\0(o(3-'^'^tj FOR THE PEOPLE POP. EDVCATION FOR SCIENCE LIBRARY OF THE AMERICAN MUSEUM OF NATURAI HISTORY /Bound at\ |a.!V!.N.H. ATTI MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE DI TRJKSTE IX. (Voi. III. della Serie nuova) .^. TRIESTE TIPOfiUAFIA DEL LLOYD ATISTHIAOO Editrice la Direzione del Museo. ^^- fZ-5 '^Oà'^- y-''^. /^|i negli ultimi anni per la massima parte siffattamente ^^■^^^ ingombri di oggetti affastellati senza alcun ordine, che più di un museo offrivano sembianza di un immane deposito. Imperiosa quindi sempre più facevasi sentire la necessità di un ampliamento, senza di cui qualsiasi espansione del nostro istituto sarebbe rimasta fatalmente inceppata. A questo stato di cose il Consiglio Municipale provvide per ora colla concessione di tre nuove stanze, mercè delle quali si potè sopperire almeno ai più urgenti bisogni e dare un ordinamento migliore alle raccolte. Ma anche questo provvediménto non può venire riguardato che del tutto provvisorio, rendendosi sempre più evidente l'ineluttabile necessità di pensare seriamente all'ere- zione di un apposito edifìcio, che meglio del presente corrisponda alle esigenze di un museo moderno. L' aggiunta dei nuovi locali ci obbligò ad una trasposizione generale delle raccolte, affine di disporle per quanto possibile sistematicamente. Cosi le tre sale anteriori furono riservate esclusivamente alla fauna marina, una sala laterale all' ornito- logia, una alle raccolte anatomiche, cui seguono quelle dei mammiferi e delle collezioni erpetologiche. Nel locale già occupato da quest'ultime vennero disposti gli erbari, riser- vandosi la stanza restata per tal modo disponibile, ad uso della direzione. Delle nuove stanze una fu dedicata alle raccolte di 4 mineralogia e geologia, le altre due alla sezione paletnologica, occupandosi una esclusivamente dagli oggetti provenienti dagli scavi delle necropoli di S. Lucia e di Caporetto, l' altra dai resti tratti dalle grotte e dai castellieri, come pure di altri sepolcreti meno estesi. In questa occasione furono riordinate totalmente le raccolte in alcool secondo il nuovo sistema, fissandosi cioè i singoli oggetti su lastrine di vetro latteo o nero. Anziché però assi- curameli mediante filo vennero attaccati con colla di pesce o gelatina, che off're il vantaggio d'indurirsi rapidamente nello spirito e di render le manipolazioni più sollecite. Per tal modo queste collezioni, che per esser meno appariscenti, venivano solitamente poco osservate dal publico, presentano ora un aspetto del tutto diverso e permettono allo studioso di discer- nere i differenti caratteri morfologici degli animali, senza doverli estrarre ogni volta dal vaso. In causa di questo ampliamento fu reso necessario l' acquisto di un numero considerevole di nuovi scaffali, i quali richiesero la spesa di oltre 11000 corone. Ciò non ostante la ristrettezza dei locali non permise che si esponessero parecchie collezioni, specialmente d'invertebrati, che attendono nei depositi tempi migliori. Sebbene questi lavori di riadattamento assorbissero buona parte dell'attività del personale addetto al museo, venne tuttavia curato alacremente l' accrescimento delle varie sezioni, che dal più al meno presentano tutte un notevole progresso. Si procurò di completare le raccolte patrie, sostituendosi esemplari freschi a buon numero di vecchi o deteriorati. Altre specie rare od interessanti per le loro dimensioni speciali ag- giunsero pregio alle collezioni, delle quali citerò solamente una Banzania truncata, pesce rarissimo del nostro mare, una Sciaena Aquila, un Xyphias glad'ms^ un Loyhius inscatoriiis lungo ben 140 centimetri, due Zygaena niaUcus, parecchi pesci-cani {Oxyrrhina Spallanzani, Alopias vulpes, Prionodon Milherti, ecc.), un Delphinus Tursio, un Mormon fratercida da Capodistria, alcune Alche lorde, vari Protei da Carpano, ecc. ecc. Un beli' aumento ebbe la serie dei pesci pietrificati da Comen, dalla quale località il nostro museo possedè i due rarissimi sauri, V Adacosmirus Toìnmasinii H. Mey ed il Carsusaurus Marchescttii, recentemente illustrato dal Prof. Kornhuber, ^) mentre altri due sauri atten- dono ancora di essere descritti. I nostri pesci fossili furono non è guari fatti studio dal chiar. Prof. Gorjanovic-Kramberoer, che ora appunto sta publicando un' opera in proposito, ove verranno illustrate parecchie specie nuove. Del pari si occupò delle nostre ipuritidi il Dr. Futterer, che quanto prima ne darà relazione. Le ricerche latte nelle nostre caverne ci diedero pure un bel materiale di resti d'animali diluviali, dei quali finora non si conoscevano che poche stazioni nel nostro Litorale. Così si ebbero copiosi avanzi dell' Ursus spclacus e d' altre specie tro- gloditiche dalle caverne di Permani '^) e di Tribnssa, come pare da quella di Gabrovizza, già descritta nell' antecedente volume de' nostri Atti. '"*) L' esplorazione preistorica della nostra provincia, già sì bene iniziata negli anni precedenti, fu attivamente continuata anche in questi ultimi e ci diede risultati notevolissimi, che vennero ad arricchire non poco la sezione paletnologica del nostro museo. La messe più copiosa venne fatta nella vasta ed ormai celebre necropoli di S. Lucia, nella quale si apersero da noi diggià 3227 tombe. Dei preziosi cimeli, conservati nelle nostre collezioni, fu recentemente publicata l'illustrazione nel Bollettino della Società Adriatica di scienze naturali. *) Altri arricchimenti s' ebbero dagli scavi praticati nella necropoli di Caporetto, in cui si visitarono pure 1118 tombe, di S. Pietro al Natisone, lelsane. Villa di Rovigno, Canfanaro, Cittanova, Monfalcone, Sutta, M. S. Vito, Slap ecc. come pure da un gran numero di castellieri e di grotte, che più o meno estesamente furono esplorati e che fornirono importanti reliquie de' nostri proavi. ') Abhandlutigen d. k. k. geol. Rcichsanstalt, XVII, lS!i;5, Heft 3. ') Boll. Soc. Adr. XIII, 18'J2, p. liJ'J. ■■') p. 143. ') Marchesctti : Scavi nella necropoli di S. Lucia presso Tolmino. Trieste, XV, 1893, con 30 tav. Ut. Di alcuni degli oggetti più notevoli della necropoli di S. Lucia, il Museo centrale romano-germanico di Magonza, fece eseguire dei modelli per esservi conservati. Ne minori furono gli accrescimenti delle raccolte generali, derivanti parte da acquisti, parte da doni e parte dalle raccolte fatte durante vari viaggi e specialmente in Dalmazia, Bosnia, Grecia, Turchia, Spagna e Svizzera. Ricorderò qui una raccolta di 160 pesci e crostacei dall' isola di Ceylon, una serie di 35 uccelli rari dalle isole Samoa, un Falco islandicus, un Ursus tihcthimis, un Tapyriis americamis^ alcuni Ornitorinchi, molti pesci ed uccelli come pure numerosi minerali e rocce a completamento delle rispettive collezioni, una serie di marmi aquilejesi, oggetti neolitici dalle palafitte di Robenliausen e di Lubiana ecc. ecc. Tra i vari doni che verranno specificati più oltre, non so esimermi dal nominare specialmente quello della collezione del fu console Champion, ascendente a 1400 molluschi ed altri animali, per la macrgior parte egiziani e del Mar Rosso, ricevuto dagli esimi signori D.ri Lorenzutti. Vanno rese grazie speciali ai seguenti signori, che vollero contribuire all' incremento del nostro museo : Alessandrini E. — Un Poliporo. Allodi R. — Un caso di fasciazione di Pino. Antonig C. — Un Botaurus stellaris. Balfour B. Prof. — Una raccolta di alghe da Edimburgo. Bucchich G. Dr. — Diversi animali marini (crostacei, echinodermi e spugne) dall'isola di Lesina. Cambon A. Dr. — Un Tropidonotus tessellatus. Cambon L. Dr. Gav. — Travertino da Scardona. Cofler A. Dr. — Una Sitta europaea ed un ferro da cavallo da Roma presso Rozzo. Comas G. A. — Un passer dornesticus albino ed un Myoxus glis. Covacich F. — Un Circaetus gallicus da 8. Lucia. Defacis G. Dr. Comm. S. E. — Diversi animali marini dall' Oceano Pacifico. Diem L, — Un Porpliyrio caeruleus dalle Indie orientali. Doz G. — Un Baccinum fossile da Verteneglio. Ebnet A. — Un' Ardea purpurea. Filippi A. — Un Meles taxus, quattro volpi giovani e parecchi uccelli. Franceschi I. de. — Un' Ardetta minuta da Umago. Furlani E. — Parecchi oggetti preistorici dai castelli eri e grotte dell' Istria, animali e fossili diversi dall' Istria, Plezzo e Cervignano. Gairinger G. — Bubo maximus ed un Falco da Jamiano. Genel A. — Un' Allodola albina. Gironcoli L. Dr. — Dentatura di P^^nodon fossile da Buje. Giurovich N. Gap. — Un Diodon maculatus, una sega di Pristis pectinatus ed una coda di Raja. Goriup G. — Fossili da Prosecco. Graeffe E. Dr. — Fossili da Gabrovizza, ragni dai dintorni di Trieste. Gvozdanovich T. — Un fossile da Reppentabor. Haracich A. Prof. — Breccie ossifere da Lussino. Heierli G. Prof. — Una raccolta di selci paleolitiche dalla Svizzera. Heldreich T. Dr. de — Celestina dal Laurion e diversi marmi e Clausilie dalla Grecia. Hoffmann A. — Insetti, piante, ecc. dall'isola Meleda. Janni G. Cav. — Due colossali Chelonie e tre altre tarta- rughe dall'Oceano ind. e due d'acqua dolce dalle Indie orientali. Jeroniti N. — Diversi uccelli dai dintorni di Trieste, Kesel 0. — Una Lucertola dal Brasile. Kossovilz E. — Una larva di Triton. Kramer G. — Pulcino mostruoso. Lanza C. de. — Inuus cynomolgus. Lehner G. — Diversi insetti dai dintorni di Trieste. Leis A. — Una fusajuola ed un nucleo di selce dal Castelliere di Montebello. Liebmann C. — Un piede di mummia. Lloyd a. Direzione. — Un teschio di cavallo. Lordschneider E. — Diversi uccelli da Ospo. Lorenzutli E. Dr. ing. — Un Elaphis Aesculapii. Lorenzutti L. Dr. a nome degli Eredi Champion. — Una collezione di 1400 animali, per la massima parte molluschi, dall'Egitto e paesi circostanti. Loser E. Dr. — Una ricca collezione di fossili eocenici dall'Istria e cristalli di cinabro da Idria. Lunardelli G. Dr. Cav. — Una Vipera ammodytes da S. Canziano. Machlig P. — Vari uccelli da Duino. MaflFei 0. Gap. — Due Cerchneis cenchris dalla Grecia. Malusa A. — Diversi uccelli dai dintorni di Trieste (Aegialites hiaticula, Totanus glareola, Tringa minuta, ecc.). Marinelli A. — Alcuni uccelli. Marinelli Fr. — Un Anthus campestris da Zaule. Marinitsch G. — Barbus plebejus e fossili da S. Canziano. Mark N. Gav. — Un Diodon dal Mar Rosso. Martelanz G. Parr. — Fossili da Prosecco. Martinis N. Gap. — Una ricca collezione di animali dal- l'Oceano indiano e due Lucerta muralis var. Melisellae da Lissa. MartinoUi G. ing. — Un Cerchneis tinnunculus da Spolaria (Carnia). Mauroner L. — Sciurus vulgaris e Sus sp. juv. Meyer de Heldenfeld A. — Un nido (favo) di Vespa crabro. Mondolfo G. — Oggetti diversi dall' Egitto. Moser G. Dr. — Ossa di un cavallo. Mosettig G. — Uno Sturnus vulgaris dall'isola di Meleda. Museo Provinciale di Gorizia (Sez. Storia nat.). — Alcuni uccelli e fossili. Nitsche G. Dr. — Una Scimmia ed una Numida meleagris. Novak M. — Diversi oggetti preistorici dall'isola di Lesina. Padovan D. Dr. — Un calcolo intestinale di cavallo ed una egagropila dallo stomaco di un bue. Pagan Ant. — Un Lepus variabilis, un Meles taxus, alcuni uccelli, una Solea ed un gallo mostruosi. Perko A. — Alcuni animali cavernicoli ed oggetti pre- istorici dalle grotte di Slivno e Biisce, Podersaj E. — Una Muuida rugosa. Posar U. — Un Himantopus rufipes. Ravasini A. — Vari uccelli da Silvie. Repubblica Argentina. — Cinquanta campioni di legno. Rizzi A. — Un Ticbodroma muraria. Rvipnik C. G. — Un xAnas penelope. Salem R. — Un pezzo di calcite ed alcuni insetti. Sartorio G. Bar. — Trentatre uccelli (Falco subbuteo, Circus aeruginosus, Circus pallidus, Mergus albellus, ecc.) e vari oggetti paletnologici. Schuler G. — Sei petrefatti da Opcina, un feto mostruoso ed alcuni altri oggetti. Seemann R. — Vari oggetti preistorici dalle grotte del Carso, minerali e fossili da Assling. Selva G. — Una Talpa europea. Siila M. Parr. — Oggetti preistorici e fossili da Reppen- tabor e Tomai. Sincig P. — Un' Ardea purpurea da Pinguente. Soich L. Gap. — Un Python reticulatus da Singapore. Spens G. Bar. — Due oggetti preistorici da -Josefstadt. Stefani St. Cav. de. — Quattordici cuspidi di selce da Breonio Veronese. Steinbach V. — Un Cerchneis tinriunculus ed una Upupa epops. Steinhauser C. — Un pollo mostruoso da Gleichenberg. Stossich A. — Quattro Pecten liburnicus da Fiume ed altri molluschi. Stossich M. — Un Erytropus vespertinus. Sussanich G. — Un' Ardetta minuta ed una Datila acuta da Nabresina. Tischbein A. — Due Brachyotus palustris. Tominz R. — Diversi uccelli e chirottori da Clanaz. Topich S. — Diversi fossili, oggetti preistorici e scheletri umani dall' isola Pelagosa. Tschauko P. Dr. — Ventotto minerali da Deutsch-Bleiberg. Tyrichter C. — Diversi crostacei e pesci adriatici. 10 Udovich L. — Oggetti preistorici da Jelsane e piante fossili da Skalize Vigini A. — Tre marmi d'Africa. Visintini I. — Due giovani Mustela faina e due coralli dal Mar Rosso. Wildi H. — Marmi dalle cave di Nabresina e dall'Istria. Windisch-Gràtz E. Principe. — Sedici armi preistoriche. Zamarin A. — Un' ascia di cloronielanite, fossili ed uccelli da Cittanuova. Zelinka M. Gap. — Una Salamandra maculosa. Zenker E. — Un Larus canus. Zonca P. A. de. — Una raccolta di animali adriatici, fossili da Bescanuova, una lancia di bronzo da Veglia. Zucco L. — Cinque uccelli dai dintorni di Trieste. Zweier C. — Uno scheletro di Camello, un Varano e cinque pappagalli. Ne va dimenticata la benemerita Società alpina a. g. che depositò nel nostro museo le interessanti raccolte paletnologiche provenienti dalle caverne di S. Canziano, come pure il magnifico rilievo plastico delle stesse, eseguito dal Cav. F. de Hopfgartner, Vanno pure ricordate le prestazioni del signor A. Perugia nel riordinare le collezioni ittiologiche, del Prof G. Schuler nel rivedere la raccolta lichenologica dell'erbario e del Prof. A. Stossich, che volle assumersi lo studio dei molluschi terrestri. Infine devo notare con gratitudine la riduzione nei prezzi di passaggio per tutte le linee dell'Adriatico, concessa dall' onor. Direzione della Società del Lloyd aust. a favore del personale del Museo. (Irazie agli scambi si ebbero dall' i. r. Museo di Corte di Vienna due preziosi preparati osleologici di Cistudo e di Emys del Cons. aulico Dr. Steindachner e due altri rettili rari, dal Giardino botanico di Vienna la continuazione della Flora essi- cata austro-ungarica (4 centurie), e dal museo di Gera una pregevole raccolta di fossili. L' arricchimento principale della biblioteca del museo de- rivò dallo scambio delle nostre publicazioni con quelle di 11 numerose Accademie e Socieià scieiiliiiclie, die al presente giungono a 127. Ed è con soddisfazione che possiamo constatare un aumento sempre maggiore del numero degl'istituti — negli ultimi quattro anni di ben 40 — che trovansi in relazione col nostro. C'inviarono le loro publicazioni i seguenti sodalizi: EUROPA. Austria -Ungheria. Briinn. — Naturforschender Verein. Verhandlungen. Bd. XXVIII— XXXI. Bericht d. meteorolog. Commission. 1888 — 1891. Budapest. — Magyar Tudomànyos Akadémia. Almanach. 1891—1894. Archaeologiai Ertesitò. X. K., 1-3 Sz. Ért. a Math. Tud. Kòrebòl. XIV K., 4-5 8z. ; XV K., 2-5 Sz. Ért. a Természettud. Kòrebòl. XIX K., 7 Sz. — XXIII K, 11 Sz. Math. és Természettud. Ertesitò.. VIII K., 3 Eiiz. — X K, 4 Fuz.; X K, 8 Eiiz. — XII K., 7 Eiiz. Math. und Naturw. Berichte aus Ungarn. Bd. VIII — XI. Graz. — Naturwissenschaftlicher Verein tur Steiermark. Mittheilungen. Jahrg. 1889—1893. — Steiermàrkisches Landesmuseum „Joanneum'\ Jahresbericht. LXXVIII, LXXIX, LXXXII. Klagenfurt. — Naturhistorisches Landesmuseum von Karnten. Bericht. 1891. Jahrbuch. Heft XX— XXII. Seeland E., Diagramme d. magnet. u. meteorolog. Be- obachtungen zu Klagenfurt. 1889, 1890, 1892, 1893. Kolosvàr. — Siebenbùrgischer Museumverein. Medicin-naturvviss. Section. Ertesitò. I. Orvosi Szak. XVIII Évfol. 1893, I Eiiz. 12 Ertesitò. II. Terni t'.szetiudomànyi JSzak. XV Evfol. 1890. ~ XVI Évfol. 1891; XVIII Évfol. 1893, I n. II Fuz.; XIX Évfol. 1894. Lubiana. — Musealverein tur Krain. Mittheilnngen. I. Abth.: Historischer Theil. Jahrg. IV, V. II. Abth. Naturkundlicher Theil. Jahrg. IV, V. Izx'estja. Izdal drustveni odbor. Prvi letnik. Dragi letiiik. Praga. — Konigl. bohm. Gesellschaft der Wissenschaften. Abhandkmgen. VII. Folge, Bd. Ili, IV. Sitzimgsberichte. Jahrg. 1889, Bd. II — 1893. Jahresbericht 1889-1893. Reichenberg. — Xordbohmisches Gewerbemuseum. Mittheilimgen. Jahrg. Vili— XI, Nr. 1—3. Trento. — Consiglio provinciale d'agricoltura pel Tirolo — Sezione di Trento. Bollettino. Anno IX (1893), N. 1-7, 9-11; X (1894), N. 1-5, 7—10. Trieste. — Club Touristi Triestini. „I1 Tonrista". Anno I (1894). — Ginnasio Comunale superiore. Programma 1889/1890 — 1893/1894. — I. R. Accademia di Commercio e Nautica. Prospetto degli studi. Anno 1889/1890 — 1893/1894. — I. R. Osservatorio astronomico-meteorologico. Osservazioni meteorologiche. Anno 1890 — 1894. Rapporto annuale. Voi. IV — Vili. — Museo Civico di Antichità. Notizie. xA.nno 1890, 1891, 1893, 1894. — Scuola Superiore di Commercio „Revoltella". Programma 1889/1890 — 1893/1894. — Società Adriatica di Scienze Naturali. Bollettino. Voi. XII— XV. — Società Alpina delle Giulie. Atti e memorie. Anno 1887 1892. 13 Vienna. — Kais. Akademie der Wissenschaften. Sitzungsberichte Matli.-Naturwiss. Classe. I. Abth. Bnd. XOVIII, Heft IV. - CU, Heft VII. Mittheilungen d. prahistor. Commission. Bd. I, N. 2, 3. — K. k. geologische E.eichsanstalt, Verhandlmigen. Jahrg. 1890—1894, Nr. 9 Jahrbnch. Bd. XXXIX, Heft 3. — XLIV, Heft 2. Abhandlnugen. Bd. VI, Halfte II; Bd. XV; Bd. X\^II, Heft 1, 2. — K. k. Naturhistorisches Hofmuseiim. Annalen. Bd. V— IX, Nr. 1, 2. — K. k. zoologisch-botanische Gesellschaft. Verhandlungen. Bd. XL-XLIV Nr. 1. — Oesterr. Fischerei-Verein. Mittheilungen. Jalirg. X— XIV. (Nr. 33—56). Zagabria. — Jugoslavenske Akademije znanosti i umjetnosti. Ljetopis. 1891—1893. Rad. Matem.-prirod. razr. Knj CVI, CVII, CIX, CXI, cxm, CXVII. — Arkeologickoga odjela Nar. zem, Muzeja. Popis, Odsjek I. Svezak I ; Odsjek" H. Svezak I. — Hrvatskoga Arkeologickoga Drnztva. Viestnik. God. XII-XIV. Belgio. Bruxelles. — Académie royale des Sciences, des Lettres et des Beax-Arts de Belgicpie. Mómoires. Tome XLIX. Mémoires couronnés et des savants ótrangers. Tome L-LII. Mémoires couronnés et autres mémoires. Tome XLIII — XLVI. BuUetins, 3.- Sèrie. Tome XVHT-XXIV. Annuaire. 1890—1893. 14 Bruxelles. — Société royale de Botanique de Belgique. BuUetiii. Tome XXVIII, XXIX, XXXU, XXXIV. Tables generale^ du ]3ulletiu (^Tome I— XXVi. — Société royale inalacologique de Belgique. Procès-Verbaiix, Tome XX, XXI. Amiales. Tome XXV, XX VI. Danimarca. Copenhagen, — Kgl. danske videnskabernes Selskab. Oversigt. Aaret 1890—1894, N. 1 e 2. Fortegnelse over d. K. d. vidensk. Selskabs Arbejder 1742—1891. Francia. Bordeaux. — Société Limiéenne. Procès-Verbaux. Tome XLII. Gherbourg. — Société nationale des Sciences natnrelles et Ma- tliématiques. Mémoires Tome XXVI -XXVIII. Lione, - — Société botanique. Bulletin. 2." Serie. Amiée VII— IX, N. 2; XI, N. 2. Annales. Année XIV— XVIII. Marsiglia. — Faculté des Sciences. Annales. Tome I — III et Suppl. — Institut Botanico-Géologique Colonial. Annales. Tome I. Montpellier. — Académie des Sciences et Lettres. Mémoires (Seotion des Sciences ). Tome XI, Fase. II et III ; 2.^' Sèrie. Tome I, Fase. 1 et 2. Parigi. — Feuille des Jeunes Naturalistes. 3'^ Serie. Année XXI— XXV. (N. 241—290). Catalogne de la Bibliothèque. Fase. 1 — 16. 15 Parigi. — Société d' Antropologie. Bulletins. Sèrie IV. Tome II— V, N. 8. Mémoires Sèrie IL Tome IV, Fase, ó et 4; Sèrie 111 Tome I, Fase. 1 — 3. Catalogne de la Bibliothèque. Parile I et II. — Société Zoologique de France. Bnlletin. Tome XIV, N. 3 — XVIII. Rouen. — Société des Amis des Sciences naturelles. Bulletin. 3.- Sèrie. Année XXIV, N. 2 - XXVIII. Germania. Amburgo. — Naturwissenscliat'tliclier Verein. Verhandlungen. III. Folge. I (1893). Abhandlungen. Bd. XI, Nr. 2, 3. — Verein tur naturwissenschaftliche Unterhaltung. Verhandlungen. Bd. VII. Bamberga. — Naturforschende Gesellschaft, Bericht XV. Berlino. — Botanischer Verein der Provinz Brandenburg. Verhandlungen. Jahrg. XXXI-XXXV. Register iiber die Verhandlungen. Bd. I — XXX. (Jahrg. 1859—1888). — Konigl. preussische Akademie der Wissenschaften. Sitzungsberichte. Jahrg. 1891—1894, N. XXXVIIL Math. u. Naturwiss. Mittheilungen. Jahrg. 1889, Heft 10 — 1894, Heft 9. Abhandlungen. Jahrg. 1889. Bonna. — Naturhist. Verein d. preuss. Rheinlande, Westfaleiis u. d. Reg.-Bez. Osnabriick. Verhandlungen. Jahrg. XLVI, Halfte II— XLIX. Brema. — Naturwissenschaftlicher Verein. Abhandlungen. Bd. Xl-Xin, Heft 1. Buchenau Fr., Ueber Einheitlichkeit der botanischen Kunstausdriicke und Abkiirzungen. Bremen 1893. m Breslavia. — Schlesische Gresellschaft tur vaterlàndische Cultur. Jahresbericbt. 67 — 71. Erganzungshef't zum Jahresbericht. 68, 69, 70. Danzica. — Natmibrschende Gesellschaft. Schrit'ten. Bd. Vn, Heft 3 — Vin. Dresda. — Naturwissenschaftliche Gesellschaft „Isis". Sitznngsberichte n. Abhandlungen. Jahrg. 1889, N. 2 — 1894, N. 1. Erlangen. — Physikalisch-medicinisohe Societat. Sitzuiigsberiobte. Jahrg. 1889-1893. Francoforte s. M. — Senckenbergische naturforschende Ge- sellschaft. Berichte. 1890—1894. • Friburgo n. B. — Naturforschende Gesellschaft. Berichte. N. S. Bd. IH, V-VrU. Gottinga. — Konigl. Gesellschaft der Wissenschaften. Nachrichten. 1889—1893. „ Mathem.-physikal. Classe 1894, Nr. 1—3. Geschaftliche Mittheilnngen 1894, Nr. 1. Kiel. — Naturwissenschaftlicher Verein tur Schleswig-Holstein. Schriften. Bd. Vili, Heft 2 — X, Heft 1. Konigsberga n. Pr. — Physikalisch-Oekonomische Gesellschaft. Schriften. Jahrg. XXX— XXXIV. Lipsia. — Konigl. sachsische Gesellschaft der "Wissenschaften. Berichte. Math.-phys. Classe. Bd. XLI, N. 2. — XLVI, N. 1. Register zn den Jahrgàngen 1846 — 1885. Lubecca. — N aturhistorisches Museum. Jahresbericht. 1889—1892. Mittheilnngen der geographischen Gesellschaft und des Natnrhistorischen Musenms. Zweite Reihe. Heft 1 — 6. Monaco. — Konigl. bayer. Akademie der Wissenschaften. Sitzungsberichte. Math.-phys. Classe. Bd. XIX, Heft 3 — XXIV, Heft 1-3. Vurzburgo. — Physikalisoh-medicinische Gesellschaft. Sitzungsberichte. Jahrg. 1889—1893. 17 Granb rettagli a. Dublino. — Rovai Irish Academy. Proeeedings. Ser. 3., Voi. I, N. 5 - Ui, N. 2. Transactions. Voi. XXIX, Part 16—19; XXX, Pavt. 1-iU. Cunningham Memoirs. N. (5, 7. Edimburgo. — Royal Society. Proeeedings. Voi. XV— XIX. Glasgow. — Naturai History Society. Proeeedings and Transactions. (N. S.) Voi. 1—111, Part. 1. Londra. — Linnean Society. Proeeedings. 1887—1893. List of Members. 1889, 1890, 1893. — Royal Society. Proeeedings. Voi. XLVl-LVI. (N. 285-339). Phil. Transactions. (B.) Voi. 179-184. List of Members. 1888—1893. Italia. Bologna. — R. Accademia delle Scienze. Memorie. Sez. Scienze natur. Serie IV, Tomo X ; Serie Y, Tomo I, n. Catania. — Accademia Gioenia di Scienze Naturali. Bollettino. (N. S.). Fase. 15, 18-22^ 26-29. Firenze. — Società entomologica italiana. Bollettino. Anno XXI, Trim. 3. — XXVI, Trim. 1. Modena. — Società dei Naturalisti. Atti. Serie HI, Voi. XI, Fase. 2 e 3 ; Voi. XII. Napoli. — Società dei Naturalisti. Bollettino. Serie I. Voi. V-VH. Padova. — Società veneto-trentina di scienze naturali. Atti. Serie U Voi. 1, Fase. I. Palermo. — R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti. Bollettino. Anno Vili, N. 1-3: IX, N. 1-3. a 18 Pavia. — Bollettino Scientifico. Anno Xn, N. 4 — Xm, N. 4. Pisa. — Società Toscana di Scienze naturali. Atti (Processi Verbali). Voi. VII. Ad. 18/1/91, 8,3/91, lG/5/91, 5/7/91; VIH. Ad. 15/11/91, 17/1/92, 13/3/92, 7/5/93, 9/7/93; IX. Ad. 21/194, 4/3,94, 6/5/94. Roma. — Rassegna delle Scienze geologiche in Italia. Anno IL Fase. 1 — 3. — R. Accademia dei Lincei. Rendiconti. Serie IV. Voi. V. Sem. Il, Fase. 9 — Voi. VII : Serie V. Voi. L — R. Comitato geologico d'Italia. Bollettino. Anno 1889, N. 11, 12 — 1894, N. 1—3. — Società Romana per gli studi zoologici. Bollettino. Anno I— II, N. 4, 5, 6. Torino. — Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università. Bollettino. Voi. VIH— IX, (N. 136—178). — R. Accademia delle Scienze. Atti. Voi. XXVI— XXIX. Osservazioni meteorologiche. 