risso. Neverita Josephinia Risso. Natica glaucina . . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 70, n. 368. Castellarquato. » Josephinia. Hornes, Foss. Moll Tert. Beck. Wien, pag. 525. Castellarquato. D » . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 117. Montezago, Lugagnano. » subconoidea Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 118. Montezago, Piacentino. - Castellarquato ex collezione — Rio dei Gatti, Stramonte. Specie come la N. millepunctata assai abbondante. Distinguo le seguenti forme: i a) Individui adulti di forti e medie dimensioni in cui l’ om- belico è più o meno ricoperto dal callo. b) Individui piccoli con ombelico completamente chiuso corrispondenti alla var. antiqua Sacco (Moll. terz. Piem., Lig. P. VIII, pag. 85). c) Individui grandi variabili di proporzione fra larghezza e altezza a spira piuttosto elevata corrispondenti alla var. Aegy- ptiaca Reclus. (Pant. De Stefani, Moll. plioc. dint. Sen., pag. 141 ) e alla specie citata. Natica subconoidea Cocconi. Gen. Sigaretus Lk. È Sigaretus striatus De Serres. Helix Haliotidea. . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 74. Piacentino. Sigaretus Haliotideus Bronn, It. Tert. Geb., pag. 70, n. 366. Castellarquato. » » Hérnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien., pag. 514. Castellarquato. » striatus. . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 120. Diolo, Chero. pi: Castellarquato ex collezione. n Sigaretus Michaudi (Micht.). (Sacco, Moll. Piem., Lig., P. VIII, pag. 97, tav. I, fig. 55 a, d. Sigare- tohema Michaudi) Micht. "i ly -- 116 — Stigaretus concavus Lk. Cocconi. Moll. mioc. plioc. Parma, Piac, pag. 120. ‘Castellarquato, Riorzo, Rio della Gatta, Lugagnano. Castellarquato ex collezione. Per quanto l’unico esemplare che rappresenta questa specie, non abbia la spira tanto elevata come indica la figura del Sacco e per quanto il cartellino si riferisca al S. clathratus Reclus, de- scritto e figurato nell’ Hornes non esito a ritenere che si tratti invece della specie del Michelotti, e per ciò includo nella sinonimia anche il Cocconi. Nella famiglia delle Scalarie avendo a disposizione gran parte degli esemplari che servirono al De Boury pel suo lavoro, Revù des Scalidae Miocénes et pliocénes d’ Italie, ho mantenuto fermo oltre che i criteri generali, anche il sistema di classificazione dell’ au- tore accennato. Fam. Scalariidae. Gen. Dentiscala De Boury. Dentiscala Babilonica Bronn. Scalaria babilonica. . . . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 65, n. 841. Castel- larquato. - » » . . « Cocconi, En. Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 126. Bacedasco. tav. III, fig. 12, 13. Dentiscala crenata var. Babilonica Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. IX, pag. 32. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Gen. Pliciscala De Boury. Pliciscala abrupta Jan. Pliciscala abrupta De Boury, Rev. des. Scal. mioc. et Plioc. de l’It. Boll. Soc. Mal. It., Vol. XIV, pag. 166, tav. IV, fig. 5. Castellarquato. » » Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P.IX, pag. 72. Piacentino. Castellarquato ex collezione. — ll — Si tratta di un frammento che come l’autore stesso accenna, avendolo avuto in esame, molto ben conservato. Gen. Nodiscala De Boury. Nodiscala helienica Forbes. Nodiscala hellenica De Boury, Rev. des Scal. mioc. et plioc. de l’ It. Bull. Soc. Mal. It., Vol. XIV, pag. 171. Castellarquato. » > var. subappennina Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P_IX. Piacentino (rara). Castellarquato ex collezione. Nodiscala cavata De Boury n. sp. Nodiscala cavata... ..... De Boury Rev. des Scal. mioc. et plioc. de l’It. Boll. Soc. Mal. It., pag. 173, tav. IV, fig. 13. » risoides var. cavata Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. IX, pag. 31. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Gen. Punctiscala De Boury. Punctiscala disjuneta Bronn. Scalaria disjuneta. . . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 66, n. 348. Castel- larquato. Puntiscala disjuncta . De Boury, Rev. des Scal. mioc. et plioc. de l’It., Boll. Soc. Mal. It., Vol. XIV, pag. 178. Ca- stellarquato. Punctiscala? disjuncta Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. IX, pag. 74. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. Gen. Turriscala De Boury. Turriscala torulosa Brocchi sp. Turbo torulosus .. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 162, tav. VII, fig. 4. Piacentino. — 113 — Scalaria torulosa . Bronn, It. Tert. Geb., pag 66, n. 345. Castellarquato, Bacedasco. » » . Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. “Wien, pag. 481. Castellarquato. » » . Cocconi, Moll. mioc plioc. Parma, Piac., pag. 129. Bacedasco, Stramonte, Castellarquato. Turriscala torulosa De Boury, Rev. des Scal. mioc. et plioc. de 1’ It., Boll. Soc. Mal. It., Vol. XIV, pag. 189. Piacentino. » » Sacco, Moll. Piem., Lig, P. IX, pag. 76. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Gen. Sthenorytis Conrad. Sthenorytis trochiformis Brocchi sp. Sthenorytis trochiformis De Boury, Rev. des Scal. mioc. et plioc. de l’It., Bull. Soc. Mal. It, Vol. XIV, pag. 197. Ba- cedasco. » > Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. IX, pag. 36. Piacentino Castellarquato ex collezione — Bacedasco. Stenorytis globosa De Boury n. sp. Scalaria retusa non Brocchi, Cocconi, En. Sist. Moll. mioc. plioc. Parma, Piac, pag. 120. Castellarquato. Sthenorytis globosa De Boury, Rev. des Scal. mioc. et plioc. de l’It., Bull. Soc. Mal. It., Vol. XIV, pag. 195. Castel larquato. » » Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. IX, pag. 39. Pia- centino. Castellarquato ex collezione. Gen. Cirsotrema Méorch. Cirsotrema lamellosum Brocchi. TÀ Turbo lamellosus . .. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 165, tav. VII, fig.2. Piacentino. PIRA INIETTATO te A — 119 — Scalaria lamellosa. . . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 66, n. 343. Castellar- quato, Bacedasco. Scalaria lamellosa. . . Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 475. Castellarquato, Bacedasco. » » . ++ Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 121. Bacedasco. : » » . +... Fontannes, Moll. Gast. Wallée Rhòne et Rouss., pag. 124. Piacentino. Cirsotrema lamellosum De Boury, Rev. des Scal. mioc. et plioc de l’It., Boll. Soc. Mal. It., Vol. XIV, pag. 200. Ba- cedasco, Piacentino. » » Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. IX, pag. 48. Piacentino. Castellarquato ex collezione — Bacedasco. Gen. Cirsotrema Morch. C'irsotrema pumiceum Brocchi. Turbo pumiceum . . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 166, tav. VII, fig. 3. Piacentino. Scalaria pumicea. . . Bronn, It. Tert. Geb, pag. 66, n 342. Castellarquato. » » . +. Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 478. Castellarquarto. > >» .. +. Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., n. 127. Bacedasco. Cirsotrema pumiceum De Boury. Rev. des Scal. mioc. et plioc. de 1’It. Bull. Soc. Mal. It, Vol. XIV, pag. 205. Riorzo. Gen. Clathroscala De Boury. Clathroscala cancellata Brocchi. Turbo cancellatus . . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 163, tav. VII, fig. 8. Piacentino. Scalaria cancellata. . . Bronn, It. Tert Geb., pag. 68, n. 354. Castel- larquarto. » » ... Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 127. Bacedasco. Clathroscala cancellata De Boury, Rev. des Scal. mioc. et plioc. de l’ It. Bull. Soc. Mal. It., Vol. XIV, pag. 217. Pia- centino. Castellarquato ex collezione. — 120 — Clathroscala Catulloi Dod. Clathroscala Catulloi De Boury, Rev. des Scal. mioc. et plioc. de 1’ It. Bull. Soc. Mal. It., Vol. XIV, pag. 213. tav. IV, fig. 3. Castellarquato. Clathroscala cancellata var. Catulloi Sacco. Moll. terz. Piem., Lig., P. IX, pag. 85. Piacentino, Castellarquato ex collezione. Clathroscala geniculata Brocchi. Scalaria geniculata . . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 68, n. 856. Castel. larquato. » » . . Bagatti, En. Sist. Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 24, n. 1. Marne di Castellarquato. Clathroscala geniculata De Boury, Rev. des Scal. mioc. et plioe. de l’ It. Bull. Soc. Mal. It, Vol. XIV, pag. 222. Ca- stellarquato. Acrilloscala » Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. IX, pag. 86. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Gen. Acrilla Adams. Acrilla Bronni Seguenza. Scalaria decussata Bronn, It. Tert. Geb., pag. 67, n. 353. Castellarquato, » » (non Lk.) Cocconi, Moll.. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 126. Bacedasco. Acrilla Bronni . . Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. IX, pag. 64. Pia- centino. . » » +. De Boury, Rev. des Scal. mioc. et plioc. de 1° It. Bull. Soc. Mal. It., Vol. XIV, pag. 225. Castellarquato. Castellarquato ex collezione — Rio di S. Franca, Bacedasco. Acrilla Coppii De Boury n. sp. Acrilla Coppii De Boury, Rev. des Scal. mioc. et plioc. de 1° It. Bull. Soc. Mal. It., Vol. XIV, tav, IV, fig. 1, pag. 232. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. — 121 — Gen. Gyroscala De Boury. Gyroscala pseudoscalaris Brocchi. Turbo pseudoscalaris . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 164, tav. VII, fig. 1. Piacentino. Scalaria 9 Bronn, It. Tert. Geb., pag. 67, n. 851. Castel- larquato. >» » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 122. Bacedasco. Gyroscala » De Boury, Rev. des Scal. mioc. et plioc. de l’ It. Bull. Soc. Mal. It., Vol. XIV, pag. 236. Pia- centino. Opalia » Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. IX, pag. 31. Piacentino, Castellarquato ex collezione. Gyroscala Pantanellii De Boury. Gyroscala Pantanellii De Boury, Rev. des Scal. mioc. et plioc. de I’ It. Bull. Soc. Mal. It., Vol. XIV, pag. 238. Castel- larquato. Castellarquato ex collezione. Gen. Circuloscala De Boury. Circuloscala italica De Boury n. sp. Circuloscala Italica . De Boury, Rev. des Scal. mioc. et plioc. d’It. Bull. Soc. Mal. It., Vol. XIV, pag. 240, tav. IV, fig. 14. Castellarquato. Circuloscala? italica Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. IX, pag. 93. Piacentino. = Castellarquato ex collezione. — 122 — Gen. Clathrus Oken. 1815. Clathrus prorimus De Boury. Turbo clathrus . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 164. Piacentino. Scalaria communis Bronn, It. Tert. Geb., pag. 67, tav. II, pag. 378, n. 350. Bacedasco, Castellarquato. » ) Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma, Piac., pag. 121, Rivalta Variatico. Clathrus proximus De Boury, Rev. des Scal. mioc. et plioc. de I° It. Bull. Soc. Mal. It., Vol. XIV, pag. 232. (Riorzo). ? communis var. proxima Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. IX, pag. 23, Riorzo, Piacentino. Castellarquato ex collezione — Stramonte. Clathrus elegans Risso. Clathrus elegans . De Boury, Rev. des Scal. mioc. et plioc. de l’ It. Bull. Soc. Mal. It., Vol. XIV, pag. 258, tav. IV, fig. 10. Castellarquato. 3 Hirtoscala elegans Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P.IX, pag. 25. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Clathrus spretus De Boury. Clathrus spretus De Boury, Rev. des Scal. mioc. et plioc. de 1’ It. Bull. Soc. Mal. It., Vol. XIV, pag. 254, tav. IV, fig. 8, Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Questa specie fu determinata dal De Boury dopo la sua pub- blicazione, il cartellino porta scritto dall’ autore. C° est bien lui. Varieté d cOtes un peu moins nombreuses. Gen. F'oratiscala De Boury. Foratiscala tenuistriata Bronn. Scalaria tenuistriata . . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 68, n. 355. Castel larquato. — 125 — Foratiscala tenuistriata De Boury, Rev. des Scal. mioc. et plioc. de l’It. Bull. Soc. Mal. It., Vol. XIV, pag. 263. tav. IV, fig. 6. Castellarquato. » » Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., Parte 1X, pag. 83. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Gen. Hemiacirsa De Boury. Hemiacirsa corrugata Brocchi. Turbo corrugatus. . . Brocchi, Conch, foss. sub, pag. 161, tav. VII, fig. 9. Piacentino. Scalaria corrugata. . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 66, n. 346. Castel- larquato. i T'urritella corrugata. Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 195. ( Diolo, Bacedasco ). Hemiacirsa corrugata De Boury, Rev. des Scal. mioc. et plioc. de l’It. Bull. Soc. Mal. It., Vol. XIV, pag. 273. Pia- centino. » > Sacco, Moll. terz., Piem., Lig., P. IX, pag. 91. Piacentino. i Castellarquato ex collezione. Hemiacirsa lanceolata Brocchi. Turbo lanceolatus. . . Brocchi, Conch. foss. sub.,. pag. 161, tav. VII, fig. 7. Piacentino. » » . + + Bronn, It. Tert. Geb., pag. 66, n. 347. Castel- larquato. Scalaria lanceolata . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 128. Bacedasco. » » . . Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 482. Castellarquato. Hemiacirsa lanceolata De Boury, Rev. des Scal. mioc. et plioc. de l’ It. Bull. Soc. Mal. It., Vol. XIV, pag. 271. Pia- centino. Castellarquato ex collezione — Stramonte. — 124 — Gen. Scalaria Lk. 1801. Scalaria tenuicosta Michaud. » Scalaria alternicostata Bronn, It. Tert. Geb., pag. 66, n. 349. Castel- larquato. » tenuicostata . Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma, Piac., 124. Bacedasco, Castellarquato. » 9 . Fontannes, Moll. Gast. Rhòne et Rouss. pag. 123. Piacentino. - » tenuicosta . . De Boury, Rev. des Scal. mioc. et plioc. de 1’ It. Bull. Soc. Mal. It., Vol. XIV, pag. 285. Ca- stellarquarto. Fuscoscala Turtonis var. alternicostata Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. IX, pag. 16. Piacentino Castellarquato ex collezione. Scalaria Trevelyana Leach. Scalaria Trevelyana De Boury, Rev. des Scal. mioc. et plioc. de 1’ It. Bull. Soc. Mal. It., Vol. XIV, pag. 285. Castel- larquarto. Castellarquato ex collezione. Scalaria Subtrevelyana Brugnone-em. Scalaria Subtrevelyana De Boury, Rev. des Scal. mioc. et plioc. de 1’ It. Bull. Soc. Mal. It., Vol. XIV, pag. 293. Ca- stellarquato. Scalaria muricata Risso. Scalaria muricata Bronn, It. Tert. Geb, pag. 67, n. 352. Castellarquato. » frondosa Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 122. Castellarquato ex collezione. Il primitivo nome dato da Risso a questa specie, venme ripri- stinato dal De Boury nelle modificazioni che egli fece al suo la- voro sulle Scalarie ( Boll. Soc. Mal. Ital. Vol. XV, pag. 191, tav. IV, fig. 3. Scalaria muricata). L’esemplare unico venne classificato “ge pe Ri CA NPT e ee LA È i Rf fi ce 125 —- dal De Boury stesso per S. frondosa nel 1890. Date le osservazioni posteriori, e la figura che coincide ho ritenuto opportuno riprendere il sinonimo antico. Scaluria frondicula S. Wood. Scalaria frondicula Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma, Piac., pag. 122. Castellarquato, Lugagnano. » eximia .. Cocconi, Moll. mioc. plioc. Paàrma, Piac., pag. 123. Bacedasco. » frondicula De Boury, Rev. des Scal. mioc. et plioc. de l' It. Bull. Soc. Mal. It., Vol. XIV, pag. 300. Piacen- tino, Bacedasco. Castellarquato ex collezione. Sacco (Moll. Tert. Piem, Lig., P. IX, pag. 28. Mirtoscala vel Linctoscala muricata Risso) pone fra le sinonimie di questa specie anche la S. frondiculata. Non ostante le osservazioni fatte da De-Boury, per quanto queste addimostrino l'affinità che in certi esemplari possono condurre allo scambio, mantiene tuttavia di- stinte le specie. Scalaria mesogonia Brugnone. Scalaria mesogonia De Boury, Rev. des Scal. mioc. et plioc. de l’ It. Boll. Soc. Mal. It., Vol. XIV, pag. 305. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Scalaria Stefaniî De Boury n. sp. (Scalaria Stefani De Boury, Rev. des Scal. mioc. et plioc. de 1°It. Boll. Soc. Mal. It., pag. 309). Castellarquato ex collezione. L’esemplare inviato al De Boury fu di Siena, 1’ identificazione con quello di Castellarquato avvenne dopo. SI Fam. Eulimidae. Gen. Eulima Risso. Eulima polita Linn. Helix nitida. . . Brocchi, Conch. foss. sub, pag. 75. Piacentino. Melania distorta Bronn, It. Tert. Geb., pag. 76, n. 411. Castellarquato. Eulima polita. . Hérnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 545. Ca- stellarquato. » » .. Weinkauff, Conch. des Mitt. Vol. II, pag. 226. Castel- larquato. » » . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 140. Riorzo. » » .. Sacco, Moll. terz. Piem., Lig, P. IX, pag. 4. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Eulima lactea D’ Orb. Castellarquato ex collezione. Questa specie resta direttamente distinta dall’ E. polita per la forma dell’ ultimo anfratto angolare, e per l'apertura romboidale anzichè ovata. Negli esemplari di collezione non si è potuto trovare nessun individuo, che avendo forma meno angolosa segnasse un passaggio all’ E. polita come accenna Sacco. In quanto ad alcune forme leggermente incurvate all’apice è più ovvio considerarle come anomalie di struttura anzichè varietà. Gen. Subularia Monterosato. Subularia subulata Don. Melania Cambessedii Bronn, It. Tert. Geb., pag. 77, n. 412. Castellarquato. Eulima subulata. . . Hòrnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 548. Castellarquato. » » .-. Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 141. Riorzo, Stramonte. Subularia subulàta . Sacco. Moll. terz. Piem., Lig., P. IX, pag. 13. Pia- centino. Castellarquato ex collezione. — 127 — Gen. Niso Risso. Niso eburnea Risso. Helix terebellata Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 75. Piacentino. Niso » Bronn, It. Tert. Geb. p. 79, n. 422. Castellarquato. » eburnea. . Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 550. Ca- stellarquato. » » .. Cacconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 141. Riorzo, Stramonte, Diolo, Gropparello, ecc. Castellarquato ex collezione — Riorzo. Alcuni hanno creduto bene riferire questa specie alla N. T'ere- bellum vivente nell'Oceano Indiano. Preferisco attenermi alla vecchia sinonimia del Risso. essendo la specie stata distinta pel pliocene Meditterraneo. Gli esemplari: sono moltissimi, i più gio- vani mostrano accentuatamente l’angolosità dell’ ultimo anfratto che va mitigandosi collo sviluppo fino a trasformarsi in una linea ottusa persistente nelle forme adulte. Fam. Pyramidellidae. Gen. Pyramidella Lk. Pyramidella plicosa Lk. Pyramidella terebellata Bronn, It. Tert. Geb., pag. 68, n. 558. Castel- larquato. » plicosa . . Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 493. Castellarquato.. | Castellarquato ex collezione. Gen. Odostomia Heming. ® Odostomia conoidea Brocchi. Odostomia plicatum Mont. Hòrnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 496. Bacedasco. — 128 — Odostomia conoîdeum Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 139. Castellarquato, Lugagnano. Castellarquato ex collezione. Odostomia plicata Mont. Odostomia plicata Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 139. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Gen. Pyrgulina Ad. Chemnitzia pygmiuea Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 136. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Gen. Eulimella (Forbes). Eulimella Scillae Scacchi. Eulimella Scillae Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 141. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Gen. T'urbonilla Leach. Turbonilla elegantissima Mont. Chemnitzia elegantissima Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 135. Castellarquato. T'urbonilla lactea var. Campanellae Sacco, Moll. Tert. Piem., Lig., pag. 72. Piacentino. Castellarquato ex collezione. La Turbonilla gracilis Brocchi colla quale spesso questa specie venne confusa resta distinta pei caratteri accennati anche da Pant. e De Stef. (Moll. dint. Siena, pag. 153). La Melania Campanella — 129 — Philippi (Enum. Moll. Siciliae pag. 156, tav. IX, fig. 5) corri- sponde esattamente alla specie in esame. Turbonilla costellata Grat. Turbonilla costellata Hòrnes, Foss. Moll. Tert Beck. Wien, pag. 498. Castellarquato. > » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 155. Castellarquato ex collezione. A questa specie si riferisce bene la figura data dal Sacco (Moll. terz. Piem., Lig., P. XI, pag. 77, tav. II fig. 64. 7. eplioco- stellatoides), la figura dell’ Hòrnes accenna a una forma più pia- neggiante e acuta, corrispondente a quella miocenica di Monte- gibbio. Turbonilla obliquata Phil. (Phil. Enum. Moll. Siciliae II, pag. 137, tav. XXIV, fig. 10). Castellarquato ex collezione. Questa elegantissima specie è nettamente caratterizzata dalla N. costellata e dalle affini per l'andamento flessuoso delle costicine, e per gli interstizi molto più serrati. Questa specie non fu mai citata a Castellarquato ma i confronti eseguiti non lasciano dubbio sulla sua identità. Turbonilla internodula Wood. ( Wood, Crag Moll., pag. 81, tav. X, fig. 6, 6a). Castellarquato ex collezione. È una buona specie non molto conosciuta. Ha caratteri affini specialmente nella forma degli anfratti colla T°. gracilis Brocc., dalla quale si distingue per la forma della con- chiglia meno cilindrica, per i solchi che dividono le costicine più obbliqui o profondi, per l'andamento discontinuo delle costicine che -non vengono mai a coincidere nei singoli anfratti come nella T. gracilis. I due esemplari della collezione di Castellarquato coin- cidono perfettamente con quelli del Pliocene di Siena. — 130 — Gen. Pyrgostelis Monterosato. Pyrgostelis rufa Phil. (Philippi Enum. Moll. Siciliae, pag. 156, tav. IX, fig. 7. Chemnitzia rufa). i Chemnitzia densecostata? Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 137. Riorzo. Castellarquato ex collezione. La figura di Filippi segna il tipo di questa specie variabilis- sima e con questa coincidono perfettamente alcuni esemplari di collezione. Due si distinguono nettamente dagli altri per l’ anda- mento obbliquo e ondulato delle costicine longitudinali. L’ esem- plare a costicine longitudinali obblique è munito di strie trasver- sali più numerose e fitte che non sia l'esemplare tipo della P. rufa, va riferito alla Ch. densecostata Phil. L’ esemplare a co- sticine ondulate e di forma più cilindrica si riferisce benissimo alla forma inglese del Wood (Crag Moll., pag. 79, tav. X, fig. 2. C. rufa Phil). Sacco ha giustamente interpretato che la forma inglese non è riferibile alla specie tipica di Filippi, creando la varietà anglorufa. Gen. Pyrgostylus Monterosato. Pyrgostylus Lanceae Lib. ( Libassi, Sopra alcune conchiglie fossili dei dintorni di Palermo, pag. 21, fig. 6. Turbonilla Linceae). Chemnitzia Scarabelliana Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 138. Castellarquato ex collezione. I caratteri distintivi posti da Libassi fra questa specie e la Turbonilla striolata Lin. (Melania pallida Phil.) restano sempre i migliori, e consistono nella carena basale, e nella base spianata e striata circolarmente, la prima delle quali manca nella striolata, e la seconda anzichè spianata mostrasi rotondata; oltre a ciò le strie che sormontano le costicine longitudinali nella striatula sono limitate agli interstizi nella Lanceae. dini maia — 131 — Pyrgostylus striatulolanceae Sacco. (Sacco Moll-Gterz/Piem!, lip. RS XIE pag: 10, Pi XI, tav. 2, fig. 141). Chemnitzia striolata Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma, Piae., pag. 136. Riorzo. Castellarquato ex collezione. Non è fuori di opportunità il nuovo nome assegnato a questa specie da Sacco giacchè T'urbonilla striolata Linn. T. striata Mon- terosato, Melania pallida Phil. sono tutti nomi impiegati a indicare bensì una stessa specie ma spesso erroneamente impiegata e della quale non si possiede una descrizione soddisfacente. Col nome stria- LÌ tulolanceae pur conservando distinta questa specie si è voluto ragionevolmente dimostrare la sua affinità colla 7. lanceae. Gen. Pyrgolidium Monterosato. x Pyrgolidium gracilis Brocchi. Castellarquato ex collezione. i Parlando della 7. elegantissima ho accennato come quella specie sia stata spesso confusa con questa. Riguardo alle figure del Seguenza e dell’ Hòrnes, come osserva anche Sacco, nessuna può dichiararsi idonea. Per la classificazione dei rari esemplari di Castellarquato mi sono servito degli esemplari pliocenici di Siena e di una figura inedita del Prof. Pantanelli. Fam. Neritidae. Gen. Neritina Lk. Neritina Bronni D’ Ancona. (D’ Ancona, Neritine Fossili dei terreni superiori dell’ Italia centrale Bull. Mal. It., Vol. I, A. II, pag. 44, tav. II, fig. 4). Castellarquato ex collezione. Sg Fam. Turbinidae. Gen. Tricolia Risso. Tricolia pulla Linn. (Pantanelli e De Stefani, Moll. plioc. dint. di Siena, pag. 79. Phasza- nella pulla). Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 214. Tricolia pullus ..... Castellarquato. Steganomphalus pullus Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXI, pag. 5. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Gen. Turbo Linn. Turbo rugosus L. Turbo rugosus Bronn, Tt. Tert. Geb., pag. 56, n. 192. Castellarquato. Hornes, Foss. Moll. Tert Beck. Wien, pag. 434. Castel- larquato. » > Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pagg. 215, 216. Castellarquato. Bolma rugosa Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXI, pag. 10. Piacentino. var. depressa anfractubus Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 145. Piacentino. DI » Turbo affinis Cocc. Turbo affinis Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 217, tav. V, fio. 22, 23. Rivalta. Castellarquato ex collezione. Turbo fimbriatus Bors. Turbo fimbriatus Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 218. Bacedasco. Castellarquato ex collezione. — 133 — Fam. T'rochidae. Gen. Clanculus Montf. Clanculus corallinus Gmel. Clanculus corallinus Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 218. Castellarquato. » » Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXI, pag. 21. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Gen. Monodonta Lk. Monodonta Brocchii May. Trochus obliquatus . . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 60, n. 318. Castel- larquato. > Brocchii . . . Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma, Piac., pag. 222. To Bacedasco. Trochocohlea Brocchii Sacco, Moll. terz. Piem., Piac., P. XXI, pag. 25. Piacentino. Castellarquato ex collezione. T. conoidea, depressa, perforata, spira parum elevata, radiis violaceis, obliquis picta, anfractubus quinque converis, sulco lato eocaratis, ultimus subcarinatus, interdum rotundatus, basi con- -veriuscula, umbilicus parvus semilunaris, apertura subtetragona Lung. 14 long. 19. Senza dubbio questa specie si riferisce alla var. } del Trochus obliquatus L. (Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 135). Gli esemplari numerosissimi della collezione e anche alcuni altri raccolti recente- mente nello Stramonte sono più o meno carenati, la forma tipica del T. obliquatus mancherebbe quindi nel Piacentino, giacchè Brocchi da come caratteristica del 7. obliquatus l’incurvatura pochissimo sensibile degli anfratti. Mayer ritenendo che la varietà di Brocchi non potesse considerarsi tale, e trovando la coincidenza sugli esemplari del Piacentino, che come Cocconi afferma ebbe in esame, applicò il nuovo nome di 7. Broechîi. La denominazione a quanto sembra rimase inedita e perciò ho creduto opportuno — 134 — 3 fare la descrizione di questa specie molto interessante principal- mente per la vivacità dei suoi colori tanto rari a riscontrarsi nelle forme fossili. Monotonda patula Broce. Trochus patulus Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 137, tav. V, fig. 19. Piacentino. » » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 60, n. 316. Castellarquarto. » » Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 489. Castel- larquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 221. Diolo, Stramonte. Oxystele patula. Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXI, pag. 29. Pia- centino. Castellarquato ex collezione. Gen. Gibbula Risso. Gibbula Magus Linn. Trochus magus Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 156. Piacentino. Gibbula » —Bronn, It. Tert. Geb., pag. 50, n. 314. Castellarquato. Trochus » —Weinkauff, Conch. des Mitt., pag. 380, Vol. II. Castellar- quato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 220. Ca- stellarquato. Gibbula » Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXI, pag. 30. Pia- centino. Castellarquato ex collezione. Gibbula magus var. infundibuliformis Cocc. Trochus infundibuliformis Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma, Piac., pag. 221. Castellarquato. Gibbula magus var. infundibuliformis Sacco, Moll. terz. Piem, Lig., P. XXI, pag. 30. Piacentino. Castellarquato ex collezione. i ad i pe — 135 — Gibbula fanula Gmel. Trochus fanulum . Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 446, Castellarquato. » » . Weinkauff, Conchyl. des Mitt. Vol. II, pag. 381. Ca- stellarquato. » È . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 219. Uastellarquato. Forskalia » Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXI, pag. 32. Pia- centino. Castellarquato ex collezione. Gibbula Guttadauri Phil. Trochus Guttadauri Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 220. Castellarquato. Forskalia » var, sub unisulcata Sacco, Moll. terz. Piem., Lisg., P. XXI, pag. 33. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Gibbula Adansoni (Payr). Trochus Adansonti . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 223. Castellarquato. Colliculus » . Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXI, pag 87. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. Gen. Calliostoma Swains. Calliostoma granulata Born. Trochus granulatus Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 180. Piacentino. » » Bronn, lt. Tert. Geb., pag. 58, n. 303. Castellarquato. > » Weinkauff, Conchyl. des Mitt., Vol. II, pag. 369. Castellarquato. » papillosus. Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 224, Lugagnano, Bacedasco. — 136 — Ampullotrochus granulatus var. laurenta Sacco. Moll. terz. Piem., Lig., P. XXI, pag. 42. Piacentino. Castellarquato ex collezione. C. granulata var. Stoppaniana Coce. ° Trochus Stoppanianus Cocconi, Moll. mioc. plioe. Parma, Piac., pag. 224. Ampullotrochus granulatus var. Stoppaniana Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXI, pag. 43. Piacentino Calliostoma miliaris Brocchi. Trochus miliaris . . .. . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 58, n. 304. Castel- larquato. » » . . « « « HOrnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 455, Castellarquato. » IURIZR Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 225. Castellarquato. Ampullotrochus miliaris Sacco, Moll. terz. Piem. Lig., P. XXI, pag. 44. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Calliostoma cingulata Broce. Trochus cingulatus Bronn, It. Tert. Geb., pag. 58, n 306. Castellarquato. » » Weinkauf Conchyl. des Mitt., Vol. II, pag. 360. Ca- stellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 225. Bacedasco. _ Ampullotrochus? cingulatus Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXI, pagg. 45, 46. Piacentino. È Castellarquato ex collezione. Calliostoma exasperata Penn. Trochus punctactus. . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 59. n. 812. Castellarquato. 5 exiguus . .. Weinkauff, Conchyl. des Mitt., Vol. II, pag. 365. Castellarquato. » » . + Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac.. pag. 225. Castellarquato. mn. — E — 137 — Jujubinus exasperatus Sacco, Moll. terz. Piem., Pig., P. XXI, pag. 45, Piacentino. Castellarquato ex collezione. Calliostoma exasperata var. colligens Sacco. Trochus striatus Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 226. Ca- stellarquato. I. exasperatus? var. colligens Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXI, pag. 47. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Calliostoma turgidula Brow. Trochus turgidulus Bronn, It. Tert. Geb., pag. 59, n. 310. Castellar- quato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 227. Castellarquato. Strigosella strigosa var. turgidula Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXI, pag. 49. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Fam. Haliotidae. Gen. Haliotis Linn. H. tuberculata Linn. Haliotis tuberculata Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 229. Riorzo. > » var. fauroplanata Sacco, Moll. terz. Piem, Lig., P. XXII, pag. 6. Piacentino. Castellarquato ex collezione. — 138 — Fam. F'issurellidae. Gen. Fissurella Brug. F'issurella Italica Defr. Patella Graeca. . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 22. Piacentino. Fissurella Italica Bronn, It. Tert. Geb., pag. 32, n. 436. Castellarquato. > > Hornes, Foss. Tert. Beck. Moll. Wien, pag. 641. Ca- stellarquato. ? » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 230. Piacentino. » > Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXII, pag. 5. Pia- centino. Castellarquato ex collezione. Fissurella Graeca Linn. Fissurella Graeca H6rnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 643. Ca- stellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 231. Diolo. Castellarquato ex collezione. Gen. Emarginula Lk. Emarginula fissura L. Emarginula reticulata. . , Bronn, It. Tert. Geb., pag. 81, n. 435. Ca- stellarquato. > VISSUTA ra EE: Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piace. pag. 252. Castellarquato. » RI FOT Sacco, Moll. terz. Piem. Lig, P. XXII, pag. 13. Piacentino. > 3 AMBROGIO Cocconi, Moll. terz. Piem., Lig., pag. 232. Riorzo. À > clathraeformis Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag 646. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. — 139 — Emarginula cancellata Phil. Emarginula cancellata Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 234. Castellarquato. > » Sacco, Moll. terz. Piem. Lig., P. XXII, pag. 15. Piacentino. x Castellarquato ex collezione. Fam. Dentaliidae. Gen. Dentalium Aldrov. Dentalium sexrangulum Linn. Dentalium elephantinum Bronn, It. Tert. Geb. pag. 84, n. 447. Castel- larquato. » Michelottit. . Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 655. Castellarquato. » serangulare . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 287. Piacentino. » secangulum . Fontannes, Moll. plioc. Rhòne et Rouss., pag. 226. Piacentino. > » . Sacco. Moll. terz. Piem., Lig., P. XXII, pag. 93. Piacentino. € | Castellarquato ex collezione. Dentalium inaequale Brn. var. Delphinense Font. (Fontannes, Moll. plioc. Rhòne et Rouss., pag. 227, tav. XII, fig. 3, 5. D. Delphinensis). Dentalium planatum Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 236. Castellarquato. > inaequale Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXII, pag. 95. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Per le osservazioni di Fontannes e per quanto il confronto sulla figura dello stesso può .acconsentirlo, ritengo che il D. ine- quale Bronn e il planatum Cocc. non rappresentino che una stessa — 140 — specie molto uguale a quella descritta da Fontannes che chiamo var. Delphinense. Dentalium Michelottii Hornes. Dentalium Michelottit . . Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 655. Castellarquato. » » . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 238. Castellarquato. » Passerinianum Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 239. Bacedasco. » Michelottiù . . Fontannes, Moll. plioc. Rhòne et Rouss., pag. 230. i Castellarquato. » » . + Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXII, pag. 97. Piacentino. Castellarquato ex collezione. È Ritengo con Fontannes, che il D. Passerinianum altro non rappresenti che giovani esemplari di questa specie. Dentalium fossile (Schròt. ). Dentalium fossile Bronn, It. Tert. Geb., pag. 84, n. 4583. Castellarquato. » » Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 657. Ca- stellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 241. Castellarquato. » » «Sacco, Moll. terz Piem., Lig., P. XXII, pag. 100. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Dentalium dentalis Linn. Dentalium dentalis? Bronn, It Tert. Geb., pag. 84, n. 451. Castellarquato. ’ dentalis . Weinkauff, Conchyl. des Mitt., Vol. II, pag. 420. Ca- stellarquato. Dentalium dentails Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 240. Castellarquato. Antale novem costatum var. mutabilis Dod. Sacco, Moll. terz. Piem. Lig., P. XXII, pag. 103. Piacentino Castellarquato ex collezione. — dl — Dentalium rubescens Desh. Dentulium fissura . .. Bronn, It. Tert. Geb., pag. 85, n. 455. Castel. larquato. » dispar . . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 242. Castellarquato. Pseudantalis rubescens Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P.XXII, pagg. 111-112. Piacentino. î Castellarquato ex collezione. Gen. Pulsellum Stol. Pulsellum triquetrum Brocchi. Dentalium triquetrum Bronn, It. Tert. Geb. pag. 85, n. 458. Castellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 241. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Pulsellum tetragonum Br. Dentalium tetragonum Cocconi, Moll mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 241. Castellarquato. Entalina tetragona . . Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXII, pag. 114, Piaeentino. Castellarquato ex collezione. Gen. Cadila Gray. Cadila gadus (Montg.). Cleodara gadus Bronn, It. Tert. Geb., pag. 86, n. 462. Castellarquato. Dentalium » —Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, pag. 662. Castel- larquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc, Parma, Piac., pag. 243. Ca- stellarquato. Cadila » Sacco, Moll. terz. Piem,, Lig., P. XXII, pag. 117. Pia- centino. Castellarquato ex collezione. = 1420 Fam. Ostreidae. Gen. Ostrea, Linn. Ostrea Lamellosa Brocchi. Ostrea edulis . .. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 380. Piacentino » foliosa dano D) » » » » » » » lamellosa. . » » » » » 332. » i » corrugata . » » » » >» 507. Tav. XVI, fig. 17. i Castellarquato. i x » edulis.... Bronn, It. Tert. Geb., pag. 123, n. 696. Castellar | quato, È » corrugata . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 123, n. 698. Piacenza. » lamellosa. . Hòrnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 447. Castellarquato. » edulis. ... Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 351. Castellarquato. » lamellosa.. Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 355. Castellarquato. » cataplasma. Cocconi, Moll. mioc. plioc, Parma, Piac., pag. 337. Castellarquato. » Cortesiana. Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma, Piac., pag. 354, tav. XI, flg. 6, 7, 8. Montezago. » exasperata. Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma, Piac., pag. 353, tav. X, fig. 8, 9, 10, 11. Diolo. » hippopus. . Cocconi, Moll. mioe. plioc., Parma, Piac., pag. 392. Stramonte, Lugagnano. » Lamarki.. Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma, Piac., pag. 355. Castellarquato, Lugagnano. » Italica . . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 352, tav. IX, fig. 12, 13, 14. Diolo. » edulis. ... Weinkauff, Conchyl. des Mitt., Vol. I, pag. 273. Ca- stellarquato. » » var. foliosa Sacco, Moll. terz. Piem. Lig., P. XXIII, pag. 5. Piacentino. Castellarquato ex collezione La sinonimia di questa specie eminentemente polimorfa fu per le diverse viste degli autori eccessivamente allargata. Se qualche esagerazione è tollerabile meglio attenersi a quella che semplificando un tipo molto complesso lo riduce ad unità. Per questo ho ritenuto conveniente di aceettare il sinonimo — 143 — di lamellosa che le opinioni più accreditate e moderne ritengono il solo legittimo. ( Pantanelli, Lam. Pliocenici pag. 61, 62, 63). Nella sinonimia dovrebbe pure figurare 1’ Ostrea cristata Born. citata da Cocconi a pag. 359, ma non riferendosi la citazione suac- cennata al Piacentino ho dovuto escluderla. Ostrea cucullata Born. Ostrea cornucopia. . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 388. Piacentino. » cornucopiae . . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 124, n. 702. Castel- larquato. >» Forskahlki. . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 384. Piacentino. DL VIII E Goldfuss, Petr. German, Vol. II, pag. 14. Pia- centino. » borealis .... Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac.,, pag. 356, tav. X, fig. 16, 17, tav. XI, fig. 9, 10. Mon- tezago. » crassissima. . . Cocconi, Moll. mioc. plioe. Parma, Piac., pag. 357. Castellarquato, Lugagnano. Alectryonia Hyosotis. Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma, Piac., pag. 359. Montezago. » cucullata. Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma, Piac., pag. 361. Ostreola Forskalit .. Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXIII, pag. 17. Piacentino. Castellarquato ex collezione Ostrea navicularis Brocchi. Ostrea navicularis Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 383. Piacentino. » » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 123, n. 695. Castellarquato. » Cochlear. . Cocconi, Foss. mioe. plioc., Parma, Piac., pag. 450, tav, 68, fig. 1, 3. Castellarquato. » > Weinkauff, Conchyl. des Mitt, Vol. I, pag. 278. Pia- centino. Pycnodonta cochlear var. navicularis Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXIII, pag. 23. Piacentino. Castellarquato ex collezione Ostrea plicatula Gm. Ostrea plicatula Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 881. Piacentino » plicata. . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 125, n. 709. Piacentino. — 144 — Ostrea plicatula Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. IT, pag. 441. Castellarquato. > » . Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma, Piac., pag. 277. Piacentino. » » . Weinkauff, Conchyl. des Mitt., Vol. I, pag. 277. Ca- stellarquato. Alectryonia plicatula var. germanitala Sacco, Moll. terz. Piem., Lig, P. XXIII, pag. 20. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Buonissime figure sono quelle di Fontannes (Moll. Rhòne et Rouss.). Tav. XVI, fig. 35 e tav. XVII, fig. 1, 6 denominazioni escluse. i Fam. Anomiidae. Gen. Anomia Linn. Anomia ephippium L. Anomia ephippium Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 259. Piacentino. » > Bronn, It. Tert. Geb., pag. 124, n. 704. Castellarquato. » plicata? . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 125, n. 709. Castellarquato. > ephippium Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma, Piac., pag. 348. Castellarquato. ? » Sacco, Moll. terz., Piem., Lig., P. XXIII, pag. 31. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Anomia radiata Brocchi. Anomia radiata. . . . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 263, tav. X, fig. 10. Piacentino. » COSMCCONINENEA Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 263, tav. X, fig. 9. Piacentino. i > electrica . . .. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 261. Piacentino. » pellis serpentis Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 264, tav. X, fig. 11. Piacentino. i » COSLOLASAO OE Bronn, It. Tert. Geb., pag. 124, n. 706. Castel- larquato. » pellis serpentis Bronn, It. Tert, Geb., pag. 125, n. 711. Piacenza. » costata. . . . . Hérnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 464. Castellarquato. de i — 145 — Anomia costata... .. Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma, Piac., pag. 349. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Gen. Placunanomia Broderip. Placunanomia striata Brocchi. Anomia striale . . Brocchi, Conch, foss. sub., pag. 265, tav. X, fig. 13. Piacentino. » » .. Bronn, It. Tert. Geb., pag. 124, n. 705. Castellar- quato. » orbiculata Bronn, It. Tert. Geb., pag. 125, n. 712. Piacenza. » striata . . Cocconi, Moll. mioc. plioc., Lime; Piac., pag. 349. . Riorzo. d > . Nyst, Conchyl. des terr. tert. Belg., pag. 142, tav. x Fig. 2 a, d, c. Piacentino, Castellarquato ex collezione. Placunanomia patellifor.ris L. Anomia patelliformis. . Cocconi, Moll. mioe. plioc, Parma, Piac, pag. 350. i Castellarquato. Placunanomia Brocchii SGD, Boll: Soc. Mal. It, Vol. XIV, pag: 16, i fio. 8, 9. Castellarquato. Ionia GOALLifOr mo . . Sacco, Moll. terz. Piem., Dich E. o pag. 38, Piacentino. Castellarquato ex collezione Placunanomia Margaritacea Poli. Anomia squamula . ..... Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 261. Pia- centino. » (ATO RITA AME RARI Bronn, It. Tert. Geb., pag. 125, n. 708. Ca- stellarquato. Placunanomia margaritacea Simonelli, Boll. Soc. Mal. It., Vol. XIV, pag. 17, tav. I, fig. 1. Castellarquato. Monia margaritacea. . . . . Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXIII, pag. 40. Castellarquato. ; Castellarquato ex collezione, 1h) — 146 — Fam. Spondylidae. Gen. Plicatula Lk. Plicatula mytilina Philippi. Plicatula mytilina Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 426. Castellarquato. » » Cocconi, Foss. mioc. plioc., Parma, Piac, pag. 346. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Gli esemplari del Piacentino concordano colle descrizioni date dagli autori per questa specie giacchè trattasi di piccoli individui in cni il diametro medio sta fra i 15 e i 20 mm. Spondylus crassicosta Lk. Spondylus crassicostata. . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 120, n. 686. Ca- stellarquato. » rastellum. . .. Bronn, It. Tert. Geb, pag. 120, n. 688. Ca- stellarquato. » crassicosta Lk. Hòrnes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 430. Castellarquato. > » Cocconi, Moll. mioc plioc., Parma, Piac. pag. 345. LI Castellarquato ex collezione. Sane ferreolensis Fontan. Ce excentricus? Bronn, It. Tert. Geb., pag. 121, n. 691. Bace- dasco e Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Nel Fontannes (Moll. Rhòne et Rouss.), pag. 210, tav. XIV, fig. 3, 7 questa specie è descritta e figurata ottimamente. La denominazione di Spondylus concentricus impiegate da Bronn non è conveniente perchè molto probabile che la specie di Bronn altro non sia che una varietà dello S. goederopus o dello S. cras- sicosta. Dovendo quindi attenersi a una nuova sinonimia la pre- feribile è quella di Fontannes, — 147 — Spondylus goederopus L. Spondylus goederopus Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 408. Piacentino. > » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 120, n. 687. Castel- larquato. i » » Weinkauff. Conchyl. des Mitt., Vol. I, pag. 270. Castellarquato. > > Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 346. Castellarquato.. Castellarquato ex collezione. La miglior descrizione che si può citare di questa specie che ha il suo rappresentante vivente è quella data da Kobelt (Pro- dromus Faunae Molluscorum Testaceorum maria europaea inhabi- tantium) pag. 445 per quanto la forma fossile diversifichi alquanto dalla vivente. A Fam. Limidae. Gen. Lima Bruguiére. Lima inflata Chemn. Ostrea tuberculata Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 388. Piacentino. Lima inflata. . . . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 114, n. 659. Castellarquato. > >... Weinkauff, Conchyl. des Mitt., Vol. I, pag. 242. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. Limea strigilata Brocchi. Limea strigilata Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 345. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione, — 148 — Fam. Pectinidae. Gen, Clamys Bolten. Clamys Angelonii Meneghini. Clamys Angelonii. . . Pantanelli, Lamellibranchi Pliocenici, Bull. Soc. i Mal. It., Vol. XVII, pag. 86, (Estr.). Castel- larquato. Aequipecten Angelonii Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXIV, pag. 21. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Clamys glabra Chemn. Pecten glaber .. . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 334. Castellarquato, Lugagnano, Montezago. Flexopecten glaber Sacco, Moll. terz. Piem. Lig., P. XXIV, pag. 48. Piacentino, Castellarquato ex collezione. Clamys Pusio Linn. Pecten Pusio (non Penn.) Cocconi, Moll. mioe. plioc., Parma, Piac., i pag. 931. Castellarquato. | Clamys multistriata . . .. Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXIV, pag. 7. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Clamys scabrella Lk. Pecten scabrellus . . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 336, Castellarquato, Lugagnano, Riorzo. Aequipecten scabrellus Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXIV, pag. 25. Piacentino. Castellarquato ex collezione. L’ Ostrea dubbia di Brocchi riferita i. Cocconi a questa specie va invece riportata alla Clamys opercularis, . — 149 — Clamys opercularis L. Ostrea dubia ... Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 395. Piacentino. Pecten opercularis Bronn, It Tert. Geb, pag. 1183, n. 673. Castellarquato. » > Cocconi, Moll. mioe. plioc., Parma, Piac., pag. 335. Piacentino. Aequipecten opercularis var. cf. Audowini Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXIV, pag. 14. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Clamys excisa Bronn. Ostrea pyxidata . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 899, tav. XIV, fig. 12. Piacentino. Pecten pycidatus. . Bronn, It. Tert. Geb, pag. 117, n. 668. Piacenza. Lissochlamys excisa Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXIV, pag 46 Piacentino. Castellarquato ex collezione. Gen. Hinnites Defrance. Hinnites crispus Brocchi. Ostrea crispa . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 386. Piacentino. Hinnites crispus. Bronn, It. Tert. Geb., pag. 120, n. 684. Castellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma, Piac., pag. 341. Riorzo, Stramonte, Montezago. » an gisacco, è Moll terzo Piem,, Lig Po XXV, paz d0 Piacentino. Castellarquato ex collezione. Gen. Amussium Klein. Amussium cristatum Bronn. Ostrea pleuronectes. . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 392, n. 17. Castel. larquato. — 150 — Pecten cristatus ... Bronn, It. Tert. Geb., pag. 116, n. 664. Castel- larquato. » » . « + Hornes, Foss. tert. Beck. Wien, P. II, pag. 420. Castellarquato. Pleuronectia cristata Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma, Piac., pag. 340. Castellarquato. Amussium cristatum. Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXIV, pag. 48. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Le sole figure date per questa specie sono quelle dell’ Héòrnes. (Foss. Tert. Beck Wien, tav. LXVI, fig. 1) e del Fontannes (Moll. Foss. Rhòne et Rouss Vol. II, tav. XIII, fig. 1, 2). È specie comune molto fragile, di diametro considerevole, il maggiore sembra essere rappresentato dalle specie del Piacentino (40 mm.), fu ci. tato con diversi nomi Pecten, Pleuronectia, Amussium.. Gen. Pecten Belon. Pecten flabelliformis Brocchi. Ostrea flabelliformis Brocchi, Conch. foss. sub, pag. 400. Piacenza. Pecten » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 116, n. 665. Castel. larquato. Janira » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac, pag. 339. Castellarquato. Pecten > Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XXIV, pag. 56. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Pecten Jacoboeus Lk. Pecten Jacobaeus Bronn, It. Tert. Geb., pag. 117, n. 677. Castellarquato. Vola Jacobaea . Cocconi, Moll. mioc. plioc, Parma, Piac., pag. 338. Riorzo, Castellarquato, ecc. Pecten Jacobaeus Weinkauff, Conchyl. des Mitt., Vol. I, pag. 269. Ca- stellarquato. » D Sacco, Moll. terz. Piem, Lig., P. XXIV, pag. 58. Pia- centino. Castellarquato ex collezione. — 151 — Fam. A viculidae. Gen. Perna Bruguiére. Perna Soldanii Desh. Ostrea maxillata Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 403. Piacentino. Perna » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 114, n. 658. Castellar- quato. » Soldanîi. Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 379. Ca- stellarquato. ? » Cocconi, Moll. mioe. plioc. Parma, Piac., pag. 319. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. Pinna Brocchi D’ Orb. Pinna nobilis . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 410. Piaeentino. » > Bronn, It. Tert. Geb., pag. 114, n. 656. Castellar- quato. » Brocchiùi H6rnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 372. Castellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioe. Parma, Piac., pag. 319. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. Pinna tetragona Brocchi. Pinna tetragona Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 411. Piacentino. > » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 114, n. 657. Castellar- quato. i » » Hornes, Foss. Tert. Beck Wien, P. II, pag. 374. Ca- stellarquato. > > Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma, Piac., pag. 319. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. — 152: — Fam. Mytilidae. Gen. Mytilus Linn. Maytelus'edulis O. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 405. Piacentino. » > Galloprovincialis Cocconi, Moll. mioc. plioc, Parma, Piac., pag. 316. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Mytilus seaphoides Bronn. Mytilus scaphoides Bronn, It. Tert. Geb., pag. 113, n. 653. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. L’esemplare unico di Castellarquato è abbastanza in buone condizioni per potere su di esso riscontrare i caratteri fondamen- tali dettati da Bronn con magistrale precisione. Gen. Modiola Lk. Modiola Adriatica Lk. Castellarquato ex collezione. Questa specie non è citata pel Piacentino, la figura e de- ‘scrizione che ne dà il Fontannes (Vol. II, pag. 134, tav. VIII, fio. 3) sono buonissime, resta solo d’inesatto, come anche Panta- nelli afferma, la denominazione di Modiola barbata. Modiola longa Bronn. Modiola longa .. Bronn, It. Tert. Geb., pag. 112, n. 650. Castellarquato. » Broechii Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma, Piac., pag. 817. Castellarquato. » longa.. Bagatti, Agg. en. Sist. Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 37. Castellarquato ex collezione. et — 153 — Gen. Lithodomus Cuvier. Lithodomus avitensis Mayer. Lithodomus avitensis Cocconi, Moll. mioe. plioc. Parma, Piac.. pag. 318. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Gen. Modiolaria Low. Modiolaria sericea Bronn. Modiola sericea Bronn, It. Tert. Geb., pag. 112, n. 649. Castellarquato. » » Hornes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 346, Castellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 317. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. Fam. A.rcidae. Gea. Arca Linn. Arca barbata L. Arca barbata Bronn, It. Tert. Geb., pag. 106, n. 617. Castellarquato. » » Hòornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 328. Castel- larquato. > > Weinkauff, Conchyl. des Mitt., Vol. I, pag. 195. Castel- larquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 325. Castel- larquato. Castellarquato ex collezione. Arca diluvii Lk. Arca antiquata Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 279. Piacentino. » diluviî. . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 106, n. 611. Castellarquato. — 154 — Arca diluvii . . . . Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 334. Castellarquato. > >»... Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 323. Piacentino. » Syracusensis? Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac, pag. 322. Castellarquato ex collezione. Arca imbricata Poli. Arca imbricata Weinkauff, Conehyl. des Mitt., Vol. I, pag. 200. Castel- larquato. » clathrata Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 324. Lu- gagnano. Castellarquato ex collezione. i Buone figure secondo Pantanelli, e che maggiormente s’ avvi- cinano al tipo medio di questa specie sono quelle date da Me- neghini (Paléont. de l’ Ile de Sard., tav. VI, fig. 17), Libassi (Sopra alcune conchiglie fossili dei dintorni di Palermo, fig. 4) e Fontannes (Moll. Rhòne et Rouss, tav. IX, fig. 17). Arca lactea Linn. Arca nodulosa Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 281, tav. XI, fig. 6, Pia- centino. » » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 107, n. 618. Castellarquato. » lactea. . Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 388. Castel- larquato. » >» .. Weinkauff, Conchyl. des Mitt., Vol. I, pag. 197. Castel- larquato. > » .. Cocconi, Foss. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 325. Stra- monte. Castellarquato ex collezione. Arca mytiloides Brocchi. Arca mytiloides Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 280, tav. XI, fig. 1. Piacentino. » » Bronn, It. Tert. Geb, pag. 106, n. 616. Castellarquato. > > Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 823. Mon- tezago. Castellarquato ex collezione. — 155 — Arca Noae Linn. Arca Noe. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 277. Piacentino. » Noae Bronn, It. Tert. Geb., pag. 106, n. 612. Castellarquato. ? » Hérnes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 325. Castel- larquato. » » Cocconi, Foss. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 320. Castel- larquato. Castellarquato ex collezione. Arca pectinata Brocchi. Arca pectinata Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 279, tav. X, fig. 15. Piacentino. » » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 106,.n. 615. Castellarquato. » > Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 321. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. Arca Tetragona Poli. Arca tetragona Cocconi, Moll. mioe. plioc. Parma, Piac., pag. 821. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. Arca variabilis Mayer. Arca barbata . (in parte) Hornes, Foss. Tert. Beck Wien, P. II, pag. 329. Castellarquato. » ? . Bronn, It. Tert. Geb, pag. 106, n. 617. Castellarquato. » variabdilis Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 325. Pia- centino. x Castellarquato ex collezione. Le figure 9, 10 dell’ Hornes rappresentano una forma leg- germente diversa da quella del Pliocene, mentre i numeri 6, 8, 11 corrispondono perfettamente alla forma in esame. — 156 — Gen. Pectunculus Lk. Pectunculus glycimesis L. Pectungulus glycimeris Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 327. Castellarquato. » stellatus . Cocconi, Moll. mioe. plioc. Parma, Piac., pag. 327. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Pantanelli fa un accuratissima discussione sulla specie in esame finendo col riconoscere nel pliocene italiano 3 specie fon- damentali di pectuncules e.cioè P. pilosus, P. insubricus, P.. gly- cimeris, il quale ultimo corrisponde al pilosus Poli, dimaculatus Kobelt, glycimeris Lam., glycimeris Wood, glycimeris Nyst glyci- meris. Fontannes. Danno buone figure per questa specie Fon- tannes. (Moll. Rhòne et Rouss., tav. X, fig. 2), Wood. (Moll. CracW#Bolyetava 0 etio dla 00). Pectunculus insubricus Brocchi. Arca insubrica var. valvis tumidioribus ece Brocchi, Conch. foss. - sub., i pag. 299. Piacentino. di Arca inflata ., . .'... Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 299. Piacentino. Pectunculus inflatus. . . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 108, n. 626. Ca- stellarquato. > romuleus. . Bronn, It. Tert. Geb, pay. 108, n. 627. Castel- larquato. ? . inflatis . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac , pag. 327. Castellarquato. > violacescens Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac, pag. 826. Castellarquato. j \ Castellarquato ex collezione. Pectunculus pilosus L. Arca polyodonta . . . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 295. Piacentino. . Pectunculus polyodonta Bronn, It. Tert. Geb. pag. 107, n. 623. Castel. larquato. MIRROR RETTA a Nat n) La GORI Ù — 157 — Pectunculus pilosus .. Hornes, Foss. tert. Beck. Wien, P. II, pag. 318. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Gen. Limopsis Sassi. Limopsis anomala Eichw. Limopsis anomala . . . Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P..II, pag. 313. Castellarquato. Trigonocoelia anomala Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac. , pag. 329. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Limopsis aurita Brocchi. Ancarano cn Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 289, tav. XI, fig. 9. Piacentino. Pectunculus auritus. Bronn, It. Tert. Geb., pag. 108, n. 624. Bacedasco. Trigonocoelia aurita Cocconi, Moll. mioc. plioc. pia Piac, pag. 328. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Limopsis cancellata Michelotti. Trigonocoelia Bronni. Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 328. Lugagnano. » Brocchi Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 329. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Fam. Nuculidae. Gen. Nucula Lk. Nucula nucleus L. Nucula nucleus H6rnes, Foss. Tert. Beck. Wien, P, II, pag. 299. Ca- stellarquato, — 159 — Nucula nucleus Cocconi, Foss. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 331. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. Nucula placentina. Arca nueleus . .. