•^^^5y ^"^'-^ 1 BIBLIOTECA ITALIANA O SIA GIORNALE DI LETTERATURA, SCIENZE ED ARTI COMPILATO DA VARJ LETTERATI. ToMo XXVIL AlMJifO SETTIMO LugliOj Agosto e Settembre 1822. J^Q. MILANO PRESSO I.A DIREZIONE DEL GIORNALE Contrada del Monte di Pieta n.* 1254 Cnsa Caj dirimpetto al Borgo Nuovn. IMPERIALE BEGTA STA.MPERIA. II prcsente Giornale ^ con tutti i volumi precedend^ e posto sotto la salvuguardia della Legge , essendosi adrmpinto a quaitto essa prcsrrcve. BIBLIOTEGA ITALIANA ~9-*-<:>-»~ -o- PARTE I. ^ LETTERATURA ED ARTI LIBERAL!. Le rovine di Veleja misurate e dtsegnate da Giovanni Antolini professore di architettura ecc. Parte II. — Milano ^ 1822, dalla Societd tipografica dei Classici Italiani, in foglio. v_7"i.v'' nel volume 14.° di questa Biblioteca abbiamo renduto conto della prima parte di quest' opera. Ora annunziamo la seconda, nella quale V autore si accjgne a piu difficile impresa , cioe , com' egli dice , a far risorgere una citta distrutta da pochi e dispersi rimasugli. Non e questo , segue egli a dire, il caso di Pompeja, dove gli avanzi sono grandi ed in buon essere, mentre in Veleja le parti rimaste , tutte sono pressoclie distrutte dalla cafastrofe sterminatrice , erl anche dai metodi in- telici clie si tennero nel discoprire quelle reliquie. Si fece egli tuttavia a studiar bene il principio delle muraglie , a indagare le precise lore gros- sezze , le qualita e T andamento , e da quel poco ch^egli pote scoprire, essendo quelle ruine coperte per la maggior parte da macerie di sasso a seccc, giunse, assistito anche da una felice imraaginazioae, a formare alcune non irragionevoli congetture« 4 LE ROVINE ni VELEJA Si prcsentano aclunqiie in qncsto volume le spie- g.izioni ed aiiche le restaurazioni degli edirizj re- putali pill degni di riguardo , tenendosi priacipal- inente di vista la niassima di Aula Gellio e di al- tri classici, die le citta ninnicipali rendeaiisi piociole ininiagiiii di Roma , imitaiidotie gli iisi , F oidine civile , gli edilizj e massime i templi. Si romincia ncl prime capirolo dalla restaura- zione del foro , e si tratta dci monumenti in esso contenuti e degli edilizj che lo circondano. Le pro- porzioni del foro di poco dilTeriscono da quelle as- segnate da Vitravio ^ maestro della romana architet- tura : V area e sesquialiera o sia larga due terzi deiriiitera sua lunghezza. Da tie lad era circoti- dalo da portici con colonne , le quali verso le- vante e ponente al numero di sette formavano sei intercolunnj. D' ordine dorico scmplicissiino erano ((uelle colonne, come dai capilelli si ravvisa , e la largliezza degli intercolunnj fece alcuna volta sospettare die c[uesti diniezzati fossero da altre colonne. L' ordinanza pero dei portici e affatto con- forme ai precetli vitruviani. I fusti delle colonne rnedesime formari erano di mattoni intonacati di stucco: i1 non essersi poi trovata alcuna base, la- scia luogo a dubitare die alia numiera greca po- sassero iuuncdiatamente sal suolo dei portici , ele- vafo per mezzo di nno scaglione sopra al piano della piazza. Opina 1 autore die rimpetto al co- lo!'!ia(o orientale esistessero bottedie con una sca- If A , per la quale si ascendesse ad una strada posta dietro le nied-sime nella quale trovavasi una larga e profonda cloaca sotterranea. Frammezzo ad ai- cuni intercolunnj collocate erano tavole numilari , forse ad uso dei raccoe;litori delle pubbliclie ren- dite, o dei prestatori detti da Livio Mensard nummu- larii,^ die ora direbbDusi banchieri. In alcuni rot- lami addossati al muro a canto della scalea possono ravvisarsi gli avanzi di un' ara. Forse in fondo al portico orientale della piazza trovavasi il Calcidico, M1SURA.TE E t)I5ECNA.TE DA. G. ANTOLINI. 5 composto di quattro luoglii comuuicanti T uno col- r altro , die aucoia si ravvisano con un piede- stallo vicino , sul quale forse era posta una statua. Prende quindi avgomenro V autore a trattare in una nota dei calcidici , che di due sorta erano , cioe acressorj o pure isolati. Veggonsi ancora fra i colonnati due basamenti parimente isolati, dal di cui zoccolo appare die rivestiti fossero di manno. Si passa quindi a ragionare del tempio posto nel mezzo del lato settentrionale del foro , e questo era anfiprostilo tetrastilo, cioe con qnattio colonne da ambe le froriti della cella. Ancora veggonsi sul davanti «juattro belle basi niarmoree di attica ma- niera , la ceila ben proporzioiiata , ed altra base uguale nella parte posteriore : sotto al pronaoante- riore rimasti sono gli avanzi di un' ara, e tuttora si scorge qualche parte del paviinento marmoreo: ne r autore e d' avviso che le colonne sovrimposte a quelle basi fossero di mattoni , inclinando piut- tosto a crederle di tufo calcare. A queste forse apparteneva un capitello ritrovato in quegli scavi , ornato di foglianii , di aquile e di festoni, e dalle aquile nasce un plausibile argomento, che il tem- pio dedicate fosse a Giove. Una grande sala vicina al tempio credesi la curia, ove i sacerdoti si adu- nassero a trattare i loro affari ; carceri eseere po- tevano alcuni piccioli luoglii con niuri doppi da due parti, dei quali non lontane veggonsi le tracce. Una sala con alcune stanze vicine , che vedesi al lato sinistro del tempio , poteva essere la casa del gran sacerdote. Difficile e il determinare quale cosa esistesse sulla parte meridionale della piazza, ora affatto nuda, piu alta del riraanente del foro, alia quale si ascende per due scalee ; altro non si po- trebbe ragionevolmente collocarvi, secondo i prin- cipi vitruviani , se non la basilica, giacche una cola ne esisteva , come si raccoglie da un antica iscrizione. Di questa basilica si tratta a lungo nel capitolo terzo, e questa puo dirsi una costruzione 6 LE ROVlNli Dl VELEJ\ interamente immaginata dair autore, sebbcne jico-' stato non siasi dai principj consacrali nelle memo- rie pill aiitiche , ed ordinato ahbia Y edilizio con tutte le considerazioni della necessaria solidita e deir eleganza , traeiido le proporzioni dei colon- nati sovra i loro stereoljati dai capitelli riiivenuti sul luogo : come su gli stereobati suddetti trovate si erario alcune statue , era trasportate nelT Acca- deniia pannense. Collo stesso principio si e fatta correre sopra alle colonne la trabeazione , tenuta di una proporzione media , affiuche venisse a livcUo delle coionne die la basilica dividono dai due ve- stiboli , servendo al tempo stesso d' imposta alia volta conipartita in cassettoni quadrati. Varj monumenti si ergevano pure suir area della piazza, die forma T argomento del quarto capitolo; alcuni corniciamenti trovati negU scavi e raccolti in una camera del foro medesimo , suppouendosi parti esornaiive di que' monumenti, conducoiio V au- tore ad investigarne Y >iso e la destiiiazione. Sul monumento di mezzo dovevano trovarsi statue , come viene indicato da alcuni buclii e pezzetti di ferro impiombati nel marmo , die probabilmente erano perni. Altro monumento era forse un basa- mento sostenente una statua equestre, giacche al- cuna trovare se ne doveva in Veleja, vedendosene nel miiseo di Parma i frammenti. Altro basamento crede Y aiitore situato alF angolo di settentrionc e levante , compartito in pilastrelli o scamilli risal- tati , die per la sua ampiezza poteva essere il ro- stro destinato agli oratori. II meno eqiiivoco dei monumenti della piazza e Y iscrizione in caratteri di metallo , die tutto il suolo ne attraversa nella i5ua largliezza ; idea , dice Tautore, veramente grande < singolare, della quale parlossi nel primo volume. A questo proposito si accenna il maggiore di tutti i monumenti velejani , cioe Y insigne tavola ali- mentaria trajana che molti dotti illustrarono , ed altra iscrizione pure di metallo , couteneate un MISURATE E DISEGNATE DA. G. ANTOLINI. ^ frainmento delle legp romane applicate alia Cisai- pina e piibblicata dal dottor PoggL Nella restaura- zione totale delle principal! fabbriche di Veleja , noil potendosi indicare il sito precise ove poste fossero , ne qiiello pure ove fossero ritrovate quelle iscrizioni , V autore s"' indusse con savio avvisa- niento a coUocarle nel foro rimpetto al tempio sul lato esteriore della basilica, ove potevano essere sempre alia pubblica vista esposte •, egli ha pure ornata la piazza di due foiitane, appoggiato al ri- trovanienio di alcuni tubi di piombo e di ua vi- cino serl)atoio di acqiie. Nel foro ha egli altresi col- locato due piedestaili trovati in quella citta distrutta e traspovtati sul pianerottolo dello scalone Farnese, dei (|uali ha riferito le iscrizioni, e ai quali si sa- rcbbono potute non licenziosamente sovrapporre le statue delF imperatorc Aureliano e delF impera- trice Sahina. Passa quindi T autore alia restaurazione deU'edi- ficio situato esteriormente a settentrione del foro ; che essere poteva la curia , o il comizio ove si adunavano i decuiioni , come in altro luogo vicino al tempio raccogliersi potevano i sacerdoti. Segue la restaurazione di un vasto fabbricato , di cui veg- gonsi le ruine al di la della strada che cammina parallela ai fabbricati delF oriente del foru. Esiste ancora una robusta muraglia a modo di subbasa- mento a scarpa , viciao alia scalea che ascende ad una strada; quella muraglia e doppia , e contiene un canale in cui si scaricavano le acque del piano superiore. Piu indietro veggonsi molti avanzi di fabbriche, che negli anni addietro erano raaggiori j su questi T autore, con uno sforzo ingegnoso accoz- zando le parti disgiuute , ha composto T intero tipo deir editizio ; forse era questo ad uso pubblico con ingresso principale dalla parte del foro , e quindi il sagace architetto gli ha dato un aspetto maestoso, ergendo nel mezzo grandioso vestibolo con'^colon- ne joriich« proporzionate ai capiteUi negli scavj 8 1.2 ROVINE DI VELEJA medesimi ritrovati. Vicino scorgendosi questo edifizio al fofo , con in;r;resso maestoso e nobile coniparti- mento , T architetto restauratore si e indotto a du- bitare., clie essere potesse il palazzo del mimicipio. E^li lia pure disegnato a sole linee iin altro casa- mento con portici , del quale scopronsi le vestigia dal lato slnistro del palazzo soprindicato, e cosi pine altro grandioso edilizio dis<»tterrato all' cpoca dell" ultima ammiuistrazione francese:; era forse que- sto una stufa con camera per i bagni ad uso del- r edilizio maggiore, il die vien contermato da qual» die vcstigio di antica dipintura. Entra V autore in questo luogo a parlare deir inclinazione degli strati di una vicina muraglia, e contra il parere del La Lande opina die non derivi quella pendenza da una rovina di monti vicini die Veleja distruggesse, nia bensi dair essere quel muro opera mal fatta. II capitolo sctfimo presenta la restaurazione di un nobile edifizio , le di cui ruine sono a niezzo- giorno del foro in un piano superiore a quello della basilica. L' autore ha opportunaniente nume- rizzati i diversi piani, nel die non ci e dato di seguirlo , riferendpsi que' numeri alle tavole ed alle respettive figure. In mezzo a molte mine di fabbriclie costrutte con varia simnietria, come case, botteghe, portici, cloadie, ecc, ravvisa egli die un grande edifizio esisteva, avanti al quale trova- vasi un portico costrutto con colonne , alcun fram- mento vedendosene tuttora fuori della terra. Questo fabbricato egli reputa il piii considerabile e forma la congettura die essere potesse la casa di qualche patrizio. Egli si e dato dunque a ricomporlo, col- locandovi avanti un portico con colonne architra- vato, il quale va ad unirsi ad altri A minore bel- lezza con pilastri ed ardii dalF una e dalF altra parte. Egli vi ha altresi immaginato un bel portico o atrio, una grandiosa scalea nel mezzo, e varj altri luoghi ordinati con euritmia , che raccolti costituiscojio la pianta ben ragionata di nobile MISURATE E DISEGNATE DA G. ANTOLINL 9 abitazione. Dal portico si sarebbe dato accesso alia casa per mezzo di una grande porta elevata sopra al piano del portico, e dalla scalea si sarebbe po- tuto ascendere ad un luogo ornato di otto colonne, che poteva essere il cavcdio; dair una e dalF altra parte si sarebbono trovati ire luoghi ben siinme- trizzati , ove collocare gli schiavi col cane guar- diano, o le veccliie donne dt-tte ostiarie. 11 Ciive- dio per mezzo di niia larga porta iutrodotti avrel^be i passaggieri in una sila rettangolare con pavi- mento a mosaico nero e bianco, e con nuua di- pinte clie essere poteva il tabllno , a lato del quale •era disposto uno stretto rorridojo die passava a luoji'ii ignoti, rcndendo cosi libero il tablmo nie- desimo , sebbene alcun poco ne alterasse T euritmia. Non si e pero attentate T autore ad indicare il ri- manente della casa , perciocclie le scoperte di Ve- leja non oilVono il modo di continuarne la restau- razione , al che si aggingne clie su le mine di questo edifizio medesimo si sono innalzate la cliiesa parrocchiale e Tannessa canonica. Per non lasciare tuttavia incompleto il disegno , egli ad imitazione di coloro che da semplici descrizioni ordirono il piano delle ville pliniane , ha voluto dare uno schizzo della parte deir edificio mancante , non uscendo dai naturali confini imposti dalle circo- stanze locali , e qnintli in una tavola ha esposto la pianta , in altra la facciata , e in altra la se- zione generale o lo spaccato di tutta la casa. Non si e egli esteso pero & restituire le fabbriche di varj generi e compartimenti , di cui si trovano le mine a ponente di questo edifizio. Opina egli che poca euritmia scorgendosi in esse , il loro oggetto fosse il comodo anziche la bellezza , e quindi non presentassero alcuna importanza per V arte : osserva pero che nel pavimento di una camera si e ti-o- vato un labbro di marmo incavato della larghezza di palmi romani lo , lO , della lunghezza di palini 12, 7, profoudo solo un palmo, cormciato alFintorno lO IE ROVINE DI VELEJ,i e viclno ad tina larga porta con soglia di pietra , cliVgli gindica un luogo, ove sccondo il rito del- r antica ospitaliia si lavass;ro i piedi ai forestieri. Passa ([uiiuli nelF ottavo capitolo alia restaura- zionc doUe terme o dei bagai , e premessa qualche notizia delle terme antic.he pid celebri, di quelle di Aixrippa^ di Diocleziaiio , di Tito, di Caracalla , niostra che Vcleja aveva pure i suoi bagui, dei qua'i, abbenche rimangano poche niacerie, egli ha ricomposto F edifizio colle aggiunte verisimiglianti, che lo studio dell' arte pud ispirare. Benche para- gonabili non fossero queste terme per la loro son- tuosita a quelle di Roma, non mancavano tuttavia in ([uesto luogo musaici e niarmi peregrini , che adornavano i pavimenti e le pareti , il che si rav- ■visa nelle poche ruine esistenti , e nei numerosi frammenti che si conservano nell' emporio degli scavi velejati. In due caraere vicine si sono tro- vati i pavimenti voti al di sotto , sostenuti da pi- lastrelli e colonnette, il che basta a far vedere che stufe vi esistevano ; poco pero dagli avanzi puo ricavarsi intorno all' andamento delle mura- glie e de' condotti d' acqua ora distrutti. Trovansi que' bagni alia destra della strada che dal foro ascende dolcemente verso il niezzogiorno ed in larghezza si estendono a ponente ycrso il Riofreddo: suj)poue r autore , che cola fosse una piazza cir- ■condata da fabbriche da tre lati , e che tutto X edi- fizio rivolto fosse verso mezzodi , come Vitruvio insegna. Da questa parte egli lia dunqne coniposta la facciata, e presentata quindi la pianta e due spaccati delle terme. Suppone poi che un vestigio deir antico condotto dell' acqua sia quello che tro- vasi sotto di una strada , che anche in oggi co- steggia e lambisce da due lati le niura delle terme medesime, e 1' acqua poteva essere di quella sor- gente, che anche al presente serve ai bisogni dei Velejati. Quella strada va ad incrocicchiarsi con altra assai larga , lungo la quale veggonsi le ruine MISURA.TE E DISEGNATE DA. G. ANTOLINI. II di lui portico molto esteso con vasti casamenti e Jjotteo.he. Osscvva pure, clie secondo T uso degli anticlii lomani , sotto tutte le strfide di Veleja tro- vavansi cloache scmpre ampie, ben fabbricate e ben diretie ; una di queste, scendendo ai piani infe- riori , si divide in due tronchi. In vicinanza del- r antiteatro trovasi uno spazio rettangolare, entro al c|uale veggonsi una cistcrna di figura elittica, gli avanzi di un' ara e di una cella , il che induce I' au- tore a dubitare ohe una edicola vi avesse consa- crata a. Marte ^ nume venerato dai gladiatori , e che una stanza vicina servisse per i magistrati, che ai sa- critizj assistevano e cpiindi agli spettacoli deir an- titeatro medesimo. Di questo propone V autore la restaurazione nel capitolo ultimo , e premessi alcuni cenni generali su gli anfiteatri, niostra che luio in Veleja ne esi- steva , del quale scoperti furono gli avanzi nel piu alto luogo della citta, benche a poco si ridu- cano. Fu gia qiiesfo edifizio delineato ed intagliato neir anno 1765, ma fu rappresentato circolare, e r Antolcni prova che in vece era elittico col dia- nietro maggiore interno di palmi 164 ed il minore di no. Quindi forse nacque T errore di credere che quelle fosse un serbatojo o un castello d'acqua da distribuirsi alia citla , il che anche si voile ar- guire da una piccola fontana posta in quel luogo. Ma il suolo interno e di terra niescolata con sassi, ne le mura infelici con quattro porte che tagliano la periferia sopra i due assi delV elisse , possoao dare luogo ad immaginare che V acqua vi si con- Servasse ; oltre di che non jnancavano , come noa mancano tuttora alia citta sorsenti abbondauti e o salubri. Air autore medesimo si dee la scoperta fatta nel- r anno 1818 della seconda precinzione verso po- nente , che la prima circoscrive alia distanza di 36 palmi roniani, e scopri egli pure le soglie delle due porte d' ingresso sulV asse minore ; timace I J LE ROVINE DI VELEJ A: adunqiic f'lior cU dubbio die ([uesto era uu aiiii- teatro , brnclie non si ravvi^i la ([iiarta porta traii- sitoria ilalla parte clella colbna, dalT iuterriniento nascosta. Non rimangono di questo edifizio se non dne n]nra2;lie parallele formanti i perinierri interno ed esterno. Le porta situate snll' asse niasijiiore hanno da un lato uno stretto ingresso che devia dal n»ag- giore , nel quale rivolgimento V autore trova una analogia a quelle che si pratica ne' nioderni teatri. Forse di la passavano gli spettatori con le loro tessere , oiFerendole come i nostri biglietti d' eu- trata , il che piu cliiaro sarebl)e qualora si presu- messe che le gradiisate cominciassero vicino alF a- rena. Le niuraglie peio sono ancora in buon essere flno ad una certa altezza , dalla quale poco man- cherebbe per giugnere ad un proporzionato podio, il che supponendosi, non potrebbono aver luogo le gradinate. Una nicchia quadrata vedesi nella precinzione interna , al piede della quale sorge acqua , e questa dubita T autore che fosse una fon- tana per lo ristoro de' gladiatori , tanto piu che sotto al piano attuale delT arena passa un condotto niurato di poca larghezza, che terniina in uno piii grande. Non poteva il piccolo can ale essere una parte deir euripo, che impedisse alle fiere T olTen- dere gli spettatori, taato piu che probabilmeiiLe non proseguiva tutto alF intorno ; la volta altronde del condotto grande, determinando Tabbassamento mag- giore deir arena, prova che poco era dissimile da quelle che e al presente. Per la repristinazione di questo aniitaatro tre niezzi si propongono : il piinio di ritenere i due muri ritrevati , e costruire una buona, solida e ben intesa armatura di leguo, su la quale si formereb- bono le gradinate : il seconde di ritenere parimente que' due muri, e a questi appoggiare una volia rampante che sostenga i gradi come nel circo di Caracalla in Roma; il terzo di architettado di Uitto MISURATE E T>1SEGNATE DA G. ANTOLINI. l3 nuiro , come erano i piu riiiomati dal piccolo anfi- teatro di Otncoli fino al Colosseo. In uaa tavola r autore lia esposto la p-ssibilita di riedificare in alcimo di que' modi tutto Y anfiteatro. Kiasiumealo in generale il suo lavoro , mostra r autore, che se nella prima parte dell" opera ha esposte al pubblico le ruine di Veleja , nella se- coiula ha date a Aa'dere a quali editizj apparte- nPs?ero quelle per la niao^2;ior parte avanti la lut- tuosa catastrofe che quella citta distrusse. Egli avrebbe potuto pubblicare altresi varj rottami, che sul luogo si raccolgono, coine suol dirsi, col ra- strello, ma se ne astenne , perche le incisioni mol- tiplicate accresciuto avrebbono il prezzo dell' opera e n n F iinportaiiza. Duolsi per ultimo, che giunto egli non sia a riuveuire gh scritti del celebre Pa- ciaudi, che gran tempo fu direttore degli scavi , e che un' opera disegnava di pubblicare su cfuellc ruine , come puo raccoglicrsi da ana di lui Icttera al conte di Caylas. Da tutto quello che esposto si e finora intorno a questo secondo volume, risulta che grande sforzo d' ingegno hanno dovuto costare all' autore tutte le rcstaurazioni proposte e nobilmente eseguite in disegno. Coloro che veduti hanno i miseri avanzi delle ruine velejati e lo stato tristissimo di quegli scavi , tentati saranno certametite di riguardare questo volume e le belle tavole che V accompa- gnauo come un romanzo antiquario, anziche una veritiera descrizione de' moniunenci. Ma tre cose non debbono perdersi di vista : la prima che V au- tore non ha eretto alcun edifizio o formata alcuna pianta di proprio capriccio, ma che e sempre stato condotto dalle tracce de' fondamenti esistenti al- meno in parte , e dei ruderi scoperti , e che hno nello stabilimento e nella distribuzione degli ordini c stato guidato dai capitelli, dalle basi e da altri frantumi esistenti , appoggiandosi altresi al continue confronto coUe notizie ricavate dagli autori classici 14 LE AOVlNtt DI VELEJA e cogli insegnamenti vitruviani ; la seconda, che moke volte si sono tentatc le restaurazioni degU an- tichi monnmenti inipcrfetti , come per esenipio delie villc Pliniane e del Caliseo, ed uiio ne ha receii- tementc proposto V aichitetto Ainati di una basilica in Milano (i), ed in qiiesti problemi, piu clie in qualiinrpie altro argoniento . ha campo a svilupparsi ringe2;no degli architetti, riuscendo altronde i ri- sultanienti combinati della scienza architcttonica e deir antiquaria, utilissinii a diradare le teiiebre nelle quali ben sovente gli antichi monnmenti trovansi involti; la terza finalmente , che tanto ingegnosa- mente veggonsi eseguite in disegno le restaurazioni proposte , che noii disdicono punto dul vero , e sebbcne mancassero di qnalunque appoggio, rignar- dare dovrebbersi tuttavia come preziosi ed istrnt- tivi sforzi dell' arte. La parte pin bella e piii importante di questa opera sono dunque le tavole portate al nnmero di dieci , nella i/ delle quali si presenta la pianta del foro cogli edifizj che lo circondano ; nella 2.* lo spaccato del medesimo verso il tempio di Giove e la facciata della casa nobile, situata superior- mente alia basilica; nella 3." lo spaccato del foro medesimo verso la basilica, e quello per il lungo dejla basilica stessa e de' calcidici. La 4.'' contiene r alzata e la pianta esteriore de' comizj ; la 5."* la pianta del palazzo municipale; la 6.* quella della casa nobile sovrindicata. La pianta e gli alzati diversi delle terme compajono nella tavola 7.''; r 8.* e la 9." dedicate sono alF anfiteatro , del quale si esibiscono la pianta, meta al piano delT arena , e meta a quello delle logge e gradinate , e gli spaccati deir anfiteatro medesimo. Grata riuscira a tutti gli artisti non solo, ma agli eruditi aucora (i) Aaticliita di Milano, pubblicate da Carlo Amati , nrcliitetco professore , menibro fiell' I. R. Accademia deile belle arti di Milano. — Milano, i8ai , coi tipi di Giovanni Pirotta, in foglio. MISURA.TE E DISEGNATE BA. G. ANTOLINl. 1 5 la lo.'' che presenta la sezione al lungo delle ruine finora scoperte, compreadendo i comizj, il leinpio, il foro, la basilica, la casa civile e T anrtteatio ia distanza. Due incisioni si sono agginnte , V una che serve di vigiietta alia prefazione , 1' altra che compie r ultima pagina dei capitoli. La prima e il prospetto di imo dei palazzi di legtio costruiti allorche il duca don Filippo recossi nelT anno 1761 a visitare gli scavi velejani; la seconda piii importante rap- presenta un bel franunento di statua , benche di rozzo lavoro , composto di terra, o come sciive Tautore, di marna ligulina e di sabbione siliceo niicaceo. Questo bel frammento, ch^essere potrebbe il busto di un filosofo , trovasi nelT emporio ove si ripongono gli oggetti che di mano in mano vanuo scoprendosi in Veleja. Quest' opera ora ultimata, fa certameiite grande onore alFartista, a puo destare il piu vivo inte- resse non solo negli architetti e negli amici delle belle arti in generate, ma ancora negli antiquarj ed in tutti colore che con premura si danno a considerare gli antichi monumenti ed anche i lore avanzi o le loro ruine. Questi godranno certamente nel vedere raccolte le memurie di un'' antica citta, della quale a molti appena era noto il nonie; quelli si compiaceranno sommamente nel vedere un'antica citta distrutta, per mezzo delle piu accurate inda- gini , delle misure e delle notizie dalla erudizione somministrate, richiamata, per cosi dire, a nuova vita e ad una nuova esistenza col soccorso dei fatti, dei lumi dell' arte e delle piu ingegnose e ragio- nevoli congettiire. i6 Sirmione. Versi di Cesar e Arici. — Milano, 1822, per Nicolo Bettoiii. L, ;a poesia e la piitura si voglion dire sovelle, ma non si che a bea esarninarle non vi si veirsano flifferenze grandissimc : le quali qucir alto ingegno del Lessing pote notare nel suo Laocoonte con tanta inaestria da far superba ogiii speranza di viiirerlo: ma di qiieir opera , cosi come sta , pochissimi po- trebbero impunemente tollerar la lettura , perche in mezzo alia piu sottili e giuste considerazioni egli fa non di rado arme contro il vero i solismi, e diventa capo di qnella sciiola, la quale se giovi ai Tedeschi non vogliamo contendere , che noccia agr Italiani possiamo affermare. Sarebbe quindi uti- lis'Sima f;itica se alcuno traducesse il Laocoonte , chiamando a ciitica rigorosa que' passi ove il Les- sing s' allontano volontario dal buon sentiero , piii forse per aprirne un nuovo, che per cercarne un migliore (i). Ma clii volesse tentare questa difficile (l) II 6ep,uente passo , che noi traducianio da una lettera scritta nell' ottobre del 1780 dali'iuimortale Jacobi a Guglielmo Heinsc , celebre autore dell" Ardlnghello , pro vera piu clie un lungo discorso, quanto piacesse al Lessing di farsi singolare =x= La matfina dopo il nostro viaggio fu in compagnia del Lessing verso Halberstadt al padre Gleini. II tempo era bellissimo , noi 5ssai allegri. All' udire , come io mi ronipiaceva altameute della bella vista che si godea lungo il Blocksberg, Oli , disse il Les- sing , a questo piacere io rinunzio. W era siato detto molte vol- '^e che il Lessing si per questa specie di bello , e si per la musica era da natura poco disposto : c(iuDdi V interfogai se cio fosse vero. Infatti , ei rispose , di queste che si chiamano belle visCe 1 io non prendo quel dihtto che altri vanta : i miei sensi vc-' ramcnte ne ricevono un' impressione aggradevole : io sto meglio qui , che non istarei sulle sahbie di Luneburgo : pure anche sulle jabbie di Luneburgo potrei durarla meglio, che in una stanza fahbricata a sghembo : in questa non posso vivere a nissun patto, Allora mia sorella repliro con qualche vivacita , che ova credeva siuMioNE , ecc. 17 impresa , dovrebbe prima di tutto leggore i molti scritti di quel tremendo Alenusnno, perclie le armi piu forti gli verrebbero certauieute da essi. Noi, cui ne ozio basta ne ingegno a tanto lavoro , staremo contenti a questo consiglio, e solo da' bei versi di Cesare Arici preadeiemo occasione d'alcune parole snlla poesia descrittiva , dcl'a quale alcuni dubiteranno se sia veranicnte da chiamarsi poesia. In fatti par questa fra la piuura e la poesia es- senziale difl'erenza, cbe la prima s' affatichi nello spazio , la secouda ncl tempo. Nascono da cio gli scainbievoli vantag2;i che un'' arte ha siiir altra. La pittura , die puo cogliere un solo momento , dovra sempre cedere alia poesia , quando si ti'atti di rappre?entare un obbietto , die , per essere ve- duto nella sua pienezza , domanda una successione di tempo : Apelle avrebbe potuto offrirci Adiille irato , ma solamente Omero poteva mostrarne V ira d'Achille , .' che infiniti addusse » Lutti agfi Achei. » Nello stesso modo la poesia viene a contesa con arme troppo iiicguali allorche , descrivendo, vuole occupaisi nello spazio ^ ed e ridotta a sottoporre air orecdiio una dopo V altra le cose die la pit- tura tutte end un tratto ne mette davanti degli oc- chi. Virgilio e FAriosto descrissero con maravigliosa evid.^nza una burrasca, ma olii vede le marine del Vernet , si sente scosso con torza troppo maggiore. Di che naturalmente consegue, la poesia descrit- tiva non essere poesia, o esserne tale maniera , che avei' egli parlato daddovero quando ad un tale, clie in pri- mavera s' allegrava dell" aversi prefrto a inverdire ogni cosa, t-bbe a soggliigneie : Ah\ e divenuto verde tante ^OLTE! lo "VOr.REi CHE UNA \OLTA DUENTASPE HOSSO. — II Lesslug si uiiie a ridere , e confeseo quelle parole , ecc. ( Opere di Federico Enrico Jacobi. Tomo I, Lipsia, 1812, pag. 343). Dop6 questo tratto si vorra perdonarne , se abbiaiiio detto clie talora egli cercava piuttosto il nuovo che il meglio. Bibl. ItaL T. XXVn. 2 tS SIRMIONE. dei vantage;! di quest' arte divina meno cheTaltre tutte approlltta , ed abhisogria di sommo artiticio per aver Icxle. Ne questo difetto era scoiinsciiito airArici , il quale voleiulo alia coatessa Clarina Mosconi descnvcre Sirmionc isoletta ricorse ai j>iu leconditi accorgimenti dcir arte per contrastare la niaticaiiza del suo subbictto. Nclla qual cosa e priiuipalmente rieseito , fin- geudo uii viaggio pel contorao anienissimo : ne questo trovato , chc puo parer ad alcuno di poca iuqiortanza, sava tale creduto da clii voglia pcnsare, come iu tal morlo gli venisse fatto di quasi far en- trarc; il tempo uello spazio. Non e piu uaa sola veduta, nella quale il pittorc per servire alia ve- rita ed alia guardatura di lume die scelse , dee travagliarsi a scv>rtare e nas.ouder nelle ombre que- gli obbietti die piu voleutieri avrebbe presentati interi ed in luce: TAiici puo successivamente nio- strare alia noliile douiia cio die vuole, e come e quatido gii pare. Che se qualdie volta lo spetta- colo, che gli sta davanti. nan gli sembra bastante ad occuparla, egli corrc coir immaginazione ai se- coli die passarouo , e toccando con magica verga ]e rovine rialza torri e pahigi, e coinanda al tempo di restitnir la sua preda. In tal moilo scompare un altro vizio di questa (oesia , die, destinata a pre- seutarae la natiira moria, facilmeate riesce tVedda e nojosa se V uomo uju e spesso ricondotto a meditaie sulla propria coadizione. Havvi un' ota , in cui la vita ne sovrabbonda, e va tutta in liete speranze : allora per noi non esiste il passato, e il presente ne sorride come un' aurora: metti la prima giovinezza nelle piii desertc selve dell'America , ed ella incontanente le addomestica ed ingiardina. Ma questo bel sogno si dilegua rapidissuuo, e si sente vivo il bisogno di cammiiiare sopra un terreno spezzato dalF aratro . pseno d' anticlie memorie , e iwgnato dal sudore e dalle lagrime de' nostri padri. Quiudi chi vuol vmcere il fastidio della poesia VER5I DI CESARE ARIOI. IfJP* Hescrittiva noh ha mezzo migUore che il toglierci freqnentemente a qucllo che vediarao , per con- durne ad un mondo invisjbile. E giovera pur an- che mohissimo, se le dolci affezioni domesdche si iDcschieranno alle splendide apparen?:e della na- tura, e cosi passeremo altcrnando da un secolo all' altro , e dalla letizia degli occhi alle medita- zioni deir intelletto , ed alle passioni del cuore. Questo fece Y Arici. Se (led fiorlto suo nido gentile non yenne da gran tempo di lui alcuna voce , c/ie vivo ai buoiii lo ri- cordi ancora , non e che V intelletto sia offeso da vilta , ne vinto dalT ira contro la villana invidia clie gli fe' in contro ogni sua prova. Da ben altra cagione procede il suo silenzio : eli e morta la sposa amatissima (i) , e tra i foschi rami Del cipresso e il domestico roinpianto Mescersi abborre I apollinea fionde. LMUustre donna cui parla il poeta e disposta con questa melanconia a ricevere piu profonda impres- sioae dagli oggetti che le si fanno davanti : per-" che il dolore stesso e una poesia. Ma tosto T Arici a risvegliarla a piu alti concepimenti le tocca uel (i) A non interrompere il sunto del poeitietto noi metteremo ove cosa ne ofienda , a foggia di nota , alcuna osservaziohe .* 1' Arici e tal poeta, che in lui guardano i giovani , e sarebbe tiopjjo danni) se ne scaiubiassero a bellezze i difetti , che sono inseparabili dalT uniana natura. E che ^ mai Ja critica se non sa maneggiare che 1' incensiero ? Qui per esempio noi no- terenio que' versi Ahi sciagura! dal talamo condotta Alia tomba ue' vei-di anni suoi lieti X' infehce uion , che Amor mi diede , Casta compagna , e al ciel rese lo spirto. Ne senibra che infellce abbia a dirsi chi reata nelle caligini del iiiondo , ma non colei la quale poco dope si vede , che ad iminortale Secolo assunta or delle sue virtudi Tiior.fa lieta , e gi riposa in Dio. i6 SIRMIONE. more una corda gravissima rammentandole , che fia le rovine , e .... nel de.^erto ancor dove non suona Pill voce lanana ai posteri nepoti Parian I' itale istorie se non die tosto si ferma , perche non e tempo ancora di qneste niemorie. Atidiamo a visitare la classica Sirmione (i). Sgombro di nubi e il cielo ; e d' una luce Largamente diffusa intorno ride; Tranquillo e il logo , e lieve in su la sera Dai lircostanti colli aura spirando Combatte Fonda e a veleggiar n invita (a). II sole tramonta, e il Benaco s' iiradia dell' ul- tima luce: il naviglio preiide suo corso nell' alto ; a man manca eccoti ignudo Sorgere il sasso di Marierba , e i colli Vuiferi, di cui si generosa Pe congeniti zolfi, e cost dolce Nel vago ottobre la vendemmia fuma. Tugge pill senipre alia sinistra il lido, Che in due seni partita il flutto aduna; D' as'iduo vento esulta ivi a le spiagge Con larghi sprazzi il lago irrequieto Che in ver gli abissi si sprofonda (i) Veja il poeta, se in una gentile poesia possa dai-si a Sir- ipione r epiieto di claSiica , die ricorda la polvere delle scuole Oude oi venne. (2) Noi non avremmo detto die \in leggiero ventolioo , fl quale invita a veleggiare , comiaffe V oiida. L' Aligliieii non trovo parola piu forte di questa , quando voile descriveie la bufera infernalo , « Che nuigghia come fa mar per tenipesta » Se da contrarj venti e conibattuto. Non era egli lucglio Scberza con T onda, c a valeggiar n' invita ? i'orse TAvioi potrebbe salvarsi coll'esempio deirAriosto (canto vil, St. 14), ma vuoiei considrrare che molte cose ei concedono alia J. ma, che al verso bciolto souo negate. VERSl DI CESARE ARICI. at Qui appare una piccola isoletta venuta a migliore aspetto e cultura : incli si fa nianifesta tutta la ben, culta RUiera ; Altra pill amena Terra non vide il sol , ne di piii lieti E pill leggiadrir rami altre colline jRivesti primavera. Eierna move Ivi e si spazia un aura dolce , un pieno Di vita e di letizia alito lieve , Cui il fior del cedro e il casto lauro odora i Bellissima e la descrizione clie eeli vien facendo di qiiesto terreno paradiso, e sopranim-odo oppoituno e queir interrompersi e parlare delle Cartiere di Tusculano : chi vi si appressa , allor die tutte Dormon le cose e posan I' aure e I' onde , Di rivoli cadenti e di martelli E di spranghe voluhilL e di rote Un murmure diver so , una faccenda Ode intensa , onde echeggia alto e riinbomba La Tuscolana valle. E vedi raaestria del poeta. Egli ne mette ad ascol- tare nel silenzio della notte queslo rumore indi- stinto, e quando T animo dalle tenebre, dalla quiete, dalla solitudine e da quel lontano mormotio n' e preparato ad ogni maraviglia, eccolo a parlarci di una spaventosa popolare credenza : arnica e voce Ch' ivi un tempo sorgesse alma cittade Che nome impose di Benaco a questo Limpido lago , e che per violento Tremoto il suolo , o per sostegno raanco , Sciollasse , e grande ancor parte del monte Trabalzando neltacque, il vieoto empisse Delle aperte voragini. Movendo A remi lenti ancor , se il guardo adima , Vede sommerse il pescator le moli Laggik divelte e i massi ; e capovolte Giura veder le case e f ardue torri , E i culmini sossopra e le ruine Degli sparsi edifici. aa siuMioNE. Un brivido si diffonde per V ossa a qiieslo racconto, to, strascinate dallo siesso ruscello. La ricordanza d' un aatico vnlcano e richiamala dal pnllulare al sommo delle acque del lag>> : E il giovam poeta, Sianrc d' estranio rjnnn ., f pellenrino VERJI DI CESARE ARICI. 3^ Z' aiire di questo cido a her tornando , Cercb nelle termali onde salute Al dehil corjyo , die fea dehil velo A SI leggiadro spirito amoroso. Ma nol vollero i fad. Indarno pianse La sua Leshia , lo piansero gli Amori Indarno , ne gli valse incontro a morte 11 favor delle Muse ; e in sail' aurora Di splendidi anni il morbo inesoraio Kuppe e disciolse i dillcati stami (i). Di lui mn resta altro die il nome , e qucsto Che vedi, un tempo suo fiorito nido , Or fatto cnno e deserto ; e dall' oblio Toko, il dotto rimase aureo volume De' suoi carmi legoladri , in di egli ancora Fra nohili intelletti eterno vive. Perdie ddl' uom gran parte , e lo migliore, Fur a alle avare tench re dell' Oreo II favor delle Muse; e t opre , e il nome, E i cari affetti, e le memorie insieme If una luce immortale orna ed ahbella. Dopo queir affettuoso rivolgimento a Catailo in questo conforto iinisce il poeta: il quale vide sa- pientemente che dopo aver niostrata tanta vittoiia del tempo contro gli sforzi della ricchezza e della potenza bisognava mostrarlo domo dalla virtii del- r ingegno : solenne tiionfo e cosi bello a cautarsi da chi pu6 come V Anci a se prometterlo intero ! . Segua egli pure ardimentoso a provarne V alta sua vocazione, ne si dolga , come fa sul principio di questo poemetto, della scortesia de' maligni. Le .fiaccole deirinvidia non s' estinguono, die air ac- cendersi di quelle de! scpolcro : ma qual peggiore castigo a quella sgraziata , che consumarsi dentro a se colla sua brutta coscienza ? (i) Alcuni vogliono che Catullo morisse a trent' anni ; i pia che passasse i cinqnanta. II poeta s' inchino piu voleurieri al- i opinaine forse men vera, perche giustaicejste gJ: parve capace I. 3l di Horinoaz^ la solievazioiie quasi generale della Persia , T invasione fatta cola dagli Arabi e dai Ro- mani, le mosse di alciini difensori della Persia me- desima, la ripulsa dagli Arabi e dai Romani soste- nuta, e la violenta espulsione degli Abissini dal- V Arabia. Si compie intanto F educazione del pro- feta; egli viene istiutco nel traffico, intraprende ua prinio viaggio fuori (\v\V Arabia , e foise concepisce le prime idee del dogma delT uiiiia di Dio ; ottiene il soprannome (\\ Ainin, che significa /^f/eZe ; intanto la Persia intera si libella contro Hormouz^ Baharam viene proclamato liberatore di quel paese , e il tiranno cacciato prigione e quindi dannato a per- dere gli occhi ; si suscita nella Persia medesima la guerra civile, alia quale prendono parte gli Arabi; Baharam continua le sue vittorie, ma i Romani e r eunuco Narsete ven2;ono al soccorso del re Khosru Panviz e lo ripongono sul trono, costretto essendo Baharam a fucsire nel Turkestan. Nasce allora Ali cugino di 3Iaometto ; altro di lui cugino in terzo grado detto Warakka , primo tra gli Arabi abban- dona il politeismo; Maometto fa la sua prima cam- pagna militare nella guerra dctta empia, della quale pero e ignoto il motive, e solo credesi ad essa date quel nome, perche fatta nei quattro mesi, clie per gli Arabi erano sacri ; Maametto si distinfiue in quella campagna coi pareiiti suoi , e questi vincitori in- nalzano un monumento alia loro gloria detto poi pietra nera. Maometto stesso viene ricercato dalla. vedova di un ricco mercatante per suo agente , e qui r autore si fa strada in una nota ad accennare le sue non ignobiii occupazioni j e le incumbenze da esso sosteaute avauti Y epoca in cui comincio a spacciare celesti rivelazioni. Parte Maometto per la Siria ; Foca e intanto proclamato inaperatore,. Maurizio e ucciso con cinque suoi fisrliuoh; la ve- dova che grandi vaataggi htrae dai servigi di Mao- metto, diventa sua sposa , e nell' anno seguente partorisce un fi^Hviolo detto Jiassem ; verso quel 32 ANNALI MUSULM4NI tempo Maometto incomincia a sviluppare la sua generosita , sollevando dair indigenza e ricc.i di molte greggie facendo la sua nutrice. Parlando di quelle nozze , F autore descrive la figura di Mao- metto , da alcuni scrittori parziali o ingannati detta bruttissiina e quasi deforme ; e osserva, che seb- bene no'i assai grande fosse di statura, dotato era pero di fisonomia spiritosa e gioviale , pieni di fuoGO evano i suoi occhi, e tutte le sue nianiere spiravano modestia ed urbanita , cosicche strano sembrare non doveva , die sentimenti d' aniore egli generasse nella sua p^idrona sensibile e ricoaoscente. Maometto ottiene pure una figliuola detta Fatima; viaggia per motivi di traffico, nia nutre cosiaate- mente viste politiche sulle diverse regioni , studia i loro costumi religiosi , e soprattutto sviluppa un orrore per il politeismo. Intauto il popolo di Costan- tinopoU insorge contro Focuj la moglie e le figlie di Maurizio sono decapitate ; Aar^ete e al^bruciato; il re di Persia attacca il roniauo impero ; Eraclio giugne in Costantinopoli; Foca perisce e varie citta dai Persiani sono distrutte. Maometto si da ad una vita ritirata, e grandi vantaggi trae dalla ignoranza degli Arabi •, egli comincia la sua carriera profe- tica, e la base seniplicissima della sua dottrina e la credenza in un Dio unico, vendicaiore del delitto e riniuneratore della virtu. Ma siccome trattavasi di fare adottare una nuova religione, egli non trovo altro mezzo se non che quello di farsi riconoscere come un ministro di Dio , come un uoino inspirato dal cielo. Quindi il suo ritiro in una caverna presso la Mecca ; quindi la sua predicazione , e lo ristri- gnimento di tutto il dogma ad una brevissima pro- fessione di fede : non avvi altro Dio che Dio^ e Maometto e Vapostolo di Dio. Questo e il fondamento di tutto r Islamismo , nella propagazione del quale trovo il profeta una valida assistenza in varj indi- vidui della sua famigba , e negli schiavi che la n ttoy a religione lil>eri rendeva. Dl GIO. BATTISTA RAMPOLDI. 33 Non sewuiremo Y autore nelLi descrizioue delle D ... .... pjltticolah conversioni di alcuni piincipi arabi a quella dottrina , della pubblicazione del Corano , dello stabilimento dei precetti delT Islamismo e del modo con cui Maometto assunse il titolo di profe- ta, mentre T unita di Dio pubblicamente predicava; del titolo di Musulmani attribuito ai suoi discepoli , del banchetto da esso dato ai suoi pareiiti e della preconizzazione di Ali per primo califo. liitanto la Siria eia iavasa dai Persiani nel di cui campo tro- vavasi un figliuolo deir imperatore Maurizio ,• i Ro- mani sorreggevano con ardore quella guerra , ma cacciati erano da Gerusalenime , e tutte queste po- litiche convulsion! delle regioni vicine favorevoli erano alio stabilimento del nuovo sistema. La i\Iecca si solleva contra Maometto ; ma 1" Islamismo si dif- fonfle tra i Saaditi; Maometto trova alcune contra- rieia anche tra i parenti suoi, protetto e pero dallo zio, da taluni insultato , da altro zio vendicato. I Persiani occnpano PEgitto, s' impadroniscono di Calcedonia ; fra gli Arabi si proclama pace ed in- dipendenza ; sorge allora una prima persecuzione contra P Islamismo , ma alcuni discepoli di Maometto ritirati sul nionte Safali si diffondono neU'Etiopi^, sono bene accolti , e colle sole preci del Corano operano conversioni. Grande vantaggio reca alia setta la conversione di Om^r^ il profeta torna alia Mecca , tornano pure nelP Aratup i Musulmani dal- P Eiiopia ; Maometto impiega tutte le arti per farsi ascoltare, e pratica la liberal ita per formarsi un par- tito, ed acquista varj assistenti o ausiliarj detti A/i-^ sari, Perseguitato per la seconda volta, Maometto riti- rasi a Tajef; muojono alcuni di lui parenti, e tra questi la di lui sposa ed altra tosto egli ne impalma. L' uomo destinato ad essere il legislatore ed il sovrano delP Oriente, viene aminonito dai magistrati della Mecca , e di nuovo e costretto a riparare a Safali, dove viene altresi maltrattato ; ma la sua dottrina fa di grandi proa^ressi, ed alcuni popoli mbl Ital. T. XXVII. " 3 34 ANNALI MUPULMAN,! SI stiingono con esso lui in alleanza; ritorna egU r|uincU alia Mecca , e qui si parla del prelcso 4pi^r tmiio di lui viacgio al cielo e iiieri, della guerra delle Faiine e dclle niiove vittorie da Mao- metto riportate ; la battaglia solo di Ohod riesce a lui sfavorevole , ma tatto egli supera col siio valore e colla sua destrezza, e niartiri della ft^de sono dicliiarati i soldati spenti in quella battaglia. Si dauno pure esatte notizie intoino la prescrizione del digiiiiio di Ramadani, la istituzione delle cin- que pregliiere quotidiaue, il modo di chiamare i fedeli alia preghiera , le viceude dei missionaij Musulmani , V origine della prima guerra giudaica, la proibizione del vino e de' giuoclii d' azzardo , e la via aperta per Maometto verso il golfo persiano. Maometto iinpalma altre tre donnc , ed una di que- ste sotto il pretesto di un decreto divino ; corx fortuna riesce nelle sue spedizioni contra le tribii erranti, e invincibile mostrasi contra gli Arabi ido- latri insorti; usa pero grandissima clemenza verso i vinti. Ha luogo una seconda guerra giiidaica; si fonnano colonic musulmane ; i prigionieri fatti in guerra s' istruiscoiio nella nuova dottrina , e si vieta di ritcnere schiavo un Musulmano. Maometto tratta generosamente anche coi rivoltosi della Mecca, e due donne sposa ancora , una delle quali giudea. Si tbrmano di nuove alle.mze ; Maometto prosegue nelle conquiste e nelle conversioui ; egli pubblica leggi sontuarie ed annonarie ; vince nuove batta- glie, sposa un'altra donna e Medina soUeva al gra- do di un emporio di ricihezze. Maometto mostrasi sempre piii moderato co' nemici , e soltanto alcuni perfidi punisce ; introduce le abluzioni e stabilisce come precetto il peregriuaggio alia Mecca prima 36 ANNALI MUSULMANI ancoia di fame la conquista. L' islamismo si spande in tutte le arabe tribu , assai principi lo abbrac- ciano; il prot'eta medita la distruzione degli Ebrei ed intraprende la terza guerra giudaica ; ed al pro- posito dclle sue premnre verso i feriti si parla nella uota (60) della di lui perizia nella niedicina e nella ippiatrica o nelT arte di guarire i cavalli ed i camnu'lli. Lnngo sar«4Dbe il descrivere Y avvelenamento di Maoinetto medesimo a\ vonuto per opera di una donna, il quale pero non liusci ad esso allora fa- tale; il di liii divo zio con u;ia delle nioo;U , lo smar- rimento di un' alira accusata poi d' adnlieiio e quindi ginsiil'icata il che porge motivo ad un.i leggc ; le di lui predizioni alcuna volta avverate ; i pretesi di lui amnialiamenti ; le cerinionie da lui stahilite per lo pellegriuaggio ; il di lui suggello , il di lui pulpito , le di lui predicbe e le continue di lui guerre coronate colla co quista della Mecca, dope la quale e2,li viene riconosciuto come profeta di Dio e come sovrano ; oggetti tutti che soiio dal- r autore con molta cliiarezza esposti. Si descrivono pure le entrate gloriose di Maometto tanto nella Mecca, quanto in Medina, la distruzione da esso fatta d gli idoli , la di lui gioja per lo nnscimento di un ligliuolo, T anno dtdle ambascerie, le dispo- sizu^ni date per fare la guerra ai Romani , la com- posizione deir esercito niusuluiano, il mantello di Maoinetto , V estensione del suo inqiero , la prote- zione da esso accoidata ai Cristiani, la sommes- sione dei Taliifiti dispersi , lo stabilimento del go- verno a norma del paterno dominio o del regime patriarcalf , varie religiose istituzioni di pregliiere, di digiuni , di abluzioni. di scomuniche e di as- soluzioni , di sacrifizj eleninsinieri , ecc. Maoinetto prevede il vicino termine della sua vita nelT anno 63 1 ; nel seguente intraprende nuovo pellegrinag- gio alia Mecca, istituisce una festa de' sacrifizj , riforma il calendano Aiabo, Qompie lo stabilimento DI CIO. BATTISTA RAMPOLDI. 3/ del culto religioso , racconiaada V ospitalita e la benelicenza , insinua, ma non comanda , la circon- cisione , nuove disposizioni mconiincia per la guerra control Roman! ; ma cade gnwemente inferniO,ed agitato da delirio si calma alquaiito e parla al po- polo , mentre a pubblico sindacato si sottopone ; maledice i Giudei, libera gli schiavi suoi , e pace augurando ai suoi aniici e compagiii , dopo di avere prescritto i suoi funerali , cessa di vivere, benche dubbj si suscitino di la ad alcun tempo su la realta della sua niorte. Nella nota (iio) tratta T autore piti pecuUarmente del carattere di Maometto , e mostra die sebbene alcuna scienza non possedesse , ebbc noudimeno di twtte qualche cognizioue; che dotato di sa2;a-» cita e di accortezza , affetto alcuna volia sempli- cita ed iainoranza ; che suo prinio dise2;no fu quello di procurarsi applauso con la novita , e di scredi- tare le altre sette per accresccre i seguaci alia pro- pria ; che distruggendo Y idolatria , scelse dommi confacenti alle sette ch' egli abbatteva, e delle opi- nioni loro formo una mescolanza onde moderare con una specie di dolce transizione V asprezza del passaggio dalT una air altra credenza. Quiudi molti riti tratti dai Giudei-, Tidea dclF universale ri- surrezione e di un grande giudizio , presa ad im- prestito dai Cristiani; le gerarchie e le legioni dei genj e degli angioli direttori dell' nniverso , tolte dai Braniini ; il sistema delF eternita dell' aninia , le espjazioni, le elemosine e le preghiere, model- late sui dommi dci Sabei. Accorda T autore a Mao- metto nn inielligenza ed una penetrazione supe- riore a qnella dei suoi compatriotti, memoria fe- lice e facilita di comunir are le sue idee , qual- che cognizione della medicina e delF astronomia e 2randi talenti nuetici. Amante del silenzio , pia- cevole e lieto mostravasi in compa^nia , familiare coi grandi, conJcscendente cogli intimi, giusto con fntti, lontano egualmente dallo sprezzarc il povero. 38 ANN.VLI T.IUSULM\NI come dair adnUuc il ricco. ColT elo([aenza gu>ula- «;nava il cuore dc'poteiui, colla libvialita T amore del nopolo , colla familianta incatenava i sentimenti dec;li aniici. L' aspetto suo Cjra avvcnenle c g,razio5o; studioso sommanirntc drlla pulitezza ^ tntti cjiU ascoltava con paziciiza. inai non si alzava il pri- nio, niai non ricusava la mano a clii p;licla toccava in spff no d' amicizia , visitava frcqucntcmentc i sol- dati siioi compagui , massime 6C in(ernii trovavansi. Padrone di immenfei tcsori , tntti larp;anicnte li di- stribnlva , e privo quasi senipre di moneta , sol- tanto poclii bestiami conservava per lo sostenta- mento della propria famiglia. Conquistatore di vaste re2;ioni c signore d' immensa popolazione , ebbe il buon scnso di sprezzare le ponipe reali , e frugale e niodernto in tntta la sua vita domesti< a , non isdcgno mai di cucire le proprie vcsti, ne di prcpa- rare egli stesso il cibo agli ospiti suoi. Se di al- cnna passione fn tacciato , fu quella solo per le donne e per i profumi , cli' egli rignardava ronic innocent! piaceri, atti ad anmentare il fervore della devozione ed a conservarc la piirezza de' costnmi. In generale 3Iaometto ebbe ni vista di conformarsi in qualclie modo ai pregiudizj ed alle passioni dei suoi settai j , ed anche di far servire i vizj del ge- nere vimano ai progressi della sua religione. Se do- minato fu da un' ambizioiie , qnesta ad altro non iu diretta se non clie a distruggere il romano im- perio e con essa la monarchia persiana , il clie sembra essere stato il suo disegno tanto da prin- ripjo, quanto in mezzo alle sue vittorie e presso il termine della sua vita. Allre note sono degne di osservazione e di lode; quella per escmpio sotto il numero (Sa) nella quale si ragiona della falsita dc' miracoli a Maometto at- tribuili; quella al numero (48) sul fatalismo, al quale sembrano appoggiarsi in generale le azioni dei Musulmani , e quelle ai numeri (47 , 40 e 102) •, nclle quali V autore ha sviluppato i motivi DI GIO, BATTISTA RA^MPOLDI. 3^ die Maometto indiissero a pubblicare di molte legi^i , come la proibizione di hevere vino e quclUi di cibarsi di carni impure, al quale proposito ha ra- giouaio aucora della caccia. la altre note , princi- palmeiite dall' 84 all 89 , egU ha tratt;ito a lun2;o dclle quotidiane preOjhiere , delle cerimonie del pellegiiuaggio , dei gtorni festivi e solenni , delle lavande e delle purilicazioni ; e descrivendo i saeri- liz) elemosinieri, ha indicato le leggi e sino gli scru- poli de' Masulmani nelT adempiere il precetto del- r eleniosina e quello insepar.S) e nella (99) r autore ha descritto T arabo ralendario e la riforma del medesimo fatta da Maometto. Non ha egli nemmeno trascurato di esporre le uotizie statistiche di alcune citta in questo primo volume nominate, e principalmente della Mecca, di Medina, di Madian, di Palmira e di Baharein , mostrando quanto le due ultime in particolare con- tribnissero al gran«4ioso commercio tra V oriente e I'occidente ; e alia perfine nelle note ( iii e 112) ha rcttiHcato le false idee da molti scrittori occi- dentali sparse intorno al sepolcro di Maometto , non mai seppellito, ne molto nieno sospeso alia Mecca, ma bensi in un prato presso il luogo della sua morte , detto V illiistre piardino e coperto di fiori, e con precisione ha indicato quale sia stata l' in- tera eredita che da quel fondatore di grandissimo impero raccolse T unica superstite di lui figliuola Fatima. 40 ANNALI MrSULMA.Nl CCC. Da questi pochi cenni puo desnmersi in qual modo scritti sieno questi annali e le note dalle quali sono accompagnate. L' autore lia aviito in vista non tanto di stendere una seniplice uaiiazicine de' fatti , quanto di corredarla delle opportune riflessioni , le quali servono di elemento alia filosofia della storia. Alcune note possono a prima vista sembrare alquanto prolisse ; ma e d' uopo altresi osservare che iti una storia tanto importante, quanto e quella del le2;islatore di una nazione , deir autore di iin gran- dissimo rivolgimento politico, del fondatore di un nuovo impero, nulla per il filosofo puo dirsi per- duto di qucllo 'clie serve ad illustr;ire il carattere della persona , Y indole della nuova dottrina , la natura , gli effetti, le conseguenze della grande ri- voluzione da esso operata. Si puo dunque con fondamento augurare molto bene Hn d' ora della continuazione di quest' opera o sia della pubblicazione ^ de' successivi volumi , giacche V opera tiitta e compiuta e prpnta a com- parire in luce. L' eaizione e bella e fatta con molta accuratezza , e questa pure ci da moti\ o di conso- larci , perche essa esce da una tipografia nuova- mente eretta da persona perita neir arte e fornita di diligenza. 4* Sermone del C. C- P. a S. E. il conte Ippollto Ma- laguzzi , governatore di Reggio ecc. , neW occasione che moiisignore Angela Maria Ficarelli vescovo con- iecrato della predetta cittd viene alia sua diocesi. N. ON perche gli avi tiioi d'egregie ville (i) Fesser decoro alF ignorata sponda Del picciol flutto che gran nome usurpa ; Ne perche le pared dei delubri Gravasser pii co' monumenti impress! Di domestica lode, io ti do vanto : Ne piu t' esaho che ti scaldi il seno Quel generoso umor che Daria infuse (2) Nel Grande che canto V arrae e gli amori. E in te prudenza delle cose , e senno Perspicace del vero , e saldo petto Ad ogni \olto di fortuna ; e mai Di te non ebbe, Ippolito , la frode Inimico piii acerbo , o la sventura Piu pronto amico. Ancor di te mi place Che mal del fasto sofl'erente intatta Custodisci del somnio magistero La dignitade , e sai co' niiti sensi Temprar Taustera Teniide e le cure Gravi co' giochi delle mase. E tuo Il dominio cosi di queste doti , Che non basta a spogliartene V astuta (1) I Malagiizzi hanno pareccliie ville a S. Maurizio vicino a1 Rodano , fiumicello che scorre in poca distanza da Reggio. il' Ariosto che vi abiro ne paria nella satira 5. v. 118 e 119. // tiio Maiirizian sen/pre vagheguio , La hella stanza , e il Rodano vicmo , ecc. (a) L' Ariosto nacque in Reggio di Daiia Blalaguzza. Lo dice egli stc88 0 tosto che a Reggio Daria mi partoh ecc. Sat. 4. v. l3. e X4* 4a 9ERMONE DEL C. G. P. ecc. Arte del foro ne il volere armato Che tutto puo. Ma sopra i fasti aviti Noil scrbi piu ragioii die su2;li allori Del Guerriero di Pella, o sulT altera Tomba a IMausolo sacra da Colei Clie fe' del caro ceaere bevanda (i). Come il Sol ( sia che i rai fulvi saetti DalP immutabil sede , o che allargando E costringendo con alterno moto L' etere dirconfuso a noi si raostri (2) ) Sfavdla sempre della propria luce; Tal la scluetta virtu, qualunque sia Quella cagion che dal modesto arcano La spigne al chiaro di, non d' altro brilla E desta fianima die del proprio onore. Di qual diiaror pura cosi fiamnieggi , Quanto il Ciel la sublinii anche al cospetto Degli stessi regnanti , illustre esempio Ne insegna il Giusto a cui veggiam testivo Sbarrar le soglie il maggior tenipio, e cii Di mezzo agli ottimati cd alT accorsa Plebe, che per veder gli omeri addensa, De' leviti il Senate umido il ciglio Di tene'rezza assorge, e fa salute Di pastor soninio e magno sacerdote, Mentre al felice osanna il sacro asilo Fra i concenti deir organo risponde. Oh avventurato, odo sdaniar Corvine, E caro al Ciel chi sorse a tanta altezza Senza V aure del IMondo! lo nuii prcsiinio Inusicati voli. Aioai mi fia (i) Artemisia tanto amaute del niarito che voile berne Ic ceneri , e e,li eresse un iiionumento cosi splendido che si an- novero tra le niaraviglie del mondo. (2) Si accennano le due opioioni de' fisici intnrno alia pro- pagazione della lure, alcuni de' quali 1' attribuiscono all' emis- sione diietta de' raggi da' coi'in luiuinosi , ed alin ad un' oscil- lazione eccitata da' niedejiaw corpi nella materia rla»tira che riempie 1' universo. - . . • . SERMONE DEL C. G. P. CCC. .48 Se r oro o il sangue o il pazieiite ingegno Delle repulse e ai me/.zi audace e sciolto, O i\ sorriso di re die di grandezza Circonda e fa temuti aiico gli abbietli , M' esakin si, che da cospi<.ua sede A rae ve2:2:a i miglioi- di me sommessi. Tale cestui favella e clii del vero E del falso il valor con imprudcute Norma somiglia e folle si confida Farsi al volgo mirabile co' rai Di mendicata luce. A par di lince Vede acuio la plebe , e dopo il vano Bagliore sa spiar la torpid' alma , II rozzo inffegno, il ferreo cor che tutto L' utile si fa giusto, il falso aspetto , II doppio labbro ed i mal lidi orecchi Di chi crel)be sul merto al soffio cieco Delia fortuna, e in sue pansier V abborre E il vilipende allor che meglio il pasce Di magnitici nomi e di servile A!)basScmiento. — Ecco trapassa Ormonde Eretto in nifzzo alf inchinate teste Del volgo pauroso. Odi, se T ozio Te ne riman. Non volano si fitte Sill passesgier le paludose mosche Quanti scoccan su lui da' labbri accoUi Proverbi e villanie. — I\Iida — Sejano — Console di Galigola (i) — Puoi tutte, S' hai velocc Tudito, a un punto solo Raccor le infamie delF oscena vita. IMa chi parco di voglie e di bisogni Og':i dono del Ciel pone a guadagno , Chi modesto misuira ogni sua forza Ne di se presumendo osa inoltrarsi Sin dove offenda il pubblico consenso, A' suoi caro e agli amici i giorni umili (i) Fu opinione che Caligola avesse destinato console il su9 cavalio, Vedi bvet07i. i.i Cal, c. 55 in fine. 44 SERMONE DEL C. G. P. eCC. Gulda tranquillo e piu pregiato assai De' gran possenti , e fuor del suo disegno Talor poggia al fastigio ove miraro Colle colpe e i sudor niilT altri iiivano. Ecco Corvin mi provoca di nuovo. Per tal ^ ndio si rnonto forse ai giorni Del barbato Saturno. Or erta e fatta Qnesta scala cosi , cli' ogni virtude V inciampica e giu rotola nel fondo. Tu die d' un solo die mi mostri in vetta Vuoi confortarmi, hai tu veduto in basso Quanto merto si duol del grave tomo E n' ha rossa la guancia ? Un solo esempio Per legge di ragion tener si debbe Gioco del caso, e ad inferir non giova. Corvine , e die soggiugnerti ? Tu fai Di tante prove e di si noti eventi Scudo al tuo tema clie minor di troppo Sto con te nell' aringo. Eppiir tentiaino Ghe resti a' buoni almen parte di speme Se non certa fidanza. Or mi rispondi. Di tutto il merto , die travolto in giuso Lamenti, hai tu fedele esperienza ? L' esplorasti dappresso ? T' assecuri Che non t' illuda credulo a\V aspetto Delle splendide larve ? I detti tuoi Purga pria dal sospetto, ed avrai palnia. Fastidioso 1' uom di pensier lunglii , Pronto risolve. Ma dii fa del retto E del vero sua meta, e al par si affanna die il valor si difaldii o s' alimenti L' orgoglio al suono di fumose lodi, Procede lento giudice e piu volte Ripone attento nella fina lance II vizio e la virtu. Non tutto il nero E macchia , ne tutt' oro e qu'-l die uce. Non arricchii — Forse imped i la via Pluto a' tuoi voti. — D' ogni colpa e mondo II mio nome ••— Al faUir prezzo condegno SEKMONE DEL C. G. P. CCC. 4^ Forse non ti propose il tuo buon fato. — Son buono e pio — Lo sa Glii tV alto legge Nel tuo segreto. — A inigliorarnii attendo D'owiii mia cura — Oh 1 da qual tempo? Importa Saperlo assai; cbe tal virtu s' incoutra Che palesa air eta se di buon ceppo Germoglia o nasce di radici infemie. Ma deir alme il Pastor cui reggio acclama Di lietissimc grida e di parole Bene augurate ebbe nascendo il petto Ad ogni seme di virtu fecondo. A' di del biondo crin gli dieder forma Le candid' arti che al gentile e al vero Scorgono, e le ispirate discipline Che fan sicure all' uom le vie del cielo. A queste ei disseto fonti incorrotte La volonta nel giusto immota, il pronto Scernimento del vero , il cor d' altrui Piu che di se sollecito , e la fissa Mente nel ciel che non s' accorge mai Al sereno ed ai turbini del mondo. Quivi ei nudri V inviolabil fede , La costanza , il candor che d' ogni lieve Fallacia si corrompe, e i germi tutti Delia pieta che parve in lui vestita Di tanto lume , che a sopirne i rai Del nativo pudor V ombra non valse. Pure , Ippolito, il veggio •, han si gran fania Nella vetusta e nella nuova istoria Le fortune del vizio , che ne il porto Ove t' addusse tua virtu sincera, Ne il subito spirar, ch'oggi ha rapito Sovra i piu illustri il nuovo Sacerdote , Indurranno chi corre avido in traccia Di ricchezza e splendor perche s' affidi Meglio al diritto che al contorto calle. Dunque chiudiam Y inefficace aringo Pria che i sbavigli e degli smossi scanai Lo scricchiolar rai spengario la voce. 46 Def^V insegnnmenti e del metodo delle nnove Scuole elementari Lombardo-Venete. JT^ARLA^iDO altra volta in questa nostra Biblioteca ( vedi Proemio delF anno 1820, torn. 17, pag. 86) de' metodi della istruxione elementare , ahbianio manifestata liberamente e senza spirito di parte la nostra opinione intorno a quello di Bell c Lan- caster-^ ed ahbiamo creduto vedere una contraddi- zione del presente secolo tutto procUve all' idea- lismo ed alle speculazioai nietafisiche nella smania di voler iiitrodurre in seno alle nazioni piti civi- lizzate nn metodo tutto materiale , che tiene gli uomini in conto di pure macchine , e i cui van- taggi non furono originariamente calcolati che per que' paesi clie mancano d' istitutori e di maestri , cioe che presentano una immensa popolazione tutta barbara sotto T influenza di pochi europei. Non e percio che noi pretendiamo all' infalbbilita nelle nostre opinion). Le quistioni morali si presentano sotto tanti e cosi moltiformi aspetti che rare volte si puo pronunciare una sentenza generate ed asso- luta. Una istituzione ])uo essere ottima in una cir- costanza, e pessima in un' altra. Non si dee consi- derar nulla isolatamente , ma sempre relativamente al complesso delle altre istituzioni. Quando noi femmo quel ccnno si stavano orga- nizzando fra noi le nuove scuole popolari suUa for- ma di quelle che gia sono in uso in tutte le altre provincie della vasta Monarchia austriaca, ne po- tevamo con fondamento pronunciar giudizio sugli effetti delle medesime , perche colti non si erano ancora fra noi i fnitti dell' esperienza , unica nor- ma e legge dell' intelletto per conoscere la veriia in ;ica, ed in 2;cnerale le lezioni tutte di Rdigione, di lettere e di sci n/.e col progredir sempre per via di deduzioni , di operazioni pra- tiche e di nozioni senipre chiare ed interessanti , contribuiscono mirabilmente a coltivare ad un tempo r ingegno ed il cuore degli alunni, promo- vendo in essi ( senza hisogno di que' castiglii cor- porali die oramai sono sbanditi da tutte le scuole) r attenzione ed il raccoo;limento, da cui principal- mente suol derivare quella maturita di giudizio dal quale puo.tutto sperare uno zelante educaiore. Tali sono gli oggetti d' iasegnamento e tale e il metodo di questi nuovi providissimi stabilimenti di pubblica istruzione, i quali mentre opportunamente dispongono al Ginnasio que' giovani che al mede- simo sono destinati , somministrano al maggior nu- nicro degli studenti quella sufficiente coltura d| spirito die loro puo alDbiso^nare , senza obl)ligarlt ad inutilmente alFollarsi al Ginnasio medesimo. E per verita quale persona di retto sense non de- clamo tin ora contro Tassurdita dei vecclii iiieto- di, secondo i quali ogni insegnamento doveva ir- remissibilmente cominciare da una lingua morta, difficile ed inutile alia maggior partie dei giovanet- ti, vale a dire a tutti quelli i quali, quantunque non possano o non vogliano applicare ex-professo alle scienze o alle lettere , hanno pur bisogno o desiderio di avere una qualche coltura analoga al loro stato ? 11 giovinetto che a forza di sbadiali e di sferzate perveniva al punto di poter tradurre in un italiano barocco il latino di Cornelio Nipote e di Marco Tuliio Cicerone, passando dal latino alia bottega o agli affari non era capace di stendere Bibl. Ital T. XXVII. 4 5« degl'insegnamenti e del metodo una riceviiin o una carta di obbligo , non sapeva scrivere una lettera ad uii corrispoiideate , senza rendersi ridicolo colle sue anipliticaziom tolte da tutti i fonti oratorj . ed era in oh re oiibligato di spendere ancora aUuni anni sotto (jualche ragioniere per essere in grado di tenere i libri ed i conti delta propria boitega ! Questo informe edihcio e finalmente caduto, il nuovo metodo d' isfrnzion pubblica , dettato dal principio tilantropico di dare a ciascun cittadino que- gli insegnanienti che veraniente gli son necessarj o vantaggiosi , indica diverse strade e divcrsi stabili- menti seolastici a ciascuna classe della civile so- cieta: T umaaissimo Sovrano, che ha sanzionato questo sistema, non vuole che alcuno de' suoi sud- diti rimanga tanto rozzo e selvaggio da non sa- pere alrneno leggere da se stesso il proprio libro ai preghiere e le leggi su cui deve regolare la propria condotta, e ([uindi ha voluto che ogni par- rocchia avesse la sua Scuola minore di lettura, di scrittura e di aritmetica inferiore; ma siccome que- ste cognizioni, Oi)portnnissime pei semplici villag- gi, riuscirebbero troppo scarse ai bisogni delle fa- miglie che si trovano radunate nelle citta e nei borghi piu ragguardevoli , dove molti fanciulli deb- bono essere preparati al Ginnasio, ed un maggior numero di essi deve pure avere quella snfficiente istru^ione che si richiede pel comniercio , per le ar i d'ingegno e per la maggior parte delle pro- fesbioni cittadinesche; cosi lo stesso providissimo Legtslafore ha voluto che nei detti luoghi si apris- sero , oltre Ic minori. quelle Scuole elementari mag- giori di 3 o di 4 classi , delle quali si e parlato piu sopva, e che a spese erariali gia furono aperte per ambn i sessi , e horiscono in ciascun Capo- luogo di Provincia (i). (i) Lnpossibilitati ad assistere personalmente agU esauii pubblicl di ciascuna di queste Scuole inaggiori , noi ci siamo procurata DELLE NUOVE SOU OLE ELEMENT ARI. 5l Per tal maniera la sapienza Sovrana ha reso inu- tile il corso degli studj ginnasiali ad un inlinita la soddisfazione di conoscerne i*risultati, esaiuinindo i Saggi di calligi*a6a, di disegiio , di geometria , di antniPtica , di pic- coli oiiiponiinenti itaiiani , e per rispetto a qualelie Sciiola di fanciulle , eziandio di lavori femminili , i quali a norma dei regolameuti sovraai, dopo essere stati eseguiti da ciascuii alunno od aluaua nella propria classe , e senza alcuna correzione per parte dei maestri, sono poi legati in voluiui , ed esposti al pub- blico negli esami semestrali ed inoltrati all' 1. R. Goverao. In ciaecuno di quest! Saggi si vedono dal piu al nieno i buoni effetti delia igtruzione e della lodevole euiulazioue che viene eccitata in queste Sciiole , le quali sono anche geaeraluiente assai frequentate, come vedesi nella seguente tabella che gen- tilmeote ci e state permesso di trascrivere. PROVINCIE SCUOtE ALUNNI ED ALUNNE C Scuola magg. Normale N.* 565 T,^., ) maschile di 3 ciassi in S. Orsola » 3iQ Milano. .< r • 1 o rp • ^ 1 — — > lemmiuuc presao o. iommaso in ( Terra Mala » 22a Mantova.\ maschHe di 4 ciassi . . . . »222 I ■ femminile » 40 C maschile di 4 ciassi . . . . » 287 Brescia. .< maschile di 3 ciassi- ...» 166 C ■ femminile » «jo Cremoiia\ maschile di 4 ciassi . . . . » 378 { — — temmmile » 80 C ■ maschile di 4 ciassi nei borghi » 270 p^^„ J maschile di 3 ciassi neH'altacittax 2 ra ^ \ • temmmile nei borghi ...» r55 / ~ femminile nelT aha citta . . » 06 ^ ( maschile di 4 ciassi . . . . » 336 ' ' \ — — femminile » 140 Sondrio. \ maschile di 4 ciassi . ...» 170 "I femminde » 107 p ■ I — — maschile di 4 ciassi. ...» 