1890—1893. Udine. — R. Istituto tecnico „ Antonio Zanon". Annali. Serie II. Anno Vili— XI. Venezia. — „Notarisia". Anno V, N. 18—22. cont. „Neptunia". Anno I e IL Verona. — Accademia di Agricoltura, Arti e Commercio. Memorie. Serie IH. Voi. LXVI— LXIX. Lussemburgo. Lussemburgo. — Institut Royal Grand-Ducal. Publications. Section Se. Natur. & Mathém. Tome XXI, XXII. Observations météorologiques. 1884 — 1888, 19 Olanda. Amsterdam. — Koninklijke Akademie van Wetenschappen. Verhandelingen Tweede Sectie. Deel I: Deel II, N. 1; Deel ni. Verslageii der Zittingen. Wis-en Natuurk. Afd. 1892/1893 — 1893/1894. Verslagen en Mededeelingen. Afd. Natuurk. 3 Reeks. Deel VI— X. Register of de Verslag. en Mededeel. Afd. Natuurk. 3 Reeks. Deel I— IX. Portogallo. Lisbona. — Academia Real des Scieiicias. Jornal. Secunda Sèrie. Tom. I, N. 1 — 4; II. N. 5. Oporto. — Annaes de Soieucias Naiuraes. Anno I, N. 1, 2 e 4. Russia. Charchow. — Société des naturalistes à l' Università Tm])ériale. Travaux. Tome XXni— XXVH. Dorpat. — Naturforsclier-Gesellschaft bei der Universitàt- Sitzungsberichte. Bd. IX— X, Heft 1— 2. Schriften. Nr. 5, 6. Archiv fur die Naturkunde Liv-, Esth- und Kuilands. n. Serie, Bd. X, Lfg. 3—4. Helsingfors. Societas prò Fauna et Flora Fennica. Acta. Voi. V— Vni. Meddelanden. Haft 16—18. Herbarium Musei Fennici. Edit. II., I Plantae vasoulares. 1889. Hjelt. Notae Conspectus Florae Fennicae. 1888. Mosca. — Société imperiale des Naturalistes. Bulletin. Annóe 1890, N. 1, 2. 20 Scandinavia. Goteborg. — Kongl. Vetenskaps och Vitterhets Samlialles. Handlingar. Ny Tidsfolid. Haft XX— XXIX. Stoccolma. — Kongi. Svenska Vetenskaps-Akademien. Bihang till Handlingar. Bd. XIV— XIX. Afd. 3. 4. Upsala. — Regia Societas Scientiarum. Nova Acta. Ser. IH, Voi. XIV. Catalogne méthodiqne des Acta et Nova Acta 1744 — 1889. Svizzera. Basilea. — Natnrforschende Gesellschaft. Verhandlnngen. Theil Vili, Heft 3 - X, Heft 1. Berna. — Allgem. schweizer. Natnrforschende Gesellschaft. Verhandlnngen. Jahresb. 1888/1889 — 1893. Compte Rendn. 1889—1893. Losanna. — 8ociété Vandoise des Sciences natnrelles. Bnlletin. 3.^' Sér. Voi. XXV— XXX, Fase. 1, (N. 100—114). Neuchàtel. — Société des Sciences Natnrelles. Bnlletin. Tome XVU- XX. St. Gallen. — St. Gallische natnrwissenschaftliche Gesellschaft. Bericht li. d. Thatigkeit. Jahrg. 1888/1889, 1889/1890, 1891/1892. ASIA. Batavia (Giava). — Koninklijke Natnurknndige Vereeniging in Nederlandsch-Indié. Natunrkundig Tijdschrift. Deel L — LUE. Calcutta. — Asiatic Society of Bengal. Journal. Voi. LIX, Part II, N. 4 — LXm, Part II, N. 2 „ Voi. LXni, Part m, N. 1. '21 AMERICA. (i) America del Nord. Albany. — New York State Museum. Aiinual Report 44, 1890. Baltimore. — Johns Hopkins University. Studies from the Biologioal Laboratory. Voi, IV, N. 5 ^ V, N. 4. Boston. — American Academy of Arts and Sciences. Proceedings. (N. S.) Voi. XV -XIX. Cambridge. — Museum of Comparative Zoology at Harvard College. Annual Report. 1890/1891 - 1892/1893. Bulletin. Voi. XXI, N. 3—5: XXII, N. 1—4; XXIII N. 2-6; XXIV, N. 1—7; XXV, N. 1—11. Bulletin. ((xeological Series). Voi. II, N. 10—14. Cincinnati. — Museum Association. Annual Report. 1890—1893. Catalogne ot" Oil Paintings and Sculpture in the Museum. 1892. Halifax (Nova Scotia). — Nova Scotian Institute of Science. Proceedings and Transactions. Voi. 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Siirvey of the Rooky Moiint;viii Region). Contributions to North Anicrican Etlniology. Voi. VI, VII. bj America Centrale e del Sud. Messico. — Sociedad Cientifìca ^Antonio Alzate^'. Memorias y Revista. Tomo V, N. 11-12; VI, N. 9—10. — Sociedad Mexicana de Bistoria Naturai. La Naturaleza. 2 Serie. Tomo I — II, N. 4. Montevideo (Rep. Uruguay). — Musho Nacional. Anales. N. 1 e 2. Rio de Janeiro (Brasile). — Museo ÌSlacional. Archivos. Voi. II— IV, VII- VIII. Netto L. Dr., Le Muséum National de Rio de Janeiro et son influence sur les Sciences Naturelles au Brésil. Paris 1889. S. José (Rep. de Costa Rica). — Museo Nacional. Anales del Instituto fisico-geogràfico y del Museo Nacional. Tomo IV. D. Manuel M. De Peralta y D. Anastasio Alfaro, Etnologia Centro-Americana. Catalogo razonado de los objetos ar- queológicos de la Repùl)lica de Costa- Ilica en la expo- siciónhistórico-Americana de Madrid, 1892. Madrid, 1893. Emery C. Prof., Estudios sobre las hormigas de Costa- Rica. San José 1894. Santiago (Rep. del Chili). — Sooiété Scientifi(pies dii Chili. Actes. Tome II. Livr, 1-4; ILI— IV, Livr. 1--B. Australia. Sydney. — Australian Museum. Report of Trustees for the Year 1891 — 1894. Records. A'^ol. I— II, N. 5. Catalogues. N. 15, (;Part I-IIl) — IH. — Royal Society of New South Wales. Journal & Proceedings. Voi. XXIV— XX VII. 24 Pervennero inoltre in clono pregevoli publicaj^ioni da S. A. S. il Principe Alberto I di Monaco, dal Municipio e dal Collegio Medico di Trieste, dalla Società Archeologica Istriana di Parenzo e dai seguenti Signori, cui mi è grato render qui publiche grazie : A. Alfaro, Prof. B. Ealfour, Cav. L. Dr. Cambon, Prof. R. Gasparini, Prof. E. H. Giglioli, Dr. Fr. Goppelsroder, G. Marinitsch, F. Muller, G. B. Novak, Cav. A. Pazze, Dr. H. Rouzard, Prof M. Stossich, V. Cav. de Tschusi-Schmidlioffen. La biblioteca museale ebbe per tal modo, compresi gli acquisti, un aumento di 930 volumi, tra i quali parecchie opere di grande pregio. Il personale del Museo prese pure parte a parecchi con- gressi scientifici, così all'Ornitologico di Budapest (1891), al Botanico di Verona (1890) ed a quelli di Antropologia di Vienna (1889) e di Innsbruck (1894). Il Museo fu visitato quasi giornalmente da numeroso publico, che specialmente nelle giornate festive vi si accalca in maggior copia. Né vi mancarono personaggi illustri e distinti naturalisti, che spesso vi si trattennero più a lungo per studiarvi le collezioni. Ricorderò qui in primo luogo S. A. I. l'Arciduca Luigi Salvatore di Toscana, che a più riprese onorò di sua visita il nostro Museo. Citerò inoltre i signori Henking da Annover ; G. V. d. Borne da Bernenche : C. Futterer, 0. Hermes, F. Luschan, K. Mòbius, R. Virchow da Berlino ; G. Ciamician e C. Emery da Bologna; E. Schellwien da Bonna ; D. Lovisato da Cagliari; R. Munro da Edimburgo ; L. GrafF ed A. Mojsisovicz da Graz ; G. Brandes da Halle; K. Levander e F. Tikamien da Helsing- fors ; N. Mislowsky da Kasan ; Cli. Deperei da Lione ; S. Soden- berg da Lund ; C. Wenzel da Magonza ; F. Salmojraghi da Milano; G. Ranke da Monaco; Cont. Ouvaroff ed A. Pavlow da Mosca; A. Costa da Napoli; L. Brunetti, F. Cordenons da Pa- dova; R. Blanchard, Bar. G. de Guerne ed A. Martel da Parigi; G. B. de Toni da Parma; L. Pigorini da Roma; F. Bulich da Spalato; B. Salin da Stoccolma ; Conte Solms-Laubach da Strasburgo ; C. Sasaki da Tokio; A. Tellini da Udine; C. Claus, F. Heger, F. Hochstetter, M. Hornes, L. Lorenz-Liburnau, il Ministro 25 dell' istr. cav. Madejski, R. Schneider, (}. Stadie. F. Steindachner. („T. Szombathy, Principe E. Windisch-Cxratz ed il Conte (ì. Wunnbrand, Ministro del commercio, da Vienna; Bar. Wa- shington da Wildon; S. Brusina e C. Gorjanovic-Kramberger da Zagabria : I. Fellemberg da Zurigo. Le collezioni del Museo ebbero in complesso un aumento di 8(300 oggetti, divisi nel modo seguente : Sezione di Zoologia 2700 ,, „ Botanica 6(X) ,, - Mineralogia e Geologia. . . 1200 „ „ Antropologia e Preistoria . . 41(K) C. Marcheseiti. Ógiii rr 'W'*<7;'ri|i'j"''r»^7ree. Non è facile r estrarne degli esemplari incolumi dai cespugli nei quali è 44 iniricata e d'altronde non si presenta in grande frequenza. Delle boscaglie sottoj)Oste al villaggio di Chiunschi fu già fatto cenno; aggiungo soltanto che nella località di Pojana all' estre- mità settentrionale del porto di Lussino, trovai altra specie unica per la fiora delle isole e del litorale illirico, la Linaria simplex I)C.^ in un oliveto, che per incuria del coltivatore era in quella primavera rimasto incolume dalla zappa, talché vi era cresciuto un giardino di belle e rare piante. Ma nell' escursione fatta nell' anno susseguente osservai con rincrescimento che la diligenza del coltivatore ridestatasi, aveva totalmente distrutto quelle botaniche rarità. Tutto il tratto dalla Pojana a Chiunschi offre buona raccolta: vi si trova in copia il Prasiuiti majns^ del pari il Theliyonnìu Cynocranthe sulle rupi e sui muricciuoli fìan- cheggianti la strada nei campi abbandonati la Lycopsis variegata^ V Echium pustulatwn e violaceum^ l' Antheniis hrachyccntros. Il liusmarinus officinalis forma densi arbusti alternando colla EvpjJtorhia Wnlfcmi dai cespiti che esalano fetore sommamente molesto. Da Chiunschi a S. Griaoomo veggonsi boscaglie di Cisti^ Filìircc^ Pisfacia Terchintlms e Lentlscus, lìhamnus Aìaternus^ FoUurns, Fraxinus Onius. Nelle vicinanze di S. Giacomo cresce nei piani erbosi verso il fine di aprile la Trigonella ornitho- j)odioi(k'S che all'aspetto dei fiorellini bianchi può facilmente scambiarsi col Trifolium suìderrancuni., comune sulle isole ed in tutto il territorio australe della flora illirica. Fra S. Giacomo e Neresine l' aspetto della vegetazione si mantiene presso a poco eguale al precedente, ma in questo tratto si nota come rarità la Serapias Lingua L., bea diversa da quella ohe nelle re- gioni più settentrionali della costa istriana veniva considerata per tale ed è la S. longipctala del Pollini. L' Edrajautlnis tcnnifoUns comparisce qui in luoghi erbosi delle falde dei colli, che si estendono verso il monte di Ossero. I dintorni di Neresine offrono varie particolarità : in primo luogo un gruppo di Quvreus corei fera, arboscello non raro nelle isole dalmatiche australi, nelle nostre però qui soltanto osser- vato ; indi la Ghjcyrrlùsfi glabra^ che inclinerei a credere sia stata in origine piantata ad uso medicinale, come sembra fosse 45 anche in prossimità della chiesii di S. (liovainii presso Duino alle foci del Timavo. Un albero di Taiiìdrii (ifiicana unico esi- stente presso Neresine. sembra pure derivante da antica pian- tagione. Ossero, città già residenza vescovile di qualche importanza, oggidì ridotta in squallido stato e quasi deserta per la malaria che ne distrugge la popolazione, presenta sotto i rapporti botanici speciale interesse. liC mura della città e delle sub case veggonsi ornati in maggio di cespiti di Vesicaria shmatd e di Corydalis arau/is^ cui male si addice questa denominazione, essendone il caule carnoso diviso in molti rami formanti densi mazzi. Altre piante, come ì-a. F/ni/ar/a caprcoìata. V Erhiuni pushi- latitm^ il Conrolvulus tenui ssimus^ varie graminee, ecc. attraggono l'attenzione del botanico, formando però nello stesso tempo miseranda attestazione dello stato di abbandono in cui è caduta la città. I campi giacenti all' intorno di questa sono coperti di piante, che nella stagione della fiorit;ura si presentano sotto vaghissimo aspetto. Aurei sono i fiori della Vesiraria^ rosei quelli della Crcpis rubra, del Coìfolvalus tenuisslnms e ò&Vl AHiiini roseum, candidi del TordyHmn apulimi, cerulei quelli deW And maa italica, rosso-scarlatto quelli del Fapavcr lihoeas e tutti uniti in miscuglio indefinito di tinte e di gradazioni. Se già per sua reale dovizia è pregevole la flora di Ossero, lo sarebbe ancora mag- giormente quando si avverassero le indicazioni alla medesima relative dei botanici viaggiatori. Secondo queste si troverebbero qui r Elacagnus anf/nstifoUiis L. copiosissimo e frequente pure la Slaehelina dnttia L. che però vi mancano affatto. Può darsi che ai tem})i del Wulfen 1' Elaeagrms fosse coltivato singolar- mente nel giardino del convento che in quell'epoca esisteva, attualmente non havvene traccia cosi pure della Slaehelina non può farsi discorso. Alcune altre specie qui indicate dal Noè, come la Scandir grand if loia e la Bcchnannia crucaeformis, ch'egli vuole avere raccolte in un giardino prossimo alla Oavanella, possono tutt' al più ammettersi fra le dubbie. 11 monte che a ponente di Ossero si erge a 588 metri sul livello del mare presenta aspetto assai attraente e fu perciò visitato da quasi tutti i viaggiatori botanici; è pet'ò duopo 46 dire elle tutti egualmente si trovarono delusi nelle loro aspet- tative. Egli è in primo luogo piuttosto difficile di procurarsi guide esperte dei luoghi e della via migliore da tenersi per giungere al culmine. Q,uel]i che si esibiscono a Neresine, punto più atto di partenza, sono pratici soltanto dei sentieri, che dalla parte orientale del monte, girandone le pendici meridionali, conducono alle cave di pietra situate sul lato occidentale fino a due terzi circa dell' altezza. Passando per questa via in luoghi aperti al pascolo delle capre, si veggono ridotti gli arbusti a miserando stato, poiché rosicatine i getti e le giovani foglie, rimangono sterpi deformi con estremità tutte raggrinzate. Havvi all'indicata altezza un piccolo deposito d' acqua nel quale vegeta la Chara fraii'dis^ unico campione di questo genere nell' isola. Da questo punto in su non si conosce sentiero battuto e conviene farsi strada per burroni scoscesi, aggrappandosi per le rupi sino alla vetta, che è segnata da vari cocuzzoli in direzione da mezzo- giorno a settentrione. Tutta questa sommità è irta di rupi affatto nude, di altezza pressoché eguale, ma frammezzate da crepature profonde e larghe, di modo che è forza saltare in- cessantemente da una rupe all' altra con pericolo di sdrucciolare e farsi grave male cadendo sugli orli taglienti. Soltanto presso il più eminente di questi colli, che è il sommo vertice del monte indicato dalla piramide trigonometrica, vedesi una vallecola circolare poco profonda, a somiglianza delle note „dolline'-'- del Carso, rivestita di poca erba, aperta pure al pascolo degli animali, nella quale rinvenni la ParonycMa capitata. La sommità ed i prossimi declivi rupestri producono fra gì' interstizi delle rupi il Bunhini montanum, il Cardaniiìic marifinia Fort., V Asfragalus argenteus, tutti però in condizione mi- sera; la sola pianta che qui cresce in maggior copia e migliore stato è il Cytisus spincscens. Meritano menzione le varietà nane della Viola arvensifi e Movhringia trinervia, che trovai sopra questa vetta ridotte a dimensioni veramente pigmee. Quando l'ascesa al monte d'Ossero sia favorita da tempo sereno e calmo potrà essere compenso alla fatica ed alla scarsa raccolta di piante la vastità della vista che si estende dalla catena delle Alpi Gamiche e Giulie al nord, per gli alti monti dell'oriente, 47 alla catena del Velebit che chiude l' orizzonte a mezzogiorno, restando libera quella sul golfo a ponente. Le isole di Lussino e Cherso si scorgono a' piedi dell' osservatore ; ({uale punto esti'emo verso il sud apparisce la città di Zara, verso il nord lo è la punta di Promontore dell'Istria, dalla quale si prolunga ed innalza la costa al monte Maggiore. Non accade però di frequente che l'orizzonte sia tanto chiaro da concedere la vista sopra tutto lo spazio; spirando il vento, anche con cielo sereno, gli oggetti posti a maggiore distanza veggonsi coperti di un velo vaporoso che inqjedisce di scorgerli distintamente. La discesa per la pendice orientale verso Ossero conduce per de- clivi sassosi coperti esclusivamente di Salvia offieinalis lino alla regione boschiva giacente alla base del luonte. L' estremità al nord dell'isola di Lussino ed i declivi del monte da quel lato restano a perlustrarsi in linea botanica. E verosimile che per l'esposizione vi si rinvengano alcune specie di carattere alquanto più settentrionale e consimile a quello di parti ana- loghe dell'isola di Cherso. Delle isole vicine la maggiore Unie è stata finora meno d' ogni altra perlustrata ; lo fu solamente dal lato occidentale nelle vicinanze del villaggio e nella estremità meridionale. La sua parte settentrionale ed il lato orientale di questa rimpetto al monte d'Ossero sono ancora da visitarsi, promettono però poco, essendo rupestri, e coperti di macchie e sterpi. A Unie havvi un piccolo stagno con rigagnolo che da quello scorre, nel quale alligna il Fotamogeton ììafans, notato come specialità rara per queste isole, ed un Foh/r/onum che sarebbe Vincanmn Schwidt. Altra specie rara che alligna in (piesf isola è il Lathyrus auriruìatus BcrfoJoni^ il (|uale trovasi anche a Canidole piccola ed in una delle isolette dell'estremità australe dell'Istria. E da notarsi pure 1' Ae(filo))S nniaristata del Visiani rara graminea trovata nei dintorni di Zara in Dalnui/^ia e da me recentemente anche nell'Istria australe come pure a Parenzo. San Pietro di Nembi sotto il quale nome si comprendono due isolette prossime 1' una all' altra, possiede vegetazione abba- stanza ricca. L'isola maggiore a ponente è coperta di macchie sempreverdi, la minore a levante più coltivata ed erbosa. 48 Di piante proprie a (questa è da notarsi 1' Ophrus^ che il Visiani nel Supplemento alla flora dalmata accolse e descrisse come specie nuova nominandola O. Tommasinii. Questa si trova fiorente nei primi di aprile e fu da parecchi viaggiatori inutil- mente cercata in stagione più avanzata. L' Hyoseris scabra è comune nel lido a ponente del canale che separa le due isole. Havvi anche a S. Pietro un piccolo stagno che alimenta il Potamogeton natans. Le isolette di Oriole grande e piccola e Tersorca non presen- tano nulla di particolarmente interessante; l'ultima di esse è coperta da una massa di Ruta hradeosa, sicché nel tempo della fioritura di questa pianta apparisce quasi coperta da un manto giallo. Delle isole aventi suolo arenoso, Sansego e Ganidole, e delle specialità della loro vegetazione fu ragionato più sopra. L' elenco che segue contiene segnate con numeri pro- gressivi tutte le piante indigene e spontanee vedute e raccolte da me stesso o dai raccoglitori che percorsero le isole per mio mandato. A queste non esitai di aggiungerne alcune raccolte da. altri botanici, quantunque da me non vedute, ogni qualvolta i dati offerti presentavano pieno fondamento di credibilità. All'opposto vengono indicate senza apposizione di numero tutte quelle specie accennate da altri, le quali per qualclie motivo mi appariscono più o meno dubbiose, alcune anzi affatto inammissibili. All' elenco delle Fanerogame e Crittogame vascolari (Felci) fa seguito quello dei Muschi, che sebbene in numero limitato, attese le condizioni del suolo poco favorevoli a queste pianti- celle, può considerarsi quasi completo. Dei Licheni e funghi non viene dato ragguaglio, perchè non furono peranco operati gli studi relativi a queste vaste e diffìcili famiglie. Le Alghe marine ed alcune di acqua dolce sono enume- rate specificatamente nella relazione publicata dal Dr. Reichardt nelle Memorie della Società zoologico-botanica di Vienna del 1803, e mentovate anche nell' opera maggiore del Dr. Lorenz sulle condizioni fisiche del Quarnero. ELENCO DELLE PIANTE che crescono spontanee nelle isole di Lussino, Unie, Colludraz, Canidole grande e piccola, Sansego, S. Pietro di Nembi ed Asinelio, Oriolo grande e piccola. I. RANUNCULACEAE JUSS. 1. Clematis Flammula L. Nelle siepi, in luoghi soleggiati al mare. Lussino, Cliiunschi, S. Giacomo, Neresine, Monte d'Ossero, Colludraz, Sansego, Canidole grande e piccola, S. Pietro di Nembi ed Oriolo grande. Giugno, luglio ìi . 2. C. Vitalba L. Nelle siepi, più rara della precedente. Lussino, Neresine, Ossero, Canidole, sommità del monte d'Ossero. Luglio h . 3. C. Viticella L. Scoperta a Lussino dal Prof. Haracic. Maggio a luglio 1/ . 4. Anemone hortensis L. (Anemone stellata Lmk.) Frequente nei luoghi erbosi di tutte le isole, eccettuate Sansego e Ca- nidole, nei tratti di terreno sabbioso. Febbraio e marzo ^ . o. Adonis autumnalis L. Nei terreni coltivati di Lussino, Cliiunschi, Ossero. Neresine. Maggio, giugno 0. <■). Ranunculus aquatiiìs L. trìpartitus. Nello stagno ])re.sso Ossero. Maggio 1. 7. R. Tommasinii Rchb. {Ranunculus velutinus Ten.) Lussino, Sansego; fre(|uente in terreni coltivati ed incolti. Aprile, maggio %. 8. R. Philonotis Ehrhardt. In luoghi incolti alquanto umidi : Lussino, Ossero. Maggio 0. 9. R. muricatus L. Li ten-eni .coltivati, pingui. Lussin])i('colo e grande, Pojana, Chiunschi, Unie, S. Pietro di Nembi. Aprile, maggio 0. 50 10. Ranunculus parviflorus L. Come il precedente, a Lussino, Unie, S. Pietro di Nembi, ecc. Aprile, maggio O. il. R. Chius DC. Qua e là tra i seminati, nelle siepi di tutte le isole. Aprile, maggio 0. 12. Nigella damascena L. In terreni coltivati. Lussino, Ossero, S. Pietro di Nembi. Maggio 0. 13. Delphinium Consolida L. Nei campi seminati, non frequente. Ossero G'. 14. D. Staphysagria L. Nei dintorni di Ossero, ove fu scoperta da Wulfen fra i casali Juroich ed Ossero e pure da me raccolta. Luglio Q. II. PAPAVERACEAE DC. lo. Papaver hybridum L. In terreni coltivati a Sansego, Unie e Lussino. Maggio 0. Ki. P. Rhoeas L. Come il precedente, ma più frequente : Lus- sino, Sansego, Unie, Colludraz. Ossero, 8. Pietro di Nembi. Maggio, giugno 0. 17. Glaucium luteum Scp. Alla spiaggia del mare di tutte le isole. Maggio, giugno ©. 18. Chelidonium majus L. In terreni coltivati lungo le, siepi a Lussingrande, non comune. Aprile, maggio ^. m. FUMARIACEAE DC. 19. Corydalis acaulis Pars. Sui muri di cinta e delle case della città di Ossero. Fior, da marzo alla fine di maggio 2|. 20. Fumaria capreolata L. Nelle macerie e fra le siepi di Lussino, Punta bianca, Chiunschi, Ossero, S. Pietro di Nembi. Aprile, maggio 0. 21. F. agraria L. In terreni coltivati. Canidole, Zabodarschi, S. Pietro di Nembi. Aprile, maggio 0. 22. F. flabellata Gasparini. Come la precedente a Lussino, Col- ludraz, Chiunschi, Artatorre, S. Pietro di Nembi. Ajjrile e maggio 0. 28. F. offioinalis L. Frequentissima nei terreni coltivati in tutte le isole. Fiorisce dalla fine dell'inverno sino all'estate e nuovamente in autunno 0. 61 21. Fumaria media Lois ^i. confusa Jord. Culla j)iec!L(kni(', da cui si distingue per caratteri assai sottili; tu raccolta in Lussino, Valdarche, Chiunsohi, Artatorre, Golludraz, come pure a Sansego e Cauidole. Aprile, maggio O. 25. F. parviflora L. (F. VaiUunti var. scc. ci Ascherson). Non rara nei terreni coltivati, a Lussino, (Jigale, San Martino, Arta- torre, Punta bianca, Sansego. Aprile, maggio O. IV. CRUCIFERAE JUSS. 26. Matthiola incana DC. La trovai sulla costa fra Punta bianca e Punta Gerilla ; Visiani la indica a Unie. Maggio Q. 27. Cheiranthus Ciieiri L. In vari luoghi dei dintorni di Lussin- piccolo, probabilmente profugo dai giardini e divenuto spontaneo. Aprile 1. 28. Nasturtium lippicense DC. In terreni sassosi presso Lussin- piccolo, Chiunschi, S. Martino. Aprile, maggio %. 29. Arabis verna R. Br. Nei terreni erbosi incolti. Marzo, aprile '?'. 30. A. hirsuta Scp. Comune nei terreni coltivati ed incolti. Aprile, maggio ^. 31. A. muralis Bertoloni. Nell'ascesa da Ossero al monte. Maggio ^ . Li^ Ardhis (luricalaUi nei dintorni di J^ussino (V^iw. Flora, dal- mata) e r Arabis ((Ipina, indicata dal Noè sul monte d' Ossero sono dubbie. 32. Cardamine sylvatica L. Indicata dal Reuss nel porto Cigale. Maggio O. 33. C. hirsuta L. Nei terreni coltivati. S. Pietro di Nembi, Lussino, Oolludraz, Cigale. Aprile, maggio 0. 34. Cardamine maritima Pori Sulla sommità del monte di Ossero. Maggio Q. 35. Sisymbrium officinale L. Lungo le vie, fra le macerie a Lussinpiccolo, Ossero. Maggio 0. 36. S. Alliaria Scp. Presso le siepi, in lu(\glii ombrosi ad Ossero. Aprile, maggio Q. 37. S. Thalianum Gaud. In terreni coltivati: Lussino, Unie, Oriole, S. Pietro di Nembi. Aprile, maggio O. 5^! 8/»o.s'».s' L., indicato dal Biasoletto („Viaggio" pag. 28) ed il sinonimo C. iiifcstK,^ (ìh.ss citato dal Visiani a Ossero („F1. daini." IH, pag. 265) devono venir riferiti a questa specie. 141. Lupinus hirsutus L. In terreni coltivati ed erbosi, non raro nei dintorni di Lussinpiccolo, Colludraz, Unie, Oriole grande e piccola, sulle Punte Gerilla e bianca, a S. Pietro di Nembi. Maggio, giugno Q. 142. Ononis antiquorum L. Li luoghi erbosi, frequente, a Lus- sino, Oriole, Canidole, Unie. A Sansego una varietà a fiori bianchi. Maggio, giugno %. 143. O. reclinata L. In terreni coltivati, erbosi. Lussinpiccolo, Punta bianca e Gerilla, S. Giovanni, Colludraz, Sansego. Maggio, giugno O. 61 144. Anthyllis Vulneraria L. var. Dillenii Schlt. In terreni secchi prativi, frequente. Lussino, Sansego, Oriole, Col- luflraz, Unie, S. Pietro di Nembi, Scoglio Cosiach. Maggio ^. 145. Medicago sativa L. In terreni erbosi. Osservata soltanto a Sansego. Maggio, giugno ^. 146. M. falcata L. Colla precedente a Sansego. Maggio giugno ^. 