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 288. Piacentino. Nucula placentina Bronn, It.: Tert. Geb., pag. 109, n. 632. Castellarquato. » > Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac.,, pag. 330. Stramonte. Castellarquato ex collezione. Gen. Leda Schumacher. Leda Bonellii Bellardi. Arca nitida . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 286, tav. XI, fig. 3. Pia- centino. Nucula nitida Bronn, It. Tert. Geb, pag. 110, n. 635. Castellarquato. Leda » Cocconi, Moll. mioc. plioe. Parma, Piac., pag. 333. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. Leda commutata Philippi. Arca minuta . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 285. Piacentino. » > . Bronn. It. Tert. Geb., pag. 110, n. 637. Castellarquato. Nucula striata Bronn, It. Tert. Geb., pag. 110, n. 637. Castellarquato. Leda fragilis. Hoòrnes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 308. Ca- stellarquato. . » » . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 332. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. Leda pella L. Anca pella.<... +. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 285. Piacentino. Nucula emarginata Bronn, Ît. Tert. Geb., pag. 111, n. 638. Castel larquato. — 159 — Léda\pellav.. Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. IT, pag. 308. Ca- stellarquato. » DIES a TO Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 332. Lugagnano. Castellarquato ex collezione. Fam. Carditidae. Gen. Venericardia Lk. Venericardia intermedia Brocchi. Chama intermedia. . . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 381. tav. XII, fio. 15. Piacentino. Venericardia intermedia Bronn, It. Tert. Geb., pag. 101, n. 575. Castel- larquato. Cardita > Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piace, DSi 813. Gropparello, Castellarquarto. Castellarquato ex collezione. In tutti gli esemplari del Piacentino che sono assai numerosi si scorge benissimo l’ area depressa di cui fa cenno il Prof. Pan- tanelli, pag. 153, e tutti nell’assieme corrispondono perfettamente alla figura di Brocchi. Venericardia pectinata Brocchi. Cardita pectinata . . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 314, i S. Maddalena Chero. Venericardia pectinata Pantanelli, Lamell. plioe., Bull. Soc. Mal. It., Vol. XVII, pag. 153, (Extr.). Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Venericardia rhomboidea Brocchi. Chama rhomboidea Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 334, tav. XII, fig. 16. Piacentino. ? > Bronn, It. Tert. Geb., pag. 101, n. 576. Castellarquato. LES gg, Chama rhomboidea Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piae., pag. 313. | Castellarquato. i Castellarquato ex collezione. Venericardia rudista Lk. Cardita rudista Hòrnes, Foss. Tert. Beck, Wien, P. II, pag. 270. Ca- stellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 314. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. Venericardia trapezia L. Venericardia trapezia Pantanelli, Lamell. plioc., Bull. Soc. Mal. It. Vol. XVII, pag. 156, ( Extr.). Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Venericardia sulcata Brug. Cardita antiquata Cocconi, Moll. mioc. plioc, Parma, Piac.,, pag. 314. Diolo. Castellarquato ex collezione. La forma allungata sarebbe quella che distinguerebbe prin- cipalmente questa specie dalle affini rhomboidea, intermedia e, il numero maggiore delle costole la distinguerebbe dalla vivente che è molto abbondante. Fam. Astardidae. Gen. Astarte Sowerby. Astarte fusca Poli. Venus incrassata Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 374, tav. XIV, fig. 7. Piacentino. | Aslarte fusca . . Cocconi, Moll. mioc..plioc. Parma, Piac., pag. 312, Piacenza, — 161 — Astarte fusca . . Pantanelli, Lam. plioc., Bull. Soc. Mal. It., Vol. XVII, pag. 160, ( Estr.). Piacenza. Castellarquato ex collezione. Astarte sulcata Da Costa. Astarte sulcata Printanelli, Lam. plioc., Bull. Soc. Mal. It., Vol. XVII, pag. 161, (Estr.). Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Fam. Cardiidae. Gen. Cardium Linn. Cardium aculeatum Linn. Cardium aculeatum Bronn, It. Tert. Geb., pag. 104, n. 596. Castellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 296. Diolo, Stramonte. Castellarquato ex collezione. Cardium cyprium Brocchi. Cardium Hillanum Bronn, It. Tert. Geb., pag. 102, n. 587. Castellarquato. » cyprium . Pantanelli, Lam. plioc., Bull. Soc. Mal. It., Vol. XVII, pag. 170, (Estr.). Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Per quanto esista qualche somiglianza fra la specie in di- scorso, e il C. Norvegicum, tuttavia si riconosce a prima vista trattarsi di specie diversa, e oltre l’ornamentazione diversa ac- cennata da Foresti, anche la forma tumida e cordata del C. cyprium in confronto a quella ovale allungata del C. Norvegicum concorre alla distinzione. Curdium Deshayesi Payr. Cardium Deshayesiù Bronn, It. Tert. Geb., pag. 104, n. 598. Castel- larquato. i Castellarquato ex collezione. 11 Sage Cardium. edule Linn. Cardium edule.. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 806. Piacentino. » crassum Bronn, It. Tert. Geb., pag. 103, n. 591. Castellarquato. » » Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 188. Ca- stellarquato. Dr tm» Cocconi, Moll. mioe. plioc. Parma, Piac, pag. 801. Castel larquato. Castellarquato ex collezione. Cardium erinaceum Lk. Cardium erinoceum Cocconi, Moll: mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 298. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Curdium hirsutum Bronn. Cardium hirsutum Bronn, It. Tert. Geb, pag. 104, n. 599. Castellarquato. Cocconi, Moll. mioe. plioc. Parma, Piac., pag. 300. Castellarquato. i ») D Castellarquato ex collezione. Cardium hians Brocchi. Cardium hians Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 816, tav. XII, fig. 6. i Piacentino. » ». Bronn, It. Tert. Geb., pag. 101, n. 580. Castellarquato. > ». Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 296. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. Cardium muceronatum Poli. . + Bronn, It. Tert. Geb., pag. 104, n. 594. Castel- ALSÌ .larquato. È » Bianconianum Cocconi, Mo!l. mioe. plioc. Parma, Piac., pag. 297. Castellarquato, Cardium echinatum Ù — 163 — Cardium echinatum. « . Cocconi, Moll, mioce. plioc. Parma, Piac,, pag. 298. Castellarquato. » Brocchi . . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 299. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Il Prof. Pantanelli nel suo noto e citato lavoro Lamellibranchi pliocenici parlando del C'. aculeatum (pag. 167, Estr. ) si trattiene diffusamente sopra varie forme di Cardium che presentano fra di loro molte affinità, quali il C. aculeatum L., il C. Deshayesi Payr il C. echinatum L. e il C. mucronatum Poli. I caratteri differen- ziali furono stabiliti sulla forma esterna e sugli ornamenti delle costole spinose, papilose, cocleari. Cosi nel caso nostro basandosi su tali osservazioni si scorge che il C. mucronatum Poli, si di- stingue dal C. echinatum L. per avere a differenza di quello le costole spinose e cocleari mentre l’ Echinatum le ha tutte spinose. Diversamente poi in quasi tutti gli elenchi si è impiegato più volontieri il nome di Echinatum che non quello di mucronatum ; data però la persuasione entrata in molti. autori che il C. echi- natum, il quale non si trova nel Meditterraneo non abbia vissuto nei mari pliocenici, il nome di mucronatum è più conveniente. Il C. Bianconianum rappresenta una varietà del mucronatum. Cardium multicostatum Brocchi. Cardium multicostatum Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 313, tav. XIII, fig. 2. Piacentino. » ? Bronn, It. Tert. Geb., pag. 102, n. a9h: ci larquato. ‘> » Hérnes, Foss. Tert. Beck. Wien, P..II, pag. 180, Castellarquato. » > Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 302, Castellarquato, Castellarquato ex collezione. Cardium norvegicum Spengler. Cardium laevigatum Bronn; It: Tert. Geb., pag. 102, ‘n. 586. Castel- larquato. » fragile .. Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pas. 173, Castellarquato, Lo AGR i Levicardium fragile Cocconi, Moll.. mioc. plioc. Parma, Piac.- pag. 303. Chero, . Diolo. Castellarquato ex collezione. Cardium oblongum Chemn. Levicardium oblongum Cocconi, Moll mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 304. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Cardium papillosum Poli. } Cardium planatum . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 122, n.582. Castellarquato. » ' papillosum Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 300. Castellarquato. » » Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II pag. 193. Castellarquato. i $ Castellarquato ex collezione. Questa specie è rappresentata per Castellarquato da individui perfetti, di mediocre statura come risulta essere la specie vivente. Caratteristiche le papille che adornano le parti laterali della con- chiglia. Cardium paucicostatum Sow. Cardium ciliare var. {8 Brocchi, Conch. foss. sub, pag. 307. Piacentino. » 1® i +,4)gé Bronn,..Ht: Tert. Geb,, pag. 104 n. 097. Ca stellarquato. » +. Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 298. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. . Cardium pectinatum Linn. Levicardium pectimatum Cocconi, Moll. miocc. plioc. Parma, Piac., pag. 303. Castellarquato. Castellarquato ex collezione, Me Cardium striatulum Brocchi. Cardium textum . . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 102, n. 589. Castellarquato. » striatulum Pantanelli, Lam. plioc., Bull. Soc. Mal. It., Vol. XVII, pag. 179, ( Extr.). Castellarquarto. Castellarquato ex collezione. Questa bella specie dal numero degli esemplari che la col- lezione possiede sembra essere abbastanza comune nel Piacentino, ed è strano che da pochi autori sia citata. Pantanelli commen- tando questa specie è incerto se la sua denominazione debba es- sere C'. striatulum Brocchi, oppure C. textum Bronn. Nella dia- gnosi di Bronn Pantanelli stesso rileva un inesattezza, mentre la diagnosi di Brocchi per quanto assai concisa non lascia dubbio ed è accompagnata anche da una discreta figura. Cardium tuberculatum Linn. Cardium tuberculatum Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 310. Piacentino. > rusticum. . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 307. Piacentino. ? tuberculatum Bronn, It. Tert. Geb., pag. 104, n. 595. Castel- i larquato. > > Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac. , pag. 299. Stramonte ecc. . Castellarquato ex collezione. Fam. Chamidae. Gen. Chama (Linn.) Brug. Chama Gryphoides Linn. Chama gryphoides Brocchi, Conch. foss. sub, pag. 328. Piacentino. » » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 111, n. 642. Castellarquato. » . placentina. Bronn, It. Tert. Geb, pag. 111 n. 643. Castellarquato. » éînversa. . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 112, n. 646. Castellarquato. 5 » .. Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 211. ; Castellarquato. > » ... Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 307. Lugagnano ecc. Chama gryphina . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma Piac., pag. 308. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Fam. Cyprinidae. Gen. Cyprina Lk. Cyprina îslandica Linn. Cyprina aequalis. Bronn, It. Tert. Geb,, pag. 97, n. 949. Castellarquato.. » È eslandica Cocconi, Moll. mioc, plioc. Piumi Piac., pag. 295. Rio della gatta. Castellarquato ex collezione. Gen. Isocardia Lk. Isocardia cor Linn. Chama cor . + + . +. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 530. Piacentino. Isocardià cor. ... . Bronn, It. Tert. Geb, pag. 105, n.609. Castellarquato. » DI ERE Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 304. Castellarquato. » DIM Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 304. Diolo, Stramonte, Chero. » Mayeri tana Cocconi, Moll. mioe. plioc. Parma, Piac., pag. 305. Chero. Castellarquatò ex collezione. Isocardia Moltkianoides Bellardi. Isocariia Seguenzaeanà Cocconi, Moll. mioc. | plioe. pag. 185. Castellar: quato. F » Moltkianoides Pantanelli, Lam. plioc., Bull. Soc. Mal. It. Vol. XVII, pag. 185, (Estr.). Castellarquato. Castellarquato ex collezione. — 167 — Gen. Coralliophaga Blainv. Coralliophaga lithophagella Lam. Chama coralliophaga . . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 337, tav. XII, fio. 7. Piacenza. Venerupis Faujasii . . .. Bronn, It. Tert. Geb., pag. 91, n. 496. Ca- stellarquato. Cypricardia coralliophaga Cocconi, Moll. mioc. plioci. Parma, Piac., e 293. (Var. comprese ). » glabrata . .. Cocconi, Moll. mioc. plioe. Parma, Piae., pag. 292, pag. 294. Chero. Castellarquato ex collezione. Fam. Veneridae. Gen. Cytherea Lam. Crytherea Brauni Agass. Venus Braunti . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 279. Riorzo, Stramonte. >» Dujardini Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 278. Diolo, Stramonte. Castellarquato ex collezione. La Venus Dujardini citata dall’ Hòrnes P. II, pag. 121 è specie affine, ma distinta, e a dimostrare ciò oltre gli esemplari stanno le fisure dell’ Agassiz che sono le migliori per la specie pliocenica Italiana. La Venus Dujardini invece citata da Cocconi è da riferirsi alla Cytherea Brauni. Cytherea Chione Linn. Venus Chione.. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 363. Piacentino. Cytherea » .. Cocconi, Moll. mioc.. plioc. Parma, Piac., pag. 283. Montezago, Riorzo. Castellarquato ex collezioue. — 168 — Crytherea pedemontana Agass. Venus erycina. . ... ; Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 965. Piacentino. Cytherea pedemontana Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 152. I ‘ Castellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, due: pag. 283. Cu. . Castellarquato ex collezione. Cytherea multilamella Lk. Venus rugosa L. . Brocchi, Conch. foss. sub, pag. 364. Piacentino. > > . . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 98, n. 557. Castellarquato. » mutilamella Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 132. Castellarquato. > » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac, pag. 254. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Cytherea rudis Poli. Cyprina SES DEU Bronn, It. Tert. Geb., pag. 97. n. 551. Castel- larquato.. Cythe: ‘ca ‘eycladiformis Bronn, It. Tert. Geb., pag. 97, 554. Castellarquato. » GUAIO Coceoni, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 284. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Gen. Circe Schumacher. Circe minima Montagu Circe minima Hérnes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 159. Castel- i larquato. o » Pantanelli, Lam. plioe., Bull. Soc. Mal. It., Vol. XVII, pag. 195, (Estr.). Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Dosinia ercoleta Linn. Dosinia excoleta Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, Vol. II, pag. 144. Castellarquato. > » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 286. Diolo, Riorzo. ; Castellarquato ex collezione. Dosinia placentina n. sp. Distinguunt hane speciem a Dosinia lupinus 7. magis orbicu- lare, magis tumida, striis concentricis magis densis et profundis, lunula minus impressa, umbonibus minus reflexis. ( Cfr. Descr. Kobelt. Prodromus Faunae Molluscorum Testaceorum maria eu- ropaea inhabitantium, pag. 350, D. Lupinus). | Ritenendo giusto quanto Pantanelli espone (pag. 197) che cioè D. lupinus e D. lincta siano state confuse dagli autori, e che poi la forma pliocenica non debba aseriversi nè all’ una nè all’ altra, mantengo distinta questa specie che andava in collezione col nome di Dosinia lincta. Alle differenze suaccennate vanno aggiunti i rapporti fra lo spessore e il diametro verificati in diversi esemplari viventi e fossili. Rapporto fra lo spessore e il diametro nella vivente 0,47 » » » » fossile 0,56. Ridotti all’ unità questi rapporti lo spessore della vivente sta a quello della fossile, per ugual diametro, come 1:1. 2. Gen. Venus Linn. Venus excentrica Agass. Venus clathrata Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 279. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. Confrontati gli esemplari di Castellarquato indubbiamente giovani, e che andavano sotto il nome di V. cluthrata con 2 bel- lissime valve tipiche della collezione d’ Asti mi sono convinto trat- tarsi realmente della V. excentrica, della quale la miglior figura è. data da Agassiz (Icon. cog. terz., pag. 34, tav. 5, fig. 9, 11). La V. clathrata descritta e figurata da Hornes è un tipo molto pros- simo ma differente dalla V. excentrica. Venus fasciata Da Costa. r3 Venus Brongniarti Bronn, It. Tert. Geb., pag. 100, n. 569. Castellarquato. » fasciata. . . Weinkauff, Conchyl. des Mitt., Vol, I, pag. 110. Ca- stellarquato. > » . + Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 280. Castellarquato. »- Brogniarti. Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma. Piac., pag. 282. Castellarquato. i Castellarquato ex collezione. La forma presente è certamente affine alla V. scalaris Bronn, come lo è alle due forme viventi V. fasciata Da Costa dell’ A- tlantico e V. Brongniarti Payr del Mediterraneo. Descrivendo la V. scalaris accennerò le differenze che distinguono questa specie dalla V. fasciata. Il confronto della forma pliocenica deve farsi con quella dell’ Atlantico e del Mediterraneo, esaminandole assieme - sì trova che il lieve spessore, la forma triangolare, il numero va- riabile delle lamelle avvicinano la forma pliocenica più agli indi- vidui del Mediterraneo, che a quelli dell’ Atlantico. Questi ca- ratteri però sono variabili e sembra che si colleghino molto a determinate località, così mentre le moltissime specie che il Museo possiede del Piacentino e del Modenese presentano quasi tutte le costole larghe schiacciate e in piccolo numero come nella Brongniarti, in un centinaio di specie di Valle Andona (Asti- » — Il — giano) nessuna ha costole larghe come quelle del Piacentino, ma rimanendo nello stesso numero sono strette, lontane fra di loro, nella stessa disposizione figurata da Brocchi (tav. XVI, fig. 7. V. dysera). Non tutti gli autori sono concordi se la, V. Bro- gniarti Payr. debba considerarsi come specie distinta dalla. V. fasciata Da Costa, e le differenze che sarebbero specifiche per ‘coloro che le vorrebbero distinte, sono minori di quelle che corrono fra la forma fossile e le due forme viventi, a seconda degli indivi- dui che si considerano o della loro origine. Non vi è dubbio che le dimensioni è il numero delle costole avvicinerebbero le forme fossili alla V. Brogniarti ‘più che alla -V. fusciata, e quindi per coloro che ritengono la V. Brogniarti distinta dalla V. fasciata si dovrebbe impiegare un nome diverso per la forma fossile. Non volendo creare un nome nuovo per una forma, che ha tante affinità con due forme prossime fra loro, pre- ferisco conservare a questa forma pliocenica il vecchio nome di Da Costa; tutt’ al più se ne potrebbero distinguere alcune varietà così controssegnate. i a) a coste larghe depresse separate da un solco profondo. 5) a coste larghe rialzate presso poco come nella scalaris così frequenti nel Piacentino e Modenese. c) varietà a costole sottili separate da un largo spazio pianeggiante. Queste ultime sono anche le più depresse. Venus gallina Linn. Venus senilis Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 353, tav. XIII, fig. 13. Piacentino. » » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 100, n. 567. Castellarquato. O » Cocconi, Moll. mioc. p'ioc Parma Piac., pag. 251, Stra- monte, Montezago. Castellarqnato ex collezione. Venus gigas Lk. Venus islandica. . . . Brocchi, Conch. foss. sub, pag. 870. Piacentino. Cyprina pedemontana Bronn, It. Tert. Geb., pag. 96, n. 547. Castel- larquato. > gigas . +. . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 197, n. 548: Castel- larquato. — 12 Cyprina islandicoides Bronn, It. Tert. Geb., pag. 97, n: 550. Castel. larquato. ; Venus islandicoides . Hòrnes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 122; Castellarquato. » umbonaria... Hoòrnes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 120, | Castellarquato. ; » eslandicoides . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parra, Piac., pag. 279. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Come risulta evidente dalla data sinonimia dividendo 1’ opi- nione del Prof. Pantanelli ( Lamell. plioc., pag. 203, Estr.) am- metto come unico tipo collettivo della Venus istandicoides Lk. e della Venus umbonaria, la Venus gigas Lk. Molti autori fra i quali recentemente il Foresti hanno ritenuto che la' Venus islan- dicoides Agass., sia la stessa della Venus islandicoides Lk. Mi sembrano 2 tipi affatto distinti, specialmente per la mancanza del solco che divide la parte anteriore delle valve negli esemplari figurati dall’ Agassiz (pag. 31, tav. VI, fig. 55). | Venus ovata Pennant. Venus radiata Bronn, It. Tert. Geb., pag. 100, n. 573. Castellarquato. » ovata . Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 141. Castel. larquato. HA » » Cocconi, Moll. mioe. plioc. Parma, Piac., pag. 283. Riorzo. Castellarquato ex collezione. Anche nella collezione del museo gli esemplari relativamente grandi sono mescolati ad altri piccoli. Il fatto ‘accennato da tutti gli autori non mi sembra però avere grande importanza, giacchè il maggiore o minore sviluppo non influisce per nulla sull’ ornamentazione che è sempre uguale. Per questo ritengo inutile il tener distinto in questa specie co- munissima 2 varietà che a seconda del Cocconi dovrebbero chia- marsi, maior e minor. Le figure tutte date dal Wood, dall’ Hòrnes, dal Fontannes, riproducono fedelmente gli esemplari Venus pliocenica De Stef. i Venus plicata Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 357. Piacentino. » » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 99, n. 565. Castellarquato. — 173 — Venus plieata Hérnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. IT, pag. 133. » » Cocconi, Moll. mioc, plioc. Parma, Piac., pag. 281. Pia- centino. Castellarquato ex collezione. La descrizione di De Stefani per questa specie (Boll. Soc. Mal. It. V. XII, pag. 193) è accuratissima. Non esito quindi a preferire la nuova sinonimia in sostituzione a quella di V. plicata che è specie vivente nell’ Oceano Indiano e differente sensibilmente da questa. Ottima la figura di Fontannes (Moll, Plioc, Rbòne et Rouss,, tav. III, tig. 3, V. plicata). Venus scalaris Bronn. Venus dysera. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 855. Piacentino. » scalaris Bronn, It. Tert. Geb., pag. 100, n. 568. Castellarquato. ’ » Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 158. Castel- larquato. pura » Cocconi, Moll. mioe. plioc Parma, Piac., pag.282. Bacedasco. Castellarquato ex collezione Le differenze tra questa forma, le affini fossili, e le viventi V. Fasciata Da Costa e V. Brogniarti Payr. sono state in parte chiaramente enumerate da Fontannes (Moll. Rhòne et Rouss., V. II, pag. 57, tav. III, fig. 9, 10) ne avrei da aggiungere altro a detto autore. La forma rotonda e il suo spessore la distinguono netta- mente dalla V. fasciata dell’ Atlantico che è più piatta, più trian- solare e sempre più piccola, essendo in ambedue per contro va- riabili e nello stesso ordine il numero delle lamelle e la loro forma. La presente specie raggiunge facilmente le seguenti dimensioni. Lung. 25, larg. 22, spess. 18, in. alcuni individui si: arriva per- sino a 30, 27, 20. Le dimensioni della V. fasciata dell’ Atian- tico sono’ rispettivamente 18, 24, 17, 22, 8, 11 così mentre il rapporto. fra lo. spessore e la lunghezza è più di 2 nella V. fu- sciata, nella V. scalaris oscilla intorno a 1,5. Venus verrucosa Linn. Venus verrucosa Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 280. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione; — INA — Gen. Tapes (Megerle von Miihlfedt). Tapes eremita Brocchi. Venus eremita. . Broechi, Conch. foss. sub, pag. 361, tav. XIV, fis. 4. Piacentino. Petricola eremita Bronn, It. Tert. Geb., pag. 92, n. 505. Piacentino. Tapes laeta ... Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 290. Lu- gagnano. Castellarquato ex collezione. Tapes senescens Doderl. Tapes senescens Cocconi, Moll. mioc. plioe. Parma, Piac., pag. 288. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. Questa specie stabilita da Doderlein fu bene illustrata e de- seritta da Cocconi e non ha rappresentante vivente come dimostra il Pantanelli, pag. 213 (Estr. ). Fra gli esemplari belli e robusti di Castellarquato notasi pure la varietà che Cocconi chiamò crassiore e che distinguerebbesi dalle altre per le valve molto più tumide, per le linee longitudi- nali più manifeste, e un angolo meno ottuso nella sua parte po- steriore, 6 Tapes vetulus Bast. var. pliocenica Foresti. Venus rotundata Brocchi, Conch. foss. subi, pag. 352. Piacentino » » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 99, n. 563. Castellarquato. Tapes Genei .. Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 289. Ca- Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Con Foresti concordo pienamente nel ritenere anche gli esem- plari di Castellarquato come una varietà del T'apes vetulus. Bast. e che questa denominazione sia più conveniente dell’ altra 7. Genet, che portavano gli esemplari ora indicati, reo Tapes intermedius n. sp. Testa ovato transversa fere aequilatera, transversim sulcata, sulcis eriguis regularibis, umbonibus fere centralibus minimis. Più che a una descrizione dettagliata la diagnosi suaccennata si arresta alle caratteristiche più esenziali che distinguono questa specie dal Y'apes vetula Bast. Disponendo : di un solo esemplare, e anche in condizioni poco felici non ho potuto senza pregiudi- carne lo stato di conservazione scendere ‘ai particolari interni delle singole valve. Quello che importa rilevare e che già il Prof. Pantanelli accennò (Lamell. Plioc., pag. 211, Extr.) consiste nel dimostrare, che la specie di Castellarquato comunemente chiamata Tapes vetula Bast. non è nè il Tapes vetula Bast., nè il T'apes Geneì Michelotti, ma un tipo intermedio che può essere scambiato col Tapes vetula. Dal Tapes vetula differisce specialmente per le costole sottili, regolari, pel numero molto più abbondante delle costole. stesse, e per la forma generale. È molto probabile che il Yapes vetula citato da Cocconi ( Moll. mioce. plioc. Parma, Piac., pag. 287) sia da riferirsi a questa specie. Tapes Bronnii Mayer. Tapes Bronnit Mayer, Journ. Conchyl., Serie 2.8, Vol. II, pag. 376. Castellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 289. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. Gen. Venerupis Lk. Venerupis glabrata Brocchi. Mya glabrata .*. . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 344, tav. XII, fig. 13. Piacentino. Saxicava conglobata Bronn, It. Tert, Geb., pag. 91, n. 501. Piacenza. Venus » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 292. Castellarquato. Castellarguato ex collezione, e eda] SET Venerupis irus L. (Hérnes, Foss. Tert. Beck. Wien; P. II, pag. 110, tav. X, fig. Ta,c.). Castellarquato ex collezione. Questa specie, pur essendo pliocenica, non figura nell’ elenco di Cocconi, e la figura data da Hòrnes resta migliore. Venerupis substriata Montagu. Venus rupestris. . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 376, tav. XIV, fig. 1. Piacentino. Venerupis decussata Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac, pag. 291. Montezago. Castellarquato ex collezione. i Reso evidente che la V. rupestris Brocchi è uguale alla Ve. nerupis substriata quest’ ultima denominazione deve prevalere per ragioni di priorità. La figura dell’ Hoòrnes anche per questa specie è buonissima (Hérnes, Foss. Moll. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 108, tav. X, fig. 45). Fam. Petricolidae. Gen. Petricola Lk. Petricola lithophaga Retzius. Petricola lithophaga Brocchi, Conch. foss. sub, pag. 339. Piacentino. » » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 92. n. 506. Piacenza. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 294. Lugagnano. Castellarquato ex collezione. Fam. Ungulinidae. . Gen. Diplodonta Bronn. Diplodonta lupinus Brocchi. Venus lupinus . . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 369, tav. X1V, fig. 8. Piacentino. pei et, e Dit EI de — 170 — Diplodonta lupinus Bronn, It. Tert. Geb., pag. 96, n. 543. Castellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 511. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Diplodonta rotundata Mg. Diplodonta rotundatu Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 311. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Diplodonta trigonula Bronn. Diplodonta trigonula Bronn, It. Tert. Geb., pag. 96, n. 544. Castel larquato. » » Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 2183. Castellarquato. » » Cocconi, Moll. mioe. plioc. Parma, Piac., pag. 311. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Fam. Donacidae. Gen. Donax Linn. Donax politus Poli. Donax longa. ... Bronn, It. Tert. Geb., pag. 95 n. 538. Castellarquato. » complanata Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 277. Stramonte ecc. Castellarquato ex collezione. Questa specie è stata generalmente indicata col nome di Donax complanata, Pantanelli ( Moll. Lamell., pag. 224, Extr.) ritenne utile ripristinare l’ antica sinonimia. Solo Wood ( Crag Moll., Vol. IL, pag. 220, tav. XXXII, fig. 9, a. b) dà di questa specie col nome primitivo politus descrizione e figura. Entrambi sono fedeli ma solo è a notarsi che invece di festa laevigata negli esemplari in esame bisognerebbe dire leviter striata. 12 — 178 — Donax semistriatus Poli. Donax fabagella. . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 95, n. 536. Castellarquato, » semistriatus Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 277. Stramonte, Riorzo. (Philippi, En. Moll. Sicil., Vol. I, pag. 36, tav. HI, fig. 12. Donax se- mestriatus ). Castellarquato ex collezione. Questa specie, per la sua forma caratteristica e per le stria- ture speciale che occupano una parte della conchiglia si distingue assai bene dal Donax politus. L’ unica figura e descrizione suffi- cientemente buona, per questa specie è data dal Filippi (loc. cit. ). Donax minutus Bronn. Donax minutus Pantanelli, Lamell. plioc., Bull. Soc. Mal. It., Vol. XVII, pag. 223, (Extr.). Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Fam. Psammobiidae. Gen. Psammobia Lk. Psammobia ferroensis Chemnitz. Psammobia muricata. Bronn, It. Tert. Geb., pag. 93, n. 515. Castel larquato. > ferroensis Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 269. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. È specie comune di tutti i giacimenti pliocenici citata con diversi nomi. Psammobia uniradiata Brocchi. ( T'ellina uniradiata Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 320, tav. XII, fig. 4). Castellarquato ex collezione. — 179 — Le caratteristiche che tengono ben distinta questa specie dalla precedente P. ferroensis sono chiaramente indicate da Pan- tanelli ( Moll. Lamell. pag. 226, Extr.). La Psammobia uniradiata citata da Hòrnes. (Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 100), deve riferirsi alla Psammobia Hornesii. Psammobia Hornesii Cocconi. Psammodia uniradiata Hòrnes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 100. Castellarquato. » Hornesti . Cocconi, Moll mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 269. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. i Si deve a Cocconi l’ intuizione giusta di questa specie che rilevò come la Psammobia uniradiata citata da Hornes fosse del - tutto diversa dalla Psammodia uniradiata Brocchi. La figura del- l’ Hornes però si addice benissimo a questa specie. Psammobia vespertina Chemn. Psammobia vespertina Bronn, It. Tert. Geb., pag. 92, n. 507. Castel- larquato. Castellarquato ex collezione. È specie vivente, si distingue dalle specie paria pel diametro più rilevante, che coincide con quello degli esemplari viventi. Fam. Solenidae. Gen. Solenocurtus Blainv. Solenocurtus coarctatus Gmel. Solen coarctatus. . . . . Bronn, It. Tert. Geb., pig. 88, n. 476. Castel- larquato. Solecurtus coaretatus. . Weinkauff, Conchyl. des Mitt., Vol. I, pag. 19. Castellarquato. i Psammosolen coarctatus Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 22. Castellarquato. — 180 — Psammosolen coarctatus Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 257. < Stramonte ecc. Castellarquato ex collezione Solenocurtus candidus Renier. Solen candidns. . . . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 304. Piacentino. Psammosolen candidus Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 256, Riorzo ecc. Castellarquato ex collezione. Solenocurtus dilatatus Bonelli. Solenocurtus dilatatus Pantanelli, Lamell. plioc., Bull. Soc. Mal. It., Vol. XVII, pag. 229, (Estr.). Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Solenocurtus strigilatus L. Solen .strigilatus . ... Bronn, It. Tert. Geb., pag. 88, n. 475. Castel- larquato. Psammosolen strigilatus Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 20. astellarquato. > » Cocconi, Moll. mioc. plioc., Parma, Piac., 256. Montezago, Stramonte. Castellarquato ex collezione. Gen. Pharus Leach. Pharus legumen Polia legumen Cocconi, Moll. mioc. plioe. Parma, Piac., pag. 255. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione — 181 — Gen. Cultellus Schumacher. Cultellus olivit Michelotti. Cultellus Olivit Pantanelli, Lamell. plioc., Bull. Soc. Mal. It., Vol. XVII, pag. 230, (Estr.). Montezago. Castellarquato ex collezione. Gen. Ensis Schumacher. Ensis ensis Linn. Solen ensis. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 803. Piacentino. > > Bronn, It. Tert. Geb., pag. 88, n. 474. Castellarquato. Ensis Rollei Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 255. Castel- larquato. » ensîs. Pantanelli, Moll. Lam., pag. 231. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Gen. Solen Linn. Solen vagina L. Solen vagina Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 303. Piacentino. » » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 87, n. 473. Castellarquato. » » Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 13. Castel- larquato. » » Weinkauff, Conchyl. des Mitt., Vol. I, pag. 10. Castel- larquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., ‘pag. 259. Pia- centino. Castellarquato ex collezione. — 182 — Fam. Mesodesmatidae. Gen. Mesodesma Desh. Mesodesma trigona Cocconi. Mesodesma trigona Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 273, tav. VII, fig. 4, 5, 6, 7. Castellarquato ex collezione. Fam. Mactridae. Gen. Mactra Linn. ? Mactra corallina L. Mactra inflata. . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 89, n. 484. Castellarquato. » corallina Pantanelli, Lamell. plioc., Bull. Soc. Mal. It, Vol. XVII. pag. 254, (Estr.). Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Mactra solida L. Mactra solida? . . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 89, n. 483. Castellarquato. Hemimactra solida Cocconi, Moll. mioc, plioc. Parma, Piac., pag. 266. Lugagnano. Castellarquato ex collezione. Mactra subtruncata Montagu. Mactra triangula . ... Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 348, tav. XIII, fig. 7. Castellarquato. » » . « . + Bronn, It. Tert. Geb., pag. 89, n. 485. Castel- larquato. » » . + + «+ Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, ‘pae. 67. Castellarquato. — 133 — Hemimactra triangula . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 26. » Tiberiana . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 266. Castellarquato. » subtruncata Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 266. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Gen. Lutraria DL Lutraria elliptica Lam. Lutraria elliptica Bronn, It. Tert. Geb., pag. 89, n. 482. Castellarquato. » oblonga Héornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 59. Ca- stellarquato (in parte). > > Weinkauff, Conchyl. des Mitt., Vol. I, pag. 42. Castel- larquato. O elliptica Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 267. Montezago. Castellarquato ex collezione. La specie è vivente, sopratutto molto comune nell’Oceano Atlantico. Giustamente Cocconi osserva che la L. odDlonga citata da Hérnes non corrisponde alla vera L. oblonga, ma è una specie nuova, mentre la figura 7 dello stesso autore corrisponde alla L. elliptica. Lutraria latissima Desh. Lutraria latissima Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 267. Piacentino. » » Pantanelli, Lamell. plioc., Bull. Soc. Mal. It., Vol. XVII, pag. 258, (Estr. ). Piacentino. Castellarquato ex collezione. Lutraria oblonga Chemnitz. Mactra oblonga .. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 349. Piacentino. Lutraria solenoides Bronn, It. Tert. Geb., pag. 88, n. 481. Castellarquato. » oblonga . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 268. Chero, Montezago. Castellarquato ex collezione. — 184 — Fam. Myidae. Gen. Corbula Brug. Corbula Cocconii Fontan. we Corbula revoluta . . (var. 2.°). Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 260. l’iacentino. Margaritae Mayer, Journ. de Conch., Serie III, Vol. XXVI, pag. 304, tav. XVI, fig. 3. Bacedasco, Montezago (fide Pantanelli). » Castellarquato ex collezione. Corbula Deshayesi Sism. Corbula Deshayesi Cocconi, Moll. mioe. plioc. Parma, Piac., pag. 259. Piacentino. » » Pantanelli, Lamell. plioc., Bull. Soe. Mal. It., Vol. XVII, pag. 242, (Estr.). Piacentino. Castellarquato ex collezione. Corbula gibba Olivi. Tellina gibba . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 327. Piacentino. Corbula rugosa? Bronn, It. Tert. Geb., pag. 90, n. 492. Castellarquato. » gîbba. . Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, Vol. II, pag. 36. ì Castellarquato. » » ++ Cocconi, Moll. mioc, plioc.. Parma, Piac., pag. 259. Ca- stellarquato. » » .. Pantanelli, Lamell. plioe., Bull. Soc. Mal. It., Vol. XVII, pag. 242, (Estr.). Piacentino. Castellarquato ex collezione. Corbula revoluta Brocchi. Corbula revoluta Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 260. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. — 185 — Fam. Glycymeridae. Gen. Glycymeris (Klein). Glycymeris faujasi Menard. Mya panopaea. . . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 344. Castellarquato. Panopaea glycimeris Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 258. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Gen. Saxicava Fleurian de Bellerue. Saricava arctica L. Mya elongata. . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 341, tav. XII, fig. 14. Piacentino. » » .. Bronn, It. Tert. Geb, pag. 91, n. 500. Castellarquato. Saxicava arctica Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 26. Ca- stellarquato. » ». Weinkauff, Conchyl. des Mitt., Vol. I, pag. 21. Castel- larquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 257. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. Non mi occuperò della sinonimia di questa specie di cui si occupò già il Prof. Pantanelli ( pag. 246). Trovo soltanto opportuno ripetere che Saricava arctica e S. rugosa sono due specie note- volmente distinte; che se le differenze non si possono dichiarare sempre evidentissime a motivo della variabilità della specie, al- trettanto spesso sono sufficienti. Il Prof. Pantanelli tiene essen- zialmente alla mancanza di carena nell’arctica, e alla forma più ovata nella rugosa. Pur riconoscendo la validità di tali caratteri non mi sembra trascurabile l'aggiunta dei seguenti. Dimensioni. Relativamente molto più notevoli nella rugosa che nell’ arctica, margine anteriore brevemente e ottusamente arrotondato nella rugosa, interrotamente inclinato nell’ arctica. Il carattere della rugosità è comune ad en- — 186 — trambi e se qualche volta è più accentuato nella rugosa non può fornire assoluto criterio di distinzione. Accenno inoltre a un esemplare che il Prof. Doderlein chiamò Saricava mytiloides. Trattandosi di un solo esemplare e neppure in condizioni perfette non è lecito pensare a stabilire una nuova specie. È notevole però una fortissima depressione che divide en- trambe le valve e sul margine posteriore due costole assai promi- nenti che non si notano comunemente nè sopra la S. arctica, nè sopra la S. rugosa. Collego quest’ esemplare alla S. arctica, consi derandolo per prudenza un anomalia di struttura. Saxicava rugosa L. Mya rustica . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 346, tav. XII, fig. 11. Piacentino. » conglobata Bronn, It. Tert. Geb., pag. 91, n. 501. Piacenza. » rustica . . Bronn, It. Tert. Geb., pag. 91, n. 499. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Fam. Grastrochoenidae. Gen. Gastrochoena Splengler. Gastrochoena abbreviata Bonelli. Gastrochoena abbreviata, Pantanelli, Lamell. plioc., Bull. Soc. Mal. It., Vol. XVII, pag. 248, (Estr.). Castellar quato. È Castellarquato ex collezione. Gastrochoena dubia Pennant. Enos htonsst A Brocchi, Conch. foss. sub, pag. 415. Piacentino. Gastrochoena cuneiformis Bronn, It Tert. Geb., pag. 86, n. 466. Castel- larquato. » dubia. . .. Hòrnes, Foss. Tert. Beck., Vol. II, pag. 6. Ca- stellarquato. » » .... Weinkauff, Conchyl. des Mitt., Vol. I, pag. 3. Castellarquato. ‘ 4 i È — 187 — . Gastrochoena dubia Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 253. Montezago. Castellarquato ex collezione. Fam. Pholadidae. Gen. Pholas Lister. Pholas candida L. Barnea candida Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 253. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. Differisce leggermente dalla forma vivente per le valve più larghe, o per le coste che nella forma fossile non seguono tutta la regione dorsale, ma a un certo punto e precisamente verso la fine svaniscono, mentre nella specie vivente le costelle si riscon- trano per tutto, fin contro le placche accessorie. Questo carattere differenziale aveva forse deciso Doderlein, ‘di chiamare questa specie marginata, anzichè candida. Gen. Pholadidea Goodall. Pholalidea rugosa Brocchi. Pholas rugosa. . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 413, tav. XI, fig. 12 a, b, c, d. Castellarquato. » » +. Bronn, It. Tert. Geb., pag. 87, n. 470. Castellar- quato. » » ... Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 252. Lugagnano ecc. Pholadidea rugosa Pantanelli, Lamell. plioc., Bull. Soc. Mal. It, Vol. XVII, pag. 250, (Estr. ). Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Questa specie assai abbondante nel Piacentino è rappresentata nel museo da esemplari bene e mal conservati. In molti si trova ben netta la parte accessoria limitata dal caratteristico solco. — 188 — Gen. JTouannetia Des Moulins. Jouannetia semicaudata Des Moulins. Jouannetia semicaudata Pantanelli, Lamell. plioc, Bull. Soc. Mal. It, Vol. XVII, pag. 251, ( Estr.) Castellarquato. Castellarquato ex ‘collezione. Fam. Lucinacea. Gen. Lucina Brug. Lucina borealis Linn. Lucina borealis Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 309. Pia- centino. ? » Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 230. Castel- larquato. Castellarquato ex collezione. Sulla forma tipica di questa specie non è a spendere parola, perchè la sua sinonimia è ben conosciuta ed assodata La var. de- signata col nome di costis nonnullis elevatis rarioribus, corrisponde alla specie creata da Deshayes col nome di Lucina orbicularis. Come il Prof. Pantanelli dimostrò la specie non ha ragione di esistere autonoma, questo riconobbero anche altri autori e a seconda dei vari criteri, variamente l’aggregarono a specie note. Così p. es. la Lucina orbicularis, citata da De Stefani e Pantanelli va rife- rita all’ Axinus fexuosus Mtg. i Qui però ci troviamo di fronte a una vera e propria Lucina e, dato il mantenimento del genere, bisogna cercare la specie più vicina alla quale aggregarla. Evidentemente la L. borealis è quella che meglio si presenta, e le differenze in molti casi si riducono ai minimi termini. Tenendo un conto mediocre della disposizione delle costole, negli esemplari segnati pel Piacentino col nome di L. orbicularis, stabilisco una varietà che però potrebbe anche non essere considerata tale col confronto di molti individui. i 4 i ì i — 1389 — Lucina Bronni Mayer. Lucina Bronniî Mayer, Journ. de Conch., Serie II, Vol. III, pag. 75, fig. 1 (nel testo fig. 5 per err. tipog.). » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 309. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. Lucina columbella Lk. (Lucina columbella Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 231. tav. XXXIII, fig. 5a, f). » » Pantanelli, Lamell. plioc., Bull. Soe. Mal. It., Vol. XVII, pag. 254, (Estr.). Castellarquato. Castellarquato ex collezione. L'unico esemplare di questa specie fu esaminato e control- lato dal Prof. Pantanelli (loc. cit.). È da rilevarsi però che erro- neamente la Lucina astensis Bon. citata da Michelotti (Brevi cenni di alcuni resti della classe Brachiopodi Acefali, pag. 25) fu riferita alla Lucina orbicularis Desh., mentre risulta evidente che la L. astensis Bon. coincide esattamente colla 4 columbella Lk. ora accennata. ® Lucina cunctata Fontannes. ( Lucina cunctata Fontannes, Moll. Rhòne et Rouss., Vol. II pag. 109, tav. VI, fig. 20-21). 3 » » Pantanelli, Lamell. plioc., Bull. Soc Mal. It., Vol. XVII, pag. 255, (Extr.). Castellarquato. È Castellarquato ex collezione. | Lucina elliv» .èa Borson. Castellarqnato ex collezione. ” La storia di questa specie, affogata in un mare di sinonimi è riportata fedelmente dal Prof. Pantanelli (Lamell. Plioc., pag. 256, 257 ). Il nome di elliptica gli spetta per precedenza. Nella colle- zione di Castellarquato era stata posta da Doderlein come varietà — 190 — della transversa, colla quale pure fu spesso confusa. Doderlein chiamandola var. incrassata già aveva intuito le differenze. Dispo- nendo di un solo esemplare, non è lecito sfoggiare in discussioni, solo si può affermare che l'esemplare è diverso dagli altri della L. transversa. Due le figure buone per questa specie Lucina rostrata Pecchioli ( Deser. di alcuni fossili delle argille sub. To- scane, pag. 32, fig. 43, 45) Axinus rostratus Fontannes (Vol. II, pag. 115, tav. VII, fig. 4). Lucina fragilis Phil. Venus edentula Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 367. Piacentino. Lucina globosa Bronn, It. Tert. Geb., pag. 99, n. 533. Castellarquato. » fragilis Pantanelli, Lamell. plioc., Bull. Soc. Mal. It., Vol. XVII, pag. 258, (Estr.). Castellarquato. Castellarquato ex collezione. È specie prossima ma distinta dalla Lucina incrassata Deah. La distinzione si basa essenzialmente sull’ assenza dei due solchi attorno alla lunula, solchi che sono costanti in tutti gli esemplari di L. incrassata. Lucina Meneghinii De Stef. e Pant. &w Lucina Meneghini Pantanelli, Lamell. plioc., Bull. Soc. Mal. It., Vol. XVII, pag. 261, (Extr.). Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Anche per Castellarquato si tratta evidentemente della specie chiamata da Bonelli L. unguis. Paragonando la Lucina spinifera a questa specie non è possibile ammettere relazioni fra luna e l’altra. Lucina reticulata Poli. (Jagonia reticulata Fontannes, Moll. Rhòne et Rouss., Vol. II, pag. 112, tav. VI, >. I) Castellarquato ex collezione. Lucina spinifera Mont. Lucina spinifera Cocconi, Moll. mioe. plioc. Parma, Piac., pag. 310. Ca- stellarquato. — 191 — Lucina spinifera Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 237. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. La L. hiatelloides, citata e illustrata da Fontannes (Moll. Rhòne et Rouss., pag. 111, tav. VI, fig. 20, 24) è certamente molto vicina a questa specie dalla quale appunto come dice Pantanelli, può staccarsi solo a titolo di varietà. Lucina transversa Brn. Castellarquato ex collezione. È strano come questa specie, non sia stata notata da nessun autore per Castellarquato, quantunque si possa ritenere che al Prof. Pantanelli sfuggì per mero caso. © Per esser ben certo della classificazione ho preso a confronto gli esemplari d’ Asti, e ho trovato che coincidono perfettamente con quelli di collezione, anche per le dimensioni. L'unica figura a cui riferirsi resta sempre quella dell’ Hòrnes (Foss. Tert. Beck. Wien, Vol. II, pag. 246, tav. XXXIV, fig. 2) accennata anche da Pantanelli. Fam. T'ellinidae. » Gen. T'ellina Linn. Tellina compressa Brocchi. Tellina compressa Bronn, It. Tert. Geb., pag. 93, n. 513. Castellarquato. » » Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 513. Ca- stellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 271. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. La specie come ha accennato il Prof. Pantanelli (pag. 266) è assai bene riconoscibile per la piega anteriore interna delle sue valve, e per le strie obblique esterne che corrispondono alla stessa parte. Tale caratteristica è resa difficilmente dalle figure, delle quali la migliore potrebbe quasi dirsi essere quella di Brocchi (tav. XII, fig. 9.). - bi; fine» — 192 — Tellina balaustina L. Arcopagia balaustina Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 279. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Tellina crassa Penn. Tellina subrotunda Bronn, It. Tert. Geb., pag. 93, n. 523. Castellarquato. » cerassa... Héòrnes, Foss. Tert. Beck. Wien, pag. 96. Castel ‘ stellarquato. ‘Arcopagia crassa . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 274. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Tellina distorta Poli. Tellina distorta Pantanelli, Lamell. plioc., Bull. Soc. Mal. It., Vol. XVII, pag. 267, (Estr.). Piacentino. Castellarquato ex collezione. È specie vivente non molto comune, come non molto comune deve essere stata fossile giudicando dalle scarse citazioni. È specie assai fragile e delicata, di forma allungata, forma che anche allo stato fossile conserva i più vaghi colori. Si distingue dalle specie affini per la sua forma allungata quasi appuntita, pei suoi colori, per le tenuissime strie concentriche, pel lato posteriore più lungo, più acuto e anche maggiormente inflesso. Tellina donacina L. Tellina subcarinata Bronn, It. Tert. Geb., pag. 93, n 521. Castellarquato. - » donacina. . Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 87. Ca- stellarquato. » » . + Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 272. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Specie comune allo stato fossile vivente nel Mediterraneo e Adriatico. Buona la figura di Fontannes (Moll. Rbòne et Rouss., — 193 — tav. II, fig. 8, 9). La specie vivente non diversifica sensibilmente dalla fossile, le leggerissime differenze furono accennate da Fon- tannes stesso. Anche le specie di Vienna secondo Weinkauff, sono - identiche alle viventi nel Mediterraneo, le differenze che si notano nelle figure di Héornes riguardo alla cerniera, seno palleale, ecc sono a considerarsi come inesattezze d’incisione (Fontannes, pag. 36). Tellina elliptica Brocchi. Tellina elliptica Bronn, It. Tert. Geb., pag. 93, n. 522. Castellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 271. Castellarquato ex collezione. Tellina incarnata L. Tellina depressa Bronn, It. Tert. Geb., pag. 93, n. 518. Castellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 271. Mon- tezago, Lugagnano. Castellarquato ex collezione. Gli esemplari fossili di questa bella specie corrispondono assai bene a quelli viventi. Tellina lacunosa Chemnitz. Tellina lacunosa Hòrnes, Foss. Tert. Beck. Wien, pag. 12. Castellarquato. » » Cocconi, Moli. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 274. Ca. stellarquato. Castellarquato ex collezione. È una specie di notevoli dimensioni, l'esemplare unico di Castellarquato raggiunge i 60 centimetri. Bronn e Brocchi la citano solo di Val Andona. Tellina nitida Poli. Tellina nitida. Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 319. Piacentino. » » ? Bronn, It. Tert. Geb., pag. 93, n. 517. Castellarquato. » » . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 272. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. 13 a Tellina planata L. Tellina planata Bronn, It. Tert. Geb., pag. 92, n. 511. Castellarquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 270. Ca- stellarquato. 3 » Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 85. Castel- larquato. Castellarquato ex collezione. È una grande e bella specie, assai frequente, che vive nel Mediterraneo e nell’ Adriatico. Come Cocconi accenna gli esemplari del Piacentino offrono in generale tracce di zone rossiccie trasver- sali. Buonissime le descrizioni e figure del Fontannes, i di cui tipi non si allontanano da quelli del pliocene italiano. Tellina pulchella Lk. Tellina pulchella Bronn, It. Tert. Geb., pag. 93, n. 519. Castellarquato. ? » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 273. Ca- stellarquato. » » Pantanelli, Lamell. plioc., Bull. Soc. Mal. It., Vol. XVII, pag. 269, (Estr.). Piacentino. Castellarquato ex collezione. È specie tuttora vivente nell'Adriatico e Mediterraneo. È ben riconoscibile per le descrizioni date, fra le migliori quelle di Kobelt e Locard ( Coquilles marines des Cotes de France, pag. 274), ma non conosco buone figure. i Tellina serrata Ren. Tellina serrata Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 319, tav. XII, fig. 1. > » Bronn, It. Tert. Geb., pag. 92, n. 512. Castellarquato. » » Héornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 89. Castel- larquato. » > Cocconi, Moll. mioe plioc. Parma, Piac., pag. 271. Ca- stellarquato. Castellarquato ex collezione. La specie è comune abbastanza nel Piacentino, sembra invece — scarsa nel pliocene Bolognese. Buona la figura e descrizione del — 195 — Fontannes (Moll. Rhòne et Rouss., Vol. II, pag. 33, tav. II, fig. 6) per quanto gli esemplari di Roussillon a detta dello stesso Fon- tannes differiscano alquanto dalla figura di Brocchi che è più esattamente triangolare, e della quale il margine palleale è alquanto triangolare. Cosi pure pel diametro gli esemplari del Piacentino aumentano leggermente da quelli di Roussillon e altrettanto leg- germente diminuiscono da quelli viventi. Tellina striatella Brocchi. Tellina striatella Pantanelli, Lamell. plioe., Bull. Soc. Mal. It, Vol. XVII, pag. 270, (Estr.). Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Tellina ventricosa De Serres. Tellina corbis .... Bronn, It. Tert. Geb., pag. 94, n. 525. Castellarquato. » ventricosa . . Hòrnes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 93. Castellarquato. Arcopagia » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 275. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Gen. Gastrana Schumacher. Gastrana fragilis Linn. Fragilia fragilis Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, Vol. II, pag 81. Ca- stellarquato. Capsa » Weinkauff, Conchyl. des Mitt.. Vol. I, pag. 60. Castel- larquato. Fragilia >» Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 276. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. fGrastrana foliosa Dod. n. sp. Testa ovata trigona posterius obscure rostrata, striis concen- tricis lamellosis, raris, regularibus, erectis, postice marime expli- catis, strtîis longitudinalibus nullis. — 196 — Conchiglia ovata triangolare, sul lato posteriore rostro poco accentuato, strie concentriche lamellose, rare, regolari, rialzate, molto spiegate nella regione posteriore. Dimensioni medie. Diam. umb. 14 mm. Diametro transv. 19 mm. spessore 10 mm. (Pan-. tanelli). La designazione di questa specie inedita venne fatta da Pan- tanelli; ( Lamel. Plioc., pag. 273) che parlando della G. fragilis accenna alla specte del Doderlein chiamata G. ( Petricola) foliosa. Egli ritiene che questa specie potrà conservare il proprio nome, ma però l’incorpora colla Gastrana fragilis. Per la convinzione entratami che valga la pena di differenziarla dalle specie affini ne ho dato la deserizione. Le differenze principali fra la presente specie e la G. fragilis date da Pantanelli consistono nella man- canza di strie longitudinali, nella regolarità e forma delle lamelle, nella mancanza di rostro, nel dente della valva sinistra che trian- golare e bifido si protende in avanti senza rialzarsi dal piano di giunzione delle valve, e finalmente nelle dimensioni medie, in- feriori. Fam. Scrobiculariidae. Gen. Syndesmya Reécluz. Syndesmya longicallus Scacchi. Syndesmya longicallus Pantanelli, Lamell, plioc., Bull. Soc. Mal. It., Vol. XVII, pag. 275, (Estr.). Piacentino. Castellarquato ex collezione. È specie vivente e poichè non differisce dagli ul fos- sili, così la buonissima descrizione che ne da il Kobelt ( pag. 312 ) può servire all'uno e all’ altro stato. Sqyndesmya Renieri Bronn. Erycina Renieri. . Bronn, It. Tert. Geb, pag. 90, n. 488. Castel. larquato. - Syndesmya apelina Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, pag. 78. Castel- larquato. » » Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 275. Castellarquato. — 197 — Syndesmya renieri. Pantaneili, Lamell. plioc., Bull. Soc. Mal. It., Vol. XVII, pag. 2/5, (Estr.). Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Era indicata in collezione come Scrobicularia alba Wood. Pan- tanelli ammette che la Tellina pellucida indicata da Brocchi, pag. 323 debba passare in sinonimia. Uniformandomi a questo criterio ho riportato anche la citazione di Hòrnes e Cocconi, giacchè Hornes pone nella sinonimia della S. apelina la 7°. pellucida Brocchi, che è poi uguale alla S. Renieri. Syndesmya stricta Brocchi. Syndesmya angulosa Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 276. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Fam. Cuspidariidae. Gen. Cuspidaria Nardo. Cuspidaria abbreviata Forbes. Cuspidaria abbreviata Pantanelli, Lamell. plioc., Bull. Soc. Mal. It., Vol. XVII, pag. 277, (Estr.). Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Cuspidaria cuspidata Olivi. Tellina cuspidata . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 325. Piacentino. Neaera » . . Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. 1I, pag. 48. Castellarquato. » » . + Cocconi, Moll. mioc. plioe. Parma, Piac., pag. 267. Cuspidaria » . + Pantanelli, Lamell. plioc., Bull. Soc. Mal. It., Vol. XVII, pag. 277, (Estr.). Castellarquato. Castellarquato ex collezione. — 198 —. Cuspidaria costellata Desh. Neaera costellata .. Cocconi, Moll. mioe. plioe. Parma, Piac, pag. 263. Castellarquato. Cuspidaria » . + Pantanelli, Lamell. plioc., Bull. Soc. Mal. .It., Vol XVII, pag. 277. (Estr.). Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Cuspidaria maxima Mayer. Neaera proboscidea Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 263. Riorzo. » maxima’. . Mayer, Journ. de Conch., Vol. XXVI, pag. 302. tav. XVI, fig. 1. Castellarquato, Lugagnano, Montezago. Cuspidaria » .. Pantanelli, Lamell. plioe., Bull. Soc. Mal. It., Vol. XVII, pag. 278. ( Estr.). Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Cuspidaria rostrata. Cuspidaria rostrata Pantanelli, Lamell. plioe., Bull. Soc. Mal. It., Vol. XVII, pag. 279, (Extr.). Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Fam. Verticordiidae. Gen. Verticordia Wood. Verticordia argentea Mariti. Chama? arietina. . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 305, tav. XVI, fig. 13. Piacentino. Isocardia » —.. Bronn,It. Tert. Geb, pag. 106, n. 610, Castellarquato. Pecchiolia argentea Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 308. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. — 199 — Fam. Pandoridae. Gen. Pandora Bruguiére. Pandora inaequivalvis L. Pandora inaequivalvis Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 264. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Fam. Anatinidae. Gen. Thracia Blainv. Thracia convera Wood. Thracia Maravignae Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 261. Riorzo. » pubescens. . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 61. Piacentino. Castellarquato ex collezione. Thracia distorta Mg. Mya conglobata. . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 343, tav. XII, fig. 12. Castellarquato. Saricava > . . < Bronn, It. Tert. Geb., pag. 91, n. 501. Castellarquato. Thracia ovalis . . . