K ' * ■ T ?;^.-! T^Jft '^^1 BIBLIOTECA ITALIANA O SIA GIORNALE LETTERATUEA, SCIENZE ED ARTI COMPILATO DA VAPvJ LETTER AT I. ToMO XXV. ANNO SETTIjMO Gennajo , Febbrajo e Marzo. 1822. J'-iCj. MILANO PRESSO LA DIKEZIONE DEL GIORNALE Contrada del Monie di Pieta n." 12S4 Casa Caj dirimpetto al JBorqo Nuovo, liVPERlA.LE RECIA STAMPPRIA. II prescnte Glornale , con tnttl i voluml preccdenti , e posto sotto la salvagiuirdia della Lcggc , esscndosi adcmpiuto a quanto essa prescripc. BIBLIOTECA ITALIANA » ■• <>-♦—♦- PARTE 1. LETTER ATUR A ED ARTI LIBER ALL Dissertazioni delV Accadcmia romana di Archeologia , alle qiiali si aggiungojio le Icggl accademiche. To- mo J, parte I — Roma, 182 1 , stamperia dc Romanis, di pag. 617 in ^.° fig. n I varie dissertazioni contenute in qiiesto vo- lume nobilraente stanipato a spese deir illustre presidente dell' Accademia , il marchese Canova ^ ed al sommo Pontefice intitolato , gia si e fatto cenno in alcuni dei precedenti volumi di questa Biblioteca : ora dnnque rendercmo conto di quelle sole che non sono state da noi altra volta men- zionate. Premesse le Icggi delP Accademia romana di ar- cheologia , r elenco degli Accademici delP anno 1818 , e la prolusione letta alia nuova apertura deir Accademia dal cav. Canova presidente nel- r anno 1816, s' inserisce una dissertazione di G. D. Akerblad sovra alcune laminette di bronzo trovate ne' contorni di Atene. La prima di esse fu rinve- nuta presso il monte Coridallo o sia Egalco , co- me legge r autore in Tucidide , per il che ciede 6 DISSERTAZIONI Dl ARCHEOI.OGI.V e Dccclia. In tutta qucsta dissertazione luminosa- mcnte campcg2,iano la nota ciuciizioue c la sonima (lillfieiiza nel riiitracciare cd illustrare g,li aatichi nioiuiniemi del signoi- Akcrblad. recentementc con grave danno dcllc letterc niancaio ai vivi. Le la- mine veggonsi in una tavola esattanicnte rappre- scntate. Segue una dissertazione deir ab. Gcrolatno Aniati sopra un' iscrizione greca coir ascia sepolcrale , cfucsta pure accompagnata da tre tavole relative. Trattasi di un' ara passata in possedimenlo del- r Ainbasciatore franccse Co. Blacas d' Aulps. Rife- rirenio V iscrizione della niedesinia, clie uclla dis- sertazione trovasi tradotta in versi italiani : « A gV Iddei sotterranci. •» Qucsta polve d' un uoni cuopre la sahua , » Che in Dio secura ebbe la mente e cliiara \ » Del saggio Narcission, di cui gia Talma » De gF immortai gode il consesso. Un ara y> Gr iuHxilzaro per cio sacra e deyota , » La genitrice, oppressa in doglia amara , » Salvia Matrona , ed il gcrmano Sola. » Lo Spoil av^eva gia riferito ijuesto marmo con poca fedelia, ed ommessa Tepigrafe latina che si trova nella base, nella quale si leg2;e AETES , die FA. intcrpreta Soflo , Anelito , Auretta , sebbene sia la parola greca di una forza maggiore. Si cstende T A. in luno;o commento gramraaticale su la greca iscrizione, e quindi venendo al con- fronto con altre simili , parla dottamente deir uso introdotto ue' secoli IV e V delF era volgare di alcune cspressioni o alcuni segni , per cosi dire , ambigui tia il cristianesimo e il 2;entilesimo , e si fa strada al confronto con altre iscrizioni di epoca a un dipresso eguale , con che al numero dei se- guaci di Ciisto aggiugne Solenio Partenio Eujihato, la di cui menioria era stata finora tra le gentilesche coUocata, e cosi forse potrebbe dirsi di altri tnolti. In proposito delF epigrafe latina distingue T AETES dell' ACCADEMIA ROMAN a. ^ daW Acte re della Colchiile , come da Aetion , Ae- tius ^ etc., e rivendica quelT espressione alia classe di quelle dette dai g;ranimatici intenske. Ragiona quindi della compiacenza colla quale e Greci e Latini, dopo i primi Ebiei, abbracciarono T imma- g;ine dello spirito , seuipre attivo e non veduto , imnia^ine la pin espressiva che rinvenissero nella natnra, onde anclie i venti txassero T appellazione di spirito e d' anima. Uri segno aggiunto al noma di AETES viene dair A. riconoscinto per T ascia sepolcrale , della quale passa ad esaminare brcvemente alcana cosa dopo il molto che ne e stato scntto dalT eruditis- simo Mazochi e da altri. Una bella ricerca si e egli proposta ed e, perclie mai le lapidi col se- gno deir ascia o le parole dedicatorie che la espri- jnono , tanto frequenti nelle Gallic , sieno altret- tanto rare in Roma e nelV Italia propria in mezzo ad infinita qtiantita di monumenti mortuali ? Nota da prima , che in Roma ^orente , come negli altri municipj e nelle colonic d' Italia , vi aveva gran numero di capaci edifizj sepolcrali, laonde pochi trovavansi in bisogno di fabbricarsi la tomba , po- tendo facilmente avere luogo ne^ colombarj o per concessione o per compera del diritto ; aggiugne in appresso , che troppo abbondavano gli antichi nostri di formule o di frasi , che al sPs:no o alia ■menzione delF ascia perfettamente rorri«poiidevaao, come quelle A . SOLO, A . FVNDAMENTIS , A . SOLO . PVRO . LOCVM . PVRVM , EMIT . ET . COMPARAVIT, LOCVM . VIRGINEM , etc.; oltre di che r ascia riguardata probabilmente come nota tachigrafica . si ravvisa generalmente dispgnata sol- tanto nei titoli piu piccoli. Presentasi quindi una memoria di monsig. Anselo BattagUni sopra uno sconosciuto egre2;io scultore del secolo XV. Egli e questo Isaia Pisano , detto J/o/- morilm Celntor, alia di cui immortaHta trovasi indi- vizzato un carme latino sul bel principio delP opera 8 DTSSERTAZIOTfl DI ARCHEOLOGIA. octa Porccllio do' Pandoni napoletano de fe- licitate tcmporum divL Pii //, che manoscritta si conserva i»ella Vaiiiana. QiielT Isaia era staio am- maestiato nello soolpiic tlal suo gcnitore Filippo , ccl allevato ia Roma, e potuposi smi") n;ll elogi che ad esso si da mo. Di esso fcce ancora nienzioiie Aii' toiiio Avcraliiio fiorentitid nella sua architettura ma- noscritta , pure esisteate tra i codici vaficani ; e tra Ic opere di Isaia aiinovera il Porceltio V urna sepolcrale di Eus,''ido IV , T arco trionfale di Al- fonso I re di Napoli , i monumcnti di 5. Monica , due statue eqnestri di Poppea c di Nerone , e le ji2;nre di Gesa l)ainbiao e di Nostra Donna con varj Angioli ; delle qiiali opere la prima e la se- conda tuttora sussistouo, e della seconda pubblico il disogno il sig. /)' Agincourt. Non dissimula tut- tavia r A. i dubbj promossi da taluni , che quel- r arco appartenga a Pictro di Martina scultore milanese , del quale egU dice che solo fa T archi- tetto di qneir opera , e molte statue dono alia chiesa di S. Maria Nuova ^ non provando la lapide a di lui favore citata , cV egli fosse scultore. Tra- lasciamo quello che il Battaglini riferisce intorno al monumento non pin esistente di S. Monica , accontentandoci di riconoscere ch' egli si e ren- tluto con questa memoria nuovamente benemerito della storia deir arte. Deir antica pittura delle Nozze dette Aldobran- dine scrive lungamente il cavaliere Lnigi Biondi al marchese Antinori. Tende questa lettera a far co- noscere in quella faraosa dipintura varie niiove bellezze , le quali in essa per col pa de' ristauri rimanevano ascose , ed ora ricomparvcro per nuove cure da illustri chimici ed artisti a quell' opera prestate. Lo scrittore della lettera tesse da prima in brevi parole la storia dello scoprimento di quel prezioso tesoro ; descrive quindi in breve pari- niente quesfo miracolo delT arte , in mezzo al quale vedesi un ricco talamo nuziale , sulla cui dell' accademia. romana. 9 sponda nna giovane vaghissima sposa, coperta suUj^ frante da un flammeo che le ombrpggia gli occhi ed il volto , si avanza tremante, abbracciata dalla pronuba, incontro alio sposo seminudo e coionatQ di ellera , a pie del talaiao assiso a gaisa d' uomo cui r aspettare sia grave. Alia destra del talamo intorno ad un vaso staniio tre figure . tlal Pignorla cvedute le Parche, da altii tre ancelle da bagno , intente a preparare V accpia in cui dee lavarsi la sposa medesima. Altri iu quelle videro in vece due figure d" uomini, e la terza, femminile bensi, avvolta in abiti sacri, e luzioni , della unione egualmente mistica delP acqua e del fiioco nei riti nnziali , delP epitalamio che in quelP oc- casionc si cantava ; e liaalmente scendc ad accen- nare, che se tu eseguita quelP opera ai tempi di Meceiiate , dovette la medesima essere colorita in tempo che freschissima era tuttora la memoria di Catidio , e per le mani di tutti correva il di liii cpitalamio. Si tratta in seguito delle nuove bellezze sco- perte, e si nota essere quella pittura per buona sorte venuta alle mani di Vincenzo Nelll^ uomo bencmerito per Y introduzione in Roma di varie manifatture, il quale vedendola da moderni colori in varie parti ricoperta e bruttamente detur{)ata , concepi il felice pensiero di far disparire quelle nuove lordure , e di esporre al gnardo degli am- niiratori le antiche parti nascoste. Nol fece egb se non col consi2;lio delP immortale Canova, ed alia di lui presenza Domenico del Frate, nelP arte pitto- lica versatissimo , comincio con una semplice spu- gna viraida a lavare leggiermente Pantica murdglia, con che togliendosi i mal sovrapposti colori , ap- parvero i pinmi , e si pote osservare che P antica dipintura aveva un encausto forte per tal modo , DELL ACCADEMIA. I10MA.NA. ■ I I che niuno stropicciamento avrebbe potato staccarne o alterarne la menoma parte. Fu diinque ritornato il muio air antico stato senza aggiiigtiere alcuh miovo restauro. In diverse epochc e da diverse mani crano stati aggiunti i ritoccamenti, il die provasi dalF intagUo in rame eseguito da Santi Bartoli^ da ima copia ad olio eseguita da Niccolo Pussino e da una re- cente incisione del Carloni. La citarista compare ora vestita (Xi bianco listato a oro , ed lia sulla fronte un diadema d' oro ornato di piccole perle, e neirindietro un gran nodo di capelli ; sostiene essa la cetra con un nastro ad arniacollo , e ne tocca le corde coUa destra , nientre la sinistra vedesi innalzata airestreniita della cetra medesima, delle cjuali cose alcune e specialmente le liste d' oro non si ravvisano nelle copie antiche , mentre TaC- conciatura dei capelli senibra nelle medesime mo- dellata suir nso di qne' tempi nei quali fioiivano il BartoU ed il Pussiiio. La cetra stessa e nelle copie di sei corde, di sette nelF originale , ed in questo e sonata col plettro., in quelle con ambedue le mani. Spari nella niiova lavatura la mano della poetessa cantante , colla quale sorreggeva la cetra della corapagna , die forse molto di recente era stata aggiunta , trovandosi nelF originale sotto il nianto celata. Varia pure di molto dalla copia del Pussino la figura che attigne F acqua dal vaso; poco o nulla variano le figure dello sposo e della sposa, sebbene il Pussino abbia oltremodo caricato il color rosso delle carni del primo e sbiadata di troppo la tinta della sottovcste della seconda. Veggonsi ora nelle braccia della seconda pronuba le armille ch' erano state coperte dopo V incisione fatta dal BartoU^ e quella figura in vece di appoggiarsi ad un pilastro come nel quadro del Pussino , si ap- poggia ora ad una piccola colonna. Nelle- ultime tre figure altra varieta non si scorge , se non che quella del mezzo fu dal Pussino vestita di colore 12 DISSERT AZI05CI DI AHOnEOLOCI.V di jrincciola . motitre neir orijiinale la veste e scre- ^ ^^ ..." ziata (li paonazzo e di giallo , e sotto di essa si vede la sottoveste perlata. Nei piu reccnti restanri r ultima ligui'a die versa alcuna cosa entro il vaso, era stata per insano vezzo coperta di uii abito color di rosa , e i visi akresi delle tre ligure erano stati talniente impiastricciati clie parevano deformi. II campo della figura ha piu d' ogni altra cosa cambi^to aspetto ; cicdevasi la scena vappresentata a cielo scoperto , perche ua muro cd un pilastro iuoperosauiente s' innalzavano , e Y aria ne occu— pava la sommita, ne tuttc il muro racchiudeva le lieure; laonde il Piissino dietro alle tre donne poste alia sinistra del talanio, dipinte aveva alcune colline vestite d' erbe e di arboscelli. Ora si e scoperto mi bellissinio architrave , maestosamente appoggiato sul pilastro elevato dietro al talailio , e quindi vedesi la scena rappresentata in un atrio , il che e conforme a quanto viene indicato negli antichi scrittorii Sorge pure altro muro dietro la citarista e la cantatrice , cosicche tutte le figure sono accolte entro un .recinto, del quale dietro al gian vaso vedesi la porta d' ingresso. tfnita a questa bella memoria trovasi la dipin- tura medesima intagliata nuovamente in ranie colla maegiore esattezza per cura del sig. Qiovanni Dalle Armi ^ ed in essa si ravvisano le nuove scoperte, potendosene comodaraente istituire il confronto coil quella di Santl BartoJi parimentc annessa; si nota per ultimo che tanto il sig. Dalle Armi , chimico profondo, quanto il celeberrimo Z^a^y, riconobbero con accurate esperienze esscre i colori dagli anti- chi atlnperati, tutti composti non di vegetabili, ma di minerali sostanze. Ci siamo alcun poco estesi nel rendere conto di questa lettera , perche siamo d' avviso che le notizie in essa contenute , attesa la celebrita del monumento di cui si tratta, deb- bano destare V interesse di tutti i leggitori no- 6tri e specialraente degli amatori delle belle arti. dell' acoademia romana. i3 Aggiugneremo ora solo che quel luonumento pie- zioso ed iinlco linora hel suo genere e stato recea- temente dalla mnriificenza del santo Padre a pub- blico bcnefizio acquistato , cosicclie tolto e ormai il pericolo die d' una in altra mano passando , privata ne fosse qualclie giorno T Italia, come, pur ti-oppo avvenne di molt' altri suoi tesori. Dello stesso signor Biondl e la illustrazioneclie segue , di uu frammento di antica iscrizione ritro- vato sul monte PieUa Demone nel territorio -di Canemorto in Sabina. Questo e il mOnte piu alto di' quel paese , rivale del Pctiuecchio , e il celebre Boscoi-ich nella misura del grado stette in forse intorno la scelta delF uno o delV altro , e solo il Pennecchio preferi perclie piu agevole ne era la salita. Verso la cima veggonsi le reliquie di un antico castello distrutto , che il nome portava di Pietra Demoiie ^ e fu patria e lungo tempo rifugio di un famoso capo di masnadieri spento nelF anno 1 585. Bipartita pero e quella cima, e sulla piu alta sommita, detta la Moretia^ trovato fu nell' anno IT67 un grosso pezzo di travertino, sul quale sono scolpite le seguenti parole : OVI CACVNO F. C. ; oscura pero trovandosi oltremodo questa iscrizione, rimase quella pietra negletta , finche venuta agli occhi del Biomli, prese questi dottamente ad il- lustrarlai Siccome rotta e la pietra , credette il Biondi di ravvisare die manchi il nome della persona che scolpire la fece , o dedico il raonuraento ; e la lettera I suppose premessa alia parola OVI ; egli dunque al nome del dedicante die suppone per- duto , fa succedere le parole lOVI CACVNO FA- CIVNDVM CVRAVIT; stabilisce quindi il monu- mento appartenente ad un tempio , o ad un ara eretta su quella cima a Giove Cacuno , cioe adorato sopra il cacume de' monti, al die lo induce la somiglianza del suono della parola Cacuno coa quello della voce latina cacumeii. I^ DlbSERTAZIOM DI ARCHEOLOOI A Non entrei-emo nolle ricerclie (U profonda eru- diziotie the Y autoie lia intrapreso intorno ai moati tleditati all' ahissinio Glove, alle lapidi clie quel culto linitMiihiano, ai tonipli cd alle are die su quelle alturc si ciic;cvano •, intorno a quel rito de' Greci adottato dair,r Italiani, ed in particolar modo dagli abitatoii del Lazio ; intorno al Dio Peimiao o Apca- jiino , al Giove Vesiaio ed Etneo , al costume de' Ro- niani di supplire ai simulacri o ai tcnipli con un sasso postosulTerta dcile montagne-, intorno ai nomi di Giove Montano e degli Dei Mutano e Tutuno^ non che della Dea Vacuria, le di cui desinenze si avvi- cinano a quella di Cacuiio^ trovandosi altresi 10 VIS CACVNVS in un' antichissima lamina di bronzo del niusco Kirclieriaiio ^ intorno alia quale male avvi- sarono alcuni, che quelK addiettivo poco dissimile fosse ncl suo 'valore da quello di Stercazlo attribuito air Etrusco Dio Picumno. Lessero altri la lamina 10 VI . S. C. ACVNVS, cioe Jovi sacravit . Cajus . Acu- nus, oppure lOVI . S. CACVNVS, cioe Jovi . sacra- vit . Cacunits. Ma V autore giustifica con buone ra- gioni la prima leggenda, notando solo che il Cacnnus non era xin sordido attributo di Giove ^ ma indicava il culto che ad esso rendevasi sul cacume de' monti. Seguono i nuovi framnienti dei fasti consolari Capitolini , illustrati da Bartolomeo Bort^hesi , dei quali si e gia a suo tempo parlato iiel vol. X di questa Biblioteca pag. 289. II celebre archeologo avvocato Fea^ in un di- scorso recitato all' Accademia nel 1819, presenta alcune Novelle del Tevere particolarmente in di- fesa di S. Grcgorio Magiio. Di queste novelle si e troppo succintamente da noi parlato nel volume XIII pag. 285, ed essendosi allora appena esposti alcuni sentiment! e citati alcuni passi dell' autore , cre- diamo ora di doverne fare sotto un nuovo aspetto particolarc menzione. Piglio il Fea le sue mosse dalla' tanto decantata escavazione del Tevere, di- venuta allora oggetto di cui-iosi discorsi popolari DELL ACCADEMIA. ROWAN A., l5 C serj e gaudiosi, la quale aveva fatto tornaie in luce noil poche antico-moderne volgarissimc opi- nioni e dicerie contiarie al buon senso , e alle piu accurate nozioni storiche e topografiche. Si ranimen- teranno i nostri leggitori che in questa Biblioteca (tomo i6."^, pag. i37) e stato di poi inserito un ar- ticolo concernente la celeljie impresa tiberina del sig. Benedetto Aaro^ della ([uale a tutti e nota V infe- licc riuscita. Un sogno e che in tempo della repub- blica o deirimpero, a fine di rimediarc alle innon- dazioni del Tevere, si fosse tagliato un canale die da sopra Ponte Molle diretto lungo la via Flaminia, pel corso , quindi pel foro roniano rientrasse iiel letto grande sotto TAventino. Impugna pure T au- tore., che 5. Gre^orto Magiio per togliere alia vista dei peregrini , fiequentissimi in Roma, qualunque oggetto di curiosita profana, facesse raccogliere le statue ed altri monumenti di scultura gentileschi dagli edifizj pubblici ed aiiclie dai priyati, e li fa- cesse gettare nel Tevere. Noil piccola briga si e tuttavia assunto il signor Fea , volendo da qualuuqne taccia di barbaric li- berare C[uel pontefice; egli aveva pero gia trattato questo argomento nella sua Disserta&;ione su le mine di Roma. 11 sno grande argomento e che noi tocchia- mo colle mani e coi piedl i mo?iurncnti stessi; nia si potrebbe forse osservare , che noi tocchiamo quel monumenti che possibile non era, o almeuo assai dif- ficile sarebbe stato, il distruggere, come le ville, le piazze, le ternle, i circhi , i templi ecc. Qiianto alle statue, egli stesso non dissimula che potrebbero es-' sere state tolte da molti edifizj , sebbene conservate fossero le sculture ne'' templi e nei!r,li archi trionfali. II dire che 5. Giegotio grande , prudentissimo, sa- vissimo nelle cose ecclesiastiche, niorali, politiclie ed economiche, non poteva neppnre per sogno con- cepire un pensiero tanto stravagante , non e per noi un argomento affatto convincente ; giacche e note a quali eccessi trasporti lo zelo religiose , ed i6 DISSERTAZIONI Dl ARCHEOLOCIV a qiiali straordinarie azioni abbia condotto anclie lo stesso S. Gregorio. II miglioie aro;onieiito di cai si vale il Fea e quello clie solo da un anonimo enconiiaste del secolo XI II vieuc accusato quel santo pontefice, nicutre gli storici coiitenq^oranei greci e romani nou I'anno parola di uii fatto pub- blico , che molto strepito avrebbe eccitato in Roma e fors'' anche in Costautinopoli. Sogg;iugne Y apolo- gista del sauto, clie se nel Tevere Cossero state gettate tutte quelle sculturc , in dodici secoli sa- rebbouo state da alcimo vedute o incontratc al- meno in parte, scbbeue sott' acqua , non essendo qucsta molto alta iu alcune stagioni, su di che non , pronunzieremo , se questo possa' dirsi argomento assai concludente. • Belle pero sono in generate le notizie o le novelle^ come egli scrive , che ci porge del Tevere in va- rie eta, del diverse livello o pelo delle sue acque, d'fgli scarsi ritrova'nicnti in esso fatti in varie epo- chc, delle vicende di diverse romane anticliua, del snpposto gettito fatto nel tiunie del famoso cande- labro d' ore portato a Koma in trionfo da Geru- salemme , e di altri simili monuraenti ; e da questo lato crediamo che con molto interesse e- molto pia- cere possa essere letta la dissertazione dell' illustre archeolo2;o, presidente alle antichita romane. Veniamo ora alia dissertazione del chiarissimo sig. Guattani , segretario perpetuo delF Accademia , sopra i Fanti scritd di Carrara. Egli e questo un mo- numento, come dire Tautore, languente su eli Apen- nini da molti secoli alia vista di tutti, ma sfug- gito sempie alle ricerche dei dotti ; un bassorilievo scolpito , non si sa quando , sul vivo masso di una cava di marmo antica, al quale, vedendosi in esso tre picciole ligure , il minuto popolo di Carrara o>;a. Alia tavola del testo, in cui e assni ben impres^o lo stcninia de' Ce ariiii^ e nnita un' akra rapprescn- tarite il nionunicnto eretto in Campido^lio a Vlr- ^iii'u) Vcsariiil, c una n)ed.'p,lia del museo di Milano cspiimente i bnsti di Virgliiio niedcsiiiio e di Qio- vanni. Pico della Mirandola. Ma passiamo ai Perctd. Sisto V e cpiegli che illnstio qiiesta faniij^lia , e pare che il cognome di essa le venisse dalT alte- razione drl nonie di Pietro , padre di quel Ponte- fice . cliianiato volgarnienle Peretto. Giacoino. di cui quesLi era iiglio , fu nol i520 del magistrato mu- ricipale di Alontalto ; e Peretto stesso v' ebbe la carica di Priore nel i565. Ma s'^ anclie e vero, come asserisce il Leti , che Sisto V f"sse stato gnar- diano di porcj , non sarebbe punto , dice il signer Litta, da nieravigliarscne, perche accade ogni giorno ne' piccoli villaggi, che il padre appartcnga al Consiglio municipale, e il iigllo guidi le pecore al pascolo. Meno poi e da meravigliare die un custode di mandre ascenda al pontilicato , poiclie questa dignita e elettiva , e vi si ginnge col me- rito. Pero e da osservare che uno zio di Peretto , ]\]innr-Conventualc , essendn stato Guardiano del Convento del suo ordine in Montalto, anclie questa circostanza pote dare un qualunque grade di ci- vilta alia piccola famiglia ; o se non altro agevo- lare al pronipotc P ingresso nelP Ordine. Ga/iganelli^ figliuolo di uiio speziale di Sant' Arcangclo, pote forse da ragazzo far bollire i decotti di dtilca aniaia nella bottega di suo padre ; o veramente andare a coniprare un sacclictto di carbone pel tornello , su cui que' decotti dovean bollire. Di Sisto V , che tanto nonie ha lasciato di se, ognuno udira volentieri come il sig. Litta ne parla. II ..... . Nel i52|.4. fu lettore di canoni in Riniini^ nel 1547 in Siena; nel i55o in Venezia. Nel i553 fu eletto reggente del Convento di S. Lorenzo in Napoli. e nel i556 ( ITALIVNE. 37 in qiiello de'Fiari di Veriezia,ove nel i557 fu nominato inqnisitore. Facile al liseiitimcuto, e austero nella condotta, veiine ben tosto in odio al Guardiano e ai Frati, la depia- vazioae dei qunli tendeva a render lecito ogni abuso. Si progetto adunque di coinpioniettere 1' intolleraate ccllega. col Governo della repuljblica, oade ne segnisse ralloata- naniento. Felice era ancor giovine per potei^ sottrarsi iu- teramente alle inaliziose loro pratiche ; ma era capace , sa non di braniare vrn' avventnra , alnieno di non fuggirne il cimento , poiclie d' O' diuario e concesso agJi uuuiiai di genio di saper guidare al propi'io vantaggio ogni ovento. Fn pronta prestamente una controversia col CoiisigJiQ dei DiecL destinata a soddisfare al desiderio de' licenziosi Mi- nori , non meno forse die ai progretti di Felice. Pio IV accorse a sotFocai-e 1' inccndio ^ nia richiamando nel i56o f. Felice, non pote dispensarsi dal preaiiarne lo zelo, no- niiaaadolo consultore del Saat' Uffizio. Era appeaa ginnto in Fvonia , che fu eletto teologo del Concilio , e lettore nella Sapienza ; e nel i56i procuiator-generale dell' Ordine dei Miuori. Nel i565 accouipagno il cardinale Boncoinpagni nella legazione di Spagna^ e nel :566 fu posto alia pre- sidenza del suo Ordine col titolo di Vicario. Una volta ginnlo a comandare manifesto la sua ferina risoiuzione di esiirpare ogni abuso, per cui, sebbene nel 1567 fosse nominato vescovo di Sant'Agata de' Goti nel regno di Napoli, il Papa, coaferitogli il titolo di p-esidente apostolico , lo mantenne nella presidenza dell' Ordine. Fu quindi desti- nato alia correzione delle opera de' Santi Padri , e nel 1870 eletto cardinale: nel 1572 vescovo di Fermo,e nel i585 finalmente Sommo Pontelice ". >> Si pretende die nascondendo egli 1' amljizione di sa- lire al colino delle umane grandezze , duranti i quindici anni del cardinalato simulasse cojitinue iafennita, ed una souiniissione e modestia non ortlinaria. Egualmente ci rac- coataao die il di 24 d'aprile, giorno della sua esaltazione, frettolosamente egli stesso intuonasse in conclave il Te- deum , poicbe si era avveduto die I'imponente aspetto da lui preso in un baleao nel monieato in cui i voti s" ac- cordaroao in suo favore, avea fatto tosto nascere col pen- timento della sua elezioue il desidgrio di quaklie lUegaJicA nello scrutinio ....". 38 1 \MIGLIE CFXEBRI >• Sucoedeva al mite ponlificato di Grogorio XI fl, d* cni I'estvcnia dolcc/.za era stata cagione di universale oteiiza , erano risguardate come leggi. Le provinrie tutte crauo poi desolate dagli assassini, consegneuza dclle pas- sate guerre, e sintomo della debolczza del Governo: Roma stessa era fatta ccntro di mal costume e di omicidj. Sisto inesorabile, intrnprendente , nato per affroutare Je cose eiT.iidi, avido d"" immortalita , e dotato di una fermezza imponente , pose mano in nn lampo a tutte iosieme le iniprese , die il suo genio avea concepite, e a quelle stesse cite avenno atterrito Tauimo de' piii illustri tra i suoi aii- tecessori. II di della sua incovoiiazione fece distril)uire a famiglie indigenti , e agli sjiedali il denaro die iin abuso inveterate, gettandosi alia jilelie, destinava alle gozzovi- glie: poi itivece di liberare, secondo le pratidie, dalle carceri i coildannati, ne fece decapitare quattro de' piti colpevoli. Roma fu nello spavento. S'inipeguo c(iiindi di cstirpcre i malviventi , e di riduri-e all" ubbidienra e al dovere tutti gli ordini dello Stato. La sua liolla per ridonare la sicurezza ai popoli fa raccajTiccio. Licenzib le milizie quando si avvide della loro intelligenza cogli ag- gressoTi, e rivocata ogni esenzione, ogni privilegio, rese risponsabili i popoli della persecuzione dei l^anditi , e fiii and>e dei damii die apportavano quando mancava loro il corasgio di battersi contro d''essi; ne il pretesto di con- sanguineita in primo grado di un abitante coti un malvi- vente valeva a sottrarsi dai rigori del severo Pontelice- die non csito un momento a fa'e strangolar andie un coate Pepoli perclie dava asilo ne" snoi fendi ai Ijanditi, ' Le pcpoiazioiii si lagnavano contro il Papa, il quale cliia- mavano sanguitiario e violento ; e i vescovi, ch' egli ap- ppna giunto al pontificato avea tutti precipitosamente fatti nrvtire da Roma perdie risedessero nelle loro diocesi , rhiedevano die le dolcezze della religione venissero ante- poste alia fierezza delle leggi. Sisto ben conoseeva die r entusiasmo de' Missionarj e piir debole mezzo per coiidurre ITALIVNE. 89 con prontezza gli scellerati alia virtu; e che i piu vio- lenti rimedj si rendevano iadispensabili per arrestare il covso de' Tijali cagionati dairaltiui iiidolenza ; ne si tur- ha^ a alle nioriTiovazioni , sapendo die il piii ticlle volte gli uomini non si dispoiigono ad accettare il liene che al cospetto della forza. Era altresi convinto clie la presente costernazione gli I'isparniiava presso tutti gli ovdini dello Stato nuovi rigori, pplche ognnno di gia si affrettava a pieveuii'e le sue inienzioiii. >> ■■> Gianto in tal guisa ad assiourarsi dell" vtl)bidienza ai suoi voleri proibi 1' astrologia , 1' usura , e quindi T elemo- sina come fomento d' ipocrisia e di vizio, fnceiido perfino togliere ai poveri cio cbe avevano nella giornnta raccolto. » ilterra rendevano necessaria 1' adesiorie della corte di Eonia alia lega dei Guisa. Yenne percio nel i588 ful- iiiinata la bolla di scomunica contro Elisabetta; ma le se- crete praiiclie di Sisto con quella regina ,6 11 rancore cli' egli nudriva contro il re di Spngna , ne distrussero r influenza. Pare die Sisto iiieditasse d'involare il regno di Napoli agli Spagauoli per isnidarli poi da tutta 1' Italia. Accrescevano il sospetto le somme grandiose die da lui si accumnlavano con tanta prontezza e con una saggia cconomia , e col prestigio del santuario di Lorelo .... La fania della liberazione del Santo Sepolcro era destinatn a distrusgere i sospetti degli Oltramontani; nia non basto a sjiegnere in Filippo la gelosia die avea del Pontefice. >i Sisto mori nel iS^o ai 24 d'agosto, nientre si affati- cava.per T esecuzione di un progetto degno di un grand' uo- mo. Gli eiuissarj spagnuoli mossero un niucchio di vaga- boudi ad abbattere la statua cbe gli era stata innalzaia : "vendetta inutile, ma conforme alia ignobilita del carattere di Filippo Cli' egli rifiutasse a' Gesuiti la confes- fione; che rompesse un crocifisso che traraandava sangue, incredulo ad un miracolo , e siuiili altre cosq soiio pure ITALIANE. 41 uivenzioni , ma preparate ila iiomini di profondo senso. La Cliiesa e lo Stato lianno grandi obbligazioni a lui che avea diritto ad una niaggiore iiiviolabilita delle sue leggi, perche ghigiiesse a noi iatatio il frutto delle nieditazioni di uii uomo tamo straordiiiaiio. » Scsto V non ebbe clie una sorella, Camilla, spo- sata a Qiambattista Mignucci di IMontalto, cir egli, essendo carditiale, adoito nella famiglia Feretii ^ e gliene diede il cognome. Camilla ebbe un niaschio e fii Francesco Ferettl , fatto animazzare a tradi- iTiento da Tunjuinla Albcrtoni, sua suocera , avida di dare a\V Orsirii, duca di Bracciano , ia isposa Vittoria Accoromhoni sua figlia, donzelLi che alle attratdve del la bellezza aggiungeva rari doni di natura specialmente per la poesia italiana. Crudel fatto! seguito poi alcun tempo dopo da uu altro pill crudele clie fu T assassinio di Vittoria stessa per opera di Lodovico Orsini commesso in Padova, dove vedova del duca essa erasi ritirata , meditando di tinire i suoi t!;iorni in un monastero di Venezia. Lodoiico Orsini acconipagnato da una turba di si- carj di notte tempo entro violentemente in casa di Vittoria scalandone le finestre , e lei sorpresa innanzi a un Crocifisso sotto i proprj occhi fece a sangue freddo svenare insieme con Flaminio Ac- coromhoni suo fratello. Dopo la morte di Francesco assunse il cognome Peretti Fahio Damasceni , gen- tiluomo romano, fposo di Maria- Felice ^ ligliuola ancli' essa di Camilla, Mar'ia-Felice fu madre del cardiuale Alessandro Peretti ^ decorato della porpora dal Prozio in eta di 14 anni, il cui carattere ve- desi macstrevnlmente ('elineato dal cai-flinale Guida Bentiioglio uelle sue Memorie. Essa fa pur madre di JJic/iele Peretti, principe di Venafro e generale della Cliiesa. Di questo fu figlio Francesco Peretti^ clie Urbano VIII creo cardiuale ad istanza della corona di Spagna. Egli si era scelta in isposa Anna, Maria Cesi. di cui era preso appassionatissimamente e (juando il padre di lui 1' ebbe veduta , voile. 42 FAMIGLIE CELEBRI ITALI\NE. averla per se. II fig;lio non trovo nelTambascia del cuorc altro conforto die di rifii'i'iiisi aj!;li altari. Egli fii 1 ultimo di sua casa. Non avea avute clic due sorelle, una die fu nionara , T alfra sposa di Bcrnnrdi.no Smclli, principe, di Alhano, die rimasta erede di tutti i beiii della fanu2;lia Fcrettl, se ne victe fui iosanicnte spoti,liata dai creditori. Cosi fini- rono le "-randezze Perettl! T • - II sig. Litta ha pubblicate 5 medaglic Pcrcttl^ 4 di Sisto V, e una di Camilla sua sorella. Una se- conda tavola rapprcs' nta il superbo mansoleo di Sisto V eretto in Roma in Santa Maria Maggiore , e disegnato dal cavaliere Fontanel. L' intervallo posto dal sig. cavaliere Litta tra la pubblicazione del IV fascicolo e quella drl V ci mette in sospetto die in Italia non sia ancora oo- nosciuta Timportanza e il pregio di questa grande € dispendiosa opera. Noi non credianio die il corMO numerosissimo de^ Nohili ital ia n i possa cssere indif- ferente agli studj e alle spese dal i;eneroso autore Bostenuti p?r dare nsalto alia prima dasse della nazlone in un tempo in cui la die;nita della medr- sima e singolarmente londata sulla fama de' grand! noraini die V lianno illustrata. 43 Oprre teatrali di Stanislao Marchisio. — Milano , I02I, presso Batelli e Fanfani. VoL 4." in 8," di pag. 94. Oaffo abbandonata da Faone viene furente d''amore e di c;elnsra in Lcucade, accompagnata da Rodope sua ancella , e al tutto deliberata di por fine ad ogni ambascia col tentare Li terribil prova del salto. Consigliata dal gran Sacerdote intcrroga nel vicino tempio r Oiacolo di ApoUo, e ne lia per response: che qiiivi avran fine i suoi mali. Intanto Y inco-*v stante Faone s' era ancli' esso condotto poc' anzi in Leucade , dove nulla curando T incontro della de-* solata SalTo , aspetta ansioso Cleonice di Corcira a cui lo strinc;e sacra prornessa d' imeneo. Ma si leva una spaventosa procella : si apre la nave clie reca sposa , fratello e corteo ; e son tutti creduti som- mersi. Alia funesta novella il greco garzone mani- festa in stille prime vivo ed intenso dolore: quindi muovendosi a pieta delFamante, poiche crede estinta la sposa, si dispone ad altre nozze , e promette a Saffo la niano. Questa si sente rinascere a nuova vita ed apre il cuore alia piu dolce fiducia, di che son lieti e padre e anrella e sacerdoti. Quando a tur- bare la sperata felicita giunge inaspettato Eurimaco germano a Cleonice : il quale annunzia essere salva la sorella e ricliiama Faone alle giurate promesse. Questi , nulla valcndo a disto2;lierlo le altrni cjue- rele , i pianti, la disperazione, abbandona di bel nuovo rainanto, e picno di gioja corre alia cor- cirese fanriulla e la fa sua sposa. AlF uscir la co- mitiva dal tcnipio , SaiTo furibonda s' avventa per ferire Clennire : e impedito il colpo , e gli sposi e il seguito niontano sulla nave che ad altre rive li trasporta, Saffo, pcrduta ogni speranza. cede alia prima risolnzione, sale foreeunata siilia rupe fatalc 44 OPIKE TEATKA.LI e j»;iu ne' fluttl si precipita e niuore. Dalla espo- sizioiie del f'atto si nconoscc ([uaiito sia tlilUcile lo adattailo convenientemente alia scena tragica : iie ripctercnio a (juesto riguaido tpianto fii da altri jnolti dctto, e quiiidi in qiu-sto stesso giornale In aocennato allorche si e fatta parola dt-lla SalTo del tcdcsco sig. Grillpartzer. Inlarti , oltre a' inotivi poco ginstificati per ciii e Faone e Clconice si debhano ritrovare ia Leucade a vere die la donzclla dovrcbbe piiutosto aspct- tare lo sposo in Coicira , il caratteie del 2;arzone ne sembra posto iuoii d'ogni draniniaiica situazione. Questa .dillicolta iioii e sliiggita al sig. Marchisio, poiche egli si stadia di discolparlo con I'argli dire che nulla avesse promesso a Saffo , ma solamente 9 Cleonicc , e con niostrarlo talora agitato e per- plesso tra l' aniore e la conipansione. Ma lo spettatore cui rnuovono i pietosi casi di Saflo e a cui poco o nulla j^renie dtlla Corci'ese, la (juale non la che una niuta apparizione, s' indi- spettisce contro Faone quando il vede non curare il dolor disperato della prima amante : lo ac- usa di ridicola leggerezza allorche dopo avere amara- mente pianto la creduta perdita della sposa , si dispone prestissimo per Saffo: fmalmente gli muove nausea quando sentendo salva Gleonice , lo vede ad abbandonar nuosamente Sall'o e tirnare aHa Corcirese. E invero , ragionevolmentc parlando , dopo data una simil natura in Faone e poste le al- rre circostanze del dramma, send^revebbe assai piii Jiaturale dopo tntto cio , che Gleonice ed Euri- niaco punissero lo sleale garzone e gli desser le spalle. Cio detto per riguardo al soggetto , darem le debite lodi alF autore per aver maestrevolmente delineato il personaggio di Saffo e nelF espression deir amore, e in quella della gelosia , e nel furore e nelle imprecazioni. Oltreche la tragedia e piena di belUssimi versi; e ritoccandosi in certi liio2;hi DI STANI8LAO MARCHISIO. ^5 o dove troppo rileva il lirico, e in altri ov'e vi- zio alcuno nelle immagini , come per esempio la speranza e sogno di clu veglla . . . , la cetra volta in pianto, e siniili, sara piu perfetto il lavoro. E questo sia consolante prova al sig. Marchisio clie quando egh voglia scegliere un argoinento pid appropriate alia scena , ne ntrarra approvazione ed applauso. Fra i varj sqnarci die potremmo citare in appow^cio di quanto aflermianio , ne vien sott' occhio la de- scrizione clie fa Saffo del prime momento in che le venne veduto Faone, ivi Eran le feste in Lesbo ; e la traea , Degli atletici lauri desiosa , La gioventu , di Grecia il fior. Fra i mille Ecco avanzarsi in soyrnmano aspetto Vago garzon c\\ al disco al cesto al corso D' ogiii emulo trionfa e , viiicitore Dei primi onor , raccolte in se palesa D' Amor le forme e d'Ercole la possa, Al non atteso e\ ento , all' inudito Valor , di plauso e di letizia sorse Vasto indistiato intermiiiabil grido Delle affollate genti; e intorno intorno Le arene rintroiKir. Al vincitore lo pur applando e, da improvviso nioto Spiata, dal crine i fior mi svelgo, e un serto Ne iiitesso e, frettolosa iiidi la caica Fendendo , a lui , di gloriosa polve Olimpica cosperso ed onorato Sudor grondante , la presento in atto Supplichevole, e stommi; e i lumi alzando . Che per tenia eran cliini, io lo mirai ... Ah perche non fui ciecal In quel sembiante Tal Ijclta risplendea che s' ei tra Greci Eroe comparve , a nie comparve un Dio. Son pure qua e la di profondi pensieri, come per esempio, pag. 27: Ad uom, che in porto Tranquillo siede in securta di pace, Carir non lice il niisero, fra f oude 46 OPERE TE.VTRVLI eCC. Mai suo grado sospinto , e air into in preda Di tempesta feral. 6 altrove , pag. 84 : Dcgli iimani alFetti E inutabilc il corso ; il crcdi. Allora Clie forte stringe , non sanabil sciubra L' iiifortHiiio a clii '1 sofFre ; e pur si scema , E cpuiidi obblio lo copre. Non onietterenm per ultimo di far sdntire a'lio- stri lejjc^irori che ([uesta tra2;edia fii scfitta per una valentc dilettante piemontese ( la signora Camilla Lampo Anselmi), la quale ne fece il primo espei'i- jnento sulle scene filodrammaticlie di Torino. Quindi come tribute di riconoscen'za T autore a lei V inti- tola eon una dedica , iiella quale , presa occasione dal soggetto , egli avverte molte cose utilissime per gli autori e per gli attori. 47 Oiservazloid (inedite ) sopra la favoletta esopiana , di. Iiiuocente Natanaeli. A. .VENDO io giri tempo voliito leggcre , non come i letteiiiti fanno , ma per onesto divertimento , Ic regole coii le cjuali i maestri pretendono clie poesie tli vario genere si debban coinporre; e voluto poi con le regole stesse di mano in mano confruntar le opere di varj poeti ; mi parve che anch"' io , (piantun({ue inesperio, avrei potnto cfui e cola dire la mia sentenza, e in mezzo alle dottrine degli scrittori delT arte poetica recar le opinioni di un iiomo jdiota. Or come di altri generi di poesia . cosi mi avvenne delia favoletta esopiana, che cer- tamente ne di legislatori , ne di coltivatori non manca : e intorno ad essa immaginato io mi sono che si potessero aggiungere aicune cose da altri non dette , o, per Io poco volger che io feci di larte, non in altri da me trovate. Le qnali appunto lo fo prova di scrivere non quasi autor di un trat- tato , nm quasi annotatore de' miei pensieri su trattati d' altrui. II perche dove io non sappia che arrogere , tacero ; e pa; lero dove io creda di ap- portar che di nuovo o diverso , prefiggendomi di non ripetere que' piecetti, intorno ai quali io stessi d' accordo coi precettori, salvo che cio per casuale incontro non avveuisse, o a fin di aprirmi la via da uno ad altro punto delle niie osservazioni. Bene han fatto coloro che ^ della iavoletta eso- piana scrivendo , tralasciarono , come il Roberti e il Bertola , di darne veruna diffinizione. Presuppo- sero , io credo , saper os;nuno che cosa per favo- letta esopiana s' intenda. Chi volesse poi diflini'^la, penso che non potrebbe cio fare succintamente. E per verita tutte le definizioni che mi corsero air occhio lasciaronmi qualche dubbio o intorno 48 OSSERVAZtONI alia qualita dill azionc e a' iiiezzi di sviliippnrla . o intonio al line della fiivola , o iiitorno a' siioi pei^oiia gravi peccati , vanno in pellegrinaggio per am- y> niortarli •, e le ranoccliie passano sulle spalle » chiuncpie vuole , per li suoi danari , passare un 5) fnime ; e le cicogne vanno a bicclierai , e fansi )) fare guastade a lor grado ; e i lioni con un cap- » puccio di vaio in capo , e un paio di guanti in » mano , e gli sproni in piede , ed una ferriera da » medicare a lato , con cittadinesca ed amorevole » boce favellan tedesco , per dar ad intendere che » sieno grandi letterati , e si spaccian per buoni ■» medici che vengan da medicare grandi signori. » Ma piacemi riferire tutta intera uAa favola di cpiella semplice eta d' oro , nella quale , beendo grosso i lettori , potean gli autori colmare di fanfaluche assai grosse guastade e bicchieri. SULLA FVVOLETT.V ESOPIA.NA. 53 Del liipo , della volpe e del pecoraio, Essendo andato il lupo alia mandra del pecoraio , € recateiie assai pecore , molto si stava nclla sua spi- lonca coil grande agin. Ed intaiito avveniie alia volpe passare per la contrada , e volsesi al fiiito alia casa del lupo , e vedcndo stare il lupo in zoccoli e in taiito agio cd fuoco colle inolle in mano , ed essere servito come barone , cd i guanti in sulla spalla , ebbe grande iiwidia , e mosse simiglianti parole : Fratello mio , Iddio ti salvi. lo forte mi maraviglio clie tanto tempo tu non se' stato con meco , per- ciocche solo viii' ora non posso stare , ch' io non mi ricordi di te. E risponde il lupo abbiendo coiio- .. sciiito spesso la sua malizia : Tu di' il vero : io te 'I credo, e so clie continovo stai in grandi orazioai , e famrai parte de' tiioi pellegrinaggi , e non ristai di pregare Iddio per me , acciocche la mia vita non' alibia mal fine. Nondimeno tu vieni armata con uno nocevole inganno , e minaccimi d' accu- sarmi di furto ; ma Y abbondanza delle mie cose rifiuta e scaccia furatrice gola 5 e veggendosi la volpe cosi vdlaneggiata e disprezzata , e cumbattuta nella mente di tanto disonore , con grande sollecitudine toglie la lancia e la rotella , e via che se ne va al peco?aio , e mosse qucste parole : Vedi, dolce araico, la pieta del gran danno che hai ricevuto , ed an- cora del maggiore che ti si apparecchia , e gli sconvenevoli scliernimenti clie fa il lupo di te , m' hanno indotta a venire qua oltre , e .lo prezzo della mia fatica voglio che sia a me solo di tua grazia ; ed io voglio essere cagione della morte del tuo niiiiico : e pero togli la tua spada, e vien con meco , che di vero ti dico , che colui che t'ha, tanto e vile che mai , poiche mortalmente t' offese , non si ha messo una volta la cervelliera , e sem~ pre e stato e sta ad uscio aperto. Ed udendo il pastore la volpe cosi parlare , dielle fede , e tolse la sua tagliente spada , e vannosene alia casa del lupo ^ 04 OSSERVAZIONJ ed eiitrarono ihento ch' era V u<;cio aperto , ed il lapo stava sii lino graiidc sacconc appresso al fuoco , sciiiLo , col s;omifo in sal ^Inorchio e la uiano alia gota , e mezzo ebro dl soniio tiacollato. Ed il gagliardo pa- store leggendolo cosi stare , gid non lo dcsto , ma trassc faori la spada , ed in un ro'po gli taglio la testa. Or ecco morto il lupo , ed il pastore se ne va a rasa : e la volpe rimane ed entra in possessione de' heni del Inpo , e sta per donna , e tiene fante e fancella , ne si vcrgogna di porta? e calzari e pianelle suverate , ne pisciare in bacino. E stando poco tempo in tal diletto , mlse il pie ncl larciaolo , e dicendo : O lassa ! sciagurata perche nocctti al lupo, ch'' ora •coj^nosco manifestainente die quel peccato enne la cagione perche sono presa , e sono caduta per la niedesima arte ch"' egli cadde , e giunta alia morte. Bla se a quegli antichi Italian! jo do del buon per la pace , non ne darei a chi visse o vive in eta pill rafiinata e ritrosa : e ^' salvi i diritti poetici^ nei pcrsonaggi della favola non ragionevoli, com- presi anche gV inanimati , vorrei piii verita e piu ragione. A cui non dee piacer Melchior Cesarotti, die cosi bene giiistifica le inclinazioni e le parole e gli atti de' personaggi nella sua Fenice introdotti ? Chi sara scarso di lode con la favola die do qui leggere , nella quale si trae vantaggio dal modo , con die ascendono e discendouo i gravi ? La palla. Fortemente battuta e spinta in alto lum palla , Ahinie ! diceva : io vo a cadere dall" altro lato , e a perdermi , il Ciek) sa dove ! E intanto , gid tocco il vertice , cominciava a discendere lentamente. Pure , guardando a basso , e veggendo a se levati con de- siderio gli occhi di molti e di molti, quasi per farle dolce dccoglienza , allargate incontro le byaccia , riron- fortatasi, piu e piii accelcro la discesa. Ma che ? Non giunse manco a fornir sua viasgio , che fu ribattnta indietJO, e rispuita cold , dond' era partita, Ho inteso. SULLA F.VVOLETTA ESOPIANA. 55 rlpeteva per aria nel suo rltorno la palla. Era si de- siderio,- ma di giucare. Ho detto : salvi i diritti poetici , clie qiiali sieno io non so , perche ospite io sono nelle proviucie dei letterati. Ma se fosse nn diritto seguir la fama o sia una volgare opinione , non vorrei contendere ne far divieto. Sia provvida la formica , e accu- niuli per T inverno, benche all' inverno si nmoia : diasi pur la fcnice , viva di odorosi effluvj , e dopo anni Cinqnecensessanta dal cenere del funereo suo rogo linasca : il castoro . . . Ma del castoro ecco una favola , clie seguendo Eliano e tutti gli anti- chi , a cui presto fede anche V Ariosto , valsi di questa poetica facolta. II castoro ed i cacciatori. Uii castoro , veggendosi i cacciatori alle spatle , e inunuginandosl cio die questi volcano da lui , si strappo I genitali , e loro gli lascio sulla via. Ma quaiido il generoso animale credeasi per tal espediente di non pin venire insegnito , eccoti tuttavia i caccia- tori die Io aspettano a un varco, E che altro volete da me ? lor disse , in vederli il castoro. Che altro ** risposero i cacciatori. Cavarti cotesta tua pelle , empirla di paglie , e gir intorno mostrandola al popolaccio. Da vero ? Fattosi coraggio, e dinienando quattro e cinque volte da levante a ponente quella sua coda^ da vero ? II castoro soggiunse. Ma non pero qnesta volta. E , alia meglio aiutandosi , cost discatorato ^ (i) com era fuggi. Che il del Io preservi! Del resto Rien n est beau, que le vrai, le vrai seul est aimable : II doit regner par tout , et nieme dans la fable. Quale storia e piu vera di queste due favole ? (i) Voce nuova; ma qui tutta la Crusca non avrebbe saputo dir meglio, ( Nota dei Natan. ) 56 OSSERVAZIONI / biioi^ i cavalli , i giurnenti, e i villain. Intorno ad wi campo di verdi blade errarano sciolti <[ui alcniii buol , li alcuiu caial/f , pin Id una frotta di ostinati giumeiiti , coiisiderando pure , se quel die vedeano , fosse puscolo opportuuo per ioro. Ma la rusticana famtgUa , i^eduta per taiite bestie in pericolo la ricolta di un anno , arniatasi di grossi basloiii , e faccndo alto sc/iiamazzo , balza fuor de pagliai , e i'a per cacciarnele. In fatti alia prima minaccia i buoi voltano verso la stalla, e i cavalli vi corrono. Ma i giurnenti saltano in vece nel campo. E ben i villani , che lor sono addosso , rompono su quelle fence schiene i bastoni , ma ne salvaii la messe , ne smuovono di una sola spa/ma un solo giumento (i). Gli asini, gli sfacciati , i caparbj ottengono troppo pill, che non i generosi , i docili ed i modes ti. La vena d! acqua. Interna si, ma poco profonda , serpe^iava nella casta d' un monte vend d' acqua dolcissima , e , ba- gnando nel suo cammmo varie radici^ andava sen:C ul- tra contenta , che per lei germogliassero al cielo aperto qui e calci margJieritine , gherofanetti , viole ed altri bei fiorellini. Quando , per quale acciaeutc non sa , apertasi quella casta , la vena , premuta dalU alto , fu costretta a sgorgure , e a zampiUare nelV aria. Ma- ravigliossi allara , casi al nuova aspetto del mondo , come in vedersi piit ricca cT acque , che non credea. Che pero disse tra se : or die di vena mi son can- giata in fonte e ruscello , uopo e sceglier la via niigliore da corrersi , e le utiliia piii rare da dis- pensarsi. ^ valgea nel pensiero cascatelle clentro a giardini, per dar vita ad cdtri fieri e ad altr erhe ^ peschicrette tranquille e dolci , da purgare e cresccre (I) Nel codice , sopra un solo giumento e scritto un solo di quegli Aiaci. Capisco rallusioue ma seeka il lettove- ( Nota del Natan. ). SULLA. FAVOLETTA ESOPIANA. S'J hlion pesciateUl ; piaid laghetti o per lavacro , o per ispecchio e dipoito di caste donzelle^ e fino a ruotc, se non di gra/idioxo ed/ficio , pur per qualclie bel-~ V opera lantaggioso. Ma mentre il Tiovellino fonte di- visava tai cose , ecco al di sotto chi , tentando di si'ql- ger . quell' acque ad un sua poderetto , tanto zappa e tanto penctra e sccwa, ciic una voragine se le lii- ghiotte. Or non era meglio lasciarle coirere verso il cliino ? Amo ill oltre, clie la favoletta esopiana siayi/z?a € disegnata per inodo , che migliorar possa il costume degli uomiui. E perclie no senz' altro finta per mi~ gliorar il costume degli uomini ? Perche , rispondo , non uno e il motive ed il fine , per cui si scrivano favole. Intorno a che dai maestri dell' arte poetica avendo io nulla imparato , mi studiai di esser mae- stro di me medesinio ; e cio che parmi di avere appreso, schiettamente, sia bene, sia male, dichiaro. Chi per timor del gastip^o in gergo favella, e con frasi , per dir cosi, furtive ed enimmatiche ha per fine del parlar suo non di migliorar il costume degli uomini , ma di evitar la pena al parlar franco intimata. Or fu questo appunto il fin contemplato dai favolatori piu antichi. Servitus obnoxia Quia qua volehdt , uon audebat dicere , Affectus propnos in, fabellas transtulit , Calumniamque fictis elusit iocis. E non sempre il timore ando in traccia di favole per mascherare la verita ed evitar i gastighi , ma per insinuarsi a poco a poco nelF animo de' pos- senti , a cui non vuolsi la verita ( die non ne so- sterrebbono il lampo ) manifestare tutto ad un cratto. Cosi fe' con Davide Natano. 11 perche un fine della favola si e altresi di dlspor gli animi ad intendere la verita , piu die d' insegnarla. Che poi se si avesse a trattar con geiite si rozza, die il favellare in astratto , e la forza delle ragioni non intendesse ? Per far capire a tal gente la somraa 58 OSSERVAZIONI, CCC. di qualche ra<»;ionamento , sarebbe il caso una fa- voletta, che allora avrebbe per Hne non la proposta sentcnza. ma di apportar luce itlla scntenza proposta. Cio accadc oo;ni qnal volta favolcttc s' introdussero ne' poeini e nelle orazioiii. Demosteiie poi ci mo- stro . poter il favolatore proporsi ben altro tiae da quoUo , a cui paia tender la favola. Narrava egli dcir ombra di un asino , dalla qnal cer;amente questa nioralita non deriva , che ai discorsi di un. oratore convien porgere attento oreccliio. Ne m' in- ganno aflerniando, che si usarono favolette non a line clic fosse intcso , ma si a fine che inteso non fosse qualche utile insegnamento. Ferchi , i disce- poli interrogarono un tratto il divino JMaestro , perclie alia turba del popolo favelli per via di para- bole ? Perclie , rispose T incarnata sapienza , non vegga essa^ ne oda, ne intcnda, Tanto e lungi, che il line unico della favola sia la morale! Ne cio a gran pezza e tutto, quanto su questo punto puo dirsi. Imperciocche , senza badare gran fatto a mi- gliorar il costume degli uomini , si scrissero favo- lette anche per lenitivo delle proprie calaraita. Fedro : Ego porro illiui (.£sopi) semita feci viam , Et cogitavi pliira , cpiam rehquerat , In calamitatem deligens qiiaedam meam: Quod si accusator alius Seiano foret , Si testis alius , index alius denique , Dignum faterer esse me tantis malis , Nee his dolorem. delinirem rcmedils. (Sara continuatoj. ^9 PAIi,TE II. SCIENZE ED ARTI MECCANICHE. Exercitationes pathologicce auctore Jo. Bapt. Palletta eq. a corona feirea , honorisque legione. — Milano , 1820 , dalla tipogrufia clei Classic! Italiani. Un vol. in 4.° di pag. 288 con 12 tav. in rame. R, .lUNlsCE questo libro diversi opuscoli di chirurgico ar- gomento ;, i piu dei qiiali aveva il ch. autore da lunga mano in pronto ed in parte gia pubblicati. Yago poi di arricchiili delle successive osservazioni, quali non potea che som- niinistrargli una pratica lunga , estesa e distinta , mentre le costei occupazioni appunto ne avrebbero forse procra- stinato chi sa fino a quando F eseguimento , intervenne a dargliene agio una per lui niedesimo sofFerta semilussa- zione della coscia. Reso per la qual malattia casalingo e zoppo quello stesso che avea del zoppicamento investigate maglstralniente le cause , tale di lui sciagnra tornata sarebbe a vantaggio della scienza e del pubblico per le correzioni ed aggiunte che ne vennero ai detti opuscoli. Fra le quali aggiunte sono alcune annotazioni di un Wenzel di Magonza,, col qviale, avente allora stanza in Milano , usava TA. faniigliarmente : anzi e detto avesse questi consiglio da qitello ed eccitaiuento a compiere cosifFatto lavoro. Del che lui sapranno niiglior grado gli studiosi , di quello aves- sero a cpiando mai dolersi perche cessino assai prima che giunte alia meta del volume le dette annotazioni. L' indole stessa non che il titolo dell' opera vietano per avventura il pretendere perche le cose in essa discusse vi avessero un ordine deterniinato ; quale cioe non emerge dalla distribuzione lore ne' quindici capi , ne' quali essa e divisa. I primi due risguardano ai polipi , all' infiam- mazione delle vene H terzo, il quarto alia riproduzione 6o IXERCITATIONF.S PVTHOLOGIC* della titia , ed alia sciatica il cpiinto. Siegnono destinati ad nn' articolazione analoga dell" oiuero il sesto , a due straordinarj tuiiiovi del collo il spttimo, rottavo ad al- cuni vizj della g;iuntura del feaujic colla pclvi, ed il iioiio ai turtiori lUstriiggitori delle osSa. Le inalattie congeiiite, il sarcocele , i tuniori sangnigni, le niorti subitanee, la disfag'ia e Ic frattnre delle vertebre somniiaistrano argo- jnento aali altri 5ei capi. Delle dodici tavole aniiesse, uiidici risgnardnno ai mali delle ossa e nuiovono desiderio delle pill forse iinportanti, die si addirebbero alio altre osserva- zioni, tauto piix cbe maggiori di numero queste, ai pa- ragone dtlle relative ai detti mali. Nella pieuionizione di latto si avveite fossei'o assai piix copiose le tavole , ma rifiutato anzi disperse il maggior numero delle meno cor- rispondenti e precise , iiell' esecuzione , dall' autore mede- simo : il cfuale percio e per cjuanto sembrasse degiio d' am- iiienda ia questo libro ab tnulitis se consccuturwn esse confidit veniam. Cos! gli editori. Capo I. Questo capo suit indole di alcuni polipi rlsguarda special- mente a quelli del naso i quali vengono forse percio di- chiarati inaligni die liauno radici piu assai profonde die generalmente si pensa o die profondameute si estendono essi medesimi coUe radici lore nel capo. Dei quali polipi r A. osserva negletta T indagine dai notoniisti patologi , e fra le sedi , cbe diverse assegna loro Morgagiii nella sua grand' opera sulle sedi appunto e suUe cause delle malat- tie , non essere quistione di aventi origine o penetranti nel cranio , con guasto successivo di sua tessitura o di (uiella degli organi contenuti e con percio irreparabile suc- cesso di morte. E sotto questi rapporti e molta 1' inipor- tanza delle sette osservazioni di questo capo , di quelle massime, ncUe quali furono palesi o la cefalalgia ed altri sintomi cerebrali ( i.' 2.' 4.' e 5.*) od i A^antaggi, benche passeggieri, di coiimnque provocata o spontanea deplezione sanguigna ( i." a." e 4.' ). Alia repressa epistassi, di fatto , la quale precesse il po- lipo della prima osservazione, I" A. ne incolpa T origine in parte cosi elevata che uno de' seni sfenoidei, e pouendo mente si alln difficolta die alia stessa natura dei niezzi , ai quali e mestieri sovente ricorrere , onde alP epistassi AUCTORE J. BAPT. PA.LLETTA. 6t pov freno , avveite piu che simile al vero , qualmente il sangne del naso provenga talora da vasi e parti assai piu su])liini e pi-ofonde che non le fosse nasali. Nella seconda osservazione sarebbe anche rimarchfevole il proveniineato sililitico , a iiieiio che fortuita la compli- cazione reladva : non essendo altronde rinomata la lue come generatrice de' polipi, L" indole maligna del terzo polipo inclina V A. attribuire alia jjerforazione, che vi fu inopportunaniente praticata. I siu- tomi per altro, che obhligarono ricorrere ai salassi ed alle frfedde applicazioni , successero all' uso replicato del caute- fio ed air allacciatura ; essendo prima indolente non clie stazionaria la malattia. E parra strano ad alcuni che, men- tre que" sintonii suhkita fuere prceter opinionem sotto la pra tica de' riniedj antiflogistici , veilga poi fatto carico alle fredde applicazioni del dolore, che si manifesto assai vivo nella parte aifetta , e della successiva suppurazione air in- sistenza del dolore medesiino ( a continuo dolore pus gene- ratur ). Essendo pero me^^ri che venisse ulteriormente ripetuto il cauterio ( come qnelio che non decide la guari- j^ione finche rimangono addietro alcune radici o dirania- zioni polipose ) ne standosi a cio contento , fors' anche per cio-che reso amaurotico gia di un occhio, il malato scom- parve dallo spedale. Lo stesso avvenne deU'infermo della quarta osservazione, eve il polipo e tanto piii facihnente attribuito a rilassa- mento dei vasi , in quanto T individno andava soggetto abitualmente alia coriza e poco avanti la manifestazione del polipo aveva esso riportata copia di percosse al capo ( quce vasa labefactant et ad relaxadoneni dlsponunt ) , e dacche 1' emoiragie irregolarmente ricorrenti , le quali so- gliono accompagnare sifFatti polipi , vengono ragionate in conseguenza, Anche non • convenendo nella qual patoge- nia si dei polipi nasali die delP epistassi , ond' ei sono facilmente accompagnati , come nol sono nieno da altri sintonii d' affezione al capo , saranno trovate giustissime le riflessioni dell' A. contro T opinioae , che i polipi nasali deriva dalla varicosita delle vene , vale a dire da quanto e coefFetfo dei polipi medesimi c del loro increraento: come lo pro van o le talora gravi emorragie , che sogliono conse- guitarne 1' estirpazione. Ed e percio che i' A. preferisce • iistruggere col caustico le i-adici eel interne diramazioni 6a EXEnCITATIONES PATHOLOGIC^: clei polipi; si astieuc sopra ogai altro mezzo dal peiforarii col setone, aiteso i guasti ed incoinodi clie ne derivano alle parti circoslanti ; e I allacciatura circoscrive alle fuori pendenii escresceii7e. II quiiito caso e di lui polipo do|>plo, la cui nieta pen- 7olava dalle narici, raentre laltra porzione distrusse Tetinoi- de . peneti'o nel cranio e fa cagioiie di morte al giovi- netto , cui risguarda 1' osservazione. La sesta verte su d'uii polipo, che, dappoi avcnie teii- tata e noii conipiuta 1' estirpazione , si rese duro , mali- gno e crebbe al segao da tutte scompigliare le ossa dei contorni del naso, penetrare pei fori dei nervi niascellari nel cranio ed ivi congiungersi o terminare con una grossa idatide che ne occupava la base : tanto importa il de- molire per tempo e radicalniente simili escrcscenze della membrana pi*uitaria. Cbe poi riescano talora frustranei anche i niezzi , che r arte percio suggerisce , lo. prova 1' ultimo caso ; in cui non valsero ne I'estirpazionl^petiite, ne i tentativi del cauterio, ne il distacco spontaneo di un ramo, che s' in- noltrava nella faringe, ne 1 allacciatura. Anzi I'autore pro- pende a credere comeche la stessa esplorazione collo specillo contribuisse a che le cose precipitassero di male in peggio. A questi aggiunge il conunentatore un caso d' allaccia- tura eseguita con iilo d' argento , alia maniera di Levret, nella clinica di quei tempi a Pavia ; ove al distacco del polipo dalle conche di mezzo e superiore precessero sih- tomi violentissimi d' affogamento , e successe un tifo mor- tale: come ne succedevano spesso alle meglio esegui'.e ope- ]-azioni, o perche ne fosse infetto 1' ospedale, o colpa forse del metodo e del regime. Nel caso , di cui si tratta , ben- die il polipo risguai-dasse alia narice sinistra , si trovo un ascesso cangrenoso nel destro diei lobi cerebrali di mezzo , e si ebbero tracce manifestissime di flogosi analoga iielle nieningi , nel velo pendulo e nei dintorni delle tonsille. Capo II. Quest" altro capo suipoUpi dell' utero non soniministra che due osservazioni e la confutazione di qaianto asserisce Le- vret suU'avere gli antichi demolito un qaalche polipo quan- tuncpie volte avvisaroiio esportata in parte o compiutamente la stes?a matrice. AUCTORE J. B\Pr. P\LLr,TTA.. 63 Delle osservazloiii la jjriina si riferisce aJ uiv iafiamma- zione addominale, pieceduta da nienorragle riccnenti poi da leucorrea ed aitoinpagnata da iscuria, piuria e febbre consunti\-a; la quale cesse con improspero fiae, anzi clie nulla potesse intrapreiidersi lispetto al polipo , cui sco- Terse I'.A. sopracchiauiato poco prima della morte. Esso pertanto si limita inferirne, aualoganieiite al pensamento di Walter, la genesi ed eziologia di questi polipi, coiue di altra fra le produzioni della flogosi uteriaa ; vale a dire di una A'egetazione flo^istica deiriutima sostanza del- 1 utero medesijiio; essendo percio frequeate il trovarli ab- bracciati e rincliiusi dalla mendirana, die tappezza il cavo del viscere, alia maiiiera dei tumori foUicokiti. E prende quindi a rilevare un altro errore di Levret, quaudo le irregolari uiestruazioni e le ricoirenti eriiorragie dell' utero, in questi ca-io ed altri prendessero in iscauibio deirutero i recisi polipi del niedesimo , e altrettanio decisiva per la forza degli a-gomenti , qnanto copiosa Te^udi/ione che li forniva. Ne contento a giustificai-e un pev uno quegli scrit- tori, agginnge il nostro altri casi analoghi,non clie le te- stimonianze de" piii celebri medici e cUimrghi da Gatdnara e Ruischio sino a Morgagni e Desault , e redargnisce di menzogna il Levret , allorche si attenta celiare que' tre prima noniinati; conieclie asserissero aver poi- concepnto quelle donne, alle quali essi dissero praticata la demoli- zione della inatrice. Dopo il roniore pero , cui nienava non ha guari T Osiander sull' estirpazione dell' utero can- ceroso, e dopo i tanti e non volgai scrittori, che fecero eco anche fra di noi a quelle niene, trovandosi fra que- eti un Monteggia ( tenero sempre a quanto avesse aspetto di novita), il non vedei-ne fatto ofieppur cenno dall' autore lascia credere straniero il presente capo alle aggiunte , che ■«i dissero scopo a questa edizione. Capo .III. Essendo argomento piuttosto nuovo che noa general- niente ricevuto quello delV inficwimazione del'e veiie , noa sarehbero soverchie le tre osservazioni, che si riferiscono in questo capo a tale malattia ; quand' anche tali si fossero da pienamente convinceria : cio die a mala pena puo dirsi della prima. Essa risguarda la riaccensione di uua piaga Delia gamba sinistra di un contadino , che la ebbe non molto prima frattnrata e nial concia in viciiianza della giun- tura col piede: mentre la qual piaga s' imljrattava di una pallida e densa mucosita , il membro divento edematoso , alle orripilazioni ed alia febbre si aggiunse V itterizia e •uccesse fra un mese la morce. Tra i fenomeni , quali presento 1' autopsia , i risguar- danti al detto argomento saiebbero il rosso assai piu vivo che air ordinario , anzi nero, cui preseutava interuaiueate £ibl. Ital. T. XX.V. 5 66 EXERCIT\TIONES FATHOLOGICiE la safenn del lato aO'etto , la materia [nuifoniie , frani- niessa col saiigue in essolei couteiinto, o le stesse coiidi- zioni tanto nelle vcne crurale ed iliaca dello stesso lato quaiito in porzione dell' iliaca destra ; beaclie illesa la cava nel sito, ia cui la si parte nelle due. Oltre spingen- do quindi V esanie dei visceri , giacche tiattavasi di cosa che ne valeva il prezzo , ebbe a trovarsi una coppia d'ascessi in ciascun lobo del polmone destro , tubercu- losa ed aKpianto livido il sinistro e qualcli' effusione di torl)ida Unfa nel tornce di questo lato. Ora T auto re anie- rebbe deiivare dalla piaga e credere quinci assorbita e recata pei linfatici o piuttosto per le vene ai pobnoni la materia degli ascessi, anziche ripeterla da un processo di suppurazione tnbercolare ; non ostante cbe si ovvia tal luduzione per lo stato, in die si trovava il polmone sini- stro. E soggiunge crccadere per avventura lo stesso nelle gravi offese del capo, sempreche loro conseguitano ascessi nei visceri e massime al fegato; sebbene tali ascessi an- nunzino tuttora il processo inliammatorio locale, cbe ve li genero , invece die Umitarsi a solamente ofFerire le tracce di semplici raccolte , infiltrazioni o vcrsanienti. Del die senza fare alcnn cenno, benche di riflessione si tratti, cbe non puo essergli sfuggita , e quasi piii rispettoso al- ropinione, cbe alle vene ricusa ogiii partecipazione all'as- sorbimento , il professore osserva essere di marcia sorgente le stesse vene infiammate , cbe poi la trasportano e com- mettono alle parti e viscere-^ delle quali si disse. Non e altronde cbi possa impugnare aver parte air ioiiammazione le vene del capo nelle cefaliti, massime traumaticbe; noa ostante le osservazioni e note in contrario del comraeata- tore: le quali ommettiamo , come di poco momento , e temendone tiavolto il sense dagli errori di stampa che vi troviamo afFolt^ti (i). Onde- ci limitiaino avvertire co^ me non potrebbe risguardare al caso delP autore , in cui era il sangue purulentce materiei coinniixtus nella safena , materiemque magis purulentam conteneva la ci-urale, il ri- lievo afFatto specioso del pus qua e la raccolto per entro la. cellulare, che le vene circouda, senza pero penetrarne il (I) Suturae e Cestus , in liioga di Loturee ed Aestus nel'» spaaio di tr« linee della p.ig. 2 3. AUCTORE J. B\rT. PA^LLETTA. 67 lume, eomeche paja capirvi rimestato col sangue medesimo. Era piu valorosa obbiezione la fondata sulla doppia 111a- lagevolezza di sceniere nei vasi e fiammezzo al sangue il vero pus dagli uniori coagulabili , quali vi producesse ugualmente la flogosi , e di maiitenersi • qiiesti e quello inalterati , ad onta si della continua niescolanza col san- gue , si deir azioue vitale, cui eserciterebbero su esso lore i vasi ed il sangue medesimo. Ben e Vero, del resto, frequent! essere le suppurazioni -viscerali , clie la sezione dei cadaveri scopre ne" gia soggetti ad ulceri croniclie deir estremita iiiferiori : ma o che le interne" afFezioni vi erano con'emporanee dell'esterna^' o qviesta piu facilinente nutrita o dominata da quelle , die viceversa. Sul quale pro- posito "e peggio che speciosa T ipotesi del Wenzel, clie dair osservarsi famigliari anzi che no i detti guasti visce- rali alle infermita consuntive inferisce doverseli ripetere da indeboliniento dei solidi e discrasia degli umori, e che sul deciinare delle dette malattie la flogosi attacclii ai vi- sceri, ne' qUali abbonda la cellulare, come quella che piu li rendesse proclivi ad infiammarsi. Degli altri due accidenti risguarda il prime ad un tu- more linfatico della coscia destra , il quale, suppurando len- tissimamente , snutlo Tosso e, previo I'apparato siutoraatico delle suppurazioni consuntive, trasse il giovine malato al sepolcro, poco poscia le apparenze o lusinghe di luigliora- mento, sotto I'uso copioso e pertinace deU'estratto di clii- na e del vino generoso. II femore si trovo immerso nella sanie, anzi • che dai muscoli compre'so , facendo argine a quella una cellulare fitta ed ingrossata ; quali erau pure le tonache delle vene si crurale die iliaca j mentre con- tenevano sparsi qua e la diversi coaguli, piuttosto simili alia cotenna delle pleuriti che non ai grumi sanguigui nsuali o come dicouo poliposi. Erano zeppe di luarcia le ghiandole inguinali d' ambedue i lati ; ne mancavano versamenti puriformi anche nella cellulare della coscia de- fitra e piccioli ascessi fra gl' interstizj musculari , massi- me dove in rami si dividoiio i tronchi dei vasi. Si osservo suppurata neU'-addome la cellulare, che serve di cusciao ai psoas, e tutta ctnerognola o guasta quella, che veste i muscoli della coscia e la mette in comunicazione coUo stesso addome. Senza la qual ultima circostanza , il pus ^ iu cui uuotavauo le ghiaudole deU' auguiaagUe , proverebbe 68 E\ERCri WTIONES rvTIiOLOGlGa; in jnnnjcin definitivii il di lui assorbimento e trapasso nie^ dinntc i liiifatici- liella coscia nieclcsinia. II terzo e un caso ili fiinesta peifiigerazioiie sotto un flusso di ventre , cni per conseguente successero il crani- po dell' estieinitn , dolori con seaso di universale stringi- niento , straordinnria turgescenza di veiie , :lividezza di tutto r abito esierinre ed altri sintonii di' rilaixiata circo- lazione del sangue ; come di quello c!ie a graade stento sovtiva e nero e presiigsimo a rappreudersi , poiche le fici^ngioni ed il bagiio lasciarono luogo al salasso , die pill oraniai. non valeva Impedire una morte , la quale noa fu guari dissimile. dalle apopleiiclie. Oltre i diversi fcnoineni di vicino sfacimeuio della sostanza organica, fore' anche perclie ritardata la sezione del cadavere , qnesta pfesenta nella pleura, nel luediastino e nel pericardii le tracce, die si ritengono d" iu/ianiniazione, il cuore anipio e.'riiasr sato (i) , nera la destra oreceiiietfa , zepjja la sinistra, noa die la vena cava ed il ventricolo a nteriore, di sangue pa- riniente nero e coagulato, e si Tinterao di tutte- fjueste j)arti che r esterno delP aorta rossi e poco uicho che infianima- ti. Or quante non sarebbero le infiaunnazioni delle vene, se dovessinio riferirvi tutti gli accidcn'i, che poco dissimili dai quivi accennati ricorda la notouiia p.atologica ? Capo IV. La cangrena d' ospedale s' appvese ad una piaga della ♦aniba sinistra e ne distrusse le carni sino alia scopertura di quasi tutta la parte anteriore della tibia , die passo quiudi alio stato di necrosi. Onde solleciuire il distacco del pezzo d' osso niordficato , lo si pertugio in piu siti e sego sotto e Sopra , senza pero conseguire pienaaiente lo ficopo, se non trascorsi alcuni ruesi;- quando , essendo la piaga cicatrizzata, e capace la ganilia di sorreggere T in- fernio , questi fu preso da febbre s\ violenta , quella da si grave risipola , che ridussero in tre giorni le coie agli (l) Di straordinaria moVe,7za. e stato quasi fradicio del cuore fa pure cenno 1' autor delle notp in altro caso'di aiigioite assai pin nianifesta e generale ( in conseguenza di gravissiuia lesion e del capo); tuttoche la storia terapeutica sembri condannare jierche siasi procecluto al quinto ealasso, eesendo luorto uelF ua- deciiua giornaia T iuferuio. AIJCl'ORE J. BAPT. PA^-LETTA. 