147. M. prostata Jacq. In terreni sassosi e aridi a Lussino, S. Giacomo, Unie, 8. Pietro di Nembi, Sansego. Maggio ^. 148. M. marina L. Nei lidi marini a Sansego e a S. Pietro di Nembi. Aprile maggio ^. 149. M. lupulina L. Volgarissima nei terreni coltivati ed incolti a Lussino, CoUudraz, Sansego, Ganidole, Unie. Da aprile a giugno 0. 150. M. orbicularis Ali. Nei terreni coltivati erbosi, comune, a Lussinpiccolo e grande, Chiunschi, S. Giacomo, Neresine, S. Pietro di Nembi, eco. Maggio, giugno Q. 151. M. tribuloides Desr. In terreni secchi erbosi a Chiunschi, Colludraz. Maggio O. 152. M. littoralis Rchb. In terreni erbosi, verso il mare, a Sansego e sull' isola d' Unie. Maggio Q. 153. M. Gerardi W. K. Meno comune in terreni coltivati ad Unie, Sansego, S. Pietro di Nembi. Maggio, giugno 0. 154. M. disciformis DC. Come la precedente a Lussino, Chiunschij S. Martino. Maggio 0. 155. M. maculata Willd. In terreni coltivati, frequente. Lussin- grande e piccolo, Chiunschi, S. Martino, S. Pietro di Nembi, Unie, Ganidole, CoUudraz. Da aprile a giugno O. 156. M. minima Lam. Volgarissiuia in tutte le isole. Lussino, S. Pietro di Nembi, Sansego, Ganidole, Unie, Oriole, Scoglio Tersorca. Maggio 0. 157. M. apìculata Willd. Nei terreni coltivati, ad Ossero, Ganidole piccola, Unie, Sansego. Aprile, maggio 0. 158. M. denticulata Willd. Comune a Lussino, Sansego, Unie, S. Pietro di Nembi. Aprile, maggio 0. La M. ciìiaris \V. indicata nella Flora daini, da Visiani. (Ili pag. 28o) a Lus.sinpiccolo, dicstvo (;onninicazione di'Noò, non fu dipoi rinvenuta nell' isola. 62 159. Trigonella prostrata DC. Rara in terreni erbosi a Lus- sino. Maggio O. 160. T. ornithopodioldes L. Non comune in luoghi erbosi presso S. Giacomo e Chiunschi. Aprile, maggio O. 161. T. oorniculata L. In terreni coltivati erbosi a Lussin- piccolo e Sansego. Maggio, giugno O. La TriguneUa marìtima indicata nella memoria del Tommasini sull'isola di Sansego, è una semplice varietà di questa specie, crescente in luoghi arenosi e secchi. 162. Melilotus alba L. In terreni erbosi, nei margini dei vigneti, comune a Sansego e Canidole. Maggio, giugno 0. 16B. M. officinalis Desr. In terreni coltivati a Lussino, Sansego, Canidole. Maggio, giugno ©. 164. M. parviflora Osf. In terreni coltivati a Lussino, San- sego, Colludraz. Maggio, giugno 0. 165. M. sulcata Dsf. Indicata da Strobl dal monte S. Giovanni e da Haracic dallo Scoglio Cosiac. Giugno 0. 166. M. gracilis DC. In luoghi erbosi a Sansego, Canidole picc. e grande, Unie. Maggio, giugno 0. 167. Trifollum pallidum W. K. In luoghi erbosi a Lussino, Pojana, Sansego, Unie, Canidole, Colludraz. Maggio, giugno G. 168. T. pratense L. Meno frequente del precedente a Lussino, Chiunschi. Maggio, giugno Q. Il T. maritimum Hudson, indicato da Josch nel Catalogo delle piante raccolte a Lussino, non fu da me né da altri ivi veduto. 169. T. stellatunrì L. Frequente nei terreni coltivati soleggiati e nei vigneti abbandonati di tutta l'isola di Lussino, Colludraz, S. Pietro di Nembi, ecc. Aprile, maggio 0. 170. T. incarnatum L. var. Molinieri Blb. In terreni coltivati , non frequente a Colludraz. Aprile 0. 171. T. angustìfolium L. In siti erbosi e terreni coltivati, par- ticolarmente nell'isola di Sansego, anche a Lussino, Ca- nidole, Uni e, ecc. Aprile, maggio 0. 172. T. Cherleri L. In terreni aridissimi a Lussino, Punta Gerilla, Unie. Maggio, giugno 0. m 173. Trifolium lappaceum L. Frequente nelle vigne e negli oliveti a Lussino, Canidole, Unie, Colludraz, S. Pietro di Nembi, Sansego. Maggio O. 174. T. arvense L. In terreni aridi a Lussino, Unie, Sansego, Maggio, giugno 0. 175. T. striatum L. In luoghi erbosi, finora osservato soltanto a Colludraz e Sansego. Maggio ©. 176. T. scabrum L. In terreni secchi, lungo le strade ed ai lidi del mare a Lussino, Colludraz, Unie, Sansego, Canidole piccola, S. Pietro di Nembi, Oriole grande, Cosiach. Aprile, maggio O. 177. T. subterraneum L. Comune nei terreni coltivati ed erbosi sull'isola di Lussino, ad Unie, Sansego, S. Pietro di Nembi. Aprile, maggio 0. 178. T. fragiferum L. Nei margini erbosi dell'isola di Sansego. Maggio, giugno ^. 179. T. resupinatum L. In luoghi erbosi dei dintorni di Ossero. Maggio, giugno 0. 180. T. tomentosum L. Sui terreni aridi piani ed in posizioni soleggiate a Lussino, S. Giacomo e presso Lussingraude. Maggio O. 181. T. suffocatum L. Nei pascoli di Lussino, a S. Martino, Colludraz. Aprile, maggio 0. 182. T. glomeratum L. Trovato dal Dr. Reuss a S. Pietro di Nembi in un solo esemplare. Maggio 0. 183. T. repens L. Lungo le strade, in terreni incolti, comune a Lussino, S. Martino, Neresine, Chiunschi, monte S. Giovanni, Canidole. Sansego. Da aprile a luglio ^. 184. T. Blasolettli Steud e Hochst. Luoghi erbosi a Porto Cigale. Maggio ^. 185. T. nigrescens Viv. Comune in luoghi erbosi, nei terreni coltivati a Lussino, Colludraz, Ossero, Sansego, Unie, Aprile, maggio 0. 186. T. procumbens L. Comunissimo ovunque sulle isole a Lussino, Colludraz, Unie; la varietà maggiore T. cam- pestre Sehrh. nei terreni più fertili di Lussino e Sansego. Aprile, maggio 0. 64 187. Dorycnium suffruticosum Vili. In terreni rupestri al monte d' Ossero. Giugno t» . 188. D. herbaceum Vili. In luoghi erbosi a Lussino, Sansego. Giugno ^. 189. Bonjeania hirsuta Rchb. Nei clivi soleggiati cespugliosi di Lussino, Unie, Colludraz, S. Pietro di Nembi, Sansego e Canidole. Giugno ti . 190. Lotus ornithopodioides L. In luoghi erbosi, coltivati, soleggiati a Lussino. Colludraz, Chiunschi, Ossero, Punta Gerilla, Sansego, S. Pietro di Nembi. Maggio O. 191. L. cytisoides L. In luoghi rupestri dei lidi marini a Lussino, Colludraz, Unie, Sansego, Canidole. Maggio, giugno %. 192. L. corniculatus L. var. ciliatus Kch. Comune in luoghi erbosi suU' isola di Lussino, Colludraz, Unie, Canidole, Sansego, Oriole grande. Maggio, giugno 2|. 193. L. tenuifolius Rchb. Nei terreni più fertili di Lussino e Sansego. Giugno ad agosto 2|. 194. L. edulis L. In terreni erbosi a Lussino, Sansego, Scoglio Zabodarschi, Colludraz, Chiunschi. Maggio, giugno O. 195. L. angustissimus L. In luoghi erbosi aperti a Punta Gerilla di Lussino e ad Unie. Maggio 0. 196. L. parviflorus Desf. Come il precedente a Punta Gerilla, Unie, Colludraz, S. Martino. Aprile, maggio O. 197. Glycyrrhiza glabra L. Presso il convento di Neresine, probabilmente derivante da antica coltura. Luglio ^. 198. Colutea arborescens L. A Sansego colla varietà micro- pkìjìla Toììi. (Mem. Sansego Tav. XV). Maggio fi. 199. Astragalus argenteus Bert. Fra le rupi della sommità del monte d'Ossero, sulla Punta Cornù, ad Unie e sullo Scoglio Zabodarschi. Maggio \i. 200. A. hamosus L. In terreni coltivati a Lussino, Collu- draz, Unie, San Pietro di Nembi, Scoglio Tersorca. Maggio O. 201.. A. Wulfenil Koch. {A. iUyricus Bernhard). In terreni rupestri sterili di Lussino, S. Giacomo, Neresine, Ossero, Unie. Manca, a Sansego. Aprile, maggio %. 20:2. Scorpiurus subvillosa L. In terreni coltivati, comune a Lussino, Unie, Sansego, CoUudraz, Canidole, S. Pietro di Nembi, Oriole grande. Aprile, maggio 0. '208. Coronilla Emerus L. Nelle macchie a Lussino, (Jhiunsclii, Colludraz, Sansego. Aprile li . La C. stipuluris L. viene indicata nella Floi-a dalmata del Prof. Yisiani dall'isola di Ossero. Né a me né agli altii racco- glitori fu dato di vedere tale specie in detta località. 204. e. scorpioides Koch. Nei terreni coltivati dei dintorni di Lussino e di S. Giacomo, non frequente Aprile. Maggio 0. 205. C. eretica L. Come la precedente, ma più diffusa nelle siepi a Lussino, Chiunsclii, Pojana. Artatorre, Ossero, Colludraz, Sansego. Maggio 0. La (\ miìiiìiin 7>. indicata da .Tosch a Prilaca è alquanto dubbia. 206. Hlppocrepis comosa L. Comune in tutte le isole, a Lussino, Colludraz. Unie, S. Pietro di Nembi. Maggio, giugno '2|. 207. H. unisiliquosa L. Viene indicata a Porto Cigale da Josch e da Haracic. Aprile, maggio 0. 208. Securigera Coronilla DC. Nei terreni coltivati, nelle siepi. ecc. a Lussino. S. Martino. Chiunschi. Neresine, Collu- draz. Maggio, giugno 0. L' Hedysnnini saxatite del catalogo di Cirillo è dul)bio, 209. Olcer arietinum L. Spesso coltivato. e talora inselvatichito a Lussino. Maggio 0. 210. Vicia Cracca L. ( V. (nniifo/ia Josch CaUil. di Lussino). Nelle siepi a S. Pietro di Nembi. Maggio, giugno ^. 211. V. dasycarpa Ten. { V. varia Host). Comune nelle siepi, nei campi coltivati in tutta l'isola di Lussino, a Col- ludraz, Unie, S. Pietro di Nembi, Oriole, Scoglio Tersorca, Canidole. Maggio, giugno Q. 212. V. Faba L. Coltivata nei cam])i e spesso inselvatichita. Maggio, giugno (?'. 213. V. narbonensis L. Nei terreni coltivati, non comune. Lus- sino, S. Pietro di Nembi. Maggio, giugno 0. m 214. Vicia bithynica L. Come la precedente a Lussino, Chiunschi, Unie. Maggio, giugno 0. 215. V. hybrida L. In terreni coltivati a Lussino, S. riiacomo. Chiunschi, Sansego, Unie. Maggio, giugno O. 216. V. lutea L. [i. hirta Kch. Come la precedente a Lussino, S. Giacomo, Unie, Colludraz. Maggio, giugno 0. 217. V. grandiflora Scp. Nelle siepi, fra i cespugli a Lussino. Punta bianca, Artatorre, Chiunschi. Maggio O. 218. V. sativa L. Nelle terre lavorate ed incolte. Comune nelle isole Lussino, Unie, Sansego, Canidole, S. Pietro di Nembi. Maggio, giugno 0. 219. V. macrocarpa Mor. Colla precedente, con cui viene spesso scambiata, allorché i legumi non sono sviluppati. Maggio, giugno 0. 220. V. angustifolia Roth. In luoghi erbosi a Lussino, Sansego, Colludraz, Oriole. La var. cordata WuJf. negli stessi luoghi. Maggio, giugno 0. 221. V. peregrina L. Nei campi coltivati a Lussino, Sansego, Unie. Maggio, giugno 0. 222. Ervum hirsutum L. Nelle siepi, in terreni coltivati a Lus- sino, Unie, S. Pietro di Nembi. Maggio 0. 223. E. gracile DC. Come il precedente a Lussino, Unie, Oriole, S. Pietro di Nembi, Oriole grande. Maggio 0. 224. E. Lenticula Schreb. In luoghi incolti a Lussino, S. Mar- tino. Aprile, maggio 0. 225. E. nigricans M. B. In terreni sterili a Lussino, Oriole. Aprile, maggio 0. 226. Pìsunrì elatlus iVI. B. Nelle siepi, nei cespugli ad Ossero, Oriole, S. Pietro di Nembi. Maggio 0. 227. Lathyrus Aphaca L. Comune nei terreni coltivati delle isole Lussino, Colludraz, Sansego, Unie, S. Pietro di Nembi, Oriole grande. Aprile a giugno 0. 228. L. Ochrus L. Nelle terre coltivate a Lussino, Unie, Ne- resine, S. Pietro di Nembi. Maggio 0. Il L. NissoKa L. indicato nel Catalog-o di Cirillo, non fu più veduto, quindi è da porsi tra le specie dubbie. 67 22'J. Lathyrus auriculatus Bert. Soltanto nello isole di Unie e Canidole piccola. Maggio (3. 2'òO. L. inconspicuus L. Raccolto da Noè nei dintorni di Ossero. Maggio 0. 231. L. sphaericus Retz. In luoghi graminosi, cespugliosi a Lussino, S. Martino, Punte bianca e Gerilla, Colludraz. Maggio 0. '282. L. Cicera L. In terreni coltivati a Lussino, Colludraz, Canidole, S. Pietro di Nembi. Maggio, giugno O. 233. L. sativus L. Qua e là nei campi a Pojana, Canidole grande, Sansego. Maggio 0. 234. L. setifolius L. In luoghi soleggiati a Lussino, Colludraz. Maggio 0). 235. L. angulatus L. Raro nei dintorni di Lussino, a ColhidraJi, S. Pietro di Nembi. Maggio O; 236. L. annuus L. Nei campi seminati, non frequente, a Lussino, Sansego. Maggio, giugno 0. Il 7^. Goryoni Fari, comunicato dal Noè al Visiaui siccoino raccolto nei dintorni di Lussinpiccolo e Sansego, è per me assai dubbio. 237. L. latifolius L. e la var. angustata Kch. Nei clivi erbosi dell'isola di Sansego. Maggio -^. Pkaseolus muUifluriis L. [3. cocciiieu,s e Fhas. calgaria L. sono comunemente coltivati. XXIV. CAESALPINEAE R. BR. 238. Ceratonia Siliqua L. Si incontra non rara nella parte australe dell' isola di Lussino, in Cigale, probabilmente introdotta per coltura e poscia acclimatata. Novembre I) . 23*J. Cercis Siliquastrum L. Qua e là coltivato negli orti ed alle volte inselvatichito. Anche sullo Scoglio Colludraz. Aj^rile, maggio h . XXV. AMIGDALEAE JUSS. 240. Prunus Malialeb L. Nelle macchie a Neresine, mo)ite di Ossero. Aprile 1/. * (ì8 — Prunus Armeniaca L. Coltivata di preferenza negli orti. Marzo, aprile 1) . E probabile che si ritrovi anche il Pnmiis spinosn L. da noi non ancora osserva1"o. — Amygdalus communìs L, Coltivata qua e là sull'isola di Lussino. Febbraio, marzo ti . — Persica vulgaris Mill. Come la precedente. Marzo, aprile I) . XXVI. ROSACEAE JUSS. 241. Rubus discolor Weiiie. Nelle siepi a Lussino, Canidole, Unie. 8. Pietro di Nembi. Maggio, giugno ti . 242. R. tomentosus Borlch. Nelle siepi e lungo i muri di Colludraz, Artatorre e Cliiuuschi. ove trovai una t'orma a foglie piccole. Maggio f) . 248. R. caesius L. Nei terreni incolti a Canidole piccolti. Maggio, giugno 1/ . 244. Rosa canina L. v. dumalis Becii. Comune nelle siepi, in luoghi incolti. Aprile, maggio |) . 240. R. dumetorum Thuil. v. platypliylla Rau. Sull'isola di Unie, probabilmente anche altrove. Maggio 1) . 24ti R. tomentella Lem. Nelle sie])i d'ITuie. Maggio giugno 1/. 247. R. rubiginosa L. A Chiunschi. Maggio, giugno 1/. Oltre alle rose qui citate vi saranno senza dabbio parecchie aUic siiccie, alle ((iiali tinora non si fece abl)astanza attenzione. 248. Potentina hirta L. Li luoghi sassosi, soleggiati a Lussino. Maggio %. 249. P. reptans L . Li terreni arenosi a Lussino, Unie, Sansego. Maggio, giugno %. 250. Agrimonia Eupatoria L. Li terreni arenosi ad Unie, Ca- nidole piccola. (J-iugno, luglio %. A que.sta specie si riferisce probabihiiente VA. ai/riiiioiioidcs notata da Host come indiii,ena di Lussino. 25L Rosa sempervirens L. Non frequente nelle siepi dei din- torni di Lussingrande e Unie. Maggio 1/ . Gii XXVII. SANGUISORBEAE LINDL. 252. Poteri um Sangui sorba L. In luoghi erbosi a Lussino, Unie, Canidole. Aprile, maggio %. La var. (flauccycens Binsol. a S. Pietro di Nembi. 253. Alchemilla arvensis Scp. Li campi arenosi, rara, a S. Gia- como e Chiunschi Maggio 0. XXVIII. POMACEAE LINDL. 254. Craiaegus monogyna Jcq. Nelle siepi e nei cespugli, non frequente. Artatorre, Pojana e sul monte d' Ossero. Aprile, maggio I) . 255. Pyrus amygdaliformis Vili. Nei dintorni di Lussingrande, Punta Cornù. Neresine. S. Giacomo. Aprile \\ . 256. Sorbus domestica L. Trovasi qua e là nelle siepi, vero- similmente da coltura. Aprile t( . XXIX. GRANATEAE DON. 257. Punica granatum L. Spontanea nelle siepi, sulle muraglie di Lussino e S. Pietro di Nembi. Giugno li. XXX. HALORAGEAE R, BR. 258. Myriophyllum spicatum L. Nello stagno presso la città d'Ossero. (TÌugno ^. XXXI. LYTHRARIEAE JUSS. 259. Lythrum Hyssopifolia L. Li terreni argillosi, umidi di Unie. Giugno 0 XXXIL TAMARISGINEAE DESV. 2()0. Tamarix africana Poir. Ne esiste un albero non lungi i\:\\ convento di Neresine, rlerivante probabilmente da coltura. Maggio \ì . XXXIII. MYRTACEAE R. BR. 261. Myrtus italica Mill. (M. communis L. fi. mclauorarpa J)C.) Frequente in tutte le isole, eccettuate quelle di suolo arenoso, così a Lussino, Colludraz, Unie, S. Pietro di Nembi, Orioie, Cosiach, Tersorca. Agosto a novembre fi. 7(» XXXIV. CUCURBITACEAE JUSS. 2H2. Bryonia dioica Jcq. Nelle siepi dei dintorni di Lussin- grande, Chiunschi, Ossero. Maggio ^. 263. Ecballion Elaterium Rich. Nei lidi marini, fra macerie, specialmente ad Unie. (liugno, Inglio 0. XXXV. PARONYCHIEAE .ST. HIL. 264. Herniaria glabra L. Nei campi, lungo le vie, in terreni secchi a Lussino, Chiunschi, Unie, Canidole, S. Pietro di Nembi. Maggio, giugno ^. 265. H. incana Lam. Come la precedente a S. Martino, Punta bianca, Unie, Canidole grande. S. Pietro di Nembi. Maggio, giugno 1. 266. Paronychia Kapela Ker. In terreni sassosi, soleggiati a S. (riacomo e sul monte d'Ossero. Maggio, giugno ^. 267. Polycarpon tetraphylium L. In luoghi incolti, nelle siepi, comune. Maggio O. 268. P. alsinaefolium DC. Lungo le strade, tra le siepi a Lussino, S. Pietro di Nembi, CoUudraz, Sansego, Unie. Maggio O. XXXVI. CRASSULACEAE DC. 269. Crassula rubens L. In terreni aridi a Lussino. Maggio 0. 270. C. Magnolii DC. Colla precedente a Lussino e Chiunschi. Maggio 0. 271. Sedum dasyphyllum L. Scopersi questa bella specie nel giugno 187!ero e Chiunschi. Luglio, agosto %. 352. A. camphorata Vili. var. Biasolettiana Vis. Rara in luoghi rupestri soleggiati Agosto ^4. 353. A. caerulescens L. (A. marifima in Josch Catal.) Sui lidi marini ad Ossero, Colludraz, Agosto, settembre %. 354. Achillea nobilis L, Li terreni aridi a Neresine. Giugno, luglio ^. 355. A. odorata L. Come la precedente ad Ossero. Neresine. Giugno %. 356. Anthemis altissima L. In terreni coltivati a Lussino, Punta bianca, Neresine, S. Giacomo, Colludraz. Maggio, giugno O. 357. A. brachyoentros Gay. {A. Pseudo-Cota Visiani). Come la precedente, ma meno comune a Lussino, Pojana, verso Chiunschi, Ossero. Giugno O. 358. A. arvensis L. Nei campi coltivati a Lussino, Pojana, Chiunschi, monte d'Ossero, Colludraz, S. Pietro di Nembi. Maggio, giugno 0. 359. A. Cotula L. Comune nei terreni coltivati a Lussino, Unie, Ossero, S. Pietro di Nembi. Maggio, giugno 0. 3B(3. Leucanthemum montanum L. Tn luoghi erbosi a S. Gia- como, monte d'(Jssero. Maggio, giugno %. 3(JL Chrysanthiemum segetum L. Nei giardini e terreni coltivati dei dintorni di Lussinpiccolo. Maggio 0. 'Ò&2. Senecio vulgaris L. Malerba comune in tutte le terre coltivate a Lussino, Sansego, Unie, ecc. Fiorisce dalla primavera all' autunno ed anche nell' inverno 0. 363. Calendula arvensis L. Nei terreni coltivati dei dintorni di Lussino, Unie, Sansego. Marzo a maggio 0. 78 364. Echinops Ritro L. Viene indicato da Host sull'isola di Lussino. Settembre, ottobre %. 366. Cirsium lanceolatum Scp. Trovato dal Dr. Reuss a S. Pietro di Nembi. Giugno ad agosto ©. 366. Tyrimnus leucographus Cass. In terreni incolti soleg- giati a Lussingrande, Punta Cornù. Maggio, giugno ©. 367. Carduus pycnocephalus Jcq. Comune lungo le vie, sulle muraglie, ecc. a Lussino, Punta Cigale, Ossero, CoUudraz, Canidole piccola, S. Pietro di Nembi. Aprile, maggio ©. 368. C. nutans L. In terreni incolti, aridi a Lussino. Griugno ©. La Fitaelielina dubia citata ad Ossero da Wulfeii e da Visiani riportata nella Flora dalmata, è pianta sommamente dubbia e con tutta probabilità assunta per errore. 369. Carlina lanata L. Nei terreni aridissimi dei dintorni di Lussino e Chiunschi, però non frequente, come è indicata da Wulfen nella FI. rar. Giugno ©. 370. Kentrophyllum lanatum DC. In terreni aridi e sterili, lungo le vie a Lussino, Punta Cigale, S. Pietro di Nembi. Luglio O. La Centaurea alba L. indicata nella Flora daini, da Visiani nei monti aprichi dell' isola di Ossero, non venne da me osser- vata né in (juesta né nelle altre isole del Quarnero. 371. Centaurea Cyanus L. Non frequente nei seminati a S. Gia- como. Maggio ©. 372. C. cristata Brtl. In terreni incolti, duri, ad Ossero S. Pietro di Nembi. Luglio, agosto ©. 373. C. Calcitrapa L. In terreni incolti, aridi, a Lussino, Punta Cigale, Neresine, Ossero, ecc. Giugno, luglio ©. 374. C. solstitialis L. Nei medesimi luoghi come la precedente. Luglio, agosto 0. La C. punctata Vis., indicata nella Flora daini, nei dintorni di Lussinpiccolo è alquanto dubbia. Del pari il Xeranthcninm annuum L. viene indicato nel Catal. di Gr. Host a Lussino senza dubbio per errore di determinazione. 375. Scolymus hispanicus L. In terreni incolti, lungo le strade, comune. Giugno, luglio ©. 79 376. Rhagadiolus stellatus Grtn. var. edulis Kch. Lunoo le siepi, nelle macchie a Lussino, Artatorre, S. Giacomo, Neresine, Ossero, Unie, Colludraz. Aprile O. 377. Hyoseris scabra L. In terreni sodi, al lido del mare a Lussino, Cliiunschi, Ossero, S. Pietro di Nembi. Marzo alla fine di aprile 0. 37is L.. specie coniuiie nel Litoi-ale e nelle isole di Chei-so e Veglia, si troverà probalnlmeute anche in (|iiella di Lussino, 94 LXVI. CHENOPODIEAE VENI. 556. Schoberia maritima C. A. Meyer. Alle rive del mare a Lussino, Ossero, Sansego O. 557. Salsola Kali L. var. brevimarginata Kch. (*S'. Tragus L.) Come la precedente a Sansego. Luglio, agosto O. 558. S. Soda L. Colla precedente a Sansego. Agosto O. 559. Salicornia herbacea L. Nei lidi marini a Lussino, Nere- sine. Ossero. Agosto, settembre O. 560. S. fruticosa L. var. pachystachya Kch. (S. macrostachya Mot.) Al mare, come la precedente e più volgare di quella, a Lussino, S. Martino, Canidole, Sansego, Scoglio Zabo- darschi. Agosto, settembre \i . 56L Chenopodium ambrosioides L. Li terreni coltivati a ortaglie a Lussino. Luglio O. 562. C. olidum Curtis. Ai margini delle vie, tra macerie a Lussino, Ossero, Sansego. Luglio, agosto O. 563. Blìtum rubrum Rchb. Li terreni coltivati a Lussino. Aprile. maggio (T'. 564. Beta maritima L. Sulle spiaggie marine a Lussino, Val- darche, Cluunsclii, CoUudraz, Sansego, S. Pietro di Nembi. Maggio, giugno %. 565. Camphorosma monspeliaca L. Li terreni arenosi e ru- pestri presso il mare a Lussino, S. Martino, Punta Ge- rilla, Sansego, Unie. Griugno ^. 566. Obione portulacoides Moq. Tand. (Halimus poHuIacoides WdJJr.) Nei lidi marini a Lussino, Punta Cornù, ecc. Luglio, agosto %. 567. Atriplex hortensis L. Luoghi incolti di Sansego. Luglio, agosto O. 568. A. bastata L, Alle rive del mare a Lussino, Ossero, San- sego. Luglio 0. 569. A. patula L. Sulle spiaggie del porto di Sansego. Agosto O. 570. Thellgonum Cynocrambe L. Sopra muraglie ed in luoghi ombrosi a. Lussino, Punta bianca, Chiunschi, S. Griacomo, Scoglio Colludraz, S. Pietro di Nembi, Oriole grande. Maggio, giugno 0. 95 LXVII. POLYGONEAE JUSS. 571. Rumex pulcher L. In terreni incolti, ai margini delle strade e sentieri a Lussino, Artatorre, Chiunsclii, Ossero. S. Pietro di Nembi. Aprile, maggio Q. 572. R. crispus L. In terreni coltivati ed erbosi a Lussino, Ossero, Oriole. Maggio, giugno ^. 573. Polygonum incanum Smith. In luoghi arenosi, umidi, ad Unie. Giugno O. 574. P. aviculare L. Comunissimo nei terreni incolti, sulle strade a Lussino, Unie. A Sansego la var. Uttorale Link. Estate 0. 575. P. maritimum L. Sulla spiaggia del mare nel porto di Sansego, in esemplari giganteschi. Maggio, giugno 2^.. LXVIIL THYMELEAE JUSS. 570. Passerina hirsuta L. Frequente sullo Scoglio Zabodarschi, trovasi pure in Oanidole piccola e grande. Unie, Scoglio Colludraz e Mortara. Maggio %. LXIX. LAURINEAE DC. 577. Laurus nobilis L. Spontaneo nei vigneti, fra cespugli a Lussino ed altrove. Marzo, aprile ti. DeW Ehteagniis ancjustifoìius L. indicato da Wulfen (PI. rar., N. 22) e da Host {FI. aust. I. p. 217) al "lido del mare di Ossero, non liavvi traccia in detta località, né è presumibile che vi cresca spontaneo, giacché questo è albero indigeno di clima più meridionale ed alligna presso di noi soltanto coltivato come pianta d'ornamento. LXX. SANTALACEAE R. BR. 578. Thesium divaricatum Jan. In terreni erbosi, aprichi, a Lussino e Colludraz. Maggio, giugno %. Il Thesium iiitermedium Scìircì., indicato dal Dr. Reuss nel Cat. delle piante osservate a Sansego, non fu da me veduto. 96 LXXI. CYTINEAE BROGN. 579. Cytinus Hypocistis L. Parassitico sulle radici del Cysfus rrcticm L., non però in ogni località ove cresce questo arbusto : copioso sui colli che cingono le valli di Cigale e Velidol, alla Punta bianca, Chiunschi e sullo Scoglio Colludraz. Maggio %. LXXII. ARISTOLOCHIEAE JUSS. 580. Aristolochia rotunda L. In luoghi erbosi a Lussino, Ne- resine, Unie, Oriole, S. Pietro di Nembi. Maggio %. 581. A. Clematìtis L. In terreni coltivati a vite ed olivo a Lus- sino, Unie, S. Pietro di Nembi. Giugno ^. LXXIII. EUPHORBIAGEAE JUSS. 582. Euphorbia Peplis L. Nei lidi marini a Lussino, Neresine, Unie, Sansego. Giugno, luglio 0. 583. E. helioscopia L. In terreni coltivati a Lussino, Cigale, Unie, Canidole, Scoglio Tersorca. Marzo a maggio O. 584. E. epithymoides L. (E. fragifera Jan) In terreni rupestri, aprichi, a Lussino, Chiunschi, monte d' Ossero, Scoglio Colludraz, Unie, Canidole, S. Pietro di Nembi. Aprile, maggio %. L" E. ftpinoini Cir. (^nt. è da riferirsi, secondo os;ni probabilità, a questa specie. 585. E. Wulfenii Hoppe. In luoghi rupestri, soleggiati di tutte le isole, cosi a Lussino, Unie, Sansego, S. Pietro di Nembi, ov' è copiosissima. Febbraio a tutto aprile ^. L' K. nmi/f/diiloìiles Cir. Cai. appartiene probabilmente a questa specie. 58lx E. Cyparissias L. Volgare nei terreni coltivati ed incolti di tutte le isole. Marzo a maggio ^. 587. E. Paralias L. Alle rive del mare a Lussino, Sansego, Canidole, Unie, S. Pietro di Nembi. Giugno, luglio ì. 588. E. Myrsinìtes L. In terreni sassosi, sterili a Lussino, Unie, Canidole. Maggio %. 