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 261. Castellarquato. Castellarquato ex collezione. Fam. Clavagellidae. Gen. Clavagella Lk. Clavagella aperta Sow. Teredo echinata. . . Brocchi, Conch. foss. sub., pag. 34, tav. XV, fig.1a, d. Piacentino, — 200 — Clavagella Brocchii Bronn, It. Tert. Geb., pag. 86, n. 465. Castellarquato. | _ » » Cocconi, Moll. mioc plioc. Parma, Piac., pag. 254. Lugagnano. Castellarquato ex collezione. Le ragioni esposte da Pantanelli ( Lamell. Plioc., pag. 285 Estr.) mi dispensano dal ripetere perchè al nome di C. Brocchii debba so- stituirsi quello di C. aperta. Clavagella bacillum Brocchi. Teredo bacillum . . . . Brocchi, Conch foss. sub, pag. 39, tav. XV, fig. 6. Piacentino. - Clavagella aspergillum Bronn, It. Tert. Geb., pag. 86, n. 464. Castellarquato. » bacillaris . Cocconi, Moll. mioc. plioc. Parma, Piac., pag. 254. Castellarquato. ? » . Hornes, Foss. Tert. Beck. Wien, P. II, pag. 3. Castellarquato. » » . Fontannes, Moll. Foss. Rhòne et Rouss. Vol. II, pag. 7. Piacentino. Castellarquato ex collezione. L’opera del Prof. Pantanelli Lamellibranchi pliocenici ha spianato le maggiori difficoltà che questa parte del mio lavoro poteva riscon- trare. L'autore infatti nella sua Enumerazione e Sinonimia non si è limitato a un arido elenco di nomi e cifre, ma spesso è entrato nel a critica de.le singole specie. Gli esemplari tutti della collezione di Castellarquato furono da lui esaminati, il compito mio si limitò quindi o a ripetere cose importanti dette, o a citare senza altro la specie. Incidentalmente qualche nuova osservazione è sorta, ma certo di valore assai relativo. Il metodo tenuto nella classificazione è lo stesso della prima parte. lito: — 201 — ELENCO DELLE SPECIE CITATE NON ESISTENTI IN COLLEZIONE Gen. Scarabus. S. subglobosus Bagatti, op. cit., pag. 33. Bacedasco. Gen. Aceteon. Acteon cf. subulatus Wood. Sacco, op. cit., P. XXII, pag. 31 =? A. sul. catus Cocconi, op. cit., pag. 245. » inffatus Bors. Sacco; op. cit., P. XXII, pag. 31 = A. Noae Coc- coni, op. cit, pag. 32. Tornatella attenuata Mayer, op. cit., pag. 308. Bacedasco. > Woodti . Mayer, op. cit., pag. 309. Castellarquato. Gen. Cylichna. Cylichna clathrata . . Cocconi, op. cit., pag. 246. Cylichna cf. clathrata Sacco, op cit., P. XXII, pag. 51. > tornata. . Mayer, op. cit., Vol. XXII, 1874, pag. 309, tav. XI, fig. 3. Gen. Ringicula. Ringicula orniculata var. africana Sacco, op. cit., P. XII, pag. 27. Piacentino. Gen. Bulla. Bulla D’ Anconaeana Cocconi, op. cit., pag. 249. Piacentino. » » Sacco, op. cit., pag. 22, n. 48. Piacentino. » subampulla . . . Sacco, op. cit., pag. 22, n. 47. Piacentino. = Bulla Striata Brug., Cocconi, op. cit., pag. 249. » Weinkaufi ... Mayer, op. cit., pag. 310. Lugagnano. 14 Poggi Gen. Terebra. -# Terebra Studeriana . Cocconi, op. cit., pag. 132. Piacentino. » subcancellata. Bagatti, op. cit., pag. 26. Castellarquato. Gen. Conus. ITER ia SAIGON Conus Aldrovandi... ...... Cocconi, op. cit., pag. 147. Montezago. Dendroconus Berghausi e var. Sacco, op. cit., P. XIII, pag. 7. Piacen- x tino. — Conus Bergausi Cocconi, op. cit., i pag. 147. = Conus fuscocingulatus Coc- i i coni, op. cit., pag. 118. 8 Chelyconus Deshayesi ..... Sacco, op. cit., P. XIII, pag. 73. Piacen- i tino. = C. Deshayesi Cocconi, pag. 152. Gen. Genota. Genota ramosa = P. ramosa Cocconi, op. cit., pag. 48. Castellarquato. - Gen. Surcula. Surcula Reevei = P. Reevei Cocconi, op. cit., pag. 54. Piacentino. » Mercati. . .. Bagatti, op. cit., pag. 15. Bacedasco. » diademata . . » » vo » » Kossuti .... » » » » » » Coquandi . . . » » » » » » Lamarkii daro » » » » » » CAMMIL an o ee » » » » Bacedasco. » disparilis NE » » » » » » latyriformis 5 » » » » » » recticosta. . . » » » 16. » » Chinensiîs . . . » » » » S. Maria. Gen. Operculatum. O. plicatum Bagatti, op. cit., pag. 32. Bacedasco. Gen. Drillia. Drillia terebra = P. terebra Cocconi, op. cit., pag. 57. Castellarquato. » raricosta = P. raricosta Cocconi, op. cit., pag. 58. Castellarquato. » Scillae ... Bagatti, op. cit., pag. 16. Bacedasco. » LORECArO » » SAR » — 203 — Drillia crebricosta . Bagatti, op. cit., pag. 16. Bacedasco. » rotundicosta » » » IN » » seruncia. . . » » » » » » Michelotti . »_ » » » » » crebristriata » » » » » » unifilosa slo » » » » » » Perrara . . » » » » » » bifilosa Car gio; » » LD » » » SOTOr » » za » » obeliscus . . » » » 18. » Gen. Homotoma. Homotoma anceps = P. anceps Cocconi, op. cit., pag. 56. Castellarquato. » Leufroyi = D. Leufroyi Cocconi, op. cit., pag. 60. Castel- i larquato. » Bellardiana = D. Bellardiana Cocconi, op. cit., pag. 60. Castellarquato. > Montagui Bagatti, op. cit., pag. 20. Riorzo. Gen. Daphnella. Daphnella Romani = P. admirabilis Mayer, op. cit., vol. XX, pag. 234. Castellarquato. » » Bagatti, op. cit., pag. 21. S. M. Maddalena. »° Salinasii = P. Caveola Bagatti, op. cit., pag. 21, S. M. Maddalena. Gen. Clavatula. Clavatula Romana = P. Mortilleti Mayer, op. cit., pag. 163. Castellarquato. > Taurinensis Bagatti, op. cit., pag. 13. Bacedasco. » bicarinata . Bagatti, op. cit., pag. 19. Bacedasco. Gen. Bela. Bela bucciniformis Bagatti, op. cit., pag. 18. Castellarquato. Gen. Pseudotoma. Pseudotoma hirsuta Bagatti, op. cit., pag. 19. Bacedasco. Gen. Dolichotoma. D. doliolum Bagatti, op. cit., pag. 19. Bacedasco. DA IA C. subtilis . » detrunca » Lustiae . declivis . . . Bagatti, ta » »d d » Spreafit . 5 Mangelia scabriuscula Bagatti, op. cit., pag. 21. S. Maria. Gen. Clathurella. op. cit., pag. 19. Bacedasco. “ACI » SA Kiorzo: d » » >» G » >» >» Castellarquato. s d >P° >» >» S. Maria. i A Gen. Mangelia. » catagrafa. . » > >» » Riorzo. Gen. Raphitoma. Raphitoma Cordieri . .. Bagatti, op. cit., pag. 22. Castellarquato. » Bertrandi . . » » SRO » > Semperti . . » > >» » Riorzo. » novella . » » » » Bacedasco. » megastoma . . » » » ». Riorzo. » sulcatula . . » > » » Bacedasco. » Appelliusi . . » » » » Riorzo. di » lumidula . . » > » » Bacedasco. » scalariformis. » » » » . Riorzo. » SUesst. ri. ? » » » Bacedasco. Gen. Halia. Halia D' Anconeana. = Bulla D’ Anconeana Cocconi, op. cit., pag. 248. — Sacco, op. cit., pag. 48. Piacentino. >» Wenkaufi.. = Bulla Weinkaufi Mayer, op. cit., Vol. XX, pag. 309. Castellarquato. Gen. Mitra. Mitra rustica. . . . Cocconi, op. cit., pag. 95. Castellarquato. » nitidula . . » » >» 96. » >». incognita. . » > RESSE ) » striatosulcata > > » 98. Lugagnano. » crebricosta . Bagatti, » » 24, Castellarquato: * sele gansWen, » » >» » Bacedasco. Castellarquato. — 209 — Gen. FUSUS. Fusus Bellardianus. Cocconi, op. cit., pag. 43. Montezago. >alaffinesino » » » » Riorzo. >» Bredae.... Bagatti, r » 12. Bacedasco. » Valenciennesi » » > >» Castellarquato. » multiliratus . » 5 > cu» » decorus ... ? » SRO » » squamulatus. » ? >» Riorzo. » laciniatus .. > 2 » » Montezago. >» circinnatus. . » » so: > Gen. Turbinella. T. gracilis . Bagatti, op. cit., pag. 24. Castellarquato. (A) Dujardini » > È) » » >» Hoauerì. . » » » » Bacedasco. Gen. Phos. Phos flexuosum = Buccinum flexuosum Cocconi, op. cit., pag. 76. Ca- stellarquato. » eziguum. Cocconi, op. cit., pag. 76. Castellarquato. Gen. Nassa. Nassa Doderleiniana Cocconi, op. cit., pag. 80. Castellarquato. » strobeliana. . » » > tn) » » cingulata. .. Mayer, op. cit., Vol. XX, pag. 147. Montezago. >» collaterale... >» » » » 148. Piacentino. » spinulosa.. . Bagatti, op. cit., pag. 23. Bacedasco. >» Falineoe... » » sd » DIRI III IRRORONE » » >» » Castellarquato. » Ferrusaci. . . » » » » » » multisulcata . » » Di » » NOVO = +... 0 » » » » » Gen. Typhis. Typhis horridus Cocconi, op. cit., pag. 23. Castellarquato. » » » » » » » Gen. Murex. n° x Murex Sowerbyi. .. Cocconi, op. cit., pag. 24. Montezago. a » heptagonatus. Bronn, op. cit., pag. 35, n. 151. Castellarquato. » heptagonatus. Hòrnes, op. cit., pag. 255. Castellarquato. DEI » . Cocconi, » DIECZe » » varicosissimus » » DD » e Stramonte. » brevicanthos . » » » 28. Piacentino. » Sedgwicki... >» » » >» Castellarquato. » multicostatus . » » » N99! » e Diolo. — » JamanusP.. > » 1199: » i ” » pagodula . .. Mayer, op. cit., Vol. XXII, pag. 314. Lugagnano. 00 » turbiniformis. >» » » » 315. » : » Partschii. .. Bagatti, op. cit., pag. 9. Stramonte. P » Borsoni . . . » » » » Montezago. 7 > Mery note » » » » » i » —subasperimus . » » ni» » RIGA » umbilicatus. . » » » >» Bacedasco. = È i, » dertonensîs . . » » » » Gropparello. » concerpius .. » » » » Stramonte. i » bicaudatus . . » » » » » » coelatus . SRLst » » » » » a » Beclioaao » » » » Bacedasco. g » {esset gote » » » » -» : s . » horrens . . . . » » » 10. » ù ni » confragus. Slo » » » » » 3 » fodicatus ... » » » » Stramonte. SI De lectus ST. » » » >» Gropparello. | » caperatus . . . » » » » » » @rregularis . . DA » » Stramonte. » . Capellini. ... » » Do » î ì » corallinus. . + » » » » » i E » torulosus . . . » » » ant, SaS ) ) » NOVUS è... » » » » » 3 » » Strobeli. .. . » » » » » » diruius . . « . » » » » » Gen. Jania. Jania maxillosa Bagatti, op. cit., pag. 14. Bacedasco. » labrosa. . » » » » » Gen. Pisania. | Pisania crassa. . Bagatti, op. cit., pag. 14. S. M. Maddalena. 0 arte » maculosa Cocconi, op. cit., pag. 41. Chero. n “SIRO | Gen. Pollia. Re Ep. exacuta . . Bagatti, op. cit., pag. 14. Rio dei Vassalli. » subspinosa » » » » Bacedasco. Mai » Mayeri.. » » >» » Stramonte. i | ___» Meneghini » » se DI de “aa ranellaeforme Bagatti, 15. Montezago. 26, >il Borsoni... .-. » » DR) » - » Doderleini. . » » » » Stramonte. abbreviatum . » » » » Bacedasco. Gen. Cassis. n Cassîs sulcosa Cocconi, op. cit., pag. 111. Castellarquato. Gen. Cyphoma. — C. intermedia Bagatti, op. cit., pag. 28: Castellarquato. Gen. Cypraea. ©. cocconi Mayer, op. cit., Vol. XXIII, pag 76. Castellarquato. Gen. Trivia. Trivia dorso laevigata var. sulconitens Sacco, op. cit, P. XV, pag. 52. Piacentino = 7. pediculus Cocconi, op. cit., pag. 168. Castellarquato. Gen. Birostra. | B. birostris Bagatti, op. cit., pag. 28. Castellarquato. Gen. Cerithium. C. Italicum Mayer, op. cit., Vol. XXVI, pag. 178. Bacedasco a! TRA RI I 4 ong E Gen. Vermetus. V. protensus Cocconi, op. cit., pag. 196. Bacedasco. Gen. T'urritella. IESVAnICOSOE AE Cocconi, op. cit., pag. 191. Castellarquato. Archimediella? bicarinata Sacco, Moll terz. Piem., Lig., P. XIX, pag. 14: Castellarquato. = 7. Bicarinata Cocconi. op. cit., pag. 191. Castellarquato. Haustator marginalis. . . Sacco, Moll. terz. Piem., Lig., P. XIX, pag. 16 Piacentino. 7. marginalis Cocconi, op. cit., pag. 191. Castellarquato. Turritella spirata. . . . . Bagatti, op. cit., pag. 30. Castellarquato. Gen. Solarium. Solarium Aldrovandi Cocconi, op. cit., pag. 146. Castellarquato. = Pseudo- malaris Aldrovandi Sacco, op. cit., P. XII, pag. 75. Castellarquato. » umile... .. Bagatti, op. cit., pag. 27. Castellarquato. » Lyelli ... » » » » Bacedasco. » Aragonae . » » » » D) Gen. Rissoa. Riîssoa oblonga. . Cocconi, op. cit., pag. 184. Riorzo. = Zippora oblonga Sacco, Moll. terz. Piem, Lig., P. XXII, pag. 18. Piacentino. » monodonta Cocconi, op. cit., pag. 184. Riorzo. » ventricosa » O » 185. Castellarquato. » radiata. . Bagatti, » » 29. Bacedasco. Gen. Crepidula. C. rugosa Bagatti, op. cit., pag. 30. Riorzo. Fam. Scalariidae. Scalaria foliacea. . - . Cocconi, op. cit., pag. 1283. Riorzo. » trinacria . . . » » » » Bacedasco. » pulchella . . . » » » 124. » » babilonica . . » » » 125. Castellarquato. TS È CLS na RN et) | w iz PARETO DN w aa TREERRBA E E AEREI — 209 — Dentiscala crenata var. Babilonica Sacco, op. cit., P. IX, pag. 82. Piacentino. Scalaria Capelliniana. Cocconi, op. cit., pag. 127. Montezago. » geniculata . . Bagatti, » » 24. Castellarquato. » clathratula. . » » » 25. Riorzo. sn » coronata . . . » » » » Bacedasco. » planicosta . . » » » dia » Delprati . . . » » » » Riorzo. » septem costata » » » » » » Bellardîwi. . . » » » » Castellarquato. Gen. Chemnitziae. C. scalarîs Cocconi, op. cit., pag. 137. Riorzo. Gen. Paludina. P. acuta. . Bagatti, op. cit., pag. 30. Bacedasco. » vivipara Cocconi. » DI SLEA. » Gen. Phasianella. P. Eichwaldi Bagatti, op. cit., pag. 31. Bacedasco. Gen. Trochus. T. euomphalus Cocconi, op. cit, pag. 220. Castellarquato. » wvorticosus . Bagatti, » vata: » » rotellaris. . » » » ». Montezago. » divaricatus » » » » Gropparello. Gen. Clanculus. Clanculus Jussiewi . Cocconi, op. cit., pag. 228. Castellarquato. Clanculella » Sacco, » P. XXIII, pag 23. Piacentino. Gen. Monodonta. M. limbata. .... Bagatti, op. cit., pag. 31. Bacedasco. ‘ Danilia sublimbata Sacco, op. cit., P_ XXIII, pag. 23. Piacentino. Gen. Fissurella. F. clypeata Cocconi, op. cit., pag. 231. Castellarquato. Gen. Emarginula. Emarginula crebricosta Cocconi, op. cit., pag. 233. Lugagnano. | » elongata . » d » » Montezago. » » . Sacco, op. cit., P. XXII, pag. 15. Piacentino. » conica. . . Cocconi, op. cit., pag. 234. S. Maria. Gen. Dentalium. D. entalis. Cocconi, op. cit., pag. 241. Lugagnano. = Anfale vitreum Sacco, op. cit., P. XXII, pag. 22. Piacentino. » Jani. . Cocconi, op. cit., pag., 242. Castellarquato. Fustiaria Jani Sacco, op. cit., P. XXII, pag. 112. Piacentino. Gen. Ostrea. Ostrea hyotis Brocchi. ...... Bronn, op. cit., pag. 117, n. 671. Ca- stellarquato. > cf. digitata Eichw. .... Sacco, ‘op. cit., P. XXI: pag 00 Piacentino. Cubitostrea Delboni var. Addolti May. Sacco, op. cit., P. XXIII, pag. 13. Piacentino. ; Crassostrea crassissima Lk. .. . Sacco, op. cit, P. XXIII, pag. 16. Piacentino. Gen. Anomia. Anomia squamula Linn. Brocchi, op. cit., pag. 261. Piacentino. » electrica » » DIGO » » » » squama >» Bronn, » » » 125, n 707. Piacentino. Gen. Lima. Lima mutica? Lk. Bronn, op. cit, pag. 114, n. 660. Castellarquato. >» squamosa » Bagatti, op. cit., pag. 39. Bacedasco. Gen. Chlamys. Chlamys varia Linn. (2)... .. Sacco, op. cit., P. XXIV, pag. 4. Pia- centino, » Bruei Payt... . (Sacco, op. cit. .P. XXXIV pag 9 ia centino. AVRO di Hi ge Chlamys (Manupecten) pes felis Sacco, op. cit, P. XXIV, pag. 36. Piacentino. » (Palliolum) simile. . . Lk., op. cit., P. XXIV, pag. 45. Pia. i centino. » (Peplum) inflera Poli. Sacco, op. cit. P. XXIV, pag. 37. Pia- centino. » » septemradiata Mill, op. cit., P. XXIV, pag. 38. Pia- centino. » (Plexopecten ) flexuosa Poli, op. cit. P. XXIV, pag. 40. Pia- centino. > > inaequicostale Lk, op. cit., P. XXIV, pag. 42. Piacentino. Gen. Semipecten. Semipecten ( Pleuronectia) duodecimlamellatus Bronn. Cocconi, op. cit.. pag. 840. Castellarquato. Gen. Amussium. Amussium ( Parvamussinm) duodecimlamellatum Bronn. Sacco, op. cit., P. XXIV, pag. 48 Piacentino. Gen. Pecten. Pecten maximus Lk. .... Bronn, op. cit., pag. 116, n.466. Castellarquato. DMCKLCISUSI:M Na ge » » Sa ASSAI E » 3 mass vartus Luk or » » >» 118,» 672. » » rotundatus Lk. ... >» » DL OZ: » «Dumas Pay... » » »_-.»i 3.078. » >» polymorphus Brn... >» » » 119, » 679. » » dslandicus Lk..... » ) » >» »680. » Da pens felisihikos ol > » » Sa 31681 » sftvarvas Lin.*. 0. Cocconi, op. cit., pag. 335. Castellarquato. DAMS SMMUISTEA Brocchi, » 999: > » Leytajanus Partsch. Bagatti, op. cit., pag. 38. » » muocenicus Micht. . . ’ » » » Bacedasco. ». Brouei Payr. .... ? » >. 199: » » turgidus Lk...... » » » » Castellarquato. Dm inflerus ki... » » » » » » plica LE 0 » » » » » > maximus Linn. ... » » b) 58. » MCR » » » 60. » » (Vola) medwus Lk.. » » » 39. Bacedasco. » (Janira)fallax Mich. » » » » » sa BH: oli Tea | ETRO 3a. SRNIE Rae Sr & SANE Pa Cp NSÉ x SE I Ia Gen. Mytilus. Mytilus edulis Brocchi. . . Bronn, op. cit. pag. 113, n. 653. Castellarquato. ; MO hesperianus Lk. . Cocconi, op. cit., pag. 315. Riorzo. » aquitanicus May.. » (EE) » 316. Castellarquato. Gen. Modiola. Modiola subcarinata Lk. Bronn, op. cit., pag. 112, n. 618. Castellarquato. » mytiloides Brn. » » » 113, » 651. » > barbata Gmel. . Cocconi, op. cit., pag. 317. Castellarquato. Gen. Avicula. Avicula phalenacea Lk. Cocconi, op. cit., pag. 318. Castellarquato. Gen. Arca. Arca Darwini May... .. Cocconi, op. cit., pag. 391. Stramonte. » cuculliformis Eichw. » » » 329. Castellarquato. » candida Gmel.. . .. » » » 324. Montezago. + Gen. Pectunculus. Pectunculus transversus Lk. Bronn, op. cit., pag. 109, n. 629. Castellarquato. Gen. Trinacria. Trinacria ( #rigonocoelia ) Semperi May. Cocconi, op. cit., pag. 329. Ca- stellarquato. Gen. Nucula. Nucula rostrata . .... Bronn, op. cit., pag. 111, n. 639. Castellarquato. > decipiens Phil. . Bagatti, op. cit, pag. 38.. Bacedasco. Gen. Leda. Leda pellucida Phil. Cocconi, op. cit., pag. 331. Castellarquato. » clavata Cale. . » » » 339. » » pusto Phil. . . Bagatti, » PIRRO » ti — 213 — Gen. Cardita. Cardita elongata . . . . Bronn, op. cit., pag. 105, n. 605. Castellarquato. > neglecta Micht. Bagatti, op. cit., pag. 37. Castellarquato. Gen. Cardium. Cardium oblongum Bronn, op. cit., pag. 102, n. 585. Castellarquato. Gen. Laevicardium. Laevicardium serratum Lk. Bagatti, op. cit., pag. 36. Riorzo. Gen. Cytherea. » Cytherea venetiana Lk. Bagatti, op. cit., pag. 36. Riorzo. Gen. Tapes. Tapes vetula Bast. . . Cocconi, op. cit., pag. 287. Lugagnano. » edulis Chemn.. » » » 289. Castellarquato. È) Bronni May. 5 » » » » » » decussata Linn. » » » 290. » » aurea Gm... .. » » » » » Gen. Dosinia. Dosinia oa Ag. Cocconi, op. cit., pag. 285. Riorzo. Gen. Donax. Donax anatinum Lk. .. Bronn, op. cit., pag. 537, n. 95. Castellarquato. » lucida Horn... . Bagaîiti, » » 35. Castellarquato. » intermedia Horn. Cocconi, » » 277. Piacentino. Gen. Mactra. Mactra podolica Eichw. Bagatti, op. cit., pag. 35. Rio Asse. Gen. Pholadomya. Pholadomya alpina Math... Cocconi, op. cit., pag. 261. Chero. » Vaticana Ponzi. Bagatti, > » 30. Castellarquato. Lucina divaricata Lk.. » radula Lk..... » » » » » » DS ch » Dujardini Horn.. Bagatti, op. cit., pag. 36. Bacedasco. NRE » Sismondae Desh. » » DETTO » TE » —strigosa Micht.. . va » DI Sa » i Gen. Semele. a Semele ( Amphidesma) lucinalis Lk. Bronn, op. cit., pag. 90, n. 490. Castellarquato. Ue Gen. Thracia. 5 ri: Thracia papyracea Poli. Bagatti, op. cit, pag. 35. Castellarquato. — - Istituto di Mineralogia e Geologia della R. Università di Modena - 1.0 Novembre 1898. NE _-ANDbICK DELLE MATERIE CONTENUTE IN QUESTO VOLUME rendic onto delle adunanze — Adunanza generale del 26 Minnie 18968 er vo: PicagLia. — Curzio Bergonzini . . . tugenio Giovanardi . ././. 0. unanza generale del 6 gennaio 1897 PrcagLia. — Giuseppe Mazeebti Pr SESSO, BeNmIvOGLIO. = Tolo mino alle varietà della specie « Platyenemis Pennipes » (con 2 tav. colorate). Nawras. — Collezione di Molluschi pliocenici di Castellarquato Ry Di ' Ro, i x (062 (45.421) DI MODENA 3 | Serie III - Vol. XVI - Anno XXXI. sari “ IN MODENA 0OI TIPI DI G. T. VINCENZI R NIPOTI | Librai-Editori sotto il Portico del Collegio ce decimale, 5 CUPI DELLA SOCIETÀ DEI NATURALISTI — DI MODENA Serie III —- Vol. XVI - Anno XXXI. IN MODENA PRESSO G. T. VINCENZI E NIPOTI Tipografi-Librai sotto il Portico del Collegio 1898. : MODE UNO ELENCO DEI SOCI 1898 Ufficio di Presidenza. Comm. Prof. GIOVANNI CANESTRINI, Presidente onorario. Cav. Prof. DANTE PANTANELLI, Presidente. Prof. CIRO CHISTONI, Vice-Presidente. Dott. NAMIAS ISACCO, {. Tesoriere. Dott. LUIGI PICAGLIA, Segretario. Ing. LUIGI POZZI, Archivista. Membri Benemeriti. Kesselmeyer Cav. Ing. Carlo Augusto, Manchester. Lehmann Astronomo Paolo, Berlino. Membri Onorari. Baccelli Comm. Prof. Dott. Guido, Deputato al Parlamento Nazionale. Bombicci Porta Comm. Prof. Dott. Luigi, Bologna. Canestrini Comm. Prof. Dott. Giovanni, Padova. Cannizzaro Prof. Comm. Stanislao, Senatore del Regno, Roma. Carus Dott. Prof. Giusto Vittorio, Lipsia. Cartailhac Cav. Prof. Dott. Emilio, Tolosa. Ciaccio Prof. Cav. Giuseppe Vincenzo, Bologna. Ciofalo Cav. Prof. Saverio, Termini Imerese. Cohn Prof. Dott. Ferdinando, Breslavia. Costa Comm. Prof. Dott. Achille, Napole. De Bary Prof. Dott. Antonio, Strasburgo. Doria Marchese Comm. Giacomo, Senatore del Regno, Genova. Finali Comm. Ing. Gaspare, Senatore del Regno, Roma. Fuchs Dott. Teodoro, Vienna. Garbiglietti Prof. Comm. Giuseppe, Torino. Garrigou Cav. Dott. Felice, Luchon. RR e Hauer Comm. Prof. Dott. Francesco, Vienna. Hooker Prof. Dott. Giuseppe, Dalton-Londra. Kesselmeyer Cav. Ing. Carlo Augusto, Manchester. . Kowalewski Prof. Dott. Alessandro, Pietroburgo. Mantegazza Comm. Prof. Dott. Paolo, Senatore del kegno, Firenze. Milne-Edwards Prof. Alfonso, Parig?. Mòller Prof. Valentino, Pietroburgo. Nicolucci Prof. Giustiniano, Isola del Liri. Omboni Comm. Prof. Dott. Giovanni, Padova. Paulucci Marchesa Marianna, Villa Novoli ( Firenze). Preudhomme de Borre Cav. Adolfo, Bruxelles. Schmidt Valdemar, Copenaghen. Sennoner Cav. Dott. Adolfo, Vienna. Virchow Comm. Prof. Dott. Rodolfo, Berlino. Targioni Tozzetti Comm. Prof. Adolfo, Firenze. Membri Corrispondenti Onorari. Bernard Dott. Alfonso, Céligny. Biederman (von) Barone, Dresda. Bley Dott. Carlo, Dresda. Capellini Comm. Prof. Giovanni, Bologna. Curò Ing. Antonio, Bergamo. De Meuron Luogotenente Dott. Luigi, Losanna ( Vaud). Drechsler Cav. Dott. Adolfo, Dresda. Forsyth Major Dott. Carlo J., Firenze. Geinitz Giovanni Bruno, Dresda. Gibelli Cav. Prof. Dott. Giuseppe, Torzno. Hartig. Cav. Dott. A., Dresda. Herzen Prof. Dott. Alessandro, Mirenze. Hillyer Giglioli Comm. Prof. Enrico, Firenze. Hirsch Dott. Teodoro, Dresda. Koch Dott. A., Erfurt. Lambert Dott. Ernesto, Bruxelles. Lefevre Dott. Teodoro, Bruxelles. Ludwig Dott. Ernesto, Vienna. Ludwig Dott. I. M., Pontresina (Grigioni). Le Jolis Ing. Dott. Augusto, Cherbourg. Monier Prof. Dott. Dionigio, Ginevra. Pavesi Cav. Dott. Prof. Pietro, Pavia. Pedraglio Rag. Leone, Mzlano. Riccò Cav. Prof. Ing. Annibale, Catania. Roberts G., Althrincham (Lancashire). Rousette Giulio, Santa Maria ( Svizzera). Salvadori Conte Cav. Dott. Tommaso, Torino. TA EIA Schubring Dott. Gustavo, Erfurt. Sciutto Patti Cav. Ing. Carmelo, Catanza. Simmonds P. Luigi, Parigi. Struever Comm. Prof. Giovanni, Roma. Tacchini Comm. Prof. Ing. Pietro, L'oma. Taramelli Cav. Prof. Torquato, Pavza. Topinard Prof. Dott. Pietro Parzge. Soci ordinari. Bagnesi Bellencini March. Arrigo. Bonacini Prof. Dott. Carlo. Casarini Cav. Prof. Dott. Giuseppe. Chistoni Prof. Dott. Ciro. Corio Dott. Francesco. Crespellani Cav. Avv. Arsenio. Cugini Prof. Dott. Gino. Del Re Prof. Dott. Alfonso. Generali Cav. Prof. Dott. Giovanni. Goldoni Vittorio. Macchiati Prof. Dott. Luigi. Magnanini Prof. Dott. Gaetano Maissen Prof. Pietro. Manzini Prof. Ing. Angelo. Menafoglio Comm. March. Paolo, Deputato al Parlamento Nazionale. Messori Dott. Luigi. Montani Adolfo. Monticelli Prof. Dott. Barone Francesco Saverio. Mori Prof. Dott. Antonio. Namias Dott. Isacco. Pantanelli Cav. Prof. Dott. Dante. Picaglia Dott. Luigi. Pozzi Ing. Luigi. Rangoni-Macchiavelli March. Dott. Giuseppe. Sacerdoti Cav. Dott. Giacomo. Salimbeni Conte Ing. Filippo. Sandonnini Comm. Avv. Claudio, Senatore del Regno. Sandonnini Dott. Geminiano. Soli Prof. Dott. Giovanni. Stanzani Dott. Rodolfo Tonelli Cav. Giuseppe. Zanfrognini Dott. Carlo. . Zannini Cav. Prof. Ing. Francesco. Capanni Prof. Ab. Valerio, Reggio ( Emilia). SE MANIA] Le Soci corrispondenti Annuali. Baldini Ing. Ugo, Ponte alle Mosse, Firenze. Bentivoglio Prof. Dott. Tito, ( Correggio). Bosi Cav. Dott. Pietro, Firenze. Carruccio Cav. Prof. Dott. Antonio, Roma. Della Valle Cav. Prof. Dott. Antonio, Napoli. Facciolà Dott. Luigi, Messina. Fiori Prof. Dott. Andrea, Bologna. Fiori Ten. Dott. Adriano, Padova. Levi Prof. Ing. Giorgio, Bologna. Malagoli Prof. Mario, S. Remo. Olivi Dott. Ten. Gino, Medico nell’ Ospedale della R. Marina, Venezia. Rosa Ten. Dott. Vittorio. : Setti Ing. Fulgenzio Catullo, Parma. Statuti Ing. Cav. Augusto, Roma. Tirelli Avv. Adelchi, M.° del Tesoro, Roma. Accademie e Società scientifiche corrispondenti. L] Catania — Accademia Gioenia delle Scienze Naturali. Firenze — Società Botanica Italiana. » — Società Entomologica Italiana. » — R. Accademia dei Georgofili. Genova — Bollettino dei Musei di Zoologia ed Anatomia Comparata della R. Università. » — Museo Civico di Storia Naturale. » — Società di Letture e Conversazioni Scientifiche. » — Società Ligustica di Scienze Naturali e Geografiche. Messina — R. Accademia Peloritana. Milano — R. Istituto Lombardo di Scienze e Lettere. » — Società Italiana di Scienze Naturali. Modena — Le Stazioni Sperimentali Agrarie Italiane. Napoli — Società dei Naturalisti di Napoli. Padova — Società Veneto Trentina di Scienze Naturali. Palermo — Il Naturalista Siciliano. Pavia — Il Bollettino Scientifico. — : Pisa — Società Toscana di Scienze Naturali. Portomaurizio — Associazione Scientifica Ligure. Roma —- R. Comitato Geologico Italiano. » — Società Romana per gli studi Zoologici. Rovereto — Museo Civico di Rovereto. Siena — R. Accademia dei Fisiocritici,. Torino -— R. Accademia di Medicina. AV Torino — R. Accademia delle Scienze. » — Bollettino dei Musei di Zoologia ed Anatomia Comparata della R. Università. Trieste — Museo Civico di Storia Naturale. » — Società Adriatica di Scienze Naturali. Briinn — K. K. màirisch-schlesische Gesellschaft zur Beforderung des Ackerbaues der Natur- und Landeskunde. Cracovie — Académie des Sciences. Gratz — Naturwissenschaftlicher Verein fiir Steimark. Reichenberg — Verein fiir Naturkunde. Wien — K. K. Akademie der Wissenschaften. >» — Antropologische Gesellschaft. » . — K. K. geologische Reichsanstalt. » - — K. K. naturhistorisches Hofmuseum. » — Zoologisch-Botanische Gesellschaft. Augsburg — Naturhistorischer Verein fiir Schwaben und Neuburg. Miinchen -— Kénigl. Bayerische Akademie der Wissenschaften. Nurnberg — Naturistorische Gesellschaft. Landshut — Botanischer Verein. Bruxelles — Académie Royal des Sciences. > — Société Belge de Microscopie. » — Société entomologique de Belgique. > — Société malacologique de Belgique. » — Société Royale Botanique de Belgique. Liége — Société geologique de Belgique. — Société Royale des Sciences. Kiobenhavn — Naturhistoriske Forening i Kiobenhaven. Amiens — Société Linnéenne du Nord de la France. Cherbourg — Société Nationelle des Sciences Naturelles. Lyon — Société d’ Agricolture Histoire Naturelle et Arts utiles. Nantes -— Société des Sciences Naturelles de l’ Quest de la France. Paris — Feuille des Jeunes Naturalistes. » — Revue des Sciences Naturelles de 1’ Quest. a. — Société Linnéenne. » — Société Zoologique de France. Reims — Société d’ etude des Sciences Naturelles. Rouen — Societé des Amis des Sciences Naturelles. Toulouse — Société d’ Histoire Naturelle. Dublin — Royal Irish Academy. VARI Luxembourg — Sociétè des Sciences Naturelles du Grand-Duehé de Lu- xembourg. Bergen — Bergens Museums. Christiania — Kéniglige Norske Frederiks Universitàt. Upsal — Bibliothèque de 1° Université. Harlem — ‘Archives néerlandaises des Sciences exactes et naturelles. » — Musée Teyler. Berlin — Botanischer Verein fiir die Provinz Brandeburg und die an- grenzende Lànder. » — Naturforschende Freunde. Bonn — Naturhistorischer . Verein der preussischen Rheinlande und Westfaliens. Breslau — Schlesische Gesellschaft fir Vaterlandische Cultur. Chemnitz — Naturwisenschaftlicher Gesellschaft. Danzig — Naturforschende Gesellschaft. Frankfurt a 0. — Naturwissenschaftlicher Verein der Regierunsbezirckes. Gorlitz — Oberlausitzische Gessellschaft der Wissenschaften. Halle a. d. S. — Naturwissenschaftlicher Verein fiir Sachsen und Thiiringen. Hamburg — Hamburgischen Wissenschaftlichen Anstalten. i Hamburg Altona — Naturwissenschaftlicher Verein Kiel — Naturwissenschaftlicher Verein fir Schleswig-Holstein. Kénigsberg — Physikalisch-5konomische Gesellschaft. Strasbourg — Bibliothéque de l’'Université de Strasbourg. Mulhausen — Industrielle Gesellschaft. Wiesbaden — Nassauischer Verein fiir Naturkunde. Dorpat — Naturforscher-Gesellschaft. Ekaterinbourg — Société Ouralienne des Amateurs des Sciences Naturelles. Helsingfors — Societas pro flora et Fauna Fennica. Moscou — Société imperiale des Naturalistes. Odessa — Zapiski Novorossiiskavo Obshtshestva Estesto oispitatelet. S. Petersburg — Soeiété imperiale des Naturalistes. Dresden — Naturwissenschaftliche Gesellschaft « Isis ». Leipzig — Zoologischer Anzaiger herausgegeben von J. Victor Carus. Edimburg — Royal Physical Society of Edimburg. Stockholm — Entomologisk Tidskrift. Bern — Schweizerische naturforsechende Gesellschaft. Genève — Institut National Genévois. Zurich — Naturforschende Gesellschaft. A ETIAI D IUI Zurich-Hottingen — Societas Entomologica. Buenos-Aires — Istituto Geografico Argentino. > — Sociedad Cientifica Argentina. Cordoba — Academia Nacional des Sciences. Santyago — Société Scientifique du Chili. Kingston — Journal of the Institute of Jamaica. Baltimora — Johns Hopkins University. Boston — Society of Natural History. Davenport — Davenport Academy of Natural Sciences. Massachusetts — Tufts. College. New-Haven — Connecticut, Academy of Arts and Sciences. Philadelphia — Academy of Natural Sciences. » — Zoological Society. Washington — U. S. Bureau of Statistics. » — U. S. Departement of Agriculture. » — Smithsonian Istitution. Montevideo — Museo Nacional de Montevideo. RARA DE SSR ION, oe ROTTA E AT PI) IM RENDICONTO DELLE ADUNANZE ADUNANZA GENERALE DEL 2 GENNAIO 1898 Presidenza del Prof. Dante Pantanelli Presidente. La seduta è aperta alle ore 11,30. Sono presenti i Soci Ben- tivoglio, Corio, Macchiati, Mori, Namias, Pantanelli, Picaglia, Rangoni. Il Segretario dà lettura del Verbale della precedente tornata che viene approvato. Il Presidente a nome anche dei colleghi Namias e Pi- caglia propone a Socio Ordinario il Dott. Francesco Corio che viene accettato. Chiede quindi ai Soci, stante l'assenza del Cassiere, di potersi valere provvisoriamente dell’ opera del Dott. Isacco Namias fino a che si proceda all’ elezione della Direzione, la quale propone si faccia nella prossima tornata. Il Presidente presenta a nome del Dott. Luigi Bu- scalioni una nota sui granuli d’amido incapsulati della Vicia narbonensis in risposta alle osservazioni del Prof. Macchiati, nelle quali l'A. si propone di dimostrare, anche coll’ appoggio dell’ opi- nione di altri botanici fra cui il Prof. Berthold, come egli non si sia male opposto sulla questione dell’ esistenza dei grani d’ amido incapsulati nei semi della leguminosa di cui è questione. Il Socio Luigi Macchiati chiesta ed ottenuta la parola espone alcune osservazioni sulla comunicazione del Dott. Busca- lioni colle quali vuol porre in evidenza come abbia ragione sulla tesi che egli sostiene circa la esistenza nei semi della Veccia di Narbona di grani d’ amido incapsulati nel vero senso della pa- rola; dà lettura di alcune lettere ricevute da colleghi in appoggio peso di ae alla opinione da esso sostenuta, fra cui quella del Prof. Berthold, e finisce col domandare al Prof. Mori, giacchè trovasi presente all’ adunanza, quale fosse la sua opinione sul preparato del Bu- scalioni, che gli aveva fatto esaminare; sul preparato cioè che egli — il Macchiati — aveva avuto pel tramite del Prof. Cuboni. Avuta la parola il Prof. Mori dice che avrebbe desiderato non prender parte in questa discussione, ma che invitato dal Prof. Macchiati deve dichiarare che nel preparato del seme della Veccia di Narbona mostratogli dal Prof. Macchiati ed a lui speditogli «dal Prof. Cuboni non vide la capsula intorno ai grani d’amido che erano contenuti nel preparato del quale pure il Prof. Mac- chiati mostrava una fotografia trasmessagli dal Dott. Buscalioni. Aggiunge però che quando sulla fine del settembre ultimo de- corso ebbe notizia dal Conservatore dell’ Orto botanico di Torino Sig. Ferrari che dal Dott. Buscalioni erano stati mandati ai bo- . tanici italiani dei preparati che mostravano dei grani d’ amido | incapsulati, incaricò il proprio assistente Dott. Zanfrognini di do- mandare a varii orti botanici dei semi di Viîcia Narbonensis allo scopo di studiare la questione. Credè necessario di domandare semi di varie provenienze in quanto chè il Dott. Buscalioni nel suo lavoro originale fa osservare che la presenza dei grani d’ amido incapsulati non va ritenuta come un carattere specifico perchè i semi di due varietà della V. Narbonensis coltivati nell’ Orto ho- tanico di Gottinga non presentavano traccia del fenomeno. Fra i semi che furono mandati all’ Orto di Modena ve ne fu uno inviato dal Dott. Fiori assistente all’ Orto botanico di Padova il quale proveniva dall’Orto botanico di Torino. Il seme perfet- tamente liscio nella superficie, era più pesante dell’acqua ed il Prof. Mori dice di ritenerlo perfettamente maturo. Nello strato più interno dello spermoderma di questo seme lo stesso Prof. Mori asserisce di aver constatata la presenza dei grani d’'amido inca- psulati assolutamente identici a quelli disegnati nella tavola che accompagna il lavoro del Dott. Buscalioni e pubblicata sul gior- nale « Malpighia » dell’anno 1876. Aggiunge di aver mostrato i preparati anche al Presidente della Società Prof. Pantanelli e che da questi ne fu scritto al Buscalioni. Non crede dal Prof. Mac- chiati citato a proposito il lavoro dello Schimper circa il modo di acerescimento dei grani d' amido e pubblicato nelle « Botanische Zeitung » del 1881 come non può discutere sulla natura protopla- smica o cellulosica delle capsule, mancando sull’ argomento di studii proprii. peo LIE Il Prof Macchiati è lieto che il Prof. Mori, rispondendo ad una sua domanda, riconosca lealmente di non aver visto la capsula intorno ai granuli d’amido del preparato del Dott. Bu- scalioni, che egli — il Macchiati — ebbe in esame dal Prof. Cuboni; e, con pari lealtà, gli asserisce di non averla vista nei preparati dello stesso Prof. Mori, i cui granuli d’ amido, com? è naturale, si trovano nel protoplasma in cui si formarono. E insiste che il lavoro dello Schimper fu da lui citato molto a proposito, come risulta dal seguente periodo, ch’ egli ebbe già riportato nella sua terza nota critica: « Das Staerkekorn und das dasselbe tragende Bildungsorgan liegen néimlich, wie bekcannt, nicht im Zellsafte, sondern sind ‘im Protoplasma eingebetter, und dasselbe ist, wie Hanstein zuerst nachwies, an den Contactstellen mit dem Staerhekorne sehr dicht ». Il Socio Bentivoglio comunica alcune considerazioni sulle varietà della specie Platychemis pennipes, presentando op- portune figure ad illustrare le sue osservazioni. Il Presidente presenta a nome del Signor Alessan- dro Trotter un secondo contributo sui Zoocecidiî della Flora Mantovana. Il Socio Namias presenta un suo lavoro sulla revisione. delle specie delle collezioni dei Molluschi pliocenici di Castellar- quato, esistenti nelle Collezioni Paleontologiche della R. Univer- sità di Modena. Giacchè poi ha la parola viene a discorrere di un giacimento di Amianto, di cui fa vedere agli intervenuti alcuni esemplari, rinvenuti nella località dei Campacci presso Sestola. Le memorie presentate verranno pubblicate negli atti sociali. Più nulla restando a trattare la seduta è levata alle ore 12,30. IL PRESIDENTE DANTE PANTANELLI. Il Segretario LuIGI PICAGLIA. 581.8. L. BUSCALIONI I GRANULI D'AMIDO INCAPSULATI DELLA VICIA NARBONENSIS () Risposta al prof. L. MAccHIATI (Presentata da D. Pantanelli ) La scoperta da me fatta di granuli di amido incapsulati nel tegumento seminale della Vicia narbonensis indusse il Prof. L. Macchiati a pubblicare una serie di note, in parte stampate negli Atti della Società dei Naturalisti di Modena ed in parte nel Bul- lettino della Società Botanica Italiana (1), allo scopo di dimo- strare che quanto io avevo seritto era completamente falso. A conferma del suo asserto egli non si peritò anche di pub- blicare un brano di lettera del Prof. G. Berthold, dal quale ri- sulterebbe che questi non sarebbe in grado di confermare il mio concetto. Forte poi delle personali e delle altrui osservazioni il Prof. Macchiati mi invitò, infine, a sottoporre la decisione della vertenza ad un giuri di persone competenti. A questo punto la questione era diveuuta troppo scottante perchè io potessi ancora rimanermene in silenzio e perciò scrissi al Chiar.mo Prof. Berthold, già mio Direttore di laboratorio, pre- gandolo di darmi qualche ragguaglio a proposito del brano di (1) In una di queste note, comparsa recentemente, il mio critico co- mincia ad ammettere la presenza dei granuli d’amido incapsulati..... in un velo di protoplasma. Osiamo sperare che col tempo finirà anche per riconoscere gl’ involucri di cellulosa, le capsule a doppio contorno ed il capillizio. LO lettera sopra citato. Questi cortesemente mi rispose che se il Dott. Macchiati avesse ben compreso la sua lettera avrebbe potuto con- statare che egli non condivideva punto le sue opinioni. Il Prof. Berthold aggiungeva ancora ehe io avevo perfettamente ragione. Di fronte ad un tale complesso di fatti avvisai il Prof. L. Macchiati che io ero disposto ad assoggettare la questione ad un Giurì, come egli mi aveva proposto, ma il Prof. Macchiati con una lettera piena di espressioni poco cortesi, per non dire di peggio, declinava l invito. Egli fondava il rifiuto sopra alcune . considerazioni che a mio parere non meritano di essere discusse. A me non rimaneva quindi altra via, per dimostrare che io avevo ragione (1), all'infuori di quella di spedire ‘i preparati, ed anco i semi di Vicia narbonensis, ai Botanici italiani, pregandoli in pari tempo di accordarmi i loro autorevoli pareri (2). Le risposte che mi pervennero non potevano essere più schiac- cianti per il Dott. Macchiati. I Prof. Penzig e Baccarini, che cor- tesemente avevano accettato di far parte del Giurì, sfumato per causa del Dott. Macchiati, i Prof, Pirotta, Gibelli, Mattirolo, Cu- boni, Avetta, Nicotra, Belli, Brizi, Cavara, Acqua, Casali, Lopriore, ed i Dott. Chiovenda, Longo, Censi, Valbusa, Pollacci, Ferrero, Peglion e Montemartini mi notificarono d’aver visti i granuli d’ amido incapsulati e di non aver più alcun dubbio in propo- sito. Pure affermativamente mi risposero i Prof. Borzi e Saccardo, ma il primo di questi non ebbe tempo sufficiente per esaminare un po’ dettagliatamente i preparati, mentre il secondo credette op- portuno di aggiungervi alcune osservazioni d’ indole aprioristica per nulla in contraddizione coi fatti da me osservati. Le concordi risposte dei Botanici italiani mi autorizzano adunque ad affermare, senza tema di esser smentito, che i granuli d’amido incapsulati esistono realmente nel tegumento seminale (1) Se pure ne era di bisogno. (2) Un analogo preparato, accompagnato dal relativo fotogramma eseguito stupendamente dal Prof. Pozzolato, venne pure spedito al Prof, Macchiati, ma questi intravide nel fotogramma una messa a fuoco non rigorosa e la riproduzione di contorni fatti a mano, mentre nel preparato credette di poter riconoscere un accumulo di granuli d’ amido messi li ad arte e trattati in qualche modo onde far spiccare un accenno di ca- psula qualsiasi (!!!). Eppure i Prof. Pirotta, Brizi, Cuboni ed i Dott. Censi, Peglioni, Longo e Chiavenda avevano rilevato la fedeltà dell’ ese- cuzione fotografica e la nettezza del preparato!! FA greto della Vicia di Narbona. E qui faccio punto inviando i lettori che desiderano maggiori raecuagli in questa spiacevole olemica, nella SS Sguas q I P quale fui forzatamente trascinato, al prossimo numero delle Mal- pighie, dove sono riportati, in esteso, i fatti relativi alla stessa, le risposte dei Sigg. Botanici ed il cartesgio scambiato col Prof. P 88 885 Macchiati. Roma 24 Novembre 1897. 581.3. L. MACCHIA TI Sui pretesi GRANULI D'AMIDO INCAPSULATI dei tegumenti seminali DELLA VICIA NARBONENSIS, L. Prima replica alla risposta del prof. Lurer BuscALIoni Mi si permetta una breve replica a quanto ci si è comu- nicato, or ora, dal nostro Illustre presidente prof. Dante Panta- nelli, in nome del dott. Luigi Buscalioni, il quale, con un co- raggio degno di miglior causa, seguita a sostenere .l’ esistenza de’ granuli d’ amido incapsuldti, nei tegumenti seminali della Veccia di Narbona, dopo che — con argomenti convincenti e con dati di fatto — dimostrai ch'egli era stato vittima d’ una serie di illusioni. Egli incomincia la sua critica col dubitare ch'io non abbia capito la lettera che mi scrisse l’Illustre prof. Berthold, chè se l’avessi compresa avrei dovuto constatare che egli non divideva punto le mie opinioni, e che, per di più, il Buscalioni aveva per- fettamente ragione. Se ciò fosse proprio vero, sarei — per lo meno — condannevole di leggerezza, perchè quando non si abbia la piena conoscenza d’ una lingua, bisognerebbe usare sempre la prudenza d’invocare l’aiuto di coloro che la conoscono a' perfe- zione. E perciocchè non si creda che io mi sia permesso di tra- visare ad arte — o quanto meno per imperfetta conoscenza della lingua tedesca — i concetti che, con tutta franchezza nordica, mi esponeva il su lodato prof. G. Berthold, la miglior cosa che mi rimanga di fare credo sia quella ch'io pubblichi senz’ altro, per intiero, la lettera; dalla cui pubblicazione risulterà che il brano ch’io ne citai non fu in alcun modo alterato; e risulterà eziandio che lo stesso professore non era neppure persuaso che, i pretesi granuli d’amido incapsulati del dott. Luigi Buscalioni, fossero realmente de’ granuli d’amido. Egli però, allorchè mi serisse, da SE E quanto si ricordava, non credeva ammessibile che il Buscalioni avesse potuto scambiare le cellule a colonna coi suoi granuli d’amido incapsulati, perchè l’ errore, evidentemente, gli sembrava madornale. Questa è l’unica divergenza tra lui e me; ma io rimango della mia opinione che i granuli d’amido incapsulati con capil- lizio disegnati dall’autore alla fig. 7 della T. VIII della Mal- pighia (V. X, 1896) non, siano che una imperfetta riproduzione delle cellule a colonna ( Séulenzellen) osservate colla luce pola- rizzata, il quale mio parere fu condiviso da tutti quelli ai quali mostrai i miei preparati, tra cui figurano Botanici ed altri au- torevoli scienziati, come lo dimostrerò in un mio lavoro, che farà seguito alle tre contro-risposte, che prima mi sento in debito di dare al Buscalioni. Ed ora faccio seguire, immediatamente, la lettera del prof. Berthold, com’è stata scritta, in tedesco, dichiarando che son pronto di mostrarla a chiunque voglia prenderla in esame, come la ho presentata agli egregi colleghi della Società dei Naturalisti di Modena. Gottingen, den 21 Màrz 1897. Hochgeehrter Herr College! Fiir die freundliche Uebersendung Ihrer beiden Mittheilungen und Ihren ausfihrlichen Brief sage ich Ihnen meinen besten Dank. Herr D." Buscalioni hat mir seinerzeit, wie ich mich erinnere, Preparate eingekapselten Staerkekòrnern aus der Samenhaut von Vicia narbonensis gezeigt, indessen haben wir nicht so eingehend dariber gesprochen, und besonders habe ich nicht versucht, mich davon zu ueberzeugen, dass die betreffenden Objecte wirklich Staerkekérner waren. So bin ich durchaus nicht im Stande, die Auffassung von D. Buscalioni meinerseits zu bestaetigen. Soweit ich mich erinnere, ist es nicht gut moeglich, dass Buscalioni die Stiulenzellen mit seinen eingekapselten Staerkekérnern verwech- selt hat. Ich habe damals das ganze fiir eine anatomische Miss- bildung gehalten, deren Natur noch festzustellen war und habe, soweit ich mich erinnere, D." Buscalioni gerathen, zu versuchen, ob die Staerkesubstanz durch Diastase in Loesung zu bringen sei. SANI ASP Wie mir scheint, wird eine Aufnennung neben der Differenz Ihrer beiderseitigen Befunde nur mòglich sein; wenn D. Busca- lioni sich entschliesst, Ihnen von seinem Material oder von seinen Preparaten zur Untersuchung zu ueberlassen. Mit collegialem Gruss. Ihr ganz ergebener Prof. G. BERTHOLD. Sarebbe poi strano che più tardi il prof. Berthold avesse scritto al Buscalioni, come questi asserisce, ch'egli ha perfetta- mente ragione; ma sono molto lontano dal crederlo. È pure falso ch'io abbia declinato l’invito d’assoggettare la questione ad un Giuri competente, con una lettera, com’egli af- ferma, < piena di espressioni poco cortesi, per non dire di peggio ». Le espressioni poco cortesi non so usarle; solamente, quando il Buscalioni colla sua lettera del 20 maggio 1897, in mancanza di buone ragioni, si lasciava sfuggire qualche frase poco corretta, i0, naturalmente, risposi nello stesso tono colla mia del 21 successivo ch'egli lasciò senza risposta, e fece bene! Se il Buscalioni non pubblicherà per intiero, come promette, il carteggio che ci scambiammo, la detta pubblicazione la farò io, ed allora si vedrà chi di noi due sia venuto meno alle regole della creanza. Io, intanto, affermo che non rifiutai di rimettere la deci- sione ad un Giuri competente; e come avrei potuto fare un tal rifiuto, se fui quello che ripetutamente glie ne propose la nomina? Nella sua comunicazione d’oggi egli parla di molte risposte che gli sono venute, le quali, stando alla sua asserzione, dovreb- bero risultare schiaccianti per me. Prima di valutarne l’impor- tanza è necessario che le abbia potute leggere per prenderle nel dovuto esame; ma allorchè le avrò ponderate esporrò anche su codeste risposte il mio modesto parere. Sono però persuaso che con nessuna dichiarazione si riescirà a dimostrarmi che nello spermo- ‘derma dei semi della Veccia di Narbona si contengano, come ebbe ad affermare il dott. Buscalioni nella sua nota, dei grunuli d’ amido incapsulati, il cui incapsulamento vi si legge talora che ha forma di vescicola, tal’ altra d’ involucro, altrove che sono due sfere con- centriche, oppure un anello di sostanza omogenea, una membrana mucilaginosa, un anello di cellulosa, una borsa di natura cellu- losica periamilacea, con o senza capillizio. ty Ao Egli poi si compiace di poter rilevare che in una mia nota — comparsa di recente negli « Atti della Società bot. it. » — comincio ad ammettere .« la presenza di granuli d’ amido incap- sulati...... in un velo di protoplasma »; e da ciò trae argomento a sperare che col tempo finirò anche « per riconoscere gl’ invo- lucri di cellulosa, le capsule a doppio contorno e il capillizio ». Ma si capisce, evidentemente, che l’autore cerca di fare una strana confusione, fingendo di non aver bene intesa quella mia “comunicazione, duve ricordai che lo Schimper, sino dal 1881, di- mostrava che i grani d’amido sono circondati da una membrana protoplasmatica molto densa; ma ciò non ha niente a vedere colla sua capsula periamilacea di natura cellulosica. Chi non sa ormai che i granuli d’amido nascono nel proto- plasma a spese del quale si accrescono? Ciò è tanto naturale che il credere diversamente sarebbe un volere ammettere 1’ assurdo: si tratta d'un fatto acquisito, da tempo, per la scienza. Il Wiesner, per esempio, ne’ suoi « Elementi di Botanica Scientifica » a pag. 45 (Vol. I, Traduzione italiana) scrive: « Tanto la origine quanto l’accrescimento dei granelli d’amido presentano molta ana- logia cogli eguali processi della parete cellulare. Un granello d'amido non può formarsi nè crescere se non a contatto col pro- toplasma >». Se il dott. Luigi Buscalioni avesse letto, e accuratamente stu- diato, come ho fatto io, il lavoro del prof. Arthur Meyer che ha per titolo « Untersuchungen iiber die Stirkekòrner » il quale fu pubblicato nel 1395 coi tipi di Gustavo Fischer di Jena; e spe- cialmente se si fosse soffermato sul capitolo « Lie véollige und Konstante UmMillung eines jeden Staerkekornes.... ecc. » p. 162-167, sarebbe stato più prudente nelle sue deduzioni e conclusioni. Mi dirà che non si può leggere tutto quello che si pubblica per molte cause, e in questo gli do ragione; ma allorchè si ha la pretesa di erigersi a maestri bisognerebbe per lo meno approfon- dire gli argomenti che si prendono a trattare, tanto più quando si abbia la fortuna — come nel caso suo — di avere a propria disposizione tutti i mezzi di studio. Di suoi preparati ne ho visti tre: il primo, che fu da lui do- nato al prof. Cuboni, del quale si conosce la triste sorte, bastando, per convincersi che non v'è nessun accenno d’incapsulamento in quel famoso granulo d’ amido, di mettere a confronto la fotomi- crografia che ne fece il prof. Pozzolato colle mie, ch'io mostrai in maggio dello scorso anno al Congresso Botanico di Firenze, e ts ol delle quali feci poi una larga distribuzione cogli estratti della mia seconda nota. Degli altri due preparati dissi quanto basta nella mia terza nota per dimostrare che, quei granuli d’amido contenuti ne’ tegumenti seminali de’ semi immaturi, erano molto lungi dall’essere incapsulati da una membrana di natura cel- lulosica. i I certificati de’ quali promette la pubblicazione — coi quali non si riescirà mai a cambiare i fatti, perchè ripeto — come dissi nella mia prima nota: l’anatomia non è una opinione, li vedrò, ed intanto lo assicuro che ne pubblicherò molti — concludentis- simi! — anch'io. Vedremo allora a quali si dovrà attribuire mag- giore importanza. E dalla pubblicazione completa del nostro epi- stolario risulterà ch'egli — prima di scrivere, come fa ora, le sue note ad effetto, per diminuire la spiacevole impressione che produsse il suo lavoro sui famosi! — aveva cercato, con ogni mezzo, d’interrompere le mie pubblicazioni; e codesto è tanto vero che egli per questo intento credette di doversi rivolgere a me che non lo conoscevo che di nome, non avendo mai avuto con lui neppure l'occasione di scambiare un biglietto da visita. Egli nella sua prima lettera, affinchè non scrivessi oltre. — dopo la mia nota critica originaria delle altre — mi lusingava colle seguenti parole molto cortesi: « Non mi stupisce ch’ Ella non abbia trovato quanto io. ho descritto, poichè anche nel mate- riale di Gottinga non son riuscito che a rintracciare qualche pic- colo granulo con una capsula molto rudimentale ». Ora tenta di fare effetto col molto strepito; ma non hasta sempre fare la voce grossa per avere ragione. Per oggi basti, non volendo abusare della troppa cortesia de’ miei colleghi; ma nelle successive contro-risposte. a quanto sento ch'egli deve pubblicare negli « Atti della Società bot. it. » e nella « Malpighia » gli dirò il resto, documentando le mie af- fermazioni, e dimostrando la veridicità dei fatti da cui trarrò le conclusioni che sono in perfetta armonia con quanto affermai nelle tre precedenti note sulla inesistenza dei famosi! i Modena, 2 gennato 1898. 595. 2. 069 (4521?) ALESSANDRO TROTTER ZOOCECIDII DELLA FLORA MANTOVANA Secondo contributo. Sul principio del corrente anno pubblicai, in questi medesimi Atti (1), un primo contributo alla conoscenza delle galle della « Flora mantovana » che, per essere stato frutto di appena due anni di ricerche, mi sembrò allora abbastanza lusinghiero. Con- tinuai in seguito con maggior lena le mie investigazioni nella stessa località, ed ora posso ben dirmi assai soddisfatto, perchè, a cominciar dalla primavera, durante tutto 1° estate e fino a questa parte dell’ autunno, ho potuto raccogliere un discreto materiale che, diligentemente determinato e vagliato, forma l’argomento della presente Memoria, e che mi permette ora di aumentare di una sessantina, le galle già note per la Flora mantovana (2), e di accrescere inoltre di una dozzina il numero di quelle che già si conoscevano per la flora d’ Italia. (1) A. Trotter, Zoocecidii della Flora mantovana. (Atti della Soc. dei Nat. di Modena, Ser. III, Vol. XIV, pag. 149-172, Anno 1897). (2) Le galle da me finora descritte per la Flora Mantovana, non tenuto calcolo nè delle forme e varietà, nè delle ripetizioni in causa di nuovi substrati, ammontano adunque a 108. — Il Prof. Enrico Paglia nel suo Suggio di Studi Naturali sul territorio mantovano (Mantova, V. Guastala, 1879), alla Parte VI (p. 386), dà l'elenco degli insetti rac- colti nel mantovano e, tra questi, ve ne sono alcuni di galligeni, ma delle galle però egli, o non ne parla affatto, o le accenna in modo in- ‘sufficiente, per cui io mi contento solo qui di riportarli, lasciando nomi e indicazioni, quando ci sono, nella loro integrità: 155. Cleonus sulci. rostris L.; 297. Cynips ltosac F. « produce le galle capellute sui fusti di rosa »; 298. Cynips Glechomae F. « produce galle rosseggianti sulla Glechoma »; 299. Cynips quercus-peduncoli F. « produce galle sferiche i Ne Tra queste ve ne sono poi alcune che, o per il substrato o per i loro caratteri, mi sembrano affatto nuove e che ho contrad- distinte con un asterisco (*). L’aver ottenuto, in così breve tempo, dei risultati abbastanza felici, non deve recar meraviglia, qualora si pensi che gli studi cecidiologici, che in questi ultimi anni sono andati notevolmente aumentando, sono ad ogni modo ancora sull’ inizio — presentan- dosi il campo assai vasto -- e specialmente qui tra noi in Italia, ove si può dire datino appena dal 1890 (1), all’apparire cioè delle prime ricerche del Prof. C. Massalongo, benchè, già da due secoli, fossero stati qui tra noi scientificamente iniziati per la prima volta dal sommo Malpighi. Aggiungerò che le galle fino ad oggi segnalate in Italia sono, su per giù, 450 (2), mentre che per la Germania, ad esempio, se ne conoscono a quest’ ora presso a 2000 ed aumentano sempre. Da ciò si può arguire che i presenti ed i futuri cecidiologi italiani dovranno lavorar molto prima che la nostra flora cecidiologica possa rivaleggiare con quella d’ altri paesi! L’ argomento però è così attraente che son certo basterà per sè solo ad incitare i nostri naturalisti ad occuparsene, e gli ostacoli che sul principio s'incontrano in questo studio, non saranno che uno stimolo mag- giore, o, per usare le parole dello Schlechtendal, l'illustre ceci- diologo di Halle, « Ist nur erst das Interesse fir die Cecidien « erwacht, so lassen sich auch Mittel und Wege finden, weiter « in das Studium einzudringen. ». Dal Gabinetto di Botanica della R. Università di Modena, novembre 1897. sui Roveri »; 300, Cynips Capreae L. « produce specie di bacche rosse, sulle foglie dei Salici »; 301. Cynips viminalis F. « produce escrescenze rosse e verdi sulle foglie del Salice »; 305. Clavellaria Amerinae F. « Sul salice, producendo delle rosole di foglie all’ estremità dei rami »; 305. « Nematus Salicis Lep. « sui Salici » ; 437. Aphis bursaria « sul Pioppo, entro borse prodotte nel picciuolo delle foglie »; 439. Aphis Pruni-F. « sulle foglie del pruno e del pesco che accartoccia e rende mostruose »; 441. Aphis rumicis F. « Sul rumice » ; 444. Aphis Ulmi Blot « sull’ Olmo, entro le gallozzole rosse che produce sulle sue foglie ». (1) Debbo ricordare il lavoro del Licopoli: « Le Galle nella Flora di alcune provincie napoletane. Memoria con 5 tav. illustrative », pub- blicato a Napoli già nel 1877, ma che rimase però, almeno allora, senz’ eco, (2) Pubblicate per la massima parte dal Massalongo, 28. 29. 30. ole LAVORI CITATI (1). CANESTRINI G. — Famiglia dei Phytoptini, in: « Atti Soc. Ven. "Trent. Sc. Nat. », Ser. II, Vol. I, fasc. I, p. 49-198, tav. I-XVI (di queste tavole la IV-V, si trovano nel Vo- lume XII, fase. I, ai num. 6.° e 7.°). Padova 1892. Hieronymus G. — Beitrige zur Kenntniss der europàischen Zoocecidien und der Verbreitung derselben. (Erginzung- sheft zum 68 Jahresbericht der Schles. Gesellschaft [Bota- nische Section], p. 49-272). KierregR J. J. — Les Coleoptérocécidies de Lorraine, in: « Feuille des Jeunes Naturalistes », Ser. III, n. 255, fig. 1-10, Rennes-Paris, 1891. 31. — Les Lepidoptérocécidies de Lorraine, id., Ser. III, n. 256, 1392 32. — Diagnose de deux espèces nouvelles de Cécidiomyies, in: « Bulletin de la Soc. Entom. de France », Vol. LXV, An. 1896, p. 256. 33. LicaTtENSTEIN G. — Les Pucerons. Première Partie-( Genera). Avec 4 tab. en cromolit. Montpellier, 1885. 34. MassaLonco C. — Nuovo contributo alla conoscenza dell'en- tomocecidiologia italica. Prima comunicazione, in: Bull. Soc. Bot. it., p. 79-89. Firenze, 1894. 35. — Nuovo contributo alla conoscenza dell’ entomocecidiologia italica. Terza comunicazione, in: Bull. Soc. Bot. it., p. 91- 101 e 137-144. Firenze, 1897. 36. — Contribuzione all’ acaro-cecidiologia della Flora veronese, in: Bull. Soc. Bot. it., p. 71-73. Firenze, 1892. 37. — Sopra alcune milbogalle nuove per la flora d’Italia, in: Bull-SocBotgk,ap.8 ll Birenze,#1895. (1) In questo elenco figurano soltanto quelle pubblicazioni che nel corso del presente lavoro ho citate per la prima volta, rimandando, per quelle che non vi figurassero, alla bibliografia del mio primo contributo- 38. 40. 41. 42. 44. Me DLE Risaamen Ew. H. — Uber russische Zoocecidien und deren | Erzeuger (mit 6 di Extrait du « Bull. des Nat. de Moscou, n.° 3, 1895. . ScaLecHrENDAL D. H. R. von. — Die Gallbildungen Zia cidien) der deutschen Gefisspflanzen. (Aus dem « Jahre- sbericht des Vereins fiir Naturkunde zu Zwickau fir Jahr 1890 » besonders abgedruckt, Zwickau, 1891). — Die Gallbildungen deutscher Gefasspflanzen. Nachtràge und Berichtigungen. (? Zwickau 1892). — Die Gallbildungen (Zoocecidien) der deutsch. Gefàsspf. Zweiter Nachtrag. Sonderabdruck aus dem <« Jahresb. .d. Ver. fùr Naturk. z. Zw. ». Zwickau, 1895. THomas FR. — Beobachtungen iber Mickengallen. tabdruck der wissenschaftlichen Beilage z. Progr. d. Gym. Gleich. zu Ohrdruf. Gotha, 1892 } . WAcHTL A. F. — Zwei Gallmiicken und ihre Gallen, in: Wiener Entom. Zeitg., VI Jahrg., Heft. 10, 1887, p. 2839, tate dIVa — Eine neue und eine verkannte Cecidomyide, in: Wiener Entom. Zeitg., III Jahrg., Heft 6, 1884, p. 161-166, taf. II + Soc. Impér. das ( Separa- PU A ECZO 4) Entomocecidia. i. Hymenopterocecidia. - Hieracium sabaudum L. 1. Aulax Hieracii Bouch. — Massalongo, Galle FI. it., in 1. c., n. 212; Schlechtendal, l. c., n. 1265; Kieffer, Hyménoptérocécid. Bor iun-ki.c., n.d; Hieronymus, l. e., ni6120et ‘seg. Ingrossamenti del fusto, globosi od ovoidi, pluriloculari, rive- stiti di lunghi peli, bianchi, sericei. Al « Bosco Fontana »; novembre. Quercus Cerris L. 2. Andricus Cydoniae Gir. — Massalongo, Galle FI. it.. in Ico sie Seblechtendal} Ice. im «dol; Mayr, 1 etetafti VE fio. 59. Galle sublegnose, ovoidi o subrotonde, con superficie lanugi- nosa, derivate da una degenerazione ipertrofica delle gemme. Nel- l'interno vi sono più logge larvali. Al « Bosco Fontana »; novembre. 3. Neuroterus saltans Gir. (forma ramicola). — Massalongo, Nuovo contrib. entomocecid. it.. Terza com., in 1. c., n. 54; Schlech- tendal, I.-c., n. 103. Piccole salle uniloculari, subfusiformi, erompenti dalla cor- teccia dei giovani ramoscelli, in tutto simili a quelle che il me- desimo imenottero produce lungo la costa della foglia, o più di rado sul picciolo, (forma foliicola), e che già segnalai nel mio primo contributo (n. 7). i Al « Bosco Fontana » ; settembre. 1) Li i è I 4 cei Quercus pedunculata Ehrh. a) galle del fusto o delle gemme: 4. Andricus globuli (Hart.) Mayr, forma agama di A. inflator Mayr. — De Stefani T., Descrizione di alcune Galle ete., in |. c., n. 6; Massalongo, Galle FI. it., in 1. c., n. 130, tav. XXVIII fig. 3 a; Schlechtendal, I. c., n. 219; Kieffer, Hyménoptérocécid. Torr.,*in ll can. 30; Hieronymus, Sie tn. (63805 Ma ve taf. IV, fig. 30, p. 24. Cecidio globuloso (3-5 mm. di diametro), situato all’ ascella delle foglie, sormontato da una specie di papilla bianchiccia. Quando è giovane è di un bel color verde carico e trovasi immerso fin circa a metà tra le squame della gemma, dalla quale poi, giunto a matu- rità, se ne stacca. È fornito di un’ unica ed ampia camera larvale. [Per la galla prodotta dalla generazione sessuata V. al n. 11 del mio primo contributo |. Al « Bosco Fontana » ; settembre-ottobre. 5. Andricus Malpighii Adler, forma agama di A. nudus Adl. — Schlechtendal, l. c., n. 215; Kieffer, Ayménoptérocécid. Lorr., in l. c., n. 24 (ultimo capoverso). Piccola galla fusiforme, con l'apice molto acuto, glabra, ses- sile o leggermente pedunculata, 8-10 mm. lunga. E percorsa lon-. gitudinalmente da 5-6 coste ben rilevate le quali si riuniscono ai due poli della galla. La galla d’ A. Giraudi Wacht]l, d’ ordinario più lungamente pedunculata, ma del resto somigliantissima a questa, si differenzia essenzialmente per apparire assai presto, alla fine cioè della pri- mavera, anzichè nell’ autunno come avviene dell’ A. Malpighii. [La forma sessuata produce, sulle infiorescenze, delle piccole galle ovoidi, glabre |. Al « Bosco Fontana » ; novembre. 6. Andricus trilineatus Hart. (= A. noduli Hart.), forma ses- suata di A. radicis Fab. Vedere al n. 14. 7. Biorhiza terminalis (Fabr.) Mayr, forma sessuata di 3. aptera Mayr. — De Stefani T., Descrizione di alcune Galle ete., PS) ae mile. n. loa, fig. 154; Massalongo; (Galle -FI, cit., in 1. c., n. 133; tav. XL, fig. 2-3; Kieffer, Hyménoptéroegcid. Lorr., in ]. c., n. 31; Schlechtendal, I. c., n. 224; Hieronymus, l. c., n. 645. — Andricus Mayr, l. c., taf. IV, fig. 37, p. 28. — Lacaze-Duthiers, bcherchestete., un lc-vpl. deg fio. d6-17: Réaumur; te. TIE pl. 41, fig. 1-4; Malpighi, « De Gallis », in l. c., tab. VI, fig. 33. Trasforma, generalmente le gemme terminali, in tumori di varia grossezza, arrotondati, di consistenza carnoso-spugnosa, molto appariscenti allo stato giovanile per il loro colore bianchiccio sfu- mato di rosa. Nell’ interno vi sono numerose celle larvali circon- date da abbondante tessuto protettore. [La generazione agama produce, sulle piccole radici della stessa pianta, dei tumori legnosi, arrotondati, pluriloculari, i quali, essendo spesso ravvicinati, per la mutua pressione, si comprimono lateralmente |. Al « Bosco Fontana »; maggio. 