335 ) femminile » loi £or. natur. deW Euia. Tom. i , pag. 207 , in nota. ). La situazione di cui abbiamo jDarlato pno essere risguar- data come il margine estremo o il lembo della corrente , ma DELLE ROCCE GA LCAKIE E VULCANICHE CCC. 5/ non molto s'indugia ad incontranie il tronco maestro. Di la fiiio a Lentini e lo spazio di i8 niiglia e per tutto queslo tratto di strada fino in vicinanza di quel paese occorrouo eininenze di lava a cui altre se ne frappongono di calca- ria compatta diversa da quella superiormente descritta. Di quest"^ ultima roccia e la catena dei colli piii prossimi al mare e conterminaiiti alia spiaggia. II fenomeno stesso accompagnato dagli accidenii mede- simi trovasi ripetvito in altro Inogo distante da questo^ Per andare da Catania ad Agosta , attraversando la cosi detta Piana di Catania , incontrasi al tennine della pianura il Fondacor deirAgnone ove il terreno comincia ad elevarsi e ad essere diviso in colline. A tre miglia da quel Fon- daco ( che cosi diconsi in Sicilia certi abituri ove si al- bergano le bestie da soma ed i veiturali , e che si pos- sono somigliare ai Caravanserai de" Turclii ) ed a sei miglia da Agosta nella situazione chiamata la Bruca veggonsi rocce vulcaaithe in quella giacitura medesima in cui si osser- Vano presso Licodia; vale a dire ora la lava e ricoperta da calcaria grossolana conchiglifera che costituisce la massa delle contigue eminenze, ora ricopre. qaesta roccia, e bene spesso la corrente forma raniificazioni che serpeggiano ia mezzo a quest" ultima. Ho iu lui luogo trovato gran copia di gusci di ostrica in una sabbia calcaria o piuttosto in una terra cretacea contigua alia corrente medesima. Quanto nelle due accennate situazioni si presenta al geologo occorre eziandio nelle colline fra Buscemi e Mi- litello. Lava compatta , lava cellulare di colore bruno o rossiccio , e lava scoriacea iucontransi iu quelle colline , ma ne coronano soltanto la vetta che frequetitemenie si distende in spaziosi alti-piani , mentre la roccia delle pen- dici e quella calcaria marnosa bianca e friabile piu sopra rammemorata e che dissi somigliare alia creta. La lava e generalmente di un bigio bruno traente al nero , e la pasta sua sembra feldspato amorfo , che incontro al sole palesa delle particelle luccicanti che sono picciolissime la- mine cristalline della stessa sostanza. E sparsa inoltre di molecule pellucide di colore di crisolito, che potrebbero essere olivina, tanto piii che per mezzo della decomposi- iione si risolvono in una terra giallognola come nell' oli- vina appunto succede. Ora qtiesta lava da Buscemi a Bu- eheri costantcraente si scorge sopra la calcaria i ma presso 58 SULLE GEOGNOSTICHE RELAZIONI Calleri vi e sottoposta , e da Calleri a Militello ora b snperiore ora interiore , ed appare uno straiio guazzaliuglio cauihiando , per cosi dire, ad ogni passo le geogiiosticlie circostaiize delle due rocce. Ma tutto questo non e die un preludio in confronto di quanto si scorge nel ]>romontorio Pacliino che chiamano Capo-Passero. Prima di giungere a quelP estreiiia punta incontrasi il picciolo paese di Pacliino situato sopra un'e- mineyza in gran parte vulcanica. Lungo la falda rivolta a Noto trovasi una breccia di assai vaga senibianza coin- posta di frammenti angolari di lava basaltina nera , con altri di tufa di colore aranciato ; e questi rottami sono impastati in un cemento calcario. La roccia non vulcanica che costituisce porzione del monte e una calcaria grosso- lana soniigUante a quella di Siracusa , di forinazione ter- ziaria (i) o prossima ad essa, ed e notabil^ che in piii luo- ghi contiene ciottoli rotondati di lava compatta. NelP altra falda poi che guarda il promontorio incontransi correnti di lava bigio-nerastra con pirossena. A due miglia dal paese , e verso il proniontorio suddetto , e un picciolo lago di acqua salsa detto il Pantano di Morghella che da talun si suppose essere il cratere d' onde scaturi la lava de" con- toriii : opinione afFatto priva di fondamento ; iniperocche la roccia delle rupi circondanti quel ricettacolo e una cal- caria arenacea di tessitura piii o meno iitta , che in al- cuni luoghi lascia nianifestamente discernere i granelli sab- bionosi debolmente aderenti , ed in altri e solida e molto compatta. II promontorio Paciiino presso le case della tonnara f poiche havvi in quel mare pesca di tonni ) e vulcanico, e consiste o di lava basaltina bigia con pirossene che de- componendosi si risolve in una specie di tufa giailastro, o di lava porosa bruna o rossiccia le cui cellule sona infarcite di globuli calcarei in tanta quantity che supe- rano la niassa ove sono racchinsi. Questa amigdaloide e (ij In questa ed in altre simili circostanze adotto il Tocabolo jormazionr Becondo il suo piu gencrale signilicato , e lo riferl^co all' epoca in ciii hauno avuto origine i diversi terreni ( V. Sreislak , Institur. golog. Tom.' i ,' pag. 263 ). In tale significato viene esFO usato da parecclii geolojji ; ma: siccbme piacque alia ecuola tedesca di ristrlngerne I' applica/.ione, non lorrei scandals z^are colore che *^olpiscono di anatema riii rigorof^amente e scrupo- JoAamente non fl attieac al fraiaxio di qiiell« '^cuoI;i , d' nltronde ri'^pettabilr. DELLE ROCCE CALCARIE E VULCANICHE ecC. So attraversata iiioltre da moltissinij filoncelli parimente cal- cai'ei che sono riempimcnti di fenditu^'e. • Cotali rocce vulcaniclie niettono piede nel mare e sono ricoperie da un cappello di calcaria che costituisce un gi'ossissimo banco orizzontale iinuiediatamente coricato sulla lava. Questa sovrapposizione e cotanto evidente che non ammette oinbra di equivoco. Vedesi in qualche luogo il banco calcario sporgere per alcuni piedi all" infuori -a giusa di tettoja, essendo corroso sptto di esso il terrene SU cui posa il quale e o lava compatta o amigdaloide. Cio 6i puo pardcolarmeute discernere in un incavo detto la Grotta^de'-porci^ di tantu capacita che si mettono ivi a ri- covero i battelli , dove fino all' ultima estremita della spe- lonca afFacciasi la roccia vulcanica , mentre il soffitto e calcareo. Inoltre lungo tutta la costa fino alia pnnta del proniontorio ove e posto il castello la ripa e verticalaiente tagliata ed in quelle sezioni chiaramente si nianifesta la sovrapposizione della roccia nettunica alPaltra vulcanica. La calcaria di cui parliamo non e simile a quella che accompagna le lave di Licodia , del Fondaco dell' Agnogne, e di Calleri , ma spetta a pin antica epoca. E bianca , compatta , di frattura scagliosa in piccolo , imperfetta- mente concoiJe in grande, e molto si accosta alia calca- ria apennina. Essa compone la massa di molte eminenze tra il Pantano di Morghella ed il proniontorio , e presso le case della tonnara e plena zeppa di que' corpi marini descritti da Thompson sotto il nome di Cornucopia « ma cosi nmtilati che non mi riusci di estrarne verun eseni- plare perfetto. In quel litogo e sovrapposta ad un banco di altra calcaria candida, meno solida, di tessitura gra- nulare fina contenente gran copia di picciole discoliti um- bonate , e qualche altro testaceo fra i quali ho distinta- niente ravvisato un' area. 11 proraontorio Pachino adunque e una insigiie situazione per il geologo, poiche le scambievoli relazioni di positura che hanno quelle rocce si possono distintamente leggere nelle sezioni, e negli scoscendimenti verticali delle rupi, senza che si corra a rischio di scambiare p*r sovrappo- sizione quello che fosse semplice addossaraento laterale. Ma un altro luogo parimente classico , ove s' incontrano acci- denti ancora piu bizzarri , alternative ripetute di calcaria e di lava ed iaipasti di strana luistura e Militello 6o 3ULLE GE0GN05TICHE RELAZIONI Le emiiienze ne' coatorni di questo paese sono tagliate da profonde valli e niostrano rupi vulcaniche di dngeiito e piu ]iiodi di altezza , ove la lava e in alcuiie cost fresca ed iiiiaita quale lo sarebhe qiiella dell" Etna. Una di qne- stc rujii lio particolarniente adocchiato composta di palle rotoodate basahine le qnali si dividevano in istrati con- centrici , e le lave compatte, le porose, le celiulari, le scoriacoe si possono tutte ravvisare in quelle vicinanze. Quella dominante e una lava ova compatta ed Ofa porosa di colore bigio bi'uno la cui massa semljra essere feldspato , simile air altra summentovata di Buscejrii , e che iacon- ti'asi pavimente a Palazzuolo nella collina ove sono le ve- stigia deir antica citta di Acre. Essa e seminata di par- ticelle terrose giallognole che potrebbero essere olivina decomposta, e si puo segnatameiite osservare presso il coii- vento de'' Benedettini ove si scava ad uso di pietra da fab- brica e per selciai-ne le strade. Ma la pill notabile situazione e la valle di Lodiero ove passa la strada che va a Catania , da cui Mi'itello e di- sco«to 24 miglia. Le eminenze che alia sinistra spalleg- giano questa valle ofFrono grandi sezioni verticali che met*- tono in palese la rispettiva giacitura della lava e della cal- caria , e se qui rinnovasi gli esempj di vedere quest" ultima era soggiacere ed ora essere sovrapposta all" altra, essi piu in grande compajono e per uno spazio piii esteso che negli altri luoghi di cui si e fatto cenuo. Sei alternative di strati calcajrei di varia grossezza con banchi di lava ho qui anno- verato nella piii distinta maniera e perche questo feno- meno non sembri piu misterioso, ne debbano i geologhi angustiare 1" ingegno per investigarne la causa la natura ha ivi presso collocato una roccia che gli serve di com- naento e di illustrazione, ed e irrefragabile tesfimonio del soggiorno delle acque marine in que" luoghi ove contem- poraneamente ardevano i tuochi vulcanici. E questa un singolare aggregate di pezzi di lava scoriacea e di gusci di testacei marini imprigionati in un cemento calcario, la- niassima parte de" quali appartengono al Cardium edule: La calcariii die con la lava alterna in istrati e che co- rona la cima di quelle rupi, non che 1" altra di cui sono formate le eminenze che stanno dal desiro lato della valle di Lodiero ha una tessitura arenaiea, ma i granelli in cambio di essere frammenti sono concrezioni eomiglianti DELLE ROCCE CALCARIE E VULCANICHfi CCC. 6 1 ad oolid di irregolare figura coeve alia massa in cui stanno racchiuse. Fra Bucherl e Llilitello vidi alcune lave ridotte in parte in naa massa neia vetrina simile all" ossidiana. Questi smalti sono in maggior qnantita nella Valletta per cui da Mililello si jiassa alia pianura ove e il decaiitato lago dei Talici e precisamenie iiel letto di iiii fiumicello detto il Fosso di S. Barbara, e sono Aichiusi o a vene o a pic- Tiiflie masse nella lava ordinaria. Presso quel luogo havvi un bel gruppo di colonne hasaltine articolate per ctii la rupe ha tratto il nonie di Tunpa d' organo. Nel corso di questo ragionamento non ho fatto verua cennp delle pretese alternative di banclii di lava e di terra vegetabile che alcuni si sono immaginaii di vedere in una eminenza contigua al lito di mare presso Aci Reale. Nul- ladimeno quanto ivi si osserva tornerebVje in acconcio al mio argomento, poiche in cambio di terra vegetabile scor- gesi una arena vulcaiiica o rossastra o bigia stratificata fra hanchi di lave ed in cui si rawisano impressioni di con- chiglie marine nominatamente di Cardiiun edule. lo lio riconosciuto cpxesto fatto nella Tinipa delle Grazie ed in quella di S. Caterina, ma non mi distendero a ragionarne essendo gia stato annunziato in un' altra mia Memoria pub- blitata in questo Giornale ( Tom. XX, pag. 217 ). AUe osservazioni fin qui riferite altre se ne potrebbero aggiungere dello stesso tenore fatte da Dolomieu in altri luoghi del Vallo di Noto in Sicilia. Ha egli veduto presso Sertino, paese non molto distante dai colli Iblei, lave ri- #€operte da banchi di calcaria conchiglifera: avverti la me- desinia cosa presso Capodia, come altresi nella montagna di Pimelia, ed in qviella di S. Giorgio, ove gli strati vul- canici sono rinchiusi nella calcaria e compongono inoltre la sommita di quella eminenza. lo rimetto il lettore al ragguaglio che ne ha dato questo naturalista ( Journ. de physiq. torn. XXV). I fenomeni allegati nel corso di questa Memoria non sono cosl peculiari al suolo d' Italia che non si riscontrino del pari in altri paesi ove sono vestigia di vulcani spenti. Faujils ha adocchiato ad Aubenas nel "Vivarese filoni di lava basakina nella calcaria e nella montagna della Cha- nierelle strati della stessa sostanza intrecciati fra quelU di quest' ultima roccia e ne ha preseutato il disegno {Rech. 6i ^LLE GEOGNOSTICHE REL.\ZIONI sur les Volcans eteints da Vivar. pag. SaS tab. 14). Nel- r isola di Mulil una delle Ehiidi presso Aslmacregs ha egli stesso veduto uu'eminenza vvtlcanica a cui era tVap- posto un banco di calcaria situato fra due strati li are- naria cjnarzosa , e questa calcaria, die' egli, coiiteneVa teleiiniti non altrimenti che quella della Chamerelle. ( Foy. en Ecosse. Tom. II. pag. 144. seg, ). Doloinieu ha pari- Biente incontrato nelle collilJB intorno a Lisboaa banchi di lava compatta avviluppati nella calcaria coachiglifeni, come ne die ragguaglio a Faiijas ( V Faujas, Reck, sur les vole, da Vivar. pag. 443 ). Voigt fra Stadtfeld ed Herschel neir Assia trovo il basalte in istretta unione con la cal- caria ed impastato con franimeati di questa ( Mineral. reise etc. in /lessen pag. i ), Schaub uel monte Meissner vide strati di carbon fossile in mezzo al basalte ( Beschreib. des Meissner pag, 78 ). lo potrei recare altri simli'esempj se non istimassi che pel mio argomento fosse soverchio, di allungare questa lista. Le conseguenze che derivano dalle osservazioni fatte nelle accennate situazioni del Vallo di Noto sono le se- guenti : i.'' Che quando il suolo della Sicilia era inon- dato dalle acque del raai-e vi furono esplosioui vulcani- che sottomarine in epoche diverse e lontane V una dall' al- tra. Di fatto la lava del promontorio Pacliine e coperta da calcaria che ha tutta la sembianza di essere secon— daria , e che contiene testacei de' quali non saprebbesi determinare tampoco il genere : 1' altra all' incontro di Licodia, del Fondaco dell' Agnone e degli altri luoghi in- ternasi per filoni nella calcaria terziaria assai piii recente. • 2.° Quando fluivano alcune correnti di lava altre ve ne erano di data anteriore che furono frante dall' impeto del flutti niarini , poiche la calcaria contenente filoni vulca- nici presso Licodia e impastata con rottauii di lava ba- saltina che preesisteva. Questo fatto e una dipendenza ed una confernia del primo. 3." La roccia calcaria quando fu compenetratn dai filoni di lava era gia solida. Avendo ammesso ne' crepacci quella materia clie ne riempi la ca- pacity non saprebbesi concepire come siniili fenditure po- tessero aver luogo in una massa incoerente e pastosa. Si potrebbe anche assai dubitare se le rocce che non risul- tano da sedimenti meccanici e le cui particelle si sono aggregate per la forza di affinita sieno mai state moUi. DELLE ROGCE CALCARIE E VULCANICHE eCC. 63 4.* La lava cui sovrasta la calcaria o die alterna con essa e corsa sott'acqiia. Se avesse fluito in uii suolo che einer- gesse dalle onde e fosse state in appresso di be! uuovo soinnierso, la superficle della laya basaliina dovrebbe es- sere coperta da an ammasso di scoiie , come e in tutte le correnti de vulcani del continente, lo non mi sono ab- battuto a scorgere nulla di simile ne' bauclii di lava che sono nelle accennate geognosticlie circostanze, e questo mi sembra esseie lui ottimo indizio per distinguere quelli che sono di origine sottomaiina. Corrono parecclii anni da che ebbi occasione di tratte- nernii in altio mio scritto intorno a quella alteruante di- iposizione delle due rocce di cui si favella, e rispetto al- r origine del liasalte manifestai allora un' opinione op- posta a quella dei vulcanisti ed adottata da insigni natura- list!. II sig. Breislak nelle sue Istituzioni geologiclie (fom. ///, pag. 298 ) ebbe la sofFerenza di confutare le ragioni che allora adduceva e che mi sembrava potere convali- dare il mio assunto ; ma se aveva il torto lo ebbi al- meno in buona compagnia. Poicli^ le os-ervazioni dopo quel tempo istituite nelF Italia meridionale mi hanno dato argomento di modiiicare c£iiella mia prima opinione , poi- che apparisce che il basalte alternante e realmente un prodotto del fuoco , non deesi ideare per altro che con quella franchezza e con quella giovialita che da alcuni si mostra riesca di spicgare chiaramente le circostanze tutte del fatto. Le molte difficolta che si afFacciano , una serie ponderazione sulle pai-ticolarila che accompagnano questa giacitura, uno spirito indagatore, sottile e scrupo- loso hanno sospinto alcuni naturalisti a quistionare sull' ori- gine ignea di quel basalte , i loro dubbj esprimendo con maggiore o minor confidenza. II fatto sta per la parte contraria , ma la spiegazioue porge adito a molti pro- blemi , ne tutto si e deito asseverando che quanto si scorge e opera di vulcani sottomarini. Faujas che non era il ptu flemmatico vulcanista de' tempi suoi , ne il meno riscliioso a produrre ipotesi , dopo di avere dato un lungo ragguaglio de'banchi basaltini e calcarj della Cha- marelle e dopo di avere addotto le ragioni le quali fanno presumere che sieno derivati da correnti sottomarine di Java , altre ne reca che potrebbero indebolire quest' opi- nione, "I OCC. 50PK.\ 1 siMCU VFI FXO«I sovoiito lieri<#ime coUclie o s' osseivaroao ilietro l" use* loro fuiiosti effetii ; e cio accade aaco j>er esservi de!te diverse specie e vaiiotii di iu'ighi sotto lo stesso s;eiiere coinpie>e una pre«so che uiiitorme iuierua ed esieraa sirnt(ui-a , e die il loro aspetto vieae aliemto in breve tempo per ua processo loro usturale, o per locali circostaiize , per cui le ditVerenze di que*te variota e specie soiio quasi uuicaiuente dedotte da caraiieri per lo piii i.icost.aati ; qniudi. come gia *i disse, uno stesso fiuigo da alcuni ho- tauici si indict sotto >"arj nomi. Fiualmeute le stcsse spe- cie e >";\vieta di fmiglii auuoverate Ira le iaaoceuti souo soggette per cause uoii aucora beu couosciute a partico- liri iuterue . e uou sempre disceraihlli alterazioni , che ixe cambiaiio 1' indole e le reudono okremodo poDiiciose, e luortali. Tali cose . per vero dire, uou puonuo che viej>- piu coiicorrere a ca^iouare fu;ies;issimi shagli uella scclta de'tunfflu. e a reudere le stesse specie coiuuiestilnli d' uso iacerto e periglioso. IanauE.i pero d* acciiigenui all' opra . cre^lo all' nopo d' esporre 1* ordine che terro iu questo lavoro . voaendo esso diviso iu varj articoli. descriveudo uei primi le prin- cipali cngioui che ritardarouo i progressi di questa parte deJla hotauicA taato utile evi iuteressauie 1' umaua salute; sepuirauuo poscia i tenerali cAratteri botanici e dsici che distin^juouo i fnnshi deleterj o sospetti dagli iuuoceutl ; tratteremo iu appresso della composizioue e particolarita loro : Terra indi ua' iuteressaute discussioue teorica ui- toruo air opiaioue che ehbero gli autichi sopra la loro origine e riproduzione , e come la peusano i nioderui bo- tsnici e uaturalisti. Sicconie poi eve trattasi di soccorrere cli avveleuati d.i queste sostanze il medico trar puo assai dalla couoscenza de' loro componenti , pensai noa essere iufrutmoso il raccorre le utili e jiregevoli analitiche os- ser\T>zioiu dei celebii Bn:cwu>t e Paulet. uou lasciaudo per quanto le attuali cogaizioui il permettono di dar ra- gione del mo^lo d'agire loro sopra Teconomia auimale vi- Teute, e quali siauo i piu accouci mezzi c!ie Parte su- gerisca per soccorrere coloro che sveuttiratamente soao coiti da si!ftito \-eleuo. Per ultimo adottaado la classifira- Tioue del piu receule niicologo che si conosca , il t.mto celebrate Ferfoon . lo seguiremo nell' orvliuazione di tutti i fanslii Jells pro-^iacia pave»e. Nell* indi care !e diverse "SB FUWGHI Nil. PAVESE. 7 1 jpecie e varicta dei maagerecci , ne riferirenio la sino* niniia loro , doe tutti i nomi , coi quali dai luigliori aa- tori vennero denominati , non lasciaodo i veroacoli , che sono a nostra cogoizione , sicconie il luogo loro xiatale e r epcca in cui trovan§i: ee periiianenti o fngaci. Per uU 'timo , come piu sopra accennammo , a conipimecto del- r opera e«porremo colla maggior diligenjia pc^&ibile tutti que'' mezzi , che dieiro la propria nostra osiervazione , e merce la conenlta fatta con uomini dotti ed csperti nella scienza , non die dal coofronto di quaoto venae dai pia celebrati niedici sugserito di pia opportuno nel caio d'av- velenamenio. 'Son credasi pero che sempre i mezzi proposti siano infallibili , sebbene i piu sanzionati dalla pratica osserva- zione : iir.perocche si videro taluna volta iai'mttuosi , e cio opinianio a credere doverfsi certaniente a particclari circoetanze di chi n' e preso , ed aaco perche troppo tardo chiamato il eoccorso , e spesse volte senza colpa verona , ma pintiosto pel niodo d' agire d' alcuni funghi, aveado- vene alcune specie , le tpiali appena trangugiate recano air istante una srrata seosazione, qaal lie%e inebriamento, od estaei pLacevolLssima, mentre il principio vitale di sop- pi^fto ne viene aisalito , spie^aado po%cia le sue ree qua- lita , allorche ogni niezzo e iafraitnoso ad arrestare e di- strugzere i funesti suoi effetti. Tale azioae ia # scoi^e tpecialmente dietro V nso dell" agarico muscatio e noi bap- piamo da HaUer , siccome gli aVjitatori del Kamschatta preparino col snddetto agarico, e T Epilobio aogostifolio o meglio col Nerium oleander uaa bevcnda. che LoeJ^ria eU eccita spesse fiate furente deLrio (i). Artjcolo I. ParticoIariKi dei fuaghi , e come hx pensarono gli antk'd circa la loro online t loro riproduzione. Opiruone di Mi- cheli . di BuUiard e degli altri piu recend micologi. I funghi 5oao una numerosissima fauiiglia di piante. che per la loro bizzarra conformazione e stravtura j«g. i'i-^ 72 OSSERVAZIONl CCC. SOPR/V 1 SINTOMl VELENO?! foglie pro]iriamente dette , non fiore , seiriplici nella loio oigauizzazione, liizzarii ne'.le forme, ed or gli vedi nella ligura d" una mitra , siccome le Elvelle , or di lingua o spatola , o allnngati a guisa di coni siccome le spngnole , or a foggia ui clava : ora cpiai parasitic! gli scorgi fissi alle piante , o sopra la terra , o nelle viscei e sue , ove ' mancando di Ince prendono forme sempre piu singolari : ora scoperti , oi'a chinsi in una borsa o volva clie nello sbucciare lacerano. La sostanza che gli compone e moUe o carnosa , talvolta rcticolare, fragilissinia , o legnosa , tal- iiata cera , mucilaggine : ora d'un snpore carissimo e d'' UJi odoi-e soave , ora fetcnti, canstici e venefici (i). Non meno varia 1" eta loro , imperocclie alcuni giungono a morte in poclii istanti sicconie T agarico stercorario, altri cresciuti so- pra annose piante, vivono al par di loro molti lustri , e alia foggia degli allieri vegetano merce d'uno strato anulare di tubi : alcuni appena visibili, siccome le uredini o niuffe , le pucinie , gli ecidj : altri di maravigliosa molle siccome alcuni boleti , e licoperdon , or semplicissimi e della fignra de" ciottoli siccome il tartufo , ora ramosissimi sic- come i clatri , le clavarie. Ora questi esseri si osservano dipinti dei piu eleganti colori siccome corallo , altri d" un bel- giallo , come il boleto solforino , or d" azzurro , e d" un verde vivissimo: ora lobati, bislunghi, cilindrici, fibriati. La piu parte pero e fornita d' un cappello sostenuto da un gambo , talvolta centrale o laterale , superiormente cir- condato da un anelio membranoso , come ognuno puo scorgere in alcuni agarici , ed infcriormente muniti delle radici , atte pero piu a tenerli litti alia terra di quello sia. ad assorbire e trasmettere 1" alimento , venendo egli piut- tosto assorliito dalla loro supcrficio estcriore. Assai dispntossi sopra Torigine deMunghi, e no' priscbi tempi ognuno li credea nati dalla viscosita svolta dalla putrefazione delle sostanze aniniali e vegetalnli, ritenendo che la materia informe e corrotta avesse attirudine e forza di dar origine a novelli esseri vivenii : cosi la pen- sarono Teofrasto , Dioscoride e Pliido , e tutti i botanici die vennero dopo , sine al risorgimeiito delle lettere;, pure (i) Talc e 1' ngariro che trovai nelle e5cur:;ioni botanicbe fatle in queala vcc nza , che fra non molto ho in auiniu tli descrivere , dantlone pur anco la iigura. Egli avea un grato odore d' iicqua dittiliata di mandorle »mare. Ne' FUNGHI NEC PVVESE. 78 il paveie de' plii saggi fra' moderui si e die cio noii possa accadere , ripeteiido essi ogiii essere organizzato da altro essere a lui soniiglievole, cosa che ognuuo osserva e negli aniuiali e nelle piaate. Fuvvi pero taluni a' nostri gioriii, MecUcus ed Acherman , i quali vollero attribuire l' oiigine de''fnnghi ad una iiiiscela de' suglii pitnitosi delle piante, le di cui forme veiigoiio modilicate dall' aria , e da altre affiiiita , non dimenticando le combiiiazioni chimiche. Sorse pero chi coUa face della verita sostenne T esistenza de"semi ne" fuiigiii, quindi fa nieravigiia , come si possano ancora risvegliare simili opiaioni. Clusio fu de' primi a sostenere r esistenza de' semi ne' funghi , e con ini accordaronsi e i! sommo botanico bologtiese Marcello Malpiglii, onore del- r italiano suolo e Boccone e. Turneforzio. Ma per coniune consenso il gran MicheU , delle cui viste originali e giu- stissime , per nulla approiittando gli Italian! , ben piu di loro ne trasse partito lo stranlero , fu riputato il prime , che favellasse della fruttiiicazione de' funghi, e se ne accerto colla seminagione del polviscolo, che esce dalle lamelle loro, O dai fiutti de" funghi : cosi la pensarono po^cia e lo Svedese botanico e Gledit.sck , ed Haller sino a Koelr cuter, U quale pose 1' organo maschile nel tessuto retato della volva, sebbene pero, come saggiamente fa riflettere il cele- bre e dotto botanico sig. Pollini , m molti funglii manca il tessuto reticolare , che d' altronde non ha veruna re- lazione co' semi. Finalmente Muller , Scopoli credettero die i funghi fossero ua domicilio d' insetti , ed altri ri- destando T ec|uivoca generazione tennero i fungiii una no- vella riunione di tessuto cellulare, o una maniera di ve- getabile cristallizzazione, combattuta pero, come abbiamo detto , e specialniente dal celebre ncstj-o Spallanzani e da BulUard., il primo de' C[uali ripelendo le esperienze del sa- gacissinio fiorentino IVliciieli sopra le muffe , dimcstro che il polviscolo delle testine e il vero seme delle muffe , convalidando I' asserzione col moltiplicare le specie , se- minandole sopra sostanze adattate. II secondo poscia nella sua eruditissima e splendida storia de' funghi della Fran- cia dimostro con accuratissime osservazioni T esistenza cici loro sessi , senza de" quali non potrebbe darsi mol- tiplicazione. Questo fluido animatore, al dir di BuUiard, ora e chiuso in vescichette , che sono o erranti o sessili o stipitate siccome nelle clavarie, ne2,U agarici, nei lioleti , nelle aiuicularie , nelle Uemelle, nelle elvelle e negU idnip 74 OSSERVAZIONi eCC. S0PR\ I SINTOMI VELENOSI die cliiudonsi vicino ai germi , ora maticando le vesci- cliette , i semi soao nuotaiiti in uti fluido siccoiue nelle nidiilade, i-eticularie, mnfFe, sferocarpi, tartufi, aei quali viltimi lio potato io stesso accertanni niercc del microsco- pic , osservando la carnosa sostaiiza fatta a guisa di cel- lule , ove innicchiati scorgeaiisi i semi nel fluido, sebbene nelle iiidiilnrie descritteci da Biilliard noii v'abbia che una sola cella. Ma per vieppiii conferniiirae 1' esistenza e di- stingnere le vescichette dai s.emi, lo stesso BulUard asseri, die le prime essiccandosi avvisciscono, laddove i secondi , essendo consistenti , non cangiano forma , e ne diraostra poscia die per ottenere i semi de' funghi basta esporli giovaiii sopra un ben terse vetro o metallo , die ben presto ne viene tutto quanto coperto. Egli poi con estrema pazienza ne descrisse le forme , la situazioiie ne' varj funghi, la facilita d' attaccarsi ai legni fradici , ai sassi, alia corteccia degli nlberi merce d' un glutine di cui vanno muniti, o precipitati dal vento o dalla pioggia caggiaiio sopra il suolo e dietro il concorso di favorevoli circo- stanze ivi svolgendosi, vasta superficie di tei'reno viene copeita d' ogni fatta di funghi. Vero e pero die le osserva- zioni addotte sebbene provino che i funghi siano dotati d'organi riproduttori , novi provano pero a mio parere che in essi avvenga realmente fecondazione , ne che i globetti seminiferi siano veri semi , anzi che gemme , o gongili siccome vuole Gacrtner o caselle ripiene di gongili. Cer- tanieate die molte osservazioni e specialmente il modo di svilupparsi dei pretesi semi ci conducono a quest' ul- timo pensamento , siccome cosi la pensa Persoon , rite- nendo i funghi quali piante afrodite o agamie , propagan- tisi e per gemme e per gongili siccome Gaertner , e per quelle poi , die lo stesso BuUiard vide nei tartufi , il quale nialgrado suo fn cost^etto a riconoscere in essi una eccezione alia regola generale, forza pur noi a sostenere piuttosto r opinione delle gemme di'' entro stanno , die nutronsi a spese della madre „ che altrimenti. Dalle quali cose sembra verisimile il pensamento di Gaertner, che i funghi si riproducano per gemme semiuifornii , o gongili . siccome e pur vero esservi altri funghi che hanno allei radici altra foggia di gemme, le cfuali success! vamente svol-- gonsi. Tali sono 1' Agaricus edulis , Bui. 11 PhaUus impu- dicus o spugnola falsa , fungo puzzolentissimo , che come vedrassi e a noi comune. NE'fUNGHI NEL PA.VESE. 76 Articolo II. Tessitura interna de' fiinghi , mo Jo loro di i^egctare , analisi mstituita dai cdebri chimici Braconot e Paulet. Per quelle die spetta alia tessitura interna di questi es- seri, e loro moLlo d" esistere , poche sono le conosceiize che abbiamo. V hanno fungbi, la di cui tessitura e legnosa . e nel modo loro di vegetare hanno mclta analogia con un altro genere di piante dette da" botanici DicotUedonie arboree , scorgendosi in esse e nioto ed elaborazione deila linfa , la quale circola in vasi capillar!. Tale e il Boletus ungulatus , Linn. V Ag. obtusus coniuni ai nostri salici. Nei funghipero, che sono fugaci, siccome V Agar, aqueus la linfa infiltrasi nel tessuto interno puramente cellulare , siccome accadcr suole dell' acqua in una spugna , s mbra quindi che il solo sugo proprio scorra pei vasi capillar! , siccome nell' Ag. Necator. Bull. , e nelle lamelle delF Ag. lactifluus , o latticinoso pure a noi comunissimi. Alcuni funghi poi sono semplici , altri ramosi , altri si trovano conformati a guisa di niusco. La piii parte coperta di un capello, ora stipitato , cioe col ganibo , ora sessile o per meglio dive senza : alcuni F hanno orbicolare , o peltato, o semi orbicolare , cioe attaccato da un solo lato. Avvene di quelli il di cui sapore e acre e corrosive, e acido, sic- come r Ag. betidinus . altri dolce e zuccherino , gran parte insipidi : taluno tagliato cangia colore e da bianco divien azzurro o vinoso : altri spande un odore fragrantissimo , siccome il Boletus suaveolens Bull., che ha T odor d'anisi, facile a rinvenii'si sopra gli antichi rami de' nostri salici. Alcuni non hanno odore , altri T hanno fetente e nau- seoso , e sin anco cadaverico. I risukamenti della naturale ed artificiale decomposi- zione sono molto analoghi a qnelli delle materie animali corrotte somministrando gas idrogene , azoto , gas acido carbonico , e sottoposti all' analisi chimica dai celeliri Braconot e Paulet (1), ogni fungo diede un principio particolare identico , che forma base agli altri priacipj, che il primo disse fungina , la quale niista a poco al- cali , divien bianca, molle insipida , poco elastica , fria- bile e mangiabile , la qual cosa sembra che la cottura neir acqua la privi del principio venefico. Torrefatta la (l) Tr.iitc (les Champignons publi4 en 179$ en deux Tol 104.° Poris. ^6 OS9ERV\Z. eCC. SOPRA. 1 SINTOMI VELEMOSI eCC. fungiaa s' iiifiamma e manda uq odore lU pane abbrusto- lito , lasciando per reslduo una cc.iere biaiiclussima , la quale essiccata e distillata , sembra foudersi, soaimi:iistraado olio brnno einplrenmatico , che da un color verde al si- roppo di viole, e distillata coUa potassa genera dcU' ain- moniaca, dalla quale T etere separa dal residue della distillazione una materia oleosa, lasciando delPacetato di potassa. Dalle quali cose traggesi, che questa sostanza contiene piii idrogene ed azoto di quello sia la sostanza legnosa , ma meno che il glutine , quindi seinbra frap- porsi a questi due. Abbandonata la fungiaa alia spontanea decomposizione spande da pria un odore scipito pari al glutine, al quale succede un odore di materie animali fradice. Ma oltre la fungina i funghi offrono altri principj. Alcuni contengono acqua molta insienie deir allume , della gelatina del solfato di potassa , della cera , deir acetato pure di potassa , deir acido acetico , ed una sostanza znccherina particolare : un olio bruno , dell" adipo cera, un priuci- pio deleterio siccome neWAg. piperatus, nel Mendius cantha- rellus Linn., neW Idiium repandum e nelF Hibriduin, i quali contengono pure altri principj , e sono mancanti di al- cuni degli enunciati : cosi il Boletus viscidus fra i molti riene trovato il piu semplice nella sua coniposizione. Cio che si rimarca di piii singolare neil" analisi instituita da Braconot si e , che il priacipio deleterio sia al dir suo fugace colla bollitura , mentre analizzato il fungo da Paulet, il cosi detto Ag. s^ernus Bull., non apparve vo- latile , anzi essiccato al fuoco, sebbene ridotto all" ottava parte del suo peso , fu mortale. L' estr.atto pure fu mor- tale, e posto nell" aceto il fungo perde la forza , sebbene r acquistasse il solvente, cogaizioue utilissima , che puo essere di grande utilita per un sagace ed avveduto me- dico. L" alcool stesso ne discioglie meglio il princlpio mor- tale , lo che mosti'a essere una gommo-resina , siccome gli esperiraenti di Parmentier fatti pure sopra 1" Agaricus vernus il comprovano , confermaado pur anco che I" acqua ottenuta merce della distillazione de" funghi velenosi , la quale d' altroade era limpidissiina , e quasi senza odore . data ai cani , non reco verua sinlomo incomodo. LaJdove il residuo rimasto dopo la distillazione , misto a came . iii breve li uccise. ( Sara continnato. ) 77 Osservazioni geognostiche sopra alcuiie localitd del Vlcentuio. Menwna di P. Maraschini ( Contiiiua- zione e fine. V. T. XXVI, pag. 879 ). J.L calcare alpino ^ ricoperto al Sasso della Linipia ed a Rovegliana da un calcare stratoso grigio bleuastro die racchiude encrinid e terebratole iacrostate di quarzo alia superiicie , e qualclie piccolo traiuaieato di vero carbo- ne , di cui le fibre legnose sono apparenti , e die arde come il carbone di legno. Arduini 1" aveva di gia iiidicato col nome di caiboiiella, Al Capitello della Comoiida una roccia analoga conteuente concliiglie bivalvi ed uiiivalvi assai uial conservate, e soprapposta al calcare di Civillina, Questa roccia potreblic apparteiiere al calcare condugliaceo ( iuusclieUv.alkstcin de' Tedesclii ) iutorno a cui il sig. Boue ci lia date coguizioni molio iiiteressaiiti con una memoria da liii letta ultiuiaiuente alia Societa di storia uaturale di Parigi. Sul monte della Ronchetta non ho riavenuto ne 1' una ne r altra di queste recce die tuitavia esistono probabil- niente ricoperte dai rottanii del calcare superiore die e cavernoso ( Hoblenkalkstein ). Ivi, e nella coniune di Arsiero ad alcune miglia di di- staiiza , la iniiiiosite conipatta lo attraversa in filoni. Vedesj allora cangiare totalineiite di aspetto al pun to di contatto j ed a qualclie piede di distanza 11011 piii vi si osservano le piccole celL le di cui la roccia nella sua forma origi- naria era seniinata ; ed il colore ch' era bianco giallognolo diventa bianco di latte ora venato di nero o di bruno ed ora marmoreggiato a varj colon die le danno qualclie volta r apparenza brecciforme. Ad Enna ed alle Casare dei Zini il cangiamento diventa piu riniarcabile. La tessitura ne e conipatta sj^'isaccaroide, la frattura scagliosa, il colore grigio di cenere o bianco. ¥i si osserva una decomposizione alia superricie die gU da un aspetto ten-oso bianco opaco. Questo marmo e traslucido sugli spigoli , contiene della magnesia , ed ha uiolto rapporto col Giilirofian del Karsten. fe qualclie volt* 78 OSSERVAZIONl GEOGNOSTICHE breccifomtie , eel allora e associato alia steatite nella stessa nianiera che nel calcare tlegli Storti di cui ho pailato, e contiene inokre della sei'peatiiia. Fu priacipalmeiite in questo calcare magiiesiano che il aostro Avchiiiii fece i suoi saggi , dopo aver riconosciuto fin dair aano 1760 die esisteva nelle acque acidule di Recoaro fra le altre sostanze uii sale che per la lorma de' suoi cristalli, e pel suo sapore amaro aveva uri' in- tiera rassomi2;lianza col sale di Sedlitz e d' Epson, e ch' ei nominava Sal neutrwn calcare acidulum Recobariense , per- che forse ignorava che la magnesia che Black e Margraaf feceio i prinii coiioscere, fosse una terra particolare. Per tal nianiera Arduini non solamente scopri prima del Reuss il calcare magnesiano compatto , e prima de' geologi inglesi il loro calcare magnesiano stratiforme , ma altresi fece co- noscere anteriormente ai chimici moderni l" associazione della mao-nesia alia calce carbonata che fu annunciata dal Klaproth solamente al cominciamento di questo secolo. I cangiamenti prodotti nelle rocce avvicinanti quelle di origine ignea furono di gia osservati in pareccliie loca- lita. II sig. Undervood, come ho altrove accennato, osservo I'argilla schistoide modificata in diaspro porcellana nell' isola d" Anglesey, e il calcare diventato piu duro al contatto di filoni di dolerite. lo tengo la serie delle rocce di questa localita dalla bonta del sig. Undervood. II sig. Boue ha riportato dal suo viaggio di Germania molte arenarie , molte pietre calcari , ecc. che al contatto de" filoni sia doleritici , sia porfiritici, sia basaltici sono induriti. E singolare che questo fenomeno , che si ripete in parecchi siti nei contorni di Freyberg, non abbia impedito alia scuola Werneriana di ammettere, come ha fatto, T origine nettunica di pareccliie rocce che dovevano per lo meno lasciarla neir incertezza. II sis:. Macculoch ha rimarcato nelle isole occidentali della Scozia che il calcare granulare diventa niagnesifero in vicinanza al basalte che prende difFerenti colori , e die racchiude delle piccole masse , e delle venule di steatite e di serpentina, fatto intieramente analogo a cio die si vecie nel vicentino. Rapporto alia serpentina associata a rocce che sembrano di origine ignea, devo indicare che il sig. Marzari trovo il suo granito del Tirolo far passag- gio non solamente alia sienite, iita anche alia dolerite, e SOPP.A. ALCUNE LOCALITA DEL VICENTINO. 79 alia serpentina. Qnesto granito , dietro a cio ch' el ne dice, io lo credo sovi'apposto ad uii calcare jurese analdgo a quello di cui mi occupo attualmeute. 11 calcare del uioiite Spetz a Kecoaro e d' una forma- zioue analoga a quella del calcare della Konclietta : benche a primo aspetto ne sembra diverso. In efFetto non e cel- lulare , e conipalto , sublaniinare, trasparente siigli spigoli molto pill del priino , a frattura scagliosa ; il suo colore e bianco- lirnnastro , e vi si osservano di quaiido in qnando dei rognoni di ferro oligisto rosso coacrezionato fibroso die da auche una tiiita rossiccia alia roccia. Questa forma- zione e ricoperta qualche volta da una breccia calcare polibile die s" iiiipiegava altre volte come iiiarmo in qual- che parte d' Italia, ugualmente che le rocce di cui ho parlato di sopra avvicinanti la mimosiie. Questa breccia e composta di frammenti angolosi di calcare, ordinaria- meaie afFatto simile alia roccia iaferiore: il suo cemento e ora di calcare rossiccio , ora di ferro argilloso sovente oolitico. II ferro ossidato globulifoniie che il sig. conte Orti Isa scoperto nel Montebaldo ajiparliene forse a quest' epoca. Alia sua parte superiore qnesto calcare e cellulare , bianco-grigiastro, e non racchiude quasi mai corpi orga- nizzati. Vi si trovano qualche volta de' rognoni di selce che sembrano avvicinarlo al calcare della catena di mon- tagne di Sicilia che si iiominano le Madouie; ma ho avuto occasione di riconoscere che que' raonti sono d' uu' epoca piit antica. II calcare de' nostri monti ciie appartiene a questo se- condo membro della formazione del Jura, vi occupa una grandissinia estensione, e forma la piu parte delle Alpi tirolesi confinanti. Vi giace sopra il porfido terziario di Marza'i, cioe quella roccia mokiforme di cui esso ha cominciato a darci dei dettagli molto interessanti nella prima puntata de' suoi cenni geologici che sarebbe utile di vedere continuati con que' dettagli che potranno contribuire a diciferare vie inaggiormente la sua esistenza che pare tuttora parados- sale a parecchi geologi. Atten.lendo die il mio illustre amico ci dia il seguito delle sue osservazioni, io non faro die noverarne le varieta principal!. Questo porfido e qualche volta piciforme ( Felspath re- siaite porphyrique. Hauy. Obsidienne porpliyrique. Cordier. 8o 0S?ERV\Z10NI GEOGNOSTICHE Stigmiie a base d'obsidiemie resinoide. Broiigniari. Pech- steiu porphyr ) di color gngio nerastro con mica aera, felilspato decomposLo in kaolia sapotiaceo , e 2;i"ani di lim- hilite rosso-braaastra a frattura brillaate. Trovasi a Re- coaro nelia valle della Rasta, ove e prismatico , a Lichelere» e presso 1' Agao di Cienie. Al Tretto e nieiio fi equente, Qualche volta vi si osservano de' globuli di calcedonia dissemiiiati. II portido leucosteiiico ( argilopliyre. Brongniart. Thoii- porphyr de' Tedesclii ) e il doiniuante in questo terreno. Esso e bianco-brunastro inaccliiato di rosso di vino nella valle delle Pilerse, ora lijeii violetto maccliiato di bruno, e bruno maccbiato di bleu rossiccio a Fongara^ ora grigio con mica e venule di petroselce rosso nella valle della Graizza, ed ora bruno rossastro in quella del Timoncliiello. A Fongara e alia Rasta , comune di Recoaro , si vedono frammezzati a questo porlido de' conglomerati ( mimophyre Brongniart ) prodotti forse dalle materie incoerenti delle eruzioni consolidate successivamente. In luogo di porfido si osserva nella valle del Timon- cliiello , comune di Tretto ed a Velo, una mimosite ( trap- pite. Brong. ) incassata nel calcare jurese di monte Suni- mano cbe appartiene a quest' epoca. Una simile roccia esiste pure a Liclielere. Parecchi minerali sono invilnppati ora in rognoni, ora in vene tra questi porlidi. La calce carbonata spatica vi e sola o associata alia stilbite, al quarzo jalino ed al diaspro. La stilbite fibrolaminare , rossa di mattone , di splendore di madreperla e in piccole vene frammezzo alia calce carbonata e alia calcedonia , e alia sua superiicie. II quarzo jalino occupa il centro delle palle calcedoniose disseminate in rognoui;, esso e d' ordinario bianco grigiastro, e meno di frequente violetto. I cristalli sono qualche volta ben pronunciati, ma qualche volta la cristallizzazione e con- fusa, e presentano allora la varieta bacillare radiata. II quarzo agata ora calcedonioso , ora grossolano ( grossier) varia nel colore e nella tessitura. "Ve ne ha di bianco di latte , di bleu di cielo , di zaffirino, di verde , di gialla- stro e di rosso. La frattura ne e qualche volta ineguale , ma piu spesso unit^ e concoidea. I colori del diaspro sono pure variati , ma nou vivi. Queste sostanze comuni nella mimosite (tiappite) si trovano piu di rado anche nei porfidi. SOPRA ALGUNE LOCALITA DFX VICENTINO. 8 1 Quelli di Fongara coatengono un diaspro fetucciato. Nella valle della Giaizza s' incoutrano venule di calcare spatico, con cristalU di analcimo incarnato , e rognoni di argilla indurita ora verde giigiastra, ora d' uu veide puro, com- patta e suscettiljile di politura. II porlido dei Pozzaiii di sotto, comune di Tretto e sovrapposto al feldspato ai'gilliforme , ed e coperto da un calcare fraunnentare (calcare aniygdalaire. Bi"ong. ). II calcare di uionte Summano die ricopre la niimosite e cavernobo , e forma grotte nel comune di S. Orso : e ora bianco grigiastro ed ora grigio: viene impiegato iu lavori arcliitettonici. Palladio ne faceva uso iielle sue ope- re , e i bei palazzi di Yicenza e del Vicetitino ne sono costrutti. Sopra questo calcare a 900 metri di elevazione si tro- vano de" ciottoli di porlido , di scliisto argilloso , di mica scliistoide e di gneiss die racdiiude dei rognoni di retizite e di quarzo. La retizite di Werner , die non e die una varieta di distene, e qualche volta giallastra, ma piu. co- munemente grigio-nerastra in cristalli coiiipressi radiati. A cio die ne crede il sig. Marzari il color nero e dovuto ad una sostanza carboniosa. L' uliinio nieuibro del calcare jurese, se uon si deve considerarlo piuttoslo come succedaiieo alia creta , e ua calcare a frattura sovente scagliosa , di color ora bianco grigiastro ed ora rossiccio che alterna col basalte : de' filoni di questa sostanza lo attraversano, e lo ricopre un banco di argilla bleuastra conchiglit'era. Sebbeiie alcuni geologi suppongano che i basalti pro- priamente detti accompagnino sempre il calcare grosso- Jano (grossier), pure le poclie conchiglie che si trovano in qualche calcare del Vicentino che avvicina il basalte , appartenenti specialmente ai nautili ed alle terebratule , e piu ancora la presenza degli echini non lasciano dubbio, nii pare , sulle anteriorita di forniazione di alcune rocce calcari. D' altronde il basalto continue anche all'epoca del calcare grossolano. A Magre, Yaldagno, Cliiampo, ecc. il basalte o ricopre o alterna o attraversa in filoni il calcare scaglioso. In pa- recchi luoglii vi iiianca intieramente come a Piane presso Schio, in molte colline del Tretto e sulle somaiita delle alte montagne, come ai Sette Comuni. Bibl. ItaL T. XXV II. 6 8a OSSBRVAZIONI GEOGNOSTinHE II calcnre Iiiferiore al liasalte e bianco giigiastro a frat- tura coacoide , il supeiioie e quasi sempre rosso di uiat- toiie o grigio rossiccio, piu aigilloso, a frattnia quasi terrosa, poco solitio. Vicino ai filo li il suo colore e grigio di ceuere , e piii dure che all' ordiuario , compatio, facile a rompersi. Qualclie volta sotlo la pcpeiite ( Rrecciole. Broiig. Tufa di uiolti gcologi ) clie ia uiolte localita occupa il posto del basalte si trova uo banco d'un metro e piii di potenza , di calcare luoltissiiiio argilloso macchiato di rosso e di giallo. 11 calcare di questa formazione e quasi orizzoiitale , o leggermeiite iacliuato dal sud-est al iiord-ovest. Gli strati iioa soiio di molta poteuza; tuttavia viene impiegato in jiiolti lavori di arclutettura. Lo copre iin calcare a discoliti , soveiite oolitico , di color gri^^lo biancastro con globuli di terra verde disse- miuati , che credo di origiae piii recente. II calcare clie m' occupa pi'esentemente , sia che alternl o no col basalte, contiene sempre del selce piromaco di colore ora nerastro, ora hruno, ora grigio, qualche volta stratiforme, ma piu spesso in roa;noni. 11 selce ha preso talvolta il posto di corpi organici come dcgli echini, e si crede pure vedervi dedi alcioni silificati. A Freschi uelle moatague dei Sette Comuui fu trovata nel 1788 una tfsta di coccodrillo clie esiste presso i signori Berettoni di Schio e che il sig. de Blainville avvicina a quella di Honfleur dietro un disegno che ne pubblico il sig. Stern])erg nel suo viaggio in Tirolo. II sig. Coregnato arciprete d'Enego nel Vicentiuo ha una collezione ricchissima e variatissima delle petrificazioni di questo calcare e della piii parte dei piii anticlii da lui fonnata nei Sette Corauni, di cui spero poter dare la descrizioiie ia una menioiia che fara necessariamcnte seguito alia presente, ove cerchero di deterniiaare le specie che posbono esserc caratteristiclie deile ditferenti formazioni , acgiuugendo le altezze liarometriche degli strati prese in diversi punti , cosa che io credo utile ai progressi della geoguosia. 11 balsate e quasi sempre a pasta d' apparenza omogenea, di color nero grigiastro che passa al nero bleuastro , ed al nero perfetto. E duro , compatto , sonoro , difficile a rompersi a fjattura scagliosa , e qnalcUe volta ineguale, rararaente schsstoide: coutieiie soveate dell' olivina. SOPRA. ALOUNE liOC.VLIT.v'' DEL VICENriNO. 8 3 Quando si presenta ia fura;a prisiiiatica le sue colonae perpendicolaii oftrono clelle viste pittoresche. La valle degli Stanghelliui e bella sotto questo rapportoi Strauge e Fortis ne haiino data una descrizioiie dettagUata. Qualche volta i prismi sQno orizzontali , come a Roiica ^ ed a ]\luzoloa sono disposti a veataglio. II sig. Bieislak presenta nel- 1' atlaiite clie accompagiia le sue istituzioui geolo.;iclie , le vedute di moke uioutague di liasalu prismatici del Vicen- tiuo e del Veronese. I prismi nei diversi luogUi pL-esentano da tre ad otto facce^ e Fortis assicura di averae pure veduto di nove. Trissiiio ne presenta di moke dinieiisioni e vi si osservaao i pill piccoli e i piii voluuii.iosi. II Jjasalte ia tavole non vi e frequente, e noii saprei deterniiuare siti particolari ove si trovi il basalte in palle che tuttavia &i vede ia molti luoglii, e che io credo dovuto a un coaiinciamento di decomposizione. Questa roccia alterna evidentemeate col calcare a S. Pie- tro Mussolino. Fortis ne lia data una tavola che rettincata dal sig. Brongniart accompngoa la memoria , da lui letta ultiniamente alF Accademia delle scienze suir ideiitita di formazione del calcare a Ceriti dei contorni di Pari^i , e di alcuni calcari e pepeiiti vulcaniche ( Brecciole Brong. Tufa) del Vicentino. Una simile alternazione e pure visi- bile al Ijosco del Leone presso Valdagno. Scendendo dal IMucchione verso Valdagno si vede il basalte riempiere una valle formata anteriormente dalla forza deU'acqua, senza disordinare ia verun modo il pa- ralellismo degli strati che seguono la medesima direzioae in arabedue i fianchi. Alcuni geologi aveano indicate le alternative anche in questo moate , specialmente sopra Magre : malgrado la diligenza usata per riconoscerlo , a nie non venne fatto di ritrovarlo giainmai. Allorche liempie in liloni le fessure del calcare, vi ho i-imarcato qualche volta le parti laterali formate di scorie cellulari. Auche in vicinanza di questi liloni si puo riiiiarcare la solita nio- dilicazione del calcare. II basalte e porfiroide con feldspato laminare Inaaco in un filoue nella valle dei Crochi verso Kaga presso Schio. Contiene ferro titanato in grani perfetcan\ente neri visi- bili ad occhio nudo , di splendore inteni^.ediario tra il ve- troso, ed il metallico nella valle di Giiiampo. In pareccliie ^4 OSSERVAZIONI GE0GN6STI0HE localita vi si trova cUssemiaata una sostaaza verde giaU lastra semi-trasparente, di splondore grasso clie e forse la cercolite del sig. Leiiian oppuie la limbiliie di Saussure. JEsiste parimente il basalte iVa le peperiii. Questi coiiglo- nierati vulcauici sono coniuiiissiini nel Vicentiuo* Giacciono sopra al vero calcare del Jura e coproiio qaalche volta il basalte, e ne sono ugualmente ricoperti, e il basalte che contengoao e ora iiniforme , ora porfiroide ed ora amigdalare con nocciuoli di calcare spatico , di arragonite e di mesotipo. ISon stituo prezzo dell' opera T annoverare le varieta di peperite che s" iucontrauo ora piii o nieao solide, ora quasi terrose. Fra le moke rocce inviluppate nella peperite vi si os- serva qualcbe volta una sostanza selicisa quasi intiera- mente riempita d' iiupressioni di discoliti, e d' altri corpi organici f, ma nou vi si contengono coticliiglie cos'i abboii- danti coiue in quella die e d''origine posteriore ed appar- tieiie al calcare grossolano: e attraversata di frequente da Tene di calce carljonata bianca , di barite solfata , di sti- bilte rossa, ecc. Uno strato di argilla bleuastra calcarifera , quasi sempre terrosa, abbondantissima in fossili che faro conoscere in altra occasione , segna il liniite alle ibrmazioni anteriori < e serve di base al calcare grossolano. lo feci conoscere fuio dal i8i5 una strontiana solfata pseudomorfica che vi si trova fra altre sostanze sotto la forma di gesso lenticolare. II calcare grossolano forma quasi intieramente le Bra- gonze; trovasi pure in al)bondauza nei contorni di Castel- gondierto , di Arzignano, di Marostica, ecc. E quasi sem- pre ?,iallastro, qualcbe volta l)iancastro , e racchiude molte conchiglie. La peperite ed il liasalte la ricoprono ordina- riamente. La peperite che racchiude del basalte, della mimosite e de' ciottoli calcari apparteneuti a questa mede- sima forniazione e piu o meno ricca di concbiglie. Al monte castello di Castelgomberto essa forma una gran parte della collina conica su cui giaceva V antico ca- stello che diede il suo nome al borgo; essa e solida qual- «i attorno di quegli elemeati ed acquistare, per T organizzazione che ne risulta, la proprieta che i nervi manifestano. II Caldani contuto que- «te idee , e particolarmente quella die Gonsidera il cerebro MEMORIE DELLA SOCfETA.' IT \LIANA , ecC. QI come uh organo che secerne un fltiido sottilissimo mobi- lissimo ( spiriti animali ), che si clifFoiide e circola neile iibre dei nervi sujiposte cave. Ad onta delle ohbiezioni deL Caldani, questa ijiotesi fu riprodotta anche con niaggior calore dietro le porteiitoso speiieuze del Galvani. L" Hum- bolt lece pure dei teiitativl n.olto ingegnosi a questo pro- posito , e fu iiidotto a pensare che il fluido elettiico or- diuaria, o animale che esso sia, si accumula in certe parti, e bi siarica in altre , e cosi scorre piu o meno nel corpo secondo la conduciljilita dei divcrsi tessuti componenti la macchina aaimale. Le contrazioni muscolari, a parere dcl- rHumholt, di]iendono dalF ossigene che H fluido elettiico porta spco scaricandosi dai nervi sui niuscoli; oppure di- peadono dalla comhinazione deH'ossigeiie stesso con i prin- cipj comliustibill delle fibre niuscolari, di nianiera che neli' atlo dell" acidificazione od ossidazione dei princi] j comlnistibili , nasce il restringimento del volume to. ale dei niuscoli, o sia la contrazione, a cui succede il rilassamento ia grazia che que' nuovi prodotti si separano e sono as- sort iti dai linfatici e rlmpiazzati da altri elementi com- bustibili. Con tutte qutste sottlli teoriche il prof. Gallini non e persuaso tlie il fluido elettrico abbia tanto impero nelle funzioni della vita. La mobilita degli elementi e delle molecole animali, per suo avviso, e dipendente dalla moi- tiplicita con cui gli elementi stessi entrano a costituire le molecole organiche. AUorqnando le mutue loro azioni ren- dono le molecole coeremitra di es&e per formare parti solide di animale vivente , la mobilita degli elementi e ree;olata in ciascuna molecola da un equiiibrio attivo. In grazia dicio, quantunque i solidi animali debbano cedere ad ogni minima azione che puo avvicinarli o allontanarli ., devono anche prontamente rimettersi alio stato di prima neir atto stesso che , esercitando un' azione diversa negli elementi delle molecole vicine , devono a queste comuni- care con eguale prontezza un cambiamento diverso , o certo corrispondente.* Secondo il prof. Gallini il fluido elettrico ha certamente uift influenza sulla macchina viva ; e puo il fluido stesso essere se^regato nel corpo da particolari oreani come troviamo nella torpedine, nelP anguilla del Surinam ecc. ; ma non e il principio motcre animale, es- sendo che Tattivita della vita dipende da un equilibrio tra le mutue azioni di tutti i xuoltepUci elementi costituenli (J2 MEMORIE DELLV SOOIET.v' ITALIVNV le librille e le laminette di alcuni tessnti organici , pel quale eqiiililjrio e gli elemeiiti e le molecole , restando niolto mobili tra loro , cambiano prontamente la mutua loi-o positura e proporzione , ma si rimettono con egnale proiitczza alio stato di prima. L'A. termiaa questa sua TNlemoria con alcuae riiles^ioiii inteiessanti ,^applicabili alia pratica medica. Cominentario clmico per la cura dclfldrofooia, del cav. Va- leriano Luigi Bbera. Riferl ce FA. tredici casi di persone cbe furono morsicate da uii lupo rabbioso iieir anno 1814, e sulle quali egli tento diversi metodi di cura. Tutte quelle storie meritano di essere lette e bea meditate dai pratici. Cio noadimeno noi uon po- tremmo cp\i riprodurle senza oltrepassare i limiti iu cui deve mantenersi vin giornale scientilico. Pertanto ci accontentere- nio di esporre in breve i coroUarj che I'A. deduce dai fatti patologici osservati, e dalle esperienze sagaci da esso iii- stituite. I ." fra tutti i morsicati il deciino fu il priaio a perire d' idrofobia^ iadi il secondo , poscia il terzo, I' un- decimo , il duodecimo , /' otta\>o , il prinio ■, dopo dieci mesi e pill il settimo; e in fine dopo cinque anni e mezzo il nono. 2.° Immediatamente all' atto delle riportate niorsica- ture hanno perduto gran copia di sangue fine quasi al totale esaurimento delle loro forze quattro degl' iadividui morsicati, i quali tutti perirono idrofobi. 3.° Alcuni ri- masero appena lesi nei tegumenti, e non ostante mori- rono d' idrofobiaf, non eccettuati quelli die furono morsi-- cati in parti vestite di panno e di tela. 4.° I piii robusti sofFrirono i micidiali efFetti del veieno non diversamente di quelli cbe erano piii gracili e allievoliti. 5.° Quelli le di cui ferite passarono in copiosa e lunga suppurazione, e quelli die A^eanero fortemente cauterizzati per ottenere coir arte lo stesso ^piiigo, moriroao idrofobi. Alcuni, le di cui ferite si cicatrizzarono prontamente, si salvarono e vivono tuttora. 6." I sudori notturni, le ,orine copiose , la .salivazione proraossa dai mevcuriali i^n si possono con- siderare come evacuazioni critiche, perdie furono eguali tanto nei guariti, quanto in quelli clie poi morirono. '7." Di questi rabbiosi uno non ave\a punto di avversione all" acqua, e con tutto cio mori ; tre di quelli che ali- borrivano i fluidi hanno potuto ricupfrarsi. Uno che DELLE SCTENZE RESIDENTE IN MODENA.. 93 aveva avversioiie alia luce Oello speccliio; etl uno cui dava graude fastidio la luce della caadela, e 1" agiiazioiie del- r aria, perirouo. 8." Due inghiottivano difticilmente 1' ac» qua, e facilmente il viiio: uiio peri , ed uno si salvo. fj.° II dolove delle ferite e delle cicatrici , die si annovera fra i segiii prodronii dell' idrofobia , si osservo altresi ia due tuttora visenti. lo." L'aridezza delle fauci, la saliva- zione ahbondante e spumosa , la veglia , 1' occhio piu del solito splendente e truce , e la tristezza furono altrettanti fenonieni, che dal piii al meno si sono osservati taiito in qnelli die morirono , che nei superstiti. Un iaduiduo pre- sento il rarissimo feiiouieiio di idrot'ohia letale senza pro- fluvio alcuno di saliva. 1 1 ." Vi fui'ono tutte le circostaiize per poter credere die la tristezza e lo spaveuio avreb- bero determinata la comparsa dell' idrofobia in iiuo degli individui morsicati ( die si salvo), se fosse vero, come ha creduto con altri il Bosqnillon, che tali afFezioni dell' a- ninio iufluissero altamente nello sviluppo di questa terri- bile nialattia. 12.° In un solo si osservo la disposizione a niorsicare gli astanti. i3." Uno pres^nto gli access! idro- fobici con vero tipo interniittente. 14.° Cinque perirono convulsi, due ti-anquilli come fiaccole che insensibilmente si cstinguono; due soporosi. i5.° La lividezza della faccia e del corpo si manifesto soltanto in due cadaveri. i6.° In uno di que' cadave i si trovo sensibilmente infiamniata una porzioue deUa midoUa spinale. 17.° L' oppio solo, ed unito al muschio , alle cantaridi , all' alcali caustico , al mercurio , alia canfora, all' ammo iiiaca succinata, non produsse alcun vantaggio in cinque individui. io.° Nem- meno giovevole riesci ad uno 1' uso generoso dell' alcali caustico.. 19." Di nessun efFetto fu 1' acido solforico ab- bondantemente prescritto a due di quegl' infermi. 20.° A tutti i curati si sono amministrati i mercuriali. La saliva- zione , che in tutti venne eccitata , fece chiaramente coni- prendere , che la di loro azione aveva , come si suol di- re, penetrata la costituzione individuale. In uno il sollecito Mso di questi rimedj fece scomparire gl' indizj della im- minente idrofobia , la quale assali poi lentamente lo stesso iudividuo alcuni niesi dopo. 21.° Fecero uso dei bagni tiepidi lanto i periti, quanto i sopravvissuti. 22.° Uno che tuitora e A'ivente , appena die fu niorsicato « balzo }a uo fpsso pieao di acqua fredda. a 3.° II setone fu {)j MEMORIE DELL.V S0CIET4. ITA.L1ANA. applicato ad un solo , che e guarito. Qnesla operazioiie gli dcsto la suppurazione nelle ticatrici delli coscia siaistia , iutanto che rimasero ititatte quelle del braccio tiestro e della niaiio siiijstra-. 24.° Fra i doJici ciivati sopravvivono qnaitro di quegF iiidividui a cni fu sommiiiisfata 1" airopa belladomia \a grandissima dose. Questo riuiedio agi mira- hilmeiite suUa di lofo coctitnzioae diaamica a segno di prodarre iie"" medesimi iiidebolimento generale , vertigine , oflfascaniento della vista, e pcrliiio la cecita temporaria. Del Tifo contagioso. Meinoria del prof. Paolo Ruffini. Pone in dubbio TA. die il tifo contagioso sia malattla di diatesi ipostenica come ha preteso il Brown co' suoi segnaci : e non crede nenimeno die sia iperstenica secondo i pi'incipj del Rasori, del Tomniasini, del Marcus ( che la disse una iniiammazione del cervello ), e dell' Hilden- brand che la considero per una flogosi delle membrane mucose e del reticolo Malpighiano. Molto meno egli la riconosce per malattia irritativa, sia nel significato di una cagione morbosa avente sede ed azione circoscritta nella macchina animale, e die si difFonde sull' universale si- stema per solo consenso; sia in quello di una generale alterazione abiionne delle funzioni salutari. Sec(\iido le sue idee il tifo passa da una in altra diatesi in misura degli stadii che esso percorre. Le ragioni su cui fonda qucsta proposizione sono in breve le seguenti. II tifo si genera d' ordiaario in grazia delF affoUamento degli uomini in luoghi ristretti, mal ventilati e sporclii, e fra i disagi e ravvilimento della poverta. Le circostanze che danno luqgo alia sua origine sono generalniente per se niedesime dcTiilitanti, e pero bisogua distinguere le cagioni* predis- ponenti , dalla cagione immediata che produce la detta .malattia. II miasma tifoideo, e per se stesso dotato di azione stimolante in generale su tiitta la macchina, e in particolare sitI sistema nervoso , segnatameiite sul cerebro. Questo niiasnia opera su corpi indeboliti dalle cagioni pre- disponenti, e pertanto avviene che i corpi stessi non sono in caso da poter reagire alio stimolo con quella energia che mostrerel3bero se fos^ero dotati di molta rol^ustezza, L' azione speciale che questo miasma csercita sul cervello produce un grande afflusso tli sangue al visqere stesso. DELLE SCIENZE RESIDENTE IN MODENA. ^5 Questo afBiisso per altro non e nccessariamente accompa- giiato o seguitato dalJa vera iniiamniazioiie ; imperocclie v' e una specie di coiigestione, die la diremmo flogosi asteiiica , la quale consiste in un afflusso maggiore di san- gue deteniiiaato dallo stimolo accresciuto, e maiitenuto dalla debolezza dei solidi die non reagiscono pioporzio- natamente alia causa irritante. II miasma tifoid^o , secondo die pensa T A., altera tutti gli uinori aiiimali. Da questi principj egli deduce tre caiioni : i.° Clie il miasma tifoi- deo e d" indole esaltante ; 2.° Che spiega un' azione irri- tante speciale sul sistema cerebrale; 3." Ciie produce una alterazione nella universalita degli uuiori. L azione esaltante del miasma comincia per risvegliare una diatesi iperstenica ; alia quale poi tien dietro uno state di vero languore in cui prevalgoao i sintomi ner- vosi. Quest' ipostenia dipende dall aflievolimeiito dei so- lidi, i quali non ricevono la necessaria restaurazione dai fluidi aniinali viziati dal contagio. Questi fluidi sono ir- ritanti , ed alierati in modo clie non servono , o servono male all ufficio di riparare le perdite dei solidi. In prin- cipio i solidi reagiscono alio stimolo perche sono ancora in case di farlo da se medesimif, ma p«i, non avendo una convenevole e suiFiciente iiutiizione , scadono di forze e non possono quasi piix reagire alio stimolo morboso. Passando la macdiina dall' una all' altra diatesi dovrebbe toccare prima quel punto in cui consiste 1' eccitamento sa- lutare; ma ella uon si mostra in questa condizione , per- che la malattia non proviene solo dal grado dell' eccitamento, bensi da molte altre circostanze che possono alterare ed impedire le funzioni della salute indipendentemente dalla diatesi. 11 miasma tlfoideo irritaodo specialmente il cerebro fa SI che ancbe nello stadio della ipostenia il sangue affluisca in copia a quel viscere , ristagni nei vasi illanguiditi , e dia luogo a versamenti di siero e di linfa coagulabile , seaza che sia preceduta necessariamente una flogosi. Feu la stessa ragione i sintomi convulsivi sono piii gravi e minacciosi in questo periodo. Qnando il miasma tifoideo aitacca soggetti ben nutriti € rolmsti . allora lo stadio della iperstenia e piu pronuii- ciato , pill grave e piu durevole. In questi casi partico- larjuente possono convenire le sottrazioui di sangue, e U q6 MEMORIE DEf.LA. SOCIETA.' 1T\LI\N.V metodo antlflogistico ia generale. Piu forte e piix lunga sarh pure 1' ipersteiiia nelle persoae in cni il tifo fosse complicato con una infiammazione di qualche vijcere. II gastricisnio , la vei'minazione , i patenii d' animo depri- jnenti , la cornplessioae delicaire Roma dai Galti , concorso pel disegno di figiira, del signor Carlo Botticelli, preiuiato nel 1 8 17. II concorso di figiira e de- Hicato al sig. don Stefano Maiuoni ; (p-iello di scultura all' ilUi- suis,,imo signor niarchese don Giocirhinio d' Adda , e 1' altro •i' ornainenti all' illustrissiiuo sig, conte Vonipeo Litta, cavaliere dfUa Legion d' onore. {i) V. Biblioteca Italiana, torn. 24.', psg. 26O. TARTE ITALl.VNA. I l5 La tavola che(,presenta il bacile dfll' anfora e stata Intagliata di nuovo da un buliiio piu esperto , perclie gli editaii giudica- rono die staiiipando la prima iiicisione ii pubblico noa saiebbe stato soddisfatto imeraaiente , e noii conseguiiebbero ia tiuto il lodevole proponiniento che banuo preso di far procedere la loro opera in uiodo da nou vinianere inferiore alle piii belle che si pubblicano in Italia e al di la de' nioiiti. Sappiamo in oltre che gli editor! gelosi piu del loro onore che del vile giia- dagno riincidono anche due tavole del prinio fascirolo die loro Hon vanno niolco a garbo ; con cui il pubblico avra una nuovd testiconianza di quanto i medesimi sieno intenti con ogni cura possibiie a reudere soddisfatii gli associati , e a meritarsi ia estU luazione degl' intelligenti. II uur.iero degli associati die va sempre piu crescendo , noa eolo Del paeee in cui le belie art' souo indigene , nia anche uelle principali citta deila coita Europa; T onorevole lettera scritta agli editori da un ragguardevoltssinio uiinistro , grande conoscitore , e generoso fautore delle belle arti , dimostrano che questo lavoro abbia gin ottenuto la generale approvazione del pubblico , per cui gli eilitori non badando ne a spese ne a fatiche saranno per niettere ia opera ogni sforzo per fare die sia sempre piu ben accetto. A tai fine lianno con essi associato il distinto pittore Comerio , per cui negl' intelligenti accrescera la Cducia di vedere sempre pui distinte si per 1' eleganza clie per r esattezza le opere di quegli artisti che ottennero la paliua Jail' I. B. Accademia di belle arti. Gli editori lianno acquistata un nuovo gmdo d'attivita, d' couore e di zelo per condurre lodevoluieute la ioro impresa nel vedersi fra gli associati ono- r?.ti del nonie di S. A. I. R. 1' Arciduca Raineri Vicere nostro. Noi duuque speriamo che il pubblico non manchera di niag- giorniente incoraggiai-e il lavoro intraprcso dai signori Pizzagai- li , Aluisetti c Comerio , il quale lavoro inerita certamente d' es- sere distinto da tanti altri che si vauno tutto giorno pubblican- do ; iniperocche , nel mentre che si diflbnde il buon gusto , si animaao d' altra parte gli artisti a dare nuove produ/toni del loro ingegno , si celebra giustamente il nierito delT I. R.. Acca- demia di questa citta , si da la dovuta lode al Governo che la protegge , e si oaorauo gl' iugegui italiani. M. Storia de Francesi di J. C. L. Simondo* ue Sismondi. Traduzione dal fraiicese di Benedetto Perotti. — MiUmo ^ dalLa tipografia di Commercio ^ in ii° Tre volumi soiio uscitl finora di questa traduzione che ports il ritratto dell' autore francese in froiite del primo s olume. Noi non entrercuio a parlare del merito dell' originaie stato argo— meuto di tanti gioraali ia Fianciaj direuo S'jlaiueate che la Il6 ATPENDICE tratliizione ri k sembrata corretla , disiuvolta e scritta senza affettazioiie. Principj logici , e Mrmor'a Inedita sulla mctafislca dl Kant del conte Destutt Tracy pari di Francia, ecc. — Pavia , 1822, presso i collettori , coi tlpi di Pictro Bizzoni. Vol. 1 , in 12 " di pag. 246. QiKSto forma il volume 27 della collezioiie de' Classici meta- fisici gia tante volte da noi annunriata , e che pubblicasi a Pavia. Non bisogna confondere i piinci) j logici del sig. Destutt Ti'acy colla sua grande opera inti'olata Idenlogia , che gU edi- tor! promettono di dare parimente iradotta. Qiiest' operetta si puo cousidtanre come un sunto dell' ideologia ed e 1' ultimo lavoro couiposto dair autore prima cli'ei jerdesse P uso degli ocelli. Riescira non nieno preziosa aal' Italiani la Menioria sulla meta- iisica di Kant clie 1' autore franrese lesse all' Isntuto nazionale il gioruo 27 aprile 1802, e che qui seiubra stampata per la pri- ma volta. Elogio del conte Qiambattista Giovio con alcune let- tere sop? a la fcdsitd di fatto al capitolo Coma net- V Italia di Lady Morgan , del prof. Catenazzj. — Como , 1822 , presso Pasquale Ostinelli. Un vo- lume in 8.*^ di pag. i3o. Mancava questo uionumento alia meuaoria del conte G. B. Giovio, e dobbiamo sapere buoti grado al pi'ofessore Catenazzi d' averio innalzato con ei buoni matcriali disposti con eleganza e con aiuore. Belle ed erudite , e piene di bei frizzi e ben nieritati da Lady Morgan snno le lettere die seguitano I'elogio, lielle quali si notano gli strafalcioni e gli spropositi e le falsita d' ogni maniera della pur tropjjo celebre viaggiatrice. Qui non si acceiiuano die le falsita risguardanii la sola e uon iiiolto grande citta di Como , e se tante souo , quale opinione formeremo di tutia r opera , cio^ del due volunai cli' ella ha superbamente intuolati P Italia ? Odi di Q. Or'azio Flacco recati in versi italiani da Dojnenico Maria Qavazzeni di Bergamo. Volu- me 1. — Bergamo, 1822, dalla. stamperia Maz- roleni , in 8.° di pag. '6S(). Non faremo che annunciare per era questa nuova traJczione, ed aspetrerenio il 2." voluuie per parlarne di proposito c Cobi /(•in tojrnav pi« guUo 6te§^ avgomento. I'ARTE ITALIVNA. 11/ Orazione intorno cul Omcro e a Dante dl Qiovaiini Petrettini corcircse. — Padova 1821 , dalla stam- peria del Seminario. Opuscolo di pag. 69 in 4.° Dopo tutto quello che i filosofi , i politic!, i filologi , 1 gia- matici ed i pedanti hanno detto iotorno a que' due suiiimi parti deli' umano ingegno , 1' Iliade e la Divina Comniedia , ella h dlventua ardua inipresa il dire piu cosa nuova sii tale argo- mento ; per cio tenianio d• Gen. AUorche ci avveniamo in qualche scritto dove il bene, ancor- ch^ rnescolato col male, prevalga tuttavia o dia luogo a sperare che r autore possa correggerai e far nieglio , noi usianio notare con aperto viso tutto quello che ci pare degno di biasimo : ma se al contrario la sorte ci uianda fra le mani qualcuuo di quel componirueuti che pajono proprio dettati per far le fiche al senso comune, e ci fanno vedere che si predicherebbe a porn chi volesse avvertirne 1' autore, allora teniamo uno stile affatto differente , c, posta da banda la rigida sferza , leggiamo feste- volniente quel capo-lavoro , considerandolo qual debito preiuio alia iiostre fatiche , giusta quelia savia ed equa sentenza di Cres- set let sots sont ici has pour nos luemes plnisirs. Di questa specie e un certo carme saffico sulla luce , e noi non voghanio invidiare ai nostri lettori quel grande piacere che Uggendolo abbiaiuo noi stessi sent;to. Eccone un' idea : Prima di tutto V autore si finge trasportato in aria per poter godere di la delia bella veduta del Caosse , ivi lo prende a fiesrrivere e con un amraasso di scuciti pensieri ne iiiiita a meraviglia la coufusione ; basti il dire die cantando la creazione del mondo parla dell' invenzione delia polvere da schioppo. Stanco di reggersi cola sospeso in aria cala giii a terra 1' autore, ed ivi oh c[uali e quanti ne dcscrive straorthaarie uiei'a\igl;e ! 1 monti plaudono a gara al Creatore , e ourvano il dorso per viverenza , i tiuini scorrono e le spiche smio biimde , ecc. ecr. Vedi appresso un' intera noineurlacura d' animali ; ed ivi fra If. altre meravighe (a proposito di luce!) vedi il daino bianco come la neve , vieni a cono»ceie che il prime cavallo oreato PARTE ITALI\N\. IIQ fu nei'o come pece ; ed al contrario candlclo il primo toro , eru- dizione qiiesta novissima ed utilissiiiia. E poi vedi il peace che tessc cai-ole, e poi non odi gia un coro d' uccelli , ma lo vedi cogli ocelli ed e di varj colori , e finaliuente a dispetto di Wetastasio sai positivaniente dove sia I'Araba Ffnice , die 1' au- rore V lia proprio veduta la tra i Sabei , fi\' le ruolte cose nii- rande avvi anche ua uccello che fi'gge p;';'r' istinto «tranissimo dell' avoltojo ; eccone la descrizione : E 1' augel dalle vivide pupille, Che fiigge Tavoltor, che iiitorno romba , E le penne abbelli di color mille , E una colomba. E perclie vi fosse ua po' di tutto , ia questo pasticcio , vi lia r autore peifiii j^osto un qualche indovineilo che noi traicri- viamo a chi volesse iudoviiJarsefo per trastullo. Qual del rag^gio T erroi- ti'ema neH'onda, Tal s' agita il pensiero al cApo dentro , Indi sfiigge e talor par che si asconda; Ma torna al centro. €he niai li Siborgo flt^l ^fecverd greittbo Di iftii'd ^rofra , cui folta edera ifigfrnihifa ' Di fo^forb aniulal I'actca' neii'ibo Frglio deir ombra, D' Africa \k nella diversa pietra , O d' A|ieniiin neila sros^esa falda Vive il raggio pitcor , che Adorfia 1' itrn , E i raai'iui scalda. La luce, niadre d' d'gni nostra idea, Scorre del corpo unir.n le fila interne ; Sol creato da lei , 1' ingegno crea , Confronta e scerne. Gon pupilia lincea scoprir mi sembra II raggio seminal nel novo germe ; Gia lo scorgo nodrir le sane membra , Reggpr le inferme ; Pho sol esse dar vita ed increniento Air infante , ch' e aduko , ed uotn poi visto ; In cor la luce palfiitar mi sento ; Per ella esisto ! Ma vaghtssima: e la dt^scrizione di bella donna ( suil' argooieato della luce ! ) ;• ecco con clie amena schiettezza apre 1' autore le cose piu recondite: La natura ed amor di propria mano ILin r elastico sen di brine a9|>eiso , E la purezza del »uo ventre piano £ avono terso- 120 APPENDICE Tiitta di reti-o , come neve, hianca , Con sh ineclcsnia di belta gareggia ; Se gode ornie seguar , quelT agil anra Nel passo ondeggia; Del inirabile suo dosso lucenre Ostenta senza maccliia il bel candore , E scopre i; ferior piii seducente Gemino onore; Manno Pario perfetto , il lombo splende ; Son le ginoccliie di belra sorella, E sotto i nodi lor diritta scende La gamba snella , E dopo aver delineato questo quadro seducente d' una donna , che dovette aver avuta in vista , 1' autore ci confessa die Di contemplarla non si sazia mai , ci confessa cbe e tutto penetrato fino alle niidoUe di un gran caldo , e finisce esclaniaudo Quanto mi batte il cor! ..... Di mode che quel troncamento e que' puntini ci fan ragione- voliuente pensare che e tutto questo in un carnie sulla luce ! ! ma non si diuientica per altro di parlare qui e qua del suo soggetto. Ecco per esempio una definizione della luce tutta nuova Eir ^ fervente natural possanza Mista con maglster dei color vaghi Alia sostanza. . . . EU' e quella materia prima , Cui fe' Dio pria che il Sol , noa so dir come ; Aura vital , od etere si stima , Od altro ha nome. Chiuso finalmente e il carme con una divota orazione diretta a Dio, nella quale fra le moke cose che dall' autore si domandano avvi questa: Ne solo il lume del valore Elleno Serbi r emula pur dotta Pavia , Wa creda aver nuovo Meronte in seno La patria mia. Alia quale preghiera per mostrare all' autore che non ci muove malaaimo coatro di lui aggiugnereiuo di ciiore un AfiU-N, PARTE ITALIAN A.. 121 II Piato di Agnolo Allori pittore fiorentino cognojm- nato il Bronziiin , per la prima volta pubbllcato da 31. G. dott. Levi. — Venezia, i8ai , daila dpografia Parolari . in 12.