97 ÒW. Euphorbia pinea L. Alle rive del mare a Lussinpiccolo e grande, Oriole, Unie, Scoglio Cosiacli. Maggio, giugno '^. 590. E. peploides Gouan. In siti ombrosi delle macchie sempre- verdi a Lussino, Chiunschi, Unie, Canidole, S. Pietro di Kembi, Scoglio Zabodarschi. Marzo, aprile 0. 591, E. falcata L. In terreni coltivati, negli orti molto sparsa. Giugno O. 59-2. E. exigua L. var. refusa Roth. In terreni coltivati a Lus- sino, Punta (jrerilla, Scoglio Colludraz. Maggio, giugno O. 593. E, Lathyris L. In terreni sassosi fra cespugli a Lussino ed Unie. Maggio 0. 594. Mercurialis ovata Hoppe. Sul monte d' Ossero. Maggio %. 595. M. annua L. In ten-eni coltivati a ortaglie, a Lussino, Scoglio Colludraz, Ossero, Unie, S. Pietro di Nembi. Aprile, maggio O ©. LXXIV. URTICEAE JUSS. 596. Urtica urens L. In terreni coltivati presso le abitazioni, siepi, ecc , comune. Maggio, giugno 0. 597. U. dioica L. Colla precedente; la osservai e raccolsi sulla vetta del monte d'Ossero in esemplari minuscoli. Maggio \. 598. Parietaria erecta M. K. {Par. officinaUs A-uct.) In terreni arenosi di Canidole. Giugno %. 599. P. diffusa M. K. (P. Judaica Auct.) Comune nelle fessure dei muri, delle rupi, ecc., a Lussino, Artatorre, Ossero, Scoglio Colludraz, Scoglio Zabodarschi. Estate 1. 600. Morus nigra L. Nei dintorni di ■ Lussino, acclimatato. Giugno I? . 601. Celtis australis L. Come il precedente. Aprile h. 602. Ulmus campestris L. Nei dintorni di Lussino, Unie, San- sego, Canidole. Febbraio h . 603. Ficus carica L. Frecjuente nei campi. Giugno, luglio h.. I,XXV. JUGLANDEAE DC. 604. Juglans regia L. Trovato dal Prof Haracic un unico esemplare al monte d'Ossero. Maggio I). 7 98 LXXVI. CUPULIFERAE RCHB. 605. Castanea vulgaris Lam. Rarissima al monte rV Ossero (Haraoic). Giugno t) . 606. Quercus pubescens Willd. Nelle boscaglie, frequente nei dintorni di Neresine e Chiunsclii. Aprile ti. 607. Q. Ilex L. Nelle boscaglie e macchie sempreverdi a Lus- sino, Neresine, Unie. Maggio ti . 608. Q. Suber L. Indicata nel Catalogo del Petter sulla punta meridionale dell'isola di Lussino e sul monte Calvario. Giudicando dall' analogia della specie che trovasi nel- l' Istria australe, si dovrebbe supporre esser questa piuttosto la Q. Pseudo-Suher Santi. Maggio ì) . 609. Q. coccifera L. Nelle vicinanze di Neresine e Chiunschi. Maggio il . 610. Ostrya carpinifolia L. Nelle boscaglie delle regioni mon- tuose sopra S. Giacomo e sul monte d' Ossero. x4_prile 1; . Il L'arpinus duinensis L. non fu peranco osservato sull' isola, ma è verosimile che lo si trovi in qualche macchia in suolo rupestre. LXXVIL SALICINEAE RICH. 611. Salix viminalis L. Citata da Strobl sulla costa setten- trionale di S. Pietro di Nembi. Marzo \\ . 612. Populus tremula L. Rara in singoli individui fra la Punta Gerilla e Chiunschi. Aprile ti. LXXVm. GNETACEAE BLUM. 613. Ephedra nebrodensis Tineo. Questa specie interessante, che finora faceva difetto a tutta la nostra provincia, venne recentemente scoperta al versante occidentale del monte d'Ossero dal zelantissimo Prof. Haracic, dal quale mi venne favorito un esemplare, che corrisponde per- fettamente con quelli che possedo da Spalato e Clissa e dal monte Parnon nel Peloponneso (Lag. Heldreich), riveduti pure dal Dr. Stapf. Aprile, maggio \i. 99 LXXIX. CONIFERAE JUSS, (il4. Juniperus Oxycedrus L Frequente nelle boscaglie e macchie a Lussino, Chiunschi, S. G-iacomo, monte d'Ossero, Unie, Colludraz, S. Pietro di Nembi, Tersorca. Febbraio, marzo li . (U5. J. macrocarpa Sibt. Smith. Col precedente, però più raro a Lussino e Porto Oigale. Febbraio, marzo li. 61 ti. J. phoenicea L. Non rara nelle macchie sempreverdi a Lussino, Ossero, Unie, Oriole grande, San Pietro di Nembi, Scoglio Colludraz (ove trovai un arbusto a fiori monoici), Zabodarschi, Tersorca, Cosiach. Gennaio, feb- braio h . Il Piniis Pinea L.. indicato da Josch sul monte d' Ossero, non può esservi che coltivato, come lo è qua e là nei giardini. 'ì LXXX. POTAMEAE JUSS. 617. Potamogeton natans L. Li un piccolo serbatoio d'acqua suir isola d' Uuie ed in altro simile sullo Scoglio di S. Pietro di Nembi, a levante. Maggio, giugno %. 618. P. crispus L. Nel piccolo stagno di S. Pietro di Nembi. Luglio, agosto %. ()19. Zannichellìa palustris L. Nello stagno presso la città di Ossero ed a S. Pietro di Nembi. Griugno, luglio ^. LXXXI. NAIADEAE L. 6'20. Zostera marina L. Nei bassi fondi dei seni di mare a Lussino, Sansego, S. Pietro di Nembi. Aprile '^. 62L Cymodocea aequorea Kòn. Colla precedente, ma i)iù rara a Lussino, Colludraz ^-i. 622. Posìdonia Caulini Kòn. Comunissima nei bassi fondi alle coste di tutte le isole, così a Bocca falsa di Lussino, Artatorre, Sansego, ecc., ove viene gettata dalle onde in grandi masse sopra la spiaggia; non fu ancora trovata in fiore %. ') Recentemente furono introdotte per 1' imljoschiuiento dei tratti più sterili parecchie altre specie di pini (P. Paroliniana, liulepensis, austriaca, ecc.), che vi allignano benissimo. CtV. Haraci(;: „La vegetazione dell'isola di Lussino", p. 27. * 100 LXXXII. AROIDEAE JUSS. 623. Arum italicum Mill. Lungo le siepi, in terreni pingui, ombrosi a Lussino, Colludraz, S. Pietro di Nembi, Ter- sorca. Maggio %. 624. Arisarum vulgare Rchb. In luoghi erbosi, imparati nei dintorni di Lussino, Colludraz, S. Pietro di Nembi. Fio- risce da novembre, se' l'inverno è mite, fino alla prima- vera 2]. LXXXIII. ORCHIDEAE JUSS. 625. Orchìs fusca Jcq. Nella valletta di Zuangosolii al monte S. Grio vanni (Haracic). Maggio, giugno %. 626. O. Simia Lam. (0. tepìiro^anthos Dsf.) In luoghi erbosi a Lussino, Punta Gerilla, Chiunschi, S. Griacomo, Neresine, Ossero, Punta Cornù, Scoglio Mortara. Maggio, giugno %. 627. O. papilionacea L. var. rubra Pari. (0. mòra Jacq.) Rara nei prati rivestiti di poca erba a Punta Gerilla. Maggio %. 628. O. coriophora L. var. fragrans Vis. In luoghi erbosi a Lussino, Cigale, Unie. Maggio %. L' O. Ilostii Tratt. indicata ICE. CrFDtogamae cellulares. 96. Musei 51 97. Hepaticae 2 98. Characeae 2 Come si vede da questo prospetto a comporre la flora di Lussino concorrono 617 dicotiledoni, 156 monocotiledoni e 9 120 crittogame vascolari, senza tener conto delle piante cellulari. Vi si contano IM specie legnose, 310 perenni e 381 tra annue e bienni. Tra le legnose vi sono 34 alberi e 44 arbusti mag- giori. Sole 7 piante vivono in acqua, di cui 3 nel mare. La famiglia meglio rappresentata è quella delle papilionacee (100 sp.) cui seguono quella delle graminee (79) e delle composte (76). Le altre famiglie non giungono ad avere neppure la metà di specie di quante ne conta una delle tre suaccennate, non pos- sedendo le più ricche come (piella delle crocifere clie 37 e delle labiate che 35, mentre le ombrellifere non ne hanno che 29 e 26 le scrofularinee. Ben 30 famiglie non sono rappresentate per ognuna che da un'unica specie. Se consideriamo la partecipazione delle varie famiglie a formare la flora di Lussino in confronto a quanto riscontrasi in quella di tutto il Litorale, ritroveremo una differenza note- vole, occupando in questa il primo posto le composte con una preponderanza di quasi un terzo sulle papilionacee e le gra- minee che immediatamente vi seguono. Ancora più marcata è la differenza che si osserva colla flora della vicina isola di Veglia, nella quale emergono per numero di gran lunga le graminee (177 sp.). cui fanno seguito le composte (102) e le papilionacee (86), \) All'incontro la flora di Lussino corrisponde in questo riguardo a quella dell'Istria, ove pure il numero delle papilionacee supera quello delle composte. '^) Se consideriamo che la flora delle isole del Quarnero f Lussino, Clierso, Veglia e le minori) ascende a circa 1100 specie, risulta che quella di Lussino ne possedè il 71 per cento, mentre in confronto a quella di tutto il Litorale (di circa 2600 specie) essa non giunge che appena al 30*6 per cento. ') Tonini asini. Sulla vegetazione dell'isola di Veglia, p. 85. ^) Cosi nell' Istria meridionale si contano 129 graminee, 123 papi- lionacee e 12d composte (F r e y n. Flora v. Sildistrien, p. 10, e Nach- tràge), e nell'Istria media 114 papilionacee, 107 composte e 104 graminee (M a r e li e se 1 1 i. Flora di Parenzo, p. 14). ALCUNI CENNI FLORA DI DUINO E DE' SUOI DINTORNI MUZIO DE TOMMASINI <) '^ iiA^^l^^a vegetazione delle adiacenze prossime al castello di #^^l kl'Jr fi Duino si distingue notabilmente da quella dei '%. rK ^-*^f^ circostanti territori per il suo carattere eminente- v0^"~~'' mente australe, che assai si avvicina a quello delle regioni più meridionali dell'Istria. All'estrema punta di Sal- vore, fino alla quale arrivano gli strati calcari, che formano la costa occidentale ed australe dell'Istria, cessa insieme ad essi la terra argillosa, ocracea, nota sotto la volgare denomina- zione atterra rossa, e vi subentra il sottosuolo siliceo-albuminoso 'ì Fra le carte del Tommasini trovo questo lavoruccio, che ignoro quando venisse scritto, ma che, per quanto mi consta, non fu mai publi- cato. Forse aveva da esser inserito nell'opera di Monsignor Pichler „Il Castello di Duino^', ma non potrei affermarlo maggiormente, tanto più che in una nota a pag. SO, l' autore deplora di non aver ricevuto in tempo una Memoria sulla flora e sulla favma duinense, promessagli da A. Breindl, allora capo-stazione a Nabresin'i ed appassionato cultore della botanica. Può darsi per altro che Tommasini avesse preparato il lavoro, ma non l'avesse spedito al Pichler, e che questi, ignorandone l'esi.stenza, si fosse dopo la sua morte, avvenuta due anni prima della publicazione dell'opera, rivolto al Breindl. Comunque siasi, credo non arrecar offesa alla venerata memoria del Tommasini. imblicando questi suoi cenni sul'a fiora di Duino. C. M archesetti. 8* 122 di pietra arenaria, la terra vegetabile del quale è detta comu- nemente terra vera. In tutto il tratto che dall' indicato punto s'estende occupando i lati rivolti a settentrione ed occidente del o-ollb di Trieste, comprendendo quindi i territori di Pirano, Isola, Capodistria, Muggia e Trieste stessa, la vegetazione assume un tipo più settentrionale; vi si scorgono rarissime, ed in situazioni soltanto bene garantite dai venti, poche delle specie di alberi ed arbusti frequenti nell'Istria australe ed anche media, le quali ricompariscono poi successivamente presso Nabresina e Sestiana, ove le roccie calcaree nuovamente di- scendono a livello del mare, e si presentano in più grande quantità negli immediati dintorni di Duino. Questa differenza di vegetazione devesi attribuire alla circostanza che nel seno di mare formato dal braccio sporgente sul quale esistono gli avanzi dell' antica rocca, e dalle rupi che si estendono in semi- cerchio al castello nuovo, havvi uno spazio riparato, entro il quale le piante più delicate, esigenti temperatura mite e costante, quali sono gli alberi ed arbusti a fronde sempreverdi, trovano ricovero ad esse adattato ed allignano rigogliose, rivestendo quelle dirupate pendici di folti cespiti, in luoghi quasi inacces- sibili, e perciò non soggetti a danneggiamenti da parte degli uomini e degli animali. E particolarmente caratteristico per questa flora il Lercio {Qucreus lìex L.), albero che tranne sull'isola di Cherso nel Quarnero, ove trovasi in massima quantità, in verun' altra parte della provincia litorale così copioso, in florido e robusto aspetto apparisce come nei dintorni di Duino. Il parco princi- pesco situato a breve distanza dal castello, è composto in massima parte da annose piante di questo bellissimo ed utile albero. Ed anche non molti anni addietro nel terreno aperto fra il castello ed il parco esisteva una folta macchia di quest'albero, della quale i pochi e miseri rimasugli attestano l'avvenuta malconsigliata distruzione. Vegetano in stato mirabile fra i dirupi sotto il castello oltre ai Lecci, le Filliree, l'Alloro, il Mirto, l'Olivo selvatico, il Laurotino, il Ginepro a bacche rosse, ed abbelliscono con perenne verdura quelle balze rupestri, in armonia col magnifico 123 (quadro che si presenta alla vista verso il mare, verso la città di Trieste e la costa dell' Istria a mano manca, e verso la pia- nura del Friuli e la catena delle Alpi Giulie a destra. La flora di Duino ricca di molte specie, fra le quali alcune a lei particolari, richiamò fino da remota epoca l'attenzione e le ricerche dei botanici, tra i quali va in ordine di tempo an- noverato primo l' illustre Giovanni Antonio Scopoli, che viva- mente interessavasi per la flora di questa regione, ove di frequente si recava dalla sua sede in Idria a ricerca di piante ; fa di ciò prova la classica sua Fiord carniolica, (edizione seconda del 1772), enumerante molte specie da esso qui osservate, e fra queste due nuove per quell' epoca, il Carpiniis duineiisis e la Centaurea carstiana. delle quali in detta opera- sono date le figure. Allo Scopoli tennero dietro nell' illustrare la flora di Duino vari botanici nostri connazionali, gli abati Giuseppe Berini e Giacomo Brumati da Ronchi di Monfalcone, il Prof. Brignoli da Gradisca, come pure il celebre Bar. Wulfen, che dopo il soggiorno fatto nella sua gioventù a Gorizia, conservò sempre speciale predi- lezione per la flora del Litorale, al quale di frequente recavasi dalla sua dimora abituale in Klagenfurt. Molti altri botanici sì esteri che nazionali qui convennero, ed anco al presente non liavvi alcuno il quale visitando le nostre contrade, ommetta di portarsi a Duino per osservarvi e raccogliere quelle fra le piante rare e pregiate che vengono offerte dalla stagione. Lo Scopoli dette il nome di Carpinus duinensls all' albero di (juesto genere eh' egli ({ui osservò e distinse secondo i suoi caratteri dal Carpino comune {Oirpinus Betulus L.). Quest'albero trovasi comune nelle regioni inferiori della provincia litorale, e particolarmente nell' Istria bassa ricopre vasti tratti tenuti ed utilizzati a Ijoschi cedui. Trovandosi lo stesso diffuso anche in tutti i paesi australi dell'Europa e del prossimo Oriente, il francese Lamark nella parte botanica dell' Enciclopedia di cui fu autore, credette 0])portuno di sostituire alla denominazione dello Scopoli (j^uflln di ('((rp/nus orienfdlis^ ma (piesta deve secondo le norme di nomenclatura generalmente adottate, cedere in confronto di (quella dello Scopoli siccome anteriore di tempo. 124 Quanto alla Gentaurea detta dallo Soopoli Kadschiana, ma che per ragione di lingua meglio appellasi carstiana, come proposto da Host, è notabile come essa sia limitata al castello di Duino ed alla prossima rocca, sulle cui mura e rupi vegeta ad esclusione del contiguo Carso, ove alligna altra specie, la Gen- taurea cristata di Bartling, alla nostra bensì assai affine, però distinta per caratteri marcati. Della (^entaurea carstiana tro- vansi soltanto in alcune recondite e rupestri località delle isole del Quarnero Veglia e Cherso degli esemplari, però con lievi differenze che ne costituiscono una varietà particolare. ') Passando ad indicare specificatamente le piante più notevoli della flora duinense coi nomi ad esse attribuiti dalla scienza botanica, ricorderemo in primo luogo i già mentovati: 1. Alien ed arMsti a fronde sempreverdi. Leccio. Quercus IJex L. — Alloro. Laurus nohiìis L. — Filliree di due specie. PMUyrea hdifoìia L. e Fh'dlyrea strida Bert. rara nelle nostre contrade. — Mirto comune. Myrtns italica Mill. — Olivo selvatico. Olea europaea L. — Lauro Tino. Viburnam Tinus L. — Ginepro a bacche rosse Jimiperus Oxycedrus L. — Smilace. Smilax aspera L. — E-osa a foglie sempreverdi. Rosa senipervirens L. ^2. Allierl ed arMsti a foglie caduclie. Quercia racemosa. Quercus puhcscens Willd. — Frassino Orniello. Fraxinns Ornus L. — Carpino bianco. Garpinus dui- nensis Scop. — Carpino nero. Ostrya carpinifolia Scop. — Acero trilobo. Acer momjìessulanitm L. — Acero campestre. Acer campestre L. — Terebinto. Pistacia Terebinthus L. — Ciliegio canino. Fnmns Malialeb L. — Olmo comune. UIiìims campestris L. — Corniolo. Gornus masoda L. — Sorbo. Sorbns domestica L. — Sorbo torminale (Ciavarello Tose.) Sorhas torminalis L. — Spino bianco. Grataegus monogyna Jacq. — Scotano. Rhiis Cotinus L. — Paliuro. Paìiarus australis Gart. — Fusaro. EvonyniìiS eirro- paeiis L. — Ligustro. Liytistntì)! volgare L. — Ginestra di Spagna. Spartiiim junceiim L. — Fico. Ficus Garica. incontrasi ') È la C. dalmatica Ker. in litt. ad Tomni et iu Scliedis ad fior, exsicc. austr.-liuiig. 1, 1881, p. y7. 125 alle volte spontaneo nascente in luoghi riparati. — Noce, Ja- gluns regia L., ed i Gelsi, Monis (ilha et nigra che vengono coltivati al pari degli alberi a frutto più comuni. La Vite {Vitift vinifera L.) non rara occorre spontanea nelle siepi. E da farsi particolare menzione del Cappero {Capimris spinosa L. var. inermis Kch. — Capparis nipestris Sibt.), di cui pa- recchi cespiti hanno radice nei muri di sostegno alle terrazze del castello e li ornano coi loro fiori, dai quali quando sono ancora rinchiusi nei calici ricavasi notoriamente utile prodotto. E verosimile che questo arbusto sia stato introdotto per coltuia qui come sulle mura di Gradisca, della chiesa principale di Pirano ed in altre località del Litofale, ove ora si mantiene senza veruna cura. Fra le p)iante perenni sono da notarsi in principalità le Violeciocche. rossa (Maffhiola sin /(afa DC.) e gialla {Clieiranthns (Jlieiri L.), entrambe piante notoriamente assai gradite e coltivate per la bellezza e fragranza dei loro fiori. Esse ornano in grande quantità nella primavera le rupi circondanti il castello verso il mare : presso la rocca antica trovasi soltanto il Cheiranthas. E lecito arguire da ciò che la Matihiola sia stata introdotta per coltura, ed ora si mantenga e propaghi sponta- neamente per il favore della località : il Cheiranthits all' opposto sembra essere di origine spontanea, . 'trovandosi d' altronde anche in varie situazioni della provincia sopra muraglie antiche di città e case. Ambedue queste piante offrono possente attrat- tiva per gli amatori di botanica, e non trascorre quasi primavera in cui non si presenti qui taluno di essi a raccogliere questi vaghi doni di flora. Fra le piante perenni rinuu'chevoli si enumerano fiorenti : a) In primavera. Tlilaspi praecox W/i/f. Alyssnm monfaniini L. Pulsatilla montana Rehh. Sesleria tennifolia, Schr. Eaphorhia fragif'era Jan. lùipliorhia Walfhfii Hoppe, cresce a non grande distanza nei dintorni di Sestiana e Nabresina. Lactuca perennis L. 126 h) Al Unta divaricata Tcn. Genista sylvestris Scop. Dictamnus alhus L. Crexìis chondrilìoides Jacq. T< ucrium flavimi L. Cent aurea carstiana Scop. e) Ad estate avanzato Caiìipanida pi/nnnidaìis L. Seseli Goti ani Kch. Cnidium apioides Hffni. Aìliiim sa.iatile M. B., sulle rupi del castello antico. Sedum rupestre L. Ccnt((urea axiììaris Wdìd. Cent a area cristA CARLO D." MARCHESETTI. accogliendo i materiali per la Flora del Litorale, ho _ T dovuto naturalmente ripassarne tutta la letteratura '^%,4%J^ botanica, che purtroppo trovasi sparsa in moltissime ^^^K^'- publicazioni e la cui ricerca mi costò non poco tempo e fatica. Così mi riesci di compilare un prospetto di oltre 750 lavori, numero certamente notevole ove si consideri la esiguità della nostra provincia ed il piccolo numero di botanici viventi in essa La maggior parte di questi lavori è dovuta a fioristi tedeschi, il che si comprende facilmente dall'interesse che la nostra vegetazione australe offre agli studiosi del settentrione, che varcando le Alpi s'incontrano improvvisamente in una flora del tutto diversa dalla loro, laddove pei botanici italiani essa presentasi più o meno affine a quella delle loro contrade e quindi non può esercitare un fascino si vivo Credetti opportuno aggiungere a parecchie di queste memorie brevi osservazioni critiche o di notarne il contenuto. Avrei desiderato unirvi contemporaneamente anche la Storia della botanica del nostro Litorale, ma ciò avrebbe di troppo accresciuto la mole del presente lavoro e perciò stimai miglior consiglio rimetterne la publicazione ad altro tempo. 9 130 Colgo quest' occasione per esprimere qui i dovuti ringra- ziamenti agli egregi Professori Gr. Arcangeli di Pisa, P. Ascherson di Berlino, V. Borbas di Budapest, C. Fritscli di Vienna e P. Saccardo di Padova, che mi fornirono gentilmente indica- zioni riguardo ad alcuni lavori. 1. Accurti G. Cenno sulle alghe di Capodistria. Programma del (linnasio di Capodistria, 1858, p. 4 - 18. Contiene un elenco di 195 specie, tanto marine che d' acqua dolce. 2. Agardh C. Aufzàhlung einiger in den osterreichischen Lan- dern gefundenen neuen Gattungen und Arten Algen, nebst ihrer Diagnostik und beigefiigten Bemerkungen. — Regensb. Flora, X, 2, 1827, p. 625-646. Vi sono indicate parecchie specie nuove da Trieste colle relative diagnosi. 3. — Bericht iiber eine botanische Reise nach Oesterreich und dem nordostlichen Italien im Jalire 1827. — ibid. XIV, 1, 1831, p. 17—27, 39—46. Dà tra altro relazione d'una salita al monte Nanos, del quale però non indica che la DrahaciliaUi Scjì.e VAnthriscus nemorosa Spn; 4. — Icones Algarum ineditae, Lundae et Holmiae 1820— 1821, Fase. 2 con 20 tav. Ripublicato anche quale Editio nova nel 1846. Porta la descrizione e la tav. della Cystoseira harhata var. Hoppii, raccolta dal Hornschuch ai nostri lidi. 5. Agardh I. G. Algae maris mediterranei et adriatici. Obser- vationes in diagnosim specierum et disposifcionem gene- rum. Parisiis, 1842. 6. — Species genera et ordines Algarum. Lundae 1848—1863. 7. — Epicrisis systematis Floridearum. Lundae 1876. 8. Agosti G. De re botanica tractatus in quo praeter generalem methodum et historiam plantarum, eae stirpes peculiariter recensentur, quae in agro Bellunensi et Fidentino vel sponte crescuntvel arte excoluntux, additis adnotationibus quibus plurimarum plantarum vires indicantur. Belhini 1770. iig. Vi sono indicate pure piante goriziane. 131 9. Ambrosi F. Flora Tiroliae australis. Flora del Tirolo meri- dionale. Padova 1854—1857. In quest' opera rimasta, pur troppo, incompleta, essendo stati publicati solo il Voi I, e del II la pai-te I, trovansi aggiunte delle appendici contenenti le specie che in unione alle tirolesi, servono di completamento alla flora dell'Italia settentrionale. Per tal modo vi sono citate 221 specie dalla nostra provincia, alcune delle quali però errate, come la Suaeda fruticosa, Daphne collina, FAaeagnus angusti f olia, XerantJiemum annmmi, Echinaria capitata, Lamackia aurea e qualche altra. Nel Voi. I, p. 261—262 vi sono dati brevi cenni biografici intorno a G. A. Scopoli. 10. Arcangeli G. Compendio della Flora italiana. Torino 1882, seconda edizione 1894. 8onvi numerose citazioni dalla nostra provincia. 11. Ardissone L. Le Floridee italiclie descritte ed illustrate. Milano e Firenze, 1868—1878, Voi. II, con 36 tav. col. 12. — Phy oologia mediterranea. Varese 1883—1886, Voi. II. Vi sono indicate pure frequentemente le nostre località. 13. Ascherson P. Correspondenz. — Oest. bot. Zeitschr. Wien, 1866, p. 331—332. Annunzia la scoperta della Najas graminea a Strassoldo. 14. — Correspondenz. — ibid. 1867, p. 83—84. Parla delle nostre fanerogame acquatiche. 15. — Correspondenz, — ibid. 1867. p. 192 — 194. Su Trieste non dà che poche osservazioni generali, parlando più diffusamente del giardino botanico di Padova. 16. — Correspondenz. — ibid. 1867, p. 194. Cita la Capsella rubella da Pola. 17. — Correspondenz. — ibid. 1867, p. 262—264. Oltre alla relazione sulle piante osservate in Dalmazia, fa cenno delle nostre fanerogame acquatiche. 18. — Flora istriaca exsiccata edita a Dr. A. Schultz in Storkow, ibid, 1869, p, 51—53, Riferisce su alcune specie interessanti i da Pola, ivi contenute. 19. — Beitrag zur Flora Dalmatiens. — ibid. 1869, p. 61 — 71. Incidentalmente parla pure di alcune .specie del no.stro Litorale. 20. — Zur Flora Sardiniens uud der adriatischen Kiistenlander. — ibid. 1885, p. 308-312, 350-355. Rende attenti sulla presenza della (^orex acuminata Wiìhl. = V. cuspidata list, in Istria. 132 21. Ascherson P. Sparganium neglectiim Beeby und sein Vor- kommen in Oesterreich-Ungarn. — Oest. bot. Zeitschr. Wien, 1893, p. 11—14, 44-47. Indica questa specie anche da Pola e Fasana. 22. — Vorarbeiten zu einer Uebersicht der phanerogameii Meergewachse. Berlin, Linnaea XXXV (Neue Folge I). p. 152—208. Cita da Trieste la Cymodocea aequorea. 