8. Cynips aries Gir. — Schlechtendal, in 1. c., n. 240; Mayr, l. c., taf. IV, fig. 43, p. 33. — Malpighi, «< De Gallis », in I. c., tab. XI, fig. 35, tab. XII, fig. 239, tab. XVIII,-fig. 2.64 A. Le gemme si trasformano in un corpo subcilindrico, legnoso, sessile, verde ed a maturità bruno-giallastro o bruno-scuro, circa 10 mm. alto, largo 5, sormontato da una o più appendici, d’ ordi- nario assai lunghe, le quali si vanno gradatamente assottigliando ed incurvando. L’ estremità di queste appendici è, talvolta, sud- divisa in due o tre brevi lacinie. Queste galle sono o solitarie, o riunite in numero di 2-3, e l’ insetto esce, durante il mese di settembre dello stesso anno, da un piccolo foro praticato lateralmente al corpo della galla. AL « Bosco Fontana »; agosto-settembre. 9. Cynips conglomerata Gir. — Massalongo, Nuovo contrib. entomocecid. it. Prima com., in l. c., n. 11; id., Galle FI. it., in l.-c., n. 137 (su Q. pubescens); Schlechtendal, l. c., n. 233; Hie- tonymnus,l.-c., nm 64%; Mayr,.l. c., taf. II, fig. 20, p. 17. Galle lenose, subglobose od obovate, solitarie o riunite, a superficie uniformemente liscia, verde sul principio, invecchiando, bruno-rossiccia. La loggia larvale, eccentrica, trovasi scavata, d’ ordinario, nella metà superiore della galla. Al e Bosco Fontana »; ottobre. Sigur 10. Cynips corruptrix Schl. — Schlechtendal, 1. c., n. 236; Wachtl, Entomologisch-biologische Studien I Ser., taf. IV, fig. 6. Piccole galle, sessili, legnose, bruno-lucide, irregolari. Sono costituite da un corpo (4-5 mm. largo, 1-3 mm. alto), più o meno compresso ai lati, e da alcune piccole gibbosità arrotondate che. lo sormontano. Tali gibbosità sono tra loro disgiunte o riunite, ed in tal caso, disposte a guisa di piccola cresta. Il corpo della galla. limita un’ ampia camera larvale e l’insetto esce da un foro che vi pratica lateralmente. In corrispondenza dell’ inserzione del ce- cidio il ramo si mostra più o meno sensibilmente rigonfiato. Al « Bosco Fontana », sopra individui giovani; ottobre. 11. Gynips glutinosa Gir. — Pallavicini Misciatelli M., Zoocecid. FI. it. conservati ete., in 1. c., P. III, Imenotterocecidii, n. 17; Schlechtendal, 1. c., n. 242; Mayr, l. c., taf. III, fig. 21, p. 18. Produce sui rami, e all’ ascella delle foglie, delle galle le- gnose, con superficie glutinosa di color bruno-giallastro, alte circa 15 mm. Sono di forma subconica, ad estremità subottusa, ed infe- riormente fornite di lobi più o meno distinti ed arrotondati che ripiegandosi abbracciano il ramo. All’ interno, verso la base, pre- sentano una cavità la quale contiene la « galla interna » di forma obovata, a pareti sottili. La marchesa Misciatelli (in 1. c.) segnala come Cynips glu- tinosa Gir., la galla prodotta evidentemente, almeno dietro, la de- scrizione ch’ Essa ne dà, da altro Cinipe e precisamente dal :C. Mayri, imenottero recentemente descritto dal Prof. Kieffer di Bitsch (1), ma la cui galla era già nota da tempo e che il Solla appunto (citato anche dalla Misciatelli) descriveva e figurava come nuova nella sua Memoria: « Zwei neue Eichengallen (2) ». | Diffatti essa parla di una galla che avvolge la base del frutto, e certamente quindi non può trattarsi della C. glutinosa, la quale produce le sue galle sui rami. L'errore nacque certamente dal- l'essere la C. Mayri un po simile per la forma a quella varietà della C. glutinosa conosciuta col nome di coronata (V. descriz. al n. seg.) e con la quale venne confusa anche da altri. Ad ogni modo, prescindendo anche dalla diversa località e dall’ essenza (1) Descriptions de nouveaux Cynipides d'Europe, in: Bull. Soc. Entom. de France, n. 1, p. 8, 1397. (2) In: Zeitschrift fiir Phanzenkrankheiten, Bd. II, Heft 6, p. 321-323, taf. VI; Stuttgart, 15392. SL — specifica diversa dei due gallinsetti, vi sono parecchie altre dif- ferenze notevoli che caratterizzano assai bene queste due specie di galle. Al « Bosco Fontana » ; ottobre. 1t1a. Cynips glutinosa var. coronata Gir. — Massalongo, Nuovo contrib. entomocecid. it. Prima com., in l. c., n. 192; Schlechtendal, 1. c., n. 242 6; Mayr, I. c., taf. III, fig. 215, p. 13. Galla, per situazione, consistenza, colore e vischiosità, simile in tutto alla precedente ma più grossa. Differiscenoltre notevol- mente per la forma, essendo superiormente ingrossata e legger- mente espansa, con irregolari dentellature sporgenti dal margine superiore, ma non situate su di uno stesso piano orizzontale, per cui, la superficie superiore, non si presenta regolarmente ap- pianata, come avviene per la galla di C. Mayri, ma, bensì, sinuosa e lobata. Al « Bosco Fontana » ; ottobre. 12. Cynips lignicola Hart. — Pallavicini Misciatelli M., Zoo- cecid. Fl. it. conservati ete., in l. c., P. III, Imenotterocecidii, n. 15; Schleehtendal, l..c., n. 231; Hieronymus, l..c., n. 649; Mayr, 1. c., taf. II, fig. 19, p. 16.0 Galle solitarie o agglomerate, legnose, subsferiche o legger- mente ovoidi nella parte inferiore (5-10 mm. di diametro), con la superficie irregolarmente screpolata, di color rosso-ruggine o rosso bruno. La loggia larvale, eccentrica, trovasi nella metà inferiore, verso la base della galla. Al « Bosco Fontana »; ottobre. B) galle delle foglie: 13. Andricus curvator Hart., forma sessuata di A. collaris Hart. — De Stefani T., Descrizione di alcune Galle ete., in l. c., n. 7a, fig. 7a; Massalongo, Galle FI. it., in ]. c., n. 144 (su Q. pubescens) e 207, tav> XXV, fig. 2-5; Schlechtendal, 1. c., n. 274; Kieffer, Hyménoptérocécid. Lorr., in l. c., n. 47; Hiero- nymus, l. c., n. 636; Mayr, l. c., taf. V, fig. 56, p. 40. — Réaumur, IRE pl-s39efionn9=8- Cecidio situato in corrispondenza delle nervature, subgloboso, grosso quanto un pisello, sporgente dalle due pagine della foglia, di color verdastro, con pareti esili limitanti una grande cavità agg centrale entro cui trovasi la piccola « galla interna ». La lamina inoltre, per la formazione del cecidio, s’ increspa e s’incurva. [La generazione agama produce, a spese della gemma, una piccola galla bruna, ovoide, uniloculare, racchiusa per un certo tratto tra le sue squame |. Al « Bosco Fontana » ; giugno. 14. Andricus trilineatus Hart. (= A. noduli Hart.), forma sessuata di A. radicis Fabr. — De Stefani T., Descrizione di alcune Galle ete.. in 1. c., n. 5a, fig. 5a; Schlechtendal, I. c., n. 247 (f. ram.) e 252 (f. fol.); Kieffer, Hyménoptérocécid. Lorr., in 1. es n. 18; ‘Hieronymus, lc; n. (643; Mayî, fesa ot9 pa dE i Produce sulla costa, sul picciolo della foglia, fed anche sui giovani rami, dei leggeri rigonfiamenti allungati o bozzoluti. È galla somigliantissima a quella prodotta da A. testaceipes Hart. [Per la galla prodotta dalla generazione agama, vedi descriz. al n. 9 del mio primo contributo |. Al « Bosco Fontana » ; giugno. 15. Neuroterus baccarum (L.) Mayr, forma sessuata di N. lenti- cularis Mayr. — De Stefani T., Descrizione di alcune Galle ete., in lei, n. 184, fig. 184; Massalongo; Galle RIS fnelonoa n. 149 (su Q. pubescens ) e 208; Hieronymus, l. c., n. 656 ; Schlech- tendal, 1. c., n. 278; Kieffer, Hyménoptérocécid. Lorr., in l. c., n. 32. — Spathegaster (La) Mayr, Loc sta VIE 0 PA Galle carnose, glabre, sferiche (5-7 mm. di diametro), pellu- cide, verdi o rossastre, le quali emergono per un quarto dalla pagina superiore, per gli altri tre dalla pagina inferiore. Cecidii uguali e prodotti dallo stesso Cinipide, si sviluppano anche sulle infiorescenze maschili. i [V. al n. 19 del mio primo contributo la galla della forma agama |. Al « Bosco Fontana >» ; aprile. 16: Neuroterus fumipennis Hart., forma agama di N. tricolor (Hart.) Mayr. — Massalongo, Galle FI. it., in l. c., n. 127; Schlechtendal, 1. e., n. 266; Kieffer, Hyménoptérocécid. Lorr., in Tisesunots Mayr Li cttaf VA o 64 parto: Galle ipofille, discoidali, con il margine ottuso, 2-4 mm. di diametro, aderenti alla superficie della foglia per un solo punto. tan lg) Osservate grossolanamente si presentano all'occhio quasi fossero un frammento sottilissimo di feltro rossiccio. La galla descritta al n. 21 del mio primo contributo spetta realmente ad una varietà di N. fumipennis (var. subglabra), il cui autore fu già ottenuto e non differisce affatto dal N. fumi- pennis. Tale varietà però, a correzione di quello che dissi allora, è sempre leggermente pubescente e misura appena 1 mill. circa di diametro. i [Per la galla della forma sessuata vedi al numero seguente |. Al < Bosco Fontana »; ottobre. 17. Neuroterus tricolor (Hart.) Mayr, forma sessuata di N. fumipennis Hart. — Schlechtendal, 1. c., n. 279; Kieffer, Hymé- noptérocécid. Lorraine, in I. c., n. 33; Hieronymus, 1. c., n. 657; Mayr, dieta VI, fio, VI, pio 49. Produce un piccolo cecidio ipofillo, tondeggiante, carnoso, del diametro di 5-5 mm., coperto di radi e lunghi peli, bianchi, se- ricei. Questa galla emerge, leggermente, anche verso la pagina superiore. [Vedi al numero precedente la descrizione della galla pro- dotta dalla forma agama |. Al « Bosco Fontana »; maggio. 18. Neuroterus laeviusculus Schenck, forma agama di N. al- bipes (Schenek) Mayr — Massalongo, Galle FI, it., in 1. c., n. 128, tav. XXIX, fig. 1-2; Schlechtendal, 1. c., n. 264; Hieronymus, leesenzio04 as Mayr, Ive. taf. VI, fig. (60, p. 46. Cecidio regolarmente discoidale od a contorno sinuoso, del diametro di 3-6 mm., ipofillo od epifillo, leggermente ombelicato nel centro, a superficie glabra o con rada pubescenza, di color bruno rossiccio, aderente alla foglia per un solo punto. [La generazione sessuata produce un piccolissimo cecidio ‘ovoide, biancastro, glabro, a pareti sottilissime, situato ordinaria- ‘mente sul margine della foglia la quale, in corrispondenza della galla, si fende fin presso alla nervatura mediana ]. Al « Bosco Fontana » ; ottobre. 1) galle delle infiorescenze maschili : 19. Neuroterus baccarum (L.) Mayr, forma sessuata di N. penticularis Mayr — Massalongo, Galle FI. it., in 1. e., n. 152; — 20 — Schlechtendal, in 1. c., n. 181. — Réaumur, 1. c., T. II; pl. 40, fio. 1-6. Galle come al n. 15. Al « Bosco Fontana »; aprile. Quercus pubescens Willd. a) galle del fusto o delle gemme: 20. Andricus globuli (Hart.) Mayr, forma agama di A. inflator Mayr — Scehlechtendal, 1. c., n. 220. Galle come al n, 4. Al « Bosco Fontana » ; ottobre. DIE Cynipidearum sp. (an Andricus inflator Mayr var. ?). Genera delle galle somigliantissime a quelle prodotte da A. inflator (vedi primo contrib. n. 11), ma molto più piccole, misu- rando appena 4-6 mm. di lunghezza. Presentano inoltre questa differenza che, d’ ordinario, esse non sì trovano all’ estremità dei giovani ramoscelli, essendo questi in così fatto modo raccorciati, che le galle si possono considerare come sessili. — Talvolta, invece, il rametto si allunga un poco, circa 1-2 cm., ma si mostra legger- mente ricurvo e con la superficie longitudinalmente increspata come se il suo accrescimento fosse stato sotto l’ influsso di una qualche causa morbosa. All’ estremità di questo anormale rametto, si nota un leggero rigonfiamento che, sezionato, offre una confor- mazione analoga a quella che si osserva nell’ interno delle galle di A. inflator. Tra la forma ora descritta e la prima si nota poi tutta una serie di forme intermedie. Ho trovate molte di queste galle ma tutte già abbandonate dal loro autore. In alcune, della seconda forma, non rinvenni che dei Synergus. AL « Bosco Fontana »; ottobre. 29: Cynipidearum sp. (an Andricus serotinus Gir. var. nov:?). Produce, d’ordinario sui giovani rami, dei graziosi cecidii, sessili, solitari o spesso agglomerati, irti di numerose eminenze acu- leiformi, a sezione subtriangolare, solcate per il lungo, rigide, diritte o leggermente ricurve, glabre, le quali, col disseccarsi, facilmente si staccano, lasciando così a nudo il corpo della galla, di forma ovoide, biancastro, del diametro di circa mm. 3-5, con pareti esili So limitanti un’ unica camera larvale assai ampia. Il foro di uscita è situato ad uno dei poli della galla. Rassomigliano notevolmente alle galle di Andricus serotinus (1), senonchè queste presentano gli aculei molto più lunghi, reflessi, ed inoltre rivestiti di lunghi peli bianchi. Anche di queste galle non ho potuto osservare l’autore aven- dole raccolte troppo tardi. Al « Bosco Fontana »; ottobre. (2) 23. Cynipidearum sp. (an Cynips conifica Hart. var. ?). Cecidii legnosi, sessili, 5-15. mm. alti, conici, con l’ apice spesso subottuso e leggermente incurvato per cui, in tal caso, possono venir paragonati ad un minuscolo cappello frigio. La loro superficie, bruno rossiccia, è rivestita di minutissimi peli bianchi che le dànno un aspetto pruinoso; è inoltre percorsa, d’alto in basso, da fini venature, tra loro anastomizzantisi, di color rosso vinoso che, osservate con leggero ingrandimento, si mostrano come costituite di piccolissime coste rilevate. Si sviluppano sul tronco, di individui giovani, o sui grossi rami, ai quali aderiscono a mezzo di un brevissimo e sottile peduncolo che si diparte dal centro della galla nella sua faccia basale, appianata. Le galle prodotte dalla C. conifica (3), secondo la forma ti- pica descritta dagli autori, differiscono dalle mie per avere la base fornita di emergenze che abbracciano il ramo e rispetto al quale la galla viene a trovarsi come a cavalcioni (reîtet). Al « Bosco Fontana » ; ottobre. # 24. Cynipidearum sp. A spese della gemma vengono generate sui giovani rami delle galle legnose (5-8 mm. alte), sessili, subconiche a rovescio, cioè con l’ apice aderente e la base libera. Tale base, che ricorda un poco la superficie triturante di un grosso dente molare, ci si pre- senta come sublobata, essendo costituita di emergenze, da 3 a 6 per ogni galla, più o meno distinte, subemisferiche, tra loro per lo più disuguali, spesso sormontate da una piccola papilla nericcia (1) Vedi descriz. in: Mayr, l. c., taf. II, fig. 13, pag. 13; Schlechtendal, les. 208: (2) Un unico esemplare di questa galla l’ ho trovato di questi giorni (3 gennaio 1898) su Quercus pedunculata, al « Bosco Fontana ». (3) Mayr, I. c., taf. II, fig. 12, pag. 13; Schlechtendal, 1. c., n. 204, So più o meno rilevata. La superficie di queste galle ricorda un poco quella del Cynips lignicola Hart., per essere cioè di un colore bruno-rossiccio e serepolata, non però in tutte le parti, ma solo in corrispondenza della parte superiore, per modo, che i lobi ora ricordati, sembrano quasi essere usciti, in seguito al loro acere- scimento, da una sottile buecia che avesse servito sul principio di comune involucro, e che si vede ora circondare, invece, solo a guisa di anello, la base di ciascuno di questi lobi. Nell’ interno, vi ha un’ampia camera larvale rivestita di tessuto nutritivo e limitata esternamente dalla zona protettrice. Questa galla offre una certa analogia di forma con la Cynips corruptrix e C. amblycera, ma specialmente con la prima. Al « Bosco Fontana »; novembre. 25. Cynips amblycera Gir. — Massalongo, Galle FI. it., in 1. e., n. 134; De Stefani T., Descrizione di alcune Galle ete., in 1. c., n.12; fig: 12-|2]; Schlechtendal,.)-+c., n. 23% MGn Ricotta Chio 20 La gemma si trasforma in un piccolo cecidio legnoso, bruno, costituito da un corpo stipitiforme, in cui trovasi la larva, dal quale si dipartono superiormente 2-6 eminenze, ovato-acute, di- vergenti. AI « Bosco Fontana »; ottobre. 26. Cynips argentea Hart. — Schlechtendal, 1. c., n. 226; Hieronymus, l. e., n. 663. Galle come al n. 14 del mio primo contrib. (su @. pedun- culata ). Al « Bosco Fontana » ; ottobre. 27. Cynips glutinosa Gir. var. mitrata — Schlechtendal, 1. c., 24M ay ict eil: Vedi descriz. al n. 15 del mio primo contrib. (su Q. pedun- culata). Al « Bosco Fontana » ; ottobre. 28. Cynips Kollari Hart. — Schlechtendal, 1. c., n. 229; Hie- ronymus, l. c., n. 664. Vedi primo contrib. n. 16 (su Q. pedunculata), Al « Bosco Fontana » ; ottobre. rus i ti A SISI GARE Tak CAETOG E B) galle delle foglie. 29. Andricus sufflator Mayr — Schlechtendal, 1. c., n. 275. Genera delle piecole galle a guisa di pustule, sporgenti da ambedue le pagine della foglia, ma specialmente verso la pagina inferiore, le quali, a completo sviluppo, raggiungono appena 2 mm. di diametro ed offrono inoltre al tatto una certa consistenza. Sono sprovviste di galla interna. Ne ho ottenuto l’ insetto, il quale esce da un piccolo foro dal lato ordinariamente della pagina inferiore, durante il mese di luglio. Il Prof. Kieffer, al quale inviai parecchie di queste galle, mi scrisse che esse differiscono alquanto da quelle descritte dal Mayr, il cui lavoro non ho potuto consultare, ma che però ine setto è identico. Al « Bosco Fontana » ; luglio. 30.-Andricus urnaeformis (Fonse.) Mayr, forma agama di cui non si conosce la sessuata corrispondente — Massalongo, Galle Ue anelk e ang 0it6 schlechtendalaltre n) 269 Mayralso, taf. V, fig. 55, p. 39. — Lacaze-Duthiers, Récherches ete., in I. c., pi I, fis. 7-3; Reéaumur, l. e., D. DI pl. 35, fig. 6-7; Malpighi, «De Gallis >, in l: c., tab. VITE fig. 20. Sulla costa della foglia e dalla parte della pagina inferiore produce delle piccole galle, uniloculari, verdi o rossastre, a forma di urnetta o botticella, alte 2-4 mm., longitudinalmente striate. - L’estremità superiore è depressa ed offre nel centro una piccola eminenza papilliforme. Crescono d’ ordinario allineate regolarmente lungo la costa, la quale divenendo ipertrofica, induce un incur- vamento nella lamina. A maturità, si staccano facilmente, lasciando sulla costa una piccola cicatrice. Al « Bosco Fontana » ; ottobre. 81. Neuroterus lenticularis (Oliv.) Mayr, forma agama di N. baccarum Mayr. Vedi primo contrib. al n. 19 (su Q. pedunculata). Al « Bosco Fontana » ; ottobre. PSE SARI Rn e Rosa (? canina L.). 32. Rhodites Rosae (L.) Hart. — De Stefani T., Descrizione di alcune salle;ete.; in -fesn e ian Massalongo, Galle FI. mt. an dsc. ni, 1o9.otavi OOC tia A tetta RIO (forma epifilla); Kieffer, Hyménoptérocécid, Lorr., in l. e., n. 57; Schlechtendal, 1. c., n. 817; Hieronymus, 1. e., 698. — Lacaze - Duthiers, Récherches ete., in 1. c., pl. 18, fig. 14-15; Réaumur, lie. DT. IN pl. 47, fig. 1-4; Malpighi, « De ‘Gallis’ »; int Lenna tab. XVII-XVIII, fig. 62. i È Cecidio legnoso, pluriloculare, spesso molto grande, ricoperto fittamente da numerosissime sottili appendici ramificate, le quali danno alla galla un'apparenza muschiosa. Queste galle, conosciute anche col nome di Bedeguar, si sviluppano a spese della foglia.. Al « Bosco Fontana »; novembre. 2. Dipterocecidia. Artemisia vulgaris L. #33. Rhopalomyia baccarum Wachtl — Schlechtendal, Zweiter Nachtrag, l. c., p. 52. — Cecidomyia, Wachtl, Zwei Gallmiicken ete.; in l. c., taf. IV, fig. 1-14 (galla), fig. 1B (cecidiozoo); Schle- chtendal, l. c., n. 1206. Galle carnoso-succose, pluriloculari, solitarie o spesso concre- scenti, verdi o rossastre, subrotonde o subconiche, con estremità spesso subacuta. Si riscontrano sul fusto, sul rachide dell’ infio- rescenza, sulle gemme nonchè all’ascella delle foglie. A maturità, si aprono all’ apice, o, direi quasi, sbocciano, lasciando aperto l’ adito alle cecidomie le quali hanno compiuta nell’ interno la loro trasformazione. Tale galla era nota solo per 1’ Artemisia sco- paria W. et K. (fide Kieffer in litt.). Debbo dire però che le galle dell’ A. vulgaris differiscono alquanto da quelle dell’ A. scoparia essendo queste, come appare dalla descrizione che ne dà il Wachtl (1. c.), veramente bacci- formi ed inoltre uniloculari. Ho ottenuto l’ insetto alato agli ultimi di agosto. Abbastanza frequente in varie località dei dintorni ; luglio-agosto. Se Uogi — Cynodon Dactylon Pers. 34. Lonchaea lasiophthalma Macq. — Massalongo, Galle FI. icin l..c., n. 47; tav. XIII, fig. 1-3; Schlechtendal, 1. c., n. 42. — Vallisneri, 1. c., T. I, p. 200. i Galle sotterranee o lievemente sporgenti dal suolo, allungate ed ingrossate all’ estremità a guisa di clava o di spatula. Sono costituite da molti internodi, accorciatissimi, coperti di squamette densamente embricate, derivanti da una ipertrofia delle gemme. Anche a Mantova, come nel veronese (V. Massalongo, l. c.), è nota comunemente ai contadini, i quali sanno pure che dà na- scimento ad un insetto, un « tafano » secondo loro. Ne ebbi in gran numero dal Sig. Arminio Borelli che le raccolse, durante il mese di ottobre, in un terreno di sua proprietà detto « la Mal- pizza » presso il paese di Villanova Majardina. .Fraxinus excelsior L. 35. Dichelomyia acrophila (Winn.) Ribs. — Schlechtendal, Zweiter Nachtrag, in l. c., p. 39; Cecidomyia, Massalongo, Galle PI. it., in l. c., n. 204, tav. XL, fig. 4-5; Schlechtendal, I. c., n. 957. Cecidio turgido, verdastro, subfolliculiforme, derivato da un forte ispessimento delle fogliette lungo la nervatura mediana, con ostiolo epifillo allungato. Fuori Porta Belfiore; aprile. Lychnis vespertina Sib. 36. Dichelomyia Lychnidis (Heyd.) Ribs. — Schlechtendal, Zweiter Nachtrag, in l. c., p. 17. — Cecidomyia, Massalongo, Galle bilcdatinsl.ie. n68; Kietfer Diptérocecid. Lorr. in lc. n. 80; Schlechtendal, l. c., n. 399. L’ estremità dei germogli, in seguito all’ azione parassitaria delle larve di questo dittero, si trasforma in una agglomerazione globosa od ovoide costituita da foglie ispessite e ricoperte da ab- bondanti peli bianchicci. Al « Bosco Fontana »; maggio. NATIA PER DOCILE TRE SEIN I OTO ICAO OCRA IO IP ATI IE CI ORTARI I te BE, logia 3 Medicago sativa L. DI Dasyneura ignorata ( Wachtl]) fide Kieffer in litt. — Di- Di chelomyia Riùbs., Schlechtendal, Zweiter Nachtrag, in l. c., p. 35. — Cecidomyia Wacktl, Eine neue ete., in l. c., taf. II, fig. 1 . (galla), fig. 2 (cecidiozoo); Schlechtendal, Il. c., n. 871; Kieffer, Diptérocécid. Lorr., in l. c., n. 93. Le gemme fogliari si trasformano in cecidii ovoidi, glabri, verde-giallastri, derivati specialmente da una forte ipertrofia delle stipole le quali si riuniscono tra loro fittamente imbricandosi. Nel l'interno vivono parecchie larve di color rossastro le quali si. trasformano in terra. Comune nei dintorni della Città; giugno-luglio. 1 A < s A ‘ ‘ Populus Tremula L. 38. Agromyza Schineri Gir. — Massalongo, Nuovo contrib. entomocecid. it. Seconda com., in l. c., n. 30; Kieffer, Diptérocécid. Lorr., in l. c., n. 113; Schlechtendal, 1. c., n. 302. Produce sui giovani rami dei leggeri rigonfiamenti allungati, unilaterali, solitari o talora concrescenti, nell’ interno dei quali trovasi una sola cella larvale. Al « Bosco Fontana » ; ottobre. Quercus Cerris L. #39. ? Arnoldia sp. Nel mio primo contributo (n. 3) descrissi dei lievi ingrossa- menti subfusiformi della costa e nervature delle foglie come do- vuti ad Andricus testaceipes Hart. Si conoscono invero deforma- zioni consimili prodotte da questo imenottero, ma solo però sulle foglie di Q. sessiliflora e pedunculata. Per cui, data, in linea generale, la non promiscuità delle galle del Cerro con quelle che TI ART IRE LI 2 ETERNI DE TE) RTS NOTTI VOTO DITE PRIA E RIT ANAI SENO DIVIETI ordinariamente si trovano sopra queste due specie di Querce, era da ritenersi, con molta probabilità, che il cecidio da me segnalato non dovesse attribuirsi allo stesso autore. D'altra parte, sulle foglie della Q. Cerris, non sono stati sino ad ora descritti tali rigonfiamenti e quindi li ritengo come nuovi, come è da ritenersi probabilmente nuova anche la specie dell’ insetto che li produce. A quello che dissi allora, aggiungo, che la camera larvale è fe SS di forma allungata, e trovasi scavata eccentricamente all’ ingros- samento, per modo che una delle sue pareti, e precisamente la . esterna, è molto sottile. Al « Bosco Fontana » ; autunno. 40. Arnoldia Szepligetii Kieffer, Diagnose de deux espèces nouvelles etc., in 1. c., p. 236 (sub JSanetia). Le larve di questa cecidomia generano, sulle foglie, delle . piccole pustule (2 mm. circa di diametro), leggermente salienti sulle due faccie, ispessite, e d’ ordinario, provviste di una piccola papilla centrale puntiforme. Si mostrano fin dalla primavera, ma le larve non sono visibili che nell’agosto o settembre, nella quale epoca, ed in seguito più intensamente, le pustule hanno assunta una colorazione giallo-rosastra. La larva, di color rosso, esce nell’ ottobre, dalla pagina infe- riore, attraverso ad una fenditura semicircolare, per modo che una piccola porzione della parete della galla si solleva un po a guisa di coperchio. Al « Bosco Fontana » ; autunno. #41. Arnoldia sp. Pustule delle foglie somigliantissime alle precedenti ed alle quali, per ora, non saprei assegnare dei buoni caratteri morfolo- gici differenziali. Si distinguono solo per aver nell'interno una larva bianchiccia anzichè rossa. Secondo il Prof. Kieffer (in litt.), tali pustule, a differenza delle prime, s’ aprirebbero forse circo- larmente, o piuttosto sarebbero perforate dalla larva. Tali pustule sono somigliantissime a quelle già descritte dal Prof. Massalongo (Nuovo contrib. entom. it. Prima com., in l. c., n. 9), nell'interno delle quali egli avrebbe trovato delle larve _ pure biancastre, ma da lui però riferite, sulla fede di Riibsaamen, al genere Dichelomyia. Al « Bosco Fontana »; autunno. Quercus pedunculata Ehrh. 42. Diplosis dryobia Fr. Low — Massalongo, Galle FI. it., in I. c., n. 88, tav. XVIII, fig. 4 su (Q. pubescens); Schlechtendal, l. c., n. 178; Kieffer, Diptérocécid. Lorr., in l. c., n. 125; Hiero- nymus, l. c., n. 491. — Malpighi, « De Gallis », in 1. c., tab. VI, fig.? 8. ERE I lobi della foglia si ripiegano verso la pagina inferiore, si. ispessiscono un poco, e si decolorano irregolarmente. Al « Bosco Fontana »; maggio. — 43. Diplosis Liebeli Kieff. — Massalongo, Galle FI. it., in 1. c., n. 196, tav. XXXIX, fig. 5; Schlechtendal, 1. c., n. 179; Kieffer, Diptérocécid. Lorr., in 1. c., n. 126; Hieronymus, l. c., n. 492. Produce, verso la pagina superiore, uno stretto arrotolamento della lamina a guisa di cercine, situato, d’ ordinario, tra due lobi e molto ispessito. Al « Bosco Fontana »; maggio. Quercus pubescens Willd. È 44. Diplosis dryobia F. Liw — Come al n. 42. Al « Bosco Fontana; giugno. 45. Diplosis Liebeli Kieff. Come al n. 43. Al « Bosco Fontana »; giugno. Sonchus oleraceus L. 46. Cystiphora Sonchi (F. Lòw) Kief. — Schlechtendal, Zweiter Nachtrag, in l. c., p. 56. — Cecidomyia, Massalongo, Galle FI. it., in l. c., n. 98; Thomas, l. c., p. 11-12; Schlechtendal, . L c., n. 1307; Kieffer, Diptérocécid. Lorr., in 1. c., n. 169; Hieronymus, 1. c., n. 558. — Malpighi, « De Gallis », inl. c., tab. VII, fig. 10. Galle fogliicole discoidali, derivate da una ipertrofia del pa- renchima il quale si solleva verso la pagina superiore. Nella pa- gina inferiore, dietro all’ epidermide sensibilmente disgiunta dal mesofillo, si scorge la larva di color bianchiccio. Il Thomas (I. e.) distinse questa forma di cecidii col nome di: Spannhautgallen o Tympanocecidien. Fuori Porta Belfiore; giugno-luglio. Trifolium (‘ repens L.) 47. Dasyneura Trifolii (F. Low) fide Kieffer in litt. — Di- chelomyia Ribs., Schlechtendal, Zweiter Nachtrag, in Lc., p. 37. RAR Le VCR REA LARA e PARTA VISI, PA SIRIA CITA ZUA VIP OE de ;) Luci i] RA, F deg a PATO RO E a — Cecidomyia, Schlechtendal, 1. c., n. 922; Kieffer, Diptérocécid. Lorr., in l. c., n. 190; Hieronymus, I. c., n. 580-581. Le due metà laterali della foglia si piegano verso l’ alto e si combaciano, divenendo ipertrofiche specialmente in vicinanza della costa. Fuori Porta Belfiore; settembre. Ulmus campestris L. ‘48. Cecidomyidearum sp: — Massalongo, Galle FI. it., in I. c., n. 102, tav. XX, fig. 3-4; Schlechtendal], l. c., n. 361; Hiero- nymus, l. c., n. 586. Le larve di una cecidomia, non ancora ottenuta allo stato perfetto, generano a spese di una ipertrofia della costa, delle ner- vature, e talvolta anche del picciolo, delle piccole galle costituite da un corpo con cavità centrale, che è parte preponderante del- l’ ipertrofia degli organi anzidetti, e da un prolungamento cavo, cilindrico o leggermente imbutiforme all’ estremità, epifillo, od ipo- fillo, il quale, o si solleva perpendicolarmente, o rimane addossato alla lamina. Al « Bosco Fontana », sopra individui cespugliosi; maggio. Vitis vinifera L. 49. Cecidomyia oenophila Heimhf. — Massalongo, Galle FI. mate n lO) tav VITI ie 6-4 e) stavi XIX oSchlech- tendal, 1. c., n. 589. — Malpighi, « De Gallis », in I. c., tab. XVI, fig. 58. Galle uniloculari verdi o rossastre, tondeggianti, sporgenti sulle due. pagine della foglia lungo le nervature. Sono glabre superiormente, pubescenti alla pagina inferiore, ove sbocca l’ ostiolo. Al « Bosco Fontana »; giugno. 3. Coleopterocecidia. . Populus Tremula L. 50. Saperda populnea L. — Massalongo, Nuovo contrib. ento- ‘mocecid. it. Seconda com., in l. c., n. 31; Kieffer, Coléoptérocécid. Lorr., in l. c., n. 22, fig. 9; Schlechtendal,.l. c., n. 301. PRA Rigonfiamenti globosi od ovoidi dei rami, in corrispondenza dei quali, in una cavità scavata nel tessuto midollare, vive la larva. Al « Bosco Fontana »; ottobre. 4. Hemipterocecidia. Ajuga reptans L. 51. Aphididearum sp. — Massalongo, Nuovo contrib. entomo- cecid. it. Seconda com., in l. c., n. 19; Kieffer, Hémiptérocécid. Torri Leseni82. Accartocciamento involutivo dei margini delle foglie radicali - verso la pagina superiore. Fuori Porta Belfiore ; settembre. Cerastium sp. , 52. Aphis Cerastii Kalt. — Massalongo, Galle FI. it., in 1. e., n. 8 (su Cer. arvense); Kieffer, Hémiptérocécid. Lorr., in l. e., n. 13; Schlechtendal, 1. e., n. 396; Hieronymus, 1. c., n. 311. Le foglie dell’ apice dei germogli restano agglomerate rico- prendosi l’ una con l’altra. In alcuni degli esemplari da me tro- vati, questa deformazione era accompagnata anche da cloranzia. Fuori Porta Belfiore; settembre. Chenopodium album L. 53. Aphis Atriplicis L. — Massalongo, Galle FI. it., in 1. c., n. 210; Kieffer, Hémiptérocécid. Lorr., in l. c., n. 14; Schlech- tendal,“l. c., n.390. La foglia, per l’ azione di questo Afide, a partire dal margine, si accartoccia verso l’alto, si decolora leggermente e si ispessisce. Fuori Porta Belfiore; luglio. F'raxinus excelsior L. 54. Psyllopsis Fraxini L. — Massalongo, Galle FI. it., in l. c., n, 205; Kieffer, Hémiptérocécid. Lorr., in l. c., n. 24; Schlechtendal, 1. c., n. 962; Hieronymus, l. c., n. 293. a — dI = Accartocciamento dei margini delle foglioline verso la pagina inferiore. In corrispondenza del cecidio la lamina è ispessita, decolorata, e presenta come un fine reticolo rossastro. -Fuorî Porta Belfiore; aprile. Populus nigra L. 55. Pemphigus affinis Kalt. — Massalongo, Galle FI. it., in 1. c., n. 14; Schlechtendal, I. e., n. 291 (su Pop. italica); id., Zweiter Nachtrag, in 1. c., p. 12; Kieffer, Hémiptérocécid. Lorr., in 1. c., n. 49, fig. 1; Hieronymus, ]. c., n. 344 (su Pop. italica) e n. 343; Lichtenstein, 1. e., pl. II, fig. 4 (galla), fig. 5-(cecidiozoo). — Reaumuar, ile JD: IM,ipl. 27, figo (Cexcl. s-9): Cecidio caratterizzato da un breve e stretto arrotolamento marginale della lamina verso la pagina inferiore, notevolmente ispessito (Pseudegyna fundatric), oppure, da un ripiegamento delle due metà della foglia, talvolta una sola, verso la costa, con la convessità corrispondente alla pagina superiore ( Pseudogyna migrans). Dovunque neî dintorni; maggio. 56. Pemphigus marsupialis (Koch) Courch. —: Massalongo, Galle FI. it., in 1. c., n. 16, tav. V, fig. 3-4; Schlechtendal, Il. c., n. 292 (su Pop. italica); id., Zweiter Nachtrag, in l. c., p. 12; Kieffer, Hémiptérocécid. Lorr., in l. c., n. 48, fig. 2 ab; Lichten- stein, l. c., pl. II, fig. 1-2 (galla), fig. 3 (cecidiozoo). — P. ovato- oblongus Kess., Hieronymus, l. c., n. 347 (su Pop. italica) e nsiood. i Reaumur, Ji c.,, F. IL pl. 26, fig. 7,19-10-et- fig. Su. Lungo la costa, verso la pagina superiore, la lamina si estro- flette e si fa nello stesso tempo fortemente carnosa, costituendo così un cecidio fusiforme, rossastro, aon ostiolo ipofillo, allungato a guisa di fenditura. Dintorni della città: piuttosto rara; maggio. 57. Pemphigus Populi Courch. — Massalongo, Galle FI. it., in l. c., n. 17, tav. VI, fig. 1-3; Schlechtendal, Zweiter Nachtrag, in l. c., p. 12;- Lichtenstein, l. c., pl. IV, fig. 3 (galla), fig. 4 (cecidiozoo). Ordinariamente alla base della lamina e sulla costa, genera delle galle vescicolari, verdi giallastre, subglobulose, con super- — 32 — ficie spesso irregolarmente lobata e con ostiolo ipofillo. Queste galle, sul finir dello sviluppo, presentano lateralmente un foro a margine dentato, analogamente a quanto si osserva per le galle di Tetraneura Ulmi, oppure, si aprono completamente all’ estremità superiore, assumendo così un aspetto crateriforme. Dintorni della città; maggio. Populus pyramidalis Spach. 58. Pemphigus pyriformis Lichtenstein, 1. c., pl. I, fig. 1-2‘ (cecidiozoo), fig. 3-4 (galla); Schlechtendal, Zweiter. Nachtrag, l. c., p. 11. — Sub P. dursarius, Kieffer, Hémiptéroegcid. Lorr., in li-c,sofio2.6,(N- 47); Massalongo; Galle HI tina tav. IV, fig. 2-4, (n. 15). — Réaumur, l. c., T. III pl. 26, fie. 3 g. In causa di una locale ipertrofia del picciolo, vengono a for- marsi delle galle vescicolari, subglobose o subovato-piramidali, di colore generalmente rossastro. L’ ostiolo trovasi all’ apice di queste produzioni. Questa galla non è da confondersi con quella di P. bursarius L., simile un po'a questa per la forma, ma che si trova. invece sui - rami. Al « Bosco Fontana », e fuori Porta dei Molini: piuttosto rara; maggio-giugno. 59. Pemphigus spirothecae Pass. — Massalongo, Galle FI. it., in ]. c., n. 23; Sehlechtendal, Zweiter Nachtrag, in l. c., p. 12; Lichtenstein, l. c., pl. III, fig. 3 (cecidiozoo ), fio. 4 (galla). Galle come al n. 37 del mio primo contributo (su Pop. nigra). Anche questa galla non deve andar confusa con quella pro- dotta da P. protospirae Licht. alla quale rassomiglia moltissimo. Al « Bosco Fontana » ed in varie località dei dintorni; estate. Rumex obtusifolius L. 60. Aphis Rumicis L. — Schlechtendal, Nachtrige und Be- richtigungen, in ]. c., p. 4. Le due metà laterali della foglia si accartoeciano verso la pagina inferiore e si increspano leggermente. Fuori Porta Belfiore; ottobre. egg e Salix alba L. 61. Aphis amenticola Kalt. Vedere: « Acarocecidia » al n. 72. Sorbus torminalis Crantz. 62. Aphis Sorbi Kalt. — Schlechtendal,.1. c., n. 757; Kieffer, Heémiptérocécid. Lorr. in ]. c., n. 66; Hieronymus, I. c., n. 357. Le foglie si accartocciano verso la pagina inferiore, si incre- spano e si decolorano. ; Al « Bosco Fontana »; maggio. Ulmus campestris L. 63. Schizoneura lanuginosa Hart. — Massalongo, Galle FI. ipebcineldegn. 29 tav. VIII, fis. 20 tav Xiao i Kieffer, Hémiptéroeégcid. Lorr. in 1. e., n. 73; Schlechtendal, 1. c., n. 366; Eferonymus, ce en 361 = Reaumur, le, ESTE ple25: fie. 5-7; Malpighi, « De Gallis », in I. c., tab. VII, fig. 13 K-M. A spese della foglia vengono generate delle galle vescicolari, talvolta molto grandi, subglobose o piriformi, solcate alla super- ficie e pubescenti, le quali, d’ordinario, persistono a lungo sulla pianta. Bianco-giallastre da giovani, divengono brune e quasi nere col tempo. ‘Al « Bosco Fontana » e fuori Porta Cerese: al « Migliarelo » ; giugno. 64. Schizoneura Ulmi Kalt. — Massalongo, Galle FI. it., in les in.-30; tav. JI fig. b; Kieffer, Hemiptérocécid., Lorr., im]. c., n. 76; Schlechtendal, l. c., n. 365; Hieronymus, I. c., n. 360. Produce un cecidio turgido, rugoso alla superficie, e finamente pubescente, derivato da un accartocciamento della lamina verso la pagina inferiore e, d’ordinario, parallelamente alla costa. Al « Bosco Fontana », ed in varie altre località dei dintorni ; maggio. 65. Tetraneura rubra Licht. — Massalongo, Galle FI. it., in fees? tav ine Galle epifille con ostiolo ipofillo, di colore, ordinariamente, n È 1 e I n i e rosso vivace, finamente pubescenti alla superficie, con pareti molli e flessibili. Sono di forma saccata o globosa e fornite di uno sti- pite sottile. Ne trovai in gran numero sopra individui cespugliosi. Al « Bosco Fontana », e fuori Porta Cerese: al « Migliareto » ; maggio. È i 5. Lepidopterocecidia. Silene inflata DC. 66. Gelechia cauliginella Schr. — Massalongo, Nuovo contrib. entomocecid. it. Terza com., in l. c., n. 57; Kieffer, Lépidopté- rocécid. Lorr., in. 1. e., n. 20; Schlechtendal, 1. c., n. 408. Rigonfiamenti subfusiformi, intercalari, specialmente frequenti nella parte basale del fusto. Fuori Porta Belfiore; luglio. BS Le prese B) Acarocecidia. Buxus sempervirens L. 67. Phytoptus Canestrinii Nal. et Ph. unguiculatus Can. -— Sehlechtendal, Zweiter Nachtrag, in 1. c., p. 26; Canestrini, Fa- miglia ete., in 1. c., p. 90, tav. VIII, fig. 10-11 (galla), tav. XI, fig. 2-3 (cecidiozoo), e pag. 139, tav. XI, fig. 4-5 (Ph. ungui- culatus cecidiozoo); Massalongo, Acarocecid. FI. veron. Ulter. oss. agg., in ]. c., n. 3; id., Contrib. acarocecid. FI. veron., in I. c.; n. 2. Per l’azione dei fitotti le semme ascellari e terminali diven- tano ipertrofiche, trasformandosi in un corpicciuolo tondeggiante, di circa 3 mm. di diametro, con le squamette ricoperte da fitta pelurie. In questa deformazione delle gemme, oltre ai due fitotti indicati, venne osservato anche il Phyt. Buxi Can. (Canestrini, TESA pSoLL60) Tale concomitanza tra due o più specie di Fitottidi si riscontra frequentemente negli acarocecidii (vedi anche al n. 68 e 72). Fuori Porta Belfiore: al Cimitero; luglio. Carpinus Betulus L. 68. Phytoptus macrotrichus Nal., (= Cristaria Carpini Vall., Legnon confusum Bremi). — Kieffer, Acarocécid. Lorr., in |. c., n: 34; Canestrini, Famiglia ete., in l. c., p. 150, tav. XVI, fig. 5 (galla); Massalongo, Acarocecid. FI. veron. Saggio, in 1. c., n. 24; Schlechtendal, 1. c., n. 119; Hieronymus, l. c., n. 71. Produce, lungo le nervature secondarie, delle ripiegature od increspature che nella pagina inferiore si sollevano a guisa di carena. Anche questa specie è convivente assieme ad un altro Fi- toptide, cioè il PhyMocoptes Carpini Nal. (V. Canestrini, 1. e., parole L66) Al « Bosco Fontana » ; maggio. FE HFraxinus excelsior LI. 69. Phyllocoptes epiphyllus Nal. — Schlechtendal, Zweiter Nachtrag, in 1. c., p. 39; Kieffer, Acarocécid. Lorr., in l. c., n. 52 (ultime righe ), : Sulla pagina inferiore delle foglioline, a partire dalla loro inserzione sin circa a metà della lamina, si osserva una anormale produzione di peli, lunghetti, fulvi, pluricellulari, asssottigliati al- l'apice o spesso troncati. Sono riuniti in maggior copia lungo le nervature e la costa, o esclusivamente addossati a quest’ ultima e, in tal caso, talvolta più abbondanti da una parte che dall’ altra, più di raro soltanto da una. Appaiono sin dalla fine di marzo come una nubecula bian- chiecia che adombra quasi uniformemente la superficie basale della foglia e che va poi man mano accentuando la propria natura fino ad assumere i caratteri e le posizioni sopra ricordate. Fuori Porta Belfiore; marzo-aprele. 70. Phytoptus Fraxini Karp. — Canestrini, Famigl'a ete., in 1. c., p. 122, tav. XVI, fig. 6 (galla); Massalongo, Sopra alcune milbogalle nuove etc., in 1. c., n. 2; Kieffer, Acarocécid. Lorr., in 1. e., n. 52; Schlechtendal, 1. c., n. 954; Hieronymus, l. c., n. 100 (sub Ph. ‘fndssinicola Nal.). . Le infiorescenze vengono trasformate in o. bru- nastre (Klunkern), a lungo persistenti sulla pianta, costituite da squamette densamente embricate e pubescenti. Fuori Porta Cerese: al « Migliareto » ; aprile. Pyrus communis L. 71. Phytoptus Pyri Nal. — Canestrini, Famiglia ete., in I. c., p. 111, tav. XII, fig. 5, 9 (cecidiozoo); Kieffer, Acarocécid. Lorr., in l. c., n. 77; Schlechtendal, 1. c., n. 731; Hieronymus, l. c., n. 163; Massalongo, Acarocecid. Fl. veron. Saggio, in l. c., n. 54. Dà luogo a delle pustule vaiolose (Blattpocken), sparse in gran numero e leggermente salienti sulle due pagine della foglia. Giallo-rossastre sul principio dello sviluppo, diventano, dissecan- dosi, brune. Al « Bosco Fontana >», e fuori Porta Cerese: al « Migliareto » ; aprile. SORATTE Salix alba L. 72. Phyllocoptes phytoptoides Nal., Phytoptus phyliocoptoides Nal., Ph. triradiatus Nal. et Aphis amenticola Kalt. — Schlech- dal l. c., n. 315-316; id., Nachtrige und Berichtigungen in lee: » ? » serotinus Gir. var: n.» ne vsuliator Mayr iti i » trilineatus Hart. » » urnaeformis ( Fonsc. ) Mayr . « Aphididearum sp. . è» . » Aphis amenticola Kalt.. è» dA SMMPA RIDI CISE Ra DENCErashi eat » Rumicis L- è » >» Sorbi Kalt . » ? Arnoldia sp. - BERE DATO » Szepligetii Kieff. . +» » Spore age « Aulax Hieracii Bouch. » Biorhiza terminalis (Fabr.) Mayr « Cecidomyia oenophila Heimhf. +» Cecidomyidearum sp. è» è. + » Cynipidearuni sp. - ... ._.. >» » IS Ple e See A » » Sp. è »è è» » » ib oriouWscto » Cynips amblycera Gir. . dra paarceenteatHart ttt eo PIRSCATI CSA (GI) RANE >» conglomerata Gir... » conifica Hart. var. » corruptrix Schlecht. . è» » glutinosa Gir. + è è » » » Var. coronata D) » » » mitrata > RKollanSHacre ee » lignicola Hart. . ». + » Cystiphora Sonchi (F. Lòw) +» + n.° Dasyneura ignorata Wachtl . » Trifolii (F. Low). Dichelomyia acrophila Winn . ES Lychnidis Heyd. Diplosis dryobia Fr. Lòw . » Liebe lie Rae Gelechia cauliginella Schr. Lonchaea lasiophthalma Macg. +» Neuroterus baccarum Mayr . + » fumipennis Hart. » laeviusculus Schenek »| lenticularis . » saltans Gir. » tricolor (Hart.) Mayr Pemphigus affinis Kalt. » marsupialis (Koch ) (COWIEldois sto so 0 » Populi Courch. » pyriformis Licht. . . » spirothecae Pass. Phyllocoptes Garpini Nal.. + ” epiphyllus Nal. + ” phytoptoides Nal. Phytoptus Buxi Gn. è». + «+. i » Canestrinii Nal. <.. . » filiformis Nal. . + D Fraxini Karp. . è » macrotrichus Nal. + » phyllocoptoides Nal. » Prc Nole Rao » triradiatus Nal. . » unguiculatus Can. è Psyllopsis Fraxini L. Sp Rhodites Rosae (L.) Hart. Rhopalomyia baccarum Wachtl. Saperda populnea L. . . Schizoneura lanuginosa Hart. » Ulmi Kalt. Tetraneura rubra Licht. . . + ti DI » d 37 47 35 36 » 42-44 » 43-45 1 66 34 68 na » 71-73 DI » » 72 67 54 32 33 50 63 64 65 SA A ca Di foi i Tr è TEA VELE IO TI E Dpr RAZZI \ è sia È [ Ajuga reptans ie o oo Artemisia vulgaris L. + Carpinus Betulus L.. +. . . Gerastiumaspose ani nto Chenopodium album L. . . ‘Cynodon Dactylon Pers. . . Fraxinus excelsior L. Hieracium sabaudum L. . Lychnis vespertina Sib. ©. | Medicago sativa LL . . . . . Populus nigra L. . RA Tremula Tre Buxus sempervirens Le. . è » pyramidalis Spach. + oo bl » 33 » 67 » 68 » 52 O) 53 » 34 54, 69-70 Dorne! DI 36 > 37 » 55-57 » 58-59 ‘n 38-50 Pyrus communis L. . . +. + + m° 71 Quercus Cerris L. . . . . n.° 2:3, 39-41 » pedunculata Ehrh. n.° 4-19, 23, 42-43 » pubescens Willd. . n.° 20-31, 44-45 Ros (Qieaniazr o) ooo URI Rumex obtusifolius L. . . .. + > 60 Saliceto Re n 1072 SilenesnfafA8D Care e RI66 Sonchus oleraceus L. +...» 49 Sorbus torminalis Crantz. . + >» 62,73 Trifolium ((? repens L.), .. . a 47 Ulmus campestris Le. ». n.° 48, 63-65, 74 o lo) Vitis vinifera LR 552 (45.42). D. PANTANELLI SELOI MIOCENICHK Nelle sabbie più o meno cementate del miocene medio che si estendono con notevole potenza tra Guiglia, Zocca, Montese e dalle quali sono state ottenute le ricche serie di fossili illustrate da Mazzetti e da me, è assai comune di trovare dei noduli, aleune volte di qualche chilogrammo, di una selce giallo miele e giallo- rossastra. Alcuni di questi noduli sono spongiari ma il massimo numero dei medesimi non conservano traccia alcuna di organismi e probabilmente ne sono indipendenti. La silice che li costituisce è trasparente, ha per densità 2,58 e scaldata a 130° non perde sensibilmente di peso. In sezione sottile mostra di essere criptocristallina, e tra i nicol incrociati presenta piccolissime plaghe irregolari e confusa- mente limitate che si estinguono successivamente in direzioni di- verse; in altre parole non presenta la struttura fibrosa dei diaspri e calcedoni comuni: le fenditure che l’ attraversano sono colmate da elementi cristallini più grossi, diversamente orientati, netta- mente separati tra loro, che passano da una perfetta trasparenza alla estinzione per il noto colore bluastro della silice criptocristal- lina; presenta inoltre frequenti e piccolissime inclusioni di mate- riali indefinibili. - de x Trattata a lungo con acqua alla temperatura d’ebullizione abbandona alcunchè, dal momento che l’ acqua stessa evaporata con precauzione, lascia un residuo che con la calcinazione si perde quasi completamente, dopo che nelle prime fasi di riscaldamento erasi annerito. Ì | î È A ISTITUTO D’ ANATOMIA DELLA R.a UNIVERSITÀ DI MODENA diretto dal Prof. R. FusarI 591.36 (09 A. CEVIDALLI NOTE STORICHE INTORNO AGLI STUDI SULLA DETERMINAZIONE DEL SESSO La scoperta attribuita al Prof. ScHENK ha richiamata l’ atten- zione sull'argomento della determinazione del sesso, che costituisce invero uno dei problemi più ardui che mai abbia affaticata la mente umana. Il problema è molto complesso e intimamente colle- gato con quello dell'origine della sessualità. Perciò — persuaso che l’esporre le diverse osservazioni compiute nei varî tempi su una questione scientifica, è cosa sommamente giovevole per poter aver un'idea di quanto si è fatto e di quanto resta a fare — tenterò nelle linee seguenti, dopo aver brevissimamente accennato alla genesi dei sessi, di riassumere gli studî sulla loro determinazione. Ke Ogni organismo, per quanto elevato, deriva da una sola cel- lula, la quale, segmentandosi in varia guisa, dà origine all’indi- viduo adulto. Tale cellula deve quindi avere una grande attività riproduttiva e, nel tempo stesso, essere carica di materiale nutri- tivo pel sostentamento dell'individuo che va formandosi, il quale, specialmente negli animali superiori, non è ancora atto ad assu- mere l’ alimento dal mondo esterno. Infatti le cellule più grandi si trovano appunto tra le ova, le quali, ad esempio quelle degli uccelli, hanno dimensioni colossali di fronte alla gran totalità delle altre che per la massima parte non sono visibili ad occhio nudo. 4 SE & PARI ; è > NGI TE o4ig Siete - Resta adunque stabilito che tale prima cellula deve essere vo- luminosa perchè deve racchiudere molto materiale nutritizio o vi- tello o lecito. Ma questa massa nutritiva non è capace per sè stessa di segmentarsi; essa rappresenta qualche cosa di pigro, di passivo, che viene trascinato dalla potenza moltiplicatrice dell’ altra. parte dell’ovo o protoplasma. Ora, poichè un solo organo serve male a più funzioni, donde la necessità dell’ ergonomia, anche qui sl stabili una divisione del lavoro, per cui a poco a poco si dif- ferenziarono due elementi sessuali (1): uno ricco di materiale nutritizio od ovo, e l’altro dotato di grande attività formatrice o spermatozoo. Che lo spermatozoo abbia molta attività formatrice sarebbe dimostrato dal rapido e vertiginoso moltiplicarsi delle cel- lule seminali del testicolo. Invece la scarsa potenza moltiplicatrice dell’ovo — eccezion fatta per le ova partenogenetiche — sarebbe ‘anche mostrata dalla disuguale divisione dell’ovo nella formazione dei globuli polari, ammesso che questi ultimi siano da interpre- tarsi, come vogliono il MARK, il Boveri, il Grarp, 1’ HENKING ece. per uova abortive (2). Ottenuta così la divisione del lavoro, biso- gnava che le due cellule si unissero per produrre un elemento ricco tanto di attività formativa quanto di materiale nutritivo. Occorreva quindi che esse potessero facilmente incontrarsi per fondersi in una; perciò nelle Fanerogame il polline leggerissimo è facilmente trasportabile dal vento, dall’ acqua o da esseri viventi; e negli animali lo spermatozoo è dotato di grande mobilità (3) che (1) La parola elemento riferita allo spermatozoo ed all’ovo maturo è forse più esatta della parola cellula in causa della riduzione a metà della cromatina nucleare, ottenuta da una parte mediante due bipar- tizioni successive delle spermatociti senza fase di riposo, e dall’ altra me- diante l’ espulsione dei globuli polari dei quali spesso il primo si suddivide. (2) Per vani tentativi di segmentazione sono anche da interpretarsi i fenomeni di divisione notati dall’ HrnneGuy negli ovuli dei follicoli di Graaf che non si sono schiusi. (3) Se vi sono degli spermatozoi sforniti di movimento è il caso di dire che l'eccezione conferma la regola, perché ciò si verifica quando l’in- contro degli elementi sessuali è assicurato in altro modo, come ad esempio in parecchi crostacei ( BraueRr) nei quali le ova passando dall’ovidutto all’utero vengono necessariamente in contatto cogli spermatozoi; e così pure nei nematodi. Anche nelle piante si è osservato tra le alghe, le quali di solito hanno anterozoi mobilissimi, che in certe floridee, viventi nell’ acqua continuamente mossa, gli elementi maschili hanno perduto i vivaci movimenti che sarebbero superflui. PA I ER DI Rat sia 4 a E LE gli permette di nuotare, dirigendosi verso l’ovo pel fenomeno della chemiotassi positiva. Come nella nutrizione in genere si distinguono due processi, l'uno anabolico, l’altro catabolico, così, secondo GEDDES e THOMSON, nel differenziamento dei sessi, il femminile sarebbe 1’ anabolico, il maschile il catabolico. La sessualità non è adunque — come ben disse il CATTANEO — un fenomeno nuovo, nè è essenzial- mente diversa dall’agamicità; è semplicemente una divisione del lavoro nel campo della segmentazione cellulare, la quale real- mente è l’unica modalità elementare di riproduzione che esista negli organismi. Pur ammettendo con BoveRrI, O. HERTWIG e molti altri che la sessualità sia una divisione del lavoro, non si può eseludere a priori che altre ragioni abbiano contribuito a de- terminarla. Secondo WrEISMANN infatti, la fecondazione si effettua per unire plasmi differenti tra loro, di guisa che la loro combinazione produce sempre un essere alquanto diverso da ambedue i genitori e quindi rende possibile la formazione delle specie. GRIESEBACH sostenne invece un'opinione opposta, ammettendo che in causa della fecondazione si annullassero le leggiere diffe- renze individuali, rimanendo così più fisso il carattere della specie. Al GrieseBAcH sembrerebbe dar ragione il fatto, ben noto agli orticultori, che, per conservare una data varietà artificiale di piante, fa d’ uopo usare la propagazione agamica, altrimenti ben presto la pianta torna al tipo naturale. Il MoEBIuUs crede che la fecondazione sia uno stimolo al segmentarsi dell’ovo (1). Finalmente il MaupAs, basandosi sull’ os- servazione dei protozoi, ammette che la fecondazione serva a rin- giovanire il protoplasma, vale a dire a ridargli certe qualità che sono andate perdute nel corso della riproduzione agamica, la quale produce nuovi individui nei protozoi, nuove cellule dello stesso individuo nei metazoi. Le cellule sessuali diverse fra loro sono prodotte da uno stesso individuo nella maggior parte delle piante e negli animali infe- riori; ma poi, per un’ulteriore divisione del lavoro, nella gene- ralità degli animali e in non pochi vegetali (alcune Oosporee, (1) Sembrano appoggiare 1’ ipotesi del Moebius le ricerche del Ticro- mirow (1886), il quale, col mezzo di irritazioni chimiche o meccaniche, nelle ova di Bombyx mori potè provocare a volontà lo sviluppo parte- nogenico. DISSANREE Caracee, Fucacee, Rodoficee, Briofite, Pteridofite a protalli di due x sorta, Fanerogame dioiche ) si stabili come fatto normale che cia- | | scun individuo porta a completo sviluppo solo una qualità di cel- lule sessuali, qualità che determina appunto il suo sesso. ii: : Vedute le cagioni che probabilmente stabilirono il sesso nella - filogenesi, cerchiamo di riassumere i tentativi che si fecero per spiegare perchè nell’ ontogenesi si determini un sesso piuttosto che l’altro. Se è vero che l’ ontogenesi è la ricapitolazione della ‘filogenesi, dovremo trovare in uno stadio degli embrioni degli - i animali superiori uno stato indifferente accennante all’ antico er- 1 mafroditismo; ciò in realtà avviene, anzi 1’ ermafroditismo si man- ; tiene ‘tuttora anche in animali abbastanza elevati nella scala zoo- È logica; così per es. lo si osserva in alcuni Teleostei del genere Serranus, nell’ Anguilla e in modo meno perfetto nel Bombinator, nel Bufo, nel Triton ecc. Ma passato questo stadio indifferente, o almeno apparentemente tale, l’ embrione ben presto si sviluppa in una determinata maniera e diventa maschio o femmina. Il perchè di questo determinarsi attirò l’attenzione dei pen- satori, dai più antichi ai più moderni; qui cercheremo di riferire le ipotesi principali enunciate nei varî tempi su tale argomento. 1.° Per IPPOCRATE tanto il maschio che la femmina possie- dono due liquori seminali, uno debole e l’ altro forte, i quali si mescolano nell’ utero dove, per l’azione del calore materno, si coagulerebbero producendo il feto; dal liquore forte nascerebbero 3 i maschi, dal debole le femmine. EMPEDOCLE di Agrigento ammet- teva che il sesso dipendesse dal grado di maturità dell’ ovo, af- fermando che 1’ ovo produce maschi se è poco maturo e femmine nel caso contrario. ARISTOTILE attribuendo all’ uomo 1’ aura se- minalis, che coagula il sangue della mestruazione e lo plasma, . a guisa di scultore che dà forma all’ inerte materia, viene a far dipendere il sesso dell'embrione solo da qualità speciali del padre. Per l'ipotesi della preformazione, enunciata dal medico ve- neziano AROMATARI nel 1625 e sostenuta specialmente da HALLER, si ammetteva che la prima donna avesse nell’ ovario già prefor- mati tutti i suoi discendenti, e quindi per questa teoria, detta anche dell’ Einschachtelung o emboitement, vale a dire inscatola- mento, il sesso dei nascituri è già ab antiquo determinato. Sco- perti da HAMM e da LEEUWENHOEK gli spermatozoi, si ebbero gli yi a animalculisti, capitanati da LEEUWENHOEK, HARTSOEKER, SWAM- MERDAM e SPALLANZANI, i quali, credendo il nemasperma un per- fetto homunculus, venivano per altra via ad ammettere come gli ovulisti che il sesso fosse già preformato. Anche altri ricercatori (MAYRHOFER) credono che il sesso sia già stabilito nell’atto del concepimento. 2.0 Fondandosi sulle differenze anatomiche tra la metà destra e la sinistra del corpo e sul maggior valore attribuito alla prima, ARISTOTILE assegna alle parti destre la produzione dei maschi, alle sinistre quella delle femmine: ALOMEONE, AVICENNA, CoLumELLA, DeMOCcRITO, GALENO, PLINIO (1) sono pure della stessa opinione. Nel secolo decimosesto GIOVANNI HUARTE torna a questa idea, che viene confermata nel 1726 dal BEHLING e nel 1300 dal VERMONT. E quantunque a questa ipotesi si opponga il fatto che i monorchidi hanno indifferentemente maschi e femmine, e così pure le donne con una sola ovaia, tuttavia recentemente il SELIGSON, fondandosi sull’ osservazione delle gravidanze tuba- riche e su esperimenti compiuti nel coniglio asportando l’ ovaia di un lato, torna all’ antica idea. Io non ho controllato le espe- rienze del SELIGSON, ma faccio osservare che nella maggior parte degli uccelli ed in alcuni molluschi è sviluppata bene una sola ovaia, e che tuttavia la proporzione numerica tra i due sessi in questi animali non presenta nulla di particolare. Del resto le af- fermazioni del SELIGSON, oltre ad essere in contraddizione cogli ‘ormai vecchi risultati ottenuti dal BIscHOFF, sono state impugnate dal GESSNER e dallo STRATZ. 3.° Un numero non piccolo di biologi ha attribuito la mas- sima importanza alla differenza dell’ età o età relativa dei genitori. SADLER (1830) presenta in proposito i seguenti dati ricavati dai registri dei Lords d’ Inghilterra: FRapporto fra maschi e femmine. Padre più giovane della madre . ... . . 86:100 Radeescagtaneot ti i del ta 194: 100 Padre più avanzato da 1 a 6 anni . . . . 103.:100 Padre più avanzato da 6 a ll anni... ..0. 126100 Padre! più avanzato da dla 16 anni << 200 AT 1100 Padre più avanzato al di là di 16 anni . . 163:100 (1) PLrnIo dice: « arzetis dextro teste preligato oves tantum gignit ». CA nre HorAcKER (1828) ha dedotto dallo stato civile di 2000 gio- vani nati a Tubinga i seguenti rapporti : Padre più giovane della madre. 293 fem. 270’ masc.. = 10090: ». Teoetanco della madre» 700% +78 6 = 0048535 > ‘(più vecchioida L'a'S.anni 69, > 190% > ZI 00G496:6 >. più vecchio da 3 a 6 anni. 229» 237». = 100:103,5% » più vecchio da 6a 9 anni. 85» 106» = 100:124,7 100 : 143,7 » più vecchioda9a 12 anni. 112 » 161 » Il BouLeNGER dal 1333 al 1852 ottenne a Calais questi ri- sultati: Padre più vecchio dla madre. 1510 masc. 1373 fem. = 109,98 :100 » ‘e’ madre della stessa età. 1171 i 1085» A =H0792E400 » meno vecchio della madre. 437 » 430%, =101632A00 Il TURQUAN (1397), che ha estesamente studiato l’ argomento in Francia, dà il seguente quadro: Nascite maschili per 100 nascite femminili. Età del padre Ftà della madre Meno di25anni Da 25435 Da 35245 Dad45inuvanti Meno di 20 anni. . 100. 110 107 132 DI LIO 104 106 105 104 Da 030 ra 4065 115 104 105 105 DA A0 rr 88 LOG 107 106 D2250 tota vanti ne 15 64 87 67 Media generale 99,5 101 105 105 GoEHLERT dagli almanacchi di Gotha ricavò: Padre più giovane. 71 maschi, 86 femmine = 882:1000 Padrelcoetaneo, 0 269000 282 » = 9952000 Padre più vecchio . 2017 » 1865 » = 1130 : 1000 GIROU DE BUZAREINGUES osservò nelle pecore che, quando 1 montoni sono vecchi, cresce la percentuale delle nascite maschili, e che il contrario succede quando i montoni sono giovani. Nel NT RARI RS > VER AIIP PR TTT È WE I ge 1850 a Marburgo si fece in proposito una serie d’ esperimenti nelle pecore e si ebbe: Età delle pecore Età degli arieti Maschi su 1(0 nascite 2 anni 2— 83 anni 56,11 di Si 56,76 ma E 58,49 BouDIN (1862) da un gran numero di statistiche ottenne: Padre più giovane della madre. 910 maschi per 1000 femmine Padre coetaneo della madre . . 945» » 1000 » Padre? più vecchio .. ... .. . -. 1092, » » 1000 » LeGovr a Parigi in un totale di 52311 nascite ottenne risul- tati simili ai precedenti, per cui non pare troppo azzardata la legge di HOFACKER-SADLER: la proporzione dei maschi è una funzione dell’ età del padre; essa è più grande quando il padre è più vecchio della madre, ed è più debole, vale a dire dominano le femmine, quando la madre ha più anni del padre. Diremo per incidente che il fatto che le nascite maschili superano in Europa le fem- minili del 5% è spiegato benissimo da questa legge, perchè in media il marito ha una età maggiore della moglie. Un po’ diversamente dagli Autori precedenti la pensa il KIscH, il quale crede che il predominio di femmine si abbia solo nel caso in cui i genitori siano coetanei. Riguardo all’età assoluta dei genitori si ha un minor numero di osservazioni, e queste sembrano mostrare che essa ha un’ im- portanza assai più lieve. Il SADLER da molte famiglie inglesi ottenne: Età dei Lord N.° di maschi al momento del matrimonio | per 1000 femmine bPimnagdo Rana de ee 155 Danza: 20 rei Seiya 938 DZ AR IA ee 148 ARR ai 198 >» 41 a 46 RE e AI let 20 460 DI CR MONT n PE e SII EI A 952 DI AO A ERE Tai IA PES SVAISRER Li eo — 49 — : Età della sposa ._ Maschi per 1000 femm. î Alidisottosdi 40 -anni ie d Dato: a Qt ee e eZ DI areata 20066 RO > van DEA e O EA 1250 oltre TEO a I > Ore pole n UO . Come si vede, queste cifre non rappresentano nulla di costante. Il medesimo SADLER sosteneva che nelle unioni in seconde e terze nozze predominano le femmine, come mostrerebbero questi dati da lui raccolti: Età i È dei vasi Numero Nascite Nascite i e delle vedove delle maschili I al momento 2,0 e 3,0 — | per 100 i ide x; nozze maschi femmine | femminili è Da 22 a 27 anni 5 21 28 91,8 9 V2Ta (90 18 83 39 84,6 | 21 92ea 87 a 24 51 66: Liga a » 37Ta 42 >» 17 29 32 90,6 0 >» 42a 47 >» 16 30 38 79,0 >» 47a 52. >» 15 30 43 210698 >» 52 in avanti 12 10 15 66,7 Motale 005 204 | 256 97 Per citare un’ altra opinione ricorderò che, secondo alcuni, nei parti gemellari le donne partoriscono più maschi che femmine. Di tutti questi fattori della determinazione del sesso il più importante sarebbe adunque l’età relativa dei genitori, pur ricordandoci che nelle specie multipare in un solo parto i 2 sessi sono rappresen- tati spesso da un egual numero di nati. 4.° Fra le varie opinioni espresse intorno alla questione di cui trattiamo, ricorderò quella di BERTHON, OSIANDER e VENETTE che, al pari di alcuni antichi filosofi, dànno la massima importanza alla luna, alla quale da molti autori fu attribuita una speciale influenza sulla mestruazione, che — strano a dirsi — sarebbe il ricordo di certi mutamenti che dovevano avvenire nei nostri pro- genitori pel succedersi dell'alta e bassa marea. Il BERTHON, ci- Ml” VENT. VISO pen u È da id L i y SR AS tato dal Lioy, dice che quando una donna dà alla luce un bam- bino in piena luna od una bambina in luna nuova, si può essere quasi certi che il sesso non muterà in un prossimo parto; siccome poi le fasi della luna variano continuamente ed egualmente, così i maschi e le femmine trovansi sulla terra in proporzioni costanti ‘in virtù di una legge cosmica. 5.