69 *strenii , faccndo lupgo ficV iiivestigare nel cadavere la ri- produzione dellu Libia , the serve di suljbietto al presente capitolo. • • 11 velameiito, c!ie serv'iva di cicatrice, coasisteva in una gelntiiia cjnasi rflppresa , frial)ile , diafaiia , inelastica e spai-sa di vaselliui , anziclie.in vera cute ne in sostanza, die meglio alia cUte assoniigliasse. Era pure assai piii conipatto die all' ordiiiario e distiibuito in fascetti , die mettfvano dall' uno air akro capo delPossd rinrodotto , il tessuto celluiare sottoposto , e la poca pinguediiie, die vi si distingueva , proveniva dalle parti circostaiiti non lese. Ne quesia pero ne la "nuova sostanza ossea bastava a rieiu- piere il vano , cvii lasciato aveva la corruzione. Tale so- stanza poi , in\ece die disposta in determinate serie iibro- se , appariva tutta spongiosa , quasi cartilaginea, esterior-' niente bernoccoluta , sanguinante al colore e coperta bensi dal pei'iostio , non pero aderente al medesinio. Si vide in oltre provenir essa dall" estremita sane dell' osso con due produzioni larghe nel principio e mano niano striagentisi a foggia di cono , in direzione dalla parte risguardante alia lilinla verso Tangolo anteriore della tibia ^ dove al- cunclie di cartilaginoso le rinniva tva Ioih) , lasciando la tiliia di un pollice pLu corta. L' artei'ia tibiale anteriore , la cpiale scorre f ra le dotte ossa , non aveya cangiato , se prescind! die la tappezzava esteriorniente una materia quasi cretacea: nientre 11011 trascendeva la condizione di carti- lagine la materia gia pure deposta nello spazio fra Y an- golo interne e F anteriore della tibia : ove tuttavia snssi- stevano si la cavita midoUare .die la sostanza reticolataj non essendosi ancora conipiuta in questa parte la rigene- razione ossea , cui pare fosse destinata la detta materia Cartilaginosa. Dalle quail cose T autore inferlsce : i.° non rifarsi dopo le piii gravi perdite b. cute, ma rimpiazzarla una gelati- na condensata ^ 2.° essere piii densa e compatta la tela celluiare di nuova prodiizione , quasi a maggior tutela del nascente osso ^ 3.° non rigenerarsi le fibre niuscolari , die distrutte abbia la cangi-ena ; 4.° doversi alia pervertita o disiurbata nutrizione incolpare la mancanza dell' ordine primitivo delle libre nelle parti rigeneratej e 5." non luuo- vere dal periostio la riprodnzione ossea , bensi dai mon- dii od estremi delle ossa medesiuie f, innoltrandosi quinci •JO EXERCITAXIONES r.VTIlOLOGlCE a vicendevolmente inconti'arsi e rafferniaisi fra loro Ic nuove produzioni. * C A P o Y. Dacche dichiarava , nervosa il Cotugno la sciatica e ne stahiliva la causa prossima in. un umore, clie, disceso dal cervello . si arrestasse deiitro !e guaine del nervo sciatico nella posteriore , e del crurale neir anteiiore, per rpianto »ia gratnita noii clie Iiisussistente o straaa una tale pato- gcnia , rispetto si alia discesa die alia raccolta ed indole di un umore , die .non vennc mai verificato pienanieiite ne dal C<)lui!;"o ne da altri , non fu cjnasi medico il quale non giurasse ciecamente nella delta ipotesi. E non valse perclie vano riusclsse il conseguente metodo curativo^ ne die r eziologia di tutte le sciatiche fosse la stessa die delle infiammazioni:, die succedesse cosi frequente un fe- nonieno tanto straniero ai nervi , quanto lo e il zoppi- camento ; e die gli altri della sciatica si analoghi fossero a quelli della coscialgia , die niuno prima del nostro au- tore avvlso non differire nel niassimo dei casi le due in- fermita , ne in altro consistere il piix delle sciatiche ( dal pill o men rapi^lo corso in poi ) die nell' infiamniazione delle parti articolari fra la coscia e In pelvi. Ommettiamo , come ovvj , gli addotti argomeiiti anato- mici e iisiologici di tanta nelle dette parti attitudine alia flogosi e , poiche generico e proprio di tutte le infiam- mazioni, quanto risguarda si alF eziologia die alle varieta nosograiiclie: essendo andie vano, per lo nieno , il ripor- tarsi per queste ad Ippocrate, die la coscialgia distingueva secondo die imputabile ad un umore inaridito, alia bile, alia pituita od al sangue. Rispetto ai . sintomi , prescin- dendo annunziarsi per essi una condizione di flogosi , nientc meno die dalle cause, la sola circostanza, die pub far credere nervoso il carattere della malattia, consiste nel propagarsi de' su'oi dolori alle parti, onde proviene o per le quali si distrlbuisce il nervo sciatico. Ma , oltredie a tali parti provveggono vasi, aventi uguali rapporti colle ar- ticolari del femore colla pelvi , e die anche i muscoli , quali si attaccano alle apofisi di quest' osso , procedono quindi ai lombi , alle natidie o lungo la coscia , vale a dire ai siti, ove sogliono muovere, propagarsi o persistere le doglie della sciatica, T autore osserva, i vasi ipogasuici AtrCTORE J. BAPT. f\LL£TTA. 7I ed alcnne propnggini dello psoas coprire le due prime ra- dici del detto nervo , passare fra queste V arteria e le vene iliache posteriori , trovarsi alcune volte a ridosso della terza radice II miiscolo perifornie , e coUa di lul coda sorlire dalla pelvi tutte qiinttro , discendere fra il margi- ne posteriore deU' acetaljolo e la tuberosita ischiatica , presso il luuscolo feiiiorale qvtadrato , e diraiiiarsl ai mentovati non solo e ad altri niuscoli circostanti , nia si eziandio ai genirlli « ai glutei , al bicipite , anzi a tutta (juarita la cute nei dintorui. Ogni qual volta pertanto i detti vasi o muscoli o le parti coiifinaiiti ( quali sono le articolari onde si tratta ) saiiinno prese da flogosi, nulla di piu na- turale ciie le fui:zioni alieratc , il moviniento iiiipedito ed il manifestarsi o difFoiidersi del dolore in questa o quella cd in maggiore o minor parte era della coscia , era della pel- vi , dei lonibi e della stessa vescica: talora inipotente an- ch'essa nella sciatica, forse percio che il tronco de' suoi vasi e cojnune a quelli della giuntura in discorso. Pill che le dette ragioni pero , cio che da vinta la que- Stione air autore, consiste nelle osservazioni di sciatica ner- vosa, th' egli viene in questo capo riportando. Nel p'imo Case mosse iinprovviso il dolore dalla regione lonibare si- nistra , estendendosi quindi a tutto il merabro sottoposto, c rendendolo iinalmente inetto a sorreggere la persona. Dei rimedj usati , quelli , die produssero maggior tregua od alleviamento , furono i vescicanti mantenuti aperti ed il cauterio attuale profondaniente applicato sotto il gran trocantere ; ma , dopo varie alternative di meglio e di peggio , dovette il malato soccombere. Nella sezione del cadavere il membro afFetto si trovo di quasi un pollice piu breve, a paragone del compagno: una gelatina giallo- gnola ne spalmava i muscoli, ed alcune concrezioni stea- toniatose occupavano gl" iatervalli fra questo e quello. Sotto i glutei, alquanto guasti e lividi , stava mezzo logoro e tutto scabro il capo del femore : dalla cui presenza in tal sito risultnva una cavitn, clie dai nominati muscoli sL esten- deva sino ai gemelli, quadrato e piriforme; senza che in tanto vario capisse ne niarcia ne siero ned altro naioi'e qualunque; sebbene la detta cavita comunieasse oltre il gran psoas, mediante un seno, le cui pareti nuiscoLiri erano tutte illiv'idite. II capo femorale poggiava sul dorso del- r ileo ( come nel massimo delle lussazioni spontaiiee ) , ^2 EXEUC1T\TI0NES PATTTOLOGIC* ivi reso gia cariato nou die nudo: ed essendo quasi tutts corroso T orl)icolar«' lej;amento, mancando allatto il roton- do , iioa clio le cartilagiiii dcUc superiicie articolark e ipiella, die fa inargine all' acdabolo , il ciii fondo era distrutto ill niaiiifia da indi lastiar trayedere T otturatore muscolo ^ essendo iiioluo |)iu aj)|)arlsceati clie all" ordiaario non die dure le <;tiiaudole iii2;uinali , e piii dense die non usano le stesse toiiadie dell" arteria criirale , il solo uervo scia- tico si trovo nello stato il piii sauo e naturale. Atialogo al suddetto e il secondo caso; traune che pre- sento anche davvantagglo consnuto ( benclie non sortisse dal cotile ) il capo del fcniore, piii aiTetti 1' iliaco intevno ed. il gran })«oas die gli altri niuscoli, e gran copia di linfa tra Ic cellette adipose di tutlo il meml^ro e sin den- tro la polvi , oltre akjuanti ascessi ed il piu cospiciio fra i due trocanteri; esseudo qui pure alTatto incolunie , fra tanto guasto , il sistenia nervoso dai lombi al piede. Nella. seguente osser^azione fnrono patenti, replicati ed aperti nel corsb della nialaliia gli apostenii , senza die la copia strabocdievole del pus evacuate imj>edisse ne la diastasi dei piani aiticolari ue raccprcianiento consecutivo del luenibro: ^ccorciamento, cui neppure impediva nel quarto caso la cura opportunamente antiflo'gistica e nicrcuriale ; henclie psja imprdisse questa si gli ascessi e T edema, die ne fa sovente lede, si remaciazione dellestreniita corrispondente. Fra i quali feaoineai , tutti frequenti anzi die no a cotesta iufeiniii^ e tutti piu flogistici che altro , ei parra strano ai sostenitori della sciatica nervosa perclie ne in queste ne nelle osservazioni successive sia niai quistione di paralisi , come della sola circostanza che proverebbe risguardare ai nervi la malattia. E benche , su questa ragio- iKiiido , Morgagni acccnni di vei'samenti. ed atlezioni delle meningi spinali, e che tali accidenti, ed un' autorita cosi grave die lo e quella del detto scrittore , favoreggino I'in- dicata ipotesi , tuttavia il nostro A. assicura noil avere niai osservato , ne decorrendo I' inferinita ne sbarrando i cadaveri, alcunche di analogo alia fenomeiiologia della cifosi. Ma il fenomeno, che non ammette assolutainente rimedio e die per mala ventura sarel>be sopra tutti costantissimo , e it zoppicamento , ed avrebbe luogo , allungandosi dajj- principio la coscia per le coiigestioni e la goufiezza in- fiaiumatoria della gluntura, ed in fine accorciaiidosi , non gia plu per ingorgo delle cartibgini, legamenta e glilandole articolari , ne per contlensanieuto e ridoiidanza della si- novia , siccome inseguauo , beusi pei'clie tratto fuori di cavita il capo del ff more dall'azione dei nuiscoli, si tosto die la flogosi distrusse coi leg^m^enti la resistenza , oltre avere in piii o minor parte consunto il capo suddetto { come d'ordinario succede ) od anche per questa sola di- struzione • la quale non e mono conseguenza della sup- purazionc che lo e il con*uino delle cartilagi'ii e dei le- gamenti. E quand' anche non fosse provata la cosa per la risultanza delle sezioni e potcssero , come non pos- sono , la copia , densita o gonfiezza ■degli umori od organi articolari ^iungere a tale da espellerne il feinove , ceme non avre1)l>e cio Inogo nei primi anziclie negli ultimi tempi della malattia; quando cioe gia cessata ogai goniiezza , e non altra piu quasi traccia di flogosi che ncgli avanzi di sua distruzione? Non cadendo neppur qnlstione sngli ascessi, poiche troppo consentanei qnesti alia auova patogenia , risguardo agli spandimenti ed alle inliltrazioiiJ , anche sierose , non esita il prof, incolparne 1' infiammazione , massime scrofolosa , quale scrive stata quella della seconda osserv^azicne : che anzi aggiunge non esseve stvanieri a tal flogosi gli esiti della fleinmonosa ; fra 1 vjuali e senza forse la suppura- zione. Sa di clie occorre avvertire come non ofFerisse quasi tr.iccia* di pus 1' indagine anatomica del primb caso , benche lo si dichiari d' iniiamniazione genuina e flemmo- nosa; ne pare che suppurasse o producesse alcun versa- mento il quarto, in cui, generata, qual fu , da umido raf* freddamento 5 la sciatica sarebbe riferi!)ile alle reumaticlie; mentre non fu penuri'a ne di linfa effusa ne di vera sup- purazione nel terzo , cui non ^i dubita riferire alia men- tovata poc' anzi categoria, Le quali cose non per altro si ftvvertono 5 se non a line di svelare in parte I3. vanita ed incertezza delle distiiizioni , che presiuiiiamo arguire dai criteri eziologici e dalle si arbitrarie varieta nosografiche : come distinzioni, alle quali avesse potuto leggermeute pas- •ar oltre il patologo iilosofo, che ne le idropisie ne le con- gestioni Unfatiche riconosce per inalattie primitive , ma sol« per effetti subalterni della flogosi. (Sara continiuitoj. 74 Descrlztone del monte Sorattc. Del signor Brooch i. I, L monte Soratte ra dehitore della sua fama ai versi di Orazio. £ cosa niolto credihile, die se non fosse stato da qiiesto poeta rammemorato nelP iacomiuciamento di uii' ode che ci vieae posta sott' ocduo nelle scnnle iiao daUa prima nostra gioventii, rimarrebbe inonorato il suo nome al pari di quello di tanti altri moiiti die valgouo piu assai di esso. Le remiiiiscenze appmito della fanciullezza, die iiclla matura eta riescoao cosi giocoude , aggiuiisero forse spvone alia niia curiosita perche dcliberassi di visitarlo e dl scor- rere le sue ciiue nieutre audava per que' contorni aggi- raiidomi. Vuolsi noil pertanto dire , die senza ancora di cio la singolare sua posizione puo destare in altrui la brama di osservarlo dappresso. II Soratte rappresenta un grande niasso d" ogai intorno isolato , che per lungo spazio di- scosto dalla catena degli apennini , de' quali e un niem- bro staccato, sorge nel mezzo di una pianura sparsa di umili poggi , sui quali maestosamente innalza la selyosa sua vetta. Comunque I' altezza sua , giusta le misure di Shukburg , sia di 2271 pie sopra il livello del mare, ne pareggi quella del monte Albano che e di agiJS , sembra nulladimeno per questo suo isolamento die piu giganteggi di esso , ed attrae lo sguardo di chiunque lungo la via Flaminia verso Roma pioceda o verso Civita Castellana. Questa eminenza che debbesi considerare come una pro- paggine de' monti della SabLia , rimane al settentrione di Roma a circa 36 miglia da questa capitale,eda 7 da Ci- vita Castellana che alcuni si avvisano essere Y antica Fe- scenia. La' sua forma e allungata senza disconlinuita noa essendo segata da x'alli , ma ciaque principali punte si an- noverano sulla sua cresta, le quali possono essere da lungi distintamente ravvisate. Queste sono le arces rammentate da Virgilio, laddove indicando il paese di alcuni popoli al« leati di Turno in cotal guisa si esprime: Hi Soractis habent arces Flaviniaque arva. SiflRatte punte incominciando dalla piii settentrionale ven- gono denominate la Quadrara deirAquila, la Rocchicciuola» I)l»SeKI«IO>8i7 I8i8 26 a6 5^,99 53,77 — 4.99 — 7.30 5o,oo 4' 4 19. Luglio " 4 14' A tempo comuae. I . Agosto ad ore 4 40'. 16. Agosto I. Settembre r. Ottobre 1. Novendire 2. Novembre 1 . Diceniljre 21. Dicembre 3 1. Dicembre 5 0. 5 23. 6 1 1. 6 58. 7 0. 7 33. 7 42. 7 39. NB. 7 6. 7- 6. 6. 4- 4- 3. I . I . 3o. a8. a8. Sottraendo da ore del Sole , si avra pe' corrispondenti Gennajo ad ore Febbrajo » Marzo " Aprile « IMaggio >' Giugao " Luglio " Agosto " Settembre >» Ottobre >» Ottobre )/ Novembre •• Dicembre " 12 I numeri die ne' residui V ora giorni. Plenilunj. tempo comuiie. 4 23' daiiiio la nascita del suo tramoiitft 57. I I. 19. 29. o. 3i. 54. 3. 10 18. 8 19. 6 41. Sera per Matt, per Sera per Sera per Matt per Sera per Matt, per Matt, per Sera per Matt, per Matt, per Sera per Matt, per Dicembre 1821. Geiinajo i8aa. Feljlnajo » Marzo »< Aprile »» Maggio » Giugno >» Luglio » Agosto 0 Settembre » Ottobre » Novembre » Dicembre » 1)1 MILANO PER l' ANNO 1 822. Novilunj. A tempo coinune. 87 a3 Gennajo ad ore 6 a Matt a T Febl^rajo » 8 1 1 Sera. a3. Marzo » 7 45. Matt. 21 Aprile y> 4 54. Sera. 21. Maggio » 0 19. Matt. 19. Giuguo » 7 9- Matt. 18. Lnglio » u. 38. Sera. 16. Agosto » II 54. Sera. i5. Settembre » 1 1 39. Matt. i5. Ottobre » a 9- Matt. i3. Noveiuijre » 7 i3. Sera. ]3. Dicembre '1 2 7- Sera. Equinozj e Solstizj. A tempo comune. 21. Marzo ore 6 m. 40 sera equlnozio. 22. Giuguo „ 9 „ 57 matt, solstizio. 23. Settembre ,; 3 » 49 sera equinozio. 22. Dicembre „ 8 „ 84 matt, solstizio. Diverse Congiunzioni calcolate a tempo astronomico. NB. Si ommettono le Congiunzioni della Luna colle di- verse stelle che nelle tavole sono calcolate per quasi tutti i giorni del mese. = Gennajo = Giorno 4. Mercurio con Urano ad ore 18. aa. Mercurio col Sole superiore ad ore 8. a6. La Luna con Venere ad ore 6 19'. = Febbrajo = 7. La Luna colla d del Leone^ immersione ad ore 16 So', emerslone ad ore 17 44'. 8. La Lima colla v del Leone ad ore to 37'. 12. Mercurio colla A dell'Acqnario ad ore 10. ai. Marte colla 42 del Leone. == Marzo :^ I. La Luna colla i36 del Toro; im/nersione ad ore 6 4S', emersione ad ©re 7 S6'. I|6 EKFEMERIDI ASTftONOMICHB = Aprile = 9. La Luna colla ib dello Scorpione ad oie i3 55*. ao. Satiinio col Sole. 29. La Liiiia colla A del Leone; immersione ad ore 9 58', emersioue ad ore 10 3o'. 30. La Luna colla d del Leone ; immersione ad ore i3 3i', emersioue ad ore 14. 24.'. = Maggio = T, La Luna colla v del Leone i immersione ad ore 7 32', emersioue ad ore 8 5a'. 3. Glove col Sole ad ore 18. 4. Mercuric con Situruo. 10. Mercurio con Giove. 14. Mercurio con Giove in congiunzione superiore ad ore i3. == Giugiio = 6 Mercurio colla g de' Gemelli ad ore 12. 11. Venere con Satunio. 39. Venere con Giove. 3o. La Luna colla stella ib dello Scorpioae ad ore 8 33'. = Luglio =r 4. La Luna colla li^ del Sagittario; immersione ad ore 14 53', emersione ad oie i5 SS'. i3. Tdercurio in congiunzione inferiore col Sole ad ore 17. = Agosto = 9. La Luna colla f dell'Ariete ad ore 14 46'. 37. La Luna coHa (p del Sagittario ; immersione ad ore 5 So', emersione ad ore 6 36'. = Settembre = 6. La Luna colla e Plejadi f, immersione ad ore 14 56' » emersione ad ore i5 44'. iS. Venere colla a. del Leone. 26. La Luna colla ^ del Capricorno ad ore 10 i'. 27. La Luna colla fx del Capricorno ad ore 6 5i'. = Ottobre = 3i. La Luna colle Pleja.li =^ Novembre := 4. Mercurio in congiunzione inferiore e passera sul disc* solare. 6. La Luna colla A del Leone ad ore 14 25'. 7. La Luna colla d del Leone ad ore i5 9'. 9. Mercurio con Venere ad ore i5. j3. La Luna colla X de' Pesci ; immersione ad ore 11 la', emersione ad ore ii So'. DI MILVNO TER l' ANNO 1822. 89 3o. La Luna coils £ de'Gemelli ; iinniersioae ad ore 8 7', eniersioue ad ore 9 i'. = Diceinbre = 2. Marte con Urano. a3. Venere in congiunzione superiore , e Merturio nel- r afelio. aS. La Luna coUe Plejadi 29. Urano col Sole ad ore 5. Alcuni particolari fenomeni ed osscrvazioni. = Genoajo = 3. II Sole si trovera nel nodo discendente di Vesta. 10. S.iturno sara in quadratura ad ore 10, 11. Giove sara in quadratura ad ore 19. la. II Sole si trovera nel nodo discendente di Saturnov 20. li Sole ne'.r Acquario ad ore t 41'. 22. Marte sara nella massima latitudine eliocentrica boreale. = Febbrajo == 1 3. Venere nel perlelio. 18. II Sole ne' Ptsci ad ore 16 26'. 18. Marte sira in opposizioae col Sole ad ore ij. 24. Marte neir afelio. = Marzo = 7. Venere si trovera nella massima latitudine elioce«- trica boreale. 1 3. II Sole sara nel nodo discendente di Pallade, 20. II Sole neirAriete ad ore 16 40', 27. Urano sara in quadratura. = Aprile = 20. II Sole nel Toro ad ore 5 10', = Maggio = I. Vesta nel perielio. 21 II Sole ne' Gemelli ad ore 5 28'. a5. Marte sara in quadratura. = Giugno = 3. II Sole sara nel nodo ascendeute di Urano. 5. II Sole sara nel nodo ascendente di Venere nell'afeli*. 16. Vestn in opposizione col Sole. 21. II Sole nel Caucro ad ore i3 5j'. 27. Urano in opposizione col Sole ad ore 4. 30. II Sole sara nel nodo ascendeute di Giove. reRIOI A.STROXOMICHE indici ; per ciii il calcol.> delle tliflfeienze fiiiitfi vienc di sun natura introdotto, L'auture si giova dell' o\ie')te i priini passi nell.-i carriera difFKile che ha presielto di percorrere , e sulla quale noii sara tardo a cogliere nuove opporiuaita di eserotare il sii • iiigegno. III. Opposr'zione di Giov; n/^W anno i8ao osservnta ul qua- drante murale da Ottnvuino labrizio Mossotti. II sig. Mossotti riferisce in questa meniona con mol- tissima Jiligenza le sue osservazioni, e pas^a a dedur le le longitudini e latitudini geoceatriche o-iservite lei pia- neta , die egli vien pir igonan.lo cji quelle a parte cal- colale sulle tavole del Sole dal sig. CtiIi.u e colle tavole di Giove del sig. Bouvard. Deduce cosi gli errori delle tavole , clie a vero dire sono piccoli , e quindi trova I'istante delli opposizione , ed i luoghi del pi 'nsta clie vi corrispondono. Questo pregevole lavoro e .irriochito delle equazioai analit^clie, colle qmli deterniina le orre- zioai da farsi agli elementi diU'orbita del pis leta , e terinina assegnando le due equazioni di conlizione ch« risultaao dai dati delle sue osservazioni. IV. Occultazioni di stcUe ndlo scontro delta Luna osservatc a Milano da Angela CesAbis. V. Occultazioni di stellr dietro la Luna osservate in ilodena. dal signor professore Giuseppe Bianchi. VI. Occultazioni di stelle sotto la Luna osservate a Praga dal professore Cassinno Hallaschka. VII. Occultazioni osservate a Trento dal signor professore Pin ALT. Questi quattro lavori comprendono varie osservazioni di occultazioni di stelle dietro la Luna , le quali sono preziose agli astronomi , perclie servono a deteruiinarc le differeuze di loagitudine geografica fra i diversi puati del globe terrestre. DI MI1.ANO PER I.* ANNO l822. 98 Tin Osfirvczioni mfteordlogiche fatte alia spccola di Mi- luno I anno 1819 du G. AnEelo Cssabis. Da queste osserv.'izioni si raccoglie clie in tutto I'anno souo caduti pollici 40, linee 3,2a8 di pioggia e neve , quaiitith inaggioie die nell'anao precedeute , in cm si ebbeio s«lvauto pollici 35, linee 10,4.50. II mese di ot- tol>re e staio il piu abbondante di pioggia , avendone daci poMici 8 , linee 1,91 3 : il raeno abbondante ia, quel'o li se te nbre che ne diede solamente una linea e g6 ceotesi ni di linea. II barometro ha variato dalla niassuna altezza di pollici a8 , linee 3 , alia minima di pollu'i 27, liaee a^ la massiina si e'^be la mattina del 9 gCM.inji), e la iiiinima la sera del a5 febbrajo. II ter«- niometro di Reiumur ha vanato dai gradi 27 uel giorno 8 'Ji iiii;lio, .11 grii'i meno 4 ael giorno 9 di gennajo. L'adecjuato tra tuiti i iQ.issiini del calore risultante dalle osserva/ioai di 54 anoi a Milano e di -•- 24°, 8. Al mas- •iino grado di -i- 27*, mi giunse quest' anno, non sali che due voUe sole nel detto periodo. I venti hanno spirato quasi fgualmeate dalla parte di O e di E , ma piii dalla pane ii E. Li- raattine perfettaiuente serene furono lai e le sere 128; poche sono state le mattine e le sere per- fettanie ite nuvolose, senza piog_ia e nebbia. Negli altri giorni fa molto vario lo state dell'atmosfera. 94 APPENDICE. PARTE I. SCIENZE, LETTERE ED ARTI STRAT^IERE. Cronache delt I. R. Istituto politecnico dl Vienna puh- hlicate dal Direttore Giovanni Giuseppe Prechtl^ Co/isiii/iere , ere. — Vienna 1820, torn. IT. {Con- tinnazione. Vedi i vol. di questa Biblioteca dello scorso 1821 ). VIL Stato presentanco dell arte di far- la birra in Inghilterra, D. OBBIAMO al slg. Stahlberger, da prima assistcnte di fisica neir T. R. Istituto politecnico^ e preseiitemente professore a Brody , uti estratto ragionato del trattato di cai pTrliamo , it quale e contenuto nel tomo II del- Y Encyclopedia britnnnica , e che verisimiliuente si deve al sig. Tliomson. Gome I'editore delle Cronaclie dell' Isti- tuto SH-Kletto Creole vaiitaggioso I'inserire un tale estratto negli atti dello stesso , cosi iioi opiniamo esser utile il dare un tr.aiisunto dell' estratto medesimo netla nostra BiMiote.a, il cui scopo primario si e quello di far cono- scere all' Italia le produzioni dello spirito si nazionali che esiere , le quali esser le possano di vantaggio (1). (1) Qnalora o letterati o projirietarj di birrene amassero ve- dere i disegai delle uiacchine relative a tale fabbi'icazione , io mi favo ua prejio di remlerli loro otteneibili. L' ed'Uore. APP. PARTE STRANIERA. 96 I. Delle specie di grano che si usano per fare la hirra. QuMsi ogiii specie di grano pud servire alia prepara- zioiie di questa bevauda. Nell' America usasi in qualche luogo il sorgo turco , il qnale per esser ridotto in inalto «uo!si tenerlo sotterra prr qualclie tempo , farvelo ger- mogliare e poi seccare. Mungo Park ci reude intesi che i Negri preparaiio la birra ciirolco o sorgo spicato. In altri 6'ti si usa il frumento . la segale e I'avena, ma iiel- r liighilterra e uella maggior parte dell' Europa vi «» adopra I'orzo. L'orzo serve da tempo immemoriale alia preparazioue della birra. In liighilterra se ne coltivano a tal uopo due epecie delle quali I' una e 1" orzo volgare e T altra 1' esa- etico, detto in Iscozia big, e da noi orzo maschio o vernengo : quest' ultimo viene anteposuo al primo nei aiti freddi della Scozi i ptrclie cresce piu alto, resiste ai geli e matura piii presto. Noi per altro fareino osser- vare che la pronta sua maturita puo dipoudere da cio die esso puo venir seminato anche d'autuuno e resi- •tere ai geli. I semi deir orzo volgare sono piii grossi di quegli deli' es;>stico , e la sua buccia e piu sottile ; egli e pa- riuiente piii pesante di questo. Dalle osservazioni ed esperienze replicate dal nostro autore si e riconosciuto che uu seme di orzo volgare pesa 0,6688 di grawo , ed uno dell" esastico pesa soltanto o,56i3, e che la buccia nel primo pesa j/e del seme , e nel secondo ^f^^.b. II vo- lume parimente del seme e maggiore nel primo che nel eecimdo , essendo in quello = 0,00217, ed in questo 0,001777 di piillice cubo , e percio superiore di '/& a quello di quest' ultimo. A tali minutlssime ed esatte os- eervazioni aggiunge il nostro autore che 1' ineguaglianza delle sementi e maggiore nell' esastico die nel volgare, e die i semi i piii Vjassi della spica di quello sogliono esser vuoti. E degno egualmente di rimarco che il valors del volgare, ossia la sua rendita in alcool, col mezzo della gerininazione si accresce , nientre siffatta operazione la fa diminuire nell' esastico, ossia big. a. Del maltn ossia del grano tallito per far la birra. Anche per la preparazione della birra ordinaria , che uoi diremo cervogia, delta dagl'Inglesi ale ^ usasi far ^6 APPENDICE Callire 1' orzo. Si pno nondimeno prepararia aiiche tenzR farlo tallire o germiuaie. A tale uopo P acqiia gettata nolle tine, ove coiitieiisi 1' orzo maciiiato, delib' essev molto inferiore al grado delP cbuUizione : e siccome la farina Hell'or/.o e plii del milto proclive a depositarsi a gnisa dl p:ista dnlla qmie non puo estrarsi la sostanza iiiigiiore per la f'ormnzione delia hirra ( la quale non e clie sostanza amilacea), percio vi si aggiuiige della crusca di avena, la quale le inipedisce di depos tarsi. £ pari- niente necessirio di cooservare lo stesso grido di calore , e di continuare lo sliaitimento piii a luiigo, aHinclie Tncqua alihia tempo di conil/iuarsi pollt parte auiilatea dell' orzo e cangiarsi in una sostanza zuccherosa. Questo nietodo serve eccellentenieate per In birra ordinaria o piccola birra ( small beer ) , e in Ediiuburgo alcuni birrai I'ave- Vano gia usato in grande : ma la finanza la proibi, per- che collo sparagno della tallitura delPorzo si diminui- T^auo le rendite. L' imposta suddetta comincio sotto Carlo I , nia al principiar della guerra contro Bonaparte ^ cioe ncl 1802 fu portata al grado seguente : I. sch. Per malto inglese . . . o 4 Per malto scozzese . . . o 3 Per malto di big ( orzo esastico scozzese ) . . o 3 L' imposta fu poi diminuita e si ridusse a a schillig fino a sei niesi dopo la pace. Si prepara il nialio media nte quattro operazioni , ciofe I col macerare , a colP ammuccliiare , 3 coll' asciugare « 4 col disseccare I'orzo. 1. In un vaso cpjadrato grande in modo da conte- nere tutto I'orzo che vuoisi ridurre a malto, foderato di pietre, e sprofondato nel suolo si getta Torzo e miscbiasi con sufliciente quantita ili acqua , e vi si lascia almeao 40 ore. L' orzo assorjie in tal tempo 1' acqua , vi si forma del gas ossicarbonico , il quale viene per la maggior parte assurbito dalF acqua , e questa diventa gialla per la dissoluzio.ie della spoglla dell' orzo, ed ottiene ua odore che ba molt' analogia con quello della pagba umida. L'iissorbimento delT acqua sta in ragione del tempo, durante il quale 1" orzo vk'u conservato entro la mede- «imaj non che della boatk di queeto. la geixerale esso d. 81/8 . ■' ossia < 100 1 84,866 1 0 •/. ( 69,472 PARTE STR\NlEn4. ^7 cresce U 47 sopra 100, Gli e in questo stato che i fi- Hanzieri lo misurauo e gl' impongono ia tassa. In questo stato I' orzo diventa piii bianco, e perde air Incivca 1/70 del sue peso ; il big ne perde i/.^o , e percio la soluzione diventa piii colorita. Tale soluzione contiene una sostanza gialla di un sapore amaro e disgu- stoso e del nitrato di soda. 2. AUorche preso tra T indice e il poUice pel sao maggior dianietro un grano d' orzo macerate , puo coa facilita venir compresso , se ne fa scalar l' acqua , e poi Tieue estratto e disposto suU' ajuola da inalto in uii mucchio quanto piu si puo rettangolare: in questo stato viene esso nuovamente visitato dal finanziere , il quale trovatolo aumentato di volume puo accrescere I'imposta. L' orzo vienvi lasciato senza cangiarlo per a6 ore, du- rante il qual tempo 1' uniidita esterna del medesimo ia parte si volatilizza , ed in parte vien assorbita da lui. Dopo alcune ore succede una fermentazione , per la quale si sviluppa del calorico nel mucchio dell' orzo j e dopo 96 ore suole il calore sorpassare di 10 gradi quello del- 1' anibiente. Un odor grato di frutta si spande in allora idello stanzone , e la mano inimersa nell' orzo noa solo sente il caldo anzidetto , ma viene inumidita. I nialtieri ( preparatori del nialto ) nominan sudore 1' umido che traspira in allora 1' orzo , e il nostro A. e inclinato a credere ch' esso tramandi anche dell' alcoole. Esaminato r orzo nell' interno del mucchio , si vede che getta una escrescenza bianca, dalla quale escono poi nel big tre radi-- chette, e nell' orzo comune cinque e sei. La cura del mal- tiere sta nell' impedire ch' esse crescano di troppo , poiche la temperatura s' accrescerebbe soverchiaraente , ed i grani si carbonizzerebbero e s'accenderebbero ben anche. 3. Si pub porre ostacolo all' incremento delle radi- chette ed all' elevazione della temperatura coUo span- dere in istrati raolto tenui I' orzo , e coUo smuoverlo al- meno due volte al giorno. Per tali manipolazioni il muc- chio il quale al principio arrivava alia spessezza di 16 pollici , non supera dopo siffatte operazioni 4 ed anche 3 pollici. In Iscozia il grado del calore del malto viea conservato a 55 di F. , ed in Iiighilterra a 62. Un giorno dopo la coraparsa della radichetta si svi- Juppa la piumetta ;, dessa ha la sua origine al punto Bihl. Ital. T. XXV. 7 98 APPENniCE jstesso dal qual sorte la radichetta , ma rivoltasi in- »1ietro, scone sotto la spoglia e sorte dal Jato opposto , e qualora noii s' impedisca il processo della germinazione, compare sotto la forma di fogliolina verde. II maltiere per altro deve impedirne , come dissimo, lo sviliippo. Duraute il tallimento assorbe I' orzo il gas ossigeno , e tramanda gas ossicarbonico : esso perde il 3 per cento in peso •, e tale perdita sembra dipendere dalla rottura delle radicliette nello smnoverlo. II glntine e la muci- Jagine spariscono nel malto in gran parte , il colore s" imbianca , la tessitura si fa piii solla , di nianiera die jl grano calcato fra due dita si polverizza. In Iscozia usavasi altre volte di ammnccchiare in un cumulo piii piccolo 1' orzo gia taliito , e reso , come si disse , friabile sotto il dito. Con tale operazione si pro- moveva im' altra fermeutazione , niediante la quale il malto si riscaldava e diventava assai dolce. Ma siffatto proces?o fu alibandonato, perche diminuisce il malto , non porta vero lucro , e percbe si ottiene , volendolo , senza alcuna perdita un dolciore consimile nel tino da niischia. Dalla estrazione del macero lino al disseccamento so- gliono in Inghilterra inipiegarsi 14 giorni , ed in Iscozia 18 ed anche 21 ; cio dipende dalla temperatura , la quale quanto e piu alta, tanto piu accelera 1' operazione. 4. II disseccamento del grano arresta ogni ulteriore tallimento , e lo rende capace di venir conservato. II seccatojo consiste in una caineretta , il cui suolo e for- mato di un lastrone di ferro bucherato , e al cui sof- iitto o coperta havvi l' apertura di un canale , pel quale ]>u6 uscire T aria riscaldata e il vapore. Al di sotto del lastrone havvi il focolare eve fassi continuamente fuoco con carbone di legna o di terra. L' aria riscaldata pe- uetra pei fori del lastrone , penetra nel malto e ne tra'-.porta 1' umidita. Cura essenziale debb' esser quella di disseccare gradatamente 1' orzo , incominciando dalla temperatura del malto , cioe da 90° lino a 140°. Se r operazione fu eseguita con tutta l' esattezza , si puo arrivare al lya" senza farlo imbrunire ; in caso con- trario il malto diventa bruiio e<[ anche nero. Akre volte usavasi invece del lastrone anzidetto un panno fatto di crini ; ma il nostro A. ha osservato che il grado del calore presso il panno era molto piii grande che nel- riaterno del malto. la generate egli osserva che non si PARTE STRXNIERV. 9^ osa pec anche tutta 1' esattezza nel dissercare il grano; effli fa pure rimportaiite osservazlone che niolti lo fanno disseccare con celerita onde farlo crescere di volume , e j;i6 pel motivo die si vende a misura e uon a peso. Se la qiiantita del malto non e -grande , usasi farlo disseccare in due giorni. Spento anche il fuoco , vi si lascia rafFreddare -il malto , poi si estrae e si fa passare sopra uno staccio o crivello di fili di ferro , pel quale passauo le radichette che si dlsseccarono. Pesato il malto disseccato e purgato , conserva 4/j o sia l' 80 per cento del peso delF orzo ^ mentre l' orzo fatto disseccare noa perde che il la per cento. II nostro A. e di opinione che r 8 per cento che perde il malto piii dell' orzo non debbasl solo al disseccamento , ma bensi pure alle altre operazioni preliminari , cioe : Perdita durante la macerazione x. S Svaporamento durante il disseccamento . 3. o Radichette stacciate . . , 3. o Perdita o. 5 SiifFatti risultati si ottennero da plu di 3o osservazioni fatte dal nostro A. con tutta la possibile esattezza in quat- tro maltiere. Egli osservo parimente che il big perde il i5 per 100, il che sembra dipendere dalla raaggior facilita di rompersi, non che dalla imperizia nel prepararlo. II malto cresce , come dissimo , di volume; replicate sperienze confermarono che 100 misure ossia Bushel (i\ di orzo inglese diventano 109 , di orzo scozzese io3 e di big 100, 6. L' operazione del maldmento o del maltire il grano consiste adunque nel farlo tallire ossia germinare, e nel- r interrompere la germinazione prima dello sviluppo della piumetta. Per siffatta operazione il grano cangiasi pres- soche tutto in amido e diventa fitto , mentre piiaia del tlisseccamento era soflice e farinoso ; e cio anche pel motivo die le parti glutinose e mucilaginose andarono perdute ossia vennero impiegate nella formazione delle (i) II Bushel di Wiucester contieue 2i5o,42 poUici cubici inglesi ( /' Editore ) ICO Al»PENDrCE radichette. Quest' amido e solnbiiissimo nell' acfjua raids, nia non cosi nella fiedda , e la solul)ilita sua e maggiore di quella del nialio proparato col frumento : ed e per tal niotivo die gli acquavitai anlepoiigoiio quello a questo per prepararo la lor concia. Non e per altro da credersi che tutto I' amido possa colla brassatura ( operazione colla quale dal malto si estiae 1' anndo per fame la bir- ra) venir estratto dalTorzo. 11 nostro A. c di opiuione che piu della meta dello stesso s' arresti nel guscio del grano e «erva percio ad ingrassare gli animali. Quanlo e piii cattivo ossia iuferiore V orzo , tanto maggiore si e tale perdita. L' A. ha verificato che loo liblire di malto dal quale per mezzo di replicate sciacquature coa acqua calda si erano estratte le parti solubili pesavauo tuttora Se orzo iiiglese 5o. 63. >' orzo scozzese .... So. 78. " big scozzose Sa. 69. E verisiinile che se il malto venisse maciaato piii fino se lie scioglierebbe una maggior quatitita. Si riduce dai piu a seaiplice tritello per iiiipedirgli di depositarsi , ma se si fanno passare e schiacciare tra cihndri, gli e certo che le parti amilacee si spolverlzzaao senza sfracellarne i gusci. Una tale operazione, pratlcata finora da pochi, nierita di essere generalizzata. Sebbene noi convenghiamo quasi in ogni cosa colle opinioni del nostro autore , non possiamo per altro arreu- derci alia proposizione , che piu della meta del malto lesti nel guscio ossia nei residui del malto brassato ; gU e infatti per se chiaro che in tali residui rimnne tutto il guscio, il quale e insolubile e non e amido. SilFatta osservazione ci convince che non resta che il 35 per 100 della sostanza amilacea nel malto inglcse e scozzese , brassato , e die il big sc'ozzese , considerato che la buc- cia forma ^f^.b del suo peso , in vece di essere, siccome opina P autore , meno atto di quelii per la brassatura perche resta anche dopo di questa piu pesante di quelii, debbe considerarsi per il piu atto alia niedesima , giac- che, detratto 1/4.5 di peso da Sa. 69, si couosce che ha re- lativamente ed anche assolutameiite deposto nella solu- zione maggior quantita di parte amilacea delle due altre specie di orzo. ( Sara continuatQ ) PARTE STRVNIERA. lOt Sehastiaui Ciampi phil. doct. in R. Varsav. . lift. Univ. pliilalogke pj-ofestori'! etc. Novum examen loci Li- VI -INI de legatis Romanonim AtJieiias missis ut exscriberent leges Solonis. — Vilnos , 182 1, typis dioecesanis Cojigr. Missioiiis in 8.° A, .NTICA e la pretensione di molti , che cieca fede non debha prestaisi ai racconti di T. Livio; udi il dottissimo Ciampi ripctersi questa crnda pi'oposizione da alcuni sco- lari deir Accadeinia Viluease , appoggiati principalmente ad un libro nuovameiite stampato iu Varsavia dei priticipj del diritto: e pigliato avendo tra le mani quel liljro niede- sinio , trovo che qiiella censura P autore applicava par- ticolarmente alia questione dei legati o ambasciatori romani spediti ad Atene per trascrivere le leggi di Solone. L' au- tore di queir operetta , che succintameiite trattato aveva qneir argoniento , appoggiavasi a vicenda ad una sua dis- sertazione sulla coniparazione delle leggi di Solone e delle Deceinvirali , nella quale derisa aveva coive favolosa T ori- gine delle leggi delle XII tayole ^ssegnata da Lwio e da Dionigi d"" Alicarnasso. II Ciampi , teiueudo di vedere i giovani ingaiinati da queste troppo generali enunciative , prese in questo opu- scolo ad esaminare , se realmente lepide favole debliana dirsi i racconti di Livio e di Dionigi, e se realmente possa Li\:io giudicarsi storico totalniente nell" arte critica iuipe- rito. Riferlsce egli i testi originali di quegli storici; parla della fede per lungo tempo e da gravisslnii scrittori pre- stata alia, iiarrazioue Liviana^ parla degli oppositori, tra i quali tiene il prinio luogo il nostro Gicimbatdsta Fico e tra i piu moderni il Gibbon; mostra che se Caligoia al dire di Svetonio attentato aveva alia disti-uzione degli scritti Liviani , era stato quello storico aiupiamente commendato , massime per T.eloquenza e la fedelta, da Cremuzio Cordo presso Tacito , e teiiuto in altissirao conto dallo storico degli storici latini , dal Vossio , che studiosissimo lo clisse della vericd; prova quindi con alcuni esempli clie di arte critica non mancava Livio , rigettato avendo T opinione di colore, che I\'wna supponevajio discejpolo di Pitagora, itT APPENDICE Passa cjniacli rautoic a njostrare die sedotti noii furond ne Livio ue Dionigi ila f'also ainore di patria , allorclie le leggi delle XII tavole ncavate as'serirono da quelle di So- lone ; osserva die all' eta nostra non giuiisero i- monu- iMeufi scolpitl in marnio o in bi-ony.o di quclla cclehre le- gazione da Konia ad Atcne spedita , nia die forse non erano i Romani in queircpoca ne tanto celdn-i , ne tanto grandi da consegnanie la niemoria a monumenti di tal fatta; prova die alciuia difFicolta non nasce contro qnella legazione dal lungo e niarittinio viaggio , giacdie aniba- sciatori erano gia stati spediti da Roma a Delfo sotto Tar- quinio-^' e di questo primo viaggio si serve ingegnosamente per distruggere T obljiezione del Gibbon, il quale dublsioso luostravasi sul niodo , o piuttosto sulla lingua, nella quale i legati romani avrebbono potulo couferlre coi Creci, sog- giugnendo "altresi clve i Greci ne''primi tempi dopo la fon- dazione di Roma, frcquenti erano divennti in Italia , e quindi ne strano , ne inudito poteva credersi il loro lin- guaggio. II capo III e tutto consacrato a mostrare 1' eccellenza dellft leggi Decern virali , e le liberali intenzioni dei De- cepivlri medesimi , non die V uso die essi fecero . certa- niente delle leggi attidi^, la qual cosa viene abbondante- nnente provata coi testi stessi di Livio. Nel IV s' intraprende dair autore nobilmente la difesa di Dionigi d'' Alicarnasso , nel cjie principalmente si appoggia all" autorita del diiaris- simo Mai, e alle parole del proemio di Dionigi medesimo. Concliiude adunque il Ciampi , che nulla si oppone alia verita della legazione dai Romani spedita a trascrivere le leggi di Solone; che Livio non disse giammai essere state le leggi Soloniane per intero trasportate nelle Xll tavole; die i DecemA'iri servironsi di fatto in alcuna parte delle leggi di Solone e delle altre citta gredie , come viene confermato dalla testinionlanza di Cicerone : alle quali cose soggiugne P osservazione , die male a proposito T autore dei principj del diritto censuro aspramente i ginreconsulti francesi , ed infelice disse lo stato della giiirisprudenza in cpiel paese , perche uno di essi , certo Desquiron , scritto aveva die Lipsio giurisperito romano raccolce aveva le leggi delle XII tavole. Lodando la diiigenza e la erudizione del Ciampi nel pre- venire gl' inganni , ai quali potrebbolio essere strasciuati PARTE STRANIERA. I03 i glovani stucliosl per U'oppa diflfidenza di T. Livio , tro- vianio che questo argomento uobilissimo poteva fdise de- sideraisi piii difFusamente tiattato. Moliissinii scrittori gia Sulla fede attribuilnle ai racconti LLviaiii disputarono , e ci I'cca qualche iiieraviglia il non vedere ueppure nominato il 'celebre Tolando, che scrisse delle Origini Liviane. Forse credette T autore che questo Ijieve esanie bastasse al suo intento , come certamente puo bastare per colore che gia iniziati sono negli studj della erudizioae. 104 APPF. NDIOE CORRISPONDENZA. flstratto di Icttcra del sig. P,\rtsch di Vienna , in data 22 gennajo 1822, al sig. colonnello barone di Welden {Traduzione dal tedesco). L, JE O'^servazioni del conte IMiirzaii-Pcncati intorno la posizione de'' graniti lungo il fiume Lavis nel Tirolo noil sono state coiifermate dal- sig, Leopoldo De-Buch , il quale ha fatto espressaniente un viaggio in quel paese. Egli pretende che i banchi ( schichten ) non sieno in gia- citui'a orizzontale 5 ma Verticale ,. e che il Marzari abbia prese le teste di tali baiicln sitnatl vertical inente per rostremita do' medesiaji banchi orizzontali die si mostiino al giorno , nel niodp ch' ella mcglio potra comprendere nel sesuente schizzo: 11 n." I. rappresenta il granito; I) 2. la calcarea granulare; » 3. la calcarea con petrificazioni ; >/ 4. r arenaria rossa. Da questo appare come il Marzari abbia preso il n.° 1 per la roccia piu antica sovrapposta alle altre, mentre propriamente , secondo il De-Buch, la cosa sta tutta a rovescio; poiche e ii n." 4., cioe T arenaria rossa, che e sovrapposta alle altre, e che per una qualche catastrofe fu scomposta dalla giacitura orizzontale e sitviata nella Verticals PARTE STRANIERA. Io5 Squarcio dl lettera da Pra^a in data 2T navemhre 182 1 , diretta a questo sig. barone L. di Welden colonnello dello stato nia[:giore (i). II naturalista sig. Sieber di Praga, gia noto all'Europa pe' suoi • viaggi nell' Arcipelago , la Egitto , in Siria e Pa- lestina , ha da due anni spinte le sue ricerche fino alle Indie occidentali. Esse ebbero il piii felice successo , e noii e niolto cli' egli ebbe dalla Martinica un gran numero dr piante secclie , d' insetti , di conchiglie , di pesci , di ret- tili, di crostacei, di mammali, e principalntente di sementi delle piante piii rare di que' contorni. Egli att^nde una seconda spedizione della Dominica ; e per cio che spetta alia prima , essa contiene per la botanica le piante se- guenti , tra le cjuali si trovano 40 diverse specie di gra^- niinacee;, 60 specie di felci delle famiglie Mertensia , Berur hardia, Acrostlchuni, Dicksonia, Donaea , Menisciiim , Poly- podium , Aspidium , Lomaria , Asplenium , Vittaria , Trichoina- nes , Adiantiim , Cyothea , Hymenophylhim ecc. , le quali sono distribulte uelle due sezioni. Fra le alti-e piante si trovano Mangifera indica ; Piper pcltutum , aurimm ; Saccluirwn of- ficinarum : Schradera capitata ; Solanum 5 spec. Acliras sa^ pota ; ChrysophyUum argenteum ; Psychotria 'j spec. Coffea arahica; Caphaelis violacea ; Hamelia chrysantha; Sauvage- sia erecta: CJuimissea akissima; Chonocarpus raCemosa, erecta; Cuscuta americana; Microtea debilis ; Aralia capitata; Lo- ranthus americamis , ErithaUs octandra n. sp. ! Rhexia tri- cJiotoma: Oldenlandia corymbosa; Allamanda cathartica; Guet- tarda membmnacea , rugosa ; Cordia toquera , laevigata ; Triwnfetta rhomboidaUs i Psydium pyriferum ; Cariophyllus aro- maticus ! Eugenia 3 sp. Capparis cynopfiallophora , ferrugi- nea ; Bixa Orellana , Clusia alba ; HoniaUuin racemoswn ; Clematis dioica , Hyptis 7 sp. Dnranta Plumieri ; Petraea volubilis : Bontia daphnoides ; Besleria cristata ; Gesneria ca- lycina : Varronia monosperma , martinicensis , Tournefortia bicolor , volubilis : Urtica 4 sp. , Bbhtneria ramiflora ; Am- brosia artemisicefolia ; Croton 3 sp. Jatropha manihot ! Hura crepitans; Phyllanthus acuminatus , grandiflorus ; Viscuimnyr- tilloides , Carica papaya , Cysampelos Poreira ; Weinmannia (i) II sig;, colonnello Welden in Milano asfume egli stes-o per amore della sclrnza en' egli roltiva con tanto tra' porto d' incuicarsi deUe coBiiuiiaisBli ■i)|Udetle press* ij su* corrispundeute'dii Praga. I06 A P PEN D I CE glahrai Lauriis cinnamoinum ! AruicanUiun occidetitale ; HymB' iiae Courbaril , Cassia 3 sp. , Parkiiisonia acideata; Caesal-. pinia pulcherrima ; GuUandina Bondiix ,• fussieua octoi^alvis ; Melastonui 7 sp. ; Casearia nitida , serrulqta ; Banistcria 3 sp. , Oxalls Bicrrelieri ; Bigiioiua 4 sp. Tamarindus indlca ; Am^ermmiint latifoliiun; Crotolaria retusa, cocrulea; .Bobinia sepiiim ; Clitoria brdsiliensis ( Aeschynomenc 2. sp. Hedysa- rum 3 sp. : Eupntoruun 7 sp. ; Conyza 3 sp. , Bacharis tri- nenia: Bolandra argentea, Dendrobiuni ophyoglossoides i Epi~ dendriun 2 sp. II sig. Sieber si propone di fovniare delle sudilette piaiite una Florti Sicca inartinicensis la cui piiina ilivisione e gia posta in ordine. Essa contiene 2S0 piante benissinio con- servate e complete.. La seconda divisione segnitera la pri- nra'a niomeuti. Essa conterra i5o specie diverse e una Flora deirisola Dominica di circa 5o piante le piii rare, Tutte le senienti ch'' egli aspctta nella seconda spedi- 7.ione potranno contenere 200 specie di iiori , tutti di serra calda. Ha distribuite cpieste sementi in due parti; Tuna pei dilettanti, T altra pei giardini botanici. Ciascuna parte si vendera separataraente. Si pubblicliera quanto pri- ma ogni parcicolarita su que^ti oggetti. Intanto gli si pos- sono dare delle commissioni. 11 sig. Sieber !ia aperta un' as- sociazione alia Flora marti/iicensis al prezzo di fr. 72, 80 ogni centuria di piante secche. Egli intende accrescerne il prezzo tosto clie V associazione sia chiusa. 11 prezzo d'' as- sociazione agli Erbarj deil" Arcipelago , dell' Egitto e della Palestina resta lo stesso anche pel niese di feblirajo cor- rente anno ( 182a ). Quanto alia prima ( dell' Arcipelago ) per fr. 187 20. Per la seconda ( quella deU'Egitto) fran- clii 119 60. Per la terza (Palestina ) per fr. 3i ao. — ■ II prezzo sara" in seguito portato per la prima a fr. 208^ per la seconda a fi. i3o. I dilettanti che bramassero fame acquisto sono invitati di far conoscere le loro .iiitenzioni , perche dopo l' epoca snccennata tutti questi oggetti sa- ranno sp^diti in Inghilierra. H sig. Sieber ha spediti da qnalche tempo due naturalisti air isola Borbone e all' Isola di Francia donde aspetta delle epedizioni considerabilissime composte di tutti gli oggetti che possono interessare la storia naturale. Dopo il loro arrivo si propone di dare un erbario della Flora Borbo- nica, i)opo di die inteade di far percorrere il Capo di PARTE STRANIERA. IO7 liuona Speranza da dove si aspetta de' resultati ancora piii importanti. L* impresa del sig. Sieber e nieno un oggetto di specuJazione che T efFetto del desiderio di procurare a tiitti i dilettanti di storia naturale degli oggetti ravi ia ogni genere. II sno indirizzo e come segue = a M."" F. W. Sieber a Praga n." 648 Altstad. . NOTIZIE LETTER APxIE ED ANNUNZJ. D, Dresda ^ 28 dicembre 182 1. RTtSDA fra tiitte le citta capital! della Germania che. non bnnno iiniversita e presentemente il punto piii inte- ressante per la letteratura. Vivono qui quasi 5o autori i quali sono couosciuti e ricercati in tutta la Geimania-. Due de' piii fertili poeti di rouianzi appartengono a questa citta e pensano continuamente a soddisfare il genio del liel sesso per la lettura ed a provvedere 800 gabinetti let- terarj sparsi nelle diverse provincie e Stati della Germa- nia. Sono quesri due poeti Schilling e Scliultz. II primo conta gia 78 \ol. di opere sotto il titolo di romanzi d" inia- ginazione ( Hwnorisclve Romane ) ; T altro ha pubblicato 55 vol. sotto il titolo di Capi-icci. periodici ( PerlodisdiQ Launen ). Vive ancbe qui Lindau padre di faniiglia stiaiabilissimo di dieci figli , spiritosissimo traduttore dei romanzi di Walter Scott , il quale ci ha data la traduzione in lingua tedcsca dell' Anastasio di Hoxe corredata di note esplica- tive e di una ingegnosissinia prefazione. I principali poeti Federico Kind, Kul.e, Teodoro Stoll, ( il cui vero nome e Wieliler ) , Forster ( traduttore del Pctrarca ), De Malsburg » ministro residente di Assia Cas- sel ( traduttore del Calderon ) , Arturo di Nordstern ( il cui vero nome e Nostitz, regio ministro di stato),Gohe ( noto_ per varie opere teatrali ) il quale raccoglie le poesie pill recenti e le pul^blica in' una . collezione particolare o in volunii periodici. Ogni giorno' si pubblica qui una gazzetta letteraria sotto il titolo di Abeudzeitung che contifene le poesie piii recenti , io8 APPENDICE i racconti , le notlzio intorno ai priiuarj teatri della Gei*- mania e le notiticazioui ed avvisi ciicostauziati delle operc pill intePessaiiti che risguardano la letteiatnra. Siccoiiie poi Dresda ha uno de' migliori teatii naziouali tedeschi , nel quale si rapprcseiitano egregianuMite le migliori opere originali e le traduzioiii delle straiiiere, cosi e una bnoiia raccoiHaudazione per cpicsto foglio peiiodico il sapere clie r aixlieologo ispettore dclla galleria degli antichi sig. Boeti- gcr e qucgli die vi sciiye la critica de" teatri. Si rappre- sento per esempio ultinianiente il Merdiand of Venice tra- dotto dal sig. Augusto Schlegel , e con tanta intelligenza e perfezione che niolti Inglesi istruiti e pi'atici della lin- gua tedesca vantarono a cielo la parte di Shylock raj)- presentata da Werdy, e T attrice che fece da Porzia fu paragonata a TM.r Shirmer de O^Nait. Lo stesso sig. Bottiger pubblica un" opera intorno alle helle arti che esce alia luce dol 182 1 in poi , unitauiente all" Abendzeitwig. In essa sono contenute tutte le notizie intorno a tutto cio che si .pubblica nella Germania rela- tivamente alle arti del disegno. Ora j)oi esce alia luce il 2.° vol. della sua opera archeologica intitolata Amakhea, Ma fra gli noniini piu letterati si anno vera il custode della R. Biblioteca sig. El?ert che ha pubblicato un transunto della sua grand" opera sulla H. Biblioteca di Dresda. Tutti gli eruditi fanno voti caldissimi perch" egli sia posto in una situazione piu vantaggiosa e provveduto di mezzi ba- Si,tanti per pubblicare il suo grande lavoro. E noto come in occasjone delle augustlssime nozze di S. A, 1. r arciduchessa Leopoldina d" Austria col principe ereditario del Brasile, furono dal Governo austriaco man- dati naturalisti , disegnatori ed arteiici d' ogni maniera per ivi fare delle indagini e raccogliere animali, uccelli, piante, iasetti, niinerali , ecc. , e trar disegni esatti de' luoglu ed arricchire di tutte qiieste cose il museo imperiale a Vienna e la Meruigerie ed il gabinetto e la biblioteca medesima di S. M. r Iniperatore. Quella spedlzione ebbe i piii fe- lici risuhati ed il museo fu arricchito d' una cpiantita considerabile di oggetti preziosi in tutti i rami della sto- ria natvuale , fra i quali senza anuoyerar le piante e i PARTE STIIANIERA. IO9 luinerali ccc. , si contano 37 individui della classe de' mam- iiiali, 125 uccelli e 3 anfibj. Ma gli oggetti che piu ser- virono a divertire tutta la citta ( di Yienna ) furono due sclvao,gi ( mascliio e femmina ) che porto seco da quelle reuioui il dottor Polil di Praga, uno de' naturalisti iuviati , e de' quali e dato il ritratto fedele nel n.° 145 del Wiener zeitschrift fur Kunst , Litteratur , Theater und mode. Dinstag den 4 decemb. i8ai. Ne' iiumeri successivi vien poscia dato uii lagguaglio piu distinto degli oggetti di storia na- turale,cioe de'mammali ed uccelli sopraccennati , nel qiial ragguaglio ci pare di licoiioscere una niano maestra , e se ci e lecito il dirlo , quella delP esimio sig. De Schreibers, dottissinio direttore e conservatore deli" I. R. niuseo di storia naturale di Vienna, ly ora innanzi si tend nella parte hibliografica il sistema di amiunciare di mano in maiio e prontamente tiLtte le opere che vedranno la luce in tutti gli Stati d' Italia , dandone intanto il solo titolo e riservandoci di aggiuugervi in seguito un ragguaglio , il quale sard o piit breve 0 piu lungo secoiido Z' importanza delle opere piuttosto che secondo il loro volume. Quanta all' appendice straniera cdcuni hanno desi- derata di vedere parimente piit, diffusa la parte degli annuncj bibliagrafici , e noi acconsentiama a questo desideria , indicando le fonti dove prenderemo gli an- nuncj • e siccome troppo vasto e il campo della biblio- grafia straniera , noi ci limiteremo a quelle opere so- lamente di un interess^ generale e per cQsi dire euro^ peo in tutte le parti dell' umano sapere. 110 APPENTDICE PARTE II. SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALIANE, OPERE PERIOUICIIE. GRAN DUCATO DI TOSCANA. Antologia di Firenze , fascicolo 1 1 . L. JETTERE sul Casentiiio e la Valle Tiberina , di K. Betici {con- tinuazione ). — Viaggio critico all' Etna nell' anno 1819 di J. A. De Gout billon. — Analisi dei viaggi di Belzoni in Egitto ed ia Nubia ( continuazione ). — . II iiore di retcorica di frate Guidotto da Bologna. — Saggio sull' uomo di A. Pope , tradotto da M. Leoni. — Poesie del marchese Giuseppe Andnori , perugino. — Sulla pittuia degli antichi. Discorso 4.* di P. Petr'uu. — Catalogo j-agionato de' libri d' ^rte e ji' autichita posseduti dal conte L. Cico^nara. — Viaggio pittorico di Costautniopoli e della riva del Bosforo , di Alelling. — Lettera del n)archese C. Ridolfi intorno ai nuovi fenonieni eletti-o-niagnetici. — Risposia del professore Gazzeri alia detta lettera, — Lettera di Urbano Lampredi al cavaliere Vincenzo Monti sopra due errata-corrige a un testo di lingua dal Monti pubblicace. — Atlante uiedico- pratico e nosologico distribuito in tavole siuotticlie, del dottore V. Mcrletta. — Osservazioni suUe reviste scientifiche e letterarie clie si pubblicano in Inghilterra. — Lettera di A. Van— Beck per eorreggere uti eiTore attribuito male a proposito ai fisici di Fi- renze. — i Lettera di Saulnler figlio all' Istituro sul trasporto del zodiaco del tenipio di Tentira iii Francia. — Societa geografica in Parigi. — Spedizioni russe pel N. O. _e per 1' Oceanica. — Descriaione di alcune niedaglie greche del nuiseo del principe ereditario di Daniniarca, di D. Sesiini. — Lettere e dissertazioni jiuniismaticlie , di D. Sestini. — Continuazione dei Raoconti dei vecchio Daniele, — CoUezione dei Classici latini con note e comraenti , edizione della vedova Poniba e iiglio di Torino. — Giornale delle lezioni pubbliche del professor! di giurispru- denza, boUe letceve e istoj'>a i» Parigi. — . Tiitte le opere di PARTE ITALI.VNA. IH RoUin. NuoTa ediziotie ili Parigi , coiredata d' osservazioni e di sciiiarimenti storici di Letrofine. — . rrograiuraa dell' I. R. Acca- deniia delle belle aiti di Firenze pel l6 sectembre 1822, per le arti del disegno , imisica ed aiti ineccaniche. — OsEervazioai meteorologiche di otto))i-e. STATI PONTIFICJ. Giornale arcadico di Roma , fascicolo 84.° Scienze. Memoria sopra il uietodo di estrai-re la pietra dalla vescica oiinaria per la via dell' lutestino rctto , del prof. Vaccd Berlinghieri. —- DeWa foruiazione del nitro e degli alcri sali clie Jo acconipagnano , dell' arciprete G. M. Giovene. Di alciine spe- cie nuove di rettili e piante brasiliane , di Giuseppe Raddi. D'escrizione osteologica dell' ippopotaino uiaggiore fossile nei ter- reui mobili del Valdarno superiore in Tosoana, del professore F. iVej/i (Memorie della Societa Icaliana delle scienze). — Sulla maturazione delle frutta, del signor Berard ( continuazione e fine ). — Solfati di chinina. — Analisi della senna. — Rapport de M. le cliev. Delamlre sur les meiuoires lus et presences k TAcadeuiie par M. de Paravey etc. — Caso di una cistitide con raccolta straordinaria di calcoli , di F. Buffa. Letreratura. Medaglia inedita di Malatesta IV Baglioni. iilustrata per G. B. Vermiglioli. — Discorso intorno alle poesie di Eustachio Manfredi , di V. degli Antonj. — Assisi cttta serafica e santuari che la decorauo, del P. D. Bruschelli. — Poesie del persiano Saadi tradotte in latino. — Cinque iscrizioni latine nuovaniente tro- vate, ed una elegia latina di monsig. A. Mai. ■ — II Cadnio , poenia di P. Bagnoli — Alcuue lettere sugU sculiori Tiziauo Aspptti e Girolamo Cauipana. Varieta. Notizie intorno Giacomo Pederzoli di Gar£;nano , di F. Gambara. — Delle finanze d' Atene , discorso di Seuofonte tradotto da A. Padovani. — Michaelis Ferruzzi in obitu Steph. Antouii JMorcelli inscriptiones. — Alois. Chrysostonii Feruzzi in obituiu Srepli. Autonii IMorcelli carmen. — II libro d'Euoc profeta, pubblicato in Oxford. — La rosa e sua istoria. — Etat actuel de la Corse, caractere et niceurs de ses habitans, par P. P. Pompei. — Parte d' osso di uu braccio tolta , e supj>lita con un tubo d" argeuto da un chirurgo indiano. — Gran tavola rotonda trovata a Tor Maraacio. — Fondazione e pregi di Pe- «aro, suoi uoinini lUustri uelie scienze ecc. — Nuovo giornale dei letterati di Pisa. — Iscrizioni dell' abate Zaanoni. — Risposta ad U. Lampiedi. — Osgervasioni iueteorologiche di ottobre. 112 APPENDICE Idem , fasclcolo 35.* Scitnte, Sulla claffse dei'corpi ai quali si h creduto apparte-* nere il clorino e Y iodio , augli acidi clie ne risultano , e se questi costituiscano ua' anouialia rapporto alle teorie della clii- mica pneumatica; leitera prima di h- Canali. -^ Dell'accelerare di dodici giorni almeno la mietitura del grano j lettera di O. • Valerioni. — Sojji'a alcune conibinazioni dell'oro, del sig. Ja- iial — Ristrettn di fatti arustici , di G. daW Arini. Lcttcratura. Osservazioni nuiuisuiatiche , di B. Borghesi. — Me- mone istonco-critidie siill' orioine , piogressi e decadenza del foro Trajano in Roiua. — II Cadmo, poema di P. Bagnoli (fine). Belle arti. Sul vero ntracto di niadouna Laura. — Scukura di F. Aurelj. Varieta. Su di alcimi X)ggetti mineralogici rinvenuti al Catria Bpl 1819. — Dissertazione still' epoca della nativita. di N. S. Gesu Cristo. — Vacciitazioiie pi-aticata alia Cina. — Identita die passa tra il fluido magnetico ed il galvanico, scoperta dal dott. FoniL di Torino prima del prof. Oersted, danese. — Raccolta di tutte le opere del pirtn-e cav. Benvenuti intagliate in rauie , clie si intr iprende a Firenze. — Distico iniprovviso di Gagliuffi. , e traduzione libera di V. Bernl degli Antoiij. — Iscrizioue latlna pel sepolcro di Cosmo Bettl. — Osservazioni metcorologiche di oovembre. Effemeridl letterarie di Jlonia, fasclcolo i3.* Atti dell' A.ccadeaiia Roniana di archeologia. Tonio I, parte I (articolo 1.°). — Nuovi elemeuti di geometria , di B. Corona- ti. — Pezzi di diritto roniano in un codice rescritto della Bi- blioteca Vaticana. .— lUustrazione di un vasetto greco letterato , del dottor De Mathcis ( originale ). — ISlotizie lisico-mediche recenteniente mandate dalla Cina. — Nuovo sisteuia di fortifi- cazione , di Domenico Cacchiatelli ( annotazione ). — Varianti leziont in Sparziano , dell' avvocato Fea. — Sulla podagra. Me- moria originale del dottor Scaraiiiucci. — Catalogo de' libn di arte del conte Leopoldo Cicognara : ove dell' opera di Polifico, Memoria di M. Misslrinl. — La pieta, gruppo in tre figure del niarche&e Antouio Canova. Idem , fasclcolo 1 4.° II rauseo Chiaramonti descritto ed illustrato da Filippo Au- relio Visconti e G. A. Guattani (articolo secoudo ed ultimo). — Ristretto di fatti achjstici , di G. dalF Ariid. — Recueil de traues d'alhance, de paix , de treve , de commerce, etc.; par F. de Martens. ■ — Su! niatrlmonio ; saggio filosofico-politico di S. Bro- i.el/i. — Descrizione di una ni^ova specie di scincus^ descrizione di due specie di ascidia ^ storja di uu bruco cbe danaeggia gli PARTE ITALIAN 4. 115 alberi fi-uttiferi ne' contorni di Roma, di L. Mctaxa. — Piano « spaccato di nionuuienri auticlii receutemente scoperti nel foro roniano. — Di un caso strar.issiinn di chirurgia — 11 Cadmo , poema di P. Srgnoli. — Delia villa di Marte , casa e lavi del- ¥ iiii|ieratore de' Roiuani P. Elvio Ptrrinace : illustrazioiie di V. Dcabbate. — Iscrizioni r ivennati alia sratua di Alessandra VII. — Sulla passione del Redentore, orazione accadeniica di P dei Principi Odescalchi. — Restaiu'azione alia co onna Trajana. — Weinorie di F. Cancellieri. — E|iigrjfe alia ihwnoria di Guglielnio Manzi. — Poesie del sig. Cantalainessa. — Delia carceie , del- Pingiusto esilio e del trioiifal ritorno di Cosimo padre della patria_ BIBLIOGRAFIA. REGNO LOMBARDO-VENETO. Dizionario etimologico di tutti i vocaboli iisati nclle scienze , ard e mestieri die tixiggono origine dal sp'eco ^ compilato dal fa AqiiUino Bonwilla., col^ /' asslstenza del professore di lingua greca abate D. Marco Aurelio Marchi. Tomo 5.° — Milano , 1821 , i/i 8", dalla tipografia di Giacomo Pirola. Abbianio annunciato i precedenti volunii di quest' opera , la quale resta tei-minata col V, che coiuincia colla lettera R e finisce colla Z. Ci dispeosereiiio dall' eutrare in materia per giu- dicare di un lavoro siil quale abbiam gia detto qualclie cosa parlando del prime volimie. Le mende non sono poclie se si voglia esaminare con occhio accigliato, nia pure presvnta un com- plesso che prima non esisreva, e clie e piii facile correggere ed aumentare era die e fatto, di quello clie farlo di nuovo. Compendio della storia universale del sig. conte di Segur deir Accademia francese, traduzione per cura del sig, cavaliere Luigi Rossi , membro dell' I. M. Istituto di scienze e lettere. Storia della Francia , tomo i.° — Milano , i8ai, presso la societd tipo- giafica de' Classici Italiaiu (Fusi, Stella e camp.), in 12.° di pag. 3oi. Questo e 11 pi-lmo volume della Storia di Francia del sig. conijc di Segur clie forma parte della Storia universale. Un altro in- «igne letterato (il sig. Sismoudi) «i pccupa CQnteuaporaaeamcate Bibl. Ital. T. XXV. 8 114 APPEND ICE in Isvizzera dello siesso argDuieuto c ne abbiaino vednto l" in- troduziune vd il prinn) voliinx?. Camujiiiano questi scrittori sopra straile diverse. II sig- Segur scnve per la gioventu, e il sigaor Sisinondi |'Pr i (ilosofi. Noi ci occupcremo forse un giorno di lui; (lui basti riporiare uno squarcio delT introdiuioiie del signor Seaur , la quale offre essa pure uioiti pregi per la rapidita con cm e ecritta e pel ravvicinauiento e confronto di alcuni 80g- getti della storia antica cou altri della storia umderna. « Dipartendoci dal niondo roniano , il primo popolo che suUe rovine di quello s' innalza potente e vittorioso e il francese ; dal clie ne viene dover noi cominciare la Storia delT Europa luoderna da quella di Francia , giacche in essa troveremo ap- punto le prime tracce della civilia e della gvandezza europea. » La gloria della nostra nazioue non tenie per nessun uiodo il confronro con quella di Roina: e noi possianio paragonare con ort:,oglio il iiostro Clodoveo al siio Roniolo , Carlo Martello a Caoiillo, a Cesare Carlo Magno. I uostri Goffredi, i Rainiondi, i Puguesrlin, i Duiiois , i Coligny , i Montmorency, i Baiardi, i Catinat, i Tnrena, i Villars , i Conde, star possono al para co'' suoi consoli ; e a' di nostri un infinito numero d'eroiegua- glia qiiei tutti della Grecia e del Lazio. « Seu^bra che San Luigi, Carlo V, Luigi, XII , Enrico IV fossero vivificati daU'auiaia degli Antonini; Luigi XIV, siccome^ Augiisto , impose mentaaiente il suo nome al secolo. Apparve un novello Alessandro , die dopo avere sfolgorato di brillan- tissiuia luce , al jiari del Macedoue s' eclisso : rajoido nelle conquisre , guerriero per lunga pezza invincibile , belliooso come Trajauo , et;li porto la nostra gloria, le nostre arnii,il suo nome neir Affrica , nella Gerniania , neir Italia, uella Spagna , nella Scizia e nel cuore dell' Asia; ma come il Hacedone perdette le fatte couquiste per avere ricusato di poi'vi un confine. » Sidly, Lhopital e d' Aguesseau , quanto celebri per le virtii alirettanto esperti nel reggere gli affarl ; 1' imuiortale Bossuet , il delicato F^nelon , 1' illusfre Montesquieu , il sublime Cornelio , I' iuimitabile Racine, e il tauto originale Montaigne, e un Mo- liere , e Y ingenuo La Fontaine , senza rivali linora nel loro genere ; un Voltaire cosi niirabile per ingegno universale, e finalniente un numero prodigioso di scrittori vivaci, d'ingegnosi moraliati , d' armoniosi poeti , di profondi filosofi , di eloquent" oratori non ci lasciano da desidcrare di piii per la palina del pulpico , del foro, della bigoncia, del teatro , e per tutte infine le corone cLe dalle diverse Muse si confenscono. » Le nostre scoperte nelle scienzej i nostri avanzanienti nelle arti; ■! perfezionamento delF agricolcura e di ogni maniera d'in- dustria; il penutllo dei David e dei Gerard; lo scalpello di Hoiidon , di Pigal e dei ioro emuli ^ i'iuvenzione delle ioge- gnn^e nostre niacrlilne ; le tante classi diverse de' nostri uie- Stieri ; i prodigj delle nostte nianifatture ; T abolizlone d' ogni PARTS ITALIANA. IlS aerva^gio ; la quantita , la varieta de' godirueati clie abbellana r umana vita per ogni coudizion di persone , tanto nelle genti tli canipagna, come di citta: tutto cio ne induce a credere che , ee riconiparissero a' di nostri , Atcne parrebbe selvaggia , c bai*» bara Roma. » Biblioteca tcdesca o sia Raccolta di pezzi tratti da autori classed tedeschi , con note e un piccolo vo- caholario per la traduzione in italiano , compilata da Luigi F. A. Argenti , professore di lingua e letteratnra tedesca nelV I. R. Liceo di Sanf Ales- sandro in Milano. — Milano , 1821 , presso Giu- seppe Pogliani , stampatore-librajo sulla piazza di S. Alessandro , n.° 8963. Vol. i.° di pag. i83 , vol. 2.° di pag. 188, in 8." Qualche schizzinoso in fatto di lingua trovera di che ridire nel titolo di qnesta compilazione , ed ainera forse di leggerc Baccoha di fiammenti 0 di squarci , anziche I'accolta di pezzi, ma sarebbe troppa smania di critica il volcrst fermare su que- ste miserie , anziche lodare lo scopo cui mira questa coliezione. Essa presenta un saggio delLo stile di diversi autori tutti clas- sici o riputati tali dalT universale consentimento della nazione Aleuianna ; mostra i pregi rispettivi delle opere 8celte ; facilita alio studioso della lingua tedesca il modo di tradurre e d' in- tendere sottoponendo note e spiegazioni gramniaticali al testo , ed aggiugnendo in fine di ciascun volume un breve dizionarietto tedesco e italiano per quelle voci che occorrono nel corSo del volume e che non trovano la sjiiegazioue a pi^ di pagina. Perche questo dizionariettd , dira taluuo , e non niettere piut- tosto la voce corrispondente sotto la voce tedesca ? Questo me- todo'sarebbe riuscito , e vero , piu comodo , ma avrebbe con inutili ripetizioni della stessa voce impinguaio il volume. Oltre di che egli e bene che lo studioso vada egli stesso cercando il significato di una voce , perclie nelT intervallo di tempo che egli la cevca se la ripete nella nieraoria e se la imprime nel capo , e ccrca d' indovinarne il significato prima di viucere la pigrizia a cercarla , e tutte queste operazioni sono uiillssime. ic Gli autori die fonnaoo il primo tonio (dice il compilatore), jono Kotzebue ed Engel ( di quest' ujtimo lui' intiera comaiedia); fanno parte del secondo Lcssing, Ifflaud, Gellert , Wiuckehuann, Rabencr e Wieland. Scelsi pe' primi due t<,na per lo piu pezzi dialogizzati , come i migliori per iinparare lo stile della conver- sazione , ed i piu utili a' principianti. >> Kotzebue h gia tanto celebre in Italia , ch' h inutile il par- larne di piii. Anclie Engel h autore notissiiuo in questa peuisola, Il6 APPHNDICE »j]ecialmente per la sua Mimira. La liicmla eommedia: il Pag*. £[0 , clie cii lui si (.rfsenta , fu accOi'ia in Gerniania con pran- dissinio ai'plauso. 1 Francesi, gli Svedesi . gl' Inglesi non nianca- rono di trasi ortaila ne' loro ling,iifiggi ( Vodi Lc\icon deotS' her Diclitcr und I vsaisten , heraus gegfben von Carl Heinrich Jor- dens , toui. I. Arrio Jnhann Jacob Engel ■, juip. 463. 