° di pag. 74. II Borghini nel quarto libro del suo Riposo riferisce un epi- tafio fatto al Bronzino coUa segue-nte terzina: Non niuor chi vive come il Bronzin visse : L' alma e in ciel , qui son 1' ossa j e il nome in terra Illustre , ov' ei canto , dipiuse , ecrisse. Fu dunque buon pittore e buon poeta il Bronzino ^ e tale il comprovauo i suoi quadri e i suoi versi die furono finor pub- blicati. Al sig, Levi h riuscito avere questo scherzo poetico diviso in otto capttoli e 1' ha consegnato alle stampe in occa- sione delle nozze del sig. Giuseppe di Marco Coen colla si- gnora Laura di Mos^ Cuiiel. L' edizione e modestissima e la correzione non e riuscita come il sig. Levi avrebbe desiderato pel motivo di non aver potuto egli in persona attendere alia •tampa. Nuova raccolta di scelte opere italiane e straniere dl scienze , lettere ed arti. Tomo i.° contcnente il tomo i.° della Medidiia legale secondo lo spirito delle leggi civili e penali veglianti nei Governi d' Italia, del dottore Giacomo Barzelotti, pubblico professore di medicina pratica nelV I. R. Univeisitd di Pisa. Prima edizione veneta con forme alV ultima pisana con giunte e correzioni dell' autore. — Ve- nezia , 182-2 , presso Pietro Milesi editore , di pag. 372, in 8.° piccolo. Noi abbiamo fatto couoscere il programma di questa impresa che il sig. Milesi librajo incomincia coll' opera del sig. Barze- lotti , della quale noi abbiamo date gia lunghi estratti , tribn- tandole quegli elogi che merita ginstamente. Certamente che se tutte le altre opere che egli sara per scegliere avranno la Stessa raccoinandazione di questa , egli potra tenere sicuro il buon esito della sua nuova raccolta. I '2 2 APPENDICE Vocoholario greco-italiano ed italiano-greco del prete Francexco Fontanella. — Veiiezia , 1822, dalla tipografia Alvisopoli editrice. Volume in 8.° di pag. i3i la prima parte, di pag. 88 la secoitda. Con questo voluiuetto il sig. Fontanella si 6 vneo benemerito di tutti colore die vogliono attingere alle greche fi)nti, i quali oggidl sono niolti , e perche le nuove istituzioni di pubblica istruzione conteuiplano come indispensabile un po' di tintura di lingua greca , e perch^ le arti e le scienze sono tutte spinose di vocabili greci. Noi niancavanio interamente di un libro come tjuesto , portabde e coniod», e che riunisce le due lingue greco- italiana e italiano-areca. Quello dello Screvelio oltre ad essere jn quarto e voluminoso , e anclie greco-latino , non potea ser- ^ire per quegl' Italtani clie del tutto ignorano o non abbastaiiza oonoscouo la lingua latina. L' autore nella prefazione rende coato del siio lavoro e del nietodo che La seguito. Dall' esaiiie che per noi fu fatto ei sembra ch' egli abbia in tutto e per tutto mantenuto qnanto ha promesso e che abbia fatto un lavoro per ogni rispetto utilissimo e da nieritare la gratitudioe degli studiosi. Artisti Alemanni. — Veiiezia, 1822, per Francesco An- dreola , in 8.° Quest' opera della quale sono usciri finoVa quattro fasricoli va ad essere di molta mole e di lunga Icna. Noi ne abbivinio fatto un cenno onorevole nel nostro proemio del 1820 (Vedi Bibl. Ital. toui. 17.", pag. 102). La lettera A contiene pag. i34. La lettera B pag. 47O. La C pag. 170. La D pag. 55 e 7 di aggiunte tf cori-ezioni alle prime tre lettere. Il sig. Neu J^layr, aucore di questo lungo e penoso lavoro mostrasi uomo diligente e versato iu tali materie e sonimaniente tenero delle cose nazionali. Vi sono molti articoli qua e la fatti con amore e pieni di ottinie indagini. II fascicolo uscito ultimaniente e tutto consacrat^:* al celebre Alberto Durer che noi abbiamo chiavn^to sempre Al- berto Duro o Durero , di cui a ragione la Germania va sni- perba quanto 1' Italia del suo Raftaello. L' aucore ha voluto fanu un fascicolo a parte, ed ha diviso I' articolo in otto capitol;.. II I." contiene la biografia d'Alberto ; il 2.° tiatta di Alberto considerato come pittore ; il 3.' lo cunsidera come iiua^liatore in rame ; il 4.° come intagliatore in legno ; il 5." rome arti»ta in divrrsi generi di lavoro; il 6.* con»e autore di varie operu letterarie ; il 7.° da i cataloghi delle stanipe del Durer ; 1' 8° h- nalraente parla di alcuni quadri del Durer iii ijuesti paesi ( .^i"^ Veneti ) che l' autore ha veduti ed es.iminati. — Quests arti- colo ci sembra trattato con niolta diligenza ed e il piii conipiuto e pill ricco di notizie di quauti ne abbiamo veduti fiiiora scritii in itaJiano o in fraocese w in tedtsco o ia insleie. PARTE ITALIANS. 12^ P I E M O N T E. Sexti Aurelii Propertil carmina qiice exstant ex recen- sione C. T. Kuinoel. Tomus I. — Augustce Taa- rinorum, 1822, ex typis viduae Poniba ct filto- rum , in 8.^ Come grandissinio diletto provano gli aniatori deHe art! al riguaidare il grazioso quadro 6f\V Alhano ^ ove dipinti sono gli aiuoit danzanti di diverse forme ed etii , i quali tutu v.n diversd sentimeiiro espriinono ; cosi, , i tormeuti die egli prova, la sua tristezza , le sue angoace nel sonno e i laoci die immemore di se medesimo all' altrui volonta lo assoggettano„ Produce questo una intiuita varieta di colon , ed ancora il sa- lutare effetto , nelle poesie erotiche sommamente deaiderabile , che il poeta le sue angosce nairando, i saggi ritrae dall'amore. Fin qui gh editori. Vencndo ora ail' edizione , direaio che eeguendo 1' istituto loro gli editori scelto kanno il tlpo migliore, cioe r edizione piii eccellente , quella dell' eruditiss.iino Kutnoel. Compare prima di tutto la pzefazione di questo diligeatissinio> spositore , il quale rammenta le dotte fatiche iiella emeudazione del testo properzlano impiegate da Broakhusio , dai nostro Volpi , dai Bartio e dai Burmanno ; ed i nieriti ed i difetti di ciascuno accennando , uiostra di avere con nuove cure riforiaato il testa ed adornata questa edizione, riducendo pero l' ordiue delle elegie «u le tracce del Volpi e del Bartio. Nelle note studiossi egli di rischiarare 11 testo, I' ordine e la counessione delle sen- tenze e di tutto il discorso esplari m quefta bflla edizione prcsso il libraje Cicgler a SlilaDO. <138 ATPENDICE che poneste in quest! vers! ; se quella vost^a lira conisponde air ajco tebano , abbandonate 1' idea di esprimere i vostri j^en- sieri in quelle linee kinghe e cnrte clie a voi pajono poesia; godetevela prc^saicamenre colla vostra occhi-bruna ; die se con- tinneiete ad istancare la pazienza del Pafio Dio e delle cnstalie suore col voler proprio una nuova corona , anderete a riscliio clie ve la niaadino d' elleboi'o e forse forse di grandi foglie di zucca. CORRISPONDENZA. Oeeeene non sia nostro costume d'inserire in questo gior- nale articoli i quali riguardino opeie teatrali non ancora impresse , e solamente state giudicate dal pvibblico, me- dian te r illusione della scena; nondimeno avendo noi ta- luna volta dcclinato da si fatta regola , anche per compo- sizioni straniere, crediamo di non far cosa discara a' nostri leggitori annunziando loro cjfie venne ultitnamente reci- tata in Torino una nuova commedia del signor Nota , in- titolata Costanza vara: la quale notizia torno a noi gra- tissima s'l per V alta stima che professiamo a questo va- lente commediografo ; e si perclie si temeva che questi , deposta T idea di piii scrivere cose drammatiche, si fosse invogliato di un piii grave genere di lettcratura. Ora fra le varie lettere che ne sono pervenute da Torino , ab- biamo scelto di trascrivere la seguente siccome quella che ci e paruta scritta con maggior diligenza. Col che non in- tendiajuo tuttavia di pregiudicarci nel divisamento proprio d' un imparziale giornnlista, cioe di dare il nostro giudizio suUa stessa commedia , quando sara fatta di pubblica ra- gione con le stampe. Pregiatissimo sig. Direttore ed amico carissiino, Pa qualche tempo era voce in Torino che la compagnla flrammatica al servizio di S. M. avrebbe esposta una nuova commedia dell" illustre nostro coucittadino 1' avvocato Nota, intitolata Costan::.a ram. Quindi T aspettativa era grande , e dcsiderato quel giorno. Finalmente fummo invitriti per giovedi sera c^ correate. Era immeusa la folia, come ben potete immaginarvi j sceltissinia T udienza e iiella platea PARTE ITALI\N\. I29 e ne' pnlchetti. La commedia fu ascoltata col masslmo in- teresse dnl principio al fine: ed e opiaione geuorale die fjaesta sia nna clelle migliori composizioni deli' autore : ed io penso con molti altri , die essa ne vinca la miggior .parte per la novita e la forza delle situazioni. Avendo divisato sin dalla prima sera di Tolerne far parola con A'oi, non dovetti esser contento d' ana sola rappresenta- zijne; ma vi tornai il sabbato e la domenica , e ugnale fn lafflueuza, e sempve uniforme il giudizio. Trattandosi d" ini soggetto clie si riferlsce a' nostri vicinissiini tempi, non mi darete taccia d' iniportnno se ve ne fo il racconto. Belval, lionese , capitano nelle armate francesi. facendo parte della malagurata spedizione di Mosca , era riuscito a salvar la A'ita nella terribile giornata della Berezina. I\Ia oppresso dalla fame e dal freddo , e perduti i com- pagni, A'olgendo tjna e la gl'incerti passi ed aspettando ad ogni momento la morte , il case lo condnsse alle porte > secoli di chiamar cosi la cattedrale. S. Zenone vescovo >» di Verona in un suo sermone sopra il salmo lao: ■ — ■ i> Conventus Ecc esiarum ( cosi scriveva ) sive Templi, quos >; ad Sccretam Sacranieiuorunt Religionem , cedificiorum septa » concludunt , consuetudo nostra, vel Doniiun Dei solita est » nuncitpare vel Templuin » . Prima pero del Muratori era conosciuta la di lui spie- gata origine di Duomo , perche lo stesso Ottavio Ferrari ne fa cenno nella sua opera Origines linguce Italicm (2). Al Ferrari pero non piacque vm tal etimo per la ragione che anche tutte le altre cliiese possono meritare T attri- buto di Domus Dei. Egli pertanto inimagino un' altra ori- gine , traendo il nome Duomo o Domo dalla greca voce Doma significante Teito. Delia voce Doma lanno pur men- zione il Lorenzi (3j ed il Facciolati (4) col farla consi- stere in un tetto piano sostcnuto da travi transverse come in Egitto e nella Palestina. In qual modo pox potesse il nome di un tetto convertirsi in qnello di una chiesa viene spiegalo dal prefato filologo in questo modo. Egli asse- risce die gli Ebrei avevano la costumanza di orare sopra i loro tetti chiamati Doma, ed in prova di cio allega due passi della S. Scrittura: (Act. Apost. 10. ) " Ascendit Pe- » trus in superiora ut oraret ( epi to doma ) e di ( Hwrem. » in.) = In quorum domatilms sacrificabant Baal = » . Niente di )3iii facile pertanto al di lui dire^ che il Doma, in cui presso gli Ebrei era costume di orare, abbia potuto divenir comune ai primi tempi della Cristianita. E per vero molto ingegnosa la sopresposta spiegazione del Ferrari , ma essendo la medesima destituita di ogni dato storico , atto a dimosti-are in qualche modo 1' as- serita conversione del nome di un tetto in quella di una chiesa , ci sembra assai piii verisiniile V opinione del (1) Antich. I tal. dissert 62. (2) PaMvii 1676. voc. Domo. (3) Amalthjca Onosnaft. Venet. 1708. (4) L^xic. TataT, j^Sa. voe. Doma* PARTE ITALIANA. l33 Muratori , seii7a valutare la contraria eccezione del Ferrari nel dire clie anche t le le altre cliiese qiirili Do:nus Dei avrehlDcro ottenuta la ijualifica di Duoino. Inipei^occiie ab- hiamo veJuto nel citato tesio di S. Zeiione die Domus Dei equiA'aleva a Templiim ; e si sa aUronde dalla sloria di anei secoli clie il titolo di Tempio era riserbato solianto alle cattedrali „ giacche le altre sacre edi erano denominate o chiese, o cappelle, od oratorj. U unica difficolta ihe mi si afFaccla contro V opinione del Muratori e qiiella di osser- vare nel Dizionario Italiano-Tedesco del Kramer (i) che la voce Doiri e diciiiarata celtica antica; ma forse questa voce non corrispoiideva nel valore al latino Domus. Si pui) dimque a mio giudizio ritenere pel piii proba- liile I'etimo di Duoino suggerito dal Muratori, e preferi- bile a qnello delle lettere iniziali D. O. M. proposto dal redattore deli* opera del si2;nor Franchetti , niassime anciie per la ragione die 1* uso di scolpire quelle lettere sopra le frontl delle chiese cattedrali o non catted rali e proba- hilmeute posteriore all" introduzione del vocabolo Duomo in lingua nostra: giacche tal voce fu usata iino nel secolo decimoquarto. — E diiamarono duoino di S. Giovanni — • ( G. Fill. T, 60, 2.) — Suonando le campane del duoino di dl e di none — ( Ditt. 10, 17a, a.): e si puo ben sup- porre che un tal vocabolo fosse coevo alia fondazioae della lingua nostra , come sono tutti quelli the trassei'o r origine loro dalla lingua latina. (1) JJorimbcrg. I; J 34 APPEN'DICE NOTIZIE LETTERARIE ED ANNUiNZJ. Programmi pel grandi concorsl delP impciiale rcgia Accadewia dellc belle aiti in Milaiio. T ' X-i inipcriale regia Accademia invita gli artisti italiaiii e stranieri a decorare delle loro prodazioni i concorsi die si terranno nel venturo anno loaS sui sepienti soggetti : ARCHITETTURA. SOGCETTO. Un A'asto e maestoso edifizio ad use di Ac- cademia delle belle arti da erigersi in nn" area non mag- giore di 24,000 metri quadrati. Nella distribuzione di tutle le scnole necessarie ai diversi rami della pittura , scultura ed architettura i concoirenti avranno di mira cli' esse siano collocate in mode da essere illuminate da una luce possibilmente costante e adattata alia qualita dello studio cui sono destinate. Si distingueraniio come parti principali del falibricato una grancP aula riccamente decorata per la pubblica distribnzione de' premj , le gal- lerie j3ei quadri , per le statue, per F annua es[)osizione delle opere dcgli artisti e per le opere premiate, un inu- seo per le pntric antiohita , ed una snla per le adunanze del Con'siglio accademico. Oltre di cio T edificio sara fnr- nito di tntti i locali e comedi opportuni per gli uflici di segreteria , per 1' alloggio del segretario , de professori , de''custodi, de' bidelli , degl* inservienli e del portinajo. Vi potranno pure essere introdotti dei portici onde coUo- carvi le memorie degl' illustri accademici trapassati. I di- segni comprenderanuo la pianta ferrena e la superlore , r alzata e lo spaccato , ed un cjur.Iche dettaglio in una scala maggiore. Preinio. Una medaglia d" oro flel valorc intrinseoo
  • 'A. 10" 8tessn ejiigrafe esteriormeiite ripetuta. OltiT questa letteva, clovr.i r opera accompagnarsi con una dcscrizione che spic- glii la niente di'll" auvore , accio , confrontata coU'esecu zione , se ne giudichi la corrispondeuza. Le descrizioni si coinviiiicheranno ai gindici : le lettere sigillate saranno 2;elosanieute custodite dal segretario , ne verranno apcrte se non cjuando le opere , cui si riferi- scono , otteiigano T onore del pieniio : in case diverse si restituiranno intatte ai coniniessi , unitanieute alie ojiere, subito dope la puljblica esposizione posteiiore al giadizio. Nelle consegne e restituzioni delle opere e delle carte accouipagnatorie si rilasceranno e si esigeranno distinte ricevute. Non ricnperandosi dagli autori entro un anno le opere non premiate , V Accademia uon risponde deila loro conservazione. Tiitte le opei-e de' concorrenti , presente il comniesso clie ne sara latere , verranno esaminate da una commis- sione speciale destinata a verificarne la buona o cattiva condizione , ancbe con atto pubblico , quando cio fosse richiesto dal loro totale deperiniento e dalla conseguente esclnsione dal concorso. II giudizio che su di esse pronnnzierassi viene affidato a conmiissioni straordinarie , e si eseguisce colle piii ri- gide cautele per mezzo di voti ragionati e sottoscritti. Prima e dope il giudizio si fa una pubblica esposizione di tutte le opere presentate al concorso. Amniettonsi a questa opere di belle arti d" ogui genere , onde per tal !!!C7zo aumentare agli artisti si nazionali che esteri le oc- casioni di far conoscere i loro talenti. Le opere premiate^ che diventano di proprieta dell" Accademia , distinguei'an- nobi fra le altre per una corona d' alloro e per un' iscri- 2i( ne che indichera il nome e la patria dell" aiitore. ISlilano , il i5 giugno 1822.. CASTIGLIONI, presidente. Pel professore segretario deW Accademia , I. FUMAGALLI , /. /. J 38 A I' 1' E N I> I C E Anuotazioni al Dlzionario della lingua ituliana che si stampa in Bolozna. Le prime annotazioni escirono de'' nostri torclij senza precedente avviso , perche Y autore non voile in alciui motlo preveaire il gindizio de2;li aniatori di nostra lingua sopra via lavoro da lui intrapreso cou amore e cura , ma insieme coa dulibio e dilfideuza delTesito. II proseguimeiiio dipendeva da tal gindizio , die risnltando sfavorevule, avrebbe persuaso 1' autor medesimo della sconveiiicnza od inutilita di sua fatica. Le aniiotazioni saranno pero coiitiuuate con fiducia e conforto, non tanto perche i maestri piu ripntati del lel- lissimo nostro idioma le lianno degnate d' incoragaiiiuento e d' approvazione , quanto perche gli stessi compilatori del nnovo Dizionario in alcune dichiarazioni ]iublilicate ia progress© della loro inipresa hanno, con genlilezza e iio- bilta d' animo singolare , protestato di tenerle in conto di pregiatissimo dono. Tanta indulgenza e cortesia risponde sopra ogni speranza ed espettazione alF intendiniento im- parziale ed alia rispettosa maniera delP annotatore , clie alieno da qualunqne animosa censiira , ama d' esser tenuto come sempJice ansilinrio di que' valentuomini. Si prosieguira eziandio ad inserire a' proprj luoghi le |30stille inedite del celeiire Alessaudro Tassoni , le quali oltre il raerito loro per riguardo al soggetto , servono a rallegrare non poco la trattazione , per la conosciuta le- 2:)idezza e vivaciia di quello scrittore. E cosi pure verra seguita la disamina delle note del- r altro insigne nostro filologo GiuUo Ottonelli a line di render loro , ove convenga , il debito onore anche nella parte rifiutata dagli Accademici della Crusca ; i quali si giovarono del rinianeme per la riforma del Vocabolario , coronando , senza saperlo , T antagonista di Liouardo Sal- riati promctore di quella grand' opera. Tre fascicoli delle Annotazioni sono esciii in luce , e quanto prima sara pubblicato il quarto , per cui si com- pie il primo volume. Le commissioni saranno ricevute in Modena dalla nostra stamperia , ed altrove da' principali lilirai. Modena i luglio 1822. Ceminiano Vineenzi e comp. stampacon librai. PARTE ITALIANA. li() Pomona in riliao della Diua PizzagaUi e Degaspar'i di Milano. Nona distribuzione. 53. Mela renetta. Lomb. Dez. 53. Pera moscatella prima- ticcia. 54. Pera inoscato Roberto scan- nellato. 55. Pera Lon)b. cavalera. 56. Pera Madclalena piccola; 57. Pera S. Anna. 11. Fico iiorone di Rimini. 12. Fico fiorone verdino. 17. Prugaa cerasa rossa. 18. Prugaa cerasa nera. 19. Prugna rainclaude rossa. 4. Albicocca gialla. 5. Albicocca rossa. 6. Albicocca bianca. 7. Albicocca comnne. 2. Lampone bianco 14. Ciliegia amarasca frnn- cese rossa. Decbna distribuzione. T J. i3. 14. 20. 23. 34. Cedro a frutto ILstato. Coriiale biauca. Cornale rossa. Fico fioroiie di Malta. Pesca alberges noce. Pesca Maddalena. Prntjaa susina damascena grossa. Pragna screzlata rossa. Prngna dama Auljert. Prugna rainclaude gialla. Prugna rainclaude verde. Prugna gialla oblunga. Lonib. comune. 58. Pera moscatella Piolierto verde 2.rossa. 59. Pera moscatella Fioberto verde piccola. 60. Pera moscatella Roberto bianca d' estate. 61. Pera rispartnio. 62. Pera mansueto. 63. Pera orange verde. > 64. Pera Lomb. gnocco. 65. Pera camaina. 66. Pera bergamotto d'' estate. 54. Mela Pigiop.et. f 4© ArPENOlCE N E C R 0 L O G I A. I L Cardiiiale Fi-ancesco Luigi Fontana elibe i sitoi natali ill Casalmaggiore , citta della Lombardia, il gionio 27 agosto 17.50 da Francesco e da Teresa Berti onesti ed agiati cittadiiii. Percorsi in patria con singolare profitto g1i studj elemcntari delle umane leUere , vesti l" abito religioso della Congregazione de' Chierici Regolari di S. Paolo in Monza il giorno 20 ottobre 176.5, e nel ai ottobre delT aano susseguente giuro i sacri voti solenni. In INIilaao attese alia filosofia, ed in Bologna alia teologia, nelP una e nell" altra scienza dando prove non dubbie di grande proiitezza e perspicacia d'ingegno. Ebbe egli a maestri i piii illustri pro- fessori del suo Ordine, tra'' quali vive tuttora il celebre naturalista cav. Ermenegildo Pini, niembro dell* I. R. Isti- tuto e delle priniarie Accademie, e noto agP Italiani non meno die agli stranieri per varie opere di altissimo me- rito. II Fontana in eta di soli 22 anni visito con lui le ricche miniere dell' Ungheria e d* altre parti della Germa- nia , ed in quelio stesso viaggio essendosi trattenuto per alcun tempo in Vienna vi si procaccio la stima e P afFetto del dramniatico Italian© clie viveva allora alia corte dei Cesari , delP impareggiabile Metastasio , e de' piii presr'i i vioinini di lettere, di cui vantavasi la illnstre capitale della Monarchia Austriaca. Non ancora giunto alP eta del sacer- dozio venne quindi cliiamato a dottare teologia nel Se- niinario arcivescovile di Bologna. Poco dopo luolto egli si adopero a vantaggio della sua congregazione , sebbene gio- vinetto , quatido P abolizione do'' Gesuiti trasferi ne' Ch. Rftg. di S. Paolo tutto il peso della pubblica istruzione in quella citta; essendo stato prescelto a coadjuvare il fra- tello D. Mariano ( uomo di cara niemoria alle scienze ed alle lettere, e rispettabilissiino per le virtii dell" animo e del cuore ) nella direzione del Collegio di S. Luigi. Passo iii appresso a Milano, dove fu dapprima profcssore di *ettorica nelle scuole Arcimbolde , e poscia nel Collegio PARTE ITALIA.NA. 141 imperiale de' nobili. Durante il governo vepubljlicano so- steiiiie la reggeiiza cli tutta la provincia lomljarda con tale accori!;iineato clie pote serhare illesi tutti i collegi di essa dal aautVngio in cui si tentava di sommergere ogni Corpo regolare. Per 0])era dell" eminentissimo Cardinale Sigis- mondo Gerdil, membro esso pure e splendore della Con- gregazione de"" Barnabiti, venne dappoi cbiamato a Roma, ove un largo campo si aperse al suo zelo per la religione e pel puhlilico bene. Fu primamente insignito della carica di coiisultore dei Riti, poi di quella di consultore del Santo uffizio , di segretario della Cougregazione sopra la corre- zione de' liljri della Chiesa orientale , di procuratore ge- nerale e di proposto generale del suo instituto. Accompa- gno il cardinale Micbele De Pietio nel primo viaggio clie fece a Pari_i,i il pontelice Pio VII , felicemente regnante , ed in cjuesta occasione presto alia Santa Sede utili servigi. Impossessatisi i Francesi di Roma, venne posta la sua virtu al ciniento delle lusingbe e delle minacce, perche tradisse la causa della Chiesa : ma egli emulando 1" ammi- i'abile fiaachezza e pazienza del Pontelice , de" Cardinal! e di tanti altri rispeitalnli personaggi sostenne con iucredi- bile rassegnazioue la prigionia di tre anni e tre mesi nella torre di Viiiceanes , dalla quale venne liberato nel i8i4al- Tepoca del glorioso ingresso in Francia delle iruppe alleate. Ricliiamato a Pioma da Monza , ov' egli aveva destinato di condurre nel ritiro il restante de' suoi giorni , fu eletto air importantissima carica di Segretario con voto della Cougregazione per gli affari straordinarj della Chiesa. Nel 18 i5 segui di bel nuovo il Pontefice , quando pel turbine , clie minaccio, ma fortunatamente non fnnesto a lungo la pace d' Italia , il Santo Padre ritirossi in Genova : e toruo con lui a Roma , dove riprese gli uffici delle diverse sue niagistrature. Nel Concistoro del giorno 8 marzo 18 16 premio Pio VII la virtu del Fontana ascrivendolo al Col- legio de' Cardinali nelP ordine de' preti col titolo di Santa Maria sopra INIinerva. Fregiato della porpora non voile pero egli abbandonare la carica di proposto generale dei Barnabiti , die per ispeciale grazia pontiiicia ritenne sino alia morte. Da cardinale fu prefetto deila Cougregazione deli" Indice, carica che lascio quando si prescelse a pre- fetto di Propaganda e dell' annessavi tipograiia: fu pure prefetto della Cougregazione sopra la correzione de* libri 14a A P P E N D I O E della Chiesa orientale e della rinomatissima Universita Gre- gorjaiia, noii die menihro dclle Congregazioni della Santa romaaa ed universale iuquisizione , de'' Vescovi regolari , deir ludice , della discipliaa regolare e delT esame de' ve- scovi in sagra teologia: per lo clie ben si piio dire ch'era il Fontana ascritto a quasi tutte le supreme congregazioni e tribunali che uniti formano T Apostolico impero. Op- presso finalmente dalle continue fatiche per febbre acuta ribelle a tutti i soccorsi delF arte al traaiontar del giorno \ 9 inarzo dell" anno correute , dopo aver ricevnti tutti i Sagramenti de" moribondi, cesso di vivere in Roma coUa tranqnillita della coscienza nclla placidezza dipinta del volto serene. II cardinale Fontana fu versatissimo nella lingua gieca , nella latina , nella epigrafia, nella storia e nell" eloquenza. Compose molte poesie delle quali alcune gia puljlilicate hastano a farci conoscere ch' era egli ben educato alia scuola de' Classlci greci e latini. Diverse operette rese egli di pubblico diritto colle stampe, le quali benche di pic- cola mole, sono tenitte in molto pregio da" letterati. La- *ci6 pure moltissimi manoscritti tra' quali un' Antologia ossia scelta di poesie greclie divisa in due libri , colla tra- duzione fatta da lui in versi italiani pel i.° libro ed in versi latini pel 2.°, ed una raccolta di bellissime iscri- zioni, che potrebbero servire ad illustrare diverse epoche della patria nostra istoria. L' Antologia vedra probabilmente Ja luce quanto prima per cura dell' egregio Abate D. Giu- seppe Mantegazza I. R. direttore del Liceo di Milano in porta Nuova , e rettore dell" I. R. Collegio, ultimo pro- posto provinciale in Lombardia della Congregazione di S. Paolo, amico e confidente del Fontana, il quale possiede pure una riccbissima collezlone di lettere dal Cardinale a lui scritte da Roma , da Parigi e ne' suoi viaggi da di- verse parti della Francia , non che di altre molte al Fontana dirette dai piii celebri ingegni della nostra eta, tra' quali non sono da tacersi i Vannetti , i Verri, i Pin- riemonti , i Morcelli, i Mazza „ i Tiraboschi, gli Zanotti e il Valperga di Caluso , il Corniani e 1' eloquente vescovo di Parma Adeodaio Turchi. II Fontana era ascritto a diverse Accademie scientifiche f letterarie. ed occupo la carica di segretario neU'Acca- «leRwa di veligione, la qi\ale per un suo penftiero , in cui I'AETE ITALIANA. J 40 altii j>eisonng!;i concorsei'o , soi'se in Ixouia sotto gii auspicj del regiiaiite Fontefice. Devesi ancora alle sue cure jjriiici- jialmeiite 1 essersi intrapresa nel 1806 e poscia foliceniente contiiiuata la collezioiie di lutte le opeie del cardiiiale Gerdil. In mezzo a taati studj, a taiite cariclie penose, a tanti onori il cardiiiale Foutana fu di carattere sempre tlolce , mansueto^ umile. Amo teneramente la Congregazione , cui erasi dedicate nella prima sua gioviaezza , e ne fanno prova il gejieroso rifiuto delF arcivescovado di Torino of- fertogli nel modo il piii lusing'iiero dal Re di Sardegna , e la conservata digiiita di proposto generale e Tardore con cui promosse ed auimo la causa di beatiiicazione del ve- nerabile Zaccaria ahro de' foiidatori della Congregazione istessa. D'animo liberale e siiicerame.Ue amante del suo prossirao fu largo nel soccorrere i bisognosi , e nulla giammai trascuro che potesse ia qualclie niotio giovare alia felicita de" suoi simili colla zelante istruzione dclla gioventii, coUa saggia direzione dclle coscieiize, colla pub- l)licazione di utili bcritti , e col vivo eseiupio di lutte le virUi. Ne" giorni della prosperita iuaccessibile airorgogiio ed alia jattanza;, in quelli della tribolazione im])erturliahile e sei'eno :, esattissinio nelF adempimento di tntti i doveri del sno stato: pieno la mente ed il cuore di Pio , egli pre- sento in se il vero niodello del sapiente religiose. Milano , il 3o maggio 1022. II coUaborStore della Bib. Ita!. Prof. Cesar E RovroA, Giuseppe Acerbi , dlrctcorc ed edltote. Osservazioni meteorologiche fattf all' I. Jl. Osservatorio di Brca. L U G L 1 0 18-2. 1\1 A T T I N A. Stato del cielo I. s ERA. 'a c (5 V < d — u J2 -3 - 2 s <3 e oj -: a z 0 q ■- V p l; >- ■^ 3 X P N 2 < i- « 6 « 1 N > 5-^ Stato del cielo. poll lin. 0 poll lin. „ 1 27 10,0 + i5,o N Sereno. 27 q,8 +22,0 S 0 Sereno, 2 37 10,8 +16,0 K E Ser. nuv. 27 10,3 +23,1 E Nu.ser...plov. i 27 10,0 +17,0 £ Ser. nuv sei-. 27 ic,3 +21,8 0 Te.poc.pi.ae. j 4 2^ 10,6 + i5,o N Sereno. 27 10,7 + 12,8 £ Sereno. b 27 10,6 415,0 N Sereno. 27 9,3 +H-:< E Sereno. i 6 27 9,0 + 18,0 N Ser. nuv. ser. 27 9-r +24,4 N..,E Nu.tem. piog. i 7 ^7 9,« + i5,5 N Nu. tern pioa. 27 9, .5 +22,0 S E Nu.tem. I'iog- I 8 27 9,6 + 1.5,0 N E Piog. nuv.rot. 27 q,6 + 16,0 S 0 Piog nuv.rot. 1 9 27 9,0 +i5,5 N 0 Ser. uebb. 37 IC,r + 20,7 S E Nav.piov rot, i IC 27 10,2 + 16,0 0 Sereno. 27 IO,C +2 1,'. S Sereno. !■ li 27 10,0 + i6,c E Sereno. 27 q,2 +23,5 S E Ser, nebb. 12 27 8,8 + 10,0 N Ser. nuv. 27 5,;! +24,5 S E Se. nu.tem. pi. ! j6 27 6,1 +14,5 0 Sereno. 37 7^C' +21,0 E Sereno. i 14 27 7.(> +14,0 N NO Sereno. 27 7,6 + 22,3 S 0 0 Sereno. j lb 27 8,0 +14,0 S 0 Sereno. 37 7'4 +2 1,7 s Ser. nuv. ser. i6 27 7-1 + i5,o N Nuv. piovoso. 27 7,- +20,8 E Se nu.tem. pi. 17 27 7,0 + i5,o 0 Sereno. 27 -7,8 +21,0 SCO Ser nebb. 1 l8 27 8,4 + ib,o N Ser6no. 27 8,6 +22,0 SO Sereno. | iQ 27 8,6 +16,0 N Ser. nebb. 27 7,5 + 23,0 E Sereno. 20 27 7>i + 16,0 0 Sereno. 27 8,r +:i2,5 S 0 Sereno. 21 27 8,5 + 17,0 ENE Ser. nuv. ser. 27 8,7 +20.3 NE Nu.se.teiu.pi. i 32 27 8,9 + i5,o N 0 Sereno. 27 8,8 + 31,8 S 0 Sereno. 2j 27 9'7 + i5,o E Sereno. 27 9,c +22,5 s Ser. nebb. 24 27 9,4 -li6,b N 0 Sereno. 37 Q,7 +23,8 6 Sereno. 25 27 10,4 + 16,6 N E Nuv. ser. 27 9>' +.M,8 S E Sereno. 26 27 9,6 +18,5 E Nebb. ser. nuv. 27 8,3 +24,6 S....E Nu. poc.piog. i 27 27 7,7 +19,0 E Nuv. ser. 27 7>(' +24,7 S 0 Se.te.po.piog. , a8 27 8,- + 17,0 B Sereno. 27 8,7 +23,5 E Sereno. \ aq 27 8,7 +18,0 N 0 Sereno. 27 8,5 +34,0 s Sereno. i .So 37 8,4 + 17,0 N 0 Sereno, 1- 7,0 +24,3 s 0 Ser. neb, ser. 3i 27 7,« +i8,b 0 Sereno. 27 8,0 +24,2 s Sereno. 1 AUezza mass, del bar. p oil. 37 lin. 10,7 A tezza mass, del tenn. + 24,8 I . » 27 » 5 8 . » 37 » 8,63 Qiiat itita della pioggia lin. 26,38. 145 BIBLIOTECA ITALIAN! J\ociOdio A022. PARTE I. • LETTERATURA ED ARTI LIBERAL!. Bartolomeo Lorenzi. Due sonettl ed una canzone {i/iediti) dello siesso. In morte di lid. Vlsione del cav. Andrea Maffei. — Verona^ 1822, dalla tipo^r«yLa Ramanzini editrice. L lA lode e bellissimo frutto delia virtu , e di frequente e anche radice : che se venisse distri- buita ognora dalla ginstizia, non altro mezzo po- trebbe seivire nieglio di lei a riscaldare questo secolo si freddo alia sempliciia delle opere oneste, si ardente a proseguitare le pia stiaae chimere. Bisognerebbe con severe precetto ordinare , che alia sola virtu conosciuta e provata si potesse offrir lode , come la nel regno di Ava e vietato per legge di adoprare ad altro il marmo sceltissmio d' alcuue cave, che a formarne statue agli Dei. IMa poiche altro e il parlare nella feccia di Romolo , altro nella repubblica di Platone , debbesi almeno curare di questo, che la schie. a bonta del cuore con- giunta air altezza delT ingegno sia dai buoni rico- nosciuta con solenne dimostrazioae, almeno allora, Bibl. ItaL T. XXVII. 10 ♦46 VtStO^ft -Dth CATf, ANDREA MAJfFfel die flair uomo lodabile ha riniosso la morte ogni cagione d'invidia pericolosa. A qnesto in AVrona mirarorto alcuni eletti inge-^ gni, che il 3i del passato raaggio convennero a recitare pubblicatiienie versi e prose ad onore di Bartolomeo Lorenzj , e cou apparato pomposo e suoni e canti divinirzarono quasi V estinto poeta. Di tanta pieta cssi avranno avuto degno premio inella nobile compiacenza clie accompagna le belle «ziouj . r negli applausi che^larghissimi ottennero. Koi , che fummo present! alia sacra cerimonia, non. possiamo altro dire, se non che quella sera a mal- grado deir interna tristezza abbiamo posta fra le poche giocondissime di nostra vita: giudicare quei Versi e quelle prose sull'inipressione, che passando Velocemente per Y orecchio ne lasciarono nella mente, sarebbe ardiifv.za da non perdonarsi, n^ la lode istessa di si affrettato estimatore si potrebbe di buon grade ascoltare. Un solo di que' componimenti e finora venuto alia luce , la Visione del cavaJure A'-drea Maffei 1 della quale noi parleremo tanto piu volentieri, che questa e la prima poesia origiuale del giovine poe- ta , ed importa molto conoscere quanto sia abban^ donate alia propria ispirazione queiringegno, che colle sue versioni ne sollevo a si belle speranze. Poche copie ne furono stampate, e queste quasi tutte distribuite in dono : cosicche riescir dovra tare ai lettori vcderne alcun passo in questo Giornale. II Maffei si reco a visitare il Lorenzi nel sno tranquillo ritiro di Mazzurega pooo prima die que- st! ttiorisse ; di cjui move la poesia : Qual peregrin, die dopo tante miglia Scioglie il voto nel tempio , e si consola Movendo intorno le cupide ciglia ; in spera poi a la sua fainigliut>la Di raccontarne le cose vediite Ajutando cogti atti la parola ; IN MORTE DI BA.RTOLO:,IEO LOBENZ,!, CCC- I47 Tal io , Spirto subliine , a la virtute De tiioi canti rapito , anzi die assorto Fossi ne' rai delf eterna salute , Venia pere^rinando al dolce portn Di tua vecchiezza , al mo p'acido tetto , Ne la speme falli tanto conforto ! E ti vidi e conobhi: O santo petto, Qiuil da' cari ccchi. tuoi , qucil dalla fronts Nettare hewi di tutto diletto! Ma quando io saisi il dileicoso mcnte , (i) E quando i ti lasciai, chi ti cfedea Fatto SI piesso della vita al fonte ? to spirto creator, die t' acrcndea , (a) Nobilitando la natia Verona , Si die tardi per aliri si ricrea , Bendie rotta degli anni la persona , IVon parea di mortal, die infermo e stance II terreno sua carcere abbandona. E in SI poc ora ne venisti maaco ! E in si poc' ora agli angeli consorte In Dio riposi del tuo Boiidi al fianco! (3) Mentre in questi ed altri tali laioenti s' atflisge il giovane poeta, e profonda e la iiotte. la sua vi- sioue incomincia, ed egli rapito alia veglia de' sensi si trova snl santo monte presso la tomba del Lo- renzi, sovra la quale e una face Cui la vampa nudria mirra ed incensOj Di funereo cipresso e di redso Lauro una fronde il pio sasso incatena Cui la persa rintreccia, e I' elicriso. Vn viburno , una povera verbena Di meste ombre t occuJiano; nascosa Un ruscelletto di limpida vena Mormora e scorre pel recinto ombroso , E lanribendo t avello , vi seconda Col moto eterno i eterno riposo. (i) II diletioro ^ forse troppo vicino al diletto. (2) Come il Lorenzi 6 pi'ima invocato sotto norae di Spirto sublime , non sapremmo lodare Io spirto creatore , che accendeva Io Spirto suhlime. (3) Gli uiiiim versi del Lorenzi furono un' elegia ia morte del Soudi suo amicu. 148 VISIONE DEL CA.V. ANDREA. M\FFEI Tntto si tace ;iir intorno, e solo ralRitto vegg;ente invoca T .^mbra dell\^stmto, quand' ecco quella so- litudine accendeisi di taiico fulgore, clie ne fu spenta la (iarcola, e vinto T occUjo del poeta (a). II quale poiche s' avvezzo a quella luce, udiam* come prosegua : Vidi quel'a beata anima diva SfavUlar di Ittizia entro quel lume Su.le pcnne di Dio die la rapis-a: Ed iri e amori e ventilar di piunie Ed angeliche voci e melodie Mai non stntite di piu doice acume. Jnehbriaio neW etcrno die. Jo consumava la vista mortale , Quando dal mar di que! la luce uscie L anuria bella , die all' amato frale Cola forse verda I' ultima volta Desiderosa del supremo vale. Le virtu , che ornarono vivente il Lorenzi , era lo ' circotidano per iscorgerlo a Dio , e il Matiei nou puo temperarsi dal favellargli: O dia luce , die innostri Del mio pensier le imagini confuse , Chi mi ti guida dagli eterei chiostri ? E per qual merto dalla somma altezza Del beato tuo scanno a me ti mostri ? Forse il pianto ti vinse , e I' amarezza De tuoi cari nepoti , onde soavi Erano i giorni della tua vecdiiezza? (i) II Waffei a presentare una soniiglianza di quel raggio , elie gli soverchio ogni forza visiva , detto questa terzina: Stanco cosi dell' etereo -viaggio Nei lavacii nianni Espero scende Pria che desti il martin 1' aure di niaggio. I versi sono belli ; ma noi non vediauio , come a quel vivis- (Imo raggio di paradiso jjotesse paragonarsi iu sue modesto al- beggiare Lo bel pianeta che ad amar confoi'Ca. IN MORTE DI BARTOLOMEO LORENZI, CCC. 1 49 O di colei, die tu pur tanto amavi E die per te sul tuo cenere muto Porta i begU occhi di lagrime gravi? Oh se di vere lagrime tribu,to Te ritogliesse alia beata spera Quelle lagrime pie I' avrien potato (i). Risponde il Lorenzi, che prima di salire a Dio venne a rivedere la sua spoglia, e a raiticrare il do- lor de' su' i caii (2). Ed anche alia giovinezza del poeta voile mostrare, che premio maggiore della vittoria dopo la vita ne aspetti : e c.»si dicendo gli fece manifesta quanta parte fosse in lui di paradiso. Come augelletta, che solinga e mesta, Poi die lungi ha perdiuo il sua fedele Affat.ica di pianto la foresta ; Ma se deluso il cacdator crudeh Sol da lei lo divida , e ne raccoglia Dal profondo del bo'^co le querele , Vola per I' aer , dove amor la invoglia \ All usato lagtiar del siio diletto , Riconfortando In passata doglia, ; Tal 10 mi fed a quel divino aspetto, E coasolato a le parole sante , Bipigliai la favella : benedetto II gioriio e l' or a , ch' io volgea le piante Al tuo lieto soggiorno ! e tu pietoso Che m' apri il fiwne di letizie tantet. Benedetta colei, die il mio nascoso Voler t aperse ! benedetti i carmi , Che fatto m' han di tua vista bramoso ! Ma poi, die di tua gloria inebhriarmi Cost ti place , e tanto oltre ruitura Sui concetti terreni avvalorarmi , (i) Qui e piu avanti e significata la contessa Anna di Schio c di Serego d' Aligeri , aDiicissiuia del Loreazi , e fiore d' ogiii gentilezza ; della quale avremo detco ognicosa, dicend)la degiia d' appartenere alia fauiiglia , che dal diviuo Aiighieri discende. (3) Potrebhe alcuno dooiandare a buon diritto , ove fosse fin allora rimasto lo spirto del Lorenzi , se- gia gli gorge ua marmoreo sepolcro , ed egli. nga h aucora salito all' aroplessi? ili Dio. l5o VISIONE DEL CAV. ANDREA. MAFFEI Dimmi , tii- che lo pud , picciola. , osciird Srinpre moira mia giovineua faina , O dopo morte mi iara futura? E lo spirito beato compiaiigenclo all" iogegno del giovane amico t.aviato dietio le glorie del mondo lo invita a cantare di Dio ; e se gli e pur neces- sario d' amare , lo prega d' aniare Maria. A quel gran noine gli eletti lUcomincidr nelH arpe eterne ti canto, E fra dolcissimi inviti e voci d' eterna benedi- 2ione la santa anima del L'vreuzi in un ocpano di luce iuofl'abile tutta beta s' innalza, e poi che giugne air abbraccio di Dio, i\ii tuono rornpe Talta visione. Passione e altez?a «]i concetti, puriia di lingua e ricchezza di time in questi vei'si mirabilmente 6 accord-^Vio . e noi ci licHamo abbastanza della ^^'vtra memoria per asserire che le altre poesie di queir Accademia regger non poteano al confron- to, sebbene r.lcuns uc parcsse nsplendere di molte bellezze. Quando si leggono le ve''.loni del Maffei incre&cerebbe , cli' egli non volesse coutinuarci quella dolcezza per dettar poesie tutte sue , ma qpRndo si considera questa visione , si teme in vece che soverchiamente ei non prosegua a tradurre, in luogo di darci cose , clxe intere da quel suo nobile ingegno procedano. Ma di lui questa volta abbiamo parlato soltanto come di lodatore del Lorenzi, e intorno a questo ha principalmente da occuparsi il nostro discorso. Ji'\ quale verrel)be grande ajuto, se chi avanti la recitazione de' versi disse in prosa del poeta, avesse volute, come sapea, investigare il merito de' suoi scritti e Y indole della sua poesia. Ma egli ebbe diverse intenzioni, es'astenne da quesra disamina. Noi se fossimo stati in sno luogo. vedendo tanta giovinezza raccolta ad udire, avremmo detto ap- pieseo a poco cosi : IN MORTE DI BARTOLOMEO LORENZT, eCC. lol « Questa pubblica teslimoniar/ia di dolore, che ricorda antiche cosfaniauzc, e degnainente rivolta a celebrare Bartolotnro Loreiizi , u' Ma di questo impedimento egli avrebbe po- tuto facilmente liberare la sua farna , se altro ar- goniento avesse eletto a'suoi versi : un poema di- dascaJico e la base pin salda della sua rinomanza, e tutti sanno che questa nianiera di poesia non e cosa da gustare alia moltitudine , nia si da re- care un diletto quasi private a pochissimi. In fatti bisogna conoscere la poesia molto addentro per appagarsi di quella semplicita che a questi com- ponimenti e richiesta, e sentire quell' intimo fuo- co, che senza farsi manifesto anima i versi, come r eterna scintilla di Prometeo la fragile creta. Noi osiamo dire, che se Virgilio non altro avesse det- tato che le sue perfettissime georgiche , egli sa- rebbe si nella venerazione dei dotti , ma il sue nome non avrebbe ad un terzo cjuella celebrita che gli venue dall' armi e dalf eroe : ne in ci6 mettianio in conto l' altezza d'ingegno, ch' e vo- luta da un'epopea, ma soltanto la maggiifltce po- polarita deH'argomento E le georgiche contengono r universa agricoltura , mentre la co'tivazione dei monti e ristretta a soggetto tanto piu tenue. » Anche il Canzoniere del Lorenzi (i ), ch' e l' al- tra parte benche minore della sua fama, s' aggira (i) Per cauzoaiere inrearli;iMv» forso inir>i"opriauiente quelle poesie che nel 1804 furuno sumpate dal Giuliari. l54 VISTONE DEC, CAV. ANDREA M\FFEI ortlinarianiente sopra terni, c'l' noii possono a tutti importare. Sente og,ai gentile persoiii, quanta ma- teria dovessc fallai-e a' caati di lui , vietandogli i\ suo stato lo scriver d' amore , ch' e passioue so- vran.imente poerica, e ttalla quale sogliono tutte r alrre prender a!)ito di soavita e di cortesia : e quel cuore capace di banevolenza si universale vorso tutti gli uomini con ({.lania forza avrebtje niai espresso quel poteutissinio ailetto, che ove sia padrone del m >ndo , nc togUe T cggetto amato, e i'a nn dono del resto ! Clii sa quaata dolcezza noi abbiamo perduto ! » Altro argouiento di forte ispirazione gli offri- vano le circostan^e. Egli visse in teai;)i forse unici neir istona , e vide tali cas.i e rivolginienti , clie i futuri vorranno invidiarne d'aver asslstito a questo spettacolo, quantnnqne di tante lagrime T abbiamo pagato : ma uomo d» ciiiesa com' era , ne poie ne voile prendersi n>.lla tragedia qnella parte, clie il fervido ingegno suole in tali viccade ai poeti as- segnare. Noi perdoniamo a clii strascmato dalF on- nipotenza d' un ingegn* immor&ale avesse potnto un niomento duuenticarsi , che fra i brindisi della liberta si beveva allegramente la schiavitu , e che gloria si debbe al Sole che tutto illumina , non al fulmine che tutto distiugge. L' angelo cadnto ne' celesti misteri e condannato per sempre , ma noi , come r Abbadona della Messiade , lo rimet- tiamo , veneraudo , sovra il suo trono di luce. Se non che mentre ad alcuno vuolsi condonar quest' in- gannonj^che da un cuor buono provenne , e pur forza che si (hca non abbisognare il Lorenzi che di cio altri prenda a scnsarlo. Se anche dalla sa- cra sua professione non fosse staco ritenuto ( ne questa avrebbe per avventura bastato ) , egli era d" indole cosi placida e di si mansueti costumi, ed avea guernito il suo vivere con tanto presidio di religione, che quelle follie pote guardare compas-p sionando , e prefenre una lode meno comune a IN MORTF DI BARTOtOMEO LORENZI , CCC. 1 55 que' sonanti applausi , • che buttandosi nel tumulto aviebbe mercato a' suoi versi. » Ne si creda gia che questa calma male si convegna coir entusiasnio , che si raccouta averlo investito quando si metteva a dire iniprovviso. I poeti si debbono distingiiere in due grandi classi : - la prima comprende quelli, che avendo un' anima prontissinia a ricevere le iir.pressioni degli oggetti esterni sono come cera , che fedelmente accoglie r impronta che le viene aflidata. La seconda ab- braccia (juegli altri , che avendo sortita un" anima indomabile , ed avendola coniermata col tenore della prima eta sono come suggello, che tutti gli esterm oggetti contrassegna di sua figura. Omero per esempio e Sofocle apparteng no alia prima classe, ed impossibile sarebbe leggendo i loro scritti indovinarne la condizione degli animi •, nientre al contrario consideraudo le opere di Dante e del- r Alfieri , che spettano alia seconda , tanto se ne trae, che par di leggere ne' loro cuori. I ])rimi fe- lici in quanto dalla uatura e daU'educazione siano disposti a non accettare immagine che si diparta dal hello e dal buono , s' accenaono rapidamente nel calore della composizione , ma cessato 1 im- peto delTestro, tutt' altr'uomo succede a Ini che prima era si profondamente agitato : una bonaccia come quelle della Guinea dopo le tempeste del Capo di Buona Speranza. II Lorenzi a questi appartenne, e con lui debbono necessariamente appartenere tutti gl' improvvisanti di vaglia : perche come mai po- trebbero presentarsi a discorrere d' ogni materia , e cantare la nascita di Venere dopo il fratricidio di Timoleonte, se non fossero come un placido lago, che pronto e del pari a ir.cresparsi cogU zefiri , e ad imperversare cooli aqniloni ? 11 Lorenzi era tutto fuoco , quando si slanciava ne' versi soleva anche prontamente accender^i a placabili sdegni : ma nella vita ordinaria era una creatura dolcissi- ina, amabilissima ; indole fortuuata, che fuggendo i l56 VISIONE DEL C\V. ANDRE4. MAFFEI fas'tidj deiruomo fieddo e melenso allontana i peri- coli che disgiu2;nere noa si poniio clagF ing gai impetuosi e bollenti. » Se non die appunto ciuest' indole modesta , che salvo dall" invi'lia la tranquiUira de' sn )i giorai , iion 2;li valse alia gloria: la cpiale p»r la coiidi- zione de^ tempi piii si coticede a chi pia aperta- nienf-e si fa a dosnandarla. Ed egli n' era si loa- tario, che per poco le avrebbe chiusa la porta, se fosse a lui veniita spontanea. Anche rpiando vivea in mezzo alia piii splendida compagiia, il Loren^i si vedeva in atto d' uomo che tiene altrove il siio cuore , e non era mai pienainente conteato , se non cpiaado potea ritrarsi a' carr suoi studj. Di che forse oarve a taluno austero e sprezzante , 9 'hbene non foss-'. Invano brillo a' suoi occhi la n^a^nifirenza delle corti : egli le visito per ob- bedienza , e amico di cpiiete le abbandono to- sto per elezrone Qnal partito non avrebbe mai tratto alcun altro da qn 1 solenne trionfo , che nella poesia estemporanea riporto sul duca MoUo, preseiiie V imperiale arcidnca Ferdinando ? Egli invece altro non ne voile che vin utile avver- tim^nto di piu non esporsi a cpielle battaglie, nelle quali si poco di vero onore era da gua- dagnarsi , tanta vergogna si poteva temere. E in farti dopo quel momento non che cessasse affatto dair improvvisare , che di tanto mai non seppe risolv^rsi , ma molto piCi di rado si travaglio in queir esercizio , ne voile piu acc^^ttare che tenii scientifici , ritirandosi per tal modo quasi in una trinrca, ov6 la plebe degli improvvisanti non va- lesse a segui>lo. » Che se fu tanto schivo d' ogni briga , quando tutto ve lo invitava , e si continni esempli ne aveva airintorno come diremo noi ch' egli vivess', dopo che si ritiro alia catppagna quasi in u i porto , e si diede con taiita alacrita agli studj campestri , IN MOftTE ni BARTOLOIMEO LORENZI, CCC. iSj the ben presto ne divenlo lodafo scrittore ? (i) Occupato nella coiitempla^ione della natura e nel- r educazione de' suoi nipoti seni'iro scordarsi del- r incarico mortal- a cui piir era sominesso. Qual maraviglia se aiiche p;li uoiiiitii pai-ve;o a poco a poco dimenticaisi di Iiii , niassiine dopo tauta liin- ghezza di vita ? Oia pero la morte lo ha lalto , direm cosi, rinnovaisi dalle sue ceoeri, e mentre tanti scrittori illustri in vita portano sotterra ogni loro rinomanza, a questo sorge dal sepokro, come un fiore imniortale , la gloria. » La quale siuo a die segno sia debitamente per crescergli , noi cercherenio d' investigare. E prima di turto diremo , come ne paja aver po- tuto il Lorenzi essere poeta ancor piii grande, die i suoi versi non niostrano : di die iion e dubbio aversi a riputare cagione quel costume in cui veane d' iniprovvisare. Noi non sianio fra coloro, die cre- dono nulla potersi aspettare di buono da un ini- provvisatore die scrjva ; ne vogliamo gridare la croce contro quesfo esercizio , col quale clii assai parcarnente se ne diletti, potra porgere senza molto suo danno un piacere onestissimo. Non pochi dei maggiori poeti hnnno a rimproverare questo scu- sabile peccato alia prima loro giovinezza , ne per esso furono vietati di giugnere a quell' altezza , in cui li vediamo. Tuttavo'.ta non si debbe dissiniu- lare, die troppo a lungo e frequentemeate usando quest' arte s' acquista T infelice abitudine di con- tentarsi alia prin)a idea, di trascurare V eleganza per la facilita , e di mirare continuamcnte a pen- sieri brilLinti , die piacoiono al prinio apparire , ma esaminati non conservano il loro spleudore. (l) A lui , cotiie a uienibro delT Accadeinia d' agricolrura , di ecienze e d' M-ti in Vevona, il cliiarissiiiio sig. Benedetto Dal Beue recito un elogio, al quale non fun. mo y'resenti. A vedere quanta fosse indegnamente dlnienticato il Lorenzi si noti , olie sotio il Governo ftaliano non fu neniiueno aegrt gato all'Tstitiito di ecieuze e lettere , al quale avea dojjpianientc diritto, l58 VISIONE OEL CAV. ANt>REA. MAFtEl » II Lorenzi fa piii lontano da questi difettiM che altro improvvisante mai fosse: a die oltre l' nobilta delPingegno gli valse certamente quell' es* sersi dato a questa pratica dopo i trent' aani quando il siio giudizio poetico era gia saldo , e scuotersi forse potea , ma non rovesciai'si. Avveaimento , che unico ne se-iibra nelP istoria Ictteraria e da noa passarsi cosi leggermente. Perch^ in verc abbiama qnesto solo escmpio di clii si tnrdi volesse daisi alia poesia estemporanea : la quale fine a lui era sempre paruta conveniente a queir abbondaiiza di fantasie e impazienza della fatica che accompagna gli anni lietissimi di nostra adolescpiiza. Per fer- mo fu resenipio, e remulazione, la qitale ratto s'' apprende a' cuori gentili , che condusse il Lo- renzi in qiiesta carricra ^ e il successo , e T asata iniportuniia dcgli amici, che ha tanta forza, ve lo confenn6. Non e dunque da lui , che i giovani possano pigliarsi conforto a tentare quest' arte ; per- che chi vorra aspettare ai trent' anni ? E se anclie alcu lO volesse epotesse, veda di non porsi a cat- tivo partito. II Lorenzi fa grande poeta^ ma e forza confessarlo , si conosce qua e Cvola il dicitore al- r improvviso , e non si pu6 tacere , che se piu. presto si fosse diviso da quella consuetudine , assai piu alto sarebbe salito. Si apra quel bel poema della Coltivazione de moiitl, e questo vero sembrera tosto verissinio : cosi non saia difficile trovarvi dei troncamenti durissimi, degli aggiunti inutili e delle immagiiii non abbastanza sincere ! Ma queste man- canze si puo dire che spariscono in mezzo alia luce di tante bellezze. Stanze che ricordino Y Ariosto nieglio di ques'e , non crediamo che mai si fa- cessero. E delf Ariosto principalmente e di Virgilio pare a noi che si componessero gli studj poetici del Lorenzi. Ad essi debbe quell' elegante facilita, che quasi sempre lo adorna , ad essi quella no- bilth , con cui veste le cose piu comunali e nasconde ogni villa del subbictto : doit , che I la jtORTE DI BAKTOLOMEO LORENZI, eCC. 1 5^ Sccompagnate (Ja ua profontlo , nia dolce sentire , conchiudono i\ carattere , ed i piegi di questo poeta. » Si legEjano ijuelle stonzc^ove descrive la rac* oolta delle ulive, cjuellc o\ e inscjina T arte di con* cimaie, e le aUre ove addita il modo di cavare una niiiia, e si vedra com'' egli esoa vintorioso da ogiii ritiosia della materia. Bellissima e la decrizione del combattimento tra il gcllo Cui fa t onor viril col ferro tolto ed il nil>bio : questi roteando per Talto, e inovendo guerra dalF aria , C|ue2:,li attendendolo di pie fenno in terra, a difesa tlei pidcini a lui affid.^.ti. Ti par Vedere la pugna d' Atlante, quando dal suo casteilo d' acciajo si slancia sull' Ippogrifo contro i ca\ alieri clie s' arriseliiano a ouella ventura. II Lorenzi di- pinge si vivamente la hattaglia , che quando dope la vittoria del gallo egli esce in qnella sentenza Tanto Amor I' ainmaestia ad esser forte ! noi ci sentiamo invii:ati a prender parte a quella allcgrezza. Per verita nelle descrizioni egli e som- mo: e qnello che fa maraviglia si e che dopo aver maneggiato il pennello deir Albano , egli tratta con la medesima eccellenza quelle si diverse del Teniers. Gia non si sta a filar la forosetta , Plena gli occhi d' amor , di gioja il core ; Ma vien su'l prato , e'l sol, die la saetta^ Col canto insanna, e la fatica, e tore; E spezzando talor la canzonetta Al vivo ostro natio ere see I' ardore , , Volto un giiardo al villaii , che stava attento A miraY sue fattezze , e'l portamento. E del piidor gelosa , ond' arse in volto, €ontro i cupidi sguardi d cappel gira , Non pill schenno del sol , ma la rivolto , Ove ozioso f amator la mira (i); (]) Cauto III , 6t. 5a Noi non vogliamo proseguire iudicando i passi piu belli di questo poema , perche troppo gran parte bisognerebbe qui riportarne. In quella vece ne basta di oflViie aiicora que'versi, ne' qaali e narrato il dolore dell' angelletta , cui duro aratore tolse i piccioli nati , die nou avean per anco le penae: soggetto pietosissimo , che piacque a tanti poeti, e che Viigilio dolcissimameiite canto: se non che questi ne uso soltanto a comparazione , e il Lorenzi volendo lodar Dio nelle sue creature e nel loro mirabile istinto pote con piu larga poesia a noi farlo presence , e ( diremo gran cosa ) render niolto dubbia la palma a Virgilio : La madre , die trovar i figU crede , Torna con I' esca in hocca a I'arbor fido, E guarda. intorno misera , e non vede Altro che 'I voto e depredato nido ; E perche a tanto nial non sa dar fede Spesso li chiania, e ne raccoglie il grido , Se da vicuio , o in pin riposta fronda A lei, che piange si, qua'cun risponda. jE va € vien da questa a quella parte Spesse fiate come amor la mena; E poiche tanto errb sii I' all sparte , Che stanca in aria si sostiene appena , Da un ramo a t aura miserabil parte Fa. dclla doglia sua, della sua pena , E guarda il cielo , e guarda la campagna , E non cessa u/i motiitnto che nonpiagna (i). Chi non trovasse in questi versi quella musica » che si sente neiraninia, ne farebbe persino dubi- tare della bonta del suo cuore. Intorno a che e pur da dire, che in questo poema, e in tutti gli altri versi del Lorenzi spira un' innocenza che iunamora E fa scntir d' ambrosia l' orezza. H) Canto II, St. i49-i5(x BlbL leal. T. XXVII. T£ 1 62 VXSIONE DEL C\V. ANDREA. MAFFEI » Molte prove ue darebbe di cio anche il Canzo- niere, ma chi potria diibitaine sapendo come que- st' uomo condncesse la vita rimoto da og;ni vile passione , ricco d' ogni piu cara virtu? Ne si creda che si giovasse delF esperienza a correggersi , poi- che per una certa beatitudine di natura egli con- servo scmpre ne' costiimi qnella purissiina scmpli- cita della fanciullezza : giovinetto parve assennato e prudenie come un vecchio : vecchio parve gio- condo e innoceiitp come un giovnietto. E qual fosse la sua fanciullezza , lasciaino che ne racconti egli stesso Le immagin prime , che fanciullo ancora 10 raccolsi col guardo ( al ciel si piacque ) Furon vasti orizzonti e spazj e campi Liberi d' ogni fumo , i primi amici Fur pastori e boholci , arbori ed erbe Note per cuko , per valor , per forma Di corolla, di stelo e di radice. Jl musico usignolo , e la piagnente Locusta nel silenzio della notte L' annonia m iiispirb dei primi versi. Ne mi nocque talvolta accolte in rima , Hozzo lavor di pessiini poeti , De' Franchi Paladin legger le iniprese D' un olmo al rezzo. lo risi, ov era manco 11 pie del i'erso e del rider ni accorsi , Deposto il libro , rivolgendo il guardo All' apparir della riflessa iinmago , Ck' alio speccliio incontrai delta fontana (i). Egli e pur bello dopo i.na tale puerizia vivere per mod.> la vita , che alcu-io non la trovi dissi- Ti'iile da si lieto principio, e tutti credano sincero (I) Qupsti versi ajipartengono ad un' epistola del Lorenzi , e noi II preseiitiamo tanto pin volentieri , die nllre la caiididezza deir aninio suo niostrano anolie come e dove licevesse la prima isi irazione alia poesia, e die poeti gli venissero avanti glialrii alle mail!. Erano , come raccoutava, rAncvoja, Buovo d' An- toua, e altri tali. IN MORTE DI BARTOLOMEO LORESZI, CCC. l63 il poeta , quando al fine della Goltivazioiie dei inonti si cliiania Contento assai, che il suo sepolcro onori La pieta de bifolchi e de pastori. » E noi seguitando diremo, che come la sua vita, tali i SHoi versi : puri , schietti , candidi : V uomo e il poeta erano una cosa : di che sono tanto radi gli esempli. Da cpiesta int(nMia armonia, e dalla consolata pace de' campi ottenne di giugnere alia tardissima eta di quasi novant'' anni con tanta forza di meuibra , e piu d' ingegno da far niaravigliare clii lo conobbe: parea che da quella sua mente disfavillasse era mai un raggio do' secoli eterni. E questo fn in Ini done si pellegrino , che non voglia- mo piu d' altro paiiare. Non manchera chi scriva la sua vita , e raccoati qnanto fosse versato negli studj sacri , e come potesse dirsi dottissimo nel- r agricoltnra e nelle altre science naturali die le appartengono: noi del poeta ci siamo unicamente occupati, perche quando un uomo e giunto nel- r eccellenza d' un' arte alia qnale sommo ingegno e voluto , in questa vuolsi considerare : poco im- portando che fosse fornito anche d' un pin nuauto sapere , cui fatica basta e uazienza. E come mai si potrebb ro tai cose discorrtre, quando s' e v-nnto a ricoida. e quelf altissimo prfgio del Lore;)zj che fino neir ultnna vecchiezza la mente non gP mvec- chio? anzj (e noi non ardiremmo dirlo, ovi" ne mancasse la prova ) tanto e lungi che quell' jntel- letto fosse punto offtso dagli anni, die gli ult mi versi dettati poco piu di due mesi prima di mo- rire, ne potuti da lui vedersi stampati , s' innal/.iuio Bopra quanti in tutta T eta sua mai compDuesse (i). Essi furono scritti per la morte del Bondi. Non (\) Per la morte delT abate Cleiiiente Boucli. Capitnlo del- r abate Bartolonieo Lorenzi Veronese. Vcroua, 1822 , dalla So- cieta tipografica editrice , di pag. 16 in 8.° Auche due anui fa pubblico il suu Pastore, pjemet'.o ricco d' assai beliezae. 164 VtSIONE DEL C\V. ANORfei MAFFEI )ailiaiTio fli tuna Yd gia, benclie splmdenti bel- f7.7e otfra in ogiii sua parte, ma si con sicurezza aircrtniamo che le sei ultime terzine sono da porsi fra le piu elt^rte ricchez'/'e di oprii poesia : Quasi fidato al stiol seme gentile Cova t ossa il scpolcro : e le possiede Promessa al genninar virtii simile. Che , come il grano levarsi si vede Sul ginoccliiuto calanio , e di foglie F'irsi al capo vagina, e schermo al piede: Tal dritta di sua tomba in sidle soglie La nuova creatura g!i aperti occhi ttallegrerii nelle mutate spoglie. Chiaror di sol, che 'I suo meriggiX) tocchi , Vinceranno i sembianti , e i membri lievi Volo di stral , che da buon arco scocchi, E se tal fia che teco Un di mi levi ; Finche passi del mondo la figura , Saran dell' aspettare i giorni brevi. Ne al forte acerba , ne al vecchio immatitra E la morte , ne misera a colui Che di quel prode la bonta misura Che in se la vinse , e per chi fida in lui. E clopo il iniiacolo di questi veisi in uomo di tiovant' anni , chi non vorra credere con noi , che fosse jl Lorenzi ancor vivo : Fatto un de' cari in fra la schiera elettct Che sorgeranno interi a veder Die , Scarca del tempo I' ultima saetta ? ( i ) » P^irve a Cicerone assai ^lorioso per la memo- fia di Lucio Crasso, che dieci "liorni avanti morire e gia vecchio parlasse con piu eloqupnza che mai \ e di cigiio chiamo qui Ua voce, e lui airivo a no- minate divii.'O : ma quanta era la sua e^a in ron- f onto di qUesta del Lorenzi, e che spiriti piii pronti iion sono nchiesti dl poeia, che air oratore ? A noi certo sendira questa si grandissinia cosa , che dirla Dsianio unica al mondo, e da venerarsi con silenzio d ammirazjone meglio , che con macstria di parole. (1) Altri vciyi dell^ gtessa elegia. IN MORTE DI BARTOLOMEO LORENZI, CCC. I 65 » E un intcegno si caro pote quasi essere obbliato da questo secolo , che in poesia scrive si poche cose da. non obbliarsi. Anche al presente noi sen- timmo portare sopra di lui non degni giudizj , e forse dovra passare una generazione pria che gli sia conceduto il vero suo posto : tanto e difficile da estirpaisi un'' opinione falsa anticata! Sette ii\ otto poeti ebbe per tutti i tempi V Italia , e di questi somuii uon e da parlare : ma vena tempo , che nella breve famiglia , die secoada loro sue* cede , sara accolto il Lorenzi. 5> Noi non vogliamo far paragone co' vivi, che troppo ne sarebbe pronta la taccia di raalignita o di adulazione : ma chi ne vieta alraeno di dire ai concittadini delf illustre poeta , che il suo seggio al fianco dcllo Spolverini e troppo piii alto di quelle del Pellegrini e si anche del Pompei, che pur taatt> da loro si lodano ? 53 Noi mai non vedemmo il Lorenzi : noi non gU apparteniamo ne di patria, ne di amicizia, se forse non si volesse chiamare con questo bel nome lamo- re , che ne lega a tutti i buoni anche non conosciuti ; nia della sua fama siamo si teneri da non lasciarne superare ad alcuno: e questo pietosissimo ufficio di ragionare di lui abbiamo preso volentieri, piut-t tosto il nostro cuore consultando, che Fingegno: ed era parlando ne si rinfresca il dolore della sua perdita, e torniamo col pensiero al giorno undecimo del passato febbrajo, che fu V ultima delle sue notti niortali. » Nella quale composto d' animo e di sembianae recitando alcuni devoti suoi versi , circondato dai suoi piii cari , senza gemiti , senza sospiri santa-- mente passo ; simile ad uno stanco pellegrino, che finito un lunghissimo viaggio in una bella sera d'au* tunno s' addormenta , e svegliato a suono di cetra si trova nella patria, da cui non avra a partire mai pin. 5) Noi , o anima benedetta , portiamo una dolce iovidia a chi pote toccare le ruoribonde tue mani , l66 VI510NE DEL C\V. ANDREA. MAFFEI e ascoltare i snpreini tuoi detti , e T estremo raggio cle' tuoi ocrhi e V aere del tuo ultimo respiro rac- roglici-e. A te non sappiamo clie desiderare, per- che veramente ti crediamo beata si da poter altri beare: ma a tutti i cuori gentili che della tua morte si compiangono , e se la tennero a privata svea- tura, qnello caramente nni augmiamo , che tu , o felice , potesti otteneie: 1' amicizia de' buoni , la dimenticanza de' tristi , Innglii aimi di cpiiete ope- rosa , e im' onesta vecchiezza lallegrata dai canti della poesia «. Queste o altre tali parole con dolente animo avremmo noi dette nella mestizia di quella sera. Sien ora iftvece di piix lungo ragionamento due sonetti ed una canzone non ancora pubblicati , che di mano propria deir autore da quella tanta cortesia della contessa di Schio e di Serego d' Ali- geri liberalmente ne Inrono conceduti Gasella in- vitato nel purgatorio dal divino Alighieri a conso- lare di qualche canto V anima di lui , con bello artifizio di lode fece argomcnto delle soavi sue note una canzone di Dante niedesimo. Noi, se V ardire di tanto csempio ne sla perdonato. cerchiamo per egual niodo di rend'rci propizio qnello spirito ben- nato del Lorenzi conchiudendo con questi versi de' quali nella poesia lirica egli non detto forse i niigliori (i). I. Se cost in terra , come in Paradiso Son le fiamme d atnor pure ed ardenti , Fosser di casto ardor calde le inenti , Jo vivo in pianto , ove avrei gioja e riso. Con pill sicuro sguardo un vago viso Poti-ei mirar talvoha , e due lucenti Pupille , che or non oso^ onde pendenti Tengo i desir nel£ animo diviso. (i) Nolti altri suoi versi restauo da pubblicarsi , ed in varif raccolre ( per esexnpio nelT auno poetico ) se ne veggono , che nun cedono a quelli del casiJODiere , altri vorra, dir che gli avanzino. IN MOHTE DI B4RTOLOMEO LORENZI, eCC. 167 Sempre fio timor , die se lor lento il morso . L' impeto nntural segiieiulo in via , Non scuotan forse la ragion dal dorsQ. Peib nel cor , donde si mosser pria , Ritornano pentiti a mezzo il cor so: Quest' e , per non errar , la pena mia, ir. Al Cimitero di San Bernardino in Verona. O al-mesto meditar mura sacrare , Che a far la vita del suo fine accorta Diversa istoria ddla gente inorta Nei sculti marmi al passeggier narrate, Sia con pace deW altre ombre onorate Se al destro lata , ov e minor la porta , QueVa , die di Lavinia il nome porta , Di maggior mi trafisse aha pietate. Quanta parte di me I' imposta pietra , Che tanta Donna accenna , in seno asconda , Altri forse non sa ; ben me 7 sento io : — Che al tacersi di lei tacque la cetra ; E il lauro , che educb , vedova fronda Non d' altro or vive , che del pianto mio. III. A Nostra Donna del Rosario Per la subita guarigione della contessa Teresa Sagramoso Eniilj (i). Non perch' io speri all' indita e divina Luce degli onor tuoi coi versl miei Crescer decoro , o Vergine , che sei Chiara del Cielo altissima Reina ; Ma poiche 'I sol si loda ogni mattina , (l) Appare da un' annotazione dell'autore, come qnesta can- zone egli scrivesse invitato dalT egregia signnra Silvia \ erza , cedendo ai diritti delT amicizia . sebbene si potesse dispensave colla scusa deir ottarxtesiiiio quarto anno dell' eta sua: per quest! versi il Lorenzl essere paruto ai Pinderunnti o 7ion mai fatto verchio , 0 giovane diveiiutn. La seconda strofa ba molti nscoBtrt nel bell' inno del Maazoai al some di Maria. T68 VISIONE del CAV. ANDBE4 MAFFEI Che il mondo avviva , e nnovi osnor produce Miracoli di luce; Lascia , che ai tuoi pensandn antichi e novi, Debite al Nome tiio laudi rinnovi, A Te custode del virginro fiore Fergini fior la vUlanella intesse ,• Sospende a Te della salvara tries se I nianipoli biondi il pio ruliore, SpogMa di domit' or so offre il, pastore , E 7 guerrier told alle fiigate schiere Trofei d'aste e bandiere; Suoi ferri il prigionier , I' umide vele La nave , che solcava un mar crudele. Ma se vorrb ogni tavola, che pendc Contar devota a Te da sacra altar e , Conterb ancor , poiche s' alzb dal mare Quante lampade in del Vespero accende ; Dirb con quante sidle , allor che scende La rugiada suW erbe, orni, e rallegri I campi arsi, e rintegri: O quante a un susurrar soave e lento Agiti fronde il transito del vento. Pur quel non tacerb di tua virtute Monumento mostrato a noi recente : Delia sacra alle muse Einilia gente In Teresa kt subita salute. O a quante di dolor saette acute Fu 'I bel corpo gentil gia fatto segno f O come in van I' ingegno Del Fisico stancb, stancb la mano , Le notti, e'l lette, e ogn argomento wnano' Abano , ove fuggendo si ritira La medica speranza,, in sen !' accolse. Abano co' suoi fonti ancli ei si dolse , E "Z Fumo , e i vital Fanghi ehbesi in ira, Perche a sanar costci cassa si mira Vostra virtu , dicea , die le nemiche Jschiatiche antiche Vincer seppe una volta, e revocate Le nodose chiragre all' opre usate ? V Inferma ne il languor de' piedi inimoti, Ne i fomemi accusando, in Te sol fort» IN MORTE DI BARTOLOMEO LORENZI , eCC. l6») DL due Madri pictose , e del Consorte Meggea la doglia , e le speranze , e i voti. Gli altri die a Te s' aharo , a Dio son notU Pur del disciorsi del rio morbo il vizio Nullo appnriva indizio : Or come fu , che a un tratto andar si vede Lieta il volto , atta il fianco , agile il piede ? Era nel di , che il nome ha delle Hose , Onde le sue Calende Ottobre infiora A Te solenne , e che rammenta ancora II rotto impeto osdl, die ai tuoi si oppose ■ Qiuindo non so qual tua voce le impose, Del pigro inutil letto uscendo fuore , Non perdonnr dolore Ai rnembri da sei lune afflitti e lassi , E traer ratta in verso 'I tempio i passi. Qual s' ebbe del tuo Figlio ivi ristoro , Quai lagrime sciogUesse, e quali accenti Narrera ( io no) de' tanti a lei presenti Bead spirti il consapevol coro. S* alza a se ignota ,■ insolito lavoro Bicerca t ossa , e crea forze novelle ■ Gia move: e delle ancelle Vieta gli ufficj : gid secura e sola Noil piu tenia la via , rapida vola. Jn tanta gloria umil dell' improvviso Dono celeste a Dio grata , qual suole Chi attonito riman , senza parole Vivi i sensi del cor porta nel viso. Terge il pianto de' suoi ; la gioja e 'I riso Torna al gid mesto alb ergo ; ed al mio canto Delle tue laudi il vanto Gentil commette : ancor che io senta inetto Qual s' abbia fabbro a cotant' opra eletto. Canuto cigno , e presso al giorno estremo Riguardami dal Ciel , Vergine Diva; E questo a Te sacrato , e die alia riva D^Adige insegno , nccogli Inno supremo. Con miglior penne di volar non temo Vicino a Te , se quella , die io cantai Donna a Te cora , rnai J sereni occhi suoi ver Te rivolti, Mi ti preghi propizia , e Tu { ascolti, I70 Discorsi intorno alia Sicilia di Rosario Qregorio , ecc. con discorsi inedti. — Palermo. 