° Nelle api sociali, nelle vespe, nelle formiche le ova fe- “condate producono femmine, quelle non fecondate maschi, aven- dosi così quel fenomeno che BREYER chiama partenogenesi andro- genetica, e che LEUCKART e SIEBOLD denominano arrenotochia. All’ incontro in certi Lepidotteri della famiglia delle Psichidi ( Cochlopora, Solenobia) e in alcuni fillopodi e cladoceri le ova fecondate dànno nascita a maschi, le altre a femmine (partenoge- nesi gynecogenetica di BREYER, telitochia di S1eBOLD ). Finalmente negli Afidi ( Aphis, Phylloxera) per partenogenesi si producono con ritmo determinato maschi e femmine, fenomeno che a mio pa- rere si potrebbe chiamare arrenotelitochia o ecaterotochia (1). Tutti questi fatti, e specialmente l’ecaterotochia, verrebbero a dimostrare che l’ uovo dà maschi o femmine per ragioni ad esso intrinseche, ma, se ciò può valere pei casi citati, non si potrebbe affermare che valga per tutti, e quindi non si può a priori negare ogni peso alle ipotesi che invece attribuiscono la determinazione del sesso al padre. Già abbiamo visto che ARISTOTILE aveva questa opinione; DANTE esprime in robusti versi (2) la stessa idea. GIROU (I , (1) exaTe00S = l’uno e l’altro. (2) Sangue perfetto che mai non si beve Dall’ assetate vene, e sì rimane Quasi alimento che di mensa leve, Prende nel cuore a tutte membra umane Virtute informativa, come quello Ch'a farsi quelle per le vene vane. Ancor digesto scende ov’ è più bello Tacer che dire; e quindi poscia geme Sovr' altrui sangue in natural vasello. Ivi s accoglie l’uno e l’altro insieme, L’un disposto a patire e l’ altro a fare, Per lo perfetto luogo onde si preme; E giunto lui comincia ad operare Coagulando prima, e poi avviva Ciò che per sua materia fe’ constare. Divina Commedia, Purgatorio G. XXV. 5 de a DE BUZAREINGUES diceva che nascono più figlî dagli uomini di forte carattere o che, essendo nati in regioni meridionali, sposarono donne del Nord. RicHARWZ crede che gli uomini dediti al lavoro cerebrale generino più facilmente maschi. JANKE ritiene che na- scano in maggior numero femmine quando il padre è forte e ap-. passionato. A quanto dice il Lroy fu notato dal Bonomi che gli uomini prevalenti per la facoltà dell’ immaginazione come Petrarca, Milton, Byron, Monti, Foscolo, Lamartine ebbero prole femminea, contrariamente ad altri distinti per la forza della mente e per l'energia del volere come Napoleone, Federico II, Goethe, Volta. L’AVANZINI diceva che il sesso dipende dalla conformazione del cervelletto del padre. Il Prof. BoscHETTI (1890), fondandosi spe- cialmente sulla pretesa origine dei foglietti del blastoderma alcuni dall’ovo e altri dallo spermatozoo, come voleva il REMAK, dice che dall’ influenza del maschio dipende il sistema cerebro-spinale, il temperamento e in modo preponderante il sesso. Il PrLùGER, il CANESTRINI, il DE SILVESTRI avevano espresso l'opinione che i maschi fossero prodotti dalla fecondazione dell’ ovo per parte di molti spermatozoi, mail GAScO (1394) mostrò nell’Axolotl che il sesso è al tutto indipendente dal numero dei nemaspermi. Del resto al giorno d’oggi per gli studî di HERTWIG e FoL si può considerare come fatto acquisito alla scienza che l’ovo è normal mente fecondato da un solo spermatozoo, e che quando succede altrimenti l’ovo non si sviluppa o dà origine a mostruosità. I casi di polispermia fisiologica osservati dal Fick negli anfibî, dal- l’HENKING negli insetti, dal RicKERT nei selaci, dal BLANC nel Salmo lacustris non sono a favore dell'ipotesi del PrLiGER e del CANESTRINI perchè sono troppo isolati, e sopratutto perchè è sempre un solo spermatozoo quello che si fonde col pronucleo femminile dirigendo in tal modo il processo di segmentazione. HENKING (1892) crede che nella determinazione del sesso pos- sano avere precipua importanza gli spermatozoi, avendo osservato nel « Pyrrhocoris apterus » che, nell'ultima divisione delle sperma- tociti, la cromatina non si divide in parti eguali, ma bensì in modo che una spermatide consta solamente di il cromosomi, e l’altra oltre degli 11 cromosomi, anche di una parte cromatica rimasta in- divisa, nella quale egli ravvisa il nucleo del primitivo spermatocito. Così si avrebbero due sorta di spermatozoi, ciascuna delle quali darebbe forse un determinato sesso. 6.° Che nella determinazione del sesso vi sia come un con- trasto tra le influenze esercitate dai due genitori già era stato Pesi ae accennato da IrrocRATE. Questa opinione non è in contraddizione con quelle che dànno importanza all’età o alla nutrizione, perchè ammette che trasmetta il proprio sesso il genitore che si trova in migliori condizioni, le quali naturalmente dipendono sopratutto appunto dall’età e dalla nutrizione. Fin dal 1328 GiroU DE BUZAREINGUES aveva espresso questa ipotesi. MARrEGOUTE fece delle osservazioni assai importanti. Egli notò l'esatto numero di maschi e di femmine prodotte per tre pe- riodi di nascite nel suo gregge, le cui pecore erano state tutte fecondate da un solo ariete meticcio a monta libera. Il numero delle pecore per ogni periodo indicando quelle che entrate con- temporaneamente in calore furono fecondate nello stesso tempo, viene a misurare il grado di fatica a cui il maschio era sottoposto, fatica che produceva in esso un notevole spossamento. Nel primo periodo la proporzione dei nati maschi fu di 13 contro 4 fem- mine. Nel secondo periodo si ebbero 3 maschi e 15 femmine. Nel terzo periodo, in cui erano poche le pecore da saltare e in cui i periodi di calore erano meno simultanei, si ebbero 9 maschi e 4 femmine. In un’altra categoria di osservazioni MARTEGOUTE ar- rivò alle stesse conclusioni: un ariete assai vigoroso e ben nutrito fece la monta nel 1353 con 34 giovani pecore e si ebbero 25 maschi e 9 femmine. Il medesimo ariete fecondò anche delle pe- core che terminavano di allattare gli agnelli e che erano quindi molto spossate, e si ebbero nel 1853 8 maschi e 4 femmine, nel 1854, sempre essendo eguali le condizioni, 27 maschi e 9 femmine. SANSON dal 1849 al 1854 compì delle interessanti osservazioni nel deposito di stalloni-mulattieri di Aulnay. Uno degli asini stal- loni del deposito quantunque fosse in tale stato che stentava a reggersi in piedi, era molto ricercato dagli allevatori, i quali lo preferivano perchè produceva quasi sempre mule, che in quel paese sono più apprezzate dei maschi. Lo stesso SANSON riferisce che un toro che acquistava 2 chilogrammi di peso al giorno, mo- strando così un lento ricambio materiale e un temperamento no- tevolmente molle, non produsse che femmine per tutto il tempo che servi alla riproduzione nel podere-scuola delle Hubaudiéres. LA TORRE crede che il sesso dipenda specialmente dall’ essere il padre sano o ammalato, e dà per l’ uomo il seguente specchietto: Padri sani, maschi 67,6%, femmine 32,4 °/, E Padri ammalati, maschi 44,6 °/, femmine 55;4 °/,- ORCHANSKY (1892-97) considera il sesso come cagionato da cause ereditarie, le quali dipendono da due principî: i. il principio della maturità individuale pel quale ciascuno dei due genitori ha la massima probabilità di trasmettere il proprio sesso quando è al- l’epoca della maturità sessuale; II. il principio d’interferenza pel quale i genitori tendono ciascuno a trasmettere il proprio sesso, in modo che quando predomina l’ influenza paterna si hanno maschi e viceversa, prevalendo la madre, si hanno femmine (gli anomali casi di ermafroditismo e quelli assai più frequenti di pseudo- ermafroditismo possono essere spiegati secondo questa ipotesi come un conflitto fra le 2 influenze ereditarie senza completo prevalere di nessuna di esse). La differenza del grado di maturità sessuale è massima nei primi anni di vita coniugale e perciò in essi si manifesta di più la prevalenza di uno dei genitori, poi tale diffe- renza va diminuendo senza però scomparire del tutto. Secondo l ORCHANSKY resta così spiegato perchè quando il primo nato è un maschio si ha, anche nelle nascite successive, come egli ha osservato, un eccesso di maschi, e quando il primo figlio è una femmina un eccesso di femmine. 7.° Il clima, le stagioni e la temperatura furono a rate da alcuni come le principali cause della determinazione del sesso. Che in genere la temperatura abbia influenza sulla ripro- duzione è un fatto notorio, tanto che in molti insetti e erostacei si parla di uova d’ inverno e di uova di estate, uova che differi- scono fra loro sia pel modo con cui si producono sia pel sesso degli individui a cui danno origine. In questi casi però non si può escludere che entrino in scena altri fattori come 1’ abbon- danza o la scarsità del nutrimento (1). Riferiremo qui alcune os- servazioni fatte sia sull’ uomo sia sugli animali. ll BELLINGERI (1840) osservò nel corso di 21 anni che in aprile prevalgono nell’ uomo le nascite maschili sulle femminili, mentre avviene il contrario negli altri mesi. Grrou DE BUZAREINGUES af- ferma che dalle uova di gallina schiuse prima del luglio nascono (1) Quantunque il fatto non abbia diretta relazione coll’ argomento, ricorderò che nei paesi caldi lo sviluppo degli organi sessuali è più pre- coce che nei freddi. TP XL A Pg iS PI PTT LE È RO in prevalenza maschi e da quelle schiuse dopo, in prevalenza fem- mine. A questo riguardo sono notevoli le conclusioni del MAUPAS (1891), il quale fece con ogni cura degli esperimenti in proposito su un Rotifero ( Zydatina senta). Egli dice che al momento in cui ciascun ovo si differenzia nell’ovaia cominciando il suo sviluppo, si stabilisce se nascerà un maschio o una femmina. Passato questo momento non v'è più alcun agente 0 alcuna influenza che possa modificare lo stato ses- suale acquistato dall’ ovo, nè il nutrimento, nè il tempo, nè la luce, né la temperatura. Al contrario sul principio dell’ ovogenesi l’ ovo è ancora neutro, e, agendo convenientemente, si può fargli pren- dere a volontà l'uno o l° altro carattere sessuale. L° agente modi- ficatore è la temperatura. Se questa, per mezzo di un apparecchio refrigerante, si mantiene bassa, le ova che stanno formandosi pro- duranno femmine, se invece si mantiene alta si svilupperanno maschi. L’ illustre A. tiene le prime cova a 14.° C. - 15.° C., le alineca=206..C. --29.° 0. A proposito del clima è da citarsi il fatto che dell’ Artemia salina (crostaceo fillopodo ) in certi luoghi si trovano solo fem- mine, mentre in altri (Cagliari) i maschi abbondano. E forse per influenza del clima che in Italia si hanno 1061 maschi su 1000 femmine, mentre nella Svezia si hanno solo 1047 maschi. Al clima stesso fu attribuito il maggior numero di nascite maschili delle campagne in confronto delle città, ma la spiegazione è dubbia pur essendo ben assodato il fatto (GIoJA, SùssMILcH) come lo dimostra la seguente statistica che riguarda l’ Italia: Maschi Maschi Maschi per 1000 femmine | per 1000 femmine | per 1000 femmine ANNI ; ì nella nei nei popolazione totale | Comuni urbani Comuni rurali 1565 1061 1043 1067 1864 1066 1049 1071 1565 1065 | 1049 1071 1866 1067 1057 1069 1867 1067 1049 1074 1868 1061 1045 1065 8.° Prima di passare a studiare l'influenza della nutrizione e della maturità dell’ ovo, riferiremo qualche altra osservazione. È IT CAM AE ETA ARTT ERE per es. un fatto generale che nelle nascite illegittime il numero dei maschi supera quello delle femmine meno che nelle nascite legittime. Questo è mostrato da molti autori come dal BABBAGR, dal Lioy, dal QuerELET, il quale ultimo dà queste cifre: 3 i Maschi per 100 femmine ; STATI ___e—_rP___er_ I Legittimi Illegittimi Hrancialarne Spirali 106,69 104,78 | Ada 106,15 104,32 Prussiago te Ra È 106,17 102,89 5 Stozia gesta ce 104,73 103,12 Wiirtemberg . . .. . 105,97 103.54 " Boemia. (e rie 105,65 100,44 Slesia e Sassonia. . . 106,30 103,27 Alcuni collegano il fatto suddetto con quello che nei prinîo- geniti predomina il sesso femminile (CARUS, BREK), perchè per solito i figli illegittimi nascono da primipare. Se non che il Bov-, LENGER crede, per statistiche compiute nel corso di 20 anni, che le primipare abbiano più spesso dei maschi. Del resto, come molto acutamente nota il Lioy, la prevalenza sui bambini delle bambine illegittime è forse soltanto apparente e cagionata dalla maggiore frequenza con cui le femmine vengono abbandonate dai genitori, i quali dai maschi sperano invece di avere qualche utilità. Girou DE BUZzAREINGUES ha notato che in Francia nascono meno maschi nei dipartimenti dediti alla industria ed al commer- cio che nei dipartimenti agricoli. In alcune razze la proporzione dei due sessi differisce da quella comune, così negli ebrei secondo VALENTIN si hanno a Li- vorno 120 maschi per 100 femmine. Questo eccessivo numero di maschi si potrebbe forse spiegare colla differenza di età dei ge- nitori, dei quali il marito conta spesso fra gli Israeliti dieci anni più della moglie. Si credette da alcuni, come da ForsTER e Cook, che la po- ligamia, quale la si osserva negli orientali, rendesse maggiore la percentuale delle femmine, ma ciò fu dimostrato falso. Tuttavia nei gallinacei predominano le femmine; ma è questo proprio un effetto della poligamia? MSI 9.° Che il sesso dipenda dalla maggiore o minore maturità dell’ ovo al momento della fecondazione era già stato pensato da EMPEDOCLE, il quale diceva che le ova poco mature dànno maschi. Con ciò concorderebbe il fatto osservato da ARISTOTILE e confer- mato da FLOURENS (1864) e da HARRISON WEIR che i colombi de- pongono due ova, di cui il primo dà un maschio e il secondo una femmina. L’ HuBER, il CORNAZ e sopratutto il TaURY (1865) per esperimenti compiuti su animali domestici affermarono che le ova giovani producono femmine, e dissero ad es. che facendo fecondare una vacca al principio della frega si ottengono giovenche, alla fine vitelli. Ma la teoria del THURY fu contestata dal Coste, dal GERBE, dal First, il quale ultimo per luomo ammette il con- trario. Il Diisin& (1884), reputando che le ova mature diano maschi, spiega il mantenersi costante della proporzione fra i due sessi con un meccanismo di autoregolazione. Infatti — egli dice — se tendono a scarseggiare i maschi, le donne verranno fecondate più di raro e perciò più facilmente le uova giungeranno a maturità producendo così dei maschi. A proposito della maturità dell’ uovo è qui il luogo di riferire il quadro dell’ AvANZINI (1861) il quale mostrerebbe che i con- cepimenti femminili sono più numerosi in vicinanza del periodo catameniale : Distanza È ; È Maschi Femmine della mestruazione RO per 100 per 100 giorni Dalia 39,4 66,6 » a 46,4 53,6 A 65,7 84,3 >». 10 a 12 66,7 39,9 > dorato 69,6 91,4 Anche nelle piante dioiche la più completa maturazione dei semi favorirebbe la produzione dei maschi secondo GIirou DE Bu- ZAREINGUES, KNnIGT, MAUZ, ecc. Il primo di questi autori racco- gliendo molti semi e notando la posizione occupata da ciascuno sulla pianta, dice di aver visto che i semi più giovani danno più individui maschi dei vecchi. Il CAZZuUOLA (1878) afferma anch’ esso che î semi invecchiati dànno piante che producono più fiori fem- -- 56 — 3 minei e quindi più frutti. Le osservazioni del CAZZUOLA furono fatte con molta accuratezza e su molti generi ( Cucumis, Colo- cynthis, C'ucurbita, Cannabis, Soja, Vigna, Lupinus, Lablab, Pi- sum) e quindi hanno un certo valore. 10.° Finalmente ci resta da parlare delle ipotesi che riguar- dano i fatti di nutrizione come cause precipue determinanti il sesso. La nutrizione dell'embrione deve essere considerata uno dei fattori principali, se si considera l'embrione dei primi stadî come ermafrodito. Giacchè, per dirla col MORSELLI, è di straordi- nario interesse il fatto che le ghiandole genitali, anche degli animali superiori e dell’uomo, contengono nell’embrione cellule femminili e cellule maschili. Per le osservazioni del JANOSIK e per i reperti avuti da Simpson nei pesci, da MARSHALL, BOURN, BipDER negli anfibî, par accertato che la unisessualità si determina perchè della ghiandola sessuale si sviluppa o la parte corticale con- tenente le cellule femminili, o Ja parte centrale risultante di cellule maschili. Ora pare logico l’ammettere che la spinta all’ embrione a svilupparsi in un senso piuttosto che in un altro dipenda da fenomeni nutritivi. Poichè il sangue è l’apportatore del pabulum ai nostri tessuti è naturale che gli sia stata attribuita una grande importanza. Il BEAUNIS fa osservare a questo proposito che nei casi di feti acardiaci in cui il sangue viene dal feto gemello, aven- dosi i vasi in comune, il feto acardiaco ha lo stesso sesso del feto sano, e i due feti avrebbero lo stesso sesso appunto perchè hanno il medesimo sangue. Quasi sempre i gemelli sono dello stesso sesso quando possiedono un solo corion avendo i vasi placentarî in co- municazione. Il THERING, citato da L. Landois, osservò che nei mammiferi cingolati sono costantemente di egual sesso tutti quegli embrioni, che insieme e in modo normale si sviluppano entro lo stesso corion (1). Riguardo all'influenza dell’ alimento troviamo che già RHAZES, DIoscoRIDE, AVICENNA raccomandavano speciali bevande e parti- colari stimolanti per ottenere un sesso piuttosto che l’altro. Nel Medio Evo sono infinite le ricette compilate a tale scopo, ma il loro valore scientifico è nullo e basterà citare che ALBERTO MAGNO prescriveva decotti di pelli di lepre e cinture di pelli di capra. Che la nutrizione abbia molta influenza sullo sviluppo degli (1) Marczar { Comp. Bend. de 1’ Ae. des Se. febbraio 1898) dice che nell’ Encyrius fuscicollis (Imenottero) da ciascun ovo hanno origine per- fino 100 individui generalmente di egual sesso. DT — organi sessuali è ammesso anche dagli autori più recenti, e mi basterà citare l' EmeRrYy (1896), il quale dice che nelle formiche la fecondità o la sterilità, vale a dire la formazione degli individui riproduttivi e dei così detti individui neutri, dipendono dalla qua- lità del nutrimento (castrazione alimentare). Riguardo poi alla questione della determinazione del sesso, H. LANDOIS (1867) credeva che questo nelle api non dipendesse — come vogliono il DZIERZON e il SteBoLD — dall’ essere esse fecondate o no, e si sforzò di di- mostrare che mettendo le ova non fecondate nelle celle destinate alle femmine e assoggettandole al nutrimento proprio a quest’ ul- time si ottengono femmine, e viceversa mettendo le ova non fe- condate nelle celle destinate ai maschi si hanno maschi. Contra- riamente al LANDOIS, il SANSON e il BASTIAN (1868) dimostra- rono che nè le dimensioni della cella in cui si sviluppa la larva. dell’ape, nè la qualità del nutrimento possono mutarne il sesso. Secondo Hoffmann (1885) semi di dioiche in terreno grasso dànno più femmine. PLoss affermò che il’ nutrimento abbondante fa predominare le femmine, ma BRESLAU e WAPPARUS si opposero a questa idea. FIquET, citato da L. Landois, notò che si producono in maggioranza vitelli se la vacca soffre la sete per settimane, e se il toro fu nutrito copiosamente prima della copula. De KEe- RHERVÉ trovò nella « Daphnia psittacea » che tra le generazioni di femmine si possono a volontà far comparire dei maschi scar- seggiando nella somministrazione del nutrimento. Il NussBaum (1896) afferma che nell’ « Hydatina senta » le femmine nutrite abbondantemente danno generazioni di femmine, nutrite in modo deficiente dànno maschi. Simili osservazioni furono compiute da Born (1881), YunG (1382) e da altri ancora. GEMMIL, (1396) che studiò l’argomento nella « Patella » crede che l'abbondanza del nutrimento produca femmine solo in quelle specie (rana ecc.) melle quali i germi sessuali femminili sono molto più grossi che i maschili, e non abbia invece alcuna in- Auenza in quelle ad ova oligolecitiche. Ultimamente fu annunziato che il Prof. SCHENK determina a volontà il sesso anche nell’ uomo, fondandosi appunto sul regime dietetico. L'idea, che fu già enunciata da altri ma non dimostrata scientificamente, consisterebbe nell’indebolire la madre per aver femmine, donde ne viene che per ottenere maschi bisognerà rinfor- zare l'organismo materno. Finora il lavoro del Prof. SCHENK non è stato, per quanto io so, reso di pubblica ragione, tuttavia già non pochi autori hanno PASO messo innanzi delle obbiezioni. Ad es. LA TORRE (18983) si oppone all'idea che il regime, a cui è sottoposta la madre, possa influire sul sesso della prole tanto per ragioni embriologiche che per ra- gioni cliniche. L’ embriologia mostra, secondo LA TORRE, che l'embrione fino circa al terzo mese (!) non è alimentato dalla madre, ma consuma i materiali nutritizî contenuti nell’ovo, il quale è attaccato all’ utero solo in modo precario per mezzo dei villi coriali, che forse non assorbono nulla dall'organismo materno. Ora fin dalla sesta settimana e forse anche dalla quarta gli organi sessuali interni sono già determinati. Io faccio però osservare al- l’egregio Autore che l'embrione senza dubbio, anche prima. del tempo da lui stabilito, si nutre se non totalmente almeno in grau parte a spese della madre, essendo i villi coriali ben presto va- scolarizzati. Più convincenti sono le ragioni che l’ Autore trae. dalla clinica. Questa mostrerebbe che molte volte le donne che rimangono incinte durante il periodo del puerperio o dell’ allat- tamento, o durante il decorso della tubercolosi o di convalescenze da lunghe malattie producono maschi, non ostante che esse sì trovino in uno stato incontestabilmente debole. Aspettando dunque l’annunciata pubblicazione dello SCHENK, dobbiamo per ora concludere, che pur essendo ben accertati alcuni fatti particolari, la legge generale della determinazione del sesso appare avvolta da fitte tenebre, solo qua e là interrotte da sprazzi di luce. ETA POET id 4 BIBLIOGRAFIA AxtreLp, Beitr. zur Lehre von den Zwillingen. Arch. fir Gynik., 1876. ALgerto Magno, Opus de animalibus, Romae 1473. ArrsrorILE, De generatione animalium. Ausert, Ueber Menstruation und Befriichtung. Jahresbericht. d. schless. Gesellschaft, 1856. AverBAcH, Uchber einen sexuellen Gegensatz in der Chromatophilie der Keimsubstanz. Sitzungsber. d. K. Preuss. Akad. d. Wissensch. N. 35. 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GIORGIO LEVI RICERCHE SPERIMENTALI INTORNO ALLE AZIONI ELETTRICLIB PROVOCATE DAL RAGGI RONIGEN ( Estratto dalla tesi di Laurea) Servirono per le esperienze tubi Hittorff della forma di pera e tubi focus usuali. La disposizione generale degli apparecchi fu quella che servì già alle ricerche del Prof. Donati, e che è descritta succintamente nella sua memor a (1). Dopo le esperienze di Righi e di Perrin pare accertato che l’azione elettrica dei raggi Roòntgen risulta da un trasporto di elettricità per convezione lungo le linee di forza del campo elet- trostatico, che eventualmente coesista col campo dei raggi. Più d’un punto resta tuttavia oscuro € controverso sull’ azione dei raggi Rontgen sopra i conduttorisisolati, immersi in un coibente solido, liquido, o aeriforme. Così, riguardo alla carica finale, assunta da un disco di zinco, sotto l’ azione dei raggi, di fronte al Borgman ed al Gerchiin (2), che trovarono una carica definitiva negativa, vi sono J. J. Thom- son (3), Lodge (4) ed altri, che non trovarono carica alcuna, e (1) Sul rapporto fra l’ attività elettro -dispersiva e l’ attività foto- grafica dei Raggi Réontgen. ( Nota letta alla R. Acc. delle Scienze del- l’ Istituto di Bologna da Prof. Donati 31 maggio 1396). (2) Borgman e Gerchiin, Action des rayons sur les charges: Comptes rendu, 17 feb. 1896. (3) The Electrician, 7 febbraio 1896. (4) The Electrician 920-925, 1896. h 4 1 : È _—_ 67 — Righi (1) che trovò una carica positiva definitiva qualunque fosse all’ inizio la carica del disco, e di qualunque sostanza fosse il conduttore. Questa ultima osservazione confermarono indirettamente Sella e Maiorana (2); direttamente, ripetendo le esperienze di Righi, Lussana (3), Panichi (4), ed altri. Cimentati all’azione dei raggi Rontgen dischi metallici iso- lati nell’ aria, si trovò, che quando si prendono le necessarie pre- cauzioni, perchè î risultati non siano falsati da circostanze acci- dentali, e segnatamente dalla influenza di conduttori eterogenei circostanti, i quali sembra che diano luogo ad una specie di dif- fusione dei raggi, osservata già da Roiti, da Righi e da altri, i conduttori isolati (furono sperimentati conduttori di piombo, di zinco, di ferro, di rame, e di alluminio) sia che fossero inizial- mente scarichi, sia che fossero carichi positivamente o negativa- mente, assumono infine una carica positiva. Fu cimentato a prova anche un liquido conduttore (soluzione salina satura o acidi) contenuto in una capsula. I risultati di questa ultima esperienza sono affetti da qualche incertezza per la difficoltà di ovviare totalmente alla influenza di conduttori ete- rogenei circostanti; pare tuttavia che anche i conduttori liquidi assumano in definitiva una carica positiva. Furono fatte esperienze sul potenziale assunto rispettivamente da due conduttori eterogenei, affacciati l’ uno all’ altro ed immersi nell’ aria battuta dai raggi Réntgen. I risultati non coincidono con quelli di Perrin (5); 1’ azione dei raggi Réntgen sull’ aria, modifica questa in modo che i con- duttori isolati, in essa immersi ed affacciati, assumono bensi una differenza di potenziale, ma il valore di questa differenza non è indipendente dallo spessore d’aria interposto, ed ha per massimo il valore della differenza di potenziale di contatto dei metalli di cui sono fatti i due conduttori. (1) Sulla produzione dei fenomeni elettrici per mezzo dei raggi Rontgen, 1896. (2) Ricerche sui raggi Rontgen. Accademia de’ Lincei, 16 feb. 1896. (3) Lussana e Cinelli, sulla propagazione dei raggi Réntgen, Siena, 29 aprile 1896. (4) Sulle cariche elettrostatiche disperse e prodotte dai raggi del Rontgen. (5) C. R., 8 marzo 1897. Ra Per far assumere all’ aria simili proprietà caratteristiche, altri mezzi possono adoperarsi. Un gaz entro al quale si sian fatte avvenire scariche per scintille, acquista, secondo l’ osservazione del Villari, la proprietà di scaricare i corpi elettrizzati, proprietà che serba poi lungamente; inoltre, il gaz così trattato, stabilisce fra i conduttori isolati affacciati, una differenza di potenziale, uguale alla loro differenza di potenziale di contatto; così si con- tiene pure l’aria che ha lambito fiammé o tubi metallici arroven- tati, così infine i gaz, attraversati da raggi attinici. S' intrapresero esperienze per confrontare l’aria che ha lam- bito una fiamma, coll’ aria che subisce od ha prima subito l’azione dei raggi Rontgen. Variando le esperienze di confronto in molti modi, si arrivò alla conclusione, che: a) Anche una corrente d’ aria che abbia lambito una fiamma, provoca su un conduttore isolato, previamente scarico, una carica debole positiva. b) Quando la fiamma ed una sorgente dei raggi Rontgen, siano regolate in modo che la durata della scarica del conduttore, previamente carico di elettricità positiva o negativa, sia uguale quando si ponga in azione la sorgente dei raggi e quando si usi la fiamma, la carica positiva, prodotta dalla fiamma sul conduttore isolato, previamente scarico, è notevolmente minore della carica positiva prodotta dai raggi Rontgen. È noto che, l’aria che ha acquistato la proprietà di scaricare i conduttori elettrizzati per 1’ azione dei raggi Ròntgen, può es- sere mandata anche attraverso tubi lunghi qualche metro, senza perdere la sua proprietà, e può essere condotta a lambire superfici arroventate, rimanendo inalterata; mentre invece le operazioni che tendono a suddividerla, come il filtrare attraverso seta di vetro, il gorgogliare attraverso acqua ete., tolgono all’ aria ogni virtù scaricatrice. Già J. Thomson, Rutherford, Righi, fecero esperienze in pro- posito; Righi trovò, che l’ aria in strati sottili, non si comporta. come l’aria in strati di rilevante spessore, quando è sotto 1’ azione dei raggi Réòntgen. Fu poi sperimentalmente trovato, come fu detto, che è ne- cessario perchè due conduttori inizialmente scarichi, eterogenei, isolati, affacciati, immersi in aria percossa dai raggi Réòntgen, assumano una differenza di potenziale, che essi distino fra loro di un intervallo determinato. SRI AVE SITE GIOR SEO Tutte queste osservazioni richiamano per analogia, probabil- mente solo formale; il fatto noto che i conduttori di 1.* e di 2.° classe si comportano diversamente, sia che si trovino in stato di pulviscolo finissimo o di esilissimi straterelli, sia che abbiano di- mensioni rilevanti. È noto che il Threlfall invoca tale differenza di compor- tamento, per dar ragione del come la luce diffusa dal pulvi- scolo d’oro, non abbia la direzione principale di polarizzazione a 30° dalla direzione d’ incidenza, come porterebbe la teoria elet- tromagnetica della luce per le particelle conduttrici diffondenti luce, ma invece a 90° come se si trattasse di pulviscolo di un colbente. : Per analogia, anche questa probabilmente solo formale, ri- chiamiamo pure le esperienze di Kéller sulla resistenza specifica del petrolio, dell’ acqua distillata,- della. terpentina ete. Kéller con- statò che la legge con cui varia la resistenza di un coibente in strati di piccolissimo spessore, è diversa da quella che vige per gli spessori relativamente grandi. Nessuno di questi fatti pare però che abbia stretta relazione col modo di comportarsi dell’ aria in sottili strati che subisce od ha subito l’ azione dei raggi Réontgen. Da esperienze fatte risulterebbe: a) Che la differenza di comportamento dell’ aria in strati di spessore anche di poco diversi, è marcata e recisa. P. es. uno strato di 1 cm. di spessore consente lo stabilirsi di una differenza di potenziale fra due conduttori che è molto minore della diffe- renza di potenziale di contatto, mentre che a strati di 3 cm. ed oltre, la differenza di potenziale fra i conduttori affacciati, è proprio quella loro pertinente per contatto. b) Che l’ aria che ha subito l’azione dei raggi Réontgen, non si comporta più come coibente, ma non si comporta nè come un conduttore, nè come un elettrolita comune. Minchin (1) riferisce la seguente esperienza: Inserita 1’ ar- matura di un condensatore, avente l’ altra armatura a terra, fra l’elettrometro ed un disco esposto all’aria colpita dai raggi Rontgen, affaccia a tal disco un altro disco che è posto a terra. Provoca quindi la scarica del condensatore attraverso il disco, attivando la sorgente dei raggi Ròntgen: nota il tempo che dura tale scarica, poi calcola colla formula di Thomson (nota la capa- (1) The Electrician 9-4, 97. sia cità, la differenza di potenziale, una parte della resistenza del cir- cuito, la carica iniziale) la resistenza apparente dello strato d’ aria. Sostituisce allora al condensatore una pila avente un polo in comunicazione con un disco e l’ altro attraverso un galvanometro, collegato coll’ altro disco. Il galvanometro è di sensibilità tale che darebbe indicazione di corrente anche per una resistenza di cir- cuito molto maggiore di quella calcolata. Quando è posta in attività la sorgente dei raggi Réontgen, non si ha traccia di passaggio di corrente pel galvanometro. Fu modificata l’ esperienza nel modo seguente: Furono disposti contro un tubo di Hittorff due dischi verti- cali, mutuamente affacciati, che si potevano porre in comunicazione con i poli di una pila di un migliaio di elementi, sopra l’ orificio di un tubo dal quale si poteva far uscire una corrente d’ aria ver- ticale lambente i dischi stessi. Sovra questo sistema fu disposto un conduttore carico di elet- tricità, isolato, difeso dalle azioni dirette dei raggi Rontgen, ma collocato in modo da essere colpito dalla corrente d’ aria dopo che questa aveva lambito i due dischi. In tali condizioni è facile ve- rificare : a) Che se i dischi sono staccati dalla pila, e la sorgente dei raggi posta in attività, l’ aria in corrente sì manifesta modi- ficata dall’ azione dei raggi poichè scarica il conduttore isolato e carico. b) Che se i dischi sono in comunicazione coi poli della pila, l’aria, lambendo i dischi, perde la proprietà scaricatrice che le è impartita dall’ azione dei raggi. Una interpretazione del fenomeno osservato dal Minchin e di quello ora riferito, che darebbe ragione anche della diversità di comportamento dell'aria in strati di spessore rilevante dall’ aria in strati di spessore sottile, è la seguente: Si può ammettere che la modificazione importata. dai raggi Rontgen nell’ aria (qualunque essa sia) che favorisce la scarica dei conduttori carichi, che stabilisce fra conduttori isolati e sca- richi una differenza di potenziale, sia in stretta dipendenza dalla. quantità di elettricità che è in giuoco, e sia impedita da un so- verchio afflusso di elettricità; o, in altri termini, che l’aria modi- ficata, dopo aver disperso una certa quantità di elettricità, perda man mano l’ attitudine a disperderne ancora. Ciò non è in opposizione con quello che sulla struttura del- l’aria che ha subito l’ azione dei raggi Rontgen, pensano col Ri- CET Ae ghi (1), che illustrò la sua ipotesi con geniali esperienze, il Vil lari, il Serrin ed altri. Può essere che i raggi Ròntgen producano raggruppamenti di molecole nel dielettrico ove essi penetrano, formando così qualche cosa di simile a ioni positivi e negativi. Se vi è un campo elet- trico, gli anioni siano tratti nella direzione del campo, i cationi in direzione opposta, intendendo per anioni e cationi raggruppa- menti di molecole cariche positivamente e raggruppamenti di me- lecole carche negativamente. Che, se per giunta, il mezzo è gas- soso, i due sistemi di ioni, passino l’ uno attraverso all’ altro, sempre però lungo tubi di forza. Che esse viaggino in tal modo, finchè non incontrano le cariche che limitano i tubi o finchè non sono arrestati meccanicamente da un ostacolo rigido. L’ elettricità potrebbe così attraversare un gaz in modo diverso dalla ordinaria elettrolisi: la quantità di elettricità che attraversa il campo, sarà commisurata alla quantità di elettricità diciamo pure, dissociata dai raggi: 1’ azione dei raggi, sarà bensì risultante di moti convettivi lungo le linee di forza di un campo elettrico (Righi), ma l’ entità dell’ azione, sarà, essenzialmente dipendente dal mezzo, che: ma il mezzo stesso varia di istante in istante, quando gli ioni, che in esso si liberano, sono attratti da cariche e liberi di peregrinare; giacchè perde man mano la proprietà di scaricare i corpielettrizzati; si argomenta, che il numero dei rag- grappamenti che fungono da ioni nel gaz, sia limitato. Così un elettrolita in cui agli elettrodi fossero man mano sottratti i componenti, andrebbe via via impoverendosi di ioni, così da opporre una resistenza sempre crescente alla forza elet- tromotrice ed al limite, infinita. In tale ordine di idee si possono considerarevil passaggio at- traverso filtri e le altre azioni, che tolgono all’ aria, modificata prima dai raggi Rontgen, le proprietà elettrodispersive, come cause che producono la riassociazione dei gruppi previamente dissociati. (1) Comptes rendu, ag. 24, 1896. 551,491. D. PANTANELLI. - Grafici delle osservazioni giornaliere sulle variazioni di livello delle acque sotterranee di Modena. Presento una serie di grafici delle osservazioni sul livello delle acque provenienti dalla profondità di metri 20 circa, cioè del velo acquifero che è utilizzato nella erogazione giornaliera delle acque potabili della città. L'apparecchio a movimento continuo registratore del livello superiore delle acque che nel pozzo osservato corrisponde alla media annua di m. 33,23, ossia di circa 80 cent. inferiore al livello del suolo esterno al pozzo, dà una curva continua sulla quale è evidente un periodo giornaliero di massima ed altri secondarî. Il massimo giornaliero avviene tra le ore 1 e le ore 4 e si verifica costantemente in tutte le notti. Dne massimi secondarî di minore importanza si verificano uno tra le 11 e le 12, l' altro tra le 14 e le 16. Mi sembra evidente che il massimo notturno corrisponda al cessare dell’ estrazione dell’ acqua, come i massimi secondarî diurni a diminuzioni temporanee dell’ erogazione me- desima. Le variazioni giornaliere oscillano tra quatto e sei centimetrri, quando altre cause accidentali non concorrano ad aumentare queste variazioni. i Contemporaneamente sono registrate le variazioni giornaliere delle acque superficiali delle quali il livello ha oscillato tra m. 33,22 e m. 32,23 nel decorso anno 1897. I due apparecchi constano di due galleggianti assai leggeri la catena dei quali appoggiata ad una puleggia mobilissima, porta all’ altra estremità un contrappeso munito d’indice e peunina seri- vente; al disotto del contrappeso è attaccata una catenella di peso unitario doppio di quello della catena dei galleggianti onde i due pesi attorno alla puleggia si mantengano sempre eguali tra loro. I cilindri della fabbrica Richard si muovono con la ve- locità oraria di 5 mm. e compiono un intero giro in poco più di sette giorni. o 548,111. Dott. F. CORIO CONTRIBUZIONE ALLO STUDIO DELLE PROPRIETÀ OTTICO - CRISTALLOGRAFICHE 1823. 13830. 1843. 1851. 1861. 1863. 1874. 1876. 1873. 1878. 1879. Qi DI ALCUNI SALI ISOMORFI DI POTASSIO BIBLIOGRAFIA. I. Broore. — On the Crystalline Forms of Artificial Salts. The annales of phylosophy, vol. VI, artiele VI, 120. . MirscnerLIca — Ueber die Kristallform und die Zusammen- setzung der schwefelsauren, selensauren und chromsauren Salze. Pogg. Ann. 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A queste memorie, nelle quali sono riferite osservazioni originali, potrebbero aggiungersi per la completa bibliografia, quasi tutti i trattati di mineralogia e di cristallografia, tra i quali: Dana, Naumann, Groth, Des Cloizeaux, Arzruni, Mallard, Wyrouboff, Rammelsberg, etc. 7 Wa PIATT RIR TIE ME ni PONE I] ERE e AT ip) 2 BENIN AIR RE FOT iii ciel cicea ne Tra le sostanze che, cristallizzando insieme, danno ori- gine a cristalli di miscela isomorfi sia dal punto della com- posizione chimica, che da quello della forma cristallina e delle proprietà ottiche, vi hanno il solfato ed il cromato di po- tassio, che oltre ad ottenersi cristallizzati in bei cristalli più o meno voluminosi del sistema ortorombico, appartengono alla medesima serie del solfato doppio di potassio e di sodio esagonale. La determinazione delle proprietà ottico-cristallografiche in raffronto alla composizione chimica di questi due sali e di alcuni sali intermedi di miscela, sono 1’ obbiettivo del mio studio. Wyrouboff e Mallard fecero sulle miscele di questi sali delle osservazioni sperimentali, ma essi non diedero che po- chissimi dati, essendosi occupati più che altro delle proprietà ottiche e più specialmente dell’ angolo degli assi ottici. Il secondo però nel calcolo si servì delle formule da lui deter- minate e degl’ indici di refrazione del cromato non determi- nati sperimentalmente, ma dedotti invece, per il rosso, in ma- niera ingegnosa ma molto artificiosa. Io avendo potuto determinarli sperimentalmente per il giallo (Na), ho fatto per questa luce lo studio ottico, cosicchè espongo in ciò che segue i risultati delle mie ricerche. Solfato di potassio. (K, $0,). Le costanti cristallografiche del solfato potassico furono de- . terminate, la prima volta, da E. Mitscherlich nel 1830, insieme a quelle del cromato corrispondente, che riconosciuto l’ isomorfismo di questi sali, dette di essi un’ unica figura. Posteriormente nel 1843 altre considerazioni aggiungeva alle precedenti, ma da quel tempo in poi, se numerose furono le os- servazioni e le ricerche sulle proprietà fisiche e chimiche di questo sale, le costanti cristallografiche non furono nuovamente deter- minate che da Fock nel 1883, su di un cristallo avuto da Flickiger e da ultimo poi da Tutton nel 1895 in un lavoro assai esteso sui solfati di potassio, rubidio e cesio. Il primo si limitò a misurare gli angoli strettamente neces- sarî alla determinazione dei parametri, calcolando poi tutti gli altri, il secondo servendosi di un solo cristallo, non ne misurò che quattro soli angoli; qualche altro angolo fu in seguito misu- rato da Rammelsberg e da Grailich, finchè Tutton, dopo aver mi- | surato 37 angoli, ne dedusse nuove costanti. In parte, si può dire, qui è stato ripetuto il lavoro di Tutton, poichè son pervenuto a risultati di poco differenti da quelli avuti da quest’ ultimo. I risultati ottenuti ed i confronti tra questi e quelli dei miei predecessori sono i seguenti: Sistema cristallino: trimetrico. Costanti cristallografiche : a: b: e 0.74288:1:0.57269. Forme osservate: (100), (010), (001), (110), (120), (O11), (031) (IL), (2141): E EIOT LIBRI TONI I U o T avea ue Combinazioni osservate : 1.2) (100), (010), (001), (110), (120), (011), (031), (111), (211). 2.2):(100), (010), (001), (110), (120), (011), (031), (111). 3.2) (100), (010), (001), (110), (OL1), (031), (111). 42) (100), (010), (110), (O11), (031), (111). 5.8) (010), (110), (120), (011), (111). 6.2) (010), (110), (011), (111). 7.2) (110), (120), (011), (111). 8.2) (110), (O11), (111). La figura è stata costruita sui dati del solfato potassico, in essa le facce delle forme non sottosegnate sono comuni a tutti i sali studiati, quelle sottolineate con un sol tratto, sono esclusive del solfato e dei cristalli di miscela aventi forma cri- stallina simile a questo, quelle due volte sottosegnate, rappresentano facce di forme proprie, solo del cromato e delle miscele ad esso prossime, le facce della forma (134), tre volte segnate, sono assolutamente particolari dei cristalli della miscela N. 1. . Naturalmente la figura per tutti i cristalli, meno quelli del solfato, è schematica» CEANTAI A MISURATI Angoli Neela —— | Calcolati | Differenze Limiti Medie 001 : 011 221 | 30° 8» | 29°%35"» | 29047587 * * 011: 031 147 | 30°1030”| 29%49" » | 30°» 25”| 29°5951"|— » 34” 031 : 010 95 | 30°152307| 30° 6 » | 30°11307| — AR 2I0 011:011 63 | 59°%41' » | 59°19807| 59°856517| — Ro 011: 010 71 | 60°17307| 60° 5°» | 600151”) — Sio 031. 031 68 |119°42 » |119°245307|119°361127f — SLA 100: 110 60 | 36°51/307| 36°21’» | 3623629" * * 110: 120 8 |[19s357> 0199207 (992082 a 120: 010 6 | 34° 4°» | 33°42307| 33°56407| 33°56397| — » 77 110: 010 109 | 53934 » | 53°12 >» | 53°29277] © — az 010: 110 POR iT3c1808 Na 10004|S73 0A SA — » 20” uo:lio 65 |106°33" » |106°39 » |106°46597| — nt a” i 110:001 38 | 43°5730”| 43°39 » | 43°50 4°| 43°50/297| + » 257 001:111- 18 | 46°199307| 46° 22807] 46° 997] — 1282 THUESU0I 20 | 45°55" » | 48°44 » | 48048297] 48047407] — > 487 211:211 5 | 34943 » | 34°339307| 34°38 » | 34°37 37] — » 577 211 : 100 10 | 36°51 » | 36°44 > | 36°%4624| 36°46307| + » 6” 111:211 27 | 19044» | 19°14°» | 1992658] 19°» >» |— » 267 011: 111 64 | 33°50" » | 33034 » | 332460277] 33046982] » 312 111 :031 16 | 43°59307| 48°35 » | 43°5651%| 43°57/38%| + > 47 031: 110 6 | 59° 4307] 55°.» | 59° 2107] 58° 357] 4- 3r852 i 081: 120 3 | 44°1820”| 44°» > | 44°%1107|-44°11/367| + » 267 3 = + ale! Diff: media = 22" appross. n= 1186. WE i cm __—_——1d 1 ‘1n1n1n01l0l0"mtmi‘iIi‘‘.‘.(‘‘—rrrrrr———e__———‘1‘‘ié.’—rrrr’’r———@med Avgoli | N |Om_--Me|Om-Fe|Om_-Te|On_-0|Tm_On| N |m_to MolCRldC (223 L: 2/| 4 1327 si v 2 * ie iinrone iso Do “cesso PARA e OR 9 pit 907 | 30) 808 32 nes 9 go e 5 se st - 031:031 | 68|— » 12° [+4 412 | + 127 |— » 34° —_ — _ eo e 12 1 Re E ETRE ilio0:110 | 60|4 7510 | 4 24 |— 229 * ZO UNI of 4 [RIESI ESSSACATIZACICAN ESS rie o an long E 2207 1080 EE OOo | 109. — 7477 | — 2327 | + 239" | 4» 4° - = DE e osi ie e pae > 207 - al de Moto 60.159”) —. 5297 | la = — - forni 8840 o 56 | > 207 | 166 | 68 Lo A Re ao) n o, ag ng 58 de ‘(mimi | 20 Rd rog Neo no egg ag og oo ni et o ea a sr 25 7 È TE ZI IO SZ ZA MILENA TECRA CAZZO on:111 | 64|-- srl 11 08978 oa ez gd ca cl ae ASTA DICA ESTA ETIAAIG — VIUZZE EESCANSIZIOA SR SIOE | 03t:120) 3|— 750 | — 1477 |4 150” |+>»267|4 150” | 42 2 (1) L’espressioni che sono a capo d’ogni colonna essendo formate dalle iniziali dei nomi di Mitscherlich, Fock, Tutton e Corio con l'aggiunta di un indice e od m per indicare se calcolato o misurato, significano differenza tra il valore di un dato Ù angolo misurato o calcolato da Mitscherlich, Fock, Tutton e l'angolo corrispondente misurato da me. N}, è il numero delle misure fatte da Tutton per ciascun angolo. LEGS Il solfato potassico, che si trova con i vecchi nomi di: panacea duplicata, panacea holstatica, sal duplicatum, arcanum duplicatum, sal polychrastum glaseri, arcanum holsteiniense, tartarus vitrio- latus, nitrium vitriolatum, vitriolum potassinatum; in natura, malgrado non si abbia mai puro contenendo quantità più o meno grandi di sodio, si rinviene specialmente in masse cristalline sulle lave del Vesuvio ed ha i nomi di aftalose (Beudant) o glaserite (Haussmann ) romboedrica e di arcanite trimetrica od ortorombica. Si rinviene anche nelle miniere di Stassfurth associato al solfato di calcio e solfato di magnesio (polyhalite). Dell’ arcanite, che più di rado contiene sodio ed alla quale più propriamente spetta la formula K, SO,, fu Mitscherlich che ne de- terminò le costanti cristallografiche, per cristalli artificialmente ot- tenuti (Pogg. Ann. XVIII, 168, 1830 — LVIII, 468, 1843) e cioè: a: b: el: 1746: 1.3033 A. Fock (Groth’s Zeit. VII, 62, 1883) per la stessa specie dette: a: b: c=0.5733:1:0.7442 e finalmente A. Tutton (Groth’s Zeit. XXIV, 4, 1895) trovò: ani: = VIAZOEATONA (8, Scacchi se ne interessò trattando della polisimmetria dei cristalli. I cristalli qui studiati, vennero anch’ essi ottenuti artificial- mente, ed è facile rilevare le molte irregolarità che essi presen- tano, quando per poco si considerino i limiti tra i quali oscillano le misure ottenute (1). Le dimensioni loro variano in maniera tale che, da cristalli di qualche millimetro si perviene a qualcuno che sorpassa il centimetro e mezzo, l’ abito cristallino è con spiccata preponderanza prismatico, ragione per cui ho creduto opportuna una diversa orientazione dei cristalli, differente quindi da quella tenuta da Mitscherlich, Fock e Tutton; talvolta tabulari secondo (010). Ho assunto quindi come asse 2 quello del prisma, cosichè (1) Tutte le misure sono state fatte, in condizioni presso che eguali di temperatura (16° circa), servendomi di un goniometro Fuess modello N. 2 (pag. 4 del cat. illustrato, 1891). MAE, A SERIO VETRI ERA SIE SISI ù ei 3 RANSIE ESRI IT TAIE x Ca ie A LIA: AA RI Ea EIN "Ma aL e ddt Sca Sibnzs SERE PNT i RARE RELA Si 1 È È E) È È ? i È dA i TR dallo scambio degl’ assi x e 2, ne è conseguito quello tra i para- metri a e c, ottenendo: a: b: e= 0.74288:1:0.57269 anziechéè: a: b: e =0.57269:1:0.74288. Le forme predominanti e costantemente presenti sono (110), (010) le cui facce, situate nella zona [001 |, alquanto striate ed opache danno immagini spesso multiple, raramente semplici e belle al goniometro; (031), (111) con facce lucentissime riflettenti im- magini bellissime e difficilmente multiple. Le forme (001), (100) sono anch’ esse quasi costantemente presenti ed' hanno facce ri- flettenti immagini non così belle come le precedenti. Segue la forma (011) con facce lucentissime ed immagini bellissime ed in ultimo le forme (211), (120) con facce nella maggior parte dei casi assai ristrette, spesso secondarie con immagini molto sbiadite e soventi multiple. Non mi è stato possibile rinvenire la forma (233), come pure la (130) citate da Tutton, probabilmente sono molto rare e conferma la loro eccezionale rarità l’ unica misura della prima e le sette sole osservazioni della seconda eseguite da questi, come dai risultati pubblicati. In ogni caso sono forme ee- cezionali, essendo le uniche per le quali non si hanno incontri di zone, trovandosi la (233) esclusivamente nella zona [011] e la (130) esclusivamente nella zona |001]|. Altrettanto non posso dire della forma (210) notata da Fock, anzi il non averla nem- meno osservata Tutton mi conferma nella sua dubbia esistenza. Da quanto sopra ho detto, si vede che tra tutte, è la zona [100] quella che si presenta meglio al goniometro, fornendo mi- sure soddisfacenti, ed a prova di ciò è la lieve differenza tra i differenti valori ottenuti pel parametro relativo da Mitscherlich e da me, dipendente dall’ angolo (001: 011) tra le facce 001 e 011 appartenenti alla zona suddetta, ed invero la differenza non si manifesta che alla quarta decimale. Invece il valore ottenuto da Fock, stante la differenza sensibile di 132” dell’ angolo adoperato col mio, non mi permette di dire ‘altrettanto. Tutton si servi di un angolo differente ottenendo risultati quasi identici; si può dire che il valore 0.5727 se non è assolutamente esatto è certamente infinitamente vicino al vero. Le zone [011], [110] si prestano anch’ esse abbastanza bene per l’ osservazione, mentre la zona [001] è quella che presenta le maggiori difficoltà, per le ripetute PRES ILO immagini multiple, prodotte dalla striatura e curvatura delle sue facce, da qui una maggior differenza tra i valori del parametro che vi si riferisce, il quale secondo Mitscherlich è 0.7464, per Fock 0.7438, Tutton avrebbe trovato 0.7418 ed io 0.7428, la dif- ferenza si accentua subito alla terza decimale; ciò dipende del- l’incostanza dell’ angolo che serve a calcolarlo, non solo, ma che per Tutton è anche differente avendo egli adoperato 1’ angolo (001:111) e non l’angolo (100 : 110) da me scelto. Ora se Tutton, . avesse adoperati come angoli parametrici i corrispondenti ai miei, cioè gl’ angoli (001:011) e (100:110) avrebbe ottenuto: adi 002501704266 di poco differenti dalle mie costanti, lo stesso però non sarebbe stato dalle differenze tra gli angoli da lui osservati e calcolati, che necessariamente ed evidentemente avrebbero aumentato in valore. Ho scelti, come angoli parametrici, i suddetti, per la ragione, che, oltre ad averne un maggior numero di misure, rendono più semplici i calcoli. Dai confronti, coi risultati ottenuti da co- loro che mi precedettero, risulta l’ approssimazione dei miei ri- sultati coi valori medii probabili delle costanti cristallografiche del solfato di potassio e limitando la discussione al recente studio di Tutton, oltre a mettere in evidenza l’ esiguità delle mie diffe- renze, che se togli il solo angolo (031:110) per il quale la dif- ferenza tra il valore osservato ed il calcolato è di 3'35”, cui ne cor- risponde una di 2' in Tutton su 19 osservazioni, mentre che io ne ho solamente il terzo, differenza dovuta alle immagini non molto nette: che poco si prestano a buone misure, le altre non oltrepassano mai il minuto primo. Il numero totale delle osservazioni degli angoli eseguite poco differisce da quello di Tutton, quindi è a ri- tenersi che, qualunque altra determinazione di queste costanti, dovrà condurre a numeri identici o differenti a seconda degli an- goli impiegati nel calcolo, per modo che oltre alla terza cifra de- cimale, in una ulteriore ricerca, le altre sono illusorie e che le medie degli angoli del solfato potassico, potendo anche differire di di varii primi a seconda dei cristalli osservati, i secondi ottenuti con le medie delle osservazioni o col calcolo sono pure illusori. E se quindi si facesse il calcolo dei parametri cristallo per cri- stallo si otterrebbero dei numeri per il parametro a forse anche superiori a quelli di Tutton od inferiori a quelli di Mitscherlich. Si II A conferma di quanto ho detto, riducendo alla medesima orienta- zione i parametri fin qui indicati, si ha: az b: e =0.7464 :1 :0.5727 Mitscherlich 1830 e Me1015 9 Aoki 85 » =D 020 LO ei 1895 nn — 0542 8810180152698 Coro td ee159S In parecchie centinaia di cristalli ottenuti per la lenta eva- porazione, non ho trovato che qualche geminato, secondo la nota legge di questo sale cioè sul piano yz (100) e poichè l’ angolo (031:001) è circa 30°, le facce 031 dei tre cristalli contigui ven- gono a collocarsi in uno stesso piano. Notai qualche geminato di due individui di cui due bellissimi. Non ho potuto ottenere quelle forme della stessa geminazione per la quale le facce 111 di tre cristalli venendo a contatto simulano un cristallo esagonale, ge- minazione così frequente nel solfato potassico del commercio. I cristalli sono trasparenti ed incolori. La sfaldatura è secondo (100) e (010), ma non è molto pro- nunciata. Proprietà ottiche. — Nella bibliografia del solfato potassico trovansi diverse determinazioni ottiche e tra le altre notevoli sono quelle di De Senarmont e Des Cloizeaux, coloro che lo studiarono a preferenza furono Haldor Topsée e C. Christiansen nelle loro ri- cerche ottiche su qualche serie di sostanze isomorfe, e Tutton nello studio dei solfati di potassio, rubidio e cesio (Groth’s Zei- tuno, V.e XXIV, 1, 1895). I risultati delle mie ricerche sono: Piano degli assi ottici: (001). Bisettrice acuta: coincidente coll’ asse cristallografico a. Doppia refrazione: positiva. Dispersione cromatica: p < v. Simbolo ottico: bea * Angolo apparente degli assi ottici: determinato sperimental- mente per la luce gialla (Na) nell'olio di vaselina (1): 2.IT, = 66°50'30" (1) L’indice di refrazione dell’ olio di vaselina, per la luce gialla (Na), è stato da me determinato in n = 1.47749. TERRE mercè una lamina di 2 millimetri di spessore parallela al pina- coide (100). i Indici principali di refrazione. — Ho determinato gl’ indici principali di refrazione per la luce gialla (Na), avuta da una fiamma Bunsen che lambiva un pezzo di cloruro di sodio, serven- domi di prismi artificiali con gli spigoli paralleli ai tre assi cri- stallografici, ottenendo: ; Angolo Deviazione Indice Indice 7 Soa) ; del prisma minima corrispondente x 14°20'30"' POM 1.49367 Oa 9038" » 1.49512 P IIOd > 8°032'30" 1.49503 Y | 24932" » 12035'30" 1.49833 e cioè: i OAVAGIO Lg IO I L'angolo vero degli assi ottici, calcolato per l’ angolo appa- vi rente 277, e l'indice f, per la luce gialla (Ng), nell’ olio di va- + selina, risultò: 2Va = 6509724”. L'angolo vero degli assi ottici, calcolato per i tre indici principali di refrazione, è: 2Ha = 65°24 Calcolato invece in funzione degli angoli apparenti 2Ha = 66°50'30" 2H, = 112%14' misurati secondo due lamine normali alle bisettrici acuta ed ottusa è : ag = 90 dii ii tre sa) dic ia ERRO Per l'angolo apparente degli assi ottici nell’ aria, dai sud- detti tre valori di 2g, (per la nota formula: sin E = f sin Va) si ricava rispettivamente: 108°56' iO 42:90 ce Ee2908 S ll Tanto dei diversi valori ottenuti per 2Vg, come per quelli avuti per 2, non ho creduto opportuno assumere la media, in quanto che non credo poter dare loro il medesimo peso, essendo risultati ottenuti per vie diverse, e ciò malgrado le palesi pic- cole differenze. AI medesimo concetto mi sono attenuto nelle ricerche eseguite per gli altri sali della serie studiata. De Senarmont aveva anteriormente trovato: B= 1.494 2V, = 66°54 Des Cloizeaux, per i raggi gialli, ottenne: a = 1.4920 B= 1.4935 x = 1.4950 da cui calcolò: IVa = 66°30 De ==M0990 mentre aveva trovato 2H, = 107° — 108° e qualche volta. 109° (Ann. des Mines, V serie, t. XIV, 359). Haldor Topsòe e C. Christiansen (Ann. de Ch. et de Phys, V serie, t. I, 1874) trovarono come valori medii per il giallo: a= 14936 = B= 14946 y= 1.4980 i oc) calcolarono però a, per mezzo di B e e l'angolo degli assi ottici 2Vag, misurati direttamente. Wyrouboff poi ( Manual pratique de cristallographie 314, 1889) dà per l’angolo degli assi ottici, determinato per due lamine se- condo le due bisettrici, il valore: 207067 di poco diverso da quello da me, in modo quasi analogo, determinato. sn a Tutton trovò invece: a = 1.4935 i 4017 = 4918 Dia = IO DE = ee Da cui risulta se non. l’ esattezza, almeno la grande approssi- mazione dei miei risultati, essendo che il valore di a è vicinissimo a quello di Tutton, quello di f vicinissimo a quello di questi e di 'Topsée, il quale avrebbe per f anche trovato un valore 1.4755 per i raggi D, il valore di y si accosta più al valore di Topsée che non a quello di T'utton. Quanto all’ angolo degli assi ottici date queste lievi differenze tra gl’ indici, perchè non è possibile un’ esattezza di essi spinta oltre alla quarta decimale esse sono maggiori ma non forti. I valori trovati per la luce gialla del sodio sarebbero quindi: = 2/0, = = De Senarmont — 66°30! =} OSO Des Cloizeaux MOAA (media ) = AAR19: Topséde = (97920) = IE Tutton COZZA 108°56' — (65°24' —{107°%42'20" Corio 67°20'30" 111°29:10" la differenza di circa 2 gradi, tra i tre valori in diverso modo da me ottenuti è spiegabile ove si considerino le difficoltà cui si va incontro nel determinare gl’ indici di refrazione, dove basta una differenza di qualche unità nella quarta decimale degli indici, per ingenerare una differenza notevole, nel valore dell’ angolo degli assi ottici. NB. Secondo Des Cloizeaux indico con 2Va, 2Vo gli angoli acuto ed ottuso degli assi ottici, con 2, 2 gli angoli apparenti . acuto ed ottuso degli assi ottici nell’ olio, e con 2, 2E, gli an- goli apparenti acuto ed ottuso degli assi ottici nell'aria. Cromato di potassio. (CESSCL0 Il cromato di potassio in natura, ha il nome di Tarapacaite perchè rinvenuto in cristalli di color giallo di cromo nel salnitro di Tarapaca e descritto da Raimondi tra i minerali del Perù. —- 87 — Brooke nel 1823 (Annales of phylosophy, V® 6, pag. 120) ne determinò la forma cristallina su prodotti artificiali avuti da Te- schemacher, nei quali misurò i seguenti sei angoli: (110: 110) = — OVARO: — 46081 (110/010) = 3043: (010: 011) = —'60%17; (010: OLE) — 59926; (110:010) = 6027. Le costanti cristallografiche di questo sale furono però deter- minate la prima volta da Mitscherlich. (Pogg. Ann. XVIII, 168, 1830) che ne riconobbe l’ isomorfismo con il solfato di potassio ed altri sali di potassio e d’ammonio, non ne diede però gli an- goli, limitandosi probabilmente alla sola misura degli angoli para- metrici. Dopo molto anni Wyrouboff se ne occupò in parecchie me- morie pubblicate nei bullettini della Società Mineralogica di Francia, ottenendo nuovi valori per le costanti cristallografiche, non dette però, come Mitscherlich, il valore degli angoli. Altri autori se ne sono poi occupati, ma per ricerche non inerenti al mio studio. I risultati delle mie osservazioni sono: Sistema cristallino: trimetrico. Costanti cristallografiche : a: b: ce =0.733820:1:0.56949. Forme osservate: (100), (010), (001), (110), (O11), (031), (ZO (CIRE Combinazioni ‘osservate : 1.2) (100), (010), (001), (110), (011), (081), (201), (111). 2.2) (100), (010), (110), (O11), (031), (201), (111). 3.8) (100), (110), (011), (031), (201), (111). 42010), (110); (011), (201), (LL). 5.2) (110), (OIL), (201), (111). 6.2) (110), (201), (111). Le differenze tra l’ osservazione ed il calcolo ed il confronto coi risultati di Mitscherlich e Wyrouboff, rilevansi dal seguente quadro : Angoli 001: Oll: 031: Oll: oll: 001: 110: 110: 110: Ul: ll: ul: I: ul: 010: ll: ul: 110: 201: lil: 201: 201: 201: il valore da me misurato per ciascun angolo ed il corrispondente valore calcolato con i pa: 201 001 100 (1) I simboli Cn— Ce, Cm— Me, Cm— We indicano rispettivamente le differenze. tr N MISURATI Limiti 29°44" » | 29°38' » 30° 3°3807| 29°55930” 0920 0 ee E ME DE) 60°41° » | 60° 6° » 59°40/30” | 59°3730” RNA On) 107°22" » | 106949 » 53°95'80” 53°15° » 87°56" » | 87°25' » 46°20” » x 133°56° 48°51' » 65°51730” 114°20730” 67°59' » 34°15' » 4T°5480” DE. zo 102° 1° » 114°12930” 51° 8 » 33330” 45°3430” I 33°44 » 48°21°30” 65°38°30” 114°12’30” 67°24°30” 33°30" » AASENA04 30°21 » 101°13” » 113°47” » 56°53” » 932°54 » = igge=s 29°39/40” 29°59"43” 3092017” DOLORE 60°20715” 59039” 1° | T4-19Y259) bi 107° 752” 53°33"13” 87°359%07” 46°1213” 1339472537 48032744” 65°44710” 114°16" 5” 67°40'41” 33°50)"25” 4T°32824 30°4213” 101°46730 114° 6° » DI 918” 32°56"14” C alcolati 30°20/29” 87°35/45” 45°32’30” 33°50/13” AZIONI 30°42’14” 114° 6713” DIFFERENZE (1) Cm— Ce +» + >» + + >» | DI =2601 Co Me » 1 I » ale x Je EN 237” 240” 33300 5°81” 234” 250” » 28” » 46° = 0.7297 :1:0.5695. Wyrouboff 1884 » — 0.7382 :1:0.56949 Corio 1898 La geminazione è simile a quella del solfato potassico, ma su di esso ha il vantaggio della maggiore frequenza, poi per questo sale si verifica e spessissimo quella forma speciale di geminazione per la quale le facce 111 di tre cristalli venendo a contatto simu- lano un cristallo esagonale. Proprietà ottiche. — Ricerche ottiche su questo sale furon fatte da De Senarmont, da Grailich e Lang, da Des Cloizeaux, ma coloro che cercarono studiarlo completamente furono Topséde e Christiansen, ma non pervennero che a risultati parziali, specie nella determinazione degl’ indici principali di refrazione, dei quali determinarono solo il valore di f servendosi del prisma (110), per la difficoltà di orientazione e per le lievi dimensioni dei cristalli. Io, ho potuto disporre di qualche cristallo abbastanza voluminoso da cui ottenni le misure seguenti: Scalinata ittici PE GINO I RR Piano degli assi ottici: (001). Bisettrice acuta: coincidente con l’ asse cristallografico bd. Doppia refrazione: negativa. Dispersione cromatica: p > V. Simbolo ottico: b ca L’ angolo apparente degli assi ottici, determinato nell’ olio di vaselina (n = 1.47749) per la luce gialla (Na) è: Da = 609225 Indici principali di refrazione. — Nella letteratura delle pro- prietà ottiche di questo sale, e precisamente rispetto alle ricerche fatte intorno alla determinazione degli indici principali di refra- zione trovo il seguente brano di Mallard (Bull. de la Soc. Min. de France, V. 2, 91) che quì riporto: « M. Wyrouboff a également étudié les melanges de sulfate de potasse et de chromate de potasse. Il se présente ici une difficulté particulière. On connaît, quoique assez imparfaitement, I indice moyen du chromate de potasse et l’ angle des axes; mais des difficultés particulières d’ observation n° ont pas permis jusqu’à présent d’ obtenir les 3 indices. On peut les déterminer, en uti- lisant les données précédentes, et les combinant avec une des ob- servations de M. Wyrouboft. Pour que l’ erreur expérimentale d’ une observation isolée n’ influe pas trop sur le calcul, j'ai pris la moyenne des nombres donnés par les deux observations n.