464). » Delia scelta de" pezzi , ed anclu" di qiialclie oniDiiSbionr e di alriini poclii caiiibiam<-iiti mi sa|>ri per avventnra eradoclii, conoiderando la fpuilii;i dr lettoi'i ciii questa Biljlioteca ^ spe- cialniente desnnata, sa quanti riguardi bi debbono avere in si- mili raccolre. » Nella ima traduzione mi studiai di non mi allontanare dal- 1' indole delLi liugua italinna , e )jercio i verbi sono posti non di rad" in im tenipo diverso, the non i6tauno in tedesco ; ma Tolli nel tempo stesso restare seiupre fedele al seuso del testo , esseudo la favella della Germauia il I'l-incipalc uiio scopo. Nei Teatro Comico Tedesco tradotto , edizit)ne di Ltvorno , hawi anche la eommedia di Kotzebiie , intitolata lo Scritloio , della quale aniniisi alcmie scene in questo yivimo tomo. J\Ia nel sud- detto 7ea;/o la traduzione e tanto libera e lontaua dall' originate , da iudiirre ogni uiomento in errore lo studioso che volesse fi- darsene ; lo stesso si dica della Commedia di Engcl , clie truvai r\(^\V Ainico de' Fanciulh di Arnaldo Bcrquin, tradotta dal francese in italiano. » In quanto alle parole straniere , di ciii gli autori si sono serviti senza bisogiio,era da principio uiio divisaiiiento di cani- biarle tutte con vocaboli genuini tedesclii ; ma poi considerando esscre )Hir necessario clie s' intendano anche quelle , le con- servai quasi tutte , avendoue cnuibiato soitauto alcune delle piii insopportdbih. » Questo niio lavoro, se nial non m' appongo , puo essere utile non solo agl' Italiani per inipai'are la lingua tedpsca , ma utilissimo eziaudio a' Tedeschi per aj)prendere 1' italiana. Sia dessa una prova novella dell' imj egno che ho di mautenere la par la data nella prefazione alia mia Graiiiatica. Accompagnando questo ] rimo tonio co' uiiei Elementi della lingua t'edesca una persona fornita di mediocre iugegno , e c'le abbia tempo e vo— glia d" ap) licarsi , puo giungere ad una bastevole , non pero profonda , rognizione di essa lingua in brevissiruo tempo e con non molta fatica. » II sccoudo tomo uscira aia luce da qui a un mesa , i suc- cessivi con piii lunglii intervalli. » Sarebbe a desiderarsi die il compiJatorc scegliesse senipre squar'ci clie possano stare da se e pre^entare un senso completo benclie isoiati Cost mvece di dare un atto di una commedia in 5 atti , sarebbe nieglio dare una farsa tutta intera di un atto eolo , com' egli iia fatto dell' Edelknate di Engel. Vero e pero che lo squaixio che ci ha dato della ceniniedia di Kotzebiie VABTE ITAIIANA. II7 iiititolata Don Raiiudo De Colihrados e piacevolissiuio e ci Ija fatto ridei"(' di cuove. I Nette Kleine schriften dello stesso autoie conten^ono qualche anedd(»io die mosrrano in lui piii i\ desi- derio di divertire con vacconti straoi-dinaij che con fatti ven- tien e scelti con bnona crltica. Nessuno credeia noi ceitani-nte che VI sia sulle coste del Malabar mi ser|iente che abbia il talento di aiumaz/are T uoino^ entrandogb nel iiaso per una na- rice ed usceudo colla luetoi del ooi-|>o dall' alcra , rinianendo COS! penzolone a gulsa di due basette o ninsracclii. — 11 com- pilatore non e punto rlsponsabile della verita di C(uesto , n^ del seguente aneddoto die risguaida un alrro serpente che fa il pescatore , e per questo uou intendiamo di tare a lui ua rim- provevo. Delle proprietd vltali dell' ittero gravida e de' parti die avveiigoiio dopo La niorte della pregaante Disser' tazione del dottor fisico Domenico Meli. — Milano , 1821, dalla tipografia di A. S, Brainbillaj in S.** di pag. 55. Questa dissertazione fu letfa all'l. R. Isiituto di scienze, lettere ed arti nelt' adiinanza del 2C diceiiibre 1831. Essa e ricca di luolti fatti e di acconca erudizione , e tvae occasione a parlare di questo sulnetto da un caso assai peregr no die 1' A. Icsse nel Yi. 3? del Journal coiiipleinentaiie du, Dictionnaire des sciences ine- dicales, Dopo aver con brexita e chiarezza disciissi i piii iniportanti fenonieui fisiologici di una pArte cosi nobile della iiiaccliina feminea , come la sensibilitd e contrattilUa organka , la dilafazione attwa , J' estenslbllitii de' tessuti ecc. , 1' antore fa egli stesso un transunto delle conrlusioni die si possono de- durre dalla sua Memoria nel niodo segnente : « L Che altre sono le proprieta vitali dell' utero voto e que- tante, altre quelle che ii vivificano dopo il coacepimento e nel I a pregnezza. » II. Che i fisiologi moderni non seppero , se pur male io non ni' appongo , ben distinguere fra le une e le altre qnali peculiariueute ed uaicaaience sono proprie dello stato di gra- vidanza , e quali pei fatti da noi riferiti si debbono supporre preesistenti al detto stato . ma in modo latente e solo capaci di mostrarsi in alcune uon frequenti combinazioni. » III. Che gli stessi fatti ci ban perdotto a qualificare per proprieta vitale appartenente snitanto all' utero gravido , la di- latazione attiva; ed a ritenere che tanto la sensibilita animale , quaato la contrattilita organica sensibile sressero uel modo or ora indicato m quell' organo anche fuori dello stato di pregnezza. » IV. Che molta peuetrazione aver tiebbe il iisiologo [er non confonderc a prima giunta i simigliantisiimi fenomeni della I l8 A I' PEN D I C E dilatazinne attiva con quelli dell' estensihilita generate de' tessuti posseduta ilalia niatrice in tutti i siioi ranibiaiiienti : quel della sensihilitd animale con quei della seiisihlUta orgaiiica : quelli della tontratcilita organica sensibile con quelli della ccmtraitil'ua dei tessuti. » V. Finalniente clie la eontrattilila organica sensibile e l' u- nica, r agsoluta proniotrice e 1' ojieratrice del partorive ; die qualche volta fuori di tempo ( e fors' anche sempre all' epoca fissata dalla natura per cotale funzione ) ^ posta in attivita dalla sensibihta animale; die e capace di spiegare a seconds degli ostacoli incrediliile forza; die serbasi per molto tPiupo dopi> la njorte dotaca di tanta energia da effettuai-e il parto , e die Iri altre nascite di feti avvenute in geguito alia totale cessanza della stessa proprieta vitale sono tuttaffatto dovute alio svlluppo del gas operato dal putrido corroinpimento dell' utero e del feto , ed in ispeziale mode alia loro coinpreasione ». Viaggio al Mella , al Clisio ed al Bcnacn. Poemetto di Antonio Buccellenj bresciano. — Brescia, 1821, per Bettoni «? Socj ^ in 4.°gr. {pubblicato per le ben auspicate nozze del conte Giuseppe Brebbia colla nobile Teresa Folperti. Per le sponsalizie della nobil Donzella Giovanna de' Co. Della Somaglia col nobil uomo Filippo marchese Patrizi. Epistola deW abate Luigi PoLI- voRis — Milano ^ 1822, co' tipi di Giuseppe Vo- gliani , in 8." Quest! due poi»metti vengono da noi annunciati ad un tempo, perclie furono anibidue pubblicati per occasione di nozze , ed arubidue scritti sulle orme delT Invito a Lcsbia del celeberrimo Wascheroni. II sig. Buccelleui fingendo d'accoinpagnare 1' illustre sposa per la provincia di Brescia fassi a descrlvere a niano a niano con nobilissimi versi le cose die pin notabili s' incontrano sul I^Iella, sul Clisio e sul Benaco. II sig. Polidori seguendo il suo prisco uffizlo d' amniaesti-arc nella geograCa la nobile donzella, fatti prima alcuni cenni sulle piii cospicue citta die dalla disce- pola verranuo incontrate tra Milano e Roma, passa tosto ad additarle i grand* nionunienti e gli altri piii rinoniati oggetti della citta die ai sette colli impera. In uno de' prossiini numeri noi ci farenio a tessere il confronto fra questi due poeuietti e lascerenio die il leggitore giudichi quale dei due autori abbia meglio battnte le orme del Masdieroni , e fors' ancora quale dei due giunto sia ad emulare quel famoso Invito. PARTE ITALIANA. 1 If) Dizionario portatile italiano-tedesco e tedesco-italiano , compeiidiato da qiiello dell' Alherd , arricchito di tutti i teTmini proprj delle scienzc e dclle arti, e dl uii vocaholario geopafico. Nuova edizione con un' ap- pendlre di termini attinenti nlla cancelleria. Toml due in 8.° di circa 700 pagine in tutto. — ■ Mi- lano , presso la Societd tipografica de Classici /ja- Uani. Prezzo lire 10. La societa fipografica de' Classici , intenta a diffindei-e il buoii gusto deir italiana favella colla pubblicaEione delle piii terse ed eleganti scritture de' nostri letterati dei secoli fcorsi , non lascia jiei'o di stampare anclie que' libri ciie possono facilitare lo scudiu delle altre lingue. Noi non ci fai-'enio qui a dimostrare 1' utilita die recano i buoni dizioaaij per la comunicazione dei lurui , e per il connuercio fra i popoli che parlano idionii dif— ferenti ; ne faremo osservare quanco , fra le principal! lingue viventi , sia a noi vantaggiosa la tedesca; soltanto rifletteremo che in Italia si sono fatte diverse edizioui dei dizionai'i del- I'Alberti e del Baretti per riguardo alia lingua francese ed in- glese , e clie per rispetto alia tedesca . eccetto il solo vorabo- Jario del Borroni , quelli del Castelli, del Jageniann,del Flache, del Fdippi , del Heucke , del Lngino , del Pezzl , del Deurer , del Rabenhorst tutti vennero stanipati in Gerniania e fattene di molte edizioni : e quindi ne risulta uianifestaniente la conse- guenza essere piii coltivata la lingua italiana in Gennania di quello che sia la tedesca in Italia. Ora pero che fra noi sono cresciuti gli amatori dell' idioma aleuianno fa di bisogno un dizionario tedesco ed italiano, stampato in Iralia per cosi non aggravare il nostro commercio librario col procacciarselo dal— r estero. A questo bisogno ha soddisfatto la Societa tipografica de' ClHssici Italiani pubblicando il dizionario clie enuucianinio. Egli ^ tratto dall' ultima edizione di quejio del Rabenhorst fatta in Lipsia, al non gran v^iunie del quale va unito il preaio di esservi registrati uiolti vocaboli appartenenti alie scienze cd alle arti che non si trovano negli aliri dizionarj. Gli editori italiani poi, oltre niolti niiglioranienti fatti in questa loro ris'anipa del dizionario del Rabenhorst, sostituendo vocaboli di lingua o d' uso a quelli che trovarono anticjuati o corrotti o non nsati , e sup- plendo alia mancanza di varie voci che senibrai'ono loro neces- aarie o utili colla guida dei dizionai-j dell' Adelung, del Jagemauu, del Heucke , della Crusci e dell' Alberti ; e oltre riprodurre il ■vocabolario geograficv e 1' elenco dei nomi delle persone di cui i corredata la stampa di Lipsia , nella presente edizione vi naano fatre due aggiunte , la prima e un' appendice dei vocaboli di cancelleria spetranti alio stile del foro e dee^li affari, e la se- '^onda il progpetto de' verbi anomali si italiani che tedeschi. 120 Al'PENDICE La stampa ^ fatta coit caratteri latiui ad eBcmpio del'le pidl recent! edizioni clie conono per tiitta la Geniiania , ove eulle trace* degl' Inglesi sembia die si niandino iu bando i caiatters gotici. Noi credianio pertanto degno di lode i\ lavoi-o della Socitla tipografica , luenrre gli amatori delle due liiigue potrauno cosi procacciarsi per un tenue jirezzo un buon dizLonario tedeeco- italiano. M. Raccolta d'antichitd ^reclie e romane ad aw degli artlsti disegnafc e incite da Giovanni Bignoli , fascico- lo 2.*^ — Mi auo , 182K dalla. tipografia Destefanis. Abbiaiuo aiiniinciato il priiuo fascicolo di rjuesta raccolta. Vedi Biblioteca iral;ana tomi) 32.° pagina 126. Questo contiene altre 6 tavole. Nella prima si vedimo due teste e due busti di Giovc e di Giunone ; nella seconda due statue degl' Iniperatori Trajano e Caligola con un alto rdievo di Giove ed Alcuiena; nelta terza due bellissime arc; nella quarta due candelabri ; nella quinta ((uattro vasi ; nella sesta cinque fregi d' ornato. II tutto e inriso con uiolta frauchezza e dismvolrura e con luolta coiTezLone di di- seeno. Le associazioni si ricevono dall' autore abitante a S. Mar- cellino corsia del Broletto n.° i854, e dalla ditta P. G. Vallardi m S. Mavgherita. Biblioteca classico-pittor'tca per uso degli ardsd dilet- tanti e studiosi della classica erudizione. — Milano , prcsso P. e Q. Vallardi, negozianti di stampe, libri ed articoli di belle arti, contrada di S. Margherita, n° 1 101. Questa raccolta ha cominciato colla divina comruedia di Dante Alighieri disegnata ed iucisa dal celeberrimo scultore inglese Giovanni Flaxnian , e qui riprodotta con moltissima fedelta e correzione. Sei sono i fascicoli finora usciti e ciascuno d' essi contiene 6 tavole Gli auiatori del divino poeta , gli artisti , i conoseitori e ddettanti delle arti del diseguo troveranno infinito pascolo in queste composizioni. La fantasia del disegnatore ga- reggia con quella del jjoeta , ed ogni tavola porta inipresso un non so che di caratteristico , di sodo , d' immaginoso espresso sempre con pochi tocchi, ma arditi e sicuri. 11 subliuje e sem- pre compagno del sempllce ; e felici quegli avtisti die come ii Flaxniau eanno esprimer molto con poclii tratti. Questa raccolta quando sara terminaca sara. tanto piu preziosa in quanto che I'opera originate del Flaxnian e rarissima e costa grandissimo prezzo. Questa non costa die lire una e cinquaata ceatesimi per ciascuu fascicolo. II formato e in quarto. I'VRTE IT\LI\N\. 121 Storia della Spagna antica e modei'na, del cavuliere Luigi Bossi , coil carte geografic/ie e tavole Incise in raine. — Milano , 1821, dalla tipografia dl Commercio, in 12.°, vol. 1.° al 4.'', di circa 400 pctg. ciascuno. Deir istoria d Italia antica e moderna , del cavaliere Lidgi Boss J , con ccate geografiche- e carte incise in rame. — Mtlano , 18 19- 1821 , presso gli edi- tori Q. P. Giegler e Q. P Bianchi e Co:Tip., stam- patori , vol. 1." al i6.°, di circa pag. 5oo t uno^ in 8.° ed in 18.° Animali qnculrupedi principalis formanti parte della storia naturale figurata e descri ta ad uso della gioienta italiana. — Milano ^ 1821, dalla ditta Pictro e Giuseppe Val'ardi, fasc. l.° e 2.°, in fogLio. Nuovo Atlante uniiersale deli' antica e moderna geo- grafia , dei signori Arro^v smith , Pojrson, ecc. — Milano.. 1 820- 1 82 1 s da'.la ditta Pietro e Giuseppe Vallardi , fascJcoli \.'^ al i5.°, contenenti 3o carte., in mezzo foglio. Operette varie in prosa , di Mario Pieri corcirese. — ■ Milano, 1821 ;, per Giovanni Silvestri , in 16.°, di pag. 408. Manuale dei proprietarj e del conduttori del fondi urbani e rustici , degli usnfruttuarj e degli usarj , comp:lafo secondo i principj generali del Codice civile universale austriaco , con module. Opera utile a qualunque persona. — Milano , 182 1 , per Giovanni Silvestri, in 8.^, di pag. 142. Nuova Raccolta teatrale , o sia Kepertorio scelto ad uso de teatri italiani, compilato dal prof. Gaetano Barbiem. — Milano , 1821 , co' tipi di G. Pirotta, m 12.°, vol. i.° all' 8.°, di circa pag. 3oo ciascuno. 122 APPENDICE Collezione dei classici mctaftsicL — Pavia , i8i()- 1821 , prfsso i coUettorl ( QliLseppe. Oennani, Luigi Holla e Defendente SaccJd ) , col dpi di Pietro Bizzoni, ill 12.° piccolo, di circa pag. 3oo cta- sciin volume. Volumi usciti : Opfip scelte di estetica di Mario Pagani , vo- liinjc unico ; Saggi lilosolici sulT umano intelietto , di Davidc Hume, volgarizzati , vol. 2, col ritratto e la vita dell' autore , scritta da lui nie'desin'o ; Opere metafisiche di Coiidillac , vol- garizzare , coll' elogio e il ritratto dell' autore , vol. 4 ; Delia ricerca della verita, del P. Nicola MaleJjranclie , traduzione , col ritratto e 1' elogio dell' autore, vol. 6; Cririca della ragione pura , di Fiuaniiele Kant , traduzione dal tedesco , col ritratto e un ceniio suUa vita e le ojiere delT autore, vol. 3 ; Lezioni di Closofia o saggio sulle facolta dell' aninia , del professoi'c Laroiiiiguieie , coo una IMeuioria inedita , vol. 5 ; Saggio sul- r uuiano inrelletto , di Giovanni Locke , volgarizzato , col ritratto e r elo&io deir autore , vol. 3. Epigrammi train dai Xf^ libri di M. Vul. Marzials, c recati in versi italiani da P. 31. — Pavia, 1821, pj'esso il lUnajo Giovanni Torri, in 12.° di pag. 211. L' autore di questa traduzione che braniji conservare 1' ano- niiiio lia voluto cou questo saggio teiitare il giudizio del pub- blico per iscoprire come abbia a contenersi colla traduzione di tutti gli epigrammi di Marziale che ha gia compiuta. E singolare che fra i varj poeti che vissero ai tempi di Marziale, come Persio , Giovenale , Silio Italico, Lucano, Stazio , Valerio Flacco, Marziale sia il solo chf: non abbia ancora avuto 1' onore di una versione poetica italiana. II sig. P. M. s' accinse a questa im- presa ; ma le ragioni che altri forse distolsero dal ])recederlo neir aringo resero pur lui timoroso a j'ubblicare il suo lavoro. « Avvisai per tanto, die' cgli , di mandare innanzi un saggio della mia versione , e 1' accoglienza che ad esso verra fatta mi con- sigliera a dare alle staiupe 1' opera completa o a condannarla per sempre all' obblio » Noi vogliamo qui riportare alcuni di questi epigrammi. Dcir Atifiteatro di Cesare. Taccia gindiziosa; dove le niancliino qneste con- dizioni, ella non e gia lode, ma piacenteria e lusinga- meato, niente onora il lodato , e stopre nel lodatore o fini d' interesse , od ignoranza della materia cli'' egli ha toko ad esaltare. Mi pesa il dirlo , pregiatissinio signore, ma per lo meno la seconda parte di questa taccia si ap- plica naturalmeute airautore della Nota, inserita nel pre- cedeate qiiaderno della Bililiot. Ital, , intorno alle Orazioni di Giuseppe Bimnonti, e sottoscritta O. M. Cotesto signor O. M. innalza airnltimo cielo quella Orazione in cui discorre il Biamoiiti del SuiXlME: dico discorre , e non tratta, per- che cosi domanda la propriela de' termini; trattare un ar- gomento, e considerarlo in tutti i suoi aspetti , svolgerlo da tutte le parti , penetrarne il midollo , e venire in fine ad una conciiinsione che appaglii il giudizio di clii legge od ascolta i il Biaumiiti , al contrario , si ristrigne ad ac- ce.inare , non senza averci fatto lungamente aspettarlo , il suo pe:isiero fondamentale, e quindi, per dar convene- vole corpo alia sua dicena , altro noa fa che gonfiarla di quelle ventose aniplilicazioni che intronano gli orecclii senza persuadere ne punto ue poco Tintelletto. Pure se il signor O. M. si fosse prudentemente ferniato in sui generali , si potea di huon grad() comportargli quella sua grande am- mirazione per 1* autore ;, giacclie lo splendore della locu- zione , la rotondita de' periodi , 1' innesto delle storiche ricordanze, ed altri simili allettamenti, meatre si vogliono riporre fra le parti die coiicorrono a far hella vma Ora- zione , bastano a soddisfar colore i quali pensauo , dentro PARTE ITALIANS. I29 X t:u liiniti esser tutta rinchiusa 1' arte rettorlca: e di prerogative s\ fatte il Biamonti e certamente non infelice posseditore. Ma il sig. O. M. si lascio traportare piii avauii, e abbaadonatameiite asseri, = QuellL che hanno preso a ragionar del Suhlime , tut ti , non eccettuato nepure I' istesso Longiiio , essere stati contenti al limite di accennare doiule nasca il Sublime, corisiderato ne' piii eccellenti parti della facolta oratoria o poetica : nessimo essersi awisato mai d i/i- dagnre donde quti Sublime abbia origine , e qual sia la cosa che neW aiiima di un somnio poeta od orature ecciti priiLcipalinente la sublimitd dt' pensieri. Que- to 1 unite essere staLO superato dal sig. Biamonti in quella Orazione , ove si offenna e si diinotra che il Sublime non aLcronde luisce che dcdie rovine, fra le quali esse ha la sua vera e pro- pria sede ; e cost aver saputo it sig. Biamonti , in un teina de' pill triti , contessere un dottissimo ragionamento sopra una proposizione affatto nuova. = Tali soiio le brillaiiti men- zogiie che vender ne vorrebbe il sig. O. M. ; ma perche aoi ci accomodassimo a comperaile , e' bisognerebbe die ill Italia non fosse mai capitato , non cb'akro, ne manco un esemplare delle Ricerche suit origine delle nostre idee intorno al Sublime ed al Bello , del Burke. Eppure questo liljro , tradotto nella nostra favella , corre fra le mani di tutti coloro clie si dilettano di questa parte di studi. II Biamonti fa nascere il Sublime non altroude che d;ille ruine , come son quelle di Palmira e di Troja , o quelle the accompagnarono la guerra de" Titaiii , o quelle che Isaia predisse a Moab , a Tiro , a Dainasco , a Sama- ria , a Babilonia. E il Burke in che lo fa egli consistere ? Net tcrrore ; clie e quanto dire nell* effetto prodotto dalle ruine niedesime^ se non che il terrore e applicabile ad un uumero, a gran pez7,a maggiore, di obbietti idonei a f;ir r impressione del Sublime, che non sono le ruine. Dunque la teorica del sig. Biamonti non e , per cosi dire , clie uii frammento di quella del Burke, nella quale essa e rin- chii'sa. Nondinieno anche la teorica del filosofo inglese fu trovata non abbastanza precisa , e insufficiente a render lagioiie di tutti gli oggetti che destano V idea del Sublime. 11 Blair, fra gli altri , avverte con giudizio che in niolti oggetti sul)limi il tcrrore non ha veruna parte , come nel magnilico prospetto d' una immensa pianui*a o del iiruia- lueuto stellato , o uegli atti e seutinienti morali clie J3ibl. Ital. T. XXV. Q I DO APPENBlOE altamente ainmiriamo, e per ciii raninio nostro si sulilima; ed a rincontro, in uiolti oggetti penosi e tenibili e cliiaio non essere alcuna sorta di grandezza o subliuiita; T am- putazione d' iiii memliro, per via d'esempio, od un mal- fattore che cade sotto la manuaja , son cose certaniente terribili , ma pure non atte a produrre suhlimita niuna. Poste per valide le obbiezioni s\ fatte, di lieve si com- prende dovere alle medesime tanto piii andar soggetta la novella teorica delle mine. Pure, per nn soprappiu, discen- dero a'' particolari di un esempio. Quelle parole della Bib- bia, riferite dallo stesso Bianionti , Disse Iddio: Facciasi la luce , e ki luce fu fatta , son tali , die piii su non puo giugnere il Sublitne. Ora le dette parole formano la su- Itlimisslma delle immagini , non giii perche la nostra niente ne venc;a costretta a volgersi indietro ed a riguardare il piii terribilc fra tutti gli abissi e mine, il nulla , come sfor- zatamente si assottiglia il Biamonti d' insinuare per tenere in piedi la sua teorica ; ma si perche ci presentano esse la viva idea d''un immenso potere , il quale produce il massimo etFetto coUa massima facilitfi e prontezza , non di- stmgge e non rovina , ma crea: ed e 1" istantaneo spet- tacolo della creazione che ne colpisce la mente , non gia per fermo cio che pote essere da prima ; poiche , oltre che da prima non v' era nulla , la mente , tutta occupata e invasata nello spetlacolo presentaneo che le si apre da- van ti , non puo uel tratto medesimo fantasticare intorno a cpiello che da prima poteva essere o non essere. Laonde il Blair , essendosi accorto die neppur nel terrore , come- che preso nel significato piu largo che possa attribuirsi •A tptesto vocabolo, ha luogo quella qualita fondamentale che si cerca , in cui tutti i diversi oggetti sublimi si ac- cordino , e per cui producano neiranimo nostro una com- mozione della stessa natura, inclinava a credere che "una >i gran forza, accompagnata o no dal terrore, sia ella im- » piegata a proteggerci od a spaventarci , abbia maggior ;r titolo d' ogni altra cosa ( fra cui le ruine del Biamonti ) » ad essere tenuta per la qualita fondamentale del Subli- » me:, poiche e difficile che ne si present! un oggetto da » far questa impressione , nella cui idea la gagliardia, la » forza , il potere , o non entri direttamente , o almeno v non sia con essa intimamente associata , spingeudo il » nostro pensiero a qualche maravigliosa possauza ond" e TVr.TE ITALIAN A. iJl » prodotto I'effetto. » Tuttavolta egli non si chiarao pago aucora di qiiesta sua ipotesi , quantunqiie l)en piu sod- disfacente die quella delle ruine non e; e dicliiaro di non voler punto insistere nella pretensione ch' ella valesse a stabilire una teorica generale. Dunque vero non e, nessuno , da Longino infino a noi , essersi awisato giammai d' indagare onde il Sublime abbia origine-^ — duiique il Biamonti non e il priino che abbia cio fatto; — dunque la sua proposizione non e affatto nuova , ma si bene implicita nella ipotesi piii lata del Burke o del Blaire; — dunque non e dimostrato , il Sublime non alcronde nascere che dalle I'uine; — dunque U sig. O. ]\I !|VIa che occorre? Lascianio a lui stesso la noja di fornire guesto ingvato peiiodo, secondo clie gli detta T intimo sen- timento. Ho toccate , signor mio pregiatissinio , queste cose , non gia per animo , o pel diletto illaudabile , iitttoche pur troppo quasi generale, d' assalire un debole per soper- chiarlo ^ ma spinto unicamente dal dubbio , che , dove niuno avesse in quest' occasione parlato , non poclii sospettar potessero non fosse 1' erudizione de' miei concittadiiii ri- sti'ettxi ne' termini che s' e veduto esser quella del sig. O. M. E pero mi confido ch'' ella non isdegnera di render pub- blica questa mia lettera , onde mostrare che se la Bibl. Ital. per accidentale inavvertenza amraette talvolta nelle sue pagine qualche errore, non prima se n" e addata, che di huona voglia il confessa ed emenda: il che e pruova tanto maggiore di gentilezza e di zelo pel bene degli studj , quanto e piii raro il vedere che altri sia pronto a dare un cosi hello esempio. Per quello poi che spetta alle tre altre Orazioni com- mendate dal sig. 0. M. , essendo il lore argomento d"una importanza . al piu, momentanea e locale, siimerei opera perduta il fame parola. Tuttavia per cliiarire il sig. O. M. quanta in me pur sia la volonta ' d' accoi'darmi neUe sue opinioni, diro ehe veramente notaljile giudico anch'io quel passo da lui citato , doi^^e il Biamonti daUa circostanza che la nascita del suo eroe venne a coincidere con quella d' un grande filosofo e matematico , seppe cavare un ar- gomento a gloria del primo. E in elFetto egli era difficil cosa il mostrare con piu bel garbo e con maggior finezza , che fece il Biamonti, come le doti dell'iugegno soprastieno iSa ATPENDICE alia grandezza fortiilta de'natali, e come questi abbisognino d'ab])ellirsi del liverbero di quelle: coiisideiazioiie mora- lissiiiia e confortatrice de' popoli; iniperocclie a un tratto ella teiide a |ireservare i graiidi e potent! , per opera del caso, dal veleiio della superbia , e niette animo ai meno favoriti dalla foituua d' aHiiiare le loro facolta intellettuali. FiLALETE. Lettera dl tre Amlci associati alia Bihliotecn Itallana , relativamerite ad un. articolo inserito nel N. LXXI della medesima intorno ai toml III ^ IV, V ^ VI ^ VII e VIII delta Storia d' America ,• opera origi- nale italiana. At siQinor Direttore della Ijiblioteca Italiana. I L niodo con cui , aprendo al vostro bel Giornale il covso deir anno or cadente , Yoi parlaste della Storia d' America, ci avea messi in giusta speraiiza die quando di quest' o- pera che dicesi originate italiana , e die ne lia non podii segni, fosse uscita una certa quantita di volumi, giacclie essa vien pubblicata periodicaniente, avrenuno per cura \ostra avuto una notizia della medesima degna dcU' im- portanza e vastita delP argomento , e e/f e dovuto pvincipalmente occuparsi; abbiamo coa assai rincrescimento nostro dovuto vedere che per la iae- sattezza loro quelle sue osservazioni, anzi che opera di desta mente, pajono cadute giu dalla penna di chi scrive dormendo. Die* egli non aver veduto senza sorpresa riferite nella prima pa gina del tomo III le due belle stanze del Tasso che alio scoprimento dell' America eleganteme rue alludono , e ol disotto poi le parole , colle quali I' autore sembra pre- ludere al suo primo libra della Storta: cioe " Di questo.il memorabile ed alto fatto per la prima volta esce iu Jtalui storia scritta da Italiano in italiaiia favella » ; e quindi aggiunge sembrargli v7ipossibi!e che T autore ben istrutto non abbia avuta notizia deW elogio di Cristoforo Colombo stampato in Parma dal Bodoni, e della Vita di Cristoforo Colombo pubblicata gia da alcuni anni in Milano colle stanipe di Vincenzo Ferrario dal cavaliere Luigi Bossi, della rinonianza del quale tenerissirao TEstensore delP ai*- ticolo aggiunge che in una lunga serie di note quel bio- grafo ha esaminata con molta critica e col corredo di mol- tissima erudizione tutti gli oggetti relativi non solo all' im- presa di Colombo, ma i fatti ancora e le circostanze che prevennero o accompagnarono quello strepitoso avvenimento. E tanto pill strana , continua egli a dire , riesce quell! as- serzione , in quanta che il ritratto di Colombo medesimo posto in fronte al detto volume III , sembra ricopiato esat- tamente da. qucUo che il cavalier Bossi fece incidere sul- V antica stampa di Teodoro de Biy , e pose egli pure in fronte all' opera sua. Or come da questo fatto resta apertissimamente com- provato die 1' autore della Storia avea avuta notizia della J'ita del Colombo pubblicata dal sig. cay. Bossi., non pud dirsi in buona logica se non che scrivesse dorinendo 1" E- st^nsore dell' articolo , quaiido scrisse sembrare impossibile^ Io6 APPENDICE die Tantov della Storia non avesse avuta notizin di quefla Vita. Ma 1' altra )iin stringeate prova , clie 1' Esteusorc deir articolo sciiveva doniiendo , si e , clie senza soguare ( il che ordinariaiuente si fa qiiando si dorme ) , noa po- teva egli imniagiiiarsi die coUe allegate dne stanze del Tasso r autore intendesse preludere al suo primo libro:, peixiocche e dal frontcspizio dell' opera , e dai due volu- nii antecedenteinente stanipati appariste maiiifestamente , che ad altro piu grande , piu esteso e , tome egli dice , mirabile ed alto fatto tendeva col suo peiisiero , qnello di scrivere la Storia deW America , di cui quanto lia fatto Colombo e hensi uobilissimo incomincianiento , iiia certa- mente non e il tutto. E questo tutto e appunto il mira- bile ed alto fatto , di cui T autore ha potuto dire che per Ja prima volta esce in Italia Storia scritta da Italiano in italiana favella ; in paragone del qual fatto , cioe della ii^tera Storia d America , cosa vina Vita di Colombo , qna- I»»Jticfne sia la molta critica e la moltissima erudizione coUa t]uale possa essere stata scritta, divenga, ognvtno pi\6 ve- clerlo facilissimaniente. Poco iinporta indagare il secret© niotivo che lia tratto T Estensore delP articolo a niettere in mezzo questa V^ita di Colombo si mal a proposito; ma iiiia terza pi*ova che vi si e messa perche 1' Estensore scriveva dormendo , e , che facendo passare innanzi al buco della sua cassetta le figure del IV capitolo alP oc- casione della corsa del Colombo fatta lungo il Continente americano nel suo secondo viaggio , in proposito della grande quistione eccitata sul punto sc il Colombo sia statu <» no il primo discopritore del medesimo , ripeie , che se r autore consultato avesse le Note gia citate della Vita del (o.'ombo del Bossi , avrebbe potuto piu acconciamente illustrare quell" articolo importantissimo. Sarebbe facile ri- cordare all' Estensore , che tutta la critica e 1' erudizione necessana per dicifrare quel punto di storia puo trovarsi aac.'te fnori di quelle Note , le quali per se stesse non sono che una materia presa dal loro autore in imprestito. INIa noi ci limiiiamo a dire , clie se 1" Estensore non avesse 6cvitto dorn.endo, avrebbe meglio badato a cio die qui scriveva, poidie circa I'argomento di cui si tratta egli medesimo non dissinmla quanto V autore della Storia ha copiosamente e validaniente "agionato nel cap. YI , ove Jia preso di uiira lutio cio che e antichi e recentissimi PARTE ITALIATSTA. l37 Scrittori h.inno dlsputato al pari del cav. Bossf , e piu del cav. BossL V ultima prova poi , clie 1' Estensore delP articolo ha ecritto dorniendo , e che ha letto iHalamente lo sianipato deir autore della Storia : ond' e , che ha presentato oscu- 10 , e quasi senza senso nn periodo del cap. \ , clie qua] si trova nella stampa e, almeno per iioi , pieno di senso, e chiarissimo. Ivi esso e di questo tenoie : Se la ragionc non rigettasse i fantasmi di una hnmaginazione troppo viva, potrebbesi dir piuttosto , che il genio di Colomho , dacchc ebbe ijivestiti con giusra vendetta gli scellerati stati cagione a quel grand' uomo di tnnti maH , non fece piii ritorno a lid. 1? Estensore dorniiglioso dell' articolo ha trascritto : Se la ragione non rigettasse il fantasma di una iinniagina- zione , ecc. ' Pare a noi che hastino le accennate cose per aver ra- gione di dolerci, che T Estensore dell" articolo abbia scritto dorniendo. Pur non voglianio omettere ua' altra indicaz>o- ne non nieno importante delle antecedently ed e che accusa r autore di non aver fatto alcun cenno deW At'antide ^ e dfl passo, die' egli , nieniorabile di Eliano che a quella si riferisce. Se avessimo ad entrare in discussione con esso lui , il preghereninio a distinguere tra il mestiere tU far Note e quello di scrivere Storia, ed a permettere che chi scrlve Storia non sia un pedante, come e permesso d' es- serlo a chi scrive Note. Ma tenendoci entro i liniiti del- r oggetto che qui ci sianio prefissi, gli ricordei'emo , che tielV Atlantide 1' autore ha parlato a miglior proposito nella Introduzione ; e che qui non potevasi parlare di terra per- duta, secondo 1' autoiita de' sacerdoti egiziani, da circa dodici mila anni. Sognava adunque certissinianiente TEsten- sor dell' articolo quando sci'iveva cosi, come sognava quan- do supponeva che 1' autore parlando delle navigazioni degli anticlii fosse venuto di un salto dai tempi di Tra~ juno alle relazioni di Marco Polo e degli Zeni. La lettura del cap. I del prinio libro ne fa prova ad osnuno. Sicco- nie poi qualclie volta anche chi sogna puo immaginare il vero , noi vorrennno concedergli che le Isole Fortunate de- gli anticlii non fossero le Canarie d' cggi. Ma se penerebbe r Estensore dell' articolo a proyarlo , come e noto agli Eruditi che penerelibe assai , non pare troppo fondata la eeusura che fa all' autoie d' averle date a cUrittura per U 1 38 APPENDICr' Conarie, polcVife a sostenere quesla ipotesi moke conslde- razioni si prestano. Ecco , sig. Dircttore, a die si b ridotta la notizia da- taci de" piinii lil)ri della Storia d' America. Noi siaiiio per- suasi clie sareljbc iiidisci'etezza sonmia il richiedere che in uu Giornale s'' avesse a fare un iiiinuto esame di un' o- pera com" e questa , la quale esigerel)he tante cognizioni positive, quante e piu che non n" ebbe Tautore; ed una lunga serie di coiifronti e ragionamenti inteniiinabili. Imper- ciocche tutte queste cose voirebbonsi premetlerc per dire , che r autore prese un abbaglio qui, che la adotto ua'au- torita piuttosto che T altra f, e che mal ragiono allouta- nandosi dalla narrazione di tale storico , e indebitamente parteggio con tale altro. Nondimeno voi troverete, che la Toobilta del soggetto, la diflicolta dell' inipresa, la sua va- Stita , e r onore della nosti'a letteratura aveano diiitto a maggior diligenza. E vi avea diritto anche T autore, il quale ar^udo modestamente detto , che non sa augurarc all'opera MO, quella fortuna , che avrebbonle forse meritata ie seconde cure; ne colpa e sua se non ha potuto pre star le , bastante- wiente e venuto a dicliiarare , che ogni rilievo, il quale venisse da discreti e dotti uomini fatto , gli sareljbe di grato soccorso per una seconda edizione che potesse giun- gere a fare: nella quale e certo , che togliendo, aggiun- gendo 5 ed emendando opportunamente , darebbe perfezio- naraento al suo lavoro. Signore i dal modo con cui vi abbiamo parlato , com- prenderete che noi non siamo amatori di parti , ma bensi dei progress! de' buoni studj. E come sappiamo che uguali sentimenti animano voi , ci siamo indotti a scrivervi ixella fiducia di vedervi inipegnato a fare che i valenti coope- ratori vostri, ove abbiano a continuiire a darci notizia di quest' opera , il facciano possiliilniente colle viste che ab- biamo indicate , e che non possono essere che Ie vostre niedesime. / tre Amid Associati alia Biblioteca Jtaliami. N. N. N. N, N. N. PARTE ITALIANA. 189 NOTIZIE LETTER ARIE ED ANNUNZJ. Biblioteca di musica moderiia dl Giovanni Ricordi, editore dell' I. R. Conscnatorio, e proprietario dello stabilimento litografico. — • Jnno terzo. J.L gig, Ricoi-di progredisce con tanta celerita colla sua calco- grafia uinsicale , che sarebbc troppo ingonibro pe' nostri fogli I'annunciar sempre le cose da lui pubblicate in fra I'anno. Gii'- stizia vuole pero che di quando in quando facciamo lueiTi- zione di lui e del suo zelo pei progressi dell' arte sua- A forza
  • Raccolta di niusica per trattenimento e diletto degli amatori, Es.?a cnnterra i piu graditi fra i niiovi pezzi di niusica delle opere e dei balli , come pure sinfonie ridotte per forte piano y quelJe cioe che avranno ottenuto 1' universale approvazione , tar.t'O,* in Italia che fuori , non che sonate , variazioni , rondo , valtz , polonesi ed altri pezzi voLinti , purche si distinguano per u-« genere di coinposizione spiritQsa ed araena , e non troppo difficile da eseguirsi. Classe terza. » Raccolta di musica ad uso degli studiosi di forte piano , e particolarmente ]">er quelli die contano iiiio o due anui di stu- dio incirca. La scelta delle cotnposizioni che faranno parte di qnesta classe dovendo distmguersi particolaruiente nell' offerire alio studente un complesso di tali attrattive da potergli ispii-are (lesiderio ed amore a seropre piii progredire nello studio, e ad jmpadronirsi deir arte di sonare il forte piano con quella espres- siva e brillante esecuzione , che ai nostri tempi si esige , ho pregato il rinomato professore signore /. F. A. Jansen di assi- sternii col suo consiglio , onde ottenere prog^'essivamente e con ficurezza 1' utile scopo. Per rendere vieppiii commendevole que- st' inipresa assolutaniente giovevolissima ed interessantissiuia per gli studiosi dilettanti, saranno comprese in questa classe nuove composizioni non meno del suUodato signore Jansen, che dei pivi rinoniati autori nazionali e stranieri. E di questa pariuiente si diatnbuiraor.o 13 fascicoli all' anno, cioe uu fascicolo al mese a lire 3 ciascheduno. Classe quarta. — Canto. » Cnllezicne di mustca vocale con accompagnamento di piano forte. In essa si conterranno i pezzi piii appliuditi delle opere che si scriveranno pei gian teatri di Milano e di Napoli, noa che per quelli delle prime capitnli d' Europa , come Parigi , PARTE ITALIANA. I4I VJenna , Beilino , ecc. con 1' opportuaa vevslone delle pai-ole , qualora queste fossero in lingua straniera; Classe quinta. — Violino. » Repertorio di uiusica per violino con acconipagnamento ed anche senza , per trattenimento e studio. Classe sesta. — Flauto. 3> Repertorio di musica per flauto come sopra. In queste due ultime classi poi si coniprenderanno non solo le opera nuove dei piu celebri maestri d' Italia ed oltramontaui , nia quelle al- tresi gia pubblicate in Germania , Russia, Francia , IngliilteiTa, die aucora non conosciute in Italia , nieritassero un posto in questa IJiblioteca. » La riduzioue de' lavori musicali sara fatta senipre con mag- giore studio e diligenza da abilissimi professori , come alia seek* presedera sempre il buon gusto, di modo che la mia Biblio ~ teca si abbia a considerare il vero fiort- della musica moderr'''; » Cio premesso, mi propongo di pubblicare regolanuente o,t4"^| l5 giorni 4 fascicoli per le classi 11, IV , V , VI, e due c'S"^ mese per le classi I e III , tutti di 20 pagine di musica pi'^ *^- jueuo a seconda dei pezzi, ed alle solite coudizioni come s,^&c : » I." L' associazione sara obbligatoria per un anno inco'min— ciando col 1 5 gennajo 1823 , talciie ciascheduno rimane libe'p d' associarsi ad una delle suddette sei classi , scegliendo que'lia che piu gli puo conveuire. » 2." II prezzo d' ogni fascicolo viene fissamente stabilito in lire 3 di Milano pei signori associati , ed in lire 4. 10 di Mi- lano , prezzo tisso indistintamente pei signori non associati, e *e il fascicolo sara maggiore o minore di pagine 20, per questi ultimi il prezzo sara regolatn in proporzione. II risultato pero della somma annuale , e cio sia detto pei signori associati , sara immancabilmente di 480 paging di musica ; e pei signori asso- ciati della I e lil classe il numero delle pagme , al fine del- I'anno, sai-a di 240. Per quel signori clie desiderassero le copie in carta velina , il prezzo sara aumentato della meta. » Tanto gli uni , quanto gli altri , fuori di Wilano , riceve-' ranno i fascicoli franclii di porto sitio ai confini , colV aumento di soldi 10 per fascicolo , il quale aumento unito all' iniporto ei paghera in mano del piii prossimo distributore , al quale avranno la bonta di rivolgersi i signori associati e non associati. » 3." Cl)i si associera per 6 copie, avra la 7 gratis, e chiun- que si associera entro i primi 6 mesi prossimi venturi ad una delle sei classi , e che avra adempito puntualmente ai patti di associazione, ricevera alia fine dell' anno da me gratis un fa- scicolo di piii , che potra servire d' appendice alia proposta Biblioteca , unito al quale vi sara il catalog© dei signori associati. » Osservisi che i signori associati, per le classi I e 111, rice- veranno un fascicolo gratis di sole IQ pagine. 142 AI'TENDXCE >» II pagamento si dxrh. al ricevere tl' ogni fascicolo , il porto lettere sark a carico dei signori associati , e le associazioni si ricevono uel mio negozio , contrada di S. Marglierita , n.° Iii8, e iielle altre citta in tutti i magazzini di uiusica , e dai princi- pal! libraj. » II ncgozio die sono per aprire , col pross. gennajo 1822 (i) , dirinipetto all' I. R. Teatro alia Scala sara assortito d'ogni genere di luusica estora , corde armoniche , cembali , stainpe , ecc. ed altri oggetti di belle artl. » E gia perveniita al suo termine la mia Galleria tcatrale, clie contiene 96 ritratti dei seguenti soggetti : Noiiii degli artisti che compongoiio la iida galleria. » Le signore Catalani , Gafforini , Coibran , Belloc, Campo- *-esi , Grassini, Marcolini , Morandi , Canonici, Fab re , Pisaroni , ■'^'inotti B., Moiubelli, Pinotti R. , Ronzi , Sala , Bertinotti , Ma- potti , Paer, Strinasacclii , Conti , Coral! i , Dupen , Pallerini , issi , Bonini , Correa , Festa, Fabbrichesi , Goldoni , Marchionni, ^•'llandi; '^ f , I signori Asioli, Mayr , Winter, Rossini, Morlacclii , Nico- lift-.')Paer, Weigl , David G. , Ronconi, Tramezzani, Viganoni, Brocchi, Galli , Reniorini , Zaniboni , Barili, Bassi N. , Pacini L. , .^afanelli , Bonoldi , Crivelli , David , Donzelli , Federici , Gene- rali , Pavesi , Perotti , Minoja , Paganini , RoUa , Vaccari , Co- ralli , Costa, Molinari , Henry, Benelli, Bianclii E. , Gentili , Siboni , Andolfati , De Marini , Morrocchesi , Vestris , Basigli , Pertica , Ranfagna , Romani , Crescentini , Marchesi , Velluti , Testori , Gioja , Landriani , Sauquirico , Vigano , De Grecis , Naldi , Taglioni , Taglioni S. , Feron , Pasta , Meyerbeer , Pacini. » Miiano , il i.° dicembre 182 1. Dlzionarlo universale raglonatn della Guuisprudenza mercantile del sig. Scnatore don D. A. Azuni , se- conda edlzionc arricchita di nuovi articoli, e cor- retta daW autore. Fiiio dal mese di dicembre dell" anno 1 8 1 8 , fu dalla cessata tlitta di mio padre Tommaso Masi e comp. annun- ziata con manifesto la ristampa della tanto celebrata opera suddetta. Alcune circostanze non peniiisero allora all' illustre au- tore di dare 1' ultima miano alle aggiunte , e notabili correzioni eh' egli si era prefisso di fare alia sua opera. Quindi la ristampa proposta non pote aver luogo. (1) Qae:to e gii aperto. PARTE ITALIAN A.. 140 Ora I10 11 pLicere di preveniie il pubblico che avendo cla poclii gioini rice\aito dal sig. Senatore Azuiii V intiero manoscritto delF opera suddetta con i nuovi articoli e cor- rezioni , mi accingo ad adempiere F impegiio gia da mio padre contratto, pubblicandola con le mie stampe. Non credo pre/zo delF opera il dovenni intrattenere a parlai'e dei nicriti tanti e della somma utilita d' uii li- bro omai tanto conosciuto e giustamente apprezzato nella culta Europa , al quale incessanteniente ricorrono ed i ma- gistrati per la decisione delle cause che lore si preseii- tano 5 ed i giurecoiisulti per la trattativa delle comiiier- ciali controversie , ed i negozianti per le loro niercantili operazloui, e gli uomini tutti che sentono il bisogno d''in- struirsi nelle teorie e nella pratica del commercio. Tanta, fu I'avidiia con la quale venue niai sempre ricercata que-/ St" opera classica che da niolto tempo niun esemplare tro?" vasene vendibile a chi bramasse acquis tarla. L'edizione verra dunque da me divisa in 4 volumi *" quarto a due colonne in buona carta bianca e in ca\ .\^ tece filosofia interlineato e si rilascera ai signori associati al prezzo stesso gia fissato nel 1818 di paoli dodici il vo- lume legato alia rustica, nonostante T enorme aumento di prezzo che da detta epoca fino al giorno presente hanno provato le carte. Alia pubblicazione del i." volume il detto prezzo sara infallibilmente aumentatto d'un terzo. La pre- sente edizione verra anco corredata del ritratto dell' au- tore egregiamente inciso a bulino da valente artista. La maggior celerita sara usata nella pubblicazione dei volumi. Le associazioni si riccveranno al mio negozio di libri e gabinetto letterario in faccia alia posta delle lettere, e nelle altre citta dai principali librai. Livorno, 10 novembre 182 1. Glauco Masi= Giuseppe Acerbi , direttore ed edltore. Osservazioni meteorologiche fatte alV I. R. Osservatorio di Bre>a. G E N N A J 0 Io33. M A T T I N A. Sera. .2 6 — < u "« 2 * 3 S 0 ii a s 2 0 a ■Jo ** Staio del cielo. N < p ■^ 5 cS 5| « a V 6 0 a N > (5^ Stato del cielo. I poll 27 . liu. 8.7 - i°6 E Sev. nebhia. ,ull liii. 0/ + i°3 N 0 Nebbia. ser. 2 27 8,0 + 1,3 S E Nuv.piovoso, 27 7)3 + 1,5 S E Neve. 6 * 27 ■•7 7.7 7,0 - 0,2 - 1,3 0 N Sereno. Sereno. 37 27 7)-+ 6,0 + 3,(. + 1,3 0 s 0 Sereno. Ser. nebb. J -7 5,3 + c,5 « Nu.po.ne.neb. 37 5,0 + 1,5 s Nu. neb. neve. b 37 4,6 + 0,.. N 0 Nebbia. 37 27 5,0 + 2,f so Nuv. nebb. t 2^ 6,6 + 1,0 S Nuv, nebbia. 7,0 + 3,0 E Nuv. nebbia. ^ 3-^ 7,3 + 1,2 N 0 Nuv. rotto. 37 7,0 + 2,8 S S 0 Nu. neb. rot. ■- 27 8,0 + 4,0 N 0 Sereno. 27 6,5 + 7,0 NNO Nuv. ser. 1 6 27 7)7 + 2,0 N NO Sereno. 27 7,5 + 5,0 N 0 Seieno. 17 27 8,0 + 0,5 0 Sereno. 27 9,c + 4,6 N 0 Sereno. i8 27 10,5 + 2,3 N Nuv. sereno. 37 11,8 + 5,0 N 0 Sereno. 192- 11,2 + 0,3 0 Sereno. 27 10,0 + 8,6 0 Sereno. 20 27 11,0 + 1,5 SOS Sereno. 27 11,8 + 6,6 E Sereno. 21 28 0,3 + J,o N Sereno. 28 0,3 + 4,5 SO Sereno. 22 28 1,0 + 0,2 N Sereno. 28 1," + 4,5 S L) Sereno. a3 28 2,8 + 0,6 N...0 Ser. nebbia. 28 3,0 + 3,5 0 Ser. nebb.eer. 24 28 1,3 + 0,3 SO Ser nebb. 28 0,5 + 3,5 0 Neb. piov. 25 27 ti,6 + 1,5 0 Nebbia. 27 10,5 + 4)3 0 Sereno. 26127 6,6 + 1,0 N 0 Sereno. |27 5,0 + 8,0 0* Sereno. 27 27 6,7 + 3,5 NNO* Sereno, 27 8,5 + 6,4 N 0* Sereno. a8 27 9,6 + 1,7 SE Sereno. 27 9,7 + 4,0 E Ser. nuv. ser. 2927 n,5 + 1,0 E Ser. nuvolo. 27 11,0 + 4,2 0 Sereno. 3o 27 9.9 - 0,6 0 Sereno. ^7 10,4 + 5,0 E Ser. nebb. ji 28 0,1 + 1,0 K E Sereoo. 28 1,3 + 6,0 E Sereno. i Altezza mass, del bw. poll. 28 lin. 2,8 Altezza mass, del term. + 8,6 mec ia » 27 » 0,5 8 ^^^p,\\ Quantita dclla pio lin. 6,75. ]\B. ]l trrnionietro di oeservazione h situato all' aperto , nia e riparato} diH^zione diretta del vento e del sole: unalrro ternionietro esposfo air aria piu libera e ventilata s egna per adeqiiato circa un grado: piii di f)f(\(.\o I 145 BIBLIOTECA ITALIANA ?rM>^cc\o o GJubar&o /i022. PARTE I. LETTERATURA ED ARTI LIBERALI. II Cadmo. Poema di Pietro Bagnoli , professore di lettere greche e latine nelV I. R. Universitd di Pisa. Tom,}, due in 8.° — Pisa^ i8ai , presso Sebastiano Nistri , con un rame avanti il frontispizio ( In, ][Tilano si vende da Giovanni Silvestri , stampatore agli scalini del Duomo , a lir. i o ital. ) 0gX(o ik Y^-txl/Jiov ahiv. u, N Toscano scrisse di Empoli nel carnevale del 1820 al Direttore di questa Biblioteca una lettera, nella quale il Bagnoli era predicate come poeta che tentava di cogliere un alloro , intatto ancora &ul Parnaso Italiano , con un poema del genere delle 3Ietamorfosi , lavoro di vend e pin anni : s' aggiu- gneva che quel poema era di ben venti canti , e se ne lodava V autore anclie come accademico della Crusca , e come scrittorc di varie stanze , ove inolt6 casdgata si dicea I' elocuzione , grande la copia e V armoida : ma per disgrazia se ne riportava una ad esenipio , die distruggeva con sua pochezza quel BibL Ital. T. XXV. lO 14^ IL CADMO. magnifico clogio (i). Sicconie peio sarehbe stato )m[)iudente riprovare su quel mescliino &agp,io uii poeta, noi seuz' aniscliiar un giutlizio iinniatuio ci contentammo di tassai'o come cntioo miseraljile t[iH>l Toscano da Empoli, asjjct.ando pel Bagaoli che il promesso poema venisse alia lure. E di qiiesto noi prendianio ora a parlare. Ne dnole soltauto, rhe 66 coiiredere non potremo alT aiiiore quelle lodi ch' cgli forse si aspetta , non mancher^ chi voglia cr^ilerne ii animo inimico verso di lui , ed attri- buire a cieca passione le nostre censure; e di cio noi abbiamo gia fatta sperienza : ma non per questo dinietterenio mai il nol^ile e pericoloso incarico di proclamare altamente la verita, ne mai verremo a transazione colla mediocrita superba e intrigante. Che se alcnno volesse anche con parole coniume- liose e villane ripugnare le nostre opinioni , si dibatta egli pure a suo piacere nel faiigo, che noi non gli faremo Tonore, rispondendo , di trarlo da quella negra belletta. Dopo qut)6ta dichiarazione , che nulla riguarda il presente pofema, e che varra se non ad altro a rendere piu aiditi i Dcmetrii c i Pantilj , noi tor- neremo con pacato animo al Bagnoli ed al suo Cadmo; e perclie i lettori possano piu agevolmente accompagnare il nostro discorso, daiemo colla pos- feihile brevita un sunto di questo lungo ])oema. Siccome nd ogni canto il poeta ne ha premcsso in U&a stanza 1 argomento, parra forse a taluno che ba- 6terebl>e qui iiportarli : e noi lo taremmo tanto piu volensieri, ohfe in tal modo non potremmo essete tacciafi d' infedrlrk ; ifta come non si avrebbc dai soli argomehti un'idfea chiara del poema, noi an- dr«n^iO di tratto in tvatto o sostiiuundo od aggiu- gnendo ^i medesiniii quanto hasti a presentate ufi Ordinato raccontb. (1) Vedi Tonso ^f"^!!}. , ptO. ai nieriti del pierriero c gli e promessa in consorte. Le teste tlegli iiccisi Tirj ( c di tanti clie entra- rono , rimangono vivi tre soli ) sono esposte in- torno air asta a tcrrore degcli assedlanti. Canto VII. V Error , che ha regno in regions oscura fiOtto al Parna. E in parte , con Ogige ch' e ferito , Sul monte Citerori va fitoruscito. i Canto XIX. Cadmo in Tebe alle leggi, ai sacri rid , Al ciilto attende, e fonda Reggia e Teinpco. Ermione al padre Ogjge, e a' Fuorusciti Si reca intanto , ov atra lue fa scempio ^ Indi curati son gli egri e i feriti. Cadmo lu cerca e trova , e prende esempio Dalle Muse e da Lei ; pastor si finge , E ignoto con Ogige amista stringe. Ca.nto XX. Gelosi i Proci del Pastor , rapire Tcntano Ermione, ed ei li chiude e ablmtte. (l) Pavrebbe a prima vista clic Aufione sotterrasse il campo cui avea favellato : ma consuliamoci che questo ^ un leggiero sproposito del Bagneij. 11 Vate fa.,fl!A ni vivi, m» aon notae-xr^ «he i uiorti- .". i» *t. POEMA DI FIETKO BAGNOLI. l55 Grisanto iino di essi , ma solo d' animo gentile , e che non s' era unito neir infame attentate ai com- pagni , sta in disparte , mentre Cadmo , sfidatili a pugnare a due a due contro lui solo, tutti e quat- tro li vince: indi esce egli pure a singolar certame; ma Cadmo creduto da lutti il pastore Daliso , fa- cilmente lo supera , e gli perdona la vita : Grisanto fugge col suo dolore fra"' boschi, e trovando ivi Cadmo dormiente da Y ultima prova di sua gene^ rosita rispettando rinimico. ed uccidendo se stesso. Ogige e si pago della virtu del pastore, che gli concederebbe Ermione a consorte , ma troppo gli sta infisso nel cuore lo sdegno contro Cadmo per pensare a niuna allegrezza. II pastore gli promette die pel di seguente avra Y- odiato Cadmo in suo potere. Scopresi Cadmo a Ogige , e cedon l' ire ; SposO e d' Ermione e son le nozze fatte In Tebe , ov entra il popolo a gioire. Canta a mensa , e le corde Anfibn bane. Posta in Cielo e la Lira, etereo segno: Formata e la dttci , composto il regno. Per cjuesto modo il Bagnoli ha voluto conchiu- dere in un poema epico gli ostacoli che s' attra- versano al buon volere dei primi scopritori del Vero e mostrare i progressi dello spirito umano , e rive- larne le cause : nella quale impresa egli ha forse meritato che le svie intenzioni si lodino , ma noi non vediamo che ne possano derivare utili effetti, Non e questo il tempo , in cui s' inceppino gV in-^ gegni , o si tolga air uomo Y onesta liberta di pen- sare : che anzi tutti i governi concordemente pro- cedono nol favorire le scienze e le lettere, e se a coloro , che il nostro tempo chiameranno antico , piacera di biasimare in qualche parte questa eta che viviamo , essi vorranno piuttosto chiamarla troppo curiosa investigatnce di cose nuove , che fautxice deir ignoranza. iS6 IL CADTVIO. Noi non vogliamo assoiiiijiliarci a quel niatenla- tico , chi- attoniio dell alrriu lOiumozioiie cioinan- dava , che cosa provasse la Zaiia ; ma chi potra accusarne , se pretcndiamo che nella t zza , ove si versano le dolcezze del lusin^hiero Parnaso, sia misto alcun f\\rmaco saluare ? E iioi la tutto il poenia non troviamo cosa che ai nostri temi)i si possa utilmentc applicare , e senza le allusi ni ad avvenimenti , e ad uoinini poco lontani dalla ricor- danza couiuae, (jueslo poema potrebbe rosi essere scritto da uii civntempoianeo di Pitagora , come dal Bagnoli. Noi abbiamo nel 1819 combattuto il roraanticistno perche ne sembrava nocivo ai buoni studj, e piu. ancora perche ne par^va che di quelle letteraiie dottriue si cercasse far velo a pericolosi insegna- raenti di natura affatto diversa : ma nell • stesso tempo palesammo schiettamente , che da quelle re- gie potea trarsi argoinciuo di sapienti nieditazioni, e motivo di combattere certi abusi, che nella no- stra poesia dallimpenzia della moltuudine si vanno tutto di introducendo : che troppo c oramai questo fastidio di poetanti, reso anche piu iutollerabile dal sentirsi cosi di rado una voce che limpida emerga dalla folia, e iutuoni il canto dei posteri. A che vieu ora il Bagnoli con questo suo poema di rancida mitolo|i,ia, e che obbligo crcd' egli che gliene possa avere Y Italia ? La mitologia non dee veramente sbandirsi dai versi , perche di troppa dolcezza rimarrebbero privi, ne vuolsi abbandonare questo gentile linguaggio di favoleggiata sapienza, finche ci ricorderemo che siamo nati in quella terra , in cui era viva un tempo ogni fog'ia , ani- jnato ogni tronco. Ma questa soaviia e potentissima a nausearci , ove non sia con pavsimonia gustata, e fino ne' tempi della Grecia Corinna rimprovero a Pindaro di aver ammassate troppe favole in un "Ode , e gli dipsf che bi>ognava rr-minar colla mano, e POBMA. i)l PIETRO BA.GNOL1. l5f |jon versare dal sacco (i). Ora in tanta diversity di costumi bisogna procedcre con molto maggiovc cautela: trannc qualche argomento die otfia largo campo alia poesia descrittiva , e si presfnli sotto amenissinie forme , noi non voiremmo die mai la mitolo2.ia fornisse la sostanza d' un poema: egli d percio . che loderemo V Anci , s' egli continuera la sua Psiche, ma ch non possiamo lodare il Ba- gnoli d' avcrci dato il suo Gadmo. Tutto e in esso mitidogia, e gli eroi stessi sono presi nei tempi piu favolosi ; ne ci possono in conto alcuno ap- partenere q ,ei casi , se non considerianio tutto il poema come una continua allegoiia : la qual cosa quanta sazieta ingenevi negli animi nostri , cre- diamo die tutti lo sentano. Finora i commc ntatori si studiarouo di trovar Tallcgoria in ogni poema; ora i lettori del Cadmo debbono travagliarsi a cer- car il poema nelT allegoria ; e se cercano un poe- ma epico dettato con sapienza poetica, ne duole che cadra inutile la loro fatica : troveranno pero di tratto in tratto qualclie felice invenzione e qualche stanza ben verseggiata , e noi con impar- zialita scrupolosa n ^n raancheremo di mostrare quei passi, i qiiali appalesano nel Bagnoli maggiore in- gegno , che la mediocrita delF intero lavoro non lascerebbe a supporre. E gia r idea , die non deve mai dipartirsi dai lettori, che tutto e allegoria, basta a scoprire che r uomo non si puo appassionare a quei casi ; per- che al cuore abbisognano cose vere e reali , od almeno e necessario ch' egli possa abbandonarsi air illusione del verisimile. II die nel Cadmo e afFatto impossibile. Se noi contro le intenzioni delVautofe volessimo ostinarci a ris;ettare V allegoria , il cuore ne doman- derebbe , perclie debba egli riscaldarsi per Cadmo t') T»> Xi'ft ht cmioiiv , aX\a //« oXw tw SvXaxif. I 58 IL OADMO. e per qnelle incretUhili maravMglic ; e se alV in- contro doviemo sempie stare in guardia colT in- tellctto, ed alfannarci a rompere quel velo clie ci nasconde la verita, eccone in uiio stato t (talineiite avverso daU' eiitusiasmo , e troppo vicini al paese delle astrazioni : si adoini pure una tale poesia con quanto ha T iinii2;ina7,ione di piii ricco: essa restcia sempre simile al vasto pianeta di Saturno, die pec illuminare ha sette trabanti e due anelU , e tut- tavia, perche troppo distance dal Sole, gctta una luce languida, e come di piombo. Ma il Cadmo del Bagnoli, fosse pur anco per- sonaggio storicissimo, o create secondo tutte le leggi del verisimile , non per questo varrebbe a destare in noi una meritata commozione sopra i suoi rischi. Gia parlando deW Italiculc del Ricci fu mostrato , clie Y azione del poema epico debbe nel suo maraviglioso esser giusta ; ne qui giova ripe- tere cio che delle condizioni di tale poesia fu ivi discorso : diremo soltanto clie come 1' impresa di Carlo Magno , cosi quella di Cadmo e in origine iniqua. Che se il rickiamare i cittadini di Tebe alia vita sociale paresse impresa accompagnata da mtrinseca giustizia, bisogna ricordarsi le intenzioni di Cadmo, quand' egli si mise a campo sotto quella citta. Non sapeva allora il guerriero d' essere il favorite delle Muse, e T uomo scclto dal destine a gettare le basi della cultura del niondo. Esule dalla patria per gV iugiusti comandi del padre , ra- mingo per molte terre , e gia disperato di piu tro- var la sorella, s' arresta in Beozia, e tenta di cac- ciar colla forza gli antichi padroni del luogo. Vir- gilio, rhe dovea egli pure condur negli altrui regni il suo Enea, studio mille accorgimenti per giustificare r impresa, e mostio il suo eroe sin dai primi passi scortato da un Nume : ne con tutto cio mancarone ri^ aomatissimi critici, che credessero il cuore umano affezionarsi megli© a Turno ardente e valoroso gio- vine piivato della sua sposa , che ad Enqa uooio g,ia POEMA DI PIETJIO BA.CNOLI. 1 59 aduUo, e vedovo quasi due volte. Sarebbe una somma con .olazioue pel Bag^noU, s' egU potesse ne' suoi falli allegare un esempio si ir/ande ; ma tutto di- verse e il suo caso , mentie nulla era piu facile, che rendere onesta e saiita la p;uerra di Cadnio ; e pure egli ce lo presentd come un fuoruscito, che mettendo ogai suo diritto iiella f vrza, solo con essa si consiglia , e considera i pia deboli come nati 6uoi servi. Quindi giustissima e V ira d' Ogige contro r audaoe veiituneio •, e chi si ponesse a leggere , ignaro della favola , i primi canti del pocfiia , dovrebbe eredere cViC V azione avesse a tinirsi collo sterminio di quel violento. E a toglicre tan to difetto bas(a\'7i die Cadmo venisse a collojuio con Ani'ione prima di circondar Tebe iV assedio. Perche noa niostrarci lo stanco figlio d' Agenore chiedente dopo lungliissimi errori un asilo ad Ogigc ? Ed Ogige , contro il quale non voleansi gli animi ininiicare , dovea muoversi a pieta deir eroe , e la bellissima Ennione accendevsi air avvenenza dello stianiero, e farsi presso il padre interccditrice , e i Proci ingelosirsene, e con mac- chinazioni render Ogige awrso a I giierriero e costringer questo con insidie a salvarsi fuori di Tebe. Cadmo n' esciva pieno del pensiero d"" Er- mione , e consultati i Numi n' avea risposta di re- carsi al Gefiso, ove Anfione in nome degli Dei gli comandava di tentare il gloiioso conquisto di Tebe. Con cio si toglieva al carattere di Cadmo quella macchia che gli resta indelebile d' ingiustizia e d' usurpazione : invano dopo le parole di Antione. noj cerchiamo di trovar nobile e decorosa Timpresa di Cadmo: ci sta sempre titto nella mente, che affatto straniera alP eroe e la giustizia delP azione , e non possiamo simpatizzare con un uonio che dee solo al caso di non essere picnamente perverso. E il lieve cangiamento che noi proponemmo nella tessitura della favola , avrebbe anche recati con ee altri vant^iggii L' amore di Cadmo per Ermione l6o II, CAD>fO. sarebbe paruto pin vehsimile , perche naturale era queir occasione di vederla , iaddove nel poema e detto, che Cadmo sovente cd fonte Ire e tornar coUe fresche onde al padre. La vide , o far d' un rio specchio alia fronte ; E fiiggendo ella ognor , di. sue leggiadre Forme lascib nel cuor di lui le iinpronte ; ( i ) il die noi non sappiamo come avyenir potesse \w un assediata citta: al contrario chi ha intelletto d' amore , vedra tosto di per se , come facilmente ne discenda nelF aaima una leggiadra e reale fan- ciulla che sola compatisce ai iiostri mali , quaiido per noi il nioudo e diserto d' ogai pieta. E i Proci spiegando gia in pvincipio ua odio atiivo contro lo straniero , sarebbero comparsi con forza nel poema, ed esciti da quelF inutilita , cui condannolli V autore. Di qnesti sei Proci uno ne muore , senza che se ne indovini il perche, nel canto primo : e gli altri cinque attraversano con volgarissinie avventure tutto il poema, sinche nel ventesimo canto, quattro di essi toccano il fondo d' ogni bassezza tentando un vile rapimento , e com- battendo due contro uno , e il quinto si solleva ad un' altezza di generosita , ch' e da riprovarsi essa pure , perche non era da alcun tratto prece- dente signincata. Ma perche arrestarci in questi caratteri secon- darj, se abbiam veduto die lo stesso Cadmo e tradito? Ne questo eroe si mostra indegno deU'e- popea soltanto prima d' aver avuto consorzio colle Muse: che anzi ne sembra incerto, se un giusto estimatore delle cose noi condannasse ancor pin per la sua condotta dopo che scese di Paruaso. Nel canto XI egli vede dalP alto di quel sasso mara- viglioso il duro stato de' Tirj , vede le cose con- dotte agli estremi, e Fenice strascinato a morire ; El DANNI, eCC. fisico (i)^, appena diamo loro quella somma che ^ necessaria per viaggiare nello spazio suddetto , viaggio die a voce coinune proclaniasi come so- vrano ed unico rimedio ai mali morali. » Saramio diiiique i credlti dl ciasnin membro della famiglia deU ucclso a titolo iV immediato dolore morale , e giusta i rispettivi rapporti di sopra sta- biliti , saranno, dissi , come segue: Persone. Durata del viaggio. Valore. Fratelli . Figli . . mesi 3 » 4 lire 2,400 » 4,800 » 7,200 » 9,600 » 12,000 » 14,400 Padri . . Madri . Mariti . Mogli. . i> 6 » 8 » lO J) 12 » I viaggi riguardati come rimedj al dolore im- pediscono F esercizio di qualunque professione , quiadi i corrispondenti lucri. )) Dunque alia suddetta partita fa d' uopo aggiun- gere il valore delle mercedi giornaliere od i consueti proveiiti per tutto il tempo che dura o e supposto durare il viaggio. Soluzione della seconda parte del problema. » Alia morte di persona cara si cliiude una sor- gente di sensazioni piacevoli, e la nostra e'-istenza rimane inaridita, come i prati nella state per nian- canza di pioggia. Queste sensa/ioni pero i.*^ Non conservano negr istanti successivi quel- r intensita che ebbero ne' primi ; (i) Vedi il toaio XXIV , pag. 3 14 di questa Biblioteca. DISSERTAEIONE DI MELCHIORRE GIOJA.. IjS a.° Non vanno scevre di dispiaceri ; 3." Vo2;liono talvoUa qualche sacrifizio. y> Fa d'uopo diinque che il valore destinato a compensarne la perdita , non sia calcolato dalF en- tusiasmo sempre esageratore , ma dalla ragione la quale , senza passare i limiti della realta, sceglie tra' piu variabili un valor medio. » La legge presentando una somma pecuniaria per conipensare la perdita delle affezioni, somministra un mezzo per procurarsi il piu nohile di tutti i piaceri , il piaceie di beneficare qualche bisognoso od erigere opera utile al pubblico. V. Per valutare la perdita delle aflfezioni di fami- glia non si puo assumere per base la mercede o la rendita. giacche le a£fczioni non crescono in ragione delle ricchezze. » Abbiamo detto di sopra clie il piacere morale che gustano i merabri d' una famiglia seduti a parco desco, e molto maggiore del piacere di qualunque piu squisita vivanda. » Sia A il valore del minimo consume annuo per testa; saremo certi che il valore della perdita delle affezioni debb' essere un multiplo di A. » Se il minimo multiplo di A , destinato come soddisfacimento ai fratelli , e 2 , quello pe' figli sara 4, pe' padri 6, per le madriS, pe' mariti 10, per le mogli 12 ( quantita annuale ) : resta da de- terminare la durata. » II conseguimcnto del multiplo di A deve durare tanti anni , quanti sarebbe durato il godimento estinto. 5) Dunque se, a grazia d' esempio , e stato ucciso ilfiglio, avra il padre diritto a tanti annui valori, quanti anni restano a lui di vita e non piu. » Air opposto , se sara stato ucciso il padre , non avra il figlio diritto a tanti valori , quanti restano anni a lui, ma quanti restavano al padre estinto, » Dopo d' avere stabilito le basi del soddisfacimento per le ingiurie contro T esistenza fisica dalla sem- plice ferita sino al perfetto omicidio , V autore passa 1^4 bell' INGIURIA , DEI DANNI , CCC, a discutcre il soddisfacimento per le inpurie contro r esistenza morale. Qui cresce la difficolta deir ar- gomento , giacclie la tranquilliia delK animo e la condlzione privata o pubblica , la liberta indivi- diKile e il pudore , il rispetto personale e il cre- dilo civico vioiati richieggoiio diverse basi di stiina e di sodilisfaciineiito. Noi accenneremo alcuni prin- cipj soltanto che sono uno sviluppo e un' applica- zioue dci gia esposti. Ogni ingiurla morale e uii dulore put o meno aciuo . pill o meno compos to , piii o meno diirevole (Fingete a cagione d' esempio il caso d'una donna, la quale maltrattata d;il marito barbaro, fiero, oltraggiatore, avendo ottenuto il diritto di separazione o divorzio, dimanda soddisfacimento ). I dolori morali acuti e durevoli , oltre di tor- mentare V animo nel tempo della loro azione, dan- neggiano la macchina corporea. Ogni danno alia maccJiina corporea , procedente da dolore morale^ diminaisce la di lid durata. Dovendosi dunque considerare T ingiuria morale come una forza distruttrice , la d' uopo calcolarne il soddisfacimento \.° In ragione delF intensita e durata doloro- sa , il che costituisce la partita del passato ; 2.° In ragione degli anni di vita che ci toglie, ed e questa la partita del future. Se si conoscesse quanti giorni di vita ci toglie ogni dolor morale, si conoscerebbe il dovuto sod- disfacimento per questo titolo, giacch^ basterebljc moltiplicare il numero de' giorui che perderemo pel valore della giornata o reddito gioi'naliero (i). Sgraziatamente questa cognizione ci manca; sap- piamo pero che il consume C della vita cresce crescendo F intensita / del dolore, e scema sce- mando ; dunque non avendo ragione in contrario ed in mancanza d' altra piii esatta base, possiamo (i) VetU il tonio XXIV, pag. 3i7 di questa Biblioteca. DISSERTAZIONE DI MELCHIORRE CIOJA. 17$ fare C uguale ad /, cioe la partita del futuro pud essere supposta uguale alia partita del passato. Resta da ritrovare il valore di /, cioe il valore deir intensita dolorosa morale , die poscia converra moltiplicare per la di lei durata. Per sciojr;liere questa 'qulstione nella sua genera- iita r autore cerca il valor plateale di due senti- menti piu comunemente turbati dalle ingiurie, cioe la tranquiUita dell' animo e V amor proprio ; quindi I. Valore della quiete turbata. « Mi e stato dimandato , dice 1' autore, se vi sono magazzini di quiete? T> Se si i'ende la quiete sul mercato e la si compra? J) Air una e all altra quistione rispondo di si. In fatti » a) AUorclie il mercantc affida le sue merci al mare, sente inquietudine proporzionata ai peri- coli cui queste restano esposte. Per torsi dalP ani- mo questa inquietudine, egli paga Tuno, il due, il tre e piu per cento alP assicuratore , il quale , in caso di perdita , gli da il valore delle merci perdute. M L' uno , il due , il tre o piii per cento pagato all' ufficio deir assicuratore e il prezzo della quiete, come lo sborso che si fa all' ufficio del teatro , e il prezzo del piacere drammatico. Qli ufici d! as- sicurazione sono magazzini di quiete , come i teatri sono rhagazzini di piacere. 5) b) 11 vitalizio e un contratto con cui il vi- taliziato compra la quiete dal vitaliziante , ed il valore di questa quiete e uguale alia differenza che passa tra la rendita annua che riceve il vita- liziato e quella che raccorrebbe se dirigesse egli stesso i suoi affari. • » Cio che avviene nelle faccende private avviene nelle pubbliche : a misura che cresce il timore che il Governo non sia per pagare i suoi debiti , de- cresce d' un tanto per cento il valore delle relative 176 dell' INCIUBIA, DEI DANNI , CCC. carte ossia eff'ctti pubblici alia borsa o sulla piazza ; cioe quelli die comprano queste carte , le oUen- gono con ribasso di pres^zo, perche s' addossano r altrui inquietudine o timore. II valor toiale del pubblico timore per ogni franco di ribasso negli efletti pubblici in Francia cquivale a 28 milioni. 5) E dunque evidente che gli uomini spetidono danaro per procacciars'i la quieie dell' aiiimo , come lo spendono per procacciarsi la salute del corpo. » Dunque e cost rigorosamente ricldesta dalla giu- stizia V indennizzazione per inquietitdini^ come lo e per ferite^ proposizione matematicamente certa e gior- nalmente violata dai tribunali y>. Qui r autore dicendo che V aiiimo del padre di famigUa die ha llti avantl i tribunali^ si trova iieLlo stesso stato in cui trovasi V aiiimo del negoziante che ha mercanzie in mare^ scioglie il seguente problema. « Trovare una somma pecuniaria die , giusta le leggi deir equita , possa compensare T inquietudine per temiita perdita di riccliezza materiale in un processo civile II. Valore delle offese d! amor propria. « L'' esperienza dimostra die nelle varie arti e rami di commercio i proventi crescono in ragione degli affronti cui resta esposto clii li esercita , del che son prova gli osti , i beccaj , i pizzicagnoli , i quail contano a cosi dire tanti oltraggi quanti soldi, e sono sempre a contesa col volgo querulo , oltrag- giatore e vile. AlF opposto i mercanti di seta aven- do a contrattare con meno compratori, ma piu edu- cati e di costumi piu gentili , piii lentamente ar^ ricchiscono e assai di rado. » Scegliamo un esempio piii preciso : La mercede che il proprietario da al suo castaldo o agente di campagna, e il prezzo della quiete che il pro- prietario si procaccia , e il compenso de' disturbi che il castaldo si addossa invece altrui. Aache il niSSXRTAZIONE Dl MELGHIORRE GIOJA. 1 77 castaldo piu onorato resta esposto ai rimproveri del padrone , al risentimeiito del paesano , ai sospetti del pubblico , non di rado ad onte e pericoli per la custodia de' confini , pel marieggio delle acque, pel riiiarto de' lavori ecc. E anche noto die a mi- sura clie crescono questi disturbi , fa d' uopo dare al castaldo maggior onorario nello stesso giro di mesi ; dal che risulta che V onorario non e solo compenso della perdita del tempo , ma ancKe prez- zo delle inquietudini , de' rammarichi e dispiaceri deir animo. « L' onorario che si da al castaldo, al fattore, al maggiordomo , ad altri agenti simili , per com- penso de' loro disturbi , ha un valore diverso nei diversi paesi, ed anche nello stesso paese, secondo la diversa combinazione delle cose-, supponiamolo tra noi uguale ad uno scudo di Milano al giorno, pill o meno in altri paesi , secondo die additera la pratica. Cio posto, « I." Le inquietudini del fattore , del maggior- domo , deir agente , per causa del loro impiego , vengono assunte volontariaaiente •, le inquietudini die ci cagionano gli altrui affronti , sono affatto involontarie. » 2.° I rammarichi per impieghi non giungono giaramai alF intensita de' rammarichi per in^iurie ; giacche nel 2.° caso contiamo de' suicid) , non li contiamo nel i ." » 3.° I disturbi per impieghi non vanno dis- giunti da una serie di piaceri di vanita , di co- mando e simiii ; i disturbi per ingiurie amareggtana ed annnllano tutti i piaceri di qualunque specie. 