1821, presso Pe- doiie e Muratori, i/z 8 ° , torn. 2. col ritratto del- r autore. — In Mdauo si vendono dalla Societd tipografica de' C assici italiani in contrada dt S, Mar- gherita a lir. 11 2 j. M, AL\GEVOLE liuscirebbe per T abbondanza delle notizie di dare mi romiiiuio estratto di quest' opera •erbando quella brevita a cui dobbiamo necessa- riamente attenerci. L' autore die cesso di vivera ncl 1809 in P lermo era ua cospicuo letterato , profondo conoscitore della storia patria ed assai versato nello stmbo della lingua araba. Egli fu il prime a scoprire la s.denne impostura drlr abate Vella, die nuovo Auiiio da Viterbo , pubblico nel 1784 im Codice diphmatico della Sicilia spettaute al tempo in cui gli Einiri arabi domiuavano quel- r isola e die e apocrifo e supposto. Ma abbianio, per dirla di passa^igi ^, bastanti niotivi onde dubitare se cestui fosse piuttosto illuso o impostore ; qui- stione die a' tempi nostri fu lungamente agitata da un letterato francese intorno alio stesso Annio. Sa- rebbe prezzo deir opera die qualclie erudite Si- ciliano, se alcune convenienze nol victassero, im- prendesse a dilucidare questo quesito , acciocdie ne' tempi avvenire non si sciupi inutilnieute il tempo c la carta come fu fatto da quel Francese. Moke sono Ic opere delF autore. Egli pubblico nel 179c un volume di scritti arabi riguardanti la Sicilia unitamente alle iscrizioni dettate in quella lingua e di cui abbonda Y isola ; due volumi della Biblioteca aragonese ove si da n@tizia del pubblico dritto al tempo di que' dominatori ; V Jiitroduzione alio studio del dritto pubblico di Sicilia e le Considera- zioni salla storia della Sicilia divise in sei tomi , due de' quali sono postumi. DISCOJISI INTORNO ALLA SICILIA , CCC. I7I Quanto ai Discorsi di cui siamo per dare un suc- cinto ragguaglio, essi fiirono per la naassima parte di tratto in tratto pubblicati in un libretto petio- diro cliiamato con barbarico nonie il Notiziario di Corte ^ ed ora tscono alia luce riuniti in uno. Essi sono brevi, ma succos-i e vengono ripartiti in cin- que classi, cioe gcografia, storia, soggetti naturali, pubblica economia , belle arti e belle b^ttere. Si comprendono nel prime volume i seguenti: Geo- CRAFiA. Breve notizia della Sicilia — Delia sua grandezza — Descrizjone delV isola della Pantelle- ria ; di Lipari ; di Ustica ; delle Saline — Storia delle eruzioni del Mongibello — D' un vnlcano aereo cbe si osserva in Sicilia in una montagna detta Macaluba ( pciche non registrarlo col prece- dente fra i discorsi di storia naturale?). Storia. Compendio della storia di Sicilia : epoca favolosa — Delle colonic che vennero a stabilir'^i in Sici- lia — II secolo di Gelone e Gerone — Dei magi- strati e delle lessi stabilite in Sicilia sotto T iin- perio de' Romani - — Saggio deila nostra milizsa feu- dale in Sicilia — Dell" uso in Sicilia de' pubblici bagni — Dei segni die si danno in Sicilia per mezzo del fuoco detti volgarmente Fani — Suir in- troduzioue delle carrozze in Sicilia — Lusso e ma- liiere di vestire delle donne siciliane dei mezzani tempi. SocGETTi naturali. Del papiro siclliano — Degli zucclieri siciliani . — Dell' atnbra di Catania — Del corallo di Trapani — Comparazione del prodotto j^resente dei nostri grani con quello dei tempi romani (Questo discorso apparterrebbe a mi- glior dritto alia classe seguente. ). Pubblica eco- nomia. Dei pesi ai quali era so2;getto il graiio in Sicilia ai tempi de'' Romani — Del favore coinpar- tito ai commercianti stranieri in Sicilia da' re Nor- manni e Svevi — Economia e tratiiclii privati del- r imperatore Federico — Sulle derrate principal! clie si estrasgono dalla Sicilia — Ras^guaglio delle nostre raonete , pesi e inisure con le siraniere — ^ 1^3 DISCORSI IN'TORNO ALLA SICILIA Sulla prescnte censuazione. Belle arti e hell« letters. Monumenti cli belle arti in Sicilia de' Greci e de' Roinani — Del palazzo de lla Zisa — De' piu celebri pittori messinesi — Suppleniento al saggio deir antore sui pittori messinesi — Delia diverse scuole (li pittura — Saggio swila vita e le pitture del Moii^alese — Saggio sulla vita e Ic opere di Antonio Gaggino famoso sciiUore siciliano del se- colo XV — La corte dei re Svevi in Sicilia e poesie antichc — Vita di IMariano Valguarnera — Ana- creonte tradotto da Mariano Valguarnera ( in set- tenarj ed ottonarj senza rinia ). Net secondo volume sotto il titolo di Soggetti dl utill cos,nizioni sono compresi i segnenti discorsi: Dei regali sepolcri n.lla niaggior chiesa di Pa- lei'oo — Annotazioni al discorso St — Descrizione dfi regali cadaveri sicconie fnrouo osservati nel- r anno i^Si — Dflle vesti e degli ornamenti dei cadaveri regali — Annotazioni al discorso 89 — Dei caratteri arabi nei regali vestimenti osservati — Annotazioni al discorso 40 — SulT arte di les- ser drappi in Sicilia — Dell" orto botanico di Pa- lermo — Successione dei re d' Europa — AritmC' tica politica. Tavola delta grandezza , popolazione, rendite e forze militari d' alcuni Stati d' Europa nel 17Q0 — Tavola simile pel 1817. Appendioe ai Discorsi intorno alia Sicilia cli Rosario Qregorio — Intorno ai regali cadaveri osservati nel duonio di Monreale nel 1811 — Ricerche sul commercio de- gli anticlii Siciliani. Poesie varie in lode dell' aiitore. Ciascheduno di questi argomenti e atto a stuz- zicare la curiosita. Non potendo ragionare di tutti, come potremo noi, facendone scelta , soddisfare al genio di ogni lettore ? Come sfuggiremo la taccia di avere ommesso o i pill curiosi, o i pin istruttivi o i piu eriiditi ? Senza attenerci a verun metodo ricaveremo da (fuesto o da tal altro discorso al- cune notizie chc ci sembrano piu meritevoU di ri* coidanza. t)l R0S4RI0 GREGORIO, CCC. 1^3 Giovera prima dire die parecclu di tali argo- hienti che sono leggermcnte toccati dall' avitore fu- rono con maggiore estensione trattati da altri. Per la storia dell' eriizioni delTEtna, si potra , per esem- pio , consultare il secondo V'Olurne delT opera del Recupero puhblicata in Catania nel 18 13; per T Am- bra siciliana la dis^ertazione delT abate Ferrara in- serifa nelle Memorie sul lago Nafta , ecc. Palermo i8o5; per le isole Eolie F opera di Dolomieu, Voyag. mix isles de Lipari, Paris, 1780; per le Macca- lube di Girgenti il Museo di fLsica del Boccone {pag. 166), e la Memoria che ne stese il Dolo- mieu stesso ( op. cit. pag. iSa ). L' autore intitola il suo discorso sn qutst' ultimo argomcnto Di lui vulcano aereo che si osscna in Sial;a in una moii- tagna delta Maccaluba ; ma ne quell.i e montas^na, ne dicesi MacCtilnb.i ; que' piccioli vulcani gassosi ( se cosi possono cliiamaisi ) sono in una collina simile a tante altre assai numerose in Sicilia, ed il vocabolo arabo di Maccalube o Maccalubi e ap- propriato a siftatti vulcani. Al primo discorso, ove si porge una breve noti- zia della Sicilia . un altro ne succede intorno alia grandezza delT isola. Si recano innaozi le misure date dagli anticlii geografi e quelle delTArezzo, del Fazello e del Cluverio die discordano tutte r una dair altra. Dice T autore die avrebbe volen- tieri adottate le misure del Cluverio, ma stimo piu opportune di ricavarle dalla carta della Sicilia del sig. Scliniettau fatta neiranno 1721 , dalla quale lisiilta clie.il circuito delV isola e di miglia italiaiie 65o, e la sua superfizie di 1 1 5o5. Noi ciedevanio die siciliano esscndo V autore avesse dati piu mo- derni c piii certi , e ci farebbe quasi piu autorita la comune voce de' paesani che accorda alia Sicilia la circonferenza di 720 miglia, di quello die la carta di uiio straniero lavoiata un secolo fa. Fra i molti discorsi ove si ragiona delle antiche co- stumanze della Sicilia uuo ve n ha suU" iutrodu;?ione 1^4 DISCORSO INTORNO ALL 1 SICILli delle carrozze in quelU isola. Dice V autore che nella meta del secolo XV s' incomincio a parlare di siffatte vetture ., ma Giiilio di Bninswik nel i588 severaniente proibi a tutti i gentiluomini siioi vassalli di servirsene cosi esprimendosi iiel suo divieto: « Con assai dispiacere ci sianio da gran » tempo accorti che T uso lodi-vule, maschile e » generoso di montare con le arnii a cavallo si e 3J non pure intermesso, ma anche del tutto perduto 5) nei nostri principati, contadi e signorie: il die •» e certamente avvennto da cio che i nostri vassalli » amano di farsi trascinare oziosanu nte in car- » rozza. » Nel ronianzo di Laux'llotto si legge che i 8U()i conip gni nmasero attoniri quando videro un giorno quel si fainoso cavalicre della Tavola rotonda assiso in una carretta , ma qiiauto pin non istnpi- rebbero adesso vedendo clie si va anciie alia guerra in carrozza ? Le magnitiche entrate de' gran signori e cpielle del Papa inedesimo, si facevano a qnei tempi a cavallo, e T autore reca molti documenti dai quali risnlta che le stesse principesse cosi viag- giavano. Efama, dic'egli, clie siasi la prima volta introdotto F uso delle carrozze in Ungheria, rife- rendosi da un antico scrittore che. Ladislao V otfri alia regina di Francia nel 1467 un carro branlant et moult riche. Pure al tempo di Francesco I, cioe nel i5i5 non si contavano a Parigi che tre car- rozze , r una delle quali apparteneva alia regina. In Vienna la prima volta comparvero nel i5i5, in Ispagna nel 1546 ed in Inghilterra nel i58o. In Palermo nel l55i non vi aveva clie tre car- rozze, ma nel l568 v'ha memoria che arrivarono lino a dodici. Cosi V autore. In Sicilia queste vet- ture vejjo-onsi os>;2:i2:iorn') assai numerose , ma sol- tanto nelle citta ove meno son necessaiie, e dove scrvono alia schiatta poltronesca ; ma per trascor- rcre Y isola ove non sono ne strade , ne ponti e rtiestieri raccomandarsi alli schiena de^cavalli e dei ftiuli, se non si abbia il modo di andare in lettiga; DI ROSARIO GREGORIO, CCC. 175 Cosi quando V autore del romanzo del Gil Bias fa viaggiare in canozza Irene e Tamante suo da Noio a Siiacusa poco conosceva la condizione di qiiesto paese. In Sicilia era grandissimo il lusso fino dai tempi di mezzo, come da a divedersi dalT autore nel di- scoiso sulla manieia di vestire delle donne siciliane in qneireta. La Coniune di Messina nelT anno 1272 stabili alciine leggi contro gli ecctssivi ornanienti delle femmine clie vestite di abiti d ore si traevano dietro lungliissime code e adornavano le loro teste a nianiera di toni. Qu desiderato, poiche il cro- nachista Niccolo Speziale descriyendo la perdita delF isola delle Gcrbe avvennta nel i337 '' attri- biiisce alia mala condotta de' governatori che op- primevano con ogni maniera d' ingordigia quegli isolani onde essere in grade di fabbricare belle case, avere bei mobili, e vestire abiti sontnosi. Quel Niccolo doveva avere buon senso. I moderni balordi economisti ed i iilosoti piu ancora balordi hanno altamente predicato in favore del lusso , risguardandolo dal solo lato del commercio, senza considerare quanto iniluisca a guastare il carattere e le niorali qualita degli uoniini, che per soddisfare alia grande massa dei bisogni fattizj non possono che turpemente operare in tempi difficili. Nel discorso Sulla presente censuazione mostra r autore che la popolazionc e la uberta della Sici- lia e assai minore di quello che lo era negli anti- chi tempi , e ne ascrive pnncipalmente la causa air essere la superHzie delF isola divisa in ;\ssai grandi tenute , ed abbondare di grandi proprietarj , nientre i cultori sono nella massima parte iittajuoli e mercenarj. Dice essere induljitato che il pro- gresso deli" agricohura dipende dalla moklplicazione I delle proprieta e sviluppa questo assioma. Fra le grandi tenute annovera i beni corauuali ciie non tj6 OlSCORSO INTORNO ALtA. SlCILtA si ridiieono a coltivazione , aventlo ogni cittaditio il dritto del pascolo e di far leg;aa : qiiclli poi che si coltivano sono dati in mano di littajiioli che smungono il terreno per trarne il niaggior gnada- giio possibilCi II presentc goverao ha posto cpial- che riparo a t;di disoidini. Ill nil altro Discorso, suireconomia e trafFichi pri- vati dell' iniperatore Fcderico il quale riinase in Sicilia fino al 1212, si da a conosceie che non es- sendo ailora iiitroJotto il sisteina dci dazj ne av- veniva che i re dovessero essere i propnetarj piu grandi, e molti ancora attendevaiio al tralHco. Fe- derico possedeva di fatto amplissime tenute aveva greggie assai nuinerose , e faceva col Lev'^ante uii coiTiniercio ricchissimo. Rla an princJjte gran pro-' prietario e negoziante ^ la peste dcllo Stato , e r autore con giudiziose riflessioni lo va dimostrando. i pill langhi di tutti quesli Discorsi sono qnelli die risgnardano i scpolcri reali di Palermo. Nella tattedrale di quella citta veggonsi quattro arche di portidci ed una di marmo bianco. Nelle prime furono sepolti il re Ruggieri ( morto nel 1 1 5\. ) , Arrigo VI (morto nel 1197), Costanza Normanna ( morta nel 1198 ), Federico 11 ( morto nel i25o ), e neir ultima di pietra bianca e il cadavere di Co- stanza di Aragona (morta nel 1222), ma le iscri- zioni sono di tempi posteriori ed alcnne del secolo XVI. E di avviso V autore che quelle arche sieno state lavorate in Sicilia e che per consegtienza si conoscesse a que" tempi Parte di scolpire nel por»- fido. Pih che tntti i documenti ch' egli rera iu- nanzi in confcrma di quest' opinione lo comprova lo stil'^ semi-barbaro di quegli ornati, e la sa-^ i^ntua degli avelli. Aj^erti questi sepolcri nel 1781 nir occasione di traspnrtarli in alto sito, fu rinve* !iuto lo schelctro di Fcderico conservalissimo e coi vcstimcnti reali de"" quali tcsse F autore una lunga descrizione. Gosi in questi , come in alcuni brani degli abiti die appartenevauo agli aliri monarchi bl B09ARI0 OREOORIO, eCC. 17/ li lessero clelle lettere arabe di cui si porge T in- terpretazione data da un letterato tedesco , donde appare clie a qucir epoca del 1781 V autoi'e non coiioscesse per aache quella linj>;ua in cui riusci poscia molto valente. Questa lingua al tempo de- gli aiizideLt! inonaiclii era coniune in Sicilia e ve- iiiva adoprata nri diplonii , nelle pubbliche me- morie e nelle monete , giacche grandissimo nnmero di arabi nmase in quelT isola poiche i Noinianni Vennero a signoreggiarla. La parte mono curiosa di qnesto libro non e certo la raccolta di antiche poesie sicule. V<" n' ha di Federico II , del re Enzo, di Ciullo d' vVlcamo, di Guide e di 0«>/?« ; altiove : La signora nuora ii presenterd un biglietto . . . e un teizo dice: del sig. Alessandro ^ e cosi altre che non vogliani neppure ripetere delle quali faia ra- gione il lettoie , contentandoci d'indicargli per tutta la seconda parlata a face. 90. Inoltre non ci par di buon conic , quantunque il sig Bonifazio sia un baggeo. il fargli dire (f. I23) : lo parlai con V incfdostro in bocca di mio figlio. E quel coricarsi di Bertuccio in iscena, e quegli ab- braccianienti strozzatoj del padre e altri si fatti (comeclie da taluni si voglian chianiare col nome di comica festivita) ne pajono redivive butlonate degli estinti beatissinii truti'aldini. l^O Notlzie bibliografiche intorno al Panphyton Siculurn del CupanL Mcmoria ( inedita ) del sig. Brocchi. JT HA. i libri spettanti alia storia naturale niuno per la rarita e certameiite piu insip^ne del Panphyton sicidum di Fi-ancesco Guparu. Due soli eseip.plari sono cogniti di quest opera e forse tre : T uno e nella biblioteca de' Gesuiti in Palermo, P altro iiella pubblica biblioteca di Catania , ed uii terzo , per quanto mi fu vagameiite narrato in Sicilia , dicesi essere in Inghilterra. Se qucsta esimia rarita si ri- ferisse ad un'o'cra frivola o disatile , come sono la pill parte di qnelle di cui vanno frenetici i biblio- grafi che comperano an cattivo libro col prezzo di molti buoni, non occorrerebbe fame parola. Ma se cotesto Panphyton potesse essere fra le mani ri- donderebbe a sommo vantaggio della scienza, come quello che comprende mokitudine di iigure di piante e di altre naturali prodnzioni della Sicilia se non elegantemente con grande verita almeno rappresentate. Dopo di tutto questo non recliera maraviglia se coloro clie hanno compilato li])ri sotto il titolo di Biblioteca botanica , quantnnque la piu parte non ignorassero il nome di quest' opera, ne avessero ni>!idimeuo imperfette notizie. Linneo che nel 1786 pubblico in Amsterdam un libricciuolo con quel titolo cita in un luogo il Catnlogus plaiitarum sicii- lurnm ed il Supplementnm alteram ad Hortum Catho- liciim del Cupani da lui chiamato Giacomo {BihL hot. pag. 58 ) ed altrove registra VHortus Catholicus col vero nome delP autore { pog. 80), ma tace del Panphyton. II Seguier nella sua Blbliotheca bo- tanica. usci'a nel 1740 riferisce bensi questo libro, ma ne da un lunghissimo frontispizio assai diverso da quello stampato , e che doveva appartenere ad NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE , eCC. ' I9I un^ahra edizione clie da Antonio Bonanni e dal Ger- vasi erasi ideaio di pubblicare in foglio (peg. 47 ). II Scgnier ricavo questa notizia ed il frontispizio stesso dal Mongitore ( ^pp- bibl. SicnlcK ) , indi 'naA!sti cssere dcssa \u\ opera postuma del P. Francesco Cupani , che sarebbe affatto pe- rita se il sig. abate Caruso non avesse rictiperato Toriginale, e fatto ridurre a perfezione dal si- gner Antonino Bonauni: che sara arricchita di 700 tavole incirca , che souo di gia intagliate , e che presentemente si vanuo stampando ( Tom. XXIX pag. 398 ). Si attendera adesso il lettore che il Panphytoa non vediito da niuno degli autori finora citati ^ il quale conservasi nelle biblioteche di Palermo e di Catania debba portare la data del 1714 o del- r anno scguente giusta cio che ne disse il Mon- gitore o abneno qaelia del 17 17 attenendosi alia notizia dei Giornalislf snddetti. Essa e del 171 3. In ambo gli esemplari il frontispizio e divcrso in parte da tutti gli antecedenti, e non si fa (il che e da notarsi ) verun cenno ne del Bonauni , ne del Gervasj. Eccolo qnale fu esattamente da *ne trascritto. Panphytoii Sicnlum, sive histuria na~ titralis de ariiinedibuf! , stirpihus , fossilibus quae in Sicilia , i'el in circuitu ejus i:iveniuntnr. Opus po- sthumum admodum Rfv. Patris Francisci Cupani Tertii ordinis S. Francisci S. T. M. et Botacini (sic) ij7ter primos sui saaculi celeberrimi. Imaginibus cerei-s Ali PANPnYTON SIOULUM DEL OUBiNI. igS circiter septingentls e vero tractis e.t grafice incisis s/ib auspuiis arnplissirnoinm Cathollcae et Villaefran- cae principiiin de re herbaria optime inter Siculos meritorum. Faiiormi , ex typographia Regia Antonini Epiro ^ 1 71 3. La forma e di quarto piccolo. II prinio sagi^io fu da nie veduto nella biblioteca del Senato in Palermo, il quale altro non e se nou che un frammento che comprende sole 262 tavole alle quali e premesso il frontispizio teste annun- ziato. Segue nella seconda carta il ritratto delUau- tore con questa iscrizione : Fr. Franciscus Capani Tertii ordinis S. Francisci Sac. TkeoL mag. 5i aniios natiis BIyrthi in oppido Siciliae. An. 1708. Questa data e quella delF anno in cui fu fatto il ritratto, poiche il Cupani con grave danno della scienza mori nel 17TO in eta di 53 anni avendo sortito i natali nel 1657. ^^ ritratto non senibra per altro essere molto conforme a quello dipinto in tela die si conserva neir abazia di S. Rlartino sopra Monreale presso Palermo unitamente agli altri del Boccone , del Bonanni , e di parecchi letterati della Sicilia. Quasi aflfatto completo e T esemplare del Panphy- ton che limane nella biblioteca del collegio dei Gesuiti parimente in Palermo. Esso e in tre vo- lumi ciascheduno de' quali ha il frontispizio del tenore di quello sopra riportato, ma senza la nu- merazione de' tomi , come non sono tampoco nu- merate le tavole , talche la disposizione di esse e la ripartizione de'volumi e ar'bitraria. Tutti e tre i tomi compren-dono 664 tavole senza tcsto che noa fu mai pubblicato e ciascheduna tavola contiene la figura di piu piante di cui e intagliato il nonve. II prirao ha 242 tavole nella prima delle quali sono effigiati la Persica amygdaloides , il Malum equitum , il Hieracium cichorii folio suave purpurea ^ e nell' ultima VAlium acfude , ecc, la Bellis sylvestris minor., la Bellis sylvestris minima hirsuta , la Bellis sylvestrcs mi- nor hirsuta folio profundius inriso, fiore suhius rubente, r Arlsarum latifolium maculis candidi': raJics repente. iq6 WOTIEIE BIBLIOCRVFIGIIE INTORNO ll secondo vnluine consiste di 262 tavole. La pri- ma contieae la Branella hlrsutior dentato folio hii- milis alba , V Ananallis mas sea folio pheiiiceo aiigti- sti folio ^ rrispa , e T ultima ha V Heliuntheni'im thymi- folio glahro , 1 Onobryclits aiig^wstifolui pervenusta si I ml cristata^ rete aculeo obducra , ed il Cistus mnjoranae folio rotaiido ^ raro , lucrdo, siibtus iiicaiio. II terzo ahbraccia i5o tavole per lo piu di uccelU, con alcuni insetti , pesci e piante. La prima rap- preseiita l Accipiter Miula vulgo dicta , la Gallinula Sracciamargiii vulgo dicta , la Locusta viridis squil- larum a/itennis : T ultima ha ii Biihbo Jacobi simili'!, Y Anns sylvestris Zingaretta mas vulgo dicta , ed una pianta Biita minor : Chabr. Parecchie conchiglie Hiarine soito poi disegjnate nel corso deir opera. 11 secondo esemplare del Panphyton trovasi nella pubblica bil»lioteca degli stud) in Catania , ed e ordinato in due tomi ciascheduno de' quali ha il solito frontispizio, ed il primo e corredato del ritratto delT autore. Esso annovera 658 tavole di- »poste con ordine diverso da quello deir esemplare di Palermo , poi die nel primo volume che ne ha 334 la prima tavola rappresenta il Gramen caninum maximum ecc. , ed il Gramen gliimis variis, ecc ; e r uliima il Polygonum minus ecc. , e la Scabiosa scdvioe folio . ecc 11 secondo e di tavole 324-, inco- mincia con una che otfre la Reseda liiii folio ^ ecc, e la Jncea moutana , ecc, e finisce con una tavola di uccelli '>ve sono inoltre tre pietre astroiti. L' esemplare di Catania ha danque quattro ta- vole di pin in coiifronto di quello di Palermo; ma il P. Emiliano Guttadauro studiosissimo della bo- tanica e possessore di una scelta collezione di libri 9[)ettanti a questa scienza mi ragguaglio che quello di Catania \\.\ quattro tavole duplicate , e V altro tli Palermo 41 ; e' quest' ultimo sarebbe per con- seguenza meno perfetto. lo non ho istituito que- «to esame che avrebbe richiesto lungo tempo e molta pazienza* At FANFHYTON SIOULUM DEL CUPA.T«I. t()f Francesco Ghiarelli palrrmitano in un suo Di- scorso preliminare alio studio della storia naturale della Sicilia pubhlicato nel 17B9 ragguaglio di pos- sedere il Panphyton diviso in 4 volumi insieme con molti manoscritti del Cupani e del Botianni. Essend(»mi noto ch' egli fu erede di quest' ultimo , e che da alcuni anni aveva cessato di vivere non indugiai , giunto in Palermo, di recarmi presso la famiglia con la fiducia di fare acquisto di quel llbro; ma ogiii cosa era alienata tranne una picciola ed insignificante raccolta di minerali. I manoscritti furono comperati dal sig. Bivona , rinomato botani- co, che gli cedette alia biblioteca del Senato , ma ove sia trascorso V esemplare del Pa iphyton lo ignorn. Forse e quello die dicesi essere passato in Inghilterra. Oltre al frammento di 262 tavole che e nella biblioteca del Senato, due altri piti imperfetti ne vidi in Sicilia. Uno di 169 tavole e presso il sig. Ti- neo professore di botanica in Palermo, ed un altro di i55 fu acquistato a Polizzi dal sig. Schouw bo- tanico Danese che lo reco in patria. 11 cav. Gioeni , naturalista assai cognito , mi ragguaglio inoltre che egli ne possedeva una copia avuta dai duplicati di una biblioteca di Gesuiti nella Comarca di Ca- tania, e che gli fu involata insieme con molti altri libri. Questo esemplare era segnato nel frontispizio con la cifra gesuitica presso la quale stava scritto Collegia di Vizzini , che e un paese a 3o miglia da Caltagirona. Ma non seppi venire in chiaro se fosse il genuine Panphyton o , come e probabile , se comprendesse soltanto le poche tavole date fuori dal Bonanni. Si avra gia avvertito che nel titolo delF opera dichiarasi essere postuma, pubblicata cioe dnpo la morte delP autore ; ma siccome gli esemplari citati non appartengono, come vedremo, alPedizione promessa dal Bonanni, si chiedera quale esito abbia avuto questa ultima. Un' edizione ripetutameate e 198 jSOTIZIE BtBLIOGRA.FIGHE INTORNO con tanta enfasi promulgata termino in un abor- to , e partori il moiite tli Esopo. Sole 188 tavole ne fnrono assai zoticamente pubblicate da quel- r editore. Qneste tavole sono senza testo e senza fronti- spizio, ma contrassegnate da numeii , T ultimo dei quali c il T98. Xante per altro non sono le tavole stesse, poiclie in tntii g!i csemplari da me essminati ho scmpre avverato die dalla tavola 176 si salta alia it?5 mancando i nmiieri intermedj , e clie si desiderano pariniente la ]83 e la 194. II P. Gut- tadanro mi assicnio avere egli costantemente tro- vato le stesse lacune in tutte le copie da lui V-edute. Questi nionchi esemplari delT edizione del Bo- nanni non sono gran fatto rari, e molti ne possiede il sig, Bivona che gli acqnisto dagli eredi Chiarelli. Uno ve n' ha in Palermo nella biblioteca del Senato; due ne ho vednlo in Catania ; P uno presso il P. Guttadauro, P altro nella libreria del ])arone Giro- lamo Piccupero. In Palermo inoltre il prof. Tineo ne conserva due frammeuti ambi di sole 168 tavole P uno de' quali e stampato in carta piii grande, e «iccome un altro consimile tii non ha guari acqui- stato in Napoli dal prof. Moretti che lo reco a Pavia, sembra cosi che parecchi esemplari ne sieno usciti con questo numero di tavole alle quali in appresso ne fnrono a2;giunte altre venti. Pretende ii sig. Bivona che le tavole di cui parliamo costi- tuissero il 4." volume del Fcmphyton possednto dal Chiarelli e dianzi rammemorato ( Sicid. plantar. Cent. I ill praefat. ) ; e quando lo abbia egli ve- duto non occorrerebbe piu dime; ma se fosse una mera congliiettura potrebbe anche altrimenti essere, poiche siccome nella biblioteca di Catania i fogli del vero Paupliyton sono rinniti in due vo- lumi, ed in tre nelPaltra di Palermo, cosi non sa- rebbe maraviglia che fossero stati ripartiti in quat- tro nella copia dei Chiaielli. AL PANPHYTON SICULUM DEL CUPA.NI. 1 99 L^ impertettissima edizione del Bonanni assai si distingue dalla precedente ; prima perche ciasche- dun foglio porta inipressa una tavola dair una parte e dair altra, quando ne\ Panphyton del 1713 r impressione e in una faccia soltanto; in secondo luogo perche i fogli stessi sono nunierati contbrme a quanto voile per av^entura indicare il Mongito- re allorche annunzio quell' edizione: descriptloiiibits quamplurlmis propriis ac numeris omnibus perficien~ dum .... {opus) suscepit, e T altra e raancante di numeri. EJmane ora a sapersi se le tavole del Bonanni sieno state inipresse coi rami fatti incidere dal Cupani e destinati alia sua grand' opera. Metten- dole al confronto con quelle corrispondenti del Panpkyton tanta conformita vi si scorge clie cliia- ramente si manifesta essere appunto le stesse. Nu\- ladimeno per masclierarne la somiglianza agli oc- chi dei mono veggenti alcune mutazioni farono a bello studio introdotte, imperocche talvolt;i nuove parole si appiccarono alia frase specifica , e bene spesso qualche tratto di bulino fii a2;giunto qua e la alia figiua ritoccando in parte 1' incisione. Gosi per esempio se insieme si para^onino la tavola 81 del Bonanni con la corrispondente dell' edizione originale, si vedra clie Y una liniformasi air altra ne' piu ])iccioli accidenti , ma ove in quest' ultim t leggesi lapis stellaris inmotam assurgfiis fa aggiunto neir altra scu cuculli fisurajn zonis cinctus , ed al- cune dilYerenze adocchiansi in certe lettere donde appare die tutta F iscrizione fa ritoccata. Cosi pure qualche diversita si nota nelle foglie delle piante rispetto ai tratti dell' ombra ; diversita che non riuscirebbe facile d' individuare col discorso. Da quali motivi adunque fu mosso 1' editore onde altcrare in siffatta guisa le belle tavole di quel- r opera ? lo stimo di noa appormi al falso immit- ginando che cosi sia ordita la cosa aCO NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE INTORNO II Cupani, botanico del principe della Cattolica in un villaggio nove niiglia lontano da Palermo chiamato con nome arabico Misilnieri { Meiizel emir ^ villa dell' Emir), aveva gia iucominciato sino dal- r anno 1692 a vadunare materiali per V edizione del Panphyton Sicidum , come egli stesso dichiara nella prefazioiie all" Hortiis Catholicus ove ne esi- bisce il prospetto. Fino dal 1696 aveva allestito , giusta la sua asserzione , seicento tavole in rame , e dicci anni dope allorclie scriveva il Mongitore la BibliGtheca Sicula manilesto che ne sarebbe state accresciiito il numero sino a mille. Colpito dalla niorte nel gennajo del 1710, come afferma il Mon- gitore stesso {Tom. II. App. pag. 40), non lascio che circa settecento tavole e per colmo di disav- vcntura cesso poco tempo dopo di vivere il sue mecenate. Due oscuri farmacisti coasanguinei fra loro videro propizia T occasione di procacciarsi gloiia detraendo possibilmente a cjuella delTautore e si annunziarono non gia editori , ma ampliatori e correttori delF opera che voUero dare ad inten- dere essere stata sokanto iacominciata dal Cnpani. L' uno fu Vincenzo Bonanni discepolo del Cupani medesirno, e che non debbe essere confuso con Filippo Bonanni autore del museo Kirciieriano , della Ricreazione della mentc e delF occhio , e di parec- chi altri scritti; F altro il Gervasi diverse da quel Niccola di cui si ha un libro publilicato in Napoli nei 1678 col titolo di Bizzarrie botnidchc di alcuni semplicisti di Sicdia . e che era 2;!a estinto sin da cjuando pubblico il Cupani il sue Hortus Cathoiicus (V. in praefat. ). Colui voile taciuto il sue pronome presso il Morigitore che manifesta sempre qucllo del Bonanni , persuadendosi forse con questa reti- cenza di passare presso i posteri per F autore dclle Bizzarrie., che fu probabilmente suo padre. Questi due farmacisti s' impossessarono delle tavole del Panphyton , ma siccome alcune prove stampate si dovettero trovare fra gli scartafacci dclF autore, si AL ^ANPHYTOie SICULtfM DEL GUPA.NI. 20 1 avviso percio qualche zelante di assortire e di riunire insienie tutte quelle clie potessero formare alcuni esemplari compiuti , e perche non s' igno- rasse a quale opera appartenessero, fu composto un frontispizio clie si adatto in fronte a quei po- chi che venne fatto di raccozzare. Tale e a parer mio la provenienza dei soli due o tre che sono cogniti i quali portano la data del 1713 ; e cosi parimente fu affastellato quel frammento che e nella biblioteca del seuato in Palermo che si voile corredare anch'' esso di frontispizio. In tal guisa mi sembra che si possa con piu probabile argomento rendere ragione della somma rarita deir opera piiit- tosto che credere , come il sig. Bivona e d' avviso , che dcrivi dalTessere stata per malizia del Bonanni interrotta la stampa. Se cosi fosse non si avrebbero che alc«ne tavole , ed assai duplicate , essendo stile degr impressori di non mettere un nuovo rame sotto il torchio se non che quando siasi terminato di stampare del precedente tutto il prefisso nuniero di copie. Se in questo mezzo s' interrompe T edizione, non vi sara verua esemplare perfetto. Intanto il Bonnani e il Gervasi giovandosi del- r amicizia del Mongitore , che mostra in quella sua opera di essere stato un assai dabben uomo , fecero inserire nella Bibllotheca S'lcnla quel ciarla- tanesco e ridicolo frontispizio il piu lungo di quant i mai sieno stati apposti ad un libro , e per occultare il plagio si studiarono di fare ritoccare le tavole nella guisa dianzi indicata. II loro sodalizio fa di corta durata , poiche nelT annunzio ripetuto nel. 1717 dagli estensori del Giornale de'Letterati d' Ita- lia dispare il nome del Gervasi , e rimane solo quello del Bonanni. L'impresacon tanta vanagloria promulgata non fu ridotta a compuncnto qual che ne sia stata la cagione , ma le tavole del Cupani furono in progresso manomesse e disperse, e riniase defraudata la scienza delT opera di quelF insigne botanico per la nialvagita di un discepolo. Uvl NOTIZIE ElBLIOCRAFICHE , CCC. Facil cosa sarebbe esattamente copiando le tavole dei due esemplari che rimangono di ri^tabilire il Panphyton e reiiderlo di pubbbca ragioiie come in Inghiltcrra fu fatto per la Gotichigliologia di Lister la cui prima edizione e rarissima. L' eccel- lenza del libro meritere()be che fosse qaesta im- presa recata ad elfetto , e gia da qnalche anno fu tentata in Palermo dal sig. Rafmesque, ma ebbc termine appena incominciat.i. Trovare oggidi me- cenati die vogliano favorirla e cosa da non dirsi non clie da spcrarsi. ao3 PARTE IL SCIENZE ED ARTl MECCANICHE. Degll uccelli del contorni dl Bassano , enumerazione (inedlta) di Qiambattista Baseggio. T ' . I 1 enumerazione degli uccelli ch io pnhblico e poca cosa in se stessa , considerando che non contiene ne specie ifluove ne peregrine notizie che vagliano a preservarle dair obblio , altro finalmente non essendo se non che un catalogo degli uccelli del mio paese da me veduti ed avuti tra le mani per lo corso di venti anni; ma siccome cjueste enunierazioni parziali di oggetti alia sloria naturale appar- tenenti potranno poi servire di materiali a chiniique vorra occuparsi della sinossi generale di cio che i' Italia nostra contiene , cosi non la credetti afFatto inutile , anzi jjer tal sola ragione mi sono mosso a pubblicaria. Egli e certo che la ornitologia , alnieno in Italia , non va di pari passo con le altre scienze naturali , perche ove sono niolti i cultori della Entomologia, della Elmintologia, della Botanica , della Mineralogia , pocliissinii si curano di questa parte della Zoologia, ne ad altro bisogna ascri- verne la cagione faorclie alia difficolta di avere gl' indi- vidui, ed alia rarita dei naturalisti cacciatori. II solo cac- eiatore conosce quali uccelli soggiornino tutto 1" anno nel tale o tal altro paese ; egli sa quando le diverse specie degli erratici o degli emigratori vi passino :, egli conosce ove stieno in preferenza e da quali cil>i allettati , il tempo degli amori , linalniente quello in clie formano lor nidi. Quegli che aspettera gli uccelli dall' altrui niano di rado- o non n)ai potra servirsene per bene e sicnramente no- minarli ; d'altronde i nomi vernacoli, parte sempre inte- ressante come ognuno sa, non si hanuo mai. sicuri quando non si tenga lunga pratica con i piii yecchi e piu destri 6C4 DSGLI trftCELLl cacciatori. Alia mancanza di una tal qnalita si denno ascl'i-' vcrc gli errori madornali die s''incontran<> in tulte le opere di oniitologia aiiche le piii celebri , che di rado il com- pilatore si allontana dal suo studio , ne mai va errando pei bosclu o sotto il cocente sole o nel gelalo inverno cercando uccellini che niolte volte astutainente si sottraggono alle sue ricerche. Questo aou e il luogo ove si debba chia- mare in rivista il doloroso catalogo delle confusioni e degli sbagli degli ornitologisti , clie la ijnalita deir opera non lo permette , ma ove si potesse fiirlo , e cei tissimo che tra errori di primo getto e copie di errori s' enipirebbero moke pagine col carattere il piii minuto, lo posso assicnrare che tutto quelle che qui sta scritto fu da me piii e piii volte Veduto , ne temo d'essermi ingannato neirapposizione del nome vernacolo a riucoiitro del sistematico. Nella disposizioae delle specie ho seguito 1' Index orni- thologicus del Latham pul'lilicato a Parigi dal Johanneau neiranno 1809, non gia perclie sia intimamente persuaso che le variazioni fatte in quel libro alia divisione Linneana sien giuste, ne che i nuovi generi creati spaccando quelli del Linneo , sienlo con Li deierniinazione lilosoflca neces- saria , ma perche essendo di tenue mole e il piu atto da tenersi indosso allorche si esca alia caccia. Col dire uccelli del mio paese non si creda che abbia an- noverati solamente quelli c!ie qui soggiornano tutto T anno o che si fanno moltiplicare nell« case : ch" io intendo tutti che qui si veggono, e cio sia pure per mesi, per giorni o per istanti; quando niettono piede su questa terfa credo di aver acquistato un diritto di dire che V abitano. Sotto la denominazione di uccelli emigratori voglionsi iatender quelli che in certe fisse stagioni passano da un continente alT altro ; all' incontro con quello di erradci si chiamano gli uccelli che si allontanano qualche tratto dal luogo ove nidilicano cercando piii mite temperatura e luo- ghi in cl\e il gelo tanto non chiuda la terra che sia loro date il trarne vermini o sementi per loro viatico. Sotta un tal punto di Ansta fu un errore quello del Linneo al- lorche chiamo migratorui la cutrettola bianca ( Motacilla alba) , e sarh vero bensi che avvicinandosi T inverno quel- r uccello si allontanera dai contorni di Stockolm , ma non per questo escguisce una reale eniigrazioue. Sarebbe un eeuaie errore s'' io eliiamasii migratoria V£mberiza kcrtularui ©•EI CONTeRNI DI BA»SAN®. 20i> perche all' a^pressarsi della suddetta stagione si parte dal- 1 Italia seLteiithoiiale , e siuiile il couiiiietterel)l)e chi lo stesso dicesse della beccaccia {Scolupax rust cola), impev- ciocclie lasciati i inonti iii noveralire si litiia verso il mezzo gio no della nostra penisola. Tutto cio lio io voluto dire perche, trovaudosi scritto nella euumerazione , eseguisce il suo passaggio , passQ, , ecc. cjuelle parole noii s" iaten- dano poste per diiiotare seinpre una emigrazione reale come qnella delle quaglie , ecc, ma ancora per indicare il traversamento per lo paese tanto degli erratici cjuanto degli emigratorif, in somina adopero le parole passa e pas- saggio anclie per quelle specie che non niJilicando nello Spazio da me preso a norma vi passano su nulladimanco e r atiraversaao. E siccoiue soiovi delle specie clie in maggiore o minor quaatita pure regolarmente ciascun anno etiettuauo questo ti-aversauiento , come per lo contrario ve ne sono delle altre clie rarissime volte si vedono, cosi per quest' ultime ho adoperata la frase : passaggio incerto. Neir istaliilire il soggiorno degli uccelli erratici o emi- gratori ho preso un termine medio ^ che saria poi stato jmpossibile il dire assolutaiuente , viene il tal giorno e parte il tal altro : e questo termine medio 1" ho preso nel tempo in che si vede la maggior quantita d' individui di una data specie. II nome vernacolo aggiunto al slstematico e , come ho detto di sopra , assolulajjiente quello con che si conosce quella specie. Oltre al - — Modularis , Moreta. Nidifica ed e comune come la pre- cedente. Si mangia. ■■ — Phoenicurus , Corossolo. Comune. Viene in settemhre , si ferma per tutto T ottoljre, indi parte. Torna in prima vera avanzata e sta pochi giorni. Si mangia. t — Erithacns ■) Corossolo. Viene , si ferma, parte e ritorna come il precedente col quale si confonde chiamandosi indifferentemente amliidue col solo nome di Coros- solo. Ne r una specie, ne Taltra nidifica. Si mangia. -. — Cinerea^ Bezzettina, Conmnissima, Nidifica nelle siepi. Si mangia, . — SaJicaria „ Canncvarola, Si trova nei prati umidi. Co- »iunissima alle Tezze ove iiidiafica. Si mangia. ©EI CONTOKNI DI BASSANO. 2l3 Sylvia flcedula, Beccafigo. Vieue ia agosto e continua il suo passaggio siiio a mezzo il settembre. Non nidifica. Si maiigia. — nubecula , Bettusso , Betarelo. Comune. Viene sul finir cli settembre e contiaua il suo passaggio siao ai primi di novembre. Alcuiii individui si ferinaiio tutto I'iii- verno vicino le case di campagiia. Ritonia in aprile e si fernia pochi gionii. Qualclie coppia nidilica suUe nostre niontagne. Si inangia. — Suecica , Covossolo foresto. Viene coi Codirossi , ma e raro. Si vede in settembre. Si mangia, ■ — Oennnthe , Culbianco. Comune. Nidifica sui monti. Alia pianuia si vede solamente in aprile. Si mangia. • — Stapazina, Favreto. Comune. Nidiiica come il prece- dente. Durante 1" inverno si allontana. Ai primi di niaggio ritoraa alle montagne. Si mangia. ■ — Troglodytes , Sgerela. Comune. Nidifica nelle valli dei monti. Viene alia pianura in ottobre , ove rimane tutto r inverno. In maggio riascende le montagne. Si mangia. — Eeguhis , Stellin. Comune. Viene in ottobre. Si ferma tutto r inverno. Non nidifica. Si mangia. — Trochylus, Fuin. Nidifica nei bosclii dei monti e tra le sicpi alia pianura. Si mangia. Parus , gen. 48. Parus major, Parussola. Comune. Passa in ottobre. Alcuni individui nidificano alia pianura nei cavi degli alberi. Si mangia. ' — Coeruleus , Pernssolin. Comune. Viene come il prece^ dente. Non nidifica. Si mangia. -— Caudntus , Cotimon. Di passaggio incerto, Quando ha luogo si efFettua dall' ottobre a mezzo il novembre. In prjmavera talvolta si vede nei bosclii alle Tezze. Non nidifica. Si mangia. Ordine quarto, Colombe. CoLUMEA, gen. 49, Columba domestica , Colombo. Si moltiplica nelle case. Si mangia. ~- Palumbus ^ Colombo, Sausaro. Comune. Passa dal set- lembre a] maggio. Non jtidifica. Si aiacgia. 21^ i)EGLl UCOELLI Columha Turtur, Tortora. Coniune. Nidi/iia siille montagne piix alte ti-a Ic crepature delle nipi. Si trova alia piaiiura dall' agosto all' aprile. Si manjiin. • — Risoria , Tortora de Cipro. Si moltiplica nelie case come il domestico. Si niangia. Ordtne qidnto , Galline, Pavo, gen. So. Pa\>o tristatus , Paon. Si moltiplica iielle case di canipa- gna. Si mangia. Meleagkts, gen. 5f. Meleagris gallopavo. Pao, Dindio. Si moltiplica come il pre cedente. Si mangia. NUMIDA, gen. 53. Nwnida meleagris, Gallina t'araona. Come i due prece- dent!. Si mangia. Phasianus, gen. 56. Phasianus gaV.us, Gallo , gallina, poUastra. Quando e ca- strate , capon. Si moltiplica nelle case. Si mangia. Tetrao, gen. 58. Tetrao urogalhis , Gallo cedron. Nidiilca sulle montagne. Si mangia. . — Bonasia , Gallina sforzela. Piu comune del precedente, Abita e nidilica negli stessi luoglii. Si mangia. Pf.epiX, gen. Sg, Perdix francoUnus, FrancoVni. Nidifica sulle montagne. Piu raro del Tetrao urogallus e del boiiasia, Non discende mai alia pianura. Si mangia. — Cinerea, Pernise. Nidilica sui monti. Nell' inverno di- scende alia pianura. Si mangia. — Rufa, Cotorno. Nidifica sulle montagne. Di rado discende alia pianura. Si mangia. ■ — Coturnix ^ Quagia. Comune. Viene in aprile e si ferma "• tutto il maggio, indi eraigra. Torna in agosto e resta tutto il settembre. Alcuni individui si fennano nella "* «etate e nUUficano alia campagna. Si niangia. I MEI CONTORNl DI BiVSSANO. ai5 Oidine settimo , Gralle. Ardea , gen. 71. Ardea grus, Grua. Passa in settemlne. Si trova in quel tempo e talvolta ancora in priiuavera alle Tezze. Non si inangia. — Sfellaris. Torobuso. Si trova solitario alle Tezze come il precedente in settembre ed in aprile. Non si nian^ia. - — Cinerea ., Airon. Si trova, ma di rado, col precedeiite. Non si mangia. SCOLOPAX, gen. 74. Scolopax ritsticola, Gallinazza. Viene sui raonti in pria- ci]>io di ottobre , di dove poclii giorni dopo alia pia- nura. Durante l" inverno si allomana da noi. Tonia in marzo e parte a mezzo aprile. Si mangia. — Major , Chiocbeta. Viene in fine del marzo e si fernia per tutto rapt-lie. Alcmie volte, ma di rado, se ne trovano degl' individui anclie in agosto. Si mangia. — Gnllinafio , Eecoanoto. Viene in agosto e si ferraa sino ai prlmi di maggio. Si mangia. — Gallinula , Beccanotelo. Viene in ottobre e parte col precedente. Si mangia. - — Lmiosa , Gambon. Rarisslmo. Si trova in a^^rile alle Tezze. Non nidifica. Si mangia. Trtnga, gen. yS. Tringa pugnax. Una sol volta mi e avvennto di veder quest' uccello , e fu nell' anno 18 17. - — Vanellus^ Paonzin. Coniune dal mese di ottobre a quello di aprile. Si trova nei prati umidi. Si mangia. • — Ocfitopiis, Chiocbeta da acqua. Comune dalP aprile al maggio. Qualcbe individuo si trova ancbe in agosio. Si mangia. - — Canutiis , Becevclo. Viene in agosto e si trova per tutto r inverno sino all' aprile nei luogbi paludosi alle Tezze. Si mangia. > — OchiLopus, Cul-bianco, o Becevelo granJo moro. Viene in agosto e si fernia sino al maggio. N»n nidificjj. Si mangia. ■t— glareoliij, Chiocheta da. acc£ua. 2l6 DEOLI UCCELLI Chakadrius, gen. 76. Cliaradrius phivialis , Coridor. Si trova dall' ajirile al mag- gio , indi nell' agosto. Si mangia. — Hiaticida , Chiui'li. Viene ia api-ile„ nidifica tra le ghiaje del Brenta. Si feriiia sino a mezzo settembre. Si mangia. , — Morinelliis , Corridor piccolo. Viene ed e comune nel- r aprile e si ferma sino alia meta di maggio. Si mangia. • — Cantianus? Farinelo. Viene in settembre e si ferma tutto il marzo. Si mangia. Questa specie mi e dubbia perclie non trovo convenienti coll' individiio i carat- teri contrassegnati. Somiglia cpianto al color delle penne il C. hiaticida, ma le gambe nere il di- versilicano afFatto. — Oedicnemus , Pogiaron. Comnne. Abita le sponde del Brenta ove nidilica. Si mangia. Chi sa indovinare percbe il Latham abbia posto cpiest' uccello che ha tutti i caratteri del genere Charadrius tra le Starne ? E 1" abbia per conseguenza fatto balzare dalle Gralle alle Galline. Se questo ha tre grosse e patenti dita, come ha potuto cacciarlo nel genere Otis a cui ne da quattro ? E possibile cli' ei non 1' abbia ncppur veduto, ed ecco un altro tratto della dolente istoria degli ornitologi non cacciatori. A questa spaccatura io non ho voluto accomodarmi e T ho qui raesso come conviene. vr Rallus , gen. 81. Rallus aquaticus^ Girardello. Viene in settembre e si trova sino al marzo. Si mangia. Gallinula, gen. 83. Gallinuta Crex , Requagio. Viene in settembre e si ferma sino a mezzo I'ottobre. Si mangia. — Chloropus , Folega. Si trova in settembre nelle paludi presso Fontaniva. Si mangia. ■ — Porzana , Sforzana. Viene in agosto e si ferma per tutto il settembre. Comunissiiuo nelle risaje. Si mangia. DEI CONTORNI DI BASSANO. 21 7 Ordine ottavo , Pinnatipedi. PoDIUPS, gen. 87. Podiups minor , Sotarolo. Nidifica presso Fontaniva nei fossati profondi , a prefereuza nel luogo detto La Busa de la Viera ove si sta tutto T auno. Non si niangia. Ordine nono , PalmipedL Larus , gen. 97. Larus tridactylus , Cocale. Viene in novembre e si ferma sino al principio di marzo. Non si mangia. Mergus , gen. 99. Mergiis merganser, Sniergo. Viene in novembre e si ferma sino agli ultinii del maizo. Abita nei seni profondi della Brenta. Si mangia. Anas , gen. 100. Anas anser , Oca salvadega. Si troya alle Tezze , vicino al Brenta dal diceaibre al niarzo. Si mangia. A. Anser domest'cus , Oco. Si moltiplica presso tutt' i vil- lani del circondario. Si mangia. — Moscluita , Anara de Barbaria. Si moltiplica come il precedente. Si mangia. — Boschas , Arena salvadega. Nidifica alcune volte nelle risaje. Si trova coniunemente dall' agosto all' aprile. Si mangia. A. Anas domestica , Arena. Si moltiplica come V Anser do- mesticus. Si mangia. — liuerquedula , Sarzegna. Viene in dicembre e si ferma sino ai priuii di marzo. Si mangia. — Crecca , Crecola. Viene in ottobre e si ferraa quanto la precedente. Si mangia. 2l8 6'« le febbri biliose , opera di Domeiuco Meli dottore in medlciaa e chirurgla. — Milano ^ l'622 , per Angela Bramhilla, in 8.° di pag. 343. P I RATiCAKDO r autore iiel villa2:g;io di Ca^telletto sopra Ticiao e suoi dintorni, ebho occasione di osservare mold €asi di febbri biliose che ivi epidemicameute domiiiarono ill particolare nella state e nell' autuniio de^;li aimi 1819-20. Queste felibri avevano per sintonii predispoiienti : una graade spossatezza della persona , e qnindi la voglia di giacerc ; mappeteuza accoinpagnaui da copioso flasso di salivr. spesso amara; nn senso di striuginiento doloroso alle fauci, mas- sime di notte tempo durante le frequenti interrnrrioni del sonno j nausea, rutti, teusicne di stomaco ; sete fastidiosa pnncipaliuente verso sera , con oppressione agl" ipocondrj dopo di avere Ijevuto in copia; una sonnolenza ontinua, ma non ristorata da lunghi e placidi sonni , die anzi ora SI cangiava in una specie di sopore, con sogni spavente- voli, ed ora era acconipagnata da i!7quietucline somma i^ la mente intorbidata per lo piii da tristi pensieri insoliti. A poco a poco il capo diveniva greve. e talora anc'ne dolente iiel circuito della t'ronte ; spesso il volto si tingeva leg- germente di colore itterico. In alcuni la malattia si svilup- pava senza siiitoini preiUsponenti, e appunto quando i sog- getti si credevano di essere all'apice della prosperita lisi- ca, cadevano iafermi graveoieate. Dopo un tempo piii o meno lungo ( giaccbe la pre- disposizione non avea un pcriodo determinato c costante), succedevano i sintomi delkt irwasion" , cioe freddo in tutto il corpo con necessita di coricarsi :, sbadigli , stlrameuti » tremori , salivazione piii alibondanie di prima ; nausea e vomito di materie viscose gialle amare i talora anche diar- rea di materie pressoche eguali a quelle che uscivano dallo stomaco per le fauci ; bocca arsa , con una sete intollera- bile. I polsi erano ora lenti e profondi , or celeri ed esili, or ineguali e tremuli. Al freddo , clie durava due ore cir- ca , subeiitrava il calore febbrile con cefalalgia gravissima, sete massima , con respiro ancloso , battiti veloci e for- tissimi delU carotidi , e delle altre arterie bu[rerliciali , uu i SU LE FEBBRI BILIOSE , eCC. 219 forniicolio a tutta la pelle segnataniente nelle estreniita , con una ottusita nel senso del tatto. II ventre diventava teso massiiiie all' ipotoiidrio destio, e la faccia si tinge va ancora maggiormente tli giallore biiioso. ^ieir iacreineruo della febljre gli occhi erano scintil- lanti, ingorgati di sangue , colle pupille dilatate; nasceva una confusione d' idee , pei* cui gl' internal stavano taci- turni e soporosi, o farneticavano maliiiconici. La lingua appariva arida scabra e nerastia, o gialla o rossissima con profondi solclii lungitudinali f, le labbra erano pallide o nericce e squamosa. Cresceva il voraito , e talvolta anche la diarrea. II calore delle carni era urente e mordace , e gl' infernii si sentivano arsi da un interno incendio; oltre die una inquietudine li agitava per cui niovevano di con- tinuo massime le gambe , non trovando mai posa. Si ag- giiigaeva susurro d' orecchie e sordaggine , con frequenti palpitazioni rauscolari , e sbalzi nei tendini. Pols-i profondi, oscuri, lenti e tesi. La declinazione della piressia coniinclava dopo otto o dieci ore , divenendo morbida la pelle ed umettata da un po' di sudore. Alcuni infernii stillavano copiosi sudori parziali; altri mantbivano abbondanti orine crocee. In que- st© modo i malati ritornavano in uno stato simile a quello della predisposizione, e godevano di una calma che durava in alcuni poclie ore, in altri anche un giorno intero. Questa febbre pertanto aveva il tipo quando di dop- pia, e quando di seniplice terzana. Dopo il secondo o terzo accesso (talora lin nel quinto o nel sesto ), il colore itterico si rendeva tanto piii carico e cupo , quanto iiieno il ventre era libero e scorreiite. In alcuni , a morbo avan- zato, vi fu dissenteria, in altri colera. Di mano in niano che progrediva la febbre, cresceva la tensione deiraddomcj e col dolore di fegato si aunientava anche il calore iaterno. il brulichio nella pelle , la cefalalgia e la sete crucciosa. In generate la malattia durava da J2 a 14 giorni. Erano pill gravi i casi con febbre terzana doppia , di quelli con terzana semplice. Se la malattia corainciava con sintomi leggieri indecisi, andava poi a maggior gravezza di quando essa si manifestava bene pronunciata nel suo coniinciamento. Una seniplice febbriciattola intevmittente o erratica ; un fondo itterico "'persistente per qualciie tempo, dispepsia „ «dema delle gambe, anasarca, fisconie, eruzioni di piccoli 22Cj &V LE FEBBRI BILIOSE, fin-oncoli 6 di papule pel corpo , erano i vestigj e le con-i segnenze di questa malattia in alcuni iadivitlni. Questi avanzi di niorbu per altro noa erano molto ostinati , si dissipa- vaao spesso aiiclie spontaiieamente o con facili cautele e poche medicine. Rarissiine fnrono le recidive^ ma molto gravi, e frequentemente con sintomi tifoidei assai minacciosi. Questa feljbre a«saliva di preferenza gl' individui pia robust) ridondanti di vitale A'ijiore : e pero vi andarono piu soianca , asciutt.a, solida: quelli di prima vera in confronto degli autuniiali. Per oon per tipo delle liuone specie pre- senta l" Ag. cnmpestri!; , il pvatajuolo , e per le nocive l''Ag. rrmscariiis ^ falso cocco , e V Ag. verrucosus, siccome quelli cliQ neir ingiiiottirli fanno provare molta dilficolia: cost come diagnostico 1' odore volenoso approssimantesi a quella dclla terra delle cantine o d' altri luOj^hi sotterraaei , quale »i uianifesui nell" Ag. bulhosus. A R T I CO L O IV. Awertenze soprn I' uso de funghi, e quail preparazioni dtbbano subire innanzi essere inangiati. Alle sopra enunciate awertenze nella scelta de"* funghi «omniestil)ili s'aggiugaera diligenza somnia nel prepai'arli, e priniieramente dovraano essi lavarsi piii volte neli'acqua, onde liberarli tdalle materie straniere e dagF insetti, di cui possono essere imbrattati. Verranao poscia tagliati in piit pezzi , onde ben osservarli anco interaamente , perche vie uieglio possano merce della bollitura essere penetrati dair acqua. Dopo una lunga bollitura dovransi l6vare e spremere , iadi assaggiarli, senza trangugiarne la miaiuia parte, e se niai avessero acre sapore, e svegliassero ua senso
  • iaiiclie , or colorate, ora fra- gilissime o elastiche. Sopra di esse stanno i fiori, ed i Irutti di queste piante che soiio quasi invisibili. Tubetti (Tubi ). Essi sono posti sotto al cappello dei funglii dettl boleti, e nou sono die una specie di ricettacolo il quale racchiude gli organi della generazione. Essi si manifestano cluaramente nel boletus bo<,inus fung, fre. Volg. Teca , otricoU ( Utriculi )• L unione degli otricoli compone T imenio , che tiene delle sporule, che poi non sono se non le semeuti {gongi- lus , sporula , sporangium ). Queste seinenti sono elasti- che , e vengono con forza lanciate in forma di nebbia o fumo, scb1)ene in alcune spesso sieno fisse e si osser- vino colla leiite a guisa di polvere : cosi nel genere phal- lus e clalhrus irovasi essa uaita ad umor viscido puz- zolente e d' uu colore verdognolo. « Pcridio ( Feridium ). Questo e il sacco o borsa , che rinchiude le sementi o la polvere seminifera. Esso varia nella tessitura, ordiiiaria- mente e niembrauoso, or seinplice , or composto di due 4nembraiie , che souo o Usee e liljere, o con diificoka stac- cabili. 11 geaeie bovista e geastruni lo manifestano. In al- cuni si osserva la parete vellutaca , ed in altre siccome pelle trichiatee e villosa, o sia cappelluta {capiiUtium ), In al(;uiie specie poi elastica , quindi molto coiifacente , Come si disse , p?r disperdere i graui seminiferi. Tali sono le parti che couqjongoao un fungo, di cui noi i:idicamuio le differeuti foruie, se'.ilieiie taluna yol'-a subi- scaao deli^. m9diiicaz.ioni le qivili ogai qualvplta riman^auQ $38 OSSERVAZ. eCC. SOPRA. I SINTOMI VfiLENOSI cost.inti, come accade so\'ente anco in altri vegetahili , foi'niscono eccellenti caratteri generici e spetifici per de- termiiiarli. Ma a niaggioie schiariniento voi^liamo indica- le cosa iateiidasi per lioleto. Egli e quel fnngo, il di cui cAppello preseiita neiriaferiore sujeifiiie nn' iiuumie- revole quautiia di tuljetti riunili iiisieine , die di leggieri possoiio staccarsi" da esso. Cosi dices i agarico qnello, la di cui parte iiiferiore del cappello e fatta tutta quaata a lanielle o foglie. 11 phallus iiivece e le elvelle nou preseatano sulla loro superiicie ne lamelle , ne tubetti, ma sono faiti a cellule piu o meiio grandi , e di una variatissiuia figura. Pezize. Ball. Receptaculum concavum sen cupuUforme ( suh&tantia tremu- losa crassocoriacea). Tom. i. pag. 68. tab. 2. gen. XIII. Helvelloidece : majores , ca rnoso-meinbranacece , fragile s-externe sub-arinaceoc. Feziza Linn. — Octosphora. Hedw. Caratteri. Le pezize ofTrono un ricettacolo oi-dinaria- niente in forma d' un calice concavo o emisferico^ la su- perficie superiore e glabra e porta i grani , clie sono lan- ciati a guisa d' una linissima polvere. Essi secondo Hed- ivis.io sono rinchiusi in mendiranose capsule. II sig. Per- soon ne annovera delle gelatinose , delle carnose e della consistenza della cera. Di esse se ne ^ov^ano sopra la terra, sul concime , sopra i legni , suUe erbe fradicie , ed una di esse vive nell' acqua. I. Peziza coccinea. • P. stipitata : cupula turbinata , aut infundibuliformis : intus coccinea externo subtomentosa. albida : margine ut pluri- muni crenato. Ic. Ball. tab. 474 Faill. Paris fig. II. P. aarantia Pers. Syn. p. 617. — Flor. dan. tab, 687. fig. 2. Berg. Phyt. a. tab. 49. Scudleina Volg. Questa bella specie venne assai confusa dai botanici e le tavole die essi ci danno , sono cosi variate , cbe sembra avere essi fatte molte specie delle varieta , e cio proba- bilmente per essere state colte nelle varie eta della pianta. lo la trovai piu volte in novembre ed in dicembre ai lembi della strada e del fossato die condvice al Coloni- barone, podere dell' ill. signer raarchese Malaspina. La Ne' FUNOHI NEL PVVE9E. 2.3() sua grandezza , noa clie la A'ivacita del suo colorito , la faimo £corgere da Iniigi. Essa e senipre sessile, traspa- reixte, fraoilissinia, coUa supeiiore'sn[)erlicie d' un bel rosso, r inferiore giallognola o biaachiccia. Essa sta fissa al suolo per un picciblo peduiicoletto , clie Iia delle fibrille radicali. Allorche inveccbia, i suoi lenil)i si rivolgono airiiisu on- deggiando uregolarmente , preadendo la figura d' un orec- cliio. Sovente si divide in due lobi sine alia base. Essa lia la proprieta di slanciare per getti istantaaei le sue se- menti e in iiiodo assai visibile. Cresce sul linire dell' estate, ma non e buona a mangiarsi. 2. Peziza epidendra. P. sJoJioso-campnniilata, mnrgine crenato. Sys veg. ed. 14, flor. dun tab. 499, %. 3. r. fungoid.es. Vaill. Paris, tab. II. fig. i , 2, 3. Glandis cupuktm refert ,^ color extus spadiceus iiitus albus. Caro cerea et fragilis. P. epidendra. Bull. Champ, p, 246, torn. 467, fig. 3^ So- weh. Engl. Bat. fung. t. i3. Peziza Coccinea. Bolt. fung. 3, t. 104, £. A. B. C. Pers. Syn. p. 65a. PeziztL cupularis. Linn. spec. i65i ? Questa specie ha il colore e la consistenza della pre* cedente, ma finisce pero in un peduncolo allungato, e noa fei osserva mai sopra i legni , e se qualche volta seniljra sortire dalla terra , come fa riflettere il sig. DecandoUe 5 cio avviene pei'che sulla terra , ciie ricopre i legni quei fungbi han poste le radici. II loro peduncolo ora e biancastro , ora giallognolo. Questa razza trovasi sopra i troncbi morti verso il val^ lone sopra la strada di Lodi , nelT autunno avanzato. 3. Peziza cochlea ta. P. major cerea , tenuis fragilis , sessilis , fissa cochleatim in- voluta, cratera bad perforata. Bull. herb. tab. 154. P. cochleata. Linn. spec. 162.5. P. alutacea. Pers. Syn. p. 638. P- helvcUa ochroleuca. Schceffer fig. 3, t. 274 et t. i55. Peziza umhrina. Pers. Syn. p. 638. Questa peziza e grande, sonimamente delicata, fragile, trasparente siccome la tera. Questa consistenza la fa di- stinguere ckiU' oreccliia di Giuda. Essa e seuipre divisa a40 OSSERVAZ. eCC. SOPRA. I SINTOWt VELENOSI sino alia base in due lobi laterali, ravvolti a spira. La parte superiore, la di cui forma seuibra ua oreccliio d''*uomo e ordinariaiiieiite scavata nel ceatro merce d' un largo foro che comuaica sino alia radice. II color suo prima e di nil bianco gi;illastro , poscia fiilvo e ^cenerbi^nolo , olid inveccliiando divien bruno , ed e quiadi per il colore che varia dalla peziza scarlattina. Essa non trovJ^i giamniai sulla terra, ina sopra i tronchi vecchi d'alberi morti e si osserva a mazzi da cinque o sei individui , non solo nei boschi in autunno , nia aache in priniavera. 4. Peziza acetabu'un. P. maxima, cerea, tenuis, fragilis, glabra, stipitata, subtus extipatim venosa , cratera cupulari. Bull, lierb. tali. 48.5, f. 4. P. acetabulum Linn., spec. i65o. Persoon. Syn. p. 648 , Faill. Bot. Paris , t. 1 3 , fig. i . Questa peziza ha la consistenza della cera, cresce sopra il suolo „ e vi sta fissa per piccole fibrille : il peduncolo e alquanto carnoso e corto , ed appena s viluppata ha essa la figura d' un picciolo sonaglio, poscia a poco a poco di- latandosi prende la forma d' una piscide. La superficie esterna ha delle piccole ramificazioni assai rilevate , che giammai mancano. II suo colore varia assai, ora e gialla pallida, or biaiica, ed io ne trovai una bellissima varieta nel mio giardino sopra il letamajo, ove erano state get- tate neir autunno molte foglie del zea mais. Marcite esse svilupparono una quantita immensa di queste pezize, che costantemente si presento del colore della colla forte da falegname, assai trasparente ed elastica. L" esimio signor professore Moretti meco T esamino , e convenne nou eSsere die una varieta della P. acetabulum. 5. Peziza vrsciculosa. P. major cerea., tenuis., fragilis , glabra, sessilis , cratera e vesciculosa marsupiformi. Bull. herb. 457, f. i. P. lycoperdoides. Decand. diet. Enciclop. 5, p. 204. Elvella lycoperdoides. Scopol. Flo. Garn. 16 18. Peziza vesciculosa. Bull, a. Lutea. Bull. Yar. i , t. 44. /6. Alba. Bull. Var. 2 , t. 457 , f. i , E. F. A. Lateritia. Bull. Var. 3, t, 457, f. i. G. I. R. NE FUNGHI NEL PA.VESE. 241 Questa e una clelle piu grandi pezize clie si conoscano in questo geiiere. Essa e coniunissiina sopra i letamai e siiUa terra. 8i trova solitaria, ed anco unita a molte altre: la sua consistenza e quella della cera : la forma , le di- ineusioni , il colore variano assal. Ora ci si presenta colla ligura d' un sonaglio , ora d' una borsa , i di cui lembi soiio sinuosi e fatti a ritagli. L' esterna superlicie e gra- nellosa , e ve ne lianno tre varieta. La prima e di ua giallo pallido clie prende poscia una tinta i'uligginosa. La seconda e biancastra clie diviene grigia e iinalmente bruna. La terza suUe prime ha un colore di mattone , e diviene bruna. lo la trovai molte volte alia Torretta sopra i le- tamai della citta. 6. Peziza lanuginosa. P. lata, tenuis, cerea , fragilis , sessilis, subtus ferrugine fuscescens , Lanata, crater a nivea e vesciculosa cupulari. Bull, herb.., t. 896, f. 2. £ gracilissima , fragile, trasparente siccorae la cera: sessile del diametro di qnattro a cinque centimetri. La sua parte infeinore e di un bruno rugginoso, ricoperta come da una specie di lanugine. La snperiore e di un bianco grigio , prima fatta a sonaglio , dopo si apre in forma di tazza 5 avendo in gioventu i suoi lembi glabri. Cresce nei iuoghi umidi suUa terra, e vista fissa raeice d' un gran masso di piccole fibrille radicali. lo la trovai sul finire di settembre nel giardino di Belgiojoso. Pluriince parvx. Capsula ( externe ) toto stigoso liirtce , pilosce , totnetosce. aut pubescences. 7. Peziza labellum. P. sessilis, hemi^phcerica , extus villosa, spadicea, Haller. HeW. n. 333 1. Micliel. gtner. tab. 86, fig. 4. Peziza labellum. Bull. Champ, p. 262, f. 204. ti. Alba. Var. i. Bull. Helvella albida. Sclia.ffer.fung. 25 t. i5i. Batarra., fang. tab. III. E. jS. Fusca. Bull. Var. 2. Questa peziza nel suo perfetto sviluppo ha da tre a cinque centimetri di diameiro: e gracile , fragile, traspa- rente siccome la cera ., fornita di peii <» piuttosto d' una BibL ItaL T. XXVII. i6 342 OPPERVAZ. eCC. SOrR.V 1 SINTOMI VELENOSI laim^ine snlla superficie inferioie. La superioie prima in- ca\ata a cainpanello , prende a poco a poco la figura di una coppa , e poscia si appiaiia. Nclla gioveutii i suoi Jemlii vellutati soiio ritenuti da una specie di tessuto clie rassoaii.'lia ad una tela di raguo. Trovasi ne' liioglii nniidi snl suolo , e se ne distinguono, a niio parere, due varieta. U uiia biniico-giallastra allorclie giovane , prendeiido po- scia un color fuliggiaoso che tende al bruno : T altra prima rossa, divieiie poscn bruna. Si 1' una che T altra hanno la superficie anteriore d" ua colore piu oscuro della in- feriore. 8. Peziza scutelkita. P. plana, margine. convexo pUoso. Syst- veget. edit. 14, iZ«j Angl. 3;, t. :7, fig. 3. Vaill. Paris, t. 1 3, f. 14. Peziza scutellata. Linn. spec. 1181. Bull. Champ, p. 247, t. 10. Octosphora scutellata. Hed^vig. Crypt. 2, p. 10, tab. 3. A. Helvella ciliata. Scha'ffir , fung. 3 , tab. 284. Gleclitsch. fung. 45, Magnitudine letitis , aut pisi, discus auran-^ tiacus in senio coccineus. Mar go pilis nigricantihus (i). J o. Peziza araneosa, p. exisua tenuis, fragil is, aurantio miniacea, turbinata, subtus fibrillis intricatis opcrta , cratcra campanulato cupulari. Herb. t. 280. Pers. Syn., p. 65 1. La peziza che noi descrissinio, e gracile , fragile, d'' un rosso ranciato. La parte inferiore e coperta di fibrille ne- lognole , ha la figura d" una trottola , e si prolunga in un corto peduncolo. La parte superiore e rotond.T , i suoi Icmbi sono ordinariamente ondeggianti. Trovasi nelle i'oreste sopra la teri'a e nei giardini. (i) Qucsta peziza e deWe piu comuni. E sesiile, tl'un rosso scailatto tcn- ilente un poco al ranciato. La sua cariie c spciso fragile , ros.igna. La parte inferiore d' una forna lentiroUre , sp ir^a di peli neroguoli , rhe ras^oini- • liano a ciulia. La parte superiore prima conformata a sottocoppa, s'appiana a poco a poro Taliina -volta nella veccliiaia es^a e an poco rigonfia ai rvulro Troraai in otiabr* aopva ia terra , p attacsata ai legni fradici. Ne' FUNGHI NEL PA.VESE. 248 TremellcE. Charact. EH. Gew. Fungus gelatinosus (geinmis latkantibus. Ginel. ) nonnumquam carnosus in latum varie expansus, pleninique scssilis ^ ex omnibus superficiei punctis semiaa emittens. Bull. Tremella. spec. Linn. Pers. Bull. Questi fnnghi sono espansioiii gelatinose cU varia forma, ed i gvaai seininiferi sono sparsi sopra Tiatera superiicie. I moderai feceio d' esse ire geiieri. La specie verde die raccliinde alT iuterno una gelatina , sicconie la T. Nostoch. Altre ofFrono i loro grani nudi in una gelatina die non ha inviliippo. Finalmente quelle die presentano delle capsule articolate nuotanti in uxia gelatina carnosa, ed entrano quindi nel genere gimnosporangio di Hedwigio il iiglio. 1. Tr&nella deliquescens. T. exigua gelatinosa, bullato-turbinata , glabra, lutea Inte- gra. Bull. herb. t. 455 , lig. 3. Tremella lacry mails. Pers. Syn. p. 628. Questa specie e oltreniodo piccola , d' una consistenza gelatinosa : roionda o in forma di trottola. E sempi-c glabra d' un giallo piii o meno carico. 2. Tremella purpurea. T. exigua, carnosa, firma , crassiuscula , bullato - globosa coccinea. Bull. herb. t. 284. Questa tremella la rinvenni piii volte sopra i rami morti della robinia pseudo-acacia , sotto i' apparenza di taati pic- coli globetti del colore del cinabro. Hehelloidece. Jlelvella Bull. loc. cit. , t. i , p. 68 , tab. 2 , Gen. XVI. Pieus infi^itus utrimque deflexus. Hehella. Linn. Bull. Helvella et Leotia. Persoon. Caratt. geaerici. Le elvelle sono funglii peduncolati , terminati da un cappello sovente irregolare , che ba i seini lopra la superiicie inferiore. Si distinguono dai meriigli , essendo il loro cappello provveduto di vene alP insotto^ cosi nelle auricularie , essendo esse peduncolate, e non rav'vol-« gentisi mai in tutto il tempo della loro vegetazione. Si ravvicinano piuttosto alle clavarie , m^a queste non liaano Gappello. 244 OS5ERVAZ. eCC. SOPR.\ I SINTOMI VELEN09I I. Ilelvclla cktstica. H. cerea , stipite gracili , cyliiidracco la^i fistidoso , pileo lo- bato. Herb., t. 34a. H. elasuco. Bull. Cluiinp., p. 299, tab. 242. Hekella abi'la, Pcrsooii. Syir.^ p. 61^^. Helvella imtra. Bolt., fung. 3, iig. yS. Hekella levis. Berg. Phyt. , tab. 149. a. H. alba. Bull. Var. i , Pers. Var. a- 01. H. fiisca. Bull. Vai-. 2. Helvella fuliginosa. Schceffer , funj. 4 , ta]5. 320. Pers. Var. ^■ Quesia elvella e fragile, trasparente: il peduucnlo e di- licatOj cilindrico , fistoloso; il cappello sotlile, rassomigliante adnnamitra, orclinariamente tliviso in due o tre lobi cor- ticali, iaclinati. I lenihi adereiiti qualche volta al pedun- colo , e per la liase : le seaienti sortono per getti istan- tanei dalla superficie inferiore del cappello. Cresce sopra jl suolo. 11 colore ne fa distingnere delle varieta. lo ri- Irovai la bianca e la cinerea nei bosclii del Gravelloae. 2. Helvella gelatinosa. H. stipite fistuloso , basi turgido , pileo for iiicato supra levi, imus gelatinoso, subtus undulato. Bull, herb., t. 473, f. 2. Lcotia luhrica. Pers. Syn.^-p. 61 3 — Helvella intea. Berg. Phyt. I, tal). 1 5 1. Vaill. Bot. Paris., t. i3, f. 7, 9. He'vella clavata. With. Brit. 4, p. 34.0. II pednncolo di questa elvella e fistoloso , veiiticoso alia base. II cappello e liscio , d" vina forma irregolare, come ondulato A'erso la superficie inferiore, e rassomiglia ad uaa vescica appassita. II gainljo e d" uii color raiiciato, il cap- pello d' uii giallo oscuro , che poscia preiide una tinta verdognola inveccliiando : cresce sopva il suolo, ed io la trovai nei luoghi umidi siccome la precedente. Clavceformes. Fungi carnosi elongati , liymenio cum stipite coufiueiite. Cla- varici; Bull. loc. cit. , t. 2, p. 66. Clavula similaris , uniformis , stipite continuo , carnosa , ra- mosa ( Ramarice ). Merisma , Clavaria geoglossum. Pers. Clavarim. Linn. Spec. et Bull. Le clavarie sono espnusioni seinplici o ramose ordina- rinmente carnose , qual<:he volta coriacee , che non hanno NE FUNGHI NEL PAVESE. 24a cappello tllstiiito dal peJiincoIo, che spaadono la loio pol- vere da ogiii parte di loro superficie. Questo geneve coniprende le clavarie di Lianeo e di Bulliard , ad eccezione di quelle che ofFrono delle cavita seminifere. SI' SPECIE CAKNOSE SEMPLICT ( CLAVARIA ) HOLMSK, I. Clavaria coraUoides. C. sinipJex ant coralloidea. — Dlsdactis fmgilliina glabra , rainls subcylindricis , superficie undulaiis D. C. Syn. 26a. Ball., tab. 332, 358 et 496, fig. 3. «• Alba. Bull. Var. i, t. 496, f. L. M. P. ^- Lutea. Bull. Var. 3, t. 496, f. 0. Q., t. 222. Questo fuago e fragilissimo , pieno , ora seniplice, ora a due, tre division!, ordinariaiuente diviso in un consi- derevole numero di rami glaljri, cllindrici , pieni, fatti a foggia de" rami del corallo, e nella superficie undulati. Se lie distinguono piu varieta. II colore e qualche volta Iiianco o lieveiiiente giallastro , qualche volta d'un giallo raiiciato. Cresce sopra il suolo , ed Humboldt e Per ooii distinsero coine specie un gran numero di esse, che poscia il sig, DecandoUe riuni alia clavaria coralloidea., per essere esse sue varieta. Questa specie, e particolarmente la varieta gialla, che noi possediamo e che si osserva sopra i iiostri mercati, e gustosa, allorche e giovane , e per essere in allora un fungo sicuri ^inio, mangiasi da tutti. Ma quando e vcccliia, diviene coriacea, e dee essere eliminata dal niercato. Volgarmente dicesi Didella, Didola , Bavba di becco. 2. C'avaria cinerea. C. ciiierescen.s caule eras so , ramis subrugosis integris , fa- mis crassiusculis obtusis incGqualibus . Per soon Coinin. in Schceffer , p. 44. Questa clavaria , che si crede la grisea , e la vera cinerea di Bull. p. 304, tab. 354, aveudola io stesso 33f!lia mia r^ccolta coiifrontata , e pLa volte rivedtita. EssS 246 OSSERV. eCC. SOrRA t SINTOMI VELENOSI ]ia nn colore cinerognolo o grigio. La cai'iie sua e fragilis- siina : il troiico e sjiesso , e dividcsi in una moltiiudine di rami vertical) appianati alia somniita. Cresce sopra il terrcno nei boschi. E cttiiua a inangiai'si siccorne la prc- cedente. 3. Clavaria fastigiata. C. flavescens ccespitosa , caule hrevi, rartiis gfiiiculati^ , di-, varicatis, ramiiiis subfastigiatis obtusis. D. C. Syn. 362, Persoon. Syn. p. Sgo , n. 1 3. Clavaria fastigiata. Linn. Spec. i652. ClCivaria pratcnsis. Persoon. Syn. 690. Vaill. Bot. Paris, t, 8 , f . 4. Al vcderla sembrerebbe la coralloidca., di fatto Bidliard ]a riguarda sicconie una niostruosita di qaesta specie, ma la sua consistenza, costantemente maggiore, ed altri carat- teri inalterabili la dicliiarano una distinta specie. Essa di fatto e piii piccola , gialla , glabra, i suoi rami sono pieni i e nuda alia base dividentesi poscia in una molti- tudine di rami dritti e ramosi , che si alzano tutti alia stessa altezza , come se fossero stati recisi. lo la trovai nei prati , ma si osserva anco lungo le strade in au- tunno 5 e ne tengo una che trovai sulla strada di Carbonara. 8. Clavaria muscoldcs. C. exigua , fragilis , glabra , cornVoideo-dissecta , velati ar- borea. ramis gracillimis subcylindricis. Bidliard herb., tab. 358. F. A. Questa e elegantissima , e ne trovo an supei-lio csem- plare uno studente di medicina fuori di P. Milano sopra le tavole di larice , die servono alle sostre, e viene conser- vata dal sia;. professore Panizza. Essa e coniposta d" un tronco clie dividesi in va'j rami, in piccoli ramoscelli , ed in complesso presenta la figura d" una bella stalattite. Essa c di un bianco latteo , ma vi ba pure una varieta ran - ciata, sebbene io ])er6 penso die sia la stessa che si al- tera nei colore coll" eta , ed in allora indurisce e vienc llegnosa. Tolg. dicesi Didela . Mardna , Ditola. Ne' FCNGHI NEL PA.VESE, -> ^ ^ 5. Clavaria amethvitina. C. ramosa carnosa purpurescms , corpore. parvo multifido incBquah: ranus planiusculis sidcatis capite compressi^ subdemads. Schcvffcr, iad. p. 117. Efras. comm. ,,. 4.. Ckivana amcthystum. Hobnsk. Coryph. p. 1,0. Ball, t 460 f. 2. Bole. f. 22 , tab. I. ^' Questa clavaria e di 1111 color violaceo, glabra, fra- gile, divisa in ramoscelli ciliiidrici , pieiii, e sembraiio corallo : ordiiiariamente sono uniti nell' apice. Nel suo principio e d' un violetto cliiaro, e divien presso die nera allorcbe inveccbia , ma giammai diviea gialla; si alza da quattro a cinque centimetri , e non si osserva che sopra il suolo nei bosclii nel mese d" agosto e settembre. II sig. BaJbis ed il sig. professore Nocca nella Flora TicinensLs aniioverano pure fra le clavarie la Clav. grossa e la Clav. setosa, ma per quanta diligenza si sia usata nella ricercn loro , non mai ci venue fatto di ritrovarle. Le clavarie ramose famio un naturale passaggio al Gen. Ericiiim. ( SarckQontinuato. ) 248 APPENDICE, PARTE I. SCIENZE, LETTERE ED ARTI STRANIERE. Delia fabhricazionc del vino presso i GrecL Meworia ( Incdita) del sig. L. Reynier, letta alia Socltd delle scienze naturali di Losanna (i) ( Tradotta dull' originale franccse ). N, I ELLA precedente Memeiia clie ho avuto 1" onore di leggervi ( Vedi Bibl. Ital. torn. XXVI pag. 265 ) ho rac- colto tutto cio die ci aveano insegnaio gli antichi Gveci sul modo da loro adottato di coltivare la vite : limaiieva da ags;Lugnervi i precetti die ci hanno lasdati sulF nso de' suoi prodotti , e sono qiielli appuato che formeranno il soggetto di qnesta seconda Memoria. Ne' tempi plu antichi in cui tuttavia esistevano costumi seniplici, la raccolta era fatta da persone di condizione libera. Oniero dipinge una vendenimia dove giovani d'ainbo i sessi coglievano i grappoli frattanto die un sonatore di flauto rallegrava il loro lavoro (2). Ma in epoche nieno remote que" semplici costumi cessarono almeno ad Atene e in una parte della Grecia ; allora una numerosa caterva di schiavi lavoro per padroni inimersi nell" ozio delle citta , e fn ad essi abbandonata questa raccolta. De- mostene in una delle sue arringhe cita come vina prova (i) Dobbiamo cjuesta Memoria e la precedente all' amicizia di ciii ci onor» J'ilUiitre nntorc. ( Mota del D^rettvre. ) (2) Horn. Iliad. 1. 18, V. 367, APP. PARTE STRANIERA. 249 d' indigeiiza eccessiva delle donne libere che dovettero oc- cuparsi di questo lavoro (1). Ma quest! cangiamenti nei costumi de' Greci , de' quali proveromini d' investigare le cagioni e le conseguenze nella inia opera suU" Econoniia pubblica e rurale, non possono entrare nel piano di questa iiien\oria debtinata ai prodotti della vite , solo oggetto che deve occnpaniii in questo moniento. Di mano in niano che i grappoli erano raccolti, venivano trasportati in panieri di vimini. Si aveva cura per conse- guenza di non pigiarli ed ofFenderIi (2). Si distendevano sopi'a un" aja dove riiiianevano per dieci giorni esposti ai sole; poi si conservavano cinque altri giorni in un luogo ventilato , nia aironibra, prima di metterJi sotto lo stret- tojo (3). Si potreblie essere inclinati a risguardare un jirocesso si lungo come una invenzione di Esiodo dal quale lio preso questo ragguaglio, se tale pratica non fosse tuttavia in vigore in uiolte isole delF Arcipelago ;, dove pero , a dir vei-o, la duiata di sifFatta esposizione si pro- lunga di rado al di la di otto giorni (4). Pliaio ha altresi parlato di questo prooesso come esistente nella Grecia, ma secondo lui non era impiegato che per certe qualita di vino (5). Quest" autore sarebbe stato piii esatto se avesse limitato quell' uso a certe particolari situazioni o localita. In fatti a' nostii giorni non e in tutti i luoghi della Grecia che e praticato , ma solamente in certe isole e dove il cliraa non vi f'rappone ostacolo. Avra dovuto ristringersi a misura che una niaggiore estensione della coltura della vite avra opposti piu ostacoli alia sua pratica; ma non si possono dissimulare i vantaggi eh esso aveva per perfe- zionare la nmturazione de' grappoli , e soprattutto per com- piere lo SA'iluppo della parte zuccherina dalla quale di- pende principalmente la quaiita dei vini. II mosto che era prodotto da grappoli trattati in questa guisa era talmente concentrato che bisognava aggiugnervi una certa quantita d' acqua per facilitarne la fermentazio- ne, che senza di cio non si sarebbe determinata clie molto (1) BemosVi. in Eubul. (2) Horn. Iliad. I. 18 , v. 567. — Hesiod. Asp. v. 293. (3) He?, op. et dies I. a , v. 229 e seg. (4) Oliv. Voy. en Perse 1. a , c. 10 e i3. — Feiiille du cultiv. t. i }). 