23. — Helosciadum leptophylkim DO., in Norddeutschland ge- funden. — Verh. bot. Ver. Prov. Brandenburg. Berlin, IX, 1867, p. 135-137. Riferisce una lettera di Tommasini. confutante l'esistenza di questa pianta nel Litorale, dovuta ad una delle solite mistifica- zioni del Fleisclimann. 24. — Flora istriaca exsiccata, herausgegeben von Dr. Artliur Schultz. — ibid. X, 1868, p. 135-139. Dà notizie criticlie su parecchie piante istriane, nominata- mente sul Banunculus Scliraderianus, Cistus villosus, Hì/jin-icuvi ciliatum, Bifora testiculata, Gìyceria Borreri, Bromtis infennediiis. 25. — Notiz uber Linaria Cymbalaria. — ibid. XVII, 1875, p. 71. 26. — Riflessioni intorno ad alcune piante della Flora italiana. Atti Soc. Ital. Se. Nat., 1867, X, p. 262-272. Vi è notata la Nqjofi temiifoUa da Strassoldo e la Cymodocea ueqiiorea da Monfalcone. 27. — Das Vorkommen der Scopolia carniolica Jcq. in Ost- preussen. — Sitzb. d. Ges. naturforsch. Freande in Berlin, 1890, p. 59-78. Vi sono inoltre indicate le località ove si trova nella nostra provincia. 28. Baldacci A. La stazione delle „doline". Studi di geografia botanica sul Montenegro e su gli altri paesi ad esso finitimi. - N. G-iorn. Bot. It. Firenze 1893, XXV. p. 137—151. Sebbene il lavoro tratti principalmente della vegetazione del Montenegro e della Dalmazia, vi sono molti accenni alla nostra Flora istriana, che ha tanta affinità con quella delle coste più meridionali dell' Adriatico. 133 29. Bartenstein und Gruner. Bericht einer Reise uach Triest. Regensb. Flora, 1882, 2, p. 699—703. Uitano da Trieste un'unica pianta ed anche questa eri-ata, cioè la Pistacia Lentiscus da Sesana, che non vi cresce. 30. Bartling F. G. xlusflug in das osterr. Litorale. — ibid. II, 2, 1819, p. 53-59. È una lettera in cui descrive succintamente il suo viaggio a Fiume, alle isole del Quarnero, a Trieste, Pirano e Salvore, ri- tornando per la valle dell' Isonzo. Vi sono citate parecchie delle principali piante. 31. - Ueber einige silddeutsche Pilanzen. — ibid. ITI, 1, 1820, p. 337—347. Nota alcune piante dal Litorale, descrivendo la nuova specie Apargia Berinii Bartì. 32. — De litoribus et insulis maris liburnici. Hanoverae, 1820. Data una descrizione della natura del suolo della costa orien- tale dell' Istria e delle isole adiacenti, divide la loro vegetazione nelle tre regioni : del mirto, del frassino e nell'alpestre. Delle varie famiglie che ne compongono la Flora, dà semplicemente un prospetto sommario. 33. — Beitrage zur Flora der osterreichischen Ktistenlander. — Beitrage z. Botanik, Gottingen 1825, II, p. 35—132. Di questo lavoro, che doveva formare un catalogo critico delle piante del nostro Litorale, non è escita che la prima parte comprendente 167 specie, tra le quali 9 nuove, cioè Dianthus Uburnicus e Kneafìis, Genista dalmatica, Ononis pilosa, Buplcurum cristatum, Imperatoria (jhmca, Gentaurea variabilis e cristata, Crepin hispidissìma. 34. Beck G. Monographie der Gattung Orobanche. Kassel 1891. Cita parecchie specie da differenti località delle nostre regioni. 35. — Flora von Siidbosnien und der angrenzenden Hercego- vina. Annal. d. k. k. natnrh. Hofmuseums. "Wien, 1886, p. 271—325; 1887, p. 35-76, 81—182; 1889, p. 339-372; 1890, p. 549-578; 1891, p. 307 344. La nostra provincia non vi figura che colla Gentiana tergestina Beclc, che l' autore riguarda come forma della G. angidosa M. B. 36. — Die Gattung Hedraeanthus. "Wien. lUustr. Gartenzeitung 1893, Aug.-Sept., p. 287—299. Nota dalla nostra provincia il H. croaticus Ker. ed il H. tenui- folius DC. 134 37. Beck G. Die Yegetation der Umgebung von Abbazia. — Forma l'appendice dell'opera di C. Schubert: „Der Park von Abbazia". Wien, 1894, p. 89—100. 38. Benussi B. Storia documentata di Rovigno. Trieste 1888. A pagina 17 indica alcune poche piante caratteristiche. 39. Bentham G. Labiatarum genera et speoies : or, a description of the genera and species of plants of the Order Labiatae. London, 1832—1836. Viene piìi volte citata la nostra ])rovincia. 40. Bentham G. et Hooker I. D. Genere Plantarum. Londini, 1862—1883. Vi è fatta qua e là (jualche osservazione critica su specie del nostro paese. 41. Berini G. Indagine sullo stato del Timavo e delle sue adiacenze al principio dell'era cristiana. Udine, 1826. Non cita che un' unica pianta, la Fontinalis capillacea dal- l' Isonzo, dal lago Mucile e dal Timavo. 42. Berlese A. Excursion mycologique dans le Frioul. — Boi. Soc. myeol. de France. Voi. V, fase. 2, p. 36. 43. Bernhard! Dr. Einige Bemerkungen iiber Cistaceen. Regensb. Flora, XXI, 2, 1838, p. 681-693. Parla dei nostri Helianthemum e Cìstus. 44. Bertoloni A. Flora italica. Bononia, 1833—1862, Voi. XII. Contiene un grandissimo numero di specie delle nostre Pro- vincie, inviategli principalmente da Biasoletto e da Tommasini, sicché a differenza di molte altre fiore, le indicazioni fatte dal- l' autore riguardo al nostro paese, non sono trascritte da altre opere, ma si basano su osservazioni dirette. 45. Beyer R. Asplenium lepidum Presi in Nord-Istrien. Oest. bot. Zeitschr. 1894, p. 167-169. Nota la presenza di questa felce sulle rupi di Ospo. 46. Biasoletto B. Sulla Fontinalis capillacea dello Scopoli. — „ Osservatore Triestino", 1827, N. 148. 47. — Di una pianta Dattero che fiori e porta frutto a Trieste. — ibid. 1839, N. 335. 48. — Botanische Notizen. — Regensb. FI. X, 1, 1827, p. 188—191. Dà breve elenco di specie triestine ed istriane fiorenti dal novembre al gennaio. 135 49. Biasoletto B. Agave americana und Sternbergia lutea ; als neue Beitrage zu Deubschlands Flora. — ibid. XI, 1, 1828, p. 211)-22'2. Queste due specie unitamente all' Axtragahis MiìUeri sono in- dicate da Rovigno. 50. __ Correspondenz. — ibid. XII, 1, 1829, p. 164—156. Dà una breve nota di alcune specie caratteristiche della Fovea di Orleg presso Trieste, da lui nominata Valle Rutte. 51. — Bericht iiber eine Reise diirch Istrien. — ibid. XII, 2, 1829, p. 513-625, 529-541. Dà relazione di un viaggio lungo la costa istriana da Trieste per Capodistria, Pirano, Salvore, ecc. a Pola ed alle isole Brioni, quindi al monte Maggiore, Pinguente ed Ospo. Descrive pure alcune specie nuove, come' 1' Echium litorale, il TrifoUum Biasolettianum, la Chactoplioru ascitiformis ed un Alopecurus che pili tardi da Reichenbach fu identificato per VA. creticus Trin. Tra le molte specie indicate, parecchie vanno rettificate, come il Trifolium caespitosam ed il Fhyteuma comosum da Isola, Lycopsis Mìllleri da Dignano, Cemstium alpinum, Epilobkmi alpinmn dal monte Maggiore, ecc. 52. — Elenco degli alberi e degli arbusti indigeni del Carso. Archeogr. Triest. Ili, 1831, p. 138—140. È un bi-eve prospetto contenente 72 specie, che venne publi- cato quale appendice al lavoro di D. Rossetti , Storia e Statuti delle antiche selve Triestine" (o. e. p. 3 — 148). — Di alcune alghe microscopiche. Trieste, 1832, con 29 tav. Descrive e figura 29 specie di produzioni vegetali, che in massima parte non sono alghe ma funghi, sviluppatisi sopra vari preparati medicinali. 54. — Viaggio di S. M. Federico Augusto di Sassonia per l'Istria, Dalmazia e Montenegro. Trieste, 1841, con 5 tavole. Vi è data relazione delle varie escursioni pei dintorni di Trieste, di Pola, alle isole Brioni, al monte d' Ossero, monte Maggiore, ecc., descrivendovi tre specie nuove, cioè la Saxifraga Fridenci Augusti dal Montenegro e le due alghe Ceramium, spi- milosuin e Conferva Kcìdnvs da Veruda delle quali sono pur dati i disegni. È quindi aggiunto un elenco di tutte le specie raccolte, le sole crittogame però colle relative località. Di quest' opera venne publicata pure un'edizione tedesca sotto il titolo; „Reise 136 Sr. M. des Kònigs Friedrich August von Sachsen diircli Istrien, Dalmatien und Montenegro im Friihjahre 1838, iibersetzt ini Auszug von E. Freih. v. Gutschmied". Dresden, 1842. 55. Biasoletto B. Escursioni botaniche sullo Schneeberg (Monte Nevoso) nella Carniola. Trieste, 1846, e. carta. Descritte le tre escursioni intraprese a questo monte per stu- diarvi la vegetazione, d;'i un catalogo delle piante ivi crescenti, die ammontano a 733 specie, tra le quali 52 muschi, 38 licheni e 15 alghe. 56. — Semina horti botanici tergestini. Trieste, 1833 e seg. Nel lungo periodo che il B. ebbe la direzione del Giardino botan. di Trieste (1833 — 1859), publicò egli parecchi cataloghi di semi. Notizie intorno alla fondazione di quest'orto trovansi nella Flora di Ratisbona (XVII, 1834, p. 140- 141) ; altre nel lavoro del Pavani sui Giardini botanici. Dal 1878 fino ad oggi furono publicati 18 cataloghi dall' attuale direttore R. Tominz. 67. Biasoletto B. jun. Di alcune diatomee osservate in un' acqua di pozzo. — Boi. Soc. Adr. di Se. Nat. I, 1875, p. 176-177. 58. Bischoff G. W, Beitràge zur Flora Deutschlands und der Schweiz. Heidelberg, 1851. Vi sono trattate parecchie specie delle nostre provincia. 59. Blasius R. Orna Prst und Terglav-Seen — Zeitschrift des Deutsch. und Oesterr. Alpenver. 1880, p. 293—300. Vi sono notate alcune delle piante principali. 60. Bluff M. I. et Fingerhut C. I. Compendium Florae Germa- nicae. Norimbergiae, 1826, Voi. II, Ed. II, 1836-1838. Sonvi comprese anche le specie nostrane, però sotto l' indi- cazione di Carniola. 61. Bock E. Eine Besteigung des Triglav. — Zeitsohr. d. Deutsch. u. Oesterr. Alpenver. 1876, p. 398—401. Si indicano solamente alcune poche specie. 62. Bolle G. e Thiimen F. Contribuzione allo studio dei funghi del Litorale, con speciale riguardo a quelli che vege- tano sulle piante utili. — Boll. Soc. Adr. di Se. Nat. Ili, 1878, p. 425-464 e. tav., VI, 1880, p. 122-140 e IX, 1885, p. 64-78. Vi sono enumerate 162 specie, tra le quali parecchie nuove. 137 63. Borbàs V. Correspoiidenz. — Oesterr. bot. Zeitschr. Wieii, 1875, p. 304. Indica alcune specie delle nostre regioni, tra le altre la Pohigala carniolica Kern. dal Nanos, ed un nuovo Verhuscum {V. Freynianum) dal monte Maggiore. 64. — Correspoiidenz. — ibid. 1876, p. 387. Nota alcune specie da aggiungersi al Catalogo delle piante di Veglia publicato dal Tommasini. 65. — Correspoiidenz. — ibid. 1876, p. 348—350. Cita alcune piante da Veglia, da Fiume e dal monte Ki.sniac. 66. — Verbascum Freynianum nov. hybrid. (V. Chaixii X Thapsus). — ibid. 1876, p. 88-90. Descrive questo nuovo bastardo dal monte Maggiore. 67. — Correspondenz. — ibid. 1877, p. 285. Dà relazione di alcune specie da Veglia, Fiume e dal litorale croato. 68. — Inula Adriatica Borb. (I. subhirsuta X squarrosa). — ibid. 1877, p. 187-188. Descrive questa nuova htula da Vidklau sull'isola di Veglia. 69. — Excursion auf die Inseln Arbe und Veglia. — ibid. 1878, p. 64—69. Vi sono descritti i dintorni di Bescanuova ed indicate pa- recchie specie nuove per l' i.sola di Veglia, non contenute nel Catalogo del Tommasini. 70. — Phytographische Notizen. — ibid. 1878, p. 133 — 136. Cita il Hieraciitm lìetraeum Hpp. dal monte Maggiore. 71. — Ueber Leucanthemum platylepis Borb. — ibid. 1878, p. 258. 72. — Zur Flora des iiisnyakberges in Croatien. — ibid. 1880, p. 329-330. 73. — Correspondenz. — ibid. 1883, p. 132-133. Nota che oltre alla Ordm pietà trovasi a Pola anche la 0. Morio. 74. — Die Flora von Buccari. — ibid. 1885, p. 85—90, 122—126. E una recensione critica della Flora di Buccari del Hirc, che porta parecchi accenni alle nostre regioni. 75. — Correspondenz. — ibid. 1885, p. 186. Dice che la Jurinea cyanoides Hirc. = J, moUis /'. macrocephala Pani, cresce anche a Trieste, 138 76. Borbàs V. Coronilla emeroides Bois. — ibid. 1886, p. 230— 232. Nota la presenza di questa specie nella nostra provincia. 77. — Correspondenz. - ibid. 1888, p. 324—325. Indica unicamente la Iris graminea v. latifolia da Lippiza. 78. — Notizen. - ibid. 1889, p. 232, 275. Comunica la scoperta della Stachys aiubirfud Sin. unitamente alla St. palustris e St. sìjlratica ad Abbazia. Nella seconda comu- nicazione cita la Galeopsis canescens Schlt. e G. pubcscens Bess. ed il Thymus carìiioìicus Boro, da Adelsberg. 79. — Kahl- und behaartfriichtige Parallelformen der Veiloheii aus der Gruppe Hypocarpeae. — ibid. 1890, p. 116 — 118, 166—168. Cita da Opcina la V. amOif/ua W. K. e. gymnocarpd. 80. — Keferat iiber die botanisclie Erforschung von Slavonien, Croatien und Fiume. — ibid. 1890, p. 177—179; 1891, p. 353—356 ; 1892, p. 217-220; 1894, p. 397—400, 426—429. 81. — Die ungarischen Inula- Arten, besonders aus der Grruppe der Enula. — Bot. Jahrb. v. Engler. Leipzig. 1887, Vili, p. 222—243. Vi sono citate anche specie delle nostre proviucie, cosi : /. .s^u- raeifoUa L. da Fiume e Veglia, /. adriatica Boro, da Veglia^ /. mi- crocephala Borb. (/. super-salicina X spiraeifoUa) da Fiume, /. aspcra Poir. V. tenerifolia da Fiume, I. pìejocephala Heuff. v. semihirta Borb. da Volosca, Abbazia e Fiume, I. vulgaris Lam. da Fiume, ecc. 82. — Symbolae ad Caryophylleas et Melanthaceas. — Atti dell'Accademia jugoslava di Zagabria, 1876, p. 1 — 14. Nota pure alcune specie dall' Istria. 83. — Arbe és Veglia szigetek nyàr flóraja kòzelebbi ismeretéhez. Akad. Kozl. Budapest, 1876, XIV, p. 1-72. Indica molte piante da Veglia, aggiungendovi parecchie osser- - vazioni critiche e descrivendo e figurando le nuove specie: Inula adriatica {I. subhirta X squarrosa), Leucanthemum platylepÌH ed Onobrychis Visianii. 84. — Beitràge zur systematischen Kenntniss der gelbbliihenden Dianthus- Arten und einiger ilirer nàchsten Verwandten. Abh. bot. Ver. f. Brandenb. XIX, 1877, p. 1—29. Tratta pure di alcune specie delle nostre regioni. 85. — Mutius de Tommasini. — Termész. Kòzlòny. Budapest, 1880, p. 1-3. 139 86. Borbàs V. Levelek ott, a hol kùlònben hianyzanak. — ibid. 1882, p. 306. Indica alcune specie nostrane. 87. — Aus einem Briefe Tommasini's. — ibid. 188(), p. 166. Parla delle Rose e di altre piante del M. Maggiore. Un esteso referato su ciò dello stesso A. nel Bot. Centr. 1880, p. 1)24-625. 88. — Az òròkzòld nòvények òvének megszakadasa a fiumei òbòlben. — ibid. 1883, p. 130—132. Tratta dell' interruzione della zona dei sempreverdi nel golfo di Fiume. Ref. dello stesso A. nel Bot. Centr. XVI, 1883, p. 276-277. 89. — A Lathyrus affinis és L. gramineus bùkkonyfajok fòldrajzi elterjedése. (Area geographica Lathyri affini atque L. graminei). Budapest. Termesz.Fuz. XIII, 1890, p. 166 — 160. Cita il L. affinis da Fiume e Pela ed il L. gnimincun da Pola. 90. — Species Acerum Hungariae atqne peniusulae Balkanae. Termész. Ftizetek. Budapest, 1891, p. 68—80. Vi sono citate pure alcune specie dall'Istria. 91. — A bolgar flòra vonatkozàsa hazànk flóràjàra. (Florae liuugaricae, serbicae et bulgaricae addenda). — ibid. XVI, 1893, p. 40-53. Nota la Gentiana sti/rkita Wett. var. prueìiiatara JJorh. dal Naiios. 92. — A hazai vajfuvekròl. De G-aleopsidibus Hungariae. — ibid. XVII, 1893, p. 61-84. Cita dalle nostre regioni la G. Baìdtonensìs, cauescens u pa- bescens v. setosa. 93. — Zwei neue Rosenformen aus Istrien. — Bot. Centralbl., Kassel. I, 1880, p. 381-382. Descrive la R. systyla Basi. /'. tricìwsynstyla e la B. prostrata DC. f. microtricha. 94. — Euphrasia transiens Borb. — ibid. LIV, 1893, p. 129—131. Indica questa specie dai monti Nanos e Maggiore. 95. — Zur Specifitat von Chlora und Erythraea. — ibid. LIX, 1894, p. 161- 164. Nota da Bescanuova la var. /lunatica della Chlora perf'oliata e la var. stenosloma deWErythraeu puìchella, e da Pola la var. dal- matica della K. f'entuurinm. 96. — Vizsgàlatok a hazai arabisek és egyéb Cruciferak kòrùl. Akad. Kòzl. Budapest 1878, XV, p. 145—212. Vi sono trattate le crocifere, indicandosi alcune poche specie dei nostri confini orientali. 140 97 Borbàs V. Floristikai kozlemények a magy. tud. x4.kadémia aitai tàmogatott botanikai kutatàsaimbol. — ibid. 1878, XV, p. 265-371. Tratta delle Ombrellifere, Linee e Monocotiledoni da lui raccolte, citandone molte dalle nostre regioni. 98. — Primitiae monographiae Rosarum imperii Hungarici. - ibid. XVI, 1880, p. 305—554. Vi sono pure citate qua e là le nostre regioni, specialmente Fiume e l'isola di Veglia. 99. — Symbolae ad Thymos Europae mediae, praes. Hungariae. - ibid. Budapest, 1890, XXIV, p. 1—116. Indica pure qualche specie delle nostre provincie. 100. Bornmùller J. Ein Beitrag zur Eichenflora des stidostlichen Europa. — Botan. Centralbl. Kassel, 1888, XXXVII, p. 129-131. Cita da Ti-ieste le specie seguenti di querele determinate da Borbàs : Q. lanuginosa Lam., Q. Vukotinovici Burb., Q. crispata Stev., Q. teryesUna Wenzig, le due ultime dal monte Spaccato. 101. — Beitrag zur Flora Dalmati ens. — Oesterr. bot. Zeitsclir. 1889, p. 333 337. Incidentalmente sono notate pure alcune specie dalla nostra provincia. 102. Borzì A. Compendio della Flora forestale italiana. Mes- sina 1885. Contiene parecchie indicazioni dalla nostra provincia. 103. Bottini A. Appunti di Briologia italiana. — N. Griornale bot. ital. XXII, 1890, p. 259-266. Contiene tre muschi delle nostre provincie : Fontinalis aroernica da Pola, Rhi/nchostegiumrotundifolmm e Hypnum rugosum da Sesana. 104. Bottura G. C. Muzio Spirito Cav. de Tommasini. — „ Osservatore Triestino", 1874, N. 127, appendice. 105. Braun H. Ueber einige Arten und Formen der Gattmig Mentha. - Verh. Zool.-bot. Ges. 1890, p. 351—508, con 2 tav. Cita dal nostro paese la M. mollissima Borkh. v. genuina, M. Ki sensi einiana Opiz, M. pycnotricha Borh, M. flanatica Bori. 106. Breindl A. Correspondenz. — Oest. bot. Zeitschr., 1880, p. 166 167. Nota solo un paio di piante da Nabresina. 141 107. Breindl A. Correspondenz. — ibid, 1879, p. 270. Dà breve relazione di una escursione intrapresa da lui e dal ^larchesetti alle isole del Quarnero. 108. Brignoli I. Fasciculus rariorum plaiitarum fbrojuliensium. Urbiiii, 1810. Descrive la Paederota urticaefolia dalle sponde dell' Isonzo, la P. ZanicheìUi dal monte Cren, la Dactilis (ìiMichophìilIn dalle foci dell' Isonzo e da Trieste, il Triticum hifloram dal Matajur, la Scahiona rcpens da Monfalcone ed Aquileia, VOemmihe (lymnorhisn e V Asparagiifi scaher da Monfalcone, la Saxi frac/a areiuirovìes dal Matajur, il Ranuncuhis fistulostis da Aquileia, il (Hcer ervoùles ed il Lathyrus prostratus da Monfalcone, la Berinia andryaìoides dal nostro Carso, ecc. 109. — Ueber einige italienische Pilanzen, die den iiltern Bota- nikern bereits bekannt waren nnd von den neuern als neu beschrieben wordeii sind. — Regensb. Flora, III, 1, 1820, p. 17—27. In questo lavoro, che venne preletto in italiano all' Istituto Lombardo, si parla di alcune piante friulane. 110. — Ueber einige seltene Pflanzen aus dem Frianl. Mit einem Vorwort und Noten von M. Tommasini. — Regensb. Flora XXIII, 1, 1840, p. 97—106, 113-119. Riporta ed illustra le specie descritte nel lavoro N. 107. 111. Brugnoli. Cenni necrologici del Prof. Ant. Bertoloni. Bo- logna, 1868. Altri cenni biografici vennero publicati nel 1869 da F. Parlatore e nel 1881 da V. Cesati. 112. Brunner Dr. Einiges iiber geograpliische Verbreitnng der europaischen Euphorbien. — Regensb. Flora, XXI, 1, 1838, p. 65—79, 81-108, 113-124. Vi sono pareccliie citazioni di specie dal Litorale. 113. Buchanan F. Monographia Juncacearum. — Englers Bot. Jahrb. f. Syst. Pflanzeng. X, 1890, p. 1—495. Riferisce il J. Tommasinii Pari, alla var y. dell' J. acutus. 114. Campanula Tommasiniana Reuter. — Oest. bot. Zeitschr. 1866, p. 158—159. Vi è riportata la diagnosi di questa nuova specie dal monte Maggiore, tratta dal Cat. des Grain. du jard. bot. de Genève, 18()5. 115. Canestrini G. Commemorazione del Prof. Roberto de Vi- siani. Padova, 1878. 142 116. Garuel T. Polygalacearum, Jnncearum, Valerianacearum italicarum conspectus, — Nuovo Giorn. Bot. Ital. 1869 I, p. 18 - 25, 96—103, 213—220. Vi sono indicate pure alcune specie dei nosti'i paesi. 117. — Note di una corsa botanica nel Friuli. — ibid. XVIIT, 1886, p. 24—31. Vi è descritta una gita per le valli del Natisone e dell'Isonzo fino al varco del Predil, come pure la salita del monte Matajui-, del quale sono riferite le specie più caratteristiche. 118. Gastracane Fr. Sopra la straordinaria apparenza presentata dal mare adriatico nella seconda metà del luglio 1872. Accad. Pontif. de' Nuovi Lincei. XXVI, 1872, p. 37—42. 119. Cesati V. Filippo Parlatore. Mem. d. Soc. Ital. d. Scienze, III, 1879. Estr. p. 41—60. 120. Cesati V., Passerini G., Gibelli G. Compendio della Flora italiana. Milano, 1867, Voi. 2, con Atlante di 99 tav. Vi sono parecchie indicazioni risguardanti la nostra pro- vincia. 121. Gobelli G. e Delaiti C. Lettere inedite di Carlo Linneo a Giovanni Scopoli. Rovereto, 1889. Vi sono determinate parecchie specie nostrane inviategli da Scopoli, però senza indicazione di località. 122. Cobol N. Note sopra alcune centurie di piante fanerogame della Flora triestina. — Soc. alp. delle Giulie, Trieste, 1887, p. 175-213, 1893, p. 197—244. Vi sono indicate senz' ordine 226 specie, tra le quali nume- rose mancanti aft'atto alla Flora di Trieste, come la Veronica Cym- halaria, il Narcissus incomparabilis e Taszetta, V Oxalis strida, la Viola collina^ hiflora ed arenaria^ la Draba muraìis, VOrchis rubra. il Tìbymus vulgaris, la Gentiana verna, l' Orchis Traunsteineri ed incarnata, il Sisymbrium austriacivm, la Campanula Scheuchzeri, V Astragalus nioaspessulanus, la Genista prostrata, la Medicago tu- berculata, la Scrofularia carnosa, VHieracium stoloniferum, la Car- damine sylvatica, V Asperula lonyiflora, il Geranium macrorrhizum, la Lycìmis alpina, V Aquilegia vulgaris, la Crepis nicaeensis, il Tra- gopogon orientalis, V Hieracium viìlosum, il Lotus cytisoides .... e credo ce ne sieno d' avanzo ! Altre, affatto accidentali, come il Sisymbrium Iris, la Silene dicliotoma, ecc. sono dette comunissime ! 143 123. Comelli F. Intorno alle alghe microscopiclie del Dr. Bia- soletto. Udine 1833. E una critica contro i molti generi e specie di alghe micro- scopiche, creati dal Biasoletto nel suo lavoro già citato. 124. Crantz H. Clavis umbelliferarnm emendata cum generali .seminum tabula et figuris aeneis in necessarium insti t. rei herbar. supplementum. Lipsiae, 1767. Cita il Laserpitium Krapfì e V Eryngiuìn ' scoto- pliylla Jord.) nov. hybr. — Oest. boi. Zeitsciir. 1889, p. 181—183. Descrive questo nuovo bastardo da Lussino. 234. Hansgirg A. Beitràge zur Keniitiiiss der quariierisclieii uiid dalmatiiiisclien Algen. — Oesterr. hot. Zeitsuhr. 1889, p. 4_8, 42—44. 235. — Vorlàufige Bemerkungen iiber die Algeiigattuiigeu Ouli- lochaete Crn. und Phaeophila Haiick. — ibid. 1892, p. 199-201. Oltre a ciò sono notate parecchie alglie e bacteri delle nostre acque. 236. — Ueber iieue Siisswasser- und Meeresalgen und Bacterien. — Sitzb. k. bolim. Gres, der Wissenschaften. 1890, p. 3—34. Vi sono citate molte alghe adriatiche e date le descriicioni di parecchie specie niiove. 237. — Physiologisclie und algologisohe Mittheilungen. — ibid. 1890, p. 83—140. Si notano copiose specie dalle nostre provincie. 238. — Algologisclie und bacteriologische Mittheilungen. — ibid. 1891. p. 297-365. Vi sono contenute pure alghe dal nostro mare 239. — Neue Beitràge zur Kenntniss der Meeresalgen- und Bacteriaceen-Flora der osterreichisoh-ung ariseli. Kiisten- lànder. - ibid. 1892, p. 212-249. Vi sono citate in buon numero alghe adriatiche, descrivendosi pure alcune specie nuove. 240. Haracic A. Sul clima di Lussinpiccolo. — Programma dell'I. R. Scuola Nautica di Lussinpiccolo. Gorizia, 1886, p. 3-39. Dopo aver fornito i dati meteorologici, parla in chiusa breve- mente dell' influenza che ne subisce la vegetazione. 241. — Sulla vegetazione dell'isola di Lussino. — ibid. Parte I, 1890, p. 3—39; II, 1891, p. 3-57. Fatta la descrizione topografica dell' isola, vi sono notate le particolarità principali della sua vegetazione, coli' indicazione delle specie più caratteristiche. 166 242. Uaracìc A, Die lusel Lussili, ilir Klima und ihre Vege- tatioii. — Deutsche Rundschau fiir Geograpliie uiid Statistik. XIV, 1892, Hft. 10, mit Karte. 243. — Ueber das Vorkommen einiger Farne auf der Insel Lussin. — Verh. zool.-bot. Ges. 1893, p. 207—212, mit Tafel. Descrive lo Scolopcndrinm hi/bridum Mildc notandone tre varietà. 244. — Allium Anipeloprasuni L. var. lussinense m. — ibid. 1893, p. 46-47. 245. Hauck F. Ueber das Massenauftreten der Nitzscliia Clo- sterium (Ehr) Sm. in der Adria. — Oesterr. bot. Zeitschr. 1872, p. 253-254. 246. — Aufzahluug einiger in dem sogenannten Seeschleime der Adria vorkommenden Diatomeen. — ibid. 1872, p. 331—332. 