5> Dunque le inquietudini d' animo quali le sof- fre , a cagione illana , caparhiu , fiera , oltraggiatrice del md~ rito^ e per le quali dovrebbe ricever soddisfaci- niento in caso di separazione o divorzio , devono essere valntute per to meno il decuplo delV onorario che ricevouo le professioni soggette a rimproveri Bill ItaL T. XXV. 12 XyS dell' INGIURIA., DEI DANNI , ecc. oiitc , pericoii glornaUeri. Saranno duuque per lo meno lo scudi al giorno a titolo d' anihasce sot- ferte , il clic e la partita del pass^ato ,• a questi fa fV uopo aggiiiii2;eni- altrettanti a titolo traltei-azione corporea . il che e la partita del fnturo ; il suo credito sara duuque 20 scudi al gioruo , per tutto il tempo in cui rimase soggetta alia barbarie del marito : siano i giorni della passata soggezione A^; ella avra diritto a scudi ao N. » Pria di dar fine a qnesto articolo ricorderemo clie nella prima parte X autore ha stabilito le norme per calcolare i lucri cessanti in qualunque even— tualita commerciale , norme che servono a dimo- strare la falsit^ delle pretese esagerate. 179 La Donna del Lago. Foeina dl W^ALTER ScoTT tra- dotto dair origl/tale inglese dal Cav. p***^ ufftzlale nelle armate di S. M. il Re dl Sandegna. — Torino , i8:ii , tipogj'ufia Ghirio e Mina. La Dama del Lago. Foenia di Walter Scott recato ill versi italiani dal dottore in mediciiia Giuseppe Indeligato, diretture dell' Istituto agrario de col^ li. — Palermo, 1821 , prcsso Lorenzo Dato. Il poema di "W'aher Scott intitolato Tke Lady of the Lake ( La Dania del Lago ) fu ncevuto in Inghil terra con lodi universali e altissime. Lusingati da cosi nolabile successo, il cav. P***, in Piemonte, e il dottor Giuseppe Indelicato , in Sicilia , diedeio opera a traslatarlo nella nostra favella , stiniando che pur T Italia dovesse accoglierlo con pari en- tusiasmo. Finora pero non apparisce che la loro espettativa sia stata adempiuta. Ne cio rechera me- raviglia, quando si ponga niente alle qiialita prin- cipali clie a questo poema acquistarono fama in Inghilterra. E primieraniente Y ingegno di W^alter Scott e felicissimo nel dipignere al naturale i varj siti della Scozia , dov' egli stabilisce la scena della sua azione ; e quindi grandissimo diletto dee sentire uii Inglese nel riconoscerli ad uno ad uno ne' versi del suo poeta ; o per lo meno, caso clie mai non gli abbia veduti , dee vivamente compiacersi nel inirare come in un quadro tanti oggetti cli' egli avea pur vaghezza di yedere , avendone piu volte udito parlare da' suoi paesani. Ma questa evidenza di dipintura , tanto efficace per un Inglese , non puo altro che debolmente colpir gli occlii nostri , si perche non e in noi cosa alcuna che ne stinioli a farvi attenzione , e si perche le dipinture di Salter Scott , essendo per necessita quasi sempre unifor- mi non meno nel disegno, che nel colorito , non l8o LA, DONNV DEL LAGO. possono a lnnp;o allettare chiunque e avvezzo alia ine>aiuilnle v.irieta di o^2,etti ora ternbili e su- blimi, ora splend'uli e maeslosi , ora ameni e ri- denti, oiide vamio adorni i pocim aostri Simihueate tiute quelle allu&ioni alia storin patria ed a' costumi doniestici che Walter Scott introdusse nel suo com- ponimento con si lodato artiHzio, nieutre e cliiaro dover profondamente occupare ed accender*" il cu »re e la fantasi.'i de' lettori ins^lesi, las' iauo pressoche vuoto e freddo il cuor nostro, e nientc vaig no a miiovere la nostra im»n;Tgin.izione , non essen io in esse / Oars is no sapling, cliance-sown by the fountain , Blooming at Beltane, in winter to fade; When the whirlwind has stripp'd every leaf on the mountfiin . The more shall Clan-Alpine exult in her shade, Moor'd in the rifted rock , Proof to the tempest's shocks Firmer he roots him the ruder it blow; Menteith and Breadalbane , then. Echo his praise agen , « Roderigh Vich Alpine dhu , ho ! ieroe ! » Proudly our pibroch has triltd in Glen Fruin , And Bannochars groans to our slogan replied i Glen Luss and Ross-dliu , they are smoking in ruin > And the best of Loch-Lomond lie dead on her side- Widow and Saxon maid Long shall lament our raid 184 I-V DONNA DEL L\GO. Tliink of Clan- Alpine witli fear and with woe; Lennox and Leven-glen Shake when they hear agen, " Roderigh Vich Alpine dhu , ho ! ieroe ! •» Row , vassals , row , for the pride of the Highlands ! Stretch to your oars, for the ever-green Pine' 01 that the rose-bud that graces yon islands. Were wreathed in a garland around him to twine! O that some seedling gem, Worthy such noble stem , Honour d and bless'd in their shadow might grow! Loud should Clan-Alpine then Ring from her deepmost glen , It Roderigh Vich Alpine dhu , ho ! ieroe f » With all her joyful female band. Had Lady Margaret sought the strand. Loose on the breeze their tresses flew , And high their snowy arms they threw, As echoing back with shrill acclaim , And chorus wild , the Chieftain's name ; While , prompt to please , with mother's art , The darling passion of his heart. The Dame call'd Ellen to the strand , To greet her kinsman ere he land ; II Come, loiterer, cow.e! a Douglas thou, And shun to wreathe a victor's brow? » — Reluctanly and slow , the maid The unwelcome summoning obey'd , And , when a distant bugle rung , In the mid-path aside she sprung: — • • < List. AUan-hane! From main-land cast, I POEMA DI WALTER SCOTT, eCC. l85 / hear my father's signal blast. Be ours, " she cried, » the skiff to guide, And waft him from the mountain-side. » — ■ Then, like a sun-beam, swift and bright. She darted lo her shallop light. And , eagerly while Roderick scann'd , For her dear form , his mothers hand, The islet far behind her lay , And she had landed in the bay. l86 tA. DONNA. DEL lAGO. Traduzione del cav. p.*'* Canto de'Rematori. Lode al dnce che altero s'avanzai Seuiprc verde iiell' alta banditra Splenda il pin, che coIPomb'a guerrlera Woscra scluatta difese e copri. Terra e cielo ognor succlij e rugiade Su lui versin con prodiga mano, Meiitre ogni antro e ogni boseo montano Alto intoino limbomba cosi: " Lode al figlio d' Alpino , che prode Nostra schiatta con V ombra copri. » Arboscello ei non e che s'infiora A Beltane, e che il vento dispoglia; Tolga il nembo alia valle ogni foglia ; Sempre Alpino fu verde e fiori. Erto in mezzo alle rupi s'innalza, Saldo piu, quanto il turbo e piix fieroj Cantin dunque air invitto guerriero Bred' Albano e Menteto cosi : " Lode al figlio d' Alpino , die prode Nostra scluatta con 1' ombra copri, " Tremo Fruino al nostr' inno di guerra , Di Banoccar risposervi i pianti; Lusso e Rosdo in ruine funianti Sono, e il fior di Lomoxido peri. POEMA DI WALTER SCOTT, CCC. 187 Traduzione del dottor Indelicato. BaRCARUOLA IHARilALE. Salute a lui clie avanzasi Delia Vittoria al fianco : Amor di tiitti e gloria Sia il Pin clie niai vien manco. Possa trovar neir albero Che brilla in sua bandiera. Lung' anni alto ricovero , E onor la nostra scliiera I Largo di brina il ciel, di nuovi umori Gli sia il snolo cortese e generoso : Si che lieto ne dia germogli e fieri j E piu bello sen faccia e spazjoso. Mentre ogni valle echeggiera giuliva. Viva Rodrigo il fosco Alpino ! Evviva I Non naccjue esso per spafgerne Che il seme fe' un ruscello : Ne ad april solo infiorasi; Ne cede al verno fello. Quando ha stracciato il turbine Sul monte rami e fronde; E allor che di Alpin P albero Neir ombra sua si asconde. L' ancora getta nelle fesse rupi, Bersaglio ai colpi di crudel tempesta^ E pill saldo si tien ne' suoi dirupi , Come piu cjuella Pagita e molesta. In Menteite e Bredalban s'' avviva Sua lode, e grida ognun Rodrigo viva! Fiero rimbombo in Fruino Fe' il nostro suon di guerra: Rispose a noi con gemiti Di Banochar la terra. Glenluss , Rossdii ancor funijui© Sotio le lor rovine : Di Lochlomond su i margin! Mort« ai mighor die fine. L\ DONNA. DEL LACO. Traduzione del cav. F.*^* Le doiiielle c le sassone spose Ancor bagaan di saugiie le gote; E Leveao e Leaosso si scote Se d' iutonio il limbombo s'udi: " Lode al figlio d' Alpiao , che prodi Nostra scliiatta con V onibra copri. » Su , vassalU , que' remi spingete Per la gloria del pino e del montcj Quella rosa a lui cinga la froiite Che neir erma isoletta fiori. E se degiii del tronco superbo Quindi spuntaa germogli ridenti , Allor fia clie d' Alpino gli accenti Scotaii gli antri e le valli cosi : " Lode al figlio d' Alpino , che prodc Nostra schiatta con T onibra copri. » Col lieto stuol di sue donzclle intanto Giunge la madre di Rodrigo a riva. Sciolte al vento han le trecce; alzano in alto Le nivee braccia, e con sonore voci Eco fanno del duce al noine e al canto. L'amato figlio a lusingar, T antica Matrona Elena appella , onde cortese Rodrigo accolga allor che a ripa scenda. " Vieni , le dice , iiegliittosa : stirpe Tu sei pur di Duglasso, ed or ricusi Di coronare a un vincitor la fronte ? » Essa con cuor ritroso e a lento passo Al comando obbedia , quando da lunge Udi il suon d' iina conca , e fuor del calle POEMA. DI WA.LTER SCOTT, CCC. 189 Traduzione del dottor Indelicato. Le vedove e le Sassoni donzelle Piangeraii lungaiiieute il nostro anivo, E con terror di Alpin le imprese belle Riniembreranno, e col dolor piii vivo. Treniera di Lennos la valle e 'l bosco Viva, udeiido ridir , Rodrigo il fosco. Rema , o vassallo , e sorgaiie Dei JNloiitaiiar 1' onore : Sal remo tuo distenditi Pel Pin clie inai noa nuiore. Oh in sua gliirlanda intessersi Quel bottoncia di rosa Voglia , che fa quell" isola Si l)eUa e glonosai Crescau di questo nobil tvonco airombrii !Molte degne di lui gemme nasceuti : E mentre maestoso egli le adonibra. Pill ca^e ognor si rend?lno e possenti. AUor con voce piu sonante e viva Le valli echeggeran , Rodrigo evviva ! La nobil Margherita in A'er la spiaggia Collo stuolo di sue donne festose Gia si avviava. Abbandonate al vento Avean le chiome ; e colle braccia in alto Qual neve bianche , d' eco a guisa , il uonie Con applauso sonoro e vivo accordo Del Capitano rispingeano a retro. La Dama intanto a lusingar proclive Del di lui cor la passion diletta. Coir arte di una niadre al lido invita Elena ad incontrar pria che disbarchi II suo congiunto. « Yien ! Yien tracutata ! Non sei Duglasse? Or die dunque riliuti Di coronar di un Vincitor le ciglia ? >> Lenta obbedisce , e rilutiando al tristo Dispiacevole invito la donzella ; E non sente in distanza un corno appena, Che a mezzo del ca«2nna ponsi da parte. ipo tA. PONNA DEL LiGO. Traduzione del cav. p.*** Katta si trassp. « Allano , ascolta ! ( al bardo Disse) del padre il nolo segno e questo Che sul lago rimbomba; a lui la barca Si guidi, or cbe dal moiite a noi ritonia. -• Come raggio di sol , quiiidi veloce Corre alia lieve navicella, e mentre Cerca Rodrigo tra il niaterno staolo ^vido il caro aspetto, addietro lunge V isola lassa, e a' pie del nionte approda. POEMA. DI WALTER SCOTT, CCC. IQI Traduzioiie del dottor Iiidelicato. « Odi Alla-bane ! Di mio padre e questo 11 conosciuto suon , clie dalla terra A noi ne Aiene. Sii de' nostri, esclama^ A guidar la barchetta , e qui dal monte A ricondurlo ». Pari allor del Sole Al piu bel rnggio splendido e leggiero Neir agile battel si lancia^ e mentre ■ II drappel della madre avidamente Disamina Rodrigo e l' adorate Forme di lei ricerca, ella gia lunge Si lascia a tergo V isoletta, e al suolo £ gia discesn dalla facil cala. 192 Fasti dl Milano o ' quadrl storicl della clrtd e delta provincia di Mdano. — Mcla.no , 1821, editori Boc- caccini e Botticelli. Fascicoii i, 3, 3, 4, 5 e 6. Foglio ohlungo figiirato. Per associazioiie : prezzQ lir. 6 italiane al fascicolo. c OSTUME auasi aenerale e divenuto lo illiistrare con una serie di quadri in divcrsi modi intagliati in legno o in rame le storie dellc piu illnstri nazioni e delle principali citta. Vedemmo piu volte in grandiose opere figurati i fatti delle storie bi- bliche •, Tedemmo i fatti dei poemi d' Omero e delle creche tragedie rappresentati in lunga serie di disegni intagliati da FLaxman e da altri; ve- demmo r Eneide ed i fasti di Roma nobilmente inciei da varj artisti e specialmente dal Pinelli •, vedemmo le figure allusive alia divina commedia di Dante lavorate dallo siesso Flaxman , i fatti della storia d' Inghilterra di Hume trattati in egual modo dai piu celebri intagliatori inglesi , e sino storie particolari di alcuua citta , di alcun ordine religioso o di alcuni santi, come, per escmpio, di 5. Benedetto e d' altri , esposti alio sguardo degli eruditi con quadri parlanti , cbe sempre piii pro- fonda imprimono nelle menti la rimenibranza dei fatti medesimi. Seguendo questo lodevole costume , il signor Boccaccinl si e accinto a pubblicare in una serie di stampe intagliate nel modo die ora dicesi acqua tinta^ i Fasti di Mdano, c\\ egli gia da qnalchc tempo in essa citta stabilito riguarda come sua seconda patria. Ne solo confido egli nclle sue forze e n^ talenti pittorici di alcuni giovani valentissimi di lui compagni neir impresa ; ma V ajutn ricliiese iltresi dei piu celebri artisti die V Italia ono- rano i 1 questa eta , tra i quali gia prestarono la fASTI DI MILANO fiCC. 1 93 loro opera a readere piu decorosi que' fasti i signori LongJii, Sabhatelli , Migliara ed altri die in Roiua o in Toscana o anche fuori d" Italia attualmente tioriscono. L' opeia e divisa in 3o fascicoli , ciascuno dei quali composio di quattro tavole coUa respettiva spiegazione. Fmora ne sono stati fedelniente , giu- sta le condizioni proposte per T associazione, pub- blicati sei fascicoli ; e siamo informati che non solo trovasi sotto il torchio il settinio , ma che sono gia disposte in gran parte le tavole le quali corredare dehbono tutta V opera. Non rimane ora a parlare che dei fascicoli p\ib- blicati, onde i le:igitori nostri abbiano una chiara idea della diligenza e delf inipegno con cui vie- ne condotta quest impresa. — Presentasi prima di tutto il frontispizio delineato dal chiarissimo signor Monticelli, ncl quale si vede alia sinistra il Po giacente alia maniera de' fiumi in mezzo a piante acquatiche colla testa di toro, e dietro di esso le Alpi donde trae la sua orisiine, non meno che le vaste pianure del)a Lombardia , limitate ai loro confini da colli amenissinii. Al di sopra vedesi la caduta di Fetonte , che il fiume e la regione peculiarmente simboleggia e caratterizza ; alia de- stra scorgesi X- Insobria dignitosamente seduta col capo cinto di corona simile alia ferrea , e intorno veggonsi Bellona , Minerva , le tre Grazie e tutte le arti belle coi loro attributi distintivi , non che r agricoltura e V abbondanza ; davanti la storia alata , ma sedente , apre un libro , nel quale e scntto il titolo : Fasti pi Milano. Rappresenta la seconda P arrivo dei Gallo-Celti nelP Insubria sotto la condotta di Belloveso , e que- sta non meno che la tavola terza rappresentante lo scontro dei Galli cogli Etrnschi , e la disfatta di questi nelle pianure d' Insubria , sono lavori commendevoli del signor Carlo Botticelli^ alliev'o del nostro celebrc pittoxe Giuseppe Bossi ^ nei anaXi Bibl. Jtal. T. XXV. r3 194 PAST I DI MIL\NO si vcdc niolta espressioue e inolta forza<, riinaneiido solo a ilcsidciare cli'' egU niodeii alcuiia volta la ecccssiva proaunciazi scontro de' Romani O QUADRI 8T0RICI DELLA CITTA' CCC. 19^1 coil Annibale presso il Ticino. Pote ia questa lus- sureggiare T immaginazione deir artista , giacche in ({aella battaglia comparvero per la piima volta in Italia , insieme a numerosi corpi cli cavalleria di varie nazioni , anche gli elefanti. Toina a clistinguersi il Botticelli nella prima ta- vola del quarto t'ascicolo , rappresentante Flamiiiio ucciso al Trasinfieno dair insubre Diicario^ ed in questa abbiamo ammirato non solo la medesima robiistezza di tratti , ma ancorn un maggiore studio deir esatta proporzione delle parti. A questa tien dietro una tavola inventata , disegnata ed acque- rellata dal valeiite signor Qallo Gallina, della quale singolare e F argomento , rappresentando essa Ce- sare in Milano assiso a cena presso Valerio Leone ^ che scusa la rozzezza deir ospite , e rimprovera i cortigiani suoi intenti a deriderla. Al lodato signor Botticelli appartengono le due tavole seguenti , nella prima delle quali Augusta in Milano osserva la statua di Brato e rimprovera da prima , poi commenda i Milanesi , perclie V immagine del ne- mico suo conservino ed amici a quello si moscrino anclie nelV avversita -, nella seeonda una congiura sotto le mura di Milano si ordisce per uccidere il malaccorto imperatore Gallieno. Quesle tavole non mancano di merito e di eleganza , e consolante dee riescire per gli associati a quest' opera il ve- dere che nel progresso la medesima sembra andare migliorando sensibilmente. Non faremo che accennare rapidamente gli ar- gomenti delle tavole seguenti , e i norai de' lore autori , qualora appartengano ad artisti stranieri airimpresa medesima. La morte di Gallieno ucciso sotto Milano, la disfatta di Aurealo presso Ponti- rolo , Giidiano ricevuto in grazia da Costanzo in Milano e 5. Ambrogio che ricusa le insegne vesco- vili ad esso dai Milanesi offerte , formano Y argo- mento delle quattro tavole del fascicolo quinto, le prime due disegnate dal Botticelli , la terza dal 196 FA.STI DI MTIAKO Mieg , la qiiarta da Baldassare Calamai. II sesto coiupreudc S. Ambrogo die vieta a Teoilosio Y in- gresso ncl tempio , la morte di Teodosio medesimo , la violenta ocrupazione di Milano fatta da Attila^ e tinalrnente Att'tla stesso che entraiido tnont'aiite in Milano fa correggere un dininto. Le spiegazioni aggiiiate a ciascuiia tavola sono brcvi , rhiare e soddisfacenti , e noii solo indicaao alciina volia con frasi pittonrhe 1' argonierito delle tavole, ma oft'rono altresi noii di rado aruui fatti poco conosciuti o alciiie circostanze dei fatti me- desimi , le quali destano un maggiore interesse e iniportantissime riescono pei' la storia Alcuiii ar- gomenti, sebbene appog2;iati all i storica verita, possono dirsi creati o composti dalla immaginazione dello scrittore combinata con quella degli artisti ; tali sono, per esempiw , 1' arrivo dci Gallo-Celti neir Insubria , la disfatta dcgli Etiuschi , V arte del filarc e del tftssere introdotta dai Gallo-Gelti , la riedificazibne di Milano, la lejia dcs:!' Insn ri coi Gesati , il passaggio del Po esegnito dai Ko- mani e la battaglia tra i Roraani e grinsabri prv^sso TAdda , nella quale si e inserita la circostanza da lino storico solo accennata , che le sp'ade ina> tem- prate dcgV Insubri piegavansi facilmente e raddriz- zare dovevansi col j)iede, il che forse c:i2;ion6 la loro perdita ; la fondazione delT arco roniano , la morte data a Flaminio dalT insnjjre Ducario , che solo si e inchiusa come moniimento del coraggio e della vendetta degl' Insubri ; e le osservazioni fatte da Augusta su la statua di Bruto e la cena di Cesare presso Valeria Leone ^ avvenimcnti dai solo Plutarca registrati. Meritano pure particolare osservazione la saviezza cou cui si e trattata nel fascicolo quinto la modestia di 5. Amhroglo nel li- cusare le insegnc vcscovili , e la di lui rcsistenza a J'eodosia disposto ad accostarsi ai divini misterj dopo la strage degli abitanti di Tessalonica; e sin- golare riiiscira pure il vedere per ordine di Attila O QUADRI STOJIICI DELLA CITTa' CCC. 19^ corretto o rifbrmato V arcomento di ua dipinto esposto in Milano alia pubblica vista; fatto curiosO) da Svida soltanto e da Cloriiandc rammentato. Qu sf opera nierita dunque per qualun [ue ri- guardo commendazione ed iiicora^iuiainento. I j\Ii- lanesi ed i Lombard! in p;enerale troveraiiiio ia essa rappresentati i fatti pui gloriosi della patria loro , e ^li straaieri noii ineno che i disciudeuti dagli anticlii Iiisubri troveraiino in que'' fasti uniti gli sforzi delP arte ed i lavori de' piii celcbri ar- tisti dd una serie di notizie storiche , molte delle quali non comuni, e tutte dirette. al trionfo della Virtu ed alT incremento della gloria nazioaale. i9« Tragedie di Eschilo tradotte da Felice Bellotti. — Milano ^ dalla Societd tipografica de Classici ita- Hani; due volurni in 8.° Prezzo lir. lO. DIALOGO. FiLARGIRO ld)1-OJO i TiRlETE IctterutO ^ € poi PsiTT.voo pcdante. FiL. V^H ! giugnete opportuno, niio caro Tiniete. Mi e' bisoejno il vostro coiisisilio. Tim. Di buon grado, se vaglio. FiL. Jeri nil fa recato questo manoscritto , s' io volessi stamparlo. Esso contiene la traduzione delle Tragedie di Escliilo fatta da un certo Felice Bellotti.... Tim. Un certo!!!... Oh destino de' letterati ! Un uomo che tutto intrinsicatosi nello spirito di Sofo- cle, trasporto quelle miracolose tragedie neir italiana tavella con tanta efficacia di locuzione e con tale splendore di verseggiatura , die Sofocle istesso non avrebbe forse potato andar piii la s' egli avesse scritto nella nostra lingua ; un uonio , il cui nome dovrebbe sonar chiarissimo per le bocche di tutti quelli che hanno in pregio la nobile e maschia poesia , eccolo sconosciuto nel proprio nido , e per fino da clii avrebbe ohbligo, per cagione almatico del 6UO mestiere , di esaltarlo e d' incliinarsegli davanti fino a terra colla benetta in mano ! . . . Un I I I certo FiL. \^ia , via, ponete 2;iu quella fiamma , e non mi fate il viso delF arnie. Ho caro che il sig. Fe- lice Bellotti non sia uoino nuovo nella repubblica letteraria: un buon nonic e spesso vin buon pre- sagio per un librajo. Nondimeno il Pubblico e cosl fatto, che, dove uno scrittore abbia dato a luce una beir opera, ricerca subito <]a esso che le suc- ressive. non solamciite non eieno panto da quella TR.VGEDIE DI ESCHILO , eCC. I99 scadenti, ma che la sorpassiao aiicora per alciia pre:|;io particolare : tautoche se per disavventura e^li esce fuori con qualche cosa la quale non sod- disfaccia appicno qaesta crescente aspettativa , il minor dispiacere die incontrar g;li possa , e V in— differen/a e i1 silenzio di csso Puhblico : e dico il dispiacere niinore, poiclie pin sovente si cone co' biasimi e fin colle in2;iarie ad amareggiargU quel poco di lode priniiera da lui conse2;iiita, sallo Iddio con quante faticlie ! Quasiche il lodare fosse un dare altrui si gran tesoro , da doversi tosto pen- tire deir usata geaerosita , e da dover cogliere la prima prima occasione di ritirarlo a se, o atmen che sia di farlo costar la pace e la sanita a cni fu conceduto. Ma sottosopra neir un caso e nell" altro, gran danno . grandissimo danno ne viene al povero librajo; il quale e costretto di tenersi 1 intero corpo della edizione nel suo magazzino a mulfare, se non gli basta il cuore di vederla alle mam de' pizzicagnoli e peggio. Laonde, io vi prego , iiiio buon Timete, che, scolpite ben bene nell animo vostro queste considerazioni, esaminiate il mano- scritto del Bellotti , e poi francamente mi diciate sc mi possa tornar conto V accettarlo per la stampa. Tim. Chi ne dubita ? Accettatelo di botto, epre- paratevi a renderne le deliite grazie all' autore. FiL. Adagio , adagio. Come potete voi giudicare della bonta di cdtesto lavoro , se non ne avete tampoco trascorsa colV occhio una minima particella? Tim. II mio giudizio e fondato in prima nella difficile contentatura del Bellotti stesso , il quale , uIE DT ESCHILO tragedia, seconrlo Tidea che in noi fa nasceie que- sta parola. Esrhilo fu il primo clie iatravidc quauto di g;rande e di cominovente si potea cavare da queir infornie trovalo; e V esito coroiio T arditezza del suo divisamento. FiL. Per fermo avea cestui sortito uii capacis- eimo ino;e2;no. Tim. E io direi gig;antesco. Ea;U comprese clie tutto quello clie 91 vs-de co' proprj occhi, a cento doppi colpiscp Tanimo pii\ vivamente, che iin seui- plice racconto non puo fare. Laoiide mise in opera tuttt i prestigi della rappresentazione teatrale per trasportar la fantasia degli spettatori nel passato ; e introducendo da principio iin secondo personag- gio, e poi infino al quarto, li fece ragionare e ope- rare come se ravvenimento ch' egli voleva esporre, cadesse in lore , e vero fosse e presente. Egli fu che ordino la forma del dialogo ad un fine prefisso; e, scoperta F utilita del piotagonista . ebbe in niira che una fosse Tazione, e tutta intorno a quello si ravvolgesse. In tal guisa la trngedia nelle mani d' Eschilo divennc per la prima volta la imitazione eflfettiva d' un' azione grave e importante, atta a inuovere gli animi de' rircostanti , ed a secondare la loro inclinazionc naturale al timore, alia pieta, alF animirazione. Le circostanze in ch^ egli si tro- vava , e ch" erano in perfetta armonia col suo ca- rattere e colFaltezza del suosputire, coutribuirono poi sommamente a determinar la scelta de' soggetti, illustri tutti e lerribili e solenni , e il niorlo di trat- tarli. Imperocche egli fioriva in quell' epoca me- desima che la greca liberta, recentemente salvata ne' campi di Maratona e Platea e in sul mar di Sijlamiua, spiegava la sua nia-isinna encrgia; e bea si vede clF egli trasfuse la iierezza ch' ella inspira, per tutta quanta Forditura de' suoi drammi. Soldato anrh'egli, e soldato valoroso, testimonio, anzi par-* tecipe de memorandi tiionfi riponati sovra i Persi,' egli s' immedeeim.i costantemente nella grandezza TRADOTTE DA FELICE BELLOTTI. 2o5 ideale degli eroi, e si compiace nel dipignere anime gdgliarde e imperterrite, devote alia patria , avide di battaglie, insaziabili di gloria, e da non si pie- gare fuorclie sntto la foiza inevitabile del Destino, ma pur conservando ancora tutta la durezza e di- gnita della lor tempra. E rare ch' egli giunga a far piangere : fors' egli teniea di non ammollire i suoi compatriotti , inducendoli a teneri sentimenti. II tetrore e qaello die doniina appresso di lui ; non- dimeno egli ebbe grande riguardo a tenersi fra que' confini , oltre i qiiali puo nascere la ferocia : ond' ^ ch' egli non insanguina mai la scena , e fa consnmar le uccisioni fuor della vista degli spet- tatori. — Con tutto cio , non fate gia stima che Eschilo abbia portata la tragedia al aiado della perfezione ; no : questo vanto era riserbato a So- focle : ma fate vostro conto cbe insieme colle se- vere bellezze e colla sfolgorante sprezzatura cbe si ammirano neir opere sue, si trovi pur mescolato di quella ruggine e, di qvtella salvatichezza die dissimular non possiamo ne in Dante, ne in Sbake- speare ; i quali sono precisaniente i due poeti che hanno con esso lui maggiore affinita, si per la vi- goria dello immaginare, e si per la singolarita del dar corpo e vita alle idee. FiL. Bene , bene ; ad ogni partito sarei per cre- dere che una traduzione di Eschilo non potesse comparire in tempo piii accoucio. Greci , gloria, amor di patria, bollori eroici, affinita con Dante e con Shakespeare oh per mia fe la dovrebb'' es- »ere lo squisitissimo de' cibi per gli odierni palati. Ma che so io? II si ed il no sono ancora ostinati a cozzare insieme in questo mio cervellaccio. A ogni modo , poiche mi siete tanto cortese, yi piac- cia per ultimo di darmi altresi qualche notizia sopra lo stile di cotesto autore : che lo stile, per quanto Ko sempre udito a dire dagV intendenti di questi negozj , e particolarmente alia poesia, ceme il ve- stire ad una pereona ; e chi mal si ve«te pug 204 rRAGEDIE DI ESCHIJ.O chiamarsi per beato quando ottieiie il lavore d'uii mezzo saluto. Tim. Ed in effetto e cosi. Da quel poco per altro che son vcnuto finqul toccan io , }i;ia, noii vi a-^jiet- terete che lo stile d'Eschilo sia piano , liicido, lio- rito , cleiiante , molleaieate arinomoso : cio sarebbe in contrasto colbi natura de' so<>;2,etti da lui presi a trattare, e co' seniiinenti ch' eg,li p >ne in bocca a' suoi personaggi: e perd la subliinita . la robu- stezza, la veemenza , 1' evidenza , il fuoco sono le parti che cercar dovete in esso , e si le trove- ^ete pressoche in ogni suo pass -. Tuttavia bisogiia confessare che , sdegiiand > egli di (ar parlare a' suoi croi il linguaggio coinune degli uoniini, ne adopera uno che talvolta sorpassa anche il linguaggio co- nosciuto. Iraprovviso ne' trapassi, prodigo di epit. ti, in tralciato nelle figure, creatore di nuovi vocaboli, dure a bello studio nelia sintassi , ruvido nelle forme del dire, intollerante d' o^ni freno , incoatra spesse volte ch" egli ecceda i tenniiii del sublime a cui mira , e che si avvolga in uaa oscurita che ti stordisce e confonde. Di qui e che pochissimi fra gV Italiani furono arditi di provarsi a traslatare' nella nostra favella cotesto poeta : anzi , benche de' settanta o novanta draumii che Eschilo compose, non pill che sette ne sieno lino a noi perveniiti , io non so che niuno . prima del Bellotti , abbia avuto mai coraggio di tutti e sette volgarizzarli. 11 qual fatto basteria per se solo ad onorare qaesto egregio Lombardo , come quello che, non lascian- dosi atterrire a qualsivoglia ostacolo , si mise a tanta impresa , e il cuor mi presagisce che degna* j meiite Y abbia condotta. FiL. {da se ^ passeggcando e scartahAlando il ma- noscritto) Costui mi vuole inhnocchi 'le : che si ^ che ci e sotto magagua ! Ma s'egli e volpe, io non sono gia talpa. — Oh oh ! che e coteftto ? Udite , udite, signer Timete. ; TRADOTTE DA. FELICE BELLOTTI. 205 Batti , batti la fronte, e me deplora (i). E batti il petto , e sclama Jn Misio accento (ji). E svelliti dal mento il bianco pelo (3). E il crine strdppati Per la pieta della perduta armata (4). E quesia , signor Timete carissimo , la sublimita del vostro Escliilo? Tim. {sorridendo) Certo clie questi vei'si non sono sublimi; anzi non istatr per me di chiamarli anche ridicoli , se tali vi paj mo : ne solo questi pochi , ma ne potrete rinvenire parecchi altri , dove la tri- vial! ta delle comparazioni , o la puerilita de' giuo- clii delle parole , o la stranezza deir espressione , od altri difetti comuni ( come ben disse un dotto Francese ) a tutti quelli che hanno piu genio che gusto , attestano che ancora Eschilo , faticato dal suo volar troppo alto , alcuna volta finiva a cader gin nel fango. E gia poo' anzs io ve ne avea fatto pur cenno. Cio per altro non toglie ch'' egli noa sia molto piu spesso tal quale ve V ho dipinto. Cosi Dante, benche si lasciasse correr giii dalla penna que' versi Ed egli avea del cul fatto ti-ombetta , Le niani alzb con amendue le fiche, . e'l tristo sacco Che merda fa di quel che si trangugia , ed altrettali imbrattati di simili sporchezze ed osce-r nita (di cui pero non e pur l' ombra in Escliilo), \i) T. I, fac. 206. <2) T. I, fac. 207. (3) Tvi. iA) T. I , fac. ao8. 206 1RA.CEDIE DI ESGHILO non cessa per questo d' essere il signore dcU altis- simo canto; poiche la quanuta delV oro e tanto in lui superiore alia niondigUa, die appeaa si ha di questa iadizio volgeiidolo pec ogiii verso. E quesla poca di moiidiglia ( se pur vogliaino ess'^r giusti ) altresi coine in rigiiaido di Dante , si vnol con- donave , in riguardo di P^schil > , alia conrlizione de' tempi e de' costumi , ed alia novita deir arte. Che pill ? I versi teste da voi recitati cosi per istrazio , e che a noi pajono ridicoU, tali forse non parvero a'Greci, e tors' an che ei iie rimasero forremente coniniossi , e gli onorarono d' applausi. Di fatto si puo conietturare che i Greci non isti- massero d' avvilirsi csprimendo il dolore con quanti segni poteaiio maggiori di costernazione, da questo, che nella Iliade , a cagion d' esempio , veggiamo Achille , disperato per la morte deir amico , strac- ciarsi i capcgli a ciocche a ciocche , e , quanto era lungo , voltolarsi nella polve ; il che, nella raffi- nate^/za de' costumi nostri, parrebbe atto da ciuco, piii presto che da eroe. E Sofocle istesso , si gen- tile e misurato , che niuno per avventura fu mai piu cotanto, non si dubito certo d' abbiettar Tarte sua facendo che Filottete si lamentasse delT nlce- rato suo piede con tanti aliitne e oliimc e ahi ahi, che n' avrebbe vergogna la piu debole delle nostre femminette. — Ma lasciamo star questo , che solo il dissi per cagione di mostrare quanto cauto e ritenuto andar debba chi vuol far del censore, non gia , niio dolce Filargiro , per farvi accettar per buono cio che io pure ho con voi riconosciuto per ripugnante al gusto de' nostii palati. 11 fatto pero si e, che, sebbene in Eschilo piu e piu cose non reggano al martello , tuttavia , oltre al niassiccio de' concetti ed al nerbo della fantasia che nessuno gli potr^ mai negare , ci si veg^ono da per tutto certe accennature d'ornamcnti, e certi lanipi d' ar- tifizio , alia cui imitazione essendosi applicati i suoi siicceisori , poterono facilmente conseguire quella TRADOTTE DA FELICE BELLOTTI. 20^ perfezione , che a liii fu dato §olamente di vedere da lung;!. FiL. ( rovesclandosi addictro la berretta , e s tropic- ciandosi la fronte ) Bene sta ; ma frattanto die voi adducevate e Achilla , e non so die ciuco , e il piede ulcerate di Filo , il direte poi voi , ed altre belle c»se, per iscolpare Eschilo delV aver fatto dire a' su>i per8ona2;2;i di strapparsi il crine e il bianco pelo dal nient > . sapete voi frattanto die m' e vennto in cuore? E' m' e venuto in cuore un pro'j;eto, che voi certamente approverete. Un pro2;<"tto stnpenlo.e da mettervi man-) avanti die il B. •. . . mi fari le inosse. Poco fa voi medesi- mo avete niorivato alcnne traduzioni d' Eschilo pub- blicate per F addietro : cio m lia fatto risovvenire di certi poclii esemjdari cli' io tengo delle niede- sime nella mia libreria. Ora , invece di contrarre obbligazioni col Bell >tti , non si potrebb' egli rac- cogliere le traduzioni si fatte, e darle fuori unite in un sol c^rpo? A me pare che questa apparenza di novita dovria bastare ad assicurarne lo spaccio. Alia fin line, che altro fanno a questi giorni i li- bra] miei confratelli , i quali per certo non ni'lian viso d' esser oche ? Tim. Si, potrebbesi : ma primieramente , come vi diceva, ignoro die vi sieno traduzioni italiane di tutte e sette le tragedie d' Eschilo ; in secondo luogo , per quel poco di reminisceuza die m' e ri- masta della lettura d' alcune di esse, possO accer- tarvi che, poco piu, poco meno , le son cose da non solleticare gran fatto chi ha sapore di buona poesia. Oltreche , una traduzione fatta da tante penne diverse la sarebbe come dire un musaico, o, se pinttosto volete , un piastriccio. FiL. Oh questo poi non mi da niuna briga •, die anzi il lecco ilella varieta potria bene tirar piii I tordi alia rete. Comunque si sia, fin qui voi non avetc altro die favelL.to in aria per cio che spetta alia versioac del vostro Bellotti ; ne aacora p' e ao8 TRAGEDIE DI ESCHILO letto cli essa un pajo di versi. Oiid' io sarei di sen- timcnto di tare un poco di confronto fia questa e le vecchie. Per tal iiiodo apparira manifesto chi e da pid ; e secondo che vcdremo inchinar la bilan- cia , si potra prendere partito. Eh, clie ve ne pare ? Tim. Confroutiamo pure: voi non potevate pro- ponni cosa da sperarne maggior diletto. FiL. Badate un momeato, clx'' io cavi fuori i li- bri che ne occorrono. Intanto potete dare un' oc- chiata alia traduzione del Bellotti. ( esce ) Tim. { da se ) Avaraccio ! Io metto pegno il mio oriuolo contro quella tua sucida berretta , clxe hai gia fernio il chiodo di non istamparla , e che sol cerchi pretesti per colorare il tuo riliuto. Oh sta a vedere che oggidi un autore , dopo aversi bec- cato il cervello, dopo sostenute mille spese, e lo- gorato il migliore del suo tempo intorno ad un' o- pera , non che n' abbia a trarre alcun guadagno , ma dovra mettervi del suo a voler produrla alia luce del Pubblico ! E non si dira poi che in conto di miracoli s' han da porre tutti que' libri di qual- che sugo e sustanza ch' escono in Italia , chi con- sideri Io stato di mortificazione e di scoraggiamento a die e ridotta fra noi la profession delle lettere ? Oh se Dio mi salvi , non cada in me giammai la tentazione di voler diventare autore ! Io penso che i miei |)eccati non sieno tali da meritarmi cost fatto gastigo ! . . . . Ma scacciamo coteste malinconie , e leggiamo. //, POTERE Giunti siam della terra alle remote Comrade estreme , alle inaccesic vie Bella Scizia deserta. A te , Vulcano , Sta I' esegnir cib che t' impose il padre ■ Qiiesto audace mahagin ad erta rupe Stringer con saldi adamamini ceppi; Cli ei furb la tua dote , il radiante Foco , di tutte arti ministio , e un don& TRADOTTE DA FELICE BELLOTTI. 2O9 A rhonali ne fece. Or dee la pena Scontarne ai numi, oncle acqiietarsi apprenda Alt inipero di Giove , e dal soverchio Amor ritrarsi dell' umaiia schiatta. Bravo! bravo davvero! Forza , precisioue, e tut- tavia chiarezza ; nobilta , sceltezza di voci, nutnero soaoro , e tuttavia nessuna affcttazione .... FiL. Eccomi a voi. Qaesto e il Prometeo tradotto dal Cesarotti ; q«a sono i Persiani ^ versione del- r Alfieri ; e ([uest' altro elegante libriccino contiene la tragedia de' Sette a Tebe volgarizzata dal Nicco- lini. Credo pure d'averne alcun';dtra; tuttavia per al px*csente (jueste tre ponno bastare alV uopo nostro. TrM. A meraviglia. Onde procedere con qnalche ordine , conlinciamo ad instituire il nostro paragr*- ne sovra il Prometeo tradotto dal Cesarotti, che ap- punto e la primiera delle tragedi*.' recate in italiauo dal Bellotti. Leggetene voi un passo qualunqiie. FiL. Volentieri. — I niiei occliiali ? . . . . Tim. Eccoli. FiL. Oh ! granmerce. ( legge. ) Prometeo Non vi date giii a creder ch' io mi taccia Per arroganza , 0 per dispregio ; che .... Diavol ! ch' io abbia le traveggole quest'' oggif Tim. Ah ah! FiL. Eppure sta scritto cosi precisamente. N' e vero ? ( mostrandogli il llbro ) Tim. Verissiino. Continuate. FiL. Non vi date gia a creder cli io mi taccia Per arroganza , o per dispregio ; che Pensier profondo mi divora il core •Quand' io mi veggio in cotal guisa accolto Obbrohriosamente : e pure a questi Novelli Dii chi , fuor di me , alcun dono Distribm ? Ma vo' tacer di questo , Cli io pt direi cose note: or udite ..... Tim. Alto la •, egli mi pare che questo verso sia i iin parto estemporaneo della vostra fantasia; I Bibl. Ital. T. XXV. 14 ai,0 TPvVGEDIE DI ESCHILO FiL. Pet r annnii d' Apollo io leggo cio clie e stimpato , e noa v' aggiuiigo del mio fuorche la grazia del iccitare. or udite Le miser le d sU iiomini. ad prima Bozzi come fnnciulli , io sol gli resi Po^^erlirori. d' mtelletto e fenno : Ne cio per lor riprension , mn i1 diro Per mostran'i il mio amor ne' doni miei. Ussi prima veagew^o , invan vedieno , Non uUvano wlendo , e simisliafiti A'le forme de' so'ini ivttn mescendo Per lunga et i ro'i^itsamente d tutto. Ne case di .nattoni al sole esposte Er.an lor note , o fabbricur con legna , ' Ma in sotterranee cave aveano albergo , Quai carpanti formiche entro gli oscuri Bipostigli degli antri : e niun segno II verno , o la fiorita primavera , 0 la spigosa state a lor mostrava ; Jfa tutto fcan senza ragion , finch' io De le stelle mosirai gli occasi ^ gli orti Difficili a notarsi ^ e la del nunieri Arte , di tutte I' altre prestantissima . . • • Tim. Questi mi pajono versi non gia fatti da ua poeta , ma dal calamajo di lui, come avrebbe detto il Gozzi. FiL Al nonie di Dio, lasciatemi finire. Ed a pro loro la connesswne Jlitrocni de le lettre , e la memoria Cfi e mndre de le Muse , ed ingegnosa Producitrice de le cose tutte. r aggiogai primo i tori , accib sen'endo Coi colli e i cerpi alt uom fosser d! immense Fatiche successori ; io primo al cocchio 1 destrieri attaceai freao-portanti , Iregio e splendor del ricco fasto umano. Ne aln'H altro trovalo ha de' nocchieri aii CfGli ondi-vaganti piwni-linei cocchj. Lasso ! che dopo tante ritrovate TR4.D0TTE D\ FELICE BELLOTTI. UIl ■ Arti ai mortalL , or non ho arte alcuna Che vaglia a sciormi dal preieiite male (i). Uhin ! . . . . die ne dite ? Tiji. E voi ? FiL. Che ne so io ? Nou le sono materie da me. Tuttavia , s' io noa vedessi su qiiesto frontispizio a lettere d' appigionasi il noma del Cesarotti , io la diiei borra di qualche scolavetto ia ira alle JMuse. £ a \'oi che ne pare ? Tim. Che" occoire il dai' giiidizio di cosa che gia tinppo si condaiinA da se? Diro noa pertanto , cosi in passando, che il Cesarotti, dalla trad-azione di Ossian in fuori ( dov' egli e per colorito , c per impasto , e per tuono , e per arditezza di forme tutte nuove e veraniente unico, ed e a desiderare che unico rimanga- , se pur ne cale di conservare alia nostra poesia la sua bell' indole nativa ) , in quasi tutti gli altri suoi versi egli rai lascia li per Io pill delle volte colla voglia in corpo di qual- cosa di migliore. — Ma non perdiam tempo in vane ciarle , che V ora si fa tarda ; e riscontriamo il medesimo passo tradotto dal professore di Padova nella versione del Bellotti Eccolo : PnOMETEO. Per talento ostinato o per orgogUo JVon credete ch' io taccia : il cor mi rodo Di dispetto in vedermi a tamo segno Vilipeso. Chi mai, chi, se non io , Die di lor duti a questi iddii novelli Fermamente goder? • — Ma non ne parlo. Cose con':e a voi seno, Udite invece De' mortali i hisogni , e come in essi Sfupidi pria , senno e intelletto io posi. iVf cid diro percli io di lor mi lugni ; Ma per mostrar quanto io nuirissi affctto (1) 11 Prnineleo cTEschilo tradotto da Melcliiorre Cesarotti ( in- serito nel tomo XI del Parnaso de' poeti cl issici d' ogai uazio- oe, ace, ti-aeportaii in lingua ital. ") , fao. 34=-35. 212 TRAGEHIE DI ESOIIILO Per lor , che prima non vcdran vedendo , Non udivano udendo , somidumd A'le hrve de' so^ni , e da grnii tempo Ivan mescendo stoUamente il tuna. Ne con. pietre sapean fabhricar case , J^'c con travi coprirle : ma sotterra , Come vili Jbrmiche , entro hitebre D' oscuri. spcchi traevan la vita : Ne distinto per hro avea segnale II vcrno , la fiorente primavera , La frvnifera estate. Essi fean tutto , Lo perche non sapendo. A lor degli astri lo mostrai gli orti ed i tramonti arcani : lo de' numeri t arte , arte sovrana , Trovai per essi , ed il comporre in%ieme DeUe lettere i segni , e operatrice Di tutt.e cose , e delle Muse madre , La memoria edurar. Col giogo io primo Gli animali congiunsi , onde alf uom servi Fossero , e nel durar grnvi Jatiche Succedessero a lid : docili al fretio Fatti ho i cavalli , e li conchissi al cocci do , Pompa d' aha opulenza ; ed io , non altri , / velivoli carri oridivaganti De' norclderi inventai. Misero! ed io Inseindo Poli.iice per re. avrelibe stolidamente con- fessato il proprio torto ; il quale consisteva appunto nel ncusar di rinouoscerlo, nlla volta sua, per re, e di ras5Pg'Tar2;li lo scettro tebano , devolutogli se- condo la convenzione tra essi giurata. Di fatto nel tesf'i la parola re lo non la trovo (i); e qui pure il Bellotti giudiziosamente interpreta : lo nemico a nemico , io duce a duce , io fratello a fratello ; che il dare a Polinice il titolo di duce non disconviene in modo alcuno alia presence circostanza di Eteo- cle ; non cosi quel nominarlo re, chi' si vede nella traduzione del NicColini. — .Laond^. comerhe non possa qua e cola negarsi al traduttor rentino la parte sua di lodi. non e dubbio che uicor egli , niesso il tutto in bilancia , non rimanga inferiore al traduttor milanese: tantoche nV ardisco di con- chi idere che questi al presente puo correre il campo per suo. (i) II tpsto ha ApXJvT/ t' apxwv. ■^— Col duce io dure , cqi ger- man eermano , Col nemico io nemico staro a fronte . traduce il PagcjualoKi, i\ quale volgarizzii pure tutta la presente tragedia. 224 TRAGEDIE DI ESOHILO FiL. E per conseguenza , voi mi consigliereste ad accettare il suo manos-ritto , e stamparlo. E chi sa ch' io nol faccia r Frattanto vedro di tenerlo a spcranza. (Ill ijuesto mezzo entra Psittaco; wi omtccidttolo tozzo, di carnagione rhe tira al pistacchio , con occlii ne aperti ne chiu^i , vestlto in inodo rhe nan sal dire s'' egli e prete o secolare ^ e con tabaccluera obl)ligata in mano. J FiL. Oh mio diletto Psittaco, qual buon vento?.... PsiT. Un rovajo clie nabissi chi iioii dico. — Avete il Vocabolario della Crusca ? FiL. Vedetelo la nel primo ordine di quelle scaiTale. Tim. {sotto voce a FiL) Ilnostro Psittaco noii e tagliato oggi a buona luna. FiL. Io ci giuoco , ch' egli vietie da far batosta per qualche Vocabolo noii approvato. Bisogna pero confessare che in si fatte matcrie a mala peiia ci ha chi stiagli a paro. PsiT. ( chiudendo il Vocabolario ) Non c' e , non c' e , non c' e. Rapporto significa rapportamento , cioe il rapportare , riportare , riferire ,• ma nel senso di correlazione ^ attinenza e simAt ^ e un gallicismo che fa stomaco , uno sproposito madornale , bestiale. Oh ser mestola, se mi capiti un" altra fiata per li piedi, oh io ti faro ben io ricntrare in corpo e il gramuffastronzolo , e il pedante , e il linguajo. Oh si per mia fe ! Tim. Per altro ...... (i). (i) Se Psittaco nan avesse rroncnta la parola fra' denti a Ti- mete, h. verisimile ch'egli avrebbe sentito da esso die per questa yiala aluieno gli conveuia pur tranguj^iarsi pazieateinente e ii pedante e il linguajo e il praimiffastronzolo e simili genti- lezze ; poiche di fatto rapporto in luogo di correlazione , atti~ ■ nenza, dependema e simile (lasciando stare i diritti d' origina- zione ) e voce usata da n;e5ser Lionavdo Salviatij e quando ipse dixit , i Psittaci e coueortl non lianno piu lingua in bocca. i n TRA.DOTTE DA. FELICE BELLOTTI. 225 PsiT. All questa e la voce del mio soavissimo Timete. I'erdonatemi se alia prima io uon vi avea laffigurato. Che state legg,endo di bello ? Tim. La traduzione delle tragedie d' Eschilo fatta dal nostro beneinerito concittadino Felice Bellotti. FiL. E clie viene proposta a me , percli' io la stainpi. PsiT. { pigliando tabacco ) Come stiamo in ordim; a liugiia ? Tim. Da quanto abbiam finora trascorso, io stimo che si possa risolutameiite allcrmaie clie il Bellotti ne conosce tutte le proprieta , i partiti , gli ardi- menti, le piu caste eleganze, e che sa dare al siio verso un cotal gii'o, che i concetti vi pajono nati insieme colle parole e coUe forme ch' egli adopera per significarli. PsiT. Uii gran fatto voi mi narrate ; un gran fatto, e tale , ch' io non ne resto capace , se nol tocco con mano. Tim. Eccovi il libro ; esaminate voi medesimo. FiL. {piano a Tim. ) Se v' ha solo un picciolo neo, io vi prometto che con que' suoi occhiolini da sorcio e' ve Io scopre. Tim. Che il cielo Io prosperi ! Ma uno o pochi nei non guastano. Ecco il passo , anzi i pasei. In somma la particella e cosi detto non a Guiscardo , che niente non dice , ma a Ghismonda ba bav- POKTo (Tom. II, fac. Sa , ediz. mil. de' Class, ital. ) — Dove il pronomc quella alia poppa de' Rodiani ha papporto ('ivi, fac. 33). — Noi sperianio che questa mciuorabile scoperie fara proprio aDar- gare il cuore a parecchi scrittoi-i. — E se il sig. Grassi , il quale nel 8U0 Saggio intomo a" sinoniini bandi la croce addosso a que- sto innocente e inimaculato vocaljolo quand' esso accondiscende a tener la vece di correlazione , attinenza od altro simile , si fosse abbattuto al luogo sopraccicaro , e da credere cW egli avrebbe usato in verso il medesimo atti piu libcali e parole meno inur- bane, clie neir ira sua non fece. Ma nel detto libro del signer Grassi ( pregevole tuttavia per niolii capi ) si trovaao alti-e coselline che patiscono le lor tare. Bibl. Ital T. XXV. J 5 2i6 , TRAGEDIE DI ESCHILO PsiT. Oh! oh! qursto e a^fosso. Sentite : ma pria di genti ha loco Moito radere , e prodigar di vite (i). Prodigare e uu bastardumc ple!>eo , vilissimo , in- sollnitile: prodigallzzare ^ e uon altro , dissero mai sempre i nostri Classici. Tim. Anche a me non sovviene d' aver trovata la parola pro'iigarc ueg;li scrittori de' buoni secoli. Tuttavia prodt gallzzai-'e now e voce da potersi usare neir alta pofsia. la questo liioro direi piuttosto perdere , sperdere , straziare , spendere . logorare Ma clie volete voi ? anche fra tutte questfe voci non ce n" ha veruiia clie affatto mi appaghi : onde, chi non sapesse rinvenir di meglio, io sarei quasi per dare aacora la pi'eferenza al prodigare , quan- tunque non autenticato da illustri esempi, anziche ammettere il vostro prodigalizzare con tutti i suoi scdici quart! di nobilta. PsiT. Voi mi uscite della quistione. — ■ Ma frat- tanto niirate altro pesciolino che s' e pvesa al mio amo : Dessa coinune non aveva il sangiie Con I' uoin die uccise (2); e poco appiesso ua' altra volta Non e , non e gener trice ■ dessa £ del feto nudrice (3). II pronome desso ^ come sapete , equivale a qucllo stesso , propiiamente quello ^ o simile; e F usarlo in luogo del j>ionome egU od esso e licenza ch' io non approvero mai a mia vita. Ti5i. Noudimeno pin d' un esempio ne troverete, non che altrpye , nel purgatissimo Gozzi : parlo di Gaspare. (i) Tom. I, fac. 37s. (2) Tom. II, fac. 216. (3) Tom. II, fac, izr>. TUADOTTE DA FELICE BELLOTEI. 3.2J PsiT. ML cavo il cappello davanti al conte Ga- sparo Gozzi ; ma , con vostra pace , Y ombra sua se ne sta tuttavia fuor dcir nscio delU Accademia del la Criisca , ne veggo die altri faccia segno di muoversi per introdurre la tapinella in quel vene- rando coasesso. {coiitlnua a scartabellare) FiL. {crollaiido il capo) Non vorrei che , pesca e ripesca. ne uscisse rpialclie tonno o storione. PsiT. Oh! datevi pace; lo storione e qui, e guizza che e una maraviglia : E tu di Serse amata madre , Un bello aminanto nella reggia prendi , E incontro al figlio recalo. Sapreste voi indovinare qual sia lo storione ? Tim. Me lo immagino : quel recalo. PsiT. Appunto. Tra recare e portare ^ benche pa- jano sinonimi , e questa differenza , che recare si dice solaniente di quelle cose che da piu lontatio luogo si partono e s' avvicinano dove noi siamo > o dove pognamo d' esser noi ; e portare dicesi al- r incontro di quelle che movendosi dalla parte dove noi siamo, o dove d' essere facciam ragione , si fanno da noi piii lontane. Tuttavia portare in vece di re- care si trova pure alle volte; ma recare per portare ^ ne favellando ne scrivendo, non s' uso mai da al- cuno che pur mezzanamente intenda la forza del parlar toscano. II perche ne' versi che dianzi ho recitati , era mestieri di dire E incontro al figlio portalo. Tim. Queste cose io me le sapeva; come sapeva benissirao che V Infarinato secondo scialacquo di molto inchiostro per volgere in deriso quel luogo del Tasso : Reca tu la risposta; io dilungarmi Non vo' di qui, dove si trattan /' arml. (Ger. C. II, St. 94). Ma questo ancora io so, che il Bembo , il quale da' vostri ^^*i — e GEiarrrato il balio del volgar 2a8 ' TRA.GEDIE DI ESCITILO fioroiitino , tlisse : Cliiaina soveate chi , di quests coii" trade levandolo . in. (dn ptesi nl rerJii. PsiT. I^'pigliando Whdcco , e spal iicaiido per la prima velta ixll occhi) Duu'ine ! il Ecmbo ? -r.iTiM.' Si siguore , il Bembo. PsiT. Messer Pietro? Tim. Messer Pietro , che fii pui cardinale. PsiT. In- che luo2;o ? Tim. Se ben ricordo , negli Asolaid (t). PsiT. Ne voglio far nota . — Ma e que- 6 to uracdno , ....... . orribile uraccmo Scuota la terra dall' inie radici (a); c questo postato per accainpato , , . or narrero del qidnto '*i(i hf'Capitan che postato e gid dicontra La porta Boreal (3) , vi basterebbe F animo di difenderli ? Tim. Ne -'ubitate? Uracdno e voce usata dal iMa- galotti , dalTAecademico dt41a Crusca che tra'iusse Victoria della conqidsta del Messico ^ e da 'jualche altro ancora : e postato per accainpato |K>trete ri- scoiitrarlo speciahiieiite in Francesco Zaii >tti.' PsiT. In somma , chi desse orecchio a voi , non ci sai ebbe sproposito , il quale ijon si potesse con qualche autoritk salvare. Ma sappiate , per vostra regola , che V autorita de' Goz/^i , de' Magalotti , degli Zanotti . e autorita niagra , tisica , dispcrata. FiL. Du'.ique ho io da stanipare questa benedetta traduzione , si o no ? PsiT. Se avete i torchi in liberta, vi daro io un mio Trattato del punto e vjrgola: e vi accerto che farete assai meglio i fatti vostri. — Buon giorno alle lor signorie. {parte) (1) Bembo, opere, Tom, I, fac. 141. Edi^ione milanese de' Clas-. sici itarani. (2) Tom. I, far- 63. ' ■•'■ ■ (3") Tom. I, fac. jo6. , '©iOTiJc" TRADOTTE DA FELICE BELI.OTTI. 229 Tim. E huona notte al si<«ior Psittaco. FiL. Tant'e, ho lisoluto. lo non ne voglio saper aUio cli qiit sta trackizione del Bellotti. Per ispac- cxaila, bisoj^.iierebljQ. che yoi vi trovaste coatinua- nieate allc coste cle'' comperatovi, e ad ogni menda f]\ essi notassero , zufolasLe loro iie;;li orecchi la debita giastificazioiie. E fprse aiicoia non se ue cavcrel^be costrutto. Tim. E bene ., mi permeftete voi cliMo da me ne f ccia parola alia Societd tipografica de Classlci itallaiil ? FiL. ( cavcuidusi la 'berretta) Mi renderete un ser- vigio da vero amico. Tim. Qua la mano ...... FiL. Non una, ma' tutt'' a due, ed anche tre , se tante ne avessi. Tim. Addio. La Societu tipografica de' Classiri ita- liani, la quale ha un pocd piu d' abbaco , che non avete voi , non si fara di certo pregare ad acco- gliere un' ofFerta , come e questa , da procacciarle molto utile , e a un tratto da levare'^sempre piu in istima ■' i suoi tipi. — Addio di nuovo , ' e pro vi faccial il' Trattato del punto e virgola. ' ^ OtmojjOli.';. « :>ff n-^t''-'.ii> ■>!OWjfi'f iitii" III <>^ fioli Oi )li:.!il .lu :'.} ?«i*g»?nO!:» Trfpi ■> nMf 7«trfT 26o Osservazloni ( inedite ) sopra la fai'olctta csoplana , di Innoccnte NatanAeli (CoiU'muazione ). chi scrisse quella, che io sono per rapportare^ forse altro intcadiineaio noa ebbe da quel di Fedro. / due buoi. Due buoi , che con le loro faticke , ricomperisate da poco strume ^ ai^can fatto assai volte biondeggiare il campo di ricca messe , logori e stanchi, pensavano pure di darsi al meritato rittpso. II piii magnaiiimo adunque di essi , scosso il giogo , ricusa di arare. Ma il padrone , veggendo di non pater pile trarne van- taggio , lo uccide. i' altro , com! ebbe veduto la fine del-suo consorte , oh niisera la nostra specie ! escla- mu. Pel" noi non vi ha mezzo : o tosto morir di mazza, o morir tra poco di stento. Che far ? Che non fare? Morianio sul solco. Cosi morremo piii tardi ; e il nostro carcame , noa atto alia pentola, almeno avra sepoltura. Alcun tra' moderni con alcuna sua favola miro a fare il damo , e a lusingar sotto allegorico velo qnalche sua bella. La mammola del Bcrtola parla di un' Isabella , ed io non so in cui V autore fer- niasse gli occhi di piii, se nclla mammola, o nel- 1 aiuola che la partori. Talun poi degli antichi miro iu vece a gittar nel viso d' altrui con mag- i^ior veemcnza un aspro e duro rimprovero. JJel- lissimb esempio ce ne da ( s' e vera la fama ) il buon vecchio Esopo, di tutti i favolatori patriarca e prototipo. Non so qual mi faccia , se io parli greco , latino o italiano. Aveano i Delfici deliberato di mettere a morte Esapo, e gia lo condiicevano al precipizio. Terito egli con moke favole di muo- vpvli a compasBiono f di far loro cangiar consiglio; OSPEBVAZIONI , ere. 23 1 ma in vano. II perclie, dalle dolci alle foili im- niagirii trapassando , conchiuse con questa. Viri cnideles, ct intcrfectorcs ^ aiidltc. Agricola qiiidani in agio conseiiuit. ^nrn niuiquam ingressus essct in ur~ bem , precabatur domesttcos , ut earn sideret. At illi , lunctLS asellis , atipie in curru eo imposito , solum i'csserunt agere. Eanti auteni procella et turbine aerem occupantibus , et tcncbns factis , aselli a via abcrraiites in qaoddain praecipitium deduxerunt senem. At ille iani praecipitandus ,' O lupiter , ait, cpia in re te iniuria aft'eci ? Qiioniam sic inique occidor , prae- scrtiinque neqae ab equis 2;enerosis, neque a mulis bonis , sed ab asellis vilissiniis. Et ego itaqite eodem modo nunc tiistor , quoniam non ab hnnoratis viris , et elegantibus , verum ab inutilihus , et pessimis in- terficior. Ogni qual volta iile2;2,o io qnesta favola , provo gli stessi affetti ch'' Esopo , son con lui su la medesima nipe , e come liii mi sdegao , e favello : taiito mi sembra maraviiliosa ! Ma dello scrivere favoictte due fini principalis- simi de' poeti sono il far raostia d' ingegno , e lo sfogar qualche afletto , che ne posson chiudeve in seno , ne altrui vogliono comnnicare. Clii ripete le finzioni degli altri , e di versi !e ahbiglia , e di stil culto le adorna , vuole alrro ni^ai che farsi dir, bravo ! Vnole altro mai chi pubblica le sue proprie , ma , sia riguardo alia lingua , sia riguardo alia poesia , dopo averle di bci tiori tutte fiorite ? Quid petitur socris , nisi tantum fama , poetis ? Non cosi chi favole scrive per isfogo di qualche affetto : fine , che dal teste accennato di miti2;are r 'proprj dolori in tanto io distinguo , in quanto nel caso presente , dato sfogo air alfetto , non ri- cercasi che alteri o la passione , o il cercatone sfogo ne men per gergo , conosca. Un' anima dolce , un' anima semplice, arnica dell' eqnita e delta pace, i segreii del cuor suo consegna a una carta , e al depor dell'i penna e trnnqiiiUa come uno apecchio - 233 OSSERVAZIONI ne vuol di piii. E ne men gU consegna chiari ed ignudi; ma li vela e adombra con favole. Accade poi , clie tali favole vengono lette ? Rara mens intelligit Quod interiore condidit ciira angulo. Quelle , a cagione d" esempio , che attineo al Giornale della letteratura italiana, non portano il nonie del loro autorc , e diconsi postume. Ed ugnal- mente postume sono certe altre , die vado spar--^ gendo per questa prosa. Di die altro adunque i favolatori si preser cura , che di alHdare , come Lucilio , i loro arcani ad un foglio ? Ille velut fidis arcana sodalibus oLim Crcdehat libris. Modestia in vero grandissima ! Salvo che chiunque una fayola scrive con isfogo tanto mistico e oc- culto , pecca , s'' e bella , d' invidia , perche Certo io credo , Che solo il suo fattor tutta la goda. Pognamo , che a questa maniera di favole si aspetti quella del hue libera : quanto non si trasmoderebbe la sua bellezza di la dalla poca apparenza che resta , dii sapesse tjuando , e perche fu composta ! Jl hue libera. Accortosi un hue , che tutta V armento dovea ter- minal e al macella , fuggi ; ma , per V errar lungo di qua e di Id , cansunte le carni , mostrava di sot- to al cuoio le caste. Che perd , siccome quegli che ancor tenari un poca d' aria e di Ic/ia , guardava pur di acconciarsi a carro ,. a ad aratro in qualche podere. Ed ecco un che gli dice : io ti porro sella e redini ; e hon avrai che a trarmi talvolta in corso dentvo a un mio calessetto. Del resto mangiatoia piena , ed ozio quanto vorrai. Tanto meglio ! il bue gli ritpose. Ma tu ccrchi un cavallo ; ed io , vedi, son bue. Vien dunque meco , dissegli un altro; die io ti porro le bardelle, e due gran cestc di sopra. Da mane a sera nii andrai dinanzi . e insieme SOPRA LA. FAVOLETTA ESOPIANA. 250 provvetleiemo alia mondezza ed alV onor della patria. II hue raccohe a tai detti V ira sul destro con 10 , e ^ se non che venne in quel punto chi nel prego dl entrarc al suo fondo , come duce ai vitelli ^ stumpavagli non so dove la mondezza e I' onor della patria. Non per anco siamo a parlar delle favole clie hail proprio jjer fine di migliorar il costume degli uomim. E , a cpiel che io ne penso , ne siamo an- cora lontani. Alcune in. fatti non iscrivonsi con ahra nura che di scherzare e di trastullarsi. loculare tibi videtur , et sane leve. Dam nihil hahemus majus , calamo ludimus., disse Fedro in un luo2;o-, e Caliimniari si quis autem vohterit . . . Fictis iocari nos meminerit fabulis , avea detto prima: e genus iocorum chiama altrove le sue favolettei Favoleggia dnnque ogni uomo , o cerchi d' evitare il supplizio, o d' insinnarsi nel- r animo altrui, o di rappellare i disattenti in ma- r ora, o di rimbrottar piu aspramente i colpevoh, o di lusingare e far vezzi , o di sfogar le sue doglie gridando: e favoleggia chi ha vaghezza di lode, e favoleggia chi ha talento di spassarsela e di sol- lazzarsi. Cosi appunto con uno scherzevole apo- logo , che leggesi nel citato Giornale della Letce- ratura italiana , graziosamente sorvidesi all' editore delle opere di Angelo Mazza , il cpial editore., toc- cando una parte d' italiana 2;ramnjatica , ch' egli ( per quanto accenna V apologo ) poco intende . pretese di menar a here chi sta presso del pozzo ., se io pur rapisco quella iinzione , e mal non piglio conghiettnra dal nonie che la precede , e da altri sparsivi dentro. - Ma non solamente a fin di ridere , si favoleggia non meno a nn di far ridere : difficil cosa , chi la vuol fare leggiadramente ! E che spesso fallisce . come dal catito mio falli a Fedro ^tesso, quautunque a34 ossERVAzioMi ijeir assep;narc alle sue favolettc dne liui , quesco ponesse primo , di muovere il liso. Duplex libclli dos est , qriod rlsuin jnnvet , £t quod prudeitti vitarn coiisilio inonet, Che piu ? Si favolegpa per far una cli (|uelle in- nocenti veiidette , die i' ingcg;iio sujigerisce , n(>n r ira. Poco , io periso , a Fedro iniportava , che taluno i'urati g;U avesse alcuni suoi vri'si. E no:i- dimeno scrisse la favola, in cui s' iiivitano i fuchi a sparger Ic cere di rnele , siniigliante a quello che dalle api composto giuravaiio di aver egliao fatto. Ma i fiichi ricusaroiio di venire alia prova. E tutta r amabil vendetta di Fedro sta in cjuesti due versi : Haiic praeterissem fahulam s lentio , -Si pactam fuci non recusasscnt (idem. Poiche fa cenno di qnesta favola an' altra, die io serbo , qui ne fo copia. La roiidine , il pipistrello cd il civettone. Abitava una stiiolo di rondini in riva d wi Icigd , ed ai'ea per usanza di ripomr da' suoi voli sul cor-' nicione di antico edificio. Or una d' esse , awicinan-^ dosl V equiiiozio autunnale ^ cosi parlava a suoi /ft gh. Egli e tempo , o miei oari , di mutar clima. Siate dunque d' animo gvande , e disponetevi a passar meco in Egitto. Voi , per tratti cl' aria lunghissimi , navighcrete sopra la terra ed- il mare ; non pero abbiate paura ; che gia siete ben provveduti di lunghi remi , e di ben forcuto tiraoae. Eprosegui, dicendo lore delta compagnia numerosa di rondini , e di romlinini , che avrebbero avnto ; di ntz altra state , che avrebbero ritrovato ,• e delle fanlisiine prede , che fatto vi avrebbero. Ella proferiva f estre^ me parole del suo discorso ; e I ecro Ja u a fe iditura del muro weir certe voci, che la famo stare in orec- rJiio, Alloggiava Id deatro un misero pipistrello , che ,- iiUeso il ragionar della rondme , a' swii p'pistrelhni nppena spoppati diceva : avete sentit& iarB^lloni , che; SOPRA LA FAVOLETTA ESOPIANA. a35 spaccia una di queste straniere ! Uccelli viaggiar in barca col timone e coi remi ! Sianio uccelli anclie noi , ma viaggiaino con Y ale , e non sap- piiim di timone. Poi queste acque , sopra cui par die voe^liano far traeitto , io sempre iritesi chiamar lago , e non mare. E quanto ad un' altra state ; come giunga il novcmbre , sapranna i suoi rondi- nini die altra state si goda. Dovea la rondine aver compassione del pipistrello ,• ma non si tenne : e gar-^ rendo , e strillaudo gitto qualche istante per istrtiirlo. Indi , giacche dentio a un buco era cold vicino un bel civettone , voltasi ad esso , mosse m alta voce shniglianti parole : giiidioa t« , die me vidisti , e Itii : e , se non sai , va ^ interroga Atene , e tutta la tua I\Iinerva. Ove io parlato abbia male, lasce- ro che t« ti cibi delle mie carni '. e se' anche io partissi , ti prometto sull' oncir mio che saro qua con r aprile. II civettone accetto ,• md non die piCi la sentenza : il pipistrello si ciioce , cite rondifii tiop- pe c troppi rondtidni , U abbiano udito : e la pellc- grina va , e vieiie dalle Alpi al Nilo , ripetendo la novelletta. Se il gitidice avesse deciso la I te y Hanc praeterissem fabulam silentio. ■ Ed anche V apologia , raal contenta di giugner tardi , gia si fa innanzi , e mi dice , che favole «i conipongono per se , o altri dilendere da qual- che taccia ; e di qua mostrami Augusto che giuoca alle noci , di la Esopo , che pone in mezzo alia strada un arco sf'cnato; die cosi appunto in difesa del suo signore Fedro favoleggio. Tempo e che io niento\i quella moral dottrina ,' per cui s<>\o insegnare diconsi usate le favolette Esopiane. ?da io dubito assai , non tal dardo ferisca diriftamente nel segno. A cui di fatto la iiisegne- ranno? Per cui sara d' uopo di questo inganno piacevole t, di Hngere a±ioni di bruti e di alberi ^ d' ond' esca improvviso una morale istruzione ? Ai fancmlli . rispondesi , e per gli fanciuUi : laonde ?ono da darfei in umno alle balie e alle itiadri. 236 OSSFRVAZIOM :mq i Anclie le strittc in versi ? E k' piu adorne per frasi poctiche ? E le tanti' poi , clic han per isco- po verita agli aniii teneri no:i per anco opportune , per chi saranno ? Queste saranno [)er j/li uomini. Ma baderanno gli uomini a tavolette i 11 mondo e vecrhio, sog2;iunge il La-Fontaine, nulla pcro di meno c' convien trattarlo Ancor da fanciullo. Sia che hi vuole di cpiesto discorso ; io , per amor di vedere i favolatori a cog iere in quel dilficil bersaglio di unir 1 utile al dolce , saro fonti^nto , che le favolette , senz' arrogarsi il vanto di rni^liO' rar il costume de^li uomini , sian finte e disegiiate cosi , che lo possano inigliorare ; perciocche ne sermoni , ne satire , ne favolette non otterranno mai cio , die istruzioni a gran pczza piti estese , e piu serie , e piu gravi ott.engono assai di rado. Del resto sesuano i favolatori lor arte , si affisino ne' difetti dcgli uomini , scocchino verita , colgano anche nel punto ; nia d' altro piu, cioe d-^ir elfet- to , non si prendano cura. E chi nou ne approfitta , suo danno. Parlero cpii della morale , ch' e V anima della favola , la veriia rioe , che T allegorico velo copre e nasconde. E quanto alia sua giustezza , alia for- ma ed alia sostanza , i precettori ne scrissero ottimainente. Q)uanto alT omoietterla , come talvol-* ta , per lasciarne tal cura al lettore , usano i favo- latori , dicono, che cio in prima si pratica , qu.m- do la morale ne fosse manifesta , e cio parmi che vada bene : poi quando si potrebbe dalla fa- voletta cavar piix d' una morale^ e cio parmi indi- zio che la favoletta non sia disegnata perfetta- mente : e quando per ultimo nun si sapesse qual 7nor(('e cavarnc , e cio e artatto contrario a qual siasi tine, per cuivogliasi scrivcrc favolette. IVIa c"' e un altro caso dai precettori non registrato, ed e quando il favolatore per nessun conto vuoL dirla. E non e ch' ei la taccia , perclie sia mani-^ festa ; ma la tace , accio che !, chi vuole , per se SOPRA. LA TAVOLETTA. ESOPIANA. 287 la rerclii ; e se non la trova , pazienza. Di fatto havvi favole , sicconie il Qherofano cli Gaspare Gozzi . ch e ac? un ragguagliato oggctto , a usar la frase del Salvini , ray.guarda ; e in tal caso non convien sempre , ne sempre vuolsi manifestar la morale. E ccsi fe' il valorosissimo Viniziano. Ne pun to ne patisce la favola. Iniperciocrhe da ogni ben disegnata azione , da un' azione cioe disegnata in maniera, die migliorar possa il costume degli uomini , spnntando di per se una morale ; sapra r in2;e2;noso lettore entrar , come dice il saggio , alle versiizie della parabola , e snocciolarne un buon vero. E non giungeia forse quello a snocciolar per r appunto , die T autor si propose , perclie di cia- scuna di tali favole V autor puo dire : Quam rem contineat hoc argumeiitam utilem , Non explicabit alius , quam qui repperitj ma quando chi It'gge , n abbia un iiise2;iiamento utile e ben dedotto , sara salva T arte , e salvo il fine deir arte. Le tre seguenti mancano della morale ; ma chi le dira percio in alcuna parte viziose ! I polli (T India, e il pice ion torraiuolo. Certi polli d India,, ben provveduti di lauto cibo., vivcairo felici deutro a separata cortile. Un piccion torraiuolo, volando sopra a quel sito , li vide ^ e senti desiderio di visitarli. Ma quei petto? iiti , scorgendolo assai magro e sottile , si tirarono tutti da un lato , € gorgogliarono tra di loro , ch' era a temersi , non quelV ospite cold discendesse per beccarsi del loro vitto. II piccione , che intese parte , e parte indovino de' loro pensieri ., v' ingannate , disse ^ o signori. Qua discesi per mera curiosita di veder que' vnstri bargiglioni , e ventagli. Godetevi dunque il preparato intriso, ed il resto ■■, poidie avendo voi V ale piu per fame pompa . che per usarne , non sapreste uscir quinci a procurarvi da vivere. Quanto e a me , volo da tone a tone , da campo a campo , e , dovunque si 2?8 08SERVAZI0NI trovi , vo a raggiunger quelPesca, die la Provvi- dcuza mi mostia , senza tar clantio a polii o pol- lai. Cio detto , via volosseiie ad all tese, II cardelllno e if, fringnello. No per di la , diceva a iiii rardelliiio un frin^uello , no per di la. Per quinci piu tosio; che troverai strada piu corta , e maggior conipagnia. Ma il cardcllino , so bene, rispose , che vi si trovi. Jeri appunto vi eon passato; e guarda , come vi ho in pnnia la- Bciato sopra un vergone la coda, e poi mezzo una gamba nel laccio di un teso archetto. Ove io ci tornassi , mi toccherebbe girar suUo spiedo. II timo e r ape. Posando un! ape sopra un' fiorito cespo di timo, udi iiiterrogarsi : perche tanto lavoro ? perche tanti stenti? Ella rispose : Per fabbricar cera e mele. Vanissinia industria , soggiunse il timo, Io preveg2;o, che tu ti sarai affaticata per altri. Or bene , ri- piglio V ape ; ed altri dara forse qualche pensiero anche a me. Oh si ! replicolle il timo^ e posto che ti trascurassero tutti , a te pensera la rondme cer- tamente , che , quando manco ci badi , ti becca per aria e t' inghiotte , o ti .porta per esca a' suoi ron- dinini. Quantanque non pur lodevoli, ma, per certi ri- guardi , lodevolissirae io creda tali favolette , per cosi cliiamaile, enimmatiche ; nondinieno anche le altre. che sou poi quasi tutte di tutti gli autori , son da pregiarsi assaissinio per la piu pronta e piu manifesta utilita che producono , o possan produrre , e non solamente quando il favolatore rimiri a qual- che recondito vero , ma quando eziaudio rimiri a qualche vero comune. Sard seinpre utile , tengo au- di'lo col Bertola, ricordar sotto d velo di niiove imma- giiiiy avervi c molti che, siiuulando zelo cd aifetto , danno malvagi consigli -, e molti,- die ignoranti e spavaldi la saviez/za iaginriano. e la dottrina ; e SOPRA. LA TAVOLETTA ESOPIANA. 