2o3 <5) riin. Hist. nat. 1. i5 c. JO. 25c A P r K TS 1) 1 C E impcrfettamente o con flifficolta ; e quei-la pratita si e conservata in que' caiitoiii dove nii tale proccsso di xen- demmia esiste tuttavia(i). Cli aiitichi preferivauo T acqiia di mare per qiiesto miscualio air acqua piira e di foiite (2), ed anche quest' use e state conservato fino a' no- stri giorni (3). Allorchc i llomani lianno voluto imitare nel lore paesc i viai drlla Crecia haniio indicate questo miscnglio come una condi?.ione necessaria , e se iie tro- vano le proporzioni ne' loi o economisti (4). Fino al tejnpo di Onieio e di Esiodo i Gieci hanno conoscinto 1" use degli strettoj o torch) (5), ma noi non abbiaino alcnn date ben positive snila loro forma e co- stri'.zione. Sappiamo solamente per confessione di Plinio clie fu p esse i Greci che i Romani appresero a costruirne di piu perfetti. F.gli mette a un secolo prima di lui F intro- duzi'-ne in Italia di que' torch] nei quali 1' uso della vite era (ombinata coll' azione della leva ;, ed a 3o anni sola- mente r uso di quelli la cui vite agiva direttamente sul centre dello strettojo (6). Ma il passo di Plinio che ci spiega essere 1' uso del torchio state praticato prima in Grecia , non c' insegna punto 1' epoca a cui riinonta 1' in- venzione, e se i Greci medesimi non V al)biano presa da altri popoli. Nel tempo stesso che si mettevano i grappoli sullo stret- tojo, aveasi cura di levarne le foglie e P agresto che \i potesse essere frammischiato. Degli uomini in seguito ne pigiavano i grappoli co' loro piedi , ed il prodotto di que- sta prima operazione somministrava il vino piu prelibato. E dope cio solamente che si metteva in azione lo strettojo per ispremere il rimancnte del mosto (7). Trovasi negli scritti clie ci rimangon de' Greci qualche consiglio intorno ai mezzi di rlmediare alia insufSciente maturanza di un mosto raccolto da grappoli e mal soleg- giati o cresciuti in una teiuperatura piu fredda. Cosi quando (1) Oliv. Yoyag, t. 2 , c. 4 e i3. (2) Athcn. deipn. 1. I. — Plut. de caus. n;itur. § 10. — Plin. Hist, nat, 1. 14, c. 8. — Cels. de nietlic. ]. 2, c. 29 , 1. 3, c. 16. (3) Anna). deVoy. t. 2, p. i58. C4) Cat. Econ. c. iza. — Colum. Eroii. 1. 12, c. 21 e 25, ' (5) Horn. Odiss. 1. 7 , v la.'i. — Hesiod. Asp. v. 3oi. (6) Plin. Hist. nat. 1. 18 c. 3l. (7J Gcopgn. 1. 6 , c. jj. PARTE STRANIERA. sSl il mosto sembrava troppo acerbo snggerivano di aggiugnervi una decozione di uva passa la quale gli coniunicava il prin-' cipio zuccheriiio che gli mancava (i). Altri hanno consigliato di correggei'e un raosto troppo acido misclnaiidovi del gesso calciiiato (2), e sono vigenti tuttavia ia Sicilia dei vestigi di questa pratica (3). Ma il l)isogno di ricorrere a qnesti correttivi dovea occorrere di rado sotto il bel clinia della Grecia, soprattutto col modo di coltivazione ivi adottato. Qnesto bisogno dovea ben essere piii frequente nel sistema dclle viti sollevate in alto usato presso i Ro- mania e in fatti in una gran parte dell' Italia dove esiste ancora questo costume , egli e concentrando una parte del mosto colla cottura die si perviene a fabbricare dei vini niolto mediocri. UTtalia non ne ha di liuoni che la dove la cuitura delle viti l^asse introdottavi da qualche greca colonia vi fu sempre conservata di poi ; e tale o la forza deir abitudine, che quest" eseinpio nou basta a far si che si rinunci al sistema delle viti sostenute in alto. Per ve-^ rita la facilita di coltivare altri prodotti sotto quesle viti sospese agli alberi ed in luoghi anche umidi compensa col- r abbondanza del frutto la inferiorita sua e quella dei vini. Come r ho gia dimostrato in un" altr' opera (4) , 1" arte del bottajo e una invenzione de" popoli settentrionali , clie penetro molto tardi nel niezzodi dell" Europa e non e an- cora adottata nel levante. Gli anticlii Greci conservavano il loro vino in anfore di di versa grandezza (5) , come il fanno ancora al presente i loro discendenti (0). Solamente che invece d" intonacarle internamente di pece , come fa- cevasi un tempo , vi sostituiscono ora della cera (7). Sic- come il traslocamento di vasi simili sarebbe stato troppo difficile a motivo della loro fragilita , servivausi di otri pel trasporto del vino (8) , e il costume si e conservato ad onta del pessimo gusto ch' ei prende il piit delle volte (9). (1) Geopon. 1. 7 , c. 19. (3,) Pint. » A questo proposito si dinientica, sia detto per digressione , che uu pae.?^ perche I'abbrica jtnerci pe suoi a56 APPENDICE bisogni noii e percio un paese manifattore , e clic V In- gliikeira pel suo hill del grano e tanto un paese agiicola , cjuanto un uianilatlore. Noi vogliamo analizzare in cio clie segue , nieno col mezzo ili principj geiieiali ed astratti , clie per mezzo del- r uiiione dell' oggetto , la natura dcU' azione vicendevole deir iudustria delP agiicoltura e manifattura (i), cd i loro risulLaineuti;, imperocche iioi ci ristriugianio all" esposizione succiiita clie ci permette 1' esteiisioue di questa nieinoria. Se si considera uno Stato tanto in liguardo alia sua costitnzione interna, quanto alia vicendevole azione cogli altri Stati , cioe in riguardo alia riocliezza ed alia forza morale e fisica , ed a tutti que' vantaggi che delerminano il vero ordine di rango degli Stati , si appalesa allora che questa forza e fondata solo nella quautita e qualita della popolazione. Osserviamo quanto segue : 1." Di due Stati di pguale superiicie e di eguale po- polnzione e piii ricco e piii jiossente quello il di cui po- polo e piii formato moralniente ed intellettualmente. 2." Ad un eguale aiodo d' estensione di popolazione e pill possente quello Stato die mantiene la popolazione su di una superficie piii piccola. 3.° Ad eguale superficie e ad eguale popolazione e pill ricco quello Stato e piii felice per mezzo dell" ordine interno , nel quale il popolo e nella situazione di pi'ov- vedere alia sua sussistenza nella maniera piii sicura e piu comoJa. E pertanto sotto eguali rapporti la grandezza relativa della naturale popolazione di un paese una misura della sua prosperita. Questa pojjolazione si confornva secondo la quantita dei mezzi che ha per acquistare , e secondo la I'aciliih di ritrovare ancora dei mezzi che condncano a un mag';iore o nuovo ben essere. L''aaniento della popolazione di un paese e pertanto un indizio delT aumeato della sua prosperita in generate ed in particolare , e viceversa la naturale diminuzione della popolazione iadica lo scemamento di questa prosperita ; jmpeiocche questo scemamento puo essere prodotto solo (l) Sotto il nomc d' industria delle manifatture ed art! noi comprendiamo anchc il coramercio che si escguisce coUe medeajtrte. PARTE STRANIERA. sS^ dair aumentata difficolta di trovare il suo maiitenimento col mezzo della iiaturale attivita. Si fara evidente hel corso di questa memoria , clie la grandezza della popolazioue e il iiecessario eleniento di tutta la pill elevaia coltura del suolo, dei costumi e delle arti. La possihilmente maggioie popolazione su di una data superficie e legata coUa maggiore prosperita e sicurezza di ciascuno nella sua situazione, ed indica pertauto la re- lativa interna ed esterna maggiore possaviza di uno State. Noi esamineremo era se si possa ottenere nna situazione simile per mezzo dell' agricoltura soli , oppure pvincipal- mente, ovvero per mezzo delliadustria delle arti, oppure per mezzo di ambedue nella loro naturale azione vicen- devole , ove la uatura di questa azione vicendevole ed i suoi risultamenti si ntauifesteranno da se stessi, Noi considereremo ia primo luogo un siffatto paese sotto il punto di A'ista Stato puramente agrico'a, nel quale la popolazione riunita , anche quella la quale contempora- neamente esercita alcune arti , si occupa dell" agricoltura. Noi pensiaino di dividere la superficie coltiva di'tfuesto paese in piccoli beni , di cui ciascuno sia tanto grande clie itn pajo di cavalli da aratro vi sia pienaiiiente occu- pato. Un tal podere comprendera pertanto circa i5o metzen di campo aratorio e 20 metzen di prato. Questo fondo travagliato diligentemente da tre masserie, colla meta del campo , dara la seguente entrata lorda : 2 5 Metzen di terreno ad orzo daranno a 420 libbre — io5 centiiiaja d' orzo. 2 5 Metzen di terreno ad avena daranno a 5oo libbre — • 128 centinaja d' avena. 2 5 Metzen di terreno a grano darpnno a 5 60 libbre — ■ 1 68 centinaja di grano. • a 5 Metzen di terreno a fruraento daranno a 840 libbre ■ — - 1 08 centinaja di frumeato. 20 Metzen di prato a 12 centinaja di fieno — ■ 240 cen- tinaja di fieno. 1 8 Metzen di campo in riposo a trifoglio daranno 240 centinaja di fieno di trifoglio , con piselli , vec- cia, ecc. — 72 centinaja di fieno, di piselli e di veccia. 7 Metzen di campo in riposo a cavoli , patate , ecc. — 340 centinaja di patate. BlbL Ital. T. XXVII. 17 aSo A r r E N D I C E La massei-ia potra mantenere 1 3 huoi , fra cui dieci vacclie. Queste tlleci vacche somniinistrerauno t)C>o Piiite di lat/.e (per cousiimare ).' y5o Li'jbre di butirro. J4CO >i di fonnaggio uaitaiueiite al latte del butirre ed al siero. 10 Yitelli di quattro settimaae. Rodici buoi consuireranno annnalmente 480 Cenii?nja di fieno di trifoglio e di prato, di fieno di veccia e di piselli ( ridotto il foraggio verde al secco ). 340 Ceiitinaja di patate unitanieiite al fora'ggio di paglia da strame, foglie di cavroli ed altro rimasuglio. Ua pajo di cavalli da aiatro consumera 70 Cendnaja di fieno. " 65 V d' a vena. 11 podei<; menziouato esigera per la sua masseria due famigiie, cioe la famiglia del proprietario coniposta di sei persone, con due servi e due serve; quindi una iamiglia di giorualieri composla di sei persone: complessivamente qiiinJici persone , ccnipresivi 1 raG;azzi. Anibedue queste fauiiglie consuineranno , ben nudrite , annua Iniente 20 Centinaja d'orzo. 2 5 >i di frumento. 00 )i di segale. 40 » di patate. ic Ti di came (di due vitelli allevati e di majale ). 9C0 Pinte di latte. 2 Centinaja di butirro. 3 >> di forma g2;io. Oltre i cavoli ed i piselli , vi si debbono calcolare i polli , le ocbe ed il majale necessario ; e questi verranno in parte nutriti coi diversi riniasugli de' grani, ed in parte coir impiego di 1 5 centinaja d"" orzo. Dopo la sottrazione delle diverse specie di gvani clie si esigeranno per la seniinazione , rimarra ancora un sover- cliio di prodotti da consumarsi , consistenti in Orzo centinaja 55. Avena ./ . , 48. Segale >, (^8. Frumeiito »* ......... 61, P\RTE STRANIEP.A. 269 Vitelli di quattro settimane . n.* 8. Butirro lihljie 55o, Formaggio " iioo. Questi viveri, od il loro cquivalente, saranno bastanti per dare aucora sussistenza ad nn nuniero di uoinini eguale a cjuello che sara stato necessario pel lavoro di quel po- dere, ed in coiisegnenza a quattro faniiglie di piii^ quaii- tunque il prodotto del foudo , che e siato qui preso per luodello , sia aiicora loutano dal prodotto niaggiore che ne potrebbe risuliare con una coltura diligente. In questo so- vercliio sta appunto la rendita del podere del proprietario; ed un'altra parte del niedesimo servira per pagare le im- poste. Supponendo noi che tutto il paese consista in possess! simili , tutti i proprietarj si ritroveranno allora nelle me- desinie circostanze ^ in tal niodo avra ciascnno de' mede- siini questo soverchio , nessuiio quindi ne avra bisogno. Non vi sara percio alcun niercato , e non vi saranno in conscguenza ne compraiori , ne vcnditori. Sotto queste circostanze non sara possiliile che i pos- sessori de' fondi si occupino della produzione del sover- chio , il quale non sarebbe loro in verun conto utile ^ ma in cambio gli costcrebbe lavoro ed anticipazione di spese effettive. La conseguenza necessaria sarebbe che quella parte dei caaipi che produrrebbe qtiesta sovrabbondanza, non sarebbe coltivata, ma resterebbe in campi abbandonati. Questa parte del paese coltivo , che in tal luodo sa- rebbe in deserti, formerebbe , secondo 1' antecedente cal- colo , dite terze parti del tutto. In questa situazione perdera il proprietario del fondo anche la rendita del suolo ; imperocche nel mentre esso non vendera alcun soverchio , non potra pure goderne se non col consumare una quantita niaggiore de'' suoi prodotti di quello che gli sarebbe necessario. Egli giungera poi an- che pel niedesimo titolo al punio di vedere che il suo proprio lavoro e quello della sua faniig;lia saranno iautiU pel loro mantenimento ; mentre col soprappiix del fondo coltivo potra una seconda famiglia di gioriialieri sommii.i- etrare il niedesimo soverchio in prodotti : preiidera egli allora iramediatamente al suo servigio questa seconda ia- tniglia;, e coltivaado ambedue queste famiglie come prima il podere, la rendita del fondo del proprietario sara tutta S60 APPENDICE in prodotti per la sussistenza , e senza che vi sia 11 bi- soo'iio che esso e la suA famiglia abliiano a lavorare il fondo. II poilere allmenteia perfaiito in questo caso tre fami- elie, e la superficie del suolo colli vaia s»ra la nietk circa del terreno coltivo. Calcolando noi sei persone per fami- glia, ed ill un niiglio quadrate cento di tali poderi, qnali quelli che abbianio noi qui stabiliti per misnra, in cui ad un dipresso la meta del fondo viene da noi considerata in foreste, e non in ispazj coltivi, si avra in questo stato una popolazione di iBoo individui su di un miglio qua- drato , la quale sara composta per un terzo delle famiglie dei proprietarj , e per due terzi delle famiglie de' gior- ualieri. Questa popolazione non potra aamentarsi ulteriormente. Imperocclie, quantunque vi fosse lo spazio coltiro per una quarta ed una quinta famiglia di giornalieri , il proprie- tario del fondo non potra pero avere alcun iaieresse di appoggiare ad una nuova famiglia 1' ulteriore lavoro del fondo, perclie non ne potra cpiindi trarre alciuia rendita ; iinperocche un' imposta sui prodotti dell' agricoltura sara per esso un soverchio inutile, e Tunica rendita clie per esso avra vui valore stara solo nel risparmio delle sue proprie braccia. Altronde coltivando ambedue le famiglie dei giornalieri una par'e piii piccola del 2>3Pse di quello che sarebbero in istato di fare per mezzo deH'intero lore lavoro , il proprietario si trovera aggravate da una esu- berante spesa d' imposta; e tanto meno si sentira eccitato ad aumeatare le mani d' opera , perclie bastera un mag- jriore sforzo per parte di coloro che gia vi hanno mano, onde compiere questo l^isogno estraneo. Questa e la situazioue di uno Stato nieramente agricola, Noi lo considereremo tanU> in riguardo della grandezza permanente della jjopolazione , come pure delle restanti cirf >stanze in tutti cjuei paesi che , considerati storica menie, si trovarono nel piu basso grado di coltura , spo- glia^i dei mezzi morali e lisici , che fondano la ricchezza c la forza degli Stati. Non si cambiera neppure rimarcabilmente questo Stato in riguardo della popolazione , ammeltendo che il sover- chio che verra prodotto per mezzo della coltivazione di tutto il terreno coltivo possa esgere trasportato fuori del PARTE STR\NIERA. 2^1 jiaesr c cambiato con altri prodotti. Questo caso e pero neir onlinai'io stato clelle cose solo un supposto improba- bile; imperocche potrebbe solo aver luogo in tutta la sua estensione se un paeso fosse circondato "da altri paesi ben popolati , che iion avessero die poca o nessuna agricoltura;, ina questo stato non ha puato luogo in veruna parte di Europa. Tuttavia noi ne seguirerao in breve le ' sue con- seguenze. In questo caso il proprietario del fondo otterra in cambio del sovercliio de"" suoi prodotti , de"" prodotti di altro genere cbe siano valevoli per lui, e clie egli impie- ghera pei bisogni de' suoi comodi , oppure per nuovi go- dimenti. Ottenendo egli in questo caso la rendita de' suoi poderi in prodotti di valore , ed avendo ritrovato un A'^a- lore a tutto il suo eccedente per mezzo del nuovo nier- catof, allora non sara piii a suo vantaggio T appoggiare il suo proprio lavoro ad un' altra famiglia , avendo ora il mantenimento di questa famiglia un valore per esso , che egli non aveva pria ; egli pure travagliera colla propria famiglia , onde poter portare al mercato maggior quantita di sovercblo. Si potra pertaato risparniiare una famiglia di giornalieri per T agricoltura ; ma in vece sara oeces- saria vm' altra famiglia , onde trasportare al mercato il. soverchio , e per eseguire i diversi lavori che esigera iJ commercio coi prodotti del paese, il cambio colle merca- tanzie straniere e la distribuzione di queste nel proprio paese. Una maggiore popolazione non trovera qui alcuu ulteriore lavoro , ed in conseguenza non piii sussistenza. La popolazione in un paese nel quale il soprappiii dei prodotti deir agricoltura potra essere esitato nell' estero non ne Aerra percio piii rimarcabilmente aumentata che nel caso antecedente , allorclie non ne verra prodotto al- cun avanzo; nondimeno avranno gia luogo in quello Stato, a preferenza di questo , notabili vantaggi. Per mezzo del cambio coll' estero si avranno maggiori mezzi di godimento , ed in conseguenza una maggiore col- tura co' suoi etletti. La popolazione non consistera piu , come in questo caso , di un terzo di possessor! di poderi , e di due terzi di famiglie di giornalieri. Essa consisteri ormai in una famiali''^ di possessor! di poderi , di una famiglia di giornalieri dipendente dalla prima, e di una famiglia indipendente , la quale esercitera il ti'affico. Si sara gia formato pertaato in questo caso tin ter^o stato. :i62. ATPENDIOE Questo paese sara gia sortito clal sistenia dell' agricoltui'a pura. II pacse sara diventato taiito piii ricco in Agione che r iiitero oggetU> del conimercio intiodottosi di nuovo il potra coiicedeie ^ ma la sua popolnzione sara senipre ancora appena la nieta di qucUa che potra richiedere e sostenere il suolo del paese. II reddito netto clie coiicedera V esportazioiic della po- polazione agricola sara per altro noii lie^ie assicurato , imperocclie esso dipendera dal bisogno estero , il quale tanto pill sara esposto ad incessanti ondeggiamenti , da die non vi I'.a alciin paese il quale sia privo di agricoltura; per lo che la coiicorreuza coi prodotti della medesiina sarjj la pill estesa fra tutti. Ogni arrenamento in questa espor- tazione turbera e dimiauira non solo Tantecedente reddito Uetto , ma ridurra eziandio alle strette ta siissistenza di quella parte di popolazioue die si occupera di questo traffico air estero. Un jiaese agrioola, la cui rendita pura fosse appojigiata all" esportazione delle sue rendite , sa- rebbe nel fatto dipcndeute dall" estero nei diversi rapport! alia sua prosperita. II traffico alF estero noa deve mai ge- neralmente formare il fondainento della ricdiezza di un paese die voglia avere duvevole la sua esistenza ed il suo hen essere. Supponiamo air opposto die tutto il superfluo , oppure la maggior parte del niedesimo ch' e stato indicato negli esenipi precedenti, potesse essere consuniato nel paese medesimo , cioe che oltre le due famiglie che si occupano dell' agricoltnra , \e ne fossero ancora tre altre, le quali in parte attendessero al traffico di questi prodotti , ed in parte si dedicassero ad altri niezzi di guadagno , e guada- gnassero tanto da poter couiperare questo soverdiio ; la popolazione di questo paese salirebbe a 7600 individui per ogni miglio quadrato. Questa popolazione non sarebbe per- cio la pill graude , ma potrebbe crescere ancora propor- zionalmente in ragioue che il reddito delT agricoltura si aumenterelibe pe' mezzo di maggiori sforzi , come noi ve- dremo nel progresso. Anclie in questo caso la popolazione sara senipre con:posta di tre classi , cioe del proprietario del podere , del gi< rnaliere e di qiielli che si occuperanno del conimercio e delle arti. La prima, la quale avra pel suo lavoro il soverdiio maggiore, potra con qualdie esteii- »ione del suo possesso e senza lavoreccio della tei~a vivere fARTE STRA.NIERA. 263 coUa i'cni-lita del proprio terreno, ed aliraentare mi' altra parte della jiopolazioiie per mezzo del lavoro che essa le assegnera siil sno fondo , formera una natuiale aristocrazia di fondo e di podere^ e fra essa ed il giornaliere od il proprietario di cosi piccoli fondi , il di cui prodotto iioii •rli dara veruna rendita, oppure solo una proporzionalinente piccola , stara come lo stato di mezzo a colui clie si oc- cupera del traffico e deile arti, da cui sai'a dipendente un' altra I'amiglia di giornalieri. In questo modo si svilnp- pera naturalmente' e necessariamente , come si sviliippo la rozza agricol'.ura dalla prima barbaric di una morale eguaglianza per mezzo del fiorire dell' industria, del coni- mercio e delle arti , la piii elevata coltura coUa diversita degli stati , dei modi di vivere, de^r iiiLeressi e del lavoro. La lil:cra azione contraria e coiicorJe di questi elementi promo vera incessantemente la prodi.izione e la prosperita del t.utto e dci singoli. Noi sianio ora al ptinto di far cono.^cere in qual niodo si possa formarc la maggiorc popolazione di un paese colla mi2;Hore situazione di tntti. L" aumento della popolazione iino al punto in cui la suscettibilita alia prodnzione del tei'reno gli ponelimite,e secondo quello che risulta dall' antecedentemente detto , e possibile in due modi, o per mezzo di un grande sminuz- zaniento del podere, opjiure colla formazione di una po- polazione corrispondente, la quale eserciti altre arti oltre r agricoltnra. Noi considereremo, in riguardo al primo caso, il pezzo di paese che abbiaino £nora preso per esempio ; se esso fosse diviso fra tante famigUe in modo c'.ie ciascuna delle medcsime con un forzato lavoro del iondo fojse in istato di procurarsi la propria sussistenza dal pezzo che essa possiede , questo tal pezzo sara troppo piccolo onde dare ad un cavallo da aratro un lavoro sufficiente , e quindi poterlo nutrire; ed allora non sara piii possibile il lavoro coir aratro e con altre macchine per 1' agvicoltura , ma la coltivazione dovra farsi colla zappa , col badile , cloe vi si dovra stabilire la coltivazione propria de' giardini. Iri questo caso" non si avra ne terreno a prato , ne in riposo, cosi pure nessun campo ad avena. Si coltiveranno piante tali die , in riguardo al tempo della loro maturita , assi- (iurino il maggiore redUito per la inssistenza. Taato sotto a64 Appr, NDicE questo punto di vista , quanto sotto quelle del piii dilP gente lavoro del fondo si potra ainmettere die il prodotto lordo nella sua qualita dl sostanza alimentare superera, in una eguale superfitie , per lo meno di un terzo , quelle che e gia stato amniesso snperiormente. Ne risultera pure un' altra lerza parte dair auuiento che derivera dal trava- glio assiduo del terreno, cosicche in questo caso il reddito diventera maggiore per due terzi; per lo clie sulla super- ficie di 170 metzen jootraniio sussistere dieci famiglie ; ciascuna., possedendo un fondo di 17 metzen, ossia un niiglio quadrato , potra in questa maniera sostenere luia popolazioue di 6000 uoniini (i). Per mezzo del grande smiuuzzamento de' poderi si puo tottenere , anche dietro lo stato dell' agricoltura pura , ogni grado di graudezza di popolazione; uia un si fatto siste- ma porta con seco tanti danni , che questo luodo di ric- chezza di un paese e piuttosto un male , mentre si do- vrehbe considerarlo come un bene da procurarsi. Si ritrova egli con questa divisione di fondo e di podere ciascuna famiglia , oppure una parte della medesiiua in possesso di tanto paese , che la di lui coltuva le procuri ancora qual- che soverchio , ue ac adra allora il caso che si e gia di- scusso superiormente : questo soverchio sara gia necessa- riamente e contemporaneamente dappertutto il medesimo , ed in conseguenza iiessun oggetto di niercato. II piccolo prezzo del superfluo promovera anche I'addizione di nuove faniiglie nel possedimento del fondo , per cui lo smiuuz- zamento del podere nei paesi puramente agricoli , una volta che sia inconiinciato , verra anche sempre contiuua- to, ed acqnistera presto il suo massimo. Ha all'opposto, da che e stato inti'odotto questo stato, ogni famiglia , oppure la maggior parte delle medesime , solo tanto terreno che essa possa direttamente e con isforzo coltivare quella quantita che si esigera pel suo coasumo e per pagare le imposte, sara allora la situazione di tutto il paese difficile e penosa , cosi pure quella di ciascun (i) Nei paesi meridionali , in cui accade piii presto la niaturita de' pro- dotti ed ove ?ono possibili due ricoke , puo csservi ma^oiore questa pono- lazione. In alcuni paesi della IVlesopotamia Chinese si calcolano lo lino a 12000 uomini su di un miglio quadrato. Anclie que' paesi possono sostenere una proporzionalmente niagpiore popolazioue, in cui sono foreste estese ed inutili a motive della striliclente quantita di carbon fosslle che 'vi, si ritrova. PARTE STRA.NIER\. 2.6S individuo. II piccolo possessore di terrene non avrk alcu- na ulteriore readita di podere, perche il suo lavoro sara appena bastaute per alimentare se stesso; non gli riniarrh alcun reddito puro , alcun risparmio ; egli si trovera per- cio sempie nell' angustia , avendo a pagare le sue impo- ste , e lo Stato non potra dal suo lato calcolare su di una regolare eiitrata pe"" suoi bisogni. Ogni sforzo straor- dinario e inipossibile , perche esso inoltre assale diretta- mente il capitale del piccolo possessore di podere , gia giacente senza interesse, e disordina tutto il suo avvenire. Ogni ricolta mal consigliata produce in cjuesto caso la rovina del popolo , oppure la carestia. Imperocche non avendo il piccolo agricoltore alcun risparmio , non gli ri- mane anclie nulla pel tempo di pennria. Egli non ha da- naro , perche non vi e mercato di vittovaglie ; imperoc- che ogni famiglia produce appena a misura il suo biso- gnevole. Negli anni di abbondanza egli consiima anche il soverchio ; imperocche non lo puo vendere. In questo flusso e riflusso di niaucanza e di superfluo non puo il Governo far meglio che erigere de'' niagazzini , onde rac- cogliere nel caso di ricolte abbondanti una parte del pro- dotto per distribuirlo nei tempi di bisogno gratuitaniente , oppure contro un pagamento da eseguirsi a poco a poco. Potrebbe qui accadere T unico caso in cui questa regola d' immagazzinamento fosse senza danno, anzi uiolto bene alio scopo ; perche nel caso che noi abbiamo avantl gli ocelli non vi puo esser luogo ad alcuna concorrenza di vendita ; e percio la medesima non potrebb' essere ne in- ceppata , ne annientata per mezzo delP immagazzinamento. Alcune provincie meridionali del regno della China ci somministrano una prova di sperienza di quanto abljiamo detto. Ivi pure il sistema d' agricoltura spinta al som/no, ivi lo smenibramento del possesso de" poderi coUa popo- lazione che vi conviene , ivi la fluttuazione del bisogno , le cure del Governo , le disoccupazioni del popolo sul suolo il pill coltivato del niondo ne sono esempio. Comunemente s' attribuisce la colpa di si fatta miseria alia grandezza della popolazione , e si crede di potere sta- bilire che si fatto stato convenga con quello di una popola- zione sovral)bondante. Ma con questa denominazione non si puo legare alcuna idea detenu inata. Una popolazione sovrab- bondaiite potrebbe solo aver luogo ove vivesse piu popolo di 266 A !• r i; N U I C E qnello notesse alimeutare 11 terreno. Egli cade snbitnmente sott'' occhio 5 che si fatto stato non potrelilie durare per otto giorni , e che biiViito si dovrelibe ristaljilire il naturale equilibrio ; aJl' opposto la popolazione si porterh senipre ill uno stato di arrenanieiito , come si e superio ineiite notato 5 fillorche i mezzi di sussistenza acquisteranno un certo grado di difficolta. Non e la graudezza della popo- lazione cio clie qui produce il male , ma bensi /' uriifor- ' mita del suo lavoro e della proihizione. Potrebbe ciascuiia delle niille fari)i<:Iie che nel noslro caso abitano un miglio qnadrato vendere a prezzo valevole nn piccolo soverchio che essa ottenesse aei nicdj tempi dal suo cauipo , si for- merebbero allora dei mercati sui quali esse potrebbero nei casi di peniiria soddisfare al loro bisognevole. Poaia- uio su questo miglio quadrato solo cinquecento famiglie , ma affittto sotto lo stesso stato della pura agricoltura co- me prima ; noi troveremo anche di nuovo con questo nmnero di uomini del tutto le medesiine relazioni ; perche essendo esse fuori della situazione di poter far valeie il loro superfluo , non si occuperanno di produrre di piii del loro bisognevole, in conseguenza negli anni di penu- ria cadranno parimente , senza il snssidio <1el Governo , neir indigenza , come la popolazione posta al doppio delle medesime. Si presenta in conseguenza al primo colpo d' occhio r osservazione confermata dall" esperienza che il pericolo della carestia accade generalmente con maggiore facilita in que' luoghi in cui doinina nn piii o meno puro stato agricola , o nel quale la niassima parte della popolazione consiste in contadini , sia pure il podere piii grande, op- pure pin piccolo. I proprietarj coltiveranno solo quello ciie servira al loro consumo o viceversa , perche la pro;;- cluzione di un soAerchio , per cui non avranno alcun mer- cato, sarebbe inutile; per lo che rimarr'i ad essi poco o nulla del proprio nei tempi di penuria ; e non verra loro cosa alcuua dall' estero, perclie tutti gli altri si ritrove- ranno nella medesima situazione. Questo e nel presupposto del sistema clie noi abbiamo qui avanii gli occhi parimente il caso: vivano molti, op- pure pochi uomini sul miglio quadrato. Qui sta il motivo peiclie nei tempi aatlchi , esistendovi una popolazione riiiiarcabiljuente uiinore ed ua suolo piii PARTE STRANIERA. 267 fertile , la maggior parte de' paesi d' Europa nt-Ile annate cattive sono stati tornientaii dalle angustie nella sussisten- za , oppnre da una vera carestia , parola il di cui senso al giorno d' oggi si conosce appena. La popolazione si e raddoppiata , ed una cattiva annata ed anche piii produ- cono presenteniente solo un semplice incaraniento , ma non mancanza. Questo prodigio non e la conseguenza della coltivazione delle patate , opjiure della niaggioie coltura de' campi ( element! i quali sono troppo frivoli onde op- porsi a simili ayvenimenti ):, mae il risultamento dell' in- dustria uelle arti^ che da cinquant'anni si e possentemente aumentata. Questa ha prodotto una nuova popolazione, la quale guadaena danaro col me/zo di un altro lavoro in vece dell' agriroltura ; la quale trova i suoi niezzi di sus- sistenza ove piii le place , e li compera col proprio da- naio; la quale ha quindi create i mercati su cui i ven- ditor!, certi deU'esito, portano da vicino e da Ipntano le vittovaglie. Le cattive rendite fanno conoscere quindi con questo concorso di A^enditori , liliero , stahilito con sicu- rezza e moltiplice , solamente incai-aiuento. Vi potrebbe solo accadere mancanza se accadesse in tutti i paesi pe- iiuria J il clie e contrario al corso della natura. La semplice agricoltuia puo certamente , sotto le circo- stanze rappresentate , produrre una popolazione tanto grande quanto e capace a sostenerla; ma solo una massa di popolazione, il di cui stato non si puo riguardare che con compassione , presso la quale tutti i beni della vita sono scomparsi a motivo della penuria sempre minac- ciante , in cui il lavoro non ritrova la raercede che gk compete , ed in cui i mag^ori sforzi non garantiscono dalla mancanza e dalla rovina. Una si fatta popolazione costringe il Governo ad una incessante vigilanza per man- tenervi il buon ordine , e presenta pochi luezzi pei biso- gni dello Stato. In cpiesta situazione di penuria fluttuante si puo avere poca attenzione ai luaggiori iuteressi dell' u~ nianita , ed ai progressi della coltura. Lo stato di un paese appare tutt' altro e con uno splen- dore che ingrandisce T animo , allorche in esso si ritrova , oltre una popolazione agricola , aiiche una rimarcabile massa di popolazione , la quale non si occupa dell' agri- coltura; ma che in camblo coiupra dal'ia mcdesima, col reddito del lavoro , il soverchio clie essa couverte coi 268 APPENDICli somministrare degli altri pvodotti; cioe qLiaiiclo strt contrv ad una popolazioiie agricola niia popohizione di rimarca- hile massa la quale esoiciti uii'arte. II hisogiio di quesla iamiglia, la quale consuma sempUceinente seuza prodiirre mezzi di snssistenza , ha geueiato uu mercato regolare , su di cui il prodnceute trova iiii siciuo spaccio. Una cattiv4 raccolta non cagiona alcana penuria , imperocche resta al possessore deji podeie , anche con una cattiv a raccolta, il suo proprio Isisognevole, e 1" artista compra col suo danaro, al pin , ad un prezzo maggiore sul mercato , sul quale , allorche non vi siano impedimenti , il concorso de' vendi- tori s' aumenta in certi rapporti col crescere del prez,zo. Sotto queste circostanze pertaiito la cura del Governo pei bisogni dcUa popolazione ne viene molto alleviata; impe- rocche essa si estende solo e principalmente alia conti- nuazione ed alia promozione delle intraprese private. I magazzinl pubblici diventano ora inutili , anzi inopportuni e perniciosi , perche si fanno contro le intraprese del concorso privato, il quale e in istato di coprire ogni ed anche il maggior bisogno , e perche allontanano i venditor! dal mercato , mentre temono essi die con quel pubblico stabilimento non vi si possa tener prezzo. " Noi abI>iamo veduto superiormente che Tagricoltura iso- lata pub procurare una rimarcabile popolazione solo nel caso di una grande divisione di podere. Se poi vi si ritro- vera una notaliile popolazione che si occupi delle arti , potra allora un maggior possesso di fondi non solo esi- stere senza danno della popolazione,' nia anzi con de' van- taggi superiori a quelli di un possediinento molto diviso. Da un podere esteso deriva una maggiore entrata pura, la quale sara piu o meno convertita in prodotti ile miniera per ciascuno. Questa po- polazioine soiiiministra al Governo co' suoi moltiplici ed incessanti mezzi di acquisto regolari e non mai esauste sorgenti di sussidio^ essa non ha bisogno clie di pochi provvedimenti d'oi'dine, ed ha ne'suoi elementi stessi la sicara guareiitigia di un riposo durevole. Noi considerere- 1110 ben tosto quest' ultimo importante punto. La popolazione diveatata maggiore coU' occuparsi dell' a- gi'icoltura pura pre&eata una massa che con qualche impnlso diventa proporzionalmente posta in movimento ; iniperoc- che avendo tutti in questo caso eguale iuteresse , eguali bisogni e desiderj , non v' ha alcun uiotivo per cui non vi abbia ad avere luogo la niedesima intluenza proporzio- nalmente su di tutti. Air opposto nel piii alto stato di col- tura che venne prodotto dalla libera azione viceuJevole deir industria agricola ed artigiana la cosa va tutt'altra- mente. Qui sono prima di tutto tre classi di popolazione evidentemento divise I'uiia dall' altra per la diversita del possesso , del lavoro e degl' interessi , cioe quelle dei pos- sessori del podere, degli artisti e de' giornalieri. Gli ultimi sono in parte dipendenti dal possessore del fondo, in parte dagli artisti;, dividono pertanto piii o meno gl' interessi di arabedue le classi principali, e le lorn viste ed interessi sono gia divisi su questo fondamento. L' interesse del pos- sessore del fondo si appoggia a quello dell' artelice, I'iii- teresse dell' artefice si appoggia a quello del proprietario, Lo stato nel quale si ritrovano ambidue viene a poco i\ poco prodotto per mezzo dell' amichevole cambio del lorp lavoro, e puo avere solo svantaggi da cio che lo turba. Nessuno puo soflfrire nel suo stato prospero senza clie I'altro senta nell' eguale misura un male. Quello stato poi,, sia nella vita pubblica oppure nella privata , porta con seco la vera givarentigia della sua durata » allorgh^ T interesse 2j»a APPENDICE pi-oprlo e cosi legato coll' estiaueo die ogni cambianienito deiruno o deH" altro operi solo dannosaniente su e anco nieglio, e non comprerebbe mobili e stru- nienti che potessero alleviare il suo lavoro, non produr- rebbe pure qiiello pel di cui prezzo potesse egli soddisfare a que' bisogni. Ma egli trova un niercato pel suo sover- chio, da che compra in rincontro del niedesimo gli og- getti che sono prodotti dagli artisti. Un risparaiio del soverchio colla piii possibile limitazione di questi bisogni , appunto perche si ammassa come un capitale in danaro , puo vnlere nel modo generale di circolazione come una riscrva. Iniperocciie e piii corrispondente alle inclinazioni dell'uomo 1' impiegare cio ch' egli riceve per soddisfare ai bisogni pei quali il suo stato di coltura Y ha reso suscet- tibile, piuttosto che rinnnziare a questo soddisfacimento. Un sistema generale di risparniio poi si distruggerebbe da se niedesimo i, imperocche quanto piu si risparmierebbe da un lato, tanto piu si diminuirebbe dall' altro lato in lavoro ed in suscettibilita all'acquisto, stando era, come si e vednto finora, tutto Tacquisto delle dilFerenti classi della societa insleme in un cosi nccessario vicendevole legame, die Tangitstia dell' una afFetti piii o meno tutte le rinia- nenti; per lo che il risparmiante in generale diminuisce anclie in una certa proporzione la grandezza del suo pro- prio reddito puroj la circolazione del lavoro e del capitale VA.RTE STRANIERA. 2^5 ne vena dimiaulta, e con essa la prosperita generale; cosicche finaimente solo a pochi rcstera qualche cosa, clie essi a fionte della generale i-iiiiinzia potrebbero risparmia- re ; solo individualmente non saia pregiudizievole il sistema di risparniio, in parte peiche cjnesti i-isparmj scoinpajo- no a fronte della massa unita del prodotto puro, in parte perclie da nii altro lato ve ne sono sempre altrettanti i qnali ricompeiisauo quel risparniio per mezzo della loro profusione. La prosperita esterna della popolazioite, cioe il vestiario piu conveniente e T abitazione niigliore, il modo di vivere eziandio delle classi iiifinie , e pertanto aiiche un sicuro indizio del vero ben essere del paese e del maggior Hore della sua industria agricola ed artigiana nella loro libera azione vicendevole. Iniperocclie essendo impossibile che tutti nel niedesimo tempo consuniino di piu del loro red- dito puro ; percio questo ben essere esterno puo essere solo il frutto di qnesto stesso reddito puro. Si vede da cio quanto siano dannose le imsure che diret- tamente od indirettamente limitano il cosi detto lusso. Quale specie tazioni anatouiico-chuurgicVie sul t'ungo midollare dell' occhio e sulla deprcssione della cateratta, di Bartolonimeo Panizza jiVofessore di anatoniia umaaa. — Me- moi-ia di alrune indagiui intorno all'uso ed all' elficacia del sol- fato di chinina, del dott. Pietro Marianini. Corrispondenza. Lettera dell ingegnere Cpsare Gozzaniga iu- torno alia sua operetta sulla foimazione dcllc iiiappe. — Sopra una nuova conibinazione di iodio , del padre Octavio Ferrari e Carlo Frisiani- Secondo trimestre meteorologico. GRAN DUCATO DI TOSCANA. Antoiogia di Firenze , fascicolo ig.° Discorso inedito, di Niccolo Macchiavelli. — Del modo di ren- dere utile 1' istruzione eleuientare dei poveri. — Discorso del prof. Gazzeri recitato nella Societa Colombaria intorno alcune cnticlie osservazioni contenute nella Froposta di alcune correzioni ed ag- giunte al Vocabolario della Crusca. — Indagini e notizie rac- cohe dalla Societa americana di anti([uaria. — Viagglo di Po- lirletc , o letiere romane , del barone di Theis. — ■ Osservazioni suir agricoltura toscana, del dott. F. Chinrenn- — Monunienti deir arcliitettura antica , lettere del conte Galenni JVajjione. — Coniniento della divina commedia di Dante Alighieri , scritto da un anoniino inglese nella sua lingua. Appendice critica ia risposta alia lettera del cav. V. Monti al caval. Tainbroni inse- rita nel giornale Arcadico. — Elogio di Giulio Ferticari- — Seconda lettera del professore Liberato Baccel'i su di alcuni fe- nomeni elettro-magnetici. — Osservazioni del ca\aliere Leopoldo Nobili sopra una lettera del professore Baccelli suddetto. — Idillj , di Luigi Ciampolini. — Osservazioni lueteorologiclie : alcune n'otizie di geografia e di scienze natural!. — Menioria sul genera niusa e nionografia del medesinio , di L. Colla, — Testaniento di Lemmo di Balduccio , pubblicato per intero ed illustrate dal dott. Luigi Bigoli accademico della Crusca. — Prose e rime inedite d' Orazio Rucellai, di Tommaso Bonaven- turi e d' altri. — Memorie intorno alia storia del regno di Na- poli dal l8o5 al l8i5, del tenente generale Francesco Pigrta- telli Strongoli: tomo l.° — Adunanza dell' Accadeniia dei Geoi'- gofili del di 9 giugno : 1' aiiricoltura dei Giudei desunta da Isaia, del cav. Fabroni; dell' ill ununazione per mezzo del gas, del prof. Taddei. — Osservazioni sulle correnti e gli aninialetti del mare dello Greenland , di Guglielmo Scoresby. -~> Osservazioni metoorologicbe di giugno. ^86 APPENTtlCt STATI PONTlFlCJ. Ciornale Arcadico dl Roma , fascicolo 42." Ncrrologia. Conte Giulio Perticari. SciENZE. Opnscoli astronomici di Giuseppe Calandrelli , Au- drea Conii e Giacomo Ricchebach ( articolo i.°) — Teiitativi di. nuove qualita di caiTe estratfe da vegetabili indigeni , di C. Cam" pioni. — Teoria analitica delie iirojezioni, di Gaetano Giorglni — Sulla poiuata di Autenrietli , Irtteva di F. Derossi. — SiiU' Ernia del perioeo , Meuioria di AntDnio Scatpa. — Frariclsci Norcia i?^gyptii juris specimen. — Oratio Iiabita in acadeitiia Lynceoruui a J. B. Bomba ( intoruo alia sentenza : Omiiis repleiio mala, pa- /lis autem pessiina , coniuneniente attribuita ad Ippocrate ). Letteratqka. Osservazioni nuinisiiiatiche di Bai'toloiumeo Bor- ghesi. Decade V. — Risposta a lettera d' un aaonimo intorno a varj errori del Muiatori. — Cenni intorno ai ragguagli di al- cuni viaggi nelle contrade asiaticlie — Conghietture intorno ad una ui-netta sepolcrale del secolo XIV osservata in Verona da Giovanni De BrignoU. Belle auti. Socrate assiso sotto alruni platani colla lira iri una luano e il plettro nell' alrra ed alrre figure : pittura di storia dei fratelli Rlpenhauseii,. — Ritratto di Gioachino Rossini: scultura di Adauio Tadoliiii. VAPaETA'. Inoculazione del vajuolo vaccino negli Sfati pon- tificj. — Ricerche geometiiclie ed idronietriche fatte nella scuola degl'ingegneri pontificj d' acque e strade nel iSai. — - Sul per- fezionaiuento del processo operativo per 1' estirpazione dei te- sticoli scii'rosi : Memoria del dott. Tommaso G-, Rima. — Os- servazioni idrauliche di inaggio. — Osservazioni meteorologiche di giugno. Effemerldl letterar'ie di Roma, fascicolo 20.* Delle anticliita di Tindari , cittii diruta in Sicilia; nota di A. Cnppi (onginale). — De' legati ad Atene per le XII tavole: nuovo esame di S. Ciampi ( estratto ). — La Pia : leggeuda ro- mantica di B. Sestini (estratto). — Idilij , del niedesinio Sestini { estratto '. — - Le antictie caniere esquiline dette comunenicnte delle ternie di Tito , disegnate ed illustrate da A. de Romanis ( estratto ). — Di una canzone di Fietro , figlio di Dante , dat codici nianoscritti : lettera di F. de Roiunnis ( originale ). — Di alcune opere biograficlie ( annotazione ). — Degli oruati del secolo di Pericle, di Augusto e di Leone ; lezione di A. Uggeri ( originale ) con tavola in rame. — Riflessioni critiche di P. Ruf- fini al Saggio delle probabilita del conte Laplace ( fine del- r estratto ). — D«l CeeAri , con alcuue iue rime sacre : lettera PARTE STRANIERA. 287 del padre A. W. GrandL ( origiiiale ). — Elogi al IMorcelli , di Wicliele e Liiigi Fenuzzi; ed Episrola latina di B. del Bene. — Victoires , conqiif-tes , desastres , revtrs et guerres civiles de» Fraiicais de 1792 a iSiS ( estratto ). Varieta'. Auiicljita greclie, memorandimi del come Elgin. — Les edifices antiques de Rome , niesures et dessiues par feu ]M. Ves^odets architecte (nuova edizione romana colla traduzione italiana a lato e annocazioni ). — Notizie intorno alia vita e agli scritti del padre Giuseppe Maria Racagni , di G. Labus.-— L' iiivenzioue del corpo di S. Francesco d'Assisi : orazioue del padre Pacifico Deani. -1— Piiuie sacre di Gaspare Mollo duca di Lusciaiii). — Agro romano : opera topografica e teorico-pratica del cav. L. Doria. — Coiiipendio della geografia, di G, Uniili. — Apologia aenerale dell' isnciito e della dottnua de' Gesuiti (tra- duzioue dal francese). — Delia nobilta delle Icttere e delle armi: ragiouanienti di L. Giacoiidni. — Prose e rime inedite di Orazio RuceUai, diTommaso Bonaventuri e d'alrri — Epheuierides sacrae plarentiiiae. — Monumenti etrusclii recentementr scoperti da G. B. Vermiglioli. — Esposizione di quadri in Bologna. Idem , fascicolo 2.\.^ Bibliografia straniera di scienze , di lettere e di arti. — Del tempio di Giove tonante e della colonna di Foca imperatore : insigni fabbriche uiisurate dalP architetto G. Valadier , illustrate da F. A. Fisconti ed iucise da V. Feoli (esiratto). — Oratio Iiabita in Academia Lynceorum a J. B. ^07/iio (annotazione ). — Codice artistico , di Luigi Scaramuccia. — Difesa istorica del papa Adriano VI nel punto clie riguarda la infallibilita dei soinmi pontefici in niaterie di fede , di Carlo Fea ( ovigiuale ). — De vita , rebusqne gestis M. Agrippm : commentarius ( anuotazio- ne ). — Notizie della zecca e delle monete di Recanati raccolte dal conte Monaido Leopardi ( estratto y — Esame di G. 3fel- ehioiri del Saggio di osservazioni sopra Paiisania di A. l^iibby ( estratto ). — Silloge d' isciizioui recentemeate scoperte , illu- ptrate da G. Melchiorrl e P. FJjfco?ia (articolo III . originale). — Ritratto di Melchior Missirini dipinto dal cav. Camuccini. — Risposta del prof. G. Tominasini al dottor G. Clark suH' inse— gnamento clinico d' Inghiherra (originale). Varieta'. Di alcune sacre basiliche costantiniane, di C. Fea. — - Famiglie celebri italiane , del conte Litta. — L' antica Pioma ; opera di Grasset Saint-Sauves: traduzione. • — Galerie des ]iein- tres celebres , par C. Lecarpcntier. — Elogium F. A. card. Fon- tansB ab A. M. Grandio. — Opere anatomiclie di P. Masca- gni. ■ — Sonetti di L. Cornazzani. — Eleuco delle Dissertazioni dei Lincei. aS8 APPENDICE B I B L I O G R A F I A. REGNO LOMBARDO-VENETO. Lettere ed nitre prose di Torquato Tasso raccolte da Pictio Mazzucchelli dottore della Blblioteca am- brosinna. — Mi/ a no , 1822, co' tipi di Giuseppe Pog,liaiii , di pag. vil e 248 , in 8." I XA.LCUNE fra le scrifture conteniue nella presence Raccolra , ce ne avvisa lo stesso editore, non escono ora a luce per la prima volta in isrampa; tuttavia, mei-ce lii ott'uui manoscritti cap!tatt alle iiiani del dottor Pierri) Mazzucchelli , e da esso accurata- mente riscontrati , per la prima volta le corapariscono jnonde dei nou pocliL errori onde furono svisate nelle precedeiiti edizioni : e cjuesto ^ gia un bel servigio readuto non die alle lettere , alia fama del Tasso niedesimo. Ma cliiamar pot si dovrebbe in- grato chiuncjue all' egregio Raccoglitore negasse il merito del- r aver pubblicato le tante altre cose di quel grande , che giac- quero.hnora totalmeute sconosciute. Queste ultime (e sono il niaggior numero ) assii gioveranuo in parte a chi vorra sten- dere iiuovamente la vita di esso : desiderio sentito da aiolci , a inalgrado delle biografie che ne diedero im tempo il Serassi , e non ha guari il Zuocala. E cosi le une, come le altre, concor- veranno da qui innanzi a ridurre a miglior perfezionamento T e- dizioni delle sue opera : che gli stampatori , calcolando una volta ne' loro interessi anche la propria riputazione , e da spe- rare che vi faranno capo. Sicche , riguardando ad un fine cosi importante , noi cogliamo questa occasions per applaudire un tratto a' docti compilatori del Giornale Arcadicn di Roma, i quali gia da qualche tempo vanno ancor essi di mano in mano co- municando al Pubblico parecchi soitti del nostro secoiido Vir- gilio , ruviasti in fino ad oggiginrno ignorati sotto la polve delle biblioteche. Ritornando al sig. Mazzucclieili , egh corredo la sua Raecolta di buone note, in cui si vede quanta diligenza fu per esso usata in questa inipresa, e quanta sia la sua pratica in si- niili materie. In fine, bella e ricca e 1' edii;ione che anouncia- nio, anzi tanto ricca e bella, che forse non piglianio inganno nei credere the la liberahta d' un Mecenate ai)bia molto con- tribuito a renderla tale: se cosi e,voglia esso tiggradire le te- stimoniiuze dt ricouoscenza die qui gli tributiamo , osaado far';i interpret! de' sentimeati d' ogai gentil persona. PARTE ITALIANA.. 289 Saggio di Robustiano Gironi intorno alia musica de Greci. — Milano , 1822 , dalla tipografia del dottore Giulio Ferrario, in 4.° grande , con died tavole. Edizione , fuori di commercio , e di soli trenta eseniplari consecrari alle faustissinie nozze delTincIita damigella donna Ca- rolina d'Adda col nobile dou Giovanni Falco-Vaicarcelo. Due di esse tavole meritano una particolare menzione , cioe la prima rappresentante un concerto di musica , bellissima coniposizione deir esimio pittore Pelagio Palagi, e la nona rappresentante 1' Odeo di Atene composta dal sig. Sanquirico egvegio pittore di scene e di prospettiva. Saggio dello stesso intorno al teatro de' Greci. Edizione simile all' antecedente , con due tavole, ed essa pure fuori di commercio e di soli trenta esemplari sacri alle faustis- sinie nozze deir inclita damigella donna Costanza d'Adda col conte Carlo Borromeo. Dello scrivere degli antichi Romania dissertazioni ac- cademiche inedite dell' abate Stefano Antonio MoR- CELLi , pubblicate in occasione delle faustissime nozze Borromeo-d' Adda , dal dottore Labus , con alcune annotazioni e con figure. — Milano, 1822, in 8.°, coi tipi di Giuseppe Pogliani. Considerazioni sulla censura c/e' conti delle ammini- strazioni pubbliche — Milano, 1822, dalla tipo- grafia di Giacomo Pirola. Un opuscolo dipag. 5i.. Come h generico il titolo di quest' operetta, cosi generali son* le considerazioni dell' autore anouimo , e queste servir possono a lume di qiialunque Governo che noa le abbia messe in pratica. Stabilisce 1' autore con fino criterio che un amniinistrator pub- blico di qualsivoglia azienda puo errare in tre modi nel maneg- gio de' fondi assegnati alia sua gestione, cio6 o deviando dalle Diassime fondamentali dell'amministrazione , o mal regolando T e- coQomia nelle entrate c nelle spese, o sbagliando ne' calcoli aritmetici. Cio eseguito, svilupjja egli con maestria e con ehia- rezza questi principj e li applica ai casi i piii positivi ed or- dmarj ; dimostra in seguito le incongruenze che derivano dal- r affastellare la coufezione de' conti colla loro revisione ; persuade della coavenienza ed utilita che per la coufezione de' coQti ogui aqO APPENDICE Aiiuninistrazionc pubblica abbia la propria r.igioncria , e ne pre- cisa le sue attribuzioni distmte taato da quelle della cassa , <'usr')de del daaari> pubblico e dt-i rica|5iti die ne gui^tificano r erogazione, quanto da quelle della Censura, clie colloca in un seggio superiore , voluto dal rango di revisione. In quest' opuscolo nulla vi e di inutile, tutto cid che vi e detto VI e altresi diuiostrato con ordine , con brevita e con stile purgato, per quanto si conviene ad oggetti di buon governo e di pubblica amuiiuistrazione. P I E M O N T E. Della maniera di fondare , dirigere e coiiservare uii istituto balneo-sanitario con osservazioni cliniche indattive sopra le malattle ecc. di Pletro Paganini dottore in. meiicina e chinirgia , ecc. — Torino , 1822, dalla stamperia reale ^ in 8.° di pag. '6j5. Lo stabilimento dei bagni d' Oleggio foiidato e diretto dal benemerifo dottore Paganini , clie ne e ii proprietario , s' incam- mina a gran passi verso la perfezione , e noi ci compiacianio di cuore die le moltiplici cure e le gravi spese dal suo insti- tutore impiegafevi abbiano nel concorso de' bagoanti e nell' esito fel'ce delle malattie che vi vemiero trattate un adequate com- penso. CioiionHiuieno , se h vero quanto si legge alia pag. 236 dell' opera , cio^ che il settanta per cento de^li ammalati ri- cevuti in quell' istituto balneario vi guarisce o nilgliora , vo- gliam credere che gran parte dell* riuscita ascrivere si debba non tanro all' azione dei bagai ([uanto alia siogolare oerizia del diretrore ed al concorso di niolte circostauze favorevoli a quella situazione. Alia pagina 338 infafti acoeniia V autore di piii ma- lattie gravi state trattate o guarite con divei'si luezzi terapeutici , delle quail ci proniette la storia. In attenzione jiertanto delle Jinzidette grorie , non che della descrizioue e del di!?egno delle niacchine inventate o niighorate dalT autore , fatteci da esso alia pag. 190 e 198 snerare entro I'.anno corrente , concorreretuo co' voti nostri alia sagge prescrizioni da esso lui progectate pel iniglloramento de' bagni naturali , la cui esscaza dipende non di rado dai rangiamenti meteorici o da altn ieuoaieni che opera la natura nel seno de' nionti. Memoiia sal genere Musa e Monografia del medesimo, deW awocato collegiato Luigi Colla. — Torino , 1822, in 4.° di pag. 74, con tre tavole in rame. II sig. awocato Colla, gia conosciuto per altre 0|)ere boraniche, eletto a socio della R. Accademia di Torino , poige una solenue PARTE ITALIANS. 29 1 prova della sua vicouoscenza a'siioi colleghi, e vuolsi ben ancu aggiugnere , mostrasi meritevole della scelia , con queeto suo lavoro botanico che versa sul genere Musa e AJonografia del medesimo -^ e perche tutti quelll che erano |iresenti nella sala dell'adunanza potessero paitiie pienainente infoniiati ei li con- duce uella patria delle S|)ecie delle Banane o Muse, prova che ne Plinio ne Teofrasto , come alcuni iiniaaginarono , ebbeio co- gnizione del fructo delle Muse ; aggiuuge i nomi varj, giusta le lingua varie, cli' esse ebbero ed hanno tuitavia ; si da ad esa- luinare via via gli auton cJie delle Muse pubblioarono la figura, I'analisi, e di tutte ne assicura con diligeute disamina la ini- perfezione declsa (i), per rimediare alia quale , dipinse al vivo J'infioritura ed i periodi tutti della fruttificazione di questo ge- nere. Sircome poi h notissimo die tanto piii e vantaggioso ai botanici il ritratto identico di una pianta, quanto piii questa e ritrosa ad infiorire e fruttificare lungi dal suolo patrio ed entro r angustia ed il caloi-e ariificiale delle serre , cosi oltre ogni niodo opportuiia e benemerita si fu la ujano pittrire della signova Teofila, clie rappresento con tre tavole grandiose e belle le Rinse di cui si parla. Dopo queste preiuesse offre i caratteri geuerici della Itlusa ; e qui ci auimonisce con una critica ragtonata degli abbagli , in cui incapparono parecclii nella descrizione degh orgjuii luaschili e feniuiinei delle nostra |>iante , dci semi che nou uiai da noi si ottengono abbouiti o fertili , ed oll're il dettaglio dei fieri stessi quail si presentarono alle sue ricerche, e produce le moltiplici figure delle rispettive parti. Quest' e , a cosi dire , la prima se- zione deir interessante Memoria del nostro chiarissinio autore. perche noi chianiiamo secouda la serie delle osservazioni anato- mico-Csiologiche che succede. In questa esamiaa egli la fabbrica , c dice quindi com' essa diversifica dalle altre , come propagare si possano co' bulbi le muse perche affini nell' ordine naturale a quelle altre nioltissime che godono tale proprieta, ed intine come i bulbi stessi staccati dalla pianta niadre nutnscansi in niodo par- ticolare, cui pinge pure e descrive , e come cosi avvenga i'uscita della pianta bambina. Non ommette V aumento rapido , che , a preferenza d' ogni altra, le Muse acquistano in poco tempo , c questo calcola colla pazienza degli esperimenti piii chiari e con- vincenti. E giusto ch% dopo tutto questo , 1' autore soddisfacesse ai desio di coltivare le Muse inspirato ai botanici suoi lettori dalla sua bella dissertazione ; percio parla della terra acconcia alia beta sua vegetazione , del calore che domanda, degl'insetcl od uccelli che gli sono nemici Non tace gli usi suoi economici j alimentari e mcdici. (1) L' autore ha scoperto clie non gia due sorta di iiori sono portati dallo sparlice ,, ma bensi tre diotinte ron carrtteri diiFereoti , cioe fiori eruufroditi fertili , ermafroditi stcriU c veri maichi. ^9^ ArPENDlcH Termina il suo lavoio colla Monografia o descriziojie delle specie delle Muse. Egli non niega il merito di im simile lavoro fatto dal gig. Desvaux , ma poiche il suo si fonda 8U caratteri diversi da qiielli del botanico fraucese , cosi entra in spei-anza che non sia per essere discaro ai botanici numenclatori. Divide in due scliiere le opere delle Muse; nelia jiriina colloca quelle , la cui colouna di fiori {spadix de' botanici) ^ pendente (nutans), nell'alti-a quel- le, il cui spadice e dii'itto; le Muse del prinio ordine 3ono , giusta Ja sua nonienclatui-a, la Balbisiana , \a. Musa berteri , come quelle della seconda suddivisione la Musa uranoscopus. Segue un altro gruppo o distinzione di Muse spoglie di seme e a spadice pen- dente : tale e la Musa paradisiaca , sapientum , rosacea , acumi- newn ; tra le asperme cello spadice eretto awi la Musa coccinea. Finalmente ad miitazicme di Sclirader nella Monografia generis Verbasci, di Lehmann Monnjrafia aspnfoliarum e di parecclii alrri moderni , finisce il sig. avvocaco Colla col proporre le species dabiae , le quali invitano gli osservatori a determinarle o nel paese loro natale o con nuove ossei'vazioni e confronti. Dal sin qui detto vedesi che questa Memoria non e una raccolta Ai membri sparsi ed incoerenti , ma si piuttosto un ritratto delle Muse che diletta ed ammaestra compitaniente. Sebbene adunque non abbiavi (i) punto di contatto fra quella scienza che tutto mira alia dtcerminnzione del iiiio e del tuo , e queW altra, la quale svela gli arcanl della nalura , pare il nostro autore seppe dividersi di tratio in tratto daila prima e addime- •ticai-si con felice fortuna colla seconda ; ed ha dimostrato sovra- namente non essere egli uno di quegl' ingegni che si appagano d' essere versati in una sola facolta, e non curano che tutto il vimanente sia per loro un mondo igaoto. N. Puhl'd OviDll Nasonis opera omnia ex recensione Petri BuRMANNi. — Augustoe Taurinoram anno MDCCCXXii ex typis viduoe Pomba et filiorum. Sono pubblicati i volumi terzo e quarto che corrispondonrt ai volumi 1 5." e 16.° della Collezione del Classici latiiii che ab- biamo piu volte encomiata. ( I ) Yedi prtfazion* dtll' autor*. PARTE ITALIANA. 298 CORRISPONDENZA. Al pregiatissimo sig. Direttore della Biblioteca italiana. N. Roma, 20 lugliu 1822. I EL fascicolo 76 ( aprile 1822) del suo pregiatissimo giornale alia pagiiia 102 lessi I'annunzio del libro ul- timameiite stampato in Francia dal dottor Valentin, die ha per titolo : Voyage medical en Italic fait en I'annee 1820, Nancy, 1822, vol. in S.° Dato un qualche cenno 6nl pregio deir opera, sono invitati i medici d Italia a leg- gerla e ad intraprenderne una traduzione italiana , ag- giungendovi tntte cpielle ntili cose , che il medico francese non ebl)e campo di osservare e delle qiiali nianca il suo libro. Tra queste aggiunte meriterebbero di aver luogo alcune note dirette a mostrare gli errori di fatto , nei quali e caduto quel rapido viaggiatore. Dietro un tale annunzio io mi afFrettai a coraniettei-e il libro in Parigi senza che mi sia perventuo ancora. liitanto leggo un estratto un poco piii dettaj^liato del medesimo libro nella Biblio- teca universale di Ginevra , raese di maggio , e con sor- presa vi trovo citato il niio uome come in appoggio alia censura clie fa T autore al nostro antico, ragionevole ed utile metodo, di cavar sangue nelle pleuritidi o iniiamma- zioni di petto. Egli asserisce die io giudico doversi a questo metodo la mortaliia del aS per 100 negl' infermi di tal lualattia ricevuti nei nostri spedali. II sig. dottore Valentin deve aver mal inteso il mio discorso tenutogli alia presenza de' miei allievi clinici in mezzo alia scuola. Io dunque gli dissi , die nell' estate quanto erano piu nu- merosi gl' infermi nei nostri ospedali , tanto minore era la raortaliia , e che al contrario nell invenio e spesso anche in primavera con pochi infermi si aveva un maggior nu- mero di morti per la diversita de' niorl>i predominanti ^ che i morti piii numerosi si debbono alle pleuritidi o pol- monee mal citrate nc primi giorni , appunto perche i 294 APPENr>IOE poveri contailini o abitatori delle campagne assalitl da sif- fatii morM e trascurando i salassi nel priiicipio del male per r infelice loro condizione , erano condotti iie' nostri ospedali a niorbo inoltrato, vale a dire nel 408 giorno di malattia , ed anche piii tai'di , senza essere stati salas- sati antecedentemente , ill una parola , quando la malattia aveva fatti progressi tali da noii trovar piu rijjaro siif- ficicnte negli stessi salassi utilissimi in principio. £ cjuesta una verita uota a tutti i nostri medici , e cosi coerente alia ragione e all'esperienza medica, che tutti i buoni scrit- tori di mediciiia pratica a qualunque tempo e a quahinque luogo appartengano, 1" inculcano ne" loro libri. lo ho avnto occasioiie di ripeterla piu volte nel niio prime volume del Ratio institud clinici romani in 4.°, RomoR 1816^ e preci- saniente nell' epirrisi della tav. hist, n." VII coUe seguenti parole: In inflaminatoriis pectoris niorbis salutares venm sectio- num effectus primis potissimwn diebus expectandi sunt. Quo citius et copiosius sanguis extralii.tur eo tutius ac majus cegri solamen. Post quartam vel quintani morbi diem , si nulla vel unica et parca instituta fuit venm sectio, parwn in sub- sequentihus sperandum erit , prcecipue si morbus vehemens fuerit , ejusque symptomata urgentia. Hinc gravi pleuritide ac peripneumonia kiborantes miserrime in nosocomiis occum- bere solent ob prcetcrmissas vencB sectiones primis morbi diebus ante eorum ingressum in nosocomiwn, E nella epicrisi della tav. hist. X cosi leggesi : Neque ad animi deliquium , neque repetita nimis vice , neque inconsiderata ac cceca mente sanguinem mittendum putamus in pleuritide. Citissime sane , si fieri potest , mitti debet , ac semper oetatis tcmperamenti , vitce virium, morbi vehementice, anni tempo ris ^ epidemice re- gnantis natures ratio liabenda erit etc. Sarei percio in troppo aperta contraddizione con me stesso se dopo di aver pro- fessati principj di medicina clinica cosi positivi e cosi veri suir iniportanza de' salassi ne' morbi inflammatorj di petto, avessi detto al sig. dottor Valentin che con questo me- todo si perdeva una quarta parte degl' infermi di tal ma- lattia. Prego percio V. S. di rendere giustizia alia verita col far pnbblica questa mla dichiarazione per mezzo del 6uo accreditato giornale. G. De Mattheis , prof, di'med. din. in Roma. I P^RTE ITALIANA. 295 t NOTIZIE LETTERARIE ED ANNUNZJ. Iliade cTOmero volgarizzala da Michele Leoni. v^Uest' o|iera si dara in luce , canto per canto , insieme con uno de' sublimi disegni di Flaxruan , ritratti dal sig. Gozzini , e incisi a contorno dal sig- Lasiiuo figlio, auibidue di Firenze ed artisti di nota perizia ed esattczza. II prezzo di ciascun canto , coiupresa la stampa in rame , h determinato a una lira e mezzo d'ltalia. Per coniodo degli associati (i quail saranno descritti in fine) •e ne pubblichera uno ogni luese , incominciando in ottobre ; e piu sollecitamente , se si potia. I veotiquattro canti coniporrauno due volumi in 8.* grande , carta real-fine e cai-atteri nuovi. I concoiTenti pagheranno al riceverne i quaderni, e potranno iottoscriversi presso i princifali librai d'ltalia. Parma, il i.° agosto 1822. ERRATA-CORRIGE Tomo 27.° Tag. 118 liu. a8 les sots sont ici has pour leggi les sots lont ici has pour nos memes ptaisirs. nos menus plaisirs. Giuseppe Acerb i , direttore ed editore^ Milano , dalt I. R. Stamper ia. Osservazioni meteorologiche fane alVL It, Osservatorio di Brei A G 0 S T 0 182a. M A T T I N A. Sera. 'S c 6 0 — 1 D 1: ? < i 0 a Staio del cielo ^ 2 < S Si 1) 0 ° S N > V i. — » Stato del cieli poll . lin. 0 poll. lin. 0 ^ I 27 8,8 +j8,o s Sereno. 27 8,5 +23,5 E Sereno. 2 27 8,2 +17,0 N Ser. nuv. eer. 37 7,4 +23,0 S Sereno. 3 27 7,« + 16,0 N 0 bereno. 27 8,7 +23,8 N 0 Sereno. 4 27 «,7 + i5,o NO.K Nuv. neb. ser. 27 7,9 +;!3,6 E Ser.nuv.pic, b 27 7^1 4i5,o N £ Nuv. ser. 27 6,8 +21,0 8 0 Se.nu.tem. . 6 27 7'9 + 12,0 N E Nuv.rott. ser. 37 9,0 +20,3 S E Nuv ser. 7 37 10,2 +14,3 E Nuv rotto. 27 11,0 +19,0 S E Ser. nuv. at 8 27 11,9 +14.7 N N E Sereno. 27 10,2 + 31,5 S Sereno. 9 27 97 + 14,8 N Sereno. 37 8,0 +21,5 S....O Piov. ser. 10 27 8,2 +14,0 E Sereno. 27 8,- +2 1,3 8 E Sereno. XI 27 g,o + l5,2 NE Ser. nuv. 27 9,c +21,5 E Nuv. serene la 27 9,0 + 14,2 N E Sereno. 27 94 +23,7 S 0* Nu. tein.pii i3 27 97 +Ib,.'> s 0 Sereno. 27 10,0 +21,- SO Sereno. 14 27 10,8 + i5,S N Sereno. 27 ic,8 +23,7 E Sereno. lb 27 10,6 +16,5 N B Sereno. 27 10, c +23,7 E Sereno, 1 16 27 10,0 + 17,0 S Sereno. 27 9,9 +24,5 E Nu.te.nu.ro 17 27 10,3 + i5,c N Sereno. 27 10,6 +33,0 NNE Sereno. i8 27 11 w + 16,3 N E Sereno. 27 1 1,0 +22,0 SE Sereno. 19 27 11,2 +i3,5 N NE Nfhb sev. 27 1 1 ,0 +33,5 S Sereno. 30 27 J 1,6 +16,0 N E Sereno 37 I I,C +33,0 S 0 Sereno. ii 27 11,3 +17,0 E Nuv. ser. 127 10, c +.i3,8 E Sereno. 22 27 ic,8 + 17,6 E Nuv. rotto. 37 9,7 +33,0 S E Ser. neb. nu 33 27 9^9 + 17,5 S Te.tu.nu.rott. 27 9,^ +32,5 S E Nu.reui. pifl 24 27 9.4 +if',o N E Piogg nuv. 37 9,2 + '9,8 E Nuv. ser. 2h 27 9,0 + 16,0 N E Nuv, pioggia. 37 8,7 +3r,3 E Nu. tern. pic 26 27 8,0 +16,3 E...0 Nu.reni. piog. 37 ^,0 + 19,0 N 0 Nuv. ser. uu 27 27 %^ +i3,o NNO Serelio. 37 8,0 +30,O E Nuv. ser. 28 27 8,3 + 14,3 N 0 Sereno. 37 8,7 +2P,6 S 0 Sereno. 20 37 9,2 +16,0 E Sereno. 27 8,7 +20,0 E.NO Tern, piog.g 3o 27 9,3 +i5,5 N E Nuv.rotto.ser. 37 JO,o +31,4 SO Ser nuv se 3i 27 10,6 +ib,b N E Nuv. ser. 37 9,0 1 +17,5 S... E Nuv. pioggi Altezza mass, del bar- poll. 27 lin. 11,9 Altezza mass, del term. + 24,Sj media » 27 » 9,52 media ...... + 18,6^ Quamita della pioggia lin. 80,47. 297 BIBLIOTECA ITALIANA ^^dlcvJozo A 022. PARTE I. LETTERATURA ED ARTI LIBERALl. Annali 3Iusultnani d'l G. B. Rampoldi. Volume 2.' — Mllano, 1822, dalla tipografia di Felice Rusconi, dl pag. 495 ill 8." Prezzo lir. 6 20. %LUE9T0 secondo volume di nn' opera , della quale gia abljiamo commendato il disegno ed il priino saggio pubblicato, abbraccia la storia importantis- sima dei Califfi. Esposti adunque in un quadro lagionato i rapidi progress! delT islamisino e T in- grandimento dell' arabo inijjerio , passa V autore a trattare dei fondamenti della dottriua di Jlfaornetto , dell influenza dell' islamismo sull' araba uazione, e dope di avere presentato ua prospetto della se- conda epoca musulniana, viene alia storia dell' ele- zione di un successore di Maometto inedesimo. Con molfa (ilosoiia si osserva , clie i progressi rapidi dell' islaniisnio promossi furouo non solo da niolte favorevoli circostanze , ma dalla destrezza altresi dell' arabo legislatore , il quale nell' intra- prendere la difesa dc' nazionali diritti, seppe da saggio politico conservarli , facendoli coa molti Bibl. Ital. T. XXVII. 19 29B Annali musulmani dogmi di altre nazioiii entrare nel suo niiovo si- steina di dottrina. A coloro che l' iinpostura di Maomctto accusano come funesta al genere uinano e distiuggitrice dei piu aiitichi imperi , si li- spoiide coll' osservazione di alcuni tilosofi , ch' egli ebbe in vista lo stabilimento di una dottrina da lui creduta salutare , cU' r jili el)be per base la verita e la santita delle rivelazioni antrriori ; che r idolatria aboli , e die GolT idea dell'd; ricompense e dei castighi riserbati alia vita fntura, corapresse la seusualita della nazione e la morale studiossi di niigliorare. Forse Maomctto oapace non era a com- porre un sistema di morale e di politica clie a tante nazioni diverse applicare si potesse , o forse piuttosto non credette die si gran numero di na- zioni rislamismo abbraccerebbe: egli seppe tuttavia ispirare la carita, T amore fraterno , la concordia , commendo la pratica delle virtu sociali, lo spirito di vendetta comune tra gli Arabi compresse, e dal- I'oppressione gnarenti le vedove e gli orfani. Riuni ancora le tribu nemiclie , e colT unita della reli- gione e del capo della nazione laccolse molti mem- bri dispersi e forti gli rendette coutio i neuiici stranieri. Non tranquilla poteva essere pero V elezione del successore, daclie molti dei Medinesi credevano die Maomctto morto non fosse, e die trasportato per alcnn tempo al cielo, in estasi si trovasse con Dio, come di altri profeti si era asserito. Alcuni diritti competevano certamente ad Ali , die cugino e ge- nero del profeta era stato gia da diciassette anni dichiarato da esso successore \ ina della sua gio- ventu approlittando, s'introdusse Ayesha a turbare r elezione, tanto piu che anche sul diritto di eleg- gere disputavano tra di loro i Mohajeritii e gli An- sari. Proposto fu da Abnl Bekr , che T elezione so- pra i compagni pin ragguardevoli di Maomelto ca- desse, Omar ed Abu Oheidah^ ma un terzo partito formossi in fayore di All^ e Ayesha adoperossi di VI G. B. RAMPOLDI. 29^ uuovo per la di lui esclusione, deposltario pretea- deti'losi delle ultirae volonta di Maometto medesimo. Omar diede uii raro esempio di disinteresse, rinun- ziaiido a qualimque diiitto ed a qualunque preten- sione, e siuldito dichiarandosi di Ahul Bekr : quel- r esempio fu seguito dai compagni di Maometto e da tutto il jjopolo di Medina, XsonAe Ab id Bekr fix salulato Califfo, cioe successore e vicario del profeta di Dio , equivaleiido la parola di CalilTo a quella di erede o successore. Scri.e a questo proposito T autore ia una nota, clie questa fu sempre riguardata come la princi- pale carica delT islamismo ; che quel titolo rappre- senta 1" autoriia temporale e spirituale riunita, cioe quella d{ U' Fman e AeW Emir-^ che alcuni il nome di GalilFo interpretarono vicario di Dio in terra ^ che i primi cinque califli, gla compagni di Blao- met.to , detti furono della linea destra ,■ che la scde del califfato rimase in Medina fuio ad Ali, che la trasferi a Kuffa donde fu trasportata a Damasco, ad Arbar , ad altra citta presso TEufrate e alia per fine a Bagdad ; che la successione dei califli duro fino air anno 1268 delFera volgare, e che al- tre dinastie.il titolo di Califfo assunsero , come i Fatimiti, gli Oinmiri , i Bascheinah , gli Abbas- sidi ed anche i Jubiti , ma che alcuni riguardati furono come scismatici , altri come semplici capi della religione , tutti come eietici o fautori del- r eresia. Al nuovo Califfo eletto ricusarono gli TIasliemiti il giuramento di fedelta, ed All capo loro per sei mcsi si 1 "nne nella propria casa in uno stato d' in- dependenza. IMa vedendo Y elezione t!,eneralmente consentita, face le dovute proteste, alle quali il Ca- liffo lispose , che solo per urgentissime cagioni e per aderire al voto generale de'Musulmani assunto aveva il supremo comando. L' inaugurazione la ce- lebrata col cignere al fianto dell'' eletto una spada 9 due tagU , e il giuramento fu prestato nel modo 30© ANNALI MU9ULMANI che ancora si pratica da tutti i monarchi raaoraet- tani. Degno e di memoria , che il nuovo Caliijfo dalla sua tigliuola Ayesha voile essere informato della situazione del suo patiimonio, e piu picciolo oltreniodo trova:idolo , perche prestate aveva di grandi somme a Maometto , il padrone del piu vasto impero si accontento di riceverc dal pubblico te- soro r assegno di tre danari d' oro al giorno. Ma certo Moseilamali , die profeta dicevasi esso pure, e che alia testa trovavasi di truppe nume- rose, obbligo il nuovo Califfo alia guerra; e seb- bene sulle prime vincesse, battuto fa ed ucciso nella battaglia di Akreba , e cosi ebbe fine quella sol- levazione. Bnbellaionsi pero cpiasi tutte le arabe tribu , ed abbenche i Maomeltani dessero all' nc- ciso il tjtolo di nientitore o inipostore, altri molti ne insorsero, die tutti come profeti si qualifica- rono. Osserva sai do- minj ; ma egli raccolse tosto una truppa scelta di veri credenti , e questi riuscirono in breve a sconfiggere i Khendaiti e spaventarono iier tal niodo la profe- tessa Sejai che i suoi sogni ed i snoi seguaci ab- bandonando , si ridusse ad una vita privata. Scon- fitto fu pure Hotam altro profeta, benche con mag- giore difficolta per essersi egli postato di la dal deserto ; in breve pero le tribu tutte ritornarono air islamismo ed alfubbidienza del Califfo, e solo riniasero in opposizione gli Hashemiti ; morta es- sendo pero Fatima fip;liuola di Maometto , s' inde- boli quel partito, ed il suo capo All si sommise DI C. B. n\MPOLDI. So I egli pure , rifintando ancora il governo degli Arabi , che gli veniva offerito. Fill qui narrati si sono gli avvenimenti delFanuo 632; nel seguente veggonsi le disposizioni date dal Galitfo per fare la guerra ai Romaui , la spedizione di Osnmuh nella Siria , di Klialed nella Persia, clie fu da esso realniente invasa , e la fine del regno di Irah , dove reguavano alcuni principi Arabi da circa 600 anni. Un prinio tribute in danaro viene imposto dagli Arabi alia regione situata tra TEufrate e il de- serto nella somma di annue 2'C>^<^oo inonete d' oro ; la rubellione di Tideidad capo della tribu di Ashed viene ben tosto compressa ; il vincitore KJialed passa nella Siria, assedia e conrfuista Gaza; iinpotenti rendonsi le disposizioni deir imperatore ^/acZio per respignere gli Arabi conquistatori ; la di lui ar- mata pero evita prudenteuiente un generale com- battimento ; gli Arabi prosieguono con ardore la guerra , e ratforzati da niolte truppe venule dalla Siria, conquistano Bosra o Bostra, Harran , Ammon e Havram, e si avvicinano a Damasco. Klialed ne abbandona tuttavia T assedio alFavvicinarsi deir ar- mata di Eraclio , e grande battaglia vince contro i Greci presso Anjadim. Di un' armata di 70,000 uomini soli 3o,ooo se ne salvano, mentre gli Arabi non perdono che 474 soldati , e questa victoria ac- cresce sommamente V ardore guerriero dei vincitori. Dispone allora il Califfo i capitoli del Corano nel- r ordine in cui presentemente si trovano , e quel sacro codice viene in tutti gli eserciti ditfuso. Piacera forse ad alcuno dei leggitori nostri il ve- dere espostn. una breve idea o un compendioso rag- guaglio del Corano , del quale molti parlano senza conoscerne il vero valore: esso e tratto dalla nota 9 alia pag. 254. La parola Koran significa lettura o quello che dee essere letto ; non vuole 1' autore che si scriva Alcorano , perche la sillaba al non e che il nostro ,il^ e quindi si raddoppierebbe V articolo. Quel Son ANNALI MOSULMANI libro vicne talvolta nominato Forkan , die significa dlviso ; altre volte vien detta in arabo il voiuine ^ il libro per eccellenza^ V ammontzione ecc. Nella parte civil*^ si veggono alcuue leggi tratte dal Codicc Giiistinianeo, e nella parte religiosa si ricliiamano L- cloitrinc cli Ario , di Nestorio e di Sabeldn. Parlandosi di Gesii e di Giovanni Battista vengono cpiesti detti profeti esimj e molto si coin- menda la loro dottrina. Lo stile del Gorano viene molto lodato dagli Arabi, in gencrale e assai buono come didascalico ; vi si trovano tuttavia frasi pocticlie, come nei pro- feti ebraici, figure rettoriche , floride e sentenziose espressioni. Credono gli Arabi , die la lingua di quel libro sia la piu pura e pertetta ; quel dia- letto pero molto dilFerisce dal moderno , e forse come il latino dairitaliano. Lo stile e sempre con- ciso e di buon gusto, e sebbene il tutto sia seritto in prosa , le sentenze in generale finiscono in una rima lunga e continuata , die T autore obbligo ad alcune ripetizioni. Si considera il Cnrano come il lavoro piu per- fetto die esista nella lin»ua araba, sebbene alcuni scnttori godessero gia ai tempi di Maometto altis- sima cousiderazione, e tra gli altri Labid ligliuolo di Rabiah, il quale pero vinto dicliiarossi alia let- tura del secondo capitolo del Corano. Un poema in ouore di Maometto scrisse Kaab , nel quale si loda lo ttile del Gorano , e altro poeta, conosciuto dai Greci sotto il nome di Amriolcarls ^ benclie ne- mico di Maometto , riconobbe la superiorita del suo stile. Maometto si solleva qualclie volta nel suo libro al di sopra dello stile ordinario e volgare , massime eve descrive Iddio seduto sul trono dei mondi in atto di dar leggi all'universo, di far muovere ad un cenno i pianeti , di sterminare le citta piti po- polose, di far sorgere un giardino in mezzo al de- 6erto. Elevate e pure il suo dire , allorche descrive DI G. B. RAMPOLDI. 