247. — Verzeichniss der im Golfe von Triest gesammelten Algen. - ibid. 1875, p. 245—248, 283—287, 316—319, 348-352, 386-390; 1876, p. 24-26, 54-57, 91-93. I. Nachtrag, p. 265, IL Nachtrag, 1877, p 50. Vi sono indicate 279 specie, con osservazioni critiche, tra le quali descritte le nuove : Ceramium raxìicuìosum, Chantrainiin ceìu- tina, Cladophoru scoparioides, Fhaeopìdiu Vloridearum, OsciUaria fioccosa. 248. — Osoillaria caldanorum n. sp., eiiie Plage des Warmhauses — ibid. 1876, p. 151. Descrive questa nuova alga dalle serre di Miraniare. 249. — Bemerkungen liber einige Species der Rhodophyceen und Melanophyceen. - ibid. 1876, p. 412—414. 250. — Beitrage zur Kenntniss der adriatischen Algen. — ibid. 1877, p. 117—118, 185-186, 230, 273, 292-293; 1878 p. 77—81, 130-132, 185 188, 220—224, 288-295; 1879^ p. 151-154, 242—245, 312—313. Oltre ad aggiungere 59 specie alla Flora algologica dell'Adria, descrive ed in parte figura altre 10 specie nuove, cioè la Phaeo- pliilu Floridaeanim. Myrionenia Lichtensteinii, Glococapsa Zanardinii, Vohisiphonia sericea, Spirulina mimata. Lithotliamnion crispatum., Lynghya CateHeUae e snhtondosa, Mij ri otri chi a repens, Symploca violacea. j 157 251. Hauck F. Notiz iiber Rhizophidium Dicksonii Wriglit. — ibid. 1878, p. 321. Nota la presenza di questa specie anche nel porto di Trieste. 252. — Coristocarpiis tenellus (Kiitz.) Zan. — Hedwigia. 1887, Hft. 4, 5, p. 122 -124. Descrive questa nuova specie da Rovigno. 253. — Die Characeen des Kiistenlandes. — ibid. 1888, p. 17 — 18. Vi sono citate 13 specie. 254. — Neue und kritische Algen des Adriatiselien Meeres. — ibid. 1888, Hft. I, p. 15-16. Descrive le nuove specie Lyncjhya Utorea, Oscillaria fuscoatra, Chroococcus smaragdinus e Baspaigellae. 255. — Ueber das Vorkommen von Marchesettia spongioides Hck. in der Adria und das Massenanftreten von Calli- thamnion seirospermum GrriiF. im Aegaeischen Meere. — ibid. 1889, Hft. m, p. 175-176. 256. — Die Meeresalgen Dentschlands und Oesterreichs. Leipzig, 1885, mit 5 Taf. Vi sono comprese tutte le alghe dell' Adria. 257. Haussknecht C. Beitrag zur Kenntniss der Arten von Fumaria, sect. Sphaerocapnos DC. ^ Reg. FI, LVI, 1873, p. 401-414, 417-425, 441-446, 456-462, 485-496, 505-512, 613—526, 536—544, 546-560, 562-568. In questa monografia sono citate dalla nostra provincia le F. offìcinaJis, parvifìora, (ìuasonu, capYaeolata, /lahclìata e major, con parecchie varietà. 258. — Monographie der Gattung Epilobium. Jena, 1884. Contiene parecchie indicazioni dalle nostre provincie. 259. Haussmann F. Flora von Tirol. Innsbruck, 1851—1854. Voi. ni. Indica nel Voi. Ili alcune poche piante da Trieste, tra le quali V Euphorhia FamUaft da Servola e la Santolina ('liamaen/- jKirissKS, che ad ogni modo devono considerarsi come accidentali. 260. Haynald L. Denkrede auf Philipp Parlatore. Budapest, 1879. 261. — Castanea vesca Lam. Kalocsa. 1881. Parla puro dei castagneti di Lovrana e Moscliienizzo in Istria. 262. Heimerl A. Beitràge zur Flora Nieder-Oesterreichs. — Verh. zool.-bot. Ges. Wien, 1881, p. 171—186. Parla incidciitalinento della Vicid (jlal)re^ceìi!< Kvìi. di Pola 168 263. Heimerl A. Floristisclie Beitrage. — ibid. 1884, p. 95-104. Tra altro descrive una nuova varietà ^ austriaca Heiiii. — della Coronilla Emerus, da Trieste, Pola. Fiume, Dalmazia e Sicilia. 264. Heinhold G. Berieht iiber das Werk von A. Monnier : Essai monographique sur les Hieracium et quelques genres voisins. Nancy, 1819. — Literaturber. zur B,egensb. Flora, Vn, 1824, p. 49—63, 67—77. Il referente ricorda più volte le specie raccolte a Trieste. '265. — Uebersioht der Vegetation in den Umgebungen Triest's. - Eegensb. Flora, XII, 2, 1829, p. 657-667. Viene dato vm cenno abbastanza diffuso della Flora di Trieste, indicandosi le principali specie crescenti in pareccliie località più conosciute del nostro territorio. Alcune poche determina- zioni vanno rettificate. 266. Heinz A. Ueber Scolopendrium hybridum Milde. — Beri elite der Deutschen botan. Ges. 1892, p. 413 — 422, con tav. Sostiene che non è un ibrido ma una specie propria, affine allo Se. Hemioniiis. 267. Heldreich Th. Ueber die Liliaceen-G-attung Leopoldia und ihre Arten. Moskau, 1878. Vi sono indicate anche le specie istriane. 268. Henkel v. Donnersmark L. Reise-Bemerkungen botanischen Inhalts. - ibid. Ili, 1, 1820, p. 32—46, 49-58. Descrive un viaggio botanico in Italia, dando la diagnosi della Dactìjlis distichophiflla Brignoli dallo sbocco dell' Isonzo e da Trieste. 269. Herbich Dr. Strassenflora von Neapel bis Villach. — Beibl. z. Regensb. Flora, XVII, 2, 1834, p. 86-124. Neir elenco delle piante raccolte vi sono anche quelle dei nostri confini occidentali e precisamente da Codroipo ad Udine, e per la Valle del Ferro alla Pontebba. 270. Herman 0. Onobrychis Visianii Borbas und noch etwas. — Termész. Fuzetek. Budapest, 1879, III, Estr. p. 8. Sottopone ad un' aspra critica questa specie del Borbas. 271. Heufler-Hohenbiichel L. Ueber die Vegetation von Pola und Pisino ina September 1843. — Regensb. Flora, XXVI, 2, 1843, p. 767—768. Non è che un breve schizzo delle principali essenze legnose. 159 272. Heufler-Hohenbùchel L. Die Golazberge in der Tschitscherei. Triest, 1845, mit Taf. Dato un prospetto o;enerale della loro Flora, vi sono enume- rate 300 specie, tacendosi quindi un rafì'ronto delle varie famiglie con quelle di tutto il Litorale e del monte Albio. 27B. — Naturwissenschaftliche Bemerkungen iiber Istrieii. — Haidinger's Mittheilungen, VI, 1849, p. 150—158. Contiene brevi notizie sui naturalisti del Litorale e sulla sua geognosia. 274. — Die immergriinen Einoden von Pola. — Beilage zur „ Wiener Zeitung" vom 9. Juii 1851. 275. — Anmerkungen bei der Schenkung von 400 phanerog. Pflanzen aiis dem Kùstenlande an den zool.-bot. Verein. — ibid. 1853, p. 188-189. 276. — Italienisohe Briefe. Mit einem Anhange ; Erinnerungen aiTs dem Kiistenlande. Wien, 1853. Neil' appendice parla delle piante utili che crescono in Istria. 277. — Asplenium Species Europeae. — Verh. zool.-bot. Ver. Wien, 1856, p. 235-351, mit 3 Taf. Vi sono indicate le nostre specie da molte località. 278. — Kiistenlandische und krainische Standorte der Milzfarne nach dem Tommasinischen Herbar. — ibid. 1857, p. 28—29. 279. — Notiz. — ibid. 1859, p. 65. Riferisce sur una nuova alga, Hydrurus Loremii Zan., sco- perta al monte Maggiore. 280. — Beitràge einer Lebensgeschiclite Sendtner's. — ibid. 1859, p. 103—118. 281. — Die angeblichen Fundorte von Hymenophyllnm tun- bridgense Sm. im Gebiete des Adriatisclien Meeres. — ibid. 1870, p. 671—588. Dice errata 1' indicazione di Noè che questa specie cresca a Fiume. 282. — Franz v. Mygind, der Preund Jaoquin's. — ibid. 1870, p. 870-924. Viene riferito sul suo soggiorno a Fiume e probabilmente anche a Trieste, come pure su alcune piante ivi raccolte, come risulta dalle frequenti citazioni fatte da Scopoli. 283. — Enumeratio Oryptogamarum Italiae Venetae. — ibid. 1871, p. 225-374. 160 284. Hillardt Ch. Correspondenz. — Oesterr. bot. Zeitschr. 1855, p. 166. Indica 1' Asparagus tenutfolins, la Frimulu farinosa e la Poh/gala nicaeensis da Strassoldo. 285. Hirc D. Zar Flora des Risnjak. — ibid. 1880, p. 292-297. 286. — Ueber Salvia Bertolonii Vis. — ibid. 1881, p. 251— 252. 287. — Naohtràge und Berichtigungen zur Flora von Fiume. ibid. 1882, p. 390—393; 1883, p. 10—14. Cita pure alcune specie dal monte Maggiore. 288. — Zur Flora von Croatien. — ibid. 1883, p. 51—52, 176-178. Vi sono notate alcune poche piante dal monte Maggiore e da Fiume. 289. — Floristisches aus Croatien. — ibid. 1884, p. 284—287. Vengono indicate alcune specie da Abbazia e dallo Scoglio San Marco. 290. — Zur Flora von Croatien. — ibid. 1885, p. 233—235. Corregge alcune sue precedenti determinazioni e fa alcune aggiunte. 291. — Nachtrage zur Flora von Buccari. — ibid. 1889, p. 174—178. 292. — Flora okolice bakarske. — Accademia jugoslava di Zagabria. LXIX, 1884. In questa Flora di Buccari sono comprese anche le piante dello Scoglio S. Marco, appartenente al nostro Litorale. 293. Hochstetter. Ueber die Leistungen des botanischen Reise- vereins im Jalire 1826. — Regensb. Flora, XI, 1, 1828, p. 65-74, 81-92. Indica molte specie dall' Istria, da Veglia, Fiume, Monfalcone e dalle nostre Alpi. Da Trieste, tra parecchie altre, nota alcune che vi mancano, come Medicago litoralis, Veronica cymbalariaefoUa, Statice caspia,, Erysimum humile, Serapias Lingua, ecc. 294. Hofmeister F. Bemerkungen iiber einige Pflanzen in Noè's plantae Istrianae exsiccatae. — Regensb. Flora, XXI, 2, 1858, p. 693-696. Rettifica alcune determinazioni dello stesso. 295. Hohnel F. Beitrage zur Kenntniss der osterreiohischen Moosflora. - Verli.zool.-bot. Ges. Wien, 1891, p. 739—740. Hi citano alcune poche specie dai dintorni di Gorizia. 101 296. Hohnel F. Beitrag ziir Kenntniss der Laubmoosflora des Kiistenstriches vom Gorzer Becken bis Scutari in Al- banien. — Oest. bot. Zeitschr. 1893, p. 405—412; 1894, p. 23—27. Vi sono notate molte specie da Grorizia, Trieste e Pela. 297. Hoppe D. H. Schreiben an Herrn Dr. v. Schlechtendal in Berlin. - Kegensb. Flora, III, 2, 1820, p. 676-684. Dìi notizie critiche su alcuni dei nostri ranuncoli. 298. — Bapleurum subovatum Link; ein Beitrag zur Flora germanica. — ibid. IV. 1, 1821, p. 139-141. Indica la scoperta di questa specie (= B. protractum Lnk. e ////'.) a Zaule presso Trieste. 299. — Reisebericht. — ibid. IV, 2, 1821, p. 461 - 474. E una lettera scritta da Trieste a Hornschuch, nella quale sono notate parecchie piante de' nostri dintorni. Alcune specie però vi .sono errate, come p. e la Scabiosa transylvanica e 1' Asplio- (Iclus ramoi^iis da Lipizza, la Waldsteinia geoides dal Nanos, ecc. 300. — Ueber Rhamnus Wnlfenii. — ibid. VI, 1, 1823, p. 173-175. Parla delle differenze tra il M. rupestris Scp. = E. pumilus L. ed il R. Wnlfenii Hpp. = R pumilus Wlf. 301. — Euphorbia fragifera Jan. — ibid. VI, 1, 1823, p. 267. Indica da Trieste questa specie, citata già da Wulfen sotto il nome di E. spinosa, e da Scopoli quale E. Fitìiìjusa. 302. — Aufzàhlung der in Deutschland wildwach.senden Arten der Gattung Carex. — Beilage zur Regensb. Flora, IX. 2, 1826, p. 1—97. — Venne ' piiblicato anche quale fascicolo a parte con un'introduzione ed un'aggiunta, sotto il titolo : Oaricologia germanica, Leipzig, 1826. Cita da Trieste le 6'. f/i/nobasis e MicheUi, e dai monti vochi- nesi la C. ustulata. 303. — Capparis spinosa et C. ovata. — Regensb. Flora, X, 1, 1827, p. 186 188. Parla della C. da Duino. 3(M. — Ueber den Wohnort der Arnica Doronicum und Gen- tiana, prostrata. — ibid. X, 1, 1827, p. 271—272. Sostiene che la prima, indicata da Schrauk dal monte Mag- giore, debba riferirsi al Seiiecio lanatus, e nega 1' esistenza della seconda sul monte Nanos. 3(),r). __ Oorrespondenz. — ibid. X, 1, 1827, p. 346—352. Cita parecchie specie da Trieste e dall' Istria. li 3()(). Hoppe D. H. Bemerkungen uber eiiiige Pflaiizen Deutsch- lands. - ibid. X, 2, 1827, p. 497-511, 524- 528, 561—573, 646—656. Sonvi illustrate parecchie specie dalla nostra provincia. 3U7, — Nachschrift zn einer Correspondenz des Dr. Biasoletto — ibid. Xn, 1, 1829, p. 156-160. Tratta delle Peonie e delle Seslerie del Carso triestino. 808. — Bemerkungen iiber Paeonia officinalis. — ibid. XII, 2, 1829, p. 525-528. Si riferisce specialmente alle nostre Paeonia corallina e lìere- grina. 309. — Kiirzere Bemerkungen. — ibid. XIH, 2, 1830, p. 742 744, XIV, p. 15—16, 352, 367-368, 460-464, 607-608. In queste brevi notizie, escite anonime, ma che senza dubbio sono dovute al Hoppe, sono contenute osservazioni critiche su parecchie delle nostre specie. 310. — Ueber einige Synantheren, besonders Hieracinm — ibid. XIV, 1, 1831, p. 177-186, 194-202. Vi sono indicate alcune poche specie nostrane. 311. — Botanische Notizen. — ibid. XIX, 1, 1836, p. 205-208. Dice che la Potrntillu grandiflora Scp. debba riferirsi alla P. norvegica L. 312. - Mittheilungen. — ibid. XIX, 2, 1636, p. 757-764. Parla tra altro dell' Alyssinn gemonense delle nostre regioni. 313. — Ueber einige vom Herrn Magistratspraeses Tommasini ei^gesendete Pflanzen. - ibid. XXm, 1, 1840, p. 283-286. Contiene alcune osservazioni critiche su nostre piante. 314. — Botanische Notizen. — ibid. XXIV, 2, 1841, p. 639-640. Parla della Filago germanica p. pyrumidata da Zaule. 315. - Botanische Notizen. — ibid. XXV, 1, 1842, p. 160. Breve notizia sul nostro Carpesiitm abrotanoides, coli' accenno che già Schreber lo distinse dalla specie cinese col nome di a Wulfeni. 316. — Autobiographie. Nach seinem Tode erganzt und heraus- gegeben v. A. E. Fiirnrohr. — Hegensburg, 1849, mit Bild. — Altra biografia venne jDublicata egualmente a Ratisbona nel 1845 in occasione del giubileo. 163 817. Hoppe D. und Hornschuch C. F. Tagebuch einer Reise nacli (leu Kiisteii des Adriatischen Meeres. Regensburg, 1818. Di quest' opera iiitevessante, in cui gli A. descrivono il loro viaggio a piedi in 21 giorni dalla Baviera a Trieste ed il loro soggiorno nella nostra provincia dal 16 febbraio al 22 maggio, non è uscito pur troppo che il primo volume. Vi sono descritte molte escursioni per i dintorni di Trieste ed in alcune parti dell' Istria, citandosi molte piante e dandosi la descrizione e la figura del nuovo Crocus rarieyatus. 318. Hornschuch G. F. Correspondenz. — Regensb. Flora, XII, 2, 1829, p. 607—608. Nota r Ophrys atratd da Contovello. 319. Host N. T. Synopsis plantarum in Austria provincisque adjacentibus crescentium Vindobonae, 1797. Contiene molte indicazioni dalla nostra provincia, tra le (]uali però parecchie di errate, come la Crucianelìa angustifolid, Corls monspeliensis, Glaiix ìaaritima, Bnpleurmn semieomposituiu, Cicuta virosa, Corrigiola Ktoraìis, Gijpsophyla paniculata, Spergula pentandra, Marrubium peregrinum, Iheris pinnata, Spurtium Scoparimn, Acliillca Agerutam, ecc. da Trieste, ove mancano del tutto. 320. — Icones et descriptiones gramiiium aastriaoarum. Vin- dobonae, 1801—1809, Voi. IV, cum 400 tab. Numerose descrizioni e relative tavole sono desunte da piante del Litorale. 321. — Flora Austriaca. Viennae 1827—1831, Voi. H. Tra le specie erroneamente indicate dalla nostra regione noterò la Melica Bauhinii, Uriza minor, Elaeagnus aiigirstifolia, CcrintJie major, Sci'la niitans, Siicne cerastoides, Acaitlhas mollis, Ilx-ris pinnata, Hcdgsarum Caput Galli, ecc. — Una diffusa re- censione in proposito, con osservazioni cri'iche su parecchie specie nostrane, comparve nella Flora di Ratisbona, XI, 2, 1828, p. 513-524. 322. Huth E. Monographie dar Gattung Paeonia. — Engler's Botan. Jahrbucher. Leipzig, XIV, 1891, p. 258—276. Cita la Paeonia corallina y. Pallasii da Idria e dal Nanos, e la /'. peregrina a. officinulis dal Carso, da Lippiza e dal Nanos. 323. Jacquin N. J. Florae austriacae sive plantarum selectaram in Austriae Archiducatu sponte crescentium icones ad * 164 vivum coloratae et descriptionibus ac synonimis illu- stratae. Viennae, 1773—1778, Voi. V, e. 500 tab. Solo nel V. volume trovansi illustrate piante del nosti-o Litorale. 324. Jacquin N. I. Collectanea. Vindoboiiae, 1787. Vi sono notate molte specie dal nostro paese; fra le errate noterò il Seseli tortuosum da Matteria, la Fumarla acaiiUs ed il Lathifrus anffukttns da Trieste, ecc. 325. Janka V. Beitràge zur Kenntniss der Flora von Siebeii- biirgen. — Oest. bot. Zeitschr. 1855, p. 203. Parla della differenza tra il Delphiniiim reìuUnum di Trieste ed il D. fissimi della Tran sii vania. 326. — Drei fiir Dalmatien neue Pflanzen. - ibid. 1871, p.65 — 66. Oltre a due specie dalmatine, nota la Buhia Aucheri trovata, secondo Koch, da Noè a Chei-so. 327. — Eanunculus Tommasinianus und ein Paar andere ita- lienische Pflanzen. - ibid. 1875, p. 249—251. 328. Jetter C. Ein Frùhlingsausflug an die dalmatinische Kùste. — ibid. 1888, p. 127—130, 163-169, 206-211, 245-248. Vi sono descritte le escursioni intraprese a Pola e nei din- torni di Lussino, coli' indicazione delle piante principali. 329. Jordan A. Grraines récoltées en 1851 ofFertes en échange. Grenoble, 1851. Vi è data la diagnosi della Onohrychis Tommasinii Jonl. da Trieste, indicandosi la differenza colle specie affini. 330. — Pugillus plantarum novarum, praesertim gallicarnm. Paris, 1852. Descrive la MelUotus Tummasinii da Trieste. 331. Josch E. Die Flora von Kamten. Klagenfnrt, 1853. Sono indicate pure alcune piante dei nostri confini setten- trionali. 332. — Ergebnisse einer botanischen Reise von Laibach nacli der Insel Ossero im Quarnero, unternommen im Mai 1862. - Oest. bot. Zeitschr. 1863, p. 65—78. Nota alcune poche specie da Trieste e Pola, molte all' in- contro dall' isola di Lussino e da Sansego. 333. — Ein Ausflug auf den Berg Cann. — ibid. 1863, p. 297—299. Cita parecchie delle specie principali, tra cui la Cetitanrea alpina ivi scoperta. 165 334. Josch E. Pflaiizeiigeographisohe Stiidieu iiber Inueroster- reich, das ist Steiermark, Kàniteu inid Krain. — Jahrb. d. naturli. Landes-Museums von Karnten. Klagenfnrt. IX, 1870, p. 32-111. Vi sono compresi i monti Nanos, 1' Albio, la vallata del Vip- pacco, ecc. ecc. e citate le specie principali. 335. Juratzka J. Ueber Hieracium lasiophylluni Kch, — Oest. bot. Zeitschr. 1857, p. 25—27. 336. — Ueber Eohinops commutatus n. sp., E. exaltattis Sclird. uiid E. banaticus Rodi. — Verh. zool.-bofc. (les. 1858, p. 15-18 mit Taf. Descrive questa nuova specie da Trieste. 337. -- Zur Moosflora Oesterreichs. — - ibid. 1860, p. 367 — 368. Indica da .Monfalcone la Barbala squarrosa. 338. — Ueber Homalia lusitanica und Hypnum Heufleri. — ibid. 1862, p. 33-44. Indica la prim.a da Verteneglio, la seconda dal Prestelenek e dal Mangart. 330. — Muscorum frondosorum species novae. — ibid. 1864, p. 103-104, Sono descritte due specie nuove, V Hìjpiì.itm. cunncuiile dal Mangart e 1' Ambh/stegium gracile da Contovello pi-esso Trieste. 340. — Die Laubmoosflora von Oesterreich-Ungarn. Zusammen- gestellt von J. Breidler und J. B. Forster. Wien, 1882. Contiene pure molte specie nostrane. 34J. Kanitz A. Megemlékezós Tommasiniròl. — Magyar Nòvó- nytani Lapok. Klausenburg, 1880, p. 1 — 7. Contiene la biografia di Tommasini. Altra biografia venne publicata dallo stesso autore nella Botan. Zeitung, 1880, p. 79 — 80. 342. Karl W. Reiseflora aus Italien. — Oest. bot. Zeitsch. 1851, p. 345—346, 361—362, ecc. Cita erroneamente da Opcina la 3Iicromeria jalianu e 1' [[eli- cli njsum angustifoliuin. 343. Kerner A. Bericht einer Reise nach Triest nnd Istrien. — Verh. zool.-bot. Ges. 1864, p. 78—80. E un viaggio per stabilire le varie formazioni botaniche della nostra provincia, al quale scopo vennero saliti l' Albio ed il monte Maggiore e perlustrati i dintorni di Fiume e di Pola. 344. Kerner A. Die hybrideii Orchideen der osterreiohisclien Flora. - ibid. 1865, p. 203-242, mit 6 Taf. Descrive e figura la Serapias triloha Kch. da Stramare presso Trieste, quale ibrido della Serapias pseudocorcligera colla Orchis coriophora, notando inoltre che la NigriteUa dell' Albio, indicata da Tommasini per JV. siiaceolens, è una var. pallida della N. anr/u- stifolia. 345. — Correspondenz. — Oest. bot. Zeitschr. 18(56, p. 223-224. Descrive una nuova Koleria {K. carniolica), raccolta sull' Albio. 346. Descriptiones plantarum novarum. — ibid, 1867, p. 7—8. Dà la descrizione di due nuove Kolerie {K. carniolica ed au- stralis) dalla nostra provincia. 347. — Correspondenz. — ibid. 1867. p. 26. Annunzia la scoperta fatta da Picliler a Pola della Avena neglecta ^avi. 348. — Die Vegetationsverhàltnisse des mittleren und ostliclien Ungarns und des angrenzenden Siebenbiirgens. — ibid. 1867-1879. In questo lavoro sulla Flora ungherese, diviso in 102 articoli, publicati durante tredici anni, si trovano qua e là accenni alla nostra Flora. 349. — Correspondenz. — ibid. 1869, p. 222—224. Indica la presenza del Muscari Caìamìrinianum e dell' Orclìis Gennarii a Gorizia. 350. — Beschreibungen neuer Pflanzenarten der osterreioliischen Fiora. — ibid. 1870, p. 41-46. Descrive la PotentiUa carniolica Ker. dalla Valle Recina presso Fiume. 351. — Ueber Iris Cengialti Ambrosi. — ibid. 1871, p. 225—231. Dice esser la nostra Iride del Carso prossima alla 7. Cengialti e forse identica alla /. Clusiana Tuusch , ad ogni modo diversa dalla I. pallida Lam. per la quale venne generalmente tenuta. 352. — Zur Flora von Dalmatien, Croatien imd Ungarn. — ibid. 1873, p. 6 7. Parla della diversità della Cerintlie Sinithiac Ker. dallo Scoglio S. Marco, dalla C. alpina Kit. 353. — Ueber einige Pflanzen der Venetianer Alpen. — ibid. 1874, p. 101-106. Descrive la Poh/gala forojulensis, V Hedysarum cxaltatum e la Centaurea dichroantlia dal Friuli. 167 354. Kerner A. Beitràge zar Flora Niederòsterreiclis. — ibid. 1874, p. 165-167. Parla incidentalmente dell' Hì/pericxni perfoliatiim dell' Istria. 355. — Floristische Notizen. — ibid. 1874, p. 168—172. Fra altre specie nuove che descrive dalla Dalmazia (Hieracium Orieni, Pichleri, i^himulosum, melanotrichian), parla del Hieracium fluminense Kern. da Fiume, indicando questa località come il punto più nordico per il H. Tom,masinii Hclib. 356. — Die Primulaceen-Bastarte der Aljjen. — ibid. 1875, p. 77-82. Nota dalle nostre regioni la P. tarnorana i^P. ucaulis X ^o- himnae), P. Tommasinii e P. cenusfu (P. auricHÌa X curiiiuìica). 357. — Floristische Notizen. - ibid. 1876, p. 109 — 120. Fra altro tratta della distribuzione geografica del Galium ari- statum, Schultesi, ecc., notando che il G. laevigatum cresce ancora sul Predil e sul!' Albio, e che a Trieste e Fiume manca il G. sylvaticum. 358. — Ueber Paronychia Kapela. — ibid. 1876, p. 394—399; 1877, p. 13—25. Dà un prospetto delle specie di Paronichie e della loro di- stribuzione geografica, diinostrando che la nostra dalle isole del Quarnero (^Besca, Ossero. Mal Tempo) e dalla Dalmazia si deve riferire alla P. Kapela. 359. — Die Nebenblàtter der Lonicera Etnisca Savi. — ibid. 1893, p. 2-5, mit Taf. Osservazioni morfologiche sopra un esemplare di L. etrunca, proveniente da Fola. 360. — Scabiosa Trenta Hacq. - ibid. 1893, p. 113-117. Constata l'identicità di questa specie colla Scabiosa leucanthu. Cita inoltre alcune specie dai monti Albio e Nanos 361. — Novae plantarum species Tiroliae, Venetiae, Carinthiae, Stiriae et Austriae. Drei Decaden. Innsbruck, 1870 — 1871. Tratta tra altro di alcune specie critiche dalle nostre regioni, e nominatamente della Saxifraga Hostii Tsch.^ della Mhamnus cartiioìica Ker. e dell' Anthyllis Jacquini Ker. 362. — Schedae ad floram exsiccatam austro - liungaricam. Viennae, 1881-1895, Cent. I— XXIV. Contiene buon numero di -specie dalle nostro regioni, spesso con osservazioni critiche. Va notato che l' Euphorbia Paralias publicata come proveniente da Trieste, è invece da Rovigno, ove la raccolse il Dr. Solla. 168 363. Kerner A. Oesterreicli-Ungarns Fflaiizeiiwelt. — Die oster- reichisch-ungarische Monarchie iu Wort und Bild. Wieii, 1887, Voi. I, p. 185-248. Nel capitolo risguardante la Flora mediterranea vi sono molti accenni alla nostra vegetazione. 364. — Pflanzenleben. Leipzig und Wien, 1891, 2 Bde. Parla in piìi luoghi della nostra provincia, p. e. a pag. 262, 491, 518, 547 del I Voi., a pag. 571 del II, ecc. Alla pag. 305 del I Voi. dev' essere incorso evidentemente un kq)Sì(s calami, indi- candosi sugli scogli di Rovigno comunissimo lo Spartium scoparium (che vi manca), anziché lo Sp. juncetim, come lo dimostra i>ure r annessa figura. 365. Kittel M. B. Taschenbuch der Flora Deutschland.s. Niirn- berg, 1837 (Il edizione 1844, III 1853). Contiene alcune indicazioni dalla nostra provincia. 366. Knapp J. Dr. Vincenz v. Borbàs. — Oest. bot. Zeitschr. 1881, p. 209-213, mit Bild. 367. Koch W. D. Correspondenz. — Regensb. Flora, IV, 2, 1821, p. 488—491. Fa alcune osservazioni su piante triestine. 368. — Abkandhing iiber die zar Flora Deutsohlands gehorigen Arten der Gattiing Draba, mit einem Vor- und Nach- berichte von Dr. Hoppe. — ibid. VI, 1823, 2, p. 417—430, 433—447. Vi si parla diffasameute della nostra Draha ciliata. 369. — Einige botanische Bemerkungen in einem Schreiben an Herrn Prof. Hoppe. — ibid. XI, 1, 1828, p. 225—234. Dà osservazioni critiche sulla Poa festìicaeformis da Trieste. 370. — Ueber einige Di antlius- Arten der deutschen Flora. — ibid. Xin, 2, 1830, p. 665-671. Tra altro cita da Trieste il D. velutinus. 