° 6 et n.° 10. J'ai pris l'indice moyen et l’angle des axes donnés par Senarmont. Les nombres donnés par MM. Topsde et Chri- stiansen résultent, d’après les auteurs eux-mémes, d’ observations peu concordantes, et elles cadrent mal avec les observations de M. Wyroubof. J'ai ainsi obtenu pour les indices de chromate de potasse les nombres suivants: 1.6873 1.722 1.7305 Valori determinati per la luce rossa non solo ma anche non direttamente. Io invece avendo avuto a mia disposizione del buon materiale potei determinarli sperimentalmente per la luce gialla (Na): SA Or ; Angolo Deviazione Indice Indice 5 del prisma minima corrispondente | les 240 5'30" TNA ZREGION 1.70873 36°11' » 38095! > 1.72469 (He 21950" > 16°21'30” 1.(24839 35950" » 28°25'30" 1.72877 Y 23056" » 1807" » 1.73035 da cui: a = A0805 812010, 110035 L’ angolo vero degli assi ottici, calcolato per l’ indice f e 1° an- golo apparente 27, = 60°22'15", misurato nella vaselina, è: 2Va = 50°59 Calcolato per mezzo dei tre indici principali di refrazione: 2Va = 52934118" L’ angolo apparente degli assi ottici nell'aria ha per ciò i due valori: 2Ea = 95°5020" 2E, = 99°42'30" Quindi stante la lieve differenza di 1°35' circa tra i due diversi, valori ottenuti per l’ angolo vero degli assi ottici nelle due diffe- renti maniere potrei affermare che: se i valori degli indici princi- pali di refrazione non sono assolutamente esatti, sono però molto prossimi ai valori probabili di essi. Precedentemente De Senarmont (Ann. de Chimie et de Phy- sique, 3° serie, t. XXXIII) aveva trovato: Ri=i22 2Va = 49°32' 2Ea = 92°20' Grailich e von Lang, (Sitzungsberichte der. K. K. Academie, t. XXVII, p. 25), trovarono soltanto: Dn == 1928 i) Des Cloizeaux, (Ann. des Mines, 52 serie, t. XIV, pag. 380), invece trovò: 105° 94°40' Li II E a gt pi La < Ù | 7 po IS Topsòe e Christiansen, trovarono (Ann. de Chimie et de Phy- sique 5* serie, t. I, pag. 52) per il giallo: = 17294 Ii =; QEi==9IR301 . Mallard, come sopra riportai, ottenne per il rosso: a=1.6873. B=1.7220 = 17305. INBLE Ga I cristalli, dai quali detrassi i risultati che espongo, li ot- tenni da un miscuglio di poco cromato e molto solfato, ed in- vero nella composizione centesimale il cromato non vi partecipa che per 0.3658, equivalente in proporzione molecolare a 0.81 °/, (1). Essi hanno abito prismatico secondo |001 |, con prevalenza delle forme (100) e (110), talvolta tubulari secondo (110), di color giallo molto sbiadito; da essi ottenni: Sistema cristallino trimetrico. Costanti cristallografiche : AZAOI IONAZSA BIT 0A2684 Forme osservate: (100), (010), (001), (110), (120), (130), (O11), (031), (111). Combinazioni osservate : do KL00)} (010); (001); (110); (120); (130), (011), (031), (111). E 00), (010) 21(001)» | 20°5944% = + » 20” 60°14” » | 59°34 » | 59°49"107 n — 110” 30918» | 30° 9» | 30°137137] 30°%205 CS alag 60°14°30” 60°11” » | 60°12°21” = — » 17” 36°57730”| 36° 9 » | 36°36/197 = +» 4 73°199907| 72°48’ » | 73°12/47” 1° * 93°5078C"| 53°14 » | 53°22/507 37 + » 47” 107°27’ » |106°31730”|106°46" 7” = + 1° 67 20°17730”| 19° 1° » | 19°267467| 19°2798"| 4 » 52” 34°15” > | 33°%46" » |. 33°56/397 — — » 40” 10°26° » 9°34 » 9°447137 = + 217” 240281 >| 28948" » | -24°10377| 24° 9/24] MIR, 29°16980% | 29° 71 > | 29° 91357 = + 488” 68°16730”| 67°28 » | 67°52 4” = — » (67 Sa a TIE — + » 40” 48°54/30” | 48°4430”| 48°4755”| 48°47735”| — » 20” 65°40780”| 65°32/307| 65°3540” — + » 46” 114°2930” | 114°19 » [114924 47]. — Sa 4 33°%57 » | 33034307) 33°46217| 33°%46/57| 4 » 362 67°45” >» | 67°231307| 67°34157| — si i21? 46°16° » | 46° 8307| 46°101307| . — ME 43°51° » | 43°27307| 43°%4915”| 43°5030%| + 115% 133°57° » |133°56 > [133°507407] | — 2 101 65° 9° » | 65° 4» | 65° 6407] 65° 73571 + » 557 49°23* » | 49°137307| 49°13807] . — Sg 65%43 » | 65°35" » | 65°40936%, 65°39107| — 1/26” 114°22/30”|114°20" » |114°21457] — SS Di —(-Ei3/20 Diff. media = 47'' appross. ni 920: pa n i Delle forme osservate le (100) ed (110) sono in prevalenza, le (010), (130), (120), sono poco appariscenti. Quasi tutte le forme della zona |001| non si presentano mai complete, manca spesso qualche faccia e danno in generale per la loro striatura e curvatura immagini multiple o sfrangiate o slargate. Le forme della zona |100]| invece si presentano quasi costantemente e quasi sempre piane e splendenti, di modo che danno belle immagini di riflessione in generale semplici, talvolta soltanto doppie, la forma (001) è quella che è più ristretta ed allungata nel senso di [010]. Non mi è stato possibile trovare la forma (211) del solfato. La caratteristica, di qualcuno dei cristalli di questo miscuglio, è la presenza della forma (130), quella appunto osservata da Tutton nel solfato, ciò sembra contraddire che i cristalli di miscela mo- strino combinazioni di forme cristalline più limitate di quelle dei componenti. Che questa forma sia quella trovata da Tutton, stante la sua posizione ed i valori degli angoli formati delle sue facce con quelle delle forme adiacenti molto prossimi, è forse da non mettersi in dubbio; questo fatto viene quindi a confermare la possibilità, relativa però, dell’ esistenza di questa forma nella zona [001 |. In uno dei due cristalli ove notai la forma suddetta mi fu dato osservare anche un accenno ad un’altra forma. nella zona Ota]} parrebbe trattarsi della (233) di Tutton, ma non mi fu possibile ricavare nessuna misura attendibile. Ciò che è evi- dente, è la diversità di questi cristalli dagli altri studiati, poichè mi hanno permesso di misurare un maggior numero di angoli. La geminazione in questo sale, avviene per contatto di tre individui cristallini come nel solfato, ma non simulanti alcuna pi- ramide esagonale. | La sfaldatura, anche in questo caso non bene definita, si ot- tiene secondo (100) e (010). Proprietà ottiche. Piano degli assi ottici: (001). Bisettrice acuta: secondo l’ asse cristallografico a. Dispersione cromatica: p < v. Doppia refrazione: positiva Simbolo ottico: b c a È L'angolo apparente degli assi ottici, nell’ olio di vaselina per la luce gialla ( Na), è: 2Ha = 60°14' LORogi e Indici principali di refrazione. — Gl’'indici principali di re- frazione dei cristalli di questa miscela, come quelli dei susse- guenti sono stati determinati sperimentalmente per la luce gialla (Na) e caleolati mercè le formule proposte da Mallard (1) per i cristalli di miscela del sistema ortorombico, di cui si conosce la percentuale molecolare e gl’ indici principali di refrazione. dei componenti. Dalla diretta misura ottenni: ; Angolo Deviazione Indice Indice : La . ° del prisma minima |corrispondente x 22020'30" 11°21'30" 1.49620 359037" >» 13°55' » 1.497983 Sa 18055! » 9040" » 1.50220 e cioè: al —MA9620 n TAI 190220 Dalla teoria essendo che ‘0.81 è l’ equivalente di X,Cr0,. in 100 molecole di miscela, si ha: a = 149509 B =1.49652 Yi="' 149984 L’ angolo vero degli assi ottici, calcolato per l'indice f e Van- golo apparente 2/7, = 67°14', è: 2Va = 66°11'40" Calcolato per i tre indici principali di refrazione misurati, è: 2Va = 6622016" (1) Indicando con m, ed m, rispettivamente le percentuali molecolari del solfato e del cromato potassico e chiamando a,, 5,, c, ed a,, b,, C,, rispettivamente gli assi d’ elasticità del solfato e del cromato, le formule di Mallard nel caso mio divengono: 2 2 2 Az=ma, ma 2 2 2 Bi mIb-im be 2 2 2 C=m.,c + mc dove A, B, C' sono gl’assi d’elasticità dei cristalli di miscela, e ciò perché il piano degli assi ottici dei due corpi è il medesimo. SR rg Per i tre indici principali di refrazione calcolati, è invece: iz=10049 924 Per l'angolo apparente degli assi ottici nell’ aria, si han quindi rispettivamente i tre seguenti valori: 2Ea = 109°46! 4°" MONA MAO 306 Dove l’ ultimo valore di 2g, a differenza dei primi due, di- pende esclusivamente dai valori di a, B, y, calcolati, e così è anche nelle ulteriori determinazioni. Nei Pochi sono stati i cristalli di cui potei disporre, di questo miscuglio, ma in compenso, presentandosi alquanto voluminosi, ho potuto ottenere delle eccellenti misure, la differenza media tra l'osservazione ed il calcolo essendo solo di 10",6. ( L'analisi chimica diede una percentuale di 1.583 di cromato potassico che ridotta in equivalente molecolare espresso in °/, di- viene 1.43, da qui una forma cristallina simile ancora a quella del solfato potassico, forma dovuta alla prevalenza di questo. I risultati delle mie ricerche sono i seguenti: Sistema cristallino : trimetrico. Costanti cristallografiche. GAVAC=OAZ6OSTE05201 Forme osservate: (100), (010), (001), (110), (120), (O11), (OI) Combinazioni osservate : 1.2) (100), (010), (001), (110), (120), (011), (031), (111), (211). 2.2) (100), (010), (001), (110), (120), (O11), (081), (111). 3.2) (100), (010), (001), (110), (011), (031), (111). 4.2) (010), (001), (110), (120), (011), (031), (111). 0) (2010) (240): FUR MISURATI — Galcolati | Differenze Limiti Medie 29°50” » 294430” 1 2004754” oi È 90° 57307 299587 > 30° x 9” el + È o” SOR ROIO OR ORIANA RS Vaizaza = 59938" » || 59°3493071 59936207 — — » 48” 60°135307| 60°11° » | 60°12” 9” _ OO 10:10 | 35 | so040807| 36091» | s6030 17 * * 110 : 010 31 | 53*277307| 53°20 » | 53024 5"| — — >» 6 110 : 120 Lei 19927850 1912515 9r27A16%| PZA 2 120 : 010 15 | 33°5930”| 33°53307| 33°%5658"|; —. |= > 1° 100 : 120 12 | 56° 3307] 56°» > { 56° 222371 — + >» 40” 110 :211 11 | 36°49 >» | 36°%44 » | 36°%46 8"] 36°%46° 5"| — » 3” 211:111 28 | 19°5430%| 19° 5" > | 19°26517| — — » 1” 111:011 45 | 33°58 » | 33°304307| 33°47 5“| 33°47/157| + » 10° 11:1)1 Ieri edo Reno +» 8” 110: 111 8 | 46012» | 4607307] de°grenl — + » 16” 111: 001 17 | 43°52 > | 43°%49 » | 43°50397| 43°507387| — » 1° umi:lil 8 | 87°42 > | 87°40 » | 87°4l 8"| — +» 8° 010:111 25 | 65°4630”| 65°33' » | 65°3621"| — — >» 1° 111 :111 45 | 48°52' » | 48°45' » | 48°47732”| 48°47/207| — > 12” 010: 11 29 |114°43730”|114° 8" >» |114°2412"{ — — » 22” i 211:2I1 16 | 34942307] 34929 » | 34°36/227| 34°36397| + » 177 Y.= + 543% Diff. media = 10%,6 n = 426. UA E 1 14 cristalli studiati, hanno un abito cristallino prismatico secondo |001 |, due soli cristalli trovai tabulari secondo (010), si presentano come quelli del solfato potassico e ciò perchè questi entra in maggior quantità nella composizione centesimale. Sono di color giallo molto chiaro, trasparenti, di discrete dimensioni, con facce talvolta lucentissime e riflettenti in generale immagini bel- lissime, raramente multiple o sfrangiate. Non tutte le forme si presentano complete, anzi talvolta di esse non è presente che una o due facce al più. Così in un cristallo che presenta la combinazione 5.2, la forma (211) non è rappresentata che da una sola faccia. Sono invece sempre presenti e complete le forme (110), (111); le facce della forma (001) sono di lieve estensione, così pure quelle delle forme (100), (010) e (120), mai complete. La zona |100| è, come di solito, quella che meglio si presta alle misurazioni goniometriche, e le sue facce, specie quelle della forma (011), sono qualche volta molto sviluppate a detrimento delle adiacenti. Le facce della zona |001] offrono soltanto qualche incurvatura o striatura. Notai soltanto due geminati per contatto di due individui se- condo un piano parallelo alle facce -della forma (031). La sfaldatura, poco pronunciata, segue come nei componenti secondo (100) e (010). Proprietà ottiche. Piano degli assi ottici: (001). Bisettrice acuta: coincidente con l’ asse cristallografico a. Doppia refrazione: positiva. Dispersione cromatica: p < v. Simbolo ottico : b e a. L’ angolo apparente degli assi ottici, nell’ olio di vaselina per la luce gialla del sodio, è: 4 gi 2H, = 69°11' — 100 — Indici principali di refrazione. — Dalla diretta misura ottenni: unica Angolo Deviazione Indice del prisma minima corrispondente 03 26018! > 13°30'30" 1.49646 B 337/901 1932/30" 1.49844 Y | 3°45' » 4°25' >» 1.50291 e cioè: a=1.49646 B= 149844 = 1.50291 Calcolati invece colle formule di Mallard : a = 1.49621 Bi {= 1.50103 L'angolo vero degli assi ottici calcolato per l'indice f e 1’ an- golo apparente 277, = 69°11' è 2 Ma 1084508 Calcolato per i tre indici principali di refrazione misurati, è: DV == 600108 Calcolati per i tre indici principali calcolati, è: IV, = 680418! Da cui, per l’ angolo apparente degli assi ottici nell'aria, si ricava rispettivamente: DEAR MILE Moon E IONE N. 3. I cristalli di questa miscela, analizzati dal Sig. Mucci nel La- boratorio di chimica farmaceutica dell’ Università di Modena, con- tengono 4,346 per, di cromato potassico, quindi la percentuale molecolare è 3,91; la forma cristallina è simile a quella del sol- . fato potassico. I risultati dell’ osservazione e del calcolo sono i seguenti: Sistema cristallino: trimetrico. Costanti cristallografiche : a: b: e = 0.:74226:1:0.57250. Forme osservate: (001), (010), (100), (110), (120), (011), (CL 0 Combinazioni osservate: 1.2) (001), (010), (100), (110), (120), (011), (031), (111), (211). 2.4) (010), (100), (110), (120), (O11), (031), (111), (211). 3.8) (100), (110), (120), (O11), (031), (111), (211). 4.3) (110), (120), (O11), (031), (111). 5.2) (110), (O11), (031), (111). | Angoli N n _—_—_—_120umegcmm]equmee_—trm_rt—— 001 : Oll: 031: Oll: 100 : OE 120: 100: 110: L20E91 100: 211: ) JU 100 : 001 : ll: ul: 1111] ll: 010 Rei (QI MISURATI Limiti Medie — 29048" » | 20046” » | 29°46750” 300 1°307| 29°56" » | 29°53737” 30019" » | 80°11730”| 30°13/51” 59043" » | 59081 » | 5903458" 36043 » | 36019» | 36035 67 19986 » | 19°16 » 190267567 94° 8" » | 33050307] 33°56577 5607 » | 55056» | 56° 1507 53091 » | 53013 » | 53024487 67°39 » | 67021130"| 67°34307 37° 2 » | 36034307] 36°%45 77 1908 » | 19020 » | 19°26739 33957730” | 339367307] 33°47752° Dr gi Ros O RO oli 43°59 » | 43044 > | 43°50°58” 46922730” | 469°» » 46° 944” 87°043/30”| 87°35' » | 87°41°20” 438050" » | 48°42" > | 4804712” 650465807 | 65°26° » | 65°36717” Diff. n= 425. Calcolati 30°13‘48” 36045‘82” 33047749” 87°41738” 48° 4620” 65°3650” Differenze + » ALL + >» 25” + » 18° PEGERO DL + » 39” r=+ 520” media = 17” appross. — 103 — I cristalli studiati benchè piccini si prestarono molto bene all’ osservazione, avendo forse il cromato regolarizzato, malgrado la sua lieve percentuale, la cristallizzazione del solfato. I cristallini aventi abito prismatico, secondo |001]|, talvolta tabulari secondo (110), di color giallo molto chiaro, hanno una spiccata tendenza alla forma cristallina del solfato e lo provano gli angoli parame- trici, ed in conseguenza le costanti cristallografiche, molto prossimi a quelli di quest’ ultimo, la mancanza della forma (201) propria del cromato e la presenza invece della forma (211) propria del solfato potassico, ciò avviene anche nei cristalli delle miscele Nere N 2. Che il solfato e cromato di potassio cristallizzino insieme in cristalli molto netti ma piccini lo afferma Senarmont (Ann. de chimie et de physique 3% serie, t. XXXIII) malgrado che Wy- rouboff (Bull. de la Soc. Min. de France 11, 95, 1879) lo con- testi, dicendo invece essere cosa assai facile ottenere cristalli dal miscuglio di questi due sali di dimensioni voluminose. Io nei di- ‘versi miscugli studiati ho potuto constatare che, alcune miscele hanno cristallizzato, come quella di cui sto dicendo, in cristalli molto piccoli, mentre altre mi hanno fornito cristalli di qualche centimetro di dimensione. Come nel solfato e cromato la zona [001| è la più irregolare, quindi le sue facce son quelle che danno le immagini più incerte e più sbiadite al goniometro. Invece la zona [100] è quella che dà le migliori misure. Frequente è la geminazione .simulante un cristallo esagonale, del resto, questa segue le leggi dei sali componenti. I cristalli si sfaldano parallelamente a (100) e (010). Proprietà ottiche. Piano degli assi ottici: (001). Bisettrice acuta: coincidente con l’asse cristallografico a. Doppia refrazione : positiva. Dispersione cromatica : PE=aivi Simbolo ottico: b ce a + L'angolo apparente degli assi ottici, per la luce gialla (Na), nell’ olio di vaselina, è: -- 104 — Indici principali di refrazione. — Direttamente ottenni: Taio Angolo Deviazione Indice i del prisma minima corrispondente e 25°5D!. » 13°30'30” 1.50723 B TERA 9926! » 1.50760 Sf 3°50' » ERO 1.050833 e cioè: i SO B = 1.50760 = 050838 Calcolati per le formule di Mallard: a = 1.5006] B = 1.50238 = 90572 IL’ angolo vero degli assi ottici, determinato per 1 indice B e l'angolo apparente 27, = 77°35' nell’ olio di vaselina, per la luce gialla (Na), è: 2Va = 15°45'20" Calcolato per i tre indici principali di refrazione misurati, è: 2Va = (0°9348" Calcolato per i tre indici principali di refrazione calcolati, è : 2606 Da cui per l’ angolo apparente degli assi ottici nell’ aria, si ricavano i tre seguenti valori: QE = 3906 SME > i MA 1A È 3 sost N. 4. I cristalli di questa miscela diedero all’ analisi chimica una percentuale di 22,246 di K, Cr O,, cui corrisponde un equivalente di 20,60 su 100 molecole di miscela. Da questa ottenni una gran- dissima quantità di cristalli di esigue dimensioni di color giallo di cromo un po’ sbiadito, opachi e quindi poco adatti alle misure goniometriche, e lo provano le differenze tra l’ osservazione ed il calcolo, che si rilevano dalla tabella che segue, differenze alquanto forti rispetto a quelle ottenute per i cristalli delle altre miscele. La forma cristallina, per la mancanza della forma (201) propria del cromato, è a ritenersi come di solfato per un solo cristallo in cui avendo notata la (211) potei misurare gli angoli (100:211) e (211:011); ma tutti gli altri cristalli, che osservati in gran numero e dai quali non detrassi altre misure attendibili che le notate, ne mancano assolutamente, anzi essi presentandosi tabulari secondo (010), risultano dalla combinazione delle forme semplici comuni al solfato ed al cromato potassico. Dall’osservazione e dal calcolo ottenni: Sistema cristallino: trimetrico. Costanti cristallografiche : dedi —X0T4092e dt VITO Forme osservate: (100), (010), (110), (120), (O11), (031), (I Combinazioni osservate : 1.2) (100), (010), (110), (120), (OL1), (031), (111), (211). 2.2) (100), (010), (110), (OI1), (111). — 106 — MISURATI Angoli N Calcolati | Differenze Limiti Medie 011: 011 21 | 59°%34 » | 58048’ » | 590277307 * * 011: 03] 10 | 30°43° » | 25°17/307| 29058/48"| — Spor 031 : 010 13 | 30°%43" » | 29932" » È 30017" » | 30016207] — » 407 011 : 010 29 | 61°48' » | 59°33'30” (600147567 = SERA 100 : 110 32 | 36°%6 » | 36017307| 36031:15” * * 110: 120 9 | 19°59 » | 170417307] 10027467] 19027137] + 1277 _120: 010 5 | 34°59 » | 330394 » | 340» » = dea | 100:120 9 | 56931 » | 55°» 307| 56°» 107 = CR LIDa 100 :211 7 | 36°54 » | 36051307] 36053" » | 36052197] — 219% 211:011 12 | 19°18"» | 19016307] 19017142] — | 56024 100: 111 18 | 56°%467307| 5503030”| 5601131” = sly 111:011 30 | 34931 » | 33° 8307] 33047/277| 33048217] + » 55% 011: 011 JO 6S® 6511607923 Sr o r99n> _ A 11:11 Il | 48°58 » | 48014 » | 48°40/197| 48040 » | — » 16° 111: 010 9 | 66°10 » | 65°16» | 6503953” a Dop peri 111:010 9 |114°50" » |113° 8° » [114020567] — n MU E8700 14 | 88°20° > | 87e14307| 83037 >» | s7ess14l4+ vie 111 :110 15 | 47°20° > | 45010» | 46011107| — EA 111:110 5 |134° 5’ » |133°40" » |133°48 » = SPA TUotasb0I 8 | 93°27307| 91026 » = + » 467 Ni 2781 92021” » Mi= SEMO Diff. media = 51” appross. — 107 — Delle forme osservate sono costantemente presenti: la (100) le cui facce sono molto sviluppate a detrimento specialmente di quelle della (111) e della (011), anch’ esse sempre presenti in- sieme alla (110), la (100) è talvolta rappresentata da una sola faccia, manca spesso la (120). In un sol cristallo la (031) e «e la (211) rappresentate, specialmente la seconda, da striscette intensamente luminose ma di dimensioni inferiori al millimetro. Frequente la geminazione di due individui secondo la nota legge. La sfaldatura è secondo (100) e (010). Proprietà ottiche. Piano degli assi ottici: (001). Bisettrice acuta: coincidente con l’ asse cristallografico b. Doppia refrazione: negativa. Dispersione cromatica: p > v. Simbolo ottico:b ca L’ angolo apparente degli assi ottici: misurati nell’ clio di vaselina per la luce gialla (Na), è: TH a=2/89991 Indici principali di refrazione. — Dalla misura ottenni: ‘ROTA Angolo | Deviazione Indice del prisma | minima corrispondente | & SS AO (UO 1.53163 È Ig ne Ni10005:30% Ta33 | oi ISO | 9°58' » 1.54312 | e cioè: (AE LR dal calcolo ottenni : a = 1.53134 B= 1.53502 58851 L'angolo vero degli assi ottici determinato per l’ indice { e l’angolo apparente 27, = 81°33' è: Va = 86038! LORIA I: Pei E E BIO E RE N ir ce e n e i ea pia i e È SR TR SARA i RA — 108 — C'alcolato per gl’ indici principali di refrazione misurati, è : IVa = 85027126" © Calcolato per gl indici principali di refrazione calcolati, è: Va == 88928194" L’ angolo apparente degli assi ottici nell’ aria calcolato per mezzo dell’ angolo apparente 2g e dell'indice n» dell’ olio di va- selina per la formula sin E, = n sin Ha è: 2Ea = (4046155 Ni 5. Per la determinazione che segue potei disporre di molti cri- stalli aventi abito prismatico secondo | 001 |, di color giallo di cromo non molto intenso ma poco trasparenti, tendenti quasi all’ opaco, con facce riflettenti però buone immagini. Furono ottenuti per la cristallizzazione lenta di una miscela satura di ambo i due sali, ma l’analisi chimica non ha rilevato che 1’ 80,68 per °/ di cromato, da cui segue che l’ equivalente molecalare in 100 mo- lecole di miscela è 78,92. La forma cristallina è decisamente quella del cromato, ed invero concordano in ciò la composizione centesimale ed i valori delle costanti cristallografiche, molto più prossime a quelle del cromato che non a quelle del solfato. I’osservazione ed il calcolo mi condussero ai seguenti risultati: Sistema cristallino: trimetrico. Costanti cristallografiche : ade 038605020) Forme ‘osservate: (010), (110), (120), (011), (201). (111). Combinazioni osservate: 1.2) (010), (110); (120) (009206005), Di (010) LO): (20), 2010) 3.2) (010), (011), (120), (201), (111). 42) (110), (120), (201), (111). PONONE DI 19 9 AR TIE Rn e A RT de SP te si 5 via OVEST 4 ni I I ORO, SETTI) ni 2 199 MISURATI Angoli N |____—_—_____ | Calcolati | Differenze Limiti ai Medie 110: 110 23 | 73°1880”| 72°35" » | 72°54 4” * * 110: 110 21. |10702953,7|106°230307|107° 5517] — SDA 110: 010 28303407 05201 32825 a STARE DIERIONI 41 | 88° 6 » | 86°48807| 87°38457 iù * uo:iir | 82 |193e5g307|139056 » |133048347] — SIESZIO 111: 110 27 | 46°28 » | 45058" >» | 46°:0497| — EESSGIUE 110 : 201 10 | 48°17 » | 47°12307| 47°81247| 47°31°077| — » 38” 201:111 20 | 81°52 » | 30° 8" » | 30042517] 30°42953"| — » 2” uo:111 12 |102°41" » |101°20" » {101°44'50” — — » 20” 11}: 011 9 | 34°16/ >» | 990425» | 33°%52° 37] 35°5v/53] — 1107 IMUCAODÌ 10 | 48%4V » | 45080 » | 48°89547] 489359277] + >» 27” 201 : 201 16 |114°56° » |113°41/30”|114° 8457] 114° 8°13”| + » 32” | z= 4 299” Diff. media = 23” appross. ni=2291 Delle forme osservate sono costanti solamente le (110), (111) e (201), tutte le altre sono secondarie si direbbe quasi accidentali. La (010) la trovai in un solo cristallo, mentre la (120) l’ osservai in parecchi, ma la conformazione anormale delle sue facce, del resto esiguamente estese, non mi permise la determinazione dell’ an- golo 110:120. La forma (201) si presenta talvolta con faccie molto sviluppate a detrimento di quelle della (111), mentre altre volte sono le facce di questa forma che si estendono a spese di quelle. Tutte le facce, danno immagini semplici in generale ma — 110 — poco splendenti, da qui il non forte numero di osservazioni es- sendomi limitato alle più attendibili. Le dimensioni dei cristalli sono varie di molto e si presen- tano sia isolati come raggruppati, talvolta isorientati. Per la determinazione dei parametri mancando le forme (100) e (001) ed essendo la (011) rappresentata da una sola faccia, per il che non potei misurare 1’ angolo 011:011, mi servii degli an- iO) ee 111), peri quali calcolai l’angolo (001:011) = 29°41'31". Notevole è qualche bel geminato di tre individui rassomi- glianti una piramide esagonale. La sfaldatura segue come negli altri cristalli di miscela se- condo (100), (010). Proprietà ottiche. Piano degli assi ottici: (001). Bisettrice acuta: coincidente con l’asse cristallografico d. Doppia refrazione: negativa. Dispersione cromatica: p > ». Simbolo ottico: b c a Angolo apparente degli a assi ottici: misurato nell’ olio di va- selina per la luce gialla del sodio: D==0 8850: Indici principali di refrazione. — Dalla diretta misura non mi fu dato, per il materiale poco buono di cui disponevo, otte- nere il valore dell’ indice minimo a, ebbi quindi soltanto: dico Angolo Deviazione Indice del prisma minima corrispondente Toca | b TSO D°21/30% 1.66377 | Y 19920’ » 13°17'30" 1.67272 e cioè: ie: B = 1.66877 = 1.67272. Cal SR, Dal calcolo ottenni invece: a = 1.65571 B = 166854 yY = 1.67253. L'angolo degli assi ottici determinato per l’ indice B e 1 angolo KI apparente 247, = 58°50', è: 2 Va = 51°33'10" Calcolato per i tre indici principali di refrazione calcolati, è : 2Va = 598°17'40" Da qui per l'angolo apparente degli assi ottici nell’ aria, si ha: ASA AZIE » = 108°42'54" Ora, mettendo insieme tanto le proprietà cristallografiche, quanto le proprietà ottiche, dei sali studiati, in confronto alla com- posizione centesimale di essi e riassumendo, si hanno i seguenti quadri : di QqgAIOSSO IUOIZ -2UIQuIoO OIIOP 0IQUUN TII III COL III TI TI T60 160 160 160 160 160 TEO TITO TIO LIO LTO 110 {TO LIO OS OG 0Gl 06 0GI 02I OTT OTT OTI OIL OTT OLI OLI OTI ‘T00 TOO TOO T00 T00 T00 TLVATAHASSO INHOAS O10 OTO OLO OTO OTO OTO OTO OTO 001 OXONE 001 001 OO0I 001 QUIYeITO[]eIsIao ILNYISOD 107,65 066 ulE,1F0o6 ciS4EV 066 4116098 WIGIATIOO MASTIDALIO METAL, 66,96 09€ SC 066 | s66,9€098 100: LI0 —_—tu» ——_——_—_—_—__m 001 011 HIIauIEd I[OTUY | o1ooo1on 89/08 CET SAI 180 0 %1019%N |YO19%M o[eng -u09.19d | ‘0UOUEISOTTCISTIO CIOTITOIAT OI i ‘[Je[oo]eo QuorzeIjoI Ip ifediourId 1DIPur 219 I 1°d 07e[oo]eo [I po 0jsenb vci) e ezuaIo] cl -Jip. e] ‘MeImmsiu @u01ze4joI 1p ipediourid 10Ipur 2.19 rep 097J0pap e e00AUI q 0a; UIS 1°. =? UIS eMur1toJj E[[ep OqRAROrI 9 2 O]OSUR.T — “YEN I I ! l 5 q 100 « ,6200C = _ 10111098 | 0,6%, a (COSO e TO ZZATO i CZ] ‘001. |FOI9SH ; Lo | 100 WRITE E; 10,8066 “= 15619FoSG | ESELO!T | ELELO"T | FESGO'I | LLS9O*T | TLCCO"1 o OSL e o aq 100 « 86098 atttol| «4 oFF| EF,EFotP | 160087 | ISSESTI | FIEFC'I | FOCEC'T | ESLES'T | FEIEE'T | EOIECI 09*0% v LE > de e T00 10,CVoCL 160T1,96 € | alii9SG0EG| 9, 6C0FC| 110208 | ELEOC"T | EE8OC*I | EEZOCI | OQLOSI | T900C1 | EELOSI T6°6 to ; i DS 10 T00 1967089 avere € | TS ihSG0SC| ,,6T,1E096| ELOS | SOTOS"I | IGEOC"I | ELLEPI | FERGH'T | IEI6FI | IPIGFI SP'I È vi 19 T00 407,11099 18t9 | APC1G09S | 15467096 | 01,409" | FEOOPI | 0ETOCI | ELIGFI | SOLOR'T | 6G0C6F"1 | 0Z96F°1I 18/0 IT cd i e, T00 sbeltol9 “i Go aGi8lotS| 2,8 Tool Gai CESoPI Go LOCG6P*I << LIEGP"I (0) UOISO:I w i 7 Ù 03è]o9 | oqIms | 09e]oo | ogeInS | 07e]09 | oqgeans 2 © D g 1 UZUOI9] A TE STU : Ss «Ter 41 2) TIA SS AUS O) LJA 10) TINI TCD LN L È oa! È a I E 07e]O9]eo SRO 0% F019%) Si CUNISO OQUINSI (1h ad (ci ‘ Rae fe al I x g v Ip tunN >» [e] E; 191390 ISSE I]30p = _ se — —__ Rn ______ a ua DN 290] e] 18d (010) è o]ewIo0u e] uo9 i 91099107 sii Usi OTOSNY ODILIO ISSV NA TT OTOINV ANOIZVUMAY 0 IIVAIONIUA IDICNI ‘0UO9T1110 EJOTIAOIAT — 114 — 10. 5001 OTO “001 OTO “001 OTO “001 OTO “001 OTO “001 BINIEP -T6JS ad a>d a>d a>d BOIeOII QuoIsIadsig QuoIzeIjia erddoq 001770 OTOQUuIs IDILLO ISSY ITDHO 0T0DNY ANONZYUNRI 10 ITVdIONITd IDICNI = — |ustweozgl — |cecogzil — |ugeet| — — |uonuissi — |ecasot|ezazot|pesog:t | 228991] 142891 18208 | v99v82088 | ,9vunco88 | 1esee"t | stero: I coceei | sLest! person 1882001 | ugeioszt | uSprecsontaLcosi | eesoe*t | sezoest | 09L09"T! 19002"1 uSFI9P € | 81089 | v0Gs2T029 | EOT0S 1 | 16202"1 | aL26FT | FEROH1 | 1296171 u9USI © | 121188099 | u91,02099 iaia ii A — = wzocol — |esseowil — |zocepi| — Pd) |oIeIoo]eo| oteamsmNI oro | ot | erp | erlt | oro “AG d È 6F69S'O : I =: 0E8EL'0 OEOLS'O I * 98620 LOTLG'O? L * ECOPL'O OCELS'o.* 1° 9eep4°0 L9ELSIO = 1 89720 896400: 1 * FSEPL'O 69SLC'0:* 1 * S8GFL°0 QUIYEISO[[eISI1O ILNYISOD ‘001 c6 84 0906 T6/6 SPI TS°0 0 IP Q]0091ON [o 7019%% | FO19%M *001 A 89°08 e cz 7 CEE € 8I & 18/0 I o |70s% ojeng | “UMmy ‘u9dI9d ‘ote1ouaf 07 Unsse’r — 115 — Dai quali si deducono le seguenti considerazioni d’ indole generale : ; Si rileva dapprima che il solfato ed il eromato di potassio danno origine a cristalli di miscela in tutte le proporzioni e che, a mano a mano che la percentuale in molecole di cromato au- menta, diminuisce il valore degli angoli parametrici, i quali oscil- lano dentro limiti segnati dai valori degli angoli parametrici dei sali componenti i cristalli di miscela. A questa diminuzione fa seguito quella delle costanti cristallografiche e si può quindi dire che: i valori delle costanti cristallografiche dei cristalli di miscela, sono compresi tra i valori corrispondenti dei sali componenti. La forma cristallina dei cristalli di miscela e più vicina a quella del sale componente che in maggior quantità entra nella compo- sizione centesimale, ed invero finchè la quantità di K,CrO, in molecole si mantiene inferiore al 20°/,, la forma cristallina è an- cora quella del solfato potassico, se togli un cristallo della miscela N. 1, che presenta in più la forma (130), la quale pur non essendo stata osservata nel solfato è per esso una forma possibile, mentre quando il K, Cr O, entra nella composizione nel 20 °/, la forma cri- stallina è intermedia in generale tra quella del solfato e quella del cromato potassico, poichè essa risulta dalla combinazione delle forme comuni a questi due sali, mancandovi, meno in un sol cristallo, la piramide (211) esclusiva del solfato potassico ed il doma (201) esclusivo del cromato. Da qui in poi sembra che, la forma cristallina debba essere quella del cromato potassico, e dà forza a quest’ ipotesi il fatto che, nei cristalli della miscela N. 4, si presentano già i caratteri ottici del cromato potassico e cioè; la doppia refrazione negativa definita dall'essere la differenza tra gl’ indici di rifra- zione massimo e medio minore della differenza tra l'indice medio ed il minimo, dalla inversione dell’ angolo degli assi ottici acuto con l’ ottuso, dalla inversione nel segno della bisettrice acuta che da positiva diviene negativa, dalla dispersione cromatica che av- viene come nel cromato. Ciò differisce con i risultati dati da Mallard, il quale dice che, solo allorchè la proporzione di cromato arriva al 44/, circa del miscuglio, il sale è ancora geometricamente di solfato di po- tassio; che i cristalli sono in maggioranza la combinazione delle forme m=(110), e'=(011),g =(010), con quest’ ultime a facce molto sviluppate, che qualche centesimo ancora di cromato basta acciocchè la forma cambii, sparisca la g'=(010)e predominino le facce di e' — (011), nel medesimo tempo che i cristalli divengono — 116 — torbidi e restano tali finchè la proporzione di K,SO, non sia in- — feriore al 2 o 3°/,, concludendo che: un po’ di cromato è suf- ficiente a modificare le proprietà ottiche del solfato ed un po’ di solfato basta per modificare le proprietà geometriche del cromato. I cristalli della miscela N. 4, studiati, presentano anch’ essi la conformazione di quelli notati da Mallard, poichè risultano es- senzialmente dalla combinazione delle forme (110), (011) (010), sono tabulari secondo (010) ed opachi, ma sono le proprietà ot- tiche che inclinano per una forma di passaggio dal solfato al cro- mato, la quale otticamente va riferita al cromato, poichè geometrica- mente non ho aleuna ragione per considerarli di cromato, come non ne ho nessuna per ritenerli di solfato; e che poi è evidente che, abbisogna una maggior quantità di solfato, per modificare le pro- prietà geometriche del eromato, mentre una molto minore quan- tità di questo, è sufficiente a modificare le proprietà ottiche del solfato. i Dall’ esame degl’ indici principali di refrazione risulta che, tutti in generale, gl’ indici calcolati sono minori dei misurati e tanto gli uni che gli altri, seguono un accrescimento progressivo, tale che, dagli indici del solfato si va a quelli del cromato e ciò sempre in rapporto alla variazione della composizione chimica; per lo che gl’indici principali di rifrazione dei cristalli di ogni miscela sono tanto maggiori, quanto maggiore è la quantità di cromato che entra nella stessa. Le loro differenze però s’invertono in grandezza allorchè nei cristalli cromato ve n’ è almeno il 20%, difatti è: i de forse sin da questo momento, in cui effettivamente la disegua- glianza si verifica, ma non è questa la sola inversione che sì av- vera, poichè: l’ angolo degli assi ottici acuto diviene ottuso per i cristalli del N. 4, nel piano degli assi ottici, questi pur non va- riando, s' inverte la bisettrice acuta che invece di coincidere col- l’asse cristallografico d, va a disporsi secondo c, ed infine anche la dispersione cromatica s’ inverte, di modo che l’ angolo dei raggi rossi diviene maggiore dell’ angolo dei raggi bleu. Riferendosi però alla stessa bisettrice quella coincidente col- l asse d, il semiangolo vero degli assi ottici diminuisce col cre- scere della percentuale di cromato nella miscela, per avere un valore minimo allorchè questa ha raggiunto il valore massimo. I tre indici principali di rifrazione: a << sono stati misurati DA MEI DDA ae nell I ALPES — 11U — tutti, secondo prismi artificiali, aventi rispettivamente gli spigoli paralleli agli assi cristallografici d, c, a. Gli assi ottici hanno in tutti i casi la medesima orientazione essendo che il loro piano coincide con (001 ), e non vi è differenza che: nella posizione della bisettrice acuta, nel segno della doppia refrazione e nella dispersione cromatica, e cioè: per il solfato e sali che ad esso si riferiscono, essa è positiva e coincidente con l’asse a ed è: p v. La sfaldatura, in generale imperfetta in tutti i sali, è costan- temente possibile secondo (100) e (010). R. Istituto di Mineralogia e Geologia dell’ Università di Modena, Giugno 1898. Errata-Corrige. pagina colonna riga Errata Corrige 78-10 62 18 190 » » va tolto » 7a 21 + 3935” — 91897 79-11 62 21 + 395” — 19/90” 94-26 a 15 + 488” + 49398” 106-38 6 9 3605219” 36055197 » 7a 9 — 2019” + 2719” » 7a 10 + 52” — 52” » Da 12 33047727” 99047726” 109-41 7a 2 —t5f + 5” » » 3 —d9% + 43” » » 5) — 49” + 497 » » 6 + 117. — I” » » 7 — 88” + 33” » » pei BEROXU 4 PL » » 9 — 20” + 20” » » ll + 27° — 27” » » 12 + 32” — 32” 595. 2. 069 (45. 4214 422). ALESSANDRO TROTTER AO0CKCIDII DELLA FLORA MODENESE E REGGIANA Debbo alla cortesia del Dott. Prof. Adriano Fiori, che gen- tilmente volle mettere a mio disposizione il ricco materiale ceci- diologico da lui raccolto anni or sono nel Modenese e nel Reg- giano, l’ occasione del presente scritto. Di questo gli sono grato, e sento perciò l’ obbligo di esternargli qui pubblicamente i miei più vivi ringraziamenti. Alle galle trovate dal Dott. Fiori, ho aggiunte, come si vedrà a suo luogo, alcune che, o trovai io stesso durante il mio breve soggiorno in Modena, o mi furono comunicate da altri. La cecidiologia modenese, in questo sorella alla più parte delle provincie italiane, è ancora allo stadio embrionale. Per quanto so, di edito, non ci sono che i tre acarocecidii pubblicati già nel 1893 del Chiar. Prof. G. Canestrini (1), la Diplosis Buxi Lab. del Buxus sempervirens L., trovata a Montegibbio dal Prof. P. Magnus di Berlino ed inserita nell’ importante lavoro del Hie- ronymus (2), un Erineum infine dell’ Acer opulifolium Vill., re- centemente descritto dal Prof. C. Massalongo (3) e proveniente (1) « Bull. Soc. Ven.-Trent. di Sc. Nat. », t. V, n. 3, pag. 153, An. 1893. — Gli Acarì cecidiogeni descritti sono il PAyMocoptes Genistae C., Phy- toptus Lactucae C. e Phytoptus Spartii C., rispettivamente sulla Genista tinetoria L., Lactuca saligna L., e Spartium junceum L. (2) Hieronymus G, Beitrige zur Kenntniss der europàischen Zooce- cidien und der Verbreitung derselben. — Breslau, 1890. (3) « Sopra alcune Milbogalle nuove per la flora d’Italia; quarta comunicazione, in « Bull. Soc. Bot. it. », pag. 33-39, febbraio 1898. — In questa Nota figura anche l’ acarocecidio della Lactuca saligna L., ap- pena accennato dal Prof. Canestrini e che il Prof. Massalongo qui de- scrive minutamente sopra esemplari che io gli fornii, e questi pure pro- venienti dal Modenese (Portile e Casinalbo), ove. furono anche raccolti dal Dott. Fiori. —. 119. — questo pure dal materiale del Dott. Fiori. Come si vede è ben poca cosa, e per questo, io credo, non riescirà inutile la presente comunicazione, la quale, oltre che porre per così dire una base alla cecidiologia modenese, porta anche un piccolo contributo di nuove galle alla cecidiologia italica (1). Gli studi cecidiologi, d’ altra parte, hanno in sè un doppio interesse, che, cioè, oltre mettere in evidenza delle produzioni sempre singolari e di una speciale importanza nei fenomeni della Variabilità, argomento dei più interessanti tra quelli trattati dalla Biologia generale, portano anche un notevolissimo contributo alla conoscenza della fauna di una data regione, poichè, in uno con la produzione patologica propria del vegetabile, viene al tempo stesso segnalata una specie animale che,. per la sua curiosa biologia, era sfuggita quasi sempre ad investigazioni faunistiche generali. Da ciò si capisce come, l’ entomologo specialmente, avrebbe molto ad avvantaggiarsi con lo studio delle galle. Riguardo al procedimento da me usato nel presente scritto, ho creduto bene, onde facilitare le ricerche, anzichè fare una classazione generale delle galle secondo gruppi zoologici, di di- sporle invece secondo l’ ordine alfabetico dei substrati, procedi- mento che del resto è usato da molti cecidiologi. A fine poi di non ripetere a breve spazio di tempo e sullo stesso periodico — anche per non abusare della gentile ospitalità concessami — delle de- serizioni di galle che io avessi già fatte in due mie precedenti pubblicazioni sulle Galle della Flora mantovana (2), essendo’ che molte tra queste ho trovato comuni anche al Modenese, mi sono limitato a descrivere brevemente quelle galle soltanto che non figurano in queste due Memorie, accontentandomi di completare, per le altre, eventuali o necessarie citazioni bibliografiche. Nutro ora speranza che gli studi cecidiologici, così interes- santi e fecondi, possono anche tra i Naturalisti modenesi trovare qualche nuovo cultore. Verona, maggio 1898. (1) I substrati che ritengo nuovi per la scienza ho contraddistinti con un asterisco. (2) Trotter A., Zoocecidii della Flora. mantovana, in: « Atti Soc. Nat. di Modena », Ser. III, vol. XIV, pag. 149-172, An. 1897. Trotter A., Zoocecidii della Flora mantovana. Secondo contributo, in: « Atti Soc. Nat. di Modena », Ser. III, vol. XVI, pag. 9-39, An, 1398. SR è pg Acer campestre L. 1. Phytoptus macrochelus Nal. | AcARO] — Galle epifille con ostiolo ipofillo, rossastre, tondeggianti, subcarnose, di circa 3 mm. di diametro, per lo più solitarie, situate all’ ascella delle nervature, e specialmente in corrispondenza dell’inserzione del picciolo sulla lamina. — Corrispondono al Cephaloneon solitarium Bremi. — Cnfr.: Cecconi, Prima contribuzione ete. (1), pag. 21-22; Kieffer, Acarocgcid. ete. (2), n. 3; Canestrini, Famiglia ete. (3), pag. 626, tav. XLIX, fig. 4 (cecidiozoo); Schlechtendal, Gallbildg. ete. (4), n. 560; Massalongo, Acarocecidii nella Flora veronese. Saggio (9); n. 51, tav. III, fig. 22-23; Hieronymus, Beitrige etc., in I. c., n. 16. Formigine, giugno 1892 (A. Fiori); Giardini Pubbl. di Modena, estate 1896 (A. Trotter). 2. Phytoptus macrochelus Nal. | AcARO]. — Erineum purpu- rascens Gaertn. — Erinei ipofilli, più di rado epifilli, bianchi sul principio dello sviluppo, quindi bruni o rossastri. Sulla pagina superiore non vi corrisponde alcuna elevazione. Cnfr.: Kieffer, Acarocécid., in 1. c., n.5; Schlechtendal,.Gallbildg., in 1. c., n. 553; Massalongo, Acarocecidii ete. Saggio, in I. c., n. 39; Hieronymus, Béitràge, n. 14. Montegibbio, giugno 1892 (A. Fiori). 3. Phytoptus macrorhynceus Nal. [ AcARO]. — Cephaloneon myriadeum Bremi. — Cnfr.: Trotter, Zoocecidii ete., in l. c., (1) Cecconi G., Prima contribuzione alla conoscenza delle Galle della Foresta di Vallombrosa; Zstratto di pag. 27 della « Malpighia », An. XI, vol. XI, Genova 1397. (2) Kieffer J. J., Les Acarocécidies de Lorraine, in: e Feuille des Jeunes Nat. » n. 257-260, Rennes-Paris 1892. (8) Canestrini G., Famiglia dei Fitoptini, nel « Prospetto dell’ Acaro- fauna italiana »; Padova, Prosperini, 1892. (4) Schlechtendal D. H. R. von — Die Gallbildungen ( Zoocecidien ) der deutschen Gefàisspflanzen; Zwickau, R. Zickler, 1892. (5) In: « Nuovo Giorn. Bot. it. », vol. XXIII, pag. 68, tav. LIII, Firenze 1891. SRO RE TRL OLA MIRI VITI ola Poe) NIN — 121 — n. 40; Cecconi, Prima. contrib., in l. c., pag. 21; Schlechtendal, Gallbilde. etc. Zweiter Nachtrag (1), pag. 28; id. Gallbildg. etec., in 1. c., n. 561; Ribsaamen, Uber russische etc. (2), pag. 5, n. 3, tav. XV, fig. 6; Canestrini, Famiglia, in l. c., pag. 663, tav. L, fig. 1-2 (galla) 9-10 (cecidiozoo); Hieronymus, Beitrige, n. 15. Formigine e Casinalbo, agosto 1892 (A. Fiori); Giardini Pubbl. di Modena, estate 1896 (A. Trotter). 1 Acer opulifolium Vill. 4. Phytoptus? macrochelus Nal. | AcARO|. — Erineum lu- teolum Kunze. — Erinei ipofilli giallo - rossastri spesso molto estesi. — Avendo trovato in questa deformazione numerosi Fitotti, ho potuto constatare che si tratta probabilmente anche per questo Erineum, del Phytoptus macrochelus N. — Confr.: Massalongo, Sopra alcune Milbogalle nuove per la Flora d’ It.; Quarta comu- nicazione (1. c.), n. 24. Boschi di Serramazzone, luglio 1892 (A. Fiori). - Buxus sempervirens L. 5. Psylla Buxi L. |EwrrtERO| — Le foglioline che costitui- scono l’ estremità dei giovani germogli si fanno fortemente con- cave, compenetrandosi più o meno le une nelle altre. — Cnfr.: Massalongo, Galle FI. it. (3), n. 3, tav. II, fig. 1-2; Cecconi, Prima contrib., in 1. e., pag. 22; Kieffer, Hémiptérocécid. ete. (4), n. 11; Schlechtendal, Gellbildg., in l. c., n. 602. — Egaumur, Mé- moires, ete. (5), T. III, pl. 29, fig. 1-2. R. Orto Bot. di Modena, primavera 1897 | A. Trotter). (1) Sehlechtendal D. H. R. von — Die Gallbildg. (Zoocecidien ) d. deutsch. Gefàsspfl. Zweiter Nachtrag; Zwickau, R. Ziiekler, 1896. (2) Rilbsaamen Ew. H, Uber russische Zoocecidien und deren Er- zeuger; Extrait du « Bull. Soc. Impér des Nat. de Moscou », n. 3, 1895; pag. 1-93, tav. XI-XVI. (3) Le Galle nella Flora italica (Entomocecidii) Con XL tav. in: « Mem. Acc. Agr. Art. Comm. di Verona », vol. LXTX, Ser. III, fase. I, An. 1893. (4) Les Hémiptérocécidies de Lorraine, in: « Feuille des Jeun Nat. » Ser. III, n. 2583-54, An. 1891. (5) Mémoires pour servir A l’ Hist. des Insect., T. IIl, Paris 1737. — 122 — Chenopodium album L. 6. Aphis Atriplicis L., [EwirTERO ]. — Trotter, Zoocecidii ete. Secondo contributo, in l. c., n. 53. Casinalbo, estate 1892 ( A. Fiori); fuort P. Bologna, estate 1896 (A. Trotter). Chondrilla juncea L. 7. Phytoptus Chondrillae Cn., |[AcARO]. — « Policladia e pleo- tassia delle squame delle gemme fiorali attaccate dal parassita » (Massalongo). — Cnfr.: Riibsaamen, Uber russ., in 1. c., pag. 11, n. 14; Canestrini, Famiglia, in I. c., pag. 643, tav. XLVII, fig. 3-4, 12 (cecidiozoo ), 13 (galla); Massalongo, Acarocecid. Saggio, in 1. c., n. 5, tav. I, fig. 2; id., Acarocecid. Ulter. oss. ed aggiunte (1), n. 6; Schlechtendal, Gallbildg. etc. Nachtrige und Bericht. (2), pag. 9; Hieronymus, Beitriàge, n. 76. Varana, luglio 1892; Casinalbo, agosto 1895, (A. Fiori). Cornus sanguinea L. 8. Oligotrophus Corni (Gir.) Ribs., | DirreRro |. — COnfr.: Ribsaamen, Uber russ. in 1. c., n. 59, tav. XVI, fig. 9, (spatula sternale della larva); Schlechtendal, Gallbildg. Zweiter Nachtrag, in l. c., pag. 28. — Mormomyia, Cecconi, Contribuzione in I. c., pag. 23; Trotter, Zoocecid., in l. c., n. 25; Schlechtendal, Gal- loiide:SeteMinelozerant 667; Hieronymus, Beitràge, n. 409. Formigine, agosto 1892 (A. Fiori). Crataegus Oxyacantha L. 9. Dichelomyia Crataegi (Winn.) Ribs., [DirrERO|. — Cnfr.: Schlechtendal, Gallbildg. Zweiter Nachtrag, in l. c., pag. 389. — Cecidomyia, Trotter, Zoocecid., in 1. c., n. 26; Schlechtendal, Gal- lbildg. ete., in 1. c., n. 718; Hieronymus, Beitrige, n. 411-12. Casinalbo, luglio 1892 (A. Fiori). (1) In: « Nuovo Gior. Bot. it. », vol. XXIII, pag. 469 con tav., Firenze 1891. (2) Die Gallbildungen deutscher Gef:isspflanzen. Nachtrige und Be- richtigungen (Zwickau 1892). i — 123 — 10. Phytoptus Crataegi On., [Acaro|. — Sarebbe 1’ autore | delle piccole emergenze aculeiformi, verdi o rossastre, epi- od ipofille, che accompagnano quasi sempre le deformazioni delle gemme pro- dotte dalla Dichelomyia Crataegi. — Cnfr.: Trotter, Zoocecid. in l. c., n. 26; Canestrini, Famiglia, in 1 c., pag. 635, tav. LII, fi. 3; Massalongo, Nuovo contrib. Acarocecid. ete. (1), n. 11; Schlechtendal, Gallbildg. Nachtrige u. Bericht., in Il. e., pag. 6. Casinalbo, luglio 1892 (A. Fiori). F'agus silvatica L. 11. Mikiola Fagi (Hart.) Kieff., |Drrrrro| — Galle epifille con ostiolo ipofillo, ovato acuminate, di colore ordinariamente ros- sastro, molto consistenti. Si sviluppano in vario numero lungo la costa e le nervature secondarie. — Cnfr.: Kieffer, Neue Mittheil. ib. Gallmiccken in: « Wiener Entom. Zeitg. », XV Jahrg, IMI Heft, 1896, pag. 91. — Hormomyia, Cecconi, Contribuzione in I. c., pag. 7; Massalongo, Galle FI. it., in I. c., n. 53, tav. XII, fio. 4; Kieffer, Diptérocécid. etc. (2), n. 54; Schlechtendal, Gal lbildg., in 1. c., n. 135; Hieronymus, Beitràge, n. 423; Biisgen M., Zur Biologie der Galle von Hormomyia Fagi (3). — Réaumur, Mem.Vete,, (I INT, pl.,,38, fig. 0-11; Malpighi, © De \Gallis,> tab VII io t21. Valle di Pradidali, estate 1892 (A. Fiori). Fraxinus excelsior L. 12. Dichelomyia acrophila (Winn.) Ribs., [Drrrero] — Cnfr.: Trotter, Zoocecid. Secondo contrib., in l. c., n. 35. Nel R. Orto Botanico, estate 1896 (A. Trotter). Genista tinctoria L. 13. Dichelomyia genisticola (F. Low.) Riibs., | Dirrero |, — Galla gemmiforme, ovata o subglobosa, costituita da numerose (1) Nuova contribuzione all’ Acaroced. della Flora veronese e d’ altre regioni d’ Italia, in: « Bull. Soc. Bot. it. », pag. 328, Firenze 1393. (2) Les Diptérocécidies de Lorraine, in: « Feuille des Jeunes Nat. », Ser. III, n. 249-50, 1891. (3) In: « Forstlich-naturwissenschaftlichen Zeitsehrift » 1. Heft, IV Jahrg., 1895. — 124 — foglie addossate le une alle altre, ispessite e pubescenti. — Cnfr.: Massalongo, Nuovo contrib. etc. Terza com. (1), n. 47; Schlechtendal, Gallbildg. Zweiter Nachtrag, in l. c., pag. 54. — Cecidomyia, Schlechtendal, Gallbildg., n. 851; Kieffer, Diptérocécid., in l. c., n. 67; Hieronymus, ,Beitrige, n. 439. Lungo il Panaro presso Modena, luglio 1892 (A. Fiori) e lungo il Secchia, estate 1896 (E. Susan). Glechoma hederacea L. 14. Aulax Glechomae Forst., |[ImENOTTERO]. — Cnfr.: Trotter, Zoocecid., in l. c., n. 1; Ribsaamen, Uber russ., in I. c., pag. 74, n. 98; Schlechtendal, Gallbildg., in 1. c., n. 1031; Hieronymus, Beitrige, n. 611. — Diastrophus, Mayr, Europ. Cynip.-Gallen mit Ausschluss der auf Eichen vorkomm. Arten, Wien 1376, pag. 7, mi. 2, af Ie, i Giardini Pubbl. di Modena, estate 1896 (A. Trotter). 15. Oligotrophus bursarius (Br.) Ribs., [Drrrero| — Riib- saamen, Cecidomyidenstudien, II, pag. 6 (2). — Dichelomyia, Schlechtendal, Gallbildg. Zweiter Nachtrag, in l. c., pag. 42. — Cecidomyia, Trotter, Zoocecid., in | c., n. 27; Schlechtendal, Gallbildg., in 1. c., n. 1032; Hieronymus, Beitrige, n. 442. Giardini Pubbl. di Modena e R. Orto Bot., estate 1896 ( A. Trotter). Hieracium (°° muroruna L.). 16. Cystiphora Hieracii (F. Low.) Kieff., | DirrERo |. — Galle delle foglie, specialmente le radicali, a guisa di pustule, di colore generalmente rosso vinoso. — Cnfr.: Schlechtendal, Gallbildg., Zweiter Nachtrag, in l. c., pag. 55; id. Gallbildg., n. 1271; Mas- salongo, Galle FI. it., in L c., n. 189; Kieffer, Diptérocécid., in l. e., n. 74; Hieronymus, Beitrige, n. 448. Venda, giugno 1898 (A. Fiori). (1) In: « Ball. Soc. Bot. it. », pag. 91-101, Firenze 1897. (2) In: « Entomologische Nachrichten », Jahrg. XXI (1395), n. 17. pag. 262, Berlino, — 125 — Pinus Abies L. 17. Chermes Abietis L., [EmrrTERO]. — Trotter, Zoocecid., in l. c., n. 356; Hieronymus, Beitriàge, n. 332. —. Adelges, Cecconi, Prima contrib., in l e., pag. 5; Schlechtendal, Gallbildg., in econo. i Giardini Pubbl. di Modena, agosto 1892 (A. Fiori) ed estate 1896 (A. Trotter). Populus nigra L. 18. Pemphigus bursarius L., [EmirTERO |. — Produce sui gio- vani.ramoscelli delle galle globose od allungate a guisa di borsa o di otre, grandi 1-2 cm. — Cnfr.: Massalongo, Galle FI. it., in t.ie., n. 15; tav. IV, fig. 5 (excl. fio. 2-4) e tav. VI, fig. 6.6; Kieffer, Hémiptérocécid., in 1. c., n. 47, fig. 24; Schlechtendal, Gallbildg., in I. c., n. 294; id. Gallbildg. Zweiter Nachtrag, in l c., pag. 11; Hieronymus, Beitràge, n. 345 e 349; Lichtenstein. Les Pucerons ete. (1), pl. III, fig. 1 (galla) fig. 2 (antenna della Pseudogyna migrans). — Réaumur, Mém. ete., T. III, pl. 26, noli, espl:27, filo. D:g: Casinalbo, maggio 1892 (A. Fiori). 19. Pemphigus marsupialis (Koch.) Courch., | EmrrrERO |]. — Cnfr.: Trotter, Zoocecid. Secondo contrib., in 1. c., n. 56; Cecconi, Prima contrib., in l. c., pag. 16. Casinalbo, maggio 1892 (A. Fiori). 20. Pemphigus pyriformis Licht., |[EmirrERo |. — Cnfr.: Trotter, Zoocecid. Secondo contrib., in 1. c., n. 58. Casinalbo, maggio 1892 (A. Fiori). 21. Pemphigus spirothecae Pass., |EmirTERO |. — Onfr.: Trotter, Zoocecid., in l. c., n. 37; id., Zoocecid. Secondo contrib., in l. c., n. 59; Cecconi, Prima contrib., in l. c., pag. 16; Schlechtendal, Gallbildg., 1. c., n. 293; Hieronymus, Beitràge, n. 346. Casinalbo, agesto 1892 (A. Fiori). (1) Montpellier, 1885. — 126 — Populus Tremula L. 22. Phytoptus dispar Nal., [| AcARO]. — Produce una defor- mazione nei germogli: in seguito cioè all’ azione dei Fitotti, gli spazii internodali si raccorciano più o meno, le foglie si avvici- nano, si ispessiscono ed i loro bordi mostrano un accartocciamento marginale, più o meno completo, verso la pagina superiore. — Cnfr.: Schlechtendal, Gallbildg., in 1. c., n. 299; id., Gallbildg. Zweiter Nachtrag, in 1. c., pag. 13; Kieffer, Acarocécid., n. 82. Boschi a Serramazzone, luglio 1892 (A. Fiori). 23. Phytoptus Populi Nal., | Acaro|. — È causa di deforma- zioni assai appariscenti, talvolta molto notevoli per grandezza, rivestite da una minuta pubescenza grigia. Si producono sui rami e derivano da una ipertrofia delle gemme rassomigliando nel loro insieme ad una porzione .di cavolo fiore. — Cnfr.: Cecconi, Prima contrib., in l. c., pag 16; Riibsaamen, Uber russische in lc. pag. 1%, n. 26; Canestrini, Famiglia, in 1. c., pag. 648; tav. LIII, fig. 1-2 (cecidiozoo), tav. LVIII, fig. 5 (galla); Kieffer, Acarocgcid., in 1. c., n. 83; Schlechtendal, Gallbildg, in L c., n. 298; Massalongo, Acarocecid. Saggio, in l. c., n. 18; id., Aca- rocecid. Ulter. oss. aggiunte, in l. c., n. 17; Hieronymus, Bei- trige, n. 175. Boschi a Serramazzone, luglio 1892 (A. Fiori). Quercus Cerris L. a) galle delle foglie: 24. Arnoldia Cerris (Koll. ) Riibs., | DirrERo |. — Cnfr.:. Schlechtendal, Gallbildg. Zweiter Nachtrag, in ]. c., pag. 10. — Cecidomyia, Trotter, Zoocecid., in 1. c., n. 28, Cecconi, Prima contrib. in I. c., pag. 8; Schlechtendal, Gallbildg., in l. e., n. 163; Hieronymus, Beitrige, n. 493; Mayr, Mitteleurop. etc. (1), pag. 53, taf. VI, fig. 77. ; Montegibbio e Casalgrande, luglio 1892 (A. Fiori). (1) Mayr G., Die Mitteleuropiiischen Eichengallen in Wort und Bild. Wien 1370-71. — 127 — 25. Arnoldia Szepligetii Kieffer, [DrrTERO]. — Pustole lenticolari delle foglie. Onfr.: Trotter, Zoocecid. Secondo contrib., in 1. c., n. 40. Casalgrande, luglio 1892 (A. Fiori). 26 ? Arnoldia sp., [DrrTERO |. — Ingrossamenti delle nerva- | ture. — Cnfr.: Trotter, Zoocecid. Secondo contrib., in l. c., n. 39. Casalgrande, luglio 1892 (A. Fiori). 27. Dichelomyia circinans (Gir.) Riibs., [DirTERO|. — Cnfr.: Schlechtendal, Gallbilde. Zweiter Nachtrag, in l. c., n. 10. — Cecidomyia, Trotter, Zoocecid., in 1. c., n. 29; Cecconi, Prima contrib., in l. c., pag. 8; Schlechtendal, Gallbildg., in 1. c., n. 162; Mayr, Mitteleurop., in l. c., pag. 54, taf. VI, fig. 7-8. Boschi di Serramazzone, luglio 1892 (A. Fiori). B) galle delle gemme e del fusto: 28. Andricus multiplicatus Gir., |ImenoTTERO ], — Trasforma le gemme in un ammasso compatto di foglie deformate e pube- scenti, frammiste ad appendici lineari. Nell’interno, verso la base della galla, vi sono più loggie larvali. — Cnfr.: Cecconi, Prima contrib. etc., in l. c., pag. 9; Massalongo, Galle Fl. it., in l. c., n. 122; Schlechtendal, Gallbildg. etc., in l. c., n. 149; Mayr, Mit- teleurop., in l. c., pag. 41, taf. V, fig. 58; Giraud J., Signalaments de quelques especes nouvelles de Cynipides et de leurs Galles, in: « Verh. d. zool.-bot.-Geselsch. », Wien Bd. IX, an. 1859, pag. 360. Boschi di Serramazzone, luglio 1892; Casalgrande, maggio 1896 (A. Fiori). 29. Aphelonyx cerricola (Gir. ) Mayr, | ImenoTTERO |. — Cnfr.: Trotter, Zoocecid., in l. c., n.4; Cecconi, Prima contrib., in l. c., pag. 9; Schlechtendal, Gallbildg., in l c., n. 155; Mayr, Mit- teleurop., in l. c., pag. 9, taf. I, fig. 6. — Cynips, Giraud, Si- gnalaments ete., in l. c., pag. 346. Boschi di Serramazzone e a Casalgrande, luglio 1892 (A. Fiori). 30. Synophrus politus Hart., [ ImenortERO]. — Cnfr.: Trotter, Zoocecid., in 1. c., n. 8; Cecconi, Prima contrib., in l. c., pag. 9; Schlechtendal, Gallbildg., in 1. c., n. 145; Mayr, Mitteleurop., in I. c., pag. 27, taf. IV, fis. 36. Boschi di Casalgrande, luglio 1892 (A. Fiori). — 128 — Quercus (? nigra L. var. atropurpurea). * 31. Andricus inflator Hart., |ImenorTERO]. — Ho posto un segno di dubbio dinanzi a questa specie di Quercia colti- vata nel R. Orto Botanico non essendo la sua provenienza. molto sicura. Lo stesso ho fatto per la Q. pyramidalis la quale.fu pure acquistata da un orticultore. D'altra parte, queste due piante, sono ancor troppo giovani per poter essere studiate, — Onfr.: Trotter, Zoocecid., in l c., n. 11; Schlechtendal, Gallbildg., in 1. c,, n. 222; Mayr, Mitteleurop., in l. c., pag. 29, taf. IV, fig. 38. Nel E. Orto Bot., estate 1897 (A. Trotter). Quercus pedunculata Ehrh. a) galle delle foglie : 32. Andricus curvator Hart., |ImenoTTERO]. — Cnfr.: Trotter, Zoocecid. Secondo contrib., in 1. c., n: 13; Rùbsaamen, Uber russ., in l. c., pag. 78, n. 105. Casinalbo, maggio 1892 (A. Fiori). 33. Dryophanta divisa Hart., forma agama di D. verrucosa Schl., [ImeNorTERO |. — Galle ipofille (5-8 mm. di diametro.) tondeggianti, coriacee o sublegnose, liscie, lucenti, giallastre, fis- sate alla costa od alle nervature secondarie. Nel centro vi è un’ unica loggia larvale, abbastanza grande subelittica. | La forma sessuata produce, d’ ordinario sul margine della foglia, una piccola . P ) ’ galla subovoide, a superficie granulosa|. — Cnfr.: Misciatelli Pal- lavicini M., Zoocecid. Fl. it. conservati etc. in: « Bull. Soc. Bot. it. » pag: 90, n. 30, An. 1895; De Stefani T., Cat. Imenot. di Sicilia, in: « Nat. Sic. », An. XIV, n. 9-10, 1895; Schlechtendal, Gallbildg., in 1. c., n. 261; Kieffer, Hyménoptérocécid. ete. (1), n. 42; Hieronymus, Beitrige, n. 653 a; Mayr, Mitteleurop., in lcs pas! ST,taf Voti. n92: Casinalbo, agosto 1892 (A. Fiori). 34. Neuroterus fumipennis Hart., |[ImenoTTERO |. — Nel ma- teriale raccolto dal Dott. Fiori ho potuto osservare i più grandi (1) Les Hyménoptérocécidies de Lorraine, in: « Feuille des Jeun. Nat. », n. 251-252, An. 1891. PR Pago LA DEI È & — 129 — esemplari di questa galla che io abbia mai visto, misurando pa- recchi tra questi, fino a 6-7 mm. di diametro. — Cnfr.: Trotter, Zoocecid., Secondo contrib., n. 16. Casinalbo, agosto 1892 (A. Fiori). 35. Neuroterus lenticularis (Oliv.) Mayr, [| ImenomTERO |. — Onfr.: Trotter, Zoocecid., in 1. c., n. 19; Cecconi, Prima contrib., in l. e., pag. 11; De Stefani T., Zoocecidii etc. (1), pag. 12; Schle- ehtendal, Gallbildg., in 1. c., n. 265 ;. Hieronymus, Beitràge, n. 656 a; Mayr. Mitteleurop., in l. c., pag. 45, taf. VI, fig. 63. Casinalbo, agosto 1892 (A. Fiori). 36. Neuroterus numismalis (Oliv.) Mayr, | ImEeNoTTERO |. — Cnfr.: Trotter, Zoocecid., in 1. c., n. 20; Cecconi, Prima contrib., in l. c., pag. 11; Sehlechtendal, Gallbildg., in l. c., n. 263; Hie- ronymus, Beitràge, n. 6584; Mayr, Mitteleurop., p. 44, taf. VI, fig. 62. Casinalbo e Montardone, autunno 1892 ( A. Fiori ). 37. Neuroterus tricolor (Hart.) Mayr, |IMeNnorTERO]. — Onfr. : Trotter, Zoocecid. Secondo contrib., in l. c., n. 17. Casinalbo, giugno 1892 (A. Fiori). 38. Neuroterus baccarum (L.) Mayr, [IMenorTERO|. — Onfr.: Trotter, Zoocecid. Secondo contrib., in 1. e., n. 15; Cecconi, Prima contrib. in 1. c., pag. 10; De Stefani T., Zoocecid. ete., in l. c., pag. 11. Casinalbo, maggio 1892 (A. Fiori). B) galle delle gemme e del fusto: 39. Andricus fecundatrix (Hart.) Mayr, [ImENoTTERO |. — Questa galla fu già segnalata dal Conte Prof. Filippo Re che la raccolse nei dintorni di Reggio. Egli non la ritenne però allora come una galla, bensi come semplice conseguenza di una locale sovrabbondanza di nutrizione, e come tale la descrisse e figurò (2). (1) Zoocecidii del R. Orto Bot. di Palermo; Estratto di pag. 1-28 con tav. dal « Boll. del R. Orto Bot. », vol. I, n. 3-4, Palermo 18397. (2) Re F., Sopra alcune di quelle produzioni che volgarmente dicono Rose di Quercia e sulla Microrhizomania In: « Mem. di Mat. e Fis. della Soc. it. delle Scienze (residente in Modena) », Tom. XVII, parte II, pag. 14-25, tav. IL Verona 1815. \ VA ARA NI LE le DIVA DECISE i NET gia lat ef calati, nio thai A fa SEM A 9 : AI i di FERA di SAT AI PIER CIAO I $ pre AE DEI — 130 — — Cnfr.: Trotter, Zoocecid., in 1. c., n. 10; Cecconi, Prima contribo in l. c., pag. 14; Ribsaamen, Uber russ., in l. c., pag. 79, n. 104; Schlechtendal, Gallbildg., in 1. c., n. 100; Hieronymus, Beitràge, n. 637 a; Mayr, Mitteleurop., pag. 23, taf. III, fig. 28. Casinalbo, giugno 1892 (A. Fiori). 40. Andricus Giraudi Wachtl, forma agama di A. cirratus Adl., |ImenoTTERO |. — Galla subfusiforme, con l’ apice. molto acuto, glabra, lungamente pedunculata. E percorsa d’ alto in basso da parecchie coste (ne ho contate fino a 9) d’ ordinario ben rilevate, | le quali si riuniscono ai due poli della galla. È di color verde sul principio dello sviluppo, quindi invecchiando diventa bruno giallastra. Nasce all’ ascella delle foglie. È molto simile alla galla d’ Andricus Malpighii Adl. la quale però è pressochè sessile ed appare assai più tardi, cioè nell'autunno. Secondo Massalongo (Le Galle nell’ Anatome Plantarum di M. Malpighi, in: « Malpighia » An. 1898 al n. 46) questa galla sarebbe già stata segnalata da Malpighi. | La forma sessuata produce sulle infiorescenze stamini- fere una piccola galla ovoide sormontata da un ciuffo di peli : bianchi |. — Cnfr.: Kieffer, Hyménoptérocécid., in l. c., n. 24; Schlechtendal, Gallbildg., in l. c. n. 214. Casinalbo, maggio 1892 (A. Fiori). 41. Biorhiza terminalis (Fabr.) Mayr, [IMenorTERO |. — Cnfr.: Trotter, Zoocecid. Secondo contrib. in l. c., n. 7; Cecconi, Prima contrib., in l. c., pag. 11. Casinalbo, estate 1892 (A. Fiori). 