3o3 il piacere del paradiso ; energico e terribile allor- che descrive le tiamrne divoratrici. Si pretende clie Maoinetto in una linH;via ricca ed elegante plu di qualunque altra , segua e dipinga nclle sue trasi il volo del pensiero, neir armonia imiti il grido de- gli animali ; il mormorio deironda, il miiggito dei venti , lo strepito del tuono , e spesso rivesta la sua dottrina con tutta la leggiadria delF elocuzione, la morale colla conveniente maesta , e le favole stesse con colori ori2;inali. Ali diceva del Corano, che conteneva le storie del passato , le leggi del prescnte , le predizioni deir avvenire. 11 dogma unico del Corano e V unita di Dio e la divina missione di Maometto suo pvofeta ; i prin- cipj fondamentali sono la pregliiera , T elemosina , il digiuno, il pellegrinaggio. La morale e fondata su la legge iiatul-ale colle modificazioni conveniend agli ahitanti dei piesi caldi. Vi si trovano molti articoli tratti dalla Bibbia , molle favole tolte dal Talmud^ altre inventate da una fervida immagina- zione, e per questo alle volte vi si cerca invano il metodo e la chiarezza. Maoinetto era tanto entusiasta del merito del suo Jibro, che stidava gli uomini e gli angioli ad inii- tare le bellezze di una sola pagina , e giugneva fino ad assicurare, die Dio solo aveva potuto dettarc quel capo d' opera incomparable. Benche alcuni antepon2;ano la maestosa sempli- cita del libro di Qlobbe^ si trovano nel Corano di molte letterarie bellezze, e quindi i IMusulmani lo chiamarono talvolta la scrktiira eccelleiite o il libro glorioso , e lo riguardarono sempre con uno scru- poloso rispetto. Quel libro fu scritto nello spazio di diciassette o diciott' anni parte alia Mekka e parte a Medina; fu scritto, dice Maometto medesimo, a misura die veniva rivelato ; a norma , soggiugne il nostro auto- re , die il legislatore aveva bisogno di far parlare Iddio. Egli aveva degli amanuensi die scrivevaao 3o4 ANNALI MUsULMANT sopra foglie di palme o sopra per2;amene Ic cos il sepolcro del profeta; ma gli Arabi invadono di nuovo Flrak Aarab •, in Persia si spedisce un comandante , al quale si oppone una regina , e il di lei capitano giugne perfino dopoFe- sito indeciso di una battaglia a stidare a singolare tenzone il musvdmano ; ma vinio rimane , laonde il suo esercito si reca al di la del Tigri, la re- gina e deposta, si crea un nuovo re della Persia, e gli Arabi coutinuauo le loro vittorie. Muore in queir anno Abdalla , uno dei piu gi'audi poeti ara- bi, gia compagno di Maometto. NelF anno 635 gli Arabi si fortilicano in Gaza ed in Damasco , si rialzano le mura di Kuffa e di Bassora ; Jabalak di Ghassan intraprende un pellegrinaggio , ma cade poscia in apostasia; i Greci assaliscono Abu 3ia ANNALI MUSULMA.NI Ohejdah^ ^li Arabi pero conqiiistano Hems, e scor- roFio predando tutta la Siria-, conqiiistano Hamak ed altie citta; e sebbene si lodi la condotta pictosa del vincitore Ohejdali verso i vinti , pure non senza qualche sorpresa vedesi dal CililFo dichiarata la schiavitu naturale agli uoniini. Lodasi pero V ammi- nistrazione illibata di quel despota e la sua gene- rosita verso le persone virtuose. Baalbek viene conr^uistata nelF anno 636. Co- mandante de'Persiani trovasi quel Rattan, del quale cotante favole narrarono gli scrittori di quella na- zione ; ma egli perde la battaglia di Kadesia , dal cbe nascono importanti conseguenze politii he. Ma- dayen viene presa d' assalto dagli Arabi, e lo sten- dardo sacro o il palladio de' Persiani cade preda de' vincitori. U esercito romano si rafforza nelle vicinanze di Antiocliia*, ha luogo quindi la batta- glia diYermouk, e le donne nuisulmane si distin- guono con maschio valore. Muojono in quelP anno niolii Arabi illustri. Nel sesiuente si assedia Gerusa- lenime: una grave pestilenza alTligge la Siria ; si con- cilia la resa della citla assediata, il Califfo stesso si porta nella Palestina , e dopo una allociizione ai soldati suoi entra solennemente in quella citta. La Siria si divide quindi in dne governi ; Amrit e incaricato della conquista deir Egitto , mentre il C.dilfo torna a Medina. Saad riporta una grande vittoria nella Persia, e gli Arabi da altro lato si con- quistano Ccsarea e Tiberiade. Obejdah e padrone di Aleppo , e i Giudei sono cacciati dalP Aral^ia. Ve- desi in queir anno compilato un registro degli sti- pendiati nelP iniperio Arabo , e si danno disposi- zioni , perche gli Arabi non escano dalla patria loro. Muore in quelP anno Miriam schiava di Mao- metf.o. Cadono nelP anno 638 un nuovo assedio di Antiochia , una battaglia vinta presso quella citta dao;li Arabi, la presa di quella citta medesiraa, la conquista di tutta la Siria tino all'Eufrate, di Tri- poli, di Tiro e di altre citta, beache la pestilenza DI G. B. RAMFOLDI. 3l3 entri nell' esercito di Amru Hai mo uzan \'\ene con- doito prigione a Medina , e in tjuell' anno stesso si pnbblica il divieto di vendere le schi ve dive- nute niadri Tutta la Siria viene dai Musulmani soggiogata nell' anno 63q, e la Mesopotamia co- stietta a pagarc tributo. Gli Arabi conquistano Rlan- bii ncl Khiisestan ; il re di Persia e di uuovo co- stretto a f"ggire; Amru s' intanmiina per la secoada volta verso 1' Egitto, raiTorzato dagli Unitarj , cioe dai Musulmani die credonsi piu ptnfetii ; in ]\Ie- dina entra la peste e fa strage uegli Arabi eserci- ti, della quale cadono vittime anche i comandanti. Amru iieir anno 640 conquista Farmak , assedia M sr capitale deW Egiito , accorda una capitola- zione ai Copti , e compie la conquista di quella provincia. Si danuo di varie battaglie, e i Greci si chiudono in Alessandria ; cola vieiie condotto pri- gioniere Amru , e un servo fa uso di uno strata- gemma per liberarlo. Muore Sufia vedova di Mao- metto\ continua la pestilenza uella Siria, e in quel- r anno si stabi'isce Muhammeida. La citta di Ales- sandria viene conquistata nelF anno 641 , come pure la Mesopotamia, e con esse molte altre graudi citta. Gli Arabi si stabiliscono solid imente nelT Egitto, e muojono tra di essi varj ilkistri personaggi , tra i quali altra vedova di Maometto. Coiitinuano nelT anno 642 i progress! degli Arabi nelf Egitto , malgrado la spedizione di un esercito greco a quella volta. L" Arabia e afflitta da orribile carestia , uon ostante la fertilita de' suoi terreni coltivati; un liume si estrae dai Nilo, una citta vie- ne fabbrirata Aa. Amru , ma disonorato e quell' anno coir incendio delle biblioteche d' Alessandria e ren- duto piu tristo dalla morte di Khaled. Nel seguente gli Ara1)i occiapano la patria di Zoroa-sf^ro, invadouo la l\Iedia. si dispongono alia conquista dell' Africa, svilupi)ano grande cor^iggio nel deserto dclla Libia, concpiisrano Barka, a'^sediano Tripoli, la cspugna- no e il coman 'ante Zobeir da prove di altissiiuo Blbl. huh T. XXVII. 20 3 14 ANiNfALt MUSULMANl valore in una battaglia, siccome pure di eroica ma- £;nanin"iita. Al tempo stesso gli Arabi invadono il Khorasan e il Khusestaii , riconquistano Ahwas e Siraf , vincono alcune battaglie e cacciano Costante da Bizanzio. Sono pero essi nel seguente anno co- stretti ad abbandonare V Africa ; vincono alcune battaglie, ed alcune citta occupano nella Persia; il re costringono a ritirarsi, dopo di clie egli muo- re; concpiistano Ispahan dopo lungo assedio, occu- pano Persepoli e per ultimo Nischabour. Difendonsi tuttavia i Kurdi in una fortezza, e il Califfo fe- rito mortalniente ricusa di nominare un successore : egli muore , e adoperandosi di nuovo Ayesha per r esclusione di Ali^ viene eletto Othman ed inaugu- rato malgrado le proteste delP cscluso. Gli Arabi ingrandite avcndo le loro truppe, con- quistano Ilamadan nel 645, ricnperano Madayen e Persepoli, e tutta assoggettano la Persia. Muojono al< uni valorosi guerrieri, e nelP anno seguente gli Arabi sono espulsi da Alessandria. Amm viene ri- mosso e quindi restituito al reggimcnto delPEgitto, e muore Zeinab altra vedova di Maometto. Amni recupera quindi nel seguente anno il basso Egitto ed Alessandria, e la prima flotta armata dagli Arabi invade F isola di Cipro. Torna nel 648 quel T ar- mata nclla Siria, e conquista P isola di Arado; nel 649 si invade pure P Asia minore , si conquista Ancira, si assalc P Isauria , si entra fino nella Nu- bia •, una nuova redazione del Corano si fa nel- r anno 65o ; ma Cipro allora si sottrae al dominio degli Arabi. La Nubia viene nel 65i assuggettita a tribute :, la Mauritania di nuovo e invasa, muore il sovrano d-.-lla Persia e P Oxo si stabilisce limite delPArabo imperio ; ma si accusa il Calitlb di cat- tiva amministrazione , e avviene la morte di illu- stri persone. La conquista delP isola di Rodi , la distruzione di quel colosso, la rovina di Cartagi- ne e la morte di Abas zio di Jllaometto cadono nelP anno 652. Nel seguente P arrive della flotta \ DI G. B. R\MPOLDI. 3l5 Araba nel mare Egeo e la battaglia navale tli Sa- tali.i. Ainru viene toko nuovamente dai governo deir Egitto; SI fabbiica nel 664 un magnifico tempio in Kulla, e si i oniincia ad aggiungeie allc moscliee i mmaretJi , specie di campanili. Si congiura in se- greto contra il Galiffo ; un ponte viene costrutto sul bnnie Adone , « si occnpano alcune citta. Gli Arabi respinti dai Beber o Berberi dell' Atlante , s' im- padroniscono tuttavia di Costantina e ne rispettano i monumenti. I Persiani e i Kurdi sono tagliati a pezzi , ma cresce il malcontento verso il CalifTo. Alia testa dei rivoltosi si pone nell' anno seguente r intrigante Ayeska; una sollevazione iiasce in Me- dina , e cola giungono molti congiurati ; mentre quella donna continua nc' suoi maneggi in favore di Telha ^ il Califfo e tradito da un suo scrivano o segretario, ed assediato nel proprio palazzo : tenta invano All di difenderlo ; il Galiffo e ucciso bar- baramente , e quindi sorgono contese per la ele- zione del successore , troncate finalmeute coUa no- mina e confernia di All. Questi ordina una nuova leva generale degli Arabi , nia impoliticamente Gam- bia o rimxiove i governatori, tras-rnrando Tellia e Zoheir. Nasce percio disrordia grande tra gli Arabi fomentata dalla instancabile Ayesha ; que' due co- mandand obbliati abbnndonano Medina , Moawiah si ribella , la Siria si arma per vendicare Othmano , r Africa Cristiana si soUeva contra gli Arabi, e il CaliiTo e costretto a spedirvi poderosi rinforzi ; i niaicontenti s' incamminano a Bassora , e Ayesha osa perfino pubblicare un manifesto agli Arabi. Soi>- corsa e questa dagli abitanti di Saanali, atlerrita dai cani di Jouab •, Ali pa])blica un decreto contra i bestemmiatori, e gli Arabi occupano il Laristan. Pill fortuuato e V anno 658 , pcrclie Giulia Ce- saren cade in potere degli Arabi ; ma il governatore di Bassora viene cacciato dai rubelli; JZi parte da Medina, e KulTa e occupata da Hassan di Ini figliuo- •io. Le trattative di pace coi vibelli sono mandate 3l6 ANNALI MUSULM.VNI a vuoto da Ayesha; ALi vince pero la battaglla di Klioiaiba , nella (juale muojono Tellia c Zobeii\ e Ayes/ia stessa e fatta prigioniera e coiitinata in Medina. Kulfa e dichiarata metropoli delT Aiabo impero, ma in Damasco s' innalza come stendardo la camicia di Otiimaii ^ e All si dispone contra Moawiah; egli e abbandonato da Atnra^ e il rivale suo e procbmiato CalitTo nella Siria ; vince pero All la battaglia di Seffein, ed e sfidato da quello a singolare tenzone. Muojono in quclT anno Aniar amico di Maometto^ un poeta detto Ehn Nabath ed altri Arabi illnstri, e nasce la setta dei Carajeiti. La IMelvka nel 669 viene presidiata da un corpo di truppe di Ali:, si eleggono arbitri per decidere la contesa tra questi e Moawiah^ si pronnnzia la sen- tenza arbitramentale , e i due op[)Osti partiti si caricano a vicenda di tutte le maledizinni. Amric tonia al governo dell'Egitto, ma nelT anno se- guente gli Ommiadi sono scacciati d.i Bassora ; Moawiak conchiude una pace ignominiosa coi Ro- mani, occupa la Mecca e IVledina, e molti guer- rieri di All sono truridati nelF Arabia. Hajar si di- stingue col sno valore in difesa di All; il partito di (juesto occupa la Siria fino al mar Morto, e ira molte persone illustri manca di vita Maimuna altra vedova di Maometto. Contra i p:etendenti al trono si dicliiarano n^l 661 tre Carajeiti. Moawiah viene ferito leggermente da Barah , ma All riceve un colpo mortale , e dope la sua morte viene onorato di titoli gloriosi. An- cora lottano colT armi i due partiti, iinabiiente vi("ne eletto C lilFo Al Hassan^ e colla storia deir anno 661 si compie questo volume. Giudi7iose ed utilissime in gran parte troviamo le note appnste alia fine dfl volume medesimo , dellc quali molte servono alia spi<"gazione di nomi proprj, massime relativi alia geogr.tfia , i qnali diili- cilmente potrebbono iatendersi per essere scritti quasi tutti secondo V Arabo liiigUiiggio. Bassora per DI G. B. E\]MPOLDI. Sl^ esemplo viene piu volte tioniiuata Basrah:, Madayeii porta presso di iioi tutt'altro nome , Haep e Alep- po; Antakia Antiochia; Babela un borgo di Aiitio- chi.i ; Jabola la Byblos dei j^eografi greci; Kift la Coptos dei Greci ; Nekita la Necropoll di Strabone; Roha noil e die Edessa ; Tusca e T odierna Zaine; Tipase Tlessul, Siga Tawcam; Oiiak sono le Oasi ecc. Noil sappianio verameate intendere come T aiitore die ha scritto italianamente il nome di Maonietto , non abbia pure data una lisonomia italiatia a tanti altri uomi proprj dei quali al piu poteva indicarsi come scritti ftssero originalmente dagli Arabi, giac- che la loro ortogratia rompe talvolta o confonde la serie delle cose e delle idee. Uiile sarebbe foise riusi ito altresi il preseatare in un indice alfabetico i nomi tutti delle provincie e delle citta accennate nel Gorano e nelle storie, raassime aatiche, degli Arabi coi loro equivalenti nella nioderna geogralia e la loro piu precisa indicazione. Bella e la lettera inserita nella nota 17 alia pa- gina 824, la quale da a conoscere il carattere de- gli Arabi, non che il loro stile epistolare. Molte altre cose importanti , oltre le notizie storiclie e geografiche, trovansi in queste note-, nella 19 per esempio , si tratta del governo assoluto e dispo- tico dei Musulmani , della schiavitu creduta uno stato naturale dai pubblicisti deir Oriente , della cagione delle sanguinose catastrofi clie a< cadono nei doiniu") de' principi Maomettani , del modo dispo- tico di governare, sempre abborrito dagli Arabi, della successione dei beni tra i Maomettani, ecc- Nella 20.' si parla di ricclii arredi trovati in Ma- dajen, deir argentcria, degli abiti e dei manti reali adorni di genime , di un trono d'oro , di una tap- pezzeria di seta della misura di 60 cubiti in qua- drato, adorna di una grandissima varieta di fiori e di erbe, ritratte dal vero, e formate di lamina d' oro e d' argento intrecciate con perle e pietre preziose , le quali notizie servono aucora alia storia 3l8 ANNALl MUSULMANI DI G. B. R\MPOLDI. deir arte. Cosi vedesi nella nota niedesima V oro in polvere e lavorato , in quel saccheggio rinve- nuto; veggonsi magazzini di tele finissiine e di aioini odoriferi, specialaiente di canfora. Nella seguente nota si nferisce per intero la capitolazione di Ge- rusaleinme , che svela pure maravigliosamente il carattere ed i costumi (]egli Arabi di quel tempo ; ed importantissima e pure la nota 3o , nella quale si espongono le quattro classi generali delle pro- fessioni esistenti presso i Maomettani . dalle quali alcuno non puo essere escluso , cioe lo stato rai- litare , V agricoltura , il commercio e le arti o i mestieri. Si nota pure che le arti e V industria sono presso que' popoli in onore ; che ognuno se- condo il Corano dee lavorare , e che la mendicita oon e se non T ultimo riparo: si commenda altresi giustaniente in quel luogo la beneficenza de' Mu- sulmani , che si fanno premura di sollevare i men- dici che gF introduc^ono e gli alimentano nella pro- pria casa, e che gli atti benefici estendono perfino agli animali , non permettendosi di maltrattnrli , e ai gatti specialmente , perche nutriti e acca- rezzati colle proprie mani da Maometto ,• da que- sto nasce anche la repugnanza che i Maomettani hanno in gran parte per la caccia , cosicche nelle citta comprano gli uccelli esposti in vendita nolle gabbie al solo oggetto di riraetterli in liberta. Troppo lungo sarebbe il volere riandare tutte le note che destano interesse e servono utilmente air istruzione: raccomandiamo pero la lettura di questo volume che illustra una delle pin grandi epoche di quella storia , e facciamo voti , perche quest' edizione sia con eguale ardore continuata e condotta felicemente al suo termine. 3i9 Famiglie celehri italiane. Fascicolo VI. — Trinci di Foiigno. — Ciwaniglia di Napoli. — Qlovio di Como. D, opo tutto cio che di questa bella , grandiosa e tutta nazionale costosissima Opera abbiamo detto; dopo che si e potato vedere con die estesa e di- ligente erudizione , con che giusto cnterio , con che garbo grazioso ha proceduto V egregio Autore fin qui nel trattare delle splendidissinie famiglie che tanti illustri uomini hanno dato alF Italia , e tauta parte hanno avuto ne' destini d' essa in bene e in male , quelle degli Sforza di Romagna , degli Ecelini della Marca di Trivigi , de' Sanvitali di Par- ma, Ae Simoiietta di Calabria, de' Gallio di Como, de' Triidzio di Milano , de' Cesaiiiii di Roma , dei Peretti di Montalto, noa possiamo non rimanere mortificati e per noi e per T intera nazione, con- siderando che inentre dappertutto siamo pieni di nobilissime famiglie , i cui individui non mancano d' insuperbire de' chiari nomi de' lore maggiori , si poco impegno questi dimostrino in sostenerne r onore , e in apprezzarne i meriti e la gloria. E diciamo cio considerando , che mentre fuor d' Italia, ove la circolazione della notizia di quest' Opera, non che poi 1' opera stessa, necessariamente dec soflfrire lentezza per le tante difficolta che la di- stanza de' luo2;hi , la lingua straniera , e 1' oggetto pure straniero della medesima naturalmente oppon- gono , fino dal fascicolo V si spiacciano ventisette copie , che ben presto saliranno a piu ampio nu- mero, in Italia non se ne contano chieste che set- tantasette ^ fra le quali poco meno che la meia c assorbita dalla citta di Milano. Ne possiamo nascon- dere il ribrezzo che ci ha fatto il vedere cinque 020 FAMICLIE CELEBRI ITALI\NE. sol<* mandate a Roma , tie a Fireiize , due a To- rino , una a Gcnova ! Quando in tali metropoli rindifferenza delTonorc della propria stirpe giuuge a (juesco punto , che sperai e per la virtd? Noi pro- nioviamo le coasidernzioni de' nostri leg;gitori , e soppriniiamo le nostre ; ed infanto , senza rinun- ziare alia lusinga, clu^ gli uomini della piii notabil parte della nazione sorgano dal torpore in cui giac- ciono , veuiamo a dar conto di ci6 che di piu iniportante trovasi in questo fascicolo VI. La famiglia Tiinci di Foligtio, die le meraorie antirhe disegnano coine longobarda, si estinsc nel 1462 in Rmaldo , che fatto nominar vescovo di Foligno da su;) padre Corrado, chiamando il clcro agli antichi suoi diritti, nienfre Eugenio IV avea eletto a vescovo akro soggetto , dopo avere per piu anni governata quella Chiesa, si salvo dagli assalti delle arnii di Roma, e veaie a rifug'arsi a Milano presso gli Sforza. La storia di fjuesta f.imi- glia puo dirsi in compendio un esattissimo quadro di que' tempi d'orrore, in cui T Lalia fu piena di tiranni e di delitti ; e in cui principalmeate i Papi era sedenti ne'contorni di Roma ed ora in Avi- giione, abbandonate le massime del santo aposto- lato, ed occupandosi di una terrena ambizione , alternatamente accarezzando e perseguirando i pic- coli signori delle citta che pretendevano di loro dominio , davaiio piu violento moto alia ruina dei popiili, de' quali intanto dicevansi , e doveano es- sere i padri. 1 Triuci , guelli di parte , e intenti ad usurparsi colla dominazions della loro patria quella de' luoghi vicini , se alcune volte pur mo- strarono animo guerriero , il piii V ebbcro sangui- nario, crudelissimo, atroce; oppressori a vicenda, ed oppress!. Ma qnesta era piu che di natura, con- scguenza funestissima della condizione de' tempi. In tempi niigliori uomini di si alto e risoluto ani- mo , per la forza del loro carattere , per la fer- raezza uel proposto , per V insistenza e il Concorde FAMIGLIE CELEBRI IT\.LIA?JE. 62 T volere, sarebbero stati priticipi degiiitli benedizione. Fu lino de' Trinct, ^ clie tondo T oidiiie de Zoccolanu mir alpestre luogo di Bruliano, in mezzo ngb scon- volgiinenti nati tra la turba numerosissitna de' Frati niinori , quaudo il famoso Y Elia dei lino dalla rc- gola austera, che potea conservarsi nei primi bol- lori deir entusiasmo; ma che non avrebbe potato resistere agli urti de' bisogni essenziali dell uomo nel decorso de' tempi. In tempi di meno aspii costumi fiori la famiglia Cavaniglia , fondata da un gentiluomo spagnnolo di Valenza alF occasione che Alfonso d' Aragoiia oc- cupo il regno di Napoli. I servigi important! che rendette a quel Principe Qarzia Cavaniglia, gli meri- tarono, oltre assai onori e fr-iidi, (juello della contea di Ti oja , che iisci poi dalla famiglia per vendita che ne fece nel 1647 uno de' discendenti , Trojano ^ onde pagare i debiti che avea contratti servendo r imperatore. I marchesi di Santo Marco , estinti nel 1792, erano un ramo de' Cavaniglia. II ramo prinio pare che si es'tinguesse in un altro Trojuno., morto air assedio di Ostenda , ed esposto , come e fama, per gelosia di nazione , dagli Spagnuoli ad inevitabile pericolo. Noi Italian! , dice il cav. Litta., abbiamo pur sovente in questo barbaro modo per- duti uomini di alte speranze ! Un Trojano Cavani- g'ia , nipote di Garzia^ e nella famiglia sua prime di questo nome, trovavasi in Troja quando Lautrec spedito alia conquista del regno di Napoli investi quella citta. « II Cavaniglia , grave d' eta e per lunghe guerre afflitto da infermita continue, co- noscendo l' importanza della posizione del suo feu- do , si fece trasportare in lettica da Montella a Troja , giungendovi nel momento in cui il ne- niico la circoudava. Tre giorni di valorosa difesa arrestando la marcia trionfale di Lautrec. bastarono per annientare i di lui progetti, poiche giunto sulla linea il principe d' Orange coglimpf-riali si ottenne l' intento di guadagnar tempo per ordinare 322 FAMIGLIE CELEBRI ITALIANE. la clifesa della capitale del regno, Fu quindi ab- baudonata Troja , ove il Cavaniglia nell' intervallo di quei giorni oppresso da straordinarie fatiche era spirato, Lauti*€c entro in Troja iiitimando il sac- cheggio ; ma il primo suo pensiero fu quello di accorrere alia cattedrale della citta sottomessa , e ivi far aprire la tomba di Trojaiio e del di lui figlio Garzia , che era morto durante Tassedio, e spo- gliatine i cadaveri de' ricchi arredi, nel bolloi-e della vendetta ordino che venissero strascinati per la chiesa, e quindi per vilipendio ignudi abbandonati sul suolo. » — « I Turchi , soggiunge V autore , mezzo secolo prima, quando colla conquista del- r Epiro ebbero in potere il sepolcro di Scander- begh , aveano dato 1' esempio del rispetto che si deve alle ceneri anche de' neinici. Dopo questo pa- ragone , ch' io non avrci giammai saputo passare sotto silenzio, per onore della nazione si potra aggiungere come Lautrec altro di vero francese non avea die il norae. » II cav. Litta ha pubblicata una meJaglia di Gar- zia di Cavanilla tolta dal Museo Taverna in Mda- no. Oltre T Ammirato , che parla dei Cavaniglia nel suo Trattato delle Famiglie napoletaue , w ha un Trnttato della famiglia Cavaniglia di un Prospero Sa- mbo, dato in luce da un d. Ottavio Felice in Napoli per le stampe di Roberto Mollo nel 1637. Avvertendo r autore ingenuamente ch' egli non sa chi sia quel Prospero Sambo , ne quel d. Ottavio Felice , forse dal Soria che ha parlato degli srorici del Regno, omessi perche scrittori genealogici , dichiara tra il Sarubo e Y Ammirato per le cose che dicono , essere poca differenza , salvo che questa , che narrando V Ammirato che Diego figliuolo del primo Garzia^ ed una figlia del re Fcrdinando rransi innamorati , il Sambo non sa darsi p;ice su di cio , stimando caso impossibile che un cavaliere potesse mancare al- r onore e alia fedelta verso il proprio principe , e che in una reggia potessero nascere simili scandali. FAMIGLIE CELEBRI ITALIANE. 323 Sii f\i clie r aiitore esclama glustamente: oh graii bonta del S!2;nor Prospero! e noi diremo , che per uno degli sciittori de' tempi del Sariiho, che abbia aniito toccare qualche acerbita di Piincipi , v' han- no centiiiaja di quelli, che a riguardo loro hanno snaturata in mille modi la verita. Cosi poi ci e st;ita dai piu tramandata la storia ! Di maggiore importanza per noi debb' cssere la storia delta famiglia Giovio di Como, da molti e antichi e moderni valentuomini illustrata, e f mesa singolarmente per Paolo Giovio , detto per distin- guerlo , lo storico. A proposito del quale il signor cav. Litta ^ accennando, come e suo costume, gli scrittori che della famiglia hanno parlato , ci da. compendiosamente un' idea di un' opera neir aiino scorso pubblicata inFirenze, scritta gia dal Varchi, e intitnlata Enori di Paolo Giovio nelle Storie Giacea quest' opera manoscritta nella Biblioteca Maglia- becchiana; ed e stato il sig. Follini^ che quella Bi- blioteca ha in cura , Y uomo beueraerito che V ha tratta alia luce. Ognuno sa come il Giovio sia 2;e- neralmente tenuto autor sospetto , poiche per mille prove consta che in ogni occasione fu attento a trar profitto da cio che scriveva secondando le pas- sioni e gU interessi de' potenti che sperava genero- si , e con alcuni de' quali non ebbe talora ribrezzo di venire a patti. Nel caso pero di quest' opera del Varchi non possiamo non far giustizia al retto criterio del cav. Litta. Ecco com' egli nc parla. "... II Varclii era nomo afFezionato alia Repubblica, e percio nemico de' Medici: basti il dire , che non sa decidere s' egli debba cbianiare pla od empia la deliberazione d" uc- cidere il duca Alessandro Medici , e cbiama Briito tosca- no Loreiizino Medici, che fu T uccisore. Razzi, scrivendo di Varchi , afferraa che non sapeva accomodarsi all' use delle covti, e al vivere de" suoi tempi. Ottcnne il Varchi, ch' era fuoruscito , di poter ritornare in Firenze, e si oc- cupo della storia patria. Poco dopo di averne presentato U prime libro al duca Cosiuio I. troyossi in pericolg di 324 F\MIGL1E CELEBRI ITALIVNE. perilere la vita sotto i colpi di un pugnale. Nasce al Fol- liiii loiitano sospetto chc il Giovio fosse 1' autore di co- tanta scelle atezza forse per gelosia letteraria. Avri mo- tivo di suppoilo, ed io pure ayiei i luiei loiitaiii sospetti in Cosimo stesso. I iiiiei niotivi ponno essere fo.idati sul cafa'lere del Varclii per voler troppo dire il vero , e sa quello di Cosimo, die spediva sicarj in tutte le parti d'Eu- ropa per far ucciderc gli eiiiigrati Fiorentini, die piaage- "vaao la perdita della liberta. I necrologi della Vaiicaiia sono abbondanti di nomi di queste vittiiiie. A suo t^mpo dovro parlar di lui. Una sola riflessioiie si puo opporre al mio ragioiiaineiito , cioe die se T autore fosse stato Co- simo , il sicario ducale non avre'ibe sbagliato il colpo. In qnanto poi al merito del lavoro del Varchi, diro chc vi sono alcuiie osservazioni di assai poco niomento ; in altre si vede il nemico de" Medici , e percio di parer contraiio al Giovio, e in altre finalmente nietto in dubl^io, se il Var- cbi die non era alia corte ne sapesse piii del Giovio. Varchi stesso pero preniette alle sue osservazioni , die il Giovio o non sapea la verita di niolte cose, o non la voile dire. Io reputo pero necessario al lettore delle storie di aver sott' occliio le osservazioni del Varchi. " II tanto nome di Paolo Giovio ha fatto credere a taluiii, die questa famiglia incominciasse ad avere liistro al tempo suo per la riputazione di lui, e di Benedetto Giovio. Iti cio s' ingannaao. Prima del mdle i Giovio abitavano Isola sttl lago di Coino , terra di rimpetto alia vicinissima e famosa isola Comacina ; e nel IX s^^colo, credenilo coUa co- muue degli itomini che presto dovesse linire il rnondo , foiidarotio ivi uno spedal.? per procac- ciirsi un buon posto il di del giudizlo universale cite stimavasi non molto lontano ; e del rettorato di quello spedale da Alessandro VI di poi sen- tenziato di natura alTatto laicale , furono spmpre investiti individui d( IT agnaziine Giovio. Avendo i Gomasclii nel secolo Xll distrutta T isola Coma- ciiia , e con essa la prossiina terra, la famiglia Gio' vlo passo a sog^ioniare a Varenna ; e trovasi poi iicl 1426 ascdtto al Gonsiglio dei Decurioni di FAMIGLIE CELEBRI ITALTANE. 3a5 Como Giovanni Giovio^ avo di Paolo e di Benedetto. Qufl Giovanni ebhe dal Moro la castellania di Ba- radello. Noi dobbiam dire alcuna cosa di Benedetto , a cui comiinemente poclii soli peiisano ; ma die ha molii titob alia stima di chiuncjue apprezza la vir- tu ; ed egli la uni alia dottrin ». Modestia e can- dor d' animo , e zelo per gF interessi pubblici , e biion ordine nei proprj , distiiisero quest' uomo. Ebbe poi tanta fama d' erudizione u\q fu coiiiu- nemeiite chiamato il Vairone della Lombardia ; e niolte opere scrisse , per le quali venne riputato tra i principal! che in Lombardia concorsero alia restaurazione de' buoni studj. 11 sig. cav. Litta dando coiUo dclle vane opere di lui , nota tra le smarrite un libro sulle imprese ed usanze degli Sviz- zeri , una tradnzione dal greco dell' Orazione di San Giovanni Grisostomo snlla triplice penitenza , e un discorso snlla inimortalitd dell anima. Delle stam- pate accenna la Storia di Como ^ pubblicata in V^e- nezia nel 16^9, che fu la prima la quale com- parisse di quella citta , e die e scritta con latina elcganza , e con qualclie critica ; un carme intito- lato De Venetis gulUcnm trophoenm :, una selva di di- stici latini; e un poemetto latino iutitolato De trl- biis divis monticulis , Donato , jEmilio , et Liigutione. Rimangono poi presso i Giovio inedite la tradnzio- ne delle Lettere di Apollonio Tianeo ^ qui lla del li- bro IX della Odissea; e cpiella del poema di Ero e Leandro^ i carmi sulle dodici fontanc sgorganti in- torno a Como ; una raccolta di epigrammi per la ritirata del Turco al muoversi di Cesare nel i532; alcune Poesie al Panigarola per esortarlo ad ab- bandonare il pulpito ; altre contro T amor propria ; ed altre preparate in onore di Carlo V alT occasione che doveva andare a Como : linalni' nte uni disser- tazione sulli patria di Pllnio seniore ; tre Ulri sulla umana societd; e una quantita di lettere, che il di- niostrano assai versa to nella giurisprudenza e nella 3a6 FAMIGLIE CELEBra ITALIA.NE. archeologia. Ne deesi pni lasciar di dire clie insi«- me con Buono Mauro coiidusse a termine la tra- duzioae del Vitravio , incominciata dal Cesariano ^ e sramjjata nel iSai : oltre che lUustro tutte le iscrizloui romane trovate neirAgro comasco. Ma di cio abbaotanza. Veniamo a Paolo lo storico. La maniera con cui il cav. Lata parla di que- st' uonio , e per ogni rispetto si bella e si giiista , che il trascriverne l' iatero articolo nella Bihlioteca Italiana non « che un ornatla di una produzioue e pel suo so^getto , e pel senno con cui e fatta , degnissima d' essere messa in maggiore circolazione di quella che pel presente possa avere per mtzzo di quest' Opera. Aggiungeremo poi , che il testo del sig. Litta riguardante la Famiglia Giovio e ac- conipagnato da tre tavole , la prima delle quali rappresenta i.° un basso rilievo di marmo , che e presso la famiglia , ed esprime il ritratto di Bene- detto Giovio , e di Maria Raimoiidi sua moglie -, 2.° il monumento di Benedetto Giovio, die sta nella cattedrale di Como ; 3.° una medaglia di Paolo Giovio , che e presso la famiglia , ed uiV altra che vedesi nelU Ambrosiana di Milano. La seconda ta- vola esprime la statua di Paolo Giovio posta nel chiostro di San Lorenzo di Firenze; e la terza di- niostra i ritratti di Benedetto Giovio, di Paolo Gio- vio lo storico, di Antonio^ Giovio^ cavaliere gero- soliraitano , ucciso nel i6o5 militando contro i Tur- chi, e di Paolo Giovio juniorc. Ma veniamo alT ar- ticolo sopra Paolo Giovio , lo storico , scritto dal cav. Litta. Esso e il seguente : " Laureate ill Pavia nel iSoy, i snoi parent! bramavano ehe si decUcasse alia iiiedicina in patria. Le sue incliaa- zioni si opponevaao : aveva grancU talenti e lo conosceva: era avido di celebrita , e Como non era teatro bastante alia sua ainbizioiie : amava il fratello , ma non sapeva in- ■yidiargli la beata vita di buon cittadiao, e buon paJre lungi dai capricci della sorte. Sniauioso di scrivere, e di piacere scrivendo, voile trovarsi ad un fatto di guerra per aniuiare F^MIGLIE CELEBRI ITAHANE. 327 le sne narrazioai: fu percio nel iScg a vedere la batta- glia d'Agiiadello. Fiiialinente nel iSia, aaiiojato della nie- diocrith di sua situazioue, abbandono la patria e si reco a Roma. Tutto cola era aniaiato. Nel centro di una folia di graiid'uomini, die serge vaao intorno a Giulio II per pre- parare la gloria al successpre Leone X , nel centro di reli- gione, di nazioui, di tumulti politici, Paolo si vide felice. Concepi tosto il pensiero della storia de' suoi tempi , e vi si accinse. Fatto cavaliere di S. Pietro e lettore della Sa- pienza , fu altresi arricchito del priorato di Carucco da Leon X , il quale, assaporando un saggio delle sue prime produzioni, nc fu si ii..iravigliato die lo paragono a LIvio. Giovio fu d'allora in poi affezionato alia famiglia del Fon- tefice. Nel 1019 fu posto a' fianchi del cardinal Giulio Me- dici, allorche per la morte di Lorenzo Medici era state spedito a Firenze, onde il partito della famiglia non per- desse 1' influenza uella Repubblica fiorentina; e nel 1S2.1 segui il cardinale nella Icgazione in Lombardia per la guerra contro i Francesi. Fu in quella occasione che Gio- \'io fu testimonio del sacco di Como eseguito contro la fede dagl" indisciplinati imperiali comandati dal Pescara , che desiderava la morte per sottrarsi a taiita ignominia. Paolo, che ai di lui fianchi perorava per la patria, fu per altro incredulo alle simulate esclamazioni. Morto Leo- ne X, il Giovio, che non avrel>l)e mai tollerato di cssere indifFerente a ciiiunque saliva sulla cattedra di S. Pietro , ebbe la sorte di non esserlo ad Adriano VI , perche non era poeta , per cui gli fu conferito un canonicato in Co- mo, e nel iSzi spedito al marchese Gonzaga per pi"e- sentargli il bastone del generalato di S. Chiesa. Giovio nel 1 52 3 fu al colmo della gioja per F assunzione del cardi- nal Medici al pontiiicato. Fu chiamato ad abitare al pa- lazzo apostolico , arricchito coUa badia di S. Antonio di Como, e nel i52 5 con un canonicato in No vara. Nei tu- multuosi giorni del iSay elibe il dolore di vedere posta al sacco dagl" Imperiali anche la sua seconda patria. Fe- dele ed inirepido stette senipre a' fianchi del suo signore, e allorche Clemente cercava di ricoverarsi dal Vaticano in Castel S. Angelo , dovendosi pel cammino del lungo corridojo passare un ponte scoperto, Giovio colF ampiezza del proprio uianto copriva il suo benefattore per involarlo alia vista de' barbari che ne cercavano la morte. Fu ia 6-28 KAMIGLIE CELEBRI ITALI^NE. benemerenza di taiita devozione nel iSag eletto vescovo di Nocera, e quindi concesso al cardiaale Ijipolito Medici jjer accompagnarlo nel i53o alia coronazioiie di Carlo V, e nelln legazione di Germania. Nel i533 segui a Marsiglia Cateriiia Medici sposa di Enrico di Francia, e cola riceve singolari distinzioni da Francesco I. Nel i535 ritornato col cardinale Tppolito fu compagno delle sue vicende iiiio alia niorte di lui seguita in Itri. Aveva intanto perduto il suo protettore ed era succeduto Paolo III , clie gli accordo la badia di S. Giuliano , e seco lo voile nel i538 al con- gresso di Nizza, e nel 1843 a quel di Bnsselto. Ma iiidi- spettiLo poscia di aon vedere soddisf'tte le sue pretensioni, perclie altri a lui venivauo preferiti nel vescovado di Como, lasrio con dispetto la corle , e si ritiro in palria. Ricco delle pension! di mold sovraui, aveva sulle rive del lago fino dal 1537 edificato una villa, cola ove soigeano le delizie di Plinio , ed ove oggidi scorgesi la Gallia. Vi aveva riuaito molte rarita del Nuovo Mondo , e i ritratti che andava raccoglieado de" grandi uomini de' suoi tempi ; So- limano e Cortez gli avevano spedito il proprio. Ma le priucipali sue cure erano impiegate in giardini , pitture , ed in ogni genere di agi e di niitologici ornamenti , onde dissipata T idea dell' ostracismo , quella sorgesse delF ila- rita deir Oliinpo. Quale inganno ! E riserliata a noi gente del volgo di ti'ovar cougiunta la felicita all' amenita di un soggiorno. Giovio era infelice anclie nel nuovo Olimpo; gli mancava la vista di un pr-ncipe. Lascio dunque la villa 5 e riliutando d' andare a Roma , passo a Firenze presso Cosimo I , alle cui nozze era intervenuto , e cola mori nel i552, ai 10 dicemljre, di 69 anni. La grande celelirita dipende da' snoi scritti , dei quali molti furono da lui pubhlicati , altri son postumi , altri inediti. Ecco le opere coUa data delle prime edizioni , se pur nou erro. Nel 1824 r opuscolo sui Pesci romani^ primo libro in questo ramo di storia naturale , ma utile soltanto per 1' e- rudi7ione; nel i5a5 la Descrizioae della Moscovia^ nel 1 53 1 il Coinmentar lo de Turciti; nel i53fj la Vitadi Muzio Sforza; nel i 46 gli Elogi drgli uomini i'lustrii .lel 1848 la Descrizione delle hole Br i tannic he i le Fite di Leon X, iTAdriano VI e del cardinale Pompeo Colonna; nel 1849 le Vite de' XII Viscont.i , di Consalvo , del marchese di Pesca- ra; nel t55o la Vita di Alfonso d' Esie e \q Storie de suai FAMIGLTE CELEBRI ITALIANE. 029 tempi, clip e il lavoro piu importante. Soiio postunie il Dialogo ilelle imprese uel i55S, prinio libro in qnesto ge- nere , c'le fii ristampato col titolo di Ragionnmento sopra i motti e disegni d' arini e d' amore; la Descrizione del Lario nel I 59 con una carta coroo;rafica riprodotta da Ortelio ^ le Lettere date nel 1 60 dal Domeniclii , ed altre poi lial- TAtanngi^ i Dialoghi sid letterati dati dal Tii'abosclii nel 159a coi cenni sopra Leonardo, Raffaello e Michelangelo, giacclie Giovio niediiava di pubblicare le vite degli arti- sti , al die sprono poi il Vasari; e nel 1808 la Lettera sul vitto wnano , ove si scorge la sapienza del Giovio nella scelta della buoaa cuciua. Sono poi opere inedite i Dia- loghi mi Condouieri e sidle Fetnmine illustri de' suoi Umpi ; un libro De re d' Africa ; la Descrizione della vUla di Lis- sago , e le Vite di Giason del Maino , Decio , Achillino , Man ovano e Leoidceno. Tutti gli scrittori lo accusano di veaalita e parzialita. lo trovo in Ini I'uomo amiiizioso ad un tempo e della riputazione di storico senza macchia , e del favor delle corti senza pericolo , per cui credo vero tutto cio die scrisse nelle storie, ma credo che non scri- vesse tutto il vero che sapeva. Ne abbiarao prova con- vincente nel numero de' libri die compongono la sua Sto- ria. Sono 4.5, alcuni de' quali omniise per non iscrivere cose vergognose al nouife italiano , suppiendo iiivece con alciine vite; e cinqne ne tralascio tra i prinii, sigaifican- doci di averli perduti nel sacco di Roma. Questo e un pretesto. II sacco accaide nel i527, ed. egli puliblicb la storia 2 3 aiini dopo. In questo lungo inter vallo Giovio , che ha pubblicato gli argonienti de" libri smarriti , perchd non poteya scriverli di nuovo ? Gli uomini , come Giovio , sanno a nieraoria cio che hanno scritto. Per non mentire, per non offendere si tacque. La niaggior parte delle discus- sioiii sul merito di ogni istoria si rendono afFatto inutili da una cavitela quanto necessai ia , altrettanto poco praii- cata , cioe dalla condizioue della vita di dii la scrisse, poiche gli uouini scrivono senipre nel senso dei principj che professano. L" uom saegio , leggendo un martirologio non deve ignorare , se Voltaire o Eellarniino ne sia I'au- tore , come uiisura la fede , che deve prestare ad un gior- nale politico dal luo2;o ove si stampa. La sola circostanza che non influi sul carattere del Giovio e la prerogativa di prelate. Fu vescovo di Nocera , che iiou se ne accorse Bibl. Ital. T. XXVII. 21 330 FAMIGLIE CELEBRI ITILIANE. mai , ed egU appena se lo inimaginava. Molte accuse si fondano poi sulle medesime sue postume lettere. Ivi egli per esempio fa ceiiiio della sua penna d' oio per lodaie , ifii cpella di ferro per biasimare; chiama il marchesc del Yasto alia sua villa , e lo invita di battere il tridente come Nettunno , per fargli coiiiparlre un pajo di cavalli : ma la plebe de' letterati die raccoglie tutte le inezie dei grand' uoniini , da alle lettere faniigliari un valore esage- rato , riputandole altrettaute confession!. Galileo e Newton percbe uoinini grandi, non ridevano mai? Sta al buon senso il giudicarle , al che s' aggiunga Y esistenza di al- trettante lettere del Giovio , nelle quali assicura la fedelta delle sue narrazioni. Traspira altresi dalla sua storia una poco Sana morale , ed vin impegno nel dare agli avveni- menti quelle forme che siano favorevoli a' Medici : ma e osservazione inutile, quando si sa die fu affezionato alia famiglia Medici per T abitudine di 40 anni, e per i be- nelicj ricevuti : il die lo rese testimonio indifferente di tutte le iniquita commesse dai Medici per ispegnere la Re- pubblica fiorentina. Per altro a giustilicazione del Giovio fa d' uopo coiifessare che molti avvenimenti ponno essere rappresentati sotto doppio aspetto. Carlo di Sangro fu de- capitato in Napoli dagli Spagnuoli accusato di aver avuto parte alia ribellione cliianiata di Macchia in difesa del patto sociale napoletano , che pretendevasi leso da Filippo V , perche ascendeva al trono di Napoli , chiamato bensi da un testamento, ma senza la piena adesione dei SeJili a quello , e mancando dell' investitura del Papa. Gl' imperiali divenuti padroni di Napoli ne disseppellirono il cadayere e lo onorarono con pubbliche esequie. Chi sara 11 giudice ? La teoria delle infalliliilita in questo caso trova l' iiiciampo di due infallilnli in opposizione , quella della legalita di una ri]ieIlione non raccoglie die il suffragio di un partito. Sie pur sempre ripetuto , come prova della penna prez- zolata del Giovio , che Adriano VI gli conferisse un ca- nonicato, perche scrivesse bene di lui. Chiamo facezia d' Adriano cio che altri riputo simonia : ma e certo che Giovio chiamollo uno stupido nel 1624, e nel 1648 pub- blicava le sue lodi. Esamiiiando pero le date, tutto e re- golare. I tempi d' Adriano VI austero ed esemplare, erano oggetto di derisione dopo i tempi carnevaleschi di Leon X ■ ma lo furouo di lode al raouieuto de' successivi pontificate FAMIGLIE CELEBRI ITALIANE. 33 1 di Clemente VII e di Paolo III , tempi di grandi calamita, Qucste lodi di paragone si fanno nelle discussioni politiche d* ogni gionio f, e perclie non sono applicabili alia storia dei precedenti secoli ? Ma la vera sventura del Giovio si e d' aver egli pubblicato la storia de'suoi tempi: arduo im- pegiio scrivere de' viveiiti I Amareggio tutti , perclie i vi- veuti vogliono essere accarezzati. Mi sembra percio tra- mandata nulla piu che la tradizioa di cicaleggi ; sventura a cui non soggiacque Gnicciardini , perche la sua storia fu postuma , ne compari compiuta , che quasi ai di nostri. II vero motivo pero che acquisto al Giovio una fama, che non menterebbe se fosse stato venale , si e il singo- lare splendore con cui scrisse: le storie forse piu fedeli inancanti di questo pregio giacciono sempre nell' oscurita. E una verita umlliaate , che si ami il bello a preferenza del vero , e percio incalcolaliile sciagura P eloquenza in cuore perverso ^ ma non e infame cosa , se Giovio men- zogaero ebbe tanta considerazione e tanti premj ? Che di- cono poi gli uoinini ? imitiamolo ? pur troppo. » Fin qui V illustre autore. Questo solo articolo basta ad assicurarg;li uno de' piu distinti posti tra i nostri letterati viventi , e forse a metterlo assai piu alto di tanti de' passati tempi , che della sola mediocri.a ch' ella vi ravvisa sono predicati non per altro motivo che per la confotinita con se stessa. 332 Memorie della R. Accadem'^a dclle scienze di Torino. Tojno XXV. — Torino, 1822, in 4°, con figure, dalla stamperia reale. Classe dl scienze fisiche e matematiche di pag. 438. Classe di scienze morali^ storichc e filologiche di pag. 1 56 , oltre ci di pro- legomeni 1^ ovo r elenco degU Accademlci nazionali si pre- senta in cjuesto volume un ragguaglio di Effemeridi medico-meteorologiche manoscritte d"! di i5 di agosto del 1741 al 3i di niaggio del 1746 del pro- ff^ssore Antonniaria V asscdli-Eandi. Qiieste eft'enieiidi fiirono donate alTAccadeniia dal sno attnale presi- dente cohte Prospero Balbo clie ne fcce a tale in- tento 1' arqnlsto. 11 dottissimo prof. Vassalli si e fatto da prima a ricercanie V antore cli' egli crede cssere il medico Qiambattista Bianrhi., gia profes- sore d'anatomia nella R. Universita di Torino; si e fiitto strada quindi a dissertare sui barometri e termometri dei qnali poteva faisi nso in quelFepoca, sugV i2;rometri die dovevano esser fatti d'intesiini, e sul nietodo se2,uito nelle sue osservai/ioni did''au- tore, il quale saviamente riconosciuta a*:eva la fal- lacia delle indicazioni del b.irometro riguardo alia serenita ed alia pioggia. — Se vera dovt^sse cre- dersi un'osservazione a2;rijria delFautore, basterehbe rom| ere gli steli degli asparagi che portano gia in cima il loro seme, non pero aurora maturo, per ottencre aspariigi novelli nci mesi di luglio e di agosto, giacche dopo un temporale lierissmio con grandine assai grossa del giorno 16 agosto delT anno 1 741, si videro t^li steli rotti germogliare di nuovo, e, come scrive T antore medesimo , si rnangiarono i nuovi asparagi con gran ddetto. — Belle sono alcune osservazii'ui mediclie . specialmente sul tempo in cui le febbii miliari coniparvero in Germaaia ed in MEMORIE BELLA. R. ACCVDEMII^ CCC. 33>i Italia, e specialinente nel Piemonte, dove 1» prima volta si viflero nel 171 1. Singolare e. la sua opi- nione che eccitate sieuo qiieste febhri dai veati sci- roccali, come pure quella che ai veuti in ^enerale si debba il trasporto da uno* ad altro luogo delle malattie epidemiche. Riconosce V autore una po- tente ca^ione di malattie neirumiJita, e sebbeue inolto inclinato si mostri ad attribuire le malattie ai disordmi atmosferici, non lascia di notare quanto nelle diverse osservazioni si prcsenta di favorevole all opinione coutraria. — Deduce da tutte queste riflessioni il Vassctlli Ferroneita deir accusa che si fa qualche volta alia medicina pratica di non essersi pertezionata dai teinpi d' Ippocrate infino ai nostri. Seguono i doni fatti alia R. Accadeniia negli anni 1820-21, tra i quali veggonsi anche alcune foglie di palma , ed un pezzo di carta scritti in lingua indiaaa provenienti da Kaggeri sn la costa del Go- romandel ; alcune medaglie d' argento e di bronze trovate negli scavi dell' antica citta d' Industria ; pietre , insetti , crittogame ed altri corpi naturali raccolti dal sig. Ziimstei/i nel suo viaggio al monte Rosa con alcuni Saggi del sasso di una delle piu alte cime di quel moute •, i frutti della musa sa- plentum raccolti dalT avvo'cat ) Colla nel suo giar- dino; i monetometri o sia areometri per conoscere le monete falsificate dei nostri FlzzagalU e De Ga- spare.; varj saggi di rame piritoso giallo c >n quarzo bianco del comune di Baveno , di Corindone snie- rlglio bigio-nt^rastro e violaceo granulare , formante fdone nello schisto micaceo quarzoso del monte Tendy nella valle di Chiusella , e di rame carbo- nato turchino e verde , come pure di rame bigio* nel quarzo bianco del moute Bianco ; finalmente alcuni saggi di mineralogia raccolti nelle varie pro- vincie degli Stati-Uniti d America. Tra le opera numerose presentate in quel pcriodo all' Accadeniia abhiamo osservato con sorpresa un poema ebraico- italiauo intitolato Vlnfcnio prepuratu. 334 MEMORIE DELLA. R. ACCA.r)ElVIIA. Tiovasi quindi la noLizia intorno ai lavori della classe di scienze fisiche e matematiche dal princi- pio del 1818 sino al Hne del 1821 scritta dal pro- fessore_segretario Qiacinto Carena. Si raccowHe da queste notizie che jflcune ricerche mirieralojiiche su la provincia d'Aqui istitui il sig. G. Battista Caiiobbio , il quale tra le altie cose trovo due spe- cie di carbon fossile, cioe la lignite di Bronsniart o sia il gagate di Haiiy , e la li2;nite friabile di Brongnicat medesimo , piu un' acqua acidula die si credeva marziale, e che non cnntiene se noii gas acjdo carbnnico , mentre acqua veramente fer- ruginosa trovo prcsso Morbello. — Qualche rispo- sta fu pure data al quesito proposio dairAccadcmia su i combustibili fossili del Pienionte; non furono pero presentati se non alcuni saggi di carbon fos- sile di una vena posta presso Alba ; alcuni docu- menti comprovanti lo scavamento ed il traffico di carbon fossile e di torba , che nel Piemonte face- vasi fino diiUa nieta del passato secolo ; un metodo di cuocere coUa torba mattoni, tegole e stoviglie; alcuni saggi di torba di ottima qualita scavata presso Carignario ; una Memoria su la torba e sul fossile medesimo carbonizzato , ed altra su le sqstanze combustibili fossili del Piemonte, e su i varj usi a cui possono impiegarsi. In quest' ultima Memoria si fri menzione del fomo per cuocere il pane inven- tato dal nostro chimico Cavezzall di Lodi. II premio fu diviso in tre parti eguali tra gli antori delle due Memorie, ed il mannfatturiere die presentati aveva i saggi della torba Carignanese , delbi quale egli gia utilmente servivasi nelle sue fabbriclie di birra e di tele stampate. — Parlasi cjuindi dei risulta- menti di alcune osservazioni meteorolofficlie fatte nella citta di Alais nelP anno 1817; di un artifizio meccanico per supplire alia mano amputata inven- tato dal sig. Dezarmeaux soldato savojardo, che fu per cio generosamente dal re di Sardegna rimu- nerato ; delP asfalto e di altre sostanze naturali DELLB SCIENZE DI TORINO. 335 trovate ncl dipartimento del Gard ; delle liflessioni relative ad alcune nuove idee geolo^iche , e lore ■confutazioni di Lorenzo Linussio di Tolmezzo ; di certe protuberanze legnose mandate airAccaclemia da uno speziale di Limone , che semhrario galle formate dalla larva di un imenotterd , forse uii cy'iiips , e dalle quali si trae un bellissimo color gi llo , che pero non resiste agli alcali -, di alcuni licheni della Sardegna , cioe il lichen rocella e il parellus di Liniieo , utili alia f intura ; dei lucignoli economici inventati da Lidgl Gorzlo di Moacalvo , e della lucerna air uso dei medesimi appropriata dal sig. Bacolla^ coi quali stromenti si ottieae una considerabile economia ; di un fungo raccolto nei dintorni di Torino dal ])rof. Vassalli , die e Y rtg«- ricas puheralcntus di BulUart^ e che trovato essen- dosi nella fenditura di una ceppaja di salcio, dove parecchi altri della stessa specie erano stati trovati molti anni addietro , non pero aderenti al ceppo , ma alia base , serve ad ii'debolire V asserzione di alcuni autori che le critto2;ame di questa specie nascano sempre sopra le stesse parti di un albero. Si fa pure menzione di un bambino mostruoso per un tumore in forma di pera esistente nella re- gione lombale , formato dagV integumenti comuni, e pieno di umore acquoso e rossiccio , piu grosso e pill lungo che il corpo del bambino medesimo ; di due cuori e di due fegati perfetti trovati in un piccione , dei quali si e anche esposta la fi- gura-, di alcune ricerche del dott. Gattl suU' ecci- tamento della vita dei sommersi , strangolati o sof- focati da un alito mefitico ; delle osservazioni fatte nel paese di Gressoney e sul monte Rosa da Eii- sebio Molinatti ; di m\ iniera famiglia nana esistente in Parma , esaminata dal dolt. I.idgi. Frank,- di al- cuni singolari allattamenti di caui e gatti a vi- cenda , di un cane e di una volpe . e fino dei gatti e degli scojattoli. 336 MEMORIE DELLA R. ACC\^DEM1A Venendo om alle Memoiic conieiiiiie nel volume, ctedianio opportuuo d'invprterne T ordine e di co- niinciiire sul bcl pnncipio a rendere conto di (j.ielle conceriienti le scienze morali, storiche e filolngiche, per passare in seguito a quelle che si riferiscono alle scienze naturali, all" matematiche ed alia nie- dicina. II sig;. Amedeo Peyron si presenta da prima con una bella dissertazione su le niedaglie Fenicio- Tarsensi , clie portano V impronta di nn toio ab- battiito da un leone. Ben conoscendo quanto uuli si rendono gli sforzi die si fanno per dare la spie- gazione dei monumenti Fenicj , egli si e fatto sol- lecito di propone le sue congetture su quelle me- daglie clie egli trovo fortunatameute nel meda- gliere del dotto abate Inclsa. La sua dissertazione egli divise in due parti , nella prima delle quali si richiamano a disamina le opinioni dei filologi intorno le leggende di due medaglie. delle quali si e espo- sta la figura; nella seconda si espone T interpi^eta- zione della terza delle medesime. Nelle medaglie tarsensi d' ordinario viene rappre- sentato da un lato Qiove sedente, dairaltio un tore sbranato da un lione; variano pero alcun poco quelle rappresentazioni , tanto nella lunghezza o brevita del pallio che quella divinita ricopre , quanto liegli attributi clie sono alcuna volta 1" aquila , T asta , un tralcio di vite , una spica , e variano pure le lettere all' intorno. Nel rovescio altresi, mentre in alcune medaglie vedesi un toro , in altre compare un cervo sbranato dal lione ; soltanto in alcuna veggonsi le mura di una citta munire di otto torri, e similmente vari;'.no di numero e di forma le let- tere. Queste nel dritto interpreto lo Swintnn il Dio di Tarso; altri lessero Giove Tarsense ,■ nel lato si- nistro taluni videro Fanno di un'epoca, altri una data, del luogo sotto alia sedia del Dio. II toro straziato dal lione vedesi comunemente nelle me- daglie imperiali di Tarso; le raiira turrite indicaao DELLE SCIENZE DI TORINO. 33/ la ben muiiita citta , c nelle niedaglie Greco-Tar- scnsi vedesi Ercole altresi e talvolia la sua clava. Leji:;2;e quivi lo Swiriton: morte ituli' abbraccianie.ito ^ le/ione clie il Peyrun trovo ruaravigliosa e sorpven- denie , meiitre V inslese scrittore creduta aveva sor- prendeuie la conconenza delle circostanze , e ma- ravic;liosa la coincldenza de' fatti. Lessero altii il . nome antico di Cesarea della Cappadocia, il cite noii puo per molte ragioni ammcttersi.; altri diadema tuo , il the non saprebbe come intendersi, non vedendosi neppure alcun diadema in capo a Qiove. Viene diinque il Peyron alia sua interpretazione della leggenda , die e la seguente : questa vittoria contra Abdezero principe della Clllcla, e questa egli comprova con molte grammaticali o piuttosto filo- logiche osservazioni su le lettere ebraiche ed an- che arabiche, die servono d' illustrazione al mo- numento. Giustamente adun pie la vittoria e stata espressa col tipo del leone die dilania il toro , ed il Peyron per ultimo si e dato a proporre altresi qualche congettura su la persona di Abdezero e sul tempo e su la battaglia in cui fu vinto. Sea^ue una Memoria del conte di Loche su la valle e particolarraente su V\ citta di Aosta. Premesse al- cune osservazioni su le circostanze di quella valle, die meritano T attenzione del lisico e del natura- lista, passa a ragionare deirorigine della citia fab- bricata dai Romani , del campo di Varrone , del quale egli ha esposto la figura , del campo permaneute o statario^ e provando ici pit prologus Bead Turpini archicpiscopi qiiomodo Carolus Magnus imperator sub- jugavit Yfpaidam Christi legibus. Al prologo succede la narrazione divisa in libri XXXI, dei quali T ul- timo e imperfetto \ si soggiugne il trattato di Sau Bernardo de gratia et libera arbitrio con altre ma- teria, e in fine si trovano alcuni versi , dai quali si rilevano la data delT anno 12 12 e i nomi di Valentino e di Mariano, il primo toscano, che T opera comando , sardo il secondo die la esegui, 1' uno e r altro vescovi. Riferisce V autore della memoria le varie opinioni intorno al tempo in cui pote essere scritta questa istoria , ed intorno al suo vero autore , giacche al- cuno laon avvi piu tra gU eruditi che per genuina tenga quella storia, ne Jiutore ne creda Turpino^ che manco di vita 14 anni avanti la morte di Carlo- magno. Nota egli cio che ne scrissero il Boyle ^ il Vossio ed il Lambecio-, parla delle cdizioni e tra- duzioni diverse di queir opera, dei bibliografi che ne ragionarono e delle loro diverse opinioni , e conchiude che sebbene quella cronaca non risalga air eta di Carlomagno , non puo tuttavia dubitarsi che non sia un lavoro fatto al piu tardi sul prin- cipio del sccolo XII , al che serve altresi di prova il codice di cui si parla, che scritto per mela nel- r anno 1200 fu dal Mariano compiuto dopo il 1212. Opina il Ciampi , che Y istoria di Turpino scono- sciuta in Francia avanti V anno 1092, vi fosse por- tata dair Italia da certo Qoffredo priore di Vienna , e che forse Goffredo stesso ne possa essere stato DELLTS SCIENZE DI TORmO. 339 r autore , introtliicendovi 2;i'an parte di qnello che contenevasi ne' riicconti p'ipolari e nelle canzoni de' giullari o cantori che in quel tempo godevano di grande reputazione. Egli e vero che vi si trovano racconti straiii ed inverisimili , o come altri direbbono romanzeschi, dei quali ridondano tutie le storie di que' tempi, e questo 1' autore derivato crede meni) dalFigno' raiiza e dalT impostura , che dal genio de' tempi medesimi. Malgrado tutti i racconti mostruosi che sligurano quella cronaca , fa vedere il Ciampi che quel libro non dee essere tenuto in queldispregio in cui molti lo hanno , tanto piu che grande use di esso fecero alcuni de' principal! poeti italiani. Nomina tra questi il Dante , il Boccaccio , il Pe- trarca , il Tasso , 1' Ariosto , Niccolo degli Agosti/ii , Erasmo di Valvasone , Luigl Alamaiinl e Torquato Tasso , non lasciando di accennare i Reali di Frau- cia deW Altissimo ^ Bovo d' A/itona , \' Orlando mna- morato del Bojardo^ il Mambrlano del Cieco , il Mor- gante del Pulci^ il Ricciardetto del Fortiguerri ecc. ai quali si possono aggiugnere il CarLomagno di Luciano Bonaparte ed altio del sig. d' Arlincourt. A queir opera originale, cioe alia cronaca Turpiniana si ifecero probabilmente varie alterazioni , detra- zioni e giunte secondo il gusto delle diverse per- sone che la trascrissero. Non crede adtinque il Ciampi, che sia quel li- bro una mera invenzione di qualche irapostore, ma opina bensi che sia una compilazione delle an- tiche narrazioni o canzoni anche del secolo IX, che nel popolo si diffondevano onde eccitarlo alia guerra contro i Saraceni. II codice posseduto dal Ciampi e in pergamena della forma di 8.°, rubri- cato , e fu da lui trovato in Firenze. Un antico monumento esistente nella chiesa cat- tedrale di Aosta , e attribuito al conte di Savoja Tommaso^ ha preso ad illustrare il dottissimo conte Qaleano Napione , e le sue osservazioni servono 340 MEMOUIE DELLA R. ACCADEMXV pure a rischiarare alciiue nioncte del Plemonte , quelle specialniente col motto Feut , projuio e.pe- culiare deir ordiiie di Savoja istituito dal coute Amedco VI. Le conclusioui delT aiUoie teiidouo a provare clie falsamente sia state qiu'l mouiimento Augiistense al conte Tominaso attnbiiito, g;iacclie quest! fa tuiniilato uella badia di 5. Michele della C/uma presso Avii>,liaaa, e die appartPiier debba ad alcutio dei priini cavalieri dell' orduie del Col- la? e , forse a Giovanni di Vienna signore di Rollaus anuniraglio di Francia. Segue una IMemoria sopra du^- armatui-e di bronzo scoperte nel 1820 in un antico st'polcro dell' isola di 5. Antioco attigua a quella di Sardegna , del cava- liere Alberto della Marmora. Nel la lega di queste ar- mature uon trovossi colla piii accnrata analisi che 6, 70 in circa di stagno sopra 93, 3o di rame , escludendosi interaniente la supposta presenza dello zinco. Consistono queste armature in un elmo e due gamberuoli, e questi uon credette il marchese Berio adoperati dagli antichi , parlando di coisimili monumenti ppstani , non usando gli antichi ocree o schinieri cosi alti da coprire anclie il ginocchio, nel die egli si appoggio alF autorita d' Oniero e di Esiodo. Non differendo i gamberuoli di S. Antioco dalle ocrec pestane , impugna T autore di qnesta Memoria T opinione del Berio , fondandosi su la patera borgiana , nella c[uale si ve^gono que' me- desimi gamberuoli applicati a Menelao; e lasciando da parte la quistione delF nso e delF eta di quelle armature, nota che rinvenute furono in una tomba sotterranea nelsito, ove sembra die una volta esi- stesse r antica citia di Sulchis. Si e fatto quijidi a ragionare su queste tombe , che ora servono di abitazione ad un terzo della popolazione di quelFi- soletta, essendone tutto traforato il monte, e compo- ste essendo le tombe medesime di due ed anclie tre camerucce per lo pivi in forma parallelepipeda, co- me pud raccogliersi dalle figure unite alia Memoria. DELLE SCIENZE DI TORINO. 841 Cliiudonsi fiiialmente le IMemorie di questa classe colle rirerche sioriche iatorno alle armature sco- perte neir isola di Sardegna di Giuseppe Grassi. Oc- cii, ato questi da piu aniii a raccogUere notizie in- torno all' antica niilizia, ne trasse quelle clie piii gli parvero acconce a dichiarare V eta di quelle armature, ed il suo lavoro divise in tre parti, o por dir meglio in tre epoche distinte , chiamando nella prima ad e^ame i tempi detti di mezzo, ed il spcolo della decadenza del romano impcro, nella seconda il tempo di quella eh"' egli cliiauia buona milizia romaua , nella terza i tempi anteriori alia fondazii ne di Roma. Parla egli nella prima delle invenzioni guerriere del periodo trascorso tra I imperio di Carlomagiio e la discesa di Carlo Fill in Italia, cioe tra il secolo IX e il XV; degli usi guerrieri in Italia de- rivati dai Gerinani e dai Franchi , della milizia feu- dale o sia tlri baroni, e n;izionale o sia dei comuni , dei diversi nomi di quelle milizie, delle masnade^ delle armi in quell' epoca adoperate , dej^li scudi e fin anche del carroccio e di altie militari in- segne. Le gambiere di rame e piu sovente di ferro facevano parte della grave armatura de' cavalieri , ma ben lontiine erano qneste dai potersi parago- Hare con quelle di S. Antioco. Si fa quindi V au- tore a ricercare, se ne' tempi della decadenza del- I'impero romano, che precedettero immediatamente i secoli del ferro, fosse quelT armatura in uso nei romani eserciti , o nelle caterve de' popoli setten- trionali, che le parti meridionali delf Europa in- nondarono. Ma neppuOfe a questi secoli puo asse- gnarsi Vu'^o delle gambiere di S. Antioco , gi«rclie ne i popoli settentrionali, ne tutte le generazioni loro non nsavano gambiere di ferro o di rame , ma le gamhe coprivano con ispide pelli di animali lanuti o col cuojo. Le ocree dei buoni tempi di Roma erano bensi di rame o di bronzo da prima, poscia di ferro; e 343 'mEMOKIE DELLA. R. ACCAT)EMIV da Tito Livio e da Polibio si raccoglie clie di quelle armature facevano uso gli astati e gliscudati, cioe gli uomini della milizia detta statarla , accostu- niata con piu grave arniatura a combattere di pie fermo. Questo principio 1' autore sviliippa con niolta erudizione, e quiudi passa ad iadagare qnal forma avessero le ocrec romane , die ancora ditferiscono da quelle di S. Antioco, non piu alte essimdo della gamba del soldato. Non sono dunque le gambiere di S. Antioco e neppure di Pesto apparteneati a romana milizia , il che viene dimostrato anclie dalle altre armi nel luogo medesimo ritrovate , come fa- retre e punte di frecce, che armi romane non sono. Non rimaue adunque se non che di riguardare quelle gambiere come armatura propria degli antichi popoli d' Italia preesistenti al romano dominio, il che si dimostra con molte autorevoli testimonianze di Virgiiio e di Silio Italico. Nasce quindi il dubbio , se quelle armature aggiudicare si debbano agli antichi Etruschi, ovvero alle colonic greche, le quali dopo la guerra di Troja vennero a piantare sedc in Ita- lia. Agli Etruschi si accorderebbe bensi V onore deir invenzione, della tabbrica e deir uso di quel- r armatura , ma si osserva che i Greci certamente adoperarono fino dai tempi piu remoti gambiere di rame, di bronzo e di ottone , e quindi si mostra non improbabile che navigando essi dopo la guerra di Troja alle sponde italiche, portato vi avessero queir uso , ammesso poi dai popoli Latini ad essi piu vicini , quindi dagli Etruschi-Tirreni e fmal- mente dai Romani. Quest" opinione viene avvalo- rata dai ritrovamento di simili gambiere ne' sepolcri di Pesto , che riprodotte furono nella tavola I an- nessa alia Memoria del cav. della Marmora , e che simili si riconoscono a quelle della patera Borgiana. Parla Y autore della Memoria assai dottamente deir uso di quelP armatura difensiva presso i Greci , citaado i passi di Omero e di Esiodo , e quelli DELLE SCIENZE DI TORINO. 843 pure di varj storici e sf^rittori della tatdca o del- r arte militare ; e venendo a ricercare V eta di quelle armature , inchina a credere che portate essendo dai 2;uerrieri greci de' tempi trojaui , lo fossero da questi pure in Italia dope la caduta di Troja, e d'lialia in Sardegna , se non pure da Troja o dalla Grecia direttamente a qaelV isola. Osserya al- tresi, che potendosi quelle armature adoperare an- che abitualmente , non possono queste reputarsi fatte per solo ornamento di un sepolcro, e quindi appoggia la congettura del cav. della Marmora con- tra r opiniqne del Berio. Si potrebbono anzi portare quelle ganibiere da un pedone che anche spedita- mente camminasse, e si dimostra che i Greci por- tare le potevano anche senza ajuto di fibbie o di fermaglio, non vedendosene nei monumenti di S. An- tioco alcun iadizio. Le altre scoperte che forse si faranno in quelV isola potranno fornire qualche ar- gomento a decidere se alcuui tra i primi abitatori d' Italia o i Greci al tempo della guerra di Troja ab- biaao nelFisola medesima portate queste armature. 344 PARTE 11. SCIENZE ED ARTI MECCANICHE. — ~'Tgi7i7^' igr jpi f^ ^rgyr— ~ Sopra alcuni massi di lava di ail era costnitto in Pavia V arco di Albouio. Notizia ( inedita ) del sig. Brooch I (i). OoKO parecchi annl dache esseiido in Pesaro mi furoiio preseiitati dal sig. maichese Pctrucci , amantissimo liella storia naturale , alcuni pezzi di lava riiivenuli tra Fioreu- zuola e la Cattolica. Si cjuestioiio allora se questa roccia potesse per avventura dare iiidizio che vi fossero in quel contorni terreni vulcanic! ; ma per quanto le mie indagini hauno poluto fanni conoscere , ne ivi, ne in tutta la Ro- magna hawi segno alcuiio onde argomentare che quel SHolo sia stato arso wna volta dai fuochi sotterranei. Non ando guari che da Pesaro essendonil trasferito a Ravenna adoccliiai nel cortile di casa Ginaani molti grandi massi dcUa medesima lava; ed avendo chiesto donde provenis- sero, mi fu detto vociferarsi che sieno stati tolti dal ponte del Montone fuori di Porta Adi-iana , il quale fu sman- tellato verso il lySa ailorc'ie quel liume fu unito al Ronco. Cosi questa lava come Talira veduta ia Pesaro era coni- patta , di colore bigio , e tutta sparsa di lucentissimi feld- spati. Non indugiai gran fatto a ravvisare in essa la ma- segna , che scavasi ne' monti Euganei, nominatamentp a Monselice e che viene tradotta a Rovigo , a Ferrara , a Padova ed a Yenezia per pavimentare le strade. Ne esitai (l) II ^ig. Erocdii , e??entln?i aliontanato tlall' Europa onde hitraprendere un viajgio scientidco nell' Ef;itto e nclla Nubia, ci ha lasci..to alcune Me- Iiiorie spcttanti alia storia naturale dell' Italia, le qiuli verranno stanipate in questa ijiblioteca. (Ncta del Dlrettore. ) SOPRA. ALCUNI MASSI DI LAVA , CCC. 345 tampoco a credere clie i pezzi di cotesta masegria riuve- nuti ne'due iiidicati luoglii fossero stati ivi traspoitati al- r epoca del doniiuio de'' Roniaai perche servissero al me- desimo uso. Quelli di Ravenna avevano infatti tutta la semliianza di tssere stati posii in opera nel selciato di una strada ed appartenevano forse alia Fia litoralis donde sa^ lanuo stati levati in tempi posteriori per costruirne il ponte del Montone. Gli altri poi rinvenuti tra la Cattolica e Fiorenzuola potrebbesi supporre clie spettassero alia via Emilia. Coloro clie hanno veduto nell' Italia nieridioaale rimasugli di antiche strade Roniane , di ciii molti ve n''ha,, avranno osservato quale particolare industria si avesse onde riascissero dnrevoli sifFatte opeve , ed avranno no- tato altresi quanto male corrispondano alF uopo i massi calcarei , che , volendolo la necessita , furono in alcune strade adoprati. Quindi e che ovunque potevasi usare la lava, se la sovercliia distanza non lo vietava, veniva que- «ta prescelta. Cosi T antica strada di Terracina di cui ri- mangono tracce accanto al lido del mare era costrutta di lava di Velletri , di la (distante ben 4.0 miglia , e cosi r altra che costeggiava F Adriatico presso Ravenna , non che la via Emilia lo furono di lava degli Euganei , clie senza grande difficolta potevasi tradurre per mare e da questo su per la foce dei iiumi ai luoglii ove doveva es- sere posta in lavoro. Queste notizie poco invero importanti erano nel mio giornale donde non le avrei tratte se non avessero re- lazione con cpianto nello scorso anno fu scoperto in Pa- via. E d' uopo sapere che siccome in Verona per quelle mire di ornato , che furono anni sono suggerite dagli stra- nieri e tosto apprese da noi , fu dejnolito 1' arco romano de' Gabj ^ siccome in Milano erasi progettato per roggetto stesso di atterrare le antiche colonne che sono rimpetto alia chiesa di S. Lorenzo :, e siccome ancora volevasi sman- tellare in R^oma il grandioso palazzo che chiamano di Ve- nezia per sostituirvi olmi e castagni , cosi in Pavia per ornare la citta si stimo opportuno di distruggere V arco di Alboino che attraversava una di quelle contrade. Narrasi dalle cronache che qtiando quel Longobardo en- tro vincitore in Pavia il cavallo su cui era uiontato ca- dette suUe ginocchia passando sotto il predetto arco i il che se e vero converrebbe credere che questo fosse stato, Bibl. Iml. T. XXVII. 22 846 SOrR.V ALCUNI MASSI DI LAVA, eCC, edificato al tempo almeiio dei Goti , vale a dire alia fine del V secolo, ovvero nel \1. Coiuunc|ue cio sia , fu cer- tamente costrutto n&lle baibare eta coi i-ottaiiii di qwalche pill antico nionnnieiito , poiche fra que' massi si ii:iveniie Uiia lapide su cni era scolpita una iscrizione laliiia dei buoni tempi coUocata in maniera che rijnaneva nell' in- terna parte dclla parete , ed afFatto nascosta all' occhio. 0'.