2'6(j molti, clie, dalla sola stupidita del popolo tenuti per valorosi, iiiorg;ogliansi-, e niolti , che invidiati si cre- dono, e son compatiti; e mold, che per la ricchezza eposata al vizio da piu si tengono che i poveri vir- tuosi; e molti, che fanno alT anK»re coi bezzi al- trui ; che si abusano deir altrui coiidesccndenza e honta ; che nulla di buono trovano al mondo , salvo se stessi ; ed altri di quantita senza nnraero , a cui la matrigna Natiira se/isum eomunem ahstulit. E se io avessi una sola scintilla delT ingegno o di Esopo o «ii Ft^dro , e potessi aspirare a compor qualche favola degna da leggersi -, oh come bello parrebbenii il nudar le colpe degli uomini , senz'es- ser io maldicenre ! ferirle aiiche , e non potere, senza confessarle di se , fame lamento i colpevoli ! Fame lamento ? Aime ! che forse , riputandolo si- militudine e copia, da un altro originale venuta, riderebbero del loro ritratto. Che che per altro ne fosse , pago sarei , se le niie favolette innocenti valessero ad istillare negli altrui petti odio del vi- zio e amore della virtu. Restano i personaggi , che anch' io , piu spesso che ragionevoli , torrei die fossero irragionevoli. Addotta ne fu la ragione , che valuto bonissima , gU irragionevoli esser meno sospetti. Ma io ag- giungo e di maggiore difficolta ; d' onde , s' ei ben la vinca, maggior lode ne viene air artefice. Di fatto e piu difficile assai fingei'e con la soprade- scritta verisimiglianza un'azione, e non introdurvi che piante e animali. In oltre 8e nclla favola s' imi-i tano i costunii degli uomini; quando Timitazi-ne ei faccia con una, dirolla cosi, materia, che dalFidea sia differente , il bello dell' arte , se io pur nori erro , guadagna. Ne intorno ai personaggi ho a dir altro , se non fosse , che nel titolo della favola si enuncino giustamente , vale a dire , che gli attori tntti , e i soli attori vi sian noxiinati. Rana rupta et Bos. Male. 11 bue , che non vi opera , non va nomiaato. Bensi nominati vanno i lanocchi , che 34P OSSERVAZIONI sonvi interlocatori. Cosi d' altre e in Feclio , e iii altri , anche modcrni. Or vorrei dire di uii certo die delle favole, clie parnii il loro niiglior conilimento , e la prova piu certa, se il favolatore abbia ingegno pronto, acuto , felice : e si e fingerne di nuove secoiido gli accidend che occorrono nella vita , o alnicuo ciianie a pro- posito di quelle degli altri. Cosi ne inventaiono Esopo e Fedio, cosi ne citarono Orazio , cd altri antichi e inoderni. Lagnansi gli Ateiiiesi dell im- pensata tirannia di Pisistrato; ed ecco Esopo venir coni'ortandoli con la favola delle rane, che vol- lero un re. Fileto riinprovera Fedro, clie piu non isoriva col solito brio •, ed ecco il poeta quasi botta risposta recitar la favola del cacciatore, clie gar- risce iin suo cane decrepito , perche lascio andare la preda. Questo e ben altro clie ralTazzonare una azione e pensar poi ad una morale da trarsene o a sceglierne una tra molte , o a proporle anclie tutte. Ne quel duca di Borgogna a nie place , clie ordino al La-Fontaine di comporre una favola, i cui pei'sonaggi fossero il gatto ed il sorcio , lascian- dogli libero Y insegnamento. Mostrato avrebbe quel duca, non so se io mi dica piu. gusto o piusenno, ordinandogli di comporre una favola sopra una data morale , con quei personaggi che al favolatore fosser piaciuti ; o, se avea quel principe qualche parzialita pei gatti e pei sorci , obbligando il fa- volatore a valersi di tai personaggi. Meglio assai la intendeva quel vicino di Orazio, che a narrar favole coglieva V occasione opportuna : garrit aniles Ex RE Faeellas : e sempre ex re gli antichi usci- vano con le loro, testimoulo la Grecia e FAsia , e i libri santi , e Livio con altri storici. Ed e forse vero , che alcune di quelle , che noi de' nostri moderni leggiamo , avranno avuto anch' esse si bella origine, cui non avranno gli autori cieduto Iccito dj.farci nota. Peggio per noi, che ne abbiamo un minor piacere ! e tanto peggio per loro , che ne SOPK.V LA. F.VVOIETTA ESOPIAN'A.. 5141* riscuotoao senza colpa una laude miadre ! Da me no ] che io soa biioao , ed amo io gli scrittori ohe legg;o; e non essendo della lor arte, il vasajo 10 noil soiio , che odii V altro vasajo. Aiizi , dove nel r sto piaccianini le loro favole, ad io tosto m' iinmae;ino qiialclie accideate, |)er cui 4e abbiano scritte, e torse narrate. Una tigre e un leone gia vecchi, senza denti , e cariclii di malanni co-i ra- gionavan tra loro: Che pazzia star semprc in guerra tra noiJ Stlamo in pace tigri e leoni, e la terra sia nostra. Fatto T accordo, si mettono a dormire Tun presso r altro. Ma il riposo fii breve : lioncelli e tigrette ecco si azzntfano con gran fracasso. Perche^ disse allora la tigre, non lianno ancJt' essi la nostra prudenza ? Ah ! rispose il leone , non e p?'udenza la nostra , e impotenza. Leggo io questa favola nel Bertola ? Dico : Y autore si sara forse trovato ia qualche conversazione, dove di qua un vecchio, e una vecchia , amici da molti Itistri , saranno stati a ragionare tranquillamente ; e di la una giovane ed un giovinotto , innamorati tra lore , sedendosi da vicino , saran divennti or pallidi , or rossi , e mostrato gli occlii umidi , e tremoli , e sprigionato qualche sospiio. La vecchia al vecchio avra detto : Differenti , come noi , di sesso , perche non conversan anch' eglino , come noi , savlamente ? E il vecchio avra rispOsto: Ah! che la nostra saviezza vien dagll anni sessanta. II poeta avra notato , e poi scritto la favola : forse lettala alV orecchio di qualche aniico. Ma, pubblicandola, T oggetto ragguagliato dovea celarsi , e restarne un' astratta sentenza , e del certo meno piacevole, che se la storiella si fosse saputa. Mi fingo io la storiella , e cosi guadagno nel mio piacere, e fo che nel merito guadagni meco T autore. (Sard continuato. ) Bill. Ttal T. XXV. i6 ^4S Storia (ieir antic a Creria dalla giunta del Titanl al~ I' incendio di Coriiito. Aggiuntmi qiiella delle arti , delle letteve e della filosofia del route Finrenzn Drago. -i^ Milano , 1820, per Nicolo Bettoni , tomi I f //, i: 8.° Prezzo lir. 9. JLyoBBivTMO avvertire per ogni buou fiae che qua- lunque possa credersi la for/a della letterale espres- sione apparrntp in questo frontic.pizio, quella che alia Stjna delV antica Grccia dicesi aggiunta, noii e la Storia delle arti, delle letter e e della filosafia del conte Finrenzo Drago, ma sivvero la Storia delle arti, delle lettcre e della filosofia dell' diitica Qrecia : cosi per quella giunta de' Titaiii ognuno dee intendere V ar- rivo de' Titani. Prcniessa qiiesta dichiarazione , ve- iiiamo a dar conto deir opera , la quale stainpan- dosi a lunglii intervalli , non rimarra probabilmente pubblicata iutera clie fra sette od otto anni . sa vnolsi tcnere la proporzione serbata per questi due primi toi; i , dovendo il pieno loro nuniero esten- dersi fino a dodici o piii : il che e facile vedere considerando che questi due primi tomi non com^ prendono, oUre il Proemio , che il Prospetto gco- grafico-storico dell' antica Grecia ( toiiio I ) e i secoli sconosriuti e i secoli eroici ( tomo 11 ). . Incomincia V autore dal rendere ragioue del per^ die siasi accJnto a srrivere una .Sforta della Grecia, p/iichv* dopo le storie d' cssa dcd piii begl' itigegni d'lV ant chitd , e dai piii celehri d-^i tempi nostri com- po te . parrel senza duhbio , die' e2;li , ardito e inutile lavoro quello di. ritoriiare ad ua argoinento soventh volt- ritr:tt to . e su rui nulla semhra die restt. piii a dire. Sara bene udir parlare lui stesso. Aggiunge adanqu >: » Risorgera sempre V obbietto della fastidiosaggine e della sazievolezra di vedersi ricondurre suUa scena deTatti j STORIA. dell' ANTIC.V GRECIA. eCC. 243" die tutti credouo di sapere , e clie elibero scrittori cotali iiisigtii e stupendi da adeguarne gli eroi. Ma se ci faccia- mo a rasionai'e degli autori piii eaiiuenti delP aatichita , jioi da prima vi troveremo die uiio dei piu graudi loro pregi- e il vezzo della lingua in che le loro storie furono distese^ lingua di una fetondita , di una grazia , d" una maesta e d" una inimitabile coniplessiva espressioue di ter- mini ; ma la cui co^nizione . simile all" arcana doLtrina de" Pitagorici e de' Peripateiici , e fatalmenLe era circo-i scritta a un piccolissiuio nujuero di letterati , dovendo la pill parte contentarsi di leggere le loro opere inesatta- menie , o per soverchia fedeUa si spesso infedelmente vol- garizzate. Ciie se esse vatino nette da si fatti difetti, che sogliono d' ordinario meritamente aitribuirsl , il primo alle traduzioni trances i , il secondo alle italiane ; rade volte egl" incontra che possano colla conservata grazia , forza , e tinta calda e vivace dell' originate adescare e allettare, e che ne rendauo i sentiiuenti come trasparenie cristallo farebbe di una cosa ,, tramandandoli invece come le inve- triate rabescate di figure tramanderebbero la luce , o si veramente cavando la sete , come farebbe il dlrotto e di- guazzato vino in paragone dello schietto e sincero. » Nessuno si avvisi , die noi inteudiamo di menar qui. buona con cio questa scusa per dispensare dalla lettura di que' classic! inunortali , nei' quali anche tradotti v" e tanto d'amniirare, tanto da dilettare , e tanto da appren- dere , quand' anzi ad essl noi esortiamo sempre di rivol- gersi, essi di notte e giorno studiare, e in essi di tuf- farsi tutti , onde rinvenire veramente nutriti e dissettati da queste purissime e limpidissinie foiiti ^ cio che certamente non fanno le cosi scarse e sottili de' moderni , sotto i! qnal nome noi intendiamo disegnare i tanti libri elenien- tari , che a' giorni nostri si sopperirono alle prime. Se non che noi siamo ti'oppo conoscitori del gusto nausea- bondo e intollerante del nostro secolo , per non vedere che dal poco numero in fuori de' veri dotti , i quali non si ributtando a fatica, ne a difficolta, fanno lor delizie dei greci esemplari, la piu parte dei lettori non puo soffrirne la piu discreta lettura ; e cosi il nostro consiglio veirebbe piuttosto applaudito che seguito. » Ma non e gia il solo rispetto dell' ignorata lingua il motlvo della noja che ingenera la lettura desjli ecrittori •J4-i- STORK DrXL ANTICA. GRECIV eCC. deir antichita, arrogemlosi, qnanto ngli scrittori greri ifnan- tuiiqwe meriiantente celebrati dnl ctnicorcle grido di tutte le et • , (Jogli altri notivi .di disgusto , clie soao esclnsi- Tamente di qnesti fjin , e per niente del tradultoie o dt»l lettore. Qne?ti motivi soiio , in qx'ello le frequenUssinie in- cidenze . i fatti si spesso male- sceiti , il difetio di critica che gli fa ad fgni pie sospinto interjiorre il minlstero de- gF Iddii , o delle Dee col mezzo di sogiii , o di oracoli,o di prodigi ; ia tjiieiraltro la stncchevole unifoniiita ne' I'ac- couti de* coinbattimenti e dei preparativi militari , la lun- gliezza . talora la inoltiplicita e T oscurita del)e. dicerie , cli' e uno slinimento di ciio e qnalclie volta a sentirla , e lo spezzave per caii'pngue tutte le iriiprese; in un terzo il lion finirla mai colle niinuzie; e ])er contro il trapas- sare tioppo leggierniente sulle cose di qnalclie momento, e +'nalnie:ite il non esihirci nessuno . per intero , la storia della Grecia , ripigliando qnello dove 1" altro tinisce , e non essendovi uno solo , clie prendendola dai piii alfi snoi romincianienti , dov' essa e sempre mescolata e confti.sa rol!a favola , la conduca s-jnza intermissione fino all'ulti- ■mo suo termine , ch' e 1" incendio di Corinto , nelle cui Jianinie spiro a itn' otta la signoria e la liberta della na^ zione. u ■ Passa a parlare de' tre moderni che hanno coa piu disiinzione d" altri trattata ia Storia della Gjecia^ .e con inetodo alTatlo diverse, i quali sono Rolling ' Barthelemy e V inglese Gillies. Ecco cio che del rispettivo nierito di ciascheduiio d' essi. egli dice: '< Qnantnnque il Rol in sia stato appuntato talora di poco esatto ed ordinate nella cronologia , talvolta di ti-oppo cor- rivo a bee'si de' fatti incediliili , e qnando di disegnale nello stile, e ili sovercliianiente diffuso „ qnesti difetti ( quaiid' an- clie si dovesse convenirne della realta ) sarebbero il so- lito triJinto, die ogni autore clie scrisse e sciuvera opere di una cerua es'ensione pago, e per questo o per qnel- r altro rispetto pagliera sempre alia iiacchezza delT uma-? na natura , alle cui forze fisiche e intellettuali, sendo del pari limitate , e inipossibile il condurre a termine un lungo e ditlicil lavoro senza fare qualcbe scapuccio d'er- rore o di difetto .... Gli appostigli difetti vengono pero vistorati da tfvnte altre virtii , die non si vogliono cssi , STORfA. DELL* ANTIC A. GRECIA. CCC. 24$ Jinche coaffssaudolo , considerare se noii come impevcetti- bili riei, Egli e iafatti riputato pel migliore coinpilatore di qaaiiii tie pub vaatare alcnua nazione , aveado felicis- siniainente trapiantato nel propria cauipo tutto il piu hello che trovo ia quelli deir auticliita , e scritta la sua storia con alfettanta purita e nitidezza, facilita e nobilth, eleganza ed eloqueaza , qaaiituaque egli converta talora T abbon- danza dello stile in una lungheria e prolissita , die noa si addice, ne si fa buona al geaere storico ^ ma die do- vra senipre preferirsi alia secc!iezza e all' aridita di qua!-" die autor moderno, nelle cui opere pieae di ragiouamenti sottili , o di antitesi rtcfercate , o di affettata filosofia , si osserva jiiolto piii sforzo die sangne, assai piii fatica che ingegno : seaza nulla toccare delle sode , giuste e delicate sue riflessioni , che.rendono istruttivo ed utile qviel piti di questo amabilissimo autore, e quiadi mirabiluienie accoiicio ad iiistillare I'araore della virtu, ed egualmeate quello delle lettere. » Dal RoUia passando al Gillies , la sua stoiia e per nostro giudizio esseazialnieute la piu perfetta di quaato se ne siano vedute , od almeno siano note in Italia fiu ora^ e quantuaqne se gli possa far carico sovente di uii soverchio lussureggiare e ponipeggiare di stile,' e che sa- rebVje qualche volta desiderabile una mi2;lior distribuzioae delle niaterie; cfuesti difetti soao abbundaatomeate coiu- pensati dai pregi di soda lilosofia, di saaa critica , d' or- dine storico e di erudizioae , che cauipeggiaao lumiaosi dal principio al liae della sua opera. » Fiaalmente il VUiggio d' Anacarsi e riconosciuto per un curiosissinio estratto di tutto qutllo die puo iiiai bra- niarsi di sapere intorno ai Greci , e specialinente in fatto di religione , di politica, di arti, di lettere e di filosofia, una specie di mosaico di vaghissimo e sceltissimo lavoro, che forse nel suo genere non ebbe mai niodello, ue avra condegno imitatore. <> Vengono ora le eccezioui a codesti lodati scrit-' tori: e il nostro autore si esprinie come sec;ue : << Da prima ncssuno di loro procede con un' ordinata descrizione geografica , che pure sarebbe stata tanto op- portuna, dell' antica Grecia. II Gillies noa ne fa motto. 11 fioUin se ne varca in uu passo . non riempiendo c'le :1^6 STOniA. dell' ANTICA. ORFCIA. CCCt poche pngiiie di cpieste notizie cosi preziose; e il Barthelemy , die ce le tla copiosissime , consegueiido al nietodo tia lui scelto , ce le ollre spezzate e disordinate a inano a niano che lo sciiico siio viaggiatore Srriva ora a qnesta, e quando a quell" ahra delle greclie citta. Quindi T atteazione del lettore e perpetuamente distralta da niille diversi oggettii e la distrazione produce in esso due pessimi iuevitabili effetti, la coiifusione ed il presto cancellaniento delle idee disparate, che furono a vanvera una volta nella sua meatr iicevute. » Aggiunge poi : " Che se prima di cominciare a recitare i polltici av- veninienti non poco avrebbe inleressato il coasiderare la fisica taccia della Grecia in que" secoli heati del niaggior suo lustro e Pplendore; il sapere qual fosse la celebre con- irada dell'Epiro, i deliziosi territorj del Pievio, della Cal- cide, e del Pangeo , in che spartivasi la Macedonia; 1' avere contezza delle varie parti del Peloponneso , e delle altre diverse e tanto faniose situate al di la dell' Istniof, il mi- nuto conoscere e la A-aghissima Arcadia , e la pittoresca Tessaglia, e 1' aninialiatrice valle di Tempe , e rimniaco- lato Peneo, che la irriga e la infiora ; il rilevare in che si stesse e quella Corinto , gia si gran luniinare , al dir di Cicerone , di tutta quanta la Grecia , e quelLa stupen- dosissima Atene, che sotto la ti-asmodata balia, e i faustis- sinii auspizj del suo Pericle avreblje dell' abbarbagliante suo splendore eclissata la stessa Roma , comeche dalle spoglie arricchita di piii secoli del sottomessole universo ^ il deliziarsi del giocondissimo spettacolo delle isole del- 1' lonio e delle tante altre , quali , collo stesso gratissimq disordine delle stelle nel cielo seminate e sparse , e quali in forma vaghitsinia di corona, quasi giro al centro, come Krtificialmente disposte intorno a quella di Delo sulla su- perficie dell' Egeo ; il trascorrere per ultimo con occhio avido e contento 1" isole del Mediterraneo , e quel gruppo di amenissime e fioritissinie citta che si piacevolinente s'iiv- coutravano nell' Asia niiaore ; non poca braniosia dee de- starsi neir anlmo del lettore il voler essere inforuiato cosa, dopo tante llsiche e morali vol'nre necessariameute con- dotte dal trascorrimento di tanti secoli , cosa altualmente liii rinianga di tante jirovincie , citta, campagne , colli, .lionti , valli . gia «i Jjplii , ci gai e si ftorenti. STORIA^ DELL ANTIC.l GREGIA. eCC. 2^^ n Siccome ( poi ) nessuno del tre iiidicati scrittori ci 8oddi->fa ill questo vildnio aiticolo , cosi tutti ci lasciano in una pressoclie eguale curiosita di uii altro nulla iiieno iniportante , e c'\e riguarda le vicende occorse nei secoli eroici , de"" quali essi aon parlano f, e se pur ne favellano, non faniio che sdrucciolare sui principali avveniineiiti, in vece di preniervi sopra , e svolgeine quanto sareblie stato necessario i fatti rilevanti. Eppure quaiito piii i tempi sono da uoi dilungati , tanto sarebbe stato piu curioso ed iniportante il trapassare con dotte indagini per entro la fitta notte de' secoli, e fare colta giudiziosa, alnieno di que' fatti piu strepitosi cad' fe ancor di minor momento la conoscenza, che 1' ignoranza vergognosa> »> E vien via acccnnando Timpresa del Toson d'oro, i diluvj d' Ogige e di Deucalione, la dieta aii*!- zionica, le due spedizioni di Tel^e, le rivoluzioni del Peloponneso, il ritoriio degli Eiaclidi . le vicende del reame antichissinio d' Argo , gV infami orrori della famiglia di Agamenaone , ecc. Poi segue : " Di questi tempi si reraoti avi'ebbe convenuto noii gia leggiermente toccare , come fanno i tre autori , ma il particolarmente desc ivere gl' inter venuti avvenimeiiti , e le producitrici cagioni , le usanze ed i costumi , quale si jFosse il domestico tenore della vita , quale la condizioue della sovieta , quale la forma del reggimento , le leggi e la religione; quanta niontata fatta aveisero 1' agricoltura ed il commercioj e le arti figliuole, e fatture die ne deri- vano ; quale si fosse il cerciiio delle umane cognizioni , e particolarmente la scienza militare , la naacica e la medi- cinal quale liiialmeate Torigine, lo stato e 'i taaii acconci delle molte colonie, che in tempi piu vicini i Greci aveana qua e la plaiitate sulla superiicie del globo. '> Ora egli trova che il Barthelemy uou solo e dtfet" toso ne secoli eroici ^ ma piio aaclie rimprovcrarsi di avere sfiorato anziche trattato colla dovuta esten- &ione la storia della Grecia : tutto il vasto argo- meuto della medesinia aveudo ristretto nella sua iii" troditzionc ^ che forma il prin\o volume, negli altii non occapandosi che di paiticolaii 5faccati e 5C«ati , non fli'- lir. fra lore connessiom ed appieco nessuno. Ci^ ■j.^S SToniA. dell'' AN'iic.v cRECi.v ecc. e iiaturale elfetto, dicVgU, del piano delT opera sua, ne merita ccnsura ; ma la inehta il piano medesimo, immag nato pei' darci una storia di tanta importaiiza sotto r asp'tto di wi itineraiio. II difende pero da al- tre accuse dateali , trovando cIiCt per esempio, sopra la religione , i funerali , icustumi, i varj giuochi, i dixersi sistenii di tilosofia , sopra la legislazione di Licurgo e di Solone , e singolarmente sul teatro, sulle nieraviglie de' piu celebri artisti, e le opera de'piu rinomati personaggi e cose simili v ha cpianto SI potesse niai desiderare in una storia generale, e quanto non fecero ne Rollin, ne Gillies^ ne alcun altro. E dichiara che in tutti quegli articoli si e prevaluto distintamente di lui. Quanto poi Bartlie- lemy e niancante, irregolare , sconnesso per neces- sita di metodo, altrettanto trova il Giilies appro- fondare gli avveninienti quanto la condizione di una storia generale il consente . coiiservando inol- tre il gran pregio dell' ordine. Ma ai due gia toc- cati difetti due altri ne ha ancora conuini col Bar- thclemy , quello di parlare assai poco de' secoli eroici , e di ferniarsi al secolo di ALessandro ; e r altro di non istruire sugli oggetti svolti dair au- tore deW Anacarsi. In quanto al Rollin, sterile al pari degli altri per cio che e de' secoli eroici, e il solo che negli avvenimenti politici nulla lascia a desiderare di quelH che trascorsero dopo il secolo di Alessandro ^ conducendo la storia sotto i succes- sor! di quel concjuistatore fino alF epoca in cui la Grecia ando a perdersi nelV immenso mare delY uni- \ erso romano. Ma poi sehbene egli sia quanto basta soddisfacente in diversi articoli iniportanti, e mnlto lontano dalF esserlo in moltissimi altri quanto lo e Barthelemy: il quale e soddisfacentissimo incdtre per TAtlante unito alia sua opera, che V autore vuole rhe s' abbiu presente da chi leggera la storia scritta da lui. Dopo di che egli dice : II Noi cjni ci sianio insensibilmente condotti a sporre il nostro inteadiineuto neir erculco letterario lavoro che STORIA. DELL ANTICA GRECIA. CCC. 249 abbiamo intrapresp , dopo che avremo spese alcune pagine a fame seatire V imprezzabil valore , e pieni , anzi inva- sati, se lice il dirlo, della grandezza del nostro soggetto, lo avremo compreso e couipenetrato di un' amuiii-azione e di un invasaiiiento eguale al nostro. >> E not! puo negarsi ch' egli m>n siasi abbandonato ad un invasamenro, pel quale ad onta di molte S^iuste cousiderazioni sue, e conformi alia verita , che sul valore niilitare de' Grcei , sulle sottili ri- cerche della loro tilosofia , sul loro squisito gusto nella eloquetiza poetica ed oratoria , sulla magni- ficenza de" loro ediHzj e spettacoli , sui progressi , ai quali condussero tutte le arti , tanto si abbandona alia esagerazione che a chi consulta la fredda ja*- gione che sola e giudice di queste cose, -e non cede alie scosse di una imniaginazione violentemente eccitata , facilmente apparisce alquanto piu del do- vere trasceso. 11 quale entusiasmo T ha traspor- tato tanto che dai grandi ardimenti de' Greci pas- sando a quelli d^-' Babilonesi , degli Assirj , degli Egizj , de' Romani e perfino degli Ebrei , sfida i moderni popoli a pensar solamente di fare una delle tante cose, die osarono fare in si gran nu- mero e in tanta varieta d' argomenti gli antichi popoli. Noi animiriamo la sua pieta e la fede che mette nel padre Calrnet^ quando domanda con vi- vacissima apostrofe ai tempi del Vaticano, a quello di S. Paolo di Londra , al Duomo di Milano cosa sieno essi in confronto del tenipio di Salonione, edi- fizlo imme/iso , die' egli , o piuttosto gnippo di edifizj ^ di iiette , viuzze e ^iottoli abbienti tutti insieme a co/iteneni una quantitd iiunimerabile di ministri , e un popolo immeuso. Lo spazio che cpiel tenipio oc- cupava , si vede anche ogo;i e si misura ; e si sa poi a non dubitarue che una delle mediocri nostre cappelle forse supera T editizio centrale, in cui era il vero santaario : che del resto e le piazze cir- condanti , e i vestiboli e i portici e gli apparta- menti degli officianti formavaao il jomple^so di ci I ne' rottaini delle citta greche e nelle memorie dei loro governi. Fino a quando adunque si preferiril d' esser vani all" essere ragionevoli ? Ma seguitiamo r autore nelle ultime pagine del suo proemio , ove iende conto del metodo tenufo in quest' opera. Egli si spiega cosi: " Dopo aver trascelti a principali avchitetti del grande edilizio li tre sopra lodati autori , RoJlin, Gillies e Bar- thelemy , noi abbiauio coniposta come Y ossatiira della no- stra opera lino nl regno d' Alessandro inclusivamente de' ma- Teriali sonniiinistratici dai due ultinii, essendoci grandemente valuti delFopera veraniente classica del sig. Goguet in cio che rignarda i secoli eroici ; e qiianto al primo noi lo abbianio preso a nostra giiida nella storia di cpiesto celebre con- tjuistatore fino al raomento iq cui la storia de"" Greci 3 confondendosi con quella de" Romani, abbiamo trovato di iasciarlo per servirci del prime storico delle loro gesta , r immortale Tito Livio. Prevalendoci di questi e di un gran nuniero di altri autori, come sareoio per toccare piti sotto, noi lo abbiamo fatto espnmendo i sentimenti di tutti con qnella uniformita di stile e di lingua, che noa dovesse lasciar vedere che una sola niano. Se non che r uniformita dello stile ci obbligo beiisi a contemperare il nostro in g\iisa da non far vedere se non una sola manoj non gia a far si che la stessa mano dovesse tenere lo stesso stile , descriveiido differentissime cose. E cosi la bat- taglia di Salaniina non poteva cerio essere descrilta della stessa foggia che la pittoresca valle di Tempe , ne U poe- tic© quadro della mitologia dei Greci collo stesso pennello dipinto, che gU ovrori della congiura Corcirese. Ma siccome trovati li detti tre autori ottimi pei principali rispetti , ci ap- parvero per tanti altri difettosi, primo nostro iatendimento si fu quello di valercene in modo che uno dovesse sup- plire ai difetti e alle omissioni delF altro. E cosi non vi fu particolarita curiosa e interessante, giusto concetto, motto arguto, riflessiotie filosofica di questo o di quello, che noi non abbianio subito iavolata e nicchiatala, quasi gemma in anello , opporiunamente a suo luogo. » Non content! di qnesta prima falica, abbianio dei pari messl a contribazione moltissimi altri celebri alitori delle piu colie nazioni . ch** od haon© fatto qwalche opei:?. aSa STORT.V nEr.r/ a.nticv creciv ccc. di argoinentii atFitto j^reco, o tile da trovarvi notizie od osservazioni preziosissiiiie relative ai Greci, e die iioii si rinvengono nei primi tre. Qui pure sono^i da iioi dejjre- date tutte quelle dovizie die ci apparvero le piu a-crouce ad arricchire il nostro lavoro , osservaiulo "empre di ser- Tirci liberissimamente a nostro talento di tutti; vale a dire, prevaleiidoci secoado il piaao da iini iin'uaiiiiiato, adesso di queir aufore , iiidi abbaiidonandolo per servird di ua altro che poco dopo ci parve migliore , e imnvaniente ritoraando al priino , dil itando inoltre il teste come la bisogna il coinportava , ovvero restrinjendolo, ometteado talora de' periodi , e qua.ido de' capitoli iateri , se la poca loro importanza lo esi2;eva , e all'opposto snpplendovi air uopo con altri di piu tnDniento , e senipre stadiandoci di rendere coll'indicata uniforniita di stile in puro e stretto idioma itatiano i concetti di tutti , talclie il cinpiesso dovesse riuscire iiu' opera aiF;itto di getto , e fnsa in uu solo soffio quasi pezzo di equabile cristallo .... Non sem- brandoci d'averfatto quanto basta colT esibire \\ prospftto geografico-storico delP aniica Grecia , se non avessimo al medesimo tempo esibito il contrapponiineoto dell' iufeli- cissimo suo stato attuale , noi abbiamo attinto alle fonli piu pure de' piu recenti ed accredit;ui viagglatori di die appagare anrhe da questo Into la giusta curiosita del let- tore; il quale dal confronto dell' antica gia si vaga e ridente faccia colla si sejuallida e trista de"" giorni ndStri si avvedra di leggieri come le cause morali , cioe la re- ligione , 1' educazione e il governo rendano quasi nulla r influenza delle cause fisidie, — Finalmente per aggiun- gere pregio" anclie piu grande alia nostra opera noi ab- biamo ora arriccliito il testo di sodissime note pol'tiche , spiccate dai piii grandi maestri , ed ora conduolo di tutti i piu arguti motti, dei vezzi i piii spiritosi e delle i-^iu peregrine e ricercate erudizioni e bellezze d' ogni uianiera che ci venne fatto di racimolare dai lanti e si divcrsi amenissimi campi da noi trascorsi , onde coUomrli al sito couveniente .... Tanta copia Hi riccbezza die si vedra luccicare in tutto il corpo dell' opera, vie maggiormente risplendera nella parte indiritta a far conosrere la tra- scendenza dell' ingegno greco, e distintamecte uei capi- toli, dove si avra a ragionare dell* T'dncazione , della religioae . dcgU oracoli , dei fnnerali, dei giuodii , ecc. STORiA. dell' ANTIC.V GRECIA CCC. 253 Ml foise in nessuu altro luogo schizzera essa una luce yiii iiu|uieta e piii viva , quanto dove si fara a trattare del leairo, e I'i quanto ha relazione con esso , della poesia e delle arti surelle , dei filosofi e dei varj aisteitii di filo- sofia , ch' eraoo allora in voga, » . L'anrore termina il proemio in questa maniera : I' Quanto alia lingua , noi abbianio creduto di servare una. Miezzaiia via eguaUi^ente lontana dai sempre viziosi due estren)i. E cosi da una parte ci sianio lenuti lontani dair iniitare tntti qm Hi che fattisi sul modello dei libri t)Itreiiioatani , adoitarono noii solamente la uiisera e gretta sintassi della lingua t'ranrese , nia le fraoi per fiiio e so- V.ente le stesse parole nel piu riiiicolo niodo italianizzan- dole, aveiido per tal uianiera lu'uttaiiiente deturpato e corrotto il bellissinio idionla con lisci e vezzi ncni suoi fiHO a non lasciarlo piii riconoscere. Dall' altro lato ab- bianio usata altrettanta diligenza nel fuggire i vieti ribo- boli fiorentini, i gerghi discipiii , le frasi oziose , la vuota so'iorita , e il tediosu ondeggianiento de' periodi compas- sati o interminabili , le inversioai sforzate , e finalmente la pedantesca imitazione della lingua latina^ onde con- servare al verbo , quasi posto d' onore senza vcrua utile oggeito, il fine del periodo , difetli che pur troppo ogni qual tratto sino alia nausea s' iiicontrano nei classici piii rinomati del quattordicesimo e sedicesiino secolo. » Trattandesi che di quest'' opera non abbiamo fin ora che i primi due tomi annunziati, per dare del suo intero coniplesso un' idea , noi non potevamo far meglio che ripr-odurre le dichiarazioni delF au- to re ; ne sara difficile, quando avremp un cerio nnmero di volumi , riconnscei'e come -sia riuscito neir intendimento suo. Intanto per dire alcun che di cio, che in questi due tomi si comprende, non dul)itiaino di asserire essere il suo prospetto geogra- firo storicQ uii assai lodevole lavoio non tanto per r ordine con cut e steso , quanto per la diligenza e la copia dellf^ cose che a mano a niano vi ha inserite , se non fosse per avventura da apporvi, c\\ egli li> abhia qua e la abbellito di cose , delle (|uaU neceseaiiameute dee parlare anche nel corpo 264 sTORiA dell'antioa. grecia. ecc. della storia. 11 che quando pur sia , noii sara per opinioiie nostra un gran m;ile , massimaineiite che fjuesto proipetto pii2 Vl.VOCIO AL MELLA , AL CLISIO , CCC. intraprcnda la visita del Mella e di quegU altri luo- ghi, dalla casa del consorte nscendo. E perclie mai permetterc ch' essa poco gentilmeute si faccia atteri- derc da^li ospiti, e da ospiti si cospicui ? L'interte- nersi poi , beiiche lievemente, deMaoghi che sono tra Milano e Roma, e T artificio stesso con cui vieii intrapreso tale interteniment >, potnbbe ne' leggitori fichizzinosi eccitare ixn nialigno sogghigno siilF idea che il prccettore voglia quasi per dono nuziale por- gere alia sposa discepola una lezionc di geografia. Ed i pcUanti indiscreti ardirebbero fors' anco aggrinzai le nari sulV introdazione, giacche questa potrebbe induro^li a credere die V autore nelV insegnare la geografia alia nobile sua allieva avesse lasciata per ultima lezione T Italia, da cui, giusta i lore di- visamenti . avrebbe dovuto dar principio : scogli , ue'quali non avrebb' egli urtato, se proemiato avesse uon da Qlilano, ma da Roma, ed anzi dal marital palaglo. Ne forse a tal altro de' leggitori molto garbar potrebbe che il poeta intertenga si a Inngo la sposa sulla sommita del tempio, onde di lassii non solo mostrarle gran parte di Roma, ma pres- soche alia foggia del diable Boiteux, descriverle an- cora cio che di piu notabile trovasi nelF interno del Vaticano e di altri edificj. Ma egli e ormai tempo che ci facciamo ad esaminare que' luoghi che nei due poenietti ci sembrarono piu degni deW at- tenzione nostra. Ecco in qual maniera il sig. Buccelleni da prin- eipio al siio componimento. Lascia delle soavi nmate piume Jl tepor che ti allice , ed al furtivo Bnggio , che il letto serico peaetra, Le languide pupille apri , o beata Altri a bear delt amor tuo sortita, Gelida Unfa di be! coUe aiterga Le reliquie del sonno; il breve piede Nero coturno chiuda , e le tornite E ^aziose rnembra di' ^nccinra I" VUGGIO At MELLi, AL CLTSIO , eCC. 26* Zona rwesti , come suok al monle UscLr Diana cacciatrice. Ascolta Fremere i corridor per entro a vuoti Ahrj colt ugna scnipitante , e scosse Da ferree ruote rimbomhaf le volte. Sereno e hello e il dl , come serena E la tua fronte , e come bella hai I' alma. Leve d'un salto il cocchio ascendi , e teco Di te, di uoi deJizia entri il marit'o. Quest' esordio ci sembra naturale , elegante , vi- Vace. Esso soavemente solletica la cuhosita e T at- teiizione de' leggitori. I versi non potrebbero essere piu melodiosi. Solo sarebbe a braniarsi una niinore ridondanza di aggiunti , difetto che snerva lo stile, e da cui non e sempre scevero quest' autore. Tale difetto riscontrasi ben tosto in que' due a^giunti soavi amate del primo verso. Grazioso ci sembra il seguente luogo , che nel poemetto vien dopo la desorizione del fonte di Montepiano : Alito leve Di montanina auretta or bacia e morde Jl dilicato volto : avidamente All' etere purissimo , che inonda , Apri il tuo petto , e a fragranza hevi Di fioride pendici. II ghiucO Mella Incoronaro di populea fionde A te s' inchiiui , e gorgogUando assurge Motto fra gli ardui scogli in calle angusto. Un bel contrasto colla dolcezza de' versi ante- cedenti ci si presenta da quei che Veagon poco dopo, e che conten^ono la descrizione dalle fabbri- che d' armi da fuoco di Gardone : Odi i monti eccheggiar , suonar le incudi. Ecco il fuinoso per Etnee fucine Gardone , ch' oltre I' Alpe , oltre t Egeo L' armi tonanti del nrttio metallo Mandava esperto fabbro , e n ebbe grido, Clie non e spento. Su roventi masse Con muscolosc braccia e petti irsiui De' pesanti mnrtcVi ai colpi aJterm a64 VIACCIO AL MELLA, AL CLXSIO , eCC. Sudan Steropi c Bronti ; c qui palese £speri'.'nza Patetica , commovente ed atta a risvegliare sen- timenti di virtn ci pare quect' altra digressione in t VIAGGIO AL MELLA, AL CLISIO , eCC. 265 lode di Gio. Battista Sevioli ^ia parroco di Bago- lino, poj abbate di Montechiaro e non ha guari defunto. A questo benemerito sacerdote debbesi la strada conuinale che dalla via di Anfo conduce a Bagolino , sirada che per opera di lui venne co- struira a sovveiiiniento di que'' poveri contadini nel tempo della passata carestia , e detta percio la strada delta fame. Deir ara un pio ministro alle digiune Genti di questa industre opra sowenne . Dall! arche sorde auro impetrando ; e a vile Non ehbe egh trattar co.'le man sacre Vomeri e mazze , esempio a' grandi illustre. Di qui partissi renitente, e volto Ad altro seggio , di veder conteso OH fu dell' opra il fin , che innanzi sera A questa luce le pupHle chiuse , E all' eterna le aperse. Abbiate pace , E sia benigno il Ciel , leve la terra , Ossa henefattrici. Vivace , dilettevole e veramente di genere bu- colico e la pittura della campestre colezione che trovasi al principio della seconda parte del poe- metto. Essa e tanto pii\ d' amrairarsi , quanto che risguarda umili oggetti e difficili a ben maneggiarsi colla poesia. La polenta vi e descritta con versi che poco hanno ad invidiare que' tanto decantati , co' quali Btrnardino Baldi tratto il inedesimo su-= bietto nel suo Celeo. ■ Vien meco , e sail std pendio che tutta Signoreggia la valle, II sol nascente Salnta , o donna , che ti brdla in fronte. Arbor chiomato ti distende a tergo Un verde padiglion ; iappeto e t erbaj Piude pianta dall' ascia ora divisa La mensa appresta. Ghirlandato il capo , Canestri arreca giovinetta turba. Sarmenti e rami accolti , eccoti acceso II foco. Infiuo d' an abete al tronco a66 VIACCIO A.L MELLA. , AL CLISIO , eCC, Esce ferrato uncino\ e da lid pende Vaso luc.rntc di forbito rame. Pur a Unfa per entro altri v infonde E triio sale : altri la 'fkimma attizza , Che del capace arnese il tondo ^.entre Lambe seguace. Gin t lunor fwnante Gorgoglin e bolle. Muscolofo atleta Versa neli onda del color di croco II macinato grano , ond' e cortesc A' nostri cainpi H Saraceno infido. La manca stringe del pajuolo il curvo Ferreo sostegno; indi la destra affcrra Ramo rimondo e schietto , e la tenace • pasta coruolge , e la sovescia , e preme Alle pareti dell' ignilo vaso , Insin che pura esca la cannn ,• e tolta D' insu le brage , e capovoUa versa In bianco lino la ritonda massa. Altri dispicca d' ddorato legno Sottil vincastro , e di corteccia igniido , Ove spiumati , e in liingo ordine infitti Stonno soavi augelli. Avvi I' azzurro Pettirosso , che invano entro le fide Macchie si appiatta , e di canoro spina Vispo il fringuello , e dalle brevi penne TJ iugenuo lucherino , al luo pakito Vittime sacre. Dall' tin lato un tronco Biforcuto la verga alto sorregge , £ dall' altro la volge esperla mano Con tquabile giro. Arde rinipetto Continua fiamma ; e gin piii volte aspcrsa Di liquefatto burro , indi col fiore Di sale polveroso , effluvio grato Manda all' avide nari , e d' auro tutta Gia si colora I' arrostita preda. Ma in questa descrizione troviamo a riilire su quel luogo , Muscoloso atleta . . . Versa neW onda del colo?- di croco . . . II macinato grano ; uoiche la disposizione delle parole e viziosa in modo che !ion bene si scorge se il color di croco si riferieca air onda oppure al pano. ij VIAGGIO AL MELLA , AL CLISIO , CCC. 267 Picno di passione e V episodio in cui ci si ram- tneiuauo le vicende del chiaro e sfortunato Bon- fadio : Qui volgi a Clisio il tergo , e meco sali Pedestre oncora. Digradanti e mid CoUi son questi , ove Gazane umile Fra le pampinee viti si nasccmde ; Picciola terra; ma fu cuUa al sommo Bonfadio ; e quinci respirando il vago Etere , quella si educb felice Tempra d^ alto intelleuo e d' aureo stile , Ond' ei vergb le tosche , e le latint Eterne caite , e fulminb de' grandi L' ire fraterne e lunghe , onde sanguigna- Fe I' oiida il truce Genovese a cui Resta I' infamia della tronca testa, E dell' inceso rogo. Ecco il volume Dell' epistole amiche. Or queste leggi Ultime note , ond' ei commiato prese Dagl' ingrati mortali , e dal tuo ciglio Una pietosa lagrima distilla. Ed ancor piu bella sarebbe Telocuzione di que- st' episodio, se non vi fosse tioppo ripetuta la par- ticella onde, e se questa non lasciasse apparire una soverchia negli2;enza in quelle parole onde sangui- gne fe' V onda. Conmiendevole ancora pel suo stile conciso ed evidente ci pare la descrizione della cartiera , die qui pure riportiamo. Oh qiial di ruote , Di magli e di cilindri awolgimento ! DtUe lacere tele ^ omai rifiuto Della pill scalza plebe , e al fango tolte Di trivii immondi , entro quell' onda asterso Esce in morbiJa pasta il filo infranto , E in candiilo papiro si trasfornia. Pill altre cose noi avremmo qui ben volentieri riferite , e fra queste specialmente la descrizione del Benaco tessuta sulle orme del Bonfadio , se i limiti prescritti ad ua giornale non ci avessero 26^ VI4GG10 AL MELLA , AL CUSIO, eCC. vietato di favlo. E d" uopo ora passaie al secoiido poenietto. II sig. Polidori cosi da priucipio al suo coinpo-* himento : Centil donzella , se tun scorta un giorno Segiiendo i! metro delle pinte carte Con finto vtaggiar guidai t.uoi passi Or suit Anglica terra , or sulla Franca , O in riva al Tigri , o dove mai non giunge Obliquo il rnggio del maggior pktneta , Soffri , ch' io siegna teco il prisco uffizio , Or che lungi d' Insubria Inien ti tuidiice Alia citta, che ai sette Colli inipera. Ld per molt' anni io vissi , e allor canuto Sulla mia f route non scendeva il crine, E come il cor di mille sensi caldo , Cosi n era d pensier: ma se il varcato Decimo lustro al gia pigro cerebro Del pronto immaginnr tolse la vita , Pur conforto send meco rimane La fcdelc memoria onde suit orme Calcate pria, tornar per me si possa E a quell' ospite suolo esserti guida. Retro lasciata la paterna Olona E I' Adda delle chiare onde varcato E I' Eridan Tre cose ci sembrano de2;nc di osservazione in questo proemio : i.° Se il vocabolo metro , misura^ fii sino da' bei tempi della Grecia eletto a dino- tare la misura dei versi e della musica , e se tale e r uso che ne vennc fatto aiiche dai classici scrit- tori italiani , non sapremmo come dire si possa il metro ^ cioe la misnra, delle piittc caite ■■ ne co- me giiidar si possano ciille pinte carte i passi ^ 2." Ne pure sapremmo se ora possa diisi che Roma imperi ai sette colli ^ giacche non tutti i sette colli sono ora compresi in quella nietropoli , come Io erano anticamente ; 3.° Ci sembra viziosa Y cspres- sione al ^ici pig7'o cerebro Del pronto imci^i:iar tolse la Vila. Ha forse il cerebro piu vite percine dir si VIACGIO AL MELLA, AL CLISIO , CCC. 269 possa die atl esso fu tolta qnella delT immaginare? II cerebro aviebbe per avventura altrettante vite , quante sono le facolta del si'ntire, delT attendere ^ del liflettere, del ricordarsi ? Viziosa e pertanto la luetafora vita vfui usata nt I senso di furza o di at- tivita. E V Adda delle cJiiare onde varcato , meglio direbbesi dalle , alF uso de' Gieci e de' nostri poeti classici. Felsina ammira , e quanto a lei fur largJie Dl lor belic'zze I' arti pellegrine , E cp,iaiito i dotti die fiorlro in essa, Cosi r aut re parla alia sua viaggiatrice. Che le artl siano state lar^he di lor bellezze a Bologna e cosa verissima ; ma quel secondo quanto , ove par- lasi dei dotti, a che cosa dee mai rifeiirsi? Forse alle bellezze dei dotti? Ma i dotti possono essere larghi bensi delle lore opere, de' loro insegnamenti, e diremo anclie de" loro lumi, delle loro fatiche, ma delle lor bel ezze non mai. E chi ardirebbe dire che Beccaria e Parini furono larghi di lor bellezze alia nostra Milano ? II secondo quanto e duuque mancante di appoggio. Ma posciache piu sopra ramnientato abbiarao il Viaggio a Roma del Bianconi , ci sia lecito di qui riportare uno squarcio dei versi , con cui ivi ram- mcntansi i famosi .campi di Lavino e la citta di Bologna. Qui pure Su le sponde de I'arulo Lavino Concordi i tre tiranni iriferociti L' inumano giurdr decreto atroce. Per ctd Roma gia serva al pie si vide Da ferro cittadin cader trafiui I migiior figli Qui spesso Vista fii la sdegnosa e pallid' ombra De r inulta Cartago andare errando Ne I' orror della none , e sitihonda Bere per ques'i svcnturati campi 370 VI\CGIO AL MELLA, AL CLISIO , CCC. Jl feroce puicer de la vendetta. Ma di quai '■imeinbranze il cor ti turbo , Dori , in questo bel giorno !......... Questa che torreggiar da vicin vedi. , Ravvisare la dei. Felsina e questa' Bella madre de I' arti , e de gli studj , Altrice egregia dti piu cliiari mgegni. Kon molti versi dopo , il sig. Polidori ci presenta la sposa gia alle romane niura pervenuta. Ma non pill indugio ; che i Ciminii monti E I' Uinbro suolo , ed il Sabin trascorsi Ecco tocchi la meta , ecco se' giunta Ove di gloria al par che d' acque onusto II Tehro volge rignglioso I' onde ; Ve' come sotto I' inorcato Milvio Entra qual nump in suo delubro , e quanta D' impero maesta scrba nel volto, Tu lo saluta , ne restia ti moslra, Se te novella cittadina accoglie Su quelle sponde , ove approdar nuotando Animosa , non senza un Dio , fu vista Clelia , il periglio dell' Etrusco ostaggio Temendo piii che t intentato flutto. Diasi la ben dovuta lode a questi carmi concisi ed animati , non meno che air episodic di Clelia quivi opportune mente innestato. Ma non intendiamo come mai a tutto rigor di logica paragonarsi possa air ingresso di un nume nel svio delubro T entrata del Tevere in Roma. Imperocclie i poeti ed i pif.tori hanno bensi rappresentati i fiumi sotto le immagini d' Iddii o di simulacri ; ma nessun poeta si avvise- rebbe giammai di estendere V allegona al segno di rappresentare con essa , cioe coir immagine di un nume o di un simulacro, la corrente del fiume che rigogliosa passa sotto di un poate ed entra in una citta. Ben espressa , erudita, e feconda di alte idee e la seguente digressione sulT obelisco egiziano che sorge nel comun centro delle tripUci vie. VIA.GGIO AL MELLA., AL CLISIO , eCC. 27! Mn hen ti fermi I' appuntato inarmo, Clie ior centra comun sorg.^ nel mezzo. Base d' Egizia roccia ai colpi cesse Del '' Egizio scalpello , e nel sublime Suo digradare somigliante a fiamma Fa sacra al biondo D>o de' sette raggi; Quindi il mare solco rapita al Nilo Sovra nave Latiaa , e il Circo I' ebbe , Trofio del vinto Egitto , e sen compiacque, Carutter priini deila prima gente Son le scolpite cifre. Ah non cercarne Il senso tenebroso , o ch' egli asconda Fasti d' antiche stirpi , o sacro rito , Che invan Chircherio , ed il danese invano Dotto Zoega di squarciar tenVar-b Di quel sacerdotale arcano il velo. L' autore parlando delV amena villa del Gernetto prende occasione di lodare la fposa come espertji bonauice del gravicembalo. Ne di men tristo affanno S' ange I' opposta Brianieu collina , Ove I' aria portar suolea fedele Su':e trenioli penne il dolce suono , Che al tocco arguto del£ esperta mano Davan le tese corde , e Filomela Udialo attenta , onde imparar piii tenerc Note al swo mesto qucrelarsi d' Iti. La (li2;ressione ci sembra opportunamente collo- cata ; ma ci ha pericolo che i retori od i sofisti arcusino di 6travag;anza e di esagerazione T iper- bole con cui il poeta fa si clie il tocco orguto del g;ravirembalo si oda sino suir opposta Briaiitea col- lina; cosa clie appena otteuer si pairebbe coir ar- ffito suoiio del flauto. I monumenti di Roma , clie tante ed altissime idee risve2,liar sogliono neir intelletto di qualsivo- glia viaggiatore , dovuta avrebbero infiammare la fantasia di un poeta. I leggitori percio erano in diritto di aspettarsi dal sig. Polidori accurate e su- blimi deecrizioni , un colorito vario, episodj d'ogni 272 VIAGOIO AL MELLA , AL CLISIO, eCC. genere , pennellate da gi'an maestro. Ma cgli lascia voti cUsgustosi, noil parla de' pui cospicui monumcnti clie quasi di passaggio , trattoue il gia esposto luogo intonio all' egiziaiio obclisco . e talvolta si sotYerma in cose di nessuaa e poca importanza , siccome fa nel mostraie alia sposa e Y iride dclle fontane ed il portento ( che cosi egli lo chiama ) , cioe la varia scena die fortnasi dalle colorme compotienti il por- tico della piazza di S. Pietro , secondo il ciingiar di Inogo die fassi dallo spettatore. Ecco di fatto come con pochissime parole egli se la sbriga par- lando delle pittiire del divino RalTaello. Grande , se pinge Iddio , a'lorche parte Dal mar !a terra, e dalla luna it sole; Grande, se allwna di splendor celeste Car cere oscuro , ove ti mostra infrante Dali'Angiol santo le catene a Piero ; Grande , s' esprime in un sol luogo unito Tutto il greco super , e in mezzo a quello Delle genti il dottor starsi maggiore. Ma il difetto , die qui riscontrato abbiamo, dee forse attribuirsi al luogo in cui trovavasi V autore allorche parlava delle pitture del Vaticano , cioe alia vetta del tempio di S. Pietro , ove non dovea essergli permesso d' intertenere la discepola in lun- ghi ammaestramenti. Cio che non possianio in verun modo qui perdonare al poeta , si e d' aver intro- dotto S. Paolo nella scuola d'Atene: equivoco tanto piu da biasimarsi , quanto che V autore per mold anni visse in Roma, siccome egli stesso ci avverte, e quanto ch' egli ignorar non dovea essere stato piu volte confutato il grossolano errore del Vasari , che in quella celeberrima dipintura traveduto avea la Concordia della filosofia con la teologia , e col- Tastrologia. Odasi come di tal equivoco favellando si esprijua il dottissimo commcntatore del Vasari deir edizione di Roma : Qiiesto e uno sba^lio non ci essendo qui S. Paolo , ma csseivJo uria ^rande e uni- versale scuola di tutte le discipline filosofiche,, e che I VIAGGIO AL MELLA, AL CLISIO , CCC. 273 ha veduta questa^ oltre ogni umaiia Imagtnazione eccellentissimu pittara, o avrd di essu le starnpe , vedrd che il Vasari ha preso errore e mal descritta qiiesta pittara , e aiiche dalla sola lettura di questa descrizione ne resterd capace. Non V imagine di S. Paolo , ma quella di Platone fu ivi da RaiFaello espressa. Dalla medesinia vetta di S. Pietro il poeta parla della Bi- blioteca Vaticana , e dopo d' aver detto alia nobile donzflla, ch'cssa ivi vedia il dotto Mai ^ ed affollati stargli come clienti al suo patrono iiitorno gli antichi saggi , soggiugne che dallo stesso Mai le verra chie- sto di color che sauao. Che fa Rosmini, ti dira, cui crebbe La fania , il vanto , or che d' Insubria i fasti Ne' faticati suoi vohuni espresse? Che fa Labusio , al qual, le note arcane, Che i nomi ostentan degli eroi vetusti E del prisco valor ci serban I' or me Non rnai comprese , Arclieologia discopre ? E che fa sovr ogn altro il mio Mellerio Mecenate novello , a cui m unisce Di sue virtii la stimcu e il comun studio Del sermon greco? Vive lietp , o mesto? Brieve il soddisfa , che il distrarlo for a Pubblico danno; si preziosi sono E padri di gran figli i suoi momenti. Che monsig. Mai chieda alia sposa le novelle del conte Mellerio di lei zio , suo mecenate illustre , ed uno de' piu cospicui e cold personaggi della nostra Insubria, e naturalissima cosa; ma cosa non cosi naturale ci sembra die tali novelle le vengano richieste dopo quelle di Kosmini e di Labus. Noi anzi ci saremmo qui aspettato di udir Monsignore dopo le notizie del conte Mellerio , chiedere to- sto quelle degli eccclsi mecenati, cui egli dedico rOmero dell'Ambrosiana, e poi quelle ancora de'be- nemeriti suoi colleghi nella stessa Biblioteca Am- brosiana. Ne si risponda che la sposa dar non po- tea che le notizie delle persone a lei note, ossia di BtbL Ital. T. XXV. 1 8 2J4 VIACGIO AL MELLA, AL CLISIO , CCC. quelle cir essa veder solea appo lo zio suo strctte in amiciz a con M.ii , giacche fra tali pcrsHta eatena medesima e SULLE SPELONCHE DI ADELSBERC. 28 1 vefso le montagne primitive della Calabria essa assume nella Basilicata tale appareiiza che assai assorjiglia alia calcaria alpina finche clegenera poscia in calcaria di tran- sizione. Le osservazioni stesse iia4ino luogo verso 1" altra estremita della serie degli apenniiii dal lato della Toscana ove tanto abbonda la grauwake e dove le due calcarie soiio cosi poco distintaiuente separate Tuna dalP altra che presentano al geologo uii inestricabile labiriato. Colore clie attraverseranno quelle montagne da Firenze a Bologna o da Pistoja a Modena avranno campo di claarirsi della A'erita di questa proposizione. Nella calcaria adunque analoga a quella del Jura sono le due spelonclie di Adelsberg non altriuienti che quelle che veggonsi negli Apennini nostri a Montecucco , a Col- lepardo ecc. La stratificazione della roccia si ravvisa nella piu evidente nianiera cosi in questa , come nelP altra spe- lonca e segnataniente all' esterno di quella della Maddalena che fu la prima da me visitata tuttoche piu lontana. Ma non potei frenare a lungo 1' impaziente brama di ricono- scere il luogo ove hanno stanza que' Protei intorno ai quali tanto si e disputato , e che furono giudicati ora larve di rettili soniiglianti alle salamandre , ora anlibj clie go- dano della doppia circolazione , e finalmente rettili per- fetti dlfFerentl dagli altri in quanto che in tutto il corso della vita respirano per mezzo di branchie alia foggia dei pesci. Quest' ultima opinione e divenuta una A'erita posta in piena luce dalle anatomiche invesiigazioni del sig. Ru- sconi il quale fu socio al professor Contigliacchi nella stoxia clie tre anni sono venne pubblicata di tal animale. A quanto da questi valentuomini fu esposto non avrei ccsa da aggiungeve , rnolto piii che non discesi con altro scopo in quella caverna se non che tratto dalla curlosita di ve- dere cogli occhi miei ove sianno questi niaravigliosi Pro- tei , e di tanto solo fui ptigo. Essi stanno dunque in vino 8tJ»gno di limpida acqua posto ne' recessi di quel sotter- raneo ove non trapela mai raggio di luce , ed in quella tenebria vivono e si propagano. Allorche cadono dirotte piogge questo stagno cresce oltre alia constieta misura ed allaga parte della caverna ove le acque lasciano dopo il loro recesso una sdrucciolevole nielnia che mai non secca. Ma se e vero , come moiti si avvisano , che da quel lago tragga origine U fiuroicello Vm che correndo ^otteira sbuca j82 OSSKRVAZIONI N\TtJ[l\LI dal montc dl Plaiiina ben mi Tneiaviglio come cotestl animali rnpiti dalla correntia nou appajauo eziaiicUo in quel luogo dove il fiume niostrasi al gioino. Forse vi si troverebbero se altri ne facesse diligeute ricerca , e forse anche ne sono stati trovati ed io nol so; iuiperciocche e da dirsi che Io stagoo della grotta di Adelsberg non e gii il solo in Carniola ove alberghino sifFatte creature. I prinii protei desrritti dal Laurenti e dallo Scopoli f'luoao tratd da pozzanghere situate alT iagresso di certe speloncbe presso Sittich sulla strada di Neustadt ( V. Conftgliacchi , Monogr. del Proteo pag. 17). II Valvasor che nel 1689 pubblicd in tedesco una voluniinosa cronica iiititolata La gloria del ducato di Carniola ove fra niolte favole si possouo ripe- scare ottime notizie narra un fatto che potrebbe per av- ventura avere correlazione co' nostri protei. Dice questo scrittore che poco lungi dal castello di StroblhofF ( a due miglia italiane da Lubiana e all' occidente di questa citta ) avvi entro la selva una freddissima acqua so^ge ite ove a ricordo d' uomini furono veduti grandi serpenti con quat- tro zanipe (i). Tale appunto e la senibiaaza del proteo eontraddistinto percio dai naturalisti con V epiteto di aa- guino; che se facesse ostacolo 1' epiteto di grandi apposto A quegli aaimali deesi considerare die il Valvasor , uomo esso stesso inclinato ainiirabile, narra va un fiitto di molti anni addietro che, come suole d' ordinario accadere, pas- sando di bocca in laocca sara stato senza scrupolo in qual- che sua circostanza esagerato. Ho detto che a norma delle indagini istituite dal signor Rusconi debb'essere reputato il proteo un rettile perfetto la cui respirazfone unicamente si eseguisce cnl miuistero delle branchie. A tale sentenza giustillcata dalla maniera di vivere di questo animale e confermata dall' anatomia non si opporrel)bero alcune riflessioni die mi corrono per la niente e clie mi fo lecito di esporre senza pretensione Vervma perche affatto ipotetiche , cedcndo cosi a quella inclinazione da cui si sentono piu o meno tutti gU (i) £in ivcnig von dem scklots { Stroblhoff ) in dem ivalJe finit sich tine zur somm.er7eit eisskaltf quelle, bey a/elcher cin, jtichkasten ; unit sagt man duss noch bey mantis- gedrnken cine grosse nerfussige schlange sich bey dicsem quell brunncn enthaltcn sind ( Ein lilirc dc Jiftrtigoth. Kjaiuu Ub. XI. pag. 566 ). SULLE 8PELONCHE DI ADELSBERC. 283 uoniini stimolati di ragionaie suUe opere della Natura. Sa- rebbe forse iiuproliabilc che il proteo fosse una larva di cjualcbe aniniale del genere delle salaniandre, la quale aA-^esse domicilio neir acqua vespirando ia questo elemento col mezzo delle hiMiichie, come avviene iielle larvo dell* salamaudre ordinarie? Noa potrcbbesi conghietturare che questa larva schiusa dal suo germe nel bujo , e condan- nata nel liujo a vivere fosse inabil^ a compiere la sua metamorfobi'mancando I'azione della luce che lia cotanta influenza sngli esseri organizzati ? Clie in questo stato crescendo e diveneudo gia adulta ne seguisse di necessita che gli organi Ijrancliiali della circolazione destinati a fare un nflfizio . temporario diventassero in tale eniei*genza permanently di maniera die esponendo poi 1" animale alia luce non abbiano pin 1' attltudine e la conveniente flessi- bilita onde prestarsi a que' canibiamenti a cui avi'ebbero dovuto soggiacere per cedere il luogo alia circolazione pol- monare? A queste conghietture potrebbe for^e pr^sUire ap- poggio il trovarsi ne' protei due vescichette die semlivano pohnoni avvizzlti e non sviluppati ( op. cit. pag. 78, seg. ) inetti percio all' uopo della respirazione. Essi sono privi altresi di arteria e di vena polmonare la quale, mancando r azioue del polmone, potre])be essersi obliterata in quella guisa clie a poco a poco distruggonsi nelle larve delle sa- lamandre i vasi branchiali quando debbono cessare le bran- chie dairtiffizio loro. Per dnre poi a divedere quanto la man- canza dello stimolo della luce valga a rattenere in qvieste larve , o tali adesso supposte , lo sviluppo di alcuni or- gan! potrebbonsi altresi recare in esempio que' due em- brioni di ocelli, o almeno occhi imperfettissimi {p<^ig- 92 ) che nmangono riascfcsti sotto ia cute. Dovrenio credere aditnque che qtiesti occhi e rjuesti pclmoni sieno stati dati al proteo perche dovessero rimanere sempre in tale stato ; e che non s' abbia ad accagionarne piuttosto accidentali e particolari circostanje ? Che poi questi ani- mali nclla condizione permanente di larva conseguendo lo sviluppo di tutii gli aliri organi , tranne quelli della vista e della circolazione polniouare , possano possedere la facolta generativa chi potrebbe a buon ddtto negarlo ? Si addurr:.nnQ forse le leggi della Natura che voglia* nio sovente gencralizzarc fcndati sulle nostre prevenzioni e suUa nostra icnoraaza? Accetter^ nitUadunen* ut^esc?. a84 OSSERVAZIONI NATURA-tr obbiezioae eel altre nucora che potrcl^bcro venire protnosse, Tna assai piii coiiducente sai-eljbe la <:aiul)io di Digiotia- nienti di procedeie con espeiienze allevando larve di sa- lainandre al bnjo e ad uii ceito grado eziainlio di teiii- peratura corrispondeiite o prossimo a qiiello della cavenia di Adelsberg , e vedere cio cbe poi ne I'iesca. Racconta il Valvasor clie da taluna delle gvotte del lago di Zirkuitz 1' acqua porta fuori talvolta anitre cieclie e seaza piuine. lo non ho veruii uomo trovato che abljia saputo coiifermarnii uii tal fatto , c Gruber lo reputa una favola ; ma e beusi vero die gran nioltitudine di pesci sbuca da que"' sotterranei qviando le acifiie proronipono. Ora gioverebl)e esaminare in quale stato sia Torgano della vista in questi aniinali nati e cresciuti nelle tenebre. La caverna della Maddalena nud' altro di singolare esi- bisce al naturalista , imperocche noa vorro niettere a calcolo quella selva di stalattiti che ne ingombrauo la ca- pacita e che presentano all' occhio uno spettacolo bensi magniiico, ma comune a parecchie. II Gruber che da un lungo ragguaglio cosi di qnesta come di nlciuie altre ca- verne della Ganiiola assai si affaccenda onde porgere aL- V immaginazione de' suoi lettori una viva rappresentanza delle moltiplici combinazioni , delle capriceiose forme e dei bizzarri scherzi di coteste concrezioui. Ma tutto quello che su tale proposito potrebbe dirsi sarebbe del pari adattabile a tanti altri consimili sotterranei , essendo fa- cilissimo di tessei'e con pompose ed eufatiche frasi alcuni periodi , difTicile poi che ne risuld una descrizione vera- mente topica :, ne molto importa di failo. Si avviso inol- tre questo autore di avere rinvenuto in quella stessa grotta la piix opportuna congiuntura onde spiegare la formazione delle masse stalattitiche. Osservb , e assai drittamente , che il primo loro rudiuiento e un sottilissimo cannello vuoto somigliante a quello di una penna , e che 1' inco- minciamento e dovuto a una goccia pendente. Or come questo addiviene ? Dichiara egli , e geometricamente si stu- dia di mostrarlo , die in una gocciola carica di materia calcaria il lluido rimane in quiete nella periferia laterale piu che nella convessita inferiore ove e V aiHuenza del- r acqua ^ per la qual cosa le molecule calcarie possono in quella periferia piu agevolmeate oi)bedire alia I'orza di atf.razione dip tende a ravviciuarle e form.ino cosi un SULLE SPELONCHE DI ADEL9EERC. 285 unello crlstalUz-zato intorno alia goccia niedesimai il quale via via si prolunga in figura di caiinuccia che per suc- cessiva aggiunta di materia calcaria aumenta in tutte le diinensioni. E questa spiegazione ingegnosa e 40 aiini ia allorche fu ideata poteva senibrare soddisfaceiite ; uia la thimica e in grado di somministrai'iiie un' altra oggigiorno che e forse piii simile al vero, £ presumibile , e si po- trebbe di leggieri venirne in chiaro con T esperienza , che le acque stalattitiche delle grotte sieiio attivate da una certa quantita di acido carbonjco il quale procuri la so- luzione del carbonato calcario clie sarebbe da se stesso insolubile. Quando una gocciola di questo fluido afFacciasi alia caverna e penzola dalla roccia 1' acido suddetto si sviluppeia sotto forma gazosa , e cio accadera prima in- torno alia esterna superiicie della gocciola stessa. Le mo- lecule del carbonato calcario abbandonate dal loro dissol- vente si precipiteranno, ed unendosi per la scambievole loro ailinita formeranno all' intorno una sottilissima crosta che air estremita inferiore sara lacerata dallo sforzo dell'acqua che per la sua gravita si distacca e cade sul suolo. In cotal guisa avra origine un cannello che goccia a goccia, molecula a molecula tanto ingrandisce di mole che costi- tviisce voluminosi ammassi e gigantesche colonne. Ma se gran fatto difficile non riesce da interpretarsi la formazione delle stalattiti molto piu arduo e il concepire quella delle caverne che le contengono. Immagina il Gru- ber che derivino dallo sprofondamento di una gran massa di roccia che ne occupava una volta la capacita. Se cosi fosse manifest! indizj di tanta rovina si dovrebbero scor- gere cosl nel suolo , come nelie pareti di questi sotter- i-anei, il che e ben lungi dal vero. Per la qual cosa se e lecito di produrre congliietture in cosi oscuro argomento sembra piii verisimile che questi vani sieno coevi alia montagna, e che debbansi considerare, come in altro scritto ho accennato, accidenti di quella sovta di cristallizazione imperfetta clve ha presieduto alia formazione della roccia, non sembrando ammissibile che la calcaria la piii coni- patta eziandio e la piu grossolana risulti da depositi me- ramente meccanici , benche cosi sovente questa cosa si dica. Ragguardevole per la sua vastita ed assai piii per la moltitudine e per la vaghezza delle stalattiti e T altra spe- ioncn cho chiamano di Postoina. Essa e degna in vero di 286 OSSERVAZIONI NATURALI essere visitata dai viaggiatori, imperocche troveranno quivi riunite le maraviglie die si decaniauo della grotta di An- tiparos , e deir altia di Collepardo nelle nioutagiie degli Eriiici clie dopo quella di cui si parla e la piii speciosa di quaate me ne abbia veduto. Una parte di essa era gik cognita da piii secoli addietro, nia F altra porzioae di gran Innga piu vasta e decorata da piii belle stalattiti fu per caso scoperta nelFanno 1818;; talclie quclla prima le serve ora in certa guisa di vestibolo. Agevole ne fu praticato Tacccsso tino nelle piii iiitime latehre iiierce le cure del sig. LovengreifF zelante cultore della storia naturale die ebbe iiioltre vaglie/za di radunare una curiosa raccolta di stalattiti ove si possono con diletto contemplare le di- verse forme di cristalli , e la di0'erente tessitura di quelle concrezioni calcarie die si vanno per cosi dire formaiido sotto gli ocelli nostri medesimi. Qucsta grotta e anch"'essa intrressaiite per la zoologia, ma in cambio di animali viventi olFre ossami di belve di cui piii noli sussiste la specie e che albergavano entro qiie' sotterranei in remotissime epoche. II ritrovanieuto ne fu fatto lion ha gtiari dallo stesse sig. Lovengreifi" e se ne die raggtiaglio al pubblico con un piccolo opuscolo che porta per titolo Su un Paleottrio di recente scoperto presso Adehbers: ( Ueber ein hey Adelsherg neuentdecktes Palaotlie- riitm. Triest. 182 i in 8.°), accoiupagnato da una tavola in rame ove sono effigiate le ossa rinveuute in quella grotta fra le quali havvi una porzioue di teschio. Niuna di cjiieste ossa potei vedere presso il sig. Lo- vengreilf il quale poco tempo innanzi se n' era private avendone inviato parte a Trieste, e parte ad alcuni amici suoi di Gerraaiiia. Ed io me ne raimnaricava; ma avendo nella vegnente notte penetrato in quella spelonca fui cosi avventurato di rinvenirne un liuon niimero e di chiarirmi cosi a quale specie di belva debbansi rifeiire. Questo animale nel sopra accennato opuscolo e chiamato Paleoterio essendosi V autare giovato di tai vocabolo greco secondo il suo generale signilicato die suona belva ancica. Ma questa denominazione potrebbe indurre in eqiiivoco in quanto die fu dal signor Cuvier applicata ad un par- ticolare animale fossile che e aRatto difJerente dal iiostro. Quelle di cui parliamo e un orso ed appartiene a quella *1 specie perJiita di cui rinvengonsi gli ossami ia molte 9ULLE SPELONCKE DI ADEL9BERC. 207 t-avenie della GeiTiiania e dell' Unglieria e die fu intitolato da Bluineabacii Ursus spelceus. Qnattro grossi denli canini e due denti incisivi He riti'ovai con paiecciiie altre ossa. I denti caniiii -soao di notabile graudezza avendo uiio di essi la luagtiezza di tie pollici e mezzo , ed il diaaie- tro di un pollice e tre liuee. Corrispoadono alle zaiiiie dello stesso aniiiiale scoperi.e uegli aiiiri di Gaileiiveuth in. Franconia , e che veggonsi rigurate nella bella opera pubbli- cata da Esper (Descript. des zoolites nouvehem. decouv. etc. tab. VJ, fig. 2. 3, cab. XII, fig. . ;, e soao pahmente si- mili all' altra zamia rappresentata da Enrico Vollgnad c'lie die inoltre la figura di tutto il teschio linvenuto in una caverna de' nionti Carpazj ("V. Ephem. JVat. Cur. Dec. i, ann. IV, pag. 1 1 6 ). Ma la soiuiglianza delle uostre zanue fossili con quelle dagli autori predetti figurate non baste- rebbe a determinare il gen ere , poiciie i denti canini di Intti i grandi carnivori hanno fra loro nioltissinva conve- nienza nella forma generale. Maggiore autoiita fanno i due denti incisivi che sono precisaniente quelli descritti da Esper alia pag. /j.3 e figurati nella tav. VIII. fig. c. d. e tav. IX, fig. I , lett. g. h. Questo autore gli quali- rica piccioli canini della mandibola superiore , nia Cuvier nella sua INlenioria sugli Orsi delle caverne gli chiania incisivi esterni (pag. Sy ). Accaiito a questi denti che sono confornii a quelli figu- rati dair autore del citato opuscolo apparve la parte an- I teriore della mandibola superiore, che ancora conservo , in cui si ravvisano gli alveoli dei due grandi canini, dei due incisivi esterni e dei quattro interniedj. Posta a con- fronto con teschi di leone, di tigre e di orso conmne ne i risulto un' cA'idente analogia con quella di quest' ultimo , di raodo che non rimane dul)bio sul genere dell' animale a cui apparteneva. Di fatto in t^.le frammento 1' osso mascellare ove forma il margine laterale della cavita delle narici ha uno spigolo ccsi acuto quanto nel teschio deir orso , e mostra altresi alia base dello spigolo stesso un consiniile infossamento. Nello stesso Inogo rinvenni parecclii ossanii ma tutti piu o nieno fratturati: un pezzo d' ischio che serba por- zione della crivita coudiloide fl di cui diametro e di ua pollice e mezzo : un femore intiero lungo un piede pari- |ino e due pollici, e dej diameu-o di pollici i5 aella parte 288 OSSERVVZIONl NITURALI nipdia deir osso : un pezzo di uiandibola infevlore cogU slveoU di alcnni niolari : ciaqiic grosse vertelne : alcunc ossa frattiirate del cubito , della tibia , del femore : iin osso del metacarpo della Iniighezza di due pollici ed una rotiila. II fi-ammento della niandibola supeiiore indubita- bilinentc appartiene a qnesto aniinale. e forse anche il fe- niore con le cinque vei'tebre , nia iiitorno alle altre ossa jion sapiei quale sentenza portare se non che molte non sembrano jpettare alP orso , ma a bestie di piii picciola statura. Questa osservazione fu fatta da Espei^ medesimo 9u quelle della caverna di Gailenieuth. Tutti cotesti ossanii erano alia riufusa sparsi nel snolo td inviluppati in una terra rossiccia in qualche luogo co- perta da una crosta staJagniitica geuerata dallo stillicidio delle acque. lo sono di avvlso che le acque niedesinie die ifiltrano attraverso le viscere della montagna e si fanno strada pei crepacci della roccia abbiano cola strascinato questa terra ocracea solendo mostrarsi in moltissinii luoghi alia superficie de' monti. Quindi qua e la veggiamo le pareti delP antro e le masse stalattitiche colorate in rosso dalla stessa specie di ocra che venuta dairalto vi e scorsa sopra. E che le acque abbiano la facolta d' introdurre in que" recessi jnateriali dalle parti esterne insinuandosi per le strette fenditure lo dimostrano i gusci di conchiglie ter- restri che trovansi talvolta , benclie assai di rado , in quel suolo. lo ne ho rinyenuto appartenenti air Helix figurata da Lister alia tav. 68, iig. 63. Due dimande adesso si potrebbero fare : come le ossa di queste bestie salvatiche e feroci siensi amniucchiate in miella caverna , e come sia addivenuto che ne e smarrita la specie. Rispetto alia prima inchiesta suppone V autore del piu volte citato opuscolo che fossero piunia nella su- perficie del monte e che sieno cadute nella caverna per la rovina di una porzione della volta che fu poi restau- rata dalle concrezioni stalattitiche. In questa sentenza egli concorse avendo veduto che cotali ossami sono tutti guasti e qita e la dispersi pel suolo, mentre le diverse parti dello scheletro dovrebbero trovarsi insieme o contigue se r animale fosse perito sul luogo. Qualunque valore aver possa questa osservazione non sembra molto fondata la conseguenza , unperciocche rovine consinnli dovrebbesi supporre cbe fossero accadute in tiitte le caverue della SULLE SPELONCHE DI ADEL3BERG. 289 Franconia, delP Ungheria e di altii paesi ove trovansi si- luili ossanii , ed in alcuiie di esse iu maiavigliosa quaii- tita. Dair ahro canto non so se potrebliesi indicare il luogo ove sia succeduta quella insigne rottura che si vuole essere stata poi rappezzata dalle stalattiti. Esper quasi ottaiita aiini fa parlando delle ossa che sono negli aiitri della Franconia promosse la quistione stessa a cui consacro un lunghissinio capitolo di cui sa- rebbe cosa molto difficile potere con attenzione sostener la lettnra. Ricorre al dlluvio universale ; ed ora preteade che quaudo la roccia de' moati era moUe sieusi modellate quelle caverne su grandissiini cumuli di carcami degli anir niali che fuggivano dal cataclismo , e die essendosi nella massima parte distrutti abbiano lasciato que' vuoti ; ora piega a credere che le caverne stesse sieno opera della irruzione delle acque che vi abbiano introdotto que' tnnti ossanii , e terniina iinalmente con dire di non sapere com- prendere come sieno giunti in que" sotterranei. lo non allunghero di soverchio il niio ragionaniento esponendo tutte le altre ipotesi che furono su tale argo- niento ideate. Quantunque non si possa rendere esatta ragione di tutte le circostanze , la piii gran parte di esse concorre a far credere che pli animali a cui spettavano quelle ossa abitassero una volta il paese, e che sieno stati naturalmente colpiti dalla niorte in quel nascondigli. Dopo di avere il sig. Cuvier ventilato le probability! delle diverse opinioni accorda nieritamente a questa ultima il suo suf- fragio. Ora la specie di cotesti aniniali si annovera fra quelle che sono oggimai disparse dalla faccia del globq : im- pcrocclie 1 suoi peculiari caratteri si allontanano , come nella Memoria del sig. Cuvier viene parlitamente esposto, da quegli degli orsi viventi del vecchlo e del nuovo con- tinente. E gia cosa notoria che a simile destino hanno soggiaciiito parecchie altre creature , anzi la piii parte di quelle che popolavano I'antico mondo, e concliiglie, e pe- sci , ed animali terfestri che si rinvengono fossili e di cui piii non appajono gli originali. Di questo grande esternri- nio rendono ragione i filosofi supponendo clie questi esseri sieno stati involti nelle rovine-di qualche insigne catastrofe, e insigne cotanto che niun individuo abbia potuto scam- parne onde uiantenere la specie. Ma siiFatte supposizioni Bihl. Ital. T. XXV. 19 ■2l()V ©SSERVAZIONI lN\TUi'.