42. Cynips argentea Hart., [IMmEeNoTTERO]|. — Cnfr.: Trotter, Zoocecid., ‘in l. c., n.14: id., Secondo‘! contrib., «intliern6205 Cecconi, Prima contrib., in l. c., pag. 12; Mayr, Mitteleurop., pag. 14, taf. II, fig. 15. Dintorni della città di Modena, estate 1896 ( A. Trotter). 43. Cynips Kollari Hart., [ImexorTERO]|. — Onfr.: Trotter, | Zioocecid., cin. 1. e. n16; id. Secondo contro. inse Cecconi, Prima contrib., in 1. c., pag. 10; De Stefani T., Zoocecid., in l. c., pag. 7; Mayr, Mitteleurop., pag. 16, taf. II, fig. 13. Varana e Casalgrande, estate 1892 (A. Fiori). PITTI RITI PR € LA e Fia È MEN RE CARE VIT RIZZO PRAIA PIT ISZIVAZE — 131 — Y) galle del frutto: 44. Cynips calicis Burgsd., forma agama di Andricus Cerri Beijrinck, | IMENOTTERO |. — È il primo esempio di una Oynips s.s. con generazione alternante. Questo fatto interessantissimo fu seo- perto dall’ IMustre Prof. olandese M. W. Beijerink il quale ne fece argomento di una importante memoria (1) inserita negli « Ar- chivi Neerlandesi » (T. XXX, pag. 387-444, pl. 16-18, An. 1897). La seconda generazione inoltre per i suoi caratteri, anzichè ad una specie del genere Cynips, corrisponde invece ad un Andricus. La piccolissima galla subconica, lunga 2 mm. appena, della se- conda generazione, trovasi sulle infiorescenze staminifere delle Quercus Cerris, verificandosi, con questo fatto, una singolare ed interessantissima eferoecia, poichè è noto che le. galle le quali sono state descritte come proprie delle Quercie del tipo Robur, non è possibile trovarle sul Cerro. Cosicchè anche nei Cinipidi a generazione alternante, il ciclo biologico viene compiuto sopra specie di Quercie appartenenti ad un unico tipo. Da ciò si com- prende di quale interesse sia stata la scoperta del Beijerink sulla eteroecia della Ciymips calicis. — Cnfr.: Trotter, Zoocecid., in l. c., n. 22; Schlechtendal, Gallbildg., in 1. c., n. 194; Mayr, Mitteleurop., pag. 64, taf. VII, fig. 90. Portile (E. Susan) settembre, e Serramazzone, (A. Fiori) ottobre 1892. Quercus pubescens Willd. 45. Cynips caliciformis Gir., [ImeNnoTTERO | — Produce sui rami ed all’ ascella delle foglie delle galle sessili subsferiche, uni- loculari, sublegnose, 6-10 mm. di diametro, con la superficie fina- mente pubescente e coperta di numerosi piccoli sollevamenti pa- pillitormi posti nel centro di areole più o meno distinte. — Cnff.. De Stefani T., Zoocecid., in l. c., pag. 7; Massalongo, Galle FI. it. in l. c., n. 136, tav. XXIX, fig. 4-5; Schlechtendal, Gallbildg., n. 225; Mayr, Mitteleurop., pag. 21, taf. III, fig. 24; Giraud, Si- gnalaments, in l. c., pag. 339. Casalgrande, 1892 (A. Fiori). (1) < Sur la cécidiogénése et la génération alternante chez le C'ynips calicis. Observations sur la galle de l’ Andricus circulans ». MSI 46. Dryophanta cornifex (Hart.) Mayr, |ImENnoTTERO | — Produce, sulla pagina inferiore delle foglie, delle salle corniculate, lunghe circa 1 cm., glabre, biancastre o sfumate di rosa, subco- riacee, aderenti alla costa ed alle nervature secondarie. — Cnfr.: Massalongo, Galle Fl. bit. n de; n. IA, tav DOSI Schlechtendal, Gallbildg., in l. c., n. 263; Mayr, Mitteleurop., pag., 33, taf. V, fig. 54. ° Casalgrande, giugno 1892 (A. Fiori). Quercus (? pyramidalis fort.) # 47. Andricus curvator Hart. [ImenorTERO]. — La stessa galla che al n. 32. — Leggasi inoltre l’ osservazione. fatta al n. 31. Nel I. Orto Bot., primavera 1897 (A. Trotter). Quercus Robur L. 48. Andricus Sieboldi Hart., forma agama di A. testaceipes Hart., [ImenorTERO |. — Galle coniche, legnose, uniloculari, alte 5-6 mm., ricoperte allo stato giovanile da una buccia color rosso ciliegia che in seguito si stacca, scoprendo così la parte interna con la superficie longitudinalmente striata. Queste galle si trovano sul fusto, d’ordinario presso al suolo, infossate nella corteccia, riunite per lo più in gruppetti od allineate. |La forma sessuata produce un piccolo rigonfiamento sulla costa o sul picciolo della foglia od anche sui giovani rami|. —- Cnfr.: De Stefani T., De- scrizione ete. (1), n. 4, fig. 4; Kieffer, Hyménoptérocécid., in l. c., n. 12; Schlechtendal, Gallbildg., in 1. c., n. 250; Hieronymus, Beitràge, n. 642 a; Mayr, Mitteleurop., pag. 8, taf. I, fig. 5. — Mal- pighi « De Gallis », tab. 17, fig. 60. Formigine, giugno 1892 (A. Fiori). 49. Cynips coriaria Heimb., [ImENOTTERO ). — Le gemme ascellari e terminali si trasformano in galle di varia grossezza, pluriloculari, verdastre sul principio quindi brune, costituite da un corpo irregolare, depresso-emisferico, subconvesso inferiormente, ombelicato nella parte superiore, dal quale si innalzano irrego- larmente numerose appendici più e meno ricurve, subconiche alla (1) Descrizione di alcune galle e catalogo dei Cinipedi trovati in Sicilia, in: « Naturalista Siciliano », settembre-ottobre 1894, Piga! — 133 — base, acuminate nella parte superiore. — Onfr.: Cecconi, Prima contrib., in 1. c., pag. 13; Massalongo, Galle FI. it., in l. c., n. 133; tav. XXX, fig. 1; Schlechtendal, Gallbildg., in 1. e., n. 235; Mayr, Mitteleurop., pag. 19, taf. III, fig. 22. . Montardone, estate 1892 (A. Fiori). 50. Cynips polycera Gir., | IMENOTTERO |. — Genera, sui rami ed all’ ascella delle foglie, una galla uniloculare, subconica a ro- vescio (alta 6-10 mm.), terminata superiormente da un disco il cui margine è provvisto di alcune brevi appendici subtriangolari inflesse o recurve. — Cnfr.: Massalongo, Galle FI. it., in l. c., n. 140; Sehlechtendal, Gallbildg. n. 243; Hieronymus, Beitrige, n. 630; Mayr, Mitteleurop., pag. 20, taf. III, fig. 23; Giraud, Signa- laments, in l. c., pag. 340. — Malpighi, « De Gallis », taf. XV, fig. 50. Casalgrande e Montardone, estate 1892 (A. Fiori). 51. Cynips Stefanii Kiefer, |ImenorTERO] — Per opera di questo imenottero vengono generate sui rami delle galle unilocu- lari che per la loro forma ricordano una sottocoppa o se si vuole un piccolo imbuto chiuso; sono costituite cioè da uno stipite, ade- rente al fusto, della grossezza 2-3 mm., il quale si va superiormente allargando ed è terminato da un disco a contorno sinuoso. Sono verdi sul principio quindi, invecchiando, bruno-giallastre. — Cnfr.: Kieffer, Descriptions de nouveaux Cynipides d’ Europe (1); De Stefani T., Note intorno ad alcuni Zoocecidii del Quercus Robur e del Q. Suber ete. (2), pag. 159, n. 2, (pag. 4 dell’ Estratto); Massalongo, Galle FI. it., in l. c., n. 142, tav. XXIX, fig. 6. Casalgrande, estate 1892 (A. Fiori). 52. Cynips Caput-Medusae Hart., |ImenoTTERO] — Galle somiglianti a quelle del Bedeguar della rosa. Sono cioè costituite da numerose appendici, variamente intrecciate e ramificate, più o lunghe e grosse che rivestono il corpo della galla. Tale curioso cecidio si origina lateralmente ed all’ esterno della cupola del frutto. — Cnfr.: Cecconi, Prima contrib., in l. c., pag. 12; Mas- salongo, Galle FI. it., in l: c., n. 153, tav. XXVIII, fig. 4; Schle- chtendal, Gallbildg., n. 195; Hieronymus, Beitrige, n. 674; Mayr, Mitteleurop., pag. 64, taf. VIII, fig. 89. — Diplolepsis Quadrum (1) In: « Bull. Soc. Entom. de France », n. 1, 1897. (2) Estratto dal « Naturalista Siciliano » N. S., n. 5 a 8, An. 1898. 10 EER ATTRATTI RN. = SARA o Rs, Poe Regi Pia Y Fabr., Bertoloni, Intorno a tre galle ete., (1), tav. II. — Malpighi. «< De Gallis », tab. XI, fio. 34. Serramazzone ed in parecchie località della regione collina, estate 1892 (A. Fiori). Ribes rubrum L 53. Myzus Ribis (L.) Pass., | EmrrrERO |. — Produce sulla lamina delle insaccature più o meno grandi sporgenti verso la pagina superiore e colorate in rosso o giallastro. — Cufr.: Mas- salongo, Galle FI. it., in 1. c., n. 27; Kieffer, Hémiptérocgcid., in 1. e., n. 62; Schlechtendal, Gallbildg., n. 687. — Aphis L., Hie- ronymus, Beitràge, n. 354; Réaumur, Mém. ete., T. III, pl. 24, fig. 4. Casinalbo, giugno 1892 (A. Fiori). Rosa canina L. 54. Rhodites Mayri Schl.. |[ImenorTERO]. — Cecidii subglo- bosi, sublegnosi, pluriloculari, spesso concrescenti, con la super- ficie sparsa di brevi e sottili spine. In casi speciali, non è sempre facile distinguere questa specie dalle due altre, Rhodites Rosae L., e R. spinosissimae Gir. — Onfr.: Cecconi, Prima contrib., in I. e., pag. 26; Massalongo, Galle FI. it., in 1. c., n. 154, tav. XXX, fig. 1; Kieffer, Hyménoptérotécid., n. 58; Schlechtendal, Gallbildg., n. 819. Montebabbio, giugno 1892 ( A. Fiori) e dintorni della città, estate 1896 (E. Susan). 55. Rhodites Rosae L., [ImenorTERO| — Cnfr.: Cecconi, Prima contrib., pag. 25; Trotter, Zoocecid., Secondo contrib., in l. c., n. 32; Riibsaamen,; Uber russ., pag. 79, n. 106; Mayr. Europ. Cynipiden-Gallen mit. Ausschluss, pag. 15, n. 12, taf. IL fig. 12. Casinalbo, agosto-settembre e Casalgrande, estate 1892 (À. Fiori). Rubus discolor Weih. et Nees. 56. Lasioptera Rubi Heeg. (= L. picta Meig.), [DirTERO]. — Cnfr.: Cecconi, Prima contrib., pag. 24; Trotter, Zoocecid., n. 31; (1) Bertoloni G., Intorno a tre galle del Bolognese, in: « Mem. dell’Acc. delle Sc. dell’Ist. di Bologna », Ser. III, T. II, pag. 333 con 3 tav., Bologna 1872. cono Va Doria er FORI unit AA Da SA N) ste RSTRZI R fi » Bd. IX, pag. 19; n. 22, Taf. II, fig. 23, Neuenburg { Neuchatel) An. 1847. — 137 — 64. Nematus gallarum Hart. (— N. viminalis Zadd., N. Sa- licis Cinercae Retz.), |ImenoTTERO|. — Galle ipofille, subsferiche, carnose, liscie, uniloculari, giallo porporine. Sulla pagina superiore vi corrisponde una piccola nodosità. — Cnfr.: Cecconi, Prima con- trib., pag. 18; Massalongo, Galle FI. it., in l. c., n. 115, tav. XXIV, fig. 3; Kieffer, Hyménoptérocécid. n. 66; Schlechtendal, Selo. n. 349: Hieronymus, Beitràge, n. 765. Duili il Panaro presso Modena, agosto 1892 (A. Fiori). Sonchus oleraceus L. 65. Cystiphora Sonchi (F. Low) Kieff., |Drrrero]. — Cnfr.: Trotter, Zoocecidii ete., Secondo contrib. in 1. c., n. 46. Casinalbo, agosto 1892 (A. Fiori); dintorni della città, estate 1896 (A. Trotter). Sorbus torminalis Cr. LU 66. Aphis Sorbi Kalt., |[EwrrreRro]| — Confr:: Trotter, Zoo- cecidii ete., Secondo contrib., in l. c., n. 62. Nel R. Orto Bot., estate 1896. (A Trotter). 67. Phytoptus Pyri Nal., [AcARO|. — Cnfr.: Trotter, Zooce- cidii ete., Secondo contrib., in 1. c., n. 73. Boschi a Serramazzone, agosto 1892 (A. Fiori); dintorni della città, estate 1896 (E. Susan). Spartium junceum L. 68. Phytoptus Spartii Cn., | AcARO]. — Cladomania e. fillo- mania dei germogli, accompagnata anche da fasciazioni diverse e da pilosismo generale. — Cnfr.: Canestrini, Nuovi Fitopt. del Mo- denese (1. c.), pag. 154; id., Aggiunte ai Fitoptidi it. (1), tav. 19, fig. 7 (galla); Massalongo, Acarocecidii da aggiungersi etc. (2), (1) In: « Atti Soc. Ven.-Trent. di Se. Nat. », Ser. II, vol. I, fasc. II. An. 1894. E (2) In: « Bull Soc. Bot. it. », pag. 484, An. 1893. — 138 — n. 12; Schlechtendal, Gallbilde. etc. Zweiter Nachtrag. in I. c., pag. 37; Hieronymus, Beitrige, n. 245. (È Colli di Sassuolo, settembre 1892 (A. Fiori) ed estate 1896 (Prof. A. Mori). Teucrium Chamaedrys L. 69. Phyllocoptes Teucrii N., | Acaro|. — Revolutoria Cha- «maedrys Vallot. — Reflessioni od insaccature di color giallastro lungo il margine delle foglie. Nella pagina inferiore corrisponde una concavità rivestita di peli. Questo Fitotto ha per commensale il Phillocoptes octocinetus Nal. — COnfr.: Ribsaamen, Uber rus- sische etc., pag. 26, n. 39, tav. XV, fig. 29; Canestrini, Famiglia ete., in l. c., pag. 688, tav. 53, fig. 5, e pag. 692 ( Phyll. octocinctus); Kieffer, Acarocécid., n. 107; Massalongo, Acarocecidii. Saggio, in 1. e., n. 70; id., Acarocecid. Ulter. oss. aggiunte, in l. c., n. 24; SAI CO n. 1050; Hieronymus, Beitràge, n. 2951. Valli di S. Anna presso Mara agosto 1892 (A. Fiori). Thymus Serpyllum L. i 70. Phytoptus Thomasi Nal., | AcARO |. — Produce, all’ estre- mità- dei germogli, delle agglomerazioni gemmiformi costituite da foglie anormali ricoperte di fitti e lunghi peli candidi. Il suo com- mensale è il Phyllocoptes Thymi Nal., — Cnfr.: Cecconi, Prima contrib., pag. 27; Ribsaamen, Uber russische, pag. 27, n. 40; Kieffer, Acarocécid. n. 111; Schlechtendal, Gallbildg., n. 1060; id., Gallbildg. Zweiter Nachtrag, in l. c., pag. 44; Canestrini, Famiglia, pag. 618, tav. XLIV, fig. 8 (galla), tav. XLIX, fig. 1 (cecidiozoo), e pag. 689, tav. XLVI, fig. 6 (Phyll. Lhymi); Mas- salongo, Acarocecidii Saggio, in l. c., n. 2; id., Acarocecid. Ulter. ossia nei lenti 20 Colli di Casalgrande e a Montardone, estate 1892 (A. Fiori). Tilia grandifolia Ehrh. 71. Phytoptus Tiliae N., | Acaro |]. — Ceratoneon extensum Br. Galle epifille, con ostiolo ipofillo, a forma di corno più o meno arcuato. Sono lunghe fino 8-10 mm., di color verde ‘0 rossastro. — Cnfr.: Cecconi, Prima contrib., pag. 20; Rilbsaamen, Uber russische, pacs 2a tav COVA IS; Kieffer, Acarocécid., n. 114; — 139 — -, Schlechtendal, Gallbildg., n. 518; Massalongo, Acarocecidii. Saggio, Ù in l. c., n. 47; id., Contrib. acarocecid. Fl. veron. (1), n. 14; Ca- i nestrini, Famiglia, pag. 654, tav. LIII, fig. 9 (galla), tav. XLIV, fie. 2 (cecidiozoo); Hieronymus, Beitràge, n. 268. — Réaumur, Mem-rete TIM pli84 fie-79. Nel R. Orto Bot. di Modena, estate 1896 (A. Trotter). Ulmus campestris L. 72. Schizoneura lanuginosa Hart., |Emirrero|. — Cnfr.: Cecconi, Prima contrib., pag. 19; Trotter, Zoocecidii ete. Secondo contrib. in l. c., n. 63. Colli di Casalgrande, giugno 1892 (A. Fiori). 73. Schizoneura Ulmi Kalt., |[EmirrERO]. — Cnfr.: Trotter Zoocecidii ete. Secondo contrib., in 1. e., n. 64. Colli di Casalgrande, giugno 1892 (A. Fiori). 74. Tetraneura Ulmi De Geer, | EmirtERO |. — Cnfr.: Cecconi, Prima contrib., pag. 19; Trotter, Zoocecidii, n. 39; Schlechtendal, Gallbildg., n. 364; Hieronymus, Beitrige, n. 362. Casinalbo, giugno 1892 (A. Fiori). Viburnum Lantana L. 75. Cecidomyidae, | DirtERO]. — Cecidomyia Réaumurii Br. nomen. — Galle foliicole, sparse, spesso numerose, sublenticolari, con ostiolo ipofillo, colorate in giallo-verdastro o rosso scuro. — Cnfr.: Massalongo, Galle FI. it., in 1. c., n. 109, tav. XIV, fig. 4; Schlechtendal, Gallbildg., n. 1150; Hieronymus, Beitrige, n. 594. —'Reaumur, ete., ID. III, pl. 38, fig. 1. Vallurbana e boschi di Serramazzone, luglio 1892 (A. Fiori). 76. Phytoptus Viburni Nal., [AcARO|. — Cephaloneon pubescens Bremi olim. — Estroflessioni sacchiformi o subglobose della la- mina foliare, verso la pagina superiore. Il loro diametro e di 3-5 mm, e sono rivestite all’esterno ed all’ interno da abbondanti peli simili ai normali. — Cnfr.: Ribsaamen, Ùber russische, in ‘ pag. 29, n. 45, tav. XV, fig. 25; Kieffer, Acarocécid., n. 127; (1) In: « Bull. Soc. Bot. it. », pag. 71, An. 1891. — 140 — i Canestrini, Famiglia, pag. 665, tav. XLIX, fig. 5 (cecidiozoo),, fio. 6 (galla); Schlechtendal, Gallbildg., n. 1151; Hieronymus, Beitràge, n. 282; Massalongo, Acarocecidii. Saggio, in 1. c., n. 46, tav. III, fig. 21. Vallurbana e Montardone, luglio 1892 (A. Fiori). Vitis vinifera L. 77. Phytoptus Vitis Land., [Acaro]. — Cnfr.: Cecconi, Prima contrib., pag. 22; Trotter, Zoocecidii, n. 50; Riibsaamen, Uber russische, pag. 30, n. 46; Canestrini, Famiglia, in 1. c., pag. 614, tav. L, fig. 3-6 (cecidiozoo), fig. 7-8 (galla); Sehlechtendal, Gal lbildg., n. 587; Hieronymus, Beitràge, n. 286. i Casinalbo e Casalgrande, maggio 1892 (A. Fiori); nel k. Orto Bot., estate 1896 (A. Trotter). pe gi ENSBECIIET Andricus curvator Hart. . è» » fecundatrix Hart.» è» » Giraudi Wacht.» è» è» » INfatone Hartke (e et » multiplicatus Gur.. » Sieboldi Hart. è» Aphelonyx cerricola Gir». + Aulax Glechomae Fòrst. + + Biorhiza terminalis Fabr.. . + Cynips argentea Hart. + ». . » caliciformis Gira . . + calicis Burgs. . + Caput Medusae Hart. cariaria Heim. +. . » Kollari Hart.. % V UV % Arnoldia Gerris Koll. + > Szepligetii Kieff. . + >» LEALI NE GALA MO Bertieria nervorum Kieff. Cecidomyidae . ».0 +. +... + Cystiphora Hieracii F. Lòw » + » Sonchi F. Low Dichelomyia acrophila Winn. Aphis Atriplicis L. . » Sorbi Kalt. Chermes Abietis L.. . . Myzus Ribis L. Pemphigus bursarius L. » marsupialis Cour: . Imenotteri. n.9 32,47 Cynips polycera Gir. . + TIENE O, » 39) » Stefanii Kieff. è» > 5I » 40 Diastrophus Rubi Hart. » 58 » 31 Dryophanta cornifex Hart. > 46 » 28 » divisa Hart. . » 33 » 48 Nematus gallarum' Hart. +. +. è. » 64 » 29 » gallicola Westw. » 59 » 14 Neuroterus baccarum Mayr. » 38 » dl » fumipennis Hart» 34 » 42 » lenticularis Mayr. +.» 35 » 45 » numismalis Mayr. +.» 36 » dd tricolor Hart. - dale: 37 » 52 Rhodites Mayri Schl. .. . ...» 54 » 49 d ROSACRLo ZORO 56 » 43 Synophrus politus Hart. . > 30 Ditteri. n.0 24 Dichelomyia circinans Gir. » +» ne 27 » 25 » Grataegi Winnee +. >» 9 » 26 » genisticola F. Lòw » 13 » 62 Diplosis Buxi Lab. . «- [V. Introd.] » 63,75 Lasioptera Rubi Hag. . +. +. n.° 56 » 16 Mikiola Fagi Hart. x » 11 » 65 Oligotrophus bursarius Br» » » 15 » 12 » Corni Gir» è» » 8 Emitteri. n.° 6 Pemphigus pyriformis Licht. si m.020 » 66 » spirothecae Pass. > 2 INN Psylla ‘Buxi L../0 0 SO » 59 Schizoneura lanuginosa H. . DA >» 18 » Ulmi Kalt. DUINO DINNLI Tetraneura Ulmi De Geer d 74 ll Phyllocoptes Genistae C.. . [V. Introd.]. n.0; 009) dol IMOUEDÌI AS ao d Thymi Ni Sto. » octocinctus N. . Phytoptus Chondrillae C. . > Cratae si e (Spare NAME vo gibbosus N. : DACHu EA CRONO IRVA Infrod.] Fitoptini. | » macrochelus INTO II O ED | Phytoptus macrorhyncu: Phy » o Populi N. Pyri N. . Spartii C. tetanotrix N Thomasi N. . Tiliae N 3 Viburni N. » Vitis Land. [opuidaek go Ii ba ISTITUTO D' ANATOMIA NORMALE DELLA R. UNIVERSITÀ DI MODENA diretto dal Prof. R. Fusari 611.44 % A. CEVIDALLI INTORNO AD ALCUNE SPROIALI VESCICOLE, BPLTRLIARI ANNESSE AL SISTEMA TIROIDEO Quando SANDSTROM [24] nel 1880 descrisse nell’ uomo, nel cane, nel gatto, nel cavallo, nel bue e nel coniglio una forma- zione in rapporto col corpo tiroide, le diede il nome di « Glan- dula parathyreoidea », per denotare in conformità ai vocaboli Pa- rovarium, Paradidymis la natura embrionale che egli le attribuiva (um — wie bei Parovarium, Paradidymis — auf ihre embryonale Natur hinzuweisen ). Gli studî posteriori persuasero al contrario la maggioranza degli osservatori che tale organo non può considerarsi come un inutile resto embrionale della glandola tiroide, e quindi da pa- recchi fu accettata la proposta fatta nel 1895 dal KoHN |15] di chiamarlo « dusseres Epithelkòrperchen », servendo l’ epiteto « Susseres » a distinguere la glandola descritta dal SANDSTROM da quella accennata nel 1880 dal WOLFLER |32|, nel 1881 dal BABER [2], nel 1888 dal RogowrrcH {23| nel 1893 dal Capo- BIANCO |7], nel 1894 dalla ZIELINSKA [33] ecc. e che con cura studiarono per primi il NicoLas [18] ed il KonN [15], il quale ultimo la chiama appunto « inneres Epithelkérperchen ». Ma se gli Epithelkòrperchen non si possono considerare come semplici resti embrionali, si debbono invece considerare come tali certe caratteristiche formazioni in relazione coi derivati branchiali, ossia delle vescichette o dei canali tappezzati da un epitelio frequen- temente ciliato. Il portare un contributo alla conoscenza di tali formazioni è appunto lo scopo della presente nota. Perciò riferirò LARE da prima l’ osservazione che ebbi occasione di fare, poi, esposto quanto ho potuto trovare nella letteratura su questo argomento, farò alcune considerazioni. In un gatto di una settimana del quale sezionai in serie gli organi del collo, sicchè i loro reciproci rapporti non erano per nulla alterati, medialmente al lobo laterale sinistro della glandola tiroide verso la sua estremità cefalica: si trovava un’ampia vesci- cola che si poteva seguire per parecchie sezioni e che in alcune si presentava a contorno circolare, in altre ovale o elissoidale, in modo che la sua vera forma ricostruita era. quella di un canale chiuso di cospicue dimensioni e a diametro irregolare. Questa cisti risultava di una parete connettivale non molto grossa e tappezzata da epitelio semplice a cellule cubiche e in varî tratti munite di ciglia. La cavità in alcuni punti appariva vuota, in altri conte- neva un coagulo, intensamente colorato in rosso dalla soluzione idro-alcoolica di saffranina, e inoltre delle zolle ialine e dei globuli del sangue. Già REMAK |22] nel 1843 aveva notato nel gatto delle cisti a ciglia vibratili in relazione col timo. Ma; a quanto pare, ciò rimase per molto tempo inosservato, perchè solo nel 1883 WarNEY |31] ritornò su di esse avendo potuto constatarle nel cane e negan- dole tuttavia nel gatto, riguardo al qual animale nel 1892 Capo- BIANCO [6] confermò i dati di REMAK. i Rispetto alla tiroide, su cui particolarmente vorrei qui soffer- marmi, ANDERSSON [1] nel 1894 descrisse nell’interno di essa in due gattini di quattordici giorni delle cavità ad epitelio ciliato. KoEN [15 | nel 1895, trovò delle cisti nel corpo epiteliare esterno di un gatto di otto giorni e in un cane, e così si esprime ( pag. 383): « Diese cystenartigen Hohlriume waren bei dem Kàatzechen nur in geringer Anzabl vorhanden. Die das Lumen begrenzenden Zellen waren hoch cylindrysch, und ihnen schlossen sich ringsum die gewonlichen Zellen des Epithelkòrperchens an.... Ein Imhak, insbesondere Colloid, war im Lumen nicht nachweisbar. In dem zweiten der hierher gehòrigen Frille, bei einem Hund, war das ganze Epithelkérperchen von solchen Cysten durchsetzt, welche den Charakter von Blischen oder kurzen, weiten, nicht oder wenig verzweigten Gingen besassen. Die Lichtung begrenzten Cylinderzellen, welche an Hòhe die im Epithelkérperchen und in der Thyreoidea sonst vorkommenden Zellen weit ibertrafen. Einige der Hohlrîume waren mit Gerinnsel, andere mit rothen Blutké6r- perchen angefiillt ». E a pag. 411, a proposito dei lobi timici ci — 145 — tiroidei di un gatto di otto giorni in cui essi erano riuniti, dice: « Dieses Thymuslippchen war auch noch dadurch ausgezeichnet, dass sich an der einen und zwar der usseren seiner Seitenflichen ein sehr umfangreicher cystenartiger Hohlraum ausgebildet hatte, der ‘von cubischen Epithel ausgekleidet war. In dieser Cyste lagen einige, ungefàrbte, ‘mattglinzende, kugelige Kérnchen oder Tropfchen ». SCHAPER |25] nel 1895 notò nel corpo epiteliare esterno del montone delle cavità con epitelio cubico semplice formate per « una specie di degenerazione cistica patologica ». NicoLas [12], pure nel 1895, descrisse delle cisti in parati- roidi d’ altronde normali. WaALTER-EDMUNDS [10] nel 1896 delineò una vescicola con epitelio ciliato appartenente alla paratiroide di un cane. L'A. non dice se intenda la paratiroide esterna o l’ interna. NicoLas |19| in un lavoro del luglio-agosto 1896 notò la presenza di tali vescicole con epitelio in parte ciliato in sei gatti, e un corto canale perfettamente chiuso nel lobo laterale della tiroide di un coniglio di sei settimane. In altri due coniglî, l’ uno di due e l’altro di quattro giorni « les choses étaient beaucoup plus compliquées. Les cavités visibles sur un très grand nombre de coupes representaient bien réellement de véritables canaux; elles étaient extrémement spacieuses, irrégulières et émettaient par places des diverticules. L’ épithélium qui les tapissait affectait une configuration très variable. Représenté en beaucoup d’ endroits par des îlots des hautes cellules eylindriques ciliées, il est con- stitué ailleurs par des cellules presque plates, ou bien cubiques, ou bien au contraire très volumineuses, claires, à contours arrondis ». VERDUN |29] nel 1896 trovò anch'egli delle simili cisti. ScHMIDT |26| nel 1896 osservò nella radice della lingua delle cisti con epitelio ciliato sviluppate a spese della parte linguale del ductus tyreoglossus (!). 1). — Secondo lo Scamipr nell'interno della lingua, dalle propaggini del condotto tireo-glosso, si può sviluppare del vero tessuto tiroideo con sostanza colloide. Ciò è importante perchè forse ci può spiegare alcuni dei casi di tiroidectomia, in apparenza completa, in cui non si ebbero i clas- sici fenomeni della cachessia strumipriva. Il Moussu [17] ad es. rife- risce che di dodici conigli operati di tiroidectomia nessunò morì. Del resto nell'economia animale non è raro il caso di particelle staccate di un organo le quali possono entrare in funzione vicariante. Tipico è l'esempio delle capsule soprarenali accessorie, le quali, secondo il Fusari [11], si originano pel fatto che molti lobuli epiteliali facenti parte dell’abbozzo delle capsule non entrano nella definitiva costituzione di questi organi. — 146 — KoHN |16]| in un articolo datato dal luglio ma pubblicato nel dicembre 1896, afferma che nel coniglio si trova di regola in ciascuno dei lobi laterali della tiroide una cavità con epitelio vario e che egli chiama « Centralkanal der Schildriise ». Finalmente nel 1897 NicoLas [20] descrisse nei lobi late-.. rali del riccio un sistema di canali ramificati a epitelio vario. Riassumendo i dati sovraesposti si vede che queste cavità — il cui epitelio varia non solo da individuo ad individuo ma anche può cambiare nei diversi tratti di una stessa formazione — si possono dividere in due gruppi: 1.° Cavità situate nell’ interno della glandola tiroide o dei corpi epiteliari. (Ad es. il « Centralkanal der Schildriise » del KOHN ecc.). 2.° Cavità situate all’esterno del sistema tiroideo, come ad es. quella da me descritta. Ma questa divisione non ha che un Calpae puramente topo- grafico. Riguardo all'origine embrionale, tali vescicole — astrazion. fatta di quelle prodotte da processi di degenerazione cellulare (1) — in parte sono resti del condotto tireo-glosso e queste saranno sempre impari e tipicamente situate sulla linea mediana; altre, che po- tranno essere pari e laterali, rappresentano residui dei condotti tireo-faringei. I canali. tireo-faringei furono studiati specialmente dal PRENANT [21] e dal Simon |27], il quale ultimo propose appunto questa denominazione per ricordare che essi uniscono la cavità faringea agli abbozzi laterali della glandola tiroide, originati; come si sa dopo il Born [4], dalla quarta tasca bran- 1). — A questa specie di vescicole appartengono ad es. quelle del timo di cui parlano Tourneux ed Herrmann [28], PrenanT [21], Caro- Bianco [6], e Caiari [8]. Questi dice che nei neonati il tessuto timico può crescere dentro i corpuscoli concentrici e aversi, per disfacimento del tessuto, delle cisti con contenuto puriforme, che dal DuBors [9] e da altri erano state considerate come ascessi e ritenute caratteristiche della sifi- lide congenita. Anche nei lobuli timici della tiroide si trovano spesso delle cavità con cellule racchiudenti secondo il Konn [15] dei granuli di cheratoialina, e pel Verpun [30] i corpuscoli di Hassal dei grani ti- mici interni (lobulo timico interno del Konn) si possono ingrandire e diventare cistici al centro confluendo talvolta perfino con follicoli tiroidei. Io stesso, nei lobuli timici interni del gatto neonato in cui vi sono mol- tissimi corpuscoli concentrici, ho potuto seguire le diverse fasi degene- rative che conducono alla formazione di cavità per lo più con epitelio piatto e contenenti grandi masse di detriti cellulari. — 147 — chiale (). Oltre che dagli abbozzi del corpo tiroide anche dalle note embrionali del timo e da quelle dei corpi epiteliari potranno aver origine delle vescicole, le quali tutte, per la loro derivazione più o meno diretta dalle tasche branchiali e pei loro rapporti con gli organi che da queste si formano, potrebbero a mio parere essere chiamate vescicole parabranchiali. Che tutto ciò abbia importanza per comprendere la patogenesi di certe cisti del collo ognuno lo vede. Infatti, stando al BRroca [5], la gran maggioranza delle cisti congenite del collo si trova ap- punto nella regione tiro-joidea. Ora, riguardo a quelle situate sulla linea mediana, già fino dal 1866 il BocHDALECK [3] aveva soste- nuto l'origine dal condotto tireo-glosso; riguardo alle altre regnava fin qui una certa oscurità che da quanto ho esposto mi sembra alquanto rischiarata. 1). — I dati del Born, contraddetti dapprima da His [14] furono confermati nelle loro linee generali da tutti gli A. più recenti. Fa solo eccezione il GroscHure [13], ma il suo asserto non può avere molto valore perchè egli dice semplicemente che gli abbozzi laterali della glan- dola tiroide non hanno origine dalla quarta tasca, e promette di dare le ulteriori necessarie spiegazioni in un lavoro, che per quanto io so, non fu poi pubblicato. 10. da: INDICE BIBLIOGRAFICO . Anpersson 0. A., Zur Kenntnis der Morphologie der Schilddriise. | Archiv fiir Anatomie u. Physiologie. Anat. Abth. 1894. . Baser E. Cr., Researches on the minute structure of the thyroid gland. Philosoph. Transactions of the Roy. Society. Part. III. 1881. . BocupaLecx V., Nachtrag zum schlauchformigen Apparat der Zunge. Archiv fiir Anatomie, Physiologie und wissenschaftliche Medicin herausg. von Reichert und Du Bois-Reymond. Jahrgang 1867. Lei- pzig. ( V. anche: Oesterreichische Zeitschrift fiir practische Heilkunde Jahrg. XII. Wien 1866. No. 36, 37, 42, 43, 44, 45). . 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Anzeiger XXI, 572, 575) propone un nuovo sistema di nomenclatura degli animali e delle piante o più precisamente una nuova e speciale grafia dei nomi ammessi e riconosciuti. Sostituisce ai nomi di gruppi, famiglie e generi.delle iniziali e dei numeri per il qualificativo specifico. Un esempio chiarirà il metodo. Un tropidonotus sarà indicato con U RO C T cioè: V vertebrata, R reptilia, O ophidia, C_ co- luber, T tropidonotus; le diverse specie di tropidonotus sarebbero distinte da numeri progressivi: avvenendo che la stessa iniziale possa riferirsi a nomi diversi e il caso si presenta presto con le parole Vertebrata e Vermes, sarà anzi frequente nei nomi gene- rici, proporre indici numerici successivi. Questo sistema se ha il vantaggio d’ indicare subito il posto nella classificazione sistematica ha invece l’ inconveniente di tutte le sigle, cioè' quello di avere necessario il soccorso di un catalogo esplicativo, il quale poi si riferisce precisamente alla parte più facilmente variabile delle scienze naturali; sia per le diversità di opinioni non sempre tranquille sulle entità specifiche, sia per le continue modificazioni che gli stessi nomi subiscono. Se non credo che sia a questo progetto riservato un avve- nire, non è però men vero che in certi casì isolati, ordinamento di musei, cataloghi di collezioni etc. può rendere qualche servigio. IDA: RR N SARI OR A recati RE RI RARA I da Ù di a 595. ?6 (45) ANDREA FIORI FAUNA ENTOMOLOGICA ITALIANA COLEOTTERI NUOVI O POCO CONOSCIUTI Leistus glacialis n. sp. — Biondo, colle elitre il più delle volte brune all'apice. Il capo è quasi della larghezza del proto- race; cogli occhi molto sporgenti e posteriormente fortemente stroz- zato. Protorace cuoriforme, più ristretto posteriormente che ante- riormente; fortemente dilatato ad '/, anteriore, brevemente raddriz- zato posteriormente; gli angoli anteriori arrotondati, i posteriori retti: il margine laterale del protorace assai largo e spianato; presenta inoltre un solco mediano, ed una depressione anteriore ed una posteriore di forma triangolare: il margine laterale e le depressioni presentano qualche grosso punto, sparso irregolarmente, il rimanente della superficie è liscia. Elitre leggermente ovali, quasi elittiche, cogli angoli omerali arrotondati, muniti di un pic- colissimo dente là dove ha principio la cresta basale: la massima larghezza delle elitre si riscontra a ?/} dalla base e quivi presen- tano una larghezza poco meno che doppia del protorace: la super- ficie delle elitre è profondamente puntata striata, gli intervalli convessi. Le Zampe e le antenne, nulla offrono di notevole. Lung. 6—--8 mm.; largh. delle elitre 2,2 — 2,8 mm. Il colorito e la forma di quest’insetto lo fanno, a prima vista, rassomigliare al fulvus Chan.: ferrugineus Lin. e rufescens Fab.: dai due ultimi però è diverso pel largo margine depresso del pro- torace; dal primo per avere il capo largo quasi quanto il proto- race, e questo molto più stretto delle elitre, mentre nel fulvus il capo è molto più stretto del protorace e questo largo quasi quanto le elitre. Però le elitre nel glacialis sono evidentemente arroton- date alle spalle, sebbene non molto, e perciò la sua parentela conviene cercarla presso il constrictus Schauf. ed angustus Reit.: 12 A no A a ia te Tr v — 154 — ma da questo è enormemente diverso pel capo profondamente stroz- zato posteriormente, e pel protorace regolarmente arrotondato an-. teriormente e perciò mancante della sporgenza angolare che carat- terizza questa specie. È più affine al constrictus da cui diversi- fica pel protorace meno ristretto alla base, ed avente gli angoli posteriori retti anzichè ottusi; ed inoltre le elitre nel glacialis sono quasi elittiche e non ovali allungate, ed il protorace perciò è appena più largo della metà delle elitre; mentre nell’ angustus il protorace uguaglia quasi la larghezza delle elitre prese in- sieme. Vive sotto a grosse pietre, presso la neve, sulle alture della Majella, ove però è molto raro. Abax carinatus v. sulcatus n. var. — Diversifica dal tipo per avere le elitre colle strie ridotte a semplici serie di punti nel fondo di ampii solchi longitudinali, separati fra loro da stretti intervalli carenati. Io non conosco alcun Abax che presenti simile struttura: solamente fra i Percus (Villae e brunneipennis) si os- serva qualche cosa di simile. L’Abax carinatus tipico ha soltanto il settimo intervallo carenato; la var. porcatus Duft. ha le strie più profonde e gli intervalli convessi, non però carenati. Considerando che l’Abax carinatus è citato per l’ Italia sola- mente del Trentino, e che pel Veneto non ne fa menzione alcuna il Disconzi: così, provenendo gli esemplari dal Veneto ed essendo tanto notevolmente diversi da questa specie, quasi ero tentato di ritenerla nuova. Tanto più che non fa difetto qualche altro carat- tere che ora passerò brevemente in rassegna. Nei tre esemplari fino ad ora esaminati riscontrai gli inter- valli alterni di ordine dispari più elevati degli altri. La 9 poi presenta la superficie delle elitre opaca e depressa, precisamente come si riscontra in pressochè tutte le 9 del genere, eccetto forse il solo Ab. carinatus. Inoltre mentre tutte le 9 da me esaminate presentano 4 pori setigeri al segmento anale, quella della nuova var. ne presenta sei: però è mio debito avvertire che sul lato si- nistro, presso il terzo poro, ne esiste un quarto più piccolo, pure munito di piccola setola. Questa anomalia mi ha fatto nascere il sospetto che anche gli altri due pori esistenti in più siano ano- mali, sebbene regolarmente disposti ed in tutto simili ai pori se- tigeri normali. Tra il carinatus e la var. sulcatus riscontrai pure differenza nella serie di punti ombilicati della stria marginale, la quale nel — 155 — tipo è continua ed assai più numerosa, nella var. è più scarsa e largamente interrotta nel mezzo. Anche a questo carattere però non mi sembra si debba dare un’ eccessivo valore, giacchè vidi un esemplare del tipo che pure presentava la medesima inter- ruzione. | Certo se i caratteri riscontrati nella 9 fossero costanti, si po- trebbe ritenere questa var. come specie distinta. Venne ritrovato dal Sig. Guarnieri di Padova, in tre esem- plari, nella fossa interna di circonvallazione della città di Padova. Amara samnitica n. sp. — D'un bruno piceo, più chiaro sul capo e sui bordi e base del protorace; elitre di un verde bronzato splendente; antenne, palpi e zampe totalmente rosso ferruginose. Capo piccolo, molto convesso, con occhi poco sporgenti e quasi per | niente ristretto posteriormente agli occhi; antenne corte, ad arti- coli sottili ed allungati; palpi mascellari coll’ ultimo articolo ovale accuminato, più corto e un poco più grosso che nella Quenselii ed affini. Protorace più largo che lungo, convesso anteriormente, de- presso posteriormente; arrotondato in avanti, cogli angoli anteriori sporgenti in avanti e perciò il bordo anteriore concavo; ristretto alla base in modo che questa è di poco più larga che l'apice: si raddrizza un poco prima della base, ove gli angoli posteriori sono retti; base troncata, munita di due depressioni per ciascun lato, di cui l'esterna è appena marcata, l’ interna molto più grande, ambedue punteggiate nel fondo e nei contorni. Il prosterno pre- senta un’apofisi posteriore piana, munita di striola apicale e di due setole: queste talvolta mancano, ma non mancano mai i pori da cui traggono origine. Il prosterno nel c' presenta una piccola depressione con qual- che punto; spesso appena distinguibile. Gli epimeri del mesotorace sono lisci, allungati, più larghi anteriormente. Rlitre poco convesse, a lati quasi paralleli sin quasi ai °/, ove si restringono bruscamente arrotondandosi. Le strie sono sottili e non punteggiate; gli intervalli piani. Zampe intermedie colle tibie un poco curve, non dentate in- feriormente. Tibie posteriori mancanti nel gt di lunga frangia di peli, e munite delle sole setole ordinarie. Segmento anale munito di quattro setole tanto nel c' che nella 9. Lung. 6,2 — 8,8 mm.; Larg. 2,8— 3,7 mm. — 156 — Questa specie è molto comune sul Gran Sasso e Sulla Majella ove sempre l’ho raccolta, tutte le volte che là ho fatte escursioni: fin dal 1887 ne posseggo molti esemplari. Molti entomologi hanno avuto in comunicazione esemplari di questa specie, ed i più li determinarono per Bradytus apricarius, uno solo (persona di vero merito) per Liocnemis? montana. Ed infatti la forma del proto- race, ristretto posteriormente non può condurre che ad uno di questi due gruppi. Dal Bra. apricarius peraltro è molto facile a separarsi non fosse altro per le strie delle elitre superficiali e non puntate: esaminando poi qualche maschio si avverte subito la mancanza della frangia di peli alle tibie posteriori, ed allora questo gruppo rimane stabilmente escluso. Non rimane che il sottogen. Liochnemis ove possa collocarsi quest’insetto: e fra le specie ad apofisi prosternale munita di setole, certo quella che gli somiglia di più è la Lio. montana Dej. Ma un attento e ripetuto esame mi ha convinto che non può classificarsi fra le Liocmenis, ma che si deve collocare la presente specie fra le Celia e più prece presso la Quenselii Schon. Che l’ Ama. samnitica non sia una Liochnemis è dimostrato dalle epimere del mesotorace lunghe e strette; dall’ apofisi proster- nale piana; dalla forma stretta ed allungata delle elitre; dalla conformazione dei palpi mascellari e delle tibie intermedie. So- ‘miglia poi molto alla Quenselii sopratutto per la forma del capo; per la struttura delle antenne; e sopratutto per la presenza di . due setole all’ apice dell’ apofisi prosternale e di quattro al segmento anale del c' (tutte le Amara hanno due setole al segmento anale del g°, eccetto Quenselii e seguenti sino a saxicola). Però da tutte le specie del sottogen. Celia, la samnitica si differenzia pel protorace ristretto alla base, cioè cuoriforme. Zabrus magellensis n. sp. — Largo e corto; assai più largo dell’ Orsinii; largo quanto il tenebrioides ma più corto: della forma del piger ed elongatus Costa. Nero, lucido nel d', opaco nella 9; antenne, eccetto i primi articoli, tibie e tarsi bruno ferruginosi; palpi più pallidi. Capo grosso, con occhi piccoli ma sporgenti, collo corto e grosso. Protorace circa il doppio largo quanto lungo, poco convesso, col margine laterale fortemente ristretto ed arrotondato in avanti, poco ristretto alla base nel c', un poco di più nella 9, ad angoli posteriori quasi retti, un poco smussati. Il margine laterale scan- nalato, depresso agli angoli posteriori: la base presenta da ciascun — 157 — lato traccia di una stria longitudinale ed una depressione trasversa che congiunge le due strie: tutta la base, gli angoli posteriori ed il soleo laterale fortemente punteggiati. Prosterno solcato longi- tudinalmente al dinanzi delle anche anteriori nel d'; posterior- mente munito di una depressione triangolare: l’apice porta sei setole. Il prosterno è totalmente liscio: qualche punto più o meno distinto si osserva sulle epimere del mesotorace e sul primo sesmento addominale: questi punti sono sempre molto radi,. tal- volta forti, tal’ altra molto deboli. Elitre a lati quasi paralleli, appena dilatate ai due terzi della . loro lunghezza: arrotondate all’ apice, fortemente smarginate verso l'estremità. Striatura mediocremente profonda, distintamente pun- tata: intervalli piani. Senza ali. Lung. 13 — 15 mm.; Larg. 6 mm. È diverso dal tenebrioides perchè più largo e meno convesso; pel protorace più largo, più depresso agli angoli posteriori che sono quasi retti, anzichè arrotondati; per avere la serie di punti ‘ombilicati senza interruzione mediana; ma sopratutto per avere il prosterno totalmente liscio, e le epimere del mesotorace meno densamente. puntate. ; Diversifica dall’ Orsinii per la forma più larga, ad elitre quasi parallele e non allargate posteriormente; pel capo più largo e gli occhi più sporgenti; la striatura delle elitre più profonda: la pre- senza di punti sul mesotorace e sul primo segmento addominale. La forma del magellensis ricorda da vicino il piger; ma questo è fornito di ali, quello ne manca. Il Sig. Heyden ha unito al tenebrioides il Zab. elongatus Costa, cambiandone il nome in Costae, perchè non avvenga con- fusione colla var. elongatus Men. Io credo che l’ elongatus Costa sia specie distinta e perciò debba conservare il nome primitivo. Ne ho ricevuti due esemplari del Matese dal Sig. Ravel e somigliano estremamente al magellensis per la forma del protorace, per la serie di punti ombilicati senza interruzione, per la mancanza di punti ai lati del prosterno : caratteri tutti che lo separano con evi- denza dal tenebrioides. L’elongatus e magellensis hanno inoltre in comune la mancanza d’ali; carattere ben sufficiente a separarli dal piger. Fra di loro diversificano soltanto per la forma un poco più stretta nell’elongatus, e per l'assenza in quest’ ultimo di qual- siasi punteggiatura nelle parti inferiori. Però qualche dubbio mi rimane ancora se l’elongatus e ma- gellensis si possano specificamente separare: perchè se nel secondo — 153 — i trovai costante la punteggiatura, ne trovai però -incostante l’in- tensità: ed anche perchè del primo ho potuto fin'ora esaminare due soli esemplari. Le differenze di forma, da sole, potrebbero tutt'al più giustificare la creazione di una var., non di una specie | A me sembra che il riordinamento delle specie italiane di questo gruppo di Zabrus si potrebbe riassumere nel modo seguente: A = Prosterno punteggiato ai lati. tenebrioides Goez. A' = Prosterno totalmente liscio. B = Con ali. piger Dei. B' = Senza ali. C = Epimere del mesotorace più o meno punteggiate. mageliensis n. sp. C' = Epimere del mesotorace sempre liscie. D = Più largo, elitre quasi parallele. elongatus Costa. D' = Più stretto, elitre dilatate posteriormente. Orsinii Dej. Le prime due specie vivono nelle pianure e nelle colline: le altre tre abitano le sommità delle alte montagne, e cioè 1’ Qrsinii abita il Gran Sasso, il magellensis la Majella, 1’ elongatus il Matese. i Metabletus silensis n. sp. — Nero piceo, talvolta con una macchia giallognola alla spalla |(v.) humeralis| più raramente, con due macchie per ciascun’ elitra [(v.) 4 maculatus|: antenne completamente nere, palpi neri; zampe pure nere, coi ginocchi strettamente rossastri, raramente le tibie anteriori bruno picee. Capo largo quanto il protorace, cogli occhi rotondi, sporgenti al- l'esterno, non occupanti del tutto la guancia, in modo che una piccola porzione di questa rimane visibile e converge verso il collo. Protorace trapezoidale, presentante la massima larghezza al- l’innanzi, sugli angoli anteriori, che sono arrotondati e negli in- dividui più grossi, sporgenti in avanti in modo che ii bordo api- cale riesce concavo. Il margine laterale presenta verso 4, dalla base un angolo ottuso che divide il margine stesso in due porzioni, ambedue rettilinee, di cui l’ultima è più convergente sulla base, colla quale forma pure un angolo ottuso. é gita n 4 L ia Rie, — 159 — Elitre ovali, molto ristrette alla base, cogli angoli omerali poco convessi: strie poco profonde e liscie; tutta la superficie co- perta di fitti e minutissimi punti, visibili soltanto coi più forti ingrandimenti. Mancano completamente le ali. Unghie semplici, non dentate. Lung. 3.7 mm. — 4 mm. Vive, discretamente abbondante, alla Sila in Calabria, ove trovasi in società numerose sul terreno, nei luoghi umidi. Lo cat- turai fino dal 1887. Nella scorsa primavera ebbi occasione di preparare numerosi Metabletus presi dal mio amico Falzoni a villa Borghese, in Roma: mi accorsi che vi erano esemplari di due specie; una a capo più piccolo, colle elitre più lunghe, bronzate, più spesso a quattro macchie gialle, e con quattro fossette appena marcate (obscuro- guttatus Duf.); l’altra col capo assai più grosso, colle elitre più corte, nere, talvolta unicolori, talvolta con piecola macchia gial- lognola alla spalla, sempre munite di quattro grosse fossette (fo- veatus Four.). Mi accorsi casualmente che qualcuno di questi ultimi era alato, ed essendo questo fatto in contraddizione con quanto scrive il Gangelbauer, mi proposi di portare il mio esame non solamente a tutti quegli esemplari (circa 40) ma anche a tutti gli esemplari della collezione. Tutti gli obscuroguttatus hanno le ali, eccetto gli esemplari raccolti alla Sila, i quali costituiscono una specie affine all’ obscuroguttatus, ma distinta non solo per la mancanza d’ali, ma altresì per le elitre più strette e meno spor- genti alla spalla; pel colore decisamente nero, e non bronzato; per le antenne sempre totalmente nere, e mon bionde, ai primi articoli. Ma il carattere che mi ha deciso a descrivere questa nuova specie sta precipuamente nella forma del protorace, che, contrariamente a quanto avviene nelle altre specie a me note di Metabletus, ha i lati formati di due porzioni rettilinee formanti fra loro un angolo; mentre negli altri la seconda porzione (cioè la basilare) è curvilinea, concava all’esterno. Da ciò ne deriva che nel silensis gli angoli posti alla base (non quelli posti ad },, dalla base) sono ottusi; negli altri retti o quasi. i Altra differenza fra l’ obscuroguttatus ed il silensis sta nella grandezza degli occhi, maggiore nel primo ove sono elittici, mi- nore nel secondo, ove sono rotondi. Anche le dimensioni totali, sebbene molto variabili, danno pel silensis una statura alquanto maggiore. Tale conformazione del protorace è in tutto simile a quanto — 160 — osservasi nell’ Apristus subaeneus: ma questo ha le unghie dentate, il Met. silensis ha le unghie semplici. Poi l’Apristus è più corto, più largo alle elitre, che sono sempre di un colore bronzato, man- canti di macchie. Tutti i Metabletus della mia collezione, mancano di ali, ec- cetto l’obscuroguttatus che le presenta sempre, ed il foveatus che le presenta talvolta. Quedius alpinus Fiori. — Avendo avuta occasione nell’ estate scorsa di studiare qualche Quedius, servendomi del II Vol. del. | Gauglbauer, mi sono accorto che a p. 402 egli separa dal Que. laevigatus Gyll. il resplendens Thom. formandone una aberrazione del primo. Per quanto i miei esemplari abbiano la punteggiatura alquanto più forte; pure essendo nel resto identici ad un resplen- dens Thom. ricevuto dal Prof. Strobl; mi sono persuaso che la mia specie non ha ragione di esistere, e devesi considerare come sinonimo del resplendens Thom. Quedius carnicus Fiori. — Lo stesso Gauglbauer toglie dal sottogenere Sauridus il Que. cincticollis Kra. per assegnarlo al sottogenere Raphirus, ove da questo autore viene collocato preci- samente nel posto da me assegnato (Nat. Sie, 1894) al carnicus. Confrontati con cura i miei esemplari di questa specie con dei cincticollis di recente ricevuti dai Carpazi, mi sono convinto che sono identici: perciò la mia specie deve considerarsi come si- nonimo. Choleva leucophthalma n. sp. — Totalmente biondo ferruginea; cogli occhi bianchi: coperta di peli biondi, assai più lunghi ed eretti presso il margine laterale e posteriore delle elitre. Capo più lungo che largo; occhi piccoli, depressi. Protorace quasi circolare, col margine posteriore troncato; assai più stretto della maggiore larghezza delle elitre. Queste nella 9, troncate all'apice, coll’angolo suturale emergente sotto forma di appen- dice spiniforme. Tibie lunghe e sottili, fornite di lunghe setole. Il 3 mi è sconosciuto. Lung. 5,9 mm. i Persuaso che la sola 9 siaesufficiente a distinguere questa specie dalle congeneri; ne riassumerò le principali differenze. La presenza di peli lunghi ed eretti sul margine laterale e posteriore delle elitre, esclude tutte le specie, eccetto la nivalis Kra. e l’in- VEE, SOLA P. <> A ( Du AE È x ni 4a din Ab dii ME e i iii — 161 — termedia Kra.; ma quella è più grande, bruno nerastra, coi peli più corti e sopratutto più radi; questa è pure bruno nerastra, ed ha le elitre arrotondate all'apice, non troncate, e coll’angolo su- turale nella 9 meno sporgente. Da tutte le Choleva poi, la leucophthalma si distingue per le tibie posteriori più sottili e più lunghe: pei peli delle tibie stesse che nella leucophthalma sono lunghi almeno */ della gros- sezza della tibia, mentre nelle congeneri raggiungono appena ’4. Ma sopratutto ho creduto ottimo carattere distintivo la picco- lezza degli occhi, che sono altresi depressi e non sporgenti late- ralmente come nelle congeneri. Forse anche (quantunque io non sia disposto a crederlo) il colore bianco degli occhi è accidentale: ma io vi ho annessa molta importanza perchè mi è sembrato ve- dervi corrispondenza fra la piccolezza ed il colore degli occhi, il colore biondo generale a tutto il corpo e le abitudini sotterranee di questa specie. i La trovai, in tre sole 9, sotto ai sassi molto profondi, presso la neve che ancor rimaneva sulla Majella, nell’ agosto scorso. Blitophaga opaca v. samnitica n. var. — Ha i peli più corti e più fitti che non nel tipo, e nello stesso tempo la punteggiatura più fitta: le serie di punti fiancheggianti le carene delle elitre sono alquanto più grossi degli altri. Nella maggior parte degli esemplari i punti sono tanto fitti da lasciare intervalli più stretti della larghezza dei punti, mentre detti intervalli sono più larghi in alcuni esemplari francesi coi quali ho potuto confrontarli: però avendo notata una certa varia- bilità nei diversi individui, non ho voluto dare una soverchia im- portanza a tale carattere. Gli esemplari del Gran Sasso sono altresi più piccoli, essendo ben raro che raggiungano i 9 mm. di lunghezza ed i 5 di larghezza. Non è rara questa varietà sul Gran Sasso, specialmente in Campo pericoli ed in Campo imperiale: vive sotto ai sassi, od anche trovasi vagante fra l’erba di quei pascoli alpini, Notisi che nel- l’apennino non fu mai trovata (che io mi sappia) la Blitophaga opaca, se non nel gruppo del Gran Sasso. Athous vittatus F. — È specie notissima e, come ognun sa, variabilissima nel colorito: avendo osservato che molti entomologi, specialmente italiani, scambiano coll’ haemorrhoidalis F. gli esem- plari totalmente neri di questa specie, ho creduto far cosa utile — 162 — ani scrivere qualche parola che valga a rettificare l'errore, Si distin- gueranno queste specie perchè l’haemorrhoidalis è più grande, potendo raggiungere perfino i 14 mm.; ed inoltre la punteggiatura | del protorace è più fitta e più grossa, ai lati formata di punti occellati. Se poi questa var. nera sia l’Ocskayi Kies. non oserei asse- rire: se è vero quanto scrive il Candéze, che questa var. ha la. punteggiatura delle elitre più fitta che non mel tipo, conviene considerare i nostri esemplari come diversi ed assegnare loro un nome che valga a distinguerli, p. e. quello di var. niger. Athous castaneus Fair. — Il Candéze nella sua monografia sugli Elateridi colloca questa specie nel secondo gruppo, fra gli i Athous cioè che hanno il quarto articolo dei tarsi allungato, ed il 3° e 2° semplici, cioè non muniti di appendici bilobe nel di sotto. | Tutti in seguito hanno imitato il Candéze, rendendo così molto. difficile il riconoscimento di questa specie. In numerosi esemplari esaminati nell'estate ho. potuto assicurarmi che il 2° e 3° articolo dei tarsi sono bilobi, ed il 4° corto, cioè non più lungo di quanto lo sia nelle altre specie del primo gruppo: è evidente perno che questa specie deve essere cambiata di posto. Considerando poi che questo animale per la cresta trasversale che unisce la base degli angoli posteriori del protorace si distingue a prima vista da tutti gli Athous, e che per la forma generale si avvicina più ai Ludius quantunque rimanga pur sempre un’ Athous per la conformazione del bordo anteriore della fronte; così io pro- porrei che l’A. castanens Fair. venisse posto in fine di genere, formandone un sottogenere speciale, che potrebbe chiamarsi Pseudo corymbites. In Italia poi questa specie presenta due forme rispetto al. colorito, l’una più meridionale (Napoletano, Calabria). di color. biondo; l’altra più settentrionale ( Abruzzo, Emilia ) di color bruno. Alla prima va dato il nome di castaneus Fair.; alla seconda si compete il nome di var. spiniger Cand. L’At. florentinus Desbr. (Toscana) è sinonimo di spiniger Cand.; ed è a notarsi come anche il Desbrochers abbia giustamente descritta questa specie come avente il 2° e 3° articolo dei tarsi lamellati: evidentemente egli pure è stato tratto in inganno da questo carattere e non ha sa-. puto riconoscere, negli esemplari che esaminava, lo spiniger Cand., perchè questi, a detta dell’ autore, doveva presentare i tarsi ad articoli semplici. — 163 — Agriotes corsicus Cand. — Il Candéze descrive questa specie sopra tre soli esemplari di Corsica: ora però si riferiscono a questa specie anche gli esemplari proprii alle regioni montuose del Pie- monte, ed io credo sia specie che si difonda in tutto l’ apennino e forse altrove. Gli esemplari da me esaminati però sarebbero al- ‘quanto maggiori nelle dimensioni al corsicus, giacché a questo il Candéze assegna una lung. di 7 mm., mentre io li trovai di 7,5 — 9; inoltre a me non sembra di vedere sulle elitre la punteggiatura rugosa che quest’autore assegna agli esemplari di Corsica. Non possedendo io esemplari autentici dell'A. corsicus, non posso dare un giudizio assoluto; sembrami però che pel complesso dei carat- teri gli esemplari dell’ Apennino non si possano separare dal cor- sicus Cand., o tutto al più ne formerebbero una varietà. Desidero invece porre in guardia i principianti (e fra questi mi schiero io stesso) sulla estrema variabilità di colorito che questa specie, o varietà, presenta sull’apennino; tanto più che questa variabilità congiunta ad una certa somiglianza di forma potrebbero far scambiare questa specie col Synaptus filiformis. Conviene esa- minare le unghie che nei Synaptus sono dentate a pettine, sem- plici negli Agriotes. Il tipo descritto dal Candéze è brunastro colle elitre castagno chiare e gli angoli posteriori del protorace rossastri. Questo tipo di colorazione è raro nell’apennino, per solito almeno gli angoli posteriori del protorace sono concolori [(v.) nigrithorax], mentre le elitre sono di un castagno chiaro: altre volte le elitre sono di un castagno fosco, quasi nerastre [(v.) fuscipennis |: finalmente molto spesso l’animale è completamente nero [(v.) nigripennis |. Come ognun vede, queste variazioni di colorito ricordano da vicino . quelle dell’Athous vittatus e del Synaptus filiformis. LD Agriotes corsicus è comune al principio di primavera sui fiori di Crataegus e Mespilus in tutto l’ Apennino: ne ho di Serra S. Bruno e Sila in Calabria; del Vulture in Basilicata; di Camal- doli, Vallombrosa, Pracchia ed Abetone nella Toscana. Inoltre il tipo mi venne inviato -col nome di Agrio. modestus dalla Croazia: ed esemplari della v. nigripennis mi furono inviate col nome di Agrio. turcicus dalla Dalmazia, e col nome di Athous Zobei dalla Francia. La patria di questa specie è dunque molto più estesa di quanto si creda. Otiorrhynchus strigirostris Boh. v. calvus n. var. — Dovunque vive l’ Otior. strigirostris (Cimone, Tre Potenze, Cusna, Gran Sasso), — 164 — f nell'agosto si trovano esemplari logori, che hanno perduta gran parte della peluria grigia che ricuopre le elitre: però questa per- dita non è mai totale, od almeno vi è sempre qualche esemplare che la conserva. Sulla Majella invece mi è avvenuto di ritrovare molti esemplari totalmente spelati, e neppure uno fornito dei soliti peli: inoltre gli esemplari di questa montagna presentano le serobe antermarie più corte, tantochè non arrivano all'occhio: in tutto il resto somigliano al tipo. ì Lo Stierlin da molta importanza alla lunghezza dei solchi antennarii, tantochè il suo gruppo 31° è appunto separato dal pre- cedente per questo carattere: però la var. calvus per avere il pro- torace punteggiato e non granuloso, non ha alcuna affinità col moestus e vicini: avrebbe invece una certa somiglianza col pede- © montanus che un tempo veniva collocato presso il moestus, ma questo è fornito di squamme e di una serie di setole sugli inter- valli, che mancano al calvus. Del resto la mancanza di dente ma- nifesto ai femori anteriori, la presenza di una carena mediana sul rostro, rendono manifesta la sua affinità al strigirostris, anche pre- scindendo dalla lunghezza delle serobe antennarie. Non conosco l’Otior Javeti Stier.: non mi pare però che il calvus sì possa ri-- o ° ferire a questa specie che è più corta ed ha i punti del rostro separati fra loro e non confluenti in strie longitudinali come nello strigirostris e var. calvus. Bologna, 28 novembre 1898. È E ATENE E TROIE CIEL E NT EP 526. 38 CIRO CHISTONI LR FORMOLE DI BOCGUER PRR IL CALCOLO DEGLI SPRSSORI ATMOSERRICI R DELLA TRASPARENZA DELL'ATMOSFERA È noto che il Bouguer è stato il primo che si sia proposto con chiarezza il problema dell’assorbimento atmosferico dei raggi emessi dal Sole e dagli astri in generale e che la sua prima pub- blicazione in proposito rimonta al 1729 (*). E benchè il Bouguer non abbia inteso di trattare he del- l'assorbimento dei raggi luminosi, pure la legge logaritmica del- l'assorbimento atmosferico che porta il nome di legge di Bouguer venne da fisici insigni applicata anche alle altre specie di radia- zione provenienti dal Sole; così che seguendo il Violle (*#*) si può ripetere che nel 1729 il Bouguer diede il concetto fondamentale dell’assorbimento esercitato da un’atmosfera omogenea sopra un raggio semplice, concetto che si può così'riassumere: L'intensità del raggio trasmesso decresce in progressione geometrica quando la massa d’aria attraversata, cresce in pro- gressione aritmetica. Li (#) Nel 1729 si pubblicò a Parigi l’ Essai d’ Optique sur la gra- dation de la lumiére di M. Bouauer. — È un volumetto in 12.° di 164 pagine e fornito di tre tavole. Nel 1760 venne pubblicato a Parigi il Trasté d’ Optique sur la gra- dation de la lumiére, ouvrage postume de M. Bouauer, et publié par M. l’Abbé De la Calle. — È un volume in 4° di 368 pirgine e sette tavole. L'essai è stato pubblicato da Claude Jombert; il traité è uscito dalla stamperia di 7. L. Guerin et L. F. Delatour. (**) (Rapport) Sur la radiation Solaiîre (Annales de Chimie et de Physique, 5.9 série; t. XVII, 1879). — 166 — i E come propose il Pouillet (*), il Violle dà alla legge di Bouguer la forma IEZSANIE dove A esprime il valore originale della radiazione, e la massa atmosferica attraversata, misurata prendendo per unità la massa d’aria contenuta in un cilindro verticale che ha l’unità di su- perficie per sezione ortogonale; p una costante alla. quale si dà il nome di coefficiente di trasparenza e che rappresenta la frazione di radiazione trasmessa fino alla terra quando e = 1 ossia quando. il Sole è allo Zenith ed il fascio verticale cilindrico considerato ha la sezione uno. Il Bouguer dalle sue esperienze dedusse che il valore di p è 0,8123. Il Pouillet che applicò questa formola alle ricerche sul calore. che il Sole invia alla terra propose di chiamare A la costante solare e p la costante atmosferica. — Il significato di A si ricava ponendo e = 0 così che I= 4; ossia A sarebbe la quantità di energia raggiante che attraversa l’unità di superficie perpendi- colare ai raggi al limite superiore dell’ atmosfera. Il Radau (Actinometrie, Paris 1877, pag. 23) osserva che la formola di Bouguer vale per un fascio di raggi omogenei; ed aggiunge che l'intensità della radiazione totale del Sole che ha attraversato l'atmosfera, dovrebbe esprimersi colla somma di una serie di termini dei quali ognuno corrisponde ad un fascio par- ticolare di raggi e pone — pre ipcona Avendo avuto necessità di rileggere quelle parti dell’opera del Bouguer che si riferiscono alla trasparenza dell’ atmosfera ed alla determinazione degli spessori atmosferici (**) attraversati dai (#) C. R. (1838) t. VII, pag. 24 e seguenti. — Veggansi anche gli Elementi di Fisica sperimentale e di Meteorologia di M. Pouillet; 3° edi- zione voltata in italiano da L. Palmieri; a pag. 381 del tomo. II. — Napoli 1844. — Veggasi anche l'edizione V (1851) pag. 294. (##) Il Bouguer veramente non dà la definizione dello spessore atmo- sferico, ma nell'insieme di quanto espone lascia intravedere che per spessore atmosferico si deve intendere la massa d’aria attraversata da un fascio cilindrico di raggi (provenienti da un astro) di sezione uno. i L’ unità di spessore quindi corrisponderebbe alla massa d’aria attraver- sata da un fascio verticale e cilindrico di raggi di sezione une. — 167 — raggi di un astro, ho creduto bene di riassumerle in questa nota, rispettando, fin dove è stato possibile, le espressioni e la forma adottata dal Bouguer e cercando di spiegare alcuni punti, che il Bouguer ammise come evidenti. Il mio proposito adunque è assai modesto, e se sarò riuscito ‘a portare un piccolissimo contributo alla storia dell’attinometria, mi riterrò oltremodo compensato. Il Bouguer comincia a toccare l'argomento in parola fino dal- l'articolo IX del suo Traité (pag. 79), articolo che combina per- fettamente col N.