*a tanto questa lapide , quanto alcune altre pietre erano di tal sorta di roccia die non potevasi menomamente dubitare appartenere alia lava feldspaiica ossia alia masegna degli Eue;an€i. 11 pvimo che Tavverti fu il professor Moretti presso il quale ne vidi alcuni esemplari che scbianto esso medesimo dalla lapide scritta che conservasi ora in uno de' ponivi dclli Uaiversita. Essa niostra da un canto ua incavo che nella imposta dell" arco formava parte del ca- nale per cui scorreva la porta saracinesca. L' iscrizione e del tenorc seguente: L. Cassiiis C. F. Pap. Labeo IIII vir Cassia L. L. Trophe. Havvi altri esempj di roniane iscri- zioiii scolpit^e nella masegna , poiche nella piazza di Moa- selice una ne lessi apparteiiente aJ nn Q. Terenzio. Porzione adunque di cpielle pietre si tolse da un* opera 1-omana che fu roviaata dai barbari , come ebbe ora la stessa sorte I'arco medesimo i cui niassi furono impiegati nella costruzione dclle muraglie di alcune case contigue. CiOs\ e ordito il giro delle cose di questo mondo. Ora se la masegna degli Euganei traducevasi fino a Pa via , cio da bensi a divedcre qnanto stava a cuore agli antichi di usare i piu solidi materiali ne' loro monvimenti , ma non e og- getto di maraviglia la lontananza del luogo. A Monselice qnelle pietre potevano essere imbarcate sul Bacchiglione, di la con brevissimo tragitto marittimo passare alia foce del Po , e per questo fiume e il Ticino approdare a Pa- via. E inutile il dire antichissimo essere il nome di Mon- selice ( Mons Silicis ) derivato appunto dalla roccia clie cola si scavava e scavasi tuttavia , solendosi chiamare col vocabolo di si'ex le durissime lave. Cosi in parecchie la- pidi appartenenti alle vie del Lazio che erano lastricate di cotal sorta di sasso indicandosi il nome di chi ne or- dino la costruzione sta scritto silice sternendam curavit. Facil cosa e aJunque T argomentare come la masegtict di Monselice possa essere stata trasferita in cotesta citta; na un' altra sorta ili lava fu ritrovata nelle muras,lie di SOPRA. ALGUNI MASSI DI LAVA, CCC. 847 qiieir aico medesimo e di cui e un po'' piii uialagevole H dire come sia veuuta costa. E dessa una lava bigio-aerastrap cellulare , sparsa di grosse aailigene o leuciti che serliatio r appareuza vitrea , e taliina aiicora la forma cristallina. Ne ho veduto un pezzo abbastanza voluminoso presso il professor Coiifigliacchi che assevero essere stato raccolto sul siio. La lava amfigenica e afFatto estranea ai terreni vulcaiiici deir Italia superiore si a quelli del Veronese , o del Vi- centino , o degli Euganei. II priiiio luogo, e piii prossiaio a uoi , ove s' incontra sarebbe la moiitagiia di Radicofani in Toscana verso i confiiii dello Stato Romano, ed e co- munissima ad Acquapendente , ne' contorni di Bolsena, di Ronciglione , ne' monti Cimini , e a Borghetto. Quella del- Tarco ha particolarmente tutta la somiglianza con la lava di Acquapendente. Come fu dunque recata in Lombardia questa roccia ? Per non allungare soverchiamente il discorso e tenere in sospeso il lettore con altre interrogazioni diro essere assai probabile clie il masao rinvenuto neir'arr.o rli AUjoino fosse vin frammento di macina. Le lave porose in generale e segnatamente le lave ara- figeniche erano dagli anliclii a preferenza di qualunque altra pietra adoperate in simili usi , di maniera che la piu parte dei hipides molares nominati dagli scrittori latini si riferiscono a tal sorta di roccia. Di lava sparsa di una enorme quantita di amfigene sono quelle macine da grano discoperte a Pompeja e che veggonsi era nel cortile del museo degli stud] a Napoli. Plinio fa ceuno delle mole di Bolsena , le quali d' akro essere non potevano se non che di lava ( lib. 36, cap. 18 ). Procopio nel libro della Guerra Gotica dice che la via Appia era costrutta di pietra mo- lare , e sap|iiamo che lo fu appunto di lava ( lib. I. ). Sirabone parlando della lava che scaturisce fluida dal cra- tere dell' Etna soggiunge che qnando sia rassodata diveiita pietra mokire ( Tom. I. pag. 41 3 , edit. Amstl. 1707 ), ed a He macine di lava porosa voile Owidio alludere in quel verso Et qucc pumiceas versat asella molas Fast. lib. VI. Di f\atto tanto i Latini con la parola pumex, quanto i Greci con P altra cisserii solevano intendere cosi la pomice 848 SOPRA ALCUNI MASSI DI LAVA , CCC. propi'ianiente delta come la lava cellulare la cui tessitura t pumicea e della quale intese di parlare il poeia. Teofrasto nel suo libretto intoriiO alle pietre manifestando V opiiiione di chi stimava essere le pomici opera de' faoclii vulcaaici dice che ve n' ha talvolta di neie quali sono rjuelle delle correnti della Sicilia, ed altre compatte e yjesauti come la pietra molare. lo tradiico per conente la parola greca pi/i| , e Strabone nel soprallegato passo la adopera in cotesto senso favellaiido delle correnti di lava delFEtna: male per certo fu iaterprelata per ispiaggia del mare da Hill la cui traduzione Inglese dell' operetta di Teofrasto e piuttosto un" infedele parafrasi, di cui ha moliiplicato gli errori la versione fraiicese che fu fatta su questa. Taiito basterebbe al mio assuuto , e forse ve n' ha di soverchio. Ne io vorrei imitare quegli eruditi che avendo tra le inani un pixnto di erudizioae vi accumulano sopra tante glose e tante citazioni per cui perdesi di vista il prin- cipals argomento. Nulladimeno poiche mi e accaduto di nominane la traduzione di Teofrasto fatta da Hill, non posso asteiiernii dalP agginngere un' alti-a considerazione. Scrive Pliaio che alcuni chiamano pirite la pietra molare perclie ella ha in se molto fuoco ( hb. XXXVI cap. kj. ). Donde a])bia egli tolto questa notizia non saprei indovinarlo, ma non e poi vero che tal cosa afFermi Teofrasto stesso, e che tenga essere la molare una sorta di pirite , come in due Ivioghi gli vien fatto dire da Hill. L' autore greco in uno di essi non favella gia della pirite , ma di altra so- stanza che chiama piromaco e che distingue dalla molare, quantunqne abbiano ambe la proprieta di fondersi al fuoco ( S ] 9 ) ;, nell' altro luogo poi ragionando della molare non fa altrimenti c«nno ne di piromaco , ne di pirite ( § 40 ) j parole aggiunte da Hill per avere motivo di esporre in una nota alcune sue strane sentenze. Essendo adunque provato e con le autorita degli scrit- tori e con le scoperte fatte a Pompeja clie la lava, e no- riinatamente la lava amiigenica , riducevasi dagli antichi in macine da mulino, mi sembra che non si possa in mi- glior guisa splegare la provenieiiza di quella trovata nel- I'arco di Alboino, quanto supponendo clie fosse un rot- tame di pietra che abbia servito a quell' uso. Sia die veaisse da Ronciglione, o sia da Bolsena era breve il ti"asporto dall' uno e dail' altro di qiiesti luoghi al mare Mecliterraiieo SOPRA. ALCUNI MASSI DI LWA, CCC. 849 gill per la Fiora , o per la Marta , e di la queste niacine potevano essere condotte suUa costa di Geneva donde si saranno sparse in commercio. Non sarebbe tampoco improbabile cbe qnei framnienti avessero appartenuto ad una di quelle moloe manunrice die traevansi dietro gli eserciti. In molti luoglii dell' Italia assai lontani dai terreni vul- canici mi sono abbattuto in pezzi di lava a cui attribuisco la medesima provenienza e die lianno dato niotivo a ta- luno di fantasticare che vi potessero essere vulcani in quelle vicinanze. Nella uiontagna calcaria , per esempio , che incunibe al paese di Stilo nella CalaVjria ulteriore , e dove sono gli avanzi di un antico castello , rinvenni due framnienti di lava cellulare sparsa di feldspati die spettava certamente all' Etna ^ altri ne incontrai ne' contorni di Reggio parimente in Calabria, ed in raaggior quantitii presso Taranto dove da taluno vien fatta tradurre la lava di Na- poli lavorata in gradini per le scale delle abitazioni. 35o Sulla scicnza della medlcina , saggi di Giovanni Bian- CHI, pubbllco professore neit I. R. Unaersild di Pisa. — Pisa, 1822, in 8." di pag. 3o5. L, JE opere dl patologia e di medicina pratica che escono a" di nostvi in Italia si potrebbero dividere in tre classi rispettivairente alio spirito con cui sono esse scritte. Nella prima , che e la piu copiosa , sono comprese quelle che sostengono caldamente una teorica tutta nuova , e non sea- tono e non ammettono che le idee del loro accarezzato sistema; nella seconda stanno le opere le qviali si oppon- gono fieraniente alle prime con parole accanite , e spesso anche co:i ragioni si storte e meschine , che indlcano una cieca inimicizia di parte , piii che amore del vero. La terza classe, ed e la p"u\ scarsa , compvende le opere di cjuei pratici che , freddi spettatori in tanta lite , rercaao di approfittare dei lumi si antichi , che modenii di qualnn- que scuola essi siano , e procedono trantjuillamente colle loro osservazioni , pesando rigorosi le dottrine speculative sulle bilance delT esperienza. Dietro qnesta compartizione noi coUocheremmo nella se- conda classe la presente opera del prof. Biar' ' ' ., molte eterne frasi ingiuriose con cui accompagna le sue obl)ie- zioni alia dottrina medica moderna; e in parte anche la natura de' suoi raziocinj dinotano a parer nostro quelle stato di passione che non va mai pienamente d' accordo col retto giudizio. E perche queste proposizioni siano fon- date , verrenio esponendo in compendio la sostanza di que- sti Saggi di medicina , aggiugnendovi all' uopo le uostre riflessioni. Saggio I.* SiiUc cause riinote della maTat.tia. — L' autore comincia per con^iderare gli efl'etti del caldo e del freddo suUa nostra macchina. II calore di clima , egli dice , il maggior possibile calore per efFetto di stagione , di localita, di direzione , di riflessione dei raggi solari , quando agisce con forza eguale su tutta la superlicie dei nostri corpi , non fa che richiamare una macisjiore traspirazione alia cute 5 e puo ben indebolire per soverchie perdite , uia non SULLA SCIENZA DELLA MEDICINA, CCC. 35 1 pn6 dai' liiogo niai a infiaiimiazioni. II freddo pol colla sua impressione primitiva istantanea produce gli stessi effetti del calorico eccedeiite, come vediamo nel caso del 2:eloai, nialattia niolto somigliante alio scottature. Quaiido il tVeddo e graduate ed eguale su tutta la niaccliiiia non p'odnce questi effetti , beasi diniiiiuisce le escrezioni specialmeate queiie della cute e del pohnone. Taiito piu nocivo e il freddo accompagaato da umidita. Uazione del fieddo sui corpi viveiiti iioii coiisiste ia una operazione fisica^ non nella seraplice sottrazione del calorico, nia in una impres- sione , in una sensazione tutta propria della vita. Qui ci sembra che 1" autore coafonda la causa cogli effetti die ne risuliano. II calorico e sicuramente uno degli stiiuoli piu ne- cessarj alia conservazione della vita, e la sua dedcienza pro- duce molte particolari e tutte ingrate sensazioni nella mac- china animale , iino a farla perire in misura dei gradi di sottrazione : ma non pertanto dovremo dire die V azione negativa del freddo in tutt' altro consista che nella sem- plice diminuzione del calorico. Molto valntando T autore T influenza del freddo e del- r umido sul corpo umano , attribnisce alia medesima quasi tutti i mali spontanei. Secondo la sua inaniera di vedere, tutti questi mali dipendono dalla soppressione degli uraori escrementizj portati e ritenuti in una qualche parte del corpo. I detti umorl , cosi trattenuti , irritano i solidi con el in principio ^ nondum consuinmata SACGI DI GIOVANNI BIANCHI. o6l (Gal. 4, in 6 , Epidem. t. 3). Anche i medlci modei'ni per diatesi ora iatendono una disposizione a qualche ma- lattia universale per lo piu lenta ; ora T alterazione nior- bosa in piu o in nieno dell" eccitamento vitale; ed ora V02;liono signilicare una condizione niorbosa , piii che di- nainica , in grazia di cui la nialattia si syiluppa c pro- gredisce anclie indipendentemente dalla cagione che F ha originata. Cosi dicianio , per esempio , diatesi scrofolosa , cancerosa; diatesi stenica, astenica; diatesi infiammatoria ecc. Noi pure vorremnio coll' autore che il linguaggio medico fosse rettificato a qnesto rignaj-do; ma non siamo d' ac- cordo con lui nel credere che gli antichi ne prestino un modello da seguitare. Impugna T autore la pretesa identita deli' iiifiammazione , potendo essa investire la niaccliina in tutti i gradi diversi di forza , e dovendo senipre ^ stimolo che la produce operare a' dispendio della vitalita. Nega che la tolleranza del medicameiiti sia una giusta misura della diatesi; e pre- tende che questa tolleranza si debba attribuire ora a in- difterenza ed insensibilita del tessuto vivo all' azione dei medicamenti, ed ora alia cessazione della vitalita distrutta dai niedesinii. Noi pure siamo d'opinione che Tinfiamma- zione in alcuni casi , ed anche in certi suoi periodi ( che cpii non intendiamo di definire), puo essere accorapngnata da una debolezza parziale od universale ; ma questo no- stro parere e fondato su principj ben diversi da quelli che professa 1" autore, e su di cui abbiamo gia esposto le nostre considerazioni. Nemmeno per noi la tolleranza dei medicamenti sarebbe un fido luezzo scrutatore delle diatesi, perche questa tolleranza e soggetta a mille eccezioni di cui non e facile il render ragione ; cio non ostante ci sem- bra assurdo 1' immaginare un' assoluta insensibilita del tes- suto vivo , couiunque infermo ; e piu assurdo il creier^, che i medicamenti eccessivi possano distruggere la viiabta senza che vi succedano pronti segni di gangrena e sfacelo nelle parti cosi offcse. Non v' e motivo giusto' e provafo , dice T autore, per potere attribuire all" azione diretta dei rimedj le guari- gioni ; che anzi v' e molto da credere che i rimedj di qualunque sorta hanno spesso aggravate le malattie, e pro- dotta la morte. La medicina , egli soggiugne , di alcuni me- dici attuali e ben diversa da quella di Sydenham ; e noi Bcbl. Ital. T. XXVII. 33 362 SULLA. SCIENZA. BELLA* MEDICINA , direino qnella di SyJeiiham essere diversissima da quella del prof. Biaaclii. Noa rispoadiamo verbo alia volgare ac- cusa , che la medicitia faccia aminalare e inorire gli uo- mini. II buon seiiso snggerirebbe , che geiiei'almente soiio le malattie e non i rimedj die ammazzaiio : con tutto cio i medici savj sanno dubitare dell' arte loro , e nieatre non lasciano essi di adoperare con francliezza i soccorsi della pill sperimentata utilita , diffidano prude.itissimi suUe cose incerte : ma per altro non discendono niai a quel grado di pirronisnio , giunto al quale ogni medico avrebbe olibligo di coscieiiza di rinuaziare alia propria professioiie, e di abbandonare V umanita laaguente al suo inevitabile destino. Saggio 5.* Trionfo della mediciria ippocratica sulle due sistemntiche del bro^vnisti , e del controsdmolisti , dimostruto col mezzo della chirwgica evidef^a. — Le gviarigioni spontanea delle IVatture , delle contusioni e delle ferite, clie il cbi- rurgo tante volte ha opportuni'a di osservare, sono al certo prove luniinose della mirabile influenza dell' economia ani- niale nella cura delle malattie. Niuno dul)ita che i soc- corsi dell'arte non siano spesso che mezzi indiretti con cni si cerca di promuov^ere, o di secondare le seciete ope- razioni della natura ; ma, domandiamo noi , se si potrebbe mai con ragione abbandonare interaniente ai compensi della organica economia una pneuinonite da ferita , o qualsiasi altra grave infiammazione traumatica di organi molto im- portanti alia vita ? Che importa a noi che i medicamenti rechino un vantaggio indiretto, se appunto a questo van- taggio si deve la vita di molti individui i quali andreb- bero naturalmente a perire ? Convien dire per altro che r autore in questo suo ultimo saggio , a costo di contrad- dirsi, non lia potuto a meno di coafessare la convenienza fe, 1' utilita di alcuni medicamenti, Dopo di avere riprovata la recente compartizione dei rimedj in stimoli e controsti- moli ; dopo di aver ripetuto molte delle stie gia accennate idee , egli riconosce che in alcu^ii casi sono convenieuti i purganti, ed in altri sf)no indicati e fin necessarj gli ecci- tanti per risvegliare dal suo torpore la vital forza medica- trice, e per ricliiamarla alia sua indispensabile attivita ripa- ratrice. Commenda particolarmente I'oppio in dose modera- ta , come quel farmaco il quale colla sua forte impressioiie fa granUe consumo di vitalita, e giova indirettaniente nelle SAGGI DI GIOVANNI BIANCHI. 363 iafiammazioni portando la calma del dolore^ sicche la vita agitata ottiene qualche riposo e puo rimontarsi. Pretende pure cheToppiosi possa utilinente associare coUe sottra- zioiii di sangue , col vero regime antiflogistico. S' impegni pur chi vuole a metter d' accordo queste regole pratiche coi priacipj teorici professati dall' autore ; giacche noi non sapremmo strigare tanto problema. Daremo fine a questo compendio critico col dire^, che cultori della medicina e non fautori di alcuna setta , sia- mo anche noi contrarj agli abusi di sistema clie pur troppo hanno dominato e domi.iano neile scuole cliniche d' Italia ; ma vorremmo che questi abusi fossero diraostrati con piii salde ragioni e con modi piu dignitosi di quelli con cui il prof. Bianchi ha dileggiato, piu che non abbia coiifutato, »Ja nuom dottrina medica italiana. 36. Flora veroneusis qiiam in prodromum Florce Itnlice septeiitrionalis exhihet Cyrus Pollinius. Vol. prima in 8.° di pagine 535, oltre alia prefazione die e di pag XXXV, con due tavole in rame. — Verona, 1822, dalla Societd tipografica. K I 01 impretftliamo a dare contezza della Flora Veronese, il primo volume della quale e venuto in luce non lia guari ; e a cio ci conduciamo tanto piii volontieri ia qnanto che scorgiamo dal contenuto di esso volume, essere stati adempiti i presagi , che di quest' opera ai formarono : iii- tendiamo dire degna della fania delKautore e della nostra Italia. Nella prefazione assai estesa posta in fronte alF opera il dotto professore Veronese incomincia col dire,' ch'essa sarebbe uscita assai tempo prima se 1" esercizio della nie- dicina pratica, a cui fu dalle circostanze obbligaio pre- starsi , non gli avesse tolto quel tempo , che pria solea tutto dedicare alia botanica. Ed innanzi dar priacipio al- r opera sembro opportune all'autore il premetter§ alcune nozioni sulla regione, sul suolo e sulla vegetazioaef, non che di rammentare coloro che studiarono di mostrare le stesse cose. Termina poi col fare alcun cenno del niodo e delle precauzioni usate onde condurre a termiue la di lui impresa. Noi quindi seguiremo a passo a passo 1' autore in qiiesta particolarizzata prefazione , ed oinetteremo soltanto il far cenno di alcun e cose, le quali ci sembrarono inutili o al- meno di poco interesse in cio che risguarda il priaci- pale oggetto dell' opera. Dopo di che passeremo ad un esame alqvianto circostanziato della parte pratica di questo volume e degli altri che successivamente verramio pub- blicati, e cio nella lusinga di potere rettificare la sinoni- mia di varie specie di piante, le quali ad onta delle ri- cerclie e de' tentativi di molti botanici non sono per av- ventura state abbastanza bene illusti-ate. In primo luogo ci avverte il Pollini, che questa Flora non solo coniprende le specie die nascono nella provin- cia Veronese j iria quelle eziaiidio die crescono nel Tiirolo FLORA VERONESE eCC. 365 italiaiio o sia meridioiiale, nelle proyiiicie Vicenthia e Pa- dovana , e nei confini dei territorj di Rovigo , di Maiitova e di Brescia. Perocche in far cio elibe egli il disegao di ofFrire il Prodromo della Flora Italica boreale; ma ha sta- biiito di appiicargli il noiiie da Yerona , perche questa citta e come il centro dei luoghi suddetti , e la di lei provincia fu dal medesimo esplorata con maggior diligenza e studio. Crediamo poco utile di teiier dietro alia descrizione geo- grafica , che V autore minutamente ci da del territorio e dei confiui in cui ha circoscritta la di lui Flora ; per dire solo, che niuna regione avvi forse in Europa, la quale in si ristretto spazio abl)racci tante varieta di suoli diversi, siccome laghi , paludi , valli , pianure , colli e monti di varia altezza. Come pure tralasciamo volentieri la pro- lissa descrizione di Monte Baldo alibastanza noto ai l)Ota- nici ; ma crediamo di non ommettere i podii cenni che r autore ci da intorno alia costituzione geologica del suolo, i quali se aon riesciranno di grande interesse pel bota- nico , potranno divenirlo almeflo pel geologo e pel mine- ralogo. Siccome pero la presente opera e consacrata prin- cipalmente alia botanica , cosi noi non ci rendiamo garanti per questa parte delle idee e della nomenclatura si mi- neralogica che geologica. La roccia e' dice , di cui la maggior parte dei nostri monti sono formati, e calcarea secondaria, disposta a strati" pill o meno orizzontali , di colore per lo plii cinereo sor- dido , o del colore di perla o pallido-rosso. In essa tro- vansi dei piccoli strati e delle vene di argfilla , di ferro, di quarzo e piii sovente di silice. La grana ora e grosso- lana e afifatto terrea , ora piii compatta e solida , del cui genere suscettivo di politura costituisce molti e miraliil- niente variegati marmi di altisfeimo prezzo. Nella massa calcarea riscontransi innumerevoli corpi petrificati , vege- tabili ed animali , la maggior parte marini, ora frammisti, ora ammucchiati , ora disposti come in famiglie. Lisigni sono i denti e le ossa elefantine , che sono scavate dal calcareo marnoso del colle cosi detto Strbari vicino al pic- col liorgo Romagnauo nella provincia di Verona. Ma piu celebri di tutti i petrefatti sono gP innumerevoli pesci di ogni sorta , che si rinvengono nella massa calcarea allu- minifera del monte Bolca. Quanto piu s' inoltra nella som- 366 I'LORA VERONESE ; mita dei rtionti , tanto piii la niassa calcarea assume una forma diversa; meno distinti sono gli strati, sembraiio framnieati squamosi , e vi risplendono in mezzo graai e niolfcole. Non avvi pietra focaja ; piii rari trovansi gli oggetti petriiicati e di specie diversa; iuiperocche maacaiio specialmente i nummali o sia discoliti, clie sono comuiiis- simi nei monti piii bassi composti di calcarea grossolaua. In incite sommita dci nionti Baldo e Posta 1' autore sco- pri una massa conformata in globetti conglomerati , o , come dicono , oolitica. Dalle quali cose scorgesi , clie questa pietra calcarea e antica, cioe tU ti-ansizione al dir dei geologi , come quella che ebbe origine dall' eta inter- media della prima epoca ( quando tutte le cose si cristal- lizzavano ) , e dalla postenore o secondaria , quando le molecole senz' ordine e simetria congiunte insieme costi- tuirono le masse purameiite terrose. La pietra trappica o scalare stratiforme , che i seguaci di Werner riferiscono alle secondarie , altri ( forse con ra- gion piu probabile ) alle vulcaniclie , trovasi in parecchi monti del Tirolo, del Vicefttino e del Veronese. Apparisce sotto forma di basalte , di verdipietra basaltina , di ver- dipietra porfirica e di tufa ( Wake ) ora solido, ora amig- daloide. Le pietre trappiche sono spesso coperte dalla cal- carea , o questa da quelle. Talvolta , anzi spessissime volte alternano gli strati calcarei pieni di corpi petrificati con strati di tufa pure frammisti e con produzioni marine pe- trificate ; siccome nelle valli Pvonca , Trissino e nei colli della valle di Tiene nei luogo chiamato Bergonza lungo il torrente Astico. Un tufa si seraplice quanto il basal- tino riscontrasi sovente ammassato o conformato in glolji di varia grandezza ora sferici, ora compressi, II basalte tro- vasi o infoiTne , o terminante in tavole , o in colonne di somma bellezza , come nella valle degli stanghellini presso il Bolca. La terza roccia stratiforme di que' monti e arenaria. Piu antica di tutte e T arenaria rossa, come quella die giace sopra la pietra di transizione cbianiata grovacco, o sopra la verdipietra ( g7-ura5£em ). Vengono in seguito ali'a- renaria rossa la cinericcia e la bianchiccia. Sotto il grovacco e la verdipietra sta lo schisto argil- loso e piu di rado lo schisto micaceo, che si veggono per ampj tratti dei monti del Tirolo e del Vicentino. DI GIRO POLLINI. 867 Noil niancano iaoltre le rocce poriiritlche , come nelle valli di Fieme e di Fassa , e viciiio a Pergiiie e in al- tri luoglii del Tiiolo, presso Recoaro nel luogo detto Fungara, noii che iiegli Ewganei. Ma il porrido degli Eu- ganei (che dagli aljitanti e cliiaiuato masegna ) , e qnello di Recoaro a gindizio deir autore apparteagono alle pietre vulcaniche. Fiiialinente i moati ceiitrali del Tirolo, come il Brenner, soiio composii di granito primigenlo. L" autore avverte cio nondinieiio i leggitori, che nella valle di Fie- me le rocce graiiitiche si trovano molto posteriori, co- me quelle , clie al dire del' conte Marzari giacciono so- pra il porlido di trausizione che posa nel grovacco. Ma una tale scoperta del Marzari e negata da alcitni dotti nella storia naturale^ ed il fenomeno viene attribuito alia grande perturbazione degli sti-ati auticamente avvenuta. Per dare una piii giusta idea del suolo V autore fa os- servare, che que' monti abbondano di litantrace. Di piii nelle grandi valli Veronesi e Ferraresi lungo il Po si tro- vano profondissimi strati di torba. Quantunque non sia noto all' autore die in quella regione sianvi paludi salate, tuttavia e tale il suolo della val Sermide nel luogo detto il Dragoncello alia destra spiaggia del Po , ove P egregio signor Sandri Veronese raccolse le salicornie , le s.ilsole ed altre specie marittime. Non e nuovo per altro il fenome- no , di trovarsi cioe delle piante marittime nelle paludi di acqua dolce ; imperocche noi ne al)biaino un esempio a poche miglia dalla nostra citta ( Pavia ) nel luogo detto il Tombone Roveda^ ove crescono cotali piante, e parti- colarmente nascevi in buon dato la Salicornia Jierbacea. II primo che fra noi osservo tal fenomeno ( e sono ben 3o e piu anni ) e stato uho speziale da Broni di non co- mune merito , il fu Francesco FumagalU , che graziosamente lo fece noto a noi ed al P. Nocca ; ma cptest' ultimo non si degno neppure di nominarlo nella Flora Ticinensis! Fa cenno poi il signor PolUni delle fonti minerali si calde che fredde, le quali abbondano in quel territorio. Fra queste sono molto celebri le acidulo ferruginose di Recoaro , a cui debbonsi aggiungere quelle dal medesimo non ha molto indicate di Staro nella provincia di Vicen- 2a , e quelle di Rabbie nella valle del medesimo nome nel Tirolo. Fra le termali debbonsi annoverare quelle di Cal- diero nella previncia di Yerona ; nia sono piu eccellenti 363 IXOKA. VERONESE d'assai quelle clie bollono vicino ad Abano, a Monte Or- toae, e in niolti aliri luoglii degli Eugauci. Ma qviantunqne siaiio tanto diverse le specie delle rocce di que' nioiiti , jiuie ninn genere di ve?etabili trovo 1' au- tore proprio di cinsclieduua di esse, cioe clie nascesse ill una soltanto di queste rocce. Con tutto cio egli noii intende di negare, die alcune specie di piante gli seiii- Ijrarono crescere piuttosto in un Inogo die in un altro ; p. e. il Hieraciwn staticifollum nel tufa vulcanico decom- posio. Parimente , al dir del professore Pollini , la niaggiore o niinor densita dell' aria non sembra influii'e suUa localita' delle piante; imperocche piii specie alpine nascono nelle valli onibrose del Tirolo. I venti al contrario gli parve che alcun poco \i contribuiscano ; cosi 1' Arenaria bava- rica , la Silene saxifraga , la Campanula petraea , la Vale- riuna rubra, lo Spartium rad'uitum , la Scabiosa graininifo- lia , V Artemisia cainphorata , V Apargia incaiia amano i colli e i monti liberaniente esposti al soffio dei venti. E gene- raluiente noto che anche le piogge annue , e il loro iiiodo di cadere e penetrare nel suolo lianno gran possa sulla vegetazjone. Ma su di questa esercita niaggiore influenza la teniperatura delF aria , che suol derivare dalla latitu- dine ed altezza della regione sul livello del mare , iioa che dalla plaga o zona. Se si riflette diligentemente alle cose or ora sulle re- gioni accennate dalP autore , e facile , come egli dice , il comprendere quanto varia^ moltiplice c copiosa vegeta- zione del)bano ofFrire. Imperocche i laglii , i fiumi , le risaje producono la maggior parte delle specie palustrif, la pianura le piante della Lombarilia , delF Austria, della Ba- viera e della Francia , i colli molte piante delP Italia me- ridionale e della Grecia ; i monti e le alpi offrono i ve- getabili della Svizzera, della Savoja, del Piemonte , della Laponia e della Svezia. Ma cio che reca meraviglia, al dire delP autore , si e che noi possiamo raccogliere nel raedesimo giorno vegetabili di clima e stazione diversis- sima. Chi dal promontorio di S. Vigilio sul Lago di Garda si dirige ad investigare le sommitii di monte Baldo-, os- servera prima i palustri ed acqiiatici Potamogeti , i Millc- filli, le Cliare , le Canferve , le Salvinie , i Giunchi , i Scirpi la Littorella ; sui colli esposti alP iaipeto del Lago di Garda m cmo poLLiNi. 369 vedra crescere spontaneamente in un colle piaate delle Imlie e deir America ausirale V A^ave americana,i\ Lean- dro , il Rama-ino , 1' Ulivo , il Fico', il Terebiato , V albero di Giuda o Siliquastro , il Grannto , il Mandorlo , il Pesco , la Vigna, la Scopa o Erica arboren , la Querce vaV.oiiia , la J/7arM , ecc, ; nei monti il Castagno , il yTocc . la Querce, i Carpi lii , il Faggio , a cui succedouo il Pino , il Larice , il Pez30 ^ r Abete , indi piu in alto gli arboscelli alpiai , il Mugo , i Rododendri , i SaUci ; e linalnieiite alia som- mlta vivono le erbe uiiiiori il Gera/i«i>?i argeiileiun , la Pae- derota Bonnrota,\a. Linaria alpina , la Potend'la nltida , la Draba pyrenaica , le Androsaci , le Sassifraghe ,' i Li- cheni , ecc. Ma per dare una piu clilara nozioae della geografia Ido- tanica della Flora Veronese , cioe della situazione delle piante , piacque al Pollini dividerla in sei regioni o zone : La prima piu liassa di tutte ossia la pianura , ch' egu chiama regione del Pioppo , comiacia dalle valli lunghessa il Po , die sono di pochi metri elevate sul livello del ma- re , e finisce alle radici dei colli , ove e posta Verona , la cui altezza e di metri 70. Nella pianura piii bassa alli- gnano il Populus alba , ed il Popidus nigra , il Salix alba , ed i congeneri , V Olmo , X Alnus gludnosa e incana, il Ri- $0 , le Mazze sorde , le Carici e tutte le altre palustri ■■, nella pianura superiore i Gelsi, le Viti , la Querce , i Frassini , gli Aceri , i Platani , i Cereali. La regione collina , ossia dell" Ulivo arriva dai 70 ai 5oo metri. I colli Berici e gli Eugauei appartengono affatto a questa regione , ove vegetano Y Ulivo , le Viti, e gli alberi fruttiferi , V Arbutus Unedo . 'il • Laurus nobilis , il Pinus pinea, il Cnpressus sempervirens , il Populus tremula , la Quercus Aegilops , la Q. Ilex e le congeneri , l' Erica ar- borea , il Rhus cotinus e coriaria , la Castanea vesca , il Juglans regia , I' Acer monspeliensis , il Pistac'u terebin- thus e P. vera , il Cercis siliquastrum , la Coronilla emerus. La regione montana ossia del Faggio s' innalza dai 5oo ai 1000 raetri, come i monti Boica e Civillina. Oltre al Faggio ,vi A'egetano 1* Acer pseudo-platanus e 1' A. plata- noides, la Tilia europaea e T. platyphyllos , la Daphne lau- reola , il Cytisus laburnum , C aljniuis c C. purpurcus , la Querce , il Ciliegio . etc. 370 FLORV VERONESE La regione subaipina , ossia deW Abete a^pun^c a iSoo metri. A questa regione si estenilono le piii atte case mon- tane abitate tutto T anno. Vi cresce la famiglin dei Pini, il Pinus Ahifs , sjhestris , Larix , Picea , e Cernbra , il Rho~ dodendron hirsutum e il ferrugineum , la Cnrex baldensis , r Hyporhoeris helvetica , la Gentiana lutea , la Swertia pe- rennis , le diverse specie di Pyrolae , YAconituin NapeUis^ il neomontanum e VAntora , la Saxifraga Ponae e V arach- noidea , la Veronica aphylla la helUdioides e la fruticulosa. La regione alpina inferiore ossia del Mugo arriva a 20C0 metri. Le piii alte sonnuita del BalJo , p di tutti gli altri monti del terrltorio Veronese e Vicentino appartengono a questa regione , anzi alcune la oltrepassano. L" inclemenza deir aria ne allontana gli ahitatori^ quindi sole capanne e tugurj di pastori si veggouo , ove in estate si conserva il latte , e si fabbrica il cacio. Vi niancano gli alberi tutti , ed occiipa quasi V intera regione il fiutice Pinus niughus ossia il P. pumilio di Willdenowio cogli arbusti mi- nori la Daphne cneorum , il Rhododendron chamaecistiis , V Empetrwn nigrum , il Vaccinium uJiginosum ; ai quali ag- giungonsi la Paederota Bonarota e 1' Ageria , il Phyteuma comoswn , la Primula carniolica e la villosa , il Senecio do- ronicwn e 1' abrotanifolius ,• il Bupleurum petraeum e il ranun- culoides , il Geum montanum , e di nuovo gli Aconiti , la Gentiana lutea , ecc. Finalinente la sesta ossia la regione alpina superiore o ■^iihnevosa s' Innalza a aSoo metri. La neve afFatto si scio- glie sulle vette e sui plani declivi ; ma sta per sempre iiei luoghi occulti e meno aprichi , e nelle fosse , co- prendo come di certe muAde ( cliiamate dai Tirolesi ita- liani Vedrette ) qua e la , la superficie dei monti. Le vette del monte Spinale, Blemone, e di altre alpi del Tirolo ap- partengono a questa regione, ove non vegetano ne il Mugo, nb altri arbusti, ma soltanto le erbe nane , come sono V Androsace alpina, la Draba pyremdca e T aizoides , il Ce- rastium latifoliwn , il Geranium argenteum , la Cherleria se- doides , la Silene acaulis , il Lycopodium selaginoides , il Chrysanthemum alpinwn , il Geum reptans , V Iberis rotun- difoUa , la Saxifraga oppositifolia , hryoides e burseriana . r Arenaria austriaca e laricifolia , V Achillea Clavenae e 1' a- trata. Dl GIRO POLLINI. 07 1 Dal confine superiore, coiitinua egii , die s' iiinalza a aSoo nietri, inconiincia la regione nevosa , in cui il pen- dio e le declivitii dei montl sono pei'petuaniente coperti di nevi , e quindi pure cjnai prominenti scogli , le vette , cui men aha copron le nevi , sul finir della state mettono fuori in certo modo il capo. Sebljeue alcune somuiita d&I Tirolo australe s' innalzino sopra aSoo metri , pure atteso la vicinaaza della pianura ed i venti australi non sono perpetuamente coj^erti di neve ; per il che la regione ve- raniente uevosa primnpia nel Tirolo settentrionale. Lo stesso dee dirsi delle piii alte cime dei monti Baldo, Posta , Portule , ecc. che toccano la regione subnevosa, sebbene producano il Pinus mugus , il Rhododendron cha~ maecUtus , ed altre specie della regione inferiore. Anche il Pinus cembra, ed il Larix , nelle regioni piu apriche del Tirolo nascono nella regione del 3Iugo ; ed il Faggio , il Lazzerolo di montagna o Crataegus Aria , X Acer pseudo- platanus e il Platanoides , nella regione dell' Abete dei Baldo , siccome vide 1' autore nascere i Noci , i Casta- gni , le Querce , insieme coi Faggi nei monti Lessini ed altrove. Al contrario nelle rupi del Baldo esposte a set- tentrione vicino alia cappelletta della B. V. M. detta della Corona raccolse egli le alpine Paederota Boiiarota, e P/ry- theuma comosum ; anzi quest' ultima nella Valstagna liingo la Brenta. Pietro Cristofori speziale da Roveredo , dotto nella sua professione, ha veduto crescerb sui monti, anzi sopra un certo colle di Roveredo esposto ai venti boreali „ la Daphne cneorum , il Rhododendron chammcistus , ed altri vegetabili della regione del Mngo. E noi aggiungeremo qui d' aver vedute e raccolte la Pinguicula alpina, la Gentiana Verna , il Cytisus purpureus ne" luoglii piii bassi della pia- nura del Friuli. Cosi pure trovammo cola ne' colli e nelle valli che non oltrepassano i 100 metri d' altezza sopra il livello del mare, la Dryas octopetala , V Epimedium al- pinuni , la Paederota Ageria , 1' Astrantia epipactis , la Den- taria digitata , la Cardamine trifolia . 1' Euphorbia carnio- lica , tutte piante che in altre regioni non vedenmio cre- scere se non molto piu in alto. E la stessa Saxifraga bur seriana , che il Pollini osservo soltanto nella reaione al- pina superiore , cresce* in buon dato al piede del monte Mariana poco sopra Yenzone nella Carnia. Quindi niente di piii consentaneo che 1 autore a]>bia colto nelle mpi 37a FLORA. VERONESE pill basse esposte all' onde del laa,o di Garda, si presso Littioue , clie presso Malcesine la Daphne alpina , lo Spar- thuti radiatuni, I' Atropa belladonna e la Carex balJensi^. Dalle quali cose ( come saggiamente coiicliiude 1' autore ) risulta die i coiifini stabiliti noa sono taiito precisi da noil potersi rimuovere f, ma ora s' iiinalzaiio , ora s' ah- bassaiio secondo la varieta del suolo e della temperatura da cui la'geiierazioue e la vita delle piante dipeiide , o sia , come dice il cliiarissimo Treviranus , a seconda delle forze deir universe ( momentis cosmicis, ) Intorno alle piaate che vegetaiio nella regione delta Flora Veronese , mold hanno gia sciitto , ne T autore ha voluto passarli sotto silenzio. II MatUoli e V AiigidUara £a- vellarono di varie piante di quel paese e tentarono giu- sta il metodo de* loro tempi d' illustrarlc. Ma il primo die abbia intrapreso una peregrlnazione al monte Baldo per mire botaniche fu Francesco Calzolari speziale Veronese. Nel suo Viaggio al monte Baldo diede un" esatta descrizione di quel luonte ed i nomi di piu di 35o piante. Giovanni Pona , speziale pure Veronese , intraprese parimente un nuovo viaggio al monte Baldo , che scritto in latino , e dedicato al celebre Clusio , fu stampato in Anversa come appendice all' opera clusiana Rariorum pJantariim Historia. Yenne poi tradotto nel volgare italiano ed ampliato, e usci in Venezia I'anno 161 7 col titolo di Monte Baldo Descritto. Gl" ilhistri Gaspare Bauhino da Casilea , Giacomo Za- noni da Bologna , Antonio Tita veneziano , e Mattia Lo- belio da Lilla viaggiarono pure e ricercarono il Baldo , il Summano , le Vette feltrine e i mond detti dei Sette co- muni. II primo fa cenno delle specie die particolarmente crescono sul Baldo nel di lui Prodromus Tlieatri Botanici; il secondo nella sua Istoria botanica ;il terzo nelV Iter per alpes Tridentinas , in FeltrensL dicione , etc., ed il Lobelio nel viaggio da lui inti-apreso per 1" Italia ascese il monte Baldo e noto le piante scopertevi nelV opera. Stirpiuin novis adversaria. Fra gli antichi che parimente esplorarono per mire bo- taniche alcuni di que' monti , non merita di essere obliato Nicolo Agerio medico da Strasburgo. Questi viaggio in Italia e si trattenne in Bologna ad ascoltare i professori di quella celebre Universita, che in que' tempi in assai uumero e dottissimi vi fioriyaiio : iavesdgo gli Apennini, il monte DI GIRO TOLLINI. 3jS Sumraano , ecc. , e coniunico le piante da liii scopeite a Giovanni Bauhino , che le pubblico nella sua Historia Plan- tarum unkersal. Poco iuiportanti sono gli scritti sulle piante del monte Baldo di Bartolomeo Martini,, di Giovanni ipada, e raolto nieao poi e da valutarsi il sogno di Valentino Passerini , il quale^tiescrisse in versi italiani le piante di quel monte , che appnnto ei finse di aver veduto doniiendo. II Pontedera e lo ZannicheUi visitarono que' monti , e ne descrissero le produzioui vea;etahili. 11 piiino esploro il moute Baldo, i nioa||f Lessini ed altii luogiii; il secondo pefcorse specialmente le Vette cli Feltre , il Sunimano ed i colli Euganei. Ma e d' uopo confessare , come ci avverte giustaniente 1" autore , c!ie in rjuesto ha di gran lunga tutti superato Francesco Seguier da Nimes , clie avendo stretta amicizia con Scipione Maffei ottimo personaggio , ando dalla Fi'aucia a Verona, edil medesiiuo cortesemente ricevuto, investigo diligentemente il Baldo , i monti Lessini, il Bou- donio , e tutta la pianura Veronese , e con tanta accura- tezza, che raccolse quasi iSoo specie, e varieta di erbe, e tra queste parecchie pCima non conosciute , parte delle quali jei coltivo nell* orto del Maffei. Ne diede un' ottima descrizione nell" opera Plantm verotien.'ses in due volunii , che pubblico in Verona Tanno 174.5. Procuro clie fossero incise le ii£,ui-e delle piante da lui recentemente scoperte , e piu rare. 11 supplemento , ossia il teizo volume usck r anno 17 '4. II chiarissimo Autore non voile pure passnre sotto si- lenzio Giulio Cesai-e Moreni , e Gaspare ^ordo/zj, il prime da Gfesale Maggiore , 1' altro da Verona , i quali furono spesso conipagni del Seguier nei viaggi botanici, e si pre- pai'arono un orto secco , ossia un erbario. Poche cose pero, e quasi consunte rimangono dell' ei-bario Bordoni ; tutte, e diligentemente conservate , ed in assai maggior numero sono le piante dell' altro: U che fu fatto per cura e sol- lecitudine principale del cavaliere Gio. Pari, in possesso del quale passarono. Per la cui singohire gentilezza avendo potuto il Pollini vedere ed esaminare ogni cosa, si e con- vinto che nulla di queste poteagli tornare pin utile (ec- cetto quelle cose che di proposito avea dato Seguier). Im- perocche avendo il Moreni fatto uso della nouienclatura e delle frasi del Seguier, e talvoUa del Pontedera, pote 374 FLORA. VERONESE egli distinguei'e molte cose , clie prima gli sembravaiio dubl)iose , sulle piante da ambidue descritte. Tra quegli poi cl>e in questi ultimi tempi scrissero sulle piante di quella regioiie noti all" Autore , furonvi il coate Marzari da Vicenza, il conte Sternberg alemanno , e G. Moretti professore di economia rurale ( per eirore di botaaica ) in Pavia , uomini di distinto sape*e ed iii- gegiio. 11 primo stampo in Milano T anno 1802 un opu- scolo certamente giovanile , intitolato Elenco delle piante spontanee del Vicentlno , scritto giusta il sistema di Llnneo. II seoondo nelle estati degli anni, i8o3 , 1804 ricerco i nionti del Tirolo meridionale , Baldo , Summano, del ter- ritorio di Bassano, e i colli Euganei, e nell' operetta scritta in linguaggio tedesco (Reise in die Rhetischen Alpen, Nurnberg 1806) pul)blic6 r indice delle piante da lui trovate. II terzo diede PAppendice al cataloa;o del Marzari nel Gior- nale di fisica e storia natnrale del Brugnatelli; e di nnovo nella sua opera intitolata: Meinorie ed osservnzioni intorno a dii^ersi oggetti risgitardanti le scienze naturali. Di questo ultimo potea aggiugnersi la citazione delle Osservazioni sopra diverse specie di piante indigene dell' Italia pul^blicate fiuo dal 18 18 in questa stessa Biblioteca e dirette da Vienna per lettera al sig. Acerbi direttore f, come pure i giudizj dal medesimo portati in questo stesso giornale sopra le opere botaniche uscite in Italia dal 18 16 in avanti , nei quali fu il primo ad illustrare diverse specie di piante, come verra dimostrato in appresso allorche sopra di que- ste cadra il discorso. Ne dovea tacersi il nome del bene- nierito dottor Turra da Vicenza, uomo di molto ingegno, rlie visito piii volte il monte Baldo , il Summano , ed in- "vestigo i colli Berici ed altre parti delle provincie Vicen- tina e Veronese. Egli ci lascio nel giornale tritalia , che stampavasi in allora in Venezia dal Milocco, due viaggi uno al Baldo e 1' altro al Summano, nei quali sono registrate le piante da lui coke in que' monti. II Pol ini non dimen- tica per altro i detti lavori del Turra , allorche discorre di ciascuna specie in particolare, cio che non ha fatto ri- guardo alle osservazioni del professore pavese. Quest' opera deve aver costata molta diligenza , molte cure e molto lavoro al di lei autore. Egli comincio ad esplorare quella regione nel 1808 quando fu destinato Dl CIRO POLLINI. 875 piofeasore di botanica ed agraria in Verona, e contiiiuo questa sua iinpresa lino all' anno 182 1. VoiTebbe esser letto nell' opera stessa il modo con cui egli riesci a condnrre a terniine il nieditato lavoro. Nel disporre le piante il cliiar. Autore ha seguito il sistema di Linneo. Per verita egli si sarebbe attenuto vo- lentieri al nietoilo naturale , che pensava sarebbe state assai utile ; conciossiache le afliaita e le somiglianze dei caratteri si sarelibero cosi facilmente presentate. Ma sic- come trattavasi di non grande estensione di territorio , giudico di allontanarsene ; poicbe si sarebbe avuto una serie in moltissimi luoghi necessariamente interrotta. Ma. per essere utile ai giovani, ed affinche quesli avessero an- clie alcuna nozione del metodo naturale , jndico a qual classe e famiglia i singoli generi dovrebbero riportarsi. — Noto diligenteniente il tempo della lioritura di ciascuna pianta , non clie il colore del fiore , che sovente ( parti- colarmente pel giovane botanico ) serve moltissimo a de- terminare le specie. Indico con csattezza il luogo ossia la stazione , ove una certa pianta si trovi , non solo nella regione della Flora Veronese , ma anche in tutte le altre parti deir Italia settentrionale. Uso la massima diligeuza nel determinare le specie ; cosi che nelle cose dubbie non iidandosi di se stesso , ha consultato diversi celebri bota- nici , tra i quali nomina specialuiente il Balhis, il Bertoloni e lo Sprengel. Se ci e lecito di avanzare il nostro giudi- zio diremo , che in quest' ultima parte T autore non fu si felice come per le altre , la qual cosa tenteremo di dir- mostrare in un secondo estratto. Alle piante che crescono spontaneaniente V autore ha aggiunto giustanieate quelle che per gli usi della vita si coltivano nei campi e negli orti*, e quelle che sono per piacere allevate nei giardini; alle quali tutte ha fatto pre- cedere la lettera C. Le piante rifcrite dagli scrittori delle cose pertinenti alia Flora Veronese furono dalPautore quasi tutte trovate , e molte ne annovera ch' essi non banno ve- duto, e che costituiscono quasi una terza parte dell" ope- ra. Di alcune, che non ha raccolto egli stesso, ne vide gli esemplari beaissimo conservati con annotazione del luogo neir erljario del Moreiii. Di queste pero ne avverte il lettore. L' autore penso a Inngo se dovesse riportare alcune pocliissime specie , che prima di liii altri lian Sj6 TLOR/V VERONESE DI GIRO POLLINI. rlferito, e ch'egli noii avea mai trovate. Finalmente nou constauJogli s* egli si fosse nelle sue ricerche ingannato , o se gli altii al)biaiio annixnziato il falso, decise di liferirle tutte , aggiungeiido per annotazione qual fosse su di cia- scuiia il suo giudizio. Ill quanto ai norai ha seguita la nomeiiclatura Liiiiieano- Willdeaowiaiia, eccettuate alcune poche piante; ma alle spe- <:ie ha appllcato il nome di quell' autore , che per il [)riino sotto* un dato home le avesse descritte. Siccome poi il Wildeno,v , che fu da morte rapito mentre attendeva al- r~ opera sua , non pote descrivere delle piante crittogauie se non le Felci ; percio nei Muschi ha seguito Hedmg , o Bridel , o Schwaegrichen ; nelle Epatiche Both-, nei Licheai Acliarius ; nelle Alghe Vodier , Dillwia e Wolfj nei Funghi Per soon e De Candolle. Finalmente dopo aver parlato di tutte le specie clie ve- getano in quella regione , T autore aggiunse in calce di alcun genere il nome di quelle che nascono iu altre parti deir Itiilia settentrionale; per io clie a giusta ragione que- st' opera puo meritare il titolo di Prodromo dclla Flora dell' Italia settentrionale. Conchiude quindi 1' illustre professor Polliiii , che ha potuto per tal maniera descrivere Axxe mila e cinquecento piante ; perche voile essere ai giovani e di vantaggio , e di diletto. Egli confessa sinceramente, clie tra le cose che sogliono o possono arrecare qualche contento , nessuna gli procuro giammai piacere piii grato di quelle die n' ebbe da questi stud] ; e che , se dai niedesimi compren- dera che la cosa siagli cosi riuscita , intraprendera , sic- come e sua intenzione, un lavoro di maggiore importan- za; giacche procnrera di condurre a termine colla maggior diligenza possilule la Flora dell' Italia settentrionale. { Sara continuato. ) 377 APPENDICE. PARTE I. SCIENZE, LETTERE ED ARTI STRANIERE. Jlassegna blbliografica delle migUorl opere stampate a Par/gi ed in altre cittd della Francia nei men di maggio e giugno del correiite anno ( Vedi il tomOt XXFI , pag. 392 dl questa Biblioteca J. M. AGGio ha prodotte 609 opere, comprese le ristampe , gli opuspoli^ i voluuii e le distribuzioui di opei'e gia iii corso. FiLosopiA, Morale, Educazione. La doctrine du sens commun , ou traite des premieres verites et. de la source de nos jugemens suivi d'une exposition des preuves les plus sensibles de la iiritable religion, par le P. B. D. L. C. D. J. In 8." ( Toumachon Molin ), 5 fr. ( Lo scopo deir autore e di sviluppare il principio del- r autoiita generale adottato dall'Ab. De la INIenais uel suo Saggio sulla inditferenza in materia di religione. ) • L'histoire comparee des systemes de philosophie consider ee relativeinent aux principes des connoissances humaines^ par M. Decerando. Seconde edition. In 8.°, torn. premier ( Ey~ inery , Rey et Gravier ), 7 fr. (Opera veranieiite classica. Questa seconda edizione, che- forniera 4 vol. in 8.°, e di moliQ accresciuta.) JStbl. Jial. T. XXV II. ^4 378 APTENDICE PoLiTicA, Legislazione, Economia politica. Theorie des Cortes , oil histoire des grandes asseinblees 7ia- tionales des royaumes de Castille et de L6on depuis I'ori- gine de la Monarchic Espagnole jusqu'a nos jours, avec quelques observations sur la Constitution actuelle d'Espagne, par D. Francisco Martinez MariiVA , confessenr de Fer- dinand VII ct depute aux Cortes , traduit de tespagnol par P. F. L. Fleury. In 8.°, vol. 2 ( Baudovin freres. ) ( Questo lavoro dev'' esser letto clai ministri, dai filosofi , e considerato .come uno de' niateriali piii importanti del- r istoria della Moiiarchia Spagnuola , aiizi di quella dei tempi niodernl. ) Influence du commerce sur le savoir , sur la civilisat'on des peuples anciens et sur leur force navale, par Charle Dupin , de t Academ.ie royale des sciences, etc. In S.° (^Bachelier), J fr. 2 5 cent- ( Quest' eccelleiite Memorla e stata letta nella seduta generale dell' Istituto di Francia il 34 aprile 1822, epoca nella quale si riuniscono le quattro accademie. ) Istoria, Antichita' , Memorie particolari. Chroniques d^'s evenemens poUtiques , civiles , militaires , re- Ligieux , pliilosophiques , superstitieux de tous les peuples , ou histoire impartiale et anecdotique depuis tere chretieniie jusqn'en 1822, par L. Prudhomme. Tom. premier in 8." {^Pnidhomme, rue des Marais , n." i^ } , 6 fr. 5o cent, ( Questa compilazione fatta dletro le tavole di Lenglet Dufresnoy formera 6 volumi ornati di 1 100 ritratti in nie- daglioni ; i quali se sarauno bene incisi faraiino huona r opera e potranno figurare iu un gabinetto di stampe. ) Recherches historiques et geographiques sur les medailles des nomes ou prefectures de lEgypte, par J. f. Tochon j>Annecy. Vol. en 4.° de 276 jyages (A, A. Renouard), ( Opera preceduta da una notizia sopra A fu M. Tg- chon d'Anriecy di J. di S. Martin. L'arte numisniatica e la scienza delle anticlnta piangeranno lungo tempo la per- difa di questo stimalijle accadeiiiico. ) PARTE STR\NIER4. 3^9 La France il y a trent an,'; , ouvrage contenant des grandes scri'es Jiistoriques sur les homrnes de ce teins-la. Vol. a in S." ( Z.e Rouge, Pichard), is //•. ( La lettura di cpiest' opera e piacevole a tutti coloro che per la loro eta e per le loro circostaiize hanno po- tuto vedere i tempi antirivoluzioiiarj e la rivoluzione me- desima ). Histoire de la revolution franqaise , par M. Neker depuis tassemblee des notables jusques et y compris la journee du i3 vendemiaire ( i8 octohre lygS ). Vol. 4 m la (^Baheuf). Id. 4 vol. in 18. ( Questa nuova edizione die contieiie numerose aggiunte inedite deirautore fa parte della raccolta de' niateriali iiu- portanti della rivoluzione fraiicese. ) Memoires sur I'expedition de Quiberon precedee d'une notice sur t emigration de 1791, et sur les trois catnpagnes det annees 1792, 179^ et 1794, par L. Gabriel de Ville- A'-EUFE DE Larocue Bernaud. Vol. 3 in 8.° ( Le Nor- mant) , fr. 10. (I niilitari Icggeranno con piacere qiiest"" opera che noa i indegiia dell' attenzione eziandio del filosofo e dell' uonio di btato. ) VlAGGI. Voyage des freres Bacheville , capitaines de f ex-Garde , en Europe et en Asie apres leur condamnation par la cour prevotale du Rhone en 18 16. In 8.° (Chez le Capitaine Bacheville, Palais Royal, n.° 8a, Correard , Ponthieu) , fr. 6. ( Lettura in^ressante. ) li'ouveUes observations sur la Valachie , sur ses productions , son comvierce, les moeurs et les coutumes de ses habi- tans et sur son gouvernement , par F. G. L. In 8.° {Egron^ Ponthieu ) , fr. 3. ( Quest' opuscolo, nel rjuale si trova un ristretto di tutto €16 die nacque nella Valachia in tempo della rivolta di Teodoro e dell" invasione del Principe Ipsilanti, e accom- pagnato da un piano della baltaglia di Draglian. ) 38o APPENDICE Notice sur le voyage de 31. Le Lorrain en Egypte et ob- servations sur le zodiaque circulaire de Denderah , par M. Savlnier fils. Br. in 8,° {Chez Hauteur.; ru de Rivoli^ 71." 32 ) , fr. 2 , c. 5o. ( Necessarlo per quelU die hantio lo zodiaco di Den- derah lltograrico. ) Voyage a I'Oasis de Thebes et dans le desert situe a I'orient et a I'occident de la Thebaide fait pendant les annees i8i5, i8i6, 1817 et 1818 par M. Fred, Caillaud de Nantes, redige et public par M. Jomard de I'Institut ro- yal de France etc. Impriinerie royale , in fol. fig, , livr. premiere (De la Garde, rue Mazarine, n.° 3, Debure Freres , Treuttel et Wurtz) , fr. 60. ( Questa splendida opera die formera due distrlbnzioni, eonterra : 1." il viaggio all" Oasis di Dakel fatto da W. Dro- vetti , console generale di Francia in Egitto ; 2,," il gior- nale del primo viaggio di M. Fred. Caillaud in Nubia 5 3.° Delle indagini suUe Oasis , suUe iiiiniere degli smeraldi e suir antica strada del cominercio tra il Nilo ed il Mar rosso ecc. La prima distribuzione pubblicata or ora e composta di pag. 140 di testo e di aS rami. *■'*■ SCIENZE. Le monde physique et le monde moral , ou lettres de mad, de * * * , ouvrage specialement datine aux personnes qui veulent sans le secours de la geometrie etudier le monde physique, le monde moral et les rapports entre les lois qui gouvernent ces deux mondes , par A. Libes. Vol. 2 in 8." {Chez I'auteur, rue N. D. de Nazareth, n." Sa). ( Eccellente opera e die ha il nierito poco comnne di interessare i dotti e d' oflFrire nello stesso tempo la piii piacevole lettura alle persone di niondo. ) • AgRICOLTURA , ECONOMIA RURALE. Memoires d'agriculture , d'economie rurale et domestique pu^ blies par la societe rurale et centrale d' agriculture, annee 1 82 1. In 8." {Mad. Huzard),, fr, C. ( La raccolta conipleta di cjueste IMemorie, alcune delle quali sono eccellenti, e di una grandissima utilita per co- loro die si occupano particolarniente della scienza eco- uomica. ^ PARTE STRANIER\. 38 I £e hon jardinier pour I'annee 1822^ par MM. Pirolle , ViLMORiN et Noisette. In 12..° fig. (Audot),fr. 8. (Quesrannuario e in cpest' anno amplissimo e rinchiude una cpantita cli cose utilisslme. Si bramerebbe solamente che i signori autori avessero il buon senso di astenersi da certe piccole frasi anibiziose e di un colorito .ridicolo che guastano in cpialche maniera la loro opera. Bisogna sem- pre essere semplice , sopi*attutto quando si parla della natura. ) Belle arti e Mestieri. Dissertations, recherclies et observations critiques sur les sta~ tues elites la Venus de Medicis, da Capitole Callipyge et autres , tApollon de Belvedere et la statue decouverte a Milo en 1 8 2 I , avec des notes historiques et des retnarques savarues sur les chefs d'oeuvres , par MM. Lenoir, Chery et M. . , . N. N. In 8.° (.4u bureau des Annates Fran~ gaises ) , fr. 2. (Opuscolo scritto con quel sentiniento scjuisito che di- stingue i veri amici deir arte e della bella antichita. ) Traite de m^canique industrielle, on espose de la science de la mecanique deduite de t experience et de t observation , par M. Christian , directeur du conservatoire royal des arts et metiers. In 4." figure , vol. premier ( Baclielier ) , fr. 25. ( Quest' opera egualmente utile ai manifattovi ed agli ar- tist! formera 3 volumi in 4.°, ed e classica. ) Memoire sur la mecanique , par M. le chevalier du Bvat , capitaine au corps royal du genie. In 4.° fig., torn, pre- mier ( F. Didot ). ( Opera proniessa da niolto tempo , e fatta da niano maestra. ) Belle letteke , Poesie , Miscellanee. Discours prononce a I'ouverture de la Societe asiatique par M. le baron Silvestre de Sacy le premier avril 1822, precede du prospectus de la Societe et suivi du reglement quelle a adopte et de la liste des membres qui la com- posent. Br. in 8.° (La Societa asiatica e preseduta da S. A. S. il duca «l' Orleans. Di tutte le nostra riuuioni scientiliche poch«' O02. API'ENDICE possono renderc tnanglori servigi alle lettcre. L' interesse ch" ella oflVe non si ristringe puramente alia Fraacia, lua si puo dire eui'opeo. ) Eneide de Virgile traduite en vers franqais par C. L. 3Iol~ LEVAVLT de I' Academic frangaise , avec texte en regard. Vol. 4 in 18.° (^Lelony ), fr. 12. ( Le persone di gusto , e soprattutto i partigiani schiz- zitiosi de' testi latini dicoiitro alle traduzioni , leggeranno coil interesse questa uiiova traduzione dell" Eneide , e cerlaniente si deve contare per qualche cosa il successo meritato di un poeta clie non ha temuto entrare in lizza dopo il nostro illustre abate Delille. ) Lettres inedites de I'abbe Morellet de TAcadeniie frangaise sur I'histoire politique et litt&aire des annees 1806 et 1807. In 8." {Ladvocat ) , fr. 3. ( Queste lettere che fanno seguito alle Memorie del- 1' abate Morellet, delle quali si e pubblicata ultima mente una nuova edizione, ofFrono alcuni aneddoti curiosissimi. ) Le palais de Scaurus , ou description d'lme maison romaine ^ fragment d'lin ouvrage fait a Borne vers la fin de la re- publique par Merofis , prince des Siieves. In 8." fig. ( F. Didot ), fr. 8. ( Imitazione dell'Anacarsi dell' abate Barthelemy. Questa e felice ; genera di nierito poco comune agl" imitatori. ) Teatro. Non e coniparsa alia luce nel corso del mese di maggio die una sola tragedia intitolata Atti'a , di M. Ippolito Bis. Essa non e priva di merito. Sono usciti otto Vaudevilles , il che non e poco in 3 1 giorni. Rli dispiace di non poterne qui annovei-are alcuno. ROWTANZI. n mese di maggio e stato fecondo in romanzi. Ne sono comparsi alia luce ventitre , fra i quali non distinguero che i seguenti : Vingt-un ans , ou le prisonnier , traduit librement de I'aUe- mand de mad. de Lancotte Fowjuet par mad. de Monta- tiEV. In 12° fig. {Art. JBertrand). PARTE STRANIERA. 383 Lettres de Paul a sa famille ecrites en 1 8 1 5 , suivies de la recherche du bonheur , conte de Walter-Scott. Vol. 3 in 1 2.° {Gosselin), fr. 'j , cent. 5o. Octavia , traduit de I'anghiis de Maria Porter , aucteur de t excellent reman intitule Les chefs ecossais. Vol. 4 in la.* ( Pigoreau ) , fr. 10. Genevieve, ou le hameau, Idstoire de huit journees par mad. S. C. ( Simons Candeille , aucteur de la belle fermiere )• Jn 12.° ( Arth. Bertrand) , fr. 3. Contes d'un phylosophe grec par M. Baour Lormian de I'Acadeinie francaise. Vol. 2. in 12.° (^ Ladvocat ) , fr, 7. Noniiaando le qui sopraccennate diverse opere ho pro- curato essere giusto , vale a dire indulgente f, poiche V m~ dulgeixza e anch' essa una specie di giustizia. Giugno conta 6o5 opere tra novita, ristaiiipe , opuscoli e distribuzioni di opere incominciate. FiLosofTA, Morale, Educazione. Du sacerdoce et de In philosophic.^ par Edouard Generes de S. ( Sourville) fils. In 8." (Beance Rujand) , fr. 4, cent. 5o. (Titolo piccante e molto filosofico. I saggi non devono gianimai dimenticare che la sana filosofia ( non qnella che distrugge ogni cosa per non edificare nulla dopo ) e ella stessa un sacerdozio. ) POLITICA, LEGISLAZIONE , ECONOMIA roLITICA. Droit publique frangais, ou histoire des institutions politiques- i.° des Gaulois avant la conquete des Romains et sous leur puissance , 2 ." des Francais depuis leur etablissement dans les Gaules jusqii'au mois de mai 1822 etc. , par I. B. J. Paillet. In 8." (Kleffer), fr. 21. ( Questo volume , die si puo dividere in tre parti , con- tiene il testo della aostituzione del 179I5 quella del 1793, il decreto sul governo rivoluzionario, la costituzione del- r anno 3.°, cpiella delPanno 8.°, il senato consulto organico del 28 fiorile anno 12, il senato cousulto del i. e 2,. aprile 1814; la Carta, costituzionale , T atto addiziouale 384 A.PPENDICE flUe costltuzioni cleir inipero , i cUversi trattati Vlella Fran- cia rojz,Ii altri Stati, dclle t{uistioui di diritto sulla violenza per corpo (contrainte par corps), sui beni nnzionali ecc. Manuale eccellente pei nostri pubblicisti francesi e che puo essere consultato con frutto dai pubblicisti stranieri. ) IJ' innocent conduit ait suppUce , exemples terrihles d'erreur jwliciuires notamment la mort traglque de M. Joseph Le- siirgue, ancicn chef de bureau , execute en place de Greve ^ conime assassin du courrier de Lyon , et bientot apres reconnu innocent. In 8.° (^Germ. Mathiot) , fr. 3. ( I gioriiali hanno di recente fatto eco a questo crudele aneddoto , esempio formidabile , e che deve far freiTiere tutti quelli che sono investiti del diritto di giudicare i loro simili. Lo confesso , io sono del partite contrario alia pena di morte che noii credo legittima in alcnn caso. Vi sono altre punizioni non meno teri'ibili e clie soddisfanno alia vendetta delle leggi senza offendere la natura ed il Crea- tore che solo ha il diritto di disporre della vita e deila niorte degli esseri creati. ) Du souli'veinent des nations chretiennes dans la Turquie eu- ropeenne, ses causes, ses resultats probables , son influence presumable sur les interets presens et futurs de I' Europe en general et sur ceux de la France en particuUer , par Em. Gavdin. In 8." ( Trouve), fr. 3. ( Ses resultats probables! Chi puo niai prevedere , indo-' Vinare I'avvenire? Non parliamo che del presente. L' uma- nita e la; essa grida, non vendetta , perche questa parola non entra ne nel vocabolario , ne nel catechismo ^lel sag- gio 5 ma salvagiiardia e protezione. ) Constitution de la repubUque de Colombia. In 8." {Crevot)^ fr. 4- ( Opera curiosa. ) ta science de I'economie politique , ou principes de la for- mation, du progres et de la deadence de la richesse^ et application de ses principes a I'adijunistration economi- qiie des nations, par Agazzini. In 8.° {Martin Bossange. et C. ) , fr. 7 , cent. So. ( Quelli che hanno lette le opere classiche di Smith e di Say leggeranno questa ancora con piacere e prolitto. ) yARTE STRANIERA. 1^5 ISTORIA, BlOGRAFIA. Histoire de France clepuis la mort de Louis XVI jnsqu'au. premier aoiit 1821 , par M. H. Lem aire , pour servir de suite a I'lastoire de France de M. AnquetU. Vol, 3 in 8.* ( Le Dentu ) , /r. 18. ( In geoerale si e mal prevenuti per le continuazioni , le opere die fauno seguito ecc; questa pero merita ono- Tevole eccezione.) Histoire des eveneinens de la Grece depuis les premiers trou- bles jusqu'd ce jour , avec des notes critiques et thopogra- phiciues sur le Peloponese et la Turquie , suivie d'une notice sur Constantinop e ,, par M. C. D. Raffenel, temoin ocw- laire des principaux fails. In 8.° avec carte et theatre de la guerre ( Dendey Dupre ) , fr. 7 , cent. So. ( Questo libro scrltto da un testimonio oculare mi h Sembrato eseate da ogni taccia di parzialita.) £eautes de I'histoire du Mexiqne , ou epoques remarquahles , traits interessans , moeurs , usages, coutumes des indigenes et des conquerans depuis les terns les plus recules jusqu'd ce jour, par A. Billon. In 12 fig. ( Bossange pere ), ^ fr. ( 11 qnadro commoveiite de' costumi delle nazioni pri- mitive che hanno abitato qxieste belle contrade qnantun- que spesso macchiate dal sangue de sacrifizj uiiiani , po- trebbe eccitare dell' iiiteresse ; ma per ben disposto die sia il lettore , come potra egli mai conciliare il titolo di quest' opera coi 12 milloni di uomini massacrati dai fieri Spagauoli, aluieno se si dee credere al Vescovo di Xiappa. } VlAGGI. Voyage mineralogique et geologique en Hongrie durant fan- nee 18 18 par F. S. Beudant. — In 4.° Vol. 3 et atlas ( Verdier), So fr. — Idem, satine , ^^ fr. — Idem, papier velin avec planches sur gr. raisin velin tire a 3« eremplaires , 1 40 fr. ( iMoi conosciamo nelle nostre bibliotedie solamente due viaggi in Ungheria , V uno in inglese intitolato Travels in Hungary by R. Townson 1797 in 4.° L' altro in italiano intitolato Viaggio di Domenico Sestini per la Valadiia , la Transilvauia e r Ungheria. Firenze 18 15. Opere di qualch^ 386 VPPENDICE X"ipntn7ione. Quelle die qui aniiunclamo tli M. Beudant ol- fre una riunione di osservazioni nello stesso tempo filo- sofiche e scientifiche die legano ed istruiscono i lettori di tutte le class! . ) SCIENZE , ISTORIA KATDRALE ; BOTANICA. Dictionnaire classique d'hisloire natiirelle , par MM. AvdaiN,- Isid. BouRDAN , Ad. Brongniart , de Candolle , Dau- DEBORT de Ferussac etc. In 8° Tom. premier ( Rey et Gravier ) , 8 fr. ( Noiiii cosi illustri nelle scienze formaiio un pregiudi- aio ben favorevole a questo nuovo dizionario di storia naturale. Egli e tempo clie questo genere di opera cessi di essere una semplice speculazione libraiia. ) Memoires de la Societe Linneerme de Paris , precedes de son histoire d'apres sa fondation en 1788 jusque et y compris tannee 1822. In 8.% tom. premier (^ Audot ), 12 fr. ( Eccellente raccolta accademica. ) Belle arti , Mestieri. Salon de 1822, ou recueil de morceaux choisis parmi les ouvrages de peintiire et de sculpture esposes au Louvre Ze 24 avril 1822 et autres nouvelles productions de I' art gravies au trait avec notes par C. P. Landon. In 8.°, cah. premier et secondieme a 3 /r. ( Landon ) , 6 fr. ( Quest"' opera , destinata a far seguito agli Annali del Museo , formera due volumi divisi in 12 distriliuzioni. ) Salon d'Horace Fernet, analyse historique et pittoresques des quarante-cinque tableaux esposes dez lui en 1822 par MM. JouY et Jay. In 8.° ( Poathieu ) , 3. fr. ( Opuscolo piccantissimo. Mi giova qui riferire un aned- «loto che fa molto onore a M. Veriet. Non avendo egli potuto ne dovuto mettere all' esposizioie di quest' anno de' quadri magnifici di sua coniposizioae , ua particolare gli ha oiFerta una somma considerabilissima percbe egli lo autorizzasse ad emettere al publ)lico de' biglietti d' in- troito al suo studio paganti una piccola retriliuzio.ie. M. Horace Yernet 1' ha ricusata , ed ha aperto gratuitamente il suo studio ( atelier ) ai cmiosi ed agli amici delle artk IHRTE STRVNTERA. 3??^ ■Da qnesto solo tratto si puo giutlicare die Ternet e ua veio artista. ) La colonne de la grande armee d'Austerlitz, ou de la victoire, monument triompJuil en bronze siir la p'ace Vandome d& Paris , description acconipagnee de 36 planches par Anibr. Tardieu. In 4.° livraison premiere et secondicme a 9 fr. {Ambr. Tafdieu), 18 fr. ( Bella esecuzione. Ambr. Tardieu passa per uno de' rai- gliori uosiri incisori. ) Dictionnaire chronoJoajque et raisonne des decouvertes , in- ventions , innovations . perfectionnemens , observations nou- velles et importations en France dans les sciences , la litterature , les arts , I'agriculture , le commerce et tindw- strie de 1789 a iSao.. In 8." ( Z, Colas ). ( Se si e letto con qualche piacere il piccolo liliretto di Polidoro Virgile sugl' inventori , Y opera di cui qui si tratta deve interessai-e un maggior nuniero di lettori. ) Belle lettere , Poesia. (Euvres completes de Millevoye. In 8.* Vol. 4. Portrait ( Ladvocat ), 26 fr. Idem , grand raisin velin , 80 fr. ( Una morte prematura ha rapito questo giovine poeta nel fiore deli" eta. I suoi primi saggi anaiuiziano un ta-- lento distinto. ) TCATKO. Si sono rappresentate o puhblicate co' torch] nel corso di qviesto niese ( di giugno ) diciasseite produzioni teatrali. Non distin2;uer6 die le seguenti : Regidus , tragedie en trois actes par M. Lucien Arnavlt fils de I'auteur de Marius et de Germanicus , represente sur le premier theatre frangais. In 8.° ( Ponthieu) , 3 fr. 5o cent:. ( Pradon nel 1688 c Dorat nel 1773 avevano trattato questo beir argomento preso dalla Storia Roniana. Noa parlero di Pradon, ma il pennello di Dorat rinsci troppo pallido , e la sua trasiodia rlusci poco. Dopo Coriolano questo soggetto e il piu difficile da rimettere sal teatro. La tragedia di M. Arnault figlio ha otteauto un success© deciso. ) 388 APPENDIGE Le premier prix , on les deux artistes , comedie Vaudeville en un acte par MM. Ch. Dupaty et Ferdinand de Ville- NEVVE. Ill 8.° (^Barba), i fr. 5o cent. Le vieux garcon et la petite fille , comedie Vaudeville en un acte par Eugene Scrilee et C. de la Vigne. In 8.° (^Pa- ges ) , I fr. 5o cent. JLes petits acteurs , ou les merveilles a la mode , par MM. FiiANcis , Brazier et Du mors an. In 8 .° ( Barha ), fr. i , So cent, * ROMANZI. Si sono puTibllcatI nel corso del mese dl glugiio tredici romanzi, tra i quali i due segvienti mi sono paruti essere i soli da meritare una menzione onorev ole , e noii sono essi che traduzioni. Histoire du fameux predicateur frere Gerunde de Campazas dit Zotes , ecrite par le P. J. de Isla sous le nom du Licencie don Fr. Lohan de Sallazar , trad, de I'tspagnol par F, Cardini. In 8.° vol. a (^Aime Andri), i3 fr. (Questo romanzo 5 il cui origiiiale comparve per la prima volta nel lySB, avea per iscopo di raettere ia ridicolo lo stile ampoUoso ed oscuro , che gli SpagnuoK notano col nome di gongorismo e che era molto di moda presso i predicatori spagnuoli del i8.° secolo. I nionaci de" quali I'autore si ride con pari erudizione e finezza fecero met- tere il suo libro all' indice , il che non impedi punto che fosse ristampafo nel 1770 e nel 1804. L* istoria di fra Gerundio e stata tradotta in inglese dal Baretti , autore della Frnsta letteraria, Se n' era data anche una traduzione tedesca , ma questo liliro non comparve mai nella nostra lingua. Desidero che i nostri gongoristi di Parigi proiittino della lezione. ) Les aventares de Nigel par sir^ Walter-Scott , trad, de I'an- glais. Vol. 4 in 12.° {Gosselin, Ladvocat ) , fr. 10. ( Romanzo delizloso pieno d' ininuighii vere. Nessuna scrittore possede a un si alto grado , come Walter-Scott, la magia delle particolarita , 1" arte di preparare e sopra tutto di produrre grandissimi efFetti con pocliissimi mezzi. Questo poeta pittore, cpiesto romanziere filosofo e, secondo me 5 uno de' primi scrittori deli' Inghilterra. ) PARTE I TALI AN A. 389 PARTE 11. SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALIANE. OPERE PERIODICHE. REGNO LOMBARDO-VENETO. Ciornale dl fisica , cldmica , storia naturale , medicina ed arti , del professori P. Configliachi e Gaspare Brugnatelli dl Pavia. — Decade seconda, tonio V^ bimestre quarto. Parte pkiju. Mo onETTJ. De quibusdam plantis Italia;. Decas qiiarta. — Bor- doni. De' conrorni delle penouibre ortlinarie. — Bellani. Del- rincertezza nel deteriuihare il punto del gliiaccio sui teniionietri derivante da una nuova iniperfezione scoperta ne medesimi. — Pessina. Sulla preparazione del solfato di chinina e dell' acido idrociauico. — Catullo. Sulle luoutagae zoolitifeie e sulle cause che le bauao piodotte. Parte seconda. I. Progressi delle scienze naturali. Estratti delle radunanze or- diuarie dell'I. R. Istituto di scienze, lettere ed arti in Milano. — Sulla dilatazione dell' aria. — Sui poteri niagnetici del ferro e deir acciajo candenti. — Scoperta della brucina uella uoce vo- mica e fava di S. Ignazio. — Maniera di rendere visibile la ma- gnesia in una solnzione, del dottor IFollascoii. — Galore pro- dotto dal cloro. — Sui priucipio attivo del luppolo. — Sulla relazione che esiste tra la fornia criatailma e le proporzioui chimiche , di E. Miischerlich. — Analogia dei luinerali die cri- Btallizzano a iiiodo dell' aaifibola, — Sui trattaineato nelle pc- ripneumooie J del bi§. Pesctuer, 390 APPEND IGPJ Antologia dl Fireiize , fascicolo 20.* Chateauvieux. Lettere scritte d' Italia al sig. Pictet ( conclu- sione ). — RomagHosi. Assunto priaio della scietiza del diritto naturale. — Rapporto generate sullo stato agr.inornico e polirtco della Scozia. — Letteratura greca nioderna: disoorsi prehunnari del Corai. — Sardanapalo ; i due Foscari ; Caino: tragedie di lord Byron ( estraito dalT Edinburg Review). — Lettera del M. Bidolfi, contenente V esame chiinico di un antiro dipinto al- I'encausto. — L'art de plaire et de fixer , ou conseils ayxs. feui- mes , par L' Ami. — Commentarj deirAceneo di Brescia per gli anni 1818 e 1819. ^ La maga , di Teocriti): versione di Or. Bor- shi. — Sulla pittur? degli anrictii : discorso 7.° di P. Petrini. -^ Sopra una lezione del Furioso. — Otia rearina rev. P. Archan- ^eli Isaj'i. — Saggio sopra la grazia nelle lettere ed arti , del- r abate De' GLorgi Bcrtola. — Sul ritratto di madonna Laura. — • Jingsungli diversi, corrlsprtndeiiza ecc. Lettera di F. Ricnrdi in difesa del suo Vero meiodo di leggere e d' intendere I'ebrai- co. — Lettere inedite di Voltaire ed una del Papa Benedetto XIV •ui teatri. — Lettera storico-critica suU'orig-ue di Montalcino. — Sull' acqua ossigenata e perossido d' idrogene. — Adunanza or- dinaria deH'Accadeniia dei GeorgnfilL del di 6 luglio : dell' ara- tro, del dotr. Turtini Salvatici ; del seminatore di Felleiuberg, del niarchese i?t(/o/^ ,• proprieta della segale cornuta di naniniar© le doclie del parto , del prof. Bigescfd. — Dei Siculi e della fondazione d'Ancona, di G. Bzluffi. — Osservazioni meteorolo- giche dl luglio. Giornale Arcadico dl Roma , fascicolo 43.* SciENZE. Estratto sulla risoluzionp delP equazione generate com* pleta di secondo grado a tre indeterminate : Menioria di Gemi- niano Poletcl. • — Lettera del dotlor Luigi Bassanelli su di u» feto privo dello sterno. — Sullo scirro e sid cancro : Memoria del cav. A. Scarpa. — Opuscoli asfronomici di G. CalandrelU , A. Conti e G. Ruchehach ( Articolo 2.