371. — Correspondenz. - ibid. XV, 1832, p. 476-480. Parla della nostra Fritillaria montana in rapporto colle altre specie affini. 372. — Biasolettia und Hladnikia, zwei neue Gattungen der Dol- dengewàchse. — ibid. XIX, 1, 1836, p. 161 — 167. Descrive il nuovo genere Biasolettia {tuberosa) dal monte Maggiore e propone il genere Hladnikia per V Athamanta Golnkn, invece che per la pianta del Reichenbach {HI. partinacifulia dal monte Ciaun), per la quale stabilisce il nome di Falcaria ìutifolia. KV.I 37H. Koch W. D. Correspondenz. — Regeiiyb Flura, XXI, "i, 1838, p. 484-486. Tratta delle varie specie dei nostri Orohus. 374. — Botanische Notizen. — ibid. XXU, 1, 1839, p. 107—108. Parla della supposta presenza del Hypeconni littoralc nelle nostre regioni e della L'orydalis acaulis da Fola. 375. — Ueber Bnpleurum baldense W. K., ani Slaunig get'unden. — ibid. XXII, 1, 1839, p. 216-222. 376. — Ueber die Ophrys-Arten der Triestiner Gegend. — ibid. XXII, 1, 1839, p. 383-384. 377. — Aggiunta all' articolo di Tommasini sul!' Alyssum pe- traeum — ibid. XXII, 2, 1839, p. 507. Oltre al fornire notizie critiche su questa specie e .sull' A. gemonense, cita V Elymus crinitus e 1' Oplirys atrata da Trie.ste. 378. — Correspondenz. - ibid. XXIV, 1, 1841, p. 349—351. Parla delle ricerche fatte sull' unico esemplare deWHypecomii littorale di Wulfen. 379. — Znsiitze und Verbesserungen zur Synopsis Florae Germanicae et Helveticae. — ibid. XXIV, 2, 1841. p. 417 528. Si parla di molte specie dalle nostre provincie. 380. — Botanische Notizen. — ibid. XXV, 1, 1842, p. 124-128. Tratta delle specie di Serapias cres.centi a Trieste. 381. — Bemerkungen zu der Abhandlung des Herrn Prof'essors Brignoli von Brunnhof tiber einige seltene Pflanzen ans dem Friaul. - ibid. XXV, 1, 1842, p. 156—160. 382. — Botanische Notizen. — ibid. XXV, 2, 1842, p. 571-576. Nota la differenza dell' Anemone Pulsatilla e pratensi^ colla A. montana del nostro Litorale. 383. — Synopsis Florae Germanicae et Helveticae. Francoforti, 1837. Numerose sono Je (Stazioni risguardanti la nostra provincia, dovute in ispecialità al Tommasini. Di qu(!st' opera fu jjublicata una seconda edizione accresciuta e corretta nel 1841^-1844 a Lipsia ed una terza nel 1857. Egualmente ne fu fatta una traduzione tedesca dal titolo : .,Synopsis der deutschen und schweizer Flora. Frankfurt a. M., 1837-1838; Ed. II. Lcii)zig, 184(5-1847. 170 384. Koch W. D. Tasclieiibuoh der Deutsclieii und Schweizer Flora. Leipzig, 1844. Di quest'opera sono escite finora otto edizioni, di cui l'ultima nel 1878 a Lipsia per cura di E. Hallier. 385. Korber G. Liclienen aus Istrien, Dalmatien und Albauien, gesammelt von Dr. E. Weiss. — Verh. zool.-bot. G-es. 1867, p. 611—618. 386. — Parerga Liclienologica. Ergànznngen zum Systema Li- chenum Germaniae. Breslau, 1865. Qua e là sono citate alcune specie dalle nostre località. 387. Krasan F. Beitrage zur Flora der Umgebung von Gorz. Oesterr. bot. Zeitschr. 1863, p. 345-362, 385-396. Il eh. Autore ebbe la gentilezza di comunicarmi parecchie rettificazioni delle specie citate in questo suo lavoro : ne riporto qui le principali. Fimhristì/Ns (lidio orna va corretta in F. amtna, Alyssum campestre in A. montanum, Avena disticliophylìa in A. ar- gentea, Thesiuvi huniifusnm in T. divaricatum, Syìnphytum hulhoanm in 8. tuberosum, Arcliangelica officinalis in Tommasinia verticiìlaris, Orepis andryaloides in C. chondrilloides, Enpìiorhia Gerardiana in E. nicaeensis, ecc. 388. — Ueber die eingewanderte Flora am Isonzo bei Gorz. ibid. 1864, p. 26. E una breve recensione di un discorso tenuto alla Soc. zool. bot. in cui dimostrò che su 508 specie, almeno 100 sono importate dalle regioni montane. 389. — Beitrage zur Flora der Umgebung von Gorz. Ueber die Vegetation des Isonzothales. — ibid. 1865, p. 101 — 107. E uno studio interessante sulla Flora delle alluvioni e dei conglomei'ati dell' Isonzo. 390. — Auch etwas iiber gate und schlechte Arten. — ibid. 1865, p. 214-218. Riporta i risultati ottenuti colla coltura di pai'eccliie delle nostre piante. 391. — Ueber drei neue oder verkannte Potentilla- Arten aus der Gruppe der Potentilla verna. — ibid. 1867, p. 301 — 306. Descrive dal Goriziano la Potentilla austraìitì, glandulosa e piiberula. I 171 392. Krasan F. Eine Excursion in die Gebirge von Tolmeiii und Karfreit. — ibid. 1867, p. 348—359. Vi sono descritte diifusainente le valli dell' Isonzo e la colla- terale dell' Idria coli' indicazione delle principali specie raccolte. In chiusa è dato 1' elenco di 350 specie di piante finora cono- sciute dal monte Matajur. 393. — Correspondenz. — ibid. 1868, p. 25-26. Nota alcune specie svernanti nelle nostre regioni. 394. — Correspondenz. — ibid. 1868, p. 98-99. Parla di varie specie che fioriscono d' inverno 395. — Correspondenz. — ibid. 1868, p. 136—137. Breve comunicazione sulla Flora primaverile di (forizia nel '68. 396. — Bemerkungen iiber den Einfluss der Temperatur auf die Lebenserscheinungen dei- Pflanzen. — ibid. 1869, p. 14—15. 397. — Vergleicliende Uebersicht der Vegetationsverhaltnisse der Grafschal't Gorz und Gradisca. — ibid. 1880, p. 175-182, 209—217, 244—250, 281-286, 314-320, 357—362, 388-392. Vi è descritta la vegetazione in rapporto alle accidentalità del suolo — pianure, colline, monti, ecc. — coli' indicazione delle piante caratteristiche. Un esauriente referato nei Botan. Jahrb. di Engler, 1891, p. 531—535. 398. — Aiitobiographie. — ibid. 1888, p. 1— 6 mit Bild. 399. — Kalk und Dolomit in ilirem Einflusse auf die Vegetation. — ibid. 1889, p. 366-371, 399-402. Si riferisce ad osservazioni fatte sulle Alpi Griulie e Gamiche. 4ik da parecchi anni questa caverna aveva richiamata |iV//;m| 'M la mia attenzione per la sua bellezza e vastità >^l non meno che per le eccellenti condizioni, ch'essa "^^"^^^"^ doveva oHrire quale abitazione all' uomo preistorico. Ed intatti la guida, che allora mi vi conduceva, raccontavami che alcuni anni innanzi, scavando il proprietario nell' atrio della stessa, per trasportare la terra sull' attiguo campo, vi aveva trovato ossa e frammenti di pentole. Già allora io 1' aveva segnata nella mia carta topografica delle caverne col nome di Grotta azzurra^ presentandoci essa la particolarità di lasciar scorgere attraverso l' apertura, allorché si giunge al suo fondo, un lembo di cielo di effetto veramente magnifico. Occupato però con altri lavori, non mi fu possibile di dedicarmi tosto all' esplorazione della stessa, e fui perciò molto lieto, allorché nella scorsa primavera alcuni giovani vo- lonterosi, i signori Rodolfo e Camillo Seemann ed il signor Americo Hoffmann, si offersero di praticarvi degli scavi. In loro compagnia o solo mi recai più volte alla caverna e sebbene l'investigazioni non possano dirsi del tutto ultimate, restando da esplorare principalmente la parte interna, che forse ci rivelerà ancora l' esistenza di animali diluviali, procurerò di dare una breve descrizione dei resultati ottenuti, porgendo in pari tempo le più sentite grazie ai sullodati signori per le loro zelanti prestazioni. 250 La caverna in discorso giace tra Nabresina ed il villaggio di Samatorza alle falde di una piccola collina all' altezza di circa 270 m. sul livello del mare. Essa trovasi al fondo di una vallecola, chiamata dai paesani Lescouza Dolina, che apresi in direzione di S. S. E, nel calcare cretaceo radialitico, formante l' ossatura della circostante regione. Il suo ingresso ci presenta una bella volta alta circa 6 m. e larga 25, che mette in un vestibolo quasi piano della superficie di circa 300 m. q. Questo era il tratto ove di preferenza soggiornavano i nostri trogloditi ed ove gli scavi vennero più estesamente praticati. (Tav. I.) Il vestibolo va a poco a poco restringendosi ed abbassan- dosi e si riduce a soli 10'5 m. alla sua estremità interna, ov'è tutto ingombro di sassi ammonticchiati, sicché non vi restò che uno stretto passaggio per penetrare nell'interno della ca- verna. Quivi comincia il tratto declive che misura in lunghezza quasi 100 m. discendendo per circa 35 fino alla parte più depressa, che è nuovamente piana. Esso mantiene sempre la direzione verso S, S. E. e presenta poche sinuosità, conser- vando una larghezza, che varia da 27 a 39 m. Il suolo è parte ingombro da pietre mobili, parte formato da roccie con incro- stazioni stalagmitiche, mentre la volta che va gradatamente elevandosi fino a 12 m. è quasi totalmente priva di stalattiti. A 60 m. della sua lunghezza presso alla parete sinistra, evvi un largo bacino d' acqua sormontato da un massiccio stalattite pendente dall' alto a guisa di enorme ombrello chiuso, mentre un po' più basso, ma dalla parte opposta, le gocce cadendo sur uno strato di sabbia, vi hanno prodotto una successione di piccole ampolle, che ricordano, se anche in dimensioni ridotte, la famosa G-rotta delle Fontane di S. Canziano. Segue quindi un tratto piano di 40 m. di lunghezza, alla cui estremità la caverna va rapidamente restringendosi fino a 18 m., mettendo in un canale egualmente piano, lungo 38 m. e largo da 13 a 15, che presenta verso la metà a sinistra un allargamento a forma di nicchia. La sua altezza è di appena 2 — 4 m. ed è tutto occupato di terriccio. Chiude la caverna un breve tratto ascendente di 18 m., tutto ingombro di rocce e 251 formazioni stalattitiche, che va restringendosi in ogni sua di- mensione e finisce con due angusti cunicoli, ove la strettezza del passaggio non permette un' ulteriore esplorazione. Come in buon numero delle nostre caverne, anche in questa la parte che a preferenza veniva abitata era il vestibolo, potendovi penetrare liberamente la luce. Senza dubbio anche all' esterno della caverna, ove le rupi sporgono notevolmente ed offrono un eccellente ricovero, si avrebbero trovati resti dell' uomo, se il proprietario non vi avesse già anteriormente levato il terriccio, gettandovi un' enorme quantità di sassi. L' interno dell' antro non serviva probabilmente che di rifugio temporaneo, allorché i rigori del verno si facevano sentire troppo aspri nella parte anteriore. E difatti gli assaggi prati- cativi ci diedero solamente degli strati sottili di cenere con pochi cocci e resti d' animali, laddove nel vestibolo il deposito di cenere oltrepassava un metro di spessore con copiosi avanzi dell' attività umana. Lo strato antropozoico era coperto da un metro a un metro e mezzo di terriccio, salvo nei tratti ove il proprietario lo aveva, come si disse, già anteriormente levato, sostituendolo coi sassi del suo campo. Sebbene diffuso per tutta 1' estensione del vestibolo, non era però dovunque uniforme, presentando differenze nello spessore e constando talora di una serie di straterelli sovrapposti, interrotti da terriccio. Più compatti e più grossi erano nella parte centrale,' assottigliandosi sempre più che si procedeva verso le pareti. Ma se in prossimità di (piest' ultime minore era l' agglomeramento delle ceneri, più copiosi si presentavano gli oggetti, che senza dubbio venivano gettati colà i rifiuti de' pasti de' nostri trogloditi, affinchè non ingombrassero la parte centrale del vestibolo. Al pari che in tutte le altre caverne abitate del nostro Carso, anche in questa la maggior parte dei resti è rappresen- tata dalle stoviglie, rispettivamente dai loro frammenti. Ve ne sono di grossolane e di dimensioni notevoli, come pure di pasta relativamente fina ed appartenenti a vasi minuscoli. La- vorate a mano furono cotte a fuoco aperto, sicché ci presentano nell'impasto od almeno nella parte centrale, un colorito nero. 252 All'argilla fu costantemente mescolata sabbia calcare, al (|ual uopo avranno servilo jjer lo più stalattiti triturate, come accen- nano i cristalli trasparenti di calcite. I vasi maggiori a pareti molto grosse avevano per lo più forma ventricosa di dogli ed andavano sforniti di qualsiasi ornamento, se si eccettuino dei cordoni rilevati, decorazione che in questa caverna è la più frequente, anche nelle pentole di minori dimensioni. Interessante riesce il rinvenimento di frammenti di un grande doglio a zone nere e rosse con cor- doni interposti, che sembra il prototipo degli ossuari zonati, tanto frequenti nella necropoli di S. Lucia. Anche le pentole minori erano solitamente più o meno panciute ed avevano sempre fondi piani. I loro labbri erano per la maggior parte diritti, più raramente ripiegati all' infuori. Alcuni orli presentano il labbro ingrossato e superiormente pianeggiante. I manichi raccolti sono abbastanza numerosi, sebbene non offrano molte varietà. Più frequenti sono le piccole anse cana- licolate sia orizzontali che verticali. Le minori avranno proba- bilmente servito ad appendere il vaso mercè di una cordicella. Meritano speciale menzione alcune anse particolari (T. IT, fig. 16) nelle quali la branca superiore che va gradatamente assotti- gliandosi, decorre orizzontalmente o si rivolge alquanto all' insù, per poi ripiegarsi bruscamente ad angolo retto ed inserirsi inferiormente con una curva, ove si allarga nuovamente. Questa forma d' ansa, che si trova assai comune nei castellieri e nelle grotte dell' Istria media ed australe, è piuttosto rara nei depositi neolitici e dell' epoca del bronzo dei dintorni di Trieste e del Goriziano, ove viene sostituita per lo più dall' ansa auricolata. Né vi mancano stoviglie che presso l' orlo superiore vanno fornite di buchi. Una ciotoletta possedè un manico rilevato, un' altra, di color nero molto lucido, mostra l' inserzione dello stesso immediatamente alla base. (Fig. 16 — !29). Le decorazioni non ci offrono grandi varietà: il più delle volte il figulo si accontentò di passare colla stecca sulla super- licie del vaso, producendovi una lisciatura più o meno riuscita. Altre volte vi impresse piccoli solchi o fascetti di linee irregolari ; 253 talora le dispose con cert' ordine a determinate distanze, in direzioni diverse, tracciandovi triangoli, linee spezzate, reticolati, ecc. Vi aggiunse tal fiata quell'ornamento caratteristico del- l' epoca della pietra e del bronzo, cioè l' impressione digitale, che non manca in alcuna delle nostre grotte né in alcun castelliere, e trovasi diffuso dalla Spagna fino nelle regioni più orientali della Russia e dell' Asia minore. Invece del polpastrello si servi in alcuni casi dell'unghia oppure anche di un pezzetto di legno. (Fig. 30-38). D'argilla sono pure due fusajuole biconiche senza alcuna decorazione, di cui una molto grossa e pesante. (Fig. 39, 40). A completamento delle stoviglie ritrovate, noterò ancora la presenza di alcune anfore romane di creta rossa purgatissima e di piena cottura, negli strati superiori, d' onde s' ebbero pure cocci di vasi, che sebbene di pasta oscura con granuli di calcite, ci si dimostrano di epoca posteriore per esser lavorati al tornio. Se anche la caverna di Samatorza non può stare a pari con quelle di Gabrovizza e di S. Oanziano per la ricchezza e la varietà di selci lavorate, tuttavia pur essa ci offrì non ispre- gevole contributo di oggetti litici, tanto più ove si rifletta alla scarsità generale di questi manufatti nelle nostre caverne, che si spiega benissimo colla rarità della piromaca nei calcari eocenici e cretacei del nostro Carso,- ove si eccettuino gli arnioni silicei dei calcare bituminoso, che del resto non forni- vano che un materiale assai scadente alla fabbricazione di utensili. Oltre ad alcuni nuclei di selce, noterò parecchi col- tellini, tra i quali uno di selce grigia della lunghezza di 112 "% e due altri di selce bionda di 105 rispettivamente 90 "'/»». Vi sono pure alcune cuspidi e raschiatoi egregiamente lavo- rati. (Fig. 1-8). All'incontro copiosissime come in tutti i nostri depositi neolitici sia all' aperto che sotterra, vi sono le coti d' arenaria di forme varie e spesso portanti tracce evidenti di lunga lavo- razione. Mancando il nostro Carso di giacimenti d' arenaria, esse vi furono trasportate dalla sottostante costiera di Contovello- Aurisina, ove affiorano strati arenosi, ed ove nei ciottoli della 254 riva si offriva ai nostri trogloditi un materiale eccellente. Oltre alle coti si raccolsero alcuni pestelli le cui superfici consumate ci rivelano il loro lungo uso. E dalla spiaggia venivano pure sovente portati alla caverna piccoli ciottoli calcari arrotondati, che non saprei a quale scopo servissero, ove non si voglia pensare a qualche giuoco con cui i nostri bisavoli avranno forse scacciato la noia. È rimarchevole pure un ciottolo allun- gato per esser levigatissimo assomigliando ad un' ascia. (Fig. 9)_ Numerosi sono pure gl'istrumenti di osso, per i quali gli ammali di cui pascevansi, fornivano senza alcuna speciale fatica la materia prima più acconcia. Essi vengono in certa qual guisa a surrogare i manufatti di selce, prestandosi benis- simo all'uopo. Per lo più ci si accontentava di scheggiare solamente le ossa, producendovi per taì modo spigoli acuti taglienti o punte acuminate. Le scheggiature non sono già accidentali per trarne il midollo, ma si dimostrano intenzionali per foggiare istrumenti. E difatti parecchie di queste ossa pre- sentano tracce indubbie di esser state adoperate. Quali fossero i molteplici usi cui esse servivano, non è sempre possibile determinare nel caso concreto, ma è probabile che oltreché quali armi offensive e difensive, vi si traessero i differenti utensili dell'uso domestico. Appresso a quelle semplicemente scheggiate, vi sono alcune accuratamente lisciate, sia in tutta la loro estensione, sia soltanto verso 1' estremità. (Fig. 10 — 15). Prescelte erano specialmente le corna di cervo, delle quali si raccolsero molti pezzi lavorati, sia lisciati che tagliati. Di osso si raccolse inoltre un pettine spezzato, però nello strato superiore, identico a quelli che ci vennero forniti in copia dagli scavi nella caverna di S. Oanziano e che sono da riferirsi ad un" epoca romana tarda, al tempo cioè della trasmigrazione de' popoli. Ma oltre alle ossa, che ci dimostrano di esser state lavo- rate, vi sono ed in maggior copia quelle che ci rappresentano solamente i rifiuti de' pasti dei nostri trogloditi. Esse sono per lo più spezzate per estrarne il midollo ed appaiono spesso più o meno carbonizzate o ricoperte da incrostazioni di cenere raggrumatasi loro d'intorno. 255 Anche quivi l' animale più frequente di cui si cibavano gli abitatori della caverna era la capra, meno comune la pe- cora. Si raccolsero pure resti di bue e di maiale, se anche in piccolo numero. Vi manca all' incontro il cane. Tra gli animali selvatici primeggia il cervo (C. ElaphusJ, del quale si trovarono corna colossali. Né vi fa difetto il capriolo, che al pari del precedente rinviensi, del resto, in quasi tutte le altre grotte del Carso. Del lepre non raccolsi ohe un' unica mascella. Non erano però soli i mammiferi, ai quali il troglodita domandava il suo sostentamento, ma egli scendeva spesso al mare distante poco più d' un' ora a farvi raccolta dei molluschi, che popolavano i bassofondi della spiaggia e dei quali, al pari de' suoi confratelli di altre caverne,- era ghiottissimo. Ed egli arrecava alla sua dimora grandi quantità di Monodonta tuher- ctdata, alle volte frammischiata alla M. articulata, né sdegnava le umili patelle (P. aspera, scatellaris e tarentina) e le cozze (Mìjtillis gaìloprovincialis). Aveva pure una speciale predilezione per le ostriche, le cui valve lisciate ed arrotondate, gli servi- vano poscia quali utensili. Molto più raramente raccoglieva gaideri (Spondylus gaederopus). Noi troviamo quindi anche in questa caverna esclusiva- mente molluschi che vivono alla sponda od a poca profondità. In generale i nostri cavernicoli dell'epoca neolitica non sem- brano essersi occupati più di tanto della pesca, mancando di solito qualunque traccia di pesce nei loro depositi. Riesce perciò interessante il rinvenimento dell' aculeo caudale di una Raja in questa grotta, se anche non può disconoscersi che esso provenga forse da un animale gettato casualmente alla riva. Raccolsi inoltre una vertebra di pesce di mediocre grandezza, che non mi riesci ancora di determinare. Abbiamo adunque nella caverna di Samatorza un'altra stazione, che per lungo tempo servì di dimora all'uomo neo- litico. La mancanza di qualsiasi traccia di metallo, ci apprende ch'essa non venne più abitata nell'epoche posteriori, seppure talora deve aver servito da rifugio temporaneo, come ci dimostra la presenza dell'anfore romane e del frammento di pettine. Tav. I ^Mm Tav.E 3V. ■' 35 Lil. E-Quttoiann gg*,--. ALCUNI OGGETTI PREISTORICI TUOVATl IN UNA VORAGINE PRESSO POVIR liKI. D.R CARLO MARCHESETTI. on solo le caverne di facile accesso ci conservarono ^1 le reliquie de' nostri proavi, ma anche le fovee che scendono a perpendicolo nelle viscere della terra, riescono talora interessanti dal lato paletnologico. Queste voragini che alle volte misurano centinaia di metri di profondità, comunicano inferiormente non di rado con ampie caverne, che forse in antico possedevano un' altra apertura all'esterno, otturatasi nel corso del tempo per formazioni sta- lattitiche o più spesso per franamenti. Tale fu il caso nella caverna di Cobiliaglava presso S. Daniele, che fu la prima a rivelarci nella nostra provincia l' esistenza dell' uomo troglodi- tico. ^) Per giungervi al presente fa mestieri discendere in un pozzo profondo ben 38 metri, ma gli antichi abitatori di questa grotta avevano senza dubbio un'altra entrata meno disagevole, che metteva al fondo di una vallecola, ed otturatasi più tardi, come le accurate indagini ci hanno dimostrato con tutta probabilità. La fovea però di cui tratterò qui appresso non appartiene a quest'ultima categoria, né in essa tenevano dimorale famiglie neolitiche. Essa scende a perpendicolo per 33 metri, ove comincia una ripida discesa su sassi franati, che s'estende per circa una ventina di metri per finire cieca e quindi senza comunicare con alcuna caverna laterale. ») Boll. Soc. Adr. Se. Nat. IV, 1879, p. 93. 