° VI della Sezione I (pag. 22) dell’ Essai. — In quest'articolo il Bouguer tratta dell'aumento e della diminu- zione della luce degli astri in rapporto alla loro altezza sul- l’ orizzonte. Egli trovò che per fare ricerche sperimentali, che mostrino come varii la luminosità degli astri colla loro altezza sull’ orizzonte, la luna, in ispecie quando è piena, è l’astro che meglio si presta e concluse dalle sue misure che allorquando essa è alta rispetti- vamente 199.16’ e 660.11’ sull’orizzonte le quantità di luce che essa manda alla terra sono nel rapporto di 1681 a 2500, ossia (i all'incirca nel rapporto #- 3 Nel seguente articolo X (pag. 82 del Traité) tenta di de- terminare la trasparenza di un certo spessore di aria servendosi dei risultati precedenti (pag. 25 dell’ Essai). — Già il Mairan fino dal 1721 aveva fatto notare all’ Accademia delle Scienze, che qualora si fosse potuto determinare il rapporto che ha luogo fra le intensità luminose di un astro a due differenti altezze, sarebbe stato possibile di valutare la trasparenza, dell’ atmosfera. Il Bouguer, pure avvertendo che ritornerà sull’argomento, vuole fare notare intanto che la variazione osservata nella lu- minosità della luna, quando questa è a diverse altezze, non può dipendere che dal fatto che la luce ha assai meno tragitto da percorrere nell atmosfera allorchè l’astro è molto alto, che allor- quando esso è prossimo all'orizzonte. Ed aggiunge che mostrerà in seguito che la luna nelle due posizioni summentovate attraversa due strati d’aria, corrispondenti a quelli di 4275 tese e 11744 tese di aria densa come quella che sta presso al suolo; e perciò, è attraversando 7469 tese di aria uguale a quella che sta presso al suolo che la luce della luna perde circa !/, della sua lumi- nosità. Per trovare qual'è la luminosità dell’ astro a diverse al tezze, sarebbe bastato, accerta il Bouguer, procedere sperimental- Tae mente; ma soggiunge poi, che è metodo assai migliore l’ esaminare la questione in generale, come farà in seguito, studiando cioè come diminuisce la intensità della radiazione luminosa di un corpo, allorchè i raggi emessi da questo debbano attraversare di- versi spessori di un corpo diafano. Nella Sezione I del libro III (pag. 230 del Traité) il Bouguer stabilisce la legge che segue la luce nelle sue diminuzioni, attra- versando diversi spessori di un corpo diafano (*). Comincia il Bouguer col dire che il primo pensiero che si presenta su questa questione si è che, qualora si concepisca un corpo diafano ed omogeneo diviso in un certo numero di strati pa- ralleli e dello stesso spessore, tutti questi strati, quando siano attraversati da un fascio cilindrico di raggi luminosi, intercettino lo stesso numero di raggi, così che la diminuzione della luce debba essere ìn progressione aritmetica. —— Per verificare questo modo di vedere, (che, dice il Bouguer, era stato assunto dal P. Francesco Maria, Cappuccino di Parigi e seguito da altri) fece passare attra- verso a due pezzi di vetro una luce corrispondente a 32 candele, la quale dopo attraversati i vetri si era ridotta a 16 candele. E. perciò ponendo due altri vetri uguali ai primi sul tragitto dei raggi di luce, se, l’idea precedente fosse fondata, questi dovrebbero essere completamente spenti. Invece anche dopo dieci strati di vetro uguali ai primi due la | luminosità era ancora intensa così da corrispondere ad una candela. Per ispiegare questo fatto basta pensare (**) che affinchè il secondo strato intercetti precisamente lo stesso numero di raggi del primo, converrebbe che su di esso cadesse lo stesso numero di raggi che è caduto sul primo. Ma poichè sul secondo non cade che il terzo od il quarto del numero dei raggi che hanno incontrato il primo, avendone questo assorbito una buona parte, così il se- condo assorbirà alla sua volta il terzo od il quarto dei raggi caduti su di esso. E perciò uguali strati successvi non possono sottrarre quantità uguali di radiazione, ma soltanto quantità proporzionali. Vale a dire che se il primo strato intercetta !/, della radiazione È o 1 che cade su di esso, il secondo intercetterà 3 X = = < della ra- Dai I Si diazione primitiva; il terzo TÈ === io pae (*#) Paragrafo II della Sezione III (pag. 44) dell’ Essaz. (**) Pag. 231 del Trasté e pag. 45 dell’ Essac. wo, — 169 — L'intensità di un fascio di raggi quindi, che attraversi strati uguali e successivi di uno stesso corpo diafano deve diminuire in ragione geometrica mentre il numero degli strati cresce in ragione aritmetica. Segue da ciò (#) che se noi supponiamo che il corpo luminoso sia infinitamente lontano, così da potersi ritenere che i suoi raggi arrivino a noi sensibilmente paralleli e che l'intensità di un fascio di questi raggi non diminuisca che per la sola interposizione del corpo trasparente, senza che vi abbia alcuna influenza l’ inclina- zione dei raggi sulla superficie del corpo incontrata da essi, segue, ripetiamo, che le forze (intensità) che ha la luce (o la radiazione ) dopo avere attraversati diversi strati possono essere rappresentate dalle ordinate di una logaritmica sull’ asse della quale (asse delle ascisse in un sistema cartesiano di coordinate ortogonali) siano riportati gli spessori del corpo supposto omogeneo. Il Bouguer chiama gradulucica di un corpo omogeneo che può essere attraversato dalla luce, la logaritmica speciale appartenente a questo corpo, per mezzo della quale dato uno spessore del corpo stesso è possibile calcolare la diminuzione che soffre in intensità un fascio di raggi nell’ attraversarlo. Nella edizione del 1729 la logaritmica speciale di un corpo che può essere attraversato dalla luce, il Bouguer la chiama cli- mafota (**) o gradulucica di questo corpo (pag. 50). La Sezione IV (pag. 306 del Traité) del libro III, che cor- risponde alla Sezione V dell’ Essai (pag. 135) tratta della dimi- nuzione (di intensità) che soffre un fascio di raggi attraversando i corpi che non hanno in ogni loro parte la stessa densità. Il Bouguer afferma che è naturale il pensare che le maggiori o minori ‘condensazioni în un corpo inegualmente condensato, pro- ducano lo stesso effetto riguardo alla moltitudine dei raggi inter- cettati come gli spessori maggiori o minori in un corpo che abbia dappertutto la stessa densità (***), ‘ La luce, non può soffrire una uguale alterazione se non che (#) Pag. 283 del Trazté e pag. 48 dell’ Essaz. i (##) Probabilmente da x\îpag (xAipaxos) = scala e pws (pwrés) = luce. (***) Pare adunque che il Bouguer chiami condensato quel corpo o quella parte di un corpo, che per una causa qualunque pur rimanendo chimicamente invariato acquista una densità maggiore di quella che ha solitamente. — 170 — incontrando lo stesso numero di parti che siano adatte ad inter- cettarne i raggi, od almeno a farli procedere per altra strada; ed affinchè la luce incontri un uguale numero di queste parti, con- viene che attraversi degli spessori più o meno grandi a seconda che il mezzo è meno o più denso. Segue da ciò che se in un parallelepipedo retto diafano ABCD (fig. 1.°, della tav. 1.2) (*) inegualmente denso, nel quale pe- netra un fascio di luce dalla faccia piana 4B, e le porzioni a faccie piane e parallele ABYE, EFHG, GHLK etc. contengano uguale massa di materia come gli strati abfe, efhg etc. fra loro uguali ed appartenenti ad un parallelepipedo retto, abcd con base uguale a quella del precedente (fig. 2.2, della tav. 1.2) omo- geneo di costituzione, trasparente e tale, che ogni singolo strato abfe, efhg etc. assorba tanto di radiazione come i successivi strati del primo corpo considerato, le ordinate RY, SH, TL etc. della curva QVY, che è la gradulucica del corpo ABCD, saranno uguali alle ordinate rf, sh, # etc. della logaritmica guy che rap- presentano le intensità della luce nel corpo omogeneo abcd. La gradulucica QVY (**), pure non essendo una logaritmica, | ha una determinata relazione quindi colla logaritmica guy; e si deve concludere che nel caso presente non sono gli spessori BY, BH, BL etc. che crescono in ragione aritmetica, ma che invece sono le masse contenute in questi strati che crescono in ragione aritmetica, mentre le ordinate BQ, FR, HS ete. decrescono in ragione geometrica. Quindi se in un corpo diafano che abbia forma di cilindro retto, di densità continuamente variabile, si im- maginano condotti dei piani paralleli alle basi, che dividano il cilindro in masse fra loro uguali, l'intensità di un fascio di raggi che attraversi il corpo entrando normalmente da una delle basi, diminuisce in progressione geometrica, mentre la massa dello strato attraversato cresce in ragione aritmetica. E però se sull’ asse delle ascisse in un sistema cartesiano di due assi ortogonali si considerino contate le masse successive del cilindro e le ordinate segnino le corrispondenti intensità di radiazione, la linea congiun- (*) Nelle figure della unita tavola sono state conservate le lettere adottate dal Bouguer; e precisamente queste figure corrispondono alle 40.%; 81.8; 42.° e 43.° del Tratte. (##) Il Bouguer dando il nome di gradulucica a questa curva, che non è una logaritmica, estende implicitamente la definizione di linea gra- dulucica anche ai corpi non omogenei. — 171 — gente le estremità superiori delle ordinate, quando si indichi con 1 l’intensità luminosa del raggio nell'istante prima che penetri nel corpo, sarà una logaritmica rispondente all’equazione y=m* Il paragrafo II della stessa IV sezione del libro III ( pag. 315 del Traité) tratta della trasparenza dell’ atmosfera ( pag. 146 del- l’ Essai). Per istudiare questo argomento, converrà trovare modo di calcolare la massa di aria attraversata da un fascio di raggi pro- venienti da un astro. Rappresenti BAC (fig. 3.2, della tav. 1.2) una porzione della sfera terrestre di centro 7. Conduciamo la TAD, la quale rappresenterà la verticale pas- sante per il punto A. Intorno alla AD come asse concepiamo un cilindro circolare con l’unità di sezione. Se in questo cilindro immaginiamo tracciate diverse sezioni perpendicolari all’ asse, i volumi contenuti fra due di queste. sezioni, saranno proporzionali alle distanze (misurate sulla AD) fra le sezioni stesse; e perciò il numero esprimente la distanza fra due sezioni, rappresenterà anche il volume del ci- lindro racchiuso fra le due sezioni considerate. Assumiamo la AD come asse delle x ed allora, se indichiamo con y la densità dell’aria corrispondente alla distanza x da A, sarà ydx la massa elementare del cilindro di aria di altezza infi- nitesima dx alla distanza x da A e la massa totale d’aria com- presa nel cilindro sarà espressa dallo stesso valore che ha l’area fydx esteso questo integrale da x = 0 ad x=altezza dell’ atmo- sfera. Quando un astro è allo zenit, il fascio di raggi che da esso arriva alla base del cilindro, dovrà attraversare tutta la massa di aria contenuta nel cilindro stesso. Rappresentiamo con perpendicolari ad AD, condotte nello stesso piano verticale, passante per AD, le densità dell’aria cor- rispondenti ai diversi punti di AD; ed ammesso che la densità dell’aria vada diminuendo coll’altezza e che sia funzione continua dell'altezza, le estremità di queste perpendicolari (cioè delle y) si troveranno sopra una curva GER. Qualora i raggi dell’astro, invece che provenire dallo zenit arrivino sullo stesso punto A della terra, secondo la retta SMAY, 2-00 allora per arrivare alla base del cilindro che ha per asse AS e che ha sezione uguale a quello testè-considerato, cioè uguale all’ unità, dovranno attraversare la massa d’aria contenuta in questo cilindro dal limite superiore dell’ atmosfera che si incontra lungo A$8° fino alla superficie della terra cioè fino ad A. Anche in questo caso rappresentiamo con perpendicolari AL, MN etc. ad AS e condotte nello stesso piano: passante per AS le densità dell’aria corrispondenti ai punti A, M etc. e le estremità di tutte queste perpendicolari si troveranno sulla curva LNYV, la quale sarà diversa dalla GER. Per avere l’espressione della massa elementare d’aria che attraversano i raggi che procedono secondo SA, con centro in 7, descriviamo una sfera con raggio a + (indicando con a la TA, raggio della terra) che incontri AD in Y e AS in Med un’altra sfera con raggio a + x + dx, che incontri gli stessi assi in f ed ed in m; cosicchè Ff= da. Conduciamo da T la TY perpendicolare alla AS ed allora avremo, posto YA = d Yli= TM TY= TAX 4RLdrA == id V D+ 2ar +e? TE b° dr 1 3 i fe bift o 7 i 3 affì — (26 pap + Te ATER 2*dz + rico = Di Dori COPI agio af 72 2 ° = =% ==, b b3 1 1 IL 1 gf PSE) 6 a°b*f? AE 7 ab*f? + t beffe rana n 23 — etc. (*) Questa è la vera formola del Bouguer colla quale egli esprime le aree del genere della SALV, che rappresentano le masse di aria, che un fascio cilindrico di sezione uno di raggi provenienti da un astro, attraversa per giungere alla superficie della terra. Questa formola si trova a pag. 156 dell’ Essai d’ Optique sur la gradation de la lumiére e a pag. 329 del Traité d’ Optique sur la gradation de la lumiere. Il Maurer e l’ Angot danno un’ altra forma alla formola del Bouguer. Per arrivare alle espressioni del Maurer e dell’ Angot conviene considerare che gg co Jp sz. VO V + 2ax + 2° db 2 db eagle, Ego + SI 2+... + Cost. le d i QUI RIA Va EA (#) Anche queste formole che sono stampate con esattezza a pag. 156 dell’ Essai contengono invece qualche inesatteza a pag. 329 del 7'raété. sa h È A È Ti Sal k pa 3h Pe; v pe - < RTA\ o ù < se x FI LOR Re EI PIP e — 181 — va esteso fra i limiti z=0, (y=1)ez=1,(y=0)e per con- seguenza il valore Z della massa d’aria attraversata dai raggi compresi nel cilindro da noi considerato nella direzione SA, quando ‘sì ponga db =(a sen kh) dove A è l'altezza dell’astro sull’oriz- zonte, sarà ei ia sen h 2 a sen 3h gt 1 (asen'h — a MO + (ee Ao +6 a? sen 5h Da questa formola deduciamo: LI Wie Des) pista aio a sen 3h Dj a° sen °h 1f(sen?h—1) ici a sen 5h ca 1 fcosîh , 1 ffcos°® 1 fcos”h messa 2 lalsenh 2 af sen 5h 6 asen?h' Chiamando 2 la distanza zenitale dell’ astro l 1 1 f sen? 1 bf senz lf senz ff cosa 2a acos’zcosz 2 a? cos: cosz 6 a cos °z cos 2 3101) sà ( 1 ftang ?z e=%5=secz — 3- tang?z secz —g7acos? 2) LIONE E see e 5 2g tO ari 3 2a? cos ?z che è la forma sotto la quale il Maurer (*) mette la formola del Bouguer. Ponendo f= 1 ossia chiamando uno la massa d’ aria compresa nel cilindro verticale che ha per asse la AD, che deve essere attraversata dai raggi provenienti da un astro collocato allo zenit otteniamo ot 1 ; 1 cote°h 1 1 Taisen. 2400 g°h sen Da sl 2a? sen ?h senh (ba (*) Sur la théorie de l’absorption atmosphérique de la radiation solaîre. — Arch. des Sc. Phys. et Nat. — Trois. période, tome neuviéme (pag. 374), 1883. — La formola si trova a pag. 376. — 182 — 1 1 4 1 piozsle Legno o? SERE ETRE sen ” - 2a COSTE ( 9 a sen ?h ) che è la forma data dall’ Angot (*) alla formola del Bouguer. Il Bouguer per trovare il valore numerico di f che serve a calcolare la massa l d’aria attraversata dal fascio cilindrico (di sezione uno) di raggi provenienti secondo SA si valse del seguente processo : Consideriamo le due logaritmiche y == (it Prendiamo nelle due logaritmiche coordinate uguali y,jY,j%x--- avremo: per la prima e per la seconda ados eu — logs y, ==il09%4y, co lopgini dvoe= loe,)y; c'3 = logs y, gegen iS log, 2 | Buio 095 5 log; Sa logy c I / Yi Yi Ys Ù , »Ys3 Y3 dc, — X,= logo È ce — c,=logg — = los, #losz e 3 2 5 Yo 3 2 Lo) Yi Be Y, 5 dalle quali Inoltre abbiamo Y « log — xy — x, = log, "% 2 sar gi log c Ya log = A Ya siae vira _l0ny I. I03E ore log c dg 1 log; d (*) Kecherches théoriques sur la distribution de la Chaleur a la surface du Globe. — Annales du Bureau central météorologique de France. — Année 1883; premier fascicule (mémoires divers) pag. 121. — La formola in discorso è a pag. 130. rd ‘ 7 Mi. A Rio & Ki di: LIT, ga x E LP SI o SPE 0 ANI TOA ea — (183 — Questa relazione può servire per calcolare c per mezzo dei logaritmi volgari quando di una logaritmica si possano avere due ordinate y, ed y,. i Designando con Log i logaritmi volgari, avremo infatti 1 logo y, — loge yi _ Tog eo Lock alos gg log 10 e quindi logic y, — 108: % : ( Log y, — Log y, ) log 10 E log c na RA ESA . Logy—Logy, LR Il Bouguer applicò questo risultato ad una osservazione fatta sul monte Clairet in Provenza dal De La Hire. Questo scienziato, dice il Bouguer, osservò che al livello del mare la altezza del mercurio nel barometro era di 28 pollici e 2 linee; e che alla sommità del monte, che è alto 257 tese il mer- curio si abbassava a 26 pollici e 4! linee. Per quanto si è detto sopra si avrà 257 Mod. = 0,0285430 = 3910,33 tese Il Bouguer invece pose f= 3911 tese (pag. 318 del Traité e pag. 155 dell’ Essai). Da misure che egli fece in seguito salendo le Cordiliere nel Perou dedusse f—= 4197 tese (*). Per avére / dalla formola del Bouguer, basterà porre per « il numero esprimente il raggio terrestre e per f il valore trovato (il Bouguer ritenne più esatto f= 3911 perchè dedotto da osser- vazioni fatte a partire dal livello del mare). Rammentiamo che il numero 3911 dedotto col calcolo dal Bouguer, che rappresenta la massa d’aria contenuta nel cilindro verticale di sezione 1, vale nell'ipotesi che si rappresenti con 1 la densità dell’aria in prossimità della terra, e che detta massa Di (*) La tesa francese vale metri 1,94904, é espressa per mezzo della densità stessa. Questo fatto riesce anche più chiaro quando si consideri che la massa di un corpo è data dal volume per la densità; nel caso nostro, la massa d’aria con- siderata è data dal prodotto di 1 (che è la densità) per f valore costante della sottangente, la quale viene contata lungo le x, che rappresentano appunto i volumi del cilindro verticale di sezione uno. Perciò il rettangolo 1 x f, che rappresenta la massa d’aria. del cilindro zenitale di sezione uno esige che la densità venga ritenuta costantemente uno. La serie del Bouguer, che esprime i diversi spessori atmo- sferici attraversati dai raggi emessi dagli astri a diverse altezze, cessa di potere essere praticamente applicabile per Rei valori di h, anzi per A=0 si ha e=00. Il Bouguer per completare le sue ricerche, non mancò di considerare e di trattare separatamente. anche questo caso. Quando l’astro è all'orizzonte, b = 0 (fig. 4.8, della tav. 1.*) e perciò la massa d’aria attraversata dal fascio di raggi di se- zione 1, sarà espresso da (1—2z)(a—-x)dxa <@ = uracni no È VV 2ax + a" Lo Be Se si cercano i valori di dx, di (a+ x) e di V/ 2ax + a i seguendo il metodo precedente, si ottiene do si (1—-z)(a+x)dx sA VV 2ax + a° vo È i (af)? de TIGER ua: A Tar - 194 _ o 3 «dl g3V2 4 2af)z 2 96 (2af) Ei af do E l'integrale generale di questa espressione è i z 2afe ui Sf” si pae + 18af3 — da (2af) 6 ii 240af (2af) ù Servendosi di questa e della formola precedente il Bouguer calcolò la seguente tavola (*), nella quale & dinota l’altezza del- & (#) Pag. 332 del Traùté. l’astro sull’orizzonte, 2 lo spessore atmosferico, ossia la massa d’aria compresa nel cilindro di sezione uno, quando si ammetta che per hl =90,/= 3911; ed IZ è l’intensità della radiazione che l’astro invia sull’ area uno (normale alla direzione dei raggi ) della superficie della terra a livello del mare supposto che sia I= 10000 nell'istante prima che i raggi entrino* nell'atmosfera. IHS Spiegheremo poi come vennero calcolati i valori di I. i... 90° 3911 80 3971 70 4162 66°.11'| 4275 65 4315 60 4516 55 4776 50 5104 45 5530 40. 6086 35 6813 30 7784 25 9191 20 11341 19°.16' | 11744 19 11890 18 12515 17 13220 16 14000 A questo punto (pag. 333 del Traité e pag. 162 dell’ Essai) il Bouguer ricorda che precedentemente (in seguito alle osserva- I 3123 8098 3016 1968 T951 7866 77159 1924 1454 1237 6963 6613 6136 0474 5358 h I ST FI Si U 14000 14380 15880 17012 18344 19908 21745 23975 26672 29996 34300 39893 47480 58182 74429 100930 138823 | 14 zioni fatte quando la luna era rispettivamente alta sull’ orizzont 660.11" e 19°.16') ha fatto notare che uno spessore di 7469 tese d’ aria diminuisce l'intensità luminosa da 2500 a 1681 ossia nel rapporto | 1681 i n 2500 = 09724 e perciò conoscendosi ora gli spessori atmosferici che la luce degli astri deve attraversare, quando essi si trovano a diverse altezze, si potrà dedurre l'intensità luminosa che essi inviano normalmente sulla superficie uno a livello del suolo. Indicando con uno la intensità della radiazione che arriva al si limite superiore dell'atmosfera, la intensità Z a livello del suolo, | sarà espressa per quanto abbiamo detto, da una relazione della forma. I = p° dove e è lo spessore atmosferico attraversato. Volendosi. trovare il valore di p quando i raggi percorrono la verticale, ossia quando attraversano 3911 tese di aria, in base ai risultati prece- denti, avremo 7369 0,6724=p 3911 = p ORE d'onde p=0,8123 Quando la quantità di energia raggiante che arriva normal- mente sulla unità di superficie al limite superiore dell’ atmosfera è A, la quantità I di questa energia che arriva al suolo sarà espressa da 1 VApS Questa formola, per quanto abbiamo esposto, è dovuta inte-. 2 ramente al Bouguer, e precisamente essa ci dice che per e=o cioè al limite superiore dell’ atmosfera EA e per e= 1 il rapporto definisce ciò che si chiama trasparenza dell’ atmosfera. La p, come sr abbiamo avvertito, è stata chiamata dal Pouillet costante atmosferica. — 187 — Assumendo per unità la massa d’aria compresa nel cilindro. verticale di sezione uno da noi considerato, ossia dividendo i varii valori di / calcolati da Bouguer per f= 3911 che corrisponde al valore di 2 per R= 90° otteniamo la tavola seguente, che dà i valori di e secondo la formola dell’ Angot, e che vennero cal- colati per la prima volta dal Forbes (*) e riprodotti poi dal tb: Crova (**) dal Radau (***) dal Maurer (#***) dall’ Angot (#*#*#) È dal Violle (******) e da altri. 4 D. € h E h € E 90° 1,0000 || 25° 2,3500 | 10 5,5600 E ° 80 1,0153 | 20 2,8998 9 6,1302 A le 1,0642 | 19.16" | 3,0028 8 | 6,8197 kl 66.11' | 1,0981| 19 3,0401 7 7,6997 3 65 1,1033 || 18 3,1999| 6 | 87701 “2 60 1,1547 || 17 3,3802 5. | 10,2002 55 1,2212 || 16 3,5796 4° | 121401 3 50 1,8050 | 15 3,8046 3 | 148765 4 45: 1,4140 | 14 4,0603 2 | 19,0307 4 40 1,5561 | 13 4,3498 1 | 25,8067 E 35 1,74290 | 12 4,6904 | 0 |34,4955 30 1,9908 | 11 5,0903 (*) Forbes James, On the trasparency of the atmosphere and the fi Law of Extinetion of the solar Rays in passing through the atmosphere (Phil. Trans. of the Royal Soc. for the Jear 1842; parte I, pag. 225). (**) Crova, Mesure de l’ intensité calorifique des radiations solaires ete. — Acad des Sciences et Lettres de Montpellier (1876). — Ed anche: Annales de Chi. et de Phys. T. XI (18377) pag. 438. (#**) Radau, Actinometrie. — Paris, Gautier-Villars 1877. (#***) Maurer, l. c. pag. 390. (#****) Angot, l. c. pag. 131. (***#**) Veolle, l. c. pag. 4l. INDICE GENERALE DEGLI ATTI DELLA SOCIETÀ DEI NATURALISTI DI MODENA Serie III. Vol. XI a XVI, Anni XXVI a XXXI Accademie e Società corrispondenti. SEVERI A SVI a IT a o A VI SAI e I ie A vi i & MILLY: E E RN È BALDINI UGO. 595. 7/97: 98 (45.41) Contribuzione allo studio degli Imenotteri del modenese — Sfecidi-Vespidi(c. una tavola). S. ILI, V. XIII, A. XVVIII » BERGONZINI CURZIO. 589.2 Alcune osservazioni sul fungo della Tricomicosi nodosa (con puaftavola) SSAAILIOVE XII CA XVIII a BENTIVOGLIO ALBERTO. 595.73 (45.113.4"7 BENTIVOGLIO TITO. Libellulidi dei dintorni di Tortona. S. III, V. XIII, A. XXVIII » BENTIVOGLIO TITO. 551.46 (26.175). Analisi di sedimenti marini di alcune profondità del Mar Rosso Notes EMREVESI ARONNE i Ae BENTIVOGLIO TITO. 551.46 (26.2) Analisi dei sedimenti marittimi di due grandi profondità del Mediterraneo. Nota. S. III, V. XI, A. XXVI . . ... >» sta 45 135 178 SRO SENI lie e BENTIVOGLIO TITO. 551.46 (26.175) Analisi di un saggio di fondo del Mar Rosso (Coral Mud). Nota. 8. HI VOXL AO XXVI. O... a BENTIVOGLIO TITO, 595.73 (45.421) Contribuzione allo studio dei Pseudoneurotteri del Modenese. SSHLN XL AVE ee » 122 BENTIVOGLIO TITO. 595.722 P Di un caso di albinismo nella Periplaneta orientalis L. S. III, Be VE XIV; AZIO Lari i 19:28 BENTIVOGLIO TITO. 597.2 (45.1 — 218.4) Di un Petromyzon marinus catturato a S. Angelo Lomellino. È S-HI, VEXEILA. XXVII BENTIVOGLIO TITO. 595.733 (45.114) Libellulidi dei dintorni di Mortara. S. III, V. XIII, A. XXXIII » 199 BENTIVOGLIO TITO. 595.733 (45.434.2) Libellulidi dei dintorni di Rimini. S. III, V. XIV, A. XXIX. » 146 BENTIVOGLIO TITO. 595.733 (45.26 +, 421) Note sui Pseudoneurotteri. S. TII, V. XIII, A: XXVIII 00 BENTIVOGLIO TITO. 595.733 P Osservazioni intorno alle varietà delle specie « Platycnemis pennipes ». S. III, V. XV, A. XXX . Dr RSI gote BENTIVOGLIO TITO. b549.78.41 + 46 DA Ricerche sulla Dolomite. S. III, V. XI, A. XXVI... .. >» 840° BENTIVOGLIO TITO. 549.666 (45.422) Sopra un antico cemento artificiale di Canossa. S. III, V. XIII, AE NWI O OI Et EI N IO ONE BENTIVOGLIO TITO. 595.733 (45.113.4) BENTIVOGLIO ALBERTO. Libellulidi dei dintorni di Tortona. S. III, V. XIII, A. XXVIII » JOLl — 191 — BENZI ARMANDO. 595.799 (45.421) Contribuzione allo studio degli Imenotteri del Modenese e par- e particolarmente delle specie del genere Nomada, con la descrizione di una nuova specie (N. Baldiniana). S. III, V. XI, A. XXVIII. ì BENZI ARMANDO. 595. 793 (45.42) PICAGLIA LUIGI. Contribuzione allo studio degli Imenotteri del Modenese — Tentredinei e Siricidei. S. III, V. XIV, A. XX1X BERTACCHINI PIETRO. 611.910.12 Anatomia della testa di un Feto umano rinocefalo (con tre tavole). S. III, V. XIII, A. XXVIII. BUSCALIONI LUIGI. 581.8 I Granuli d’amido incapsulati della Vicia Narbonensis — Ri- sposta al prof. L. Macchiati. S. III, V. XVI, A. XXXI CAMPANINI IDOLO. 595.121 FERRAGUTI F. Un caso di Cisticerco del Bue. S. III, V. XIV, A. XXIX, CAPANNI VITTORIO. 55.15 (45.422) Spiegazione di un Quadro meteorico. S. III, V. XII, A. XXVII CEVIDALLI ATTILIO. 611.44 Intorno ad alcune speciali vescicole epiteliari annesse al sistema tiroideo. S. III, V. XVI, A. XXXI CEVIDALLI ATTILIO. 5'7"7.8(09 Note storiche intorno agli studî sulla determinazione del sesso S. III, V. XVI, A. XXXI . CHISTONI CIRO. 536.38 Le formole di Bouguer per il calcolo degli spessori atmosferici e della trasparenza dell’ atmosfera (con una tavola) S. III, V. XVI, A. XXXI. » . Pag. 212 78 121 103 156 143 41 165 Ai CHISTONI CIRO. 58.80; Sull’applicazione del Magnetometro dei Seni alla determinazione del Coefficiente medio di temperatura dei Magneti. S. III, V. XII, A. XXVII. CONSOLANI CARLO. 594.104.'7"7 Note sulla struttura della conchiglia nei lamellibranchi. S. III, NE RIN ANATRA e CORIO FRANCESCO. 548.111 Contribuzione allo studio delle Proprietà ottico-cristallografiche di alcuni sali isomorfi di potassio. S. III, V. XVI, A. XXXI DEL RE ALFONSO. eos eo M?° 4 e È O _|— Costruzione delle 16 rette d’ una superficie del 4.° ordine a conica doppia e dei 5 relativi coni di Kummer, S.SITI, VO SOIETA XIV [DV PX] 59 (092 (H) » 2940 Tommaso Enrico Huxley. S. III, V. XIV, A. XXIX. . . Pag. xxxIx Elenco dei Soci. TIVE DEIRA. DAVIES, III, V. XII, A. XXVII III, V. XIII, A, NRIVILIEO III, V. XIV, A. XXIX . III, V. XVI, A. XXXI (CA) FACCIOLÀ LUIGI. 597.550.3 Sunto di alcune ricerche su l’ Organizzazione e lo sviluppo dei Leptocefalidi. S. III, V. XVI, A. XXIX. FERRAGUTI F. 595.121 CAMPANINI IDOLO. Un caso di Cisticerco del Bue S. III, V. XIV, A. XXIX FERRARI ROBERTO. 591.432 + 4'73.012 Di alcune anomalie nell’ Esofago e nei muscoli del Cavallo. SEI AVI STRVARA INI N III UCTRI III III III 122 1030 108 — 193 — FIORI ADRIANO. 5819 (54.7) Alcuni giorni di permanenza a Bombay. Impressioni e note botaniche, S. III, V. XI, A. XXVI FIORI ADRIANO. 589.1 (45.42) SACCARDO FRANCESCO. Contribuzione alla Lichenologia del Modenese e Reggiano. S. III, V. XIII, A. XXVIII . FIORI ANDREA. 598.207.870.5"? Aleuni casi di melanismo in due specie di uccelli. S. III, V. XIII, A. XXVIII. . FIORI ANDREA. 595.'761 (45.711) Alcuni nuovi Carabidi del Gran Sasso d’Italia (con una ta- vola) SII VII, (ASDEXIDE! FIORI ANDREA. 555. '#6 (45) Fauna Entomologica Italiana Coleotteri nuovi o poco conosciuti FIORI ANDREA 595.761 (45) Note critiche sulle specie del primo gruppo del genere Abax colla descrizione di una nuova specie. S. III, V. XIV, A. XXIX GENERALI GIOVANNI. 595.121 Osservazioni sul Cisticerco del Bue e sull’ Echinoccocco del CuogegS III V, XIV ARXIXA. GIOVANARDI EUGENIO. 599.904.0'71.091 Di un cranio scafocefalo ed ultra dolicocefalo (con una tavola) DMRENSTGIIIO VE XITIA XXIX: LEVI GIORGIO. 53" Ricerche sperimentali intorno alle Azioni elettriche provocate dai raggi Rontgen. S. III, V. XVI, A. XXXI . Dr MACCHIATI LUIGI. 89.3 Comunicazione preventiva sulla coltura delle Diatomòèe (data di presentazione il 23 marzo 1892). S. III, Vega, XXVI » » . Pag. 108 170 87 19 153 28 104 4l 66 98 — 194 — MACCHIATI LUIGI. ea, I Tegumenti seminali della Vicia Narbonensis L. non conten- gono i Grani d’amido incapsulati del dott. Buscaglioni. S. III, XIV, A. XXIX . MACCHIATI LUIGI. 581.1:589.95 Nuova contribuzione alla biologia dello Streptococcus bombycis (Pasteur) Fleggi. S. III, V. XIII, A. XXVII . MACCHIATI LUIGI. 581.8 Sui pretesi Granuli d’ amido incapsulati dei tegumenti seminali della Vicia Narbonensis L. Prima replica alla risposta del prof. Luigi Buscalioni. S. III, V. XVI, A. XXXI. MACCHIATI LUIGI. 589. 3 (45.11) Una nuova stazione del Nostoc verrucosum Vaucher. S. III, VIVANO e A e OE MAZZETTI GIUSEPPE. 593.95 (26.75) Catalogo degli Echini del Mar Rosso e descrizione di sp. n. (c. figg. nel testo). S. III, V. XII, A. XXVII. MAZZETTI GIUSEPPE. 593.95 (26.75) Echini del Mar Rosso dragati nella campagna idrografica della R. Nave Scilla nel 1891-92. S. III, V. XII, A. XXVII . MAZZETTI GIUSEPPE. 55. (45.421) Le frane dell’ Appennino modenese. — Lettera aperta al popolo ‘frignanese, ai loro Comuni, alla loro Provincia e al Go- verno. S. III, V. XIV, A. XXIX . MAZZETTI GIUSEPPE. 551.491 (45.421) Per lo scavo di un nuovo pozzo in Modena. — Cenno intorno alla fauna e alla flora del sottosuolo di Modena dai 10 ai 21 metri di profondità SOIL VabeE A Ova 00 MORETTI FOGGIA AMALIA. 58.01 (45.21"7?) Florula delle piante vascolari del Bosco Fontana dei dintorni di Mantova. S. 1II, V. XIV, A. XXIX. . Pag. 113° » 238. — 195 — MORI ANTONIO. — 583.672 (45.421) Intorno alla Primula variabilis Goup. S. III, V. XIV, A. XXIX MORI ANTONIO. 583.37 (45.42) Potentille del Modenese e Reggiano. S. III, V. XIV, A. XXIX Musée Colonial a Harlem (Hollanda). — Circulaire. S. III, V. XVI, A. XXVI. NAMIAS ISACCO. 564. (118.3) Collezione di Molluschi pliocenici di Castellarquato esistenti nel Museo di Mineralogia e Geologia dell’ Università di ModenaxS EEE Vi XV Art XENO ina NAMIAS ISACCO. 552 (63) Contributo allo studio di alcune roccie dell’ Abissinia. Nota. See vXEEARXVIe e i at e aa NAMIAS ISACCO, 594.7 (26.75) Su alcune forme Briozoarie del Mar Rosso. S. III, V. XI, A. XXVI. NAMIAS ISACCO. 594.'? (26.75) Su alcune forme Briozoarie del Mar Rosso. S. III, V. XIII, ACCXXNILTEEF . OLIVI GINO 595.75 (495) Classando Rincoti di Candia. S. III, V. XIII, A. XXVIII. OLIVI GINO 595.75 (45.421) Contributo alla studio della Fauna Entomologica locale. — Rincoti del Modenese. — Elenco sistematico-comparativo. S. III, X. XII, A. XXVII. PANTANELLI DANTE. 5494+55(073.2 (45.421) Appunti per servire alla storia dell’ Istituto di Geologia e Mineralogia della R. Università di Modena. 1882-1893 (con 1 tav.) S. III, V. XII, A. XXVII. PANTANELLI DANTE. 59 (092 Pag. 46 » 43 XII 87 74 93 97 101 Caelo-VogtoS.WEHt, VW XIV,A XXxDe too... pag, AXXVI — 196 — R; PANTANELLI DANTE. 55 (45.421) Contributo alla Geologia dell’ Appennino Modenese. — Sopra una recente pubblicazione del prof. Sacco sull’ Appennino ‘ dell'Emilia: SIE NVNO XI ACDONVIE LEA 53) PANTANELLI DANTE. Gita primaverile del 20 maggio 1895. S. III, V. XXVIII . . » xv PANTANELLI DANTE. 551.491 Grafici sulle osservazioni giornaliere sulle variazioni di livello È delle acque sotterranee di Modena. S. III, V. XVI, A.XXXI » 2 PANTANELLI DANTE. 55.'7?82.1 (45.412) Miocene di Vigoleno e Vernasca. S. III, V. XIII, A. XXVII » 18 PANTANELLI DANTE. 551.782.2 (45.4 ) Paesaggio Pliocenico. — Dalla Trebbia al Reno. S. III, V. XI, A AVI el a MI TO ri e ai PANTANELLI DANTE. 59 (092 (S) Pellegrino De Strobel. S. III, V. XIV, A. XXIX. . . . Pag. xxxvilt PANTANELLI DANTE. 59 (092 (D) Pietro Doderlein. S. III, V: XIV, A. XXIX. <.<... Pag. xxx PANTANELLI DANTE. 58.01 59.01 Principi per un sistema di nomenclatura delle piante e degli animali SAI VXVITARRSAXTI Rana] PANTANELLI DANTE. 552 (113.2) Selei-Mioceniche. SIIT, V XVICA XXXI ee PANTANELLI DANTE. 551.781 (45.421) Sopra un piano del nummulitico superiore dell’ Appennino mo- denese (c. fig. n. testo). S. III, V. XII, A. XXVII ERO PANTANELLI DANTE. 549.258 (45.41) gul Mercurio nativo di Val di Taro. S. IIT, V. XIV, A. XXIX» 112 È ME » dà Dà — 197 — PANTANELLI DANTE. 551.782.1 (45.45) Zona Miocenica a Radiolarie dell’ Appennino settentrionale e centrale. S, III, V. XII, A. XXVII . PICAGLIA LUIGI. 59 (092 (M.) Ab. Giuseppe Mazzetti. S. III, V. XV, A. XXX. PICAGLIA LUIGI. 016.58 (45.421) Bibliografia botanica della Provincia di Modena. — I. Supple- mento, S. III, V. XI, A. XXVI PICAGLIA LUIGI. 59 (092 (B) Cato sBoni (SSTIIOVO NIVEA ZOO IDO i no PICAGLIA LUIGI. 59 (073.5 (45.421) Cenni storici dell’ Istituto Anatomo-Zoologico della R. Univer- sità di Modena (c. 1 tav.). S. III, V. XII, A. XXVII. PICAGLIA LUIGI. 594 (45.421) Contributo alla Fauna Malacologica dell’ Appennino Emiliano Molluschi viventi nel territorio del Frignano. S, III, V. XII, ALS Is PICAGLIA LUIGI. 594 (45.421+ 422) Contributo alla Fauna Malacologica dell’ Emilia — Molluschi viventi del Modenese e del Reggiano — Aggiunte e corre- zioni. S. III, V. XI, A. XXVI. PICAGLIA LUIGI. 564 (45.421 + 422) Contributo alla Malacologica Fossile dell’ Emilia — Molluschi terrestri e fluviatili del Modenese e Reggiano. S. III, V. XI, A. XXVI. PICAGLIA LUIGI, 593.12 : 91.04 Foraminiferi dei Saggi di fondo dragati nel viaggio di circum- navigazione della R. Nave Vetor Pisani comandante G. Palumbo negli anni 1882-85, S. III, V. XII, A. XXVII. PICAGLIA LUIGI, 593.12 (26.2 + 26.75) Foraminiferi del Mediterraneo e del Mar Rosso dragati nella campagna idrografica della R. Nave Scilla nel 1891-1893. Rn XVI » » » . Pag. 160 XXIV 133 XIV 174 226 157 152 95 SAGRE PICAGLIA LUIGI. 9 (092 (P) Luigi Pasteur. S. IIl, V. XIV, A. XXIX PICAGLIA LUIGI. 599 (45.421) Mammiferi del Modenese. Note. S. III, V. XI, A. XXVI PICAGLIA LUIGI. 594 (494) Molluschi dei dintorni di Ginevra. S. III, V. XII, A. XXVII. | PICAGLIA LUIGI. 597 + (26.75) Pesci del Mar Rosso pescati nella campagna idrografica della Regia Nave Scilla nel 1891-92; coll’ aggiunta delle specie del. Mar Rosso e del Golfo di Aden, donate all’ istituto della: R. Università di Modena dal Medico di 1.% classe nella R.* Marina Dott. Vincenzo Ragazzi e dal Tenente di Vascello Paolo Parenti negli anni 1883-84. S. III, V. XIII, A. XXVIII PICAGLIA LUIGI. 59 (092 (B.) Prof. Curzio Bergonzini. Cenno Necrologico. S. III, V. XV. A. XXX. PICAGLIA LUIGI. 59 (092 (G) Prof. Eugenio Giovanardi. Cenno Necrologico. S. III, V. XV, A. XXX. PICAGLIA LUIGI. 596 (63) Vertebrati dell’ Eritrea raccolti dal sig. Ettore Martini Capitano dell’11° Bersaglieri e da lui donati all’ Istituto di Zoologia della R. Università di Modena. S. III, V. XIII, A. XXVIII PICAGLIA LUIGI. BENZI ARMANDO. Contribuzione allo studio degli Imenotteri del Modenese — Tentredinei e Siricidei. S. III, V. XIV, A. XXIX 595.793 (45.41 + 422) POZZI LUIGI. 595.78 (45.421+ 422) Note lepidotterologiche [sul modenese]. S. III, V. XI, A. XXVI Rendiconti delle Adunanze pel 1892, S. ITI, V.XVI A. XXVI. » 1893. S. III, V. XVII, A. XXVII . » 1894. S. III, V. XVIII, A. XXVIII » » » » » » » Spi . Pag. xLI r 182 188 22 XIV 157 ZI ; — 199 — | Rendiconti delle Adunanze pel 1895. S. III, V. XIX, A. XXIX. » » » » 1896-7. S. III, V.XX, A. XXX. » » » » 1898. S.III, V. XXI, A. XXXI. SACCARDO FRANCESCO. 589.1 (45.41 + 422) | FIORI ADRIANO, Contribuzione alla Lichenologia del Modenese e Reggiano. SSEBbPEVEXITE=A:, A. XXVIII ; SANTI VENCESLAO. #99 (45.421) Il Lago Santo Modenese e la sua pesca. S. III, V. XI, A. XXVI TARUGI N. - 5BA6.2'72 +73 Intorno all’ Azione dell’Acido Borico sul Ferro metallico. Nota. SOIIV. XI A. XXVI. TARUGI N. 54" Sull’ Azione dell’Amalgama di sodio nelle Ossime delle Aldeidi triclorurate. S. III, V. XI, A. XXVI. TESTI FRANCESCO. 595.'?54 (45.422) Su alcuni Emitteri i Eterotterri del Modenese. Note. S. III, MEX, A. xa TROTTER ALESSANDRO. 595.206.9 (45.217) Zoocecidii della Flora Mantovana. S. III, V. XVI, A. XXIX. TROTTER ALESSANDRO 595.206.9 (45.217) Zoocecidii della Flora Mantovana. Secondo contributo. S. III, NOXVI, A. XXXI, TROTTER ALESSANDRO 595.206.9 (45.41 + 422) Zoocecidi della Flora Modenese e Reggiana. SARI VAeXVaB A. XXXI ZANFROGNINI CARLO. 589.3 (45.421) Contribuzione alla Flora Algologica del Modenese. S. III, V. XIII, A. XXVIII. 140 37 125 208 149 118 104 INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE IN QUESTO VOLUME & Elenco del Soci delle Società dei Naturalisti di Modena .*. Accademie e Società scientifiche e corrispondenti . Rendiconto delle adunanze — Adunanza generale del 2 gen- MU 1898: re pe e L. Buscarioni. —- I Granuli d’ Amido incapsulati della. Vicia INARDONENSIs: i RE RN a L. Maccniati. — Sui pretesi Granuli d’amido incapsulati dei tegumenti seminali della Vicia Narbonensis A. TrortER. — Zoocecidii della Flora Mantovana D. PANTANELLI. — Selci Mioceniche ii rai A. CevipaLLi. — Note storiche intorno agli studi sulla deter- minazionerdel'isesso=: = rta G. Levi. — Ricerche sperimentali intorno alle azioni elettriche provocate dai raggi Rontgen. <<. e n D. PanraneLLI. — Grafici delle osservazioni giornaliere sulle variazioni di livello delle acque sotterranee di Modena F. Corro. — Contribuzione allo studio del proprietà ottico- cristallografiche di alcuni sali isomorfi di potassio . — A. TrortER. — Zoocecidii della flora Modenese e Reggiana . A. Ceviparti. — Intorno ad alcune speciali vescicole epiteliari annesse al sistema tiroideo . .\.. . .L . D. PANTANELLI. — Principi per un sistema di nomenclatura delle;-piante.iedesli’anmali ne A. Fiori. = "Paana Entomologica Italiana Coleotteri nuovi (O paco sconosciuti go o nta C. Crisroni. — Le formole di Bouguer per il calcolo degli spessori atmosferici e della trasparenza dell’ atmosfera. pei o e con-l tavola. «ur Arese Indice generale della Serie III, Vol. XI-XVI, A. XXVI-XXXI BIBLIOGRAFIA 19 BarD, La spécificité cellullaire, ses consequences en biologie erre Paris, Carré et Naud, 1899. Con questo interessante volume si inizia la-serie biologica della col- | lezione « Scientia » che consterà di. pubblicazioni, redatte da persone competenti, sui problemi generali e oggi maggiormente discussi nei varî campi delle discipline fisico-matematiche e biologiche. . Il Bard, professore alla facoltà medica di Lione, si propone in questo libro una questione molto ardua, ma riesce a risolverla in modo assai. i soddisfacente. i è | Dopo aver schizzate le ‘due teorie della specificità e della du cellulare, cerca di dimostrare che teorie intermedie non hanno ragione i esistere. O si ammette che ciascuna cellula possa divenire di un tipo qualsiasi o no. Un conciliante eclettisno che ammette che determinati strati di cellule diano per regola determinate forme, ma che in casi spe- ciali possano allontanarsi da questa regola, egli non lo può accettare. Per lui le cellule nervose derivano sempre da cellule nervose, le mnsco- lari dalle muscolari; cose tutte risapute e certe almeno per noi italiani che conosciamo le ricerche del Bizzozero e Vassale, per tacere di altri, sulla rigenerazione dei tessuti: ma il Bard va più in là, e crede che una sellula epiteliare piatta debba derivare non da un epitelio in genere ma da un epitelio piatto, è nega affatto l’esistenza della metaplasia dei tessuti, che in patologia è spesso messa in giuoco anche oggidi. Se in una cavità DAPPECAE- da un epitelio cilindrico si viene a formare un epi- sempre caratteri bj Insomma egli è iL Linneo della serie cellulare; cellula ha proprietà ereditarie fisse, o per o modificando il detto. > Lu ica non sarà combattuta in Italia: e uo in Italia pre a Bexlino il elio EL Spposs al nostro A. la sclerosi degli facile, perché tutti sanno “de nei processi ‘cirrotici ®) n) int nettivo, tessuto ignobile e di. sostegno, che prolifera e lussure cade in atrofia 1’ elemento nobile e funzionante. ar To non posso naturalmente ridir qui tutte le ragioni ci ih A. es in modo brillante a favore dae sua diodo ROL sulla. ui i della vita, che si potrebbe opporre sotto. il nome di teoria farai vita alla teoria chimica attualmente in vigore. La vita è una forza fi speciale in certo modo indipendente dalla materia ponderabile serve di substrato, senza essere di un’ essenza diversa delle forze “L più semplici come il calore, l’ elettricità, la luce. Come queste è forza a parte, un modo speciale di movimento della materia impon( bile (chele dei fisici); come esse (SEE pe ue tarsi un i “ubstratun quali innumerevoli varietà non si avranno in un movimento che av in tutti i piani in ‘infinite maniere? i Come il.lettore vede, questa forza ‘vitale è ben lontana dai te spiritualiste. sostiene ue concetto paradossale, date le idee comuni, come ad (pag. 30) i la nei. è il canero SEoA del SI lib “9003 sol AI e aver brevemente trattato della generazione da di; il A. i alla nozione po: Sb definendo la te: Discorre poi Nicla formazione dei prodotti sessuali negli animali su- ò du dei caratteri sessuali secondari, della selezione sessuale e della partenogenesi. Quest'ultima la distingue in artificiale, occasionale, par- ziale, giovanile, totale, e in quella che ricorre solo in determinate sta- gioni dell’anno. Patla quindi del sesso del prodotto nella riproduzione sessuale e nella partenogenesi, e a questo proposito afferma che nelle api non vi sono vere femmine, bensi veri maschi e depositrici d’ova i è tanto sparsa nelle sostanze organiche, che cosa v'è di ni na- 1 urale, scrive asl: che ameno che ciascuna specie di sostanze Do i ie dall’ accollamento dei o. primi LiuiGcola a molecola? di due tipi, l'uno destro e l'altro sinistro, hanno un certo grado di disqui- brio; essi trovano il loro vero equilibrio solo completandosi l'un l’altro «in a tipo neutro. Un plastidio è equilibrato, neutro, o asessuale quando È contiene unicamente delle sostanze plastiche equilibrate. Esso è maschio 0 femmina quando contiene Solera SELE in disquilibrio di un solo io dota salon du. cei par a DE Wan et "Pra. DuranD — Planches dessinées par M.®* B. HENRICQ, MM. CH. Cursin et A. D’APREVAL. Tome I (fascicule 1 & 2). | Bruxelles impr. Ch. Vande Weghe, 1898. dei più interessanti ‘fa ii di si ui = aa sì: Le illustrazioni della Flora del Congo « ci daranno tutte I di HLA I primi due fascicoli ci offrono in 24 tavole e 48 pagine d descrizione delle seguenti specie: i Veronia eruda Klatt, V. verrucata Klatt, | 1A potamophila Klatt., V. amata Klatt., Dei bilabiata Mic gniauxia trilobata Cogn, C. podolaena Bail., Scaphopetalum th eri D Wild et Durand, Cyperus hensii Clarke, C. Mapanioides Clark Lon chocarpus cetveldeanus Mich., Dissotis hensit Cogn., Bwu'bostili: Clarke, Osbeckia consola Cogn., O. crep niana Cogn., Ac masujanus Brig, Tristemma leiocalya Cogn, Dissotis brazzaci, cabrae De Wild et Durand, Acrosticum laurenti Christ, Picreus gonus Clark., Pteropetalum klingiî Pax, Msuata buettneri Hc tosperum bicrurium Schinz et Durand. 59? (6725) I Gai della Fauna del ol. serviranno ad dai mali viventi e fossili conservati nel Museo del Congo e trova dicata regione. i as _ I due fascicoli sino ad ora pubblicati comprendono. 19 tavo pagine di testo: in essi sono descritte le seguenti n. sp. di pes Mormyrops engystoma, M. masuianus, M. sirenoides, M. line M. microstoma, M. attenuatus, Marcusenius, plagiostoma, M. Stomatorhinus microps, Myomyrus macrodon, Gnathonemus Le elephas, G. rhynocephalus, G. curvirostris, G. numenius, Mormyru M. caballus, M.. proboscirostris, Genyomyrus donnii, Elops 01 Hydrocyon goliath, H. vittatus, Eugnathichthys ectveldii, Disti È culatus, D. fasciolatus, D. atroventralis, Alestes liebrechtsii, La da Tarde L. tincatte, L. Salnifery L. macrostoma, L. ba nica 3 — Modena, Tip. G. T. Vincenzi e Nipoti er Ne 4 II Serie — Anno XVI a XXXI ì i tESsO | G. RULSH VINCENZI E I Y Jaei SH) man Net x È y T DELLA SOCIETÀ DEL NATURALISTI | IN MODENA COMPILATO DAL SEGRETARIO PA x * | Dott. LUIGI PICAGLIA SX: INMODENA | PRESSO G. T. VINCENZI E NIPOTI 13 LibraiEditori sotto i Portici del Collegio UGO, Accademie e Società corrispondenti. SUV. XIIF A XXVIII. S. III, V. XIV, A. XXIX SW III, V. XVI, A-XXXI. BALDINI UGO. . 595. '7[9'"7: 989 (45.41) Contribuzione allo studio degli Imenotteri del Modenese — Sfecidi-Vespidi(c. una tavola). S. IlI, V. XIII, A. XVVIII BERGONZINI CURZIO. 589.2 Alcune osservazioni sul fungo della Tricomicosi nodosa (con una tavola). S. III, V. XIII, A. XXVIII. BENTIVOGLIO ALBERTO. 595.73 (45.113.4"7 BENTIVOGLIO TITO. Libellulidi dei dintorni di Tortona, S. III, V. XIII, A. XXVIII BENTIVOGLIO TITO. 551.46 (26.75) Analisi di sedimenti marini di alcune profondità del Mar Rosso Rota SEFE RI VESTA MSN n e a . BENTIVOGLIO TITO. 551.46 (26.2) Analisi dei sedimenti marini di due grandi profondità del Me- diterraneo. Nota. S. III, V. XI, A. XXVI. . ...., Pag. vir » VII » VI » 45 » 1 » 101 » 1859 » 178 4 SOCIETÀ DEI NATURALISTI DI MODENA BENTIVOGLIO TITO. 551.46 (26.75) Analisi di un saggio di fondo del Mar Rosso (Coral Mud). Nota. S. III, V. XI, A. XXVI. BENTIVOGLIO TITO. 595.73 (45.421) Contribuzione allo studio dei Pseudoneurotteri del Modenese. S. III, V. XI, A. XXVI. BENTIVOGLIO TITO. è 595.722 P. Di un caso di albinismo nella Perîpianeta orientalis L. S. IIL V. XIV. A: XXIX . BENTIVOGLIO TITO. : 597.2 (45.1 — 218.4) Di un Petromyzon marinus catturato a S. Angelo Lomellino. S. IlL, V. XIII, A. XXVUII , BENTIVOGLIO TITO. 595.733 (45.114) Libellulidi dei dintorni di Mortara. S. III, V. XIII, A. XXXIII BENTIVOGLIO TITO. 595.733 (45.484.2) likellulidi del distorce Rigi 5 TRROV Sa BENTIVOGLIO TITO. 595.'733 (45.26 +, 421) Note sui Pseudoneurotteri. S. III, V. XIII, A. XXVIII BENTIVOGLIO TITO. 595.788 P Osservazioni intorno alle varietà delle specie « Platycnemis pennipes ». S. III, V. XV, A. XXX . BENTIVOGLIO TITO. b49.'78.41 + 46 Ricerche sulla Dolomite. S. III, V. XI, A. XXVI. BENTIVOGLIO TITO. 549.666 (47.422) Sopra un antico comento artificiale di Canossa, S. III, V. XII, A. XXVIII. BENTIVOGLIO TITO. 595.733 (45.113.4) BENTIVOGLIO ALBERTO. Libellulidi dei dintorni di Tortona. S. III, V. XIII, A. XXVII » 146 20. sad 17 INDICE GENERALE DELLA III SERIE BENZI ARMANDO. 595.799 (45.421) Contribuzione allo studio degli Imenotteri del Modenese e par- e particolarmente delle specie del genere Nomada, con la descrizione di una nuova specie (N. Baldiniana). S. III, V. XI, A. XXVIII. . Pag. 212 BENZI ARMANDO. 595. 793 (45.42) | PICAGLIA LUIGI. Contribuzione allo studio degli Imenotteri del Modenese — Tentredinei e Siricidei. S. III, V. XIV, A. XXIX Eng) BERTACCHINI PIETRO. 611.910.112 Anatomia della testa di un Feto umano rinocefalo (con tre tavole). S. III, V. XIII, A. XXVIII. BUSCALIONI LUIGI. 581.8 I Granuli d’amido incapsulati della Vicia Narbonensis — Ri- sposta al prof. L. Macchiati. 8. III, V. XVI, A. XXXI CAMPANINI IDOLO. 595.121 FERRAGUTI F. Un caso di Cisticerco del Bue. S. III, V. XIV, A. XXIX . CAPANNI VITTORIO. 55.15 (45.422) Spiegazione di un quadro meteorico. S. III, V. XII, A. XXVII CEVIDALLI ATTILIO. 611.44 Intorno ad alcune speciali vescicole epiteliari annesse al sistema tiroideo. S. III, V. XVI, A. XXXI CEVIDALLI ATTILIO. 577.8(09 Note storiche intorno agli studî sulla determinaz one del sesso SGELE.VIXVI CA XXXI, CHISTONI CIRO. 551.593.8 Le formole di Bouguer per il calcolo degli spessori atmosferici e della trasparenza dell’ atmosfera (con una tavola) S. III, NSA AA NONE NA N o e e ino » 121 105 156 143 41 165 6 SOCIETÀ DEI NATURALISTI DI MODENA SERS 3 CHISTONI CIRO. — 3.8 Sull’applicazione del Magnetometro dei Seni alla determinazione del coefficiente medio di temperatura dei Magneti. S. III, Va ATENA DONSYIT, CONSOLANI CARLO. 594.10 4.77 Note sulla struttura della conchiglia nei lamellibranchi. S. III, VE ZIEVE FANTINO i CORIO FRANCESCO. 548.111 Contribuzione allo studio delle proprietà ottico-cristallografiche di alcuni sali isomorfi di potassio. S. III, V. XVI, A. XXXI. » DEL RE ALFONSO. 515 M° 4 | e|_ Costruzione delle 16 rette d’ una superficie del 4.° ordine a conica doppia e dei 5 relativi coni di Kummer. SITE NOTA NI, 0 ED VIVA] 59 (092 (H) QI Tommaso Enrico Huxley. S. 1II, V. XIV, A. XXIX. . . Pag. xxx1x Elenco dei Soci. SL VEIRASIRXVI . III, V. XII, A. XXVII . III, V. XIII, A. XXVIII. CRI RO SERI: VERRA RI e UL, . III, V. XVI, A. XXXI n DVDRWDVW VV . Pag. FACCIOLÀ LUIGI. 597.550.3 Sunto di alcune ricerche su l° organizzazione e lo sviluppo dei Leptocefalidi. S. III, V. XVI, A. XXIX. FERRAGUTI F. 595.121 CAMPANINI IDOLO. Un caso di Cisticerco del Bue S. III, V. XIV, A. XXIX FERRARI ROBERTO. 591.432 + 4'73.012 Di alcune anomalie nell’ esofago e nei muscoli del Cavallo. . III, Ne XIV, ALII III ZII" Hr QUELLI NI 122 103. INDICE GENERALE DELLA Ill SERIE FIORI ADRIANO. 5819 (54.7) Alcuni giorni di permanenza a Bombay. Impressioni e note botaniche, S. III, V. XI, A. XXVI — FIORI ADRIANO. 589.1 (45.42) SACCARDO FRANCESCO. Contribuzione alla Lichenologia del Modenese e Reggiano. SURI, V. SEIT, AS XXVI . ORI: FIORI ANDREA. 598.207.870.5"7 Alcuni casi di melanismo in due specio di uccelli. S. IIL, V. XIII, A. XXVIII . FIORI ANDREA. 595.761 (45.711) Alcuni nuovi Carabidi del Gran Sasso d’Italia (con una ta- vola) S. III, V. XIV, A. XXIX. FIORI ANDREA, 555. 76 (45) Fauna Entomologica italiana Coleotteri nuovi o poco conosciuti FIORI ANDREA 595.761 (45) Note critiche sulle specie del primo gruppo del genere Abax colla descrizione di una nuova specie. S. III, V. XIV, A. XXIX GENERALI GIOVANNI. 595.121 Osservazioni sul Cisticerco del Bue e sull’ Echinoccocco del cuore. S. III, V. XIV, A. XXIX GIOVANARDI EUGENIO. 599.904.0'71.091 Di un cranio scafocefalo ed ultra dolicocefalo (con una tavola) SISI VEEXITI, A. XXIX LEVI GIORGIO. 53"? Ricerche sperimentali intorno alle azioni elettriche provocate dai raggi Ròntgen. S. III, V. XVI, A. XXXI . MACCHIATI LUIGI. 589.3 Comunicazione preventiva sulla coltura delle Diatomèe (data di presentazione il 23 marzo 1892). S. LII, V. XI, A. XXVI » . Pag. 108 170 87 153 28 41 66 dò 8 SOCIETÀ DEI NATURALISTI DI MODENA © MACCHIATI LUIGI. deli I Tegumenti seminali della Vicia Narbonensis L. non conten- gono i Grani d’ amido incapsulati del dott. Buscaglioni, Sr NA E MACCHIATI LUIGI. 581.1 :589.95 Nuova contribuzione alla biologia-dello Streptococcus bombycis (Pasteur) Fleggi. S. III, V. XIII, A. XXVII MACCHIATI LUIGI. 581.8 Sui pretesi Granuli d’ amido incapsulati dei tegumenti seminali della Vicia Narbonensis L. Prima replica alla risposta del prof. Luigi Buscalioni. S. III, V. XVI; A. XXXI. \ MACCHIATI LUIGI. 589. 3 (45.11) Una nuova stazione del Nostoc verrucosum Vaucher. S. III, VO XIVEJAL DMI MAZZETTI GIUSEPPE. 593.95 (26.725). Catalogo degli Echini del Mar Rosso e descrizione di sp. n. (c. figg. nel testo). S. III, V. XII, A. XXVII . MAZZETTI GIUSEPPE. 593.95 (26.75) Echini del Mar Rosso dragati nella campagna idrografica della. R. Nave Scilla nel 1891-92. S. III, V. XII, A. XXVII . MAZZETTI GIUSEPPE. 55. (45.421) Lo frane dell’ Appennino modenese. — Lettera aperta al popolo frignanesc, ai loro Comuni, alla loro Provincia e al Go- VOLNO, Se LL Vi IVI PROX MAZZETTI GIUSEPPE. i 551.491 (45.4Z1) Per lo scavo di un nuovo pozzo in Modena. — Cenno intorno | alla fauna e alla flora del sottosuolo di Modena dai 10 ai 21 metri di profondità. S. IIL, V. XI, A. XXVI MORETTI FOGGIA AMALIA. 58.01 (45.21'?) Florula delle piante vascolari del Bosco Fontana dei dintorni di Mantova SAINT . Pag. 113 31200) CE AO Delon » 288 » 100 » 1 » 59 INDICE GENERALE DELLA III SERIE MORI ANTONIO. 583.6 72 (45.421) Intorno alla Primula variabilis Goup. S. III, V. XIV, A. XXIX MORI ANTONIO. 583.37 (45.42) Potentille del Modenese e Reggiano. S.III, V. XIV, A. XXIX Musée Colonial a Harlem (Hollanda). — GCirculaire. S. III, V. XVI, A. XXVE NAMIAS ISACCO. 564. (118.3) Collezione di Molluschi pliocenici di Castellarquato esistenti nel Museo di Mineralogia e Geologia dell’ Università di Modena, S. III, V. XV, A. XXX. NAMIAS ISACCO. 552 (683) Contributo allo studio di alcune roccie dell’ Abissinia. Nota. STEBLISAVA ET CAT XRVII. NAMIAS ISACCO. 594.7? (26.75) Su alcune forme Briozoarie del Mar Rosso. S. III, V. XI, A. XXVI. NAMIAS ISACCO. 594.7 (26.725) Su alcune forme Briozoarie del Mar Rosso. S. III, V. XII, A. XXVIII. OLIVI GINO 595.75 (495) Classando Rincoti di Candia. S. III, V. XIII, A. XXVIII. OLIVI GINO 595.75 (45.421) Contributo alla studio della Fauna Entomologica locale. — Rincoti del Modenese. — Elenco sistematico-comparativo. SAREI RA VIE PANTANELLI DANTE. 549 +55(073.2 (45.421) Appunti per servire alla storia dell’ Istituto di Geologia e Mineralogia della R. Università di Modena. 1882-1893 (con 1 tav.) S. III, V. XII, A. XXVII. PANTANELLI DANTE. 59 (092 Pag. 46 » 43 » Sul » 5 » 87 » 14. » 93 » 97 Di LOL » 64 Carlo Most Si EE V- XIV; A XXIX... . ...0. 0 pag: XxxvIl ; i € 5 10 SOCIETÀ DEI NATURALISTI DI MODENA Ù PANTANELLI DANTE. 55 (45.421) Contributo alla Geologia dell’ Appennino modenese. — Sopra una recente pubblicazione del prof. Sacco sull’ Appennino dellEmilia, SIE Vi ZII ATZONVITO 0 LI SE a oa PANTANELLI DANTE. ea Gita primaverile del 20 maggio 1895. S. III, V. XXVIIL . .° » xv 1 PANTANELLI DANTE. 551.491 Grafici sulle osservazioni giornaliere sulle variazioni di livello delle acque sotterranee di Modena. S. III, V. XVI, A.XXXI » 72° PANTANELLI DANTE. 55.'?82.1 (45.412) 0: Miocene di Vigoleno e Vernasca. S. III, V. XIII, A. XXVII » 18° s PANTANELLI DANTE. 551.782.2(44 ) Paesaggio Pliocenico. — Dalla Trebbia al Reno. S. III, V. XI, i Ac ROM TTT ATI ST IO RS RIO NO IS PANTANELLI DANTE, 59 (092 (S) Pellegrino De Strobel. S. III, V. XIV, A. XXIX. . . . Pag. xxxvi PANTANELLI DANTE. 59 (0832 (D) Pietro Doderlein. S. III, V. XIV, A. XXIX. o... Pag. xxx PANTANELLI DANTE. 58.01 n 59.01 Principi per un sistema di nomenclatura delle piante e degli Se animali. SII, V; XVE A/XXXI 0... 0. ee PANTANELLI DANTE. 552 (118.2) [DoS Selci Mioeeniche. S. III, V. XVI, A. XXXI i... i. 0a PANTANELLI DANTE. 551.781 (45.421) Sopra un piano del Nummulitico superiore dell’ Appennino mo- denese (c. fig. ns testo). iS II, NV. XII A XVI PANTANELLI DANTE. 549.258 (45.41) Sul Mercurio nativo di Val di Taro. S. III, V. XIV, A. XXIX» 112 INDICE GENERALE DELLA III SERIE 11 PANTANELLI DANTE. 551.'?82.1 (47.45) Ziona Miocenica a Radiolarie dell’ Appennino settentrionale e centrale. S. III, V. XII, A. XXVII . PICAGLIA LUIGI. 59 (092 (M.) Ab. Giuseppe Mazzetti. S. III, V. XV, A. XXX. PICAGLIA LUIGI. 016.58 (45.421) Bibliografia botanica della Provincia di Modena. —I. Supple- mento, S. III, V. XI, A. XXVI | PICAGLIA LUIGI. 59 (092 (B) Carlo Boni. S. ILI, V. XIV, A. XXIX. PICAGLIA LUIGI, 59 (073.5 (45.421) Cenni storici dell’ Istituto Anatomo-Zoologico della R. Univer- sità di Modena (c. 1 tav.). S. III, V. XII, A. XXVII. PICAGLIA LUIGI. 594 (45.421) Contributo alla Fauna Malacologica dell’ Appennino emiliano Molluschi viventi nel territorio del Frignano. S. III, V. XII, REXAVIN 1, vu PICAGLIA LUIGI. 594 (45.421 422) Contributo alla Fauna Malacologica dell’ Emilia — Molluschi viventi del Modenese e del Reggiano — Aggiunte e corre- zioni. S. IIL, V. XI, A. XXVI. PICAGLIA LUIGI. 64 (45.421 + 422) Contributo alla Malacologica Fossile dell’ Emilia — Molluschi . terrestri e fluviatili dol Modenese e Reggiano. S. III, V. XI, A. XXVI. PICAGLIA LUIGI, 593.12: 91.04 Foraminiferi dei Saggi di fondo dragati nel viaggio di circum- navigazione della R. Nave Vetor Pisani comandante G. Palumbo negli anni 1882-85. S. III, V. XII, A. XXVII. PICAGLIA LUIGI. 593.12 (262 + 26.75) Foraminiferi del Mediterraneo e del Mar Rosso dragati nella campagna idrografica della R. Nave Scilla nel 1891-1893. “ETA: ce . Pag. 160 XXIV 133 XIV 174 226 157 152 95 I) SOCIETÀ DEI NATURALISTI DI MODENA PICAGLIA LUIGI. 9 (092 (P) Luigi Pasteur. S. IIl, V. XIV, A. XXIX PICAGLIA LUIGI. 599 (45.421) Mammiferi del Modenese. Note. S. III, V. XI, A. XXVI PICAGLIA LUIGI. 594 (494) Molluschi dei dintorni di Ginevra. S. III, V. XII, A, XXVII. PICAGLIA LUIGI. 597 + (26.75) Pesci del Mar Rosso pescati nella campagna idrografica della Regia Nave Scilla nel 1891-92; coll’ aggiunta delle specie del Mar Rosso e del Golfo di Aden, donate all’ istituto della R. Università di Modena dal Medico di 1.* classe nella R.* Marina Dott. Vincenzo Ragazzi e dal Tenente di Vascello Paolo Parenti negli anni 1988-84. S. III, V. XIII, A. XXVIII PICAGLIA LUIGI. 59 (092 (B.) Prof. Curzio Bergonzini. Cenno Necrologico. S. III, V. XV. A. XXX. I PICAGLIA LUIGI. 59 (092 (G) Prof. Eugenio Giovanardi. Cenno Necrologico. S. III, V. XV, PICAGLIA LUIGI. 596 (63) Vertebrati dell’ Eritrea raccolti dal sig. Ettore Martini Capitano dell’11° Bersaglieri e da lui donati all’ Istituto di Zoologia della R. Università di Modena. S. ILL, V. XIII, A. XXVIII PICAGLIA LUIGI. 595.793 (45.41 + 422) BENZI ARMANDO. Contribuzione allo studio degli Imenotteri del Modenese — Tentredinei e Siricidei. S. III, V. XIV, A. XXIX POZZI LUIGI. 595.78 (45.421+ 422) Note lepidotterologiche [sul modenese]. $. III, V. XI, A. XXVI Rendiconti delle Adunanze pel 1892. S. III, V.XVIA. XXVI. » » » » 1893. S. III, V. XVII, A.XXVII . » » » » 1894. S. III, V. XVIII, A. XXVIII — sd XIV RaÈ ì al Xe: Api SLA SI I CAR 157.005 71 SAI INDICE GENERALE DELLA Ill SERIE 13 Rendiconti delle Adunanze pel 1895. S. III, V. XIX, A. XX a Pax » » » » 1896-7.S.III, V. XX, A.XXX. . me puoi » » » » 1898.:S.ILI, V. XXI, A. XXXI. . >» X -SACCARDO FRANCESCO. 589.1 (45.41 | 422) FIORI ADRIANO. Contribuzione alla Lichenologia del Modenese e Reggiano. SEITEN ESSE SA XXVILL STI I e I » 170 SANTI VENCESLAO. 799 (45.421) Il Lago Santo Modenese e la sua pesca. S. III, VESTA NERVI ea 9 TARUGI N. 546.272 + ‘03 Intorno all’ azione dell’Acido Borico sul Ferro metallico. Nota. S. Dl NE DISRIAG XXVI. TRA AVIRA O RN SA CARRO i 0) TARUGI N 5A? Sull’ Azione DOO di sodio nelle Ossime delle Aldeidi triclorurate. S. III, V. XI, A. A. XXVI. LES PE El ATI) TESTI FRANCESCO. 595.754 (45.422) Su alcuni Emitteri Eterotterri del Modenese. Note. S. III, NESS NSOE e n 203 TROTTER ALESSANDRO. 595.206.9 (45.21'?) Zoocecidii della Flora mantovana. S, III, V. XVI, A. XXIX.» 149 TROTTER ALESSANDRO 595.206.9 (45.21) Zoocecidii della Flora mantovana. Secondo contributo. S. III, VI PDIII TRONO e) 9 TROTTER ALESSANDRO 595.206.9 (45.41 | 422) Zoocecidi della Flora modenese e reggiana. S. III, V. XVI, Pesa a a i de LIS ZANFROGNINI CARLO. 589.3 (45.421) Contribuzione alla Flora Algologica del Modenese. S. III, VELI, A SOIN A A 0. ma; È MANCIA He tp bon (RAI part ee NU got ar; MaRa, VAGONI datati PARERI TTT VI LLLLI] TOTP TT ANA > pas DIRE” DI ped i HO I VENE Sv Len ela Aug x ha ui (5) La By ©! | I x Lg MS | » N i il Ap, al LLEIT (E DE è, ; VO LITI INBab a Pg? Cl e° Iingttiat® i Nans9t8g È st dg ; : RI "Mb PRC) d 4) ' ii al son CUI Sp 1 NI È. my) viva) ni vs è À) da Du f 11) HA ur C OLE i pe 111%, IRA Nera nza to LLelt Nan. 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