\LI noil pot.rauno n\er lnogo rispetto agli aiiinicTli delle ca- venie , tic'' qiiali P Ursiis spclccus noii e giii il solo, jjoiclie ill nltri simili aiitri soiio ossa tli Inpi, tit jene, e di altre belvc souiiglianti ai lioni clie piii non lianno gli aiialog'ii A'iveriti. Ora tutti qiiesti aniinali eraiio al inondo in un tempo ill cui i coutineuli avevano gia rattnale loi" forma , € come e stile di rotesta razza di bestie ricoveravaiio nei sotterraiiei do^e haano lasciato i lore carcami. Tanto re- ceiite , filosolicameiUe pailando, ^ la lore inuniazione die il terreno in cni giaccioiio quelle spoglie souiriiiiiistra an- cora una porzione di materia aniniale di cui e impregna- te , come dal sig, Laugier fu avverato analizzando la terra die in^■iluppa le ossa di Gailenreuth : talclie ne queste, ne -alire die si rinveiigono nelle niedesiine circostanze pofeb- bero propriamente essere duamate fossili. Quale catastrofe adnuquc , qnal catatlismo , quale cosi posseute rivoluzione puo avere scompigliato il couliaente alF epoca di cui par- li^ino onde fossero affatto distrutte alcune specie ed al- •cune altre riraanesseroillese, quali souo quelle che durano tuttavia ? Intorno a tale argomento mi sono alquauto di proposito disteso in altra niia opera, Malagevole seml)ra lo sciogli- ■ uiento di questo quesito dappoidie piacque agli scolastici di stahilire come legge lisica die gli individui naturalmente periscouo , Ic specie poi no. Ma dii e tanto veggente, tantu •consapevole dei disegai della natura die possa franca- inente asserire questa proposizione ? La natura niedesima die ha posto un deteruiinato liniite alia durata dell" indivi- duo, liinite di diflFerente lungliezza negli esseri diversi , non avrebbe dunque potuto staljiliie un certo spazio di tempo in cui la specie stessa debba fare la sua couiparsa nel inondo ? E siccome Tindividuo dal vigor della vita nou passa di botto a quello stato che fe seguito poi dalla iiiorte , ma varj stadj percorre ue' quali diversa e i' ener- gia delle fnnzioni animali, cosi la specie medesima, come in quel mio scritto diceva , in conseguenza di una legge deir oigaiiizzazione si va gradatamente disponendo al suo disiruggiuieato. Di eta in eta , di generazione in genera- zioue la vitahta e nieno attiva, la virtii proliHca inlievo* Usee, la forza di sviluppo e illanguidita , fiudie e giunto il teruiine fatale in cui T enihrione aainiato appena da ua SOLLE SPELONCHE DI ADILLSBERG. 29! esile soflio di vita e incapace Ji crescere e di 9 vilupparsi', e la specie e perduta. Trista verita ^ poiclie tale a inc senibia ) e fecoada di pill trlsti coriseguenze I Con tranquilla iiidifFerenza da noi si passeggia sulle roviiie deirantico niondof, die esso fosse popolato una volta da esseri die piu non lianno clii loro soinigli poco iuvero a noi cale^ che le specie natural- inente periscano e un assioma che piinto noa ci sgomen- ta, senza considerai'e clie un eguale destino attende forse la nostra. Svolgiamo i suoi fasti e fermianio il pensiere suUa longevita de' nostri prinii antenati, suU'esuberante forza prolitica , siJla robustezza dei loro corpi ^ e dal lato mo- X'ale suir energia delle loro facolta intellettuali, su quel genio inventore per cui , come da celeste influsso ispirati , seppero in tutti i regni della natura discernere e scoprire cjuanto serve ai couiodi ed ai bisogni della nostra vita ^ paragoniamo quegli uomini agli odierni , e nieglio ancora a quelle tante popolazioni o barbare o selvagge che noa sapendo piu uscire per impulso proprio dalla lor condi- zione e ridursi a vita civile perseverano sempre nel loro stato iniperfetto , e fatt^ cosi tutte queste considerazioni nialagevole sara il non credere che infievolita oramai la. specie umana e decaduta nelle fisiche e niorali facoltA noa ^i vada approssiniando al suo annientamento. Se non che poco cautamente mi sono io abbandonato a questa digressione essendo T argomento di tale natura die cosi leggermente toccato veste sembianza di paradosso iiz guisa, che dovrebbe essere o convenientemente sviluppato o tacciuto. Ma convalidato ancora con evideutissime prove, non per questo si conseguirebbe di convincere gli uomini , che troppo rifuggono all' idea della distruzione ingordi di Don iinir mai. 2g2 Aiinall di medirina pratica compilati nelT Istituto citnico del reed Liceo Lncchese da Giaromo Fran- CESCHI p professore di terapia speciale di cli- )iica e medicuia fore se ,• medico coiisaltore dell a R. Corte , ecc. Anno prinio. — Lucca ^ 1821, in 8.* di pag. a 1 6. I N una.proIusione dell' A. per ramio scolastico 1819-20, die ^'ersa sullo state attuale delkt medicina italiana , si niostrano i danni del sistema di Brown cousiderato nella sua prima origine, ed i vantaggi die ne derivaroao mediante la rifonna clie ne lia fatto il Rasori. Si ricerca , se la teo- rica del controstiiuolo sia per se sola sufliciente a prestare norma e ragione neirarte di curare le nialattie uniane, e ei stabilisce die essa non basta , e die e necessario di aimiiettere una serie di morl»i irritativi secondo le idee del Guaui, e di riconoscere dcUe azioni particolari in niolti niedicameati non riferibili al seniplice atto di stimolare o di controstimolare la niacchiiia vivente. Si concliiude die la dottriua medica moderna, ridottxi ai suoi giusti princi- pj , non e puiito diversa, quanto alTesperienza, di quella dei pill grandi maestri delP anticliitii ; e die coinunqxie sia in parte fondata su raziocinj piu semplici e chiari , non pud per altro a nieno di appoggiarsi in molte cose al- r eiTipiiismo , ossia a quelle cognizioni di fatto di c«i non si saprebbe dare una plausibile spiegazione. Comincia V A. i suoi annnii di medicina praticg, col pre- sen are la dix'isione delle nialattie die venue adottata nella sua scuola clinica. Fatte le solite distinzioni in nialattie imivcrsali e foraH: ipersfeniche , iposteniche e irritative ; .sem- plici e complicate , comprende tutte quante le diverse forme inorljose nei segnenti ordini: i.° le febhri; 2.." le fiemmas- sie : 3.° gli esantemi : 4.* i proflnvj ; 5.° le ritenzioni; 6° le cachessie ; 7.* le impetigini; 8.° le nevrosi ; 9.' le ma-- latrie locali. Non ci tratterenio su alcune altre divisioni e suddivi- aioni die TA. fa di (juesti ordini di nialattie; uia piutto- sto accenneremo i generi e le specie die caddero sptto ANNALI DI MEDICINA. PRITIGA eCC. 298 r osservazloae particolare di lui , compencUanJo le cose piii iniportand die, a nostro giudizio, 90110 in quest' opera contenute. Fe'ibri imerinittenti. — • In 60 casi, 2 cotidiane , 18 ter- zaiie seinplicii a 3 terzane doppie; 7 quartane seniplicii I quartana doppia; j di tipo erratico; a inteniiittenti suhcontiaue. Sedici di diverso tipo furoiio accompagnate da inacchie ora siniili alle scorbuticiie , ed ora alle petec- cliie. Fra queste febbri 43 vennero curate colla cliiiia unita al tartaro emetico nella proporzioiie di 24 grani per uu' oncia e mezzo di corteccia peruviana; in dieci si e data la china sempliceniente , eccettiiata una perniciosa per cui vi fu unito T oppio alia dose di quattro grani per due once di china ; cinque cedettero agli emetici ed ai piir- ganti; e due finirono spontaneainente. Queste febbri si mostrarono non solo ne' luoghi paludosi, ina anche nelle regioni montuose e vantate per salubiita di cliiua; il cho dinota che v' e una particolare costituzione atmosferica eapace di produrre queste nialattie anche senza manifesta esalazione di acque stagnant! e putride. Spesse volte e stato necessario di far precedere all' uso della cliina quello di un purgante , o di un emetico , o di un anttlniintico onde dissipare le complicazioni gastriche e verminose. La tintura acquosa di rabarbaro attivata da qualche sale dra- stic©, Tolio di ricino, il mercurio dolce unito al diagii- dio, o alia resina di sciarappa, la gonmia gotta lianuo servito per queste indicazioni curative. La china senipliie si e data nei casi di febbre periodica di recente compar- sa; la china col tartaro stibiato e stata sopra tutto eifi- cace per doniare le febbri stesse che dui-avano da lungo tempo , e c!ie erano recidive alia pura azione della coi- teccia. E notabile il caso di un infermo di felibre perio- ilica, il quale per lungo e ripetuto uso smoderato di cliina yenne in fine attaccato da peripneumonia complicala con flogosi epatica si violenta, die il pobnone passo in suppu- razione pa'ziale. L' ammalato fu abbastanza fortunato di guaiire della vomica; ma dopo un inese circa di convale- scenza fu sorpreso di nuovo da febbre periodica per vincere la quale e stato necessario di ritorrere aiicora alia china, da cui si ottenne una cura compiuta. Noi dubitiamo molto che le flogosi donde fu assalito quell* infermo piocedesse daU' azione dolla chinas ci sembra quella una ntalatUA 294 ANN\LI Ut MEDICIN-V PRATICA. epigcnoii'cna ])rovenipnte tla qvialclie nltra d?lle piii ordi- naiie cagioui , la ijuale lia iiiteirotlo e direimiio sofl'ocato il corPo dclla fcbbrc periodica, the poi risorse col cessarr della flogosi acci:1critale. Fehhri irritative gastriche. — L'A. disiingue tre diversi gradi di tastricisino : o e lieve e ap])ena cagiona un pic- colo disUiibo che si liniita quasi alia localita ; o e un poco piii forte e sveglia uno sconcerto felibrile seaza una dialesi deteriiiinata;, o e assolutaniente grave, ed e capacc di indurro la diatesi stenica , ed ancbe di svegliare un processo iiifiamniatorio. Quattordici furouo le iiialattie di finesto genere trattate dall' A. nella sua scuola clinica. L'emetico, se v" erano niaterie indigeste o ])ile nolle prime vie ^ r olio di ricino , la gouiina gotta, il mercurio dolce contro la verniinazione f, T infusione di rabarbaro col tar- taro solubile , la soluzione di manna col sal amaro. e si- mili , quando v'' erano scgai d' iinpuritA intestinali , banno servito per la cura di queste malattie. -In un caso solo e stato necessario il salasso a frenare la veemenza della feb- bre. Una fanciulla di 14 anni nioii di flogosi intestinale passata rapidamente in cancrena per cagione di una copia enorme di vermi radunati nelT intesiino digiuno. L'A. fa una divisione niolto giudiziosa dei purgaiiti , dicendo che nlcuni di essi fondono e disciol»ono le niaterie intestinali , come sono gli olj , la manna, le materie zuccherine; altri irritano le membrane intestinali, promuovono una eecre- zione di siero e di mucco che serve a disciogliere le fec- ce 5 e ncl tempo stesso accrescono il niovimento degP in- tiistini , come sono i sali purganti; altri in fine accrescono elettivamente il moto peristaltico dell' intestino , e per con- segitenza facilitano le evacuazioni, come sono I'aloe, la -riarappa , la gomma gotta ecc. Secondo queste diverse operazioni dei purganti possono essere inditati ora gli uni '"d ora gli altri a norma dei particolari casi e gradi di ;;astricismo, Tifo ieinplice e tifo compJicato. — Insegna 1' A. , che i! 'ifo semiilice cagionato da I'recedute emorragie , o da altre gravi perdite di umori vitali domanda un metodo di cura leggermentc corrol>orante e nutriente: qiiello che dipciide da gastricifitno, o da vermi vuol gli enietici , i purganu , o gli antelii.intici. Ncl caso poi che il tifo sia compagno •*»>Ila pfi«> 4i altro e-anietra ^iova di ricorrei^e COMPILVTI PA GIACOivrO FR\NCESCHI. ao O aH'enietico, ai Leggeri purgantl, alle lavande ed alle hihite freJJe e suljacule, a qualilie iiioderata sottx'azione di saa- gue iiieatre la teblire e iiel suo vigore; al vino e ad altri ecclianti [nil pennaiieiiti quaiido il malato volge alia con- valescenza. Smoca seinplice e sinoca rompUcata, — Per la inae;gioi parte queste febbri furono associate a gastricisiuo prodotto dalla crapula. Peitanto oltre della dieta rigorosa e del salasso e statp spesso netessario di provocare il voinito e di purgare. Ha giovato niolto il creiiior di tartaro conibi- nato al tartaro stibiato , provocando noii solo gli scariciii di ventre , ma aiiclie il sudore e la secrezioue delle orine. In alcuni casi la sinoca si complico con decisa flogosi, ed e stato necessario il salasso ripetuto , e combinato ad nn energico metodo debilitante ed evacuante interno. Ci pare cite r A. avrebbe fatto meglio di anaoverai-e questi casi nella serie delle vere e niaaifeste infiaiuniazioai , di cui la sinoca e un puro efFetto secondaiio. Flemmassie o sinoche con condizione patologica. La c- iianclie doniiuo in priuiavera. Nina riniedio opero iiiei!,lio della cavata di sangue fino al deliquio , e dei nausea mli,. trattandosi di pretta acuta cinanche. In caso ciie questa nialattia dipenda da gastricisiuo diventano necessarj i pur- ganti e gli emetici. Se la ciaauclie e piodoita da un coa- tagio , non tollera molto le cacciate di saague ; se e len- ta , per lo piii dipeade da ua irritauie ito cliiniico-aniinale., e vuolsi douiare col distruggere le cagiyai clie la prod us- sero. Quando v' e alterazioue orgaaica , e massiuie indu- rimento delle parti, poco e da sperare nei cosi detti ri- medj fondenti , se la cbirurgia non puo prestarvi soccorso estirpando le parti indurate, come si fa delle tonsille. Peripneiunotila. La cura di questa ialiamniazione coasisteva nel domare primauiente la pletora, iadi aelF abbassare la. rimaneate diatesi di stiaiolo sopra ' tutto col tartaro sti- biato dato, in niisura della tollerauza iudividuale, da pociii grani fine ad uno scropolo in 24 oro; nel uiantenere aperto il ventre con olio di liao dato niassiaie suUa sera ^ nel diluire gli umori e facilitare il sudoi-e , le oriiie , e io sputo con decozioae di orzo e di altea con nitro e ossimiele. La peiipaeumonia da causa gastrica o da bile ( ri.-ipelatosa ) ha obbligato d' iusistere di piii cogli eva ciianti tlie col «ala«so. AngioUidc. Questa jnalattia fu ribeiie 396 ANN.VLI DI MEDICINA PRATICA alle cacciate di sangue , ed alia digitale portata a dosi iiiolto elevate. Nocnueio in essa gli acidi niinerali, perclie passando iiumutati iiei vast sanguigni initano le parti iii- fianiniate. Nei cadaveri si sono trovate tracce nianifcste di flogosi nel cuore, nci vasi arteriosi e veiiosi , ora nei loro tronchi niaggiori, ed ora anclie nelle piit niinnte ra- niificazioni. Si videro anche nel cuore delle concrezioni polipose , die 1" A. attribuisce al processo intiainmatorio , paragonandole alle false membrane. Tube polmonare. Qne- sUi malattia secondo I'A. non ammette soccorso di qualcbe efRcacia clie nel suo primo stadio , clie e infiannnatorio. II salasso e 1' unico mezzo col quale si possa sperare di frenare e spegnere la flogosi. "V" e una specie di tisichezza tracheale clie talvolta dipcnde da un acre chimico-anima- le , contro di cui piii clie il salasso giovano gli emuntorj , lo siero di latte , i suglii vegetabili e la dieta lattea. I virosi e Pacettato di piombo non lianno virtii specifica se non per abbattere la condizione flogistica prima che la malattia passi in una perfetta suppurazione. Gli acidi mi- nerali non convengono mai in questa infermita. Nello sta- dio della suppurazione non v' e altro compenso che di ricorrere ai farinacei ed alia dieta lattea. L* oppio solo puo recare qualche sollievo nello stadio della colliquazio- ne , temperando la tosse, il sudore e la diarrea sotto di cui questi infermi vanno irreparabilmente a finire. Spleni- te. Questa malattia si mostro in un solo caso ( in un uomo di 5o anni ) e termino coUa morte dell' infermo. L' ispezione anatomica lia dato a vedere la milza cancrenata nel suo centro , ed il parencliima ridotto a guisa di flut- tuante poltiglia. Si trovo pure il fegato in parte suppu- tato e tutto indurito e molto voluminoso. Spinite. In un caso di spinite con paralisi completa della vescica orina- ria , e delle estremita inferiori si applico il cauterio attuale ofrisciando il ferro caridente lungo le parti laterali della spina dalla regione lomloare lino all' origine de' nervi sacri. Poche ore dopo 1' infermo pote scaricare spontaneamente r orina , e piegare e distendere le gamlie. Questo vantaggio -ii mantenne costante ^ ma Y infermo non riacquisto mai la capacita di reggerai e camminare. Un altro ammalato di spi- nite stette poco lenipo nellri clinica , e non ricavando vantaggio dalk fri^ioni spiritose, dai rubefacienii e suuili , ^«>Ue ritornare alia propria casa colle cstremitii inferiori COMPILATI DA. GIACOMO FRANOESOHI. tl^f Ipggennente intorpidite come vi era entrato. XJn terzo ando irreparaMliiiente a morire sotto ad un voniito crudele che si aggiunse alia paralisi della vescica e delle gambe. Nel cadavere si trovo distrutta quasi del tutto la uiidolla spi- nale iiicominciando dalle prime vertebre dorsali fino al- r OS90 sacro. Avuto i-ignardo al pronto vantaggio avuto dair applicazione del fuoco nel prime caso , TA. racco- manda questo soccorso , come quello da cvii si possono attendere felici cure, pnrclie sia adoperato in tempo. Reu- matismo acuto. Su questo articolo V A. noil si trattiene a riferire casi particolari^ ma solo ci avverte , che conside- rando egli il reumatismo acuto nulla piii ciie una infiain- niazione dei muscoli, ed il reumatismo cvonico un efFetto della flogosi preceduta , commeada nel primo caso il sa- lasso , i nauseanti , il cremor di tartaro , i bagni tiepidi , e nel secoudo i decotti di legno santo , di salsapariglia , i bagni cakli , e particolarmente i bagni di vapore dai quali ottenne guavigioni prodigiose. Di alcitne specie di profiuvj. — Sono interessantissime due storie di diabete con cui V A. coniincia questo capi- tolo. La prima versa su di an agricoltore d' anni 3o ciie fu portato nella clinica emaciato, colla pelle arida rugo- so-forforacea, pallido , con fame vorace, sete inestingui- bile 5 evacuazione copiosissima di orine limpide , insipide. Si comiacio per dargli una limonata minerale di acido sol- forico allungata con acqua e raddolcita con sciroppo ; ma ben presto si passo air uso dell' oppio , qviando in natitra , e quando in forma di laudano per lo piii combinato col liquore anodlno e coll' acqua di menta. Per b^vanda vino generoso , o spirito di viuo allungalo coll' acqua. Vitto molto nutriente. Essendovi segni di verminazione gli fit prescritto l' olio di ricino , il mercurio dolce , !a gomnia gotta , r aloe , la tremeiitina , non lasciando pero die per corti intervalli , e spesso combinando agli antelmintici T op- pio. Le orine di insipide che erano , divennero in seguito zncclierine , ma visil^ilaiente diminuirono sotto 1' uso del- r oppio che fu portato per gradi fino alia dose di una dramma nello spazio di 24 ore. Nel corso di 42 giorni cpiesto infermo ingliiotti ottocento ottantotto grani d' op- pio;, e guari perfettamente. P. notabile in questo caso la verminazione; giacclie per molto tempo sotto Tuso degli antelmintici si videro uscire dall" intestine lombrLchi in ig^ ANN.VLl PI MEDICINE ru.vricA. copia. La secoiiJa storia e
  • ?sime su sU org-xnl secretorj dell' oriua ch? e molto 300 ANNA.LI DI MEDICINA PRATICA. pregiudicaate all' infernio. Gontro V <'Jen>a dellc cstreinita ribelle ai purgaiiti egli raccoiiianda le scarirtcazioai come quelle clie soao capaci di secondare e jjroinovere uaa caia anc!ie radicale. L' idrope cUe nasce da orgauica noa li- niovibile akerazione di qua'lc'.ie viscere b iacuraljile coino r alterazione medesima. Fisconie. Frequcntissiine ha vedato r A. le iisconie del fegato e delLi luilza. ISVlIe liscoiiie prodotte da lenta flogosi trovo utili le sa.igni>«aglie, i leg- gieri purganti saliiii , lo siero, i suglii vegetabili riafre- scanti , il niercuno dolce, gU estratti cosi deiti vii'osi , i bagni tiepidi : nociva la doccia. So la liscoaia dipeiiiie da ingorgo umorale , come da impedito versameato della bi- le in quella del fegato, soao iiidicad gli evaciianti, la doccia, e principalniente T aloe combinato alio solfato di ferro. Le fisconie da indurimento per efFetto di prpcediita infiammazione, se noa cedono col inercurio, soao d or- dinario iuvincibili , e coavieae al)baadonarle alia natura. La doccia in questi casi e piuttosto danaosa cbe profitte- vole, promovendo essa ua maggiore concorso di saague vei'so la parte indurita, e quiadi iaducendovi talvolta auova infiammazione e uuove A'egetazioni. It.terizia. Noa coataado ritterizia sintomatica della epatitide, e di altri moi'bi acuti,, essa dipende quasi senipre da una ostru/ioae del dutto cole- doco in grazia di spasaio, o di condeasaaieato bilioso, o di calcoli. E cagionata anche da una leata flogosi cbe pro- movendo una eccessiva secrezioae di liile da laogo spesso air assorbiaieato della uiedcsiina liile. la caso di spasaio I'A. si e servito coa vaataggio del laudano. Li geaere euro questa malattia col mercurio dolce, colla cicuta, col- r aloe niislo alio solfato di ferro . con gli olj fissi e coa altri blandi purgaati. Loda colF Odier il magistero di bis- muto contro la cardialgia spasaiodica. Scrofole. — L' A. fa consistere la scrofola ia uaa lenta flogosi del sisteaia liafatico e delle glaadule , a freaare e domare la quale soao particolaraiente valevoli la cicuta , r acoaito , il niuriato di barite , i bagai di mare. Viato che sia il processo floglsiico , puo essere utile il inercu- rio, i marziali, gli aniari a fine di confortare la laaccliiaa indebolita. Lue venerea. Nella sitilide receate e che non abbiayfatto gran guasto T A. trovo sufficient! le unzioni mercuriali ;, in quella poi die ha gia prodotto esostosi , ul- cere depasceati , e siiuili ha ricavato sommi vaataggi dal aublimato corrosive dato iaternanientc alia dose di un COMPIL.VTI DA CTACOMO FRVNCESCHI. 3oi mezzo grano mattiiia e sera in forma di pillole da in- gliioitire insieine col cibo , e usato anche in f'izione alia manieta del Cirillo in dosi per altro molto piii moderate. Si serve dell' oppio per cilmare i dolori piii airoci, senza aver riguardo alia diatesi che k di poco momento in qiiesta nialattia sui generis. I vestigii della sifilide ribelli al mercuric, e tanto piu se imperversano sotto questo ri- medio , si domano colla decozione • del PoUini , col roob del L"Aft'ecteur, colla salsapariglia , col legno santo , e in line coi bagni di vapori. Saggiamente T autore av- verte , che il muriato d'oro, T acido nitrico , la fame e qualuacfue altro metodo vantato per la sifilide non meri- tano punto di confidenza. Rogim. Per la cura di questa niala'tia T A. si serve di nngueiito composto di subliniato corrosivo grani dodici , grasso depurate un' oncia , olio essenziale di lavanda gocce due, da ijsarsi ogni sera'ia dose proporzionata sulle parti inferme. Egli non da die un cenno brevissimo su questo argomento , riportandosi pel restante ad una sua opera gia pubblicata che ha per titolo Igea de' Bdgni. Nevrosi. Secondo i principj e la pratica dell' A. poclie sono le convulsion! e le paralisie che provengono da ipo- stenia ; molte derivano da morbosa sensibilita ; nel maggior numero sojio d' indole irritativa. La Valeriana, I'assafetida, r oppio , il castoro, T etere, il vino, il nioto, i bagni di mare sono indicati nelle nevrosi che nascono da morbosa sensiliiUta. Curo una ostinatissima cardialgia in una donna di 47 anni , ribelle al magistero di bismuto ed all' estratto d'aconito, applicando due volte le sanguisuglie aile pu- denda, e coir uso deir oHo di ricino, di mandorle dolci, e col calomelano. Da questo case per un esempio di ne- vrosi iperstenica. A far cessare una palpitazione di cuore in un giovane d'anni 20 niolto estenuato, opero efficace- niente il laudano e T oppio in sostanza. Ed ecco , secondo I'A. , un caso di nevrosi astenica. Un fanciuUo d' anni is soffriva dolnri al basso ventre, strin^imento alia gola, afonia , e dllatazione della pupilla. L' olio di ricino, e la gomma gotta lo ristabilirono in pochi glorni facendogli evacuare xuolti lombrichi. Nevrosi irritativa. Terniina 1' A. questo s-uo primo anno clinico col dare un cenno sui medicamenti adoperati nella sua scuola , e Con una serie delle prescrizioni farmaceutiche relative. E. A. 3oi Meniorie della Societd italiana delle scienze residcnte in Modeiia , tonio XFIfl, fasclcolo 2." delle nie- morie di. fisica. - — Mudena, 1820. presso la So- cietd tipografica , in 4.° di pag. 220 con rami. Osservazioni chimico-mineralogiche sopra alcune sostanze che si trovano nella lava di Capo di Bove. Di Pietro Carpi, ecc. I J autore presents 1" analisi di tre sostanze che tro- vaisi nella lava di Capo di Bove presso Rouia , e sono la Melilite, la Pseudo-nefelina, e T Abraxite. Espone partitaniente i caratterl chimici e mineralogici di questi fossili ed 11 processo seguito neiranalizzarli. Dalla Meli- lite ottenne Silice 38, o Cake 19. 6 Magnesia 19-4 Allumina 02. 9 Ossido di ferro la. i di manganese 02. o di Titano 04. o Perdita 02. gr. 1 00. o La pseudo-nefelina gli somministrb Silice 40. a Calce 28. 8 Allumina 09. o Ossido di ferro 12. 6 di manganese 01. i Fotassa la.o Perdita 04, 3 a;r. 100. o '-'*: MEMOftI£ DELL\ SOCIET,\. ITALIA.NA, CCC. 3o3 Dair abiazite ebbe con Tanalisi Si'.ice 41-4 Cnlce 48 6 Allumiiia 02. 5 Mugiiesia Oi. 5 Feiro ossidato oa. 5 Perdiia o3. 5 100. o Osstrva I'aiUore che i risnltati dell' analisi dell'iabra- zite paiagonat'i cou quelli del tafelspath ottenuti dal signor Broccbi presentano a prima vista una qualche analogia fra quesie dne sostanze, ma I' abrazite contiene allumina che manca nel tafelspath, ed in questo vi e P acido car- Ijoiiico (he manca in qiiella. La forma di crigtallizzazioae e iooltre diversa in ambedae e P abrazite e infusibile , e si riduce ccgli acidi in gelatina. Delia formazione del nitro e de^li altri sali che lo accompa- gnano Memoria del canonico arciprete Giuseppe Maria GlOtENE. Mostra I'A. in questa memoria che da per tutto ove trovasi muriaio di soda o in massa o scioito nell' acqua ivi. si rinvengoao altresi solfati e pariicolarmente quello di calce : piii aacora , che ovunque sia nitro esse k ac- compagnato parimente da solfati e da muriati Cosi e nelle nitriere artifiziali ed in quelle naturali di Molfetta in Puglia in cui oltre al nitrato di potassa havvi mu- riato di soda e solfato di calce sotto forma d' incrosta- zioni selenitiche; ccisi e ancora nelle ellloi'escenze nitres© delle vecchie muraglie, Osserva inolire che simili ef- florescenze trovansi sovente nella calcaria secondaria o terziaria , non mai nella priniitiva cd in quella cristalliz- zata, e dopo di avere esemplicato qui^ste sue proposizionl con le autcrita dei naturallsti e colle osservazioai sue proprie da a divedere che neile carerne di Molfetta havyi una giornaliera riprodtizione del nitro, e che questo sale non solamente ] rodiicesi alia superficie della terra , ma in aicuni paesi formasi parimente nell' interne di essa, Combatte l' opinion? vulgata che il nitro derivi dalla de- compo^izione delle materie oiganichp, poiche $e questa S04 MF.MORIE DELL\' 80C1ET.V ITA.LIANA. supposlzione potrebbe aver hiogo rispetto all' acido ni- trico come si potra adnttare alia iorinazione delU potassa, dfi imiriati, del solfati che accoinpagnano il uitro stesso ? L'aspetto della nitriera naturale di Molfetta gli ispivo il pensiere che la protluziofie e rtprodnzione continua e per- petua del iiitro in quel luogo possa proveuire da un giuoco del flnido Galvauico. Sembragli di riconoscere iatorno a quella civiia, che gli abitanti chiamano pulo ■, una sede di pile Voltiane composte di strati piu o meno grossi di pietra calcaria trainezzati da straterelli di argilla, di ossido rosso di ferro e di arena in parte quarzosa. L'uinido del- r atmosfera o qiiello dei vapori sotterrinei niette in giuoco il flaido galvanico il quale trasportando e radu- nando gli elementi del nitre e conibinandoli insieme pro- duce cosi questo sale , come pure i solfati ed i muriati die lo accoinpagnano. Egli applica questa sua conget- tura anclie alle nitriere artificiali. L'autore si studio di avvalorare I'accennnta teoria con qualche esperimento. Fece lavorare trenta dischi di cal- caria conchiglifera del diametro di tre pollici , e dclla grosserza di due linee. Ne costrui una pila frapponendovi cartonciui intrisl di una poltiglia di einatite globulosa che trovasi nelle vicinanze iXe\ pulo di Molfetta. Fu messa questa pila sotto nna campana di vetro che pescava nel- I'acqua ia un vaso di majolica. Notb che vi fu dell' acqua decomposta ed assorbimento di una porzione dell' aria , ed in capo ad un mese avendo lavato i dischi dice di avervi apertamente riconosciuto dell' acido nitro-mnriatico. In un' altra consimile esperienza invece di cartoni ado- pro foglie secche di tabacco e uon ottenne che sal ma- rino in bellissimi cubi. Oltre a cio prese l'autore una bottiglia di crislallo a cui taglio il fondo adattandovi in cambio una lastra di latta ceinentata all' intorno con mastice e cera di Spa- gna. Riempi circa due terzi della bottiglia con acqua pura , la chiuse con un turacciolo di sovero sigillato con cera di Spagna attraverso il quale fcce passare un filo di ot- tone che andava ad inunergersi nell* acqua. GoUoi* il recipiente in una delle grotte del pulo in guisa che il fondo poggiasse sul suolo , e comunicasse per mezzo di un naanico di latta attaccato al fondo stesso con 1" in- terno degli strati. F«ce poi che il filo di ottone lungo DELLE SCIENZE RESIDENTE IN MODENA. 3o5 14 pie' parigiai penetrasse parimente fra strato e strato. Id capo ill uii iiiese trovo I'acqaa mancante tli '^5 e da quolla clie riiuaneva ebbe cubi di sal marino niisti ad aglii di nitro. Coiifessa r autore che quest! teiitativi non valgono an- cora a stabilire la sua teoria e gU espone per cio con tutta la circospezloue. Di alcune specie nuove di rettili e piance Brasiliari't. Minioria di Giuseppe Raddi. 11 sig. RadJi die e Puiiico itnliano che sla state iocluso in quella spedizione di naturalisti al Biasile che ebbe luogo alcuni anni f.i promette di dare rasnguaglio in se- parate memorie delle osservazioni spettanti la storia nn- turale da lui fatte in quel paese ed incomiacia con questa di cui somniinistreremo un breve trasunto. Essa com- prende la descrizione di otto serpenti e di uno di que' ret- tili che Linneo includeva nel genere deile lucertole , nia che presso i moderni ne forma uno distinto soito il nome di Seps ; quella di nove piante criptogame e di una palnia. Premettesi alia narrazione un topoi!;rafico prospetto della pvovincia di Rio-Janeiro che l' autore dice di avere in parte ricavata dalla corografia del Brasile pubblicata dal P. Ayces de Cazal. Descrive percio i principali fiumi, laghi e monti ^ i portl , le liaje , le isole «;omprese in quella provincia non che le citta e le castcUa. Due sono le citta, Cabo-Frio e S. Sebastiano altrimenti chiamata Rio-Janeiro, Quest' ultima che e situata in una pianura spalleggiata da emincnze di diversa altezza , ha, dice I'au- torcj pill di tre quarti di lega di lunghezza. Le case sono fabbricate di uiattoni o di granito di cui sono pari- niente lastricate le strade: manca in quel paese quasi affatto la calce e pei ceraenti adoprasi o argilla o gesso che si tragge dalT estero. Gli edifizj iianno generalmente un solo piano terreno , benche inolti sieno di due ed alcuni di tre. Le strade sono diriite ma con pochissimo declivio, di maniera che T acqua piovaiia che vi si rae- coglie le fa sudice e fetenti. Non e da chiedere se ia questa citta v' al^hia conventi monastici ; ma il coUegio gesuiiico fu coavertito in un ospitaie militare con una cattedra di chirurgia ; e chiunque voglia niatricolarsi i-\ quella facolta debbe avere fatto cinque anni di studj ia Bibl. Ital. T. XXV. 20 3o6 JIEMORIE DSLLA. SOCIET v' IT\.LIA.N\ anaton-iia, chimica , farmacia , fi8iolog;ia, terapeutica , ostc- thcia, fcc. Hnvvi alticsi vane catletire di belle-lettcre i tre di latino , una li greco , u la di rettorica , di filosofifi, di roinniprcio , alcu e di lingiie vive ed un' accailemia ili marina. Li pul^blica bil)hoteca va ricca di circa scssa.iia Uiila volumi Qiimio .'111 citta di C 'bo-Fiio es8a e posta sul niargine niei idioaale delT estreniita orieatale del lago Araruama. Vi sono pziaadio cola profess ri di bella leiteratura e di lingm luina, nia la piu pnrie degli abit.i.iti (e f6rse con migliore consiglio) si occupauo della pesia , esseiulo il I esce il comune lovo alimento. Le febbri sogbono assai imperversnre in quella citta. Li provincia di Rio Janeiro non ha gran dovizia di irostaiize minerali. Vi si trova tuttavia oro , oitinio ftrro, lierilli , 0i.>lte varieta di argilla ed una singoiarmeate attissima alia fabliricazione della porcellana. I liuoi e i maj ili sono fra gli aniniali domestiv:! i piu comuni. Ab- honda di aiberi da costruzione e di legni opportuni aile tintorie fr^ i quili il Moras tinctorui L. o t;uaji,yba die 8rwn in utroque biti re scutorwn; caudn hrevissinia obtusa , fere 1/1 r — Scutis obdoin. 161. Scutdlis siibciiud. 24. £ iniT centissimo ^ abita onlinariameott? neU'acqua, € la sua In gliezra e tli clieci poUici e due linee. Scps tragi I is: lii'idus vel cmcreo-fuscus , lincis quaruor lontiitudinnlibus fuscis , pfdibus (tnticis nullts , posticis brc- vissimis nvnuductylis et inuticis : cauda lons^itudme corporis , sex lineatn. Al>ita ne' lu.ghi palmlfsi ed e cosi fragile die si rompp appena toccato con uii bastoncello o storcendolo con In mano. Proniette T autore di dare in un'altra Memoria le figure dei sopra descritti rettiti nnitamenie a quelle di alcune specie nuove di Sauri e Btraci, cioe iieW'Amdis viridis- simus , Aguma brasihensis , Scincus airilis. Rami fusca e gibbosa. Quanto alle piaote criptogame clip eg'.i desciive, esse rono le seguenti di cui ci contentereiuo di riferire so!- tanto jl nome ; Catharinea psnido polytnchnm , Spdoina roseum, Opegraphiu cylindrica — chrysocarpn , Graph is mnrcinata , Cemmiycr vrrticillnris, AntUoctrns brasiii: risis . Colleina azureum — bullatum. Queste due uliiiiie sono be si descritte, ma non rappresentate daAchanus, e I" auiore ne da la figura niiniata iiisieme con quella di tuite le precedeuti. P.ssa poi alia descrizione della Langsdorflia nnovo ge- nere da lui inimdotAo. E questa una palnia soniigliaute al cocco deir Asia , ina che lo oltrepassa in altezza attingendo quella di 80 e 90 piedi , e porta nn frutto a giiisa del c«i«:fo stesso entro cui e una mandoria di amaro sapore, Dul)ila l" autore che possa essere il Cocos amarus di Jacquin. Ne porge In fignra colorita die rap- presenta tutte le parti della fruttiiicazione , e cosi la defiuisce : LANCsnoKFFTA pseudo-cocos : inermis , frnndihus pinnatis, folwlis r< pUcatQ-ensiformibus , spata longibudinuliter '^ pro- funde sulcata. 1 ymtH \ i ^^'^ I DEtr.E sniENZE RESIDENTE IN MODENA. 36^ Qnarm''. piante niiove del Brasile raccolte e descritte da Giuseppe Raddi. Inconiiticia quests Mre non e fiiiora cogmto clie come botaaico, e>j,li viene a spargere cos'i tnli dubbj ciie il letlore non s. lulera ne a questa - ne a quelia delle due nomenclature. Ci'ique nuovi generi di piante brasiliane si adducono id fjuesta Memoria , cioe Bcrtolonia , Leandra, Matthisoniu , M-'Croccratides , Schmila. L'autore espoue di ciascheduuo i caratteri proprj fra i quili ignoriamo perche , anno- verandosi gii stami, non si faccia ceano se non che una sola volta dello stilo, di maaiera che rispetto ad alcuui di questi generi non ben si sapra in quale classe Lin- neana debbano esstre inclusi. Vero e b<^nsi che egli ne indica la famiglia che dicesi naturale ; sna e ben lontano cl«e quista fintastica , arbitraria e farraginosa ripartizione che da alcuni si pretende introdurre sia di u j uso coniune. Ecco i caratteri dei suddetti nuovi gt-neri ai quali sot- toporremo le relitive specie. Genus Bertolonha. Calyx inte;^er costato-fuliaceus. Corol- la 5 petnla cnlyci insertn. Stamina lo dixlinata. ( apsuia triansulans , trwulvis , ghibra . oprrulata, opi^rculuin acute triangulares convixum, qwid in orbem dchisat. et udhctret columelicK centrtdi. Semina numerosa uni^ulato-ciineuta , ut in picrisque tnelnstomis. Bertolonta nympheae folia. Genus Leandra. Calyx sexfidus campanulatus, hicinicB exte- riUs niunitcc singula: squama linrnri speciem huhcnte dvplicis lacinice.. Fetala 6 lineari-lanccolatn culyci inserta. Stamina la. Bacca 3 vel 4 locuiaris , loculis polysphrmis. 3 to MEMORIE DkLL\ societa' itahana., ecc. Leandra indastoiTioides. hirta. Genus Mattiiisokia. Calyx 5-/tdus. Corolla hypocratlunri- forinis b-fidii , lacinice lincares , exterius mi hnsicn hnbi ntcs singula: callositutfin sqiiainifonnein : tubus Inntius. Stamina connata in tubum. Copsula bilocularis. Setwna angulatu , reticulata. Avverte V auiore che questo geuere speita alia tctrandria monosj'nia. Matthison'a paniculnta. Genus 1^1 KCROceratives, Calyx rampanuhitus , bilahiatus ^ labio super lorf emarginato , bifida ; inferiore trifido , lacinia intermedia productiore. Vexillum emarginatum, basi unu.ui- culato-canaliciihtta Legumen lato-oblongum, subtorulosum. Semina renifurmia hilo cincta , uno latere cavo exccpto. Ap- partiene alia dccandria monocynia. Macroceratidps psnido- stdozobium ( II piii lungo nome e cognome che abbia rnai avuto una piaiita ). Genus Schvella. Calyx coriaceus , campanulatus , sub' b-dentatus. Petala 5 unguiculata subaqualia. Stylus nullus. Legumen truncatum (Folia biloba). ScHNELLA macrostachya. - microstachya. Abbiamo sollanto riferito il nome delle suddette piante lasciando per brevita la frase specitica, come faremo delle sussegueiiti che compiotio il numero delle 40 illustrate in tjuesta Memoria. Rhezia alata — estrellensis — uniflora — herbacea. Daphne brasdiensis — Diospyros apeibacarpos , Hdiconia farinosa , Annona doladripetala Govania coryhfolia — cordifolia , Swartzia ttiphylla B . grandiflora — langsdorfii — flamrngi — apetida , Machcerium aculeatum , Cassia pentandra , Schinus thercbinthifol'a^ Oxalis mandioccana — priiimlccfolia — hedy- sarifolia — fruticosa, Mayna brasdiensis , CouraCnri estrel- lensis ^ Anda brasdiensis , Cutcppa brasdiensis, Benonia di- gituta — macutata — angularis — pulchella — arborescens ^— bidentuta — sanguint-a — Solanwii gdb. Questa Memoria e accompagnati da una tavola in rame ove si rappreseniano le parti della fruttificazione drlla Mayna brasdiensis, della Ccuratari estrdlcnsis e della Ca- tappa brasilieniis e quelle dci gt'nen Bertolonia , Schnella y Macrocerarides , Mi.tthivmia . Leandra. ( In un prnssimo fascicclo dar«mo P estrat to delie altre Meniori* ). 3it Exercitationes pat/iologirce mictorc Jo. Bapt. Pjlletta eq a corona pirea , honorisque leglone. — jMilano, 1820 , dalla tipografia dc CUiseici Italiani. Un vol. in 4.° di pag. 238 con 12 top. in rame ( Coiitlnua-' zione € fine ). S • . ^--'EGUE una quuita osservazione, ove noii veggiamo pei~ , die , in tanta persnasione di flogosi liniiiata nei dintorui della giuntura ileefemorale , il professore trovasse congrua 1 inustione di Petrini fra le ultiiiie falangi del nielatarsoj per quindi eiiiuinare dalla vagina dei nervi I' umore co- tunniano , anclie non trovando fra le dette ossa // nodo in* dicatore si del versauiento che dell' iinniersioue del ro- vente metallo. Qnesta non sospese infatti le doglie , se non poiclie sop aggiunse a rintuzzare il senso una mor- tale cangrena , lasciando canipo a verificare 1' idiopisia , non gia delle dette vagiae, ma della copiosa cellulare cii-„ costaate; non senz' alterazione si dei uiuscoli vicini che dei legarnenti e delle cartiLigini del cotile , il quale ridon- dava di ugualniente alterata sinovia. Pre^cindendo le dette alterazioni attestare della flogosi, die produsse il versa- meuto sieroso ed avrehbe col tempo distrutte od allatio mal conce le parti si articolari die muscolose , rispetto ai muscoli- e questa la sola sezione , che non accenui dei psoas o degli iliari, forse percio che non ispinta T inda- gine alia pelvi. Iniperocclie uelle precedenti fu tale il guasto, cui presentarono i detti muscoli, ila lasciar dubbio se fosse vina coscialgite articolare la malattia primiiivaj oppure una specie di psoite. Venendo al nietodo curativo e stxibilito , come di mas- jima , 1 antifiogistico , fra le veue da iacidersi I'A. accenua !n posteriore al malleolo esieruQ e la poplitea del mem- bro afFetto . ed oltre c^iia di sanguisugbe si all' ano che nei confini del male , oltre le coppette si generosamenie accese che scarilicate alia coscia ed oltie i vescicanti piuttosto larghi e fatti lungamente suppurare , suggerisce il richiamo del flusso emorroidale , deirartrite o dei sudori (irre^iati o soppressi , gli emenagoglii o la cura juercu- i'lalc , !.ecoudaniente «lie piii dice\ ol«" «ia^v«lM*' di iUTuiit 3 12 FXFRCITATIONES PATHOLOGICJE presidj al morlioso provenimento , senza per6 limitary i inercuriali al sllilitico. Con c!ie nulla otteneiidosi o poco, vel quia maliwi pa\>icacius , vcl quia non satis evocatum sanguinis , invece di conipensare 1' iiisufficienza cuiativa con riniedj alnieno di azione analoga , si consiglia miti- gcire il dolore ( infianmiatorio ) coll' oppio , intus extruque sumpto. II cjual coiisiglio saia forse iigualmente opportuiio die lo e qnello del vescicatori , nia , trattandosi di inalat- tia fiogistica e di uii calmantc , die oggidi e da iiiohi ri- putato stiinolaie , arrisdiia d' incontiaie aaclie minoie ac- coglienza die il pariinente inculcate ricorso a copia di riniedj e secreti enipii'ici ( come consistenti la maggioi- parte in sostanze oleose per use esteiiore ). Ultimo fra questi e il cauterio ippocratico , avvertendolo j)er altro inutile a slogamento gia successo e tabe inuol- Trata nel niembro , appunto quando cioe lo prescrive il re- lativo aforisnio (;). Prima pero di cotesti accidenti rnutore niostra graiidissima confidenza nel cauterio attuale , mas- sime se diretto a piii luoghi della coscia, gliista 1' avviso di Celso (2), affine di mantenere non die provocare parecclii eniuntorj di suppurazione , procacciamlone percnne sor- gente nell' ulcere profonda , cui otterrehLe clii fosse ani- moso a penetrar sine all'osso col ferro e col fuoco riu- niti. Ed espoue due casi, nell'uno dei quali giovo provo- cata col moxa la suppurazione, amniansando i dolori e riconducendo il mend>ro , gia di lunghezza eccedente, alia naturale priiaiera ; benclie tornassero quelli a poco poscia inferocire , qnesto ad allnngarsi (del die si fa carico alia ricusata ripetizione del caustico): e giovo nell'altro il ta- glio di un punto Uuttuante non die dolenle al trocanteie; se anzi non giovava, si nialaugurata ch'ella e, la cangrena; come quella die sopravvenne ad aumentare coUa suppura- zione r apertura e far adito ad una schcggia; la cui sor- tita pare favoreggiasse la guarigione. Non e qui Inogo da ponderare ne se in qneste parti e quando prevalgano i vantaggi ai j^ricoli dell' oncotomia o viceversa ; ne se T uso del caustico s' accordi col metodo antiflogistico , all' epoca in cui e di qnesto piii die inai necessita; ne se al rivocatorio delle suppurazioni fosse da (1) 60 (\e\ lib. \J. 5 VJ. cdl/. del lofsio. (2) IVI.-.1. I. IV, rap. 20. _j_ .„ _;^ AUCTORE J. BAPT. PALLETTA. 3l3 preporre I' es inguerne coUa flogosi la sorgentej ne se pi'efe- libili sieno e di qnanio al vescicante i cauterj provocati col fuoco, non mi'ando die ad ottenere svppurazioiii superficia- li ; lie se finalmente convenga procacciarsene dagl' iiitimi recessi della cosciri , nieutre non e lecito , a delta pure deir aufore , aprirsi la via neppure col taglio air articola- zione atFctta ; reso infanie, qnal e dalle piu tiisti coiise- gnenze , il risico di evacuare col pus , o in di lui vece , r uiiKjr siaoviale. Solo direnio die fra i sette casi acceii- nati fn sinmera V ustione ai guariti , la guarigione im- perfct.a preoisaniente in quelle del nioxa , e funesta la stessa pi-atica di Petrini , tuttoclie diretta su parte si Ion- tana dal male die lo sono dalla pelvi le ultiine falangi del piede. Arrogi die fu da cangrena seguito , ed egual- inente funesto , azzardato la seconda volta lo stesso ten- tative ( comedie non liastasse al disinganno il nial suc- cesso della prima ) ; die delle altre sette osservazioni successive termiiiarono con morte le due si prime die ultime , aperti che furono dalP arte o spontaneamente gli ascessi articolari ; die sono devoluti ai mercuriali , ai vesci- canti , ai bagiii e massime al trattainento antiflogistico i qvialunque successi ottenuti nella terza e quinta ; die si protrassero le doglie, nella qxiarta, oltre due mesi dappoi r ustione del poplite , al solo scopo di otteaervi un fon- ticolo i die tutta fresca e in Milano la memoria di quella giovine dania crenionese., la quale dicono fosse vittinia di anche pixi gi'ave ardimento i, e die , volendo niettere i no- stri a coafroiito coi sviccessi degli aniidii , senza dul)itare dei si fortn.iati ch' ei ci raccontano per essi ottenuti col caustico attuale , saremmo tentati supporre quegli scrittori assai meno presti die i nioderiii ad anche raccontare le male riuscite. Le uMmamente accennate osservazioni , essendo che po- steriori al gia scritto sti questa malattia , vengono distri- bnite in sei articoi accessorj ^ il prinio dei quali espone un caso di sciatica vajuolosa , due di reumatica il secondo ed il terzo , benche destinato qnesto ad altra provegnente o coniplicata da erpete , come ad una scrofolosa il quar- to, il quinto ad una seinplice o flemmonosa, ed al niorbo coxario il sesto ; in cui , dopo averne ragionata l' analogia per non ridire identita colla sciatica , si confermano gli ad- dotti argonienti coUe ultiru€ duft oJserraiiom E nel vere 3l4 KXERCIT4TIONB8 PXTHOLOGIcai clie tauto la feiionieiiologia morljosa quaato I'iudagiue aua-< tomica provarouo essere stata la stcs^a in tuiu nuesd c'le nei premessi fatti la causa niateiiale tlelle ninlattie : voglio dire la flogosi delle parti articolari e guasti o co.igesiioui coriispondeiiti nel cotile o iiegli orgaiii di couthie. Lupe- focche il male incoiiiincia seinjire con dolori vag li ai din- torni deir articcilazione , ai quali succcde iinpotenza o dif ficoltk ne' movimenti respettivi , talora con goaiiezza este- riore , spesso crescendo il nieuibro in lungl.ezza e , se non si risolve 1" inlianiniazione ( cessando allura i dolori e riprlstinandosi Y uso e le dimensioni della parte ) , alPal- lungamento succede , pei motivi gia detti, 1" abb' eviatiira , persistono le doglie , succedono gli ascessi , 1" edema e piu d' ordinario la titbe del membrr , alia quale tien die- tro assai facilmente la consuntiva generale. Tali sono in compendio le risultauze dei priuii ciuque articoli agginnti : nei quali riescono interessanti , ri^jjeito al provenimento , la sciatica A'ajuolosa , iiei dettagli 1" er- petica e rignardo alia precipitazione del male in pcggio , dappoi r apertura deirascesso e sotto l" uso dei corrobo- ranti, la prima delle reumatic'ie neir art. ill. Nella scro- folosa , innanzi cUe alia ripetutamente sgraziata ustione petriniana , si ebbe ricorso a quella del poplite , per la quale guariva se medesimo lo Sculteto coUo stabilire in tal guisa un fonticolo fra i capi dei muscoli gastrocaemj. Ma dopo la calma di un giorno , inferocendo maggior- roente i dolori. furono di miglioie costrutto contro tale recrudescenzn le niignatte. La sciatica infiainmatoria ( die, volendola dalle altre distinguere , poteva dirsi acuta o ge- nuina ) vlene cosi denominata percio die gia emofloico da lungo tempo e soggetto a vertigini , die cedevano al sa- lasso, Tindividuo, per la violenza e costanza dei dolori, e stantedie la maggiore lunghezza della coscia il periodo in- dicava della turgidezza intiammatoria neirarticolazione. Oade impedire cbe di peggio awenisse , I'autore prescrisse co- pia di mignatte , frizioni mercuriali , vescicanti eJ oppio. Non pero dedinando la coscialgia die ad intervalli o per far luogo ad altre doglie peninaci , massime nella gamba, ed avendo queste cessato affarto sotto T uso di uii semplice cataplasma di riso e fiori di camomilla , cui sug- geriva una tal vecc!iieiella, egli anprovo lo si continuasse, limitando In •'cconda prescrizioue aJla s©la replica del I AUCTORE J. BVPT. VALLETTA. 3l5 sangnisns;io e prenclendo quindi occasione ad enconiiare di proposito gli aniniollienti ed i risolutivi nelle sciaticlie lente o priiDa die passnie alia condizione flenMiionosa. Dopo avere ossei'vato in altro non consistei'e la tabe roxaria , fnorche nelle conseguenze delle varie suppura- zioni i\i] morbo dello stesso nonie, ,ne doversela scambiare coUa dorsale d' Ippocrate o coUe paralisi consecutive del- restreiniti inferiori, passa 1' autore nel VI articolo a ra.- gionare deiranalogia tra il detto niorbo e la sciatica, Impe- rocclie non costiiuiscono differenza essenziale ne 1' essere il primo si freqnentemente infesto alia ten era eta , ne il di lui proveniniento , specialuiente in tal caso, da tabe scrofolosa ed il qnindi estendersi della carie alia pclvi od alia spina, deturpandone la forma . ne finalmente il de- corso pill lento ed oscuro al paragone , massime nei prin- cipj della inalaitia. Cio nondimeno , dopo averne descritti con mano niaestra i fenomeni , T autore avverte come la si possa confondere sia con alcune conseguenze di forti contusioni o controcolpi , sia cell' ascesso lonibare: le cui materie, trovando mnggiore impedimento nelle ossa e nei muscoli del lonibi , sogliono infiltrarsi dalle vertebre al di sopra del peritoneo fra gli addominali e per lo piii lungo i psoici^ il minore dei quali e si atto ad iscorgerle alia parte interna superiore del femore. Ma, se atti cpiesti mu- acoli a condurvi le marce , lo saranno pure a propagarvi la flogosi, ove ne fossero affetti : ed e percio clie si mosse piu sopra il sospetto, non fosse talora secondario della psoite il male in discorso. Riguardo alia cura tutto sta nell' impedire sin dalle prime la snppurazione : cio clie tanto k malagevole a con- segulrsl , non atteiiendosi massime agli antiflog'stici , di- vagando cogli antiscrofolosi o tutto fidando ai vescicantij ai presidj esterni ed ai bagni ; rlspetto ai qimli propende il professore per T acqua di fiume , a preferenza di qtiella. di mare. Prima dell' ascesso per6 e dell' abbreviatura del mem- bro esso propende anche davvantiggio pel cauterio at- tuale^ per cui si da cui"a di correggere , non che ridurre al sopraccitato senso di Cclso , il gia pure citato aforismo ippocraiico ed il suo precedente (i), confuta la difesa. f 3l6 EXERCITVTIONES P \TIIOLOOICiE die ne fa il Gcnga , spicgnniloli . e ilicl)iara tcmeraria non die nial sicura in ogiii caso 1" aiupulazioae , fuiiesta r ajjertura dell' ascesso nell' acettabolo e dovere allora il pratico liniitarsi ajrli oppiati, ai corro])oraiiti ed ai cau- terj , come ad assorbeiuL le niarce od atd a proniuovere r aiicliilosi. Senza la quale beache , dopo 1' accorciamento c r ascesso articolare , non sia quasi piu speranza di con- servare la vita non die di guarire, il nostro autore ac- cenna tuttavia di guarigioni otteiiute , a tiocaitere gia sporgente in fuori e niembro accorciato, orn la merce delle ulceri provocate , ora dei niercuriali , era della po- mata e del sii-oppo antiscrofolosi di Portal; ne sdegna di ricordare qual prodigioso il cerotto sudatorio (i), con cui un cerretano, praeniissis ( nota bene, in qualniKjue si vo- glia caso ) verue secuoaibus , faceva le doglie ainnmtire , tornava il membro alia gia ti-ascesa lungliezza ordinal i:i e gnariva le sciaticlie o coscialgiti refrattarie all" altrui cure. Stabilita quindi la difFerenza delle due nialatiie neir es- sere cronico e piuttosto latente il niorl^o coxario , acuta o genuina la sciatica , fniisce colle gii ricordate osserva- zioni questo capo, die sara facilniente riputato ftra i mi- gliori deir opera , s\ per le massinie , die il dotto autore vi spiega e convince coi fatti , si per le conseguenze die ne dedurranno gl" intelligenti. Capo VI. A meno die piuttosto riferibile al non si raro distacco deir epifesi ( trattandosi inassime di un gioviaetto ) die a quelle articolazioni preternaturali , per conseguenza di frattura non consolidata, che da Giovanni Salziiianao si dissero analoglie , appartiene a queste la prima delle tre osservazloni . alle quali e subbietto V articnlazionp analoga omerale , die si discorre in questo capo , selJo ; cesso tuitava T inipo- tenz( tosto die appianata e conipiuta la nuova giuniura, e di questa fecero fcile la peimai.enza del crepito e del inenibro piu rorto. Tale nciorciiniiento fu piu ancora cospicuo nella per altri coiiuinicata osservaziotie seconda , esseiidovi tanta perdita di sostanza, perr.he roniero afFetto non giungesse die al terzo di peso del saiio. A dichiarare la qual dif- feieaza noii basta la rilevata eta fanciiillesca nel tempo della snffr^rti frsttura; comeche non potessero pose ia le ossa coiiseguire I' ordinario incremento : giacthe V inter- "vallo fra Ic.ro era tale die i movitnenti omerali si ese- guivano a f'fza di accorciarsi e contorcersi la muscula- tura , fiiithe attraito il pezzo di sotto, contro il superiore, v' incoiitras-^e un punto fisso anzi die una giuntura mo- bile. Oltre la qual circostanza , die renderebbe in qual- che maniera estraaeo all' arc^mei'to il caso ia discorso , e per qnanto ne sia jirecisa nel resto , anzi percio piii inte- ressante la stnria die provata la cosa nella sezione, indice visu, come dice Morgagni, e non dumtnxat tactu in vtven- tibus, non e pero iudicato il sito, in cui avvenne la frat- tura e rimase la diastasi , die si dice articolazione. Parra tanto piii rara la terza osservazione , in quanto la si dice unica nella pratlca delFautore, benche non si tratti se non di una di quelle frattnre inolto alte o tras- verse del coUo del feiiiore non consolidate , nelle quali, siano esse neglette o curate, Tinfrequenza consiste nel ri^cquistare si pienamente die in questo caso i liben movimcnti e la lunghezzi natur;(le del nienibro. Che poi questa non gcemasse . viene attribuito al non essersi con- snmata ne punto ne poco la sostanza del collo infranto contro il consueto di tali fratture ; sebhene potrebbe avere avuto lungo il consnmo c non essere stato manifesto il conseguente accorciamento per cib die aliquot lineis de- pressum rosso innominato corrispondente. Capo VII. Manifestavasi al collo di un uomo a trent' anni un tu- more , di« in du« iii«si crebbe a tale da in se coinprendere 3lS BXEReiTA.TIONES TkTnOLOGlGS. tutto lo spario fra Tapofisi mastoidea e lo »terno. Ri- coiso aveiido al setone, a scaiiso del taglio,allo scolo prima linfaiico successe piu ancora copiosa la sanie , i( tamore si estese al liraccio, sospendendone affatto i gia flilFicili nioviuienti, e tali furooo i sintomi gciierali e par- ziali che bisogno spaccare in una le due aperture del setone. Riilotto il qual taglio ad una seinplice fistola , ne iiltro dei sintomi rimanendo , fuorche un senso di peso • 1 braccio , ed esulcerata quella porzione di cute , lungo la quale siillava dnlla fistola il siero, di li ad altrettanti o poco piu mesi fu congeduto V infermo d.>llo spedale, ove torno fra non molto ed in Ineve peri. La sezione offeriva cariati nelle quattro ultliue vertebre del collo i processi trasversi ed a nudo i nervi , che fra essi pro- cedono: cio che fa doleiite I'aulore, perche nou esami- nasse auche il capo e la spina. A questa storia di un ascesso, che alcuni dissero lin- faiico, siiccede quella di un tumore, cui altri direbbe scrofoloso , e cui sovrastava e piatto manteneva il mu- scolo trapezio destroy essendone compagni un pizzicore del braccio e della gamba corrispondenti ( fors' anclie ia grazia dell' erpete che ne deturpava la cute ) , la goa- fte/za delle gliiandole vicine , il bisogno di far puutello delle mani al capo respinto nella parte opposta, la tosse, i sudori notturni e la febbre anfimerina. I quaii sintomi declinarono di per se, a misura che si raccoglieva ed ammolliva il tumore, che, giunto a maturanza , fu ripe- tutamente aperto colla potassa caustica, sino a che una copiosa e lungamente intrattenuta suppurazione compieva la cura ; quando la boUitura di china chiuse le ulceri e rimlse le forze. Ecco i due casi molto rari consegnati a questo capo : e sarebbero anclie piii interessanti , se , trattandosi di 5Tialattie assai piix universal! che locali , fosse fatto cenno di alcuna cosa piu in la che la quasi prettamente chirur- gica terapia. La quale se contribui a ealvare col tempo il .secondo ammalato, gli e perche fortuna voile che la scro- fola , o qualunque si fosse il vizio dominaute, non at- taccasse piu profondamente i sistemi ghiandolari o mem- branosi dei visceri che i cutnnei, e fiiiiwe collo sfogarsi a sao grand" a^io in questi. AUCTORE T. BAPT. PittETTA.. OlCj Capo 7111. Qupsto cajio e distriliuiio in sfi articoli e , sotto nome rfi alcuni vizj dtlla coscia, discoire nel prinio la striutura e refcris«e repmare incurabile il caso , anziclie ncor- rere ad altri inezzi , ninssime ai rilassnaii eel aiuitlogisiici anclie geuerali ; come a quelli che giovarono tante voUe nelle piii antiche noii che refrattarie Inssnzioiii. A coii- fortare del tiascurato ricorso ai quali iiiezzi non direnio qu.iuto valjra iie il titnore o ch' ei fossero incoinpcteati alia tolleranza di parti gia iiial cxjuce dagli altiui cKinali, oiule ricoiidurre la lussazione , o non fosse quindi gia precluso al capo deirosso il camriiino percorso uella me- desiiua , iie il trattarsi , come pare, di slogamento sero- tiiio e percio irreducibile che successivo ad una flogosi distrugoiirice. Sareht)e dnbbio se di lussazione o piuttosto frattura del collo il quarto caso, atteso che vaui tornarono gli sforzi, oride runettere la pn;.ia, coll' ordinariameate felice proc-sso dupoviano e che alia frattura non rispoadeva il meinbro alluiigato Fu pertaato richiamata la pratica di Vaolo d' Egiiia , facendo sollevare orizzontalmeute la gam - ha. piegandola quindi sul femore ad angolo acuto , come il femore sul ventre, con una mano all' augninaglia e sotto il poplite Taltra, volgendo poscia CQsi piegoto P in- fermo sul iianco sano e manteiiendolo in tale positura 10 spazio di alquanti giorni Dopo i qua'i bisogno re- plicare la stfssa operazione , premesse diverse alterna- tive della fles ioiie colT esteasione del niembro; the, reso prima eguale, poscia piu breve del rompagno, non ser.za gli altri fenomeni della lussazione inferlore , ove sembrava superiore la priniit'va , ntornb all' ordinaria hiughfZZH wedi.'nte compenso de" pnmi glorui di flessione obbll- gata cv\ doppio di pure gionialmenie ripetuta estensione. 11 procedere di P olo fu prescelto anche nell' ultima o*.- ser azioiie , ma con snccesso anche meno bnllante che nelta p'ecedeute ; atteso ciie 1' articolo s' infiamnio , la flo- gosi uiiuaccio anche 1" estremita superiore ed il ristabi- limento, die si attribuiste a copia di suppurazione pro- vocata col mosca , non fu pieno che una quiiidiclna di mesi lappoi l' accidente. Vero bensi che tali osservazloni fuiono trascelte non per CIO fhe I'esito ne risguarda , ma perche servissero alle nilebsicni, quali laeiita rargomecto e vengono esposte AUCTORE J. B\PT. P,VLLETT\. 323 nel segue r,te articolo. Le quali rlflessioai veitono sul dia- gaosiico, sulla scelta del nieiodo e 3ui mezzi preparativi alia I'iduzione. Rispetto alia diagaosl, essa e bea luiigi dal riescire si agevole clie dicono gli autori ; giacche fra i segni par- ticolari a quegta od a quella slogatura ne mancano sem- pre alcnnl , altri si nianifestaao di appartegneuli ad una specie diversa e si 1' allungamento che T abbrevintura del nienibro non corrispondoao quasi mai all'iutiera sor- tita del capo articolare. Analizzando le quali aiiomalie nelle premesse osservazioni, T autore argomenta in con^ seguenza, oltre le quattro lussazioai cardinali stabilite nelle scuole , doversene ammettere uri numero indeter- minat'i di come intertnedie ; beoche aon pivi determinato ne dalle scuole ne dagli autori , potersi tutta-tua ritenere di per lo meno due dita in traverso tauto il piu quanto il meno in lunghezza detle perfette lussazioni ; essere assai rara una tal difFerenza in pratica e da percio am- mettersi pivi fiequenti le iinperfette, quelle cioe , ove il capo del femore non trascende i confini del margine car- tilaginoso del cotile ^ dal piu o dal meno delle mento- vate poc'' anzi due dita potersi della lussazione o semi- lussazione arguire il grado , vale a dire di quantn il capo del femore trascenda o non trascenda il labbro dell' acet- tabolo i ed alterarsi altronde la delta lungbezza in con- seguenza non solo di perfette od imperfette lussazioni, ma si anche di concussioui o controcolpi nell' articola- zione. Rispetto ai metodi si rirordano i tre indicati gia da Ippocrate ; il primo dei quali , che lo stesso Ippocrate chiamava ^lorioso non che giusto e naturale , quello cioe di sospendere in alto e dai piedi il paaiente , vorrebbe I'autore in alcune circostanze richiamare dall' obblio, cui io condannava 1' universale consentimento. Ei trova poi inodellati sul seconJo rarcifizio di Dupovy e quello di Paolo sul terzo ; pareadogli espresso ben';he oscuramente il piu sopra indicato processo delT Egineta nelle parole ippocratiche : inflctentibus crus ubi commissura est, e nelle successive circwnactu facto (i). Sono pero due le procedure di Paolo i e la plii conosciuta , benclie ne- (1) Stct. VI Je Artie, n. 34 edit. Foesii. I 324 EXERCTTATIONKS PATHOLOCIC^ facrsse ricordaria il solo Acquapeuflente , smza forse pra- ticarla , oUie neir omu'issione dei disteiiduDeiiti , consiste Bella rota7u>ne 'lei capo cJel fciuore intorno e rasente r ili'O , pprclife non se ne stacchi ptima die sdrucciolando in cavita: rotazione , cdla quale si cone pericolo di rompere noii ohe oflTeiidere li niar2,ine dell' acettabolo. Che la rotazione in discoiso^ di fatto , e la trascuianza dell' esieusioni , qualunqne sia lo slognmento e che del femore si traiti o deiromero, costituiscano il metodo faniigliare al piii dei cerretani, Jo acceniia esso pure T au- tore , dichiaraudolo abuso di quelle di Paolo: nel qual caso «?onvena credere i cerretani e gli acconciaossi abu- sare di cio cui neppur forse conoscono. Ma rimportaite si e che de!)ba il meiodo addirsi alia Varieta e spe'cie dello slogaii^eiito ; che si ricorra nel su- periore alle distensioni eseguite sulla gamba i clie si usino per queste le niani , a preferenza dei lacci e delle mac- chine, il minor danuo dei quali ordigni e l' impedimenio a presto replicare Toperaiione, atteso il maltrattanieiito usato alle parti; die tali ripetizioni ahhian luogo, vanando I'artifizio se occorre , sia che .I'osso ricada o uoii fosse pienamente rimesso ; e che nelle slogature inferiori { le quali, se non piii frequenti , siccome avvisano altri , sono tertamente piii facili ) sia dato bando a qualnnque ma- niera d' esteusiooi ^ come di quelle che ficilmentf contri- Iniisiono ad aiizi maggiormcnte impegnare il ca|io del femore nel forame ovale. Sarebbero quindi preferibili nel pimo caso la maniera Dupoviana e quella die si ilisse di Paolo nel secondo; giacche , uientre piegando ron cssa la gamiia si rilassaao i mnscoli , sollevando e rivolgcndo cautamente in giro il femore, se ne distacca i! cspo dal sito nuovamente occupato e Jo si riconduce alia natural* su stanza Sui prepqrativi alia riduzione fiaalmente , mlrando a riniuzz re nella forza e contrazione dei muscoli quanto vi oppone resistenza maggiore , oltre «lei moUitivi, del Ijag.^o e della dieta , e fatto mcnzione della bevanda emeizzata s'no alia svenevolezza del vouiito con Chester, coi. Young de' purganti copiosi o drastici e del salas- sare tino al dpiiquio con tutti: essendo pochi altronde^ che pit foriscano gli ecoprotici negli obesi et in qidbus lynipha eopi mus diponitur , o die i purganti e gli emetici cre- claao daanosi ob unditattm vel plethoram. Onde j>oi fermare AUCTORE J. EA.PT. PALLETTA. 32$ Jn. «Ito 1' osso i-imesso , piu die i corroboranti giove- raiiuo le faaciiiture, ora distendetjti , ora coatentive o quali altrimeati e meglio convengoao : come giovano , sotto alirl rapporti , la giacitura sulla parte sana, la fles- sioiie deir aniuialnta , il ripetuto esame di confroato fra loro e, secondo Ippocrate, Paolo d' Egiaa e Palletta, il moxa turn ad musculos et ligaincnta cnnfinnanda , tum ad lymphaii. evacuandnm^ quae artwn graihit et imbtcillem redd't. Le ragioai , onde muove Tart. 5 °, colie quali appog- giav^no gli antichi la tuttavia ricevuta opiaioae , che alie giuiitnre per enartrosi ricusa lo sloj;aineiito iaiperfetto, sono aazi tali die pajooo provare il contrario di quaato coachiudono; quella per lo meuo dell' Egineta sulla pro- fondita dell' acettabolo e suU' estens'one del sue margiae, L'Acquapendente intanto , aininetteiido le dette Ins^azioni per causa iuterua , 111%'ogliava presumeile anche per opera delle esterne ; sempredie tali da noa vincere aftatto il coiitrasto rauscolare , o <:he taata e si diretta la forza , die spinge il capo del femore coiitro il detto inarguie , die ofFeso questi ne veiiga o piegato all' infuori , e quello s' arresti sulle rovine o sui rovescio del l^ordo niedesimo. Alia qual presunzione fa scmlo il gia detto e sulle slogature intennedie alle cardiiiali e sulla esteu- dibilita ed ampiezza del legamento esierno : ricorreiido quindi al pensiero la di versa lunghezza dei tuiti raggi tra il fondo dell'acettaliolo ed i diversi puuti della peri- feria del suo labhro i sui quali si potra per cotiseguenie arrestare assai facilmente il capo deU'osso. Ma la cosa i posta fuor d' ogni dubbiezza dalle soggiuute osservazioni, da quelle inassiine , ove s\ Bonn die T autore trovaroiio assai j)iu ampio del naiurale il cotile, perciocdie smargi- nato e contiguo d'ua altro anouialo, cui si era scavato nel confine il capo riiiiosso. Nel cadavere di uu faaciullo fa inoUre trovato acefalo il feiTiore , e col monco di lui coUo articolato a foggia di rostro entro uii cotile contiauo col naturale , o per dir meglio co' suoi resti gia quasi anaullati od iagombri di esuberaote sostauza cartilaginosa , ctime di quella die pure tappezzava la detta estremita del collo. Non avendo riscon- trato vesiigio di capo , il professore preferisce ricotioscere in questo accidente una consegueuza di semilussazione , anzicbe di frattura ^ poiche ia quelle non consolidate del 3a6 KXTRCITATIONES PATHOLOCICJE collo del femcre suole sopravaiizarne il capo nell' acet- tabolo ; sebbene potrehbero aveilo assorbito e distrutto, nel caso , i linfatici , attesa niassime l' eta cosi tcnera del 80j;;etto. Sembra tuttavia si trattasse