258 Nella speranza di farvi largo bottino di stalattiti a scopo di lucro, certo Ziberna da Divacia si calò nel decorso maggio in questa voragine e quale non fu il suo stupore, allorché giunto in fondo, gli si affacciò uno scheletro umano quasi totalmente ricoperto da croste stalagmitiche ed ornato di alcuni monili di bronzo. Evidentemente tratta vasi di un individuo precipitato dall' alto, non offrendo la fovea condizioni d' abita- bilità. Avutane notizia, indussi lo stesso Ziberna a ridiscendervi un' altra volta per raccogliere le ossa e gli oggetti d' orna- mento. Purtroppo delle prime non si poterono avere che frammenti incompleti, essendo già spezzate forse in seguito alla caduta e fortemente incrostate, sicché non riesci di ricom- porre nemmeno il teschio. Intera non si ricuperò che la sola mascella inferiore, che liberata in parte dalla grossa incrosta- zione, ci si dimostrò appartenente ad un individuo adulto di circa una ventina d' anni, non avendo ancora sbocciato l' ultimo molare. Vi mancano totalmente gì' incisivi ed il canino e due premolari destri. Gli altri denti esistenti sono perfettamente sani, sicché é probabile che tale defìcenza sia pure da riferirsi alla caduta. Di notevole é la brevità e la posizione molto obliqua delle branche, rispetto al corpo del mascellare e l' am- piezza dell' incisura semilunare, da cui risulta una maggiore distanza tra il processo oondiloideo ed il coronoideo. Le ossa craniali sono grosse e possedono solchi me- ningeali assai marcati. Le altre ossa del corpo, piuttosto gracili, sono tutte spezzate e fortemente incrostate, ad eccezione dell' osso sacro e di alcuni ossicini metacarpali e tarsali. Ma se le ossa non ci potevano rivelare che assai poco intorno all' in- dividuo in questione, gli oggetti d' ornamento onde andava fornito, ci additano con sufficiente precisione l'epoca in cui egli viveva. Essi consistevano in un grosso torque 259 liscio cui a mezzo di un anello a tre giri sta appesa come pen- daglio una spirale binata. Il filo di questa ultima non è cilindrico ma compresso in direzione del piano. Lo stato di conservazione di questo monile è eccellente, trovandosi ricoperto da bella patina liscia. Non cosi può dirsi di un altro tor(][ue più piccolo e sottile, che è molto corroso dall'ossido. Un braccialetto solido, alquanto compresso, del diametro di soli 68 '"im, ci fa supporre che l'individuo dovesse possedere mani molto sottili, come d'altronde ci viene dimostrato pure dalle ossa Ometacarpee conservate. Esso andava però ornato ancora di un' altra armilla a spirale di cinque giri. Fu pure raccolto un tubetto spiraliforme o saltaleone. Infine va notata una bella fibula del tipo La Tene, il cui piede ripiegato va ornato di un bottoncino alquanto schiacciato. Il riccio è composto da tre volute per lato ed è a corda inferiore. Consideriamo un po' più da vicino questi ornamenti. Torqui solide e liscie della forma della presente mancano affatto alle nostre necropoli venete di Santa Lucia e Caporetto, come pure alle istriane di Vermo e dei Pizzughi. All'incontro esse sono comunissime a Jelsane e Sappiane, ove quasi ogni tomba ne va fornita unitamente a fibule della Certosa. In gene- rale esse accennano, almeno per le nostre regioni, un' epoca più tarda in cui le influenze nordiche si fanno maggiormente sentire. E difatti esse sono frequenti specialmente in Ungheria, in Mo- ravia, nell' Austria inferiore, d' onde un gran numero se ne conserva nei musei di Vienna e Budapest. Ne furono raccolte pure in copia a Virunum in Carinzia e se ne ebbe dalla parte celtica della necropoli di S. Michele presso Adelberga. La spirale binata che vi è appesa, è una foggia di pendaglio oltremodo diffusa per tutta l' Europa e che trovasi pure in quasi tutte le nostre necropoli. H braccialetto a spira per converso fa difetto a S. Lucia ed a Caporetto, ma compare frequentissimo nelle nostre necro- poli orientali di Jelsane e Sappiane come pure a S. Canziano ed in quelle dell' Istria, del pari che in moltissime altre di tutta Europa. '260 Ma l'oggetto che riesce più importante per la determi- nazione cronologica è la fibula del tipo La Tene, in quanto che questa foggia di fermaglio manca all' epoca veneta e non compare che più tardi nell' età celtica. Così essa non trovasi a S. Lucia e Caporetto che quale oggetto estraneo alle tombe, il che riscontrasi pure nei sepolcreti istriani dei Pizzughi e di Vermo. Ad Este si presenta appena nel IV periodo, tanto in ferro che in bronzo, specialmente nella chiusura Baratela. Del pari a Bologna sol- tanto negli strati superiori delle necropoli Arnoaldi, De Luca come pure alla Certosa. È principalmente comune nei paesi transalpini, ove le antichità galliche sono assai più largamente diffuse che da noi. Non credo quindi necessario d'estendere maggiormente questi raffronti, essendo già sufficientemente caratterizzati gli oggetti in discorso. Essi devono quindi venir considerati come celtici, potendosi fissare la loro età a circa il IV secolo prima dell' èra volgare. Che cosa abbia determinato la caduta dell' in- felice Grallo nella voragine di Povir, *) se precipitato casualmente o gettatovi per mano altrui, a noi non è dato stabilire. Esso però c'insegna che anche quegli abissi perpendicolari, che in tanta copia apronsi sul nostro Carso e che apj)arentemente si presentano tanto poco interessanti pel paletnologo, possono alle volte sorprenderlo con scoperte inattese. ') Devo osservare che a poca distanza da questa fovea sorge l'esteso castelliere gemino di Povir, che per la sua posizione elevata, ebbe in ogni tempo speciale importanza, come lo dimostrano le costruzioni po- steriori. m:- ^^ ^;"::^':: LE CONCREZIONI DEL SALUAME DI REPENTABOR PRESSO TRIESTE IH CARLO D^^ MARCHESETTI. ragione chiama il Taramelli „un' importante parti- colarità litologica" della nostra provincia la presenza del saldame o quarzo polverulento. Esso trovasi molto diffuso nei nostri terreni cretacei, specialmente nell'Istria meridionale, ove forma degli arnioni talora conside- revoli nella massa calcare. Da molti secoli viene scavato ed esportato a Venezia ed altrove per essere utilizzato nelle fabbriche vetrarie. Le più importanti cave giacciono presso Pola e Dignano, il cui prodotto è solitamente finissimo ed in- coloro e quindi si presta assai bene allo scopo accennato. Esso si presenta tanto in istato polverulento che in masse più o meno compatte, porose, e talvolta di aspetto vetroso. Al microscopio ci mostra dei minutissimi frammenti irregolari di quarzo trasparente, senza alcuna traccia di diatomee o di altri resti organici. 11 saldame viene generalmente messo in relazione coi fenomeni termici, cui fu soggetta la nostra provincia, e difatti, a contatto di queste masse noi troviamo spesso meta- morfizzate ed infiltrate di silice le rocce circostanti, che insen- sibilmente passano allo stato di saldame. La sua genesi va ricercata in un fenomeno analogo a quanto succede tuttora in vicinanza delle sorgenti calde ricche di silice, ove si depone la silice amorfa, detta geyserite. 262 Anche nei dintorni di Trieste esso non fa difetto, sebbene per lo più a grana meno fine ed inquinato con terra rossa. Vi faceva eccezione un arnione scopertosi anni fa a Sutta presso Comen, il cui materiale molto puro e bianchissimo, servi per alcun tempo ad alimentare una fabbrica di stoviglie, creatavi per tale scopo, che per altro, esauritosi il deposito, dovette poco appresso chiudersi. Fortemente impregnati di silice sono i calcari presso Praprod, ove si estrae un saldarne abbastanza buono, come pure una lunga zona di calcari oscuri arenosi, che si estendono dietro Cosina e Materia e verso Castelnuovo, sebbene in nessun luogo ci presentino ammassi maggiori di quarzo polverulento. Un interessante deposito di saldarne trovasi alle falde di una collina nelle vicinanze di Repentabor a circa due ore da Trieste. Esso viene scavato non per la fabbrica di vetrami o di stoviglie, essendo molto inquinato con terra rossa, ma per servire quale argilla refrattaria nella modellazione di forme da getto, al qual uopo si presta assai bene. A differenza di altri depositi in cui è manifesta l' imbibi- zione silicea delle rocce circostanti, che a poco a poco vanno tramutandosi in quarzo polverulento, in quello di Repentabor il passaggio è del tutto repentino, constando le rocce di cal- care compatto, sicché l' arnione in discorso è benissimo delimitato e ci rappresenta il riempimento di una cavità con sabbia silicea, senza alcuna alterazione delle relative pareti. La sua formazione va quindi ricercata in altre cause, che non le cor- renti termiche, dovendosi pensare piuttosto ad un trasporto meccanico dei materiali di sfacelo in seguito al dilavamento del mantello arenaceo, che copriva in antico la superficie del nostro Carso. La sabbia di Repentabor è d' un colore rosso -giallognolo e consta quasi esclusivamente di frammenti irregolari di quarzo, molto più grossi di quelli del saldame istriano, in buona parte non trasparenti e ad angoli più o meno arrotondati. L'analisi chimica eseguita dal eh. Prof. Vierthaler diede un contenuto di 97 7o eli silice, differendo in ciò dai saldami di Pola, che non ne possedono che circa 1' 80 "/o- 263 Ma quello che rende specialmente interessante il deposito di Repentabor, sono le copiose concrezioni che mancano a tutti gli altri della nostra provincia. Esse sono per lo più sferoidali e trovansi di tutte le dimensioni : da piccolissime di appena qualche millimetro ad enormi palle di 20 e più cent, di diametro. Alle volte le pallottole sono concresciute sia a due a due, sia in numero maggiore. Le pallottole geminate possono essere eguali in grandezza, oppure la minore trovasi attaccata più o meno saldamente alla maggiore. Qualche volta intorno ad una palla più grande s' inseriscono molte piccole, che vi sporgono dalla superficie come tante protuberanze convesse. Bellissime riescono specialmente le unioni di numerose pallottoline a forma di grappolo. Non sempre però le concrezioni sono sferoidali, ma ve ne sono di allungate, di schiacciate, di piriformi, ecc., le quali alla loro volta unendosi tra di loro formano druse nelle combinazioni più svariate e multiformi. Talora questi agglomeramenti assu- mono dimensioni colossali e pesano parecchi quintali. Nell'an- nessa tavola ho riunito le fotografie dei pezzi minori, che mi parevano più caratteristici, riducendoli ad un terzo della loro grandezza naturale. Jja spiegazione del modo onde si formarono queste con- crezioni, non riesce difficile, sebbene un po' complicata, ove si ponga mente a quanto avviene di un. deposito di sabbia, che siasi raccolto nel cavo di una grotta. Lo stillicidio determina in breve una cementazione dei singoli granuli di quarzo tra di loro a mezzo del carbonato di calce contenuto nell' acqua. In- torno ad ogni goccia cadente dall' alto, si raccolgono nuovi granellini e per tal modo la concrezione s' accresce, s' ingrossa sempre più, prendendo forme diverse. Ammettendo che in questa caverna vi penetri più tardi una maggiore quantità d' acqua e si produca una corrente, le concrezioni vi verranno rotolate prendendo più o meno una forma sferoidale. Che ciò sia realmente avvenuto, possiamo dedurlo da alcune pallottole schiacciate, fornite inferiormente di una specie di breve pedun- colo e somiglianti a funghi, che ci dimostrano di esser state raggirate nei buchi ove scompariva l'acqua. Cessando la corrente 264 le pallottole vi rimasero ammucchiate e quindi facilmente poterono attaccarsi tra di loro, dando formazione a quelle bizzarre combinazioni, che ci vengono offerte dal deposito di Repentabor. Come accennai più sopra non si conoscono nel nostro Litorale altre località in cui si riscontrino simili formazioni e quindi non mi parve inopportuno di darne una breve relazione. Né mi venne dato di ritrovare descritto nella letteratura da me consultata alcun caso corrispondente. Forse vi si potrebbe scorgere qualche analogia coli' arenaria globulare della Transil- vania. All' incontro nel Museo di storia naturale di Vienna vidi alcune concrezioni sferoidali, talora anche unite tra di loro, somiglianti in tutto alle nostre, da Michaelisthor presso Oeden- burg, come pure dalla Boemia e dal Sinai. 'Sfc^yl^ li il L' URSUS LIGUSTICUS ISS. NELLE ALPI GIULIE CARLO D.R MARCHESETTI. .j. e l'esplorazioni recenti delle caverne del nostro ì Carso ci avevano fornito si bei resultati riguardo alla fauna diluviale della nostra provincia, non era da dubitare che anche le grotte delle vallate alpine ci avrebbero rivelato la presenza di quegli animali. E difatti le condizioni locali vi si dovevano prestare egregiamente, se ancora oggigiorno s' aggirano gli orsi per (i[uelle vaste e sel- vagge foreste. Nel passato agosto attendendo . a S. Lucia nella valle dell'Isonzo, agli scavi preistorici di quella necropoli, ebbi con- tezza di una caverna, che si trova a circa tre ore di cammino nella valle di Tribussa e che dalle notizie raccolte mi si pre- sentava come un rifugio opportuno alle antiche fiere. Natural- mente non mi lasciai scappare l'occasione di farvi delle indagini, le quali corrisposero pienamente alle mie speranze. Chi risale la romantica vallata dell' Idria incontra a dieci chilometri da S. Lucia una lunga valle laterale percorsa da un grosso rivo e fiancheggiata da alte montagne rocciose, ricoperte ancora in parte da fitte boscaglie. Pochi casolari (^ua e là dispersi s' incontrano nei piccoli allargamenti della valle, o si scorgono alle falde dei monti, ove questi olirono qualche tenue ripiano. Solo al principio della valle esistono alcune poche 266 case riunite colla rispettiva chiesa, che formano il villaggio di Tribussa inferiore. Un angusto viottolo va costeggiando il ruscello, e pas- sando ora all'una ora all'altra sponda costringe ad un continuo salire e scendere per i fianchi dirupati delle pendici. Così dopo poco più di mezz'ora di cammino, si arriva ad un'erta ascesa ove ad una cinquantina circa di metri sul fondo della valle, si scorge a sinistra 1' entrata della caverna. Essa porta il nome di Grotta deli' acqua bianca^ essendo di questo colore il grosso torrente che percorre il suo fondo e che in tempo di pioggia esce rumoreggiando al piede del monte. Inerpicatici su per la ripida china giungemmo all' atrio della caverna, formato da una volta abbastanza alta, tappezzata da belle felci e da muschi, nelle fessure della quale avevano preso stanza parecchie famiglie di colombi. Questo vestibolo che si prolunga per circa 10 m. in direzione di mezzogiorno, è ingombrato da grandi massi calcari, tra i quali si raccoglie l'acqua in larghe pozze. Per entrare nella caverna fa d'uopo arrampicarsi su per una roccia a mano destra, al sommo della (piale un angusto pertugio permette il passaggio al piano su- periore. Per altro questo piano è assai ristretto, cominciando presto a sinistra una ripida china, interrotta da spessi e piccoli pianori, mercè dei quali si a-cende per una decina di metri al punto più elevato della caverna, ove s' apre un lungo corridoio, ripieno di sabbia. Esso è quasi orizzontale e finisce in un pro- fondo burrone, che in difetto di corde non potemmo maggior- mente esplorare. Un alto fragore che giungeva dal basso ci rivelava però la presenza di un forte corso d'acqua, che ne occupava il fondo. Era evidente che in tempi di piogge violente, questo rivo non trovando facile uscita e riempiendo tutto il burrone, si riversava nel corridoio suaccennato, lasciandovi gli ammassi di sabbia, che vi abbiamo incontrato. Ciò spiega pure la mancanza di resti organici in questo tratto della caverna, non offrendo esso condizioni idonee al soggiorno degli animali. Questi si limitavano ad abitare la parte centrale dell'antro, ov' erano al sicuro da eventuali inondazioni ed ove le accidentalità del terreno porgevano luoghi adatti a rintanarsi. 267 A differenza della caverna di Gabrovizza. che ci aveva offerto una si ricca fauna diluviale, *) in questa non vi teneva dimora che solamente 1' orso ed appena qualche raro tasso si arrischiava d'entrarvi. A ciò avranno contribuito le dimensioni non tanto vaste delia spelonca, nella quale difficilmente avreb- bero potuto albergare numerose specie di fiere. Il sacro orrore che le caverne esercitano generalmente sulle popolazioni rurali, preservò anche la nostra dalla visita degli abitanti dei dintorni e quindi dalla distruzione delle reliquie abbandonate dalle fiere che vi fecero dimora. E difatti mancando la caverna di terriccio, gli scheletri di queste se ne giacevano là alla superficie, quasi che sol da poco tempo fossero spirate. Era davvero uno strano spettacolo quello che al primo entrarvi ci si presentava allo sguardo. Tra le rocce, ricoperte qua e là da stalagmiti bizzarramente foggiate, apparivano alla tenue luce delle candele gl'immani scheletri degli orsi nelle loro posizioni originali. E quale sfavasi rannicchiato in un angolo reposto della caverna, quale trascinatosi su per i dirupi se ne giaceva arrovesciato colla testa all' ingiù e le membra sparse all' ingiro, quale infine con un supremo sforzo s' era arrampicato sur un masso eminente ad esalarvi l' estremo anelito. Nessuno aveva ancora turbato quella scena fantastica, che si celava nell'ombre eterne dello speco, ove nelle ossa calcinate si potevano quasi leggere 'gli ultimi moti convulsi delle fiere agonizzanti. Ma sebbene gli scheletri non fossero stati scom})ost.i, com'era il caso nelle altre caverne da noi visitate, non ci fu possibile di raccogliere intere le ossa per ricostruirne almeno uno, poiché esse si trovavano in buona parte ricoperte da durissima crosta stalagmitica, che le saldava tenacemente al hi roccia sottostante. I nostri tentativi di staccamele non avevano per lo più altro resultato che di spezzarlo e (piindi fu gioco- forza accontentarsi di raccogliere solamente quelle che vi erano meno aderenti. Un grosso teschio era siffattamente circondato ') Atti d. Museo di SLor. Nat. di Trieste, Vili, p. 14i3. 268 dalla massa stalagmitica compatta, che non sporgeva che 1' eb^tremità della cresta frontale. Dopo aver inutilmente cercato di ricuperare almeno qualche teschio intero, ebbi la ventm-a di scorgerne uno caduto in un profondo crepaccio, ove le incrostazioni non erano sì grosse. Tuttavia anche 1' estrazione di questo non riesci tanto facile, giacendo esso in posizione piuttosto disagevole, ma finalmente dopo un paziente lavoro, mi riesci di trarlo quasi completo dalla sua nicchia. Esso appartiene ad un individuo vecchio, a giudicare dalle superfici de' denti fortemente consumate e dalle suture per la massima parte completamente obliterate. Tanto questo 'teschio che i frammenti degli altri e le varie ossa del corpo e' indicano una razza molto più piccola e meno robusta di quella che abitava la caverna di G-abrovizza, però ad ogni modo maggiore del comune orso bruno vivente. Né soltanto per le dimensioni minori differiscono gli orsi di Tribussa da quelli della grotta precitata, ma eziandio per la fronte più stretta e per le creste lambdoidee e sagittale meno pronunciate ed a spigoli alquanto arrotondati. E caratteristico per l' orso speleo la forte prominenza della fronte con bozze sviluppatis- sime, che manca quasi affatto nel solito orso bruno, ov' essa appare pianeggiante. Neil' esemplare meglio conservato da Gabro vizza (che riproduco qui per confronto da una fotografia) l' angolo formato tra l' osso frontale ed il nasale importa 133", laddove nella nostra specie vivente esso è di 172 — 175°. Nel teschio di Tribussa esso misura 151", e quindi occupa in questo riguardo un posto intermedio. Esso si distingue inoltre dal- l' U. spelaens per il forame nasale ristretto superiormente, sicché questo appare piriforme, laddove in quello è ovale, come pure per la cresta sagittale che è circa di un terzo più breve. Il vertice del teschio formato da questa e dalla parte più alta della fronte, descrive nell' orso di Tribussa una curva marca- tissima, mentre nell' orso speleo decorre piano. All' incontro le creste lambdoidee in corrispondenza alla fronte più larga, sono in quest' ultimo più arcuate che non in quello. Le ossa parietali sono convesse sotto la cresta sagittale e di conseguenza la cassa 269 craniale riesce meno strozzata nella parte posteriore ed è invece ristretta nell' anteriore al di sotto delle creste lambdoidee, il che è inverso nell' 0. speleo. Del pari gli archi zigomatici sono meno espansi, sicché l'intero teschio presentasi più ristretto ed allungato. Dall' U. arctos differisce infine per la mancanza dei denti lacunari tra il canino ed il premolare. Le sue dimensioni sono le seguenti : Cranio. mm. 1. Dal margine alveol. esterno degli incisivi alla spina occipitale B77 2. „ margine alveol. esterno degli incisivi al margine post, d. for. magno 355 3. „ margine alveol. int. d. ine. al marg. ant. d. for. magno ... 327 4. Larghezza massima degli archi zigomatici .... 240 5. Altezza del foro nasale 72 6. Larghezza del foro nasale 55 7. Lunghezza del mascell. tra il margine alv. est. d. ferini ed il punto più alto d. sutura fronto- mascellare 157 8. Altezza verticale d. mascellare d. marg. alv. d. 2." molare al punto più elevato d. sutura fronto- mascellare 105 9. Dal margine superiore del forame nasale alla cresta occipitale 277 10. Larghezza massima del frontale 96 11. Distanza tra i margini est. d. due ferini 85 12. „ „ le due punte dei ferini 74 13. Altezza della cresta occip. dal forame magno ... 66 14. Lunghezza del palato 202 15. Larghezza d, palato al premolare 61 16. Spazio occupato dagl'incisivi 56 17. „ occupato dai mascellari 89 18. Distanza dal margine post. d. ferino al premolare . 48 19. Lunghezza del premolare 1° 270 20. Lunghezza del 1. molare ... 27 21. ., „ 2. ., 44 22. „ „ ferino 83 23. Grossezza .. premolare 14 24. „ .. 1. molare 19 25. „ „ 2. „ 23 26. „ „ ferino 18 Mascella inferiore. min. 1. Dal marg. int, d. incis. al marg. int. del condilo . . 252 2. „ „ „ „ est. „ . . 265 3. „ „ „ alla rad. d. apofisi coronoide . 169 4. ,, „ „ al punto più basso d. simfìsi . 86 5. Altezza del condilo 99 6. „ d. mascella al 1 molare 59 7. „ „ ,- 3. „ 66 8. Lunghezza d. fossa coronoidea 82 9. Distanza orizz. tra i due premolari 45 10. „ „ „ primi molari 50 11. ,1 „ „ terzi „ 61 12. „ tra i margini est. d. alveoli d. due ferini . 57 13. „ „ le punte d. due ferini 69 14. Spazio occupato dagli incisivi 5 ■ • 36 15. „ ,, dai mascellari 99 16. Distanza dal ferino al premolare 53 17. Lunghezza del premolare 13 18. „ ?i 1- molare 28 19- n 71 2. „ 28 20. „ „ 3. „ 26 21. Larghezza „ premolare 10 22. „ „ 1. molare 12 23. „ „ 2. „ 17 24. „ „ 3. „ 18 Dal fin qui esposto risulta chiaro che le differenze del- l' orso di Tribussa sono abbastanza notevoli, per non poterlo 271 scambiare né coli' orso comune bruno, né coli' orso speleo. Con- frontandolo cogli orsi trovati in caverne di altre regioni, esso offre la massima somiglianza con quello che viveva nelle grotte della Liguria e che dall' Issel venne detto U. ligusticiis. Le descrizioni date da quest'Autore ') concordano perfettamente cogli orsi di Tribussa, sicché non dubito punto che a questa specie debbano ascriversi. Cosi anche da noi sarebbe constatata la presenza di questa specie, che senza dubbio ulteriori ricerche ci faranno rintracciare anche in altre caverne della nostra provincia. ') Nuove ricerche nelle caverne ossifere della Liguria. Meni. B. Accad. fi. Lincei, Ser. 3.", II, 1878, Estr: p. 53. — La caverna di Gia- cheira. Atti 8oc. Tose. Se. Nat., IX, fase. I. — Osservazioni relative ad alcune caverne della Liguria orient. Bull, paletn. it., Vili, 1882, p. 52. — Caverne ossifere del Loanese e Finalese. ibid. XI, 1885, p. 07, 146. — Res ligusticae. Mem. Mas. Cw. Stor. Nat. di Genova, Ser. 2.", IX, 1889. — Liguria geologica e preistorica. Genova, 1892, II, p. 27B, — Cfr. pure Strobel: Gli orsi delle caverne nel continente italiano contemporanei dell'uomo. Bull, paletn. it., XV, 1889, p. 1. URSUS LIGUSTICUS dalla Caverna di Tribussa. URSUS SPELAEUS dalla Caverna di Gaiirovizza. INDICE Dr. Carlo Marchesetti : Cenni storici del Museo pag. 2 Muzio de Tommasinl e C. de Marchesetti: Flora dell'isola di Lussino 97 11 -• Muzio de Tommasinl : Alcuni cenni sulla Flora di Duino e dei suoi dintoi'ni 121 Dr. Carlo Marchesetti : Bibliografia botanica ossia Catalogo delle publicazioni intorno alla Flora del Litorale austriaco 129 Dr. M. Punk e Dr. E. GrSffe : Contributo alla Fauna dei ditteri dei dintorni di Trieste 211 Dr. Edoardo Graffe : Aggiunta alle Api dei dintorni di Trieste „ 235 Dr. Edoardo Graffe : Prospetto delle Crisidi di Trieste e dei suoi dintorni 245 Dr Carlo Marchesetti : La grotta azzurra di Samatorza ... „ 249 Dr. Carlo Marchesetti : Alcuni oggetti preistorici trovati in una voragine presso Povir ^^ 257 Dr. Carlo Marchesetti : Le concrezioni del saldarne di Repen- tabor presso Trieste „ 261 Dr. Carlo Marchesetti: L' Ursus ligusticus Iss. nelle Alpi Giulie „ 265 ag. G lin. 10 ,. 6 „ 31 , 8 „ 18 , 9 ,. 28 „ 10 „ 4 „ 1^ „ 20 ,. 28 „ 34 „ 43 „ 30 , 46 „ 28 ,. 54 N. 74 ,. 67 lin. 25 „ 68 „ 73 N. 304 „ 76 N. 337 „ 84 N. 442 „ 110 „ 756 „ 110 „ 762 „ 121 lin. 9 „ 128 „ 9 „ 130 , 34 ,. 131 ,. 10 „ 131 „ 39 „ 135 „ 18 „ 141 , 23 , 144 „ 8 „ 174 r "i „ 176 „ 6 „ 183 „ 23 „ 189 „ 10 „ 189 n 26 , „ 194 „ 25 „ 200 „ n „ 205 „ 31 „ 211 „ 5 d. tit «220 ,,9-12 „223 „ 20 ,,223 „ 25 „ 228 r IB ,. 250 „ 5 Correzioni. tibethinus in tibetanus. passer in Passer. Melisellae in melisellensis. Ervtropus in Erythropus. faina //* foina. altri in alberi. sfornutato in sfortunato. Mattiola in Matthiola. il Cardaniine in la Cardamine. raccolta in raccolto. dopo il XXIV .si metta un fi essendo state segnate col medesimo numero tanto la famiglia delle Papilionaceae che quella delle Caesalpineae. si passi il N. 251 immediatamente dopo il N. 247. le in lo. Punta Cigale in Porto Cigale. il che si corregga pure alla p. 78 ai N. 367, 370 e 373. Agosto a Maggio in Maggio ad Agosto. nelle in nella. veduta in veduto. albuminoso in alluminoso. Hauk in Hauck. excoluntux in excoluntur. Lamakia in Lamarckia. Corex in Carex. caespitosam in caespito^sum. N. 107 in N. 108. ibid. in Eiv. ital. di Se. Nat. Siena, XI, 1891. — Levi-Morenos in Levi-Morenos. ibid. in Boll. Soc. Adr. Se. Nat. Trieste. e vegetano in o vegetano. A tre in Altre. Ruellia in Buellia. Tumbridgense in tunbridgense. Pedicolaris in Pedicularis. idem in Oest. bot. Zeitschr. A. Dr. Punk in M. Dr. Punk. Occemyia in Oncomyia. EAM. in PAM. haemorrliodalis /;/ haemorrlioidalis. venea in aenea. l'adi alitico in radiolitico. t MiiUilUlliUHUiilllllliilllliiLLLLli.Lli.liilLLL'/ !^^$^^S^^{^ t I i i I :ì* ^^ A CY7 cp -r «A>«A> «A» «A» «A» DEL il cim ì\ mi MIMALI DI TRIESTE IX. (Volume III. della Serie nuova) ^1 b ,,^^,,_^^^^^, ^ ^ ^ ìTiTrrrriTiTrrìTM m i m 1 1 1 1 1 1 1 1 1 rTTTi- Editrice la Direzione del Museo. > >« ci- cf- H» o. S ro C 1 m 1— ' co ro o