°). — Sulla polisarcia : Memoria del dottor O. Maceroni. LetteratuPxA. Osservazioni nuuiisraatiche di B. Borghesi: de- cade VI. — Canzone in morte del cardiuale Gerdll , del P. A. M. Grandi, — Emendazione di una ballata di Dante, e stampa di un sonetto attribuito al medesiuio. . — Confronto fra 1' Adu- latore di Goldoni e quello di Gio. Battista Rousseau. — Iseri- zioni inedite di Tommaso Bclloro. — Essiis de versification d' a- pres le mode propose par 1' auteur ( il coute di S. Leu ). Belle arti Bellorofonte domatore ed uccigore della cliiii;era; scultura di Gio. Sckaller di Vienna. PARTE ITALIA.N4. Sgl Varieta'. Sonetto di D. V. Bagnacavallese in morte del coute Giulio Perticari. — Orazione in lode del beato Aiessaiidro Sau- H, deir abate Antonio Cesari. — Caroli Boucheroni de Joseplio Vernazza albenti. — Delle lodi di Felice Sauti professore di niedicina in Periioia, orazione del professore Luiai CanalL. — Poesie latiue di JMicIiele Ferruzzi. — .Wariaune : tragedia di E. Fahbri. — Esposizione fatta i\i Bulogna di alcuae galierie jjar- ticoLiri , in orcasione delle processioui del Corpus Domini del 1823. — Iscrizione del dottor Gio. Labus. — Lezioni di archi- tettura civile, del caval. Raffaello Stem. ( da pubblicarsi in Ro- uia ). — O^serva/ioai meteoroiogiclie di lugiio. Effcmeridl letterarie di Roma, fasclcolo 0.1.^ Francisci Nnrcia Aegyptii juris specimen ( estratto ). — Osser- vazioni fatte al Vesuvio nel 1821 e l8:'.2 da T. Montirclll e N. Cove/li. — De' piccioli sacclii sospesi al braccio , e delle tasclie presso le donne greche e romaue ; dissertazione di C. A. Boet- tigger tradotta in italiano da G. B. VerndgUoli ( Nota ). — Del culto filiale deir antica Chiesa greca verso la Vergiue Madre di Dio , di A. Pelliccia ( Memoria ). — Le ultime ore de' piii Illustri personaggi francesi coudannati a morte per delitti p'llicici ( estratto ). — Notizie di alcune celebri promozioni e speciaL mente di cjuella del Cardiiiale Lodovico Scaranipo Mezzarota ere, lettera di F. Cancellieri. — La Slariauiie, tragedia di E. Fahbri: T-iCttera di un viaggiatore lonibardo. — Descrizione del carro in- ventato da Gio. Ceccarini sculiore romano ( con 4 tavole ia rame ). — Sulla polisarcia: Memoria del dott. O. Maceroni ( auno- tazione ). — S. Apollinare, busto dello scultore Thordwalsea ; Lettera di A. Cappi. — Explicacio literarum et notarimi in an- tiquis romanorum monimentis occurrentium ( anaotazione ). — Esame degli argoinenti di politica economia che soao nel Trat- tato della voloiita e de' suoi elfetti del coate Destutt di Tracy. — » Di una strana aaomalia di riproduzione di pustula vaccina os- servata dal dott. O. Maceroni. ( originale ). Varieta'. Regolamento per riooculaziotie del vajuolo vaccino negli Siati pontilicj. — Iscrizione a Pio Vll dal couiuue di Porto di Feruio. — Acmeone , tragedia di G. Borgo viceutino. — Ser- juoni di F. Villardi. — Opere di L. Martorelli da Osimo, tomo 2.* Giornale enciclopedico di Napoll., torn. 2.° delV ann9 1821. Opuscoli scelti. NuGvi metodi pedometrici, di Oronzio Cosi. — Memoria suUa composizione e suali effVtti di uiio sciroppo antisiiilitico molto iisitato , del dolt. A. Sa'^aresL. — Memoria suUa cateratta nera e j392 APPENDIGE «ulla gotta Serena, di F. M. Coze. — Delia fovmazimie del nitro e degli alcn sail che I acconipagDano : Memoria del caiiouico G. M. Giovene. — Cenni sul lago Fuciuo, di D. Tatosti, — Cenno sulle Societa scientiCctie e letterarie, del signor S assart ( esrratto dalla Keviie encyrlopedique ). — Influenza delta filosofia sulla per- fezlone dell' epopea : discorso di L. A. Forleo — Altezza del Monre Bianco , ed elenco de' principali viaggiatori che ealiiOQO sulla sua ciiua. LlEHI DIVERSI. Memorie e lettere finora inedite oppure disperse di Galileo Galilfi , pnste in ordine e commentate dal cav. G. B. Ven- turi. — Sag£;io sulla tintura delle viole niauiuiole come ottinio reagents in chimica, di V Pepe. — Istituzioni di Medicina pratica , del di>ttor G. N. del Gludice. — JMeiiioria sulla febbre gialla, dfl signer Munnu. — JMemoria sulla febbre puerperale , di A. Mauri: — Memorie chirurgiche, di F. Peirunti. — Lezioni di agricolriira date nel R. orto butauico di Madrid , di A. de Arias. — II Tiberio di Tacito dagU Annali , per V. de Mattei. — Corso analitico di letteratura generate , di N. L. Lemercier. -— Poemata varia Raymundi Guarini. — Teoria del dipinger paesi , di G. B. Deperthes. — Viaggio in Persia fatto nel 1817 da M di. Kolzehue. — Elogio del cav. Bruno Auiantea , di P. Magliari. NOTIZIE SCIENTIFICHE E LETTERAUIE. Universita di Kasan in Russia. — Stato della letteratura in Grusinia. — Insegnamento mutno in Isvezia. Scuola di disegno liiieare con questo metodo. — Giornali di Vienna. — Giornali di Ungheria. — Museo di Ungheria. — Progressi dell' incivi- limeuto in Egitto. — Progressi della civilizzazione nel Senegal. — « Libreria e Giornali in Inghilterra. — Stufe a vapore. — Para- fulmini di paglia. — Mammutto trovato in Siberia. — Flora dauese. — Incisione in rilievo. — Estratto di una lettera del sig. Caillaud sul suo viaggio in Egitto. -^ Nuova lampada por« tarile alimeniata dal gas idrogeno. — Color giallo ininerale. — Vite di Aroliimede a doppio effetto, — Rapporto letto nell' adu- nanza dell' Accademia medico-cliirurgica di Napoli dal dottor P. Magliari il gioruo 29 novembre 1 82 1. — Lettera del dottor Igna?io Dominelli direttore della R. Scuola veterinarla di Napo- li , e prefazione del suo Corso di operazioni veterinarie. — • Prospetto del via;:gio di F. Caillaud nella Tebaide ccc. ( da pubblicarsi ). — Topografia ed antichita di Babilonia, del capi- tano Lockett. — Trattato del tifo itierode, di F. de Flory Mo- reno. — Sulle malattie conobciute col nouie di ^ozzo 0 struma^ avviso medico del dott. De Carro. PARTE ITALTANA. 898 BIBLIOGRAFIA. REGNO LOMBARDO-VENETO. Trattato delle malattie degli uccelU e dei diversi me- todi dl curarle. Si aggiitngo/io alcune altre ricerche utili e curiose di ornitologia del dott. Liilg. Bossi , della Societd del curiosl delta natnra dl Qottlnga , delV Accademia del georgo/ill dl Fire/ize , ecc. Con due tavole in tame. — 31 llano , 1822, per Giovanni Silvestri, In 8.° dl pag. 201. ^UESTO libretto conipcndioso, cHrenio coUe parole stesse del- r aiUore < e acconicjtlaio alT inrelligenza di tutte le persone , degli uoiiiini e delle doune die edncano e niUriscono uccelli per loro diporto, di quelii die gli educano ad oggetto di rica- variie alcun guadagno , dei villici , degli agenti di caaipagna, degli uccellatori, dei carciatori di qualimque state e coadizrone, ed anche di coloro die traggono il loro sostensatuento dal com- nierrio del selvaggiiime , die sovente debbouo a graude stento mantenere in vita per alcune sfagioni. Secoudo questo fine I'au- tore tratta delle malattie degli uccelli in gcnerale ; indi passa a dire in particnlare del mal caduco o epilessia ; della tuichezza; dAVasma; della stitichezza; della diari ea ; dfl\a raucedi/ie ; deWn. SOttn ; degli asccss- ; deMe afle , o sia dei bottoni del palato ; della tigna die artacra talvoira la testa e gli ocelli ; delle nia- lartie della lingua ; delle inalatrie delle j-arti vicine alia coda ; delle frattiire delle gaiiibe ; dell' indeboliniento della vista; della niutazione delle penne ; dei pidocdu , ricini o altii insetti che attaccano i volatili; del modo di purgare gli uccelli; delle escre- scenze del becco e delle unghie ; delle malattie degli usignuoli; delle nnlattie dei canarj ; della epilessia o del uial caduco dei pappagalli ; delle malattie dei falconi e di altri uccelli di ra- pina ; delle malattie dei colombi ; delle malattie delle oche « dl altri uccelli acquatic! ; di alcune malattie dei fagiani ; delle malattie dei galli d' India ; di alcune altre iiialattie meuzionate dagli anticlii uccellatun : con avxeitenze lutorno la igiene e la terapeutica dei niedesimi. Descrue in seguito 1' iiiferaieria degli uccelli; la farnia'opea e I' anuanjenrario diirurgito degli uccel- latori. L' Appendice versa sulle divisioni pin cnmuoi deiili Blbl, Ital. T. XXVI r, 25 394 AVI'ENDICE uccelli in famiglie ; sui caratteri esterni degli uccelli medesimi; sul niUrimeuto e suUa loro longevita ; sulla euiigiazione e sul passacgio che fanno in certi tempi determiaati; sii qualche nuovo uso die puo farsi degli uccelli; sul luodo di preparare e di con- servare le pelli di alcuui di essi , con nuovo metodo di preser- vare il selvaggiume dalla putrefazione. Terniina con un catalogo di alcuni uccelli piu comuni della Lonibardia, indicandoli coi nomi -volgari e coi loro corrispondenti nouii linneani, e di altri celebri naturalist! , e con una sinoniniia di alruni uccelli clie trovansi noniinati dagh antichi scrittori Italiani di caccia e d' uc- cellagione , specialmente presso il Rainiondi DelV arte di assistere al parti , opera classica della signora BoiviN ad u^o della scuola cF ostetricia di Parigi . tradotta ed ampliata da Domenico Mkli , dottore i'l mediciiia e chijurgia , ed ostetrirante in llilano. Vohuni i. — Milano, 1S22, per Gio. Silve- stri , in 8.° di pag. xxvii e 604, con 7 tavole. Prezzo lir. 8. Poesie e prose del cav. Luigi Lamberti reggiano. Prima edizione. — Milano^ 182.2., per Q. Silvestri, di pag. 292 in 16.°, col ritratto. Prezzo lir. 2. 5o. Opere di Pietro Metastasjo , escguite sulle cdizioni di Parigi 1780 e Lucca 1782. — 3Iilano ., 1822, per Gio. Silvestri, in 4 volumi in 16.*^, col ri- tratto. Pubblicatl i volumi i.°, 2.° e 3.° L' opera costerd lir. 18. I Grammatica tedcsca per uso degl' Italiani compilata da Aagusto Eckerlin. — Milano , 1822, per Gio. Silvestri , in 8." di pag. 226. La Colomha Messag^iera rat la piii del lampo , piii pronta della nube , opera del sig. Michelc Sxbbxgh., con note del sig. Sihestro de Sa.cy, nel volgare ita- liano trasportata e di note cd agginnte accresciata da Antonio Cattaneo chimico farniacista. — Mi- lano ., 1822, in 8.° di pag. 55. Gia il titolo fa sospettare clie in f|iie6to opuscolo v' abbia pill in:uiaginanioue , che giiista e solida dottriua. Dire d' una PARTE ITALIANA.. 895 Colomba che clla e piu i-apida del lauipo , indi soggluguere , coa e per accrt-scitivo , che e piii prouta della iiube , h ua an- dare alia foggia dei granchi ; e quauto asserire che chi corre piii veloce del cervo , va ancora piu presto d' una testuggine. Questo sosiietto si e conft-rniato in tioi dopo la lettura del libro. Coiuincia r autore per trattare degli uccelli chiamati Hainan , e della specie parcicolarniente destuiata a servire da iiiessaggjo. La descrizione di cjuesti uccelli Hainan sara bella e buona j'er un Arabo; ina per noi e un guazzabuglio di parole senza sigui- ficato. Noi sappiamo che il piccione luessaggiero e la Columba tahellaiia di Willulghby ; che ha la coda dritta e spiegata ; e forse noil e che una varieta della Columba aeiias (vitwgo e li- via di altrl), rappresentata uella ornitologia di Frisch, tav. i5i. Essa ha dei porri carnosi e rossi ( caruncole ) intorno al becco ed agli occhi , ha le piuiiie brune, e souiiglia al piccione turco ( di Frisch, Omit. tav. 149). Ma queste cognizioni , per poche e comuni che siano , non si potrebbero ricavare dall' opera del sig. Sabbagli. Trattando delle varieta del piccione messaggiero , insegna a preferire ad ogni altro il piccione bianco con coilare^ indi passa ad indicare le qualita uaturali , ed il teniperamento di questo volatile , e lo paragona all' uomo ed alia donna , sia nei pill fedeli e casti,come nei piii capricciosi e lubrici aniori. In un' opera di C|upsta fatta sono ben collocate le scguenti pe- regrine cognizioni: la carne del piccione h calda e secca; e buona per le reni , sanguifica , ed e un pofente afrodisiaco : il sangue del piccione cura le ulcere e le piaghe degli occhi ; arresta I'epistassi: un piccione squartato, ed applicato caldo sulla parte offesa , e sicuro rimedio contro la puntura dello scorpione ; lo stereo del piccione e niolto calido, ecc. Secondo V autore si comiucio a far uso dei piccioni in qualita di messaggieri verso gli anni di Cristo 1 146 alia corte di Bagdad, re- gnante il snltano Nour-eddin. Duro questa usanza fin oltre la nieta del secolo XIII; ma poi si perdette per le invasion! dei Tartari e dei Turchi. Cio nondiuieno , secondo alcuni viaggiatori , quest' uso Bussiste ancora ad Alessandretta; e Pietro della Valle lo ha visto praticare al Cairo sul principio del secolo XVII. Un po' meglio tlegli altri argonienti e trattata nei libro die annuny.iamo , la ua- niera di allevare e di duigere i piccioni messaggieri. Noi per altro' sareniino desiderosi di vedere se V istruzione data dall' autore sia abbastanza estesa ed esatta da non lasciarci delusi nello speriniento. Dopo quesT) cenno , noi siamo costretti di protestare, che non possiamo ancora concepire come '".ai questo mesc.'iino opuscolo arabo abbia potuto occupare la mente del sis. de Sacy, indi quelia del slg. Oataneo , i quali «jnc abbastanza dotti ed illuminati per nou iri^usi a fare T a^Tftteosi di un fanroccio. 396 APPF, NDICE Raccolta di poemetti didascalici originali o tiadotti. — Milaiio ^ 1822, dalla tipografia Desteiums . a spese deg'i editori, In \ 6."^ piccolo. Voliiml 6° e 7.° (Zr as' snciazLOni si, ricevono da G. Scapin hbtajo in con- trada di S. Marglierita , dal tipografo Dcstefanis sul piazzale di S. Zeno e da P. M. Visaj tipografo nella contrada dei tre Re. Frezzo lir. 3 per volume). II volume 6." contiene La georgica di Virgillo traclotta in ottava rima dal conte Lorenzo Toi'oieri; L' arte poetica di Be- nedetto Wenzini coa argomenti e note delf autore , preceduta da Notizie biogi-afiche ; e L'art de la guerre di TeJerico 11 re di Prussia, coUe Notizle biograficlie dello stesso. Nel volume Y-" si compreiidono le Notlzie biografiche di Zac- caria Betti col suo poemetto Del baco da seta ; La macchina elettrica, II prisma e La macchina pneumatic a., di Giuseppe Bar- bieri bassanese ; La coltara del cuore , della mente e del corpo , deir abate Girolauio Ruggia; e L'nrt poetique de Boileau-De- spreaux, pveceduta dalle Notizie biografiche del medesicno. Raccolta di antichitd grerhe e romane ad uso degli artisti , disegnate ed incise da Giovanni Bignoli. Fascicolo 4.° — Milan o , 1822, presso V autore^ a S. Marcellino ., corsia del Broletto., n.° i8S^ , si associa anche dalla ditta Pietro e Giuseppe Val- lardi in S. Marglierita. Questo fascicolo contiene sei tavole in 4.°, cioe quattro teste an- tiche di Giunone; due bassi rilievi bacchici ; due candelabri ; due cenotafj ; due tripodi e due fregi. — La scelta e V luci- sione sono fatte con ottirao gusto. Dottrina teorico-pratica del Morbo petecchiale , con niiove ricerche ii.torno V origine ., V indole , le ca- gioni prcdisponenti ed effettrici, la cura e la pre- servazo e del morbo medesimo in particolare, e des.li altri contagi in generale. Opera del dottore F. Enrico Acerbi. — MUano, 1822 (luglio), coi tipi di Giovanni Pirotta, in 8." di pag. 488. ( Limitandoci era ad un semplice annunzio , ci proponiamo di render conto di quest' opera in seguito. ), PARTE ITALIINA. 897 Nuovo Galateo di Mclcliiorre QiojA , edizione terza rivediita, corretta ed accresctuta d wi cjuarto. — Milano, 1822, volumi ^ ill 12° : vol 1.'^ di p. 267, il 2° di pagine 28B. Stamperia Pirotta. Florilegio poetico moderiio , o scelta di poesie di set- taiita autori viveiiti. — Milano , 1822 , in 12.° vol. 2 , di pag. 644. Societd tipograflca de Classici Italian! { Fusi , Stella e comp. ). Miiseo Pio Clementino illustrato e descritto da Ennio Quirino Visconti. — Milano^ 1822, presso gli editori. — Fascicoli 87.°, 38.° e 89.° in italiano ed in francese , in 4.° ed in 8.° Prezzo de suddetti fa- scicoli per V edizione in 4.° lire 3o So , per quella in 8." lire i5. i5. L' edizione italiana si vende dalla Societd tipografica de' Classici Italiani , e la francese da G. P. Gieg^ler librajo sulla Corsia dei Servi. Compendio della Storia universale del sig. conte di Segur delV Accadeinia francese. Traduzione per cnra del cav. Liiigi Rossi , membrn dell' I. R. Istituto di scienze e lettere. Storia della Francia. — 71/t- lano .1 1822, dalla tipografia di Commercio. Ven-. desi da fusi , Stella e C. Vol. 0.° di pag. 262 in 12.° piccolo , con rami: Prezzo d! associazione lir. 2. 5o. Storia delV America in continuazione del Compendio della Storia universale del sig. conte di Segur. Opera originale italiana. — Milano, 1822, dalla tipo- grafia di Commercio. Vendest da Fusi , Stella e C. Vol. 20°, 2i.°, 22.° e 28.'' in 12.° piccolo, con rami. Prezzo d associazione lir. 2. 5o per volume. S98 APVENDICE Racconti deo mio osiicre , o sia i ParUani dl Scozia c il Nano misterioso , romanzi storici del sig. W alter- 1 Scott ^ tradotti dal prof. Gaetaiio Barbieri. Toino I 2.° — MilijLito , J 8221, dalla tipografia dl Com- niercio , in 16.° di pag. 3i5 con rami. Prezzu dl associazione lire 2. 3o. Desrrizione geologica della provincia di 3fi/ano , pub- blicata per ordine deU I. R Qoverno dl Lomhar- dta da Scipioiie Breislak , ispettore de' nitri e delle polveri, membra detV istltiito ecc Milaiio , 1822, in 8.°, di pag. 260 , con una carta geografica, presso I' J. R. stamperia di Qoverno. ( Si vende da Fusi , Stella e camp. ). Prezzo lir. 6. Annali del regno di Giorgio III re iF In^liilterra , opera del sig. Aikin, continuata dcd sig. There- min e trasportata in lingua italiana dal professore Q. Barbieri. — Milano, 1822, vol. i.°, 2.° e 3.^ in 12.°, col ritratto del re Giorgio III. Stamperia Giusti. Del butirro e della maniera di farlo con facilitd ed economia. — Milano , 1822, in i6.°, di pag. 23, con una tavola incisa in rame. Stamperia Batelli e Fanfani. II giardino della sapienza, ovvei-o Antologia Jilosofico- morale compilata da Davide Bertolotti. — Mi- laiio ., 1^22, per Vuicenzo Ferraho. Vol. i." in 12." di pag. 444. Prezzo lir. 3. 5o. L' ojficiale di fortuna , episodio delle guerre di Mon- trose di Walir-Scott. Traduzione di V. Lancetti. — 3/ilano , 1822, per Vinceiizo Feriario , volumi 2 in 12.° Prezzo lir. 4. 45. Qiiesti voluivii corrisiiondono al n." e lo^ della Raccolta di roinanzi storici di Valcer-Scott intraprcsa dallo stanipatore Vin- cenzo Ferrario, PARTE ITALIANA.. 899 J^uovo atlantc universale delV aiitica e moderna geo^ grofia de signori Arroiv smith, Poirs^on, Sotzmann, d'Anvillf.^ Bonne ecc. ^ nuuvamence tradotto , di Tiuovo iiiciso e ricorretto a norma del viaggi piit accredltatl e dellc pin recenti scopcrte , dfg i iiltimi trattati di pace e dellc nuove divlsioni polltiche , ad uso delle sciiole d' Italia , con una introduzione alia geograjia generale antica. e moderna. — Mi~ lano ^ 1822, presso la ditta Plctro e Giuseppe Val- lardi, contrada Santa Margherlta n° iioi. Fasci- colo 17.° contenentc la carta del Piemonte ^ Savoja e Qenovesato e quella delV Impero Romano , in mezzo foglio reale velino. — Fascicolo i8.° con- tenente la carta amministrativa d' Italia in foglio intero. Prezzo d associazione lir. i per ogni carta in mezzo foglio, e lir. 2 per quelle in foglio. Delle azioni regolate col Codice civile universale Au- striaco , colle leggi successivameiite emanate , e col Regolamento generale del Processo civile del regno Lorabardo-Veneto. Trattato delt avvocato G'useppe Antonio CoNTi di Mllano. Col modo di provare gli estremi e di conchiudere nelle cause. — Milano , 1822 , coi tipi di Manini e Rivolta , di pag. ijg in 8.° — Prezzo lir. 2. 3o. — Si vende dailo stam- patore Manini in contrada dei tre re. La brevita e chiarezza sono le prime qualita die osservansi in questa Hiligente compilazione , la quale se per avventiira h utile alle persona iniziate nel foro , utilissima e eziandio ad ogai cittadino , la cui mala ventura 1' obbiighi a cliiamare altri , o che da altri sia cliiamato nel foro. Imperciocche nientre pur dee cercarsi procuratori ed avvocati che lo assistano , merce la facile lettura di questo libricciuolo , puo niettersi nel caso di sapere cosa occorra che si faccia per lui : non essendo piii la trafila giudiziaria fatta un secrcto di mistero e di cabala. E do- bianjo poi infinite grazie al buon senso , che finalnieate ci ha procurato leggi scintte ncll' idiouia nostro niaterno , pel quale possiamo suflicientemente conoscere cio che in fatto di civile diritto ci si deve , o c' incumbe. Cosi a poco a poco si diffonde tra gli uotiiiiii la vera civilta^ e cosi si fanno pin difhcili le tracce artificiose di chi in altri tempi dalla ignorauza della moltitudine traeva profitto. 40« Al'PENDICE Guifla da irilano a Glnevra pel Sempione con 3o vedute ed una carta geografica. — AFilaiio , 1822 , presso Francesco Artaria negoziante di stampe , in 4.° ed in 8.^ fig. Vn viaegio pilloresco da Gincvia a Milono pel Sempione era gia Stato pubblicato con belle vediite assai diligc iitemente eseguue ; lagnavansi tuttavia alcuni, che luolri oggetti importanti , i quali \a quel viaggio s' incontrano , fossero stati o internniente omuiessi o troppo brevpinente accennafi , ed a niolti spiafpva che Tin- comoda foruia del libro in foglio nou potesse dai viaggiatori comodamente portarsi nelle loro escuisionl . se pure distolti noil erano nioIti dall' acqnisto per 1" alro prezzo del libro. Queste circostanze determinarono il gig. Artaria a |iubblicare un viag- gio, quanto alia descrizione piii diffiiso , da Milano a Ginevra pel Sempione, in un sesto comedo e portatile , e veadibile ad un prezzo assai limitato , non essendosene tirate se non alcune co])ie in carta velina soprafBna in 4.°, ed anche coUe vedute miniate , che il prezzo aumentano , e che servono soltanto come oggetto di lusso. Quanto alia parte calcografica , nella nuova Guida si sono ri- prodotte le vedute principali del viaggio pittoresco , ma alcune altre se ne sono aggiunte delle vicinanze di Milano , con una carta itineraria del Sempione , che finora non erasi presentata. Le vedute suddette lavnrate nella maniera che dicesi acqua tinta., sono per la maggior parte assai bene eseguite. Presentasi di con- tro al frontispizio I'arco magnilico del Sempione, che non fu pub- blicato giaiiJiiiai perfetto ed ia forma autentica, ed era esce per la priu)a volta col pei-iiiesso dell' illustre architetto che lo dise- goo. Coloro che conoscono i luoghi medesimi, e le delizie della natura che gli abbelliscono , saranno assai contenti delle vedute di Sesto Calende e di Arena , come pure di quelle delle isole Bon-omee e del ponte di Baveao. Wolto artifizio si riconosce in quelle delle diverse gallerie e specialmente di quella di Isel- la , nella veduta della strada vicino a Gondo, e in quella deir uscita dalla grande galleria. Ne sono scarse di nierito quelle del ponte Alto e del villaggio del Sempione. Nella veduta pero del monte Rosa si potrebbe desiderare maggiore verita , poco esseudo quel monte riconosc bile nella ligu>-a ben- ch^ eleganteiuente lavorata , e non potcndosi neppure imma- ginare da quale punto quella veduta sis stara pighara. Assai belle sono le vedute di Briga , di Sion e di Ginevra. L' autore della desci izione ha dovuto investirsi dell' impor- tanza dei diversi oegetti , che si presentano nel corso di questo dilettevole viaggio. Si vede questo dal bel principio della sua prefazioue , nel quale accenna che « a fertili e ben coltivate » campagne succedono profondi burroni , ove romoreggiando » precipitaao spumosi torrenti , attraversati da ponti , ne' quale P4RTE IT\11ANA. 401 » non meno si ammlrano la varipta e 1' eleganza del dlsegao » die 1' ai-Jitezza e la solidita dell' opera ; piii m la scorgonsi » rideuti valli sjarimacciate di verde eibetta e smalrate di fiori j » indi scosrese rocce nel cui fianco la miiia e lo scalpcllo lianno » apei-ti lai-glii passaggi. » 1 luogiii o i diveisi puiiti delLi strada degni di qualclie osservazione , sono in generale descritti con moka esattezza, e non si e ti-ascurato di aggiugnerc all' uopo qualche breve osservazione concernente la stona narurale , la licologia, la mineralogia, i prodotti del suolo , e qualche nuti- zia che desrare puo aucora 1 interesse delT erudito , del geoiue- tra , del fisico, del pittore e di qualunque siasi aniatore della bella natiira. Si jjremettono le tariffe delle poste ed i ragguagli dcUe mo- nete , tra le quali ci 8|iiace di vedere annoverate le pistole clie noi buoni Iraliani aljbiamo senipre nominate doppie o doble. Si esce c[uindi da Milano , e conducendosi il viaggiatore a Rlio , non senza fargli osservare la Certosa di Gangnano e Linterno soggrorno una volta del celebre Petrarca , si da rapidaiueiite tm' idea dei fontauili e dei prati di marcita. Se 1' autore avesse consultafo le ultinie Guide di Milano , non avrebbe invitato il viaggiatore a recarsi a Nerviano per vedervi il quadro antico dipinto da Ambrogio Egngui o forse piuttosto dal Boissosnone^ che trovasi gia (id alcuni anni nelP I. R. pinacoteca di Milano. Non e esatraiiiente vero , che il fiutiie Olona sbocchl impctuo- Samente alia Castellanza Aa una valle angiista , ne che quel fiume esaiisto per 1' estrazione frequente delle sue acuue non giunga fino alia capitale . alia quale propriamente non si dirige il suo corso ; vedendosi di continuo abbastauza ricco di acque al pont©- della Maddalena fuori di porta Vercellina. Lodevole e il cenno che si f.i delle bruehiere in proposito di quella di Gallarate j questo borgo e pure ben descritto colle sue vicinanze, e in pro- posito di Soma (che non sapreniiuo noininare Sonima), si paria pure delle iscrizioni e delle altre antichita che ne' dia- torni si trovano. Mon seguireiiio 1' autore nella descrizlone del lago Maggiore, d'Arona , del colosso di S. Carlo e in quella delle isole Borro- mee , che piii coui| luta trovasi nella nota (3), dove si da anche una descrizlone abbastanza rocurarsi que' cristalli cubici singiilarissinii . die invano ne diiederebbero conto ai la- •voratori di quelle cave , i quali bea sovente li trovano nelle 402 Al'l'ENUlCE feuditure tlel gvanlto , se non indicandoli col nouie da cssi usi- tato di cani. Ben descritto e il viaggio da Feriolo a Domodossola , e da Doinodossola al Sempione , ed egli e in questo luogo , die pas- sando I' autore dalle delizie della natura alle opeve ingegnose deir arre , offre liellissiuii qtiadri dclle diverse gallerie , clie tanto oDoi'ano r iuL'egno ed il coraggio degl' Italiani , e cogliendo opportuna occasimie , ragiona altresi delle avallanche e dei tei- ribili feuomeiii cli' esse presentano. Alcune descrizioui scritte si vegs^ono roi sentiuieuti piu dolci dell' umanita ; tale e quella deir ospizio posto alia sominita del Sf-nipione. Con eguale metodo e con eguale diligenza si continua la Guida nel luDgo cammino die dal Seiiipioiie porta a Ginevra , ed alcuui cenni s' inserlscono intorno al nionte Rosa , al monte Bianco , al nionte Cervino ed alia valle interessaotissima del Valf-se. Le osservazioni niorali si congiungono tah'olta alle fisi- che, e mentre si ranimentano i diversi aaiinali erraoti in quelle niontagne , si paria altresi della popolazione del Valese , dei costunii de' suoi abitanti , del loro couunercio , del loro stato politico e fino del cietbiisnio. Sion e Ginevra sono pure ac- conciamente descritte , e solo avremmo desiderato ctie qualche cenno piii copioso si fosse fatto della biblioteca e di alcune particolari nianifatture di Ginevra. Si chiude il volume con un' ap- pendice , che coutiene il viaggio da S. Maurizio a Ginevra co- 6tee,giando la sponda settentrionale del lago , e con alcune note istruttive. Non ci sianio fatto carico di segun"e niinutamente 1' au- tore nelle diverse parti del suo viaggio , e questo non sola- mente per servire alia brevita che ci viene prescritta , ma an- che per non togliere ai leggitori nostri il piacere ch' essi pro- veranno scorrendo 1' opera stessa. Sarebbe a desiderarsi die la carta itineraria fosse stata coa maggiore diligenza costrutta , trovandi)visi alcune picciole inesat- tezze , massinie nella parte die riguarda la pirovincia di Milano 5 crediamo tuttavia che il sig. Artaria con questa nuova ed ele- gantissima produzione , tanto per T opera m s^ stessa , quanto pei lavori calcografici che I' accorapagnano , abbia ben nieritato delle scienze e delle arti, della geografia , della storia, ed aequi- Stato siasi un diritto alia gratitudine e benevolenza degl' Italiani non solo, ma di tutti i viagglatori che scendoiio da que Ua parte dell'Alpi a visitare le nostre belle provincie. Precctti d educazione , ovvero Trattato fisico-morale suU educazione in grnerale. — Milaiio , 1822, vol, \.^, ill 16.°, di pag. 178. Stamperia Laniperti. r\RTE ITALIANA. 4o3 Raccolta d'l cantatc, canzonette , ecc dell' abate Pie- tro Metastasio. — Milano , 1822, i/i 12.°, di pag. 108. Sta7iTperia di Pletro Agnelli. Princlpj iutorno alle assicurazioni marittune espostl dal G. C. Natale Cotta Morandini. — Pavia , 1822 , ill 8.*, di pag. 262. Stumperia Bizzoai. Dei lihri di Teofrasto Eresio iutorno alle piante com- mentati da Gaspare Hofrnan, notizie di Giuseppe MoNTESANTo. — Padova , 1 822 , dalla tipografia delta Minerva , in foglio coi ritratti delV Hofman € del Bonato, Annunciauio con piacere un lavoro del nostro colto concit- tadino sig. Guisfppe Montesanto , il qua(e in Padova , seconda sua patria , esercita da molti anni col piii felice successo le arti di salute , e provvede al sue nome con ogni maniera di studj. Intento egli da qualche tempo a raccogliere con singolar cui-a tutte quelle notizie clie lo avessero potuto un giorno niettere in istato d' illustrare la vita e le opere di alcuni famosi niedici nati fuori d' Italia , ma cducati nella celebi-e tJniversica di Pa- dova, gli avveune di riavenire un manoscritto iiiedito di Gaspare Hot'nian col titolo — — Animadversiones in Theophrasti historla Plantarum Hbros X, et de causis Plantarum lib. VI. II dottore Montesanto ci espone con chiarezza ed eleganza di stile quanto gli I'iusci di sapere intorno alia vita ed al mano- scritto di quel dotto medico alemanno , il quale dalle Universita di Lipsia , di Strasburgo , di Noriniberga e di Altorf passc» nel 1602 a quella di Padova, dove udi per tre anui gl' insegoa- nieati de' somnii uomini die vi fiorivano , e dove s' iunamora air entiisiasmo dello studio deila botanica. Non seguiremo il no- stro autore negl' iniportanti particolari che pone in luce , poi- cl)^ trattandosi di positiva erndizione , insufficiente ne tornerebbe qualunc[ue estratto. luviriauio invece gli amatori della storia me- dica e delle scienze affini a non intralasciare la It-ttura dt tali notizie veramente per molti rispetti pregevolissinie. Rende piu prezioso T annunciato libro un Discorso che il dottor Montesanto lesse ntl dicembre dell' anno 1821 all' I. R- Accademia di Padova, di cui era a quell' epoca presidente , e nel quale istituisce un filosofico pai^alello tra Ippocrate e Socrate. A questo eloi[uente scritto dianio nota di brevita: elogio sincere che suona di rado sotto le volte accadeniiche. Intitolo r autore queste faticlie al chiarissiuio Giuseppe Anto-» nio Bonato profesjore di botanica uelU Patavina Universita . e 404 APPENDICE medico cii gfande rinohianza; il cui i-itratto espressaniente inciso dal cflebre Gandolfi sta in fronte ad oniaiiiento del libro. Voile con t'io il doctor Montesaiito rendere all' illiistre suo aiuico un pubblico oinaggio di quella piena riconosceuza che per tanti titoli gli deve, siccoine dichiara nella dedicazione. Cosi die prova ad un tempo ciie lo splendore delT ingegno va del p>ari in lui colic piu rare doti delT animo ; accordo pur troppo infrequente fra coloro clie si premono nel aiedesiuio arringo. JO elettromotore pcrpetuo. Trattato dell' abate Giuseppe Z AM BON I , lino de quaranta della Societd Italiana delLe scienze , professore di flslca esperimentale e Ttiatematica neU I. R. Liceo di Verona e rnenibro di varie Accademie , diviso in due parti. Parte se- cnnda. — Verona^ 1822, tipografia erede Merlo , di pag. XVI e 36 1 in 8.", configure. Elogio di Antonio M\^nzoni professore di chirurgia , scritto per commissione dell' Accademia d' agricoltura, commercio ed arti di Verona , e letto nella soleiine adunanza del di 18 aprde 1822 dal professore Giro PoLLiNi , medico e chirurgo. — • Verona , presso la Societd tipografica , in 8."^ di pag. 24 , col ritratto. Biografia universale antica e moderna ecc. Opera af- fatto nuova compilata in Francia da una societd di. dotti , ed ora per la prima volta recata in ita- liano con aggiunte e correzioni. — Venezia, 1822, presso Gio. Battista Missiaglia , dalla tipografia di AlvisopolL Vol. 2." in 8.° Le associazioni si rice- vono dai principali librai , a lit: 6 per volume di circa pag. 480, colle spese di porta a carico degli associati. Contiene questo volume gli articoli dalle lettere ALBO fino a quelle AISTELM, dal che couiprendiaino clie piu di tre grossi volumi abbraccera la lettera A , ne di nieno potrebbe per avventnra riclnedere la copia infinita dei noun che cadono sotto la medcsima. Ci compiaciamo intanto al vedere che gli editori continuano ananosi e solleciti in qnesta graude iiiipresa , ed il lore ardore menta certauiente per parte del pubblico favore ed iucoraggiamento. PARTE ITALIl- r assenso d«*l:' aiitoie , di darli fuon per mezzo de' suoi torclii. A noi par veramente che il roglieve ad un bauibinello i ninnoli proiuessigli non sia trattu gentde, niassiuie in faccia a' genitori che notano si fatte avarizie ; ma poich^ questa non e cosa che ci tocchi , non ne dii'eiuo altro. P I E M O N T E. Puhl'd Ovld'd Ndsonis opera omnia ex receasloiie Petri BuRMANNi. Tom. Ill et IV. — Augustoe Taurinoriim , anno 1822, ex typis viduce Pomba et filiorum. Gia parlanimo dei due primi volunii delle opere di Ovid'o , che faniio parte della bella edizione dei Classici latiui , corag- giosaniente contiuuata dalla vcdova Pomba e figli in Torino. Con- tenuono questi voliinii tutli i quindici blsri delle metamorfosi. Annunzia P editore che i libri pubblicando desli amorl , con- trasse in certo qiial modo fauiiliarita col poeta, e rapito fu noa 8oh> dal fecondo di lui ingegiio , ma anclie dall' incredibile ce- lerita coUa quale egli dipinse tante fugaci immngini delle cose. Sorpreso fu altresi al vedere come in breve spazio di tempo dopo r iiuroduzione degli asiatici costumi , tanto avessero coltivato e i-ipulito il loro linguaggio i Romani che le cose esoticlie non po- tessero con maggiore eleganza esprimersi. Piii siugolare h anco- ra, che Ovidio pittore della roniana libidine non solo , ma an- cora della straniera , la vita muliebre ottlniamenre descrisse , di nonii persiani vesrendola ai Romani somniarnente accetti , e tutto rappresento, gli ornameuti t'emunndi ,' i couviti, g'i spetracoli ecc. , le sue descrizioni adornaudo altresi di comica lepidezza, il che tanto piii pregevole riesre. , quaato che pocliissinii tra gli anti- cbi scrittori i fatti ritrassero della vita privata, se i satirici si eccettuino', macchiati talvolta da osrene sozzure. Molto maggior lode nierita ancora Ovidio per le sue metamor- fosi, che r editore non dubita di appellare opera stupenda , piii dotta ancora delTEneide, la quale composta di parti tra lore disgiunte , annunzia nelT autore una lettura iniiniia delle cose vnitologiche. Le greclie favole presentavano un' immensa colle- zione di fatii , coi quail si adombravano le fondazioni delle citta e de!le colonic , T antica religione de' popoli , il cidto di una yiriuiaria intilhgenza e la storia degli eroi. ]>Ia queste narrazioni abbisognavano della bellezza dei poetici ornameuti , e qiundi si fuisero le muse da pruici|'io al nuuiero di tre , poscia di KO\e, gh argooauti , la favola Ui Adone ed alue , \ariate spesso e in 412 AI'PENDJCE diversi modi vappresentate secondo clie V ozio del Grcci t) la fantasia de' ti'agici e de' pittori aniavaiio di trasformarie ; al che si aga,iiiiise che ciasciui popolo nel suo paese aiiio di trasterire o 1 oiM£;tne di qualche culto o la scena di qualclie fatto illustre. Ardua era dunqiie V impresa di un poeta , die di una selva per cosi dire ingombra di fatti e di relazioni disordinatc , un poema formare volrva contiuuato e ragionevoli;. Non piglio Ovidio a scri- vere una digiuna teogonia alia foggia di Esioclo ; vest! egli di ele- gante venusta il suo argomento, e forse ue trasse I'origine dai ge- roglifici egizj ; passo qumdl ad esprinicre le nature degii dei colle forme di varj aniniali , colla forza del toro e delP ariete , colla celerita dello sparviero, ecc, e scese cosi ad accennare le nia- ravigliose trasforuiazioni dei corpi iminaginate dai Greci. Forse a soniiclianza del Panteo Egizio formossi il poetico Olimfio , e Ovidio non solo orno il cielo di allegoric, ma giovani bellissiaii e vez- zose donzelle tangio in Tiunii, in sassi, in froudi. Le finzioni canopee e menfitiche , gia abbellite dai Greci, sotto nuova forma comparvero ; dallo Fta degli Egizj usol Vulcano , da Bubaste Diana , da Neita nienzionafa da Platone , Minerva , benche di- versi culti, come diversi nomi , quelle divinita da una ad altra nazione passando sortissero. Ottimo fu r avvisamento di adottare il testo Burmanniano colle interpretazioni del dottissimo Gicrig, e 1' editore torinese tro- vossi fortunatamente in tempo di profittare delle varie lezioni dei cndici parigini , alia edizione sua recentementc aggiunte dalP e- rudito Leiiiairc. Si premette da principio una prefazione copiosa del Gierig , ove si tratta tra le altre cose dei passi piii oscuri delle meta- morfosi , dell' abuse d' ingegno fatto alcuna volta dai poeta con una specie di lussuria , degli autori clie egli ha preso ad imi- tare , e dei fonti ond' egli trasse la sua vasta erudizione , dei difetti che alcuna volta rinfacciare gli si possono , delle orazioni il pill delle volte accomodate al carattere delle persone , dell'ar- tifizio da Ovidio usato nell' esprimere gli atietti del cuore umano tanto nei teneri, quanto nei piu impetuosi movimenti; della con- venienza, non scmpre pero eguaie , delle- sue similitudini e dei auoi Don infrequenti anacronismi. Si soggiugne la sene istorica delle metamorfosi tratta dalle nuove Iczioui di Guglielmo Cmitero , ed ora accresciuta , ed al line pure del quarto volume si sono inseriti gli argomenti di ciasi;un libro in otto versi elegiaci ador- uati dai celebre Bothe. L' edizione niuuita di quest! presidj non poteva certamente •riuscire piu opportuna; il teste e acconipagnato da note perpe- tue non semphceniente grammaticali , ma piene d' ordinario di vastissima erudizione, ed oltre quelle del Bunuanno e del Gierig, venconsi sovente aggiunte iuterpretaxioni dottissime del Lemaire. Queite note non opprimono tuttavia il teste , m^ sono distri- bute con lodevole sobrieta. PARTE ITALIANA. 4l3 Sette lihrl comprenJe il toino teizo delle opere Ovidiaiie, otto lie coutiene il ([uarto. Al fine di qiiesto volume trovasi un in- dice delle cose \a ciascuno dei detti libvi contenute, il quale di inolto non sL discosta dalla serie delle iiietamorfosi compilata da! Cantcro e preniessa al primo volume; piu utile sarebbe stato forse un indice alfabetico delle luaterie medesinie , che le pa- gine richiamasse dei due voliinii ; giacche questo indice uianca totaluiente di qualunque indicazione , coUa quale le niaterie pos- sano uei voluaii uiedesiuii licercarsi. Cenni fisico-patologlci sidle dlffereiiti specie (T eccita- bilitd , sail' irritazione e sidle poteiize eccitanti , debilitanti eel initanti , colF agg.unta di riflessioni € di esperienze sidla respirazioiie e prodiizlone del calore aiiimale . di L. Rolando prof, di notomia nella R. Universitd di Torino. — Torino , 1822, di pag. XVI e 3o8 in 8.° DUCATO DI GENOVA. Del giudicare collegtalinente. Discorso detto il di 16 novembre 1821, dal sig. conte S0MI9 di C/iiavrie , regio avvocato generale nel Senato di Qenova., per la solenne aperlnra delV anno giuridico. — Genova^ 1822 , per Antonio Pontlieiiier. II dire che alia guarentigia de' saci-i diritti della giustizia sia piu convenevole il voto di uiolti che non d' uno o di poclii , essa e cosa taato cliiara e cosi conosciura , che non puo essere opinione contraria nelT aninio di cliicchessia : pero dubitiamo assai che dovesse scegliersi ad argomento di solenne prazione : e qumdi nessuna meraviglia che il citato discorso non presenti alcuna novita di pensieri. Ne duole bensi che i concetti eziau- dio piu coniuni vi si trovino talmente inceppati dalla studiata collocaxionc delle frasi e delle parole , che V idea dell' oratorc coa gran pena e fatica si faccia strada all' intenduuento di clu legge. Ora noi osserviamo che ne'dettati degli uomini di chiaro ingegno succede il comrario ; concioss'ache in essi il pensiero e il signore non lo schiavo delle parole. L'orazione che accenniamo e corredata di larghissinie note, coa che il signor conte ha voluto far ineglio conoscere que' Genovesi , i quali per la lore riuoiuanza nelle scienze , nelle leftere o nelle arti furoao in varj teaipi chiamati agli stipend] de' reali di Savoja 414 AfPENDICE o ricevettero da qnesti ]M-incipi testiuionianze onoiwoli di stima o di imuiificen/.T. I'el cl)e iioii avreuuno fatta parola ia que- 8to nostro giovnale , se in leggendo il detio discovso noii ci fosse vpniiio alia luente clie il sig. conte in alrri suoi scrim si presfiita a' letton ijual maestro del belli) e purgato sciiveve : e sinaiilaniiente par rli' e' voglia sostenere tal dittatura ncl sue libro intitolaro ; Foti, cuii'itlti e racionamenti sovra matene lfc:ali, impress^ 3 Torino nel 1820, e dedirato con un' epistola
  • li , presentafido poi nella seconda i lettori di cose tutie sue : il legger le quali per iiltero sarebbe prova in cliiunque di pazienza piii die socratica. Ne direui gia die le avvertenze contenute nel detto prime Tolume Dou sienn in gran parte apprezzabili : osaervianio soU lanto con vero disjiacere die nel voler combattere i grossolani errori di luigua e di modi de' quali sono piem gli scritti del foro uou St faccia il sig. conte con acconmdati esempli a pro- porre una via di mezzo ; ma cada in vece nell' eccesso opposto, e si sforzi a tutto y^otere di voler ricliiamare in vita tutti indi- stintaniente que' modi aniiquati del dire i quali con le idee e le costumanze de' citati secoli, non con le uostre possono aoco- inunarsi. Cli^ per le nuove cose imparate , per lo pevfeziona- luento di niolte dotuine e per la maggior copia de' lumi che da ooni parte fuvouo dillusi tra noi uel passnto e nel presente secolo trovandosi il nostro intelietto diversamente educato e di- sposto , ne viene per logica. necessita die diversa piir sia la liianiera di esprimei-e i concetti , servato tuttavia quel giusto uiezzo tra T autico e '1 niiovo , siccome tuttodi ne vanno uise- gnaudo i yen lerterati ed i dotti. E questa e tal verita di fatto e cosi iucourrastabile die uessun s' avvisa oggimai di porre 1 oc- cliio sovra le lanibiccate costru/ioni de' parolai , e sono abbor- riti queali scritti ove non sia fior di senno ne squisitezza di giudizio e di sentimend. IMa iu nulla cedendo il sig. conte a questo generale couseutimento , avverte anzi nella citata dedi- catoria ( fac. 22 ) essere pocliissinii oggidi i pnrgati scnttori in Italia : novera il Cesari , il Botta , 1' Angeloni , li Giordaui e certi Taverna e Robiola , de' quali due Iddio ne ajiui a ricor- dare il nome ; e passa sotto silenzlo ( cou quanta gmstizia e I'AIITE ITALIANA. 4l5 ragionevolezza ciascun sel vede ) il Monti , il Pertleari , il Na- pione ed altri non pochi letterati o scienziati uomini , la cui fatna aara perenne : ladd >ve )>OQlii si atteateranno di turbare il paciGco riposo in che giacdono i Voci ed i coiitulti ed altri coiii- poDiuienti del «ig. come; se pur non ei eccettui la versioiie della Guida al cielo (i), la quale h opera degnissima di coni- tnenilazioue e di laude , e rale noi la riputiaino sincerainente. Rii>etereiuo aduaque quello che alibiam ragionato pui volte: che dove scorgesi arido P inielletto k insoppyrtabile ogni 8crit- tura : che appuuto chiari iugegni aono il Borta , il Giordani e tanti altri , benchft taciuti dal sig. conte , perche ne"' loro scritti e viva luce di tilosofiri penisamenci : che il piii detestabile di tutti gli srrittori e quegli che prima alle parole ed a' coetrutti, quindi alle idee da luogo nel suo iniendimento , di modoch6 ogni passo, ogni frase ne minifesta, per cosi dire, la meenlnnita. Rechiamo qur appresso alcuni sqiiarci de' citaci tre bcnui del »ig. conte , onde il lettore se ne faccia giudice. • « Posti nelle piu ale cittedre della niagistratura giudiziaria uo- mini giureconsiiltissinii, far ragione del pregio delle opinion! individual! senibra a nj»; cosa vana, e discortese. La discrcpanza poi degli ingpgui egualuiente cuiti e sottilt s' e l' uno degli in- finiti segni , che abbiauio tutto 'I di davauti agli occhi , dell'in- fermita , dei ceppi , delle tenehre nostre , onde non c' h dato di aorgere in questo niondo caduco e racco£f4ier dobbianio la confessione , che di tante verita per noi ricercate ardeutemente la sola Verita increata si ha riservalo la dichiarazione e solo ad essa appartiensi la cogniziooe infallibile, se la coiifoniiita al diritto non gia talvolta nel voto del niinor nuinero , quando noi la collocliiamo nel contrario voto del nuuiero maggiore {Discor- so 1 fac. 8 ). j» . . . . Del resto, che alia compilazione del Vocabolario della Crusca non abbia contribuito gran fatto I' opera d' uouiini giu- reconsulti puo di leggieri conietturarsi da ognuno , che ponga menre alle diiTinizioni dei pochi termini de" legisti registrati nel Vocabolario , le quali diflinizioni eono bene spesso men che sufficienti; ed h pur cosa da notare , che nelle scritture indif- ferenti di quegli autori medesiini , che gli accademici amunsero quail testi di lingua, incontrando,i talvolta parole apparrenenti alia sola giurisprudenza , i vocabolaristi iralasciarono di regi- 6trarle , dove ( come da aitre citazioni gi scorge ) pur aveano dinanzi all' occhio quei passi , che contengono leruiini legali : la qual oniwissione veribimilniente fufatta, perche i cuinpilatori non si assicuravano per buona fede a diffinirli ( Voti , consulti, Parle prima ). (i) Guida al cielo di Oiovanni Bona da jUoodoTi cardlnale di Saof Chi«a . Torino daila stauiprria r«ale 1821. 4l6 APPENDICE » L' ijomo piuclente , in sino a tanto che e da qualclie |jer- turbazione agitato, non si risolve di cosa alciina ; iiiiperciuc- che la uiente sconvolta e aggitata dai prestigi di rea passioae non piio discprneine il vero e T onesto. » Wolto contrana alia prudenza e siniilmente la precipitazione, clie parecclii iuiplico ia gravi ei! inestricabili difficolta. Ep- pero r uomo prudente mai non opera a caso e sottoniette il pi-opri'j giudizio al consiglio altrui. » Irrisoluti sono i pensieri degli uomini , i pi-ovvedimenti in- certi , i successi delle cose dubbie , le sperlenze fallaci. Ivi e salute, dov' e luolta cousultazione ». {Guula al cielo , fac. 04). DUCATO DI PARMA. Elogio storico di Pietro Eubini parmigiano , scritto da Angela Pezzana , bihUotecario ductile in Parma. Editione seconda. — Parma., 1822, jjer Giuseppe Paganino , in 8.° di pagine 63. II Riibini nacciue in Parma a di 24 di agonto nell' anno 1760 da Antonio fabbro-ferrajo , e da Margherita Provinciali. Fece 1 sam pnmi studj e fu laureate in niedicina neir Univer- eita di sua parrra I' anno 1782. Nel 1788 fu inviato a spese delio Stato ad udire le lezioni dei piii celebri )irofessori di lue- dicina nelle straniere Universita. Trasferissi a Pavia, dove ascolto le dottr.ne di Pietro Franck; indi a Wonipellieri, a Lione, a Pa~ rigi, a Ediniburgo. In quest' ultima universita approfitto degl' inse- gnanienti del Monro, Duncan, Black, Rotheram, Hamilton, Home, Gregory il giovane. Ritoinato in patria nel 17941 venne ivi elet- to professore di clinica medica. In quella carica egli procaccid glona distinta a se stesso e sommo vantaggio a' suoi alunni. Lo- dato da' suoi scolari , che ne sentivano il nierito raro; chiesto .ed esaltato a gara da' suoi concittadini, che ti'ovavano in lui 1 dotto , d probo e felicissimo pratico ; conosciuto ed applau- dito in Italia e fuori per le sue m^diche produzioui piene di vedute sagaci e geniali , non tardo il Rubini a salire in altis- simo onore. Egli fu elevato alia carica di protoniedico dellAr- ciduchessa IMaria Luigia d' Austria. Fu aggregate alle pin rino- ruate accademie scientifiche d' Eurojia. Alle ammirevoli doti del- r ingegno congiunse le virti\ piu belle dell' animo , la benignita, la beuefirenza , la modestia , 1' amore di patria e di famiglia. Quest' uomo insigne mori di malattia polmonale ( penpnewwonjo ) il di 1 5 di maggio 1819 , in eia di anni 58 e niesi. Le principal! opere ch' egli lascio sono le seguenti : i.° Sull' at- tivita della datiaca cannabina Liiui. cotitro le fehhri inter mil tenti (1794); 2." Suir azione specifira dclla chinachina sidle ne urinarie ( 1799 nelle Mem. della Soc. iial. ); 3.° Sulla maniera meglio atta ad i/upidire la recidiva delle febbri periodic he aid troncate col mezzo •\ PARTE ITALIANA. 417 della chlnachlncf ( loo5 in Modena); 4." Riftessioni sulle febbii chiainate gialle € sui coriiagi in. eeiieie (180S in Panua ) ; 5." Nel giornale della Societa medico-rhiriugici di Parina egli lia con— segnato moltp dissertazioni : Storia di due zamtnlU di saliva che scaturivano al di .-oito della lingua; Gloria di una ottalmia cui- deiidca in Parma nel 1806 ; Vizio organico inicstinale terminato ill UH iiiorliO nero ; TeiUativi sutl' efficacia del cat bone f^egetabile nelle ulcere. Caso di febbre perniciosa con sintomi tetnpre voriantii Febbre inter mitten' e con smtomi insoliii ; Forza tnaravigUosa di espansione del tessuto cellulare ; Storie di tumori ai poplui; Dia- gnosi della vera scelotirbe di Galeno ; Singolare affezionc del diaframma ; Fekbre anomala accompagnnta da un forte fetore di cipolla; Storia di un tuinore addominale ; Storia di due inalattie irat- tate coir oppHrazione externa dell' arsenico ; Sulla utilita dell' in— fusione della digitale purpurea Linn, net trattamento delle emor- Toidl ; Storia di, alcune straordinarie produzioni orsaniche ; Sul- V ipotesi darwiniana che riguarda it senso propria del colore; Storia d^ una atrsia e d^ una luestruazione straordinaria; Dispnea consensuale con alcune riflessioni sulla teoria dell' irritazione ; Os- servazioni in risposta al prof. Terinanini snpra I' accennata storia di un atresia. 6." Pensieri sulla varia origine e natura t/e' corpi calcolosi che vengono talvolta espulsi dal tubo gastrico ( nelle Mem. della Soc. ital. di sc. 1809 ); j." Storia di un diabete gua- rito coll' oppio , e riflessioni sulla forma e sull' indole di questa, . iiialaitia ( nclle dette memorie ); 8." Riflessioni sulla malattia comunemente denominata Cr[:p (Parma, i8i3); C)." Discours sur les progres de la vaccine dans le departement du Taro en 1812, Parme i8l3 ); 10." Storia di una singolare meiastasi (in questa Bibhoteca , anno 1816); li." Storia di una pulsazione a' precordj da causa insolita (in quesra Bibhoteca torn. 13,° pag. 235 e segg. ); 12.° Storia di uno strano sonno morboso ( pubbiicata dopo la morte dell' autore in C{uesta. Bibliuteca , 1821, torn. 32.°, pag. 373 e segg., e toni. 23.°, pag. 216 e segg.). Egli lascio alcune altre opere inedite, cioe : i."^ Lezioni di clinica inedica in dieci fascicoli die trattano : delle febbri , delle infiammazioni; dci miasmi; desH esantemi; dei profiuvj ; delle neurosi ; delle cn- rhessie ; delle impetic;ini ; dei morbi locali ; delle rifenzioni ; 2.° De siudiorum cummodis , aique periculis , Oratio ; 3." Ora- zioni per lauree ; 4.° Regolamento della Sociita medico— c/tirur- gica par mens e ; 5." Del tifa , opera die lascio appena inco- niinciata ; 6.° Storie di alcune malattie die esso ebbe in cura. Una biografia in cui si fosse trattato particolarmente del merito scientitico di questo medico illustre , ed esposto in compendio le cognizioni piu valcvoli che si trovano nelle sue opere , i>o- teva riuscire molto piu importance e piii utile di un semplice clogio scritto da una penna la quale, come clie sia eloquente e dotta , protesta di essere interamente ignara delle niediche di- scipline. Noi , nei tempo stesso che lendiauio ben meritace lo.li 4 1 8 A 1' V F. N V T r. E al sig. bibliotcrario Jucale per avei- fatta clal canto sno quaofo si poreva aspcttai'e da un letterato in siditto aigoniento , noa possiamo a ineno di desiderare che qualclie persona distinta nel- r arte saliitare si occu|>i a divnlgare con uiaeajor prccisioiie e piu estfsaiiienlo il valore medico del Rubini. Tanto piu pro- fittevole poi riuscirebbe an cenno biogvaiiro , che, niirando prin- cipalmente ai progress! delT uinano sapere , indicasse auclie gli error! di sistema o d' osservazione in cm fosse mai caduto un aii- tore , d'ahronde comineudevole e degno di passare alia posterita. Seutiamo con piacere clie si sta preparaiido dal Paganini una edizione di tiitte le opere dell' ilhistre defunto. Compoiimenti teatrall di Speciosa Zanardi Bottioni parmigiana. — Parma., io22, ilalla tipografia du- cale^ di pag. 288 in 8.° Prezzo Ur. 2. 5o. GPvAN DUCATO DI TOSCANA. Memoria secoada sopra il metodo di estrarre la pietra per via delU iiitestino retto di A. Vacca Berlin- GERi. — Pisa, 1822, presso Sebastiano Nistri. Questa Memoria e specialmente desriuata a combattere leva- vie obbiezioni die souo state uiosse , dal professore Geri di To- rino, al taglio vetto-vescicale. E per quanto abbia il Geri ba- sato i suoi obbietti sopra le sue propne praticlie osservazioni , pure non reggono desse ai savj ragionameuti ed alle accurate osservazioni del clinico di Pisa. Questa Memoria e in oltre arric- chita di pareccliie istorie di litotomie, tutte comprovanti i vau- taggi del citato metodo : che se non riescono esse a conviucere tutti , faranno alraeno ponderare con profondo criterio una coa- troversia cliirurgica del piu grande interesse. Ad acutCE et chronica: splenitidis in JiuniUihus prce- sertim Italice locis considerate^ eidemque secedentuini morborum historicas animalversiones auctore Sta- nislao Grottanelli , philosophioe , medicina; et chi- rurgioe doctore etc. — Flore ntice, 182 1 , typis Vil- lelmi Piafti , di pag. XV e 199. L" Itcdia avanti il dominio de Roinani , di Ginseppe Micali , seconda edizione riveduta ed accresciata dair antore. — Fii:enze ., 1821 , presso Giuseppe di Gioachino Pagani. Voliuni 4 in 8.° con un vo~ lame di tavole in rame. P\RTE ITA.LI.VN\. 4I9 Osservazioni dl Lui^l Fjacchi sal Decamcronc dl M. Oioianni Boccxccio, con due lez one dette dal med'esimo nelC Accademia delta Criisca. — Firenze^ 1821 , ill 8.° Delia peste , col ragguagUo della peste dl Tun' si av- I'enuta negli anni 18.8, 1819 e 1820. e lettera sullo stuto della medicina in quel regno . del dottore Giuseppe Pjsseri. — Firenze ^ 1821, presso Ja— capo Balatresi , di pag. 112 in 8." Compendio degli elementi di diritio criminale deU ac- vocato Gio. Carmignani , professore nelP I R. Universitd di Fisa. — Firenze , 1822, presso Pez- zati , i/i 8.° Opere di pittura del cav. Pietro Benvenuti aretino , direttore dell' I. R. Accademia dells belle arti di Firenze . descritte da Nicolo Palmerijsi , ed in- tagliate da varj volenti arti^ti italiani. Splend:da edizione in foglio aperto. — Pisa, presso Nicolo Capurro , fascicoli 1 Z' e 2." Prezzo lire 60. Opere di Torqnato Tasso, colle controiersie sulla Ge- rusalemme , paste in miglior orduie , ricnrrette sul- V edizione fiorentina ed illustrate dal prof . Giovanni RosiNi. — Pisa^ presso Nicolo Capurro, in 8.° tomi 1°, 2.° e 3.° Flora italiana , del prof Gaeiano Savt. — Pisa , presso Nicolo Capiirro , in fojio, magnifica edi' zione. E pubblicato il fascicvlo i3.° Storia dei tie celeb? i popoli marittirni delP Italia {Ve- neziani , Genovesi e Pisani ) e delle loro naviga- zioni e comniercio ne: bassi secoli , delV avvocato Gio. Batista Fanucci toscano. -r— Pisa, 1821 . presso Francesco Pieraccini , volumi 3 in 8.° 420 ArPENDICE Opere dl scultara e dl plastica dl Aiitowo Canova, descritte da Isabella Albrizzi , e iiitagllate a coii- toriu da Lasinio figlio. — Pisa 1821 , prcsso Nl- C0I6 Capurro, in 8.", dispense i." alia ^.""^ lire 2 per dispensa. Storia di Napoli , di Francesco Capecelatro. — Pisa, 1 82 1, presso Nicolo Capurro , tomi 4 in 8." Prezzo lire 16. Delia maniera pik citta a curare radiccdmente le va- rici ed impiagamenti varicou dell' estremitd inferiori, di Ranieri Carton i medico-c/iirnrgo. — Pisa, 1821 , prcsso Sebastlano Nistri / di pagine 98 in 8.° Delia zecca e delle monete degU antichi marchesi della Toscana , di Giidio Cordero di S. Quintino. Edi- zione seconda emendata. — Pisa , 182 1 , presso Sehastiano Nistri, di pag. 172 in 8.° con una ta- vola in rame. DUCATO DI LUCCA. De Keratonyxide dissertatio , qiiam pubhlice exhibuit Aloysins Pacini in R. Lyceo Lucensi Anatomes hwnanoe et comparatce P. professor etc. — Lucoe , 1 82 1, in 8.°, apud Franciscum Bertini. Parla T aiitore in questo breve discoi-so di quella malattia degli ocelli chiamata italiaaamente cateratta : della quale dopo aver dato alcuni cenni storici , passa a dire dei modi ohe i medici trovarono piii accouci per toglierla. Riferisce ei quindi alcuue osservazioiii da lui fatte e da alrri , onde eseguire con niaggiore couiodita ed utilita questa difficde operazione; e con- chiude notando quelle cose clie possono essere di pregiudizio o dl ostacolo a condurla feliceuiente. Saggio suUa storia delle mateinatiche ecc. , del prof. Pietro Franchini. — Lucca, 182 1 , di paaine >Hi in 8.° FARTE IT^^LIA^NA. ^21 Sul modo di concimare qll ulivi colla sola pianta del luplno ill fiore, Me/nor la dl A itonio Mazzarosa al sigiiori Accademici Georgofili di, Firenze. — Lucca , 1821, /!« 8/', presso il Bertini. STATI PONTIFICJ. Dizionario portatile delta lingua italiana compilato da Francesco Cardinali. — Bologna, 1822, per Jacopo Marsigli , in 4.'' piccolo. In Milano le as- sociazioni si ricevono da Giovanni Silvestri , stam- patore e librajo agli scalini del Duomo. Questo Dizinnario si pLibblica per qnaclerni , ciascimo de' quali e composto di fogli 17, e costa lire 2 italiane , oltre le spese di portn e dazio. Finora non e uscito rlie il l.° quadenio ; esso arriva alia paroia artiiro. Ailorche sara compiura per li> meno la lettera A , direuio il nostro parere sopra questo iavoro. REGNO DELLE DUE SIGILIE. Catechiswo medico , o sia siiluppo delle dottrine die conciliano la Religione colla mediciua, di Angela Jtntonio Scott I , padre spirituale del collegio me- dico , puhblico professore di pcdeografia , interprete de' papiri ercokaieusi ecc. — N^apoli, 1821, in 8/ di pag. 412, Qnesi' opera e divisa in tre parti. La prima tratta dei vantaggi the la mediciua ha ricevuti dal/a Eeligioue. In essa si diuiostra ciie la Religione suol ben disporre lo spinto alio studio della mediciua; che la uiedicina e obbligata a' JMinistri della Religione; clie la me- dicina degli Ebrei fu proniossa dalla teocrazia; die la propagazione del Cnstianesimo favori la medicina; die la Religione Cristiana ha sempre esaltato i niedici ; che la carita cristiana istituendo gli spedali ha contribuito ai progressi dell' arte ; che la sola Religione cristiana ha perniessa la notomia , eu cui poggia la inedicina ; finalmeute die 1' arte ostetricia , varie operazioni clii- rurgiche , e niolti ajuti della niedicina sono dovuti al Cristia- nesiiiio. Nella parte seconda vengono indicati gli utilissimi ser- vigi che la inedicina pub reiidere alia Religione. A (piesto riguardo r autore dicliiara e snstiene le seguenti proposizioni : A' uiedici conviene abbattere gli ateisti ; i progressi della cliiinica e della iisiol'jgia soiuuuutstrano nuovi ai'gonienti contro a' tuaterialisti ; ^2'2 APPENDICE i niedicl lianno particolari prove portune e nuiuerose a sifFatti esperime.iti : e le nostre sale cliaiche sono stabilite ia seao a quel vasto e celeljre Archiospedale , nel quale ebbero luogo se noa i priiiii , certo i piii copiosi e coacludeaii esperimenti snlla virtii antiftbbrile della Cliiaa , allorquaado comparsa apj.eaa in Europa quella polvere meravjgliosa , quivi geaerosameute dispensavasi dalla cristiana filantropia di quell' insigue (j) Queato rapporto ci venoe comunicato dallo ste^so illustre ;uo autoic. ( JSot'j del £>ircltore. ) 424 APPENDIGE Poiporato (i), che dette moto e norma all" uso salutare die ne haiino fatto i niedici. Noi dunque iucomiiiciamino ad adoperare il nuovo rime- dio conosciuto sotto noiiie di Chiiiina siiio dagli ultinii gior- iii di giugno , cum ficiis prima calorque facevaao teiner tauto la febbre in qviesta stessa citta anche ai tempi di Orazio. Seguendo la piii comune maniera noi lo abbiamo apprestato in forma di sale risultante dalla sua combina- 7,ione coir acido solforico , e quindi ridotto alio stato di solfato. Generalmente lo abbiamo dato in dose di 4 o 5 grani in un cncchiajo di acqua die abbiamo ripetuta 3 o 4 volte al giorno nella intei'missione o nella remissione della febbre. L'intera dose necessaria a vincere le diverse specie di febbri periodiche si e rinvenuta tra i i5 e i 35 grani som- ministrati in due o tre giorni al piix. Per tal modo 3 1 infer- mi, quale piu quale meno piesto sono rimasti tutti libei'i di febbre seiiz' alcun indizio di aver soflFerto il piii piccolo incomodo dalF uso del nuovo riaiedio , benclie molti di essi sieno state donne , e qualcuna gravida, e non pochi lagazzi. Nel mese di giugno furono solamente 5 i febbri- •citanti trattati col solfato di cbinina ; 11 nel mese di lu- gUo , e 1 5 nel mese di agosto. II tipo il piii ordinario di cjueste f^ljri e stato di terzaua semplice edoppia^ ne vi fu mai quello .di quartana. Si sono consumate in tutto 10 ottave e Sa grani di solfato di cbinina ; della qual dose circa a ottave venute da Parigi direttamente da M. Pele- tier , ed il resto fu fatto espressamente dal nostro profes- core di farmacia sig. Alessandro Conti secondo il metodo di Henry. Benche alcune delle febbri trattate col solfato di chinina sieno state assai forti , e tendenti alia natura delle perniciose , due sole si possono riconoscer per tali ; la prima in una donna , die sofFriva negli accessi tutti i sintomi della pleuritide, ed ebbe quindi bisogno per gua- rire di due salassi nei parossismi , e di 35 grani di sol- fato di cbinina nell' apiressia. L' altra in una ragazza con cai-dialaia , la quale benche vomitasse le prime dosi del rimedio , ne ritenne pero circa 40 gr. e resto libera. Fuori di questi due casi , ne' quali fu pressoclie necessita il so- stituire il nuovo rimedio all' antico , noi abbiam temuto di comparir troppo arditi nel trattare alio stesso modo altri infernii di febbre perniciosa o sulicontiuua, e non ci {!) Card. Dc Lngo Gesuita, PARTE IT \ LI AN A. '^S siamo percib alloatanati dal metodo atitlco e coraune delle sienerose dosi di china in polvere. Nel tempo stesso che atlopravamo il solfato di civiiiina , alcuiie altre febbri pe- riodicbe erauo trattate colla solita corteccia pei'uviana, e tutte con eguale felicita dopo il consunio di 3 o 4 once di china per ciascheduna. II solfato di chinina aoii fu mai assofiato all'' iiso di altri niedicamenti , e specialniente a 20 altri maneggi » 37$ )> J7 non vi troviamo invogUeri altviii maneggi noi vi tiDvimno 438 INDICE delle materie contenute in qnesto XXVII volume. PARTE I. LETTERATURA. ED ARTI LIRERALI. JL/e mine di Veleja mimrate e disegnate da Gio. Antoiini , archi. tetto ecc. Parte II ....... , pas. 3 Sirmione. Versi di Cesare Abici . . . . . . » i6 Annali Mmu/mani , di G. B. Ramfoldi. Volume I . . . » 28 Idem. Volume II ......... 31 297 Sermone del C. G. P. . . . . , . . . « 41 Dell' insegnamento e del metodo delle nuove scuole e'ementari Lombardo- Venete ..........>. 46 Bartolommeo Lofenzt. Due sonetti ed una canzone (inediti) dello stesso. — Ik morte di lui. Viiione di A. Maffei . . >> 14$ DiscoTsi intorno alia Sicilia , di Mosurio Gbecorio ...» 170 Nuova raccolta teatrale ecc, del prof. Gaetano Bakeieri (articolo 3.°^ » 1 80 Notitie bibliograjiche intorno al P:inphyton siculiini del Cupani. Me- moria (inedita) di G. Srocchi ....... 190 Famiglie celebri italiane , del conte Fompeo Litta. lascicolo VI (Trinci, Cavaniglia , Giofio) . . . . . . . . j> 319 Memorie delta regia Accademia delh' scienze di Torino. Tomo 25.° ( i.° estratto J ......... » 333 PARTE II. SCIENZE ED ARTI MECGANICHE. Sulle geognostiche relazioni delle rocce calcarie e vulcaniche in Veil- di-Noto nella Sicilia. Memvria (inedita) di G. Brocchi . pag. 53 Osservazioni ( inedite ) micologiche , ed enumeruzione slorica di tutii i funghi della provincia pavese , del dott G Bercama^chi . » C8 Idem ( continuazione ^ ........ » 228 Osservazioni geognostiche sopra alcune localita del Vicentino , di P. MABAscHixr (continuazione e fne. Vedi il tomo 26.° pag- ^79) » 77 Memorie della Societ'a Italiuna delle scienze residente in Modena. Tomo 18.°, fascicolo II delle Memorie di fisica ( %° ed ultimo estratto, V. il I." nel tonio 25.° pag. 302^ ...... 90 Degli uccelli del contorni di Bassano , enumerazione ( inedita ) di G. Baseccto . . . . . . . . . » 2o3 Sulle fcbbri biliose , opera del dott. D. Meli . . . . » 218 Sopra alcuni massi di lava di cui era costrutto in Pavia V arco di Alboino. Notizia ( inedita 1 di G. Brocchi . . . . » 344 Sulla scienza della medicina , saggi di. G. BiAtiQHl . . . » 3 5o Flora urenensis C. Pouiin (i." esCTtitte) , , 1 .. » 864 1 N D I C E. 429 APPENDICE. PARTE I. SOIENZE, LETTERE ET) ARTI STRANIERE. DcW influema delta Irnia utile stagioni ( traihi^iune ili una Memoria del sig. Ollem ) ........ pag. 99 SCOPERTF, . . . . . . . . . . » loO i' olio volatile di mandorle amare i velenoso ...» ivi Maniera di conservare le uovn , del sig. CAOtT ...» ivi Effetti del rume siilla vegetaiione ....." 107 Delia fahbricazione del vino presso gli antithi Greci (Memoria ine- dita di L. BsyyiEK ) ........ 348 Deir azione vicendevole delV indnstria agricola ed artiginna , del consi- gliere J. J. Prechtl ( Dagli Annati dell' I. S. Istituto politeinico di Vienna ) . . . . . . • • • » 255 Rassegna biblingrajica delle migliori opere stampate a Parigi nei mesi di maggio e giugno del corrente anno ...... 877 PARTE II. SCIENZE, LETTERE ED ARTI IT.\LIANE. Opekb rERTonicHE ........ pag. 108 Antologia di Firenze-, fascicolo 18.° ...... ivi Idem, fascicolo 19.° ....,...» 285 Idem, fascicolo 20.° . . . . . . - . . " Sgo Giornalc Arcadico di Roma, fascicolo 40.° . . . . » 109 Idem , fascicolo 41.° ......... ivi Idem, , jascicolu 42.° ......,.» 286 Idem,, fascicolo 43.° ........ i> Sgo Hffemeridi letterarie di Roma , fascicolo 19.° . . . »iio Idem, fascicolo 20.° .,..-... v uSb Idem, fas itolo 21. ° ........ n 287 Idem, fascicolo 22.° . , . . . . . . » 891 Giornale di Jisica, chimira, storia naturale ecc. de' professori P. CoN- Fir.i.iAcnt e G. Brvcnatelli di Pavia , bimestre 3.° . . » 284 Idem, bimestre 4.° ........ v 889 Giornale Enciclopcdico di Nupoli , tomo 2.° deW anno 1821 . » 391 SlELJOCRAFIA . . . . . . . . . >■ I 1 I Regno Lombardo-Veneto ....... v ivi Opere scelte di Alessandro Verri . . • . • » isi Storia di Milano , di Onorato Olcese , seconda edizione . >■ ivi Ifunhoe , di Valter-Scott vulgar izzato da Q. Bareieri . » iia Racconti del mio ostiere , ossia i Puritani di Scozia e il Nana mistcrioso , di Walter-Scott, tiaduiione di G. Barbieki « ivi Dissertazione siigli effetti della castrutura nel corpo umano , di B. MojOH . . . . . . . ■ • )■ 1 1 3 Baccolta di poemetti didascalici originali 0 tradotti. Vol. 5." » ivi Idem , vol. 6." e 7.° . . . . - ■ • » ^96 Notiiie compendiose della vita e degli stun; di Siro Comi , di L. B » 1 13 Opere dei grandi concorsi premiate dalP I. R. Accademia delle belle arti in Milano , incise in rame , fasciiole a.° . » x 14 43( I N D I O E. Storia ie" Franctsi , di J. C. L. Slinondo de Sismondi , tradotta da B. Perotti Vol. i." al S.° . . . . . pag. Il5 Cotlezionc de' Clarsici metafisici. Vol. 27 . . . . » 116 Elogio del conte G. B. Giovio ecc. , del prof. CiTtfrAZZi . » ivi Odi di Q. Orazio Flacco recate in versi italiani da D. M. Gavaz- ZF-Nt. Vol. 1.° . . . . . . . . >> ivi Oraiione intorno ad Omero e a Dante, di Gio. PeTRETTitri » 117 La luce. Carme saffico di A. PocHisi . . » 1 1 8 // piato , di Agno'.o AhhORT . . . . ... j> 121 Jfiiova raccolta di scehe opere italiane * stranierc. Vol. 1° ■ ivi Vo-.abolario greco-italiano ed italiano-greco , di F. FosTtSBiM,A » 123 jSrtisti Alemcmii , di Nev-Mayr. Fascicoli i.° al 4.° . >■ ivi Lettere ed altre prose di T. Ttaso- raccolte da P Mazzvccthlli » a88 Considerazioni sulla censura de' conti delle amministrazioni pui- bliche .......... 389 Trattato delle malattie degli uccelli ecc, di L. BO'lt . » SgS Za colomba messaggiera ........ 394 Raccolta di antichitd greche e romane ad uso degli artisti , dise' gnatc ed incise da G, Bicnolt. Fascicolo 4.° . . >■ 3c)6 Delle nzivni regelate col codice civile universale austriaco ecc. Trattato di G. A. Court "399 Guida da Milano a Ginevra pel Sempione , . ))*400 Dei lihri di Teofrasto Eresio intorno alle piante , comentati da G. HoPKAfr , notizie di G. Mohtexanto , ecc. . . « 4o3 Biograjia universale antica e moderna. Pfima traduzione italiana con aggiunte e correzioni. Vol. 2..° . . . . » 404 Le opere di Bvfeon nuovamente ordinate ecc. dal conte di La- CEPEOE. Vol. 22.°, 23.° e 25." ....... 407 Delia lingua comune d' Italia ecc. Discorsi qiiattro di A. Maj er » 408 Tiemonte ............ 123 Sexti Aiirelii Propertii carmina. Tom. i.° . . . » i\ La Moahitide , poema del conte G. Frascri di Pont . ..12 Caroli Bovcherodi de Joscpho Vernazza alhensi . . .> iv Delia maniera di^fondare , dirigere e conservare un istituto bal- neo-sanitario , di P. PACAyiNf • • . . • >. 29 Memaria svl genere ^insa e monograjia del medesimo, di h- Colla .. i\ ^ublii OviDti Nasonis opera omnia. T. 3 e 4. . . » 41 Ducato di Genova . . . • . . . • "41 Del giudicare collegialmente. D'scorso del conte SoKls . » \\ Gran Ducato di Toscana . . . • . . • » 12 Tcatro comiro dell' aw. A- Nota ....... ii Memoria seconda sopra il inetodo di estrarre la pietra , di A. Vacci' BERLtycERi . . . ■ • ■ • ..418 Ducato di Parma . . . . ■ . . • » 4*^ Elogio storico di Pietro Bubini , scritto da Angelo Pezzaha » ivi Ducato di Lucca ....-...>■ 420 De Kcratonyxide dissertatio A. PACiift . . . . » ivi Stati potuificj . . . . . ■ . • . » 127 Sulla scu^tura. Ottnve di F. Percoli Camtavelli . . » ivi Dizionario portatile della lingua italiana, di F. Cardh/ali. Fasci- colo i.° . . . . . • . ■ ■ » 421 Regno delle due Sicilie ........ ivi Catechismo medico , o sia sviluppo delle dottrine che conciliano la ReHgiona colla medicina , di Angel'j Anconio Scotti . >• ivi I N D I C E. ^Sl COBRlSPOttDESZd ........ j^g Sul/a miova commeJia deW avi'. A. Nota iitjitolata Cootanza rara » ivi Dell' origine delta voce Duonio . . . ^ » i3i O^servaiioni del prof. G. he Mattheis sn qiianCo lo risguurda nel Voyage medical en Italie del dott. Valentin ...» 0^3 A monsignor rettore ecc. Rapporlo del prof. G. ve Mattheis sopra alcuni medicdmenti nuovi . •> NOTIZrE LETTf.RARJE ED ASSVHZJ .... j. \ Programmi pel grundi concorsi dell' I. B. Aucademiu delle telle arli in Milano pel ji." v.° i823 .... . ■ • Annota^ioni al Dizionariu della lingua italiana , 1 3 8 Pomona in riliewo della ditta Pizza galli e Degaspari di Milano. Distribuzioni nona e decima .... >. i3n Idem. DiUrtliuzioni undecima e duodecima . . . . „ Ihade d' Omero volgarizzata da M. Leoxj . . . , » agS NECROLOatA ..... ' y Cardinale F. L. Fontana . . ' •' • _ . . ••■••. 31 1 VI t-rrata-comge • • . . . Idem .... '9 Tavala meteorolo gica di luglio ... Idem di agosto .... . ' ' ' " 1 Idem di settembre 296 432 Giuseppe Acerbi , direttore ed editore. Milano , date I. R. Stamperia. Osservazioni meteorologiche fatte aU'I. H. Osservatorio di lirern. S E T T E ]>I B R E 1822. Mai T I N 0 a V > 1^ A. Suto del cielo. nj N < Sera. 's u c '6 < d — 1 V J2 g a N 0 < a. d k. ■^ 1 « .0 n a s S < 2: V 6 N > V u — < State del cielo. poll . lia. 0 poll . lin. 0 1 27 9,0 + i5,o E Nuv. rotto. 27 9,n +20,0 s Nuv. ser. 2 37 9,^ +1^,0 0 Serf no. 27 10,0 +20,6 s Ser ni^bb. i 27 9,2 + 13,3 S Pio^5;ia. 27 91"^ + 16,4 8 Piovoso. 4 27 9,8 + '4,o 0 Nebb.nuvolo. 27 10,0 + 19,0 S Sereno. b 27 J 0,0 + i4,(' N E Sereno. 27 1 0,8 + 19,5 S Ser . . . nebb. 6 27 11,0 + .5,3 E Neb.nuv.ser. 27 10,7 +20,4 E Sereno. 7 37 10,8 + 14,0 N Serena. 27 10,0 +.'.0,8 s 0 Sereno. 8 27 10,6 + i5,o M E Sereno. 27 10,0 +22,0 SO Ser. nebb. 9 27 9,9 + 1.5,3 N 0 Sereno. 27 9,6 +22,0 0 Ser nebb. lO 27 9'7 + )6,o + 14.5 N Ser. nebb. [27 9,9 +21,. s 0 Sereno. II 27 11,0 N E Ser nuv. 27 1 1,0 +21,0 E Ser. nuv. 12 27 11,4 + 14,0 N E Sereno. 27 io,(-' +21,0 s 0 Sereno. li 27 11,0 +14,. 5 N Sereno. 27 10,3 +22,0 s 0 Ser. nuv ser. H 27 10,0 + i5,o 0 Sereno. 27 9/> +11,5 S 0 Sereno. 10 ^7 10,8 + i'j,o E Nuv. rotto- 27 II,C +19,0 E Nuv. rotto. i6 17 27 11,0 + i5,o £ Nuvolo. 27 10,6 + '7,0 SO Nuv ser. 27 ]0,0 + i3,o N Ser. nuv. 27 10,0 + 18,0 S 0 Sereno. 18 27 9'7 + i3,S N E Sereno. 27 8,7 + 18,5 s Sereno. 19 27 9,a +i3,5| E Ser. nuv. 27 9, + 19,0 E Ser. neb. nuv- 30 27 9,0 + i3,3 E Nuvolf). 37 7,f> + 14,0 E Nuvolo. 21 27 7/^ + i3,c E Nuvolo. 27 7,8 + i5,5 E Nuv. rot... ser.j; 22 27 9.4 + 11,5 0 Nebb. fol.ser. 27 1 0,4 +17,4 s 0 Sereno. 1 26 27 10,7 + 12,5 N E N Nuv. ser. 37 9,7 +i8,5 s Ser. neb. nuv. 1 24 27 8,9 + 14,0 E Nuvolo. 27 ii.o + 17,5 E Nuv. piovoso- 1 2t> 27 6,2 +14,4 E Nu.rott...piog- 27 ^,9 + i5,7 E Nuv. ser.nuv. 1 26 27 5,7 +i3,o E Nuv. ser. 27 6,5 + i5,7 N E Teui.piog. St;. 1 27 27 8,4 +10,0 NEN Sereno. 27 9,3 +16,0 sso Sereno. i 28 27 9,0 + 12,C SO Pioggia. 27 9,!' + i5,5 E Nu. se. tcni.se.' 29 27 9,9 +ij,o E Nuvolo. 27 io,6 +14,5 S E Ser.nuv. 3o 27 10,6 +io,4 N E Nuv. piovoso. 27 10,. +i3,o E Nuv. piovoso. 1 Altezza mass, del Jar. p oil. 27 lin. 1 1,4 A tezza mass, del t< ;rni. + 22,0 niiniiiia . . » 27 » 5,7 . » 27 )> 9,6 1 itita della pioggia ininii . . . + 10,0 + 16,00 Qiiar 'r II T^ lin. 61,21. ! ( 4: JUNSO i ' 1i >, ■>/ ' j^^''^'^