  • — Milano, 1821 , presso il Giusti, in 4.° con 5 tavole in rame miniate. L, /lONNET nella sua Teologia degl' insetti , che non ha cer- tamente nulla di promiscuo con la teologia de' cliiostri , Bonnet nella Contemplazione della natura si sono studiati di unire sotto un solo prospetto quanto offre di piu sin- golare la generazione de" piccoli animali , come Quatre- niere stimo prezzo dell' opera di farci consapevoli degli amori de' ragni in particolare. Di fatto le azioni , le ten- denze , gl' istinti di questi niinuti esseri destano in noi piu sorpresa che non quelli de' grandi per la ragione che i primi hanno seco noi minori punti di convenienza e di analogia. Non sarebbe in vero una storia assai graziosa , ne niolta piacevole quella che iniprendesse a descrlvere gli amori degli elefanti , degli orsi e delle scimie , giacche possiamo farcene una sufficiente idea senza che altri lo narri. Ma siamo bensi vogliosi di sapere come rispondano agli stimoli di una passioae che agita tutti i viventi una farfalla , uno scarafaggio , un moscherino , i vermi medesimi della terra , esseri che il volgo chiama imperfetti , e che riesce di maraviglia che sieno suscettibili di quelle stessc inclinazioni che noi proviamo. Gli amori delle salamandre , rettili , come e gia noto 5 aflini alle lucertole , alle rane ed ai rospi , non mancarono gia di eccitare la curiosita dei naturalisti che tutto bra- niano di spiare , ma furono finora trattati a foggia di romanzo. La vera storia aneddota i finabuente posta in chiaro dall' autore che venne a capo di svelare quanto agli altri fu occulto e di cui veraniente pwo dirsi che ha sorpreso la natura sul fatto. II suo libro di cui daremo ragguaglio non si ristring^ a questo solo argoiuento per cui sarebbe soverchio un volume in quarto con cinque grandi tavole in rame. Poiche lo scopo dell' accoppiamento e la fecondazione , ed il ri- sultato di questa la figliazioae , co« I' autore abbaadona 33o AMORi dt;llp, sala^mandre \rQTi\Ticnr, le salamandre adiilte dopo clie hanao prolilicato e rivolge la sua attenzione al nuovo feto. Lo cousider;i impri^iouato neir uovo , esplora quest" uovo in tutte le sue fasi , ue se^ue di mano in mano i succe!>:?ivi sviluppi fiuclie compare il girino. Cotesto girino ])eiic)ie sappia da se eseguire le fun- zioni necessarie al sosteiitamento della sua vita e tuttavia in istato d" infavizia ^ e 1' iafaazia delle salamaudre ofFre feiio- meni piii niaravigliosi ancora e piii difKcili da spiegarsi. A strane uietauiorfosi soggiace questa larva prima di farsi ani- male adulto e perfetto : clie si inostri dapprima senza gauibe e poi ne spuntino due ; che a queste due ne succeda uu alti'o pajo ; clie da ti-aspareiite diventi opaca; die cambii quasi intierameate di forma e di proporzioui tuttocio ^ poca cosa. L" Orgaiiismo iuteriore va esso stesso soggetto a uotabili variazioni ^ le branchie per cui prima respirava \ tih Biblioteca Itar-na , Prefinio iSaj, prg. -^St 34:* I.EZIONI d' introduzione niatemat'ui. A ])roposito di questo dotto geometra ossef- vcremo chc iiella sua sloria , toiii. II , p.ng. 9 , trovando egli tre risultanti , la terza non si ottieue scevra da lui fattore alteraiite G , come si ha nel calcolo del sig. prof. Lottci'i, e cjnindi il sig. Cossali s" inganna aliorquando asserisce clie e|uesto nietodo d'eliminayione dona rer|i>a7ione finale (w) al dovuto grade , nientre ci oftVe eziandio le due alterate (ij/) (4'^ ; e tutte tre le risultanti hanno un fattore tosto riconoscibile , e tale die tolto coUa divisione , le tie risultanti medesime si riducono air unica G3 M- MG' - {HN- %KL) G-i~{K' - MN) H-^L' iV= o Pare a primo aspetto clie nell' eliuiinare Vy' dalle ecjua- zioni segnate dall' autore (3), (4), pag. ia5, iudi I'^f dn qvielle clie si ottengono con tale elinunazione , si avrebhe dovuto usare un nietodo confornie a quello adoprato per eliminare T y' dalle erjuazioni date, ma allora si giunge- rebbe alia risultante (LG-HKy -(L' -HG-HM) (C ^ CM-LK)= o la quale, effettuando le operazioni indicate, si ridiice a (C ~^HK' -hM* G-LMK-3LGK^iMG- )H-D MG-t-L^ K=^o,. equazione die paragonata colla risultante del nostro au- tore si riconosce inchiudere qualclie fattore altei-ante. Le trasformazioni deVe eqiuizioni occnpa no il capo VI; il quale e stato di molto accresciuto di quello die era neir edizione precedente. In esso (^ ii3, pag. i5 del ^ 119, pag. 1 58. Segue il capo VII die versa sul- r abbassamento delle equazioni in gcnerale , V articolo VII nel quale tratta delle eqviazioni a due termini e delle pro- prieta delle radici deirunita ed in cui ha inserito quanto su tal materia hanao scritio Lagrangia e Gauss. II caj)o VIII dif^ «' Rggira «iUl«' radici iminaginarie e importaute nella AL CALCOLO SUBLIIVlE. S0 dottl-ina delle equazioiii. Nel capo che segue si trovaiio due digressioui , coUa prima delle cpiali 1' autore fa vedeie cojue le proprieta delle equazioni derivate possono servire a dottriile piii elevate 5 cioe a quella de' niassimi e de' mi- nimi ; e coUa secoiida deterniiiia il valore delle fiazioni die si riduoono a o/b, nella quale digressione ha collocato altresi qualclie teorema clie iiella prima edizioae era posto altrove: con questo capo il sig. Lotteri si fa strada al capitolo X , c!ie parla della riioluzione approssimata delle equazioni , dove si fa coiloscere il inelodo d''approssimazioae di Lagrangia , e cliiude questo capo e coa esso la teorica delle fequazioni il teorema di Bubourghet. Iniportante e di conoscere per la risoluzlone delle equa- xioni il metodo onde estrarre le i-adici dei biiionij irrazio- nali , che occupa il capo XI. II capo Xn spiega la dottriua delle frazioni coutiaue , dottrina taiito necessaria nei nietodi d" approssiinazione. Segue il capitolo XIII che verte siille equazioni indeter- minate. Questo e interamente rifuso ed e cinque volte piu esteso di quello che era nella prima edizioiie; giacciie oltre essere stato di molto ampliato T articolo clie tratta delle soluzioui delle equazioni indeteriniuate di 2.° grado in nunieri razionali , vi e stato introdotto per iatero T ar- ticolo che parla della soluzioue delle equazioni di i." grado in numerl interi. Per riguardo alle equazioni di a." grado il nostro autore (^ 20H, pag, 292) coa un nuovo pro- cesso di calcolo scioglie le due equazioni a' =a" t' ->-B ; u' =At' -f-6' dedotte dalla u' ==At^ -*-B che e la generals senipliiicata. Tenuiua questo capitolo coUa soluzioue coiii- pleta deU'equazioue u' =^A['"~t-B secoado gli arliiicj di cal- colo immaginati da quel sommo italo iiigegno di Lagrangi-i che si puo a giusta ragione cliiamare TOinero dei matti-' rnatici moderui. Chi bramera dunquc d' avere uiia non elementare istruzicne della dottriua delle equazioni inde- terminate, la trovera in questo capitolo deU"" opera del sig. professore Lotteri, con cui patra persuadersi essere tulia (.ra queir aria di niistero, che nei passati tempi solevano gli analisti dare a tal sorta di problemi. II capo XIV che nella prima edizione era il XIII ct)l titoio Proprieta delle fuiizioni algcbraiche, in questa porta H lifiine pin speciJito di D^'intn dtlle /uiizioiu oiriogense. §44 LrziONl d' INTRODUZIONE La riduzione n forma esplicita delle funzioni implicite oc» cn))a il capo XV , indi il inetodo de coefflcienti indetermi- luiri e deilo sviluppo in serie da materia al XVI capitolo. II professore Lotteri lia arriccliito questo capo con nuove proposizioni ed osservazioiii; tali soao quelle poste al § 219, pag. ?>T2-, al § L124, pag. 3^2 e al § 2.3 1, pag. 332. Importaiitc e il capo die risgiiarda le funzioni iogarit- miche ed csponenziali. In esso si trovaiio registrate le for- mole pill iiiiportauti de' niateiiiatici piii distiiiti; e il sig. Lotteri , esperto calcolatore, ricava alcuue volte destramente delle foriDoletie semplici ed eleganti^ tali sono quelle poste ai ^^ 236, 247, pag. 338 e 352. L' auto e aell' ultimo Jirticolo di questo capo, dopo aver indicate le formole per /' interesse semplice e per /' intcresse composi.o discreto , tanto nel caso che il capitale stia impiegato per un numero jntero n d' anni , quanto per un numero n intero d' anni ed una porzione r dell' anno successivo aU'ennesimo , passa a trovare coll' ajuto di alcuue formole dello svihippo in serie delle quantita csponenziali la forniola v = ce"' per I' interesse composto continuo, nella quale i> e cio clie diventa il capitale c impiegato per un tempo t all' interesse com- posto continuo di w lire per ogni lira, e dove e e la hase dei loga.itmi Neperiani ; forniola clie il sig. Lotteri aveva gia Irovato in un siio opuscolo stampato in Pavia r anno loco dove applica le formole precedenti alle que- stioni piii interessanti nella societa. Chiude questo articolo dimostrando egli, contro il paradosso del D. Alemberi che ii valore d' un capitale impiegato ad interesse continuo e maggiore di cjuello impiegato ad interesse composto discreto, r questo maggiore di quello impiegato ad intcresse semplice. Alle cose die ven2:ono trattate nel capo XVIII intitolato delle funzioni circoari, vi e stato in questa seconda edi- /ione aggiunto il modo di sowimare e sottrarre due archi di denominazione qnalunque , di determinare il fattore A uella serie die rappreseatauo le linee trigonometriche e, oltre lante altre forjiiole e miglioranienti, Tarticolo sublime per r applicazioue delle formole immaginarie del seno e del coseno all' ixivenzione delle principali serie trigono- metridie. Un capitolo a parte die e il XIX upjdica la trigonome' Iria alia sohizionc delle eqiutzioni. In esso si parla del if-orema Cotesiano, applicaio a rinveriiie il fattore d' una AL CALCOLO SUBLIME. 3^5 ftmzioiie, e di quelle di Moivre. L' articolo III che da fine a questo capo e stato iatrodotto di nuovo in questa edi- zione e tiatta delle equazioni di 3." grado e di alcune altre trascendenti , dove trova le ladici d' un' equazione in cui »i e imbattuto V esimio Mariano Fontana , cercando le condizioni sotto cui I'attrazione d' una sfera materiale puo essere identica con quella d' un' altra la cui luassa sia stata condeiisata nel cenlro, fra le quali havvene una irrazio- nale contro il parei'e del prelodato Fontana e del celebre Brunacci i quali asserivano noli potersi convenire nessuna radice che non fosse intera. Interessante e il capo XX, di nuovo introdotto in questa edizione, nel quale si applica la teoiioa de' coefficienti in- deterniinati al ritrovamento della sonmia delle funzioni indeterminate. II nostro autore giunge a risultanienti ai quali evano gia pervenuti con altri artiticj di calcolo i geometri francesi Legendre e Poisson e gl' italiani Lagran- gia e Bordoni; e inoltve da una diaiostrazione generale della rinomata formoia Neutoniana. II capitolo XXI tratta dello spezzamento deVe frazioni razionali composte , iii altre piii semplici ; ed i tre ultimi che danno teriuine a questo volume versano- sulle serie. Nel primo di quesii sono esposte delle nozioni gtnerali sulle serie e I' origme delle serie ricnrrenti in particolare ^ nel secondo dei medesimi si paria delle serie algebraiche ^ e nel capitolo che da fine all' opera si tratta delV interruzione ed inteipolazione delle serie. In essi , oltre molte formole gia coaosciute, havvene una che esprime il termine gene- rale d' una serie proveniente da una frazione il cui deno- niiuatore sia di 2.* grado ed irresolubile in fattori reali , senza introdutre qnantita immaginarie;, e oltre altre for- mole trigonometriche nuove applica la detta espressione al ritrovamento J' uua serie curiosa esprimente la poten- za r. '"' del nuniero 2. Nuova e anche la serie che eguaglia la potenza n."" del binoniio ( i -*-j)i nuove pure sono le formole del ^ 340, pag. 401 , con cui si ottiene la somma de' termini estremi delle serie delle difFerenze prime , se- conde, ecc. d' una serie data. Al fine dell' articolo 2.° del penultimo capo dove si tratta de' numeri figurati il nostro autore rimanda il lettore per le serie algebrico-geometri- che , per le reciproclie e per le arn;oniclie a consultare le opere di Riccali e Saladini , di Luino , di Tomasini , di 346 tFztoNi d'introdui, al c\lcolo sttblim^'. Stirling, di Fraiichiiii , ecc. , e uel seguente articolo ap- plica sagaceineute la dottrina de' numeri figuraii a rinve- nire il nuniero di palle clie sono comprese in ua dato Tnucchio. Da rjiiesta breve idea clie abbiamo dato dei trattati algebraici del sig. prof. Lotteri, ognuno scorgera quanto egli abbia aggiuuto ali'analitica scienza del suo, e quanto sia da riguaidai'si la sua fatica sotto al lato dell' istruzio- ne, giacche pub servir di guida ai distinti giovani cbe , dopo avere stndiato 1" algebra e la geouietria elementare, si sentano capaci a conipletare lo studio del calcolo finito per iaohrarsi |X)Scia nella matematica sublime. E se il sig. professore Lotteri nel pubblicare i trattati geonietrici v' inserirJi i principj di trigononietria sferica e geonietria descrittiva , gli alunni alia scuola d' iniroduzione ai calcolo sublime nelle due Unlversita di Pavia e di Padova avranno un libro opportunissimo per sei'vir loro di scorta nei loro atudj ; e diciaraolo pure che, se tanti professori dovessero studiarsi di presentare alia gioventii italiana dei testi simili a quello del sig. Lotteri e di miglioraili con nuove eJi- zioni, r istrnzione ne ritrarrebbe de' grandi vantaggi, c tante scuole uou sarebbero prive di buoiii libri idonei a iniziare la gioventii nel vasto pelago dello scibile uniano per acqnistarsi poscia collo studio e ccgli auni onoi"e ^ gloria a se «te'*^i e renderae alia nazione. h: Eitratto di lettera del sig. CastellaNX , ispettore d acque « strode , al sig. canonico Bellani. Torino, 28 ottobre 1820. A, .LCUNE quistioni siil Qorso delle acque tuttora indecise avendomi fatto accorto che esse erano insoli^bili senza il soccoiso della meteorologia , mi venne voglia di occu- pamii della parte elententare e piix semplice di questa scienza ( assai piii imponante a niio credere per le na- zioni di quello essa sia generalniente giudicata), cioe per quella parte die riaruarda piii particolarniente V idraulica. ^la appena mi cinientai al confronto delle mie osser- vazloni con quelle registrate ne' difFerenti giornali scien- tifici , clie rileval 1' inipossibilita dell" impresa pel sistema finora invalso che mi parve disadatto , tanto nel raccc- glimento delle osservazioni , qiianto per la diversita delle niisure , onde poter dedr>i-re da fatti fondate consegueiize. SiiFatte coiisiderazioni mi persuasero che il primo passo a farsi per reudere utile la meteorologia quello si era di ricercare un metodo semplice , precise ed uiiifoi'mc , die somministrasse i mezzi di confrontare facilniente i dati X'accolti ne' var} cliuii, e pronte e sicure cognizioni. lo non dubito ch' ella non invoc'iiera a favore deir'ar- tuale A'izioso sistema il sue possesso , povche allora addio acienze , addio progressi ; esse si troverebbero coafiuate in un perpetuo stam quo ; e vero che un cangiamento porta ■seco necessariamente del tempo a generalizzarlo ; ma e che I forse die il vinndante avvertito d'aver errata la strada, anziche impiegar il tempo uecessano a rimettervisi, con- tinnera il fallito canimiao per allontanarsene vie mrggior- luente ? Tale e lo scopo che mi prefissi fino dal principio delle mie osservazioni 5 che sono finora assai semplici riduceadosi. al barometro ; tennometro, igroinetro, anemcscopio, ombro- metro , ed alio stato dellVitmosfera , poiche io penso che per elevare un sontuoso utile edinzio , prima degli orna- aientJ d" abtiellimrnto e di lus*o . Jj le. 348 ESTR.VTTO Dl LEirCRV parti fondamentali ed essenziali, o come dicesi T ossaturn^ parti clie seinbra.iiiii tuttavia niaucanti iiel jiieteorologico cdiiizio. 10 preiulo pertanto la liberta tli sottoporre i miei di- visaineati al di lei illumiaato giudizio. 11 primo oggetto a staljilirsi e a niio parere V annata meteorological parmi clie I'aanata civile noii sia per cio adattata , e che assai piti conveniente sia T aanata solare. Le medie meusualL, od ebdo.uadarie mi seiul)raao pure disadatte :, le prime per raccliiudere uii niimero troppo forte di gioriii , e le seconde per sommiuistrariie uii nu- mero troppo piccolo ; la decade come media fra queste due mi parve preferibile. Seaza eiitrare nelle cause dcUe oscillazioni della coloiina barometrica, parmi che il modo seguito di preseatare queste osservazioni nou sommiaistri que' risultanieati clie potreb- bonsi istantaneamente ricavare. Se indicate venissero col segno positivo o negativo le elevazioni , e le discese pa- ragonate all' altezza media del luogo delF osservazioue , quest' altezza d"ordinario s' igaora , o seco porta delle opc- razioni per determiuarla, alle quali manca il piu delle volte il tempo , e spesso aucora i dati ; che per6 dalla tavola , che ho I'onore di trasmetterle uiiita a questo scritto, ella scorgera notate le oscillazioni snperiori od iaferiori alia media nel mio gabitietto , che e niolto prossima a centi- metri 74, a, dietro quattro aani di osservazioui. Non sembra forse evideiite che , adottaiidosi uii tal si- atema,, pub rilevarsi ad uu semplice colpo d' occhio se la variazione che ebbe luogo , per esempio a Torino, T ebbe anche aMilano, Parigi, Loudra ecc. , se e^sa fu inaggiore, miuore, o nulla ^ non si scorgerelibe forse in t;il modo se la perturbazione , che rhbe luogo nell' euiisfero boreale , r abbia anclie avuto nell' australe, paragoaando con tutta facilita le rispettive oscillazioni che ebbero luogo in pii^ od in meno nel tempo stesso a Loadra , a Boston, a Fi- ladelfia , a Buenos- Ayres ecc. ? Alia determinazione della vera media di questo stro- mento, come di tutti gll altri, oppoaendosi 1' osservazioae ad ore determinate aacorche io registri questa al mezzodi. trovandosi pero !a colonna in ascesa od in discesa sea- sibile , io ne atteado la massima per regi^tratla seaza rou- dermi schiavo dell' era. DEL 8I«;. CA5TF.LLANI. 849 Ella scorgera dalla tavola , che ho auclie applicato al ternionietio , lo stesso nietodo adottato pel barometro. Ancordie codcsto sisteiiia capace sia di farnii rilevare le aiioaalie e pcrturbazioiii della tenipcratura , ad ogni niodo sr.l riflesso che la ste?sa niassa di calore irre- gularmeate o regolarmeiite lipaitita sul corso dell' anno puo tlarci un auiiata sterile o fertile , io determiiio an- c'le colla media mabsiiua teniperatura le giovnate in fredde ed in calde Io non dubito ch' ella sara qnanto io stesso persuasa che la media tenjieratura, la cjuale si pretende ricavare dalle osservazioni ad ore determinate , uon possa corrispondere alia vera media che trovasi fra gli estremi indicati ini- perturbalnliiieiite dal di lei termometrografo ; e per ve- rita da due a tre anni che ni' occupo ad osservare le aberrrizioni che ne risultano , scorgo che esse sono niolto sensiiuli, e tali da defraudarci dello scopo proposto, poi- c'le spesso , ed anclie due o tre volte per decade ban luogo delle variazioni molto sensibili, cioe di tre o quat- tro gradi tra gli estremi della teniperatura e 1' altezza del termometro alle ore ordiiiariamente stabilite per rac- coglierne Y osEervazione come punto estremo. Dair osservazione che i due venti dominatori di questa parte superiore delln vasca del Po erano il N. E. piovoso , ed il S. 0. serenaute, io nii determisiai a riguardare questa direzione come centrale , compvendendo con essi i due car- dinali lateral!, ed il S. E., ed il N. 0., come secondarj , quest' osservazione la registro al niezzodi. Lo stato deir atmosfera mi parve uno degli oggetti me- ritevoli di maggior riguardo e precisione onde rilevare le variazioni successive , ma conubbi eziaiidio che col siste- nia seguito per indicarlo, quest'osservazione trovasi avere una tal latitudine, che impossibile riuscir dee a parago- name fra loro i risultamenti. A sfuggire le duplicazioni , triplicazioni e talora qua- druplicazioni delle giornate le quali necessariamente som- ministrar devono un tempo niolto maggiore del reale , do- Vetti persuadermi essere indispensabile indicare le varie nieteore pel tempo della loro durazione , con die otten- gonsi de' risultamenti capaci di farci conoscere le diflfereiize loro annuali a poche ore presso. 35o ESTRATTO DI LETTER*. Ad nil tal fine io tlivisi la giornata in quattro periodi , di cui conosco per ogiii decade la durazioae media come scorgesi dalla tavola i non tengo conto dello stato notturno del cielo , salvo ad iadicarne , come osservazione parti- colare, le meteore straordiiiarie , parendomi che esso poco iiifluisca e suUa campagua, e sulla salute a fionte delle meteore diiirae, Forse clie V. S. riv. giudichera questo sistema lungo e fastidloso, ma ho I'oaore di assicuiaria che lo'ricouobbi per j)ropria esperieriza semplicissiiuo , giacclie in 20 a 3o ininnti al piii, io faccio il riepilogo della decade per tutte le osservazioai onde rapportarle uella tavola aanuale. Ella rilevera di leggieri che seguendo questo sistema , anche supposta dell' iuesattezza nel registrare i dati, esse presenterk ogiiora una precisione soddisfaceutissima , e di gran lunga maggiore di quella data dal finora seguito d'iu- dicare le meteore per giorni. Quanto alle osservazjoiii deir ombroraetro , esse non rac- chiudono alcuua difficolta ; il mio , che e alto da terra otto metri circa , e formato d' un imbuto qiladrato d' un mezzo metro di lato ricoperto di latta gialla ; la sua estremita , che mette nel vaso paralellepipedo ricoperto di piombo , ed ermeticamente chiuso , e armata d' un tubicino lucurvo ognor pieno d* acqua per impedirne V evaporazione. Ogni sera ed ogni niattina f accolgo 1" acqua caduta , ed ogni li- tre mi da quattro millimetri d' altezza , e pervengo a de- terminJire anche la sola acqua di nebbia nou maggiore di '/,, di millimetre. Un oggetto che mi parve degno della piii seria atten- zione in questo stromento e 1' intensita delle piogge. Sem- bra che i nembi ( averses ) si vadaao rendendo vie piii dirotti , che pero ho giudicato di paragonarli nel loro ef- fetto. L' unita assunta ad un tal fine e la diecimilionesiraa parte del metro per secondo. Quest* unita corrisponderebbe alia pioggia la piu tenue possibile, mentre che in quest' anno pendente un temporale ebbi nel corso di mezz' era a 70 decimilionesime per secondo. Tali sono le principali rettificazioni , che nell' occuparmi di codeste ricerche giudicai iiidispensabili per poter de- durre dalle osservazioni delle conseguenze aoddisfacenti e sicnre. DEL 9IG. €A.8T1;LLANI. 35 1 lo n«n oso gia pretendere die siano ne le niigliori, ne le piu mgionevoli ed adattate , ma pare iotanto iucon- testabile, clie se non si segua resenipio di altie scienzc, forse pid moderne , di livenire su' nostri passi per pren dere una strada semplice e eicura , oade ginn^ere al no- stro scopo ; se questa strada coiivenzionale noa si reade geiieralc, a due secoli di osservazioni se ne aggiuugeranno akrettand , senza che la scienza faccia un passp di piii, e si trovi piu avanzata che al giorno d' oggi. Ua tale voto e generate : tutti i nieteorologi di qualclie grido cIur- niano uiianimeniente da huigo tempo un sistema ragionevole cd unifornie in queste ricerche i qiiiiidi io oserei di con- rhiudere: Si quid nosti rectius isds candhlus imperti, si non his mere mecum. 352 ESTR.VTTO DI LETTERA 0SSERVA21I0NI IDRAULICO - METEORO^ {It locale (telle Osseivazionl e elevato nietrl 289,56 sal lui] ^ "" - ST^ WEDIE I'ER DECADE. .2 ANEMOSCOPIO. i «j 60 « -S 4 ~ &,-J 6 -c Sconibra. •- 1 •- 1 7 "1: ^ 0 a V ^ 6 .3 6 '1 w .5 1 w "'g . 0 '"2 s S *■ 1 u •0 A '^'ll^l Z n V 0 i ft. •; 0 N s 0 E .2 - 0 a (S4 u 1 iili 1 ^ 2 3 ^ 1 ^% H a ^ H ^1 0 "i « Pi i 150 00 bo •"T (J e 1^ 1^ fe; fe; S5 % 0 0 c -^ Somme delU primavera — 0,08 16,79 14.4 — 0,3 71 22 3i 8 38 16 271,23 i63,o3 317, 25 a^ 1819. i Dcl- r estate. -+-0,09 22,05 20,0 •+•2,3 43 5o 16 24 4' I 52 3i 16 216,02 159,48 520,12 1 Del. — 0,09 11,84 9,2 — 1,8 74 3 i5 133,04 95,06 164,43 1 1 autunno. P 1- F Del- 1. r inverno (lal lilig — o,i5 7,ai 3,6 — 2,7 79 10 55 I 27 6 75,08 1 12,21 129.37 4 al j8iO. 14,48 98 I i3i,57 1 Somme Jill'annata — o,o5 11,8 — 0,6 267 i5i i3 148 53 695,37 5 3o,i8 Altezzc del ban "ymetro em < MASSIMA. MINIMA, t Barnm. 7^,9^ 2 giuj;no 73. 15 ai marzo. Prima-eera. ^. Termom. aH,6 7 e»"g"o ^.9 ^^ maizo. (_ 48 al sole. C Earom. 75,1 14 scttembre 71,9 a I luglio. EstBte-.... \ Termom. 3^,75 9 apo=»o 10,2.5 I scttembre I 52,5 a) snle. — DEL SIC. CASTELLANI. 353 (IE FATTE A TORINO NEL 1819-^^0. \mare. Latituduie ^S'^' 4'. Longltudine 25° 21' 20" ). EL' ATMOSFERA. TEMPO NOTTURKO. .- -^_ OMBROMETRO- ■"' " " Frimav. ore ijoS.^o Auiua. ore 1261,01 Lst.ce. - . n, 8..1.1 iDi-ernr, . . ij/,5,3o Ingombra. To.3le . . i8./„./, Totale. .25o6,3a - . T- ^ " u •&>« > cSj 1^ 2 ■£ a 5 -3 If C3 > 0 s ..: 0 ■* iZ a .S -^ "c- S _ n a 5 3 M S .2 --3 0 "5 *" a 3 c ._3 ( P- P f^ S ^ S 'A « H ■3 V 2 " P.2 := B 5 c- O 0 « tS "^ " J- a J ii t- . • J i° 5 r! -^ " < — c s g C ^^ C ^ c c t^ c (^ tj ■ c 0 c c c c 0 0 0 c (5 C) n 4 11,52 2,3o 0,18 13,39 121,57 0,0 1326,20 135,54 108,36 244,30 0 3,6979 3 10, oa 5 42,11 10, 3o 2, 16 32,18 53,08 0,0 i333,i6 87,42 58, 2c 146,02 229,30 0 h,h3So ^ 27,07 0,0 0,0 86,29 6,0 898,58 92,29 137,01 0,1 2,6098 .. 9 4?,49 54,09 0,0 0,0 100,40 20,39 890,30 121, ig 168,0 289,19 2,745 i.&y/o 4439,04 437,24 ^ I Hi, 54 94,16 2,34 45,57 362,14 26,39 47J.57 909,21 2,845 12,632? 1 metrografo del Bellani. MASSIMA, MINIMA. r Barom. 75,0 I ottobre 72,85 22 novembre. Autunuo.. ) Termom. 3 3,8 I ottobre 6,60 16 dicembre. ( 47,*' ) al sole f Earora. 75, a. > 24 gennajo 71,35 3 marzo. InYtrno. . . ) Termom. i3,2 S 14 marzo 14>4 1 3 gennajo. * 1 ^ 33,3 J al sole. 1 3ibl. Ital. T. } LXV. 2 3 354 JPPENDICE, PARTE I. SCIENZE, LETTERE ED ARTI STRANIERE. Cronache delV I. B. Istituto politecnico dl Vienna puh" biicate dal Diretture Giovanni Giuseppe Prechtl^ Consi-gliere , e'c. — Vienna 1 820 , torn. II. ( Con- tiniiazionc Vedi i vol. di questa Biblioteca dello scorso 1821 ). ConnnuazLone e fine dello stato presentaneo di far la birra i:i Inghilterra. III. Delia hrassatura. L IK brassatura , ossia T arte di fare col nialto o grano boUito e poi disseccato la birra , sta riposta in cinque successivi processi , i qaali vengou detti: i.' Tinfusioiiei 2.* la cuocitura ; 3." il raflfVeddamento ^ 4.° la fermenta- jfione ; 5.' la cliiarificazione. 1." II peso specifico del malto dipende dalla maiiiera di fai'lo disseccare e dal grado del calore adopratovi; in geneiale q =^ 1,201: II nialto del Big ( orzo esastico ) e nieno pesaaie di quello dell' orzo volgare. Prima di passaie alle operaziorii giovera osservare die iioi staljiliiuto ]>er una brassatura 5o bushel di nialto, e cib per poterci irirendere nelle quantita e nelle misure. Il.inalto scliiaco.iato fra due ciiindri di ferro si versa in una cnldaja di ranie , la quale possa contencre almeno 5o bus'iel , vissia 38^ galloni , die e quanto dire , della capacita di 6i '/; piedi cubi. La caldiniento del calorico che ne fa il malto. Tre ore dopo , coU' aprire un robinetto posto sotto il falso fondo del tino, si fa scolare 1' infuso estrattivo ( Wurze ) in altro vaso. Nel tempo istesso si versa nel tino altr' acqua riscaldata a 180° nella caldaja; la quaa- tita deir acqua che vi si aggiunge dipende dalla qualitst della Ijirra che preparare si vuole. Se U peso specific© deir infuso a 60" Fain-, e di J. 04, o i.o5 , ossia s" esso contiene 36 '/, o 46 '/, di parti solide per Barrel (i) » non sarcbb' essa da adoperarsi per bin^a forte ( Strong ale); in tal caso e bene estrarre dell' altro mfuso dal tino e fame della birra teuue ( small beer ), o sottile , cioe ordinaria. La birra forte, detta il Porter, lia un peso specific© di 1,084 fino ad i,ot;4, e contiene da 68 ad 87 libbre per bairel. (I) II barrel di LouJra cuncieae 36 gallon!. L' Editor;. 356 ArPENDICE L' infuso estratto dal tino e un fluido cliiaro di un be! giallo , (li un odore particolare e di lui sapore forte uau- seoso-dolce: se e lo'bido, segao e die il calore deU'acqoa adoperatavi era al iqo' — 100° di Fahr. Lo scolo deir infuso dura 6 — 8 ore. Piu tardi il color suo va smoiUaudo , 1" odore fassi men grato, e il sapore iTicn dolce, Fiii;ilmente il fluido diventa opaUno e il suo odore acido somigliantc a quello del Uevito , senza pero cangiar il color Ido dei vegetahili. Fatto svapvirare a siccita T infuso clie scola per primo dal tino, si ottiene vm sedinieuto giallo, dolcigno, solu- bilissimo nell' acqua , attraente T umido dair atmosfera e cangiantesi in una sostanza tenace eouie la triacca: il suo peso s' avvicina a quello dello zuccliero railiuato, cioe j,552. Ha esso delle proprieta eguali a quelle dello zuc- chero prodotto dalT amido' coll' aggiunta di un acido, seb- bene una parte di auiido vi si trovi tuttora iudeconiposta ; il die vien provato da 11a jjrodujione di un precipitate aljbondante coll' aggiungere alT infuso della tintuia di galla, il quale a temperatura piii alta vi si scioglie di bel nuovo. L' infuso, die scola per ultniio , contieae minor so- stanza zuccherina , alquanto di amido e della mucilagine: de so puo servire per la birra sottile, nientre per la forte aon si adopra die 1' infuso il quale scola pel priiuo. . .* La cuocituia delF infuso, estratto e versato in una caldaja di ranie, dura fino al grado di foiza che gli si vuol dare dal brassatore, Da 5 bushel di malto si oiten- nero i3,/^44 barrel di infuso del peso specifico di 1,068 ossia di 63,125 libbre di sostanza solida per barrel, e colla cuocitura furoiio ridotti ad 1 1,08 3 barrel del peso speci ;co di i,ioi5 ossia di 94'/, Ubbre di sostanza so- lida per barrel. Durante la cuocitura formasi iiell' infuso un precipitate fioccoso , il quale s' avvicina alia natura del glutine ossia deir a'buiuina vegetale. A tal epoca si aggiunge il luppolo non tanto per au- mentare alia birra il sapore , quanto per imjiedirne in pr' gresso di tempo il suo inacidiniento. Le silicule di questa pianta da viticci, colte, si fanno seccare in un forno e si adoperano per far la birra. II luppolo ha un sapore amaro p.^rficolare , un odore aromatico e possiede fa^i. colta narcotica in spranio grado. Se il luppolo cuoce lungQ PARTK STRA^•IERA. $5f tempo coir iiifuso , perd' esso II suo aroma, cllpendente da uii olio verdlccio die esso contiene , e non ne serba poi clie r amarore. Qiianto e piix forte la bina , taiito niag- glore si e la quantita del luppolo die vi si aggiuiige. Gl' laglesi ne adoperaao piix de' Scozzesi. Pei" la birta sottile suolsi in Edimburgo adoprare una libbra di luppolo per ogni busliel e mezzo di malto ; per la bina forte se ne adopra una libbra per ogui bushel, e per la fortis- sima se ne adoprano libbre loo per ■ji bushel di malto. Aggiungerenio die dalle osservazioni del dottore A. W. Ives di Nuova-York risulta che le proprieta caratteristiche del luppolo risiedono in una polvere giilla, la quale dopo qualche anno staccasi dalla pianta disseccata e ue for- ma 'ff, del peso. Questa sostanza , detta da Ives luppolina , sembra essere aderente al nettario della pianta feinmina e puo venir adoprata invece del luppolo in ragione di '/; del peso di quest'ultimo. Noi invitiamo a verilicare sifFatta espe- rienza tanto piu die, sostituendo la luppolina al luppolo 91 ha vin vailtaggio nel trasporto e nella conservazione , non si spevde parte alcuna dell' infuso di cui s' imbeve la pianta nella cuocitura •, e V infuso non assorbe la materia estrattiva nauseante contenuta nelle foglie della pianta ine- desima. 3." Cotto a giusta niisura V infuso, il che in Edimburgo ottiensi al grado 1,09 — 1,10 del peso suo specitico, si versa dalla caldaja o si fa scolare , e si estrae dalla me- desinia e si getta sul refrigeratojo. Questo deljb' esser vasto , di leg.io impenetrabile dall' acqua , netto , fornito di una spoiida pure di legao e situato in un luogo niolto ventilato. L" infuso non dee esservi piCi alto di 3 — 4 poUici , ed ha da poter esservi coiienuto in totalit.^. Lo sco- po del refrigeratojo si e quello di far rafFreddare piu presto die si puo r infuso e di impedirne con cio T aciditicazione. L' infuso perde ivi coir evaporazione molt' acqua , pel' cui diventa piii forte : il nostro autore dimostra coll' ap- poggio di i3 osservazioni che piu della quarta parte del-* r infuso svapora nel refrigeratojo; ma noi dobbiaiuo sog- giungere die'una parte del medesimo svaporo nella caldaja , un' altra venne assorbita dal refrigeratojo , un' altra vft qua e la perduta , ed un' altra resta insienie al luppolo totto, il quale se ne imbeve nella caldaja. Saggiamenie pef altro ittjegaa V antorr a jioa iiegligeator© qwett'' ultimo cal 358- APTENDIGE eottoporlo tantosto alia piessionc , col mezzo della quale ottenne egli da 45 li)>bre di lupj>oIo la meta di i barrel d' infiiso, ed ua' allra volta da 5 libbre di luppolo ue ottenne piii di '/j . Alle osservazioni dell' autore ci faveni lecito di aggiiingere , die lol mezzo della scossa dcir in- fuso operata da pale, rastelliere ed altri slromenti si pu6 promnoverne il rafFreddamento , e clie tale manovra usasi in moke regioni. In tempo I'leddo , in una piccola liirreria , e dove il site conteaeute i vasi da fcrmentazione e freddo , gli e bene che T infuso sia men freddo dell' atmosfera affinclie la fcrmentazione non vi proceda troppo lentamente , e non itiacidisca percio: in generate la temperatura dell' in- fuso non deljb' essere d' inveruo inferiore a 56° Fahr. In. siti o tempi caldi bastano 5 1 — Sa gradi. Di qui e clie U' estate ed in paesi caldi si fa raffreddare T infuso in Tasi refrigerator] scoperti in site aereato e di notte, ove il calore e 8 — 1 0° piii basso clie all' aria apei'ta , a mo- tive del calore irradiante che esce dall' infuso. Per questo motivo crede il nostro autore clie si potrebbe anche nelle Indie s\ orientali che occidentali preparare colle su indi- cate avvertenze una buona birra comune cd ancJie il Porter. II Finanziere, dopo aver misurato 1' infuso nella caldaja, misura anche la birra onde conoscere se il birrajo ne abbia involata vma parte , e le appone la tassa. 4.° RaflTreddato V infuso vien esso versato o fatto co- lare nei tini da ferraentazione , nei quali , per mezzo di tale processo , il liquore peide il suo dolcior nauseoso e cangiasi nel fresco ed inebriante cui chiainiam birra, Tai tini sono di legno e cilindiici , piii o men grandi a se- conda della quantita e qualita della birra : percio nelle birrerie soglion essere piii grandi clie presso i particolari , e percio pure la birra buona ordinaria riesce meglio in vasi non grandi che quella di Porter. Ad ogni modo non debbono tai tini venir affatto riempiuti da che la birra nel fermentare cresce di volume. La fermentazione della birra ordinaria non dee durar tro]>po oade non perda gran parte del suo aroma , ed ina- cidisca bea antlie , e percio vi si aggiunge il sedimento i la forza della fermentazione dipende dalla quantita del ^edimento rlie vi si e aggiunto. Quanto e piu forte Pinfuso, P\RTE STR/VNIERA. ^S^ tanto maggiore si e la quantita di sostanza zuccheriiia ia- decomposta , e pare die Talcool il quale pure vi si svi- luppa, osti all'azione del sediaiento. La quant. ta di questo ultimo deblvessere piccola, vale a dire non piu di uii Gallon per tre barrel d' iafuso. Nei tempi caldi minore del^b' es- sere la quaatita del sedimento da adoperarsi , poiche la fermeiitazione vi ha piii facilmeiite luogo. Dopo r aggiunta del sedimento nasce nel liquore un nioto iiitestino : s' alzano quiiidi da esso delle boUe d'aria le quali formano alia superficie una scliiunia verde gial- liccia. Al principio rassenibra nella sua quantita al fior di latte sul latte , ma dopo alcuni giorni , massime di estate , cresce esso in quantita assai maggiore. Nello stesso tempo la temperatura dell' infuso s' alza di 12 — 15 e 20 gradi , e si sprigiona da esso quantita considerevole di gas ossicarbonico. Dalle tabelle che il nostro autore pre- senta si evince cbe il grado massimo di temperatura del- r infuso durante la fennentazione diversifica d' assai ; che il tempo il piu breve per otteuerlo si e quelle di tre giomi ed il piu luago di nove ; e che qnanto piu alta fu fa temperatura dell' atmosfera o del liquore versato nel tino da fermentazione , tanto piu presto vi si sviluppo quest' ultima. Dalla quale osservazione ne deduce egli la eonseguenza di riempiere i tini da fermentazione con in- fuso caldo in tempi freddi, e freddo in tempi caldi , al quale ultimo scopo raccomanda di bel nuovo di tenere ecoperti i tini ed intraprendere percio le operazioni in giornate serene. La fermentazione dura piii o meno a seconda dell' in- fuso , del sedimento , della stagione ecc. : il tempo il piu breve suol essere di sei , ed il piii lungo di cjuiodici giorni; T ordinario e di otto o dieci. Se la fermentazione e troppo lenta, si dimena la birra con un liastone cercando di ab- fcassarvi o mischiarvi parte della scliiuma e del sedimento che vi galleggia. L' autore passa qui a discorrere della fermentazione in generale e dei prodotti della inedesima , e gli sembra di dimostrare che anclie durante la fermentazione della birra lo zucchero si decompouga e fornii dell' alcool e del gas ossicarbonico in parti jjressoche eguali. 5.° L' ultima operazlone della brassatura dicesi la chiari- ficazione. Terminato il forte della fermentazione, la quanlita 36o Al'PENOlCE della scliiiiniJi si va diminuendo a inotivo dello sviluppo del 2,ns ossicarboiiico. Se la liina ( clie tale e dive- iiuto r infusi) ) si lasciassc piii oltre cosi , la scliiuma e con essa il sediment') franiniistovi vi si niiscMe'ehbero di l)el nuovo , e la liirra otteneI)he un sapoie aniai'o in- grato conosciiito sotto il nome di amaro da sediinento. Oltrediclie continuando la feimentazione la biiia inacidi- rebbe. Oiide evitar questi due niali cavasi la birra dai tiui da fernientazione e si versa in vasi niinoii , cioe in barili , i quali si riempiono tutt' affatto sen/a pero ti\- rarli col coccliiuuie o con altro mezzo. Per tale manovi a la temperatura della birra si diniinuisce , e la feruienUi- zione s' arresta; ed e per tali motivi clie, qualora la tem- peratura della birra veggasi d' estate a sorpassare i li- niiti, conviene cbiarilicarla piu presto. La birra continua lentamente a fermentare ne' barili; siccome pero dessi son pieni , percio la schiuma e parte del sedimento aggiunto clie si portano alia superficie sono astretti a scolare dal foro del cocchiume ed abbandonare la birra. Questa secrezione da' Ijirrai dicesi chiarificazione. II sedimento si separa da se in due. La sua maggior parte se ne scola unitamente al gas ossicarbonico dal foro , mentre T altra si depone sul fondo del barile. Se non si tiene pieno esattamente il barile, la schiuma e il sedimento piu leggiero non possono uscirne, e la birra non si schia- risce. Nelle birrerie bavvi percio ordinariaraente un la- vorante incumbeuzato di tener sempre pieni i barili; ma a Londra cio si efFettua media ute T afflusso della birra contcnuta in due serbatoj , la quale scola da questi in quelli allorquando la birra vi manca. Finiia la I'ermentazione, la birra divenuta cbiara , si de- can ta o si versa in altri barili ove si conserva per la vendita, oppure si fa, come in Londra, scolare in ser- batoj grandi di pietra contenenti looo barrel all* iacircs da dove si estrae per daila ai venditori. A Londra, ove la ricerca della birra e tale che si dec dark agli alberghi appena fatta e talvolta nemmeno chia- rificata totalmente, suolsi adoprare un mezzo valevole a cliiarificarla presto. Questo mezzo consiste in una solu- zione di taico in una birra acidula preparata dal quarto infuso di uno stesso malto. Gli osti ne pongono una data qiiantita in ciasciin barile. Postavi la soluzione„ si forma PARTE STRANIEBA. 36l alia superficie della bina una pellicola , la quale a poco a poco si depone al fondo dope di avei" attratto tutte le parti fioccose , e cliiaiijfica la birra, Questo mezzo , oltre varj alui artiiicj in questo scritto mentionati, ameremmo clie venisse anche in Italia messo a profitto , giacclie noii di rado e appo noi la birra torbida , talvolta dolce , spesso agra ed acida , ecc. IV. Delia Cermgia ( Ale ) e della birra. Tanto il vocabolo inglese Ac quanto il vocabolo sve- dese Oel significano un fluido fermentato , ma il Y0<^^holo inglese Beer , equivalente al tedesco Bier, signilica in pro- prio senso birra. Al primo di tai vocaboli diemnio il nome di cervogia onde difFerenziarlo dalla birra , accostandoci con cio alio spirito della lingita inglese, ove T arte di far la birra giunse alia massima perfezione e dove si fa dif- ferenza tra T uno e Y altro di tai liquori. La cervogia ( Ale ), ha un color chiaro , e spiritosa e dolcigna od almeno non e amara , mentre la birra e di colore oscuFO , amai'a e meno spiritosa. II Porter e una Specie di biira e non signilica al presente piii di birra forte ( strong beer ). II divario che passa tra la cervogia e la birra viene dal malto col quale vengono prepa- rate. II malto da cervogia vien disseccato a bassa teni- peratiira e percio resta poco colorato , e il malto da Porter vien disseccato a temperatura alta e percio diventa bruno. Quest' iiltima operazione , la cpaale e un principio di car* lionizzazione , da al malto un sapore pariicolare aniaro , aggrac'evole ed un color scuroi i quali conumicansi alia birra; ed e per tale amarore che la birra, ossia il Porter, e piii grata al palato e pin conducente alia salute della cervogia. Tali proprieta fecero generalizzare in Inghikerra la birra anclie fra i contadini abbandonando la cervogia. Sicconie per6 I'esperienza ha mostrato che il malto dis- seccato da maggior quantita d' infuso del malto abbrusto- lito e buono per fare il Porter , e dall" altro canto il malto , durante la rivoluzione della Francia era salito, a motivo deir imposte gravose, ad un prezzo altissimo , percio st dovette in que' tempi preparare anche il Porter e qual- siasi altra specie di liiria col malto poco disseccato. Ma r uifuso mancava del colore e del sapore del Porter r per il che 4iedersi i birrai la pena d,' iurentiare • rLntracciare 36a A 1' 1' E N D I r E dci mpzzi oiicle supplirvi. Lo zucchcro bruciato servi alio scopo ili darjjli il coIo:"e , e cosi pure il inaho assai ab- brustolito. Nel i 809 De Roc'ie abbrustuliva come il c.ifFe il guscio del malto, e iie faceva un iiifuso ueiracqua, e ne ottenne la pateute. Ma V amaro aggradevole noii r- nauieiui di coralli. Portava anch'' essa in capo un gran cappello galonato simile a quelle di suo figlio. Ella tece fare dal suo interprete molte cpaistioni a M. King coniff per esempio « Come state? — Conie si trova il vostro" "vascello ? — Come avete passata la sbarra clie e perico- losa ? — » II figlio primogenito del Re di Benino e ris- guai'dato come il legittimo successore al trono. Dalla sua infanzia egli e mandato in una citta a qualche distanza per esservi iaiziato neir arte di governare e nei misteri della religione da alcuni vegliardi esperimentati senza che gli si scopra il secreto della sua nascita , il quale non gli si manifesta che alia morte del padre , o quando e giunto gia a un' eta che non lia piu bisogno d" istruzione. Da Benino ]M. King si porto nel regno di Warree. La capitale che chiamasi parimente "Warree e situata in una piccola baja dello stesso nome a levante della riviera For- mosa ed a circa ducento miglia distante dalla sua foce. La citta contiene circa 3 mila aliitauti e non e puuto cinta di mura. Le strade sono larghe e diritte. Le case somigliano a quelle di Benino. La residenza del Re ha piu di un mezzo miglio di circonfcrenza ; essa e circondata da tre lati di un nmro , e la facciata s' apre sopra una grande piazza. Ad una delle estremita dell' edlfizio s' in- nalza una piramide di circa trenta piedi d' altezza. — . S. M. il Re di Warree quautunque per territorio uieno ricco del Re di Benino , nou lo e pero meno in donne , avendone egli pure 4 mila. Alcune di queste donne di- morano con lui nel recinto del palazzo , altre in citta i esse formano parte del tesoro reale , di cui il Re dispone talvolta a favore de' suoi sudditi piii benemeriti. La corona del Sovrano attuale e una specie di grande berretto del- r altezza di 3 piedi e di forma conica , tutto coperto di ^raoi di corallo e eonuoutato da due teste di uccelli. 363 ATPENDICE Varree e un paese marittimo. Molti de' loro canoti di ^ueiTa quantunque fatti di uu solo tronco d' alljero por- tano piu di cento rematori. II Re e il priiicipale commer- ciante nel paese. — M. King trovo in questo regno del yestigi evidenti della religione cattolica introdotuivi altra volta dai Portoghesi. A Natale si vedeva una grande pro- cessione che dalla citta recavasi a un piccol villaggio e che poi'tava ua Crocifisso con altri emblemi del cristia- nesimo. M. King penetro parimente nell" interno del paese seguendo il corso della baja sino a cento niiglia. Trovo il paese piano, e coperto generalmente di l)ot>chi, inter- sperse pero di citta coloniali appartenenti a un solo indi- riduo ed abitate di schiavi,il cui proprietai-io e residente a Warrec o in qualche altra citta commerciante della. spiaggia. PARTE STRANIERA. 869 NOTIZIE LETTERARIE ED ANNUNZJ. S I contano in questo momento a S. Pietroburgo 3o brerie e 24 stamperie. L* autore de' Romanzi scozzesi tutto iateso a battere il chiodo frattanto che e caldo ha data in luce una nuova opera sotto il titolo di Pirate. Questo autore puo considerarsi come il piu felice scrittore de' suoi tempi e de' tempi passati. Noi lo feliciliamo pe' suoi successi e desideriamo che altri talenti in cose di maggiore iuiportanza possauo trovare simili incoraggiamenti. II lucro che 1' autore ne trae e ch' egli stabilisce a' suoi manoscritti merita di essere citato come una curiosita alia quale certamente gl' Italiani non pre- steranno fede , ma che per altro si sa da fonti sicure. Le sue prime edizioni sono di 20,000 esemplari , ai quali se ne aggiungono ordinariamente 10,000 d' altri. II cal- colo seguente s" accorda con quelle del contralto facto tra lui e il suo librajo per un romanzo in tre volumi di i5 fogli ciascuno. N.° 1,800 risme di carta a 26 scell. . sterl. lir. 2,3+0 Stampa di 48 fogli a ai lir » 94$ Avvisi >f 100 Commissioni ed altre spese . , » 600 Sterline lire 3,985 II prezzo della vendita in raglone di una lira e di un scel- lino solamente per ogni esemplare ( il prezzo oi-dinario essendo di una lira e 1 1 scellini ) da un prodotto netto di sterline lire 21,000. II profitto dunque su la prima edi- zione e di 17,01 5 lire sterline, cioe 408, 36o franchi. Se si aggiunga a tutto questo la somma di 8 mila lire sterline di profitto per la seconda edizioue emerge che ciascuno di questi romanzi iu tre volumi produce il be- Defizio enorme di 280,01 5 lire sterline, vale a dire 60c, 36o Bibl. ItaL T. XXV. 24 37^ APTENDICE fraiichi. Due di questi romanzi die V autore pubbliclii air anno gli portano una rendita di i,aoo,ooo franclii. Una simile ricom))ensa per un lavoro cosi IVivolo e senza esempio. II dottor Johnson non ol)l)e pel suo dizionario cVie 3,5oo live sterline. Pope per la sua traduzione d"" 0- mero 6,oco lire sterline. Moore per Lalla Rookh 3,ooo lire sterline. MisLriss Radcliffe pe" suoi misteri d^ Udolfo i,ooo lire sterline e Miss Burney altrettante pel suo ul- timo romanzQ. Jzione per V impresa di un viaggio al Capo di Buo- naSperanza. Per agevolare un viaggio diretto all" Isola di Francia,, Madagascar e Capo di Buona-Hperanza^, per i-itrarre le iiotaliili spese che csso esigo e per alleviare ]>ossibilnieiite agli amatori P acquisto de' niiei erbarj , mi sono determinato a creare delle azioni le quali assicurino un iniportante vautaggio a chi le possiede, Un' azione ascende alia somma di 333 fiorini in n)oueta di conv^enzjone ( corso di Augusta), di maniera die tre cointeressati conti'ibuiscano la souima di looo fiorini. Ciasdieduno di essi ha il vantaggio di ricevere i priiiii c niisUori eseniplari di tutti gli er'narj ed altr^ curiosita natiirali che si raccoglieraiino in fjuesto \ iaggio a 33 per loo al miglior prezzo, o sia a ^/i del prezzo lissvj. Inolcre, il possessore di un' azione lia il dritto di ricevere anche dopo che sia ammortizzata 1' azione il rinianeate delle cu- I'iosita naturali e degli erbarj parinieiite a 2/3 del prezzo fisso , e cosi di nuovo fino alia somma dell' azione gia annifortizzata. La Flora mauritania che comparira in breve ne sara I'incouiinciamento. II prezzo della cenUiria e fissato sol- tanto a 3o fiorini di conveuzioiie , nia 1' azionaiio non la paga che ao. Le spese di viaggio, il pericolo della per- dita , il guosto durante il trasporto e le spese dei jirepa- rativi liao al niomento che sara spedita agP interessati noa n>i permettono che prometta piii notabili vantaggi. Questa impresa non ha bisogno di essere raccomandata. Dopo di avere pagata la somma si ricevera in iscritto Passicura- zione de' sopraesposti obbliglii. La trasmjssione si fa o ia PARTE STRA.NIERA. 371 danaro contante o in cambiali con riadirizzo: F. M. Sie- her, N.' 648 ^ a Praga, Praga, i.' gennajo 1822. II sig. Sieber fa noto di avere gia trovato amatori pev ao di queste azioni tanto iii Germania, quanto in Francia e in Ingliilterra , e die spera di trovanie ancora degli altri per cinque azioni, Nella meta del niese di marzo s' imbarchera a Mar§iglia pel Capo di Buona-Speranza e ricevera innanzi le commissioni che gli saranno spedite airindirizzo di Roulett e comp. a Marsiglia. Esso possede due collezioni di sementi fresche di piante deir Isola di Francia: ogni coUezione e couiposta di 100 specie difFerenti, che esso ha spedite in Milano al signer barone L. di Welden colonnello dello state niaggiore, dove si possone avere a 60 franchi per collezione. Squarcio di lettera da Lisbona in data 1.^ gennajo 182a al Direttore della Biblioteca Italiana, Se petesse interessare il vostro rinomato giornale Biblioteca Italiana che arriva fin qui , d' inserirvi una neta de' giornali letterarj , gazzette ed al'ri fogli pe- riodici che si stampano in Portogallo o che si ricevono a Lisbona da altre parti , scritti pero in lingua portoghese , eccovene qui a piedi una nota. A Lisbona il , Diario das Cortes Diario da Regencia Portuguez Constitucional Mnemosine Constitucional Astro da Lusitania Patriota Ami go do Povo Liberal Pregoeiro ( il Banditore ) Lusitano Gazeta universal Tolheta dos prezos correntes A Ceimbra . . Cidadao Literato ( II Citta^ino letterato ) A Porto .... Correio do Porto Patriota portuense Borboleta ( Farfalla ) Constitucional Tolheta mercantil 372 APPENDICE , A Parigi . . . Annaes das scicncios e artes A Londra . . . Correio Brasiliense O Portu^ufz Sovela ( V Allto ) Canipeao ( 11 Campione ) Asormgue ( La Frusta ) A Baliia .... Liade de ouro ( L' eta dell' oro ) Semanario civico ( Eddomadarlo civico ) A Rio Janeiro. Cazeta do Rio de Janeiro Ami go do Poi'O A Pernambuco. Aurora Pernnmbiicana A Funchal. ( Isola di Madera) O Patriota Funcha'ense . Aj;c;iuntevi Les Ephemerides naat.icas pubblicate a Coim- bra. Les Epiiemerides naiiticas pubblicate a Lisbona. V Al~ mnrmch de Lishoa , 1' Alinanach de Rio Janeiro , la Fol- hinlia da AJgibeira ( Almanacco da saccoccia ). Eccovi il movimeiito della popolazione di alcune citta del Portogallo tratto da me medeshuo dal b«rr6 della sta- tistica del CongresbO. anno nascite morti matrimonj. lisbona (la citta) 10 19 7496 6403 1433 Porto coi sobborghi ■ — ^724 1647 Setubal — 597 346 Yizeu — 429 224 Evora — 355 243 66 Elvas ....... — 435 3o6 69 Braga , . — 5o5 257 96 Adriano Balbi. Squarcio di. lettrra del slg. dottor fisico Carlo Ceresa al direttore della Biblioteca Italiana. Neir auno scorso \\ comunicai alcune notizie intorno alP idrolobia e vi parlai delT nso della Scutellaria per gua- i"ire cosi terribile malattia. Vi feci nello stesso tempo spe- I'are maggiori schiarimenti appoggiati alle niie osservazioni che erami proposto di fare. Ma per verita non mi riesci di procacci.irnii una ciuaatita bastante di Scutellaria per cost'.tuire utili espei ienze , al!a quale mancanza intendo di supplire oggi con altre notizie che vi comunico intorno lo stesso argomento e che ho cavate dalle iniscellanee di PARTE STR\NIERA, 3-3 PietroLurgo delF auno 182 1. La cosa merlta tutta T at- terrzione de' medici e de' lilantropi. Non igiioro che nel vol. 14 png. 428 delia vostra Bi- blioteca trovasi vegistrata una lettera del sig. Ant, Mir. Salvatori medico in Pietroborgo , nella quale si fa ceniio del taglio di certe pustole sotto il fremilo della lingua per guarire 1' idrofobia , ma quel cenno noa e abbastanza cir- costanziato , e quanto sto per dirvi ofFi'e raaggiori lu.ni. Un certo sig. Marocchetti nostro couipatriota stdljilito come chirurgo operatore in uuo degli spedali di JNIosca , dopo aver corso ancIT egli la cattiva fortuna dell' ultima campagna de' Francesi in quelle regioui , trattenendo'^i nel 18 I 3 neir Ucrania , fu chiamato a soccoirere de' suoi ajutt qumdici persone morsicate tutte da un cane arrabbiato. Mentre egli occupavasi a mettere in pratica quelle pre- scrizioni che pur troppo I' arte non suggerisce che dub- biamente in cosi terribile circostanza , gli si presento una deputazione di molti rispettabili vegliai'di, i quali fervo- rosamente il pregarono perche volesse permettere che un k)ro contadino , noto per moha fama e per molta espe- rienza nel guarire gl' idrofo])i , trattasse coll' usato suo metodo quegl' infelici. II contadino somministro a 14 ammalati una forte de- cozione fatta coi fiori e coUe sommita della Genista lutea tinctor. alia dose di una lil>bra e mezzo al giorno , esami- nandoli con grande attenzione, quotidianamente due volte sotto la lingua, dove a norma di quanto asseriva doveano formarsi dei tubercoletti contenenti il veleno idrofobico. Comparvero in fatu tali tubercoletti e furono veduti dallo stesso sig. Marocchetti, e il buon contadino li aperse tosto e cautevizzo con un ago rovente, facendo poscia gargarizzare 1' ammalato colla sopraccennata decoiione di Genista lutea. La conseguenza di tal trattamento fu , che tutti i 14 ammalati furono dopo 6 settimane rim ndati sani alle case loro. Una fanciulla solamente (la i5., persona) la quale per esperimento si tenne riservata per trattarsi col me- todo delle prescrizioni cliirurgiche , fu anclie la sola ciie venne lierameiite assalita dallo spietato morbo , il quale manifestossi il settimo giorno e cagleiiolie la morte •«♦ ore dopo. 374 APTENDrCE II Maroccliptti rivide i risanati tre anni dopo 11 fatto c trovolli tutti in perfettissimo stato tli salute. Cinqiie anni dopo questo avveniinento lo stesso Maroc- chctti eblie occasione di confermare iiella Podolia la nie- desinia iniportantissinia scoperta. AHidati alia sua cura nove uomini , undici donne e 6 fancinlii morsicati tutti da un cane arraljbiato , prescrisse lore tosto una deco- zione di Cenista , facendo le indicate diligenii e giorna- liere ispezioni della loio lingua. Cinque iioiiiiiii , tutte le donne, e trc fiinciuUi ebbero i pronosticati tubercoli; cioe i inorsicati piii gi-avemente til 3." giorno , gli altri al 5." al 7.', al 9.° ed una donna che era stata niorsicata su- perlicialaiente ad una gaml)a , solamente al 21.° giorno. Gli altri sette pure , ai quali non comparvero i tnberco- letti , beveudo il decotto furono pariniente risanati in sei settimane. E da notarsi che i mentovati tubercoletti devono es- feere trattati . ciofe aperti e cauterizzati entro 34 ore dopo la loro apparizione; altrimenti il veleno retrocederebbe e si riporrebbe in circolazione , il che cagionerebbe senza ri- paro la inorte. Di quanta importanza sia questo argomento e questa scoperta lo vede cbiunque conosce la lierezza del male e r inefficacia de'rimedj sin qui suggeriti dalla niedicina. Le pill grandi scoperte talvolta si devono o al caso o alle persone piii zotiche. Quella clie vi annuncio puo essere riguardata da molti come strana e poco attendibile, ma i inedici e chirurghl illun\inati non trascureranno certamente di prenderla a uiaturo esanie e di istituirne tutte le prove necessarie per riconoscerne la verita. Pare strauo che il veleno idrofoljico dopo essere stato assorbito debba por- tarsi in uii punto solo, sotto il frenulo della lingua, qiu non fermarsi che 24 ore, dopo retrocedere in circolfizione e cagionare la morte. Ma quante cose strane e inesplica- bili non vi sono tuttavia in niedicina ? E il veleno sifili- lico non predilige egli le pudende ? E dopo non passa esso alia gola ? E dopo non si mette esso in circolo disorga- niz7andn lutta la vitalita ? Anche il veleno della vipera senibm che fra tanti organi prediliga il palaio. I^on e <-f!tf r.i for^e una certa idem i to di arione Tra i rontagi e i PARTE STRANIERA. 875 veletii? E Schuurer e Bernardi non 1' Iiaimo coiuprovatd abbastaaza? (1) Non istiamo moltx) a speculare. Espeiinientiaino , veri- flcliiamo i fatii, profittiamo dei risultati utili all' nmauita, Le spiegazioiii verraiino dopo. Soiio di cuore ecc. Vienna , 19 niarzo 1822. Squarcio di lettera ( inedita ) di iin ufficiale italiano al servizio d Ibruirn Pascid figlio del Kicere d'Eg tto comunicata al Direttore della Blblloteca I ta liana. Sennaftr , il i norembre i8ai< Ecconii iinalniente in Sennaai* dopo un viaggio di quat- tro mesi sul Nile con mold stenti e disagi. Ella avi'a ri- cevuto r ultima mia scrittale dal Cairo , dalla quale avra veduto die mentre stava per restituinni in seno alia mia cara patvia fui dalle circostanze costretto d' intraprendere questo tremendo viaggio con S. A. Ibraim Pascia degno figlio del prode Mahamet All Pascia feliceniente regnante in Egitto. Trovomi presso di lui come ufficiale del genio , ed Im r incarico di fare la carta geografica e topograiica di tutta quella parte del Nilo die '10 percorsa finora e che saro per percorrere. Cosi pure la carta di tutti i paesi e territorj che siamo per conquistare con una descrizione politico- statistica di questi stessi paesi. Tengo presso di me per- sone ed interpret! destinati a facilitarmi V eseguimento di questo mio inipegno. Le scrivo in mezzo dell' Africa al tredicesimo grado e niezzo di latitudine in un clima incostantissinio : men- tre che scrivo il mio termometro di Reaumur trovasi ai gradi 35 a cagione de' grandi veati del sud, ma pochi gioini sono discese la notte ai 1 5 gfadi e rimonto di giorno fino a 3 1 . Questa incostanza di clima cagiona molte malattie non solamente agli uomini ma anche agli animali„ e noi perdemmo buona quantita di cavalli e di soldati, ed abbiamo molti ammalati, e il principe stesso fu preso da una forte feblire con dissenteria saaguigna che gli duro io giorni. Dalla quale si e perfetta.nente ricuperato nie- diante I'assistenza deirottimo e bravo dottor tisico Antonio ongola , Semiaaf , Kordofan soiio ora in niaiio del prode Pascia d' Egitto f, e qniadi forza spingere i nostri passi piu innaiizi. Imploro dal cielo il favore della salute per passare dai 1 3 gradi al 7.° e all" 8.' Finora uoa ho da la- gaarmi dclla Provvidenza; la uiia vista T ho ricuperata quasi interamente come Tavca prima dopo la nialattia di un occliio che le annunziai. Questa spedizioue formera uii" epoca importante nella storia moderna. Da Cambise in poi il Nilo non porto sul suo dorso armate destinate alia conquista di queste re- mote contrade , e la storia di Mahamet Ali si lega coa fpiella del re persiano. lo che da Alessandria ho percorso il Nilo fino a Sennaar posso descrivere le fatiche e gli ostacoli che presenta la navigazione di que§to iiume. Da Essuan contai per bene 180 cateratte fra piccole e grandi, oltre moke correiiti fra scogli e sassi die fanno un ro- more udito da lontano molte miglia. La costanza e il po- tpre di Maliamet Ali po e tutto superare, ed in propor- zione delle diflicolta fu poca la perdita dei legni e della gente. Non essendo io al fatto di cio che piii recentemente si e pubblicato in Europa e suU" Egitto e su queste regioni, non posso confroutare fino a qual segno sieno fedeli le relazioni gia pul)blicate. Posso ben dirle che in quella di Bruce vo di mano in mano scoprendo degli errori niadornali. Egli nella sua carta delPAfrica fa cadere il fiume Dender nel Rahb ed il Ralib nel Nilo. Io ho invece verificato co'miei occhi che tauto il Rahb quanto il Dender ( questo iS iuiglia pill sopra del Ralib ) si scaricano ambedue nel Nilo. t da notarsi che il sig. Bruce non e giunto nel suo viag- gio fin qui , ma si e accontentato di scrivere dietro le inforniazioni prese dagli abitanti de' paesi vicini. Ma come ridarsi delle costoro informazionl ? Questa gente e nella niaggior ignoranza possibile i appena sanno donde nasca e uove trauiouti il sole. II norJ e il sud sono nomi ignoti per essi:, inolto peggio poi s" interc?sano sulla >iiuazione topograOc.i i\c\\e acque e de' fiiinii, „■ _^ 1 PARTE STRANIERA. S^jf Fu dub"biosa ( credo ) fino al presente la vera sitaa- zione dcU' isola Meroe. Un tal dubbio sembra tutt' afFatto chiariio a' niiei occhi , giacclie appunto la lingua di terra riiichiusa tra il Dender ed il Rahb 6 quella che forma la riiiomata isola , e lo diniostrano 46 piramidi coperte di geroglifici, che aiiclie al presente ( quantunque in parte ro- vinate dal tempo ) si possono vedere e contare. Dt-lla stessa opinione sono pure meco il dotto dottore Scotto che vi ho nominate coi dqvuti elogi piii sopra , e con esso anche M. Caillaud ed un suo compagno of- iiciale di -.narina , ambidue inviati dalla Francia onde fare delle scoperte nell" interno dell' Africa, e investigare quale sia la vera sorgente del Nilo. Questi due viaggiatori potc- rono arrivare fin qui felicemente merce il favore di S. A. Ismail Fascia altro flglio del giande Mahamet Ali , seguen- do la sua armata. Ora faranno ancli' essi parte di quella del principe mio padrone , a cui e destinata 1' impresa di penetrare piii addenlro che fia possibile nell' interno di questa parte poco conosciuta del globo. Mi sono conibinato coi due succennati viaggiatori fran- cesi per le osservazioni delle altezze e delle latitudini , €d ho ia conipiacenza di V€dere che i miei calcoli coinci- douo perfettamente coi loro. 11 punto geografico in cui ci troviamo atiualniente rende ormai inutile Y uso del se- stante di giorno attesa la grande altezza del sole^ non tra- lasciamo pero di fare le nostre osservazioni di notte tempo « colle stelle e colla luna , e vedo con piacere che tutti e tre ci combiniamo appuntino. Fui gia air imboccatura del fiume bianco , oggetto di tante controversie. Subito che sara arrivata una nave armata di cannoni e di gente percorrer6 anche questo fiume pin in svi che mi sara possibile, e Dio voglia che possa mon- tarlo tanto alto da poter verificare , se esso sia poi vera- mente , come si suppone^la sorgente misteriosa del Nilo. Se cio fo«se veramente, e che il fiume Bianco col mezzo di qualche la?o o mare interno dell' Africa fosse in con- totto o ill grande vicinanza del Niger, quale scoperta sa- rebbe questa e qual cambiamenio produr non potrebbe essa nell' avviamento del conmiercio dell' Africa e delle Indie I Basta , io la terro in seguito informata di quanto potra interessare la nostra Italia che in mezz» a queste imprese , e diro anche ai faVeri- o.adg il niio priqcipe rai 378 A P V E N D I C; K Onora , mi sta seinpre iitta nel cnore , sojiportando cou pazienza e cost.iiiza tutto quello clic soj5|)()ito lolla spe- ranza di conosccre e scoprire cose chc uii giorno potio pubblicai'c con oiiore niio proprio e della mia patria, ecc. Giuseppe Zuccoli. Tableau politico- stadstique de U Europe en 1820 , redige par Adrien Balbi^ ancien professear de geo- graphie , de physique et de matlietnatlque , etc. Z>e- die d S. E. M. le comte de P\lmella., ministre et secretaire d'etat de S. M. tre<-fidele ^ etc. — Ira- prime a Lisbonne le 2S novembre 1820 dans la ty- pographic royale. Un gran foglio. Varietes politico-statistiques sur la Monarchic Portu- gaise, dcd ecs d M. le baron Alexandre de Humboldt, as^ocie etranger de I' Institut royal de France, etc. , par Adrien Balbi. — Paris , 1822, Rey et Gra- vier libr aires. In 8.° di pag. 232. Tableaux chronologiques de V histoire ancienne et moderne pour V instruction de mon fils , par J. Q. Thourer , meinbre de t Asseniblee coiistituant.e , au~ teur de Vabrege des revolutions de V ancien gouver- nement francais. Premiere partie, depuis les temps les plus recules jusqucl I ere chretienne. — Paris , 1821 5 de lt,mprimerie de P. Dupout. PARTE ITALIANA. 879 PARTE II. SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALIANE. OPEKE PERIODICHE. REGNO LOMBARDO-VENETO. Giornale dl fisica , chimica , storia naturale , medlcina ed arti, del professori P. Configliacchi e Gaspare Brugnatklli di Pavia. — Decade seconda , to- mo IF, bimestre sesto dell' anno 1821. PARTE PRIMA. Mo. OSSOTTI, Sul moto di un aerosfata ellissoide. ■— > Zantedeschi, Continuazione clella Descrizione dei fiinghi della proviacia bre- cciana. — Fusinieri. Sui feDouieai fisico-chiinici delle lamine sot- tili (fine). — Fantonetti. Osservazioni suUa temperamra della terra. — BruschettL. Storia dei progetti e delle opere per la navis:a2ic?t)e interna del milanese. — Mainiani. Sulla strontiana ■olfata rinvenuta nei contorni di Senigaglia. PARTE SECONDA. I. Pmgressi delle scienze naturali. — Radunanze dell' I. R- Istituto dl science, lettere ed arti di Milano. — Sui frainmenti de' corpi che scoppiauo per rajHdo e violenrissiruo infuocamea- to. — Sopra una nuova maniera lil produrre gran freddo. — Sopra le acque dell' amnios e delT allantoide nella vacca. — Descrizione di nuovi uiineiali trovati nella terra antartica or recentemente srof erta. — Gua'-igioni d' idrofobia colT u60 del- r idro-t lorn . e riflessloni sull' amniinistraziooe tnedica del cli)ro. II. Programiiia di un nuovo biornale, la Biblioteca germanica , e anounzio del toiuo 6." della trAduzioDc del Metodo di curare le malnttie delT uonio del consigliere Frank con note del pro- fessore Morelli di ^icaa. — Quarto trLuaestr* ascteMrologic* del 1821 38o APPKNDICE Idem, tomo T, blmestre i." delV anno 1822. PARTE PRIMA. Datuone. Uso delT ordinaria geometria analirica ne' tiiangoli ]»iani e sferici , ccc. — Puoli. Sul moto intesruio delle parti del aolidi. — Catullo Sulla sovrapposizioae di rocc e primitive. — Moretti. De ([uibusdani plautis Iral'je. — Beilani. Sioria di uq antico aerolito , con una digre ssioiie sulT ongiue di queati feno- nieni. — Piola. Sulla teovica dei cannorchiali. PARTE SECONDA. I. Progressl dtlle srienze naturali. Sulla miglior qualira d' ac- ciajo per gli aghi de lie bussole , e loro miglior forma. — Sulla zeina. — Solubility della silice nAV acqua. — Carbone fulmi- nante. — SuIIo state di certi metalli nella coniposizion degli smalti. — Sopra una nuova sostanza combustibile. — Sugli or- gani orinarj e 1' orina di due specie d'animali del genere rana. — Nuova gostanza fossile. — Sui mezzi di render incoaibusti* bill i tessuti. — Sulla conservazione delle ova. II. Libri nuovi. Trisezinne geometrica di qualunque arco di ccrchio , ecc. di A. Pusinieri. — Annotazioui agh Elementi di meccanica ed idraulica del professore fen'uroli , fatte dal pro- fessore A. Bordoiii. — Manuale di tecnolog'a del prof. Pnppe^ traduzioae dal tedesco di L. Cniifigliacchi. — Eleuienti di uiec- canica proposti per uso delle Sciiole elementari niaggiori , di G. A. Maiocchi, — Nuovl metodi pedometnci, di Oronzio Cosi, —' Transazioni filosofiche pel 1821 , parte prima. — Prospetto delle letture dai niembri delle eezioni venete dell' I. R. Istituto di scienze, letters ed arti fatte iiella sezione centrale di Padova dal 18 1 8 al 1820. GRAN DUCATO DI TOSCANA. Antologia di Flrenze , fascicolo 12° Delia legislazione criminalc. — Viaggio del capitano Pai'r'j al polo nord ( coutinuazioae ). — Saggio intorno ai siuoniaii deila lingua italiana, di G. Grassi. — Istoria filosofica e pohtica delle due Indie , di G. T. Raynald , nuova ed zione corretta e aumentata. — Cenni siilla lingua rouiaica. — Lettera suUa voce romaica. — Costantinopoli. • — Eneide di Virgilio . volgarizzata da M. Leoni. — Dialogo sulla Proposta di alcune correzioni ed aggiunte al Vocabolario della crusca. — Prose e rime inedite di V. Filkaja , d' Anton Maria Salvini e d' alrri. Considerazioui intorno ad alcuni usi ed . busi della lingua italiana. — Saggio politico sui popoli della Nuova Spagna — Lettera di Paiufilio i Polifilo sopra V Apologia del libro della Volgarc eloquciiEa di PARTE ITALIANA. 38^ DantCi ■ — Error! di Paolo Giovio nelle storie , opera di Bene- detto Varchi. — Biblioteca classica greca , pubblicata in Lipsia. — Notlzie di arclieologia orientale. — Osservazioni nieteorolo— ^chc di novembre. Idem ^ fcLscicolo i3.° Lettera proemiale dell' editore. — Des instittrts de HoiVyl eonsideres plus particulierement sous \eS rapports qui doivent occuper la pensee des bommes d'£tat (articolo prinio ). — Delia carccre , dell' ingiueto esilio e del trionfal ritorno di Cosimo padre della patria , narrazione inedita di G. CavalcantL — Nnova stanza edificata nella galleria di Firenze pe' quadri della scuola tuscana. — Osservaziom di L. Fiacchi sul Decamerone di M. G. Boccaccio. — Lettera II di U. Lampredi al cav. V. Monti. — Viaggio del cap. Pan-y al polo nord (conclusione). — I\ocizie re- lative alia nuova spedizione. — Sulla pubbhcita de' tribunali ( estratto dagli Annali di legislazi ne di Ginevra). — Estracto del rapporto letto dal prof. Gazzeri all' Accadeniia de' Geor- *go6li sui principali lavori accadeniici dell' anno i820-l8*t, — Geografia nioderua universale, di G. R. Pagnozzi — Di Antonietto Canipofregoso , signore di Carrara, poeta volgare.— Notizie storiclie intorno al Duomo di Siena. -7- Les pandectes de Justiniea niises dans un nouvel ordre etc., par B. I. Pothier. — Osservazioni meteorologicbe di dicembre. Idem , faicicolo 1 4.° Sul vero metodo di leggere e d' inrendere 1' ebraico. — Os- servazioni della signora J5c/zo;ti sui costunii delle donne in Egit- to. — Viaggio in Armenia « in Persia, di Jouberc. — Saggio di vei-sione dell'lliade, di L. Mancini. — Delia riforma della lingua forenee. — Prosjietto di un dizionario delle scienze 1110- rali e politiche. — Considerazioni sulla rrise atruale dell' iuipero Ottomano. — L' Italia avanti il dominio de' Romaift, del Micali, nuova edizione. — Menioria sui popoli clie abitano la Turcliia europea ( conclusione ). — Sulla necessira di studiare la lettera- tura straniera. — Lettera III di U. Lampredi al cavaliere V. Monti. — Accademia dei Georgofili , adunanza del 3o dicem- bre 1821. — Sui progressi delle scienze , arti e manifatture in Toscana per 1' anno 1821. — La rosa e sua istoria. — Lettera air editore sopra una nuova edizione dell' Ariotto. — Diziouario geografico universale. — Lettera al barone di Zach. — Esposizionc dei principj e classificazione delle scicaze. — Oyservaxioni lue- eorologiche di gennajo. 38a APPENDICB STATI PONTIFIGJ. Qiornale Arcadico di Roma, fascicolo 36.* SciEN7E. Canali. Sugli acidi rieultanti rial clorino e dalJo iocli© coir ossigeiio , ecc. — Ricci. &nalisi cliimica delPacqua ferrata e sulfurea di Napoli. — ^isco. Saggio dell' I&tituto clinico ro- luano. — Dale Armi. Ristretto di fatti aciistici ( continuazioae ). IjETTERATUUA. Ainati. Osservazioni sopra un idoletto di broa- 20, rappresentaate Apolliue. — Manorelli. Del vegtire antico e uioderno ( articolo 11 ). — Borghesi. Ossfrvazioai numigniati- che (decade seconda), — Rnsini. Canto in morte di Virginia OrsHcci. — Merenaie. Vila e fatti d' Agrippa. Belle arti. Bellori. Ristampa delle sue descrizioni delle pit- ture di Raffaello. Varieta'. Viaggio da Napoli a Tunisi , ecc. del conte Ca- millo Borgia. Opere di argooiento itaiiano stampate recentc- menre in Inghilrerra , Francia e Danimarca. — Vita di Antonio Erognoli, patrizio bresciano , di F. Gambara. — Serie di lucidi di teste , tratti la maggior parte dai dipimi de' piii fauiosi maestri della icuola toscana, che si pubblica nella itaniperia litografica di Firenze, — Iscrizione di M. Fcrruzzi pel scpolcro di Mor-' celli. — - Versi latiai iniprowisati dal professore Gagliuffi. e ■voltati in greco dal consigliere Cesare Lucchesini. — Ogserva- zioni meteorologiche di diceiiibre. REGNO DELLE DUE SICILIE. Giornale Enciclopedlco di Napoli , tomo 4.° deW anno 1820, OPUSCOLI SCELTI. Osservazioui di Michele Azzariii sulle usurc. — Discorso ietto alia aocieta agraria ed pconouiica di Cagliari , del sig. Efisio Muscas. — Esanie chimico di alcuni vegetabili della famiglia delle colchicec , e del principio attivo che contengono , dei si- gnori Pelletier e Caventou. — Nuove osservazioni sulla tempe- ratura delT incerno del globo. — Osservazioni uatui'ali fatte alle isole de'Citlopi, e nella contigua spiaggia di Catania, del sig. Brocchi ( tracte dal nostro Giornale). — Ragguaglio sullo stato attuale della Grecia. — • Delia forza dell'eioquenza nella poesia. — • Ricciarda, tragedia di Ugu Foscoto. LlUni DIVERSI. SaegiQ sulla popolazione del Regno di Puglia, del cavaliere de Samuele Cagnazzi. — Della riforuia deli' istiuzione pubbli- ca, di M. Gutti. — Continuazione dell' estratto dei i." vo- lume degli A't! delia R. Accademia delle scienze di Hapoli. PARTE ITALIAN A. 383 (quinto estratto). II teorenia ciclometrico Coteaiano, ecc. di N. Fereola. — Metuoria sii di una lacca verde ottenuca dal caff^, di B. Bizio i tiatto dal nostvo Giornale ) — Viaggi nella Graa Brfttagiia lotrapresi relativainente a' servizj pubblici della guerra , dt;lla manna e de' (outi e srrade , del sig. Dupin — La Tas- seoriea , poema di Doiuenico OlLa. — Iliade d' Ouiero , tradotta in ottava nuia dalT abate Eustachio Fiocchi. — Tragedie di Ce- sare della Valle , di.ica di Ventignano. — Sopra una iscrizione greca scolpita in uii aniico elnio di bropzo , del sig. Bronsted. K0T12IE SCIENTIFICHE E LETTERARIE. \ Sperimenti intoriio all' influenza dell' elettricismo iuU' ago xnagneiico, del eig. Oersted. — Morte di Banks- — ViaggiQ «cienlifico del fcig Rask. — Botauica e geognostica — Caiueo antico. — Nuovo anfidoto conTo il iublimato coiTosivo. — UnU versita in Grecia. — Lavr)ri di Tliorwaldsea. — Srrunaento per la prospettiva — Libri dflla fiera di Lipsi.i. — Litografia. — Sepolcri antichi. — Biblioteca del Gran Signore. — Istoria deU 1' India antica. — ^^'g'' pubblici a Spagna. Estratto dagli atii delle adunanze del R. Istituto d" incoraggiamento, da s;iL,gno 1819 a novembre 1820. Capretto mosti-uoso disomo, del sig. delle Chiaje. — Minerali di .Abruzzo , del sig. Jatosti. — Monoconj,etro , del sig. Securo. — Porcellana, del sig. Securo. — Insetti degli olivi, de' signori Tripald e Brigind. — Saime di Lungvo , del sig. Mdograni. • — ■ Vernice fossile pei mattoni , del sig. Saneiovanni. — r.isposta al Prograninaa intorno gli aneurisiui , del sig. Lcyi. Ode saffica della signora Cecilia de Luna-Folliero. — I Se- polcri ( tratto da Bernardin de Saint-Pierre). — La Morte (tratto dat- Buffon ). — Siinsurata grandezza ed estreuia piccolezza della natura ( tratto da Pascal ). — I piaceri naturali , ecc. ( dal Ber- thelemy ). ANNUNZJ. Opere di Torquato Tasso, illustrate dal professore Rosini. — Avvisi tipografici. Idem, fascicolo 1." deW anno 1821. OPUSCOU SCELTI Volgarizzan^euti dell' Eneide di Virgilio. — Memoria sopra il ferro specolare , di P. Portal. — La rettitudine, fine princi- pale del poeina di Dante , ragionaniento del conte Giulio Per- ticari. - Let:era di Luigi Leoii fiorentiao al conte Galeani 384 APPENDICE Najiioiie di Cocconato in difeaa di Vittorio Alfieri cengurato in una lettera dal Galeani suddetto — Delia meteora ap- parsa in Lecce la «era del ag novembre i8aO. — Notizia (ie.\- rulriiiia eruzione del Veguvio (i6gennajr> 1820), del cavaliere Teodoro Monticelli , e del francese Grcutel ctie vi si precipit(>. — Su di alcuni costumi degli aatichi Greci esistenti tuttora nel- r isola di Leucade nel mare Jonio. Memoria di Aodrea Papado- pulo-Uretd. NOTIZIE SCIENTIFICHE E LETTERAME. Rapporto all' Accademia medico-cliirurgica di Napoli pro- nunziato dal segretario perpetuo P. Migliari. — Nuova bat- teria elettrica. — Asino selvaggio. — Manifattui-e in Egitto. — Tenipio di Giove Ammone visitato dal Frediani. — Pro- cesso per coaserva»-e le preparazioni anatoniiche. — Stato com- parative di tutti i pesi e misure conosriute nel mondo , che 81 sta compilando a Londra. — Biografia di Linneo in lin-. gua gvedese , scritta da lui stesso. — Nuovo codice antico contenente degli scogli sopra Giovenale. — Virgilio con note di Petrarca — Lezioai eleuientari di archeoiogia , di G. B. Veriniglioli. — Nuova specie di pomi di terra. — Mezzo seni- plicissinio per tingere i panai di laaa — « Nuovo ariete idraulico. — Riraedio contro T avvelenamento prodotto dal sublimato cor- rosivo. — Ricerche galvaniche , del gig. Ricci. — Nota de' libri stampati in Napoli nel 1820. Idem, fasdcolo 2." OPUSCOLI SCELTI. Continuazione e fine delle Ricerche suH'origiae, sui progressi e 8ul decadimento dellr belle arti dipendenti dal disegno , deir avvocato G. B. Gennaro Grossi. — Riflessioni di Cuvier intorno all' attuale aadatiienco e alle relazioni delle scienze colla •ocieta. — La nascita del Duca di Bordeaux, canzone di G. Bia- gioli. — Ragguaglio del rcale Osservatorio di Napoli , eretto sulla collina di Capodimoate. — Dell' armonia dello stile. ANNUNZJ. Comentario di medicina metodlco-razionale , oBsia Giornale della Boienza medica italiana. PARTE ITALIANA. B I B L I 0 G K A F I A. REGNO LOMBARDO-VENETO. Edlzione de Classici Italiani del secolo XVIII. — Milano . 1 8 1 8 e seg. dalLa Societd tipografica del Classici italiani., Fusi, Stella e Comp. {Se ne sono pubblicati finora 52 volumi in 8.°). T ' J_J accuratezzn e la puntualitii con cui si precede nell eaecu- zionc di quests tipograiica iiiipiesa , non iiieno utile a' buoni siuilj die oiioriSca al noetro paeoe , sono per noi di eccita- uiento a tener rajLguagUati i leggirori intorno alie opcre de' Clas- sic! die vengono di mano in luano date alia luce. Nel precc- dente articolo (i) giugnemmo a renfler conto infino al tomo XLII della collezione; ed eccone schieiati era dinanzi altri dieci voluoii di non picciola mole , pubblicati nel breve periodo di sei mesi (2). In questi volumi si comprendono le cipere die veiTeino qui sotto accennando. Della natura de fiumi, Trattaio di Domeiiico Guglielinini, eolle note di Eustachio Manfri di ( Due voluuu ; il ja-imo di pag. X.XX11I e 370, il secondo di pag. 898, con 10 tavolc in ranie ). lu questa riscanipa si e conservata la stessa disposizione delle niaterie che ha il tesro (Bologna, I.ello dalla Volpe , 17^9, iu 4.°;, essendosi collocate le note del Manfredi alia fine di ciascun capitolo (3); il (i) Ved. torn. XXIII, pag. 265 • seg. (a) Altri lavori haono conteniporaneameiite occupato i torcKi di questa Societd tipografica, la quale nell' anno traicorso , oltre 17 volumi della raccolta de" Classici, ha date fuori ]e opere seguenti : Le TragfJie di Eschilo , tradotte da Felice Bellotti^f vol. ». — La ver- sione de' Lusiadi di Camoens , in due separate edi^ioni. — Le Corumfdic di Alberto Nota , vol. 4. — II Di^ionario portarile italiano c tedesco , vol. a. — H Compagno del pf^'^g^'o tumpestre , vol. 2. •— II Saggio tC areometria ^ di Giovanni Tamtvrini. — L' Anto ogia latina per le scuole dcir umanita minore. _— La Qrainmatica italiuna inferiore per le scuole eleme.itjri , del Fransi ini. — I Sonetti del Villardi. — L' opuscolo del Ferrari suUe Stime pel Censo. — La Bcstvilliana di V. Monti , dac edi- zioni. — I Viaggi del Petrarca , del L^vuti , 5." ed ultimrt volume. — . E finaliucnte V Orejiceria di Benvenuto Cellini. (3) In una recente eagine ). Ottima e giudiziosa ^ la scelta delle com- niedie comprese in (jiiesia particolare raccolta , dalla quale ven- nero escluse tutte quelle die non sono dettiite uella lingua co- mune d' Italia. Forse taluno avrebbe desiderato un nun.ero niag- giore di coniponuuenti ; nia gli editori fanno opportunaniente ri- flertei'e « die 1' andar ritenuti e scarsi nel uiettere a luce le » produzioni degli autori estiuti, sia per giovare as»ai piu alia >> lor fania, die non F allargarsi inconsideratainente ad esporre ■» al giudizio del pubblico tutto cio die usri dalle lor penne ». Neir ordinare la preseute raccolta gli editori si sono attenuri ai ronsigli del dottor Giovanni Gherardini , il quale ba pure stesa la vita del Goldoni , preinessa al vol. 1. Essa ^ condotta coa quella perizia e disinvoltui-a di stile che sono propria di quesco elegante e dotto scntrore. Opere scelte di Gasparo Gozzi (volume 1 e II ; il primo di pag. XXIV e 47^5 '1 spcondo di pag. 43a). La diligenza con cui venne eseguita Y impressione de' priini due voluuii , ci fa sperare che avrenio una buona edizione di que3t(» egregio ristau- ratore del bello scrlvere ; giacdie x\h. la veqeta del M^dinari , ne ia padovana recentissinia possono soddisfari . ai desiderj de- gl' intendenti. Quest' ultima si'ezialnienfe , aununziata con pom- pos ' apparato , e macchiata d' infiniti erruri non avvertiti negli errata comfche liThghissimi di ciascun voUuue La presente edi- zione comprendera le sole opere die ban no meritata al Gozzi la fjuia di purgtitissiaio sirittore. Le opere scelte couterranno per- tanto V Osservatore Feneto; le Lettere diverse, dvise in due parti; il Mimdo morale; la Difesa di Dante; 1 Seriuoiki ■, ed una Minfredi staniio a pie di pagina. L4 quale promUcuita di test) e di note non pii-, che rerare imbarazzo al l«f;gitoi-e , ove debba ricorrere alle iigure Bggiuate dall' annotatore. Molto >i sarebbe a dire , se tutti notar si cIot vessero i difetti di cotesta ri^tampi ; raa principaimente otT'^nde 1' occhio 3 prima giiu.ta la rozzissioia inc-sione delle tavole , eseguita eol metoda ^eJli litografia. PARTE ITALIANA. 887 breve raccolia di Componimenti varj. La vita tlelT autore che sta in froiare al 1.* volume, h opera del medesinio sig. dottor Ghe- vardini. Se dato ci fosse di poter uscire dai conlini di quella brevita uiipostaci nello stendere questi cenni , vonemmo qui re- care alcuni brani di tale componimento nel quale spiccano e la sensatezza de' giudizj e le grazie dello stile. Fareaio quindi plauso al sapere e alia diligeiiza dt-1 suddetio biografo, per aver con questo suo lavoro accresciu o decoro alia nuova edizione del Gozzir Opere di Cesare Beccaria (vol. i.° di pag. LXXX e 3 12). II trattato del Deli li e delle pene , quello intorno alia Natura dello Stile e gli Eleinenti di ecfiiioinia politico 80110 le 0|iere prjnci- pali di questo lilnsofo italiano che fa onore al rrapassato secolo. Ragion voleva pertanto che una raccolta de'Cldssici contenesse gli scritti di Cesare Beccaria , d cui noiue altissmio suona an- che presso le straniere incivilite nazioni. Clie se le opere di lui non sono dettate colla niajigiore purgatezza di lingua, nul- ladimeno , come osservano gli editori, sia per 1' nnportanza delle tuaterie , sia per la novita delle idee , debbono riputarsi fra le pill preglate di cui s' onori T Italia. l^Jella nuova edizione per- tanto avranno luogo i suddetti trattati ; e i primi due souo gia pubblicati nel voluDie che qui si aununzia. Per la ristauipa dei quali gli editori avvisauo di aver fatto uso de'mighori testi. Im- perocchc , rispetto al libro dei Drlitti e delle pene , csso venne tratto dair edizione fattasi in Livorno nel 1706, colla nicntita data di Harlem , la quale contiene varic aggiunte dell' autore. Oltre di che fu tenuta a pe«petuo riscontro la magnifica stampa di Milano ( Mussi, 181 1 fol. ) collazionata sugli autografi. II trat- tato del/o Stile ha per fondaniento T edizione originale del 1770 e venne ristampato con alcune correzioni comunicate dal signor marchese Giulio Beccaria, figlio dell' autore. Merce di tali sus- sidj , non disgiunti dalle cure che la Societa tipografica suole injpiegare nell' esecuzione de' suoi lavori , le premesse opere verranno al certo dignitosamente ripirodotte. Questo primo vo- Junie lia per corredo le Notizie intorno alia vita di Cesare Bec- caria; la quale scrittura conipreude un esteso esame di tutti gli scritti di lui, accompagnato dalla piu sana critica nel rdevarne il merito , e nella difesa che il biografo iniprende contro le een- ture fatte allc opere niedesinie. Annali d' Italia di L. A. Muratoii ( vol. XVIII , di pag. 480 ). Compiuta la stampa degli Annali col precedente XVII touio , non dovea preterinettersi 1' Indice delle materia ; corredo di cui non puo assolutaniente far senza un' opera voluniinoaa, e spe- zialmente istorica , quale ei e la presenre. Nell' edizione origi- nale r indice era distribuito in ciascuu volume , cio che tornava soniuiamente incoinodo al leggitore che averse d' uopo di ritro- vare alcun fatto. Gli editori percio , segueudo 1' eoeuipio dcUa teneta edizion« fatta per le cure dell' abate Soli , nipote del- r autore , lo Latino concentrate in un solo , ncll' oi'diaameotc 388 APPENDICE del quale vogliamo credere clie avranno evitati tntti qiiegli er- rnri di citazione c.be frequenteuieute s' incoiitrano nella vencra ristaiiip.i. In cjuesta, o per isltagli'i di miiuero , o yjer istvaiia confiig one di n«nu profij, uiolie cose notnbili vaniio raniini!,lie e sniarntc pel lesto. L' indice delle materia e jjreceduto da otto Tavole croiiologiche , nelle quali stanno registrari i Consoli , gl' linpevadori , i Papi . i Ke de' Roiu'ui , i Re d' Italia, i Pre- fetti di Roma . i Uogi di Veuezia e qucUi di Genova , da' cui Tiomi gono contrassegnati gli Anaali del celebratiisiino Muratori. Compvulio della storia universale del slj^. conte di Segur delt Arcademia francese , tradazione per cura del si^. cavaliere Luigi Rossi , nwmbro dell' I. R. Istituto di sc eiize e Icttere. — Storia della Francia , volume 2.*^, df pug. 228, e3.°, di pag. 218, con rami. — Milaiio ^ 1822. presso la Societd tipogra- fica de Classici itaia.ii ( Fusi , Stella e Comp.) , in 12.° piccolo, prezzo d' associazione lir. 2 5o per volume. Storia deir America i:i continuazione del Compendio della storia universale del sig. conte di Segur. Opera originale italiana ^ tomo ij." — - 3Hlano , J 822 . dalla Societd tipografica de' Classici italiani , di pag. 212 , in \ 2.° piccolo con rami , prezzo d! as-- sociuzione lir. 2 5o. Le rovine di Velleja misurate e disegnate da Giovanni Antolini. Parte seronda ed u'tima, conteneiite la restituzione de"" principali edifizj innalzati snlle ruirie fitiora scoperte. — Mila/io , 1822, dulla So" cietd tipografica de' Classici italiani , in foglio , ■ prezzo lir. 36. II compagno del passeggio campestre , o sia Raccolta piacevole di fatti storici e di aneddoti veri , utili al!a g'oveiitu , ed a suggerire argnmenti per le arts del disegno. — Milano , 182 1 , dalla Societd tipo- grafica de Classici italiani , volumi 3 , in 18. ° , prezzo lir. 3. PARTE ITALIANS. 889 ■Museo Pio Clement'mo , illustrato e dcscritto da Eiinio Quirtno Viscojs'Tl , fuscicoll 84.° e 35.° — Mela- no , 1622 , prcs so gh editori, in italiano e in fran- cese , in 4." ed in S.'', prczzo de suddetti fascicoli delV edizione in 4.° lir. 28 80 . di quelLa in 8.° lir. 1 I go L' edizione italiana si veade da' la So- ci£td dpograftca de' Classici italiani, e la fruicesc da G. P. Giegler librajo sulla corsia de Servi. Insegnamenti di metodica , ovi^ero precetti intonio al modo di brn insegnare proposti ai maestri delle Scuole elementari ma^igiori e minori , opera di Giu- seppe Pejtl , tradotta dal tedesco ed accomodata per USD delle scuole itaUane da Francesco Cheru- BiNi, ino.°, dipag. 292. —^ifrdano, 1821, dal^ . r I. JR. Stamperia , prezzo lir. 3. Flora medica , osmt Catalogo alfabcdco jagionato delle piante medicinali , descritto dal dottor fisico Antonio Alberti. — 31ilauo , 3817-18-19-20-21- 22., nella tipografia di Giovann- Giuseppe De- stefanis, in 8." Vol. I. II. III. IF. Quest' opcva , die fii uiconjinci-ira ne! 1817, e che venne annuiiziata nella nostra Bibluitt-ca ( Timi. X. pag. 100 ) , pre- spnleineifte e inoltrata al quarto volume coiiipito , e coutiaua ad Ubcire puntnaliiif rite second,) le prouiesse ed il disegno dell' aa- tore. Ciascuo volume c composto Ji quindiri fascicoli , ognuao tlei qiiali contiene le iinmaguil cnlorate , c le descnzioni rispet- tive di quattro piante medicniali. In gran pjarte le tavole sono diseg' ate e dipinte dal vero , il che cttntrihnisce molto alia loro esattezza e perfezione ; le altre son,o prese dalle flore piu rino- mate e fedeli. Avuto riguardo all' assiduiti , all' aniore ed alio studio diligente con cui T autore attende a que»ta utile iiupresa, uoi ci facciauio iin dovere di rendergli deb. to cncoiuio , e di raccomaodare di uuovo la sua yiroduzione ai niedici , ai cliirur- glii ed agli speziali per rui deve Cssere di gr^uide vautaggio nello studio , non nieno clie nell' esercizio della loro professione. Come parte iniegrante della stessa opera , 1' autore ha pur pub- blioato a cjuest" ora il Repenorio delle piante inediclnali degcritte nella sua Flora, clie forma un voluruetto in 8." di )>ag. 125. Co- luincia il detto Repertorio con un elenco delle piaute iiiedii- inali classiUcaie secondo gli rfFetti piu comuni e seusibili che cjie 390 ATPENDICE prodacono nt'lla macchina uniana. Un indlce particolare ^ de- stinato alle piante venefiche. Viene in scgicito la distribuzione delle stesse piante uiedicinali dietro il sisteuia Linneano ; e fi- nalmente v' ft il catalngo alfabetico italiano, latino e fiancesc di futte le piante rhe verranno rappresentare e dt-scritte nei dieci volumi di cui sara toiiiposta la Flora luedira. Noi avreiiinio de- eiderato die l" autoie avf&se aggiunto alia sinoniinia francese an- clie la tedesca e i' mgle^e ; e vonenimo pure, die nrlla parte delia materia uiedira si fosse orcupato di far conoscere le di— visioni dei seuiplici secondo le ))iu modenie dottrine terapeutiche^ che coniunque ipoteticiie , non lasciano di avere il loro lato piu filosofico e piii giiisto delle antiche. Sarebbe stato non nieno conveniente di )'resentare le piante otfit.'inali ordinate in famiglie eecondo il metodo del Jussieu ; essendo clie la somiglianza dei prodotti e delle virtii medicauientose dei vegetabili si manifesta , uieglio die in ogoi alira , iiella loro distribuzione naturale. Que- see considerazioni pero noa detrajigono punto al uierito iiitrin- »eco deir opera ; e noi le accenniamo ( trattandosi di un lavoro non ancora terniinato), solo perchft T autore , trovandote oppor- tune , potrebbe con qualche appendice supplire ad alcune leg- gieri omuussioui. Delle neuralgic^ opera del dottore MoN falcon, esposta nelV italiano idioma con giunte e note dal dottor fisico Domenico Meli. — Milano , 1822, dalla stamperla di G. G. Destefatiis , in 12.° Milano nuovamente descritta dal pittore Francesco FinovANO., co' suoi stobilimenti di scienze ^ di pub- blica beneficenza ed amministrazione^ chiese, palagi^ teatri ecc. loro pilture e scuiture. Anno 1822. — Milano , dalla tipografia di Giovanni Silvestri. Un vol. in 12.° di pag. 5 19. Nelle Guide delle citta 1' ultima venuta ft per lo solito la meglio accetta , perche e da suppnrsi setupre che chi si accinge a fare abbia se non altro corretti gli errori di coloro die scriasero prima. Alia Giiida che abbiani per le niani si puo realniente concedere c|uesto vanto ; nia non basta , essa ha qucUo ancora di e«sere stata fatta da persona capace di giudicare cogli occlu proprj degli oggetti che apparrengono alle belle arti,echenon ha descriito la pin piccola cosa scnza averla egli inedesimo ve- riticata sul luogo. 11 qual ultimo pregio, quantunque sembri •ivvio ed indispensabile . i"" pero assai meno comuiie di quelle PARTE IT\L1\NA. Sgt che altri crede, giacclife avvicne delle guide come de' viaggi . luolte se ne fabbricano ne' gabinetti, L' autore di questa iion ha nh pretensione , n^ vanit^ ;, il iiietodo che lia tenuto ^ ottiuio e presentasi con niolta chiarezza e fatilita;e siccoine egli da ragioiie nella sua breve pvffazione del uietodo e dell' ordine da lui tenuto, cosi crcdiamo far cosa grata ai nostri lettori di qui riferlrla. « Ho procurato di descrivere Milano coine eslste, c non come ha esistito, e forse in queato mi Uisingo d' avcre evuati molti difetti die si trovaiio nelle altre Guitle : noii ho pero creduto di ominettere Ic notizie che potevauo illiistrare le cose ed arricchire la Storia delle arti e dei progressi dell' incivilimento. » In separati capitoh ho distinti gli oggetti degni d' osserva- zione , teguendo le tracce di alcune Guide prodotte da dlustri «crittori. Non niancai di dare la preininenza alia deicrizlone del templi e delle chiese ; a questi faccio sciccedere i palazzi e le case private piu ragguardevoli ; indi passo alia descrczione degli edifizj e stabilimenti di scienze e di pubbliea amministrazione , civili , niilitari e giudiziarj , ecc. , nun che dei teatri , dei corsi, dei passeggi pubblici , dei navigli e di altri oggecii important! , come si vede nella sussegueute tavola de' capitoli. » Siccome pero alcuno potrebbe , o per le circostanze in ciii si trovasse , come un forastiere per esenipio che fosse di pas- sag gio , o per suo privato awisamento , preferiVe un ordme regolare da luogo a luogo ; io mi sono studiato di appagare anche questo ragionevole desiderio , esponendo in un separate capitolo una nuova disrnbuzione locale progressiva di tutti gli oggetti Heaui a vedersi , ripartiti per maggiur cojnodo dei forastieri in dieci giornare di passeggio. » Cosi SI vedra cio che Milan > contiene di piu amiuirabih'; sotto qualuiique aspetto. II dotto , T artisra , il trafficaatr ed il curioso avranno , spero , con che soddisfare alia loro inclina- zione ed al loro gusto. I monumenti piu cospicui d' arclutet- tura , i pezzi piu insigui di pittura e di scultura , le produzioni delle scienze e delle arti , e gli sforzi del commercio e del- r industria colla felice loro riuscita, sono accennati , come era permesso il farlo in un libro che non ha pretensione al uierito d' una storia , n^ a quello di un corso scolastico d' istruzione » Precedono alcuni cenni topografioi e statistic! , atti a destare H prurito d' una piu aiunia messe di cognizioni del luogo , ed a, far sentire che Milano potrebbe giustanieute gareggiare, come infatti vivalizza, colle piii fnuiose e distinte capuali d'' Europa. » Una cronologia , depurata da ogni fasto e sempliceniente abbozzata , correda le notizie sparse, e questa si estende sino agli avvi-nimenti dei nostri giorni. « Faro fine col dire, che io saro pago abbastanza, se le cure e le faiiche da me impiegnte per lungo tempo nel visiiare • riconoscere partitanientf^ twtti gli ojtgetti da we descntti 393 A.PPENDICF otterranno il pubhiico aggradimento , se non pel inerito e 1' cle- ganza della esposizione , per quello alnifiio di un costante ed avdenre studio di esattezza che ebbi iiell' otferirgli questa nuova Guida di Milano. « L'idea delle tavole die dividono il giro della citt;i in dieci giornate e presa dalla recente Guida di Venezia del signore Quadri da jioi giiistaniente lodata nel T. 24.° pag. 407 di que- sta Biblioteca. L'edltore sig. Silvestii sta preparando di que- 6ta Guida una traduzione francese ad uso di que(;li stranieri clie non avessero fauiigliare 1' italiano. E certo che ii iraduttore profittera di tuitc quelle osservazioui e suggerimenti die git po- tessero essere fatii per seaipre jjiii render perfetto questo eccellente lavoro e noi non iiianclierenio alT uopo di comuiii- cargli quelle correnioni delle quali potesse jier avventura abbi- $ognare. Di una sola ci siauio accorti finora , ed e alia pag. 487 nel capitrtlo oitavo che ha per titolo Gullerie , Musei e Bihlio- teche puhhliche e private , dove sotto la lettera M si ouiette la superba Biblioteca privata del sig. Don Gaetano Meizi che non la cede a nessun' altra delle Biblioteclie j^rivate nominate nello stesso capitolo. N^ vale a scusare questa oiuissione il diie-"rhe di questa libreria si fa un cenno di sfugita a pag. 2^0, perche anche della Galleria del Duca Melzi si fa cenno sotto la pag. 281 , eppure qui iiuov:uiiente si aunovera nel capitolo ottavo , conic si accenuano tutte le altre biblioteche private di minor iniportanza. Vocabolario agronomico-italiano , compilato da G. B. Qagliardo , ed aumcntato di, 600 vocaboli dal dott. Giuseppe Ghi\ppari. ■ — Milano^ 1822, da Gio. Silvestri, in S.^ , di pag. 208, prezzo lit: 2 3o. Prose varie del cavaliere Andrea Mustoxidi , con ag- giunta di alcuni versi. — 3Iclano ., 1821, per Nir- cold Bettoni. Questo volume , di 3oo facce o circa in 8.° , contiene varie prose ed alcuni pochi versi , si le une , come gli altri ( da un picciolissinio nnmero in fuori ) gi.\ pubblicati in diverse occa- sion!. Noi tuitavia reputianio cosa degna di lode 1' avere il sU gnor Bettoni raccolfe queste scrittiu'e in un sol corpo : per tal niodo gli amatori delle belle letterc avranno agevohnente sot- t' occliio i documenti, per cosi dire, ond'era bisogno per fare rincipalaiente nelle malaftie di caratfere linfanco rigguardanti I) scroto , i testicoli c r utero •, come sono I' idrogarcocele ed il sanocfle stTofolosi, venerei, trauuiatici , gV infarcimenti dell' utero procedenci da scrofula, da vestigj dl morbi siBlicici , da infiamiuazione , da cauge traumaticlie. Propone pure la pierra caustica fra i soccorsi jiiii efficaci nei casi di metasrasi , ossia di n-asporto di materia morbosa , o ratcolta della uiedesima in qualrhe parte del corpo. L' autore di questo libro pri>te8ta modegtauiente, di non averlo pubblicato per ambizione , ma solo per desideno di essere utile alia umanita ; e noi cretliaiuo che egli otterra ron questo gene- roso intento anche la debita lode preggo le persone della pro- fessione che saano valutare V ingenua egposizione di principj e di farti rhe cnnducono al nnglioraniento dell' arte inedico- chirurgica. Celso chiamava la mediciia arte inula, che h quanto dire arte clie gi uiostra niolto piu colT opera che colle parole ; e in cio il nostro autore ha seguitato Celso, curandosi molto pui della dottrina sustanziale , che degli ornameoti dell' eloquenza. Raccolta delle migilori fabhiiche , momimenti ed an- tichitd di Milano , fascicoll IX , X , Xf , XII. — Milauo, 1821 e 1S2 2 , presso Faolo Cavalletd e Comp. , in 4.", con tavole in rame. Non e lode ne ingiugta , ne esagerata il dire die quegt' opera e. sempre andata cregcendo di diligenza e di accuratezza. Se- suendo il sistenia da noi iuconiiuciato , progredireuio anuun- ciaiido il couteiiuto anche de' succegsivi fasciculi , il IX de' quali fatta della chiega di Sauta Maria presso S. Celso j la cui parte esterna venue degcritta nel fascicnlo jirecedente. Qui V autore. preude a descrivere la parte interna , ed accenna le opere del Fontaiia , le picture del Procarcini e del nostro concitcadino An- drea Appiani , e da colla tavola 36 il ripariimento o gia pianta di questa Chiesa, aggingnendo colla tavola 87 lo s) accato interno in tutta la sua luDghezza ; colla tavola 38 poi si ^ffre uno dei belligsimi capitelli in bronzo che vedoiisi sui quattro pilastroni che gostengono la cupola, e che iiiostrano T abilitk el' accorgi- niento del celebre artefice Fontana ; di gomnia eleganxa souo gli ■coniparci della volta lavorata a stucchi olferti nella tavola 39 i come pure curioso ^ il basso-rilievo che faceva parte dAV antico earcofago scoperto nella vicina ed ora demoliia chiesa di S. CeUo, eruditamentc Ulustrato da nionsignur Boctavi , e giwdicatiJ appar- teaere al quarco tecolo , tavola 40. PARTE IT4LIANA.. ^9$ fl X fascicolo contiexie prima di tutto un altaie bellissimo clie omitiirasi net Diiomo di Milano , »em})lice ed elegante nella sua architettura , e siuf olare per un quadro in basao-rilievo scolpito - con inarrivabile ndustria dal ccleberrituo Agostino Buati (Jetio il Bambaja ; d qual basso-rilievo ^ y oi ripecuto piii in grande nella tavoia susseguente (41) ; riportando Delia tavola 43 due delle varie statue che adornano questu alcare , cu^^ una S. Caterina , bel lavoro di Cri&toforo Londjardo , ed un' altra statua di piii reniota antirhita , tolta Hon si sa dove , ufe qual figura rap— present!. Tennina questo fascicolo colla porta del vescovada immaginata dal celebre arrlutetto Pellegrini) Pellegrini, e degna per moln riguardi di essere offt-rta a niodello nel sue genere. Singolare e bizzarro k il monuiuento riportato nel fascicolo XI, sotto la tavola 44 die vedevasi altre volte nella soppressa cliiesa di S. Maria della Pace , ed ora trasportato in una delle sale terrene dell' I. R. Palazzo delle scienze. La tavola seguente (4^) rappregenta la facciata del Duoiuo , jier le lUustrazioni della quale 1' edirore si fe valso della bell' opera teste ptubblicata dal sig. Gaetano Franclietti . e sulle tracce di lui e delineata Ja tavola 47 contenerite 1 ponti ed armature per terruinare la fac- ciata ; se noo che 1' editore in tre successive tavole ha savia- niente rappreseutate altre parti del tempio non delineate nel- r opera sullodata , e sono tre uiagnifici pilastroni colle rispet- tlve loro statue e sculture che adornano la facciata medesima , e della grandezza di mezzo foglio , per cui veder si possono partitaniente i detcagli di questo maraviglioso lavoro- Nel fasc. XII seguitano altri pilastroni coi rispettivi bassi rilievi ie' quail viene data opportunamente la spiegazione e la gtoria. Prodromo della grande anatomia , opera postuma del celebre Paolo Mascagni , seconda edizLone riveduta ed illustrata dal dottor Tommaso Farnese. — Mi- lano, 1820-31, presso Batelli e Fanfaui ; in 8.° con tavole. Di quest' opera sono nsciti finora dieci fascicoli , che com- prendono la yrefazione del nuovo editore, i capitoli dei vasi linfatici , dei vasi sonpui^ni , dei »«vi , dei muscoli , dei liga- menti e delle cariilagmi , degli ossi , dei poliuoni. Quesci argo- menti sono iliusirati da veutotto tavole colle rispettive descri- iioni. L' editore ha fatto alcune utili appendici che sefvono di ichiarimento al testo, e che reudono vie piu sviluppata e chiara la dotrrina anatoinica del Wascagni. Noi vorremmo che il signui' dortor Faruese si fosse ben soweiiuto come dei precetti , anche della fisonomia dell" esimio suo maestro, a fine di procurarsi un ritratto piii sounghante di quello che e.gli ne ha pubblic.ito neir edizione che aauuoziAmo 396 A I' P E N D I C E Dizionario di fisica e chinuca appUcata alle arti, sc condo le dottrine di Lihes , Chaptn/ , BertoLlet e Parkes , e giusta le t ore modcrite ed i metodi i pill sempl ci Lutrodottisi iiei, dlvcrsi proresti r/iimici, di Gio. Pozzi , dott. in inedicina e chiriirg/a , Di^ rettore dell' I. R. Scuola veteri /aria , ccc. Con ta- vole in raine. — Mdano , 1820- 1822 , pr€'il>ilita basia , peixlie 1" avvertito maggiore socco)"so si debba all" inquisito ordiuariamente accordaie. § 7. Ne a inio credere vi si opporrebbe cio, che dal eig. JeauU si adduce a precipuo argomento , onde esclu- dere il difensore. Di fatti il suo concorso nel processo iaquisitorio noa potrebbe , come il Connuentatore ritiene, cangiare il giudice ia accusatoi-e, perclie non nel progre- dire la inquisizione, iiia alior solamente comiaciar dovreb- te r uflicio del difensore , die quelle del giudice fosse pervouuto al suo compiineuto. D' altroude altro non fa il difensore die supplire alia insufficienza dell" accusato , nia e qtiosti sempre , die sebbene per altrui mezro esercita quell" Jlliniiiato diritto, che la legge si altaniente protegge. <2uesto diritto non poteva alcuiia restrizione .solFrire nello stesso processo iuquisitorio , perche il suo principale sco- pe , come la nostra legge avverte , e quello sempre di scoprire la coJpa o la innocenza , e di giudicarne colla maggiore certezza ( § 3. '4 ). Dicasi pure die la pubblica azione e unicainente istituita a guarentire la pubblica sj- curezza , ma non percio sara a concludersi col sig. Jenull, che se nella perturbazione della stessa la legge ammetta un difensore , dimostri essere piu sollecita di proteggere uel prevenuto un individuo dello stato, che di mantenere la tranquillita di tutti gli altri cittadini. La societa puo Jegittimaniente insorgere contra colui solo, che verameute sia reo, ed il diritto all" individuo spettaate di difeudere la propria iunocenza e in\ iolaljile anclie nel conflitto del pubblico Ijisoguo;, aiizi nel dubbio debbesi piuttosto il eolpe- vole dimettere che rinnoceiite condaniiare. E q^uesti troppo iaconcussi principj sono il fondamento , cui la nostra le- gisl^ionc si appoggia ; essa percio coUa piii scrupolosa 4.04 A P P E N T> I C K {lollecitvicliiie discende .1 ralcolare la prova della colpabi- liia ( Vos;g. Jenull Com. sul Cod. Pen. al ^ 33'j. Vegg. Pise. Prelim. §^ XXV, XX VI, XXVII, XXX e XLVII ). ^ 8. Ripulerei io duiique , che negli odierni giudizj si dovesse alT accusato il difeasore coiicedere , che quiiidi la legge soddisfaceiido aaciie la pubblica opinione riceve- rebhe in qnesta parte il maggiore suo perfezioiiameiito , e clie nella pin agevole rognizione della verita cod mag- giore sicurezza con«egnire1)be I" essenziale suo scopo. Libe- ra ne doviebbe essere per P imputato la scelta -. ua uffi- cioso difeiisore dovrebbe essere destiaato a coloro , che per iiidigenza o per qualsivoglia altra causa non avessero chi ne sostenrsse le parti f, la stessa riiiuncia dell' impu- tato al beneiicio della difesa non avrebbe ad ascoltarsi (Vegg. a quest'' ultimo riguardo P annot. N. i58, T. II. pag. 446). Savebbero pero cotali discipline a stabilirsi , le quali ad arrestar valessero colui , die a grave danno della pubblica causa tentasse riprovati mocli , onde il delinquente sottrarre alia meritata condanna. >> A queste note succede un' appendice che forma la parte direnio cosi teoretica e filoisofica della procedura. Essa e divisa in tre parti. Nella pi-ima si tratta di cio che ri- guarda 1 delitti , nella seconda si comprende quello che alle trasgressioni appartiene , nella terza quanto conviene nella loro procedura. Le cose vi sono esposte con molta chiarezza e belPordine, e ci'ediamo che quest' opera possa i'iuscire a molti di vantaggio e d' istruzione. V I C E W Z A. Dalla tipogralia Parise e uscitb un avviso in data i3 Inarzo 1822 ove si annunzia la prossima pubblicazione di alcuni scritti del sig. conte Marzari : essi sono Lettera sulla giacitura del monte Cima-d'-Asta e degli altrl terreni cristallizzati tetzmrj posti fra il Grigno ed il Cismon. — Let- tera al sig. Cordier , in cid si sostiene la posteriorita alia creta del monte Cima-d'-Asta non che delle altre eminenze di gyanito , di gneis , di micascisto e di steascisto , ecc. — Seconda lettera al sig. Cordier, in cui si sostiene la probor- hilissima posteriorita alia creta di tuttc le Amigdnloidi aga~ pfere propriamente dette e deVe rocce di appnrenza primor~ (Hale che trovansi a queste legate. V autore in quest' ultima vartil it\liana. 40S si assume di mostrare ossei'e insussistenti le criticlie espo-= Ste nella lettera pubblicata in questo gioniale ncl geiinajo del coneate anno intorno alle osservazioni da lui fatte sull' origine secondana del granito ne' monti del Tirolo. Speriamo che il conte .Marzari-Pencati trattera quest a materia in un niodo conveniente e proprio di persone dotte e bene educate , senza entrare in motteggi pei sonali come pur troppo mostrasi inclinato di fare neiravviso che ab- biamo sott' occhio , dove parla del roinanzo del sig. Partsch, ecc. Egli dovea vedere dal nostro cenno che il sig.' Partsch appunto non anietteva alcuna opinione sua propria in pro- posito , nia non faceva che ritVrire quella del Ijarone De Buch. Noi lo invitianio a darci dei fatti e delle osserva- zioni ben I'ondate e di stringere le sue osservazioni nel minor giro possibile di parole. Sapere ie cose non basta, bisogna saperle comunicare agli altri, bisogna farsi leg- sere e farsi intendere. Opere in versi e in prosa^ di Giuseppe Barbieri. "— Padova^ 1821, per Valentino Crescini , in 12.°, tomo i.° al 4..° Memorie storiche detla cittd e del territorio di Ti'ento, del conte Francesco Vigilio Barbacovi , cancelliere emerito del gut Frincipato di Trento , ecc. Parte prima. — Trento., 1821^ dalV I. R. Stamperia Monauni , in S.'' di pag. 146. Le opere di Buffon niiovamente ordintite ed arricchite della sua vita, e di un rasguaglio dei progressi della storia naturale dal 1 ^5o in poi , dnl conte di Lacepkde. — Prima edizione italiana udorna di nuove e diligenti incisioni. Volumi i6.°, di pag,. 556, e 18. ° di pag. 562 m 8.° — Venezia, 1820, al negozio di libri all' Apollo. II siguor Missiaglia prosiep,ue coraagiosamente la pubblica- zioiie di queste' opere. Eccc> T indice de' suenunciati volumi. Vol. 16.* — Quadrupedi — Le mofettp , la mofetta del Chili, il peiiaii ed 11 visou , il zibellino , il tarsiere, i luaki , il lovie , il loris di Bengala , il piccioio ruaki grigio , il vari. Notuencli' tura delle sciniie, gli ovang-outaag o il por.go ed d jockf, »l 4o6 APPENDICE 8,ibbone , il piteco , il clnocefalo o niagot , il picciolo cinocpfalo , il j^appione o babbuino , il babbuiuo de'boschi. il babbumo di gambe Jung)ie, il babbuino ih ninso da cane, il choras, il Qiandrillo , 1' uanderu ed il lowaudo, il niamnione , il luacacci ed il ciufl'etto , il macaco di coda corta , il patassu , il patasso di coda curta , il lualbriicco ed il beirptto cliinese , il iuan2,ibei, la bertuccia, il bertuccio , il callitrico , il niustacchio , il tala- poino y la luonna di naso Iiingo , la nionna di niuso liingo , la monna coronata , la niouna col rajipuccio , il naso bianco , la monna di naso bianco prouiinente , il roloway o la palaana , la uionna di faccia purpurea, la uionna con criniera, la nionna negra , il duco , i sapaji'i ed i sagiiini , I'uarina e I' aluate , il coaita e T evquiiiia , il saju bruno ed il saju grigio , il sai , il saiiuiri, il sajii negro, il saju conuito, il saUi , 1' yarclie specie di saki , il taniarino, il tamariuo ne'gvo , T uistiti , 'I niankina , il sanguino o sciiuia noiturna , il pinclie, il uiico. Delia degene- razione degii aniniali. I niuli. Tavola di raggiiaglio della fecondita degli aniniali. Della mnia , il gnu o nin , del gnu del prof. AU lamand , V aye-aye , 1' an minio , il dauian-israele , V aico , il ratto di Madagascar , il taguan o grande scojattolo volante , lo scojat- tolo grande della costa del Malabar, lo scojattolo della costa del Jladagiscar , i gherliuglietti. Notizie di alcuni animali de' quali non fii fatta menzione net- corso dell' opera. La vacca di Tarta- ria, il tolai, il zizel, ilzemnt, il pouc , il peruasca , il souslik, la talj.a dorata , il ratto d' acqua bianca , il tayra o 11 gale- m , il filandro dl Surinam, T acuchi , il tucan , il topo ragno del Brasile, 1' aparea , il tapeti , le foclie, le vacclie marine ed i laniantini , le foclie, le foche setiza orccclile, !a gran foca di faccia rngosa , la foca di ventre bianco , la Toca coa cappuccio , la foca a Uiczza lima, la foca neit-soak , la foca taktak del Kanitschatka , la foca gassigiak , la foca comune , Torso niarino , il leone iiiarino , le vacclie marine, la vacca marina, il dugoue , i lamanriiii, il gran laniantino del Kanitsrliatka , i! gran laman- tino delle Anrille, il gran lamanfino del mare delle Indie , il picciolo laniantinn tl' America, il picciolo laniantino del Sene- gal. — A qi^esto volume v' ha unita la (ptinta distribuzioue di tavole contenente Y7 Ogure. Volume 18.° — Uccelli. — II casoar, il dronte, il solitario a Tuccello di Nazzaro. L' ottarda , la picciola ottarda. Uccelli srra- nieri clie lianno analogia colT ottarda : il loiiOng, 1' ottarda d'A- frica, il diurge ossia media ottjrda delle In7o- ria deaU uccelli coll' 8.' distribiizione di tavole, e il 34.° die tratta de' quadrupedi oviperi colla i3.' distribuzione di tavole. P I E M O N T E. Albii TiBULLi carmina quoe exstant omnia ex ircen- sionc F. WuNDERLicHii cum itotis G. Heynii. — Angustce Taiirinorum , 1821, ex typls viduce Pomba. Tom. I et II in 8.° gr. Ancora una bella produzione dci tordii della vedova Pomba e (i£;ll. Con-e solo il terz' anno , daclie quei tipografi liaiino in- >urapresa 1' edizione dei latini sorittori , e gia vlene alia luce il decimo volume , die i versi dolcissmii prestnta del tenero Ti- lullo. Seiiibrano questi , come nella prefazione si osserva, sdruc- ciolati dalla penna delT elegantissinio scrittore , si grande e la eemplicita non affcttata dello stile ed una certa piacevole ne- gligenza, die 1' animo e la mente dipingono delT autore uiede- simo. Si e tentato altresi in qiulla breve prefazione un con- fronto coi versi di TibuUo delJe j-oesie onenrali, |;ersiane special, niente ed arabiclie, Jelle quali un sagi^io pubblito C//^/ie//«o Jones, e di quelle i.\\ Jnac-eoiiCe , le quali lutle sclierzevoli , ed andie taU volta lasrive, I'aninio disposto niostrano ad una poetica tristezza, e nifiggioruiente per tal iiiodo incatenano 1' animo del Irttore. Tihullo ama , si duole, si sdegna , e con inganno felife passa da una in altra gentenza, il die a soniuio artiJlzio dee ieputarsi. Cos! , dice r editore , le Grczie o I' ELe di Canova ammiiando , sedotti dalla bellezza inir.iitabile deHe forme , facilmente si scor- dano il mar-nio e lo scal| ello. 11 testo e emendaro secondo le cure del Wunderlicino , suc- ceduto vAV Heyiie , die giovane da prima, jioscia in eta provetta, preso aveva con grandissinio amore ad illiistrare Tilu^/o ; man- cato ai vivi andie il IVtnidciticliio , sottcniro ad efso il Dissenio , il quale finalmente le Tibulliane elegie jiubblico ni Gottinga nel- Tanno 1H17. Trovasi adunque in questa edizione il tesio Wun- derlidiiano colle intere note dei ire dottissinii inrer] reti. Precede una breve prefazione del DisseniP |>rofessore di Got- tinga ; seguono le prefazioni ilt-W Herne ■, nelle quali si lagiona della lezione di Tibullo per u.e>zo dei codici e ciplle edizioni propagata , e la vita di Tihullo sfiiffa dal nosiro dotiissm.o' Volpi. Trovansi quindi nel prinio volume lutti i \*r\*i del poe- ta, ed una raccolta di vane aggiunie e conezioui apj: arienenti PARTE ITALIA?TA. ^Cff alle notizie letteiarle di Tihullo , piibblicata dal Dissenio me- desimo ; trovasi pure un cgxifronto del codice pangino di Tihullo e delle due edizioni princifji dell' anno 1472 , toll' edi- zione deW Heyne e del JVuuderliclno. Si chiude il volume cou ti'f indici, uuo del quali co) iosisoiuio de' vocaboli tlbiilliani. Nel secondo voliinie f ontcnaonsi le osservazioiii perpetue su tutte le elegie di Tiiullo dei ire diversi interpreti , e special- iiieute deir Heijne e del Wunderllchio ; e per ulumo si h stam- }iata r elegia X del libro I , tradotta in greco da Federico Mo- rellio , la quale non trovavasi se non stampaia in fo>glio sepa- rate o unita a una rdizione ravissima di Catullo . Tibullo e Pro- perz'o , dal Morellio iiiedesiiuo jnibblicata nel 1604 in Parigi. Progrediscano pure aniniobi i tipografi torinesi in questa glu- riosa loro inipresa , della quale gia altve volte ludauinio 1' ele- ganza dei tipi , non nieno che la correzione de' testi e delle note. JSiblioteca classica itallana ad uso della gioventu. — > Torino^ 1821, volume 1° e 2.?, in 12.°, prezzo lit: 5 24. DUCATO DI PARMA. // libro primo e il secondo delV Eneide di Firgilio , ridotti ill ottava rima da Qioirinui Andrea delV An- GUiLLARA , or diligentemeiite ristampad ,• con prefa- zione di Michele Colombo, le notizie del tradut- tore e le annotazioni scritte dallo stesso Colombo. — Parma, 1821 , per Q. Paganino, i/i 8.", dip. 284. Kovella di messer Agnol FiccioxE , non piii stam-^ pata. — Parma., 1821 , per Giuseppe Paganino, in 8.°, di pag. 22. Ccnni intorno a Cosmo L e Pietro Lcopoldo gran-' duchi di Toscana , di Michele Leoni. — Parma , 1821, per Giuseppe VA^i\n\i\o., in 8." di pag, 3fj. GRANDUCATO DI TOSCANA. Nuovi elcmenti di hofanica di Gaetano Sati , profes' sore di botanica, ecc. — Pisa^ 1820, pel Nistri, in 8." II noiue del celebre autore raccoinanda abbastanzi quest' opera ove ordinatamente si espongouo i fondamenti della filosofia bo- t}taica e qu«ato ai prmcipiaati occorre Ui »apere iatoruo alia 4TC ATPrNPinK Ceiologia vrpetabilf ; argonientn per altro rlip fu piii cstegiraente trattato dal gig. Pollini ne' suoi 5le'«enti di botanica. L' opf^ra ternima con uii prospetto dei sisteiiii di Tourncfort , ill Linneo, di Jiissieii ; ma quest' ultimo ^ stato a' tempi nostri in varie e nioltiplici guise ralFazzonato da colore clie si faiino seguaci di quel capriccioso sistema die s' intitola natuvale. Monumentl etruschl o di ctriisco iwme^ dbes^nati, in- ctsi , illustrati e pubbllcati dal cavali.ere Francesco I^.'GHIRA^rI. — Alia Badla di Fiesolc , 1819-1 831, dai torclii deir autore , fascicolo i.^ al 14/', m 4.°, con figure colorate. — In Milano si ricevono ic a si legge qnanto segue : " La felice riuscita ed il nuniero straordiiiario degli •/ aluaiii -die da tre lustri soltanto in ispecial niodo cor >j rispoadouo alle provide iiitenzioai della sovrana muni- ■I ficenza attestano luminosaiiionte 1" utilita delle praticlie •I stabilite tra noi iielle delineazioni ed istituzioni architet- >; toaiclie attuali. Non devcbi passar sotto sileazio che sotto '> qupsto rapporto e esclusivamciitc dovuta la lapide d'onore » al ijeneinerito I'u cavaliere professore segreiario Giuseppe » Zanoja ecc. >> Cio pare cbe voglia dire in buon italiano, che prima del millantati tre lustri non si sapcsse insegn.ire T arcliitettura con profitto iti questa iuiperiale reale Accadeuiia ; che i j)vecedenti professorl che la insegnavano non conoscevano le praticlie ueccssarie alle ])uone delineazLoiii ed istituzioni crchitettoniclte, e che per cio pochi alunnl si presentavanp PARTE ITALIANA. 4l5 all§ loro lezioni ; die il Covcrno , padre e tutore di tutti gli stabiliuiei.ti , the veglia iudefessamente alia pubLlica istruzioue, si era lasciato ingamiare , e clie sino allora la swrana munificeiiza avea. ^ettat'i i suoi tesori^ die il corpo accadenuoc die ha decretaie le due iapidi ai due proi'es- 9ori Giuseppe Pierniariui e Giacomo AlbertoUi , era uii corpo d'uoiniiii inetti die non conosceva il merito delle per- sone, poiche la lapide d' oiiore era escluskamente dovuta al fu cavaliere professore segretario Giuseppe Zaiioja. Voi , aniico carissiino , die sieie gioviue e forse poco istrutto delle cose passate della nostra Accadeinia, potreste cadere in errore e credere quanto il sig. architetto Carlo Aniaii asserisce nel sopraccitato pai'a ^rafo ^ ma io die sono vecdiio testinionio di tutto il corso dell' Accadeniia stessa fin dalle sue istituzioni , e die amo la verita delle cose , vi mettero al cliiaro degli studj fatti prima dei tre lustri dai molti vaForosi scolari d' architettura di que" tempi- fa- ceadoveae in succiato la storia genuiua. L' auno 1776 al 32 di gennajo sotto i felicissimi auspici deir immoitale impcradiice Maria Teresa venne aperta ia Brera 1 imperiale reale Accademia di belle arti. Giuseppe Piermariui di Foligao allora architetto dicorte, uomo di molto sapere e di straordinario ingegno, come lo dimostrano • le molie sue opere, venne nomiuato professore d"architet- tui-a. 1.1 breve tempo per la sua cbiarissima fama la sua scuola divenne nun.erosa di alunni si dello Stato che esteri^ egli insegiiava 1' architettura in tutta la sua estensione, in- clusivamente la pruspettiva , e topri questa cattedra sino airanno 1798. In quello sp^izlo di ventidue anni di tempo sort! da quella scuola un numero si grande di A'alentis- simi architetti ed ingegneri, che se tutti volessi annove- rarveli, riempirei questo foglio. Yi Isastera di sapere che tra i molti architetti Leopoldo Polach , Marcelllno Segre, Giacomo AlbertoUi e Giovanni Perego, plttore scenico, gia estinti , lurono di quel corso, come lo fuioiio tra i viventi il cavaliere Luigi Canonica, architetto dclF I. R. Corte , e Paolo Land riani, architetto e prttore scenico, nomi chiaris- simi, come voi ben sapete , a' quali aggiungo gli archi- tetti Pietro Gilardoni ,• Gaetano Faroni , Girolamo Arga- nino , Pietro Pestagalli ecc. , uoniini tutti the hanno il- lustrata la patria colle loro grandiose opere o co'loro ia- segoanienti. 4l6 A P P E N D I C E L' illustre consesso accailemico in consklcrazioae Jell' alto nierito del professore Piermaritii voile a sue proprie spese segnalare la mcmoria di un tanto nomo col fargii imial- zarc vin' onorevole lapiile nelle logge clcU' I. R. Palazzo delle scienze ed arti die voi avete veduta e di cui piii volte mi avete parlato , doniandandonu se era quel Pier- marini autore del diseguo di ijnesto nosti'o Jjellissimo tea- tro della Scala, Lasciata da Pierniariui la (■nttedra come sopra , veiine Conferita al valeiite suo allievo Leopoldo Polacli, che per alcnne vicende de' tempi noa arrivo a coprirla due interi anni. Nel 1799 fu nominato professore Giacomo Alber- tolll, altro allievo di Piermarini, come vi ho detto di so- pra , che gia era stato diversi anui professore della stessa facolta nell' Universila di Padova. Questo arciiitetto Jilosofo . che co' suoi insegnameati e colle sue dottrine architettouiclie sapeva si Ijeiie iiifiam- iiiare i peiti de' valorosi snoi alunni all' amore dell' arte , venne colpito da impvovvisa morte il sei di geniiajo i8c5, con graiidissimo dolore della brillante sua scola- resca, cosi che cinque soli anni in circa ha potuto inse- gnare 1' architettura in quest' Accademia , ma che si possono valutare per cinque lustri jjer 1' utile pubblico che ne e omerso , cioe pel raolto sapore acquistato dal grandissimo numero di scolari che in qu6l periodo di tempo accorre- rano alle sue lezioni , e voi lienclie ancor giovane non e possibile che non abbiate inteso a raccontare da' moki suoi allievi . che dovete conoscere , testinionj* dello sqni- sito modo de' suoi insegnairenti, i quali vi avranno detto ch' egli pensava a formare degli architetti intelligenli e conoscitori del vero bello , scevri da' partiti sempre dan- nosi a' progressi dell' arte ; ch' egli faceva vedere e toe- care con mauo a que' valorosi giovani dove si deblja at- tingere il buon gusto dell' architettura si dagli antichi clie da' cinquece&tisii legislatori ; che moltissime volte dopo le sue ordinarie lezioni della scuola conduceva P intera scolaresca in giro per la citta per farle vedere qualclie cattiva fabbrica , additandole il pessimo gusto della mede- siina , accio sapesse con giudizio " c slcurezza evitarlo , e die indi conducendola sopra a delle buone le faceva fare de' ben ragionaii confront!, animandola a misurarle, consi- rierarle e tUseguarle. Avrete pure inteso a dire die era PARTE ITALIANA. -417 conoscitore profoiiilo del vitruviani precetti , che sapeva farne conoscere i pi'egi agli altri librai di Venezia e delle princi^jah citta d' Italia di- stributori del Manifesto. Venezia, il 1 iuar«o 1 822. Pietro Milesi Editore. 420 APPENDICE Elenco delle fnitta pubhlicatc ncl prima anno dalla Data Pizzagalli e Dc Gaspan e coinp j/ientc la Pomona in nlievo. 2. 3. 4- 5. 6. ?■ 8. . 9- lO. 1 1. 12. PESCHE. Pescn priniaticcia hianca. Loiub. pcrseghino tem- porito. Pesca priinaticcia rossa. Pesca alberges biaiicn. Pesca alberges duracina. Pesca alberges cera^a. Pesca nivetta. Pesca poppa di Venere. Pesca alberges rossa. Pesca reale. Pesca j^orporiiia tardiva. Pesca cotogna duracina. Pesca S. Martiao. MAN-DOI'LE. Mandnrla zaccai-ella. Mandorla comune. ALEICOOCME. Alljicocca primaticcia hian- ca. Albicocca meliaca comune. Albicocca pesca. TBUGNE, Prugiia imperia'e violetta, Prngna susina. Prugna damascena d" I- talia primaticcia. Loiiib. massina. , Pru-na reale di Tours, Pruqjna perniciona rossa. , Prugna damascena rossa. , Prugna damascena vio- letta primaticcia. Prugna primaticcia di Tours, . Prugna primaticcia bianca. . Prugna torlo d' ovo. i3 Prugna di Germania. Prugna di Gerusalenune. Prugna mirabella piccola, Prugna perniciona bianca. Prugna variegata di Bru- gheria. Prugna settembrina. CILIEGE. Ciliegia duracina grossa, Lomb. gallione. Ciliegia visciola nera. Ciliegia visciolona dura- cina chermesina. Ciliegia visciola duracina cbermesina. Ciliegia visciola duracina chermesina rossa, a frut- to piccolo. Ciliegia cuor di piccione. Ciliegia visciola duracina a frutto scuro e carne rossa. Ciliegia bianca. Ciliegia amaraschina. Ciliegia amarasca pallida. Ciliegia primaticcia di INIontreuil. Ciliegia amarasca nera. Franc, a picciuolo lungo. Ciliegia amarasca di Poi-- togallo. TERE. Pera moscadella piccola. Petit niuscar. dei Frances i, Lomb. pero S. Pietro. Pera S. Giovanni. Pera moscadella Roberto, Pera Maddalena. PARTE ITA.LIANA 5. Pera sette ia bocca. 6> Pera piccola nera. 7- Pera di Silieria. 8. Pera amire Joaanet. 9- Pera di Cipro. lO. Pera bnon cristlano d'e^ state. 1 1. Pera bellissima d" estate. 13. Pera bacata. i3. Pera ambretta. 14. Pera burre bianca. i5. Pera buoa cristiano di Spagna. 16. Pera grassa biancbetta. 17- Pera Martin secco. 18. Pera Quaina. 19. Pera bergamotta. ao. T era. Nouselet d'inverno. 21. Pera buon Lui;ii. aa. Pera spina carpi. a3. Pera Ak! mon Dieii d'estate. 24. Pera iiianchetta d'inverao. 25. Pera reale d" iaverno. 26. Pera dorata d" iiiveruo. 27. Pera Carlotta. 28. Pera biirre scnra d" iii- verno. 39. Pera ruggine. 3o. Pera spadone d* estate. 3i. Pera di tutti i tempi. 3a. Pera Bussy de la Motte d'estate. 33. •Pera burre d" iiivemo. 34. Pera amniiraglio. 35. Pera Bussy di Montigny. 36. Pera drappo di Siberia. 37. Pera a fior doppio. 38. Pera screziata svizzera. 39 Pera burre d* inverno. 40 Pera burre d' Ingliiltcrra. 41 Pera imperiale a foglia di rovere. 421 42. Pera ^Liria. 43. Pera spadoae d'iaverno, 44. Pera S. Germaao gros- sissiina. 45. Pera gnocco d' iaverno. 46. Pera imperiale a foglia di rovere d'estate. 47 .Pera buoa cristiano. Lomb. zuccolo d' inverno. 40. Pera limonciua. 49. Pera rossa d' estate, gros rousselet. 50. Pera Carlotta bianchetta. 5 1 . Pera Ijrutta e buoua d' estate. 5a. Pera virgolosa ruggine. P.IELE. 1 . Mela d" Abtracan traspa- rente. 2. Mela S. Pietro. 3. Mela renettad'Ingbilterra. 4. Mela spina franca d" e- state. 5. Mela Ramhur franco. 6. INlela d" Astracan opaca. 7. Mela Faros piccola. 8. Mela Cesiaa. 9. ]\Icla Calvilia rossa. 10 INIela grauata. 1 1 . Mela renetta dore. 12. Mela francese. I 3. Mela renetta grossa (Lomb. popino). 14. Mela api francese. 1 5. Mela api uero. 16. Mela renetta rossa. 17. Mela postofFa d'iaverno. 18. Mela carla. 19. Mela bolaie. 20. ]Mela coiogna. 21. Rlela renetta di Brettagna. 22. Mela bianca svizzera. 42 a3. a^. aS. 26. 37. a8. 29. 3o. 3i. 32. 33. 34. 35. 36. 37. 38. 39. 40. 41. 4a. 43. 44. 45. 46. 47- 48. 49. 5o. 5i. 5a. i. APPEND Mela paravisana. 6 Mela del filo. 7 Mela. Lonib. poniella. INlela api francese piccola. Mela rosa. IVIela Male. Mela Stetin. Mela Calvilia blanca. Mela melone. Mela di ghiaccio. Mela nera di Siberia. Mela renetta dorata. Mela renetta reale. Mela capendit rossa. Mela renetta grigiagrossa. Mela piccione piccola. Mela renetta nativa. Mela miisa. Mela renetta d' Italia. Lomb. popino. Mela spina franca bianca d' estate. Mela caravella bianca. Mela cotogna della China. Mela faros grossa d' in- verno. Mela capendii bianca. Mela S. Germano. Mela reale d' Inghilterra. Mela api d'' Italia. Mela spina franca d" in- verno. Mela finoccliietta rossa. Mela renetta del Piemonte. MEI.E ARANCIE. A rancia. Lomb. porno d*A- damo. Arancia forte. Arancia pompelmos. Arancia variegata. Aramia. Lomb. Napolino. I C E Arancia comune, Arancia del sugo rosso. CEDRI. Cedro della Cina o cedro arancia to. Cedro margheritino. Cedro Fiorentino. Cedro del Gorletto dolce Cedro della pittura. Cedro detto degli Ebrei. Cedro grosso della Ca- labria. Cedro S. Margherita. Cedro lima oblungo. Cedro spatafora. Cedro di Salo. Cedro lima rotondo. Cedro , ossia limone sca- bro. Cedro perettone. Cedro S. Margherita pic- colo. Cedro a frutto lungo. FICHI. Fico violetto. Fico brogiolto. Fico dotatto, ossia della gotta. Fico di Marsiglia. Fico di Rimini. Fico madama, Fico nero. Fico Genovese. Fico verdino. Fico passetto del Monte di Brianza. LAZZARUOLE. Laz7.aruola rossa. Lazzaruola bianca, SORBE. Sorha degli uccelii. PARTT 1TaMV?s4 Stespole. i. Nespola a frutto grosso. 2. Nespola senz" osso. 3. Mespilus. chamaemespilus. GIUGIOLE. 1 .Giugiola (Lomb. zenziiina). ULIVE. I. Uliva a frutto grosso. LAMPONI. t . Lampone rosso. FRAGOLE. I. Fragola silvestra. s. Fragola domestica. 3 Fragola a frutto bianco. 4 Fragola a frutto grosso. 5. Fragola ananas. HIEES. I. Ribes bianco. 4:23 Ribes nero. Ribes rosso. Ribes grossularia , ossia uva spina biancri. Ribes grossularia , ossia uva spina rossa. Ribes grossulnria , ossia uva spina gialla. vvz. Uva zibibo. Uva colbera. Uva aleatico. Uva settembrina bianca. Uva corinto bianco. Uva corinto rosso. Uva S. Colombano. Uva piccoletta piccola. Questa raccolta , die fa la meraviglia e la delizia dei dilettanti di questa bella parte d" agraria , sara termiiiata entro il corrente anno iSaa per cio cbe spetta alle frutta estive ed autiuinali, e avanti primavera del i8r3 per cio cbe rlguarda le frutta d' iiiverno. La Ditta Pizzagalli e De Gaspari, intenta piii all' onore delP impresa ed air uti- lita istruitiva de" suoi associati cbe al proprio guadagno , dicbiara d; non essere soddisfatta dell' esecuzioae delle u\e quanto al portamento principalmente del graspo , per la qual cosa intende nel prossimo autunno di migliorare sin- golarmente questa parte della sua raccolta adoperando i graspi natural! della vite medesima e degli stessi grappoli che si accingera d' imitare. Quanto alle altre frutta ella si lusinga clie non si possa spingere la verita , la diligenza, 1' esattezza piu in la. Prega per tanto i signori associati a non volere per ora farsi alcuna meraviglia sulla ripetizione di due o tre nomi medesimi dati a due o tre individui diversi della raccolta. II lavoro della noniendatura vcrra dopo. Bisogna prima presentare 1' oggetto al naturale , e poi coll' oggetto alia mano consultare i dilettanti , gl' intelligenti , i dotti delle diverse provincie e stati iV Italia e de' paesi stranieri. 424 APPENni CE Chiunque li;i votluta questa raccolta ha giudicato die cssa e indis])cnsabile per clii vnol usr.iie dal labiriiito iiitricatissimo delF iiicertezza della noineoclatuia. Essa e jndispensaljile parimente per chi lia vivaj di alberi frut- tiferi da fame commercio. II conipratore che vuole abbel- lire il suo i;iarditio, o il suo orto o le sue cainpagne di frutti scelti e dilicati, potra colla raccolta alia maiio pre- cisar nieglio gli oggetti da lui desiderati ; e il veiiditore potra regolar aipglio la quantita di quelli che piu meri- tano di essere inoltiplicati , perclie piii sopra di essi che sopra di altri cade la scelta de' compratort. La raccolta monta ora al iiumero di an individui , e costa italiaue lire 126 a prezzo d' associazioiie , cioe a centesimi 60 ogiii individuo. Sara compiuta coa circa 40c individui senza le uve, e costera italiane lire 340. Per que' signori associati che alP utilita deir istruzione vogliono aggiugnere T ornamento , e bravnano con questa raccolta abbellire i loro appartamenti , la Ditta Pizzagalli e De Gaspari fornisce delle campane di vetro cogli opportuni scabelletti a cinque a sei piani , sopra de' quali le frutta vanno disposte secondo 1' ordine di questo elenco. Non si poteva scegliere un oggetto piu lieto e nello stesso temjjo piu durevole che quello di tanta varieta di belle frutta tutte fresche , vivaci e ridenti che colle loro forme , coi loro colori ricreano 1' occhio e invitano anche quasi a odo- rarle e gustarle. Questa raccolta vedesi cosi disposta in varj appartamenti di coiti e ricchi signori di questa citta , e fu trovata degna di aver luogo negF imperiali apparta- menti di S. A. I. il Vicere e in quelli ancora di S. E, il sig. Presidente conte di Strassoldo. Tutta la raccolta potra contenersi sotto dieci o dodici campane, non comprese le uve. PARTE IT/iI-IANiV. 4^5 N E C R 0 L 0 G I A. Squarcio di lettera al sigaor Dlietcore della Bi.blioteca italiana. Amico pregiadssimo , Verona, il 19 febbrajo 182a. D, OLCISSfMO Gesii, ne' dolor niiei » Kicoiiosci a me cari i cloni luoi; " E se a te stesso dispiacer nou puei , '/ Rendi quel nierto a lor , die a me iiou del. » Con questi suoi veisi sulle laljbra spiio la notte del giorno i i febbrajo correiite il nonageaario abate Bartolo-. meo Lorenzi Veronese nalo il 4 giugno dell" anno 1732(1). Una tormentosa nialattia di urina lo tolse in poclii giorni a' vivi nel suo podere di Mazzurega, picciola villa in Valpollicella a poclie miglia da Verona, alia quale pre- feriva da parecchi anni quel campestre soggiorno amenis- simo. Ritiratosi cola in niez70 alia sua faniiglia,a cui era soggetto di venerazione, come ne forma va le delizie, ve- dea scorrere tranquillamente il lesto della sua vita , con- scio appena dei moiti onori che avea triljutato il m.ondo e tuttavia tributava all' eminente suo ingegno , alP esiuiin sue virtu ed alia moltiplice sua dottrina^ e senza occuparsi quivi decisaniente dello studio, lo alternava piu volontieri colla geniale applicazione alle cose d' agricoltura in cui era peritissimo , sia per teorica speculazione, sia per le con- tinue praticate esperienze; delle quali cognizioni gia mani- festate in divei'si scritti , di cui arriccliiva la Veronese Accademia agraria, basterebbe soltanto a far fede la sua Monteide. Ma non e questo il maggior merito clie gli de- riva da un tale poema, il quale altronde gli valse a ren- dere inimortale il suo nome e procurargli uno de' piii (l) La Gazzetta privilee;iata di Venezia a3 febbrajo contiene nell' ap- |>endice un rajjguaj^Iio blogra&co di queito poeta , e tlii per improvvi sati ai punto di spirare i quattro ver i da noi e da lei riportati i raa qui giovi per ia verita avvertire che qaci verai apparten^oiio a uu ^ua com- -{railimcnto inedito ia quadernar) iutitoLto tfedismioni Ji un so/iturio- 4^'> A I' PENT)! CE glonosi ?<'ggi ill Pamaso, seiizadiche gla goileva a giustd titolo la lama del piii digaitoso e felice iinpiovs'isatore de"* tempi siioi. E quanto feconda e ricca fosse la sua vena lo dimostraiio i molti versi ora ispiratigli da estro ipou- taueo , ora dettati per eccitanicuto di amichevoli uffiij^ed il suo Pciftore pubhlicato due aniii sono fa conoscere come sd onta delP eta senile rimanesse tuttavia vivace, pronta e vigorosa la sua poefica fantasia , T ultimo parto della quale si fu il capitolo in morte dell' abate Clemente Bondi. Questo compoaimento, clie potrelihe dirsi il canto estremo del cigno , non ebbe egli la compiacenza di vederlo alia luce colle stanipe , ne di saperlo geiierosamente accolto e premiato dalla raunificenza deir Arciducbessa Maria Bea- trice d'Este, che ne' niigliori anni di Ini avealo alia pro- pria corte ricolino di liberalita e onorificenze. — Ora ap- pena pubblicato mi fo premura di spedirvelo nella Iiisinga cbe siate in tempo di dargli luogo nella vostra Bililioteca di cpiesto mese con qualcbe cenno intorno n si celebre personaggio , rincrescendomi di non potere nelle angustie del niomento offrirvi piii particolari biografiche notizie, che per altro si stanno adesso raccogliendo con diligenza da chi e gia pronto ad onorare la memoria di tant' uoino con xm condegno elogio , mentre altri amniiratori ed amici con- cittadini dell'illustre defunto aguzzano il poetico ingegno a bandirne fra poco le laudi in una solenne accadamica radunanza. ERRATA-GORRIGE Tomo 25.° "g 55 lin. 29 discatorato I'gg'- discastorato » i68 u g E per veriti » E per verita » 176 »> 7 E duDque » E dunque » 30 3 ~ 6 E raro V E raro » aa5 » a5 e cosi detto . » e cosi detto " a5o » a 11 che, posto » 11 che posto . '* 267 r> a5-26 sauguigne " sanguigua Giuseppe Acesbi , direttorc ed edltore. 427 INDICE delle materie contenute in questo XXV volume. PARTE I. LETTER \TURV ED ARTI LIBER A.Lt. D. ' rsttRTAZloiri dell' Accademia roniann di archeologia. Tomo I , parte I ......... pag. $ Storia e descrizione del Duomo di Milano , di G. FnAVcaETrr . •• aa FamigUe telebri italiane , del conte P. Litta. Fascicolo 5." Cesarini e Peretti . . . . . . , . »33 Opere tealrali di Stunislao Marchisio, Vol. 4.° . . . » 48 Osserva-zioni , inedite , sopTa la favolerta esopiana ...» 47 Idem ( continua7ione ) ....... » aSo II Cadmo, Poema di Pielro Bacholi ( 1° estratto ) ...» 14$ Deir itlgiuria , dei danni , del soddisfacimenro , ecc. Dissertazione di Mehhiorre Gioja { i° eJ ultimo estratto. Vedine il i.° nel volur- me 24.°; pag. SoSj ........ n 167 La Donna del lago. Poema di Waltsr Scott, tradotto dal cav. P.*** » 179 La Damn del lugo. Poema di Walter Scott recato in versi italiani. da G. Imdelicato . . . . . . >■ ivi Fasti di Milano , o qiiaJri slorici detla cieta e provincia di Milano. Fascicoli i." a/ 6.° . . . . . . . . » 19& Tragedie di E^ckilo , tradotte da Felice Bellotti , . . » 198 Storia deW antica Greda, del conte V. Draco. Vol. 1.° e a.° . « 24a, Viaggio al Mella , al Clisio , ecc. Poemetto di A. Bvcceliehi . » 267 Per le sponsalizic della nobil domella Giovanna dei conti delta Soma- glia , ecc. Epistola dell' abate L. Polidori . . . . » ivi PARTE IT. SCIENZE ED ARTI MECCA.NICHE. Sxercitatiows pathologicce auctore Jo. Bupt. Falletta (1° estratto) pag. Sg Idem (3..° estrat'o ) . . . . . . >. 3 1 1 Descrizione ( inedita ) del monte Soratte , del sig. Bboccbj . >■ 74 Zffemeridi astronomiche di Miluno per P anno i8ai, calcolate da E. Brakbilla. Con appendices . . . • » 8l Idem, per 1' anno 182a, pure con appendice . » 85 Oitervazioni narurnli (inedite) tulle spelonchc di Adelsberg in Curnio- ia , del sig. Brocchi . . . . . , . v 27$ Aimali di medicina prdtica compilati nell' Istituto clinico di Lucca da G. FRMtcsscat' ' . , ■ . ■ . ' ,■ . . r 292 4^8 I N D I O E. JSemorie della Socitt'a ilniliana delU scifme rctidtn'f in Mod-na. Tomo 1 8.°, fasiicolo n d'Ut Memori- at fsica (i° i-struro ) p.iR. 3oa Osser.azioni ihimico-minralogiche lopra alcvnc sostt-nze the si trovuno n til' liiva di Capo Ui Bove , di P. CARrr . » ivi D 3o5 Q'lar .jitti piante ntiovc del BrasiU , raccolte e descritLe da C. S.4DDI ......... 3o9 Amours dfs satam^ndres aquatiques , etc. Ouvrage du docteur M. Rvscost » 3a9 Leiioni d' introduziune al calcolo sublime , del prof. A- Lottebi » i^o Squarcio di lettcra del sig. CiSTELLAnt intorno un nuovo metodo di os- tervazioni idraulico-meteorologii.he ...... 847 APPENDICE. PARTE I. SCIENZE, LETTERE ED ARTI STRA.NIERE. Crenaehe deW {. B. Istituto politecnico di Fienna Vol. 2 : pag. 94 Stato prcsentaneo dell' artu di far la hirrti in Inghilterra . » ivi Idem, (continuation'; e fine ) ...... n 334 Sebastiani CiAnri. Novum ex^mn lo i Liiiani de legatis Romanorum Athcnas missis ut exs:ril> 'rent Ifges Solonis . . . • » 101 Tstratto della relatione inedita d' un viaggio fatto ncl 1820 nel regno di Bcnino da John KiNC ........ 365 CoRRiaronnBKzA ...,.....» 104 Scoperte geologiche del conte Marzari-Pescati in Tirolo esuminate da Li^opoldo De-BvcH ........ ivi Flora sicca martinicensi , altre fiorc ed oggetti vurj di storia nntu^ rale, presso F. W. Sieber a Pruga , per associazione . >■ io5 Azione per I' acquisto di oggetti di storia naturalc da raccogliersi in un viaggio che intraprende il suddetto Sieber . . » 370 NOTIZIB LSTTERAKIE EO JNXVNZT . • . . • » IO7 Letterati che abitano in Dresda ....... ivi Oggetti di storia naturalc raccolti al Brasile . . • » io8 Librerie e stamperie a S. Pietro/urgo , . . . » 3^9 Prezio del lavori lett.:rarj di Walter-Scott , che gli u da dai liirai d" Inghilterra . . . . . . . . . » ivi Giornali e popolazione del Porto gallo . . . . • » 370 Nuova cura delP idrofobia . .....'" ^7^ Lettera di un uficiale del genio italiuno al seraizio del Bascia di Egitto , datata da S<:vr\.iar . . . . • • >> 375 I N D I O E. 429 PARTE II. SCIENZE, LETTEUE ED ARTI ITALIANE. OrBKS rzRioDicHE ......•• pag- 1 10 Antologia di fir erne , fascicolo ii.° ' . . . - » ivi Idem, fascicolo ia.° . . . . • • • » 38o Idem, fascicolo i3.° . . . . . . . » 381 Idem , fascicolo 14.° ...,...» ivj Gioniale arcadico di Roma, fascicolo 34.° . . . »> 111 Idem, fascicolo 35 ° .... • . . » iia Idem, fasci'olo 36.° » 38a Xffemeridi letterarie di R»ma , fascicolo i3.° . . . » lia Idem, fasci olo 14.° ,......» IVI Giornule di fisica , chimica , storia naliirale , ecc. de' professori P- COSF CLiACCHi e G. Srvcnatelli di Pavia , timestre 6° del i8ai . . . . . . . . . "379 Idem, bimestre 1.* del 182a . . . . . . »• 3 8o Giornale enciclopedico di Napoli , tomo 4.° del 1820 . » 38a Idem, facis'.olo i.° del i8ai ....... 383 Idem, fascicolo a.° ...,...» 384 SlBLIOCRAriA . . . . . . . . . »Il3 B gno Lombardo-Veneto ........ ivi Oizionario etimologi:o di tutti i vocaboli usati nelle science, ecc. che traggono origine dal greco , di A. Bosavili.a. Tomo 5.° ed ultimo ...,.....» ivi Storia del/a Francia del conte di Secvk. Tomo i.° . . » ivi Bitlioteca tedesca , del prof. I. Akcekti. Vol. l.° e a." . » il5 Delle proprieta vitali deW utero gravida, d.l dotl.D.MEii . » 117 Di^ionurio portatile italiano-tedesco e tedesco italiano . >■ 119 Baccolta d' antithita greche e romune ad uso degli artisti , dise- gnate e incise da G. BicNOti- Fascicolo 2..° . . . >> lao Biblioteca elassico-pittorica ....... ivi Colleiiune de' Clatti. i metafisici . . >■ laa Zpigrammi di marzialc , recati in versi ituliani da P. It. >> ivi Osiervazioni sulla dottrina del cenello. Parle prima . 7> 124 Viaggio al la go di Como , di D. Bertolotti . . • "ivi Iseoria d' JnghilctTTa di Dauide Hvkb , recata in italiano da if. Leohi. Tom. 5." . . . . . ~ I25 Colle-:ione de" Classici italiani del 18.° secolo ...» 385 Flora medica , del dottor Aleerti . . . >• 38g Hilano nuovamente descrilta dal pittore F. PiRorAuo . » 390 Frose varic , di Art'hea Mvitoiiui ..... 1. Sgi Compenlio di otserzaiioni clini lu sul vcnt^ggio dille mignutte , ill dotttr C, BiBt^o » 39} 4^0 I N D 1 O B. Sctccoica de/le migliori fahhricke di Milano. Fuse' 9.*— 12.° pag. 394 Prodromo delta grande aiiatomia, di P. MAiCAcnr. Seconds edl- xione , riveduta , ecc. , da T. Farhs^e . . . » SgS Ve' giudizj eriminali pel Began Lombarda-Veneto , istruzioni di C. REST! FE^KiKl . - . . . "391) Mstratti di lettere del conte Marzari-Pbkcati in appoggio delle sue scoperle geologiche fatce in Tirolo ...» 404 Le opere di Bvftoh , nuovamente ordinate , ere, dal conte di Lacbfbdb. Vol. i6.° e 18.* . . . . . » 406 Piemonte . , . . . . . , . . »i26 C. Velleii Pt.TBg.cVhi ....... « ivi Albii TiBOhhi carmina. Tom. 1.° « 3.° . . . . '■ 40ft Gran Ducato di Toscana . . . . . . . « 117 Oel metodo di estrarre la pietra dalla veicica orinario. , di A. VaCC^ BtBhlHCBlBBl . . . » ivi Nuovi elementi di botanica , di G. Savj . . , - n 409 Ducato di Lucca . . . . • » 410 Memorie intorno alia vita del senatorc Arnolfini . . r ivi Guida del forestiere per la citta e contado di Lucca . jt 41 1 Stati Pontificj . . . , . « 41a Descrizione delle immagini di Raffaello . ivi CoRRiirosoByzA . . . . . . >• 128 Osservazioni sulF articolo di questo Oiortlale concernente If Orazioni, di G, BiAMOUTt .....,..» ivi Idem intorno P articolo di questo Giornale sui primi 8 volumi della storia cT America . . . . . . . » i3a Difesa della vecchia scuola d' artichelettura di Milano , tacciata di inahilita dull' architetto Amati .....>> 414 JtOTtZlC LETTERARIB ED AS/iUl/ZT ■ ■ • • • • n I i>) Biblioteca di musica moderna , di G. Riccordi , anno 3.° » ivj pizionario unii'ersale di giurisprudenza mercanti'e, di A. Azvm » 14a Jtaccolta di epere italiane antiche e moderne . . . » 419 Pomona in rilievo ......•.» 420 Necrolocia. Abate Bartolomeo Lorenzj ...... 425 Brrata-corrige . . . . . . ' ■ • ■ >' 4"^ Tavola meteorologica di gennajo ......" 144 Idem di febbrajo ' . . . . . . ■ • » 43l Idem di marzo . . . . . • • "43a Milano , dull' I. R- Stamperla. j 4: JUN30 Osserv azioni meteorologiche fatte all' I. It. Osservntorio di B''era. F E B B R A J 0 1833. M A T T I N A. m N _ < s ERA. 6 6 — t " ? < 5; Stato del cielo d V 6 N > Stato del cielo. poll. liu.I 0 poll. lin. 1 28 2,4 + 3,0 N.. E i^uv. ser. 28 2,2 + 5,4 s 0 Sereno. 2 28 3,2 - 1,3 IS 0 Srreno, 28 1,9 + 4,7 0 Sereno. 3 28 1,8 + 0,3 N Nuv. ser. 38 0,8 + 5,3 s 0 1 Ser. nuv. || 4 28 0,0 + 3,1 0 \u. poc. goc. 28 0,0 + 5,0 0 Nuv ser. nuv. 5 ^8 o,a + 4,0 0 Nuv. nebbia. 38 0,0 + 5,0 0 Nuv. piovoso. 6 28 0,5 + 4-3 0 0 lNuv. nebb. 28 c,- + 5,5 0 Nil v. aebb. 7 28 1-7 + 4.'-' 0 N^b piov. 28 1,7 + 6,5 0 Ncbb. piov. 8 28 I 2 + S,c 0 Nebbia. 28 0,8 + 7,3 0 Nuv. rotto. ^) ^7 11,9 + 4v5 0 Nebbl^. !27 n,() + 6,6 s 0 Sereuo. 10 28 0,0 + 2,0 ^f NE Sereno. 128 o,c + 6,c s 0 Sereno. I i 28 0,8 + 2,0 E Ser nuvolo 38 1,*^ + 4,0 E Sereno. 12 28 1,3 + 1,0 N E Sf reno. 28 1,0 + 5,0 s 0 Sereno. i3 28 1,0 ^ 0,3 N E Sereno. 38 0,0 + 5,2 E Sereno. 14 28 0,3 + 0,4 K E Sereno. 38 0,5 + 5,0 S J Sereno. i5 28 0,6 + 1,0 E N E 0 Ndv. sereno. I28 i,c + 5,1 0 Sereno. i6 28 i,p + 0,5 Sereno. 38 1,5 + 5,c 0 Sereno. IT 28 1,9 + o,.S 0 NO Sereno. 28 0,8 + 6,0 6 0 Ser. nebbioso i8 28 1,0 + 3,b N Ser. nebbioso 28 0,4 + 6,5 8 0 Ser. nebbioso 19 28 1,^1 + 3,r E Nuv. ser. nuv. 28 1,0 + 5,8 £ Nuv. ser. 20 a8 1,3 + 1,0 SO Sereno. |27 10,8 + 6,5 S 0 Sereno. 21 27 9,8 + 3,2 E Nuvolo. I37 11,4 + 6,0 SE Nuvolo. 22 28 1,3 + 1,1 N 0 Sereno. I38 i,*^ + 6,2 s 0 Sereno. 23 28 1.3 + 1,5 E Ser. .. . nuv. :38 1,^' + 5,5 E Nuvolo. 24I28 3,3 + 0, 0 Sereno, J38 1,1 + 6,3 0 Sereno. 35I28 1,0 + c,8 0 Ser. nebbia. '38 0,8 + 8,2 SO Nuv. ser. 26I28 1,7 + ^,4 E Sereno. ,28 1,2 + 9,2 9 0 Sereno. a7!28 1,0 + -T,? N 0 Sereno. '28 0,0 + ic,o 0 Sereno. 28 28 3,1 + 5,0 E Sereno. 38 4,4 + 9,7 E Sereno. AUezza mass, del bar. poll. 28 lin. 4.4 Altezza mass del term. + io,3 Jiiiniina » 27 » 9,8 mini 11a - 1,3 uiedia ..37 >. 1,0 Quautica della pioggia uiedi lin. 5,31. a + 4,1 Ossen'azioni meteorologiche falte all' I. R. Osservatorio di Brera. ^mtmm ^naaH^ M A R Z 0 i8a3. M A T T I N A. Sera. "a d n 0 c Stato s i V 0 a Stato 5 .a 5 s < 2 del cielo. N — IK ,, u p ri a s 0 - ^ V > del cielo. poU, lin. 0 poll. lin. 0 I 28 4,7 + a,b N Sereno. '28 4,0 + 8,8 s e Sereno. 2 .38 3,6 + a,o N Sereno. 28 2,6 + 8,9 0 Sereno. 6 38 2,6 + 2,5 N Sereno. I28 1,8 + 9.5 0 Sereno. 4 28 2,r + 3.7 N Sereno. a8 1,1 + 9,8 s Sereno. 5 38 1..S + 3,0 N Sereno. I28 1,8 + 9,8 so Sereno. 28 i,<) + 3,0 N NO Sereno. 28 1,0 + 10,3 0 Ser. nebb. nuv. 7 37 11,3 + 7^3 + 5,4 N Nuvolo. 127 9,0 + 8,8 N Neb. piog. min. 8 27 7.6 0 Sereno. 27 8,9 + 1 1,0 NNO* Sereno. 9 27 8,3 + 3,3 E Sereno. 27 8,7 + 12,2 0 Sereno. ! "~ 37 9,7 + 6,5 S Sereno. 27 10,0 + 12,3 SO Ser. nebb. ser. II 27 9,8 + 6,5 0 Sereno. 27 8,5 + i3,8 0 S 0 Sereno. 13 37 10,4 + 94 N* Sereno. j28 0,0 + 14,3 N^ Sereno. l3 a8 3,5 + 5,0 N E Sereno. [28 2,0 + 11,0 E Sereno. 14 38 1,4 + 3,- N Sereno. ,28 0,0 + 1 1,0 0 Nuv. rot. ser. IS 28 1.0 + 4,'-» E Sereno. 128 1,0 + i3,7 0 Sereno. i6 28 3,4 + 5,5 N Sereno. I28 2,5 + 1 3,0 E iSereno. 17 28 3,0 + 6,0 N Sereno. I38 3,6 + 14,3 s 0 jNuv. sereno. 1828 1,3 + 7,5 K 0 Nebb. ser. 37 10,3 + 14^'' so* Nebb. ser. 19 27 11,3 + 0,0 E Sereno. 27 II," + i5,5 N E Nebb. ser. 30 38 1,0 + 8,5 S....E Sereno. 38 0,8 + 1:3,0 E Sereno. 21 2n 1,2 + 8,0 N Sereno. r.8 0,9 + 14,5 s 0 Sereno. 33 28 0,0 + 9,0 E Nuv. ser. 27 !0,R + 15,2 N* Sereno. 23 28 1,7 + 8,0 N Sereno. 28 1,4 + i4><^ N E Sereno. 34 28 O," + 7,C N Sereno. 27 11,0 + 1 3,5 s 0 Sereno. 2.T 37 IC,7 + 8.0 0 Nuv. ser. nuv. 27 9,8 + T4,<^ + 16,2 s ..E Poca piog. ser s 0 Sereno. 36 27 lO.i + 6,6 0 Sereno. 27 11,2 27 28 1,0 + q,5^ E Sereno. 28 1,4 + i5,6 E Sereno. 28 28- 2,0 + 8,5 N Sereno. 28 1,6 + IS, 7 S Sereno. ?9 28 0,9 + 9,5 ■N 0 Sereno , nebb. 28 0,7 + I'',2 N 0 (Nuvolo. 3c 28 o,-' + 9,0 S 0 Sereno. 28 8,4 + 16,0 s E jNuv. ser. 3 1 37 4,0 + 10,0 s 0 Nuv. ser. 1 ti 27 5.2 ■ + 1.^,5 NNO* 1 Ser. nuvolo. Altezza mas?, del bar. poll. 38 lin. 4,7 Altezza mass, del term. + 17,3 luininia » 27 » 4 c media "28 » Cjc Quantira della pio ggia lin. 2,3i. §^''^% YAH *^- s /^ «. ■■-'9^.